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Thi) preda v I x alga La pe di I f LI : LA i LIT] v : ALU seni "A € I f Pia infr L] e RS » i bal hi î FEROE J KI I "e | Si PL dx N ALTI I ALI sat PTT ) O Ò sine Ì i MIE ì | mo, LI 7a. ; AI Ceo) fl Re IRRRRATRIR NIGEL. | ba MI, id \25SN Ù ‘è È ud | ì Li DAI (.) DI PURI 3 < cs 59% DIL Ni «prel'"many ll HE SIRUIDE MANY ica PBRRBESTARETAA “non "vp tdi NL MAGNELLI, Ri Catture varie t- SIONI Degli Save Ba Li Larus TUOI a Montecristo, eb LIBRI E RIVISTE, (Cab 93): CRE » Rassegna dei periodici di Omitologia. i E Recensioni varie. Md RITA LE NECROLOGIO. (Pag. Ti 9) ‘caso, sulla’ convenienza x “rsa articoli scientifi Ba SE comunicazioni. ornitologiche di estranei, SE REia «_ 1 manoscritti debbono essere. spediti alp Conte dott. Ettore. Arrigoni Degli Oddi sai 4 000: Monselice. Lg RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA Anno I - fasc. 1, 2 - Tav. I Diardigallus diardi, mas. X Gennaeus melanonotus, foem. È d NET TRI AVATI OVVIA ANS it Aeon £ sa "0a e 3 ci È ; { ne LI Rer PROGRAMMA |. Da lungo tempo era sentito. in Italia il bisogno di un giornale ornitologico che raccogliesse e pubblicasse la produzione scientifica nostra, e rendesse nota fra noi, per mezzo di recensioni, quella straniera. La cessazione dell’ Avzcu/a ha reso ancor più viva tale necessità, venendo meno in tal modo. l’ unico periodico, il quale facilitasse le relazioni tra i cultori di ornitologia, e tenesse desto in coloro che son lon- tani da centri di studio l’ interesse per questo impor- tantissimo ramo. della Zoologia. Per queste ragioni, amici, colleghi e studiosi ci hanno spinto a prendere l’ iniziativa di fondare una Rivista italiana di Ornitologia; e noi la presentiamo ora al pubblico nella speranza che essa trovi quel consenso ve quell’ aiuto, che soli varranno ad assicu- rarne l’ esistenza e ad incoraggiare noi, che ne abbiamo assunta l’ edizione. _Non pretendiamo che il nostro periodico abbia a rivaleggiare, nei suoi primi passi, colle autorevoli Ri- viste che da lungo tempo vengon pubblicate in Inghil terra, in Germania e negli Stati Uniti d’ America. Riv. di Ornitologia. ; 1 PROGRAMMA (SÌ Manca all’ Italia il ricco materiale ornitico, che quei paesi traggon dalle loro colonie; mancano i mecenati disposti ad organizzare a loro spese spedizioni scien tifiche per le raccolte zoologiche. Peraltro la felice ubicazione del nostro paese, con sente di affrontare problemi di grande interesse, tanto in rapporto alla Biologia generale quanto in rapporto a quella applicata. Così lo studio delle razze locali, delle variazioni e loro cause in rapporto all’ origine di quelle; lo studio delle migrazioni, quello dell’ alimen- tazione ed altri ancora, possono costituire oggetti di ricerche importanti, destinate a proseguire la grande opera sull’Avifauna italica iniziata dal compianto Enrico H. Giglioli, alla cui memoria noi tutti mandiamo un reverente saluto. E poichè siamo d’ avviso che la scienza non abbia ad essere monopolio di pochi, ma debba, nei limiti del possibile, penetrare nel. pubblico, sviluppando in esso l’ interesse per quella e pei suoi cultori, abbiamo creduto conveniente non limitarci alla pubblicazione di ricerche speciali, ma di accogliere tutte quelle osser- vazioni e notizie che possono interessare non soltanto l’ ornitologo, ma anche 1’ ornitofilo' ed il cacciatore. E del pubblico, con questi intendimenti, affrontiamo il giudizio. T. SALVADORI Vice-Direttore del R. Museo Zoologico di Torino, Ricerche intorno alle Monachelle . La Monachella golabianca (.Saxzicola aurita Auct. = S. sta- pazina Linn.) e la Monachella golanera (.Saxicola stapazina Auct.) sono due specie distinte, ovvero sono due forme di una mede- sima specie? Recentemente è stata fatta rivivere l'opinione che si tratti veramente di due forme di una medesima specie. La questione merita qualche discussione, tanto più che essa non è recente e fu posta primieramente da. naturalisti italiani. Le due forme furono per la prima volta descritte e figu- rate dall’ Epwarps (1), quella colla gola nera come il maschio e quella colla gola bianca come la femmina di una medesima spe- cie vivente presso Gibilterra. Linneo (2) fondava la specie esclu- sivamente sulle figure dell’ Epwarps, e le dava il nome di Mota- cilla hispanica. Più tardi, sotto il nome di Motacilla stapazina, Linneo (3) descriveva soltanto la forma colla gola bianca, sebbene le citazioni che egli dava si riferissero anche alla forma colla gola nera. Posteriormente gli ornitologi, compreso il Savi nel volume primo della “ Ornitologia Toscana , (4), distinsero specificamente le due forme ed il Savi dava il nome di stapaziza alla Monachella golanera, ed il nome y%wfescens, traendolo dal Brisson (5), alla (@y Orn Nov. IL pi. 31. (2) Syst. Nat. ed X, p. 186, 1758. (leSystoa Nat ved X.LI)p. 33101700: (4) pag. 223-226. (5) Orn, III, p. 457. 4 i T. SALVADORI Monachella propriamente detta, cioè alla forma avente la gola bianca e la regione auricolare nera. Se non che, per certe noti- zie avute dal Prof. CaLvi di Genova e dal Cav. La MARMORA, Ornitologia Toscana , (1), il Savi fu nel terzo volume della “ tratto a riunire le due forme in una sola specie che chiamò stapazina, considerando come maschi adulti gli esemplari colla gola nera, e come femmine quelli colla gola bianca. Il Prof. BonELLI aveva già manifestato la stessa opinione al TEMMINCK, il quale la riferisce colle seguenti parole: “ M. le professeur BoneLLI croit que ce Traquet. (Traquet stapazin) et le suivant (Traquet oreillard) sont de la méme espèce, ce qui est contraire à mes observations: je puis cepen- dant m’ étre trompé , (2). I fatti sui quali si fondava il Savi per riunire le due forme gli erano forniti dal Prof. Carvi, dal BoneLLI e dal Cav. La MaR- mora. Il CaLvi gli annunziava di aver trovato nelle vicinanze di Genova accoppiati, nidificanti colla prole già allevata, una S. stapazina ed una rufescens, maschio era la stapazina, femmina la rufescens. Il CaLvi aveva già pubblicato tale sua opinione nel “ Catalogo di Ornitologia di Genova , a pag. 35- Il La Marmora scriveva al BoneLLI (lettera del 22 Giugno 1821) di aver trovato vicino al forte dello Sperone presso Genova le due forme accoppiate; egli aveva scoperto un nido di stapa- zina, nel quale erano quattro nidiacei appena nati, ed un uovo che si schiuse mentre lo teneva in mano; la madre fu presa dal La Marmora sul nido ed imbalsamata, il maschio dalla gola. bianca fu ucciso a 15 passi di distanza con un colpo di fucile. Pare che detti esemplari siano stati inviati al Museo di Torino, giacchè parecchi esemplari delle due. forme raccolti dal La Marmora, da lui trovati insieme nidificanti, furono registrati nel catalogo del Museo, ma poco opportunamente parecchi di essi furono inviati altrove al tempo del Prof. Gené. Nel Museo resta un solo esemplare del La Marmora colla data 14 Giugno 1821 e colla indicazione “ femmina adulta accoppiata con maschio dalla gola bianca, presa sul nido ,. Evidentemente si tratta del- (I) pag. 205-2I1. (2) Manto ap, 24506 RICERCHE INTORNO ALLE MONACHELLE unt esemplare di cui il La Marmora aveva scritto al BoneLLI, ma dall’ esame di detto esemplare non appaiono segni pei quali si possa riconoscere che esso appartenga all’ una piuttosto che al- l altra forma. Ad onta delle osservazioni del CaLvi, del BoneLLI e del LA MARMORA, e della mutata opinione del Savi, gli ornitologi poste- riori non inclinarono ad ammettere la unicità specifica delle due ‘forme. Io negli “ Uccelli , della Fauna d’Italia, lo stesso SAVI nella “ Ornitologia Italiana ,, il GirioLi, l’ ArRIGONI ed il MarTO- RELLI abbiamo creduto che le due forme 9sseTa specificamente. diverse. Anche il Dresser nella grande opera “ The Birds. of Europe, ed il KoeNIG (1) riconoscono le due forme specificamente distinte. Pare che recentemente il KLemscHmIDT sia stato il primo a risollevare, la questione della probabile identità specifica delle due ca scrivendo: “...die schwarzkelige sogenannte Saxzcola stapazina (auct.), die cca nur ein alternatives Kleid von S. aurita (auct.) ist (2),. Il Dott. G. ScHIEBEL, in un lavoro intorno agli uccelli dell’isola di Lesina, sostiene che la Saxzco/a aurita e la S. stapazina siano soltanto due fasi di una medesima specie, seguendo la opinione del KremscHmpT. Invece i redattori del giornale “ The Ibis ,, non sembrano molto inclinati ad accettare tale teoria, affermando che il caso merita ulteriori ricerche, e che non lo si può risolvere col semplice esame dei sette esemplari raccolti nella piccola isola di Lesina (3). In seguito a recenti osservazioni dello HaRTERT (4), questi afferma di non avere più alcun dubbio intorno alla identità spe- cifica delle due forme, ma tuttavia egli non crede che maschi siano gli esemplari colla gola nera, e femmine quelli colla bianca, ma sibbene che gli uni e gli altri siano varietà individuali di una medesima specie. Pur troppo lo HartERT nello esprimere la sua (1) Journ. f. Orn. 1892, p. 416; 1893, p s ) Berajah, 1905. (3) Beitrige zur Ornithologie der siidalmatischen Insel Lesina (nebst ande- ren Reisenotizen), Orn. Jahrb. 1907, p. 161, 1908, p. I. (4) Nov. Zool. XVII, p. 479. 6 T. SALVADORI opinione intorno alla identità specifica della Monachella gola- bianca e della Monachella golanera,.non ci dà esaurienti ra— gioni o prove, che dimostrino la fondatezza della sua credenza. Egli scrive: “lo studio accurato di un numeroso materiale di pelli e le osservazioni personali fatte in Algeria insieme con Mr. RorascHiLp, non mi lasciano alcun dubbio che le due sup- poste specie sono semplici varietà individuali ,. Ciò non mi sembra sufficiente per la dimostrazione del suo assunto. Ora quale la ricerca da fare per venire in chiaro della cosa? Premetto che le osservazioni del CaLvi e del La MarMoRA intorno allo aver trovato insieme nidificanti esemplari delle due forme, e tra gli altri una femmina dalla gola nera con un maschio dalla gola bianca mi lasciano molto titubante, giacchè trovo sin- golare che la femmina avesse l’abito perfetto degli esemplari dalla gola nera, laddove quella colta sul nido e dal La Marmora inviata al Museo di Torino, non veste nè l’ abito perfetto degli esemplari dalla gola nera, nè quello degli esemplari dalla gola bianca, ma un abito molto semplice, quasi uniforme. Il solo fatto che potrebbe risolvere decisamente la questione sarebbe quello di trovare în una medesima covata esemplari che allevati presentino la gola nera e gli altri la gola bianca, ovvero che allevati si tramutino da una forma nell'altra, come pare che supponga il KLeinscamipT. Questa ricerca non dovrebbe essere difficile, giacchè il La Marmora nelle sue note manoscritte, con- servate nel Museo di Torino, narra di avere più volte tenuti vivi i nidiacei di Monachelle, uno dei quali dal 16 Giugno 1821 al 25 Ottobre, che partendo da Genova, lasciò vivo al professor CALVI. La ricerca dovrà essere fatta nelle regioni nelle quali le due forme vivono insieme, in Italia specialmente sui monti della Liguria. Io non sono propenso ad ammettere la identità specifica delle due forme; ma potrei ingannarmi, ripeterò col TEMMINCK. Torino, Museo Zoologico, Aprile IQII, D. E. ARRIGONI DEGLI ODDI e D G. DAMIANI Note sopra una raccolta di Uccelli dell’ Arcipelago Toscano INTRODUZIONE Da vari anni vado raccogliendo materiale ornitologico delle isole dell’ Arcipelago Toscano, e da un primo Elenco trovo che le specie sommano a r1o. Di queste ora ne illustro 90 rappre- sentate da 150 individui, riservandomi in una successiva Nota di parlare delle rimanenti e di estendere le mie impressioni sulla vita ornitica delle isole anzidette. Il mio materiale non è pur- troppo ricco, ma per quanto non si possa supporlo, pure è sempre difficile procurarsene da un distretto qualsiasi e soprattutto ove non esistono Collettori. Quanto ho potuto raccogliere lo devo in massima parte al mio amico prof. Giacomo DAMIANI, il quale con una cortesia ed una sollecitudine pari al suo grande amore allo studio, ha cercato con ogni mezzo di arricchire la mia Rac- colta con invii di uccelli scelti, ben preparati e le cui constata- zioni fossero certe. Così a suo mezzo ho potuto avere soggetti dall’ Elba, Capraia, Gorgona, ed altre località poco rappresen- tate nelle Collezioni!! A lui vadano, anche da queste colonne, i miei ringraziamenti più sentiti. Una piccola parte del materiale che possiedo lo ebbi da Collettori e corrispondenti, dirò cosi, improvvisati, ma egual- mente posso garantire che le catture sono autentiche e posso farlo di persona avendo avuto freschi in carne i relativi indi- vidui. Devo omettere i loro nomi perchè non sempre avrei po- tuto farlo con libertà date alcune provenienze, ove il raccogliere sarebbe un po’ extra-lege e per altre ragioni di opportunità. 8 E. ARRIGONI DEGLI ©DDI - G. DAMIANI Circa i dati fisico-naturali delle isole dell’ Arcipelago, cedo la parola all’ amico DAMIANI, dotto conoscitore e studioso dili- gentissimo della sua Terra. E per la Bibliografia ricordo come nelle maggiori Opere del GieLioLi, del MarTORELLI, del SALVADORI, nelle mie e nell’ Avr- cula (1898-1910) vi siano notizie più o meno diffuse in argomento. In più cito le seguenti memorie: 1. BrancHIi O. - “ Elenco. delle specie di uccelli osservate sul- l isola di Giglio, Provincia di Grosseto, coi nomi vol- gari ecc. ecc. yy Primo Resoc. Risult. Inch. Ornit. in Italia pp. 453-456. Firenze, 1890. 2. Damiani G. - “Il Larus audouini, Payr. all’ Elba ,,, Avicula, anno II, fascic. 11, pp. 131-133. Siena, 1898. 3. —— “I Puffinus dell’ Elba ,,, [bid., fasc. 8, pp. 36-38. Siena, 1898. ; 4. —— “Cenni sugli Uccelli. dell’ Elba della ‘Collezione To- SCANELLI ». Ibid., anno III, fasc.17-18 e segg. Siena, 1899. 5. —-- “ Note Ornitologiche dell’ Elba ,,, (1898). Ibid., fasc. 23: 24, Pp. 70-75. Siena, 1899. 6. —— “Sul Phalaropus hyperboreus, Lath. all’ isola dina da Atti Soc. Lig. Nat. e Geogr., anno XII, vol. XI. Genova, 1900. 1. -—— “I Turdus swainsoni (T. aliciae, B.), all’isolad’Elba ,, Atti Soc. Lig! Set Nat. e Geogr, anno NI vole. nova, I90I. 1 8. —— “Note Ornitologiche dell’isola d’ Elba ,, (1899-1900), Boll: Soc. Zool! Ital‘) fase. 1T-IJ ser. I} voli I5 “annos pp. 45-57. Roma, 1901. 9. —— “ Nuove catture del Larus audouini, Payr. all'isola d’ Elba ,,, Avicula, anno V, fasc. 37-38, pp. 1-3. Siena, 1901. Io. —— “ Note Ornitologiche dell’ isola d’ Elba per gli anni 1901- 1904 », Avicula, anno IX, fasc. 91-92, pp. 89-95. Siena, 1905. IT. —— “ Ornitologia Elbana, una invasione dei Crocieri ,, nel giorn. Z/va, IV, n. 167, 18 luglio 1909. Portoferraio. 12. Dei A. - “ Ricordi di una escursione fatta al Monte Argen- tario ed all’ isola del Giglio nel maggio 1883 ,. Siena, 1884. Ca’ Oddo presso Monselice, li 4 giugno IQ9II. E. ArRrIGONI DeGLI OpDI NOTE SOPRA UNA RACCOLTA DI UCCELLI DELL’ARCIPEL. TOSCANO 9 . CENNI FISICO-NATURALI ‘SULLE ISOLE DELL’ ARCIPELAGO TOSCANO Isola d’ Elba. — È la maggiore tra le isole dell’ Arcipelago Toscano, compresa tra 7, 46° — 8.7 long. e 42.28’ — 42, 53° lat. e separata dal continente per mezzo del Canale di Piombino. Ha una superficie di kmq. 223,55, uno sviluppo costiero di km. 147. Secondo il MARINELLI (1894), l orometria dell’ Elba ha una media di 182 m. con elevazione maggiore ad occidente, la vetta più alta è data dal monte Capanne, 1019 m., costituito da una gigan- tesca cupola granitica. ‘ Pronunciata e svariatissima l’ accidentalità delle coste: golfi, seni, penisole, promontori la frastagliano, generalmente ripide o scoscese, spesso aprentesi in golfi naturali ampi e sicuri come Portoferraio, il più profondo e sicuro del Mediterraneo dopo quello di Malta, di Portolongone, Procchio, Campo Lacona, Stella. La parte pianeggiante è limitata a pochi e ristretti piani. La co- stituzione geologica dell’ Elba è abbastanza nota, pur offrendo ancora problemi importanti. La parte di ponente è costituita dal massiccio granitico del Monte Capanne, solcata da piccole valli radiali congiunte alla parte mediana da un istmo costituito quasi esclusivamente da terreni quaternari. La parte mediana offre colline poco elevate, di arenaria e calcarei eocenici con lenti estesissime di diabase e serpentina, attraversati da potenti filoni di porfido quarzifero. Nell’ orientale, alle formazioni precedenti si aggiungono gli scisti cristallini e roccie paleozoiche; lungo tutta la costa orientale fino al Monte Calamita compaiono gli enormi giacimenti ferriferi (oligisto e magnetite), per cuì 1° isola va celebre fino dalle remote antichità degli Etruschi e dei Ro- mani. Il clima dell’ Elba è mitissimo, gl’ inverni dolci e brevi, a carattere prettamente marittimo. La media del gennaio è ‘di 9°, 6, cioè al disopra di alcune località sicule. Le pioggie prevalgono nell’ autunno ed inverno, con quasi estrema siccità da giugno a settembre ed anche ottobre. A Portoferraio la media della pioggia caduta è di mm. 599,4; copiose le rugiade. In estate prevale il maestrale, poi il mezzogiorno; in autunno il grecale; nell'inverno lo scirocco, frequenti le libecciate. Rara la neve al piano; sulle TO E. 0ARRIGONI DEGLI ©ODDI - G. DAMIANI alte cime è frequente nel solo inverno e non sempre. Al piano sono eccezionali le nebbie. Dato il sistema orografico, quello idrografico. si presenta povero di corsi d’ acqua specialmente nelle zone orientale e centrale. Impetuosi torrenti nell’ autunno e nell’ inverno sono pressochè asciutti d’ estate. Numerose sono le fontane naturali perenni: notevoli quelle del Riese e del Mar- cianese. Alcune zone paludose esistono nei territori di Portoferraio, Longone e Campo: (palude di S. Giovanni coi lagoni — ora asciutti e in gran parte -bonificati — delle Saline di Portoferraio, dal 1901 per l'impianto degli stabilimenti siderurgici) che erano un’ ottima stazione per uccelli acquatici e di ripa in ogni sta- gione — palude di Mola, adiacente al mare ove forma un tom- bolo, il più vasto e discretamente ricco di selvaggina, quello di Campo, anch’ esso; relativamente ampio, intersecato da numerosi rigagnoli e fossati, quello di Lito, e in territorio di Portoferraio quello di Prata. Il diboscamento sfrenato, l’ urbanismo, le culture estensive, lo sviluppo industriale e commerciale, le bonifiche, l’ aumento della popolazione e dei fabbricati, anche nelle campagne sono le cause del presente e sempre crescente impoverimento della selvaggina stazionaria e anche di quella di passo, che ne costituisce la quasi assoluta prevalenza. Su 1oo ettari di territorio l’ Elba ne ha di boschivi 26 (Gros. . seto e Cagliari 29, Firenze 23). I boschi di alto fusto attuali si trovano specialmente nei territori di Marciana e di Poggio con secolari castagneti per circa 600 ettari, ma anche di essi negli ultimi anni si è fatto un largo ed irrazionale taglio. Oltre il castagno, tra le essenze d’ alto fusto l’ Elba ha il leccio abbondante e di notevole sviluppo, il sughero, i pini ma- ritima e sylvestris. Più frequenti sono le macchie e i cedui e i boschetti adiacenti alle coste con lentisco, mirto, erica, corbez- zolo, cisto, carrubo, il fico d’ india e l’agave americana che danno una factes meridionale alla sua flora di carattere spiccatamente mediterraneo. Nella Villa di S.. Martino si. ha. un largo saggio della fauna vertebrata dell’ Isola, soprattutto Pesci ed Uccelli, rac- colti dal 1896 in poi, cioè oltre 200 sp. di uccelli con circa 900 es. e 250 sp. di pesci a secco e in alcool. Ta TA e I i ei E TALI , NOTE SOPRA UNA RACCOLTA DI UCCELLI DELL'ARCIPEL. TOSCANO II Isola di Capraia. — Secondo il Frscuer è il più settentrio- nale dei vulcani della Tirrenide, e rimane anche oggi’ un’ isola perchè forse collocata sulla frattura che divide la Corsica dal continente. È per ciò interamente vulcanica con coste ripide e di difficile accesso. Una soglia sottomarina che ha dai 400 ai 500 m. di profondità, partendo dalla Corsica collega colla Toscana le due isole, le quali, eccetto che da questo punto, si elevano nel loro perimetro da grandi fondali. Dista circa 30 km. dal Capo Corso, a 43° di lat. Ha circa 20 kmq. di superficie, colla massima altezza di 447 m. (Monte Castello), perimetro di 27 km. ed è di forma allungata. Sprovvista affatto di boschi, con scarsissima vegetazione di arbusti e di erbe, con terreno roccioso e sterile, data la natura delle rocce, cioè trachiti labradoriche analoghe a quelle che affiorano sulla costa ligure. Qualche vigneto e pochi alberi. Macchia bassa, di tipo insulare mediterraneo: scarsissima l acqua: presso il porticciuolo vi è un piccolo palude salmastro. Opuntia, Chamaerops humils, Agave americara. Relativamente ricca la flora con forme assai notevoli, illustrata recentemente dal Sommier: scarsissima la fauna terrestre, specialmente verte- brata. Di uccelli un centinaio di sp. in grandissima parte di passo. La pernice rossa vi è estinta da una ventina d’ anni. Vi nidifi- cano molti uccelli marini. È isola molto esposta ai venti con clima affatto meridionale, come nelle Lipari e Egadi. i Venti dominanti: scirocco e libeccio d’ estate: greco e. tra- montana d’ inverno. Isola di Gorgona. — Isoletta costituita da un massiccio roc- cioso, a 35 km. da Livorno. Superficie kmq. 2,23. Le formazioni geologiche sono analoghe a quelle dell’ Elba. La massima altezza è Monte Calvi, 255 m. Coste brulle e dirupate. Pochi lecci, pochi castagni, qualche olivo rappresentano la vegetazione arborea: assai fitta la macchia bassa di tipo mediterraneo-insulare. È di- visa in 3 vallate dirette ad Est: quella di mezzo va a terminare nel porticciuolo. Isola di Montecristo. — La più originale, suggestiva e inte- ressante, pur nella sua piccolezza, dell’ intero Arcipelago. È una grande cupola di granito, probabilmente azoico, che. si erge a pan di zucchero dal mare colla cima di Monte Castello a 749 m.: T2 E. ARRIGONI DEGLI ODDI - G. DAMIANI la più alta dell’ Arcipelago dopo 1 Elba, con. un. piccolo lembo di calcare cavernoso. È a S. E. della Pianosa e a'O. del Giglio. Superficie kmq. 9, 3. È nuda, rocciosa, sterile, con coste a picco. Qua e là qualche ciuffo di magra vegetazione arbustiforme con qualche grosso leccio, qualche castagno e olivastri. Gli agenti atmosferici hanno denudato caratteristicamente i massi granitici. Havvi un solo approdo a Cala Maestra, nella cui vallicola bian- cheggia la modesta casa di caccia del Re d’Italia. La macchia bassa di tipo insulare è prevalente con folti rosmarini. Vi vegetano, importate dalla Casa Reale, le opunzie e le agavi. L’acqua è scarsa. Molte le pernici rosse e grossi rapaci. Ornitologicamente sembra avere importanza come tra- guardo nelle migrazioni, ma, nonostante le brillanti causerzes del geniale e colto ornitofilo prof. PaLADINI su per le riviste e gior- nali di questi ultimi anni, credo che poco sia definitivamente sicuro al riguardo. L’ Avifaunula di Montecristo è tutta da farsi e ne meriterebbe la pena, chè offrirebbe materia a confronti ed a osservazioni interessantissime. Dista da Portoferraio, del cui Comune fa parte, 49 km.; 60 da Porto Santo Stefano. Isola di Pianosa. — Quasi interamente pliocenica, rappre- sentata da un altipiano uniforme a pochi metri dal mare, ancora più bassa della caratteristica Isola d’ Helgoland del Mare del Nord, con circa 10 kmq. di superficie. Il suo punto culminante è di:37.1n. A 10-km-5SO. dell'Elba, a-42°,.35/dataN 0a Corsica e la costa Toscana: con 11 km. di perimetro. i Qualche macchia di lentischi e di olivastri, con opunzie, agavi. Assai coltivata a cereali e a vigneti. Clima assai caldo d’ estate, ma mitigato dal continuo maestrale. La fauna è scar- sissima: gli uccelli ad eccezione del Passer italiae e di qualche Gabbiano, vi si contano tutti di passo: larghe le prede di Tordi durante il passo d’ ottobre e anche di Colombacci. È la più in cantevole dell’ Arcipelago, congiunta con linee postali di naviga- zione coll’ Elba, con Livorno, con Civitavecchia. Isola del Giglio. — Nella configurazione somiglia ‘all’ Elba: oblunga, montuosa, granitica, con affioramenti di calcare infra- lisiaco. Superficie kmq. 21, il doppio di Montecristo. E un sol monte alto 498 m., poco minore dell’ Argentario. Vi mancano NOTE SOPRA UNA RACCOLTA DI UCCELLI DELL’ARCIPEL. TOSCANO 13 veri boschi: havwi la solita macchia di lentischi, eriche, ginepri, mirti, rosmarini: le vette sono però nude. Molti lecci, e pochi olivi, estesi vigneti con mandorli e fichi. Molte agavi e opunzie. Appartiene alla provincia di Grosseto; congiunta con Porto Santo Stefano da una linea postale quotidiana. La fauna e la flora ripetono i caratteri delle altre isole dell’ Arcipelago. Orni- tologicamente abbiamo le osservazioni del dott. Onorato BIANCHI, pubblicate nell’ [nc/hresta Ornitologica del prof. GiGLIOLI (1890), fa precedere un elenco di 94 specie di uccelli da lui osservati la grandissima parte “immigratori, i quali vi si trattengono un giorno o poco più ,. Vi abbondano nel passo i Colombacci e anche talora le Beccaccie. Isola di Giannutri. — Disabitata, con kmq. 2, 3 di superficie. Poco elevata sul mare con collinette arrotondate, costituita da calcare infralisiaco. Il suo punto culminante è alto 93 m. Priva affatto d’ acqua, colla solita magra vegetazione insulare molto ridotta a macchia, talora assai fitta e bassa. E 13 km. a Sud del- l’ Argentario. Vi nidificano varie specie di Laridi mediterranei. Portoferraio, maggio IQII. GracoMo DAMIANI K PARTE SPECIALE I. Accipiter nisus (L.) — Sparviere. a.g' giov. 5 novembre 1901, Le Carene, Portoferraio, Isola d’ Elba. Parti superiori brune con margini rossicci, le inferiori con fitte macchie allungate sulla gola, sulla parte anteriore e laterale del collo e con fasce trasversali nel resto del gastreo; sottocoda con piccole macchie; coda con cinque fasce poco distinte e l'apice biancastro; la fascia sopraccigliare è larga e così lo spazio occipitale biancastro con macchie allungate nerastre. È un gio- vane in 2° abito, simile a individui che ebbi dal Veronese nel tardo autunno. Come già scrissi nel mio Manuale a pag. 14 (1904), sono poco persuaso della bontà sottospecifica dall’ A. wnisus wolter- storffi di Sardegna e dell’A. wisus punicus di Tunisi. Lo Sparviere I4q E. ARRIGONI DEGLI ODDI-- G. DAMIANI è specie sommamente variabile di statura, di tono di colore, di forma e grandezza delle fasce e macchie; può dirsi che il tipo è affatto incostante da individuo a individuo. b. 3° giov. 10 novembre 1899, Monte Capanne, Isola d'Elba. ala 210 mm. c. 2 ad. 1o dicembre 1902, Monte Penne, Isola d’ Elba. ala 245 mm. Individuo femmina grossissimo ed assai forte, che si presenta con livrea di maschio. Alcuni Autori credono che le femmine che rivestono tale livrea siano sterili, altri invece che abbiano raggiunto oramai il loro periodo completo, ciò che appare come più probabile. Questa bellissima femmina ha le parti superiori di un grigio-lavagna più cupo sulla testa, largo spazio occipitale bianco con una fascia apicale grigio-lavagna su cadauna penna, gastreo di un bianco leggermente grigio; il ros- siccio-cannella del ciuffo dei fianchi appena accennato, guance lavate del detto ‘colore e con la stria dello stelo grigio-lavagna; gote, gola, parte anteriore e laterale del collo con strie allun- gate, resto delle parti inferiori con fasce trasversali larghe ed ottimamente caratterizzate, bruno-fuligginose in numero di tre o quattro su caduna penna, quelle dei fianchi sono più larghe; fasce sulla coda distintissime sulla tinta di fondo. Non ho mai veduto femmine adulte colle parti inferiori rossiccio-cannella come il maschio adulto, esse però talora hanno il ciuffo sui fianchi di un fulvo-vivace. Il giovane in 1° abito è raro da noi. Esso si distingue facil- mente per i margini delle parti superiori ocracei o fulvi su fondo bruno-sepia chiaro, ed il gastreo bianco-sudicio tinto di fulviccio con poche macchie tutte a forma allungata a cuore o lanceolate nei centri delle penne, e con fasce trasversali limitate alle penne dei fianchi. Io ne conservo due, Vuno del Padovano colla data 26 dicembre 1898, il secondo del Milanese colla data Io no- vembre 1896, ambedue sono femmine, quest’ultimo è assai simile al giovane di Palestina figurato dal Dresser,“ Birds of Europe ,, pl. 356, vol. V, 1871. 2. Circus macrurus (S. Gm.) — Albanella pallida. a. 3 17 aprile 1904, Isola di Capraia. ala 365 mm., (elencato come C. evaneus). Testa con nume- rose macchie rugginose, sopraccoda biancastro. Gastreo fulvo: NOTE SOPRA UNA RACCOLTA DI UCCELLI DELL’'ARCIPEL. TOSCANO 15 rossiccio immacolato, eccetto sul collo ove si notano larghe strie nerastre sullo stelo delle penne. 6. 2 28 aprile 1901, Isola di Capraia. ala 360 mm., iride castagno-cupa (elencata come C. cvaneus). Colorito della testa quasi uniforme; ali immacolate ; gastreo fulvo- debole che diventa quasi bianchiccio sul basso addome e sul sottocoda; davanti del collo fulvo più vivace, con una larga stria mediana nerastra sullo stelo delle penne. c. gd giov. 25 aprile 1904, Isola di Capraia. ala 315 mm. Colorito della testa con marginature fulve, un notevole spazio occipitale bianco; scapolari con numerosi spazi ; fulvi; gastreo fulvo-sbiadito immacolato. d. 92 giov. 21 aprile 1903, Isola di Capraia. ala 380 mm,, iride castagna. Testa con marginature nocciola; sopraccoda bianco quasi immacolato; scapolari con largo mar- gine nocciola-pallido; gastreo fulvo-ocraceo sbiadito soprattutto sul basso addome, gola, collo, petto e fianchi con larghe strie fulvo-brunastre sullo stelo delle penne. ” e. gd ad. 25 aprile 1904, Isola di Capraia. ala 350 mm., cera, iride e gambe di un bel giallo vivace. Non è facile distinguere le femmine ed i giovani di questa Albanella dalle specie affini, se le remiganti primarie sono. di incompleto sviluppo od anormali. Nella presente specie la 1° re- migante primaria è piccola, l’intaccatura del suo vessillo interno corrisponde all estremità delle cuopritrici primarie esterne o la supera di poco (meno di 10 mm.); la 2* remigante è molto più lunga della 5? (in media mm. 38), distintamente più corta della 4* (in media mm. 12); la 3* remigante è la massima e più lunga della 4 di circa mm. 10; il vessillo esterno della 5% primaria intero e senza smarginatura. Ho nella mia Collezione una fem- mina da Trento colla data 15 aprile 1897 di grande statura, che sarebbe assai facile scambiare per un C. cyarzeus, se la propor- zione delle remiganti non fosse perfettamente uguale a quella del macrurus. Questa specie offre numerose variazioni circa l’ esten- sione, il numero e la grandezza delle macchie, circa l'intensità del colore e la sua distribuzione tanto nello stadio giovanile, che nell’abito di femmina adulta. I maschi adulti non offrono notuvoli variazioni individuali. 16 E. ARRIGONI DEGLI ‘ODDI - G. DAMIANI 3. Circus pygargus (L.) — Albanella minore. a. 3° ad. 2 maggio 1904, Isola di Capraia. ala 390 mm., becco nerastro con l’apice più chiaro, iride gialla. Veste la livrea completa di adulto, le macchie allungate sull’addome sono poco copiose, ristrette sullo stelo e quasi man- canti sul sottocoda. bd. 3 semi-ad. 24 aprile 1903, Isola di Capraia. ala 395 mm., iride giallo-dorata. Il grigio-plumbeo non è puro, ma lavato di nerastro; le macchie allungate sull’addome sono molto copiose, larghe sullo stelo ed estese anche sul sottocoda. In questa specie i 3 ad. offrono notevole variazione nella larghezza delle macchie allungate sull’addome e sui fianchi di tinta rosso-castagno, sembra che nell’abito perfetto esse si pre- sentino ristrette mentre apparirebbero larghe nella livrea di maschio quasi del tutto adulto, cioè rivestito del piumaggio grigio-plumbeo, ma di tono non ancora puro. Anche le fasce nere delle ali variano con l'età. I giovani nel loro 1° abito non hanno macchie sul gastreo, talora presentano anzi. l’intero gastreo dalla gola al sottocoda di un rosso-castagno di tono più o meno vivace del tutto imma- colato; mentre le parti superiori, compresa la testa, hanno larghi margini nocciola che si foggiano a spazi sulle scapolari e sulle cuopritrici superiori delle ali. Questi individui da noi si trovano più facilmente nel settembre, ne ho avuti dal Veneto e dalla lon- tana isola di Pantelleria. I maschi cominciano ad assumere le penne grigio-plumbee sulla testa e sul collo prima che lo spazio addominale si modifichi; in un individuo della mia Collezione da Oristano 25 aprile 1897 si notano colorazioni incipienti grigio- plumbee sul collo e sulla testa, il dorso e le parti inferiori non presentano margini nocciola ed hanno colorazioni grigio-plumbee appena indicate, mentre l’addome è di un fulvo-castagno imma- colato. E una livrea intermedia notevole. 4. Buteo buteo arrigonit Piccnr — Poiana di Sardegna. a. 3°, 22 novembre 1901, Monte Arpagna, Isola di Capraia. ala 345 mm. 6. 3°, 9 novembre 1902, Punta di Cala Maestra, Isola di Gorgona. ala 340 mm. NOTE SOPRA UNA RACCOLTA DI UCCELLI DELL'ARCIPEL. TOSCANO 17 c. 2, 16 novembre 1903, Isola di Capraia. ala 365 mm. Sono tre individui molto simili e notevoli per le minime dimensioni, le parti inferiori sono in gran parte bianco-giallicce, la coda soprattutto alla base e le penne delle tibie lavate di ros- siccio, quindi il colorito generale è quello della Poiana a tipo chiaro. Ciò che è notevole è la piccolezza di questi tre esemplari. - Nella mia serie, che è di circa I1oo individui, non ho trovato soggetti così piccoli; di egual colorito ne ho da Mesen, Mar Bianco, ala 370 mm.; da Madera, ala 400 mm.; da Jaen, Anda- lusia, ala 365 mm; dal Veneto, ala 390 mm.; e di Sardegna, ala 350-360 mm., località ben differenti e distanziate recipro- camente. Ritengo che i suddetti tre esemplari appartengano alla forma insulare della Poiana comune, ben distinta anche sol- tanto per le piccole dimensioni che presenta. Inoltre il fondo di colore piuttosto terreo offre tinte rossigne sui margini delle penne, |. sicchè tali individui in parola sembrano intermedi tra il Buteo | buteo tipico ed il rossigno £. 5. desertorum. Noto quindi che nelle nostre Isole domina come residente una tale Poiana pic- cola a tinte più terree con sfumature rossicce e credo savio distinguerla con nome diverso, specificamente parlando. Invero sì trovano anche nelle isole non pochi individui che si presen- tano con caratteri variabili e con perfette gradazioni reciproche, ciò si può osservare più facilmente in serie molto copiose di esemplari, ma le dimensioni dei medesimi sono sempre minori, e decisamente minori riguardo la lunghezza dell’ala, la statura e la complessione dei soggetti. Quindi per questo Bufeo di Sardegna e delle Isole io trovo di accettare la sottospecie arrigonii PiccHi, parallela alla 2271- mermannae ed affini. Circa poi alla comparsa del 5. 6. desertorum in Italia, con- fermo quanto scrissi nel mio Manuale (1), cioè che possiedo non meno di otto esemplari appartenenti a tale sottospecie che co- nosco benissimo su buone serie da varie provenienze, e non ho punto preso per desertorum individui piccoli della specie comune. (1) Pag. 26-27, 1904, Riv. di Ornitologia. 2 18 E. ARRIGONI DEGLI ODDI - G. DAMIANI Dico ciò perchè il Martorelli (7) ed il Giglioli (2) hanno omesso di citare quanto io avevo asserito. All’amico Martorelli non credo di aver comunicato i soggetti in parola, e quindi egli può aver creduto che io scambiassi per desertorum semplici esemplari un po’ rossicci del dufeo, ma il Giglioli ne ebbe qualcuno in comuni- cazione e ricordo che li riconobbe senza esitazione appartenenti al tipo orientale. 5. Pernis apivorus (L.). — Falco pecchiaiolo. J ad. 5 maggio 1899, Monte Capanne, Isola d’ Elba. Esemplare assai vecchio, il più completo che conservo nella mia Raccolta. Testa di un azzurrognolo-pallido e leggermente tinto di grigio, gastreo bianco dal mento al sottocoda con qualche raro tratto scuro sui fianchi; iride rosso-arancione, becco nero di corno con la cera gialla alla base, gambe giallo-pallido, unghie nere. E specie variabilissima di colorito, ma però gli adulti per- fetti non hanno fasce sul gastreo o esse sono limitate ai fianchi; il colorito grigio della testa non si osserva mai nei giovani, ma del pari non sarebbe strettamente carattere di adulto giacchè lo si trova, sebbene meno puro e meno esteso, anche nei maschi immaturi, tanto negli individui a fasce trasversali, quanto in quelli a fitte macchie allungate e fasce trasversali o a disegno uniforme, e soprattutto sulla parte alta del gastreo. Nelle fem- mine di solito tale spazio o manca affatto od è ristretto alle redini ed allo spazio perioculare. Nel mio Manuale (3) ho par- lato degli individui bruno-cioccolata più o meno chiaro e che probabilmente sono da riferirsi a forma dimorfica, ed ho anche ricordato un individuo del Museo di Zagabria che presentava la testa cenerino-bluastra di adulto. Ora aggiungo che nel mag. gio 1903, a mezzo gentile del sig. marchese AcHILLE GRIMALDI, ho avuto un soggetto consimile proveniente da Reggio Calabria. Esso è un g' ad. uniforme di tinta, con la testa grigio-azzurro- gnola e l’ iride gialla; si può dire che l’intero suo piumaggio"è (DNUECIta]Np 3760100608 (2) Avif. Ital. p. 380, 1907. (3) Pag. 53 (1904). i cal Re a» NOTE SOPRA UNA RACCOLTA DI UCCELLI DELL’ARCIPEL. TOSCANO 19 di un bruno-cioccolata con una stria centrale nera sullo stelo delle penne, ed una velatura leggermente azzurrognola lucida che invade soprattutto la porzione apicale di ciascuna penna e la parte che circonda lo stelo che è nero, tale velatura dà un’ aspetto singolare a questo esemplare; ali e coda come gli adulti, ma più scure. Come dissi non ho mai veduto giovani con tinte azzur- rognole sulla testa. Ho quattro esemplari (maggio, giugno, agosto, ottobre) con colorazioni bianche assai spiccate, cioè: a) g' giov. ottobre 1909, Monti di Uta, Cagliari. Testa e collo per intero e parti inferiori di un bianco-fulviccio con la stria nera lungo lo stelo che s’ allarga un po’ sulla penna e sfuma in bruno; gola senza macchie e così gran parte della testa; parti superiori senza tinte bianche. 6) 3° giov. agosto 1881, Monselice, Padova. Testa e collo per intero e parti inferiori di un bianco leggermente gialletto uniforme, con la stria centrale sullo stelo strettissima quasi a capello, nerastra sul davanti del petto e in parte sui fianchi, qualche macchietta poco distinta scura sulla testa: parti supe- riori fortemente variegate di bianco. ce a) giov. 5 maggio 1804, Palermo, e giugno 1897 Ivrea, Piemonte. Testa e collo per intero, e parti inferiori di un bianco fortemente tinto di fulvo; gola senza macchie, gastreo con larghe strie centrali scure su cadauna penna; testa con una macchia scura centrale su ogni penna; parti superiori con mac- chie apicali bianche bene accentuate sulle penne delle ali, ciò che è più manifesto nel maschio da Ivrea. Questi piumaggi dovrebbero essere di 1.° abito, ma abbiamo l’ esemplare del 5 maggio che non può essere deli’ anno. Progredendo con l’ età i giovani rivestono piumaggi uniformi bruni di vario tono, che leggermente e gradualmente intergrada quasi fino al nero. Possiedo nella mia Raccolta individui giovani che hanno macchie simili a punti sulle penne della testa e del collo, e che danno all’ individuo un’ apparenza di Nibbio; tali macchie scompaiono con la muta, e così quanto più il giovane avanza d’età tanto più il gastreo diviene fasciato di bianco o bianco del tutto, perchè è soprattutto sul gastreo che hanno luogo i più importanti cambiamenti di colore. Queste bande possono essere disseminate su tutto il corpo o cominciare dal basso petto, 20 E. ARRIGONI DEGLI ODDI - G. DAMIANI rimanendo la gola ed il petto uniformi; il colore della coda sembra mutare quando appare la tinta grigia sulla testa, la di- stribuzione e tinta delle fasce sulla stessa è costante per le varie età ed è caratteristica della specie. i Le femmine non hanno la faccia grigio-azzurrognola, ma tale colore è limitato alle redini ed allo spazio perioculare, alcune però lo presentano anche sulla testa e così io tengo un indi- viduo del Gennargentu 15 maggio 1889, che ha fasce bianche dal centro del petto in giù. Alle volte le femmine presentano un largo mustacchio .nero, sul tipo dei giovani Pellegrini a mu- stacchio stretto, ciò ho osservato in due individui da Reggio di Calabria del maggio. Concretando col materiale che ho sottomano, faccio le se- guenti deduzioni: i a) Che il g adulto ha le parti superiori brune, il gastreo bianco-immacolato o con poche macchie estese sui fianchi, la coda con 4 bande distintissime su fondo grigio vermicolato negli interspazi; inoltre presenta tinte grigio-azzurrognole sulla testa, esse sono meno estese negli individui incompleti. La fem- mina adulta ha le colorazioni grigio-azzurrognole della testa limi- tate sulle redini ed allo spazio attorno agli occhi; essa non ha il gastreo bianco senza macchie, ma bianco-fulviccio con nume- rose fasce brune di vario tono e così numerose che talora na- scondono la tinta chiara sottostante. è) Che gli individui d’età intermedia sono di una tinta uniforme di vario tono, mano mano che l’ uccello invecchia il gastreo presenta un numero maggiore di fasce. c) Che gli individui che presentano colorazioni bianche in grado rilevante sono quelli rivestiti del loro 1.° abito. d) Che esiste una forma dimorfica bruno-cioccolata che degrada fino al bruno-nero, nella quale gli adulti presentano colorazioni grigio-azzurrognole sulla testa. e) Che la specie è variabilissima di colorito, ma tali varia- zioni più che dovute a età, sesso o stagione sembrano invece indi- viduali; del resto il carattere generico delle redini coperte di penne ad apparenza di squamme serve a distinguerla a prima vista. Le differenze enunciate sul colorito delle ascellari e delle cuopritrici inferiori delle ali per distinguere giovani da adulti ha SA NOTE SOPRA UNA RACCOLTA DI UCCELLI DELL’ARCIPEL. TOSCANO 2I poco valore, perchè le dette parti sono uniformi nei soggetti a tinta uniforme. L’ individuo nella livrea di quello ucciso a Monte Capanne è difficile a trovarsi, più comunemente si può avere questo uccello in abito bruno più o meno puro ed uniforme e senza macchie bianche. Come specie di passo primaverile in Calabria, d’ attorno a Reggio, è in rilevantissima diminuzione, ciò che mi consta anche | per osservazioni personali. 6. Hierofatco fetaeggi (ScaL.). — Lanario. Giov. 20 dicembre 1910, Isola Gorgona. Ala 300 mm., becco celestognolo con la parte apicale nera, iride scura, gambe giallastre qua e là lavate di bluastro. Riveste il piumaggio tipico dei giovani. He Falco peregrinus Tunst. — Falcone. 3 giov. 18 ottobre 1897, Punta Calamita, Isola d’ Elba. Ala 315 mm. Individuo della forma tipica ordinaria del Fal- cone, leucogenys; macchie delle parti inferiori piuttosto piccole; dito mediano grande. 8. Falco punicus Lev. — Falcone minore. a. J° semi-ad. 21 maggio 1901, Punta del Patello, Isola di Capraia. Ala 280 mm., lungh. tot. 380 mm., dito mediano s. u. 45 mm. La statura di questo Falco è rilevantemente piccola e la facies differente dagli individui continentali del Pellegrino o Fal- cone. La colorazione fulva alla nuca è poco distinta e ristretta alla base delle penne; le fasce delle parti inferiori sono molto avvicinate e copiose su fondo di tinta bianco-gialletto debole qua e là lavato di cenerognolo; le macchie sull’ alto petto rade su fondo di tinta gialliccio-carico; gola e mento senza macchie, basso collo con macchie a goccia, o qualche stretta stria sullo stelo in quelle penne che non presentano la macchia a goccia. Questo Falcone lo riferisco al F. puricus per la statura assai piccola, ma non presenta esattamente i caratteri propri della specie non essendo adulto. LS] DN E. ARRIGONI DEGLI ODDI - G. DAMIANI b. e c. D° e £ ad. 27 novembre 1908; Isola di Montecristo. g ala 280 mm., dito mediano s. u. 45 mm.; 2 ala 300 mm., dito mediano s.u. 48 mm. Questa bellissima coppia è simile alle figure del /. puricus che il colonnello IRBy dà nella sua “ Ornithology of Gibraltar ,, p. 191, 1895. Come quelli, la testa, la nuca, lo spazio del mustacchio, le spalle e le cuopritrici superiori delle ali sono di colore molto cupo, cioè di un bel nero-lavagna; esiste uno spazio nucale fulvo- acceso, ma rimane seminascosto dal lavagna-scuro degli apici delle penne; dorso, groppone e cuopritrici superiori della coda di un grigio-lavagna chiaro con fasce nerastre poco accentuate ; remiganti primarie lavagna-nerastre, le secondarie grigio-lavagna con fasce lavagna-scure; mento, gola e petto color fulvo-ocraceo vivo, leggermente tinto di rossiccio-gialletto verso 1’ addome; delle piccole macchie a goccia lungo lo stelo delle penne del davanti del collo; mento, gola e petto color fulvo-ocraceo vivo, leggermente tinto di rossiccio-gialletto verso addome ; parte bassa del petto, addome e fianchi, lati del corpo e calzoni con macchie fitte e regolari di. un nero-lavagna; coda grigio-lavagna che di- viene più scura al suo apice, con fasce quasi nere e l’ estremità ornata di una fascia fulviccia. Credo che questi individui non siano del tutto adulti, ma nel loro 2.° autunno, quindi di circa venti mesi di età, infatti la femmina presenta una penna per ciascuna ala (cuopritrice) del- abito giovanile ed una pure il maschio nell’ ala sinistra. Ho un individuo da Carloforte, Sardegna, del 18 aprile 1899 certamente più avanzato di età; in esso la nuca è fulva soltanto alla base delle penne, il nero-lavagna delle parti superiori è molto intenso ed in risalto sul grigio-lavagna che è molto chiaro e con le fasce poco sviluppate e poco distinte; le piccole mac- chie a goccia sulle penne del davanti del collo quasi non esi- stono, le fasce trasversali dell’ addome sono ristrette e qua e là rimpiazzate da macchie, vi è una colorazione fulviccia sulle parti inferiori che sono scure nella tinta di fondo; ala 280 mm., lungh. tot. 432 mm., dito mediano s. u. 46 mm. Una 2 ad. del 9 maggio 1898 del Piano di Modena presso Reggio di Calabria ha l’ ala di 320 mm., la statura di 460 mm., ed il dito mediano s. u. di 49 mm. Nuca con leggera tinta gial- NOTE SOPRA UNA RACCOLTA DI UCCELLI DELL’ARCIPEL. TOSCANO 23 letta alla base delle penne; le parti superiori colorite in lavagna- scuro hanno il tono di tinta piuttosto chiaro e che degrada nel grigio-lavagna del dorso e del groppone, ove è più sbiadito; le fasce scure sul groppone sono poco accentuate; le macchie a goccia sul davanti del collo sono surrogate da strette linee ne- rastre lungo lo stelo, le fasce sulle parti inferiori sono trasver- sali, pallide e strette, nel centro del petto interrotte e rimpiaz- zate da poche e piccole macchie scure. Una femmina adulta che io stesso uccisi nella Grotta del- l'Inferno presso Porto Torres, Sardegna, nel febbraio 1901 pre- senta dimensioni minime: ala 300 mm., lungh. tot. 430 mm., dito mediano s. u. 48 mm. È un individuo di tinta molto cupa, le co- lorazioni lavagna-nerastre delle parti superiori hanno tono assai scuro in contrasto col lavagna-sbiadito del dorso e del groppone, che presenta fasce distintissime; fulvo alla base delie penne della nuca debolmente accennato; gastreo bianco-grigio leggermente lavato di crema sul mento, gola e collo, alto petto con macchie a goccia o strette linee sullo stelo; resto delle parti inferiori bianco-grigio lavato di fulviccio sulla linea centrale del corpo, e con numerose fasce avvicinate. Di esemplari consimili ne ho avuti diversi, essi sì avvicinano assal al tipo furicus, conservando pure tratti o vestige di pere- grinus. Sono essi ibridi ? Provengono da località svariate: tre o quattro dal Veronese, poi dal Vicentino, dalla Carnia, dalla Sicilia e parecchi dalla Sardegna. Osservando esemplari adulti tipici sembrerebbe che vi fosse una specifica differenza tra punicus e peregrinus, che il primo di solito, ma non sempre (1), fosse uc- cello più piccolo e che non assumesse mai il petto bianco e le bande degli adulti, come i peregrmus tipici. Di regola i punzcus adulti hannoil colorito delle parti superiori scuro ed intenso, petto e gastreo nel complesso più o meno tinto di crema o di fulvo-rossiccio con le fasce o le macchie dell’ addome soprattutto (1) Ho difatti un g' da Spartivento, Calabria, 19 dic. 1898 che ha 350 mm. di ala; il piumaggio è del cs, infatti il gastreo è gialletto con bande trasversali indicatissime, lo spazio nucale fulvo assai distinto. Dal LucIreRO anzi venne considerato (A4vzc., v, p. 37, 1901) come Za/co barbarus. 24 E. ARRIGONI DEGLI ODDI - G. DAMIANI ben distinte, a paragone di quelle che si osservano sulle parti superiori. Anche il giovane del furicus si può distinguere da quello del peregrinus. Questi giovani purzicus hanno le colorazioni della testa disposte come a calotta, la tinta delle parti superiori e del mustacchio è molto scura, quasi nera con larghi margini rossic- cio-nocciola; tinte nocciola larghe e sviluppate sulla nuca; sul gastreo, di un rossiccio piu o meno vivo, le tinte scure possono dirsi nere e sviluppate a segno che in molti individui obliterano la tinta chiara sottostante; quando principiano a manifestarsi le prime penne lavagna sul dorso e sul groppone, allora sul da- vanti del collo si notano le prime e caratteristiche macchie a goccia e le strie nerastre lungo lo stelo. gd, Isola S. Macario, Pula, Sardegna, ggenn. 1902: ala 295 mm. 9, Isola dei Cavoli, Sardegna, 1.° agosto Igo1: . , 300mm. 2, Teulada, Sardegna, .26 maggio 1902:,.;..:.... «(yy 90 nni Q,.dsola.dei Cayoli, 25; maggio, 107% 1, Li SCO 2, Siliqua, .Sardegna;;.1:° ottobre gori .... di) 743200) Ho avuto pure dalla Sardegna una piccola femmina 4 gen- naio 1909 Ogliastra, individuo assolutamente di tipo peregrinus, con le parti superiori brunastro-grigie ed i margini chiari, le macchie delle inferiori brune su fondo di tinta bianco-gialletto. Come ne ho pure ricevuto anche di quelli a grande statura, nei quali il bianco delle guance si estende fino sotto all’ occhio, i mustacchi, come pure il disopra sono di un bel grigio-chiaro: un fac-simile cioè del Falcone a guance bianche o 7. /eucogenys. Tornerò forse in avvenire su tale argomento, che è di grande interesse per noi, e sul quale ho raccolto una serie mirabile; per oggi .dirò che tra il tipo furicus e peregrinus ho osservato esi- stere gradazioni tali, che farebbero credere esservi una sola ed unica specie, il /. peregrinus. Ma è altresi un fatto positivo che, nella regione Mediterranea e soprattutto nelle nostre Isole, sus- siste una forma a caratteri differenti e di statura minore, che sarebbe il /. puricus o brookei. Una parola concreta sui Fal- coni del tipo peregrinus che abitano l’ Italia e le sue Isole non è ancora stata detta, ed è ciò che attendiamo da nuovi studi e raffronti. NOTE SOPRA UNA RACCOLTA DI UCCELLI DELL’ARCIPEL. TOSCANO 25 o. Falco subbuteo L. — Lodolaio. g semi-ad. 27 maggio 1901, Isola di Capraia. Ala 245 mm. Individuo non del tutto adulto, mustacchio mal definito e misto a penne bianco- fulviccie; tinte delle parti supe- riori poco pure; calzoni e sottocoda bianco-fulvi, quasi immaco- lati; coda con fasce distintissime, soprattutto sulla faccia inferiore delle penne. Ho qualche individuo di Calabria che potrebbe essere attri- buito al F. subbuteo gracilirostris, BreHM che l’ ERLANGER (1) rife- risce ai Lodolai di Tunisia. Ma io non credo alla bontà di questa sottospecie, e della stessa opinione è il WHITAKER (2), che pos- siede larghe serie di Lodolai e che ha studiato diligentemente gli Uccelli di quel Paese. 10. Falco eleonorae Gené. — Falco della Regina. 2 ad. 26 maggio 1906, Monte Penne, Capraia. È un’individuo in veste scura; fasce sulle timoniere late- rali distintamente visibili; penne del gastreo fortemente tinte di fulviccio sui margini, sicchè il colorito delle parti inferiori non è uniforme. Ala 350 mm. Questa specie anni fa era discretamente abbondante sulle isolette rocciose del Toro e della Vacca, che stanno davanti a S. Antonio nel Golfo di Las Palmas, sull'angolo sud-orientale della Sardegna; ma ora anche là è in grande diminuzione, anzi il Bonomi mi scriveva di non averne trovato alcuno in una sua recente visita a quelle isolette, ed a tale proposito ricordo invece che il Brooke nel 1871 calcolava ve ne fossero dalle 20 alle 25 coppie nidificanti! ! Mi sono procurata questa specie con dicci. facilità dalla Sardegna e dalla Calabria, ove giunge più frequentemente di quanto si riteneva; però nelle moltissime mie escursioni non ho mai potuto ucciderne, e nella mia Raccolta ne conservo soltanto una ventina d’ individui colle seguenti provenienze: (1) J. f. O. 1898, p. 461. 2) Birds of Tunisia, II, p. 142, 1905. 26 E. ARRIGONI ,DEGLI;QDDI - G. DAMIANI ro individui nei due abiti dimorfici dalle Isole del Toro e della Vacca (Sardegna), presi nei mesi estivi. 2 ad. estate 1899, Punta della Scomunica, Asinara abito chiaro 2 ad. 20 maggio 1903, Reggio Calabria . . ..... Hi Hi 2 ad. 22 luglio 1903, Pineta di Portopino, Sardegna , ; 5 ad. 25 aprile 1907, Monte Cavo, Colli Laziali . t, , 2 ad. e giov. agosto 1898, Isole Cicladi ...... le 5, 3 ad. estate 1899, Isola dei Cavoli, Sardegna ... abito scuro 2 ad. estate 1899, Capo Blanco, Corsica . ..... n a 2 ad. 26 agosto 1906, Monte Penne, Isola di Capraia ; i Non ritengo specificamente distinguibili i soggetti delle Ci- cladi da quelli delle nostre isole; le differenze di colore e di disegno sono poco rilevanti, e le credo essenzialmente dovute a fenomeni subordinati all’ età ed alla stagione nella quale gli indi- vidui vengono catturati. Ripeto che, secondo le mie osservazioni, i due abiti di questa specie sono affatto indipendenti dal sesso, dall’ età e dalla lo- calità. 11. Falco aesalon Tunst. — Smeriglio. 3 ad. 5 dicembre 1908, Montecristo. Individuo di dimensioni piuttosto rilevanti, ala 210 mm., e di colorazione vivace, ma per nulla differente da individui adulti del Petchora e di Reggio di Calabria, coi quali lo confrontai. Nell’ Aral e nei Kirghisi vivrebbe una forma intermedia, F. a. pallidus, ma io non posseggo esemplari di quelle località. Credo giustissima l'osservazione del MartoRELLI che le femmine molto adulte rivestono l’ abito del maschio. re. Tinnunculus vespertinus (L.).. — Falco cuculo. J' ad. 23 aprile 1901, Punta Arena, Isola d’ Elba. Ala 240 mm. J' ad. 16 aprile 1904, Isola di Capraia. Ala 250 mm. 13. Tinnunculus tinnunculus (L.). — Gheppio. 9, 13 aprile 1901, Isola di Capraia. Q, 12 maggio I90I > » NOTE SOPRA UNA RACCOLTA DI UCCELLI DELL’ARCIPEL. TOSCANO 27 d' giov. dell’ anno, 24 giugno rgoi, Isola di Capraia. Iride bruna, cera giallo-verdastra; gambe giallo-limone. Nidiaceo, 18 luglio 1901, Isola di Capraia. 2,7 aprile 1904, Isola di Gorgona. L’ ala sta tra i 245-265 mm. di lunghezza. Il Gheppio di Capraia e di Gorgona s’ avvicina al tipo sardo, come in questo la statura è minore dei soggetti continentali e soprattutto sono meno massicci. Non possiedo alcun g ad., ma la 9 ad. del 13 aprile 1901 ha il rosso-mattone più vivace con pochissime macchie triangolari e queste assai piccole, il grop- pone è di un bel grigio-plumbeo, le ali e le cuopritrici hanno le fasce trasversali più strette e meno avvicinate, le scapolari sono del colore del dorso, le fasce della coda più strette e la tinta di fondo più vivace: la testa presenta la linea nerastra sul centro delle penne strettissima e limitata allo stelo, il mustacchio è molto largo ed accentuato, il gastreo ha la tinta di fondo più vivace, e le colorazioni scure a macchia più rade e meno grandi. I soggetti di Sardegna (serie di 15 individui) in confronto dei continentali sono più piccoli, più scuri, le macchie sul dorso e quelle del gastreo sono più piccole e meno abbondanti. Ciò si può vedere in una larga serie d’individui, perchè tale specie essendo migrante, in Sardegna: s’ incontrano certamente anche soggetti continentali alle epoche del doppio passo e nell’ inverno. I soggetti stazionari delle Isole Britanniche hanno le colora- zioni nel generale più scure dei nostri italiani, il rosso-mattone delle parti superiori ha il tono di colore differente; quelli del Danubio e dei Balcani avrebbero la tinta delle parti inferiori più vivace ed il rosso-mattone è più carico (mia Collezione). Il /. canariensis KoeNIG è molto simile al Gheppio delle Isole dell’ Arcipelago Toscano, però le dimensioni degli esem- plari da me veduti sono sensibilmente minori. Concretando, questa specie nella vasta area della sua distri- buzione offre numerose variazioni locali che si osservano nel tono di tinta più o meno vivace, nel numero e grandezza delle macchie sulle parti superiori o delle fasce, se l uccello non è ancora adulto, ecc. E tali variazioni si legano e connettono con gradazione mirabile, dal grande uccello nordico della Norvegia e delle Isole Britanniche al piccolo canarzensis. 28 E. ARRIGONI DEGLI ODDI - G. DAMIANI La femmina adulta rivestita completamente dell’ abito del maschio è piuttosto rara, io ne uccisi una nel febbraio 1901 a Tresnuraghes presso La Planargia (Sardegna) e fa parte della mia Raccolta. : 14. Tinnunculus naumanni (FLEISCH.). — Fa!co grillaio. Ad. 23 aprile 1903, Isola di Capraia. Ala 240 mm. Individuo di colorazione piuttosto scura soprat- tutto sulle parti inferiori, fasce sulle parti superiori fitte ed av- vicinate. i 15- Asto otus (L.) — Gufo comune. a. 3°, 27 novembre 1901, Canale del Ceppo, Isola di Ca- praia. Ala 290 mm. ; i 6. 3°, 15 gennaio 1901, S. Martino, Portoferraio, Isola d’ Elba. Ala 305 mm. Queste due femmine offrono un tono di tinta rossiccio molto accentuato, ciò è indipendente dalla località che frequentano e tale mia osservazione la constatai nei molti soggetti che ebbi tanto dal Nord, quanto dal sud d’Italia e dalle Isole: in Sarde- gna ho notato che è uccello poco abbondante, questo fatto è pure ricordato dal MartorELLI. Però il Gufo comune facilmente sfugge all’osservazione, ed a ciò forse va addebitata la presunta rarità. 16. Asto accipitrinus (PALL.) — Gufo di padule. a. 5°, 23 ottobre 1901, Isola di Gorgona. Ala 310 mm. b. 3, 26 luglio 1901, Monte Castello, Isola di Capraia. Ala 318 mm. Questi due individui hanno una tinta ocracea sul gastreo piuttosto vivace, e noto che è specie assai variabile nel tono del suo colore; vi sono individui col fondo di tintà quasi bianco, altri invece sono di un fulvo-ocraceo intenso. Ciò ha nulla a che vedere colla località, può essere fenomeno di età o variazione individuale. Così ho un soggetto da Torino, otto- bre 1894, col fondo di tinta del gastreo quasi bianco. Notevoli variazioni offrono anche le macchie sulle ali e l’estensione della tinta scura sulle parti superiori. | NOTE SOPRA UNA RACCOLTA DI UCCELLI DELL’ARCIPEL. TOSCANO 29 17. Strix flammea L. — Barbagianni. JF ad. 6 maggio 1903, Isola di Capraia. Questo individuo assume una speciale importanza e come soggetto insulare catturato d’estate, e perchè non è molto facile procurarsi un Barbagianni da Capraia. Parti superiori giallo-fulvo-smorto, che volge al paglierino sulla testa e sulla parte posteriore del collo e che degrada in bianco sui lati dello stesso, con piccole macchiette bianco-per- late e bruno-nerastre e fine striature nero-grigiastre a zig-zags sulla metà apicale delle penne del dorso e delle ali; disco fac- ciale bianco d’argento; penne del collaretto, sul margine bianche d’argento e terminate di fulvo-acceso sulla porzione alta della testa, che degrada in biancastro nella parte verso il collo; mac- chia fulva dell'angolo anteriore dell'occhio poco apparente; parti inferiori candide immacolate; coda bianca con quattro fasce mal definite grigiastre, lavate di fulvo; remiganti in gran parte bian- che soprattutto sul vessillo interno, nell’ esterno con fasce a minuti zig-zags grigiastri poco appariscenti e colla tinta di fondo lavata fortemente di fulviccio. Ala 290 mm. Questo individuo nel complesso ha il colorito chiaro del tipo di Sardegna, ma i zig-zags sono accentuati soprattutto sul ‘ dorso, vi è la macchia davanti all’ occhio, inoltre le colorazioni scure sulle ali sono poco apparenti, ma bene caratterizzate. Possiedo quindici esemplari con provenienza Sarda, ora la forma propria all’ Isola sarebbe la Strix ernesti KLEINSCAMIDT (1). Egli dice a tale proposito: “ questo Barbagianni di Sardegna è “ di un bianco-vellutato splendido, che si estende sulla faccia su- «“ periore della coda e sul centro delle remiganti. Il maschio con- “ serva la tinta normale del Barbagianni, però più sbiadita, sol- “ tanto sul vertice, sulla parte parte posteriore del collo, sul dorso “ e sui margini delle ali; riscontransi poi fasce sbiadite sulla coda “e sulle ali ed una macchia bruna davanti agli occhi. La femmina “è più scura ,. Ora io non mi oppongo alle vedute dell’ amico KLeInscuMiDT che in Sardegna vivano degli individui più chiari dei continentali, fatto dovuto forse precisamente a varietà albina; ma in Sardegna vivono anche non gli individui scuri del- (1) Orn. Monatsb. 1901, p. 168. Dod PUTCO, O RRONIBGIYO, IMAA i 30 E. ARRIGONI DEGLI ODDI - G. DAMIANI l'Europa centrale, ma altri del tutto simili alla forma dell’ Italia continentale con le parti superiori fortemente lavate di fulvo, con la tinta nero-grigia a zig-zags molto apparente, con la mac- chia davanti all'occhio ed il contorno vivaci e distintissimi. Sic- chè nell’Isola, dall’individuo bianco-argentino con scarsissime ed indistinte macchie grigio-scure sulle parti inferiori e le fascie delle ali più o meno distinte, dal gastreo bianco-puro imma- colato e dalla macchia dell’ occhio mancante, passiamo agli indi- vidui colle seguenti caratteristiche: a) Ji, settembre 1900, Donori. Parti superiori bianche lavate di fulviccio-chiaro e vivace, con macchie e distinti zig-zags; gastreo bianco-puro immacolato, così il disco facciale; fasce sulle ali e sulla coda poco distinte. 6) 9, 12 maggio 1904, Cagliari. i Come il precedente, tono del fulviccio più scuro; zig-zags più distinti e più abbondanti, specialmente sulle scapolari; colo- razioni bianche sulle ali e sulla coda più accentuate; gastreo immacolato, una macchia fulva poco apparente davanti all’angolo dell’occhio. c) 9°, 12 maggio 1901, S. Lucia, Capoterra. Bianco delle parti superiori lavato di paglierino; zig-zags accentuati e .visibilissimi sul dorso; ali e coda bianco-puro, im- macolate e senza fasce: gastreo senza macchie, debole accenno della macchia davanti all’occhio. Ora progredendo con numerose serie trovo individui del febbraio e del maggio-giugno che mostrano le parti superiori giallo-tulvo con le macchiette longitudinali bianco-perlate e bru- no-nerastre, le striature sempre più sviluppate e distinte, le fa- sce e le piccole macchie sulle ali e sulla coda del pari più com- plete, qualche piccola macchia sul gastreo, il contorno dell’ oc- chio e la porzione anteriore dello stesso soprattutto più o meno fortemente lavate di rugginoso. E continuando, individui uccisi in qualsiasi mese dell’ anno, che gradatamente s’ avvicinano in tale guisa ai nostri continentali, che la femmina sotto la lettera 6) presa sul nido il 12 maggio 1904 presso Cagliari, è del co- lore di soggetti provenienti da Ca’ Oddo, Monselice e da Ra- venna. In essi i zig-zags nascondono quasi la tinta fulva delle parti superiori, la macchia rugginosa dell’occhio è distintissima; NOTE SOPRA UNA RACCOLTA DI UCCELLI DELL’'ARCIPEL. TOSCANO 31 le parti inferiori, soprattutto sui lati, hanno numerose macchiette: le ali distintissime fasce a zig-zags, e quelle della coda sono suf- ficientemente sviluppate. Sicchè, a parer mio, la S. ernest, non è fondata su buone ragioni. Lo stesso dicasi per i soggetti dell’ Italia continentale. Ho avuto un grosso numero d’individui con varie provenienze, da . Udine a Reggio di Calabria (mia Collezione). Cito ad esempio in- dividui quasi bianchi da Ravenna, d'aprile 1901 e da Udine, 9 ot- tobre 1901, che potrebbero scambiarsi per Sardi se non fossi sicuro della loro provenienza; mentre possiedo invece soggetti di colorito molto scuro, 9 giugno 1902 da Ravenna simile a quelli dell'Europa centrale, cioè con fitte macchie sul gastreo che è tinto fortemente di fulvo, parti superiori col grigio-cupo quasi nascosto dalla tinta fulva, disco facciale vivamente colorito. Quindi ammesso che tanto in Sardegna, quanto nell’ Italia continentale vivono forme leggermente distinte dal tipo dell’Eu- ropa centrale, pure mi sembra inopportuno farne nuove sotto- specie; perchè le lievi differenze riscontrate, e in base alle quali noi dovremo distinguerle, si verificano facilmente negli individui che abitano una stessa regione, come ho già esposto. Io non dubito che il Barbagianni sia in massima sedentario da noi; ma certamente è più abbondante durante l'inverno e ciò prova che vi sono individui erratici. Non è quindi improbabile che i molti soggetti intermedi provengano da meticci tra la forma dell'Europa centrale e le nostre, e che a questo fatto debbano attribuirsi le variazioni che presenta la specie anche in aree ri- strette. 18. Cuculus canorus L. — Cuculo. d' giov. 18 agosto 1903, Isola di Capraia. Ala mm.210; bruno-scuro a riflessi bronzati conle penne ornate da una larga fascia terminale bianca, poche macchie bianche sulla cervice e sulla parte anteriore del pileo; groppone e sopraccoda cenerino-carico con riflessi bronzati e le penne bianche all’apice; gastreo bianco-gialletto con fasce trasversali bruno-nerastre, più larghe sulla gola; coda senza fasce rossicce. US) E. ARRIGONI DEGLI ODDI -' G. DAMIANI W Il dr. ScHieBeL (1) ha distinto col nome di C. c. k/eznasckmidti, subsp. nova, il Cuculo del Tirreno! Essi sarebbero eguali a quelli dell’ Europa centrale, ma le parti superiori più scure e di un grigio-lavagna soprattutto sulla testa. Probabilmente questa sottospecie vivrebbe anche in Sardegna! I soggetti della mia Raccolta con provenienza sarda sono eguali ai continentali, e le gradazioni più scure e più chiare del cenerino-piombato delle parti superiori del Cuculo sono individuali e dipendenti dai cambiamenti stagionali delle penne. La fase epatica o rossiccia del Cuculo non è rara in Italia, deve considerarsi dimorfica e sembra propria agli individui gio- vani del 1.° o 2.° anno soltanto; alcuni Naturalisti credono che duri tutta la vita dell’uccello, ma ciò pare infondato. In tale abito il Cuculo ha le parti superiori di un rossiccio-cannella vivace con fasce traversali nere su cadauna penna, tali fasce sono mancanti o a forma di macchie indistinte sul groppone e sopraccoda; timoniere rossicce con larghe fasce irregolari nere e gli apici bianchi preceduti da una larghissima banda subter- minale nera: vi sono colorazioni bianche lungo lo stelo delle ti- moniere, e Je due esterne hanno il vessillo esterno quasi per in- tero bianco; gastreo bianco-fulviccio con fasce nere, il rossiccio è più carico sulla gola; mancano di solito le penne bianche sulla gola. Questa, secondo alcuni Autori, sarebbe la fase epatica del- l'adulto, mentre i giovani avrebbero le fasce nerastre più larghe, i margini apicali larghi e distinti, la tinta generale sarebbe meno viva e meno caratteristica; conservo parecchi individui con pro- venienza locale. Le macchie bianche sulla testa del Cuculo giovane variano assai. Alcuni soggetti hanno una singola macchia bianca o sul centro della fronte presso la base del becco o invece sulla som- mità della testa; altri hanno due macchie, una delle quali sulla fronte e l’altra sulla nuca, mentre talora la macchia può essere allungata a guisa di fascia od occupare tutta la parte posteriore del pileo. Gli individui in fase epatica completa, in generale, non hanno macchie bianche sulla testa. (1) Neue Vogelformen aus Corsica, Orn. Jahrb. 1910, XXI Jahrg. p. 103. NOTE SOPRA UNA RACCOLTA. DI UCCELLI DELL’ARCIPEL. TOSCANO 33 Il Sig. Menini ha ricordato (1) un Coccyzus erythrophthalmus 9, da lui ucciso presso Collalto di Treviso il 7 maggio 1906 e «che fa parte della sua Collezione; nel maggio dell’anno sus- ‘seguente egli stesso m’informava di avere uccisa una seconda femmina della rarissima specie, e con somma cortesia m’inviava in dono questo secondo esemplare. Ma purtroppo non trattavasi affatto dell’accidentale specie americana, ma invece. di Cuculus canorus in veste epatica; anche l’ esemplare del 1906 era tale. ‘ Sicchè le due catture anzidette sono da non considerarsi come appartenenti a C. erythrophthalmus. 19. Coracias garrulus L. — Ghiandaia marina. 2 ad. 13 maggio 1901, Isola di Capraia. «Ala 200 mm. Il WHITAKER dice (2) che talora il paio esterno delle timo- niere proietta al di là delle altre fino a oltre 25 mm. a somi- glianza di altre specie africane; io conservo esemplari consi- mili, ma la lunghezza eccedente non supera i 15 mm. e sono esemplari adultissimi. 20. Merops apiaster L. — Gruccione. dg ad. 5 maggio 1901, Isola di Capraia. Ala 160 mm. 21. Alcedo ispida L. — Martin pescatore. 3g ad. 12 ottobre 1902, Canale del Porto, Isola di Capraia. Ala 76 mm. La forma meridionale dell'A. ispida è stata di- stinta col nome di A. :. spatzi. Sarebbe più piccola, meno mas- siccia, becco più sottile, più stretto e più appuntito !! Cervice e nuca con largo margine nero senza punteggiature, nell’adulto le parti verdi sono blu. Non ho saputo valutare tali differenze nei soggetti mediterranei, che ebbi sottomano e quanto al pre- sente lo trovo eguale ai continentali d’Italia. (1) Avicula, X, p. 102, 1906; tale notizia venne anche riportata dal Gi- glioli, Avif. Ital., 1907, p. 701. (2) Birds of Tunisia, II, p. 51, 1905. Riv. di Ornitologita 83 34 E. ARRIGONI DEGLI ODDI - G. DAMIANI 22. Caprimulgus europaeus L. — Succiacapre. 2, 16 ottobre rgor, Isola di Capraia. ‘ Ala 180 mm. Individuo di colorito intermedio piuttosto scuro ; ebbi però individui di Sardegna con tinte scure assai notevoli, con le strie e le fasce trasversali di tono più intenso dell’usuale; sicchè parrebbe che il punto di colore fosse piuttosto variabile in questa specie. Le ali dei soggetti italiani della mia Raccolta variano tra 174 e 200 mm. L’Hartert ha diviso (1) sotto ii nome di C. e. merzidionalis un Succiacapre più piccolo, più scuro e con l'ala più corta. Questa sottospecie abiterebbe l’ Europa meridionale ed il Nord dell’Africa, molto scura si paleserebbe in Ispagna, più chiara a Tunisi, Algeri e soprattutto nella Grecia. Io possiedo soggetti scuri dal Gennargentu con le date 3 luglio e. 24 aprile, l’ ala mi- suta rispettivamente 178, 185 e Igi mm.; della stessa data 24 aprile ho una 9 chiara con ala di 174 mm. Si trovano nume- rosi individui intermedi, però tanto quelli cupi di colorito quanto i chiari vivono nelle stesse aree, ed io credo poco fondata la divisione sottospecifica dell’ HARTERT. È 23. Apus melba (L.) — Rondone alpino. Giov. 25 giugno 1903, Pala Rossa, Isola di Capraia. Ala 225 mm. Individuo giovane con le penne scure margi- nate di biancastro, la fascia del petto più ristretta e con le tinte generali scure. Non vi è però alcuna differenza con i soggetti di Rondone alpino, che si uccidono sulle Alpi. I soggetti del Sud Tunisino sono molto più chiari di colore, e furono descritti dallo TscHusi col nome di A. mn. tuneti (2); in esso il colorito generale è grigio- brunastro sbiadito, fronte e vertice di tinta più chiara; penne delle spalle e cuopritrici delle ali grigio-brunastre; remiganti bruno-smorto; fascia del petto e cuopritrici inferiori della coda grigio-smorto tendente al brunastro, ala 224 mm. Egli crede che . possa certamente comparire nell’ Italia meridionale, però quelli della Dalmazia meridionale sono me/ba tipici. Più tardi lo stesso (1) Ibis, 1896, p. 370. (2) Orn. Jahrb. XV, p. 123, 1904. NOTE SOPRA UNA RACCOLTA DI UCCELLI DELL’ARCIPEL. TOSCANO 35 Autore (1) citò un individuo avuto da Teulada il 18 giugno 1905, che riferisce al fune. I miei soggetti di Sardegna sono wme/ba | tipici. Questo rondone éureti starebbe al me/ba, come il murinus sta all’ apus. 24. Chelidon urbica, (L.) — Balestruccio. 2 giov. dell’anno, 21 settembre 1897, Marciana Marina, Isola d'Elba. I soggetti europei hanno, secondo l’ HartERT (2), l'ala di 108- 114 mm. e sarebbero tipici urdica, mentre quelli al di sotto di tali dimensioni apparterrebbero alla nuova sottospecie merzdto- nals Hart. dell’ Africa nord-occidentale. Anche in Italia si tro- vano individui che hanno poco più di 100 mm. d'ala, ma non li credo per ciò sottospecificamente distinguibili. 25. Hirundo rustica L. — Rondine. J giov. dell’anno, 20 settembre 1898, Portoferraio, Isola d'Elba. Ala 120 mm. Individuo giovane dell’ anno con la colorazione del mento e dell’ alta gola pallidissima, i margini delle penne della fascia del petto e della testa leggermente fulvicci. Anche il bianco del gastreo è tinto di fulviccio, che si accentua sul sottocoda. Tanto il Balestruccio che la Rondine sono da noi enorme- mente diminuiti di numero in questi ultimi anni. 26. Clivicola riparia (L.) — Topino. ST e 9, 21 aprile 1904, Isola di Capraia. Ala 108 mm. Individuo in tutto simile ai tipici, il o ha la colorazione un po’ più chiara di quella della 9, ma credo ciò dipendente dali età dell'individuo che sembra più giovane. 27. Cotile rupestris (Scop.) — Rondine montana. 2 dell’ anno, 25 dicembre 1898, Monte Capanne, Isola d’Elba. Ala 125 mm. (©) Orn: Jahrb, XVI, p. 2019, 1905. (2) Vog. palàarkt. Fauna, pp. 8C7-09, 1910. 36 E. ARRIGONI DEGLI ODDIO 28. Cotile obsoleta sarda aa ds Rondine montani Sardegna. Q ad. 14 marzo I901, dona di Capraia. alla tipica C. rupestris, che ha le parti superiori i E AO che l’amico pre tanto Dia DI P A 20. Ampelis garrulus (L.) — Beccofrusone. 3 ad. 18 gennaio 1908, Isola di Montecristo. x E cattura molto interessante, perchè il Beccofrusone è ticolarmente raro al di fuori della Valle Padana. Sappiamo de esemplare del Gargano citato dal Cosra (2); un individuo de data febbraio 1873. 30. Lanius collurio L. — Averla piccola. © d' ad. 15 agosto 1806, Portoferraio, Isola d’ Elba. Ala 9o mm. È un maschio adulto in abito d’ estate piuttosto | consunto ; iride nocciola, becco nero, gambe grigio-nere.. i 3 giov. dell’anno, 27 agosto 1897, Isola d’ Elba. Ala 88 mm. ca gir. Lanius senator L. — Averla capirossa. ad. 13 aprile 1901, Isola di Capraia. Ala 115 mm. (1) Vogel. paliarkt. Fauna, p. 815, 1910. ‘(2) Faun. Regn. Napoli, Uce. II, p. 12. (3) Nature, March 3rd, 1904. NOTE SOPRA UNA RACCOLTA DI UCCELLI DELL’ARCIPEL. TOSCANO 37 Il LZ. sezator venne scisso in due forme, cioè L. serzator tipico col gastreo bianco e le cuopritrici alari debolmente tinte di rugginoso e L. rutilans col gastreo giallo-brunastro, colore che talora tinge anche le cuopritrici alari e groppone che è la- vato di gialliccio. Non credo molto alla loro bontà specifica, tanto più che nelle stesse aree troviamo le due forme che vivono assieme, come avviene da noi. Inoltre i soggetti di Sardegna e di Corsica furono conside- rati della specie ZL. badius HaRrtL. soprattutto per la mancanza di specchio alare, cioè la tinta bianca alla base delle remiganti o manca od è appena indicata e non forma mai specchio alare. L’individuo di Capraia sembrerebbe un vero L. badius, in esso manca lo specchio alare del tutto nelle prime quattro penne alari, e nelle seguenti è quasi invisibile, le parti inferiori sono di tinta più pura dei soggetti ordinari ed il becco è più grosso (1). Ma io non possiedo che un solo individuo, materiale troppo scarso per poter rilevare esaurienti deduzioni. Poi il GieLIoLi ed il Mar- TORELLI dicono che i soggetti di Sardegna da essi osservati sono veri L. senator, i due sardi che conservo da Cagliari e da Fonni sono pure tali, e nelle molte Averle capirosse italiane che ho avuto sottomano non ne ho mai veduta una senza specchio alare. Esso poi varia moltissimo anche nella specie tipica, talora è distintissimo e forma un grande spazio alare bianco, altre volte è segnato da leggere sfumature bianco- giallette sul vessillo esterno della base delle remiganti, sicchè varia tra limiti estremi. Così, fino a prove più sicure, ritengo l’ esemplare di Capraia come L. senator. 32. Tichodroma muraria (L.) — Picchio muraiolo. 2 ad. 29 dicembre 1gor, Isola di Capraia. 2 ad. 30 dicembre igor, Forte S. Giorgio, Isola di Capraia. Ala 98 mm., becco 27 mm. d' ad. 18 novembre 1902, Forte Falcone, Portoferraio, Isola d’ Elba. Ala 102 mm., becco 31 mm. (1) Journ. f. Ornith. tav. h. fig. 4, 1906. 38 E. ARRICONI DEGLI ODDI - G. DAMIANI La tinta di questi individui, e soprattutto quella del d*, appare leggermente più scura degli esemplari continentali della mia Collezione. 33. Sttta europaea caesta (M. W.) — Picchio muratore. 2 ad. 22 ottobre 1897, Monte Capanne, Isola d’ Elba. ‘Individuo in tutto simile ai continentali ed è l’ unico che ebbi dall’ Elba, ove anche secondo il Damiani tale specie non era stata mai osservata. Così è erronea la notizia data dall’ Har- TERT (1) che essa viva in Sardegna, manca pure a Malta ed in Corsica; in quest’ ultima troviamo invece la Sita wkiteheadi. Il Picchio muratore è uccello molto localizzato ed. in forte diminuzione, ciò che deve addebitarsi ai grandi tagli di boschi fatti in Italia. Il Cecconi (2) ha ricordato una Stita neumayri, MicHaH. cat- turata presso Vallombrosa, Appennino Toscano, il 16 ottobre 1902. Dietro mia richiesta, in data 14 settembre 1906, mi scri- veva che tale individuo doveva invece riferirsi alla 7. muraria. 34. Accentor modularis (L.) — Passera scopaiola. dg ad. 25 ottobre 1903, Isola di Montecristo. Ala 70 mm. Nella serie di Passere scopaiole della mia Collezione noto l'abito degli individuì semi-adulti che presentano la gola ed il petto con gli apici delle penne in gran parte bianco-rossicci; sicchè la tinta risulta meno uniforme, sulle parti superiori difetta la tinta nera, il centro dell'addome è più bianchiccio ; nelle femmine semi-adulte tutte le tinte sono egualmente meno decise. Nei gio- vani gli apici delle penne della gola e del petto hanno una fascia biancastra, susseguita da altra rossiccia che termina la penna, l’addome è bianco nel centro, i contorni bianchi delle sottocau- dali larghi ed appariscenti; superiormente la testa più scura, la tinta castagna domina sulla nera a differenza degli adulti; le fem- mine della stessa età hanno tinte più dilavate. (1) Vog. palàarkt. Fauna. p. 332, 1905. (2) Archiv. Zool., L p. 343,,1903 NOTE SOPRA UNA RACCOLTA DI UCCELLI DELL’ARCIPEL. TOSCANO 39 35. Monticola solitarius (L.) — Passera solitaria. dg, 22 febbraio 1901, Isola di Capraia . . . Ala 121mm Oo. novembre 1903; $ ANRRII 12) UO dg, 10 gennaio 1901, Forte S. ORE Coi ai Offelovil0\Senn. J90K, , Îi i ET d', 30 ottobre 1897, Monte Capanne, Isola d'Elba L9Rt L= BOT Nessuno di questi soggetti è completamente adulto, tutti hanno marginature alle penne del gastreo e delle parti supe- | riori. Paragonati però con individui continentali di pari età, mo- strano un colorito più vivace ed una lucentezza maggiore, fatto già indicato per le Passere solitarie di Sardegna dall’ amico MAR- TORELLI e che pienamente confermo col ricco materiale che ho sottomano. 36. Erithacus rubecula (L.) — Pettirosso. dg ad. 18 ottobre 1898, Portoferraio, Isola d’ Elba. Ala 70 mm. Non differisce dai soggetti continentali. 37. Sylvia melanocephala (Gm.) — Occhiocotto. d' ad. ro ottobre 1901, Isola di Capraia. Ala 63 mm. 38. Acrocephalus arundinaceus (L.) — Cannareccione. d ad. 19 maggio 1903, Isola di Capraia — Ala 96 mm. becco 18 mm. 2 ad. 19 maggio -1903, Isola di Capraia — Ala 92 mm.. Il maschio ha le parti superiori di un rossiccio-cupo quasi del tono dell’ A. steztoreus dell’ Egitto, ma la lunghezza dell’ ala (62 mm.) e la formula della stessa non corrispondono affatto, inoltre non ha il becco così lungo (mm. 22). Ritengo che sia un . individuo non" del tutto adulto, tanto più che sulla gola ha strie cenerognole allungate poco distinte e che si estendono anche sul davanti del collo; il tono di tinta delle parti superiori varia molto in questa specie, e intergrada coll’ affine A. a. zarudnyt del Turchestan e con lo stentoreus. 39. Anthus trivialis (L.) —- Prispolone. J, 22 settembre 1898, Portoferraio, Isola d'Elba — Ala 86mm. 2, 2 ottobre 1898, Monte Castello 515 m. s/m., lsola d’ Elba — Ala .82 mm. 40 E. ARRIGONI DEGLI ODDI - G. DAMIANI I sessi sono simili, ma il maschio presenta il davanti del petto edi fianchi con macchie più larghe e più fitte. È specie assai variabile nelle dimensioni e nell’ intensità del ceciato delle parti inferiori. i 4o. Anthus cervinus (PALL.) — Pispola gola rossa. T, d° ad. nozze, zo aprile 1899, Portoferraio, Isola d’ Elba. a) Ala 86 mm. Individuo in completa livrea di nozze con pochissime mac- chie merastre sull’ametistino delle parti antero-inferiori, che è esteso sino all'addome. La tinta ametistina varia sensibilmente d’intensità e di estensione; in alcuni individui occupa soltanto il mento e l’alta gola, in altri arriva fino all’ alto addome, ciò è affatto soggettivo, ma soprattutto dipende dall’ età dei singoli in- dividui. Più che scarseggiano le macchie sulla tinta ameti- stina, e più l’uccello è vecchio. Quelli immacolati non sono fre- quenti, ma ne ho avuti più volte dalle Puglie. 6) Ala 88 mm. Individuo colla tinta fulva più scura e meno lavata di ame- tistino, che è esteso sino all’alto petto e con numerose e grosse macchie allungate sulle parti anteriori e laterali dello stesso. Certamente questo individuo è più giovane del precedente. 41. Anthus richardi Vienr. — Calandro maggiore. 3g ad. 24 settembre 1902; Isola di Montecristo. Ala 94 mm. E’ specie piuttosto rara in Italia, compare facilmente nel Veneto e le notizie, date da qualche Autore, sulla sua frequenza fra noi sono da accogliersì colle maggiori riserve. Nella mia Raccolta conservo i seguenti individui con provenienza italiana: a) 3 giov. 7 settembre 1892, Bagnolo, Vicenza. b) £ ad. 2 ottobre 1896, Cremonese. c) J' ad. 4 ottobre 1896, Spianata Porta S. Zeno, Verona. d) Sad. 15 dicembre 1896, presso Padova. e) J' giov. zo settembre 1898, presso Udine. / 9, 12 ottobre 1898, Pressana, Vicenza. £) 9 ad. 8 novembre 1899, Bovolenta, Padova. h) 9 ad. 25 ottobre 1900, Ca’ Bianca, Verona. ‘NOTE SOPRA UNA RACCOLTA DI UCCELLI DELL’ARCIPEL. TOSCANO 4I "Sad. 6 novembre I90I, mercato di Roma. 1) 3 ad. 15 ottobre 1902, Piana di Cagliari. m) 3° ad. 24 settembre 1902, Isola di Montecristo. n) 3° ad. 17 novembre 1902, Cremonese. o) 3" ad. ottobre 1904, Poiana maggiore, Vicenza. Nel novembre l’ebbi dalle Puglie e nell’autunno ne ricevetti più volte dalle Provincie di Verona e di Vicenza, soggetti che cedetti in cambio. 42. Calandrella brachvdactyla (LeisL.) — Calandrella. 2, 18 aprile 1901, Punt’ Arena, Portoferraio, Isola d’ Elba. Ala 18 mm. Questo individuo apparterrebbe alla forma brackydactyla ttala, BreHM, distinta dalla tipica per il colore rossiccio delle parti superiori e soprattutto della testa. Le due forme s’ incontrano nella stessa area, ma l’:fa/a da noi sarebbe meno abbondante! Secondo il WHITAKER tale sottospecie merita di essere distinta, egli dice (1) che il carattere della cervice rossiccia sembra co- stante in individui di date località, e che inoltre questi uccelli differiscono anche dai tipici colla testa bruna nella colorazione generale, cioè il disopra è lavato di gialliccio, mentre il disotto o gastreo è di un bianco-puro. Ma, a mio vedere, trattasi di differenze piccole, inconstanti e che non mi sembrano degne di essere assunte a carattere sottospecifico. Conservo una Calandrella del maggio da Buna, Erzegovina, che ha la colorazione generale lavata di fulviccio-vivace anche sul gastreo; non so se tutte le Calandrelle dell’Erzegovina siano eguali a questo individuo. 43. Calandrella pispoletta minor (Cas.) — Pispoletta mi- nore. 9, 5 maggio 1901, Isola di Capraia. Ala 87 mm. Sono rimasto non poco meravigliato di trovare che questa Pispoletta apparteneva alla €. p. wez0or, della forma cioè che abita Tunisi e differente dalla tipica propria alle re- gioni orientali, Russia e Transcaspio. Essa ne differisce per !e tinte più pallide, più rossiccie e per la statura minore. ()MBirdsxot Wanisia, IL, p. 51, 1008. 42 E. ARRIGONI DEGLI ODDI - G. DAMIANI Oltre gli esemplari italiani citati nella Bibliografia, ricordo ancora: a) femm. ad. 5 ottobre 1906, Pratiarcati, Padova (Coll. PAULUCCI); i 5) femm. ad. 12 novembre 1906, Paganico, Maremma To- scana (Coll. PiEROTTI). Le forme rufescens e baetica mi sembrano buone sottospecie. Tutte le Calandrelle variano moltissimo nelle dimensioni e gros- sezza del becco e nella lunghezza delle ali. 44. Melanocorhypha calandra (L.) — Calandra. 2, 26 febbraio 1897, Portoferraio, Isola d’ Elba. Ala 130 mm. 2, 10 aprile 1901, Albereto, Portoferraio. » 120 Mm. 9, 20 aprile 1901, Punt’Arena, Portoferraio. » ‘120 Mm. Di questi tre individui, i due primi hanno il fondo di tinta che tende al cenerognolo e l’ultimo al rossiccio. Nessun Autore per quanto so, ha fatto suddivisioni specifiche di qualche va- lore di questa specie. La grossezza del becco e le dimensioni generali variano assai, ma sono indipendenti dalle località. Possiedo, ad esempio, individui a becco grossissimo ed altri a becco piuttosto sottile, presi egualmente in Sardegna; l’ala va da 120 a 128 mm. negli esemplari che ho avuto sottomano; un maschio nano da Assemini, Cagliari luglio 1909, ha l’ala di 110 mm., il becco è pure piccolo, ma non inferiore alla media. Anche le macchie nere ai lati della gola variano assai d’estensione e per l'intensità della tinta. 45. Alauda arvensis L. — Lodola. 9, 20 maggio 1903, Isola di Capraia. Ala 113 mm. Iride bruno-nocciola, becco-nocciola, gambe bruno-nocciola scuro. E’ un individuo della “rufous form , descritta da SHARPE (1), che sarebbe la nostra Lodola stazionaria (ala 100-105 mm.) La A. a. cantarella sarebbe invece una Lodola più grigia, con l’ ad- dome di un bianco più puro e la faccia inferiore delle ali di (1) Cat. XIII, p. 571, 1890 NOTE SOPRA UNA RACCOLTA DI UCCELLI DELL’ARCIPEL. TOSCANO 43 tinta più pallida della tipica arvensis e di statùra minore (a- la 95-102 mm.) Essa vivrebbe, secondo l’ HartERT (1), nelle Pu- glie e nelle parti meridionali d’Italia. Da noi si trova inoltre anche una varietà scura, e tutte sono indipendenti dalle località che abitano. E’ anche indubitato che tali varietà nidificano as- sieme, sicchè è facile di trovare individui intermedi e le serie numerose mostrano poi tali passaggi nel tono del colore, da rendere nulle le affermazioni di sottospecie, perchè non sì pos- ‘ sono trovare costanti differenze in alcuna delle varietà e sotto- specie, descritte come tali. La Lodola varia inoltre assai nelle dimensioni generali ed in quella del becco. Non credo che VP A- naza Gir. del Museo di Firenze sia _ una A. gulgula, come asserisce recentemente il GigLioLI (2), ma un individuo nano della specie comune. 46. Passer italiae (ViriLL.) — Passera. a) 9 ad. ottobre 19or, Isola di Gorgona. Ala 78 mm., esemplare tipico eguale a quelli che vivono nel Nord dell’Italia, mancano le strie sui fianchi, il dorso è ca- stagno e nero. 6) £ ad. 22 maggio Igor, Isola di Gorgona. c) 9 ad. 25 giugno 1903, Isola di Capraia. d) 3. ad. 5 ottobre 1901, Isola di Gorgona. e) J ad. 5 dicembre 1896, Portoferraio, Isola d’Elba. f) d° ad. 22 maggio 1901, Isola di Capraia. Ala 80 mm. | Fianchi senza strie, dorso castagno e nero con qualche mar- gine sulle penne del dorso, leggermente del genere di quelli del P. hispamensis. La forma dell’Elba, del mezzodì della Francia, della Corsica, delle Baleari «tu distinta dallo TscHusr (3) col nome di P. 4. galliae; ma, secondo me, non è forma accettabile. Riguardo alla questione dei Passeri, che fu tanto agitata in questi ultimi tempi, io credo alla bontà specifica delle tre vec- chie specie: P. domesticus, italiae, hispaniensis; queste formano (1) Vòg. paliarkt. Fauna, p. 246, 1905. (2) Avif. Ital. p. 90, 1907. (3) Orn. Jahrb. 1903, p. 19. 44 E. ARRIGONI DEGLI OPDI - G. DAMIANI numerose variazioni individuali nelle varie aree abitate, e ciò soprattutto per effetto d’ibridismi. Dove due specie affini vivono nello stesso distretto e s'incontrano facilmente, danno luogo alla formazione di razze bastarde con individui intermedi, che par- teggiano delle due specie progenitrici. Inoltre i Passeri vanno soggetti a notevole grado di variazione per effetto della dome- sticità; sicchè, a parer mio e di altri Autori recenti, le . sotto- specie stabilite dal CHici, dall’HarTtERT e dallo TscHusr non hanno alcun serio fondamento. 47. Passer montanus (L.) —- Passera mattugia. 3 ad. 30 aprile 1901, dintorni di Portoferraio, Isola d'Elba, . Ala 70 mm. g' giov. 20 giugno 1goi,Isola di Capraia. Ala 62 mm. Questi Passeri sono eguali a quelli del Continente e di Sardegna (mia Coll.), ove si credeva non vivesse; le differenze che si notano nella vivacità della tinta della testa e del dorso non mi sembrano sufficienti per distinguere razze locali persi- stenti. L'individuo di Portoferraio pare intermedio tra P. mon- tanus e P. m. dilutus, ed è quindi piuttosto pallido confrontato con soggetti tipici. Gli esemplari di Sardegna da me veduti erano leggermente più scuri dei continentali italiani, tanto sulla testa che sul dorso e nel colorito generale, ala 65 mm. 48. Petronia petronia (L.) — Passera lagia. — g31 ottobre 1907, Isola di Capraia. . Ala gi mm. Individuo affatto simile alle tipiche etronzae che vivono in Italia, cioè con la tinta fulviccia sulle parti supe- riori e differenti dalla forma sarda o %e/lmayri. 49. Cannabina cannabina (L.) — Fanello. g, ottobre 1901, Isola di Gorgona. Ala 80 mm. O a 5 » Ala 79 mm. Sono due individui a becco piuttosto grosso, anche a para- gone dei soggetti settentrionali; l’ ala è piuttosto corta, la tinta di fondo della femmina sul gastreo è di un gialliccio-fulvo molto più vivo del consueto, anche sulle parti superiori appare la tinta NOTE SOPRA UNA RACCOLTA DI UCCELLI DELL’ARCIPEL. TOSCANO 45 fulviccia. Lo TscHusi ha distinto nel 1903 (1) il Fanello di Dal- mazia col nome di Acanthis cannabina mediterranea, esso avrebbe statura minore, tinte più scure, il nocciola delle penne dei fianchi più distinto e più esteso. La mediterranea abiterebbe anche. 1° I- talia e sarebbe la forma predominante. 50. Ortolus oriolus L. — Rigogolo. g' ad. 24 aprile 1903, Isola di Capraia. Ala 155 mm. 51. Corvus corax (L.) — Corvo imperiale. o° ad. 10 novembre 1902, Monte Campanile, Isola di Capraia. | Ala 440, becco 82 mm. g' ad. 31 ottobre 1901, Isola di Capraia. Ala 450, becco 83 mm. e ad. 4 settembre 1902, Isola di Capraia. Ala 400, becco 70 mm. Il Corvo di Capraia appartiene alla forma sarda o C. sar- dus KLEINScHMIDT (2). Il suo becco in confronto del tipico corax delle Alpi è più breve e più alto, sicchè il culmine riesce na- turalmente arcuato e descrive una curva continua, ha pure di- mensioni alquanto minori. Questi individui di Capraia hanno però dimensioni notevoli, la formula alare è eguale, cioè 4.* pri- maria la massima, 3.* e 5.° subeguali, 3.° un pò più corta della 4.°, 5.* ancor meno, 2.° di circa 30 mm. più breve della 3.8 e la I.° circa 9o mm. più breve della 2.* Il Corvo di Sardegna varia assai nelle dimensioni del becco e nella forma dello stesso; ho una 2 10 febbraio 1899 da Cagliari che ha becco sottile, diritto ed allungato quasi come in quelli delle Alpi; altri lo hanno del tipo #ngsfanus o lepionyx, vale a dire notevolmente arcuato. L’individuo=di /eptonyx della mia Raccolta da S. Antioco Sar- degna, agosto 1894, non è in alcun modo riferibile alla forma sarda, ma è in tutto simile a quelli che ebbi dalla Tunisia e dal Marocco dal Colonnello IrBYy. Non è improbabile che la forma sedentaria di Sardegna sia del tipo a becco alto ed arcuato, ed i soggetti differenti. siano individui erratici. (1) Orn. Jahrb. 1903, p. 193 (2) Orn. Monatsb. 1905, p. 92. DA x i sog Vi "= me 5 4 ti £ ; : MIN Sal i GA a: 46 E. ARRIGONI DEGLI ODDI - G. DAMIANI 0° 52. Corvus cornix L. — Cornacchia. 3 ad. 17 febbraio 1903, Isola di Capraia. Ala 315 mm. Questo individuo apparterrebbe alla varietà sub o Corvus sardonius KLEINscHMIDT, distinto per minore statura, per le tinte bigie leggermente lavate di bruno, e per le maggiori remiganti di un nero meno puro. Ho un individuo da Sorso, Sar- _ degna, in tutto simile a questo di Capraia, ala 315 mm. I sog- getti contineritali hanno l’ ala da 330-340 mm. 53. Oedicnemus oedicnemus (L.) — Occhione. 2 ad. 3 aprile 1901, Isola di Capraia. Ala 250 mm., becco 34 mm. Individuo di piccole dimensioni, — paragonato con soggetti continentali. La tinta del piu.naggio è meno pura e presenta colorazioni lionato-scure sul davanti del petto, il bianco della gola e dell'addome non è puro ma lavato. di ceciato. Anche nella tinta generale le parti ordinariamente scure hanno un tono più intenso, ma sono meno estese; i mar- gini delle penne anzichè al lionato tendono piuttosto al rossiccio- vivace, e sono più larghi del consueto. Nel materiale, che tengo a mia disposizione, ho osservato che nei soggetti del Nord le marginature lionate hanno un tono più puro, nei continentali italiani il lionato è misto a bruno, in questo di Capraia il lionato è surrogato da rossiccio. 54. Glareola pratincola (L.) — Pernice di mare. 2 ad. 6 maggio 1899, Isola d’ Elba. Ala 195 mm. Vanellus vanellus (L.) — Pavoncella. d' ad. 14 marzo 1go1, Saline di Portoferraio, Isola d’ Elba. Ala 230 mm. Iride bruno-cupa, becco nero, gambe carni- cine, unghie nere. Ciuffo lungo, parte superiore della testa, redini, gola, parte anteriore delle guancie, alto petto e suoi lati di un bel nero-vellutato a riflessi verdone-turchini; poche pen- nuzze biancastre sulla fronte e sul mento, rimasugli dell’ abito d’ autunno; parti superiori senza marginature. 56. Squatarola squatarola (L.) — Pivieressa. 2 ad. 3 maggio 1899, Isola d'Elba. Ala 200 mm. È un individuo in abito autunnale col piumag- gio molto consunto specialmente sulle ali; parti superiori cenero- NOTE SOPRA UNA RACCOLTA DI UCCELLI DELL’ARCIPEL. TOSCANO 47 % gnolo-brunastre con stretti margini apicali biancastri, ed una fascia subterminale bruno-nera su ogni penna. Sul gastreo si notano gia mumerose macchiette scure sul collo ‘e sui lati, sull alto addome numerose penne con la metà apicale nerastra. Nel maggio non è difficile trovare individui in iivrea consimile, soprattutto sul litorale Toscano e nel Veneto. La Pivieressa d'inverno e durante le epoche del passo è uccello abbondante nell’ Estuario Veneto, nelle ‘Puglie e nelle Isole maggiori; in livrea di nozze è più facile ad aversi dal lito- rale Toscano, Massaciuccoli, Pisa ecc. Però questi individui, co- munemente ritenuti in livrea di «nozze, hanno spesso penne o macchie bianche sul nero del gastreo, le tinte deile parti supe- riori sono meno pure e, quand’ anche il gastreo è nero del tutto (eccetto il basso addome e sottocoda), le penne presentano larghe marginature di un cenerino-azzurrognolo, che verso l’ addome diviene biancastro. Tali colorazioni fanno sì che il nero delle parti inferiori appare di tono meno unito, direi così interrotto, perchè la tinta scura resta annebbiata o nascosta dalle larghe marginature più chiare. Invece gli individui in perfetto abito di nozze, simili a quelli che si uccidono all’ epoca delle cove nelle regioni subartiche d’ Europa, sono molto rari da noi. Ne ebbi soltanto due in molti anni di ricerche, l’ uno da Bari il 5 maggio 1892 ed il secondo da Massalombarda il 25 maggio 1903, quest’ ultimo forse ritar— datario pel ritorno al Nord. La Pivieressa in tale abîto ha le parti scure del gastreo di un bel nero a riflessi (redini, regione auricolare, lati della testa e del collo e gastreo sino al basso addome), ed è uno dei più belli tra i Caradriidi. - 57. Totanus fuscus {L.) — Totano moro. g° ad. in abito nuziale incompleto, 1.° maggio 1897, Saline di Portoferraio, Isola d’ Elba. Ala 165 mm. Riveste in parte l’ abito di nozze, ma. esistono larghi margini bianchi sulle penne della testa, del collo e su quelle del gastreo. Questa specie nell’ abito di primavera completo, cioè col capo uniforme è molto rara da noi ed io, in molti anni di ri- cerche, non ne ho avuti che quattro individui, cioè: 48 E. ARRIGONI DEGLI ODDI - G. DAMIANI JF, maggio 1896, Cuneo, Piemonte. 2, maggio 1899, Lonigo, Vicenza. Y,maggio 1899, Cremonese. JT, maggio 1900, Las Palmas, Cagliari. A piumaggio incompleto più o meno nerastro, ne ho avuti più volte nel maggio dal nostro Estuario Veneziano, dal Vero- nese, dalle Valli del Basso Padovano, da Bellaria presso Rimini, da Sesto presso Firenze, dal Lucchese, dalle Puglie, dal Napo- letano e da Reggio di Calabria. In Italia è generalmente specie invernale e di doppio passo, arriva in grossi branchi nell’ agosto-settembre, riparte e ripassa nell’ aprile-maggio; però anche nei mesi estivi si vede qua e là qualche individuo isolato e che non nidifica. Il MARTORELLI (1) sulla base di un individuo giovanissimo uc- ciso sul Milanese nell’agosto 1903, ha voluto vedere un individuo nato in Lombardia, “essendo poco credibile, aggiunge l’ egregio Autore, che un novello nato in contrade settentrionali, nella sta- gione stessa, fosse già pervenuto fino in Lombardia ,. Credo infondata tale supposizione e ricordo come nel nostro Estuario, ove caccio da oltre trent’ anni, non è punto raro trovare indi- vidui in 1.° abito nei mesi di agosto e settembre, quando arri- vano le prime masse migranti numerosissime. Di tali soggetti ne ho avuto anche dall’ Udinese. La loro apparente rarità va spiegata facilmente dal fatto che vengono uccisi in siti isolati e lontani nei massimi calori estivi, quando la caccia alletta poco e quando gli uccelli morti marciscono presto e sono difficili a conservarsi. L’ abito uniforme del giovane To- tano moro è poco appariscente e non dà certamente nell’ occhio ai cacciatori, che non ne fanno alcun conto speciale. Essi somi- gliano un po’ agli adulti in autunno, ma sono più scuri e colla tinta bruno-bronzata sulle parti superiori ornata di macchie bianche ai margini delle penne, molto accentuati sulle scapolari e cuopritrici delle ali; parti inferiori con larghe fasce bruno- nerastre sul petto, sui fianchi e sottocoda; gola bianca, davanti del collo e petto con fitte macchie grigio-scure. (0 UecMItalz pa163:t1906ì NOTE SOPRA UNA RACCOLTA DI UCCELLI DELL’ARCIPEL. TOSCANO 49 Non credo affatto che il Totano moro nidifichi in Italia, fatto asserito pel Veneziano dal ConrarINI e dal Narpo, Questa specie si riconosce a prima vista. ad ogni età ed in qualunque abito dalla Pettegola (alla quale molto somiglia) per la statura maggiore e per le remiganti secondarie non bianche, ma a fasce regolari bianche e bruno-nerastre. 58. Totanus calidris (L.) -- Pettegola. a. g' ad. in primavera, 25 giugno 1902, Spiaggia Mortoba, Isola di Capraia. Ala 155 mm. È un individuo in abito di nozze completo; le sfumature rossicce sono ben manifeste sulla testa, le parti supe- riori con i centri neri e le fasce pure nere sui margini di tale intensità, che in parte obliterano la tinta bruna sottostante; così le fasce brune sulle parti inferiori non lasciano scoperto nem- meno il centro dell’ addome, e danno un’ apparenza generale fit- tamente macchiata. Questo esemplare preso sul nido è di qualche interesse, giac- chè la nidificazione della Pettegola in Toscana era stata asserita prima dal Gragnani dubbiosamente e poi dal GicLioLIi, ma non so con quale fondamento. Ora non vi è più alcun dubbio che essa sì riproduca talora nelle isole dell’ Arcipelago, ne ebbi anche da Quiesa, Lucca alla fine di maggio, ma non so se trattavasi di uccelli nidificanti sebbene fossero appaiati. Nell’ Estuario Ve- neto ciò succede regolarmente ed ancora in discreta abbondanza. (e) 6.9 ad. in prim. 1.° aprile 1901, Saline di Portoferraio, Isola d'Elba. c. 2 giov. 17 ottobre 1896, Saline di Portoferraio. 59. Totanws littoreus (L.) — Pantana. a. g' ad. in prim. 23 aprile igor, Portolongone, Piano di Mola, Isola d’ Elba. Ala 190 mm. Le macchie nere sul dorso sono poco distinte, e questo individuo è ancora in parte rivestito dell’ abito autunnale. 6. £ ad. in aut. 20 febbraio 1901, Saline di Portoferraio, Isola d’ Elba. È specie piuttosto variabile nella lunghezza e forma del suo becco; in alcuni soggetti il carattere del becco rivolto all'insù e poco accentuato. Riv. di Ornitologia. 4 50 E. ARRIGONI DEGLI ODDI - G. DAMIANI 60. Totanus glareola (L.) — Piro-piro boschereccio. 3 ad. 13 aprile 1901, Isola di Capraia. Ala 125 mm. Individuo con rimasugli dell'abito giovanile, soprattutto sulla testa e sul collo. Il piumaggio è molto consunto. 61. Zringotides hypoleucus (L.) — Piro-piro piccolo. a) 3° ad. 13 aprile 1901, Isola di Capraia. Ala 110 mm. Individuo in abito di primavera; man mano che la stagione avanza, le strie trasversali e le lanceolate a tinta bronzata sulle parti superiori aumentano d’intensità, raggiun- gendo il massimo a luglio. É specie variabile nella colorazione generale, ma le stesse varietà nel tono di tinta le trovai anche nei soggetti della Birmania e della Papuasia. L’individuo in pa- rola ha le colorazioni bronzate poco distinte e ristrette ad una stria sullo stelo, sono pure poco sviluppate ie lineette scure sul davanti del collo e sul petto. 6) 3° giov. 29 luglio 1901, Isola di Capraia. Ala 11I mm. L’albinismo è estremamente raro in questa specie. Conservo un individuo nel quale il piumaggio generale è del tutto bianco, leggermente tinto di gialliccio sul dorso e sul davantî del collo, la base delle penne delle parti superiori è tinta in grigio-sbia- dito che appare qua e là indistintamente; (così le remiganti e varie penne delle ali hanno la parte basilarè delle penne stesse cenerognola, ciò che si rende più manifesto rialzando le penne. Il piumaggio è estremamente consunto, soprattutto sulle ali e sulla coda. Venne catturato nel maggio 1goo presso Taranto, ed io l’ebbi dal DE CEGLIE. 62. Pavoncella pugnax (L.) -—— Combattente. a) 3 ad. in abito d'autunno, 4 aprile 1904, Porto, Isola di Capraia. Ala 175 mm. Il collo e la testa per intero e gastreo bianchi, qualche penna bruna o a forma di fascia bruna trasversale sui fianchi; non esistono penne bianche sul dorso, che presenta i centri delle penne neri, come nell’ abito di primavera; alcune secondarie interne sono rossicce con fasce e macchie nero-por: - porine sul vessillo esterno. NOTE SOPRA UNA RACCOLTA DI UCCELLI DELL’ARCIPEL. TOSCANO 5I Questi soggetti sono di solito considerati quali anomalie albine, ciò che è affatto erroneo. Nelle migliaia d’individui da me osservati, ne ho trovato uno solo con l’iride rossa ed esso è un vero albino; lo ebbi dal Veneziano e non presenta tinte bianche più estese di altri soggetti provenienti dal Cremonese, dal Romano, dalla Corsica ecc. Non è affatto raro trovare maschi in abito d’ autunno od in livree intermedie con colorazioni bianche più o meno lavate di gialliccio estese sul collo e petto, talora il bianco colora per intero la testa, il collo, il dorso e tutto il gastreo; sicchè può dirsi che l'uccello è bianco eccetto sul grop- pone, sulle ali e sulla coda, quantunque talora anche le ali lo siano in parte. Esemplari consimili li ebbi dal Romano nel marzo 1897, dal nostro Estuario e da Acquanegra Cremonese; non avevo mai veduto un tale fenomeno nelle femmine di statura normale, piccola, ma bensì in quelle che hanno le dimensioni dei maschi. Però recentemente nel maggio 1909 ho avuto una femmina con l’ala di 150 mm. da Bastia (Corsica) con colorazioni bianche parziali sul davanti della gola e del collo, ed un fac:-si- mile di collare sulla parte posteriore del collo stesso. È il primo individuo che potei procurarmi con tale fenomeno, conservo uno di questi soggetti da Barletta, gennaio 1890 che ha la testa ed il collo tutt'attorno di un bel bianco con qualche penna bruna sulla fronte. Le tinte bianche nei maschi in abito perfetto di nozze va- riano all'infinito per il tono della tinta, per lo spazio occupato, per le macchie o fasce che presentano; ma la forma più com- pleta sarebbe quella nella quale la testa, i ciuffi occipitali ed il collaretto sono di un bianco uniforme, il dorso a sottili zig-zags grigi, le penne del petto nere. 5) L ad. 12 aprile 1903, Isola di Capraia. — Ala 180 mm. c) £ ad. in abito di transazione, 6 maggio 1902, Isola di Capraia. — Ala 150 mm; d) 3° giov. 18 novembre 1898, Saline di Portoferraio. Ala 170 mm. Veste l’abito giovanile. Parti superiori e cuo- pritrici delle ali nero-lucide con larghi margini di un lionato-vivo o biancastri che nascondono in parte la tinta scura; sopracciglio poco distinto; mento bianchiccio, tinta lionata del gastreo poco distinta. E. ARRIGONI DEGLI ODDI - G. DAMIANI UI US] 63. Tringa minuta LersL. — Gambecchio. F maggio 1898, Saline di Portoferraio, Isola d’ Elba. Ala 92 mm. Individuo in abito di nozze quasi completo. 64. Tringa temmincki LeisL. — Gambecchio. nano. 9, 5 maggio 1899, Saline di Portoferraio, Isola d’ Elba. Individuo in livrea intermedia, le tinte nerastre sono bene caratterizzate sulle parti superiori, ma mancano del tutto le mar- ginature nocciola per effetto del piumaggio consunto. Non conosciamo esattamente la sua distribuzione in Italia, perchè tale specie va facilmente confusa con la precedente, sup» pongo però che sia abbondante soprattutto durante il passo di primavera. L’ebbi dal Veneto all’epoche del doppio passo, nel maggio da Vercelli, da Maccarese, dalle Puglie, da Catania, da Caltanìsetta e dall’Isola Vacca in Sardegna, nel giugno dal Pa- dovano, in settembre da Portovecchio in Corsica, in ottobre da Lesina e da Foggia ed in dicembre dal Vicentino. 65. Tringa subarcuata (GiLn.) — Piovanello panciarossa. 3 giov. ottobre 1896, Saline di Portoferraio, Isola d’Elba. Ala 128 mm. Individuo giovane dell’anno con le parti supe- riori ornate di larghi margini bianchi o bianco-fulvicci agli apici delle penne, manca la tinta fulviccia sul gastreo. 66. Rallus aquaticus L. — Porciglione. 3 ad. 1 marzo 1903, Canale del Porto, Isola di Capraia. — Ala 120 mm., becco 39 mm. 2 ad. 2 dicembre 1901, Canale del Porto, Isola di Capraia. Ala 115 mm., becco 38 mm. Becco rosso alla base, nei lati e sul bordo della mandibola superiore ed inferiore, nel resto nero, color di corno all'apice; iride rosso-arancione; gambe nocciola-scure. 67. Porzana intermedia (Herm.) — Schiribilla grigiata. ? ad. 13 aprile 1903, Isola di Capraia. — Ala 95 mm. 68. Gallinula chloropus (L.) — Gallinella d’acqua. ? ad. 16 novembre 1901, Canale del Porto, Isola di Capraia. Ala 175 mm. NOTE SOPRA UNA RACCOLTA DI UCCELLI DELL’ARCIPEL. TOSCANO 53 69. Fulica atra* L. — Folaga. g' dell’anno, 3 ottobre 1898, Saline di Portoferraio, Isola d’Elba. Ala zio mm. qo. Ardea cinerea L. — Airone cenerino. d ad. 2 aprile 1903, Isola di Capraia. Ala 440 mm. 71. Ardea purpurea L. -- Airone rosso. | d' ad. 19 maggio 1901, Isola di Capraia. Ala 373 mm. 72. Ardeola ralloides (Scop.) -- Sgarza ciuffetto. a) 9, 7 aprile 1904, Isola di Gorgona. Ala 220 mm. Davanti del petto e bassa gola striate di ne- rastro, che si estende anche sui lati del petto. 5) 9, 18 maggio 1901, Isola di Capraia. Ala 230 mm. 73. Ardetta minuta (L.) —- Tarabusino. d ad. 12 maggio 1902, Canale del Porto, Isola di Capraia. Ala 150 mm. 74. Botaurus stellaris (L.) — Tarabuso. a) 2 ad. 2 aprile 1901, Schiapparello, Lao, Isola d’Elba. Ala 340 mm. Individuo notevolmente scuro sulla testa e su tutte le parti superiori, essendo le colorazioni nere di un tono intenso. 6) 3° ad. 22 marzo 1903, Scogli del Porto, Isola di Capraia. Ala 345 mm. 75. Nvycticorax nycticorax (L.) — Nitticora. a) 3° giov. 12 aprile 1903, Saline di Portoferraio, Isola d’ Elba. Ala 300 mm. Iride gialla; becco bruno-verdastro, giallo-zaf- ferano sul bordo della mandibola superiore e lungo la linea mediana dell’ inferiore, parti nude deile redini bruno-verdastre, contorno degli occhi giallastro, gambe giallo-rossastre. Pileo e parte posteriore del collo bruno-nerastri con una linea centrale su cadauna penna baio-rossiccia, che qua e là tende al lionato; dorso ed ali brunastre, con un riflesso ‘verdone ben distinto e le macchie sulle cuopritrici lionato-fulve; gola e centro dell’ addome bianco quasi puro; collo, petto e lati bianco-fulvicci con strie 54 E. ARRIGONI DEGLI ODDI - G. DAMIANI brunastre sul centro delle penne ed i margini lavati di fulvo, che sul petto volge al rossiccio; coda cenerino-lucida; remiganti con macchia apicale bianca. Credo che questo individuo sia nel suo secondo anno di età. Una femmina più giovane del 28 maggio 1899 dallo Stagno di Maifatano, Sardegna, presenta tinte meno pure, il nerastro. della testa è più accentuato, la tinta chiara è lionata invece di baio-rossiccia; dorso ed ali cenerino-brunastre senza riflessi, le macchie sulle cuopritrici bianche e non lionate; gola e centro dell'addome bianco-fulvicci; tinte scure delle parti inferiori più sbiadite, coda terminata di bianco. Credo che questa femmina sia nel suo primo anno di età, 6) ® ad. 12 giugno 1903, Isola di Capraia. Ala 300 mm. Bellissimo individuo adulto col verdone delle parti superiori assai marcato, e le lunghe penne occipitali bianche in numero di tre. 76. Plegadis falcinellus (L.) — Mignattaio. c' ad.10 aprile 1901, Magazzini, Portoferraio, Isola d’ Elba. Ala 305 mm., becco 145 mm. Individuo adultissimo. Oltre il basso dorso, il groppone, le ali e la coda color nero-verdone, cangiante in porporino-bronzato e violetto, sono pure di tale colore metallico l’intero pileo, le guance, le penne sotto l’occhio e penne sparse anche sulla parte alta e centrale del dorso. 77. Fuligula marila (L.) — Moretta grigia. g' giov. 6 dicembre 1893, Enfola, Isola d’ Elba. Parte anteriore della testa e mento bianco, a guisa di spazio ben distinto; molte penne ‘nere sulla. colorazione bruna della esta; dorso bruno-scuro a zig-zags bianchi ben visibili. Becco celestognolo con l’apice nero, iride gialla; gambe cenerino-piom- bate, con la palma nerastra. 78. Clangula clangula (L.) — Quattrocchi. gd ad. 9 gennaio 1899, Saline di Portoferraio, Isola d’ Elba (1). Ala 220 mm. (1) Un secondo maschio che ebbi anteriormente, cioè il 25. gennaio 1898 venne da me ceduto al Prof. DAMIANI per la sua Collezione Elbana, ove la specie non era ancora rappresentata da esemplari locali. NOTE SOPRA UNA RACCOLTA DI UCCELLI DELL’ARCIPEL. TOSCANO 55 3 giov. 25 febbraio 1899, Elba. Ala 215 mm. Iride e gambe giallo-limone. In questo individuo la macchia bianca sulle redini è piuttosto piccola, ma di sviluppo completo e ‘con macchiette scure alla base del becco; testa e parte superiore del collo bruno-cupa con molte penne nero-ver- done sui lati delle parti stesse; regione posteriore del collo bianca con macchiette brune; penne delle parti superiori nera- stre con uno stretto margine apicale bruno, ciò che è più spic- | cato sul dorso; tinte bianche sulle scapolari poco sviluppate, ma che formano spazio, cuopritrici delle ali cenerino-chiare termi- nate di bianco; gastreo bianco con qualche penna cenerina sui lati e sui fianchi. Questo individuo sarebbe nel suo primo abito nuziale. ‘ Il Quattr’ occhi sembra impiegare più anni a vestire l’ abito di adulto; un individuo che ho del 6 dicembre 1896 dalla Laguna di Venezia è in abito di g” ad. perchè le colorazioni della testa, delle parti superiori, del gastreo e dell’ ala vi corrispondono, ma la macchia delle redini è in gran parte coperta di piccole macchie brune, la parte posteriore e laterale del collo pure di macchie brune, le scapolari hanno colorazioni bianche imperfette e da giovane, l’iride è rosso-aranciata, le gambe giallo-pallide, l'ala di 230 mm. Sembra che l’ultimo carattere assunto dal g' adulto sia quello delle scapolari esterne bianche con largo margine nero; io possiedo maschi adulti del tutto completi con la macchia sulle redini bianca per intero e le scapolari dell’ abito giovanile, del | dicembre da Venezia e del marzo da Maccarese, Roma. I giovani che rivestono ancora l’ abito simile a quello delle femmine, e senza alcun vestigio di macchia sulle redini da noi si ‘ uccidono fino ‘a dicembre (Lentini, Catania), a gennaio (Venezia e Genova) e a febbraio (Grado, Udine. e Oristano, Sardegna); più tardi non ne ho avuti. Però anche se manca la grande macchia bianca o le macchiette bianche sulle redini, la statura è sempre più elevata, l’ala nei giovani maschi non misura mai meno di sto mm. e nelle femmine a qualunque età non più di 195 mm.; inoltre la distribuzione delle tinte sull’ala nei maschi è sempre differente di quella delle femmine. di SD E. ARRIGONI DEGLI ODDI - G. DAMIANI 79. Mergus serrator (L.) — Smergo minore. 9 semi-ad. 9 dicembre 1902, Isola di Capraia. Ala 220 mm. 80. Phalacrocorax graculus desmaresti (PayrR.) — Marangone dal ciuffo meridionale. Ho avuto cura di raccogliere un grosso materiale di Maran- goni dal ciuffo e ne conservo 50 esemplari, dei quali ro proven- gono dal Mare del Nord, 25 dal Mediterraneo e 15 dal litorale dalmato-croato, comprendendo tra questi ultimi anche due indi- vidui del mare di Venezia. In base alle ricerche da me fatte, non ho alcun dubbio e persisto nella vecchia opinione di ritenere la forma settentrionale o. gracu/us differente dalla meridionale o desmaresti. Ad ogni età il desmaresti presenta il becco più sot- tile e più lungo, la statura è minore, negli adulti le parti supe- riori sono di un verdone-sericeo con le tinte porporine poco accentuate e meno estese, in primavera il ciuffo è più folto e più lungo, le tinte generali meno lucide e meno vivaci; i gio- vani invece hanno il colore delle parti inferiori del tutto diffe- rente, cioè bianco-puro e “non bruno ,,. Non ho mai veduto giovani del desmaresti con le parti inferiori brune, come non ho mai tro- vato nel Mediterraneo individui col becco corto e grosso proprio a quelli del Nord, benchè qualche soggetto di Sardegna (inverno) mi presenti il becco pier to grosso, ciò che lo fa sembrare più tozzo. a. 5° ad. in prim. 11 febbraio 1901, Costa ovest dell’Isola di Capraia. Becco 70 mm., ala 260 mm. Individuo in perfetto abito di pri- mavera con ciuffo abbondante, becco lungo e piuttosto grosso. 6. 2 ad. 22 marzo. 1900, Golfo di Portoferraio, Isola d’ Elba. i Becco 74 mm., ala 255 mm. Becco allungato e sottilissimo, ciuffo poco sviluppato, abito completo. Iride verde-chiaro, re- dini nude giallo-arancione. % semi-ad. 8 aprile 1901. Isola di Capraia. Becco 65 mm., ala 265 mm. Becco sottile, piutnaegio incom- pleto soprattutto si gastreo. Ciuffo mancante. d. 3 giov. 17 giugno 1901; Isola di Capraia. Becco 60 mm., ala 250 mm. NOTE SOPRA UNA RACCOLTA DI UCCELLI DELL’ARCIPEL. TOSCANO Vi e. 2 giov. 1 giugno 1902, Punta del Trattoio, Isola di Capraia. Becco 67 mm., ala 260 mm. Parti inferiori di un bel bianco- candido ed argentino, lati del corpo bruno misto a cenerognolo, sottocoda di egual colore. f. Nidiaceo, 20. marzo 1902, Isola di Capraia. Becco 62 mm., iride grigio -cerulea. Coperto per intero di un piumino nero-fuliggine, più scuro sulla testa e più chiaro «sul dorso e sul centro del gastreo.. | Confrontato con un nidiaceo d° Irlanda della mia. collezione, il piumino appare dello stesso colore nero-fuliggine, ma nel- l’ esemplare di Sardegna il tono di tinta è ovunque più scuro, sulla testa e sul collo poi è quasi nero-opaco. Il becco è distin- tamente più sottile e di poco più lungo in proporzione. La sta-. tura appare minore. 81. Hydrochelidon hybrida (PaLL.) — Rondine di mare piom- bata. 28) i 2 ad. in prim. 22 maggio 1899, Saline di Portoferraio, Isola: d’ Elba. Ala 225 mm. 82. Larus argentatus cachinnans (PaLL.) — Gabbiano reale. a. d' ad. 2 maggio 1904, Isola di Capraia. Ala 470 mm., becco 50 mm. ‘6. £ ad. 17 febbraio 1901, Isola di Capraia. Ala 450 mm., becco 48 mm. | _. c. f' ad. 18 maggio 1905, Isola di Montecristo. Ala 455 mm., becco 55 mm. Io mantengo la divisione del Gabbiano reale mediterraneo da quello del Nord; il nostro cackinzars ne differisce per l’ anello oftalmico di un rosso-aranciato e brillante, per la tinta del becco più vivace, per il colore del mantello sempre più cupo, per le colorazioni nere e grigie delle remiganti primarie che mostrano un tono di tinta più cupo, per le gambe ed i piedi giallo-vivace e “non carnicini ,,, per la proporzione del tarso e del dito mediano, inoltre la statura è rilevantemente maggiore ed il becco di circa 5 mm. più alto al livello della gonide. È specie variabile nelle dimensioni, ma i piccoli del Nord non hanno riscontro coi nostri; ne ho uno di enorme ed è una femmina uccisa da me stesso 58 E. ARRIGONI DEGLI ODDI -. G.' DAMIANI il ro luglio 1900 a Villasalto a 600 m. s/m. lungo il Flumendosa (Sardegna), ha il becco di 64 mm., l'ala di 480 mm,, il becco all’ altezza della gonide misura 26 mm. Gli individui di Sardegna ed in generale quelli del Medi- terraneo presentano in preponderanza dimensioni elevate e so- prattutto il becco grosso, ma le stesse differenze le trovai anche in quelli dell’ Adriatico, però con minore facilità riguardo alla inferiore altezza del becco. Questa specie nidifica comunemente nelle Valli dell’ Estuario Veneto. Gli Autori dicono che i giovani delle due forme possono considerarsi come identici; quelli che io conservo del Nord hanno il fondo di tinta delle parti superiori più chiaro, ben visibile al confronto e le dimensioni, specialmente quelle del becco, distin- tamente minori, ma forse la mia serie nordica non è abbastanza numerosa per poter dare un esatto giudizio. d: 3 giov. in L° abito, 29 luglio 1901, Isola di Capraia. Becco 46 mm., ala 400 mm. È un individuo dell’anno atto a volare. . e. J° giov. in 1. abito, 24 giugno i1go1, Isola di Capraia. Becco 40 mm., ala 370 mm. Individuo dell’ anno atto a vo- lare. Iride bruno-castagna, gambe bruno-grigiastre. f. Giovane da nido, 14 giugno 1902, Punta del Trattoio, Isola di Capraia. Becco 40 mm., ala 305 mm. Giovane che ha abbandonato da poco il nido, e atto a brevi voli. La testa ed il collo sono in massima parte coperti di piumino fulvo-grigiastro, con strie e macchie nerastre. Le ali sono appena incrociate. g-. Giovane da nido inetto al volo, 27 maggio 1901,. Isola di Capraia. Coperto,.di piumino; grigio tinto di fulviccio e con macchie bruno-nerastre sulle parti superiori. Becco nero con l’ apice ros- siccio, iride bruno-cupa: gambe nerastre con le membrane inter- digitali più chiare. 83. Lartis audouini Payr. — Gabbiano corso. a. 3° ad. 26 agosto' 1883, Portoferraio, Isola d’' Elba. Ala 400 mm. È un esemplare del R. Museo di Firenze, che io ebbiin cambio dal compianto prof. GicLIoLI, forse proveniente dalla Raccolta RosTER. NOTE SOPRA UNA RACCOLTA DI UCCELLI DELL’ARCIPEL. TOSCANO 59 6. Sad. 22 dicembre 1900, Enfola, Isola d’ Elba. Ala 405 mm. Iride bruna, becco rosso di corallo con una larga banda nera subapicale ed una piccola sfumatura nera sul mesorinio verso la base; gambe verde-oliva. Parti superiori e laterali della testa e del collo senza strie grigie. E la prima cattura invernale all’ Elba, G. Damiani 7%: dif. 84. Stercorarius crepidatus (BANKS) — Labbo. Q giov. 19 ottobre 1898, Portoferraio, Isola d’ Elba. Ala 310 mm. È un giovane della forma chiara color bruno di terra d'ombra, con margini rossicci sulle parti superiori; testa e gastreo bruno-rossicci, con fasce e strie scure. Un secondo individuo mas. giov. preso nello stesso giorno e nella stessa località fa parte della Collezione Marchesa Pau- Lucci e venne da me illustrato (1). 85. Procellaria pelagica L. —- Uccello delle tempeste. Ad. agosto 1896, rada di Portoferraio, Isola d° Elba. Possiedo un individuo da Nantes avuto dall’ amico, BureAU che presenta il piumaggio di un nero-bruno, quasi color tabacco; mentre quelli dei nostri mari sono di un nero-fuliggine, anche il bianco è meno puro. Non ho che questo solo individuo e sic- come è stato catturato il 30 agosto, può darsi che fosse nell’ abito estivo .consunto, e che la ‘differenza nel piumaggio sia semplice effetto di scolorimento. Però osservo che anche l’ esemplare del- l’ Elba è dell’ agosto e presenta colori ben distinti, così un indi- viduo dell’ Isola Vacca, Sardegna, ucciso in aprile è pure forte- mente colorito. 86. Puffinus kuhli (Boe) — Berta maggiore. do ad. 11Maggio 1903, Isola di Capraia. Ala 350 mm. — Nella mia Collezione oltre i soggetti del Me- diterraneo e delle Tremiti, ove sembra rara (CECccONI), ne conservo vari presi nel mare di Venezia nei mesi di maggio, agosto-set- tembre e nel novembre. Credo non sia rara al largo nel mare durante le epoche del doppio passo. Di soggetti presi entro terra, conservo un individuo del 22 agosto. 1899 preso sul Po presso Torino, un secondo. da Lucca del 6 giugno 1897 e finalmente un maschio del settembre 1905 da Porretta (Appennino Toscano). (1) Atti R. Ist. Ven., LXVII, parte 2.5, p. 675, 1908. 60 E. ARRIGONI DEGLI ODDI - G. DAMIANI 87. Puffinus anglorum yelkouan (AcerBI) — Berta minore. a. 3' ad. 14 marzo 1901, Punta del Ferraione, Isola di Ca- praia. Ala 240 mm. 6. 2 ad. 18 marzo 1901, Enfola, Isola d’ Elba. Ala 235 mm. c. e d. Nidiacei, 6 giugno 1901, Isola di Capraia. Iride scuro-nera. Uno di essi è coperto di piumino bruno- grigiastro nelle parti superiori, di sotto grigio-cenerognolo-per- lato senza tinte fulve e con la linea mediana del gastreo cene- rino-biancastra, quasi argentina. Piumino fitto, ma corto special. mente sul gastreo. Confrontato con un nidiaceo del tipico ar: glorum delle Far Oér della mia Collezione, quest’ ultimo ha il tono bruno-grigiastro delle parti superiori più cupo, così il gastreo è più scuro soprattutto sui fianchi e lavato di fulviccio come le parti superiori; solo la linea mediana è più chiara, di un cene- rognolo-fulviccio. Piumino fittissimo, molto lungo anche sul gastreo. Non posso dare le dimensioni del tarso perchè l’ individuo del Mare del Nord è più vecchio di vari giorni, ma mi sembra che i due nidiacei siano differenti zr/er se. Il secondo nidiaceo della stessa data ha il tono generale del colore del gastreo più chiaro, che degrada sulla linea mediana del corpo in bianco quasi puro e senza accenno di cenerognolo. Persisto a ritenere la Berta minore differente dal congenere nordico o /. arglorum, e noto qui i caratteri differenziali : Parti superiori non nere, ma di un bruno-nerastro, cioè in confronto sono più brune e più pallide. Fianchi bruno-scuri e così le cuopritrici inferiori della coda. Ascellari brune verso l’ apice delle penne. Sottocoda bianco nel mezzo, con le penne laterali per intero grigio-nerastre, mentre nell’ arng/orum le dette penne presentano il vessillo esterno grigio-nerastro e l’ interno bianco. Tarsi e dita più lunghe, cioè: P. anglorum: tarso 43,2 mm., dito mediano 45,5 mm. P. a. yelkouan: tarso 45,5 mm., dito mediano 49 mm. Nè il GigLIoLI (1), nè il MARTORELLI (2) ammettono la distin- zione tra le due forme e le ritengono identiche. Io ho esaminato (1) Avif. Ital., 1907, p. 669. (2) MU ce balia 06M piso? NOTE SOPRA UNA RACCOLTA DI UCCELLI DELL’ARCIPEL. TOSCANO 61 con cura tutti gli esemplari della mia Raccolta provenienti dal- P Irlanda, Granbretagna, Norvegia, Mediterraneo, litorale dalmato- croato e dal Bosforo, e trovai che i soggetti meridionali presen- tano costantemente i caratteri differenziali già enunciati, e quindi mantengo la distinzione sottospecifica adottata dalla maggior parte degli Ornitologi. Aggiungo anche che non mi è mai accaduto di confondere un esemplare del Mediterraneo con uno di quelli del Nord. S 88. Colymbus septentrionalis L. — Strolaga minore. ‘d' ad. 5 novembre 1898, Canale di Piombino. Individuo in abito di transazione all’ invernale, con qualche penna rossa sulla gola e macchie sui lati del collo. Sembrerebbe in fase giovanile, perchè le penne delle parti superiori sono più marginate di bianco che non a macchie bianche, ma quelle della gola provano invece che aveva già rivestito l’ abito di nozze almeno una volta. L’ adulto in livrea di nozze completa è molto raro da noi in Ifalia, io ne ebbi soltanto uno il 28 settembre 1898 dalla Valle Riola Aperta, Estuario Veneziano e venne ucciso dal noto cac- ciatore-naturalista Giovanni MinotTO. Il MARTORELLI (1) dice che delle Strolaghe questa è la specie più comune e più diffusa in Italia, io pure ne ho avute da molte località, come Oristano, Lentini, Lesina, Orbetello, Ancona, Mas- saciuccoli, sul Po presso Torino, Lago di Varese, di Garda ed Estuario Veneto. Ma la specie indubbiamente più abbondante è la Strolaga mezzana. o C. arcticus, come dice anche il Giglioli (2). Essa è molto frequente nell’ Estuario Veneto e sui Laghi del Nord durante i mesi invernali, l’ uccisi e la vidi molte volte, e posso dire anzi quasi sempre, quando cacciavo nelle nostre Lagune e sul Garda, mentre) la Strologa piccola la incontrai poche volte. 89. Alca torda L. — Gazza marina. . a. g' giov. nel 2.° abito d’ autunno, 31 dicembre 1902, En- fola, Isola d’ Elba. Ala 180 mm. Qualche penna scura sul mento e sui lati della gola, inizio dell’abito primaverile. Becco con la banda I) Ucc. Ital., 1906, p. 75. ( (2) Avif. Ital., 1907, p. 689. 62 E. ARRIGONI DEGLI ODDI — G. DAMIANI trasversale arcuata sul centro da ogni lato, ma senza i solchi trasversali tra una banda e l’apice del becco, carattere questo del giovane nel 2.° abito d’autunno. b. 2 ad. 17 gennaio 1903, Saline di Portoferraio, Isola d’ Elba. Ala 195 mm. c.e d. giov. 3 e ro febbraio 1901, Portoferraio, Isola d’ Elba. e. f. g- J° giov. e due giov. II dicembre 1900; 8 e II di- cembre 1902, Isola di Capraia. Ala 180-191 mm. Simili agli adulti in autunno, becco meno alto, liscio. cioè senza i solchi e la linea centrale trasversale. 90. Alle alle (L.) — Gazza marina minore. ad. in aut. 9 dicembre 1g1o, Cala Maestra, Isola di Monte- cristo. Uccello dell’ Estremo Nord, rarissimo nel Mediterraneo: que- sta sarebbe la terza cattura italiana, un individuo è nel Museo di Firenze colla data 11 nov. 1889 da San Remo, un secondo in quello di Pisa colla data 5 genn. 1898 da Vecchiano: non conosco altri soggetti presi da noi. “ Alla fine del novembre 191o nelle acque attorno l'isola comparve un grosso branco di tali graziosi uccellini, dei quali invio un campione da Cala Maestra. Questi piccoli uccelli a me sconosciuti erano agevoli, vivaci, sempre in moto e rumorosi essi vivevano in un branco numerossimo di oltre 200 individui, ma quando si alzavano a volo i loro piccoli stuoli erano al più di 10 a 15 uccelli: si tuffavano continuamente emettendo spesso un forte grido, una sorte di a-a/, a-aal. Ho ‘osservato con mera- viglia che quando vi erano forti burrasche non se ne stavano più sulle acque o si riparavano in qualche sito riparato, ma quasi sempre in ala, sicchè venivano sbattuti quà e là, così ne vennero presi anche entro terra e se ne trovarono morti sul lido dopo cessata la bufera. Poco dopo il zo dicembre scom- parvero, e non ne vennero più veduti attorno all’isola ,. (Continua) FRANCESCO CHIGI €: Riapparizione di caratteri atavici «nel “Falco vespertinus ,, Nel visitare l’ interessante collezione ornitologica dei Signori ZAFFAGNINI in Firenze, la mia attenzione fu attirata fra l’altro da un maschio del Falco vespertinus Lin., catturato a S. Donnino nel Maggio 1907, il piumaggio del quale, specialmente nelle parti inferiori, era assolutamente diverso da quello normale dei ma- schi adulti della predetta specie. Dalla cortesia dei Signori ZAFFA- GNINI ebbi poi quell’esemplare in comunicazione, avendo così agio di studiarlo e di ritrarlo in fotografta a colori. Ecco la descrizione dell’esemplare in parola. Fronte biancastra. — Una fascia sotto l’occhio ed un di stinto mustacchio grigio-scuri come nei normali m. ad. della specie. — Sulla nuca scorre una larga fascia rosso mattone. — Alto dorso, e le rimanenti parti superiori, di tinta grigia come nei normali m. ad. della sp. qua e là con penne del primo abito non ancora mutate, ed altre con distinte fasce trasverse quasi nere. —. Mento, gola e lati della faccia bianco sudici. — Tutte le rimanenti parti inferiori di un bel rosso mattone ca- rico, con gli steli] delle penne scuri e lungo di essi qualche sottilissima macchia longitudinale filiforme. Sui fianchi la tinta rosso-mattone è lievemente velata di grigio-cinereo ; questa ul- tima tinta domina ai lati del petto. — Coda come neî maschi ad. normali; remiganti con la faccia inferiore fasciata come nei maschi immaturi. La regolarità nella disposizione delle tinte basta da sola a far escludere che si tratti di una anomalia di colorito, anomalia 64 FRANCESCO CHIGI che d’altra parte non avrebbe riscontro in alcuna specie ornitica, ma a parte queste considerazioni, quando si tengano presenti i caratteri generali del piumaggio in tutti i veri Falchi (cioè nelle specie dei generi Falco, Hierofalco, Erythropus considerati da SHARPE (1), l’abito sopra descritto appare più normale rispetto al tipo dominante nei Falchi, che non l’abito maschile normale proprio della sp. Falco vespertinus. Appunto nello stesso modo come è da ritenersi più normale rispetto al tipo dominante nei Falchi l’abito a disegno che non l’abito melanico del Fa/co eleonorae; e nello stesso modo come è da ritenersi più normale rispetto al tipo del gen. Anas l'abito ecclissale che non l’abito nuziale del maschio dell’ Anas boscas ecc. x Ma qui è necessario che io mi spieghi: è necessario che io esponga nettamente che cosa debba intendersi per « caratteri nor- mali rispetto al tipo », e « per caratteri normali rispetto alla specie considerata »; di conseguenza come una « specie » per le sue stesse caratteristiche normali possa essere considerata come « anormale » rispetto al gruppo a cui appartiene. Per non ingolfarmi in astruse disquisizioni teoretiche su que— sto argomento, che trascinerebbero il paziente lettore troppo oltre i confini che mi sono imposto nel presente articolo, mi limiterò a considerare unicamente le fasi del piumaggio nel gruppo dei Falchi, anzi in alcune specie di questo gruppo, che Dal o meno frequentemente s'incontrano in Italia. Onde chiarire i principii generali che mi guidano nello studio delle fasi evolutive del piumaggio, rimando i lettori a tre miei precedenti lavori frammentari sul Passer domesticus, sul gen. Zurdus e sull’ Anas boscas (2). Il tipo giovanile primitivo in tutte le specie di Falchi appar tenenti ai generi sopra accennati, è assai uniforme: « Parti su- periori scure, con marginature più chiare; remiganti e timoniere a fasce alternate trasverse chiare e scure; lati della faccia ornati di un mustacchio e di una macchia sub-oculare scuri; parti ‘infe- riori chiare, dal petto in giù percorse da macchie longitudinali scure.» Varia alquanto da specie a specie e da individuo a indi (1) Hand-list of Birds, vol. I. (2) V. « Boll. Società Zoologica Italiana, » 1904, pag, 127 e seg.; 1908, p. 106 e seg.; 1909 p. 223 e seg. MATA RE IV, PRINT, N De SMETAR, N, VO 4 a - CARATTERI ATAVICI NEL ‘FALCO VESPERTINUS,, 65 viduo l’estensione e la « durata » delle marginature chiare delle parti superiori, specialmente del capo e della nuca; varia l’ estensione del mustacchio e della macchia scura sub-oculare che può esten- dersi a gran parte delle guance, ma il tipo generale del piumaggio non è per questo meno uniforme, chè anzi se sì tenesse conto del solo disegno, e non delle proporzioni e di alcune tinte acces- sorie, molte specie non sarebbero fra loro distinguibili. _ °° Nell’età adulta le diverse specie passano per fasi diverse, alcune arrestandosi a fasi molto simili a quella giovanile, altre differenziandosene sensibilmente.. Il Falco subbuteo Linn. p. es. conserva, anche nell'età adulta, un disegno simile a quello della fase primitiva; il F. wseri/lus (GeRINI) adulto ha le macchie lon- gitudinali nelle parti inferiori molto ristrette, quasi filiformi, su fondo rosso chiaro. Negli adulti dei due sessi del . peregrinus Tunsr. le parti superiori assumono un disegno a fasce alternate trasverse nerastre e grige; nelle parti inferiori le macchie longitu- dinali si restringono e si trasformano divenendo tondeggianti sul petto, e prendendo l’aspetto di fasce trasverse sull’addome e sui fianchi. Il /. feldeggi ScHL. segue le fasi del peregrinus, in esso peraltro le fasce delle parti inferiori sono più scarse, e nelle forme africane della stessa specie, si riducono di dimensioni e di numero fino quasi a scomparire. Attorno alle fasi accennate si aggruppano quelle delle altre specie di Falchi, salvo qualche eccezione. Il F. eleonorae GENÉ p. es. segue il tipo del subbuteo, ma al- cuni individui di quella specie, — « indipendentemente dall’età e dal sesso » (1) — hanno un colorito scuro uniforme, dal quale traspare talora il disegno tipico. Nel Fa/co eleonorae questa fase scura è tutt'altro che anormale, è anzi una fase caratteristica della specie (e come tipica della specie venne considerata da al- cuni ornitologi). Se però la detta fase è normale rispetto alla specie, non lo è rispetto al tipo generale delle fasi dei Falchi; quindi il /. eleonorae, come specie, è « anormale rispetto al tipo ». Ancora più complesse sono le fasi evolutive del F. vesper- tinus Lin. nel quale il piumaggio appartiene ad un tipo normale per le femmine e ad un tipo anormale per i maschi. ‘(1) ArRIGONI, Manuale d’Orn. It. p. 72; MARTORELLI, Uccelli d’Italia, p. 402. hiv. di Ornitologia. 5 66 N FRANCESCO CHIGI Le femmine divenendo adulte assumono nelle parti supe- riori un piumaggio fasciato come nel /. peregrinus; nelle parti inferiori invece perdono gradatamente le macchie longitudinali, che divengono filiformi, poi spariscono del tutto, mentre la tinta fondamentale si fa sempre più rosso-mattone. In questo seguono le fasi (a cui ho accennato) delle forme africane affini al /. fel- deggi. Sono quindi normali rispetto al tipo del gruppo. I maschi seguono invece una via completamente diversa. Le parti supe- riori assumono una tinta uniforme grigia, e ciò sarebbe in rela- zione con le fasi adulte dei Falchi di tipo subbuteo, eleonorae, merillus; ma le parti inferiori divengono anch’esse grige uni- formi come le superiori o poco più chiare, tanto che del disegno e della macchiatura non resta più traccia; il mustacchio sparisce confuso con la tinta uniforme delle altre regioni del piumaggio, e non è riconoscibile che in qualche caso, guardando il soggetto sotto una speciale incidenza di luce. Tuttavia, prima di divenire uniformemente grigi, i maschi immaturi conservano per breve tempo la fasciatura delle ali e della coda, ed hanno sparse qua e là nelle parti inferiori alcune piume parzialmente rosso-mat- tone con una linea scura lungo lo stelo. In ogni modo la fase adulta maschile non è normale rispetto al tipo del gruppo, quindi anche la specie « non é normale rispetto al tipo medesimo ». Ma che cosa rappresentano quelle piume rosse con. steli scuri nei maschi immaturi ? Evidentemente sono indizi, tracce, di una fase corrispondente a quella in cui le femmine hanno le parti inferiori rosso-mattone con macchie longitudinali filiformi scure; sono tracce di una fase che fu probabilmente la fase di adulto nei maschi della specie progenitrice del /. vespertinus, di una fase normale rispetto al tipo del gruppo, che gradatamente venne eliminata nel ciclo evolutivo dell’attuale F. vespertinus. Finalmente l’esemplare della collezione ZAFFAGNINI, dal quale ho preso argomento per il presente articolo, altro non è che un individuo in cui « casualmente è riapparsa quella fase, la quale se non è normale rispetto alla specie a cui appartiene il citato soggetto, è tuttavia assai più normale rispetto al tipo », di quanto non sia l’abito caratteristico dei maschi adulti del . vespertinus. Non ho mai avuto occasione di vedere nelle collezioni, o di trovare descritti in qualche opera di ornitologia altri soggetti CARATTERI ATAVICI NEL ‘FALCO VESPERTINUS,, 67 che avessero caratteri uguali a quelli dell'esemplare ZAFFAGNINI; probabilmente dunque si tratta di un caso isolato, che peraltro ha un certo valore. Se poi si trovassero altri soggetti del F. ve— spertinus nella fase di cui mi sono occupato, ciò starebbe a dimo— strare che questa specie è soggetta a ritorni, a regressi isolati verso una fase atavica. Una accurata ispezione dell’apparato riproduttore nel sog- getto in fase atavica sarebbe stata assai utile, potendo trattarsi di un individuo nel quale l’ apparato riproduttore fosse irrego- larmente sviluppato. Il ritorno verso una fase imperfetta sarebbe stato, in tal caso, conseguenza della imperfezione organica. Ariccia, giugno I9II. Istituto di Zoologia, Anatomia e Fisiologia dei Vertebrati in Firenze diretto dal prof. ERMANNO GIGLIO-T0S Dott. ENRICO BALDUCCI libero docente ed aiuto La nuova cattura ne huadlita «di un “Pelecanus crispus,, Bruch Nella località detta « Grugno » (padule di Bientina) presso Pon- tedera, fu ucciso da un cacciatore del luogo, sig. Guipo Pacini, il 18 giugno corr. un bellissimo esemplare di pellicano riccio, 9 adulta. Portato fresco e in carne al Museo di Storia naturale di Fi- renze, dove fu accuratamente esaminato dal Dìrettore del Museo dei Vertebrati, prof. Ermanno GicLIo-Tos, fu acquistato dal sena- tore Marchese CarLo RipotLri per la sua ricca collezione ornito— logica a Meleto in Val d’ Elsa. Le dimensioni del pellicano in parola non superano quelle normalmente citate, e neppure vi sono particolarità speciali da riferire. Ad ogni modo credo utile ripetere i caratteri principali che si rilevano da questo esemplare. Il colorito del piumaggio è di un bianco leggermente tendente al cenerino, tanto sul dorso quanto sul groppone. Le penne però hanno il rachide nero. Le remiganti primarie sono nerastre e le secondarie grigio scure con cuopritrici bianco grigiastre. Alla base del collo e sul davanti, si trova una fascia di penne allungate, rigide e di color giallicio. Le penne della fronte formano un angolo rientrante molto pronunciato alla base della mascella superiore; quelle del vertice e dell’ occipite sono allun- gate setose e ricciute, formando un ciuffo discretamente sviluppato. Il becco è grigio bruno di sopra e variegato sui lati di rosso, mentre alla base è azzurrognolo. NUOVA CATTURA IN ITALIA DI UN ‘“ PELECANUS CRISPUS,, BRUCH 69 Il sacco gulare è giallo aranciato, venato di grigio e rosso, ed il colore è più intenso all’ apice del becco e nella parte infe- riore, mentre è più chiaro e volge al giallo alla sua base. In questa regione, limitante il margine della ranfoteca inferiore, si trova una macchia nerastra, con margini irregolari e non nitidi, della lunghezza di m. o,1oo e larga m. 0,035. È La regione nuda intorno all’ occhio è ristretta, ed è di color . carnicino. L’iride è bianco giallastra. I tarsi sono di un bel grigio piombo. Questo pellicano ad ali aperte misura m. 2,50. La lunghezza del suo corpo, presa dall’ apice del becco all’ uropigio, è di metri 1,610. Il becco ha un'apertura di m. 0,40 e alla base della ma- scella superiore è largo m. 0,036. L’ unghia è di m. 0,030. Il braccio è di m. 0,350 mentre l’ ala misurata dall’ articola- zione dell’ avambraccio col carpo fino all’ estremità delle remiganti primarie è di m. 0,720. Le penne timoniere in numero di 22 sono lunghe m. 0,25. Il tarso misura m. 0,120 e le dita, dal pollice al dito esterno, misu- rano rispettivamente, non comprese le unghie, m. 0,450 — 0,800 — 0,116 — 0,108. Le unghie sono lunghe m. 0,016. Questa specie fu annoverata tra quelle italiane per la prima volta dal Bonaparte (Fauna Ital. Ucc. Introd.), poi dal CoNTARINI che ne conservava due individui, ma il conte Ninni ha. dimostrato che non si possono ritenere con sicurezza come presi da not. Il SALVADORI pur credendo non improbabile il suo arrivo in Italia, | trovandosi questa specie in Dalmazia ed in Grecia, non nasconde tuttavia il dubbio che sia avvenuto qualche errore nella determi- nazione degli individui dal ConrariIni attribuiti a questa specie, ed è perciò che l’ annovera molto dubitativamente fra gli Uccelli italiani, (Fauna d’ Italia, Uccelli, 1872). Il GicLioLi però (Avifauna Ital. 1886) cita questa specie fra le italiane, perchè potè avere uno splendido maschio adulto, uc- ciso a Nonantola nel Modenese in principio della primavera del 1865 o del 1866. Il conte Ettore ArRIGONI DeeLI OppI (Manuale di Ornit Ital., 1904) non ha mai visto un P. crispus autentico preso in Italia, però ammette la specie fra le italiane unicamente sull’ autorità del GiGLIOLI. 70 ENRICO BALDUCCI Il MarTORELLI (Gli Ucc. d’Italia, 1906) annovera questa specie fra le italiane, e cita oltre gli esemplari della Collezione centrale di Firenze quello che fu preso a Camporeale (Palermo) 1’ 8 maggio del 1890, e attualmente esistente nel Museo Zoologico della Uni- versità di Palermo (WHITAKER). Il GigLioLI (Av. italica, 1907) insiste nel dare per italiana questa specie ed enumera 6 esemplari di P. crispus autentici presi in Italia. “0a Per conto mio, mi pare che non vi possa più essere alcun dubbio in proposito, e del resto l’ esemplare acquistato dal mar- chese CarLo RipoLFi è una buona testimonianza per confermare questa specie fra le italiane. Perchè si sappia quali esemplari possiede ‘la Collezione cen- trale degli animali vertebrati italiani di Firenze, ricopio quanto sta scritto nelle schede dei quattro esemplari esistenti, schede che furono scritte dal GiciIoLI stesso. « 1.° Pelecanus crispus, Bruch. 3g’, primavera del 1865-66. » Nonantola (Modena). Viaggio del prof. E. H. GigLioLI; in « cambio dal Museo Zoologico della R. Università di Modena. » Fu acquistato fresco dal prof. G. CANESTRINI e collocato in Col- « lezione col nome di P. onocratalus. È evidentissimamente il « P. onocrotalus, menzionato, ma non visto, dal prof. DODERLEIN « (Avif. Mod. e Sic. p. 224) giacchè nel Museo Modenese vi erano « tre soli P. onocrotalus, ed uno era questo. « Non è possibile che il pellicano menzionato dal Doderlein, « siccome avuto dal TocnoLi dal Reggiano, fosse pure un P. cri « spus (V. DoDpERLEIN. Ibid.). « Non so cosa ne sia avvenuto; in ogni modo questo è « l unico individuo che conosco di quella specie presa in Italia, « fuori della Dalmazia, ove sarebbe abbastanza comune nella bassa « Narenta. M. 1042. Coll. 1395. « 2.° Pelecanus crispus, Bruch. g' juv. gennaio 1877. Poz- « zailo (1) (Sicilia meridionale). Ucciso con molti altri dopo una {1) Ho voluto riesaminare insieme al Direttore del Museo,, prof. GIGLIO- Tos, questo giovane che il prof. GIGLIOLI credette di P. orocrofalus prima e poi di ?. crispus, ma nonostante il parere del GIGLIOLI, ci siamo fermamente convinti che esso, sia per la grandezza e la forma dell’ area nuda intorno agli « “ “ “« NUOVA CATTURA IN ITALIA DI UN ‘“ PELECANUS CRISPUS ps BRUCH 71 fiera burrasca; erano tutti giovani. Avuto in cambio dal R. Isti- tuto tecnico « Archimede » di Modica. Sulle prime l’avevo creduto un giovane del P. ozocrotalus. M. 2007. Coll. 2274. « 3° Pelecanus crispus, Bruch 9. 18 maggio 1880. Metcovic’ (fiume Narenta, Dalmazia). Dal prof. Groreio KoLomsarovie’ di Spalato. Iride bianca! M. 1249. Coll. 1592. u 4.° Pelecanus crispus, Bruch. 3g" ad. 7 aprile 1894. Co- trone (Catanzaro). Donato in carne dal barone BarRacco. « Venne preso esausto di forze sulla spiaggia dell’ Ionio presso la foce del fiume Neto. La borsa gulare è rosso mat- tone. M. 3326. Coll. 3485. Firenze, 23 giugno IQII. occhi, sia perchè le piume si avanzano quasi ad angolo alla base del becco, sia ancora per la forma delle piume del collo, del capo, e per il colore dei ‘piedi che sono quasi carnicini, debba ritenersi piuttosto come giovane di ?, onocrotalus. Per tal modo gli esemplari di . crzsfus della collezione di Firenze si riducono a 3 soli. ALESSANDRO GHIGI L'itinerario del Gabbiano comune dal Baltico Il 23 febbraio del corrente anno 1gri, nelle vicinanze di Lugo di Romagna veniva ucciso un esemplare di Larus ridi bundus con anello d’ alluminio al piede, recante 1’ indicazione N. 2088 « Vogelwarte Rossitten. » È questo il secondo esemplare con marca dell’ osservatorio ornitologico di Rossitten, che viene catturato a monte delle valli di Comacchio. Il primo esemplare mi venne comunicato nel 1907; era stato ucciso il 30 marzo a S. Pietro Capofiume in comune di Molinella, provincia di Bologna e portava il N. 34. Il prof. THIENEMANN nel suo rendiconto annuale sull’ andamento dell’ Osservatorio di Ros- sitten (1) rilevò l’importanza di questa cattura, giacchè il gabbiano inanellato il 4 luglio 1905 veniva preso a 1360 chilometri di distanza, dopo un anno, otto mesi e 20 giorni. Contempora- neamente al gabbiano N. 34 ne erano stati inanellati altri due, che furono poi uccisi nell’inverno del 1906, uno alla foce del- l’Elba e l’altro sul lago di Ginevra. Nel successivo rendiconto del 1908 (2), da una carta geografica sulla quale sono tracciate le catture di esemplari di questa specie muniti dell’ anello di Rossitten, si rileva come dalla costa di Pomerania una colonna migrante si sposti verso occidente lungo (I) THIENEMANN, J. — « VII Jahresbericht (1907) der Vogelwarte Rossitten der Deutschen Ornithologischen Gesellschaft ». Journ. Ornith., 190g. (2) Journ. Ornith. Heft III, 1909. Ù Ra PLAN AIN, e Rn pt L'ITINERARIO DEL GABBIANO COMUNE DAL BALTICO ALL’ ITALIA 73 la spiaggia del Baltico, del Mar del Nord e dell’ Atlantico: 1’ esem- plare più distanziato è stato ucciso nelle vicinanze di Bordeaux. Da questa colonna migrante in direzione da Est ad Ovest, se ne distaccano due in direzione prevalentemente da Nord a Sud, e che seguono l'una i corsi della Vistola, dell’Oder e del Danubio, l’altra il corso del Reno e del Rodano. I gabbiani giunti in Italia appartengono alla prima colonna. Questa parte manifestamente dalle spiaggie di Kénigsberg e rag | giunta la Vistola, con volo chiaramente diretto a mezzodi, rag- giunge prima l’ Oder all’ altezza di Breslavia, e poscia il Danubio all’ altezza di Vienna. A questo punto entriamo nel campo delle congetture. Il THIENEMANN nella sua carta suppone che i gabbiani seguano il Danubio verso oriente fino al confluente colla Sava, poscia risalgano questo fiume fino a raggiungere Trieste, d’ onde una parte ridiscende lungo le coste della Dalmazia, mentre 1 altra percorre quelle d’Italia. In linea di fatto un esemplare è stato catturato a Trieste, due a Spalato e gli altri in Italia. Le valli di Comacchio sono un buon quartiere d’inverno pei gabbiani di Rossitten: sei esemplari inanellati sono stati presi in quella località fra il 1906 ed il 1908: a questi vanno poi aggiunti i due di Lugo e Bologna. Dalle nostre contrade, secondo il THIE- NEMANN; i gabbiani percorrendo le spiagge dell’ Adriatico, raggiun gerebbero l’ Affrica, ove un esemplare inanellato veniva preso il 12 gennaio 1908 presso Tunisi. Sono disposto a non contrastare l’opinione del THIENEMANN, che dal quartiere d’ inverno di Comacchio il gabbiano possa scendere ulteriormente lungo la costa dell’ Adriatico, girare la Sicilia e raggiungere l’Affrica. La possibilità di simile itinerario è suffra- gata dalla via che i gabbiani seguono in direzione del parallelo lungo le coste dei mari settentrionali, e poi dalla Bretagna in giù lungo l’ Atlantico, modificando la direzione del loro volo nel senso del meridiano. Ma i due esemplari catturati a Bologna ed a Lugo suggeriscono una diversa interpretazione. Questi uccelli avevano già mutato dire - zione non solo, ma si erano altresì notevolmente internati nel continente. È noto a chi ben conosca l’ idrografia delle provincie erniliane, che le valli di Comacchio si stendono lungo la costa fin 74. ALESSANDRO GHIGI verso Ravenna, ove trovasi poi una serie di acquitrini in corrispon- denza di piccoli fiumi, spesso neppure segnati sulle carte geo— grafiche d’ uso comune. Il bacino idrografico delle valli di Comac- chio non si può dire contiguo a quello del Basso Bolognese, e gli uccelli che dal primo passano nel secondo, hanno già attraver- sato zone di piano a coltura asciutta. Il volo dei gabbiani che da Comacchio raggiungono Bologna è un volo in direzione spic- catamente occidentale, che si svolge fra l’ aito Appennino a Sud ed il Po a Nord. Ora se è giusta la supposizione del THIENEMANN, che il Larus ridibundus, raggiunto il confluente del Danubio colla Sava, risalga ad occidente lungo il corso di questo fiume, credo di non errare esprimendo l’ avviso che i gabbiani uccisi nel Bolo- gnese fossero disposti a risalire il Po in direzione occidentale, per raggiungere poi i grandi laghi alpini ed il bacino del Rodano, donde s’ apre loro facile la via verso il Nord nell’ imminenza della riproduzione. Ed a questo proposito giova ricordare che di 616 gabbiani inanellati a Rossitten a tutto il 1908, nessuno è tornato a farsi prendere colà, il che prova che molti almeno di essi non tornano dopo il viaggio alla loro antica colonia. Bologna, 15 luglio 1911. a: , TI EC, ag LAO LA) Prof. GIACINTO MARTORELLI Nota sopra alcuni ibridi fra il “Diardigallus diardi,, Bp. ed il “ Gennaeus melanonotus,, (Blyth) (con una tavola in tricromia Il notevole caso d’ibridismo fra le due specie Diardigallus diardi e Gennaeus melanonotus, si è verificato nel riparto Zoolo= logico da me diretto del Giardino Pubblico Municipale di Milano durante l’ estate scorsa (1910), e gl’ individui nati da questo con nubio e vissuti prosperosamente sino ad ora sono cinque. Aven- done attentamente seguito lo sviluppo, ed avendo continuato ad osservarli anche dopo il compiuto accrescimento, mi sono sem- brati meritevoli di particolare descrizione ed illustrazione, anche perchè, consultate tutte le opere e periodici ornitologici che sono a mia disposizione, ed interrogati competenti avicoltori, non mi risultò che già si fossero ottenuti ibridi fra queste due specie di fagiani spettanti a due generi assai ben distinti. Fu anzi veramente . la novità della combinazione, che mi indusse a tentare l’ accoppia- mento di un © Diardigallus diardi con una 9 Gennaeus mela- nonotus, dopo che per la morte della 2 diardi mi rimase il 4 improvvisamente privo di compagna, nel momento che esso comin- ciava ad entrare in ardore. L’accoppiamento avvenne rapidamente e si succedette in tre riprese la deposizione delle uova: alla prima si ebbero ro uova, alla seconda 3, alla terza 2; tutte vennero covate colle Gallinette Bantham, e nacquero in tutto nove pulcini, dei quali quattro mo- rirono tosto, e cinque crebbero egregiamente e sono tuttora belli e vigorosi. La covatura delle uova durò in media 27 giorni. Assai per tempo i novelli si dimostrarono diversi da ciascuna delle due 76 GIACINTO MARTORELLI specie generatrici, e l’unica femmina apparve subito ben distinta dai quattro maschi e propendente per l’ insieme dei caratteri piut- tosto verso la 9 diardi che non verso la 9 melanonotus (1) ma dei quattro maschi, che dapprincipio parevano tutti eguali, due manifestarono a sviluppo completo una prevalenza dei caratteri del G. melanonotus J' e i rimanenti spiegarono invece quelli del g' diardi più spiccatamente. A questi ultimi appartiene appunto il maschio da me rappre- sentato nella tavola accanto alla femmina ibrida, ed il maggiore avvicinamento ai caratteri del diardi non si limita ai colori, ed al disegno, ma si estende ancora alle forme, avendo statura più grande che il g' melanonotus e la forma della coda, grande e lunga, più simile a quella del J' diardi. Prima di descrivere particolarmente i caratteri. di questi cinque ibridi, ricorderò che fin dal principio della primavera di quest’ anno, ho tenuto insieme alla femmina successivamente cia- scuno dei due ibridi più simili al D. diardi, perchè rassomigliando anche la femmina maggiormente a questa specie, mi parve che l’unirla a questi offrisse maggiori probabilità di riuscita per quanto questa non potesse prevedersi buona, sia per la consueta infecondità degl’ ibridi, sia per la eccessiva consanguineità; sia infine perchè nel primo anno di età questi uccelli riescono facil- mente infecondi, anche quando sono di pura discendenza. ; Ho già detto che la femmina ibrida rassomiglia decisamente alla femmina del Diardigallo, e difatti confrontandola coll’ esem- plare che ho presente della Collezione Turati (N. 14136), tale rassomiglianza appare perfetta. Debbo tuttavia notare che questo esemplare della Raccolta non porta indicazione di sesso, ma sem- plicemente « juv. mens. XV, Italia (dom.) » e che perciò ho con- frontato la femm. ibrida colle figure e descrizioni degli Autori (2). (1) Nella denominazione di queste due specie mi sono uniformato a quella adottata dello SHARPE nella « Hand-list of Birds » vol. I, 1889, non avendo esso accettato quelle adottate dal GRANT nel XXIT Vol. de! « Cat. Birds Brit. Mus. », cioè: LopRura diardi e Gennaeus muthura. (2) Dalla figura di WoLrr e KEULEMANS nella Monogr. dei Fagianidi di ELLior vol. II.°, non si possono riconoscere i caratteri precisi della 9 d:iardi, essendo la tavola molto mal colorita dai coloritori, mentre ne è eccel- lente il disegno dovuto ai due celebri artisti suddetti. NOTA SOPRA ALCUNI IBRIDI ECC. 101 Dalla femmina del Prelato, quella ibrida differisce principal— mente per avere tutta la coda a timoniere bruno-scure, come quelle mediane: queste però sono segnate da fascie vermicolate gialliccie, simili a quelle che attraversano i varii ordini di copri- trici dell’ ala, mentre nella 9 diardi le tre o quattro penne più esterne di ciascun lato, sono di color rosso-castagno intenso e le fascie gialliccie sul bruno delle copritrici superiori dell’ ala, sono più regolari e meno interrotte dalle vermicolature nere. Invece il rosso del collo, del petto e del dorso, è quasi identico a quello della specie pura, a D. diardi. Avendo poi questo esemplare mutato fuori di stagione parte del piumaggio, cioè sul capo e sul collo, solo ora, dopo che venne eseguita la tavola, le piume del pileo si sono alquanto prolungate producendo un ciuffo che tuttavia nell’ atteggiamento di riposo non apparirebbe perchè reste- rebbe adagiato sul vertice e sull’ alto della nuca, essendo poca cosa. Anche la forma ed il portamento di questa femmina ibrida rassomigliano assai più a quelli della 9? del diardi, che non a quella della 9 melanonotus, essendo più svelta ed avendo portamento più nobile ed aggraziato, onde è probabile che, qualora si accop- piasse col maschio diardi puro, i prodotti avrebbero caratteri ben poco diversi da quelli tipici di quest’ultima specie. I quattro maschi ibridi hanno in gran parte le forme ed. il portamento del Prelato, essendo di forma più svelta e più alta del . Melanoto, o Kirrik, come appare anche dalla figura. Due di essi hanno la coda notevolmente più breve ed allargata che il Prelato, onde per questo carattere si avvicinano più degli altri due al Melanoto, e del resto anche negli altri caratteri, come la poca estensione del grigio sul collo, sul dorso e sulle ali, la rasso- miglianza è maggiore col Melanoto. Invece quello che ho figurato, e l’altro ad esso simile, hanno la coda molto lunga ed a fiocco, sebbene le penne lunghe non siano così lunghe ed elegantemente falcate come nel Prelato tipico. In questi due esemplari, il grigio delle parti superiori scende alquanto sui lati del collo apparendo abbastanza distinto dal nero a riflessi del mezzo del collo: non sì tratta però di un vero color grigio, ma di una semplice simu- lazione dovuta all’ abbondanza delle vermicolature bianche sul nero delle piume, e nei punti di confine con altre penne più scure 78 GIACINTO MARTORELLI i puntini bianchi spariscono pel luccicare dei riflessi azzurro-verdi secondo la luce che emana dal color nero di fondo delle piume. Anche nel Prelato il grigio del collo, petto, dorso ed ali, quan- tunque più deciso, è formato da una vermicolatura bianca su fondo nero, ma essa è molto più fina ed anzi sul collo è appena per- cettibile colla lente: va invece insensibilmente crescendo verso il petto e più ancora sulle ali. Anche qui il confine delle copritrici essendo meno vermicolato, si formano curiose macchie nere in forma di fascie sulle spalle e di occhi sulle remiganti secon darie, mentre il nero di questi spazii è fiancheggiato di bianco ed in certi punti riflette 1’ azzurro. Questi riflessi si vedono pure, ed anche. più diffusi negl’ibridi, ma la marmoreggiatura delle piume è assai più grossa e quindi il colore risultante è più oscuro, e solo i confini delle copritrici sono schiariti dalla maggior fittezza delle vermicolature bianche. Nelle ‘parti inferiori del collo, al basso ventre e sottocoda, le piume hanno la parte coperta nero-uniforme vellutato, senza i riflessi azzurri, nè verdi; ma sui fianchi questi sono. azzurro— violacei vivi. Osservando questi maschi dall’ esterno degli aviarii, mi aveva sorpreso il non vedere. la minima traccia del bellissimo rosso— piropo che nel Prelato forma una larga frangia semicircolare a ciascuna penna del groppone e sopraccoda, dopo lo spazio giallo— aureo dell’ alto groppone; solo notavo che ogni penna aveva una spiccata frangia nera vellutata in luogo del rosso circondante lo spazio centrale a riflessi azzurro-verdi, e ne avevo concluso che in questa parte avessero preso assoluto sopravvento i caratteri del Melanoto colla semplice eliminazione dei margini grigio -ar- gentei che succedono al contorno nero di queste copritrici. Ora, avendo in mano varie di queste piume tolte da due degli ibridi, vedo chiaramente la forte differenza dalle corrispondenti piume del Melanoto, non solo nei colori, ma anche nell’ ampiezza e nella forma: ma, quel che più importa, ho notato 1’ esplicarsi di un tentativo di imitazione della suddetta frangia rossa carat- teristica del Prelato. Infatti sull’ estremo margine di ogni piuma, sì nota uno strano scintillio di punti color rosso-fuoco misti ad altri dorati e, guardandoli con forte lente, appaiono della forma dei punti chiari delle estreme copritrici del dorso, là dove confi- NOTA SOPRA ALCUNI IBRIDI ECC. 79 nano colla caratteristica grande fascia color d’oro di zecchino, che divide il grigio del dorso dalle piume arcate del basso grop- pone. Ora nelle dette estreme copritrici del Prelato, osservandone colla lente le parti più prossime al margine che ha già le barbo- line d’oro, si vede che in luogo del bianco-grigiastro, i punti chiari sono formati da microscopici spazî lucenti di vivo argento, ai quali ne succedono altri dorati. Così in questi punti del piu- maggio normale del Prelato maschio adulto, si osserva in atto quella medesima tendenza che appare sui margini delle penne dell’ ibrido nel groppone. Basterebbe infatti che nei successivi individui, che spero otte- nere colla continuata ibridazione, questi punti andassero aumen tando progressivamente di numero e di estensione, perchè finis- sero per congiungersi e ricostituire la elegantissima frangia di color piròpo delle piume sopracaudali del Prelato. Ritengo che ciò si potrà ottenére in una seconda, o almeno in una terza gene- razione, sia incrociando i quattro ibridi maschi con altrettante femmine diardi, sia incrociando la femmina ibrida con un Prelato maschio. Intorno alle altre parti nulla ho da dire, e solo ricordo che il ciuffo dei maschi non imita affatto quello singolare del Prelato, nel quale gli steli delle piume sono scoperti dalla base fino a quella sorta di fiocco che è formato dalle barboline all’ estremità di ciascuna piuma. Le caruncole perioculari sono di forma ordi- naria e non si prolungano a punta come quelle del Prelato. Il becco è ugualmente bianco corneo ed i tarsi sono rosei, cioè assai più chiari che nel Prelato. Con ciò termino la presente Nota, avendo però il proposito di riferire a suo tempo quanto avessi ancora ad osservare, o nelle successive mute di questi preziosi ibridi, o nei loro possibili derivati futuri. Nel chiudere ricordo che non sono conosciuti, per quanto ho potuto indagare, altri ibridi del Prelato col Melanoto, ma solo uno coll’ Eupolocamo lineato ed è una 2 del Museo di Londra nata nei giardini della Societa Zoologica di Londra (vol. XXI del Catal. Mus. Brit. p. 201); di più il SucHETET (1) in una nota (I) Les Oiseaux hybrides etc. par ANDRÈ SUCHETET: cinquième partie p. 597, an. 1895. Lille. 80 GIACINTO MARTORELLI tra gl’ incroci da esso operati nel gruppo degli Euplocami, ne cita anche uno di £. praelatus x E. nyctemerus, ma non dice di averne ottenuto alcun risultato. Da tutto ciò deduco che la distanza da questo Fagiano agli altri, anche quelli che sembrano più prossimi, è tanto grande nel senso fisiologico, quanto lo è in quello morfologico e perciò il pre- sente incrocio, ottenuto per mero caso, mi sembrò non immerite- vole di particolare illustrazione. bevi. NOTE Intorno alla Calandra nera: — Alla pagina 132 degli “Uccelli ,, della “ Fauna d’Italia ,,, in una nota, io fui il primo ad annunziare che la Calandra nera era stata trovata in Italia. Ivi io feci notare che il Prof. BoneLLI il 13 giugno rgro aveva letto alia R. Accademia delle Scienze di Torino una Memoria col titolo: “ Observations sur les alouettes avec description et figure de la Calandre noire de Tartarie, de la Girole (1) etde la Calandrelle, espèces récemmentobservées en Piemont ,. (2) Appariva da ciò che la Calandra nera era stata trovata in Piemonte. Lo stesso Bonetti l’ anno seguente l’annoverò nel suo “ Catalogue des oiseaux du Piemont ,. Quella memoria non fu mai pubblicata (3) e nel Museo di Torino non esistendo nessuna Calandra nera presa in Piemonte, mi venne il dubbio di qualche possibile errore e perciò mi astenni dallo annoverare la Calandra nera fra gli uccelli d’Italia, la qual cosa feci più tardi alla pag. 314 di detto mio lavoro, giacchè, rovistando fra le carte del Museo di Torino, io aveva trovato due figure inedite, l’una della Ca- landrella e l’ altra della Calandra nera, le quali evidentemente erano quelle che dovevano servire ad illustrare la Memoria del BoneLLi. Mancava tuttavia ogni indicazione intorno al tempo ed ‘al luogo della cattura del raro esemplare. Finalmente rovistando recentemente fra le carte del Profes— sore BonELLI, conservate nel Museo, sono riuscito a trovare il manoscritto della sua Memoria inedita, nel quale si legge la (1) Sotto il nome di « Girole » il BonELLI intendeva descrivere la Giarola di ALDROVANDI (Orn. II, p. 765 con figura alla pag. 766). Su questa figura si fonda l’ « alouette d’ Italie » (Alazda ztalica) del BrIssoN (Orn. III, p. 355) e del GMELIN (< Syst. Nat. » I, p. 793). (2) Vedi « Mem. Ac. de Turin ». X.XII (1816), pi XXVIII. (3) Probabilmente la ragione della mancata pubblicazione fu che il BONELLI si accorse che la Giarola non era una buona specie, ma niente altro che il giovane della Lodola comune; difatti il BONELLI nell’ opera citata dell’ ALDRO- VANDI, conservata nel Museo di Torino, alla pag. 766 del vol. III, ove è figurata la Giarola, scrisse a penna: » è una giovane Lodola comune » Box. Riv. di Ornitologia. 6 RIVISTA DI ORNITOLOGIA A » seguente notizia relativa alla Calandra nera: “ Un individu de cette espèce a été pris l’automne de l'an 1803 par un oiseleur qui chassoit aux alouettes dans les campagnes d’ Alexandrie, C'est M.r le Docteur Lorey, chirurgien Major, qui eut cet in- dividu et c'est à sou amitié et à son zèle pour l’histoire natu- relle, que j’en dois la communication ,,. Il BoxneLLI, nella sua Memoria, oltre alla storia della Calandra nera, dette la descrizione colle dimensioni dell’ esemplare pie- montese, notando tuttavia di non poterne indicare l’ apertura d'’ali, avendolo ricevuto imbalsamato. Il BonELLI non dice cosa sia avvenuto di quel raro esemplare; non pare che esso sia stato depositato nel Museo, giacchè nep- pure è registrato neì catalogo, la’ quale cosa non mi sorprende, la cattura di quell’ esemplare e la notizia avutane dal Dott. LoREY rimontando ad una data anteriore alla entrata del Prof. BonELLI nel Museo. Potrebbe anche essere avvenuta la restituzione di quell’esem-. plare al Dott. LoRrEv. T. SALVADORI Su due interessanti ibridi catturati nel Friuli. — Nell’ot- tobre del 1910 venne preso con le reti nei dintorni di Udine un ibrido di Peppola con Fringuello. Un secondo individuo, catturato anteriormente, conservasi nel Museo del locale R. Istituto Tec- nico. L’ esemplare della mia Collezione è un maschio, e per quanto riguarda le parti inferiori del corpo, s’ avvicina nel com- plesso della colorazione delle penne più alla Peppola che al Frin- guello, non notandosi che una maggiore estensione del rosso-ruggi- noso, il quale giunge a coprire interamente il petto. Tale tinta ha un leggero accenno al rosso-vinato del Fringuello. Eccettuate la fronte ed il vertice, tutte le altre parti superiori si avvicinano per co- lorazione e disegno assai al Fringuello ; il groppone è di un bel giallo- zolfino, che tende leggermente al verdognolo nella parte più alta. Il secondo ibrido, del quale intendo far menzione, è un ma- gnifico d' ad., incrocio del Cedrone con Fagiano di monte, che ho avuto per mezzo della squisita cortesia del sig. Emilio Pico, pro-Sindaco di Udine e catturato nell’ ottobre u. s. oltre Forni, Canale del Tagliamento; è il primo individuo che ho potuto ve- dere nei 34 anni da che mi occupo della locale Ornitologia. Esso non presenta alcuna differenza con gli individui figurati nel nuovo Naumanx, nel FrIpERICH e nel FrrrscH, solo nell’esemplare figurato da quest’ultimo A. manca il bianco alla base delle re- miganti secondarie ed il tarso tiene più di quello del Fagiano di monte, mentre nel mio soggetto è intermedio tra le due spe- cie. Quattro macchie bianche, due delle quali più piccole, occupano porzione del gastreo dal petto all’ in giù; notevole è la maggior lunghezza delle quattro timoniere esterne, esse a coda chiusa BREVI NOTE 33 sporgono per oltre due centimetri e non differiscono affatto da quelle del Cedrone. L'amico ARrRIGONI DeGLI Oppi, nel suo « Manuale », parla di questo ibrido più diffusamente di tutti gli altri Autori nostri, ed anzi assicura essere stato catturato, oltrechè nel Trentino, nel Veronese e nel Bergamasco, anche nel Friuli. Per quanto riguarda quest’ ultima asserzione devo ripetere che in 34 anni di osser- . vazioni, non ho mai potuto constatare la sua presenza tra noi, e certamente data la relativa scarsità delle due specie madri l’i- ‘ brido deve essere straordinariamente raro. La notizia data dal- l’amico ARRIGONI va sicuramente attribuita a catture avvenute in tempi più remoti, e quando le due specie erano anche più fre- quenti d’ora. Udine, 2 giugno IQII. G. VALLON La « Erythrosterna parva » (Bchst.) in Toscana. — Nell’ot- tobre u. s., mentre mi trovavo ospite di mia Cugina Contessa CartescHi in una sua Villa presso Monterchi, il sig. G. Der di Bagno di Romagna le inviava un » mazzo » dei comuni uccelletti per l’ arrosto, più un « Pettirosso in miniatura sconosciuto », che con mia sorpresa riconobbi subito per un autentico Pigliamosche pettirosso. Per quanto io sappia, questo è il primo individuo ri- cordato dalla Toscana, ed è un bellissimo d* col rosso-aranciato della gola e del petto nettamente separati dal cenerino-bluastro della testa e dei lati del collo. Bagno di Romagna (Circondario di Rocca S. Casciano, Fi- renze), nei cui pressi venne catturato questo grazioso uccelletto risiede sulla schiena dell’ Appennino di Camaldoli alla sini- stra del fiume Savio, il suo territorio ha poche ed anguste pia- nure, ma conta alte sommità ricoperte da boschi e da ricche faggete ed abetine, e durante l’ autunno vi si fanno abbondanti cacce di tordi e d’altri uccelli di passo. Questo Pigliamosche in Italia è molto raro ed accidentale. Venne avvertito anzitutto dal PERINI pel Veronese nel 1832, e da allora vennero registrate non meno di 19 catture (1), poi un maschio l’ebbe il Conte CaRTOLARI dal Veronese, e finalmente l’individuo di Bagno di Romagna della mia Collezione. £ però probabile che questa specie sia comparsa altre volte tra noi, ma del pari sia sfuggita all’ osservatore perle abitudini solitarie e per essere poco appariscente. Firenze, 18 giugno IQII. C. PiccHI (1) GIGLIOLI E., Sec. Resoc. Inch. Orn. in Italia, 1907; D. 277 lt e DO 84 RIVISTA DI ORNITOLOGIA Cattura di un Fenicottero in Provincia di Venezia. — ll Feniccttero pel Veneto è uccello di accidentale comparsa come per tutta Italia, ad eccezione della Sardegna, ove giunge rego- larmente in agosto-settembre e ne riparte da marzo-aprile. Le catture di questo bellissimo uccello avvenute nel Veneto nello. . spazio di oltre un secolo, per quanto è a mia cognizione, sono le seguenti : a) 1793 (13 maggio 1792, fide NARDO), esemplare preso in una Valle da pesca del sig. VIANELLI di Chioggia, situata - tra le foci dell’Adige e quelle del Po, e citato dall’ Ab. -G. OLivi nelle « Trans. filosofiche della Soc. Reale di Londra ». © i 5) 1823, esemplare preso nella Vallesina dei sigg. Via— NELLI di Chioggia vicino a Caleri, fide Naccari in “ Orni- tolog. Veneta ,,. c) 1835, esemplare giovane ucciso in. Valle Serraglia da . un certo SELVAN di Gambarara, fide Ninni A. P.in“ Mater. . per la Fauna Veneta ,,. a) pelle di un giovane esemplare ucciso ai 5 settembre. 1885 nei pressi di Goro, e citato dal Trois negli “ Atti del R. Ist. Veneto.,- e, f, g) tre individui gy' ad. esistenti nella Collezione AR- rIGoni DeGLI OppiI colle seguenti date: 18 aprile 1890, Valle Zappa, Estuario Veneto: 1 marzo 1896, Tre Porti, mare di Venezia, e 22 ottobre 1896, Caorle, Laguna di Venezia. h, i, 1) DaL Fiume cita due individui nella Raccolta. del- l Accademia dei Concordi di Rovigo, ed uno ucciso lungo, il Po nell’anno 1878. m, n, 0) DaL NERO e Ciporra hanno fatto menzione. di tre individui giovani catturati lungo la sponda del Garda tra il 9 ed il 15 agosto 1891. Il 14 aprile u. s. mi venne portato un Fenicottero. ad., se- condo la descrizione fattami, ucciso nelle « barene » di Burano, La- guna di Venezia; malauguratamente il cacciatore non mi trovò in casa e portò il detto esemplare ad un farmacista di Burano, ap- passionato tassidermista, che non avendo potuto imbalsamarlo causa lo stato di avanzata putrefazione, pensò bene di tenerne lo scheletro, quale testimonianza della rara cattura (1). Monastier di Treviso, li 27 giugno 19I1 E. Ninni LI (1) Nelle molte escursioni da me fatte nell Estuario Veneto, non ricordo mai di aver. ucciso Fenicotteri, ma bensì di averne visti volare almeno un paio di volte, e precisamenre in Valle Zappa il 18 gennaio 1887 e nelle vi- cinanze di Tre Porti il 15 aprile 1907. — (Nota di E. A. D. O.) BREVI NOTE 85 Li Gaso di ginandria in un « Tinnunculus naumanni » (Fleisch.). — Il 19 marzo u. s., il sig. E. Buonamici di Firenze m’ inviava un Falco grillaio da lui ucciso in località detta « Cotone » a circa tre chilometri da Empoli, Firenze. È una bellissima femmina di completo sviluppo che. ritengo vecchia, perché riveste in parte l’abito proprio al maschio ad. I casi di ginandria nel Grillaio sono affatto accidentali, e nella Bibliografia che ho consultato, non ne ho trovato esempi, mentre ciò avviene non raramente nell’ affine Gheppio. Il mio esemplare di Grillaio ha il pileo e la cervice cenerini con strie più CUpe; un mustacchio grigio-azzurrognolo con gli steli delle penne più cupi, spicca sul color bianco-crema delle redini e della gola, e si fonde poi col cenerino-celestognolo delle guance; di tal colore sono i lati del collo e dell’ alto petto, che hanno strie centrali più cupe ed 1 margini lavati di gialletto; groppone e sopraccoda di un grigio— *blu uniforme, faccia superiore della coda dello stesso colore, ma con sfumature nocciola sui margini delle timoniere. Sul mantello di un nocciola-rossiccio, si nota una piccolissima macchia lanceolata grigio-nerastra sullo stelo, verso l’ apice di ciascuna penna della schiena; nella porzione nascosta di alcune penne della schiena e delle cuopritrici si scorgono accenni di una stretta fascia tra- sversale, poichè presso il margine di ambedue i vessilli è rimasta una breve linea che se avesse proseguito si sarebbe congiunta alla macchietta lanceolata centrale, continuando così il disegno della sottile fascia tipica della 2 ad. Il bianco della gola tende all’ isabellino-rossiccio lavato di vinato alla base dei lati del collo, sul petto, sull’ addome e sui calzoni, e poi degrada nuovamente « nel color crema del basso ventre e del sottocoda; rade sono le macchie sulle parti inferiori e di varia forma, cioè lineari e strette sul gozzo, più larghe sul petto, ovali sui lati e corditormi sui fianchi. Lungh. totale 314 mm. Questo Falchetto mi presentò alla dissezione un’ altra particolarità, cioè aveva ambedue: gli ovari egualmente ben sviluppati e con uova della grossezza di un seme di canapa, però l’ovidotto destro era assai più stretto del sinistro e pivbabilmente non funzionava (1). Era solo, e si aggirava sulla tesa degli storni del sig. CARO VANI, ed il Buonawrci nell’ inviarmelo mi scriveva: « l’ uccisi mentre sì tuffava per prendere gli Storni alle reti », però nello stomaco non trovai che avanzi di ortotteri, e forse non cercava di gher- mire uno Storno, ma d’ impadronirsi di qualche insetto che aveva veduto in mezzo ad essi. Fino adesso nello stomaco di tutti i Grillai che ho sezionato, non trovai mai avanzi di piccoli uccelli. Firenze, 29 giugno IQII. G. PiccHI (1) In una prossima Nota darò una lista degli uccelli, nei quali ho tro- vato anche l’ ovario destro interamente sviluppato o sultanto in parte. S6 RIVISTA DI ORNITOLOGIA Anomalia di colorito nell’ « Emberiza cirlus », L. — Nello scorso marzo acquistai sul mercato di Roma un individuo di Zi- golo nero colla seguente colorazione: Penne delle parti superiori fulve coi margini ceciato-isabellini; quest’ ultimo colore prevale sulla cervice, sul groppone e sul sopraccoda; lati del collo e parti inferiori di un giallo-chiaro, più pallido sui fianchi, sulla regione anale e sul sottocoda; una larga fascia fulvo-chiara attraversa il torace; piccole strie longitudinali brune sui lati della gola, che ingrandiscono e si fanno fulvicce e più sfumate, dilatandosi sul petto, sui fianchi e sul sottocoda, dove ritornano più strette, più scure e più decise; remiganti bruno-chiare, col margine esterno citrino-sudicio e la -porzione terminale biancastra; scapolari bian- castre, orlate di fulvo, queste formano ad ali chiuse due marcate fasce biancastre incorniciate di fulvo e continuate posteriormente dagli apici bianchi ed embricati delle primarie; timoniere bru- nastro—chiare colla solita macchia bianca cuneata sulle due più* esterne, colle altre marginate esternamente ed apicate di citrino— sudicio e colle due mediane bianco-isabelline nella loro metà terminale; becco e piedi appena più chiari degli individui! normali, statura normale; apparenza d’individuo adulto. i L’individuo, di sesso femminile, proveniva dalle circostanti campagne: esso andrà a far parte della Collezione del Museo Universitario Romano, dove esiste un altro individuo di Emberiza cirlus da me stesso donato, e che ebbi sull’ Appennino Marchi- giano (Pennabilli) nel settembre 1894. Quest’ ultimo è interamente bianco con una leggera sfumatura citrina, apparente soprattutto sulle parti inferiori e sull’ orlo esterno delle remiganti. Riproduce a perfezione l’abito di taluni canarini domestici molto chiari. Secondo il conte ArrIGoni DeGLI ODpDbI (1): « questa specie va soggetta raramente alle anomalie di colorito ». Roma, 5 luglio I9IT. Prof. G. ANGELINI Nuova incursione in Italia di « Loxia curvirostra ». — Or sono due anni avvenne per tutta la penisola italiana e nelle isole una grandissima incursione di Crocieri, e molte osservazioni furono allora fatte tanto sulla vastità e distribuzione dell’ incur- sione, quanto sulla forma o sulle variazioni di forma che presen- tavano gl’ individui dello stuolo invadente. Nell’ inverno del 1909-10 i Crocieri avevano già di nuovo abbandonato il nostro paese per ritirarsi verso il Nord al di là delle Alpi; ma ora dopo neppur due anni, sulle colline che cir- (1) « Man. di Ornit. Ital. », pag. 396, 1904. -’ MO RR a È ì AI pr hi E do è \ x BREVI NOTE 87 condano Bologna, mi è accaduto di osservare nuovamente gli ospiti inaspettati. E Molto meno numerosi che nel 1909, i Crocieri giunsero que- stanno sulle nostre colline sul finire di giugno, e si stabilirono nei giardini piantati di conifere. È degno di nota che anche quest’ anno la L. curvirostra, sebbene non tanto quanto due anni fa, è giunta nei nostri paesi assai prima di quello che sempre è stata solita di fare nelle sue incursioni. Forse questi branchetti già arrivati non sono che un’ avan- guardia. Tengo a richiamare l’attenzione di tutti coloro che in l:alia si occupano di ornitologia, su questa specie che è deside- rabile venga scrupolosamente studiata su un ricco materiale per conoscerne le variazioni e il loro valore, e che venga osservata in molte diverse località per stabilire la vastità, la distribuzione e, se è possibile, le cause delle sue irregolari emigrazioni. Bologna, 23 luglio I9II. FiLippo CAVAZZA . Variazione della Civetta delle nevi (« Nyctea scandiaca »). — Sul finire di aprile di quest’ anno io ricevevo dalla Siberia Russa due uccelli in carne uccisi ad Ust-Zylma sul corso del Petschora (Governo di Arkangelsk); essi appartenevano alle spe- cie : Allocco di Lapponia (Scotiaptex lapponica Retz.), e Civetta delle nevi (/Nyctea scandiaca, Sharpe). Il primo era un maschio, da me constatato anatomicamente, e nulla offriva di notevole, ma la seconda, pure da me anatomica- mente esaminata, era una femmina e ciò mi sorprese per. due buone ragioni: la prima consistente nelle sue dimensioni minime rispetto ad altra femmina ricevuta (N. 22182 9, anat., 14 marzo 1908 uccisa a Kivaara, Lapponia Svedese) e alle altre femmine pre- sunte della Collezione; la seconda consistente nel piumaggio in- teramente candido, tranne due piccole macchie nere in. corri- spondenza dei rudimentali ciuffi, caratteristici di questa specie, e pochissime altre isolate nell’estremità delle ali e della coda. Ora, riflettendo a queste due differenze assai importanti, io mi sono domandato se non si tratti di una diversità di razza, considerata la forte distanza che corre tra la Siberia e la Scan- dinavia; ma, naturalmente, colla semplice serie di cui dispongo sarebbe impossibile rispondere al quesito, il quale perciò rivolgo agli Ornitologi che si trovassero in condizioni piu propizie ri- guardo a questa specie. i : Le misure dell'esemplare di Ulst-Zylma sono le seguenti : Ala 400 mm., coda 210 mm,, tarso 35, dito medio senza unghia 45 Esemplare di Kivaara: Ala 467 mm., coda 246 mm,, tarso 50, dito medio senza unghia 56. 88 RIVISTA DI ORNITOLOGIA A me pare difficile che una femmina indubbiamente adulta, qual’ è quella di Ulst-Zylma, debba essere tanto minore di una che per l'abbondanza e la natura delle macchie, appare per lo meno immatura. Si aggiunga che mentre nella prima sono ben visibili i due cìu’fi, nella seconda non potei trovarne tracce, neppure mentre l’ esemplare era ancora in carne e di perfetto piumaggio. Sarà dunque opportuno indagare se queste differenze si verifichino negli altri esemplari siberiani. Lo SHARPE nel l« Hand-_ist » (vol. I° p. 284) ammette una sola specie, Nyctea nyctea, per il vecchio e per il nuovo Mondo, ma ciò non toglie ch possano esistere razze geografiche, come avviene per la mas sima parie delle specie circumpolari. | Milano, luglio IOTI. G. MARTORELLI Riproduzione della « Caccabis chuckar » in schiavitù. |— Il giorno 19 aprile di quest'anno (19II) il sig. Capitano Mar- chese DeLLa Rosa donava al Giardino pubblico di Milano fina coppia di coturnici proveniente da una località alle falde dell’ I- malaya nell’ India, cioè da Ranikhet, d'onde gli erano state in- viate da un suo congiunto colà residente. Riconobbi a prima vista in esse la specie orientale Caccabdis chukar J. E. Grav, solo notando che avevano una intensità di tinte un po’ maggiore di quella da me già osservata in qualche esemplare vivente del l'Asia Minore ed in una pelle raccolta in Siria dal Fesra nel suo viaggio; ma nessun altro carattere differenziale, ed anzi, confrontate con un esemplare montato colla collezione TuRATI proveniente pure dall’Imalaya e con un altro dal Nepal, non po- tei scorgere altre differenze che quelle lievissime affatto indivi duali. : Ciò mi ha permesso di considerare come sicure le prove- nienze dei due esemplari preesistenti nella collezione Turati, men- tre dapprima ne dubitavo, non vedendo indicata, nè nel Catalogo del Museo Britannico, nè nella » Hand-List », alcuna provenienza in- diana di questa coturnice, la quale ora possiamo dire che si estende dai monti del S.E. d’Europa, alla Persia, all’Arabia, al- l'Asia centrale, alla China e fino all’ India per l’Imalaya, senz’al: tre variazioni che quelle consistenti nell’intensità dei colori. I due soggetti ora donati sono poi notevoli anche sotto altri rapporti. Essi furono portati da quelle lontanissime regioni entro una piccola gabbia nella quale erano .separate da un divisorio di fil di ferro: giunte in Italia furono trasportate a Parma ove ri- masero circa due mesi nella stessa : clausura, pur dimostrandosi sempre estremamente familiari ed agevoli. Appena io le ebbi, fu- rono collocate in un comodo riparto dell’ Aviario dei giardini pubblici, ed immediatamente cominciò il corteggiamento e la fe- BREVI NOTE 1 89 condazione. Dopo 22 giorni, cioè al 14 maggio, era deposto il primo uovo cui ne successero altri 7 fino al 29 dello stesso mese di Giu- gno, giorno in cui fu deposto il nono uovo, e dopo una nuova sosta ne furono deposti quattro altri giungendosi al totale di 13. Le prime 8 furono affidate per la cova ed una delle solite gallinette Bantham, essendosi visto che il maschio tentava di beccarle, e così venne fatto per le successive. Nacquero dopo 25 giorni di incubazione sei pulcini, uno della prima covata e i rimanenti cinque il 26 luglio. l Se l’attitudine a riprodursi in cattività e nel nostro clima risultasse in altre coppie così spiccata come in questa coppia, è evidente che noi avremmo nella C. chuckar una eccellente specie di pernicide da sostituire alla scomparente C. rubra nelle regioni a terreno ondulato, o ricche di colline, se non forse anche nelle pianure, e mi parrebbe inutile spendere molte parole nel racco mandare la continuazione degli esperimenti, cosiderata anche la facilità colla quale si cms avere le Coturnici orientali dal Sud-Est d’Europa e dall’ Asia Occidentale. ° G. MARTORELLI Rilievi sull’ ubicazione di un nido di « Anorthura trogloytes ». — Anche quest’ anno ho avuto occasione di regi strare la curiosa scelta fatta da uno « Scricciolo » per stabilirvi il suo nido (1). Ho passato i mesi di giugno e di luglio alla Villa del Monte (in Val d'Elsa presso Certaldo, m. 214 sul mare) ed arrivandovi fui informata come in un’arco a sostegno di un ponticello co- struito alla rustica con sassi spugnosi, località continuamente fre- quentata dal personale di fattoria e dai lavoranti, un grazioso « Re di macchia », profittando di una piccola anfrattuosità esistente fra due di tali sassi stesse covando. Raccomandai a tutti cne non venisse disturbato. Ma passando io pure assai spesso vicino e al | disopra di detto arco, osservai che talvolta la madre scappando dal suo ricettacolo, sì precipitava a nascondersi fra gl’ arbusti che vi stanno vicino, Eta pehado il suo volo da ripetuti gridi angosciosi, mentre. altre volte non si muoveva affatto dal nido: ds quafido ne scappava non se ne allontanava soverchiamente, e passato il supposto pericolo in breve vi faceva ritorno. In seguito, cioè dopo alcuni giorni che più non l’avevo veduta uscire dal nido, supponendo che ne fosse definitivamente scappata assieme ai suoi piccini, volli sincerarmene ed entrando sotto l’arco e spingendomi quanto potei, mi persuasi facilmente che il nido era vuoto e che la covata aveva preso Il volo. Villa del Monte, luglio 1911. M. PautLucci (1) « Inch. Ornit. Ital. », Vol. III, pag. 302, 1891, e ARRIGONI DEGLI OPDI, » Man. di Ornit. Ital. »,pag. 206. 1904. DO RIVISTA DI ORNITOLOGIA CACCE, PASSAGGI E VARIE Catture notevoli nel Veronese - Comunico le seguenti cat- ture avvenute nel Veronese durante il I9I0: Aquila chrysaétus, sei esemplari, e cioè : agosto, da Giazza, parte montana; oftolte da Avesa presso Verona: da Revolto sopra Giazza: da Erbizzano, parte collinosa presso Verona; novembre, da Tracchi sopra Bosco Chiesanuova e da Ro- verè di Velo, parte montana; dicembre, da Podesteria sopra Bosco Chiesanuova. Erano tutti individui semi-adulti, eccetto una 9 di grandi di- mensioni ed affatto adulta; i suddetti esemplari furono tutti pre- parati per decorazione : Nyctale tengmalmi, 3 ad, novembre, Ferrara di Monte Baldo (Coll. Conte ARRIGONI DEGLI OpDr). Circaétus gallicus, 3 e È; ad., settembre, Avesa (| Colli suddetta). Phalacrocorax carbo, 5°, novembre, ucciso al Palo, Lago di Garda. Otocorys alpestris, î° semi-ad., novembre, Pescantina. Nel mese ‘di marzo u. s. ebbi non meno di dieci individui di Airone cenerino tutti catturati nella bassa pianura, tra Zevio e Legnago, ed a tale riguardo ricordo che la specie suddetta non sì mostra da noi ogni anno con eguale frequenza. Verona, li I aprile I91II. V. Dar Nero Notizie di Sardegna. — Rincaso oggi dopo 16 giorni di triboli per una gita per mare alle isolette del Toro e della Vacca (Sardegna merid.), gita proprio infruttuosa per le burrasche con- tinue e perchè, in causa del vandalismo dei pescatori, non trovai materiale ornitologico notevole. Le solite specie sedentarie ave- vano disertato quegli scogli, e pochi uccelli soltanto si libravano a grandi altezze, per riposarsi appena eravamo partiti. Ho notato pochi Gabbiani .corsi, qualche Falcone che, per le piccole dimen- sioni, riterrei .del. tipo fuzicus, e ben pochi Falchi della Regina in ambedue gli abiti dimorfici. Non un uovo, non un pulcino, e solo qualche oo maggiore covante un sol fopo. o Cagliari, 7 giugno I9IT. P. Bonomi CACCE, PASSAGGI E VARIE 9I % Non più Falchi in Calabria. — Era questa la sola caccia che animava i nostri cacciatori calabresi di un santo entusiasmo! Ora anche i Falchi hanno cambiato rotta, e la nuova via permette loro di raggiungere la meta in modo più tranquillo e sicuro! In- tanto gli anni trascorrono, una primavera si succede all’ altra ‘ed i famosi Pecchiaioli che a centinaia, a migliaia invadevano questo lembo estremo d’Italia si possono dire ora quasi rari. Anche in quest’ anno, come negli ultimi, il passo primaverile delle Alba- nelle, dei Falchi minori e dei Pecchiaioli è mancato, e si può ascri- vere a fortuna se alcuno tra noi ha potuto uccidere pochi Gheppi e qualche Albanella, perchè di Pecchiaioli un *4 dei nostri cac- ciatori non ne predarono affatto. E alla scomparsa dei Falchi in genere, ha tenuto dietro una diminuzione enorme di quaglie, tortore, di upupe e di tutti gli altri uccelli che nell’ estate ani- mavano le nostre campagne. Reggio di Calabria, 30 giugno 1911. A. GRIMALDI Catture varie. - Comunico le seguenti catture: Porphyrio smaragdonotus o Pollo sultano dal dorso verde, d' proveniente dal lago di Lentini (Catania), colla data 19 marzo 1908 (Coll. Marchese RpoLri, Meleto, Val d'Elsa). Chettusia gregaria, 2 giov., 11 novembre IgIo, Faenza (Coll. March. RipoLr1). Individuo identificato dalla signora Cecilia PriccHI. Otis tarda, 5° ad., 18 febbraio 19rI, S. Severo di Puglia (Coll. Marchese Ripotri). Ho avuto recentemente da Torino una Sylvia conspicil- lata, e so che altro individuo dall’ Alta Italia lo ebbe pure la signora ZAFFAGNINI. Firenze, 2 luglio IQII. ; R. MAGNELLI Il « Larus audouini » a Montecristo. - ll. prof. DAMIANI nel Corriere Toscano di Pisa, n. 166 del 17 giugno u. s., comunica che durante un’ escursione da lui fatta ‘all’ isola di . Montecristo il giorno tt giugno, venne ucciso sugli scogli di Cala Maestra un bellissimo individuo di Larus 'audouini. Era una femmina in perfetta livrea di primavera, iche ora si con- serva nella Raccolta Elbana della Villa di S. Martino a Porto- ferraio. Lo stesso DAMIANI aggiunge che è la prima cattura au- 92 RIVISTA DI ORNITOLOGIA tentica avvenuta a Montecristo del raro Larino; io ricordo però che durante un soggiorno da me fatto a Lilford Hall, nella splen- dida Villa di Lord LiLrorp, il compianto amico mi raccontava di aver veduto più volte Gabbiani corsi al largo di Montecristo, nelle crociere da lui fatte nel Mediterraneo, e di aver osservato Gab- biani posati sugli scogli della classica isola, che gli parvero appartenenti alla specie in parola. Ca’ Oddo di Monselice, li 5 luglio 19IT, E. ArRIGONI DeGLI OppI LIBRI E RIVISTE ii RASSEGNA DI PERIODICI Revue Francaise d’ Ornithologie publiée par MM. L. DexnisE et A. MeneEGAUX, Paris, H. Tessier, à Orleans. - 3.° année. INA 26 Jan Mona — HeLLmayR C. E. descrive Suptornis muiilleri sp. n. del Bra- sile settentr. affine a S. gutturata, il tipo è nel Museo di Monaco. - TeRNIER L. a proposito delle grosse comparse d’ Anatidi, Pivieri ed altro sui mercati Europei e che provengono dall’ Estremo Oriente, richiama l’attenzione degli Ornitologi di non fidarsi delle provenienze di certi uccelli venduti sui mercati e dei quali i ne- gozianti, per interesse, sì guardano bene d’ indicare la vera ori- gine; osservazione troppo giusta perchè anche gli Ovrnitologi italiani non ne facciano tesoro. — MARTIN R. cita gli uccelli che si nutrono. di libellule. — Bagin R. parla diffusamente di un nido di Cinciallegra trovato in una cassetta da lettere. -- MEnÉGAUX A. con- tribuisce una seconda nota sugli uccelli del Perù. — RoLLinaT R. parla dei Rapaci notturni del dipartimento dell’ Indre. — VaucHER A. cita la cattura di una femmina ad. di Xema sabinei avvenuta sul Lago di Ginevra nell’ agosto 1910, la quarta cattura svizzera della rara specie. — pe La RocHEeroucauLD P. dice di aver osservato una Beccaccia che mangiava semi di frumento, per il qual fatto la specie sarebbe anche granivora. N. 22,, Fevr. IQILI. Dupois A. descrive del Congo belga Dendromus Rasarcus sp. n., simile a D. carol, Cinnyris chloropygius Var. pauwelsi, var. n. Zosterops virens Var. reichenowi, var. n. — CHAPPELLIER A. parla del nido del Merlo, deposizione delle uova, incubazione, 94 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA uscita dall’ uovo, crescita e partenza dei nidiacei; conclude che dal 15-19 maggio vennero. deposte cinque uova, il 1.° giugno i piccoli sono nati, al mezzodì del 13 giugno il nido è vuoto. — HeLLMmayR C. E. descrive le seguenti forme, i tipi delle quali sono nel Museo di Monaco: Euphonia xanthogaster chocoensis, Buar- remon semirufus denisei, Colopterva pilaris griseiceps, Thamno- manes caesius schistogynus. — pe LA Fuve M. e pe DumasT G. rife- riscono i risultati delle proprie osservazioni personali sul regime alimentare «della Poiana in base di quarantotto autopsie intesti. nali; ritrovarono avanzi di numerosi roditori, sorci, talpe, piccoli rettili, rane ed insetti; invece analoghe’ osservazioni fatte in Ger- mania hanno dato che la Poiana è uccello dannoso, distruttore di fagiani, di starne ed altri uccelli, ciò sembra essere dovuto all’ enorme quantità di selvaggina delle riserve -tedesche e al fatto che allora il rapace si nutre della selvaggina ferita che va perduta. — Facart L. ricorda due Somateria mollissima catturate a Crotoy nel dicembre 1910. N. 23, Mars. IQIT, BrasiL L. parla di un individuo di /regupus varius con- servato nel Museo di Caen, dice che 15 sono i soggetti conser- vati nelle varie Raccolte, dei quali tre in Italia nei Musei di To- rino, Genova e Firenze. — Paris P. pubblica una Nota sopra alcune specie trovate in Francia e, non citate nel suo “ Catalogue des Oiseaux observés en France ,,; ricorda le ultime sottospecie, quali Corvus cornix sardonius, Carduelis carduelis tschustii, Passer hispa- niolensis arrigonii ecc., come accidentali Uragus sibiricus, Mota- cilla citreola, Telephonus senegallus cucullatus, Locustella fluviati- lis ecc., ed infine un Melizophilus armoricus su individui minori dell’ undatus, col bruno-cioccolata meno cupo e la testa lavata di grigio-ardesia. — D’ ARENBERG E. parla sull’ immobilità nel mime- tismo difensivo dell’ uccello, dimostrando con quale utilità gli uccelli si servono dell’ immobilità per sfuggire o sottrarsi ai pe- ricoli, e come essa agisca in tal modo da potente fattore mime- tico difensivo. N, 24 e 24 bis, Avril IQII. HeLLmayr C..E. descrive P%ilydor venezuclanus sp. n. del Venezuela, PWlydor baeri sp. n. del Brasile e Pittasoma rosen- bergi sp. n. della Colombia: i tipi sono nel Museo di Monaco. — Hugues A. parlando degli uccelli del dipartimento del Gard, dice che l’ Otis tetrax si riproduce ed è in aumento, così Pralincola rubicola ed. Upupa- epops, le Saxtcolae sono in diminuzione. — Paris P, continua l’ articolo del fascicolo precedente, citando catture rare come /ierofalco islandus in Normandia e nei Bassi Pirenei, dell’ Aquila adalberti, della Clangula islardica nel Cal- LIBRI È RIVISTE 95 vados, Somateria spectabilis, Nettium torquatum ecc.; ricorda come giustamente dubbiose Mareca sibilatrix, Dendocygna arcuata e viduata ed Aix galericulata. — LavaupeN L. parlando del Gypaétus barbatus conclude il suo articolo, già principiato nel fascicolo pre- cedente, cita una quantità di fatti diversi raccolti nei vari paesi abitati da questo bellissimo uccello e dimostra che sulle Alpi è dannoso perchè vive di preda vivente attaccando talora anche l’uomo, mentre nel sud dell’ Europa, nell’ Africa e nell’ Oriente ove trova abbondante nutrimento di ossa e carcasse, questo mae- stoso rapace è timido e non riesce dannoso; propone quindi di proteggerlo in questi ultimi paesi, mentre la sua distruzione. sulle Alpi è perdonabile pei gravi danni che arreca. — L’ HERMITTE ]J. parla della facilità con la quale la Streptopelia risoria s’ incrocia col Turtur auritus, procreando ibridi che sono fecoridi fino ad un grado abbastanza lato; dice che tali incroci sono di grandi dimensioni e potrebbero diventare una specie alimentare d’im- portanza, forse anche quale selvaggina se si giungerà a stabilire la razza ed a riprodurla con facilità, ciò che gli sembra raggiun- gibile. — MaGauUD D’Augusson P. dà una Lista ragionata dei Tram- polieri e Palmipedi osservati nella baia di Somme e sulle coste della Picardia, ottime località di rifugio e di passo alle ‘colonne migranti nei loro viaggi periodici; in questa prima comunicazione l'A. che ha cacciato molti anni in quei paesi privilegiati, ricorda I’ Otis tarda e tetrax, il Cursorius gallicus, Numenius tenuirostris, Te- rekia cinerea, Macrorhampus griseus, Totanus stagnatilis,i due Fala- ropi, Phoenicopterus roseus,le due Branta, la Netta rufina; cita quale specie abbondantissima la 7yinga alpina, distinguendo una forma più piccola che chiama Pelidna torguata, essa eccetto la statura e le dimensioni del becco e dei tarsi, nel resto è in tutto ‘simile all’ a pina, ha pure eguali abitudini, s’ incontra alle stesse epoche e fram- mista alla specie tipica; parlando dell’ Arras doscas osserva che spesso sì trovano meticci con le Anitre domestiche, sono più grandi dei soggetti selvatici ordinari, col becco più lungo, testa, collo e gambe, più grosse, i soggetti rinselvatichiti a piumaggio variato di biane® e noti sotto il nome di Anitre olandési non sono affatto rari e si mescolano nei branchi di Anitre selvatiche assieme ai meticci di domestica; infine ricorda casi d’ albinismo, d’ isabel- lismo e due ibridi di boscas con Dafila acuta che Vl A. descrisse gia nel “ Naturaliste ,, del 5. febbraio 1903. — Nel “ Notiziario ,, TerNIER L. cita la cattura di un Crymophilus fulicarius avvenuta nel Calvados, ove è molto raro. - Daguin F. parla delle emigra- zioni del Pastor roseus nel 1908, che assunsero eccezionale im- portanza in molti paesi d’ Europa quali l’ Alta Italia, l' Ungheria, la Galizia, la Moravia, il Tirolo, la Baviera ecc. — GHÙipini A. dà I’ elenco delle Anitre comparse negli inverni rgro-11 sul mercato CRETA I eat 90 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA di Ginevra e provenienti dallo Yang-tszè, oltre le comuni europee ricorda Eunetta falcata, Nettium formosum, Anas zonorhyncha, Nyroca baeri e Fuligula mariloides. — Brasir L. ricorda due Larus ridibundus con anello di Rossitten uccisi l uno il 23 novembre a Nizza ed il secondo il 1o dicembre u. s. all’ imboccatura del- l Orne a Sallenelles; il primo era stato inanellato il 16 giugno iglo sul Lago di Worth, Alta Baviera, ed il secondo il 6 luglio rgro a Schleswig; da ciò sembra, dice l’° A., che i Gabbiani dello Schleswig seguano le coste del Mare del Nord e della Manche, mentre gli altri della Prussia orientale, come hanno dimostrato le esperienze fatte a Rossitten, si portano piuttosto nell’ Alta Italia; la cattura di Nizza sembra indicare che i Gabbiani della Baviera si dirigono pure direttamente verso il Mediterraneo. — KircHNER A. parla dell’Inchiesta fatta dalla Federazione nazio- nale della Società Audubon per la protezione degli Uccelli negli Stati Uniti, risulta che oggi non esiste che un solo individuo vivente del Piccione migratore o Ecfopistes migratorius nel giar- dino zoologico di Cincinnati, Kentucky; è una femmina di 18 anni, il di cui maschio morì poco tempo fa a 26 anni; nel 1903 esistevano ancora sette individui; la Società aveva offerto 1500 dollari a chi scoprisse un solo nido della specie in parola, e nes- suno lo trovò tra le migliaia di concorrenti!! Si sa che certe colonie nidificanti di tale specie avevano 50 chilometri di lun- ghezza per 7 di larghezza e che in questo spazio ciascun albero poteva contenere fino a 90 nidi! ! Nel 1808 Wirson stimava una delle loro truppe di oltre due miliardi d’ individui e nel 1878 a Petosky, Michigan, se ne uccise ancor più di un miliardo d’ in- dividui; sembra che eguale sorte minacci il Colombo delle Caro- line, e lo stesso A. infine termina constatando la costante dimi- nuzione delle Rondini e dei Balestrucei osservata a Besancon. N. 25, Mai I9II. ‘De Brauquesne parla della Mareca sibilatrix, ze di due indi- vidui catturati in Francia presso Peronne nel marzo 1909. — Ma- GAUD D’ AuBusson continua l’ Elenco dei Trampolieri e Palmipedi della Baia di Somme e delle coste di Picardia, cita come rari la Somateria spectabilis, V Oidemia perspicillata e la Sterna dou- galli. — De Poncins parla degli Uccelli ritenuti dannosi, conclu- Tuta che essi sono assai rari e che la distruzione sistematica- mente organizzata a torto contro molte specie è un male e non un bene. LOPaRmP. termina il suo articolo sugli Uccelli osservati in Francia e da lui non previamente citati, ricorda specie rare quali: Houbara macqueeni, Tringa bairdi, Bartramia longicauda, Sym- phemia semipalmata, Xema sabinei, Fulmarus glacialis ecc. LIBRI E RIVISTE 97 Bird-Lore, vol. XIII, edited by F. W. CHapman, published for the Andubon Societies by D. Appleton, Harrisburg. Jan. I9II. Wriesr M. O. - “ Birds and Seasons in my Garden ,, (con- tinua). — PaLmer T. S. - “ The Record , of 1910, accenna alla | scoperta fatta da MiLron S. Rav sulle montagne della California a 3000 m. delle uova di Leucosticte tephrocotis tephrocotis, specie gia descritta da Swaison circa 80 anni fa; all’ abbondanza del Chen caerulescens nella Luigiana; alla spedizione di Roosevelt nell Africa orient. britannica; alla pubblicazione della terza edi- zione della “ The A. O. U. Check List of North American Birds ,, alle leggi sulla protezione degli Uccelli che ebbero nel presente anno un notevole sviluppo negli Stati Uniti, alla condanna inflitta a 23 bracconieri giapponesi, che a scopo di commercio distrus= sero ben trecentomila uccelli nelle Isole Hawaii, furono deportati nel Giappone, perdettero i profitti della caccia e sopportarono le spese della causa: termina ricordando gli Ornitologi decessi, tra i quali deploriamo la perdita di Mr. Ww. DurcHER, Presi- dente dell’ Associazione Nazionale delle Società Audubon e be- nemerito Apostolo della Protezione degli Uccelli. — SawyER E. J. “ Tracks in the Snow ,. — Cooge W. W. “ The Migration of North American Sparrows , (continua). — Cnapman F..M. “ Notes on the Plumage of North American Sparrows ,, descrive e figura Rhynchophanes mecownii e Calcarius pictus (continua). — Birp- Lore’ s “Eleventh Bird Census ,,. — ForsusH E. H. “The Cedar Waxwings (Bombycilla cedrorum) ,. etc. March-April I9II. WrierH M. O. “ Birds and Seasons in my Garden ,, — Bre- wster W. A. “ Device for Looking into Bird' s Nests,. — Car- PENTER Ww. D. “An April Snowstorm ,, nel quale l'Autore parla dei danni arrecati alle covate ed agli uccelli stessi da una intem- pestiva burrasca=di neve. — PeLLET F. C. “ Boxes for Birds that Provide no Nesting Material ,, — Cooge W. W. “ The Migration of North American Sparrows, — CHapman F. “ Notes on the Plu- mge of North American Sparrows », illustra le specie Chondestes grammacus grammacus, Poecetes gramineus gramineus e P. g. con- finis, figurando le due prime - “ Notes from Field and Study ,,. etc. - I due numeri sono ornati di varie bellissime illustrazioni nel testo e separate; ed in ambedue i numeri sono riportate comunicazioni da parte dell’ Associazione Nazionale della Società d’ Audubon circa disposizioni protettive per gli uccelli e gli animali in genere, ed argomenti connessi alla Protezione. Riv. di Ornitologia. i 93 | RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA British Birds (1), edited by H. F. WirterBy and others, vol. IV, London, WirHERBY and Co. N. 8, January I9I1I. WirWerBy H. F. e HarteRrT E. descrivono Garrulus glan- darius hibernicus, sottosp. n. dall’ Irlanda che presente colora- zioni più scure della forma inglese o rufilergum. — TiceHURST C. B. parla dei vari modi da usarsi per riprendere gli uccelli inanellati. — DunLop F. B. descrive il piumino da mad e la co- lorazione della bocca nei nidiacei di varie specie britanniche. N. 9, February IQII. ALexanDER C. J. e H. S. parlano del periodo del canto degli uccelli e delle note che emettono nei differenti periodi dell’anno, ciò che gli A. hanno studiato in varie specie locali. — WirxWerby H. F. tra gli uccelli inanellati presi qua e là, ricorda Larus fuscus inanellato nell’ ArgylIshire il 4 luglio 1igIo e ri- preso ad Aveiro, Portogallo, il 15 dicembre 1gro e /Vettium crecca da Fanò Danimarca, 19 ottobre 1909 e catturato presso Glasgow il 20 dicembre 1910. — Lo stesso WiruerBy H. F. par- oa del Parus hibernicus conclude che non è buona specie, ma una semplice razza geografica piuttosto variabile e che men- tre alcuni individui si possono ritenere del tutto distinti, altri sono inseparabili dalla forma inglese o Parus ater britannicus. — Lo stesso A. annuncia che W. EacLe CLARKE comunica (£ Ann. S. N.H.,, 19II, p. 52) di aver trovato a S. Kilda l’ ame- ricano Anthus spinoletta rubescens, nuovo uccello per la Lista Inglese, due catture dello stesso sono ricordate dal Gàtke per Helgoland. INCI INT pope Georrrey Leica A. parla dello sviluppo del Gheppio da nidiaceo fino all’ età nella quale può volare. — TiceBursT C. B. parla della difterite osservata nel periodo 1909-10 nel Colom- baccio, dice che non.è trasmissibile e che non si osservarono altre specie di uccelli affetti da tale morbo. — WirnerBy H. F. riferisce l’ Aedon comparso nelle Isole Britanniche alla forma (1) La rivista « British Birds » è specialmente devoluta allo studio del- l° Avifauna del Regno Unito; ho creduto opportuno di citare con breve cenno bibliografico le pubblicazioni che offrono qualche interesse generale all’ Orni- tologo e di non occuparmi dell’ estesissimo Notiziario, che contiene pure noti- zie locali importanti ma che interessano soprattutto 1’ Avifauna di quel Paese. [E ADOS LIBRI E RIVISTE 99 A. galactodes syriacus e non al tipico A. familiaris come sem- brava, conosce due catture, l’ una del 1907 (NicHoLs) e la seconda del 1910 (GRIFFITH). INFOR RADEIL IPQuEr: Pycrart W. P. riferisce sul piumaggio dei nidiacei di Bar- bagianni. — WiraeRBY H. F. e ALEXANDER C. J. parlano sull’ emi- grazioni dei Crocteri nel 1909 nelle Isole Britanniche. — Lo stesso WirHeRBY cita Loxia curvirostra tipica come specie bri- tannica, dice che è uccello migrante, arriva dalla metà di giu- gno all’ agosto; regolare nelle sue apparizioni, periodicamente giunge in gran numero e nidifica sporadicamente. Come è noto il Crociere stazionario nelle Isole Britanniche è la L. c. anglica, quello della Scozia la scotica e così di seguito!! N. 12, May I9II. BentLEY BeeTHAM parla delle posizioni che assumono gli uccelli volando e dà ottime fotografie che mostrano le varie maniere di volo disteso, d’ ascensione, di approccio alle rocce, lungo le stesse etc. — LanpssoroucH Thomas A. riferisce sulle regolari migrazioni della Cicogna biarca secondo i risultati ot- tenuti dagli studi fatti nella stazione di Rossitten nella Prussia, a Viborg in Danimarca e dalla Centrale Ungherese. Egli divide tali migrazioni in cinque categorie: a) Migrazioni autunnali sud-orientali attraverso | Europa (punto estremo orientale, Polonia). 6) Migrazioni a- e dall’ Africa (punto estremo, Fort Jame- son, Rhodesia). c) Quartieri d’ inverno (id. Colonia del Capo). d) Ritorno ai quartieri d’ estate (id. Prussia orientale). e) Migrazioni annuali sud-occidentali attraverso l’ Europa (punto estremo occidentale, Barcellona, Spagna). Finalmente Forrest H. E. cita 1 Acrocephalus dumetorum quale nuovo uîcello inglese per un individuo catturato a Fair Isle e ricordato da W. EaGLE CLARKE (“ Ann. Scott. Nat. Hist. , IQII, p. 70). Bulletin of the British Ornithologist’s Club, edited by W. R. OciLvie-GrANT, London, WirHersy & Co. CLXVI, Jan. 19II. RorxscHILD Hon. W. e HarteRrt E. descrivono Puffinus obscu- rus atlanticus sp. n. da Porto Santo e Melilestes novaeguineae faviventris sp. n. dalle Isole Arui. - RorHnscHiLo Hon. W. de- I0O RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA scrive Charmosynopsis multistriata e Nasiterna pygmaca viridi— pectus sp. n. della Nuova Guinea Olandese. — HarTtERT E. de- scrive Ammomanes deserti whitakeri sp. n. da Tripoli, e Munia caniceps kumustit sp. n. della Nuova Guinea Britannica. — IREDALE T. propone di chiamare col nuovo nome generico Mathewsta la Gru australiana in luogo di Antigone Rchb. nec. Gray, già adoperato per un genere di Molluschi. — MarHEws G. M. de- . scrive Amytornis striatus oweni sp. n. dell’ Australia occidentale. — Hate ]J. R. descrive una varietà di Eysthacus melophilus. — HeLLmayr C. M. descrive più ampiamente Ca/ospiza huberi. — OciLvie GRANT W. R. restituisce il nome di Carpodacus incertus a C. formosanus. CLXVII, Febr, 19TI. Mirca:s J. G. parla della muta del Lagopus in rapporto alle deduzioni espresse da O. Grant. — OciLvie-GRANT W. R. de- scrive Zarsiger elgonensis sp. n. da Elgon, simile a 7. orzenta- lis. — Pycrarr W. P. parla sopra due diversi generi di piumini del nidiaceo di Strzx flammea. — JourpaIin F. C. R. descrive l’uovo di Cygnus bewickij ankowskit. — MatÒEewS G. M. descrive Ninox humeralis queenslandica sp. n. dal Queensland settentrio— nale e Aphelocephala leucopsis pallida sp. n. dall’ Australia me- ridionale. CLXVIII, March I9II. OciLvie-GranT W. R. descrive Cyc/opsittacus godmani sp. n. della Nuova Guinea Olandese. — MarHEws G. M. descrive Poephila personata belcheri sp. n. dell’ Australia nord-occidentale. The Auk (American Ornithologists’ Union), Cambridge, Mass. È for Jan. I9II. CÒapman F. M. descrive e figura /cterus fuertesi sp. n. de] Messico. — BrewsTtER Ww. parla sopra speciali penne ornamentali che offrono date forme di Ardeidi nel periodo nuziale. — HopeE C. F. riproduce un vecchio articolo Svedese del 1759 di PETER KaLm sul Piccione selvatico. — SmitH FRANK ricorda le nidifica- zioni del Cormorano a doppio ciuffo nell’ Illinois, forse apparte- nente alla forma /loridanus. — Woop J. C. parla dei piccoli Becchi-fini (VWarb/ers) osservati nel 1909 nella Contea Wayne nel Michigan. - PuLips J. C. descrive Stra virgata tamaulipensis, Heleodytes narinosus e Dendroica aestiva ineditus sp. n. dello Stato di Tamaulipas, Messico. Ta ir SA LIBRI E RIVISTE IOI The Ibis, edited by P. L. ScLateR and A. H. Evans — London, R, Porter. Ninth Series, vol. V. N. 17, January I9II, Mary DucHess or Beprorp, “ Nine Days on Grimsey and the North-east Coast of Iceland ,, (pp. 1-10, c. fig.). In questa escursione vennero osservate numerose colonie nidificanti di Edredoni, Fischioni, Morette grigie, Smerghi maggiori, Gazze marine, Urie, Strolaghe etc. Grimsey sembra essere il punto più ‘meridionale ove nidifica la Gazza marina minore o A//e alle, ed il nido del Piovanello violetto venne trovato ad altezze minori di 60 metri s/m.- Rosinson H. C. e Bopen Kross, C. “On Birds from the Northern Portion of the Malay Peninsula, including the islands of Lankawi and Terutau; with Notes on other rare Malayan Species from the Southern Districts ,, (pp. 10-80, c. tav. e fig.). | — Gli Autori parlano di 259 specie delle 271 notate e che ven- nero già illustrate nell’ /b:s 1910 p. 675. Vi è la figura del- l [bis gigantea, rarissimo uccello, del quale si conoscono tre soli individui. — Grant CLaupE H., “ List of Birds collected in © Argentina, Paraguay, Bolivia, and Southern Brazil, with Field-No- tes ,, Part I. Passeres_ (pp. 80-137, c. tav.). L’A. illustra 135 specie d’ uccelli osservate e delle quali raccolse numerose serie. — LowE Percy R., « On the Caiman Islands, West Indies ,, (pp. 137-161, c. fig.). E una lista degli uccelli delle Isole Cayman che comprende 75 specie, il piccolo numero è dovuto secondo l’ A. a due cause, la prima che i Collettori si sono soltanto occupati delle specie terragnole e che non vi sono Naturalisti indigeni che abbiano preso nota delle specie migratorie od accidentali, 40 delle stesse sono sedentarie e non vi è alcun genere esclusivo alle dette isole. — ButurLIN S. A. parla di un masckio in abito estivo di 7er- gus squamatus, Gould, ne dà la descrizione e dice che è 1 unico esemplare che si conosca in tale abito; secondo lui nidifica nel distretto Khabarovsk ed in inverno si porta nella China cen- trale.- BipweL E. parla di un uovo di A/ca impennis conservato nel Museo Muzicipale di Dinan (Francia), questo uovo è pur- troppo in°frammenti che vennero fotografati dal sig. H. Stevens. — Si danno inoltre notizie sulla Spedizione mandata dalla Unione Ornitologica Inglese nella Nuova Guinea e sulla Collezione Or- nitologica del compianto Ornitologo Bovp ALEXANDER. N. 18, April IOII. Jourpain Rev. Francis C. R., “ Notes on the Ornithology of Corsica ,, (pp. 189-208). Dopo aver parlato delle condizioni geografico-naturali dell’ Isola e della letteratura, I A. in questa prima contribuzione enumera 32 specie; accetta la forme di Mii e rta a. 102 È RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA Kleinschmidt del Corvo imperiale, Cornacchia bigia e Ghian- daia, la nuova forma del Fringuello chiamata da Schiebel 7. coelebs tvrrhenica, Emberiza calandra insularis del Parrot, l Ewm- beriza cirlus nigro-striata di Schiebel che Parrot non accetta, la Lullula arborea familiaris del Parrot e 1’ Alauda arvensis sarebbe della forma cantarella. Le 32 specie sono illustrate da varie note che riguardano costumi, abitato e nidificazione; ammessa la grande mania di creare sempre nuove sottospecie, possiamo dire che |) A è stato discreto!! — ScLater W,. L., “ On the Birds collected by Mr. Claude H. B. Grant at various localities in South Africa, With Field- Notes by the Collector ,, (pp. 208-316, con tav. e fig. nel testo). Con questa prima contribuzione l’ A. si accinge ad illustrare l'enorme numero di 769 specie rappresentate da 3527 individui raccolti nel Namaqualand, distretti di Capetown e di Knysna, Natal e Zululand, Transvaal e Africa orientale portoghese. Vi sono incluse specie rare ed interessanti in grande quantità, e la presente può dirsi ben a ragione di gran lunga la maggiore e la più importante serie di uccelli sud-africani che sia stata mai raccolta. Otto sono le specie nuove: Pyrenestes granti, Hete- ronvx ruddi, Cinnyris neergardi, Apalis ruddi, Sphenacaeus trans- vaalensis e Apalis claudet, cui si aggiungono Pratincola torquata orientalis e Cossypha cafra namaguensis. Vi è unita la Mappa delle località ove il sig. Grant fece raccolte, e sono figurate a colori con ottime tavole del Grònvold le specie nuove: Cix- nyris neergardi 3° e 2, Apalis ruddi Gg e A. claudei FL. — Grant CLaupe H. B., “ List of Birds collected in Argen- tina, Paraguay, Bolivia and Southern Brazil, with Field-Notes,, — Part II. Picariae- Anatidae (continuazione da pp. 137: - pp. 317-350). Descrive C/rysoptilus nigroviridis sp. n. affine a C. melano- laemus e C. cristatus del Paraguay e le specie ricordate som- mano a 90. — RorgscuH:Lp W.,“ On recently described Paradt seidae with Notes on some other new Species , (pp. 350-367 con tav,). Nel 1898 1’ A. pubblicò il suo lavoro sulle PARADISEI- pae nel “Das Tierreich ,, ora egli dà le descrizioni delle nuove specie e sottospecie scoperte dal 1898 ad oggi ed offre una lista completa di tutti gli Uccelli di Paradiso attualmente rfoti; com- prende 66 specie con 42 sottospecie, quindi un totale di 108 forme; figura a colori Parotia duivenbodei go e Parotia wahnesi 3 e 9. — SomerviLLe W., “A Note concerning Red Grouse on the Continent , (p. 368). La Pernice di Scozia venne introdotta nelle montagne lungo la frontiera Tedesco-Belga fino dall’ ottobre 1893 e nell'agosto 1891, ma gli esperimenti riuscirono infrut- tuosi; poi nell’ autunno del 95 ne vennero introdotte nuovamente 50 coppie, nel 1901 il numero degli uccelli delle due ‘Kreise, di Malmedy e di Montjoin poteva calcolarsi a 1000 teste e ciò no- nostante varie annate di cacce regolari; questo splendido risul- LIBRI E RIVISTE : 103 tato influì notevolmente sul valore di quei terreni, calcolati ora assai più cari quali riserve di caccia; la Pernice di Scozia venne saggiamente protetta dalle leggi locali durante il divieto di caccia (I dicembre-31 agosto) e stabilita una multa di 6 marchi per ogni uccello ucciso fuori di stagione; misure analoghe furono adot- tate dal Belgio. — DoucLas CARRUTHERS contribuisce una lettera narrando il suo soggiorno di nove mesi nel nord dell’ Asia; KER- - sHaw J. C. parla del nido del Dicaeum cruentatum della Cina meri- dionale e ne dà la figura e BanneRMAN D. A. in una lettera dalle Ca- narie informa di aver scoperto ove nidifica la Fyrgi/la tevdea po- latzeki ed offre notizie sui costumi di questo bellissimo Fringuello. — Finalmente a pp. 403 si comunica l’ importante notizia del- l'introduzione fatta da Sir WiLLiam Incram in un'isoletta delle Indie orientali, chiamata Piccola Tobago, degli uccelli di Para- diso; Sir Ingram comperò la detta isoletta allo scopo di accli- matizzare gli stessi Uccelli di Paradiso ed impedire così che vengano distrutti nei loro paesi d’ origine, ciò che è fortemente temibile se non verranno adottate in breve tempo leggi protet- tive; di 56 individui di Paradisea apoda presi da STALKER nelle isole Aru, 48 vennero lasciati liberi nella piccola isola disabitata e messi sotto la cura diligente di un marinaio svizzero chiamato Roserto HeroLp. È sinceramente sperabile che tale iniziativa abbia il più largo successo possibile. The Zoologist, edited by W. L. Distant, London, Fourth Series. Vol. XV. N. 835-839. January-May I9II. ApLIn O. V. parla (p. 7) della comparsa del Falcone nella parte meridionale della Granbretagna e delle sue livree ed in altro breve articolo (p. 9) delle abitudini dello Svasso maggiore. — Cummnes (p. 29) ricorda di aver veduto a volo in un branco di Zigoli gialli un individuo quasi del tutto bianco. — SeLOUS E. dà (pp. 48-68, 104-110, 176-183) un diario diffusissimo dei costumi famigliari dello Sparviere, offrendo un diligente e suggestivo resoconto della sua vita intima e delle sue abitudini. — STUBBS F., Morris R. e BurteRrIELD E. P. (pp. 69-71) parlano della di- stribuzione e delle migrazioni del Fanello nelle Isole Britan- niche. - Gurnev J. H. {p. 73) di una varietà di Sula catturata a Bass Rock nel giugno 1910, che non sa Se sia naturale od ar- tificiale, perchè in quell’ epoca alcune Sule vennero segnate par- ticolarmente a colori per vedere se i detti uccelli facevano co- stantemente uso degli stessi nidi e se il loro appaiamento durava egualmente costante. — STEELE ELLIOT (p. 74) accenna alla diminu- zione del Torcicollo e del Re di quaglie nel Bedforshire. — Danno TO4 Ù RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA pure brevi notizie ApLin O. V. (p. 113) sulla distribuzione del Fanello, JourpaIN F. C. R. sulle abitudini domestiche dello Spar- viere, ApLin O. V. (p. 114), MaserieLD J. R. B. (p. 116) e Gorpon DALGLIESH (p. 117) sulla diminuzione del Re di quaglie, Torcicollo e Picchio muratore; NewsTEAD A. comunica (p. 117) la cattura di un giovane Larus glaucus presso Deganwy ed ora conservato nel Museo di Chester. —. CHarLton ]J. M. parla (pp. 121-131) degli Uccelli delle coste del Northurberland, in questa prima puntata tratteggia l’ estensione del suo campo di osservazione che si estende tra Tynemouth e Seaton Sluice dando notizie descrittive dello stesso, dice che questo tratto di paese venne largamente studiato da HancocK in tempi nei quali il mondo ornitico era ricchissimo, ora tutti gli uccelli per aumento di popolazione od altre cause sono indistintamente diminuiti, pro- mette note dettagliate in articoli successivi. — MaserieLp ]. R. B. parla (147) della distribuzione del Fanello nordico, CoRBIN J. B. (p. 148) del colore del Martin Pescatore che varia a se- conda della luce che lo illumina, BLacc E. W. H. (p 148) è Bur- TERFIELD E. P. (p. 149) sulla nidificazione dello Sparviere, JOURDAIN F. C. R. (p. 149) sulla nidificazione del Falco pecchiaiolo in Inghilterra, HeatLEy NOBLE (p. 150), S. B. CorBIN (p. 151) e H. B. W. (p. 151) sulla diminuzione del Re di quaglie, del Torcicollo, del Picchio muratore etc. — Gurney ]J. H. nel suo “ Ornithological Report for Norfolk ,, (1910), cita (pp. 161-175) le principali varietà osservate nel distretto: Ghiandaia marina e Pett' azzurro in maggio, Cutrettola capinera in giugno, Gru e Rondine di mare maggiore in agosto etc.; circa le varietà di piumaggio ricorda un Frosone bianco veduto. il 20 marzo, un Colombaccio ed una Passera scopaiola pure bianchi. Parla di una erdix montana da Lenwade, constatando che 22 individui di tale ‘varietà sono citati pel Norfolk; il colore è sempre lo stesso nel periodo adulto, cioè giallo sulla testa e rosso-scuro sul corpo offrendo un bel contrasto col tipo ordinario del piumaggio della Starna. Notizie sull’ alimentazione dello Storno condurrebbero alla con- clusione che esso non riesce così dannoso, come viene di solito ritenuto e che non si può negare la sua grande utilità come distruttore d’insetti. Cita e figura un incrocio di maschio di Cigno con femmina di Oca domestica vivente in una fattoria presso Cromer, esso somiglia più ad un Cigno che ad un’ Oca ed il suo iungo collo è affatto di Cigno, la colorazione è invece di Oca. — Apamson G. E. parlando (pp. 194-196) dell’ incrocio tra il Tordo bottaccio ed il Merlo nero, arriva alla conclusione che i Merli neri di entrambi i sessi s’ uniscono e s’ appaiono col Tordo bottaccio, che il giovane somiglia all’ uccello madre con caratteristiche del padre. La solita forma dell’ accoppiamento del Tordo è d' di mmerula e Q di musicus, ma non conviene di- LIBRI E RIVISTE 105 menticare che in nove casi su dieci le uova non sono fertili e che non sono mai covate dalla femmina. — Warren R. (p. 197) parla della comparsa della Ballerina in Irlanda dal 1851 al 1909 e sulla data di arrivo del Beccapesci nella Baia Killala e nel- P Estuario Moy, Irlanda, pure del periodo 1851-1909 salvo rare interruzioni; le prime date d’arrivo dei singoli anni vanno dal 15 marzo (1890) al 30 aprile (1872); dice che l’ irregolarità delle stesse non è facilmente spiegabile perchè alle volte gli arrivi della specie avvenivano nel marzo con tempi freddissimi, anzi ‘una volta v’ erano non meno di 15 cm. di neve sul terreno ed i Beccapesci si mostravano allegri e ciariieri come nel bel tempo caldo di maggio ! Journal fiir Ornithologie, herausg. v. Prof. Dr. Anton Rrr- czenow, Leipzig, L. A. Kettler, LIX Jahrg. Januar I9II. ZepLiTz O. continua lo studio del materiale da lui raccolto nell’ Africa nord-orientale (cfr. ]J. f, O. Jahrg. 1910, p. 807). In questa puntata, cominciando dal Corvus corax krauser e termi- nando con ZLuscinia suecica suecica, enumera 130 specie di Pas- seracei, figura e descrive la nuova sottospecie Passer g7/seus eritreae dell Eritrea, simile a P. swansoni: ricorda nove specie di Saxicola, tra le quali l oezanthe e parecchie altre forme di uccelli paleartici. — EvLmanw E. parla dell’ornitologia della Colonia tedesca del Sud Australia, illustra dettagliatamente il paese in parola con notizie fisico-naturali, sulla fauna e sulla flora: cita oltre 70 specie di uccelli, cominciando dai rapaci dei quali ricorda Uroattus audax, Haliaòtus leucogaster, Pandion leucocephalus etc: ricorda un solo Turdido l’ Acrocephalus australis, un solo Anthus | australis, parecchi i Lanidi, gli Artamidi ed i Timelttdi (continua). — BasserMmann W. parla dell’allevamento degli Struzzi. — ZEDLITZ O. parla della Sferna macrura e di una forma vicina a becco nero delle Spitzbergen. — ReIicHENOW A. parla di un nuovo genere africano e della Emberiza panayensis, Gm. — ScHaLow H. della distribuzione della Petrozia nella Turingia e nel centro della Germania. — ReicHeNow A. di un individuo di Zerefra cinerea ucciso sul Niedersee. — ScHaLow H. sopra la comparsa pure della Terekia cinerea in Germania. — Sassi M. descrive Mala- coptila torquata minor sottosp. n. da Miritiba, Maranhào, Brasile. April I9II. Sarupny N. parla degli Uccelli della Persia dando elenchi e diffuse notizie sulla bibliografia e sulle divisioni zoogeografi- che di quel grande Paese, riunisce quindi in tanti quadri le spe- 106 RIVISTA ITALIANA DI VRNITOLOGIA cie note che sommano al grosso numero di 716, indicando con segni convenzionali la loro distribuzione nei 13 distretti ornito- logici che stabilisce |’ A. stesso, aggiunge poi altre 6 specie portandone il totale a 721; seguono finalmenle notizie su cadauna specie, illustrandone in questa prima puntata 106, descrive come sottosp. n. da Seistan Porplyrio poltocephalus seistanicus affine. e P. p. veterum e aggiunge da ultimo Gecinus viridis bampuren- sis, Zar. — GroBpeLs F. parla dei fenomeni biologici da lui osser- vati in alcune specie di uccelli locali — EvyLmann E. continua il suo lavoro (cfr. J. f. O. p. 148, 19I1), illustrando altre 99 specie di Uccelli della Colonia tedesca del Sud Australia che aggiunte alle 70 già precedentemente citate, porta alla somma di 169 specie l’ Avifauna di quel Paese. — ZepLiTz O., quale Zoologo della Spedizione Zeppelin alle Spitzbergen nell’ estate I9Io (9 luglio-18 agosto), illustra 49 specie, cita Urinator adamsi e lumme. (septentrionalis, Auct.), Fratercula delle due forme, Uria troile e lomvia, Alle, i due Stercorarius minori, parecchi Gab: biani, Fulmarus, Somateria spectabilis e S. mollissima thulensts, Anser brachyrhynchus, le due Branta, Numenius phacopus, Hae- matopus etc. — ZepLiTz O. dà la revisione del genere africano Camaroptera con 19 forme, delle quali descrive come nuove C. brevicauda pulchra sottosp. n. dall’ Angola sett., C. d. rothks- childi, sottosp: n. del Gagun, C. griseoviridis abessinica sottosp, n. dall’ Eritrea, C. g. harterti sottosp. n. dall’ Angola settentr. e C. g. sharpei dell’ Africa sud-occid. — ScHNORR v. CAROLSFOLD E. scrive un cenno necrologico del compianto Dr. CarLo PARROT, unendo un elenco dei suoi lavori che sommano a 47, scritti nel periodo 1890-1910. — Krause G. mostra interessanti tavole a co- . lori che illustrano giovani in piumino da nido di 7otanidae, Po: dicipes e Fulica. — Lucanus v. F. parla di una gita fatta a Ros- sitten nella 2? metà di ottobre, epoca più propizia per studiare i Rapaci, ma non ebbe fortuna; cita le osservazioni da lui fatte sul volo dei Corvi durante forti venti, con nebbie e tempo buono; ricorda una certa deficienza di Tordi, Pettirossi, Storni, Frin- guelli etc.; uccelli tutti che in altri anni erano copiosi; cita al 18 ottobre la comparsa di Beccofrusoni e Nocciolaie che di so- lito giungono più tardi. — ScuaLow H. osserva che SaRUDNy nel» P “ Orn. Monatsb. ,, 1910, p. 147 descrive la Clvicola bilkewitschi sp. n. da Termes, Buchara, simile a iparia diluta e nello stesso periodico a pp. 187 descrive pure Azfaria bdilkewitschi sp. n. si- mile a A. sirensis pure da Termes; ora Riparia e Clivicola sono sinonimi dello stesso genere e siccome le due specie sono dif- ferenti, dunque per A. bi/kew:tschi converrà trovare un nuovo nome. — ReicHENow A. comunica che WrIcoLD trovò ad Helgo- land in data 5 novembre u. s. un’ Emberiza spodocephala, uc cello nuovo per la Germania. — ScHaLow H. parla del V°. Con- LIBRI E RIVISTE 107 gresso Ornitologico di Berlino. — REeIrcHENow A. commemora il Barone R. KénIG v. WARTHAUSEN, socio da 59 anni dell’ Unione Ornitologica Tedesca e il Capitano SHELLEY, noto per i suoi studi sugli Uccelli dell’ Africa etc. — REICHENOW A. presenta una Calandra con la testa bruno-rossa da Kansu, simile a Me- lanocorypha maxima e comunica di aver ricevuto dal Dr. Bie- DERMANN-ImHoor tre forme geografiche della Caccadis sawatilis, delle quali tratterà nell’ “Ornit. Monatsb.,, — Lo stesso A. parla di una importante raccolta avuta da Kamerun composta di 1000 pelli d’ Uccelli con 300 specie, delle quali 34 nuove e 180 finora non rinvenute nel Kamerun, sicchè la Avifauna di quel Paese oggi comprende 660 specie. — Korne K. parla della sua Numida frommi e Neumann O. fà rilievi sulle specie del gen. Numuda. — e da ultimo Krause G. parla di un ibrido Emderiza leucoce- dhala e citrinella riportato dagli Altai dal sig. WacHW. Ornithologische Monatsherichte, herausg. v. Prof. Dr. ANTON ReicHeNnow, Berlin, R. Freidlander, XIX Jahrg. ivi io Januar I9II. DoBBrix L. parla della nidificazione del Carpodacus ery- thrinus nella Prussia — le Ror, Nochmals W. Schusters “ Ornis.. des Mainzer Beckens , — MapARÀsz J. v. descrive Phaetornis pal- lidiventris sp. n dal Brasile — SroLr F. E. comunica la cattura di un giovane Grifone a Preekuln nel Baltico, che è conservato nel Museo di Mitau — De Beaux O. parla delle differenze tra Acci- cipiter nisus wolterstorfft e la forma tipica o A. nisus, rileva le differenze di colorito che è più cupo con le fasce sulle parti inferiori più larghe e diffuse, dice che ambedue le forme si trovano nelle stesse aree, ma wo/ferstorffi sarebbe forma insu- lare (Sardegna) — KoruWe K. descrive Numida frommi, sp. n. da Uanda sul lago Rikwa — Benno OTtAw parla del /a/co gyrfalco nelle provincie-russe del Baltico. Ni 23 Februar III. HacenperELDT M. parla delle date d’ arrivo e delle successive comparse di uccelli migratori nell’ isola Sylt nel 1908 — Mapa- RÀSz J. v. descrive Chrysuronia brevirostris, sottosp. n. simile a C. oenone dell’ Equatore — Sarupny N. descrive Syrrz harmsi e S. blanfordi del Turchestan — ReIicHENOW A. descrive Lantarius bergeri sp. n. dal lago Baringo, Melanocorypha hol: dereri da Kansu nel Tibet, Caccadis saxatilis reiseri da Mostar e C. s. biedermanni da Lugano: la Coturnice di Lugano (s/0) 108 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA sarebbe più piccola della tipica, con le parti superiori più scure e più brune, gola bianco di neve col collare nero più ristretto e col gozzo lavato di bruno. N..,,3, Mars IOII. SNOUCKAERT v. ScHauBURG R. comunica notizie ornitologiche dell’ Olanda del periodo I maggio 1909-30 aprile 1911; parla di ibridi C. cornix e corone, della comparsa di specie rare quali Buteo desertorum, Cursorius gallicus, Plegadis falcinellus, Chara- drius dominicus, Fulmarus glacialis e di albini di Pica pica e di F. coelebs: — Fenk REINHOLD parla dei costumi della Passera lagia in Turingia. — Dogsgsrick L. parlando sulla comparsa della Sylvia (Agrobates) familiaris presso Posen annunciata dal Signor HammLiNG, dice trattarsi di Carpodacus erythrinus. — Fritze parla sulla nidificazione dell’ Aquila pomarina nella Provincia di Han- nover. — ReicgeNow A. descrive Cisticola vulpina sp. n. dalla Guinea Portoghese. N, 4, April I9II. HacenpbereLDT M. comunica le prime date d’ arrivo degli uccelli migranti nell’ isola Sylt nella primavera 1909, con no- tizie fenologiche su molte specie. — Sassi M. descrive Co- lumba albinucha simile a C. arquatrix, sp. n. dal Lago Al- ‘ berto nell’ Africa centrale. — KorHne K. descrive le seguenti sot- tospecie nuove dall’ Africa: ZEstrilda astrild munzneri simile a E. minor, Estrilda rhodopyga centralis simile a E. rhodopyga, E. rhodopyga frommi, Pyrenestes ostrinus frommi simile a P. o. centralis e Serinus frommi simile a S. sharpei. — De Braux O. parla di una Geocichla sibirica mas. giov. catturata presso Gros- seto nell’ ottobre IgIo e conservata nella Coll. Pierotti di Fi- renze; la cita quale specie nuova per l’Italia, notizia erronea perchè un individuo del 1908 della mia Raccolta era stato pre- viamente illustrato dal VaLLON e poi da me stesso. — Sarupny N. descrive Cyrchramus pyrrhuloides hàrmsi sottosp. n. dal Tur- chestan. N. 5, Mai I9II. Le Roi parla sull’ Emberiza cia e delle sue forme, sono ac- cettabili secondo l’ A.: £. cia, quale tipica del Nord-Europa, £. c. barbata quale europea meriuionale, che sarebbe la forma ita— liana (tipo da Capri) colle parti grigie più pure e che tendono al bluastro, colle tinte rossiccie del gastreo vinate, la fascia alare di un bianco-puro o tendente al gialliccio, becco più largo alla base; poi descrive £. c. africana sottosp. n. dall’ Algeria ed ac- cetta £. c. par ed E. c. stracheyii — Le Rot stesso descrive LIBRI E RIVISTE 109 >» Dendrocopus major thanneri sottosp. n. dalla Gran Canaria, simile al canariensis. - ReicHENOWw descrive quali specie nuove del- l Africa: Numida strasseni simile a pilorhyncha, Tricholaema schultzei simile a T. flavipunctata, Tchitrea schubotzi simile a 7. ruficineracea e Aprosmictus mossrowski della Nuova Guinea Olandese. — Sarupny N. descrive Ammoperdix bonhami bucha- rensis sottosp. n. da Buchara, simile ad A. d. ter-meuleni. — Scmeset G. descrive 7urdus viscivorus reiseri sottosp. n. dalla Corsica e dalla Sardegna; dice che confrontato con soggetti dei Balcani e della Bosnia mostra tinte. più pure, ali più cupe bruno-scure come il becco, le macchie sulle parti inferiori al- quanto più cupe, spesso nero-puro con la tinta sottostante più debole, le parti superiori con colorazioni meno brune e meno olivastre di quelle dei soggetti dei Balcani, ala di 3-5 mm. più breve. — Sarupny N. ed Harms M. descrivono 7chitrea paradisi turkestanica sottosp. n. del Turchestan Russo. — Hammtnc ]. ri- torna sull’ argomento della comparsa della Sylvia (Agrobates) familiaris presso Posen (confr. “ Orn. Monatsb. ,, num. di marzo), dice che ]’ asserto di Dobbrick che si trattasse di un Carpodacus erythrinus è troppo madornale per potersi accettare; aggiunge che osservò il detto uccello vivo in un giardino, che ne intese e studiò il canto, e che non ha alcun dubbio sull’ esattezza della sua determinazione. Ornithologisches Jahrbuch, herausg. v. Victor Ritter von TscHusi zu ScamipHOFFEN, Hallein, XXI Jahrg., november-dezember IQII (uscito 19-3-I9I1). Parror C. continua (cfr. Orn. Jahr. p. 166, 1910) il suo lavoro sugli Uccelli della Corsica, accettando le sottospecie descritte da KLeinscHMiDTt, da HaRrtERT, ScHIEBEL e quelle pre- cedentemente descritte dall’ A. stesso. Cita Sylvia melanocephala melanocephala, S. subalpina subalpina, Sylvia undata subs. nov.?, S. sarda, Phoenicurus phoenicurus phoenicurus, P. ochrurus gi: braltariensis (Ruticilla titis, Auct.), Cyanecula suecica cyanecula, Luscinia megarhyncha corsa, Erithacus rubeculus sardus, Saxicola oenanthe oenanthe, Pratincola torquata insularis, Turdus viscivorus viscivorus (1), T. musicus (iliacus, Auct.), 7. philomelos philomelos (musicus Auct.), 7. merula merula, Monticola solitaria solitaria, Prunella collaris, P. modularis modularis, Troglodytes troglodytes Roenigi (continua). — Sassi M. parla del “I° Congresso Internazio- (1) Non ancora battezzato da SCHIEBEL col nome di 7°. 7. rezserz (Orn. Monatsb. p. 85, I9I1). IIO RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA nale della Caccia ,, Vienna 1910; passa in breve rivista i diversi Padiglioni e quanto vi si osserva di notevole in fatto di uccelli. — THannER R. parla brevemente della interessante e rara Fyzm- gulla teydea polatzeki. — Lo stesso A. comunica notizie da. Fuer- teventura ricordando Pratincola dacotiae, Otis undulata fuerteven- turae della quale trovò vari nidi, Cursorius etc. — Le Rol parla dello XNema sabinet in Germania, citando dodici individui autentici dei quali otto ancora rivestiti dell’abito giovanile. Diana, redatta da A. RenauLT, Firenze, Tipografia Dome- nicana, IV. N.I., genn,-febbr. I9II. BittanTI C. parla della nidificazione del Fenicottero in Sar- degna concludendo che non pare sicura, sussegue un articolo sullo stesso argomento di Awusticus che constata come ciò avve- niva un tempo nella Camargue. — De Braux O. riferisce di una visita da lui fatta alla Raccolta Ornitologica Italiana del Mar- chese RipoLri a Meleto di Val d’ Elsa, e cita i soggetti più no- tevoli della classica Collezione. — SeLvaGGIO assicura che una covata di tordi che si vendeva a Bari nel luglio u. s. apparte- neva realmente al Bottaccio, e crede che la detta specie nidifichi qualche volta nei boschi del Barese, notizia che deve essere riconfermata. N. 2, febbr.-marz. IQII. E. S. illustra con una fotografia e parla diffusamente della Geocichla sibirica catturata presso Grosseto alla metà dell’ ottobre u. s. (Corr. PieROTTI), aggiunge che è la 1.* cattura italiana della specie stessa. N. 3, marzo-aprile I9II. 19 ArriGonI DEGLI Oppi E. rettifica 1 inesattezza di E.‘(S.Ncir n. 2), che asserì essere la Geocichkla della Corr. PieroTTI la. r.* cattura italiana della specie, dice che il primo soggetto preso in Italia è quello della sua Collezione colla data ottobre 1908, già illustrato dal VaLLON e dall’ A. stesso. — ALESSANDRINI ri- corda la cattura di un uccello inanellato, che sembrerebbe essere un Gabbiano, presso Massa Finalese (Modena) coll’ indicazione alla gamba: “Ornith. 1751 K. Budapest, E. ArrIGonIi DeGLI OpDbI be et ATE LIBRI E RIVISTE i III II. RECENSIONI SWMARIE Bure pe G. - “Catalogue des Oiseaux de la Suisse de V. Famio et TH. SrupER, elaboré par ordre du Département federal de l’ intérieur ,,. - VII et VIII Livraison: “Fauvettes, Turdiens, Monticoles ,, Bale. Imprim. R. G. Zbinden, 1911. E’ il III volume elaborato dal de Burc per ordine dei Governo Federale, del “ Catalogo degli Uccelli delle Svizzera ,, di FaTIO e SrupER. In questo grosso volume di oltre 400 pp. hanno colla- borato 600 persone, ciò che attesta, come osserva l’ A., l’ inte- resse ognora crescente che si nota nella Svizzera per l’ Ornitologia: vi sono illustrate con una ricchezza di dati e di materiali mera- vigliosi soltanto 18 specie, cioè: Sylvia melanocephala, S. subal- pina, S. curruca, S. conspicillata, S. cinerea, S. nisoria, S. orphea, S. atricapilla, S. hortensis, Merula vulgaris e torquata, Turdus pilaris, T. viscivorus, 1. musicus, T. iltacus, T. naumanni, Mon- ficola cvanea e saxatilis. Vi è poi un breve accenno delle specie Turdus obscurus, T. pallasi, T. fuscatus, e T. atrogularis la cui comparsa nella Svizzera non è bene accertata. L’ opera è adorna di tre carte ornitologiche della Svizzera, la prima delle quali indica la distribuzione e la comparsa di specie rare quali la Sylvia melanocephala, la S. conspicillata, S. nisoria, S. orphea e la subalpina, le cui località di cattura sono segnate con speciali indicazioni; nella seconda con lo stesso metodo sono notate le comparse di specie accidentali e dubbie quali il Turdus atrogu- laris, il fuscatus ed il naumanni, cui s' aggiungono le varie aree di nidificazione della C yanecula leucocyana e la distribuzione della C. suecica: e finalmente nella terza viene indicata la distribuzione geografica delle due Monticolae. L’ Autore è poco tenero per le sottospecie, sicchè il campo svizzero è a completa disposizione e da studiare.sotto tale aspetto!! L’ Opera, alla quale il de Bur attende da anni con tanto amore e pari costanza, merita il più ampio elogio come quella che illustra in modo, si può dire, esauriente e con una ricchezza di dati non comuni l’ Avifauna di un Paese. Cavazza F. - “ Studi di sistematica sperimentale sulle variazioni della Coturnix coturnix ,, con 5 tav. col., Archivio Zoolo- gico, vol. V, pp. 29-40, Napoli, 1911. L’A. ha studiato le variazioni che presenta la Quaglia co- mune sotto l’ azione dell’ umidità, tenendo per il determinato pe- riodo di oltre un anno un dato numero di individui in una piccola . TI2 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA serra, mezza di muro e mezza a vetri completamente stuccati sicchè non vi fosse ricambio con l’ aria esterna; la temperatura durante l'inverno venne mantenuta a circa 18° C. e l’igrometro segnò durante tutto l’ anno tra i 70° ed i 100° di umidità ; in tale serra lA. immise il 12 giugno 1909 dodici quaglie comuni scelte a bella posta tra quelle che più mostravano evidenti i caratteri della tipica C. coturnix e che presentavano tinte fredde e gri- giastre, mancando assolutamente la colorazione rossastra. L’ A., dopo aver criticamente esposto i fatti più salienti delle sue osservazioni, conclude: che gli individui della specie C. cotur— nix sono molto sensibili e soggetti all’ influenza dell’ umidità ; — che la guaglia tipica sotto tale influenza si modifica evidente- mente producendo non solo variazioni intermedie, ma anche’ individui che offrono tutti i caratteri della stessa forma africana ed altri comuni alla C. japorica; - che gli individuì d’ Africa e di Europa con caratteri intermedi tra la coturzix tipica e 1’ afre- cana non sono dovuti nè ad ibridiSmo nè ad irregolari e flut- tuanti variazioni individuali, ma bensì all’ influenza di un ambiente ricchissimo di umidità; — che la forma africana sarebbe da rite- nersi uno speciale aspetto morfologico individuale della specie coturnix dovuto ad una secondaria e temporanea condizione d'ambiente, e che a tale aspetto non possa esser dato il valore d’ entità sistematica: - che la C. japornica è molto vicina alla C. coturnix e le due specie essendo riunite da tante forme inter- medie, la japonica può considerarsi semplice sottospecie di quella. Alcune tavole a colori illustrano la C. coturzix tipica e un sog- getto modificato, le forme africana e japonica e le penne dei fianchi delle forme sunnominate. Daguin FERNAND - “ Loi organique du royaume de Prusse sur la Chasse, du 13 juillet 1907, suivie de la loi de | empire allemand du 30 mai 1908 sur la protection des oiseaux ,. Paris, 1910, in-8. Librairie général de Droit et de Jurispru- dence. Commentario assai documentato e preciso della legge tedesca sulla caccia, che unisce il razionale rispetto alle norme cinege- tiche, ornitologiche e protettive con l’ ampio esercizio della caccia. E una legislazione ottima, ispirata agli ultimi risultati della scienza circa l’ utilità ed i danni apportati all’ economia generale dalla selvaggina in genere. Ciò purtroppo non può dirsi dei nostri regolamenti, che possono considerarsi fattori di depauperamento ed il più delle volte contrari ad ogni considerazione tecnica. De La Fuye Maurice et pi Dumast GasriIieL “La Chasse au Grand-Duc en France ,,. Paris, 1911, in-8, Lucien Laveur éditeur. Manuale interessante per conoscere e praticare lo sport così emozionante della caccia fatta col Gufo reale vivo o preparato in vari modi, coi Gufi e colla Civetta delle nevi; spiega ed illustra LIBRI E RIVISTE 113 le differenti forme di capanne usate, l’ equipaggiamento, la legi- slazione e bibliografia. Quindi nella seconda parte del libro parla degli uccelli rapaci che “ vengono , al Gufo reale e della loro atti tudine davanti allo stesso, poi dei vari Corvi e delle Averle. La prefazione è dovuta al Conte GrustInIAaNo CLARY e l’opera è ornata di buone illustrazioni. Duranp G. - Note sur la capture en Vendée de la Cettta Cettr. “ Bull. Soc. Sc. Nat. Quest de la France ,,, pp. 93-96, IgIo. L’A. cita la cattura di un Rusignolo di fiume da lui fatta nella Vandea nel dicembre 1909, specie che non era stata mai segnalata tanto verso il nord; essa è abbastanza frequente nel sud della Francia. FratHERS and Facts. - “ Statements by the Royal Society for the Protection of Birds ,. - London, Witherby e C., 191. E’ l’ultima memoria ed il riassunto più completo pubblicato dalla Società Reale di Londra per la Protezione degli Uccelli, sul commercio delle penne ornamentali degli uccelli selvatici e sui danni che ne derivano. Dà anzitutto una breve storia del grande sviluppo preso da tale commercio, e delle riprovazioni generali e sopratutto da-parte degli Ornitologi dal primo inizio, quando ALrrREDO NEWTON ne scrisse sul 7t72es, quando } Unione Ornitologica Americana descrisse e deplorò lo sterminio degli Aironi nella Florida, alle proibizioni emanate dal Governo Impe- riale dell’ India, e finalmente alla Legge della Camera dei Lords contro l importazione delle penne degli uccelli selvatici nella Gran Bretagna. Spiega diffusamente gli inganni usati per deludere } opinione pubblica cominciando dalle penne ornamentali d’ Airone messe in commercio sotto l’ artificio che fossero false, mentre invece trattavasi di penne strappate a uccelli catturati sul nido e durante il periodo delle nozze; spiega e illustra con cifre 1’ enorme quantità di Uccelli mosca, del Paradiso, di Piccioni selvatici, Fa- giani etc. portati e venduti sui mercati con grande danno del- P economia delle specie ornitiche. ‘Termina comunicando che nello scorso anno quando si riunì a Berlino il Congresso Orni- tologico, venne: nominato un Comitato Ornitologico Internazionale allo scopo di studiare i mezzi per ottenere leggi coercitive in- ternazionali dai singoli Parlamenti. Frattanto, conclude, per la Gran. Bretagna noi abbiamo una efficace Legge Protettiva, che è pure di grande utilità anche per le Colonie e i Paesi tutti che stanno sotto la bandiera britannica. GHIGI A. - “I Fagiani, descrizioni, costumi, allevamento ,; vol. di pp. 232 con 14 incisioni. Catania, Giornale degli Alleva- tori, IQII. L’A. offre una monografia dei azioni accurata e che sì può dire aggiornata al 1909; scrivendo un lavoro pratico ed Riv. di Ornitologia. 8 114 RIVISTA ITALIANA DI -ORNITOLOGIA alla comune portata, ha soppresso la sinonimia ‘e le citazioni bi- bliografiche, ma ha offerto le chiavi diagnostiche ‘dei gruppi e delle specie corredandole «di buone ‘descrizioni, di esatte notizie sui costumi e di ottime norme pratiche sul imodo di tenere e di allevare i fagiani, quali ‘poteva fornire persona \esperimen- tata e che da lunghi anni si è dedicata con ‘successo all’ avicul- tura in genere. Nel suo libro 1’ A. divide i Magrazi in cinque gruppi, quello dei Fagiani cornuti con icinque specie, dei Lofo- fori con quattro specie, dei Galli {ove ‘sono comprese molte specie di Fagiani e soprattutto il gen. Gerzaeys) con 44 specie, dei Fagiani reali (Phastanini) «con ‘ventitre ‘specie e finalmente quello dei Pavoni ‘con ‘11 ‘specie. Seguono capitoli ‘sull’alleva- mento, con speciali nozioni sulle Fagianiere, sul modo di for- mare raccolte di Fagiani, di spedirli, sulle gabbie, sull’ alimenta- zione, sull’ igiene, sulle malattie, sulla deposizione delle uova, sull’ incubazione, sui ripopolamenti etc. E insomma un Manuale completo ‘e mirabile che si presenta con forma modesta, ma che racchiude un tesoro di cognizioni semplici ed utili ad un tempo; per cui l’ Editore può andar lieto di aver arricchito di un ‘buon libro la serie iniziata, e l'A. di aver compiuto un’ opera’ since- ramente encomiabile. GorterEAU E. — “ Sur Sylvia suecica ,. - ibidem, n. 482,1 dic. IQIO, p. 34. Nota che questa specie volando produce un “ petit ronfle- ment saccadé ;, simile a quello che fa la Sfinge volando di sera attorno al chiarore di una lampada. GrinneLL H. - Birds of the University ‘Campus, “ University of Calworata Chronicle”, “Vol 19, *19Th N, bi 49p GrinneLL H.- “ The Linnet ot the Hawaian Islands, a Problem in Speciation. Univ. of California Public. in Zoology, vol. 7, n..4, 18 febr. IQII,:\pp. 179-195. L’A. ricorda che l'introduzione del Carpodacus IMCXICANUS frontalis nelle Isole Hawai avvenne nel 1870 circa con uccelli catturati nei dintorni di S. Francisco. Questo uccello è divenuto molto abbondante nella sua nuova patria, soltanto .la specie si è modificata, ed i maschi delle Hawai presentano tinte in rosso le parti che nei soggetti di California sono .colorite in giallo od in aranciato. L'umidità, «il cangiamento di nutrizione, la tempera- tura, ur minor numero di nemici pare. abbiano poco contribuito | al cambiamento: un abitato più ristretto e l’ insularità potrebbero aver prodotta l’inabilità fisiologica di riprodurre la composizione in tutti i suoi elementi di una penna rossa. Il problema, anche a detta dell A., si presenta interessantissimo: per esaurienti ricerche. ti. LIBRI E RIVISTE ILS GrinweLL ]. - The Modesto Song Sparrow, “Univer. of Ca- lifornia Public. in Zool. , 7, IQII, pp. 197-199. Descrive Melospiza melodia maillardi sp. n. dalla Contea, :Stanislaus di California. GrInneLL H. — University of. California Publications in Zoology, n. V, 18 febb. 19II, pp. 197-199: Descrive Me/ospiza melodia maillardi, sottosp. n. trovata lungo i fiumi Tuolumme e S. Gioacchino presso Modesto. HaLLipay W.- The Book of Migratory Birds met with on Holy Island and the Northumbrian Coast, to which is added descri- ptive account of Wild Fowling on the Mud flats, with Notes on the General History of this District. London, 1911, 8, 258, pp. Hieseman M. — How to Attract and Protect Wild Birds. Translated by Emma S. BucHHEIm, with an Introduction by Her Grace the DucHEss or Beprorp. Second Edition, revised. London, Watherby e .C., Igtrr. Contiene un dettagliato resoconto dei vari metodi usati con tanto successo dal Barone Hans v. BerLEPSscH per la protezione degli Uccelli nella sua proprietà di Seebach in Turingia. Questi esperimenti furono fatti per incoraggiare i piccoli uccelli a nidi- . ficare, al cui scopo venne riservata un’area di 500 acri di giar- dino, bosco ad alto fusto e ceduo. Per date specie che nidificano nelle buche degli alberi, quali Picchi, Cincie ecc., si provvidero speciali cassette, e nel primo anno il go per cento delle mede- sime erano già usate per nido dagli uccelli dei boschi di Seebach. Per gli ucceili che nidificano nei cespugli o. a poca altezza sul terreno vennero piantati con speciali norme direttive boschetti di Crataegus Tayacantha e Carpinus betulus, cui s’ aggiunsero pochi abeti ed altre conifere. Con cure speciali e tagli regolari questi boschetti divennero fitti ed impenetrabili e dopo nove anni il risultato fu così meraviglioso, che in un’ area di 200 metri di lunghezza per 7 circa di larghezza in una sola piantagione si rinvennero ben 835 nidi! Un altro capitolo del prezioso libretto contiene un resoconto dei metodi adoperati per nutrire gli uccelli durante l’ inverno con materiali economici. E’ indubitato che tali sforzi dovrebbero venire imitati anche da noi, ove il diboschi- mento ha fatto progressi rapidissimi, ed ove la macchia scarseggia, ragioni precipue della diminuzione dei piccoli uccelli insettivori così utili all’ Agricoltura ed all’ Orticoltura in genere. 116 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA Lavaupen, L.- “ Catalogue des oiseaux du Dauphiné, contenant les espèces observées dans les départements de l’Isère, de la Dròme, des Hautes Alpes, et dans ]Jes environs immédiats de Lyon ,. - Bulletin de la Societé dauphinoise d’études bio- logiques, 1911, Estr. 53 pp. La lista comprende 306 specie, delle quali 285 già citate da Bouteille e Labatie nel 1843. Ricordo tra esse /Misaétus fa- . sciatus, Cyvanopolius cooki, Loxia bifasciata, Sylvia conspicillata etc. MartorELLI G. - “ Provvedimenti per la tutela della Selvag- gina »y. Rivista mensile di Scienze Naturali (Natura), vol. II, ‘Pavia 1011. L’A. ha pubblicato con la consueta diligenza un’ accurato studio sui Provvedimenti per la tutela della Selvaggina, analiz- zando il disegno di legge presentato al Parlamento Italiano dal Ministro Raineri e facendo opportune osservazioni e modifiche. Pur ammettendo la grande diminuzione della selvaggina in Italia, il MARTORELLI è tratto questa volta a non disperare, ed esprime anzi la precisa fiducia, che i buoni propositi ed il savio indirizzo dimostrato dall’ attuale disegno di legge non andranno perduti. Quod est in votis...! Menfcaux- “ A.Projet de création d’un institut ornithologique et cynégétique pour l’ étude des questions de Biologie qui con- cernent les oiseaux et le gibier ,. Le Saint-Hubert Club il- lustrè Fevr! 1011, ‘28; ) Morcue M. - Notes d’excursion zoologique en Algerie - “ Feuille des jeunes Naturalistes ,, n. 481, 1 nov. I9I0, p. 20. Escursione interessante dal lato erpetologico; di uccelli nota come osservati nell’ oasi di Biskra, 7ur/ur senegalensis, Passer afri- canus, Corvus tingitanus, Neophron e Gypattus. RercHeNnow A. - “ Die Vogelfauna des Mittelafrikanischen Seen- gebietes Auf Grund d. Sammlungen Seiner Hoheit des Her- zogs Adolf Friedrich zu Mecklenburg: Wissenschaftl, Ergebn. d. Deutsch. Zentralafrika-Expedition, III, 1911, pp. 231-374. Descrive Pycronotus tricolorus tanganjicae sp. n. dal Tanga- nika e figura le seguenti specie: Scoptelus adolphi-friederici, Ma- laconotus adolphi-friederici, Cinnvris schubotzi, Pyromelana leuco- nota e Bradypterus mildbreadi. Parla in. breve del distretto la- custre dell’ Africa centrale, unendo una carta geografica e dà ‘ una rapida rivista delle specie oggidì note che sommano a circa 750. LIBRI È RIVISTE LL7, SaLvapori T - Specie apparentemente nuova del gen. 7halas- sogeron, “ Boll. Mus. Zool. ed Anat. com. R. Univ. di Torino, n. 698, v. XXVI, 10911. Descrive Thalassogeron desolationis sp. n. dello Stretto di Magellano, simile a 7. cu/minatus. Secuin-Jarp E. - “ Bulletin Soc. Sc. Nat. Quest de la rane, p. 97-100, IQIO. Cita un giovane Larus philadelphia ucciso nella Vandea il 24 marzo igro, prima cattura per la Francia. Una cattura sì conosce a Helgoland e nove sono ricordate da Harting (Hand. Brit. Birds, 1901) nelle Isole Britanniche, una delle quali pare dubbiosa. Swouckaert Van ScHausurc, R. - Ornithologie van Nederland waarnemingen van I mei 1909 tot en met 30 april 1910 - “ Tydschr. d. Nederl. Dierk. Vereen ,, (2), XII, LL pp. 60-73. Cita 33 specie, tra esse Pizicola enucleator, Parus cyanus, Charadrius dominicus, Nisaîtus fasciatus etc., parla dell’ inva- sione dei Crocieri nel 1909 e di incroci tra. il Corvus corone ed il cornix. Swarr S.H. £ Birds and Mammals of the 1909 Alexander Alaska ‘Expedition ,. University of California Publications in Zoology. Vol. VII, n. 2, IQII, pp. 9-172, 6 pl. and 3 text-figures. L’A. parla diffusamente della quarta spedizione fatta dalla signorina Annie M. ALEXANDER a proprie spese nell’Alaska. Nel l’anno 1906 essa esplorò tutta la Penisola Kenai, poi incaricò delle esplorazioni i sigg. Harry S. SwartHe ALLEN E. HasseLBORG, i quali nel 1907 visitarono la parte meridionale dei Distretti Sitka, nel 1908 le regioni dello Stretto del Principe Guglielmo e finalmente nel_1909 la parie meridionale di Sitka, e soprattutto le isole dell’ Arcipelago Alexander. Alla fine del marzo 1909 la spedizione lasciò S. Francisco ed alla fine di settembre giunse al suo estremo limite settentrionale, cioè a Juneau nel Nord- Alaska: vennero visitate sedici Isole e sei località di terraferma. L’A. dice che le specie osservate furono 147, si raccolsero 604 esemplari rappresentanti 106 specie, e tutto questo materiale venne donato al Museo Zoologìco di California dalla signorina ArexanpER. Tutte le località visitate sono descritte dettagliata mente e vi sono speciali illustrazioni del mondo animale, delle varietà, della distribuzione geografica con notizie dettagliate ed interessanti: sicchè può dirsi che il risultato ottenuto dalla detta Spedizione fu dei più completi. TIS RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA Swarta H. S. - Two new Species of Marmots from Nor- thwestern America, “ Univ. California Public. Zool. ,, 7, 1911, pp. 201-204. Descrive Marmota vancouverensis sp. n. dalle isole Vancouver simile a M. caligata e M. ochracea sp. n. dell’ Alaska simile a M. flaviventer. Taycror W. P. “ An apparent hybrid in the genus Dezdrorca y. University of California Publications in Zoology, n. II, 18 febbr, 10II, pp. 173-177. Descrive l’ibrido di D. coronata e D. audubont. VaLLon G. - “Il Libro degli Uccelli ,, vol. di pp. XXIV-203, con 30 tav. col. rapp. 239 specie e 60 disegni interc. n. testo. Genova, A. Donath, 19TI. In questo volume il VaLLon ha cominciato col dare in breve i caratteri principali degli uccelli, parlando delle penne e loro struttura, delle parti del corpo, della forma delle ali e. della coda, dei sensi, del canto, della riproduzione etc., fornendo buone figure schematiche a maggiore spiegazione del testo. Poi nella parte generale ha illustrato con chiarezza i caratteri esterni, 1’ abitato, gli usi e costumi di ogni singolo uccello, unendo figure a colori per molte specie. La nomenclatura è binomia e la classificazione comincia dai Nuotatori (/Vatatores) per terminare coi Ratiti (Ra- titac). Le specie illustrate sommano a 519, parecchie delle quali esotiche, per dare un’ idea dei tipi principali. L’ Editore ha posto in commercio un’ edizione alla comune portata: I’ Autore avrebbe potuto e saputo fare molto di più, e sebbene costretto entro ristretti limiti di spazio e di spesa, pure egualmente ha dato un buon libro, che si legge volentieri e che PESCI indubbiamente nuovi cultori all’ Ornitologia. E. ARrRrIGONI DeGLI OppI NECROLOGIO A soli 44 anni, in seguito ad una operazione chirurgica, nella Clinica di Monaco di Baviera, cessava di vivere il 28 gennaio IQII l’insigne Ornitologo Dr. CarLo Parrot. Nato il 1 febbraio 1867.nel Castello di Unterfranken, dopo compite le scuole popo- lari e ginnasiali s’iscrisse nell’ Università di Monaco, frequen- tando per qualche tempo anche quella di Vienna e: di Berlino. «A Monaco si laureò in Medicina, e presentò in quell’occasione an- «che un lavoro dal titolo: « Sui rapporti di .grandezza del cuore negli uccelli ». Esercitò in seguito la pratica quale ginecoloco, gua- dagnandosi molta stima per il suo sapere e per il modo cortese con tutti. Ma il ParRoT fin da quando frequentava le scuole ginnasiali, coltivò con vera passione gli studi ornitologici, riuscendo.a crear- si una coltura non comune con lo studio delle opere classiche, che il ricco censo gli permise di procurarsi, e coll’ intraprendere lunghe escursioni ornitologiche in Dalmazia, in Bosnia-Erzego- vina, in Grecia, in Ungheria, in Inghilterra, in alcune isole del Mare del Nord, in Riviera, nella Svizzera, in Corsica e nel Tren- tino. Nel 1897 fondò a Monaco la Società Ornitologica Bavarese, della quale fu Presidente fino alla sua morte immatura. Questa associazione destinata ad illustrare il suo paese dal lato ornito- logico, ed all’erezione di stazioni di osservazione, il Dr. PARROT seppe portare, ton instancabile amore, ad uno stato fiorentissimo di sviluppo. Il suo Annuario contiene molti importanti lavori, e in esso videro ‘la luce le descrizioni di quasi tutti i viaggi suc- citati. Il Dr. PARROT seppe accaparrare per questa Società l’ap- poggio morale e materiale del.suo governo, e quello dell’ Acca- demia Bavarese delle Scienze. ‘Cinque giorni prima di morire, egli aveva presieduta un’ Assemblea generale, e presentato il pia- no dei lavori da farsi dalla Società durante l’anno ‘it corso. S'adoperò anche perchè nel Museo Zoologico Bavarese fosse istituita una speciale Sezione Ornitologica, alla quale fu propo- sto l’illustre HeLLMmayR col valente preparatore Ispettore KisTARD. In vista di tanti suoi meriti, molte Associazioni ed Istituti scien- 120 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA tifici annoverarono il Dr, PARROT tra i propri soci d’onore. Pur- troppo quando le forze fisiche e le intellettuali raggiungevano la massima energia e lasciavano sperare larghi frutti di intenso la— voro, questa preziosa esistenza improvvisamente s’estingueva, lasciando nello strazio la vedova e due bambini. La morte non gli permise di veder pubblicata che la prima parte del suo lavoro sull’ Ornitologia della Corsica, stampato dallo TscHusr zu ScHmr- DHOFFEN nel suo « Ornithologisches Jahrbuch », 1911. Di esso spero di dar notizie più dettagliate in un prossimo numero del nostro periodico. Or sono alcuni anni, venuto a passare le vacanze sulla Men- dola, in Val di Non, il Dr. PARROT colse l’occasione di far studi anche sugli uccelli colà riscontrati e ne diede notizia in un pic- colo lavoro « Ueber die Ornis von Siùd-Tirol » pubblicato nelle « Verhandl. d. Ornith. Gesellschaft in Bayern », Miinchen 1904. Di questo scritto io riprodussi le notizie più importanti nella mia « Sesta Contribuzione all’Avifauna Tridentina », 1909. La perdita del Dr. PARROT, uomo aureo ed amantissimo della Natura, fu sentita col più vivo dolore dalla lunga schiera di amici ed estimatori; l’opera notevole da lui spiegata come ornitologo ne tramanderà certamente per lunghi anni il nome onorato. Rovereto, 24 giugno IQII. Prof. Ag. Bonomi Hocke Hermann, direttore della « Zeitschrift fi Oologie und Ornithologie » nato a Berlino il 19 marzo 1843. Suczerer Anprè di Breauté presso Rouen, noto Ornitologo. ed Autore dell’opera sugli Uccelli ibridi trovati allo stato sel- vatico. Dr. QuineT morto a 60 anni. Autore dell’opera « Les Oiseaux du Bas Escaut », delle « Chasses en Egypte » e del « Vademe- cum des Oiseaux observés en Belgique »; di lui erano note ed oggetto di discussione le teorie sul volo degli uccelli durante le migrazioni. Meyer Dr. A. B., fino al 1906 direttore del Museo Zoolo- gico, Antropologico ed Etnografico di Dresda, morto a Berlino il 3 febbraio a 71 anni di età. Di lui sono notissime « Abbildungen v. Vogelskeletten », « Unsere Auer, Rackel-u. Birkwild u. seine Arbaten » e la grande opera sugli Uccelli di Celebes fatta in unione a WicLesworTH. Fu uomo di grande coltura e, quale di- rettore di Museo, largo di aiuti e cortesissimo. SueLLey Capra G. E., nato nel 1840 e morto il 29 novembre u. s. a Bornemouth dopo una lunga malattia; noto per i suoi studi sugli Uccelli africani e la Monografia delle Nettarinie. EAT: Stabilimento Poligrafico. Emiliano — Bologna EDITA DA: » | FILIPPO CAVAZZA. >. FRANCESCO CHIGI ed Sa Md a VII PA Niri SS “LC — uningenenesaeao.. | Fitore AgRIGONI. | * | “°-- near oDpr | atessanpro GHIGI — {l GIACINTO MARTORELLI. TOMMASO SALVADORI. ui sa uu ninni” mpg O: POLIGRAFICO EMI <— BOLOGNA. Piazza Calderini 6, Palazzo Loup ‘0! Maggio fg12 È. STABILIMENT aitsi 181.397 VIAULALIAZLIAAAZZE ) TRTISRAIOÌ ‘e = SI PUBBLICA OGNI TRIMESTRE. Ri I “ANNOI- Num 3 Gennaio-Marzo de MCMXII >» ABBONAMENTI: s» Anno: Lire DIECI n »: 3 A 3) EAT 2 SL na] ME LIANO VER VIET Ù pk o Ps a Pao SAGI MRI OZIAA Ì 18, den NINA SAVA pop VAVAZZA, 0 TANI comi ULI Pi; X , À Mugi a igloo: RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA Anno | Fasc 3 Coturnix coturnix, forma Synoecus lodoisiae Prof. GIACINTO MARTORELLI Sopra una singolare varietà del Fanello (Cannabina linota) Durante l’ ottobre dell’ anno IgIo il sig. Vittorio Isacco di Milano prendeva vivo nel suo roccolo di Rogeno un curioso fanello che si distingueva da tutti gli altri volanti sulla tesa, non solo per essere visibilmente più grande, ma anche per la diversità del verso che faceva: fu anzi per tale diversa apparenza che si decise ad assicurarlo nella rete. Non appena lo ebbe nelle mani, rimase stupito per la diversità spiccata di colorito rispetto al comune fanello e, come l’uccello fu morto, volle portarmelo esso stesso al Museo al quale poi lo ha gentilmente ceduto, avendo io constatato che nella Collezione Ornitologica Turati del Museo stesso non esisteva alcun esemplare simile. Io non ricordo averne . mai visti di uguali in alcuna Collezione, e l'impressione avuta da questo soggetto, non fu assolutamente quella di una delle fre— quenti e svariate forme di anomalie che tutti conoscono. Il piumaggio di fresco mutato è perfetto, e non offre la più piccola aberraziori& dalla forma del comune fanello, nè alcun ca- rattere pel quale si possa riferirlo ad altra specie, o sottospeci&, conosciuta. L’ HARTERT (1) distingue bensì la forma di fanello dei nostri paesi come sottospecie, sotto il nome Acanthis cannabina mediter- (1) « Die Vogel der paliarktischen Fauna », Heft I, p. 73 e seg. Riv. di Ornitologia. 9 122 GIACINTO MARTORELLI ranea (1) e dice che è più piccolo e, se così è, ne concludo che costituisce una forma geografica minore della specie Carzabina linota, di tinta un po’ più viva (lebhafter gefarbt), come suole avvenire per tutti i rappresentanti meridionali delle specie che si estendono da un estremo all’altro d’ Europa; fors’ anche, come pensa lo stesso HARTERT, il più rapido processo di logorio e di decadenza delle pivime ne mette prima allo scoperto la parte più intensamente colorata di quello che avvenga nel Nord. Senonchè tutto ciò non riguarda il presente caso, trovandoci di fronte ad un esemplare che non corrisponde ad alcuna delle varietà descritte, e che ha tutta la facies di una specie vera e propria, la quale potrebb’ essere al suo primo fermarsi improv- viso, per spontanea variazione dal tipo comunemente noto. Que- sta è veramente non solo la mia impressione su questo soggetto, ma quella ancora di tutti gli Ornitologi che lo hanno veduto nel Museo: perciò ho creduto opportuno darne la descrizione. In tal modo se vi è qualche luogo in cui si incontrino esem- plari identici, si avrà modo di farne la constatazione e si avrà almeno una probabilità di dedurne da qual parte ci sia pervenuto, sebbene le dimensioni maggiori ed il colore grigio intenso che sostituisce il bruno in tutte le parti superiori, mi facciano pen- sare che esso sia di provenienza nordica. . Misura Ala 88 mm., coda 57 mm., tarso 15 mm., dito m. c. u. 12, becco (culmine) 7 mm. Dalla fronte al groppone, e sulle scapolari, tutte le parti cen- trali delle piume sono di un cenerino scuro che volge al nerastro presso gli steli, ma graduatamente, mentre le parti esterne, spe— cialmente sul dorso .e scapolari hanno tinta bianco-ceciata: questa (1) Io non intendo qui asserire che il Fanello nostrale sia esattamente uguale a quello del Nord d’Europa, anzi ammetto che rappresenti la forma meridionale della specie che sembra essere più piccola, come dîce I’ HARTERT: sono invece decisamente contrario a confondere in un medesimo genere Acaz- this il Fanello cogli Organetti. Il Fanello non è un AcazòZ:is avendo forme diverse. SOPRA UNA SINGOLARE VARIETÀ DEL FANELLO 123 si fa molto più chiara ed estesa sul groppone i cui centri si fanno più cenerini; in mezzo ai margini chiari si vedono già tracce del color rosso che senza dubbio si sarebbe intensificato ed esteso a primavera e che già appare forte nella -parte nascosta delle piume del petto, pure protette da margini bianco-fulvicci, come anche quelle della gola e del collo, la linea sopracigliare, quella sott’oculare e quella molare che interrompono il grigio quasi plum- beo del capo. Il petto ed i fianchi sono pur macchiati di grigio cenere, anzichè di bruno come nel fanello, e le macchie sono ‘meno forti e meno fitte sopra un fondo di un bel fulvo chiaro. (Gli spazi bianchi caratteristici del sopraccoda, della coda e delle ali sono identici a quelli del fanello, ma più larghi, e spiccano anche maggiormente per la tinta nero-schistacea che li limita. Il centro dell'addome è largamente bianco e così pure il sottocoda in cuì però i margini delle piume sono fulvicci e i centri neri specialmente larghi nelle copritrici più prolungate. Sulla fronte e sul vertice le piume hanno centri neri e mar- gini chiari ben spiccati, ma guardando colla lente la base delle piume frontali, si vede che essa ha una tinta di purpureo-sudicio che dimostra la tendenza a formarsi di uno spazio rosso identico a quello del fanello ordinario. Quindi non esistono caratteri nuovi, ma solo differenze di dimensioni e di colori che basterebbero tuttavia, se risultassero costanti negl’ individui di una data area, per attribuirli ad una forma non ancora descritta. Il non aver trovato descrizione alcuna corrispondente a que- sto esemplare, non solo nella pubblicazione citata dall’ HARTERT ma neppure nella « Nuova edizione » del NAUMANN, ove sono tuttavia così minutamente riferite le variazioni conosciute del Fanello, mi conferma, fino a prova contraria, che si tratti di un caso improvviso di variazione spontanea, essendo per me evi- dente che se un certo numero di individui simili a questo giun- gesse a riprodursi fe se, non sarebbe affatto improbabile che il nuovo colorito divenisse ereditario e quindi costante caratteristica di una nuova forma. Le differenze nelle dimen- sioni fra.i fanelli, come osservano gli autori dell’opera succitata, verificandosi anche tra soggetti di un medesimo paese (cosa già 124 GIACINTO MARTORELLI osservata anche dal BreHM (1)) e anche tra individui normalmente coloriti, non hanno di per sè sole grande importanza, tuttavia associate al diverso colore e, mi pare, anche alla minor dimensione del becco (almeno in. questo esemplare), concorrono ad accrescere la distinzione. Se poi si aggiunge ancora il fatto che il sig. Isacco si decise a dare un tratto di rete per questo esemplare isolato, solo per aver notato una spiccata differenza nella voce, si ha un complesso di ragioni avvaloranti il sospetto che si tratti di un caso di « neogenesi ». (1) Cfr. I. BREHM, « Handb. Vogel Deutschl. » Ile SALVADORI Vice-Direttore del R. Museo Zoologîco di Torino Catture del “ Turdus aureus , in Italia Nel mattino del 5 Novembre di questo anno (19II) verso le ore 10, l’ onorevole G. GogLio, Deputato di Rivarolo, trovandosi a caccia a circa Iooo metri sul livello del mare, ove finisce la zona dei castagneti, nei pressi di Sale Castelnuovo (alteno della valle di Piova, Mandamento di Castellamonte, Circondario d’Ivrea), vide un grosso tordo sopra una pianta di sorbo selvatico (.Sordus aucuparia) intento a mangiarne i piccoli frutti rossi, i quali maturano in autunno; lo uccise e lo inviò al signor CarLo BainoTTI affinchè lo imbalsamasse. Essendo detto uccello scorosciuto allo imbalsa- matore, questi lo portò a questo Museo, ove io riconobbi che apparteneva al raro Tordo dorato. “L’onorevole G. GogLio, richiesto dal Direttore del Museo Prof. CameRANO, generosamente donò il raro esemplare al R. Museo, ove la specie non era rappresentata nella Collezione Ita- liana, ma soltanto nella Collezione generale da due esemplari, uno d’ignota provenienza, donato insieme con molti altri uccelli da S. M. il Re Vittorio Emanuele III, e l’ altro di Pechino ripor- tato dal viaggio della Magenta. L’esemplare donato dal GogLIo fu riconosciuto femmina colla dissezione. Esso differisce alquanto dai due esemplari esotici sud- (1) Secondo I° HARTERT (Véòg. pal. Fauna, pag. 642) il nome Zurdus au- reus HOLANDRE, Faune Dép. Moselle in « Annuaire de la Moselle », 1825, pag. 06, ha la priorità su 7rdus varius Pallas, Zoogr. Losso-Asztat., I, pag. 449; 1827. 126 T. SALVADORI detti pel colorito alquanto più chiaro, e per le macchie semilu- nari nere, all’ aprire delle piume meno larghe e meno distinte. Il Tordo dorato è specie della Siberia orientale al sud del Largo Baikal, e si estende fino ‘al nord della Cina e nel Giappone; è stato incontrato anche nel Sud dell’isola Formosa, nelle Filip- pine, nella Siberia occidentale, ed accidentalmente in molti luoghi d’ Europa. Dell’ Italia si conoscono circa sedici catture certe. Se indaghiamo la distribuzione dei luoghi italiani nei quali è stato incontrato il Tordo dorato, verificheremo che forse tutti si trovano nell'Italia superiore e media, e nessuno nella meridio- nale. Del Tirolo italiano si conoscono due esemplari; del primo scrisse il dott. UNTERSTAINER (1) colle seguenti parole: “ fu preso ai sette di Ottobre 1854 ai lacci sul monte Costalta nella Valle di Sella, presso Borgo di Valsugana ed ora si conserva nel Museo Civico di Rovereto per dono del sig. FRANcEScO AMBROSI ,,. Detto esemplare fu esaminato anche del GigLioLI. (2) Il secondo esem- plare del Tirolo fu menzionato dall’ ALTHAMNER (3); esso fu preso ad Arco sul Garda nel Tirolo meridionale, verso la fine del 1861. Non trovo menzionati esemplari del Veneto, e della Lom- bardia. Del Piemonte si conosce soltanto l’ esemplare sopra menzio- nato. i Della Liguria si conoscono almeno tre esemplari; il primo in ordine di tempo fu trovato sul mercato di Genova nell’inverno del 1763 dal preparatore sig. De NEGRI, presso il quale io lo vidi; esso fu menzionato primieramente da me, (4) fu acquistato dal conte Turati ed ora si conserva nel Museo Civico di Milano. (5) Un altro esemplare ligure fu ucciso nelle vicinanze di Ge. nova il 17 Ottobre 1870; è un maschio e si conserva nel Museo Civico di quella città. (6) (1) Comm. della Flora, Fauna e Gea del Veneto e del Trentino, pag. 252, 1869. (2) Primo resoconto ecc., pag. 186. .(3) « Rev. et Mag. de Zool. », pag. 553; 1861. (4) Cat. Uce. di Sard,, pag. 26, nota. (5) SALVADORI - Fauna d’Ital., Ucc., pag. 78. (6) SALVADORI - loc. cit. a i sa diri CATTURE DEL <« TURDUS AUREUS » IN ITALIA 12 I Infine debbo al Prof. Gestro Vice-Direttore del Museo Ci. vico di Genova la notizia di un terzo esemplare ligure, ucciso presso Arenzano nella Riviera occidentale alla fine di Novembre 1905; fu acquistato già montato presso un armaiuolo e perciò non fu possibile verificarne il sesso; esso si conserva pure nel Museo Civico di Genova. Non credo che la cattura di questo esemplare sia stata pubblicata prima d'ora. Parecchi sono gli esemplari di questa specie presi in Toscana. Un maschio il 14 Ottobre 1873 a Poggio Scali nell’ Appennino Casentinese; esso si conserva nel Museo di Firenze (1). Da una lettera di quel tempo scritta dal Marchese Giacomo Dorra, mi fu noto che quell’ esemplare fu donato al Museo di Firenze dall’ On. Deputato SALVAGNOLI-MARCHETTI. | Un altro esemplare, maschio adulto, fu ucciso il giorno 8 Novembre 1889 presso Siena (2). Esso fece parte della collezione del Sig. S. Brog1 di Siena; ignoro ove si trovi; di questo esem- plare scrisse anche il Prof. CarRUCCIO (3). Alla fine di Gennaio 1902 un altro Tordo dorato fu acqui- stato in carne sul mercato di Firenze dal GiGLIOLI e s1 conserva nel Museo di quella città (4). Due altri esemplari sarebbero stati presi in Toscana, nella valle del Bisenzio nel marzo 1903; ciò è stato asserito sulla fede dal Sig. ALseRTO ManzeLLA; la femmina si conserva nella collezione del marchese RipoLri a Meleto in Val d'Elsa (5), ed il maschio era in possesso del signor ALBERTO MANZELLA (6). Da ultimo recentemente la Signorina CeciLia PiccHi ha annun- ziato (7) la cattura di un Tordo dorato a Monte Antico nella provincia di Grosseto nell’ Ottobre 1910, pochi giorni dopo la cattura di una Geocichla stbirica, avvenuta nello stesso luogo il 13 ottobre; esso fu acquistato dal signor PreROTTI di Firenze, appas- (1) GreLioLi - « Ibis », pag. 197, 1881. e Avif. Ital., pag. 103, 1880. (2) BroGI - « Rivista Ital. di Sc. Nat. », pag. 272, 1889. (3) Boll. Soc. Zool. Rom., I, pagg. 20 e 21. (4) ARRIGONI - Atlante Ornit., pag. 167 nota, e Man. d° Orn. Ital. pag. 24I. (5) RIpoLFi - Coll. d’Orn. di Meleto, pag. 22. (6) ARRIGONI - Man. d’Orn. Ital., pag. 241. (7) « Rev. Franc. d’Orn. », pag. 184, IQII. 128 T. SALVADORI sionato raccoglitore e cultore della Ornitologia italiana. L’ARRI- GONI (1) ha menzionato lo stesso esemplare come proveniente da Montalcino, poco lontano da Monte Antico. Per ragione di vicinanza alla Toscana è qui da ricordare un Tordo dorato che il Prof. Fiori (2) menziona, catturato presso Porretta nell’inverno del 1886 e donatogli dal Signor LoREN- ZINI (3). Così pure è ricordato un esemplare dell'Isola d’Elba. Esso sarebbe stato preso nell’ autunno del 1885, presso Marciana, te- nuto vivo in gabbia per pochi giorni presso un tal Dappi di Portoferraio e poi gettato via, ignorandosene il valore; queste notizie furono comunicate dal Prof. Gracomo Damiani al GiGLIOLI che le riferisce (4). Pare che anche il Prof. MARTORELLI abbia dato notizie di quell’ esemplare (5). Il Prof. CaRRUCCIO (6) si mostra alquanto scettico intorno a questa cattura. Parecchi sono pure gli esemplari colti nel Romano. Uno preso nella campagna romana nell'inverno del 1870 fu trovato sul mercato di Roma dal Marchese MassimiLiano LEz- ZANI, fece parte della sua collezione e dal medesimo fu donato, insieme con molti altri uccelli italiani, al Museo dell’ Università di Roma nel 1875 (7). Un’ altro esemplare, un maschio, fu colto a Tor di S. Lo-. renzo, pure nell’ Agro Romano, addì 11 Dicembre 1889 (8); an- ch’esso si conserva nel Museo di Roma. L’ ARRIGONI nel dare notizia della cattura di questo esemplare reca due date erronee, nell’Atlante Ornitologico, pag. 167, quella di Dicembre 1890, e nel Manuale di Ornitologia Italiana, pag. 240, quella pure erro- nea di Dicembre 1898! E singolare che anche il ParRIZI-Mon- (1) « Atti R, Ist. Ven. », LXKX, pag. 64, nota. (2) « Boll. del Natur. », pag. 84, 1886. (3) ARRIGONI - Man., pag. 240. (4) Primo resoconto « Avifauna Italica », pag. 186. (5) ARRIGONI - Man, d’ Orn. Ital., pag. 240. (6) « Boll. Soc. Rom. », I, pag. 20, nota. (7) GiGLIOLI - El., pag 97 n.° 352. - CARRUCCIO - « Boll. Soc. Rom. », I, pag. 20, 1892. PATRIZI - MonTERO, Avif. Prov. di Roma, pag. 63. (8) CaRRUCCIO - « Lo Spallanzani », pag. 576, 1889. CATTURE DEL « TURDUS AUREUS » IN ITALIA 129 TORO (1) dia per la cattura di quell’ esemplare la data del 15 Novembre 1889, diversa da quella primieramente indicata dal CARRUCCIO ! Recentemente la signora CeciLia PiccHi prelodata, nella stessa pubblicazione (2) ba annunziato la cattura di un Tordo dorato presso Orvieto nell’ Umbria, il giorno 3 Febbraio I9II} questo esemplare fu portato sul mercato di Firenze ed acquistato dal ‘ signor ZAFFAGNINI, altro appassionato raccoglitore. Finalmente è stata: asserita la cattura di un Tordo dorato | presso Foggia nel 1897; esso fu trovato fra 795 Tordi, spediti dall’ Ottobre 1896 al Marzo 1897 dalla casa esportatrice Rispoli di Foggia al Signor CiusePPE Fano di Bologna (3). Questa no- tizia è contrassegnata colle iniziali (P. R.) e proviene forse dal Prof. Pierro Rosati di Bologna, ma la cosa è ritenuta come molto dubbiosa dall’ ARRIGONI (4), tanto più che nulla si sa in- torno alla conservazione di quell’ esemplare. Bibliografia e sinonimia del Tordo dorato « Oreocincla Aurea » in Italia. Oreocincla aurea (Hol.) — ALtHAMMER, Rev. et Mag. de Zool. 1861, p. 553 {Arco, Tirolo Meridionale). Iurdus varius Pall. — SaLvapori, Cat. Ucc. Sard. (1864) pag. 26 (nota) (Liguria). - UntERsTAINER, Comm. Flor. Faun. e Gea del Veneto e del Trentino (1869), pag. 252 (Tirolo Ital.). - | SaLvapori, Faun. d’Ital., Uccelli, (1872) pag. 77 (Liguria e Tirolo Italiano). - Savi, Orn. Ital., (1873) pag. 370 - Dress, Birds of Eur. pt. LXXII, pl., (1878), pag. 3 (Italy) - GicLIoLI, * dbis,,, 2881, pag. 1907 (Poggio Scali, Toscana). -.Id. El, (1881), pag. 97, n.° 352 - Bonom, Avif. Trident., (1884) pag. 23 - GicLioLI, Icon., Cat. sp. ITI (1893). - MARTORELLI, Ucc. d’Ital., (1906) pag. 515, con figura - PartRIZI-MonTORO, Avif. Prov. di Roma, (1909) pag. 63. (1) Avif. Prov. Roma, pag. b4. (2) « Rev. Franc. d’Orn. », pag. 184, I9II. (3) « Avicula », I, pag. 84, 1897, (4) Atl. Orn., pag. 167. - Man. d’Orn. Ital., pag. 240. 130 T. SALVADORI Oreocincla varia (Pall.). — GigLioLI, Avif. Ital.. (1886) pag. 103, (Poggio Scali). - SALvADORI, Elenco Uce. Ital., (1886) pag. 110. - GiLioLi, Avif. Ital., Primo resoc., (1889), pag. 186 - Id. Avif. loc., (1890), pag. 392 - CarRuccIio, “ Lo Spallanzani ,, (1889)pag. 576, ((For.,S. Larenzo)}-S. Braey Rivista (1889) pag. 272, (Villa di Frosini, Senese). - Bonowmr, N. Contr. Avif, Trident., (1889), pag. 23 - S. Broci, Boll. del Natural., (1890) pag. 19, - CarRUccIo, “ Boll. Soc. Rom. ,,, I, (1892) pagg. 18-23, - P. R. (Pietro Rosati?), “Avicula ,, I, (1897) pag. 84, (Foggia?). - PiccHi, “ Ornis ,, XII, pag. 440, (1904). - RipoLri, Coll. Orn. di Meleto, (1908) pag. 22 (Val Bisenzio). Geocichla varia (Pall.). — MaRTORELLI, “ Ornis ,, X, (1900), | pag. 267. SeeBH., Mon. of the Turdidae, pl. 1, (1902) pag. 3, | (Italy) - ARRIGONI, Atl. Orn., pagg. 166, 167 (nota) tav. VIII, f. 9 (1902) (Toscana). - id., Man. d’ Orn. Ital., (1904) pag. 239, 4 --id., “ Atti R. Ist. Veneto, LXX, (1910), pag. 64 .i{n0ta)f: PiccHi, “ Rev. Franc. d’Orn. ,, (rorI) ‘pag. 184 (Monte An- tico in Toscana ed Orvieto). : Pizia s d TT e E II PT SRI FILIPPO CAVAZZA SU ALCUNI ESEMPLARI DI DUE SPECIALI FORME DI “C. COTURNIX,, (Con una tavola in tricromia) I Il « Synoecus lodoisiae ». Il “Synoecus lodoisiae ,, questa forma di quaglia che tanto diversifica dalla tipica da non presentarne neppur più parecchi caratteri generici, non è certo sufficientemente studiata ed io credo avventati i giudizi di coloro che senz’ altro la considerano come una varietà semi-melanica. Certamente gli individui di tal forma non debbono venir ascritti al genere australiano Sywoecus, come avevano fatto pel primo esemplare noto i signori J. VERREAUx e O. De Murs (1) che lo descrissero; essi provengono con ogni probabilità da proge- nitori appartenenti alla comune C. cofurnix, ma non pertanto si potrà dire che siano una semplice varietà di questa specie. Il SALVADORI (2) ponea l'ipotesi che non trattandosi “ di una varietà ordimaria ,, potesse essere un vero e proprio caso di ata- vismo assai importante perchè “c’indicherebbe come l’ origine della nostra quaglia sia da ricercare fra le quaglie dell’ antichis- simo continente australiano/,. Il GiGLIOLI (3) poi dopo aver citate le parole del SALvaDORI e aver detto che appare come “un cu- (1) VERREAUX e DE Murs O. - « Rev. et Mag. de Zoologie », XIV, p. 225, pi IL. 1362. (2) SALVADORI - Fauna d’Italia. Parte II. Torino, 1871. (3) GIGLIOLI - Avifauna Italica. Firenze, 1907. 132 FILIPPO CAVAZZA rioso caso di melanesimo, aggiunge che se si avessero individui eguali tra loro potrebbe invece essere un caso di vera neogenesi ,. Il Pavesi (1) trattando del melanismo degli uccelli, parlò di questa forma di quaglia come “d’ un metacromatismo non affatto accidentale, ripetuto molte volte, sempre nell’istesso modo e luogo,,, ed il GHIGI (2) che aveva sott’ occhio il mio esemplare, senza entrare nella questione già tanto dibattuta, asseriva che si tratta “d’una quaglia tanto differente della C. coturzix, da dover real. mente stentare ad ammettere che essa appartenga alla medesima specie: ; Inoltre è da notarsi che le varietà, secondo il significato che fino ad ora si è attribuito a tal nome, non mostrano carattere di stabilità o sono sempre riunite per mezzo di numerosissimi gradi intermedi alle variazioni individuali della specie tipica; il .Sy- noecus lodoisiae, invece ha una facies a sè ben stabilita, e non offre mai passaggi alla quaglia tipica. Non ostante ciò il GHici accennò alla possibilità che il mela- nismo del S. /odoîstae derivasse dall’ azione dell’ umidità. Colle mie ricerche attorno alla variazione della C. coturnix (3) eseguite dopo che il Prof. GHIGI mi ebbe incitato a risolvere tale dubbio, potei chiaramente dimostrare quale sia l’ azione del- l'umidità e del calore sulla quaglia, e così indirettamente misi in luce che le variazioni prodotte da tali agenti, sebbene molto rimarchevoli, nulla hanno in comune col melanismo e tanto meno con lo speciale abito del S. /odozszae. Per questo lavoro dovetti esaminare numerosi esemplari di | tutte le svecie del genere Coturzia, e mi fu possibile stabilire quali caratteri abbiano valore generico. Il mio esemplare fu inoltre confrontato con quello della col- lezione del conte prof. E. ARRIGONI DEGLI OppI, che con tanta bontà mi permise di studiarlo, e con non pochi individui appar- tenenti a specie del genere australiano Siroecus. (1) PAvEsI - Sull’ importanza del melanismo negli uccelli. v e Atti I. R. Accad. Agiati », S. III, vol, I, fig. I. — Rovereto, 1895, (2) GHIGI - Sopra un caso di mutazione del Gerzaexs spirmko??, - < Rend. Accad. Scien. Bologna ». — Marzo 1908. (3) Ricerche di sistematica sperimentale sulla variazione della C, coturnzx.- « Archivio Zoologico », vol. V, pag. 29. IQII. i | È È. 1 TTI A. = Agr x ALCUNI ESEMPLARI DI DUE SPECIALI FORME DI « C. COTURNIX » 133 Non voglio esporre in questa nota nè lo potrei, quanto ho potuto raccogliere d’ osservazioni e da esse dedurre, nondimeno dirò che gli individui della forma /odotstae si allontanano assolu- tamente dal genere Coturnix del quale non ritengono che pochi caratteri, e che, se si avvicinano al genere Syroecus, come asse- riscono gli autori, presentano tuttavia altri caratreri che non si rinvengono in alcuno dei due generi citati. Si può quindi affermare che la questione tanto dibattuta del Synoecus lodoistae attende ancora, dalle ipotesi, dalle ricerche o dagli sperimenti degli studiosi, una soluzione definitiva. È dunque facile capire quale importanza acquisti ogni nuova apparizione di questa forma. Il suo riprodursi sempre nello stesso modo ed in ispazio dì tempo non molto lungo, chiaramente dimostra che la specie Co- turnix coturnix tende a produrre individui con caratteri a dirit- tura diversi da quelli tipici, e che tal fine vien raggiunto non per mezzo di progressive modificazioni, ma per ripetizione della nascita di individui già perfettamente mutati e simili fra loro. Più il caso si ripete, e più vien reso evidente che non si tratta solo di una accidentale colorazione anormale. Ma per molti autori, anche propensi ad ammettere in altri casi la neogenesi, sono ancor troppo poche le apparizioni del .S. /o- doistae. Sono infatti avvenute tali catture solamente in Italia ed in Francia, e per caso estremamente raro. La prima avvenne a Busto Arsizio in Lombardia nel 1861 e l'esemplare è nel Museo Civico di Milano; un secondo fu ucciso nel 1864 nel Dipartimento della Somma ed è nel Museo d’ Abbe- ville (1); un terzo venne preso nel Pavese nel 1886 ed è conser- vato nel Museo Civico di Pavia (2); e un quarto colto nel Mila- nese, che fu trovato sul mercato di Milano nell’ ottobre 1888, è conservato nella Collezione del conte prof. E. ARRIGONI DEGLI ODDI (3). (1) GERBE et DEGLAND - « Ornitologie Europèenne », II, pag. 78,1867. (2) PAVESI - 035. czt., (3) ARRIGONI - Notizie sopra un melanismo della quaglia comune, « Atti Soc. Veneto Trentino Scien. Nat.», vol. XI, fasc. II. 134 FILIPPO CAVAZZA Io non vedo tuttavia che la rarità dell’apparizione sia indice che non si tratti di un vero cambiamento blastogeno, ma tutt’ al più parmi essa possa far dire che la fissazione ed affermazione della nuova forma sarà assai lenta e difficile se la tendenza a mutare della specie Coturnix coturnix non si intensificherà, tanto più che trattandosi di specie migratrice, molto maggiori sono gli ostacoli che vengono posti al processo di fissazione. Mi accontento d’aver esposti i perchè dell'importanza e della rarità della cattura di cui dò notizia, e di stendere la descrizione dell’ esemplare. Nel maggio 1907 nelle larghe della bassa pianura bolognese, e precisamente nel comune di Medicina, fu uccisa una quaglia che non riconosciuta dai cacciatori pel suo abito strano, venne inviata a preparare e poscia a me donata gentilmente. Per disgrazia l’ esemplare era stato così malamente preparato che dovetti completamente disfarlo, riconciarne la pelle e rimon- tarlo. Si tratta di un perfetto esemplare di Synoecus /odoisiae che presenta i suoi caratteri, starei quasi per dire tipici, più accen- tuati che non gli esemplari del Museo di Milano e della collezione ArriIiGonI. Non mi fu possibile stabilire il sesso dell’ individuo, essendomi esso pervenuto già preparato, e non credendo io asso- lutamente possibile l’ arguirlo da certe colorazioni dell’ abito. Stendo ora la descrizione dell’ esemplare di cui dò inoltre alcune misure che potranno utilmente esser confortate con quelle della Coturnix coturnix, come con quelle delle specie del genere - Synoecus. Il colorito generale non appare che poco più scuro di quello. della forma tipica di C. coturnix, e la disposizione del disegno è per striscie trasversali anzichè per macchie longitudinali. Le penne delle parti superiori della testa sono piccole e in gran parte di color rossastro ruggine mostrando di nero una macchia triangolare centrale, mentre nella Coturmix coturnix tipica le penne sono nere, solamente orlate o terminate di color lionato o rossastro; non vi è alcuna traccia della striscia bianca che negl’ individui tipici di quaglia va dal becco alla nuca. Mancano completamente i sopracigli, le redini e tutte le altre macchiature bianche o nere dei lati della testa, della gola e del collo; queste ; ì ì î PR SN ALCUNI ESEMPLARI DI DUE SPECIALI FORME DI « C. COTURNIX » 135 parti sono tutte di color uniforme rossastro sudicio. Nelle penne delle spalle, della schiena e del groppone mancano del tutto le macchie bianche lanceolate che sono tipiche in tutte le specie del genere Coturnix. Nonpertanto si può dire che il nero sia molto più esteso che nella specie tipica, giacchè anche in essa queste penne si trovano fondamentalmente nere; nel nostro individuo appaiono su ciascuna penna molto forti tre fascie ondulate e trasversali di color bruno- rossastro e due macchie subapicali dello stesso colore; il mar-. gine d’ ogni penna è sottilissimo e di color bianco sudicio. Tutte le penne hanno forma arrotondata e poco allungata. Il tipo delle penne di tutte le parti superiori è dunque non solo diverso ma opposto a quello che esse presentano nel genere Coturnix. Le parti inferiori presentano circa lo stesso colore che le superiori, mentre in tutte le quaglie, tolta la C. delegorguei, esse ne sono molto più chiare. Le penne del petto sono di color rossastro scuro con una grossa macchia triangolare nera che ha forma di larga striscia interessante entrambi i vessilli; nella forma tipica di quaglia vi sono due macchie longitudinali nere, una per vessillo. Le penne del ventre e dello stomaco hanno la stessa macchia- tura che quelle del petto, solo la parte rossastra diviene più chiara passando al lionato. Il bordo di tutte le penne delle parti inferiori è sempre bian- castro, e in quelle del ventre esso diviene molto più largo. Le penne dei fianchi, che sono così caratteristiche nella comune quaglia in cui presentano sempre una forma allungatissima ed una larghissima macchia centrale bianca lanceolata, coi due ves- silli lionati e portanti due macchie nere allungate e longitudinali, sono completàmente diverse nel nostro individuo dove esse son di forma molto più corta e non appuntita all’ apice, e non pre- sentano. mai alcuna striscia longitudinale; ma sono invece di color ruggine-scuro fasciato trasversalmente da larghe bande nere. Le remiganti mostrano sul vessillo esterno righe trasversali sottilissime ed a zig-zag. La seconda remigante ha una forma sua propria, con vessillo esterno fortemente concavo, che. è intermedia fra quella della quaglia e quella dei Syroecus. 130 FILIPPO CAVAZZA Le ascellari sono grigio-cenere come nel genere .Syroecus, anzichè bianche come nelle Coturnix. Lungh. tot. m/m. 158 - (esemplari di C. C. tipica 196) Ala y Iro = (esemplari di C. C..tipicavrg5) Coda EROE s. A ;; 36 Tarso 3 ante n x: 7 35 Dito medio Sara ì, n i 26 Becco LONAGDIT de Ra A >: 15 La figura a colori qui unita sia evidente complemento a questa deserizione. II. La varietà semi-melanica di Valenza. Voglio pure far cenno di due individui di quaglia i quali pre- sentano una caratteristica e particolare colorazione, specialmente interessante in quanto che essa corrisponde a quella descritta dal GRANT (1) come propria ad una forma colta nei dintorni di Va- lenza in Ispagna. Nel suo Atlante Ornitologico (2) 1° ARRIGONI cita tale forma, evidentemente sulla testimonianza del GRANT, come varietà dei. dintorni di Valenza e nulla aggiunge sul trovarsi essa in altre località, il MARTORELLI (3) riporta pure la notizia di questa va- rietà, ma poi soggiunge che non vide mai alcun individuo di tal forma colto in Italia se se ne toglie un esemplare d’ ignota prove- nienza che è nel Museo di Milano. Ma il Principe CHÒici (4) in un suo articolo sulle variazioni della quaglia parla a lungo di questo particolare melanismo, e ci dà la descrizione di ben quattro individui colti nella campagna romana che appaiono esser simili a quelli trovati dal GRANT. Il MartORELLI in una lettera al Principe CHIGI diceva, dopo aver esaminati gli esemplari colti nel romano, di ritenere che la (1) O. GRANT - « Catalogue of Birds of Brithis Museum ». (2) ARRIGONI - « Atlante Ornitologico ». — Milano, 1901. (3) MARTORELLI - Gli uccelli d’ Italia. — Milano, 1900. (4) CHIGI - Razze e variazioni della C. coturzzx. - « Boll. Soc. Zool. Ital. ». Fasc. 7-8, 1905 ALCUNI ESEMPLARI DI DUE SPECIALI FORME DI « C. COTURNIX >» 137 forma descritta dal GRANT “ dovesse ritrovarsi in analoghe con- “ dizioni anche in altre località oltre Valenza, e probabilmente “ nello stesso Agro Romano in luoghi paludosi, ritenendo non “ improbabile che questa variazione melanica, così parziale, possa “ esser effetto di un ambiente specialissimo ,,. Già altri ornitologi, ed il GRANT medesimo, avevano supposto che la varietà di Valenza fosse dovuta all’ azicne dell’ umidità; le catture di individui nella Campagna Romana ricca di località paludose venivano a rafforzare tale ipotesi e render logiche le parole del MARTORELLI. Ma prolungate e ripetute esperienze sull’ azione dell’ umidità sulla quaglia mi hanno chiaramente dimostrato quanto esposi nel mio succitato lavoro, che cioè ben lungi che aumentare, 1’ esten- sione del pigmento nero negl’individui posti all’ umidità tende a diminuire, mutandosi in color rosso-ruggine. Accennai all’ impor- tanza del fatto in confronto coi numerosi esperimenti del BEEBE), che in altre specie ornitologiche produssero sempre modificazioni melaniche. Dunque non è l’ azione dell’ umidità che produce il semimela- nismo di cui ci occupiamo; ma nondimeno credo giustissimo “ possa esser effetto quanto asseriva il MARTORELLI, che esso cioè di un ambiente specialissimo ,. Io noto infatti che dei quattro esemplari descritti dal CHii ben due hanno vissuto parecchio tempo in ischiavitù ed osservo che tutti e due gli ‘individui di questa forma colti nell’ Emilia portano evidente traccia di schiavitù. Sapendo come sia comune l’alterarsi della colorazione dei pigmenti negli uccelli che vivone allo stato di schiavitù, sembra logico il vedere un nesso fra la colorazione delle nostre quaglie semi-melaniche e la schiavitù che quasi tutte hanno subita. Ma come spiegare allora in tal caso il semi-melanismo delle quaglie di Valenza che certamente non sono state in ischia— vitù ? Io fo l’ ipotesi che questa parziale modificazione melanica sia dovuta ad uno speciale genere di nutrizione; che cioè tanto nei dintorni paludosi di Valenza (e forse in altre località), quanto nell’ ambiente di schiavitù, manchino certi elementi di nutrizione e ve ne siano altri nuovi, e che questo speciale regime possa Riv. di Ornitologia. 10 138 FILIPPO CAVAZZA avere come conseguenza la modificazione dell’ abito e la produ- zione di quella data forma di melanismo parziale. Che la nutrizione sia uno dei maggiori agenti produttori di modificazioni e di variazioni, tutti sappiamo, nè importa quindi addurre esempi. Inoltre, trattandosi per la quaglia di specie migratrice e lar- gamente estesa, mentre era molto strano che proprio solo in uno stretto territorio si facesse così fortemente sentire |’ azione del- l'umidità (tanto più che località in condizioni simili a quelle di Valenza ve ne sono numerosissime), è invece spiegabilissimo che a un limitato terfitorio sia propria una certa tal forma di vege- tazione e una data fauna di vermi ed insetti, e ciò per le speciali sue condizioni che può darsi si ripetano solo raramente altrove. Nondimeno questa ipotesi che, parmi, tolga di mezzo molte difficoltà, non potrà esser completamente accettata che quando le si sara potuta dare una dimostrazione sperimentale. Sarebbe quindi bene oltre che far prova di diversa nutrizione su quaglie tenute in ischiavitù, poter anche conoscere il contenuto dello stomaco di numerosi individui dei dintorni di Valenza. Venendo ora ai due individui di tale forma che mi stanno ora innanzi, dirò della loro cattura e descriverò |’ abito loro. Uno è un 3° adulto trovato in mercato nell’ ottobre 1910, ma che aveva evidentemente vissuto a lungo in ischiavitù come lo dimostravano le remiganti che gli erano state da molto tempo strappate. L’altro è una £ adulta che fu uccisa nel mese di maggio, ma che già da ben dieci mesi era ritenuta prigioniera da un adde- stratore di cani da caccia. Stendo senza dilungarmi la diagnosi dei due esemplari. ST ad. — Il colorito generale appare più scuro che quello della tipica C. coturnix, ma il disegno appare identico. I lati della testa, il mento, la gola e le redini sono neri, la base di ogni penna è però bianco-rossastro; il petto è soffuso di colore rug- gine, ma macchiettato irregolarmente di nero; le penne dei lati del petto e quelle dei fianchi sono quasi tutte nere, tolta la mac- chia centrale lanceolata bianca, e, su entrambi i vessilli, le striscie trasversali color camoscio-vivace. Tutte le penne delle parti su- periori, dalla testa al sopraccoda sono nere colla sola larga striscia ALCUNI ESEMPLARI DI DUE SPECIALI FORME DI <« C. COTURNIX » 139 centrale lionato-scura e sottili linee trasversali color rosso-rug- gine-cupo. Le penne ascellari sono bianche come in tutte le specie e va- riazioni del genere Coturnix, tolto il .S. /odoisiae. 2 ad. — La colorazione che è più scura ancora che nel- l'esemplare precedente, offre però nella disposizione e nel di- segno l’ aspetto normale. I lati della testa, la gola e il mento sono bianco-sudici di lio- nato e sono macchiettati, meno che il mento, di nero; le penne del petto sono assai strane, presentando una grande macchia lanceolata centrale e due margini esterni laterali di color lionato e il rimanente dei due vessilli assolutamente nero; le penne dei lati del petto e dei fianchi sono come nel g7, solo le striscie tra- sversali sono più grandi e più chiare. Le parti superiori sono identiche a quelle del 7; le penne ascellari pure. Lascio ai lettori il compito di fare i confronti colla tipica C. co- turnix e colle altre variazioni che la specie presenta. Non parlo delle diverse anomalie evidentemente isolate che potei osservare in individui di C. coturnix, nè fo cenno dei nu- merosi esemplari che presentano caratteri intermedi colla C. co- turnix forma africana giacchè di questi dimostrai l’ origine par- lando a lungo nel mio lavoro succitato. 3 Bologna, dicembre IOIT. Tar i FRANCESCO CHIGI Osservazioni intorno alla presenza in Italia del ‘“Lanius pomeranus badius,, HARTL. Diffusa in gran parte dell’ Europa Centrale e Meridionale, in Palestina, in Persia e nell’ Africa al Nord dell'Equatore, quivi specialmente quale uccello invernale, l' “ Averla capirossa ,,, come ogni altra specie largamente diffusa, è soggetta a notevoli varia- zioni di colorito; purtuttavia si distingue ovunque da ogni altra Averla, eper l’ ampia macchia di un bel rosso castagno estesa dal vertice fino oltre la nuca. Considerate dapprima tutte le Averle capirosse come appar- tenenti ad un’unica specie Larzus pomeranus SPARM., in base alle variazioni locali, furono ripartite in varie specie o sottospecie, tutte peraltro degradanti l’ una nell'altra e riconoscibili soltanto negli individui tipici. Le sottospecie più generalmente oggi ammesse sono le se—- guenti: 1) Lanius pomeranus pomeranus SPARMANN. — Specchio alare ampio; parti inferiori bianche appena tinte. di fulviccio sui fianchi; timoniere centrali interamente nere. Europa in generale. 2) Lanius pomeranus rutilans TemmIinck. - Specchio alare più ristretto; parti inferiori fortemente tinte di rossiccio; timo- niere centrali interamente nere. Tunisia. 3) Lanius pomeranus paradoxus BreHW, (riloticus BP.) — Specchio alare ampio; parti inferiori bianche; timoniere centrali bianche alla base per 2-3 cm. Sudan. PRESENZA IN ITALIA DEL « LANIUS POMERANUS BADIUS» —I4I 4) Lanius pomeranus badius HartL. - Specchio alare ri- dottissimo (rossiccio) o mancante: timoniere centrali interamente nere; parti inferiori bianche. Costa d'Oro (Guinea) inv., e Sar- degna e Corsica estate. Di questi quattro tipi, che forse non sono che razze non as- solutamente localizzate, quello che ci interessa è il L. pomeranus badius. Questa forma fu eretta a specie dall’ HarTLAUB nel 1854 (1) su esemplari della Costa d’ Oro (Guinea). Nel 1gor il Sig. KLEIN- SCHMIDT (2) constatò che in Sardegna ed in Corsica giungevano in primavera, per nidificarvi, soggetti di ZL. pomeranus privi, o quasi, di specchio alare, cioè tipici L. f0m. dadius. Tale contestazione fu accolta con la massima incredulità da- gli ornitologi italiani: 1’ ARRIGONI (3) ed il MARTORELLI (4) si li- mitarono ad osservare che le Averle capirosse di Sardegna da loro osservate erano veri ZL. pomeranus, mentre assai più esplicito fu il GigLioLI (5) che si espresse in questi termini: “ Io posso assicurare l’ottimo Kleinschmidt, il quale ritenne che 1’ Averla capirossa della Sardegna fosse il Lanzus badius HARTL. specie af- fine, ma, pare, distinta dell’ Africa tropicale, che in quell’isola non si trova che il Z. pomeranus, abbondantissimo e. nidi- ficante, in nulla diverso dagli individui viventi nel rimanente d’Italia j- La smentita era esplicita, non c’è che dire! Mentre i maggiori ornitologi italiani negavano la presenza in Sardegna del supposto £. pom. dadius, gli ornitologi tede- schi, sempre minuziosi nelle loro ricerche, rimanevano della pro- pria opinione, avendo in mano esemplari sardi e còrsi di ZL. fo- meranus privi o quasi dello specchio alare, cioè, secondo loro, esemplari genuini del L. pom. badius. Anzi prima che il Giglioli pubblicasse il suo libro con la sua smentita, il Dr. Guido ScHIEBEL di Innsbruck, autore di un pregiato lavoro sulla filogenesi dei (1) « Journal fir Ornithologie », 1854, p. 100. (2) « Ornithol. Monatsberichte », 1901, p. 168. (3) Atlante Ornitologico, 1902, p. 116: Manuale uccelli italiani, 1904, p. 170. Note. (4) Uccelli Italiani, 1906, p. 583 (Nota). (5) Secondo resoconto ecc. 1907, p. 272. 142 FRANCESCO CHIGI - Lanius (1) descriveva e figurava il L. pom. badius della Sardegna e della Corsica. Evidentemente al GigLIoLI erano sfuggite quelle chiarissime figure, che avrebbero fatto riflettere i più increduli. Comunque, era lecito pensare: o gli ornitologi tedeschi ScHieBeEL, HaRTERT (2) PARROT (3) seguaci di KLEINSCHMIDT vo- lenti o nolenti avevano preso un solenne granchio, od agli ita- liani mancava il materiale sufficiente per pronunciarsi sulla que- stione. Confesso che la mia impressione, di poi confermata dai fatti, fu appunto che la seconda ipotesi fosse la vera. La cosa si spiega facilmente: la tendenza degli ornitologi tedeschi a sminuzzare la specie, è contraria allo spirito degli or- nitologi italiani, che in generale danno al concetio di specie una estensione assai maggiore, e solo in pochi pochi casi mi- nore di quella che allo stesso concetto dànno i tedeschi. Avviene in tal modo che spesso gli ornitologi italiani neppure si curano di seguire con fiducia gli altri nella ricerca, eminentemente ana- litica, delle oscillazioni dei caratteri specifici; infatti nel nostro caso i nominati ornitologi italiani non discussero punto se la forma dadius dovesse o no distinguersi dalla tipica fomeranus, accontentandosi puramente e semplicemente, in base al materiale da essi posseduto, di lasciar le cose come stavano prima, senza fare nuove ricerche, le quali avrebbero ben presto dimostrate vere le asserzioni del KLEINSCHMIDT e seguaci: vere in quanto nelle Isole di Sardegna e Corsica si trovano Lanus pomeranus mancanti dello specchio alare. Quanto poi all’essere tali Averle proprio quelle che vanno a svernare nella Guinea, non è facile nè dimostrare nè negare con sicurezza. Se dunque la forma dadizs non era ancora stata notata dagli ornitologi italiani, ciò non prova affatto che i tedeschi avessero sbagliato. Quando fui a conoscenza della notizia data dal KLEINSCHMIDT e contraddetta dall’ ARRIGONI, prima anche di conoscere l’opi- (1) Die Phylogenese der Zarzus-Arten, < Journ. fiir Orn, », 1906, p. 106, CERA Selice (2) « Die Végel der palàarktischen Fauna », 1910, p. 437. (3) Beitràge zur Ornithologie der Insel Korsika. « Orn. Jarbuch », 1910, Paso: PRESENZA IN ITALIA DEL « LANIUS POMERANUS BADIUS » 143 nione del MarroRELLI, dello ScHIEBEL, del GigLIOLI, dell’HARTERT e del ParRroT iniziai nel Romano per mio conto la ricerca del L. pom. badius con una certa fiducia nella riuscita, riflettendo che: o gli esemplari sardi e còrsi del L. pomeranus sono veri badius che vanno a svernare nella Guinea, e allora sarebbe strano che tornando al Nord in primavera si limitassero a fermarsi in quelle isole senza mai attraversare gnel brevissimo tratto di mare che le separa dalle coste dell’Italia Centrale; ovvero i soggetti sardi e còrsi privi di specchio non sono altro che variazioni in- dividuali, “non geografiche ,, del tipico pomeranus, e allora non v'è ragione alcuna che le stesse variazioni trovate in Sardegna e Corsica non si trovino ovunque nelle regioni delle quali il L. f0- meranus è indigeno. Viceversa se nel Romano si trovassero soggetti del ZL. pome- ranus privi o quasi dello specchio alare, ciò indirettamente con- ‘ fermerebbe l’ asserzione del KLEINscHMIDT o per lo meno la cre- dibilità di essa, mentre d’altro lato il fatto dimostrando che la zona abitata da L. pomeranus privi di specchio è più estesa di quella che ad essi era stata assegnata, complicherebbe maggior- mente la questione se la forma dadus sia una sottospecie o razza geografica, ovvero una variazione sporadica del tipo /o- meranus. Nelle mie ricerche ebbi una insperata fortuna: nell’ aprile e maggio 1904 si verificò sulle spiagge romane un insolitamente abbondante passo di Averle capirosse, e fra i molti soggetti da me raccolti, varii nòn avevano specchio apparente ad ala chiusa, altri lo avevano, ma molto limitato, e pochi erano provvisti di un ampio specchio. Fatte poi ulteriori ricerche nell’ estate di quell’anno edei successivi, còlsi parecchi soggetti, giovani e adulti. In un solo dei giovani da me avuti manca lo specchio alare, gli altri invece ne sono tutti provvisti in maggiore o mi- nore misura, come del resto lo sono anche alcuni, se non la maggioranza, dei giovani soggetti della Sardegna (1). (1) Vedasi la figura data da SCHIEBEL « Journ. fiir Orn. », 1906, Tav. H fig. 5. 144 FRANCESCO CHIGI Se non è difficile distinguere gli adulti della forma dadius da quelli della forma pomeranus (nei dadius il bianco alla base delle remiganti è ristretto di solito alla 7°, 8%, 9* 10°, o manca), altrettanto non può dirsi per i giovani, che hanno uno specchio di estensione variabilissima. Perciò non può dirsi con certezza se la proporzione fra gli adulti ed i giovani della forma badius esista o meno nel Romano. Certo è che come uccello di passo la forma dadius è comune, e talora anche abbondante nella detta regione. Degno di nota è il fatto che l’HartEeRT ebbe due soggetti privi di specchio dalla Tunisia, còlti uno in giugno, l'altro in novembre. Resta da definire se la forma dadius sia una sottospecie o razza geografica, ovvero una variazione sporadica che può apparire anche in individui nati da tipici fomeranus. Contro questa se- conda ipotesi starebbe il fatto che la forma dadius non si trova ovunque nella zona abitata dal L. fomeranus, altrimenti quegli stessi che dal pomeranus distinsero il Sadius se ne sarebbero certa- mente avveduti; contro la prima ipotesi sta il fatto che anche ove la forma dadius è abbondante nell’abito di adulto, non è facil- mente riconoscibile, od è rara nell’abito giovanile. Devesi tener presente inoltre che i meticci (non ibridi, giacchè non si tratta di specie diverse) fra le due forme debbono essere frequentissimi fra noi ove le due forme si trovano certamente mescolate. Final- mente può ritenersi che la perdita assoluta dello specchio non i ; : fi avvenga negli adulti che ad età avanzata, cioè ad un grado di IS sviluppo individuale molto alto, tanto è vero che anche le fem- mine del dadius hanno per lo più un accenno di specchio. In due femmine, còlte in Agosto, che hanno le remiganti 8°, 9°, 10° di fresco mutate, ho notato che queste remiganti hanno la base gial- liccia, mentre le altre non mutate l'hanno bianca, e la parte gialliccia delle prime è in proporzione meno estesa che nelle remiganti dell’abito consunto; ciò prova ben poco, è vero, ma indica forse che nelle mute successive lo specchio si sarebbe ancora ristretto fino a scomparire. È opportuno finalmente ricordare come l’ ampiezza dello specchio alare in tutte le specie del genere Lazius che normal- mente ne sono provviste, sia sempre alquanto variabile. LPP SI UE, 1 9 PRESENZA IN ITALIA DEL « LANIUS POMERANUS BADIUS » T4S » Della serie di ZLarius pomeranus romani che ho sott'occhio in questo momento (13 adulti e 12 giovani) i seguenti mostrano le diverse gradazioni di sviluppo dello specchio: A) Adulti. Estens. apparente | Remiganti aventi la base del Sesso Cattura pal ri vessillo est. bianca o giall. 4 Maggio IgIo grande dalla 2.* alla 10.° Q? Ù TIS)omi media id. Q n 1902 id. id. Q Aprile 1904 piccola id. Q 3 ;; quasi nulla dalla 6.* alla 10.* 4 Maggio 1904 nulla GIRO S.|| Aprile 1904 id. dalla 7.* alla 10.° Q Maggio 1904 id. nessuna S Agosto 1899 id. id. B) Giovani. SESAERS RES Remiganti aventi la base del Sesso Cattura Ss e ti vessillo est. bianca o giall. 4 Agosto 1904 molto grande dalla 2.* alla 10.* Si ; 1903 grande id. fi 7 1904 media id. Q || Settembre 1904 piccola id. SE Agosto 1905 minima id. 4 IRE 1905 nulla semplici marginature sottili grigiastre dalla 9 callà (N.B.) - Su 13 adulti: in 2 lo specchio è grande, in 4 medio” in 4 piccolo, in 1 quasi nullo, in 4 nullo. Su 12 giovani: in 2 lo specchio è grande, in 4 medio, in 4 piccolo, in 1 piccolissimo, in 1 nullo). In conclusione da quanto precede mi sembra poter dedurre che: I) Soggetti di Larzus pomeranus privi o quasi di specchio alare giungono normalmente in Sardegna, Corsica e nell’Italia Centrale, insieme con soggetti tipici; delle remiganti illa 1° alla s' oa neppure wai S 3) I giovani delle due forme non sono nettamente x 4) La forma badius non è sporadica, ma bensì ha w Pi o come sottospecie del Lanzius pomeranus (1). Roma, febbraio 1912. (I) Nella collezione Romana del Museo Zoologico di Roma si ti ‘esemplare del Lanius pomeranus, còlto a Castel Porziano, avente alla delle timoniere centrali, lungo lo stelo, una macchia bianca estesa per I cm. e col bianco nelle altre timoniere molto più esteso che nei 5088: ) pici. Questi caratteri lo avvicinano alla forma paradoxus. i CECILIA PICCHI L’“Erithacus rubecula melophilus,, HART. in Italia (Con due figure nel testo) Il 24 gennaio del cadente anno la nobile signora Z- REATTELLI PagLicci mi inviava in carne da Castiglione del Lago (Perugia) un individuo di Pettirosso, di colorito marcatamente più cupo degli altri esemplari italiani che posseggo e dei molti da me sino ad ora osservati. A prima vista mi apparve come affetto da melanismo, ma sapendo che le anomalie di colorito cui va soggetto il Pettirosso appartengono quasi esclusivamente al gruppo degli ipercromatici, mi venne il dubbio che il mio esemplare potesse appartenere invece alla forma britannica; infatti dopo un più accurato esame riscontrai che presentava delle differenze anche nella forma del becco e dell’ala, e nell'insieme collimava alla descrizione che l’ HarTERT fa del suo £. r. melophilus. In ogni modo per essere ben sicura dell’ esatta determinazione, nell’ estate scorsa lo inviai all’ HaRrTERT stesso, il quale, con squisita cortesia, mi scrisse che il mio soggetto era “ undoubtedly indistinguishable from British"specimens in every character, colour and measure- ments , e che nel Museo di Tring esisteva un esemplare di questa forma catturato presso Roma nell’ ottobre 1899. Del resto come il nostro Pettirosso alle epoche delle migrazioni giunge talora nelle Isole Britanniche, non è affatto strano che individui della forma britannica si accompagnino ai continentali nel loro viaggio di ritorno e che altri soggetti siano giunti sino in Italia. Il prof. Gr- GLIOoLI nella sua ultima Avifauna (1907, p. 159) scriveva, a propo- sito di un g' ad. (N. Coll. 2093) da lui avuto il 4 marzo 1883 da Greve: “ somiglia assai al: Pettirosso britannico, se non è lo 148 CECILIA PICCHI stesso ,. Mercè la cortesia del prof. BaLpucci ho potuto esami- nare accuratamente l’ esemplare, ma, confrontatolo col mio da Castiglione del Lago, escludo affatto che possa appartenere alla detta forma. In esso il color ruggine manca del tutto, tanto sulle parti superiori, che sono bruno-olivastre, come sulla gola e sul petto, i quali hanno l’ aranciato-rossiccio vivace, ma non ecces- sivamente carico; inoltre ha il centro del gastreo di un bianco puro. Il becco è di forma più allungata, i piedi meno robusti e l’ ala (73 m/m) più appuntita. Della serie, che esiste nella Colle- zione italiana del Museo, è l’ esemplare di colorito più scuro, ma è indistinguibile da altri che io conservo da Castiglion Fio- rentino, presi nell’ autunno, anzi tra questi ne ho alcuni che sul groppone sono tinti da rugginoso. L’ esemplare di Castiglion del Lago, oggetto di questa Nota, è un gd ad., ha il colore aranciato della larga fascia frontale, dei lati della testa, della gola, parte anteriore e laterale del collo, dell’ alto petto e dei suoi lati che si prolungano un po’ in basso, tinto di rosso-rugginoso carico, ancora più cupo sulle copritrici auricolari, e circondato di lavagna-bluastro cupo dalla fronte sino ai lati del petto, ove questo colore si sfuma con il bruno-olivastro- rugginoso dei fianchi, per diventare un po’ più chiaro sui lati dell’ addome e sul sottocoda; assai ristretto è il bianco cenerino sul centro dell’ alto petto e dell’ addome. Superiormente è bruno- rugginoso scuro, misto ad olivastro cupo; il groppone e le sopracaudali un poco più chiare, ma più color ruggine; una. macchietta di un giallastro tinto di rossiccio chiaro all’ apice del vessillo esterno; ed un poco anche su quello interno, delle grandi copritrici forma una banda attraverso l’ ala. Internamente le ascellari sono grigio-cupe, ed esternamente concolori con i fianchi, un poco più chiare di questi le copritrici alari inferiori, che hanno l’ apice rosso-rugginoso. Becco bruno, assai cupo, leggermente più chiaro alla base di sotto. Piedi bruno-scuri. Iride bruno-cupo. Lungh. tot. 148 m/m, culmine 13, ala 73, coda 60, tarso 26,5. Il becco è sensibilmente più grosso e meno com- presso verso l’ apice, che nel tipico £. rubecu/a, i piedi sono più robusti e la forma dell’ ala più rotonda; inoltre presenta la 4°, 5% e 6° remigante primaria smarginate esternamente, mentre nell’ £. rubecula ho sempre riscontrato la smarginatura anche L’ « ERITHACUS RUBECULA MELOPHILUS >» HART. IN ITALIA 149 sulla 3%, però il dott. HarTERT mi scrisse non essere quello un carattere distintivo costante del suo me/ophilus. In una specie così largamente distribuita ed in maggior parte migratrice come il Pettirosso e che ha un piumaggio di colorito uniforme, è inevitabile che nelle varie regioni ove abita, questo subisca delle variazioni di maggiore o minore intensità, e parti- colarmente su tali differenze si vollero fondare diverse sotto- specie, le di cui caratteristiche si riassumerebbero come segue: E. rubecula (L.), tipico: Superiormente bruno-olivastro. Fronte, lati della testa, davanti del collo e petto di un rosso-aranciato vivace, circondato di cinerino-bluastro. Centro del petto e del- P addome bianchi. Ala 70-75 mm J, 69-70. 2. 3° remig. eguale o poco più corta della 6% e molto più lunga della 7°; 4? e 5* eguali o quasi e le massime; 6° distintamente più breve della 5*; 7° molto più corta della 6.° Habitat : L' Europa sino al 68° lat. nord, dall’Atlantico agli Urali, verso est sino al sud della Siberia occi- dentale e del Turchestan occidentale; sverna in Persia, in Egitto, nel nord del Sahara e nelle Isole del Mediterraneo. E. r. melophilus Hart. Di colorito distintamente più cupo. Su- periormente bruno-rugginoso scuro. Fronte e parti antero-inferioriì colore aranciato-rugginoso cupo, circondato di lavagna-bluastra. Lo spazio bianco-cenerino del centro dell’ addome assai ristretto. Copritrici alari inferiori tinte di rugginoso all’ apice. Becco sen- sibilmente più grosso e più ottuso. Dimensioni maggiori. Ala 7I- 76 m/m di forma più rotonda: 3* remig. distintamente più corta della 6* ed intermedia tra questa e la 7%; 4% e 5° quasi eguali e le massime; 6* poco più corta della 5°. Habitat: Le Isole Bri- tanniche comprese le Orcadi, le Ebridi e l'Isola Wight. E. r. sardus (KLENscHM.) Superiormente più scuro, ma più colore oliva dell’ £. rubecu/a; la tinta aranciata delle parti antero- inferiori è cupa quasi come nel me/ophilus. Ala 70-74 mfm. Ha- buat: Sardegna e Corsica. E. r. witherby Hart. Differisce dal sardus per le parti supe- riori meno colore oliva. Il colore aranciato è tinto di rugginoso come nel me/ophilus. Becco usualmente un poco più lungo che nel rubdecula. Ala 69-71 m/m. Habitat: Il nord dell’ Atlante e la Tunisia ed Algeria settentrionale. Questa sarebbe la forma che vive in Spagna. 150 CECILIA PICCHI £. r. superbus (KoeNIG) Superiormente somiglia lE. r. me- lophilus, ma è di tono meno rugginoso. Il colore aranciato è molto carico, mentre i lati del corpo sono assai pallidi ed il centro bianco puro. Ala 65-72 m/m., di forma più rotonda che nel rubecula: 3° remig. più corta della 6°; 4°, 5° e 6° eguali o quasi tra loro; 7° poco meno della 6°. Habitat: Le montagne di Tene- nerifa e Gran Canarie. NATI (ii La Fig.1- Erithacus rubecula Fig.2- Erithacus rubecula melophilus E r. hyrcanus (BLANF.) Differisce dall’ £. rubecula per il grop- pone di un castagno-rugginoso vivace, invece di bruno-olivastro; il colore aranciato di tono molto vivace, quasi come nel superdus. Ala come nel rubecula, ma il becco è più lungo e più sottile; culmine 16-17 m/m. Habitat: La Persia settentrionale, probabil- mente il Transcaspio e l’ Armenia; sverna nella Persia meridio- nale ed orientale. E. r. caucasicus, Bururt. Differisce dall’ 4yrcanus per il colore castagno-rugginoso meno vivace. Becco sempre distintamente più lungo che nel rudecu/a, ma usualmente più corto che nell’ 4yr- canus. Habitat: Caucaso, svernando presso Lenkoran. A tutte queste forme altre ne sono state aggiunte e altre sono in procinto di esserlo! Ho esaminati un gran numero di indi- vidui catturati nel nostro Continente nelle varie stagioni ed è L’ « ERITHACUS RUBECULA MELOPHILUS », HART. IN ITALIA ISI indubitato che offrono numerose variazioni circa l’ intensità del colorito ed anche nella lunghezza dell’ ala, come pure ne è va- riabile un poco la formula, ma tra questi esemplari continentali ne ho trovati di quelli indistinguibili da altri catturati durante P estate in Sardegna e nell’ Africa nord-occidentale. Ho voluto anche esaminare individui degli altri Paesi per potermi fare un concetto più che mi fosse possibile esatto della validità di tutte queste forme; non avrò forse avuto a mia disposizione delle serie abbastanza numerose per esprimere un giudizio esauriente; giudicando però dai numerosi esemplari che ho potuto osservare, mi pare di poter dedurre, per il momento almeno, che le forme che possono dirsi veramente distinte siano: il tipico £. rubecula (L.), VE. ». melophilus Hart., V E. r. superbus (KoeNIG) e l £. r. hyrcanus (BLaNF), ritenendo le altre come semplici variazioni cli- matiche o di ambiente, senza elevarle al rango di forme o sotto- specie, giacchè basterà conoscere di esse la provenienza degli individui per rendersi ragione delle leggere modificazioni di tinta che presentano. Nelle specie che mancano di macchie o di altri disegni che possono costituire segni caratteristici distintivi, le variazioni nella intensità delle tinte non possono da sole costituire un valido carattere distintivo, tant’ è vero che esaminando una serie nume- rosa di tali specie troveremo che la intensità del colore va gra- datamente diminuendo dal primo all’ ultimo esemplare, mostrando in tal modo delle differenze assolutamente insignificanti, mentre se invece poniamo a confronto il primo e l’ultimo individuo di una tale serie, le differenze ci appariranno così marcate, da farli rite- nere come appartenenti a due specie ben distinte. Però non credo che si possa distinguere alcuna specie o sottospecie di colorito “ uniforme ,, se alla diversità d’intensità della tinta non è unita anche una sensibile e costante differenza nelle forme o nelle misure e proporzioni. Nel caso del Pettirosso, per esempio, le differenze nella forma e nella misura dell’ ala non sono apprez- zabili nè costanti in tutte le forme in cui è stato diviso. Firenze, dicembre 19II. Prof. GIOVANNI ANGELINI Cattura di un “Larus affinis,, REINHARDT presso Roma Nello scorso ottobre 1911 mi colpì un Gabbiano, che ebbi occasione di vedere presso il sig. Casimiro CoLI, preparatore nel Museo Zoologico della R. Università di Roma, da lui acqui- stato pochi giorni prima, e montato per un comune Gabbiano reale. Vidi subito che non era da riferire al L. cachkinnans Patt., ma piuttosto al L. fuscus L., sebbene mi apparisse alquanto di- verso dagli ordinari, perchè più grosso e di colorito assai più chiaro. Avendo poi per cortesia del suo possessore, potuto con- frontarlo cogli esemplari di Zarus del Museo Zoologico univer- sitario, lo trovai più o meno diverso da tutti, e mi apparve come un qualche cosa d’ intermedio fra le due surricordate specie. Lo presentai all’ adunanza della Società Zoologica Italiana del 31 ottobre p. p. confrontandolo con diversi esemplari di L. cachinnans e di L. fuscus, e concludendo per la sua riferibilità al gruppo del LL. fuscus, e probabilmente al L. affinis. Essendo questa una specie nuova per l’Italia, e mancandomi allora ogni materiale di confronto, mi riservai di studiarlo ulteriormente. Il chiaro prof. MARTORELLI, che lo vide poco appresso, neriportò la stessa impressione, ed, avendolo poi avuto in comunicazione a Milano, così mi scriveva: “L'esame del Gabbiano ricevuto ‘non mi lascia luogo ad incertezze intorno alla specie, corrispon- dendo esso esattamente al tipo che posseggo del L. affimis e al rappresentante di questo nel pacifico, L. schistisagus, suo pros- simo parente, (se pure distinto) che ho da poco tempo ottenuto dal mare del Giappone ,. RR SCR SINNI CI) PD TT > F el biafa TRA # CATTURA. DI UN « LARUS AFFINIS » 153 # Il soggetto romano differisce dal L. cachinnans per essere. un po’ piu piccolo, per avere il becco più debole, il tarso in pro- porzione più alto, il colorito del mantello più cupo (cenerino piombato, invece che perlato): dal L. fuscus si discosta per avere statura maggiore, becco notevolmente più forte, piedi più robusti con dita relativamente più lunghe e grosse, per tinte grigie più chiare, volgenti, non allo ardesia scuro, ma piuttosto al piom- bato, e per netto limite e marcato contrasto del tratto cuneiforme grigio sul vessillo interno delle: remiganti primarie. Testa e collo presentano sul fondo candido delle macchiette scure, più fitte sulla parte posteriore del pileo e sulla cervice; solo la remigante più esterna porta una macchia bianca subapicale (specchio) in- teressante entrambi i vessilli. Le più lunghe primarie si mostrano incompletamente sviluppate per muta, e sopratutto la prima d’ogni lato è ancora molto corta. Esso dunque aveva appena vestito l'abito invernale. Il becco era verdastro, con una macchia ros- siccia scura sulla gonide: tarsi e dita grigio=violacei, appena sfu- mati di giallognolo. (D’ estate ha piedi e becco gialli, con macchia rossa sulla gonide). Anche il SaunpERS (1), nell’abito invernale del L. affinis ne dà il becco “with a greenish tinge ,: per il piede nulla dice. Forse non ebbe occasione di osservarne allo stato fresco. A me per altro non sembra improbabile che, cambiando la tinta del becco, subiscano anche i piedi un correlativo mutamento di colore. Aggiungerò che nel Giardino Zoologico di Roma vive un Gabbiano, che a me sembra di dover riferire al L. affinis, avente i piedi di un grigio-roseo pallido, con appena qualche sfumatura giallognola (2). “Dark reddish violet-grey,, dice il SAunDERS (I. c.), i tarsi e le dita del L. schistisagus nell’ abito estivo, sull’ autorità dello STEI- NEGER: questo potrebbe essere un buon distintivo, se fosse vero, ma io ne dubito, perchè quel colore vanno prendendo anche i piedi chiari delle specie affini progressivamente dopo la morte. (1) Cat. of the birds in the brit. Mus, Vol. XXV. (2) Il Principe Don FrANcEScO CHIGI, alla cui cortesia debbo 1’ aver potuto esaminar da vicino questo esemplare, starebbe per considerarlo un L. marinus. Il mantello è dell’ airzs, ma le dimensioni sono un po? forti. Per dare un giudizio definitivo occorre studiarlo ulteriormente. Riv. di Ornitologia. 1l 154 GIOVANNI ANGELINI L’ ho constatato anche nel L. affinis di Roma. Lo schistisagus avrebbe poi (fide SAunDERS) normalmente mantello e faccia su- periore delle ali di color lavagna: scuro, e quindi non mi pare che ad esso possa attribuirsi l’ esemplare romano, a prescindere anche dal fatto, d’ importanza relativa dopo la cattura nel golfo di Cagliari del Gabbiano polare del Ross, che quella specie, propria dei mari di Bering e di Okhotsk, e che mai è stata no- tata altrove in Europa, molto più difficilmente potrebbe spingersi fino a Roma. Oltre che per il colorito superiore ardesia scuro, il L. scht- stisagus differirebbe dall’ affinis anche per il tarso leggermente più corto e sub-eguale al dito medio con l’ unghia (SAUNDERS), distinzione questa poco pratica, e che può condurre a risultati erronei per differenze individuali dei soggetti e pel metodo spe- ciale di ciascuno di prendere le misure, come è facile persua- dersene con ovvi confronti. Credo pe-ciò di dover riferire |’ esem- plare romano al L. affinis, tanto più che lo sc/istisagus, di eguali dimensioni e solo più scuro, potrebbe, anche a giudizio del Mar- TORELLI che ha potuto confrontarli insieme, esserne una sem- plice forma geografica o sottospecie. Se, come asserisce il SaunpERS per il vicinissimo L. fwuscus, anche il L. affinis riveste dopo 4 anni il completo abito di adulto, il nostro individuo doveva trovarsi almeno nel suo 5.° anno di vita: che non fosse vecchio parrebbe dimostrato dalla mancanza della macchia subapicale bianca sulla 2.* remigante primaria, e che, pure a detta del SaunpeRs, caratterizzerebbe i perfettamente adulti, sebbene, egli soggiunge, siffatti individui sieno rari. E a me par difficile poter escludere che vi influiscano anche diffe- renze individuali. Le dimensioni (omesse quelle nel caso nostro di nessun valore e portate in confronto con quelle date dal SaunpERS) sono: Esemplare romano: culmine m. 0.060; coda 0.175; tarso 0.065; dito medio c. u. 0.060. Dal SAUNDERS: culmine m. 0.073; coda 0.190; tarso 0.069; dito medio c. u. 0.063. Come si vede, l’ esemplare romano risulta piuttosto piccolo, e tale è pure in confronto coll’ individuo vivo del Giardino Zoo- i : i E | 4 d tao Sita n tn ienii CATTURA DI UN « LARUS AFFINIS » 155 logico; io lo avrei detto volentieri una femmina se non fosse la contraria indicazione del preparatore sull’ annesso cartellino. Non so se l'indicazione sia giusta, e possa il fatto dipendere dal- l età poco avanzata del soggetto, che probabilmente riveste per la prima volta l’ abito completo di adulto. Esso fu ucciso col fucile sul Tevere, poco lungi dalla città, il 15 ottobre IgII da un tale, che quasi ancor caldo lo portava a vendere al Corr, ed a cui il CoLi stesso, non sospettando l’im- portanza dell’ uccello, non pensò di chiedere altri particolari. Suppongo che la ingenuità di questo Laride, forse ancor mag- giore di quella del Z. fuscus in confronto al diffidentissimo L. cachinnans, debba aver attirata l’ attenzione del cacciatore e con- tribuito a farlo uccidere. Secondo il Saunpers, il L. affinis frequenta i grandi fiumi della Russia settentrionale e della Siberia, nidificando dalla Duina verso occidente fino al Jenissei; è dubbioso se ciò avvenga anche sulla Lena. Trovasi d’ inverno sulle coste dell’ India occi- dentale, del Mekran, di Arabia, Socotra, Somalia ed Aden; non si sa bene se si interni nel Mar Rosso. Casualmente è stato preso una volta lungo la Groenlandia meridionale, poi ad Hel goland, e fors’ anche nel S. O. della Francia. L’ARRIGONI (1) considera il L. affinis come semplice sottospecie del fuscus; il Saunpers (2) lo ha considerato come specie distinta, ma io nòn so sè sia questo il partito migliore. Al MARTORELLI parrebbe di si: il GiLIoLI (3) lo dice poco diverso dal L. fuscus, e giustamente aggiunge che le forme affini sono molte, e non è sempre facile il separarle. Se ciò succede per gli adulti, figuriamoci pei giovani! Ma è questa una questione, che non può essere trat- tata isolatamente. Io lo chiamerò col Saunpers Larus affinis, contentandomi di averne constatato l’ arrivo, e di poter aggiun- gere un nuovo termine alla ricca serie dell’ avifauna italiana. Il soggetto è stato acquistato dal Principe Don Francesco Curci per la sua collezione romana. Roma, 20 febbraio 1912. Cc. Atl. Ornit. degli Ucc. Eur. l 2.° Resoc. Inch. Ornit. (1) (2) (3) ® BREVENOTPE Intorno ad una varietà di Passera raccolta sui monti del Friuli. — Nelle mie “ Escursioni Ornitologiche nel Friuli, VIII serie del IgIo , in corso di pubblicazione, ho fatto cenno di un individuo di Passera catturato a Paularo il 13 luglio, di una forma differente tanto dalla Passera che dalla Passera oltremon- tana. In detta mia pubblicazione diedi una descrizione sommaria del detto individuo, che qui ripeto con maggiore dettaglio. ad. Fronte ed una larga stria (più stretta però che nel Passer domesticus) dal vertice alla nuca di un nero-cenere con gli apici delle penne più chiari e ceciati a guisa di disegno alter- nato di chiaro e di scuro; tali apici sono presenti in quasi tutti gli individui dell’ zfalzae, ed io non posseggo che due individui nei quali il rosso mattone è uniforme. Queste marginature sono comuni anche alle Passere oltremontane, e da noi non si trovano individui col capo cenerino uniforme come ho veduto più volte | nei soggetti della vicina città di Cormons. Nella nuova forma o varietà: Passer italiae o domesticus var. valloni stabilita dal Principe CHÒÙici (cfr. “ Bollett. Soc. Zool. Ital. , 1906) tale fascia è molto più chiara grigio-sudicio e non nero-cenerognola, come nel mio primo esemplare. Le tinte del dorso non differiscono molto da quelle che pre- sentano le altre due specie di Passere e la forma del CHÙici. Il groppone ed il sopracoda è di color bruno-cenere-fulvo, quasi come nelle Passere oltremontane; negli individui tipici e nella var. valloni tale tinta di solito è grigio-cenere con leggiera ten- denza al fulvo specialmente sul sopracoda, ma la tinta in tale parte va soggetta a notevole variazione. La macchia nera della gola è regolare di forma e di colore, il bianco delle guance e dei lati piuttosto sudicio e non chiaro ed uniforme come nella Passera oltramontana, le pennine auri- colari sono marcatamente tinte di grigio-nerastro, e come non si osserva nelle specie o forme affini. Il gastreo e lati sono di tinta più scura del consueto, però il sottocoda è del medesimo tono di tinta di quello della Pas- sera oltremontana. Le ali sono pure più cupe nella tinta di fondo n BREVI NOTE 15 NI = e nei margini, che mancano quasi affatto nelle remiganti primarie; la coda con la tinta di fondo delle forme affini non presenta mar- ginature evidenti. Le differenze che io ho riscontrate in questo individuo sono costanti per tutte le Passere che vivono a Paularo e nei dintorni, e non dubito che abbiamo dinanzi una varietà intermedia tra le due o tre forme che vivono nel Friuli e che sarebbe molto più rara della Passera ordinaria. Paularo è un paesello di montagna vicino ai confini dell’ Im- pero Austro-Ungarico, al quale si arriva agevolmente dopo poche ore di cammino. Giace a 690 m. s/m, però la sua posizione molto addentrata tra le catene montuose e tutta circondata da alte mon- tagne, fa sì che la comparsa delle forme comuni nel Friuli vada notata come un fatto di grande importanza. E tanto più tale fenomeno assume interesse se si consideri che in tutti gli innu- meri paesi montuosi da me visitati non ho mai incontrato nè P una, nè l'altra delle due Passere proprie alla Provincia di Udine. Naturalmente non tengo conto dei paeselli pedemontani, come Socchiere e Villa Santina, ove come ho accennato nelle mie Relazioni, ebbi occasione dl catturare delle giovani Passere. Rimando il lettore, che volesse conoscere le varie opinioni sull’ attendibilità delle specie nostrali del gen. P’asser, ai lavori del CHici (1904 e 1906), a quello del SaLvapori “ Note intorno ai Passeri italiani, 1906 ,, ed al lavoro del (TscHusi, Cfr. “ Orni. thol. Jahrb., pp. 1-21, 1903). Udine, nel novembre 1911. G. VALLON. Il falco della Regina nell’ interno d’ Italia. — Questa spe- cie da non molto tempo nota e veramente singolare pel fatto di presentare due forme d’abito nettamente diverse, indipendente- mente dall’ habitat, dal sesso e dall'età, è stata studiata da molti ornitologi, le discussioni dei quali sono ormai note. In Italia il F. eleonorae, che vive normalmente in colonie, a- bita alcuni isolotti e promontori a S. O. come ‘a N. O. della Sar- degna, l’isola"di Lampione (1) al S. di Lampedusa e, pare, in una località della Liguria occidentale, dove il MaRTORELLI (2) disse averne osservata una famiglia stabilita. All’infuori di queste località il Falco della Regina può dirsì rarissimo in Italia; il SALVADORI, (3) ’ARRIGONI, (4) il MARTORELLI (1) Gieuiori T, H. - Avifauna Italica, Firenze 1907. (2) MARTOKELLI - Gli Uccelli d’Italia, Milano 19006. (3) SaLvaporiI - Fauna d’Italia, Uccelli, Milano 1871. (4) ARRIGONI - Manuale d’ Ornitologia Italiana, Milano 1904. I5$ RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA ed il GigLioLI che citano le diverse catture avvenute sul conti- nente e in Sicilia, concordano nel dire che tali comparse acci- dentali, meno rare in Liguria, dove pare sia siato osservato circa dieci volte, e in Calabria, si riducono a pochissime avvenute lungo il litorale Tirreno, in Sicilia e Malta e che nessun esem- plare fu mai colto proprio nell’interno del continente e tanto meno nel versante Adriatico. L’asserzione del SaunpERS che dice aver visto un individuo di tale specie nella Campagna Romana pare molto incerta, ma sicuro si è che un esemplare che ora è nella collezione del Conte ARRIGONI DEGLI OppI fu ucciso sui Colli Laziali nell'aprile del 1907. Le notizie che furono date dal Perini e dal De Betta che la citarono pel Veneto, sono state da tutti riconosciute erronee. Venendo ora alla importante cattura di cui voglio dare no- tizia, dirò che nell'agosto 1908, essendo sull’ Alto Apennino Mo- denese, ebbi io stesso l'occasione di vedere e far uccidere un individuo di £. eleonorae. Erano gli ultimi giorni d’ agosto quando l’ esemplare fu cat- turato in una vallata del versante Adriatico del nostro Appen- nino, di poco però al di sotto del Passo dell’ Abetone, ed in località posta circa a 1250 m. sul mare. Non ebbi il coraggio di ascriver@ questo falco ad una specie che mai era stata uccisa nell’ interno del continente e tanto meno a nord dell'Appennino; inviai per ciò a preparare’ l'individuo indeterminato, proponendomi di studiarlo e confrontarlo con serie di diverse specie vicine. Circa un anno fa il Conte Prot. ErToRE ARRIGONI DEGLI ODpI, osservò tale esemplare e con somma gentilezza mise a mia di- sposizione, pei confronti, il richissimo materiale della sua colle- zione. Potei cosi stabilire ehe era stata giusta la prima ipotesi e che l’individuo colto nell’Appennino Modenese è un 7. eleonorae di #po chiaro. Si tratta di un individuo immaturo che presenta caratteri di passaggio fra quelli dell'abito giovanile e quelli dell’ adulto, e che non corrisponde a nessuna delle descrizioni che danno gli autori. Ciò deriva dall’essere la variabilità individuale grandissima in questa specie. Le parti superiori sono color bruno-castano, più cupo sulla testa, sulle gote e sui mustacchi; la gola, i lati del collo ed il petto sono lavati di color nocciola-rassastro con quasi tutte le penne ornate da una macchia centrale bruna: l'addome ed i cal- zoni sono di colore molto più rossastro, e presentano le stesse macchie scure longitudinali; le penne del sottocoda sono più chiare ; le remiganti primarie sono bruno-nerastre ed il vessillo interno è fasciato di bianco-sudicio nella metà basale delle penne; le timoniere sono a fascie alternate brune e rossastro— ruggine su entrambi ì vessilli, le due centrali sono più chiare e irregolarmente fasciate di bianco-sudicio; becco grigio o azzurro- gnolo, zampe grigio-pallide. Filippo CAVAZZA i K Po ne da: MA Caro [UR POTE REST PL 4 o iene Li BREVI NOTE 159 Un altro esemplare di “ Fregilupus varius,, in Italia. — Un recente lavoro di M. Louis Brasil intorno al fyegzlupus var rius, (1), ha richiamato la mia attenzione sopra un esemplare di detta specie ora estinta, che, ignorato dai più, si conserva in Italia e precisamente nella collezione del Liceo di Livorno in Toscana. Questo esemplare fu argomento di un lavoro dei signori A. Fu- naro e G. ANGELINI. (2) E singolare che tale lavoro sia rimasto al tutto ignorato nella Bibliografia Ornitologica, Der la quale cosa mi pare prezzo dell’ opera richiamarlo alla luce. L’argomento del /. varzus fu trattato da me molti anni fa, nel 1876, in un lavoro pubblicato negli atti della R. Accademia delle Scienze di Torino.(3)In quel lavoro io ricordava come i) Prof. PaoLo Savi di Pisa, mi avesse narrato di aver ricevuto nel 1844 parecchie pelli, 6 o 7, del raro uccello, da un prete corso per nome LomBarpi. Il Savi conservò nel museo di Pisa tre degli esem— plari; degli altri, due andarono al Museo di Firenze, forse uno passande per le mani del Prof. PassERINI, ed uno molto più tardi il Savi donò al Barone SeLys-LonccHamps. Dei due esemplari restati nel Museo di Pisa, uno fu da me richiesto al Savi pel Museo di Torino, ove ora si conserva. Dei due esemplari del Museo di Firenze, uno andò a quello di Genova. Sono quindi cinque gli esemplari che si possono rintracciare dei 6 o 7 che il Saviraveva ricevuto. Ne mancherebbe uno, o due: uno è probabilmente quello che si conserva nel Liceo di Livorno, sebbene, secondo quanto scrivono il FuNaARo e |’ ANGELINI, si as= serisca che esso sia stato donato direttamente dal LOMBARDI. Nel lavoro dei signori FunaRo ed ANGELINI si trova una det- tagliata descrizione dell'esemplare di Livorno ed opportuni con- fronti con quello restato al Museo di Pisa. Noto fra le altre cose che l’ esemplare di Livorno avrebbe il culmine del becco lungo 45 millimetri, che è la massima lunghezza assegnata al culmine del becco degli esemplari di questa specie. Finora la lunghezza maggiore del culmine del becco era quella di 43 millimetri da me riscontrata nell’ esemplare del Museo di Torino. Negli esemplari dei Musei di Parigi e Stocolma e del barone SeLys-LonecHamPs il culmine del becco oscilla fra i 32 ed i 34 millimetri; non è improbabile che la minore lunghezza del culmine del becco sia caratteristica delle femmine. C, Torino, Museo Zoologico, Dicembre I9II Tommaso SALVADORI 1) Intorno alla « Ruticilla nigra Giglioli ,. — Nel Bol. lettino del “ British Ornithological Club ,, del 1903, a pag. 79, comparve la prima descrizione fatta dal prof. GiGLIoLI di una nuova specie di codirosso di Sardegna, che egli chiamò Aut (0) (I) « Revue Francaise d’Ornithologie », n.° 23, Marzo IGII. (2) Intorno ad un nuovo esemplare di reez/udus verzus (Bodd.) « Pro- cesso verbale della Società toscana di Scienze Naturali, » pp. 230-232, 1883. (3) Nota intorno al /rege:lupus varius (Bodd ), vol. XL, pag. 48 (© 0] 160 RIVISTA. ITALIANA DI ORNITOLOGIA cilta nigra. Sembrò singolare cosa che la femmina venisse descritta siccome simile precisamente al maschio, laddove, come è ben noto, le femmine della specie del genere Autici/la sono sempre differenti dai maschi. L’esemplare tipico, affidato all’on. W. RorHscHiLD, fu da que- sti presentato alla seduta del 30 maggio 1903 del British Orni- chological Club, esprimendo la supposizione che si trattasse di esemplare melanico, della Auticilla titys, sebbene l’asserita somi- glianza della femmina al maschio potesse sembrare contraria a tale teoria. Nella stessa occasione il Dr. E. HartERT, affermò, nel modo più reciso, che si trattasse veramente di varietà melaniche. Mi pare tuttavia che tale opinione non avesse buon fondamento, conside- rando la quasi nessuna probabilità di trovare contemporaneamente due esemplari melanici. Inoltre il Dr. HARTERT affermò che certa- mente doveva essere avvenuto errore nella determinazione del sesso della supposta femmina. Più tardi nel fascicolo di ottobre del giornale ornitologico inglese “ The Ibis ,, il prof. GriGLioLI pubblicò una nota più estesa dal titolo: “ On a presumed new Species of Redstart from the. Island of Sardinia ,, (“ Ibis ,, 1903, pp. 581-584). In questa nota è detto che i due uccelli descritti erano stati catturati vivi da un pastore sardo, il quale, non avendo a sua disposizione una gabbia, li rinchiuse in una lampada, o lanterna, che io suppongo dovesse essere molto affumicata, piena cioè di nero-fumo. Questa circo- stanza risvegliò in me il dubbio che il melanismo sospettato dal RoTtuHscHiLp e dallo HaRTERT fosse artificiale. Il Prof. E. GieLio-Tos, che è succeduto al Prof. GiGLioLI nella cattedra di Firenze, dietro mia richiesta, mi ha fatto esa- minare i due esemplari tipici, ed è bastata una lavatura della coda e di un’ala con acqua e sapone, o con benzina, adoperando un pennello bianco, per vedere questo diventar nero, come nere diventarono le mie dita ed un panno adoperato per asciugare le penne lavate, laddove le penne della coda, perdendo il loro colore scuro, sono diventate di colore rossiccio più vivo. Questo sesultato fu constatato dai colleghi del Museo di Tcrino, Profes- ror Camerano, Conte Peracca, Prof. CocnetTI, Dr. BoRELLI, Dr. ZAvaTTARI ed anche dal prof. GigLio-Tos. In conclusione i due uccelli esaminati sono due codirossi spazzacamini (Aufzrci/la titys) accidentalmente affumicati pel nero- fumo della lanterna, nella quale erano stati rinchiusi (!). Credo anch'io, col Dr. HartERT, che ambedue gli esemplari siano maschi. Io posseggo diversi esemplari del Codirosso spazzacamino raccolti in Sardegna, simili in tutto agli esemplari d’ Italia. (1) Il Conte ARRIGONI DEGLI OpDpI nel suo Manuale d’Ornitologia Ita- liana, a pag. 261, non ha mancato di riferire quanto si era detto e pubblicato intorno alle due Auzzc:/laa nigraa, ma non potè venire ad alcuna conclusione, non avendo avuto l’ opportunità di esamirnale. BREVI NOTE I6I i Rispetto alle asserite differenze dello sterno, io inclino a credere che il GigLioLI abbia esagerato qualche minima differenza, come ha esagerato certamente le differenze nelle dimensioni, giacchè tanto il becco, quanto le ali, la coda ed i tarsi dei due tipi della A. rigra non presentano sensibili differenze confron- tati colle stesse parti della A. /ys. Soltanto in complesso i due esemplari di Sardegna appaiono alquanto più piccoli, ma ciò de- riva dal modo di preparazione. Merita di essere notato che l’ esemplare indicato maschio non è simmetrico, avendo le piume dei fianchi di destra di color cenerino, quasi come nella A. #fys normale, laddove il lato sinistro è nero, per un più completo affumicamento. T. SALVADORI Cattura del “ Larus fuscus affinis, REINHARDT » presso Roma. — Il 15 ottobre 1gir nei pressi di Roma lungo il ‘l'evere veniva ucciso un grosso Gabbiano che dal prof. MARTORELLI e . dal prof. AncELINI venne riconosciuto come Larus fuscus affinis REINHARDT, e come tale presentato dall’ AnceLinIi alla Società Zoologica Italiana. Questo esemplare fa ora parte della mia collezione regionale. Di altre catture italiane (salvo di quella dubbia di Fiume) del L. f. affinis non ho notizia; è stato però trovato altre volte in Europa. Il Larus fuscus affinis rappresenta la forma tipica, nella Russia Europea settentrionale e nella Siberia fino al Jenissei come specie estiva; sverna nell'Oceano Indiano fino al Golfo di Aden. Più ad oriente, e precisamente nel Mar di Bering e Isole Kurili è a sua volta rappresentato dal L. f. schistisagus STEJNEGER, che sverna al Giappone. L’esemplare di Roma ha il mantello e le cuopritrici alari di una tinta grigio-plumbea, simile a quella del dorso nei soggetti più chiari della Hydrochelidon leucoptera (Meisn. e ScHnz). Le remiganti non sono completamente sviluppate, ma se ne vede assai bene la colorazione: la prima ha la parte apicale nera terminata da una piccolissima macchietta bianca, il nero è seguito da una larga fascia bianca; nel resto è nera. Tutte le seguenti remiganti hanno all'apice una macchia bianca sempre crescente verso le remiganti interne. La seconda remigante, salvo, come ho detto, all’apice, è interamente nera; le seguenti hanno sul ves- sillo interno una larga macchia grigia, che, procedendo verso le più interne, è sempre più estesa ed invade anche il vessillo esterno. Nel vessillo interno il grigio è separato dalla parte api- cale nera da una fascetta biancastra, che pure diviene più larga nelle remiganti più interne, fino che nell’ ultima primaria assume aspetto di una larga macchia bianca, la quale si congiunge con la macchia apicale, pure bianca, riducendo la zona nera ad una macchietta piccolissima, incompleta, sul solo vessillo esterno. È Le secondarie e le scapolari sono largamente apicate di lanco. 102 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA Il capo, il collo, tutte le parti inferiori, la coda, l’aletta, le cuopritrici alari inferiori ed il sopracoda sono bianchi; il capo ed il collo sono cosparsi di numerose macchiette allungate grigio- brune, che occupano la parte centrale delle singole piume e sono assai più abbondanti sulla faccia posteriore che sulla anteriore del collo, mancando completamente sulla fronte e sul mento. La tinta dei piedi e del becco nell’ esemplare fresco non mi è nota, avendolo acquistato vario tempo dopo la cattura ma sem- bra fosse giallastra. Le misure, molto approssimative, perchè ottenute sull’ esem- plare preparato, sono le seguenti: lungh. totale cm. 62; ala? (in- completa); coda 17; tarso 6,4; dito medio con unghia 5,7; becco 6; sua massima altezza 1,7. Roma, febbraio 1912. FrANcEScO CHIGI Cattura di un Pigliamosche pettirosso in Liguria. — Il Dott. RarraELLo GesTRO, Vice-Direttore del Museo Civico di Ge- nova, mi scrive che il giorno 19 gennaio di questo anno fu uc- ciso presso Cornigliano Ligure un maschio di Erythrosterna parva. Nè il GestRrO, nè il preparatore Sig. BorgioLI ricordano altre catture in Liguria durante i molti anni di permanenza al Museo, ma il Durazzo (Ucc. Lig. p. 44) menziona un maschio adulto preso in Liguria nell’anno 1835, ed io ricordo (Cat. Ucc. Sardi, p. 26) di averne visto un altro nella Collezione del preparatore Sig. De NeGRI, preso in Liguria nel 1834. Ignoro cosa sia avve- nuto di questo esemplare. Io credeva che fosse stato acquistato dal Conte Turati per la sua collezione, ove invece, secondo il MarroreLLI (Ucc. d’Italia, p. 497) si conserva un solo esemplare italiano di Lombardia. ; Torino, Museo Zoologico, aprile 1912. T. SALVADORI CACCE, PASSAGGI E VARIE 163 CACCE, PASSAGGI E VARIE Catture di uccelli rari avvenute nella Provincia di Udine durante l’ anno 1911. — Il 6 gennaio veniva catturato nelle ‘ vicinanze di Pordenone un bellissimo è ad. di Mergus mer- ganser, specie da noi rarissima, anzi in tutto non mi sono note che due catture (cfr. “ Avif. friul. ,, p. 152). Il 29 settembre un bellissimo individuo di Ply/oscopus super- ciliosus trovato sul mercato di Udine, la quarta cattura per la Provincia. L’ii ottobre trovo sul mercato il primo Zigolo di Lapponia è ad., insieme ad un individuo di Picchio muraiolo catturato circa ad un chilometro dalla Città sui massi lungo le sponde del torrente Torre. Ai 13 ottobre trovo un secondo individuo mas. di Zigolo di Lapponia, ai 27 un terzo pure maschio. Ai 27 ottobre arriva sul mercato una Civetta capogrosso viva, è specie da noi piuttosto rara; il primo Zigolo golarossa mas. capita sul mercato il 28 ottobre, poi due altri mas. e femm. il 2 novembre, altra femm. il 15 dello stesso mese, un maschio P 11, finalmente altri due mas. e femm. il 14. Sono quindi sette gli individui catturati in Provincia. Al 5 novembre acquisto sul mercato un bel maschio ad. di Smeriglio, specie scarsa nell’ abito di adulto. AI 9g dello stesso mese proveniente dai Colli di Pagnacco, paese poco discosto dalla Città, giunge sul mercato uno splen- dido esemplare di Gufo degli Urali o Syrmium uralense, è ‘una femmina chiara che raggiunge le massime misure. Con 1° esem- plare della Collezione dell’ amico Conte ArRrIGONI DEGLI OpDI, sono tre gli individui catturati nel Friuli. Ai 17 novembre ricevo dalle vicinanze .di Palmanova una femmina di Calandrella, specie da noi molto rara. Il giorno susseguente giunge sul mercato da Risano, paese che dista pochi chilometri da Udine, una femmina di Pispoletta o Calandrella pispoletta. E il primo esemplare friulano di questa specie rara per tutta l’ Italia. Ho veduto presso l’ amico ZAFFa- eNINI di Firenze un esemplare del novembre orribilmente muti- lato dal negoziante dal quale potè acquistarlo, e che manca delle remiganti e delle timoniere. Il 5 dicembre sui prati vicini alla Stazione ferroviaria venne uccisa una femmina di Gallina prataiola ed il 20 un Gabbianello lungo il torrente Cormor, due specie rare per noi. Il 13 maggio poi il sig. dott. Luier CoLussi di Buia uccideva in quelle località una femmina di Albastrello, il primo individuo per l’avifauna friulana, e l’ egregio Dottore fu tanto cortese da donarmi il prezioso individuo. 164 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA Noterò infine un passo straordinario di /Nucifraga caryo- catactes o Nocciolaia, più particolarmente della forma /eptorkyn- chus, abbondantissimo pure il passo dei Crocieri e degli Orga- netti delle due specie, con preponderanza di rufescens. Udine, nel gennaio 1912. G. VALLON. Catture di uccelli rari avvenute nella Provincia di Verona: 15 luglio IgII. — /a/co peregrinus o Falcone, un individuo femmina dai pressi di Roverè di Velo, zona montana del Ve- ronese. 20 luglio - Zdem, maschio ad. nei pressi di Podesteria, Chiesa- nuova, zona montana del Veronese (mi venne portato in istato impreparabile). 25 luglio - Cicogna bianca. Molti esempiari si notarono erra- tici nella zona palustre della Bresciana, visitando anche il Garda e le grandi Valli Veronesi di Legnago. 15 settembre. - /aem, ne furono uccisi tre individui semi. adulti nelle risaie presso Albaro, zona bassa del Veronese e furono preparati per decorazione. 4 agosto - Biancone, due esemplari mas. e femm. giov. catturati nella Val di Tregnago (Illasi) e zona montana del Veronese. (Coll. Conte ArRIGONI DEGLI OppI). 10 settembre - Falco pecchiaiolo, dal 10 al 15 del mese si verificò un passo piuttosto forte di questi Falchi principalmente nell’ alta pianura Veronese. 29 settembre - Astore, una bellissima femmina giovane venne uccisa nei pressi di Malcesine, zona montana del Veronese. (Coll. Conte ArrIGoni DEGLI OppI). 1 ottobre - Averla maggiore, due .individui mas. e femm. semi-ad. furono catturati nei pressi dì S. Massimo, alta pianura. Veronese. 12 ottobre - Zigolo di Lapponia, un individuo femm. giov. preso alle reti a Pescantina, alta pianura Veronese. 15 ottobre - Gallina prataiola, un individuo mas. giov. ucciso nelle praterie di Montorio, zona collinosa Veronese. zo ottobre - /dem, altri due individui catturati nelle cam- pagne dell’ alta pianura Veronese. 15 ottobre - Francolino di monte, un esemplare giov. venne ucciso sopra a Giazza, zona montana del Veronese. Due anni or sono ne ebbi tre esemplari dalla stessa Vallata e precisa. mente da Cima di Posta. 17 ottobre - Gufo reale, un individuo mas. venne ucciso nei pressi di Lugagnago, alta pianura Veronese. , 18 ottobre — /dem, altro esemplare femmina preso vicino a Bardolino, zona morenica del Veronese 18 ottobre - Civetta capogrosso, individuo femmina uccisa a Ferrara di Monte Baldo, zona montana del Veronese. 4 3 E © I gr ene IP CACCE. PASSAGGI E VARIE 165 = 18 ottobre - Fagiano di monte, un individuo femmina uccisa nella Val d’ Adige in Prada, zona montana. Adesso ogni anno ne viene ucciso qualche esemplare, ma qualche anno fa poteva considerarsi specie scomparsa; al pre- sente tende a disseminarsi nuovamente e di certo per gli estesi rimboschimenti fatti in quelle Vallate. to ottobre — Nocciolaie, a quest’ epoca ebbi i primi individui dalla zona collinosa della Bresciana, ai 15 ottobre due da Mal- cesine e Bardolino, zona montana; al 18 altri tre dal Monte Pa- stello in prov. di Verona; al 20 quattro esemplari da Breonio e Molina, zona montana, al 22 due da Giassa dei Progni, Tregnago, zona montana ecc. Una dozzina di individui, da me preparati nell’ autunno, fa parte della Collezione Conte ARrRrIGONI DeeLi Oppi, che m' in- formò trattarsi della Nucifraga caryocatactes leptorhynchus. Verona, 15 novembre I9Ir1. V. Dar NERO. Catture varie nell’ Alta Italia. — Comunico tre interessanti catture di uccelli: nel settembre u. s. (prima metà) venne colto alle reti a Robecco d’ Oglio un giovane Carpodacus erythrinus, io l’acquistai vivo e lo conservo. Il 6 novembre ebbi da Brescia ucciso in Val Trompia un bel Tordo dorato, mas. ad.; il succes- sivo giorno 7 venne ucciso sul Po una Strolaga maggiore o Colymbus glacialis in completo abito invernale. Tanto questo esemplare, quanto il 7urdus furono da me ceduti a Firenze. Cremona, 22 novembre I9II O. FERRAGNI. Comunico le seguenti catture pel distretto di Lonigo: a) Motacilla melanocephala xanthophrys mas. ad. dell’aprile IGIO. b) Cygnus olor mas. ad. dei primi di gerinaio. c) Magnanina o Melizophilus undatus, coppia di ad. s. d. d) Pesciaiola o Mergus albellus, mas. giov. da me ucciso il 15 gennaio u. s. nella Valle di Zerpa. Poi nella seconda quin- dicina di gennaio ebbi altri quattro esemplari, due femmine e due maschi nell’ abito di adulto, vennero uccisi nella Valle Zer- pana dove da qualche anno non se ne vedevano. Lonigo, 1 febbraio 1912. Gustavo ApoLro CARLOTTO. Notizie di Sardegna. — Nel febbraio u. s. cominciai le mie usuali gite lungo il litorale di Golfo Palmas, e più precisamente da Capo Teulada sino al lato settentrionale della penisola di S. Antioco. Il mio intento era di poter anche sbarcare sugli iso- 166 RIVISTA IFALIANA DI ORNITOLOGIA lotti circostanti per intensificare le maggiori informazioni sui varii passi degli uccelli migranti che spesso vi si soffermano e per studiare vieppiù i residenti. Jl continuo maltempo con mare agi- tato m'impedì di sbarcare e lo potei fare solo nel luglio, quando ben poco vi era da sfruttare. Durante le mie gite in battello più volte osservai branchetti di Polcinelle di mare, dei quali potei catturare qualche individuo, noto ancora due Sule vedute al largo di Cagliari il 28 febbraio, molti Uccelli delle tempeste, trovai i Gabbiani corsi in numero scarsissimo e sempre vaganti al largo sul mare o lungo gli iso- lotti, nel marzo osservai importantissimi passaggi di Oche e di Anitre, tra le quali distinguevo benissimo Fistioni turchi e Vol- poche. Sugli isolotti notai pochissimi uccelli nidificanti, tale feno- meno è determinato dal fatto che i pescatori fanno man bassa di uova e pulcini soprattutto per procurarsi l’ esca per la pesca delle aragoste e.... tutti lasciano fare!! Notai inoltre un’ effettiva diminuzione di Rondini, Balestrucci, Rondoni e Rondoni alpini, ma soprattutto di Topini e peranco della stazionaria Rondine montana. Non so se tale scarsità sia generale, o se per il nostro paese debba addebitarsi alle grandi tempeste che si scatenarono la scorsa primavera sia sull’ Atlantico, sia nel nostro stesso mare e specialmente nel tempi del maggior passo delle colonne migranti. Cagliari, 26 dicembre 19Ir. P. Bonomi. Il passo nelle Valli dell’ Estuario Veneto. — Il passo degli Anatidi e delle Folaghe fu scarso nelle Valli e nell’ Estuario Veneto in generale tanto nell’autunno, che nei primi mesi d'’ in- verno e qui cito le poche osservazioni fatte in proposito : Folaga - In grossi branchi soprattutto nell’ottobre-novembre, scarseggiando da dicembre in poi. Volpoca - Cito le seguenti catture: mas. 15 ottobre, Riola À- perta e 2 genn. Valle Morosina (mia Collezione). Altre furono vedute nell’ Estuario alle date: 6 ottobre, 18 novembre, 15 di- cembre e 22 gennaio, nel qual giorno ne transitò un grosso branco nel Lago della Piera diretto a Nord di oltre 20 individui. Germano reale - Scarso nell’ agosto-settembre, il grosso in arrivo dalla fine di novembre alla metà di dicembre, ma sempre poco abbondante ed in branchi non numerosi. Ho notato sensi- bili variazioni negli individui di questa specie che catturai e che potei avere sottomano; cioè trovai talora soggetti di piccole di- mensioni che farebbero pensare alla forma dell’ Islanda, 1 caccia- tori li chiamano “ Mazorini mori ,, o “ Moreti ,,, credono che provengano dall’ alto Nord e che arrivino fino da noi in quelle annate nelle quali il gran freddo li scaccia dai loro paesi d’ori- gine. Le loro tinte, soprattutto nei maschi sarebbero leggermente più scure ciò che. è più accentuato nel basso addome, il mas. più piccolo ha il becco dì 50 mm. e l’ala di 270: la femmina il pi rei a i eta cara GACCE, PASSAGGI E VARIE 167 becco di 50 mm. e Pala di 255 mm. e non sono affatto differenti da soggetti uccisi in Islanda e.che conservo. Canapiglia - Scarsa assai; osservai un grosso passo al 24 ot- tobre, con branchi anche di una trentina di soggetti che si di- stinguevano benissimo al grido ed al volo, ma non ne uccisi alcuna stando esse fuori della portata del fucile. Parecchie vennero catturate ai primi di gennaio, al 2 e Io febbraio ne rividi parec- chi stuoli diretti a Nord. i Fischione - La specie più abbondante, comparve in ottobre in stuoli numerosissimi, i maschi erano ancora rivestiti della li- | vrea regressiva ed il primo in abito brillante l’ uccisi al 18 di ottobre. Si mantenne copiosa tutto l'inverno. Alzavola - ‘Abbondante in branchi grossissimi nell’agosto-set- tembre che passavano soprattutto al largo sull’imbrunire, però nell'agosto soggiornò discretamente abbondante anche in qualche Valle dell’ Estuario: riapparve numerosa dal dicembre in poi. Marzaiola - Scarsa nell’agosto-settembre, ricordo un individuo ucciso al 22 di ottobre ai Sette Morti. Codone - Discretamente abbondante nel novembre-dicembre, scarsa ai primi di gennaio. Mestolone - Specie assai scarsa da vari anni, un grosso passo venne constatato dal 19 al 25 ottobre, i branchi erano costituiti in massima parte di maschi, ciò che potei constatare anche de visu perchè sopra 12 individui da me uccisi nove erano maschi più o meno rivestiti della muta regressiva. Fistione turco - Due maschi colla data 15 e 22 ottobre “ Valli di Piove di Sacco , comparvero sul mercato di Padova; un branco di sei individui lo vidi il 28 novembre, mentre sorvolava sul Canal di Gaorna diretto a Sud. Qualche individuo venne osservato alla fine di dicembre nel Lagone di Mille Campi fram- mezzo ai branchi di Folaghe, ma pare che non ne siano stati uccisi. Moriglioni e Morette - I primi comparvero in agosto, ne uccisi al 17; il grosso arrivò in novembre, ma ambedue le spe. cie furono scarse ed anche nei luoghi profondi della Laguna e sul mare stazionavano in branchi poco numerosi. Moretta grigia - Scarsa più del consueto, cito le seguenti catture: tre al s di novembre, sei al nove, una al 12, due al 15 dicembrepwquattro al 23. Poi sul mercato di Padova ne com- parvero al 15, 18 e 22 novembre ed al 18 dicembre nella cifra complessiva di sedici individui; più volte essendo a caccia in “botte, o nell’ Estuario ne vidi a volo soprattutto alla fine di di- cembre, ma scarseggiarono più del consueto. Gli individui uccisi od osservati erano tutti giovani, nessun maschio adulto colla bellissima schiena bianco-perlata a zig-zags neri cosi caratteristici. Quattr’ occhi - Vidi il primo al 2 di novembre, ne rividi il giorno susseguente, ma divennero numerosi soltanto al Io di- cembre e ne osservai dei branchi anche di oltre trenta individui; al 18‘ dicembre un volo di circa 15 individui mi passò a pochi metri e ne uccisi tre, tutto il volo era composto di maschi adulti e facevano un bellissimo effetto. Però in generale i giovani e le 168 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA femmine sono sempre in assoluta prevalenza, ai primi di febbraio ne vidi a stuoli davanti al Porto.di S. Erasmo. Moretta codona - Il 18 dicembre osservai al Lago della Con- tessa nella mia Valle Zappa una coppia di questi uccelli, il ma- schio adulto colle lunghe penne della coda era visibilissimo, ma anche la femmina si distingueva bene tra i numerosi branchi di Fischioni che popolavano il Lago: però non potei avvicinarli e nonli rividi più. Un giovane colla testa fracassata ed impre- parabile lo vidi sul mercato di Venezia alla fine di dicembre. Orchetto marino - Il 15 dicembre vidi un volo di quattro Orchetti, uno di essi era tutto nero e quindi adulto, mi passa- rono al largo in Laguna davanti a Murano ad oltre cento metri ra- dendo la superficie delle acque col loro caratteristico volo diritto e celerissimo, ma non potei tirar loro per la distanza, li rividi poco dopo ma sempre fuori della portata del mio fucile. Al 18 mi portarono una testa di individuo giovane catturato presso quel “ Bernio,, da dove nel 1907 ebbi quattro individui che potei conservare, uno dei quali è nella mia Collezione, due in quella della signora MarcHEsA PaoLucci alla sua Villa del Monte presso Certaldo ed il quarto in quella del sig. MaRrcHESE RIDOLFI nella Villa di Meleto presso Castelfiorentino. Edredoni - Il Pescatore Camurro ANGELO m’ assicurò di aver più volte incontrato un branco di una diecina di tali uccelli tra il Porto S. Erasmo e quello di Malamocco dalla fine di dicembre alla prima metà di gennaio, ma che non potè mai avvicinare. Pesciaiola - Questa specie abbondò più del consueto e quanto da vari anni non si notava. Anzitutto ebbi il primo maschio ad. al 5 di novembre, il grosso comparve in mare e negli spazi profondi della laguna verso il 25 del mese, mentre nelle Valli se ne cominciarono ad uccidere solo verso Natale. I branchi numerosi che osservai al Lido erano composti per la maggior parte di giovani e di femmine, si può calcolare che i maschi ad. fossero appena nella proporzione del 5 o[Jo; ai primi di feb- braio non erano ancora partiti. Smergo maggiore - Ne vidi volare una coppia il 23 dicembre in Valle Zappa, il maschio si distingueva benissimo mentre era illuminato dal sole, ma mi passarono ad oltre duecento metri. . Al 5 gennaio ebbi un bellissimo maschio ad. ucciso nella stessa località. Ricordo ancora: Un maschio di Gru ucciso presso Codevigo (Padova) il 5 di novembre, venne mangiato e mi mostrarono una gamba. Due Otarde uccise presso Giarabassa al 10 e 16 novembre, che vennero pure mangiate e delle quali vidi parecchie penne. Uno Stercorario mezzano da me osservato alla distanza di circa 20 metri per oltre dieci minuti, posato sopra un palo presso la Stazione ferroviaria di Venezia il 15 dicembre. Parecchie Poiane calzate osservate sulle Barene di Riola A- perta e su quelle dei Sette Morti il 5, 7, 10 e 12 dicembre da pescatori e cacciatori; esse inseguivano a volo le Anitre soprat- tutto quelle ferite e che volavano a mala pena, però erano dif- CACCE, PASSAGGI E VARIE 169 fidentissime e non si lasciavano avvicinare, una venne uccisa ma mi venne portata in tale stato da non poter essere conservata. Due Aquile, probabilmente di mare, da me vedute a volo a poca lontananza presso Lova, Venezia il giorno 23 dicembre; i due enormi uccelli si posarono sopra un grosso pioppo e potei osser- varli lungamente col binocolo, non avevo fucile e mi parve che appartenessero alla specie sunnominata, ma erano giovani. Padova, li 29 febbraio 1912. E. ArrIGoNnI DegLi Oppbr. La comparsa della Nocciolaia nel Padovano. — Il 18 d ottobre ebbi due Nocciolaie dal Colle Venda, uno dei più alt degli Euganei e seppi dal cacciatore che molti altri dei suddetti uccelli erano stati veduti nel mese e parecchi anche uccisi. Le località ove vennero soprattutto osservati e che io posso regi. strare su notizie di cacciatori, sarebbero le seguenti: Torreglia, Luvigliano, Teolo, Boccon, Castelnuovo, Valnogaredo, Calaone, Baone e Monte Ricco; il passo avrebbe avuto luogo dalla metà di ottobre alla prima metà di novembre, passavano în piccoli bran- chetti soffermandosi pochissimo ed erano assai differenti. Le due Nocciolaie appartengono alla Nucifraga caryocatactes leptorhynchus, cioè alla forma che abita le contrade orientali della Regione Pa- leartica occidentale, ossie le foreste degli Urali e della Russia europea, spingendosì per la Siberia fino al Kamciatka ed al Giappone e portandosi irregolarmente nell’ Europea occidentale, talora anche in numerose truppe. Da noi in Italia deve conside- rarsi uccello raro e di comparsa irregolare; è di statura meno robusta della N. c. pachyrhynchus, che è la forma comune da noi; testa più piccola; becco relativamente sottile, stretto alla base e poco elevato nel centro, colla mandibola superiore quasi diritta fino all’ apice, che è arrotondato a forma di cucchiaio e che sorpassa notevolmente quello dell’ inferiore; spazio bianco apicale delle timoniere laterali alquanto più grande; tarso più sottile. Ebbi individui analoghi pure nell’ autunno dai monti del Veronese, dal Cadore e dall’ Udinese. Padovawli 15 gennaio 1912. E. ARRIGONI DegLi Oppi. Una Sula a Tripoli. — Donna Imogene CoLonwna dei Prin- pipi di StiGLIANO, benemerita Dama della Croce Rossa imbarcata sulla R. Nave Memfi, gentilmente mi comunica che verso la fine di febbraio, mentre stava davanti a Tripoli al largo sul mare venne preso “un bellissimo uccello circa della grossezza di un’Oca, bianco per intero con la testa gialla e le penne delle ali nere, gambe palmate verdastre e becco lungo da Pellicano ,. E’ in- dubbiamente una Sula ed io comunico con piacere l'interessante Riv. di Ornitologia. 12 notizia, quale primo nostro record dendo nel tempo istesso vive grazie alla gentile La Sula s’ interna di rado nel Bacino del Mediterra specie accidentale in Italia, ma che tende a divenire irre durante l'inverno, forse è meno rara di quanto si cre le, sono uccelli diffidentissimi e che stanno. Di dPfe sul. mm Dopo i nove individui catturati “ Manuale ,, del 1904, parecchi altri vennero presi qua ed cisamente in Sicilia (AnGELINI e di Mauro, #7 Zitt.), a Civi chia (AnceLINI), a Porto d° Anzio (LEPRI), sul Lago di Fo (CoLi, în Zitt.), in Piemonte presso Montiglio ed in Liguria pr Oneglia (SaLvaporri), presso Verona (Dar NERO), nell’ Es 1 Veneto (ARRIGONI DEGLI Oppr) ecc. Questa specie abita le coste dell’ Atlantico settentr (Groenlandia, Islanda, Isole Britanniche, Scandinavia, ecc.); tunno migra verso sud giungendo sino alle Canarie, ed al del Messico sul versante Americano. » Padova, li 12 marzo 1912. Eb Ro RIVISTE RASSEGNA DI PERIODICI Revue Francaise d’ Ornithologie publiée par M. DenisE et A. MeNEGAUX, Paris, H. Tessier, à Orleans. II année. DISSE 26, Juin I9II. Martin R. in una terza Nota parla (p. 97) di altri Uccelli che sì nutrono di libellule, riportando le osservazioni complementari a lui comunicate dai sigg. ArtHUR A. ALLEN, NEEDHAM ed altri: in questo supplemento cita per la maggior parte specie esotiche e tra le europee paria riparia, Turdus iliacus e Merops per- sicus. — TERNIER L. parla (p. 99) della Chenalopex aegvptiaca di cui varie catture vennero citate recentemente per la Francia dal P. Paris; ricorda anche altre due comparse, e dice che è uccello meno accidentale di quanto si riteneva in passato. — MaGauD p’AuBusson continua (p. 100) la sua Lista ragionata dei Trampo- lieri e Palmipedi osservati nella Baia di Somme e sulle Coste della Picardia (cfr. “ Rev. Franc. d’Orn., n. 24 e 24 dis, Avril I9II) e ricorda tra le specie rare: MHydrochelidon hybr ida, Pagophila eburnea, Latas glaucus e leucopterus, Larus atricilla e finalmente il Larus sabinei del quale parla più diffusamente. — GERMAIN R. offre (p. 102) note sui Ploceidi della Cocincina francese, illustrando dettagliatamente //oceus hypoxanthus, P. manyar e P. flaviceps. — MenEGAUX A. parla (p. 106) della Protezione razionale degli Uccelli, dicendo come la questione sia complessa ed importante; propugna l'istituzione di un Comitato Ornitologico Francese per- manente, che dovrebbe vegliare su quanto ha attinenze con Uc- celli e Selvaggina; a ciò dovrebbe seguire la fondazione di un Istituto d’ Ornitologia e Cinegetica, ne sarebbe la scuola pratica e dovrebbe studiare gli Uccelli e la Selvaggina tanto dal punto di vista scientifico, agricolo e commerciale, quanto dal lato della protezione e del ripopolamento. — Nel “ Notiziario ,, Van HavRE 1/2 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA G. parla della cattura di sette Mignattai nella baia di Somme nel settembre 1909 e di un Fischione inanellato nel 1909 presso Car- lisle ed ucciso ad Anversa nel Belgio nel marzo u. s. — BAER G. A. della famigliarità degli Uccelli Mosca allo stato naturale. — Dacuin F. sulla cattura locale della Cicogna nera a Chatillon- sur-Seine. — ReBoussin R. della Motacilla yarrelli a Sargé, Loir- et-Cher e finalmente Devy L. sulle date di arrivo della Rondine, del Rusignolo e del Rondone a Montcy nelle Ardenne. N. 27, Juillet I9II. Bagin R. in “ Etude de la Collection d’ Oiseaux de l’Antarc- ‘ tique rapportés par la Mission CHarcoT (1° et 2° expéditions: 1903-05 e 1908-10) illustra (p. 18) 18 specie rappresentate da nume- rosì individui e le uova raccolte di undici specie; figura, rica— vandoli dai clichées di CHarcoT, Pygoscelis papua, P. antarctica, P. adeliae, Catarrhactes chrysolophus ed una porzione di scogliera abitata dal P. papua. — Eroc G. parla (p. 117) sul commercio degli uccelli indigeni a Parigi, richiamando l’ attenzione del Mini- stro d’Agricoltura sulla vendita clandestina che si fa invece pub- blicamente dei piccoli uccelli e della aperta violazione della legge 1844; si rifiutano, dice l’A., i Permessi scientifici ai Naturalisti e si permette il bracconaggio e la vendita più o meno clandestina dei piccoli uccelli ad ogni stagione dell’anno. — Magaup D’Au- Busson conclude (p. 119) la sua “ Liste raisonnée des Echassiers et Palmipèdes observés dans la baie de Somme et sur les cOtes de la Picardie ,, e cita tra le specie più notevoli Stercorarzius cataractes, Procellaria glacialis, Thalassidroma leachi, Puffinus cinereus, P. major, P. obscurus, i vari Podicipes, Colymbus e tra gli Alcidi ricorda come rari 1’ Urta grylle, la ringvia ed il Mer- gulus alle. — L’ HerMmTTE J. parla (p. 125) d’ibridi di Columbidi, cioè tra la Tympanistria bicolor J' e la Chalcopelia afra 9, ne ottenne vari, ne descrive la livrea, dice che sono infecondi, che gli ibridismi non sono rari anche tra i Passeracei esotici e cita vari casi da lui avuti. — Nel “ Notiziario , FEVRIER S. cita le date di arrivo di varie specie presso Perigueux ritardate a causa del grande freddo dei primi giorni dell’ aprile u. s. — Estior P. le varie catture note nella bibliografia ed altre da lui stesso ac- certate del Cyazopolius coocki in Francia. — Mincaup G. a pro- posito della cattura di due Dendrocygna arcuata presso Aigues- Mortes (Museo di Nîmes) avvenuta al 30 marzo 1909, dice che trattavasi di uccelli fuggiti dagli aviari del sig. CoLLinewooD In- sram. — Seguono notizie di TALAMON G. su. catture del Tarabuso (Seine-et Marne), di Vrron L. sull'amore della Pernice rossa pel suo nido e di MiLLeT A., che a proposito della comunicazione del sig. ReBoussIN sulla presenza rara od accidentale della Mo- tacilla yarrelli nella Loir-et-Cher (cfr. fasc. preced.), dice che la supposta rarità è erronea ed,in base ad osservazioni degli Autori e personali, assevera che nel distretto un buon osservatore può ritrovarla con facilità. ; deo LIBRI È RIVISTE 173 N. 28, Aodt III. Simon E. in “ Notes critiques sur les Trochilidés , descrive (p. 129) Uranomidra derneddi, sp. nov. da Puebla, Messico e U. atricapilla, sp. nov. da Oxaca, Messico e Erzocnemis aureliae cau- censis, subsp. nov. delia Cordigliera occidentale della Colombia. — Detreuri R. in “ Notes Ornithologiques sur la Région des Alpilles , parla (p. 130) delle comparse e dei costumi delle Mo- nachelle e del Rondone alpino nel dipartimento del Gard. — Bureau L. “ L’Age des Perdrix ,, tratta (p. 132) in un breve compendio degli studi fatti da Bureau per determinare l’età delle ‘Starne col metodo delle tavole cronometriche basato su fenomeni di muta. — Vicomre DE Poncins in “ Quelques remarques sur les Oiseaux d’eau en I19I1 , parla (p. 134) delle nidificazioni av- venute a Forez di specie acquatiche, quali Germani, Pavoncelle e Svassi, delle comparse o passaggi di Fischioni, Codoni, Morette, Chiurli, ecc., conclude che la primavera Igtr1 è stata scarsa di pas- saggi e molto precoci le nidificazioni delle specie sedentarie. — DeLamai:n J. in “ Note sur la Migration de quelques oiseaux au printemps de igII et des années antérieures, dates de passage des Turdidés ,, parla (p. 136) delle date primaverili d’arrivo nel dipartimento della Charente di varie specie comuni e sul passaggio dei Tordi; di questi il Merlo, la Tordela ed il Bottaccio (anche di passo) sono sedentari, raro e di solo passo il Merlo dal col- lare, di passo regolare il Sassello e la Cesena. — LaASsnIER J. in “Le Faucon Crécerelle (Falco Hinnunculus) est-il utile ou nuisi- ble , dopo aver esaminato gli stomachi di 37 Gheppi, ritiene (p. 138) che la specie sia utile perchè si nutre di scarabei, cole- otteri e topi di campagna. — Bacon R. in “ L’ Elevage des Oi- seaux Etrangers en plein air, questions posées aux eleveurs , domanda (p. 140) agli Allevatori se sia possibile e pratico l’ alle- vamento degli Astrild senegalesi ed australiani in una uccelliera in piena aria e non riscaldata durante l’inverno; cita quanto ha trovato nella bibliografia su tale soggetto, ricorda le prove da lui fatte che non diedero risultati soddisfacenti e spera di aver molte risposte in argomento. — Nel “ Notiziario , TERNIER L. ricorda una Lodola affetta d’isabellismo ed una Sciabica di un grigio-perla molto chiaro. — De CHapeLr F. parlando di ZEmbe- riza pyrrhuloides e schoeniclus le ritiene distinte z7fer se e richiede cosa ne pensino i Colleghi Ornitologi. — Devy L. cita un caso di accoppiamento tra Estrel/da amandava e E. phoeonicotis avve- nuto in condizioni eccezionali, cioè avendo messo nella stessa gabbia una coppia di Bengalini ed un maschio Cordon-blu, questi s’accoppiò colla femmina bengalina e poi uccise a colpi di becco il maschio bengalinoj ma l’ unione rimase infeconda. N. 29 et 30, Sept. - Oct. I9II. Brasir L. in “ Notes sur quelques oiseaux remarquables du Musée d' hist. nat. de Caen ,, parla (p. 145) dell’ Ocydromus bra- chypterus, del quale possiede un solo individuo, cioè il tipo, della possibile identità con O. fuscus, nigricans, finschi etc. Auct. e 174 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA dice che non può fare sicure deduzioni sopra un materiale così scarso. — De La Fuve M. in “ Le Régime alimentaire du Geai ,, dice (p. 147) che il suo studio si basa su 75 autopsie di Ghian- daie raccolte nelle Vallate secondarie del bacino della Marna in località con foreste, colture di cereali, praterie, stagni e paludi, tutte ricche di selvaggina di penna e di pelo, ove vi è pure grande abbondanza di coleotteri e di piccoli roditori, mentre batraci, ret- tili e molluschi pullulano nelle località adatte; constata che la Ghiandaia si nutre di frutti a nocciolo, come ciliegie, prugne, di cereali e soprattutto di grano, di ghiande, nocciuole e bacche di vari arbusti, di coleotteri come carabi e cetonie, di uova in pri- mavera e talora ma eccezionalmente di piccoli uccelli da nido. Sicchè all’epoca del grande passo d’ autunno e d'inverno non è dannosa; di primavera è piuttosto nociva tanto ai nidi, che ai piccoli uccelli, agli allevamenti di fagiani, al grano ed alle cilie- ge; per concludere l’ A. crede che non s’ imponga la distruzione intensiva e sistematica della Ghiandaia in massa all’epoca del passo praticata col veleno od altri sistemi, può essere invece utile il sopprimere qualche individuo in primavera tanto nelle località ove vi siano ciliege da difendere, quanto e soprattutto per pro- teggere le covate dei piccoli uccelli, dei turdidi o dei fagiani. — DeLMas A. in “ Catalogue des Oiseaux observés dans l’Aveyron ,, dice (p. 151) che non esiste alcun Catalogo di Uccelli del sud- detto Dipartimento, crede di colmare una deplorevole lacuna ed in questa puntata enumera 66 specie cominciando dai Rapaci, cita un Gyps fulvus var. occidentalis (?) che sembra fondato su individui isabellini della specie tipica e una Afhene persica (?) varietà molto rara; sono poi specie accidentali Vulur monachus, Aquila imperialis e pennata, Haliattus e Pandion, Buteo lagopus, Strigiceps pallidus ecc. La nomenclatura non si allontana dalle consuete, dirò così, ma nei Corvidi l’A. ha usato nomi alquanto nuovi quali. Corvus maximus pel Corvo imperiale, Fyugulegus se- getum pel Corvo, Monedula turrium per la Taccola ecc. — ReE- Boussin R. “ Les Colonies de Vanneaux huppés (Vawe/lus crista- tus, M. e W.) dans les environs de Sargé, Loir-et-Cher ,, parla (p. 156) diffusamente delle colonie di Pavoncelle da lui osservate per vari anni nel suo distretto, s’intrattiene sulle nidificazioni, sull’ abito del pulcino di un giorno, del quale dà una figura al. quanto schematica ed offre infine un interessante studio biologico sulla loro vita intima dall'A. seguita nel suo paese. — LHERMITTE J. in “Le Milan Govinda (Mivus govinda, Sykes) en Provence ,, cita (p. 164) un individuo di M. govinda catturato il 26 agosto u. s. presso Marsiglia, dice che conosce ottimamente la specie asiatica, che compare regolarmente in autunno in Provenza seb- bene meno abbondante del M. regalis e del M. niger, conosce sei catture bene autentiche, invita i Naturalisti ad interessarsi del fenomeno ed a fornirgli dati sulle future catture ('). — GERMAIN (1) Trattasi facilmente d’equivoco, il I. gov:zda è specie propria all’ In- dia ed al Burma; un individuo preso nelle vicinanze di Costantinopoli nel- l’ottobre 1867 è citato da ALLEON e VIAN, ma la notizia è poco sicura. / 9 LIBRI E RIVISTE 17 (SI R. “ Note sur les Plocéidés de la Cochinchine frangaise ,, conti- nua (p. 165) l'articolo sullo stesso soggetto (cfr. n. 26, juin 19I1), cita otto specie che illustra con note sugli abiti e sui costumi e sono Estrelda amandava, Munia oryzivora, punctularia, copela, undulata, Maja malacca, Passer montanus simile alla specie europea e P. jugiferus. — CHapet de F. in “ Note sur les départs, arri vées ou passages des oiseaux migrateurs (1910-1911) ,, offre (p. 167) le date di arrivo, di partenza e di passo di una trentina di specie da lui osservate negli anni 1910 e IQII a Gardes (Gard), facendo seguire in speciali colonne dati sulla direzione del vento, dello stato barometrico, termometrico ed altre osservazioni feno- logiche. — Des Aspaves e Lomonr M. in “ Le Faucon Cresse- relle est-il utile ou nuisible? , il primo A. ricorda (p. 169) di aver osservato in Grecia molti Falchi grillai che vivevano in per- fetta confidenza assieme a torme di piccoli uccelli, il che prova che sono del tutto insettivori e lo vuole comunicare al sig. LASNIER J. a conferma della sua opinione sull’ utilità della suddetta specie (cfr. n. 28, aoùt 1911); il Lomont M. (1bid.) pure a conferma ri- porta (:did.) i risultati ottenuti in quarant'anni di osservazioni eseguite in tutte le stagioni precisamente sul Gheppio, come il sig. Lasnier da solo ed assieme al compianto Barone d’ Hamox- viLLE, che aveva fatto costruire sul suo Castello buche speciali ove Gheppi, Barbagianni e Taccole entravano ed uscivano a vo- lontà. Da osservazioni giornaliere fatte in tali località e su molti individui ha sempre trovato che il Gheppio, e cosi anche la Po- iana, si nutrono d’insetti soprattutto di grillotalpe e larve, di rane e ratti e che quindi non sono uccelli dannosi. — Mayer N. in “I’Elevage des Oiseaux exotiques en plein air, Réponse à la question posée par M. RenÈ Bacon ,, crede (p. 171) che l’ alle vamento degli uccelli esotici in piena aria non sia pratico e solo fino ad un dato punto realizzabile — Devy L. parlando (p. 172) sullo stesso soggetto, dice di aver ottenuto risultati migliori fa- cendo vivere in piena aria date specie di uccelli esotici che sî riprodussero poi ottimamente, ma non ha osato di far passare l'inverno alle stesse specie in voliera non riscaldata; racconta come una Paroaria del Brasile se tenuta d’inverno in stanza calda soffrisse d’ attacchi d’ epilessia e se rimessa in voliera a piena aria vivesse benissimo e sopportasse forti geli, crede che gli uccelli esotici temano il freddo meno di quanto si ritiene ge- neralmente e che soffrano invece le correnti d’aria troppo vi- brata ed i bruschi cambiamenti di temperatura. Nel “ Notiziario ,, Trourssart E. rispondendo alla richiesta di pe CHapeLl (cfr. n. 28, aoùt 19II) dice che Emberiza pyrrhuloides e palustris sono distintissime, della stessa opinione è AnrRIE E. che dice però esistere tra esse grandi affinità — Paris P. parla del passo di La- ridi nella Saona — LomonT M. del passo dei Croceri — Bureau G. della presenza del Picchio nero nel dipartimento di Deux-Sévres ricordata da GuiLLEMEAU e dall’ A. ritenuta invece erronea — Paris P. d’ibridi (?), di Gabbiani e della nidificazione del Gufo reale e della Civetta in domesticità — Des ABBAYES dei costumi della Berta minore a Costantinopoli e dice che ne osservò quan- 170 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA tità di 100 a 200 mila individui — Devy L. di un atto di “ solida- rietà , tra Passeracei da lui osservato, dice cioè che un giorno nel suo giardino di Charleville egli stava guardando un Frin- guello, quietamente posato a godersi il sole, quando un passero che era pure posato poco lontano si mise a garrire fortemente nella direzione del Fringuello; era come un grido d'allarme; il Fringuello se ne fuggì tosto e nello stesso istante un Falco si precipitò rapidissimo ove se ne stava posato il Fringuello e poi accortosi d’ aver fallito il colpo s’involò lentamente, in ciò l'A. rileva un atto di “ solidarietà ,, tra Uccelli e potrà anche essere vero!! N. 31, Novembre I9II. Dugois A. in “ Remarques sur les Bruants des groupes Pyr- rhuloides et Schoeniclus ,, (pp. 179-181) a proposito dello scritto di pe Chapecr F. M. (cfr. atea p. 143) dice che bisogna ricono- scere le seguenti specie: PyrrAu/orhycha palustris dell’ Europa merid. ed Africa sett., P. pyrrhulina del Giappone, P. fyrrhuloides d’ Astrakan, Turchestan e Siberia S. O., Emberiza schoeniclus di Europa e d’Asia sino al 70° L. N. Camciatka, £. passerina della Siberia e del Turchestan, £. yessoernsis del Giappone, e di tutte offre la sinonimia. — PiccHi C. in “ Chettusia gregaria, Geocichla sibirica e G. varia capturées récemment en Italie ,, (pp. 181-185) cita le catture italiane della Pavoncella gregaria che sommano a 12, quelle del Tordo siberiano a due e del Tordo dorato a diciasette, dando notizia sulle specie stesse. — Visconte DE Poncins “ La co- lonie des Siffleurs huppés du Forez ,, (pp. 185-186). — DeLmas A. in “ Catalogue des oiseaux observés dans l’ Aveyron, VII, Turdidés ,, (pp. 186-189), continua il suo lavoro citando 46 specie di Turdidi, sa- rebbero rari Monachella e Monachella nera, Rusignolo maggiore, Occhiocotto, Rusignolo di fiume ece. — MiLLet-Horsin in “ Notes sur la Cresserelle ,, (pp. 189-190) dice che in Algeria ed in Tunisia il Gheppio è preponderantemente carnivoro. — Henry G. “ Le Bruant roux (Emberiza rutila) en captivité , (pp. 190-192). — Nel “ Notiziario , (pp. 192-193) MavER N. dice d’esser riuscito ad allevare quattro Torcicolli, caso abbastanza raro. — Bureau G. dell’ attaccamento della Starna al proprio nido. — L’ HERMITTE ]J. di un ibrido di Fringuello con Peppola conservato vivo. — Paris P. della cattura del Fistione turco nel dipartimento Còte d’ Or, fatto nuovo per il distretto — lo stesso A. della nidificazione della Folaga in domesticità. — Ffvrier S. sul passaggio dei Becchi in croce in Dordogna. N, 32, Décembre I9II. PaRrIS P. “ Apergu sur l’Anatomie comparée de la glande uropygienne des Oiseaux ,, (pp. 195-196), parla brevemente della glandola uropigea e delle sue forme speciali nei diversi gruppi LIBRI E RIVISTE 177 d’ Uccelli. — De CHapeL “ Sur le projet d’ organisation pour la protection des Oiseaux presenté par M. MENEGAUX ,, (pp. 196-197), dice che il fucile non distrugge, bensì invece le reti ed il brac- conaggio sfrenato, e che gli sforzi oggi iniziati più fortemente per la protezione degli uccelli approderanno a qualcosa di utile se si faranno sulla piattaforma d’ impedire ad ogni costo il brac- conaggio. — DeLeuiL R_in “ Notes ornithologiques sur la région des Arpilles , (p. 197) parla dei costumi, del nido, della riprodu- zione e delle livree della Magnanina. — Kempen CH. V. “ Nou- velle, Liste d’ Oiseaux tués dans là départment de la Somme, (pp. 200-201), cita ed illustra una piccola raccolta di uccelli im- balsamati da lui comperata, uccisi nel dipartimento di Somme, tra cui sono notevoli due Aquile di mare, un Girfalco, un’ Otarda, una Damigella di Numidia, Puffinus mayor ed obscurus, infine un Gabbianello di Sabine. — DeLmas A. in “ Catalogue des Oiseaux observés dans l’ Aveyron , (pp. 201-206) cita 358 specie di piccoli uccelli e quattro Colombi dell’ Aveyron, sono molto rari Ballerina nera, Calandro maggiore, Pispola golarossa, Cro- ciere, Fringuello della neve ecc. — In “ Oiseaux exotiques obser- vés à l’ état de liberté en France ,, (p. 206), Mayer N. ha osser- vato Munia sinensis, Bain R. Uraeginthus phoenichotis, DeNISE L. Paroaria cucullata. — Nel “ Notiziario , si comunica che nel Comitato internazionale per la protezione degli Uccelli venne nominato t.° Presidente Lorp AvenBuRry (Londra), 2.° Presidente WicrLiam Durc®eR (New York), 1.° Segretario Dr. Hruss (Pa- derborn) e 2.° Segretario Dr. MenEGAUX (Parigi), il Comitato si propone anzitutto d’inviare ai Governi la domanda di riunire una Conferenza internazionale allo scopo di combattere la distru- zione in massa degli uccelli selvatici impiegati per la moda. — Marion M., Baer G., Facart L. Hugues A. e TERNIER L. danno notizie sui passaggi e sulle catture di Nocciolaie in Francia. — Roucert J. H. comunica la cattura di un Gabbiano terragnolo nel dipartimento Aube e notizie su catture di Nocciolaie. — D’ ArenBERG E. parla dell’ intelligenza di una Starna, fatto osser- vato in Ungheria; mentrei battitori le facevano frullare a branchi, una di esse s’ arrampicò su alcune grosse canne di granoturco nascondendosi tra le foglie, e non prese il volo se non quando i battitori le furono tanto dappresso quasi da prenderla colle mani. — Dewvy L.su grossi passaggi d’ Oche selvatiche. — MAYER N. sulla riproduzione del Rusignolo in domesticità. Bulletin de la Société Zoologique de Genève, année 19009, IgIO et Igii A. Tome I, fasc. 10-16, paru fin Juin 1911. — Genève, au Siège de la Société Zoologique de Genève, I9II. Varie notizie ornitologiche d’ interesse locale si trovano a Pp- 217, 224, 225 ecc., 289, 290, 344, 349-352. — Poncy R. in “ Contribution à l’ étude des moeurs de la Mouette Rieuse (La- rus ridibundus, L.) , parla (pp. 295-330) diffusamente della di- stribuzione geografica del Gabbiano comune nei vari paesi d’ Eu- ropa, arrivando alle seguenti conclusioni: 178 RIVISTA ITALIANA DI! ORNITOLOGIA I. “ La Mouette rieuse niche sur les terrains de l’ époque pleistocène compris au mois de juillet entre les lignes isothermes moyennes de + 16° C.au Nord et de + 26° C.au Sud, ou limite nord du Palmier. II. La Mouette rieuse hiverne en janvier, sur tous les territoires qui, au dessous de 300° d’ altitude, sont compris a l’ Quest et au Sud de la ligne isotherme de 0° C., jusqu’à |’ isotherme de + 26° C., limite Nord de la végétation tropicale ,. E unisce due carte esplicative. Parla diffusamente delle mi- grazioni e degli studi fatti in argomento sulla base di 5333 indi- vidui inanellati in Inghilterra (WrrHERByY), Scozia (THomson), Da- nimarca (MortEnsEN), Germania (THreNnEMaNN), Francia (COTE), delle nidificazioni, delle mute, delle varie livree, delle varietà erette a specie e fondate sul colore e forma del cappuccio e che invece sono dovute a differenze di età (cfr. Larus capistratus), dando figure delle modificazioni che si riscontrano nelle misure e colorito delle ali a seconda delle stagioni e dell’ età, e ciò da un mese di vita fino ai ventidue mesi e poi nel periodo di adulto, che è perfetto soltanto dopo il piumaggio nuziale del 3.° anno; parla infine del contenuto degli stomachi esaminati nei vari paesi del suo abitato, rileva che la specie è insettivora in Inghilterra ove vive protetta in primavera, ittiofaga durante le migrazioni ecc. dà infine notizie sulla cattività, ove può vivere benissimo per oltre quindici anni. E insomma un lavoro assai raccomandabile per la storia della vita della bella specie. — Lo stesso Poncvy R. in: “ Relevé de Notes sur les Echassiers et Palmipèdes se mon- trant dans la Région du Léman (1909 et 1910) , comunica (pp. 330- 343) una lista di 59 specie di uccelli, nota le date d’ arrivo e di partenza, parla dei passaggi notturni, del numero degli individui migranti, del contenuto degli stomachi, aggiunge notizie feno- logiche circa lo stato atmosferico, la temperatura ecc. Tra le specie rare ricorda Phalaropus fulicarius, Chen hyperboreus (dubbioso), Sfercorarius pomarinus e longicaudus, Xema sabinii (Coll. Vau- cHER), 7ydroprogne caspia, specie nuova per il Lago di Ginevra; parla infine dei voli e dei tuffi che ta il Gabbiano comune per catturare i pesci, che nuotano a pelo d’ acqua o sotto la super- ficie della stessa e dà alcune figure grafiche in argomento: Bulletin de la Société Zoologique de France, Tom. XXXVI, Paris, ioni: N. 2 et 3, paru le IO Juin I9II. RaspaiL X. (d. 73): “ Sur le mutisme de quelques Oiseaux pendant la reproduction en Igro ,. L’ A. precedentemente (1907) aveva pubblicato nello stesso periodico delle notizie sulla dimi- nuzione del canto osservata in alcune specie di uccelli durante la riproduzione, mutismo che egli aveva attribuito a speciali in- fluenze atmosferiche che si erano manifestate in quell’ anno, ri- LIBRI E RIVISTE 179 marchevole per l'assenza di grandi freddi, ma anche per la frequenza di fitte nebbie, d’ umidità costante e di una tempera- tura quasi sempre inferiore alla normale. Sopravvenuta nel IgIo una stagione consimile a quella umida e fredda del 1907, le sue deduzioni non risultarono consone alle deduzioni già fatte, e mentre il Fanello, la Capinera ed altri rimasero del tutto muti durante l’epoca della riproduzione, altre specie come il Rusignolo che nel 1907 aveva emesso poche note, nel 19IO invece si fece costantemente rimarcare in tutta la pienezza del suo mirabile canto, e ciò anche nelle notti ‘più fredde, umide, di gran vento e 4 di piogge così copiose che pareva non dovessero mai aver fine, E, come dissi, l’anno IgIo presentava analogie perfette col 1907; lA. cita ed illustra altri fatti consimili esattamente controllati, dichiarando di non saperne dare spiegazioni. Le Gerfaut - Revue de la Société Ornithologique du Centre de la Belgique, I'° année, n. 1, 15 mai 1917. - Louvain, Edit. F. GIELE, IQII. Contiene anzitutto (pp. I-X) lo Statuto della. nuova Società Ornitologica del Centro del Belgio — Tanr A. “ Utilité et pro- tection des oisaux ,, dice (pp. XI-XXVII) quanto controverse sono le opinioni sulla minore e maggiore utilità degli uccelli e conse- guente protezione, spiega e confuta le varie cause che producono la diminuzione degli uccelli, non ultima quella dell’ “ uomo , cita il fatto riportato dal “ Nos Meilleurs Amis , di un mercante di Londra che ebbe in un solo invio il seguente favoloso numero di uccelli: 32.000 Uccelli Mosca, 80.000 Uccelli di mare, 28.300 Uccelli di paradiso, 19.000 Aironi e 880.000 paia d’ali, e l'esempio di una modista parigina che in un anno utilizzò 40.000 Rondini di mare!! conclude ammettendo la reale utilità degli uccelli com- binata con quell’ordine e quell’armonia che regge tutti i problemi biologici. — Havre _ v. G. “ L’Ibis falcinellus, P/egadis falcinellus, L., cita (pp. XXVII-XXXI) le catture del Mignattaio nel Belgio nel periodo 1830-1910 che sommano a dieci, e le Collezioni ove gli individui sono conservati. —- MaLLaeRrTs in “La Perruche Inséparable à joues noires o Agapornis nigrigenis ,, parla (pp. XXXEXXXII]) del nuovo Pappagallo descritto nel 1906 da SCLATER dalla Rhodesia ed arrivato vivente in Europa nel 1908; l’A.ne ricevette una coppia da Amburgo nel rgro, parla del loro abito, | del come si comportano in ischiavitù, della riproduzione ottenuta ed avvenuta con quattro incubazioni, dei piccoli nati, della nutri- zione, dei caratteri distintivi dei sessi ecc. — MortIN G. “La Perruche ondulée, Me/opsittacus undulatus , parla (pp. XXXIV- XXXIX) della vita e della riproduzione della detta specie allo stato domestico. Nel “ Notiziario ,, (pp. XXXIX} sono annunciate catture locali di Moretta tabaccata, di Picchio nero ed un’Alzavola isabellina - Chiude la lista dei Membri della nuova Società (pp. XXXIX-XXXX). 180 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA N. 2, 15 Aout IQ9II. Dupois ALpH. In “ Tableaux analytiques des Sternidés et des Laridés de Belgique ,, dà (pp. 2-5) brevi chiavi analitiche per de- terminare le specie indigene delle due famiglie e misurando, sopra grosso materiale, il becco ed i piedi degli adulti di Zafferano, Mugnaiaccio e Gabbiano reale nordico, è riuscito a trovare un buon carattere per distinguere reciprocamente i giovani delle specie, il che talora non è molto facile — Havre. v. G. in “ A_ propos de la Sarcelle de Formose ,, dice (pp. 5-10) che il sig. WiLLEMS acquistò da un mercante di selvaggina otto o nove Alzavole asia- tiche nel mese d’aprile, uccise presso Genck nel Limbourg, ma l’A. crede su fondati argomenti che si trattasse di selvaggina importata. - Duponp C. in “ Description d’une variété de la Linotte ordinaire “ parla (pp. 10-13) di una varietà bruna e di una ros- siccia di Fanello, facilmente dovute a cambiamenti stagionali o di età della specie stessa. — MoTtIN G. in“ La tenderie et la protection des oiseauX ,, dice (pp. 13-15) che si può essere tenditore di reti e nel tempo istesso protettore di uccelli, che la -diminuzione degli stessi è dovuta al diboscamento, alle colture intensificate, alle chiu- dende metalliche che soppiantarono in ogni dove le siepi ecc. — Heuninckx G. in “ Le Lori ou Perruche de Swainson, 7r:ckoglos- sus novae-hollandiae , descrive (pp. 15-17) tale specie con note biologiche. — MortIn G. in “L’hivernage des exotiques ,, as- sicura (pp. 17-18) di aver tenuto in piena aria e senza l’aiuto di alcun riparo interno una diecina di Pappagalli australiani ed indiani i quali sebbene importati di recente, sopportarono benissimo i freddi invernali, così svernò ottimamente una coppia di Cantori d’Africa o Serinus leucopygius, specie ritenuta molto delicata e finalmente una femmina di Pappagallo del Madagascar che ebbe a covare quattro uova nel gennaio, cioè nel periodo più rigoroso dell'inverno, gli uccelli hanno invece bisogno di forte nutrizione e di gabbie ben spaziose. Nel “ Notiziario ,, (pp. 19-21) Si danno notizie locali sulle date d’arrivo della Rondine (TANT E.), sulle covate dell'annata (Anciaux), sulla protezione degli uccelli usati per la moda, sulla cattura di un Fischione inanellato a Carlisle, sulla distruzione dei Corvi decretata dal Consiglio Generale di Doubs, sul passaggio dei Crocieri, su Rondini albine ecc.‘ chiude la lista dei Soci (pp. 22-23). N. 3, 15 Novembre I9II. Tanr E. “ Rapport sur l’Exposition Ornithologique de Louvain des 3, 4, 5 Sept., parla (pp. 25-34) dell’esposizione fatta dalla Società Ornitologica; vennero esposti uccelli esotici naturalizzati e uccelli esotici viventi, uccelli della fauna del Belgio con i sog- getti di accidentale comparsa ed anomali di tinta, e le dette specie erano accompagnate dai loro nidi ed uova ciò che naturalmente accrebbe l'interesse della mostra; unisce due fotografie della sud- detta esposizione. — DuBois A. in “ Bruants meconnus ,, parla (pp. 35-37) delle specie tanto discusse del gen. PyrrAu/orkyncha, LIBRI E RIVISTE 181 ammettendone tre cioè P. palustris (Savi) dell'Europa meridionale, P. pyrrhulina (Swinx.) del Giappone e P. pyrrhuloides delle con- trade attorno al Caspio. — De ContrERAS M. in “ La Linotte ven- turon o Ckrysomitris citrinella (Lin.) , ricorda (p. 37) la prima cattura belga avvenuta il 4 ottobre 1911 a Virton — MortIn G. parla (p. 38) della rarità del Re di quaglie nel Belgio, mentre ‘una ventina d’anni fa era comune, dice che anche le quaglie sono molto diminuite. —- SterckMmans Dr. “ Les Pséphotes ,, parla (p. 39-44) di Psefoti distinguendo Psephotus aterrimus, P. haema- Vonotus, P. chrysopterigius, P. multicolor, P. haematogaster, P. «xanthorrhous, P. cornutus e Calopsitta novae-hollandiae, parla dei colori dei due sessi, dell’abitato, dei costumi, del prezzo sul mer- cato ecc. — MottIn G. “ La Volière modèle ,, presenta (pp. 44-48) e descrive come deva essere il tipo di voliera modello, dandone una figura schematica. Nel “ Notiziario , (pp. 49-51) si danno no- tizie di catture di un Re di quaglie inanellato con la scritta “ Aberdeen University , di Zigolo nero, di Otarda, di Tordo dorato, di Picchio nero e di passaggi rilevanti di Nocciolaie 0s- servati nell’ autunno, infine della Protezione degli Uccelli utili, della quale sta occupandosi la Società Nazionale d’Agricoltura Francese; chiude la lista dei nuovi Membri della Società (p. 51). The Zoologist, edited by W. L. Disrant, London, Fourth Series. Vol. XV. N. 840, June IQII. Srusss F. J.: On the development of the Snipe ,, (p. 205) dà in questa prima puntata del suo importante lavoro un quadro dettagliato della vita e delle abitudini del Beccaccino e del Frul- lino, parlando dei sessi, del piumaggio, di talune sue particola— rità ecc. — CHarLton J. M. (p. 213) continua il suo lavoro, cfr. “Zoologist ,, p. 131, sugli Uccelli della costa orientale del Northum- berland, parla di oltre 30 specie; sono comuni 7urdus viscivorus e musicus, iliacus e pilaris ecc., rare invece Pratincola rubecola, Ruticilla titys, Cyanecula suecica, Acredula caudata della quale fi- gura un individuo adulto a testa bianca uniforme del 1852, che è conservato nel Museo di Newcastle; nota infine accidentale la cattura di un E:y//oscopus superciliosus nel 1838 citata da HancocK.— THÒÙorpe D., Losa e Hope L. E. in “ Natural History Record Bureau (1910): The Museum Carlisle , danno (p. 226) il reso- conto annuale di comparse, catture ed osservazioni fenologiche ed ornitologiche rilevate nel loro distretto (Cumberland), osser- vando che l’ annata 19Io soprattutto per la dolcezza del clima non offrì fatti speciali o comparse d’ interesse. — Nel “ Notiziario ,, (pp. 235-239) Brace E. W. H. parla dell’ibridismo tra Merlo e ordo bottaccio. — ApLin W. G. N. di un nido di Passera scopaiola trovato. nel nido di un Merlo. — SraRrLEyY B. della comparsa della Balia nera nel Warwicksire e Apcin O. V. della stessa nel Nor- thamptonshire, — Morrar C. B. dell’ inseguimento che alcuni uccelli fanno costantemente al Cuculo, dice che non viene inseguito per 182 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA la somiglianza con lo Sparviere, ma invece perchè esso dà noia a molti piccoli uccelli al tempo delle cove e sono le sue stesse vittime che lo inseguono per scacciarlo. — MaLLocH TA. cita la cat- tura di un Falco pescatore nel Renfrewshire — ApLin O. V. parla della nidificazione del Falco pecchiaiolo lungo il fiume Derwent, sulla diminuzione del Re di quaglie, del Rampichino e del Tor- cicollo nel Warwickshire — Jourpain F. C. R. sulle notizie rela- tive alla nidificazione del Falco pecchiaiolo in Inghilterra. N, 841, July I9II. Srusps F.: J. “ On the development of the Snipe ,, (p. 265), conclude l’ articolo del precedente num. di giugno; ammesso che superficiali tratti d’ eguaglianza rendono simili il Frullino al Bec- caccino, osserva che vi sono massime differenze tra le due specie, nella siringa, nello scheletro, nella voce, area di nidificazione e nidificazione stessa, volo, sviluppo filogenetico ecc., si dilunga con molto dettaglio su tale soggetto e conclude che si dovrebbero stabilire due grandi divisioni di Beccaccini: il Frullino senza razze geografiche ed il Beccaccino, uccello tra i più variabili del Mondo, con le forme stenura e delicata. L’ A. tratta lunga- mente e genialmente dei fenomeni relativi alla selezione fisiolo— gica ‘e dipendenti dall’ ambiente, mimicrismo, ereditarietà, adat- tamento ed analogie con l’ organismo; dice che ha accumulato simili osservazioni su Pivieri e Pivieresse, Totani mori, Pette- gole e Pantane, su questi gruppi e su altri accoppiati i. Na- turalisti hanno voluto vedere altrettanti casi di mimicrismo. Egli invece spera di dimostrare che le relazioni in questi casi sono affatto superficiali, che i vari tipi di piumaggio sottrirono muta- menti sotto l’influenza dell’ambiente nel quale ogni specie dovette vivere “in the stress of competition ,; si propone infine di di- mostrare ciò con larghi studi fatti su differenti gruppi. Ma non si nasconde. che quando un Naturalista vorrà studiare, ad es., il gruppo dei tre Luì britannici col microscopio in una mano ed il cannocchiale nell’ altra, allora le difficoltà saranno estremamente scoraggianti nonostante il grande interesse presentato da siffatti problemi. Nel “ Notiziario ,, vi sono informazioni locali sulla ni- dificazione nello Yorks della Sylvia cinerea, notizie sulla Locu- stella naevia, sul canto e posizione dell’ uccello osservati di notte ed al chiarore di una lanterna, sulla diminuzione del Bwdytes rati, sulla comparsa del Cypselus melba a Brockenhurst, del Czr- cus aeruginosus presso Thanet e finalmente Gurney ]. H. (p. 279) cita un Pellicano morto a 52 anni di vita nel Giardino Zoologico di Rotterdam, età raramente raggiunta da tale specie. N. 842, August IQII. Capr. SranLey S. FLoweR in “ Miscellaneous Notes on Zoo- logical Institutions recently visited in Europe ,, parla (pp. 281-95) di specie rare d’animali conservate viventi in vari Giardini LIBRI E RIVISTE 183 d’ Europa, di quello di Londra ricorda un gruppo di oltre 50 uccelli rappresentanti undici specie, la upicola crocea della Guiana Inglese, la Pilhecophaga jefferyi da Luzon ecc. di quello di Colonia in Germania, la grande Arpia coronata o Marpyha- liaètus coronatus e vari Avvoltoi; come casi di longevità un Ca- racara o Polyborus che visse 29 anni in cattività, Fenicotteri viventi da 20-25 anni, una Grus leucogeranus di 30 anni ecc. — Brock S. E. in “ Lapwings in the Pairing Season ,, offre (pp. 296- 04) un quadro biologico della Pavoncella durante l’ epoca delle 5: parla del volo, del canto, dell’area occupata dai singoli ‘ maschi e che sembra definita, delle lotte a terra ed in aria fatte dai maschi pel possesso delle femmine, di quest’ ultime numeri- camente superiori ai maschi, della selezione dei maschi fatta dalle femmine, delle femmine che depongono le uova in buche pre- viamente apparecchiate dai maschi ecc. — CHarLton J. M. in “The Birds of that Portion of the North-East Coast between Tynemouth and Seaton Sluice, Northumberland ,, (pp. 305-313) continua l’ ar- ticolo, cfr. antea p. 218, parla di 43 specie per la maggior parte comuni, tra le rare ricorda Rigogolo (una volta), Averla maggiore, Beccofrusone, Cardellino, Passera mattugia, Organetto minore (due volte), Zigolo boschereccio, Rondone alpino, Torcicollo .Ghiandaia marina, Bubbola (continua). — Nel “Notiziario ,, (pp. 314’ 319), FircH E. A. ricorda un curioso nido di Rondine costruito su lato esterno di un ramo di acero pendente sulle acque e lontan oltre mezzo chilometro dall’ abitato (1). — Stusss F. J. parla dell® diminuzione del Re di quaglie e delle cause della stessa dovut@ al cambiamento dei metodi di colture. — CLeAve H. P. O. del Nib2 bio, dello Smeriglio, del Falco pescatore e di altri Rapaci osser? vati dall’ A. nella Scozia. Gi N. 843, September IQII. HeaTHERLEY F. in “The Raven at Home ,, pp. 321-34 dà un quadro delle abitudini del Corvo imperiale durante |’ epoca delle cove, del corteggiamento del maschio verso la femmina, delle uova e loro colore, del modo amoroso col quale la femmina im- becca il piccolo nato e unisce una fotografia di tale fatto. — Capr. FLower S. S. in “ Miscellaneous Notes on Zoological In- stitutions recently visited in Europe (pp. 335-345) » continua l’arti- colo precedente, (cfr. artea. p. 295), parla di vari Giardini ed Isti- tuti, tra i quali l’ Acquario di Napoli, ma per quanto concerne . l Ornitologia menziona soltanto due Euryfyga helias edun gruppo di 23 Pinguini o Spheriscus demersus del Giardino d’ Acclima- tazione di Parigi, finalmente della grande agevolezza del Corvus cornix entro i giardini della stessa città (continua). — Nel “ No- (1) Simili casi vennero descritti da YARRELL, « Brit. Birds », 4th, Ed. II, pp. 343 e 348; « Birds of Lancashire », 2nd. Ed. p 56; « Field », Sep- tember sth. e 12th. 1885; « Zoologist », 1886, p. 486 e « Ibis », 1896, p. 135 ecc., ma è sempre fatto abbastanza raro e degno d’ essere ricordato (nota di E. A. D. O... 184 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA tiziario ,, (pp. 346-349) WARREN R. parla dell’ Aquila di mare recentemente scomparsa dall’ Irlanda quale uccello nidificante, mentre pare che l’ Aquila reale nidifichi ancora protetta in una località a Muilrea. — GurneEvY J. H. di varietà di Sula che facil- mente non erano tali. — WARREN R. della nidificazione dello Zaffe- rano entro terraferma sul bordo di un lago. — PattEN C. ]. (p. 354) in “ A case of a remarkable egg of a/co tinnunculus laid under remarkable circumstance ,, parla di un uovo di Gheppio di un bianco-latteo immacolato e solo con poche macchie all’ apice largo, questo Gheppio era tenuto in domesticità dall’ A. e pare che tale uovo anormale sia stato prodotto in epoca nella quale il detto uccello era stato insufficientemente nutrito. N. 844, October 1911, Srusss F. J. in “ Observations on the nocturnal habits of the Redwing , parla (pp. 361-366) dello strano fenomeno relativo ai movimenti che fa il Sassello durante la notte, voli che non sono affatto di migrazione, del grido emesso durante la stessa e che somiglia a quello del pipistrello, fa varie deduzioni sullo strano fenomeno, ammettendo che non sa darne una spiegazione plau- sibile. — CHarLtoNn J. M. in “ The Birds of that Portion of the North-East Coast between Tynemouth and Seaton Sluice, Northum- berland , continua (pp. 375-380) l’ articolo precedente (cfr. anzea p. 313), cita altre venti specie, parecchie delle quali comuni, tra le dubbiose o rare il Falco di padule (una volta), la Poiana, l'Aquila di mare, lo Sparviere, il Falcone, il Lodolaio (una volta) ecc. — Bureau L. in “ L’ Age des Perdrix ,, dà (pp. 381-384) un breve riassunto del suo notevole lavoro sui fenomeni che offrono le mute delle Starne, dice che basandosi sopra osservazioni gene- rali sulla muta stessa è giunto a determinare con straordinaria precisione l’ età di un uccello ucciso allo stato selvatico e ciò coll’ esame dello sviluppo delle remiganti. Dal ragguaglio sulla detta memoria si capisce che non si tratta soltanto di indagini atte a determinare l’ età delle Starne, ma di un vero e completo studio biologico con speciali capitoli sull’ accoppiamento, l’ epoca delle cove, il numero delle uova, lo sviluppo dello Starnotto, il tutto accompagnato da illustrazioni e figure schematiche dei piu- maggi principali, dell’accrescimento delle ali, della caduta di ogni singola primaria, base della scala cronometrica. — Nel “ Noti- ziario ,, (pp. 385-393) WARREN R. parla delle regolari comparse della Ballerina nella Contea di Mayo. — ApPLIN O. V. di uova anormali, cioè immacolate di Pigliamosche. — Hottis E. di una comparsa di Nocciolaie nel Bucks. — Fortune R. delle varietà di Sule di Bass Rock, riparlando sulla varietà di Sula previa: mente ricordata da Gurney J. H. (cfr. p. 348) dice che non sa spiegare il motivo della varietà e muta irregolare, ma che non trattavasi di esemplare dipinto. — ELLior STeELE J. parla del- abbondanza del Fagiano di monte in qualche proprietà dello Shropshire e del Worcestershire, mentre in passato scarseggiava LIBRI E RIVISTE 1853 La i querdisteetiie A prin O. V. cità un Lagopus albus ucciso nel Northamptonshire. — ELLIOT STEELE J. parla della nidifica- zione entro terra in Islanda del Mugnaiaccio. — ApLIN O. V. di va- rietà di colore osservate nella Ghiandaia, nel Picchio verde, Corvo, Storno e Beccaccino. — BUTTERFIELD E. P. fornisce note biblio= grafiche e biologiche su alcune specie comuni nello Yorkshire. — Warren R. parla delle cause di scomparsa di alcune specie rare della Granbretagna dovute alla raccolta delle loro uova fatta a scopo commerciale, cita un Collettore di Leeds che teneva dieci uova di Aquila reale e cinquanta di Aquila di mare. — KeRsHaW J. C. descrive e figura una trappola alquanto primitiva usata in Cina per prendere piccoli uccelli. N. 845, November I91r. FLOWER SranLey S. in “ Miscellaneous Notes on Zoological Institutions recently visited in Europe » (PP. 416-427) continua il suo articolo (cfr. atea, p. 345) sulle Collezioni Zoologiche dei vari Musei d’ Europa, citando quelli di Stuttgart, di Vienna e di Schénbrunn. — Nel “ Notiziario » (PP- 420-437) WARREN R., BooTH H. B. e Power F. D. in tre separate comunicazioni parlano delle abitudini notturne e dei gridi emessi durante la notte dal Sas- sello, e ciò a proposito di note precedentemente comunicate da Stusss F. J. (cfr. ansea p. 366). — BeLam G, della presenza della Civetta e della comparsa del Piro-piro boschereccio nel Lincol. nshire. — RawmsBotHAam R. H. di Rondini ritardatarie vedute 41 2 novembre presso Garstang. — APLIN O. V. della nidificazione della Moretta codona nell’ Orkney avvenuta nell’ estate IQII. — STEELE ELLIOT J. dice che la Folaga nidifica in numero ristretto di coppie nel Bedforshire, ma che durante la Stagione fredda il loro numero s’accresce notevolmente per l’ arrivo di colonne mi- granti che non sa di dove provengano. — CoLLINGwooD INGRAM di aver osservato presso Westgate-on-Sea branchi di Gabbiani comuni intenti a cacciare a volo insetti alati, come fanno le Ron- dini ed i Balestrucci. — Grounp Tu. della cattura di uno Svasso piccolo presso Droitwich e del contenuto del suo stomaco, — JourpaIiN F. C. R. della Scomparsa di speciali uccelli rari, come Aquila di mare e Aquila reale, dice che in Granbretagna ciò è dovuto alla grande incetta di uova fatta dai Collettori, (cfr. antea P. 391). — Benson C. W. contribuisce note su uccelli da lui osservati in Baviera, nel Tirolo e ‘nella Svizzera. N. 846, December 1911. Nel “ Notiziario , (Pp. 469-470) STEELE ELLIOT J. parla di Ron- dini ritardatarie da lui osservate nello Shropshire al 12 novem- bre u. s. ed in altra località bure nel novembre del 1890. -— RusseL H. sull’ aumento e sulle abitudini della Taccola nell'isola di Islay, l'aumento fu accompagnato dalla diminuziooe del Grac- chio corallino; circa settant'anni fa la Taccola era soltanto specie Riv. di Ornitologia. 13 186 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA invernale, da quel tempo qualche coppia ogni tanto si tratteneva a nidificare ed è stato in questi ultimì sette od otto anni che essa nidifica in abbondanza e regolarmente. — Dve B. cita la cattura di un Falaropo becco largo a Yarmouth il 28 ottobre u. s. — THornton MacgkertH T. a proposito di Gabbiani intenti a cac- ciare insetti a volo (cfr. atea p. 433), dice di aver osservato ciò più volte nello stesso suo giardino nel Pertshire e così KIRKMAN F. B. assicura che è un fatto comune citato dai signori UssHER e WAarkeEnN e più volte anche nello stesso “ Zoologist ,,. British Birds, edited by H. F. WirneRBY and others, vol. V, London, WirHERBY e C. IN june Io Ticegurst N. F. e Jourpain F. C. R. parlano diffusamente (pp. 2-21) della distribuzione del Rusignolo durante la stagione delle cove nella Granbretagna, unendo due Mappe, l’ una per mostrare la distribuzione del Rusignolo in Inghilterra e nel Paese di Galles e |’ altra per illustrare la fisionomia coreografica del- l area di distribuzione. — Nel “ Notiziario ,, (pp. 22-30) ricordo tra i fatti più notevoli citati, la probabile comparsa del Cher Ayper- boreus nel Sussex, aprile (LanpsBoroueH THompson A.) — notizie sulla voracità dei grandi Gabbiani (CLIFFoRD BoRrRER) — sul fatto di Larus argentatus e Phalacrocorax graculus che occuparono vecchi nidi di Corvo imperiale (Braumonr W. ]J.) — sulla cattura di un PhyUoscopus rufus tristis nelle Shetland, ottobre 1910 (TuLLOCH J. S.)- di un /. frochilus eversmanni nell’ isola di May (TicEHURST C. B.) — della comparsa della Stia caesta in Irlanda, ove era specie sconosciuta (WiLLrams W. J.) = di una Co/umba palumbus del tutto bianca da Inverness (LeacH R. H. W.) ecc. Naz: july TOI GLapstone H. S. in “ A Memoir of RoBERT SERVICE ,, parla (pp. 34) in memoria dell’ Ornitologo inglese R. SERVICE, dando una lista dei suoi lavori. — Bongote J. L. illustra (p. 42) un tipo speciale di penna che si nota nel Porciglione, che mostra analogia con le appendici a ceralacca del Beccofrusone, tale fatto è ricordato per altre specie del gen. Aa//us, ma non per la Fo- laga e la Gallinella d’ acqua; l'A. offre due micrografie che illu- strano una penna della testa del Porciglione ed una secondaria di Beccofrusone per mostrare l’ eguaglianza di struttura. — Nel “ Notiziario ,, PiccHi C. parla (p. 44) della presenza dell’ ovaia destra negli uccelli e del suo condotto, prendendo per base una vecchia femmina di Falco grillaio in parte rivestita dell’ abito del maschio e che presentava sviluppate ambedue le ovaie; aggiunge una lista di uccelli che offrivano tale specialità, e che l A. ha esaminato in circa vent’ anni di ricerche; le specie citate sono undici con venticinque soggetti, ‘cioè Albanella reale, Albanella LIBRI E RIVISTE 187 pallida (2), Falco di padule (4), Sparviere (3), Poiana (3), Bian- cone, Smeriglio (2), Falco cuculo (5), Gheppio (2), Gufo di padule e Corvo, figura infine le ovaie di un Falco cuculo giovane, la destra delle quali è assai più piccola della sinistra. — NicHots ]. B. ricorda (p. 49-50) catture di Zotanus stagnatilis nel Sussex, di Pagophila eburnea ad Hastings, di Pastor roseus a Brighton ecc. — Ticenurst N. F. (p. 50) un individuo di Turdus atrigularis del 15 marzo u. s. dal Kent, la quinta cattura britannica. — Ro- BINsSoN H., W. (p. 55) grosse uccisioni di Berte minori e di Pol- cinelle per opera dello Zafferano e del Mugnaiaccio, essi poi pra- ticano fori nel ventre e ne mangiano gli intestini. — MEIKLEJOHN A. H. (p. 56) la nidificazione del Fulmaro sugli scogli di Berrie- dale Head, Caithness, località più meridionale oggidi nota. — F. C. R. J. (p. 58) uova di Cuculo nel nido del Fiorrancino, fattò che succede raramente. — WirHWerBy H. F. a proposito di un Fagiano di monte che sembrava aver assunto invece l’ abito della femmina, dice (p. 59) che tale supposizione è erronea, trattasi invece di un individuo deficente di pigmento nero, da ciò dipen- dono le macchie brune che si osservano in vario grado nelle differenti penne secondo la quantità di pigmento nero depo- sitato. N..3, August IQII. MuLLens W. H. in “ Walter Charleton and his Onomasticon Zoicon , fa (pp. 64-71) uno studio biografico su W. CHARLETON, uno dei più antichi Ornitologi inglesi e sul suo lavoro “ Ono- masticon Zoicon, 1668 ,, offrendo anche due ritratti del Natura- lista stesso morto a Londra nell’ aprile 1707- — Nicorr M. J. in “ The Alpine Ring-Ouzel, Turdus forquatus alpestris, BrEHW, a new British Bird ,, illustra (pp. 72-73) un maschio ad. di Merlo dal collare meridionale preso nel maggio u. s. nel Sussex, prima cattura britannica e figura il detto individuo. — Nel “ Notiziario , (pp. 74-81) gli EpirorI parlano di un caso di nidificazione del arabuso nel Norfolk, fatto che non accadeva dal 1886. — Ti ceHURST N. F. sulla cattura del secondo esemplare britannico di Saxicola isabellina avvenuta a Ryo Harbour nell’ aprile u. s. e conservato nella Coll. NicHors. — JourpaIN F. C. R. sul canto anormaleedel Luì verde. — Warp T. R. sopra uno Scricciolo che nidificò in un vecchio nido della stessa specie. — NicHoLs J. B. sulla cattura di una Averla meridionale avvenuta nel gen- naio u. s. nel Sussex, il terzo individuo britannico. — COcHRANE H. L. sopra un uovo di forma anormale di Pigliamosche. —- Mep- . Licorr W. S. sulla comparsa del Lucarino nell’ Herefordshire. — DunLop E. D- sulla distribuzione del piumino negli uccelli da nido — lo stesso A. sulla comparsa di un Picchio verde presso Windermere. — Srracev CLITHEROW C. E. sopra due Barba- gianni che abitavano in un nido di Taccola, sforzandosi di occu- pare un piccolo spazio per non rompere le tre uova di Taccola esistenti nel nido stesso. — TicegurstT C. B. sui risultati otte- nuti dall’ inanellamento di Aironi cenerini fatto in Danimarca nel 188 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA maggio 1910 in una Aironiera nella Zelanda; di 55 individui ina- nellati, 13 furono riportati al sig. MoRTENSEN e qui sono citate le date ed i paesi di cattura, rilevati da un lavoro di MORTENSEN comparso nel num. d’ aprile delle “Dansk. Ornith. Forenings Tidsskrift ,, pp. 115-119; la specie, come si osservò anche nel. l’ Alzavola, avrebbe migrato seguendo una direzione sud-occiden- tale ed individui furono catturati in Francia ed in ispagna. — Ticegurst N. F. sulla cattura della Moretta codona nel Kent e nel Sussex. — TrEveLYAN H. della nidificazione dell’ Orchetto marino in Irlanda. — Stewart W. sul Piviere tortolino nel La- narkshire. — Gurney ]J. H. sulla comparsa del Mignattino ali bianche nel Norfolk. — Wennek M. V. sulla nidificazione della Rondine di mare nell'isola di Man. — GRIFFITH A. F. sulla cat- tura di una Rondine di mare scura nel Sussex. — RoBinson H. W. su di un nido di Gabbiano reale nordico contenente cinque uova, certamente depositate da due femmine; pure il LEvERKÙHN citò nidi di tale specie e di Gavina con 5-6 uova ed anche in questi casi è evidente che vennero depositati da due femmine. — Forp- Linpsay H. W. su fatti biologici d’ attaccamento di alcuni uccelli al loro nido, e cita il Prispolone, il Pettirosso e la Pettegola. — Pycrarr W. P. del piumaggio delle giovani Urie e delle Gazze marine. — BonHore Lewis J. a proposito di un tipo speciale di penna osservato nella Sciabica e da lui illustrato (cfr. az/ea pp. 42- 44), riconosce che tale fatto era stato previamente ed a sua insa- puta ricordato dal Rev. M. C. H. Birp nelle “ Transact. of the Norfolk a. Norwich Nat. Society ,, vol. VI, p. 117. — RoBINnsoN H. W. sull’ osservazione da lui fatta che i ratti in alcune delle isole Scilly distruggevano le Berte minori nordiche, riconosce, che, ad es., nell'isola Annet non ne esistono, e che i numerosi avanzi di Berte sono di uccelli ingoiati dai grossi Gabbiani. N. 4, September I9II. Turner E. L. in “ The return. of the Bittern to Norfolk, parla (pp. 90-97) della ricomparsa del Tarabuso come uccello nidificante, del suo modo di nidificare, dei giovani da nido, ed offre cinque figure del nido e del giovane nei vari e curiosi suoi atteggiamenti. — LanpssoroueH THomas A. in “ Recovery of Marked Birds (Aberdeen University ),, dice (pp. 98-102) che dopo l'istituzione di una Inchiesta Ornitologica aggregata nel 1909 all Università di Aberdeen oltre duecento uccelli inanellati ven- nero riportati; parecchi di questi “ records , sono insignificanti, altri assai notevoli come Pavoncelle inanellate nella Scozia e tro- vate nel Portogallo (due volte) e nell’ Irlanda (quattro volte), lA. cita altri fatti constatando gli spostamenti verso sud e verso ovest di varie specie. — ALexanpeR H. G. in “ Mapping Migratory Birds ,, offre (pp. 103-05) statistiche delle coppie di uccelli che nidificano nel suo distretto di Tunbridge-Wells, e cita ad es. il Capinero dando questi estremi: 1908, 12 paia: 1909, 12 paia: IQI0, 7 paia: 19II, 9 paia; Beccafico, 1908, 10 paia: 1909, 17 paia: IQIO, 2 paia: I9YI, 4 paia ecc., tutte le specie sembrano LIBRI E RIVISTE 189 è in diminuzione. — Nel “ Notiziario ,, (pp. 106-115), BLyTH O. R. parla di un giovane Merlo di 5-6 settimane di tinta isabellina. — Nicnors J. B. di una Cyanecula suecica wolfi, seconda cattura per Pett, Sussex. — Davies W. della Cannaiola verdognola che ni- difica in gran numero nel Worcestershire (cfr. “ Brit. Birds ,,, III, 157). — Tue Epirors dell’ introduzione bene riuscita del Baset- tino@ello Yorkshire (cfr. “ Naturalist ,,, 1911, pp. 279-80), dicono che siffatte acclimatazioni danno non poco imbarazzo al Naturalista perchè le constatazioni di catture non sono sicure, potendo trat- tarsi di uccelli non selvatici. — WirHErRBy H. F. delle comparse non infrequenti della forma continentale della Cinciarella o Pars caeruleus specialmente nello Yorkshire, e delle forme dell’ Europa centrale e settentrionale del Parus cristatus, conosciute sotto i nomi di /. c. mitratus e P. c. cristatus e ne cita sommariamente i vari soggetti. — BenTHamM H. della nidificazione della Ballerina nel Surrey. — WiraerBy H. F. della supposta cattura del Lanzus meridionalis nel Norfolk, dice che l’esemplare da lui già citato (cfr. antea, p. 75) è un semplice ZL. excubditor e che l’ unica cat- tura autentica è quella ricordata da NicHors pel Sussex. — FoRp- Linpsay H. W. della comparsa del Lazius pomeranus nel Sussex. TiceHurst N. F. sulla comparsa nel Sussex della forma conti- nentale del Picchio rosso maggiore o Dendrocopus major major. — Owen ]J. H. sul cibo dei giovani Barbagianni che è composto soprattutto di Storni, chei vecchi Barbagianni catturano sul cre- puscolo nelle buche delle torri. — CoLes R. H. della comparsa del Corvo di notte nell’ Hampshire. — SHarman F. della nidifi- cazione della Moretta nel Bedforshire avvenuta ora per la prima volta. — Forp-Linsay H. W. della rara cattura di una coppia di Corrieri asiatici nel luglio u. s. a Romney Marsh, Sussex e da lui stesso esaminati in carne. — GeorFrRoy LEIGH A. corregge una inesattezza ‘dichiarando che il Falaropo a becco largo cat- turato nel Warwickshire e da lui citato (cfr. antea, p. 26) è da riferirsi al Falaropo a becco sottile. N. 5, October I09II. NicotL M. J. in “ The Slender-billed Curlew, MWumenzius tenui rostris, Vieill. a New British Bird , comunica (p. 124) la cat- tura di tre-Chiurlotelli nel Kent nel settembre 1910, specie nuova per l’ Inghilterra. — Harrert E. in “ On the English and other Green Woodpeckers ,, studia i Picchi verdi d’ Europa, dei quali distingue (p. 125) cinque forme, cioe Picus viridis viridis (Scan- dinavia, gran parte della Russia, nord-est della Germania), £. v. pinetorum (Europa centrale), P. v. pluvius (Granbretagna), P. v. pronus (Italia, distinto pel becco di minori dimensioni) e /. ©. sharpei della Spagna. — Nel “ Notiziario ,, (pp. 126-144) Jov H. Normann e LanpsBoroucH THomas A. ricordano epoche e. loca- lità di catture di molti uccelli inanellati nella stessa Granbretagna. — H. F. W. ricorda la cattura di una Rondine di mare coda lunga nello Yorkshire che era stata inanellata nell’ isola di Sylt. — BenTtHam H. il fatto di Cesene che ingoiavano le feci dei 190 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA propri giovani da nido, fatto non previamente noto, ed unisce la fotografia dell’ uccello sul nido. — Forp-Linpsay H. W. due gio- vani Codirossi presi nel Sussex nel settembre u. s, prima cat- tura autunnale nella Granbretagna, gli EpitoRI aggiungono che tale specie venne catturata tre volte in primavera, sicchè è bensi accidentale, ma di doppio passo. — Owen ]. H. ricorda un paio: di Pettirossi che fabbricarono successivamente vari nidi in tubi di cemento sovrapposti. — Suecir W. E.la cattura della Bigia padovana a Cleethorpes. — Stewart W. la presenza del Parus atricapillus kleinschmidti nel Lanarkshire, ove nidifica. — Jour- paIN F. C. R. un nido di Ballerina gialla situato in ambiente in- solito, cioè sopra una roccia nuda in posizione elevata e lontana dalle acque. — CoLLier C. la nidificazione della Balia nera nel De- vonshire, aggiungendo notizie biologiche. — Rosinson H. W. il numero dei giovani osservati in varie nidiate di Rondini e di Balestrucci nel 1911, nelle prime da un minimo di tre ad un mas- simo di sei e di solito quattro, nel Balestruccio in media non più di 3-4. — BANKESs A. ricorda la presenza di Ghiandaie marine nel Devonshire. — Owen J. H. un giovane Cuculo trovato nel nido di Ciuffolotto. — Lo stesso AuroRE due Picchi rossi mag- giori giovani trovati nel nido, parla dello stesso e dà una figura dei due uccelli. — Van pe WEYER B. una Civetta che pare avesse nidificato nelle buche abitate dai Conigli, ciò che non accadrebbe di rado in Granbretagna. — LanpsBorouci THomas A. la pre- senza di Oche della neve nell’ Essex, ma probabilmente si trat- tava di individui fuggiti da Woburn. — Beprorp M. la nidifica- zione di Morette nel parco di Woburn, quale fenomeno affatto ordinario (cfr. antea, p. 114) — TREVELYAN HI. la nidificazione entro terra in Irlanda del Mugnaiaccio. — Beprorp M. la presenza da lei osservata del Puffinus griseus sulle coste occidentatali d'Irlanda il 17 agosto u. s. —- Finalmente a pp. 144 è ricordato il recente decesso avvenuto a 70 anni del sig. ALEXANDER WIL- LIAMs or JeREZ DE LA FRrONTERA, il quale fu il primo che tentò d’ introdurre |’ Otis tarda nel Norfolk; con grandi spese si procurò | 16 di questi uccelli e con la cooperazione di Lorp WarsincHam e di Lorp Iveacgx li liberò nel 1904 a Elveden, però il tentativo falli; ne furono presi ed uccisi, altri si sperdettero, ma in parte nidifi- carono ed una fotografia di tali nidi si vede nel “ Field ,, del 16 settembre 19r1, p. 678. Il sig. WiLLiams fu uno dei soci teni- tori del famoso Coto de Donana, noto quale luogo di riprodu- zione dei Fenicotteri, di varie specie di Erodionidi ed altri uccelli notevoli, e dove egli accoglieva con la massima gentilezza i Natu- ralisti che lo visitavano. i N. 6, November I9I1. SÒeLpon W. G. in “ Notes on the breeding habits of some of our Winter Migrants in the Swedish Provinces of Jemtland and Lapland , comunica (pp. 150-157) osservazioni sulle abitu- dini di alcuni Uccelli che passano l’inverno nella Granbretagna, ma che covano nella Svezia e precisamente nello Jemtland presso LIBRI E RIVISTE I9I Abisko sul lato sud del Torne Traske, osservò Cesene, Sasselli, Peppole, Organetti, Poiane calzate e la Surnza ulula, parla diffu- samente delle loro abitudini. — WiruerBy H. F. in “ The “ British Birds ,, Marking Scheme, Progress 1911 and some Results ,, parla degli uccelli inanellati che sommarono al numero di goo0o (1911) nel primo anno (1909) essi furono 2200, nel secondo (1910) 7900, sicchè in total@ gli uccelli inanellati dai lettori della Rivista “ British Birds, sommano a circa 20,000; tale inchiesta è utilissima, ma deve essere continuata soprattutto per studiare le vie seguite dalle specie migranti. Tratta di varie conclusioni alle quali si potrebbe giungere, citando esempi di uccelli inanellati in date località e ripresi in altre, conclude che tali “ records ,, sono troppo pochi per precisare connessioni tra essi medesimi tanto più che vari sono contraddittorii i72fer se, ma essi mostrano anche quale note- vole contributo per maggiori conoscenze si potranno ottenere se gli “ inanellatori ,, continueranno il loro lavoro, della qual cosa l’ Autore è sicuro. Segue |’ Elenco delle persone che inanellarono e dei soggetti rispettivamente inanellati, da un massimo di 1750 (H. W. RoBinsown), le specie inanellate nel periodo. suddetto sommano a 136. — Nel “ Notiziario , segue una lunga lista di uccelli inanellati in Granbretagna e ripresi nella Granbre- tagna stessa ed in Francia; le specie sono le seguenti: Pis- pola, Rondine, Balestruccio, Storno, Gavina, Gabbiano reale nor- dico, Zafferano e Rondine di mare. — Jourpain F. C. R. parla di Rondoni inanellati che ritornarono ai vecchi luoghi ove ave- vano già nidificato, fatto ricordato da Tuienemann (cfr. “ Orn. Monatsb. ,, I9II, pp. 156, 168). — CLARKE W. ]J. riportandosi (cfr. antea, p. 143) a quanto si comunica riguardo al Merlo che allevò tre covate nello stesso nido, dice di aver ciò constatato nella primavera 1907 nello Yorkshire. — Massey H. parla di un nido di Ballerina osservato lontano dalle acque (cfr. JOURDAIN ariea, p. 143), — Forrest H. E. di una coppia di Pettirossi che fab- bricarono 12 nidi più o meno completi in buche lasciate abban- donate dai Piccioni, tale lavoro durò oltre un mese e finalmente uno dei nidi stessi venne ben terminato ed in esso allevata una covata (cfr. Owen J. H., arfea, p. 132). — SmitH S. H. di un Frosone che nidificò in un nido di Bottaccio adattandolo a suo modo. — Hottis E. della cattura di una Nwucifraga caryocatactes macrorhynchus avvenuta nel Buckinghamshire il 7 ottobre u. s. — Forrest H. E. di catture di Upupe nel Merioneth e Sfiropshire. — BorrER CLIFFORD di un uovo di Cuculo trovato nel nido di Passera scopaiola il 19 luglio u. s. depositato da pochi giorni e lo cita come ritardatario, fatto analogo venne ricordato da RowLEY, “ Ibis ,, 1865, p. 178. — GreorrrEy LeicH A. di un Voltolino cat- turato nel settembre u. s. nel Warwickshire. — Forrest H. E. delle migrazioni del Porciglione constatate positivamente d’ at- torno ai fari, sicchè il loro maggior numero in date stagioni non dipende da scarsità di vegetazione, ma da vere migrazioni che effettuano in branchi. — Lo stesso Aurore della cattura di un Falaropo a becco largo avvenuta il 3 ottobre u. s. nello Shrop- shire. — BorrER CLIFFORD di uova blu-pallide immacolate di 192 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA Rondine di mare, povertà di colorazione dovuta al fatto che le dette uova tratto tratto rimanevano lungo tempo sommerse. — UssHER R. ]. dell'aumento del Mugnaiaccio in Irlanda. — NeEL- son T. H. delle comparse dello Stercorario maggiore e del Labbo lungo le coste dello Yorkshire, di due Gabbianelli di Sabine veduti e di un terzo catturato. — Jones H. E. di aver veduto il 30 set- tembre u. s. a distanza col cannocchiale un Uccello delle tem peste a coda forcuta, posato sugli scogli del Capo Great Orme nel North Wales. — Forrest H. E. di un individuo della stessa specie «catturato il 6 ottobre u. s. nel Montgomeryshire, prima cattura pel suo distretto. N. 7, December IQ9II. OLivier G. PigxE in “ Photographing the Black-Throated Diver and the Grey Lag-Goose,, (pp. 178 185) offre due bellissime foto- grafie dell’ Oca selvatica rita davanti al proprio nido e del nido stesso con le uova scoperte, e tre della Strolaga mezzana accovac- ciata su nido in posizioni diverse, dice che prese tali fotografie nelle Outer Hebrides ove l’ A. rimase a questo scopo parecchio tempo alla metà dello scorso maggio, infine dà ragguagli biologici sulla vita degli uccelli stessi, sul modo col quale riescì a fotografarli e sulle emozioni da essi dimostrate. — Nel “ Notiziario » (pp. 186- 204) gli EpirorI danno una lista d’ individui appartenenti ad undici specie di uccelli inanellati nella Granbretagna e catturati nel ter- ritorio stesso, in Francia od in Portogallo (Rondine di mare), aggiungendo notizie sopra uno Storno ‘inanellato in Danimarca e preso nel Norfolk e su di un Gabbiano corallino inanellato a Rossitten e ripreso pure nel Norfolk. —. Frank Penkose parla del Canapino maggiore catturato nel Norfolk lo scorso settem- bre. — ForREST H. E. sulla presenza della Cannaiola nel North Wales. — SerLE W. su di una Cianciallegra trovata coi nidiacei ai 14 di ottobre. — ALExaNDER C. J. su varie forme del Parus atricapillus trovate nel Worcestershire e nel Herefordshire. — WirHERBY H. F. sulla presenza di Ballerine in Irlanda durante l'autunno , fatto raro. — GeorFREY LEIGH A. sopra un individuo di Ballerina nera affetta nel suo insieme d’albinismo e cloro croismo. — Gurney J. H., Tuck JuLian G. e Jourpaln F. C. R. rispettivamente in tre brevi comunicazioni sulla emigrazione della N. caryocatactes macrorhynchus nel Norfolk, nel “Suffolk e sul Continente, sembra che tale emigrazione siasi estesa su larga base e che gli individui osservati fossero della razza Siberiana. — GrorrrREY LEIGH A. sui movimenti arrampicatori del Picchio rosso maggiore. — Ticegurst N. F. sulla presenza nel Northumber- land della forma nordica tipica del Picchio rosso maggiore. — Wenner M. V. sopra un Gufo selvatico che si fingeva morto quando era minacciato da qualche pericolo. — ALEXANDER C. i" sulla presenza non rara nella Civetta nel Worcestershire nel- I’ aprile— MicEgio u. s. — Lo stesso A. sulla comparsa del Chiurlo piccolo nel Worcestershire. — VaucHan M. sopra casi di uova blu di Rondine di mare osservati a Abbotsbury e che non erano d ie LIBRI E RIVISTE 193 state sommerse. — Van Oorst sullo stesso fenomeno osservato in Olanda e Jourpain F. C. R. emette l opinione che il detto fenomeno non debba attribuirsi ad agenti esterni, ma sia dovuto ad uno stato di debolezza speciale dell’ animale in causa di sovra- produzione di uova. — CLIFFORD BorrER ricorda la cattura di un Gabbianello di Sabine dal Northumberland 28 ottobre u. s., com- parse di Gabbianelli e di un Falaropo a beccc largo. — Forp- Linpsay H. W. la cattura di un Uccello delle tempeste di Bulwer nel Sussex ottobre 24 u. s., quinto soggetto britannico. — GrouND THos. la presenza del Fulmaro nelle Orkney e Shetland e sul- l’ aumento delle coppie, ciò che è anche confermato da WITHERBY e da altri AurorI. — Segue infine un cenno necrologico di E. W. Oates, noto pei lavori sugli Uccelli dell’ India e del Burma e per il Catalogo della Collezione Oologica del Museo Bri- tannico. The Ibis, edited by P. L. ScLaTER and A. H. Evans. Lon- don, R. Porter, Ninth Series, vol. V. N. 19, July 1911. ScLater W. L. in “ On the Birds collected by Mr. CLaAuUDE H. B. Granr at various Localities in South Africa with Field- Notes by the Collector ,, (pp. 405-437, contin. da p. 316), illustra con brevi note 67 specie di uccelli; distingue la Pratircol/a tor- quata in due sottospecie, cioè la P. £. orzentalis, subsp. nov. razza orientale e la occidentale o tipica, /. f. fypica, ambedue del Sud Africa, poi Cossypha caffra namaquensis, subsp. nov. da Klipfon- tein, Namaqualand affine a C. caffra. — Jourpain Rev. C. R. F. in “ Notes on the Ornithology of Corsica ,, Part.. II (pp. 437- 458, contin. da p. 208), parla di 56 specie, accetta le forme sarde proposte da HartERT, ParROT, KLEINscHMIDT e SCHIEBEL, la Sy/via undata s’ avvicina alla S. «. tonî Hart. del Nord Africa ma il materiale a disposizione risulta insufficiente, S. sarda è forma tipica, invece .S. s. affinis PARROT è fondata su cambia- menti stagionali della specie tipica, l’ Averla capirossa è il Larzus senator badius, ma facilmente le notizie riferite dal’ A.. all’ A. spi- noletta obscurus spettano alla forma residente nell'Isola, parla diffusamente del Picchio muratore corso del quale raccolse pelli, uova e nidi, dice che non è in diminuzione, nè molto localizzato e dà figure delle località ove vive e nidifica (continua). — GRANT C. H. B. in “ List of Birds collected in. Argentina, Paraguay, Bolivia and Southern Brazil, with Field-Notes, Part III. ColZzun- bidae-Rheidae , (pp. 459-478, contin. da p. 350 e fine), parla di 55 specie di uccelli; noto Phaethusa magnirostris con largo commento, Sfercorarius crepidatus nuovo per |’ Argentina e RAyn- chotus rufescens. — Bates G. L. , Further Notes on the Birds of Southern Cameroon, Part I} with Descriptions of the Eggs by W. R. OciLvie-GRANT, with three plates and two text-fig. ,, (pp. 479- 545). La Collezione di cui si parla venne fatta tra l’ agosto 1908 f 194 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA ed il dicembre 1910, soprattutto a Bitye sul fiume Ja; le specie raccolte furono 120; le nuove Lobdotus oriolinus e Pedilorhynchus brevirostris; venne poi raccolta Apalis jacksoni sinora noto sol- tanto nel distretto dei Grandi Laghi; la classificazione è quella del ReicHeNow, “ Vogel Afrikas ,: in questa prima comunica- zione le specie illustrate sommano a 113, cito P/otus rufus, Astur castanilius, Falco subbuteo, Glaucidium pycrafti con una bella tavola colorata, Melichneustes robustus, Pedilorhynchus brevirostris e Lo- botus oriolinus simile a L. Zaetior e del quale vi sono le figure a colori dei due sessi; seguono note sulle uova fatte da OGILVIE- GRANT, di esse 22 appartenenti a 19 specie sono figurate a co- lori (continua). — Hinp Rev. H. N. in “ Note on the Whooper Swans which visit the River Eden in Cumberland ,, (pp. 546-548), parla dell’ interessante fenomeno d’ annuali apparizioni fatte dai Cigni selvatici durante gli ultimi otto anni sul fiume Eden a Car- lisle, ove poi si mescolano e vivono assieme ai Cigni reali che vengono allevati dalle Autorità Comunali; parla dei loro costumi, dell’ addomesticamento susseguito, delle date d’arrivo e di par- tenza, dando una fotografia dei magnifici uccelli che nuotano sul fiume Eden. — OcgiLvie-Grant W. R. in “ On the Irish Coal- Titmouse (Parus Wibernicus) ,, con tav. col. (pp. 548-554), de- scrive la Cincia mora d’ Irlanda come distinta dalla continentale o tipica e da quella della Granbretagna o britannicus; la nuova forma ha le parti chiare della testa e del collo tinte di giallo- debole, il dorso e groppone lavati di color cannella, il bianco del petto e del ventre lavato di gialletto ed i fianchi di cannella, una tavola a colori illustra i due sessi della nuova sottospecie confrontata con un soggetto della forma britannica. — Seguono cenni necrologici di Aporro BernarDpo Meyer, del Dr. CarLo ParRroT e di W. E. D. Scott. — Nel “ Notiziario , (pp. 573-580) OciLvie-GrRanT W. R. comunica che l’ importante Collezione di Uccelli Africani lasciata dal compianto capitano Boyvp ALEXANDER al Museo Britannico di St. Nat. è stata consegnata dal fratello sig. RoBERTO ALEXANDER, ne rileva la grande importanza, dice che consta di 4000 pelli con non meno di 84 tipi di specie nuove descritte dall’ ALEXANDER stesso. — HreLLmayR C. E. comunica di aver avuto un Balaeniceps rex da Katonga, Congo State, il primo catturato nel Congo. — SerLe W. parla delle abitudini della Oceanodroma castro. — Harvie-BRown J. A. di un PlyZ loscopus neglectus del Cashmere ucciso presso Tiree, prima cat- tura in Granbretagna ed anche in Europa. — Inoltre vi sono notizie sulle Raccolte di Uccelli di Paradiso viventi di Mr. J. E. Brock di Hoddan Castle, Ecclefechan, N. B. — Della spedizione RooseveLT nell’ Africa orient. che riportò 4000 pelli d’ uccelli. — Della spedizione mandata dalla B. O.U. nella Nuova Guinea Cen- trale che inviò già una Collezione di 2300 pelli, delle quali 450 da Ceram e 200 da Borneo. — Delle spedizioni BeBrE a Ceylon, nell’ India, Cina ecc. — Del grande incremento preso dal Museo di Monaco di Baviera, Sezione Ornitologica, sotto la direzione di C. E. HELLMAYR ecc. fl REP A SPIRITO ig" È LIBRI E RIVISTE 195. N. 20, October I9II. Bares G. L.in “Further Notes on the Birds ofSouthern Cameroon, Part II, with descriptions of the Eggs by W. R. OGILVIE-GRANT ,,_ (pp. 581-631), contin. da p. 545, plat. XI e XII and Text-figs. 16-21), parla di 66 specie con dettagliate informazioni sui nidi, sulle uova delle quali 50 vengono figurate a colori, appartenenti a circa 30 specie, seguono note originali sulle macchie della lingua nei giovani uccelli ed osservazioni pterilografiche. — BucKNILL J. A. “ A Further Contribution to the Ornithology of Cyprus ,, (pp. 632-656, contin. anzea da p. 385, 1910); l'A. dimorò a Cipro dalla primavera 1g1o al maggio igII, dice che la primavera del 1g1o fu assai umida e favorì la nidificazione di varie specie di uccelli acquatici, l'inverno 1911 invece molto freddo e si ebbero comparse di specie assai rare o nuove per l'isola; parla di 127 specie, notevoli: Cinclus melanogaster, Saxicola finschi ed 1sabel- lina, Sylvia melanothorax, il Luì verde è della forma er/angeri, il Luì bianco |’ orsentalis, il Rampichino la dorotheae, il Verdone P aurantiventris, la Passera di padule la canzeti, la Cappellaccia la cypriaca, di Storni cita il vu/garis, purpurascens ed il poltaratskyit, poi ricorda l’ Aquila imperiale, il Falcone della Regina ed il me- diterraneo; il Cigno selvatico, l’ Oca lombardella ed il Moriglione sono tre specie nuove per l’ Isola, ricorda inoltre Anitra marmo- rizzata, Gobbo rugginoso ecc. — Jones K. H. in “ On some Birds observed in the Vicinity of Wei Hai Wei, North East China,, (pp. 657-694), ricorda 114 specie con note sul nido, uova, distri- buzione e costumi, parla di Wei Hai Wei e del suo territorio, ove l’ A. stette parecchio tempo negli anni 1901, 1902 e 1907 e che è specialmente favorevole per gli uccelli di passo che vi tran- sitano in enorme quantità, non parla di sottospecie o razze locali e segue la classificazione di Dresser “ Manual of Palaeartic Birds ,,. — ScLater W. L. “ On the Birds collected by CLaupe H. B. GRANT at various Localities in South Africa, Part III, with Field Notes by the CoLLECTOR ,, (pp. 693-741, contin. da p. 437), continua il suo lavoro precedente illustrando altre 97 specie di uccelli con notizie dettagliate sui costumi, riproduzione e confronti con specie affini. — Ticegurst C. B. in “On the Birds noticed during a Voyage to Alexandria , (pp. 741-747), lA. dice che lasciò Li. verpool il 13 aprile 1909 e che giunse ad Alessandria il 26, ri- partendone al 19 maggio, cita gli uccelli veduti durante il viaggio stesso dalle Coste inglesi, alle francesi, portoghesi, spagnuole ed africane, e nelle brevi fermate fatte a Gibilterra, Algeri e Malta ove studiò la fauna circostante e parla del materiale raccolto. — Stuart Dove H. “ On the Relation of the Spine-tailed Swift (Chaetura caudacuta) to Weather Conditions in Victoria and Tas- mania ,, (pp. 748-753), offre note fenologiche sulla comparsa in grandi masse di tale Rondone soprattutto durante i tempi pio— vosi o le giornate di tempo incerto che preludiano alle grandi burrasche, crefle che la causa stia nel fatto che con siffatte con- dizioni climateriche le zanzare alate, suo cibo prediletto, sono 196 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA più abbondanti e più facilmente a portata. — Segue un cenno necrologico di Mr. A. D. MitLar. — Nel “ Notiziario ,, (pp. 771- 776) E. Crus parla della Pytelta ritidula — segue il “ Report 1910 ,, del Museo Britannico, Sezione Ornitologica con gli aumenti avuti nell’ annata cioè di 9377 uccelli, tra cui il tipo della nuova forma Irlandese della Cincia mora o Parus hibernicus e della Nucifraga owstoni, numerose Collezioni ricevute dalla Cina, da Formosa, 162 uccelli da Burma con sei specie nuove per la Rac- colta e sette tipi, poi uccelli da Borneo, dall’ Africa orientale bri- tannica, dal Guatemala ecc. — Si danno poi ragguagli sulla “ American Pheasant-Expedition , partita da. New York nel di- cembre 1909 per studiare i Fagiani dell’ Asia e colà ritornata il 27 maggio u. s., dopo un anno e mezzo d’ assenza e dopo aver percorso 52.000 miglia, passati vari mesi in cerca di Fagiani, presa una enorme quantità di note e di fotografie e riportate parecchie centinaia di pelli di uccelli notevolissimi raccoiti egual- mente a Ceylon, come nell’ India, sull’ Imalaia, a Singapore, nel Borneo, a Sumatra, Giava ecc. — Il “ Report of the National Museum, U. S. A. for I1gIo ,, dice del grande incremento avuto nelle Collezioni Ornitologiche del Museo soprattutto con Uccelli di Giava, dell’ Africa orientale e della Polinesia, da dove 1’ “ Al- batros ,, riportò tre nuovi tipi di Co//ocalta ed un esemplare del rarissimo Aechmorhynchus cancellatus che si riteneva estinto, altre Raccolte ebbe inoltre da Luzon, dalla Tasmania e dalla Cina ed importanti lavori vennero fatti nei locali adibiti ad uso di Museo. — Si notifica che CHuss C. ha lasciato il posto di Assistente al Museo di Bulawajo essendo stato nominato Direttore del Museo di Durban — che Bates G. L. è ritornato alla sua residenza di Bitye nella Colonia tedesca di Camerun per continuare le sue raccolte ed i suoi studi --- e finalmente dal “ Times ,, del 4 set- tembre apprendiamo che il prof. A. THompson assieme a Mr. A. LanesBoroueH THompson ha diffuso una circolare per richiamare l’attenzione sui lavori fatti dall’ “ Aberdeen University Bird-Mi- gration Inquiry .,, il cui scopo è lo studio delle migrazioni degli uccelli fatto col metodo di inanellare un gran numero di uccelli nella speranza di aver dati sui viaggi o sui movimenti fatti dagli stessi; sugli anelli è marcato l'indirizzo “ Aberdeen University ,, un numero o una combinazione di lettere differente per ciascun anello, essi sono fissati ai piedi dei nidiacei mentre si trovano ancora nel nido o di qualunque uccello adulto che poi possa venir rilasciato, il lavoro d’inanellamento vien fatto nella Scozia, so- prattutto nella contea di Aberdeen e l’Inchiesta è affidata e gode l'appoggio dei signori Harvie Brown J. A., EagLe CLarKE W., Evans W. e di altri Ornitologi scozzesi. — Segue l’ Indice alfa- betico dei nomi scientifici (pp. 777-795) citati nel volume “ Ibis , IQII, e quello pure alfabetico degli articoli e comunicazioni con- tenute nel volume stesso (pp. 797-812), la prefazione al volume e l’ Elenco dei -Membri della B. O. U. (pp. I-XXVII) che som- mano al numero di 474, del contenuto del volume stesso con la ma- teria suddivisa nei quattro fascicoli trimestrali (pp. XXIX-XXXVI), chiude la lista delle tavole che sono 12. TTI LIBRI E RIVISTE 197 Bird-Lore, vol. XIII, edited by F. W. CHÒapman, published for the Audubon Societies by D. AppLETON, Harrisburg. N. 3, May - June I19II. BrewsTER W. (p.125) parla sul corteggiamento praticato dallo Smergo americano e dall’ A. osservato in uno stagno presso Cambridge, Mass. il 16 marzo 1909 su trentasei Smerghi, dei quali diciannove erano maschi in piumaggio di nozze completo, “ed îi dodici rimanenti giovani maschi o femmine; descrive le varie cerimonie di corteggiamento alquanto buffe e similia quelle fatte dal Quattr’ occhi americano e descritte dal dr. C. W. TownsenD nell’ “ Auk ,, del 1gro-1911. —- WrieHT M. O. continua il suo articolo “ Birds of my Garden ,, III. “ The Nesting-Time ,,, parla (p. 128) dei vari uccelli comuni che nidificano nei giardini, sul modo di facilitare la fabbricazione dei nidi e la deposizione delle uova, con osservazioni sulla disposizione protettiva soprattutto contro il gatto, nemico principale della vita ornitica dei giardini durante la stagione delle cove, ed unisce buone fotografie del- l’ambiente. — Smita W- F. in “ The Friendly House Wrens , descrive (p. 135) posizioni originali ove alcuni Scriccioli fabbri— carono il proprio nido, come entro un cappello che era stato posato al disopra di un soprabito collocato in un campo come spauracchio ed entro una sacca; dà sette fotografie che illustrano tali fatti biologici interessanti. — Bripee L. E. in “ The Story of two House Wrens ,, avrebbe osservato che un maschio di Scricciolo allevava contemporaneamente due covate e si fa la domanda se una femmina possa deporre uova in due nidi e se un’ incubazione possa essere condotta a termine dal maschio. — CaLHoun C. ha osservato (p. 142) in “ Carolina Wrens in a Blacksmith Shop , una coppia di tali uccellini che fabbricarono il loro nido sotto una grossa incudine di un fabbro, essi poi cova- rono ed allevarono i piccini mentre il fabbro vi lavorava d’in- torno. — Cooge W. W. parla (p. 144) delle migrazioni delle Passere nel Nord-America, dando le date dei passaggi primave- rili, secondo lA. Passerculus sandvichensis savanna è specie mi- grante, P. beldingi non è migrante, il P. rostratus rostratus e forme sottospecifiche sono parzialmente migratrici. — CHAPMAN F. M. in “ Notes on the plumage of North American Sparrows ,, descrive (p. 147) e figura P. s. savanna, P. beldingi, P. rostratus rostratus, parla del P. s. alaudinus e del bryanti, del P. r. gut tatus e sanctorum, della “ Ipswich Sparrow ,, o Passerculus prin- ceps forma insulare del savazza propria alla Sable Island, che sarebbe divenuta più grande e più pallida per influenza dell’ am- biente e ne unisce la figura. — Nella stessa pagina vi è una fotografia interessante di Anprews R. C. di Uccelli marini che seguono in alto mare (Giappone) una balena, per nutrirsi dei minuti crostacei, che i movimenti del grosso animale adducono alla superficie delle acque. — Nel “Notiziario ,, tra altro vi è 198 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA un’ importante comunicazione di Griees R. da Licking Co. Ohio sul nido di una Tortora costruito non sugli alberi, ma sul terreno nello splhagnum tra Vaccinium e Typha, come si vede nell’ unita fotografia; d’intorno vi erano anche alberi e cespugli; lA. non crede ciò cosa anormale, ma abitudine praticata da altri uccelli a scopo protettivo data la sicurezza del nuovo ambiente tutto circondato di acque profonde che impediva l’ ingresso agli. animali predatori, rare le serpi e così i mammi. feri limitati a qualche eventuale sorcio o coniglio; egual fatto era stato già osservato nell’ estate 1910. — Seguono statuti e delibe- razioni delle “ Audubon Societies ,, per la protezione degli uccelli, soprattutto dello “ School Department ,, note sulle migrazioni, una breve Monografia del 7/lryothurus ludovicianus con tav. col. ed infine la deliberazione dell’ “ Executive Department ,, relativa al “ Levy Plumage Bill ,,, alla Protezione degli Aironi bianchi, alla Legislazione Protettiva del Maine con i comma di legge ulti- mamente approvati; notizie sulla nuova Riserva Nazionale della California sett. nota sotto il nome di “ Clear Lake Reservation , e diretta da Mr. Frank Bonp “ Chief of the Drafting Division ,. Le Riserve Nazionali degli Stati Uniti d’ America sommano al grosso numero di 52, sparse nei vari territori dell’ Unione ; in esse la caccia è costantemente vietata, qualunque specie protetta, ma soprattutto si curano quelle che offrono piumaggi ornamentali quali Aironi, Pellicani, Gabbiani, Rondini di mare, Marangoni ecc., in altre Anitre ed Oche di ogni specie, in altre ancora Diomedee, Uccelli delle tempeste, Urie, Polcinelle ecc. Nessuno potrà imma- ginare il valore di queste Riserve per le generazioni future e la grande importanza del loro inizio dovuto alla legge del 14 marzo 1903 di TEoporo RoosevELT. Quando questi immensi tratti di territorio saggiamente amministrati e vigorosamente protetti avranno raggiunto il loro sviluppo, sarà vinta la questione della scom- parsa di specie tanto notevoli per il valore delle loro penne o per scopo economico; come del pari sarà garantito un più razio- nale sviluppo degli uccelli insettivori ed i futuri pronipoti do- vranno esser grati ai sapienti legislatori di oggi. — Infine è unita una fotografia di Mr. FRANK Bonp. N. 4, July-August IQII. WrieHT Ossoon Maser in “ Birds and Seasons in my Gar- den ,, continua (pp. 179-186) il suo lavoro, parlando degli Uccelli ‘osservati nei mesi di luglio-agosto e dando buone figure. — MurpHy CusHman R. in “ The Breeding of the Pine Warbler in Rhode Island ,, parla (pp. 187-190) della suddetta specie e della sua riproduzione nell'isola Rhode — CLarke CoesweLL W. in “ Disabled Birds , parla (pp. 191-195) degli uccelli feriti o resi inetti a muoversi per ferite, cita vari casi, i modi per guarirli ecc. — Reprielp C. A. “A Yellow-throat Family ,, nota biologica (pp. 195-197). — CockE W. W. “ The Migration of North Ame- $ È LIBRI E RIVISTE 199 rican Sparrows , ‘(pp. 198-201) con numerose date d’ arrivo e di partenza e località d’ osservazione negli Stati dell’ Unione della Guiraca caerulea e della Passerina cvanea. — Cuapman F. M. in “ Notes on the Plumage of North American Passerine Birds , parla (p. 202) pure delle due anzidette specie, figurando a colori sei individui differenti. — Seguono il Notiziario ossia “ Notes from Field and Study ,, (pp. 203-209), la Bibliografia (pp. 210-213), “ The Audubon Societies ,, con “ School Department ,, per Wac- TER HatL Atice (pp. 213-220), “ The Spotted Sandpiper ,, per Jos K. HERBERT (pp. 221-224), studio biologico sull’ Acfitis ma- cularia con figure colorate dell’ adulto e del giovane, e finalmente “ Executive Department ,, per DurcHER W. (pp. 225-228), con note sulla Protezione degli Aironi, e sulle Leggi Protettive cono- sciute sotto i nomi: “ Bayne Bill ,, e “ Levy Plumage Bill ,,. N. 5, September-October I9II. WricuT Oscoon M. in “ Birds and Seasons in my Garden, V. Flo- cking and Migrating , continua (pp.229-235) la serie dei suoi articoli, tratta dei fatti che avvengono alla fine d’ estate quando gli uccelli si mettono in branchi e si dispongono a migrare, unendo buone fotografie. — TurtLE H. E. “ The Nesting of the Whip-poor-will ,, cenno biologico sulla nidificazione dell’ Antrostomus vociferus vociferus. — Brown F. A. “ Machias Seal Islands ,, isole situate nell’ estremo lato sud-orientale degli Stati Uniti, vi nidificano molte specie marine come Polcinelle di mare, Uccelli delle tempeste, Ron- dini di mare, Piro-piro macchiato, Gabbiani, offre (pp. 239-245) dettagli su tali nidificazioni ed unisce buone fotografie dei fari del- l'Isola, di colonie di Polcinelle ecc. — Lippincott J. W. “ A. Wayside Thrasher , (pp. 246-247), cenno biologico della suddetta specie. — Cooge W. W. “The Migration of North American Sparrows ,, (pp- 248-249) con numerose date d’arrivo e di partenza della Passerina amaena, ciris e versicolor, con aggiunte le località d’ osservazione soprattutto negli Stati dell’ Unione. — CHapman F. M. “ Notes on the Plumage of North American Sparrows , parla (pp. 249-250) degli abiti delle tre anzidette specie, unendo sei figure colorate. -- Segue il Notiziario “ Notes from the Field and Study ,, (pp. 251-254) con notizie d’indole locale, ove tra altro Anne E. PERKINS ricorda (p. 254) il caso di un Pettirosso che aveva collocato il suo nido sul cancello di legno che chiudeva un riparto ove vivevano numerosi polli, che veniva aperto spesse volte nella giornata sicchè il povero uccellino era di continuo disturbato. — La Bibliografia (pp. 255-262). — “ The Audubon Societies ,, con “School Department ,, per Walter HatL Atice (pp. 264-268) “ The Least and Semipalmated Sandpipers ,, per Jos K. HERBERT {pp. 269-272) cenno biologico con figure dell’ adulto e del giovane di /isobia minutilla e di Ereunetes pusillus ed “ Exe- cutive Department ,, per DurcHER W. (pp. 273-278) con cenni sulla Riunione annuale delle Società Audubon, sulle Leggi pro - 200 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA tettive. del Canadà e della Georgia, sul traffico degli Aironi bianchi ecc. N. 6, November- December 1911. WrieHT Oscoon M. in “ Birds and Seasons in my Garden, VI. The Coming Winter , continua (pp. 279-284) gli articoli dei pre- cedenti numeri del Giornale, parlando dei fenomeni osservati nelle varie specie d’ uccelli all’ approssimarsi dei grandi freddi ed unisce interessanti fotografie in argomento. — ReprieLD A. C. “ Photographing the Virginian Rail ,, contribuisce (pp. 285-287) buone note sulla nidificazione del Porciglione della Virginia con fotografie del nido con la femmina incubante e dei piccini di un giorno di età, dice che la covata finì poi miseramente in bocca ad un gatto. — SKINNER A. “ Bird-Life on the Everglades ,, de- scrive (pp. 288-291) la vita ornitica osservata in una visita fatta dall’ A. alle “ Everglades ,, località paludose ricoperte da intensa vegetazione erbacea, nell’ interno. della Florida meridionale. — KeLLy B. B. “ A Shrike and its Prey ,, dice (pp. 292-293) di aver osservato e descrive come le grosse Averle cenerine cat- turano i Passerotti, come l’infilzano sui rami e li divorano, offre un’ illustrazione fotografica che dilucida quanto assevera, ed ag- giunge che un’ Averla intraprendente si mangia non meno di due Passere al giorno. — Seguono piccole Note (pp. 293-294) di IsELy F. B. e di HaLLen F. H. — Cooge W. W. in “ The Migration of North American Sparrows , dà (pp. 298-300) le date d’ arrivo e di partenza nei vari Stati dell’ Unione della /esperiphona ve- spertina, che CHapmaN F. M. descrive (p. 300) ed illustra con tre figure, e Davis R. E. parla (pp. 300-302) della sua comparsa a Leominster nel Massachusetts, ove un grosso stuolo si trat- tenne dal 10 dicembre IgIo al 15 maggio successivo. — Segue il Notiziario “ Notes from Field and Study ,, (pp. 303-308) con brevi note locali e sul 29.° Congresso annuale dell’ “ American Ornithologists” Union ,, tenutosi in Filadelfia tra il 13-16 novem- bre igII, parla del programma e dà un elenco delle 40 memorie presentate e svolte. — La Bibliografia (pp. 309-314). — The Audubon Societies , con “ School Department ,, per ALice HaLtL WALTER (pp. 315-321), “ The Horned Lark ,, per Forsusa E. H. (pp. 322-325), cenno biologico con figure colorate della Lodola gola gialla, “ Executive Department ,, per DurcHER W. (pp. 329- 331) con l’ elenco dei Direttori delle Società Nazionali Audubon in 38 Stati dell’ Unione, il Rapporto sulla Riunione Annuale, sulle norme più restrittive emanate contro la cattura degli Aironi bianchi, sulle Riserve del Lago Klamath nel nord della Cali- fornia ecc. — Chiude il volume il Rapporto annuale delle So- cietà Nazionali Audubon per il IgII (pp. 333-340) con l’ elenco dei Membri, il Bilancio, Rapporto del Segretario, quelli dei Di- rettori preposti nei singoli Stati ecc.; il volume inoltre è ornato di buone illustrazioni su vari soggetti ornitici. LIBRI E RIVISTE . 20I Bulletin of the British Ornithologist’s Club, edited by W. R. OciLvie-GranT, London, WirzÒerpy & Co. CLXIX, April I9II. WirgHerBy H. F. descrive un Fagiano di monte anomalo di tinta. — BonHote J. L. alcune penne speciali del capo del Por- ciglione con appendici cornee all’ estremità dello stelo, che le fanno somigliare alle appendici rosse delle secondarie del Beccofrusone. — OciLvie-Grant W. R. Asproinictus wilhelminae della Nuova Guinea Olandese, simile a A. moszkowskit, Reichenow (Seduta d’ aprile della Soc. Orn. Tedes.). — BannERMAN D. A. Bradyornis granti n. sp. dell’ Abissinia sud-occ. — Bates G. L. due specie nuove del Camerum merid., cioè Gl/aucidium pycrafti e Diaphoropyia tonsa. — MartHEws G. M. due specie nuove dall’ Australia A/pidura albiscapa e Pomatostomus superciltosus asbyi. CLXX, May I9II. NicoLL M. J. registra per |’ Egitto la Sylvia melanothorax ed il Regulus regulus. — HeLLmayr C. E. descrive. due nuove sot- tospecie di Colibri, cioè Phaethornis varnqui santijohannis della Columbia occidentale e P% superciliosus muelleri da Para. — Ticegurst N. T. riferisce sopra una Merula atrigularis uccisa nel Kent il 24 marzo u. s. — SerH-SmitH D. stabilisce le diffe- renze specifiche tra Poephila acuticauda, J. Gd. e P. hecki, Heinr. (aurantitrostris, North). — GRIFFIT A. F. riferisce di una Sterna fuliginosa catturata il 24 aprile u. s. presso Brighton. — MarTHEWS G. M. descrive tre nuove specie australiane, cioè Meliornis nigra dulciei, Acanthiza albiventris hamiltoni e Acanthiza iredalei, pro- pone A. morgani, nuovo nome di A. fenuirostris Zeitz., nec La- fresnaye. — IrepaLE T. descrive Cincloramphus rufescens ma- thewst sp. n. dell’ Australia ecc. CEXE fue "19115 MarHEws G. M. descrive le seguenti nuove specie d’Australia : Piezorhynchus nitidus wardelli del Queensland settentr., Diapho- rillas striatus howei da’ Vittoria, Coracina melanops tasmanica di Tasmania, Myzomela obscura harterti del Queensland settentr., Artamus tregellasi dell'Australia occid. e Butorides rogersi del- l'Australia nord-occident. — CHuBB C. descrive Upucerthia tamu- coensis dell Chilì meridionale. — Bonuote ]J. L. parla della forma tipica continentale della Cinciarella che crede possa arrivare nelle Isole Britanniche al tempo del passo. — BAHR P. H. parla del- l’Avifauna delle Isole Figi. — BipweLL E. di un individuo di Falcone molto oscuro catturato in Granbretagna e che il Grant ritenne Falco nigriceps, Cass. — OciLvie-GRANT descrive Columba stalkeri sp. n. da Ceram, Piezorhynchus wellsi sp. n. da Goram Riv. di Ornitologia. 14 202 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA e Sylviella lowei sp. n. da S. Paolo di Loanda. — Mc ConneL F. V. descrive A/ynchocyelus oltvaceus guianensis sp. n. della Guiana inglese. CLXXITI, November 19I1. Hon. RorHscHILDp W. descrive Pachycephale tenebrosa, sp. n. dal centro della Nuova Guinea olandese. — HartERT E. descrive Ploceus graueri simile a P. abyssinicus ed a nigriceps, sp. n. dal Tanganika. — Incram C. descrive Porzana cinerea brevipes, sp. n. dall’ isola Iwotima, Bonin e /. c. ocu/aris delle Filippine, la forma delle isole Samoa e delle Figi costituisce sottospecie affine, per la quale lA. propone il nome di P. c. fannensis. — BANNERMAN descrive Sy/viella hardy: sp. n. della Sierra Leone e Cinnyris kruensis n.sp. della Liberia e della Costa d’Oro. — OGILvIE-GRANT W. R. descrive nuove specie della Nuova Guinea olandese cioè: Casuarius claudit simile a papuanus, Rhipidura streptophora simile a KR. dryas, Myagra mimikae simile a latirostris, Pachycephala dorsalis simile a monacha, P. poltosomae approximans, Ptilotis mimikae simile ad orientalis, P. longirostris simile ad aruensis, Calornis mystacea simile ad altirostris, Sericornis aruensis delle isole Aru ed Erythrura trichroa goodfellowi della Nuova Guinea britannica. — Lo stesso OciLviE GRANT descrive Lanzarius mu- fumbiri n. sp. simile a L. bdarbarus e Motacilla wellsi, simile a capensis ambedue del Vulcano Mufumbiro. CLX XIV, December IQITI, Hon. RorascHitn W. e HartERT E. descrivono le seguenti nuove specie della Nuova Guinea: Androphilus viridis, Melipotes gymnops goliathi, Molrrhophotes belfordi griseiventris, Phlotis praecipua nigritergum, Pristorhamphus versteri meeki, P. v. albe scens - HarTERT E. descrive Malaconotus interpositus, n. sp. dal Tanganika nord-occidentale, intermedie tra M. approximans e M. ca- tharoxanthus. — ScLateR W. L. descrive Dryoscopus bocaget an- sorgei del Nord Angola. — BannERMAN D. A. descrive nuove specie dell’ Abissinia sud-occidentale, cioè Aramalospiza macmil- lani, Eremomela elegans abyssinica e Ortygops macmillani. — CLARKE ST. descrive Eremomela crawfurdi, sp. n. da Wotik nel- l'Africa orientale britannica simile a £. ff@vicrissalis. — PycCRAFT W.. P. parla sopra una Fagiana in abito di maschio e di un Fagiano in abito da femmina. Journal of South Africa Ornithological Union. N. 6, 1911, Davies C. G. “ A second Contribution to the Ornithology ot Eastern Pondoland ,, (pp. 5-14). — HaAGNER A. descrive un nuovo Pigliamosche della Rhodesia col nome di Hy/iota rhodestiae. — VaucHan-Kirpy F. dà (pp. 15-17) notizie sui costumi della MHemzp- leryx minuta. —— HAAGNER A. (pp. 17-20) notizie sulle migrazioni LIBRI E RIVISTE 203 della Cicogna bianca. -- BuckniLL ]. A. dà (pp. 27-33) illustra- zioni e notizie su alcune uova di uccelli sud-africani non ancora figurate o descritte e più precisamente di: 7urdus cabanisi, Po- liohierax semitorquatus, Amydrus morio, Colius indicus, Apalis florisuga, Cinnyris afer, T'arsiger stellatus, Eutolmaetus spilogaster, Kaupifalco monogrammicus, Rhinopomastus cyanomelas, Stepha- nibyx melanopterus. — Davies C. G. notizie sul piumaggio della Saxicola monticola (pp. 33-37). — SuHePppaRrD P. A. “ Field-Notes on some little-known Birds, including two new Species, from observations made during the Nesting-Season of 1909 near Beira , (pp. 37:45). NE 7 Ione, Swynnerton C. F. parla di uova e nidi avuti dal Monte Chi- rinda nella Rhodesia meridionale con numerose note sui nidi stessi, sulla loro ubicazione e forma, colore delle uova ecc. -- Davies C. G. continua le sue contribuzioni (cfr. antea 1908) sugli Uccelli del Distretto Matialete nel Griqualand orientale, con corte note sulle singole specie osservate. — RoBERTS A. parla sopra alcune specie di Wakkerstroom; seguono quindi poche altre no- tizie, la bibliografia ed il Necrologio. The Emu - A Quarterly Magazine to popularize the Study and Protection of Native Birds, Vol. XI. Pts. 1 and 2, July and October I9Ir. Una delle contribuzioni più importanti è quella di Mc. LEAN J. C. sui “ Bush birds,, della Nuova Zelanda; il principio di que- sto articolo trovasi nel fascicolo di luglio e continua in quello di ‘ottobre: tali osservazioni furono fatte nell’ inverno 1906-1907 sul Monte Mannga-Haumia nel nord dell’ Isola; le specie più diffusa- mente illustrate sono Carpoplaga novae-Zealandiae, Harpa novae- zealandiae, Ninox novae-zealandiae, Nestor meridionalis, Chalco- coccyx lucidus, Miro australis, Petroeca toitoi e Pseudogerygone _flaviventris, sono aggiunte sette tavole di paesaggi, nidi ed uova. | — Basser Hutt parla dell’ Avifauna della Nuova Galles del Sud (cfr. antea, vol. X, p. 253), cita la prima cattura per l’ Australia di un Puffinus griseus sull’ Isola Broughton, dice di aver trovato i nidiacei di P. sphenurus, ebbe pure nidiacei di Oestrelata leu- coptera dall’ isola Cabbage-Tree, descrive come specie nuova Puf finus intermedius della stessa località, parla infine di Oestre/ata montana dall’ isola Lord Howe, che venne descritta nei “ Proc. Linn. Soc. N. S. W., vol. XXXV, pt. 4 ,. — Barnarp H. G. sugli Uccelli del Capo York, descrivendo le uova di Ha/cyon bdar- nardi, Cracticus mentalis, Xanthotis filigera, Craspedophora alberti . e Phonygama gouldi, le uova di Rallna tricolor che sarebbero bianche, Astur novae-hollandiae può dirsi identico a A. clarus e 204 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA con esso s’' incrocia. — CLeLAND ]. B. sul contenuto dello sto- maco di un gran numero di uccelli australiani e con note su pa- recchi altri dell’ Isola Lord Howe fatte dal dott. JoHNSTON. — BururLin S. sugli uccelli australiani trovati in Siberia. — MartHEws G. M. sul Fa/cunculus frontatus whiter con tav. col. — WiLson F, E., MiLLican A. W. e AsHvy E. descrivono rispettivamente una specie nuova, cioè Myzantha melanotis (Victoria N. O.), Pt lotis insularis (Isole Rottnest, Australia occ.), RApidura mayi (Anson Bay, Northern Territory). Poche altre note sugli Uccelli del Capo York (WHÙire S. A.) sull’isola Kangaroo (MeLLoR J. W.) ecc. completano i due interessanti fascicoli. The Auk (American Ornithologists’ Union), Cambridge, Mass. for April IQII. THayER ]J. E. annuncia di aver scoperto le uova del raro Pio- vanello a becco di Spatola o EurynorAhynchus pygmaeus presso Capo Serdze nella Siberia nord-orientale ; il Capitano F. KLEIN- SCHMIDT raccolse quattro uova, alcuni uccelli incubanti e dei nidiacei in piumino, lA. figura a colori uova e piccini i quali fin dalla nascita presentano la forma speciale del becco. — Miss SHER- MANN A. R. in un articolo sul “ Nest Life of the Screech Owl ,, offre interessanti dati sulla vita del suddetto Gufo. — Altri arti- coli notevoli sono quelli di Mrs. BarLey F. M. “ A Drop of Four Thousand Feet ,, racconto di un viaggio nelle montagne del Nuovo Messico e dei sigg. Barbour TH. e PHitLips J. C. sul libro di THavyeR A. H. “ Concealing Coloration Again ,. — Buoni Cataloghi di Uccelli locali con le mappe relative sono quelli di Lacey H. “ The Birds of Kerrville, Texas and Vicinity , e di HonevwiLL A. W.“ Notes on Some Summer and Fall Birds of the Crooked Lake Region, Minnesota ,. — Bowtes J. H. “ Notes Extending the Ranges of certain Birds on the Pacific Slope ,, dà notizie su di una quarantina di specie. — PHiLLips J. C. “Ten Years of Observation on the Migration of Anatidae at Wenham Lake, Mass. ,, dice che la diminuzione constatata in questa sel- vaggina s’ aggira sul 25 per cento circa. — KENNEDY C. H. “ Notes on the Fruit-eating Habits of the Sage Thrasher in the Yakima Valley ,, offre dati sui danni portati ai grappoli d’uva dagli uc- celli. — CLype Topp W. E. contribuisce una rivista critica delle specie di Geotklypis delle Bahama, divide il gruppo in tre razze di una specie, coordinando con buona sintesi questo gruppo fino ad oggi assai confuso. — Chiude il fascicolo la lista generale dei Membri dell’ Unione Ornitologica Americana. for July, and October I9II. Ambedue i numeri contengono articoli assai notevoli e com- prensivi sul Piccione viaggiatore o Ectopistes migratorius, cioè i due articoli di WricaT A. H. “ Other Early Records of the Pas- i i À LIBRI E RIVISTE 205 senger Pigeon , (num. di luglio) e “ Other Records of the Pas- senger Pigeon , e W. Crai “ The Expressions of Emotion in the Pigeon ,, (num. di ottobre), il primo con note soprattutto riguar- danti la distribuzione della specie nel Canadà, Nuova Inghilterra, Nuova York, Pensilvania, Delaware, Virginia ecc.; il secondo su vari fenomeni di vita biologica della specie medesima, sul canto ecc: — GRINNELL ].in “ Distribution of the Mocking-bird in California ,, spiega in poche pagine la distribuzione in California dell’ Uccello motteggiatore, unendo una mappa che mostra a prima vista le differenti aree abitate dall’ uccello stesso. — Wipmann O. in “ List of Birds observed in Estes Park, Colorado from June 10 to. July 18, IQIO ,, contribuisce una lista di go specie osservate dall’ A., mancano però i nomi locali, ciò che è sempre vivamente deside- rato dagli studiosi indigeni. — Altri lavori sono quelli di Pur LiPPS J. C. sulle grandi migrazioni di Oche osservate nel Mas- sachusetts nel Igro. — SAUNDERS A. sulla riproduzione del Bec- cofrusone Americano. — TAvERNERP. A. e Swates B. H. “ Notes ‘on the Migration of the Saw-whet-Owl] ,. — Townsenp C. W. “On the Courtship and Migration of the Red-breasted Mergan- ser (Mergus serrator) ,. — Ewinc H. E. in “ The English Spar- row as an Agent in the Dissemination of Chicken and Bird Mites , discute le differenze tra il “ Chicken Mite ,, ed il “ Bird Mite ,, (due parassiti) e dice che il 1.° è disseminato in America dalla Passera. — GronpBERGER S. M. traduce uno scritto dello stu- dente svedese A. R. MartIN del 1759 sopra un Uccello delle tem- peste che sembra essere il Fulmaro e ne sarebbe la descrizione più antica esistente. — NeLson G. “ Notes on Pelican Island, parla della nota località ove nidificano miriadi di uccelli ed ac- ‘compagna il lavoro con buone informazioni ed illustrazioni. — HowretL A. B., Cop S. e Brooks W. S. contribuiscono rispet- tivamente note sugli Uccelli di Cobb’ s Island Va., e dell’ Eastern Alberta. — THayvER A. H. affaccia argomenti a difesa della sua teoria “ Concealing Coloration , ed ALLEN ]J. A. discute lunga- mente intorno al lavoro di RooseveLT “ Revealing and Concea- ling Coloration in Birds and Mammals ,. —- FirrIi6 G. fa una breve Rivista delle Leggi Estere sulla Protezione degli Uccelli, è però inesatto laddove dice la prima Legge Tedesca data dal maggio IgIro, mentre da gran tempo quel grande Paese ha ema- nato Leggi restrittive per la tutela della selvaggina e degli uccelli in genere. The Condor, a Magazine of Western Ornithology, edited by J. GrIinneLL, vol. XIII. Hollywood, California. for March I9II. BarLey M. in “ The Oasis of the Llano ,, parla dell’ influenza ‘che ha l’ ambiente nella distribuzione della vita ornitica, quanto essa è deficente nella aridità delle pianure occidentali del Texas, altrettanto è ricca nel distretto di Llano ove alberi, cespugli, val- 206 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA late ricche d’ acqua e riparate da venti ne fanno un’ oasi invi- diabile. — WiLLarp in “ The Blue-throated Humming-bird ,, offre una breve ma dettagliata monografia del Cyanolaemus clemenciae, piccolo uccello cosi poco conosciuto e che l’ A. studiò per vari anni nelle montagne Huachuca, Arizona. —- Marrrarp ]J. in “Odds and Ends, dà notizie dell’ Anitra arborea, dei due Aironi bianchi, della piccola Gru bruna e della Tanagra occie dentale iri California, ed aggiunge che l’ Airone bianco o MHerodias egretta che un tempo era in palese diminuzione, oggidì è in real- aumento. — GiLman in “ The Doves of the Pima Reservation ,, dà notizie interessanti ed esaurienti sulle quattro specie che s’ incontrano nelle parti sud-occidentali dell’ Arizona. — RocKweELL in “ Notes on the Nesting of the Forster and Black Terns in Colorado ,, contribuisce l’ ultimo articolo sugli uccelli della regione del Lago Barr, i precedenti vennero pubblicati nei numeri ante- riori del “ The Condor ,; estese irrigazioni hanno cangiato la fisionomia ornitica del Colorado orientale ed uccelli acquatici che una quarantina d’ anni fa erano rari ora sono abbondanti, come avviene di queste Rondini di mare ora comuni durante l’ estate ; l’ articolo è illustrato con sette tavole. — Pock in “ The Summer Birds of Willow Creek Valley, Malheur Country, Oregon , dà brevi note su 74 specie di uccelli di quella parte orientale del- l Oregon così poco conosciuta. — Notizie d’ indole locale si trovano nell’ articolo di Jay “ Nesting of the Californian Cuckoo. in Los Angeles country ,, e di CarrIGER e Ray “ April Day List of Calavera Valley Birds ,, nel quale ultimo lavoro sono citate 50 specie d’ uccelli. for May I9II. MiLton S. Ray “ Literary and Other Principles in Ornitholo- gical Literature ,, insiste sulte descrizioni degli uccelli in latino ed in inglese, sulle abbreviature classiche e basate sulla termi- nologia moderna, sui nomi da adottarsi in base ai dettami filolo- gici ecc. — TuLLsen H. “ My Avian Visitors, Notes from South Dakota ,, — Mrs. Myers “ Nesting Habits ofthe Western Flycatcher ,, e TuHayER J. E. colla nota interessante “ A_Nesting Colony of Heermann Gulls and Brewster Boobies , nell’ Isola Ildefonso, Lower California. for July IQII. Loye MiLLer “ Synopsis of Our Knowledge Concerning the Fossil Birds of the Pacific Coast ,, con note sugli avanzi fossili di 115 specie, il Fenicottero si trovava verso nord sino all’ Ore- gon, le Cicogne sino alla California. — Miss KeLLOG L. “ A Col- lection of Winter Birds from Trinity and Shasta Counties, Ca- lifornia , con molte notevoli osservazioni sugli uccelli che sver- nano in quelle località. — RockweLtt in “ Nesting Notes on the Ducks of the Barr Lake Region, Colorado , dice che sono 11 le specie che nidificano in quel distretto e tra esse il Codone, uc- LIBRI E RIVISTE 207 cello paleartico.,—- Seguono due brevi liste di Van RossEN “ Winter Birds of the Salton Sea Region ,, con IoI specie tro- vate nell’ inverno, e la seconda con 72 specie da Mecca, osser- vate durante l’ ultima quindicina di marzo. — Chiude il volume la lista dei soci del Club Ornitologico Cooper, che sommano a 374 con i relativi nomi ed indirizzi. The National Association of Audubon Societies, Check Insect P. Shorebirds shown to devour Mosquitoes etc. New York, July TO In questa comunicazione si parla dell’ enorme quantità di mosche, zanzare, locuste, cavallette ecc. che divorano gli Uccelli costieri come Piveri, Piovanelli, Piro-piro, Chiurli e s' insiste. per leggi protettive a loro riguardo Idem - Confession of a Plume Hunter, Special Leaflet, N. 23, New York, June I19II. Meyer A. H., Collettore di penne ornamentali d’ Airone dal 1896 al 1905 nel Venezuela e Colombia, scrive una lettera de- nunziando la enorme quantita d’ Aironi bianchi che vengono di- strutti sul nido nel Venezuela, durante il periodo delle cove, dice essere un’ assurdità il credere che le penne raccolte siano quelle che si rinvengono sul terreno, ciò che è basato sulle erronee comunicazioni di certo Maveur Grisor, “ Explorer of the Hono- rary Mission of the Museum of Natural History in Paris ,. Ciò è tanto più vero perchè le penne morte costano circa 15 lire all’oncia e quelle prese sull’animale vivo 75 lire; dice che in un anno su 8o libbre di penne d’ Airone maggiore e su 12 di pic- cole penne ricurve del piccolo Airone da lui spedite a New York, soltanto 5 libbre di penne furono raccolte sul terreno ed esse erano di poco valore. Questi uccelli dalle piume ornamentali sono quasi sterminati negli Stati Uniti d° America e nel Messico, presto lo saranno anche nell’ Africa tropicale e lo sterminio proviene dal fatto che i nidiacei ancora inetti a muoversi sono lasciati mo- rire di fame nel nido, mentre gli adulti vengono uccisi; e comu- nicazioni differenti vengono fatte unicamente da chi è interessato a che ciò non finisca, o sono erronee, come quelle di MAvEUL GrisoL; vi sono unite due illustrazioni delle due specie d’Airone bianco prese sul nido. Bird Notes and News, The Journal of the Royal Society for the Protection of Birds. Vol. 4 n. 7, Sept. 29. 1911. London, 23 Queen Anne ’s Gate, S. W. N. 7, - Autumn Number. The Story of Bird Protection part VII (p. 73) - The Plume Trade (p. 76) - The Royal Society for the Protection of Birds, x 208 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA Council Meeting, The Egret Poster, The Lecture Season (p. 79) -— Economic Ornithology (p. 81) - Bird-and-Tree Day (p. 82) - In the Courts (p. 84). - Illustr. “ The Story of the Egret. , N. 8, - Winter Number. The Story of Bird Protection, part VIII (p. 85) - Economic Ornithology, The Sea-Gull, The Starling (p. 87) - The Plume- Trade, H. M. the Queen and Aigrettes (p. 89) — Bird-and-Tree (Arbor) Day (p. 90) - The Royal Society for the Protection of Birds (Council), Meetings, Reception, Obituary, Public School Competition, Nesting-Boxes (p. 90) - Notes (p. 92): National Col- lections, Museums and Museums, Bird Slaughter in Italy, Bird Destruction in Britain, Catching and Caging, “ Recently Taken, The Ethics of Caging, Enhancing the Display - Books received (p, 94) - Food Tables for Birds (p. 96), In The Courts (p. 96.) - Illustr. “ Nest of Tit and Magpie. ,, The Annals of Scottish Natural History. A Quarterly Ma- gazine, with which is incorporated the “ Scottish Naturalist ,. April, July 1911. Nel numero d’ Aprile sono citate due nuove catture per la Scozia, cioè un Acrocephalus dumetorum osservato da S. G. la DucHessa Di Beprorp a Far Isle nel settembre IgIo e quindi catturato, questa specie finora non comparve mai nell’ Europa occi- dentale: poi una Locustella lanceolata presa a Pentland Skerries, sì conosce un’altra sola comparsa di questa specie nelle Isole | Britanniche e precisamente nel Lincolnshire. — Altre Note inte- ressanti sono quelle di CLyne R. sugli uccelli che nidificano sulle rocce di Butt of Lewis — di Warr B. H. sulle Aironiere della Scozia — e di Gurney ]J. H. sulle Sule. -- Seguono notizie locali sui Ciuffolotti (forma tipica), sugli Organetti, Picchio rosso mag- giore (forma continentale), sui nidi dello Zigolo della neve nel- l’ Aberdeenshire, del Fischione nel Roxburgshire ecc. Nel numero di luglio vi è il Rapporto sulla Ornitologia Scoz- zese del 1gIo, redatto dalle Signorine RintouL e BaxTER; è citata la prima cattura scozzese del Codirossone da Pentland Skerries, la Cannaiola verdognola da St. Kilda, il 7otanus flavipes da Fair Isle, l Anthus pennsylvanicus da St. Kilda ecc., comparse di Acan- this exilipes ed holboelli, soggetti della forma continentale del Pettirosso, del Regolo, della Cinciallegra ecc. — Le stesse Si- gnorine ricordano in una nota susseguente la cattura del Rusi- gnolo avvenuta nell’ Isola di May il 9 maggio IgII e danno in- formazioni sulle aree abitate da rare specie quali Canepino mag- giore, Luì siberiano, Pett'azzurro occidentale e sopra l’ abbondanza del Ciuffolotto maggiore, dell’ Upupa, sulla comparsa del Girfalco d’ Islanda ecc. BE è è Li ti (MT it dti uni ALL I cen Lea dig fi ca PRETE III DE a = Rmragento e LL i a FO | LIBRI E RIVISTE 209 The Irish Naturalist. - Vol. XIX, nos. 9-12 e Vol. XX, nos. 1-8, Dublin, September 1910-August I9II. Vol. XIX, N. 9. - Relazione su sei conferenze tenute al: I’ ,, Irish Field Club Union ,, a Rosapenna (Donegal) da UssHER R. J. su vari uccelli e soprattutto su nuovi avanzi ora rinvenuti di Alca impennis. N. ro. - WiLLiams A. dà notizie sulle annuali comparse del Piovanello tridattilo osservate nel mese di luglio nella baia di Dublino ed in altre località. N. 11-12. - BarrIincton R. M. comunica dettagli sulla se— conda cattura irlandese della Averla piccola e della prima cattura di Lodola gola gialla. Vol XX, N. 1. - BarrIneTon R. M. comunica notizie sull’ ab- bondanza del Codirosso spazzacamino durante l’ epoche del passo IgIO, € la cattura di una Alzavola americana o Querguedula di- scors avvenuta nella Contea di Cork, ma facilmente trattasi di uccello fuggito di schiavitù. ; N. 3. - Nicors A. R. parla della validità delle nuove forme irlandesi di Cincia mora, Merlo d’ acqua e Ghiandaia. i N. 4. - BarrIineton R. M. sulla forma irlandese della Cin- cia mora. N. 5. - WirLiams W. ]J. sulla prima cattura del Picchio mu- ratore nell’ Irlanda (cfr. p. 115). N. 6. - BarrIneton R. M. sulla grande invasione di colonne di uccelli di passo avvenuta nella notte 29-30 marzo in Irlanda ed unisce una carta. N. 7. - Miss DoBss e Morrar sui “ Luminous Birds ,. N. 8. - UssHER R. J. sulla scoperta fatta di una colonia nidificante di Fulmari presso Mayo sulla costa occidentale d’ Ir- landa, nel fascicolo 9.° vengono date altre informazioni a tale proposito: e la notizia che in Irlanda esiste un’ altra località ove il Fulmarus glacialis si riproduce. Ornithologische Monatsschrift red. von C. R. HennicKE u. O. TAscHENBERG, vol. XXXVI. Dresden. N. 2. KroHn H,, studio sul Gracchio e sul Gracchio coral- lino. — THeneMmanN G., gita Ornitologica sul golfo di Jode. — Dr. WeEIGOoLD, le comparse della Gazza marina minore sulle coste della Germania. N. 3. ScHweBER B., lungo articolo sulla Lega per la Prote- zione degli Uccelli al II Congresso Internazionale di Vienna, 1910. N. 4. KLEIN E., traduzione delle Osservazioni Ornitologiche dell’ Ornitologo Polacco conte Casimiro Wopzicki. N. 5. Barone v. BerLEPscH, Dritter Jahresbericht der Ver- suchs und Musterstation fiir Vogelschutz. 210 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA N. 6. ReIinHoLD, osservazioni sulla Passera lagia, con note biologiche sulla specie alle varie epoche dell’ anno. N. 7. SchuLz G., Giornale Ornitologico del suo viaggio in Lapponia nel 1909; Linpwer C., Note sul suo viaggio ornitolo- gico in Irlanda nel giugno 1I9ro. EckarpT R. “ Erfrieren die Vògel in den Nisturnen (pp. 156- 158), attende risposta. — GEYR v. SCHWEPPENBURG H., “ Gewol- luntersuchungen aus der Versuchs- und Musterstation zu Seebach, (pp. 181- 183). — CLevisca A. “ Dr. med. KaRL PARROT , (pp. 183- 186). — HennickE Cart R., “ Die Fange der Raubvògel (pp. 186- 188), tav. 14: Zimnunculus naumanni, T. vespertinus, Elanus cae- ruleus, Astur brevipes. Ornithologische Monatsherichte, herausg. v. Prof. Dr. Anton ReicHenow, Berlin, R. FriepLANDER, XIX Jahrg. N. 6, Juni I9II. ScHuster L. (p. 93) dà notizie sull’ avifauna dell’ Africa orien- tale tedesca e parla del A/ynchops favirostris e Aiphidiopterus albiceps. — Eckarpt W. R. in “ Ueber die Herkunft der holark- tischen Vogelfauna auf den Philippinen und Sundainseln ,, (p. 98) dimostra la” presenza di forme olartiche nelle isole Filippine, so- prattutto a Luzon e poi nelie isole della Sonda, come Cettia see- bohmi, Lusciniola seebohmi, Chimarrhonis bicolor, Pyrrhula leu- cogenys, Loxia luzionensis ecc. — HevypER R. (p. 100) sul suono emesso dal Beccaccino e TiscHER F. sulla cattura di Ackantis hornemanni exilipes nella Prussia orientale sopra individui rite- nuti tali da KLEINSCHMIDT e dall’ A. stesso, dopo larghi confronti con materiale della Siberia e dell’ America. N. 7-8, Juli-August IQ9II. Braun F. in “ Von dem geistigen Leben der Vòogel, in Son- derheit der Psittaciden ,, offre (pp. 109-122) un quadro biologico e psicologico della vita degli uccelli, basandosi soprattutto sui vari fenomeni di vita animale che presentano i Papagalli. — Hens P. A. (p. 123) in “ Winter- und Fruùhjahrs-Beobachtungen im der Gegend von Roormond (Holland, Provinz Limburg) , pre- senta note fenologiche dei mesi di gennaio-febbraio con speciali accenni allo stato atmosferico, al volo degli uccelli ed alle date di comparsa (continua) — PaErsLER R. in “ Wahrend der Reise von Hamburg nach Chile and zuruck beobachtete Seevogel ,, dà (pp. 127-129) una rapida rivista degli uccelli osservati in mare, designando i giorni, le latitudini e spesso la temperatura durante: un viaggio di andata-ritorno da Amburgo al Chilì (1.° novembre. 28 dicembre e 23 gennaio-12 marzo) ed in un periodo di 20 giorni (fine dicembre-metà gennaio) passati nei porti di Iquiqua, Caleta Buena e Tocopilla, Chilì; sono quasi tutti Uccelli delle tempeste, LIBRI E RIVISTE 2II Gabbiani, Sule, Diomedee, Berte, Labbi, Cormorani, Alche ecc., di Uccelli di terra cita Spinus barbatus e Cinclodes patagonicus. — BLonm W. dà (pp. 129-130) interessanti notizie sul colore degli occhi, sul grasso e su speciali osservazioni sugli organi respiratori ‘da lui fatte sopra un grande numero di Sule, che ebbe da imbalsamare. — Seguono brevi note di KLein E. “ Ein alter Kuckuk einen jungen fitternd ,, e di PaersLeR R. sul Circaétus gallicus. N. 9, September I9II. Hens P. A. “ Winters und Frihjars-Beobachtungen in der Gegend von Roermond, Holland, Provinz Limburg (fine, pp. 141- 148) contiene notizie fenologiche sul passo degli Uccelli a Roer- mond dal marzo al maggio u. s. — LauBMmannN A.in “ Ueber das Vorkommen von Pelecanus onocrotalus, L. in Bayern ,, illustra (pp. 149-151) una cattura del Pellicano avvenuta nell’ aprile u. s. sull’ Ammersee ed enumera le precedenti avvenute in Baviera. — SroLr F. E. in “ Ein Verzeichniss der Wirbelthiere der Inseln Oesel ,, parla (pp. 151-153) del lavoro suli’ isola stessa del signor Lapiscao v. MiERZEJEWSKI di-Cracovia comparso nelle “ Verhandl. d. kk. zoolog.-botan. Gesell. in Wien, Jahrg. IQ9IO ,, e cita 19 specie di uccelli. —- Hammcine ]. in “ Zum Vorkommen v. Car- podacus erythrinus (Pall.) bei Posen ,, (pp.153-154) cita un Ciuffo- lotto scarlatto catturato presso Posen e ripete che è sicuro del- l'identità sua e ciò malgrado |)’ asserzione di DoBBRICK che du- bitò trattarsi di un Rusignolo levantino. — Hagen WERNER in “ Die Stimmlaute der Bekassine (Gallinago gallinago (L.) ,, parla (pp. 155- 156) dei suoni emessi dal Beccaccino e cita altri studi in argo- mento. — THieNeMANN ]. in “ Vogelwarte Rossitten (Zug und Daurehe von Apus apus, Mauersegier) » parla (p. 156) sulle mi grazioni e sulle cove del Rondone, dicendo che lo stesso uccello tornò per più anni nella medesima cassetta collocata dall’ Autore. N, 10, Oktober I9II. RotHscHILD W. u. HarteRT E. in “ Ueber einige neue For- men von Schneegebirge in Neuguinea ,, (pp. 157-158) descrivono Eupetes castanonotus saturatus subsp. nov. simile a £. c. castano- notus e Pachycare flavogrisea subaurantia subsp. nov. simile a £. f. flavogrisea ed i cui tipi sono nel Museo di Tring; parlano infine di Parotia carolae meeki RorHscH.avute recentemente dal Museo stesso. — Loupon H. in “ Ueber eine neue Form des “ gebkòpfi- gen Goldh-ahnchens ,, Regulus regulus buturlini, subsp. nov. , descrive il Regolo di Talysch del Transcaspio simle a A. re- gulus. — Reicuenow A. în “ Chaetura brevicauda, n. sp. descrive (p. 159) una nuova Chaetura dal Camerun simile a C. dokmi. — THeneManN J. in “ Vogelwarte Rossitten , parla (pp. 159-160) di Cicogne isla nella Russia orientale e riprese nel È della Francia o trovate morte nel sud Africa. — Grote H. “ Neue Vogelarten aus Ostafrika , descrive (pp. 162-163): Batis 212 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA reichenowi, sp. nov., Uraeginthus bèngalus mikindaniensis simile a U. b. miassensis, Macrosphenus griseiceps, sp. nov. simile a C. pileata e Sylvietta whytei var. pallidior simile a C. whytei; i tipi della prima sono nel Museo di Berlino, quelli delle altre nella Coll. Grore. -- HeinrotH O. in “ Der Pelikan vom Ammersee kein Irrgast , dice (pp. 164-165) a proposito dello scritto di LAUB- MANN (cfr. aztea, p. 149) che il Pellicano di Ammersee (Baviera) era un aufuga. — ScHnuster L. parla (p. 165) della Cichladura arquata del Sud Africa con note biologiche sul nido e sulle uova. — DowmeieR (p. 167) del Parus atricapillus borealis (Selys) come nidificante in Pomerania. — HevypeR R. (p. 167) del Voltapietre ‘catturato per la prima volta in Sassonia nell’ agosto 19II presso Freiberg. N. II, November I9II, CaristeLEIT E. “ Zwei abweichende Arten des Badens in un- ‘seres einheimischen Vogelwelt ,, (pp. 173 177) e “ Saatgansblut bei Hausgansen ,, (pp. 177-178). — RorascHILD W. e HarteRrT E. descrivono (p. 178) Pachycephala hyperythra reichenowi subsp. nov. simile alla forma tipica da Sattelberg, Terra dell’ Imperatore Guglielmo. — WicETRic4a P. parla (p. 179) sulla presenza dell’ Alba- strello nella Sassonia nord-occidentale. — HaRrTERT E. descrive (pp. 181-183) le seguenti nuove sottospecie: /ymx torquilla chinensis della Cina, Sasza ochracea reichenowi del Burma, Miglyptes tristis mi- ‘cropterus di Borneo, Chrysocolaptes guttacristatus indo-malayicus dell’ Isola Salanga, India, M%//eripicus pulverulentus harterti del Burma, Derdrocopus analis brevipennis da Giava, Picus canus bie- dermanni degli Altai e propone per alcune specie già note e de- nominate i seguenti nomi più appropriati secondo l’ A: Microp- terus phaioceps blythii (MaLuH.) 1849 dell’ Himalaia, Brackypternus puncticollis intermedius LeGce 1876 da Ceylon, MHemicercus sor- didus coccometopus REICHENBACH 1854 da Sumatra e Borneo e Thriponax javensis suluensis W. BLasius 1890 delle Filippine. — ReicHENoWw descrive (p. 184) Melanorhectes hartertt sp. nov. della Terra dell’ Imperatore Guglielmo. — Neumann. (p. 184) G/auci- «dium capense scheffleri subsp. n. intermedia tra la forma tipica e G. c. castaneum dall’ Africa orientale tedesca. — Seguono (p. 185) ‘varie comunicazioni sulle straordinarie migrazioni della Noccio- laia osservate in Germania ed in Austria nell’ autunno scorso. — Maparasz J. e Neumann O. descrivono (p. 186) Sarothrura an- fonti sp. nov. dell’ Africa or. tedesca simile a S. australis del Ma- dagascar. — Segue la Bibliografia (pp. 186-188) e brevi Notizie (p. 188). N. 12, Dezember I9II. KLeinscamiDT O. “ Bemerkungen iber Grau- und Buntspechte ,, parla (pp. 189-191) del icus canus zimmermanni, derpallidus, ‘viridicanus confrontandoli colla forma tipica, poi del gruppo cus mavor con cissa, tenuirostris, cabanisi, japonicus ecc. — HARTERT LIBRI E RIVISTE 213. E. descrive (p. 191) Dendrocopus major parroti subsp. nov. della Corsica, con becco più lungo ed ali più corte della forma sarda. — Harrert E. ed Hesse E. descrivono (p. 192) Dendrocopus ca- banisi hainanus subsp. nov. da Hainan. — Hesse E. descrive (pp. 192-193) Gauropicoides rafflesi peninsularis subsp. nov. da Malacca, G. r. borneonensis da Borneo e Picus canus setschuanus della provincia Setschuan nella Cina. — ScHusrer L. “ Ueber den Balzruf einiger ostafrikanischen Turteltauben (pp. 193-196). — Seguono (pp. 186-197) notizie sul passo straordinario della Nocciolaia avvenuto nell’ autunno u. s. in Germania. — La Bi- bliografia (pp. 197-200), il frontespizio del vol. XIX, l’ indice delle materie contenute nello stesso e dei nomi scientifici citati (p.I-X). Journal fiir Ornithologie, herausg. v. Prof. Dr. Anton Rei- cHenow, Leipzig, L. A. KertLER, LIX Jahrg. NORGE U TRo ON Hesse ERIcH in “ Beobachtungen und Aufzeichnungen wahrend des Jabres 1910 , fornisce (pp. 361-383) note ed osservazioni fe- nologiche sugli arrivi e le partenze degli uccelli migranti, sul nu- mero degli individui catturati od osservati ecc. parlando del distretto di Lipsia con 12 specie, e di quello di Berlino con 79. — HammLING]. e ScuuLz K. ini Beobachtungen aus der Umgegend von Posen, illustra (pp. 384-433) ed enumera in questa prima puntata 74 specie con notizie dettagliate in base ad osservazioni di vari anni, cita un individuo di Surzza ulula ed uno di Civetta. -- Dermers E. in “ Stu- dien zur Avifauna der Emslande ,, presenta (pp. 434-502) un lavoro sul distretto di Ems e paese circonvicino, precede una breve prefazione, la bibliografia, note sui metodi moderni di trattare l’Avifauna di un distretto, cenni topografici del distretto stesso ed infine l'illustrazione di circa 150 specie delle quali 87 sono proprie al paese e le rimanenti più o meno rare ed avventizie, tra le più rare cita: Gabbianello di Sabine, Rondine di mare del Mac Dougall, Rondine di mare piombata, Pellicano, Gobbo rug- ginoso, Alzavola asiatica ed americana, Oca collo rosso, Corriere biondo, Pernice di mare ecc.; comprende nel gen. MNyroca le specie clangula, fuligula, marila, nyroca, ferina, glacialis e rufina, il gen. Querquedula rientra nel gen. Aras, dà una carta delle migrazioni della Gru in Olanda ed infine avverte che l’ articolo sarà continuato. — BeRrGER A. in “ Liste der auf meiner mit Masor RotH und K. v. DonneR unternommenen Expedition ge- sammelten Vogelbalge , dà (pp. 503-521) il resoconto di un viaggio attraverso |’ Africa orientale britannica, Uganda e Lado- Enklave dal luglio 1908 all’ aprile 1909, segnando sopra una carta le tappe seguite, enumera 170 specie osservate e dice che le pelli riportate sono depositate nel Museo di Berlino, descrive come nuovo Zyrachyphonus arnaudi zedlitzi da Baringo simile a T. a. usambiro, dice che da Guaso Ngisho riportò un’ Upupa senegalensis, il cui tono di colore accennerebbe ad indicare una specie nuova ma il materiale è troppo scarso. — Nella seduta del 6 marzo della Società Ornitologica Tedesca (pp. 521-524) il 214 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA Presidente ScHaLow commemora Carro ParRoT. — REICHENOW dice che la “ Naturforschende Gesellschaft in Gòrlitz ,, festeg- gierà il suo centenario nell’ autunno prossimo, parla inoltre delle specie proprie al distretto di Camerun, dice che il loro numero venne recentemente accresciuto di altre dieci, sicchè oggi PA- vifauna di quel paese conta 670 specie. — Von TREsKov parla della nidificazione degli Uccelli rapaci da lui osservata da molti anni nel Brandeburgo, precisa quella del Falcone ed a tale di- scussione prendono parte parecchi Colleghi che discutono sul colore e tipo delle uova, sulla loro grossezza ecc. — KoTHE K. di nuove specie di Uccelli, cioè due Astrildae, un Pyrenestes, un Serinus raccolti nell’ Africa orientale tedesca. — REICHENOW A. presenta una lettera del dr. Brepemann-ImHoor nella quale comu- nica osservazioni da lui fatte sull’ effetto della luce emanata di notte da una lampada a petrolio su alcuni uccelli rapaci, Gufi e Poiane, pare che detti uccelli la ritenessero la calda luce del sole, fanno osservazioni in proposito MIETKE, von Lucanus e Kauze. — Nella Seduta del 3 aprile (pp. 524-536) REICHENOW riferisce sulla spedizione del Duca ApoLro FepERICO DI MECLEN- Burgo a Ubangi e nel Camerun meridionale, parla delle specie nuove Numida strasseni appartenente al gruppo delle Ptlorkynchae, ma simile per colorito a N. meleagris, Tricholaema schultzei si- mile a 7. flavipunctatum, ma con la tinta di fondo del dorso, ali e coda nero-lavagna, Tchitrea schubotzi simile a 7. ignea, ma colla testa e gola grigio-blu e non nere. —- Lo stesso A. parla della Raccolta fatta dal dr. M. Moszgowsk: nella Nuova Guinea olandese, riportò circa 300 pelli, tra le quali parecchie rarità ed un uccello nuovo |’ Aprosmictus moszkowski, simile ad A. cal- lopterus, poi una serie magnifica di sei soggetti di Cacatua dal Rochussenfluss, intermedio tra C. ophtha/mica e triton. — V.Lu- canus, dell’altezza alla quale si possono scorgere gli uccelli vo- lanti nell'aria, a tale scopo attaccò ad un pallone uccelli imbal- samati ad ali aperte, le osservazioni vennero fatte in un giorno d'inverno sereno, di sole, ma col cielo velato da una leggeris- sima nebbia e gli osservatori si disposero col sole nella schiena; così a 200 m. l’ Avvoltoio degli agnelli, la Poiana, lo Sparviere e la Cornacchia ad ali aperte si vedevano benissimo, il Tordo sem: brava un punto, a 250 m. spari il Fringuello, a 300 il ‘Tordo non si scorgeva affatto, a 450 m. una Cornacchia grossa quanto uno Sparviero non si vedeva che come un punto, secondo 1° À. i con- fini a cui si vedrebbe lo Sparviere sarebbero a 800 m., per la Cor- nacchia a 950, per l’ Avvoltoio ad oltre 1000 m.; dice impossi: bile vedere uccelli a 3000 (Poiana), a 3000-5000 (Uccelli acqua- tici), a 3500 (Sparviere), attestazioni riportate nei lavori di GAETKE, crede che i limiti da lui dati possano venir aumentati, a seconda delle circostanze favorevoli, di qualche centinaio di metri, ma che non si possano scorgere uccelli sulle cifre enormi date da GAETKE ed a ciò si associa anche ScHaLow. — HreinroTH a tale proposito dice che l’ Avvoltoio degli agnelli (248 cm. di larghezza d’ala) si può vedere benissimo sui 850 m., la Cornacchia a 340 e lo Sparviere a 270, osservò in Dalmazia Grifoni che si scorgevano LIBRI E RIVISTE 215 ottimamente sui 1000 m., crede però che con atmosfera e luce favorevoli persone dotate di vista normale possano vedere uccelli grossì quanto Avvoltoi ed Oche fino ai 1600-2000 m. — KoTHE presenta note biologiche su alcune specie di uccelli del Tanga- nika riportate dalla Spedizione Fromm, e ReIcHENOW rileva che il Rusignolo africano secondo HarteRT nidifica in Persia e nella Transcaucasia ed è soltanto di passo nell’ Africa orientale; esso però venne trovato d° estate in Africa dalla stessa Spedizione Fromm. N. 3, Oktober I9II. HammLinc e ScHutz K. in “ Beobachtungen aus der Umgegend von Posen ,, termina (pp. 529-591) il suo lavoro sull’ Avifauna di Posen (cfr. ar/ea, p. 443) citando altre 71 specie, cioè un totale di 145 specie, delle .Sz/fae ricorda la caesia e la europaeca homeyeri, le sole forme tipiche di Parus palustris, P. cristatus, Aegithalus caudatus, Locustella nacvia e Auviatilis, Erithacus luscinia e phi Jomela, di ogni specie offre note dettagliate sulla nidificazione, numero e colore delle uova, del canto ecc. — ZEDLITZ O. “ Nach- trag zu “ Meine Ornithologische Ausbeute in Nordost-Afrika , presenta (pp 591-613) molte rettifiche, correzioni ed aggiunte al suo lavoro precedente comparso nel “ Journal f. Ornith. , anni IQIO € IQII, descrive le nuove sottospecie: Uraeginthus bengalus ugandae da Entebbe, Uganda e Priria gracilis palestinae della Palestina. — BacmeISsTER W. stende (pp. 613-619) un simpatico cenno necrologico del compianto ornitologo Barone Riccardo KénIG von und zu WARTHAUSEN, con l’ elenco degli scritti e la fotografia. — THieneManN J. in “ Jabresbericht Ig9Io der Vogel- warte Rossitten der Deutschen Ornithologischen Gesellschaft , presenta (pp. 620-707) il solito Resoconto annuale, parla di un gran numero di specie d’ uccelli osservate nella celebre Stazione Ornitologica di Rossitten, con note dettagliate sulle epoche della loro comparsa e passaggi sull’entità dei voli, lo stato atmosfe- rico ecc., dei nidi sistema BeRLEPScH collocati allo scopo di pro- tezione, delle catture notevoli avvenute, degli esemplari aggiunti alle Collezioni, dei periodici e libri ricevuti in dono od in cam- bio ecc., — Segue (pp. 707-711) il Resoconto della seduta della Società -Ornitologica Tedesca del maggio u. s. con varie notizie d’indole locale di REIcHENOWw e ScHALOW, poi HeIinRoTH comu- nica l'itinerario di un viaggio da lui fatto nell’ Alta Italia, Dal- mazia, Montenegro e nella Bosnia-Erzegovina, parla delle varie specie osservate, lo stesso HEINROTH poi ricorda un’ Alzavola inanellata a Berlino nel 1909 e ripresa sul lago di Ginevra nel febbraio del corrente anno I9r1, da ultimo ReEICHENOW parla di notevoli meticci di seconda generazione di Coturnice e Pernice ottenuti dal BiepERMANN-IMHoFF e della loro prolificita, a tale pro- posito HeinrRoTH aggiunge qualche osservazione sull’ importanza che tali fatti potrebbero avere nella fissazione di speciali forme geografiche. — Segue la Bibliografia col semplice titolo dei lavori ricevuti (pp. 712-714), l'indice dei nomi scientifici citati nel pre- 216 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA sente volume LIX, i9II (pp. 715-723), il frontespizio e l'indice delle materie contenute nel volume stesso (pp. I-IV). Sonderheft, IQII. II. Jahresbericht der Wogelwarte der Kgl. Biologischen An- ‘stalt aut Helgoland, 1910, v. Dr. Hueo WeIGOLD. . E un volume di 216 pp. con una tav. col. e contiene le osser- vazioni fatte durante l’anno 1gro nell’Osservatorio di Helgoland da WricoLp, Direttore di quella importante Stazione Biologica. Le specie osservate ed annotate sommano a 176, quale specie nuova per l’Isola ed anche per l’intera Europa cita una 4mberiza spodocephala, catturata nel Novembre con tempo piovoso, ed è un individuo giovane della forma tipica propria alla Siberia, che il WeicoLD figura di prospetto e di fianco, poi nuova per la Ger- mania quale specie estiva e nidificante sarebbe la Motaci/a lava rayi, per Helgoland oltre l’ Emberiza citata anche il PXyMoscopus collybita abietina, e tra i rari cito: Voltolino, Gallinella d’acqua, Cicogna, Falco pescatore, Beccofrusone, Pigliamosche pettirosso, Cincia mora, Rusignolo ecc. Chiude il volume una Relazione su gli uccelli inanellati sino alla fine del 1910, su duemila soggetti, 65 vennero ripresi, quindi un 3, 2%, del totale e più precisamente 30 Gabbiani reali, 18 Gabbiani comuni, 3 Rondini di mare, 4 Bec- caccie, 12 differenti Tordi; le località di cattura vanno da Helgo- land alle coste della Germania, Vallata del Reno e qualche esem- plare in Francia. Ornithologisches Jahrbuch, herausg. v. Victor Ritter von TscHusi zu ScumipHorFEN, Hallein, XXI Jahrg., , Januar-April I9TT. JoHansen H. “ Ein Ornithologischer Ausflug an den See Tschany in der Barabasteppe , parla (p. 1-21) di un’ escursione fatta dal 15 maggio al 7 giugno 1909 al Lago Tschany, Barabasteppe e promossa dalla Società Studentesca degli Amici della Natura del- l’ Università di Tomsk, la spedizione riportò pelli di 25 specie di uccelli e 5 nidi, osservò 106 specie, 16 delle quali non erano precedentemente conosciute nella letteratura delle Steppe Barabas e non rappresentate nel Museo di Tomsk. — PaRrRoT C. “ Bei- tràge zur Ornithologie der Insel Korsika , (fine dell’ art. pp. 22- 46), in questo articolo postumo e pubblicato a cura di C. H. Hett- MAYR, il compianto A. termina la sua pubblicazione sugli uccelli della Corsica, parla di 49 specie, nessuna delle quali nuova, il Succiacapre è del tipo Caprimulgus europaeus meridionalis, il Ron- done l’ Apus a. kollibayi, il Cuculo C. canorus kleinschmidti dello Schiebel, il Torcicollo VP Zyna torquilla tschusii, sembra che la Columba livia debba essere separata quale sottospecie per le tinte più chiare dei soggetti continentali, la Pernice rossa è la LIBRI E RIVISTE 217 Caccabis rufa corsa, il Buteo è della forma arrigoni, il Tinnun- culus della tipica, l’ Accipiter il wolterstorffi, il Barbagianni la Strix flammea ernesti. — KLaprocz A. “ Ornithologisches aus Nordal- banien ,, dà (pp. 46-51) il resoconto di un viaggio fatto nell’ Al- bania settentrionale nell’ agosto e settembre 1909, enumera 67 specie seguendo la nomenclatura di HARTERT, dà i nomi volgari e qualche notizia sulle singole specie segnando con asterisco quelle raccolte dall’ A. stesso. — LAUBMANN A. “ Beitràge zur Avifauna Bayerns , dà (pp. 51-63) notizie su comparse o passaggi di 132 specie che rileva da personali osservazioni giornaliere, cita il Buteo b. zimmermannae Aut. 1908, Corvus cornix X corone, Cygnus sp.?, Zetrao tetrix Xx urogallus mas. ecc. — Bau A. in “ Ein Eichelhaherzug ,, illustra (pp. 63-64) un forte passo di Ghiandaie avvenuto presso Ruggburg nell’ ottobre 1910, I’ A. non sa quando possa esser cominciato nè terminato, ma dice che il 17 ottobre con tempo bellissimo e senza vento osservò dalle ore 12.30 alle 14.30 continui voli di 150-200 individui, di 100, 80, 60, 40, 20, sicchè considerando che ne passassero circa 50 al minuto si arri- verebbe alla grossa cifra di 9000 individui in due sole ore. — Tratz E. P. ricorda (p. 65) Bigia grossa, Averla capirossa e Picchio tridattilo, quali specie rare nel Trentino. — AnGELE TH. e KNEZOURECK K. citano catture di Oca colombaccio nell’ Alta Austria ed in Boemia. — Bau A. stende (p. 66) un cenno necrologico di H. Hocxe il note redattore del “ Zeitschrift fir Oologie und Or- nithologie ,, morto a Berlino il 17 ottobre rgro nell’ età di 66 anni. Heft 3 4 - Mai-August IQ9II. BoxBeRGER L. v. in “ Ornis Marpurgensis , parla (pp. 81-118) degli Uccelli che nidificano nelle vicinanze di Marburg a. L. co- minciando dal Corvus corone e terminando col Tuffetto, con note su ciascuna specie soprattutto sul nido ed uovo — PLaz GRAF ]. in “ Ornithologische Beobachtungen aus Salzburg u.aus dem Salz- burgischen , illustra (pp. 118-140) in questa prima puntata 79 specie di Uccelli da lui osservate nel Salisburghese con note sulle comparse e sui passaggi - HenneMann W. in “ Storchennotizen aus Neudingen von 1904 bis 1909 , offre (pp. 140-143) diari sugli arrivi, partenze e cenni biologici sulle Cicogne, osservazioni fatte a Neudingen, Selva Nera Bavarese a 676 m- sm. - TscHusi zu ScHmpHorren V. “ Ueber pala&artische Formen, XV. Korsica , descrive (pp- 143-146) Turdus merula schiebeli, alquanto simile a cabrerae e Chloris chloris. madaraszi più vicino a meridionalis - Marek M. - “ Zec ,, eine Kolonie der siidlichen Silbermove ,, parla (pp. 147-150) di una colonia di Gabbiani reali osservati a Zessa e colà nidificanti — Trartz E. P. “ Plòtzliches zahlreiches Briten der Fensterschwalbe in Innsbruck (p. 150) — Loos Kurt “ Die Jugendblindheit und Verfàrburg der Augen beim Schwarz- pechte (pp. 151) - NocGLER J. “ Ankifts — und Abzugédaten aus Marianhof IgIo ,, offre (pp- 152-154) le date di arrivo e di par- tenza per Marianhof degli uccelli migranti, citando 79 specie. Riv. di Ornitologia. 15 218 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA Segue la Bibliografia (pp. 155-159) ed il Cenno necrologico (pp. 160) di EpoarDo Hopek e di FRANZ ANZINGER. Heft 5 - 6, September - Dezember I9II, PLaz Grar ]J. “ Ornithologische Beobachtungen aus Salzburg und aus dem Salzburgischen ,, continua il suo articolo (cfr. atea p. 140), citando (pp. 161-176) oltre 86 specie da lui osservate nel Salisburghese con note fenologiche e sulle nidificazioni.- GENGLER J. in “Der rimanische Goldammer ist eine eigene Form , parla (pp. 177-182) dell’Emberiza citrinella palukae PaRROT, proponendo il n me di Z. c. romaniensis per la forma rumena. —- HENNEMANN W. in “ Ornithologische Beobachtungen in Sauerlande in den Jahren 1908 und 71909 ,, parla (pp. 182 204) di 98 specie, con note fenologiche, ed elencando le comparse di uccelli poco comuni. — Scamtz P. E. in “ Tagebuch Notizien aus Jerusalem ,, dà (pp- 104 -212) un diario di osservazioni fatte nel 1910 su varie specie d’uc- celli a Gerusalemme - Hess A. in “ Ornithologische Notizen aus dem Wallis ,, dà (pp. 212-220) notizie su uccelli svizzeri osser- vati dall’A. — JoHansen H. in “ Ein Dompfaffenbastard ,, parla. (pp. 221-222) di un ibrido di Pyrr/hzla p. pyrrhula e Va pd. cassini catturato a Tomsk nel maggio 1908. — JoHnansen W. in “ Am nest des Trauerfliegenfangers » Parla (p. 222) del nido di Balia nera trovato presso Tomsk. — Barac M. (p. 223) della cattura di Polcinella di mare sulla costa adriatico-croata. — KoLLER O. (p. 226) di un Edredone giov. mas. catturato nell’Alta Austria presso Mattighofen. — Segue la Bibliografia (pp. 226-239), l’ Errata- corrige (pp. 239-240), l’Indice dei nomi scientifici del vol. XXII (pp. 241-248), il Frontespizio e chiude l’ Indice della materia con- tenuta nel volume stesso (pp. I-VII). Magyar Kiràlyi Ornithologiai Kéozpont. - Aquila - Szerk. Herman Otto, Tom. XVII, Budapest, IOII. Questo grosso volume di 447 pp. con varie figure contiene un notevole contributo agli studi fenologici ed alla conoscenza dei passaggi degli uccelli sul suolo ungherese dovuto alla saggia ini- ziativa di Orto Herman, che con la migliore buona volontà ed i forti sussidi avuti dal patrio Governo ha saputo popolare |’ Un- gheria di una fitta rete di osservatorî ornitologici e del personale occorrente. Il volume s’ inizia con l’indice della materia trattata, seguono lavori di Herman O., LamBRECHT K. (pp. 9-135) sul passo di primavera, con larghe osservazioni su oltre 200 specie, fatte in una quantità innumerevole di posti di controllo, di Hecyroxy K. (pp. 135-141.) — GrescHIK J. in “ Magen und Gewolluntersu- chungen unserer einheimischen Raubvògel, II. Eulen “ contribuisce (pp. 141-177) un notevole lavoro sull’esame del contenuto dello stomaco dei Rapaci notturni constatato sopra un materiale impo= nente, citando le specie seguenti: Gufo reale (14 individui), Gufo di palude (95), Gufo comune (oltre 500), Gufo selvatico (77), Gufo LIBRI E RIVISTE 219 degli Urali (41), Civetta (56) e Barbagianni (25), offre i maggiori dettagli sulla qualità e quantità di cibo ingerito, studiato sotto l'aspetto della distruzione degli animali utili e nocivi, colla per- centuale degli stessi, elencando in speciali colonne le diverse qualità di cibo consumate nei differenti mesi dell’anno, figurando le specie stesse ed il loro bolo, citando in fine i lavori noti nella bibliografia sullo stesso argomento. — v. Szeòrs BfLa, Csiki E., Szapò S. e Karacson G. (pp. 178-188) contribuiscono rispettiva- mente lavori sugli utili e sui danni recati dall’Averla piccola con un rapido sguardo sulle qualità di cibo delle quali si nutre, con nuovi dati sopra ii cibo stesso, ai quali s’arrivò con l’esame di 207 stomachi (maggio-settembre); su pochi individui si trovarono avanzi di ossicini e denti di Microtus arvalis od avanzi di Helix, in oltre 80 avanzi di Maggiolini, in 31 di Grillotalpa, seguono constatazioni di avanzi di Lepidotteri, Imenotteri ecc.. Altre osser- vazioni indicano che questo uccello talvolta distrugge nidiacei di Cardellino o di Cincia, od infilza qualche piccolo uccellino, ma sono casi del tutto isolati ed ai quali s’appiglia quando per ef- fetto di stagione od altre cause non può trovare il cibo prediletto, sicchè l’Averla piccola deve considerarsi uccello utile e deve venir protetta. Cito ancora Losy ]J. sulla Protezione degli Uccelli e la distruzione degli Insetti (pp. 194-210) — Csorcey T. sulla Pratica Protezione degli Uccelli in Ungheria, 1910-11, con parecchie figure di nidi. — SCHEXK |]. riferisce (pp. 243 313) sulla Nidificazione del Falco cuculo nella Letteratura, citando le varie opinioni degli Autori in argomento, dal 1808 ai giorni nostri, riunendo in una tavola i dati sul numero delle uova e le loro dimensioni a seconda del detto degli A. stessi e figurando gli adulti della specie in discorso. — Matunag M. “in Etwas iber Vogelsang , parla (Pp. 313-320) del canto degli uccelli riprodotto con brevi motti che esprimono dati pensieri, dà brevi chiavi musicali dei suoni espressi a varie epoche dell’anno dallo Zigolo giallo e dalla Cincial- legra, finalmente in quattro pp. riproduce con note musicali ciò che a parer suo è il canto della Cinciallegra; parecchie di queste brevi espressioni sono eziandio note nel nostro Paese, ma esse sono così carine e direi come gentili, che vale la pena di riprodurne qualcuna, e cito ad. es.: “ Hier lauft er, hier lauft er ,, della Quaglia. — “« Winzige, Winzige, Winzige, Kleine, Kleine, Kleine ,, “ Schén Handchen, Range, Schòn Handchen, Range ,, “ Ladislaus, Ladi- slaus, Ladislaus, Càacilia, Cacilia, Cacilia, Klein” Kathe, Klein’ Kathe “ della Cinciallegra ecc- — Paros E. parla (pp. 321-324) dei piccoli uccelli che vengono presi nell'isola di Capri all’epoca della Pasqua e delle cerimonie che susseguono; cita 15 specie di uccelli quali Colombaccio, Rusignolo, Pettirosso, Fringuello ed altri, ne da i nomi volgari, parla anche di quaglie, tortore, bubbole ed altri uccelli propri dell’isola. — ScHENK ]J. cita (pp. 326-356) i molti inanellamenti fatti in Germania, Inghilterra, Austria, America ed i risultati finora ottenuti, ricorda le stazioni ungheresi che som- mano al n. di 82, alle specie inanellate ed alle constatazioni fatte in argomento. — v. Szeòrs BeLA parla (pp. 357-361) delle Rondini da lui stesso inanellate in numero di 840 nel periodo 1907-1911 220 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA e dei soggetti ripresi. — Segue un Resoconto (pp. 362-366) sugli inanellamenti fatti in Danimarca, Germania, Inghilterra, sugli scopi e sui ragguagli raggiunti. — SNOUCKAERT v. SCHAUBURG (pp. 367- 376) stende numerose osservazioni e dati fenologici sul passo degli Uccelli da lui studiato presso Neerlangbroek in Olanda dalla primavera 1906 al IgIo. — Segue il Notiziario, cioè “ Kleinere Mitteilungen ,, (pp. 377-410) con ragguagli sull’ Acrocephalus stre- perus horticulus (SCHENK), sull’affetto per la sua prole della Ster- pazzola (Giza Fromm), sulle lotte tra Passeri e Balestrucci (Orosz), sulle Passere come insidianti ai nidi di altre specie (FERNBACH), sulla ritardata nidicazione del Barbagianni (Szemore), sulla Poiana dalla coda bianca in Hort>5bagy e sui numerosi Palmipedi osser- vati, compreso rare specie di Oche ed una Oca granaiola del tutto bianca (SzomJas), sull’apparizione del Beccofrusone nell’ in- verno IgII (Direzione), sull’invasione della Nocciolaia, forma macrorhyncha in Ungheria nella primavera del 1911 (DIREZIONE), sul passo degli uccelli in Olanda nell'anno I1gro (Ekama), sulla Protezione internazionale accordata e da accordarsi agli uccelli, sull’ Istituto internazionale d’Agricoltura di Roma, sull’ Istituto Or- nitologico Francese come lo proporrebbe il Dr. MENEGAUX, ecc. ecc. — Segue la Corrispondenza (pp. 411-412), notizie sui lavori da farsi dalla Commissione Geografica ALFòLD in riguardo degli Uccelli (pp. 413-421), Elenco degli uccelli preparati e del mate- riale ornitologico aggiunto alle Collezioni della Centrale Unghe- rese col nome dei singoli offerenti (pp. 423-426), la Nota dei libri ricevuti e delle Società ed Accademie con le quali è attivato il cambio degli Atti (pp. 427-434), il Necrologio (pp. 442-444), l'in- dice alfabetico dei nomi degli Uccelli citati nell’ intero volume (pp. 445:447), e da ultimo ricordo come il libro sia ornato di quattro figure a colori rappresentanti le quattro specie di Tordi comuni in Ungheria e di varie illustrazioni intercalate nel testo. L'Avvenire, Anno II, N. 3380, Malta, Martedi 18 luglio 19II. Contiene (p- 2) una notificazione di S. E. il Governatore di Malta per prevenire la distruzione degli Uccelli. Con i suddetti regolamenti viene vietata la cattura con qualsiasi mezzo, sia con fucile, trappole, pania, reti od altri strumenti di parecchie specie di piccoli uccelli Passeracei (Cypselinae, Hirundinidae, Sylvtinae, Alaudinae, Fringillidae), vi è aggiunta la Passera solitaria, il Gufo di padule, il Fiorrancino e Pigliamosche; di ogni specie viene dato il nome tecnico, nonchè quello del dialetto maltese. E pure vietato di prendere o distruggere uova, di allevare o vendere le nidiate ecc., ma in pari tempo il Governatore è autorizzato a concedere speciali permessi per scopo scientifico o di allevamento. Bollettino della Società Zoologica Italiana, fasc. V-VIII, ser. I vol. XII, Perugia, Tipogr. V. Bartelli e Co., Roma, I9II. AnceLinI G. “ Catture di Coccystes g/andarius nel Romano ,, menziona (pp. 145-147) un Cuculo dal ciuffo catturato a Polidoro LIBRI E RIVISTE 221 tra Roma e Civitavecchia il 18 maggio Igro, ora conservato nel R. Museo Universitario di Roma, seconda cattura registrata pel Romano. Diana, redatta da A. RenauLT, Firenze, Tipografia Domeni- cana, VI. N. 7, luglio-agosto I9II. Gori P. “I nidi di BERLEPSCH , pp. 128-130, parla dei nidi artificiali, dice d’aver fatto analoghi esperimenti nella sua Pineta ai Sassi-neri all’ Impruneta presso Firenze, sotto gli auspici della Società Pro Avibus, ed aggiunge che in due anni essi erano tutti oceupati da Cince, Codirossi, Torcicolli, Ballerine e Rampichini, uccelli tutti che prima non si vedevano ai Sassi-neri. — GHI- DINI A. (p. 130) dice che Airone rosso catturato a Caccamo presso Palermo e segnalato nel N. 2 di “ Diana ,,, p. 29, por- tante il N. 783 era stato inanellato da nido il 24 giugno Igro a Bellye, località situata alla confluenza del Danubio colla Drava, ed il Gabbiano ucciso a Massa Finalese presso Modena e ricor- dato nel N. 3.° di “ Diana ,,, p. 51 era stato inanellato sotto al N. 1751 sul lago di Velencre a S. O. di Budapest l’ 11 giugno r9ro. » N. 8, agosto-settembre I9II, ArrIGonI DeGLI OppI parla (p. 144) delle cacce all’ Avvoltoio degli agnelli fatte dall’ A. in Ispagna. — Detor F. (p. 147) del- l'enorme distruzione che si fa dei piccoli uccelli in Italia. N. 9, settembre-ottobre I9II. E. S. parla della cattura di una femmina di Pellicano riccio uccisa dal cacciatore Pacini nel padule di Bientina il 18 giugno 19II, e che fa parte della collezione del Marchese RipoLFi. E. ArRIGONI DEGLI ODDI. CONGRESSI IL CONGRESSO DELLE SOCIETÀ CINEGETICHE A ROMA Ai primi di novembre del 1911 si è tenuto in Roma il con- gresso delle Società cinegetiche italiane, che fu inaugurato dal Ministro NirtIi, ed al quale partecipò ufficialmente 1’ Unione Zoo- logica Italiana rappresentata dal suo Presidente prof. DanTtE BER- TELLI, dal Segretario prof. FRanGEsco Saverio MonTICELLI, dai professori ARRIGONI DegeLi Oppi, GHIiGi e MARTORELLI, membri della Commissione per la caccia. Diamo qui sotto un cenno delle relazioni MarToRELLI e GHIGI su argomenti biologici, e ci limi- tiamo a dire che, dopo vivacissime discussioni, cacciatori e zoologi si trovarono d’ accordo nell’ approvare l’ordine del giorno proposto dal comm. Vanni, col quale si fa voti perchè il disegno di legge sulla tutela della selvaggina, presentato alla Camera dei deputati dall’ ex Ministro d’ Agricoltura on. RAINERI, venga prontamente discusso ed approvato, rendendo unico e fisso il termine del divieto generale di caccia, semplificando i corpi con- sultivi proposti, ed elevando gli stanziamenti onde gli scopi della legge possano essere effettivamente raggiunti. Relazione Martorelli sulle migrazioni degli uccelli e le leggi sulla caccia. — Esposto brevemente il motivo pel quale tolse come argomento della sua Relazione scientifica quello delle Migrazioni degli Uccelli, in quanto riguardano i provvedimenti di legge sulla Caccia, il MARTORELLI espone che cosa debba inten- dersi per “Migrazione, e dà un idea sintetica di questo grandioso fenomeno biologico che nella massima parte degli Uccelli si ve— rifica, sebbene in modi e gradi molto diversi, e particolarmente si intrattiene a parlare dei migratori tipici, descrivendone a grandi tratti il movimento nelle varie parti del mondo: Specialmente illustra il grande scambio dei migratori nelle due metà dell’anno nelle regioni circummediterranee, che ha per effetto un grande concentramento di specie in questa parte del mondo durante il periodo invernale per un effetto di confluenza, del quale espone sommariamente le cause molteplici. Così discorre della influenza -_ CONGRESSI 223 dei venti, della pressione atmosferica, della temperatura ecc., che furono negli ultimi tempi particolarmente studiate, e giunge alla conclusione che, oltre al fatto della concentrazione della massi ma parte dei migratori del mondo antico su tutte le regioni ba- gnate dal Mediterraneo, risulta anche dimostrata la contempora- neità dei passi sopra una zona comprendente parecchi gradi di latitudine. Da queste due constatazioni si deduce in primo luogo che il numero grandissimo di uccelli che si incontra in Italia tra l’ Au- tunno e la primavera essendo soltanto temporaneo perche rac- colto dalla superficie di tutta Europa, di gran parte dell’ Asia settentrionale e del Nord dell’Africa, non deve far credere che la moltitudine degli uccelli sia inesauribile anche facendone strage; mentre invece questa contribuisce sempre più a spopolare le re- gioni deserte e tranquille ove dovrebbe avvenire la massima ri- produzione. Per diminuire il danno che producono le eccessive uccisioni durante il passo autunnale è necessario proteggere al. meno con lungo periodo di caccia vietata i riproduttori, che ven- goro disseminati sul percorso della migrazione primaverile. La contemporaneità del passo su latitudini molto distanti ci dimostra poi l assurdità dello stabilire date diverse nell’ aper- tura e chiusura delle caccie tra le regioni settentrionali e quelle meridionali d’Italia, mentre gli uccelli migranti l’ attraversano da N. a S. O. e viceversae, la diversità dei termini di caccia è gra- vissimo ostacolo alla efficace sorveglianza durante i periodi di divieto. Infine il MARTORELLI dimostra con varii esempi la ne- cessità che in ogni genere di caccia si abbia sempre di mira l’e- conomia della selvaggina le cui condizioni, per troppe cause, si vanno facendo sempre più precarie. Relazione Ghigi sui compartimenti venatori in rapporto alla distribuzione geografica dei Mammiferi e dei Galliformi italiani. — Il relatore tratta più specialmente dei mammiferi sui quali ha fatto particolari ricerche e, per quanto si riferisce agli uccelli, dichiara di non avere in massima nulla da aggiungere a quanto è noto al pubblico, per mezzo delle opere recenti dell’AR- ‘- RIGONI, del GieLioLi e del MartoRELLI. Tuttavia anche i galli nacei italiani consentono una partizione del nostro paese in zone faunistiche coincidenti con quelle dei principali mammiferi. La forma ad area più estesa, ma localizzata, è la coturnice che si trova nelle Alpi, in Sicilia ed in molte località dell’ Appennino centrale e meridionale; abbastanza uniformemente diffusa la starna in tutto il continente: questo uccello ha lo stesso valore fauni- stico della faina, della lontra e del tasso, mancanti nelle isole e sparsi nel continente ovunque siano condizioni favorevoli al loro sviluppo. I tetrami propri della zona alpina, forniscono al com- partimento delle Alpi venete un ottimo elemento faunistico ‘il gallo cedrone, il quale riappare in Vatellina, distretto intermedio per la sua forma fra le Alpi piemontesi e quelle del Veneto. Il Guici ritiene che l’Italia possa essere divisa nelle zone se- guenti: 224. RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA ‘© 1°: zona alpina, con tre distinti compartimenti : quello delle alpi piemontesi, quello delle alpi lombarde e quello delle alpi venete. 2°: zona padana, con due compartimenti : quello della grande pianura asciutta e della collina, e quello dell’estuario veneto, col- l'aggiunta delle valli di Comacchio. 3°: zona dell'Appennino Ligure e centrale sino all’ Umbria. 4°: zona tirrenica, con un distretto separato per l’ Abbruzzo, dove si trova l’orso ed il camoscio. 5°: zona adriatica con un distretto separato per il Gargano ed altro pel tavoliere delle Puglie. 6°-NSicilia. 7°: Sardegna. L’UNIONE ZOOLOGICA ITALIANA A PISA L’ Unione Zoologica Italiana ha tenuto il suo annuale con- vegno in Pisa dal 9 al 12 aprile scorso ed ha preso varie deli - berazioni che interessano gli studiosi di ogni ramo della Zoo- logia. Nel prossimo numero daremo maggiori dettagli; per ora ci limitiamo ad accennare' come in materia di caccia il Convegno Zoologico di Pisa abbia approvata la linea di condotta tenuta al Congresso dei cacciatori a Roma dalla propria Commissione, ed abbia approvato un ordine del giorno proposto dal prof. ALES- sanpro GHIGi col quale il Congresso si associa al già citato ordine del giorno VANNI. Il Convegno approvò quindi la relazione del prof. DANIELE Rosa sulle regole da seguire per la nomenclatura Zoologica Italiana e ne approvò le proposte finali. Deliberò invece di so- prassedere in merito alla protesta degli Zoologi scandinavi, contro l’ abuso del principio di priorità, in attesa di conoscere l elenco dei nomi generici e specifici che alla legge di prio- rità vorrebbero essere sottratti. Dette infine mandato al prof. MONTICELLI, commissario italiano nella Commissione Internazionale della Nomenclatura Zoologica di sostenere l’ abolizione del veto, pel quale anche un solo Commissario può impedire che ven- gano portati alla discussione dei Congressi Internazionali i voti che abbiano l’ approvazione di tutti gli altri commissarii. Fu deliberata l’ adesione alla proposta della Società Botanica Italiana a favore della protezione delle bellezze naturali d’ Italia, comprese la flora e la fauna. Infine, preso atto della relazione del prof. GHIGI in merito alla compilazione del repertorio delle specie nuove di animali italiani, ii Convegno ha approvata la delimitazione dei confini faunistici dell’ Italia. L’ Unione Zoologica ha quindi stabilito di tenere un’ adunanza amministrativa a Genova nel prossimo ottobre, in occasione del Congresso della Società per le Scienze. É AG Responsabile ALESSANDRO GHIGI ; Stabilimento Poligrafico Emiliano — Bologna n È o stoni al | PERIODICI, Socrerà ED ISTITUTI SCIENTIFICI | che hanno il cambio: co Rito italiana di Ornilologia i Nu ih Aquila, Hureau Ornidhol Centa Padapesi. Australian (the) Avian Record, London. Burian of Science, of the Philippine Islands, Manila. | Bird Lore, American Museum of Natural History, Neu Yi DL Club van Nederlandsche Vogelkindigen, Koerinond, Nederland. - Dansk orithologisk Forenings Tidsbrit, s Peru, Darmark. Falco, Halle d S >) | Gerfaut (e); Louodin, Bain) Ù E degli. allevatori, Catania. : | Joutnal Sonith African Ornithologists* Union, Pretori 1a. * Nederlandsche ‘omithelogische i. ue ra, Nederland. _ Oblogist (The), Lacoîi, Il, (e; A. S4 * Omnithiologische Monafsherichte, 0. Ornithiologisches, Jahrbuch, Hallein. | Real Sociedad Espanola de Historia Natura], ‘Madri vo - Smithsonian Institutions, Washingion. | Societe Zoglogigue | de Genève, “Gendve. : 5 3 vr( Red , 4 ex ° COR | Praghira, ‘d'imviare 7 periodici e » pubblicazioni per recen- | Conte dott. Ettore Aeri@0ni Degli Oddi La Oddo, ioncetino x =. agi! tiplki | Il } cy Pa ns n è us inama su ‘coex SI PUBBLICA . | OGNI TRIMESTRE | ANNOI- Num: 4° do ‘Aprile-Giugno | se. MCMXIE e ABBONAMENTI: x» Anno: Lire DIECI > SAGA la o mia e (osa ROERO 7 DIL È c, gi i ; è LIV : i ii IRON La ì LE ci) | STABILIMENTO POLIGRAFICO EMILIANO ciente BOLOGNA | Piazza Calderini 6, Palazzo Loup . Non ‘/ Luglio 1912 » e. INDICE. DEL dano do RA x Lit VAL | Y IA ; DÌ AR yer Ù SA n È BALDUCCI, E..; Tutorno alla Boni nuova AO “del Coli WILs sardus di Kimin-- SCHMIDT — Coni.2 tavole. (Pag. 225). Î OS LR, Ù Mi PICCHI C.: Precoce cattura di [un ‘Zan/@s; ewtubitor: homeyeri (Cab.). ‘nella Val di, E Chiana — Con \una favola, (Pag, 237): | A RRIGONI ‘DEGLI ODDI ;E,.;e DAMANI Gi: Note sopra | una raccolta di Uccelli < gdell ORA Toscano, (Pag: 241). 1 cs: AxcrtiNt Gi. Ancora sui resti, del Progiliipus 1 var: ius opp. (Pag. 200), i Girer A: Osservazioni Ly appunti (Pag. 268). u IE RS02 de Salt alimentazione del Gheppio d alco SA I 7 TL Sulla 3 Deir riproduzione. dél/ Polyplectron gerpiini + IIT Intorno, ad, una muta Pl zione \del ILierophasts - SWZHROTT > esTV. Descrizione di un ibrido, Grapho:* ) ROERO phasianus soemmertingi a Calophasis ellioti VE Sui costumi del CRI RGS, sontierati. TEMM. — 3 RO ; 16 PR SA (o) ì BREVI NOTE (Pag. 277): CARAZZI E La collezione aledica Magni. -Griffi del Ri. Na La ci de: ha Zoologia di Roma - “PICCHI Co Sala provenienza! degli uccelli Karh! Sia (NOTIZIE VARIE eu SR 0 s LIBRI pi RIVISTE Recensioni, varie, SE 234): i Ò DAI pi Ro, fo Ì t dr % SIT S $ {xp I x una Vee dA VA } 2) va i (IAS. } ,, La Rist Italiana di Ornitologia « si "upblica ordina | e riamente ogni trimestre, in fascicoli di non meno, di. a DARNE dora ‘con una. tavola in nero od ‘a colori... ATO ‘L’ abbonamento gd annue Lire io. € di ea | 4 inviato alla Rivista. Italiana di Ornitologia, Danica) a Poligrafico Ea, Piazza Calderini, 6, 99014, pi DA V Gli. dini Sì riservano x» fio di dear caso peri | ‘caso, sulla ‘convenienza di. ‘pubblicare articoli scientifici e, wi i | comunicazioni ornitologiche. di estraneo IRRIAIVA A manoscritti ‘debbono essere spediti al A | ene dott. Ettore Arrigoni Degli Oddi i. TACCO i iii Ga) Oddo, Monselice... i STI O (Gli. autori. riceveranno 100 estratti gratuiti dei loro lavori, i Gl’indici della prima annata della < Rivista » saranno inviati assieme al primo fascicolo della seconda annata, che uscira in Settembre. LA REDAZIONE in do uri di EELATAA LI ae là o, » A A TA NRE - Anno I, Fasc. 4. tologia NI ta di O1 . LV ILS R ‘(0ZZ9IyV) OURuosorJ Uor]Sgsed> LI6I “XI "ULI puo99s SILVI 19 ‘00 DE ((qe)) 24/2020) 40]1QnIxAI SIMUDT | wloluow SRI SE eri SEEN: << { i Ì I ni, ISTITUTO DI ZOOLOGIA DEI VERTEBRATI DI FIRENZE Diretto dal Prof. ERMANNO GIGLIO-TOoS ENRICO BALDUCCI Aiuto e Libero Docente Intorno alla pretesa nuova forma del “Corvus sardus,, di Kleinschmidt © Il capitano sig. Gustavo Pasi, il 22 novembre del IgII ad ‘Ozieri (Sassari) presso i due rii riuniti Rizzola e Malaraga, uccise due corvi che egli si compiacque offrire in dono alla Collezione centrale degli Animali vertebrati italiani. Sono due maschi di Corvus corax, Linn. e per quanto entrambi ‘adulti uno è più giovane dell’ altro. Incaricato dal prof. Ermanno GigLIio-Tos della conservazione e dello studio delle Collezioni di questo Museo, seguo con passione le orme del mio illustre maestro EnRrIco H. GigLIoLI incoraggiato e aiutato dal prof. GieLio-Tos, che con tanto amore si interessa di queste ricche e pregevoli collezioni. Vivente il prof. GiGLIOLI, per quanto mi occupassi più parti. «colarmente di osteologia, pure non mancavo di aiutarlo nell’ elen- care e catalogare gli esemplari di quegli animali che, giorno per giorno, e non in piccolo numero, venivano ad arricchire le Col- lezioni dei Vertebrati. Fu così che, negli undici anni che lo ebbi a maestro, potei apprezzare quanta scienza fosse necessaria per la determinazione di quelle forme che, per quanto comuni, non sempre erano facili a battezzare. (1) Orn. Monatsber. XI, p. 92, 1903. Riv. Italiana di Ornitologia. 16 US) LS] [ox ENRICO BALDUCCI Come sappiamo, il prof. GicLioLi lasciò di sè un monumento insigne con la raccolta di circa 34.000 (1) esemplari di animali vertebrati italiani, esemplari che con gelosa cura si conservano nel R. Museo di Storia Naturale di Firenze. Egli volta a volta studiava e catalogava i singoli animali scrivendo in un prezioso schedario tutte le osservazioni e tutte le notizie che era in grado. di dare per ciascun individuo a lui interessante. Rapito troppo presto alla scienza e all’ affetto dei vivi non ha potuto compiere quanto egli desiderava, cioè quello studio accurato della Collezione che doveva servirgli per la pubblica- zione di un catalogo generale sugli animali vertebrati italiani. Fu fortuna se egli potè studiare di questa sua preziosa rac- colta, gli uccelli italiani; e l’ultimo suo volume sull’ Av/auna italica, dimostra con quanto interesse e con quanta sapienza vi si dedicasse (2). Così, sia per il ricco materiale ornitologico, sia per una buona. raccolta di opere sulla avifauna europea, posseduta dalla Biblio- teca di questo Istituto è relativamente facile la determinazione: di ogni singola forma appartenente agli uccelli italiani. con Avendo confrontato i Corvi relegati dal sig. capitano Pasi, con gli undici esemplari del Museo, non mi sentii sicuro, come credevo, della loro determinazione; cosicchè non sapevo se clas- sificarli per Corvus corax Linn. o non piuttosto per Corvus sardus, KLEINSCH. La collezione italiana del Museo oltre a tre esemplari C. c. sardus, possiede otto C. corax, fra i quali soltanto due del con- tinente. (1) E. H. Gieriori - La storia della collezione centrale degli animali ver- tebrati italiani nel R. Museo zoologico di Firenze, 1876-1908. — « Atti Soc. Ital. per il progr. delle scienze ». — 1908, Roma. (2) In questi ultimi anni il prof. GIGLIOLI aveva cominciato lo studio dei Chiroptera e degli Insectivora, ed io ho in consegna dalla famiglia il mano- scritto che, come egli mi diceva, aveva bisogno di essere riveduto prima di consegnarlo per la stampa. he PrO È NUOVA FORMA DEL « CORVUS SARDUS » DI KLEINSCHMIDT 227 Il GiLioLI già da molto tempo annunziò la prima cattura in Italia di un C. c. tingitanus (1) ma poi, egli stesso, nell’ ultimo suo volume sull’ Avifauna italica (2) si ricrede e classifica il già catalogato C. c. tingitanus per il C. c. sardus, così scrivendo (pag. 2-3 op. cit.). « “ “ «€ « « “ “ “In Italia noi abbiamo due di queste forme: quella tipica (cioè la forma nordica descritta da Linneo) alla quale si è vo- luto dare la rinforzata denominazione di Corvus corax corax, L., ma che io, nemico di grottesche ripetizioni di nomi, amo meglio designare coll’ antica nomenclatura binomia, da riservarsi ora per ie specie evolute; vive sul continente (Alpi) e, pare, lungo la penisola sull’ alto Appennino. “ All’ Elba, in Corsica, nella Sardegna e probabilmente in Si- cilia, trovasi una sottospecie recentemente distinta dal KLEINScH- MipT col nome di Corvus corax sardus, KLeiNscH. (Orn. Mo- natsber.. XI, p. 92, 1903). “ Si distingue pel becco più breve e più alto in modo che il culmine descrive una curva continua, ed avrebbe dimensioni generali alquanto minori, notai pure che è gregaria, e nel 1877, ed ancora nel 1889, la vidi in Corsica in branchi numerosi; eravamo però in autunno ed erano probabilmente giovani. Nel 1894 ebbi in dono dal conte prof. UGoLino MartELLI un Corvo maggiore, da lui ucciso all’ Isola di S. Antioco (Sardegna) il 9 agosto 1894; ed i caratteri di questa sottospecie, allora non ancora separata, erano in esso tanto marcati, specialmente quelli del becco, che credetti avere un C. #ingitanus Irby, del N. O. dell’ Africa, ritenuto allora per specie distinta e ne annunciai la cattura nell’ “ Avicula ,, di Siena (I, p. 4, 1887). “ Ben più tardi ebbi occasione di esaminare e confrontare molti esemplari del Corvo maggiore della Sardegna e notai con sor- presa che essi avevano quasi tutti il becco breve, alto, a cul- mine arcuato, e, se non sempre giungevano ad averlo come nell’ individuo che io avevo ritenuto per un C. lingitanus, pure presentavano becchi spesso intermediari tra quello ed il becco (I) Avicula, I, p. 4, Siena, 1897. (2) E. H. GIGLIOLI. - Avitauna italica. Secondo resoconto dei risultati della inchiesta ornitologica in Italia. - Roma, 1907. 228 ENRICO BALDUCCI «“ più lungo, meno alto e diritto alla base, del tipico C. corax. Recentemente poi nelle ricche serie del Museo Rothschild a Tring ho avuto agio di esaminare e confrontare molti esem- plari del C. corax da diverse parti della Regione Eurasica, e mi sono persuaso, che la forma che vive nelle nostre isole maggiori va distinta col nome subspecifico datole dal KLEINScH- MIDT; che questo C. corax sardus è perfettamente intermediario tra il C. corax ed il C. corax tingitanus, nel quale sono ancora esagerati i tratti caratteristici della nostra forma isolana; che infine l’ individuo da me riferito al C. corax tingitanus non è che un esemplare bene caratterizzato del C. corax sardus ecc. ,. Dopo aver letto quanto sopra ho trascritto, non mi restava che classificare per C. corax sardus i due esemplari in questione, non tanto per i caratteri del becco e per le dimensioni generali minori che non sapevo decifrare, quanto per l’ affermazione che, “ la forma che vive nelle nostre isole maggiori va distinta col nome subspecifico datole dal KLEINSCHMIDT , cosicchè il C. c. sardus è perfettamente intermediario tra il C. corax ed il C.c. fngitanus. Però, non totalmente persuaso, volli ricercare il lavoro del KLEINscHMIDT sperando di togliermi d’ impaccio. Per gentile cor- tesia del prof. conte Tommaso SALvapori ebbi la trascrizione di quello che il KreinscHMipT pubblicò nell’ Orn. Monatsber. XI. pag. 12, 1903, e che per maggiore intelligenza ritrascrivo. “ Corvus sardus,, form. nov. «“ Zum Formenring von Corvus corax, L. gehòrig, steht zwi- “ schen unseren Kolkraben und den von Tanger (tingitanus, “ Irby) in der Mitte, ist etwas gròsser als Corvus hispanus, (Hart. u. KI.) Iangere Mannchen und Weibchen kònnen ohne Vergleichsmaterial leicht mit C. #rgitanus, verwechselt werden. dl « “ Ich glaube deshalb vorlàufig nicht an das vereinzelte Vorkom- “ men von C. #igintanus, auf Sardinien, obschon es nicht unmòglich “ ware, das sich einmal ein afrikanischer Vogel verfliegt ,,. E così nulla di più venivo a conoscere di questa nuova forma per la quale si conferma che è forma intermedia fra il C. coraa, ed il C. c. tingitanus, e che facilmente i giovani maschi e le femmine si possono scambiare col C. c. tuagitanus senza materiale di confronto. In questo suo lavoro il KLEINScHMIDT neppure accenna a dif- NUOVA FORMA DEL « CORVUS SARDUS » DI KLEINSCHMIDT 229 ferenza di forma o di dimensioni del becco, ed io mi trovo dub- bioso più di prima. Qualcosa di più è detto in una nota del Jourpain (1); egli infatti così scrive a proposito del Corvus c. sardus. “ The Sardinian form is intermediate between the continental race C. c. corax L., and the Maroccan bird, C. c. tingitanus, Irby, but has as a rule, a longer wing and a more slender bill than the latter form, while it closely resembly the Spanisch race C. c. hispanus Hart, e Klein. “ Four specimens obtanied by Dott. Parrot from Corsica schew considerable variation, but all have a short tarsus and have the bill decidedly longer and more slender than in C. c. tin- gitanus; they are probably referable to C. c. sardus... ,. Mi convinsi così che mi trovavo nella impossibilità di deter- minare i due corvi in parola perchè mi faceva difetto quel ma- teriale di confronto che mi era indispensabile. Mi rivolsi perciò al sig. Conte Prof. E. ARRIGONI DEGLI ODDI, e debbo, alla sua'squisita cortesia se oggi mi trovo nella possi- bilità di avere a mia disposizione un ricco materiale di confronto. Egli non solo mi ha inviato due pelli di C. c. canariensis e cinque di C. c. tingitanus ma bensì dieci altre interessantissime di C. corax uccisi in località diverse. O!tremodo gradito mi è il ringraziarlo pubblicamente per il piacere che mi ha procurato di studiare il suo ricco materiale, e mi è grato anche di ringraziare la sig. C. Piccui, il Prof. G. MartORELLI, il Conte F. Cavazza, il Sig. C. RAGIONIERI ed i si- gnori ZAFFAGNINI per avermi reso più facile questo studio col fornirmi esemplari e notizie su quanto mi interessava. Su questi esemplari io procedetti all'esame minuto di quei caratteri che secondo gli autori su citati sarebbero distintivi delle tre forme in questione, quali sono per l'appunto la lunghezza del corpo, dell’ala, della coda, del becco, del tarso. Nello specchio seguente si trovano riferiti i vari dati relativi a queste misure, a cui sono aggiunti alcuni altri dati di esemplari non esaminati da me, ma che tolsi da altri autori o che mi fu- rono comunicati. (1) « Notes on the Ornithology of Corsica» by F. C. R. JourDAIN, The Ibis, April 191T, pag, 195. IS) (SS) ° Numero d’ ordine NZ HDH O O Cow NN NH D DN N N N (N) \O_ CON (ONO AMOS) (OSMOSMOS) NH o 133 SH HHH IH OM au Wo N Hi OOO N SUIRU NH ENRICO BALDUCCI DATA E LOCALITÀ DI CATTURA 24-XI-1911, Ozieri (Sardegna). . . .. » » » » » ET 1 15-VI-1903, Canaliesca (Sardegna) DIO » » 24-VII-1903, » » di 20-XII-1887, Cagliari (Sardegna). —1I11-1876, » » ; 5-VI-1895, Pabillonis » DS » » —III-1886, Monti di Pacedda (Sardegna). —IV-1905, Sassari (Sardegna). . 3 —XII-1902, Monte Arquentu (Cantico) o SR » » » » 10-II-1899, Cagliari (Sardegna) . . 4-IX-1902, Isola di Capraia 31-X-190I, » » 10-XI-1902, » » A 8-III-1879, S. Martino ( (Elba) . Basa 25-III-1881, Bientina (Pisa) c 5-I1-1885, Mesa (Velletri) . Borgo S Ti ilazzo (Cuneo) . 17-II-1909, Doboka {forma tipica) . . . 9-IV-1897, Monte Baldo (Ferrara) . . . DI » » » 15-II-1903, Valli veronesi 28-IX-1896, Pozzo (Veronese). 9-VIII-1894, S. Antioco (Sardegna). . . 21-III-1905, Osilo Sassari (Sardegna) . » » » » » Doro . dal « The Ibis» Vol. IV., 1874, pag. 266 » » » » DI» » » » » SH» » » » » Digi » » » » Sao dal « The Birds of Tunisia » Vol. II, p. 17 —IV-19I1I, Sud Tunisia . . È —1-1898, Tebousba (Sud Trasa) VOTA primavera 1898, Marocco Todi 19-III-1900, Tangeri (Marocco) 14-III-1899, Mazagan » È 15-I-1899, S. Antioco Sata) ona tipica —1-1898, Tunisi . AVE > d » » » o —III-1904, Fuerteventura (Canarie). » » » » »d O estate 1910, Adi Ugri (Piano Eritreo). . Materiale del Museo. Coll. 4386 » ». 43837 » » 3988 » » 3990 » » 3989 » » 3078 » » 4II C. Picchi dò d » » C. Ragionieri Arrig degli Oddi » » » » » » » » » » » » » » » Museo, Coll. 1126 » » 3156 » » 2090 Zaffagnini Arrig. degli Oddi » » » » » » » » » »d » » Museo. Coll. 3545 » d 409I » » 4090 H. Irby » » DIRAD » » » » Whitaker C. Ragionieri G. Martorelli » » Arrig. degli Oddi » » » > » » » » » » » » ig. degli Oddi » » » F. Cavazza Corvus corax S » » ol » » Q. É » » lot > Ca » » ca » » (o » » lexiy/ » » Q. ; » » o a » » e » » Qa » » d'a | » » Q. i » » 9 ( 7 » » dtd » » lex | » » Di Ì » » lol » » 9 24 d d TA » » 92. » » d'a » » (Cic » » 9Q » » (Oto Corvus c. sardus g° 9 » » » » » » Corvusc.tingit, » » » È. 4? » » | » » » co î 9 È d.C i » » » Dl > | > SUN | PR RO I | >» » >» A » » » Corvus c. canarzenti S.S Corvus sp. ig. totale n mm. lung. ala in mm. lung. coda in mm. lung. becco in mm. altez. becco in mm. lung. tarso in mm. NUOVA FORMA DEL « CORVUS SARDUS » DI KLEINSCHMIDT 231 Diff. frala 2° e la 5° remig. ENRICO BALDUCCI DATA E LOCALITÀ DI CATTURA 24-XI-1911, Ozieri (Sardegna). . . + * » » » » » . . . . 15-VI-1903, Canaliesca (Sardegna) » » » » » 24-VII-1903, » » 20-XII-1887, Cagliari (Sardegna). —I11I-1876, » » 5-VI-1895, Pabillonis » DA. » » » —III-1886, Monti di Pacedda (Sardegna). —IV-1905, Sassari (Sardegna). . —XII-1902, Monte Arquentu (Serdegna) Ò » >» » » » » ; 10-II-1899, Cagliari (Sardegna) . + 4-IX-1902, Isola di Capraia 31-X-190I, >» » 7 10-XI-1902, » » 8-III-1879, S. Martino (Elba). 6 25-III-1881, Bientina (Pisa) . . . . + 5-II-1885, Mesa (Velletri) è Borgo S_ Dalmazzo (Cuneo). 17-II-1909, Doboka (forma tipica) . . + g-IV-1897, Monte Baldo (Ferrara) . . + 28-IX-1896, Pozzo (Veronese). atto PRESTA » » Pa ott, CPI 15-11-1903, Valli veronesi SEI ASTE TO 9-VIII-1894, S. Antioco (Sardegna). . + 21-III-1905, Osilo Sassari (Sardegna) » » » » » » dal « The Ibis» Vol. IV., 1874, pag. 266 » » » » » » » » » » » » » » » »d » » » » » » » » dal « The Birds of Tunisia» Vol. II, p.17 —IV-19II, Sud Tunisia . . e —1I-1898, Tebousba (Sud ina) ha primavera 1898, Marocco SISSI POTEZS 19-III-1900, VIA (Marocco) 14-III-1899, Mazagan » 15-I-1899, S. Antioco Senterna) forma tipica —1-1898, Tunisi . î ò » » Stia —III-1904, Fuerteventura (Canarie). » » » » » ° estate 1910, Adi Ugri (Piano Eritreo). . i __—_—_—_.T7 | Museo. Coll. 4386 » » 4387 » » 3988 » » 3990 » » 3989 » » 3078 » » q4II Materiale del C. Picchi > » » » C. Ragionieri Arrig degli Oddi » » » » » » » » » » » » » » » Museo, Coll. 1126 » » 3156 » » 2090 Zaffagnini Arrig. degli Oddi » » » » » » » » » Museo. Coll. » b) 3545 409I » » 4090 H. Irby » » Whitaker C. Ragionieri G. Martorelli » » Arrig. degli Oddi » » » Arrig. degli Oddi » » » F. Cavazza » » DES » » » » » » » » » » » DI): » » DI » » » » » » » Corvus c. » » NOME Corvus sp. Corvus c. sardus gi ad » » Corvusc.tingit. i » 0409 940 | +09 409 94010 g +0g Qt0a, Lv lung. totale iS} SS 2 NE IS Z2& a DIS 710 Lal |, dadi 680 457 495 475 508 559 +0 | +0 | 109 Qt040QQ E 570 dad 580 canarien.9 515 505 530 > NUOVA FORMA DEL « CORVUS SARDUS» DI KLEINSCHMIDT 231 lung. ala lung. coda in mm. in mm. 445 240 410 230 420 220 320 190 375 ZIO) 405 240 415 230 335 ZU® 430 260 390 250 425 250 415 240 400 240 405 220 405 230 445 250 445 250 430 240 430 240 420 230 410 235 405 240 450 260 440 230 425 250 445 250 390 220 420 240 450 235 368 184 419 203 349 203 356 202 381 228 394 TS 405 210 390 205 415 222 400 230 390 230 400 230 395 220 395 230 405 220 380 220 425 180 lung. becco in mm. altez. becco in mm. lung. tarso in mm. Diff, frala 2° e la 5° remig. 232 ENRICO BALDUCCI Da queste misure, che vanno intese con discrezione, appare evidente che il C. c, #ingitanus oscilla (1): per le dimensioni del corpo da mm. 457 a 650 . » la lunghezza dell’ ala RIOT » la lunghezza della coda n REEO4: fnfazo, » la lunghezza del becco si 60 ,, 68 » | altezza del becco hi 25 80 » la lunghezza del tarso t GIGLI Mentre il C. corax varia: per le dimensioni del corpo da mm. 615 a 720 » la lunghezza dell’ ala ; 400 ,, 445 » la lunghezza della coda si 220 ,, 260 » la lunghezza del becco ; (Ie » l'altezza del becco DI 20 a I » la lunghezza del tarso si 04 AA In complesso il C c. Hngitanus, si dimostra di dimensioni mi- nori del C. corax. Sebbene il GigLioLI abbia scritto che la forma del corvo che vive nelle nostre isole maggiori debba distinguersi col nome subspecifico datole dal KLEINSCHMIDT, pure lasciò classificati, nelle collezioni del Museo, i corvi provenienti dalle isole, per C. corax e solamente due di questi avuti nel 1905 classificò per C. c. sardus (n. 28-29) ed il già ritenuto per un C. c. tingitanus (n. 27). Questo fatto si può anche spiegare ritenendo che egli non abbia mai trovato il tempo per correggere la vecchia determi- nazione, ed io per quanto nel mio elenco li abbia considerati per C. corax, come realmente li lasciò classificati il GIGLIOLI, ora voglio per comodo dimostrativo ritenerli per C. c. sardus e con- siderare invece per C. corax soltanto le forme continentali. Così facendo avrò che i corvi insulani variano: per la lunghezza totale da mm. 615 a 720 » la lunghezza dell’ ala a 400 » 450 » la lunghezza della coda si 220 ,, 260 » la lunghezza del becco 7 CH 02 n L'altezza del) beeco a 26.44 22 » la lunghezza del tarso ; 64 TE (1) Tralascio dal considerare i valori dei corvi giovani (n. 4-5 e 29), perchè di troppo mi spostano i valori che si riscontrano negli altri. Il n. 29, per quanto abbia lasciato 1’ indicazione di g* ad., come credeva il GIGLIOLI ritenendolo per un C, c. #72g7tanus, è invece un corvo giovane. r NUOVA FORMA DEL « CORVUS SARDUS >» DI KLEINSCHMIDT 233 mentre i corvi continentali variano: per la lunghezza totale da mm. 622 a 710 » la lunghezza dell’ ala % 4I0 , 450 » la lunghezza della coda si 230 ,, 260 » la lunghezza del becco Ù TORTO n lr altezza del. becco & ZITO ONERI » la lunghezza del tarso di CRGURTA e siccome i corvi insulani dovrebbero essere considerati come una forma di passaggio fra il C. c. tingitanus e il C. corax così dalle loro misure se ne dovrebbe avere la riprova. Invece chi osserva i valori sopra esposti vede che fra i corvi insulani ab» biamo valori, sia per le dimensioni del corpo che per il becco, superiori a quelle degli esemplari dei corvi continentali da me esaminati. Supponendo, per comodo di chi ritiene buona la sottospecie C. c. sardus, che i corvi continentali da me esaminati non sieno di individui molto adulti, e che invece lo siano alcuni dei corvi insulani dovrei concludere che il materiale di confronto a mia disposizione è ancora insufficiente a tanto studio. Ho esaminato il colore del piumaggio e anche le penne lan- ceolate e biforcate all’ apice della gola, ed ho esaminato la dif- ferenza che passa fra la lunghezza della 2.* e della 5.* remigante {V. specchietto delle misure, ultima colonna), ma non ho trovato alcuna speciale differenza fra il C. corax ed il C. c. tingitanus tale da servirmi di guida per il riconoscimento della forma in- termedia creata dal KLEINScHMIDT. Non riuscendo, dalle misure prese, a decifrare questa nuova sottospecie del KLEINSCHMIDT, mi son dato ad esaminare minu- tamente la forma e le dimensioni del becco. Per quanto il KLEINscHMIDT non abbia affatto citato come ca- rattere importante la forma e le dimensioni di questo, lo hanno invece rilevato altri autori, cosicchè un occhio addestrato potrà vederne quelle differenze che, a priori, potrebbero sfuggire. Non fidandomi dei miei occhi, ho voluto, nelle due tavole che presento, dare i profili dei becchi degli esemplari in studio, e 234 ENRICO BALDUCCI dal disegno ottenuto in grandezza al naturale con la camera chiara, potremo convincerci che nè la forma nè le dimensioni del becco potranno servirci per riconoscere il C. c. sardus. I disegni, disposti in ordine decrescente di grandezza, portano, oltre al numero d’ ordine, un numero tra parentesi che si rife— risce a quello dello specchietto delle misure, ad eccezione degli ultimi tre disegni riguardanti alcuni profili di becchi sovram- messi fra loro affinchè maggiormente sieno visibili le differenze, (Vi Tav. I} filgoret33839;t40). Queste tre figure portano invece fra parentesi i numeri d’or- dine che sì rifesiscono ai profili dei becchi disegnati e non quelli dello specchietto delle misure. Così sarà facile, veduto la forma e le dimensioni del becco, di confrontare anche le dimensioni del corpo, ala, ecc. per ciascun individuo in esame. — Da un rapido sguardo ai disegni, appare evidente che il becco del C. corax è più grande di quello del C. c. ttugitanus sebbene le dimensioni del becco dei giovani e di alcuni adulti fra i C. corax (V. Tav. Il*, figure 23, 24, 28, 29, 31) siano presso a poco uguali a quello degli adulti del C. c. tngitanus. (Tav. I e II, figure 13, 26, 28, 32, 33, 34, 35, 37). La forma dei vari becchi è ben diversa pur mantenendosi uno stesso tipo di becco in tutti, cosicchè anche la forma detta tipica del becco del C- c. #ingitanus non è riconoscibile se non si considerano la minori dimensioni. Ho voluto ricopiare due disegni molto interessanti del becco di due C. c. tingitanus, l uno tolto dal lavoro dell’ IRBY (of. cet., p. 265) fig. 13, e l’altro tolto dal DrESSER (1) fig. 37, perchè tal mente disuguali per forma e per dimensioni da non sembrare dav- vero becchi di tue individui della medesima sottospecie. Ho di- segnato anche i becchi dei due C. c. canariensis (fig. 22 e 30) datimi dal Sig. conte Arrigoni degli Oddi, e il becco del corvo non determinato del conte Sig. Cavazza (fig. 36) perchè si veda come non sia tanto facile distinguerli perla forma dai C. c. tingitanus. Nel disegno dell’ Irpy (Tav. I*, n. 13) mi colpì un carattere che ritenevo di una certa importanza quando ancora non avevo esa- (1) H. E. DRESSER - A History of the Birds of Europe. - Vol. IV, tav. 262. London, 1871-1881. ° na dii NUOVA FORMA DEL «CORVUS SARDUS » DI KLEINSCHMIDT 235. minato alcun esemplare di C. c. #ngitanus, ed è enorme sviluppo delle setole che ricoprono le narici. In nessun altro esemplare trovai questo carattere e soltanto lo constatai in un C. corax, n. 4. In riguardo poi alla posizione delle setole, queste si trovano quasi sempre orizzontali al becco, ma in qualche individuo, n. 17-36, si sollevano, in parte, in alto tanto da somigliare per questo ca- rattere al becco del C. affinis disegnato dal DRESSER (op. cit.) Se esaminiamo la forma e le dimensioni del becco dei tre Clalserdus; nu; 20 25, determinati dal GiGLIOLI come tali non ci sarà possibile riconoscerli dagli altri. Il C. c. sardus, n. 25, già ritenuto dal GiGLioti per un tingi- tano, ha il becco molto convesso, e questa grande convessità è più apparente cha reale, perchè se si considera che l’ esemplare è di cattiva preparazione, ci accorgeremo che il becco è stato sollevato in alto, cosicchè non seguendo la linea della testa ap- pare molto più arcuato di quello che effettivamente non sia. Correggo nella figura con linee punteggiate questo errore, dopo aver soprammesso questo becco ad altro già disegnato. Osservando ora la differenza che passa fra due disegni di becchi presi fra i corvi continentali n. 2, 17 (V. Tav. II°, n.38) e quella che passa fra due presi fra i corvi insulani, n. I, 23, (V. Tav. II, n. 39) vedremo quanto grande sia la loro differenza pur essendo becchi di individui della stessa pretesa sottospecie. Se invece confronteremo due becchi l’uno di C. corax, n. 23, e l’altro di C. fingitanus, n. 27, ci colpirà la grande somiglianza iratdilloro. (Vi. Tav..I*:h 40). Da tutto quanto abbiamo premesso risulta dunque che dalla forma e dalle dimensioni del becco non è possibile trovare ca- ratteri che ci autorizzino alla separazione delle due sottospecie C. corax e C. c. sardus. Il prof. G. MARTORELLI, quando gentilmente sì compiacque inviarmi le misure dei corvi tingitani appartenenti alla collezione Turati, mi scrisse: ((£ .. tranne le diverse dimensioni non trovo differenze al- “ cune. 236 ENRICO BALDUCCI “Il colore è in ambedue quello del C. corax normale, quindi “non vi è nemmeno quella speciale tinta cui accennava il Gi- “ eLIOLI, la quale, secondo ogni probabilità, è quella medesima “ che si osserva in generale sulle piume di uccelli quando sono “ decolorate dal tempo. “Non scorgo neppure la supposta differenza nella curva su- “ periore del becco. Insomma non scorgo alcun serio carattere “ che possa accennare a differenza specifica e nemmeno subspe- “ cifica all’ infuori delle dimensioni assai minori nel fngstanus di « Whitaker. “ Questa medesima impressione ebbi dagli esemplari visti altrove, ma per la mancanza di una sufficiente serie, non potrei asserire di più e in questo senso il C. fingitanus resta per me “ un’ incognita ,. Io non intendo qui discutere il valore della sottospecie C. c. tingitanus, mancandomi quell’ abbondanza di materiale necessario a questo scopo, ma di dimostrare che se la distinzione fra le due sottospecie C. corax e C. c. tingitanus non è secondo il MaR- TORELLI legittima, tanto meno lo può essere fra il C. corax e il C. c. sardus essendo questa forma, a detta dello stesso KLEINSCH- MIDT, intermedia fra il C. corax e il C. c. &ingitanus. E se ancora dobbiamo credere che i corvi stazionari della Sardegna debbano essere più piccoli dei nostri continentali ed i corvi del nord più grandi dei continentali, crediamolo pure ma sta però il fatto che quelli da me studiati fanno precisamente eccezione a questa pretesa regola, poichè come si vede dalle misure date, per l’ appunto risulterebbe che i corvi sardi sono più grandi o per lo meno uguali a quelli continentali, e che l’ esemplare nordico di Doboka è invece più piccolo dei nostri. Possiamo dunque concludere che se non esistono o non si sanno trovare altri caratteri più costanti, le due forme C. corax e C. c. sardus non si possono assolutamente riconoscere dai soli caratteri somatici, e che la loro distinzione si può solo fare ba- sandosi sulla località di origine, il che evidentemente non può ‘avere nessun valore sistematico. Melato = ibi - 6 ME IS ERI 2098 È 24 - 28 - 29 - 31 i Corvus c. sardus si i 1 - 21 - 25. — Corvus. c. tingitanus. me 3-26 - 27 - 32 MAT 3500-37 “ Corvus c. canariensis Mln 2a - so. E Corvus sp. + n 36 == Udi O f } 77, 2 } LOT Nr, 1 16 (12) È; —_. (0 69 Ye == _- / en WS ) = (9: Re == / ——@@@ f ca ro = f == f 4 Sa 09) Je / n x TT 79 PERE] 17 (22) ac, % Intorno alla pretesa nuova forma del Corvus sardus di KLEINSCHMIDT. | di Ornitologia - A mme. 210) 21 (8) Lo . c. tingitanus. i 4 ess fa 99 a VA - 26 - 27 - 82 I i Ii SR og Corvus c. canariensis — Corvus sp. n 86 | Intorno alla pretesa nuova forma del Corvus sardus di KLEINSCHMIDT. l L| CEezrAasPreGE Precoce cattura di un “Lanius excubitor homeyeri (Cab.),, nella Valdi. Chiana Un bellissimo g ad. della forma orientale dell’ Averla mag- giore venne catturato, il 29 settembre u. s., nei pressi di Casti- glion Fiorentino (Arezzo) da un dipendente della Nobile signora Z. ReATTELLI PagLicci, che gentilmente si affrettò a spedirmelo in carne. 5 Il delicato color cenerino-bluastro delle parti superiori di questo individuo (di muta recente) è molto chiaro, nitido e fresco; la fronte e il sopracciglio sono di un bianco niveo e bianche sono pure le scapolari e le sopracaudali, queste ultime tinte di cenerino perlaceo verso l’ apice delle penne. Spiccata e di un nero intenso è la fascia che dalle redini passa sotto l’ oc- chio e, allargandosi, ricuopre la regione auricolare. Tutte le parti inferiori, dal mento al sottocoda, di un bianco di neve (e non bianco-latte come nel L. excubditor) Nell’ ala aperta i due cospicui spazii bianchi, estesi ai °/, basilari di ambidue i vessilli delle remiganti primarie e secon- darie, sono del tutto continui, formando un solo e largo specchio, ma anche nell’ ala chiusa le due parti, radiale e carpale, restano confluenti per una metà circa dell’ altezza totale dello specchio. Nella 5% e 6* remigante primaria e nella 1% terziaria (1) sono bene evidenti i margini esterni bianchi che congiungono lo specchio radiale, nella sua parte più alta, con il largo spazio (1) Io principio a contare le remiganti dalle esterne. 16* 238 CECILIA PICCHI bianco apicale delle penne, anche nella 4* primaria si scorge detto margine, ma in qualche punto interrotto per abrasione delle barbole. La porzione basilare bianca del vessillo interno delle secondarie si prolunga in un “largo margine che si congiunge col bianco della fascia terminale delle penne ,,, questo margine au- menta di estensione avvicinandosi alle più interne, tanto che nella 6° secondaria e nella 1° terziaria occupa “quasi tutto ,, il ves- sillo, mentre però le due terziarie più interne sono del tutto nere, tranne che all’ apice. Le penne dell’ aletta orlate di bianco, e così è il margine esterno delle prime tre remiganti primarie, come pure sono distintamente terminate di bianco le copritrici primarie ed anche le secondarie, ma il margine di queste in «qualche punto apparisce logorato. Una spiccata macchia apicale triangolare bianca sulle remiganti primarie, a principiare dalla 6°, va gradatamente aumentando in grandezza diventando un co- spicuo spazio terminale nelle ultime secondarie e nelle terziarie. Le piccole penne carpali, che ricoprono l’ angolo anteriore del- l’ ala, candide. Copritrici alari inferiori, ascellari e faccia inferiore delle remiganti bianche, col terzo apicale di quest’ ultime color ‘cenerino chiaro. Molto esteso è il bianco nella coda; la timoniera esterna, da ambedue i lati, è interamente bianca, tranne lo stelo nero verso la base sino a circa '/, dall’ apice e con una macchietta stretta e breve aderente al medesimo; la 2* timoniera a destra è pure bianca ma nei */, mediani della penna lo stelo ed una sottile ‘striscia interna contigua al medesimo sono neri, come pure vi è una stretta e breve macchia presso il margine interno verso la base; nella 2° timoniera a sinistra questa macchietta è un poco più dilatata. La porzione basilare delle timoniere, compresi li steli, di un “ bianco puro ,, e, come all’ apice, in proporzione decre- +scente dalle esterne alle medie, nelle quali il bianco si estende per oltre 30 millimetri. Culmine curvo 21 m/m. Ala 116, Coda 120 le tim. mediane e 97 le esterne, Tarso 28. , Il prof. MARTORELLI, nella sua chiara Monografia del L. ho- meyeri, dice che nell’ esemplare tipo, gd ad. del CaBANIS, il “ nero ‘si estende per larga parte anche al vessillo interno della terza remig. terziaria e delle seguenti ,, ma poi cita un esemplare (Nu- mero 22148) g' ad. tipico che ha il vessillo interno delle remi- CATTURA DI UN « LANIUS EXCUBITOR » NELLA VAL DI CHIANA 239 ‘ganti “ quasi del tutto bianco, come dovrebbe essere, secondo qual. «che Autore nel L. homeyeri ,, e ritiene che questo soggetto presenti una “ differenza puramente individuale ,. Secondo l HartERT(1)il L. e. homeyri avrebbe il vessillo interno delle secondarie nero -come nell’ excubitor, mentre sarebbe interamente od in gran parte bianco nel L. e. prsewalskit (Bogd.) Il mio soggetto da Castiglion Fiorentino, quantunque concordi «perfettamente con la descrizione che il prof. MARTORELLI fa di «alcuni esemplari italiani di L. Homeyeri, pure mi sembra che presenti caratteri intermedii di prevalenza del frzewa/skii avendo ‘il vessillo interno delle remig. secondarie e della 1* terziaria in “gran parte bianco e distribuito quasi simmetricamente su ambedue le ali. Nel Civico Museo di Rovereto esiste un individuo consi- mile, catturato prsso Ronchi nell’ autunno 1889, e che il Marto- /RELLI determinò per “un homeyeri forse più vicino alla forma ‘orientale-asiatica ,, (2). Mercè la cortesia dei signori ZAFFAGNINI ho esaminato un ‘bellissimo g' ad. dj homeyeri della loro Collezione, preparato e «determinato dal prof. MARTORELLI, che presenterebbe un notevole ‘caso di variazione individuale, da sembrarmi quasi un’ aberra- -zione. Nell’ ala sinistra esso ha il vessillo interno della 10° pri- maria quasi interamente bianco ed il margine bianco interno -delle secondarie principia dalla 3* sino a tutta la 6*, ove però è meno esteso che nel mio soggetto; nell’ ala destra, che ha la 10° primaria normale, il margine interno è appena accennato nella .3° secondaria, mentre è bene evidente nelle seguenti ed un poco ‘si scorge anche nella 1* terziaria. Nella 1° e 2° tim. esterna di ‘questo individuo il nero è più esteso che nel mio e le timo- niere mediane sono bianche alla base per circa 22 m/m soltanto. Ammettendo dunque che il L. fHomeyeri sia una razza geo- grafica che formi il tratto di unione tra il L. excubitor ed il L. drzewalskit — e non un caso di dimorfismo del primo o di ibri- dismo, come vorrebbero alcuni — tuttavia il trovarsi e con una ‘certa frequenza, individui che presentano fusi insiemi i caratteri (1) Die Vogel der parlaarkischen Fauna. Heft, IV, p, 420 (1907). (2) AzzotinI dott. E: « Uccelli rari o rarissimi » (1908-1909) in 2r55/. -d. Museo di Rovereto, febbraio 1910. 240 CECILIA PICCHI delle due specie, con prevalenza dell’ una o dell’ altra, dimostre— rebbe, a parer mio, che questa forma o razza è tuttora in via di.‘evoluzione 4; Nella Val di Chiana, che trovasi quasi nel centro della no- stra Penisola, l Averla maggiore è assai rara durante l’ inverno: e non vi giunge mai prima della fine dell’ autunno od al principio dell’ inverno, una volta soltanto mi fu dato vederla alla metà di ottobre e mentre stava inseguendo a volo una Cincia. Ricordo che ero in vettura ed essa attraversò la strada sfiorando quasi la testa del cavallo che andava di gran trotto. Riguardo alla sua forma orientale, cioè all’ Averla dell’ Homeyer, non posso dir nulla, perchè la prima cattura colà avvenuta, cioè a me nota, è appunto l’ individuo del 29 settembre u. s. Nello stomaco esso. aveva soltanto elitre ed altri avanzi di coleotteri. Firenze, febbraio 1912. D» E. ARRIGONI DEGLI ODDI e D. G. DAMIANI Note sopra una raccolta di Uccelli dell’ Arcipelago Toscano — (Contin.e fine +. fasc. 1-2, pp. 7-62). gi. Regulus regulus (L) — Regolo. gd ad. novembre Igor, Isola di Gargona. Ala 54 mm. La forma di Corsica e di Sardegna venne de- scritta dall’ HARTERT (1) col nome di Regulus regulus interni, sì distingue dalla tipica*per i lati della nuca e della parte inferiore del collo grigi e per la colorazione delle parti superiori meno giallastra e più verdognola! Gli individui da me esaminati per nulla differivano dai continentali e credo la forma sarda non separabile. 92. Parus caeruleus (L.) -- Cinciarella. o ad. 7 novembre 1897, S. Martino, Portoferraio, Isola d'Elba. Ala 71 mm. Soggetto della forma tipica continentale. Har- TERT (2) ha descritto la Cinciarella di Sardegna col nome di Parus caeruleus ogliastrae, essa confrontata con la continentale presenta la tinta delle parti superiori leggermente più cupa ed il giallo delle inferiori alquanto più chiaro; come si vede sono differenze di poco momento, malsicure e che si possono rilevare soprattutto se si guarda sul cartello alla provenienza dei singoli individui!! E infatti che valore hanno le espressioni “legger- mente più cupo,, o “alquanto più scuro , e simili? Egli però aggiunge che d’ inverno nell’ Isola si trova anche la forma tipica!! (1) Bull. B. O. Club. xVI, p. 45, 1906. (2) Vòg. d. Paliarkt. Fauna, p. 349, 1905. Riv. Italiana di Ornitologia. 17 242 E. ARRIGONI DEGLI ODDI È G. DAMIANI 93. Parus major (L.) — Cinciallegra. JT e 2 ad. 18 ottobre 1898, Portoferraio, Isola d’ Elba. Ala 75 e 71 mm. Soggetti affatto simili ai continentali d’ Italia. Questa specie presenta variazioni nella tonalità della tinta e nella statura che valsero a fondare varie sottospecie, quali: Parus major newtoni Praz. delle Isole Britanniche, dal becco più grande e più grosso. Parus major corsus KI. di Corsica e Sardegna, dai colori più opachi e con l’area bianca delle due timoniere esterne più ristretta, ala 2-3 mm. più corta, giallo del gastreo più pallido. Parus major excelsus Buvry, di Algeri, Tunisi e Marocco, colla piccola macchia bianca sul vessillo interno del paio esterno delle timoniere più cospicua, giallo del gastreo più accentuato. E così di seguito. Come si vede questa sottospecie ed altre consimili sono fondate sopra differenze di poco momento, che non sempre si possono rilevare, o soltanto con estesi confronti e con materiale di provenienza sicura. 94. Turdus iliacus (L.) — Tordo sassello. dg ad. 2 novembre 1901, Marciana, Isola d’ Elba. Ala 115 mm. — Il GigtioLi (1) ha avanzato il dubbio che potesse comparire in Italia. il 7urdus coburni, SHARPE, proprio all’ Islanda, aggiunge però di non conoscere tale specie e d’igno- rare se sia veramente distinta. Gli esemplari d’ Islanda che pos- seggo, sotto il nome di 7. coburni, sono in tutto eguali al Sas- sello del resto d’ Europa ed io non credo alla validità specifica della nuova specie. Lo SHaARpE descrivendolo, disse (2) che questo Tordo d'Islanda era di tinte più pallide, con le strie sul petto meno visibili ed il castagno dei fianchi più smorto. Gli individui che tengo d’ Islanda uccisi nell’ estate sono invece leggermente più scuri dei nostri italiani, con lo spazio sul petto più marcato ed il castagno vivace quanto e più dei soggetti presi da noi nell’ autunno !! Dopo un secolo e mezzo ed anche più (1758) che il Sas- sello era stato sempre chiamato 7. iliacus ed il Bottaccio 7. mu- (1) Avif. Ital. p. 147, 1907. (2) Bull. B. O. Club. xn, p. 28, I90I. NOTE SOPRA UNA RACCOLTA DI UCCELLI DELL’ARCIP. TOSCANO 243 sicus, l' HARTERT propone (1) una riversione dei due nomi; e ciò perchè Linneo nella x edizione del “Systema Naturae, 1758, descrive il Sassello come 7. musicus “ Turdus alis subtus fer- rugineis, linea superciliorum albicante » € dice riguardo all’ z/zacus “ alis subtus flavescentibus ,, e “linea superciliorum alba ,; quindi successe uno scambio di nomi. Ma è evidente che Linneo voleva chiamare i/iacus il. Sas- sello e. musicus il Bottaccio, infatti tutti i sinonimi adoperati dallo stesso Linneo sotto al 7. musicus appartengono al Bottaccio e quelli sotto al 7. stacus al Sassello, si’ tratta evidentemente di un errore di nome che potrebbe anche addebitarsi a semplice negligenza del Proto! Nell’ edizione del 1766 del suo “ Systema Naturae , Linneo poi corresse tale errore, come fece in gene- rale per quelli commessi nell’ edizione del 1758. Ma l'Har- TERT (2) non ammette che Linneo potesse correggersi, e quindi «propone che in omaggio alla legge di priorità il Sassello sia d’ ora innanzi chiamato musicus e iliacus il Bottaccio. Io trovo che una applicazione così rigida della legge di priorità è solo ‘atta a creare inutili confusioni, e siccome questi due nomi sono ‘così universalmente noti per le singole destinazioni, così conti- nuerò a chiamare 7. lacus il Sassello e 7. musicus il Bottaccio ‘con buona pace della legge di priorità e dell’ amico Hartert. 95. Merula merula (L.) — Merlo nero. g' semi-ad. 16 novembre 1898, Portoferraio, Isola d’ Elba. Ala 128 mm. Esistono marginature chiare sulle parti inferiori, e le tinte generali nere non hanno ancora raggiunto l’ intensità propria all’ abito degli adulti; becco giallo. 2 ad. 18 febbraio 1899, Portoferraio, Isola d’ Elba. Ala 122 mm. 9 var. montana, 14 novembre 1901 “Le Carene ,,, Portofer- ferraio, Isola d’ Elba. Ala 120 mm. Presenta le redini, i lati della testa, il gastreo ‘e le cuopritrici inferiori della coda di un rosso-mattone poco vi- vace, con numerose macchie longitudinali brunastre sulla gola e sul davanti del petto. (1) Ibis, 1904, p. 431. (2) Brit. Birds, iv. p. 130, I9I0. 244. E. ARRIGONI DEGLI ODDI E G. DAMTANI 96. Ruticilla phocnicurus (L.) — Codirosso. d' giov. 6 ottobre 1898, Portoferraio, Isola d’ Elba. Ala 79 mm. 2 ad. 6 ottobre 1896, Portoferraio, Isola d’ Elba. Ala 77 mm. 97. Ruticilla titis (Scop.) — Codirosso spazzacamino. 3 ad. 9 novembre 1901, “ Schiapparello ,,, Portoferraio, Isola d’ Elba. Ala 35 mm. Parti superiori poco distintamente lavate di bru- nastro: margini bianco-cenerognoli sulle penne del gastreo ben definiti: spazio alare chiaro poco esteso. Con la nuova e semplice classificazione proposta dall’ HAR- TERT (1) il Codirosso dovrebbe chiamarsi Phoezicurus phoenicurus phoenicurus ed il Codirosso spazzacamino Pkoenicurus ochru- ros gibraltariensis.!! : 98. Sylvia atricapilla (L.) — Capinera. 2 ad. 25 novembre 1898, Portoferraio, Isola d’ Elba. 99. Melizophilus undatus (Bopp.) — Magnanina. 3 ad. 18 dicembre 1898, Portoferraio, Isola d’ Elba. Ala 55 mm. In Italia questa specie è sedentaria in generale dalla Liguria all’ in giù e nelle Isole, soprattutto sul versante me- diterraneo, scarseggiando su quello adriatico: può dirsi uccello raro, anzi accidentale nella Valle Padana. Però è sempre specie assai localizzata, così è comune in Toscana, nel Romano, in Sardegna ed in Corsica, rara in Sicilia, rarissima a Malta, scarsa. in Calabria; ma conviene avvertire che vive ove la vegetazione è più densa, e quindi può facilmente sfuggire alle ricerche. Quindi qualsiasi dato, sulla sua distribuzione da noi, è sempre. interes- sante per una più esatta conoscenza del suo vero abitato. Con- servo una trentina di esemplari con le seguenti provenienze: parecchi dal Romano, Toscana, Napoletano e Sardegna, tre sog- getti dal Milanese, uno rispettivamente dal Padovano, da Ales— sandria, da Catanzaro e da Lentini in Sicilia. 1) Vòg. d. Palaarkt. Fauna, p. 718 e 720, I9I0 NOTE SOPRA UNA RACCOLTA DI UCCELLI DELL’ARCIP. TOSCANO 245 Per la Corsica ricorderò come il WHaRTON (1) non l’ avesse «citata, WHITEHEAD (2) parlò di due soli individui, il GiGLIoLI ebbe recentemente a citarla (3) e finalmente il compianto PaRrROT ve la rinvenne (4) comune, ed anzi espresse l’ opinione che le \Magna- mine dell’ Isola potessero appartenere ad una sottospecie distinta non ancora descritta. too. Motacilla alba (L.) — Ballerina. d' giov. in aut. 6 ottobre 1898. Ala 87 mm. Mezzaluna piuttosto ristretta: tinte bianche della testa e «della gola lavate di gialletto. IoI. Motacilla melanocephala Lcut. —- Cutrettola capinera. S ad. 2 maggio 1905, Isola di Montecristo. ‘ Ala 80 mm. og ad. 18 aprile 1908, Isola di Gorgona. Ala 80 mm. In Italia questa specie è di doppio passo, mostrasi ‘però quasi soltanto, in quello di primavera, dal marzo-aprile fino ai primi di maggio: in quello autunnale è molto più rara ‘e sembsa scegliere evidentemente altre vie, giacchè da noi non si vede quasi affatto. Si trova abbastanza facilmente nelle Puglie ed in Sicilia, poi in Liguria, in Toscana ed a Malta, posso dire «che in primavera l’ ho avuta da tutte le nostre regioni (eccetto il Piemonte), talora nel giugno, una sol volta nell’ agosto e nel- l ottobre (Veneto). Può dirsi in generale uccello scarso ed irre- .golare nelle sue comparse, eccetto in Puglia e sulla costa orien- tale della Sicilia ove è abbastanza copioso e di passo primaverile regolare, ma nell’ autunno anche colà non si vede affatto od è rarissimo. Il Mina-PaLumBo (5) asserì di averne osservati nel- l'estate nelle Madonie, quindi parrebbe che la specie nidificasse In Sicilia, ma la notizia merita conferma. (1) Ibis, 1876, p. 17-24. (2) Ibis, 1885, p. 34. (3) Avif. Ital. p, 187, 1907. W)COrmicfalrb:i xxT. p. 204, IQUI, (5) Mrwa-PaLumBo, in Doderlein, Avif. Moden, e Sicil. p. 103, 1870. 246 E. ARRIGONI DEGLI ODDI E G. DAMIANI Sottolineo la importanza delle catture di Montecristo e della Gorgona, perchè non conosco altri individui presi in quelle lo- calità. 102. Ptilocorys cristata (L.) — Cappellaccia. Nidaceo atto al volo,.2 luglio 1902, Portoferraio, Isola d’Eiba.. Individuo molto giovane con ali sviluppate e coda incipiente, eguale ai nidiacei continentali. La Cappellaccia, come è noto, manca in Sardegna, in Corsica ed a Malta, vive all’ Elba e per quanto so anche a Capraia e Gorgona, ma non potei avere esemplari da queste due isole. Questa specie è assai variabile, e forma razze locali nei vari paesi della sua distribuzione geografica. Il DrESSER (1) nel 1902 riconosceva due forme soltanto di Cappellaccie in tutta la Regione Paleartica, cioè il Corydus cristatus ed il C. isabellinus; Vl HARTERT a due soli anni di distanza ne accettava (2) 35, delle quali non meno di dieci per la sola regione circummediterranea e di que- ste due per l’Italia, cioè la Galerida cristata cristata e la G. c. meridionalis ! ! 102. Emberiza cia, L. — Zigolo muciatto. 9 giov. 31 gennaio 1899, Portoferraio, Isola d’ Elba. Ala 75 mm. Individuo femmina, che presenta tuttora nume- rose macchiette sul davanti del collo. Lo Zigolo muciatto sembra essere raro nel sud d’Italia e nelle Isole, conservo i seguenti esemplari dalle suddette loca- lità, cioè: a) 2 giov. 10 dicembre 1898, Barletta, Puglie. 6) 3 ad. 20 dicembre 1895, Reggio di Calabria. c) 9° ad. 5 febbraio 1890, Monreale, Sicilia. d) 3 ad. 31 gennaio 1899, Pula, Sardegna. Dalla Corsica, ove secondo GigLioLI (3) non sarebbe mai stata finora osservata, ho una 2 ad. da me acquistata sul mer- cato di Bastia il 25 gennaio 1898. Deve essere specie rarissima por l’ Isola, perchè WHarton, WHireHEAD, PARROT e JOURDAIN non ne parlarono affatto. (1) Manual Palaeart. Birds, pp. 390-392, 1902. (2) Vég. d. Palàarkt. Fauna, pp. 226-240, 1904. (3) Avif. Ital. pî 72, 1907. NOTE SOPRA UNA RACCOLTA DI UCCELLI DELL'ARCIP. TOSCANO 247 104. Fringilla coelebs, L. — Fringuello. 2 ad. novembre Igor, Isola di Gorgona. Ala 85 mm. o ad. 9g febbraio 1901, Isola di Capraia. Non trovo alcuna differenza tra la femmina di Gorgona e le continentali. Il 7 di Capraia è in tutto simile agli individui di Sardegna, nei quali le tinte sono di solito più vivaci e le di- mensioni alquanto minori. Non crede che questi soggetti di Sar- degna possano venir sottospecificamente distinti, come non credo alla bontà specifica della forma còrsa o £. coelebs tvrrhenica dello ScHIEBEL (1); il ParROT l’accetta (2), ma non si perita d’ aggiungere che ebbe a trovare individui consimili in autunno anche in Prussia! I 3° ad. in primavera di questa specie variano sensibilmente nel tono della tinta rossiccia del gastreo che va dal rosso-mat- tone, al salmone ed il vinato; anche il cenerino-piombato della testa tende più o meno al bluastro, rendendo variamente accen- tuata e visibile la banda nera della fronte. Talora anche le femmine presentano il gastrev lavato più o meno intensamente di rosa. 105. Fringilla montifringilla, L. — Peppola. gd ad. 15 novembre 1897, Iscla di Capraia. Individuo maschio adulto in abito d’ autunno e di tinte vi- vaci. Credo debba registrarsi tra gli uccelli rari per Capraia, ed è in generale specie assai scarsa dalla Toscana all’in giù. La località più meridionale italiana, dalla quale ebbi individui è Monte S. Angelo presso Gragnano di Napoli, da dove conservo un g° ad. colla data 6 gennaio 1900, speditomi dal cacciatore V. Rossi “come uccello non mai veduto per l’ innanzi in quelle località ,,. 106. Carduelis carduelis (L.) — Cardellino. d ad. 20 gennaio 1898, Portoferraio, Isola d’ Elba. Ala 82 mm. 2 ad. zo luglio 1901, Isola di Capraia. Ala 80 mm. Sono due grossi individui della forma continen- tale e tipica. Il Cardellino residente in Sardegna ha il rosso-cre- (1) Orn. Jahrb. xxI, p. 102, 19I0. (2) Orn. Jahrb. xxI, p. 137, I9I0. 248 E. ARRIGONI DEGLI ODDI E G. DAMIANI misino di un tono molto più cupo, il dorso distintamente lavato di olivastro, le dimensioni minori - caratteri che i due suddetti individui non presentano affatto. 107. Serinus serinus (L.) — Verzellino. dg ad. 16 novembre 1895, Portoferraio, Isola d’ Elba. Ala 68 mm. 108. Coccothraustes coccothraustes (L.) —- Frosone. d' ad. 18 maggio 18096, PERE Isola d° Elba. Ala 105 mm. g° ad. 15 ottobre 1902, Punta di Cala Maestra, Isola d’ Elba. Ala 108 mm. Bellissimo individuo di rilevanti dimensioni e con le tinte generali assai vivaci. 109. Ch/loris chloris (L.) — Verdone. 2 ad. 14 ottobre 18094, Portoferraio, Isola d'Elba. Ala 82 mm. Individuo grosso e poco colorito della forma continentale. I Verdoni d’ Italia e delle Isole sono di tinte più vivaci di quelli del Nord, e mostrano in generale un forte grado di variabilità; in serie numerose si possono vedere ben marcate tali variazioni, che però si connettono semplicemente e gradual- mente alla specie tipo. Gli individui residenti in Sardegna hanno le dimensioni generali minori, le ali leggermente più corte e che di rado toccano gli 80 mm. mentre i continentali forse immi- granti dal Nord giungono anche ai go mm., presentano tinte al- quanto più cupe nelle parti superiori, e le gialle più estese e più vivaci. Conservo un unico oggetto g ad. da Pantelleria del 25. maggio 1907 che s’ accosta alla forma chiamata Ch/oris chloro- tica, il cui tipo proviene dalla Siria, esso è di piccola statura, ala 78 mm. con la tinta gialla delle ali e del gastreo molto chiara e brillante, la fronte e le parti superiori lavate di giallo-vivace. , 110. Loxta curvirostra, L. — Crociere. dg ad. novembre 1909, Marciana Marina, Isola d’ Elba. Ala 95 mm. È in livrea brillante. 2 ad. luglio 1909, Portoferraio, Isola d’ Elba. Ala 93 mm. È nella completa livrea di femmina adulta di un oliva-giallastro, col groppone color zolfino brillante. NOTE SOPRA UNA RACCOLTA DI UCCELLI DELL’ARCIP. TOSCANO 249 Come è noto nel luglio 1909 avvennero generali e grosse immigrazloni di Crocieri, che si mostrarono in rilevanti quantità anche nell’ Isola d’ Elba (1). III. Sturnus vulgaris L. — Storno. dI ad. 28 dicembre 1898, Portoferraio, Isola d’ Elba. Ala 128 mm. Individuo della forma tipica continentale con larghe macchie e marginature bianche o bianco-fulvicce ; esistono riflessi metallici visibili e brillanti, violetto-porporini sulla gola, e sulle parti alte del collo, porporino-verdastri sulle cuoprotrici auricolari, sulla parte superiore del collo e sul petto, verdi-d’ ac- ciaio sulle scapolari, sul groppone e sulle cuopritrici delle ali. 112. Corvus frugilegus, L. — Corvo. d' giov. 4 novembre 1901, Isola di Capraia. Ala 310 mm. Parti della testa nude negli adulti ancora rive- stite di penne; riflessi generali bene accentuati. 113. Caccabis rufa (L.) — Pernice rossa. d' ad. 12 ottobre 1903, Marciana, Isola d’ Elba. Ala 152 mm. Bellissimo individuo adulto di colorito intenso soprattutto sull’ ametistino della parte nucale, sull’ alto collo e sul dorso; gola bianco-grigiastra ; rosso-fulvo dell’ addome molto brillante. i gd giov. 25 agosto 1903, Monte Orello, Isola d’ Elba. Ala 150 mm. Ametistino della parte nucale e del dorso poco accentuato; gola cenerognola; macchie grosse e numerose sul davanti del collo, rosso-fulvo dell’ addome piuttosto scolorito. g° giov. 28 ottobre 1899, Lacona, Isola d’ Elba. Ala 155 mm.; iride rossa. Individuo giovane, però lo ritengo dell’ anno precedente ed in abito di muta ; il collare nero manca od è interrotto; poche macchie nere sul davanti del petto, colo- rito generale cupo anche sulle penne caratteristiche dei fianchi. Mi pare che questi soggetti siano eguali a quelli che si uc- cidono in Toscana e nelle rimanenti parti d’Italia. La forma di Corsica è stata recentamente descritta dal PARROT (2) sotto al (1) Cfr. « Giornale d’ Italia » n: 195, Roma 1909; DAMIANI, «Tlva», n. 168. Portoferraio, 1909 ed « Avicula », p, 60, 1909. (2) Orn. Monatsb. p. 156, 1910. 250 E. ARRIGONI DEGLI ODDI E G. DAMIANI nome di C. rufa corsa, e sarebbe somlgliante alla forma spa- gnuola o C. rufa hispanica. Questa forma spagnuola, secondo gli Autori, avrebbe le tinte più scure e più vivaci, la statura mag- giore, ma il carattere: più saliente sarebbe il color grigio-perla della gola. Ora a me sembra che tutte queste distinzioni abbiano valore più che relativo, e che dobbiamo considerare la Pernice rossa sotto l’ unica specie Caccabdis rufa e nulla più. Nella mia serie composta di soggetti italiani, spagnuoli, francesi ed inglesi ho sempre guardato al cartello per saperne la provenienza — può darsi che gli uccelli spagnuoli presentino in prevalenza le particolarità delle quali abbiamo parlato, ma io ne ho veduto di affatto eguali a quelli che vengono uccisi a Volterra e nel Pia- centino. E anche specie variabile nelle dimensioni, ed i soggetti di maggior mole da noi s’ uccidono di solito neile parti settentrio- nali, e precisamente sui monti di Piacenza e di Parma, ma anche dall’ Appennino Toscano ebbi grossi individui. La Pernice rossa è ovunque in diminuzione assai rilevante ed in alcuni distretti affatto scomparsa; anche dall’ Elba è assai difficile oggi di poterne avere. Un tempo viveva anche nelle isole di Capraia e di Pianosa, ma ora è distrutta anche la. La Coturnice, la Pernice rossa e la sarda, le tre specie del gen. Caccabis esistenti in Italia, sono da noi in diminuzione assai im- pressionante, e se il R. Governo non interverrà a frenarne rigo- rosamente la caccia e la cattura, in breve esse scompariranno del tutto. In queste brevi note sull’ Avifauna dell’isole dell’ Arcipelago Toscano, ho parlato di specie provenienti dall’ Elba, da Capraia, dalla Gorgona e da Montecristo, dalle altre non ho potuto avere materiale di sorta. E scendendo a dettagli, ho illustrato 79 esem- piari dell’ Elba appartenenti a 60 specie e precisamente: Accipiter nisus (3), Pernis apivorus, Falco peregrinus, Tin- nnnculus vespertinus, Asto otus, Chelidon urbica, Hirundo rustica, Cotile rupestris, Lanius collurio (2), Parus major (2), Parus cae- ruleus, Tichodroma muraria, Sitta europea caesia, Turdus iliacus, Merula merula (3), Monticola solitarius, Ruticilla phoenicurus (2), Ruticilla titis, Erithacus rubecula, Sylvia atricapilla, Melizophilus sti dirai ARIETE TE, NOTE SOPRA UNA RACCOLTA DI UCCELLI DELL’ARCIP. TOSCANO 251 undatus, Anthus trivialis (2), Anthus cervinus (2), Piilocorys cri- stata, Calandrella brachydactyla, Melanocorypha calandra (3), Em- beriza cia, Passer italtae, Passer. montanus, Carduelis carduelis, Serinus serinus, Coccothraustes coccothraustes, Chloris chloris, Loxia curvirostra, Sturnus vulgaris, Caccabis rufa (3), Glareola pratincola, Vanellus vanellus, Squatarola squatarola, Totanus fu- scus, Totanus calidris (2), Totanus littoreus (2), Pavoncella pugnax, Tringa minuta, Tringa temmincki, Tringa subarcuata, Fulica atra,. Botaurus stellaris, Nycticorax nycticorax, Plegadis falcinellus, Fu- ligula marila, Clangula clangula (2), Phalacrocorax graculus des- maresti, Hydrochelidon hybrida, Larus audouini (2), Stercorarius crepidatus, Procellaria pelagica, Puffinus anglorum velkouan, Co- Iymbus septentrionalis ed Alca torda (3). I soggetti più notevoli sarebbero: Sitta europaca caesia, Fu- ligula maria, Stercorarius crepidatus e Colymbus septentrionalis. Per Capraia ho illustrato 93 soggetti appartenenti a 57 specie e precisamente: Circus macrurus (5), Circus pygargus (2), Buteo buteo arri- gonit (2), Falco punicus, Falco subbuteo, Falco eleonorae, Tin- nunculus vespertinus, Tinnunculus tinnunculus (4), Tinnunculus naumanni, Asio otus, Asto accipitrinus, Strix flammea, Cuculus canorus, Coracias garrulus, Merops apiaster, Alcedo ispida, Ca- primulgus europaeus, Apus melba, Clivicola riparia (2), Cotile obsoleta sarda, Lanius senator, Tichodroma muraria (2), Monti- cola solitarius (4), Sylvia melanocephala, Acrocephalus arundina- ceus (2), Calandrella pispoletta minor, Alauda arvensis, Passer italiae (2), Passer montanus, Petronia petronia, Fringilla monti- fringilla, Fringilla coelebs, Carduelis carduelis, Oriolus oriolus, Corvus frugilegus, Corvus corax (3), Corvus cornix, Oedicnemus oedicnemus, Totanus calidris, Totanus glareola, Tringoides hypo- leucus (2), Pavoncella pugnax (3), Rallus aquaticus (2), Porzana intermedia, Gallinula chloropus, Ardea cinerea, Ardea purpurea, Ardeola ralloides, Ardetta minuta, Botaurus stellaris, Nvycticorax nycticorax, Mergus serrator, Phalacrocorax graculus desmare- stt (5), Larus argentatus cachinnans (6), Puffinus kulhi, Puffinus anglorum yelkouan (3), Alca torda (3). I soggetti più notevoli sarebbero: /a/co punicus, Falco eleo- norae, Calandrella pispoletta minor. 252 E. ARRIGONI DEGLI ODDI E G. DAMIANI Per la Gorgona ho illustrato 14 soggetti appartenenti a 11 specie e precisamente: Buteo buteo arrigonit, Hierofalco feldeggi, Tinnunculus tin- nunculus, Asto accipitrinns, Regulus regulus, Motacilla melano- cephala, Passer italiae (3), Fringilla coelebs, Cannabina canna- bina (2), Coccothraustes coccothraustes, Ardeola ralloides. Le specie più notevoli sarebbero: MHierofalco feldeggi e Mo- .tacilla melanocephala. Ed infine per Montecristo ho illustrato 9 soggetti rappre- .sentanti 8 specie e precisamente: Falco punicus (2), Falco aesalon, Ampelis garrulus, Accentor modularis, Motacilla melanocephala, Anthus richardi, Larus ar- gentatus cachinnans ed Alle alle. Le specie più notevoli sarebbero: Anthus richardi, Ampelis garrulus, Motacilla melanocephala ed Alle alle. Il materiale illustrato in questo lavoro fa parte della mia «Collezione Ornitologica di Ca’ Oddo, Monselice, Padova. Cà Oddo, li 30 giugno I9TI. Dott. E. ArRIGONI DEGLI ODbDI ‘COROLOGIA ORNITICA DELL’ ARCIPELAGO TOSCANO Già nei cenni fisiografici (parte 1°) accennai genericamente «alla corologia ornitica delle isole toscane. Conviene ora consi. derarle più ampiamente nel loro aspetto generale e nelle parti- colarità finora note. Il mio illustre coadiutore ed amico E. ARRI- ‘GONI DEGLI Oppi, nel diligente e. minuto esame di non pochi “ specimens ,, insulari, ne ba rilevato già i tratti più caratteristici -e salienti. Può asserirsi che |’ Isola d'Elba, anche perchè la più nota ‘e, fortunatamente, la più studiata (ToscanELLI, GiGLIOLI, DAMIANI, ArrIGONI DEGLI OppI, 1876-1911) fornisce da sola pressochè inte- «gra la facies ornitica. dell’ intero arcipelago, il ‘quale rispecchia nelle minori presso a poco le condizioni generali d’ ambiente NOTE SOPRA UNA RACCOLTA DI UCCELLI DELL’ARCIP. TOSCANO 253 dell’ isola maggiore. Per la sua latitudine, per le variazioni atmo- sferiche in relazione con quelle del continente, per la configura- zione, per la orografia (che d’idrografia non può certo parlarsi neppure per l’Elba), per la sua vegetazione spontanea, è la più atta ad accogliere non solo un maggior numero di specie stazio- narie, ma anche non poche delle estive e nidificanti, e maggiore varietà di forme di transito durante le migrazioni quasi esclusi- vamente con venti S., Est e S.-Est. Nè l’ Elba, nè alcuna delle minori offre specie peculiari,. esclusive, come le maggiori isole italiane. Anche nell’ avifauna predomina il carattere continentale: solo per alcune forme talas- siche (litorali e pelagiche) notasi un /abifat assai adatto ed esteso, eminentemente protettivo, per ragioni ovvie inerenti alla condi- zione insulare. Può darsi che una più accurata indagine 7 loco,. proseguita per molti anni, possa rivelarci qualche fatto ornitico- più che qualche specie peculiare, come è assai probabile che dalla comparazione con forme continentali, ben definite, e di altre isole mediterranee, alcuni caratteri in forme sedentarie possano dar luogo a varietà e sottospecie in sè o in relazione con forme analoghe di altre oasi insulari. Il fenomeno più evidente e sconfortante è il depauperamento- progressivo di quasi tutte le specie sedentarie. È qui inutile accennare alle cause di ordine assai vario e complesso e, per l’ Elba in particolare, conseguenti al rapido incremento agricolo ed industriale dell’ ultimo decennio, di cui feci cenno nella 1 parte di questo nostro lavoro. Potesse almeno salvarsi la tanto minacciata e splendida Caccabis rufa, per la quale s'invocano da tanto tempo speciali disposizioni restrittive cinegetiche. La distribuzione degli uccelli nelle isole toscane non è uni- forme. All’ Elba che offre una somma di condizioni ad loc si ha un totale di circa 230 specie (comprese alcune dubbiose); la Capraia ne conta circa 150 ed altrettante il Giglio, certo molte più che nell’ elenco del dott. BrancHi del 1890. La Gorgona, Pianosa, Montecristo per la loro area ristretta e per altre cause- predette, ne contano un numero assai inferiore, quasi tutte di passo. Le specie sedentarie e nidificanti si trovano all’ Elba quasi tutte in condizioni analoghe d'ambiente che nelle isole minori. 254 E. ARRIGONI DEGLI ODDI E G. DAMIANI Esse sono: Buteo buteo, Falco peregrinus, Tinnunculus tinnunculus, Pan- dion haliattus (Montecristo, ArRIGONI DEGLI OppI); Carine noctua Asto otus (solo all’ Elba, ove trova condizioni più adatte; forse a Montecristo e al Giglio); Stax flammea, Alcedo ispida, Cotile riparia (in tutto l’ Arcipelago); Aegrthalus caudatus irbyi (regi. strato per l’ Elba dal GieLioLi ed ARRIGONI DEGLI ODI; io non ve l’ho ancora trovato!); Parus caeruleus (localizzato), Parus major, Sitta europaea caesia (Elba! avuto una volta dall’ ARRI- GoNI DEGLI OppI: dubito assai della sua presenza all’ Elba, tanto più che manca anche nelle altre isole italiane); Ticodroma muraria, Accentor collaris (localizzato all’ Elba da ottobre a marzo; forse nidificante in rare coppie sul Volterraio e su alcuni monti del Marcianese dagli 800 ai 1000 metri, difficile ad aversi); Merula merula, Monticola solitarius, Pratincola rubicola, Ruticilla ttis, Sylvia atricapilla, S. cinerea, (S. conspicillata, Elba ?), S. melano- cephala, Melizophilus undatus, Motacilla alba, M. melanope, ( Alauda arvensis, Elba?); Lullula arborea, Ptilocorys cristata, Emberiza cirlus, (E. schoeniclus ?), Passer italiae, P. montanus, Fringilla coelebs (raramente nidifica sui boschi del Marcianese); Car- duelis carduelis, Chloroptila citrinella corsicana (forse sui monti dell’ estremo Ovest dell’ Elba); Cannadina cannabina, Chloris chloris, Corvus corax, (C. cornix Elba?); Columba livia, (Caccabis saxatilis, oggi estinta all’ Elba!); Caccabdis rufa (a Capraia e Pianosa estinta da un ventennio); Colurnix coturnix (Anas boscas, riduzione di luoghi adatti); Mettium crecca (come sopra); Phala- crocorax graculus desmaresti (specialmente isole minori, sco- gliere disabitate); Larus fuscus (invece di Is. di Giannutri, leggi nidiaceo dell’isola di Capraia) (1); Larus argentatus cachinnans (L. audouini, Elba ?, più probabilmente nidificante nelle isole mi- nori); Procellaria pelagica, Puffinus kuhti, P. yelkouan, Podicipes fluviatilis (Elba, assai scarso per riduzione di luoghi adatti). Il caso più assoluto di estinzione è dato dalla Caccabdis saxa- tilis che all’ Elba si cacciava, per quanto ridotta e localizzata, (Monte Grosso, Capo Vite e pochi altri luoghi ad Ovest) fino (1) Cfr. ARRIGONI DEGLI ODDI, Man. II. p. 816, 1904. NOTE SOPRA UNA RACCOLTA DI UCCELLI DELL’ARCIP. TOSCANO 255 alla prima metà del secolo passato (1) e, limitatamente alla Ca- praia e Pianosa quello della Caccabis rufa nella seconda metà del secolo stesso, ed il caso, come ho detto, minaccia di ripetersi tra poco anche per l’ Elba. L’ arcipelago toscano conta l’ assenza assoluta di Picid: seden- tari, come del resto la Corsica. Notevole la mancanza della Cettia cettiî, ovunque decisamente sedentaria nelle isole maggiori, e della Cisticola cursitans. I più comuni Ra/lidi e Anatidi fino ad un trentennio fa erano sedentari e nidificanti in poche coppie in qualche palude, allora in condizioni assai favorevoli alla riproduzione. Per la maggior parte di Uccelli marini»sì litorali che pela- gici, le condizioni di sedentarietà si sono presso a poco conser- vate, specialmente nelle isole minori. È ormai assodata la nidi- ficazione del Phalacrocorax graculus. desmaresti, del Puffinus kuhli e P. anglorum yelkouan in Capraia e Pianosa; resta a pro- versi quella della Proce/laria pelagica e del Larus audouini, per quanto l’ esemplare del ro Giugno rgii da Montecristo (2) la lasci supporre assai probabile. Dubbie assai le comparse del MNeophron percnopterus e del Microcarbo pvgmaeus registrate su esemplari veduti dal GiGLIoLI (1896). La fenologia dell’ Elba, se non dell’intero arcipelago, è la. più nota dell’Avifauna ; manchevoli, invece, sono l'ecologia, soprat- tutto nei riguardi della distribuzione e delle nidificazioni. Come appare dallo studio diligentissimo dell’ amico ARRIGONI DEGLI ODDI, anche su di un numero limitato di specie i fatti più interessanti si palesano quelli, non tutti ben definiti, delle variazioni locali specialmente nelle forme sedentarie di Rapaci e di alcuni Pas- seracei. Delle 473 specie italiche segnate dall’ ARRIGONI DEGLI ODDI nel suo “ Manuale ,, del 1904 e delle 496 dal GigLioLI (1907), ho notato all’ Elba in modo positivo durante un ventennio di ricer- (1) Cfr. ARRIGONI DEGLI OpDI, Man. II. p. 503, 1904. (2) ARRIGONI DEGLI ODpDI, Riv, Ital. d’ Orn., pag. 9I, I9II. 256 E. ARRIGONI DEGLI ODDI E G. DAMIANI che 217 specie. Le dubbiose, comprese alcune sottospecie ormai accettate, sono: Neophron percnopterus, Cypselus apus murinus, Ampelis garrulus (vedi esemplare di Montecristo avuto dall’ ARRI- GONI DEGLI OppI); Aegrthalus caudatus irbyi, Sitta europaea cae- sta, Geocichla varia (esemplari del 1885 registrati .dubbiosamente dal GiLIoLI) (3); Montifringilla nivalis (per un individuo ucciso alcuni decenni fa in pianura presso Portoferraio, esemplare molto. dubbio); CA/oroptila citrinella corsicana (estremo Ovest Elba?); Pastor roseus (ascrivo a questa specie un giovane da me veduto ed inseguito nel luglio 1909); G/areola pratincula, Arenarta inter- pres, Numenius tenuirostris, Calidris arenaria, Limicola fygmaea, Phoenicopterus roseus (parlasi di un paio di individui uccisi circa 30 anni fa sulla spiaggia di Procchio, a Montecristo dicesi di passo regolare ?). In tutto si raggiungono la ventina di specie. Complessivamente nell’ arcipelago, fra positive e dubbiose, non andiamo lontani dalle 250 specie, che credo inutile elencare perchè figurano nelle mie note (1892-1905) ed alcune nelle clas- siche opere GiGLIoLI, ARRIGONI DEGLI OppIi e MARTORELLI, nonchè nella 1% parte di questo lavoro. Credo più utile accennare tosto agli individui di specie rare o comunque interessanti avuti dal 1901 a tutto il decorso IQII, all’ Elba. Le specie segnate con (*) non furono da me constatate prima all’ Elba, onde non figurano nelle mie Note precedenti dal 1895 al 1900 inclusive. IQOI (*) Turdus ustulatus aliciae, 3, 2 novembre. Coll. Elbana (ri- cordato da ArRrIGONI DEGLI OppI, MarrorELLI e GIGLIOLI). 1902 (*) Ciconia alba, 2 ad. 2 aprile. Coll. Elbana. Eudromias morinellus, giov. 31 agosto. Coll. Elbana. (*) Podicipes cristatus, 3, 30 ottobre. Coll. Elbana. (3) GIGITOLI, Avif. p. 186, 1889, pe: NOTE SOPRA UNA RACCOLTA DI UCCELLI DELL’ARCIP. TOSCANO 257 1903 Larus audouini, F ad. “ Enfola »y 20 giugno. Coll. Elbana. Procellaria pelagica, 17 agosto. Coll. Elbana. 1904 (*) Zotanus stagnatilis, 2 ad. 13 aprile. Coll. Elbana. 1905 Larus audouini, 2, 29 marzo. Portoferraio, golfo, preparato per uso privato. (*) Sterna hirundo, 3° prim. 13 aprile. Coll Elbana. Larus audouini, Tad. “ Enfola , (donato al Conte SALVADORI). 1906 Larus audouini, 2 ad. 18 marzo “Enfola ,, preparato per uso privato. gi Haematopus ostrilegus, 2 prim. 17 aprile. Coll. Elbana. (*) Pyrrhula europaea, FT, 15 dicembre. Coll. Elbana. 1907 Larus canus, 3° e 2 ad. 8 e 9 gennaio. Coll. Elbana. — Specie esclusivamente invernale. Grus cinerea, 3 ad. 24 novembre. Coll. Elbana. Pandion haliattus, Golfo di Portoferraio. Vi si trattenne circa due mesi e non fu potuto uccidere. Merula atrigularis, giov. 25 ottobre. Marciana, presa ai lacci. Esemplare interessantissimo, che mi riserbo di descrivere partico— larmente. 1908 (*) Fratercula arctica, TX giov. 10 gennaio. Coll. Elbana. Procellaria pelagica, 29 gennaio. (*) Gelochelidon arglica. 3 prim. 21 aprile. Coll. Elbana. Saxicola melanoleuca, 3 prim. 30 febbraio e j ad. prim. 20 aprile. È un esemplare tipico della forma orientale, che sembra più frequente in Toscana della .S. occidentalis. Riv. Italiana di Ornitologia. 18 258 E. ARRIGONI DEGLI ODDI E G. DAMIANI Loxia curvirostra, luglio-agosto. Serie di 12 individui giovani intermedi e semi-adulti; Coll. Elbana. Complessivamente, ne ebbi una trentina. Mi richiamo al mio articolo in proposito. riportato sull’ “ Avicula ,, confermando |’ esclusione assoluta d’ individui .di Loxta pitvopsittacus, almeno tra quelli osservati. (*) Anthus richardi, 12 novembre. Ascrivo a questa rara specie un esemplare ucciso da mio nipote, me presente, allo Schiap- parello, da un branchetto del comune A. campestris. Disgrazia- tamente, avvenne uno scambio di preda e l’ interessante soggetto finì allo spiedo! In questo stesso lavoro l’ ARRIGONI DEGLI ODDI ricorda un esemplare del luglio 1912 da Montecristo. Eudromias morinellus, giov. 18 novembre. Guasto dal colpo non fu potuto conservare. È il primo individuo così tardivo da me osservato. 1909 (*) Hypolais icterina, 10 maggio. La noto particolarmente perchè non pare finora accertata la sua presenza nelle isole italiane. AIl’ Elba è esclusiva di doppio passo e scarsissimo, maggio. (*) Egretta garzetta, 3° ad. prim. 20 maggio. Coll. Elbana. È il primo esemplare avuto nel ventennio. Saxicola melanoleuca, 3° ad. 10. maggio. Coll. Elbana. Della stessa forma dei due precedenti. Tinnunculus vespertinus, 2 ad. 10 maggio. Individuo note- vole per il fulviccio della testa quasi bianco-argentino, e quello delle parti inferiori e calzoni gialletto; colorito generale assai chiaro. Larus audouini, 3° ad. 9 luglio, Enfola (lo donai in carne al Conte SaLvapori a Torino, ove giunse assai guasto). Larus audouini, 24 luglio. Enfola (esemplare in muta di piccola statura, assai interessante. Fu preparato per un privato, nè mi fu possibile ottenerlo per la Collezione Elbana). Plegadis falcinellus, 3° giov. 10 maggio. Individuo notevole, essendo il primo preso in autunno: dal 1901 non era più com- parso all’ Elba. ce) NOTE SOPRA UNA RACCOLTA DI UCCELLI DELL’ARCIP. TOSCANO 259 IQIO Fratercula arctica, 2 ad. 7 febbraio. Rigettata dal mare presso la banchina della darsena di Portoferraio, dopo una burrasca. ‘Questa specie nel 1908-1909 fu assai frequente sul litorale sardo. È il terzo esemplare del triennio 1908-1910. Coll. Elbana. Pyrrhula europaca, 16 febbraio. S. Martino, guasto dal colpo non fu preparato. Larus minutus, 3° ad. prim. 22 aprile. Coll. LamsaRDI. In livrea perfetta e perciò degno di nota. Anche i giovani sono ‘scarsi; è specie di comparsa irregolare. (*) Pernis apivorus, 3 ad. 8 settembre. Collezione Elbana. L’ARRIGONI DEGLI OppIi ebbelo adulto dall’ Elba e precisamente «da Monte Capanne il 5 maggio 1899, e lo ricorda in questo ‘stesso lavoro a p. 18. All’ Elba è raro assai e di doppio passo. In questo individuo della nostra Collezione il grigio della testa e ‘delle redini è sfumato di rossigno, l’ iride è giallo d’ oro. Le parti inferiori Sono di fondo chiaro con fasce trasversali sull’ ad- «dome; fianchi e calzoni di un bruno-cioccolata. Hypolais icterina, JT ad. 13 settembre. Procellaria pelagica, 2, 12 settembre. Enfola. Gelochelidon anglica, 3 ab. d’ aut. 26 luglio. Enfola. La noto per la prima volta d’autunno; l'altro esemplare è l'adulto del- l'aprile 1908. Fu preparato per un cappello muliebre, Loxia curvirostra. - Mi consta che alla fine d’ ottobre un Crociere adulto venne ucciso nei dintorni di Portoferraio. IOII (*) Gelastes genei, 3° in 2° ab. inv. 1 gennaio. Constato per la prima volta questa bellissima specie all’Elba. Fu ucciso nel Golfo di Portoferraio da un branchetto di L. ridibundus. Il colo- rito roseo delle piume era assai evidente, iride carnicino-grigiastra, «dimensioni normali. Fratercula arctica, ad. aprile. Spiaggia di Marciana. Fu pre- ' parato per uso privato. (*) Larus fuscus, aprile. Golfo del Viticcio. È un bell’ adulto, «col dorso ardesia assai scuro. Per la prima volta lo noto positi- 260 E. ARRIGONI DEGLI ODDI E G. DAMIANI vamente per l’ Elba, ove è assai raro. Questo esemplare è nella Coll. Elbana. Procellaria pelagica, 92, 29 aprile. Golfo di Portoferraio, rac- colto semi-vivo in pieno giorno. È il primo individuo da me avuto in aprile: in un ventennio ne ho osservati una diecina (gennaio, aprile, agosto-settembre). Larus audouini, 3° ad. 11 maggio. Isola di Montecristo, già ricordato dall’ ARRIG. D. OpDpI a p. 91 di questa “ Rivista ,,. Complessivamente dal 1898 al 1912 ho avuto Io individui di questa specie, 9 dei quali dall’ Elba e precisamente 3 in marzo, 1 in aprile, 2 in maggio, 2 in giugno (Elba e Montecristo), 1 in luglio e 1 in dicembre. Squatarola squatarola, ad. prim. giugno. Loxia curvirostra, ad. luglio. In livrea rossa quasi completa. Fu preparato per uso privato. È notevole dal 1909 la presenza d’ individui isolati estivi nell’ Isola. Accentor collaris, 3 ad. 4 novembre. Ucciso a circa 800 m. a Serra Ventosa, Marciana da mio fratello. Coll. Elbana. 1g settembre. Monte Volterraio a 400 m. (*) Nisattus pennatus, ad. 6 ottobre, allo “Schioppo,, presso Marciana Marina. Bellissimo individuo della forma scura, di cui. mi riserbo particolare descrizione. Fu preparato per l’ uccisore certo AnsELMI, e non dispero ch’ egli lo ceda alla Coll. Elbana.. Dopo l'esemplare di Aquila chrysattus avutovi da PaoLo Savi molti decenni fa, è questa la seconda Aquila catturata all’ Elba. (#) Colymbus glacialis, 3 ad. inv. 31 dicembre. Golfo di Por- toferraio, ucciso da mio nipote dopo lungo inseguimento. È un vero g/acialis per le dimensioni (800 mm.) e per la mandibola decisamente rivolta all’ in sù, oltrechè nei caratteri generali. Credo questo il primo individuo sicuramente avuto nelle isole ita- liane. L’ esemplare sardo di questa specie ricordato da SaLva- DORI è ormai, se pure autentico, molto remoto. Per l’Elba è specie: affatto accidentale. La Collezione Elbana merita una particolare menzione; ono- rata nell’ agosto del 1908 anche di una visita di S. M. il Re, essa conta oggi oltre goo esemplari con 215 apecie. Notevoli le NOTE SOPRA U'NA RACCOLTA DI UCCELLI DELL’ARCIP. TOSCANO 261 [ serie dei Turdidi con oltre 70 individui, Loxia, Machetes, Tringa, Totanus, Ardea, Larus, Phalacrocorax, Procellaria, Podicipes, Alca, Fratercula. Fu iniziata nel 1897 e conta notevoli esemplari che altrove illustrai, ed altri che mi propongo d’illustrare quali, ad esempio, la serie dei Larus audouini, il Colymbus glacialis, la Merula atrigularis e il Nisattus pennatus, nonchè alcune forme locali ed individui anomali di tinta. Queste note d’ insieme mi obbligano a condensare od a ri- ‘mandare, spero, su questa stessa “ Rivista ,,, più dettagliate de- scrizioni che, sono sicuro, accresceranno l’ importanza della Rac- colta nella considerazione degli studiosi, coll’ augurio che essa possa essere il nucleo di una futura raccolta. ornitologica del- d’ intero Arcipelago. Portoferraio, febbraio 1912. G. DAMIANI PROF. GIOVANNI ANGELINI Ancora sui resti del “ Fregilupus varius Bodd. ,,. Nel 1° fascicolo di questa Rivista (N. 1 e 2, pag. 94) si legge un breve cenno di un articolo del sig. L. BrasIL intorno ad un nuovo esemplare di Fyegilupus varius Bodd., conservato nel Museo di Caen. Dei 15 soggetti, che, secondo il BRASIL, si cono- scerebbero tuttora conservati nelle diverse raccolte, 3 si trove- rebbero in Italia, nei tre musei di Torino, di Genova e di Firenze.. A rettifica di tale inesatta notizia pubblicava il Prot. F. SaL-. vaDORI una nota nell’ ultimo numero di questa stessa Rivista. (N. 3, pag. 150), citando due pubblicazioni, da cui risulta la esi-. stenza di altri 2 esemplari di Zyegwupus varius conservati in Italia, uno a Pisa e l’altro a Livorno, e cioè una fatta da lui stesso negli Atti dell’ Accademia delle Scienze di Torino, e 1’ altra. da me in unione al Prof. A. Funaro, nei processi verbali della. Società Toscana di Scienze Naturali. Il SaLvapori si meraviglia che la 22 di queste due pubblica- zioni, comparsa nel 1883, sia rimasta del tutto ignorata nella Bibliografia ornitologica, ed ha ragione: ma il non avere il sig. BrasiL tenuto conto dell’ esemplare di Pisa, mostra chiara. mente che a lui è sfuggita anche la 1°. Purtroppo questa è la sorte di molte notizie, anche impor- tanti, disperse in periodici scientifici d’ indole più o meno ge— nerale: e il merito precipuo delle riviste speciali, come la pre- ANCORA SUI RESTI DEL ‘ FREGILUPUS VARIUS BODD. ,, 263 sente, sta appunto in questo di mettere gli studiosi in condizione di poter facilmente prendere conoscenza, e tener conto di tutto ciò che può interessarli. Siccome in detta pubblicazione intorno all’ esemplare di Li- vorno, come il SaLvADORI stesso rileva, si contengono diverse notizie e dati anche in confronto con quello di Pisa e di Torino, e d’ altra parte si tratta di una specie forse già da mezzo secolo estinta, e di cui così pochi sono gli esemplari tuttora conservati, mi è parso di far cosa non inopportuna, e probabilmente gradita agli ornitologi, richiamando la loro attenzione su tale importante sog- getto col riprodurre integralmente sulla presente Rivista quel nostro vecchio e dimenticato articolo. Intorno ad un nuovo esemplare di /yegsl/upus varius BoDD. (Estratto dal processo verbale della Società Toscana di Scienze Naturali, adunanza del dì 14 Gennaio 1883). “ Da una nota del prof. Tommaso SALVADORI intorno al f7egi- lupus varius Bopp., pubblicata negli Atti della R. Accademia delle scienze di Torino (vol. XI, 1876) risulta come di questa specie, oggi probabilmente estinta, si conoscessero conservati soltanto otto pelli e due scheletri. Delle prime una si trova nel Museo di Stockolma, un’altra in quello di Parigi, una terza nel- la collezione privata del Barone De SeLys LonccHamPs, una quarta nel Museo di Torino, due (1) in quello di Firenze, una in quello di Pisa, e l’ultimo finalmente nel Museo di Porto Luigi nell’ Isola Maurizio. Dei due scheletri poi, uno sarebbe presso il prof. New- Ton e l’altro nel Museo di Parigi, provenienti ambedue dall’ Isola della Riunione. Anche delle otto pelli, cinque hanno senza dub- bio la stessa provenienza. “ Risultò infatti dalle ricerche del SALvaDORI, che al prof. SAVI furono inviate a Pisa nel 1844 alcune pelli (pare 6 o 7) di fre- guupus varius da un Missionario còrso, per nome LomBARpi, che probabilmente risiedeva nell’ Isola Borbone: il Savi poi fece parte di questi esemplari ai musei della Toscana, e ad alcuni suoi amici. E di tale provenienza sono i quattro esistenti nei musei (1) Di cui una attualmente nel Museo di Genova. 264 GIOVANNI ANGELINI italiani, nonchè quello attualmente in possesso del Barone di LONGCHAMPS. “ Uno di essi fece già parte della collezione privata del prof. PasseRrINI di Firenze, la quale, dopo la sua morte, venne ripar- tita fra i tre musei di Pisa, di Firenze e di Siena. Il prof. Gi- @LIOLI ritiene, secondochè appare dalla succitata nota del Conte SaLvapori, che l’esemplare della collezione PassERINI andasse a Pisa, e che quindi i due esemplari del Museo di Firenze fossero ricevuti direttamente e contemporaneamente dal Savi, attribuendo al costume, che si aveva, di tenere un solo esemplare montato, il lungo lasso di tempo, onde quei due individui sono stati re- gistrati nel catalogo di detto Museo. Esiste peraltro nel Museo di Pisa il catalogo redatto nel 1850 sulle schede della collezione PassERINI, e che il chiarissimo prof. S. RicHiarDi ha avuto la cortesia di mostrarci, in cui sono nettamente indicati quali esem- plari furono destinati per Pisa, e quali per Firenze e Siena : ora, da esso si rileva come il Fregilupus dovette andare a Firenze od a Siena. Non esistendo a Siena, è fuori di dubbio che an- dasse a Firenze, e che si tratti dell'individuo posteriormente re- gistrato nel catalogo di quel Museo. “ Oltre agli esemplari sparsi dal Savi, di cui si ha avuto no- tizia sin qui, ne dovrebbe esistere almeno un altro, e più pro- babilmente altri due, giacchè sei o sette glie ne furono mandati, secondo che egli disse al SaLvapori, e sette dovrebbero esse- re, secondo quanto crede di rammentare il prof. RicHiarpI. An- che il SeLys - LonccHamps scrisse al SALVADORI di avere una vaga memoria che nel gennaio del 1866, quando, in occasione di un suo viaggio in Italia, ricevette dal Savi quell’ individuo, che ora possiede, l’ illustre Ornitologo pisano ne avesse altri due o tre in pelle: però, il fatto che tre anni dopo, cioè nel 1869, il Savi stesso mandava al Museo di Torino uno dei due esemplari mon- tati della sua collezione, ci fa credere che egli non ne posse- desse altri in pelle. Bisogna adunque supporre, o che il Savi nei tre anni decorsi dal 1866 al 1869 regalasse ad altri gli esempla- ri, di cui fece parole l’esimio Ornitologo belga, ma di ciò non si ha verun indizio, ovvero che questi, come dubita il SALva- DORI, faccia confusione coi due esemplari montati, che nel 1866 sì vedevano nel Museo di Pisa. ANCORA SUI RESTI DEL ‘ FREGILUPUS VARIUS BODD.,. 265 “ Il fatto si é che nel Museo di Pisa non esiste attualmente al- tro individuo di /regiupus varius all’ infuori di quello montato, che si trova in collezione. “ Recentemente però venivamo a sapere che un individuo di questa specie si conservava nella collezione del Liceo di Livor- no, e subito ci corse alla mente l’idea che si trattasse di uno di quelli sparsi dal Savi, e di cui non si conosceva la storia. Ma pare che non sia proprio così: giacchè, avendo fatte delle ricer- che in proposito, ci viene comunicato (in litt.) dal Dott. De STE- FANI, e senza alcuna riserva, che detto esemplare fu donato al Liceo di Livorno da quello stesso Lomsarpì! dell'Isola di Bor- bone, che ne diede pure altri al Savi (1). Il Dott. De STEFANI non dice donde abbia tratta questa notizia, ma, dandocela egli come positiva, ed essendosi occupato, allorchè vi studiava in or- dinare e determinare le collezioni di quel Liceo, ci fa credere che l’abbia attinta a fonte sicura, e probabilmente l’avrà appresa dal Padre, che vi fu Preside per molti anni; onde vi è ragione di tenerla per esatta. “Una particolarità notevole è quella dell’indicazione della pro- venienza, diversa nei due esemplari di Livorno e di Pisa, come anche diversa da quella dell’individuo, che possiede il SeLys. Se infatti in quest’ultimo si legge sul cartellino Isola di Francia, in quello di Pisa sta scritto Madagascar, e in quello di Livorno Capo di Buona Speranza. Ciò dunque ci dimostra come nessuna fede sia da prestare a tali indicazioni, che di certo non sono esatte, ma che invece sia da ritenere che tutti gl’ individui spediti dal LomBARDI provenissero realmente dall’ Isola di Borbone, come scrive il Dott. De STEFANI, come il Savi narrava al prof. SaL- VADORI, e come il SALVADORI stesso nella sua nota saggiamente argomenta. “La diagnosi, che il prof. SaLvapori dà dell’ esemplare del Museo di Torino, si attaglia perfettamente anche ai due di Pisa e di Livorno; soltanto ci pare che in questi ultimi lo spazio nudo (1) Il DE STEFANI ci scrive che, due anni or sono, partecipò egli stesso alla Società Toscana di Scienze Naturali l’esistenza di questo /reg7/xfxs, ma che la sua comunicazione non comparì nel verbale dell’adunanza. 266 GIOVANNI ANGELINI scuro non sì limiti alla regione postoculare, ma passi al disotto e sì estenda anche un poco al davanti dell’ occhio; ma forse que- sta differenza potrebbe dipendere dalla preparazione. Quello poi di Livorno presenta la tinta scura delle parti superiori alquanto più sbiandita; e questo è probabilmente un effetto della minor ‘cura, con cui è stato tenuto, e quindi della sua più cattiva con- servazione. Anche le dimensioni dei due individui differiscono di poco fra loro, come pure da quelle dell’ esemplare di Torino, differenza che diventa ancor più insignificante, se si pensa che sono prese su individui preparati e preziosi, e non dalla stessa persona: esse pertanto sono le seguenti: “ Esempl. di Pisa — Lung. tot. fra 0.310 e 0.320; ala 0.158; coda 0.121; culm. del becco 0.039; tarso 0.041; dalla base della fronte all’apice della cresta 0.062 “ Esempl. di Livorno — Lung. tot. fra 0.320 e 0.330; ala 0.165; coda 0.121; culm. del becco 0-045; tarso 0.042; dalla base della fronte all'apice della cresta 0.065 “ Prop. delle remig. 12 piccola; 2° poco. piùcorta: delli8*G3 poco più lunga della 7%; 4* quasi eguale alla 5°; 5% e 6* sube- guali e le più lunghe. (Queste. proporzioni sono tolte dall’ iridi- viduo di Pisa, giacchè quello di Livorno ha il numero delle re- miganti incompleto). Trattandosi poi di specie cotanto rara nelle collezioni, e, se non del tutto spenta almeno prossima a spegnersi; ed essendo possibile, se veramente più di cinque furono gli esemplari pos: seduti dal Savi, che alcun altro nè deperisse ignorato in qualche collezione della Toscana, facemmo delle ricerche a fine di rin- venirlo, ma le nostre cure riuscirono infruttuose ,. Questo io scrivevo nel 1883: oggi si sa che la specie è estinta. Da recentissima informazione del Prof. FunaRo mi risulta che l'esemplare di Livorno si trova tuttora gelosamente conservato nella piccola Raccolta di quel Liceo. Nella citata ultima sua nota il Prof. SAaLvADORI esprime l’ av- viso che anche il soggetto di Livorno debba essere uno di quelli disseminatì dal Savi: è questa una supposizione sua, a conforto o in opposizione alla quale io niente altro posso aggiungere. Os- ANCORA SUI RESTI DEL ‘“ FREGILIPUS VARIUS BODD. ,, 267 serverò solo che a Livorno, così vicina a Pisa e scalo naturale per la Corsica, poteva bene il LomBarpI avere degli amici: nè d’ altronde mi sembra molto probabile che il Savi, a cui non doveva sfuggire l’importanza di quegli esemplari, ne cedesse uno a quella minuscola raccolta, dove poteva facilmente cadere in deperimento, ed anzi è un miracolo che ciò non sia avve- nuto, perchè fino a poco avanti al 1883 non era stato fatto segno | a particolari riguardi. Comunque sia, importa tenerne conto per la statistica dei resti di questa ormai scomparsa bella specie ornitica. Questa di Li- vorno e l’altra di Pisa fanno salire a 5 le spoglie di Fregzupus varius conservate in Raccolte italiane, e a 17 tutte quelle, la cui conservazione ci è attualmente nota. ALESSANDRO GHIGI OSSERVAZIONI ED APPUNTI I Sull’ alimentazione del Gheppio (/a/co tinnunculus). — Nella “ Revue Frangaise d’ Ornithologie ,, il LASNIER, (1) 11. Des ABBAYES ed il LomonT, (2) hanno recentemente esposto talune osservazioni che tendono a provare eome il gheppio sia prevalentemente in- settivoro in tutte le stagioni dell’ anno, e poichè esso risulta altresì grande divoratore di topi, dev’ essere considerato secondo i suddetti autori, decisamente utile. Il MitLeT-Hoursin, (3) nello stesso periodico, dice però che in Algeria e Tunisia il Gheppio è prevalentemente carnivoro. Io non voglio contestare |’ utilità del Gheppio, ma credo inte- ressante narrare alcuni faiti che provano, non solo come e quando questo uccello possa riuscire dannoso, ma altresì come talvolta le deduzioni che si traggono dal semplice esame di uno stomaco possano essere totalmente fallaci. Nella metà di maggio del 1906, io ero veramente turbato per le giornaliere e numerose sparizioni di piccoli fagiani che si verificavano in un parco cinto da rete metallica, di maglia così fitta nei 25 cm. rasenti al suolo, da impedire l’ uscita dei piccini. Nondimeno furono legati i cani scorazzanti fuori del recinto, vennero fucilati i gatti, battuto il terreno palmo a palmo per scoprire se vi fosse la tana di una donnola. Tutto fu inutile: le sparizioni continuarono fino ad otto pulcini in un giorno. In quel periodo stavo scrivendo il manuale di caccia pubblicato poi dal VALLARDI; trasportai tavolino ed il necessario per scrivere nel bosco, e finalmente potei scorgere il ladro ed il suo modo di agire. Era un Gheppio, che aveva presa tanta dimestichezza col luogo e tanta sicurezza di far buona preda, che scendeva placida- mente a terra, senza neppur più spaventare le chiocce, rinchiuse per verità, ed i loro piccoli; in mezzo ai branchetti acciuffava un fagiano e se lo portava via. Una mattina mentre avevo ap- (I) N. 28, Aoùt IQII. (2) NN. 29 et 30, Sept.-Octobre 1911. (3) N. 31, Novembre I9I1. per OSSERVAZIONI ED APPUNTI 269 postato un guardiano col fucile per ucciderlo, ed io facevo non so quale operazione ad una cassetta d’ allevamento, sentii alle mie spalle un leggero rumore che mi fece voltare; era il Gheppio che aveva rapito un fagiano comune dell’ età di 25 giorni, senza ‘che la vittima avesse emesso neppure un grido, come sogliono fare i fagianotti quando l’ allevatore cerca di prenderli, od un uccello più grosso dà loro una beccata. Un urlo ed uno sparo persuasero il Gheppio a lasciare cadere il fagiano: predatore e predato rimasero entrambi illesi. Questo Gheppio era talmente furbo che per alcuni giorni rese inutili gli appostamenti che gli si facevano, cosicchè mi decisi a ricorrere all’ astuzia. Chiusi tutti i fagiani, comprai una trentina di pulcini e li collocai in una cassetta d'allevamento, che disposi in un prato ben scoperto, attiguo al parco. Passati alcuni giorni i pulcini cominciarono a sparire; allora invitai all’ appostamento un abilissimo tiratore, che uccise il Gheppio mentre piombava su di un pulcino. In quella mattina il rapace ne aveva presi non meno di quattro, ma il suo ventriglio da me esaminato, non conteneva che pochi resti di una lucertola. L’anno seguente alla stessa epoca, fine di maggio, ricomin- ciarono a sparire i fagiani, senonchè ammaestrato dall’ esperienza scopersi subito che il furto era dovuto ad un altro Gheppio, che fu ucciso nella mattina stessa. Aveva rapito otto fagiani, ma il suo stomaco era=*vuoto. Nel 1908 identico fenomeno: il Gheppio ucciso conteneva pochi resti di arvicole. Dal 1909 in poi, non ho più avuto a lamentarmi dei Gheppi, come non avevo avuto a lamentarmene prima del 1906. In quell’anno per soleggiare maggiormente il parco d’ allevamento, avevo fatto una fortissima potatura negli alberi d’ alto fusto, ed avevo fatto falciare le erbe, cosicchè spaziando in alto il Gheppio poteva adocchiare magnificamente gli uccelli che pascolavano sul suolo. A stagione inoltrata, sia col venir meno la necessità di nutrir piccoli; sia pel crescere di un secondo taglio d’ erba; sia per un maggiore sviluppo degli arbusti del sotto bosco, che costituivano miglior. nascondiglio pei fagiani, i falchi non imprendevano nuove incursioni, che si verificavano invece nella primavera successiva, col ritorno di condizioni favorevoli alla ispezione ed alla loro discesa. Dal 1909 in poi non ho più fatto eseguire grandi potature; ho cercato che queste fossero praticate in modo da soleggiare il terreno obliquamente; non ho fatto eseguire la falciatura delle erbe, se non a sviluppo molto inoltrato dei fagiani, e ripeto, non sono stato più danneggiato dai Gheppi. In conclusione il Gheppio è, secondo me, un terribile nemico dell’ avicoltura, durante il periodo in cui ha i piccoli da nutrire, ma talune precauzioni piuttosto semplici sono bastevoli a pro- teggere gli allevamenti. In secondo luogo, e questo è il lato più notevole delle mie osservazioni, non si possono trarre conclu- sioni sicure sull’ alimentazione degli uccelli durante |’ epoca dei nidi, dal solo esame dello stomaco negli adulti; è necessario invece studiare anche il contenuto di quello dei nidiacei. 270 ALESSANDRO GHIGI II Sulla riproduzione del ‘ Polyplectron germaini ,,,.— La biolo- gia dei Poliplettri offre ancora qualche lato meritevole di osser- vazione. Invero anche la posizione sistematica nella famiglia Pha- stanidae è incerta; la maggioranza degli autori considera i Poli- plettri come prossimi parenti dei Pavoni, intermedi fra questi ed i Fagiani (valga la designazione inglese di Peacock-Pheasant);io pure nel mio libro sui Fagiani ho incluso i Poliplettri nella tri- bù dei Pavoni, riconoscendo peraltro che tale tribù costituisce un aggregato artificiale. Per la presenza nei Poliplettri di due o tre sproni ai tarsi dei maschi, OaTES ravvicina questo genere a Galloperdix ed Ithagenes; ed io pure, in seguito alle osservazioni ‘che ora riferirò, non sono alieno dall’ aderire al concetto che que- sti uccelli, che offrono a prima vista una certa rimembranza coi Pavoni pel loro manto ocellato, sebbene la distribuzione degli ocelli, la loro forma ed origine siano totalmente diverse, possano avere una parentela piuttosto stretta con quelle specie di Fagiani ‘che sono decisamente affini alle Pernici. Il Polyplectron germaini è indigeno della Cocincina; differisce dalle altre specie Indo-Cinesi non soltanto per i caratteri di co- lorito generalmente noti, e per l'assenza di ciuffo frontale, ma altresì per la guancia nuda di color scarlatto nei maschi, e per identica colorazione della palpebra e del suo giro esteriore nelle femmine. i Questa specie riproduce molto raramente in ischiavitù, ed io non ho potuto trovare dettagli al riguardo. La specie più nota ‘e più studiata è il Po/yp/ectron chinquis dell’ Himalaya, comune- mente allevato. OaTES (1), riferisce poche osservazioni citate da Hume e MarsHaLL del signor CLARK, il quale trovò un nido a Cachar nel mese di Maggio. Il nido, fabbricato con stecchi, foglie e qualche penna, era posto a piè di un albero, in mezzo alla jungla; non è detto però quante fossero le uova. Gli allevatori ammettono che il P. chinguis deponga due uova per volta; così scrive il LeROY (2) e così ho rilevato io stesso. Questo autore francese dice però che le coppie d’ uova si susseguono a distanza di otto o dieci giorni, cosicchè non è chiaro se si tratti di una irregolarità dovuta alle mutate condizioni di vita, ovvero di una serie di covate a due uova ciascuna, come quelle dei piccioni. ‘Per quanto ho potuto osservare personalmente, la seconda con- gettura è giusta, perchè ogni qualvolta la femmina aveva deposto il secondo uovo, ne cominciava l’ incubazione. Le osservazioni fatte da me sul /. germaini confermano il fatto e provano che questo carattere appartiene all’ intero Genere Po- Iyplectron. La coppia che io posseggo venne formata nel 1909 con (1) Manual of the Game Birds of Indìa. (2) Le Jardin d’ Acclimatation chez soi. Lim PERA OSSERVAZIONI ED APPUNTI 271 un maschio adulto acquistato da Mademoiselle BLanc di Cham- pforgeuil e con una femmina importata, fornitami dal negoziante di Marsiglia M. RamBAUD. Nel igIo nessun prodotto; nel IgII quattro uova deposte a grande distanza di tempo l’uno dall’ altro; erano tutte fecondate, ma gli embrioni morirono a metà tempo. Nel 1912 ho avuto la seguente deposizione: il 1° uovo ai 25 di Febbraio ed il 2° ai 6 di Marzo; seconda covata, un uovo al 25 ed un uovo al 27 Marzo ; terza covata, un uovo al 13 ed un uovo al 15 Aprile; quarta covata, un uovo al 30 Aprile ed un uovo al 2 Maggio; quinta covata, un uovo al 23 ed un uovo al 25 Maggio. La prima covata riuscì infeconda; tutte le altre uova sono state fecondate. Quelle della seconda covata furono poste in in- cubazione il primo d’ Aprile, ed alla mattina del 21 si rinvennero i due pulcini nati e completamente asciutti. Le uova della terza covata furono poste in incubazione il 18 Aprile, ed ai 9 di Mag- gio sì ebbero i piccoli nati; le uova della quarta covata, poste in incubazione il 5 Maggio, schiusero Tino il 25 e |’ altro il 26 Maggio. Le ultime sono state poste in incubazione il 27 di Mag- gio e sono schiuse uno il 16 e l’altro il 17 maggio. La deposi- zione delle uova è preannunciata da un più intenso gridare del maschio, da corteggiamenti più accentuati e da movimenti parti- colari della femmina, che sembra prender parte alle danze alle quali il maschio l’invita. E molto difficile poter seguire bene queste danze, che mi sembrano piuttosto differenti dai movimenti del P. chinquis in amore, perchè questi uccelli al più piccolo so- spetto od all’ avvicinarsi di una persona riprendono la loro anda- tura normale, la qual cosa è in relazione con quanto affermano gli ornitologi inglesi, che i Poliplettri vivono nelle più fitte foreste, inaccessibili allo sguardo, e che soltanto le loro grida potenti ed acute pongono qualche volta cacciatori e cani sulle loro traccie. Ogni qualvolta la mia femmina germani ha deposto il secondo uovo, ha manifestato tendenza a covare. In conclusione la riproduzione è precocissima, più precoce di quella di ogni altro fagiano, altrettanto precoce quanto quella del P. chinquis; e ciò è interessante considerando che il P. germazni è una forma tropicale mentre il chinquis è una forma d’ alta montagna. Evidentemente gli amori dei poliplettri cominciano dappertutto prima della fine dell'inverno. In secondo luogo, salvo l’ irregolarità manifestatasi nel primo anno, nel quale ogni covata fu costituita di un solo uovo, e quella della prima covata di quest’ anno, si può dire che la femmina de- pone realmente una covata di due sole uova. In terzo luogo la durata dell’ incubazione è di 20 a 21 giorni. Le uova, relativamente alla piccola mole della femmina, sono molto grosse, grosse quanto quelle di un fagiano di Lapy Aw- HERST, alle quali rassomigliano anche per il colore uniformemente carnicino. I pulcini sono robusti e vivacissimi; delle forme giovanili, del loro sviluppo e dei loro costumi, mi riservo scrivere ad alleva- mento terminato. ALESSANDRO GHIGI DN mi N III Intorno ad una mutazione del ‘ Hierophasis swinhoii,, — In una mia nota pubblicata nei rendiconti della R. Accademia delle Scienze dell’ Istituto di Bologna, (1) descrissi un caso di mu- tazione in questa specie. Si trattava di un individuo femmina, di | colorito e macchiatura completamente diversi dal normale, nato nel 1907. Esponevo le ragioni per le quali dovevasi escludere trattarsi d’ ibridismo o di una variazione dovuta a circostanze di ambiente. Attribuivo invece il fatto ad un caso di neogenesi, ana- logo a quello della Atkene chiaradiae GiGLIOLI. Ed infatti, come ebbi ad esporre in una comunicazione al Convegno Zoologico di Bormio, questa femmina mutante, ripro— ducendo nel 1908 con un maschio normale, suo fratello, pro- dusse quattro pulcini, uno dei quali, pure femmina, mutante; questa morì dopo avere raggiunto il completo sviluppo. Dal 1908 in poi, per una seri@ di circostanze sfavorevoli non mi è più stato possibile di ottenere altri prodotti dall’ esemplare in que- stione. Nel Novembre scorso acquistai in Francia un maschio adul- to normale, che accoppiai colla femmina mutante. Ho ottenuto dal 15 Marzo in avanti 13 uova, deposte in due periodi: 9 nel 1°, 4 nel 2°. Delle prime uova uno era infecondo, le altre schiu- sero tutte, dando 5 individui normali e 3 mutanti; le uova della seconda covata, tutte fecondate, dettero 3 mutanti e 1 normale. Abbiamo dunque in totale egual numero di normali e di mutan- i. L'osservazione ha valore perchè il numero complessivo delle uova corrisponde a quello che ordinariamente sogliono deporre questi uccelli allo stato selvaggio, e quell’ unico uovo infecondo non altera in modo sensibile la proporzione dei mutanti ai nor- mali che corrisponde al 50 %. La possibilità di seguire lo sviluppo di una mutazione ed il formarsi di una nuova specie, è caso assai raro, e questo è di particolare interesse perchè dimostra come la forma normale non sia dominante sulla forma nuova, e come la mutazione, se si con- sidera che il mio esemplare è figlio di normali, sia prepotente e con tendenza a fissarsi con una certa rapidità. Rimane sempre da vedere quale sia l’abito del maschio corrispondente, sempre- chè ve ne sia uno fra i quattro che mi sono rimasti, due pulcini essendo morti. Rilevo che una femmina normale figlia della mutante, ripro- ducendo con un maschio non consanguineo, produsse nel igio delle femmine che avevano nel dorso e fra le SAPORI alcune penne simili a quelle della forma mutante. Ho adottato il nome generico di Hzerophasis perchè, come ho detto nel mio libro sui Fagiani, (2) ritengo erroneo comprendere » (I) Anno accademico 1907-1908. (2) Biblioteca del Giornale degli Allevatori, Catania, 19I1. ouià fo OSSERVAZIONI ED APPUNTI 273 nel genere Geznaeus, residuo principale dell’ antico genere £wp/o- comus, i fagiani di SWinHoE e di Epwarps, i quali si allontanano per caratteri morfologici ed etologici dai fagiani argentati ed affini (Gennaeus), quanto i rappresentanti dei generi Acomus, Diar- digallus e Lophura, ammessi da tutti gli autori. IV. Descrizione di un ibrido “ Graphophasianus soemmeringi x Calophasis ellioti .,. — Maschio adulto. Rosso rame lucente sul dorso e sul petto. Bruno castagno sul capo con sfumature rugginose sulla nuca e sulle auricolari; ali rosso marrone varie- gate di bianco e dinero; groppone e sopracoda trasversalmente striati di bianco e nero con poche strie longitudinali rosse; ventre castagno chiaro con orlature nere e bianche; coda castagna fa- sciata di nero e grigio. Sedici timoniere. Penne della fronte e del vertice marrone opaco scuro, le prime nerastre alla base e nel mezzo; le piccole penne immedia- tamente sovrastanti alle caruncole perioculari bruno nere con apice marrone. Quelle dell’ occipite hanno la parte basale bruno oliva e l’ apice marrone; quelle della nuca sono olivastre picchiet- tate di marronere lateralmente sono orlate di grigio acciaio lu- cido; copritrici. delle orecchie olivastre. Guance, mento e gola neri, ed ugualmente neri ma con margini splendenti di acciaio bluastro sono le penne della parte inferiore del collo, le più basse delle quali sono macchiate di marrone, e conducono gradata- mente al color marrone del petto. ‘ Dorso, parte basale del collo e parte superiore del petto di un bel color rame splendente, col margine di ciascuna penna rilevato in una frangia metallica cangiante in violaceo sul collo e sul petto, in rosso dorato sul dorso, e colla parte non visibile nera. La parte inferiore del petto ed i fianchi sono castagni, ciascuna penna marginata di bianco gialliccio, internamente orlato di nero. Le frangie bianche sono più grosse man mano che si va verso il ventre. Debbo notare altresì che le strie marginali tanto nere quanto bianco- -giallicce non sono integre all’ apice della penna e nella parte più vicina al petto. Le strie chiare più prossime all’ ala sono bianco pure. Ali rosso castagne macchiate di bianco e di nero. In parti- colare le scapolari sono in parte castagne e in parte nere, mar- ginate di bianco puro, assai più largamente ai lati che non al- l'apice di ciascuna penna, cosicchè l’ orlo bianco delimita una porzione interna di forma triangolare nera a contatto del bianco, e racchiudente una porzione castagna non ben distinta dal nero. Le secondarie e le copritrici delle ali offrono press’ a poco lo stesso disegno delle scapolari, ma i margini bianchi più grandi sono sulie due file maggiori delle copritrici e su un gruppo di penne del mezzo dell’ ala; alcune di queste ultime anzi sono prive di castagno. Riv. Italiana di Ornitologia. 19 274 ALESSANDRO GHIGI Tali penne bianche e nere si trovano in mezzo ad uno spazio privo di bianco, che raggiunge il margine anteriore dell’ ala. Ne risulta una certa irregolarità nella distribuzione del bianco sulle copritrici. Primarie brune con vermicolazioni irregolari giallicce ; Je loro copritrici, pure brune, hanno il margine esterno rossiccio. Il groppone ed il sopracoda neri hanno strie trasversali bianche e strie longitudinali marroni nella parte centrale. Ciascuna. penna è nera con orlo bianco, e con due o più strie bianche ed a zig zag, non visibili; v’ ha inoltre una stria marrone più o meno larga lungo la rachide, fra l'orlo e la prima delle due strie bianche. Questa stria marrone manca-nelle parti laterali del grop- pone ed in molte delle penne del sopracoda, in alcune delle quali le strie trasversali bianche sono ancor più numerose e più irre- golari. Le copritrici caudali e le timoniere offrono la stessa di- stribuzione di colori; la parte principale della penna è castagna, ed è attraversata da una serie di fasce, ciascuna delle quali è costituita da una stria nera della larghezza di un millimetro, se- guita da altra molto più larga, grigia, fittamente spruzzata di neroshic, interspazio castagno è più scuro posteriormente in con- tatto colla stria nera, più chiaro anteriormente là dove confluisce colla stria chiara. Nei vessilli interni delle timoniere. laterali le ‘strie sì estendono fino a sostituire quasi completamente il ca- stagno, avendosi perciò un vessillo grigio spruzzato di nero; i margini apicali delle due paia estreme sono bianchi. Ventre mischiato di bruno nero e di castagno con margini bianchi; sottocoda nero con macchie e strie longitudinali alla rachide rosso marrone. Becco color corno verdastro; piedi grigio ardesia; iride bruno. Differisce dal soemmeringi ‘principalmente per la gola e la parte anteriore del collo nero acciaio; pel groppone e sopra- coda quasi interamente variegati di bianco e nero con tracce minime di rosso marrone, e finalmente per la maggior quantità di bianco sulle ali. Differisce dall’ e//toti principalmente per la mancanza di bianco nel collo e nel ventre; in quest’ ultima regione anzi non v' è alcuna traccia di demarcazione fra il colore del petto e quello del ventre, che nell’ e//iott è rispettivamente rosso e bianco ;. per la macchiatura e tono dei colori della coda, e finalmente per la mancanza di bleu acciaio nel mezzo dell’ ala. Concludendo si può dire che l’ ibrido offre caratteri inter- medi, con prevalenza notevole di quelli del soemzmerngi, ad ecce- zione del groppone e del sopracoda strettamente somigliante all’ ellioti, e delle ali che sono molto più variegate di bianco che non nel primo. Ottenni quest’ ibrido nel rgro. La femmina e/lioti aveva de- posto nove uova delle quali tre sole riuscirono feconde; due piccoli schiusero ed uno sopravvisse. I pulcini, pel colorito e . per l'indole meno selvaggia, ricordano maggiormente il soemme- ringi che non l’ e/lioti. OSSERVAZIONI ED APPUNTI 273 Nel rgII dalla stessa coppia incrociata non ho avuto alcun ruovo fecondo. L’ ibrido che ho descritto corteggiava altrettanto intensamente la femmina dell’ una e dell’ altra specie progeni- trice, ma non ne ho potuto ottenere prodotto perchè nessuna delle femmine colle quali l’ avevo messo ha deposto uova. Mentre scrivevo questa nota, il fagiano in questione à stato ucciso da un maschio argentato ed in parte sciupato. E mia opinione che differenze sostanziali non esistano fra il genere Calophasis ed il genere Graphophasianus; questi due ge- neri starebbero bene riuniti in un solo, ma prima di farne pro- posta concreta è conveniente accertare in modo preciso il grado di fecondità dei loro ibridi. V. Sui costumi del Gallus sonnerati Temm. — Questa specie indiana è di particolare interesse per lo studio dell’ origine dei polli domestici, non perchè io creda che essa sia lo stipite unico di talune determinate razze, ma perchè ritengo ormai che essa abbia avuto parte nella produzione di alcune, mediante incrocio col Gallus gallus L. (= bankiva Temm.). In una nota che ho presen- tato alla R. Accademia delle Scienze di Bologna (1), ho parlato ‘degl’ ibridi fra le due specie, e della fecondità loro coi polli do- mestici: soggiungo, contro le affermazioni di BLyrH, Dixon e YARRELL, riportate dal Darwin (2) che tali ibridi sono robu- stissimi, e che tutte le uova deposte da galline di varie razze, pure ed incrociate, che hanno avuto e gallo un ibrido sornze- ‘rati x bankiva, sono riuscite feconde. L’OatES (3) dice che le abi- tudini del gallo grigio di Jungla (sornerati) differiscono pochis- simo da quelle del gallo rosso (ban£/va): il DaRrWIN (4) dice che ‘la voce è affatto diversa. Ho voluto in questi giorni lasciare in piena libertà due galli sonnerati, uno adulto importato e l’ altro nato in Francia l’ anno scorso: ho potuto quindi fare alcune osservazioni sulle abitudini di questi uccelli allo stato libero. Essi addimostrano in verità una grande simpatia per le galline domestiche, alle quali fanno la corte alla stessa maniera dei nostri galli, chiamandole con un suono gutturale non molto dissimile da quello del gallo dome- stico, roteando ed abbassando l’ ala dal lato della gallina, spe- ‘cialmente dopo il coito e. proprio come fa il gallo. La voce è ab- bastanza diversa da quella del gallo domestico, riconoscibile per altro da chiunque, come canto di gallo, più rauco e stonato. Questi (1) In corso di pubblicazione. (2) Variazione degli animali e delle piante allo stato domestico, trad. di G., CANESTRINI,. (3) Manual, ecc., ES (4) Loco citato, ni 20 n nd 276 ALESSANDRO GHIGI — OSSERVAZIONI ED APPUNTI uccelli, specialmente il maschio adulto, si mantenevano sulle prime oltremodo selvatici; escivano dalla macchia e seguivano le gal- line anche allo scoperto quando non vedevano nessuno; all’avvi- cinarsi di una persona fuggivano rapidamente e, trovando un’ osta- colo, si alzavano a volo rapido e leggero, portandosi sui rami. più alti di alberi non molto distanti dal punto di partenza. Questa sembra essere anzi la loro ordinaria maniera di fuga. In seguito si sono addimostrati meno rustici, ed avendo avuto cura di non inseguirli mai, non temono più di farsi vedere nel prato adiacente alla villa, anche se vi siano parecchie persone. Di sera il gallo adulto, prima di appollaiarsi, ha l’ abitudine di recarsi sopra un’ eminenza del terreno, dove inizia una specie di solfeggio gutturale che si ode a distanza, e che dovrebbe servire forse “di richiamo alle galline. È noto come i galli selvaggi sostituiscano, durante la stagione delle piogge, le lunghe penne lanceolate del collo con altre brevi e poco appariscenti. Il gallo adulto, in due anni dacchè lo pos- seggo, ha perduto l’ abito di nozze verso la fine di giugno, e lo ‘ha riacquistato nella seconda metà d’ ottobre; il gallo giovane nato in Europa, ha mutato le penne del collo alla fine di maggio. Durante i periodi di maggiore eccitamento amoroso la cresta ed i bargigli sono più brillanti e più sviluppati. Il periodo degli amori però non corrisponde DIS Ente al cosidetto abito nu- ziale, perchè l’ anno scorso ebbi un’ intera covata di uova fecon— date nel mese di luglio, quando l’abito di nozze era già caduto. Il gallo ibrido che assunse un piumaggio che pareva definitivo, con penne lanceolate al collo, come e quando lo assumono i polli domestici, perde ora tali penne e le sostituisce con penne nere, brevi e ad apice tondeggiante come quelle di una gallina. Inte— ressante questo fatto, perchè tale prodotto, morfologicamente si- mile ad un Gallus bankiva, ha' ereditato dal sonnerati soltanto dei caratteri fisiologici: la voce diversa e la facoltà di mutare le penne del collo sostituendole con altre di forma diversa, du-. rante il periodo degli amori. BRECENCHEE La collezione ornitologica Magni-Griffi del R. Museo di “Aoologia di Roma. — Per un caso, la mia attenzione viene ri- chiamata su una‘circostanza, che mi par doveroso rendere pubblica. Molti anni fa, cioè tra il 1850 ed il 1865, un sig. MaGNI-GRIFFI, «di ottima ma decaduta famiglia sarzanese, appassionato caccia- ‘tore e che viveva in una regione ch° è una delle più ricche d’ Italia per numero di specie di uccelli, mise insieme una notevole col- lezione ornitologica regionale. Trovatosi in bisogno, e con l’ aiuto -del Savi, egli ottenne la nomina di professore di Storia naturale ‘nel R. Liceo di Pistoia. Trasferito poi a quello di Siena, ivi si ‘ridusse a vivere per lunghi anni ed ivi morì, non ricordo quando, ‘ma certo dopo il 1890. Prima di partire da Pistoia egli aveva venduto a quel Liceo ‘una parte della sua collezione, e precisamente quella compren- -dente gli uccelli più grossi e quindi più incomodi a trasportare; .e ritenne, portandoli a Siena, tutti i piccoli. La collezione rimasta a Pistoia ebbe il destino che capita di solito alle raccolte delle nostre scuole secondarie: fu lasciata de- ‘perire nel modo più indecente. Quando io mi recai a Pistoia (un venticinque anni fa) non si poteva toccare un esemplare senza «‘staccarne le penne a mucchi; certo oggidì dev’ essere completa- “mente distrutta. Ma, per fortuna, gli esemplari più preziosi furono salvati dal prof. GiGLioLI, che parecchi anni prima di me si era ‘recato a Pistoia ed aveva ottenuto in cambio gli uccelli che in- teressavano la collezione centrale dei vertebrati italiani. Nessun -dubbio che tutta la collezione pistoiese era formata da auten- tiche catture fatte nella val di Magra. IS] NI (0 e) RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA Non altrettanto può dirsi di quella di Siena. Agli uccelli da lui presi nei dintorni di Sarzana il MaGni-GRIFFI ne andava aggiun- gendo in seguito parecchi altri che sono, per esprimermi chia- ramente, dei falsi. E forse io ed il defunto prof. GieLioLI abbiamo una certa tal quale complicità, per quanto molto indiretta, in quei falsi. Ed ecco come. Dopo la visita a Pistoia il GiGLIOLI andò a Siena; e così pure feci anch’ io, negli anni in cui mi occupavo a mettere insieme la collezione regionale di zoologia del Museo civico della Spezia, che per fortuna della sorte e per merito del mio caro amico e successore nell’ ufficio di direttore, UBALDO- Mazzini, e dell’ altro mio allievo e amico, GIiovaNnNI PoDENZANA, conservatore e preparatore dal Museo, fu tenuto separato dai ga- binetti di Storia naturale delle Scuole secondarie, come una isti- tuzione civica indipendente. Ricordo che a Siena io mì recai ap- posta due volte per studiare la raccolta del Magni-GriFFI. Ora le pubbliche e ripetute menzioni fattene, prima dal GigLIOLI e poi da me, e l’importanza che giustamente vi attribuimmo, ritengo. avessero l’ effetto di dare alla testa al Magni-GRIFFI. Certo è che col facile e interessato aiuto di un negoziante che viveva allora a Siena, la raccolta ornitologica continuò ad aumentare per l’ ap-. punto di specie rarissime; e tutte figurarono come catture fatte in Lunigiana ! Questa mia grave affermazione posso confortare con prove. Infatti, quando mì recai per la seconda volta a visitare la colle-- zione senese, il MaGnI-GRIFFI mi fece dono di una lodola a gola gialla, com’ egli affermava, ma che in realtà l’ aveva fulva! E auello era, secondo il donatore, uno dei due soli esemplari di tale rara specie, che sarebbero da lui stati catturati nei din- torni di Sarzana nel 1868. Recatomi a Firenze, potei classificare l’ uccello: trattavasi della Me/anocorypha veltoniensis! delle steppe della piccola Russia! Dato, ciò che mi par difficile, che fosse sfuggita alla mia attenzione nella prima visita e senza rilevare la stranezza che il MagnI-GRIFFI non me ne avesse allora parlato,. sta il fatto decisivo che non fu vista dal GigLioLI, il quale non ne fa menzione nella sua Avifauna del 1886. E già che ho nomi- nato il GiGLIoLI, mi pare non privo di significato il fatto ch'egli non si curò di avere la raccolta senese quando mori il MAGNI-GRIFFI.. Ora vedo che quella raccolta è nel R. Museo di Zoologia di Roma; credo dunque mio dovere far conoscere pubblicamente che- gli esemplari rari in essa contenuti sono per la maggior parte dei falsi per quel che si riferisce alla provenienza. E che non’ soltanto non sono della Val di Magra, ma neppure italiani. Solo. I’ Hypolais pallida Hemphr. e Ehren. è certamente dei dintorni di Sarzana. Ma non lo è il Turdus swatnsoni, ch’ io ebbi il torto. di ricordare nella mia Avifauna del 1887; non lo è 1’ Hypolais: olivetorum, che nello stesso lavoro riferii, ma con tanto d’ inter- BREVI NOTE 279 rogativo e dubitativamente, a questa specie, e che una svista del- lARRIGONI dà come sicura cattura di Sarzana (1); non lo è il Poecile lugubris, ch’ io, fide MaGNI-GRIFFI, scrissi esser stato preso a Moncalieri. Quanto all’ Hypo/ais pallida non può cader dubbio sull’ auten- tenticità della cattura. I due esemplari di questa specie, presi dal MacniGrirFi a Sarzana nel 1863, furono da lui portati a Pisa, e vennero esaminati dal Savi. Questi li fece illustrare dallo stesso M.-G., trattandosi di una specie nuova per l’Italia (2). Uno dei due deve trovarsi ancora nel R. Museo di Pisa, dove lo vidi molti anni fa, 1’ altro se lo tenne il M.-G., e quindi ora dovrebbe trovarsi a Roma. Non intendo fare nessun carico a quel povero vecchio delle sue debolezze senili, chè con quei falsi della sua collezione pri- vata non faceva male a nessuno; e in fondo, come quelli che si tingono la barba, non ingannava che se stesso. Ma ora che la raccolta M.-G. è entrata nelle collezioni di un Museo universi- sitario, lo creduto mio dovere far conoscere la verità. Prima di finire, e giacchè dopo tanti anni son tornato ad oc- cuparmi di avifauna, desidero fare una rettifica ad una svista del nostro caro e venerando ornitologo, il conte SaLvapori. Nella Rivista di Ornitologia (pag. 162), a proposito dell’ Eryhrosterna parva, egli non ha tenuto conto di due catture avvenute in Li- guria, e precisamente a Savona nel 1852. I due esemplari, maschio e femmina, io gli ho visti nella collezione ornitologica del Savi a Pisa; e gli ho ricordati nella mia Avifauna, in una nota a p. 33. Fu il Magni-GRIFFI che li ebbe e ne fece dono al Savi. Non. si può dubitare della veridicità della cattura, avvenuta in tempo remotò quando il M.-G. non pensava a diventar collezionista. Padova, 17 Giugno 1912. D. CARazzi ® Sulla provenienza degli uccelli rari. — Mi si permettano due parole (suggeritemi dall’ esperienza) a proposito “ di catture di uccelli di comparsa accidentale acquistati sui mercati ,. Pre- metto subito che non mi rivolgo agli ornitologhi, bensì ai gio- vani ornitofili, la di cui schiera va ogni giorno aumentando ed ai quali dobbiamo la scoperta di non poche specie comparse entro i confini italiani, ma affinchè la loro opera sia veramente proficua all’ esatta conoscenza dell’ Avifauna del nostro Paese, sarebbe desiderabile che non si lasciassero trascinare dall’ entusiasmo nel- l’ accettare certe provenienze. (1) Manuale di Ornitologia Italiana, p. 308. (2) Di ‘una specie di Zypola:s nuova per 1’ Italia, Milano, 1864, 280 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA Come vedesi, io tengo a render sempre noto il negoziante da cui acquistai il soggetto che comunico o la persona che me lo donò, ed in questo non sono guidata soltanto da un senso di gratitudine ai cortesi miei collaboratori, ma perchè in ornitologia, come del resto in tutte le scienze, occorre la certezza e l’ esat- tezza dei singoli dati, ed in oggi io diffido alquanto di certe ‘provenienze di uccelli accidentali che si acquistano sui mercati. Non intendo con ciò mettere in dubbio l’ onestà dei negozianti, tutt’ altro! ma essendo a me noto che la selvaggina che una Società inglese spedisce in carne dall’ Estremo Oriente, sino nel- l Europa occidentale, ove giunge freschissima, viene poi collo- cata nei nostri frigoriferi insieme ad altra presa qui da noi, per essere conservata sino al momento che verrà posta in vendita sui mercati, non è malafede il dubitare che avvenga qualche errore, e che i negozianti possano far confusione nella prove- nienza dei molti uccelli che, dopo qualche tempo, tolgono dalle celle frigorifere. Del resto questa mia diffidenza è ben giustificata dall’ essere io stessa rimasta ingannata all’inizio della mia Col- lezione, ed allora non vi erano i sistemi di trasporto odierni. Fu 1 8 marzo 1888 che persona incaricata di provvedermi gli uccelli acquistò sul nostro mercato (per sole 8 lire!) un bellissimo e freschissimo Cedrone, con la provenienza “ Friuli ,, e che io misi in Collezione come Zetrao urogallus, quantunque avesse 1’ ad- dome alquanto biancheggiante e nell’ insieme fosse di colorito piuttosto pallido, che allora, giovane di esperienza ornitica, attri- buii all’età. Trascorso qualche tempo e studiato meglio |’ esem- plare, trovai che il mio uroga/lus era invece un tipico 7. ura- lensis Nazarow. Meravigliata della provenienza non mi lasciai però illudere e, prima di “regalare ,, tale specie alla nostra Avifauna, interpellai il negoziante che lo aveva venduto, il quale fu tanto gentile da, riscontrare i suoi registri degli anni ante- cedenti e, dietro le mie indicazioni, trovò che nell’ inverno e primavera del 1888 aveva ricevuto dalla Russia molti Urogalli, Pernici di Monte ed altri uccelli, per fornire la tavola della Re- gina Natalia di Serbia, e non ricordo di quale altra famiglia principesca, che in quell’ epoca si trovava ospite di Firenze! Giacchè ho toccato quest’ argomento dirò ancora che, per evitare qualche ingrata sorpresa, è mio sistema il citar sempre anche i Collettori che mi hanno ceduto gli esemplari in pelle, perchè talora si leggono delle mistificazioni anche in Cataloghi di stimati Marchands-Naturalistes. Per esempio non sono mai riescita ad avere esemplari in carne di alcune specie dichiarate frequenti in certi Paesi, e per quanto li abbia richiesti promettendo di pagarli come se fossero preparati. Non è molto poi che, in un Catalogo estero, trovai tra le specie di una “ Collezione di uccelli italiani , un Diplootocus moussieri ! inclusovi certamente per sbaglio, poichè BREVI NOTE 281 questa specie venne annoverata tra le italiane dal prof. GIGLIOLI, per un individuo che egli ebbe dai fratelli GaL e che era stato catturato nel Nizzardo il 22 novembre 1890 e sinora quello è rimasto l’ unico esemplare ricordato. Date le abitudini non mi- gratrici di questa specie, confinata nell’ Africa nord-occidentale, una sua cattura tanto al nord del suo %abitat all’ epoca del passo di “ discesa , apparisce invero molto accidentale. Fosse uccello suscettibile di schiavità, potrebbe esser stato un “ aufuga ,, ? giac- chè l'avere il piumaggio fresco al momento della sua cattura non ‘impedisce che sia fuggito di voliera, poichè nel tempo che ha di nuovo trascorso in libertà può aver compiuta la muta. Comprendo bene che questa mia Nota sembrerà dettata da un sentimento di invidia, ma nel caso nostro sarà sempre meglio un po’ di diffidenza che la troppa credulità. Del resto nella schiera degli invidiosi militano illustri Ornitologhi, che sono a capo di Musei e non soltanto al di qua, ma anche al di là delle Alpi. Si legga un po’ quanto scrissero per mettere in guardia i giovani Collezionisti l' ArrIGONI ed il MartoRrELLI nelle loro classiche Opere e, recentemente, il TERNIER nella “ Revue francaise d’ Or- nithologie ,, (Janvier 1911) il dott. SETH SmiTA nei “ British Birds ,, (June 1911) ed altri ancora! Firenze, Dicembre 1011. Cecicia PiccHI NOTIZIE VARIE Il sig. A. BonowmI, in data 27 febbraio scrive da Rovereto di avere veduto un’esemplare della rara Civetta nana (Glauci- dium passerinum) catturato sul Fermoncel presso Denno in Val di Non, il 24 ottobre 1igr1. In detta località, quando c’ erano i roccoli, la civetta nana veniva catturata ogni anno; ora pare sia divenuta più rara. L’esemplare in questione fu spedito al sig. CarLo ZAFFAGNINI. Lo stesso Bonomi comunica la cattura, avvennta al 5 di feb- braio, di una poiana la quale, e per la statura e per gli altri ca- ratteri, gli fece l’ impressione che si trattasse della rarissima Po- tana minore, Buteo desertorum (Dress.), proprio del S-E del- l’ Europa. Il prof. MARTORELLI, in data .16 giugno 1912, comunica di avere ottenuto per la prima volta nel Giardino pubblico la ripro- duzione del Gabbiano Reale (Larus argentatus). La coppia si trovava nel giardino da sei anni, e l’anno scorso fu osservato che il maschio mangiava le uova; in seguito a questa con- statazione si vigilarono meglio gli uccelli, e nello scorso maggio fu rinvenuta la femmina che stava covando tre uova. Però il custode, considerando che il luogo scelto da essa era eccessivamente esposto alle agressioni di grossi topi delle chia— viche, li tolse e li pose sotto ad una tacchina, e dopo pochi giorni si ebbero due pulcini schiusi in ottime condizioni, uno il giorno due giugno e l’altro il giorno seguente. La medesima tacchina li ha gelosamente accuditi, e ognuno di essi il giorno seguente alla nascita ha cominciato a cibarsi, parte imbeccato e parte da sè stesso, di pane e latte e di tuorlo d’ uovo. Dopo i primi tre giorni si cibano di carne sminuzzata e pesciolini smi- nuzzati o anche interi. Ora, dopo due settimane, emettono i calami delle remiganti, camminano e vanno a lavarsi nella tinozza, sono NOTIZIE VARIE 283 rustici e vivaci. Non fu possibile conoscere il tempo dell’ incu- bazione per questa volta; ma ora, conoscendosi il sito ove la coppia sta rinnovando il nido, sarà possibile assistere alla depo- sizione. Anche la tacchina ha preso gusto ai pesci! Il sig. Angelo GHIpINI scrive che un piccione viaggiatore con anello 2112 V. Bond Rocchers. 11, è stato catturato da un pelle- grino, il 22 maggio nei saleggi a Locarno. Un passante spaventò il falco che abbandonò la preda semispennata. Il sig. Francesco VENEZIA, di Castelvetrano, naturalista prepa- ratore, scrive in data primo maggio, di avere ricavuto dal Diret- tore della R. Scuola Normale di Marsala un superbo esemplare di Merops persicus maschio adulto. Soggiunge esser questa la prima volta che gli capita fra le mani questa rara specie. L’esem- plare in parola è di un verde glauco con la tipica macchia sotto la gola di un bel rosso mattone, e le misure corrispondono esat- tamente a quelle indicate dal conte ArRIGONI nel suo “ Manuale di Ornitologia italiana ,. Il prof. Pietro Rosati scrive: “ Nel secondo fascicolo della Rivista italiana di Ornitologia il SALVADORI attribuisce a me P. R. la notizia della cattura a Foggia nel 1897 di un Turdus aureus. Se ho dato la notizia, ehe non ricordo, certo quell’ uccello non P ho veduto, altrimenti non isfuggiva alla mia rapacità di colle- zionista ,. A. G (ee RISE RECENSTONI"“VARTE ALLEN A., in “ Field ,,, 19 agosto IQII, p. 474; ricorda una Ardetta minuta raccolta sotto un palo telegra- fico presso Olney “a few weeks ago ,,. ArwmstEin M., in “ Bird Notes ,,, p. 221 e 257, IQII, ricorda di aver allevato cinque Upupe nelle sue voliere nel presente anno 1911. La femmina principiò a covare il giorno 8 luglio, covò sola, non fu mai veduta uscir dal nido durante ’' in- tero periodo e venne costantemente nutrita dal maschio. L’ A. ‘osservò che prima di nidificare il maschio aveva la curiosa abitudine di portare talora un bruco alla femmina e quando essa spalancava il becco per inghiottirlo, esso glielo ficcava giù pro- fondamente, ma poi lo traeva fuori e ripeteva ciò per qualche minuto; dopo che i piccoli presero il volo questa strana abitu- dine venne ripetuta una sola volta al 28 di luglio. BaLpucci E. - Enrico HilLyer GigLioLi, Cenni biografici e biblio- grafici. Estr. “ Ann. d’Agricoltura , IgII. Opusc. di pp. 36 c. fot. Roma, Uipogr.G. Bertero ze Co. 1911 E una monografia del grande zoologo ed etnologo, nella quale tratta soprattutto con affetto di discepolo e verità di fatti, dei tempi e della vita di quest’ uomo, che ha lasciato sì largo rimpianto. Segue un Elenco delle pubblicazioni avvenute tra il 1862-1909 in numero di circa 400, e vi è unita una fotografia ras: somigliante dell’illustre estinto. BenTtLEv BeeTHAM - Photography for Bird-Lovers, square 8vo, 126 pp. 16 plates. - WirHerRBy and Co., London, I9rr. E superfluo dire che vi sono pochi rami dello sport così pieni di disinganni e spesso di pericoli, e che richiedono il più grande esercizio di pazienza e di accortezza quanto quello del LIBRI E RIVISTE 285. ld “ fotografo di uccelli ,. Nel libro del BEETHAM ci si sente piuttosto stupiti di nulla trovare di nuovo; pure del pari dobbiamo rico- noscere che egli espone metodi semplici, riprodotti con verità e che il suo libro può dirsi una guida eccellente delio sport e del- l’arte di fotografare gli uccelli, libro egualmente utile al perfetto fotografo-ornitologo, quanto al novellino. Nei due primi capitoli PA. parla dello scopo generale del lavoro e degli apparecchi necessari, cominciando dalla facilità che si ha di fotografare i nidi ed i giovani uccelli, terminando colla difficoltà che s’ incontra | nel fotografare i genitori, sui differenti metodi di nascondersi e d’ avvicinarsi; poi continua con un emozionante articolo sull’ esplo- razione degli scogli, delle rocce marine e terrestri a mezzo di corde, quindi offre notizie sulle fotografie dei cinematografi e colorate, finalmente 1’ ultimo capitolo del libro parla delle fotografie degli. uccelli in domesticità, che se fatte accuratamente, e dirò anche one- stamente, riescono di granide utilità per una migliore conoscenza della vita reale di molte specie. Le tavole. scelte con cura, illu- strano i vari punti del libro e sono in generale buone e bene eseguite. Berry W., in “ Ann. Scot. Nat. Hist ,,, 19II, p. 248, cita un individuo di Zotanus glareola del 1.° agosto 1g11 da Morton Lochs, Fifeshire, specie rara nella Scozia. Boorx E. T. - Catalogue of Cases of Birds in the Dyke Road: Museum; Brighton, with further notes by GRIFFITH, 4th.. EE Quo La. Le importanti addizioni fatte, dalla pubblicazione del Sup- plemento alla 3.8 ediz. di questo “ Catalogo ,, avvenuta nel 1909, consigliarono una ristampa. Il lavoro rimane quello stesso scritto da BoorH per le prime 200 pp., le rimanenti 40 contengono l’ elenco. delle specie e degli esemplari aggiunti dal 1883 in poi con note ed osservazioni redatte da A. F. GRIFFITH, il quale ha condotto a termine il lavoro con molta diligenza, cercando di assedare anche le provenienze di vari soggetti dubbi previamente ricordati, sicchè | pure sotto tale aspetto il presente libro può dirsi di gran lunga migliore dei precedenti. Tra le specie nuove della Raccolta e che non furono ancora citate nel “ British Birds , od in altre Riviste, cito: Anthus richardi, Recurvirostra avocetta, Buteo la- gopus, Falco islandus, Nucifraga carvocatactes tipica e Sterna anglica. Tra le correzioni ricordo Parus atricapillus kleinschmidti rimasto confuso con individui della forma indigena, An//lus spi- noletta lttoralis prima ritenuto A. spinoletta tipico, A. pratensis prima scambiato per A. cervinus ecc. Non ho creduto necessario di dare notizie più precise su tale lavoro certamente. buono, ma che interessa quasi esclusivamente la fauna locale. BraBourne Lorp and S. CHusse. - The Nomenclature of the Rheas of South America, in “ Ann. Mag. Nat. Hist. ,, 8 IQII, pp. 273-275. , 286 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA Brasourne Lorp e Chuss CH. - The Birds of South America, London, Imp. 8vo. E un’opera che sta per uscire sugli Uccelli del Sud Ame-. rica, arduo lavoro che illustrerà non meno di 5000 specie, e della buona riuscita del quale è buon affidamento il chiaro nome dei due Autori. ll lavoro consterà di 16 volumi, illustrati da tavole colorate del GròNnvoLD, il primo volume conterrà un Elenco gene- rale degli Uccelli del Sud America, il secondo la prima parte. del lavoro generale e saranno pronti sul principio del venturo anno 1912. I volumi che seguiranno, usciranno ad intervalli di nove mesi ciascuno, saranno di 800 pp., con 25-30 tavole colorate. BreHum s THIERLEBEN. - Allgemeine Kunde des Tierreichs, Vierte, vollstàndig neubearbeitete Autlage, herausgegeben von Prof. Dr, Orto zur StRrassen, Vogel. Zweiter Band - Leipzig und Wien, IQII. Bureau L. - L’age des Perdrix - I. La Perdrix grise, in “Bullet. Soc. des Scienc. Natur. de l’Quest de la France ;. 2056 tom. I. Nantes, 1911. Extr. di pp. 124 con g5 fig. In questa memoria l'A. in seguito ad osservazioni sulla muta è giunto a constatare, che è possibile talora determinare l’età di un uccello allo stato selvatico con una precisione straordinaria. Con studi sagaci e diuturni durati oltre dieci anni sulla simme- tria e regolarità nella perdita delle remiganti prime alla prima muta, egli è riuscito a darci la “ scala cronometrica ,, sul proce- dere dello sviluppo dello Starnotto dai primi mesi d’età fino a periodo completo. Cioè sul fenomeno assai notevole che la muta delle Starne, allo stato selvatico, è di una regolarità precisa, il Dr. BureaU arriva a stabilire con esattezza meravigliosa l’età di uno Starnotto lungo tutto il periodo della prima muta, cioè da agosto ad ottobre, o anche al principio di novembre nei ritar- datari, e da tale epoca fino all’ ottobre successivo .si può ancora riconoscere se una, Starna è nata nella primavera o se ha più di un anno. Jl metodo, come dissi, basa sulla muta delle ali e so- prattutto delle ro remiganti primarie; col semplice esame. delle stesse servendoci della “ scala cronometrica , ci viene rivelata l'età ed anche dati se la muta è in ritardo od in anticipo, sulla media generale, e ciò esattamente o con errori non. calcolabili. Inoltre questo lavoro può dirsi una completa Monografia della Starna, vi si parla dell’ accoppiamento, dell’epoca delle cove, del numero delle uova, dell’incubazione, dello sviluppo dello Star- notto da nidiaceo ad adulto, dei caratteri differenziali tra i sessi, del peso, del come si riconoscono le varie età della Starna anche a volo, delle razze geografiche ecc. Il lavoro è ornato da pa- recchie illustrazioni nere con figure complete dell’uccello e delle ali dall’ età di 28, 35, 42, 55, 72, III giorni ecc., da numerose figure schematiche e tavole grafiche sullo sviluppo, giorno per giorno, della Starna lungo tutta la durata della prima muta, delle LIBRI E RIVISTE 287 varie strutture delle ali alla caduta delle remiganti prime, base della “ scala cronometrica ,. Il tutto è condotto nel suo insieme con sagacità d’osservazione e sicurezza di metodo, offre non solo un interesse biologico, ma di pratica applicazione e può dirsi veramente degno di encomio. CamBripee PHÙicipps E. — in “ Field ,,, 30 ottobre I9II, p. 775, ricorda un Rigogolo veduto durante l’ estate a Cusop, Here- fordshire. ‘ CampseLL - in “ Irish Naturalist ,, 1911, a pp. 186, ricorda un Assiolo avuto morto da Galliffen, co. Donegal il 24 luglio I9II. Cionion.C..AEBort, bb. Ala. A A-:0. U. = The Home, Life . of the Osprey, Photographed and described — Small 4°, pp. 54 and 32 Mounted Plates. WirHerRBy and Co., I19II. È il terzo volume dell’ “ Home-Life ,, dell’edizioni Witherby. Il sig. ABBOTT ha riunito un gran numero di fatti relativi alle abi- tudini del Falco pescatore, alle sue nidificazioni, modo ed ubi- cazione del nido, deposizione delle uova, incubazione, nascita ed allevamento dei piccoli; il tutto è presentato sotto forma interes- sante ed accompagnato da una mirabile serie di tavole che ri- producono fotografie fatte dall’ Autore stesso e dal sig. H. H. CLeaves. Queste osservazioni e queste fotografie sono il risultato di visite fatte alle principali località ove la specie vive e si ripro- duce sulle coste della Nuova Jersey, Great Lake nella Carolina, ove esiste una colonia di 30 paia e soprattutto nella Gardiner’ s Island, New York. Quest’ ultima località dell’estensione di 3000 acri, circondata da acque ricchissime di pesce, fu il campo prin- cipale delle investigazioni dell’A. Ivi vive protetta e non mole- stata una colonia di 200 paia dei suddetti Falchi, che ogni anno conduce a termine le proprie nidificazioni e che si ritiene la più grande colonia del Mondo. Le tavole illustrano la straordinaria varietà di nidi e delle località ove vemgono collocati, altre mo- ‘ strano il vario colore protettivo dei giovani Falchi in armonia con le tinte dell’ambiente circostante, le movenze nell’aggredire, nel ritirarsi o nel celarsi, ma soprattutto mirabili sono quelle dei vecchi uccelli nelle varie maniere o movenze di volo. Esse per ricchezza di dettaglio, per condizione di luce e d’ atmosfera sono tra le più belle del genere e mostrano nell’A. la correttezza del metodo, unita all’intelligenza del naturalista ed all'abilità del fotografo. II Congrès International de Chasse, Vienne 1910, les 4, 5, 6 et 7 septembre. Organisation et Rapports des Sections, Vienne, impr. J. N. Verany, 19r1. Contiene gli Atti del Congresso Internazionale di caccia te- nutosi in Vienna nell’ autunno 1910, con capitoli di speciale inte- resse, dall’ introduzione del Muflone sul continente europeo, agli 288 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA studi per un’intesa internazionale allo scopo di unificare i calibri dei fucili da caccia, agli studi sull’ epidemia della selvaggina, ai principi generali per la legislazione della caccia, ai regolamenti sul diritto di caccia, alla protezione degli uccelli ecc. ecc. Tutte cose che da noi non si capiscono, e Dio sa per quanto tempo ancora non si vorranno capire !In omaggio ai sacri diritti d’egua- glianza, da noi si vuole la soppressione di tutte le bandite, la libertà di cacciare ovunque senza legami e restrizioni procla— mando res nullius, come dice il PALADINI, perfino il cervo, al quale il proprietario prepara pasture e ripari, ed il cinghiale di cui si protegge l’ allevamento e si coltiva il cibo! CrawLey A. E. - In “ Field ,,, 29 luglio 19II, p. 314, parla diffusamente del volo del Rondone, facendo confronti con la struttura ed i movimenti dello stesso e di certi monoplani. CrinpLe J. M. - in “ Glasgow Natur. ,,, III, p. 126, ricorda un individuo di Stercorario maggiore veduto il 7 luglio 1911 presso Dunure. Crooxg S., nel “ Natur ,,, I9II, p. 330, ricorda un Rigogolo da lui veduto alla distanza di qualche metro il 9 luglio u. s..a Hackness, presso Scarborough. Dice che tal specie è rara nello Yorkshire. D’Asapie R. - Des Coucous et de leurs moeurs. Paris, AMAT, 2, rue de Mezières, 1gI1, in-8, pp. 45, pl. Sotto una veste modesta, è un piccolo libro interessante che contiene quanto è stato scritto sulla biologia del Cuculo. Damiani G. - in “ Corriere Toscano ,,, anno XVII, n. 166, Pisa, sabato 17 giugno IQLJ. L’A. in un brillante articolo sull’Isola di Montecristo, “ l’ isola del romanzo e del Re, comunica la cattura di una femmina di Gabbiano còrso uccisa l’1t giugno presso Cala Maestra dal capo- timoniere Testi della torpediniera sulla quale l'A. era imbarcato. Questo raro Larino sarà conservato nella Raccolta Ornitologica della Villa Napoleone a S. Martino, Isola d’ Elba (cfr, anche “ Riv. Ital. fd'‘Otn5;, ‘n. 12%pror, comunie AVE SAID): D’ARENBERG, Prince - Les Oiseaux nuisibles de France. Livre premier, in-8°, 112 pp. avec 21 pl. col. Orléans, Henri Tes- sier, imprim. IQII. L’A. parla delle varie specie di Rapaci diurni e notturni proprie alla Francia e che sono dannose ai cacciatori ed ai pe- scatori; il lavoro è interessante e degno d’essere raccomandato. LIBRI E RIVISTE 289 Il g° di ciascuna specie viene figurato a colori, seguono descri- zioni dei vari abiti, notizie sulla nidificazione, sui costumi, sul- l’area di distribuzione, sul modo di assicurarne la cattura, final- mente lA. dichiara di essere pienamente convinto dell’utilità della Poiana e del Gheppio. Dossrick L. - Zur Ornis des Weichseltales in “ Jahrb. West- preuss Lehrerver, f. Naturkunde »r 4. V. 1908-09. Contiene note sulla vita degli uccelli della ‘Weichseltales - sulla nidificazione di qualche specie come Forapaglie lanceolato e macchiettato, Pett' azzurro, Cesena ed Albanella minore. Evans A. H. - A Fauna of the Tweed Area, pp. 262, XXVIII, 21 PI. and a Map. Edinburgh, David DOUGLAS, IQII. E il 12.° volume della “ Vertebrate Fauna of Scotland ci Harvie-Brown. La “Tweed Area, comprende le Contee di Berwick, Roxburgh, Salkirk e Peebles, entra per poco tratto nel- l’ East Lothian, nel Mid Lothian e nel lato nord-orientale del Northumberland, includendo Holy Island e Farne Jsland. Segue la bibliografia e cenni storico-fisici sulla regione in parola, tratta quindi della fauna dei vertebrati eccettuando i pesci; gli Uccelli sono compresi trà pp. 52-246. La “ Tweed Area » è importante pel fatto che presso od entro i suoi confini si trova l’ ultimo limite settentrionale raggiunto nella Granbretagna da date specie in questi ultimi tempi, quali il Picchio muratore, |’ Usignolo, il Torcicollo ed altre; mentre ad es., nelle Isole Farne | Edredone nidifica quale punto più meridionale delle sue riproduzioni al giorno d’oggi. Scendendo a dettagli è ricordato un solo Codirosso È nessun Pett’ azzurro, è considerata autentica la nidificazione del Picchio muratore a Roxburgh nel 1850, è citato un Picchio verde da Linhope nel 1903; la Poiana non nidifica e così il Lodolaio, un Corvo di notte venne catturato a Holy Island nel 1098, un Tarabusino a Eyemouth nel maggio 1904, una Spatola a Holy . Island nel dicembre 1908, sono citate due catture positive del- l’ Oca selvatica o Anser cinereus ecc. ecc. Il libro può considerarsi eccellente, come tutti quelli della presente serie che lo precedettero; se due mende possono rile— vaisi, l'una sarebbe che mancano esatte informazioni riguardo le migrazioni che si svolgono nella “ Tweed Area ny l'altra che l'A. non s’ occupò della presenza e delle catture delle forme con- tinentali avvenute nel suo distretto. Circa le migrazioni nulla tro- viamo nella Introduzione, nè molta pena si è presa l’ A. di dare notizie sotto alle singole specie; circa la questione delle forme locali dato il moderno indirizzo, secondo gli Ornitologi “splitters ,, l'A. non sarebbe certamente al corrente colla scienza, ma resta da vedersi quale delle due scuole abbia vedute più giuste! La serie delle tavole tratta dalle eccellenti fotografie di W. NorRIGc, da un’ esatta idea del distretto e delle località abitate dagli uccelli, e la mappa è di fattura ottima. Riv. Italiana di Ornitologia. 20 290 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA Evans W. - in “ Proceed. of the Royal Physical Society. of Edinburgh ,, vol. XVII, pp. 196-203, parla della grande emigrazione di Organetti avvenuta dall’ ot- tobre alla fine di novembre u. s. dal nord delle Shetland al sud della Scozia. Ne furono presi in grande quantità ed oltre 2000 ‘individui vennero portati nel solo mercato di Edinburgo, l’ ultima cattura avvenne ai 18 gennaio 1tgII. La massima parte di essi apparteneva alla forma tipica o Zraria, ma buon numero anche alla holboelli. L'A. dice che i numerosi soggetti osservati offrivano una grande variabilità di dimensioni nell’ala, nel becco e nella statura, dubita grandemente della validità specifica della L. /. 4o/- boelli tanto più che essa nidifica nella stessa area della specie tipica. Evans Rev. W. F. - in “Field ,,, 18 novembre 1911 a pp. 1129, ricorda un esemplare di Falaropo a becco largo che venne osservato per qualche giorno, pare in novembre, presso Cow- bridge, Glamorgan. Finn FRANK - nella “ Pall Mall Gazette ,, del 13 settembre 1911, parla dei Cacatua rossi e grigi dell’ Australia conservati vi- venti nel Giardino zoologico di Londra nella gabbia delle Mar- motte e degli Scoiattoli, dei loro costumi in domesticità, delle strane evoluzioni che fanno volando, dell’incessante strepitìo al quale s’ abbandonano di continuo; dice che dividono allegra- mente il pasto coi compagni mammiferi, e che il volo nella grande gabbia è faticoso e pesante a differenza del volo leggero che hanno allo stato selvatico, parla infine della bellezza del loro piu- maggio e soprattutto del petto roseo; dice che, quando se ne stanno eretti su qualche tronco, assumono la parvenza e la forma di un fiore grande e vivido appena sbocciato. Fortune R. - In “ Naturalist ,,, 1911, p. 280, dà notizie su parecchi uccelli uccisi dal fulmine nella notte 25-26 giugno IgII e le fotografie degli stessi. . GHIGI A. - Ricerche sistematiche e sperimentali sulle /Numtdinae, in “ Atti R. Accad. delle Scienze, Ist. di Bologna ,,, ser. VI, tom. VII, 1909-1910, pp. 331-365, c. fig. Bologna, IQII. L’A. non intende di dare una monografia delle Numide,. ma studia se l’ibridismo conduca a caratteri che gli Ornitologi con- siderarono specifici o sottospecifici ed in base ai quali vennero istituite specie o sottospecie, se le dette specie abitano regioni intermedie a quelle occupate dalle forme madri, o se invece. la discontinuità corologica possa esser spiegata mediante gli spo- stamenti di una delle razze progenitrici, dovuti semplicemente ad erratismo od a migrazioni parziali. Esamina i caratteri speciali delle “ Numidinae ,,, i vari gruppi e le specie dandone le chiavi LIBRI E RIVISTE 291 ‘analitiche, la distribuzione geografica, parla dei costumi della N. piilorhyncha, delle variazioni della N. meleagris allo stato do- mestico, dell’ibridismo ed atavismo ed infine del meticciamento e dissociazione dei caratteri specifici. In base alle sue osservazioni, l'A. crede che delle 17 specie, sottospecie e razze costituenti il gen. Numida, soltanto la metà circa possa essere considerata come il prodotto di mutazioni e variazioni, e che le altre deb- bano essere più razionalmente considerate quali forme derivate da meticciamenti, favoriti da contatti sui confini dei rispettivi ‘abitati e da incursioni di una spacie nel territorio dell'altra. Il presente lavoro è frutto di diligenti ricerche ed accurate dedu- zioni ottenute sopra un ricco materiale e su osservazioni in gran parte originali, è ornato da una tavola e da figure nel testo buone ‘ed esplicative, sicchè riescirà di notevole aiuto a chi vorrà stu- diare le specie del gen. MWumida. ‘Gui A. - Sulla reversione dei caratteri nei Piccioni domestici, Estr. “ Rendic. delle Sessioni della R. Accad. delle Scienze dell’ Istituto di Bologna ,. Anno accad. 1910-1911, Bologna, Tipogr. Gamberini e Parmeggiani, 1911. ®pusevidi:pp. 15, c. 8 fig. L’A., in altra Memoria pubblicata nei Rendiconti dell’ Acca- demia dei Lincei, del 1908 relativa alla prbposta di una nuova classificazione dei Piccioni domestici, accennando ad alcuni pro- blemi da risolvere, rilevava come uno degli argomenti principali «sui quali Darwin si è fondato per sostenere l'ipotesi che tutte le razze domestiche di Piccioni derivino dalla Columba livia, sta nel supporre che l’ incrocio delle razze più disparate dei mede- ssimi riconduca alla C. Zvia. Aggiungeva che quest’ opinione de- riva da pochi e sparsi esempi, e concludeva affermando l’oppor- tunità di esperimenti su larga scala, per vedere se sia vero che dalla fusione delle più importanti variazioni che si riscontrano nei Piccioni domestici, risorga per reversione la C. Zivia o non piuttosto un tipo di Piccione diverso. Colla presente Nota l'A. in- tende di portare un primo contributo a tali ricerche; avendo in- crociato vari soggetti ottenne anzitutto individui che offrono ca- ratteri differenti dalla /%v/a, dei quali dà dettagliate notizie e le figure di sette individui incrociati e di uno di /ivia purissimo. Egli si propone quindi d’intensificare tali sperimenti e si riserva di pubblicare un lavoro comparativo tra i bastardi domestici, la C. livia ed un’altra specie selvatica di. Colombi, dal quale con- fronto si potrà vedere come il prodotto delle razze domestiche incrociate tra loro, differisca dalla C. Zivia più di quanto esso dif: ferisce da altre specie ben distinte, anche per la nota incapacità a produrre colla Zvia ibridi fecondi. ‘GRINNEL ]. - Description of a new spotted Towhee from the Great ‘'Basin,*in/ «Univ. ‘of California Public.in'*Zo0k;, vol. 7, n. 8, 24 Aug. I9II, pp. 309-311. Descrive Pipilos maculatus curtatus simile a P. m. montanus ed a P. m. megalonya, abita il Nevada, è uccello migratore con larga distribuzione geografica. 292 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA GunninG ]. W. B. and ALwin Haacner. - A_Check-List of the- Birds of South Africa, being a record of all the species. known to occur south of the Zambesi-Cunene line (the 16th degree of south latitude). Supplement to the “ Annals Trans- vaal Museum ,,, vol. 11. July 1910. Opusc. di pp. I-84. Pretoria, I9IO. E un semplice Elenco sistematico aggiornato all’ agosto 1910. e che comprende gzo specie di uccelli sud-africani, ad esso è ag- giunto alla fine del volumetto un’ appendice con addizioni ed osservazioni su varie specie. La classificazione è quella adottata dal RercHENow nei “ Vogel Afrikas ,, e dove gli Autori dissen- tivano dalle vedute del RercHENOW o da quelle del “ Check-List,, dello ScLATER lo spiegarono nell’appendice; le specie delle quali è fatta menzione nella detta Appendice vennero segnate d’aste- risco nel corso dell’ Elenco. GyLpenstoLPE Nirs, - Short Notes on a Collection of Birds. from Russian Turkestan, in “ Arkiv for Zoologi utgifvet af k. Svenska Vetenskapsakademien J Stockholm, Band 7. N° 14, Stockholm, 1911. Estr. di pp. I-26. Illustra una raccolta di uccelli del distretto di Semirjetschensk situato sui confini tra il Turkestan russo ed il Cinese, raccolta che fa parte. del Museo di Stoccolma. Parla di 69 specie, alcune delle quali rappresentate da parecchi individui; questo lavoro è anzitutto un ottima contribuzione per lo studio delle sottospecie dell’ Asia centrale. Ricorda Sturnus vulgaris loudoni simile a porphyronotus, i Crocieri sono della specie tipica e non della Loxza curvirostra albiventris di Swinhoe, le Montfringillae sono nivalis alpicola, brandti e nemoricola altaica, la Petronia è | intermedta,. lPEmberiza citrinella \a erythrogenys, \ E. cia la par e così di seguito. HeLLmayR C. E- - A Contribution to the Ornithology of Wes- tern Columbia ,,, from. the “ Proceedings ot the Zool. Soc. of London ,,. Pubbl. Decemb. r9rt, pp. 1084-1213. L’A. parla di una Collezione di 700 pelli, ora depositata nel Museo di Monaco fatta da Mervyn G. PALMER nella seconda metà del 1908 e nel 19009, alcune di esse sono specie nuove e furono precedentemente descritte nel“ Bull. 0500, Rev. Franc. d’Orn. ,, Questa Collezione proviene dalla Colombia occidentale, distretto poco noto in fatto d’ Ornitologia; parla delle Raccolte fatte prima di quelle di PaLMER, delle località visitate, delle specie raccolte che sommano a 20r delle quali ora descrive come nuove: Calospiza gyrolotdes bangsi, C. g. catharinae, Ar- remon aurantiirostris occidentalis, Myrmotherula surinamensis pa- cifica, di tutte dà la sinonimia, il novero degli esemplari raccolti e note sul piumaggio e l’abitato; nella Conclusione infine dice che l’Avifauna della Colombia occid. è tuttora poco nota, che pre- senta affinità con quella dell’ Equatore, del Panama, Costa Rica LIBRI E RIVISTE 293 «ed America centrale, in apposita lista colloca di fronte le varie specie che reciprocamente si corrispondono nelle suddette aree, ‘illustrando così fatti di grandi importanza per lo studioso di pro- blemi geografici. Hammonp SmitH H. - in “ Field ,, 25 febbraio 1911, p. 354, ricorda tre casi di fagiani maschi, del dicembre 1gro dal Middlesex, che avevano assunto piumaggio simile a quello delle femmine. Questi individui avevano gli sproni bene sviluppati, le .glandole sessuali pure di sviluppo del tutto normale, la coda per metà di maschio e nel rimanente da femmina, testa e collo di fagiana; che le femmine si presentino talora sotto l’abito del ‘maschio non è cosa rara, ma il fenomeno del maschio in livrea di femmina è rarissimo; un altro caso è ricordato da J. G. Mit- scialli BOC vol. XXVII, p. 54), Hammonn SMITH ne cita inoltre altri tre, cioè uno osservato dai sigg. S. G. SHAT ‘tocg e Dr. C. G. SegLiman, un secondo da J. G. MirLa:s ed il terzo dall’ Hon. W. RorHSscHILD. Harrert E., - in “ Novit Zool. ,,, pp. 189-254, 1910, nel lavoro “ The Birds of Hainan , descrive le seguenti specie nuove: Turtur chinensis hainanus, Glaucidium cuculoides persimile, Ceryle rudis insignis, Rhopodytes tristis hainanus, Iyngipicus scin- tilliceps swinhoei, Gecinus chlorigaster longipennis, Graucalus macet larvivorus, Turdinulus roberti hainanus. Proparus brunnea argutus, P. nipalensis rufescentior, Turdus citrinus aurimaculata, Phyllo- scopus goodsoni, Acridotheres cristatella brevipennis, Dendrocitta sinensis insulae: Treron bicincta leggei (Ceylon), Accipiter vir- gatus confusus (Luzon) e Pycnonotus sinensis formosae (Formosa); le specie di Hainan sommano a 281. Jackson Miss A. C., - in “ Ann. Scot. Nat. Hist,,, I9II, p. 245, cita la cattura di un individuo della forma continentale del Pettirosso o £. rubecula rubecula avvenuta a Mull of Galloway Lighthouse, Scozia; a pag. 246 di un individuo della forma con- tinentale del Picchio rosso maggiore o D. major major da Ding- «wall nell’ ottobre 1909, altro esemplare della stessa forma è ci- ‘tato da Miss Haminton D. (cfr. t. cit., p. 183) da Sanchen, Aber- deenshire nel dicembre 1909, altri ancora dell’ autunno 1909 nella ‘stessa Rivista, vol. IV, p. 286 e 369. KeuRIG H. - L’oiseau et les récoltes, chez Muro, Paris, 1911. L’A. dimostra in questo libro piccolo, ma eccellente pel Na- ituralista e per l’Agricoltore come ‘la protezione degli uccelli è ‘necessaria in Francia, e come l’ Ungheria e la Germania siano progredite in tale cammino, come gli uccelli insettivori salvino ‘vigneti e boschi, comesi possano proteggere ed in quale modo :si debbano distruggere i loro nemici. 294 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA KREFFT P., - nel “ Zeitschrift fùr Oologie und Ornithologie ,, XXI, puI5, TOTI, dà notizia di una coppia di Merli,-i quali nidificarono tre volte di seguito nello stesso nido; è noto che non raramente lo. stesso nido venne utilizzato due volte di seguito, ma tre volte è stato ricordato, per quanto so, soltanto da E. Hawrs che lo os- servò in un vecchio albero a Richmond nella primavera del 1901 (cfr. “ Field ,,, 15 giugno Igor). Loupon Baron Haratp - Ueber eine neue Form des gelbkòp- figen Goldhahnchens, Regulus regulus buturlini, subsp. nov. Estr. “ Reichnow’s Ornithol. Monatsb. ,, Oktoberheft 19II. Descrive la forma del Regulus regulus da Talysch e Trans- caspio col nome di A. r. bduturlini, simile alla forma tipica ma più. scura di sopra, più chiara di sotto e di maggiore statura. Maparàsz J. v. - Neue Vogel aus Afrika, in “ Ann. Mus. Nat. Hungar. ,,, 9, I9I1, p.p. 339-342. Descrive come nuove specie: Upupa butleri da Chor-Em-Dul, Riparia nigricans dell’Africa orientale tedesca, Cisticola sudanica: del Nilo azzurro, Passer alexandrinus d'Alessandria, Passer niker- soni da Chor-Em-Dul e Passer al/biventris del Sudan. Maparàsz J. v. - Ueber Thalurania venusta (GouLp) und Co.. libri cabanidis (Heine) als selbstàndige Formen, in “ Ann- MussNat.(Hongg I9LL\p 357 MartorELLI G. - Il Falco feldeggi, ScHLEGEL e i suoi affini, Estr. “ Atti Soc. Ital. Sc. Nat. ,, vol. L, pp. 247-282 c. fig. - Pavia, Pip® Success. BratellivPusy 1g. 0 Scopo dell’ A. è soprattutto quello di dare una breve mono- grafia intorno al Lanario, a questa specie di Girifalco a lungo confuso con l’affine, e che s’ incontra pure ormai con una certa frequenza da noi, cioè il Girifalco sacro (MHierofalco saker) e oltre a ciò ancora per completare quanto precedentemente l’ A. aveva detto a tale proposito. Da studi minuziosi fatti sulle fasi del 7. fe/- deggi, è risultato evidentissimo il collegamento coi vari Girifalchi pel tramite del Sacro anche pel perfetto parallelismo che si può constatare nelle stesse fasi tra gli uni e gli altri. Studia il mate- riale delle Collezioni ArRIGonI DeGLi Oppi, CHici e TuraTI ed oltre il feldeggi di tipo europeo ed africano, la Gennata tanyptera e biarmica confrontate coll’ Hierofalco gyrfalco, islandus, holboélli e candicans. Descrive le varie fasi, soprattutto quelle degli adulti difficilissime a trovarsi, spiegando genialmente il quesito del col- legamento fra tutte le forme dei Girifalchi e dei Lanarii, traendone la deduzione che esse sono venute discendendo le une dalle altre per via di evoluzione, propendendo per l'ipotesi che dalle forme LIBRI E RIVISTE. 295 australi siano derivate le settentrionali e le artiche, dicendo che la loro derivazione reciproca sarebbe ancora più luminosamente provata e dimostrata dalla completa rassomiglianza dei loro sche- letri; illustrail lavoro con buone figure. Mavatt A.- “ Birds and Birds’ Nest of Bromsgrove, Illustrated. ,,. WirgerBy and Co. London, I9II. È un piccolo libro con riproduzioni di fotografie dei nidi degli uccelli trovati nidificanti nelle vicinanze di Bromsgrove ed elenchi degli uccelli colà abitualmente nidificanti, di quelli che vi nidificano irregolarmente, di quelli che vi sono avventizi o rari; ma difettano del tutto le notizie ed i dettagli sulla distribuzione delle singole specie nelle suddette località- MexeGaUux A. - La protection des oiseaux et l’industrie plu- i massiére, Paris, J. B. Baillière, in-8, 39 pag. I9II. L’A. esamina le varie cause note della scomparsa di specie estinte od in via di estinzione; la caccia degli uccelli allo scopo di procurarsene le piume è soltanto uno dei fattori numerosi del disastro, ma altri fattori di distruzione sono la caccia per la va- nità e per fornire i mercati, l'estensione delle coltivazioni, l’ ur- banismo, il diboscamento, l’acclimatazione di animali esotici, i telegrafi, i fari, la navigazione, ecc. D'altra parte non si può ro- vinare un cespitè di commercio e d’industria così importante e che dà di che vivere a tante migliaia di persone con leggi del tutto restrittive, tanto più che oggi l'industria tende a por tarsi sullo sfruttamento delle piume degli uccelli da cortile trasformate dalla chimica. Occorre però pensare a misure protettive per molte specie di ucceili minacciate d’ esterminio, e per conseguire lo scopo l'A. consiglia l'istallazione di stazioni ornitologiche mo- dello, la sorveglianza sulle riserve, il miglioramento delle leggi sulla caccia, la collocazione di nidi in speciali piantagioni di rifugio fatte con norme tecniche, la formazione di tipici distretti di rifugio abbastanza numerosi ed estesi, ove la caccia dovrebbe essere sempre proibita ecc. ecc. L’A. si trattiene inoltre lungamente sul- l'utilità di tali mezzi, che fecero eccellente prova in varie ‘altre regioni del mondo e che anche in Francia si dovrebbero e po- trebbero adottare per salvaguardare i tesori ornitologici, per la selvaggina e per sopprimere infine tutti gli abusi, dei quali è vit- tima il mondo animale. MexEGAUX A. - Étude des oiseaux de |’ Équateur, rapportes par ile Dr. River in “ Mission du serv. geogr. pour la mesure d’un Arc de Meridien Equatorial ,,, Tome IX. L’ A. studia la Collezione fatta dal Dr. River che stette cinque anni nell’ Equatore e che ha raccolto novecento pelli appartenenti a 300 specie; offre notizie generali sull’ Avifauna del Paese e sulla Bibliografia. Le quattro tavole rappresentano: 7inamus /ati- frons, Odontophorus melanonotus, Grallaria gigantea e Philydor columbianus rivetti. 206 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA Mc Gregor R. C. - Notes on a Collection of Birds from Nor- thern Negros. In “ The Philippine Journal of Science ,,, vol. VI, n°, I, Sect. D. General Biology, Ethnology and Anthropology. Manila, February, 1911. Parla delle Collezioni fatte nell'isola Negros da vari Natura- listi cominciando da WaLbEN e Lavarp (1872) fino a CLARKE ‘(1894). Nel febbraio-marzo del 1909 il sig. AnpRES CELESTINO fece raccolte nelle vicinanze di Cadice, Negros settentrionale e di queste parla la presente memoria. Le specie sommano a 55 e l’A. le illustra con note ed osservazioni; quattro delle stesse vennero catturate per la prima volta in quelle località e sono: Astur trivirgatus, Tachornis pallidior, Cyanomyas caelestis e Ae- thopyga bontta. Mc Gregor R. C. - Birds from Panai and Mount Pulong, Subprovince of Benguet, Luzon. “Ibidem ,, vol. V, n. 2. July 1910. Paila di raccolte fatte nel maggio-giugno 1909 e nel luglio dello stesso anno, ed enumera 33 specie con note sulla loro di- stribuzione ed abbondanza. Osserva come Pyrrhula leucogenvs e Kkhinomyias insignis vivano confinate nelle alte foreste muscose di Panai, le altre vennero sempre trovate ad altitudini più basse. Mc Gregor R. C. - Birds collected in the island of Polillo, Phi- lippine Islands, “ Ibidem ,, vol. V, n. 2. July Igo. Contiene una lista di ro1 specie di Uccelli raccolte dall’ A. nel settembre 1909 a Polillo, delle quali sono nuove: Zarnygmna- thus freeri simile a 7. everetti Tweed., Penelopides subnigra simile a P. manitllae (Bodd.) e Kittacincla parvimaculata simile a K. lu- zonica (Kittl.). Mc Gregor R. C. — I. Additional Notes on Birds from Northern Mindanao, Philippine Isl. —- II. Note on the Migration of the Tic-Wee Buzzard in the Philippine Isl. - IM. Philip- pine Ornithological Literature, II. “ Ibidem ,, vol. V, n. 3. August I9I0. Nel 1° articolo cita in aggiunta alcune specie notevoli, in tutto 7, raccolte da CELESTINO ANDRES in una seconda gita (19009) a Mindanao, tra esse ricordo Baza magnirostris. Nel 2° articolo parla delle migrazioni del Butastur indicus, che è l’uccello di rapina più abbondante e più largamente distri- buito nelle Isole Filippine e che abita non meno di 27 isole del- l’ Arcipelago stesso. Cita le parole di BLancrorp, MEYER, WIGLES- wORTH e di altri Autori, facendo seguire osservazioni personali. Vi è unita una tavola nera, con due figure della specie. Nel 3° articolo parla della Bibliografia delle Filippine (3* pun- tata) con brevi notizie sui singoli lavori. uetetì \ LIBRI E RIVISTE 29 =I Mc Grecor R. C. - Birds from the Coast of Northern Luzon and from the island of Sabtan and Dalupiri. “ Ibidem ,,, vol. V, n. 4. October 1910. Cita raccolte fatte in varie località e soprattutto notevoli gli uccelli (5 specie) provenienti da Dalupiri isola delle Babuyanes, da dove il Museo di Manila nulla possiede tanto di materiale botanico, quanto di zoologico. Altre raccolte importanti sono quelle fatte lungo il fiume Abulung, ove vennero catturate 33 spe- cie e tra esse ricordo Ha/cyon lindsavi e Hyloterpe albiventris. OBeRHOLSER H. C.- A Revision of the forms of the ladder- backed Woodpecker (Dryvobdates scalaris, Wagler) in “ Pro- ceed. U. S. Nat. Mus. ,, vol. 41, 30 June 19II, pp. 139-159, carte. Le sei forme oggidì note sono nuovamente differenziate in nove nuove sottospecie, ciò che porta a quindici il numero delle forme del Dryodates scalaris determinato da OBERHOLSER. Inoltre in ogni forma esistono variazioni individuali notevoli, tanto nel colorito che nelle dimensioni ma esse non sono costanti, e non è il caso di aggiungere nuove forme a quelle già note. OserHoLSER H. C. - A Revision of the Forms of Hairy Wood- pecker (Dryodates villosus, in “ Proceed. U. S. Nation. Mus. ,,, Washington, vol. 40, June 19II, pp. 595-621, pl. 70. Ìl Picchio dal ciuffo è distribuito dall’Alaska e dal Canada settentrionale sino a Panama, ed il lavoro di revisione della specie è basato su 1070 individui conservati nei vari Musei degli Stati Uniti. Le varietà oggi ammesse sono 14, l’ A. ne riconosce 20; è singolare che le Bahame settentr. sono abitate da due razze, nelle quali il colore dello spazio delle redini si è modificato per effetto d’isolamento, che la forma di Terranova o D. villosus ferrae-novae è più vicina a D. v. leucothorectis del Messico e del- l’ Arizona che non le razze che occupano l'immensa zona inter- media, mentre D. v. picordeus dell’ Alaska e della Colombia bri» . tannica assomiglia assai più, almeno pel colorito a D. ©. erzsso- menus del Messico centrale, che non alle razze geograficamente vicine; il lavoro, buona monografia del D. vi//osus, è illustrato da figure ben fatte. OserHoLSER H. C. - “ A Monograph of the Flycatcher genera Hypothymis and Cyanonympha, in “ Proced. U. S. National Museum ,,, vol. 39, 25 febbr. 19IT, pp. 585-615. L’A. illustra il grosso materiale di 205 esemplari di Piglia- mosche blu delle Indie orientali; leva le due forme Hypotlhym:s superciliaris superciliaris e H. s. samarensis dal genere unico fin qui ammesso e ne costituisce il gen. Cyarzonympha. L'H. abbotti, H. puella e H. rowleyi sono mantenute al rango di buone specie. Le sedici altre forme note, alcune delle quali sono nuove, devono semplicemente venir considerate come razze geografiche di /7. azurea. 298 i RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA Oort E. D. van - Report on a small Collection of Birds from Merauke, Southern New Guinea, in “ Notes Leyden Mus. 32, I9IO, pp. 78-82. Leyden, igio. Tra altri soggetti descrive una nuova specie che chiama: Ortolus sagittatus magnirostris. Oort E. D. van - An undescribed Form of Microg/lossus ater- rimus, in “Notes Leyden Mus.,, 33, pp. 239-240. Leyden, 19II. Descrive Microglossus aterrimus stenolophus sp. nov. della Nuova Guinea occidentale. Oort E. D. van. - On two rare Petrels, Oceaznodroma monorhis. e Aestrelata aterrima, in “ Notes Leyden Mus. , 33, pp. 111-112. Leyden;'19tw. Owsy |P mieegeldo, 22 Muslotiore parla di un uovo di Cuculo preso a Felsted, Essex, 19II che era a doppio tuorlo, straordinariamente grande ed infecondo. E un caso assai raro e di tali misure non se ne trovano nè nella Coll. Revy (913 uova), nè in quella CaPEK (245 uova). Questo uovo misurava 26.4 X 18.8, mentie l’ uovo più grande ricordato da Rey era di 25.5 X 17.3 e 4.25X 18.7 mm, sicchè il presente sembra il maggiore fra quanti se ne conoscono. PeraBò E. - L’ organizzazione dei Cacciatori e l’ educazione ve- natoria in Italia. - Codogno, Stab. Ottorino Protti e Co., I9II. L’ A. dice che nei Paesi ove l’ esercizio venatorio è disci- plinato seriamente e considerato “ sport ,, ricreativo e non distrut- tore, è inutile che i cacciatori si uniscano per tutelare i propri interessi; ma in Italia la selvaggina è considerata res mu/lus, ognuno gode la libertà di caccia se munito di licenza, chè il siii verno in fatto di caccia si preoccupa della sola questione di “ ri- scuotere le tasse di licenza , -- la libertà di caccia si Sdi nella più vandalica distruzione dell’avifauna, e l’ educazione cine- getica manca del tutto a noi italiani. E desiderabile che i caccia- tori quindi s’ organizzino per elevare l’ educazione cinegetica na- zionale, per combattere il bracconaggio, per produrre il rinnova- mento e l’ incremento della selvaggina, e contribuire a risolvere i grandi problemi connessi con l’ esercizio venatorio e |’ eco- nomia nazionale. PercivaL A. B. - European Migrants in British East Africa, ‘ Journ. E- Afr. ‘Nat. Hist- Soco,, vol ron gue L’ A. dice che l’ Africa orientale britannica è a metà strada tra i quartieri invernali ed estivi di molti uccelli migranti d’ Europa, e le osservazioni fenologiche e sui loro passaggi per il detto paese nei due viaggi periodici sono di notevole importanza; pre . RT TIA MIR TE LIBRI E RIVISTE 299 senta molte note a tale proposito, prendendo per base la Lista degli Uccelli migranti comunicata da ScLater W. alla “ British Association , nel 1905. Piccni C. - Chettusia gregaria (Pall.), Geocichla sibirica (Pall.) et C. varia (Pall.) capturées récemment en Italie, in “ Revue Rirane#dOrnt; 04340 IOPT Price and Exchange List ot Philippine Bird Skins in the Col- lection of the Bureau of Science. Manilla, P. I. (Effective, IQII). La tista contiene i nomi di tutti gli Uccelli delle Isole Filip- pine alla data di pubblicazione della Lista stessa. Le pelli di ot- tima fattura sono vendute dal “ Bureau of Science ,, provviste d’indicazioni di sesso, località di cattura e data, qualora nel Museo esistano duplicati; un asterisco, che precede il nome della specie, indica che al momento non esistono duplicati nelle serie. Il “ Bureau of Science ,, manda cadaun anno Collettori nei terri- tori nuovi o poco noti, sicchè le raccolte si arricchiscono sempre di materiale fresco. Le specie notate sommano al numero di 746, delle quali 262 sono munite di asterisco, e quindi non vi sono esemplari disponibili. I-prezzi variano dal minimo di L. 2,50 a 50 per la Baza /eucopais ed al massimo di L. 250 per la PiMeco- phaga vefferyi, ma nel generale sono prezzi limitati e speciali accomodamenti vengono praticati ai compratori di grosse partite. “ Report on the Immigrations of Summer Residents in the Spring ‘ of 1ig1ro; also Notes on the Migratory Movements and Re- cords received from Lighthouses and Light Vessels during the Autumn of 1909 ,,. By the Committee appointed by the British Ornithologist’ Club. (Forming vol. XXVIII Bull. B. O. C.), zr Maps, Witherby e Co. ror1. È il 6° Rapporto annuale del Comitato del Club Ornitolo- gico Inglese, redatto nella solita forma; soltanto le osservazioni sugli uccelli non inanellati e le catture autunnali sono state in molti casi riunite e connesse, ciò che dà più importanza e coe- sione al lavoro, essendo i movimenti autunnali soprattutto inte- ressanti. Consta che l’arrivo degli uccelli migranti nella prima- vera I1gro non ebbe a subire notevoli ritardi, eccetto pel Fora- paglie che giunse ai quartieri d’estate il 13 maggio; il Torcicollo è ricordato nella Cornovaglia il 26 marzo, ma forse trattavasi di qualche individuo svernante, il Re di quaglie non è citato nelle Contee sud-orientali, la Lodola gola-gialla viene anzitutto ricor- data pel Suffolk l’ ti novembre 1909 e se ne trovavano ancora il 13 aprile susseguente ecc. Le forme continentali catturate sono quelle del Bottaccio, del Pettirosso e del Regolo. Il Comitato poi con lodevole premura ha stabilito di protrarre l’ Inchiesta per altri dieci anni, ciò che darà modo di continuare studi interessanti, 300 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA ma che possono essere di grande utilità soltanto quando ven- gano diligentemente prolungati e controllati per lungo periodo di tempo. RiccH®ie A. T..A. - in “ Field ,,, 26 agosto IQII, p. 528, ricorda di aver ucciso il 3 agosto IgII un g' di Zotanus ochropus presso Rodel, Outer Hebrides, seconda cattura per quel distretto; la prima dell'ottobre 1901 è menzionata nel “ British Birds ,,, II, p. 269, 1909. RinrouL e BAXTER - in “ Ann. Scot. Nat. Hist. ,,, 1911, pp. 133-149 e 194-210. Questo “ Rapporto , contiene un gran numero d° înforma- zioni e di date interessanti. Ora venne modificato nel senso che le specie sono elencate sotto separati Capitoli, come “ Nuovi Uccelli per la Scozia , o “ Note sull’ estate e sull’inverno ,,, “ Mi grazioni ,, etc.; questa innovazione è a par mio assai inopportuna, perchè per conoscere quanto venne osservato durante l’anno nei riguardi di una data specie è necessario consultare l’ intero lavoro, mentre invece mettendo le note relative ad ogni specie sotto al nome della stessa, il lavoro di verifica riesce più celere e l’in- dagine più sicura. Tra i soggetti rari citati ricordo Cyanecula wolfi, Loxia bifasciata, Upupa epops, Falco candidans, Megalestris .catarrhactes, ecc. RooseveLTt Tu. - Revealing and Concealing Coloration in Birds and Manmals, Extr. “Bull. Amer. Mus. of Nat. Hist. ,,, vol. XXX, art. VIII, pp. 119-231, New York, 23 August, IgII. L’A. tratta del quesito dei colori protettivi che offrono pro- blemi svariati ed importantissimi nella vita animale e nella lotta per l’ esistenza, tanto nei mammiferi ed uccelli, quanto nelle classi inferiori, però alcuni animali vivono in un ambiente così largo ed accidentato che la natura non puo accordar loro alcun adat- tamento favorevole; parla soltanto degli animali che offrono co- lori protettivi siano essi indipendenti o collegati alla vita del- l'animale stesso, confuta le teorie di GeRaLD H. e di ABBoT H. ‘THavyER, conclude spiegando molti fenomeni delle vita animale in correlazione col colore protettivo ed il loro influsso mimetico, ed aggiunge alla fine che il campo di studio e di ricerca è tut- tora vastissimo. RoruHscHiLo W. a. Hartert E. - In “ Novit Zool. ,,, pp. 110-112, 1g1o, parlando dei Gufi reali descrivono come nuovi: 5ubo bubo hispanus di Spagna, B. 6. interpositus dell’ Asia minore e B. 6. aharoni di Palestina. ‘Rupow C. - The Life of the Common Gull told in photography - crown quarto, picture cover. WiraeRByY and Co. London, I9II. È una traduzione dal danese ed indubbiamente uno degli ‘opuscoli meglio illustrati editi dal Witherby. Le magnifiche figure \ Po bi LIBRI E RIVISTE 301 mostrano a perfezione la storia biologica della notissima specie;. comincia con la fotografia di una coppia appaiata che se ne sta eretta sopra una roccia marina, seguono vedute di colonie nidifi- canti e loro nidi, nidi con uova nell’ ambiente naturale, uccelli che covano sul nido, nidi con uova mentre i piccini stanno per nascere, nidiacei coi loro parenti, giovani uccelli di età un po’ più avanzata, un branco di uccelli che volano ed aleggiano sopra un campo arato di fresco alla caccia d’ insetti e di larve, finalmente vedute di branchetti di uccelli fermi sulle rocce marine o che volano sulle acque. Sono aggiunte brevi note sulla vita e sui co- stumi di questo Gabbiano, che completano il piccolo libro anche dal lato letterario. ScLaterR W. L. - A History of the Birds of Colorado with a portrait. Sixteen Full-page Plates from Photographs and a Map, Square Demi 8vo, Witherby and Co. London, 19rr. Tratta dell’Ornitologia dello Stato di Colorado, uno dei più centrali degli Stati Uniti e dei più variati come superficie, che ha uccelli assai interessanti ed il cui numero è molto considere- vole. Ne! presente lavoro vengono date brevi descrizioni e le chiavi analitiche di tutti gli uccelli dello Stato in numero di 329,. cenni sulla distribuzione generale e sullo “ stato ,, di ogni singola specie, sulle sue. abitudini e le notizie letterarie relative. Una Bibliografia completa, una Mappa del paese, una lista di tutte le località citate ed un indice generale integrano il libro, che è stampato su bella carta ed ornato di sedici buone tavole. StepHenson T. - in “ Field ,,, 11 novembre ro9rI a pp. 1081, tal ricorda un individuo giovane di Corvo di notte ucciso presso. Whitby il 26 ottobre u. s. THayEeR J. E. and Bancs O. - Descriptions of new Birds from Central China in “ Bull. Mus. Comp. Zool. ,,, vol. LII. n. 8. Gli Autori, sopra una Raccolta di 3000 pelli fatta da W. R. Zappey nella Provincia di Hupeh, Cina centrale, descrivono le seguenti come specie nuove: Ca//oalia fusciphaga capnitis, C. ino- pina, Turdus cardis lateus, Parus major artatus, Nucifraga hemi- spila macella, Cyornis tickelliae glaucicomans, Niltava lychnis, Cyanoptila cumatilis. “The Grouse in Health and in Disease, being the Final Report of the Committee of Inquiry on Grouse Disease ,,. Due vol. Smith, Elder and Co. London, r9Ir. E una grossa Opera in due volumi in quarto di circa 600 pp. con 14o figure e mappe. Comincia con un articolo di Evans A. H. “ The Systematic Position of the Grouse ,,, segue uno studio biologico accurato ed interessante di LesLie A. S., WiLson E. A. parla intorno al “ The Changes of Plumage in the Red. ar 302 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA Grouse in Health and Disease ,,, con ottime illustrazioni, poi segue uno studio -sull'alimentazione di WicLsow, LESLIE e GrimsHaw. La malattia della Pernice di Scozia nella sua forma epidemica ed epizootica è però lo scopo principale del libro e del Comitato inquirente. La conclusione a cur s’arrivò dopo }’ esame di circa 2000 animali morti per malattia e di molti altri individui affetti da altri generi di malattia, è data da queste semplici parole: Male Strongyle worm, and the Strongyle worm alone, is the immediate causa causans of adult ,, Grouse Disease ,. Il pre- sente lavoro costituisce la migliore monografia mai comparsa sulla Pernice di Scozia, come quella stesa da persone veramente versate in materia e le illustrazioni sono lodevoli sotto ogni rapporto. “ The North Staffordshire Field Club-, - Annual Report and Transactions, 1910-11-Edited by W. WeLLSs BLapEN, vol. XLV. Questo “ Rapporto Annuale ,, contiene vari articoli d’ Orni- tologia, come di consueto. MaseFieLD J. R. B. contribuisce il rap- porto sulla Zoologia (“ Uccelli ,,, pp. 68-76) nel quale avverte che un nuovo Regolamento Protettivo venne approvato dall’ “ Home ‘Office ,, per la contea, ispirato a concetti più tecnici quantunque possa ancor essere suscettibile di ulteriori miglioramenti, come ad es., non sembra del tutto necessaria una stretta protezione delle uova di specie prettamente marine o pelagiche. E ricordato ‘che i Moriglioni visitarono Gailey Pools il 20 marzo Igio nel forte numero di circa 250 uccelli, le Morette come specie nidifi- cante aumentarono di numero a Patshull, se ne rinvennero 17 nidi, e la specie tende a farsi estiva piuttostochè stazionaria. Venne veduto a ChartleyMhel marzo 1909 un Piovanello violetto, specie nuova per la Contea; sono citate anche catture di specie rare come Combattenti, Strolaghe piccole ecc. WeLLS BLaDEN W. con- tribuisce in “ Bird Notes yi PP. 94-105, notizie sulle nidificazioni «del Culbianco, della Ballerina nera e della Pispola con fotografie dei loro nidi prese in ambienti straordinari come su mucchi di ‘stoviglie rotte, ove nidificarono regolarmente; dice che un Sal- timpalo nidificò in un “ cinder wall ,, ma il nido venne quasi subito abbandonato. Il presente “ Report ,, è datato 19Io-11, ma sortì nel giugno IQII; sicchè non è sempre facile il capire se il “ last Winter ,, o le date specifiche tra gennaio ed aprile siano riferibili al I9Io o al 19II, giacchè non è aggiunta la data dell’anno; sarebbe quindi desiderabile che ai vari avvenimenti enunciati fosse unito l’anno nel quale accaddero, o che gli avvenimenti delle due annate fos- sero messi sotto capitoli separati. TscHusi zu ScHMIDHOFFEN V. - in “ Ornith. Monatsschrift ,,, n. 8, 1911, descrive due sottospecie nuove di Corsica, cioè 7urdus merula schiebeli, piumaggio di un nero più intenso e Ch/orss chloris madaràszi, colorazione bruna bene accentuata. LIBRI È RIVISTE 303 TscHusi zu ScHMIDHOFFEN V. - in “ Tierwelt ,, n. 15, IQII, parla di un volo di oltre mille Rondoni veduto il giorno 27 giugno u. s. che si dirigevano da Nord-Ovest a Nord-Est, si do- manda se il caso fosse isolato o se altri osservatori avranno fatte simili osservazioni intorno alla stessa epoca, e se veramente avranno constatato la palese e generale diminuzione di Rondoni. TscHusi zu ScummHOFFEN V. - “ Zool. Beobachteter ,,, n. 4-5 CKOIOLI: L’A. ha raccolto quanto sul soggetto ornitologico è stato scritto nell'annata scorsa sui giornali quotidiani e di caccia del- Impero, catture, passaggi, varietà, ibridi ecc. Il tutto (34 pp.) è classificato per nome e provincia con ottime indicazioni biblio- grafiche. L’A. segnala ed illustra 62 specie di uccelli per l’Austria, 15 per | Ungheria. In Ungheria nelle proprietà della famiglia HoLies nel periodo 1781-1867, cioè in 87 anni vennero uccise 406.565 Anitre selvatiche. Tunnarp C. N. - in “ Field , 18 novembre 19II a pp. 1129, ricorda una giovane Spatola uccisa alle foci del fiume Wel- land il 13 novembre u. s. _UssHER R. J. - nell’ “ Irish Naturalist ,,, pp. 149-152, I9II, dà la interessante notizia della nidificazione constatata in Irlanda del Fu/marus glacialis. Ciò osservò il ro luglio u. s. sulla Costa settentrionale di Mayo, era una colonia di 18 uccelli incu- banti sopra scogli marini dell’altezza di 200 metri e crede che altri ve ne fossero nelle vicinanze, gli uccelli nidificano a circa 120 metri sul livello delle acque, dai pescatori seppe che erano apparsi circa quattro anni fa per la prima volta e che erano in “aumento. Dice inoltre che una colonia di 20 Fulmari venne osservata su gli scogli di Ulster nel maggio u. s. dai signori H. MaLcomson e E. GREEN e che questi uccelli vi erano com- parsi per la prima volta nel igro. Fino ad oggi era noto che il Fulmaro era di solo passo in Irlanda; originalmente la specie era confinata a S. Kilda, venne poi trovata nidificante a Foula nelle Shetland nel 1878, nel 1891 nelle Orkneys, nel 1897 ne vennero veduti a Capo Wrath nel Sutherland ma non vi nidificarono, nel igor una colonia nidificò a Handa nello stesso Sutherland e cosi di seguito sino a che nell’anno corrente il sig. MEIKLEJOHN osservò che il suo abitato si era considerevolmente esteso verso sud nella Scozia fino a Berriedale Head nel Caithness. In base ai fatti enunciati e pel notevole aumento verificatosi nelle nuove colonie della specie in parola, l’ A. non trova straordinario che d’ ora innanzi possa riprodursi regolarmente anche in Irlanda. 304 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA UssHer R. J. - in “ Irish Naturalist ,,, IQrI a p. 200, ricorda un branco di otto Pittime reali vedute presso Water- ford dal 27 settembre al 9 ottobre IgII, due delle quali vennero uccise; altre furono osservate dal Maggiore BARRETT-HAMILTON presso Waxford il 22 settembre. Zoologisches Adressbuch - herausgeg. von R. FRIEDLAENDER und Soxn. Vol. di pp. 1109-I-XXX. Berlin, Friedlinder u. Sohn, IQII. Questo libro, notevolmente ingrandito nella presente 2% edi- zione, contiene l’ elenco e l'indirizzo iz exfenso dei Naturalisti del Mondo, tanto di quelli che sono aggregati ai diversi Istituti scien- tifici, quanto dei privati e dilettanti con l’ indicazione del ramo speciale di studio dagli stessi coltivato e con la divisione per i singoli Stati e Città; vi è unito pure il novero delle Accademie, Istituti e Società scientifiche, Imbalsamatori, Disegnatori e quanti hanno attinenza con la Storia Naturale. Seguono trenta pagine di indirizzi di Gabinetti Tassidermici, :Negozianti che commer- ciano in oggetti di Storia Naturale, Librai, Opere, ecc. E un la- voro fatto con notevole cura e diligenza, indubbiamente di grande utilità pratica pel Naturalista. Responsabile ALESSANDRO GHIGI Stabilimento Poligrafico Emiliano — Bologna RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA EDITA DA ETTORE ARRIGONI DEGLI ODDI - FILIPPO CAVAZZA FRANCESCO CHIGI - ALESSANDRO GHIGI GIACINTO MARTORELLI - TOMMASO SALVADORI Anno II - 1912-1913 BOLOGNA STABILIMENTO POLIGRAFICO EMILIANO. a mat Piazza Calderini, 6 - Palazzo Loup di 1913 INDICE GENERALE DEL VOLUME (1912- 1913) Articoli originali. BALDUCCI E. - Della Somaterza mollissima (LINN) uccisa al Forte de’ Marmi e a Marina di Pisa, pag. 169. CAVAZZA F. - Catalogo di una piccola collezione di uccelli della Colonia Eritrea, pag. 96. — _ Variazioni dell’abito della C. cofurzza ottenute con un’ alimentazione esclusivamente animale, pag. 249 (con una tavola). CHIGI F.,- Le fasi del piumaggio nei Falchi propriamente detti (Sottofam. f'2/- conznae), pag. 20. DAMIANI G. - La Sula bassana, LINN. (ex GESN.) all’ Isola dell'Elba e la sua distribuzione in Italia, pag. 89 (con un tavola). GHIGI A. - L’ibridismo nella genesi delle specie sistematiche, pag. 05. — _ Su di una forma probabilmente nuova di Gallofagiano a ventre grigio, pag. 192. : MARTORELLI G. - Intorno alla Caccad:s labate (BOUTEILLE), pag. 184 (con una tavola). PODENZANA G. - Aggiunte all’ Avifauna della Lunigiana, pag. I. PiccHI C. - La dispersione del Cyaropolzus cookî (Be.) fuori della Penisola Iberica, pag. 16. SaLvaporI T. - Singolare cattura di una specie orientale del genere Ardetta, nuova per l’Italia e per 1’ Europa, pag. 86 (con una tavola). —_— Le varie forme dell’ Averla capirossa in Italia, pag. 153. —_—. Posizione sistematica del Larzellus leucogrammeicus, pag. 166. — — I Luì in Italia e specialmente del Luì siberiano, pag. 237. — — Studio intorno alle specie del genere AZodopRoreus, HEUGL., pag. 242 SALVADORI T. e FesTA E. - La Ghiandaia di Sardegna, pag. 113. VarLon G. - Note intorno alle anomalie di colorazione riscontrate nelle ali e nella coda di alcune specie di uccelli, pag. II. —_ Prima cattura nella provincia di Udine dell’ Oca lombardella, pag, 180. Brevi note. ALZANI F. - Melanismo parziale in Amzadzza oryzivora, pag. 199. —— Anomalie di piumaggio in uno storno, pag 259. ARRIGONI DEGLI ODDI E, - Merxla torquata alpestris, pag. 254. BaLpuccI E. - La cattura di un Zarus audouini, PAYR. a Marciana Marina (Elba), pag. 34. = IV RIVISTA ILALIANA DI ORNITOLOGIA BALDUCCI E. - L’Eyrythrosterna parva (BECHST.), pag. 198. —-— Ancora dell’ ErytZrosterna parva (BECHST.), pag. 198. CAVAZZA F..- Catture notevoli nell’ Emilia, pag. 32. FERRAGNI O. - Catture ed osservazioni varie nel Cremonese, pag. 254. GHIDINI A. - Ewmberiza rustica, PALL. a Lugano, pag. 36. —— Vultur monachus, Gvps fulvus ed Aquila fulva nelle Alpi nel 1912, pag. 198. —— Sulla pretesa Somzaferza di Lugano, pag. 203. MARTORELLI G. - Effetti della schiavitù nella evoluzione della piuma, pag. 197. PiccHi C. - Sulla ubicazione di un nido di Cinciallegra, pag. 37 SABATINI G. - Notizie ornitologiche dalle Isole Eolie, pag. 255. SrurNnIioLO G. - La Zerekza cinerea GouLD in Sicilia, pag. 200. — — Un caso di melanismo completo nella Cofurzzx corzziuzis BONN., pag. 202. Caccie, passaggi e varie. ARRIGONI Deeri OppI E. - L’Oca collo rosso nel Veneziano, pag. 119. —-- Comparsa di Edredoni, pag. 119. È Bonò O. - Cicogna nera nel Veneto, pag I17. —_— Cattura di Mignattai, pag. 207. Boxwomr A. - Cattura di Aeg:àhalus caudatus irbyi, pag 207. G. A. - Il passo autunnale nel 1912, pag. 120. GasparoTTO L. - Le catture dei migranti in Lombardia, pag. 120. GHIDINI A. - Le Aquile nel Trentino, pag. 117. GriLLO R. - Larus fuscus nel Trentino, pag. 117. —— Cattura di un’ Aquila fulva, pag. 207. MartoRELLI G. - Glaucidimm passerinum, Vultur monachus, Erythrosterna parva, pag, IIS. NinnI D. - Brevi notizie intorno alla caccia ai Palmipedi e cattura di Uccelli rari o poco frequenti nelle Valli e nell’ Estuario Veneto, pag. 204. Rosati P. - Cattura di giovane Pasfor roseus, pag. 118. VALLON G. - Catture di specie rare avvenute durante l’anno 1912 nella pro- vincia del Friuli, pag. 206. ZAFFAGNINI C. - Cattura invernale di Airone rosso, pag. II9. Libri e Riviste. ARRIGONI DEGLI OpDI E. - Rassegna dei Periodici, pagg 39, 122, 208, 260. —— Recensioni varie, pagg. 152, 220, 283. NINNI E.- ARRIGONI DEGLI ODDI E., Elenco degli Uccelli Italiani per cono- scere a prima vista lo stato di ogni specie. Roma, 1913, pag. 218. Necrologio, pagg. 234, 235, 300. Collezione osteologica del Prof. Prof. E. REGÀLIA, pag. 152. Indice de’ nomi scientifici e volgari, pag. 305. IVISTA-ITALIANA Z FI FEE > TIRATE ; : Da | _DI-ORNITOLOGIA PEPTEECT TITO TESTARE NENENEREnE 2 SI PUBBLICA | AO "OGNI TRIMESTRE — ETTORE ARRIGONI\ — Fia 77 DEGLI-ODPI }:-_{ VIS Re iIPPO CavaZza . © HI FANNO UNO :RANCESCO CHIOT I - Luglio-Settembre SL E - ALESSANDRO GHIGI È #3 MM 3 |< ABBONAMENTI: et Arino: Lire DIECI Lt DIACINTO MARTORELLI > i sosia istityo> i a = ZI SX » — K N & : LI aFional Muse Pa ‘STABILIMENTO POLIGRAFICO EMILIANO BOLOGNA Piazza Calderini 6, Palazzo Loup. Ottobre 1912». La, Si "INDIE DEL FaseicoLO. OI KOBENZANA GA Aggiunte all Avifauna della Lunigiana (o x) . VALLON'G." i Mate intorno due anomalie di colorazione; riscontrate ‘nelle ali: e mg e “mella sora di; alcune. Pra, di uccelli. (Pag, 11). pus È Picci E ECILIA ; DEC, PA ARSCHARG del Gronnpolie cooki (avi; fuori: della Peni: | sr n gola Iberica, (Pag RO), di COL UE ICI E w y i; TRALAI D i {i | pe w) vi a ° ci ne pa fasi del piumaggio nici Falchi propriamente detti ( Sottofàm.. DR i Ò Aperte LUOGO dl rig de IO BREVI NOTE (Pag. 32): x c. LION 7, uo Ma PREAVAZZA, puo "Catture notevoli. nell” Elia! I Babi RO (1 4 ‘Cattura > vdi tn) Li arus” andovini (PAvR) a' Marciana Marina (Elba), — » Banpucci E.i.L' Erv/Arosterna darva (Brcums). —GuIDINI Ax Avebe: | raza! +ustica, "Pat a Lugano. — co È Sul ubicazione di’. un. da nido di Cinciallegro. cx Fra TON dI A: ga x 9a PI “LIBRI E RIVISTE - Rassegna di Periodici (Pag sO) i n £ La Rivista Italiana dl. O:nifolo4a si È pubblica ari > 5 riamente ogni. trimestre, in fascicoli dii non meno, di i i 9057 “ton una ‘tavola i in. eroi 0d a colori, i | inviato vale A tai di omnia. po ON | Poligrafico. Emiliano, ] Piazza Coro] 6, olo i 5 > CE at Gli a si ‘riservano, ci ola di ‘decidere, caso. ‘per’. caso, sulla ‘convenienza dui ‘ pubblicare articoli scientifici. 83 comunicazioni ‘ornitologiche. di ‘estranei. | ar SURE DI manoscritti debbono essere spediti a A i a Conte dott. Ettore Arrigoni vai gd È i uv n i. i Ja e Moncelite.; i. Renata GIOVANNI PODENZANA Conservatore del Civico Museo della Spezia Aggiunte all’ Avifauna della Lunigiana I. Sono trascorsi venticinque anni dalia pubblicazione dei “ Materiali per una Avifauna nel Golfo di Spezia e della Val di Magra ,, seguiti due anni dopo da una “ Appendice ,, fatta dal prof. Davipe Carazzi (1) che dal 1884 al 1898 fu direttore di questo Civico Museo regionale. Con questi lavori si faceva conoscere l’Avifauna regionale e si metteva in evidenza la bella collezione ornitologica del nostro Museo Civico, collezione ini- ziata da mio padre CesaRrE PopENZANA e che quando il prof. Ca- RAZZI lasciava la Spezia contava ben 216 specie con oltre 500 esemplari (2) Nei suoi lavori il prof. CaRAZZI enumerava in tutto 315 specie catturate nella nostra regione. Di queste nella colle- zione del Museo ne sono rappresentate oggidì 230 con più di 600 esemplari. Scopo di questa nota è appunto di ricordare tutte le catture di specie che sono entrate a far parte della collezione regionale e che non si trovano ricordate nelle pubblicazioni del CARAZZI; soffermandomi su quelle che risultano nuove per il territorio e che furono constatate con tutta certezza. (1) Spezia 1887; 1° appendice, Spezia 1887; 2° appendice, Spezia 1889. (2) D. CARAZZI: Guida-Catalogo del Museu Civico della Spezia. Firenze, 1898, Qui son ricordate 212 specie della collezione. Ma prima di lasciare la direzione del Museo il CARAZZI vi aggiungeva 4 specie nuove avute in dono dal signor C. LAMOTTE di Sarzana. Itiv. di Ornitologia. il 2 GIOVANNI PODENZANA Tali specie nuove sono: I. Cypselus pallidus, 5. Stercorarius parasiticus, 2. Aquila chrysattus, 6. Puffinus anglorum, 3. Circus swatnsoni, 7. Colymbus arcticus, 4. Larus fuscus, 8. Podiceps cornutus. E siccome Stercorarius parasiticus va in sostituzione di S. cre- pidatus, così il numero delle specie finora osservate in Lunigiana ammonterebbe a 322. Tale numero non sarà facile che si accresca, anche quando si volessero allargare i confini della zona presa in considerazione. Devo accennare qui che mentre il prof. Ca- RAZZI tendeva ad estendere il territorio di osservazione verso Chiavari, il direttore attuale ha fatto del Museo Civico il centro delle collezioni di Storia naturale e di Archeologia della Luni- giana, così ricca di prodotti del suolo, come di antiche memorie. Quindi anche la collezione Ornitologica, invece di estendersi al di là dei confini marittimi del Circondario, si deve allargare verso est, internandosi fino all’Appennino e comprendendo quindi quella parte della Lunigiana che amministrativamente fa parte della provincia di Massa Carrara. La Lunigiana è specialmente il ter- ritorio bagnato dalla Magra, quindi anche la Val di Magra su- periore, con la parte N-O delle Alpi Apuane, vi è compresa. Nell’ elenco al nome latino faccio seguire quello italiano e, quando esiste, quello dialettale. Quest ultimo è scritto tra pa- rentesi. I. Pica rustica (Scop.) cx KLEIN. — Pica caudata - Gazza (gaza). Specie rarissima nella regione, mai avuta dal Carazzi. Il solo esemplare della collezione è un maschio adulto, preso il 20 feb- braio 1907 alla foce del Magra. Non ebbi notizie di altre catture. 2. Pastor roseus (Linn.) ex ALpR. —— Storno roseo (Storno màin). Oltre ai due vecchi esemplari, catturati lungo la Magra dal sig. LamoTtTE nei dintorni di Sarzana, e da lui donati a questo Museo, io ebbi un maschio adulto catturato nei pressi di Spezia (Migliarina) il 9 giugno 1908. eni i psi ® AGGIUNTE ALL’ AVIFAUNA DELLA LUNIGIANA 3 3. Loxia curvtrostra (Linn.) ex GesNn. — Crociere (bèco en crose). Raro e di passo irregolare. Un solo esemplare ne ebbe il CaRrazzi, un g' ad. preso il 7 settembre alle Ghiare, sulla Magra. Altri tre esemplari potei aggiungere alla collezione, e son tutti dei 1909. Una $ ad. catturata sul M. Bramapan il 19 ottobre; una coppia g' e 2 a Borghetto di Vara il 14 settembre. 4. Calcarius nivalis (Linn). —— Zigolo della neve. L’ ebbe da un cacciatore il Carazzi. È un bel maschio ad. preso agli Stagni il 19 novembre 1890. Un secondo individuo che si trovava in compagnia con quello catturato fuggì. È l’unica cattura certa avvenuta nel distretto. 5. Melanocorypha catandra (Lixn.) ex Gesn. — - Calandra. Sempre scarsa nel Circondario. Il CarAZZI ne ebbe un solo esemplare, 9 ad., il 6 maggio 1889. preso verso le foci di Magra ; pare fosse solo. Io ebbi un’ altra 9 presa agli Stagni il 13 aprile 1905. Un altro esemplare 7 ad. acquistai il 29 gennaio 1912 sul mercato. Ve n’ erano ben 25 esemplari in carne, provenienti da Sarzana. 6. Calandrella brachvdactyla (LeisL.) — Calandrella. Dopo i due esemplari (uno del 1886 e l’altro del 18809) di passaggio primaverile, avuti dal CarAzZZI, non si ebbe più occa- sione di constatare catture di questa specie. 7. Merula torquata (Linn.) ex Gesn. — Merlo dal collare. Fa parte della collezione l’ esemplare catturato nel 1887 dal sig. LamoTtTE, già menzionato dal Carazzi. Da allora ad oggi ho una sola cattura, recentissima, da registrare: una bellissima 2 ad., presa alla Palmaria il 22 marzo corr., e dal dott. Egisto PavoLiNI donata al nostro Museo. 8. Monticola saxatilis (Linn.) ex GesNn. — Codirossone (tordo coa rossa). Due esemplari erano in collezione: una £ ad. (29, VIII, 18809) presa a M. Parodi, e un gd ad. (10, IV, 1892), della stessa località. Il 6 aprile di quest’ anno ebbi vivo un terzo esemplare, preso ad Aulla. 4 GIOVANNI PODENZANA 9. Hypolais ticterina (Vieic.) — Canapino maggiore. Facile a confondersi con H. folyg/lotta, è, come questa, molto scarsa nel distretto. L’ unico ‘esemplare, una 9 ad., l’ ebbi dal sig. G. B. Da Pozzo, che la prese nel piano di Valdellora il 2 maggio 1905. to. .degithalus pendulinus (Linn) ex BrIiss. — Pendolino. Due soli esemplari in collezione. Uno fu donato al Carazzi dal sig. LamorTE. Era stato catturato vicino a Sarzana il 14 marzo 1887. Sulla scheda il sesso non è segnato ; ma è un ma- schio ad. Nell’ ottobre 1901 ne capitò un secondo esemplare, probabilmente femmina, catturato agli Stagnoni. 11. Muscicapa collaris (Becust). Balia dal collare. Un solo esemplare in collezione. Fu preso a Fabiano il 5 aprile 18094. 12. Butalis grisola (Linn.) ex ALprov. — Pigliamosche. Anche di questa specie abbiamo un solo esemplare, g° giovane, preso il 15 settembre 1395. 13. Cvpselus melba (Linn). — Rondone. Un solo esemplare in collezione, catturato nel piano di San Cipriano (Spezia) il 7, VIII, 1893; è un g” ad. Un secondo ebbi da preparare per un privato, nell’ estate del 10085 era stato uc- ciso sul M. Castellana. 14. Coccystes glandarius (Linn.) — Cucolo africano. Di questa specie rara ed avventizia ebbi una bellissima 9 ad. il primo d’ aprile del 1909 dall’Isola Palmaria; fa parte della collezione regionale. Un secondo esemplare, catturato nel piano di Migliarina nel marzo 1909 dal sig. JoeLe Conti, fu spedito al sig. FERRAGNI di Cremona. Così, con i due esemplari presi a Sarzana, e ricordati anche dal GiGLioLI, sono quattro le catture di questa specie accertate dal nostro distretto. AGGIUNTE ALL AVIFAUNA DELLA LUNIGIANA 5 15. Circus Swainsoni (SMITR). — Albanella chiara. Questa specie entra per la prima volta nell’ elenco degli uc- celli della regione, e non già per una nuova cattura: ma in seguito ad una correzione di un vecchio esemplare che è in collezione dal 1878, e che il prof. CaRrazzi aveva determinato per C. cvanus, ma che ritengo appartenga al più raro C. sWvaln- SonI. Non v'è dubbio che anche questa specie, benchè molto scarsa, sia di passaggio regolare nel nostro territorio. 16. Circus cineraceus (MoNnTAG). — Albanella minore. Riporto qui la scheda scritta dal Carazzi: “ Un g' jur. del « 24 aprile 1884 preso agli Stagni, visto dal prof. GiGLIOLI nel “ settembre e da lui ritenuto C. cineraceus, sarebbe, secondo me « per le dimensioni e per i rapporti di lunghezza delle remiganti «un. €. swainsoni. È invece con tutta certezza un C. cimeraceus “ Mont. il giovane, 9 del 5 ottobre 1896 ed acquistato da un “ contadino dei dintorni di Spezia ,. Si avrebbe quindi un’ unica cattura di questa specie, che è certamente la più rara del genere. € 17. Aquila chrvsattus (Linn). ex WiLLnce. — Aquila reale. Nidifica sulle parti più alte delle Alpi Apuane; sul Pizzo d’ Uccello, benchè scarsa, è sedentaria. Alcune volte i nidiacei sono presi e allevati in schiavitù. Ebbi così un bel maschio che morì qui in Spezia, dopo sei mesi da quando vi era stato por- tato. Per cortesia del veterinario-capo dott. Mazzanti, che ne era proprietario, l esemplare è entrato a far parte della colle- zione regionale. L’anno scorso a Fivizzano vidi un bel esemplare adulto cat- turato tre anni prima nelle vicinanze di quel paese. Il prof. Pozza di Pontremoli ne conserva un altro, preso sull’ altipiano di Lo- garghena, sopra il paese. 18. Cerchneis naumanni (FLEISCH). — Grillaio (farchèto). Oltre all’ esemplare messo. in collezione dal. prot. CARAZZI, e preso a Fabiano (Spezia) il 23 marzo 1890, ebbi occasione di prepararne uno catturato nell’ aprile dello scorso anno (1911). Un 6 GIOVANNI PODENZANA terzo esemplare, g° ad. fu preso nei dintorni di Spezia, ai primi di questo aprile, ma non mi fu possibile averlo per il Museo. 19. Pandion haliattus (Linn.) ex Gesn.— Falco pescatore (farco). Un bellissimo maschio adulto, colto il 26 ottobre 1897 sul fa- ‘nale della Diga subacquea (lato Est), fu acquistato dal prof. Ca- RAZZI per la collezione. Io ebbi da Villafranca di Lunigiana una femmina adulta, presa il to agosto 1908. 20. Phalacrocorax carbo (Linn.) ex Gesn. — Marangone. L’ unico esemplare della collezione proviene dalle rive della Magra, fu preso d’inverno (primo nov. 1889) ed è un bel maschio adulto. 21. Egretta alba (Linn.) ex Gesn. — Airone bianco, Sgarza. Di passo regolare, ma scarsissima. Una bella femmina adulta, presa il 30 novembre 1890 in una piccola palude sotto S. Ste- fano di Magra, mentre stava cibandosi, fu da me preparata per la collezione. 22. Tadorna cornuta (G. S. GmL.) — Volpoca. Di comparsa accidentale nel distretto. L’ unico esemplare della collezione è una femmina adulta dal Carazzi e da me acquistata e donata al Museo. Fu catturata nelle vicinanze di Sarzana il 25 gennaio 1894 da un contadino, che la portò su questo mercato. 23. Spatula clypeata (Linn.) ex ALprov. — Mestolone. Rara da noi; fu preso agli Stagni un bellissimo maschio adulto il 6 aprile 1900. È l’ unico esemplare della collezione. 24. Netta rufina Parr. — Germano turco. Rara nel circondario. L’ unico esemplare della collezione fu preso il 4 aprile 1908 a Marina di Massa dal sig. CaRASSALE di Spezia. 25. Fulix nyroca GiùLp. — Moretta tabaccata. Il solo esemplare della collezione l’ ebbe il prof. Carazzi dal sig. CarLo Rora di Spezia, che l’ aveva preso nel golfo (dentro la Diga subacquea) il 30 novembre 1896. AGGIUNTE ALL’ AVIFAUNA DELLA’ LUNIGIANA Il prof. CarAZZI mi comunica che molti anni fa (nel 1887) ebbe occasione di vederne due esemplari imbalsamati in una famiglia di Lerici, e che erano stati catturati anche questi nel Golfo, dentro Diga. 26. Mergellus albellus (Linn.) — Pesciaiola. L’ esemplare citato nella sua Avifauna dal prof. CARAZZI, e che era di proprietà del marchese CasracnoLa, fu da questi donato alla collezione. Io non conosco altra cattura di questa specie nel Circondario. 27. Columba palumbus (Linn.) ex Gesn. — Colombaccio (co6mbo sarvadego). Vi sono nel Museo due esemplari, uno preso a Marinasco il 12 marzo 1889 e l’altro ad Aulla il 31 marzo 19009, di questa specie; che, benchè rara, ritengo anch’io, col CARAZZI, nidifichi sui nostri monti. 28. Columba-denas (F. Gm.) ex Gesn. -- Colombella (coòmbo). Ne ho avute in gennaio e in marzo. Il maschio adulto ch’ è nella collezione fu preso da un contadino nei pressi di Marinasco (Spezia) il 28 gennaio 1890, ed acquistato dal prof. CaRrazzi. 29. Otis fetrax (Linn.) ex BeLLan. — Gallina prataiola. Un esemplare di questa rarissima specie, catturata sulle sponde della Magra presso Sarzana nell’ ottobre 1896, fu dal sig. LAMoTTE donata al prof. Carazzi per la collezione del nostro Museo. 30. Recurvirostra avocetta (Linn.) ex GESN. — Avocetta. Un esemplare £ ad., presa vicino a Sarzana il 3 novembre 1903, fu da me preparato per la collezione. Da fonte sicura seppi che in quello stesso anno e nel mese di ottobre due individui di questa specie furono uccisi agli Stagnoni. g1. Actodromas temmincki (LeisL.) — Gambetto nano. L’ unico esemplare della collezione l’ ebbe il prof. Carazzi dal sig. CaLpeLLI che lo prese agli Stagni il 7 maggio 1887. E un maschio adulto. 8 >. GIOVANNI, PODENZANA 32. Sterna fluviatilis (NANN.). — Rondine di mare. Anche di questa specie esiste in collezione un unico esem- plare, avuto dal prof. Carazzi. È una 9 ad. presa agli Stagni il Io aprile 1880. 33. Larus fuscus (Linn.). — Zafferano (oca de mae). « Due femmine in abito completo furono catturate dal. signor CarLo Rota, una presso la Batteria dei Cappuccini e l’ altra nel Golfo ; il 1° è del 14 novembre 1895, l’ altro:del 20 ottobre 1896. Oltre questi esemplari, donati al prof. Carazzi, il signor Rota mi assicura che un terzo fu da lui ucciso nell’ inverno del 1904. 34. Rissa tridactvia (Linn.). L'unico esemplare proveniente da Sarzana, è del 27 dicem- bre 1897 e fu donato al prof. Carazzi dal sig. CarLo Lamotte. 35. Stercorarius parastticus (Linn.) ev Briinn. — Labbo coda lunga. Sostituisco questo nome a quello di .S. crepidatus, col quale il prof. Carazzi indicò nella sua Avifanna un Labbo preso agli Stagnoni e conservato nella piccola raccolta del marchese Ca- stAGNOLA. Avendone il detto marchese gentilmente fatto dono alla collezione del nostro Museo, potei studiare quel vecchio esemplare e convincermi che la determinazione non era esatta. Trattasi di un giovane Labbo coda lunga, come lo dimostra il il fatto che soltanto le due remiganti primarie hanno lo stelo bianco. 36. Puffinus anglorum (Tenn.) ex WiLucn. — Tuffino. Il prof. Carazzi ebbe l’ esemplare unico in collezione di questa rara specie catturato il 25 gennaio 1898 presso la Diga suba- cquea. Il 20 agosto 1908 un maschio adulto cadde esanime vicino ad una barca che si trovava nei pressi dell’ isola Palmaria. L’esemplare fu raccolto e tatto imbalsamare alla Spezia. Era magrissimo e con lo stomaco vuoto. Evidentemente morì d’inedia. en stà nn AGGIUNTE ALL’'AVIFAUNA DELLA LUNIGIANA 9 37. Fratercula arctica (Linn.) ex CLaus. — Pulcinella di mare. Anche di questa rara specie s' è potuto arricchire di recente il Museo con un bel maschio adulto, donato dal sig. Egisto Pa- voLini farmacista dell’ Ospedale di marina di Portovenere. A lui fu portato da un pescatore che lo trovò morto galleggiante presso la costa ‘rocciosa dell’ Albana: (Portovenere) il 15 febbraio di quest’ anno. 38. Colymbus arcticus (Linn.) ex WiLLucH. — Strolaga mez- zana. ‘ + Questa specie è nuova per il distretto, non essendo mai stata menzionata dal prof. Carazzi, che pure ricorda il magnifico esemplare di C. g/acialis del R. Museo di Firenze, preso a Mon- terosso a mare nel 1878. Della strolaga mezzana conosco cinque catture avvenute tutte d’ inverno nel nostro territorio. Un maschio giovane, da me donato alla collezione, preso agli Stagni nel no- vembre 1904; un altro g /uv. catturato all’ Isola del Tino il 27 dicembre 1906 è anch’ esso in collezione, dono del sig. EpGaRDO CerrettTI. Un altro, pure g' juv. fu ucciso a Portovenere il 18 dicembre 1905 dall’ avv. C. CAPELLINI; un quarto venne preso all'isola Palmaria ai primi di gennaio del 1906 e portato al sig. PavoLINI, sopra ricordato. Finalmente, di un quinto esemplare ebbi la pelle malconcia nello scorso inverno. Era stato ucciso nelle acque del Golfo. 30. Podicepes cristatus (Linn.) cx GESN. — Svasso maggiore {tufin). Molto scarso. L’ unico esemplare in collezione è un maschio giovane ucciso nel Golfo il 1° dicembre 1899. 40. Podiceps cornutus I. F. Gmr ex Buss. — Svasso fore- stiero (tufin). Specie nuova per la regione, rappresentata in collezione da un bellissimo maschio in abito invernale, catturato agli Stagni, presso S. Bartolomeo, dal sig. E. CeRRETTI nel febbraio 1907, € da lui donato al nostro Museo. Anni fa nel Golfo fu catturato un altro individuo. IO GIOVANNI PODENZANA APPENDICE Come specie nuova per il territorio, ma non ancora rappre- sentata nella collezione, devo ricordare anche il Cypsel/us pallidus SHELLY, se pure si voglia considerare come una specie questa che, col prof. Carazzi, ritengo semplicemente una varietà del solito rondòne. È appunto un esemplare più chiaro e un poco più piccolo del C. melba il C. pallidus che il GigLioLI ebbe in dono del prof, Ca- RAZZI, e che si trova nel R. Museo di Firenze. Era stato preso in Spezia il 20 maggio del 1887. POPE ORE G. VALLON Note intorno alle anomalie di colorazione riscontrate nelle ali e nella coda di alcune specie di uccelli Al 14 novembre del 1gIIi trovai sul mercato di Udine una ? adulta dell’ Emberiza citrinella, ch’ era stata catturata a Nimis, paesello posto in collina e poco discosto da Tarcento, la quale presenta in parte i caratteri indicati dall’ egregio amico Conte ARRIGONI DEGLI OppI nei suoi studi “ Sulla colorazione a fascie della coda in alcuni individui giovani del Merlo nero (Merula nigra), - Padova 1887, e “ Studi sugli uccelli upterofasciati , - Padova 1890- Premesso che la macchiettatura ai vessilli interni delle due timoniere esterne sia normale, e che normale pure sia la tinta bruna di fondo, nonchè la marginatura chiara di tutte le penne della coda, ‘dirò che le medesime sono attraversate da sette fascie, una delle quali bianca con gli steli, per quel tratto, pure bianchi; da due ‘ brune molto chiare e da quattro brune oscure, tinta quest’ultima che si stacca marcatamente dal colore bruno fondamentale. La fascia bianca dista dall’apice 16 mm. ed ha una larghezza di 3 mm. I suoi margini sono netti, nè si sfumano con le tinte sopra e sottostanti alla medesima, nè formano, tanto superiormente che inferiormente una linea diritta essendochè corrono parallele alle barbe. Tale fascia manca allo stretto vessillo esterno della più esterna timoniera e su quello interno non potrebbe essere visibile, giacchè, come abbiamo riscontrato più sopra, esiste la macchia bianca normale. Osservo peraltro che lo stelo, su questa timoniera, ha la tinta normale bruna per tutta la sua lunghezza. Ia G. VALLON Sopra alla fascia bianca per circa 3 mm. la coda conserva il suo colore naturale bruno. Sulle due penne mediane al vessillo esterno, tale tinta è notabilmente meno estesa e viene rimpiazzata dal bruno molto chiaro che forma una fascia di poco più di 2 mm. attraversante tutte le caudali, fatta eccezione per la più esterna. AI di sopra; verso le copritrici, il colore è normale. Al disotto della fascia bianca ve ne ha una di color bruno molto chiaro che si estende sui vessilli per circa 5 mm. fatta eccezione per i due interni delle due centrali, nei quali predomina la tinta di fondo normale. Anche questa fascia non invade la penna più esterna. Sotto a questa corre un’altra fascia di circa 5 mm., d’ estensione di color bruno-nero, indi c’ è uno spazio di appena 2 mm. di tinta normale, poi un’ altra strettissima fascia poco marcata bruno- nera, seguita da un altro spazio di poco più di 2 mm. di tinta normale, al quale spazio segue ancora una fascia bruno-nera che si estende sulle timoniere per quasi 4 mm. Segue uno sp@a- zio normale molto stretto. quasi impercettibile, poì ancora una fascia molto stretta .e poco marcata bruno:nera, alla quale fanno seguito subito le punte di color normale delle timoniere. Tutte queste ultime fasciature descritte non attraversano i vessilli in- terni delie più esterne. caudali, e sui vessilli esterni appena si distinguono. ich Sulle remiganti primarie subito al disotto dell’aletta, su ambo i vessilli, havvi una macchia a forma pressochè triangolare di color biancastro che si estende anche sullo stelo. Ad ali spie- gate tali macchie, che non possono più definirsi come fascie, per la mancata continuità, formano una figura che ricorda il così detto specchio delle Averle o degli Anatidi. tal Le parti inferiori della coda non hanno che una fascia bian- castra molto sfumata, in corrispondenza a quella superiore, la quale naturalmente non si estende alla timoniera più esterna. In tutto il resto la colorazione delle penne di tale soggetto così interessante, è assolutamente normale; ne le. parti cornee presentano qualsiasi anormalità. Nella mia collezione friulana conservo un individuo urofa- sciato dell’ Acrocephalus turdoides. È una 9 giovane del 25 agosto IgII, che venne uccisa nei paduli di S. Giorgio di Nogaro. Ha la coda divisa, per mezzo di una fascia sottile, alta circa RI 2 ANOMALIE DI COLORAZIONE NELLE ALI E NELLA CODA 13 3 mm. ‘di color bruno cupo, in due zone uguali, o quasi: in una superiore, dalla base alla metà della lunghezza della penna di color fulvo un po’ più pallido del normale, ed in una inferiore, che si estende dalla metà all’ apice, di color bruno chiaro. Una delle due timoniere mediane ha raggiunto appena la metà dello sviluppo, ed è di color bruno cupo con margini apicali fulvi, altra sporge per 2 mm. dalle altre, e la zona chiara si protrae molto di più (5 mm.) verso la punta. La fascia scura che divide le due zone, segue, nella linea, l’arco apicale della coda; gli steli, lungo la zona chiara, sono alquanto scolorati. Le parti inferiori della coda, presentano il medesimo disegno, ma. molto meno marcato, e sopra la fascia oscura vi è un’altra fascia più pallida di 3 mm. di altezza. Gli steli per tutta la loro lunghezza sono bianchi. Meno importanti sono altri due soggetti della stessa mia col- lezione: Una Merula nigra 3° upterofasciata, catturata il 3 novembre del 1903 nei dintorni. di Udine, nella quaie la fascia bianca molto lavata, spécialmente alle parti inferiori verso l'apice della coda, è in complesso poco appariscente, quantunque sia bene distinta, per la irregolarità del disegno e per la sopradetta sfu- matura. Il colore degli steli corrisponde perfettamente alle tinte della fascia. Inferiormente notasi lo stesso disegno, con il bianco un po’ più sbiadito; ma, caso strano, gli steli si fanno biancastri dopo il bianco dei vessilli, e precisamente per la stessa esten- sione che la tinta biancastra occupa il vessillo. Questa fascia superiormente dista, con la sua parte anteriore, dall’ apice della coda circa 35 mm., per cui s’avvicina molto di più alle ultime copritrici, dalle quali si distanzia per circa 15 mm. Il resto del piumaggio è quello normale di un maschio quasi adulto. Il becco è un po’ giallo. Sulle quattro prime remiganti primarie, subito sotto l' aletta, havvi una fascia bianca di circa 4 mm. d’estensione. Un’ altra Merula migra di Nimis uccisa il 20 dicembre 1900, della quale non mi fu possibile stabilire il sesso causa l'avan- zata putrefazione, ma che ritengo per la sua penna un g' semi adulto, è pure upterofasciato, ma in un modo affatto diverso dai 14 G. VALLON soggetti fin qui notati ed anche da quelli figurati dall’ amico ArRrIGONI DEGLI Oppi nelle sue 4 tavole dei prelodati due studi. Tanto la fascia sulla coda che quella sulle ali hanno un colore di cannella scuro, e sulla coda dista dall’ apice appena 5 mm., avendo una larghezza di poco più di un mm. Sotto certe incidenze di luce poi, scorgonsi ancora due sot- tilissime strie bruno-nero, che racchiudono superiormente ed in- feriormente la fascietta anzi descritta. Stranissima è pure la fa- sciatura delle ali che si estende regolarmente su tutte le remi- ganti secondarie, a circa metà della penna, con una larghezza di poco più di 4 mm. Sulle primarie all'incontro non si estende che ai vessilli esterni delle due prime penne, non in corrispon- denza della fasciatura delle secondarie, ma ad una distanza dal- l’ultima remigante di secondo ordine di 6 mm. sulla prima penna e di 8 mm. sulla seconda compresa l’estensione della fascia. Sulle remiganti secondarie conserva la larghezza di poco più di 4 mm. Sul lato inferiore delle penne non si presenta nessuna traccia della fasciatura, su quello della coda all'incontro si potrebbe dire che la fascia è ancora più marcata, essendo di color al- quanto più chiaro. Anche su questo lato facendo cadere la luce obliquamente sulle penne, osservasi le due sottili fasciette più oscure. L'abito è in complesso di color bruno-nero più marcato sulle parti superiori compresa ‘la coda, meno sulle inferiori che hanno anzi le penne distinte da una sottile marginatura chiara, e meno ancora sulle ali che sono brune. La mandibola superiore è bruna, l’inferiore tendente al giallo. E per ultimo darò brevi relazioni di quattro soggetti che ho potuto esaminare, or non ha molto, nella bellissima ed altret- tanto interessante collezione ornitologica italiana dei coniugi ZAFFAGNINI di Firenze: i Un Zurdus tlacus della Maremma con data 10 gennaio 1908 che ha la coda attraversata da una fascia alta circa 3 mm. di color bianco-ceciato. Tale fascia non si estende alle due penne più esterne del lato sinistro della coda. Queste due penne però sono attraversate da una serie equidistante di fascie alquanto più oscure della tinta fondamentale, della larghezza di circa 2 mm. che vanno dalla base fino all’apice e che sono in numero ANOMALIE DI COLORAZIONE NELLE ALI E NELLA CODA 15 di circa dieciotto (non riesce possibile stabilire con tutta esattezza il numero delle fascie essendo il soggetto montato). Sul lato inferiore sono debolmente visibili tutte le fascie so- pradescritte. Sulle tre prime remiganti primarie, quasi subito sotto all’ aletta, si osservano tre fascie bianco-ceciate, più larghe sul vessillo interno (4 mm. circa) che sull’ esterno (3 mm. circa). Tutto il resto della penna è normale. Due Er:thacus rubecula, una 9 di Montefiascone del dicembre 1900, con fascia debolmente più chiara del colore del fondo a to mm. circa dall’apice, recisa alla parte superiore, sfumata all’inferiore. Inferiormente la fascia è così debole che si scorge appena. Il soggetto è affetto da clorismo parziale; le sue parti brune e rosse sono scolorate: l’altro pure di Montefiascone di sesso incerto, è stato catturato il 15 novembre 1908 e presenta una stretta fascia bianco-ceciata che dista 10 mm. dall’apice della coda, e che manca alla timoniera esterna d’ambo i lati, nonchè alla parte inferiore della coda stessa. L’individuo è parzialmente albino ed ha scolorate tutte le tinte, con la fronte, il mento ed il gozzo quasi perfettamente bianchi. Il quarto individuo è un’ A/auda arvensis 3° di Foggia del 10 gennaio 1909. Soggetto molto interessante che ha, tanto le re- miganti secondarie con le relative copritrici, quanto le timoniere eccetto la più esterna che è bianca al vessillo esterno ed in gran parte all’interno, attraversate da fascie parallele oscure, dalla base all’ apice. Tale tinta oscura è molto più marcata verso l'apice e non raggiunge i margini chiari delle penne. Anche quelle del dorso e più particolarmente quelle verso il groppone. ‘presentano traccie di codesta fasciatura oscura. Tutte le parti inferiori delle penne nominate presentano lo stesso disegno, però meno marcato. Nel resto delle tinte il soggetto è normale. Udine, nel giugno 1912. CECIETA SPICCHI La dispersione del “Cyanopolius cooki,, Bp. fuori della Penisola Iberica La diffidenza recentemente dimostrata dagli Ornitologi fran- cesi sull’ autenticità delle provenienze dei molti individui di Gazza azzurra trovati nei mercati di varie città della Francia meridio- nale, mi ha rammentato l’unico esemplare italiano che il prof. Gi- LIOLI registrò, con riserva però, nell’ ultima sua Avifauna del 1907 (p. 13). Questo esemplare egli lo acquistò “ fresco dai fratelli Gal, che il 20 dicembre rgor lo avevano trovato sul mercato di Nizza, unito ad altri uccelletti comuni, uccisi nei dintorni ,. Riepilogo in questa Nota le lunghe discussioni cui la pre- senza di questa Gazza in territorio francese ha dato luogo, e le conclusioni che ne sono state dedotte, dopo accurate indagini, da quegli Ornitologi. A muovere la pedina fu il sig. Estior (1) col ricordare gli esemplari seguenti: Un individuo sarebbe stato preso nel 1851, nel dipartimento del Gard (ex coll. Vian ?); una coppia, uccisa nel marzo 1897 presso Bourgoin (Isère) fu citato dal LAvauDEN nel suo “ Catalogue des Oiseaux du Dauphiné ,, p. 35; diversi furono catturati nel dicembre 1901 a Saint-Gilles-du-Gard (coll. RapoT di Esonnes) ed infine il Naturalista sig. Facarr di Choiseul ne comprò 7 individui, nel dicembre 1901, come provenienti da Pau (Bassi Pirenei). Il PARIS però “ Catalogue des Oiseaux ob- servés en France, 1907, p. 8 ,, dubita che questa Gazza sia stata (1) « Revue francaise, d’ Ornithologie », 1911, p. 126. DISPERSIONE DEL « CYANOPOLIUS COOKI » BP. ECC. 1/7 veramente uccisa nei Pirenei, infatti non si trova citata nella “ Ornithologie pyrénéenne del PHiLippe, che ha cacciato a lungo nei due versanti di quella catena, e neppure l’ AxFRIE (1), che ve l’ ha cercata accuratamente, è stato più fortunato. Anzi egli, nella critica alla Nota dell’ Esrior, non ritiene molto probabili (seb- bene non impossibili) nemmeno le catture segnalate dal Gard, poichè dalla Spagna, ove la Gazza azzurra è considerata cac- ciagione commestibile (gibier), viene annualmente spedita nei mercati meridionali del Gard e dei Bassi Pirenei insieme ad altre specie di uccelli. Egli ne ricevette anche il 3 marzo 1901 dal mercato di Nîmes. In seguito il sig. LavaupEN (2) a giustificazione delle due catture -da lui citate dal Delfinato e messe in dubbio dall’ ANFRIE e da altri, racconta, senza però escludere che fossero individui fuggiti ‘di voliera, che due suoi parenti, il 7 marzo 1897, mentre cacciavano agli uccelli di ripa nei paduli di Bourgoin, uccisero anche quelle due Gazze dopo un lungo inseguimento, perchè oltremodo diffidenti. Una di esse venne mangiata, l’altra pre- parata e donata al Museo di Grenoble. Egli attribuì quelle ecce- zionali comparse a violenti burrasche che in quell’ epoca imper- versarono nel Mediterraneo. i Il 20 gennaio del 1907 il dott. DeLEUIL (3) trovò sul mercato degli uccelli di Marsiglia un “ mazzo ; di una dozzina di queste Gazze, che la negoziante assicurò essere state prese nei dintorni della città, “ mais on doit se méfier des renseignements donnés par les vendeuses d’ oiseaux... , e quella sapeva “ que c' était pour empailler ,,- L’ Hugurs (4) di Saint:Genès-de-Malgoires (Gard), non ha mai constatato catture autentiche nel suo dipartimento e; dopo avere indagato su: quelle segnalate dall’ Esrior, scrive che è assoluta- mente impossibile poter controllare l’ esattezza dell’ individuo del 1851 (Coll. Vian), mentre gli è stato facile conoscere la prove- nienza di quelli della Collezione RapoT, indirizzandosi al di lui (1) Ibidem 1912, p. 224. (2) Ibidem 1912, p. 3II. (3) Ihidem, 1912, pp. 224-25. (4) Ibidem, 1912, pp. 248-490. Riv. di Ornitologia. 2 T8 CLELIA PICCHI fornitore a Saint-Gilles-du-Gard, il quale sollecitamente lo informò che quelle Gazze erano state trovate sui mercato, in alcune ceste di Tordi (7urdus musicus), provenienti dalla Spagna! Nel di- cembre 1900 e nel gennaio 1901 il sig Hugues stesso trovò la Gazza azzurra sul mercato di Nîmes ed in un sol giorno ne acquistò ben quattro individui. Anche lo Storno nero ogni tanto comparisce su quel mercato, ma come il C. cook? vi è sempre spedito dalla Spagna. Adesso è la volta del dott. ViNncENT (1) che sul mercato di Montpellier trovò, il 29 dicembre i1ori, la prima spedizione di Gazze azzurre. Erano una mezza dozzina, tutte appese per il becco ad un medesimo filo e, novità del caso, la negoziante di- chiaro che quelle “ Pies d’ Espagne ,, com’ ella le chiamava, le erano state spedite da Barcellona, ove erano ricercate per la loro carne. Nei quindici giorni successivi, che il dott. VINCENT si trattenne a Montpellier, diverse altre spedizioni pervennero su quel mercato, ma egli conclude che, fino adesso almeno, la _Gazza azzurra non è giunta che in pacchi postali dalla Spagna nella Linguadoca, nelle cui pinete domina sempre, e senza rivali, l’ astuta ed irrequieta Pica pica. Ai mercati di Nîmes, di Marsiglia e di Montpellier possiamo aggiungere quello di Nizza, per l’ esemplare citato dal GiLioLI sulla cui cattura però, non si conoscono partieolari tali da giu— stificare |’ asserita provenienza (2). È noto che la Gazza azzurra sembra essere confinata negli estesi boschi di sugheri e di pini della Sierra Morena, delle mon- tagne medie della provincia di Granada e della Murcia, ha indole socievole e si raccoglie in branchi numerosi, ma essendo oltre- modo scaltra ed accorta rifugge la vicinanza dell’ uomo e si tiene sempre fuori dal tiro del suo fucile, perciò i cacciatori spagnoli asseriscono che sebbene sia facile vederla, pure riesce (1) Ibidem, 1912. pp. 264-65. (2) Il sig. PARIS P. nel « Bulletin de la Ligue Francaise pour la Protection des oiseaux » (N. 8, sept. 1912, p. 107) pubblica una Nota di uccelli esotici spediti in questi ultimi tempi al mercato di Digione. Sono oltre una dozzina di specie tra le quali è; « Cvazopolzus cooki. Une seule fois, environ une centaine d’ exemplaires ». DISPERSIONE DEI « CYANOPOLIUS COOKI >» BP. ECC. 19 pressochè impossibile 1’ ucciderla. È pur noto che nel suo “ ha- bitat,, è specie troppo sedentaria e certamente non migratrice, nè erratica, per poter ammettere ogni tanto degli spostamenti in massa verso il sud della Francia. Le catture isolate poi, se- gnalate qua e la, dovrebbero lasciarci ancora più perplessi, tanto più che nessuno di coloro che le hanno avvertite ne assumono la responsabilità. Ed a parer mio ben si appongono i sullodati Ornitologi francesi a concludere che assistiamo all’ inizio della importazione di una nuova specie di cacciagione sui loro mercati meridionali e che non è da escludersi che questa Gazza, uno dei più leggiadri uccelli d’ Europa, possa dalla Spagna venirvi spedito anche vivo, come avviene di altre specie. Tornando all’ esemplare venuto a far parte della “ Ornis , italiana, io ritengo che i soggetti di specie affatto accidentali che ci vengono dal mercato di Nizza, con la magra indicazione di essere stati uccisi nei dintorni di quella città, vanno accolti con una prudente riserva, giacchè per poter decidere se possono includersi nella nostra Avifauna bisognerebbe sapere se furono colpiti al di qua”od al di là del Varo, che segna il confine na- turale tra la regione Gallica e la regione Italica! È dico questo. perchè, molte volte, certe catture accidentali hanno un valore soltanto per i collezionisti. — Firenze, 2 luglio 1912 FRANCESCO CHIGI Le fasi del piumaggio nel Falchi propriamente detti (Sottofam. FALCONINAE) L’importanza che può avere lo studio delle fasi del piumaggio per riconoscere i rapporti di affinità fra specie di uccelli, fu messa in luce per la prima volta in Italia dal prof. MarTtoRELLI nella sua Memoria dal titolo: “ Le forme e le simmetrie delle macchie del piumaggio , (1). In questa Memoria il MARTORELLI così sì ESpoievasto ri. tutti questi segni, d’ ogni forma e colore, che occupano il piumaggio degli uccelli, specialmente nella prima loro età, mi appaiono come lettere colle quali è scritta forse gran parte della storia della specie ,,. Per quanto concerne i Falchi, lo stesso autore ne descrisse le fasi fino da allora, sebbene fossero ancora male o punto noti gli abiti degli adulti perfetti di varie specie, per le quali fino a questi ultimi tempi venivano descritti come adulti gli esemplari immaturi o giovani. Il non aver approfoadito sufficientemente nello studio della evoluzione individuale nelle diverse specie, ha fatto sì che la maggiore attenzione degli ornitologi è stata attratta da caratteri peculiari, dovuti forse soltanto all’ adattamento delle diverse specie a particolari modi di vita; caratteri ottimi per la distin- zione di specie, in quanto al loro valore disgiuntivo, ma pessimi dal punto di vista sistematico per non contenere essi gli ele- (1) Memorie della Società Italiana di Scienze Naturali. Milano, vol. VI. fasc. II, 1898. LE FASI DEL PIUMAGGIO NEI FALCHI PROPRIAMENTE DETTI 21 menti comuni necessari pel ravvicinamento genetico delle specie. Si vennero così a creare numerosi generì, ed a seconda del- apprezzamento soggettivo di chi conosceva una specie sotto un aspetto piuttosto ehe sotto un altro, essa veniva sbalestrata senza tregua da uno ad un altro dei generi creati. I generi, rappresentati anche in Europa, che ebbero maggiore fortuna, furono se non erro: Zierofalco, Gennaja, Falco, Hypotriorchis, Aesalon, Erythropus, Tinnunculus, Cerchneis; alcuni di questi non comprendono probabilmente che forme geografiche di una stessa specie, elevate ciascuna a rango specifico. Non è neppure da escludersi in modo assoluto che i due primi generi siano costituiti da forme geografiche di una specie unica! Nulla di assurdo ha in sè la moltiplicazione dei gruppi gene- rici, se sì consideri che il genere è un gruppo puramenfe rap- presentativo, avente una maggiore o minore comprensione se- condo che si risale ad un grado di evoluzione più o meno re- moto nella ricerca del ceppo comune da cui le specie attuali derivano; quindi ha estensione variabile a seconda dell’ apprez- zamento di chi costituisce i gruppi generici. Per questo non esiste di fatto alcuna classificazione che non sia in gran parte artificiale. A rigore di logica non sarebbe neppure assurdo creare tanti generi quante sono le specie: in tal caso peraltro dal concetto di genere esulerebbe l’idea di derivazione, confondendosi esso necessariamente col concetto di specie. Ma allora perchè ricorrere ai nomi generici ? Soltanto ragioni di opportunità possono regolare la costitu- zione dei gruppi generici, ed è naturale che ogni osservatore giudichi a suo modo, ma nella nomenclatura binominale oggi in uso, il solo nome generico sta ad indicare, molto imperfettamente invero, le affinità fra specie; tutti gli altri gruppi di ordme Su- periore non risultano affatto dalla nomenclatura, è quindi logico ed opportuno (fino a che non venga adottata una complicata nomenclatura plurinominale per indicare la discendenza delle specie) che i gruppi generici abbiano ciascuno una estensione non troppo limitata e per quanto è possibile stiano ad indicare che fra le specie di cui si costituiscono esiste un determinato grado di affinità. La valutazione del grado di affinità fra specie LIS] tv FRANCESCO GHIGI è necessario sia fatta sulla base di caratteri equipollenti, la ri- cerca dei quali non può limitarsi ad un solo momento della evoluzione sia individuale sia specifica, ma deve estendersi alla genesi dei caratteri medesimi, con riferimento alla origine loro ed alle loro possibili ulteriori modificazioni. I soli caratteri che per essere facilmente tangibili si prestano a guidarci nel se- | guire la evoluzione individuale, per indurne quella della specie e quindi i collegamenti ascendentali delle specie fra loro, sono appunto, per gli uccelli, i caratteri del piumaggio, quelle “ let- tere con le quali è scritta gran parte della storia della specie ,. Per non essere frainteso, aggiungo che nella ricerca dei col- legamenti genetici, al di là dei limiti del genere, interviene la somma di quei caratteri di struttura esterna ed interna, che sono. comuni a tutte le specie di un genere, e diversi nei differenti gruppi generici. Se per esempio in un Cuculo si manifestassero: fasi del piumaggio esattamente corrispondenti a quelle dei Falchi, non per questo mi riterrei autorizzato a porre quel Cuculo fra i Rapaci, per la semplice ragione che la differenza generale di struttura fra questi e quello è tale da far comprendere che la corrispondenza delle fasi in tal caso non è indice di affinità. Recentemente il MartoRELLI, in una Nota sul “ falco fel deggt e i suoi affini ,, (1), ha confermato il parallelismo delle fasi in tutto il gruppo dei Girifalchi-Sacri- Lanarii, gruppo che ritiene ben distinto da quello dei Pellegrini. A questo proposito il MARTORELLI richiama i precedenti studî del Kreinscamior (2), il quale considera i Girifalchi, Sacri e La- narii, dall’ artico Fa/co islandus al sud-africano Falco biarmicus, come forme fra loro equipollenti di ciò che egli chiama un “ciclo. di forme ,, vale a dire di un gruppo corrispondente alla specie, quale dovrebbe essa essere intesa oggi nel suo significato biolo- gico. IL “ ciclo di forme ,, a cui il KLEInscHMIDT dà il nome “ Falco hierofalco ,, sarebbe, secondo lo stesso Autore, ben distinto dal- P altro ciclo di forme “ Malco peregrinus ,; si tratterebbe in altre parole di due specie distinte. (1) Atti della Società Italiana di Scienze Naturali, Milano, vol. L, 19II, p_i247//e4Sea (2) Der Formenkreis Falco hierofalco, Aquila; 1901, p. 1. LE FASI DEL PIUMAGGIO NEI FALCHI PROPRIAMENTE DETTI 23 Tenuto conto del concetto di KLeINnscHMIDT, tale distinzione è senza alcun dubbio logica e giusta; potrà sembrare esagerato che tutti i Girifalchi e Lanarii vengano riuniti sotto una specie unica, ma non potrà mai pretendersi che anche il Pellegrino ed i suoi affini siano compresi nella specie medesima. Ma quando, come ritiene il MarTORELLI, le diverse forme del ciclo dei Girifalchi-Lanarii, e le diverse forme del ciclo dei Pel. legrini, debbano considerarsi come altrettante vere specie distinte, allora, volendo separare i Girifalchi-Lanarii dai Pellegrini, la separazione specifica non basta più, e bisogna riportarli in due generi diversi. Il MarroRELLI anzi per i due cicli riconosce tre . generi: Mierofalco, Gennaja, Falco. Osservo qui che se il KLeinscHMiDT ha detto che non sì potrà mai trovare la transizione, l’ unione, fra il. /a/co Hierofalco ed il Falco Peregrinus, ciò è subordinato sempre al concetto che egli ha della specie, e non ha più valore quando tale concetto non venga accettato. In questo dunque non posso essere dell’ avviso del mio maestro MartoRELLI, il quale scinde la tesi del KLEInscHMIDT, respingendo la sua prima conclusione: “ unità specifica del gruppo Girifalchi- Lanarii ,, ed accogliendo la seconda: “ distinzione del gruppo dei Girifalchi-Lanarii dal gruppo dei Pellegrini ,,; queste due con- clusioni sono sostanzialmente inscindibili e la seconda è subor- dinata alla prima. Assume il MartOoRELLI, per appoggiare la separazione dei Gi- rifalchi-Lanarii dai Pellegrini che “ tutto lo studio fatto fino ad ora, ha condotto lui pure a considerare questi ultimi come com- pletamente distinti per le forme, le proporzioni, le fasi, il colo- rito, la natura delle piume, e infine le abitudini ,. Questo con- fermerebbe la distinzione del KLEINScHMIDT dei due cicli di forme, distinzione specifica, ma nulla di più; nè si può affermare che queste differenze manchino totalmente fra le diverse forme del- l'uno e dell’ altro gruppo. Maggiore importanza avrebbe la co- stante differenza di fasi, ma esiste. essa effettivamente ? Non esito a rispondere in modo negativo, con |’ avvertenza peraltro che senza dubbio le fasi del Pellegrino e suoi affini non sono identiche alle fasi di ciascuna delle forme del ciclo dei Gi- rifalchi, come non sono neppure identiche nelle diverse forme 24 FRANCESCO GHIGI (siano anche specie) costituenti questo; ma sono soltanto paral- lele, corrispondenti, soggette cioè alle stesse regole di sviluppo e di successione. E giungo anche più in là: il piano di evoluzione, vale a dire le regole dello sviluppo e della successione delle fasi, sono uguali in tutte le forme dei /a/chi propriamente detti, appartenenti alle regioni nostre, e nelle forme a queste collegate. Il tipo del piumaggio giovanile è infatti molto uniforme, e la derivazione graduale da questo, dell’ abito di adulto (già notata dal MartoreLLI nella Memoria sulle Macchie del piumaggio) è evidente. — Tale derivazione è costante in tutte le specie, le quali differiscono fra loro, oltre, s' intende, per caratteri del piu- . maggio secondari e per altri da questi indipendenti, per il grado maggiore o minore di perfezione dell’ abito che assumono nelle diverse età. Ma devesi altresì notare che anche fra gli individui di una stessa specie, ad età corrispondenti, il grado di perfe— zione dell’ abito varia sensibilmente. Così in alcuni individui l'evoluzione può essere più rapida che in altri, alcuni stadi del- l'evoluzione del piumaggio potendo essere più o meno rapida- mente o completamente eliminati: non tutti gli individui di una specie stessa, come non tutte le specie, per raggiungere il mas- simo grado di perfezione, passano necessariamente attraverso tutti gli stadii intermedi. Nello stesso modo, a parer mio, va interpretata la successione delle fasi descritte dal MarTORELLI pel gruppo dei Girifalchi-La- narii, non essendo per esempio necessario, sebbene sia normale, che fra la prima e la terza fase da lui descritte, ogni individuo passi per la seconda. Che questa sia in molti casi eliminata per dare posto alla terza, immediatamente dopo la prima, mi sembra abbastanza provato dal fatto che fra le penne del primo abito in alcuni individui del /a/co fe/deggi spuntano quelle del terzo e non del secondo. Avendo ottenuto nel Maggio 1911 due nidiacei di falco fel- deggi (una fotografia dei quali è riprodotta nella Neta del Mar- TORELLI) volli mantenerli in vita per seguirne le fasi. Essi conser- varono l’abito giovanile fino alla primavera 1912: allora ebbe inizio la muta che proseguì attivissima durante parte dall’ estate, ma in un individuo più rapidamente che nell’ altro. (SÌ 41 LE FASI DEL PIUMAGGIO NEI FALCHI PROPRIAMENTE DETTI In ambedue, le nuove penne mostravano i caratteri di quelle dell'abito perfetto, ma nel soggetto che mutava meno rapida- mente, le tinte cinereo-chiare erano fortemente lavate di fulviccio; non così nel! altro. In Agosto la muta si fece più lenta, ed il soggetto meno evoluto morì. Quello che sopravvisse ha quasi cessato di mutare, sebbene abbia ancora in gran parte l’abito giovanile; le penne mutate sono in massima parte riferibili alla fase perfetta, ed in parte forse alla seconda fase del MARTORELLI. Considerando lo stato di cattività dei due soggetti, non è possibile trarre sicure conclusioni dal modo in cui la loro muta procedette. L’ apparire, almeno in alcuni soggetti, della seconda fase è del resto dimostrato nello studio del MARTORELLI, e dovendosi escludere che questa fase sia anteriore alla prima muta completa, ciò per la sua massima somiglianza con la fase di adulto, ritengo che essa altro non sia che un primo stadio della fase perfetta (la terza del MartoRELLI) la quale sopraggiunge in ogni caso dopo il primo anno di vita e forse anche soltanto dopo il secondo Ritengo che la seconda fase del MarTORELLI, quale primo stadio della terza, ossia della fase di adulto, possa apparire o meno, e venga sostituita dalla fase definitiva di adulto, più probabil mente che per muta, per intensificazione delle tinte scure ed eliminazione della velatura fulviccia dal grigio delle parti superiori. Come disegno, infatti, la seconda fase del MARTORELLI ben poco differisce dalla fase definitiva, soltanto il cinereo è for- temente lavato di fulvo. Le fasi del Falco peregrinus non differiscono da quelle del F. feldeggi che per una evoluzione normalmente più rapida; ritengo rari i soggetti della prima specie che presentino una fase corrispondente alla seconda fase descritta dal MartoRELLI pel gruppo dei Girifalchi-Lanarii; ma la prima fase giovanile, come la definitiva di adulto, nei Lanarii e nei Pellegrini concordano sempre perfettamente. Non maggiore valore per la distinzione dei Girifalchi-La- narii dai Pellegrini ha, a parer mio, il carattere della seconda remigante primaria. Tutti i Girifalchi-Lanarii avrebbero la se- conda remigante intaccata sul vessillo interno, a differenza co- stante dai Peilegrini. Se ciò è vero pei Giritalchi, non è altret- 20 FRANCESCO GHIGI tanto vero pei Lanarii, nei quali la presenza della intacca non è costante. Dei molti esemplari di /a/co feldeggi da me esami- nati, parte hanno il vessillo interno fortemente intaccato, parte sol- tanto debolmente sinuoso e parte sensibilmente diritto. La stessa oscillazione dello stesso carattere ho riscontrato in grado mi- nore nel /a/co merillus ed in grado maggiore nel Cerchneis tin- nunculus. Le altre specie di cui ho potuto esaminare buone serie (lalco vespertinus, F. peregrinus, F. subbuteo, F. eleonorae, Cerch- neis naumanni) hanno sempre il margine interno della seconda remigante non intaccato nè sinuoso. ; La mancanza dell’ intacco nelle specie in cui dovrebbe esi- stere dipende molto probabilmente dal logorio della penna, quindi potrebbe sempre considérarsi come un carattere virtualmente co- stante, ma non sempre presente: in ogni caso peraltro non rap- presenta un distintivo tanto importante da essere considerato come più che un distintivo specifico. Altro importante tratto di somiglianza fra i Girifalchi-Lanarii ed i Pellegrini, che sta in contrasto con i tratti che si vorreb- bero assumere come distintivi generici, è la comune tendenza che si manifesta nelle forme dei due gruppi, abitatrici dei Paesi caldi, alla sparizione delle fasce più scure delle parti superiori e della coda, accompagnata dalla sparizione delle macchie nelle parti inferiori; i due cicli di forme Girifalchi-Lanarii e Pellegrini sì comportano in ciò in modo assai simile; tale corrispondenza sì manifesta nelle successioni di forme: fe/deggi-tanypterus-biar- micus e peregrinus-barbarus-peregrinator, sebbene quest’ ultima sia isolata geograficamente da quelle che evolutivamente la pre- cedono. Il nostro peregrinus del resto già mostra una spiccata ten- denza alla riduzione delle fasce scure nelle parti superiori. Fra le specie dei nostri climi tale tendenza è spiccatissima nel Falco merillusj eccezionalmente |’ ho constatata in un esem- plare di Fa/co vespertinus della collezione ZAFFAGNINI, di cui già mi occupai in questa Rivista (1). Le femmine del /. vespertinus, pur conservando il disegno a fasce nelle parti superiori, come nelle forme più evolute per- 1) Anno IQIT-1912, p. 63 e segg, \ 9 p d SS D SI: LE FASI DEL PIUMAGGIO. NEI FALCHI PROPRIAMENTE DETTI dono le macchie delle parti inferiori. La forma orientale (a,24re7578) di questo falco invece conserva nell’ abito femminile le macchie e le fasce delle parti inferiori. Da tutti i falchi precedentemente nominati si allontanano al- quanto il Fa/co subbuteo ed il F. eleonorae, i quali, mentre nelle parti superiori passano rapidamente dal disegno primitivo senza fasce all’ altro massimamente evoluto, pure senza fasce, lasciando apparire solo per breve durata quali tracce della fase intermedia ‘alcune piume fasciate, nelle parti inferiori conservano sempre una disposizione di macchie molto simile a quella della prima fase. Quanto al disegno delle parti superiori, lo stesso rapido passaggio dalla fase primitiva alla fase di massima perfezione, con sole tracce della fase fasciata, si osserva normalmente anche nel f. vespertinus (maschio). Nelle due specie f. subbuteo è F. eleonorae poi, le timoniere centrali si conservano sempre di tinta uniforme, mentre le altre timoniere seguono l’ evoluzione normale passando dalla tinta uni= forme della prima fase al disegno a fasce (limitatamente però ai vessilli interni) e quindi alla tinta plumbea uniforme che rap- presenta la massima evoluzione. Nei Gheppi, che in questo maggiormente differiscono dalle altre specie, I’ evoluzione individuale si inizia ad un grado di sviluppo più avanzato; i giovani infatti hanno le parti superiori fasciate trasversalmente con sostituzione della tinta rosso-mat- tone, caratteristica dei Gheppi, alla tinta cinerea propria delle altre specie. La tinta rosso-mattone persiste e si fa più vivace negli adulti sul dorso e su parte almeno delle cuopritrici alari. Nell’ abito di adulti i maschi progrediscono più che le fem- mine, riacquistando la tinta cinerea della coda e perdendo su questa le fasce nere, meno l’ ultima subapicale, e perdendo in maggiore o minor grado le macchie scure, sia superiormente, sia inferiormente. Le femmine, pure acquistando in parte la tinta cinerea della coda, conservano il disegno a fasce superiormente, ed a piccole macchie inferiormente. x x * Quanto ho esposto ho desunto dall’ esame di un materiale discretamente abbondante, ed inoltre mi valsi delle notizie attinte 28 È FRANCESCO GHIGI ai lavori citati; e mi furono di grandissimo giovamento le no- tizie con squisita cortesia fornitemi direttamente dal prof. Mar= TORELLI. Di più mi servii anche delle descrizioni e delle figure date da vari autori, ma le une e le altre accolsi in gran parte “con beneficio d’ inventario ,,, sia perchè non mi parvero sempre fedeli ed originali, sia perchè troppo spesso nelle descrizioni e nelle figure si risente il rilievo dato a certi caratteri dall’ appre- zamento soggettivo dell’ autore, che non può mai essere fedele come una macchina! Il materiale che fu oggetto della mia osservazione diretta consta di esemplari appartenenti alle seguenti specie: Fa/co islan- dus Gm., F. cherrug ). E. Gray, F. feldeggi Schlegel, E. tanyp- ferus Schlegel, F. peregrinus Tunst., FM. merillus Gerini (F. aesa- Jon Tunst.), £. columbarius L., F. vespertinus L., F. subbuteo L., F. eleonorae Gené, Cerchneis tinnunculus (Lin.), C. naumanni (FI). Come riepilogo dò qui una descrizione schematica della suc- cessione delle fasi nei Fachi propriamente detti, ripetendo che non ogni individuo di una specie come 707 ogni, specie, passa necessariamente per tutti e singoli gli stadi descritti, poterido nor- malmente qualche stadio essere eliminato dalla evoluzione indi- viduale. Fase giovanile o primitiva. Parti superiori e cuopritrici alari: brune unionmgioa stadio); più o meno estesamente verso il dorso, sulle scapolari, sul groppone e sopraccoda, sul solo vessillo interno delle piume, od appaiate sui due vessilli, si formano macchie chiare, fulvicce, tondeggianti (2.° stadio); queste macchie si estendono lateral- mente verso lo stelo e verso i margini, abbozzando una fascia- tura chiara, incompleta, irregolare sul fondo bruno (3.° stadio). Timoniere: le due centrali brune uniformi, le altre brune con macchie chiare appaiate od alternate sui vessilli, tondeggianti, od ellittiche con l’ asse maggiore in direzione normale allo stelo (1.° stadio); anche le timoniere centrali assumono macchie ap- paiate od alternate, mentre le macchie delle altre si estendono lateralmente (2.° stadio); tutte le timoniere hanno fasce trasver- sali chiare, continue od alternate sui due vessilli, su fondo bruno (3.° stadio). LE FASI DEL PIUMAGGIO NEI FALCHI PROPRIAMENTE DETTI 29 Parti inferiori (dal gozzo all’ addome): tinta fondamentale chiara con grosse macchie scure allungate, a contorni mal de- finiti; sui fianchi le macchie scure occupano gran parte delle sin- gole piume, ma sono interrotte da macchie chiare appaiate (1.° stadio); le macchie scure acquistano contorni meglio definiti e si restringono; le macchie chiare sulle scure dei fianchi si esten- dono lateralmente (2.° stadio); le macchie scure dei fianchi per l estendersi delle macchie chiare, si suddividono in larghe macchie ° stadio). trasversali scure, imitanti fasce trasversali (3. Calzoni e sottocoda: tinta fondamentale chiara come nelle regioni precedenti, con macchie simili a quelle delle parti stesse o lineari, o senza macchie (1.° e 2.° stadio); si formano fasce tra- (o) sversali, sottili e di debole intensità, incomplete (3.° stadio). Fase adulta o secondaria. Parti superiorici e cuopritri alari: la tinta bruna della fase precedente è sostituita da un bruno nero intenso, le fasce trasversali si fanao più decise, occupando le stesse parti del piu- | maggio che erano -bccupate dalle fasce incomplete nella fase pre- cedente, e tendono al grigio. Lungo lo stelo di ogni piuma si accentua una macchia lineare scura, leggermente allargata all’ apice (4.° stadio, 2.8 fase del MartoRELLI). Le tinte divengono più de- cise, le fasce delle parti superiori sono decisamente nero-grige e grigio cineree (5.° stadio, 3.* fase del MartORELLI). Le fasce nero-grige si restringono allontanandosi contemporaneamente dagli steli e dai margini delle piume, fino a scomparire lasciando il posto alla tinta grigio-cinerea; !e sole macchiette lineari lungo gli steli persistono (6.° stadio). Timoniere: a fasce alternate bruno-grigie e grigio-biancastre (4.° cineree (5.° stadio); le fasce nero-grige, meno |’ ultima subapi- stadio); le fasce divengono decisamente nero-grige e grigio- cale, si restringono, cominciando da quelle più prossime alla ra- dice della coda e del vessillo esterno, fino a scomparire (6° stadio). Partiinferiori (dal gozzo all'addome): la tinta fondamentale assume un tono più o meno rossigno, tutte le macchie si restrin- gono dalla base all’ apice di ogni piuma, divengono cuoriformi, a pennello, a goccia; sui fianchi, e parzialmente anche sull’ ad- 30 FRANCESCO GHIGI dome e talora sul petto, si allargano lateralmente in forma di fasce scure trasversali larghe, quasi triangolari col vertice volto in basso lungo lo stelo della piuma (4.° stadio); le macchie si riducono in grandezza ed in numero, assumendo, quelle che imi- tano fasce, un aspetto più deciso di fasce trasversali regolari (5-° stadio); le macchie si riducono divenendo minutissime, limi- tandosi alla parte mediana delle piume e scomparendo del tutto (6.° stadio). Calzoni e sottocoda: le macchie, se esistono, sono cuori formi o lineari (4.° stadio); assumono l’ aspetto di fasce trasversali (5-0 stadio); mancano (6.* stadio). N. B. — Il passaggio da uno stadio all’ altro è graduale, eccetto dal 3.° al 4.°. Nella descrizione che precede non ho tenuto conto di quei caratteri che non hanno importanza nella ricostruzione del piano generale di evoluzione,per essere particolari di alcune specie, o individuali ecc., come Vestendersi od il restringersi della macchia nucale, del mustacchio, ecc. Le tinte che nel piumaggio fresco della prima fase sono di un. bruno cupo, lavate di fulviccio, scolorandosi parzialmente divengono grigiastre nel piumaggio consunto; un simile scolora- mento delle parti scure può avvenire anche nel piumaggio della fase di adulto; le tinte di cui si parla nelle precedenti descri- zioni si riferiscono sempre al piumaggio fresco, od almeno a quello non alterato dagli agenti esterni. * Non mi sembra necessario fare qui il confronto fra la descri- zione suesposta e gli abiti individuali delle singole specie nelle diverse età, c mi limito ad osservare che in base appunto all’ an- damento generale dell’ evoluzione individuale nei nostri Falchi, essi potrebbero forse disporsi in tre gruppi: il primo, dei Lo- dolai (specie subbduteo ed eleonorae) sarebbe caratterizzato dalla persistenza del disegno giovanile nelle parti inferiori anche a completa maturità individuale; il secondo, comprendente i Giri- falchi, i Sacri, i Lanarii, i Pellegrini, i Falchi cùculi, gli Sme- rigli, sarebbe caratterizzata da una maggiore estensione e durata nelle fasi e negli stadi, che vanno dal r.° al 6.° nella evoluzione LE FASI DEL PIUMAGGIO NEI FALCHI PROPRIAMENTE DETTI 3! individuale; il terzo gruppo, dei Gheppi, sarebbe caratterizzato dalla precoce apparizione dei caratteri della seconda fase. Il secondo gruppo risulterebbe ancor meglio definito quando si accettasse la tesi del KLEINSCHMIDT, chè allora ciascun ciclo di forme comprenderebbe gli stadii dal 1.° al 6.°. Sebbene io non ritenga assurdo che si possano costituire, dei Falchi di cui ho parlato, al massimo tre gruppi generici, pure sono convinto che fra le forme esotiche si debba trovare qualche specie che presenti una estensione di fasi intermedia fra quelle dei due primi gruppi, sicchè preferisco per ora accettarne due soli: Falco e Cerchneis, questo comprendente soltanto due specie della nostra regione, il Gheppio ed il Grillajo. Roma, settembre 1912. BREVI NOTE ' Catture notevoli nell’ Emilia. Vu/tur monachus. — La cat- tura di un individuo di questa specie entro i confini doi regione emiliana, merita esser nota perchè il Wu/fur monachus è così raro nell'Italia continentale e peninsulare, che poche sono le catture registrate. Due di quelle citate dagli autori sarebbero avvenute, e in un lungo spazio d’anni, nella regione emiliana e precisa- mente nel Piacentino e nel Ferrarese. A queste si deve ora aggiungere quella di un individuo non completamente adulto, che. nell’ottobre 1904 fu inviato per la preparazione al signor Arzani presso il Laboratorio Zoologico, di questa Università. Tale esemplare era stato ucciso sull’ Appen- nino Romagnolo e precisamente nelle montagne che circondano Civitella di Romagna in provincia di Forlì. Il dottor BeRTACCHINI a cui fu portato, lo inviò a preparare ed ora lo conserva presso di sè. Syrrhaptes paradoxus. — Dal 1888 al 1908 questa specie non si era più mostrata, come è noto, in territorio italiano sebbene nel 1890, 92, 97, 99, avvenissero irruzioni più o meno importanti nell’ Europa centrale. Nell'aprile del 1908 si apprese che stuoli di Sirratti migranti erano stati segnalati nella Russia Centrale e Meridionale, ma questa invasione doveva fermarsi ai paesi orientali d’ Europa, in- viando ancor più verso occidente solo alcuni gruppetti o alcune coppie sbandate. Giunsero infatti in Italia pochissimi individui. Una 9 adulta fu uccisa presso Barletta il 26 maggio (1), quattro maschi adulti vennero presi il 3 giugno a Torre Astura nella Campagna Ro- mana. (2) A proposito di tal cattura, il CHici diede molte ed ‘im- portanti notizie sulla direzione del moto migratorio di tale annata. Nel 1909 il CHiGi, dando altre notizie sulla invasione d) CarruccIo - Ancora del SyvrXadfes paredoxus., « Boll. Soc. Zool. Ital. », pag. 200, 1908. (2) CHIGI - Prime notizie sull’ invasione del .Svr/Zapfes paradoxus, pag. 201. NOTIZIE VARIE 33 dell’anno precedente, diceva di non avere nessun’altra notizia da dare su catture avvenute in Italia, oltre alle cinque già note. Ora io posso aggiungere che nel luglio 1908 a Galliera nella pianura che si stende fra Bologna e Ferrara, furono visti due di questi uccelli, e che precisamente il giorno 15 di quel mese uno di essi venne quivi ucciso, e a me gentilmente donato. E’ l'esemplare ucciso più a Nord fra i sei catturati in Italia nel 1908. E’ un maschio adulto. Cursorius gallicus. — Questa specie per eccellenza diserti- cola come chiaramente lo dimostra l’abito suo, capita in Italia di tanto in tanto nelle regiòni meridionali, e rarissimamente nelle settentrionali. Il GigLioLi cita le diverse catture a sua conoscenza avvenute in Italia, le quali essendo poche ne dimostrerebbero la rarità. Al Nord dell'Appennino sono poi certo molto più rade le comparse di tale specie. Nel novembre 1908 mi giunse da Portomaggiore un esem- plare adulto di Cursorius gallicus, ucciso nella spiaggia fiancheg- giante la valle del Mezzano la mattina del 27 novembre. Il GieLioLI asseriva di non conoscere catture avvenute dopo l ottobre e fra il maggio e agosto, ma l’ArRIGONI parla di catture fatte in giugno e dicembre. Quella di cui ora dò notizia viene a corroborare l’ asserto dell’ARRIGONI. Phalaropus fulicarius. — Questa specie che nidifica nelle estreme regioni circumpolari ‘e che appar strana per la partico- larità che non il maschio, ma la femmina presenta più colorito l’abito nuziale, comparve accidentalmente quasi in ogni regione d’Italia, ma così raramente che si è tenuta nota d’ogni sua cat- tura, e che il MarTORELLI in lunghi anni non ne potè mai avere alcuno pel Museo Civico di S. N. di Milano. Noto inoltre che se il falaropo a becco largo è stato cattu- turato quasi in ogni regione d’ lialia, fino ad ora nessuna cattura trovo io registrata come avvenuta nell’Emilia. Questo certo non significa che non vi sia mai comparso, ma che anche nei moti migratori irregolari è più raro che capiti in questa regione che in altre. Sappiamo, ad esempio, che la Liguria è la parte d’Italia dove meno raramente fu dato trovarlo. Il 30 novembre 1908 mi pervenne una femmina di P. fulicarius, uccisa in quel di Portomaggiore vicino alla Valle del Mezzano. E’ un esemplare adulto ed in abito invernale, quasi completo. Marmaronetta angustirostris. — Fino al 1892 apparvero solo con grandissima rarità in territorio italiano uccelli di questa specie; nell’anno succitato due grandi branchi di anitre marmo- rizzate si stabilirono un sul lago di Massaciuccoli in Toscana e l’altro nei pantani dei dintorni di Catania. Di tale irruzione parlò a lungo il GigLioLi nel 1893 (1). Dall'anno a quello seguente fi- (1) GIGLIOLI - Iconografia avifauna italica, Firenze 1893. Riv. di Ornitologia. 3 34 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA no ad ora, si può asserire che l’ Anatra marmorizzata è ridive- nuta rara nell’Italia centrale, e d’irregolare comparsa in Sicilia e nelle parti più meridionali del Continente. Ma nell’Italia Setten- trionale era fino ad ora conosciuta una sola cattura, quella che il MARTORELLI cita come avvenuta a Venezia senza però poterne dare dati precisi, cosa che fa dubitare il GiGLioLIi Sulla autenticità delle località di cattura. Ora a quella si aggiunge una seconda, sicuramente avvenuta neile paludi della bassa pianura bolognese. E’ una femmina adulta uccisa nel Comune di Molinella in sul finir d’ Agosto dell’anno 1897, mentre volava insieme con anatre. Bologna, Dicembre 1911. Filippo CAvazza La cattura di un “ Larus audouini ,, Pavr. a Marciana Marina (Elba). — Dal sig. UmBeRTO Cascione mio ex alunno al liceo Cicognini di Prato, ho avuto in carne uno splendido esem- plare di Larus audouini 2 da lui ucciso il 13 maggio di questo anno a Marciana Marina, e gentilmente regalato alla Collezione centrale dei Vertebrati italiani del R. Museo di Zoologia di Firenze. E il più bello esemplare che attualmente si trovi nella Colle- zione italiana, ed il secondo che ci proviene dall’ Elba. Con questo, sono tredici esemplari che si conservano nella Collezione giglioliana e uccisi: 1.° 2 juv. a Cagliari. (Avuta in cambio nel 1882 dal Museo Zoo- logico della R. Università di Cagliari senza indicazione di cattura). .° 3 ad. al Golfo di Palmas (Sardegna) il marzo 1877. .° 3 all'Isola Vacca (Sardegna) il 4 marzo 1878. 2 all’ Isola Vacca (Sardegna) il 4 maggio 1878. juv. a Capo S. Elia (Cagliari) il 6 luglio 1878. a Portoferraio (Elba) il 30 gennaio 1879. all'Isola della Maddalena (in Porto Camicie) il 27 lu- glio 1881. .° 2 a Cagliari, il 25 ottobre del 1881. ga Castiglion della Pescaia (Grosseto) il 2 novembre 1890. .° 2 pulc. all’ Isola di Caprera presa sopra uno scoglio il 20 maggio 1894. 11.° 3? pulce. all’Isola Vacca (Sardegna) il 25 maggio 1902. 12.° 2? pulce. all’Isola Vacca (Sardegna) il 25 maggio 1902. Zio (0) (0) (0) JI DUÈ W N ©) di L’ area di diffusione di questa specie si credeva limitata sol- tanto al Mediterraneo occidentale, ed il GieLioLi (1) la dice “ par- “ ticolarmente, ma non esclusivamente nostra, giacchè è propria “ alla porzione occidentale del Mediterraneo; dallo stretto di (1) E. H. GiGLioLi: Avifauna italica. Secondo resoconto dei risultati della inchiesta ornitologica in Italia. Firenze 1907. BREVI NOTE (CS) (2 Gibilterra si estende sino alle Sporadi (Arcipelago greco), ma non sembra più ad E. Par strana questa notevole limitazione dell’ habitat in un uccello dotato di straordinaria potenza nel volo. Fuori d’Italia è stato preso: sul litorale meridionale « della Francia a Tarifa (Gibilterra), alle Columbretes e tra le Baleari, sulle coste dell’ Algeria (Loche) e su quelle della Tu- nisia o meglio alle isolette Galita e Zembra (Capo Bon); Lord LiLrorp ne ebbe un esemplare a Corfù ,. Il Conte Arrigoni peGLI Oppi indicando le località ove fu preso questo Laride ci dà nel suo interessante lavoro (1) un elenco dei vari esemplari conservati nei diversi Musei italiani e nelle diverse collezioni private. La più ricca collezione è la sua che possiede 16 esemplari, poi quella del Museo di BiirenzesMBexaltre; ad eccezione di quella del comm. J. WHirakER che ne ha otto esemplari, ne posseggono uno o due. La signorina C. PiccHi in un suo più recente lavoro sulla corologia di questo Laride (2) ci fa sapere come due esemplari sieno stali catturati alla foce del Rubicone, distante circa 1o km. da Rimini e che furono uccisi il 30 agosto del 1909 dal sig. C. Ra- GIONIERI di Firenze, il quale attualmente li conserva nella’sua inte— ressante e ricca collezione privata. Cita pure esemplari presi a Malta, nelle Cicladi e sulle coste della Siria. Altre sei catture (dal 1905 al 19II) di L. audowini, sono ci- tate nel lavoro del Dott. E. ArRIGONI peGLI Oppi e Dott. G. Da- MIANI apparso nel numero precedente di questa Rivista. (3) Così possiamo dire che l’ area di diffusione di questo Laride non è più limitata alla parte occidentale del Mediterraneo ma che si estende anche alla sua parte orientale. Dal R. Museo di Zoologia dei Vertebrati di Firenze, 7 giugno I91I2. ExRrICO BALDUCCI L’ “ Erythrosterna parva , (Becurs.) — In questa Rivista italiana di Ornitologia nel N. 3 a pag. 162 il prof. conte T. Sat- vapori dà la notizia di una interessante cattura avvenute in Li- guria il 19 gennaio di quest’ anno, di un pigliamosche pettirosso. Ricorda l’ esemplare menzionato dal Durazzo e preso in Liguria nell’ anno 1835 dicendo averne visto un altro nella collezione del preparatore sig. De NeGRI, preso esso pure in Liguria ma nell’anno 1834. (1) E. ARRIGONI DEGLI ODDI: Remarks on Audouin ?s Gull (Larus az dou:n?). The Ibis. Vol. II, 1902, pag. 491. London, (2) Cecita PiccHi: Sulla comparsa nell’ Adriatico del Lars @zd0277, Payr. ed ulteriori notizie sull’ « /Zabztat » e sui caratteri giovanili distintivi di questo gabbiano. Arcula. Anno XIV, N. 148, pag. 4I. Siena, aprile 1910. (3) E. ARRIGONI DEGLI ODDI e G. DAMIANI. Note sopra una raccolta di Uceelli dell’ Arcipelago Toscano. Riv. It. di Orn. Anno I, 1912, N. 4, pagine 257-258. 36 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA Siccome il SALvaDORI non sa cosa sia avvenuto di questo secondo esemplare, nè cita ove attualmente si trovi quello ram- mentato dal Durazzo, così credo utile far sapere che nella col- lezione centrale dei Vertebrati italiani in Firenze, esistono quattro esemplari di questa specie, e fra questi uno che potrebbe essere quello citato dal Durazzo. Se poi il Museo di Genova posse- desse un esemplare di quella data, allora l’ individuo posseduto dal Museo di Firenze potrebbe essere quello che il prof. SaL- vapori ha veduto nella collezione del preparatore sig. De NEGRI. Ecco infatti quanto si legge nella scheda scritta dal profes- sore E. H. GiGLIOLI: “ Erythrosterna parva (BecusTt.) — d'. primavera? 1835 ?. “Liguria? Avuto in cambio dal R. Museo di Zoologia della Università di Genova — M. 598. E probabile che questo sia il primo individuo citato dal Durazzo (Descr. di Genova ecc. I, pag. 164) ma non aveva etichetta; sulla base era il numero “rosso (cioè recente) 999. ,, Consultato il magazzino generale al N. 598 si trova che oltre l Erythrosterna parva sono elencati circa una cinquantina di esemplari avuti in cambio il 5 giugno del 1878, dal professore F. Gasco direttore del Museo di Genova. Con queste indicazioni non sarà difficile compiere delle ri- cerche nel Museo di Genova, e rintracciare ove si trovi l’ esem- plare che il prof. SALvapoRI ha veduto nella collezione del pre- paratore sig. De NEGRI. Dal Museo di Zoologia dei Vertebrati, ro Giugno 1912 — Firenze. EnRICO BaLpucciI “ Emberiza rustica ,, PaLL. a Lugano. — Il 18 agosto 1908. il prof. A. Colombo, catturò nella sua campagna di Chiusarella (Massagno) una 9 giovane di questo zigolo e me ne fece gentilmente dono. L’ uccellino visse in casa mia a Lugano, ingabbiato con altri tre passeracei, sino al 1o aprile 1912. Nutrito coi consueti semi e con qualche “ cimola ,, sempre vivacissimo, colle piume del pileo erette a ciuffo, ebbe, negli anni 1909-1910 una fase albina (remiganti e rettrici candide). Riprese poi l’ abito normale e morì in livrea di 9 adulta, eguale all’ abito autunnale del g°. Preparaì la pelle per questo Museo. Fresco in carne misurava; lunghezza totale 155 mm., ala 73. Grappolo ovario sviluppatissimo. L’ E. rustica, che nidifica dal Camciacklà alla Finlandîa, capita raramente nella regione dei tre laghi, dove, invece, è di passo quasi regolare l’ E. pusilla. (ved. “ Avicula XI ,, 1/12 P.182). Genève (muséum) 1912, IV. A. GHIDINI BREVI NOTE (0°) i Sull’ ubiéazione di un nido di “ Cinciallegra ,, — Nella Villa di un mio zio, presso Castiglion Fiorentino (Arezzo) — ove in passato ho trascorsi ogni anno molti mesi e dove ho rac. colto una quantità di interessanti osservazioni ornitiche —, per la costruzione di un nuovo giardino si stava lavorando in uno appezzamento di terreno tenuto prima ad uliveto e circondato da una spessa fila di alti cipressi, che lo riparavano assai dal caldo, così che solevamo passarvi molte ore della giornata. Quasi al centro di questo “ plateau‘, era rimasto ancora in piedi un vecchio ulivo, col tronco, alto m. 1.60 circa, affatto vuoto, come fosse stato un gresso tubo con un diametro interno di circa 20 centimetri. Vedevo io continuamente una Cincia (Pars major) aggirarsi nei dintorni, ora saltellando sui rami di un Nespolo vicino, 0 dondolandosi sulla cima dei rami flessibili di un Ligustro, oppure arrampicata sul tronco dei cipressi, tra il folto dei rami, in cerca d’ insetti. E tutti questi movimenti ella eseguiva con una rapidià e vivacità, che talora avevano del comico. Si fermava soltanto di quando in quando su di uno dei pochi rami rimasti all’ ulivo, per cantare la sua canzone di amore “ pit-iur, pit-iur ,, che somigliava a meraviglia lo stridere della lima sul ferro, quando si aguzzano i denti di una sega. Mi balenò il sospetto che lì appresso potesse averci il nido, ma per quanto lo cercassi non riescivo a scoprirlo. Un giorno ebbi la curiosità di misurare, con uno spago attaccato ad un sasso, la profondità della cavità del tronco di quel vecchio olivo, prima però mi venne fatto di guar- darvi dentro, ma appena affacciata dal fondo venne fuori un sibilo, unito ad un soffio, tanto lungo e profondo da non poter capire da che razza di animale fosse emesso. Era assai più so- noro di quello che fanno udire i Biacchi irritati e forse anche più di quello del Furetto spaventato (1). Tornai a guardare più volte, il fischio si ripeteva sempre, senza che potessi scoprire l animale. Mi divertii a fare affacciare diverse persone, senza prevenirle, e tutte si ritiravano spaventate. La Cincia continuava ad aggirarsi nei dintorni senza preoccuparsi delle mie ispezioni all’ ulivo. Sorvegliai sempre, finchè al terzo giorno, appena af- facciatami alla cavità scorsi “qualcosa , che si arrampicava all’insù, ma che, emettendo il solito fischio, ridiscese precipitosamente senza che potessi riconoscere cos’ era — poichè la cavità, naturalmente, era all’oscuro perfetto. — Pazientai ancora. Finalmente al mattino del quarto giorno dell’ assidua mia sorveglianza, vidi trettolosa- mente uscire una Cinciallegra, che a volo si internò nel folto dei cipressi vicini e, contemporaneamente, l’altra Cincia, che stava in vedetta su di un ramo dell’ ulivo, si “ tuffò ,, nella cavità del tronco. Continuai a sorvegliare la strana dimora, senza ti- more di disturbarne gli inquilini, che ormai sicuri che non volevo far loro alcun male cessarono il loro sibilo di terrore quando mi affacciavo, tanto che qualchevolta, temendo che avessero (1) Ho tenute vive più volte queste due specie di animali. 38 RIVISTA ITALIANA Li ORNITOLOGIA disertato, battevo esternamente ed in basso contro il tronco e soltanto allora lo ripetevano. Dopo 9 giorni di osservazione (era il 2 luglio) cominciai a sentir pigolare i piccoli. Da allora i geni- tori erano continuamente dentro e fuori per portar loro il cibo. In seguito erano in grande orgasmo sui rami vicini, svolazzando e chiamando, come per invitare la prole ad uscire. Finalmente, trascorsi 14 giorni da quando li avevo sentiti pigolare per la prima volta, i 7 piccoli uscirono e guidati nelle loro escursioni dai genitori, sì aggiravano nei dintorni svolazzando tra i rami delle piante, già irrequieti e petulanti; alla sera, per un po’ di tempo ancora continuarono a dormire nella cavità dell’ ulivo. Posso dir nulla di come fosse costruito il nido, perchè non si vedeva davvero ad oltre un metro e 60 di profondità, soltanto riscontrai, che la misura della cavità era maggiore dell’ altezza del tronco, misurato esternamente dal terreno. Come non posso dire quanto durasse l’ incubazione, poichè quando io scoprii il nido le uova erano certamente già deposte. Firenze, 18 luglio, 1912. Cecina RiceHi FICREGSRIIISTEE RASSEGNA DI PERIODICI Revue Francaise d’ Ornithologie publiée par M. DenisE et A. MeneEGAUX, Paris, H. Tessier, à Orleans. IV année. N. 33. Janvier 1912. GerMmaIn R. parla (pp. 211-212) dell’Orthomus /ongicauda, Blyth uccello della Cocincina francese, dà la descrizione della livrea, del nido e dei costumi, unendo una tavola che rappresenta l’uccello stesso ed il suo nido — DeLmas A, termina (pp. 212-218) il suo “ Catalogue des. Oiseaux observes dans l’ Aveyron ,, rife- rendo sui Gallinacei, Trampoleri e Palmipedi, parla della Perdzx damascena razza minore della Starna, la Coturnice manca, sono rare le Otarde, il Corrione biondo, il Piviere tortolino, tutti i Gruidi, i Ciconiidi ed il Mignattaio ecc., distingue una Pelidna cinclus dalla P. torquata, non cita il Gabbiano reale, nè il coral- lino, nè l’ Oca colombaccio, la Lombardella, degli Svassi manca il collorosso e delle Strolaghe è solo presente la piccola. — ‘Baer G. parlando di una partita di caccia alle Filippine (pp. 219- 220) cita il fatto di un suo amico che avendo tirato un colpo di fucile sopra una banda di Corvi, questi lo assaltarono a colpi di becco ed il cacciatore dovette gettare il fucile, darsela a gambe, riuscendo a mala pena a scappare dai suoi nemici che volevano accecarlo, fatto analogo |’ A. ebbe ad osservare nell’ Argentina col Balenopterus chilensis; trovò due esemplari del raro Mega- podins cumingi. — Sion BonHin L. in “ Quelques Observations sur le vol des Grands Planeurs ,, dice (pp. 221-222) che studiando il volo dei grandi uccelli volatori come le Procellarie, le Dio— medee ed il Condor si viene ad imitare il loro modo di locomo- zione con l’areoplano e quindi può tornare di grande utilità, spiega poi tale suo concetto. — FévriER S. parla (pp. 222-223) della cattura di un Pollo sultano avvenuta il 9 febbraio roII a 40 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA Perigueux, nella Dordogna, uccello rarissimo. — Nel “ Notiziario ,, (pp. 223-226) sì comunica che la Società di Acclimatazione ha aggiunto una “Ligue frangaise pour la Protection des Oiseaux ,, alla sua Sezione Ornitologica — ReBoussin R. parla di una Balia nera osservata nel mattino del ro maggio 1911 a Sargé (Loir-et-Cher) che sembrava di passo — ANFRIÉ E. sulle catture francesi della Gazza azzurra iberica, si domanda se sono tutte autentiche o se si tratti di uccelli non arrivati con l'ausilio delle loro ali! — DeLEUIL R. aggiunge notizie in proposito — CosTREL pe CoraINVILLE parla del passo di Crocieri nel Calvados — Eroc G. della Passera mattugia che nidifica nei buchi delle muraglie, fatto del quale danno anche netizie J. DeLAMAIN e Hugues A, N. 34. Févrler 1912. Masse F. in “ Pour .identifier les Oiseaux bagués ,, (pp. 227- 228) dice che essendo oggi molti gli uccelli inanellati e prove- nienti da un gran numero di stazioni ornitologiche, sarebbe oppor- tuno di fornire dati per identificarne con facilità la provenienza, cosa della quale potrebbero incaricarsi i Giornali Ornitologici. — CHÙapel F. de, offre (p. 228) norme complementari sul Passaggio degli Uccelli nel Gard (cfr. arfea, pp. 167, 169, 1911) e parla del Falco cuculo, di Tordi, Ghiandaie ecc. — Dumast G. de, parla (pp. 228-231) del regime alimentare del Falco pecchiaiolo in 23 individui uccisi col fucile dal giugno all’ agosto, dall’esame del contenuto risultò che è uccello indifferente, ma non dannoso, quindi va protetto e l’ A. l’invoca. — DELAMAIN ]. contribuisce (pp. 231-233) notizie sulle date d’ arrivo e di partenza della Ron- dine, Balestruccio e Rondone osservate negli anni 1909 e I9I0 nella Charente, parlando dello stato atmosferico e di altri dati. — Bagin R. in “ Catalogue raisonné des Oiseaux du Canton de Nemours, Seine-et-Marne ,, parla (pp. 233-241) di 74 specie di Rapaci e in parte di Passeracei (continua), offrendo tutti i ragguagli che potè avere sulle stesse, sulle Raccolte Ornitologiche del Paese, sui dati accertati nella letteratura, sull’ abitato, passaggi e gradi di frequenza; una delle specie più notevoli ricordate sarebbe l'Aquila del Bonelli. -- Seguono brevi notizie di Viron L. — “Les Massacres d’oiseaux dans le Sud-cuest de la France ,, (pp. 241- 242), che parla dell’ enorme quantità di Tordi, Pivieri ecc. presi alle reti, dice che è permesso di mettere sino a 10.000 lacci sopra un ettaro di terreno, che la tesa ai Colombi selvatici di Sare nel 1909 prese 1500 Colombi in un giorno e nel rotI oltre 3600. —- Decoux A. e MiLLeT-Horsin parlano (p. 242) di Uccelli esotici osservati in libertà in Francia, cioè Spermestes nana e Paroaria cucullata. — CHAPPELIER A. cita (p. 242) il fatto di Gheppi che sì nutrivano di Grilli e ReBoussin R. (p. 243) di un altro che aveva assaltato una Moretta a volo. — Nel “ Notiziario ,, (pp. 248- 249) AnFRIE E. parla di Cornacchie nere che durante |’ inverno si cibavano, alla guisa dei Gabbiani, dei detriti galleggianti sul- l’acqua del fiume presso Lisieux, Calvados. — Hugues A. del LIBRI E RIVISTE 41 passo dei Gruccioni — Roucer T. H. sulle uova del Tordo sibe- riano orientale o Geocichla sibirica davisoni, che sarebbero più piccole di quelle della specie tipica. — DeLeun R. sui Crocieri nelle Alpilles. — Eroc G. sul Gufo reale e sul Gufo reale di Ceylon che si riproducono normalmente in domesticità nel “ Jardin des Plantes ,, di Parigi —- Paris P. su qualche osservazione sul passo degli uccelli della Costa d’ Oro nel 1igro. —— Hugues A. sulla cattura di uccelli inanellati, cioè un Gabbiano catturato a Cette (Herault) ed inanellato a Worth presso Monaco di Baviera. — Denise L. sull'effetto dei freddi subitanei sulle Rondini. — MiLLET- . Horsin sul passo delle Nocciolaie della forma orientale o /epto- rhynchus presso Ginevra. — Devy L. sull’ azione del freddo sugli uccelli esotici. — MarLLarp L. su una varietà di Passera mattugia. — Hucurs A. sulle Gazze azzurre iberiche catturate nel Gard e che hanno provenienza spagnuola, al pari degli Storni che ven- gono portati sul mercato del capoluogo del Dipartimento stesso. N. 35. Mars 1912. MenEGAUX A. in “ Contribution à 1’ etude de la migration des Cailles “ parla (pp. 251-256) delle migrazioni delle quaglie, del cammino percorso e dei luoghi ove svernano, a tale proposito l'A. ha diretto un questionario ad Ornitologi ed Amici riflettente il problema delle migrazioni delle quaglie dell’ Europa occidentale e delle quaglie dell’ Egitto, cita e riproduce le risposte di Bureau, HiLcert, Herman, WEIGOLD, THIENEMANN, ZEDLITZ, FLOWER, JONES e conclude che la questione non sarà risolta materialmente che inanellando un numero sufficente di quaglie. — KemPeN CH. v. parla (pp. 256-257) dell’ effetto della mitezza del clima sugli uc- celli che cantavano e s’accoppiavano durante l'inverno, e del passaggio considerevole di trampolieri e di palmipedi constatato nel nord della Francia nel gennaio u. s. — BaBin R. continua (pp. 257-260) il suo “ Catalogue raisonné des oiseaux du Canton de Nemours, Seine-et-Marne ,, parla di 49 specie di Passeracei con note ed osservazioni. — Bacon R. in “Le Rossignol du Japon (Ziothrix lutea) , fa (pp. 260-263) un quadro biologico della vita allo stato domestico e selvatico del grazioso uccellino. — Nel “ Notiziario , (pp. 263-265) si annunzia che la Società Sciama ha depositato al Museo Nazionale di Storia Naturale di Parigi la somma di 10.000 franchi per la fondazione di un premio destinato a ricompensare l’ Allevatore o la Società d’ allevamento che avrà ottenuto i migliori risultati nell’ allevamento dell’ Airone bianco, e ne dà gli estremi. — Lomont parla di un prossimo viaggio d’ esplorazione ornitologica nel nord d’ Europa, che sarà intrapreso da una piccola comitiva di cui fa parte l’ A. stesso con partenza al 1° maggio e visitando a scopo ornitologico e di raccolte la Danimarca, la Svezia-Norvegia, le isoie Loffoten, 1’ Islanda, le Spitzberghen ecc. — ScHERDLIN P. sulle cause che fanno dimi- nuire il Piccione sulla Cattedrale di Strasburgo. — Vincent. P. sulla dispersione della Gazza azzurra iberica. — Hugues A. sulla 42 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA cattura di un Avvoltoio degli agnelli il 10 settembre IgrI presso Nimes, che venne mangiato e trovato delizioso! — Eroc G, sulla cattura di parecchi Cigni selvatici nel Dipartimento di Sarthe. — AuserT C. sulle modificazioni che soffrono i passaggi degli uc- celli per la mitezza del clima. Bulletin de la Société Zoologique de Filato Tome XXXVI. Paris Au Sienende; lat Societé, T012: N. 7 et 8. Janvier 19127 Perit segnala (p. 203) a nome di M. Texier il grande pas- saggio di uccelli constatato nella Vandea nell’ ottobre rgri e la presenza di qualche Rondine al 28 dello stesso mese. — Petit L. in “ Notes et Observations sur les Hirondelles et les Martinets, parla (pp. 204-206) sulle - date di partenza dei Rondoni e delle. diverse specie di Rondini e sì domanda perchè arrivano e par- tano a date spesso ben differenti, spera di giungere a sciogliere il problema con buone osservazioni e con constatazioni differenti. N. 9 et 10 (fin). Février 1912. PeTtIT ricorda (p. 209) a nome di suo fratello L. L. Petit la cattura di una Strolaga mezzana a Grand Couronne presso Rouen, dice: che è rara nei fiumi e perciò la notizia è interessante. — Perit L. (p. 211) ricorda la cattura di una Lodola gola gialla avvenuta nell’ Haute Marne il 15 novembre 19II, dice che è specie rara per la Francia e che da anni non vi compariva, un tempo si vedeva più frequentemente nei dipartimenti del Nord e la sua presenza preludeva ad inverni rigorosi. — PetIT L. (p. 213) co- munica la cattura di un’ Aquila reale nella Seine-Inférieure, caso raro. — TexIER comunica (p. 221) la cattura avvenuta a Lugon, (Vandea) di uno Storno inanellato a Viborg (Finlandia) e di un Gabbiano nella Manche venuto in otto giorni dall’ Ungheria. Idem, Tome XXXVII Paris, 1912. N. I. Miars 1912. Contiene (s. n.) le disposizioni del Premio “ Louis PETIT, per l Ornitologia da conferirsi nel 1914. Il detto Premio consisterà in una medaglia d’ argento, sarà conferita ogni tre anni a partire dalla data 1914 ad un lavoro d’ Ornitologia, sia di descrizioni sistematiche di Uccelli, che di costumi, sia per l'introduzione o l’acclimatazione di specie utili ed ornamentali in Francia o nelle Colonie; gli Zoologi d’ ogni Paese sono ammessi a concorrervi, le memorie potranno essere presentate manoscritte o stampate e devono essere esibite avanti il 1° dicembre che precede la data dell’ anno nel quale il premio sarà conferito: esso sarà aggiudi. LIBRI E RIVISTE 43 cato da una Commissione di tre Membri ed inoltre ne faranno parte quali membri nati il fondatore del Premio L. Petit come Presidente, il Tesoriere ed il Segretario generale. La Società pubblicherà nelle proprie Memorie per intero e per estratto i lavori manoscritti che saranno stati premiati ed in caso di disac— cordo in seno alla Commissione, il tutto sarà deferito al Consiglio che agirà da arbitro Ni. 2, Avril 1912. . Raspair X. in “ Perception a distance par la Mouche bleue (Musca vomitaria, Linn.) du passage de la vie à la mort chez les animauXx , dimostra (pp. 49-54) che la M. vomttaria, fornita di odorato assai sottile, ha la facoltà di riconoscere anche a distanza l’ istante nel quale un animale cessa di vivere, dice che facilmente quando l’animale si spegne esala qualcosa che volatizza, impos- sibile a definire, d’ una sottilità infinita che si fonde nell’ aria e che serve di filo conduttore alla Mosca per scoprire subito il ca- davere e deporvi le sue uova; cita casi osservati in Piccioni, Gazze, ecc. sui quali potè basare tale sua ipotesi. N. 3. Mai 1912. Perit L. crede, d’accordo con Raspair X., (p. 100) che la sparizione dei Colombi dalla Cattedrale di Strasburgo non va ricercata nel fatto che le vie della città vennero asfaltate e che quindi gli ucceili non trovano più cibo se non ne viene gettato loro, ma invece forse nel secolare accumulamento delle Teci, da ciò potrebbe essere originata qualche epizoozia, ossia un'invasione di Acari tale da rendere impossibile la riuscita delle covate. — DesPax e BiLLIaRD citano (pp. roo-101) Merli e Passere affette da albinismo viventi nel giardino del Lussemburgo e CAULLERY aggiunge che sarebbe interessante studiare la discendenza di tali soggetti e verificare sugli stessi la legge di MENDEL. INEGIA-I) nima, Dugois A. in “ L’ Otocoris alpestris en Belgique ,, dice (p. 119) che non è vero che la Lodola gola gialla sia rara nel Belgio, notizia data da Petit L. (cfr. artea, p. 211, 1912), vi comparisce invece regolarmente in autunno e nell’ inverno specialmente in Fiandra e nella provincia d’ Anversa. — BariLe C. “ Sur une espèce de Trichosome signalée chez le Dindon (Meleagris gallopavo do- mestica (L.)), tratta di una specie nuova che |’ A. illustra (pp. 125- 133) e chiama 7r:chosomum meleagris gallopavo PeRRONCITO, Ba- RILE e unisce tre figure in argomento. 5. Juillet 1912. RaspaiL X. comunica (p. 169) che il Ministro d’ Agricoltura francese ha nominato una Commissione per stabilire su basi scien- tifiche per tutto il territorio francese, la classificazione degli uc- 44 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA celli utili e dannosi, con l’ indicazione del grado di utilità o danno apportato e menzione di quelli che presentano carattere misto, secondo le epoche e le stagioni. — Lo stesso A. “ Les Nichoirs pour Oiseaux et la protéction des nids à l’ aide d’ un entourage en grillage ,, parla (pp. 170-179) in favore della protezione dei nidi” degli uccelli, dei mezzi per favorirla e della protezione in generale degli uccelli, citando cifre e dati che dimostrano quanto si distrugga anche in Francia. -- Petit L. ainé “ Notes et Obser- vations sur les Hirondelles et les Martinets ,, (pp. 187-188). — Lo stesso A. “La protection des petits Oiseaux , (pp. 188-189). N. 6. Aotit 1912. Petit L. ainé, “ Notes et Observations sur la longévité chez les oiseaux ,, parla (pp. 136-238) dell’ età che raggiungono date specie di uccelli e cita casi di longevità da lui osservati, ad es., in vari Pappagalli da un massimo di 38 ad un minimo di 18 anni, Usignuolo del Giappone che morì dopo 15 anni, Fringuello a 22, Gabbiano comune a 10, Ghiandaia a 14 ed invita a fornirgli dati in argomento. Le Gerfaut - Revue de la Société Ornithologique du Centre de la Belgique, publié p. M. MarceL pe ContRreRAS. I'° année, Louvain, édit. Giele, 1911. N. 4. 31 Décembre I9II. DuBois ALpH. in “L’ Oiseau, son origine, sa distribution geographique , parla (pp. 53-63) dell’origine degli Uccelli, del l'epoca nella quale fecero la loro apparizione sul Globo, delle varie epoche e degli avanzi diversi ritrovati, degli Uccelli presenti e della loro ripartizione geografica nelle 155 famiglie delle quali si compone l’intera Classe, indica il o tipo di ciascheduna e figura l’ Archeopteryx — Duponp C. in “ Revue du Marché aux Oiseaux d’ Anvers, Saison de tenderie Sr » parla (pp. 64-68) del mercato degli uccelli d’ Anversa che è tra i più importanti del Paese, del numero degli uccelli esposti in vendita soprattutto alla Domenica e che è enorme, degli uccelli interessanti per l’ Avifauna locale che potè acquistare od osservare nel periodo 1905-1911. — Tanr E. in “ Visite des voliéres de M. R. Pauwels ,, parla (pp. 68-70) di una visita fatta con altri 25 membri della Società Ornitologica alle celebri voliere del sig. R. Pauwels, dice che contengono uccelli interessantissimi, Pappagalli e Picchi esotici a centinaia, poi Rigogoli, Gruccioni e vari Uccelli di Paradiso, tra gli uccelli della fauna locale cita Picchi, Rusignoli,' Pett’ az- zurri ecc. ecc. — MottIN G. parla (pp. 73-74) della Calopsitta novae-hollandiae (Gm.) con note sul cibo, riproduzione e valore commerciale. — Contreras MaRcEL de (pp. 74-75) sulla nidifi- cazione del Cavalier d’Italia nel Belgio, e pel quaie esuma il vecchio nome di Himantopus plinti (Gerini)! — MortINn G. (pp. 75; LIBRI E RIVISTE + U1 76) sull’ibridismo dei Pappagalli che s’ ottiene facilmente e colla produzione di interessanti soggetti. — Heuvninckx G. stende (pp. 76-83) uno studio biologico sul Pappagallo di Pennant o Platycercus elegans (Gm.) e sulle specie affini — Nel “ Notiziario ,, (pp. 83-84) si comunica la cattura di un Uccello delle tempeste e di un secondo a coda forcuta avvenute presso Anversa il 1° Ot- tobre IQII — di uno Storno roseo presso Anversa nell'ottobre (Coll. van Havre) — e finalmente di un Fringuello albino inanel- lato con piccolo anello di gomma catturato presso Waremme: (Coll. TanT). — Seguono (pp. 83-87) Notizie bibliografiche, Que- stionario, Mutamenti allo Statuto, Lista di nuovi Membri, Errata e Indice delle Materie dell’ Annata. Idem. — II année, N. 1, Ler avril 1912, publ. p. M. MaRcEL DE ConrRERAS, Louvain et Bruxelles, Imprim. F. van Buggenhoudt, 19I2. Avis au Lecteur. — Coupe challenge “ Gerfaut ,,, con la quale è istituito un premio di L. 300 per incoraggiare gli sforzi degli amatori d’ uccelli viventi, e ne sono espresse le condizioni alle quali esso viene concesso. — Havre G. v. “La migration de Casse-noix en Belgique durant l’ automne de igI1 ,, parla (pp. 3-10) delle emigrazioni della Nocciolaia nei paesi dell’ Europa centrale ed occidentale, delle catture fatte nel Belgio nel rQII, delle zone di migrazione, dell’epoca e durata, dell’ intensità, delle forme geografiche e dei paesi d’ origine. — SNOUCKAERT v. SCHAUBURG, a proposito di Querquedula formosa, Anas flavirustris e Fenicot- tero catturati in Olanda, crede su basi certe che si tratti di sog- getti domestici fuggiti. — Nel “ Notiziario ,,, comunicazioni su catture locali di Otarda, sull’ acclimatazione degli Uccelli di Pa- radiso, sul volo delle Aquile e su catture del Mergulus alle sul litorale belga. — Bibliografia e Lista di nuovi Membri. ND E 069 IVgli iguo, Dupois ALPH. “Le Guillemont du Briinnich en Belgique , parla (pp. 17-18) sulla cattura di una Uria /omvia, PaLt., specie nuova pel Belgio. — Lo stesso A. “ Remarque sur la Mesange a longue queue ,, fa (pp. 18-20) un esame critico del catalogo ana- litico delle Cincie di HeLLMAYR, cfr. “ Genera Avium , e dice che in quanto alle Acredulae del Belgio, egli mantiene le deduzioni già fatte e non crede alla bontà spccifica dell’ A. europaea. — ConrreRas M. pe “ Des mutations dans les Collections ornitho- logiques ,, parla (pp, 20-22) delle principali variazioni avvenute nelle Collezioni ornitologiche locali in seguito a vendite, indi- cando ove sono ora conservati esemplari rari che facevano parte di questa o quella raccolta, prega gli amatori a fornirgli notizie in proposito, essendo del massimo interesse di conoscere ove si trovino attualmente i soggetti rari. — Duponp C. “ Essai sur l’ étude du chant de quelques oiseaux indigènes ,. — La Féte des Oliseaux. 46 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA NM SE Sna IDA ne Havre G. v. comunica (pp. 33-38) la cattura di un’ Emberiza leucocephala nel Belgio, ove era finora uccello sconosciuto e ne figura il g° ad. ed il giovane. — Duponp C. “ Essai sur |’ étude du chant de quelques oiseaux indigènes ,, termina (pp. 38-46) il suo lavoro parlando del canto di uccelli silvani, e dando le chiavi musicali del medesimo, — MorttIN G. “Le Perruche Omnicolore o Platycercus eximius ,. -- Remarque paléontologique. — Biblio- graphie. NEAR] uleriono: DuBois ALpH. “ Remarques sur la biologie du Coucou , esa- mina (pp. 49-55) le varie deduzioni fatte da Capek ed altri Autori sul comportamento della femmina del Cuculo durante | epoca della riproduzione, del giovane Cuculo ed enuncia ciò .ch’ egli ebbe ad osservare in proposito. — Contreras M. pe “ L’ Oxy- lophe geai o Coccystes glandarius , comunica la prima cat- tura belga avvenuta il 17 settembre 1909 e ne figura l'individuo. — Quiner F. “ Les ociseaux baguès au Musée d’ histoire naturelle de Leyde au point de vue de l’ étude de la migration , parla (pp. 58-59) degli uccelli inanellati dal Museo di Leida in numero di 2517 soggetti, delle specie inanellate e dei risultati ottenuti. — Heuninckx G. “La Perruche à croupion rouge , ossia note sul Psephotus haematonotus. — Comptes rendus et Analyses. — Cox- TRERAS M. DE comunica (p. 64) catture di uccelli rari avvenute dopo la pubblicazione del suo lavoro “ Les oiseaux observés en Belgique ,, e precisamente Pastor roseus, Emberiza cirlus, Dryo- copus martins, Nyctala tengmalmi, Turdus swainsoni, Merops apiaster e Aquila maculata. NERI OURRO NE “ Aux Ornithophiles ,,, appello agli ornitologi belgi perchè il “ Gerfaut , divenga organo generale delle Società belghe d’ Or- nitologia. — Tanr E. “ Nos Hirundinidés ,,, cenni sull’ utilità delle Rondini in generale, e sull’ opportunità che vengano protette (continua). — DuBois ALpH. “ Classement des Gorges - blewes d’ Europe ,, riconosce (pp. 71-72) seguendo ! opinione di KLkix- SCHMIDT : a) Pett' azzurri a macchia rossa, Cyanecula gaetki, cae- rulecula e pallidogularis; 6) Pett' azzurri a macchia bianca, GA wolf, volgae e come tipi specifici C. caerulecula e C. wolf. — “Des mutations dans les Collections ,. — “ Une visite à la Collection d’ ARENBERG ,. — » Tableau documentaire concernant les per- ruches tenues géneralement en volière ,, (pp. 74-77) con notizie su un insieme di circa 18 forme specifiche. — Comptes rendus et Analyses — Notizie di catture di P/egadis falcinellus, Cicogne bianche che diminuiscono in Alsazia in causa di cibo avvelenato, che ingoiano nell’ Africa del sud. — Cattura di 77a/assidroma pelagica. — Nouveaux Membres. LIBRI E RIVISTE 4/ Dansk Ornithologisk Forenings Tidsskrift, redg. O. Hetms, Kjebenhav, H. H. l'hieles Bogtrykkeri. 6. Aargang, haefte I. December 10911. Contiene: OLsen R. Jur. “ Danmarks Ynglende Strandfugle, faunistiske undersegelser, beretning om en rejse i farvandene syd for fyn 1, 1907 » (pp. 1-54, c. mappe). — Anmeldelser. — Fore- ningsmeddelelser. The Zoologist, edited by W. L. Disrant, London, Fourth Serfes. Vol DEVI N. 847. January 1912. Srusps Frepk. J. “ The Prehistoric Origin. of the Common Fowl, parla (pp. 1-14) delle origini preistoriche del Ga//us. bdankiva ; poco se ne conosce, ma dalle indagini fatte dall’ A. risulta che il Gallo bankiva non sarebbe originario dell’ India, ma bensì sa- rebbe stato introdotto nell’ India in epoca sconosciuta, da invasori probabilmente della razza dei Dravidiani, da paesi situati al nord- ovest, dove la specie era selvatica, come lo è in altre parti del mondo; viveva poi in Babilonia nel XV secolo avanti Cristo, venne introdotto nell’ Egitto circa 4600 anni avanti Cristo e nelle contrade Mediterranee dalla Mesopotamia in epoca molto antica; le sei figure annesse mostrano i vari aspetti sotto i quali il Gallo venne riprodotto nell’arte antica Egiziana, Greca e Fenicia all’ epo- che di anni 4600, 3760 e 2600 a. C. e nel V e IV secolo pure a. C. — CHarLton ). M. (pp. 21-28) continua (cfr. aztea, pp. 380, vol. XV) il suo articolo “ The Birds of that Portion of the North-east Coast between Tynemouth and Seaton Sluice, Northumberlaid ,, parla di 33 specie soprattutto di acquatici che sono generalmente rari nel paese, delle irruzioni del Sirratte nel 1888, dei Rallidi c del Piviere tortolino (continua). — Nel “ Notiziario ,, (pp. 33:38) Ma- sEFIELD J. R. B. parla del nido del Rampichino alpestre e di 45 altre specie di uccelli che nidificano nel Suffolk. — FircH E. A. di un’ Aquila reale che morì in ischiavità a 67 anni, delle sue abitudini, dice che ogni anno deponeva uova, che nel 18953 allevò 1 piccoli e che si mantenne sempre feroce. — Smaccey F. W. della nidificazione, che l’ A. crede possibile, della Moretta codona nelle Orkney asserita da ApLIN O. V.cfr. “Zool. ,, p. 432, 19II. — ApLin O. V. della prolificità della Folaga che può covare dalla fine di marzo alla prima metà di agosto, potendo fare fino tre covate all’anno. — Greaves W. sul Piro-piro boschereccio osser- vato nello Yorkshire. — WARREN R. sul Gabbiano glauco osser- vato nella Co. di Mayo. — Smatrcey F. W. sui Gabbiani che cacciano insetti e soprattutto imenotteri. — Warren F. W. sulle cause che rari uccelli nidificanti scompariscono, dice che il Falco pescatore, ad es., non diminuisce quale nidificante per la distru- ? 49 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA zione che se ne fa, ma per le uova che si raccolgono in copia dai Collettori e dai venditori, fatto che dovrebbe venir impedito. N. 848. February 1912. Ticenurst C. B. “ The Birds of Lower Egypt ,, (pp. 41-59) parla delle osservazioni da lui fatte dal 23 aprile al 19 maggio 1909 a Giza Gardens e sulle rive del Lago Mariotis ad Alessandria, le note illustrano 102 specie, ricordo Motacilla flava pygmaca, antica forma di Brehm rievocata dall’ A., Lanzius excubitor elegans che nidifica, le varie Ga/eridae osservate, Aquila imperialis, Cac- cabis chukar, Tringa canutus e finalmente A/ca torda (?). — BLatAwayvr F. L. “ The Birds of Lincolnshire, Addition to the County List ,, lA. vuol completare (pp. 60-63) la lista già pre- viamente data dagli A. e soprattutto da Corpeaux sugli Uccelli della Contea ed aggiunge note sopra 17 specie da lui osservate o citate nella Bibliografia, tra le quali ricordo Locwustella lanceo- lata, Nyctea scandiaca, Falco islandus ed anatum, Tringa macu- lata, Tringites rufesceus, Bartramia longicanda, Puffinus gravis e griseus. — Nel “ Notiziario ,, (pp. 72-77) SruBss F. J. parla sulle abitudini notturne del Sassello in rapporto alle osservazioni di WARREN e di PowER riprodotte previamente nello “ Zoologist ,,. - Grounp Ta. sulla struttura della lingua della Nocciolaia, già ri- cordata da PaLLas. — WirLiamson F., NewstEAD A. e WRIGHT C. E. sulle Gazze marine minori comparse a Rochdale nel feb- braio. — JourpaIn F. C. R. ritorna a discutere sulle cause che alcuni uccelli nidificanti rari tendono a scomparire quali specie nidificanti delle Isole Britanniche, confuta quanto dice WARREN R. (cfr. antea, p. 37), crede che gli uccelli che nidificano in Inghil- terra siano migranti dalla Scandinavia e non dalla Scozia, con- clude che i Falchi pescatori diminuirono anche in causa dei Col- lettori di uova, ma anche peri soggetti che vennero catturati soprattutto rel Nord. N. 849. March 1912. SeLous E. in “ An Observational Diary on the Domestic Habits of the Redthroated Diver (Colymbus septentrionalis) , comunica (pp. 81-96) un interessante diario d’ osservazioni da lui fatte nel luglio u. s. sulle abitudini della Strolaga piccola all’ epoca delle cove, sul modo d’allevare i piccoli, di volare, di nutrirsi ecc. (continua). — RusseL FLora parla (pp. 97-104) degli uccelli da lei osservati a Sardis nell’ Asia minore nella primavera del I9II in numero di 75 specie, dando brevi notizie delle stesse. — Nel “ Notiziario ,, (pp. 105-115) Brock S. E. parla delle abitudini not- turne del Sassello. — Corgsin G. B. sulle varietà di Beccacce, Storni, Gallinelle d’ acqua ecc. osservate nel South-west Hants. — NewsTEAD A. sulle comparse entro terra nel Cheshire del Ma- rangone dal ciuffo. -- Tuck J. G, sulle comparse del Piro-piro boschereccio. — Horn P. W. sulle recenti catture della Gazza LIBRI E RIVISTE 49 marina minore. — DvyE B. sulle catture dello stesso uccello presso Great Yarmouth. — Warren R. sulle cause della scomparsa di uccelli rari nidificanti in Irlanda, dovuta alla caccia che viene fatta alle uova ed ai genitori stessi per scopo di Collezione. — BAR- rineron R: M. sullo stesso oggetto, dice che tale scomparsa è sommamente deplorevole, che è prodotta dalle catture fatte a scopo di guadagno, che non c'entrano Collettori inglesi, scozzesi o irlan- desi, è regola generale,. ma non meno condannabile. — HARVIE- Brown parla sullo stesso argomento e finalmente Jourpain F. C..R. riferisce che su 19 Aquile di mare osservate in Irlanda negli ul. ‘timi vent’ anni secondo |’ “ Eight Report of the Irish Society for the Protection of Birds ,, dodici vennero uccise, il fatto è quindi evidente, infine gli Eprrori dichiarano chiusa tale polemica. — Parrerson H. H. parla sull’ effetto prodotto dalle nevicate nei grandi movimenti migratori e nelle comparse eccezionali verifica- tesi di Anitre e Trampolieri. N. 850. April, 1912. Gurney J. H. in “ Ornithological Report for Norfolk IgII , dà (pp. 121-139) un riassunto delle osservazioni ornitologiche fatte nel Norfolk durante il 1911, parla delle emigrazioni di Cro- ceri e di Nocciolaie dei due tipi, figurandone i becchi veduti di fianco e dal disopra e la lingua biforcuta, tra le rarità cita due Verzellini, Falco cuculo, Gallina prataiola, Mignattino ali bianche e Gabbianello del Sabine, tra le varietà di piumaggio uno Scric- ciolo quasi del tutto bianco, la fase rossiccia della Starna nota sotto il nome di Perdix montana, un Beccaccino del Sabine, Sas- sello e Merli affetti d’ albinismo e da ultimo illustra un ibrido di Cigno e di Oca del quale ebbe a parlare in precedenza (cfr. atea, p. 161, 1911). — CHARLTON ]J. M. (pp. 140-146) continua (cfr. anzea, p. 98) il suo articolo sugli Uccelli della costa nord-orientale del Northumberland, illustrando una trentina di specie costiere, delle quali sono rare la Monachina, i due Falaropi, 7yinga maculata, Calidris, Totanus fuscus, Sterna dougalli ed altri affini (continua). — Nel “ Notiziario ,, (pp. 156-157) STEELE ELLior J. parla della ap- ‘parizione del Luì piccolo nel marzo nello Shropshire. — STuBss Frepk. J. della comparsa del Mergwlus alle nell’ Essex. — Harvie- Brown |J. A. fa una correzione sulla presenza delle Aquile nelle Orkney. N. 851. May 1912. Dewar J. M. in “ The Evolutions of Waders , (pp. 16r* 170) chiama evoluzioni le semplici forme di movimenti aerei che fanno alcune specie di Pivieri e Piovanelli in date epoche e sotto date circostanze, le analizza dettagliatamente, conclude che le più semplici evoluzioni sono imitative nel carattere e protettive nello scopo, nelle evoluzioni complesse i movimenti imitativi più semplici sono parzialmente nascosti dallo sviluppo di una forza di movimento che è pure protettiva nello scopo, ma che Riv. di Ornitologia 4 50 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA. quanto a carattere non possiamo ancora spiegare con cer- tezza. — SeLous E. (pp. 171-180) continua (cfr. area, p. 96) lo studio biologico sulle abitudini domestiche della Strolaga piccola o Colymbus septentrionalis (continua). — Hope E. L. and TgoRPE Losa D. in “ Natural History Record Bureau, Carlisle Museum Report for 1911 , offrono (pp. 181-189) notizie fenologiche fatte nel 1911, anno rimarchevole pel freddo dei primi mesi invernali, pel caldo dell’ estate e dell’ autunno, fatti che influirono assai sulla vita ornitica del paese — Nel “ Notiziario ,, (pp. 195-199) GURNEY J. H. ricorda la nidificazione della Lu/uta arborea nel Norfolk. — Pickarp-Campripce O. P. del Falco aesalon osservata nel Dor- set. — ApLin O. V. dell’Hare/da glacialis notata nelle Orkney. — Srusps Frepk. J. sul volo del Beccaccino. — SreeLe EtLIoT |. sulla nidificazione del Beccaccino nel Bedfordshire. — SeLous E. offre note biologiche sull’ origine degli assembramenti e del cor- teggiamento degli stessi nel periodo degli amori. — Da ultimo a pp. 200 viene ricordato che Huxtey ). S. lesse alla Riunione del 23 aprile 1912 della Società Zoologica di Londra una Rele- zione sul corteggiamento della Pettegola o Totanus calidris, so- prattutto in connessione con la selezione sessuale. N. 852. June 1912. SeLous E. (pp. 210-219) conclude (cfr. atea, p. 180) il suo articolo sulle abitudini domestiche della Strolaga piccola trattando soprattutto del modo col quale vengono allevati i piccoli durante la stagione degli amori. — Nel “ Notiziario ,, (pp. 223-253) MaRr- mapuke LanepaLe H. parla della nidificazione della Motace/a me- lanope nel Sussex occidentale. — Tuck J. G. del cibo trovato nel nido di un Allocco selvatico o Syrmium aluco durante un periodo di sei anni, Topi di campo e di casa, Conigli ed in tre occasioni un totale di sei soggetti di Merlo e di Sassello. — Owarp ELior H., Harvie-Brown ]J. A. e HuxLeEy ]J. S. discutono in tre separate comunicazioni sul volo dei Beccaccini, (cfr. anzea, p. 196). — CoLLinewoob Ingram della nidificazione dell’ Edredone sopra un'isola in faccia alle coste della Bretagna meridionale, fatto già osservato da Bureau. — SreeLe EtLiot J. sulla Gavina e sullo Svasso cornuto nel Bedfordshire. — AsHrorp W. J. sulla varietà detta Uria dalla briglia o Urza ringvia. N. 853. July 1912. Harvie-Brown ]J. A. contribuisce (pp. 241-245) uno studio bio- logico sulle abitudini del Nwumezius phacopus durante l'epoca delle cove. — CoLLinewoon Incram in “ A day in the Esterel Hills ,, parla (pp. 250-253) degli uccelli osservati, cioè Sy/via undata dartfordensis, S. melanocephala, Certhia ecc. — CHARLTON TIE (pp. 254-263) conclude (cfr. aziea, p. 146) il suo articolo sugli Uccelli della costa nord-orientale del Northumberland, cita 27 specie di uccelli acquatici, tra i rari ricorda Larus munutus, DE glaucus e leucopterus, Stercorarius catarrhactes, le Urie e Polci- ut - LIBRI E RIVISTE nelle, il Colymbus g/lacialis ed arcticus, il Podicipes auritus, una Berta minore che pare riferibile alla forma meridionale o P. yel- bouanus ed il Fulmarus glacialis. — Nel “ Notiziario , (pp. 268- | 272) SreeLe EtLioT J. cita Mergw/us alle pel Bedfordshire ed il Colymbus septentrionalis pel Worcestershire. — Dewey Wm. F. il Podicipes cristatus nidificante nella contea di Londra. — Cor- BIN G. B. contribuisce. alcune note ornitologiche sulla Avon Valley, Hampshire. N. 854. August [912. Sruess F. J. in “ Notes on the habits coloration of the Common Starling (Sturnus vulgaris) » parla (pp. 281-292) delle abitudini e della colorazione dello Storno, della sua distribuzione nelle Isole Britanniche, delle sue razze, dell’ utilità e danni che apporta all’ a- gricoltura, dilungandosi sul piumaggio a colore metallico e spiegan- done la teoria. — SreeLe ELLiorT ]. “ Some Notes on the Nesting of the Tawny Owl (Syrrzum aluco) , (Pp. 293-297). — CoLLINGWGO0D Incram “ On the Furze Warblers of France , studia (pp. 298- 299) le Magnanine che divide in Sy/vza undata (Bopp.) della parte settentrionale del Mediterraneo verso est sino all’ Italia, S. x. are- moricus, pe PaLLUEL delle coste dell’ Atlantico da Finistère e nord ovest della Francia alla Spagna e Portogallo, S. u. fon: Hart. dell’ Africa nord-occidentale, S. u. dartfordiensis Lara. dell’In- ghilterra meridionale. — CHarLton J. M. “ The Birds of that Portion of the North Fast Coast between Tynemouth and Seaton Sluice, Northumberland, Addenda et Corrigenda , dà una lista addizionale di specie del noto distretto aggiungendo note e correzioni. — Owen T. “A Season with the Birds of Anglesey and North Carnarvonshire , offre (pp. 304-312) notizie interessanti e tra altro parla del nido di Cigno, figurando un individuo acco- vacciato sullo stesso (continua). — Nel “ Notiziario ,, (314-318) LEWIS SranLey parla dell’ Accentor modularis. - WARREN R. della Mota- cilla alba in Irlanda. — Dewey Wwm. F. della nidificazione dello Svasso maggiore nella Contea di Londra e lo figura sul nido. — Tuck J. G. sui nidi artificiali collocati nel suo distretto e sulle specie che li occuparono, come data precoce cita due uova di Tortora depositate il 28 febbraio. British Birds, edited by H. F. WirHeRBy and others, vol. V, London, WirHerBy e C. i N. 8. January 1912. Ticegurst N. F. parla e dà un cenno critico (pp. 210-218) del lavoro di Bureau sull’ età delle Starne. — Caron Haru G. H. ricorda (pp.219-221) un Falco peregrinus anatum catturato alle reti il 29 settembre 1910 a Humberstone, Lincolnshire, prima cattura britannica e susseguentemente viene citato un individuo mostrato LS] RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA ut da BipweLLr E. alla seduta del “ B. O. C. ,, ucciso da W. Wur- TAKER nel Leicestershire il 31 ottobre 1891 e che apparterrebbe pure alla forma americana del Falcone. — Nel “ Notiziario , (pp. 222-231) precede una lista di Uccelli inanellati in Granbre- tagna e ripresi nello stesso paese od in Francia. — Jones R. W. parla del Ccdirosso spazzacamino osservato nel Carnarvoshire. — Curtis Epwarps L. A. della possibile cattura di un Rusignolo maggiore nel Norfolk, fatto che sembra piuttosto dubbio. — Forp- Linpsay H. W. della migrazione della Nocciolaia a becco sottile nel Sussex. — BorrER CLIFFORD su di un Chiurlo maggiore che presentava la mandibola superiore lunga poco meno della metà dell’ inferiore e curvata in giù all’ apice. — RoBinson H. W. sui Fulmari nelle Orkney e Shethland ecc. — HartInG J. E. e gli Eprrori infine parlano di questioni filologiche su alcuni nomi d’ uccelli britannici come “ Dunlin ,, o , Dunling ,, “ Cuckow ,, © “Cuckoos,: N. 9. February 1912. OciLvIE-GRANT W. R. parla (pp. 234-236) del “ Breeding and Eclipse Plumage ofthe Common Partridge ,, del piumaggio, ossia di una speciale muta regressiva che presenta il maschio della Starna dal luglio al principio di settembre e di uno speciale abito assunto dalla femmina nel periodo delle cove, cioè da maggio fino al settembre, descrive ambedue i piumaggi e figura il mas. in abito d’inverno (novembre) e nel regressivo (agosto) e la femm. in livrea d'inverno (novembre) e di nozze (agosto). — Gli Epr- ToRI parlano (pp. 238-241) di tre nuovi uccelli britannici, cioè Balia dal collare, g' 12, v. 1911 dal Sussex c. fig., Zigolo gola rossa, gd 30, x. 1911 da Fair Isle e Rusignolo maggiore pure da Fair Isle, 15, v. 1911, cattura autentica mentre sarebbe dubbia quella del Kent in data 22, x. 1904 (cfr. antea, I, p. 8). — Nel “ Notiziario , (pp. 242-255) CHarLton J. M. parla di uccelli rari per la costa sud-orientale del Northumberland e cita Lodola gola gialla, Civetta, Poiana calzata, Falaropo a becco largo e Ful- maro. — Cowarp T. A. sopra un Capinero che svernava nel Somerset. — Forrest H. E. sulla presenza della Balia nera in Anglesey. — Jourpain F. C. R. sulle migrazioni della Nocciolaia a becco sottile sul Continente. — HeatLEY NoBLe e ForrEsT H. E. sulla aumentata diffusione della Civetta nella Granbretagna. — HrarLey NoBLe sulla Albanella piccola var. scura nel Berkshire. — UssHER R. /J. sull’ Oca faccia bianca osservata sulla costa meri- dionale dell’ Irlanda. — Forrest H. E. sulla stessa nell’ An- glesey. — TReveLYvAN H. su branchi di Smerghi minori di 300 e di 500 individui osservati nella Co. Fermanagh durante |’ au- tunno. — HearLEY NoBLE sulle differenze tra giovani e gli adulti di Pernice, il giovane avrebbe una macchia chiara all’ apice della I* primaria, che mancherebbe nell’ adulto. — RoBinson H. W. sulla Pittima reale osservata nel Lancashire settentrionale. — DunLop E. B. e GLapsrone H. sulle uova blu di Rondine di mare e di Gabbiano, JourpaIin F. C. R. aggiunge che la cosa è troppo fre- LIBRI E RIVISTE ut (96) quente per farvi caso, che dipende da vari fattori, che può esser connessa con la teoria dei colori protettivi e non protettivi. — Munn P. W. sulla cattura di una Oceazodroma castro nell’ Hamp- shire. — Forp-Linpsay H. W. sulla cattura di una Berta minore nel Sussex che sarebbe il quinto esemplare britannico, a tale proposito WirHeRBY dice che tale individuo sarebbe un Puffinus godmani ALLEN 1908 cioè della razza di Madera sinonimo di 7. obscurus atlanticus di RorHscHILD I9II, P. 0. bailloni sarebbe dell’ Africa orientale e /. o. assimalis delle forme australiane. — ALEXANDER H. G. sulle Berte osservate nella baia di Biscaglia e nella Manica nel settembre IgII in grande quantità appartenenti alla specie Puffinus gravis, griseus e anglorum, V A. crede che fossero movimenti migratori che tali specie fanno in quel mese. — HartInc |]. E. e gli EpirorI parlano di differenze filologiche su nomi di uccelli britannici, se “ Wigeon , o “ Widgeon sSieldraseimfo GShEldrakeft cce: ”> N. 10. March 1912. MucLLens W. H. in “ Thomas Muffett ,, parla (pp. 262:278) del- l’opera “Healths Improvement ,, del famoso fisico Tommaso MurreTT che morì nel 1604 e che venne pubblicata parecchi anni dopo la sua morte da altro fisico eminente Cristororo BENNETT (1617-55); VA. ricorda come il Murretr menzioni oltre cento specie d' uccelli britannici in una epoca nella quale 1’ Ornitologia era quasi un mito e come il libro costituisse il principale e no- tevolissimo sforzo fatto a quei tempi, lo commenta diffusamente, riproducendo le varie osservazioni del MurretT, il ritratto ed il frontespizio dell’ Opera. — Nel “ Notiziario ,, (pp. 279-287) Hony G. B. riporta (cfr. aniea, p. 225) come anche DaRWIN osservasse Balestrucci che in colonie fabbricavano un unico nido. — Cowarp T. A. ricorda Marangoni dal ciuffo entro terra nel Cheshire e nello Yorkshire. — Wenner M. V. l’ Oca dalla faccia bianca pure entro terra nel Cheshire. — Mitta:s J. G. la Canapiglia come di passo regolare nell’ autunno e nell’ inverno nel Pertshire (cfr. antza, , p. 247). — ELLior E. A. S. la cattura di una Mo- retta tabaccata avvenuta il 27 gennaio u. s. nel South Devon, seconda cattura pel distretto. — RoBinson H. W. uno stuolo di oltre 200 maschi di Quattr’ occhi osservati nel Loch Stenness che dice “ presented a magnificent sight as they wheeled and came down wind ,. — Cowarp T. A. individui adulti e immaturi di Pesciaiola nel Cheshire. — Gurney J. H. cattura di due Galline prataiole nel Norfolk e nella Scozia. — Winzar Compton M. e JourDaIN F. C. R. riparlano di uova blu osservate nei Trampo- lieri (cfr. aztea, vol. II, pp. 134-5 e April 1gII). — Sotto il titolo “ Wreck of the Little Auk , (pp. 282-286) RoBinson H. W. per la Scozia, NeLson L. H. per l'Irlanda, Cowarp T. A. pel Lan- cashire, BLatHwayr F. L. pel Lincolnshire, Jourpain F. C. R. pel Nottinghamshire e pel Derbyshire, NewsteAap A. pel Che- shire ecc. parlano del grande ,, naufragio ,, 1912 di Gazze ma- rine minori sulle coste marine ed entro terra, dicono che ora 4 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA ebbe a ripetersi it caso avvenuto nel gennaio-febbraio 1895, nel quale periodo centinaia di tali uccelli perirono, indicano inoltre le molte catture fatte nelle varie contee, dicono che ne passarono a centinaia ed a centinaia vennero raccolte morte o semivive, molti avanzi sì trovarono sul lido ed entro terra ecc. — Forrest H. E. parla di Svassi cornuti catturati nel Montgomeryshire e nello Shro- pshire. — Roginson H. W. sulle catture di Fulmari nelle Orkney. — WirHzerBy H. F. sulla presenza della stessa specie alle Shetland | e su opinioni previamente espresse sulla colonia di Hoy Head. — Chiude il volume la Rivista bibliografica (pp. 288-290) e discus- sioni filologiche sulla maniera di scrivere alcuni nomi inglesi di uccelli (pp. 291-292). NERE Sp ro n2A Brock A. in “ The Dipper at the Nest ,, descrive (pp. 294-296) il nido del Merlo d’acqua unendo tre belle fotografie di adulti, del Merlo che nutre i piccoli e dei giovani di nido. — Joy N. H. in “Some Results obtained by ringing Starlings , comunica (Pp. 297-299) i risultati ottenuti dall’inanellamento di 1696 Storni adulti e da nido fatti dall’ A. nel periodo maggio IgIo-11 — feb- braio 1912, dà le percentuali dei soggetti ripresi con osserva- zioni in proposito. — Graves F. S. and Rare P. G. in “ Manx Ornithological Notes, 1909-12 ,, comunica (pp. 300-304) osservazioni fatte nell'isola di Manx (cfr. anzfea, pp. 215-218, I9II1) su 24 specie di uccelli, tra questi il Pyrrlocorax graculus uccello stazionario, comparse del Circus cvaneus e del Megalestris catarrhactes. — Nel “ Notiziario , (pp. 305-311) comunicazioni di Jones R. W. su precoci apparizioni del Codirosso spazzacamino nel Carnar- vonshire. — di THornton MackeirA T. di Saltinpalo nel Ren- frewshire — di Stewart W. sulle penne facciali o$servate in un individuo di Corvo che visse fino alla seconda muta d’ autunno, alla quale epoca dette penne facciali erano solo in parte cadute e non rimpiazzate. — Forrest H. E. sul Marangone nello Shrop- shire. — SrarLey B. sul Marangone dal ciuffo nello Worcester- shire. — Gurney ]. H. sulla supposta abbondanza del Mignattaio nel Norfolk, ove sembrava meno raro 150 anni fa che non al presente. — WirHeRBy H. F. sulle grandi catture dell’ .4//e a/le avvenute nel 1912, citandone una dozzina d’individui pel suo di- stretto. — Happen G. Norman sopra un individuo di Proce/larza leucorrhoa veduto volare a Malvern il 4 febbraio u. s., il giorno innanzi un altro individuo era stato preso presso Worcester e portato al Museo. — WiruWerBy H. F., sulle catture di uccelli inanellati nel Regno Unito e nello stesso ripresi, parla d’indi- vidui appartenenti a 22 specie, poi di 4 Gabbiani comuni ina— nellati a Rossitten, di uno dall'Olanda e di una Gavina da Lubecca, esemplari tutti catturrati pure nel Regno Unito. — Wi THERBY H. F. sopra un Gabbiano comune inanellato a Rossitten nel luglio 1911 e che venne poi ripreso a Barbados, Indie occi- dentali nel novembre dello stesso anno. LIBRI E RIVISTE 55 N. 12. May 1912. DuxLop Eric R. in “ ©n incubation ,, (pp. 322-327) continua l'articolo (cfr. artea, iv. p. 137, 1910), divide gli uccelli in Qvz fegae, quelli che cominciano ad incubare quando venne deposto il primo uovo soltanto, ed Vv:rudae che non covano se non a serie intiere deposte, ed in tale articolo dimostra quanto sia esteso il secondo dei gruppi. — Nel “ Notiziario ,, (pp. 328-340) Forp-Linpsay IR REA parla del terzo individuo britannico di Saxzcola :sabellina da Rye Harbour 28, III, 1912. NicHoLs W. B. sulla probabile nidificazione dell’ Acredula sa tipica nell’Essex. —- Cowarp T. A., LeieH GrorrREY e Boyp A. W. sul Parus atricapillus KLEINSCHMIDT osservato rispettivamente nel Cheshire, nel Lanca- shire e nel Warwickshire. — SmaLts J. W. sul modo col quale il Picus viridis estrae le larve dai buchi praticati nei tronchi di salice ed unisce una fotografia di un tronco. — TapseLL F. do- manda quale dei due sessi del Dendrocopus major pratica le ca- vità pel nido e Jourpain F. C. R. risponde che ciò, seeondo alcuni Autori, sembra riservato al g* e secondo altri ambedue i sessi concorrono nel lavoro (Picus viridis). — MacHeLL Cox A. H. parla sulla comparsa dell’ Atteze noctua nel South Devon. — Sranrorp Fraser E. (cfr. aziea, p. 307) sul Mignattaio che realmente era più abbondante nel Suffolk nei tempi andati. — CHarLton J. M. sulle migrazioni della Berzzc/a brenta sulle coste del Northumberland, venne osservata anche la forma g/aucogastra, generalmente tali migrazioni avvengono lungo le coste soltanto in circostanze eccezionali e di solito si svolgono al largo sul mare. — Penrose F. G. sopra un nido di Gallinag vo caelestis trovato a Downton nella metà di marzo u. s., al 2 aprile i i giovani erano gia volati via, ciò del resto non è senza precedenti, date precoci sono ricordate da CHapman A. nel “ Bird-Life of the Borders ,, Mdecdip eee einarzo)te dallCowre LAZIG. nelllRield 7 del 6 maggio IQII con quattro uova osservate il 31 marzo IQ9II. — Biowett E. sulla vendita di due uova di A/ca impennis, compe- rate dai sigg. RowLranp Warp Limited al prezzo rispettivo di Lire sterline 157. 10 s. e 147. — Wir&erpy H. F. ancora (cfr. antea p. 309) sulle grandi catture dell’ A//e alle in Scozia ed in altre parti del Regno Unito. — Kirke BaLrour W. ]J. sulla. ni- dificazione del /w/marus glactalis nell’ Orkney. — WuÙisH F. H. L. su catture di uccelli rari avvenute nel West Somerset. -- Segue (pp. 345-359) l'indice del vol. V, il frontespizio, la prefazione e la lista delle specie citate. Vol. VI. n. I. June 1912. Lowe Percy R. descrive (pp. 2-7) lo Zafferano delle Isole Britanniche col nome di Larus fuscus britannicus, distinto dalla forma tipica della Scandinavia per le scapolari, il mantello e le cuopritrici delle ali di tinta più chiara, le ali leggermente più corte ed il becco più grosso, la forma tipica avrebbe /adzfaf » 56 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA orientale dalla Scandinavia alla Prussia orientale fino a Cipro, la Palestina e l'Egitto, la nuova invece distribuzione occidentale dalle Far Oér e dalla Granbretagna, alla Francia, Portogallo, Spagna, Algeria, Marocco e le Azzorre; figura ambedue le forme, eiidalle dimensioni di oltre 4o esemplari esaminati. — CHARLTON J. M. parla (pp. 8-10) e figura una Civetta capogrosso catturata nel Northumberland, sesta cattura pel distretto, ne descrive i co- stumi in domesticità. — WHrrerBy H. F. tesse (pp. 11-12) un cenno necrologico di WALTER IBBorson BeaUMONT perito in un acci- dente nautico, distinto “ field-ornithologist ,, ed ardente amatore del sistema d’inanellare gli uccelli. — Nel“ Notiziario (PP: 23) Jov Norman H. riporta il caso di uno Storno inanellato nel Berkshire nel gennaio 1912 e ripreso in Finlandia nell’ aprile dello stesso anno. — MASEFIELD J. R.B. di una Rondine inanel- lata nello Staffordshire il 6 maggio igri e che venne ripresa nello stesso luogo il 7 maggio. Gray L. sulla nidificazione del Crociere nel Suffolk. — Cori D. G. su due nidi anomali, di Fringuello l'uno, che presentava una coda allungata e discen- dente di circa 18 cm., il secondo di Pettirosse che misurava cm. 28 X 20 X 18 e che a prima vista sembrava di Merlo. — CLARKE W. ]J. sopra un nido di Fringuello foderato di carta, an- zichè di musco. — Jones R. W. sulla comparsa del Mergus serrator. nel Carnarvonshire. — FeILDEN H. W. sulla nidificazione della Motacilla boarula nell’ East Sussex. — Lone R. B. e CLARK S. V. sull’ Afhene noctua nidificante rispettivamente nel Middlesex e nel Sussex. — CHarLTON |. M. sulla presenza del Circus cya- neus nel South-East Northumberland. — Jones R. W. sulle com- parse del Mergus serrator nel Carnarvonshire in aprile e maggio. — Ticenurst N. F. sulla prima cattura nel Kent del Puffinus gravis avvenuta alla fine di ottobre (1911). — CHarLton J. M. su grossi stormi di Larus ridibundus che inseguivano dense masse di mosche alate. — Crarke W. J. e Gray L. su catture di A/le alle avvenute nel 1912. nello Yorkshire e nell’ Essex (ctr. antea, p. 337). — Massev H. sopra una Ga/linula chloropus che covava sei uova il 29 marzo, replica JouRDAIN ricordando pure una G. ch/oropus trovata sul nido con un un uovo il 28 marzo u. s. (fide Owen ]J. H.), fatti notevoli per la precocità della stagione. — Seguono lettere di Bonnore Lewis J. e di CoLcrenetTE C. L. “ On Incubation ,, a proposito dell’ articolo di DunLop (cfr. aziea, p. 322) — di GLapsrone H. S. che avvisa che sta scrivendo la vita di Sir WiLLiam JarpinE e domanda materiale a chi potesse averne — di MarJjory GARNETT sullo stomaco di un /ta//us aquaticus, dice di aver trovato un secondo piccolo stomaco entro a quello ordinario fornito di sostanza mu- cosa, di glandole tubulari e che era un vero stomaco digestivo. 2 fog ora MurLens W. H. in “ RoBeRT SiepaLp and his Prodromus , parla (pp. 34-57) del Prodromo di SisBaLp che può considerarsi il primo libro generale sulla Fauna della Scozia edito nel 1685, LIBRI E RIVISTE 57 parla della parte che:si riferisce agli uccelli, riproducendo criti- camente la dizione dell'Autore, qualche tavola ed il ritratto del SisBaLp medesimo. — MartHEws G. M. scrive (p. 58) la biografia di Jonn GerrARD KEULEMANS, distinto pittore di uccelli, che illustrò dal 1870 al 1900 le più notevoli opere inglesi e morto il 29 marzo u. s. — ‘Nel “ Notiziario , (pp. 59-70) CorrHRUP C. W. parla di uova differentemente colorite osservate nella stessa co- vata. — Bursrrone R. e TrouBripee T. H. C. della nidificazione del Crociere nel Buckinghamshire e nell’ Hampshire. — Cummins S. G. sull’ Emberiza cia nel Merioneth. — Harris M. sopra al- bini di Emberiza schoeniclus. — Meape Watpo E. G. B. sul cibo ingoiato dall’ Afhene noctua che consuma lucertole, sorci ed insetti, mentre nel periodo nel quale alleva i piccoli distrugge molti gio- vani di piccoli uccelli dal Merlo, alla Passera, alla Lodola, ecc. — Loyp L. R. W., Acranp C. M. e ArtcHInson G. T. parlano sullo stesso soggetto, e quest’ultimo dice che nel Cambridgeshire lo scorso anno in una riserva mancarono numerosi fagiani di nido, e che nel nido di una Civetta furono trovati avanzi di 74 giovani fagiani. — StARLEyY B. cita il fatto di un uovo di Aszo otus de- posto nel nido di una /ica caudata, che conteneva cinque uova di quest’ultimo uccello. — CoLLenertTE C. L. cita e figura il nido di un Larus ridibundus leggermente più largo degli usuali con due buchi, che era indubbiamente occupato da due uccelli, l'uno conteneva tre uova ancor calde ed il secondo un uovo pronto a schiudersi. — Owen ]J. F. figura un nido di Ga/linula chloropus con un tetto di canne fatto a scopo protettivo, dice che tali nidi li trovò comunemente quest'anno nel Cheshire. — LEIGH GEOFFREY A. parla di nidificazioni precoci di Ga/linula chloropus e di Gal: linago caelestis. — Nelle “ Lettere , (pp. 71-72) SmaLrev F. W. e DunLop parlano ancora “On incubation , (cfr. aniea, vol. V. p. 322). — Ticezurst C. B., sul doppio stomaco del Ra//lus aquaticus (cfr. antea, p. 30), che egli crede sia invece semplicemente la mem- brana mucosa dello stomaco che si staccò dall’involucro musco- lare. — Banks R. C. sulla nuova forma del Larus fuscus propo- sta da Lowe, questi asserì che la differenza tra la forma nordica e la meridionale non era stata precedentemente osservata, invece Banks dice che Gurney J. H. jun. già nel 1876, cfr. “ Rambles of a Naturalist , p. 231, paragonando 5 pelli di Zafferano del. l’ Egitto con tre della Granbretagna notò che il dorso era di tono di colore molto più cupo. N. 3. August 1912. ParKin Tu. (pp. 74-77) della cattura fatta il 23 maggo u. s. di due 3g e di due 9 di Zerekia cinerea nel Kent, uccello nuovo per le Isole Britanniche, unisce la descrizione della specie stesa da Wi. THERBY H. F., la distribuzione geografica da Jourpan F. C. R. e la figura del g'; a p. 78 poi gli Autori dell’“ Hand-list of Brit. Birds , aggiungono la specie alla Lista Britannica, stendendo il relativo paragrafo. — TiceHursT C. B. scrive (pp. 79-86) un cenno critico sull’ottimo libro di EaeLe CLarke “ Studies in Birds Mi- RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA 50 gration ,. — Nel “ Notiziario ,, (pp. 87-101) gli EpIroRI si pro- pongono di fare un'inchiesta sull’ aumento e diminuzione degli uccelli estivi locali, e spiegano il metodo da seguire. — BunyarD P. F. parla sulla nidificazione del Crociere osservata per tre anni consecutivi nel Suffolk. ParKkIN TH. sopra due soggetti di Saxicola isabellina presi del Sussex il 29 marzo e Io maggio u. s., terza e quarta cattura per la Lista Britannica, il primo di essi venne già ricordato in questo periodico (cfr. artea, v. p. 328). SeLous F. C. sopra uova di Cuculo deposte in stagione pre- coce in altri nidi d’uccelli e da questi gettate via. — Owen J. H. di un uovo di Cuculo rinvenuto nel nido di Scricciolo. — WRIGHT W. C. sulla cattura di un £ernzs apivorus nella Contea Antrim. — Parkin TH. sulla cattura di un Macrorhamphus griseus nel Sussex il 2 maggio u. s., il primo osservato in quel distretto. — RoBinson H. W. Sulla nidificazione della Sterza carntiaca nel North Lancashire. — BoLam G. sulla nidificazione del Larus canus nelle Farne Islands: — CHapman A. sulla nidificazione di Porzana ma- ruetta nel Roxburghshire —. Segue (pp. 97-101) una lunga lista di uccelli inanellati nel Regno Unito e nello stesso ripresi, trat- tasì di 16 specie con numerosi soggetti — ed infine una comu- nicazione di Marjory GARNETT che a proposito dell’osservazione di TiceHurst C. B. sul doppio stomaco in un Ra/lus aquaticus (cfr. antea, p. 72), ripete che trattavasi assolutamente di un distinto stomaco separato dalle pareti dello stomaco vero. The Ibis, edited by P. L. ScLatER and A. H. Evans. Lon- don, R. Porrer, Ninth Series, vol. VI. N. 21. January 1912, ScLater M. A. in “ On. the Birds collected by Mr. CLaupE H. B. GranT at various Localities in South Africa, Part IV, with Field Notes by the Collector , continua la quarta parte del suo lavoro (cfr. aziea, p. 741, 1911) ed illustra top. 1-63) altre 75 specie figurando a colori Cha/copelta afra e C. chalcospilos, cita Strix flammea e S. capensis, Cerchneis nanmanni, Circaetus cine- reus che ritiene specificatamente distinto da C. bectoralis, Acci- piter ovampennis che dice raro, Circus cineraceus e macrurus, Serpentarius non raro ma difficile a catturare e dannoso distrug- gendo quantità di Francolini, Ciconza ciconia e nigra, varie Anitre, Colombe e Tortore tra cui Clalcopelia clalcospilos della quale |’ A; distingue sei sottospecie e la C. afra, Francolinus e Pternistes, Numida coronata e mitrata ecc., le note del Collettore sono di grande interesse soprattutto perchè in esse vengono accuratamente descritte le parti nude delle varie specie. — JourpaIin C. R. con- tinua (pp. 63-82, cfr. aztea, p. 458, 1911) il suo lavoro sugli Uc+ celli della Corsica, elencando e diligentemente annotando altre 74 specie, ammette la forma oenzigz ‘dello Scricciolo, due sono i Merli d’ acqua il sapsworthi ed il meridionalis questo soltanto in- LIBRI E RIVISTE 59 vernale, il Rondone è il £o//bayi, il Succiacapre il meridionalis, il Picchio rosso maggiore il parrot: differente dall’harterti di Sar- degna, il Torcicollo lo fsclusiz ed il Cuculo il A/esnschmidti, il Barbagianni è diventato 7fo alba alba (sic) sinonimo di ernesti ! la Poiana l’arrigonit, \° Astore pure l’ arrigonti, il. Grifone sa- rebbe della forma orzentalis quando sarà provato che è distinta. — MeinerTzHAGEN R. parla (pp. 82-108) sugli Uccelli di Maurizio aggiungendo una carta dell’isola stessa, che è interessante per i resti che ancora vi si riscontrano di una speciale fauna insulare e pelagica, nonchè per le numerose specie colà introdotte dal- l'Europa, dall’Asia e dall’Africa, dice che parecchie delle specie terrestri estinte lo furono in causa dei cinghiali e delle scimmie che i Portoghesi introdussero nel secolo XVI e non per colpa dell’uomo; parla di 72 specie, 27 delle quali vennero introdotte e tra esse la Passera ed il Colombo selvatico, 15 sono protette dalla Legge ed è proibito catturarle, alcune per l’ utilità che arrecano; altre perchè tendono a scomparire, come Zostferops chloronota, Palacornis eques e Columba meyeri. — RorHscHiLpo W. parla (pp. 109-112) di specie recentemente descritte, cioè Para- digalla brevicauda con diagnosi e figura colorata e provenienza . da Meek A. S.- nella Guinea centrale e Fa/cinellus striatus atratus pure della Guinea centrale, descrive per la prima volta le uova di Astrapia rothschildi e di Paradisea gulielmi. — OGiLvIE-GRANT W. R. a proposito di-un lavoro di HartEeRrT “ Novit. Zool. 1910 ,, sulle Collezioni di uova degli Uccelli di Paradiso del Museo di Tring, dice (pp. 112-118) che alcune identificazioni non gli sem- brano sicure e parla di quelle del Museo Britannico le cui clas- sificazioni sono certe, queste uova appartengono a sei specie ed otto sono i pezzi riprodotti in una bella tavola colorata. — NorTH A. J. descrive (pp. 118-120) due nuove specie dell’ Australia me- ridionale, cioè Meositta mortoni simile a /eucoptera e Alcyone ram- say simile a fusa, i cui tipi sono nel Museo di Sidney e pro- pone il nuovo nome generico di Zy:chodera pel Ptilotis cockerelli GouLp, evenienza alla quale aveva accennato lo stesso GouLp nel 1869 quando descrisse tale specie, dicendo che presentava caratteri intermedi fra i generi Stigwatops, Meliphaga e Ptlotis, e da ciò l'opportunità di trovare un nuovo nome generico. — ‘Lyxes H. “ Field-Notes on a Collection of Birds from the Me- diterranean, with Systematic Notes by H. F. WHITERBy ,,, in questo lavoro è illustrata (pp. 121-187) una raccolta di uccelli fatta dal Lynxes nelle sue crociere nel Mediterraneo a bordo della nave britannica “ Venus ,, dal settembre 1905 al dicembre del 1907 con note interessanti sui costumi, abitati, passaggi ecc. degli stessi, mentre la parte strettamente tecnica è stata scritta da WITHERBY; il Lynes visitò saltuariamente località sulla costa soprattutto del- l’ Egitto, Cipro, Creta, Asia minore, Arcipelago della Grecia e Grecia, Corfù, Albania, Sicilia, Malta, Sardegna, Liguria e Spagna; le specie osservate sommano al numero di 136 e sotto ad ognuna sono notate diligenti osservazioni fatte nei differenti paesi ove la specie venne trovata, osservazioni e notizie ben interessanti e per le quali va data lode: all’ Autore; procedendo nella parte 60 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA tecnica poi il WirHerBy parla delle varie forme di Passeri e della loro distribuzione, cita otto forme di Cappellaccie compresa quella di Lemnos che sarebbe da descrivere, la sola Lodola citata è la cantarella, gli Spioncelli sono di tre forme, la tipica, cowtelli e blakistoni ecc. La classificazione seguita dal WITHERBY è quella dell’ HaRTERT con la dicitura trinomia e tutti quei cambiamenti dei nomi, come Zurdus philomelus philomelus (T. musicus) © Phoenicurus ochrurus gibraltariensis (R. titis) ecc. ottimi ad inge- nerare confusioni. Seguono (pp. 208-215) lettere agli EDITORI di DopswortH P. T: sul color rosso delle penne dell’ Avvoltoio degli agnelli e delle sue uova dovuto a deposito di ossido di ferro prodotto da bagni dell’ uccello stesso in acque ferruginose o dal sangue che contiene ferro, crede sia dovuto ai bagni fer- ruginosi come gli consta de visu, o da bagni di sabbia ossia sfre- gamenti fatti sulla sabbia ferruginosa delle montagne, come os- servò nell’ India. — pi Anprews ChÙas. A. sul lavoro di Love MiLLer sugli avanzi fossili della costa settentrionale del Pacifico dell’ America sett. (cfr. “ Condor ,, XIII, n. 4, 19II), ove si rin- vennero avanzi di parecchi generi interessanti dal punto di vista dello studio della distribuzione geografica come Sarcorhamphus, Pavo, Mycteria, Ciconia ecc. — DI HARTING ]. E. sulla corret- tezza della etimologia dei nomi ornitologici britannici. — pi Ma- THEWS Grecory M. su questioni di nomenclatura. — Nel “ No- tiziario > (pp. 215-218) è reso noto che la Raccolta delle uova di DreESssER e la sua Biblioteca vennero incorporate nel Museo del- ’ Università Victoria di Manchester ove già si trovava la Colle- zione Ornitologica, tutte queste Raccolte sono del massimo inte- resse e furono base di noti lavori fondamentali — che la Società di Storia Naturale di Bombay intende spendere una somma di 50,000 franchi per fornire il proprio Museo di soggetti freschi della Fauna Indiana — che la Spedizione fatta nella Nuova Guinea dalla B. O. U. ha raccolto 7870 esemplari dei quali 2750 uccelli e 500 mammiferi, materiale che venne depositato nel “ British Museum , ove sarà in breve studiato — che il Piccione migra- tore dell’ America si ritiene del tutto estinto — che il 22 agosto IQII è morto R. H. PortEeR notissimo editore di opere orni- tologiche e che pubblicava l’ “ Ibis ,, dal 1904 ecc. BanneRMANN D. A. in “On a Collection of Birds made by Mr. WiLLoueHsy P. Lowe on the West Coast of Africa and outlying Islands, with Field-Notes by the Collector ,, parla (pp. 219- 268) di un viaggio da Capetown lungo la costa sino alla Sierra Leone e ritorno a Capetown dal novembre 1910 all’ aprile I9II, le collezioni fatte racchiudono individui di tre nuove specie Sal viella lowei, S. hardyi e Cinnyris kruensis, forme costiere impor- tanti come Anthus gouldi, Mirafra occidentalis e Dicrurus assi- mili atactus, vennero raccolti esemplari di 207 specie e le più importanti sono illustrate con note, è unita una mappa schema- LIBRI E RIVISTE 6I tica della regione percorsa, il piano dell’ isola Ichabo e sono fi- gurate a colori Caprimulgus accrae e C. fulviventris. — Dove Sruart H. “ Observation on the Striated Field-Wren o Ca/a- manthus fuliginosus , (pp. 269-273) notizie sui costumi e riprodu- zioni dell’ anzidetta specie, che è abbondante nelle pianure ac- quitrinose della Tasmania. — Grant CLaupe H. B. “ Notes on some South-American Birds , parla (pp. 273-280 c. fig.) del Va- nellus grisescens, Nothura maculosa, Rallus rhytirhinchus, Ple- gadis guaranna, Pyrocephalus: rubineus, Circus maculosus e sui Molothri. — SaLvapori T. “ Note on the Auticilla nigra of Gi- GLIOLI , parla (pp. 280-281) della A. rzgra supposta nuova specie di Sardegna fondata su due individui del Museo di Firenze, trat- tasi invece di due A. fs accidentalmente affumicate e bastò la- varle con acqua e sapone per farle tornare del pristino colore! — Baxr P. H. parla (pp. 282-314) di un viaggio alle isole Figi e del presente stato dell’Avifauna delle isole stesse, ove l'A. stette circa un anno; è aggiunta la descrizione di una piccola raccolta di uccelli (TiceHURST C. B.), con 44 specie ed è figurato Ca/lip- tilus solitarius, da ultimo la bibliografia dei lavori ornitologici sulle isole. — Jourpain F. C. R. “ Notes on the Ornithology of Corsica, Part IV, Concluded from p. 82 ,, termina (pp. 314-332) il suo lavoro sull’ Ornitologia della Corsica, enumera altre 64 specie ed un totale complessivo di 229, delle quali 4t vennero a varie riprese separate dagli Autori, su base poco sicura, quali razze locali confinate alla Corsica e Sardegna od alla prima soltanto, non sono citati che con dubbio Squatarola helvetica, Podicipes griseigena che capitano sicuramente, mancano catture di Pha/aropus, parla delle nidificazioni del Larus audouini e della presenza del Fa- giano, ammette la forma corsa della Pernice rossa, alla fine vi è aggiunta la bibliografia dal igro ad oggi ed un supplemento di 10 specie non previamente notate, tra esse le nuove forme del Merlo e del Verdone; nel complesso può considerarsi un buon lavoro, ma difettano in gran parte osservazioni personali, l’ A. si è basato soprattutto sulle notizie date dagli Autori che lo pre- cedettero ed è troppo tenero per le sottospecie. — OGILVIE-GRANT W. R. “ Notes on Larniarius mufumbiri ,, illustra (pp. 332-334) dettagliatamente la suddetta specie simile a L. dardarus, L. e dall’ A. descritta nel “ B.B.O.C.,, XXIX, p. 30, 1011 e la figura a colori. — Pycrart W. R. “ Remarks on the Syrinx of the Scolopacidae , illustra (pp. 334-341) e figura le siringi di Bec- caccia, Beccaccino e Frullino, esse sono diverse, la prima è meno specializzata, la differenza osservata tra quella di Frullino e di Beccaccino è sorprendente, ma trova riscontro nella differenza della forma nel bordo posteriore dello sterno che ha doppie in- taccature, mentre negli altri Beccaccini dall’ A. stesso esaminati presenta un singolo paio d’ intaccature, per ciò soprattutto il Frul- lino ha diritto di rango generico, ciò che venne riconosciuto da tempo. — Segue il cenno necrologico di E. W. Oates — la Bi- bliografia (pp. 343-351) — Lettere (pp. 352-354) di Gurney R. che invoca una nomenclatura unica almeno per gli Uccelli bri- tannici illustrati negli articoli che compaiono nell’ “ Ibis “ — di 62 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA GLapstonE H. che previene che sta scrivendo la vita di Sir WiL- LIAM JARDINE e domanda materiale ed informazioni a chi ne pos- sedesse — chiudono il fascicolo brevi cenni sulla visita fatta al Sinai dal conte ZepLITZ e la notizia della nomina del dott. An- ceLO GaLLarDo a Direttore del Museo Nazionale di Storia Na- turale di Buenos Aires. INE25 06) LL ATO NI2E OgiLvie-Grant W. R. “ On the Birds of Ngamiland, with Iti- nerary and Field-Notes by Woosnam R. B. ,, parla (pp. 355-404) di un viaggio ornitologico fatto nel Deserto Kalahari e nella re— gione d’ attorno al Lago Ngami, ne descrive brevemente il per- corso unendo una mappa schematica, cita ed illustra con note 94 specie, delle quali sono nuove Cisticola Ralahariae, Bradyp- terus bedfordi, Certhilauda kalahariae e Trachyphonus nobilis e la sottospecie Pyczonotus tricolor ngamit. — NicoLr M. J. “ Con- tributions to the Ornithology of Egypt, N. II. The Birds of the Wadi Natron , parla (pp. 405-453) degli uccelli del Wadi Natron, catena di laghi salati al nord-ovest del Cairo ed a venti miglia dalla Vallata del Nilo, illustra con note 170 specie di molte delle quali potè avere individui e tra le notevoli ricordo: .Locustella luscintoides lusciniordes, Motacilla flava dombrowskii, M. f. pyemaca e melanogrisea (?), Passer hispaniolensis tipico, Galerida cristata caroli e Accentor brevipes. — Lvynes H. “ Birds-Notes in two An- dalucian Sierras ,, parla (pp. 454-489) di un viaggio fatto nelle Sierre dell’ Andalusia nella primavera del 1911, ne descrive som mariamente il paesaggio e dà notizie di 78 specie osservate, cita tra altro Galerida thecklae: theckiae e G. cristata pallida, Parus ater vieirae, Hypolais pallida opaca, Gypactus barbatus, Caccabis rufa. — Lowe Percy L. “Observations on the genus Coereba, together with an Aunotated List of the Species , presenta (pp. 489-528) uno studio critico sulle specie del gen. Coereda sopra un. materiale di circa 800 esemplari del Museo Britan- nico, della Coll. RorgHscHILD e della propria, dice che il genere è confinato alla Regione Neotropica ed unisce una mappa per chiarire la distribuzione geografica, divide le 34 forme oggidì note in due gruppi: a) con macchia alare bianca spiccata ; .5) senza alcuna macchia alare; descrive come nuove C. ch/oropyga cavennensis della Guiana francese e C. /uteola montana del Vene- zuela, figura C. chloropyga majuscola (CaB.) e C. luteola major {CaB.). — Segue il resoconto della Riunione annuale 1912 della “B. O. U.,, — la Bibliografia (pp. 531-552) — una lettera di WutE H. L. sul colore delle uova di Rallna tricolor — notizie su ue- celli rari del Thibet sud-orientale raccolti dal Col. F. M. Ba1Ley nel suo viaggio avventuroso attraverso l’ Asia centrale —. sulla ‘caduta dell’ involucro del becco in un’ Apfenodytes pennanti — sulla nuova spedizione di J. R. WoLLaston alla Nuova Guinea — e «sulla morte di GuGLieLMo BLasius. LIBRI E RIVISTE 63 Bulletin of the British Ornithologist’s Club, edited by W. R. Ocicvie-GRAaNT, London, WirHerBy & Co. CLXXV, January 1912 RorHscHILp Hon. W. descrive Casuarizs keysseri n. sp. della Nuova Guinea tedesca, e dà la lista delle specie di Casoari at- tualmente note, che sommano a trenta. — HarteRrtT E. descrive Serinus angolensis somereni n. sp. dell’ Uganda, e C/uromachaeris manacus trinitatis n. sp. da Trinitad. — OcGiLvie-Grant W. R. descrive Pyfelia chubbi n. sp. da Mombas presso Ntebbi simile P. nitidula. — ScLarer W. L. descrive una varietà di colore di Cynniris amethystina. CLXXVI, February 1912. RorHscHILDb Hon. W. descrive Diomedea culminata mathewsi, n. sp. dell’ isola Campbell. — OGgiLvie-GRANT W. R. parla del Corvus coronotdes, ceciliae e bennett e ne dà la sinonimia. — PeR- civar A. B. descrive Cryptospiza borealis n. sp. del monte Ur- guefs al nord del Guasso Nyiro. -- Pycrarr parla della siringe della SIE gallinula, CO EEcoE gallinago e Scolopax ru- sticola. Lowr R. P. descrive Coereba pacifica po gsprodeli Penti e C. chloropyga alleni n. sp. da Matto Grosso. CLXXIX, May 1912. WNeroskh Men Pearson lE. E: pet ono del Ramphocorys clot-bey e di altre specie nord-africane. OciLvie-GRanT W. R. descrive le seguenti specie di Fordene Horettes acanthizordes concolor, Brachypterva goodfellowi, Parus ater ptilosus e Dicaceum formosum. Ardea, Tijdschrift der Nederlandsche Ornithologische Veree- niging, redac. v. Dr. L. F. pe BraUFrORT, A. A. VAN PeLT LEcH- Nerten Dr E.LD Van Oort) Leiden, E. J. Brill-1igia. Jaargang I, aflevering. 1 April 1912. Contiene: Ter inleiding. — BLaauw F. E. “ Noordwestelijk Vuurland en sg vogels ,. — JuRrRIAANSE ]J. H. “ Iets over den Ooievaar ,,. Rirsema C. Cz. “ Data van aankomst en vertrek der Ge iluwen van 1902-IQII ,. — HeEEcKEREN Tor WALIEN, L. Baron van “ Over den Javaanschen Pauw (Pavo muticusì) ,,. Oort E. D. van “ Ornithologische waarnemingen in Nederland, MevERE ]J.L. F. pe “ Maken Eksters werkelijk “ Fopnesten ,,? ,,. —- KeRBERT C. “ Mededeelingen uit “ Artis, ,. — Oort E. D. van “ Over twee voor Nederland miskende Vogelsoorten ,. — Lo stesso A. “ Resultaten van het ringonderzoek van hez Rijks Museum te Leiden ,. — Lo stesso A. “ Fen uniek exemplaar 64 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA van’ScuLeceL — De Vogels van Nederland’ ,. — Lo stesso A. “ Een Bastaardarend in Juni in Nederland gescheten. — Boek- 5 bespreking. Aflevering. 2 Juli 1912. Contiene: Oort E. D. van “ Resultaten van het ringonder- zoek van het Rijks Museum te Leiden ,, — JurrIAANSE J. H. “Iets over de Kwartelvangstin Noord-Egypte ,,. — MEvERE ]J. L. F. pe “ Enkele verschillen van biologischen en vocaler aard, tusschen Parus palustris longirostris, KLEIN. en Parus atricapillus rhe- nanus, KL. ,. — PeLt LECHNER A. A. van “ Over het waarnemen van Coracias garrulus, L.,. — Beaurort L. F. pe “ Over de verspreiding van het Korhoen (Lyrurus tetrix) in Nederland ,,. — Oort E. D. “ Johannus Gerardus Keulemans ,. — Lo stesso A. “ Ornithologische waarnemingen in Nederland ,.— PeLT LECANER A. A. van “ Varia oologica et nidologica ,. — Braurort W. H. pe “ Een merkwaarding geval ,. —- Oort E. D. “ Over in Ne- derland waargenomen voorwerpen van de Kleine mantelmeeuw ,,. — Eccke Ri van.“ De Vogelfauna van Vexel'}. i SANEensisiaoà Ledenvergadering, gehouden te Rotterdam op 8 Juni 1912 ,. — Oorpr G. J. van “ Verslag van de excursie der Nederlandsche Ornithologische Vereeniging naar Schouwen op 9 Juni 1912 ,,. — Boekbespreking. Club van Nederlandsche Vogelkundigen— Jaarbericht n.1, Deventer, AE. E. Kluwer, I9II. Il noto ornitologo Barone SNoUCKAERT van ScHauBure ha fondato nel maggio igrr a Neerlangbroeck (Utrecht) un Club Ornitologico Olandese e ne pubblica il primo numero, che con- tiene: Scopi del Club e Statuti (pp. 1-6). —- SNOUCKAERT VAN Scnausure “ Ornithologie van Nederland (pp. 1-17), osservazioni fatte dal 1.° maggio Igio al 30 aprile 1911, è citata la cattura di un Serinus canarius serinus femm. da Lent, Nijlmegen marzo 19tr1, due individui di Ampelis garrulus ecc. — Hens P. A. “ Avi fauna der omgeving van Roermond ,, cioè Avifauna dei dintorni di Roermond (pp. 18-37) con introduzione, topografia del distretto d’ osservazione, classificazione degli uccelli rinvenuti ecc. (se- guita). — SNOUCKAERT Vv. SCHAUBURG, Su rare catture avvenute all’ Estero, cita tra altro Acrocephalus dumetorum settembre 1910, specie nuova per la Granbretagna, £Emberiza spodocephala mas. giov. Helgoland novembre 1910, specie nuova per l’ Europa, Larus philadelphia giov. Vandea 24 marzo Iigri ecc. — Lo stesso A. sul Garrulus lidthi del Giappone (p. 39). — Cenno necrologico — Bibliografia. — Varia. E. ArRIGONI DeGLI OppI Cà Oddo, (Monselice), 2 settembre 1912. Responsabile ALESSANDRO GHIGI Stabilimento Poligrafico Emiliano — Bologna 7} t; x SI I he RITA a feti 4 3A AR ATA T SUI 3 SIA z i DS "(ETTORE ARRIGONI.. SI ‘È ‘ALESSANDRO GHIGI ‘© {l ‘GIACINTO MARTORELLI ‘fi COTTI, COLLE mù * AC7 Si Ì (FILIPPO CAVAZZA È PRANCESCO CHIGI | i. ‘|. TOMMASO SALVADORI nun ùsesianane po STABILIMENTO |. BOLOGNA ‘ Piazza Calderini 6, Palazzo Loup | Marzo 1913. 'TTUAREEBLRANARENRSEOR +» SI PUBBLICA OGNI, TRIMESTRE de de ANNO Il - Num. 2 | Ottobre- Dicembre s® MCMXII SONIal) ltsz; POLIGRAFICO' EMILIANO «UK °. ABBONAMENTI: se Anno: Lire DIECI CN N #5 LonaiM used 19) 9 x (19 “Li ibra a nella genesi delle val sister atiche, RITA RI, 0 catttira. ‘di fuma. ‘Specie; ‘grientale. ‘del’ g da i Europa (Fan; de di “n n arie Fi: nel Tatto Rassegna di Periodici, pi Peo vari VO i ioni a RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA Finno Il - Tav. Ardetta eurythma, swinh, ad. et juv. ALESSANDRO GHIGI L'ibridismo nella genesi delle specie sistematiche (Ricerche ornitologiche) Studiando gruppi animali per quanto svariati e distanti, sì rimane sorpresi dal fatto che ogni genere costituito da parecchie specie, consente di raggruppare queste intorno a pochi caratteri elementari generalmente antagonisti; se noi consideriamo le specie non come entità a sè, ma come semplici depositarie di tali elementi, si vedrà che il numero di esse e la varietà delle forme sono in rapporto colle molteplici correlazioni nelle quali si stringono le unità suddette. La chiave delle specie, mezzo convenzionale ed assai pratico per giungere rapidamente al ri- conoscimento delle forme, diventa un prospetto destinato a met- tere in evidenza i caratteri elementari, i quali si addimostrano in un certo senso indipendenti e non derivati gli uni dagli altri. Se dal prospetto convenzionale portiamo la nostra osserva— zione all’ area terrestre, sulla quale sono distribuite le specie di uno stesso genere, e se consideriamo anche questa volta soltanto caratteri unità, vedremo come le specie sistematiche non risul- tano distribuite a caso, ma in modo tale che i singoli caratteri unitari sono geograficamente collegati da attenuazioni loro, da mescolanze, da correlazioni diverse. Questa osservazione conduce a pensare che le specie siste- matiche portatrici di caratteri differenziali, non abbiano tutte lo stesso valore: che talune siano primarie od elementari, sorte per il prodursi di qualche nuovo carattere; mentre altre debbano la loro origine a fatti secondari, non solo alla perdita di carat- teri esistenti o al riacquisto di qualità da tempo perdute, come Riv. di Ornitologia. 5 =" 66 A. GHIGI accade per le varietà, ma anche ad incroci o mescolanze tra le specie elementari, le cui caratteristiche appaiono strette in cor- relazioni quanto mai svariate. Chiarirò meglio le cose con esempi che si riferiscono ad uccelli, e specialmente galliformi, sui quali da molti anni vado compiendo esperimenti. [3 * * I fagiani argentati in senso largo, designati col nome generico di Gennaeus, comprendono una trentina di forme, considerate dagli ornitologi come altrettante specie sistematiche, distribuite nelle montagne dell’ Indocina, della Cina meridionale, dell’ Assam e dell’ Imalaya. Ì In Birmania due specie sono maggiormente diffuse: a nord un fagiano nero corvino con larghe frange bianche sulla schiena (G. horsfieldi); a sud un fagiano interamente plumbeo per alter- nanza di sottilissime strie bianche e nere (G. Zineatus). Ad oriente di queste due specie vive in Cina il fagiano ar- gentato, che differisce dagli altri due per le zampe scarlatte anzichè biancastre o grigie, e per il manto striato con grande prevalenza di bianco sul nero, privo di frange sulla schiena. Rilevati in tal modo alcuni fra i principali caratteri unitari, si può affermare che essi, per le loro attenuazioni e correlazioni nelle specie che chiamerò secondarie della Birmania e Cina Me- ridionale, consentono di costruire una scala, la quale offre il passaggio graduale dall’ abito prevalentemente bianco dell’ argen- tato a quello più scuro del lineato, ed un’altra scala che da questo conduce, per aumento del nero e per la comparsa della frangia bianca sul groppone, all’ abito uniforme con schiena bianca dell’ horsfieldt. G. ponesi Oates, G. ripponi Sharpe, G. rufipes Oates, G. ander- soni Elliot, G. sharpei Oates, sono tutte forme indocinesi nelle quali le strie nere si rendono man mano più numerose e più forti, fino a divenire di eguale ampiezza nell’ ultima che ho citato. G. oatesi Grant, G. cuvieri Temm., G. davisoni Grant, G. williamsi Oates, G. macdonaldi Oates. G. affinis Oates, G. wickami Oates, G. obscurus Oates, sono tutte forme nelle quale gradualmente il nero acquista maggior importanza sul bianco, avvicinandosi al L’ IBRIDISMO NELLA GENESI DELLE SPECIE SISTEMATICHE 67 mantello uniforme dell’ horsfie/d:. Tutte queste specie sistematiche posseggono anche più o meno larga la frangia bianca sulle penne del groppone, quella frangia tipicamente unita in correlazione col manto uniforme nell’ 4orsfieldi: in questo essa è amplissima, ma in G. prendergasti ed in G. batemani è assai più stretta. Le zampe scarlatte sono tipicamente congiunte alla predo- minanza del bianco sul nero, e si rinvengono non solamente nel fagiano argentato tipico, ma anche nelle forme affini ed in talune di quelle che, pure avendo più nero che bianco, offrono grosse strie foggiate come nell’ argentato. Se noi ordiniamo queste serie morfologiche, queste graduazioni scalari di caratteri su di una carta geografica dell’ Indocina, troveremo che esse coincidono colla serie degli abitati intermedi fra due specie fondamentali, oppure trovansi in una zona intermedia agli abitati delle mede— sime, e potremo facilmente convincerci che le forme le quali ci appaiono morfologicamente intermedie fra le tre specie principali, si trovano nelle aree di confine di queste ultime, e non di rado entro la loro stessa area di distribuzione. Le forme con frange bianche sul groppone e sopracoda, sono state catturate nell’ e- stremo limite dell’ abitato dell’ 4orsfieldi, là dove questa specie sta per cedere il posto all’ argentato od al lineato, mentre le forme intermedie a zampe rosse, come il wisbetti, V andersoni ed il yufipes, si trovano soltanto verso oriente, là dove 1’ %or— sfieldi e rispettivamente il /7eatus, possono venire a contatto coll’ argentato, che ha le zampe scarlatte. Il G. sharpei, localizzato qua e là entro l’ abitato del lineato, sarà preso in speciale considerazione più innanzi. Un altro esempio ci è dato dai rapporti che passano fra lo aspetto esteriore e la distribuzione geografica nel genere P/a- stanus, ossia nei veri fagiani da caccia. Questo genere, consi- derato in senso stretto, comprende circa una trentina di forme, I’ abitato delle quali si estende dal Caucaso al Giappone, limitato a sud dalla catena dell’ Imalaya. Tutte queste forme offrono una grande somiglianza: anzi direi che sono per struttura identiche, e la differenza sta nella varietà, distribuzione e tonalità dei 08 A. GHIGI colori. Possiamo considerarle col RoTHSCHILD vere e proprie razze locali, che si sostituiscono vicendevolmente e che non si trovano contemporaneamente nella medesima località. Due specie possono essere prese in particolare considerazione, perchè universalmente conosciute: il fagiano comune o ?. col ‘chicus L., ed il fagiano dal collare o P. forquatus Gmel. Il primo ha i fianchi e il dorso color rame, il groppone uniforme- mente violaceo, il collo verde a contatto immediato col colore rosso rame del dorso e dei fianchi. Il secondo ha fianchi e dorso giallo chiari, groppone verde azzurrognolo ed un collare bianco che divide il verde del collo dal giallo del dorso e dal rameico del petto. Intorno a questi due tipi, ove si consideri per un momento il solo groppone, possono essere riunite in due gruppi, tutte quante le forme del genere: abbiamo cioè un certo numero di esse colla parte centrale del groppone a base di rosso, di rameico e di violetto, mentre le altre forme hanno quella regione del corpo dipinta in vari toni di verde ed azzurro. Orbene a questi due gruppi morfologici corrisponde perfettamente la distribuzione geo- grafica. Tutti i fagiani a groppone rosso o rameico occupano la Asia occidentale dal Caucaso al deserto di Gobi, tutti quelli a groppone verde e azzurro occupano l’ Asia orientale fino al Giappone. i L’uno e l’altro gruppo sono per altro separati dal P. far mensis Pleske, il quale ha il groppone di un color ruggine, in- termedio fra il rameico violaceo ed il verde olivastro. Ma un fatto più interessante ancora è questo: ad oriente dell’ abitato del farimensis non si passa immediatamente a forme con dorso e fianchi gialli, come nel torquatus, che rappresenta il tipo delle forme più orientali, ma sibbene a forme che hanno quelle parti colorate come nel gruppo del co/chus che è il ‘più occidentale. In tal modo ?. v/angali Przjev, e la sua sottospecie suescha- nensis Bianchi; P. strauchi Przjev. e la sua sottospecie solofko- fensis Buturlin, hanno il groppone tipico del gruppo ‘/orquatus innestato alla facies generale del gruppo co/chicus. Se consideriamo adunque un parallelo terrestre il quale at- traversi tutto l’ abitato del genere Phastanus ad esempio il 35 N., troviamo le forme estreme attraversate dal 45° meridiano L’ IBRIDISMO NELLA GENESI DELLE SPECIE SISTEMATICHE 69 orientale di Greenwich pel groppone interamente rameico del colchicus, e dal 135° pel groppone interamente verde del giapponese versicolor. L’ habitatat del tarimensis, a groppone intermedio è a circa 80 gradi, e quello del v/angali e dello strauchi a groppone tipo forquatus con fianchi tipo co/chicus, rispettivamente a 90 € 1oo gradi circa di longitudine orientale. Ad est di queste forme appaiono quelle con dorso e fianchi giallo chiari. Altrettanto interessante è la distribuzione geografica del col. lare bianco. Il collare più largo è posseduto dal mongolico a dorso violaceo che appartiene al gruppo co/chicus, e che abita il centro dell’ Asia da Karatan al grande Altai. Tutto intorno ad esso trovansi forme a collare bianco sia nella regione abitata dalle forme a groppone rameico, sia in quella abitata dalle forme a groppone verde. Man mano che ci scostiamo dall’ hab:tat del mongolicus il collare diminuisce di larghezza e scompare asso- lutamente nelle forme periferiche, tanto del gruppo co/chicus quanto del gruppo torquatus. Fa eccezione il P. formosanus del. isola di Formosa che è per altro una forma a sè. Un altro carattere degno di nota è questo : le forme centrali dell’ Asia hanno le scapolari in massima parte metalliche, senza disegni neri od isabellini appariscenti. Questo carattere si ri- scontra in forme con e senza collare, a groppone verde o rameico, ma soltanto in quelle che sono contigue fra loro nel centro dell’ intero /abitat. Confrontando la corologia dei Gerzaeus con quella dei Pha- sianus, si nota una differenza: le forme intermedie dei fagiani argentati sono addensate lungo le zone di confine nelle quali le forme elementari vengono a contatto, nei fagiani veri invece le forme intermedie occupano ciascuna tante aree paragonabili ai gradini di una scala, nella quale gli estremi sono occupati dai caratteri elementari più divergenti. Di questa differenza dovremo tener conto a suo tempo. * * * Lasciamo ora l’Asia e vediamo qualche esempio datoci dalla regione etiopica. Mi occuperò delle galline di faraone coll’ elmo (Numida); esse non offrono molti caratteri differenziali ma taluni di questi sono in compenso facilmente valutabili. ro A. GHIGI Il genere Num:da è molto diffuso; esso si estende non solo a tutta la regione Malgascia, ma occupa anche in parte le pro- vincie più meridionali della regione mediterranea. I caratteri elementari più notevoli sono un ciuffo di papille setoliformi sulle narici della N. p@H/orkyncha, una corona di penne nere, vellutate e rovesciate sulla nuca della stessa, un collare unitorme- mente color di vino e senza macchie a perla nella N- meleagris. A questi può aggiungersi la forma dei bargigli, ovali nella wme- leagris, romboidali nella p#/orhkyncha, sottilissimi e cilindrici nella mitrata, nastriformi nella coronata. Quanto all’ habitat, la N. pti- lorhyucha vive in tutta 1’ alta valle del Nilo fino all’ Uganda e raggiunge il bacino del Congo, mentre la N. meleagris occupa l'Africa occidentale dal Congo al Senegal ed alle isole del Capo Verde ; l'una e l’altra specie si estendevano in antico molto più a nord. La N. coronata si estende dal territorio del Capo di Buona Speranza fino al lago Tanganyka, attraverso i bacini dell’ Orange, del Limpopo e dello Zambesi, ove cede il posto alla wutrata, che si stende fino ai confini della pi/orkyncha e nelle ìsole della regione Malgascia. Queste quattro specie hanno gli habitat più estesi, ed occupano regioni costiere: così ad oriente la pi/orhyncha, la mitrata e la coronata giungono rispet- tivamente a contatto sull’oceano Indiano. Sulla costa occidentale invece, dal Congo al Capo di Buona Speranza, vi ha una vastis- sima interruzione dovuta assai probabilmente a scarsità di esplo- razioni e di notizie, e non a mancanza di galline faraone. Gli A%abitat di N. reichenowi, uhehensis, rickwae, intermedia, e frommi coincidono colla regione dei grandi laghi, e sono contigui a quelli di N. pi/orhyncha, mitrata e coronata e non di rado si sovrappongono gli uni cogli altri. Va notato altresì come le razze della N. pH/orhyncha, maggiormente divergenti dal tipo della specie per traccie di colorazione rossa nei bargigli, e per diversa fattura delle penne nella nuca, sono precisamente quelle che abitano le regioni più meridionali, come la Somalia, la Uganda, 1’ Unioro e il Congo orientale, in contatto colla N. mt. trata e con varie forme del gruppo della coronata. Quest’ anno. è stata descritta come nuova specie una /. strassen: dell’Africa centrale, di regione intermedia agli abitati della we/eagris e L’'IBRIDISMO NELLA GENESI DELLE SPECIE SISTEMATICHE 71 della p#/orkyncha : essa ha il collare vinoso della prima, le parti molli somiglianti alle forme del gruppo della seconda. L’esame morfologico e geografico delle numerose forme se- condarie ci permette di concludere che il genere Numida esteso a tutta l'Africa a sud del Sahara, ed in parte anche ad est e ad ovest del medesimo deserto, comprende forme con caratteri ben distinti, le quali abitano regioni diverse e distanti, e forme con caratteri intermedi fra le prime, che abitano aree intermedie e qualche volta sovrapposte a quelle. A questi generi asiatici ed africani, comprendenti complessi- vamente un centinaio di forme alle quali gli ornitologi attribui— scono valore di specie, molti altri se ne potrebbero aggiungere, che ometto per brevità: essi saranno stati peraltro sufficienti a far rilevare quel rapporto fra i caratteri sistematici e la distribu- zione geografica, del quale ho parlato in principio. Questo fatto, e più di tutto il rapporto fra caratteri sistematici intermedi, col- piscono la mente dello studioso e lo invitano a ricercare il nesso tra il fenomeno morfologico e quello corologico. > Tale ricerca tende in sostanza a stabilire mediante esperi- mento fisiologico qual valore debba essere attribuilo alle singole forme costituenti gli aggregati generici, e possibilmente a stabi- lire se e quali limiti reali abbiano fra loro due o più generi af- fini. “ Non bisogna dimenticare, scrive Hugo pe VRIESs, che tutte le distinzioni tassonomiche non confermate dall’ esperimento fisiologico non sono che provvisorie, ed in ciò convengono i migliori sistematici. Certamente la descrizione delle nuove forme, che si vanno scoprendo, non può aspettare i risultamenti delle ricerche fisiologiche, ma è assolutamente impossibile raggiungere conclusioni precise sulla sola base delle prove puramente mor- fologiche ,. La zoologia sistematica e specialmente quella dei gruppi superiori, come di molti ordini d’insetti, ha oggi assoluta neces- sità di uscire dal caos nel quale è mantenuta dall’ arbitrio col quale si creano le specie. La specie sistematica ha in botanica un valore generalmente convenzionale, comprendendo essa un {SÌ A. GHIGI SI numero vario e qualche volta molto elevato di tipi elementari, costanti e ben differenziati, ma in Zoologia quale è il valore della specie sistematica ? Non può dirsi a fr/077î, giacchè esso varia a seconda dei gruppi e più di tutto a seconda del criterio degli Autori che hanno descritto od istituito le specie. Dagli esempi che ho ci- tato prima, risulta che la specie sistematica ora corrisponde ad una specie elementare nel senso inteso dai botanici, ora ad una semplice varietà, ora ad un probabile incrocio. Le ricerche del mio amico conte Cavazza (1), compiute sulle donnole dei dintorni di Bologna, hanno provato che le varie forme italiche alle quali da antichi e da recenti autori si attri- buisce valore specifico, come Putorius italicus, P. siculus, P. boc- camela neppur son razze locali, ma appartengono alla categoria delle fluttuazioni e delle varietà sempre variabili, e non possono ragionevolmente separarsi dal comune /. vw/garis. E questo va- lore specifico attribuito al boccamela di Sardegna era poi iden- tico a quello attribuito all’ ermellino, designato come /. ermineus, il quale per una diversa struttura dell’ os per:s è forse nella im- possibilità di accoppiarsi colla donnola! Le mie ricerche di ibridazione vertono su parecchie specie di fagiani e di faraone selvagge, su polli domestici e selvaggi, su colombi domestici. Comincerò col prendere in considerazione quello stesso mate- riale del quale già mi sono occupato nell’ esame dei rapporti tra caratteri elementari ed abitato. Ho incrociato il G. horsfieldi, il G. lineatus ed il G. argen- tatus, ossia le tre forme fondamentali della Birmania, tra loro a due a due, e col G. muthura dell’ Himalaya; poi ho incrociato gli ibridi tra loro e con alcune delle specie pure, ottenendo in vari anni circa un centinaio di esemplari, i quali consentono al. cune interessanti osservazioni. Le coppie di caratteri antagonisti (1) Studien uber die in Italien vorkommenden Wieselarten der Untergattung Aretogale. Zoo. Anz, Bd. XXXIV, pp. 582-603, 1909. L'IBRIDISMO NELLA GENESI DELLE SPECIE SISTEMATICHE I (SP) da me studiate in questa serie d’incroci, sono 14 nei masehi e 9 nelle femmine, ma io mi limiterò ad accennare soltanto a quei tre o quattro caratteri elementari dei quali già ho fatto cenno, e precisamente al colore delle zampe, alla frangia bianca bordeg- giante le penne del groppone nell’ horsfie/di, alla striatura del manto. Bisogna premettere che nella prima generazione ibrida, qualunque siano i genitori, si ha predominio dei caratteri del lineato, e quando questa specie entra nell’ incrocio funzionante come maschio, si può dire di avere una dominanza sebbene non del tutto perfetta di questa specie, in senso mendeliano. Quando il lineato non entra nell’ incrocio, l’ argentato coll’ horsfieldi 0 col muthura produce un ibrido che differisce dal lineato perchè le strie alterne bianche e nere sono più grosse, ma il tono gene- rale del colorito è molto simile. i Il colore scarlatto delle zampe è associato ad un abito nel quale il bianco predomina sul nero, e. se i due colori si egua- gliano o quasi, le strie sono larghe, ben distinte e senza alcuna tendenza a frammentarsi in sottili vermicolazioni o spruzzi. Io ho ottenuto ibridi che al mantello del Zneat:s, fittamente vermicolato, associano tarsi scarlatti come si verifica nel G. ar- dersoni e nel G. beli. Questo carattere elementare del tarso scar- latto pertinente al fagiano argentato, è comparso per la prima volta in ibridi che avevano quattro ottavi di sangue lineato, re- ciproci rispetto a questa specie che aveva funzionato nella loro produzione e come maschio e come femmina; avevano due ot- tavi di muthura e gli altri due ottavi di argentato. Il carattere era rimasto recessivo per due generazioni. Questa primavera ho ‘accoppiato un maschio appartenente a questa serie, ma con zampe grigie, con una femmina di costituzione molto compli- cata, nella quale il sangue argentato entrava per cinque sedice- simi; i prodotti ottenuti, in numero di 10, hanno soltanto °/, di argentato, pur tuttavia due di essi presentano zampe nettamente scarlatte. Il manto è simile a quello del lineato; almeno nei ma- schi che hanno mutato. In un’altra serie, costituita da °4& di argentato, 3/3 di horsfieldi e */s di muthura, con genitori ibridi a tarsi biancastri, tutti i figli avevano i tarsi scarlatti identici a quelli dell’ argentato, sebbene il mantello se ne allontanasse assai per la maggiore abbondanza e per lo spessore delle strie nere. 74 A. GHIGI Concludendo, il colore scarlatto dei tarsi appare frequente- mente in meticci di seconda generazione provenienti da specie, una delle quali abbia le zampe bianche o verdognole e l’altra scarlatte: appare inoltre associato a caratteri di piumaggio inter- medi fra quelli della specie progenitrice, od anche riferibili a quelli della specie che ha i tarsi di colore non scarlatto. In tal modo nelle mie serie si sono ottenuti vari esemplari, nei quali erano state sperimentalmente prodotte quelle correlazioni fra il colore delle zampe e la striatura del manto, che formano le caratteristiche specifiche di G.. andersoni, deli, rufipes e jonest. Vediamo ora che cosa accade della frangia bianca, la quale termina le piume del groppone e del sopracoda, ed è concomi- tante nell’ horsfie/di al mantello uniformemente nero. Ho incro- ciato il maschio puro di questa specie con femmine ibride figlie di padre argentato e madre %orsfieldi, ed in tutti i maschi che furono 10, ricomparve più o meno sviluppata la frangia bianca. In alcuni di essi è associata a manto regolarmente striato, come nel Zneatus, che non entra però in questa combinazione, ripro- ducendosi in tal modo la correlazione propria del G. davisoni; in altri è congiunta a poche vermicolazioni e strie bianche sul manto e sulla coda, riproducendosi una correlazione non molto dissimile da quella che si verifica in G. chliffordi ed obscurus; in altri finalmente la stria è strettissima come nel G. bdatemani. Questi ultimi esemplari provano come l'incrocio possa determi- nare un aumento di intensità in taluni caratteri appartenenti ad una sola delle specie progenitrici, giacchè tanto in G. dalemani quanto negli ibridi, cui accenno, derivati per un quarto dall’ ar- gentato, il nero è complessivamente più esteso che non nell’hors- fieldi puro. Merita particolare menzione una serie di ibridi, nella quale tutte le femmine indistintamente hanno le parti inferiori nere, variegate da strie bianche lungo la rachide e da bordi bruno olivastri. In questi esemplari v’hanno 4/, di %orsfieldi, */g di li neatus, */z di nycthemerus ed !/y di muthura. Tre di queste specie non hanno tracce di bianco nè di nero nelle loro parti inferiori; è quindi necessario ammettere che questi colori debbano la loro origine al 4reatus, rappresentato per soli 24, e sempre in linea paterna. Tuttavia dobbiamo riconoscere una enorme differenza ta L’IBRIDISMO NELLA GENESI DELLE SPECIE SISTEMATICHE 75 fra la macchiatura di questi ibridi e quella della femmina lineata di razza pura. In questa specie sono strie bianche e nere che si alternano con prevalenza di quelle; negli ibridi in questione quasi tutta la superficie della penna è di un nero intenso. Questo carattere si è ancor più intensificato, per la scomparsa dei bordi giallastri, negli esemplari provenienti da soggetti di questa serie accoppiati con ibridi diretti argentatus X horsfieldi, specie, come ho già detto, a petto uniformemente olivastro nelle femmine. Siamo dunque innanzi ad un carattere nuovo, il quale ci consente di stabilire che in certi incroci, oltre alla grande varietà di combi- nazioni di caratteri già esistenti nei progenitori, possono appa- rire colori e disposizioni non riferibili in alcun modo a quelle preesistenti negli antenati prossimi. Queste femmine ibride ras- somigliano in maniera notevole, salvo la colorazione dei piedi, alla femmina del G. wkiteheadi, localizzato alle alte montagne dell’isola di Hainan, fuori dello cerchia di qualsiasi influenza di altre specie. 3 E passiamo ad esperimenti sul genere Phasianus. Ho inero- ciato il P. forquatus col P. versicolor, risultandomi una combina- nazione di colori simile a quella che si osserva nel P. strauchi ; il P. mongolicus col P. colchicus mi hanno dato una forma si- mile al sewutorquatus; il formosanus col satscheunensis hanno pro- dotto ibridi simili a quest’ ultimo; però va notato che queste due forme non hanno veramente caratteri antagonisti, ed invece di specie elementari potrebbero essere considerate come varietà una :dell’altra, o magari derivate entrambe dal P. forquatus. Gli ibridi che ho ottenuto nel mio aviario da questo gruppo non sono stati numerosi, ma l'osservazione di quanto è avvenuto nella maggioranza delle bandite, ove è stato introdotto il /. for- quatus e mescolato al co/chicus, consente di trarre qualche con- clusione. Il groppone verde del primo, unito al groppone rameico del secondo, ha dato origine ad un colore rugginoso intermedio che corrisponde a quello di P. farimensis, il quale, come ho già detto, separa le forme occidentali a schiena rossa dalle specie orientali a schiena verde. Nei fianchi e nel dorso i colori più accesi del co/chicus hanno avuto il sopravvento sui colori gialli ocracei o paglierini del forguatus, e noi abbiamo già visto come 76 A. GHIGI le specie a groppone verde più vicine a quelle a groppone rosso, abbiano dorso e fianchi colorati ancora come nel gruppo occidentale. Finalmente il collare ha persistito in questi incroci, pure assottigliandosi ed interrompendosi avanti e indietro, pro- pric come avviene in tutte le forme selvatiche occupanti aree intermedie alle specie con gran collare e quelle senza collare. Questo fagiano, noto col nome di fagiano comune a collare, co- stituisce una razza ibrida con nuove combinazioni di caratteri, altrettanto costante quanto le migliori specie dello stesso genere. * * * Nelle galline di faraone ho fatto sei serie di incroci, combi- nando in vario modo la MV. pH/orhyncha nella sua forma tipica e nella varietà major colla N. meleagris domestica, normale ed al- bina, ottenendo in vari anni oltre un centinaio di prodotti. Per quanto ne abbia fatto cenno ripeterò quali siano le coppie di caratteri elementari da prendere in considerazione nella N. me- leagris e nella N. pilorhyncha major: Esse sono: narici: liscie o con papille allungate, penne della nuca: setoliformi o normali, colore dei bargigli: bianco e rosso od interamente azzurro, vessillo interno delle primarie: macchiato di bianco o gri- gio nerastro uniforme, bordo esterno delle secondarie: striato obbliquamente di bianco o grigio uniforme. Tutte queste coppie di caratteri nella prima generazione in- crociata si fondono in caratteri intermedii, e che tali vanno con- siderati anche quando è manifesta la preponderanza dell’ uno o dell’ altro dei singoli componenti. Così le narici portano bitorzoli corti e grossi, che non sono le papille allungate dalla p#/orkyrcha, e d’altronde rappresentano qnalche cosa in più del nulla della meleagris; le penne della nuca non sono setoliformi ma con barbe molto più brevi che nella péH/orhyncha; i bargigli sono quasi interamente azzurri ma con apice rosso; infine la macchia- tura del collo e delle remiganti è intermedia. Nelle generazioni successive al primo incrocio fra queste due specie di galline di faraone, i caratteri distintivi di esse possono ricomparire con-. giunti in correlazione diversa da quella preesistente nei genitori, ed aggregati altresì ai caratteri intermedi formati nella prima ge- nerazione di meticci. L’ IBRIDISMO NELLA GENESI DELLE SPECIE SISTEMATICHE “I I Le penne della nuca nel genere Nuwzda, qualunque sia lo sviluppo delle barbe offrono una particolare disposizione; men- tre il calamo è inserito normalmente in senso antero posteriore, il vessillo si rovescia in senso opposto, cosicchè esso è rivolto costantemente in alto. In N. meleagris, come del resto in altre specie, abbiamo una penna formata dalla sola rachide, mentre nella ptilorhyncha v'ha una penna con barbe notevolmente sviluppate ma non aderenti fra loro, le quali costituiscono un vessillo normale. Negli ibridi le barbe sono presenti, ma ridotte per lunghezza in modo che la penna offre il caratteristico aspetto di lancetta, che pure s'incontra in altre specie selvatiche. Il bargiglio interamente azzurro della f&/orkyncha, è com- parso in parecchi ibridi aggregato a piume lancettiformi della nuca ed.a narici interamente liscie, mentre il bargiglio con apice rosso è comparso in altri esemplari aggregato a narici bitorzo- lute ed a secondarie con bordo marcatamente violaceo. Infine ho avuto esemplari con capo riferibile a quello della p##/0rkyncha nel suo aspetto generale, e che avevano secondarie riferibili a quelle della ma/eagris. Adesso conviene esaminare se e quali caratteri intermedi, se e quali nuove correlazioni costituiscano il distintivo di razze ed anche di specie selvatiche distinte. La macchia apicale rossa o bruna dei bargigli si trova nella N. somadiensis, nella pil. neu- manni, nella pil. toruensis, razze tutte le quali occupano la zona più meridionale dell’ habitat della p#/orhyncha, vale a dire i confini di questa con N. wutrata e colle forme del gruppo della coronata. La riduzione delle appendici setoliformi carnose a bitorzoli corti e grossi, dà luogo ad una caratteristica speciale propria a N. papillosa. La correlazione ibrida fra narici con setole e collo sfumato in color di vino, è stata ‘recentemente scoperta ‘in N. strassenz, catturata in regione intermedia agli abitati della N. ma/eagris e della ptlorhyncha. Osservando inoltre la forma e la dimensione dell’ elmo e dei bargigli negli ibridi, e considerando l’una e l’ altra in N. retche- nowi e IN. mitrata dei dintorni dei laghi Victoria e Tanganyka, siamo costretti ad ammettere che i caratteri intermedi risultanti 78 A. GHIGI dal loro incrocio, non possono essere sensibilmente diversi da quelli che si osservano in N. uhehensis, intermedia e richwae, le quali tutte hanno elmo breve ma largo alla base, bargigli ampi alla base ma con porzione apicale sottile, rassomigliante a quella di N. mitrata, correlazione mista. L’ habitat di N. reichenowi è in gran parte circondato da quello di N. wfrata, e le tre forme uhehensis, intermedia e rickwae hanno una distribuzione geogra- fica assai limitata, ed in luoghi ove quelie hanno la possibilità di contatti. * BR ISk Ponendo termine a questi confronti fra le correlazioni di caratteri ottenute sperimentalmente negli ibridi e quelle che si osservano in molte forme selvagge di Gennaeus, Phasianus e Nu- mida, pare a me che si possa essere autorizzati a pensare che tali forme selvagge siano derivate da incrociamenti, favoriti da contatti sui confini dei rispettivi abitati, e non di rado anche da incursioni di una specie nel territorio di un’ altra. Questo concetto non è ammesso da quei sistematici i quali tengono a legare il proprio nome a quello delle specie nuove descritte. L’OATES per esempio che ha istituito negli ultimi quin- dici anni una buona metà delle specie attribuite al genere Gex- naeus, dice in un suo lavoro sui fagiani argentati della Birmania, che il concetto che tali uccelli riproducano allo stato selvaggio fra di loro, in modo da generare una confusione di forme, deve essere abbandonato, giacchè man mano che la serie aumenta, si ha la prova chiara e precisa che si tratta di specie ben definite di fagiani, che si sostituiscono gli uni agli altri in determinate località. Ma queste dell’ Oates non sono che parole, e parole in contraddizione colle sue proprie osservazioni; solo che egli avesse fatto un grafico delle forme da lui descritte, avrebbe notato la presenza di forme intermedie, qualche volta mescolate, come nel distretto di Ruby Mines e nei monti Chin, appunto fra due zone di confine fra due specie caratteristiche ed estese ad un vasto abitato. Tali forme intermedie si ottengono sperimentalmente colla massima facilità, giacchè non esiste fra le loro produttrici amissia di qualsiasi natura, nè psichica nè anatomica, nè fisio- logica. conducente ad una sterilità immediata od a breve L’'IBRIDISMO NELLA GENESI DELLE SPECIE SISTEMATICHE 79 scadenza dei prodotti dell'incrocio. Ed è anche possibile deter- minare in molti casi, a frzori, quali siano le specie suscettibili di mescolanze feconde, purchè si abbia l'opportunità di osser- varne i caratteri etologici: quando due forme, anche morfologi- camente assai diverse, hanno la medesima voce ed un’identica maniera di corteggiare la femmina, si uniscono senza alcuna dif- ficoltà anche allo stato libero, dando luogo a prodotti fecondi, in modo tale che non è possibile conservare la purezza della «razza. Quanto più questi due caratteri sono diversi, altrettanto cresce la difficoltà di ottenere ibridi fecondi: qualche volta si ha soltanto un isolamento psichico allo stato libero, il quale conduce in ischiavitù ad una facile produzione di soggetti perfettamente fecondi nella loro discendenza, come accade fra il fagiano Do- rato e quello di Lady Amherst. Altre volte si hanno ibridi ca- paci di produrre una prima gcnerazione che poi risulta sterile; questi vari gradi di sterilità hanno una corrispondenza nel com- portamento degli elementi germinali, completamente maturi negli ibridi fecondi, mentre in quegli sterili si hanno varie categorie a seconda del momento in cui si arresta la maturazione degli elementi germinali medesimi. Nè è difficile riconoscere all’ aspetto esteriore i bastardi ste- rili, giacchè essi offrono generalmente caratteri atavici, pei quali si discostano molto dalle specie che li hanno prodotti, mentre gli ibridi fecondi hanno caratteri armonici, che si possono con- siderare come una combinazione di caratteri esistenti nei genitori. Ciò premesso bisogna notare che le specie capaci di pro- durre ibridi fecondi e che appartengono ad un medesimo genere, non si trovano geograficamente isolate nel nostro caso, come “accade per le forme insulari e per tutte quelle che, risultando separate da ostacoli difficilmente sormontabili, l'isolamento man- tien pure da incroci. V° ha un isolamento relativo soltanto quando talune preferiscono l’alta montagna ed altre la collina e la pia- nura, e poichè le regioni da esse abitate non preseutano diffe- renze fisiche apprezzabili, è inevitabile che le singole specie vengano a contatto nei territori di confine. Inoltre avvengono anche incursioni e penetrazioni dell’ una nel territorio dell’ altra. Per le galline faraone ad esempio, numerose esperienze da me fatte sull’ acclimatazione della N. pH/orhyncha hanno provato che Ja to) A. GHIGI specie selvaggia e la sua progenie pura od incrociata con razza domestica, hanno una spiccata tendenza a perlustrare ed occupare un’area determinata per un tempo piuttosto breve: ad allonta— narsi addirittura dai luoghi precedentemente abitati, in principio di primavera ed a fine d'autunno. Le galline di faraone sono adunque erratiche, cosicchè gli spostamenti anche notevoli di abitato, e le incursioni di una specie nel territorio di un’altra costituiscono un fatto etologico reale. Ma anche i fagiani argen- tati, considerati per solito dagli autori come sedentari, offrono analogo fenomeno. Io ho ripetutamente osservato che durante il periodo precedente agli amori, le femmine, sì spostano per decine di chilometri dal luogo ove nacquero, e nuovi spostamenti com- piono dopo di essere state fecondate. Per due anni consecutivi ho tentato di allevare in una ban- dita della Società Cacciatori della provincia di Bologna alla Pieve del Pino, ibridi complicati di fagiani argentati: nella primavera successiva le femmine si sono sempre sbandate, e ne sono state riprese a Pianoro, distante zo chilometri dal luogo di allevamento. Tenendo conto di questo fatto, è facile spiegare l’ origine del G. sharpei simile morfologicamente ad un /reatus, nel quale siano rimaste traccie d’incrocio coll’ argentato o suoi prossimi affini; la sua distribuzione è veramente strana, giacchè esso è localizzato alle maggiori altitudini che si trovano in quella parte dell’ area occupata dal ‘G. Zreatus, più vicina all’ abitato dell’ ar- gentato. Il G. sharpei non è dunque distribuito in maniera contigua: alla supposizione che questa forma abbia avuto origine ibrida si può obbiettare che essa avrebbe dovuto ulteriormente differen- ziarsi in ciascuno dei gruppi montuosi da lei abitati, dando luogo ad altrettante razze distinte. Il fatto può essere spiegato nel modo seguente: Il G. lueatus non suole sorpassare i 2000 piedi d’ altezza, mentre i veri argentati vivono abitualmente ad oltre 6000 piedi; un contatto casuale fra le due specie in area intermedia, ha condotto a forme morfolo- gicamente affini all’ una, etologicamente all'altra specie, ed ecco il G. sharpei con caratteri morfologici prevalentemente di lineato, conservare la preferenza dell’argentato per l’alta montagna e lo- calizzarsi alle altitudini volute. Te ee L’ IBRIDISMO NELLA GENESI DELLE SPECIE SISTEMATICHE 81 Questa mia spiegazione potrebbe sembrare fantastica, ove io non avessi già dimostrato l’erraticismo dei fagiani argentati e l importanza che questo fatto etologico può assumere come fattore d’ibridismo allo stato selvaggio, e se io non potessi mostrare ora con esempi la possibilità dell'isolamento di caratteri fisiologici od etologici di una determinata specie, e l’ unione loro a caratteri puramente morfologici di un’ altra. Incrociando il piccione pavoncello, le principali caratteri -Stiche del quale consistono: 1° nella scomparsa dell’ uropigio; 2° nel raddoppiamento del numero delle timoniere in correla- zione ad una forte riduzione dei muscoli caudali; 3° in un tre- mito convulso del collo e del petto che si rovesciano all’ indietro in determinati momenti; ‘incrociando, dico, questo piccione con esemplari d'altra razza privi di codesti caratteri, ed incrociando ancora gli ibridi con razze non tremolanti, ho visto trasmettersi isolato fino alla quarta generazione, ancora in esperimento, il carattere del tremolio, ottenendo colombi estremamente simili alla razza orientale dei Mookee, razza distinta da un ordinario piccione domestico pel tremito paralitico. Ecco dunque tal ca- rattere fisiologico di una razza, stretto in nuova ed intima cor- relazione :coi caratteri morfologici di razze, nei quali esso mai si era manifestato. Un altro esempio molto interessante mi è stato offerto que- st’ estate da un gallo ibrido somzerati X domestico. È noto come i galli selvaggi, unici per quanto io mi sappia tra i fagiani, sono soggetti ad una muta supplementare e parziale che colpisce le penne lanceolate del collo all'avvicinarsi della stagione delle piogge; esse vengono temporaneamente sostituite da piume brevi e subovali, simili a quelle del dorso e del petto. Questa muta supplementare manca ai polli domestici di qualsiasi razza; or bene il mio ibrido, morfologicamente simile ai polli domestici, ha perduto al principio dell’estate le penne lanceolate del collo e le ha temporaneamente sostituite con penne simili a quelle di una gallina comune. In questo caso ai caratteri morfologici del pollo domestico si è unito un carattere fisiologico consistente nella muta temporanea e parziale; e si noti che queste penne mutate, in nessuno dei due stadi rassomigliano a penne di G. sox- Riv. di Ornitologia. 6 82 A. GHIGI neratt; gli organi sono quelli del barkiva domestico, la funzione è quella del sorzerati selvaggio. Posso dunque ritenere, per analogia, suffragata da buoni esempi la mia supposizione concernente l'origine del G. sharpez. VAI x *x x Riassumendo, fatti morfologici, etologici e geografici da un lato, fatti sperimentali dall’ altro, tendono a provare come buona parte delle specie sistematiche appartenenti ai generi dei quali mi sono occupato, abbiano avuto origine ibrida. Il fatto, sperimentalmente provato, che presiede alla forma- zione delle specie ibride è la dissociazione dei caratteri specifici, da non confondersi colla ordinaria disunione mendeliana. Essa consiste in questo che le varie coppie di caratteri che funzio- nano nella produzione degli ibridi in maniera antagonista, sono indipendenti l’ una dall’ altra, allo stesso modo di quanto è stato osservato nei polibridi di piante coltivate e di animali domestici ; la dominanza e rispettivamente la latenza non è della specie, ma dei singoli determinanti ciascun carattere, cosicchè nelle gene- razioni successive al primo incrocio, si ha mescolanza di carat- teri specifici intermedi con caratteri puri, o anche soli caratteri puri stretti in correlazione diversa che non negli ascendenti. E noto come simili combinazioni godano di una stabilità assoluta; una buona metà delle razze domestiche debbono la loro origine ad ibridismo; io allevo attualmente la settima generazione di una razza di polli di piccola mole, ottenuti mediante incrocio del padovano a gran ciuffo colla combattente nana. L’ ernia cerebrale, carattere latente è ora ben fissata e ad un grado di sviluppo pari a quello che si riscontra nei grandi padovani di bellezza media. Questi polli hanno ereditato dal padovano una maggiore fecondità di quella che non si trovi nei combattenti, unita ad un’ ottima attitudine a covare che è nulla in quello, ma due ca- ratteri che sono la forma della cresta e la struttura delle narici sono entrati in istato di fluttuazione e mostrano di esigere una selezione speciale per fissarsi. Io ritengo che molte forme ibride di confine siano fluttuanti, € costituiscano ormai varietà sempre variabili e non fissabili. Così il distretto di Ruby Mines in Birmania e la regione dei L’ IBRIDISMO NELLA GENESI DELLE SPECIE SISTEMATICHE $3 grandi laghi in Africa produrranno sempre nuove forme di fa- giani argentati e di galline faraone, giacchè una volta determi- nata una complicata ibridazione, anche se venga a cessare l’im- missione di nuovi elementi puri, il numero delle combinazioni in eterozigoti che posseggono una decina di coppie di caratteri an- tagonisti è talmente enorme, da ritenere che .in pratica, senza la guida di una selezione rigorosa, sia impossibile giungere tanto ad una completa separazione dei caratteri di ciascuna coppia, quanto alla conservazione della condizione intermedia o di un mosaico. In altri casi invece, per esempio nel genere Phaszianus rigorosa- mente sedentario, si costituiscono razze stabili i cui caratteri si aggirano intorno ad una condizione media rispetto agli ascen- denti. Fin qui si è sempre trattato di caratteri esistenti nei geni- tori, che l’ibridismo fonde o disgrega provocando nuove corre- lazioni; dobbiamo chiederci se sia possibile che esso provochi caratteri nuovi, in altri termini se esso possa essere agente di mutazioni. La questione è di grande interesse giacchè noi fino ad ora ci limitiamo a riconoscere le mutazioni avvenute e ad isolarle, ma sulle cause che possono produrle poco o nulla sap- piamo. Ho già rilevato come nell’incrocio fra le quattro specie elementari di fagiani argentati si siano ottenute alcune femmine che avevano il petto nero striato di bianco; le loro figlie offri- vano questo carattere ancor più marcato. Non ho mancato di ri- levare come questa combinazione di colori appaia del tutto nuova, e non sia riferibile ad alcuna delle categorie che ho am- piamente illustrato: essa si presenta come vera e propria muta- zione. Ma il fatto che mi induce a credere che rapporti di causa ad effetto esistano fra ibridismo e mutazioni, e mi invita ad isti- tuire esperienze a questo riguardo è l'origine dei polli, la quale, contrariamente a quanto si è fino ad ora ritenuto sulla fede di Darwin è multipla e non monogenetica dal G. sanziva. La fecon- dità da me constatata negli ibridi di seconda generazione pro- venienti dal Gallus sonnerati e da galline domestiche, e la fecon- dità dei prodotti di ibridi sorzerati x bankiva accoppiati con ibridi varzus x bankiva, che ho veduto quest'estate al giardino zoologico di Berlino, tolgono ogni dubbio in proposito. 84 A. GHIGI Ma nelle razze domestiche dove sono i caratteri del sozze- rati e del varius? Dobbiamo convenire che si sono mantenuti sempre latenti, ma la loro azione potrebbe essersi manifestata provocando talune fra le più caratteristiche mutazioni di forma e di colore, delle quali ho intravveduto qualche indizio. Questo lato del problema è peraltro da risolversi intera- mene, non potendo attribuire ai fatti esposti altto valore che quello di un invito a sperimentare. Concludendo, il differenziamento specifico di un genere co- stituito unicamente da forme non separate da amissia fisiologica, quali sono oggi la maggior parte dei generi degli uccelli, può esser tratteggiato nel modo seguente. La specie primitiva, ca- pace di conservarsi inalterata perchè il suo plasma germinale non si fonde stabilmente con quello di specie affini, subisce quà e là delle mutazioni le quali divengono lo stipite di razze locali, e si sostituiscono presumibilmente alla forma primitiva. Queste sono specie elementari, le quali, per la perdita o per l'acquisto di un unico carattere, producono poi varietà retrograde o progressive. Dove le specie elementari giungono a contatto, si formano razze ibride costanti o variabili seguendo poi quei processi che ho de- scritto. Alle sole specie elementari compete quindi la facoltà di dare origine per ibridismo a forme che hanno l’ aspetto di vere specie come le loro progenitrici, e che, almeno fra gli uccelli, ma con ogni probabilità in tutta la scala animale, costituiscono una buona metà delle specie sistematiche. Se poi l’ibridismo avesse la capacità di produrre caratteri nuovi, come taluni fatti lasciano intravvedere, e come del resto opinano, in seguito a risultati ottenuti su piselli ed altre piante, taluni botanici, quali Bareson, NAuDIN, BLARINGHEM, TSCHERMAK ed altri è manifesta l’ importanza del fenomeno, giacchè in esso avremmo finalmente trovato una delle cause determinanti quel brusco ed improvviso cambiamento dei caratteri specifici che è la mutazione. Lavori dell’ autore, ai quali si riferiscono le presenti ricerche: —— “ Contribuzioni alla biologia e sistematica dei Phastaridae. , Archivio Zoo- logico Ital., Vol. I, fasc. 3 e 4. pp. 289-388, tav. 13-17, 1903. —— “Sulla forma progenitrice della faraona domestica e sugli ibridi di que- st'ultima con Numida piilorhyneha. , Atti del Congresso dei Natur. italiani, 14-19 settembre, Milano 1906. L’ IBRIDISMO NELLA GENESI DELLE SPECIE SISTEMATICHE 85 “ Contributo allo studio dell’ ibridismo negli uccelli. , Rend. R. Accad. de Lincei, Vol. XVI, s. 5, 1° sem., fasc. 9, pp. 791-800, 1907. “ Sulla dissociazione dei caratteri specifici negli ibridi complessi di alcuni uccelli. , Rend. R. Accad. Lincei, Vol. XVII, S. 5,.1° sem,, ‘fasc. 7, PP. 452-461, 1908. “ Sviluppo e comparsa di caratteri sessuali secondari in alcuni uccelli. , Rend. R, Accad. delle Scienze, Bologna, 1907-1908. “ Ricerche di sistematica sperimentale sul genere Gennaeus Wagler. ,, Mem. R. Accad. Scienze Bologna, Serie VI, T. VI, pp. 259-300, 2 Tav., 1900. - “ Ricerche sistematiche e sperimentali sulle Wuzzidirae. , Mem. R. Accad. delle Scienze Bologna, Serie VI, T. VII, pp. 831-865, 1 Tav. 1011. “ Sulla reversione dei caratteri nei piccioni domestici. , Rendic. R. Accad. Scienze, Bologna, anno rgIo-10II, pp. 85-97, 4 Tav. “I Fagiani ,, descrizioni, costumi, allevamento; vol. di pp. 232 con 14 in- cisioni. Giornale degli allevatori, Catania, 19II. “ Contro la monogenesi dei polli domestici dal Gallus bankiva. , Rendic. R. Accad. Scienze, Bologna, anno r9rI-12. } “ Ricerche ibridologiche. , Rend. del Congresso Zoologico di Pisa, april 1912, Monit. zool. ital. 1912. Pr TT7”_Trr- IERISIASIEIVZATDIO RSI Singolare cattura di una specie orientale del genere “ Ardetta ,, NUOVA PER L’ITALIA E PER L'EUROPA TRIO Il giorno 12 novembre fu portato in carne al valente Natu- ralista preparatore sig. CarLo BarnortTI di Torino, un Tarabusino ucciso col fucile nelle vicinanze di Bra in Piemonte. Esso era così diverso dal comune Tarabusino (Ardetta minuta) che il Bar NOTTI, al quale riusciva sconosciuto, me lo inviava immediata. mente, ancora in carne, affinchè lo esaminassi. Confesso che al primo vederlo mi riuscì nuovo, ma, frugando nella mia memoria, ricordai di aver visto un simile uccello figu- rato nell'opera dello ScuRENcK, Reis. Amurl. pl. XII, f. 3. E di- fatti, fattone il confronto, dovei riconoscere che si trattava del medesimo uccello. Lo ScHRENcK aveva commesso l’errore di riferire l'esemplare figurato alla Ardetta cinnamomea, stimandolo un giovane di questa, sebbene il colore nero-lavagna delle remiganti primarie e delle timoniere avrebbe dovuto fargli riconoscere che non si trattava di quella specie, che ha quelle penne costantemente ed in tutte le fasi di colore cannella. L’adulto di questa specie, molto diverso dal giovane, fu de- scritto primieramente dallo SwinHoE col nome di Ardetta ew- rhythma e figurato nel giornale inglese “ The Ibis ,, 1873, P- 74; pl. 2, sopra esemplari dell’ Amoy; un’altra figura dell’ adulto si trova nell’ opera dei signori Davip ed OustaLeT, Ois. de la Chine, PP. 447, pl. 119. Eccone la sinonimia e la descrizione: CATVTURA DI UNA SPECIE ORIENTALE DEL GENERE « ARDETTA » 87 Ardetta eurythma SwinH. Ardea (Ardeola) cinnamomea ScarENCE (nec Gw.) Reis. Amurl. p. 447, pl. 13, f. 3 (1860, Amur). — Raope, Reis. Sibir., Vòg. II. p. 344 (1863). — — Ardetta (hybrid) Swina. P. Z. S. 1863, p. 321. Ardetea curythma Swina. Ibis, 1873, p. 74, pl. 2 (Amoy, Shanghai); 1875, p. 132 (Chefoo), p. 455. (Hakodate). — Id. Ibis, 1876, p. 335- — Tacz. Journ f. Orn. 1875, p. 256 (Ussuri Delta, nidificante). — Id. Bull. Soc. Zool. Fr. I, p. 259 (1876). — Davip et Ousr. Ois. Chine, p. 447, pl. 119 (1877). — BraxisT.and PRYER, Ibis, 1878, p. 223 (Yezo). — SHarpe, Ibis, 1879, p. 271 (Lawas River). — BLakist. and PryER, B. Japan, p. 118 (1882). — BLAKIST, Amended List B. Japan, p. 12 (1884) (Yezo, Jokohama). — STEIN. Pro. U. S. Nat. Mus. X, p. 291 (Hakodate, Cochinchina). — EVERETT, Journ. Straits Branch Asiat. Soc. 1889, p. 190. — Srvan, Ibis, 1891, pp. 327, 493 (Lower Yangtse, nidificante ?). — De La ToucHe, Ibis, 1892, p. 489 (Foochow, Swatow). — Tacz. Mém. Acad. Imp. Sc. St. Petersb. (7) XXXIX, p. 989 (1893). — SHARPE, Bull. B. O. Club, II, no. XVI, p. XXXI (1894). — Id. Ibis, 1894, p. 426. — Meyer et WicLesw. Abhandl, Mus. Dresd. 1894-95, no. 8, p. 19 (1895, Java). — Dress. Man. Pal. B. p. 578 (1903). — De La ToucHWe, Ibis, 1907, p. 27 (Chinkiang). Ardetta sinensis Tacz. (nec. Gm.), Journ. f. Orn. 1874, p. 325 (F. Argun, nidificante). — CaB. ibid. p. 325, nota. — SHARPE, Ibis 1877. p. 24 (Bintulu). Botaurus eurhvthmus Rcunw. Journ. f. Orn. 1877, p- 245. — SresH. B. Japan. Emp. p. 227 (1890, Jezo, Hakodate, Yokohama). Ardeola curhythma Bon. Consp. Av. Imp. Ross. fasc. 1, p. 114 (1884). Ardetta riedeli Mev. et WicLesw. Abhandl. Mus. Dresd.: 1394- 95, no. 4, p. 2 (Celebes, 1894). Id. — op. cit. no. 8, p. 19 (1895). — SHaRPE, Bull. B. O. Club. V, no. XXXI, p. 13 (1895). Nannocnus eurythmus Suarpe, Bull. B., O. C. (5) n. XXXI, PIENI (1895) id (Car B! Brit. Mus. SXSSVI piraza (898) == id. Hand-List. I, p. 203 (2899). Maschio adulto. Cervice, lati della testa, dorso, scapolari e remiganti secondarie interne di color castagno; pileo bruno scuro tinto lievemente di grigio; remiganti di color grigio-lavagna; cuo- pritrici delle ali di color giallognolo-ocraceo; margine dell’ala d color castagno; gola bianco-isabellina con una linea nera lungo il mezzo; resto delle parti inferiori isabellino-giallognolo; piume alla base del collo formanti un collare di color nero coi margini ocracei; pelle nuda perioculare di color carnicino, tinto di verde; piedi verdi; iride gialla. Lungh. tot. mm. 330; ala. mm. 140, coda mm. 40, culm. mm. 50, tarso mm. 47. 88 T. SALVADORI Femmina. Parti superiori di color cioccolato, macchiettate di bianco-isabellino; parti inferiori isabelline con macchie longitu- dinali cioccolata e nere (SHARPE). i Giovane. Notevole per avere le parti superiori di color cioc- colata tutte macchiettate di bianco. L’esemplare colto presso Bra fu riconosciuto essere una fem- mina colla dissezione; le uova erano ben distinte; il corpo, insieme coll’ esemplare montato, si conserva nel Museo di Torino. Questa specie abita la Siberia orientale, donde si estende alla Cina, alle Isole del Giappone, alla Cocincina ed alle isole di Borneo, di Giava (ScrerBRAND) e di Celebes. Sembra che nei luoghi suddetti questa specie non sia rara, giacchè il Museo Britannico ne possirde quattordici esemplari; anche nel Museo Civico di Milano, secondo che mi scrive il prof. MARTORELLI, se ne conservano tre, due dei quali col mantello machiettato di bianco; uno di questi è indicato femmina. Singolare davvero è la comparsa di questa specie in Italia. Essa ha ripetuto quel fenomeno non tanto raro di specie della Siberia e dell’ Asia orientale-settentrionale le quali erratica- mente si dirigono verso Sud-Ovest; così parecchie specie orien- tali dei generi Zurdus, Emberiza, Carpodacus, Calliope, Janthia ed altre si vedono comparire talora in Europa ed anche in Italia. Lo SHarre ha creduto di separare genericamente questa spe: cie dal genere Ardetta e di farne il tipo del genere Namnocnus ; il carattere distintivo consisterebbe nell’ avere la parte estrema della tibia nuda, laddove nella specie del genere Ardetta la tibia è rivestita di piume fino al calcagno. La differenza non mi pare di tale importanza per dover accettare il genere Namzocnus. Soi À ERI al Annogle= slavi 9 E RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA 3 GP) d PXSAST TCTCÎOÎYTY< "n SNAGIZS: SY ISDENPSZZE “ EVI ZL<=< Sa 4Ò i lba) pp (Isola d° E Pror. GIACOMO DAMIANI La “Sula bassana ,, Linn. (ex Gesn.) all'Isola d'Elba e la sua distribuzione in Italia Tav lol La mattina del ro corrente dicembre, il mio ottimo discepolo ed amico signor G. GASPERINI, guardiamarina in licenza, bordeg- giava nell’ ampia insenatura del “ Cavo , (costa E. dell'Isola d’ Elba sul Canale di Piombino) quando ad un tratto la sua at- tenzione fu attratta da un grande uccello natante che, anche pel grido potente, appariva assai differente dai comuni gabbiani e cormorani. Avendo a bordo il fucile, si diè ad inseguirlo e, dopo un breve inseguimento riuscì ad abbatterlo con alcuni colpi ben aggiustati. Mentre, come di solito, altri consigiiava di gettarlo via se non a dirittura di mangiarlo (!) il GaspeRINI pensò bene d’inviarmelo freschissimo, dopo due ore, a Portoferraio ove ebbi agio di esa- minarlo diligentemente. È una bella 2 adulta della Sula (S. Sassama, Linn. ex Gesn,) in ottime condizioni che è venuta ad arricchire la Collezione Or- nitologica Elbana dell’on. DeL Buono. Testa e suoi lati bianchi lavati di fulviccio, che è più accen- tuato sulla nuca, cervice e gola. Il resto delle parti sup. e inf. coda compresa, bianco-candido. Remiganti primarie bruno-nera- stre collo stelo biancastro. Becco grigio-celestognolo uniforme coll’apice color di corno chiaro. Membrana frontale, perioculare, della base del becco e 90 G. DAMIANI spazio nudo golare di un grigio scuro, tendente al celestognolo. Tarso e dita nerastri attraversati da strie irregolari color verde- mare colle membrane nerastre. Iride vitrea, appena gialliccia. Unghie biancastre. MISURE Eiish- totem mA 920 AT I OO Beccos(Wiironte) enon Apertura delibeccomnpgggi Tarso ME 010) Code Re 025 Ditosm:? See SS DI pi CONOR AT00 Trattasi sicuramente di un adulto almeno del 4° anno, poichè, com'è noto, sono assai bene definite le fasi del piumaggio che at- traversa questa specie (Saunpers ed altri). Negli esemplari catturati nel Mediterraneo prevalgono i giovani, come più oltre ricorderò. Nello stomaco rinvenni scarsi residui ossei di piccoli pesci misti a frammenti di alghe; nell'intestino alcuni Cestodi (Zaernza 2). Come nota l’ ANGELINI (1), a proposito dell'individuo di Ci- vitavecchia, una trentina di anni addietro la Sula non figurava negli elenchi ornitologici italiani; nè il Savi (Orn. It., 1872) nè il SaLvapori (Fn. It. Ucc., 1873) la registrano, per quanto il Padre Davip affermasse di averla veduta nell’ inverno 1870-71 nel Ligu- stico, presso Savona. Successivamente, i primi autori italiani che la inclusero positivamente tra gli uccelli italiani furono il GreLIOLI (Avif. It., 1886) e il SaLvapori (El. Ucc. Ital., 1888) fide Davip e più ancora per gli individui del Canale di Piombino del 1877 (I) Boll. Soc. Zool. It., Roma, 1904, LA « SUBA BASSANA » LINN. ALL’ISOLA D'ELBA 9I (ToscanELLI) e di Sampierdarena del 1882 o ’83 (QuerroLOo), dan- dola come affatto accidentale. Certo, in conseguenza di più dif fuse e diligenti ricerche di numerosi osservatori, la Sula nel Me- diterraneo occidentale e anche ne’ mari d’Italia non può ora dirsi più tale, ed è concorde il parere de’ nostri migliori ornitologi nelle più recenti loro memorie dell’ultimo decennio, che essa . tende a divenire più frequente, ciò che forse avveniva anche prima, ma per difetto di osservazioni e d’indagini non potuto assodare, come verificasi per molte altre forme paleartiche, còn sorpresa dei dilettanti e di non pochi collettori. La Sula, per altro, può sempre dirsi per l’Italia specie assai rara, e per le abitudini pelagiche difficile ad aversi, onde per la storia della specie relativamente all’Italia, stimo utile ricapitolare tutti i dati più sicuri sugli individui catturati in Italia dal 1870 ad oggi, che ne chiariranno anche la corologia pel nostro paese. Riassumendo, come appare dall'allegato elenco il mag- gior numero di catture lo dà il Veneto (5) ma almeno una è assai incerta; indi Sicilia (4), Lazio (3), Liguria (2), Toscana (2), che segna rispettivamente il primo e l’ultimo es. avuti nella regione dal 1877 al 1913, Calabria (2), Piemonte (1), Sardegna (1). Prevalgono i giovani; gli adulti sono il terzo circa. Il versante tirrenico è rappresentato da 4 quinti delle catture, un quinto appartiene all’ Adriatico, e ciò è ovvio perchè la Sula nella sua dislocazione autunnale imbocca spesso il Mediterraneo da Est (Gibilterra, ove ]}'IrBy ed altri autori la registrano assai comune) e più facilmente giunge, per lo più isolata e dispersa (mentre è eminentemente gregaria nel suo /abzfat settentrionale) alle isole e coste tirreniche e del Mediterraneo propriamente detto, non spingendosi, a quanto pare, nel bacino orientale. Sembra infatti mancare dall’ Egeo al Mar Nero, mentre è stata registrata sulla costa N. dal WuHirakER e su quella E. della Tunisia dal K6NIG e dall’ERLANGER (1) e più recentemente da Tripoli nel febbraio 1912 (ARRIGONI) (2). (1) WHITAKER - « Birds of Tun. », vol, II. p. 157-58. (2) E RVEOLE ATO 2 169-70. T3% 14. TESE 16. 19/5 18. 19. Sellia 55 Lazio > GRIGIO Toscana . “UV Laguna di Chioggia. . Isola della Scala(1) (Verona) dintorni di Mestre ROGtORAZANZIO RE Lago di Fogliano (Paludi di Pontine). « Cavo » (Isola d’ Elba). . “UV Q U “VU Q ad. 2 G. DAMIANI MT 2. SE AUT. CHE PER call REGIONE JOG. DI CATT ED DATA È il i { NE RIFER. | ETÀ | I Toscana . ..|| Canale di Piombino . .. g. 5 novembre 1877 | GIGLIOLI SNC DA iano o | Soanpiacensa she o ? agosto 1882 o ?83 GIGLIOLI RIENZO . GI) 3 Sienna o Mondello Ei g. 30 dicembre 1882 || DODERLEIN .... Af@alobriagei Reosiol(Calabria Nea Noa: 15 ottobre 1898 ARRIG. D. ODDI . Ri » » » «CRE 2 g. || 19 gennaio 1899 | MoscHELLA, LUCIFERI | 6. Sardegna. . | Capo Spartivento . .... || Gad. gennaio 1899 PAL ONOMINN-MSNNE 7. Sicilia. . . || Is. di Levanzo (Trapani). ad. giugno (!) 1901 F. VENEZIA, WHITM KER. Se (BaialidiSferracavallo Pas ad. gennaio 1003 WHITAKER. +. «MM lermo). 9g. Veneto. . . || Estuario Veneto. .....| 2 ad. 10 marzo 1899 ARRIG. D. ODDI (4 litt. al GIGLIOLI tO. Liguria tra Oneglia e Portomaurizio g. gennaio 1902 SALVADORI 11. Piemonte MOontol oRerren g. 18 giugno (!) 1904 || SALVADORI. . . . . 2 ERA! SA Civitavecchia: ila Dott. A. Foà, ANGH| novembre 1904 fine 1904 23 marzo 1907 12 luglio (!) 1907 20 novembre 1907 novembre 1908 IO dicembre 1912 LINI. ANGELINI e DI. MU] | | (772 lztt. all’ ARRÌ GONI). ARRIG. ODDI. Redaz. dell’ Avuzcxla)| IVAUID'ATRENIER(0 08 JI E. NINNI REPRIAOO C. CoLi (212 Lift. all’Aù\; RIG. D. ODDI). || Tamrani. e. «Ml INDIC. BIBLIOG. LA « SULA BASSANA » LINN. ALL’ISOLA D’ELBA 93 COLLEZIONI E MUSEI OSSERVAZIONI MS 360) pi Res. O. 21 It., 1399, p- È rica. VI, pi 136 22531896, Ps 242 +... ga VELI, pi 4-16. np 3 Qi Po gp ‘ds of L'unis.v.1I,p.158 Sven eliesin: 2% PiL903 ‘ds of Tunzts.v.II,p.158 rl., Avif., It.1907,p.421 a. IX, n.85-86, Loll. Soc. Zool. It., Roma, 1904. eiGnOrzni, a, I p-L70 Sa E SEO OPE d. Verona, a.I,f.3,1907 LI (o QST iRp=eizz, 1908, WSoc. Zool. It., f. T-IV, 1909; Avzf., prov. Roma, 1909, p. 42. ig. d.O.- Riv. It. Orn., UNE p. 170. È MEO: 01913, LI. Coll. Vert It., - Firenze. | Coll. priv. (?). R. Mus. Zool. - Palermo. Coll. ARR. D. OpDI, Monsel. (2) Coll. V. I. - Firenze. Coll. R. Liceo di Trapani. Coll. WHITAKER - Palermo R. Mus. Zool., - Torino. veduto presso il tassider- mista BAINOTTI - Torino. Mus. di An. comp. - Roma. Coll. WHITAKER - Palermo Coll. ARRIGONI D. ODDI? Mus. Civ. di Verona, Disperso ORO RO, CDI RO TL Coll. Orn. Elbana - Por- toferraio. Questa cattura rientra nel distretto di osservazione dell’Arcipelago Toscano. Fu tenuto in schiavitù per qualche tempo dal WHITAKER stesso che lo ebbe, preso alle reti, da alcuni pescatori. Forse si tratta dell’individuo di cui scrive l’ANnGELINI Boll. Soc. Zool. It., 1904: — “Quasi contemporaneamente all’es. di Civitavecchia, altro es. di Sula sarebbe stato colto in Sicilia e giunto nelle mani del WuHÙirtaKER di Palermo. » (1) a roo km. dal mare. E la 2.* cattura continentale per l’Italia. Es. non bene autenticato. LA « SULA BASSANA » LINN. ALL’ISOLA D'ELBA 93 INDIC, BIBLIOG. COLLEZIONI E MUSEI | OSSERVAZIONI vif. It 1886, p. 7.0 Res. I. O. in It., 1889, p: Myorc., a. INI, p. 4-10... »d ad. 92 G. DAMIANI SESSO y LOC. DI CATT “» DATA AUD CER EER REGIONE 00. , 1 NE RIFER, ETÀ T ‘Toscana . . || Canale di Piombino CA 5 novembre 1877 GIGIIOLI 2. Liguria... || Sampierdarena. . ..... ? agosto 1882 o ?83 GIGLIO il Ì % Bilal oo Nomelo, o Seas g. 30 dicembre 1882 'DODERLEIN . .... 3 4. Calabria. . || Reggio Calabria... .. .| Lg 15 ottobre 1898 ARRIG. D. ODDI 5. » » » n it Q Q 19 gennaio 1899 MOSCHELLA, LUCIFERO 6 Tela 19 . Veneto. . Liguria . Piemonte . Lazio . Sardegna. . MISTO an . Veneto. . . SEN » Lazio 5 Aletti o Capo Spartivento =" Is. dî Levanzo (Trapani). Baia di Sferracavallo (Pa- lermo). Estuario Veneto tra Oneglia e Portomaurizio Montiolio ehi deter Civitavecchia. . . Laguna di Chioggia. . . . Tsola della Scala(1) (Verona) dintorni di Mestre Porto d’Anzio Lago di Fogliano (Paludi di Pontine). «Cavo » (Isola d’ Elba). . Q ad. | gennaio 1899 giugno (!) I190I gennaio 1003 ro marzo 1899 gennaio 1902 18 giugno (!) 1904 novembre 1904 fine 1904. 23 marzo 1907 12 luglio (!) 1907 20 novembre 1907 novembre 1908 TO dicembre 1912 P. BONOMI F., VENEZIA, WHITA- KER. IWIHIRARER i, i Ce ARRIG. D. ODDI (a Sua. IV PALI: Birds of T'unis.v.II, p.158 Gis, v. III, n. 2, p. 1903 ivds of Tunis,v.II,p.158 igl., Avif, It.1907,p.421 litt. al GIGLIOLI). deren ISS ib Selo eso STAZIONI e Dott. A. Foà, ANGE- LINI, » DRIENSIE NI 85-86, Boll. Soc. Zool. It., Roma, 1904. Riv It. rn. 3, I, p170 ANGELINI e DI Muro (272 lett. all’ ARRI- GONI). ARRIG. D.I ODDI. «d EICRRANEZIO PIA O Redaz. dell’ Avzezla . VEGIDAL NERO Meet E. NINNI LEPRI C. CoLI (#7 Zi7#, all’AR- RIG. D. ODDI). TAMIANI. Sco ad. Verona, a. I, f,3,1907 \ acta IT, E 1908, | Boll. Soc. Zool. It., f. 1-IV, 1909; Avzf. prov. Roma, 1909, p. 42. Arrig. d. O.- (?7v. It. Orn., QCD 10) Reza It. rn, 1913, II. Coll. Vert It., - Firenze. Coll. priv. (2). R. Mus. Zool. - Palermo! Coll. ARR.D.ODDI, Monsel. ®) Coll. V. I. - Firenze. Coll. R. Liceo di Trapani. Coll. WHITAKER - Palermo R. Mus. Zool., - Torino. veduto presso il tassider- mista BAINOTTI - Torino. Mus. di An, comp. - Roma, Coll. WHIPAKER - Palermo Coll, ARRIGONI D. ODDI? Mus. Civ. di Verona, Disperso Coll. Orn. Elbana - Por- toferraio. Questa cattura rientra nel distretto di osservazione dell'Arcipelago ‘Toscano. Fu tenuto in schiavitù per qualche tempo dal WHITAKER stesso che lo ebbe, preso alle reti, da alcuni pescatori. Forse si tratta dell’individuo di cui serive l’AnceLinI Boll. Soc. Zool. It., 1904: — “Quasi contemporaneamente all’es. di Civitavecchia, altro es. di Sula sarebbe stato colto in Sicilia e giunto nelle mani del WHrrAgER di Palermo. » (1) a too km. dal mare. E la 2.° cattura continentale per 1’ Italia. Es. non bene autenticato, 94 G. DAMIANI Per l’Italia, qualche altro individuo è stato positivamente veduto, ma non ucciso, quali: Savona; es. veduto dal Padre Davip {GiGLioLI, “Avif. It. , 1886 e SaLvapori, “El. Ucc. it.,, 1888, p. 273) nell'inverno 1870-71, Isola d'Elba, agosto 1888, “ veduto tra Monte Grosso e Capo S. Vito (1) dal mio conservatore Amedeo GIULIANETTI , (2) (GiLioLI, “ I° Res. I. O. in It. ,, 1880, p. 428) il quale aggiunge : “ Anche l'individuo catturato per primo in Italia fu preso in quei paraggi , e a 35 anni di distanza pur da ess è segnalato il terzo: “ La Sula sembra che abbia una preferenza decisa per certe isole determinate e per certe località particolari della costa ,. (BreHM) (3). — Capo Spartivento (Sardegna); due in- dividui veduti dallo stesso conte ARRIGONI DEGLI OppI nel gen- naio 1901 (“ Man. Orn. It. ,, p. 777). Pure accidentali, ma. non infrequenti, sono i casi di Sule sospinte da uragani in terraferma, e talora a distanza notevole dal mare, e quivi raccolte spossate e naturalmente in condizioni di stupidità ben maggiore di quella nella quale, anche in pieno Oceano, spesso si lasciano afferrare da’ naviganti. Mentre tutte le isole maggiori d’Italia contano qualche com- parsa di Sula, essa non è registrata per la Corsica nè pure dai recentissimi illustratori della sua Avifauna (PARROT, JOURDAIN, ScHIEBEL); la sua eccellente posizione geografica, particolarmente adatta per molti uccelli pelagici, mi fa dubitare che le osserva- zioni al riguardo siano deficienti. Il gen. Su/a (Briss. 1760) comprende una diecina di specie tutte pelagiche distribuite nei tropici, di cui soltanto la S. das- sana è paleartica (Pelecanus maculatus, GmeL, 1778, juv.; Sula alba, Mev. et WoLF, 1810, ad.). E infatti originaria dei mari dell'emisfero settentrionale, dal 70° lat,, e la sua area di diffusione si estende fino al tropico del Cancro. È comune in Islanda, alle Orcadi, alle Far6er ed Ebridi, (1) Leggi: Capo Viti (Costa N. E. dell’ Elba). (2) N. a Portoferraio, viaggiatore-naturalista ben noto, trucidato nella Nuova Guinea (1902) ove raccoglieva da varî anni materiale zoologico per il British Museum. (3) Vita d. an,, « Ucc.>» (2. ed), Torino, 1900, p. 594. LA « SULA BASSANA » LINN. ALL’ISOLA D'ELBA 95 più rara in Norvegia; isolatamente, e spesso addentrantesi nei continenti, sulle coste del Baltico, nord della Germania, fino alla Lapponia Russa e Siberia ove è però rarissima (PaLLas). Nell in- ‘verno è assai frequente sulle coste dell’ Olanda, Belgio, Francia (Manica e Guascogna), Galizia e Portogallo fino a Capo Trafalgar e al Marocco (Tangeri). Abbonda sulle coste atlantiche del Nord America, in Groenlandia, Labrador, Georgia. In Europa nidifica in grandi stuoli a Bass Rock (Scozia), Ailsa Craig, Lundy Island e a Santa Kilda; nel Nord-America specialmente alle Isole Mad- dalene e sulle scogliere del Golfo di San Lorenzo (SAUNDERS). Nella sua migrazione autunnale si sposta a Sud fino alle Azorre, Madera (Porto Santo, Scamirz), Canarie e Senegambia fino all'Isola Ascensione e al Golfo del Messico, internandosi, come si è veduto, in rari individui, per lo più giovani in primo e secondo abito, nel bacino del Mediterraneo occidentale e meridionale. Portoferraio (Elba), dicembre 1912. FILIPPO CAVAZZA Catalogo di una piccola collezione di uccelli della Colonia Eritrea Negli anni 1909-10 e II il mio Chiarissimo amico Capitano LamBeRTO CHisINI che si trovava al comando di truppe indigene nella Colonia Eritrea, formò una discreta raccolta di pelli d’uc- celli per la maggior parte catturati nell’ Altipiano eritreo verso il confine Tigrino. Man mano che raccoglieva egli mi spediva le pelli che per la preparazione molto primitiva, dovevano subito venir conciate al loro arrivo in Italia. Così il capitano CHisini mi spedì ben 129 pelli. Di queste, 125 appartenevano ad indi- vidui catturati nella regione di confine fra la Colonia ed il Tigrè, regione posta un po’ sotto al 15° di lat. Nord, ed oscillante per l’altimetria fra i 1400 e i 2000 m. s. m. A. questa raccolta che, come si vedrà, contiene parecchie specie il cui %abitat normale è posto molto più a mezzogiorno e che pertanto furono sempre rare nella Colonia, o che non vi erano fino ad ora state trovate, io unisco due più piccole raccolte fatte dal Tenente CeLso Cacciari negli anni 1891-92 e dal Cav. TorcHÙi pure negli stessi anni e da loro donate al Museo Zoolo- gico della R. Università di Bologna. La raccolta Chccrari è di 27 pelli e quella TorcHi di 9. Pare che i due signori CACCIARI e TorcHI avessero portato dali’ Eritrea ben più ricco materiale, ma che per le condizioni di preparazione la maggior parte di esso si sciupasse a tal segno da dover esser gettata. Disgraziata- mente gli esemplari di queste due piccole raccolte non portano quasi mai precisa indicazione della località di cattura, nondimeno sappiamo che il tenente Cacciari raccolse specialmente nei din- torni di Asmara e il cav. TorcHI nella regione litoranea attorno a Massaua. PICC. COLLEZIONE DI UCCELLI DELLA COLONIA ERITREA 97 Complessivamente la collezione formata dalle tre sopra ac- cennate raccolte consta di 165 esemplari divisi in 96 specie e 41 famiglie. Delle specie quà elencate, per quanto mi è noto, quattro vengono riscontrate per la prima volta entro i confini della Co- lonia, e altre cinque vi sono conosciute solo come accidentali. Non sto per ragione di brevità a fare molte citazioni biblio- grafiche nè a esporre la sinonimia d’ogni specie; mi limito a porre dopo il nome della specie l’indicazione del volume e pa- gina del Catalogue of Birds of the Britishs Museum e del libro del ReicHenow, Voegel Afrikas in cui di essa specie si tratta e si espongono pure i nomi delle località o regioni dove abita o dove è comparsa. ‘ Voglio da ultimo ringraziare il chiarissimo conte Tommaso SaLvapori per la cortesia dimostratami nel determinare alcune specie di questa piccola collezione. Bologna, dicembre 1912. I. Corvidae. 1. Corvus (Rhinocorax) affinis (RuEPP). Cat. Birds Brit. Mus. III, p.45. — Rcunw., Vog. Afr. II, p. 639. Un esemplare adulto da Adi Ugri, inverno 1909 (Race. CHisini). Per le discussioni che ora si stan facendo intorno ai carat- teri delle diverse specie di questo genere, credo utile esporre le misure di questo esemplare: Lungh. tot. mm. 530, ala 425, o da 180, becco 59, altezza becco 23, tarso 71. II. Dicruridae. 2. Dicrurus afer (A. LicHt). Cat. Birds Brit. Mus. III, p. 232. — Rcanw., Vog. Afr. II, p. 646, Un esemplare adulto. (Racc. CACCIARI). Un g' adulto da Adi Ugri autunno 1909 (Racc. CHisINI). Corrispondono le dimensioni a quelle date dal Rcanw. III. Sturnidae. 3. Spreo pulcher (St. MuELL). Cat. Birds Brit Mus. XIII, p. 190- — RcHNw. Vog. Afr. II, p. 675- Un dg ad. da Adi Ugri estate IgIo (Racc. CHISINI). Dimensioni date dal Rcanw. Riv. di Ornitologia. 7: " 98 F. CAVAZZA 4. Cinnvricinlus leucogaster (Gw.). Cat. Birds Brit. Mus. XII, p. 121. — RcHaNw. Vògl. Afr. II, p. 679. Un g senza località precisa (Racc. CAccIARI). Due 37 ad. dai dintorni di Adi Ugri estate 1909 (Racc. CHISINI). Una ® ad. della stessa località che diversifica dai g solo per la statura inferiore e per avere il bianco delle parti inferiori più esteso sul petto verso l’ alto. (Racc. CHisini). 5. Lamprocolins calybbacus. (EHRRNB.) Cat. Birds Brit. Mus. XII p, 176. — Rcunw. Vég. Afr. II, p. 687. Un esemplare ad. senza località precisa, corrispondente alla forma tipica. (Racc. Cacciari). Tre esemplari ad. da Adi Ugri estate e primavera 1909 e IgIO corrispondono alla forma tipica. Tre esemplari ad. uno da Adi-Ugri e Tia da località incerte delle stesse parti dell’altipiano eritreo; questi esemplari diversi. ficano dagli altri per la statura leggermente inferiore, per la co- lorazione generale molto più tendente al blu-violetto scuro, e per la macchia della spalla di color violetto-rosso vivace. Questi tre esemplari corrispondono dunque esattamenie alla forma dell’Africa meridionale L. c. sycobius (Prrs] HaRrtL.); ma il fatto dell’ esser stati presi nella stessa località dove furono catturati quelli pre- sentanti l’abito della forma tipica e contemporaneamente, mi fa supporre che forse si tratti di una variazione individuale che pur divenendo la forma più comune nell’ Africa Meridionale, non- dimeno appare talvolta anche negli esemplari nordici. Un esemplare giovane da Adi Ugri, estate 1909. Questi sette esemplari sono della raccolta CHISINI. 6. Onvcog onathus blythi (HartL.). Cat. B. Brit. Mus. XII, p. 164. — RcHNw. Vògl. Afr. II, p. 701. Un esemplare 9 da Adi Ugri estate 1910 (Racc. CHÙisINI). 7. Lamprotornis purpuropterus aencocephalus (HeuGL.). Cat. B. Brit. Mus. XII, p. 156. — Rcunw. Vògl. Afr. II, p. 710. Un esemplare senza precisa località di cattura (Racc. CacciaRI). Un 3g sopra Adi Ugri estate 1909 (Racc. CHÙisimni). PICC. COLLEZIONE DI UCCELLI DELLA COLONIA ERITREA 99 IV. Ploceidae. 8. Pyromelana franciscana (ISERT). Cat. B. Brit. Mus. XIII, p. 133. — Rcunw. Vòg. Afr. III, p. 122. Un g' in abito di nozze (agosto-novembre) (Racc. Cacciari). Un g in abito di nozze, Adi Ugri settembre Igro (Racc. CHISINI). 9. Coliuspasser laticauda (LicHr.). Cat. B. Brit. Mus. XIII, p. 218. — Rcunw. Vòg. Afr. III, p. 136. vi Due gg in abito di nozze dai dintorni di Adi Ugri estate IgIo (Racc. CHISINI). 10. Coliuspasser macrocercus (LicHT.). Cat. B. Brit. Mus. XIII, p: 223. — RcuHnw. Vòsg. Afr. III, p. 137. Un g' in abito di nozze dai dintorni di Adi Ugri estate 19I0 (Racc. CHISINI). tI. Coliuspasser hartlaubi (Boc). Cat. B. Brit. Mus. XIII. p. 219. — RcHNw. Vogl. Afr. III, p. 142. Un g adulto in abito di transizione, dal confine eritreo-abis- sino al sud di Adi Ugri estate 1910 (Racc. CHisini). Cattura ra- rissima per la situazione nordica del paese. E la prima volta che tale specie vien trovata in Abissinia ed Eritrea. 12. Amadina fasciata (Gw.). Cat. B. Brit. Mus, XIII, p. 289. — RcHnw. Vògl. Afr. III, p. 146. Un 3g da Adi Ugri estate 1909 (Racc. CHÙisini). Una £ da Adi Ugri estate 1909 (Racc. CHISINI). 13. .didemosyne cantans orientalis (Lz. HeLLm.). Cat. B. Brit. Mus. XIII, p. 371. — RcHnw. Vògl. Afr. III, p. 156. Un esemplare ad. dall’ altipiano eritreo fra Asmara ed Adi Ugri estate IgIo. 14. Steganura paradisea (L.), Cat. B. Brit. Mus. XIII, p. 211. — RcHNnw. Véògl. Afr. III, p. 223, Un gd ad. in perfetto abito di nozze da Asmara, estate. (Racc. Cacciari). Questo esemplare presenta un carattere che non credo riportato da nessun autore e che non ho osservato in nessun altro individuo. Ai lati del petto che ha il solito colore 100 F. CAVAZZA marrone-dorato, sì trovano proprio davanti all’angolo delle ali, due ciuffi di piume color giallo-canarino, ciascuna con una mac- chia centrale rosso-fuoco vivacissima; queste penne hanno la stessa forma delle altre del petto e sono solo quattro o cinque per parte. IS. 16. I7. 18. 19. 20, V. Fringillidae. Passer swatnsoni (RùPP). Cat. B. Brit. Mus. XII, p, 334. — Rcunw. Vòg. Afr. III, p. 228. Un g da Adi Ugri estate 1909 (Racc. CHÙisini). Una 2 da Adi Ugri estate 1909 (Racc. CHisini). ì VI. Motacillidae. Anthus campestris (L.). Cat. B. Brit. Mus. X, p. 569. — Rcunw. Vòg. Afr. III, p. 319. Un esemplare da Adi Ugri febbraio 1910 (Racc. CHiSsINI). Motacilla alba (L.). Cat. B. Brit. Mus. X, p. 464. — Rcuanw. Vòg. Afr. III, p. 299. Un esemplare adulto da Adi Ugri autunno 1909 (Racc. CHisini). Un esemplare giovane da Adi Ugri autunno 1909 (Racc. CHISINI). VII. Turdidae. Saexicola isabellina (CRETZCHM). Cat B. Brit. Mus. V, p. 399. — Rcunw. Vég. Afr. III, p. .721. Un gd ad. da Adi Ugri inverno r1gro (Racc. CHÙisini). Saxicola stapazina (L.). Cat. B. Brit. Mus. V, p. 387. — Rcunw. Vòg. Afr. III, p. 725. Un gd ad. da Adi Ugri inverno 1909 (Racc. CHISINI). Saxicola deserti (TEM.). Cat. B. Brit. Mus. V, p. 383. — Rcanw. Vos. Afr. III, p. 726. Una 9 da Massaua inverno rgro (Racc. CHÙsini). 21. Monticola saxatilis (L.). Cat. B. Brit. Mus. V, p. 312. — Rcuanw. Vòg. Afr. III, p. 725. Una 2 da Adi Ugri inverno rgro (Racc. CHisINI). ET n" 22. 23. 24. 25. 26. PICC. COLLEZIONE DI UCCELLI DELLA COLONIA ERITREA TOI Geocichla litsipsirupa simensis (RùpP.). Cat. B. Brit. Mus. V, p. 183. — Rcunw. Vòg. Afr. III, p. 680. Un esemplare da Adi Ugri primavera 1g9ro (Race. CHISINI). Phoenicurus bonapartei (v. MiLt.). RcuHnw. Vògl. Afr. III, p. 781. Un gd ad. da Adi Ugri estate I9I0. Pratincola maurus (PALL.). Cat. B. Brit. Mus. IV, p. 188. — Rcunw. Vég. Afr. III, p. 734. Un gd ad. da Adi Ugri autunno 1909 (Racc. CHISINI). Pentholaea albifrons (Rùpr.). Cat. B. Brit. Mus. VII, p. 18. — Rcunw. Vòg. Afr. III, p. 708, Una ® ad. da Adi Ugri autunno rgro (Racc. CHisini), Thamnolaca albiscapulata (RùPP.), Cat. B. Brit. Mus. VII, p. 50. — Rcunw. Vég. Afr. III p. 703. Un gf ad. senza indicazione di località (Racc. Cacciari). VII. Sylvjdae. 27. Sylvia sylvia (L.). Cat. B. Brit. Mus. V, p. 8. — Rcunw. Végl. Afr. II p. 650. Un esemplare ad. da Adi Ugri inverno 19ro (Racc. CHISINI). IX. Pycnonotidae. 28. Pycnonotus arsinoe (LicHT.). 20. Cat. B. Brit. Mus. VI, p. 148. — Rcunw. Vòg. Afr. III, p. 420. Un esemplare ad. da Adi Ugri autunno 1gro (Racc. CHISINI). X. Timellidae. Crateropus leucopygius (RùPP.). Cat. B. Brit. Mus. VII, p. 476. — Rcunvw. Vòg. Afr. III, p. 663. Due esemplari adulti da Adi Ugri estate 1910 (Racc. CHISINI). 102 F. CAVAZZA XI. Prionopidae. 30. Prionops cristata (RiùPP). Cat. B. Brit. Mus. III, p. 321. — RcHnw Vòg. Afr. II, p. 530. Un esemplare che diversifica dalla descrizione data dagli autori e dall’ abito di. alcuni esemplari osservati, per avere la testa dagli occhi fino all’occipite grigio sudicia anzichè bianca. Adi- Ugri estate 1909. (Racc. CHISINI). XII. Muscicapidae. 31. Melaenornis pammelatna (STANL.). Cat. B. Brit. Mus. III — Rcunw. Vég. Afr. II, p. 44r. Un g' ad. da Adi Ugri estate 1909. (Racc. CHISINI). 32. Tchitrea viridis (St. Mull.). Cat. B. Brit. Mus. IV, p. 354. — Rcanw. Vòsg. Afr. II, p. 505. Una® ad. senza indicazione precisa di località. (Racc. Cacciari). Tre g° ad. da Adi Ugri e dintorni; uno ha il piumaggio in gran parte bianco dei 5g” vecchi; estate 1gIo (Racc. CHISINI). Due 9 ad. da Adi Ugri, estate 191ro (Racc. CHISINI). XIH. Hirundinidae. 33. Hirundo urbica (L.). Cat. B. Brit. Mus. X, p. 87. — RcHnw. Vésg. Afr. II, p. 431. Un esemplare Juv. Adi Ugri, agosto 1909 (Racc. CHISsINI). XIV. Nectariniidae. 34. Nectarinia tacazze (STANL.). Cat. B. Brit. Mus. IX, p. 4. — RcHnw. Vés. Afr. III, p. 503. Due g da Adi Ugri, estate 1910 (Racc. CHISINI). Questi due esemplari diversificano dalla forma tipica de- scritta dagli autori pei riflessi metallici della testa e collo, che sono verde-bronzo anzi che rosso-bronzo. 35. Hedvdipna metallica (Licut.). Cat. B. Brit. Mus. IX, p. 8. — Rcunw. Véòg. Afr. III, p. 493. Un gd ad. senza indicazione di località (Racc. CACCIARI). PICC. COLLEZIONE DI UCCELLI DELLA COLONIA ERITREA 103 36. Cinnyris venustus fazoglensis {HeuGL.). Cat. B. Brit. Mus. IX, p. 39. — Rcunv. Vog. Afr. III p. 473 Un 3 adulto da Adi Ugri, estate IgIo (Race. CHiISINI). Un g' immaturo senza indicazione di località (Racc. CACCIARI). Una 9 adulta da Adi Ugri, estate 1910 (Racc. CHÙisini). 37. Chalcomitra cruentata (RùPP.). Cat. B. Brit. Mus. IX, p. 93. — RcHnw. Vòg. Afr. III, p. 462. Un 3 ad. da Adi Ugri, estate 1910 (Racc. CHISINI). XV. Coracidae. 38. Coracias garrulus (L.). Cat. B. Brit. Mus. XVII, p. 15. — Rcunw. Vég. Afr. Il, p. 217. Un esemplare giovane da Adi Ugri, estate 1910 (Racc. CHISINI). 39. Coracias abyssinus (Bopp.). Cat. B. Brit. Mus. XVII, p. 19. — Rcunw. Vòg. Afr. II, p. 219. Due ® ad. da Adi Ugri, primavera 1gro (Racc. CHisINi). Una ® ad. da Adi Ugri, primavera Igro. Un esemplare immaturo della stessa località e data (Racc. CHISINI). 40. Eurystomus afer (LATH.). Cat, B. Brit. Mus. XVII, p. 30. — Rcunw. Vòg. Afr. II, p. 228. Un esemplare adulto dell’ Altipiano eritreo (Racc. CACCIARI). Un esemplare ad. dintorni di Adi Ugri, agosto 1908 (Racc. CHISINI). XVI. Upupidae. 41. Upupa epops senegalensis (SW.). Cat. B. Brit. Mus. XVI, p. 4. — RcuHnw. Vòg. Afr. II, p. 385. Due esemplari ad. da Adi Ugri, estate 1909. 42. Irrisor senegalensis (VIEILL.). Cat. B. Brit. Mus. XVI, p. 19. — Rcunw. Vòg- Afr. II p. 341. Un esemplare ad. senza indicazione di località (Racc. CAcciIARI). Un esemplare ad. da Adi Ugri, estate 1909 (Racc. CHisini). Questi due esemplari hanno il becco lungo 43 e 45 mm. anzichè da 55 a 60 come dicono gli autori. Probabilmente ciò deriva dal sesso. Un esemplare giovane da Adi Ugri, inverno 1909 (Racc. CHISINI). 104 F. CAVAZZA XVII. Bucerotidae. 43. Bucorvus abyssinicus (Bopp.). Cat. B. Brit. Mus. XVII, p. 350. — Rcuanw. Vòg. Afr. II, p. 284: Un g' ad. senza indicazione di località precisa (Racc. CacciaRI). Un 3 adulto dai pressi del confine eritreo abissino sopra Adi Ugri, marzo 1908 (Racc. CHÙisini). Raro nell’ Eritrea setten- trionale e centrale. 44. Bycanistes cristatus (RùpP.). Cat. B. Brit. Mus. XVII, p. 417. — Rcunw. Vòg. Afr. II, p. 240. Un g' adulto della regione posta immediatamente a Sud di Adi Ugri, novembre 1909 (Racc. CHISINI). Non conosco che siano state notificate altre catture di questa specie nella parte centrale della Colonia, È comune nello Scioa e nel paese dei Galla. XVII. Meropidae. 45. Merops apiaster (L.). Cat. B. Brit. Mus. XVII, p. 63. — Rcunw. Vog. Afr. II, p. 320. Un g' ad. da Adi Ugri, aprile 1909 (Race. CHISINI). Due esemplari giovani, ottobre 1909 (Racc. CHIsINI)- 46. Merops nubicus (Gm.). Cat. B. Brit. Mus. XVII, p. 85. — Rcunw. Vòg. Afr. II, p. 329. Un 3 ad. da Adi Ugri, luglio 1909 (Racc. CHisini). 47. Aerops albicollis (VIELL.). (Ca, 18% Bn XVII, p. 76. — Rcunw. Vòg. Afr. II, p. 317. Un g ad. senza località precisa (Racc. CACCIARI). 48. Melittophagus lafresnavei (GUÉR.). Cat. B. Brit. Mus. XVII, p. 49. — Rcunw. Vòg. Afr. II, p. 304. Quattro esemplari ad. due dei quali catturati ad Adi Ugri ed altri due in punti dell’ Altipiano sopra l’ Asmara; primavera igro ed estate 1909 (Racc. CHISINI). Un esemplare giovane da Adi Ugri, agosto 191r0(Racc. CHISINI). 49. Melittophagus pusillus ocularis (RcuHw.). Cat. B. Brit. Mus. XVII, p. 47. — RcHNw. Vòe. Afr. II, p. 306. Un esemplare da Adi Ugri, maggio rori (Racc. CHÒsini). 50. 52. 53: 54. dI 56. 57: PICC. COLLEZIONE DI UCCELLI DELLA COLONIA ERITREA 105 XIX. Coliidae. Colius leucotis (RùPP.). Cat. B. Brit. Mus. XVII, p. 341. — RcHnw. Vòg. Afr. II, p. 204. Un esemplare ad. da Mairabri, dicembre 1892 (Racc. CAccIARI) Due esemplari ad. da Adi Ugri, estate 1910 (Racc. CHISINI). Colius macrourus (L.). Cat, B. Brit. Mus. XVII, p. 345. — Rcanw. Vòg. Afr. II p. 210. Un gd ad. da Adi Ugri, marzo Igri (Racc. CHISINI). XX. Capitonidae. Lybius tridactylus (Gwm.). Cat. B. Brit. Mus. XIX, p. 22. — Rcunw. Vòg. Afr. II, p. 124. Due esemplari ad. da Adi Ugri, estate 1910 (Racc. CHISINI). XXI. Picidae. Dendromus nubicus (Gm.). Cat. B. Brit. Mus. XVIII, p. 93. — Rcanw. Vòg. Afr. II, p. 245. Un g ad. da Adi Ugri, autunno r1gro (Racc. CHisini). XXII. Falconidae. Circus cvaneus (L.). Cat. B. Brif. Mus. I, p. 50. — RcHNw. Vòg. Afr. I, p. 534- Un gd ad, da Adi Ugri, gennaio 1910 (Racc. CHisini). Melierax metabates (HeucL.). Cat. B. Brit. Mus. I, p. 92. — RcHNw. Vòg. Afr. I, p. 544. Un g immaturo dall’ Asmara (Racc. Cacciari). Una 9 Juv. senza località precisa (Racc. ToRrcHI). Lophoaetus occipitalis (DAUD.). Cat. B. Brit. Mus. I, p. 271. — Rcunw. Vòsg. Afr. I, p. 582. Un esemp. giovane da Adi Ugri, estate 1910 (Racc. CHisINI). Aquila rapax (Temm.). Cat. B. Brit, Mus. I, p. 242. — Rcanw. Vòg. Afr. I, p. 587. Un esemplare giovane senza località precisa (Racc. ToRCHI). . 106 F. CAVAZZA 58. Buteo augur (RùpP). Cat. B. Brit. Mus. I, p. 175. — RcHnw. Vòsg. Afr. I, p. 592. Un esemplare non completamente adulto di Keren (Raccolta TORCHI). 59. Helotarsus ecaudatus (DAUD.). Cat. B. Brit. Mus. I, p. 360. —- Rcunw. Véòg. Afr. I, p. 598. Un esemplare giovane senza indicazione precisa di località (Racc. TOoRCHI). 60. Gypaetus ossifragus (SAVIGN.). Cat. B. Brit. Mus. I, p. 230. — RecHnw. Vòg. Afr. I, p. 601. Un 3g adulto dall’Asmara (Racc. Cacciari). 61. Mulvus aegyptius (Gm.). Cat. B. Brit, Mus. I, p. 320. — Rcunw. Vòg. Afr. I, p. 609. Un esemplare adulto senza indicazione di località (Racc. TORCHI). 62. Cerchneis tinnunculus (L.). Cat. B. Brit. Mus. I, p. 425. — Rcunw. Véòg, Afr. I, p. 641. Una 9 ad. da Adi Ugri, estate 1gro (Race. CHISINI). XXII. Strigidae. 63. Strix flammea (L.). Cat. B. Brit. Mus. II, p. 290. — Rcunw. Vòsg. Afr. I, p. 676. Un g' ad. senza indicazione di località (Racc. Cacciari). Questo esemplare dovrebbe, secondo la maggior parte degli autori, esser determinato come .S. flammea maculata, ma dopo aver confortato questo esemplare a molti individui colti in Italia, ed aver stabilito che il suo abito corrisponde esattamente ad una delle tante forme individuali che essa specie presenta irrego- larmente in ogni paese d’Italia, ritengo che sarebbe contrario al giusto apprezzamento del concetto di razza geografica il ritenere questa forma come una sottospecie distinta. XXIV. Psittacidae. 64. Paleornis cubicularis (HasseLo.). Cat. Bird. Brit. Mus, XX, p. 447. — Rcunw. Vég. Afr. Il, p. (24. Un g3' ad. da Adi Ugri, estate 1909 (Racc. CHISINI). SASHA) PICC. COLLEZIONE DI UCCELLI DELLA COLONIA ERITREA 107 65. Porcephalus meyeri (CRETZCHM.). Cat. B. Brit. Mus. XX, p, 374. — RcHnw. Vòg. Afr. II, p. 12. Sopra Adi Ugri, estate 1gro (Racc. CHUÙisini). Un esemplare immaturo senza giallo sulla testa e con del bruno fra il verde vivace della porzione più alta delle parti in- feriori. Questa esemplare dovrebbe ascriversi alla forma virescens . RcHNw. se ad essa si potesse attribuire valore di sottospecie, il che è ancora molto incerto. 66. Agapornis taranta (STANL.). Cat. B. Brit. Mus. XX, p. 509. — Rcuanw. Vòg. Afr. II, p. 20. Un g' ad. da Adi Ugri, estate 1910 (Racc. Cusini). XXV. Ardeidae. 67. Bubulcus ibis (L.). Cat. B. Brit. Mus. XXVI, p. 213. — Rcunw. Vos. Afr. I, p. 381. Un esemplare ad. abito invernale dall’Asmara(Racc. Cacciari). 68. Ardeola ralloides (Scop.). Cat. B. Brit. Mus. XXVI, p. 202. — RcHNw. Vòg. Afr. p. 374. .» Un esemplare immaturo senza indicazione di località precisa (Racc. CACCIARI). i 69. Ardea purpurea (L.). Cat. B. Brit. Mus. XXVI, p. 60. — Rcanw. Vòg. Afr. I, p. 377. Un esemplare giovane dei dintorni dell’Asmara, autunno 1910 (Racc. CHÙisini). go. Ardea melanocephala (Vic. CHILDR.). Cat. B. Brit. Mus. XXVI, p. 70. — RcHnw. Vog. Afr. I, p. 380. Un esemplare adulto fra Massaua ed Asmara, estate 1909 (Raccolta CHUisINI). XXVI. Ciconidae. 71. Abdimia abdimi (LcuT.). Cat. B. Brit. Mus. XXVI, p. 292. — Rcunw. Vòg. Afr. I, p. 343. Un gf ad. senza indicazione precisa di località (Racc. ToRCHI). 108 F. CAVAZZA XXVII. Scopidae. 72. Scopus umbretta (Gwm.). Cat. B. Brit. Mus. XXVI, p. 288. — Rcanw. Vòg. Afr. I, p. 353. Un g'ad. senza precisa indicazione di località (Racc. Cacciari). XXVIII. Plataleidae. 73. Platalea leucorodia (L.). Cat. B. Brit. Mus. XXVI, p. 44. — Rcunw. Vòg. Afr. I, c. 390. Un esemplare ad. senza indicazione di località (Racc. Cacciari). XXIX. Gruidae. 74. Bugeranus carunculatus (Gm.). Cat. B. Brit. Mus. XXIII, p. 267. — Rcunw. Vég. Afr. I, p. 262. Un esemplare ad. catturato nei pressi della linea ferroviaria da Massaua all’ Asmara, autunno 1909. Questo esemplare fu portato in Italia da un operaio addetto ai lavori della ferrovia fra molte altre pelli di uccelli comuni nell’ Eritrea. L’operaio che a me direttamente lo cedette disse di averlo acquistato da un lavorante indigeno che lo aveva cat- turato nei dintorni. Le catture più nordiche di questa specie ci- tate dagli autori sono una della Somalia (RuspoL1i) ed una dello Scioa (Ragazzi); cioè una sarebbe avvenuta a 5 gradi circa di latitudine Nord e l’altra a 9 o 10. Questa che io notifico è invece avvenuta proprio sul 15 grado di latitudine Nord. Per una specie che si estende dalla Colonia del Capo fino alla Somalia non è un grande viaggio il giungere da questa regione allo Scioa e all’ Eri trea, ma nondimeno questa cattura è assai importante per la fauna ornitologica della nostra Colonia. XXX. Otidae. 75. Otis melanogaster (Rùpp.). Cat. B. Brit. Mus. XXIII, p. 306. — Rcunw. Vog. Afr. I, p. 256. Una 9 ad. dall’ Asmara, luglio 1891 (Racc. Cacciari). Questo esemplare ha le parti inferiori senza nero. Un gd giovane da Adi Ugri, agosto 1909 (Racc. CHisIni). EA PICG. COLLEZIONE DI UCCELLI DELLA COLONIA ERITREA 109 76. Otis kort (BURCH.). Cat. B. Brit. Mus. XXIII, p. 324. — RcHnw. Vòg. Afr. I, p. 242. Un esemplare adulto, dintorni di Adi Ugri, estate 1909 (Rac- colta CHISINI). È la prima volta che questa specie viene catturata così a Nord. Le catture più nordiche fino ad ora note erano avvenute nello Scioa (ANTINORI, RAGAZZI) e rese note dal SALVADORI. Nondimeno è da osservarsi che l’ AnTtINORI non giudicò questa specie di comparsa accidentale nello Scioa, ma la disse “ non rara nelle valli dei Galan ,. Ciò rende più facilmente spiegabile la presenza di questa otarda nella nostra colonia pur non ren- dendola meno importante. XXXI. Oedicnemidae. 77. Oedicnemus oedicnemus (L.). Cat. B. Brit. Mus. XXIV, p. 4. — Rcunw. Vog. Atr. I, p. 195, Un esemplare ad. senza indicazione di località (Racc. ToRCHI). XXXII. Charadriidae. 78. Sarciophorus tectus (Bopp.). Cat. B. Brit. Mus. XXIV, p. 128. — RcHNw. Vog. Afr. p. 189. Un gd’ ad. da Adi Ugri ottobre igIo (Racc. CHISINI). XXXIII. Scolopacidae. 79. Machetes pugnax (L.). Cat. B. Brit, Mus. XXIV, p. 500. — RcHnw. Vog. Afr. I, p. 216. Un gd ad. senza indicazione precisa di località, febbraio 19II (Race. Cuisini). So. Himantopus himantopus (L.). Cat. B Brit. Mus. XXIV, p. 309. — RcHnw. Vòg. Afr. I, p. 207. Un esemplare ad. dall’ Asmara (Racc. Cacciari). XXXIV. Rallidae. 8I. Rougetius rougeti (GUER.). Cat. B. Brit. Mus. XXIII, p. 162. — Rcanw. Vòog. Afr. I, p. 275. Un esemplare ad. da Adi Ugri, estate 1909 (Racc. CHWÙiSINI), IIO - F. CAVAZZA XXXV. Turnicidae. 82. Turnix lepurana (A. Sm.). i Cat. B. Brit. Mus. XXII, p. 539. — RcHanw. Vòsg. Afr. I, p. 301. Un esemplare adulto da Adi Ugri, 18 gennaio rIoII (Rac- colta CHISINI). Il capitano CHISINI. inviandomi tale individuo mi scriveva: “ questa quaglia nana è rarissima in questa parte d’Eritrea e da lunghi anni pare non fosse comparsa ,. Ciò vien confermato dal | fatto che i raccoglitori di cui le catture mi son note non hanno mai riscontrata tale specie nè in Eritrea nè in Abissinia. XXXVI. Numididae. 83. Numida pilorhyncha (LcuT.). Cat. B. Brit. Mus. XXII, p. 379. — Rcunw. Vog. Afr. I, p. 445. Un gd ad. da Adi Ugri, dicembre 1910 (Racc. CHÙIsIni). Ha tutti i caratteri della forma tipica; le remiganti primarie corrispondono a quelle figurate dal GHic1 per le faraone tipiche dell’ Eritrea. 84. Numida ptilorhyncha major (HARTL.). Griei: Mem. R. Acc. Scienze, Bologna. Sez. VI, T. VII, pag. 831. Due 3g ad. da Seraè 2000 m. s. m., agosto 1910 (Racc. CHISINI). Due £ ad. da Seraè 2000 m. s. m. agosto 1910 (Racc. CHISINI). I quattro esemplari uccisi a Sereè al confine eritreo-tigrino sono tutti della forma w2070r e tanto le copritrici delle ali come le remiganti secondarie e primarie corrispondono esattamente a quelle figurate dal GHIGI per gli esemplari dell'Uganda. Ciò di. mostra che questa forma che il GHicr dimostrò essere una vera razza geografica, sì estende anche molto ad oriente dentro il confine Eritreo. XXXVII. Perdicidae. 85. Francolinus erckeli (RùPP.). Cat. B. Brit. Mus. XXII, p. 172. — Rcunw. Vos. Afr. 1, p. 471. Due esemplari giovani senza località precisa (Racc. CacciARI). Due g ad. da Mai Cattà 1950 m. s. m. oltobre 1gIo (Raccolta CHISINI). Una 2 ad. da Adi Ugri, dicembre 1910 (Racc. CÙsini). Il CHisini mi scriveva che questa: specie è numerosa a Mai Cattà e che il suo nome tigrino è “ Cogrà bdakati ,,. i al na : ; Ù da D IVO PICC. COLLEZIONE DI UCCELLI DELLA COLONIA ERITREA III 86. Francolinus sharpei (GRANT.). Cat. B. Brit. Mus. XXII, p. 164. — RcHnw. Vòg. Afr. I, p. 481. Due 3 ad. da Mai Eden (Seraè) 2000 m. s. m., ottobre I9I0 (Racc. CHISINI). Una 9 ad. da Seraè 2000 m. s. m., ottobre 1910 (Racc. CHISINI). Un g' immaturo sopra Adi Ugri, dicembre 1910 (Race. CHISINI). Un giovane da Seraè, ottobre 1910 (Racc. CHisini). 87. Francolinus gutturalis (RùpP.). Cat. B. Brit. Mus. XXII, p. 151. — Rcunw. Vòg. Afr. I, p. 486. Un 3g ad. da Seraè 2000 m. s. m., ottobre igIo (Raccolta CHISINI. 88. Ptilopachus fuscus florentiae (GRANT.). Cat. B. Brit. Mus. XXII, p. 256. — Rcunw. Vog. Afr. I, p. 500. Due g ad. da Seraè, ottobre 1910 (Racc. CHÙisinI). Gli esemplari fino ad ora osservati in Eritrea furono attri- buiti alla forma tipica, mentre la forma /lorentiae si attribuiva all’ Africa Orientale inglese. Io stimo che come questi due, così anche molti degli altri esemplari eritrei si debbano riunire alla razza geografica /lorentiae la quale ha evidentemente una grande area di diffusione nell’ Africa orientale. 89. Coturnix coturnix (L.). Cat. B. Brit. Mus. XXII, p. 231. — Rcunw. Vòg. Arr. I, p. 505. Tre g° ad. da Adi Ugri, marzo e dicembre IgIo (Raccolta CHISINI). Un gf ad. da Adi Ugri, aprile 1910 (Raccolta CHISINI). Due 9 ad. da Adi Ugri, marzo e novembre 1910 (Raccolta CHISINI). Una 2 ad. da Adi Ugri, maggio 1gro (Racc. CHISINI). I tre 3 uccisi in marzo e dicembre e le due 9 uccise in marzo e novembre hanno il solito abito normale, mentre LG ucciso in aprile e, sebbene con minore evidenza, la 9 uccisa in maggio presentano abito con tinte molto rossastre simile a quello delle così dette rosciole dei nostri paesi ed intermedio fra l’ abito tipico e quello della C. c. africana (TEM. ScHLL). go. Coturnix delegorguei (DELEG.). Cat. B. Brit. Mus. XXII, p. 243. — RcHnw. Vòg. Afr. I, p. 507. Un 3 ad. da Adi Ugri, autunno Igro (Racc. CHisINi). Una £ ad. da Adi Ugri, marzo 1gro (Racc. CHISINI). II2 F. CAVAZZA Il Cap. CÒÙisini inviandomi questi esempiari mi scriveva che tale quaglia è rara, e che si rinviene solamente di passo irrego- lare. Infatti credo che dei raccoglitori i quali percorsero I’ Eri trea solamente pochi catturarono esemplari di questa specie. XXXVIII. Pteroclidae. gi. Pterocles gutturalis var. saturatior (HART.). Cat. B. Brit. Mus. XXII, p. 25. — Rcanw. Vòg. Afr. I, p. 305. Due ad. fra Adi Ugri e Seraè, estate 1910 (Racc. CHISINI). o2. Pterocles lhchtensteini (TEM.). Cat. B. Brit. Mus. XXII, p. 29. — Rcunw. Vòg. Afr. I, p. sr1- Un g' ad. da Adi Ugri, estate 1gro (Racc. CHÙisini), Due ® ad. da Adi Ugri, estate 1910 (Racc. Chisini). 93. Pterocles quadricintus (TEM.). Cat. B. Brit. Mus. XXII; p. 32. — RcHunw. Vòg. Afr. I, p. 313. Un 3 ad. da Seraè, ottobre 1gro (Racc. CHÙIsIni). Questa specie sembra esser stata notata poche volte entro i confini della nostra colonia; la sua area di distribuzione fino ad ora nota rimane più ad occidente. XXXIX. Podicipedidae 94. Podicipes fluviatilis capensis (SALVAD.). Cat. B. Brit. Mus. XXVI, p. 513, — Rcunw. Vos. Afr. I, p. 18. Due esemplari (immaturi ?) dei dintorni di Adi Ugri, inverno Iigri (Racc. CuIsini). XL. Laridae. 95. Larus leucophthalmus (Tewm.). Cat. B. Brit. Mus. XXV, p. 219. — Rcunw. Vég. Afr. I. p. 48. Due esemplari ad. da Massaua (Racc. TorcHi). XLI. Sternidae. te) 96. Sterna media (HoRsr ). Cat. B. Brit. Mus. XXV, p. 86. — Rcumw. Vòg. Afr. I, p. 6o. Due esemplari ad. in abito invernale, da Massaua (Racc. CACCIARI), %& VI T. SALVADORI ed E. FESTA La Ghiandaia di Sardegna sa Alcuni ornitologi in questi ultimi tempi si sono occupati in particolar modo degli uccelli della Sardegna, specialmente sta- zionari, mossi, a quel che sembra, dal concetto che, trattandosi di un’ isola, !e forme abbiano subito |’ influenza dell’ isolamento e si siano perciò modificate. Così è sembrato che la Ghiandaia della Sardegna presentasse taluni caratteri pei quali fosse possi- bile distinguerla dalla Ghiandaia del continente Italiano, che si considera tuttora non diversa dalla specie tipica, cioè dal Gar- rulus glandarius del Nord d’ Europa. Due naturalisti tedeschi, quasi contemporaneamente, il KLEIN scampT e lo Tscnhusi hanno distinto la Ghiandaia sarda, il primo col nome di Garrulus ichnusae (Orn. Monatsb. Juni 1903, pag. 92), ed il secondo col nome di Garrulus glandarius sardus (Orn. Jahrb. Juli, 1903, p. 140). La differenza principale consisterebbe nelle dimensioni alquanto minori, specialmente quelle del becco. Il Dott. HarTERT, nella sua opera “Die Vògel der palaarktischen Fauna ,, ammette la forma sarda come distinta, indicando la lun— ghezza dell’ala di 5 esemplari da esso esaminati, compresa fra i 170 ed i 181 mm., laddove nella ghiandaia tipica quella lun- ghezza oscillerebbe fra i 185 ed i 196 mm. nei maschi, e 182 e 180 mm. nelle femmine. 1 I caratteri del colorito della forma sarda, secondo |’ HARTERT sarebbero i seguenti : Parte anteriore del capo bianchiccia, ma apparente- mente mai così chiara come nella forma tipica. Riîv. di Ornitologia. 8 114 TT. SALVABORI - E. FESTA Parti inferiori apparentemente mai molto chiare. Le parti superiori pressochè come nella Ghiandaia co- mune, ma non al tutto così grigie. Parte anteriore del petto con notevole tinta grigio-cene- rina, o grigio-ardesia. Miezizio (dielagieinttrieg blanco: Dei due più recenti ornitologi italiani l’ARRIGONI nel suo “ Ma- nuale di Ornitologia Italiana ,,, p. 482, confessa di non aver po- tuto apprezzare le differenze attribuite agli esemplari sardi e di aver trovato le stesse variazioni negli esemplari continentali. Il MartoRELLI poi (Uccelli d’Italia) non accenna in alcun modo agli esemplari sardi come diversi dai continentali. Tanto l ArrIGONI quanto il MarTtoRELLI menzionano che la Ghiandaia anche in Italia presenta due forme, indipendenti dai luoghi, e quindi al tutto individuali, una colla testa più chiara e coi lati della testa e colla gola tendenti al bianco, e |’ altra colla tinta della testa più scura e coi lati della medesima e colla gola volgente al bianco-cenerognolo. Inoltre nelle Ghiandaie italiane si osserva una notevole va- riabilità nelle macchie scure del pileo, in alcune ben distinte ed in altre quasi confluenti per modo da fare apparire il pileo quasi nero. Negli “ Uccelli , della “ Fauna d’Italia , a pag. 176, è men- zionato un esemplare di Sicilia, conservato nel Museo di Torino, avente le macchie nere sul pileo molto più larghe che non nei comuni esemplari, onde il pileo è più nereggiante. La stessa cosa abbiamo potuto riscontrare in un esemplare di. Sardegna. Dopo tutto ciò, venendo ora alla questione della forma sarda, dovrà questa essere accettata come veramente distinta ? I caratteri tratti dal colorito non ci sembrano di alcun valore specifico, verificandosi allo stesso modo negli esemplari continen- tali. Ci pare che il solo carattere che potrebbe avere qualche valore, consistesse nella differenza nelle dimensioni se pure essa è costante. Avendo avuto l’ opportunità di esaminare una notevole serie d’individui sardi raccolti da uno di noi (Festa) presso Pantaleo nelle montagne del Sulcis, aggiungiamo le dimensioni delle ali e del becco cbe sono quelle sulle quali, KLenscamipT, Tscnusi ed HarTERT principalmente si fondano, mettendole a confronto colle dimensioni degli esemplari continentali. ARCI TO HO #0 40 OR du Off olio ie, FOOTOriO FOTO NOTO FOTO, Macomer ala mm. 175. Redledats .; ste ig Barbagia , sid sazio? Pantaleo. asia Keo Pantaleandey Fa t92: Pantaleo ., lat. Roo! Pantaleo , ssa L7O: Pantaleo , sa 93 Pantaleo #45; a ezi08: Pantaleogi 6; ;, NS7T Bantaleo. #3, si 107. Esemplari Piemonte ala mm. 185. 5 A TALTIOO: hi si JU TITO: » ”» » 193. » » » 197. P Ù PP RERISS) Padova si OT Ca Oddo; sap193. Ca Oddo; 3 199% Cremona Ci; ALATO Padovano , IS LOAL Padola(Cadore) , 194. Ancona sa 1g agli05: Nolterra-., Seta ia Certaldo . , Pearce Lazio È VETO Bari È VARIO? Ostuni ni oa Benevento ,, sodio TOO: Majella * soa Cosenza", RIA Cosenza , MITO: Portoferraio mi. 1005 Lipari Ù SE LO2: LA GHIANDAIA DI SARDEGNA Esemplari sardi 9 Caltanisetta, ” culm. del becco mm. italiani culm. del becco mm. 1] TOI T. SALVADORI - E. FESTA - LA GHIANDAIA DI SARDEGNA Dall’ esame di queste cifre appare che negli esemplaric onti= nentali la lunghezza dell’ala varia da mm. 165 (Ancona) a 193 (Piemonte), laddove nei sardi l’ala avrebbe una lunghezza che oscilla fra i 167 ed i 177 mm. nelle femmine e fra i 179 ed i,182 mm. nei maschi. Anche la lunghezza del becco non presenta costanti diffe- renze; essa oscilla fra i 27 ed i 31 mm. negli esemplari conti- nentali e fra i 27 ed i 30 mm. nei sardi. Entro tali limiti ci sembra che neppure ie differenze nelle di- mensioni abbiano valore neppure per definire una sottospecie. Il materiale che ci ha servito per questo lavoro si trova in parte nel Museo di Torino, ma in gran parte ci è stato fornito dal Conte ARrRrIGONI DEGLI Oppr, al quale rendiamo vivissime grazie. Egli ci ha fatto sapere che recentemente anche la Ghiandaia della Corsica avrebbe ricevuto il nuovo nome di Garrwlus glan- darius corsicanus Lausmann, Verhandl. d. Orn. Ges. Bayern, XI, 1 Heft, p. 164 (1912)! n_____—"<="*%8%8tkz=—@—+———%=z2RzZRTv9v%xt1‘ CACCE » PASSAGGI Le Aquile nel Ticino. — L’ Aquila /wva, non infrequente nella regione dei laghi, cade sovente vittima dei cacciatori di montagna. Ecco le due ultime catture: a) 8,ix. Monte Tamar, femm. ad., apertura 210 cent., lun- ghezza 93 cent., peso 4,250 gim., unghia posteriore 60 mm. 5) 12,x. Alpe Bagno, Bellinzona, femm. giov., apertura 210 cent., lunghezza 91 cent., peso 4.150 grm., unghia posteriore 52 millimetri. GHIDINI A. Geneve (Musèum), 23.x. I9I2. Cicogna nera nel Veneto. — Mi pregio informare i lettori della Rivista che recatomi in questi giorni a Codroipo.(Prov. di Udine), potei colà osservare uno splendido esemplare di Cicogna nera, a mio avviso femmina giovane. Assunte informazioni potei sapere che l’ uccello era stato ucciso il giorno dell’ apertura della caccia (15 agosto) nella vicina località denominata Lonca. Venne preparato da un imbalsamatore di Udine ed ora è esposto al Caffè di Codroipo. i EuceNIio Bonò Portogruaro, 25 settembre 1912. Larus fuscus nel Trentino. — Comunico che il giorno 8 c mese il signor Tullio Monauni percorrendo per diporto in barca il lago di Caldonazzo, qui vicino, ha catturato un bell’ esemplar e di Larus fuscus o Zafferano. Era stato ferito in un’ ala con una fucilata e perciò nuotava soltanto sulla superfice delle acque. Venne preso vivo; la ferita leggera, subito medicata, non gl portò grave nocumento, tanto che vive tutt'ora. Nei primi giorn si mostrava mansueto, gli misero a disposizione pesciolini, gam beri, vermi terrestri e pane rammollito nel latte; ma mangiava pochissimo, rifiutava i vermi, mentre preferiva piccoli insetti. 118 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA Lasciato libero nel giardino del farmacista L. CRESCINI, migliorato della ferita e trovando fors’anco cibo più confacente, si fece più ardito e vivace, nè si lasciava più avvicinare come nei primi giorni; già subito aveva imparato la via per andare al suo rico- vero della notte ed immancabilmente vi tornava da sè tutte le sere. Da prima eravamo dubbiosi se trattavasi di un Larus marinus o del fuscus. Dalla tavola del Naumann, n. 26, fig. 2, e da quella dell’ ARRIGONI DEGLI ODpDI, fig. 5 tav. 89, nonchè dalle relative descrizioni mi convinsi ch’ era quest’ ultimo. Pergine, 16 ottobre 1912. i i Dr. Ruecero GRILLO Cattura di giovane “ Pastor roseus.,, — Alcuni giorni fa ricevetti da Lugo inviato dal sig. Pietro Ricci BortoLONI un uccello determinato da lui per un giovine Pastor roseus. Fu ucciso al capanno unitamente ad individui dello Sturnus vulgaris. Mi pare che il Ricci BortoLoni abbia dato nel segno. Infatti eccone i caratteri: penne del pileo più lunghette delle altre, becco giallo sotto, bianco sopra, gola bianco-sudicia, gozzo variato di macchiette brune-lanceolate centrali alle piume, petto e addome bianco-sudicio lavato di ceciato, ali brune marginate di biancastro come le doppie copritrici, pileo ed occipite cenerino-brunicci, groppone biancastro con tendenze al color isabella, penne della coda marginate appena di bianco, colle penne mediane ceciate, tarsi e piedi carnicini, unghie brune, penne dell’ occipite e delle copritrici arrotondate. Bologna, 25 novembre 1912. Prof. Pietro Rosati Glaucidium passerinum — Un nuovo esemplare di Civetta nana è stato preso nel decorso novembre nella Valle Calanca (Ticino) e mi fu rimesso freschissimo in carne dal prep. sig. A. GHipini. La Collezione Italiana già ne possedeva un altro preso a Padola nel Cadore nella Bandita del mio amico dott. EnRIcO Festa del Museo di Torino. Vultur monachus — Nel Fasc. I del II volume di questa Rivista, a pag. 32, trovo notata una nuova cattura di questa spocie; ora ne va aggiunta almeno un’ altra, perchè un esemplare di questa specie mi si informa esser stato preso nel Bergamasco presso Grassobbio sul greto del Serio nel dicembre 1906. Il signor PERLINI, giovane entomologo che mi dà la notizia, mi garantisce l’ identità della specie, ed aggiunge che il soggetto si conserva, benchè in pessime condizioni, da certo sig. Pietro ZANCHI. L’anno scorso comparve notizia sui giornali della cattura di un Corvo colossale nel Ravennate, ma la descrizione e le misure corrispondevano esattamente a quelle del Vultur monachus. Non fu possibile conoscere dove si trovi. vre- CACCE E PASSAGGI 119 Eryhrosterna parva — Nel centro di Bergamo è stato cattu- rato un esemplare adulto perfetto di Pigliamosche che ho identi- ficato in questi giorni nel Museo. Decembie 10972. G. MARTORELLI IL’ Oca collo rosso nel Veneziano. — Dal 5 al 10 del novem- bre u. s., nella mia Valle Zappa soggiornò un branchetto di otto Oche collo rosso o Brarta ruficollis; esse vivevano nel Lago di Gaorna che è largo e profondo; la specie è poi così appariscente che non può esser confusa con altre. Ebbi occasione di vederle in un giorno che mi recai a bella posta per osservare questi strani uccelli, così singolari erano le descrizioni che venivano fatte degli stessi. Dal torrino che s’erge sulla Casa di Caccia io potei osservarle benissimo in una radiosa giornata di sole, mentre tranquillamente se ne stavano pascolando vicino alla “ botte della Contessa ,. In lontananza, com’ ero, mi parve che cinque di essi fossero maggiormente coloriti e li supposi adulti, ai rimanenti mancavano le tinte brillanti e mi parvero giovani. Tentai di avvi- cinarli con ogni precauzione, ma ad oltre 500 metri il branco si involò, ed io non ignoravo per esperienza quanto sono uccelli accorti e di approccio difficilissimo. Però ritornarono dopo un paio d’ore a rilevante altazza, con volo rapido di oltre 70 kilometri all'ora, e dopo giri e rigiri di ricognizione si posarono nel sito abituale al largo sul lago, guardandosi e riguardandosi attorno con estrema diffidenza. Il 10 di sera li vidi ancora in Valle, Ii era giorno di caccia, il branco scomparve, ne fu più riveduto. Questa specie, essenzialmente asiatica, compare in Europa solo accidentalmente e non venne catturata in Italia che tre volte (Mantovano, s. d., Lombardia, 1833 e Scarperia presso Firenze, 1860). Ca’ Gddo di Monselice, li 4 dicembre 1012. ARRIGONI DEGLI ODDI Cattura invernale di Airone rosso. — Il giorno 8 corr. ho acquistato su questo mercato un bello esemplare di Airone rosso o Ardea purpurea proveniente da Foggia. E un maschio giovane in perfetto abito ed in condizioni tali da escludere assolutamente che possa essere stato in ischiavitù o conservato in frigorifero. Sembrami che tale cattura sia di eccezionale importanza, e per- ciò ho creduto opportuno di comunicarla ai lettori della “ Rivista ,. Firenze, 16 dicembre 1912. CARLO ZAFFAGNINI Comparsa di Edredoni. — Un grosso branco di circa 25 Edredoni (Somateria mollissima) dimorò nella prima metà dello scorso dicembre nelle vicinanze della Palude Fondello presso Chioggia. Essi facevano spesse scorrerie in mare, soprattutto in tempi burrascosi e furono veduti più volte nella prossimità di Porto S. Erasmo, del Lido e di Malamocco. Il giorno 9 incontrai il grosso branco compatto all’ altezza del Taglio Foscari, mi pas- 120 RIVISTA ITALIANA DI VORNITOLOGIA sarono ad un centinaio di metri dalla mia barchetta sfiorando l’acqua col loro volo diritto e celerissimo, potei constatare sicu- ramente che nel branco vi erano non meno di 8 individui maschi adulti, gli altri rivestiti di un piumaggio scuro erano femmine o giovani; tirai loro due colpi a grosso piombo, ma inutilmente e mi morsi le labbra !! Il branco viveva sempre riunito, quindi diffi- cilissimo da avvicinare, e negli specchi d’ acqua più vasti e pro- fondi inseguiti più volte prendevano tutti assieme il volo a di- stanze enormi dal cacciatore; il 15 del mese non vennero più riveduti e nessun individuo venne ucciso. L’ Edredone è da noi specie accidentale e molto rara, conosco però almeno zo individui catturati in Italia e conservati nelle varie Raccolte, cioè: Veneto (10), Trieste, Emilia (2), Toscana (2), Li- guria (4) e Puglie. Secondo me l'individuo del Lago di Lugano (1874) e i due delle Collezioni Camozzi-VeRTova e Dar Fiume sono catture dubbie. Padova, 29 dicembre 1012. Dott. E. ArRrIGONI DEGLI OppI Le catture dei migratori in Lombardia — I roccoli sono i migliori osservatori ornitologici, è stato detto: e delle catture di queste tese — le più importanti, se non per il numero per la qualità degli uccelli — devono tener conto gli studiosi che si propongono di associare al vero scientifico le esperienze quoti- diane della pratica. Le maggiori tese italiane colla rete si dividono in tre cate- gorie: il paretaio, il roccolo e la brescianella. Il paretaio sovrasta tutti per la quantità delle prese, la bre- scianella per la varietà, il roccolo o (oltre che per la estetica della preparazione del sito), per la qualità. Infatti, il roccolo è quasi esclusivamente alle prese del tordo e, in second’ ordine, del fringuello. Tutti questi tre sistemi di aucupio, paretaio, roccolo e bre- scianella, fanno quasi esclusivamente cattura di uccelli migratori, giacchè le specie sedentarie sono vittime a preferenza dei lacci e delle reti vaganti, sistemi oramai universalmente condannati. La stagione testè decorsa si annunciava una delle migliori. Il tordo, migratore costante, prometteva. questa volta, di dare la dimostrazione di essere, anzichè diminuito, sensibilmente aumeu- tato rispetto agli anni decorsi. Infatti, nei primi giorni di set- tembre furono catturati i primi esemplari, e il 16 è incominciato il passo classico, quello che da secoli, secondo i nostri registri, non falla mai. Il giorno 28 settembre, con cielo sereno, le prese segnarono una notevole ascesa, e il 29, con cielo nuvoloso e in molte parti piovoso nella seconda parte della giornata, si ebbe, imprevedu- tamente, la cosidetta furia. I roccoli migliori superarono quasi tutti il centinaio. Alludo naturalmente ai roccoli che hanno una larga rinomanza, come quelli di Capiago (Como), dì Ligurno (Varese), di Sombreno CACCE E PASSAGGI I2I (Villa d’Almè) e di Pitù presso Gandolfo (Bergamo), a citare quelli a me noti. Speravano quindi gli uccellatori di battere, in quest'anno, il récord delle catture; senonchè la pioggia insistente dei giorni successivi rovinò irrimediabilmente la stagione di caccia. i Bastò un cielo vario, dal giorno 6 ottobre, perchè i registri segnassero ancora numeri notevoli (80 a 100), ma fu breve paren- tesi nel precipitare oramai decisivo della stagione. Si ebbero pertanto queste curiose risultanze ; che roccoli come quelli di Copiago e di Ligurno che il 29 settembre supe- ‘ rarono il centinaio di tordi, a fine stagione e a conti fatti, arriva— rono appena a 700 tordi complessivamente, e che il roccolo del Pitù del dottor CarNazZI che lo stesso giorno 29 arrivò alla cifra imponente di 218 tordi, in tutta la stagione, tirate le somme non ne catturò che 600! (ripetiamo in tutte lettere seicento, per- chè non si creda ad un errore di stampa). Queste cifre dimostrano come le iperboliche catture di reccoli non siano che nella fan- tasia degli incompetenti. I fringuelli e montani ebbero un passo discreto, inferiore però alle aspettative. I roccoli di collina toccarono difficilmente il mi- gliaio; di quelli degli altri valichi ai confini del regno non ho potuto avere notizie, perchè abbandonati alle cure di persone che esercitano l’aucupio a scopo di mera speculazione commerciale e tengono celate le prese giornaliere. Le prese migliori, pei fringuelli, si ebbero dal 6 al 15 ottobre. I lucarini, frisoni e cesene fecero apparizioni insignificanti. Riassumendo: La stagione 1912 che si è aperta sotto i migliori auspici, e che nei suoi inizii si preparava a dare la dimostrazione della costanza delle due maggiori specie migratorie (tordo e frin- guello), è finita in una mezza delusione in causa delle piogge. Il che ha confermato l’antica esperienza che, al momento delle migrazioni, basta un improvviso cambiamento nel cielo, per ridurre all’impotenza tutte le insidie degli uccellatori di questa terra.... Milano, gennaio 1913. Luigi GASPAROTTO Il passo autunnale nel 1912, — Una delle principali carat- teristiche del passo autunnale ultimo è stata la deficenza insolita di beccacce, lamentate dovunque, fuorchè in Calabria dove del resto il passo è stato abbondante per tutte le specie di uccelli in genere: quivi nella prima decade di novembre anche le quaglie passarono in numero discreto, come non si ricordava da molti anni. Buono, ma breve, il passo dei colombacci in Liguria ai primi d'ottobre e più tardi nell’ Italia centrale; straordinario per abbon- danza nella pineta di Ravenna. Abbondante, ma a periodi brevi ed irregolari, è stato in ge- nere il passo dei tordi e abbondantissime le lodole, specialmente nell’ Italia meridionale. Palmipedi pure irregolari, ed in genere piuttosto scarsi. Degno di menzione un rastello di folaghe nella riserva di Pineto a Por- togruaro nella prima metà di decembre, durante il quale furono uccisi 1135 uccelli. i A. G. LIBRI ERIVISTE I. RASSEGNA DI PERIODICI Revue Frangaise d’ Ornithologie, publiée par M. DemsE et A. MenEGAUX, Paris, H. Tessier, à Orleans. IV année. N. 36, 7 Avril 1912. MiLLet-Horsiyn “ Notes Ornithologiques sur la Tunisie ,, parla (pp. 267-271) degli uccelli da lui osservati in Tunisia durante una guarnigione di quattro anni e mezzo, cita 43 specie di Rapaci, lo Struzzo e 11 Passeracei; ricordo Gyps fulvus ed occidentalis, Vultur monachus ed auricularis, il Milvus aegyptius, Falco sacer, barbarus, Bubo ascalaphus, Picus minor ledouci, un Falco ucciso presso Gabes da determinarsi e che, a quanto dice, sembrerebbe un giovane di fe/deggi; separa infine i soggetti piccoli di Gheppio col nome di Zirmmunculus minutus (continua). — SNOUCKAERT v. ScHauBure “ A propos de “la Chasse des Grives au Fusil ,, de M. pe La Fuve (pp. 272-273). — ScHuLER J. “L’ Elevage de l Autruche a Madagascar ,, parla dell’ allevamento dello Struzzo tentato al Madagascar con buoni risultati. — Bain R. “ Cata- logue raisonné des OQiseaux du Canton. de Nemours , termina (pp. 275-279) il suo articolo sugli uccelli di Nemours elencando altre 44 specie e quindi un totale di 167; tra gli uccelli accidentali cita Nycticorax europaeus, Stercorarius pomatorhinus e parastitcus, Cygnus olor, Chenalopex aegyptiacus. — MeneGAUX A. “ Repro- duction des Aigrettes en captivité ,, parla brevemente (pp. 279- 280) della riproduzione in domesticità degli Aironi bianchi nel Giardino del “ Museum ,, e nell’ India. — Nel “ Notiziario ,, (pp. 280- 282) PARIS P. parla della diminuzione degli uccelli in generale nelle vicinanze dì Digione. — Des ABBAYES della 7zckodroma in domesticità. — GuHÒipini A. sulle migrazioni della Cicoria ciconta. — DeLeuiL R. sulla cattura del 7arnzunculus vespertinus nelle Alpilles. — VAUCHER A. sulla distribuzione geografica della Cyaropica cookt, dice che manca nel Marocco. — ReBoussin R. sul passo dell’ Aszo brachyotus. — MenneuraT V. sul passo della Nucifraga nel Dipar- timento d’ Allier. — Bibliografia (p. 282). © LIBRI E RIVISTE 123 Nk 37070 Mat rk9N24 Paris P. “ Oiseaux fossiles de France ,, dà (pp. 283-298) una lunga lista degli uccelli fossili osservati in Francia, con le loca- lità ove vennero trovati i resti dei medesimi ed unisce la lista alfabetica delle opere citate. — DeLamaIn J. “ Reproduction des Becs-Croisés en Charente au Printemps IgII., (pp. 298-302). — Germain R. “ Sturnidés de la Cochinchine frangaise ,, illustra (pp. 302-305): Sturno-pastor temporalis, Acridotheres cristatellus e Sturnia burmanica. —- Denise L. “ Les volières des. MepicIS d’ après MonTAIGNE et ALDROVANDE , parla (pp. 305-308) degli Uccelli che vivevano nelle Uccelliere della Villa di Pratolino presso Firenze appartenente alla Casa Mepici e che sono ricordati dal MontaIGnE (1581), dall’ ALpRovanDpI ed illustrati dal Licozzi, cita Steganura paradisea, Cardinalis cardinalis, Passer indicus ecc. e riproduce le tavole del Licozzi, che illustrano le due prime specie. — Nel “ Notiziario ,, (pp. 308-313) Morcue M. e Mincaup G. parlano di un Gypaéttus citato già da Hugues A. come preso nel Gard nel n. 35 delia “ Revue ,,, dice che trattavasi invece di un Bufeo. — KircHNER A. sulle migrazioni delle Rondini. — Lavaupen L. sulla cattura di due Cyazopica cook: nel Delfinato, marzo 1897, dice che sono autentiche. — Devy L. sull’ effetto del freddo su piccoli uccelli esotici. — Fuve M. DE LA, sui passaggi osservati nel igii. — CHasor F. e Seguin-JarD E. sulle catture di MNucifragae rispet- tivamente nella Somme e nella Vandea. — Hugues A. sulla scom- parsa dell’ Ectopistes migratorius che egli addebita, oltre che ai massacri inconsiderati, anche a qualche malattia epidemica. — CosTREL DE CoRAINVILLE sopra una cattura del Larus sabdizei avve- nuta in Bretagna nel novembre rgiri. — Seguono notizie sulle ricerche iniziate dal BureAU per avere dati onde stabilire le reci- proche età della Caccabis rufa — sull’addomesticamento del Ma- rabout — su ibridi domestici tra Passeracei ecc. — Bibliografia (Pp. 3132314). INC 383987] in Signa: MiLcer Horsin “ Notes ornithologiques sur la Tunisie ,, con- tinua (cfr. aziea p. 271) il suo articolo (pp. 315-318) sugli Uccelli della Tunisia, cita una trentina di Passeracei, ricordo Loxza cur- virostra, Rhamphocoris clotbey, Ammomanes, Certhilauda deser- forum e duponti, Galerida ecc. — Brasit L. “ Sur l origine des Casse-noix observés en Ior1 dans l’ Europe occidentale ,, dice (pp. 318-316) che i soggetti osservati appartengono alla forma siberiana o Nwucifraga caryocatactes macrorhynchus. — D’ AREN- BERG E. “ Choses d’ Autourserie ,,, notizie biologiche sull’ Aséur palumbarius (pp. 319-322). — DeLAMAIN J. termina (pp. 322-325) il suo articolo “ Reproduction de becs-croisés en Charente au Printemps I9II , (cfr. antea p. 302). — VincENT P. “ Visite à une Collection vivante d’oiseaux insectivores ,, parla (pp. 325-328) di uccelli tenuti vivi dal sig. TH. ALEXANDROPOULUS, tesse un inno all’ utilità che gli insettivori apportano ai campi ed alle foreste, con- clude per la protezione degli stessi. — Nel “ Notiziario ,, (pp. 328- 124 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA Ai 330) MenEGAUX A. parla sulla forma degli anelli da adottarsi per inanellare uccelli allo scopo di ricerche sulle migrazioni. — Hugues F., Vittarte pes PruGNnES H., Pfan DE Sarnt-GILLES ]|., ReBoussIn R., Eroc G., LASNIER J. sulle date d’ arrivo e migra- zioni in genere nei dipartimenti dell’ Aisne, Allier, Eure-et-Loire, Loir-et- Cher, Sarthe, Seine-et-Marne. — ANFRIE E. su una coppia di Procellaria glacialis presa nel novembre u. s. sul litorale della Vandea. — AuserT C. sulla P/atalea leucerodia.-- Cuasor F. sul Coracias garrulus — ed infine seguono notizie sulla nomina fatta dal Ministero francese di una Commissione per stabilire, su basi scientifiche, una classifica degli uccelli locali in utili e dannosi e la lista dei Membri della medesima, nella quale troviamo i nomi di Bureau, Denise, MeNnEGAUX, RaspaiL, TERNIER ed altri. N. 39, 7 Juillet 1912, MiLLet-Horsin “ Notes Ornithologiques sur la Tunisie ,, con- tinua (pp. 381-334, cfr. antea p. 318) il suo articolo sugli Uccelli della Tunisia, elencando altre 50 specie di Passeracei, noto Lazzus algeriensis e dealbatus, Ruticilla erythrogastra, Saxicolae e Dro- molaeae, Merula torquata, Crateropus fulvus, Parus major, ultra- marinus e ledouci. — VaucHER A. “ Causerie sur Ofis farda , parla (pp. 334-337) del piumaggio che osservò in una coppia di Otis tarda del Marocco, del colore delle uova ecc. — GERMAINR. termina (pp. 337-338, cfr. antea p. 305) il suo articolo “ Sturnidés de la Cochinchine Frangaise ,, illustra eterorsis malabaricus, H. sericeus, Gracula religiosa. — Fuyve M. pe La. “ A propos d’ une espèce de Grive commune ,, torna sull'argomento confu- tando l’ articolo SNoucKAERT (cfr. artea p. 272), dice (pp. 339-340) dell’ esistenza delle due forme Zurdus musicus e clarkei, egli però ammetterà la seconda dopo seri studi, al cui scioglimento giove- ranno assai numerosi inanellamenti. — ViLLatTE DE Prucnes R. “ Variété blanche de la Buse ordinaire ,, dice (p. 340) che esiste una varietà bianca costante del Bufeo bduteo e la descrive. — Bacon R. “ L’ hivernage des Oiseaux indigènes et exotiques en plein air, (pp. 340-343). — Nel “ Notiziario , (pp. 343-345) Gu pINI A. parla di un Falcone catturato a Locarno, Lago Maggiore. — Devv L. sui Passeracei che cantano avanti il levar del sole. — Paris P. sul melanismo transitorio nel Coccottraustes. — PRINCE Db’ ARENSERG sulle abitudini ed il nutrimento degli Uccelli pela- gici. — Bon M. sulla Cettra cettt. — Secuin-JARD E. sul passaggio di Crocieri nella Vandea. — CHagor F. sulla cattura di un Buphus comatus, giugno 1gio nella Vallata della Senna. — Bibliografia (pp. 345-346). INSIZTOR7A AO IO,2, DuerpEn JJ. E. dirige (pp. 347-349) alla “Revue , una lettera sulla Raccolta delle penne di Struzzo che si fa nello Stato del Sud-Africa, nella quale ribatte certe accuse di crudeltà che risul tano del tutto infondate. — Paris P. “ Le Casse-Noix en Cote- d’Or ,, (pp. 349-351) con disegni schematici dei becchi delle due forme visti dal disopra e di profilo. — MuiLLeT-Horsin “ Notes LIBRI E RIVISTE 125 Ornithologiques sur la Tunisie ,, continua (pp. 351-354, cfr. antea p. 337) il suo articolo sugli Uccelli della Tunisia, elenca altre 24 specie, tra le quali ricordo St#a caesta (con ogni riserva), Zurtur senegalensis, quattro specie di Pterocles, Coturnix persica, cita una femmina di Gallo (Coll, Borfrio), che somigliava assai ad una Gallina di Bentham, dice che venne uccisa nel 1906 da un branco di uccelli consimili che non vennero poi più riveduti. — MENE- GAUX A. “ A propos des petits Oiseaux , (pp. 354-355)- — Marion M. “ Note sur le Grand-Duc en Còote-d-Or ,, parla (pp. 355 356) sulla distribuzione del grande notturno nel Dipartimento stesso, che è favorita da speciali condizioni orografiche. — MFEILHEURAT V. “ Persistance des instincts chez les Canards sauvages conservés a l’ état domestique ,, (pp. 356--359). — Nel “ Notiziario ,, (pp. 359- 362), MerrueuraT V. parla della cattura di un 5udo bdubdo nel Nièvre. — ReBoussin R. sull’ apparizione della Motaci!a yarrelli nella Loir-et-Cher. — DeLeuiL R. sulla cattura dell’ Embderzza ru stica nel Crau. — PRINCE D'ARENBERG sulla varietà bianca di Poiana menzionata da ViLLatte (cfr. antea, p. 340), che non la crede costante e ne spiega le ragioni. — L’HeRMITTE /J. su cat- ture di Colymbus glactalis in Provenza. — Paris P. sullo stesso uccello preso lungo la Saona. — ReBoussin R. su nidificazioni precoci, 28 febbraio, di 7rog/odytes parvzlus e sulla cattura del Falco aesalon nella Loir-et-Cher. — Mingaup G. su un uovo ano- malo di Gallina. — Devy L. sopra un’ anomalia di tinta osser- vata in un Uraeginthus phoenicotis. — Bibliografia (p. 362). N. 41-42, 7 Sept.-7 Oct. 1912. DuBois ALPH. “ A propos du Mainate de Cochinchine et relevé du genre Gracula , parla (pp. 363-364) del gen. Gracula, del quale riconosce 14 forme distribuite nell’ isola di Ceylon, India meri: dionale ed Indocina. — CHaiGnon pe, “ Sur la Nourriture de quelques Oiseaux , dice (pp. 364-367) che l’ Accipiter nisus è molto dannoso. ma che altrettanto non può dirsi del Falco tnnunculus e del Suteo. — MiLLeT-Horsin continua e termina (cfr. antea p. 354) le sue “ Notes Ornithologiques sur la Tunisie ,, parla (pp. 367-375) di 116 specie di Trampolieri e Palmipedi tra le quali parecchie nordiche, come 7ringa canutus e platyrhynchus, Phalaropus hyper- boreus (fide BLanc), Bernicla leucopsis ?, Clangula glaucion, Larus marinus Larus niveus? ecc. — Miret A. “ Oiseaux nuisibles “ a perpetuité ,. — PaRrIs P. “ Observations Ornithologiques (Còte-d-Or IQII),. — DeLAMAIN J. “ La Migration en Charente au printemps de 1912 ,, (pp, 377-380). — MerLHEuRAT V. “ A propos des Oiseaux ‘dits ébourgeonneurs ,- — Secuin-Jarp E. “ Notes sur le Porphy- rion bleu, captaré et reproduction ,, parla (pp. 381-382) della cat- tura nella Vandea di un individuo di Pollo sultano, che egli tenne lungamente in domesticità e di una coppia che ebbe a riprodursi, fatto piuttosto raro. — Nel “ Notiziario ,, (pp. 382-386), CostREL DE CorarnviLLE parla della cattura di un Colombo inanellato e del passo dei Crocieri in Bretagna. — GuHIpINT di catture di Co- lombi inanellati. — Paris P. dell’ agevolezza dell’ Anas doscas in domesticità. — Secuin-Jarp E. della muta dell’ Ordemzia nigra. — \ 120 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA Marion M. della cattura del Pardon haliattus nella Cote-d-Or. — DeLamain ]. delle date d’ arrivo delle Rondini nella primavera 1912 nella Charente. — Lavaupen L. sul passo del 7inzunculus vesper- tinus nel Delfinato. — L’ HerMiITTE ]J.sulla livrea del giovane della specie suddetta. — Bibliografia (p. 386). N. 43, 7 Novembre 1912. MenEGAUX A. “ Etude d’ une Collection faite par M. Reinburg aux Environs de Banos sur le Haut Pastaza, Equateur , parla (pp. 387-391) di una Raccolta d’ Uccelli dell’ Equatore, illustra 88 specie tra le quali come nuova /Ycol/aptes warszwiczi aequatorialis. — Eroc G. “ A propos des Cailles ,, parla (pp. 391-392) sulle migra- zioni delle stesse. —— CoLLincwoop Incram “ The black-throated and black-eared Chats ,, scrive (pp. 392-395, c. fig.) della Mona- chella o Saxzcola stapazina e della Monachella golanera o .S. me- lanoleuca, ambedue vanno soggette a notevoli variazioni nelle varie regioni del loro abitato e formano razze geografiche, l'A. parla delle stesse riconoscendo le seguenti forme specifiche: Saxz- cola stapazina con la forma occidentale o .S. s. aurita = S. caterinae, S. hispanica melanoleuca = S. melanoleuca con la forma orientale o S. h. xanthomelaena e \ occidentale o S. %. hispanica = S. occi- dentalis, delle stesse dà la sinonimia, la descrizione dei maschi e la distribuzione geografica. — ViLLatTE pes Pruenes R. “ Cata- logue raisonné des Oiseaux observés dans l’ arrondissement de Montlucon ,, enumera (pp. 396-403) 124 specie, tra le quali Buzeo v. alba, Accipiter nisus v. major e Circus cineraceus v. montagui, che non possono venir ritenute forme distinte; offre brevi notizie sulla frequenza di cadauna specie con note sulle migrazioni, cioè date d’arrivo e di partenza del Cuculo, del Corvo e del Rusi- gnolo nel periodo 1895-1911- -—— Paris P. “ Hardiesses d’ oiseaux de Proie ,, (pp. 403-405). — Nel “ Notiziario ,, (pp. 405-408) TrouessaRT E. parla dello scoloramento delle piume degli uccelli. — Dacuin F. sul Buplus comatus catturato nella Còte-d-Or. — BoscHE fils su fatti biologici. — Decoux A. sul Carsodacus mexicanus in cattività- — ANFRIE E. sulle livree dell’ Z7oudara undulata. — TeR- NIER L. sulla nidificazione e l’ incubazione di Anitre in libertà ed allo stato domestico. — PiccHi C. sopra un individuo di Cyaro- pica cookt comperato sul mercato di Nizza e conservato attual- mente al Museo di Firenze, di esso e degli altri che si dicono catturati nel Gard, nel Delfinato ed in Linguadoca 1’ A. non crede ben sicure le relative provenienze, —- “ Necrologie, AmfpFE DE- LAURIER e GaLien Mincaup (p. 408). — Comptes Rendus et Ana- lyses (pp. 408-410). Bulletin de la Société Zoologique de Genève, année 1911, Tome I, fasc. 17-19, parus fin Juin 1912. — Genève, au Siège de la Société à Genève, 1912. Nei processi Verbali delle Sedute (pp. 360-374), DecruE E. parla del passo autunnale del Ga/lrnago major nelle paludi di Divonne. — GHipini A. sulla cattura di Nocciolaie presso Gi- nevra. — Poncy R. sul contenuto degli stomachi di .Somzaterza e Nn SRI SIE LIBRI E RIVISIE 127 mollssima e Hydrochelidon nigra. — Core C. sulla cattura di un Neophron percnopterus nelle Alpi svizzere. — PancHAUD sulla cat- tura di un’ Oidemia nigra, specie rara nella Svizzera. — DE SCHAECK sulle migrazioni del Tinnunculus vespertinus anche in epoche pas- sate. — Hugues A. comunica a mezzo del sig. DE SCHAECK oSsSEr- vazioni sul passaggio dai Gruccioni nel 1grI nel dipartimento del Gard, Francia. — Poncy R. presenta (pp. 375-392) la traduzione dell’ articolo di S. Bururcin di Wesenberg sulle località di ripro- duzione della R/odostethia rosea nel delta del Kolyma, il più ‘orientale dei grandi fiumi del bacino orientale artico, ed ove nel- l'estate del 1905 egli raccolse 36 pelli e 36 uova di quel bellis- simo uccello, unisce infine sei fotografie di paesaggi visitati dal ButurLIN stesso. — Poncy R. “ Palmipèdes hòtes de la rade de la Ville de Genève ,, (pp. 394-397) con la numerazione di 22 specie osservate ed una fotografia. Le Gerfaut. - Revue de la Societe Ornithologique du Centre de la Belgique, 2.° année, N. 6, septembre 1912, Louvain, Edit. bi Gare gi012: TanT A. “ Bureau de migrations ,, annuncia (pp. 81) la co- stituzione di un “ Bureau de migrations ,, allo scopo di ricerche sulle migrazioni, invita. gli amatori d’ Ornitologia di prestare il loro concorso sia con inanellamenti, sia inviando notizie ed osser- vazioni personali. — Tanr E. “ Nos Hirundinidés (pp. 82-84). — MarrLor “ Remarques sur la biologie du Coucou ,, comunica (pp. 85-88) osservazioni sulla vita del Cuculo. — Duponp C. “ Une question de Migration , parla (pp. 88-91) dei soggetti di specie migranti che non abbandonano il paese, ma vi soggiornano inin- terrottamente e crede debba trattarsi di soggetti nati e cresciuti nel paese stesso. — Le Granp J. “ Des differents plumages du genre Goeland ,, (pp. 91-92). — Nel “ Notiziario ,, (pp. 95-96) vi sono notizie d’indole locale di Dupdnp C. sull’ Aegralitis dubius e sulla Motacilla alba. N. 7, Octobre 1912. TanT E. termina (pp. 97-102) il suo articolo sulle Rondini in generale, rilevando la grande utilità che apportano, ed insistendo perchè vengano validamente protette. — Coopman L. “ La pie- grièche serait-elle apivore? , comunica di aver osservato (pp. 103- 105) una coppia di Lanius collurio che cacciava api, e si domanda se questo sia un caso isolato o comune. — M. pe CONTRERAS “ T'alouette Cantarelle , crede (pp. 105-107) che |’ A/auda can- tarella giunga anche nel Belgio e dice che volgarmente viene distinta col nome di “ alouette russe ,. — DuBors ALPH. “ Tableau analytique des Cacatuidés divide (pp. 107-111) i Cacatuidae in cinque generi: ‘Microglossus con due specie, Callocephalon col solo C. galeatum, Cacatua con 15 specie, Licmetis con due e Ca- lopsitta con la specie unica C. movae-hollandiae, e dà sommaria- mente i caratteri delle singole specie che compongono i cinque generi. 128 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA Dansk Ornithologisk Forenings Tidsskrift, redg. O. Hecms, Kjebenhav, H. H. l'hieles Bogtrykkeri. 6 Aargang, haefte IV. Oktober 1912. Contiene: HaceRUP A. “ Meddelelser fra de Danske Orni- thologiske Stationer for IQII , (pp. 159-211). — KLincE M. “ Besog paa Fano i Pinsen 1gri ,, (pp. 212-229). — “ Notiziario ,, (pp. 229- 239) con Correr R. “ En Jagttagelse om Gogen ,,. — JOHRGENSEN TH. “Hvorledes anbringer Gogen sit aeg i en Rede, der er Over- daekket ?. — Petersen O. G. “ En Vinters fugle y landbohojsko- lens have ,. — Lo stesso A. “ Sydlig Nattergal ,. — HeLms O. “ Mere om den sydlige Nattergal ,,. - RuBow C. “ Hettemaageaegs forvinden fra Rederne ,. — THomsen B. “ Gul Vipstjert (Mota- cilla flava (typica ?)) y det rode bav ,. — ARcranpER H. “ Nogle Varieteter fra Stevns (Pica caudata, Hirundo rustica, Alauda ar-. vensis, Turdus pilaris, Passer domesticus, Emberiza miliaria e Perdix cinerea). — HeLms O. “ Afdod Ornitholog ,, (pp. 239-240). — Index (pp. 241-249). — Foreningsmeddelelser (pp. IX-XIX). — Elenco dei Soci (pp: XIX-XXVIII). — Frontespizio ed indice del contenuto dell’ annata 6.*, 1911-1912. Avicultural Magazine, edited by J. Lewis BonHoTe, London, West, NEWMAN a. Co. 1912. Third Series, Vol. III, N. 5, March 1912. DopswortH P. T. L. “ Notes on some habits of the Sphe- nocercus sphenurus , (pp. 129-135) con tav. col. (continua). — Currey K. “ Bullfinches. — Aintey J. W. “ The Parson Bird ,. — Sera-SmitH D. “ Foreign Birds at the Crystal Palace Show ,, cita (pp. 138-140): Psiftinus incertus, c. fig., C.thoracica, Dacnis nigri- pes ecc. — “ Bird Notes frém the Zoological Gardens , by the Curator. — Correspondence, Notes, Reviews (pp. 142-145). — JoHnnstone Mrs. “ Practical Bird-keeping, Touracous, Bower Birds and Birds of Paradise ,, parla del modo pratico di tenere in dome- sticità varie specie di Uccelli, e sono soprattutto interessanti le notizie relative al DiphyMlodes hunsteini, alla Paradisea apoda e raggiana. — Infine PuicLips J. C. e Sr. Quintin W. H. danno importanti notizie sull’ allevamento del Lophophorus impeyanus. — Report of the Council Meeting and appointment of Mr. Gill’s Suc- cession. N. 6, April 1912. Smta B. C. “ The Display of the Cerzorxis satira (pp. 153- 156)} con tav. (col. i Atszertey HH, (€ The Bleu Thrushland Hangnest ,. — SrapLes-Browne R. “ Diary of Birds seen on the White Nile, Part I, (pp. 157-164), dà il diario circonstanziato di un viaggio fatto lo scorso inverno risalendo il Nilo Bianco, parla dei vari animali osservati con interessanti note e ricorda tra altro: Passer luteus, Dendrocyna viduata, Balearica pavonina ceciliae, Grus LIBRI E RIVISTE . 129 virgo, Struthio camelus, Ibis hagedash, Balaeniceps rex (continua). — Warren Vernon E. “ Military Starlings ,, nota sul Zyapealis de philibpi. — DopswortH P. T.L. termina (cfr. aztea, p. 135) il suo articolo sullo Sphenocercus sphenurus in domesticità, dice che la detta specie presenta il curioso fatto che i soggetti domestici hanno il piumaggio differente da quello dei selvatici, e ne mette in raffronto le relative descrizioni. — “Bird Notes from the Zoological Gar- dens, by the Curator ,, ricorda (pp. 169-170): seudotantalus ibis c. fig. ed un esemplare del gen. Ch/oephaga. — Correspon- -dence, Notes, Reviews (pp. 170-174). — Practical Bird-keeping, XIV, How to Breed Birds by J. Lewis BonHoTE ,, dà ottimi rag- guagli sul modo col quale si può ottenere buone nidificazioni di uccelli in domesticità, dice che ciò dipende dalla maniera con la quale devono essere tenuti e dà opportuni consigli in argomento. N. 7, May 1912. Brock E. J. “ Hunstein' s Bird of Paradise ,, parla (pp. 181- 182) del Diphyllodes hunsteini dall’ A. tenuto in domesticità, e ne figura i due sessi. — SrapLes-Browne R. continua (pp. 182-185) il suo diario sugli Uccelli veduti nel suo viaggio lungo il Nilo Bianco (cfr. antea, p. 164), cita: Hirundo savignyi, Scopus umbretta, Ardea goliath, Oena capensis e Grus paradisea (continua). — BampryL Mrs. pe “ My Experiences in Aviculture (pp. 186-189). — Harping W. A. “On the Breeding of a Hybrid Lorikeet and other Aviary Notes ,, (pp. 189-195). — Asrtevy H. D. “ The Bleu Chaffinch of Tenerife ,, parla (pp. 195-197) della Fringe/la teydea dall A. osservata in domesticità a Puerto Orotava, della sua di- stribuzione, della crescente rarità e della riproduzione. — “ Bird Notes from Zoological Gardens , by the «CuRATOR, sono citati (pp. 197-199): Cyanocorax affinis, Icterus xanthornus, Ara severa, Cygnus melanocoryphus con figure degli adulti e del giovane da nido, ecc. — Correspondence, Notes, Reviews ,, (pp. 199-204). — BurLer A. G. “ Practical Bird-keeping, XV, Larks (pp. 205-208). N. 8; June 1912. Finn F. “ Notes on Sexual Selection ,, parla (pp. 209-217) della celebre teoria di Darwin sulla Selezione sessuale fondata sulla superiorità d’ esteriore degli uccelli maschi, che sarebbe dovuta alla scelta fatta dalle femmine dei maschi più belli e più forti nelle più antiche età; dice che tale teoria è poco accertata, e che prin- cipalmente le esperienze degli avicultori potranno dare affidamenti sulla sua veridicità più o meno apparente, esamina brevemente le differenti forme prese quali differenze sessuali tra gli uccelli, come colore del maschio in rapporto con quello della femmina e viceversa, ornamenti sessuali, sproni, caruncole ecc., vari generi di corteggiamento, cioè fatti con mosse, danze, canto, ecc. e per tale disamina sceglie soprattutto esemplari di specie ben note agli allevatori d’ uccelli. — SrapLes-BRowne R. contina e termina (pp. 218-222) il suo diario sugli Uccelli osservati lungo il Nilo Riv. di Ornitologia. 9 I 30 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA Bianco (cfr. azéea, p. 185) e cita tra altro: Leptoptilus crumeni ferus, Porphyrio smaragdonotus, Turtus decipiens e senegalensis, Coracias garrulus, Gyps fulvus e Falco tinnunculus. — PuiLuips J.L. “ Wintering Cranes in. New England , (pp. 222-224). — Wir- Liams S. “ Weaver Bird ,, (pp. 224-226). — “ Bird Notes from the Zoological Gardens by the CuratoR , parla (pp. 226-227) di Ca/- liptilus solitarius, Tribonyx ventralis, Fagiani, Anitre ecc. — “ Cor- respondence, Notes, Reviews ,, (pp. 228-233). — “ Practical Bird- keeping, XVI, Bulbuls by A. G. BuTLER ,, (pp. 234-236). NEO LCI yBo ne Finn F. “ Notes on Sexual Selection , continua e termina (pp. 237-242) l'articolo sulla Selezione Sessuale (cfr. aztea, p.217), crede in base a numerosi fatti ed esperienze sulle abitudini degli uccelli, il loro sesso e relazioni reciproche che |’ enunciata teoria di DARWIN non sia esatta, e spiega tale sua opinione con nume- rosi esempi, unisce una tavola colorata con figura del corteggia- mento del g* di Zhaumalea picta davanti alla sua 9. — BenTLEY D. « The Linnet as a Songster ,, (pp. 242-243). — AstLey H. D. “ Breeding of Queen Alexandra Parrakeets’ o Spathopterus alexan- drae (pp. 243:246). — Puirripps R. “ The naked-throated Bell-Bird and his Battles ,, (pp. 246-248). — Worgman W. H. “A small Aviary for beginners ,, parla (pp. 248-251) sul modo e sul mate- riale col quale va costruita un’ Uccelliera. — “ Bird Notes from the Zoological Gardens by the Curartor, parla (pp. 251-253) di varie specie quali Geocichla cvanonotus, Acomus erythrophthalmus, Polypectron bicalcaratum, Rhizotera longirostris, Arboricola chart toni, Meleagris ocellata ecc. — “ Correspondence, Notes, Reviews ,, {pp. 254-260). — “Practical Bird-keeping, XVII, Waders by C. BarNnBY SMITH ,, (pp. 260-264). N. Io, August 1912. Miss Peppie Wappect “ Rock Peplar Parrakeets ,, o Polytelis lanura (pp. 265-266), con tav. col. — BurLer A. G. “ Luck in Bird-Breeding ,, (pp. 266-268). — Coscrave R. “ Breeding of hybrid Cockatoos ,, parla (pp. 269-270) di un incrocio di Ca= catua galerita e C. così. — Currevy K. parla (pp. 271-273) delle abitudini e della nidificazione del Sy aluco. — TESCHEMAKER W. E. “ Nesting of the Crested Lark o Galerita cristata ,, (pp. 273- 280), eccellente articolo sulla nidificazione della Cappellaccia in Ispagna ed altrove. — Mrs. Mc. ConneL “ Aviary and Nesting Notes ,, (pp. 280-282). — SHERBROOKE K. “ Among the Birds in Sutherland ,, (pp. 283-284). — “ Bird Notes from the Zoological Gardens by the CuratOoR , cita (pp. 285-286) tra altro un giovane Balaeniceps vivente, e la nidificazione nei Giardini del Larus hemprichi e Merops ornatus dell’ Australia c. fig. — “ Reviews, Correspondence, Notes ecc. , (pp. 287-288). — “ Practical Bird- keeping, XVIII, The Smaller Waterfowl by D. SETH-SMITH , (pp. 289-292). LIBRI E RIVISTE 131 N. II, September 1912. TescHEMAKER W. E. “ Nesting of the Black Redstart (illustr.) ,, (pp. 293-297). — Finn FRANK ,, The Transport of Birds ,, (pp. 298- 301). — Stuart Baker E. C. “ The Paradise Flycatcher, 7er- siphone paradisea affinis , parla (pp. 302-307) del bellissimo uccello da lui tenuto in ischiavitù, dei suoi pregi, nido e canto. — Cur- reY K. “ Fresh air for Birds ,, rileva quanto |} aria sovente mu- tata ed il sole siano necessari agli uccelli anche più delicati tenuti in gabbia o in voliere, e come essi soffrano se non sono messi in grado di poterne godere liberamente. — Bibliografia (pp. 309- | 312). —- Nelle “ Correspondence, Notes ecc. ,, (pp. 312-313) Cos- Grave R. parla di un individuo vivente della rara ed interessante Grus americana, che campa benissimo in domesticità e lo figura. — Brook E. J. del cibo dei Pappagalli. — PrHrLLIPS J. R. della tu- bercolosi che è frequente nelle Gru. — “ Practical Bird- keeping, XIX, The Game Birds by W. H. St QuintIN ,, (pp. 314-324). N. 12, October 1912, “ Report of the Council for 1911-12 ,,. — “ Alphabetical List of Contributors ,. — “ List of Plates ,. — Finn FRANK “ The two Nonpareils , Cyamospiza ciris and Erithrura prasina con tav- col. parla (pp. 325-339) di questi due uccelli allo stato di domesticità, della riproduzione, cibo ecc. — Hincks E. M. “ August 1912 , (pp. 329-330). — TescHeMmagKER W. E. “ Nesting of the Black edstart, Auticila titis ,, continua e termina (pp. 330-335) l arti- colo (cfr. artea, p. 207). — GinrueRr A- “On the breeding in captivity of the Red-backed Shrike (Lawzus collurio) ,, (pp. 335- 336). — Finn Frank “ The transport of Birds {pp. 336-342) con- tinuazione e fine (cfr. anfea, p. 301). — “Bird Notes from the Zoological Gardens by the CURATOR ,, (pp. 342-343) con note su vari uccelli conservati viventi tra i quali ricordo: Lophortya dou- glasi rarissimo uccello del Messico, Colimus pectoralis e Eupsy- chortvx nigrigularis. — Nelle “ Correspondence, Notes, ecc. , (pp. 343-344) AstLEY parla di un bellissimo uccello che tiene vi- vente, proviene dalla Cina meridionale e gli sembra la Mi/fava cvanomelaena e TescHEMAKER W. E. del nido con le uova di Lu/- lula arborea, unendo una belia fotografia. — Nella “ Review ,, Cos- GRAVE R. parla (pp. 345-348) delle varie specie di Gru che si ten- gono in domesticità, delle loro abitudini, del modu col qua!e vanno curate, ecc. ed illustra con buone fotografie due individui di Anthropoides virgo ed il loro piccolo, la Grus canadensis assieme al Bugeranus carunculatus e | ibrido giovane ottenuto dal loro connubio. — “Index to subjects ,, (pp. 349-355). Vol. IV, N. 1, November 1912. Contiene: Consiglio Direttivo della Società d’ Avicoltura per l’anno 1912-1913 e Lista dei Membri della stessa (pp. 1-16). — Statuti della Società (pp. 17-20). — Regole pel conferimento della rà 132 RIVISTA ITALIANA Li ORNITOLOGIA Medaglia della Società e Lista delle persone che la guadagnarono nel periodo 1908-1912 (pp. 21-22). — SerH-SmitHA D. scrive (pp. 23- 24) sul Nettium torquatum, del quale vide individui viventi presso il sig. BLaauw in Olanda e nei Giardini Zoologici di Berlino e Colonia, e ne figura i sessi. — TescHemaKER W. E. sulla ripro- duzione della Pratincola rubetra (pp. 24-32). — Gopparp H. E. “ Aviary Notes ,, (pp. 33:35). — “ Bird Notes from the Zoological Gardens by the Curator (pp. 36-37) parla del Corvultur crassi- rostris dell’Abissinia, di parecchi Colombi comperati alla vendita del sig. PauwEL, cioè lo Pi/opus wallacei, P. sonurus, P. tozonus e Phlogoenas helviventris, specie tutte delle Isole Aru e nuove nella raccolta della Società Zoologica, poi di un magnifico indi- viduo di Myristicivora luctuosa, Colombo di Celebes c. fot., di quattro Geophaps smitht ecc. — Bibliografia (pp. 37-38). — “ Cor- respondence, Notes ecc. ,, (pp. 39-42). — “ Practical Bird-keeping, XXI. Notes on Out-of-the-Way Birds ,, per FRANK Finn con osser- vazioni sulla vita e sui costumi in domesticità di varie specie forestiere rare (pp. 43-48 continua). — In fine (p. 48) si dà comu- nicazione della vendita degli uccelli viventi della Collezione PauWwEL di Brabante nel Belgio, la più bella raccolta di uccelli vivi che giammai sia stata messa assieme, e composta di oltre trecento uccelli forestieri. British Birds, edited by H. F. WirHeRBy and others, London, WITHERBY e C. Vol. VE N. 4, September 1912. RoBinson H. W. “ The first Nesting of the Common Eider in Ireland ,, parla (p. 106) della nidificazione della Somateria mot lissima in Irlanda, che non era previamente nota. — CHAPMAN A. “ Spring-Notes on the Borders 1911-12 ,, (pp. 107-117, con fig.) osservazioni su ucceili acquatici e sulla riproduzione degli stessi. — Norman H. Joy “ Observations on Manx. Shearwaters and Storm-Petrels at the Scilly Isles , (pp. 118-120). — Nel “ Noti- ziario , (pp. 121-130) Porrar M. parla del ZLanzius collurio nel Wigtownshire. — PiccHi C. sulla forma britannica dell’ Er:thacus rubecula osservata in Italia. — Cowarp T. A. sulla forma tipica dell’ Accentor modularis osservata nello Yorkshire, e sulla Aud gula marila veduta d’ estate nel Delamere. — Massey H. sulle uova di Cuculo. — RoBinson H. W. sull’ Ardeola ralloides nel Norfolk. — Forrest H. E. sulla Nycticorax nello Shropshire e la Branta bernicla in Anglesey. — SmaLLey F. W. sulla seconda cattura per le Orkney del Puffinus griseus, 18 ottobre I9II. — MavatLt A. sul gran numero di Fulmari osservati ad Hanna, una delle Isole Flannan nel giugno u. s. — GLEG W. E. sul Podz- cipes cristatus trovato nidificante presso Londra. — Becker H. sull’ Hydrochelidon fissipes nell’ Essex. — DuntLop E. B. sulla Sterza canttaca presso Ravenglass ecc. LIBRI E RIVISTE 133 N. 5, October 1912. Turner E. L. parla (pp. 138-145) sulla riproduzione e sulla vita del Panurus biarmicus nelle Isole Britanniche, unendo tre fotografie dei parenti sul nido. — Jourpain F. C. R. “ Hybrids between Black-Game and Pheasant, ,, completa (pp. 146-149) le liste degli ibridi di Lyrurus fetrix e Phastanus osservati nelle Isole Britanniche e da lui pubblicate precedentemente nello “ Zoo- logist ,, 1906, pp 321-330 e 433-434, allora si conoscevano 55 . esemplari, oggi il loro numero raggiunge i 60 soggetti, cita le fonti bibliografiche ove sono ricordati i nuovi individui osservati, dà infine la lista riveduta e corretta con l’ esatta origine dei sud- detti 60 individui oggidì noti. — Nel “ Notiziario ,, (pp. 150-164) CLirrorp BoRrRER parla sulle migrazioni della Saxzco/a oenanthe — segue “ Additional Records for Fair Isle and St. Kilda ,, nota delle rarità osservate nelle Fair Isle ed a St. Kilda, ricorda tra altro Linaria rostrata ed exilipes, Carpodacus erythrinus, Phyl- loscopus tristis, eversmanni e stbilatrix, Luscinioides, Oenanthe hispanica, Gallinago media ecc. — Forp-Linpsay H: W. parla sul Pastor roseus osservato nel Sussex. — NicHors J. B. sul- VP Emberiza schoeniclus tschusir catturata nel Sussex, specie nuova per le Isole Britanniche e che viene così ora ammessa dagli Autori del nuovo “ Hand-List ,, britannico, che ne aggiungono il breve cenno diagnostico ed illustrativo. — Bunvarp P. F. sulla nidificazione nel Surrey della Motacilla boarula. —- Stracey CLI- tHEROW sulle nidificazioni della Muscicapa atricapilla nel Moray. — GeorrREY LeicH A. sopra nuove nidificazioni del 7yrog/odytes parvulus nel vecchio nido già usato. — Wicp P. R. e JouRDAIN F. C. R. sul Cuculo che depone le sue uova rispettivamente nei nidi di Acrocephalus palustris e di Anthus obscurus. — Moore ]. sulle comparse del Nycticorax nycticorax nel Cheshire. — Munro SmitH D. sopra una coppia di Zadorna cornuta, che ebbe a nidi- ficare presso Bristol allo scoperto e non nelle buche di coniglio, come avviene di solito e ne figura il nido con le uova. — Bu- NYARD P. F. sulle nidificazioni della Fuligula nyroca e della Quer- quedula crecca nel Surrey. — Jones R. W. sulle peregrinazioni dell’ Oidemia nigra sulla costa settentrionale del Paese di Galles durante l’ estate. — ALEXARDER H. G. su Puffinus griseus e Ster- corarius parasiticus osservati a breve distanza fra Dover e Calais lo scorso agosto ecc. N. 6, November 1912. Ticenurst N. F. “Some Notes on the Breeding-Habits of Nightingales ,, studio biologico sulle abitudini del Rusignolo du- rante l’ epoca delle cove con fotogr. (pp. 170-176). — WITHERBY H. F. “ The “ British Birds, Marking Scheme Progress for 1912 and some Results ,, dice (pp. 177-183) che gli uccelli inanellati dal Comitato dei “ British Birds ,, nel 1912 sommarono a 11.483, i casi di ricupero più notevoli sono un Larus ridibundus inanel- lato da nidiaceo nello Yorkshire nel luglio 19II e ripreso alle }| 134 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA Azzorre nel febbraio 1912, ed uno Storno inanellato nel Berkshire nel gennaio 1912 e ripreso a Helsingfors, Finlandia, nell’ aprile; parecchi Storni, Merli, Bottacci, Pettegole, Chiurli, Pavoncelle, Bec- cacce, Gabbiani inanellati da nidiacei nell’ estate nel nord dell’In- ghilterra e della Scozia e che vennero ripresi nell’ autunno o nel- l'inverno successivi in Irlanda, altri presso le località ove erano stati inanellati, altri in Francia ecc., offre quindi 1’ elenco. delle specie e degli individui inanellati dal 1909 al 1912, le prime som- mano a I4I i secondi a 31,980, le specie inanellate in un maggior numero d’individui sono Gabbiano comune con 7854 individui, Storno con 3027, Rondine di mare con 2671, Tordo bottaccio con 2128, e Pavoncella con 1266; mentre troviamo le seguenti specie con un solo individuo inanellato : Strillozzo, Cincia di padule, Tottavilla, Ballerina gialla, Lodolaio, Smergo minore, Tuffetto e Svasso maggiore. — Nel “ Notiziario ,, (pp. 184-195) NicHots J. B. parla su uccelli rari del Sussex, cioè Lawzus minor, Motacilla fava thunbergi e Ocnanthe hispanica hispanica. — MaserieLD J. R. B. sul Corvus cormix nello Staffordshire. — Turr H. R. sulla Lt naria rufescens nidificante nel Kent. — BarrIneton R. M. sulla Sylvia nisoria in Irlanda. — BentHAMm H. sulla Awuticilla titis nel Surrey. — Misses L. J. RintouL ed E. V. Baxter sulla forma nordica della Luscinia suecica trovata per la prima volta nell’isola di May, gli Autori della “ Hand-List ,, i aggiungono all’ Elenco delle specie britanniche sotto il nome di £. s. suecica. — Mase- FIeLD J. R. B. su uccelli che nidificano in nidi già previamente usati. — Jourpain F. C. R. sopra Rondoni e Balestrucci inanel- lati che ritornarcno nei vecchi luoghi, ove avevano già nidificato. — TrceHurst N. F. sopra l’ Afhene noctua che tende ad estendersi in Granbretagna, come uccello nidificante. — ForrEsT H. E. sopra un Zinnunculus tinnunculus che si nutriva di Pipistrelli. — Bav- nEs G. K. sulla nidificazione dell’ Alzavola nel Surrey. — Jour- pAIN F. C. R. sopra la tinta dell’iride dei nidiacei di Nyroca nyroca, non è vero che sia gialla come dicono Litrorp e CHap- MAN, ma invece è di color nocciola-cupo, quando i giovani sono di media età la hanno biancastra e diviene bianca quando sono di completo sviluppo, cioè nell’ ottobre del 1.° anno. — MELLERS Lock W. su comparse non previamente comunicate dell’ A7ser hyperboreus nel Gloucestershire. — Bovp A. W. sopra uccelli acquatici e di ripa comuni, ma catturati entro terra nel Lancashire meridionale. — Forp-Linpsay H. W. sulla 7ringa dardi presa il 16 settembre u. s. a Rye Harbour, quarta cattura britannica. — ForrEsT H. E. su catture dello Stercorarius parasiticus nello Sbropshire. — Benson sulla presenza di uno Stfercorarius catar— rhactes nella Co. di Meath. — Seguono “ Obituary, A. O. Hume C. B. , (p, 195). — “ Lettere , (pp. 196-200) e tra le stesse una di MitLer CHRISTY che comunica la cattura di un giovane di Ibis aethiopica nell’ Essex avvenuta il 21 agosto 1912, ma trattasi certamente di un “ aufuga ,. rino saro oviiae Mn LIBRI E RIVISTE US The Ibis, edited by P. L. ScLatER and A. H. Evavs, Lon- don, R. Porter, Ninth Series, vol. VI. N. 24, October 1912: BanneRMaN D. A. “ The Birds' of Grand Canaria, parla (pp. 558-627) degli Uccelli dell’ isola Gran Canaria che divide in sei distinti distretti cioè coltivato, montanino, boscoso, deserticolo, paludoso e roccioso, ne dà le caratteristiche e dice che sono abi- . tati da specie rispettivamente diverse, illustra con note ed osser- vazioni oltre 70 specie, tra le quali ricordo Caccabis rufa che non crede separabile dalla forma tipica rigettando così C. 7. australis, Coturnix coturnix ed africana, Larus fuscus che crede separabile dalla forma tipica e dalla britannica o LL. f. britannicus, Buteo buteo insularum, Cypselus murinus brehmorum e C.uniculor, Frin- gulla tevdea polatzeki della quale parla lungamente, confrontandola con la forma tipica e figurando a colori i due sessi; infine dà la mappa schematica deli’ isola suddetta e fotografie di porzione di distretto montanino, boscoso, deserticolo e paludoso. — CARTER Ta. “ Notes on Zicmetis pastinator ,, (pp. 627-634), con figure del nido della specie ed un tratto di campo seminato a grano ed assai danneggiato dall’ uccello stesso, dice che è specie fattasi rara, ma egli ebbe ia ventura di trovare un distretto ove vive ancora abbon- dante, ne raccolse 15 individui dei quali dà le misure, aggiunge che è uccello scaltrissimo, difficile ad avvicinare ed assai dannoso alle coltivazioni di grano. — SwynNnERTON C. F. M. “ Remarks on the Stomach-contents of Birds',, (pp. 635-640). — “XXXI The Progress and Condition of the United States National Museum at Washington ,, si parla (pp. 640-642) dei progressi fatti dal Museo Nazionale di Washington, ad es., la Spedizione Smithso- niana portò dall’ Africa 1379 pelli e 213 esemplari in alcool, sche- letri ed uova e tra altro il Lalaericeps rex, forma non ancora rappresentata nei Musei americani, inoltre esemplari di parecchi generi nuovi per quelle Raccolte come Anastomus, Dicrocerus, Macrodipterya, Scotornis, Cryptorhina, Sorella ed Elminia; 90 pelli di uccelli chinesi, 1240 dall’ America centrale, altre 600 pelli dalla Carolina meridionale, vennero inoltre fatti importanti acqui— sti ecc. — OciLvie-Grant W. R. “ Further Notes on the Birds of the Island of Formosa ,, illustra (pp. 643-657) una Collezione di uccelli fatta a Formosa, ricorda quattro specie nuove Pazus ater pirlosus, Horeites acanthizoides concolor, Brachypteryx g00d- fellowi e Dicaeum formosum (cfr. ,, Bull. Brit. Orn. Club. , XXXIX, Pp. 107-109, 1912), figura D. formosum, Parus ater ptilosus € Janthia goodfellowi sp. n. simile a _/. johnstoniae. — BLaauw F. E. in “On the Immature Dress of Anser indicus and Dendrocycna arborea , descrive (pp. 657-659) il pulcino ed il primo piumaggio dell’ A. zrdicus ed il pulcino di D. arbdorea, che illustra con foto- grafie. — “ Obituary, Dr. W. BLasius and Mr. Aran O. Hume, (pp. 660-662). — Bibliografia (pp. 663-683). — Seguono “ Letters ,, (pp. 683-688), di Percy R. Lowe su di una correzione riguardo la Coereba luteola e la C. {. major — di Jourparn F. C. R. su T] 136 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA questioni di nomenclatura rilevate da R. Gurney relative alle sue Memorie sugli Uccelli di Corsica — di Gregory M. MatHEWS su uccelli australiani — sopra un nuovo libro sui Fagiani di C. W. BeeBe — sul Ba/aeniceps rex vivente nel Giardino di Giza — sul corteggiamento del Totazus calidris e sulla Nuova Lista degli Uccelli Britannici di HaRTERT, JouRDAIN, TiceHURST e WITHERBY. — In fine del volume troviamo l’Indice dei nomi scientifici citati nell’ intero volume (pp. 689-703) — quello alfabetico delle Me- morie pubblicate nello stesso (pp. 705-709) —- quello generale pure alfabetico delle Memorie pubblicate nei volumi della Serie nona dell’ “ Ibis ,, 1907-1912 (pp. 711-738), il frontespizio, la prefa- zione, la lista dei Soci dell’ U. O. I., delle memorie e delle tavole (pp. I-XXXIX). The Zoologist, edited by W. L. Disrant, London, Fourth Series. Vol. XVI. N. 855, September 1912, SeLous E. “ An Observational Diary on the Domestic Habits of Corvus corone , dà (pp. 321-357) un largo quadro delle abi- tudini del C. corone durante |’ epoca della riproduzione. — Co- BURN F. dice (pp. 338-341) che nel 1899 osservò nel nord dell’ Islanda delle Alzavole che midificavano, cfr. “ Zool. ,, 1901, pp. 401-419, ma allora non ebbe agio di determinarne la specie, ora in una seconda gita all’ Isola stessa trovò che si trattava di soggetti della Querquedula discors, fatto di notavole importanza che costituisce il primo “record, della specie per l'Europa e che rafforza la posi- zione della stessa tra le specie britanniche; egli non crede che essa nidifichi regolarmonte in Islanda, ma soltanto saltuariamente come avviene anche per la Mareca americana. - Owen T. termina (pp.342 348) il suo articolo “ A Season with the Birds of Anglesey and North Carnarvonshire ,. — Nel “ Notiziario ,, (pp. 349-350) For- TUNE R. parla delle abitudini dello .Sturnus vulgaris e del nido di Crex pratensis. — ApLin O. V. della presenza di una Quaglia a gola scura che egli crede ibrido di Coturnix communis e C. c. capensis. — Distant W. L. stende (p. 351) un cenno necrologico di ALLan Octavian Hume C. B., figlio del noto JoserH Hume M. P., che fece le importantissime Collezioni d’ Uccelli Indiani da lui donate poi al Museo Brittannico. N. 856, October 1912. Harvie-Brown J. A. “ The Fulmar, its past and present status in the North Atlantic and in the Northern Parts of Europe and North America, and some Account of its great increase in Great Britain ,, parla (pp. 381-388) del Zu/marus glacialis, allo scopo di far meglio nota la sua distribuzione nelle parti nordiche del- l' Atlantico ed il crescente aumento nella Granbretagna, ma prima d’entrare nel soggetto s’ occupa degli errori e delle inesattezze che vennero scritte nei tempi andati sulla vita e sulle abitudini LIBRI E RIVISTE 137 dell’ uccello stesso (continua). — Gurney J. H. “ Emigration through Norfolk of the Rook and Grey Crow , parla (pp. 389-392) sulle migrazioni primaverili dei Corvidae lungo le coste del Norfolk che da tempo attrassero la generale attenzione soprattutto perchè avvengono quasi essenzialmente di giorno, sembra che l’ aumento di temperatura e la direzione del vento abbiano grande influenza sulle stesse. Nel “ Notiziario ,, (pp. 393-396) Kirkman F. parla di Sturnus osservati sul dorso delle pecore. — SeLous E. sui costumi del Corvus corone. — WARREN R. su Limosa limosa osser- vate a Cork Harbour nella Contea di Waterford. The Oòlogist, Albion N. Y. Vol. XXVIII, N. 12, December TSYa, diggIi Contiene (pp. 181-202): Posson C. F. “ From an Old Timer Re — “The largest Hen. egg on Record, — Simpson R. B. “ A Young Acadian,, — WALKER A. “Late Nesting of the Bob White ,, Colinus virginianus. — Van BaLen T. C. F. “ A Que- stion ,,, se cioè il Pipilo rutilus sia parassita durante 1° epoca delle cove. — “ Girls conduct Bird Hospital ,. — Rusr H. J. “ Western Nighthawks ,, con tre figure dell’ adulto di C/hordezles virginianus henryi che cova, delle uova e dei nidiacei. — WALKERA. “ Sum- mer Residents of Douglas County , con un totale di 56 specie e con nota sulla loro frequenza. — “ Lost Tribe of Birds, Only one Wiid Pigeon left in the Upited States , si riferisce all'unico soggetto vivente dell’ Ectopistes migratorius ,. — “ Moving of the Robins ,,, Planestictus migratorius. —- Homes P. G.“ A report of the Woodpeckers , con figure del Dryobates pubescens medianus > e suo nico, nidi di Me/anerpes ervthrocephalus e di Colaptes auratus in un sicomoro morto. -- Simpson R. B. “ After Birds and Eggs,. — Bibliografia ecc. Vol. XXIX, N. 2, February Isth. 1912. Contiene: (pp. 216-232) -RerneckE O. “ The Red-shouldered Hawk ,, (Buteo lineatus) con figure dei sessi, dell’ ambiente ove vivono, del nido ed uova. — Seguono Notizie di Hestxess H. sulla morte degli uccelli causata da formiche — di Dickey S. S. sul Great Horned Owl (Bubo virginianus) — di WoLre Ray sul Western Horned Owl nel Kansas occidentale (5. v. pallescens) — di DeckeR F. R. sul Kennicot-Screech Owl (Otus asto kennicotti) presso Washington — di Hamton N. sugli Uccelli di Porto Hope, Ontario — di CarruTtH M. ]J. sopra un nido di Wood Thrush (77y/ocichla mustelina) — di DarLINGTON E. J. sopra un Passer domesticus albino, sopra una Muscicapa forficata nel New Brunswick, ove è rara e sul Ceryle alcyon. — Bibliografia. — StansELL S. S. S. “ Raptatores of Central Alberta Aiconglalelta: zione di venti specie, delle quali sono notevoli Accipiter velox, Falco rusticulus, Glaux acadica e Speotyto cunicularia hyvpogaea. | 136 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA - N. 5; March Tb5th. Tor2, Contiene: (pp. 233-253) Foster E. W. “ African Penguin Eggs and Gano ,, parla delle colonie di Pinguini, Cormorani ed altri aquatici che vivono a miriadi nelle isole Colonial presso il Capo di Buona Speranza e nelle isole Ichaboe lungo le coste dell’ Africa occidentale tedesca, delle quantità di guanc, d’uova e d’ olio che forniscono e con sette fotografie illustra talune località letteral- mente coperte d’uccelli. +-. T..L.. R. “ The Quail Trap.,,. — Se: guono notizie di Barnes R. M. sul nido dei Lophodites cucut Jatus — di Smpson R. B. so pra una gita di un giorno fatta a scopo ornitologico al lago Dai — di Miccrr R. F. sulla Wild Goose (Branta canadensis) presso Filadelfia — di Jenkins J. F. sugli Uccelli invernali — di Lozier. R. sopra la cattura di una Golden Eagle ( Aquila chrysaétus) nell’ Ohio, fatto raro — di DuBois A. D. e di Vanpercook sull’ abbondanza osservata del RoBin (Planestictus migratorius) ecc. NIZZA PriI STICA I012, Contiene (pp. 254-266): ReIneckE O. “ Evening Grosbeak in New York , parla della comparsa dell’ Z7esperiphona vespertina in vari parchi di New. York, ove non era stata più osservata dal dicenibre 1889. — Konrer L. S. “ An Abnormal Towhee' s Egg ,. — Burcrss P. G.“ Notes on the White-breasted Nuthatch ,, (Sta carolinensis). — Forest E. R. “ Photographing Wild Birds in Southern Arizona , con fotografie del Me/anerpes uropygialis, Carpodacus mexicanus fr ontalis, Stalia mexicana occidentalis, Aphe- locoma steberit arizonae. — Seguono brevi note di Miner R. F. -“ Punctured Cow-Birds Eggs , “(Molothrus ater) -- di CARRUTH M. J..“ How to attract the Birds ,, — di DarLineton E. ]J. sul Quiscalus quiscula — di TrREGANZA FE. che offre una lista degli Uccelli del Titanic, Utah ecc. — Bibliografia. N. 5, May ISsth. 1912. Contiene (pp. 267-290): WALKER A. “ Pied Billed Grebe ,, (Podilymbus podiceps) con fotografie del nido con uova. — WRIGHT C. F. “ California Mountain Quail in the East, (Loplortya calt- fornica). —— Nicnors J. L. “ The Birds ever fight to Death ,. — “ Books received,,. — “ Goose News ,. — “ California Condor? s Egg » (Gymnogyps californianus). — Howrs P. G. “ Dolichonix oryzivorus y, studio biologico con fotografie di nidi con uova e di nidiacei a varie età, — Simpson R. B. “ Hunting Warblers Nest ,. — KonLer L. S. “ An albinistic White-throated Sparrow , e A Fox’ s Raid on the Home of a Ruffed Grouse ,, (Bozasa OA — HarLow R. C. “ Nesting of the Savannah Sparrow (Passerculus sandvicensis savanna) in ‘the Center County, Lai Simpson R. B. “ Nesting Dates for 1808 ,. — Wirson B.H. “ Red- Letter Days ìn the Country ” PARSONS J. “ Hints. in Collecting the Eggs of Birds that breed in Holes ,. — MicieR R. F. “ The i Ti LIBRI E RIVISTE 1359 Starling at Philadelphia and Vicinity ,. — “In California, Per- sonal ,,. Masport D. C. “ Mature Faking ,. — Moore C. S. “Unusual Nesting Sites ,. N. 5, September 15 th. 1912 (Whole n. 302). Contiene (pp. 337-352): Mirter R. F.“ A preliminary List of the Water Birds of the Middle Delavare Valley ,. — CRISPIN W. B. “ The Downy Woodpecker ,, (Dryobates pubescens media- nus). — Lo stesso A. “ A Bartemin Sandpiper' s Nest ,, (Bar- tramia longicanda). — Howrs P. G. Coturniculus savannarum australis e Chondestes grammaeus y. — Hess J. E. “ The Seasons Opening ,. — “Personal Notes ,. — Illustrazioni di Beccaccia sul nido, di nido ed uova di Coturniculus e Chondestes, e di tre giovani Tarabusi americani fotografati nel loro ambiente. = Bird-Lore, vol. XIV. edited by F. W. CHapman, published for the Audubon Societies by D. AppLeTON, Harrisburg. N. I. January-February 1912. KennarD F. H. “ My Experience with Von Berlepsch Nesting- Boxes , riferisce (pp. 1-12) su esperienze da lui fatte in Newton Centre, Mass. usando cioè 35 di tali nidi artificiali, i risultati fu- rono poco soddisfacenti e dovuti a cause del tutto locali, dà buone figure dell’ambiente ove tali nidi vennero collocati, dei nidi stessi ecc. — W.Liams R. W. “ A Glimpse into the Life History of the Turkey Vulture ,, contribuisce (pp. 13-14) un cenno biologico sulla stessa specie con una illustrazione. — Kuser ]J. D. . (p. 14) parla dello stesso uccello osservato nella New. Jersey. — PeppeR W. scrive (pp. 15-16) un breve articolo con figure sul nido della Dendroica coronata. — Segue “ Bird-Lore Twelfth Christmas Bird Census ,, (pp. 18-44) con numerose osservazioni fenologiche fatte sugli uccelli îl giorno di Natale in un grosso numero di località da una fitta schiera di ornitofili. — Co0KE W. W. sulla “ Migration of North American Sparrows ,, (pp. 45- 46) con le date d’arrivo e di partenza in varie località del- Unione della ZLoxia curvirostra e leucoptera, delle quali due specie CHapman FRANK dà (pp. 47-48) dettagliate notizie sulla livrea, sulle forme americane e loro abitato unendo una tavola a colori con sei individui delle predette due specie. — Segue la Bibliografia (pp. 49-52); le Comunicazicni delle Società Audubon con “ School Department ,, per ALice HaLL WALTER (pp. 53-61). — “« The White Egrets , per Prarson G. T. con tav. col. della specie sul nido e nell’ ambiente, colle uova ed i piccoli (pp. 62:69) ed un cenno diffuso sulla vita, protezione e sugli stermini che Si fanno a tali Aironi nel Venezuela e nel Sud America. — Segue “Executive Department ,, per Pearson G. T. (pp. 70-80) con notizie di un nuovo cospicuo dono di L. 25.000 fatto alle Società Audubon per coltivare il rispetto degli uccellî tra i fanciulli — su colonie di Nitticore c. fig. — sulla nuova legge protettiva degli 140 3 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA uccelli emanata a Portorico — con la nota dei fondi occorrenti per salvare da sterminio gli Aironi bianchi — con notizie sulle “aigrettes ,, artificiali fatte con penne di polli ecc. Chiude il volume un cenno biografico di Grore Birp GRINNELL, uno dei beneme- riti fondatori delle Società Audubon. N. 2. March-April 1912. Crarke CocsweLL W. “ The Duck Hawk on the Palisades , nota biologica (pp. 81-86) sul /a/co peregrinus anatum con fig. — Crossy S. MaunseLL. “ The Barred Owl at Rhinebeck, N. Y.,, c. fig. trattasi della Strix varia, Barton. — Craupe L. “ A Blue- bird Study , (Stalts stalis). — F.M. C. “ The Orizaba Group in the American Museum of Nat. Hist. ,, c. fig. dello stesso Gruppo, — Cooge W. W. “ The Migration of North American Sparrows ,, parla (pp. 98-ro5) delle migrazioni autunnali e primaverili, con numerose date e località di cattura delle specie Zorotrichia al- bicollis, L. leucophrys, £. I. gambeli e nuttali e della Spizella atro- gularis. — Cuapman F. M. da notizie (pp. 105-106) sul piumaggio delle cinque anzidette specie, unendo le figure a colori. — “ Notes from Field and Study ,, (pp. 109-114). — Book News and Reviews (pp. 115-117). — WaLTER Alice Hari “ The Hairy and: Downy Woodpeckers ,, cioè note (pp. 127-130) sulle specie Dr7yodates villosus e pubescens, con tavola colorata ed osservazioni sulla distribuzione, livree, nutrizione ecc. —. “ The Audubon Socie- ties — Executive Department ,, con note sulla Protezione del Tordo migratore: e dell’ Airone bianco — sul modo di prov- vedere cibo agli uccelli quando il terreno è coperto di neve — Nuovi Membri delle Società e Miscellanea. N. 3. May-June 1912. CuÒÙapman F. M. “ An Eighteen-Year Prospect ,,, cenno (pp. 141- 144) sui progressi fatti dall’ Ornitologia Americana negli ultimì 18 anni, dall’epoca cioè nella quale venne fondato il “ Bird-Lore ,,. — Crospy MaunseLL S. “ The Golden-winged Warbler “ studio biologico sulla Vermivora chrysoptera (Linn.) con fig. della fem- mina sul nido. — PaLmer W. H. “ On Little Hummer and I + Kate P. and Vicror E. W. “ Notes on Cliff Swallows,. — ReprIELD A. C. “ The White-eyed Vireo ,, o Vireo griseus (Bodd.) con fig. — Cooke W. W. “ The Migration of North American Sparrows , illustra (pp. 158-161) le migrazioni autunnali e pri- maverili della Zame/odia melanocephala e ludoviciana, e CHAPMAN . F. M. in un capitolo separato ne dà le diagnosi, figurando a colori gli adulti ed i giovani delle due specie. — “ Notes from Field and Study ,, (pp. 163-171). — “Book News and Reviews , (pp 172-175). — “The Audubon Societies-School Department ,, (pp. 176-185). — WricaT M.O., Studio biologico sull’ Archilocus colubris con tav. col. — “ The Audubon Societies - Executive Department ,, con notizie sulla Legislazione venatoria del Massachusetts — sulle Riserve Nazionali della Florida, unendo figure interessanti di co- LIBRI E RIVISTE I4I lonie nidificanti di Pellicani e di Trampolieri. — Lista dei nuovi Membri delle Società - Sottoscrizione per un fondo di Protezione dell’ Airone bianco, che raggiunge già la somma di Lire 10,930. — “ Notes from Field ,,. N. 4. July-August. KennarD F. H. “ A List of Trees, Shrubs, Vines ang Her- baceous Plants Native to New England, Bearing Fruit 07 Seeds Attractive to Birds ,, (pp. 201-203). — Harper Francis “ Obser- vations in a Laughing Gull Company, studio biologico del Larus atricilla con fig. del nido e dell’ambiente. — LamBerT L. © One of Our Neighbors’ “ note sui Corvi ,. — THaver M. R. “ Some nestìng Habits of the Oregon junco ,, con fig., trattasi dell’ /uzco hyvemalis oreganus(Towns.). — PortER J. K. “ Redheaded Wood- pecker at Camden , (Melanerpes erythrocephalus) con fig. — Cooke W. W. “ The Migration of the North American Sparrows ,, parla (p. 128) di Pipilo fuscus mesoleucus, P. crissalis tipico e P. alberti specie sedentarie e ne dà le relative aree di distribu- zione, CHapman F. M. illustra gli abiti delle stesse e di forme affini, figurando a colori le tre specie sunnominate. — “The Massachusetts Society s Bird-Lists ,, elenchi degli uccelli tro- vati (pp. 220-224) nel Massachusetts da vari osservatori, coi nomi delle specie e delle località ove vennero illustrate, la lista più completa dà un insieme di 210 specie (Josep4. A. Hacar, Newtonville), l’ultima delle dieci ricordate dà un minimo di 16 specie (Epwin H. MerriL, Winchendon) “ Notes from Field and Study ,, (pp. 225-233). — Book News and Reviews , (pp. 232- 237). — “ The Audubon Societies - Scool Department ,, (pp. 238- 249) c. fig. — RoBerts T. S. “ The Yellow-headed Blackbird ,, studio sulla vita dello Xanthocephalus xanthocephalus con tav. col. — “ The Audubon Societies - Executive Department ,, con comu- nicazioni (pp. 254-268) sull’attività delle Società nell’ Alasca — sul Capitano M. B. Dawis, Agente delle stesse nel Texas, morto nel giugno u. s. c. fot. —- sulla Società Audubon sezione della Florida e sul fondatore DomwericH L. F. e. fot. — sulla Società Audubon sezione dell’ Indiana — sull’attività della Commissione sulla Caccia e sulla Pesca della Nuova Jersey — Lista dei nuovi Membri delle Società — Sottoscrizione di un fondo per la Pro- tezione dell’ Airone bianco che oggi raggiunge la somma di Lire 20.088. — Lettere dei Maestri affiliati alle Società Audubon e che sono incaricati d’insegnare ai fanciulli il rispetto agli uccelli, e una fotografia di una di tali Classi composta di 270 alunni e formata da Miss Ina D. DE WiITT. N. 5, September-October 1912. ALLEN A. A. “ Phoebe vs. Catbird ,, con fig. del nido in varie posizioni d’ adattamento speciali. — Ecksrorm F. H. “ The Story ofPeter, a Purple Martin ,.-- “ Report of an Expedition to Laysan Islands in 19II ,, il 3 febbraio 1909 il Presidente RooseveELT 142 RIVISTA ITALIANA DI. ORNITOLOGIA firmò il decreto che dettava le norme per una nuova Riserva di Stato e la massima tra le 50 americane, composta. di oltre 12 Isole all’ est delle Hawai a 1300 miglia dal Giappone e nota sotto il nome di Riserva di Laysan; colà oggidì nidificano indisturbati milioni di uccelli marini, nel 1911 il prof. DiLr capitanò una spe- dizione in quelle Isole che durò dal 24 aprile al 5 giugno, il pre- sente articolo ne è il Rapporto, esso è qui sommariamente ripro- dotto ‘dalle Pubblicazioni del Dipartimento Americano d’ Agricol- tura e vi sono inoltre unite fotografie di grosse colonie nidifi- canti di Diomedea immutabilis e Sterna lunata. — “ Two Problem in Identification ,. — Cooke W. W. “ The migration of North American Sparrows , con le date d’ arrivo e partenza in varie località del Prpso e. erythrophthalmus e P. maculatus arcticus, con l’ aggiunta delle descrizioni degli stessi stesa da Chapman F. M. e figure a colori dei sessi. — Seguono “ Notes from Field and Study ,, (pp. 291-297) con note di Lemon J. Mc. C. sull’ Isola Lang — di DennIison G. A. sul canto singolare di un Passero — di Warine M. M. sui Bluebirds vs. Wrens ecc. — la Bibliografia (pp. 298-301) — gli Atti delle Società Audubon (pp. 302-328) con una Monografia di MaiLLiarp ]. sulla Lophortyx californica, con tav. col. — della .Sifta carolinensis e canadensis di ArLen F. H. pure con tav. col — notizie sulla malattia del Presidente DurcHER, che purtroppo si mantiene grave — su Mr. James BuckLanp, grande apostolo del Protezionismo degli Uccelli — sulla Protezione della selvaggina — sul Fondo per la Protezione degli Aironi bianchi, che raggiunge la somma di oltre 32 mila franchi ed infine sulle Riserve dell’ Alabama. Jaarboekje uitgegeven door het bestuur der Nederlandsche Ornithologische Vereeniging, Leiden, E. ]. BrILL, 1912. N. 8. December 1911. Contiene: “ Verslag der Vergadering op 24 Juni 091: te Amsterdam gehounden ,. — “ Verslag der Wetenschappelijke Vergadering op 5 November iIgri te Leiden gehouden ,,. Mevere J. L. F. de, “ Over het nest van den Goudvink ,, sul ‘nido della Pyrrhula europaea con fig. — Van Oort F. D. “ Het ringen van in het wild levende vogels in Nederland ,, parla (pp. 12-20) degli uccelli inanellati in Olanda in numero di 1165 individui appartenenti a 33 specie con preponderanza di Azas boscas (160), di Larus ridibundus (381), di Sterna cantiaca (138), di Sterna fluvtatilis (170), unisce la nota dei soggetti ripresi e delle rispettive località di cattura. — Lo stesso A. “ Ornithologische waarnemingen, gedaan in Nederland van 1.° sept. 19Io to en met 3I aug. IQII , contribuisce {pp. 20-38) notizie su catture di uc- celli, ricordo /wlmarus glacialis, Oceanodroma leucorrhoa, Ca- sarca casarca, ibrido di Dafila acuta e Anas boscas (Coll. de JONG, data 29 sett. 1910), ecc. — MevERE J. L. F. pe “ Abnormale nesten van de Zanglijster ,. — TuÙysse Jac. P. “ Rottum in i19r11,. — Baron F. K. van Depem “ Lijst van Vogels, verzameld in Ned. LIBRI E RIVISTE 143 Oost-Indié ,, cita (pp. 45-113) 318 specie, 99 delle quali da Su- matra, 111 da Giava, 12 /da Celebes e le rimanenti da Ceram, Misool e Geser. — PeLT LECHNER A, A. van “ Opgave van eenige ornithologische werken, verschenen tusschen 1.° Juli 1910 en 1.° Juli 1911 ,. — Necrologie. — Statuten. Journal fiir Ornithologie, herausg. v. Prof. Dr. Anrown Rercne- now, Leipzig, L. A. KETTLER, 1912. LX Jahrg. No. 2, April 1912. THIieNnEMANN ]. “ X. Jahresbericht (1910) der Vogelwarte Ros- sitten der Deutschen Ornithologischen Gesellschafi, Il Teil ,, dice (pp. 133-243) che nel 1gro la Stazione Ornitologica di Rossitten inanellò 269 uccelli, vennero spediti all’ Estero 8299 anelli e ven- nero ripresi 84 uccelli inanellati, parla dettagliatamente delle osser- vazioni fatte e dei risultati ottenuti sul Corvus cornix, Ciconia ciconia, Larus ridibundus ed argentatus, Tringa, Totanus, Ardea ecc.. unendo alcuni grafici sul cammino percorso e sulle località di cattura o d’ osservazione. — Hreyper R. “ Zur Erinnerung an August Franz Helm ,, con la lista del lavori dell’ A. stesso (pp. 243- 248). — WericoLp H. “ Ein Monat Ornithologie in den Wiisten und Kulturoasen Nordwestmesopotamiens und Innersyriens ,, parla (pp. 249-297) di un viaggio ornitologico fatto nella Mesopotamia nord-occidentale e nella Siria centrale, ricorda Corvus corax lau- rencet, C. cornix sharpet, Pica pica, Colaeus collaris, Pastor roseus (continua). — Hesse EricH “ Beobachtungen und Aufzeichnungen wahrend des Jahres I9II ,, con note (pp. 298-814) sui passaggi di 71 specie ornitiche. — Resoconto delle sedute della Società Ornitologica tedesca (pp. 314-319). — REICHENOW descrive (pp. 320- 321), confrontandole con le specie affini, le seguenti specie nuove del distretto Uelle nell’ Africa centrale: Gutfera plumifera schubotzi, Francolinus lathami schuboizi, Vinago calva uellensis, Ploceus anochlorus, Cinnyris chloropygius uellensis, Alethe uellensis e Alethe polioparea. — Bibliografia (pp. 322-324). NOTO 2: ZepLITZ O. “ Von Suez zum Sankt Katharinen-Kloster ,, parla (pp. 325-464) di un viaggio fatto in quelle regioni nella pri- mavera del 1911, della lettaratura inerente, cita 59 specie, delle quali è nuova Columba livia palaestinae simile a C./. schimperi. — WelicoLp H. continua (pp. 365-410) il suo lavoro sugli Uccelli della Mesopotamia nord-occidentale e della Siria centrale (cfr. antea, p. 207), cita altre 55 specie di Passeracei, Sturnus vulgaris pur- purascens, Acanthis carduelis niedicki, Petronia petronia subsp., Galerida cristata weigoldi, Anthus pratensis subsp., Lanius collurio kobylini, Locustella?, Agrobates galactodes familiaris e syriaca. — HacenpereLDT M. “ Zum Vogelzug auf der Insel Sylt 1910 ,,, con note (pp. 4:0-428) sopra 75 specie ornitiche osservate, la più rara delle quali sarebbe la Muscicapa parva. — Tuienemann J. “XI. Jah- resbericht (1911) der Vogelwarte Rossitten der Deutschen Orni- 144 . RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA thologischen Gesellschaft ,,, I Teil (pp. 429-470). — Hagen W. “ Ueber den Vogelzug 1grI bei Liùbeck ,, (pp. 470-480). — Hesse E. “ Ueber Balzflige und Stimmen der Weihen und Sumpfohreule ,, (pp. 481-494). — Termina il volume il Resoconto delle sedute della Società Ornitologica Tedesca (pp. 494-500). Ornithologische Monatsberichte, herausg. v. Prof. Dr. Anton ReicHenow, Berlin, R. FriepLANDER, XX Jahrg. N. 1. Januar 1912. KorHe K. “ Trennung der Gattungen Harphyaliaetus und Uru- bitornis (pp. 1-5) con figure del becco di H. coronatus, VIEILL. e di U. solitaria, TascH., sinonimia e descrizione degli abiti delle due specie. — Loupon H. descrive (pp. 5-6) due nuovi Tordi, cioè 7urdus pilaris sarudnyi subsp. nov. e 7. viscivorus sarudryi subsp. nov., ambedue riportati dal suo viaggio igri a Talysch e Transcaspio. -— Le Rot descrive (pp. 6-7) Ammomanes cinctura pallens subsp. nov. dalle steppe Bajuda, Egitto. — Le Rot “ Or- nithologische Miszellen ,. — HacHLor W. descrive (pp. 8-10) Poe- cile baicalensis suschkini dalle foreste dei monti Tabargatai. — Benno Ortow sull’invasione di masse di Loxsa bifasciata in Livonia nell’ autunno IQII. N. 2. Februar 1912, BerLEPscH H. descrive (pp. 17-21) Conopophaga snethlageae, sp. nov., Vireolanius leucotis simplex, consp. nov., Knipolegus ore- nocensis xinguensis, consp. nov., Platyrhyuchus griseiceps amazo- nicus, consp. nov., e Hvpocnemis nacvia ochracea, consp. nov. tutte dal distretto delle Amazzoni. — HemrotH O. “ Einiges iber das Baden der Vogel ,, (pp. 21-28). — KoLLIBAY P. descrive (pp. 25-27) Ptilocorys cristata toniae, subsp. nov. dell’Asia minore, /. c. sub- taurica, subsp. nov. del Tauro cilicico e /. c. wergoldi, subsp. nov. della Mesopotamia. — REICHENOW descrive (pp. 28-29) Me- sopicos schulizei di Fernando Po, Barbatula chrysocoma schubotzr del Sudan francese, Apalis rufogularis kamerunensis e Camarop- tera superciltaris kamerunensis del Camerun. — HaRrtert E. de- scrive (pp. 30-31) (Galerida theklae polatzeri, subsp. nov. delle Baleari. — JacoBi (Sachsen), TiscaLer (Prussia or.) e BpER- mann-ImHoor (Eutin) danno notizie su comparse di Nocciolaie e TiscHLER cita Totanus stagnatilis, Surnia ulula e Circus macrurus da Heilsberg. INQRIM az 012% Hesse E. “ Nochmals das Erscheinen von Raubmòwen in Binnenland wahrend des Herbstes 1909 ,, (pp. 37-38). — WicHTRICH P. “ Die Beiden ersten Beobachtungen von Arenarza interpres . in Sachsen (pp. 38-41). — SépeRBERG R. descrive (pp. 41-42) Cacatua leadbeateri aberrans, specie nuova dell’ Australia occiden- tale. — Tscnusi V. parla (pp. 43-44) delle recenti emigrazioni di % RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA 145 Nocciolaie in Germania, Svezia, Olanda, Francia ecc. — Loupon H. descrive (pp- 44-45) Iynx torquilla sarudnyi subsp. nov. del Transcaspio e Chrysomitris spinus buturitni, subsp. nov. da Ta- lysch. — Maparasz J. descrive (pp. 45-46) tre nuove specie dal- l’Abissinia Poltospiza dimiata, Fringillaria kovàcsi e Columba sodaliciaa — ReIcHENOW descrive (p. 46) A/seonax fpoensis da Fernando Po e discute intorno a P/oceus melanogaster (Camerun) p P. melanolaema, ctr. SaLvap. “ Mem. Acc. Torino ,,, 1903 g. 113 (Fernando Po). IN. 4. April 1912. Scuuster L. “ Ueber das Nistgeschift des Gelbschulterpapa- geis (Poicephalus meyeri matschiet) (pp. 53-58). — SARUDNY und HaArms M. “ Bemerkungen ueber den Paradies fliegenschnapper aus Ceylon (pp. 58-60) descrivono 7chitrea paradisi ceylonensis, subsp. nov. da Ceylon. — Hevyper R. “ Zum Vorkommen von Arenaria tnterpres in Sachsen. — ReIcHENOW descrive (pp. 61-62) Tigribaphe leucolaema, nov. sp. dal Victoria Niansa. — Benno Ortow sulle migrazioni della Loxza bifasciata nell’ autunno I9II. HennincEr ). “ Ein Beitrag zur geographischen Verbreitung der beiden pazifischen Numenius-Arten , cita (pp. 62-64) le due specie Numemus variegatus e N. tahitiensis, dando le relative notizie sulla distribuzione geografica. — BururLin S. A_“ Dryobates medius transcaucasicus, nom. emend. ,. -- Le Ror “ Ueber Somateria moltissima borealis von Spitzbergen ,, parla (pp. 65-66) della forma di Edredone delle Spitzenbergen che deve chiamarsi S. m. bo- realis, BreHM 1824 e non S. #ulensis, MaLMGREN 1865. — LE Roi, “ Terekia cinerea bei Mainz?, notizia che all’A. nor pare sicura. N. 5. Mai 1912. CarisroLerr E. “ Mittlere Raubmòven in Ostpreussen ,, (pp. 69- 74). — Graf ZepLirz O. parla (pp. 74-79) su alcune forme si- stematiche di Uccelli africani, cioè del gruppo Ser:mus angolensis con sette forme delle quali una descritta come nuova .S. a. /z/- gerti del Somaliland meridionale, del gruppo Estr:/da erythronota con quattro forme, del gruppo Uraeginthus cvanocephalus con due forme delle quali una nuova VU. c. mulleri del Somaliland me- ridionale, del gruppo Calamonastes simplex con tre forme delle quali due descritte come nuove il C. s. erl/angeri del Nord So- maliland ed il C. s. %z/gerti del Sud Somaliland. — Grote H. “Ueber die Eier von Cossypha heuglni, HartL. — Maparasz ]J. “ Potocephalus simplex, Rcuw. als selstàndiger Form ,. — Ma- parasz J. descrive (p. 81) Scops Rorigseggi, n. sp. del Sudan simile a S. scops ma più piccola e più chiara di tinta. — Hesse E. descrive (p. 82) Dendrocopus analis longipennis, subsp. nov. da Bangkok. — Brepermann-ImHoor R. “ Accentor mo- dularis als Standvogel ,, (pp. 82-83). — BururiLin S. descrive (p. 84) Parus cinereus ferghanensis, subsp. nov. da Ferghana, Monti Alai. i Riv. di Ornitologia. 10 146 LIBRI E RIVISTE N. 6. Juni 1912. Braun F. “ Ueber den Gesang der Vògel ,, (pp. 89-95). — Sarupny N. “ Ueber Craferopus caudatus altirostri. CO MAR SarupNnY N. propone (p. 96), invece di Zurdus viscivorus sarudnyi, il nuovo nome di 7. v. /oudoni. — Benno Ortow “ Das Verhalten der Vogel wahrend der Sonnenfinsternis vom 17. April 1912 ;. — Maparasz J. descrive (p. 97) Chrysoptilus ughelyiti; n. sp. di Picchio della Columbia simile a C. gutturalis (Sprx). — HaGEN W. “Das Erscheinen von Raubmòwen im Binnenland wahrend des Herbstes 1909 ,. — GENGLER “ Beauchen die jungen Végel den Unterricht der Eltern? — Hesse E. descrive (p. 101) Lagopus lagopus brevirostris sottospecie nuova degli Altai, simile alla forma tipica con becco intermedio tra essa e il £. muutus. — FinscH O. descrive (p. 102) Pitta habenichti, sp. nuova della Nuova Guinea tedesca simile a P. mackloti, Temm. N. 7-8. Juli-August 1912. SNOUCKAERT van ScHaupure R. “ Ornithologischen Notizen aus Holland, mai IgI0 — 30 april IQII,, cita (pp. 103-108) 18 specie tra le quali ‘ricordo Serinus canarius ser inus, Charadrius dubius dubius, Larus leucopterus, Branta ruficollis e Mergulus alle. — Braun F. “ Bemerkungen zu A. Vorer's Problemen der Vogel- stimmenkunde ,, (pp. 108-113). — KoLLisav P. “ Bemerkungen uber die Haubenlerchen von Suez, Sinai und Palastina , (pp. 113; 115). — Brepermann-ImHoor R. “ Eine Betrachtung iber den dunkeln Augenstreifen bei der weiblichen Schwanzmeise (Acredula caudata) ,,. — HiLpeBRanDT H. “ Seltene Irrgiste bei Altenburg ,; cita (pp. 118-119) Haematopus, Plegadis e Limosa limosa. — DoB- BRICK L. “ Coloeus monedula westpreussicher Durchzugvogel 1912,. — WicHktricHP. “ Brauner Sichler, P/egadis falcinellus autunnalis, bei Frohburg in Sachsen ,. — ScHuster L. “ Ueber das Nistgenschàft der Zwergseglers ( Zachornis parvus myochrous) in Deutsch-Ostafrika ,, (pp. 121-126, c. fig.). — REICHENOW de- scrive (p. 126) /yna Hhorbdeckei n. sp. del Camerun. — FinscH O. parla (p. 127) nuovamente della Pitta habdenichti, cfr. antea, p. 102. — KruBER P. “ Fringila nivalis in'Schlesien ,, (pp. 127-130). — Fi nalmente THIENEMANN |]. parla (pp. 130-131) di un Gabbiano co- mune inanellato a Rossitten e ripreso quattro mesi dopo, novem- bre u. s. a Bridgetown nell'isola Barbados, Indie occidentali bri- tanniche e fa considerazioni in argomento. Bollettino della Società Zoologica Italiana, ser. III, vol. I, Perugia, Tipogr. V. ‘Bartelli e. Co., Roma; 1912. Fasc. I-IV. Vaccari L. “ Per la protezione della fauna italiana , parla (pp. 19-80) in difesa della fauna animale italiana che è minacciata di distruzione, in speciali capitoli tratta. anzitutto della distru- zione della fauna prodotta dalla caccia e pesca, caccia eser- LIBRI E RIVISTE 147 citata per puro sport, per trarre vantaggio materiale, per soddi- sfare alle domande della moda, per avere carni saporite, pelli, avorio, dell’ azione degli animali carnivori; della distruzione della fauna determinata da vicende meteoriche, da malattie, da cause indirette come diboscamenti, colture intensive, industrie mani- fatturiere e linee ferroviarie, linee di trasmissione elettrica e fari; continua poi parlando diffusamente della Protezione della Fauna all Estero ed in Italia, sui mezzi di Protezione, formula voti perchè venga approvata la legge unica sulla caccia, s' incoraggi e disci- plini Ja formazione di Circoli cinegetici, si provveda a proteggere ‘i boschi, si fondino Parchi Nazionali affidati ad una Commissione di Naturalisti ecc. da ultimo unisce la Bibliografia consultata. — AncELINI (pp. 81-86) sulla cattura di un Larus affinis, Reinhdt, presso Roma avvenuta il 15 ottobre u. s., che sarebbe la prima italiana, dice che l’ individuo è conservato nella Coll. CHIGI. — Lo stesso A. (p. 87) parla sullo Zigolo di Lapponia osservato per la prima volta nel Lazio, a Roma fuori Porta Maggiore il 18 ot- LODGERIOII. Fasc. V-VIIT. CHici., F. a proposito del recente studio del MARTORELLI, par- la (pp. 149-152) sul 'a/co feldeggi, e trova d’aggiungere quanto segue alle osservazioni diligenti fatte dal MARTORELLI stesso: che il ca- rattere della 2.8 remigante intaccata non è costante nella specie in parola e la sua mancanza dipende quasi certamente dal logorio delle penne, che la 1.* fase tipica è quella in cui le parti supe- riori hanno tinte scure uniformi o solo interrotte nel piumaggio di recente mutato da sottili margini rossicci che poi spariscono per abrasione, che la 2.* fase è semplicemente un grado inferiore di perfezione della 3.° e finalmente che un carattere proprio alla 2. e 3.8 fase che merita qualche attenzione, quale collegamento al gruppo dei Girifalchi con altre specie di Falchi, è. costituito da macchiette a goccia assai scure che appaiono lungo gli steli delle penne fasciate delle parti superiori e che sono ben visibili presso gli apici, ove sembrano quasi sovrapposti alle fasce grigio- nere. Queste sono in succinto le osservazioni del Chi; ad esse si potrebbe obbiettare che il MartoRrELLI non ha rigidamente affer- mato che il carattere della intaccatura della 2° remigante sia costante in qualunque caso ed anche se la penna è logora; egli ne avrebbe constatata la presenza nei veri Lanari e negli altri Girifalchi affini da lui esaminati- mentre gli altri, che ebbe pure in esame e che non presentavano tale particolarità, secondo lui, non sarebbero stati veri Lanari, ma avrebbero avuto invece tutti i caratteri propri ai Peregrinoidi. Circa la 2% fase, essa venne pure considerata dal MARTORELLI quale fase preparatoria alla 3°, e questo fatto ne consacra la reale esistenza. — Di CARPEGNA FaLconieri G. ricorda (p. 188) uno Zigolo nero o Ewm:berzza cirlus affetto da anomalia di colorazione catturato nel Lazio, nel quale la testa e collo sono di un giallo-canarino. — KworTNERUS-MEYER parla (pp. 189-191) “ sulla Nomenclatura Zoologica nel Giardino Zoo- 148 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA logico di Roma ,, dice, a proposito d’osservazioni fatte contro la detta Nomenclatura, che essavenne applicata d’ accordo con le decisioni del Congresso Zoologico del 1902 e con lo Statuto fatto da ScHiLze, v. MaEHRENTAL e PALMER, che pei Mammiferi vale il “ Catalogus Mammalium ,, del TrouessarT, per gli Uccelli l’“ Hand-list of Birds ,, di SHARPE e pei rettili ed anfibi il “ Das Terrarium ,, di KREFFT. Diana, redatta da RenauLT, Firenze, Tip. Domenicana, VII. N. I, Gennaio 1912. MarrtorELLI G. parla (p. 11) della comparsa del Gabbiano di Ross nel Mediterraneo avvenuta il 10 gennaio 1906, figura il gio- vane di Cagliari ed un individuo adulto. — AnicHni G. (p. 12) sull’ età della Starna desunto dall’ esame dell’ala, e probabilmente vuol alludere al noto lavoro del Bureau. IN rue Amala ieri, CHioccoLo (pseud.) comunica notizie su alcuni Uccelli poco co- muni della sua Raccolta, ricorda Falaropo iperboreo, agosto 1894 da Torre del Lago (Lucca), Volpoche, Spatola, Airone bianco maggiore, Anitra marmorizzata (1895) ecc., tutti dalla stessa lo- calità. N. 5. Maggio 1912. E. S. comunica (p. 140) la cattura fatta il 2 marzo u. s. di un Cuculo da ciuffo o Coceysftes glandarius a Capalbio, Maremma Toscana ora nella Coll. Strozzi di Mantova. — A pag. 142 è annunciata la cattura di un’Aquila di mare, Ha/taétus albicilla presso Macerata che venne preparata per uso privato. E. ArRrIGONI DegLI OppI LIBRI E RIVISTE II RECENSIONI VARIE Apcar H. - Birds of the United States east of the Rockey Moun- tains. New York, 1911, 8, w. illustr. ArENBERG, Prince ErnESsT D’ - Les Oiseaux,nuisibles de France et les Modes de chasse et de piégeage à leur destruction. Tome II, Orléans, imp. de H. TessiER, 1912, in-18, de 156 pp. pl. en coul. Contiene: Averle, Uccel S. Maria, Corvi, Colombi, Trampo- ieri, Palmibedi con Pellicani, Gabbiani, Anitre, Svassi, Strolaghe, Alche e Polcinelle, con numerose osservazionì biologiche e psi. cologiche, con notizie sui danni che le specie arrecano e sui ri sultati ottenuti in argomento. Le varie specie sono illustrate con 35 tavole colorate di RoceER REBOUSSIN, che riproducono con esat. tezza ì caratteri propri alle stesse. È da considerarsi un’ opera assai indicata per diffondere la conoscenza dell’ Ornitologia tra i Cacciatori ed i Dilettanti. Arenps E. - Vogelleben auf der Nordseeinsel Juist in Januar 1911, “ Ornith. Monatsschr. , 19II, S. 344-347. Arrigoni DEGLI Oppr EF. e Damiani G. - Note sopra una Rac- colta di Uccelli dell’ Arcipelago Toscano, in “ Riv. Ital. di Orn. ,, Anno I, n. I-II e IV, pp. 7-62 e 241-261. Bologna, TOLD e TOI2. Augert C. - Migration des Oiseaux, i9II, in-8, (in vendita presso PA. a Meschers, Charente-Infèrieure). E uno studio diligente sulle migrazioni degli Uccelli. Tratta delle cause delle migrazioni, delle epoche, velocità di volo, al- tezza alle quali si svolgono i viaggi periodici, passo, sverna- mento, erratismo, ripasso, influenza del tempo, dei venti e della luna, previsioni sui passaggi ecc. Dice che il suo lavoro è il ri- sultato di numerose osservazioni e studi fatti in un lungo periodo di anni, e s’indirizza tanto al Naturalista quanto al Cacciatore. AWERIN A. - Sull Ornitologia del Governo di Charkow (in russo) in “ Trav. de la Soc. des Nat. à l’ Univ. de Charkow ,. Tom. 43, PP. 321-354, I9I1, De La Fuve Maurice - La Chasse des Grives au fusil. Pp. 348, a. 10 ill. Paris, in-16, L. LavEUR édit. 1912. T50 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA Contiene una rivista rapida, ma completa di tutti i sistemi di caccia e di cattura usati contro i Tordi ed i Merli, contribuendo un’ottima monografia delle varie specie che il Cacciatore può incontrare in Francia con le diagnosi delle loro livree, delle mute, costumi e distribuzione geografica. Descrive i vari metodi di cat- tura adoperati nei vari paesi, note sull’ equipaggiamento e sulla legislazione in argomento emanata in Francia ed all’ Estero. Fritsca G. - Ort des deutlichen Sehens in der Netzhaut der Véogel, in “ Archiv fur mikroskopische Anatomie ,. Bd. 78, TO, S.(0I-70 e mito glafeln HarterT E. - Die Vogel der palàarktischen Fauna. Systematischen Ubersicht der in Europa, Nord-Asien und der Mittelmeer- region vorkommenden Vogel, Heft VII (Band II, 1). Seite 833-960 mit 30 Abbildungen. Berlin, R. Friedlander, 1912. L’A. continua il suo grande lavoro sugli Uccelli Paleartici, trattando dei Cipselidi, Caprimulgidi, Meropidi, Coraciidi, Alce- dinidi, Picidi, Cuculidi e comincia l’ ordine .Striges con la Nyctea nyctea e la specie tipica del gen. 5650 (continua). Descrive come nuove: Caprimulgus europaeus sarudnyi degli Altai, Dryobates medius anatoliae dell'Asia minore, D. minor butur- lini dell’Italia, D. Ayperythrus marshalli dell’Imalaia nord-occiden- tale, Picumnus innominatus malayorum da Perak e P. i. avunculo- rum dell’India meridionale, Cuculus canorus bakeri dei Monti Khasia, C. intermedius insulindae di Sumatra, Giava ecc. Di ogni spe- cie dà la sinonimia, brevi diagnosi degli abiti dei due sessi e dei giovani, le dimensioni; cenni sulla distribuzione geografica, sui costy- mi, il nido, le uova ecc., sicchè è un lavoro comprensorio notevolis— simo e fatto con vera diligenza. Ma come nei precedenti fascicoli dell’ Opera, al concetto della sottospecie è dato uno sviluppo troppo ampio, sicchè troviamo ad es. 60 tra specie e sottospecie nel solo gen. Dryobates della Regione Paleartica. Così il Picchio rosso maggiore è il tipico Dryobdates major major nella Scandinavia, diventa poi piretorum in Germania, anglicus nella Granbretagna, harterti in Sardegna, parroti in Corsica, hispanus nella Spagna con altre dieci forme nel resto della regione Paleartica; tutte queste suddivisioni a me sembrano soprattutto atte a creare con- fusioni. Nei riguardi dell’Italia abbiamo l’ Apus melba, poi il tipico Apus apus apus, VA. a. kollibayi, VA. murinus llyricus e | A. affinis galilejensis, due Caprimulgus del tipo europaeus cioè euro- paeus e meridionalis, quello del collo rosso e l’ egiziano, il Gruc- cione, la Bubbola, la Ghiandaia marina, 1’ Uccel S. Maria, il Picchio verde diviene Picus viridis pronus, il Picchio cenerino, quattro Picchi rossi maggiori (gen. Dryobates), la forma tipica, il D. ma- jor pinetorum, il D. m. harterti ed il parroti, il Picchio dal dorso bianco diventa Dryodates leucotos leucotos e D. I. lilfordi, la forma italica del Picchio rosso minore è chiamata D. wmunor buturlni e vi si trova facilmente anche l’ %ortorum delle Alpi, il mezzano LIBRI E RIVISTE ISI D. medius splendidior, quello tridattilo il Picordes tridactylus al- pinus, il Picchio nero è la forma tipica, due i Torcicolli, l’ uno della forma tipica l’ altro l’ /yna torquilla tschusi, due i Cuculi l'uno della forma tipica e l’altro il Cuculus camorus kleinschmidti per la Corsica e Ja Sardegna, pel Coccystes glandarius è usato il nuovo nome generico C/amator KauP 1829. Tutti questi innumerevoli cambiamenti di nomi, queste sud- divisioni e frazionamenti di specie rappresentano l’espressione più esatta del nuovo indirizzo degli studi sistematici, ma a me sembrano poco opportuni e generano non lievi confusioni anzichè giovare alla scienza. HarterT E., JourpaIn F. C. R., TicenursT N. F. and! WITHERBY H. F.- A Handlist of British Birds, with an Account of the Distribution of each Species in the British Isles and Abroad. London, WiruerBy and Co. 1912. Questo lavoro sotto il semplice nome di Lista degli Uccelli Britannici ha un duplice, altissimo scopo. Primo, di fornire esatte informazioni sulla distribuzione geografica degli Uccelli inglesi nelle Isele btitanniche e fuori, e ciò è stato raggiunto nel modo più conciso e più chiaro ad un tempo. Il secondo e più impor- tante, sulla proposta nuova revisione della nomenclatura. La re- visione della nomenclatura con l’uso della dicitura trinomia, con . l'ammissione di tante sottospecie, che possono ammettersi soltanto come modificazioni climatiche, con l’ esumazione di nomi vecchi da tempo abbandonati desterà grande attenzione, ma non sarà da tutti egualmente gradita ed accettata; molti ornitologi rimar- ranno fedeli alla più semplice nomenclatura dei testi classici, ed al caso occorrerà molto tempo prima che il vecchio sistema venga abbandonato e rimpiazzato dal nuovo e meno semplice. La Lista Britannica contiene 469 forme d’ Uccelli, di ognuna viene data la nomenclatura (HartERT), la distribuzione nelle Isole Britanniche con note sulle comparse e la riproduzione (Wir®erBy, con la collaborazione di Ticenurst e Jourpain), la distribuzione geografica generale (HARTERT, con la collaborazione di Jourpain) e finalmente notizie sulle migrazioni (TICEHURST). Qualunque possa essere il giudizio della critica per le inno-, vazioni tentate, gli Autori meritano un caldo elogio per la com- pilazione di un libro indubbiamente utile e che deve aver loro costato le più pazienti ricerche. Harvie-Brown J. A. in “ Scot. Nat. ,, 1912, pp. 97-102 e 121-132 c. mappa, ofire notizie sulla grande estensione dei distretti nel Regno Unito ove il Fulmarus glacialis nidifica, fenome1.o verificatosi in questi ultimi anni; risulta che la -detta specie si stabilì nelle Far Oér nel 1839 ed a Santa Kilda almeno un 250 anni fa; segue una lista delle località e delle più vecchie date nelle quali la specie venne osservata nidificante nei distretti delle Shetlands, a Fair Isle, nelle Orkneys, Handa, Hebrides ed Irlanda. 152 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA SwartH H. S. - Description of a new Hairy Woodpecker from South-Eastern Alaska, in “ Univ. Calif. Publicat. in Zoology ,, vol.t7,N? 9,0NOck TOnT pp. 1312-2310! Descrive Dryobates villosus sitkensis simile a D. v. picoideus, proveniente dall’ Alaska sud-orientale. E. ArRrIGONI DeGLI Oppi Viene messa in vendita la Collezione Osteologica formata con un lavoro assiduo di oltre trent'anni dal prof. cav. ETTORE REGALIA, già Segretario deila Società italiana di Antropologia, e note cultore degli studii paleontologici e anatomo-comparativi. La ‘collezione comprende parecchie migliaia di pezzi (scheletri interi e parti caratteristiche dello scheletro) di Mammiferi, Uccelli, Ret- % till ed Anfibii, tutti esattamente determinati e classificati, in guisa da servire in modo particolare e sicuro per raffronti con mate- riale osseo fossile, soprattutto recente e quaternario. Per le informazioni uiteriori e per le trattative, si prega di rigolgersi al prof. comm. Enrico MorseLLI, in Genova, Via Assa- rotti, N. 46. : Responsabile ALESSANDRO GHIGI Stabilimento Poligrafico Emiliano — Bologna fo be << Ò Ge o d È © colla Ra vista italiana. di dosi 13 SOA "il ... sr Lao i (the) “fviani “Retori "or hi 19 n. ata ” . % Bareau of Science of the Philippine, Islands, Manila. su Biel ore, American. Museum, of Natural History, New York. DE lub, van o Nederlandsche. Vogelkundigen, “Roérmond, “Nederland. Dansk ornithologisk. Forenings Tidsalorit, Le Danmark. Falco, Halle a Ss vi ) dea IRA | Gerfaut (Le) L andai, 9. . (> DI vi: 3 a (3 Giornale: degli allevatori, Catania: DÈ ì i CER DI Journal. ‘South African Qenithologiet ‘Union, | Pretoria” ® ‘ Nederlardsche ‘ornithologische. Vereenigine, Er beek, Nederland. i (The), Lacon, SAL: UU. di (8. IT o | Ornithologische ‘Monafsberichte, Berlin. u 3 ; n» n Do SI CE Jahebuch, Hallein. Don 3 AE RAR) A 0 i Redi Sociedad. Espanola I Historia, Natural, atadrid. ; 23; DO Le cn . | Smithsonian ‘Institutions, Washington. i 5 Sa 304 — Societe assai de Geneve, ‘Genie. x di "Conte dott. Ettore aprigoni Degli Oddi AO SÒ Oddo, Monselice ARCTIC; ‘ICELAND ‘and GREENLANDS | Gi _ BIRDS SKINS,. Well Prepared 2a Low Prices. | PARTICULARS.OF Vo G. DINESEN, s saltvis Balidhatn, Lolland, DENMARK “= SI PUBBLICA Îì OGNI TRIMESTRE è ‘ANNO. - NUM. 3 Gennaio-Marzo S ae _MCMXHI + FRANCESCO CHIGI . © ALESSANDRO GHIGI Sd 0 Lea <= _ ABBONAMENTI: TOMMASO SALVADORI. i na se nes anno È e Anno: Lire DIECI. i RUTELLI £ IRR de. LL Re Pi ES KE i... ‘STABILIMENTO POLIGRAFICO EMILIANO Te CAOLOGNA | STA ‘Piazza Calderini 6, Palazzo Loup SOLE I i Giugno 1913 >moll issima (L ncia.d E) Ù RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA Anno Il - Tav. III Caccabis labatei, Bouteille (mas.) T. SALVADORI Le varie forme di Averla capirossa in Italia . L’Averla capirossa è un uccello ben noto agli ornitologi ed anche a molti cacciatori italiani. I maschi adulti si riconoscono facilmente al color rosso castagno del pileo e della cervice, alla fronte ed al dorso neri, al groppone grigio, alle scapolari ed al sopraccoda bianchi, alla coda bianca e nera, come pure le ali, ed alle parti inferiori bianche. Questi caratteri, in grado più o meno evidente, sì riscontrano in tutte le Averle capirosse adulte. Le femmine adulte hanno colori più sbiaditi, ma non sono essenzialmente diverse dai maschi. I giovani dell’ anno sono superiormente brunicci con fascie ondulate scure, inferiormente bianchicci con fascie arcuate scure; essi somigliano alquanto ai giovani del L. co/lurzo, dai quali si distinguono facilmente per avere le scapolari notevolmente chiare. Ma la specie europea (L. pomeranus, o L. rufus di molti au- tori) si distingue per avere, oltre ad un largo specchio bianco alla base delle remiganti primarie, le due timoniere mediane nere fino alla base e le parti inferiori bianche. Questa specie vive in Italia ed in gran parte d'Europa durante la buona stagione e vi nidifica. _ Poco diversa è un Averla che nidifica nell’Africa Settentrio- nale, Tripolitania, Tunisia, Algeria, Marocco ; essa differisce dalla precedente per avere le scapolari, il sopraccoda e le parti infe— riori non di un bianco puro, ma lievemente tinte di fulviccio. Non è infrequente di trovare esemplari così fatti anche in Italia. Riv. di Ornitologia. i 1l 154 i T. SALVADORI Una terza forma è notevo'e per la mancanza dello specchio bianco sull’ala. Si trova svernante nell’Africa occidentale, nidi ficante in Sardegna ed in Corsica ed anche nel Lazio. Finalmente una quarta forna, simile all’ europea, ma distinta per avere la base delle due timoniere mediane bianca, si trova nell’ Africa settentrionale-orientale e nell’ Asia occidentale. Le quattro forme si possono distinguere ai caratteri indicati nel seguente quadro: a. Specchio dell’ ala bianco presente. a Le due timoniere mediane senza bianco alla base. a.’ Parti inferiori, scapolari e sopraccoda di un bianco ‘puro... arena nea 6. Parti inferiori, scapolari e sopraccoda di unblanco-isabellino 0. cele za b.' Base delle due timoniere mediane bianca (parti inferiori scapolari e sopraccoda di unbianco isabelli.to). ito. Rees 6° Alassenza*specchiorblanco ei La conoscenza delle varie forme di Averle capirosse si deve specialmente allo HaARrTERT, che ripetutamente se n’ è occupato. Anche in Italia l’ argomento è stato studiato, dopo 1’ HARTERT, dal Principe Don Francesco CHIGI, tuttavia non credo che ulte— riori osservazioni siano senza interesse. Per questo, oltre alla collezione del museo di Torino, ho po- tuto studiare gli esemplari della collezione dei Vertebrati italiani di Firenze (13 esemplari), quelli della Collezione della Signorina CrciLia Picchi (10 esemplari), 2 del Sig. Cesare RAGIONIERI di Firenze e 3 dei Signori ZAFFAGNANI pure di Firenze. Il Principe Don Francesco CHici mi ha inviato 9 esemplari interessantissimi del Lazio, ed il Conte ARrRIGONI DEGLI OppI un interessante esem- plare dell’isola Capraia, oltre a molti esemplari di quasi ogni regione d’ Italia. Finalmente il Comm. Giuseppe WuWÙiraKER da Palermo mi ha inviato numerosi esemplari della Sicilia (3), Tripolitania (3), Tu- nisia (9), Algeria (2), Marocco (11), Spagna (6), Grecia (4) e Cipro (1), gli ultimi provenienti dalla Collezione di Lord Lirrorp, ed a tutti rendo vivissime grazie. Anche dal Museo Civico di Genova ho ricevuto due esemplari degni di studio. ii (A LE VARIE FORME DI AVERLA CAPIROSSA IN ITALIA 155 Bibliografia dei lavori nei quali si tratta specialmente delle Averle capirosse: (1883) Saunpers, H., Notes on the earliest available scientific Name i for the Woodchat Shrike a T983, pp: 03-85)... .«. . Lanius pomeranus. | (1888) Koenie, Dr. A., Avifauna von Turis (Journ. f. Orn. 1888, p. 180, Tab.IIl (9,9); 1892, pp 384-337) Lanzius rutilans. (1895) KoenI, Dr. A., Ornis Algeriens | Lamis rutilans. (Journ. f. Orn. 1895, pp. 228-230) | » 7ufus. Lanius senator senator. (1899) HartERT, Dr. E., Nov. Zool. VI, vi) ” » pectoralis. PP. 415- -418 SIAE n) ” » bdaduus. Dj ”» para doxus. (1899) ERLANGER, C. v., Avifauna Tu- nesiens (Journ. f. Orn. 1899, \ Lanius senator rutilans. pp. 502-504, Tab. Il). > ” senator. (1901) KirIinscHMIDT, O., Orn. Mo- natsb. 190I, p. 169 . . . Lanius badius. (1901) SHaRPE, Dr. R. B., Proc. Zool. Soc. Lond. I90I, pp. 615-616 » pectoralis (?) ” badius. Lanius senator. v.paradoxus. / Li senator senator. Pest » pectoralis i (= senator). “ ” senator badius. ” n paradoxus. (1902) HartERT, Dr. E., Nov. Zool. > p. 329 . | Lanius pomeranus. (1902) OciLvie Grant, W. R., Nov. } eri o eo Zool: IX, ppi 464-465: vince , badius (= pectora lis !) Lanius pomeranus. (1903) SHaRrpE, Dr. R. B., Hand-List, ,I » rutilus (= parado- IV, pp. 283- DOG LA a xuS) » badius. { Lanius pomeranus badius. (1906) ScHIeBEL, G., Die Phylogenese \ È 4 rutilans. der Lantus-Arten (Journ. f. Orn. | È n HOT pp. 190-197, Taf. H). : Î ì à Sn XUS. 156 T. SALVADORI (1906) HartERrT, Dr. E., Nov. Zool. TARE SENAIOr. niloticus. XIII, pp. 400-402 . , ) i (1907) Pm E, Vogel Pal. Fauna, 2g rie O IV, PP. 434437. +. a n» badius. (1907) KLEINscHMIDT, O., Die Norda- frikanischen Rotkopfwiùrger ar CO-LIOO 7 Pps 07 000, . ‘Lanius senator fluckigeri. (1911) RorHscHILD and HartERT, Nov. | Lanius senator fluckigeri Zool VIIREppir5or 502 AR Sea ” = senator. (1902) CHici F., Osservazioni intorno alla presenza in Italia del Larus pomeranus badius Hartl. (Riv. Ital. di Ornit. I, pp. 140-146) I.- Lanius pomeranus. Lanius senator, Linn. Syst. Nat. (ed. X), L p. 94, (1758). Lanius rufus- Briss. (nec. Linn.) Orn. II, p. 147 (1760). — Gm. Syst. Nat. I, p. 301, (1788) (Europa). Lanius ruficeps PaLL., Vroeg’ s Cat. Verzam. Vogelen dieren, Adumbratiuncula, p. 1 (1764) (Holland). ? Lanius auriculatus P. L. S. Mùtr., Natursyst. Suppl., p. 71 (1770). Lanius pomeranus SparRm. Mus. Carls. fasc. I, n. 1, pl. (1786) (1). - Gw. Syst. Nar. I, p. 302, n. 33 (1788) (cx SPARRMAN). — SAUN- DERS, Ibis, 1883, p. 85 (2). - GicL., Sec. Resoconto, p. 270 (part.) (1907). - CHiei, Cat. Coll. Orn. reg. Rom., p. 19 (1912). Lanius rutilus LatH. Ind. Orn. I, p. 70, n. 12 (1790). Lanius ruficeps Becust., Naturg. Deutschl. II, p. 1327 (1805). Lanius ruficollis Srepzens in Shaw, Gen. Zool. VII, p. 316 (1809) (Europa). Lanius rufus Savi, Orn. Tosc. I, p. 98 (1827). - Id. Orn. Ital. p.'233 (1873). — Gicx, Teon®Avif: Ital*daviasprios4e Du. Syn. Av. I, p. 486, sp. 6633 (1902). (1) HARTERT (Véòg. pal. Fauna, I, p, 435) assegna all'opera dello SPARR- MAN la data 1798, che certamente è errata. (2) Notes on the earliest available scientific Name for the ‘Woodchat Shrike (Ibis 1883, pp. 83-85). LE VARIE FORME DI AVERLA CAPIROSSA IN ITALIA 157 Lanius melanotos BreHM, Ibis, 1828, p. 1275 (nom. nud.). — Id. Naturg. Voòg. Deutschl. p. 238 (1831) (in deutschen Ebenen). Phoneus rufus Kaup, Natiùrl. Syst. p. 33 (1829). Enneoctonus rufus Bp., Comp. List., p. 26 (1838). Enneoctonus pomeranus Cas. Mus. Hein. I, p. 73 (1850). Lanius ruficapillus Barry, Orn. de la Savoie, II, p. 32 (1853). _ Lanius auriculatus Suarpe et Dress., B. of Eur. III, p. 147, pl. 151 (1871) (Syn. emend.).- SaLvap., Fauna d’Italia, Ucc. p. 60, (1872). -Id. EL Ucc. Ital. p. 89, n. 82 (1886). - MARTORELLI, Ucc. Ital. pp. 582, 583 con figura (1906). «| Lanius senator ARric., Atl. Orn., p. 114, tav. XXIV, f£. 3 9 e tav. XLIX, f. 59 (uovo) (1902). — Id., Man. d’Orn. Ital. p. 170 (1904). Lanius senator senator HartERT, Nov. Zool. VI, p. 416 (1899). - Ertranc. Journ. f. Orn. 1899, p. 504, Taf. II, mittlere Figur. gf ad. - HartERT, Vog. Pal. Fauna, I, p. 434 (1907). - HiLcert, Kat. Coll. v. ErLANG. p. 283 (1908). Phoneus pomeranus, SHARPE, Hand-Hist, IV, p. 283 (1903). Lanius pomeranus pomeranus ScHIeBEL, Journ. f. Orn. 1906, pp. 192, 195. — CHÒisi, Riv. Ital. di Orn. I, p. 140 e seg. (1912). — Questa specie è la più anticamente conosciuta. Essa per la presenza dello specchio alare bianco differisce dal L. badius, per avere le due timoniere mediane senza la base bianca differisce dal L® niloticus e finalmente differisce dal L. rutilans, al quale maggiormente somiglia, per avere, nell’ abito perfetto, le parti inferiori bianche, senza tinta isabellina, se pure è questo un ca- rattere sufficiente per la separazione. Lo HARTERT da prima ammise la differenza delle due ultime forme, ma più tardi ha riunito al L. pomeranus anche il L. rutilans, contrariamente alle opinioni del KoenIG, del Barone von ERLANGER e del KLEINSCHMIDT. La distribuzione geografica di questa specie non è ben delimi- tata. Essa nidifica nell’ Europa media e meridionale e quindi in tutta Italia, trovandosi a quel che pare anche in Sardegna insieme col Lanius badius. Il confine fra il L. pomeranus ed il L. niloticus non è certo, e neppure fra il L. pomeranus ed il L. rutilans, che molto probabilmeate svernano ambedue nell’ Africa occidentale. « Io ho esaminati moltissimi esemplari di questa specie. 158 T, SALVADORI La nomenclatura della medesima richiede qualche schiarimento. Il SaunpERS (/. c.) dimostrò in modo evidente che, dopo la XII edizione di Linneo, il nome che spetta a questa specie è quello di Lanius pomeranus SPARRM, che anche io adopero. Moderna- mente alcuni hanno voluto dare la preferenza al nome L. senazor, che si trova nella decima edizione di Linneo. Secondo me, l’aver voluto dare la priorità ai nomi della decima edizione di Linneo è stato un gravissimo errore ed un gravissimo colpo alla stabi lità della Nomenclatura zoologica. Questa era stata posta su sta- bilissime basi dal codice Stricklandiano, ed ogni mutamento sarà causa di confusione. Io sottoscrivo perciò completamente alle saggie osservazioni pubblicate recentemente dallo ScLATER (1). 2. - Lanius rutilans. Pie Grieche rousse du Senegal DauBent. PI. Enl. 477, f. 2, unde. Lanius collurio senegalensis Gm. Syst, Nat. I, p.g01 (1788) (ex Burron, o meglio DAUBENTON) et Lanius rutilans Temm. Man. d’Orn. IV, p 601 (nota) (1840). — Koenic, Journ. f. Orn. 1888, p. 180, Tab. III; 1892, p. 334 (Tu- nisia); 1895, p. 228 (Algeria). — GicL. Sec. Resoconto, p. 272 (1907) (crit.). Enneoctonus ruttlans Cap. Mus. Hein. I, p. 73 (1851). ? Enneoctonus pectoralis v. MùLL. Journ. f. Orn. 1855, p. 450, n. 583 (Sennaar), & Lanius senator ruttlans HarrterT, Kat. Vogelsamml. Frankf. p. 90, n. 1321 (1891) — ErLANG, Journ. f. Orn. 1899, pp. 502-504; Taf. II, fig. 1, 3 (Tunisia). —- ArrIc. Man. d’Orn. Ital. p. 170 (nota) (1904). Lanius senator pectoralis HartERT, Nov. Zool. VI, p. 416 (1899) (N. Afr. Form.). — SHARPE, Pr. Zool. Soc, 1901, p. 615 (Mediter- ranean form'. — HaRtERT, Nov. Zool. IX, p. 329 (1902) (= L. se- nator L.). Lanius rufus var. rutilans, Du. Syn. Av. I, p. 486 (1902). Lanius pomeranus part., WuHirag. B. of Tunis. I, p. 174 (1905). (1) Commentary on the new Hand-List of British Birds (Ibis 193, pp. 113-127). 3 LE VARIE FORME DI AVERLA CAPIROSSA IN ITALIA 159 Lanius pomeranus rutilans ScuisBEL, Journ. f, Orn. 1998, p. 195. — Cuici, Riv. Orn. Ital. I, p. 140 (1912). Lanius senator fliickigeri Kreinscum. Falco, 1907, pp. 67, 68 i (Algeria). — Hieert, Kat. Coll. v. ErLANG. p. 283, n. 801 (1908). . Lanius senator senator Rorasca. & HartERT, Nov. Zool. XVII; p. 501 (1911) (= L. fitickigeri). . E questa una forma non bene definita. Essa somiglia al L. po- meranus per avere lo specchio bianco sull’ ala e le due timoniere mediane senza base bianca, ma ne differisce per avere il bianco delle scapolari, del sopraccoda e delle parti inferiori tinto di co- lore isabellino. Essa sembra la forma nidificante nell’ Africa set- tentrionale (Tripolitania, Tunisia, Algeria e Marocco). Lo HARTERT da prima (Nov. Zool. VI, p. 416) l’ammise come forma distinta, attribuendole il nome di Larzius pectoralis (v. MùLL.); più tardi l’ha riunita al ZL. pomeranus. Anche lo SHaRPpE l’ha ammessa, ma dubitativamente. Essa non resta durante l’ inverno nell’ Africa set- tentrionale, ma emigra nell'Africa occidentale. Il Barone v. ERLANGER ammetteva senza alcun dubbio il L. 7w- tilans come forma distinta e ne ha dato una ottima figura (/. C)i per la quale ha servito un esemplare (N. 7982) della collezione dello stesso Barone e che l’HiLcert (/. c.) attribuisce al L. fl ckigeri, descritto dal KremscHaMIpr. Non si può escludere che anche questa forma si trovi in Italia, ove s'incontrano esemplari col bianco tinto d’isabellino. Il Museo di Torino possiede un esemplare di questa specie, similissimo alla figura del DauBENTON (PI. Enl. 477, f. 2), che non | trovo affatto irriconoscibile come alcuni hanno asserito. 3-.-- Lanius niloticus. Enneoctonus niloticus Br. Rev. et Mag. de Zool. 1853, p. 459 (Mus. Paris. ex Nilo albo). — v. Mùr1. Journ. f. Orn. 1855, p. 453, n. 587. Lanius paradoxus A. E. Brenm, Journ. f. Orn. 1854, p. 75 (nota). — C. L. BreHm, Vogelfang, p. 84 (1855) (Tipi del Nilo Azzurro, feste HartERT). — Heuer. Orn. N. O. Afr. I, 2, p. 477 (1871). — SHARPE, Pr. Zool. Soc. 1901, p. 615. — BuTLER, Ibis, 1905, p. 328 (Blue Nile); 1908, p. 226 (Egyptian Sudan). 100 T. SALNADORI ? Enneoctonus pectoralis v. MùLr. Journ. f. Orn. 1855, p. 450, n. 583 (Sennaar). Enneoctonus jardinei v. Miur. Journ. f. Orn. 1855, p. 450, n. 584 (Sennaar u. Nubien). Lanius cognatus Breum, Vogelfang, p. 84 (1855); — id. Nau- mannia, 1855, p. 275 (= paradoxus ?). Lanius pomeranus, Hawxer (nec SparrM.), /bis, 1899, p. 68 (Somaliland). — O. GRANT, Ibis, 1900, p. 150 (Gadaburka, Abyssinia). Lanius senator. paradoxus HartERT, Nov. Zool. VI, p. 417 {1899); IX, p. 329 (1902). Lanius rufus var. paradoxa, Du. Syn. Av. I. p. 486 (1902). Lanius rufus, O. GRANT, (nec Linn.), Nov. Zool. IX, p. 465 (1902). Phoneus rutilus SHARPE (nec LATH.), Hand.ist, IV, p. 283 (1903). Lanius pomeranus paradoxus, ScuregeL, Journ. f. Orn. 1906, p. 195. — CHÒici, Riv. Ital. di Orn. I, pp. 140-146 (1912). Lanius senator niloticus, HARTERT, Nov. Zool. XIII, p. 401 (1906). — Id. Vòg. Pal. Fauna, I p. 436 (1907). — Zept Journ: fi Omibgio p. 807 (Cheren); 1912, p. 364 (Suez, ecc.). — WeIGOLD, Journ. f, ©Orn. 1912, p. 381 (Urfa). — Nicott, Ibis, 1912, p. 420 (Egypt). Lanius pomeranus niloticus, NicoL, Ibis, 1909, p. 472 (Egypt). Questa forma si distingue per avere la base delle due timo- niere mediane più o meno estesamente bianca. Lo HaRTtERT si è assicurato che il tipo, conservato nel Museo di Parigi, presenta ap- punto la base di quelle due timoniere mediane bianca per circa 30 imm. Senza questa constatazione sarebbe difficile ricono-- scere la specie nella insufficiente frase del Bonaparte. Invece la descrizione che il BreHM dà del Larius paradoxus è molto chiara e caratteristica. Le descrizioni dell’ Enneoctonus pectoralis v. MùLL. e dell’ £. jardinet v. MùLL. sono difticili da intendere. Nella seconda è detto: reclricibus duabus mediis externis dimidiato albis ; eviden- temente la parola exterzis fu aggiunta per errore! La distribuzione geografica di questa specie è ora ben nota, giacchè lo SHARPE (/. c.) ha enumerato le localita d’ onde pro- vengono i molti esemplari del Museo Britannico.; risulta che. il L. niloticus si estende dall'Asia occidentale all’Africa orientale ld LE VARIE FORME DI AVERLA CAPIROSSA IN ITALIA 161 settentrionale, cioè dalla Persia e dalla Palestina all’ Egitto, al- l’ Abissinia ed alla Somalia. Il Museo di Torino possiede parecchi esemplari dell'Arabia presso Petra raccoltì dal Conte ArcomartI, altri dal Cav. E. Festa presso Gerico, uno d’ Egitto (PaxcERI), e due della valle del Gia- hoa presso F ilhoa, raccolti dal Dr Ragazzi. Ho esaminato anche un esemplare di Cipro, e due di Grecia (37 Corfu, 9 Patros) rac colti da Lord Lirorp, ed ora conservati nella collezione Wur- TAKER. Si noti che tutti questi esemplari hanno il bianco delle scapolari, del sopraccoda e delle parti inferiori lievemente tinte di color isabellino; la stessa cosa è stata fatta notare dal WEIL GOLD (/. c.) rispetto ai suoi esemplari. Anche questa specie si trova in Italia. L’HARTERT (Vog. Pal. Fauna, IL p. 437, e Nov. Zool. XVIII, pag. 501) menziona un' esem- plare preso nelle vicinanze di Torino il giorno 2 Maggio 1885, conservato nel Museo di Tring. Non è indicato il nome della persona che avrebbe catturato, o dato quell’estraneo esemplare. Il Principe CHier menziona un esemplare di Castel Porziano nel Lazio, con- servato nel Museo Zoologico di Roma, che sembra riferibile a questa specie, giacchè avrebbe la base delle due timoniere me diane bianca per cìrca un centimetro. Un maschio consimile io ho ricevuto da Bari inviatomi dal Prof. DE Romita, raccolto nel- l’Aprile 1875. 4. - Lanmius badius. Lanius badius Harti. Journ. f. Orn., 1854, p. 100 (Gold Kuste, typus in Mus. Brem.). — v. Mùtt., Journ. f. Orn. 1855, p. 451, n. 586. — Suet., Ibis, 1875, p. 381 (Guinea); 1883, p. 544 (Shonga, Niger Region). - Gapow, Cat. B. VII, p. 285 (1883) (Gold Coast). — KLeInscHM., Orn. Monatsb. I90I, p. 169 (Sardinia). - SHARPE, Pr. Zool. Soc., 1901, p. 615. — ALEx., Ibis, 1902, p. 310, (Gold Coast). - O. Grant, Nov. Zool. IX, p. 465, n. 23 (1902) (syn. emend.). - ARRIG., Atl. Orn,, p. 116, nota (1902) — Id., Man. d’Orn. p. 170, nota (1904). - GicL., Sec. Resoconto, p. 272 (1907) - ParroT, Orn. Jahrbuch, 1910, p. 158 (Corsica). Lanius rufus part., HartL., Syst. Orn. Westafr. pp. 102, 103, (1857). 162 i T. SALVADORI Lanius auriculatus part., SHARPE et Dress., B. Eur. II, p. 407, (Gold Coast) (1871). - SHELL. et Buczt., Ibis, 1872, pag. 292 (Gold Coast). — ? WuHarr. (nec P. L. S. Mùtt.) Ibis, 1876, p. 24 (Sisco, Corsica). i Lanius pomeranus W#HITEH. (nec SPARRM.), Ibis, 1885, p. 37, (Corsica). ) Phoneus badius Suert., B. Afr. I, p. 52, n. 706 (1896). Lanius senator badius HarteRT, Nov. Zool. VII, pp. 415, (Gambaya, Gold Coast), 417 (1899) (Porto Vecchio, Corsica). — Rcunw., Vég. Afr. II, p. 626 (1903). - HarteRT, Nov. Zool. XII, p. 401 (1906). - Id., Vòg. Pal. Fauna I, (Heft IV), p. 437 {1907) + Jourp., Brit. Birds. III, pp. 369, 370 (Inghilterra) (cf. Ibis, Igo, p..569). — id. Ibis, 1911, p. 447 (Corsica). - RorHscH. & HARTERT, Nov. Zool. XVIII, p. 502 (Biskra, Lambese) (1911). - Jourp., Ibis, TOTO MNT: Lanius rufus var. badia DuB., Syn. Av. I, p. 486 (1902). Lanius pomeranus badius ScHieBEL, Journ. f. Orn. 1906, p. 194, Taf. H, fig. 4 3, 5 è juv. — CxIci, Riv. Orn. Ital. I, p. 140 (1912). Lanius senator ARRIG. (nec. Linn.) Riv. Ital. di Ormit. I. p. 36 (tori) (Capraia). La prima notizia di questa specie si deve all’ HaRTLAUB, il quale (/. c.) descrisse un esemplare della Costa d’ Oro, conservato nel Museo di Brema. La frase dell’ HartLAUB speculo alari albo nullo designa immancabilmente questa specie. Tuttavia. pare che poscia l HartLAUB abbia avuto qualche dubbio intorno al valore della sua specie; giacchè più tardi (Syst. Orn. Westafr.) il nome Lanius badius si trova fra i sinonimi del Lanius rufus (= po- meranus). Invece il valore della specie è stato confermato da altri esemplari, simili al tipo, menzionati dallo SHELLEY, prove- nienti da Shonga nella regione del Niger, ed altri di Accra e di Aguapim. Dell’Algeria sono menzionati due esemplari l’ uno di Biskra (18 Aprile) e 1’ altro di Lambese (5 Maggio) (1). Di pas- saggio si trova anche alle Isole Canarie. Io ho visto recentemente un esemplare di questa specie della isola Galita a Nord della Tunisia, raccolto durante la Crociera (1) Nov. Orn VIEN pap 502, LE VARIE FORME DI AVERLA CAPIROSSA IN ITALIA 163 della Violante il 19 Agosto 1877. Pel tempo in cui fu raccolto e per lo stato delle piume alquanto logore è probabile che vi avesse nidificato. È un maschio adulto, e si conserva nel Museo Civico di Genova. Affatto inaspettatamente fu annunziata la cattura di esemplari di questa specie in Sardegna dal KLeinscAMIDT (/. c.) ed in Cor- sica dallo HARTERT, nei quali luoghi giunge regolarmente in pri mavera e vi nidifica. Le due figure date dallo ScHIEBEL (/. c.) sono tratte, come egli afferma, da due esemplari di Sardegna, un maschio adulto di Lanusei, 5 Luglio 1905, ed una femmina giovane del Monte Arzana, appartenenti al Kreinscampt. Nel Museo di Tring, secondo che afferma lo HARTERT, si conservano otto esemplari adulti uccisi in Sardegna ed in Corsica. La de- cisa negazione fatta dal GieLioLi della presenza del Lanius ba- dius in Sardegna, come osserva giustamente il Principe CHIGI, derivò da mancanza di sufficenti esemplari; infatti fra i 12 esem- plari di Averle Capirosse del Museo di Firenze vi era un solo esemplare dell'Asinara in Sardegna senza specchio bianco sul- l’ala e questo è un giovane, al quale forse il GreLioLI non dette importanza, tanto più che un altro esemplare adulto che si dice di S. Antioco, pure in Sardegna, proveniente dal Conte UcoLIino MaR- TELLI, ha lo specchio precisamente come gli esemplari tipici del L. pomeranus. Le ricerche del Principe Cher hanno messo fuori dubbio che il ZL. badius si trova anche in Italia, od almeno nel Lazio. Egli sì esprime così « fra i molti soggetti da me raccolti varii non avevano specchio apparente ad ala chiusa, altri lo avevano, ma molto limitato e pochi erano provvisti di un ampio specchio ». Il Principe Chici ha avuto la cortesia d’ inviarmi 9 esemplari della sua collezione, colti nel Lazio (Campoleone e Piastra) e 4 di questi sono decisamente ZL. dadius senza lo specchio; un quinto ha lo specchio piccolo, nascosto dalle grandi cuopritrici delle remiganti primarie. Inoltre il Principe menziona un solo giovane, che io non ho visto, mancante dello specchio alare, ma io posso affermare che in cinque giovani di Ozieri della Collezione PrccHni, lo specchio manca del tutto come negli adulti, e così pure nel- l'esemplare giovane dell’ Asinara nel Museo di Firenze (N.° 1920), per cui il L. badius a quel carattere si riconosce in tutte le età, 164 T. SALVADORI quindi io non posso sottoscrivere all’ asserzione del CHIGI che i giovani delle due forme non siano distinguibili. Un altro carattere che distingue il ZL. badius è nella coda; esso non è stato notato finora; le timoniere hanno la parte bianca alla base molto meno estesa, cosicchè spiegando la coda essa appare molto meno bianca e più estesamente nereggiante. Finalmente un terzo carattere, che ho verificato negli adulti del LZ dadius è nella presenza di piccole macchie bianche alla base del vessillo esterno delle tre remiganti primarie, 7.* 8.° e 9.9, formanti un piccolo specchio, che si vede soltanto aprendo l'ala. Dall’ esame dei fatti relativi al L. badius mi pare che si possa concludere che esso nidifica nelle isole di Sardegna e di Corsica e anche nel Lazio, e che sverna nell’ Africa occidentale-setten- trionale, estendendosi alla costa d’ Oro ed alla Nigeria. La indicazione Sennar aggiunta dall’ OciLvIE-GRANT (/. c.) sem- bra che si fondi sulla citazione del v. MiLLER, Enneoctonus pe- ctoralis, Journ. f. Orn. 1855 p. 450 (Sennaar), che probabilmente non spetta al L. dadius, ma al L. miloticus, od al L. rutilans. Oltre agli esemplari del Principe CHici io ho esaminato un maschio adulto ucciso a S. Antioco in Sardegna il 26 Giugno 1912 dal Cav, Dott. Enrico Festa ; esso si conserva nel Museo di Torino. Inoltre ho esaminato parecchi esemplari di Ozieri in Sardegna, un maschio adulto in abito perfetto, del Museo di Firenze, avuto recentemente (Marzo 1913) e 5 esemplari della Collezione della Signorina PiccHi, pure tutti di Ozieri, un adulto e 4 giovani; anche questi, come ho già avvertito, e non soltanto l’ adulto, mancano affatto dello specchio alare. Per cortesia del Conte ArRIGONI ho potuto esaminare l’ esem- plare della Capraia da lui indicato (/. c) col nome di £. senator, sebbene riconoscesse che esso era riferible al L. bdadius, del valore specifico di questo egli era ancora in dubbio. È un esem- plare tipico in abito perfetto, era stato raccolto dal Prof. G. Da MmiANI. La presenza di quell’ esemplare nell'Isola Capraia segna in Italia il luogo più settentrionale, ove finora è stato trovato il Lanius badius. Il Sig. Cap. Gusravo Pasi, il quale ha raccolto gli esem- plari di Ozieri in Sardegna, mi ha inviato parecchie ali di gio- vani esemplari, talune senza ed altri collo specchio. LE VARIE FORME DI AVERLA CAPIROSSA IN ITALIA 165 Recentemente è stata annunziata la cattura di un esemplare del L. badius in Inghilterra. Il fatto ora accertato che in alcuni luoghi si trovano insieme individui collo specchio e altri senza non può far nascere l’idea che ivi le due forme si accoppino insieme e che ciò spieghi la varia estensione dello specchio negli esemplari che lo posseggono ? Il Principe CHici fa notare appunto questa varia estensione dello specchio negli esemplari del Lazio. Fra gli esemplari del Principe CHici ve ne sono due, un Lanius pomeranus ed un L. badius, uccisi nello stesso luogo (Campoleone) e nello stesso giorno (13 Agosto 1904). > _——-z» del 1907. DELLA SOMATERIA MOLLISSIMA 173 L’ ArRIGONI DEGLI OppI cita. anche fra le catture italiane quella avvenuta nell’aprile del 1858 al Lago di Garda, ma la menziona come cattura dubbia, come pure, egli dice, dubbia la ritenne il Ninni. Non così pensò il GieLioLi che la cita nella sua « Avifauna italica ,, del 1907 (p- 489) come cattura certa. A questo proposito mi pare utile ritrascrivere quanto il PeRrINI(1)ed il Niùni(2) scrissero: “Sembrerà per avventura assai strano, così dice il Pe- “ (A « « « « “ “ « « « « “« « « « « rini, che questo uccello, abitatore del cerchio artico, trovisi anno- verato fra gli uccelli comparsi sulla provincia di Verona; ma pos- siamo francamente asserire di non potersi rivocare in dubbio un tal fatto, e per essere noi stati testimoni oculari, e per documenti che, a confermazione del fatto stesso, abbiamo potuto ottenere. Difatti nell'aprile 1858 reduci da una escursione fetta a Trento, ci trovammo in dovere di visitare a Rovereto il signor Luici ALTHAMMER, col quale eravamo in relazione per cose ornito- logiche. Ispezionata l’incipiente sua raccolta, ci presentò una anitra, e ci provocò a pronunciare il suo nome, ignoto allora a Lui stesso asserendo essere stata uccisa in quello stesso .giorno, sopra acque non molto di là discoste, e recatagli dal cacciatore che ebbe la ventura di ucciderla ,,. «“ Esaminato accuratamente quell’ esemplare, pronunciammo appartenere all’ Anas mollissima Linn, di cui vi figura tuttavia un esemplare maschio in abito di nozze; ed aggiungemmo es- un giovane dell’ anno. “ Il sig. ALTHAMMER avendo in seguito abbandonato lo studio dell’ ornitologia, ha venduto la sua raccolta al sig. Bonomr di Torino; e fra le specie che la componevano, eravi pure questa anitra. Inviatoci quindi da Bonomi un catalogo di uccelli che destinava alla vendita, trovammo fra essi elencata l’ antedetta specie, con questa avvertenza (presa sul Lago di Garda nel 1858, o nel 1859, che ben non ricordo). Dimostrata al Bonomi la nostra poca fiducia nell’asserzione del sig. ALTHAMMER, che quell’ anitra cioè fosse stata presa sopra acqua poco di là di- scosta, ci scriveva egli nel 22 gennaio 1868, assicurandoci con tutta la fermezza “essere assolutamente vero che l’ anitra in (1) « Ornitologia Veronese » — Verona 1873, p. 312. (2) Sopra due rarissime specie di Uccelli posseduti dal Civico Museo di Venezia. « Atti Soc. it. di Sc. Nat. » Vol. XXVI. Milano, 1883. 174 di E. BALDUCCI discorso era stata presa nel lago di Garda nell’ aprile 1858 da. un certo cacciatore Martini, o MartINIS' dal quale era stata venduta al sig. ALTHAMMER di Rovereto, e da questi a lui spedita per la preparazione, con ‘ordine, dopo preparata, di ritornarla, come in fatti la ritornò, al predetto sig. ALTHAMMER a Rovereto ,,. “Non può quindi muoversi il dubbio che l’ anitra da noi veduta presso il signore antedetto poco dopo uccisa sia stata presa sul nostro Lago, e per quanto asserisce il Bonomi, e pel fatto di averla noi avuta nell’ aprile 1858 in mano poche ore dopo la sua morte. “ Per la qual cosa noi fummo ben contenti di farne l’ acquisto dal summenzionato sig. Bonomi; come siamo lietissimi che faccia di sè bella mostra nella nostra Raccolta ‘europea una così rara specie presa sulle nostre acque ,. Il Ninni invece mette in dubbio questa cattura e così scrive (Z. cit.): “ La boreale Somateria mollissima è assai rara in. Italia, ed « « ((1 io non conosco che due sole catture di questa specie annunciate in modo accertato. A queste io posso ora aggiungerne altre due; come, può; vedersi nel*seguente, prospetto; ae Oltre a questi individui il PeRINI ne menziona uno, che a torto annovera tra gli uccelli del Veneto. Difatti dalle parole stesse dell’ALTHAMMER riportate nel “Manuale di Ornitologia Veronese ,, risulta che fu preso “ nelle acque non molto discoste da Ro- vereto ,. Trovo però poca concordanza sull’ epoca della com- parsa straordinaria di questa Somateria. PeRINI dice di averla avuta in mano nell’aprile 1858 poche ore dopo che era stata uccisa, mentre dal libro maestro del Bonowr di Torino, ch'io ho esaminato, la Somateria fu spedita in dicembre del 1857. In ogni modo il Comm. De Berta, al quale ricorsi, non mi potè dar prove indubbie dell’esistenza di un Edredone veneto nella Raccolta PeRrINI. | Il Ninni aggiunge in nota questa osservazione: “ Il fu Luigi Bonomi, primo preparatore al R. Museo Zoologico di Torino mi scriveva di aver avuto dal Sig. ALtTHAMMER una sola Sozza- teria in carne e in ossa nel. dicembre 1857, e che avendo in seguito comperata l’intiera raccolta Ornitologica dell’ALTHAMMER, vendette codesto Edredone al Sig. PerINI di Verona (V. anche quanto ne dice in proposito lo stesso PERINI a pag. 313 della DELLA SOMATERIA MOLLISSIMA 175 “2.* parte del suo Manuale). Non so poi comprendere come il “ PeRINI mostrasse al Bonomi la poca fiducia che aveva dell’ as- “ serzione del Sig. ALTHAMMER, cioè che quell’anitra fosse stata “ presa sopra acque poco discoste da Rovereto, mentre lo stesso “ Sig. PERINI, come scrissi più sopra, dice di avere avuta in “mano la Somaterta poche ore dopo che era stata uccisa ,,. Il Conte ArRIGONI DEGLI OppI al quale comunicai in ritardo le due catture fatte di questa Somazerza, mi rispose in data del Te 1013 che circa le due catture degli Edredoni le conosceva e che era lieto di comunicarle nella ‘ Rivista italiana di Ornitologia,,. Mi aggiungeva inoltre queste interessanti notizie: “Io poi ne ho veduto di recente nella nostra laguna, ma nessuna uccisa, erano però molti riuniti in branco (1). La specie è accidentale e molto rara, conosco però non meno di venti individui catturati con certezza in Italia e conservati nelle nostre raccolte, cioè Veneto (10), Trieste (1), Emilia (2), Toscana (2), Liguria (4) e Puglie (1). Quello di Lugano e i due della raccolta Camozzi e Dar Fiume non sono autentici ,. Il MARTORELLI (2) non annoverà le catture fatte in Italia e si limita a dire che “in inverno un minimo numero giunge talora sino al Mediterrano ed all’ Adriatico, e quindi qualche individuo vien preso lungo |; littorali, e di preferenza, su quello di Liguria ,. Il GigLIoLI (3) dà invece un dettagliato elenco delle catture conosciute da lui fino al 1907, e ne cita il numero di diciasette. Da queste citazioni, sia del GigLioLI, come degli altrì autori, si rileva che nessuna cattura porta una data così anticipata come quella della cattura fatta dall’ Avv. PanATTONI (23 settembre 1912) e da me (24 settembre 1912). Si pensi che già da una o due set- timane il branchetto delle Somzaterze fu da me veduto e si arguirà facilmente che alla metà di settembre la Somateria mollissima aveva già fatto la sua comparsa nel littorale del Tirreno. L’esemplare di Puglia g ad., posseduto dall’ ARRIGONI DEGLI Oppi segna invece la cattura più meridionale che si conosca per l’Italia. (1) Vedi quanto si legge in proposito nella «Riv. It. di Orn. » Anno II n. 2,;pag. TI9. (2) « Gli uccelli d’ Italia », Milano 1906 p. 306. (3) « Avifauna italica », Firenze 1907, p. 489. 176 E. BALDUCCI * * * Passando ora allo studio degli esemplari che ho in esame, trascrivo per primo le misure ottenute dai preparati, assegnando ad ognuno un numero d’ordine corrispondente all’ ordine crono- logico di cattura. A 2 3 4 5 6 I X. 1856 | 20 XI. 1879 (6 X. 1881] 24 IV. 1885 | 23 IX. 1912 | 24 IX. 1912 Navona Arenzano |Sampierdarena | Genova |Marinadi Pisa [Forte dei Marmi o juv. o juv S' ad. SIE S ad. Coll. 1500 | Coll 2837 | Coll. 1898 | Coll. 2619 | Coll. Ridolfi | Coll. 4400 : lungh. totale mm. 625 | mm. 610 | mm. 640 | mm. 680 | mm. 630 | mm. 650 » dell'ala | » 280 » 285 » 295 » 300 » 305 » .295 » della cola) » I00 » 100 » 95 DUINO » IIO » IIO » del becco DARE » 56 DA Pap e » 56 | » del tarso RS 47 DIRATA7 » 47 DAMA 7; | » 48 DIA Dall’ esame di queste misurazioni si vede subito che l'esemplare n. 4 g' ad. ha dimensioni maggiori degli altri che ne diversificano in lunghezza di mm.20, mm. 30 e perfino 70. A questo proposito è bene osservare che gli esemplari n. 1,2 e 5 non sono quali sarebbe desiderabile, ed è perciò da credersi con sicurezza che le misure della lunghezza totale siano inferiori al vero. Ad ogni modo è palesemente notevole la differenza che vi è fra il maschio adulto (n. 4) e il maschio (n. 6) da me ucciso. La lunghezza del becco è maggiore nel g' ad. (n. 4) e ne differisce degli altri esemplari di mm. 4, mm. 5 e 6. Le misure della lunghezza della coda e del tarso si somigliano in tutti gli esemplari o sono differenze trascurabili. In quanto alla lunghezza dell’ala si nota che nell’ esemplare (n- 5) del M.se RipoLri supera gli altri, e siccome è stato rico- nosciuto da chi lo preparò (1) per una femmina, così dovrebbe ritenersi per una femmina adulta, sia anche perchè si legge nei lavori dell’ ArRIGONI DEGLI Oppi (2) del Dupors (3) del DRESSER (4) (1) Non so se il carattere sessuale fu stabilito da esame anatomico. (2) Op. cit., p. 758. (3) « Faune illustrée des Vertébrés de la Belgique », Serie II.°, Les Oiseaux p. 494, Bruxelles et Leipzig (4) « A_ History of the Birds of Europe», Vol. VI. «det DELLA SOMATERIA MOLLISSIMA I7 SIT ed altri che le remiganti secondarie nelle femmine adulte e nei giovani sono terminate di bianco in forma di due bande alari. Avendo, l'esemplare ucciso dall’ Avv. PANATTONI, le due bande alari sopra dette, deve ritenersi per una femmina adulta, per quanto abbia i margini di tutte le penne non rossigni od ocracei ma invece grigiastri, carattere questo che si riferisce ai maschi adulti in abito di muta estiva. Per il mio esemplare, non vi è dubbio, avendo constatato anatomicamente essere un maschio. Non vi è dubbio anche che debba esser ritenuto per un maschio adulto avendo i margini delle penne grigiastri, e mancando la caratteristica bianca banda alare che invece si riscontra nelle remiganti secondarie dei giovani maschi. Farò osservare che i due maschi ritenuti per giovani dal GigLIOLI (n. 1,3) non dovrebbero esser giovani ma bensì adulti, mancando anch'essi del carattere sopra accennato nelle remiganti secondarie. Il piumaggio de’ maschi (n. 1} 3, 6) somiglia a quello delle due femmine (n. 2, 5) sebbene nei due esemplari uccisi di recente la colorazione sia di un bruno più cupo, mentre per gli altri esemplari vecchi si abbia un bruno più rossigno, dovuto certa- mente alla decolorazione prodotta dal tempo. Fra gli esemplari non in abito di nozze si trova una diffe- renza nella fascia chiara sopraorbitale che è molto sentita nel- l’ esemplare (n. 6) da me ucciso, meno in quello ucciso dall’ Avv. PANATTONI (n. 5) e che gradatamente scompare negli altri tre esemplari tanto che nell’ esemplare n. 1 questa zona assume una colorazione rossigna. Il piumaggio dell’ esemplare in abito di nozze (n. 4) diver- sifica da quanto si legge nelle descrizioni per avere una fascia mediana sopra la testa, non bianca ma grigia e così nella supe— riore e laterale del collo si vedono penne macchiate di grigio. Le piccole copritrici superiori non sono ancora del tutto sostituite da penne bianche e una zona resta macchiata per alcune penne di color grigio-marrone ; le remiganti secondarie falcate sono al loro apice ancora di un color bruno cupo, così è lecito arguire che questo individuo non abbia assunto del tutto il suo abito nuziale. * E E Questa bellissima anatra che abita le parti artiche e subar- tiche della Regione paleartica occidentale, ha certamente fatto 178 E. BALDUCCI la sua comparsa in Italia per la rigida stagione di quest’ anno, e non deve far meraviglia se si ha notizia soltanto di queste due accidentali catture. Le specie del genere Somateria sono proprie, come dice il Dugois (1), alla zona polare artica e non lasciano mai le regioni che abitano a meno di esservi costrette per la congelazione del mare; è per questo che raramente si riscontrano sulle nostre coste. “Est sédentaire ,, egli dice per la. .S. mollissima “ in “Islande e dans quelques parties les. plus méridionales de son “aire de dispersion, où les courants empéchent la mer de geler; “plus au Nord, il émigre régulièrement en septembre et octobre, “mais les males paraissent partir avant les femelles et leurs “jeunes, “à cette époque, dit A. BREHM, ces oiseaux se ras- “semblent dans certaines localités où ils trouvent une nourriture “abondante, et ils couvrent littéralement la mer sur des surfaces “de plusieurs kilomètres carrés. A partir du mois d’ avril, ils “retournent vers le Nord, toujours réunis en bandes tellement “considérables, que le chasseur peut plusieurs fois décharger et “recharger son arme avant que le passage soit terminé. ,, È specie essenzialmente marina ma, come anche conferma il Fatio (2), fu uccisa qualche volta su i laghi e sugli stagni in au- tunno e in inverno, Egli dice che pìù specialmente furono le femmine e i giovani quelli presi nella maggior parte nelle regioni della Svizzerazal Nord delle Alpi. Maschi e femmine adulti insieme furono uccisi nel mag- gio del 1885 sul lago Léman davanti a Losanna, ma queste catture sono dal Fatio elencate come di eccezionale comparsa e rare. L’ Edredone vive in vicinanza delle. coste ed in terra si muove difficilmente. È cattivo volatore e vola in generale a poca altezza da terra e in linea diritta. Nuota egregiamente affondando poco il suo corpo e con una rapidità maggiore delle Morette, che supera anche per la maggiore profondità alla quale si tuffa. Nell’ inverno è selvaggio e pauroso e sta in grandi brigate e i maschi sono mescolati alle femmine, mentre nella primavera si separano in coppie e perdono la loro timidità. (TM) Op: cit: p. 495% i (2) V. Fario e TH. STUDER - Catalogue distributif des oiseaux de la Suisse - Berne et Geneve 1892, p. 56. DELLA SOMATERIA MOLLISSIMA 179 Se si accorgono di esser trattati bene si comportano come uccelli domestici, specialmente le femmine, e si mostrano socie- voli anche con altre specie. Al. momento della riproduzione i maschi lottano fra loro per il possesso della femmina. L’ Edredone nidifica, dalla metà di maggio a quella di luglio, sulle isole rocciose e sulle dune deponendo da 5 a 6 uova di un color verde olivastro chiaro. Si nutre, pare anche di pesci, ma « “ particolarmente di molluschi bivalvi è di crostacei. Il DegLAND(I)in riguardo alla domesticità dell’ Edredone dice: “ Quoique cette espèce se nourrisse d’ animaux marins, il ne serait cependant pas impossible de la réduire àè une semi-dome- sticité. Il Lacroix - DANLIARD (2) invece scrive che: “En capti- vité, ils dépérissent rapidement, quelque nourriture qu’on leur donne et de quelques soins qu’ on les entoure. Dans les jardins zoologiques, ceux qu’ on a essayé d’ élever sont presque tou- “jours morts en été, généralemet à l’ époque de la mue.,,. L’ARRIGONI DEGLI Oppi invece (op. cit. p. 761) ci fa sapere che l’ Edredone vive benissimo in schiavitù e vi si riproduce. E un uccello ricercatissimo a causa del valore del ‘suo piu- mino (50 lire al chilogrammo), e quei. paesani asportano dai nidi con gran cura parte del piumino e delle uova che le femmine per una o due volte di seguito depositano nuovamente, cosicchè centinaia di migliaia di nidi vengono annualmente depredati. In alcune regioni, come nella Lapponia, nella Irlanda e allo Spitzberg si massacra l’ Edredone senza pietà, in altri invece si rispetta e perfino leggi apposite lo proteggono. In Islanda il ri- spetto per gli Edredoni è spinto al massimo punto perchè for- niscono agli islandesi un articolo di esportazione di grande im- portanza. Allo Spitzberg ove si caccia tutto l’ anno, il commercio E ridotto ora a ben poca cosa, e in talune contrade non si vede più attualmente in tutto l’ autunno un giovane Edredone (Malmgren). 25 Gennaio 1913. Firenze. (Dal Museo di Zoologia dei Vertebrati). (1) DEGLAND et GERBE - Ornithologie européenne - Tom. II° Paris 1867 pag. 557. (2) LACROIX-DANLIARD - La plume des oiseaux - Paris 1891, p. 239. G. VALLON Prima cattura nella Provincia d’ Udine dell'Oca lombardella Il 20 febbraio di quest’ anno sui banchi di sabbia melmosa in mezzo alla laguna tra Marano e Lignano, veniva catturata una coppia dell’ Oca lombardella (Anser a/bifrons). Ebbi la fortuna di poter avere per la mia collezione ornitologica friulana questi due individui di specie rarissima, che, per quanto a me consta, capita per la prima volta nel nostro Friuli. I due esemplari, perfettamente conservati, vestono l’ abito adulto e nel mentre che nella femmina le parti inferiori sono immacolate, precisamente come nell’individuo raffigurato nella splendida tavola 24, vol. IX del “ Nuovo Naumann ,,, il maschio ha su tali parti le caratteristiche macchie quasi nere. Stando alla particolareggiata descrizione di tutti gli abiti che dà l’ Autore sopracitato, la coppia in parola dovrebbe aver raggiunto il quarto ‘anno di età. i i Oltre alle macchie oscure delle parti inferiori del corpo, questa bellissima Oca si distingue dalle congeneri per una larga fascia bianca sulla fronte e per l’ unghia del becco pure bianca. Non v'è che l’ Oca lombardella minore (Arser erythropus) che pre- senti. pressochè i succitati caratteri, distinguendosi però per la minor mole e per avere il becco più piccolo e la macchia bianca della fronte più estesa verso la sommità della testa. I Nel giornale sportivo “ Diana ,,, N. 5 del 19009, l’ amico AR- RIGONI DEGLI Oppi ripete pressapoco quanto disse a pag. 694 del suo “ Manuale d’ ornitologia italiana , pubblicato nel 1904, sog- giungendo che fino all’ autunno del 1903 nulla di nuovo potevasi È 1 (etici ini nnt pmcrtiit saiE h soit PRIMA CATTURA NELLA PROV. D’ UDINE DELL’OCA LOMBARDELLA 181 aggiungere a quanto egli aveva notificato, circa la comparsa da noi in Italia di questo anatide. Ora invece egli aggiunge che nel dicembre 1908 e nell’ inverno 1909 comparve in branchi conside- revoli nelle Puglie e molti vennero portati sul mercato di Firenze, Così cita che nove individui sono nella collezione ZarFa- GNINI, sette in quella di PreroTTI, sei nel R. Museo zoologico di Firenze, due nella collezione RipoLFi, due in quella PiccHi. Cin- quanta e più individui ebbe il RAGIONIERI, che li cedette poi a vari ornitologi, amatori e preparatori. Si può quindi calcolare, senza esagerazione, che oltre un cen- tinaio furono venduti sul mercato di Firenze e che sessanta sono _ conservati nelle varie collezioni. L’amico ZAFFAGNINI mi scrive poi in data 26 febbraio di quest’ anno ch’ egli ebbe in tutto undici esemplari, uno da Bari nel 1908, tre da Manfredonia nell’ anno stesso e tre pure da Man: fredonia nel 1909; cedette in cambio un individuo al Museo civico di storia naturale di Trieste, uno al Cotrussi di Buia e due al MARTORELLI. i “ Mi consta ancora (scrive lo ZarraGninI) che nell’ inverno 1908-09 comparvero sul mercato (di Firenze) una trentina di esem- plari tutti dalle Puglie, ad eccezione di due o tre individui che furono spediti da Mesola e Adria. Negli anni successivi 1909-10-11, se ne videro soltanto quattro o cinque esemplari, poi più-nes- SUDO ,,. i Nella sua più recente “ Avifauna italica ,, Firenze, 1907, compianto GiGLioLI diceva assai rare quest’ Oche in Italia, ove capitarono soltanto isolate od in coppie in mezzo a branchi di altre specie di oche selvatiche. Venne catturata nella Lombardia, nel Veneto, in Liguria, nella Toscana, nel Lazio e nella Cam- pania; sempre nell’ autunno o nell’ inverno. Conosceva allora il GigLIOLI circa una dozzina di esemplari colti in Italia. Pressapoco nel modo istesso si esprime il SaLvADORI nel suo “ Elenco degli uccelli italiani ,,, Genova, 1887. Il Savi nell’ ,, Ornitologia italiana ,, Firenze, 1874, la dice rarissima e non conosceva che un individuo | conservato nel Museo di Pisa e ch’egli aveva trovato sul mer- cato di quella città nel gennaio del 1828. Menziona però un altro individuo catturato nei paduli di S. Rossore nel gennaio del 1871, ed osserva che, se l’autore dell Ornitologia fiorentina, indica 182 G, VALLON quest’ Oca col nome di lombardella, come quello che le si dava allora in Italia, vuol dire che in quel tempo non era tanto rara, Il compianto A. P, Ninni nei suoi “ Materiali per una Fauna ve- neta , la considera specie rara e di comparsa accidentale. Il MAR- ToRELLI nella sua Opera “ Gli uccelli d’ Italia ,,, Milano, 1906 ri- manda il lettore al GigLioLi. Il Principe Don Francesco CHÙisi nei suoi “ Dati diagnostici di alcune forme della sottofamiglia Anserinae,, Roma, 1907, che estrae dal libro “ Oche della Russia , dell’ ALPHERAKY, descrive con grande esattezza la Lombardella, aggiungendo al suo lavoro una tavola dei becchi di cinque specie di oche, che facilita grandemente la determinazione delle. me- desime. Nel 1909 pubblica fnoltre delle “ rettifiche e aggiunte 6 che interessano grandemente l’ ornitologo per la loro chiara espo- sizione e per il giusto criterio che permette definizioni esatte sulla famiglia e sulle singole specie delle oche selvatiche in generale. Il maschio raggiunge la lunghezza di 65 cm ; l'ala misura 42° e la coda 11 cm., la femmina ha 61 cm. di lunghezza, l'ala misura 48°, la coda 11 cm. come nel maschio. Il NaumAaNN da una lunghezza di 61 a 66 e come massimo 68’; secondo HaxscH 71°; lo SHARPE indica per il maschio 76° e per la femmina 66; AR- RIGONI DEGLI OppI 75 e FRIDERICH indica come massima misura 76 cm. e 13 cm. la coda. CHÙci infine, nei lavori su citati fa oscìl- lare le misure della lunghezza totale fra 63° e 76 cm. Nello stomaco di ambedue gli esemplari trovai una quantità considerevole di granellini di sabbia ed avanzi vegetali non determinabili. i I testicoli, specialmente il sinistro e l’ ovaia, poco sviluppati. Quest’ Oca abita particolarmente le regioni settentrionali-orien- tali, anzichè il vero settentrione d’ Europa, nonchè il Nord del- l Asia. D'inverno emigra verso le coste del Mediterraneo fino all’ Egitto, il Mar Caspio, il Nord dell’India e China. Per quanto ci è noto dovrebbe nidificare questa bella Oca vicino alle coste del mare, dei laghi e delle paludi salate entro al circolo polare, ma le vere località di nidificazione non sono per anco scoperte, e solo pochi nidi isolati vennero rinvenuti. Secondo YaRRELL le uova hanno un colore bianco-gialliccio e mi- surano 72? per 48° mm. BLancHon dice che depongono da 6 a 10 uova e SHARPE da 5 a 7 e talvolta 10. Il nido vien posto nei PRIMA CATTURA NELLA PROV. D’ UDINE DELL’ OCA LOMBARDELLA 183 ciuffi d’ erba e la conca viene rivestita da piumino. Ambidue i genitori prendono parte all’ incubazione, la quale dura, stando alle osservazioni di FABER, una trentina di giorni. i Nella prefazione alle mie “ aggiunte e correzioni , del Ca- talogo degli uccelli osservati nel Friuli, pubblicate nel 1912, sta- bilivo trecentotto le specie di uccelli facenti parte della nostra Avifauna. Verso la fine dell’anno trovai altre due specie, che ‘erano state catturate lungo la nostra costa adriatica: la Moretta codona (Marelda glacialis) e lo Svasso piccolo (Podicipes nigri- collis), anzi di quest’ ultima specie, stando alle informazioni for- nitemi dall’ amico dott. CoLussi, veniva ucciso nelle piccole pa- ludi sotto Buja il giorno 17 marzo di quest’ anno, un altro indi- viduo, Lo acquistava il farmacista del paese sig. Luicir MARAN- GONI. Con la più recente cattura della coppia delle Lombardelle, il numero delle specie degli uccelli friulani sale al cospicuo to- tale di 311, il che vuol dire che la nostra Provincia ha una delle è più ricche Avifaune del Regno. A. Udine nel marzo 1913. Prof. GIACINTO MARTORELLI Intorno alla “Caccabis labatei,,, Bouteille (con una Tavola in tricromia) Varî anni or sono, visitando una molto pregevole Collezione Ornitologica locale ad Arenzano in Liguria, formata dal com- pianto amico mio, Dott. Costanzo Luciani, con gran cura e rara perspicacia, mi venne tra mano un esemplare di Caccabis lubatei uccisa sui monti prossimi, ed il Dottore stesso mi assicurò che, procedendo più ad ovest verso le Alpi Marittime, tale forma che per caratteri è intermedia fra la C. saxatilis e la C. rubra, si faceva assai più numerosa per la presenza costante delle due specie (!). L’ esemplare corrispondeva ad altro (N. 7016 FAIRMAIRE) già da tempo posseduto dalla Collezione TuRATI sotto il nome di Caccabdis labatei BourerLLE (*?). Io non potei fare altro allora che considerare quell’ esemplare come veniva considerato allora, cioè, come un ibrido qualsiasi: ma qualche anno dopo ne osservai un altro in carne sul mercato di Milano, che disgraziatamente non potei acquistare perchè affatto impreparabile e poco dopo, cioè nell’ ottobre 1905, mi giungevano le piume dei fianchi di un altro esemplare guastato dal colpo (o dal cane, non rammento bene) del giovane Ornitologo M.se Giacomo PineLLI-GENTILE di Tagliolo Monferrato, il quale già nell’ anno 1884 ne aveva ucciso un altro simile a Monte Masino, Lerma (prov. di Alessandria), ma non ne aveva fatto caso. Questo invece aveva attratto di più la sua attenzione e gli aveva suggerito di mandarmene le penne dei fianchi colla descrizione di tutto il resto e colla osservazione (1) Anche il Dott. Mina di Arenzano, valente cacciatore, mi assicurò la stessa cosa: ma le circostanze non mi permisero di verificarla sui luoghi. (2) rufodorsalis BrenM. G. H. L. C. op. 9810. INTORNO ALLA « CACCABÌS LABATEI », BOUTEILLE. 185 che anche questo era stato da lui ucciso nello stesso paese a qualche chilometro dal luogo del primo, undici anni dopo. Infine e sempre nella stessa regione, il 6 dicembre 1910, il M.se ucci- deva pure e guastava il terzo esemplare di cui mi mandava quello che poteva, ma del tutto sufficiente per la constatazione, sebbene affatto impreparabile; bastavano infatti le piume ornamentali dei fianchi da Coturnice, e quelle del collo intermedie, cioè solo par- zialmente simili a quelle della pernice rossa. Frattanto, per somma gentilezza, il M.se stesso volle cercare ad Arenzano dopo la morte del Dottor LucIaNI, se esistesse ancora tra i residui della Collezione l’ esemplare di C. /abate: per procurarmelo, ma mi ha recentemente scritto non trovarvisi più, onde è probabile che avendomi il dottore promesso di man- darmelo, siasi poi smarrito durante la malattia che lo tolse troppo presto alle cure Ornitologiche. Frattanto rimaneva assodato che questo tipo di pernice non solo si trova nelle Alpi ed Appennini Liguri, ma ancora nel Monferrato, in prov. di Alessandria, ove tuttavia non esistono le due specie, coturnice e pernice rossa, ma soltanto questa ultima; così pure nel Vogherese e nel Piacentino. Ho sopra accennato infatti all’ esemplare che avevo trovato sul mercato di Milano che mi si disse provenire dal Piacentino, d’onde si ricevono d’ ordinario le pernici rosse: ora appunto l’anno scorso e precisamente il 16 settembre 1912, ne ritrovavo nel medesimo negozio due altri esemplari, maschio e femmina adulti, (il cui maschio ho qui figurato a colori) come provenienti da Casteggio (Voghera), cioè presso a poco dalla medesima lo- calità d’ onde la prima proveniva, e dove i contatti delle due specie sono meno improbabili dalla parte dell’ alto Appennino, mentre nel Monferrato tale contatto è assai poco probabile, non conoscendo alcun punto di esso ove si trovino le coturnici. Mentre così procedevano le mie ricerche su questa forma di pernici, che anche secondo le lettere del M.se PineELLI, appariva distinta e formava vere brigate, ebbi l’ opportunità di vederne una femmina adulta, madre, portatami al Museo dal sig. Dottor PoLLacci da Pavia, il quale me ne aveva scritto a lungo, nar- randomi che siffatte pernici trovansi anche nelle Alpi marit- time e ne aveva colà in una sua riserva non solo, ma che in Riv. di Ornitologia. 13 . 180 G. MARTORELLI) quella parte delle Alpi esse sono ben conosciute e controdistinte col nome speciale di Monaghette, più piccole della Coturnice e di richiamo alquanto diverso. Dall’ esemplare che mi mostrò, per quanto guasto dalla muta e dall’ allevamento, mi fu ben facile riconoscere che si trattava indubitabilmente della forma C. /adaterj ma il fatto più notevole consisteva nella constatazione che una C. /abater femm. aveva allevato e che quindi non si poteva trattare di vero ibridismo, cioè tra specie molto distinte, ma di riproduzione tra ibridi. Mi apparve perciò evidente trattarsi, o di un semplice incro- ciamento avvenuto tra la Coturnice e la Pernice rossa, incon- tratesi sulle montagne e poi allontanatesi in inverno, e disperse per le langhe Piemontesi e pel Piacentino, oppure delia esistenza, sfuggita sin quì alla osservazione dei cacciatori, e forse anche a quella dei pochi nostri ornitologi, di una terza specie, dai ca- ratteri intermedi e primitivi, della quale i branchetti ultimamente osservati sarebbero un avanzo e della quale forse le attuali non sarebbero che due forme, una alpestre, la Coturnice, ed una di collina, la Pernice rossa, originatesi dunque per una specie di sdoppiamento da tempo indeterminato. Ora si è appunto per richiamare | attenzione degli Ornitologi su questo problema, che ho pensato di scrivere quanto segue. Caratteri.della Cacca bisala base N. 1, I° esempl. del Museo — Parti superiori grigio brune dominanti, con leggiera sfumatura fulviccia ai margini e coi centri delle piume tiranti al cinereo. Una zona dal dorso al petto assai spiccatamente rosso-saura di sopra e degradante nel cinereo-blua- stro alla base del collo in basso: vertice ed occipite rosso-bruno che verso la fronte degrada in una fascia cinereo-bluastra, sepa- rata da altra fascia nera sottile, mediante una fascia incompleta e torbida, bianca, la quale continuandosi sopra l'occhio, va a formare la più larga fascia bianca sopraccigliare. Attorno alla base del becco vi è una zona nera che circonda pure l'occhio e prosegue per continuarsi nel largo collare. Il bianco di questo si estende. assai di più che nella pernice rossa, ma il nero si divide assai meno, formando un piccolo numero di macchie. Il. i tie INTORNO ALLA « CACCABIS LABATEI », BOUTEILLE, i 187 cenerino bluastro del petto è chiaro, ma vivo, ed il giallo ocraceo che lo segue è intenso come nella pernice rossa. Le piume orna- mentali dei fianchi differiscono da quelle della Pernice rossa per avere la fascia bianca chiusa tra due fascette nere ben spiccate, e tutte terminano colla fascia marrone ben sviluppata: sulle ali nulla di notevole. Sulla coda solo la base delle timoniere esterne ha tinta un pò grigia, finamente brizzolata di bruno-nero chiaro. Riassumendo, prevalenza di caratteri di pernice rossa, ma spiccate fascie nere doppie, e collare di aspetto inter- medio. Si direbbe femmina per mancanza di sprone ossia di tubercolo. N. 2.°, esempl. Casteggio gJ ad. (vedi figura tratta da questo es.) — Differisce dal precedente per avere la fascia sopraccigliare più bianca e più larga e così anche quella frontale. I lati del col. lare ben poco macchiati, ma il collare lungo come nelle coturnici. Parti inferiori assai più chiare e col bianco più esteso: le scapo- lari hanno forti margini rosso-sauri e interno grigio azzurro come nelle coturnici (carattere che manca affatto, ed è impor- tante, nel 1° es.). In questo soggetto poi la prima serie, cioè la più interna delle piume ornamentali dei fianchi, è grigia con larga fascia bianca circondata da due nere senza il marrone, come nelle: coturnici, alle quali pel complesso dei caratteri si accosta maggiormente: ma questa avendola avuta fresca, in carne, potei accertare che pel colore delle parti scoperte, becco, palpebre, e zampe è dello stesso rosso-cremisi intenso della pernice rossa, mentre per le dimensioni è assai maggiore. Le piume ornamen- tali delle serie medie hanno larga frangia marrone scura che manca solo alle più interne. Le ali sono più brune e con macchie più rosse e le timoniere più fortemente tinte di grigio, e più vermicolate alla base. In complesso un bellissimo e forte maschio, e quindi le: dif- ferenze dall’esemplare antecedente sono in parte attribuibili alla di- versità del sesso; come mi risulta dal confronto con tutta la mia serie e con quella bellissima dell’ ARRIGONI, gentilmente inviatami in esame ed alla quale mi riferirò più innanzi: in parte poi le differenze mi sembrerebbero quelle caratteristiche dell’ ibridi. smo, o meglio, del meticciamento. 188. G. MARTORELLI Differenza tra i due ibridi presenti. Una delle differenze più notevoli tra questi due ‘soggetti è certamente la presenza nel secondo (g’) delle macchie scapolari proprie delle Coturnici e mancanti affatto nella Pernice rossa, e nel primo ibrido descritto, che a questa maggiormente si rasso- miglia, e che per la mancanza di tubercoli ai tarsi si può ri- tenere femmina. Sarebbe quindi a vedersi se tale differenza è solo in questi due esemplari, o se si verifica come costante carattere tra i maschi e le femmine della forma ibrida, ciò che per ora sono nella impossibilità di asserire, mentre sarebbe molto importante, perchè, se la mancanza di questo carattere indica il sesso femminile, allora la nuova forma è perfettamente caratterizzata. La scarsità di femmine non mi permette colla mia serie di risolvere in questo momento tale dubbio: certo è però che in quelle possedute questo carattere manca e se osservo una emmina bellissima di Coturnice di Val Solda adulta, non lo vedo affatto (1); quindi la differenza tra i due soggetti con° frontati diventa poca cosa, riducendosi quasi al carattere indi- viduale: ad ogni modo è sempre ben manifesta la intermediarietà fra le due specie: Coturnice e Pernice rossa. Alla prima specie spettando costantemente le due bande nere attorno alla fascia bianca delle penne ornamentali dei fianchi ed il prolungamento in basso del bianco sporco della gola. Alla seconda specie spettando la macchiatura a frangia del- l’orlo posteriore del collare, la maggior estensione del marrone alle piume ornamentali, ed il color rosso cremisino spiccato delle parti nude. La doppia banda nera delle piume ornamentali. È questo un carattere di molta importanza pel suo significato atavico, ed è anzi esso che mi ha fatto domandare se non sia (1) Questo soggetto inviatomi in carne fu da me anatomicamente constatato per 9: però esso mi fu mandato dal sig. GHIDINI come tipo, anzi come proto- tipo dell’ es. descritto dal REICHENOw come €. savazzlis biedermanni, sotto- specie che non esiste in Val Solda più che altrove, avendone avuti identici anche dall’alto Piemonte. INTORNO ALLA «& CACCABIS LABATEI >», BOUTEILLE. 189 un carattere primitivo, cioè se esso non lasci sospettare il caso che questa forma di pernici, che credevasi unicamente effetto di incrociamento, non sia per avventura un avanzo divenuto raro, e sin quì sfuggito alla osservazione, di specie preesistente. La mia serie di pernici rosse non comprende giovani esem- plari, ad eccezione di tre pulcini in prima piuma che non pote- vano servirmi ad alcuna indagine, ma fortunatamente ha servito molto bene a queste la ricca e bella serie già accennata di sog- getti in pelle o montati, che ebbi in esame per cortesia del- lARRIGONI e della quale non posso a meno di dare quì una succinta, ma completa descrizione. N. 1.° Gennaio 1905. S. Gimignano, provincia Siena; dono Marchesa PauLucci. È un g normale, segnato come adulto, e certo non di prima piuma, ma realmente immaturo: normalis- | simo in tutto il piumaggio, ha però ancora le prime piume orna- mentali dei fianchi colla fascietta bianca chiusa da due nere: in quelle successive la 2.° fascietta nera, quella verso il grigio, è solo parziale, o accennata: più oltre manca affatto nelle piume ornamentali. L’esemplare non ha affatto la statura dei vecchi maschi, modellati, e quindi precisi, del Museo; perciò attribuisco a .gio- vinezza il conservarsi di tali preziosi vestigi di macchie, sapen- dosi come nei giovani di preferenza appariscano. N. 2.° 20 Agosto 1905, Camporbiano (Toscana) uccise AR- rIGONI. Ha piume fresche scure sulle parti superiori che spiccano da quelle chiarificate dall’uso con margini bianchicci corrosi: del resto è un maschio normale. N. 3-° Isola d’ Elba, Marciana 12 ottobre 1903, g' ad. del tutto normale, tranne traccia di 2° fascietta nera in primissime piume ornamentali. N. 4.° Isola d’Elba, Monte Orello, c' juu 25 Agosto 1903 È un giovane dell’ anno, già quasi del tutto mutato ed ha pure le tracce di 2* fascietta nera nelle primissime piume ornamentali. N. 5.° Isola d'Elba. Lacona; g' juv. 28 ottobre 1899. Ha nelle prime piume ornamentali una 2.* fascetta quasi completa e un poco anche nelle seconde, poi più nulla. N. 6.° Monte Vetere (Appennino) 6 Dicembre 1885. È un maschio adulto perfetto normale senza traccie di 2.° fascietta. 190 G. MARTORELLI N. 7.° 28 Novembre 1902 9 Brandon Norfolk (Inghilterra). Esemplare normale, molto rossa, con frangia color marrone larghissima alle piume ornamentali. Essendo perfettamente adulta non ho trovato traccia di 2.° fascetta. i N. 8.° 28 Novembre 1902 9 Loc. c. s. identica alla ante- cedente. | N. 9.° Settembre 1882 presso Padova: cattura considerata unica in quelle campagne: ha una minima traccia di 2° fascetta alle prime piume ornamentali. Ni fto. Est Hebbraio 1907 Volterra (presso Pisa) o adulto perfetto e nessuna traccia di 2° fascia. N. 11°, 8 Gennaio 1907 Monti di i EL 2) 9 ad. nor- male nessuna traccia di 2* fascietta. | TUA N. 12.° C. rubra hispanica 3 25 Maggio 1905. Spagna Merid. Molto chiara in tutte le tinte: molto largo il bianco sui fianchi, molto chiaro il rosso sulla nuca e sulla base del collo, poste- riormente. Nessuna traccia di 2* fascetta, perchè adulto. Dalle descrizioni mi sembra ormai certo che il carattere della doppia fascetta nera delle piume ornamentali che si trova nelle due specie, nell’ una allo stato giovanile e nell’ altra in quello permanente, è un carattere antico, cioè più profondamente impresso, perchè appare anche nella specie nella quale non si incontra più a sviluppo perfetto ed aggiungo ancora che esso si trova anche in Asia, essendo benissimo sviluppato in tutte le ‘varietà di coturnici che ho osservate dopo la Grecia e la Turchia, cioè in Asia Minore ed India fino all’Imalaia e la sua mancanza è quindi una vera eccezione per la Pernice rossa, essendo presente anche nella C. petrosa di Sardegna e dell’ Africa settentrionale. Io direi dunque che la C. /abdatei, qualunque sia la sua origine, è una forma ben ‘caratterizzata e definita, della quale conviene stabilire esattamente l’area e alla quale conviene assicurare tutte le difese possibili, essendo, oltrechè molto bella ed elegante, propria. di una‘superficie più comoda per la caccia che non quella abitata dalle Coturnici in Italia. Il fatto che gli esemplari di questa forma costituiscono vere brigate e che hanno ciascuna un’area abbastanza costante, ha ‘pure molta importanza, perchè, se anche ‘sono il prodotto di un INTORNO ALLA « CACCABIS LABATEl >» BOUTEILLE IOI meticciamento, questo è sempre tra due forme vicinissime, e quindi non ha conseguenze sensibili riguardo alla fecondità, ed una volta che si sono scelta una località conveniente pel cibo e per la tranquillità, la loro persistenza vi resta assicurata e le piccole differenze che, per quanto io ne so, si limitano al colo- rito, sarebbero presto fissate e definitive, ammesso che non lo fossero ancora. i Dico ammesso che non lo fossero ancora, perchè nella mia mente si è quasi fissata l’idea di una specie distinta, più antica delle due rimanenti, cioè la coturnice che è una forma Alpina, per l’ Europa, e la pernice rossa* che è una forma dei luoghi bassi, ma specialmente di collina; e per verità io ho in questi ultimi tempi mostrato a molti cacciatori intelligenti la serie della quale disponevo e più d’uno mi asserì di riconoscere nella per- nice ibrida il tipo di quelle osservate in alcune località e mi ‘ promise di fare d’ or innanzi un’attenzione speciale alle pernici rosse che uccidesse. E’ infatti evidente che i caratteri differenziali della C. labatet, per quanto espliciti, non sono di quelli che si scorgono di prima vista, anzi tutt’ altro! Io stesso debbo fare un attenzione speciale, ora che li conosco, per avvertirli e chissà quante volte avrò veduto esemplari di tale forma senza accorgermene: anzi l’ esem- plare figurato e la sua femmina poco mancò che sfuggissero alla mia attenzione! E’ dunque soprattutto per eccitare l'osservazione precisa su questi caratteri che ho voluto richiamare l’ attenzione su questi uccelli, esponendo anche le ragioni per le quali essi hanno spe- ciale importanza; poichè solo dopochè si saranno raccolte notizie molto più copiose e più sicure delle presenti, sarà possibile ve- nire a delle notevoli conclusioni. Invito perciò non solo i nostri Ornitologi, ma ancora i Cac- ciatori colti, a comunicarmi quanto potranno venire osservando sulle pernici di questo tipo, del quale ho dato appositamente la figura, rappresentandovi anche a.parte le piume ornamentali ca- ratteristiche, onde meglio emergano i loro caratteri. Milano, giugno 1913. ALESSANDRO GHIGI Su di una forma probabilmente nuova di Gallofagiano a ventre grigio. L’anno scorso il noto importatore inglese W. JamRracH, in un suo listino offriva dei gallinacei colla designazione New Ka- lege. Chiesto che cosa fossero, mi fu risposto che si trattava di Gennaeus leucomelanus a dorso e ventre bianchi. Questa diagnosi spiccia e modificativa, il G. /eucomelanus ha le piume del dorso solo strettamente marginate di bianco e le parti infe- riori grigie come i suoi congeneri, m’invogliarono all'acquisto di tali animali, ma il loro prezzo di 20 sterline mi teneva alquanto perplesso, finchè, dopo non brevi trattative, mi limitai all’ acquisto di un solo maschio per 1oo franchi. Questo uccello giunse sano e fu una delusione: si trattava semplicemente del tipico G. /euco- melanus Lath.; però lo speditore soggiungeva che dopo la muta esso avrebbe vestito il groppone di bianco, Non prestai fede a questa promessa, giacchè è noto che in questo gruppo di Gez- nacus ì maschi assumono il piumaggio di adulti perfetti nel loro primo anno di vita, ma rimasi peraltro perplesso circa la possi-. bilità dell’esistenza di una forma affine al /eucomelanus, con grop- pone bianco. Più tardi, nel mese di agosto rgI12, visitando a Grossborstel, vicino ad Amburgo, il parco Zoologico dell’importatore August FockeLMANN, fui colpito da una coppia di gallofagiani, che egli designava come melanoti e che, pur non coincidendo colla dia- gnosi incisiva del JAMRACH, si allontanavano sensibilmente dal leucomelanus e congeneri. Li acquistai, ed essi fanno tuttora parte 4a ati cana SU DI UNA FORMA PROBABILMENTE NUOVA DI GALLOFAGIANO ECC, 193 del mio aviario, nel quale hanno dato una decina di prodotti che crescono assai bene, e lasciano sperare di poter raggiungere lo stato adulto. Per quanto io abbia cercato nella letteratura, non ho rinve- nuto alcuna descrizione che si adatti a questi esemplari; di più ho sempre trovato citati pel G. /eucomelanus caratteri tanto pre- cisi da poterne facilmente differenziare il maschio adulto della nuova coppia, che, nel caso la forma sussista come entità subspe - cifica, designo col nome di G. fockelmanni ad onore di chi mi ha ceduto l’ esemplare. Non istarò a fare una Junga descrizione. Il G. fockelmanni dif- ferisce dal G. /eucomelanus principalmente per la colorazione del groppone e del sopracoda. Ciascuna penna è a largo margine apicale ottuso e leggermente arrotondato, e possiede una fascia terminale bianca, larga, in corrispondenza della rachide, 5 milli- metri, e degradante sui lati a soli 3 millimetri. Questa disposizione fa sì che il groppone e sopracoda appaiono in massima parte bianchi per la presenza delle strie disposte ad embrice, le quali lasciano scarsi interspazi scuri fra l’una e l’altra. In G. /eucomelanus le piume del sopracoda sono quasi troncate, e quelle anteriori del groppone sono terminate ad angolo ottuso e non arrotondate; la frangia bianca è di eguale spessore in tutta la sua lunghezza, e non ol- trepassa il millimetro. Nel suo insieme il groppone di questa specie appare nero vellutato, con finissime vermicolazioni tra- sversali bianche. Ma vi ha un’altra differenza in queste mede- sime piume. In entrambe le forme il vessillo è nero nella parte prossimale, mentre nella parte distale è di un bell’ azzurro acciaio molto scîiro a riflessi metallici: in G. /eucomelanus una stria to- talmente nera opaca, larga da 3 a 4 millimetri separa la por- zione azzurro cangiante della stria bianca, con limiti netti; in G. fockelmanni \interspazio nero non supera un millimetro, ed è a contorni irregolari e mal definiti, perchè spruzzi neri finissimi e fitti sporcano la base della fascia bianca che appare piuttosto grigiastra. Un’ altra differenza sensibile sta nel fatto che le piccole copritrici delle ali e le scapolari hanno un tenue orlo biancastro nella nuova forma, mentre le altre da tempo conosciute hanno quelle penne unicolori: il manto della prima riesce quindi tenue- mente reticolato. 194 ALESSANDRO GHIGI La femmina è simile alle altre del gruppo, e cioè bruno oli- vastra coi margini delle penne gialliccio-biancastri, assai chiari; nel mio esemplare il contrasto fra i chiari e gli scuri è forte, ma non può questo considerarsi come carattere specifico, giacchè in tutte le forme del gruppo vi sono a questo riguardo discrete dif- ferenze individuali. i Circa l’ origine di questi esemplari non ho potuto avere altra in- dicazione oltre: “ Nepal,, ed è questa una lacuna grave giacchè la conoscenza precisa -dell’ fabitat ha in questi casi molto valore specifico. In ogni modo anche ciò che sappiamo è sufficiente per affermare che questa forma appartiene allo stesso gruppo morfo- logico ed insieme geografico. È noto infatti come i Gallofagiani a ventre grigio apparten- gano all’ Himalaya dagli estremi limiti del Nepal fino al Buthan occidentale, dove non sembrano avere contatti col G. horsfieldi del Bulhan orientale e dell’ Assam. Gli autori sono unanimi nel- I’ affermare che le femmine dei primi non si possono distinguere da quelle del secondo, ma io ho già detto in altre occasioni che ciò è inesatto. In G. horsfieldi il ciuffo è rigido ed orizzontale, tanto nel maschio quanto nella femmina, mentre nelle forme a ventre grigio il ciuffo è più soffice ed in parte refluente sulla nuca: inoltre la coda è, in tutti questi, sensibilmente più lunga e più curva. Una notevole differenza nella evoluzione del piumaggio’ si osserva tra le forme a ventre grigio da un lato, e le forme a ventre nero della Birmania ed Indocina dall’ altro, delle ‘quali possiamo prendere ad esempio il G. %orsfieldi, già citato, tutto nero corvino a groppone largamente frangiato di bianco, ed il G. lineatus a parti superiori finissimamente vermicolate di bianco e di nero in modo da apparire cenerine. In questo secondo gruppo di specie il primo abito definitivo di sostituzione al piu- mino embrionale presenta, nel maschio, una fase intermedia verso l'adulto, nerastra o striata di bianco e. nero a seconda della specie, tale peraltro da costituire uno spiccato dimorfismo ses- suale, Nelle forme a ventre grigio invece 1’ abito dei pollastri è perfettamente simile nel maschio e nella femmina; G. fockelmanni non fa eccezione alla regola. : i i È VESTI I IS SU DI UNA FORMA PROBABILMENTE NUOVA DI GALLOFAGIANO ECC. 195 A me che ho scritto più volte sull’ibridismo nei Gallofagiani (1), ed ho cercato dimostrare come molte presunte specie selvatiche abbiano avuto origine da incroci spontanei, sì potrà chiedere quale sia la posizione sistematica ‘della forma ora descritta, e quale il suo valore. Indubbiamente G. fockelmanni sta fra G. albicristatus e G. leucomelanus, e può definirsi altrettanto bene un a/bicristatus a ciuffo nero di leucomelanus, come un /eucomelanus a groppone - largamente bianco di a/bicristatus. >. Le tre forme infatti fino ad ora note di gallofagiani a ventre grigio dell’ Himalaya sono: I. G. albicristatus (Vicors) che si trova nei contrafforti su-- periori e.medi dall’ Hazara al Kumaon e probabilmente fino alle parti più occidentali del Nepal. Le sue parti superiori ‘sono nere a riflessi di azzurro acciaio, sfumate di bigio sul dorso e larga- mente marginate di bianco sul groppone. Le parti inferiori sono variegate di grigio-terra a chiaro-scuri. 2.° G. leucomelanus (LatHam) del Nepal centrale con ciuffo perfettamente nero e groppone strettamente frangiato di bianco. | 3.° G. melanonotus (BLvra) del Sikhim e Bhutan occidentale, pure con ciuffo nero e groppone senza alcuna traccia di bianco: anzi ciascuria penna del groppone e sopracoda, del solito colore azzurro acciaio, termina con una frangia nera. Queste tre forme sono distribuite sull’ Himalaya da Occidente ad Oriente nell’ ordine da me indicato, e quella ad abita? inter- medio è anche intermedia per la colorazione del groppone e' so- pracoda. G. fockelmanni invece appare come forma intermedia per differente correlazione di caratteri: come ho già detto si tro- vano in essa congiunti il groppone della forma occidentale col ciuffo delle forme orientali. Sarebbe interessante accertare se la sua provenienza, come io suppongo, fosse intermedia a quella di G. al/bicristatus e G. leucomelanus, ossia coincidesse colla parte più occidentale del centro del Nepal. Un carattere nuovo e proprio esclusivamente a G. focke/lmanni è l’orlatura bianca delle scapolari e copritrici delle ali; non può (1) Veggasi « L’ibridismo nella genesi delle specie sistematiche » coll’ elenco delle mie pubblicazioni sull’ argomento in Riv. Ital. di Ornitol., Anno II, N. 2, pp. 65-85. 196 ALESSANDRO GHIGI attribuirsi ad ibridismo, perchè esso è geograficamente separato per grande estensione e per mezzo di altre specie dal gruppo di forme a mantello rigato di bianco e nero, e perchè queste non hanno mai il fondo del colorito azzurro acciaio: inoltre gl’ ibridi ottenuti in ischiavitù lasciano sempre scorgere vermicolazioni distinte nel mezzo del vessillo. E giacchè ho accennato ai soggetti di questo gruppo abbastanza frequenti negli aviari, ove sono conosciuti col nome di fagiani melanoti, dirò che nessun melanoto puro vi si trova, ma soltanto degli incroci di questo col leucomelano e col= l’ albocrestato, ossia esemplari nei quali almeno parte del grop- pone e sopracoda sono strettamente frangiati di fianco. Ed ecco finalmente la chiave riassuntiva del gruppo, limitata- mente ai maschi: i O CLUO DIANCON og ae e nn QLOZCNISTALI SNA 6) Ciuffo nero. 5') Groppone marginato di bianco. c) Frange del groppone larghe mm. 3-5 fockelmanni n. sp. c') Frange del groppone larghe mm. 1 Zeucomelanus (Latham). 5") Groppone marginato di nero . . . . wzelanonotus (Blyth). Poichè a tutte queste forme corrisponde una sola femmina, pare a me che sarebbe molto più giusto considerarle come un’ unica specie polimorfa, nella quale il polimorfismo limitato ai maschi è in istretto rapporto colla distribuzione geografica. Dall’ Ist. Zool. dell’ Università di Bologna, giugno 1913. i i conii it BREVI NOTE Effetti della schiavitù sull’ evoluzione della piuma. — Alla notizia data nel N. 4 dell’anno 1912, pag. 28283, sulla rlproduzione del Gabbiano reale (Larus argentatus) debbo aggiun- gere che dei due novelli ottenuti, uno dovette soccombere giova- nissimo per apparente malattia delle ossa, onde non poteva reg- gersi; ma sembra fosse stato schiacciato a caso dalla madre adot- tiva troppo pesante. A tale sospetto mi condusse |’ essersi avve- rato il malore tutto ad un tratto, mentre l’altro individuo stette sempre benissimo ed è ora non solo grande e forte, ma sembra incamminarsi per la veste di adulto con una celerità anormale. Infatti gli altri quattro soggetti viventi, compreso un Larus ma- rinus dg, hanno impiegato circa cinque anni per vestire il per- fetto piumaggio di adulti. Attribuisco questo fatto alla ipernutrizione in schiavitù, che ho già notato in molti altri casi, ma specialmente ora in un Fal- cone del tipo F. puricus allevato da nidiaceo, che in meno di due anni ha raggiunto l’ ‘intensità di colorito dei più adulti soggetti e vi è pervenuto coll’intensificarsi dei colori della 2.* fase che subì la riduzione delle macchie per abrasione. Sembra essere avvenuto lo stesso per i due Lanarii allevati dal Principe CHici dal nido al Giardino Zoologico di Roma, ì quali, a quanto Egli mi scriveva, sarebbero passati dalla prima fase a quella definitiva, o terza. Vi sarebbe dunque una differenza sensibile tra gli effetti dell’ allevamento in libertà e quelli della nutrizione sovrabbondante ed intensa in schiavitù, e ciò spiega il perchè nei giovani Lanarii che ho veduti fino ad ora si trovano miste alle prime, molte piume della seconda fase, ma non vi si osservano quelle della terza che si produce assai più tardi ed è molto più rara della seconda completa. Milano, ottobre 1912. G. MARTORELLI 198 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA Ancora della “ Erythrosterna parva,, (BecHsr.). — Il Prof. Conte T. SaLvapori, dando notizie in questa Rivista (1) della cattura di una £. parva avvenuta il 19 gennaio del 1912 a Cor- nigliano presso Genova, domandava cosa fosse avvenuto di un esemplare che vide nella Collezione del preparatore De NEGRI; esemplare che era stato preso in Liguria nel 1834, e che egli riteneva fosse stato acquistato dalla Collezione TuRAtI. Confrontati gli esemplari che esistono nella Collezione dei Ver- tebrati Italiani al Museo di Firenze, potei constatare (2) che vi era un esemplare di £. parva donato dal Prof. F. Gasco diret- tore del Museo di Genova nel 1878, e che con molta probabilità poteva essere quello menzionato dal Durazzo o altrimenti quello veduto dal Conte SaLvapori nella Collezione del preparatore Sig. De NEGRI. Ora posso aggiungere che un esemplare di E. parva con la indicazione g “ Liguria ,, si conserva nella Collezione di Storia naturale del Collegio dei Barnabiti a Lodi e che detto esemplare fu veduto dal Prof. AnceLo Senna nel 1888, quando fu incari- cato del riordinamento di quelle Collezioni. Il Prof. A. SENNA, al quale debbo questa notizia, mi aggiunge che questo esemplare fu anche veduto dal Prof. P. Pavesi al quale lo mostrò. Sia questo l’ esemplare di cui parla il Conte T. SALvADORI ? 15.1.1013. — Dal Museo di Storia Naturale di Firenze. EnRrIco BaLpucci “ Vultur monachus ,, & “ Gyps fulvus ,, ed “ Aquila fulva ,, nelle Alpi nel 1912. — In novembre 1912 un mio conoscente acquistò, sopra Caprole in Val Mora (alta Brembana) alcune “penne d’ aquila ,, che ebbi occasione di vedere ultimamente. Mi accorsi tosto che si trattava delle tre prime remiganti di sinistra di un Y. monachus. Le penne, ancor unite alla base erano il résto di un’ ala inchiodata sulla porta di una stalla di un’Alpe. La pre- senza di questi resti di avvoltoio nel bacino del Brembo, mi ha dato l’idea di riunire le notizie di catture di avvoltoi avvenute nel 1912 nelle Alpi centrali, dove la loro comparsa è accidentale. Ecco i dati raccolti: V. monachus. a) —- Il 24 maggio un g° giov. è ucciso a Gadmen (Nesse thal) nell’ Oberland bernese. Misurava 260 cent. di apertura. E nel Museo di Nedùchatel (ScHnEIDER: Mittheil. Na- tàrch. Gesell. Colmar, 1911-12). 5) - Lo stesso giorno un esemplare più grande (9 se- condo il preparatore e S secondo il Dr FiscHER-SIEGNART viene ucciso a Stein (Meiringen, Oberl. bernese) ed è ora in un albergo di Meiringen. (1) Riv. It. di Orn. - Anno I. N. 3, p..162: Bologna 1912. (2) Riv. It. di Orn. Anno II N. I, p. 35. Bologna 1912. BREVI NOTE 199 c) - Il 22 giugno a Heugsberg nella Stiria inferiore, in una tenuta del Sig, R. von Gorust di Fiume, si uccideva un esemplare di y Kg. e 260 cent. di apertura. In vari giornali fi gurò come avvoltoio degli agnelli “ Deutsche Jager-Zeitung. Bd. 59, N. 32, p. 490, d) - Ai primi di novembre un soggetto di 280 cent. di apertura è stato ucciso da un contadino a Zuna (frazione di Grigno) in Val Sugana. Si conserva nel Casino degli ufficiali di Grigno. R. KLorz che dà questa notizia alla “Deutsche Jager- Zeitung, Bd. 60 N. 13, p. 203y; ricorda qualche precedente cattura a Vargane 1840, Pondo 1846, St. Siegmund (Selbrainale) in giu- gno 1875 (avvoltoi e grifoni assieme) ecc. Gyps fulvus. Il 22 giugno un g' med. venne ucciso presso Remts nella Bassa Engadina e venne acquistato dal Museo Cantonale di Coira. E. H. ZoLLigkorER di S. Gallo, che lo ha preparato, lo considera (seinem Zustande gemàss) un soggetto evaso da qualche uccelliera ed è propenso ad attribuire la stessa origine anche ai due morachus dell’ Oberland. E scrive (Diana Genève, 1913, p. 3). “è probabile che i tre uccelli siano stati li- “ berati, più o meno volontariamente, nello stesso tempo per una “ libertà che da noi non poteva durare a lungo ,. Ha messo poi un articoletto nel “Zoolog. Beobachter, per informarsi della loro originex( Daur: Ornith. Beobacht,, Bern. X, N. 1, p- 67 - FiscHER SIGMART, Diana, Genève, 1913, N. 1). ZOLLIKOFER, coi suoi dubbi sull’ origine di questi avvoltoi, si ricorda certamente del Condor mandatogli da Innsbruck nel 1897 ucciso in quei dintorni, e che si seppe poi evaso dal giardino zoologico di Marsiglia sei mesi prima. Dai dati suesposti risulta però che almeno sei avvoltoi sono stati catturati nel corso dell’ anno nelle Alpi centrali e settentrio- nali. Forse altri esemplari furono osservati anche nell’ Italia set- tentrionale. Il numero delle catture può lasciar supporre anche un moto migratorio eccezionale, Aquila fulva. Il 27 dicembre t912, all’alpe di Tremarzo, sopra Buggiolo (ca: 1100 mt.) mandm. di Porlezza, vennero prese, coi ferri, due Aquile che avevano trascinato e dilaniato un agnello al margine di un bosco. Eccone i dati: d' apertura: 201 cent., lunghezza: 87 ct., unghia posteriore: 61 mm., peso: 3650 grm. © aper.: 207 cent., lung, 89 cent., unghia post.: 65 mm. becco (sup.) 70 mm., id. (angl. bocca.) 75 mm., peso: 4400 grm. Genève (Museum), 1 1913. A. GHIDINI \ Melanismo parziale in “Amadina oryzivora,, Linn. — Alcun tempo fa, mi venne portato un esemplare g’, di questa specie, morto in gabbia, che io acquistai per la specialità del caso. Come è risaputo quest’ uccello è caratteristico per le sue guance bianco candide, mentre la testa, il collo e la gola sono 200 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA neri. Nel soggetto in parola invece, le guancie sono completa- mente nere come il rimanente della testa. Il resto del corpo è normale, tranne pochissime penne della regione gastrica, che pure sono nere. Non è certo nuovo il caso di melanismo in uccelli tenuti in schiavitù, ma in una specie esotica quale il Padda, non lo aveva mai notato; mi sembra maggiormente strano che la parte colpita da melanismo sia la bianca, che pel suo candore e lucentezza potrebbesi paragonare alla porcellana; mentre il sottocoda che pure è bianco, ma non puro quanto le guancie, è rimasto normale. Bologna, Febbraio 1913. FEDERICO ALZANI La “ Terekia cinerea ,, (GouLo.) in Sicilia. — Credo non sarà privo d’interesse per gli amatori di i il segnalare, quantunque con ritardo, l’importante cattura che dl o maggio del 1912 avvenne nelle Saline di Augusta (Prov. di Siracusa). Si tratta di un individuo di Zerekia cinerea (Gould.) che mi venne inviato da mio fratello che, militare, trovavasi allora ad Augusta in ser- vizio per la guerra Italo-Turca. Egli m’informava che fin dalla meta di aprile, in quelle Saline, che sono entro il porto, presso la Stazione ferroviaria, vi erano molti uccelli che gli abitanti di quei paraggi chiamano con termine siciliano papiole o pa- paiole od anche majolini(r) e che molti se ne uccidevano col fucile, essendo facile i’ avvicinarli. Mio fratello molto appa- sionato per la caccia, tutti i giorni uccideva parecchie papiole, arrivando spesso con un sol colpo a coglierne quattro cinque più. Dietro mia richiesta mio fratello m’inviava uno di questi uccelli. Appena ricevutolo m° accorsi che non trattavasi di una papiola e mi son messo a determinarlo. Subito non son riuscito ad identificare la specie ed avendo altre occupazioni, lo conservai in pelle per ripigliarlo in altro momento. Me ne ero dimenticato quando, verso la metà dello scorso dicembre, mi capitò fra le mani. Studiandoci bene mi venne il sospetto che il soggetto che avevo fra le mani fosse una Te- rechia; ma al pensare che mio fratello mi assicurava esservene molti, ‘insieme ad altri col groppone bianco, non sapevo deci. dermi e, non avendo materiale di confronto, mi permisi inviarlo al Chiar.mo Conte Dott. Errore ARRIGONI Decti Oppi, il quale con cortese sollecitudine mi comunicava che il trampoliere invia- togli era una Zerekia cinerea. Come è noto la terechia è uccello artico, e nelle sue migra- zioni accidentalmente si porta attraverso |’ Europa occidentale e di sud-ovest e, giusto quanto osserva il MARTORELLI (2), qualche (1) Col nome di Papiole o. Papaiole gli augustani chiamano il Zotazzs fuscus (L. ex BR1sS) ed anche il 7. calzdris (L, ex ALDROV) Son chiamati poi magolini (da 7ajo, maggio), perchè abbondano in maggio, essendo più scarsi in autunno, (2) G. MARTORELLI — Gli uccelli d’ Italia — Milano 1906. . BREVI NOTE 201 individuo si spinge fino a noi perchè probabilmente ha. deviato la sua rotta, seguendo stuoli di altri uccelli migranti. Fino al 1869 non era stata stata osservata in Italia. Fu nel maggio di quell’anno che il Savi ne ebbe tre individui presi vivi nelle paludi di Vecchiano (presso Pisa). In seguito si ebbero altre catture ed il Conte ARRIGONI DeGLI Oppr nel suo Manuale Ornitologico ne registra dieci accertate per l’Italia e cioè: Sei per la Toscana, due per le Puglie, una pel Veronese ed una per la Sicilia. Il celebre ornitologo mi comunica intanto (in lett.) che sono tredici i sogge*ti catturati in Italia essendo stata presa nove volte in Toscana. Il presente sarebbe il 14° per l’Italia ed il se- condo per la Sicilia. Riguardo alla prima cattura avvenuta in Sicilia, nulla posso dire: è menzionata solo dall’ ArRIGoNI DeGLI OppIi, ma non è accennato, il luogo nè l’ epoca della cattura, e sarei desideroso avere precise informazioni in proposito. Con ciò non intendo dubitare della comparsa del piccolo trampoliere in Sicilia, anzi ritengo. che altre catture si saranno avute € capitando . forse nelle mani di chi non ha altro scopo che quello di fare un sapo; rito boccone, restarono ignorate dallo studioso. Mio fratello in una sua lettera, mi assicura che fra le papiole che giornalmente uccideva, parecchie. ne prese identiche all’ individuo inviatomi, che facilmente conosceva pel becco curvato in alto e per la man- canza del bianco sul sopracoda, che in altre spiccava anche a distanza. Evidentemente insieme agli altri totani che comunemente giungono nelle nostre terre, qualche colonia di terechie, seguendo la loro via, con essi giunse e si trattenne per qualche tempo. Non mi fu possibile riconoscere il sesso del soggetto in pa- rola, giacchè mio fratello, per ritardare la putrefaaione, me lo inviava privo dei visceri ed imbottito con bambagia inzuppata nel fenolo. Credo superfluo stendere minutamente i caratteri diagnostici del soggetto, giacchè corrispondono perfettamente a quelli de- scritti dall’ ArRIGONI nel cennato Manuale di Ornitologia Italiana per l’ adulto in abito primaverile. Consultando però il pregevole trattato di Ornitologia sistematica del Gaspari (1) a pag. LXXII dove vengono descritti i caratteri più salienti del Gen. Zerek/a, leggo: becco lungo quasi tre volte la testa... e poi: ali che sorpassano l estremità della coda, mentre l’ esemplare in parola ha il becco lungo quasi il doppio della testa e le ali non giungono all’estremità della coda. La divergenza di questi caratteri aveva contribuito non poco a farmi dubitare dell’ identiftcazione del raro uccello che ho ceduto al Conte Dott. ArRrIGoni DeGLI OppI per la sua ricca Collezione Italiana. Dott. G. STURNIOLO (1) VINcENZO GASPARINI - Avifauna Marchigiana - Fano, 1894. Riv. di Ornitologia. 14 202 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA Un caso di melanismo completo nella “ Coturnix com- munis ,, (Bonn.) — Nella primavera del 19rI sulle colline del Villaggio Bordonaro, presso Messina, un contadino, insieme ad altre quaglie, ne uccideva una che, ‘pel colore particolare del suo piumaggio, ha creduto bene regalarla al Delegato Municipale di quel villaggio, il Cav. NatALE Mangano. Questi che anche si diletta a preparare uccelli, conoscendo la rarità del soggetto, pur essendo molto maltrattato dalla fucilata, riuscì ad imbalsa- marlo ed ora lo conserva in vetrina insieme ad altri uccelli. Dietro mia preghiera il Cav. Mancano gentilmente mi ha in- viato l’ esemplare per studiarlo, ed ho potuto constatare che trat- tasi di un individuo della quaglia comune il cui piumaggio è leggermente lavato qua e là di castagno-scuro con trasparenza dei disegni caratteristici della quaglia “normale. Ripeto, si tratta di un caso di melanismo completo della Co- Iurnix communis (BoNn.), e perchè non venga confusa colla tanto discussa forma australiana, colla quale il soggetto in parola non ha niente a che vedere, stendo qui la descrizione particola- reggiata del suo abito: Becco bruno-nerastro ; il pileo è nero, col margine delle penne castagno-scuro; vi mancano le fasce laterali e la centrale colo- rate di fulvo nella quaglia normale, ma sono sostituite. da linee sottilissime bianche, dovute allo stelofbianco delle penne di quelle zone. Le penne dell’ alto dorso sono nere con lo stelo bianco; dorso nero con tratti trasversali cinerei; scapolari, groppone e sopracoda neri con una stretta fascia longitudinale cenerina sul centro delle penne e delle strie trasversali poco distinte sulle scapolari, più marcate sul groppone e sopracoda; copritrici delle ali bruno-nere con lo stelo delle penne biancastro e tratti tra- sversali cenerini marginati di nero. Le remiganti sono nerastre con fascie trasversali di color rugginoso-scuro sul vessillo esterno; timoniere nere con uno stretto margine cenerognolo; mento e gola neri con delle penne orlate di rugginoso-cupo formanti una croce appena percettibile (1); lati del collo, parte anteriore di questo e petto nero-lavagna lavati di castagno-scuro, con lo stelo delle penne bianco. Le penne dei lati del petto sono castagno- scure lucide, con una stretta linea cenerina sullo stelo; addome e sottocoda nero-lavagna (2). Le lunghe penne dei fianchi sono brune, variegate di castagno e con lo stelo biancastro; le ascel- lari sono grigio-cineree, i piedi carnicino-scuri. Le dimensioni corrispondono perfettamente a quelle della quaglia normale. Ho voluto ricordare questo caso di melanismo perfetto; perchè raramente colpisce la quaglia comune ed a quanto io sappia, nessuna di tali anomalie viene registrata per le quaglie prese in Sicilia. Non sono rari invece i casi di melanismo parziale e quasi (1) È questo l’unico carattere dal quale rilevo che 1’ esemplare in esame sia un maschio. i (2) È caratteristico il fatto che quelle parti, che nella. quaglia normale sono bianche o biancastre, nel soggetto in parola sono le più nere. BREVI NOTE 203 ogni anno, specialmente in maggio, si catturano quaglie con la . testa e il collo bruno-scuri o neri; esse vengono chiamate vol- garmente quaglie carbonare e la loro comparsa è ritenuta indizio della fine del passo primaverile. Messina, 2 marzo 1913. Dott. G. STURNIOLO Sulla pretesa “ Somateria ,, di Lugano. — Nel “ Bericht d. St. Gallischen Naturwiss. Gesellschaft, per il 1900-1901 - St. Gallen 1902, pag. 49, il Dr. WARTMANN, redattore dell’Annuario, ricorda, in occasione di una cattura di Edredone nella Val del Reno, anche un esemplare di Lugano. Lo ricorda con queste parole: “stehtdoch in der Stélker' schen Sammlung selbst ein Exemplar von Lugano (3 Jaunar 1874) ,. Nelle mie “Note sull’ Avifauna della svizzera italiana ,, ho riferito la citazione Sangallese. Così l’ esemplare di Lugano venne pure ricordato da ARRIGONI e da GIGLIOLI(1). Ma nel n. 2 anno II pag. 120 di questa “ Rivista ,,, il conte ArRrIGONI considera dubbia la cattura del Lago di Lugano. Questa osservazione mi suggerì di chiedere al sig. E. H. ZoLLIKOFER di cercare nel Museo di St. Gallo, dove si conserva la collezione STOLKER, la Somateria in questione, e di indagare sulla sua ori- gine, nei cataloghi manoscritti del Dr. StòLKER. E. H. ZOLLIKOFER mi scrive ora queste righe che traduco testualmente: “ L’Edre- “ done della coll. STOLKER è così indicato nel catalogo: STOLKER “ Katalog. n. 959: Somateria mollissima L. £ Luzern 3 Jaunar “ 1874. Dal mio esame risulta che l’ esemplare della coll. STòLKER “non 'è originario del lago di Lugano, probabilmente da “ quello dei Quattro Cantoni (il catalogo non porta altri “ particolari). Forse la citazione del Dr. WARTMANN è dovuta ad un errore di lettura, facilissimo a commettersi, data 1 affi- nità grafica delle parole Lugano e Luzern nell’illeggibile calligrafia del D.r STÒLKER,. Resta così stabilito che la Somateria della coll. STòLKER nel Museo di San Gallo è originaria di Lucerna e che il “Lugano , della prima citazione è dovuto ad un errore di lettura. Errore che deve quindi correggersi nelle opere successive che ho se- gnalato in principio di questa nota. « « “ Genève (Muséum) 1 maggio 1913. AncELO GHIDINI (1) Avicula VI n, 59-60, 1902 p. 162. - Manuale orn. ital, Milano 1904, pag. 759. - Avifauna italica, Firenze 1907, pag. 480. GACCE, PASSAGGI: MARIE Brevi notizie intorno alla caccia ai palmipedi e catture di uccelli rari o poco frequenti nelle valli e nell’ Estuario Ve- neto. — L'anno venatorio 1912-31 per la caccia ai palmipedi o come dicesi di valle o de bote fu, per la straordinaria deficenza di selvatici e per la completa assenza di alcune specie di anitre solite a comparire ogni anno nella stagione invernale, uno dei peggiori ch’ io possa ricordarmi. I mestoloni ed i codoni in ambedue i loro passaggi non com- parirono si può dire che individualmente non parliamo poi delle canapiglie, specie questa che senza essere rara, tende a farsi sempre meno frequente, mentre una volta, non era raro il caso di ucciderne anche una quarantina in una sola giornata. Durante quest’ inverno mi fu dato di vedere due volte soltanto due o tre branchi di morette collorosso, mentre della moretta grigia, specie che va facendosi rara, ebbi un solo esemplare, qui sottocitato. Ama quest’ ultima i siti aperti della laguna, raramente entra nelle valli. si fe L’ unica specie che si trattenne nello .straordinario consueto. numero fu il fischione, e nel mentre sto scrivendo queste note, ne soggiornano ancora circa un centinaio in valle Contarina. Ma, io ammetto che l’inverno mite a fondo sciroccoso e la sfor- tuna di avere quasi ogni lunedi (giornata fissata per la caccia) un sole primaverile, fu causa di cacce mediocri, mentre il cacciatore sa per esperienza, che abbisogna di freddo, cielo coperto di nubi, bassa marea e, possibilmente forte vento da N. E. Che gli uccelli sentissero il tempo a sciroccale lo dimostra il fatto della comparsa straordinaria di C/angulae, Mergus e Co- Iymbus nelle valli, specie queste che si trattengono in laguna e la completa assenza delle specie foriere di freddo come la moretta, moretta codona, pesciajola; aggiungo ancora che il 26 ottobre 1912 uccisi in botte un Hydrochkelidon fissipes che per il Veneto è specie estiva, arrivando essa in aprile e facendo partenza in settembre. ridi | 70 CN CACCE, PASSAGGI E VARIE ; 205 Così pure le alzavole numerose sempre, si fecero vedere in iscarsissimo numero nei mesi da metà settembre fino quasi a tutto gennaio, da questa data comparvero “in massa , anzi ta- lune valli segnalarono una vera e straordinaria comparsa di questo grazioso palmipede; date però le condizioni climatiche non adatte alla loro natura si fermarono ben poco tempo. In quanto ai germani dei quali ordinariamente si fanno buone prede allorquando le valli sono ricoperte da ghiaccio, non se ne vi- dero che in numero assai limitato, non parliamo poi di quelli del mese di agosto che regolarmente si portano ai busani (chiaviche d’ acqua dolce) per dissetarsi. Sono questi i giovani dell’ anno nati nei luoghi più elevati delle paludi, nei cannetti, sugli argini; il loro numero tende di anno in anno a diminuire causa il nu- mero dei genitori sempre più esiguo, non trovando essi siti ade- guati per i loro nidi; il prosciugamento di una buona parte di paludi limitrofi alle valli ed ora redenti all agricoltura per mezzo del prosciugamento, è la causa principale che molte specie una volta comunissime, vanno ora facendosi sempre più rare o meno abbondanti. Vengo ora informato che. nelle valli presso Caorle, Cavazuccherina, si fece qualche rara buona caccia. Fuligula marila StepH. — Ebbi nel gennaio 1912 un maschio adulto. In tale abito è raro, si fa vedere quasi tutti gli anni, ma in scarso numero e per lo più nei mesi di febbraio e marzo. Ama la laguna aperta. Larus tridactylus L. — Dal Sig. VoLtoLina ebbi gentilmente per la prima volta questo gabbiano ucciso in Valle Dogado ai primi di gennaio 1912. Detto signore lo vide volare verso il Cason dei pescatori ,, e giunto sopra il tetto vi si lasciò posare sopra. Ebbe il tempo di entrare in casa, prendere il fucile e di colpirlo. Era assai magro e sembrava, come mi fu riferito dal Sig. VoLtoLINA, dal suo volo come esaurito da un lungo viaggio. L’ esemplare è un maschio giovane, assai raro per l’ E- stuario Veneto, mentre con maggior frequenza fu preso nel Vi- centino e nel Veronese di solito in abito giovanile. Egretta alba Be. — Quest’ Airone è localizzato ora nella sola valle Dogado. Svernavi regolarmente in truppa da 10 a zo indi- vidui e, come i suoi congeneri, fa danno grande alle peschiere. L’ esemplare da me avuto in gennaio è una femmina. Anser sylvestris Bris. — Noto questa specie non già per la sua rarità, poichè è la specie più comune delle oche che transi- tano per il Veneto, ma per la straordinaria quantità che ne ven- nero uccise dal 15 al 25 di gennaio 1913. Sul mercato di Ve- nezia in un solo negozio ne erano 8 in vendita provenienti dalle valli sotto Chioggia. Questa specie di solito fa il suo passaggio in ottobre e novembre e da febbraio ad aprile (1). Bernicla brenta Stern. — In Valle Cornio li 24 aprile a. c. Si fermarono circa 16 di queste ‘oche. Due cacciatori poterono av- (1) Oltre la specie comune, comparve anche l’Awser albifrons, l’Anser anse? e l’Anser arvensis. (Nota di E. Arrigoni Degli Oddi). 206 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA vicinarsi quasi a tiro di fucile perchè protetti dal parè (grigiuole) malauguratamente un primo, secondo e terzo colpo di fucile dato da un bracconiere le fecero alzare e dirigendosi verso N. E. e non si fecero più vedere. È specie accidentale, io non ho mai potuto averla. Plegadis falcinellus SaLv. — Questa specie si fa vedere non tutti gli anni in primavera, ma è rara. Uno straordinario passaggio avvenne lo scorso aprile dal 28 al 30 a. c. Ricordo un branco di circa 150 che apparve il 28 nelle paludi sopra Burano, esso poi si suddivise in due stormi, il maggiore si posò ancora nella pa- lude sopra citata, mentre il secondo volò verso sud. So che esemplari di questa specie furono veduti un po’ dappertutto spe- cialmente in Valle Cornio (in numero di circa 25). Uno fu ucciso in Contarina. Del primo branco ne furono uccisi circa una ven- tina, sedici dei quali .vennero portati a me; erano tutti adulti, mentre anni or sono io ebbi soltanto giovani. Limosa rufa Bris. — Ebbi 1 8 settembre 1912 un bellissimo gd e 9 di questa specie uccise in Cona, palude presso Burano; sembra una volta fosse più frequente, ora è molto rara. — Abbondante fu il passo della Limosa aegocephala, Numenius arquata e phaeopus, non cosi però quello del Machketes pugnax. Venezia, 2 maggio 1913. E. Ninni Catture di specie rare avvenute durante l’anno 1912, nella provincia del Friuli. — Il giorno 29 settembre veniva catturata nelle vicinanze di Reana del Roiale, località poco di- scosta da Udine, una 7y:inga minuta, in abito di nozze quasi completo. Per la nostra Provincia la specie è molto rara; il 30 dello stesso mese ebbi una 9 del Gecinus canus. Il 14. ottobre nelle vicinanze del paese di Rizzi-Colugna venne catturato un Anthus richardi e fa parte della collezione italiana del Dr. Luigi CoLrussi di Briga. Ai 16 del mese stesso comparve nel mercato di Udine un g' dell’ Embderiza rustica ed il giorno ‘dopo pure un g' dell’ Emberiza pusilla. Ai 19 ebbi due, esemplari del Lanius excubitor, uno dei quali è la forma oscura mayor o bore- alis, che capita per la prima volta nel Friuli. Ai 24 ottobre venne ucciso dal Signor ALcipe FocHinI di S. Giorgio di Nogaro, nella Valle Pantani un giovane Pha/acrocorax carbo, che potei avere in cambio per la mia collezione. Anche questa è specie molto rara per la nostra Provincia. Ai 29 dello stesso mese trovo «al mercato una coppia dell’ Emberiza leucocephala. Ai 3 novembre una ® della stessa specie, ai 5: ancora una 9 ed un g' ad. del Calcarius lapponicus. Ai 7 dello stesso mese un’ altra 9 dell’ £w- beriza leucocephala, ed ai 11 un’altra 9 ancora. Ai 14 trovo un g° giovane del Ca/carius lapponicus. Dal Signor DONIZETTI, agente ferroviario mi viene in dono il giorno 15 novembre un bellissimo esemplare 9 del Buteo vulgaris var. simmermannae,- il quale corrisponde quasi perfettamente alla bella figura dello KLeInscHMIDT data nel Vol. V. del nuovo NAuMANN. Ai 16 venne catturata nei pressi immediati della città una 9 dell’ Os fetrax. CACCE PASSAGGI E VARIE 207 x Complessivamente il passo di quest’ anno è stato scarso per tntte le specie, e mancarono quasi affatto i Crocieri e gli Orga- netti. Nessun individuo della Nocciolaia e, ad eccezione di uno Smeriglio giovane e di un paio di Poiane, nonchè un Falco cal. zato, neppure un rapace comparve al mercato. Udine, nel gennaio 1913. G. VALLON Cattura di Aegithalus caudatus irbyi. — Il 6 ott. 1912 mio . figlio uccideva a Madice in Giudicarie, fra un branchetto di Co- dibugnoli, un esemplare che aveva il dorso coinpletamente ce- nerino, con larghe fascie nere ai lati della testa. Persuaso trattarsi dell’ Aegithalus caudatus irbyi lo mandai per assicurarmi al cav. Von TscHusi ScHMIDHOFFEN ad Hallein, ed egli gentilmente in data 8 ottobre mi rispose quanto segue, e che io traduco dal tedesco: “Il Codibugnolo or ora ricevuto appartiene all’A. c. 1rbyt degli autori precedenti. Riv. F. C. R. JourpaINn (Bull. Brit. Or- nith. Club XXVIII, 1910, p. 39) ha separata la forma italiana, e de- ‘ scritta come Aeg. caud. italiae. L’ esemplare da Lei mandatomi non è perfettamente eguale ad altro di Roma: io desidererei di avere alcuni altri esemplari in carne per il confronto: questa forma comparisce in branchi ». Io però, partito poco dopo per Rovereto, non potei soddisfare il desiderio del cav. Von TscHusi. In altra lettera mi scriveva: “L’ A. c. irbyi appartiene esclusivamente alla Spagna,. Prof. A. Bonomi Pensando possa essere d’ interesse per la Rivista Italiana di Ornitologia, partecipo che agli ultimi di Gennaio venne uccisa sulle cime di Sella in Valsugana nel Trentino un’ Aquila reale, che portarono a me il giorno 3 del corrente mese. E un bell’ esemplare, maschio, che ritengo nato nel 1912. Mi- sura da un’ estremità all’ altra delle ali m. due, dall’ apice del becco all’ estremità della coda m. 1,09, dall'angolo della bocca all’ apice del becco cm. 6. Aveva il ventricolo semi-vuoto ed era assai magra. Venne colpita da una fucilata sparata dall’ alto in basso ed ‘aveva un’ ala fracassata. Ora la tengo imbalsamata. Rovereto, 22 febbraio 1913. Dr. Avv. Ruecero GRILLO Cattura di mignattai. — Nella seconda metà d’ aprile com- parvero ad intervalli diversi tre individui di P/egadis falcinellus o Mignattaio, ma non si poterono conservare per l'avanzata putrefazione. Prima d’ora la specie era qui sconosciuta. u Portogruaro, 20 aprile 1913. Eugenio Bonò ___T°TT—--- Beobachtungen ,. — RipIGER W. “ Mitteilungen Aus Brandenburg (Neumark) ,. — Mitteilungen. — Literatur. — Tauschverbin- dungen. 212 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA Ornithologische Monatsberichte, herausg. v. Prof. Dr. Anton ReicHenow, Berlin, R. FriepLANDER, XX Jahrg. N. 9, September 1912. GENGLER J. “ Der balzende Haussperling » (pp. 137-141). — Braun F. “ Ornithologische Anmerkungen zu einem Besuche der Graser Parkanlagen ,, (pp. 141-144). — Scumitz E. “ Ornitholo- gisches aus Nordpalastina » cita (pp. 144-148) Cinnyris osea, Che- lidon daurica rufula, Lanius aucheri, Passer biblicus ecc. — HemroTtH O. “ Sind die mannlicher Vògelin der Ueberzhal ? ,,. — Schriftenschan (pp. 149-152), Nachrichten. N. 10, Oktober 1912. SneTHLAGE E. “ Neue Vogelarten aus Amazonien ,, descrive (pp. 153-155) Myemotherùla sclateri, Picumnus varzeae, » omotus momota cametensis e Myrmotherula gambei JHERING ?, specie nuove del distretto delle Amazzoni. — FinscH O. descrive (pp. 156-159) Pisorhina angelinae, specie nuova da Giava- — Hacen W. parla (p. 159) della nidificazione presso Lubecca dell’ Ardetta minuta e dell’ Emberiza hortulana. — Hagen W. “ Ringversuche ,, (pp. 159: 160). — Hesse E. “ Einige nomenklatorische Bemerkungen iber Piciden ,, (pp. 160-163). — Lo stesso A. descrive (p. 163) Ply loscopus indicus albigula, subsp. nov. degli Altai. — Termina il fascicolo la Bibliografia (pp. 164-168). N. 11, November 1912. SuscHKIn P. P. “ Zur geographischen Verbreitung der Vogel im russischen Altai ,, (pp. 169-172). — HammLinG ]J. “ Carpodacus erythrinus neuerdings im Warthetal bei Posen ,. — Koske F. “ Tannenhaàher im Juni und Juli bei Greifswald ,,, — LauBManN A. descrive un nuovo Pigliamosche da Formosa col nome Abrornis albigularis formosana, simile ad A. a. fulvifacies Swinn. — Ma- DARASZ J. v. descrive Pinarochroa rudolphi simile a P. hypospodia SHARPE, Crsticola kmunkei simile a C. pictipennis Map. e Bradyp- lerus elgonensis, tutte e tre da Elgon (Spedizione di R. KMUNKE, Africa centrale-orientale). — Kronn H. “ Ist Ha/iaetus leucoce- phalus je in Europa erschienen? — Bibliografia (pp. 178-184). Ornithologische Beobachter, IX Jahrg. Red. Daugio u. Rr- CHARD A., Basel, ZBINDEN, 1912. INCA Prlsrone: Daur K. “ Der Nuss- oder Tannenhaher und sein Wanderzug in Herbst I9II , (pp. 110-113 continua). -- GHIpINI A. “ Le Char- donneret impérial ou Acanthis carduelis n. ab. blazei ;, parla delle macchie ovali bianche sulle timoniere del Cardellino, dice che al- cuni soggetti ne presentano complessivamente sei, altri quattro, i primi sarebbero detti Cardellini imperiali e 1’ A. propone il nome LIBRI E RIVISTE 213 di b/azet per tale forma, che alcuni A. credono invece l’ adulto della specie tipo, figura due code che presentano da. ogni lato tre macchie ed una con due macchie. — Pirtet L. “ Heuschre- cken und Stérche in Sud-Afrika ,, con tav. (pp. 117-122). — Rr- cHarD Atr. “ Notes sur le Machetes pugnax , parla (pp. 123-25) della distribuzione del Combattente in Svizzera soprattutto in pri- mavera, del suo piumaggio ecc. — FiscHER-SIiGwART H. “ Der Schwalbenzug im Wiggertale und Umgebung im Jahr IgII1,, (pp. 126-128). — GHIpINI A. “ La Loxia pityopsittacus à Claris , —- Cronik —- “ Kleinere Mitteilungen u. Vom Biuchertisch , (pp. 128-132). N. 8, Mai 1912. Daur K. chiude (cfr. artea, p. 113) il suo articolo. sul passo delle Nocciolaie nell’ autunno i1giIi, e figura le code delle due forme europee (pp. 133-139). — BrInpEAU parla (p. 140-142) sugli Uccelli del Capo di Buona Speranza, cita Gypogeranus reptili- vorus, Pyromelana capensis e onyx ecc. — GuHIDINI A. sulla Em- beriza rustica catturata a Lugano, ecc. È N. 10, Juli 1972. RicHarp A. “ Le phare de Terschelling ,. — GERBER J. U. “In den Auwaldern der Aare ,. — GHipini A. a proposito di una Szlta syriaca osservata secondo il Gross (cfr. “ Orn. Beob.,, p. 171) a Meiringen, dice (p. 197) trattarsi semplicemente di Sita caesta — Daur K. “ Der Roccolo im Kanton Tessin ,,,, ecc. Journal fir Ornithologie, herausg. v. Prof. Dr. ‘Anton Reicnenow, Jahrg. LX, Leipzig, KITTLER, 1912. Heft I, Januar 1912. Dermers E. “ Studien zur Avifauna der Ermslande ,, (pp. 1-68, fine da pag. 434, IQII), sono citate 128 specie che portano ad un totale di 215 le specie osservate, le accidentali o rare non por- tano alcun numero e sommano a 55, noto Accipiter minutillus?, Buteo zimmermannae e ferox, Aquila clanga fulvescens, Budytes melanocephalus, Tichodroma ecc. — Duncger H. “ Die Verbreitung der Gattung Emberiza ,, parla (pp. 69-95) della distribuzione geo- grafica del gen. Amberiza, divide l’area abitata dalle singole specie in due sottoregioni, l’ Asia orientale e centrale con Siberia set- tentrionale con 34 forme specifiche, regione mediterranea ed Eu- ropa occidentale con 16 forme, parla diffusamente delle aree abi- tate dalle stesse ed unisce una carta geografica ad. illustrazione del suo studio, — PLeske TH. discute (pp. 96-109) sull'ipotesi se il Cyanistes pleskei sia o meno un ibrido di C. coeruleus e cyaneus, come molti A. credono. — Resoconti delle sedute della Società Ornitologica tedesca (pp. 109-121). — Elenco dei Soci della stessa (pp. 123-129). — Bibliografia (pp. 120-131). 2I4 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA Heft 4. Oktober 1912. Grote H. “ Beitrag zur Ornis des sidòstlichen Deutsch-Ost- afrika, parla (pp. 501-529) dell’Ornitologia della parte sud-orien- tale del Africa orientale tedesca, cita 147 specie e quale nuova la Gutteral cristata makondorum simile a G. barbata ed a G. cristata suhaelica, figura Batis reichenowi Grote, sp. n. Macrosphenus gri- seicepfs GROTE, sp. n. e Plylastrephus grotet ReIcHNOW, sp. n., infine unisce una tavola a colori di sette uova di specie. diverse (continua). — O. Grar ZepLITZ “ Von Suez zum Sankt Katha- rinen-Kloster ,, (pp. 529-569) termina il suo articolo (cfr. artea, p. 364), enumera altre 45 specie e quindi un totale di. 104, il Corvus corax è della forma krauset, il Passer hispantolensis della forma washingtoni, descrive Ammomanes deserti katharinae subsp. nov. simile a fraterculus TRISTR. e isabellina Temw., ricordo an- cora Sylvia cantillans albistriata, Saxicola oenanthe della forma rostrata, S. hispanica xanthomelaena, Pratincola rubetra noscae ecc. — GencLER J. “ Die Klein’ schen Vogelbilder , (pp. 570-591). — SarupNny N. e HArms M. “ Bemerkungen iber einige Vogel Per- siens , parlano lungamente (pp. 592-619) del Passer vati SH. so- pra un materiale di 186 individui, del Cinnyris brevirostris (BLANF.) su 136 individui e del Pyczorotus leucotis (GouLD) su 36 individui, descrivendo le livree, il nido, uova ecc. — Segue NEHRKORN A. WiLHELMm BLasius, (pp. 619 620). — Cenno bibliografico sull’ opera Avifauna Spitzbergensis di ALessanpro KoENIG (pp. 621-630). — Indice dei termini scientifici (pp. 633-640). — Frontespizio ed In- dice della materia dell’annaia (p. 1-l Sonderheft 1912 (c. 7 tavole) Contiene (pp. 1-75) il Rapporto dell’ Osservatorio Ornitolo- gico della Stazione Biologica Imperiale di Helgoland steso dal Dr. Hueo WrIGoLD, con I. “ Bericbt uber den Ringversuche bis Ende 1911 , (pp. 3-23), nel 1910 vennero inanellati 2084 uccelli e 2050 nel successivo I9II, quindi un totale di 4134 individui: parla. dei soggetti previamente inanellati ad Helgoland e ripresi direttamente nelle vicinanze, poi in Germania, Danimarca, Olanda, Francia, Spagna e Portogallo trattando delle specie seguenti: Uria troile, Larus argentatus, L. canus, L. ridibundus, Serna hi: rundo e macrura, ar na cornuta, Anas boscas ed acuta, Sco- lopax rusticola. — II. “ Bericht ùber den Vogelzug in Jahre IQII , (pp. 24-74) parla degli aumenti e dei progressi verificatisi nel campo ornitologico nell'insieme della Stazione Biologica, della biblioteca, degli Ornitologi che visitarono l'Isola e delle specie osservate in numero di 174, mentre furono 176 nel I9IO € 175 nel 1911; tra gli uccelli rari ricordo: A//e alle, Megalestris catar- rhactes, Haliaòtus albicilla, Upupa epops, Anthus richardi, Gale- rita crisiata, Monticola saxatillis. Le tavole illustrano in forma sche- matica l'intensità dei passaggi di varie specie alle epoche delle migrazioni, con dati relativi alla forza e direzione del vento ed allo stato atmosferico in generale. LIBRI E RIVISTE 215 Ornithologisches Jahrbuch, herausg. v. Victor Ritter. von TscHusi zu ScumibHOFFEN, Hallein, XXHI Jahrg, Heft I e 2. Januar-April 1912. AHaRONI, J. stende (pp. 1-15) uno studio biologico sull’ H7ow- bara macqueeni, parlando delle sue livree, dei costumi, nutrimento, modo di cacciarla ed abitato. — Hirrz M. “ Kritische Verbesse - rungen und Zusatze zum’ Verzeichnis der Vògel der Kroatischen Fauna ,, dice (pp. 16-39) che l’Avifauna dei paese comprende 316 forme, parla dì parecchi uccelli conservati nel Museo di Za- gabria e degni di nota, cioè: Coloeus monedula collaris forma orien- tale di C. moonedula, Otocorys alpestris flava, le due Pyrrhulae, Iurdus torquatus, Apus murinus, Anser ervthropus, Oestrelata hae- sitata. — Le Roi “ Ornithologische Notizen aus dem Bòhmerwald ,, ricorda (pp. 39-45) 63 specie di uccelli propri alla località e dal- lA. osservati nell'estate del 1911, come appare sono tutte forme comuni, eccetto Co/ymbdus arcticus ucciso dieci anni or sono e conservato nella Farmacia di Wallern, e Muscicapa parva della quale sono ricordate varie catture. — GENGLER ]. “ Vom Vier- waldstatter See zum Gotthard ,, ricorda (pp. 45-50) 92 specie, 58 delle quali da lui stesso osservate, l'uccello più interessante parmi sia Sfercorarius pomarinus che vide imbalsamato a Flùelen. — Marex M. “ Vom Herbstzug der Rauchschwalbe im Jahre I9II , note sui passaggi delle Rondini con notizie fenologiche fatte a Vinkovci in Slavonia dall'autunno 1903 all’ autunno igrio. — Se- guono brevi note di HenneManN W. sul passaggio delle /wuc:fragae nel Sauerlande (pp. 65-68) e di Praz J. sulle nidificazioni del Turdus pilaris presso Salzburg (pp. 68-71). — Literatur (pp. 72-80). Heft 3-4, Mai-August 1912. LauBMaNN A. “ Die geographische Verbreitung von Ch/oris chloris , parla (pp. 81-88) delle razze geografiche del Verdone, distingue sette forme: la tipica o C. c. chlor:s (Europa settentrio- nale), C. c. aurantiiventris (Francia meridionale, Spagna, Africa sett.-occid.), C. c. madaraszi (Corsica e Sardegna), C. c. miihlet (Pen. Balcanica, Ungheria merid. Italia) C. c. ch/orotica (Siria, Pa- lestina e Cipro), C. c. turkestanica (Turchestan) e C. c. bilkewitchi (Persia). — GengLER ]J. “ Der Formenkreis Emberiza citrinella L., 1758 , distingue tre forme: la tipica o £. citrinella del nord Europa, £. c. sylvestris dell’ Europa centrale, £. c. romantensis della Rumania e £. c. erythrogenys della Russia e Siberia. — ScHLeceL R. “ Beitràage zur Avifauna des Rachelgebietes, Bay- rischer Wald ,, cita (pp. 93-112) 117 specie, tra esse le due forme di Nucifraga, Muscicapa parva, un ibrido di Tezrao tetriv ed uro- gallus, Stercorarius parasiticus — RéòssLer E. “Im éstlichsten Winkel Slawoniens ,, (pp. 112-133). — Seguono note sui passaggi delle Nucifragae in Boemia (Kurt Loos), nel Wirttemberg (W. BacwmEISTER) e presso Vienna (R. Eper). — ScHieBeL G. “ Ueber die Vogel der Insel Arbe, Norddalmatien ,, parla (pp. 142-148) di 37 specie osservate dal 1° al 10 aprile 1912 nell'isola d’ Arba, 216 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA Dalmazia sett. ricorda: Phalacrocorax graculus desmaresti, Gyps fulvus, Alauda cristata meridionalis, Sylvia subalpina albistriata e Saxicola hispanica. — FùarER L. v. ricorda catture dell’ Astur bre- vipes e del Pelecanus crispus nel Siebenbirgen, e finalmente Hirtz di Fratercula arctica presso Gravosa. — Literatur (pp. 150-160). Ornithologie et Aviculture, red. A. KHomaAKOoFr, D. Ros- sinsky, Ecole réelle de Woskressensky, Moscou (in lingua russa). Année III, N, 1-2 RON2a Contiene (in russo): Dorocostajsgky W. La biologie de Sco- topax solitaria Min. — Rossinsgky D. Le bagueage des oiseaux en Hongrie (1908-1911). — Loupon H. Le bagueage des oiseaux. — AnriLore C. L’oiseau calomnié. — PoLijarorr G. Les oies et les canards sauvages du Jardin Zoologique de Moscou. — Ros- sinsky D. La section ornithologique de la Station Expérimen- telle de Moscou. — Travaux Ornithologiques. — Personalia. — Varia. — Bibliographia. — Annonces. i Atti della Pontificia Accademia Romana dei Nuovi Lincei, anno LXV (1911-1912), sessione VII del 16 giugno 1912. Corona O. “ Sopra una mostruosità in una gallina tripode , descrive (pp. 171-174) e figura una gallina dalla cui estremità caudale pendeva una terza gamba, dice che il caso è inoltre no- tevole non solo per lo sviluppo completo del detto terzo arto, ma anche perchè esso è articolato ad un osso soprannumerario del bacino. Bollettino della Società Zoologica Italiana, anno III, vol. I, fasc. IX-X, anno 1912. ._ Caier F. “ Catalogo della Collezione Regionale Romana , parla (pp. 217-243) (1) dell'importanza delle Raccolte locali e quindi degli Uccelli della sua Collezione Romana, elencando un totale di 1449 esemplari imbalsamati e 127 scheletri rappresen- tanti 252 specie, ricordo Syrrhaptes paradoxus, Stercorarius cre- pidatus, Larus fuscus affinis I.* cattura italiana, Arnser albifrons, Dendrocopus lilfordi, Sturnus unicolor, ibrido di Carduelis carduelis e Chloris chloris e Pyrrhocorax graculus. Questo articolo porta un notevole contributo alla conoscenza dell’ Avifauna locale, ed è una buona illustrazione di una delle più notevoli tra le Raccolte Italiane. — Rassegna bibliografica (p. 272). (1) Per errore tipografico la numerazione del detto articolo è segnata nel testo coi numeri 417-443, mentre realmente deve essere 217-243. LIBRI E RIVISTE : 27 Bulletin of the British Ornithologists” Union edited by W. R. OciLvie-GrANT, vol. XXX, pp. 332, w. 20 maps, London, WirHerBy and Co., 1912. Il trentesimo volume della B. O. U. contiene il resoconto del Comitato sulle migrazioni sui movimenti verificatesi nella Gran Bretagna e nel Paese di Galles durante l’ autunno igro, la primavera ed i primi mesi dell’ estate 19II; differisce poco dai precedenti volumi, ma questo è riescito più grosso per il grande ‘numero di osservazioni fornite dai corrispondenti e per le notizie ricavate dalle pubblicazioni periodiche. Le migrazioni di primavera cominciarono il ro marzo ed ebbero termine il 20 maggio, con periodi di sosta vari: le migrazioni che vennero osservate per il massimo periodo di tempo sono quelle del P/y//oscopus trochilus (rt marzo-6 maggio) e della Sawzcola oenanthe (19 marzo-10 mag- gio), pel periodo più breve quella del ?. sidi/atrix (16 aprile-13 maggio). Riguardo ai movimenti d’autunno, noto l’ enorme immigra- zione del Regulus cristatus ricordato da tutti i corrispondenti, e a comparsa di specie nordiche come Bombycilla, Pyrrhula, Ae- giothus, Parus major, Ertthacus rubecula, Garrulus, questi ultimi giungevano accompagnati da ica pica, che viene così ricordata per la prima volta come migrante sulle coste britanniche. BEATO u_—__TT—T—rTy£7}=--+T----T- 218 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA DI RECENSIONI VARIE ArrIGONI DegLI Oppi. E. — Elenco degli Uccelli italiani per co- noscere a prima vista lo stato esatto di ogni specie. — Bol- lettino del Ministero di Agricoltura, Industria È Commercio, Roma, 1913. Per cura ed a spese del R. Ministero di Agricoltura Industria e Commercio è uscito recentemente il I° volume del secondo re- soconto -dei risultati della Inchiesta Ornitologica in Italia, utilis- sima pubblicazione a comodità dell’ ornitologo e del cacciatore; autore ne è | Egregio Amico prof. ARrRrIGOnI DeGLi Oppi. Questo nome, nel mondo ornitologico, si. in Italia che. fuori, è troppo noto favorevolmente perchè io qui mi voglia accingere a tesserne le lodi; anche quest’ ultimo suo lavoro è degno dei molteplici precedenti e della sua vasta coltura. Il presente “ Elenco degli Uccelli Italiani per. conoscere a prima vista lo stato esatto di ogni specie, è un opera che basa sopra un rigoroso metodo scientifico, quindi senza dubbio alta- mente apprezzata dai veri ornitologi e da quanti amano il nostro studio, tanto più ove si consideri che in uno spazio relativa- mente breve vi sono racchiuse notizie preziose ed utilissime ad un tempo. E qui ricorderò l’ elenco delle catture dei singoli esemplari delle specie più rare per noi con la relativa data, lo- calità di cattura, citazione bibliografica, collezione ove essi sono conservati. E tra queste ricordo a titolo di speciale onore le maggiori d’ Italia cioè quella dei Vertebrati di Firenze, il Mu- seo Civico di Milano, le Raccolte della Marchesa M. PAULUCCI, del Marchese Riboca Piccni, PieroTTI, ZAFFAGNINI, dell’ ARRI= coni DEGLI Oppi ecc. ecc. Un capitolo utilissimo è quello ove l’ ARRIGONI parla delle specie incluse erroneamente nella nostra Fauna, esse sono: MNw- cifraga macrorhynchus eguale a N. /eptorhynchus, Cyanopica cooki, Agelaeus phoeniceus, Serinus canaria, Alauda gulgula, Bu- dytes plumbeiceps, Saxicola caterinae, Turdus pallasi, Orcocinela dauma, Ruticilla nigra, Pycnonotus barbatus, Poecile anatoliae, Stita neumayeri, Lanius major, Chelidon cashmiri iensis, Cotile obsoleta, Caprimulgus astaticus, Athene chiaradiae, Buteo leuco- cephalus, Bubulcus coromandus, Dendrocygna javanica, Chena- lopex aegyptiacus, Francolinus vulgaris, Aegialites geoffroyi, Ac- todromas fuscicollis; di tutte spiega il motivo per cui furono citate come nostre. Questa rivista storico-critica è del massimo interesse per la più esatta conoscenza della nostra Avifauna e per la distribuzione generale degli uccelli, non è azzardato il dire che per questo solo capitolo noi dovremo essere grati al- l'ARRIGONI DeGLI Oppr. LIBRI E RIVISTE 2109 Anche il più modesto ornitologo comprenderà l’importanza del lavoro dell’ ArrIGoni DeGLI OppI, perchè se anche in Italia non difettano le pubblicazioni sopra gli uccelli, sono queste, ad eccezione di ben poche (SaLvapori, ArRIGONI DegLI OpbI, Mar. TORELLI) tutte di carattere locale, doppio merito quindi va attri- buito al chiaro Autore che seppe raccoglierle e coordinare con criterio scientifico le più disparate notizie, vincendo così ostacoli non indifferenti e dando prova di acuta selezione. i Scendendo a particolari, l’ ArRIGONI DeGLI OppI ammette un totale di 483 specie italiane che divide in cinque catégorie : a) Specie stazionarie, che vivono tutto l’anno in Italia e vi nidificano n° 146; 6) Specie di stazione estiva regolare e che nidificano pure regolarmente n° 62; ) Specie di comparsa © soggiorno autunnale, invernale o primaverile costante e che non nidificano, quindi sopratutto di solo transito n° 103; 4) Specie di comparsa irregolare, ma che talvolta nidificano n° 3; c) Spe- cie di comparsa irregolare, che non nidificano e che si mo- strano da noi solo fortuitamente n° 169, in totale n° 483. L’ArrIGonI DeGLi OppI escluse 25 specie citate come ita liane (Avifauna del GigLioLI 1907) e nel testo espone le ragioni che lo consigliarono di ammetterle; ne aggiunge però 12 ponen- dovi il nome dell’ Autore che per il primo le indicò come ita- liane e la data relativa, esse sono: Hrerofalco islandus, (VALLON, 1891 fide ArrIG. d. OppI), Larzius homeyeri (MARTORELLI, 1908), Lanius borealis (MARTORELLI 1907), Lanius przewalsrit (ARRIG. d. OppI, 1912), Cinclus melanogaster (Auct.), Turdus ustulatus ali- ciae (DAMIANI, 1902), Geocichla sibirica (VALLON, 1910, fide AR- rIG. d. Opi), Motacilla flava beerna (SaLvaDORI, 1891), Emberiza cioides (ArRIG. d. OppI, 1912), Corvus corax leptonyx (VALLON, 1oro), Pterocles senegallus (WHITAKER, 1910), Anser. neglectus, (VaLron, 1910, fide ArRIG. d. Oppi). Per le specie di comparsa irregolare e che non nidificano da noi dice |’ ArRIGONI stesso, quando il totale delle loro appa- rizioni era inferiore al numero di otto, ho citato la rispettiva data di cattura dei singoli individui, le località ove vennero presi, la prima fonte bibliografica, ove.tali catture vennero an- nunziate e le collezioni ove i singoli soggetti sono conservati. Ciò sarà di grande vantaggio allo studioso, che a colpo d' oc- chio potrà conoscere il grado di rarità ed i dati bibliografici inerenti ad una specie essenzialmente di comparsa accidentale; dati e notizie che si trovano sparsi in centinaia di pubblicazioni d’ogni genere, italiane e straniere, non facile a procurarsi ed il di cui esame domanda lungo tempo ed una pazienza non co- mune, Così pure per le sottospecie l’ ArrIiGoni DeGLI OppI fece ottima cosa citandole sotto alle singole specie soltanto per te- nersi come Egli dice “al corrente della giornata ,, poichè il volere fondare specie o sottospecie su effimeri caratteri indivi- duali anzichè specifici, è un danno per la scienza ed apporta un’ inutile confusione. Il R. Ministero di Agricoltura Industria e Commercio, tanto solerte per la illustrazione del nostro Paese, anche con l’ inca- Riv. di Ornitologia i 15 Si 220 RIVISTA ITALIANA DI ORNIFOLOGIA rico affidato all’ ArRIGONI DEGLI OppI, per la pubblicazione del- l Elenco degli Uccelli Italiani (31 dic. 1912) e della eccellente riuscita del medesimo ha saputo cogliere nel segno. Così la scelta dello stesso a Direttore dell’ Ufficio Ornitologico di Fi- renze non poteva essere migliore. Ma è doloroso constatare che pur troppo da noi il detto Ufficio, per mancanza di mezzi, non funziona che in modo affatto irregolare e non dà quell’utile contributo che fornisce nell’ altre nazioni. EmiLio Ninni A: H. B. vin Country; Life, XXXI no 795 Marchd 908 1912, p. 487, dice che il 24 marzo gli mori un Canarino da lui allevato nel giugno 1892, quindi dell’ età di 20 anni meno 3 mesi, caso notevole di longevità ed il detto uccellino si mantenne ottimo cantore fino alla fine. — Nello stesso Giornale il sig. Jo4nson W. E. rammenta di aver trovalo un nido di Pettirosso con sette uova incubate al 18 gennaio, notevole caso di precocità. AnceLInI G.- Cattura di Coccystes glandarius nel Romano. Estr. “Boll... Soc.;Zool.Ital; vol-XII; fase. /V-VHI ser AR IQII. — Si tratta di una femmina ad. uccisa il 18 maggio IgIo a Palidoro tra Roma e Civitavecchia, e conservata nel Museo della R. Università di Roma. — Cattura Ornitica per l’Italia. - Il Larus affinis REINNDT, nei din- torni di Roma ed il Ca/carius lapponicus osservato per la prima volta nel Romano. Estr. ut supra, vol. I, ser. II fasc. I-IV, Roma, 1912. Illustra Larus affinis, ad. 15 ottobre 1911 sul Tevere, Roma nella Coll. CHici e Ca/carius lapponicus, giov. 18 ottobre I9II Tenuta Losa fuori Portamaggiore, Roma. BakeR E. C. S. - Game Birds of India, Burma and Ceylon, III ,,, Journ. of the Bombay Nat. Soc. ,,, vol. 20, n. 3. Bombay; IQII, pp. 547-569, w. 2 maps and 3 plates. BaLpucci E. - Intorno alla pretesa nuova forma del Corvus sardus di KLeinscamIipT. In “ Riv. Ital. Ornit. ,,, n. 4, apr.-giu- gno I9I2, pp. 225-236, c. fig. Bologna, 1912. BarrIncTon R. M., annuncia nell’ “ Irish Naturalist ,,, 1911, p.220 che recentemente vennero introdotte e lasciate libere in lr- landa due o tre dozzine di Cincie bigie e due Picchi mura- tori, specie che mancavano nel paese. Tali fatti sono viva- mente da deplorarsi, a. nulla giovano se non ad ingarbugliare le conoscenze dell’ Avifauna locale. Barrows Braprorp W. - Michigan Bird Life, Pubblish. by the “ Michigan Agricultural College ,, vol. di 1-XVI e 822 pp., I9I2. | L’A. parla degli uccelli osservati nel Michigan, distretto che giace al 45° |. N., cioè alla latitudine della Francia e che è limi POTITO VR SEE STE. PT ORO POT PIE ARL SRO] ii it lv iii dad n Siri Li LIBRI È RIVISTE 221 tato al Nord dai Laghi Superiori ed Huron, ed il libro è stato scritto per fornire una lista autorevole degli uccelli locali. Le specie. citate sommano a 325, di ognuna è dato la sinonimia, la distribuzione geografica, osservazioni dettagliate sui costumi e la nidificazione, brevi descrizioni originali degli abiti, delle anomalie, le dimensioni dei soggeiti e. delle uova; il lavoro è illustrato da go tavole e da 152 figure intercalate nel testo. Sono aggiunte brevi chiavi analitiche pure orginali, ma sul genere di. quelle ri- portate nei Manuali di RimGway, Cours e CHAPMAN; esse servono a distinguere a colpo d’occhio le grandi divisioni per gruppi, i generi, le singole specie e riescono utilissime. Vi è aggiunta la lista delle specie dubbiose, la bibliografia con l’ elenco dei lavori che interessano l’ Avifauna del Michigan, il glossario dei termini scientifici, lo specchio della classificazione degli uccelli del Nord America, ecc. Il libro è stampato su buona carta, con caratteri chiari ed è assai raccomandabile. BartHoLoMmEw J. G. - Atlas of Zoogeography. A Series of Maps illustrating the Distribution of over Seven Hundred Families, Genera and Species of existing Animals. Prepared by J. G. BartHoLomew, W. EacLe CLarKE and Percy S. GRIMSHAW, under the Patronage of the Royal Geographical Society. Pub- blished at the Edinburgh Institute by JoHn BarTHoLOMEW et Co, For One vol; fol:38 pr Il 5.° volume del “ Physical Atlas , di BARTHOLOMEw è inte- ramente dedicato alla Zoogeografia, può dirsi corollario della grande Opera del WatLace (1876), o più propriamente nuova rassegna generale del presente stato delle nostre conoscenze in materia, conoscenze acquisite in questi ultimi 35 anni di studi su questa importantissima branca della Zoologia. La parte degli Uccelli è stata scritta da un distinto Ornitologo W. EAGLE CLARKE, che mantenne anzitutto le sei Regioni Zoologiche stabilite dallo ScLa- TER nel 1857 ed adottate dipci da Wartace nel 1876. Circa do- dici pagine in doppia colonna comprendono il quadro riassuntivo dei principali fatti concernenti la struttura e la conoscenza delle numerose famiglie nelle quali è suddivisa la Classe degli Uccelli; segue una ottima Bibliografia, nella quale sono citati sotto alle varie regioni geografiche i titoli dei lavori pubblicati sulle diverse branche della Zoogeografia in ogni parte del Globo, siano essi stati pubblicati separatamente o negli Atti di singole Accademie. Seguono le tavole, che costituiscono la parte più notevole del lavoro, quelle che spettano agli Uccelli sono nove, di squisita fattura e di gran lunga migliori di quanto finora venne pubbli- cato in merito. Gli Ornitologi saranno ‘grati al sapere di W. EaGLE CLARKE che compilò e coordinò con somma diligenza l'enorme massa delle notizie relative alla vita degli Uccelli del Mondo intero, ed agli Editori che hanno pubblicato un’ Opera ‘cosî notevole ed utile nel tempo istesso. . N (iS) [IS] RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA Baupouy S. - Graàce pour les Oiseaux! Avignon, RULLIÈRES fEeC:NMEOr2 MIN, L23700: L’A. presenta un'inchiesta imparziale sull’ utilità degli uccelli, sulle ragioni della crescente loro diminuzione, sulla lotta stupida e brutale che contro gli stessi vien fatta sia con la caccia, che con l’aucupio. Crede che la protezione della legge a poco servirà, se non si cercherà d’educare il popolo a sentimenti di pietà verso i medesimi e di riconoscenza pei servigi che rendono, a ciò po- tranno giovare egregiamente conferenze popolari e pubblicazioni in materia, sia in prosa che in versi. BaxTER Misses E. V. and RintouL L. J. - Report on Scottish Ornithology in igri, including Migration, pp. IV-80 Edin- burgh. OLiver and Bovp, 1912. Anzitutto vi sono i brevi capitoli d’introduzione: “ Species new to Scotland ,,, “ Birds new to Fannal Areas ,,, “ Exteasion of Breeding Range ,, e “ Migration ,; quindi giungiamo al “ Re- port , nel quale tutte le annotazioni relative ad un uccello sono riunite sotto alla specie, innovazione giustissima che siamo ben lieti di veder ristaurata (cfr. “ Riv. Orn. Ital. p. 300, 1912); segue l'indice completo, sicchè il lavoro riesce più coordinato e più utile. La classificazione adottata è quella del nuovo “ Handllist ,, sembra quindi che la tanto desiderata uniformità di nomenclatura cominci a farsi generale, almeno in Granbretagna. Per le rarità citate ricordo: Nido di Ordemia nigra trovato nelle Shetland, Coc- cothraustes coccothraustes, Phylloscopus superciliosus, Upupa epops, Anser brachyrhynchus, varie catture di Totanus ochropus, ecc. On the Occurence of the Nightingale (Luscinia megarkyn- chus) on the Isle of May. An Addition to the Avifauna of Scotland, in “ Ann. Scot. Nat. Hist. , July 1orr. Citasi un Rusignolo catturato nell’Isola di May ilo maggio 1911. — Vengono citati nello “ Scot. Natur. , 1912, p. 53-58 gli uccelli rari/catturati nell’ Isola di May nel 19II, tra questi ricordo ithacus rubecula forma tipica, Phyloscopus écversmanni ed Accentor modular-is forma tipica. BraLr F. E. L. - Food of the Woodpeckers of the United States, into. S. Dep.\iAgrie. (Biolog. a Survey; #Bull.iin#27g ve shington, 1911, 64 pp. w. 6 plates and textfig. Beprorp M., ricorda nello “ Scot. Nat. ,, 1912, p. 15 due Calandri maggiori veduti il 6 ottobre 1or1 nella Fair Isle, uno dei quali venne catturato. — in “ Scot. Natur. ,, 1912, p. 236, ricorda un Airone cenerino veduto il 14 settembre 1912 in un padule presso Wigtown- shire, esso era del tutto bianco con poche macchie fulve sul piumaggio, con le primarie, le ‘secondarie e le penne della coda bruno-ciocolatta. VANE o - PT TOO Pe e e E RT RE SRO TI PATER a I O ITER PET ETTORE sete Lat LIBRI E RIVISTE 223 BeeBE C. W.- A Contribution to the Ecology of the Adult Hoatzin, “ Smithson. Report for 1910 ,. Washington, 1911, PP. 527-543: Descrive l Opisthocomus con note sulla sua distribuzione, metodo di vita, riproduzione ecc. BenT A. E. - A new subspecies of Ptarmigan from the Aleutian Islands, in “ Smiths Miscell. Coll. ,, vol. 36, no. 30, 1912. Descrive Lagopus rupestris sanfordi. — Notes on Birds observed during a visit to the Aleutian Islands and Bering Sea in 1911, “ Smiths. Miscell. Coll. ,,, Washington, vol. XXXVI, no. 32, 1912. Parla di cirtca 60 specie raccolte durante un viaggio fatto nel 1gri alle Isole Aleutine, le località visitate sono Atka, Kiska, Attu, Tanagra, Alak e la parte occidenlale di Unalaska. Ricordo la nuova sottospecie : Lagopus rupestris sanfordi, la Calliope camischatkensis e V Emberiza rustica, due specie nuove pel Nord America. Berry W. nello “ Scot. Natur ,,, 1912, p. 212 ricorda la cattura scozzese della Limicola platyrhyncha, avvenuta il 12 agosto 1912 presso Tentsmuir, Fifeshire, il raro individuo si conserva nel “ Royal Scottish Museum ,,. BicgeRTon W. - The Home-Life of the Terns or Sea Swallows. Photographed and described by W. BickeRTon. London, WirHeBBY and C., 1912. In questo lavoro l'A. descrive, unendo belle illustrazioni, la vita che conducono, e l’ambiente ove vivono le Rondini di mare, cioè le cinque specie che visitano le Isole Britanniche nell’ estate per nidificarvi. A chi domanda precise conoscenze su questi pro- cessi d’ economia domestica degli uccelli, il piccolo libro farà molto piacere, e soprattutto notevoli sono le notizie sulla Sfernma dou- galli e le belle figure che ne accompagnano il testo, certamente le uniche fino ad oggi pubblicate su questo uccello raro ed in- teressante. Bisgop L. B. - Birds in the Markets of Southern Europe, Estr. “Auk ,, vol. XXXIX, no. 2, April 1912. L’A. parla di un viaggio fatto nell’ Europa occ. e nell’Africa sett. dall’agosto 1igIo al luglio 19II, dei mercati d’uccelli di Ve- nezia, Firenze, Algeri, Tunisi, ecc., delle specie osservate e delle raccolte fatte, dell’accecamento degli uccelli, dei roccoli ed uc- cellande italiane, della grande distruzione di Colombi nell'isola di Wight, ecc. L’ A. conclude dicendo che malgrado la distruzione che si fa in Europa di piccoli uccelli, essi sono abbondanti sul Continente ed in Granbretagna come nell’ America del Nord, e che rimase bene impressionato dalla mancanza d’insetti e di vermi ovunque lungo le strade, nei parchi, nei boschi e nei campi. 224. RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA — An apparently unrecognized Race of the Redshouldered Hawk, Este Auk5 voli XXXI n032 CA prilimona; Parla del Buteo lineatus texanus subsp. nov. del Texas si- mile a B. /. elegans, VA. raccoise 16 individui della nuova forma che è distinta per maggiori dimensioni, per colorito più brillante e per le strie scure del petto più marcate. Bistopp C. H. comunica nello “Scot. Natur , 1912, p. 67 che un individuo di Botaurus stellaris venne trovato morto ad Oban, Argylshire il 17 genn. 1912. BLanc H. - Le Musée Zoologique de Lausanne. Ses origines. Son installation au palais de Rumine. Ses collections. Brochure, 59 pp. avec plains et photogr. La classe degli Uccelli comprende 1126 individui che appar- tengono a 111 famiglie, provengono in gran parte dalla Collezione D. A. ChavannEs comperata nel 1833 per 12,447 franchi e dalla Collezione C. VouGa comperata nel 1886 per lire 12,000. Ricordo numerosi casi d’anomalie di colorito, tre Tetrao medius, un Fre- gilupus varius, due Ectopistes migratorius catturati in Granbre- tagna, un’ A/ca impennis col suo uovo. Il Dr. BLanc ha avuto il gran merito di ridurre il Museo di Losanna secondo i sistemi più moderni, ed in questa pubblicazione lo descrive accuratamente. BLaxp-Surton J. - Man and Beast in Fast Africa. MacmitLan and Co., London, 1911, 8vo, w. engrav on wood. Contiene capitoli separati con molte note relative alla Zoo- logia, Botanica ed Antropologia scritti con notevole spirito di osservazione, ed è un libro che si legge volentieri; le incisioni sono nelle gran parti eccellenti. BoLam G. - Birds of Northumberland and the Eastern Borders. XVII-726 pp. w. 27 pl. HunreR BLAIR H., Alnwick, 1912. Non è la sola enumerazione degli Uccelli del Northumberland e delle coste orientali, ma contiene molte notizie biografiche di valore su vecchi naturalisti che fecero lavori sulla fauna locale, notizie critiche ed osservazioni personali sui vari problemi orni- tologici, sicchè il libro può considerarsi come uno dei migliori lavori sull’ Ornitologia delle contee. BovnetLi G. - La piccola caccia a Brescia nel 19IT, notizie di fatto e considerazioni. Lettura tenuta all’ Ateneo di Sc., Lett. ed Arti in Brescia il 12 maggio 1912, Brescia, tip. APOLLONIO, I9I2. L’A. parla della piccola caccia nel Bresciano nell’ autunno IQII, constata che fu meno abbondante che ‘nel 1gIo; fa varie deduzioni sull’imprevidenza di Governo, sull’atonia e grettezza di cacciatori e dice che provvedimenti legislativi s' impongono — vecchia, ma sempre giusta antifona che resterà facilmente sempre al grado di pio desiderio, perchè da noi converrebbe “ frenare PI 1 » È 3 3 Do 1 ; È LIBRI E RIVISTE 225 e proteggere ,, mentre la futura Legge di Caccia per i Colleghi in Sant'Uberto dovrebbe essere fondata sopratutto sul libero eser- cizio della stessa nel fondo altrui e sulla distruzione delle Riserve. Boves F. ed il Colonnello Austen J. H. ricordano nel “ Field ,, 2, XII, 19II, p. 1234, la cattura di una Gazza marina minore avvenuta il 24 novembre Igri a 20. miglia dalla costa in terreno boscoso presso Beverley, Yorks e di un Polcinella di mare preso dal cane nel New Forest Hants il 24 novembre dello stesso anno. — ricorda nel “ Field , del 23 dic. 19II, p. 1395 la cattura di un Merlo d’acqua della forma tipica nordica ucciso nel dicem- bre dello stesso anno presso Brindlington, Yorkshire. BrvanT HaroLp C. - Birds in relation to a Grasshopper outbreak in California, in “ Univ. California Pubblic. in Zoology , I i, 1.8 nov. 1912, pp. I-2z0. Parla di una grossa invasione di Me/anoplus diferentialis che imperversò soprattutto presso Los Banos, Merced county, nel luglio 1912. Cita le specie d’uccelli che ne distruggevano in grande quantità, cioè: Agelaius phoeniceus, Sturnella neglecta, Euphagus cyanocephalus, Tyrannus verticalis, Lanius Iudovicianus gambeli e Passer domesticus, che in tale modo prende posto tra gli uccelli benemeriti dell’ Agricoltura, malgrado tutte le notizie in contrario. Altri uccelli come Civette, Aironi, Rondini, ecc. fecero opera di distruzione poco notevole. Bure G. pe. - Catalogue des Oiseaux de la Suisse de V- FaTIo e Tu. SrupER, élaboré par ordre du Département fédéral de l Intérieur par G. pe BurG avec le concours de nombreux observateurs dans tous les Cantons. IX.* Livraison, Rubiet- tes. Avec une carte en couleurs. Bale, Impr. R. G.ZBINDEN, 1912. E il nono volume di questa opera interessantissima elaborata dal pe Burg per ordine del Governo Federale e va da pp. 1407 a pp. 1724, comprendendo le specie seguenti: Codirosso, Rusi- gnolo e Rusignolo maggiore, Pett' azzurro occidentale e Pett' az- zurro orientale, Pettirosso. Le comunicazioni così notevoli e spesso assai dettagliate sono dovute al gran numero di collaboratori, che per questo nono volume sommano al numero di 350, ed il rispettivo nome è aggiunto alle singole comunicazioni fatte, la coordinazione di tutto il lavoro è stata fatta dal pe Bure con la nota competenza ed accuratezza. L’opera è illustrata da una | Carta geografica ornitologica della Svizzera, nella quale è indi- cata la distribuzione e l’ area di nidificazione dei due Rusignoli, la specie comune si trova solo nelle parti basse del paese, eccetto nel Vallese ove arriva ai 1500 s-m., mentre nei rimanenti Can- toni non nidifica più in su degli 800 m., la sua distribuzione è ineguale, preferisce però la vicinanza dei corsi d’ acqua. Il Rusi- 226 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA gnolo maggiore è raro nella Svizzera, non solo come uccello nidificante ma anche quale uccello di passo; credo che la maggior parte delle osservazioni che lo riguardano devano riferirsi a sog- getti di grandi dimensioni della specie comune, e che esso sia da considerarsi semplicemente come uccello di passo accidentale. Le tavole della distribuzione geografica nella Svizzera dei due Pett’ azzurri si trovano nei Volumi VII.° e VIII dell’ Opera stessa, che vennero già da noi recensiti. CHÒapman F. M. - Diagnoses of apparently new Columbian Birds. Extr. “ Bull. Amer. Mus. of Natur Hist. ,,, vol. XXXI, art. XVI, pp. 139-166, New York, July 23th. 10912. L’A. parla delle raccolte ornitologiche fatte nella Colombia occidentale da J. H. Barty nel 1898, da W. B. RicHaRDSON nel IgIo e da altri nel igrI con un totale di 5058 pelli, aggiunge una carta geografica che mostra il percorso fatto dai singoli Col- lettori. Le specie e sottospecie descritte come nuove sono le se- guenti: Cryplurus soui caucae, Chamsaepetes sanctae-marthae, Lep- fotila verréauxi occidentalis, Pionopsitta fuertesi, Capito maculico- ronatus rubrilateralis, Veniliornis nigriceps equifasciatus, Rham- phocaenus rufiventris griseodorsalis, Drymophila caudata striaticeps, Formicarius rufipectus carrikeri, Grallaria milleri, G. alteni, Upu- certhia excelsior columbiana, Synallaxis gularis rufipectus, SAICNICO neretventris, Picolaptes lacrymiger sanclae- marthae, Xenicopsis Su- balaris columbranus, Knipolesus columbianus, Muscisaxicola al- pina columbiana, Myiodynastes chrysocephalus intermedius, Tyran- niscus chrvsops minimus, T. nigricapillus flavimentum, Platypsaris homochrous canescens, Attila fuscicauda, Rupicola peruviana aurea, Phacoprogne tapera immaculata, Troglodvtes solstitialis pallidipecius, Thryophilus nigricapillus connectens, Cinmicerthia olivascens infa- sciata, Planestictus fuscobrunneus, Vireosylva chivi caucae, Bast- leuterus richardsoni, Spinus nigricauda, Ammodramus savannarum caucae, Myospiza manimbe columbiana, Atlapetes flaviceps, Cyano- compsa cyanea caucae, Diglossa cryptorhis, D. gloriosissima, Spo rathraupis cvanocephala margaritae, Chlor ospingus albitempora nILVICEPs. CHÒevreux Epm. - Sur une varieté de la Perdrix gambra, in “Balli Acad. Flippenet;y Bone, E912,)m. 2: Accenna alla cattura di tre Caccadis petrosa presso Bona, Algeria, col becco, orlo delle palpebre e gambe gialle. Sembra che la Pernice rossa offra la stessa varietà in alcuni paesi della Francia e sarebbe nota col nome di “ Perdrix de genétes ,,. CLype-Topp W. E. - Descriptions of seventeen new Neotropical Birds, in “ Ann. CarneEGIE Mus. ,, VIII, no. 2, 1912. CLype-Topp illustra con note ed osservazioni le grandiose raccolte recentemente acquistate dal Museo Carnegie di Pittsburg esse constano di oltre 6000 uccelli del sud America (Venezuela, LIBRI E RIVISTE 2201; Colombia e Bolivia or.). In questa prima contribuzione descrive 17 specie nuove, sulla cui autenticità poco si può dire senza aver prima esaminati i singoli soggeti, ma alcune sembrano basate sopra caratteri poco sicuri. Queste nuove forme sono: Arremeo- nops tucuensis (Venezuela), Spermophila haplochroma (Santa Marta), Salvator orenocensis rufescens (Colombia), Targara guitata trinitatis (Venezuela), 7. g. eusticta (Costa rica), Schistochiamys atra ater- rima, Compsothlypis pittavumi elegans, Pheugopedius macrurus annectens, Troglodytes solitarius, Craspedoprion intermedius, Myto- bius modestus, Myiochanes ardesiacus poltoptilus, Myiodynastes chrysocephalus cinerascens, Machetornis rixosa flavigularis, Euch- lornis aureipectus festiva tutte del Venezuela, /tava rutila pana- mensis del Panama e Penelope colombiana da Santa Marta. Cowarp T. A. - The Migration of Birds, Cambridge, University Press, 1912. E un piccolo mannale che dà un largo sunto delle varie opi- nioni sulle migrazioni, senza apportare nulla di nuovo e con l’as- soluta mancanza d’osservazioni personali; alla fine vi è la biblio- grafia dei lavori più noti in argomento ed un indice della materia. Quantunque le teorie espresse non risultino sempre attendi bili, e vi si riscontrino qua e là errori d’apprezzamento e di di- stribuzione geografica, pure conviene ricordare che il libro è stato scritto principalmente pel giovane ornitologo che intende dedi- carsi a tali studi, ed a tale scopo riuscirà indubbiamente utile. — comunica nelle “ Mem. and Proc. Manchester Lit. and Phil. SocRvo ER Vitrorz: ne dettasli visit (contenute:-di isto- machi di Atfhene noctua da lui esaminati; trovò avanzi di pic- coli mammiferi, come pipistrelli, topi, ratti e conigli, co- leotteri e scarsi avanzi di uccelli, in altri detriti numerosi di terra o sabbia e l'A. crede che provengano da vermi di terra ingoiati. Dosgrick L. - Ornis der Tuchler Heide: 34 Bericht d. “ West- preuss. Bot. Zool. Ver. , Danzig, 1912. Cita 203 specie, 129 delle quali sono sedentarie, aggiungendo note ed osservazioni. sulle migrazioni e su comparse di specie rare. DURNEORDEMECA. ricorda. in Field”, 15, vw. 12, p.. 194, ‘una Upupa ossservata nell’ Yorkshire il 4 maggio 1912, secondo individuo veduto in tre anni. EAGLE CLARKE W. ricorda nello “Scot. Nat. , 1912, p. 9, un Piovanello di Baird catturato a St. Kilda il 28 settembre 1911, terzo individuo per le isole Britanniche. — Studies in Bird Migration, 2 vols., London, Gurney & JacK- SON, I9I2. L’A. notissimo per competenza in tale materia, ha passato quarantasette settimane attorno a vari fari e quattordici nelle isole di St. Kilda e di Ushant per studiare i vari processi delle migra- 228 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA zioni degli uccelli. Per spiegare i grandi viaggi fatti dagli stessi, cito quanto l'A. dice su quelli del comune Piovanello pancia- rossa, esso nidifica nella Siberia occidentale nelle tundre che bor- deggiano |’ Oceano artico, mentre i suoi quartieri d'inverno si trovano dal Capo di Buona Speranza e dal Madagascar alla Pa- tagonia, alla Tasmania, ed all’Arcipelago Malese; per raggiun- gere questi paesi caldi esso deve passare l’alta catena dell’ Ima- laia, viaggiare lungo i corsi dei grandi fiumi dell’ Asia, del Volga, del Rodano, del Danubio e del Nilo, seguire le coste della Nor- vegia, della Granbretagna, dell’ Europa occidentale, dell’ Africa e della Cina!!! Tale lavoro e così denso d’osservazioni originali che a farlo conoscere in modo adeguato non serve un semplice cenno, come il presente; esso si raccomanda egualmente e largamente da sé, come un libro che dovrebbe figurare nella biblioteca di ogni stu- dioso di questo grande romanzo della vita animale. — On the occurence of Temminck’s GrasshopperWar- bler in Orkney, in “ Ann. Scot. Nat. Hist! ,, 1911, p. 72: Comunica la cattura di una Locustella lanceolata avvenuta il 26 ottobre 1910 a Pontland, Skerries, prima cattura per la Scozia. — in “Scot. Nat. ,, 1912, p. 198, pl. v. dà una dettagliata de- scrizione e la figura di un ibrido di Somaterta mollissima e Anas platyrhyncha, è un maschio ucciso dal sig. LamLaw nell’ isola di Auskerry, Orkney sul principio del 1912 e sembrava finora ibrido sconosciuto; però EAGLE CLARKE W. e C. B. TiceHursT credono d’ aver veduto un esemplare simile nelle Pentland Skerries nel maggio del 1912. Evans W. ricorda in “Scot. Nat. , 1912. n. 43-44 soggetti di Turdus musicus tipici e di Regulus cristatus pure tipici presi nell'Isola di May, simili catture avvennero anche nei prece- denti anni 1909 e 1910 (cfr. “ Brit. Birds , iv. p. 291). — ricorda in “ Scot. Nat. ,, 1912, p. 237 un giovane Larus sabinet veduto il 13 settembre 1912 presso Leit'. Harbour. GuÙipini A. - Lavori intesessanti la fauna ticinese, Estr. dal “ Boll. Soc. Ticin. Sc. Nat. , Anno VII (fasc. unico), Lugano, di- cembre IQII. L’A. crede che la Caccabis saxatilis biedermanni della Val Solda, descritta come specie distinta dal REICHENOW, non pre- senti differenze sostenibili; si tratta semplicemente di giovani Co- turnici, e la strettezza della fascia nera è dovuta sicuramente alla preparazione della pelle. Le Coturnici di quelle località raggiun- gono il massimo delle dimensioni che offre la specie, e per nulla differiscono dalle tipiche. —.in € Tribuna (Sport, Anno -409,.h,,,8, 25, febbraio 192,2; sotto il pseudonimo di /bex, a proposito dei Cigni reali che nello scorso inverno vennero qua e là uccisi in Italia, dice LIBRI E RIVISTE 229 che non si possono ritenere selvatici, la specie suddetta viene tenuta in libertà in molti Laghi dell’ Europa centrale, nel solo porto di Ginevra i cigni pienamente liberi som- mano a circa 200, ùn dato numero emigra ogni anno, scen- dendo il Rodano sino a Lione, altri si portano sui laghi svizzeri ed alcuni possono anche venir in Italia... a farsi im- imbalsamare. Giori G. - Cacce utili e cacce dannose. Biblioteca di coltura po- polare. N. ZanIcHELLI, Bologna, 1912. Precede una breve bibliografia, la prefazione, poi l’ A. tratta della caccia dalle sue origini ai giorni nostri, quindi della selvag- gina da pelo e da penna e finalmente delle leggi e degli usi che dovrebbero regolare la caccia in Italia; chiude presentando, con pensiero lodevolissimo, un “ Galateo del Cacciatore ,, cioè indi: cando i doveri che la Legge non contempla e che il cacciatore dovrebbe osservare. E un manuale ben fatto, ove sono raccolte e trattate largamente materie molto complesse e di speciale im- portanza pel nostro Paese, ed è quindi un libro raccomandabile. GLapsrtone Hue S. - Addenda and corrigenda to the Birds of Dumfrieshire “ Dumfrieshire and Galloway Nat. Hist. Soc.,, IQI 2. E un opuscolo di 36 pp. stanipato molto a proposito nella medesima forma dell'Opera originale, e contiene aggiunte e cor- rezioni alla stessa. L’A. fa una chiara esposizione delle differenze tra il Parus a. kleinschmidti ed il P. a. borealis ed in ‘genere sulle Cince bigie; cita catture recenti di specie rare, parla sull’ au- mento o la diminuzione verificatasi in date specie, sulla esclu- sione di altre ecc., ed integra insomma lodevolmente l’ opera pre- viamente dallo stesso A. pubblicata “The Birds of Dumfrieshire ,,. Gorpaman E. A. - In “Smithson. Miscell. Collections ,, vol. 56, n. 27, descrive un nuovo Uccel Santa Maria da Panama col nome di Ceryle americana isthmica. GRAHAME ]. (1806), Schottlands Vogelwelt (The Birds of Scotland), tradotto in tedesco dal Dr. L. Hopr. I. KiGHopr, Kornen- burg, IQII. Greaves N. comunica in “ Field , 23 marzo 1912, p. 596 di aver osservato il 29 febbraio u. s. una /Hirundo rustica so- litaria presso Falmouth, Cornwal e che forse avea svernato nelle vicinanze. Gunn T. E. contribuisce in “ Proceed. Zool. Soc. ,,, 1912, pp. 63- 79, pl. II-V, un lavoro sulla persistenza dell’ovaia destra negli uccelli ed il suo condotto, le sue osservazioni ebbero prin- cipio dal 1892 e trovò 49 casi di doppia ovaia, dei quali 33 nei Falconidae ed a tale rapporto offre le tavole proporzio- nali degli esemplari osservati in relazione con quelli che of- rono il fenomeno in parola, ad es. su 20 femmine di Accr * 230 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA È piter nisus 14 avevano ovaia doppia, su 12 di Ztrzunculus tinnunculus 8, su 4 di Falco peregrinus I, ecc. Gunwine dr. J. W. B. and RorerTs A. - New Records and De- scriptions of new Species of Birds in the Transvaal Museum Collection, in “ Annals Transvaal Museum ,,, 111, n..2, p. 109, IQII. Le specie e le sottospecie descritte come nuove sono le se- guenti: Vinago ortentalis da Beira; Pternistes castaneiventer da Fort Beaufort, Africa O.; Falco horsbrughi dal Transvaal;j Pre- ‘sorhina capensis intermedia, P. c. grisea, P. c. pusilla, Glaucidium capense rufum, Dendromus albifacies, e Irrisor erythrorynchus bre- virostris dell’ Africa O.; A/seonax caerulescens pondoensis del Pon- doland; Certhilauda daviesi del Griqualand O.; Phylastrephus ca- pensis intermedius dell’ Africa sud-orientale; Zosterops vaalensis da Portchefstroom; Apalis rhodesia dal Matabeleland; A. spelonkensis del Transvaal setten.; A. verustus dal Pondoland; A. darglensis dal Natal; A. /laviventris da Pretoria; Camaroptera brachyura bororensis dell’ Africa O.; C. griseoviridis noomer del Transvaal; Monticola pretoriae e Cisticola pusilla dell’ Africa O. Nei “ New Records ,, è citato un individuo di .Sy/vza nisoria da Venterskroon, Transvaal del novembre 1909, ed un secondo da Bulawajo, Rhodesia del gennaio I9II. HrapLey F. W. - The Flight of Birds, X, 163 pp. con 16 tav. e molte fig. nel testo. London, WirHERBY a, C. 1912. E un trattato semplice ed utile sul volo degli Uccelli che contiene informazioni ornitologiche di grande interesse, scritto molto semplicemente e con stile lucidissimo. L’A. quantunque sia un ornitologo e non un aviatore pure studia l’areoplano in pa- ragone e contrasto con l’uccello, ma soltanto incidentalmente ed il libro è fatto espressamente per l’ornitologo. Molte delle figure sono ottime ed adatte allo scopo, il libro è bene stampato ed è indubbiamente ottimo acquisto per la letteratura ornitolegica. Herm F. - Beobachtungen iber den Zug der Vogel, 18 Bericht Naturw. Gen. Chemnitz, pp. 187-197. HeLm F. - Ornithologische Beobachtungen an der Nord. und Ost-See, /0:d. pp. 198-223. Hennicke C. R. - Vogelschutzbuch, Naturwissenschaftl. Weg- weiser. Sammlung gemeinverstandl. Darstellungen, herausg. von K. LAMPERT, Stuttgart, IQ9II. HensHaw H. W. - Migration of the Pacific Plover to and from the Hawaiian Islands, in “ Smithson. Report for 19Io ,, Wa- shington, pp. 545:559, IQII. Parla delle migrazioni autunnali del Charadrius dominicus dall’ Alaska alle isole Havai e viaggio di ritorno all’epoca delle cove, varcando migliaia di miglia in pochi giorni. LIBRI E RIVISTE 231 Heuss —- Internationaler Frauenbund fiir. Vogelschutz (deutsche Abteilung), Jahrbuch fur die Jahre 1909-11, VI bis VII Jahrg. Contiene: - Linpner F. “ Gutachten betr, Vogelschutz auf Hiddensee ,, - SeceBRECHT F. W. “ In Vogelschutzgebiet Hidden- see ,, - HenrIcI “ Der gegenw. Stand des prakt. Vogelschutzes , - Heuss “ Notwendigkeit einer perman. internat. Verbindung , » Hiesemann M. “ Vogelschutz und Weinbau ,, - HennickE C. R. “Das neue preuss. Fischereigesetz und der Heimatschutz , — HaarHaus ]. R. “ Vogetschutz auf Friedhòfen ,. Howet A. H. - Birds of Arkansas, U. S. Departm: of Agricul- ture, Biological Survey Bulletin ,, n. 38, 1912. E una rivista di 255 specie e sottospecie proprie allo Stato dell’ Arkansas, di queste 67 sono stazionarie, 60 invernali, 69 di passo, 19 accidentali ecc. Il libro è ben fatto, ricco di numerose notizie.e ricerche originali, sicchè offre un ottimo quadro rias- suntivo delle conoscenze ornitologiche attuali di quel vasto di- stretto. Hucues F. —- Rapport sur les Oiseaux migrateurs, prèsenté au Congrès méridional de la Chasse réuni à Marseille en I9II. . L’A. contrario al detto che la selvaggina è res mnullius, pro- pugna la protezione degli uccelli utili, la proibizione dei lacci e -delle reti, l'interdizione delle cacce in primavera, regolamenti restrittivi per la cattura degli uccelli marini e la creazione di ri- serve speciali per tutti gli uccelli in genere. HurcHins C. — “ Lyllelton Times ,. Jan. 13.1. 1912 scrive che vi- vendo in un distretto rurale dell’ Essex, Inghilterra, osservò che alcuni piccoli uccelli cantori perdevano i loro poteri vocali nel distretto stesso; cita a tale proposito Lodole, Tordi bottacci, Merli, Cardellini che non cantavano affatto, si domanda la ragione di tale fenomeno e se in altri distretti vennero osservati fatti analoghi. SaLvapori T. - Ricerche intorno alle Monachelle, Estr. dalla “ Riv. Ital. d'Orn. ,, Anno I, n. 1-2, pp. 4-6, Bologna, 19t1. — Intorno alla Calandra nera. - /b:4. pp. 82-83. — Nota intorno alla Pucrasia ruficollis, David et Oust. — nel “ Boll. Mus. Zool. ed Anat. comp. R. Univ. di Torino ,, n. 647, vol. XXVII Parlando di una Pucrasta donata al R. Museo di Torino dall’ Associazione nazionale per soccorrere i Missionari Italiani e proveniente dallo Chensì, dice che gli sembra appartenere alla P. xanthospila var. ruficollis di Davip et OustALET, “ Les Ois. d. l. Chine ,,, p. 408 e pure proveniente dallo Chensì. Osserva che tale forma sarebbe però distinta dalla vera P. xanthospila ed 232 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA una vera specie da chiamarsi P. rwficol/lis, ed infine completa la chiave dicotomica delle specie di Pwucrasta a timoniere esterne grige comprendendo /. ruficollis, xanthospila e darwint. SaxBy T. F. in “ Scot. Nat. , 1912, p. go ricorda una Myetala tengmalmi da Uust, Shetland ‘del 23 gennaio 1912. ScHenK J. - Die Darstellung des Brutgeschàftes des Rotfussfalken in der Literatur. - Estr. dall’ “ Aquila , XVII Bande, i911, pp. 243-312; ‘c. ig. (Gir MRivistaXin-No-Ap 219, s1012)! SincLair T. nello “ Scot. Nat. ,, 1912, p. 214 dice che nella pri. mavera 1912 vide una dozzina di Zu/marus glactalis che volteggiavano presso Burghead, Stronsay, Orkney e che il giorno II giugno trovò un individuo incubante, questa sem- bra una nuova località di riproduzione della specie. Smithsonian Institution, Washington, Public. 2013. July I9II. — Opinions rendered by the International Commission on Zoo- logical Nomenclature — Opinions 30 to 37 (pp. 69-88). Tratta “ Swainson’s Bird Genera of 1827 ,,, “ Columbina vs Chaemepelia ,, e “ Shall the Genera of Brisson’s Ornithologia, 1760, Be accepted ,, il rimanente non ha attinenze con |’ Orni- tologia. — Pel primo Quesito la Commissione è di opinione che i generi di Uccelli dello Swainson, “Philosophical Magazine 1827 ,, come monotipici all’epoca della pubblicazione, devono aver la precedenza sugli stessi nomi generici dello “ Zoological Journal, 1827 con tipi indicati — pel secondo che Co/umbina SPix 1825 è ancora senza un tipo propriamente fissato, mentre Chaemepelia Swainson 1827 ha Columbina passerina per tipo, fissato da GRAY 1841 — pel terzo che i nomi generici di Brisson devono venir accettati perchè essi furono pubblicati con l’accompagnatura di definizioni o descrizioni, e perchè la sua nomenclatura è costan- temente binomia. StepHENSON T. ricorda nell’ “ Irish Natur. , 1911, p. 220 la cat- tura di una femmina giovane di /Mycticorax nycticorax da Whitby, 26 ottobre IQII. SroLz J. W. - Ueber die Vogelwelt der preussischen Oberlausitz in den letzen zwélf Jahren. Abh. “ Naturf. Ges. Gòrlitz ,, DA ACRI : STOUT G. comunica nello‘ Scot. Nat: roT2 Ip 02 venia duto tre Stermae hirundo il 24 febbraio 1912 a Cardross sulla Clyde, data di arrivo molto prematura. LIBRI E RIVISTE 233 SusuHKIn P. P. —- “ Ontogenetical Transformation of the Bill in the Heron ,.. (Ardea cinerea). “ Proceed. Zool. Soc. , 1912, pp. 125-126, pl. XII. Dice che nell’embrione il becco è anzitutto diritto e piuttosto sottile, coll’apice della mandibola superiore distintamente rigonfio de il culmine concavo; l’ apertura misura 12 mm. Un giorno prima della nascita il becco dell'embrione è più grosso, l’ apice meno distintamente rigonfio, appena uncinato e col culmine meno concavo; l’ apertura misura 22 mm. Il giorno dopo la nascita il becco è più grande ed assai più grosso ed il rigonfiamento della apice quasi scomparso; l’ apertura misura 25 mm. Dopo tre giorni dalla nascita il becco ha quasi assunta la sua forma conica, però è ancora relativamente corto e grosso con l’ apice assai uncinato. L’apertura allora raggiunge i 32 mm. E. ArRIGONI DEGLI ODDI NECROFROGIO Dott. BERNARDO HANTZSCH Dopo un anno e mezzo è giunta di recente la lugubre notizia della morte del Dott. BERNARDO HanTZScH avvenuta nel giugno IQII in una spedizione nell’arcipelago polare americano, fatta a scopo di studio. Partito dalla sua patria (Dresda in Sassonia) nel giugno IgIo, era arrivato a toccare le terre eschimesi, dove però in seguito al grandi stenti e privazioni cessava di vivere, vittima eroica dei suoi studi. Fu uno dei più benemeriti illustratori delle regioni polari ed ornitologo valentissimo. Di questi giorni il FrRIEDLANDER di Berlino pubblicò di questo compianto naturalista l’opera: Beitrag zur Kenntnis der Vo- gelwelt Islands. (Contributo alla conoscenza del mondo ornitico dell'Islanda) pp. VI-341 con 26 fig. e una carta; lavoro molto lodato e che forma certo la migliore illustrazione di quell’ inte- ressantissima isola. Dott. GUGLIELMO BLASIUS: Il 31 maggio 1912 è morto a Brunschwig il Cons. intimo Dott. GuGLIELMo BLasIus, uno dei più insigni ornitologi tedeschi. Era nato a Brunschwig il 5 luglio 1845. Addottoratosi in me- dicina, egli continuò i suoi studi nella zoologia e nella botanica che aveva coltivate con passione fin dal ginnasio. Nel 1870, poco dopo la morte del padre, il rinomato zoologo Enrico Brasius, fece quale medico la campagna di Francia, dopo la quale fu decorato della Corona ferrea e nominato professore di Storia naturale nella Scuola tecnica superiore della sua patria, Fu se- gretario della Società ornitologica tedesca ed imprese molti viaggi in Danimarca, Svezia, Russia ecc. raccogliendo immenso materiale scientifico. Fece molte importanti pubblicazioni, delle quali basterebbe ad onorarne il nome quella sull’ A/ca wnpennis. Era uno strenuo sostenitore della protezione degli uccelli. RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGEA 23 (021 W. B. TEGETMEIER W. B. TEGETMEIER noto ornitologo e allevatore di Gallinacei e di Colombe, morì il 17 novembre 1912 a Londra nell’ età di 97 anni. Prof. A. Bonomi Rovereto, nel gennaio 1913. Prof. MICHELE KA TFURIC Ai 31 dicembre dell’ anno decorso, mi pervenne da parte della famiglia il triste annuncio della morte del prof. MicHELE Karuric. La fredda terra invernale del cimitero di Zara accolse le sue spoglie mortali. Ebbi la fortuna di conoscere il KatURIG, allorchè visitai per la seconda volta nell’ anno 1906 il Museo di storia naturale della simpatica ed interessantissima capitale della Dalmazia e subito mi sentii attratto verso l’ uomo colto e modesto che sapiente- mente mi guidava in quello, allora ancor piccolo, tempio della scienza, e mi faceva notare con gioia ed orgoglio, quanto di più importante era contenuto nélle vetrine disposte tutto in giro nell’ unica sala. Dissi “ con orgoglio ,; perchè era stato Lui solo a dar vita a quel Civico Museo che in pochi anni era assurto a notevole importanza, sia per la quantità dei soggetti, sia per parecchie grandi rarità che vi conteneva. L’ esordio di un suo opuscolo, ssiona nel luglio del I9Io: “ Il Museo Civico di storia naturale di Zara ,, (estratto da un articolo del Da!mata del 2 luglio dello stesso anno), ci fa inten- dere di quali sentimenti fosse animato e come giustamente Egli sentisse la vita, tutta dedita agli studi suoi prediletti ed all’ amore sincero e profondo per le bellezze naturali. “Tn verità ;, egli \serive,.“ riesce incomprensibile che oggidi, in pieno.secolo ventesimo, vi sieno ancora delle menti illuminate incapaci a comprendere quanto l’ umanità debba allo straordinario e colossale sviluppo delle scienze naturali. È bensì vero, che molte ‘altre discipline, non solo sono di più antica data.e vantano ancor esse un non indifferente sviluppo, pure è evideste che il rapido progresso dell’ umanità ha realmente la sua base nei meravigliosi risultati ottenuti nel campo dellè scienze naturali, anzi queste sono anche alle altre valida base ed incitamento al loro progrediente sviluppo. L’ uomo non può avere migliore maestro della natura stessa, questa quindi egli deve consultare, e, solo questa è. giusta ed infallibile nei suoi responsi ,. . indubitato che chi sente così è fornito di un’ anima ‘bella ed il KaturIiîè ne, dà prova Juminosa per lo. sviscerato affetto, ch’Egli nutriva per la famiglia, e per la pietà ch’ Egli provava per tutti coloro a cui il destino era avverso. e li vedeva soflrire. Lo visitai l’ ultima volta nell’ aprile del 1rgII. La sua salute era ancor fiorente e lo trovai appunto felice per dei nuovi acquisti che proprio in quei giorni aveva. fatti il Museo. Fra gli altri una Anser albifrons ed uno splendido esemplare della Branta ruft- 236 NECRULOGIO collis, specie che certo rarissimamente capita nei paesi meri- dionali. Dal resoconto del succitato opuscolo, risulta che per l’instan- cabile attività del Direttore KatuRIG il Museo di Storia Naturale, che ebbe inizio, per coopeaazione anche del conte ALBERTO BORELLI, come lo dichara il KaTURIC stesso, subito dopo la costituzione di un comitato promotore, nel gennaio del 1900, contava alla fine dell’anno 1909, dopo solo tre anni di esistenza, già 4262 esemplari con 1142 specie. Queste cifre eloquentissime, possono dare un'idea di quanto il benemerito Direttore abbia fatto, in un lasso di tempo così breve, per far fiorire una collezione pa- tria di storia naturale, della cui fondazione egli accarezzava la idea già da oltre un quarto di secolo. Delle centocinquanta specie circa, con trecento esemplari di uccelli, tutti ben preparati, conservati e disposti, che alla mia ultima visita contava il piccolo Museo, vanno annoverate le se- guenti rarità: Colymbus arcticus, in abito di nozze, Syrraptes para- tdoxus, Mergus merganser ad., Otdema fusca, Ciconia nigra, Otis tarda, ‘Anthy opotdes virgo, Falco punicus, Alca torda, nonchè le due specie di Oche antecedentemente citate. Nell’ opuscolo il KarURIC annovera anche un Syrnium uralense giovane che con- terebbe fra le grandi rarità della collezione, ma abbiamo potuto constatare assieme, che trattavasi di un melanismo del Syrrzum aluco; femmina grossa, che a primo aspetto poteva trarre in inganno. Vidi anche in preparazione un Sufeo assai strano, che io sarei stato propenso a ritenere un ferox. Per la brevità del tempo ch’io mi fermai a Zara ed anche per lo stato nel quale trovavasi la Poiana, che non permetteva di esaminarla accurata- mente, non ci fu possibile un esame migliore e non so se più tardi il KatuRIG l abbia determinata con esattezza. Oltre che negli uccelli, il Museo di Zara conta delle altre grandi rarità; così nei pesci il Lampris luna e Lamna cornubica formano due veri gioielli nella collana preziosa dei soggetti eccezionali che il KatuRIC ha saputo trovare per la sua patria collezione. Tale splendido risultato Zara lo deve all’ indefesso zelo, all’ abne- gazione ed al grande amor di patrio questo suo figlio, della cui cultura scientifica, la patria Sua deve sentire ben forte orgoglio ed annoverarlo fra i suoi migliori. Il KatURIG spiegò anche attività letteraria, ma quasi tutte le sue pubblicazioni sono stampate in lingua serbo-croata, per cui inaccessibili ai più, ed è peccato che di questa sua attività io non possa dire quanto sarebbe stato mio vivo desiderio, onde anche poter meglio caratterizzare lo scienziato. Ammirazione e stima siagli conservata oltre chè dalla sua. patria, da tutti coloro che lo conobbero e ne apprezzarono le rare doti e virtù. Udine, nel gennaio 1913. G. VALLON Responsabile ALESSANDRO GHIGI Stabilimento Poligrafico igliliano — Bologna ogiialià COLA DE: Sid soniani. Institutione, / ) ul - | STABILIME ANTE ‘Piazza Calderini 6, Palazzo Loup |. * NA i) n n if i CR A sa p G di n al pr n TRNRCAUNCUA TNA RT 4 a To; i n] - d, Î a dio SES (1° Aprile-Oiugno x ii Se See | ABBONAMENTI: | fo NTO POLIGRAFICO EMILIANO 0 GG.) | BOLOGNA Digembre fora ui ent ian } LE 0 EIA I TO BUSSETO NRTERAR PA n ptt dir EIN LAG + na SV @ “7 ‘ae. Anno: Lire DIECI. ca Rissegne o. - ù. HE - Recensioni di ; SH ‘con una Lu in nero dd: è ; colori. LI ti 0h abbonamento è di ‘annie. Lire 3 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA Anno II - Tav. II Oltre alle quattro specie di Luì comuni in Italia, Luì verde (Phylloscopus sibilator), Luì bianco (2%. bonellti), Lui grosso (Ph. SA trochilus) e Luì piccolo (P%. collybista) vi s'incontrano di quando A in quando altre tre specie: il Luì boreale (2%. dorealis) notevole Ri | per le macchie chiare all'apice delle grandi cuopritrici delle ali, il Luì forestiero (P%. superciliosus) che ha larghi sopraccigli ed una larga fascia di color verde giallognolo all’ apice delle cuo— pritrici maggiori delle ali, e finalmente il Luì siberiano (P%. tristis) molto somigliante al Luì piccolo. Del Luì boreale si conosce un solo esemplare catturato in Italia presso Udine; ebbelo il sie. Graziano VaLLon (22 Settembre 1903) ed ora si conserva nel Museo di Firenze (Gir. “ Sec. Resoconto , p. 190. - VALLON, DE “ Boll. Soe-Adr-Sec Nat, XXVI p-139, 1912). | vi Ì Del Luì forestiero sono parecchie le catture finora conosciute. cos ; La prima sarebbe avvenuta in Lombardia il 27 settembre 1847 ei > e fu annunziata dal Lanrossi con una lettera al Prof. Barsamo da NE: CriveLLI, pubblicata nel “ Giornale dell’ Imp. e R. Ist. Lomb.,, i ee (nuova serie) t. I, pp. 268-276. Quella cattura fu da me menzionata con qualche dubbiezza (“ Faun. d’Ital.,,, Uccelli, p. 109). Il GiGLIOLI È È (“ Avif. Ital. , p. 224) credette di aver potuto dileguare ogni dub- È |. bio, e di aver ritrovato l esemplare nella collezione del Conte 5 iù G. B. Camozzi-VeRTova alla Ranica, presso Bergamo. Dopo \ d’ allora sono state segnalate le seguenti catture: sa Una femmina colta col vischio presso Udine addì 9 Ottobre cl: di Riv. di Ornitologia. 16 CCIAA, DSS = VA È i Pi È 238 T. SALVADORI 1893; l'esemplare si conserva nel Museo di Firenze (VALLON, “Orn. Jahrb., Vi p--202 (1894): Un maschio colto presso Nizza addì 19 Ottobre 1894, ora nel Museo di Firenze (ARRIG. Atl. II, p. 203 (1902). Un maschio giovane trovato presso Udine addì 27 Settembre 1896, ora nella collezione VaLLon {VaLLOn, “ Avicula , I, p. 31, 1897). Un quinto esemplare, pure dei pressi di Udine, colto addì 9 Ottobre 1908 (VacLcon “ Avicula ,, XIV, p. 32, 1910). La cattura del sesto esemplare avvenne il 29 Settembre 1911; esso, come il precedente, si conserva nella collezione VALLON (ArrI6. “ Elenco degli Ucc. Ital. ,, p. 38, 1913). | Finalmente del Luì siberiano si conoscono almeno sei catture. La prima presso Cremona, addì 23 Novembre 1897. L’esemplare si conserva nel Museo di Firenze (FERRAGNI “ Avic. ,, II, p. 1, 1898). La seconda cattura avvenne presso Udine addì 5. Dicembre, 1901 (VaLton, “Boll. Soc. Adr. Sc. Nat. ,, XXII, p. 121 (1904) L’esemplare è nella Collezione VALLON. Altre due catture avvennero pure presso Udine, il 24 Ottobre 1907, (l'esemplare si conserva dal sig. VaLLon) ed il 9 Ottobre 1908 (VaLLon “ Avic. , XIV, p. 32, 1910). Una quinta cattura pure presso Udine avvenne nell’ Ottobre 1910 (Varron; Boll. Soc. Adr. Sc. Nat, XXVI, pio, Mr) Di una lettera recente del sig. VaLLon apprendo che degli ultimi due esemplari da lui avuti, uno si trova ora nella collezione del sig. ZarracNINI di Firenze e l’altro nel Museo Civico di Trieste. Finalmente una sesta cattura avvenuta presso Buja in quel di Udine il 28 Ottobre 1912 mi è stata annunziata dal signor dott. Lurei CoLussi, il quale mi ha inviato l'esemplare affinchè lo esaminassi. Ed ora tracciamo la storia di questa specie. Essa fu descritta dal BLyTH (1); il tipo era di Calcutta. Di essa hanno scritto il DressER (2), il Seesnom (3), il PLESKE (4), ) « Journ. As. Soc. Beng.» XII, p. 966 (1843). ) « Birds of Eur.» II, p. 318 (1855). CIN Cat. (BB Mus VE (I8S0)E ):<« Orn. Ross.» p. 273 (1889). i î I LUÈÌ IN ITALIA E SPECIALMENTE DEL LUÌ SIBERIANO VA Ò £ » Jo ScHaecK (1), il GAETKE (2), il BLasius (3), PVHarteRT e fra tI «gl’italiani il GicLioLi, l’ArRIGONI peEGLI Oppi ed il MARTORELLI, ir «+_»‘’ oltre al FerRAGNI ed al Varton. bi i Hanno figurato questa specie il Goutp (4) ed il BLasius (5), il A d “primo esagerando le dimensioni ed il colorito, il secondo dando ; n fo una figura non chiara e poco buona. fa: b° Per fortuna non vi è profusione di nomi per questa specie, bos -. alla quale, oltre quello del BLyLH, non spetta che quello di (SA Ficedula fulvescens Severtz. Turkest. Jevotn. (in Isv. Obschch. i di .Moskov, VIII, 2, p. 126, 1873, trad. dal Maparasz, “ Zeitschr. SRI Gest W#1Vp.i74501887) i AA I caratteri di questa specie sono molto somiglianti a quelli. SEA del Luì piccolo, del quale anzi taluno la considera come con- | , ‘specie, o sotto specie. sa Essa si può definire: simile al Luì piccolo, ma sempre senza P praleciiafdigisitrilegoia lillo no)lle sulle tpa tifa rio riale Hei «quali sono bianchiccie, nell’ adulto con una tinta bruniccia chiara n ‘sul petto e sui lati del corpo; il sopracciglio è bianchiccio, ma Bo at ai ‘con lieve tinta bruniccia; le ascellari e le cuopritrici inferiori DI & ‘delle ali sono di color giallo zolfino; inoltre i piedi sono deci- "IRR = is sO * | »samente neri. NEZE Il giovane, e tale sembra l’ esemplare inviatomi dal Dott. Co- de ni ea Lussi, ha le parti inferiori quasi affatto bianche, senza la tinta LR - datata bruniccia sul petto e sui lati del corpo. x Il Luì forestiero presenta una certa variabilità nelle dimen- Par sioni, tanto che il BLasius afferma che Il E. von HomeyER (in Ke litt.) ha distinto un /W%. tristis major ed un Ph. tristis minor, «NA ma forse la differenza dipende dal sesso, giacchè nei Luì i maschi Xi sogliono avere dimensioni alquanto maggiori delle femmine. CA ta “ig L’ area occupata dal Luì forestiero durante la riproduzione Fx | si estende dalla valle del Petschora e dagli Urali centrali verso ia ‘occidente al nord della Siberia ed i monti Altai, e verso oriente Ss (1) « Fauvettes d’ Europe >, Mém. Soc. de France p. 403 (1890). (2) « Vogelwarte Helgoland », p. 292 (1891). (3) NAUMANN, « Naturg. Vòg. Mittelseur » II, pp. 100-102. i (4) « Vog. d. Pal. Fauna», II, p. 503. - i: (5) Birds of Asia, IV, pl. 59. Ria 240 T. SALVADORI fino al Lago Baikal. Durante l’ emigrazione esso attraversa le- steppe dei Kirghisi, la regione intorno al mar Caspio, il Tur-- kestan e sverna nel Beluchistan e nell’ India. Taluni individui si avanzano verso occidente; parecchie volte è stato incontrato dal GaretkE nell'isola di Helgoland; anche in Italia, specialmente nella provincia di Udine, frà Ottobre e Dicembre: si trova non tanto raramente, giudicando dai parecchi esemplari ivi catturati; non è improbabile che non pochi sfuggano alla osservazione per la loro grande somiglianza col Luì piccolo. Nella sua area di diffusione il Luì siberiano secondo il Ssa-. BANEJEFF (fide PLEsKE, l. c.) s'incontra ovunque negli Urali,. tanto nelle sabbiose foreste di pini, quanto in quelle di abeti o di altre sorta di piante, ma preferibilmente nei boschi di conifere. Nel Turkestan è stato incontrato dal SeveRTZow fino a 3500 metri di altezza. Secondo .il Finsca (“ Verh. z. b. Ges. Wien ,, XXIX, p. 156) lungo l Ob, il Luì siberiano frequenta le cime degli alberi fitta- mente fronzuti. Il Garke afferma che la voce di questo uccelio è molto diversa da quella degli altri Luì. Secondo il SeERoHM il portamento di questo uccello è simile a quello degli altri Luì, ed il suo grido sarebbe monotono, e si può esprimere colle sillabe tschivit-- tis'(cihbavatt. La riproduzione del Luì siberiano ci è nota per le osserva-- zioni del SEEBOHM, il quale trovò due nidi nella Siberia, circa. al 701/,° di lat. N.; egli li descrisse nell’ opera “Siberia in Asia ,, pp: 152, 173. L’uno, trovato il 1° Luglio, era in un cespuglio di salici, molto negligentemente intessuto, in forma d’incavo, tap-. pezzato con piume di gallo di monte e di pernici della neve. Conteneva tre uova. L'altro, trovato il 14 Luglio, era in un cespuglio, a circa 120 cent. di altezza dal suolo, intessuto di erbe- secche in forma di cupola e tapezzato con piume di oca sel- vatica, e conteneva quattro uova. Il SeEBoHM trovò pure un altro nido lungo il Petschora infe— riore il 23 Giugno, contenente sette uova già covate. Le uova sono bianche fittamente cosparse di macchie brune,. bruno rossiccie, o quasi nere. i Il loro diametro maggiore oscilla intorno ai 15 mm. ed il I LUÌ IN ITALIA E SPECIALMENTE DEL LUÌ SIBERIANO Z4I «minore intorno ai 12 mm. Esse sono similissime a quelle del Luì ‘piccolo. La più completa storia di questa specie è quella pubblicata «dal Dr. R. Brasius nella opera “ Neuer Naumann, Naturgeschichte -der Vogel Mitteleuropas, II, pp. 100-102. , Ecco le principali citazioni spettanti al Luì siberiano: Sylvia trochilus JeRD. (nec Linn.) “ Madr. Journ. ,, XI, p. 6 (1840). Phylloscopus tristis BryrH, “ Journ. As. Soc. Beng. » XII, p. 969 (1843 - CaLcutta) - “ Dress. B. of Eur. , II, p. 318 (1875). - SEEBH. ‘@Cat-(B. Brit(Mus., V, p. 63° (1881) Rerske Orn Rossì p. 273 (1889). - Oates, “ Faun. of Brit. Ind., Birds, ,, p. 403 (1880). -- ScHaECcK, “ Mém. Soc. Zool. de France ,,, 1890, p. 463. - R. BLas. “Neu. Naum.,, II, p. 100, Tav. V, f. 4 (non bona). Regulus tristis G. R. Gr., Gen. B. I, p. 175 (1848). Abrornis tristis “ Bp. Consp. Av. , I, p. 290 (1850). Phyllopneuste tristis GouLp, B. of As. pt. XVII pl. 16 (1865). Phvllopneuste tristis G. R. Gr. “ Hand - List ,, I, p. 215, n. 3048 (1869). Ficedula fulvescens Severtz. “ Turkest Jevotn., (in Izv Ob- : schsh. Moscow, VIII, 2, p. 126 (1873, Turkestan). - Mad. Zeitschr. _ges. Orn. IV, p. 74 (1887). Silvia tristis GartkE, Vogelw. Helgol. p. 292 (1891). Phylloscopus collybista tristis. Hart. Vég. Pal. Fauna, Heft IV. p. 503 (1907). La sinonimia e le citazioni tratte da opere e lavori italiani ‘sono le seguenti: Phylloscopus tristis BLyrH. - FERRAGNI, “ Avic. ,, II, p. 1 (1898 - Cremona) (1).- ArRIG. “ Atl. Orn ,, p. 202 (1902 - Cremona, Udine). -- VaLton, “ Faun. Orn. Friulana ,, (“Boll. Soc. Adr. Sc. Nat. in dlirieste (XXI p...rar.(xo03:- Udine), (estratto; \p. (7, 1904) — Arric. “Man d’ Orn. Ital.,, p. 300 (1904). - MarTORELLI, “ Ucc. d’Ital.,, p. 553 (1906). - Gier. Secondo Resoc. p. 195 (1907). - Vatton, “ Avic. y, XIV, p. 32 (rgio - Udine). - id.; “ Boll. Soc. Adriat. Sc. Nat. Trieste ,, XXVI, p. 140 (Estratto, p. 20) (1912 Udine). - ArRIG. “ Elenco Ucc. Ital. p. 37, n. 178 (1913). (1) Il PRylloscopus tristéis BLYrH, - Luì siberiano, trovato per la prima “volta in Italia. Studio intorno alle Specie del genere. Rhodophoneus ,, Heug]. Il genere A/odophoneus Heugl. ha per tipo una bellissima: specie, il . cruentus, che fu descritto da HempRICH ed EnrEN-. i BERG nell’ opera “Symbolae oe »- I tipi provenivano da Archico nell’ Abissinia. Questa specie è notevole pel colore grigio bruniccio delle parti superiori con una bella fascia rosea sul groppone. Le: pasta inferiori sono bianche leggermente olivacee sui fianchi; alcuni esemplari hanno il mezzo delle parti inferiori, dalla gola all’ ad- dome, di un bel roseo, altri hanno la gola bianca, circondata da. una fascia nera, e poi il mezzo del petto roseo. HempRICH ed EHRENBERG indicarono dubitativamente gli esemplari colla fascia. nera come maschi, e come femmine quelli senza la fascia nera. Inoltre gli stessi autori descrissero due forme degli esemplari senza la fascia nera, cioè una col colore roseo che occupa tutta la gola fino ‘al mento, mentre nell’ altra la gola superiormente è . bianca. Il Museo di Torino possiede un esemplare cosiffatto di. Reita presso Assab, raccolto dall’ AntINoRI (1). Le osservazioni dell’ ANTINORI intorno ai sessi di questa specie confermerebbero quelle di HemprIcH ed EHRENBERG, indicando egli come maschi gli esemplari colla fascia nera, e come femmine quelli senza la fascia. nera. Anche il BreHM afferma la stessa cosa; il JESsE invece rac-- colse due maschi, che il Finscu (2) descrive senza la fascia nera;. (I) « Ann. Mus. Civ. Gen. >, IV, p. 448 es. 6 (2), (< Prans. Zool Soc. », VI, p. 256. prua tI Pag 243. o La di LE SPECIE DEI. GENERE ‘ RHODOPHONEUS « HEUGL, . PHreucLIN (1) descrive i due sessi non diversi, e gli esemplari. senza la fascia nera come giovani (!). Il BLanForp (2) afferma, contrariamente alle asserzioni dell’ HeMPRICH, dell’ ANTINORI e del Jesse che sono maschi quelli colla gola solamente rossa, e fem- mine quelli che hanno la fascia nera. Il dott. REIcHENOW, dopo aver ammesso l’ esistenza di due specie, distinte l’una per la presenza della fascia nera e l’altra per la mancanza della me- desima, poi le ha riunite ammettendo che siano maschi gli esem- plari senza la fascia nera, e femmine quelli colla detta fascia. Il NEUMANN (3) giustamente fa notare che la questione dell’ abito dei due sessi non è ancora decisa! I numerosi esemplari raccolti dal Principe RuspoLI (4) sono senza indicazione dei sessi, e perciò non portano luce in propo- sito; invece due esemplari raccolti dal dott. RAGAZZI (5) presso Gherba sembra che risolvano la questione, giacchè egli afferma di aver constatato colla dissezione che maschio era l’ esem- plare senza la fascia nera, e femmina quello colla fascia. Nei recenti cataloghi sono ammesse tre specie, o forme di- verse del genere Rhodophoneus, cioè: 1.° f. cruentus. 2.° R. hilgerti. 3° A. cathemagmenus. Esse si distinguerebbero ai seguenti caratteri: a. Gola rosea. a. Non circondata da fascia nera. a.” Fianchi e sottocoda bianchicci; apice bianco delle timoniere ESEERNE MEMONESTESOME, MN RZZN/AS 6." Fianchi e sottocoda decisamen- te ocracei; apice bianco delle timoniere esterne più esteso A, /uil/gerti 3 6 Circondata da fascia nera . . . A. cathemagmenus 3 (DEGOLTENT OCA IRPINO (2) « Geol. and Zool. of Abyss. », p. 342. (3) « Journ. f. Orn. », 1899, P. 398. (Afef Re Acci Sc. Ports) XLIV; p.r555. «Ann, Mus. Civ. Gen. », (2), VI, p. 532. 244 T. SALVADORI 6. Gola bianca, circondata da fascia nera. c Parti inferiori lievemente tinte di ocraceo sui fianchi; apice bianco delle timoniere esterne meno esteso N. cruentas 9 d' Parti inferiori fortemente tinte di ocraceo sui fianchi e sul sottocoda; apice bianco delle timoniere esterne i R. hilgerti 9 iù esteso 1 P è R. cathemagmenus 2 I. Rhodophoneus cruentus. Lanius cruentus, Hempr. et Ehr. (1) (nec Drap. Dict. Class. XII, p. 527, 1828. — Amnalcipus cruentus), SymB. Phys. Decas, I, Fol. c. T. 3, fig. 1-3 (1828) (Arkiko). - Heuer. Journ. f. Orn. 1865, p. 44 (Abadad). Lanius cruentatus, Rùpp., Neue Wirbelth., p. 31 (1835). — Heuct., Journ. f. Orn. 1867, p. 293 (Schendi am Nil). Laniarius cruentus, Rùpp., Syst. Uebers. p. 62(1845). - G. R. GR., Hand-List, I, p. 396, n. 6010 (1869). - FinscH. et HartL., Vòg. Ostafr. p. 354 (part.) (1870). - FinscH, TR. Zool. Soc., VII, p. 256 (1870). - BLANF., Geol. and Zool. of Abyss., p. 342 (1870).- SHARPE, Cat., p. 49 (1871). - Gap., Cat. B. VIII, p. 152 (1882). - HARTERT, Cat. Vogelsamml. Frankf. p. 86, n. 1265 (1891). - Grant, Ibis, 1900, p. 148 (part,, Abyssinia); 1901, p. 287 (Eastern Africa). - GranT et Rei, Ibis, 1901, p. 639 (S. Abyssinia). Lantarius cruentatus, Gray, Gen. B. II, p. 298, n. 3 (1845). - Bp., Consp. I, p. 359 (1850). - BreHM, Reis. Habesh, pp. 215, 317. Malaconotus erythrogaster, Sw. (nec Cretzschm.), Class. B. II, p. 220 1837). Telephonus cruentus, Licat., Nomencl. p. 11 (1854). Telephonus pictus, LicHt., ibid. (1854) (nom. nud.). Telephonus cruentatus, Br.. Compt. Rend. XXXVII, p. 534 (1854). (1) Il GravY (Gen. B. II, p. 199, n. II) cita un Zerzus cruentus Less. Cent. Zool., Pl, 65, ma la citazione non è esatta, giacchè la specie ivi citata {(Malaconotus criuentus) è designata col nome di Varzga cruenta. INTORNO ALLE SPECIE DEL GENERE ‘“ RHODOPHONEUS,, HEUGL. 245 è Dryoscopus cruentatus, Heust., Orn. N. O. Afr., I, p. 462 (1871). Rhodophoneus cruentus, Antin. et SaLvan., Ann. Mus. Civ. Gen., IV, p. 448 (1873) (Assab e Samhar). - iid. Viagg. Bogos., p. 85 (1873). - Suett., B. Afr. I, p. 36, n. 760 (1806). Dryoscopus (Rhodophoneus) cruentus, HeusL., Orn. N. O. Afr., IV, p- CXVII (1877). Pelicinius cruentus, Neum. Journ. f. Orn. 1899, p. 398. - RcHNw., - Vog. Afr. II, p. 570 (part.) (1903). Pelicinius cruentus cruentus. Hilcert, Kat. Coll. Erl., D. 270, n. 762 (Salamona) (1908). ‘Questa specie si distingue pel colore bruniccio chiaro delle parti superiori, punto o pochissimo tinte di roseo sul capo; inoltre i fianchi hanno lievissima tinta ocracea, e gli apici bianchi delle timoniere laterali più brevi. Questa è la forma più settentrionale; essa occupa l’ Abissinia ‘e si estende nell’ interno fino nel Sudan, presso Schendi (Paul v. WiRrTTEMBERG), nel Fazoglu e nel Kordofan (KòTSscHY). Il Museo di Torino ne possiede due esemplari, uno di Reita e Y altro di Monkullo, raccolti dallo ANTINORI. 2. Rhodophoneus hilgerti. Malaconotus roseus, Jarp. et SeLB., Ill. Orn. n. s. pl. 30 (9) (1843). Laniarius cruentus, BLyrH., Rep. Coll. Somali Country 6 (Journ. As. Soc, Beng. XX). - ScLar., Ibis, 1860, p. 247 (Somali Country). - Finsc#_ et HartL., Vog. Ostafr., p. 354 (part.) (1870). - SHELL., Ibis, 1885, p. 402 (Somali). - SHarpe, Pr. Z. S. 1895, p. 477 (W. Somaliland). - Lort. PHitips, Ibis, 1896, p. 77 (N. Somaliland). - ELLIOT, Field Columb. Mus., I, n. 2, p. 42 (1897). - Lort PaiLurPSs, Ibis, 1898, p. 405. - HawKER, Ibis, 1899, p, 68 (Somaliland). - PeEL., Somaliland. App., p- 313 (1900), - GRANT, Ibis, 1900, p. 148 (part., Somaliland), 1901, p. 639 (part., Somaliland). - SHarpE, Pr. Z.S., 1901, p. 304 (Somaliland). Rhodophoneus cruentus, SALvaD., Ann. Mus. Civ. Gen. (2) I, p.265 {Addagalla) (1884); VI, p. 532 (Gherba) (1888). —- Id. Mem. Ac. Tor. (2) XLIV, p. 555 (1894) (Somalia). N x a ide PR COR A 1 PIO Ei ADI Sata RE La 4 pa Eta: a de (RR 8 et de AE I NI Puo 246 T. SALVADORI Pelicinins cruentus, part., RcHaNw., Vòg. Afr., II, p. 570 (1902-3). Pelicinius cruentus hilgerti, Neum., Orn. Monatsb. 1903, p. 182 (Nord- u. Sud-Somaliland). - Rcanw., Vòg. Afr. III, p. 833 (1905). - Hieert, Kat. Coll. Erlang., p. 270 (1901). Pelicinius hilgerti, RcHNW., Journ. f. Orn. 1905, p. 695 (Somali). “ Intermedio fra il Pelicintus cruentus cruentus dell’ Eritrea e della regione dei Bogos ed il /. cruentus cathemagmenus della meridionale regione Massa ,. “ Parti superiori bruniccie come nel vero cruen/s, tinte più o meno distintamente di rosso. Parti inferiori molto più bruno- giallognole-ocracee (ockergelbbraun) come nel :catlremagmenus. Estensione del bianco sulla coda notevolmente maggiore sulie timoniere più esterne ,. “Per questi rispetti esso è molto affine all cathemagmenus, ma ne differisce per ciò che il maschio non ha fascia nera come il cruentus, mentre nel cathemagmenus maschio il rosso delle parti inferiori non è diviso da una fascia gulare nera ,,. “Non riesco a distinguere la femmina dello /z/gert dalla fem- mina del ca/hemagmenus , (NEUMANN). Hab. Nord e Sud Somalia. Il dott. ReicHENow afferma che il P. /i/gerti si distingue dal P. cruentus soltanto pel colore giallognolo delle parti inferiori più vivo. Intorno agli esemplari attribuiti al P. 4i/gert, 1 Hilcert ha le seguenti osservazioni: ‘ Non voglio tralasciare di osservare che i PeZicinins (= Riho- dophoneus) della Somalia settentrionale differiscono da quelli della regione meridionale — Ennia ed Arussi-Galla — .per avere la tinta rosso-vinosa della testa e del groppone appena tracciata, laddove nei meridionali, che sono stati descritti in mio onore dal Neumann (0. M. 1903, p. 182) Pelicinius cruentus hilgerti, essa è molto più distinta. Inoltre gli esemplari della Somalia set- tentrionale sono nelle parti superiori distintamente più pallidi dei tipici 4z/gerti. Essi sono intermedii fra il P. cruentus dell’ Abis- sinia settentrionale ed il P. /rlgertt della regione dei Galla, degli Arussi e dell’ Ennia. Il prof. ReicHENOw che ha esaminato gli esemplari ivi raccolti (J. f. Orn., 1905, p. 605) li ha tutti anno- | INTORNO ALLE SPECIE DEL GENERE ‘ RHODOPHONEUS ,, HEUGL. » verati come P. hé/gerti, sotto la quale denominazione anche io qui li annovero, sebbene io opini che gli esemplari della Somalia settentrionale dovrebbero essere separati ,. “ Due esemplari raccolti nella Somalia meridionale, i soli della specie provenienti di là, presentano la stessa bella tinta rosso- vinosa sulla testa e sul dorso, ma essi sono distintamente più pallidi degli altri , (HILGERT). Qualora la forma della Somalia dovesse considerarsi come veramente distinta, credo che la medesima dovrà designarsi col nome di A. roseus, giacchè la figura di JARDINE e SELBY mostra le parti superiori distintamente tinte di roseo, ed il ventre, spe- cialmente sui fianchi, tinto di ocraceo. Quindi quella figura, se- condo me, non rappresenta il vero RR. cruentus, come è stato ri- tenuto finora. i Il Museo di Torino possiede parecchi esemplari di questa specie raccolti nella Somalia durante il viaggio del Principe Ru- spoLI, ed altri raccolti precedentemente negli Addagalla dall’ Ax- TINORI e nel Gherba dal dott. Racazzi. 3. Rhodophoneus cathemagmenus. Laniarius cathemagmenus, Rcunw., Journ. f. Orn. 1887, p. 63. (Loru, Ugaja, Fiscuer). - Id. Vog. D. O. Afr. p. 159 (1894). Rhodophoneus cathemagmenus, Surrt., B. Afr. Tp. 56m 7606 (1896). - Suarpe, Hand-list, IV, p. 393 (Masailand) (1903). Pelicinius cathemagmenus, Neum., Journ. f. Orn. 1899, p. 399 (Kibaya, Massai, Neumann), 1900, p. 269. - Rcunw., Vòg. Afr., II, P. 571 (1903). Non conosco questa specie de vis; essa è la più meridionale delle tre finora ammesse, trovandosi nel Massai (Loru, Ugaja FiscHer, Kibaya NEUMANN). I caratteri per i quali essa si distingue dal A. cruentus, col quale fu confrontata, sono la gola rosea nel maschio, circondata da una fascia nera, il colore ocraceo più intenso dei lati del corpo e del sottocoda e la maggiore estensione degli apici bianchi delle timoniere, e talora una lieve tinta rosea delle parti‘ supe- riori. Nella femmina la gola è bianca, circondata pure di nero ;. TT. SALVADOR iS} EnSS (00) «essa somiglia molto alla femmina del A. cruertus, ma ne diffe- .risce pel colore ocraceo dei fianchi e del sottocoda più intenso, e pel bianco degli apici delle timoniere esterne più esteso. Il Neumann ha raccolto un giovane, distinto per avere le re- miganti e le cuopritrici coi margini chiari e tuttavia aveva la lascia nera gulare, dimostrando che tale fascia nera non è carat- tere distintivo degli adulti, ma comincia ad apparire anche nei govani. Mi FILIPPO CAVAZZA Variazione dell'abito della “C. coturnix,, ottenuta con un’ alimentazione esclusivamente animale: (con una tavola in tricromia ) In un lavoro pubblicato nel IgII (1) esponevo i risultati di mie esperienze intorno all’ influenza dell’ umidità sul piumaggio» della C. coturnix. Queste esperienze dimostrano chiaramente che l’azione del- l’umidità prolungata era assai evidente sul pigmento delle penne. e come essa facesse diminuire l'estensione del colorito nero a vantaggio di una tinta rossa-ruggine. Questo fatto è assai im-. | portante specialmente perchè parecchi sperimentatori, primi fa i quali il BeEBE (2), avevano osservato. che l'umidità è stimola-. trice di forme melaniche, o almeno tendenti al melanismo, in parecchie specie ornitiche. Tali fatti dimostrano che in ispecie ornitiche sistematicamente’ non molto distanti (C. coturnix, Scardafeila inca) uno stesso fat- tore produce effetti non solo diversi ma quasi opposti. Ma nella Quaglia sono pure numerosissimi i casi di mela— nismo parziale. Siccome le esperienze succitate toglievano una delle cause più spesso invocate per spiegare le forme semi-melaniche della Quaglia, così in un mio articolo pubblicato in questa rivista, (3( esposi ipotesi su alcune altre cause possibili. (1) Archivio Zoologico, Vol. 5 pag. 29, Tav. 3-7, Aprile 1911. (2) BeEBE, W. — Geographic variations in Birds with especial reference- to the effects of umidity: New York Z. SOCIAVERI ENER OO ge (3) « Riv. Italiana di Ornitologia » Anno I, N. 3, Gen. Marzo 1912, p. 131. 250 FILIPPO CAVAZZA Occupandomi infatti della varietà semi-melanica di Valenza, e dopo aver osservato che gli esemplari di tale varietà colti nei nostri paesi portano il più delle volte traccie di schiavitù, facevo l'ipotesi “che questa modificazione melanica sia do- Viuitia(a‘(d' wo isipie!ci'a l'e ge mere di nutrizione), ef dopo alcune altre considerazioni aggiungevo “ sarebbe quindi Dieiniett nfiaGiprovestdiidive ssa taiziioniess ue zii remune io VIGNA Cominciai subito sperimentando l’azione di una nutrizione esclusivamente animale. Immisi nella stessa serra che mi aveva servito per l’ espe- rienza coll’ umidità (questa volta ben arieggiata), 12 quaglie (50 79) il 7 di maggio 1912. Durante il primo. mese il nutri- mento fu misto, sostituii infatti al miglio, che avevano mangiato fino allora, il seme di canapa mischiandovi una buona quantità di crisalide; somministravo poi tre o quattro volte al giorno molte larve di Zezedrio di cui le quaglie si mostrarono sempre ghiottissime. Diminuii poi gradatamente la quantità di seme di canapa sostituendolo con carne di bue o cavallo pestata e sec- cata al forno. Poi a tutto ciò aggiunsi una volta al giorno un pasto di carne fresca di bue o cavallo. Così dopo un mese il nutrimento delle quaglie era il se- guente: crisalide, carne seccata e pesta, carne fresca, e larve della farina (Zeredrio). ; Non tardai ad osservare che questo genere di alimentazione era grandemente dannoso alle mie quaglie, che dimagrivano straor- dinariamente e si mostravano assai sofferenti. Parecchie mori rono con dei tumori intestinali, o con altre forme patologiche ‘meno precise. Non ostante ciò proseguii l’ esperimento fino al luglio 1913, cioè per la durata di 14 mesi. Al sopraggiungere delle prima- vera si trovavano nella serra solamente 37 e 29, gli altri 7 in- dividvi essendo già morti. Non avvenne in questi esemplari una muta completa, e forse «ciò tanto in causa della schiavitù quanto per lo stato di salute in cui essi sì trovavano. Nondimeno l’ aspetto dell’ abito di questi esemplari, e specialmente quello di due g’, si mostrò dopo la fc " i, il È VARIAZIONE DELL’ ABITO DELLA ‘ C. COTURNIX ,, 251 muta evidentemente diverso da quello che aveva l’abito degli stessi individui l’ anno precedente. Nella tavola pongo le penne dei fianchi, dei lati del petto, delle spalle, del petto, e della regione della macchia nera della gola di un gd? normale (figg. 1-5), di un g? sottoposto durante un anno all’azione dell’ umidità (fig. 6-10) e di un g° cibato durante un anno con alimento esclusivamente animale (figg. 7-15). Non sto a fare una vera descrizione degli esemplari cibati con alimento animale, giacchè il farlo sarebbe oltre che lungo anche inutile. Dalla tavola qui unita appare con evidenza che le quaglie cibate coll’alimento sopra descritto hanno molto modificato il loro abito. La gola, i lati della testa e la regione della macchia nera dei tre maschi sono divenute più o meno rosso-ruggine così che la tipica macchia nera ad ancora o è scomparsa o è divenuta rugginosa (fig. 15). Le penne del petto sono assai arrossate (fig. 14) sebbene molto meno che nei y esposti all’ umidità (fig. 9); quelle dei lati del petto sono molto arrossate ma presentano ancora, sebbene rimpicciolita, la macchiatura nera (fig. 12) che era com- pletamente scomparsa negli esemplari esposti all’umidità. Le penne allungate dei fianchi si sono molto modificate divenendo il color cannellino normale quasi ruggine vivace e diminuendo moltissimo l’ estensione del nero il quale è ridotto a sottili striscie longitudinali (fig. 11); nelle quaglie esposte all’ azione dell’ umi- dità la modificazione era stata anche più forte giacchè in alcuni casi non vi era assolutamente più traccia di nero (fig. 6). La colorazione generale delle parti superiori appare molto più rossastra della normale, e ciò perchè le parti che nelle penne sono normalmente lionato-chiare sono divenute color ruggine, mentre le macchie lanceolate, primitivamente giallo-sporche, sono ‘ora color cannella-scuro. Le modificazioni che si osservano nelle 9£ sono molto più tenui, ma nondimeno sono dello stesso tipo di quelle osservate nei maschi. Appare dunque da questi fatti che la nutrizione ha un evi- dente effetto sulla pigmentazione delle penne della quaglia, ma N LS] FILIPPO CAVAZZA appare pure che nel caso di una alimentazione esclusivamente animale, le modificazioni prodotte non hanno assoluta- m'entte nulla tafeh'efve dere fte01 cast di imela nismo parziale così comuni nella C. coturnix. Le variazioni ottenute sono infatti assolutamente simili, sebbene minori per grado, a quelle prodotte dall'azione del- l’ umidità. Questo fatto ha una grande importanza giacchè esso ci per- mette di giudicare tanto l’azione dell’ umidità, quanto quella della nutrizione animale sulla quaglia, come semplici stimoli determinanti il passaggio da potenza in atto di una tendenza reattiva preesistente comune agli individui della specie C. co- turnix. Sarebbe infatti difficilmente spiegabile in altro modo (cioè coll’ azione diretta e direi specifica del fattore esterno) il fatto che due agenti così diversi producano fenomeni dello stesso tipo. L’azione patologica degli agenti adoperati non ha assolu- tamente nulla a che vedere coìle modificazioni osservate, perchè essa fu forte nell’ esperienza sopra esposta mentre debole assai e diversissima nelle prove intorno all’ effetto dell’ umidità, e perchè în molti altri esemplari di C. coturmia tenuti in ischiavitù e morti di malattia non si osservano le modificazioni succitate. Ecco, in tal modo, divenire chiara la ragione del non raro apparire di esemplari di quaglia con abito rossastro (rosciola, baldami, africana) in tanti diversi paesi. Ammettendo infatti che la C. coturmix tenda a reagire in quel dato modo a parecchie modificazioni dell’ ambiente, potremo facilmente trovare o supporre alcune delle cause esterne che hanno stimolata quella data tendenza a reagire. Tutto ciò concorda benissimo colle idee che molti ora vanno esponendo sul valore e sull’ essenza dell’azione esterna come fattore di modificazioni somatiche e biologiche. Ma rimangono ancora meno spiegate le variazioni semi-mela- niche che ci hanno spinto alla ricerca. La variazione osservata in questo caso tende infatti, come l’altra prodotta dall’ umidità, a diminuire l’ estensione del pigmento nero sulle penne della quaglia. | Questo us non PESCE che alirio agenti esterni possano avere un'azione stimolatrice cosi diversa da determinare le note modi- | ficazioni in senso melanico. Le ragioni che diversi autori addussero e che io esposi in questa rivista per dimostrare che le variazioni melaniche, e spe- cialmente quelle ben stabilite come le varietà di Valenza, deri- | vano con tutta probabilità dall'azione “di un ambiente specia- : lissimo ,, mantengono tutte il loro valore; solo non abbiamo per ora trovata alcuna delle cause determinanti. IO Agosto 1913. (Istituto Zoologico della R. Università, Bologna). \ SPIEGAZIONE DELLE FIGURE (Tav. IV) Figg. 1-5. Penne dei fianchi, dei lati del petto, delle spalle, del petto e della __——1macchia centrale della gola di Cozurrzx coturnix tipica d'. » 6-10. Le stesse penne di un’ esemplare d' stato per un anno in ambiente umido. » II-t5. Le stesse penne di un’ esemplare c' cibato per un anno con ali- mento animale. BREXICNOME Merula torquata alpestris. — Il sig. Francesco VENEZIA mi comunica di aver avuto il 15 aprile u. s. un bell’individuo di Merula torquata alpestris, ucciso nelle vicinanze di Castelvetrano (Trapani). Tale specie è di comparsa accidentale e rara in Sicilia, a quanto scrive il Venezia, però è ricordata da vari Autori per la detta Isola, e ne parlò lungamente il DopERLEIN, cfr. “ Natur. Sicil. ,, anno 11, 1883. Io l’uccisi più volte in Sardegna nell’ in- verno, e la trovai sul mercato a La Valletta (Malta) nel gennaio no del 1899. E. ARRIGONI DEGLI Oppi Catture ed osservazioni varie nel cremonese. — Le invio (1) alcune notizie, che credo di qualche rilievo per i lettori della «Rivista A123 novembre 1912 fu ucciso dal Custode dello Chalet Canottie- i, a poca distanza dal Ponte di ferro sul Po, un Pha/acrocorax carbo femm. ad. Il 23 marzo p. p. altro Marangone pure femmina in abito di nozze venne ucciso sul Po presso Monticelli d’ On- gina, da un branchetto di 5 individui, Altro esemplare fu veduto discendere a. volo il Po il mattino del 22 giugno u. s. —. Dalle osservazioni da me fatte su detta specie risulta che il Marangone, quantunque scarso, è di doppio passaggio in Provincia nell’ Ot- tobre-Novembre e nel Marzo-Aprile. Il 19 gennaio a. c. il Cacciatore di Anitre Vissar Livio, spa- rando ad un branchetto di Germani reali, uccise una femmina ad. di Fistione turco. Erano molti anni che questa specie non si cat- turava sul Po, giacchè gli ultimi due presi sul fiume stesso, mas. e femm., datano dal 23 aprile 1894. Addì 6 maggio p. p. mi venne portato un Himanigi. can- didus femm. ad. uccisa nelle risaie di Spinadesco, e con questo esemplare si chiude la serie degli uccelli rari da me avuti nella stagione venatoria 1912-1913. (1) Lettera al Conte E. Arrigoni Degli Oddi. BREVI NOTE 25 1 Ma due altre osservazioni rimarchevoli ho potuto fare il 29 “giugno p. p. Recatomi in quel giorno in escursione sul Po sino ‘alla foce dell Adda, potei lî presso osservare un Gabbiano co- ‘mune posato sopra una piccola sabbia appena emersa dalle acque. Fattolo abbattere, fu non piccola la mia sorpresa nello scorgere che si trattava di un soggetto inanellato portante la scritta “ Vo- gelwarte, Rossitten, Germania 8488 ,. Avrò piacere se, per suo mezzo, potrò sapere l’ epoca nella quale il detto uccello venne inanellato. E° una femmina in muta, quasi adulta. Ripreso il viaggio di ritorno, poco al disopra. di Monticelli, mi aspettava una seconda sorpresa. Sopra una vasta isoletta sulla ‘quale nidificavano alcune coppie d’ Occhioni, Rondini di mare e Fraticelli, potei vedere un branchetto di Sterne composto di sette individui. Portatomi colla barca a breve distanza, questi uccelli ripresero il volo facendo udire lo speciale e ben noto richiamo della Ge/ochelidon anglica. Ad esse fece eco quello delle .Sterna fluviatilis nidificanti, le quali a beccate misero in fuga i Beccapesci inglesi. E’ davvero strano che questa specie si presenti sovente nel mese di giugno sul Po, ove di certo non nidifica. Dalle mie note ‘risultano infatti le seguenti date di cattura: a) mas. ad. zi giugno 1896, prima cattura pel Cremonese, ucciso sul Po presso il ponte in ferro (nella Coll, ArRIGONI DE- -GLI ODDI.) 6) femm. ad. 29 giugno 1913, uccisa da me sul Po presso .Stagno Lombardo. E’ giacchè sono in argomento, menziono per questa specie le . altre catture seguenti: 5 maggio 1899. Viste due nelle risaie, uccisa una. 9 maggio 1899. Francesco CeRruTI uccide tre di queste -Sterne; erano 4. I9 e 27 maggio 1902. Se ne uccidono altre due. 6 maggio 1904. Viste due- Dai dati summenzionati risulta adunque che questa Sterna è «di passo quasi regolare in primavera sul Po, e certamente se si potessero fare liberamente ricerche nel tempo del generale divieto, ‘si potrebbe raccogliere buona messe di osservazioni. Gradisca ecc. Cremona, li 3 luglio 1913. Dev. O. FERRAGNI Notizie ornitologiche dalle isole Eolie. — Come le (1) avevo promesso, ho continuato a raccogliere materiale di studio sugli uccelli delle isole Eolie, ma particolarmente di Lipari. Contem- poraneamente infatti alla presente, Le invio vari esemplari di specie locali, mentre di altre che possiedo soltanto in uno o due individui dò una sommaria descrizione. Inoltre anche delle specie (1) Lettera al Conte Arrigoni Degli Oddi. D un 2 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA inviate fornisco quelle indicazioni sulle misure, che mi risultano. dall’osservazione di più individui. Gheppio. — Non sono certo se tale specie per l’ Isola di Lipari possa ritenersi strettamente sedentaria, perchè è molto rara nell’ autunno inoltrato e a principio dell’ inverno. Certamente estiva. Posseggo: a) femm. Lipari, 21 aprile 1910: lungh. tot. 360, ala 240,. coda 166, tarso 4o mm. Parti superiori di un nocciola molto chiaro. 6) femm. Lipari, 3 gennaio 1912: lungh. tot. 365, ala 244, coda 166, tarso 43 mm. Le tinte nocciola più cupe che nel pre- cedente. c) mas. Lipari, 16 aprile 1912: lungh. tot. 345, ala 243, coda 165, tarso 43 mm. Colori ordinari. d) femm. Lipari, aprile 1912: lungh. 343, ala 242, coda 162,. tarso 43 mm. Contrariamente ad una mia comunicazione precedentemente fattale, qua si trova la Civetta ed un altro Rapace notturno, ma non potei averne alcun individuo. Scricciolo — E specie abbondante nelle piccole macchie poste nelle parti più elevate dell’isola di Lipari. — Dimensioni osservate in sette individui: lungh. 95-105, ala 43-48, coda 32:34, tarso 17 mm. Colorito ordinario. Passerasolitaria. — Relativamente abbondante soprattutto sulle coste rocciose. — Dimensioni osservate in cinque individui catturati a Lipari: lungh. 226-245, ala 122-129, coda 85:90, tarso 30-32 mm. Le dimensioni mi sembrano piuttosto piccole, ma le ali sono di rilevante lunghezza. Manca la Capinera. Sterpazzolina. — Abbondante dovunque, sopra 16 indi- vidui catturati a Lipari, 15 erano maschi. — Dimensioni: lungh. 122-133, ala 56-62, coda 52:59, tarso 19 mm. Occhiocotto. — Poco abbondante. — Dimensioni riscon- trate in quattro individui: lungh. 127-141, ala 54-60, coda 58-63, tarso 19-20 mm. Statura piuttosto piccola. i Magnanina — Rara. — Dimensioni: lungh. 130, ala 50, coda 60, tarso 19, 4 mm. La timoniera laterale è soltanto bru- nastra, più chiara delle altre che sono bruno-nerastre. Il Luì piccolo è soltanto invernale. Lodola. - Non ho potuto ancora stabilire se questa specie possa ritenersi stazionaria. Non ne ho preparato alcun individuo. Tottavilla. — Poco abbondante, si trova nei piccoli tratti pianeggianti in località poco coltivate. — Dimensioni: lungh. 143, ala gi, coda 49, tarso 22, unghia del dito posteriore 14 mm. Di- mensioni piuttosto piccole. Zigolo nero. — Abbondante ovunque, un maschio ad. cattu- rato nell’isola di Filicudi presenta le seguenti dimensioni: lungh. 164, ala 79,5, coda 72, tarso 18 mm. Un secondo maschio da Li- pari ha l’ala di 79, coda 70 e tarso 19; una femmina da Vulcano. ha 155 mm. in lungh. 73 d’ala, 68 di coda e 18 di tarso. nd SI BREVI NOTE 25 In diversi altri individui catturati a Lipari ho riscontrato : lungh. 150-166, ala 75-79,7, coda 68-70 e tarso 18-19 mm. Le dimensioni ‘soprattutto dell’ala sono al quanto variabili. Passera. — Comune nei luoghi abitati. — Dimensioni: lungh. 147-157, ala 75-77, coda 54-56, tarso 19-20, mm. Le dimensioni, come si vede, sono piuttosto variabili, spesso rilevanti, ma l’ala relati- vamente si presenta piuttosto breve e così la coda, il tarso è piuttosto lungo in confronto dei soggetti continentali. Passera mattugia. — L'ho trovata soltanto a Castellaro, Lipari, piccolo altipiano coltivato posto all’altezza di circa 400 m. s. m. — Dimensioni: mas. lungh. 158, ala 69, coda 55, tarso 18 mm., femm. 135.66,51 e 17, quindi la statura è normale. Passera lagia. — Abbondante soprattutto a Castellaro; . gl’ individui che ho potuto catturare in detta località presentano dimensioni assai variabili. In generale si nota una grossezza considerevole degli indi- vidui mentre ala, coda e tarso sono piuttosto brevi. Presento le ‘ dimensioni di soggetti catturati in singole località: a) mas. Lipari, zo maggio 1912, lungh. 164, ala 95,-coda 52, tarso 13 mm. 5) femm. Lipari, 20. marzo 1912, lungh. 163, ala 9:, coda 52, tarso 19 mm. c) mas. località il Salvatore, lungh. 160, ala 97, coda 54, tarso 19 mm. quindi con ali e coda più lunghe. d) femm. Isola Filicudi, lungh. 153, ala 89, coda 48, tarso 18 mm. Cardellino. — Comune in tutte le isole «dell'Arcipelago. Per le dimensioni notevolmente piccole mi sembra forma molto note- vole. Sessi quasi simili, nero della testa disposto in modo diffe- rente che negli individui della penisola italica. Dimensioni rile- vate in cinque individui presi a Lipari: lungh. 120-127, ala 69-73, coda 46-49, tarso 14 mm.; dimensioni di un individuo maschio preso a Filicudi il 22 aprile 1912, lungh. 126, ala 74, coda 48, tarso 14 mm. Fanello. — Abbondante in ogni isola. Dimensioni ordinarie, lungh. 132, 135, ala 73-77, coda 33-54, tarso 16-54, 5 mm. Verdone. — Ho preso un solo individuo di questa specie a Castellaro nell'inverno 1911 (non preparato), non posso dire se sia stazionario. Corvo imperiale. — Non so, come per il Gheppio, se si possa dire strettamente stazionario; si trova in tutte le epoche dell’anno e nidifica. Però la sua abbondanza variabile col succe- dersi delle stagioni mi fa supporre che molti individui od immi- grino dalla o nella Sicilia. Dimensioni osservate - a) mas. Lipari, gennaio rIgII, lungh. 650, ala 460, coda 260, tarso 74 mm. 6) femm. Castellaro, 22 marzo 1912, lungh. 590, ala 420, 823 tarso 62 mm. Piccione selvatico. — Abbondante, nidifica lungo le sco- gliere marine. Dimensioni e colorito normali, mas. da Castellaro, 17 febbraio 1912, lungh. 340, ala 223, coda 123, tarso 20 mm. D ut (ee) RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA Cortunice (?). — Estinta da circa 15 anni a Lipari, si tro-- verebbe ancora a quanto affermasi, nell’ isola di Salina, ma non. ne potei avere esemplari. Gabbiano reale. — Abbondante, abita in colonie più o- meno numerose in località inaccessibili sul mare in ogni isola del- l’Arcipelago. A Lipari si trova una colonia di oltre cento individui. sui precipizi del Salvatore ed una seconda pure numerosa sopra uno scoglio, che s’erge sul mare ad un’altezza di circa 60 metri, quale torre colossale; è uccello assai scaltro e si lascia avvici- nare raramente. Un individuo che potei avere, ma che era stato in gran parte divorato da altri uccelli, presentava l’ala di 445 ed il tarso di 65, mm. Dello stesso Le invio la testa, perchè . possa osservare la forma caratteristica del becco somigliante a quello degli esem- plari di Sardegna, ma leggermente distinto. Un maschio catturato a Lipari il 2 maggio 1912 presenta le seguenti dimensioni: lungh. 645, ala 455, coda 183, tarso 72, becco. 60 e dito mediano 70 mm. Le dimensioni mi sembrano rilevanti. eccetto quelle della coda. Così ho terminato l’Elenco degli uccelli stazionari nell’ isola» di Lipari ed in alcune delle isolette dell’ Arcipelago eolico. Di alcune specie (Passera lagia, Passera mattugia e Tottavil. la) Le spedii già alcuni esemplari : ora a mezzo pacco postale. contemporaneamente alla presente le mando: Gheppio e Scric- ciolo, 2 Passere solitarie, 2 Sterpazzoline, 2 Occhiocotti, Magna- nina, Zigolo nero, 2 Passere, 2 Cardellini, 2 Fanelli, testa e piede di Gabbiano reale. Aggiungo infine una Nota di tutti gli Uccelli, stazionari, estivi,.. invernali o di passo, che mi consta trovarsi nell’ Arcipelago, o perchè li ho catturati o perchè li ho osservati coi miei propri occhi. L’ Elenco non è certamente completo, ma qui intanto ri- cordo : Astore, Albanella reale, Gheppio, Falco grillaio, Civetta, Far cicollo, Cuculo, Ghiandaia marina, Gruccione, Upupa, Succiacapre, Rondone alpino, Rondone, Balestruccio, Rondine, Rondine mon- tana, Balia nera, Averla capirossa, Scricciolo, Passera scopaiola, Tordo, Merlo nero, Passera solitaria, Culbianco, Stiaccino, Codi-- rosso, Codirosso spazzacamino, Pettirosso, Rusignolo, Beccafico. Sterpazzola, Sterpazzolina, Occhiocotto, Magnanina, Luì verde, Luì piccolo, Canapino maggiore, Cannareccione, Ballerina, Balle- rina gialla, Cutrettola gialla, Pispola, Calandro, Lodola, Totta- villa, Calandrella, Zigolo nero, Passera, Passera mattugia, Passera. lagia, Fringuello, Cardellino, Verzellino, Fanello, Verdone, Rigo- golo, Corvo imperiale, Piccione selvatico, Tortora, Coturnice (2), Quaglia, Pavoncella, Piro-piro piccolo, Beccaccia, Beccaccino,. Gallinella d’acqua, Gru, Airone rosso, Sgarza ciuffetto, Tarabu— sino, Nitticora, Germano reale, Gabbiano reale, Polcinella di mare. Ricordo infine una Berta (), quest’ultima mi è stata inviata. dall’ isola di Solina il 20 maggio di quest’ anno; quest’ individuo per date dimensioni si avvicina alla Berta maggiore, per altre se- ne allontana considerevolmente, infatti lungh. 165, ala 192, coda. BREVI NOTE 259 128, tarso 54, dito mediano 67, becco 48 mm. Parti inferiori bian- che; testa e collo grigi; dorso grigio-nerastro; ali nerastre, coda nera: tarso e piedi giallo-lividi. Per maggiori schiarimenti le uni- sco un disegno dell’ala e della testa di questo uccello. Gradisca ecc. Lipari, 12 giugno 1913. Prof. Dr. GiuLio SABATINI (1) Anomalia di piumaggio in uno storno. — Verso la metà dello scorso Settembre, dal mio amico signor TorouaTo MARTELLI, venivami portato uno Storno vivo, colto nelle reti nei pressi di Gonzaga il cui abito era alquanto strano. Eccone i caratteri: Parte superiore della testa, del dorso e del groppone color cenericcio tendente al marrone; parti inferiori color grigiastro tendente al color tortora; gola biancastra, penne dei lati della parte inferiore del becco e della parte inferiore della gola fin verso il petto, dello stesso colore delle parti infe- riori, ma fittamente macchiettate di scuro. Penne delle ali color bruno chiaro, orlate di bianco giallastro; coda dello stesso colore delle ali, con le penne ugualmente orlate di bianco giallastro. Becco color marron chiaro, giallo vivo alla base. Faccio notare, che l’amico che me lo ha portato, e che di Storni ne ha osservati dei milioni, (esso è in qualità di Segre- tario presso un notissimo negoziante di uccelli per tiro al volo} mai ha riscontrato un caso simile. Ormai è trascorso oltre un mese dacchè mi è stato inviato il detto storno, che l’ abito di questi si mantiene costante. Ho strappato al medesimo alcune penne del petto, due o tre timo- niere e due o tre remiganti, ma ora nulla posso dire sul risultato di tale asportazione, giacchè questa l’ ho fatta da pochi giorni. Non posso accertare se trattasi di una mancata muta, oppure, come sarei più propenso a credere, se trattasi invece di una muta già compiuta con rimessa dell’ abito avvicinantesi al primi— tivo abito giovanile. Istituto zoologico - R. Università Bologna, 24 Ottobre 1913. FEDERICO ALZANI (1) Il Prof. SABATINI, che qui pubblicamente ringrazio, si è occupato con lo- devole zelo dell’Avifauna delle Isole Lipari e mi ha mandato queste Note con la preghiera che venissero inserite nella nostra « Rivista », il che faccio ben volentieri. Egli mi ha inoltre spedito vari uccelli delle Isole stesse, materiale che spero di poter in breve studiare. (E. A. D. O.) PRI dd RASSEGNA DEI PERIODICI; Revue Francaise d’ Ornithologie, publiée par M. DeNIsE et A. MeNnEGAUX, Paris, H. Tessier, à Orleans. IV année, 1912. N. 44, 7 décembre 1912. Dupois ALPH. parla (p. 411) delle specie europee del genere Cyanecula, del lavoro in argomento presentato dal KLEINSCHMIDT al Congresso di Berlino e cita le forme proprie alla Francia ed alle sue colonie : africane, cioè A - a macchia rossa Cyarecula gQaetkei, caerulecula e pallidogularis - B - a macchia bianca C. 2volfi e volgac. — Fuve pE LA M. dice (pp. 412-413) che la Poiana in cattività preferisce i rettili a qualsiasi altro cibo, però mangia pure volentieri la carne macellata o la selvaggina, in libertà non si ciba mai nè di uccelli, nè di selvaggina; il suo mantenimento in schiavitù costa pochissimo. — ViLLatTE pes Pruenes “ Catalogue raisonné des Oiseaux observés dans l arrondissement de Mon- lucon (seguito e fine, pp. 414-420), cita altre 177 specie, di alcune di esse come Riondine, Balestruccio, Colombaccio, Tortora, Qua- glia, Beccaccia e Gru dà le date di arrivo e di partenza dal 1895 al 1or1, tra i rari ricorda Syrrhaptes, Platalea, i due Phalacro- corax, Cygnus; V Elenco con osservazioni continuate potrà essere maggiormente completato. — Decoux A. sulla Stctospiza formosa in cattività. — “ Protection des oiseaux ,, (pp. 421-423) con note sulla protezione degli Aironi bianchi nella Florida, creazione di una Riserva nel Somersetshire fatta dalla Società Reale per la Pro- tezione degli Uccelli, sul Polcinella di mare nell'Isola Rouzic, mare del Nord ecc. — “ Notes et Faits divers ,, (pp. 423-425). — L’HermitTE ]. parla sull’ amicizia reciproca degli uccelli. — PARIS P. sulla confusione che spesso fanno gli artisti tra Aquila reale e Aquila di mare. — KIRcHNER A. sulle date d’arrivo e di par- tenza delle Rondini in genere nell’anno 1912. — ANFRIE E. sulla varietà bianca della Poiana, che continua a ritenere costante. — KempEN CH. v. sulle catture del Coracias garrulus presso Saint- ‘Omer. — Compte-Rendu (pp. 425-426). LIBRI E RIVISTE 261 5.8 année, n. 45, 7 janvier 1913. DeLeuiL R. “ Notes Ornithologigues sur la Région des Al- pilles ,, (pp. 2-5) con osservazioni sullo svernamento in gran nu- mero della Cote rupestris, sulla presenza della Tichodroma, sopra un uovo anormale cioè piccolo e molto globoso ritrovato in una covata ordinaria di Passera solitaria, sulla nidificazione del Rusi- gnolo e del Canapino. — Eroc G. “ Un coup d’oeil sur quelques Collections particulières ,, parla (pp. 6-7) della Coll. Rapor p’ Es- sSONNES, che possiede parecchie rarità per la fauna francese. — Bow M. comunica (pp. 7-8) catture di Stercorarius, Larus sabinei e Thalassidromae in Bretagna e Normandia. —- DeLamann J. “ Mi- gration d’automne en 19I2 ,, con note (pp. 8-9), parla sulle mi- grazioni di sperî= comuni dell’anno 1912 paragonate con quelle avvenute nel 1 .., dice che lo stato atmosferico anormale dello scorso anno non ebbe influenza sul decorso normale dei movi- menti migratori. — Rapixe ]J. sulla cattura di una Pernice di mare nel Finistèere. — Mounier L. sulla Protezione degli uccelli ed i rimboschimenti nel Madagascar. — Dipier A. sul Barbagianni, dice (pp. 11-12) che è uccello utile perchè distrugge Arvicole in ‘quantità, e che deve esser protetto. — Nel Notiziario (pp. 14-16) MerLzEeuRrAT V. parla del regime alimentare dell’ A/cedo ispida che distrugge pesci, ma anche ‘batraci e libellule. — Paris P. sulla Poiana in cattività. — Devy L. sulla riproduzione di specie eso- ‘tiche. — RonrcHEWwsKky W. sopra una Ghiandaia albina. — Biblio- grafia e cenno necrologico di E. BRraBANT (p. 16). N. 46, 7 février 1913. PetiTcLERC P. stende (pp. 17-18) uno studio sulla ripro- duzione della Fulca atra. — ZepLiTz O. DE discute (pp. 18-19) sulla presenza dei ciuffi ornamentali nelle Ubare da lui osser- vate in gran numero in Tunisia, dice che il maschio li con- serva totalmente d'inverno e che anche la femmina possiede ‘ciuffi bene sviluppati. — Lamoureux E. parla (pp. 19- 20) di fem- mine di Germani in abito di maschio. — DeLeuiL R. della Poiana bianca (pp. 20-22), illustra parecchi individui di Poiana comune che presentavano varietà di tinta, dice che la specie è assai va- riabile di colorito, ma che non esiste una vera forma bianca di Buteo. OLIvIER E. parla sullo stesso argomento. — REBOUSSIN RocER 5 Cuculo. — LeBastarp M. A. “©hservations ornitho- logiques faites à Malo-les-Bains en octobre 1912 (pp. 23-25). — Decoux A. (pp. 25-20) sull’ EueMeia olivacea di Cuba, con descri- zione dei sessi, sulla distribuzione geografica, suoi costumi in li- bertà ed in ischiavità. — Nel Notiziario (pp. 29-31) Paris P. parla della Collezione della Scuola dei Gesuiti di Digione, ora sperduta. ReBoussin R. sulla cattura di Hare/da Ayemalis e Otdemia Do. nella Somme. — BoscHe FILS sull’ effetto della musica sul Barbagianni. — Henry G. sulla riproduzione della Volpoca in do- mesticità. — Des ABBaves sul passo delie Tortore nel Mediter- raneo. Dacuin F. sopra un individuo albino di Meru/a merula. _ Beles A. sull’esistenza della Gazza blu iberica nei Pirenei 2062 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA orientali, dice che vi si trova realmente e ciò dietro informazioni avute personalmente. — VirLatte Des PruGnEs sul Circus cine- raceus. — Segue la Bibliografia (pp. 31-32). N. 47, 7 mars 1913. MenEGAUX A. parla (pp. 33-39) sugli uccelli raccolti nel sud- ovest del Marocco dal sig. Boudarel della missione Du Gast, il paese esplorato è la regione costiera che s’ estende da Rabat ad Agadir, la collezione è importante perchè comprende numerose sottospecie poco conosciute e che sono le forme rappresentative delle specie europee. — Dr. Ornus “ Hecatombes et Wagons de Bergeronnettes ,, (pp. 39-40). — Hucues F. sopra le Quaglie ina- nellate (pp. 41-44). — Nel Notiziario (pp. 44-47) MiLLeT-Horsin parla dell’ apertura della caccia nel mezzodì della Francia. — Lamoureux E. sulla cattura di una Aecurvirostra nella Sarthe. — VaLLoT ). sull’ aironiera di Plancy, Aube che è in aumento e conta oltre 50 nidi d’ Ardea cinerea. — FévRrIER S. sulla cattura di una Aquila del Bonelli in Dordogna. — DeLeuiL R. sul Co- lymbus glacialis in Provenza. — Secuin-JaRD E. sugli uccelli da lui stesso inanellati a Aiguillon-sur-Mer, Vandea (Charadrius, Pe- lidna, Tringa, Numenius e Strepsilas. — Bibliografia (pp. 47-48). N. 48, 7 avril 1913. MenEGAUX A. descrive (pp. 49-51) Paradisea duivenvoder della Nuova Guinea Olandese, intermedia tra P. guilielmi e P. minor e ne figura la testa paragonandola con quelle delle due ultime specie, proviene da Geelvink, descrive poi P. raggiana sororia affine a P. raggiana, dalla quale è distinta per le tinte del dorso, i tipi sono nel Museo di Parigi. — Dipier R. “ La question de l’espèce en systematique ,, (pp. 51-52). — Bon M. comunica catture d’ uccelli rari avvenute a Royan (Charente-Inférieure) nel 1912 e tra le stesse una dozzina di Larus sabinet. — Ricordo altre note di M. pe LA Fuye sulla caccia dei rapaci fatta a mezzo del Gufo reale — di AnrRrIE FE. sulle Collezioni private. d’ Ornitologia e sopra catture di Aquila naeviotdes, Querquedula angustirostris e Tadorna rutila — di DeLeuiL R. sulla distruzione dei piccoli uc- celli — di MeneGAUX sulle Quaglie inanellate ecc. N. 49, 7 mai 1913. Dupois A. “ Sur la classification des oiseaux , (pp. 65-68), rivista critica per rettificare certe disposizioni nel raggruppamento delle famiglie secondo i dettami degli studi recenti e dei lavori di alcuni colleghi, nel presente lavoro rassegna le sottoclassi Ra- titi e Ptilopedi (continua). — VaucHER A. “ Sur Moubara undu- lata , c. fig. (p. 68). — MeneGAUX A. “ Sur Sy/via undata ,, dice (p. 69) che esistono quattro forme l’ undata tipica, x. aremonicus della Bretagna, u.foni dell’Africa sett.-occidentale e u. dartjordensis a’ Inghilterra. — Ricordo le comunicazioni di DeLaMAIN J. sulle migrazioni primaverili del 1913 — di BrasiL L. su qualche uc- LIBRI E RIVISTE 263%: cello notevole del Museo di Caen (Casarca casarca) — di LeGROSs. A. su uova anormali — di BoscHe rirs sull’ allevamento del Ru-. signolo. N. 50, 7 juin 19£3. Duro1s ALpH. “ Sur la classification des oiseaux ,,, sottoclasse- terza, Gimnopedi (pp. 81-83, fine), — Dr. BesaucèLe “ Utilité d'un nouveau Catalogue Frangais approprié à la Classification Moderne ,,. a proposito del lavoro di TRouESssART invoca la compilazione di un ‘ Catalogo d’Ornitologia francese in relazione con le classificazioni moderne, ne spiega lo scopo e l'utilità (pp. 83-86). — DeLaMAIN a “ Pour la formation d'un Comité des Migrations en France ,,, pro-- pugna (pp. 86-87) la formazione di un Comitato che desse impulso agli studi sulle migrazioni, come venne fatto nella Granbretagna dal Club Ornitologico Inglese. — MenEGAUX A. parla (pp. 87:88) dell’ Ammodramus savannarum caucae CHapm. dell’ Equatore e della Colombia. — Eroc G. (pp. 88-90) sulle Aquile anatraie, distingue Aquila clanga Parr., A. rapax Temm., A. naevia Gw. con due forme A. n. minor e A. n. major, dà l'abitato, le differenze ed i sinonimi. — AnFRIE E. sull’ Houbara undulata e BoscHe FILS sull allevamento del Rusignolo. — Nel Notiziario (pp. 92-95) TrouessarT E. parla sulla muta dei Passeracei in primavera. — L’ HerMiTTE ]. sull’abbondanza di Gazze marine nella rada di Marsiglia nello scorso inverno e sulla Ciconia alba in Provenza. — Tatawon sui nidi artificiali di Barbizon. — Notizie sul “ Bu- reau des Migrations ,, — sul Comitato ornitologico russo e sul P Esposizione di Liegi. — Bibliografia (pp. 95 96). N. 51, 7 juillet 1913. MenegGaUx A. e Dipier R. parlano (pp. 97-103) di una Colle- zione ornitologica composta di 169 individui, rappresentanti 101 forme o specie differenti appartenenti a 35 famiglie, raccolti nel Yunnan occidentale ai confini della Birmania, alla lista sono ag- giunte notizie biologiche fatte dal collettore sig. PicHon. — Dr pIER R. a proposito della Poiana dice (pp. 103-106) che è uccello utile e porta forti motivi in appoggio dell’asserto. — LeGROS A. termina (pp. 106-108) il suo lavoro sulle uova anormali. — SE- cun-Jarp M. ricorda la cattura di altre due Proce/laria glacialis (pp. 108-109) al largo sul mare nella Vandea nel novembre 1911 ed un terzo dell'agosto 1912, così can quello citato nel numero 38 di questa “ Rivista ,, dal sig. E. ANFRIE, sono quattro i soggetti della rara specie catturati lungo il litorale della Vandea. — Hucues. A. cita (pp. 109-110) pel Gard Marmaronetta, Hirundo rufula,. Biblis e “dulcis in fundo , Anhinga plotus. — DeLamarn J. Notizie sulle migrazioni. — Bagin R. sulla Columba palumbus e la sua auto-domesticazione entro la Città di Parigi. — DaGuin F. sul- l'utilità ed i danni che apportano date specie di Rapaci,e ciò in base ai grandi studi fatti da C. HennickE e da lui resi noti nel suo libro “ Handbuch des Vogelschutzes ,,, delle sei specie, qui citate, sono dannose Aquila chrysatétus, Haliattus albicilla e Pan- 204 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA dion, incerta Vl Aquila naevia, utili Circattus e Buteo. — Nel No- tiziario (pp. 117-119) sonvi notizie sul Merlo bianco (M. pE FRANCE) — sull’ arrivo delle Rondini nel 1913 (P. PETICLERC) — su cat- ture di Co/vnbus nella baia di Somme (Macaup p’ Aususson) — sulla scoperta di un uovo d’ A/ca impennis, rinvenuto dimenticato in un vecchio armadio (Conte pi TRISTAN) — sugli Aironi bianchi ed il Sindacato berlinese dell’ industria delle penne e dei fiori, il detto Sindacato ad imitazione del “ Premio Sciama ,, fondò un Premio di diecimila Marchi da conferirsi a chi avrà allevato al 31 dicembre 1918 in un parco dell: Colonie tedesche 300 Aironi bianchi (MEeNEGAUX A.) ecc. — Bibliografia (p. 120). Le Gerfaut. — Revue de la Societé Ornithologique de la Belgique, 20° année, n. 8, 1." novembre I9I2, MarrLer M. “Le nid du Merle,, (pp. 113-116). — Mottin G. “ Dissertation sur le Coucou ,, (pp. 116-118). — Coopmann L. “A propos des Hirundinidés ,, (pp. 118-120). — DuBois ALPH. “ De l’extinction de certains oiseaux ,, (pp. 120-126) dice che secondo le ricerche dell’ Hon. RotHscHILD risulta che dal XVI se- colo ad oggi 139 specie ornitiche sono del tutto scomparse, 47 sono alla vigilia d’ estinguersi e 50 minacciano di sparire in breve e cita alcune di queste: Strzgops habroptilus e Ectopistes migra- tortus ecc. — Nel Notiziario (pp. 127-128) sono citate catture di Stercorarius parasiticus, Haliaòtus albicilla e Perdix damascena. N. 9, I." décembre 1912. TANT A. parla contro le eccessive critiche fatte al sistema delle reti e Mortin sulla Protezione degli uccelli. — M. pe Con- TRERAS sulle catture di Os tarda nel Belgio. — Hreuninckx G. stende (pp. 135-136) uno studio biologico sopra il P/atycercus pal: lidiceps. — Nel Notiziario (pp. 137-141) vi sono notizie sul Dryo- copus martius, Botaurus stellaris, Aquila chrysattus, Stercorarius cepphus, Sylvia orphaca (1° cattura) ecc. tutte prese nel Belgio. — Indice della materia della seconda annata (pp. 142-144). 3.0° année, n. I, janvier 1913. Dugois ALpH. parla (pp. 2-5) di una Sylua orphaea catturata il 22 settembre 1912 presso Liegi (cfr. n. 9, anno 1912), specie nuova pel Belgio e la figura, cita inoltre altre specie catturate ai confini con la Francia e ricordate da p’ HamonviLLE e da CH. v. KemPEN. — Visart DE Bocarmé F. stende (pp. 6-11) uno. studio biologico sul Dryocopus martius, parla della sua distribuzione, costumi, ecc, (continua). — MarrLert M. “La Collection de nids et d’oeufs ,, (pp. 11-15, cont.). — Nel Notiziario (pp. 15-16) sono citate catture di Artlhus richardi, campestris e spinoletta, Pandion haltattus, Oceanodroma leucorrhoa, Glareola pratincola, grossi pas- saggi di Chrysomitris spinus ecc. Pane, LIBRI E RIVISTE 205: N02, fever 19135 Visart DE Bocarwé F. continua (pp. 17-21) il suo lavoro sul Picchio nero, parla sulla sua distribuzione nella Svizzera, Francia, Granbretagna e del nido, che figura (continua). —. MarrLor M. termina (cfr. p. 15 num. antec.) il suo lavoro sulle Collezioni di uova e di nidi. — pe Contreras M. parla (pp. 23-25) su uccelli scappati di schiavitù nel Belgio e che possono venir ritenuti come presi nel Paese, cita Parus castaneiventris, Spizattus ornatus, Phoe- nicopterus roseus, Porphyrio caeruleus, Casarca tadornoides e Mo- ‘ lothrus ater. — MaAxpERBACH sulla Protezione degli Uccelli (pp. 25- 30). — Notizie sulle Esposizioni ornitologiche di Liegi (dicembre 1012) e sulle Esposizioni internazionali di Ornitologia, Entomo- logia e Botanica di Liegi dal 23 marzo al 23 aprile 1913 (pp. 30-82). N° 3, mars 1913. TanT A. parla (pp. 33-34) del “ Bureau de migration , della Società Ornitologica del Centro del Belgio, dice che allo scopo d’ inanellare uccelli furono fabbricati 10,000 anelli che portano la scritta “ Ornis Louvain , ed un numero d’ordine, sono dati gra- tuitamente agli amatori di tali ricerche e prega di essere aiutato nei suoi sforzi. — Visart pe BocarmE F. continua (pp. 34-40) l'articolo sul Picchio nero, parlando della sua distribuzione nelle grandi foreste della Germania. — MarrLor M. parla (pp. 40-44) dell’ Arorthura troglodytes. — Nel Notiziario (pp. 46-48) sonovi notizie sulla costituzione di una nuova Società Ornitologica che prende nome dal Bacino del Seraing, su catture di Urza /omvia, Stercorarius pomarinus ed Ampelis garrulus, di un Canarino sel- vatico certamente scappato di gabbia. — Seguono le Liste dei Membri delle Societa ornitologiche del Belgio, cioè quelle di Louvain, Verviers e Liegi e della Società degli Amici degli Uc- celli di Stavelot (pp. 1-11). N. 4, avril 1913. Visart DE Bocarme F. “ Le Pic noir ; (pp. 49-56), sua di- stribuzione nel Belgio e nel Lussemburgo (cont.). — Van HavRE G. “ Observations ornithologiques faites principalement dans la province d’ Anvers pendant l’année 1912 (pp. 56-61), catture di Emberiza leucocephala, Uria bruennichi, Sylvia orphaea ecc. (cont.). — Nel Notiziario (p. 63), osservazioni su colonie di Columba oenas, Corvus frugilegus e sopra un nido di Merlo scoperto alla fine di gennaio, ed al 4 di febbraio con uova deposte. — Biblio- grafia (p. 64). N 5, mal L913 “ Partecipation de la S. O. C. B. à l'Exposition internationale documentaire d’ Ornithologie (Liége, 1913). — VIsaRT DE BOcARMÉ F. “Le Pic noir , (pp. 68-73), distribuzione del Picchio nero nel Belgio (cont... — Van Havre G. termina il suo articolo: Contri- buto d’Osservazioni Ornitologiche fatte nella Provincia di Anversa durante l’anno 1912 (pp. 73-77), parla di Otis tarda, Scolopax -266 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA rusticola, ibrido di Fyringilla coelebs e montifringilla, altro ibrido d’Emberiza citrinella ed hortulana. — Notiziario (pp. 78-80), la Festa degli Uccelli, Larus sabinei nel Belgio, Parra jacana in Un- gheria ch’ era invece Ga/linula chloropus ecc. Auk. — “A Quarterly Journal of Ornithology published by the American Ornithologists Union ,,, Cambridge, Mass. 1912. Vol. XXIX, January-October 1912, n. I-4. Grosso volume di pp. i-VIII, 1-604, tra gli articoli più note- voli noto: Brewster W. Cenno necrologico dell’ Ornitologo de- funto H. A. PuRrpIE con ritratto (pp. 1-15). — TownsenD C. W. sugli Uccelli estivi osservati nella St. John Valley, New Bruns- ‘wick (pp. 16-23) con note su 8I specie. -- GRINNELL }). propone (p. 24) il nome di Carfodacus mutans per una nuova specie di Trombettiere delle Isole Hawai simile al frontalis della California, ma con le aree che sono cremisine nei maschi del frontaZs, gialle od aranciate nei maschi di zufans. — Una lista degli Uccelli della Contea Sedgwick nel Kansas di DwicHT IsELY (pp. 25-44) che con- tiene 208 specie. — Un notevolissimo studio biologico (pp. 49-71) sul Phaéton americanus fatto alle Bermude da ALrreD O. Cross, con descrizione delle isole, del P/aéton, delle migrazioni, cibo, nido e riproduzione, vi sono annesse nove tavole con 2o figure, -quattro delle quali rappresentano l’adulto sul nido, altre quattro le uova e le rimanenti 12 il nidiaceo giovane di 12 ore dalla na- scita fino all’età di 60 giorni, cioè nello sviluppo completo di. corpo e di piumaggio che raggiunge prima di lasciare il nido, PA. dice che il nidiaceo volò via dal nido a 62 giorni di età; le figure sono accompagnate da note spiegative diligentissime ed esaurienti. — A pp. 109-110 GRronBERGER I. M. ricorda su dati di varie epoche due specie nuove per la Groenlandia, il Z'otanus calidris ed il Turdus iliacus. RuHoaps S. N. “ Birds of the Parano of Central Ecuador ,, (pp. 141- 149). — Hopce C. F. parla (pp. 169-175) sul Colombo viaggiatore, dice che l’ingente premio di lire 5000 è sempre disponibile per chi potrà scoprire o dare notizie di singole coppie o di colonie nidificanti in qualsiasi località del Nord America, per la scoperta di nidiacei vi è poi un complesso di premi che s’aggirano nel loro insieme su circa 13 mila lire, nel corrente ainno (19II) egli ebbe varie notizie, ma contraddittorie o che non sembravano au- tentiche, eccita gli osservatori a fare diligenti ricerche. — Town- senDp C. W. (pp. 176-179) riporta osservazioni da lui fatte per sta- bilire l’ entità specifica dell’ Arras obscura rubripes BREWSTER 1902. — BisHop L. B. (pp. 179-191) parla degli Uccelli da lui osservati sui mercati dell’ Europa meridionale, articolo già citato in questa ‘“ Rivista , (cfr. p. 223, 1913). — THayER ]J. E. parla (pp. 208-200) ‘e fisxura un uovo di A/ca impennis da lui posseduto e che sarebbe l’ ottavo della sua Raccolta, tre di assi furono descritti nell’ “ Auk,, del 1905, gli altri cinque sono citati nella pubblicazione di THomaSs PARKIN e dalla stessa estrae le note riportate nel presente arti- LIBRI E RIVISTE 2607 colo. — Moore R. T. parla delle nidificazioni della Pisobra nu nutilla con figure dell’ uccello sul nido e dei nidiacei (pp. 210-223). — KennepbY Hamirton C. dei gravi danni che arreca ai vigneti l Oreoscoptes montanus distruggendo | uva (pp. 224-226). BisHop L. B. descrive (pp. 232- ‘233) un nuovo 5Buzeo del Toe col nome di Buteo lineatus texanus, il cui tipo è nella sua Rac- colta. — TownsenD C W. parla (pp. 285-295) della genealogia degli Uccelli. — PHiuipps J. C. (pp. 295-306) delle Anitre nere in rapporto alla loro distribuzione geografica, dimorfismo sessuale e variazioni individuali, comprendendo nel gruppo l’ Anas fulvigula, A. tristis, A. diazi, A. wyvilliana e V A. laysantensis e figurando VA. diazi. — Wricur H. W. determina l'ora nella quale date specie di uccelli emettono il loro canto e l’ora nella quale si tacciono alla sera, facendo seguire notizie su tale riguardo sopra circa 50 specie. — BercroLp W. H. (pp. 327- 336) descrive gli Uccelli osservati nei singoli mesi di ottobre del periodo 1906-11 nel distretto del fiume Gila nel Nuovo Messico, elencando 76 specie. — PuÙiripps J. C. dubita (pp. 336-338) della bontà specifica del Carpodacus mutans descritto da GRINNELL (cfr. “Auk », p. 24), e sull’inopportunità di chiamarlo wars in base alla teoria biologica. — WRIGHT A. H. (pp. 343-363) stende un diligente articolo sul Conuropsis carolinensis scomparso quasi completamente tra gli anni 1832-62 negli Stati dell’ Unione, e del quale qualche esemplare sembra esistesse ancora sino al 1904 nella Florida. — Srarrorp E.F. parla (pp. 361-368) del Toxostoma curvirostre palmeri. — BrunER S. C. e FeILD A. L. di 23 specie os- servate durante una gita attraverso le montagne della Carolina nord-occidentale (pp. 368-377) e delle specie trovate ad altezze tra 2000 e 5000 piedi d'altezza. — Bancs O. descrive (pp. 378- 349) Bonasa umbellus thayeri subsp. nov. della Nuova Scozia si- mile a 5. x. fogata. — Segue il 16° Supplemento del “ Check- list , dell'A. 00 U. degli Uccelli americani compilato dal Comitato dell’A. O. U. con numerose aggiunte di specie descritte come nuove o trovate per la prima volta sul suolo dell’ Unione, ricordo tra queste Zotanus calidris (Groenlandia), Emberiza rustica e Cal- liope calliope (Alaska). — Caun A. R. (pp. 437-444) sull’ agghiac- ciamento del Lago Cayuga nello Stato di Nuova York in rap- porto alla vita animale, in differenti paragrafi parla delle undici specie di uccelli osservate dal 10 febbraio al 10 marzo, con no- tizie sullo stato nel quale vennero trovate, del numero degli uc- celli morti di fame o di freddo ecc. unendo varie fotografie in argomento. — Mc Aree W. L. “ Methods of estimating the Con- tents of Bird Stomachs ,, (pp. 449-464). —- HarLow R. C. parla degli uccelli nidificanti nella Contea Center in Pennsylvania. — STRONG R. M. stende (pp. 479-488) uno studio biologico sulla vita del Mergus serrator con parecchie fotografie del nido e del ni- diaceo, Parla diffusamente delle uova e della nidificazione. — Arten F. H. sui colori puo in riguardo alla famosa teoria di RooseveLT (pp. 489 507). — Smvr VELIA (pp. 508-530) sugli Uccelli osservati nella Contea cas Virginia elencando 195 specie con brevi note sulla loro distribuzione, “le divide in sta- 268 RIVISTA ITALIANA DI ORNIFOLOGIA zionarie, estive, invernali, ecc. tra esse ricorda un individuo della rara Aestrelata hasitata catturato presso Blacksburg il 30 aprile 1893 (Coll. J. DwicHT), il terzo individuo in allora ricordato per gli Stati Uniti d’ America e lo figura in varie posizioni. — Final- mente a p. 573 viene comunicato che la cognata del compianto Prof. GugLieLmwo BLasius di Braunschweig desidera di vendere un individuo d’ A/ca impennis, probabilmente 1’ ultimo che rimane ancora sul mercato. Chiudono il volume gli Indici dello stesso (PP. 575-604). Viol. XXX, N. 1, January 1913. Townsenp C. W. scrive alcune Note sugli Uccelli del La- brador (pp. 1-10) con belle fotografie del paesaggio, enumera 51 specie e da ultimo cita la cattura di una Dafi/a acuta, nono individuo pel Labrador. — CLarx H. L. parla (pp. 11-15) della AXodino- cichla rosea eximia Rimeway dal lato anatomico, per la sistema- tica crede debba ritenersi una Tangara e non appartenente ai Miminae (sec. Stiarpe) o ai Mniotiltidae (sec. Ripoway). — Evermann B. W. parla (pp. 15-18) di 18 specie nuove per le Isole Pribilof, quattro delle quali nuove anche pel Nord America, cioè Anas, ferina, A. fuligula, Nyctala tengmalmi, Coccothraustes japo- wicus. — SHUFELDT R. W. (pp. 29-39) presenta contribuzioni alla Palaeontologia ornitica con figure, dice che nel deserto Oregon trovò avanzi di Aquila chrysattus, Haliattus leucocephalus, Olor, Botaurus, ecc. — BerGroLp W. H. fa (pp. 40-73) un lungo e di- ligente studio biologico sul Carpodacus mexicanus frontalis. — Barbour TH. “ A different Aspect ot the Case of RoosEvELT vs. THAYER , (pp. 81-91). — MarHEws G. M. parla dei nomi ge- nerici /0is LacepÈbE e Agalheus BiLLBERG (pp. 92-95), in base a ricerche fatte dice che /6is LacePpÈDE ha per tipo /bis candidus DaupIn 1802 e deve rimpiazzare il nome generico Psexdotantalus Ripeway 1883 e /Vegadis KauP 18209, ma quale sostituto classico per /bis LacepÈbE. — Segue la Relazione sul “ 13° Meeting del- IFAZO.NU. 7, (pp. (906-105) #/—**General Notes} (ppilnoz-ra Bibliografia (pp. 118-145). — Lettere ecc. (pp. 146 165). N. 2, April 1913. Cameron E. S. “ Notes on Buteo swainsoni in Montana , (pp. 167-176) con fig. d. nido (continua). — Moore R. T. “ The Fox Sparrow as a Songster ,, (pp. 177-187), con note musicali del canto stesso. — Barrows W. B. “ Concealing Action of Botaurus lentiginosus (pp. 187-190), parla della colorazione del Tarabuso americano, che agisce quale fattore protettivo impor- tante, ciò che si nota anche nella specie europea. — Puirips J. C. “ Bird Migration from the Standpoint of its Periodic. Accuracy (pp. 191-204). — Cooke W. W. “ The Relation of Bird Migration to the Weather ,, (pp. 205-221) parla della relazione che esiste tra le condizioni atmosferiche e le migrazioni degli uccelli, cita dati e fatti che concorrono a stabilire la parziale esattezza di tali opinioni. — GRINNELL J. descrive (pp. 222-224) due nuove forme Ma o LIBRI E RIVISTE 209 di Glaucidium della Costa del Pacifico, cioè G. gnoma vigilante della California merid. e G. g. swarthi dell’isola Vancouver, am- bedue assai vicini a (G. g. californicum, i due tipi sono nella Coll. GrinneLL. — FLeminG J. H. “ Ontario Bird Notes ,, (pp. 225- 228). — ALLEN F. H. “ More Notes on the Morning Awakening ,, (pp. 229-233). — EirriG G. “ Notes on some of the Rarer Birds of the Prairie Part of the Chicago Area ,, (pp. 236-240). — Bay- narD O. E. “ Breeding Birds of Alachua County, Florida (pp. 240- 247), 97 specie. — Creaves H. H. “ What the American Bird anding Association has accomplished during 1912 , (pp. 248-261), c. fig. — CLark H. L. “ Anatomical Notes on Some Genera of Passerine Birds ,, (pp. 262-267). — General Notes (pp. 267-282). — Bibliografia (pp. 283-310). — Lettere, Elenco dei Soci ecc. N23 9]ulyasgns: Stone W. “ Bird Migration Records of WiLLiam BaRTRAM 1802-1822, con ritr. ,, parla (pp. 325-358) di un manoscritto conser- vato nella Libreria dell’ Accademia di Storia Naturale di Filadelfia di W. BartRAm, che contiene un diario di note fenologiche e sul passaggio degli Uccelli dal i802 ai 1822, diario e note che sono qui riportate dallo Srone con commenti. — Forpes A. Osserva- zioni sul volo dei Gabbiani in rapporto al vento, c. fig. (pp. 359- 366). — Peters J. L. oftre una lista di Uccelli raccolti nel terri- torio di Quintana Roo, Messico, nell'inverno e nella primavera del 1912, si tratta di 375 individui rappresentanti 132 specie, pro- venienti da iocalità situate lungo il fiume Hondo e da territori coperti da fitta vegetazione bassa, sono descritte come nuove le seguenti sottospecie: Aufornis magnirostris conspecta, Ortalis ve- tlula intermedia, Melopelia asiatica australis è Cardinalis cardinalis flammiger (pp. 367-380). — Cameron E. S. Note sul Buteo swain- sont fatte in Montana (pp. 381-394, con tav.), termina il suo studio biologico con notizie sull’ alimentazione ed il piumaggio del detto Falco. — Winsor M. TyLER parla (pp. 394-398) sul modo col quale il Planesticus migratorius alleva i suoi piccoli. — Swart H. S. (pp. 399-401) sul Psaltriparus santaritae Ripewavy 1868, che è sempiicemente il giovane del P. p/umbeus e come tale va consi- derato. — CLarKk H.L. “ Anatomical Notes on 7odus, Oxyruncus and Spindalis (pp. 402-406). — Weston F. M. Nuove notizie ornitologiche dalle montagne della Carolina nord-occidentale, con note su 27 specie (pp. 418-421). — Jewel L. L. Su alcuni uccelli nord-americani osservati a Panama (pp. 422-429), parla di 74 specie che lA. ebbe l’agio d’osservare nel periodo roIrI-settembre 1912 a Gatiin, Zona del Canale. — Seguono “ General Notes ,, (pp. 429- 439). — Bibliografia (pp. 439 470). — Notizie (pp. 472-476). British Birds, edited by H.F. WirHeRByY and others, vol. VI, London, WirHERBY e C. N. 7, December 1912. Wir&erBy H. F. parla (pp. 202-210) delle osservazioni fatte sulle migrazioni ad Holy Island dall’ 8 settembre al 18 ottobre 1912, | Riv. di Ornitologia. 18 - 270 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA sono citate 104 Specie, delle quali 30 stazionari», degne di spe— ciale nota sono Regulus regulus ed ignicapillus, Lanius collurio, Acrocephalus dumetorum secondo esemplare britannico, Sylvia curruca, Turdus musicus forma continentale, ecc. — “ Recovery of Marked Birds ,, (pp. 211-216) con le date e le località di cat- tura di numerosi soggetti inanellati e quindi ripresi, essi appar- tengono a 22 specie, tali catture avvennero in località britanniche, qualcuna in Francia, una in Olanda (Sturnus vulgaris) ed una in Portogallo (Vanellus vanellus). — Nel Notiziario (pp. 217-227) STANFORD J. K. parla di uccelli rari osservati di passo nello Yorkshire, cioè Megulus regulus, Muscicapa parva, Acrocephalus dumetorum, cfr. supra ecc. — Riviere B. B. di un nido di Aegzo- thus cabaret con cinque uova trovato il 25 aprile 1912, data pre- coce. — ArnoLD E. C. di un Anthus campestris preso nel Sus- Sena TiceBursT C. B. di un Parus a. kletnschmidti trovato per la na volta nel Norfolk. — HucHes-OnsLow K. del Lazzus exubitor comparso nel Rutland. — BenTHam H. sul comporta- mento del Lazzus collurio con la preda vivente (A/auda arvensis, giov. da nido). —" BorreR CLIFFORD sull’ Acroceshalus aquaticus nel Norfolk. — Banker R. M. sulla Sy/via undata in Irlanda, osservata per la prima velta nella stazione dei fari irlandesi, con l’ aggiunta della nota degli uccelli rari avuti dalle stesse. stazioni dal 1877 ad oggi. — Jourpain F. C. R. su Otis fetrax comparse! nel Devon. — Bibliografia, Negrologio (pp. 228-229). — Lettere (pp. 230- 232), e tra esse una di Gurney ]. H. che previene come |’ Ibis sacro catturato nell’ Essex (cfr. azfea, p. 200) debba considerarsi aufuga e ricorda come un altro individuo venne preso vivo nel Sussex nell’anno 1871. N. 8, January 1913. Jourpain F. C. R. parla (pp. 234-245) degli uccelli osservati nella primavera 1912 nella parte sud occidentale dell’ Islanda, delle molte specie osservate nidificanti soprattutto uccelli palustri, dice che talune come il N. praeopus è così numeroso che non si può osservare il nido di uno senza disturbare quello dei vicini, nel Museo di Reykjavik osservò un Botaurus catturato nelle vicinanze che gli parve il /erntiginosus, unisce una buona fotografia dei nidi di Cigno, Stercorario maggiore e delle Roccie Almanns, ove ni- difica il Tordo sassello. — SmaLLey F. W. stende una biografia di W. B. TEGETMEIER, morto il 19 novembre 1912 a 96 anni, noto naturalista, allevatore ed espositore. — Catture di uccelli inanel- lati in Granbretagna (pp. 251-253) e ripresi nel paese stesso, eccetto un Larus ridibundus preso nella Vandea in Francia. — Nel No- tiziario (pp. 254-257) CLirrorp BoRRER parla di nidi d’ Organetto minore trovati coi piccoli il 7 maggio e di Cardellini osservati con tre uova il 13 aprile a. c., date precoci. — BARRINGTON R. M. di alcune A/auda arvensis cinerea osservate in Irlanda, distin- guendo, con tale nome, la forma orientale della Lodola. — Ro- BINSON H. W. sulle covate di Rondini e Balestrucci. FORREST H. E. sopra una Rondine osservata a Shrewsbury nella prima quindicina del novembre a. c. — Gurney J. H. e gli Editori sul j È j | E i di LIBRI E RIVISTE 27% Plegadis falcinellus nel Norfolk e Cambridgeshire. — ParKIn TH. sulla vendita di uovo di A/ca impennis della Collezione F. W. Proctor fatta in Londra il 21 novembre u. s. per 230 ghinee. — Alla fine del fascicolo (pp. 263-164) RoBinson H. W. parla della nidificazione dell’ Axser anser e dell’ Harelda hyemalis nelle Ork- ney e Massey H. sulle nidificazioni locali del Crociere. N. 9, February 1913. Penrose F. G. parla (pp. 266-269) sui costumi dell’ Oedzcre- anus oedicnemus durante | epoca delle cove, figura la femmina sul nido, crede che in questo uccello, come in molti altri sia nullo il senso dell’ olfato e domanda ragguagli in argomento. — Wi- THERBY H. F. e LònnBERG EinaR separano (pp. 270-271) il Fa- .giano di monte delle Isole Britanniche sotto il nome di Lyrurus dfetrix britannicus dalle forma .tipica della Scandinavia, il maschio presenta l’ala più corta, la femmina ba le tinte bruno-rossicce più pronunciate ed altre differenze minori. — WiruerBy H. F. parla (pp. 273-276) delle differenze tra la C/langula clangula e la C. islandica, dice che |’ estensione della tinta chiara, la forma e grandezza delle scapolari servono sempre a distinguere le due ‘specie fer se, questo per i maschi adulti; inoltre altra distinzione che serve per qualunque età e sesso è data da un rigonfiamento, che si nota sulla parte anteriore dell’ osso frontale della C. 1s/an- «dica e che si sente sotto le penne toccando col dito la detta parte, dà la figura delle scapolari delle due specie e della testa delle stesse per dimostrare la verità di quanto espone. — Nel Noti- ziario (pp. 277-285) WirHerBy H. F. comunica la cattura di una Rondine inanellata nello Staffordshire il 6 maggio iI9II, e ripresa nel Natal il 23 dicembre 1912. — Forp-Linpsav H. F. su catture di Nucifraga c. macrorhynchus nel Sussex. — BentHAM H. su di un uovo di Cuculo deposto nel nido di A/axda arvensis, fatto poco frequente. — Bayvnes G. K. su Capinere e Rondini osservate d'inverno in Granbretagna. — SerLE W. cita date ritardate di partenze del Rondone osservate nella Scozia, 2-17 settembre, anni 1903-1911. — FarrEN W. su catture di un //egadis falci- nellus nell Essex. — WormaLD su un individuo di 7y:nga subar- cuata catturato d’inverno, 13 dic. 1912 nella Scozia; la specie è rara in tale stagione nelle Isole Britanniche. -- Forp-Linpsay H. F. sopra una 7r:nga marittima catturata nel Sussex, — SMALLEY F. W. e Jourpain F. C. R. discutono sulle nidificazioni di Oche e Fischioni in Islanda e BentHAM H. parla su deposizioni eccezio- nali di numerose uova fatte da varie specie di piccoli Passeracei in Islanda. i N. 10, March 1913, . Bruce W. stende (pp. 290-293) un cenno biografico del noto «ed infelice viaggiatore popolare E. A. Wirson, medico, natura- lista ed esploratore, nel campo ornitologico egli ebbe ad occu- parsi dell’ Inchiesta sulla “ Grouse Disease , ed ebbe perciò molta parte nel lavoro “ Grouse in Health and Disease ,. — HENEAGE SENTO AN, AI UE NEED I RAI VANO a TTI SISTO PALO 1 ra ARcE ret io Di (N) SI (SÌ RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA CocKs A. (pp. 294-295) un cenno necrologico sul compianto prof. R. CoLLetT dell’ Università di Christiania, notissimo Ornitologo e fon- datore della Raccolta Zoologica del Museo stesso. — Gli Eprrori (pp. 296-297) si propongono di fare un'inchiesta sull’ aumento @ la diminuzione degli uccelli estivi (anno 1913) nella Granbretag na, danno ragguagli sul modo di condurla e distribuiscono moduli che dovranno venir riempiti dagli osservatori. -- Segue (pp. 298- 311) il Rapporto di VaueHan M. sulla medesima Inchiesta fatta nel 1912, le specie sulle quali vennero fatte osservazioni sono 12 dei gen. Lanius, Muscicapa, Phylloscopus, Luscinia, Pratincola, Hirundo, Chelidon, Iynx, i risultati ottenuti danno che il novero dei soggetti notati di anno in anno nella stessa area variano di poco,. ma la loro distribuzione nella stessa varia di anno in anno e le specie complessivamente sono ovunque in diminuzione; al lavoro sono aggiunte due carte schematiche della distribuzione del P4y/ loscopus collybita e della Ruticilla phoenicurus nelle varie Contee della Granbretagna e della Scozia. — Nel Notiziario (pp. 312-317) Briecs T. H. parla del canto del Ch/or:s chloris, — Caron Haick G. H. sulla comparsa dell’ Axthus richardi e del Phylloscopus superciliosus nel Lincolnshire. — Cowarp T. A., MapLeTon H. W., Beprorp M., ALLEN SiLver e gli EpirorI sugli svernamenti di Capinere, Rondini e Luì piccolo nella Granbretagna. — JOURDAIN F. C. R. sulla cattura di una Brerta bernicla nel Derbyshire. — Ticegurst R. F. sulla cattura di un Puffinus obscurus godmani nel Kent, settima per le Isole Britanniche e seconda pel Kent. — Hate J. R. su comparse di 7otanus ockropus e Limosa lappo- nica nelle Orkney. — CHÒarLton ]. M. sulle immigrazioni del- |’ Alle alle sulle coste del Northumberland durante |’ inverno 1912. 1913. — WirHerBy H. F. sulla femmina di Sax:cola oenanthe forma di Groenlandia in piumaggio di maschio, cfr, arzea, p. 283. — Seguono Lettere sulla questione delle Oche e dei Gabbiani nidificanti in Islanda (Beprorp M., SmarcLev F. W., PrumB R. e Jourpain F. C. R.) — sul senso dell’ olfato dell’ Oedicnemus (KELSO J. E. H) — su Rondini inanellate in Europa e riprese nel Natal (Barrincton R. M.). — Termina il fascicolo la Bibliografia (pp. 322-324). N. 11, April 1913. FeiLpEN H. W. stende (pp. 326-329) una biografia con ritratto di H. J. PEARSON morto |’ 8 febbraio u. s. ad Assiut in Egitto. nell’ età di 63 anni, noto per i suoi studi e viaggi ornitologici in Islanda, nella Nuova Zembla, in Lapponia, nel Petchora e pel suo. ammirevole libro “ Three Summers among the Birds of Russian Lapland ,. — Owen J. H. ha osservato (pp. 330-333) che la mor- talità dei nidiacei di Cuculo è elevata, ma tale elevatezza è nor- male, così nei due anni 1911-1912 essa fu circa del 50 per cento. degli individui esaminati. — Hammonp Smit® H. “ On the ejec- tion of the lining-membrane of the Gizzard by the Curlew ,, (pp. 334-336), tale fatto previamente non era stato osservato nel Numenius arcuatus, ma bensì in altre specie come Pastor roseus, Sturnus vulgaris, Turdus viscivorus, Athene, Cuculus e sopra- I VISO ti a g È ; pi dB br LIBRI E RIVISTE tutto nel Buceros. — Ticenurst N. F. parla (pp. 337-338) della probabilità che lo Sturzus vulgaris faccia regolarmente due co- vate all’ anno. — Jackson A. C. (pp. 339-340) sopra penne anor- mali osservate in un Piccione domestico, esse mostravano una piccola penna di contorno alla loro estremità distale, esempi pa- ralleli vennero citati per l’ Emù, i Casoari ed anormalmente nei Piovanello maggiore. — Nel Notiziario (pp. 341-352) è ricordata ia nuova forma del Tordo bottaccio delle Outer Hebrides col nome di Turdus philomelos hebridensis CLARKE, cfr. “ Scott. - Natur. ,, 1913, Pp- 53-55, pI. I, distinto per le macchie del gastreo più numerose e di un nero più intenso, parti superiori più cupe e le inferiori meno rossiccie, ala 116-120 mm. — Beprorp M. e Trougripce T. H. C. sulla nidificazione della Loxza curvirostra. -— Sroney C. V. su uova di Cuculo vedute nel nido di Lodole, ‘caso raro. — Mrape-WaLpo E. G. B. e Jones R. W. sul Luì piccolo ed il Culbianco osservati d’ inverno in Granbretagna. — SmrH Beppatt ]. sopra un ibrido d’ Alzavola e Fischione cattu- rato il 29 novembre 1912 nell’ Essex, lo descrive sommariamente, dandone le misure. — WirH#erBy H. F. sull’ Anatra nota sotto ‘il nome di “ Bimaculated Duck ,, dice che questo nome come venne usato da PENNANT, cfr. “ Brit. Zool. ,, 1776. vol. II, p. 510, pl. c., n. 287, è secondo lui facilmente riferibile all’ ibrido di Ger- ‘mano e Fischione, mentre il “ Bimaculated Duck ,, di Yarrel], cfr. ‘“ 4th ed. vol. IV, p. 389 , sarebbe l’ibrido di Germano ed Al- zavola. — Rosinson H. W. sulla grande mortalità del P%a/acro- .‘corax graculus osservata lo scorso inverno nelle Orkney, dovuta alla mancanza di cibo in causa delle grandi burrasche, per la fame i detti uccelli erano divenuti così agevoli che entravano nelle case e nei pollai, i morenti di fame erano inoltre attaccati e finiti anche dai grossi sorci. — Forp-Linpsay H. W. sopra due Cur- ‘sorius gallicus catturati nel Kent il 21 febbraio u. s. ecc. N. 12, May 1913. Lyxnes H. “ Early “ drumming ,, of the Snipe and its Signi- ficance ,, dice (pp. 354-359) che tali suoni sono connessi con l’ at- tività stagionale degli organi sessuali, che solo eccezionalmente ‘sì notano in altre epoche dell’ anno, che si tratta di fenomeno irregolare offerto da individui eccezionali o forse dovuto a im- pulsi pseudo-erotici, che le condizioni straordinariamente favore- voli d’esistenza godute dal Beccaccino durante gli ultimi inverni ‘assai miti nelle Isole Britanniche favorirono negli stessi attività sessuali assai precoci accompagnate da “ drumming , e da nidi- ficazioni realmente anticipate. — Tom IREDALE (pp. 360-364) sul Larus fuscus delle Isole Britanniche c. fig., dice che venne de- scritto da Lowe col nome di Larus fuscus britannicus (1912), egli invece crede che il L. affinis già precedentemente descritto da ReimHarpTr sopra un Gabbiano della Groenlandia sia da ascri- versi alla forma pallida del Lars fuscus, che quindi la forma britannica debba chiamarsi £. fuscus affinis REINHARDT e quindi «che L. f. britannicus Lowe sia semplice sinonimo dello stesso. — Pod perio, Ti 5: MV gir » I) sa ; Br 18 A 274 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA WirHERByY H. P. “ British Diving Ducks ,, by J. G. MitLa1s, cenno» critico (pp. 365-370). — Nel Notiziario (pp. 371-376) Jourpain F. C. R. crede che lo Storno allevi sovente due covate all’ anno. — Mreares C. S. parla sulla nidificazione del Crociere nel Nor- folk e nello Shropshire. — Owen ]J. H. sopra una Ambder:iza ctir- lus che nidificò nell’ Essex, caso raro. — RivierE R. B. sopra un Merlo con penne bianche sulla testa ed altre parti del corpo. osservato in un nido che era stato usato per tre volte dalla stessa femmina..— BarRrINGTON R. M. sulla MNyctea nyctea nell’ Irlanda, circa il trentesimo individuo ricordato dall’ Isola e sulla Pago- phila eburnea, quinta cattura, cfr. “ Zool. , 1913, pp. 108-109. — Hopexin C. sulla nidificazione della Sterna minuta nel Northum- berland ecc. — Seguono l’indice (pp. 377-392), il frontespizio del vol. VI, June 1912-May 1913. — La prefazione e la lista delle figure (pp. I-VII). Voleva ln] inedno)3% OciLvie-GRANT W. R. parla (Pp. 2-3) di uno speciale abito. regressivo del Gallo cedrone e dei soggetti della stessa specie conservati nella Coll. PENNANT, dice che la detta specie ha un abito regressivo analogo a quello del Fagiano di monte e figura una penna dei lati del collo in estate ed in inverno. — TiceHURST N. F. (pp. 4-6) sulla crescente diminuzione del Crex crex nelle Isole Britanniche. — Gli Epirori sulle questioni risolte in fatto. di Nomenclatura al Congresso Zoologico di Monaco, ove venne di stabilito che sia mantenuto il principio della priorità per quanto. : è possibile, ma in modo da non creare confusioni. — “ Recovery of marked birds ,, (pp. 9-15) con notizie su numerosi soggetti ri- presi appartenenti a 29 specie. — Nel Notiziario (pp. 16-26} Howarp ELior H. parla di Ghiandaie che imitavano gli speciali suoni emessi dal Beccaccino e noti sotto il nome di “ drumming a — WricHT W. C. dell’ Orzolus galbula catturato nella Co. Ty- rone. — NicHors W. B. dell’ Emberiza cirlus nell Essex. — Gor- pon J. G. e WirHeRrBY H. F. su vari P/ly/oscopus trochilus ever- smanni osservati nel Wigtownshire. — WrieHT W. C. sul Falco. candicans nella Co. Derry. — Su numerose Branta leucopsis che rimasero uccise durante le forti procelle che imperversarono nel Dumfrieshire nell’ aprile u. s. — Forp-Linpsay H. W. sulle diffe- renze dei maschi adulti di C/angula clangula e C. islandica, c. fig.. e sulla cattura di quattro G/areola melanoptera nel Sussex. — RivierE B. B. sulla presenza di Larus fuscus della forma setten- trionale e meridionale nel Norfolk- — WirHeRrBy H. F. sopra una rimarchevole varietà di Fagiano, trattasi di un ibrido Phaszazus: colchicus e torquatus, femmina un pò simile alla varietà melanica del Beccaccino nota sotto il nome di “ Beccaccino del Sabine ,, altri casi analoghi vennero osservati dal RorHscHILD e 1’ A. crede. che debbano riguardarsi come casi di variazione discontinua. sunt 1; rt E x pas È sisi ira dala a e LI SAI e 1] PACE A I: POE I N. 2, July 1913. Mary G. S. Best e Maup D. HaviLanD (pp. 34-37) comuni cano che le Oche sentono distintamente col senso dell’olfato se- stre Ba È i En de a : LIBRI E RIVISTE 275 fi: l’uomo è o no presente, e narrano che avendo rizzata una tenda to: a tre metri dal nido di un Arxser anser per prendere fotografie, bo . l’Oca non ritornava al nido quando il vento spirava in direzione dalla tenda al nido e quando invece dal lato opposto non mo- strava alcuna diffidenza nè della tenda, nè degli apparecchi; dice be: che tra i cacciatori è notorio che le Oche ed i Corvi devono SE avvicinarsi contro vento per l'eccellenza del loro olfato, unisce quattro fotografie dell’ Oca e suo nido. — PaLten J. C. parla (pp. 38-50) della scoperta da lui fatta di una colonia di circa trenta individui di Passer montanus nell'isola Inishtrahull, Co. Donegal . con osservazioni sulla sua distribuzione in Irlanda. — Nel Noti- | ziario (pp. 51-59) LanpsBoroucH THomson A. parla delle migra- zioni locali o spostamenti degli Storni in Granbretagna durante l’inverno. — BorrER CLIFFORD e Bavnes C. di nidi di Fanello trovati sul terreno. — Forp-Linpsay H. W. dell’ Awshus cervinus ha nel Sussex. — EARLE E. di covate di 4-5 uova di Syrwum aluco- GLece W. E. della Fuligula fuligula nidificante nell’Essex-OwEN J. H. di un nido di Pavoncella con 5 uova. — Forp-Linpsay H. W. sulla cattura di 7r:nga macularia nel Sussex. — HaviLanp Maup di una Pavoncella albina osservata nelle Outer Hebrides ecc. — Bibliografia e Lettere. N. 3, August 1913. Evans A. H. “ Cenno necrologico di P. L. SCLATER ,, (pp 66- 68). — Mittrars J. G. parla (pp. 69- 80) dei vari piumaggi che pre- senta l Edredone, da quello di nidiaceo sino al completo d’ adulto che non viene rivestito dai due sessi che nel terzo anno d’ età, allora soltanto s’ appaiano e nidificano; però anche prima di tale ; età avvengono corteggiamenti tra i due sessi al tempo degli amori, > ma gli accoppiamenti non sono prolifici e le uova delle femmine non vengono fecondate. — Nel Notiziario (pp. 81-88) Bunvarp P. F. parla della nidificazione del Crociere nel Suffolk e For- REST H. E. nello Shropshire. — NicHors W. B. sulla strana ubi- cazione di un nido di Rusignolo. — Howarp E. H. sui Cuculi e le aree scelte per nidificare. — ALEXANDER H. G. sulla MNyroca nyroca nel Kent - Turney H. B. sul periodo d’ incubazione del- Actites hypoleucus, che durerebbe circa 20 giorni, mentre gli Autori lo indicano di appena due settimane. — GEOFFREY LEIGH A. su Folaghe e Gallinelte d’acqua che deposero le uova nello stesso, nido, fatto noto tra gli osservatori, ma che non si trova citato in alcun lavoro. — Nelle Lettere (pp. 91-92) MiLLeR CHRISTY cita di aver osservato delle Morette che nidificavano nell’ Essex ed altri individui che non covavano affatto, erano a quanto pare femmine sterili. The Ibis, edited by ScLater W. L. - London, R. PORTER, Tenth Series, vol. I. N, I, January 1913. SaLvapori T. parla (pp. 1-2) sopra una rara specie di Turaco dell’ Abissinia, il Zuracus ruspolit del quale esiste un solo indi- 276 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA viduo nel Museo di Genova e descritto dall’ A., unisce anche la tavola colorata. — BucKgniLL J. A. termina (pp. 2-14, cfr. aziea, 1911, pp. 632-656) il suo lavoro sull’Ornitologia di Cipro, parla della Legge sulla Caccia, delle specie protette a tutte le epoche dell’anno e di quelle ad epoche stabilite, delle zone di rifugio, delle specie nocive, le specie da lui osservate sommano al nu- mero di 300, quelle citate da LilLorp a 237, dal MADARASZ a 249, fa seguire brevi note sopra una trentina di specie, tra le quali ricordo Hypolais icterina, varie forme di Sturnus, Buteo vulgaris, Falco punicus ed Anser albifrons, dà infine la mappa schematica dell’ Isola. — Courtois F. descrive Pucrasta jorettana intermedia tra P. darwini e P. xanthospila della Cina centrale, il tipo è nel Museo Britannico, unisce la figura colorata. -- VauGHAN R. E. e Jones K. H. parlano (pp. 17-76) degli Uccelli di Hong-Kong, Macao e di parte della Cina sud-orientale con speciale riguardo alla nidificazione ed alle migrazioni, citano oltre 70 specie con diffuse notizie sulle stesse ed uniscono una mappa schematica delle regiom, ove le osservazioni vennero fatte. — OGILVIE-GRANT W; R. “ Notes on the Birds collected by the B. O. U.. Exped tion to Dutch New Guinea ,,, Beet (pp. 76-115) degli Uccelli ri- portati dalla Spedizione inviata nella Nuova Guinea dalla B. O. DE della Bibliografia generale col lavoro principe del nostro SALVA: DORI, delle pelli raccolte che sommano a 2200 rappresentanti 235 specie, dieci delle quali nuove e già precedentemente descritte dall’ A., segue la tabella delle specie rappresentate o delle fami- glie alle quali appartengono, notizie sulle specie osservate ed infine la bibliografia ornitologica della Nuova Guinea e delle Isole Aru e Kei. — ScLater P. L. (pp: 113-127) fa un esame critico del nuovo “ Hand-List di HartERT, Jourpain, TiceHuRsT e Wr THERBY, ne dissente profondamente pel sistema di nomenclatura e ne dice le giuste ragioni, trova però il libro ben fatto, aggiunge in fine una lista comparativa dei nomi degli Uccelli Britannici secondo la “ List , della B. O. U. (1883) con i corrispondenti del- P attuale “ Hand-List ,, (1912), — Tom IREDALE “ SoLANDER an Ornithologist ,, (pp. 127-135). — Obituary, W. B. TEGETMEIER {pp. 136-138). — Bibliografia (pp. 138-155). —’ Lettere ecc. (pp. 155-162). 1 N. 2, April 1913. VaucHan R. E. e Jones K. H. continuano (pp, 163:201, cfr. antea, p. 76) il loro lavoro sugli Uccelli di Hong-Kong, Macao e parte sud-orientale della Cina, citano altre 80 specie e figurano a colori le uova di 22 specie (continua). — MarHEws G. H. e Tom IrepaLE “ A Reference List of the Birds of New Zealand ,, Part I (pp. 201-263) scrivono un Catalogo degli Uccelli della Nuova Zelanda, adottando la dicitura trinomia per le forme in- sulari, con la distribuzione locale delle singole specie e note cri- tiche sulle stesse, ne sono citate 138, tra esse sono nuove Sferza vittata bollonsi delle Isole subartiche della Nuova Zelanda, Sfer- nula nereis davisae della Nuova Zelanda e MHydrochelidon tsche-. grava oliveri, pure della Nuova Zelanda. — La ToucHe ]J. :D. be cut If CIRIE LIBRI E RIVISTE 277 D. (pp. 263-283) parla di altre diciotto specie osservate a Chin- ‘kiang nel basso Yangtse, da aggiungersi alle precedenti liste pubblicate dall’ A. nell’ “Ibis ,, ed aggiunge nuove note relative ad uccelli già previamente osservati .a Chinkiang ed a Fohkien, descrive e figura il raro /unco sremssent MartENS, del quale potè procurarsi maschio e femmina. — Lowe R. Percy “ Some Notes and ©Observations on an Orfalis vetula suggested by an Examination of an Immature specimen, with fig. ,, studio biologico-plerilografico (pp. 283-301). — Einar LònnBERG “ On Sterna hirundo Linn. and on the Name of the Common Tern,, (pp. 301-303) in base alle Opere di Linneo crede che il nome di Sterna hirundo Linneo debba riferirsi alla Rondine di mare, e non alla Rondine di mare coda lunga. — Obituary, EpwARD ApRrIAN WiLson con fig. RoBERT COLLET e H. J. PEARSON (pp. 303- 312). — Bibliografia (Pp. 313-329). — Lettere, Estratti ecc. (pp. 330- 340) con osservazioni di R. THANNER su quanto scrisse BANNER- MANN sugli Uccelli delle Canarie, cfr. “ Ibis ,, oct. 1912, sulla Col- lezione PENNANT donata al Museo Britannico, sul Museo di Brighton e su questioni di nomenclatura e di priorità. N. 3, July 1913. OciLvie-GranT W. R. parla (pp. 343-350) di una piccola Col- lezione di Uccelli dell’ Isola Henderson nel Pacifico meridionale, piccola isola corallina quasi priva di vita animale, nota 4 sole specie e tra esse un Pappagallo il Vir stepheni, che figura a co- lori. — VaucHan E. R. e Jones K. H. continuano (pp. 350-384) e terminano (cfr. area, p. 201) il loro lavoro sugli Uccelli di Hong-Kong, Macao e della Cina sud-orientale con note speciali sulla nidificazione e sulle migrazioni, citano oltre 94 specie, nel- l’ Appendice parlano dei Perzcrocotus che si trovano nella Cina ‘sud-orientale con la descrizione di una specie nuova, che chia- mano /. stanfordìi, intermedio tra P. roseus e P. cantonensis, il tipo è ora nel Museo Britannico. — BageR Stuart E. C. “ The Evolution of Adaptation in Parasitic Cuckoos Eggs , (pp. 384- 398), è sempre materia di discussione se le uova dei Cuculi pa- rassiti vadano soggette a processi d’ adattamento in forma, gran- dezza, colorazione per esser rese simili a quelle dei nuovi pa- renti nel cui nido vengono deposte. Studia | argomento su uova di 18 specie di Cuculi parassiti, crede che i numerosi è svariati tipi di uova depositate dai Cuculi parassiti, quando esse uova con- trastano troppo fortemente con quelle dei nuovi parenti, vadano gradualmente eliminandosi, ritiene che talora i nuovi parenti ri- fiutino di covare l’ uovo di Cuculo e cita casi nei quali talune specie si fabbricarono un nuovo nido vicino al vecchio nido ove era stato deposto l’ uovo di Cuculo, piuttosto di covarlo. — Lònx- BERG Einar “ On the Linnean Names Stria. funerea and Anser erythropus, and on the Species which should:be referred to them ,, (pp. 398-401), questioni di nomenclatura, crede e spiega in base a documenti come Str1x funerea sia il nome corretto per Civetta CRE ed Anser erythropus per la Lombardella minore. — È 5 Le 278 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA Marzews G. M. e Tom IrebALE “ A Reference List of the Birds of New Zealand, Part II ,, continuano (pp. 402-452, cfr. antea, p. 263)il lavoro sugli Uccelli della Nuova Zelanda elencando altre 128 specie, delle quali sono nuove le seguenti: /MHerodias alba maoriana, Carbo carbo steadi, Circus approximans drummondi della Nuova Zelanda, MNeszerax pottsi delle Isole Both, Cyazoram:- phus auriceps macleani e Stringops habroptilus innominatus di North Island, S. 4. parsonsi da South Island, Sauropatis sanctus forsteri da Soutb Island, Acathisitta chloris granti e Rhipidura flabellifera kempi da North Island, ed infine Myzomoira macro- cephala marrineri delle Isole Auckland. — Seguono gli Atti della Riunione Annuale Generale della B. O. U. 1913, con le dimis- sioni del venerando Presidente F. Du Cane Gopman e del Se- gretario BonHore L. ]. e le nomine rispettive di R. G. Warb- Law-Ramsay e di E. C. Stuart BAKER, vennero inoltre appro- vate variazioni ai Regolamenti della Società. — Bibliografia (pp. 457- 478). — Lettere ecc. (pp. 478-494) — Infine è annunciata la morte del Dr. P. L. ScLaTER già Editore dell’ “Ibis ,, per lunghi anni ed a più riprese, Ornitologo di fama mondiale; la sua morte av- venne il 27 giugno u. s., mentre il presente numero dell’ “ Ibis ,,. era appena finito di stampare. The Zoologist, edited by W. L. DisranT, London, Fourth Series, Vol. XVI. N. 857, November 1912. Harvie-Brown J. A. continua (pp. 401-416, c. fig., cfr. artea,. p. 388) e termina ii suo articolo sul Fulmaro e la sua distribu- zione, dice che varie sono le cause che hanno regolato la gene- rale dispersione di tale specie ed il successivo stabilirsi in nuove località per nidificarvi, cioè il rapido loro aumento verificatosi nell’ alto Nord, le stazioni di pesca motevolmente accresciutesi e che forniscono cibo abbondante, le variazioni climatiche ecc., parla della distribuzione nelle regioni artiche e nelle Far Oér, con la citazione di quanto scrissero gli Autori anche nei tempi antichi e con la nota cronologica della comparsa e della occupazione fatta dal Fulmaro nelle Far Oér dal 1598 sino al 1894. — Part-. TERSON A. H. in “ Some Miscellaneous Notes from Great Yar- mouth ,, note fenologiche sul passo d’ uccelli d’ interesse locale (pp. 417-423). — Nel Notiziario (pp. 424-430) Morris S. parla sugli Storni che si posano sul dorso delle pecore e talora dei cervi. — Lewis S. sulle nidificazioni del Corvus corone. — STEELE ELLIOT J. sull’ aumento del Crex pratensis. -- CHarLtoNn J. M. sopra un individuo di Porzana batlloni ucciso nello Yorkshire, che sarebbe la.IV cattura pel paese. — Norton F. e DELHANTY J. sopra un nido di Podicipes cristatus, osservato nel Glamorgan e che conteneva nove uova invece delle usuali 4-5 e ne dà la foto- grafia. — Tuck J. G. sul Fulmaro nel Suffolk. — Mc. CLymomr )J. R. su Uccelli osservati nelle Alpi. Marittime nell’ estate 1912. e Lal RATA LIBRI E RIVISTE 279% N. 858, December 1912, StuBBs F. scrive (pp. 441-449) un articolo sull’ importanza che presenta il problema delle migrazioni, raggruppando un gran numero di fatti bene accertati allo scopo di spiegare il problema stesso, aggiunge che il soggetto è troppo vasto e che la presente è soltanto una nota preliminare. — Nel Notiziario (pp. 460-464) ApLIn O. V. parla della supposta presenza di un Carfodacus erythrinus adulto in veste rossa veduto nell’ Oxfordshire nel gen- naio 1912, ma che non venne catturato. — SruBss ]J., KiRKMAN F. B. e BoLam G. a proposito di Storni e Ghiandaie che si po— sano sul dorso di pecore e di vacche. — Tucx ]J. G. sulla Pla- talea leucorodia nel Suffolk. — CHarLton J. M. sulle migrazioni della Bernicla leucopsis osservata sulle coste orientali della Gran- bretagna e della Scozia. — Aprin O. V. su Starne osservate nidificanti d’ottobre. — Cocks A. H. sul Fulmaro nelle Spitz- bergen. — Segue Necrologio (pp. 464-369). — Bibliografia, Fron- tespizio, Lista alfabetica dei Contributori e degli articoli com- parsi nel Giornale durante l’ anno 1912 (pp. I-XIX). Vol. XVII, n. 859, January 1913. ParteN C. J. “ Robins on migration observed at the Tuskar Rock and Lighthouse ,, stende (pp. 1-14) uno studio minuto sui movimenti migratori dei graziosi uccellini, dice che seguono tre strade: 1.° discendendo dalle latitudini più settentrionali ad est delle Isole Britanniche e viaggiando in direzione sud-occidentale, toccando |’ Irlanda come migranti autunnali; 2.° come migranti attraverso il Canale della Scozia od Inghilterra ed immigranti nell’ Irlanda; 3.° come migranti dall’ Irlanda in cerca di quartieri più meridionali delle Isole Britanniche ecc. — Nel Notiziario (pp. 37-38) Cummines Bruce F. parla della Noctua noctua net Devon settentrionale. — Dyve B. dell’ Archibuteo lagopus osser- vato nella Great Yarmout. — LancpaLe MarMaDUKE H. sopra un Larus ridibundus in completo e bellissimo abito di nozze che gli venne portato il 16 dicembre u. s., data assai precoce. — War: REN R. sopra un individuo di Ga/lnago sabinei, ucciso nella Contea di Cork nella metà dello scorso novembre, l’ individuo più scuro osservato dall’ A. con le parti inferiori ed il sottocoda nero-fu- liggine. N. 860, February 1913. Dewar J. M. “ Further Observations on the Feeding Habits of the Haematopus ostralegus , continua (pp. 41-56) un prece- dente suo lavoro (cfr. “ Zool., ,, pp. 201-212, 1908) sullo stesso argo- mento, qui enuncia nuove osservazioni sulla nutrizione della Bec- caccia di mare, trattando del Mytlus -edulis, Modiola modiolus, Tapes pullastra, Pholas crispata, Purpura lapillus, Patella vulgata e Tectura testudinalis. — SeLous E. su di un diario ornitologico fatto in Islanda nel giugno-luglio 1912, tratta dell’ Ha/iaètus albi- cilla, sue abitudini e riproduzione (pp. 57-66). — Nel Notiziario RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA (pp. 76) CoLLinewoon Incram parla del Macketes pugnax osser- vato nell’ Isola di Islay nelle Ebridi, ove non era stato previa- mente ritrovato e George BoLam su individui di Larus ridibun- «dus, che avevano assunto il cappuccio scuro già nel dicembre, N. 861, March 1913. SeLous E. continua (pp. 82-104, cfr. anzea, p. 66) il suo Diario «d’ osservazioni ornitologiche fatte in Islanda nel giugno-luglio 1912, parlando ancora delle Aquile di mare, Gabbiani, Cigni ecc. (con- tinua). — Nel Notiziario (pp. 108-110) Warren Ri parla della comparsa dell’ Occhione nella ‘(Contea di Cork, di una :Zzziosa belgica ferita che viveva benissimo in un giardino di pochi acri di terreno, ove venne scoperta a caso e di una Pagophila eburnea, seconda cattura per la Contea stessa; essa era stata catturata da 31 un grosso Falco ed i suoi resti vennero rinvenuti sul lido presso Gren Parade, Cork da un uomo che li portò a Mr. RoHu imbal- samatore della città e dallo stesso vennero riconosciuti come ‘appartenenti al raro uccello Artico !! è N. 802, April 1912. Hope L. E. e Losa TÒÙorpe D. “ Natural History Bureau Records, 1912 ,, (pp. 121-128), note fenologiche. —. SeLous E, continua (pp. 129-136, cfr. aztea, p. 104) il suo Diario d’ osserva- zioni ornitologiche fatte in Islanda nel giugno-luglio 1912, par-. lando della nidificazione dei Cigni. - - CoLincwoon Incram de-; scrive (p. 137) Aeguthalus caudatus tail, forma nuova di Codi- bugnolo propria al Portogallo, che egli fonda su due soggetti provenienti dal Portogallo ed appartenenti al Museo Britannico, differisce, dalla tipica A. c. irbyt della Spagna per la mancanza, di penne color rosa alla spalla, mantello molto più nerastro, con. poche penne lavagna sui lati del dorso, tinte nerastre sui lati Ra della faccia e sulla banda del petto. —— Corsin G. B. ©“ Notes from the Avon Valley, Hampshire ,, (pp. 147-149). — Nel Noti- ziario (pp. 155-157) WARREN R. ricorda un /rerofalco islandus. ucciso il 2 aprile u. s. nella Contea di Mayo, seconda cattura, Barrincton R. M. una Pagophila eburnea uccisa il 25 marzo e ‘Contea Donegal, quinta cattura per l’ Irlanda. — Sruegs F. |]. uccelli asiatici conservati nei frigoriferi e venduti lo scorso in- verno sul Leadenhall Market, cita Syrr%aptes, Perdix daurica, Nettion formosum, Eunetta falcata, Otis dybowskti, Gallinago ste- nura, Dioinedea exulans ecc. —, ricorda il fatto di catture: di uccelli rari, anche per mettere in guardia gli Ornitologi, fondate sopra individui comperati sui mercati!! (3.094 May I913. Gurney J. H n Report for Norfolk, 1gi2 3 (pp. 161- -181) dice che l’anno 1912 fu notevole per le grandi immigrazioni di Anitre, Oche, Gazze marine minori che ebbero SUE LIBRI E RIVISTE 281 luogo nell’ inverno, favorite da forti burrasche e temperature basse; le covate in generale diedero ottimi risultati e le migrazioni autun- nali si svolsero su larga scala, tra le principali rarità pel suo di- stretto nota: Otis fetrax, Stercorarius catarrhactes, Ciconia alba, Scops scops, Acrocephalus aquaticus, Casarca casarca, Porphyrio ?, Plegadis falcinellus, seguono le note fenologiche. —- PaTTEN C. ]. (pp. 182-195) sulle migrazioni diurne di certi uccelli osservate a Tuskar Rock, Irlanda, parla dello studio sistematico delle migra- zioni diurne in generale, delle migrazioni diurne di Ballerine, Pispole e Rondini (continua). N. 864, June 1913. Parren C. J. “ The Diurnal Migration of Certain Birds observed at the Tuskar Rock , continuazione (pp. 212-228, cfr. antea, p. 195) e fine dell’ articolo, con note sulla direzione di volo, sviluppo del senso di visione negli uccelli, movimenti notturni di date specie come Ballerine, Pispole e Rondini osservati alla luce del faro, sui migranti notturni osservati al crepuscolo, sulle migrazioni diurne di date specie ecc. — Nel Notiziario (pp. 229- 232) Kirkman F. B. e MasEFIELD ]J. R. B. parlano sulla mimica nuziale osservata nelle Ballerine e nello Zigolo giallo. — STUBBS F. J. sul senso della bellezza osservato negli uccelli, quale fat- tore nel problema sessuale. — Warren R. sul Falco candicans osservato nella Contea Mayo. — MasrerieLp J. R. B. sulla Perdix montana, varietà rossiccia della Starna. — Warren R. sul Co- lumbus arcticus osservato d’ estate nella Contea Mayo. N. 865, July 1913. SeLous F. J. parla (pp. 241-248) della velocità di volo degli uccelli migratori in connessione col vento, se essi volano cioè con vento favorevole, contrario ecc., fa deduzioni a tale riguardo. — Cotruincwoon Incram (pp. 249 255) sugli Uccelli di Trinitad e di Tobago nelle Indie occidentali britanniche. — Mupee G. P. sopra alcuni fenomeni riscontrati incrociando il Fagiano argen- tato con quello di SwinHoE£, ricerche per sapere se il piumaggio indica sempre perfettamente l'origine dell’ ibrido, estese i suoi studi su aree limitate di piumaggio cioè sulle penne interscapo- lari, sulle remiganti primarie e secondarie ed infine sulle due penne centrali della coda. L'oggetto che lA. ebbe in vista nel fare tali esperimenti fu d’accertare quanto i principi Mendeliani siano veri, se veri affatto, nella trasmissione dei caratteri tra gli ibridi discendenti da razze incrociate, quanto distinti da quelli presentati dalle varietà. Vi è evidenza di segregazione Mende- liana, ma la discussione sarà più sicura quando saranno noti i risultati nel loro dettaglio (pp. 256-258). — Nel Notiziario (pp. 275- 276) Mourton J. C. parla di un caso di polidattilismo osservato nel Butreron capelli di Borneo, fatti sempre rari nella classe orni- tica. — ApLIN O. V. di una covata di Pernici rosse di una tinta nero-fumo quasi generale, eccetto sul petto color blu-lavagna,. lA. ne conserva un individuo. di cè A e Ca + DIE IPTV IOVIESAO Mie ao rt a CEN re POSSA a Aquila, Zeitschrift far - Ornithologie, Redact. Oro Herman, A Tom. XIX, Budapest, 1912. Grosso volume di 504 pp., con varie tavole e figure inter- calate nel testo e gli articoli stampati, come al solito, in asa i tedesca e magiara su due colonne parallele. La massima parte del libro è «dedicata allo studio dei movi: menti migratori degli Uccelli, e sulla protezione accordata agli stessi in Ungheria. Parecchi articoli trattano del soggiorno della Cicogna bianca nel Sud Africa, ove molti individui svernano, . senza però riprodursi e tali risultati si ottennero col sistema degli inanellamenti, a merito precipuo del Dr. Orto Herman. In due spe notevoli articoli separati i sigg. L. THaisz e Csiki E. parlano mei (pp. 166 201) e (pp. 202-209) del nutrimento frugivoro ed inset- tivoro della Starna; il Dr. GRESCHIK ]J. scrive (pp. 210-269) un importante articolo sull’ anatomia microscopica dell'intestino degli Uccelli con illustrazioni, SzEMERE L. parla (pp. 441-451) sulle ni- dificazioni dell’ Aquila melanaètus, del Circattus gallicus e So ‘GERSTRAÀLE L. (pp. 452-453) sul giovane della Beccaccia di mare, e lo figura in tavola colorata accovacciato a terra nale stesso suo ambiente. Riguardo 1° Italia CHerNEL v. CHERNELHAZA S. scrive oe. 49 440) una lettera sui mercati italiani dei piccoli uccelli, sulla asso- sa luta mancanza di protezione degli uccelli in Italia, fatti veri ma ai quali non è possibile porre riparo ad un tratto e Nacy E. (pp. 459-462) dà notizie su uccelli osservati nel mese di giugno tgII nei distretti dei Vulcani italiani, tutte specie comuni eccetto. Saxicola leucura incontrata presso Taormina e nelle Isole Lipari. E. ARrRIGONI DEGLI OppI Id È RECENSIONI VARIE ._« HeLLmayr C. E. - Bemerkungen iùber eine wenig bekannte, neo- | tropische Ammer (Zonotrichia strigiceps GouLp), Estr. “ Ver- handl. d. Ornith. Gesellsch. in Bayern ,, XI, 2 Heft, pp. 178 190, Erlangen, 1912. pas Parla della Zomnotrichia strigiceps, delle livree di tre individui conservati nel museo di Halle e di Buenos Aires, della distribu- zione e della sinonimia; infine separa e descrive Zomotrichia stri- grceps dabbenei, il cui tipo proveniente dall’ Argentina sud-occi- dentale è nel Museo di Monaco. HELLMAYR C. E. - Ueber neue seltene Vogel aus Sidperu, Estr. .. ut supra, XI, I, pp. 159-163, Erlangen, 1912. Parla di Oreomanes fraseri ScLat. e Picolaptes fuscicapillus PeLz. descrivendo le due specie nuove Autfomolus watkinsi e Tham:- nophilus marcapatae, i cui tipi sono nel Museo Zoologico di Monaco. HeLLmayR C. E und Joser GRAF von SFEILERN. - Beschreibung eines neuen Dendrocolaptiden aus Venezuela, Estr. uf supra, XI, I, pp. 157-158, Erlangen, 1912. Ì Viene descritto Automolus klagesi, n. sp. dal Venezuela sett., il cui tipo è nel Museo di Monaco. HeLLmavyr C. E. und Joser GRAF von SEILERN. - Beitràge zur Ornithologie von Venezuela, Estr. “ Archiv. «tr Naturge- scluichfe,heraus:E-#StRrANDS;,_ EXX VINO Jahre, 5° Heft, PP. 34-166, Berlin, 1912. In questo lavoro i due Autori suddetti illustrano 1200 pelli raccolte dal viaggiatore KLaces negli anni 1909-1910 nel Vene- zuela, e conservate nel Museo Zoologico di Monaco e nella Col- lezione del Conte SereRrNn. Le specie citate sono 172, delle quali . le seguenti sono descritte come nuove: Zangara guttata bogotensis, Myiodynastes chrysocephalus venezuelanus, Pseudocolaptes boisson- neautit striaticefs, Sittasomus griseus virescens, Premnoplex brun- mescens rostratus, Drymophila caudata klagesi; alla fine vi è ag- giunto un elenco di 49 specie osservate nel Venezuela e conser- vate in varie Raccolte, sicchè il novero della specie del Distretto somma a 221 in totale. pi. "MERI 284 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA HorsBrucH, Major Boyp. - The Game Birds and Water Fowl of South Africa, with sixty-seven col. pl. of C. G. Davies, crown quarto. London, WirHERBY (in corso di stampa). L’A. pubblica un lavoro sulla selvaggina del Sud Africa, libro che mancava finora e lo adorna con bellissime tavole, che saranno di grande utilità all’Ornitologo studioso. Di ogni specie offre la bibliografia, i nomi locali, la descrizione, la distribuzione geografica, con note sui costumi, sul nido, sulla riproduzione e sul modo di cacciare ogni singola specie. Il libro è stato per tre anni oggetto di grande studio da parte dell’ A., che ha vissuto quasi sette anni nel Sud Africa e che ha viaggiato lungamente, cioè dal 1899 al 1909 nelle regioni che s’estendono dal Capo allo Zambesi e dal Deserto Kalahari sino alla Baia Delagoa verso. est; durante tutto questo tempo egii si è assai interessato della selvaggina del paese ed ebbe le migliori occasioni per fare e con- durre a termine personali osservazioni, come per raccogliere ma- teriale di studio, Nella parte seconda tratta dei Francolini, ne descrive 12 specie e 4 di Quaglie, e di tutte offre ottime figure disegnate da Davies. Le note sotto cadauna specie sono chiare, concise e danno ot- time caratteristiche per identificarle; nella classificazione | A. si mostra alquanto dubbioso sull’ uso della dicitura trinomia, ma ciò. non toglie affatto all’ importanza del suo libro. IssoseL Home in “ Country Life ,,, n. 792, XXXI, p. 375, Marca oth 1912. Dice che a Coldsteam durante i grandi geli dello scorso inverno i Gabbiani si riunivano in gran numero sul prato davanti alla sua casa, e dopo ciascun dei pasti giornalieri vola- vano direttamente sopra una terrazza prospiciente le finestre della camera da pranzo in cerca di cibo. La casa dista 18 miglia dal mare, ma essi ogni sera si portavano sul Lago e vi rimanevano anche di giorno se imperversava la bufera. Erano Gabbiani comuni, reali e Gavine; unisce un’interessante. fotografia, nella quale sl vedono i Gabbiani posati sulla terrazza, che vi volano dintorno od in atto di volersi posare. Jackson A. C. ricorda in “ Scot. Natur. ,, 1912, p. 163, un indi- viduo di Phy/loscopus eversmanni da Mull of Galloway Light preso nella notte 16-17 maggio 19II, specie non ancora tro- vata sul lato occidentale della Granbretagna; e la cattura nella stessa località ed al faro Tarbatness, Moray d’individui di Zurdus musicus tipico. Jourpain F. C. R. ricorda in “ Derbysh. Arch. and Nat. Hist. Soc. Journ. ,, 1912, di aver trovato un nido di .Strzx /lammea sul terreno in una larga buca ai piedi del tronco di una vec- chia quercia. LIBRI E RIVISTE 285 JourpAIN F. C. R. comunica in “ Zool. f. Derhyshire , IQII che un paio di Merganser castor venne osservato per più setti- mane sugli stagni di Osmaston nel Derbyshire, KemPEN CH. van. - Contributions à l’ étude des Oiseaux du Nord de la France. Amiens, impr. pe GRAU, 1912, in:8°, 61 pp. L'A. offre un Catalogo degli Uccelli propri ai Dipartimenti settentrionali, cioè della Somme, del Passo di Calais e del Nord, e ne trae argomento per illustrare il materiale della sua Raccolta Ornitologica Europea, che comprende 8720 individui sui 20 mila della Collezione generale. Le singole specie sono rappresentate da un gran numero d’individui ed essi sono diligentemente for- niti dei dati riguardanti località e date di cattura, sesso, età, ecc.; nella Raccolta vi è pure un grosso numero di pulcini, d’ibridi, anomalie teratologiche e di colorito. KIRK C. ricorda in “ Scot. Natur. ,, 1912, p. 235 un giovane Cu- culus canorus da lui veduto il 14 luglio 1912 presso Alsa Craig nato in un nido di Anthus obscurus, sarebbe il settimo caso ricordato di Cuculi allevati dalla suddetta specie. KocHa O. - Uebersicht uber die Vogel Esthlands. Reval und PECipzio, Tor Sono citate 255 specie che abitano quel Governo, relativa- mente piccolo. KoENIG A. - Avifauna Spitzbergensis. Forschungreisen nach der Baren- Tiisel und dem Spitzbergen-Archipel, mit ihren fau- nustischen u. floristichen Ergebnissen. Heraus. ALEXANDER KoeniG, Bonn, 1911 (Spezieller Teil, Bearbeitet v. Dr. O. LE Roi, pp. 131-294), Berlin, W. JUNE, I9II. Questo lavoro, veramente notevole e comprensivo per l’ Avi- fauna delle Spitzbergen, dà la storia dei risultati delle tre Spe- dizioni KoEnIG alle dette Isole negli anni 1905, 1907 e 1908; consta di 294 pp. di testo con un grosso numero di tavole colorate, fo- toincisioni ed illustrazioni; nelle prime 1Io pp. il KoENIG fa la storia cronologica delle tre spedizioni con note ed osservazioni sulla vita degli uccelli, e nelle rimanenti il Dr. O. LE Roi stende la parte speciale. Anzitutto cioè uno sguardo bibliografico-storico (1598-1910) delle Isole degli Orsi e delle Spitzbergen, la lista delle 36 specie di uccelli osservati nelle prime con note: segue poi una lista delle 32 specie trovate nelle Spitzbergen, 25 delle quali os- servate nidificanti. Quindi il Le Rot offre lo status di cadauna | specie, aggiungendo quanto ebbe ad osservare con notizie sulle uova e sui nidi rinvenuti. Il fatto più importante è la constatazione fatta della riproduzione effettiva dell’ Oca faccia bianca con notizie sul nido e le uova; finora poco o nulla se ne sapeva e le uova conservate nelle Raccolte 0 non erano autentiche o provenivano da uccelli tenuti in domesticità, la spedizione attuale raccolse Riv. di Ornitologia. 19 | RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA | 32 uova ad Advent Bay negli anni 1907 e 1908. Le undici tavole — colorate rappresentano gruppi di Gazze marine minori con la ve- duta in lontananza di Advent Bay, poi vari uccelli artici e le loro uova, finalmente chiude il lavoro una buona carta geografica sulla scala di I :2.000.000, ove sono chiaramente segnate le tre vie per- corse successivamente dalle tre Spedizioni. sE Krause G. - Oologia universalis palaearctica, Stuttgart, 1912. Fascicolo 72, con due tavole delle uova del Corvus frugilegus. Lampe Epm. - Katalog der Vogelsammlung des Naturhistorischen Museum zu Wiesbaden, IV. Jahrb. Ver. Naturkunde Wie- sbaden, 1909 (contiene Gaviae, Tubinares, Plataleae, Hero- diones, Steganopodes, Pygopodes, Alcae, Impennes). LAUBMANN A. - Ueber eine Schnabelanomalie bei Corvus corone. L. Estr. “ Ornith. Monatsb. , Aprilheft 1910, c. fig. LAUBMANN A. - Ueber Schnabelmissbildung bei Conte aa di ES JESRO St ut supra Novemberheft 1909. : LAUBMANN A. - Beitràge zur Avifauna Bayerns. Estr. “Orn.Jalbxy XXII Jahrg., 1grI, Heft 1-2, pp. 51-63. Cita 132 specie osservate; tra le quali ricordo Buteo buteo . zimmermannae, Coracias garrula, Garrulus glandarius ‘albino, ibrido di Zetrao tetrix e urogallus mas. ad. ecc. LAUBMANN A. - Die geographische Verbreitung von Ch/or:s chloris. {°° Estr. “ Orn. Jahib.,, XXI Jahrg. 1912) Heft:3:4} ppreo rss ee | Parla delle razze geografiche del Verdone, distingue sette forme ecc. (cfr. per maggiori dettagli “ Riv. Ital. Orn. ,,, II, n. 3, p. 215, 1913). Gli studi in argomento furono fatti sopra un grosso materiale appartenente alle Collezioni ArrIGOni DeGLi OpDpI, LAUBMANN, Parrot, RoruscHitD e dei Musei di Monaco, Seraievo e. Vienna. LauBsmann A. - Zwei neue palaarktische Formen, Estr. “ Ve. rhandl. Ornith. Gesellsch. in Bayern ,, XI, I, pp. 163-165, Erlangen, 1912. i Descrive Garrulus glandarius corsicanus, sottospecie nuova della Corsica e Accipiter nisus teneriffae da Tenerifa. LoxnserG E. — Birds collected by the Zoological Expedition to British Fast Africa rori. Sv. Vetenskapsakademiens Hand- lipgar Bd. 47, no. 5, IQII. Parla del paese visitato dalla Spedizione Svedese nell’Africa orientale britannica, descrive Numida ptilorhyncha rendilis e Al seonax pseudogrisola simile a A. aquaticus e gambagae. Nelle ta- Li pera PI È, à LIBRI E RIVISTE 287 vole vi sono illustrazioni della testa di Stemodus scoprifons, uovo di Ploceus spekei, coda di Oriolus rolleti, O. percivali e di una forma intermedia (tav. 3), dell’ A/seonax pseudogrisola e Lybius senex (tav. 4), Numida rendilis e ptilorhyncha (tav. 5). Le due prime tavole riproducono vedute del paese. LoRENZ TA. - Die Birkhùhner Russlands, deren Bastarde, Ausar- tungen und Varietàten, m. 24 handkolorierten Foliotafeln und 50 einfarbigen Abbildungen. Moskau, 1912, gr. folio. Tale lavoro nell’edizione di 200 esemplari uscirà in 4 fasci- coli, il primo dei quali avrà non meno di 24 figure, l’opera sarà completa nell'estate del 1913. Lowe Percy A. — A Naturalist on Desert Islands, XII-300 pp., 3 mappe e 32 tavole. WirHERBY and Co., London, IgII. E un libro ammirevole che illustra la visita fatta dall’ A. alle isole Swan nel centro del golfo del Messico, Blanquilla sulle coste dei Venezuela ed il gruppo delle Hermanos a 90 miglia al nord del Venezuela, ospite di Sir FrEDERIC JoHNSTONE sullo yacht “ Zenaida ,, ed è uno studio assai importante per la conoscenza delle suddette isole, delle quali è descritto l’ aspetto geologico e faunistico con considerevole sapere, anche gli uccelli locali attira- rono più volte l’attenzione dell’ A. MaccitLivray W. L. comunica in “ Scot. Nat. ,, 1912, p. 164 la cattura di un falco candicans adulto avvenuta il 2 aprile 1912 a Barre nelle Outer Hebrides. MartoreLLI G. - Il Merlo acquaiolo a pancia nera (Cinclus me- lanogaster). Estr. “ Boll. Soc. Ticin. Sc. Nat.,, anno VII, fasc. unico. pp. 36-47. Lugano, I9II. Il MARTORELLI in questa nota vuol dimostrare che in Italia ed in altri paesi d’ Europa esistono bensì Cincli a pancia nera, ma che essi non costituiscono affatto una specie distinta e nem- meno una sottospecie, ma semplici varietà locali od individuali e che quindi il nome scientifico di Cinclus melanogaster non solo fu inutilmente introdotto, ma ha servito a creare notevoli confu- sioni. In Europa, a parer suo, esiste una sola specie il Cinclus merula = C. aquaticus Auct. che offre qualche leggera variazione di colore per cause climatiche, onde alcuni hanno creduto trarne fondamento a divisioni sistematiche difficilmente sostenibili. Tra queste la più accettabile sarebbe certamente quella che forma il tipo “a pancia nera ,, ma questa avrebbe serio valore se corri- spondesse ad una precisa area geografica, mentre secondo l'A è invece da ritenersi una semplice “ varietà climatica ,. MartorezLI G. - Le migrazioni degli uccelli e la legge sulla caccia Relazione letta al Congresso Cinegetico di Roma il 12 novembre IgII, opusc. di 27 pp., Codogno, 1911. L’A. tratta della migrazione degli uccelli in rapporto alle norme protettive, alle quali dovrebbe ispirarsi la nuova Jegge sulla . fe» vi vi 288 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA caccia. Parla del concetto di migrazione, della diminuzione degli uccelli, degli effetti della migrazione come popolatrice, dei gradi di migrazione, dei migratori tipici, delle zone di migrazione nel Mediterraneo, delle zone causate da necessità di sorte, della con- fluenza dimostrata da specie avventizie, della direzione del vento, degli effetti della pressione atmosferica, delle isoterme e loro in- fluenza, delle conclusioni alle quali si deve giungere per ottenere una buona legge di caccia, L’A. chiude l’ importante lavoro col desiderio, anzi la certezza che nell’ invocare e sollecitare la tanto desiderata legge unica sulla caccia, una sia la parola d’ ordine che ci unisca tutti: “ Economia degli Uccelli e d’ogni Selvaggina ,. MartoreLLI G. - Sulla costituzione dell’ Avifauna Italica e sui mezzi per preservarla. Estr. “ Rendic. d. R. Ist. Lomb., Sc. Lett. ed Arti ,,, ser. II, vol. XLV, pp. 456-464, 1912. L’A. avvisa del pericolo che corre la nostra Avifauna di prossima distruzione; da molti anni si discute, completamente al- l’infuori del campo scientifico, intorno ai mezzi di rimuovere le numerose cause che a tale distruzione si ritengono concorrere; da un dibattito animato soltanto da un cumulo d’idee preconcette, di pregiudizi strani e di giudizi aprioristici del tutto volgari si è creduto di poter ricavare il fondamento per una cosidetta “ Legge unica per la Caccia ,, la quale dovrebbe da per sè sola, vera panacea universale, scongiurare la fine della nostra avifauna! L’A. con criteri esatti e conoscenza dell'argomento, spiega la costituzione della nostra avifauna e parla sui mezzi adatti à pre- servarla, concludendo che la “ Legge unica per la Caccia , sarà di effetto fecondo unicamente se sarà basata su criteri tecnici. Mearns E. A. - Descriptions of seven New African Grass-War- blers of the Genus Cisticola, in “ Smiths. Miscell. Collect. ,,, vol. 56, N. 25, 1911 descrive le seguenti nuove specie Crstz- cola prinioides kilimensis, C. subruficapilla aequatorialis del- ’ Africa orientale britannica, C. subruficapilla borca del- Uganda, C. alleni, C. strangesi kapitensis, C. difficilis e C. hypoxantha reichenowi dell’ Africa orientale britannica. MeneGAUX A. - Sur les migrations des Cailles. Une expérience intéressante, in “ Riv. Scient. ,,, 28. sept. 1912, pp. 394-398. L’A. dà ragguagli sull’introduzione fatta dai Signori Talamon nelle vicinanze di Saint-Quentin di Quaglie provenienti dalla Granbretagna, i soggetti vennero inanellati e la ripresa degli stessi darà buoni materiali per determinare la via percorsa nelle migra- zioni d’ autunno. MENEGAUX A. - Catalogue des Oiseaux de la Collection MARMOTTAN, du Museum d’Hist. Natur. de Paris. Tours, imp. pe DESLIS. 19I2, in-8°, 216 pp. La Collezione francese MARMOTTAN comprende 4000 individui che rappresentano 413 specie ed è una Collezione modello per LIBRI E RIVISTE ; 289 la bellezza delle preparazioni, per la scelta degli esemplari, per le notizie delle quali sono forniti. L’ A. del presente Catalogo dà per ogni singola specie il nome più antico, attenendosi alla legge della priorità, il nome adottato dall’ OusraLET quando nel 1889 riordinò la Collezione ed il nome esistente nel Catalogo ms. della Collezione stessa. Vi aggiunge in sinonimia i nomi adottati nelle opere fondamentali d’ Ornitologia e nei principali lavori francesi, quelli usati da Gray nel suo “ Hand-list ,, ed alla fine un indice alfabetico dei nomi citati, indice dettagliato ed assai completo. E una commendevole illustrazione della Collezione MarmoTTAN, la più pregiata tra le Raccolte locali francesi. MiLLer W. Dew. - A Revision of the Classification of the King- fishers, Estr. dal “ Bull. of the American Museum of Natural History ,,, vol. XXXI, art. XXII, pp. 239-311, New York, Sept TOTO. Scopo del presente lavoro è di stabilire 1’ esatta suddivisione dei generi appartenenti alla sottofamiglia degli Alcedinidi, e la re- lazione che intercorre tra i medesimi ; le conclusioni vennero de- dotte sopra un vasto materiale che appartiene al Museo Ameri- cano di Storia Naturale, al Museo Nazionale degli Stati Uniti ed all’ Istituto delle Arti e Scienze di Brooklyn. L’ A. divide la fa- miglia A/cedinidae in tre sottofamiglie Cerylnae (tre generi), A cedininae (sette generi) e Dace/oninae (dodici generi), parla della classificazione di SHARPE e di SunDEVAL, delle diagnosi della fa- miglia con tavole che dimostrano i caratteri delle stesse in gene- rale e nel dettaglio, infine dà una lista delle specie esaminate in pelle e nello scheletro. MicLeR L. H. - Additions to the Avifauna of the pleistocene de- posits of Fossil Lake, Oregon in “ Univers. of California Pubbl. Geology ,, vol. VI, N. 4, Berkeley, IoII, pp. 79-87, with fig. MiLLet-Horsin, Dr. - Notes Ornithologiques sur la Tunisie. Or- . léans, H. TEssiER, 1912, opusc. di 27 pp. gr. form. Questo lavoro comparve nei num. 36-42, avril-sept. 1902 della “ Revue frang. d’Ornith. , ed è stato regolarmente quotato in questa “ Rivista ,,, cfr. “ Riv. Ital. Ornit. ,,, anno II, n. 2, pp. 122- 125, 1913. Mincaup G. - Faune des Vertébrés du département du Gard. Nîmes, 1912, in-8°, 33 pp. (Estr. dal “ Nîmes et Gard. ,, vol. pubbl. in occasione del XV Congresso dell’ Associazione francese per l’ avanzamento delle Scienze, Sessione di Nîmes, agosto IQ9I2). MirtcHELL P. C. - On longevity and relative viability in Mammals and Birds, with note on the theory of longevity. “ Proc. Zool. Soc. ,, London, IQII, 124 pp. 290 È RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA | NorTENSEN H. CHr. C. - Fra Fuglemaerkestationen, 1, Viborg, con nove fig. nel testo ed un sommario in inglese. Estr. dalla “Dansk Ornithologisk Forenings Tiddskrift ,,, 1912, pp. 98-127. Comincia col ricordare che fino dal principio del 1800 v. DER HeybEN BaAK inanellò giovani Anser a/bifrons domestiche, tale fatto invogliò lA. a praticare pel primo inanellamenti fino dal 1890, dietro il suo esempio THIENEMANN (1903) cominciò ad ina- nellare Cornacchie a Rossitten, seguirono la Centrale Ungherese (1908), i “ British Birds ,, ecc.; parla sulla dicitura marcata nei diffe= renti anelli, della forma degli stessi ecc. ed infine sui risultati ot- tenuti. Fino al 1° marzo 1912 egli aveva inanellato 3540 uccelli di 24 specie differenti, 69 individui vennero ripresi in Danimarca e 154 fuori del paese stesso, con percentuali differenti e notevo- lissime nelle varie specie. NicHotrs A. R. ricorda nell’ “ Irish Natur. ,,, 1911, p. 220 la cat- tura di una Oca faccia bianca a Kilmore, Vexford, che sembra la prima cattura per le coste meridionali dell’Irlanda; essa è sparsa soprattutto sulle coste settentrionali ed occidentali. NeLson E. W. Descriptions of two new species of Nun-Birds, in “ Smiths. Miscell. Coll. ,,, vol. XXXVI, n. 37, Washington, 1912. Descrive Monasa fidelis e M. assimilis sopra un singolo in- dividuo raccolto da GoLpman nel Panama nell’inverno 1911. OciLvie-GranT W. R. in “ Country Life ,, n. 792, XXXI, pp. 372- 373, a proposito delle molte. Gazze marine minori trovate morte o semivive quasi ovunque nelle Isole Britanniche nella prima quindicina del febbraio durante le forti burrasche che in quell’epoca infierirono sull’ Atlantico, fa un quadro biolo- gico della specie in parola illustrando con fotografie l’ adulto in primavera ed in autunno. OciLvie-Grant W. R. - General Index to a Hand-list of the Ge- nera and Species, Nomenclator Avium tum fossilium tum vi- ventium, vol. V, London, 1911, in:8° pp. 199. E il volume quinto e finale dello “ Hand-list of Birds ,, del compianto R. B. SHarpe. Contiene un Indice completo di tutti i nomi generici e specifici citati nei quattro precedenti volumi dello “ Hand-list ,,, con annotazioni delle p..gine ove sono menzionati. A nessuno può sfuggire la grande utilità di tale libro, pel quale dobbiamo esser grati all’ OGILvIE-GRANT ed al suo Assistente THomas WELLS. OLpvys H. - Introduction of the Hungarian Partridge (Perdix perdix) into the United States, in “ Yearb. of the Depart. of Agric. y, Washington, IgII, 8, 12 p., with col. pl. LIBRI E RIVISTE 29I Oort E. D. van. - Report on Birds from the Netherlands re- ceived from ist Sept. IgIo till ist Sept. IgII, in “ Notes Leyd. Mus. ,,, 34, IQII, pp. 37-45: Sono registrate 787 pelli d’ uccelli locali ricevute dal Museo, nel periodo settembre 1g10-settembre IgII, tra le quali sono rare: ti Mesgalestris catarrhactes, Cepphus grylle, Casarca casarca e Picus sE martius. 19° LV det Oort E. D. van. - On a small Collection of Birds from Mount 1 Tengger, East Java, in “ Not. Leyd. Mus. ,,, 34, IQII, pp. 44-55: Cita 18 specie, tra esse una è nuova per la scienza, cioè Cro- Ri copis bimaculatus tenggercensis. Oort E. D. van. - Eudynamis minima an apparently new Cuckoo ; from Southwestern New Guinea, in “ Not. Leyd. Mus. ,, 34, da IQII, p. 56. | Oort E, D. van. - Bird-Marking in the Netherlands, Note XI ot DE “ Notes from the Leyden Museum ,,, vol. XXXIV, 1912. L’A. comunica che il Museo di Storia Naturale di Leida ha cominciato nell’anno 1911 il sistema d’inanellare uccelli. Sui piccoli anelli è impresso MUSEUM e sui grandi anelli Museum Nat. Hist. LEIDEN LEIDEN-HOLLAND e tutti sono naturalmente numerati. Si fabbricarono 2500 anelli, 3 dei quali 1165 vennero adoperati sopra individui appartenenti a sa trentuna specie e pochi sono gli individui attualmente ripresi, DE cosa ben naturale. Così di 160 Germani “ inanellati ,,, sei vennero ripresi da agosto ad ottobre tutti in Olanda eccetto uno a Dun- kerque, Francia il 5 ottobre. Di 84 Gabbiani reali “ inanellati ,,, due soli vennero ripresi, uno dei quali in Olanda ed il secondo nel Kent a Margate, 2 luglio 19II. Il Gabbiano comune con 381 individui “ inanellati ,, diede il contingente maggiore, di essi sette vennero ripresi, cioè uno in Olanda, uno nel Belgio, tre nel nord della Francia, uno nel sud della Francia stessa ed uno finalmente È nella Spagna nord-occidentale. sè e F Il Dr. v. Oort prega che i casi di ricuperi di uccelli “ ina- é. nellati ,, gli siano comunicati, dirigendo le notizie al suo nome 3 1 “ Museum di Leida ,, con i più minuti particolari sul numero, data RAI e luogo di cattura dei singoli individui, Ro: Opinions rendered by the International Commission on Zaoloa Vial Nomenclature, opinions 38 to 51, “ Smithson. Instit ,, Pubbl == n. 2060, february I9I2. Riguardo a questioni ornitologiche, troviamo (p. 89) che i oa] SERRE: > si latini citati nell’ Ornitologia Britannica di TunsraLL 1771 sono i validi in quanto siano riconoscibili nelle quotazioni bibliografiche 3 sia di testo che d’illustrazioni, o per mezzo di nomi inglesi ado- e perati da PENNANT 1768 o di francesi usati da Brisson 1760 — "n, poi a pag. 110 se siano accettabili i nomi di BrEHM 1828 e 1830, Sp. i . 292 (RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA basati soltanto su nome vernacolo e quindi “ nomi nudi ;,, su ciò la Commissione diede voto negativo e tali nomi (Monedula ecc.) non possono quindi venir citati con le date 1828 e 1830. (In una nota in calce alla pag. 89, STEJNENGER dice che al tempo dello scritto dell’opinione 31 non aveva veduto il libro del Gray, “ List of the Genera of Birds ,, 1841 e non aveva fatto attenzione che Columbina strepitans Spix fu designato da Gray, 1841, p. 75 come il tipo di Co/umbina, questo stabilito del Gray è del tutto valido ed il tipo di Co/umbina è quindi C. strepitans SPix, così l'opinione 31 dovrà esser riportata dinanzi alla Commissione per . la discussione e la decisione, cfr. per maggiori dettagli anche Rive ltal Oni 1912321919): i) PARKIN TH. - The Great Auk: a Record of Sales of Birds and Eggs by Public Auction in Great Britain, 1806-1910 with Historical and Descriptive Notes, with 5 plates. Hastings and Pennells, Ltd. London: RowLanp, Warp Ltd. 19r2. Questo Estratto speciale della Parte VI del Vol. I dell’ “ Ha- stings and East Sussex Naturalist ,, ricorda le date, i proprie- tari, il nome dei compratori, i prezzi ecc. dei vari esemplari di Alca impennis e delle uova della stessa specie che sono state vendute all’incanto alle “ Stevens Auction Rooms ,, ed altrove in Granbretagna. Il PARKIN sull’ autorità di Epoarpo BipwELL dice che esistono attualmente 80 pelli e 73 uova, unisce cinque tavole, che riproducono una vendita alle “ Stevens Rooms ,,, il Bullock’ s “London Museum ,,, l’uovo posseduto dal PARKIN stesso, un se- condo dal Museo Britannico, un uccello ed un uovo già in pro+ prietà del sig. W. MiLnER. . PatERSON ]. nel suo rapporto annuale sull’arrivo delle specie mi- granti comunica, cfr. “ Glasgow Natur ,,, vol. VI, pp. 66-70 che il bel tempo continuato della primavera 1912 favorì l’ ar- rivo precoce delle colonne migranti, fatto che non trova ri- scontro che nell’anno 1893. PeLt LECHNER A. van. - Oologia neerlandica, Eggs of Birds bree- ding in the Netherlands. The Hague, M. NijHorF, 1911. Il lavoro conterrà la descrizione di tutte le uova degli Uc- celli che nidificano in Olanda, con tavole colorate, ciascuna tavola avrà brevi note in lingua inglese, con le dimensioni, colore, nu- mero delle uova ecc.; uscirà in nove parti, nello spazio di due anni e costerà circa lire duecento. Nella parte II-III (1911-12) sono illustrate le uova di varie specie di Passeracei, Picarie e Rapaci diurni e notturni, Colombi, il Fagiano di monte ed il Tarabuso. Le tavole sono belle in ge- nerale, ma le tinte di alcune uova sono mal riuscite od inesatte, fatto del quale si duole anche |’ A.; il testo è particolarmente in- teressante, ma alcune osservazioni locali sono dovute a speciali condizioni dell'ambiente e non possono considerarsi generali per la specie (Poiana, Torcicollo ecc.). LITE Re PI DITIERE SE, LIBRI E RIVISTE 2935 Poncy R. - Les palmipèdes hotes de la Rade de.la Ville de Genève. Extr. “ Bullet. Soc. Zool de Genève ,,, année 1912. . Breve riassunto delle specie di Palmipedi che frequentano comunemente la rada della Città di Ginevra e di altri come la Fuligula rufina, marila, nyroca, Oidemia nigra ecc. che vi fanno rare apparizioni, con unite le relative date di cattura o di comparsa. Raspair X. - Classification des oiseaux au point de vue de leur utilité et de leur nocuité. Paris, ViGOT, 1912, p. 18, in-8°. Ripeway R. - The Birds of North and Middle America, Part V, Washington, 1911. . Questo è il quinto volume della grande Opera di Ripeway ed abbraccia rappresentanti delle famiglie /feroptochidae, Formt- cartidae, Furnariidae e Dendrocolaptidae, dei Macrochiri con Tro- chilidi e Cipselidi e gli eterodactylae che sono qui rappresentati soltanto dai Trogoni. Il numero delle specie e sottospecie citate nei cinque volumi finora pubblicati sommano a 2038, ne rimangono ancora da illustrare 1200, ciò che sarà fatto nei successivi volumi. RintouL e'BaxTER ricordano in “ Scot. Nat. , 1912, p. 10 la cat- tura di un’ Averla capirossa al Faro della Isola di May av- venuta il 9 ottobre 1911, prima cattura per la Scozia. RogERTSON J. scrive nei “ Glasgow Naturalist ,,, vol. IV, pp. 7-10 note interessanti sui trampolieri osservati nell’ autunno IQII a Belgray Dam, uno stagno entro terra nell'East Renfrew; tra questi ricordo il Piovanello, il Piovanello maggiore, il Combattente, il Piro-piro culbianco che è raro nella Scozia, la Pittima minore, la reale ed il Croccolone specie di passo regolare nella Granbretagna, ma rara nella Scozia. Rogsinson C. J. ricorda nel “ Field ,,, 30, XII, I9II, p. 1447 una Rondine trovata morta a Readin ed un Balestruccio veduto ad Hampton Court il ro gennaio, cfr. lo stesso “ Field ,,, 040 eni, 1012, p. 02. RorHscHiLp Hon. W. and Hartert E. - Ornithological Explora- tions in Algeria, in “ Novit. Zoolog. , 1912, pp. 456-550, with pl. Relazione di tre viaggi fatti in Algeria dagli Autori negli anni 1908, 1909 e I19II, con la raccolta di 1626 pelli rappresen- tanti 230 specie; sono nuove Co/aeus monedula cirtensis e Gale- rida theklae hilgerti, interessanti le notizie sul R/Xamphocorys clot-. bey, Cinclus, Comatibis, Passer ecc. Le tavole illustrano Merops persicus e chrysocercus (tav. IX), Galerida cristata hilgerti e deich- leri (tav. X) e teste di Passeri sotto varie gradazioni di colori dal grigio al bruno (tav. XI). 294 RIVISTA ITALIANA I ORNITOLOGIA RowLanp Warp. - The Sportsman’s Handbook to Collectingy Preserving and Setting-up Trophies and Specimens, together with a Guide to the Hunting Grounds of the World. Tenth and enlarged edition. RowLanp Warp, Ltd. 1912. È la decima edizione di questo importante lavoro, così utile al dilettante ed al naturalista, contiene molte maggiori notizie ed è al corrente coi metodi moderni della conservazione degli ani- mali; il capitolo sugli “ Hunting Fields of the World , è stato assai completato, ed è un’ottima guida pel viaggiatore-naturalista. SaLvapori T. - Notes on Conurus aeruginosus and the allied species, in “ Novit. Zool. ,,, XIX, p. 84. Il Conte SaLvapori mentre nel “ Catal. of Birds ,,, vol. XX ammetteva soltanto quattro specie del gruppo Conurus affini «al C. aeruginosus, oggi dopo l’ esame di nuovo materiale deve am- metterne Io e delle stesse dà caratteri e località di provenienza. SaLvapori T. - Nuova specie del genere Zarygrathus, in “ Ann. Mus. Civ. St. Nat. Genova ,,, ser. 3%, vol. V, 1912. Descrive Zanygnathus heterurus simile a 7. everetti sopra un individuo del Museo di Genova, d’ignota provenienza. SaLvapori T. - Secondo Contributo all’ Ornitologia del Congo, Estr. “Anni Mus. Civ. SE NattGenovaz,, ser, VOI 25 ottobre 1912. È il secondo lavoro fatto sulla Collezione inviata dal Congo dal sig. M. RiBortI, sono citate 80 specie «con brevi nete; la serie qui studiata non contiene notevoli rarità, ma contribuisce alla maggiore conoscenza dell’ Avifauna del Congo e sono citate specie non previamente citate per quel Paese. Sassi M. - Eine neue Ohreule aus Zentralafrika, in “ Sitz. Akad. Wiss. Wien ,, Mai 2, 1912. Descrive Aszo abdessinicus graueri, sopra un individuo raccolto dal sig. GRAUER sulla costa oc- cidentale del lago Tanganika. Sassi M. - Eine neue Art des Genus Cercococcyx, C. olivinus, Sep. Abdr. a. d. XXVI Bande d. “ Annal. kk. Naturh. Hof- mus. Wien ,,, pp. 341:342, 1912. Descrive Cercococcyx oli- vinus dell’Africa centrale raccolto da R. GRAUER sui monti Rutschuru-Ebene tra il lago Kivu e quello di Re Edoardo; esso è simile a C. mechowi CaB., il tipo è nel Museo di Vienna. Sassi M. - Beitrag zur Ornis Zentralafrikas, Estr. uf supra PP. 347-395, C. tav. E la prima comunicazione sulle raccolte fatte da GRAUER nell’ Africa centrale nel periodo 190y 1911, vi sono rappresentate circa 30 famiglie; le specie nuove raccolte sono tre, cioè: Columba 4 # LIBRI E RIVISTE 295 | albinucha da Moéra che giace a go chilometri al nord del Lago Alberto Edoardo, venne raccolto un solo individuo maschio che PA. figura con tavola colorata — poi Asio abessinicus graueri simile ad A. adessinicus Gufr. del quale è più piccolo, anche di questo venne raccolto un solo individuo maschio ed infine Cercococcyx olivinus, i tre tipi sono nel Museo di Vienna. L'A. ag- giunge il novero delle regioni e località visitate, parla con dete taglio delle 193 specie raccolte, alcune delle quali in numero rag- guardevole d’individui. | Sassi M. - Liste von Vogelbaàlgen aus Mesopotamien, Estr. wu? supra, pp. 116-219, I0I2. L’A. parla di 53 specie di Uccelli raccolte da VITTORIO PieTscHMaNN nel suo viaggio. in Mesopotamia e depositate nel Museo di Vienna. Ricordo Falco bdabylonicus, Bubo ignavus pros- simo a 5. i. turcomannus e a B. i. nikolskit, Athene noctua bactriana, Alauda arvensis cinerea, Sturnus vulgaris della forma tipica?, il poltaratshyi e nobilior, la Pica pica ecc.; raccolse poche uova di Pteroclurus alchata, Tinnunculus, Coracias, Passer domesticus ed Emberiza melanocephala; unisce infine due fotografie di colonie di Merops persicus e delle buche ove costruiscono i loro nidi. SCLATER WOL SA History of the Birds of Colorado, WITHERBY and Co. pp. I-XXIV, 1-576, 17 pls. and map, 1912. L’A. offre i caratteri geografico-fisici del Colorado con le sue montagne boscose, praterie, parchi ecc. e dà notizie sull’avi- fauna locale paragonata a quella delle regioni limitrofe; ammette 392 specie, delle quali 225 nidificano regolarmente e sono in parte stazionarìe, 117 non nidificano poi affatto nel suo distretto, Il libro è fatto principalmence pel naturalista indigeno e per ciò dà ottime chiavi analitiche degli ordini, famiglie, generi e specie seguendo la classificazione dell’ “ A, O. U. Check-List ,, unisce in- fine dettagliate descrizioni delle livree delle singole specie e brevi note sui costumi. Gli articoli sulle Anitre, sulle Pernici di montagna, sul Tacchino selvatico, sui Passeri ecc. sono di speciale interesse, ed il Manuale deve venir considerato come un buon compendio dell’ Avifauna del Colorado, paese assai interessante e poco noto per l’ innanzi. Stevenson Maup in “ Country Life ,, vol. XXXI, n. 794, p. 448, ‘| igtrI riferisce di aver avuto nel novembre una Gazza marina catturata entro terra presso Windsor ed una Rondine di mare pure nello stesso mese e dalla medesima località, feno- meni dovuti a tempi procellosi. Pure nello stesso Giornale James Muir ricorda il caso curioso di essere stato attaccato, mentre pescava, da una femmina di Gallo cedrone che gui- dava una nidiata di piccoli e che temeva venissero mole- stati. Essa gli si slanciò contro furiosamente ed egli si difese - colla canna da pesca, che ne rimase rovinata. 296 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA SuLLivan R. H. - The Economic Value of Bird Life, vol. III, n. 7, in “ Agricultural Education ,,, Manhattan, Kansas, 1912. Nella vita degli Uccelli, l’Agricoltore trova uno dei migliori alleati, soprattutto per la grande quantità d’insetti ed altri ani- maletti che gli stessi distruggono; l’ A. discute sul valore econo- mico della vita degli Uccelli, sulla conservazione e protezione, e dice che le Società AupuBon del Kansas hanno molto lavorato allo scopo di ottenere leggi protettive sugli Uccelli selvatici e sugli animali utili in generale. THÒayeR H. ABBott. - Concealing Coloration, an Answer to TuHeoporE RoosevELT, Estr. “ Bull. of the Amer. Mus. of Nat. Hist.,, vol. XXXI, art. XXIII, pp. 313-321, New York, Septemb. 14th 1912. Parla della falsita delle constatazioni ottiche contenute nei lavori di RoosEVELT, specialmente riguardo al grado di visibilità del bianco, dice che le colorazioni si rendono più o meno evidenti a seconda dello sfondo sul quale si proiettano ed a seconda del- l’attenzione alle stesse devolute. Presenta deduzioni su prove e studi fatti in argomento, ed unisce varie figure per illustrare il suo punto di vista. THomson A. L. comunica nello “ Scot. Nat. ,,, 1912, pp. 84 85 di aver trovato un nido di Sterna cantiaca presso Aberdeen frammezzo a colonie di Larus ridibundus e Sterna hirundo, singoli uccelli o piccoli branchetti vennero osservati sulle stesse coste nell’ estate del 1908 e nell’ autunno del 1907-08 EMTOLO. THoreau N. D. - Notes on New England Birds, Boston, I9t1, in-8°, with numer. illustr. TiceHurst C. B. comunica nell’ “ Avic. Magaz ,, III, pp. 111-113 una nota interessante su osservazioni fatte sopra una Pro- cellaria pelagica, che tenne viva per 10 giorni con fegato di pesce; quantunque facilmente questo possa non essere il suo cibo abituale, pure viveva benissimo e dà curiose notizie sul suo comportamento ed abitudini. UssHER R. J. ricorda nell’ “ Irish Natur. ,, 1912, p. 47 un individuo di 7otanus hypoleucus dell’ 11 gennaio 1912 e parecchi Crex pratensis del dicembre IgrI, catturati in Irlanda; sembra però che ambedue le specie svernino non raramente nel sud e nell’ovest delle Isole Britanniche. UssHER R. J. ricorda nell’ “ Irish Natur. ,, 1912, p. 181 che la co- lonia dei Fulmari nidificanti nell’isola di Mayo è aumentata di numero, che nel luglio 1912 egli vide almeno una qua: rantina di tali uccelli posati sui ciglioni ed inoltre altri che roteavano per l’aria. vid La bi. > i NÉ î bb n! DI PIA eco CARIIDAZE tit do re di q M ” LIBRI E RIVISTE 297 Varron G. - Escursioni ornitologiche nel Friuli, VIII serie, 1910. Estr. “ Boll. Soc. Adr, Sc. Nat. Trieste ,,, vol. XXVI, Trieste, 1912, pp. 1:43. L’A. illustra con frase facile ed interessante l’ultima delle sue Escursioni ornitologiche nel Friuli, fatta dal 1° al 29 luglio 1910; osservò 76 specie comuni, descrive i nidiacei dell’ Emberiza cia, giovani di Scricciolo, Bigione, Francolino di monte, Gallo ce- drone, ecc- “VarLon G. - Aggiunte e Correzioni all’ Avifauna Friulana, Cata- (>) , logo degli Uccelli osservati nel Friuli. — I. Aggiunte, II. Cor- rezioni. Estr. dal “ Boll. Soc. Adr, Sc. Nat. di Trieste ,, vol. XXVI, parte I, pp. 127-151, Trieste, 1912. Il VaLLon pubblicò nel 1903 la prima parte dell’ Avifauna Friulana elencando 289 specie, da quell'epoca un numero consi- derevole di nuove specie apparve nella provincia, sicchè ora esse sommano a 308, con un aumento di 19 specie, di 8 delle quali diede contezza nelle “ Aggiunte , pubblicate assieme alla terza Parte dell’ “ Avifauna , del 1907, le undici rimanenti sono illu- strate in questo lavoro. Presenta nuovamente l’indice sistematico, e corregge qualche errore tipografico incorso nella precedente edizione. Il Friuli, per merito del VaLLon, è certamente una delle regioni d’ Italia meglio illustrate. VaLLon G. - Intorno ad una varietà di Passera raccolta sui monti del Friuli, in “ Riv, Ital. Orn. ,, I n. 4, pp. 156-157, Bo- logna, 19I2. Vehandlungen des VIII Internationalen Zoologen-Kongresses zu Graz, 15-20 August 1910, heraus, vom RupoLe RITTER VON Srummer-TRAUNFELS, mit 7 tafeln u. 136 abbild. im text, LXXII, I-g50 Seit. Jena, 1912. Nel grosso volume degli Atti dell’ Ottavo Congresso Zoolo- gico Internazionale di Graz in fatto d’ Ornitologia troviamo quanto segue: Antipa G. parla (pp. 178 183) degli Uccelli che nidificano nei distretti inondati del Basso Danubio e nel delta del Danubio stesso, li divide in specie che pongono il nido sugli alberi (Ma- rangoni, Aironi, Aquile, Gazze ecc.), nelle buche degli alberi (Alzavole e Gufi reali), tra le canne (Tarabusi, Spatola, Becchi fini di padule), sui mucchi d’erbe palustri (Oche, Cigni, Pellicani) ecc., parla dei nidiacei e unisce belle fotografie dell’ ambiente. — RoruHscHILD W. (p. 649) a proposito della scoperta fatta nel Sahara - algerino meridionale di avanzi dell’ uovo di uno Struzionide gigante molto simile all’ Aepyornis del Madagascar, accenna alla possibile presenza di un’ antica fauna disseminata nell’intera Africa ed alla connessione fra la fauna Palaenilotica e quella del Sud America. — Cavazza F. (pp. 783-791) studia le forme della Qua- glia note sotto i nomi di Coturnix coturnix, C. africana e japonica, cita ed illustra gli esperimenti fatti con 12 individui di Quaglia 298 RIVISTA ITALIANA DI ORNITOLOGIA comune sottoposti ad un regime speciale in ambiente umido, sul- l’azione dell'umidità stessa sulla colorazione delle penne, diffon- dendosi sui risultati ottenuti, crede che l'umidità ha un valore assai notevole tra le diverse influenze dell'ambiente e che essa certamente estende la sua azione modificatrice anche a molte altre specie ornitiche, e forse ad interi vasti gruppi animali; ciò do- vrebbe consigliare a procedere molto cautamente nel descrivere nuove forme, giacchè spesso si creano entità sistematiche che non esistono realmente come tali, ma che basano su fluttuanti ed ir- regolari variazioni individuali, o come nel caso nostro su modi- ficazioni prodotte nell’ individuo da un temporaneo o speciale in- flusso dell’ambiente. — Fonck F. parla (pp. 925-928) della pre- senza del Fringuello alpino nelle montagne del Chilì meridionale, il quale fatto basa certamente sopra un equivoco d'identità, come è anche detto nella breve critica (p. 929) che segue alla comu. nicazione. Verbandlungen der Ornithologischen Gesellschaft in Bayern. Band XI, Heft I, heraus. v. C. E. HeLLMAYR, Miinchen, 1912. Contiene: BesserER L. v, “ Nachruf an Dr. CarL ParROT ,, p. 1. -- BessERER L. v. “ Gelengheitsbeobachtungen aus Bad Kis- singen und Umgebung ,,, p. 5. — SrapLER H, “ Vogelsbeobach- tungen aus Unterfranken ,, p. 11. — GenGLER J. “ Materialen zur Bayrischen Ornithologie ,, VII, p. 19. — GALLENKAMP si Die Fruhjarbrbesiedelung in Bayern » (1909-1910), p. 109. Rits A. “ Die Zuge des Stars in der Bamberger Landschaft in Beobachtungsjahr IQII », pi 147. — Herimayr C. E. und Graf J. SeiLERN, “ Beschreibung eines neuen Dendrocolaptiden aus Venezuela ,, p. 157 (Automolus klagesi, sp. n.). — HELLMAYR CES UEberzneneNundaseltone Vogel aus Sudperu ,, p. 159 (Orcomanes fraseri, Automolus watkinsi n. sp., Picolaptes fusci- capillus, Thamnophilus marcapatae, n. sp... — LAUBMANN A., “ Zwei neue palaarktische Formen ,, p. 164 (Garrulus glandarius COYSI- canus, n. sp. e Accipiter nisus teneriffae, n. sp.). Wape P. L. ricorda in “ Nat. ,, 1912, p. z1 due Urza grylle uc- cise a Filey nello Yorkshire nella seconda settimana del no- vembre 1911. WacLpron P. L. ricorda nello “ Scot. Nat. ,, 1912, p. 15 la cattura di una Albanella piccola avvenuta in agosto a Newlands, Newcastleton, settima comparsa per la Scozia. WesLey T. Pace. - Aviaries and Aviary, in-8°, 239 pp. and numer. illustr. Ashbourne, J. H. Henstock, The Avian Presse, 1912. Questo libro si raccomanda da sè, tanto è noto il nome dell’ A. tra gli Avicultori e contiene una grande quantità di utili informazioni. Speciali capitoli sono devoluti alla spiegazione del modo col quale devono venir curati gli uccelli che si tengono iii ri e nta ita, ada Litio ni | in schiavitù, sulla forma delle gabbie, dimensioni, ecc. Poi l'A. | parla delle specie che si allevano o vivono in domesticità, ed ‘adorna il volume con numerose fotografie per la maggior parte . buone. i | Wesrett W. P. - The young Ornithologist. Guide to haunts, E homes and abits of British Birds, London, 1911, in-8°, 528 pp. with ill. i — Wirp O. H. ricorda in “ Scot. Nat. ,, 1912, p. II la prima cattura i scozzese del Verzellino avvenuta il 9 nov. 19II presso Edin- burgo, si conoscono venti catture in Inghilterra e due nel- Irlanda. _ Wison W. ricorda in “ Nat. ,, 1912, p. 50-51 di aver osservato > che varie specie di 7urdus, quali zliacus, musicus e merula ingoiavano e gettavano via le feci dei giovani, la Merula tor- quata le ingoiava, la Fringilla coelebs le gettava via pochi giorni prima che i giovani lasciassero il nido, altre specie come Auticilla, Erithacus, Phylloscopus, Cinclus, Parus major, —_ Motacilla, Anthus, Passer, Sturnus le gettavano sempre via. _ ZepLITz Grar v. unD TRilrzscHLER. - Streifziigge eines Ornitho- \ logen in Spitzbergen; mit ZEPPELIN nach Spitzbergen, Bilder von der deutschen arktischen ZEPPELIN Expedition, Berlin, IQII, gr. 8. 209-226. Descrizione di un’ escursione fatta colla spedizione ZEPPELIN alle Spitzbergen, con brevi note sulla vita ornitica delle tundre e __dell’arcipelago, con fotografie di uccelli e di nidi. Cà Oddo, Monselice, li 15 maggio 1913. E. ArRrIGONI DegLI: ODDI NECROLOGIO GIOVANNI GERARDO KEULEMANS Nacque l’'8 giugno 1842 a Rotterdam e morì di 69 anni il 29 marzo u. s. Il suo lavoro di Pittore di soggetti ornitologici, che lo rese celebre nel mondo scientifico, cominciò nel 1869 quando andò in Inghilterra per illustrare i libri del compianto R. B. SHARPE, e tosto si rivelò disegnatore e pittore d’ uccelli insuperabile. Pos- siamo dire che i grandi libri ornitologici inglesi del periodo 1870- 1900 erano ritenuti incompleti se non venivano “ illustrati dal KEULEMANS y; e la grande sicurezza di disegno accoppiata ad ele- ganza di forma ed a facilità d’ espressione fecero delle sue tavole altrettante figure deliziose. Secondo gl’intelligenti il lavoro suo più fine sarebbe quello delle tavole dei Rapaci notturni del 2° vo- lume del Catalogo degli Uccelli del Museo Britannico, ed è diffi- cile immaginare figure più perfette e più rassomiglianti per disegno e colorito. Ultimamente aveva sofferto di malattie d’occhi e sic- come di vari colori non aveva più l’ esatta percezione, il suo pen- nello non era più così perfetto. KEULEMANS vivrà sempre nel suo lavoro, gli ornitologi e gli artisti ricorderanno lungamemente il grande Maestro. ERBERTO BROWN Nacque il 6 marzo 1848 a Winchester, Virginia, e morì all’età di 65 anni, il 12 maggio u. s. a Tucson, Arizona, Stati Uniti di America. Nel 1873 si era stabilito a Tucson e vi rimase la mas- sima parte della sua vita; venne nominato Conservatore del Museo dell’ Università d’ Arizona dalla sua origine ed alla stessa donò le sue notevoli Collezioni di Storia Naturale. ErBERTO Brown è soprattutto noto per le sue ricerche sugli Uccelli dei deserti mon- tuosi d’ Arizona e del Sonora settentrionale, ove ebbe varie pe- rigliose avventure e dove scampò miracolosamente dall’ esser cat- turato dagli Indiani Apaci e di morir di sete nelle pianure deserte e prive del tutto d’acqua di quelle regioni. All’epoca della sua morte era Presidente della Società Audubon per l’ Ari: zona e Capo della Corte Superiore della Contea Pima. NECROLOGIO ROBERTO COLLETT. È con vivo sentimento di dolore e di rimpianto che devo qui ricordare la morte del prof. RoBERTO CoLLETT, avvenuta a Chri- stiania il 27 gennaio u. s. nell'età di 70 anni, vittima di un forte attacco d'influenza, degenerata poi in bronco-pneumonite. Egli nacque a Christiania il 2 dicembre 1842 da una famiglia distin- tissima d’origine inglese, ma stabilitasi in Norvegia alla fine del 1700. Fu educato a Lillehamen e compì i suoi studi nell’ Univer- sità di Christiania, laureandosi in Scienze Naturali. Nel 1871 venne ‘nominato Assistente al Museo di Christiania, nel 1882 Direttore del Museo stesso, e nel 1884 Professore di Zoologia all’ Univer- sità Reale, carica che tenne con grande onore sino alla sua morte. Il CorterT pubblicò numerosissimi lavori sulla fauna degli animali vertebrati della Norvegia e paesi circonvicini, il suo primo Scritto risale al 1864, venne pubblicato nel “ Nyt Magazine ,, ed ha per titolo: Rivista dell’ Avifauna delle vicinanze di Christiania; collaborò poi col Nansen nell’ illustrazione degli Uccelli riportati dalla Spedizione del Fram, 1893-1896, scrisse memorie impor- tanti sui Pesci della Spedizione Nord-Atlantica Norvegese, pub- blicate nel 1880 e nel 1896 su quelli riportati dai viaggi oceanici del Principe ALBERTO DI Monaco. CoLLetT fu uomo simpaticissimo, di vasta coltura, d’innata gentilezza, Il Naturaiista che visitava la Norvegia e che ricorreva a lui per consiglio od aiuto, era sicuro d’averlo illuminato, pieno e completo. Il Museo di Christiania era stato, si può dire, creato da lui, portato ad alta fama e le raccolte locali sono ammirevoli per ricchezza di serie, per qualità di soggetti e pel modo col quale sono tenute. Io poi particolarmente devo ricordare il caro Maestro e l’ amico perduto. Quando nel 1892 visitai per la prima volta la Norvegia, questa poetica Svizzera del Nord, ebbi dal locale Governo per mezzo del CoLLertt ogni agevolezza possibile e molti luoghi potei visitare unicamente per aiuti avuti dalla R. Marina e dalle Auto- rità locali in merito alle commendatizie rilasciatemi da quel Regio Governo, cose tutte che io. dovevo all’ interessamento dell’ emi- nente Direttore del Museo di Christiania. Così potei visitare gran numero di fjords, compresi quelli sul lato orientale del Capo Nord e specialmente quelli noti sotto i nomi di Porsanger, Laxe, Tana ed il Varanger che s’interna profondamente entro terra, traversare gran parte del paese tra la Capitale ed il capo Nord, visitare Lister e numerose località della Norvegia artica, la terra del. sole di mezzanotte! luoghi tutti che rievoco con piacere, e con scarsa speranza di rivedere! Dopo quel tempo nei miei viaggi succes- sivi, avevo sempre trovato l’amico diletto che amava d’intenso affetto il mio gran Paese, i suoi progressi e la sua libertà. Qualche’ anno fa egli passò per l’Italia quando fece il viaggio ad Alger’ e si trattenne. alquanto da me a Ca’ Oddo, ove potei ricam- biargli almeno in parte le grandi cortesie ricevute, e visita che io ricordo tra le memorie più care. Nella mia Raccolta eg esaminò allora quanto materiale avevo potuto raccogliere in Nor Riv. di Ornitologia. 20 RIVISTA. ITALIANA DI ORNITOLOGIA. vegia a suo mezzo, quanto da lui ne avevo ricevuto dal Cirio di Lister, al Colymbus adamsi di Varanger fjord, all’ Eniconetta — stelleri, agli ibridi di Tetraonidi ecc. ecc., e soprattutto a me caro il giovane di' Rhodostethia rosea, uno, dei tre riportati dal NANSEN dalla celebre spedizione del “ Fram ,, e che io conservo quale: prezioso cimelio. Con RogerTo CoLLETT si è spento un uomo altamente nei merito della Scienza e degli Studi, un grande amico del nostro Paese, ma non muore il ricordo dc benefici ricevuti e la sua me: moria sarà sempre cara agli volo GUGLIELMO BERNARDO TEGETMEIER. Nacque il 4 novembre 1816 a Colubrook nel Buckinghamshire e morì nella grave età di 96 anni, il 20 novembre u. s. a Golder’s Green presso Hampstead in Inghilterra. Egli si dedicò principal mente a studi pratici sull’ allevamento e la riproduzione di Gal: line, Fagiani, Piccioni, ecc., fu per molti anni la principale auto- rità in argomento; per la sua riputazione, quale Allevatore, venne eletto giudice o giurato in parecchie Esposizioni e Mostre spor- tive e per molti anni (1867-1907) fu Editore in materia d’Alle- vamento del grande giornale Ù The Field ,. È nota la sua ami- cizia con CARLO DARWIN, che conobbe nel 1855 e col quale rimase in corrispondenza sino al 1881; egli aiutò assai il grande scien- ziato comunicandogli e mettendolo a parte delle osservazioni e dei risultati ottenuti nei suoi Allevamenti, e Darwin lo ebbe in. grande stima. i de EICIPROSCUIERYXSECCANER Filippo LuTLEY SCLATER era nato a Tangier Park nell’ Hamp- shire nel novembre del 1829 da una vecchia famiglia della Contea, rappresentata oggidì da suo Nipote Lorp Base, e morì il 27 giugno 1913 in seguito ad una caduta di vettura nella grave età di 83 anni. Era stato educato a Winchester ed a Oxford, ove fu alunno nel “ Corpus Christi College ,,. Ebbe altissimi onori, nel 1860 venne nominato Dottore onorario in Filosofia nell’ Univer- sità di Bonn, nel rgor Dottore onorario in Scienze nell’ Univer- sità di Oxford, fu uno dei Secretari Generali della “ British As- sociation ,, carica che tenne per cinque anni e Presidente della |__| Sezione D a Bristol nel 1875, venne eletto Membro della “ Royal ‘Society ,°nel 1861, fu due volte nel Consiglio Generale della stessa, ed era infine Membro od affigliato di numerose ed importanti PES cademie e Società scientifiche inglesi e forestiere. Fu uno dei Soci fondatori della Unione Ornitologica Inglese. (1859) e del Club Ornitologico Inglese (1892), come Primo Editore del grande Giornale ornitologico inglese “ The Ibis ;,, tenne la ca-. rica ininterrottamente, salvo breve lacuna, fino ad un anno fa. Se- gretario della Società Zoologica di Londra nel periodo 1859-1902, coprì l’ eminente carica portando grande beneficio agli Studi zoo-.. logici, dando potente incremento alle Collezioni d’ animali viventi. 0, a biblioteca annessavi, Soggetto principale dei suoi studi e delle sue ricerche furono 3, cogli Uccelli dell’ America centrale e meridionale, ne fece grandiose Raccolte, che sono ora incorporate nel Museo. Britannico; scrisse uno dei Volumi del Catalogo degli Uccelli del Museo stesso innumerevoli Opuscoli e Opere di grande mole, ed il Lettore | potrà trovarne la Lista completa nel n. 49 del “ Bollettino del Museo . Nazionale degli Stati Uniti ,, ; uno dei suoi lavori principali fu quello sulla “ Distribuzione geografica degli Animali ,,, principiò i suoi “ studi nel 1858 e dopo lunghe ricerche divise il Mondo Ornitologico nelle sei grandi regioni ora generalmente accettate: Paleartica, - Etiopica, Indiana, Australiana, Neartica e Neotropica. 3 Io che lo conobbi molto da vicino e che lo ebbi amico ap- prezzato, posso dire che lo ScLATER fu uomo di vivido ingegno e di vastissima coltura; dai numerosissimi suoi viaggi, dalla con- | vivenza scientifica e cordiale con gli uomini più illustri del suo tempo, dall’esperienza di studi e ricerche saggiamente condotte aveva tratto quella facilità di parola, quella varietà di discorso, | quella netta percezione dei vari problemi che lo rendevano egual. mente caro e stimato nell'ambiente severo della scienza, come nelle piccole riunioni degli amici. _ La sua perdita sarà sentita con grande dolore, non soltanto nella sua Patria, ma anche all'Estero, ove contava moltissimi amici e corrispondenti, soprattutto in America, l’ Avifauna della quale egli curò col massimo onore.. iaia” IO agosto 1913. E. ARrRIGONI DeGLI ODDI (rs BISI SESIA Ei INDICE DEI NOMI SCIENTIFICI E VOLGARI contenuti nel Volume dell’ Anno II | Abdimia abdimi, 107. Abrornis albigularis for- | mosana, 212. : Abrornis albigularis ful- | vifacies, 212. Abronis tristis, 241. Acadian, 137. | Acanthis cardueks niedi- Mick, 143. Acanthis DET n. ab. ._ blazei, 212. Acanthisitta chloris granti, 278. Acanthiza chiysonhoa ad- denda, 209. Acanthiza inornata mastersi, 209. Acanthiza iredalei heldleyi, QNI2IO. a . Acanthiza lineata gculbur- Ù mi, zio. Acanthiza lineata whitei, sub- 9. SCLOLAG pusilla arno,209. Ù consobri- | Acanthiza uropygialis con- dora, 210. Accentor brevipes, 62. TRO) modularis,51, || 132, 145, 222. Accipiter minutillus, 213. RS misus, 127, 230. » .» feneriffae, 286, 298. | Accipiter nisus v. 126. | Accipiter ovainpennis, 58. ru /0O4 137] Acomus erythrophthalmus major, | Acrocephalus (1912-1913) IT e ze ex Acredula caudata,55, 143: ) europaea, 45- Acredulae, 45. Acridotheres 123. Acrocephalus aquaticus, 270, 281. Acrocephalus australis ine- apectatus, 210. cristatellus, australis melvillensis, 210. SROSLICO dumetorum, 64, 270. Acrocephalus palustris, TSI Acrocephalusturdoides, 12. Actites hypoleucus, 275. Actodromas fuscicollis, 218 » femmincki, q. Adler-arten, 210. Aeguialitis dubia, 127. » geoffroyi, 218. Aegiothus, 217. » cabaret, 279. Aegithalus caudatus ib) 207, 280. Aegithalus liae, 207. Aegithalus 280. Aegithalus pendulinus, 4. Aepyornis, 207. Aerops albicollis, 104. Aesalon, 21. Aestrelata haesitata, 262. Agapornis taranta, 107. SIRO phoeniceus, 218, caudatus ita- caudatus tatti, 225. Agrobates galactodes fa- miliaris, 143. È Agrobates syriaca, 143. Alca Aidemosyne cantans orier falis, 99. Aigrettes, 122. Airone bianco, 6, 4I, 122. 7 maggiore, i 148, 264. Airone cenerino, 222. ù; rosso, IIO, 258. Aironi, 139, 225, 293, 297. si bianchi, 140, 141° 260. Alauda, arvensis, 15, 128, ‘270, 27I. Alauda arvensis cinerea, 270, 295. Alauda cantarella, 60, 127. Alauda cristata meridio- nalis, 216. Alauda gulgula, 218. Albanella chiara, 5. î minore, 5. 5 piccola, 52, 208. ni reale, 258. ‘impennis, 55) 224; 234; 264, 266, 268, 271, 272, 292. Alca a 48, 236. Alcae, 286. Alcedinidae, 289. Alcedinidi, 150, 289. Alcedininae, 289. Alcedo ispida, 261. Alche, 149. Aleyone azurea alistert,209. Aleyone pusilla, 59. Aleyone pusilla ramsayi, 200. Alcyone ramsayi, 59 Alethe poltoparea, 143. «a mellensis, 143. Alle alle, 54, 55: 56 214» 272: ; Allocco selvatico, 50. Alouette cantarelle, 127. È russe, 127. Alseonax aquaticus, 286. si caerulescens pon- doensis, 230. Alseonax gambagae, 286. D) pseudogrisola, 286, 287. Alzavola, 273, 297. Amadina fasciata, 99. x, Oryztvora, Ammer, 283. Ammodramus savanna- rumi caucae, 226, 263. Ammomanes, 123. » cinctura pal- lens, 144. Ammomanes deserti fra- terculus, 214. Ammomanes deserti bellina, 214. Ammomanes deserti tharinae, 214. Ampelis garrulus, 64, 265. Analcipus cruentus, 244. Anas acuta, 214. boscas, 125,142, 214. diazi, 267. ferina, 268. Havirostris, 43. fuligula, 267, 268. laysaniensis, 267. mollissima, 172. obscura rubripes, 260. Anas platyrhyncha, 228. » Superciliosa rogersi, 208. Anas tristis, 267. » whyvilliana, 267. | Anastomus, 135. Anatidi, 12. Anatra, 204. Anatra marmorizzata, 34, 148. Anatre, 130. Anellobia Ti hal- ‘maturina, 210. Anhinga plotus, 263. Anitre, 49, 58, 126, 280, 295. Anitre nere, 267. Anorthuratroglodytes, 265. Anser albifrons, 180, 205, 216, 235, 276, 290. Anser anser, 205, 271, 275- » AYVENsis, 205. » brachyrhynchus, 219. n» erythropus, 180,215, 124, 136, 205, 199. ka- 140, 277. Anser hyperboreus, 134. » 7ndicus, 135. » meglectus, 219. UST Anser ro 205. Anseranas semipalmata hamiltoni, 210. Anserinae, 182. Anthropoides virgo, 286. Anthus, 299 Anthus blackistoni, 60. ; campestris, 100, 264, 270. Anthus cervinus, 275. ) coutelli, 60. » gouldi, 60. ion ) pratensis, 143. ) richardi, 206, 214, 264, 272. Anthus spinoletta, 264. Apalis darglensis, 230. »laviventris, 230. rhodesia, 230. » rufogularis kame- rUunensis, 144. Apalis spelonkensis, 230. » venustus, 230. Aphelocoma sieberit. ari-. zonae, 138. Aptenodytes i 62. Apus affinis galilejensis, 150. Apus apus, 150. ) . » Rollibayi, 150. Rollibayi, 59. melba, 150. MUVINUS, 215. aillyricus, 150. Aquila clanga, 263. » »fulvescens, 213. Aquila chrysaètus, 2, 5; 138, 210, 263, 268. Aquila fulva, 117], 198, 199. imperialis, 48. maculata, 46. melanattus; 282. naevia, 263, 264. DO major, 263, 0) minor, 263. naeviordes, 262. pomarina, 210. rapaa, 105, 263. Aquila del Bonelli, 262. Aquila di mare, 49, 148, 260, 280, 284. Aquila reale, 5, 42, 47 207, 260. Aquile, 45, 49, 115, 207. Aquile anatraie, 263. Ara severa, 129. Arboricola charltoni, 13. Archibuteo lagopus, 279. Archilocus colubris, 140. Ardea, 143. » cinerea, 233. 262. 40, obscurus, 133, 285. Hd cinnamomea, 87. = » goliath, 129. TÀ » melanocephala, 107. »_. purpurea, 107], IT9. Duno 107. Ardeiralla Ravicollis mel i vtllensis,. 209. È; s Ardeola cinnamomea, 87° » eurhythma, 87. D ralloides, 107. Ardetta, 86, 87, 88. » CINNAMOMEA, (87. i curhythma, 86, 87. minuta, 86, RIE riedeli, 87. ; smensis, 87 Arenaria interpres, T45- Arremeonops lucuensis 227 Td4y na: Asio abessinicus, 295. 5 » grameri, | I 294 295. La Asio brachyotus, 122. » 00Us, 57. Astore, 59, 258. Astrapia rotbschitdi, 59. Astur arrigoni, 59. » brevipes, 216. i » fasciatus Ra 208. Astur palumbarius, 128. Athene, 272. » chiaradiae, 218. » noctua, 55, 56, Di bi; 184, 227. Athene noctua bactriana | 205. è Atlapetes faciceps, 226. Attila fuscicauda, 226. Artomolus Rlagesi, RS: 298. ; Automolus si 288, 208. 3 agi Autruche, 122. die. Averla capirossa, 153, 154 258; 293. Averle, 12, 149. -Balaeniceps, 130. ” rex, 129, I 136. Balearica pavonina ceci- liae, 128. Balenoptherus chilensis,g Balestrucci, 53, 270. Balestruccio, 40, 258,26 293. 3 Si ve SA Balia dal collare, 4, i pe az) i SA, 258: Ballerina, 258. 3 gialla, 134, 258 Ballerine, 281. Barbagianni, 59, 261. Barbatula chrysocoma: schubotzi,. 144. | Barn-Owl, 210. — Barred-Owl, 140. Bartramia longicauda, 139. . Bastleuterus. ‘richardsoni, 226. | Batis reichenowi, 214. _ Beccaccia, 48, 61, 134, 139; | 258, 260. Beccaccia di mare, 279, 282. a 50, '61, 258, _273, 274. eiano del (49, 274 Beccafico, 258. Beccapesci inglese, 255. Becchifini, 297. Bèco en crose, 3. Bec-Croisés, 123. Bergeronettes, 262. Bernicla brenta, 55, 205- È glaucogaster, 55- n lewcopsis, 125,279. Berta, 258. n; maggiore, 258. % minore 51, 53. Berte, 53. Biblis, 263. Bigione, 297.‘ . Bimaculated Ducks, 273. Birds of Paradise, 128. Biziura lobata westr alis, | 20. Black-eared Chat, Black-thrcated Chat, Black Redstart, 131. Black Game, 133. Bleu Thrush, 128. Bleu Bird, 140. Bob White, 137. Bombicilla, 217. Bonasa umbellus, 138. n thayeri, 267. gp fogata, 267. | Botaurus, 268. n» eurhythmus, 87. AIR , lentigin osus, ne 268, 270. | Botaurus stellaris, 224, 264. Bottacci, 134. | Bower Birds, 128. Sg: Lc goodfellowi, Sabine, 126. 126. Bradiplerus bedfordi, 62. uti d elegonensis, 212. | Branta bernicla, 132, 272. canadensis, 138. leucopsis, 274. aa 119. 146, Ballpola:” 150.0 SB: 150. x Uilculahaie 122, bubo, i25. Bubo esi POR ” k 205. Bubo ignavus turcoman- nus, 205. - s virginianus, 137-. ” ” d a Li di Scens; 137. Bubulcuscoromandus, 218. di ibis, 106. Buceros, 273: Bucerotidae, 104. Bucorvus abyssinicus, 104. FASO melanocephalus, 213. Budytes plumbeiceps, 218. Bugeranus carunculatus, 106, I3I. Bulbuls, 130. Bulfinches, 128. Buphus comatus, 124, 126. Buse ordinaire, 124. Butalis grisola, 4. Buteo, 123, 125; 261, 264, 267. Buteo arrigoni, 59. n augur, 106. buteo, 124. ST di insularum, 135- Buteo buteo zimmermian- nae, 286. Buteo ferox, 213, 236. lencocephalus, 218. lineatus, 137. } elegans, 224. Buteo lineatus 224, 267. Buteo swainsoni, 268, 269. Ue IA, 106 n vulgaris, 276. »” ” Var. _mermannae, 206. Buteo szimmermannae, 213. Butreron capelli, 281. Bycanistes cristatus, 104- Iexanus, S1M- Cacatoes galeritae rosinae, 200. l Cacatoes galeritae melvil- lensis, 209. Cacatoes sanguinea apleyi, 200. Cacatoes sanguinea ashby, 209. Cacatua, 127. A cos, 130. n galerita, 130. % leadbeateri aber- rans, 144, 209. Cacatua leadbeateri nunzi, 200.. Cacatuidae, 125. Cacatuidès, 127. 1 LGARI Dose Titoli, s Caccabis biedermanni, 188. su chukar48 i ;; labatei, L'oasi 186, 190, I9I. Caccabis petrosa, 190, 226. È rubra, 184. S » ispanica, - IQO. nigi Caccabis rufa, 62, 123, 135.. i, Ù australis, jevI35: e: i Caccabis rufodorsalis, 184. si saxatilis, 184. 5) | bieder- manni, 228. ; Cailles, 4I, 126, 288. Calamanthus fuliginosus, 67. Calamonastes erlangeri, 145. ; Calamonastes hilgerti, 145. È, simplex, 145: Calandra, 3, 258. nera, 235. Calandrella, 3, 258. G alandrella brachydactyla, Calandro maggiore, 222. Calcarius lapponicus, 206, 220. Calcarius nivalis, 3 Californian Condor, 138. ; Mountain Quail, 138. IRA Quail, 138. Calliope, 88. pi calliope, 88. ” camtschatkensis, 223. Calliptilus solitarius, 61. Collocephalon, 127. 5) galeatum 2g Calopsitta, 127. Îà novae - hollan- diae. 44, 127. Calyptorhynchus fiteroyi, 209. Calyptorhynchus funereus witheae, 209. Camaroptera brachyura bororensis, 239. Camaroptera griseoviridis noumiei, 230. Camaroptera super ciliaris Ramerunensis, 144, Canapiglia, 53. 204. Canapino, 261. Ù; maggiore, 4, 258. Canards 126. Canarino, 220, 261. Cannareccione, 258. banksit sauvages, 125, . Capinera, 258. Capinere, 271, 272. Capinero, 53. Capito maculicoronatus rubrilateralis, 226. Capitonidae, 105. Cappellaccia, Go. Caprimulgidi, 150. Caprimulgus accrae, 61. 5 astaticus, 218. n europaeus me- ridionalis, 150. Caprimulgus europaeus sardus, 150, Caprimulgus fulviventris, 6I. Carbo carbo steadi, 278. À » mestralis, 208. » goulditunneyi, 210. Fe melanoleucus mel- villensis, 200. varius perthi, 210. Cardellini, 23I, 270. Cardellino; 212, 257, 258. Di imperiale, 212. Cardinalis cardinalis, 123. UA » flam- miger, 269. Carduelis carduelisX.Chlo- ris chloris, 216. Coadero, 88. Na erythrinus, 133, 212, 279. Carpodacus mexicanus, 126. Carpodacus mexricanus frontalis, 138, 266, 268. Carpodacus mutans, 266, 267. Casarca casarca, 142, 263, 281, 201. Casarca, tadornoides, 265. Casoari, 63, 273. Cassenoix, 12, 45, T24. 2 Cassowary, 209. Cavalier d’Italia, 44. Cepphus grylle, 291. Cerchneis, 21, 31. Cerchneis naumanni, 5, 26, 28, 58. Cecrhneis tinnunculus, 26, 28, 106. Cecrococcyva, 294. 3; mechowi 294. TR olivinus, 294, 205. Ceriornis satira, Certhia, 50. Certhilauda daviesi, 230. Certhilauda deserto rum, 123 Coldo duponti, 123. » — Ralahariae, 62. Certhionya albogularis yo- rki, 209. 123, 128. Certhionya I keatsi, 200. | Ceryle aleyon, 187. Ceryle americana isthmica, 228. Cerylinae, 289. . Cesena, 126. Cettia cetti, 124. Chaemepelia, 232. Chaffinch of Tenerife, 129. Chalcomitra cruentata, 108 Chalcopelia afra, 50. Chalcopelia chalcospilos, 58. Chamacepetes sanctae- -Mar- thae, 226. Charadriidae, 107. Charadrius, 262. 5 cucullatus tor- bayi, 208. Charadrius dominicus, 230. Charadrius bius, 146. Chelidon, 272. 3; cashmiriensis 278. Chelidon daurica vufula, 212. Chenalopex aeyyptiacus, 122, 218. Chiromachaeris manachus trinitatis, 63. Chiurli, 134. Chiurlo maggiore, 52. Chlamydera nuchalis mel- uillensis, 209. Chloephaga, 129. Chloris chloris, 215, 272, 286. dubius du- Chloris chloris aurantiven= tris, 215. Chloris chloris bilkeroitchi, 219. Chloris chloris chloris, 215. Chloris chloris chlorotica, 215. Cnloris chloris madaraszi, 215. Chloris chloris mihlei, 215. Roe » turkestamica * 215. Chlorosping gus albitempora nigriceps, 226. Chondestes, 139. a grammaeus, 139. Chordeites virginianus henri, 137: Chrysococcya È arnar ni 208. Chrysococcyx dasalis mel- lori, 208. Chrysococcyx basalis Wyrt- dhami, 208. rufogularis Clnysococey Lidi 3; Lonni SPO. vote 209. i Chrysococeya plagosuscar- feri, 208. | Chrysococeyx plagosus ta- smanicus, 208. Chrysomitris spinus, 264. Chrysomitris spinus bu- turlini, 145. si Chrysoptiles guituralis. 146. Chrysoptilus ujhelyi u, Cicogna bianca, 082. pe Cicogne bianche, 46. Ciconia, 60. » alba, 263, 281. D ciconia, 58, 1I2, 143. Ciconia nigra, 58, 286. Ciconiidi, 39. Ciconidae, 107. Sai Cigni, 49, 280, 281, 297. ». reali, 228, 229. » selvatici, 42. Cigno, 51, 270. Cincia, 37. D di padule, a Cinciallegra, 37. Cincie bigie, 220, 220. Cincli, 287. $ Cinclus, 293; 299. » aquaticus, 287]. DE Melatosao A DR 287. Cinclus acari 58,0 D) merula, 287. » sapsworthi, 58. Cinnicerthia olivascens in- fasciata, 226. Vo Cinnyricinclus leucogaster, = 08. go Cinnyris amethystina, 63. n brevirostris, 214. »_ chloropygius vel lensis, 143. Cinnyris frenata mac- gille (i; vrayi, 210. Cinnyris Rruensis, 660 » osea, 212. ) venustus fazo-. glensis, 103. Cipselidi, 150, 293. Circattus, 264. Sg Ù cinereus, 58. vid » gallicus, o 282. Circaîtus pectoralis, 58. Circus approximans drum: mondi, 278. Circus. cineraceus, 5) Ba 2021. SOIL FAO Circus circus cineracens, Y. fio ToGHo i ‘SE UO 5) 54, 56, To a Circus ‘macrurus, 58, 144. —» maculosus, 67. ) swainsoni, 2; 5. | Cisticola, 288. » alleni, 288. » difficilis, 288. » | eatlis melvilensis 209. Cisticola exilis parryi, 210. exilistormenti, 210. » Aypoxantha reiche- er r288., > Cisticola kalahariae, 62. kRumunkei, 212. pictipennis, 212. primioides kili | mensis, 288. Cisticola pusilla, 230. » strangesi kapi- tensis, 288. Cisticola rubruficapilla ae- quatorialis, 288. Cisticola subruficapilla bo- rca, 288. | Civetta, 52, 57 225, 256, iez53 Civetta capogrosso, 56, 277. _ Civetta nana, 118. Cladorhynchus leucocepha- lus vattresti, 208. Clamator, 151. Clangula clangula, 274. Clangula glaucion, 125. eis landica, 2x7], 2]4: . Clangulae, 204. | Coccolhraustes, T24: Sanno d; coccothra- e Sfes): 222. Coccothraustes japonicus, «268. Coccystes glandarius,4, 46, 148, ISI, 220. Cockatoos, 130. Codibugnolo, 280. Codirosso, 225, 258. SE spazzacamino, 52, 54, 258. Codirossone, 3. ‘Codoni, 204. Coereba, 62. 217, Coereba chloropyga alleni, 63. — Coereba chlorop yga cea nensis, 62. SONE oklorop yga maji scola, 62. Coereba luteola, 185: Coereba luteola (uEjor, 62, _135- Rena luteola montana, 62. eri Coereba pacifica, 63. ognà bahati, 110. Colaeus collaris, 143. » monedula148 215 î n SO1Es65 2I5. Colaeus moncoiia cirten- SÎS, 293. Colaptes auratus, 137. Coliidae, 105. i Colinus pectoralis, I3I. Colinus virginianus, 137. Colius leucotus, 105. » MaACcrourus, 103. Coliuspasser hartlaubi, 99. vi laticauda, 99. È macrocercus, 99. Colluricincla brunnea par- YYÎ, 209. Colluricincela brunnea roe- bucki, 210. Colluricincla harmonica samba, 209. Colluricincla parvula alli- gator, 209. Colluricincla parvula coni- gravi, 210. Colluricinela erica lis murchisoni, 210. Collyrio leucogrammicus, 162. Colombaccio, 7, I2:, 260. Colombe, 58. Colombelle, 7. Colombi, 48, 132, 149, 223, 235, 292. Colombi selvatici, 4o. Colombo, 7, 125. , Colombo di Celebs, 132. 7 selvatico, 59. n viaggiatore, 266. Columba albinuca, 295. È livia palaestinae 143. a Columba livia schimperi, 143. Ì Columba meyeri, 59. ni oenas, 7, 265. n palumbus,7, 263. Colum. tina 232, 2092. » passerina, 232. Ù sodalicia, 145: strepitans, 292. Colymbus, 204, 264. 5 -adamsi, : 302. Ù, arcticus, 2951 215, 281. Colymbus SIAAIAS 5, 125; 26020: Coylmbus grisergena, 211. pa nNILFICANS, 2II. 3; septentrionalis, 48, 50,51. Comatibis, 293. ga, Combattente, 213, 293. Common Eider, 132. Si Fowl, 47. E artadaept92ì ” Starling, 51. Compsothlyps pitia Ye umi elegans, 221. Condor, 39, 199, 275. Conopophaga Swethlageae, 144. Conuropsis carolinensis, 267. Conurus, 294. Fi Aeruginosus, 294. Còoombo savàdego, 7. Coracias, 295. n abyssinus, 103. garrula, 286. Ù; garrulus, 64, 103, 124, 180, 260. Coracidae, 97, 103, 137. Coracidi, 150. Coracina hypoleuca apsle Ye, 209. Coracina hypoleuca par- 2009, Coracina novae-hollandiae didimus, 209. Coracina tenuirostris mel- villensis, 209. Cormorani, 138. Cornacchia nera, 40. Cornacchie, 288. Corrione biondo, 39. Corvi, 89. I4I, 149. Corvidae, 97. 137. Corvo, 54, 126. 3; imperiale, 257, 258. Corvultur crassirostris 132. Corvus affinis, 97. n» benneti, 63. » ceciliae, 63. DIE. i marngli, 200. Corvus corax krausei, 214. laurencey, 143: Corvus corax leptonya, 219. COYNix, 134. 143. sharpei 143. 136, 137, ”» ” corone, 278, 286. Corvus coronoides, 63. yo SUe SUS SO SRO Corvus Sardus, 220. Cossypha heuglini, 145. Cotile obsoleta, 218. n vupestris, 260. Coturnice, 39, 185, 188, 228, 258. Coturnici, 188, 1090. Coturniculus, 139. n savanno- rum australis, 139. 186, ZIO RIVISTA ITALTANA DI ORNITOLOGIA Coturnix africana, 135; 207. Coturnia australis melvil- lensis, 208. Coturnix australis queen- slandicus,. 208. Coturnix baldami, 252. N capensis, 136. ;) communis, 135, 136, 202. Coturnix coturnix TIT, 249, 252, 2583) 297. Coturnix coturnix africana III, 252. Coturnix coturnix dela- gorguei, III. Coturnia japonica, 297. ni persica, 125. Coucou, 46, 127, 264. Cracticus mentalis Rempi, 2I0. Gracticus quoyijardinizio. Crane, 130. Craspedoprion intermedins 227 Crateropus fulvus, 124. ; leucopygius, IOI. Craticus nigrogularis tor- meni, 209. Craticus torquatus collett, 200. Crested Lark, 130. Crex crex, 274. » pratensis, 136, 278, 206. Croccolone. 293. Crocias, 168. x guitatus, 168. Crociere, 8, 4, 27, 56, 271, 275. Crocieri, 40, 41, 49, 56, 57, 58, 124, 125, 207. Crocopis bimaculatus ten- gercensis, 291. Cryptorhina, 135. Cryptospisa borealis, 63. Crypturus soni caucae 226. Cuckoo, 291. Cuculi, 150, 275, 277, 285. Cuculidi, 150. Cuculo, 22, 46, 58, 59, 126, 127, .132, 258, 261, 272, Zye}, Cuculo africano, 4. 3% col ciuffo, 148. Cuculus, 272. 3) canorus, 285, Gi n bakeri, 150. Cuculus canorus kleinsch- midti 151. Cuculus, intermedius insu- lindae, 150: Cuculus kleinschmidti, 59. Cuculus rubricatus alber- toni, 208. Cuculus rubricatus alboni, 208. Culbianco, 258, 273. Curlew, 272. Cursorius gallicus, 38, 213, 2 Cutrettola gialla, 258. Cyanecula, 260. si caerulecula, 46, 260. Cyanecula gaethei, 46, 260, Cyanecula pallidogularis, 46, 260. Cyanecula volgae, 46, 260. Li wolfl, 46, 260 Cyanistes. coeruleus, 213. ti CVaAneus, 212. ù pleski, 213. Cyanocompsa cyanea cau- cae, 226. Cyanocoraa affinis, 129. Cyanopica cooki, 122, 123, 126, 218. Cyanopolius cookî, 16, 18. Cyanoramphus auriceps macleani, 278. Cyanospiza ciris, 131. Cygnus, 260. D melanocephalus, 129. Cygnus, olor, 122. Cypselus melba 4, 10. a murinus brech- MOVUni, 135. Cypselus pallidus, 2, 10. È, unicolor, 135. Dacelo leachii cliftoni, 209. 5 n» Rempi, 210. n $ nana, 209. Daceloninae, 289. Dacnis nigripes, 128. Dafila acuta, 142. Dendrocolaptidae, 293. Dendrocopus analis lon- gipennis, 145. Dendrocopus lilfordi, 216. îa major, 55. Dendrocyena arborea, 135. DA viduata, 128. Dendrocygna eytoni mun- Na, ZIO. } Javanica, 218. A peroni, 218. Dendroica coronata, 139. Dendromus albifacies, 220. È nubicus, 105. Denigretta sacra bucha- nani, 210. Dicaenm formosum, 63, 135. Dicrocerus, 135. Dicruridae; 97. Dicrurus afer, 97. 5; assimilis atactus, 60. Diglossa cryptorius, 226: È gloriosissima, 226. Diomedea' culminata ma- thensi. 63. 5 exulans, 280. DI immutabilis, I42. Diomedee, 39. Diphyllodes hunsteini, 128, 120. Dipper, 54- Dolichonix oryzivorus,138. Downy ., Woodpeckers, 139, 140. Dromolaea, 124. Drymuplula caudatà kla- gesti, 283. Drymophila candata stria- ticeps, 220. Dryobates yhperythrus marshalli, 150. Dryobates lenconotus leu- conotus, 150. Dryobates lenconotus Mil fordi, 150. Dryobates major anglicus, 150. Dryobates major harterti, I50. Dryobates major hispanus, 150. Dryobates major major, 150. Dryobates major parroti, I50. Dryobates major. pineto- rum, 150. Dryobates, medius anato- lrae, 150. Drvobates medius splen- diodor, 150. Dryobates medius trans- CAUCASICUS, 145: Dryobates minor buturli- ni, 150. Dryobates minor horto- 7UM, 150. Dryobates pubescens, 140. ” ” me dianus, 137, 139. Dryobates villosus, 140. È » picoideus, 152. Dryobates villosus sitren- SÎsS, 152. Dryocopus'martius, 46, 264. Dryoscopus cruentus, 245- D cruentatus, 245- Duck Hawk, 140. Ducks, 274. — ae azien aiar A rinite reti ini ctopistes migratorius, 123, 137, 224, 264. | Edredon,.50, 120, 145, 203. Edredone, 178, 179, 275: | Edredoni, 119, 179. | Egatheus, 268. Egretta alba, 6, 205. | Elanus caetulewsi 2II. Elminia, 135. CR Emberiza, 88, 213. CENA ASS È ; Enneoctonus. » cia, 57, 297. cloides, 210. . cirlus, 46, 147; 274. Emberiza citrinella, 11, 215. | Emberica citrinella SSIS hortulana, 266.. Emberiza ery ee nis, 2I5. Emberiza hortulana, 215. » — leucocephala, 46, 206, 2065. Emberiza melanocephala, 295. ù Lora Saia, 128. n ©“. pusilla, 36, 206. romaniensis, 215. Rie asi rustica, 36,125, - 206, 213, 223, 267. Emberisa schoeniclus, 57- MAT È tschu- naszzio miss: Emberiza spodocephala, 64. 6 Sylvestris, 215. | Eniconetta stelleri, 302. | Enneoctonis jardinei, 160. niloticus, 159. pectoralis, 158, 160, 164. pomeranus, IST. sE i; rutilans, 158. E iomisore cyanotis aps- _ leyi, 200. leyi, 2I0.. Ercthucus, 299. a rubecula; 132, 217, 222. TS, Erithrura prasina, 131. Erystomus afer, 103. Erythropus, 21. Erythrosterna parva, 35, _ 36, II9, 198. Esacus magnirostris mel- villensis, 210. Estrilda erythronota, I45i Euchlornis aureipecius fe- stiva, 227: Eudynamis minima, 201. 5 __ ortentalis sub- | eyanocephalus, -208. Eulabeornis castaneoven- tris melvilli,. 208. Eunetta falcata, 280. Euphagus cyanocephalus, 225. Eupsychortya CO 3910) Eurystomus afer, 103. Entheria olivacea, 261. Evening Grosbeak, 138. Exalfactoria chinensis cairnsae, 210. Exalfactoria chinensis col- letti, 209. Fagiani, 57, 130, 302. Pi argentati, 66, 67. Fagiano, 61, 274. argentato, 281. comune, 68. dal collare, 68. di monte, 271, 274, 292. Pi di Swinhoe, 28r. n lineato, 67. Falaropi, 49. Falaropo a becco largo, 52. Falaropo perboo, 148. Falchi, 20, 22, 28, 30, 146. Falcinellus striatus atra- ius, 59. Falco, 21, 23, 3I. » @aesalon, 28, 50, 125. » AMUrensis, 27. ‘anatum, 48. babylonicus, 295. barbarus, 26, 122- biarmicus, 21, 26. candicans, 274, 281, 287. Falco cherrug, 28. n» columbarius, 28. ” eleonorae, 26, 28, 30. Si Falco a 22, 24, 25; 26, 28, 122, 147. Palco hierofalco, 22; 23; » horstrughi, 230. » ©Slandus, 28, 48. » lunulatus apsleyt, 208. ; Falco merillus, 26, 28.. .. pereg rinator, 26. n» peregrinus, 22, 23; 25, 26, 28, 230. Falco peregrinus POLE 51, 140... Falco peregrinus subme- lanogenys, 208. Falco punicus, 197,236, 276. is rusticulus, 137» sacer, 122. subbuteo, 26, 27, 28, 27) 5% Fusi Falco tanypterus, 26, 28. » tinnunculus,125,130. » vespertinus, 26, 27, 28, Falco, 280. calzato, 207. cuculo, 30, 40, 49. grillaio, 258. pesghiaiole: 40. pescatore, 6, 47, 48. Falcone, 52; 124; 197. Falconidae, 105, 229. Falconinae, 20, Falcunculus frontalis ire- dalei, 209. Fanello, 257, 258, 275. Farchèto, So Farco, 6. Fauvettes d'Europe, 230. Fenicottero, 45. Ficedula fulvescens, 239, 241. Fischione, 204, 273. Fischioni, 271. Fistion turco, 254. Flammea, 210. Folaga, 47. Folaghe, 121, 275. Formicarius rufipectus carrikei, 226. Formicariidae, 293. Fox Sparrorw, 268. Francolini, 58; 284. Francolino di monte, 297» Francolinus, 58. erckeli, 110. guituralis, 111. lathami schu- botzi, 143. Francolinus sharpei, I11. o vulgaris, 218. Fratercula arctica, 216. Fraticelli, 255. Fregilupus varius, 224. Fringilla coelebs, 208. RSA montifringilla, 266. Fringilla nivalis, 146. x teydea, 129. DI pola- isehi, 135. Fringillaria kovacsi, 145. Fringillidae, 100. Fringuello, 258 44, 45, 121, “Fringuello, alpino, 208. y montano, I2I. Frisoni, 121. Frullino, 61. Fulica atra, 261. Fuligula marila, 132, 205, 293. Fuligula nyroca, 133, 293- 5 rufina, 293. RIVISTA. IPALTANA DI ORNITOLOGIA pre n Fulix nyroca, 6. . Fulmari, 52, 54, 132, 206. Fulmaritdae, 293. Fulmarius glacialis, 54, 55, 136, 142, ISI, 232. Fulmaro, 52, 278; 279. Fulmars, 136. Furnartidae, 293. Furze Warblers, 51. Gabbianello del Sabine, 49. Gabbiani, 40, 47, 134; 149, 260, 272, 280, 284. Gabbiani, comuni, 54, 284. Gabbiano, 4I, 42, 52; 273. lay comune, 44, 139, 146, 255, 291. Gabbiano corallino, 39. «+» del Ross, 148- ” glauco, 47. ) reale, 39, 197, 258, 284, 201. Galerida, 48, 123. HE cristata catroli, 62. Galerida cristata deichleri, 293. Galerida cristata hilgerti, DO Galerida cristata pallida, 62. i cristata weigoldi, CA theklae hilgerti, 293; Galerida Ù; ki, 144. Galerita cristata, 130, 214. Galliformi, 66. Gallina, 125, 216, 302. 3 Bentham, 125. + prataiola, 7, 49. Gallinacei, 39, 235. Gallinago caelestis. 55, 571. gallinago, 63. major, 126. media, 133. sabinei, 279. stenura, 280. Gallinella d’acqua, 48, 258, 275: Galline prataiole, 53. Gallinula. chloropus, 56, 57, 266. Gallo, 125. SONS Dan sivanzAnae - 0° eedrone, ‘274572095; NIFISZIONE Gallofagiani a ‘dorso’ e ventre bianco; 192. polatse: Gallofagiani ‘a ventre gri-. gio, 192) IO4.. Gallofagiano, 192, 195. Gallus bankiva, 47, 82, 83, 85. ‘Gallus Li Lo 85, | 83, 84. Gallus sonnerati Xx ban- Riva, 83. y varius, 84. Di 7 Aa 83. Gambetto nano, 7. Garrulus 217. n; STIA, 113, 286. . Garrulus ana cOr- sicanus, 114, 286, 208. Garrulus glandarius Sar: dus, 113. Garrulus ichnusae, n» © lidthi, 64. Gaviae, 286. Gavina, 50, 54, pigli Gaza, 2. Gazza; 2. 53 azzurra, 16, 17, 18. iberica, 40, 113. 4T. Gazza bleu, 26r. È marina 263, 264, 295. Gazza marina minore, 49, 220. Gazze, 43, 284, 297. » > marine minori, 48, 58, 286, 200. Gecinus cantis, 206. Gelbschulterpapageis, 145. Gelochelidon anglica, 255. Gennaeus, 66, 69, 78, 85, 192. Gennaeus affinis, 66. hi albicristatus, 195, 196. ; Gennaeusandersoni, 66,67, 73-74: Gennaeus argentatus, 72. > X hor- sfieldi, 75. Gennaens batemani, 67, 74. belt, 73, 74. clibfordi, 74. cuvieri, 66. davisoni, 66, 74. ° fockelmanni, 193; 104, 195, 196. Gennaeus horsfieldi, 66,67, 72, 73, 74, 194. Gennaeus jonesi, 66, 74. € leucomrela nUS, 192, 193, 195, 196. Gennaeus lineatus, 66, 67, 72; 73 74; 80, 104. Gennaeus sacd di | 66. SERE | melamotus, (195; - 196. Gennaeus muthura, ve; 73) Gennaeus nisbetti, 67. Gennaers nyctheme US; oatesi, 66. n: obscurus, 66, 74. prendergasi . ripponi, 66. Re rufipes,66, 67,74. | sharpei, 66, dub. pali (CERO 7 Gennaeus ab bitichesani 75. ” wickami, 66. 4 williamsi, 166. Gennaja, 21, 23.» È Geocichla n 130. Ni O s mensis, 101. SUSE Geocichla Sibixica ezio» i RIO daviso- fe Ni, 4I. a Geopelia humeralis apsloy ; 208. i Geopelia placida, Hedleyi, ZIO Geopelia placida mi pa lensis; 208. RE Geophaps -.. 13 ” b _ 208. A i Geophaps smithi co 208. SRO Germani, 205; 261, 291, 5 reali, 254. Germano ez SN È reale, de, OR turco, 6, Gerygone chloronota apse leyi, 209. Gerygone chloronota dando Wini. 200. pio Gerygone lacvigaster broo: mei, 210. Gerygone magni rostris. xi melvillensis, 200. ; Ghiandaia, 261. Ghiandaia TSE Ghiandaia 258. Ghiandaia Ghiandaie, pas Si marina, 150, sarda, TI3. 40, 274, £ | Gheppi, 27, 30, 40. Gheppio, 31, 122, 256, sui 258. Girifalchi,' 22, 23, 24, 25; i 26, 30, 147. ; Girifalco, 302. Glareola melanoptera, 27 ; pratincola, 264 Coi 200 » | capense Efcat4I i 220 SRO Glaucidium gnoma fornicum, 269... Glaucidium guoma Si ai tr thi, o: Mob. ci CRT gnoma UE lante, 269. Glaucidium n, urre. Glaux arcadica, 13]. SESTO fasciata apsleyi, 209. Gliciphila fasciata broomer 5 209. Gliciphila cia braba,. Mgi200- ua, Goéland, 127. Golden winged Warbler, MRI 4O=NS= Goose, 138. . Gorges-bleues, 46. __ Gracula, 125. n religiosa, 124. Grallaria alteni, 226. 5 milleri, 226. Gran-Duc, 125. Grass-Warblers, 288. Great Horned Owl, Grey Crow, 137. Grifone, 59. Grillaio, 5, 31. Grimnopedì, 263. Grives, 122, 149, n communs, I24. 137. "Grosse Rebhuhngelege, dora: Grouse, 271. _ Gru, 131, 258... Gruccione, 41, 44, 127, 150, 258. Gruidi, 39. Gruidae, 108. Grus americana, 131. |» canadensis, 131. » paradisea, 129. n Virgo, 128. Gufi reali, 297. Gufo di Ceylan, 41. Mimi cale sa ani2622 Guillemont de Pionici 45. Guttera barbata, 214. fi cristata makondo- VUM, ZIA. Guttera cristata suhaelica, 214. Gutiura plumifera schu- in 00/3 Gymnogyps californianus, t38. 3 i i 123. nai barbatus, 62. Ù ossifragus, 106. | Gypogeranus reptilivorus, 213. Gyps fulvus, 112, 130, 198. | 199, 216. » Occidentalis, 122. «» Oritentalis, 59. Haematopus, 146: Ani ‘ostralegus, SITE) Hairy Wosdseleo 140, 150. Halcyon macleayii publa; 209. Halcyon sordidus o lensis, 209. Hahaétus albicilla; 148, 214, 263, 264, 279 Haliattus leuco ALI) 212, 268. Haliastur sphenurus terri- fori, 210. Harelda glacialis, 50, 183. 7 hyemalis,261;271. Harphaliaètus, 144. È coronatus, 144. Haussperling, 27,2. Hedydipna metallica, 102. Heinmeatschutz, 231. Helotarsus ecaudatus, 106. Hen, 137. Voda alba maoriana, 278. Herodiones, 286. Hesperiphona vespertina, 138. Heterodactylae, 293. Heterorsis malabaricus, 124. È Heterorsis sericeus, 124. Hierofalco, 21, 23. n islandus, 280. Himantopus candidus, 254. È himantopus, 109. Himantopus plinti, 44. Hirondelle, 42, 44. Hirundinidae, 102. Hirundinides, 46, 127, 264. Hirundo, 274. rufula, SCR rustica, 128, 2 SAULgnyi, Lag urbica, 102. Hoatzin, 223. Horettes acanthizoides con- color, 65, 135. Houbara macqueeni, 215. » undulata, 126, 262, 263. Hungarian Partridge, 290. Hunstein’ s Bird of Para- dise, 129. Hunting Warblers, 130. Hydrochelidon 26 ssipes, 132; 204. Hydrocheldon nigra, 127. % ischegrava olivieri, 276. Hylocichla mustelina, 137. Hypocnemis naevia ochra- cea, I44: - Hypolais icterina, 4, 276. 3 polyglotta, 4. Hypotriorchis, DI. Ibis, 268. ; aethiopica, 134. » candidus, 268. » hagedasti, 129. Ibis sacro, 270. Icterus xanthonus, 129. Ieracidea berigora melvil- lensis, 208. Impennis, 286. Iredipara gallinacea mel- villensis 209. Irrisorcrythrorynchus bre- virostris, 230. Irrisor senegalensis; 103.. . Ixos, 166. Iynx, 272. » thorbeckei, 146. - » forquilla sarudnyi, 145. Janthia, 88. Di goodfellowi, 138. » Johnstoniae, 135- Javaanschen Pauw, 63. Jellow-headed Blackbird, I4I. Junco hyemalis oreganus, I4I. ne Junco siemsseni, 277. Jyna torquillatschusit, 151. Kavartelvangst, 64 Kennicot. Screech Owl, 137. > Kinipolegus columbianus, 226. Kinipolegus orenocensis AINQUENSIS, 144. Klein mantelmeeuw, 64. Kingfischer, 289. Labbo coda lunga, 8. 1 Lagopus lagopus breviro- sfris, 146. Lagopus mutans, 146. }; rupestris sanfor- . di, 223. Lamprocolius calybbaeus, 8. Lampiocokus calyb baeus sycobius, 98. Lanari, 22, 23) 24, 25, 26, 30, 147; 197. Laniarius.cathemagme- nus, 247» Laniarius cruentatus, 244, n» cruentus, 244,245. Laniarius barbarus, 61. . 5 mufumbiri, 61, Laniellus, 166, 167, 168. leucogrammi- cus, 166, 167. Laniidi, 166, 167. Lanius, 155, 166, 272. albonotatus, 168. algeriensis, 124. aucheri, 212. auriculatus, 157; 162. Lanius badius, 154, 155; 157, 161, 162, 163, 164, 165. Lantus borealis, 208, 219. ; cognatus, 160. pa colluris, 127; 131; 182. 153, 270. 156, Lanius collurio kobylini, 143. Lanius lensis, 158. Lanius cruentatus, 244. cruentus, 244. dealbatus, 124. excubitor, 206, 210, 2i0. Lanius excubitor elegans, 48. D flucrigeri, +59. ” homeyeri, 219. i) leucogrammicus, 167,. 168. Lanius Iudovicianus gam- deli, 225. Lanius melanotus, 157: Ù major, 206, 218. 5 niloticus, 154,157; 159, 160, 164. Lanius paradoxus, 159, 160.. Lanivus pectoralis, 150. Lantus pomeranus, 154, 155, 150, 157, 158, 159, 160, 161, 163, 165. Lanius pomeranus badius, 155, 156. 162, 155; 155, 153» Lanius pomeranus niloti- cus, I6I. Lanius pomeranus para- doxus, 155, 160. Lanius pomeranns pome- ranus, 155, 156, 157. Lanius pomeranus vuti- lans, 155. Lanius przewalskii, 219. n ruficapillus. 157. ni ruficeps; 156. n ruficollis, 156. n. 1 rufus, 153, 156, 160, 162. - Lanius vufus var. 162. Lanius vufus var. LI doxa, 160. nana collurio senega- i 155 Lanius i 154, 155, | 157, 158, 159. Lanius rutilus, 156. Ù senator, 155, 156, 157; 158, 159. Laniussenator badius, 155, 156, 162. Lanins senator fluckigeri, | 156, 159. Lanius senator niloticus, 156, 160. i Laniussenator (ASI 155, 160. Lanius senator pectoralis, 155, 158. © Larius senator senator, 155, 156, 157. Laridae, 112. Larus affinis, 147,220, 273. n» argentatus, 143, 197, 214. Larus atricilla, 141 n @Uudouini,34, 35; 61, 2011. Larns canus, 58, 214. n fuscus, 2,8; 57, 117, 118, 135, 273. 274. Logs fuscus affinis, 219, . 273. Larus fuscus britannicus, 55, 153, 273. i Larus glaucus, 50. » hemprichi, 130. » tchthyaétus, 211. » leucophthalmus, 112. n» leucopterus, 50, 146. n» marinus, 118, 125; 197. Larus minutus, 50. Fuga nIVCO; 125. n» novae-hollandiae et helae, 208. Larus philadelphia, 64.. » Fidibundus, 50, 5% 133, 142, 143, 214, 270; 279, 280, 206. Larus sabinei, 261, 262, 266. aughing Gull, 14r. N22 220) Leptoptila verrauxi occi- dentalis, 226 Leptoptilus crumeniferus, 130. Licmetis, 12]. 5; pastinator, 135. Limicola platvrhyncha, EEE Limnocryptes gallinula, 63. Limosa aegocephala, 206. 5 belgica, 280. pi lapponica, 272. n. limosa, n vifa, 206. inizia extlipes, 133. 3) rostrata, 123. 137, 146., Pio rufescens, 13 [net so ss Liotkrix luteola, are Little Auk, 53. 5 Hummer, 140. Locustella, 143. : n cli 228. Locustella luscinioides he 7 scinioides, 62. È Lodola, 57. TI 231, 250, 258, 270. Vie Lodola gola gialla, 12, 1 52. Lodolai, 30. Lodolaio, 184: Lodola, 121, 273. Lombardella, 132, 183.0 minore, 277. Lombardelle, 30. ha; Lophodites cucullatus, 138. Lophocatus occipitalis, 105. Lophophorus dei 128. 3 Lophortix californica, 138 142. Lophortix douglasi, 131 Lorikeet, 129. Loxia bifasciata, 144, I4SI * Loxia curvivostra, 3, 123; 139, 273. Loxia leucoptera,. 139. 3 pitvopsittacus, 28 Lucarini, 121. Luì, 237. y bianco, 237. » boreale, 237. » forestiero, 237 239. ‘, grosso, 237. SI n. piccolo, 49, 237, 239, 240, 241, 256, 258, Ia 273, 271. cs Luì siberiano, 237238, i DUI 4 Luì verde, 237, 258. È Lullula arborea, 50, 131. Luscinia, 272. È vi megarhynchts, 222. Luscinia suecica, 134. i a suecica Suecica, 134. Su Luscinioides, 133. Lybius senex, 287. | n» tridactylus, 105: Lyrurus fetrix, 64, 133. % SOR - britanni-. cus, 271. (ORA Machetes pugnax, 109, 1206, 213, 280. £ ; Machetornis. rixosa Hat: gularis, 227. ; Macrochiri, 293. | Macrodipteryx, 135. 244. } lacrorhamphuts given) 58. | Macrosphenus griseiceps, 214. Magnanîna, 51, 256, 368, | Mainate. de la Cochincine, 125. icrana, 200. Malaconotini, 166. Malaconotus cruentus, 244. ; è erythrogaster, Malaconotus roseus, 245. _Malacorhynchus imembra- naceus assimilis, 210. Malurus cvaneus samueli, _2I0. Malurusi. fletcherae, 210. 3; melanocephalus . melvillensis, 200. Manx Shearwaters, 132. | Marangone, 6, 54, S34; 297. = col ciuffo, 48, 53, 54 Marangoni, 297. Mareca americana, Marmaronetta, 263. angustiro- 136. 5 strisì 33. Megales tris catarrhactes, - 54, 214, 209I. Megalurus alisteri melvil- lensis, 210. pi > oramineus hal- maturinis, 200. | Megapodius cumingi, 39. îi duperreys mel- | villensis, 208. . Melaenornis pammelaina, Aia Melanerpes 102. crythocepha- LETTA Gy A CI Melanerpes uropygialis, 138. Melanocorypha calandra,3. o gallopavo do- mestica, 43. | Meleagris gallopavo ocel lata, 130. | Melierax metabates, 105. ala 59. Melithreptus lunatus gra- ‘dus, 209. LO ISO lunatus.yorky, 210. Melittophagus. lafresnayei, 104. | Melittophaguspusillus ocu- laris, 104. Melopelia asiatica austra- lis, 269. Ao | Merganser castor, 285. — Mergellus albellus, VaR ue ca 45) 49 51 Mergus, 2 204. 5 merganser, 236. fi ao 59; e Merle, 26 Merli, 43, 6 49, 134, 150, 231. Merlo, 50, 56, 57, 61, 264, 274. 3 Merlo acquaiolo, 54- ” ” a pan cia nera, 287. Dida Merlo bianco, 264. »s d’acqua, 55, 225. dal collare, 3. i nano, Li 25 Meropidae, 104. Meropidi, 150. Merops apiaster, 46, 104. chrysocercus, 293. nubicus, 104. ornaius, 130. persicus, 293, 295- Merula merula 261. ONZIEDTAT,A DI MI, ni torquata, 3, 299. Merula torquata alpestris, 254. Mesopicus schulizei, 144. 124, -Mesange à longue queue, 45 Mestolone, 6, 204. Microeca ftavigaster mel- Villensis, 200. Microglossus, 127. Mignattaio, 39, 54, 55; 207. Mignattino ali bianche, 49. Military Starlings, 129. Milvus aegyptiacus, 106, 122. Miminae, 268. Miniotiltidae, 268. Mirafraga javanica mel villensis, 210. Mirafraga occidentalis, 60. Molothri, 61. Molothrus ater, 138, 265. Momotus momota cama- tensis, 212. i Monachella, 124, 231. 3) gola nera, 124. Monachina, 49. Monarcha alecto melvillen- SES, 209. Monarcha alecto tormenti, 210. Monasa assimilis, 290. Di fidelis, 290. Monedula, 292. Monticola pretoria, 230. ” sì saxatilis, 3,100, DIANO Mookee, 81. Moretta, 4c, 204; 275: D collo rosso, 204. Moretta grigia, 204. Matgrnia, 299. Si alba, 51, 100, DE2i/5 pera Motacilla boraula, 56, 133. È lava, 128, 134. m pi beema, 219. Motacilla flava dombrow- skii, 62. Motacilla flava melanogri- sea, 62. Motacilla flava pygmaea, 48, 62. Motacilla flava thumbergi, 134. Motacilla melanope, 50. x parrelli, 125. Motacillidae, 100. Munia castancothorax ap: sleyi, 209. : Muscicapa, 272. i atricapilla, 133. collaris, 4. forficata. 137. Di parva, 143, 2II, 215, 270. Muscisaxicola alpina co- Inmbiana, 226. i Mountan Quail, 138. Myagra latirostris cooperi, 200. Myagra latirostris tormen- Îi, 210. Myagra rubecula broomet, ZIO, Myagra rubecula melvil- lensis, 209, Myeteria, 60. Myemotherula sclateri,212, Myobius modesius, 227. Myiochanes ardesiacus po- haptilus. 227. Myiodynastes chrysocepha- lus cinerascens, 227: Myiodynastes chrysoce- phalus intermedius, 226. Mytodynastes chrysoce- phalusvenezuelanus, 283 Myiomoira macrocephala marrineri, 278. Myospiza manimbe colum- biana, 226. Myristicivora bicolor mel villensis, 208. Myristicivora luctuosa, 132. Myrmotherula gambei, 212. Myzantha flavigula casau- rina, 210. Myzantha flavigula Mera lensis, 209. Myzomela aids rates melvillensis, 209 Myzomela nigra ashbyi, 2I0. Mysomela obscura apslevi, 200. Naked throated Bell Bird, 130. Nannocnus, 88. ; eurythmus, 87. Nattergal, 128. Nectarinia tacazza, Nectariniidae, 102. Neophron percnopterus,127 Neositta leucoptera, 59. ni mortoni, 59. ni pileata broomei, 210. Neositta pileata melvillen- SÎS, 200. Neositta pileata whitlocki, 200. Nesierox pottsi, 278. Netta rùfina, 6, Nettion castaneum rogersi, zio. Nettion formosum, 280. Neitium torquatum, 132. Nighthwaks, 137. Nightingale, 133, 222. Niltavacyanomelaena, 131, Ninox boobook melvillen- sis, 208. Ninox stenura victoriae, 209 Nitticora, 139, 258. Nocciolaia, 45, 48. 5 a becco sot- tile, 52. ‘Nocciolaie, 41, 49, 126, 144, 145, 218; 217. Noctua noctua, 279. Nonpareils, 131. North American Sparrow, 139, I4O, IqI. Nothura maculosa, 61. Nucifraga, 122, 215. carvocatactes macrorkynchus, 123,271. Nucifraga leptorhynchus, 41, 218. Nucifraga macrorhynchus, 278. Nucifragae, 123, 215. Numenius, 145, 262. ” arcuatus, 272. DE arquatus, 206. ” phaeopus, 50, 206, 270. Numenins tahitiensis, 145. variegatus, 145. Numida, 60, 70, 71, 77, 78. n coronata, 58, 70, 77. Numida frommi, 70. 5 intermedta, 78. Numida major, 76. 102. .70) Numida TA gris, 70; 70, lg Numida mutrata, 50, 70, 77, 78. Numida papillosa, 77. 5 piliorhycha, 79, 71, 76, 79,84,110, 287. Numida pilorhyucha ma- Jor, q6,1I10. Numida piulorhyncha neu- manni, 77. Numida pilorhyncha ren- dilis, 287. Numida piilorhyncha ao- ruensis, 77. Numida reichenowi, 77) 78. 79, rendilis, 287. rickwae, 70, 78. somaliensis, 77. Strassert, To, 77- uhehensis, 70,78. Numididae, LIO. Numidinae, 85, 110. Nun Birds, 290. Nyctala tengmalmi, 46,232, 268. ; Nyctea nyctea, 150, 274. » Scandiaca, 48. Nycticorax, 132. n nycticorax, 1 33, 232. N yeticorax. europaeus, 122, Nyroca nyroca, 134, 275. pi i dampieri, 2I0. Oca, 49. collo rosso, 119. colombaccio, 89. de mae, 8. faccia bianca, 52, 53, 285, 290. Oca lombardella, 180. Oceanodroma castro, 53, 142. Oceanodroma leucorrhoa, 264. Oche, 271, 207. Occhiocotto, 256, 258. Occhione, 255, 280. Oedicnemidae, 109. Oedicnemus, 272. DÀ crepitans, 211. Oedicnemus oedicnemus, I00, 271. Oena capensis, 129. Oenanthe hispanica, 133. 5; A hispa- nica, 134. Ohreule, 295. Otdemia fusca, 236, 261. n nigra 125, 127, 133; 222; 293. 274, 275, 280, Oies, 216. Olor, 268. GU, bigithi 98. Opistocomus, 223. Oregon yunco, 141. Oreocincla dauma, 218. Oreomanes fraseri, aa, 208. N N Oreoscoptesmontanus, 267° Organetti, 207. i Organetto minore, 270. Oriolus pedoni par Yyi, 209. Oriolus galbula, 274. Sì percivali, 20h si rolleti, 287. Ortalis vetula, 277. » intermedia; 269. Orthomus longicanda, 39. Orzaba, 140. Ostrelata haesitata, 215. Otidae, 108. Otis dybowskii, 280. MERUROTI09: » melanogaster 108, | » . tarda, 124, 286, 264 265. Otis tetrax; 7,206, 270, 281. Otocorix alpestris, 420 » SRO) ii + 205: “ALE Oitarda, 39, 45. : Otus asio kennicotti, Ru Out of the Way Bir Si 1210 Ovitegae, 555. È OQvinudo, 35: so Owenavis osculans roger: sz, 208. 3 Oxylope geai, 46. Oaxyruncus, 269. N Oxyura australis victoriae,. 2I0. A Pahycephala grisola rior: dani, 209. Pahycephala gutturalis, consobrina, 209. Pahycephala guttura lis. violetae, 209. 09 Pahycephala lanioides bu. pair chanani, 210. sE î -Pahycephala leucura gre da, 209. Pachycephala rufiventris. colletti, 209. Ed Pachycephala superciliosa belcheri, 209. Pacific Plower,. 230.. Padda, 200. Pagophila i 280. Paleornis cibicularis, 106, ; eques, 59. i Palmipedes, 127, 293 27% ho Pa mipedi, co 41; 121, 125, | 149, 204, 293. 'andion, 263. EREDI haliatius, 6, 120, 200, 264. Pandion haliaètus CIT | lensis, 208. _ Panurus biarmicus, 133. . Papaiola, 200. | Pappagalli, 44, 45, 131. | Pappagallo di Pennant, 45, . Paradigalla brevicauda, +59. i Paradise Flycatcher, 131. 2: fliegenschàffer, 145. Paradisea apoda, 128. » diivenbodei, 262. hi gulielmi, 59,262. » | minor, 262.. SLI raggiana, 262. 5 i | Paradisea raggiana soro- | ria, 262. | Pardalotus. melanocepha- _ lus barroni, 210. Pardalotus melanocepha- lus melvillensis, 209. Pardalotus melanocepha- lus tormenti, 210. E Paidelotis punctatus mi- litaris, 210. Paroarta cucullata, 40. Parra jacana. 266. - Parson Bird, 128. È Parusater piilosus, 63,135. | Parus ater vieirae, 62. atricapillus, 55. » bdorealis, 229. î Sasridi, | _ 229, 270. £ | Parus ater rhenanus, 64. » castaneiventris, 265. » cinereus ferghanen- | SÎS, 145. arus ledouci, 124. DR major, 371, 124, 217, 299. Parus palustris longiro- stris, 64. Parus 'ultramarinus, | Passer, 203, 295. ni biblicus, 212. Ret domesticus, 187, 225, 295- Passer o 62. wda- 128, 124. 127, Sshingioni, ard. I indicus, 123. Inteus, 128. ‘imontanus, 275. swainsoni, 100. yalit, 214 Fi Passera, 2, 57, 59, 258, 297. «.. lagia, 257, 258. | Riv. di Ornitologia. Passera mattugia, 40, 4, 257, 258. Passera scopaiola, 258. 55 solitaria, 256, 258, 261. Passeracei, 40, 4I, 122,128, 124; 143, 263, 273, 292. Passerculus sandvicensis, savamnna, 128. Passera, 43, 60, 293. Passero, 296. - Pastor roseus, 2, 46, 118, 143, 279. 113; Pavoncella, 258, 275. Pavoncelle, 134. Pelecanoides urinatrix bel- cheri, 210. Pelecanus crispus, 216. Di ‘maculatus, 94. Pelicinius, 246. ” cathemagmenus, 247 Pelicinius cruentus, 246. Pelicinius cruentus cathe- magmenus, 247. Pelicinius cruentus cruen- ius, 245, 246. Pelicinius cruentus hilger- _ ti, 246. Pelicinius hilgerti, 246,247, Pelidna, 262. ii cinclus, 29 m torquata, 29. Pellegrine, 43. Pellegrini, 22, 28, 25, 26, 30. Pellegrino, 23. Pellicani, 149, 297. Pendolino, 4. Penelope colombiana, 217. Penguin, 188. Pentholaca albifrons, 101. Perdicidae, 110. Perdix cinerea, 128. damascena, 39, 264. daurica, 280. montana, 49, 281. perdix, 290. Perdix de genétes, 220. » gambra, 226, Peregrinoidi, 147. Fericrocotus, 277. PI cantonensis, 277. ; Pericrocotus roseus, 277. ; stanfordi, 277. Pernice, 52, 180. s9 di mare, 261. Si di montagna, 295. } rossa, 61,188,226, 281. Pernis apivorus, 58, 211. Perruche à croupionrouge, 46. Perruche omnicolore, 46. Pesciaiola, 7, 53, 204. 317 Petrochelidon ariel coni- £Yavi, 209. Petrochelidonnigricans ro- gersi, 209. Petroica chvysoptera ad denda, 210. Petroica multicolor samue- li, 210. Petronia petronia, 143. Petrophassa albipennis ali- steri, 208. Pett’azzurri, 44, 226. Pett’ azzurro a macchia bianca, 46. Pett’ azzurro rossa, 46. Pett’ azzurro 225. Pett’ azzurro orientale, 225. Pettegola, 50, 134. Pettirosso, 56, 220, 258. Phaeprogne tapera imma- culata, 226. Phaéton, 266. si americanus, 266. È rubricauda we- stralis, 210. fo, 260. carbo, 6, a macchia occidentale, 225, 206, 'o54. Phalacrocorax graculus, 273. Phalacrocorax — graculus desmaresti, 216. Phaps chalcoptera riorda- ni, 208. Phasianidae, 84. Phasianus, 67. 68, 69, 75, 78, 83, 133. Phasianus colchicus, 68, 69, 75. Phasianus colchicus x P torquatus, 274. Phasianus formosanus , 609, 75. ) Phasianus mongolicus, 69, Phasianus satascheunen- SÎS, 75. Phasianus semitorquatus, 75: Phasianus 68. ; Phasianus strauki, 68, 69, 75. Phasianus 68. Phasianus tarimensis. 68, 69. 75. Phasianus 69. 75. i Phasianus versicolor, 75. Di vlangali, 68, 69. Pheasant, 133. sohokotensis, sueschanensis, torquatus, 68, 21 Pheugopedius macrurus, anmnectens, 227]. Philemon argenticeps broo- mei, 210, Philemon argenticeps kem- pi,z1o. Philemon argenticeps mel- villensis, 209. Philemon buceroides gor- ‘ doni, 210. Philemon buceroides yorki, 2I0. Philemon orienialis breda, 200. È Phlogoenas 132. Phoebe var. Catbird, 141. Phoenicopterus roseus, 265. Phoenicurus bonapartei, IOI. Phoenicurus ochrurus gi- braltariensis, 60. helviventris, Phoneus badius, 162. ” pomeranus, 157. ” vufus, 157. 5 rutilus, 160. Phyllastrephus capensis in- termedius, 230. Phyllastrephus grotei, 214. Phylloscopus, 272, 299. "A bonelli, 237. A borealis, 237 Ù collybita, 272. ;) collybista, 237. ” ” tri- SÉs, 241. Phylloscopus eversmanni, 133, 222, 204. Phylloscopus indicus albi- gula, 212. Phylloscopus sibilator, 237. i MMI NE 217. Phylloscopussuperciliosus, CEE 2) “Nes PhyUoscopus tristis, 237, 24I. Phylloscopus tristis major, 239. Phyloscopus tristis minor, 133; 239; Phylloscopus trochilus, 217 237. Phylloscopus irochilus e- versmanni, 274. Phyllopneustes tristis, 241. Piava rutila pamensis, 227. Pica caudata, 2, 57, 128. » pica, 18, 143, 217, 295. n rustica, 2. Picarie, 292. Picchi, 44. » muratori, 220. Picchio cenerino, 159. » della Columbia, 146. RIVISTA UPALIANA DI ORNIT ] v 4 | Picchio mezzano, 150. » nero, 156, 265. n rosso maggiore, 59; I50. Picchio tridattilo, 150. FIMCNVELde sin50) Piccione, 4I, 43. È domestico, 273. 5 migratore, 60. » Selvatico, 257, 258. Piccioni, 302. Picidae, 105. Piciden, 212. Picidi, 150. Pic noir, 265. Picoides tridactylus alpi- nus, ISI. Picolaptes 283, 298. Picolaptes lacrymiger san- ctae-marthae, 226. Picolaptes warsawicsi. equatorialis, 126. Picummus innominatus avunculorum, 150. Picummus innominatus malayorum, 150. Picummus varzeae, 212. Picus harterti, 59. n martius, 291. n minor ledonici, 122. n parroti, 59. n» Viridis, 55. viridus pronus, 150- Pied- billed Grebe, 138. Pie Grièche, 127. Pie Grieche rouge du Se- negal, 157: Pies d’ Espagne, 18. Piezorhina capensis gri- Sea, 230. Piezorhina capensis inter- media, 230. Piezorhina capensis pusil la, 230. Pigliamosche 110. Pinarochroa rudolphi, 212. 5 hypospodia, 212. Pinguin, 138. Pionopsitta fuertesi, 226. Piovanelli, 49. Piovanello, 293. di Baird, 227. Ù maggiore, 293. pancia rossa, fuscicapillus, pettirosso, 228, 293. Pipilo alberti, 141. » crisalis, 14I. ta erythrophthalmus erythrophthalmus, 140. Pipilo fuscus mesoleucus, I4I. Pipilo maculatus arcticus, 140. Po nino, 137 5 Piro piro boschereccio, 47, 48. Piro piro culbianco, 293; FR NAaRpiccolo;W259% Pisobia minutilla, 267. Pisorhina angelinae, 212. Pispola, 258. 5 Pispole, 281. Die Pitta habenichti, 146. Pi » mackloti, 146. Pittima minore, 293. ne inealeN2093: ; Planestictus .—fuscobrun- neus, 226. i Planestictus migratorius, 137, 138, 269. > Platalea, 260, 286. i leucorodia, 108, 124, 279. SU Plataleidae, 108. — da Platycercus elegans, 44. 97 esimius, 46. n pallidipes, Ja n venustus mel: villensis, 209. Platypsaris homochyoWsti canescens, 226. Platyrhynchus SU amazonicus, 144. Plegadis, 146, 268. }; falcinellus, 206, 207, 271, 281. | Plegadis falcinellus autun: ; nalis, 146. Plegadis guaranna, 61. Ploceidae, 99. È Ploceus anochlorus, 143. Di melanogaster, 145. i melanolaema, 145. R spekei, 287. Sn Plotus novae - hollandiae derbyi, 209. Podargus ia mel- villensis, 209. ; Podicipedidae, 112. Podicepes auritus, 51. n cornutus, 2, 9. » cristatus, 9, 51y 132, È 278. Podicepes griseigena, 51. Podicipes fluviatilis capen DARA SÎs, II2. Podicipes nigricollis, 188. Poecile anatoliae, 218. » batcalensis suschbi: 3 ni, 144% Poiana, 59, 207, 236, 260, 261, 263, 292. 3 Poiana bianca, 125, Zauli ni 3 calzata, 52. regie: Poicephalus gio 107. Du) mat 40, ” schieri, 145. Poicephalus simplex, i ua 1a db) 4 p- ® STE e 0, 149. | Polcinella di mare, 9, 225, | 258, 260. Poliospiza dimiata, 145. Pollo sultano, 39, 125- — Polypectron bicalcaratum, 130. Polytelis lanura, 130. | Pomatorhinus temporalis bamba, 209. FEIICI 281. caeruleus, 265. n melanotus wood- vardi, 208. | Pipilo smargdonotus, 130. ” È | Porphyrion bleu, 125. Porzana bailloni, 278. n cinerea parryi, 209. Porzana fluminea whitet, 200. Porzana maruetta, 58. 7 pusilla fitsroyi, 200. | Pratincola, 272. hi maurus, 101. n rubetra, 132. 7 n mOScae, 214. — Premnoplex brunnescens | rostratus, 283. | Prionopidae, 102. Prionopus cristata, 102. Procellaria glacialis, 124, perla leucorrhoa, 54. 5 pelagica, 296. | Procellarie, 39. Psaltriparus plumbeus, 269. Psaltriparus santaritae, è 269. . Psephotus haematonotus, 46- | Pseudocolapies boissonne- | autii striaticeps, 283. | Pseudotantalus, 268. this, 129. Pircidae 106. Psittinus incertus, 128. | Psophodes olivaceus ma- | guirostris, 210. Pternistes, 58... » castaneiventer, 230. | Pteroclidue, II2. Pterocles, 125. bici, gutiuralis var. saturatior, 112. «Pterocles lichtensteini, 112. (ne » quadricinctus, 112. fr senegallus, 219. Pterochidae, 112, 293. Pteroclurus alchata, 295. | Pterodroma macroptera al- bani, 208. = Pteroptochidae, 293. Ptilinopus regina melvil lensis, 208. Ptilocorys cristata ioniae, 144. Ptilocorys cristata subiau- rica, 144. Ptilocorys cristata weigol- di, 144. Ptilopachus fuscus floren- Îiae, III. Ptilopus iozonus, 132. È wallacei, 132. > szonurus, 132. Ptilotis; 59. to cockerelli, 59. » cratitia samueli, 210. Ptilotis chrysops samuelt. 2I0. Ptilotis chrysotis grani geri, 210. Ptilotis flavescens melvil- lensis, 209. Ptilotis leucotis. munna, 209. Piilotis leucotis torrmg- toni, 210. Ptilotissonora cooperi, 209. » umicolor brenda,209. _Pucrasia, 231, 232. 7a darwini, 232, 276. » Joretiana, 276. n ruficollis, 231, 232. Pucrasia III 231, 232, 276. Pucrasia xanthospila var. ruficollis, 231. fi Puffinus anglorum,2,8,53. Puffinus godmani, 53: » gravis, 48, 53, 56. n» griseus, 48, 53, 132, 133. Puffinus obscurus assimi- _ lis, 53. Puffinus obscurus atlanti- cus, 53. Puffinus obscurus bailloni, 53: Puffinus obscurus godma- ni, 272. Puffinus yelkouanus, 51. Punctured Cow Bird, 138. Purple Martin, 141. Pycnonotidae, 101. Pycenonotus arsinoe, 101. Ù leucotis, 214 » tricolor ngami, CS Pvgopodes, 286. Pyrocephalus rubineus, 61. Pyromelana capensis, 213. » franciscana, 99. n Onyx, 213. Pyrrhocorax graculus, 54, 216. Pyrrhula, 217. li europaea, 142. Pyvrrhulae, 217. Pytelia chubbi, 63. nitidula, 63. » Quaglia, 202, 249, 250, 252, 258, 2€2, 266, 284, 287. 207. Quaglie, 4I, 121, 251. Quattr’ occhi, 52. Queen Alexandra Parra- keet, 130. Querquedula stris, 262. Querquedula crecca, 133. B discor, 136. n © formosa, 45. Quisqualus o quisqualus, 138. angustiro- Rallidae, 109. Rallidi, 47. Rallina tricolor, 62. Rallus aquaticus, 56,57; 58. = rhytirhinchus, 61. Rampichino alpestre, 47. Rapaci, 22, 40, 122, 263, È diurni 292. Rapaci notturni, 292, 300. Recurvirostra, 262. avocetta. 7. Red BAcESi Shrike, 131. Red headed Woodpecker, I4I. Red Shouldered Hawk, 137, 224. Red troathed Diver, 48. Regulus cristatus, 217, 228. n» © ignicapillus, 270. ;) regulus , 270. È tristis, 270. Ramphocaenus rufiventris griseodorsalis, 226. Rhamphocorys clot-bey,63, 123, 293. Rhinocorax affinis, 97. Rhipidura flabellifera bu- canani, 210. ‘Rhipidura flabellifera kempi, 278. Rhipidura setora tormenti, 210, Rhipidura setosa melvil- lensis, 209. Rhipidura tricoloruntingu, 210. Rhizotera longirostris, 130. Rhodinocichla rosea eXi- mia, 162. Rhodophoneus, 242, 243; 246. Rhodophoneus cathemag- menus, 243, 244, 246, 247. Rhodophoneus cruentatus, 2AS. ut Rhodophoneus 242, 243, 244. 247, 248. Rhodophoneus ii 244, 245, 246. Rhodophoneus roseus, 247. Rhodostethia rosea, 127, 802. Rhopophilus, 167. Rhopophilus pekinensis, 167. Rigogoli, 44, 258. Rissa tridactyla 8. Robin, 137, 138. Rock Peplar Parrakeet, 130. Rondine, 40, 42, 56, 258, 260, 261, 293. Rondine di mare, 8, 53, 134, 223, 255, 277, 295. Rondine di mare coda lunga, 277, Rondine montana, 258. Rondini, 41, 46, 123, 126, 127, 215, 225, 270; 271, 272, 281. Rondone, 4, 258, 271. Rondone alpino, 258. Rook, 137. Rossignol du Japon, 41. Rostratula australis fitz- roi, 210. Rongetius rongeti, 109. Ruffed Grouse, 138. Rupicola peruviana aurea, 226. Rupornis magnirostris conspecta, 269. Rusignoli, 144. Rusignolo, 120, 222, 225, 258, 261, 263. Rusignolo maggiore, 225, 226. Ruticilla, 299. » erythrogastra, 124. » nigra, 61, 218, » Phoenicurus, 22, Ruticilla titis, 60, 61. 131. 245, 246, 40; 42, 59 ® 52, 211, Sacri, 22, 30. Saltimpalo, 54. Salvator orenocensis ru- fescens, 227. Sarciophorus tectus, 109. Sarcorhamphus, 60. Sassello, 48, 49, 50. Sauropatis sanctus forste- ri, 278. Savanna Sparrow, 138. Saxicola caterinae, 126, 218. Saxicola deserti, 100. n hispanica, 216. cruentus, ALIANA DI ORNITOLOGIA Sn ispi Saxicola hispanica, hispa- nica, 126. Saxicola hispaniea melano- leuca, 126. Saaxicola hispanica xantho- melaena, 126, 214, Saxicola isabellina, 55; 58; 100. Saxicola leucura, 282. sl melanoleuca, 126. Ù occidentalis, 126. n oenanthe, 133, 217. 272. Saxicola oenanthe rostra- fa, 214. Sawxicola stapazina, 126. Saxicola stapazina anrita, 126. Saxicolae, 124. Scardafella inca, 249. Schistochlamys atra ater- rima, 227. Scolopacidae, 61, 109. Scolopax rusticola, 63, 214, 265. Scopidae, 108. Scops konigseggi, 145. S SCOps, 145. Scopus umbretta, 108, 129. Scotopax solitaria, 216. Scotorius, 135. Scricciolo, 49, 58, 256, 258, 207. Serinus angolensis, 145. 100, n » ti, 145. Serinus angolensis some- vani, 145. Serinus canarius, 218. = canarins Serinus, 64, 146. Serpentarius, 58. Sgarza, 6. Stalia mexicana occiden- talis, 138. Stalis sialis, 140. Sibermòveneier, 210. Sigmodus scoprifons, 287. Silvidi, 167. Suviella hardyi, 60. S lowei, 60. Sirratte, 47. Sitta caesia, 213. canadensis, 142. carolinensis, 138, 142. neumayert, 218. Syriaca, 213. Sittasomus griseus vire- scens, 283. Smerghi, 30. 5) minori, 52, 134. Smeriglio, 207. Smicrornis brevirostris melvillensis, 209. Ù hilger- et 209- Snipe, 273. i Somateria, 170, 17I, 1IA, 175, 178, 203. i Somateria mollissima, 119, 126, 182, 169, 170, I7I, 172, 174; 175, 178, 208; 228. Somateria mollissima bo-- realis, 145. Somateria thulensis, 145. Sorella, 135. i Spatola, 148, 297. Spatula clypeata, 6. Spathopterus aleaaciaz 180. Spermestes nana, 40. Spermophila haplochroma, 227. Speotyto cunicularia hy- pogaea, 137. Spenocercus 128, 129. Sphenura broadbenti toh n tei, 210. i Spindalis, 269. è Spinus nigricauda, 226. Spioncelli, 60. Spizella atrogularis, 140. Spizatétus ornatus, 265. Sporathraupis cynocepha- la margaritae, 226. Spreo pulcher, 9]. Squatarola helvetica, 61. Starlings, 54, 139.00 Starna, 39, 49, 52, | 148) 282. Starne, 51, 279. Sb Steganopodes, 286. Stercorario maggiore, 27 Sterna cantiaca, 58, 132, . I42, 206. Sterna dougalli, 495° 223. 5 Aluviatilis, 142, 255. Mo hirundo, 214, 232, 277, 296. ; i Sterna lunata, 142. MACVUVUS, 214. media, 112. minuta, 274. vittata bollonsi, 276. Sterne, 255. i Sternidae, 112. Sternula nereis davisae, 276. È Sterpazzola, 258. Sterpazzolina, 256, 258. Stiaccino, 258. Sa Stictonetta naevosa lesueu- E ri, 2I0. Stictospiza formosa, 260. Stigmatopus, 59. 3) indico melvillensis, 209. sphenurus, ou - 2I0, | tregellasi, 209. SAI DIE Storm Petrel, 132. Storni, 43, 48, 54,275, 278, 279. Storno, 42, 51, 56, 136, 259, 274. Storno marin, 2. nero, 18. p TOSEO, 245. Strepsilas, 262, Striated Field-Wren, 61. Striges, 150. Strigides, 104. -Strillozzo, 184. Stringops habroptilus in- | nominatus, 278. Stringops habroptilus par- sonsi, 278. Strix. alba naculata, 2II. capensis, 58. 5) ernesti, 59. n» flammea,58,106, 284. - » funerea, 277. __» maculata, 106. varia, 140: Stro aga mezzana, 9, 42. n © piccola, 39, 48. 50. trolaghe, 149. Struthio camelus, 129. Struzionide,. 297. Struzzo, 122, 124. Sturnella neglecta, 225. — Sturnia burmanica, 123. Sturnidae, 97. | Sturnides de la. Conchin- cine, 123, 124. eno: -pastor lemporalis, (123. Sturnus, 137, 276, 299. 5 nobilior, 295. «n» +. poltoratskiji, 295. 3 unicolor, 216. n vulgaris, 51,118, Ra; 279; 272, 273, 295- Sturnus vulgaris purpu- rescens, 543. Succiacapre, 59, 258. Sula, 89, 90, 9I, 94. Sula, 94. «—» alba, 94. «n bassana, 80, 94. __ Strnia ulula, 144. — Svassi, 39, 149. — Svasso collo rosso, 39. cn cornuto, 50, 54- n forestiero, 9. |» maggiore,9, 51,134. Biesyina cantillans albistria- MUZIO Sylvia curruca, 270. Syloia melanocephala, st Stipiturus iis Ù nisoria, 230. ng » Ophaea, 264; 265. subalpina. albi- striata, 276. Sylvia sylvia, 101. 7 tristis, 241. 5) trochilus, 241. y undata,51, 262,270. aremori- ” ” cus, 51, 262. Sylvia undata datforden- s75, 50, 51, 262. Sylvia undata toni, 262. Syluidae, 101. Synallaxis gularis cine- reiventris, isa Synallaxis gularis rufipe- ctus, 226. Syrnium aluco, 50, 51 130, 136, 275. Syrnium uralense, 236. uralensis, 211. da 260, 280. paradoxus, 32, Dio 236. Tacchino selvatico, 296. Tachornis parvus myo- chrous, 146. Tadorna cornuta, 6, 133, 214. Tadorna radjah flindersi, 2I0. Tadorna rutila, 262. Tangara, 268. Tangara guttata SAEO s75, 283. Tangara, eusticta, 227. cn trinitatis, 227. Tanygnatus, 294. T, everetti, 2094. 5 heterurus, 294. Tarabusi, 139, 297. Tarabusino, 86, 258. Tarabuso, 292. americano, 268. Tawny Owl, 51. Tchitrea para disi ceylo- | nensis, 145. 3 Viridis, 102. Telebhonus cruentatus, 244. Telephonus cruentus, 244. di lenucogrammi- cus, 168. Telephonus pictus, 244. Telephorus leucogrammi- cus, 168. Temminck' s Grasshopper Warbler, 228. Terekia, 200, 201. Terekia, 201. D) cinerea, 57, 145; 200. Teriplon paradisi affi MISI AZIONE Tetraonidi, 302. Tetrao medius, 224. , tetrix X T. urogal- bd 215, 216, 286. Thalassidroma, 261. 3 pelagica, 1 46. n 0. II. Thamnophilus tae, 283, 298. Thaumalea picta, 131. Thryophilus nigricapillus connectens, 226. Tichodroma, 122, 213, 261. Tigribaphe leucolaema 145, Timelidae, 101. Timeliidi, 167. Timeliini, 167. Tinnunculus, 21, 295. minutus, 122. tinnunculus, marcapa- » 134, 230. Tinnunculus vespertinus, 122, 126, 127. Todus, 269. Torcicolli, 150. Torcicollo, 59, 258, 202. Tordi, 40, 121, 144, I50. ” bottacci, 231. Tordo, 258. 3; coa rossa, 3. n migratore, 140. n sassello, 270. siberiano orientale, al. Tortora, 51, 258, 260, 261. Tortore, 58. Totani, 201. Totanus, 143. 5 calidris, 50,136, 200, 266, 267. Totanus fuscus, 49, 200. È hypoleucus, 296. 7 ochropus, 222, 272. Tolanus stagnatilis, 144. Tottavilla, 1384, 256, 258: Touracous, 128. Towhee, 138. Toxostoma curvirostra ‘palmeri, 267. Trachyphonus nobilis, 62. Trampolieri, 39, 41, 49; 53, 125, 149, 293. Tiapealis de philippi, 129. Trichodera, 59. Trichoglossus rubritorquis melvillensis, 209 Tringa, 143, 262. bairdi, 134. ” Ùi canutus, 48, 125. n macularia, 275. Tringa maculata, 48, 49. marittima, 271. minuta, 206. platyrhyncha 125. subarcuata, 271. Tringites rufescens, 48. Trochilidi, 293. Troglodytes koenigi, 58. Di parvulus, 125, 133, Troglodytes solitarius, 227. ” ” pal- lidipectus, 226. Trogoni, 293. Trombettiere, 266. Tubinares, 286. Tufin, 9. Tuffetto, 134. Tuffino, 8 Turaco, 275. Turacus ruspolit, 275. Turdidae, 100. Turdois, 166, 167. Turdus, 88. 299, n; clarkei, 124. di iliacus, 14, 299. Turdus merula, 299. musicus, 60, 124, 228, 270, 283, 299. Turdus, pallasi, 218. si philomelus hebri- densis, 273. Turdus philomelus philo- melus, 60. Turdus, pilaris, 128, 215. sarudnyi, 266, ” ” I44. Turdus swainsoni, 46. n forquatus, 215. Turdus ustulaius aliciae, 219. Turdus viscivorus, 272. Ù » loudoni, 146. Turdus viscivorus sarud- nyYi, 144, 146. Turkey Vultur, 139. Turnicidae, 110. Turnix castanota alliga- tor, 208. Turnix castanota melvil- lensis, 208. » lepurana, 110. Turtur decipiens, 130. n Senegalensis, 130. 125, Tyranniscus chrysops mi- nibus, 226. Tyranniscus nigricapillus, flavimentum, 226. Tyranniscus verticalis. 225 Tyto, 210. » alba alba, 5. » longimembris geor- giae, 209. Iyto novae-hollandiae ma- chayi, 209. Tyto novae-hollandiae mel- villensis, 209. Tytonovae-hollandiaerior- dani, 209. Tytonovae-hollandiaewhi- tei, 209. Ubara, 201. Uccel S. Maria, 149, 229. Uccelli coda forcuta, 45. È delle tempeste 45. » di paradiso, 44, 45; 59. Uccelli pelagici, 124. Upicerthia excelsior colum- biana, 226. Upupa, 227, 258. Upupa epops, 114, 222. hi n Senegalensis 103. Upupidae, 103. Uraeginthus cyanocepha- lus, 145. Uraeginihus cyanocepha- lus mulleri, 145. Uraeginthus phoenicotis, 125. Uria dalla briglia, 50. Uria bruenninchi, 265. grylle, 298. lomvia, 45, 265. ringivia, 50. troile, 214. Urie, 50. Urobitornis, 144. n solitaria, 144. Usignolo del Giappone, 44 Vanellus griseus, 61. 5; vanellus, 271. Vanga cruenta, 244. Veniliornis nigriceps equi- fasciatus, 226. Verdone, 61, 257, 258, 286. Vermivora chrySoptera 140 Verzellino, 49, 258, 299: White Vinago calva uellensis 148; n» ortentalis, 230. Vini stepheni, 277. Vireo griseus, 140. Vireolanius leucotis sim- Plex, 144. 5 Vireosylua chivi caucae 226) Volpoca, 6, 148, 261. Vultur auriculatus; 122. n monachus, 32; 118 122, 198, 199. Waders, 49, 130. Water Birds, 139. Waterfowl, 130. Weaver Bird, 180. Western horned Owl 137. White breasted Nutha- tch, 138. Cai White Egrets, 139. eyed Vireo, 140. Withe throated Sparrow. 138. Woodpeckers, 137, 222. Wood Thrush, 137. Xanthocephalus xanthoce- phalus, 141. ; Xenicopsisjubalaris colume | È bianus, 226. Xiphidiopterus alLicelete 200 YVunx tschusi, 59. Zafferano, 8, 55, 57, 11 Zamelodia ludoviciana 140 » melanocephala, 140 Zanglijster, 142. ) Zevergsegler, 146. Zigolo della neve, 3. » di Lapponia, . 147 5 giallo, 281. na gola rossa, 52, SÌ i È nero, 147, 256, 258. Zonotrichia 'albicollis, T40. Zonotrichia leucop ht YS, ; 140. Ri) Zonotrichia leucophrySs È gambelli, 140. goa Zonotrichia leucophrys | nuttali, 140. RR Zonotrichia strigiceps, 283. n dab- o beni, 283. Zosterops chloronota, GUI i lutea hecla, 209. vaalensis, 230 Responsabile ALESSANDRO GHIGI Stabilimento Poligrafico Emiliano — Bologna | PERIODICI, SOCIETÀ ED ISTITUTI SCIENTIFICI PISTE che hanno, il cambio colla Rivista italiana di Ornitologia Li LIRA "Aquila, "Ra Ornithol Centi Budapest ; ; - Australian (the) Avian Record, London. it Bureau of Science: ‘of the Philippine Islands, Manila: ua Bird-Lore, American Museum .0f Natural History, Nerw Toh i Cub van Nederlandsché Vogelkundigen, Roermond, Nederland! Dansk SERIFIOTogisE Porenings. Tidsskrift A, Danmark. - Falco, Malle a. S. CATA ì La "Globe (o) Lowwain, Belgique. is - vo di ; Giornale degli allevatori, Catania. ti 3 > Journal. South African Ornithologists Union, “Pretoria. Nederlandsche” ornithologische Vereeniging, Erbeek, Nederland. Oblogist (The); Lacon, IU, È 4 3 — Otnithologische Monatsberichte, Berlin. } | Ornighologisches Jahrbuch, alan 2) Real Sogiedad Espanola de. Historia Natura] Madrid È SS 3 Smithsonian Institutions, Washington. OA i È Société Zoologique de Genève, Genzve. Pos: Preghiera F, inviare z periodici e le e pubblicazioni der recen- »\SZONI al e TARIRTE ‘Conte: «dott. .Bttope Aprigoi Pegli Oddi | È C Po Ca’ Oddo, Monselice ù NIRNYE si Dà ni 5 a _ 0 ET VARIO IVI “i. Alia n CM 4 A cui Ayy [°Ld 3 TIT |) ma Lerner ri ML PELI {IL II ipa ao MTIERTI DA ZRAIIO E LAP gps MARINAI ia a nf: og! “N soul Ari FOLIO RITA NI cap DAS pi MI snnupanpeetA Tote ita AR 0A È) hai dui e ARCRSAA Mapa 940 da \ dna mia RR iaze eni; dI IRNbR iO f | H{{T Mi A, UN Apr dd ZA, N NL ALTI MALL am AL i È (CIS @_ if a -'a | "th x dA i a ra POT RAMee NERE PERI FREE IAALITTO Ta 1a tal Cn MARIOLINA Man dl SIR NOS i PERTH I] 3 ideagalA:. TT LL RA ITA ='° 124 gR8 i; Al Nos alati “pia aly» A i R fear A; A dia } Lai » vv TRA aa sé VU ML I e Ta I gra Va A, )» \, Par DAR TIIANIOOA Lusi i du Nel . è Lat NAT LA vi I 5 2 c8, v pid Maat atta . el. . ì n Ch 2/8 bi da PS AI dea? 1 x A cid! >a : #55 f ff Aa I | La Lì JR ) nd Pa f ì me NOS addi a I N Ng Ce tdi ] Aaa né LENTA ] fa La a NT ETICO RA ZI FAL pod Wta: HI si /* VIPALTI "te da Phai avi VT nà È n IPSE £ pen ererTAiTT porn Mili È a Mita qu tras UD Deira 202 La: rat AMI INN die RL PR-LLLLI DL” i. n Abe. 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