è ta 0 Jalelico Dow fi Ra Abe Ì Mr ? figlia ann 16,01 -12° (geon-dec. 1846) 146p : | Bolletino " > di ina pratica e Scienza Abbonamento compless _ RIVISTA ITALIANAD e BOLLETTINO DEL, Collettore, Alevatore, Coltivatore Premiati alle esposizioni nazionali di Palermo ÎVo alla Rivista e Bollettino L. 5 all'anno -- Anbonament e di Milano ed a' quella in Direttore Cav. SIGISMONDO BROGI NATURALISTA fernazionale di Chicago 0 al solo Bollettino: L. 3all'anno — Siena ELLI prof. dott. DANTE — BALBI cav, conte Emizro RTELLI dott. DANTE — Bezzi dott. prof, Borzon Prof. Dott. Pio — Bonomi Prof. AGOSTINO —eBoRrpI Prof=D x ORTA Comm. Prof. Lurai — BRUNETTI TAMALI Prof. G. BATTISTA — CaLaBRÒ LomsaARDO Prof, ANTONINO to — Crerici Ing. EnRICO W. MICHELE — MoscHELLA GIUSEPPE — Ney u Comm. Prof: Lopo De ANGELIS Dott. Mario — Bisogni prof. d." CARLO ott. Luisi VICO GroAccHINO Der PRETE Dott. Raimonpo bRE IPPoLITO — DE Toni Dott. Prof. G. B. _ DE STEFANI PerEz Prof, Troposio Sac. CARLO — FarLLA TEDALDI Lusi — FERRAGNI OpoarDo , ACHETTI Cav, G. CESARE — MorEnos Dott. Davip — Livini Cav. Prof, Dott. ANTONIO — LoxGo Prof. Dott. ANDREA Prof. Dott. CORRADO — LENTICCRIA Prof. ArtILIO — Losacono Poserò Prof. Mrcuere RINI Prof. ALESSANDRO — MELI Prof. RoMoLo — MATTEI Grov. ErroRE — Fiori Prof. ANDREA ImPARATI Dott. Epoanvo JANI Dott. Prof. ANTONIO naturali, compresa ento, acclimatazione e malattie deg orie originali, corredandole di di quanto viene stampato in Italia e di non poco Ferrera naturali, le comunicazioni scientifiche sta collettore, allevatore, coltivatore, si occupa della la Caccia, Pesca, Agricoltura, li animali e delle piante; rac- iante ed altri oggetti di storia naturale; museo- sita rubrica per gli insegnamenti pratici, regi- e nuove invenzioni e scoperte, i concorsi, impieghi vacanti e perchè gli abbon ati possano slare in continua relazione fra loro, grari, si notano i prodotti zioni e gli oggetti di st i testo costa L. 5,00 per complessivo alla Rivista e che arreca questa mutuazione, essi hanno diritto ad inserzioni onì, proposte, consigli, domande ecc, 1 fare offerte e ricerche per { prodotti agrari, oggetti di collezione ecc. ecc. Viene pubblicato pure gratui- abbonati con la indicazione degli studi speciali ai quali sono dedicati e per principali dei loro oria naturale offer notizie svariatissime, ed approfittare dei molti van- gratuite per scambiarsi comu cambi di animali, semi, piante, possessi e dei loro allevamenti. ti in vendita dai negozianti e ica dello studio e classificazione di animali, piante, minerali, fossili ecc, i Bollettino, 24 fascicoli all'anno, con i Stati che aderirono alla con- i Stati L. 7,00. fascicoli all'anno, costa L, 3 per l'Italia e per Unione postale L, 3,50. Altri questa facilitazione, occorre che gli abbonati esteri prendano l'abbonamento Uffici postali e secon le norme stabilite nel concordato di Vienna, Istruzione e diletto aubonrg Montmartre 31 dis Paris. (Stati Uniti America). nes et C.'° Rue du F 166 London, antica dogana 8. Tunisi. Street E. C. ia dell 9 - New York John F. Jo . Fleet Glì abbonamenti e ompagnie géné Cc Cc c A NI he ci to dell’: 3 opuscoli a nostra scelta relativi uno alla botanica, uno all’ allevamento degli animali uno di economia domestica o di altro soggetto. 5 specie, a nostra scelta, di minerali o di rocce in piccoli esemplari, o di conchiglie, o di fossili, o di piante secche, o di insetti (1). SE e Pubblicazione gratuita di un avviso di 10 versi in colonna. : ; gi; « per 6 volte della medesima o di diverse, domande ed offerte di cambi. — « Una pelle di uccello mosca o di altro uccello africano 0 americano di svariati colori (1). | Una scatola della eccellente polvere dentifricia (Brillantina Ghilardi) che è stata annunziata in diverse copertine di questo giornale (1). Le annate arretrate di questi periodici Rivista e Bollettino insieme, dal 1885 a tutto il 1895. (2.3 serie Completa) a L. 1,70 per annata a scelta, e per L. 14 tutte le ll annate complete. Quelli ora abbonati al solo Bollettino, rimettendo L, l in più, avranno per tutto l'anno ba 1896" anche la Rivista italiana di scienze naturali, onde far loro ben conoscere questo periodico. _ Abbonamento gratis. À chi ci procurerà 2 nuovi abbonati rimettendocene l' importo, in- vieremo gratis per un anno il periodico, 0 daremo in È " 1885 a il 1895 tanto della Rivista che del Bollettino. Chi ce ne procurerà 4 avrà per 2 anni il giornale — dono due annate arretrate dal 1885 a. tutto gratis, o 4 annate arretrate, e così di seguito in questa proporzione. A chi ci procurerà un nuovo abbonato, volume di piacevole ed istruttiva lettura, oppure Gli autori di articoli pubblicati in qu che contengono i loro scritti, indicandoci la quan mandandocene l'importo, invieremo in dono un | un'anvata arretrata della Rivista e Bollettino. esti periodici potranno richiederci i fascicoli tità delle copie che ne desiderano e se ne avremo disponibili glie li cederemo a prezzo eccezionalmente basso. A tutti coloro che ce ne faranno ric hiesta scrivendoci in cartolina con risposta pa- gata o rimettendoci in qualunque modo ceutesimi 10, spediremo franco un catalogo di 16 pagine con la indicazione di moltissimi scritti relativi alla Storia naturale e che cediamo ora come premio a soli centesimi 15 per fascicolo. Tutti possono inoltre scegliere una o più delle seguenti pubblicazioni che si cedono a prezzo molto ridotto, in modo che gli abbonati vengono a risparmiare anche più dì quanto spendono per l'ab- bonamento. Nel prezzo è compreso l'invio frane o e la consegna assicurata al dumicilio deli abbonati italiani, Gli abbonati esteri che desiderano tale garanzia occorre inviino in più L. 0,25. Gli insetti epizoi, loro costumi, ca- ratteri, classificazione, modo di racco- glierli e conservarli, per il dott. prof. M. Bezzi. L. 1,20. I crani dei Sanniti. Con 10 figure, per il dott. A. De Blasio. L. 1,20, Sulla sistemazione d'una raccolta conchigliologica. Con 2 fig., per il dott. R. Del Prete. L. 0,50. Quale sia ilmiglior modo per uccidere i coleotteri per A. fiori e A. l'alzoni, 2 me- morie L. 0,50, Le Tenie dell'uomo e degli animali domestici in tavole sinottiche del dott. B. Galli Valerio. L. 1 Istruzioni sulla caccia dei coleotteri di A. Palumbo. L. 1,20. Istruzioni per la raccolta, prepara- zione e conservazione dei foraminiferi viventie fossili per il prof, A. Pellini. L. 1,20. Le placente vegetali, loro evoluzione e loro importanza per la tassonomia. Con 63 fig., per il dott. L. Bordi. L. 1,20. Caccie varie per A. Renault. 200 pag. L, 2,60. Intrbduzione allo studio degli antozoi fossili. Con fig., per G. De Angelis. L. 1,20. I funghi mangerecci e velenosi, descri- zione, modo di cucinarli e conservarli. Con 23 tavole colorate, per C. Rossi, L. 1,00. 1 Conseils aux amateurs pour faire ure collections de papillons. Classification, pre- paration et conservation. Con 32 figure, par M. Beleze. L. 0,80. Role des reptiles en agricolture par J, De Fischer. L. 0,60. Quelques remarques sur les régles de la nomenclature zoologique, appliguées a toutes les branches de l'histoire naturelle par L. Otphe Gallard. L, 0,60. Ricerche malacologiche. Pag. 18 in 8." con 35 fig., per L. Benoit. L. 0,80. Les papillons par G. Panis. Chasse, con- servation, classification, Glevage, description, ete. Con figure. L. 2,80. L' art de préparer les petits animaux semplifié, par P. Combes. Con fig. L. 0,80. _ (1) Tutti coloro che non possono ritirare o far ritirare personalmente presso l'Agenzia del giornale î premì portanti il segno (1), occorre rimettano L. 0,40 per l’imbalaggio e l' invio franco ed assicurato a domicilio. Gli abbonati esteri occorre înviino in più le maggiori spese postali occorrenti. | Volete? Volete far fortuna? Volete libri utili, manuali pratici in qualunque materia ? Ea SELE, Volete conoscere qualunque processo di fabbricazione, la composizione di qual- siasì specialità, la copia di qualunque brevetto di privativa? Velete risposta a ualunque quesito pr a- tico scientifico, industriale? Volete formule attinenti all'arte, all’ economia domestica, all’ agricol- tura, a qualunque ramo d' industria, alla vita pratica insomma ? de \ Non avete che da rivolgervi alla Rivista scientifico-pratica IL GAZZETTINO D' ORO che da sette annì sì pubblica in Genova. ca; ri —- ò ‘ ANNO XVI - 1896 RIVISTA ITALIANA DI SCIRNZP. NATURAL BOLLETTINO DEL NATURALISTA Collettore, Allevatore, Coltivatore Premiati alle Esposizioni di Palermo, Milano e Chicago Direttore Cav. SIGISMONDO BROGI UFFICIO — Via Baldassarre Peruzzi, 28 - SIENA Collaboratori principali ARrRIGONI degli OppI conte prof. EttoRE — BADANELLI prof. dott. Dante — BALBI cav. conte Emizio BargELLINI prof. Mariano — BERTELLI dott. Danre — Bezzi dott. prof. Marto — Bisogni prof, d." CarLo Borzon Prof. Dott. Pro — Bowomi Prof. Agostino — Borpr Prof, Dott. Lursi Bomsicci-Porta Comm. Prof. Lursr — BruneTTI Comm. Prof. Lopovico BruTTINI Prof. Dott. Arturo — Cacciamati Prof. G. BATTISTA — CaLaBRrÒ LomparDo Prof. AntoNINO Caruana Gatto B. A. ALFREDO — CERMENATI Prof. Mario — CLERICI Ing. EnRIco Cori Chimico farm. ELta — Damiani Gracomo — De AnaELIS Dott. GIoAccHINO De Bonis Antonio — De BLasto Dott. AgeLe — DeL PretE Dott. RarMonDo DesmeurE IpPoLITo — De Toni Dott. Prof. G. B. — De SreranIi PEREZ Prof. Troposio Fagani Sac. CarLo — FaiLra TepaLpi Luror — FERRAGNI OpoarDo — Fiori Prof, ANDREA — GALLI VaLeRIO dott. prof. Bruno - GrAcHETTI cav, G. CESARE - GriLLo prof. Niccorò - ImparaTI dott. Epoarpo Levi Morenos dott. Davip — Livini cav. prof. dott. Antonio — Longo prof. dott. ANDREA — Lopez prof. dott. Corrapo - LenTIccHIA prof. ATTILIO - LosaconoPoyero prof. MicHELE - LORENZINI ALESSANDRO Mascarini Prof. Aressanpro — MELI Prof. RomoLo — MartEI Grov. Errore Morici MicaeLe — MoscheLLa Giuséppe — Neviani Dott. Prof. ANTONIO Pauucci March. Marianna — ParopI Domenico di E. — PeLacanI Prof. Dott. Luciano PetRoNI Dott. Veter. PasquaLe — RenAULT Cav. ARTURO — SANCASCIANI Cav. Dott. GirusePPE Scarzia Dott. Giuseppe — SranoRINI Prof. GrusePPE — SiLvesTRI FILIPPO — SpinoLa March. Gracomo StossicÒ Prof. MicaeLe — TERRENZI Dott. Giuseppe — Tassi Cav. Dott. FLAMINIO TeLtini Dott. Prof. ActiLLe — TincoLini Dott. Veter. Tiro — TIRELLI Avv. ADELCHI Questo periodico si compone di due parti, cioè : La Rivista italiana di scienze naturali, nella quale vengono pubblicate: Le memorie originali, corredandole di figure quando occorano; la Rassegna bibliografica di quanto viene stam- pato in Italia e di non poco di ciò che vede la luce all’ estero, relativamente alle Scienze naturali; le comunicazioni scientifiche favorite dagli abbonati, e le notizie fornite dalla Redazione, Il Bollettino del naturalista, collettore, allevatore, coltivatore, che si occupa della parte più pratica e popolare delle scienze fisiche naturali, compresa la caccia, pesca, agricoltura, orticultura, giardinaggio; allevamento, acclimatazione e malattia degli animali 6 delle piante; rac- colta, preparazione e conservazione degli animali, piante ed altri oggetti di storia naturale; museo- logia, alpinismo, esplorazioni, escursioni. Ha apposita rubrica per gli insegnamenti pratici, re- gistra le nuove invenzioni e scoperte, i concorsi, impieghi vacanti e notizie svzriatissime Pubblica gratuitamente le richieste e offerte di cambi, e le domande e comunicazioni degli abbonati, L'abbonamento complessivo Rivista e Bollettino (24 fascicoli, con non meno di 300 pagine) costa L. 5 all'anno; quello al solo Bollettino (12 fascicoli, con non meno di 150 pag.) L. 3 all'anno. A OOO NOnN Agenzia del giornale SIENA Via di Città 14. “i “i i ia È i PI bea dle A A ddt Ra RIPRESO i Sap o r Ù TUTTO L’ OCCORRENTE î PER î RACCOGLIERE, PREPARARE E CONSERVARE GLI OGGETTI DI STORIA NATURALE SI TROVA PRESSO IL LABORATORIO 400L0GICO-Z00TOMICO- TASSIDERMICO e MUSEO DI STORIA NATURALE diretti dal Cav. S. BROGI naturalista premiato con 21 medaglie e diplomi speciali FORNITORE DI MOLTI MUSEI E GABINETTI SCOLASTICI Compra — Vendita — Preparazione — Cambi SI IMBALSAMANO ANIMALI DI OGNI GENERE e si insegna a chiunque desideri imparare SIENA — PIAZZA DEL CARMINE, STABILE PROPRIO — SIENA GRATIS - CATALOGHI e Prezzi Correnti presentemente in distribuzione GRATIS Catalogo N. 20 — Occhi artificiali di ogni genere in vetro e smalto. ‘ « 33 — Minerali e Roccie. «36 — Uccelli imbalsamati ed in pelle. 4 « 37 — Varietà e mostruosità in uccelli italiani. “ « 38 — Modelli plastici di piante, fiori, funghi, frutti ecc. per l'insegnamento della Botanica, « « 40 — Mammiferi imbalsamati e in pelle, scheletri e craniì. « « 42 — Catalogo con note e prezzo degli animali di tutti gli ordini, scheletri ed altre preparazioni zootomiche, Piante, Minerali, Fossili, ecc. ecc. nonchè delle Colle- zioni già formate per 1° insegnamento. « « 43 — Supplemento al catalogo N. 33 Minerali e Roccie. < « 46 — Arnesi, strumenti, utensili, preservativi, specialità ece. per la raccolta, studio, preparazione e conservazione degli oggetti di storia naturale. « « 48 = Coleotteri, e 5.) GIN e] = INDICE DELL'ANNATA 1896 ® RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI MEMORIE ORIGINALI Neviani prof. dott. Antonio. Appunti bibliografici per servire alla storia degli studi sui briozoi. Pag. 1, 25, 85. Imparati dott. prof. Edoardo. Contributo alla miologia delle regioni antero-la- terale del torace, costale e della spalla nelle scimmie. Con 1 quadro e 2 fig. RETSIZANA Bisogni dott. Carlo. Persistenza diuna nuova glandula nel genere Vipera. Pag. 33. Ronchetti Vittorio. Accrescimento anormale degli incisivi in un Mus muscu- lus albinus. Con 1 fig. Pag. 41. De Blasio dott. Abele. Il cranio scafoide di A. G. P. di Napoli. Con 3 fig. Pag. 42. Imparati dott. Edoardo. I raggi di Ròntgen. Con 2 fig. Pag. 57. Damiani Giacomo. I Gobius italici. Pag. 58, 77. Priolo dott. Marco Mariano. Metamorfosi nell’Albumina animale. Pag 62. Bisogni dott. Carlo. Contributo alla flora d’ Hipponium. Pag. 73, 81, 97. Ceresole Giulio e Direzione. Su di una pregiata opera inedita dell'abate Chie- reghini, sui Crostacei, Testacei e Pesci del Veneto. Pag. 77, 109. Bisogni dott. Carlo. Analogie fra gli acidi fosforici. Pag. 105. Tassi dott. prof. Flaminio. Escursione botanica a S. Giov. d'Asso e a Monte Oliveto. Pag. 107. Neviani dott. prof. Antonio. Il Pitecantropo e la origine naturale dell’ uomo. Con 4 fig. Pag. 113, 135. Damiani Giacomo. Appunti ittiologici sul mercato di Genova. Pag. 117, 129. Dei prof. Apelle. Organi di locomozione degli uccelli e dei pesci, Loro com- parazione e considerazioni in proposito. Pag. 121, 145. BIBLIOGRAFIA RECENSIONI ED ANNUNZI (2) Agricoltura e affini. Pag. 28, 29, 47, 52, 68, 90, 91, 101, 102. Anatomia. Pag. 29, 64, 102, 123, 140. Animali inferiori diversi. Pag. 48, 65, 77, 91, 109, 125. Aracnidi. Pag 11, 101. Anfibi. Pag. 65, 101, 102. (1) L'indice del Bollettino trovasi in fondo al volume del Bollettino stesso. (2) Sì avverte che in ognuna delle pagine citate vi possono ossere annunziati diversi lavori sul medesimo genere. |» Biografia. Pag. 65. |. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Botanica. Pag. 11, 12, 16, 28, 29, 47, 49, 50, 51, 68, 88, 90, 91, 102, 125, 140, 14l. Briozoi. Pag. 12. Chimica. Pag. 48, 52, 90, 9I. Crostacei. Pag. 77, 101, 109. Fisica e Meccauica. Pag. 48, 90. Geologia. Pag. 9, 11, 12, 50, 51, 86, 87, 88, 89, 123, 124, 125. Insetti. Pag. 10, 16, 28, 48, 49, 51, 52, 65, 66. 67, 68, 87, 88, 89,90, 91, 102, 103, 125, 140 Mammiferi. Pag. 28, 29, 50, 51, 64, 65, 90, 102, 123. Mineralogia. Pag. 11, 50, 67, 89, 91, 124, 125. Miriapodi. Pag. 29. Molluschi, Pag. 29, 49, 50, 52, 68, 89, 123, 140. Paleontologia. Pag. 11, 12, 29, 30, 46, 47, 50, 51, 65, 67, 86, 87, 89, 123. Pesci e Pesca. Pag. 29, 50, 67, 77, 89. 101, 109, 126. Rettili. Pag. 101, 102. Storia naturale in genere. Pag. 52, 65, 67, 86, 87, 123, 125, 140. Tecnica. Pag. 1283. Uccelli. Pag. 49, 52, 67, 89, 90, 91, 101. 123. Varia. Pag. 10, 12, 29, 49, 52, 53, 67, 86, 87, 88, 90, 97, 101, 103, 125, 126, 140. Vermi. Pag. 48, 49, 51, 87, 88, 102, 139, 140. Zoologia generale. Pag. 52, 101, 102, 123, 125. Annunzi di pubblicazioni si trovano pure nelle copertine dei fascicoli, * CATALOGO dei lavori relativi alle scienze naturali pubblicati in Italia, o all’ estero da italiani, durante gli anni 1894-95; distinti con numero progressivo, divisi per materie e disposti per autore in ordine alfabetico. Zoologia - Paleozoologia - Allevamento degli animali. Pubblicazioni del 1894. (continuazione e fine). Dal n. 795 al n. 843. Pag. 54. — Pubblicazioni del 1895. Dal n. 1 al n. 456. Pag. 69, 78, 92, 103, 111, 126. Botanica - Paleofitologia - Agricoltura. Pubblicazioni del 1894. (continuazione e fine). Dal n. 559 al n. 579 e dal n. 844 al n. 854. Pag. 12, 13, 53. — Pubblicazioni del 1895. Dal n. 460 al n. 612 Pag. 141, 147. Geologia - Mineralogia - Cristallografia. Pubblicazioni del 1894 (continuazione e fine). Dal n. 580 al n. 731 e dal n. 855 al n. 894. Pag. 13, 30, 38, 56, 69. Tecnica. Pubblicazioni del 1894, Dal n. 732 al n. 758. Pag. 39, 40. Soggetti varii e d'indole generale. Pubblicazioni del 1894. Dal n. 759 al n. 675. Pag. 40, 53. N B. La pubblicazione di questo catalogo è tuttora in corso di stampa e continuerà perciò anche nell’anno 1897. Appena terminato dì registrare le pubblicazioni del 1895, sarà incominciato il catalogo di quelle del 1896. COMUNICAZIONI E NOTIZIE VARIE Pag. 1, 15, 16, 144. i SOMMARIO "a ; I Neviani prof. dott. Antonio. Appunti bibliografici per servire alla storia degli studì sui Briozoi Prima serie. Pag. l. Imparati dott. prof. Edoardo. Contribuzione alla miologia delle regioni antero-laterale del torace, costale e della spalla nelle scimmie. (continuazione) Con fig. Pag. 7. Rivista Bibliografica. Da pag. 9 a pag. 12. Bibliografia italiana di Scienze naturali. Pubblicazioni del 1894, (cont.) Pag. 12. Nomine, promozioni ecc. Pag. 15. — Tavola necrologica. Pag. 15. ; gFinceri auguri di felicità per il nuovo anno a tulli i nostri cortesi collaboratori, abbonati e lettori. oliei 2} (g; | fa Direzione: NEVIANI ANTONIO APPUNTI BIBLIOGRAFICI PER SERVIRE ALLA STORIA DEGLI STUDI SUI BRIOZOI —— 2 ——_____—& PRIMA SERIE Lo studio dei Briozoi presenta moltissime attrattive, non solo per la eleganza e varietà delle specie, ma anche perchè, essendo tuttavia poco noti, offrono al naturalista copiosa messe di nuove osservazioni, e scoperte di nuove forme. Confusi in antico colle piante, vennero poi per molto tempo tenuti uniti con i polipi, e solo di recente furono associati prima ai molluschi, e quindi ai vermi; ma per quanto le ricerche anatomiche ed embriologiche, abbiano in questi ultimi anni assai progredito, pur tuttavia non è per anco possibile dire con certezza quali siano i rapporti genetici di questi con altri organismi. i Mentre altri, specialmente all’estero, si occupa di questa serie di ricerche, ed io stesso in qualche pubblicazione procuro di far conoscere nel miglior modo che mi è possibile i Briozoi fossili italiani, non credo inutile riassumere in una serie di capitoli quanto è stato fatto dai naturalisti, in proposito, nei secoli scorsi, fermandomi però a Lamarcek e suoi contemporanei; portando così un modesto contributo alla storia dei Briozoi (Polizoi degli Inglesi). i Per ragioni facili a comprendersi, non potrò sempre tenere un ordine cronologico rigoroso, farò invece seguire, in separati capitoli riuniti in serie, i sunti delle opere e memorie a seconda dell’ opportunità che mi si presenta nello studiarle, a ciò prestandosi il periodico che accoglie questo scritto, Al termine di questo mio qualsiasi lavoro, uno o più indico agevoleranno le ri- cerche degli studiosi. CAPITOLO I. 1555 — Rondelet Guglielmo. Universae aquatilium historiae, Lugduni. È questo il libro più antico nel quale trovo descritto un Briozoo. Nel libro III - Insectis et è Sail } i i e. - 200phytis, al Cap. XXIX, pag. 133, dal titolo De Eschara, evvi descritta e figurata una Retepora. L'autore dice che î pescatori la chiamano giroflade, e sospetta si tratti della antica Eschara di cui si fa menzione da Archippo; ma per ora io non ho potuto trovare alcuna citazione più antica della presente. Jelly nel Synonimie Catalogue ofthe Recent marine Bryozoa - London 1889 - a pag. 215, pone dubitativamente la specie del Rondelet frai sinonimi della Retepora cellulosa Linn. Certamente non è possibile dire a quale specie si possa riferire, giacchè non sì hanno dati sui caratteri zoeciali, sui quali solamente oggi sono basate le determinazioni. CAPITOLO II. 1558 — Gesner Conrado. Historiae animalium. Tiguri. Nel « liber IIII - qui est de Piscium et aquatilium animantium natura ecc. » a pag. 438, sotto il titolo « De Eschara, Rondetetius » è ripetuto quanto è scritto nell’ opera del Rondelet (v. n. I.); vi è pure annessa una figura nel testo, ma di peggior fattura, giacchè non vi sono neppure indicati i grossi forami della rete, essendo rappresentato grossolanamente solo il contorno, Oltre la citata edizione, ne conosco una seconda del 1620, ove a pag. 369 del IV libro, è ri- portata la medesima descrizione e figura della prima edizione. CapIToLO III. 1599 — Imperato Ferrante. Dell’ Historia naturale ecc. Libri XXVIII, Napoli. La maggior parte dei libri di questa opera trattano di argomenti di fisica terrestre e di mi- neralogia, solamente nel ventisettesimo e ventottesimo, troviamo descrizioni ed osservazioni varie di piante ed animali terrestri e marini, I pochi Briozoi citati, sono compresi nel libro XXVII (pag. 715) che è intitolato: nel quale si tratta delle consistenze, e vegetali marini (marmi, per errore). Confusi con le Madrepore, Spugne ed altri organismi sono chiamati Pori e così definiti: (pag. 715) Li pori sono vegetali di sustanza è Corallo propinqua, differenti da quello nella porosità, che è de' Pori propria..... Le specie di Briozoi citati in questo capo sono cinque enumerati nel seguente ordine : (pag. 716): Poro ramoso, è il Myriozoum truncatum Pallas. Poro simile a corno di cervo; è la Smittia (Eschara) cervicornis Pallas. (fig. a pag. 721), Retepora - Eschara marina (fig. a pag. 722) così descritta: che è di foglio continuo alquanto crespo, ordinatamente trasforato, si che rassomiglia retticiuola, che dal nascimento và verso l'orlo, dilatandosi in modo di tazza con l'orlo increspato. Questa forma va riferita al gen. Re- tepora tutt'ora usato dai Briozoologisti, e forse alla sp. cellulosa Linn. Segue la Frondipora - Eschara marina (fig. a pag. 722) - di condizion vicina alla detta Re- tepora, con le forme de frondi simili ad assenso, et herbe nello istesso modo intagliate, con emi- nenze nella parte esteriore simili à costole, e nervi de fogli: ove li stremi delli fogli intagliati si giungono in modo, che fanno anco alquanto apparenza di rete. Anche di questa forma viene conservato il nome generico; essa venne dal Lamouroux denominata specificamente verrucosa. In ultimo è citato un Poro.... da alcuni detto Anguino, perchè rassembra spoglia di serpe (fig. a pag. 723), sembra che questa forma si debba riferire alla Schizoporella spongites, Pallas. N. B. Un' altra edizione fu stampata in Venezia nel 1672, . CAPITOLO IV. 1623 — Bauhin Gaspare. mna= Theatri Botanici, Basilea, Nel lib X, sezione IV, al S 5 intitolato « Pori corallo affines » sono elencati senza descri- zione dodici specie di Pori, di essi solamente cinque si possono riferire a Briozoî, e cioò : N. II. Corallo albo affinis porus ramosus. Porus ramosus Imper. — È questo, come già ab- biamo veduto nell'opera di Imperato, il Myriozoum truncatum di Pallas. N. VIL Porus cervinus Imper. — Questa specie è generalmente attribuita alla Smittia (Mit- lepora) cervicornis di Pallas. N. VII. Porus reticulatus et Eschara marina. Imper. — Sì tratta di una specie di Retepora, che come vedemmo (v. n. III) da alcuni è riferita alla R. cellulosa L. da altri alla R. Imperati Bk. o R. tessellata Hks var. Imperati secondo Waters. N, 1X. Frondipora Imper. — Sembra sia la Frondipora verrucosa di Lamouroux, N. XI. Porus anguinus Imper — Secondo Pallas è il tipo della Schisoporella (Eschara) spongites. CapiTOLO V. 1651 — Bauhin Giovanni. Historia plantarum universalis — Tomus III Ebroduni. Anche in quest'opera i pochi Briozoi presi in esame vengono considerati come piante marino; fra queste notiamo: Pag. 795. Porus ramosus. Non trovo citata questa specie da alcun autore, ma essa devesi certamente riferire al Myriosoum truncatum di Pallas. Pag. 809. Alga marina maréxepos porosa. In seguito alla descrizione l' A. ricorda il Poro cer- vino d' Imperato, Noto che questa specie non è citata nel catalogo sinonimico della Jelly, nè, per quanto mi consta, da altri autori. Il Poro cervino d' Imperato, abbiamo detto che si può riportare alla Smittia (Millepora) cervicornis di Pallas; ma dalla descrizione, ed anche dalla figura data dal Bauhin, mi sembra si tratti o della Yustra foliacea di Linneo (alla qualo specie miss Jelly riporta il Porus cervinus di Bauhin nell’ opera Mivz5 ete.) ed anche alla Ylustra securifrons di Pallas. Pag. 809. Eschara fatta dall'A. sinonimio del Porus reticulatus di Imperato, e quindi la Retepora cellulosa Linn. (con quella restrizione, già altra volta fatta riguardo al riferimento spe- cifico). La descrizione è accompagnata da una brutta figura, nella quale i grandi fori, sono di li- mitata dimensione, posti in file trasverse e non a quinconce. Pag. 809. Reticulum marinum. L'A. richiama la Rete marina di Imperato; ma miss Jelly la riferisce alla Lepralia (Zippoporina) foliacea di Solander. La figura che è unita alla descrizione, indecifrabile, Pag. 809, Eschara marina frondipora. Viene questa rassomigliata alla Retepora per il por- tamento generale della fronda ma si nota che ne differisce per « eminentiae quaedam costis aut nervis foliorum similes adnatae ». È questa la Frondipora verrucosa di Lamouroua ; non escludo tuttavia, specialmente dopo un minuzioso esame della figura, che non possa trattarsi della Hornera è frondiculata di Lamarck. Pag. 811. Corallina fistulosa. Di questa specie l' A. enumera due varietà; l'una « fragilis duplex » l'altra « subtilior multo » ambedue figurate. Come sempre i disegni rappresentano solo l'insieme della colonia; anzi, giacchè qui si tratta della Melicerita (Cellaria, Salicornaria) fistulosa di Linneo, non è sempre conservata la dicotomia specifica, come pure non sempre sono evidenti le articolazioni. Di questa specie più che delle altre è descritta sufficientemente la superficie, difatti di essa è detto : « superficie crispa seminum saccharo conditorum, alias laevi, et veluti torno elaborata, circularibus zonis densis praecincta, intus fistulosa, decussatisque cruciformium interstitiorum cancellis distincta».. » CAPITOLO VI. 1674 — Boccone Paolo. Recherches et observations naturelles etc. Amsterdam. Sono varie lettere dirette a personaggi diversi, fra esse a pag. 24 nella Sesta lettera diretta ai Mess Charles Hatton, John, Ragus etc. 1’ A. accenna all origine di alcuni Briozoi, che sono sempre considerati come piante marine. Nella tav. a pag. 34 le figure di alcune Corallina 0 pseu- docorallium dicotome ed articolate con internodi punteggiati sono di Melicerita (Cellaria) fistu- losa Lin. Nella tav. a pag. 219, la figura del Muscus maritimus candidus denticulatus, sembra ap- partenere ad una Menipea, CAPITOLO VII. 1691-1700 — Plukenett Leonardo. Phytographia, Londini. L'opera botanica del Plukenett è divisa in quattro volumi; in essa i Briozoi, considerati come vegetali marini, sono pochissimi, e cioè: l. Melicerita (Cellaria) fistulosa Lin. — 2. Flustra foliacea Lin. — 3. Gemellaria loricata Lin, La prima specie (M. fistulosa) è disegnata nel I vol. (Phytographia 1691 Tav. XXVI, fig. 2) con figura ove è evidente la dicotomia, ma negli internodi non vi è disegno alcuno di scultura ; nella spiegazione in fondo alla tavola è detto : Corallina fistulosa, fragilis, internodiis, praelon- gis, laevibus, albis, farciminum modo catenatis. Questa descrizione è ripetuta a pag. 118 del II. vol. (Almagestum botanicum 1696), dove viene richiamata la citata figura del primo volume. Nel medesimo secondo volume a pag. 119 vi è descritta una forma che viene riferita alla Tlustra foliacea di Linn., con questa diagnosi: Corallinae affinis platyphyllos, telam sericeam terturd simulans. Nella sinonimia vengono citate le opere di I. Bauhin, Imperato e Ray. Nel terzo volume (Almagesti Botanici Mantissa 1700) a pag. 56 vi è citata una sola forma che è certamente la Gemellaria loricata di Linneo, vi è descritta come Cora/lina geniculata mollis; internodiis rotundis brevioribus ; ed è citata come proveniente dalle coste orientali dell’ Inghilterra. N. B. Dell'opera del Plukenett, sevvi una seconda edizione del 1769. CAPITOLO VIII. 1697 — Boccone Paolo. Museo di fisica e di esperienze variato e decorato di osservazioni naturali etc, Venetia. Sono quarantasei osservazioni di svariatissimi argomenti, di queste la quarantesima è Intorno la natura e prima impressione del corallo ; in essa a pag. 255, si parla del Muscus corallinus, rotundus, ewilis, articulatus, ramosus, italicus. Questa forma è la Meficerita (Cellaria) fistulosa Lin.; vi è descritta come una pianta marina, vivente nel mar Tirreno; sono notate, oltre alle ar- ticolazioni, le fuccette rombiche separate da un sottilissimo cordone ; l’opercolo è indicato come un punto fermo impresso in rilievo nel messo di ciascheduna figura 10mboidale. A pag. 257 vi è descritta una Pennaria Marina Imperati; Y. Tab. VI, n. 6. Noto che la ci- tazione della figura è errata. Questa Pennaria che è detta di color bianco, articolata, calcarea, con ramificazione a forma di penna, e con alette denticolate può essere una Crisia denticulata; è ci- tata proveniente dai mari di Sicilia e di Napoli, Proveniente dal mare Oceano (pag. 258) ed in particolare dalle spiagge d' Inghilterra è un evilis, capillaris, maritimus, fruticans. Anche questa forma sembra una Crisia; ma dalla incompleta descrizione è impossibile dedurne un esatto riferimento. Più oltre a Pag. 288, a proposito di alcune osservazioni su una pietra stellaria, l'A. cita una Tubularia 0 AI ‘yonio Milesio dell’ Imperato, che — da buon napoletano — confronta con ì Bigoli edi Vermicelli sottilissimi di pasta 5 e ricorda puro la Rete marina d'Imperato ed il Porus Co- ralloides citando le figure 1, 2, 3 della Tav. 2, dalle quali sì rileva che la Rete marina della fig. 1, è la Retepora cfr. cellulosa Lin. quella della fig. 3 è una Fascicularia sp. ma l'esemplare disegnato al n. 2 è di una colonia di Vermetus 0 Serpule. ì Notisi che altre figure, di varie tavole, frammiste a fuchi, coralli, ete., sono forse di Briozoì; ma sia per la deficenza della figura, che della descrizione, non è possibile fare un riferimento approssimativo neppure generico, CAPITOLO IX. 1699 — Morison Roberto. Plantarum historiae universalis Oxoniensis, Owonii. Nella 3.2 parte di quest'opera troviamo quattro specie di Briozoi, tutte comprese nella Sezione XV < Plantarum anomalorum ». Di esse due sono descritte nel cap. XLVII « Fucus sive Alga marina »; ed altre due nel cap. LVI « Pori Coraliis affinis, sive Corallia porosa >, Appartengono ai primi la Flustra foliacea Lin. e la Flustra securifrvons Pallas (pag. 616). così lispettivamente descritte : N. 16. Fucus marinus scruposus albidus telam sericeam textura sua aemulans, N. 17. Fucus marinus scruposus albidus angustior compressus emtremitatibus quasi abscissis, Le altre due specie si riferiscono alla Retepora cfr. cellulosa ed alla Frondipora verrucosa (pag. 657). Ecco anche di queste due le respettive denominazioni: N. 15. Porus reticulatus et Eschara marina, sive Retepora prima Imp. N. 16. Eschara marina Frondipora J. B; Frondipora 2, Imperato. Queste due ultime Specie non sono figurate, mentre le prime due sono accompagnate da figure (Tav. 8, Sezione 15, fig. 16 e 17) buone per l'insieme. CAPITOLO X., 1714 — Barrelieri Iacopo. Plantae per Galliam, Hispaniam et Italiam observatae etc. Paristiis, Questa opera postuma del Barrelieri, che cessò di vivere nel 1673, venne pubblicata da An- tonio De Jusieu, conservando inalterate le tavole colle spiegazioni ece. In essa è fatta parola a pag. 121, n. 1333, della Corallina fistulosa, fragilis crassior, e nel n. 1334, della Corallina fistu- losa, fragilis, subtilior. Si tratta, come comprendesi a prima giunta, di due varietà della Meli- cerita (Cellaria) fistulosa Lin. Nelle tavolo però vengono indicate diversamente, così: N. 1275, VII, Muscus polygonoides salicorniae foliis major. N. 1275, VII, Muscus polygonoides minor seu bifidus. Queste figure sono i soliti disegni di complesso; nella prima (VII) non è sempre distinta la dicotomia, nella seconda (VII) è sempre conservata; tanto nell'una quanto nell' altra poi, lungo gli internodi nulla è indicato che possa riferirsi ai zoeci, CAPITOLO XI. 1719 — Mercati Michele. Mettalotheca Vaticana, Roma, Sotto gli auspici di papa Clemente Undecimo, il padre Giovanni Maria Lancisio pubblicò quest'opera postuma del Mercati, che era defunto sino dal 1593. In essa sono deszrilti oggetti svariatissimi di storia naturale, secondo la distribuzione data materialmente nel museo Vaticano; o rat È IE ee on > PT questa collezione, non più conservata, era collocata in diciannove armadi; ma nella citata pubbli cazione si fa parola solamente dei primi dieci. Nell'armadio VI « Marina » a pag. 109, evvi (Cap. X) De Alcyonio polyphyllo così descritto: Al- cyonium polyphyllon a foliorum multitudine, quae sunt ipsa lapidosa, retita, et fungi, si vertas, similia, cineraceo, colore: nascitur hoc quoque sui Tyrrheni maris scopulis, non usque quaque frequens; et nonnullis ; quoniam hepaticam herbam refert, hepatica petrosa nuncupatur. Questa specie che è la Frondipora verrucosa Lmx. viene a torto riferita alla Retepora eschara marina di Imperato, a ciò ingannato dalla forma a rete del Briozoario. Nella pag. 122, Cap. XV, De Coralliolis, sonvi cinque figure sotto le quali è seritto Coralliola alba; vi si osservano specialmente delle Madrepore ed anche delle Hornera, Simittia cervicornis, Cellepora ed altri Briozoi indeterminabili con portamento ramificato. CAPITOLO XII. 1742 — Gualtieri Nicola. Index testarum conchyliorum ecc, Florentiae. Nella pagina dietro il titolo della 4.% parte, evvi una grande figura abbastanza esatta di Briozoo, con la seguente indicazione: Porus anguinus crustaceus tubulatus capsulis minimis. = Lo Museo N. Gualtieri n. 55. Le minime capsule sono rappresentate da una piccola figura con 9 zoeci, ma manca in essi qualsiasi dettaglio di scultura. Questa forma è citata pure dal Soldani nel Saggio Orittografico (pag. 128), secondo il Pallas (Elenchus pag. 45) rappresenta 1’ Eschara (ora Schisoporella) spongites. CAPITOLO XIII. 1750 — Donati Vitaliano. Della Storia naturale marina dell’ Adriatico, Venezia. Questa opera postuma venne pubblicata per cura di un amico dell” Autore, certo Gianrinaldo Carli-Rubbi. Noto che questa opera è un Saggio di un lavoro di maggior mole preparato dall'A., che non so se sia mai più stato pubblicato, i Interessante sopra tanti riguardi è la classificazione generale dei Polipari proposta dal Donati ed esposta da pag. XL a XLIII. Riporterò ora, per semplice curiosità il nome dei generi, lasciando a chi ne abbia il desiderio di consultare l'opera, non difficile a rinvenirsi. Corallo, Madrepora, Miriozoo, Elaseo, Pitocarpide, Acantoforo, Retepora, Aspreo, Ofioide, Fistolaria, Discoide, Gonatode, Corallina, Aulopio, Sarcodendro, Evasterio. I Briozoi vengono inclusi in alcuni dei predetti generi ma solamente di uno è fatto lunga mente parola a pag. LV, ed è il Miriozoo con cauli, e rami tereti, disuniti. Pseudocoralium album fungosum dell’ Aldrovandi; e cioò Myriozoum truncatum di Pallas: La descrizione è ac- compagnata da sette buone figure (B-H). CAPITOLO XIV. 1757 — Bassi Ferdinando. De quibusdam exiguis madreporis agri bononiensis (1), Bononia. Il materiale che servì al Bassi per questa memoria, è conservato nel museo di Geologia della R. Università di Bologna, e fa parte dì una collezione di piccoli fossili fissati sufdi una tavoletta intitolata: Tabella oryctographica sedimenti marini fossilis ex Agro Bononiensi. Studiati questi (1) De Bonon, scient. et artium instit. atque acad, Commentari. Tav. IV, opuscula, pag. 49, i see Mi a Pi ha re è n, ri dl r® Da |a RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI fossili, che dal Bassi erano ritenuti per piccole Madrepore, ne pubblicai “na revisione nel Boll, della Soc. geologica italiana Vol. XII, pag: 659 (1) e ne dedussi che le forme studiate dal Bassi si riferiscono alle seguenti specie: Membranipora rectiulum L. — Escharoides monilifera M. Edw. — Porina borealis — Bk, P. columnaris Mnz. (Diporula verrucosa Peach.) -- Cupularia umbellata Defr. — 0, canariensis Bk. — Cellepora Sp. — Entalophora proboscidea M. Edw. (continua) n (1) Terza contribuzione alla conoscenza dei Briozoi fossili italiani, SERIE IMPARATI dott. EDOARDO CONTRIBUZIONE ALLA MIOLOGIA DELLE REGIONI ANTERO-LATERALE DEL TORACE, COSTALE E DELLA SPALLA NELLE SCIMMIE. (continuazione) =_ fari nen ci < È singolarmente interessante di constatare nolle scimmie antropomorfe dello disposizioni anatomiche così mobili da vedere, per esempio, l'inserzione esterna del piccolo pettorale ripro- durre su di un soggetto la disposizione delle scimmie inferiori, su di un altro, appartenente alla medesima specie, la disposizione dell’ uomo. Noi vediamo così le variazioni anatomiche dei muscoli abbassare da una parte l’uomo fino alle scimmie e dall'altra alzare queste ultime sino all uomo ; curioso scherzo della Datura, poco favorevole, se ne dovrà convenire, all'opinione di coloro i quali vorrebbero ancora che esistesse una barriera insormontabile fra la costituzione materiale | dell’ uno e la costituzione materiale delle altre (1) ». I fasci del pectoralis minor che prendono inserzione all' apofisi coracoide, facendo punto fisso sul tronco, traggono questa apofisi in basso ed in dentro abbassando pure il moncone della spalla; quelli invece che sono inseriti all'omero non sono che adduttori del braccio sul torace. Non meno interessante dei precedenti muscoli è il supracostalis anterior che il Turner con- sidera a torto, come dimostrarono il Testut ed il Wood, omologo del rectus sternalis brutorum cioè a dire una espansione del rectus abdominis. Costante in tutte Je scimmie inferiori studiato scompare negli antropomorfi. Non saprei precisare quale funzione spetti a questo muscolo se si toglie la sua debole funzione inspiratoria. Nulla d’ importante presenta il subclavius il quale altro non è che un più o meno robusto abbassatore della clavicola e dal moncone della spalla, stante l'articolazione acromio- clavicolare, nelle diverse specie che lo hanno più o meno sviluppato. Passando al serratus magnus esso è libero in tutti gli antropomorfi, nel Cynocephalus hama- dryas e (a quanto pare) nel Cyn. anubis ; fuso invece, nelle altre specie, col /evator anguli scapulae, Anatomicamente parlando noi possiamo considerare quest'ultimo muscolo nell'uomo e nelle specie in cui è libero — e la miologia comparata ce lo dimostra — come un fascio cervicale del sistema del serratus magnus il quale funziona traendo in alto ed all'interno l'angolo superiore della scapola abbassando simultaneamente il moncone della spalla. Il serratus magnus, prendendo appoggio sul torace, trae la scapola in avanti imprimendole, contemporaneamente, un movimento di rotazione che eleva in alto il moncone della spalla, movimento tanto più pronunziato quanto più le origini costali saranno basse e quanto più profondamente il muscolo sarà dentato. Lo scaleno posteriore, che negli antropomorfi ha inserzioni analoghe a quelle dell' uomo, (1) Testur - Les anom. muscol. pag. 41. prende nelle altre scimmie inserzioni basse sulle coste arrivando talora sino alla 6.3, come nel Macacus syvanus. In media però osserviamo che esso giunge alla 4.3 o alla 5.3 costa. Questo mu- scolo oltre all'essere un potente inspiratore, è congenere di tutti quegli altri muscoli che solle- vano il torace durante l' arrampicare. Poco o nulla d'importante presentano i muscoli della regione costale stante l’analoga funzione che essi hanno, in tutte le specie dotato di polmoni, d' innalzare e abbassare il torace durante la respirazione. Il solo transversus pectoris presenta qualche modificazione di estensione. In ‘quasi tutte le specie fino ad ora studiate si estende fino alla 7.4 costa e con ciò manifesta il suo significato morfologico di continuazione del transversus abdominis. Anche la regione muscolare della spalla si mostra nelle scimmie abbastanza stabile e costante. I suoi muscoli, più sviluppati in alcune specie, lo sono meno in altre e ciò in rapporto al mag- giore o minore esercizio di questi organi, dovuto al metodo di vita ed ai costumi dei diversi animali, Speciale menzione, fra i muscoli della spalla, merita il teres major per ì rapporti che contrae col latissimus dorsi. Nel Troglodytes Aubryi, nel Cercopithecus pygerythrus e nel Cynocephalus hamadryas esso sì unisce colla sua parte carnosa al tendine del latissimus dorsi di cui è congenere, motivo a cui forse deve questa fusione. La funzione di questi due muscoli è quella di portare il braccio in dentro ed all'indietro, di più, il teres major, facendo punto fisso sull’omero immobile, porta in alto ed in avanti l'angolo inferiore della scapola. CAPITOLO IV. Appunti di miologia anomala. Il principio del Bischoff che l'anatomia comparata ci faccia meglio comprendere certe disposi- zioni del corpo umano sia sotto un aspetto più semplice, sia sotto uno stato più avanzato di svi- luppo nella scala zoologica fece sì che il Testut partisse da questo principio per spiegare le ano- malie muscolari dell’uomo in quel bellissimo suo lavoro che s' intitola « Les anomalies muscu- laires ches l'homme ewpliquées par l'anatomie comparée ». Egli conclude nel suo studio che « Le anomalie del sistema muscolare osservate nell'uomo non sono che la riproduzione d'un tipo che è normale nella serie zoologica ». Non voglio quì discutere se questa conclusione possa avere o meno quel valore scientifico ge- nerale che il Testut le volle attribuire e mi limito semplicemente a fare osservare che, qualunque sia il modo nel quale sì voglia intendere la sopracitata conclusione, essa acquista particolare ed indiscutibile valore quando, della serie s00/ogica, prendiamo a considerare i primati che tanta parte hanno nella filogenia dell’ uomo. È in vista appunto di questa importanza scientifica che io, quì, per sommi capì, passerò in rivista alcune anomalie muscolari dell’uomo e che sono invece forme normali in alcuno delle specie da me sezionate ed in altre riportate dal Testut nel suo lavoro. La fusione del pectoralis major col deltoides, che io trovai in tutte e sei le mie specie e che fu osservata nella guenon (1) (Testut), nel Macacus sinicus (Testut) e nell' Hylobates leuciscus (Bischoff) sì rinvenne frequentemente anomala nell'uomo da Wood, Ilesch, Otto, Seiler, Testut ed altri; è la fusione del pectoralis major con l' omologo del lato opposto, che io trovai nel Macacus sylvanus, fu osservata dal Testut in una giovane negra del Senegal. Il pestoralis minor con inserzioni costali analoghe a quelle del Macacus sylvanus fu osser- Vato molte volte dal Testut e da M. Chudzinscki in parecchi negri e fu pure osservata nell'uomo da Fischer, Sunza, Testut, Folz ete. l'inserzione del pectoralis minor all'omero, come quello che rinvennì nelle seì specie studiate, (1) L'uso un po troppo largo di nomi zoologici volgari che il Testut fa nel suo lavorc rende abbastanza difficile e qualche volta equivoca l' identificazione delle diverse specie. k33 ITALIANA DI SOMENZE NATURALI Non meno interessante da ricordare è la divisione anomala dì questo muscolo in due porzìoni distinte, studiata dal Tiedemann, e che io trovai rappresentata in tutto e sei le mie specie, La fusione nell’ uomo del serratus magnus col levator anguli scapulae (Sabatier e Macalister) la rinvenni normale, eccetto che nel Cynocephalus hamadryas, alle quali aggiungo la guenon (Testut), il Macacus sinicus (T (Broca) ed il magot (Meckel). Trovai pure in tutte le Specie il supracostalis anterior rinvenuto spesse volte soprannume- rario nell'uomo talora unilaterale, tal’ altra bilaterale, da Wood, Macalister, Turner, Roberts, Shepherd, Pye Smith ete. E quì richiamo l'attenzione dell’ questo muscolo nelle antropomorfe. 4 Circa lo scaleno posteriore Testut, Macalister, Theile e Shepherd trovarono che in alcuni ca- daveri umani s' inseriva alla 3.* costa e Bouchard cita un caso in cuì esso prendeva attacco alla 4.8 costa come nel SS, chrysomelas, nel Cerc. rufo-viridis, nel M. sylvanus e nel Cyn, Poche parole ancora per ciò che concerne alcuni muscoli della spalla. Il Testut osservò in un soggetto un sol tendine di inserzione omerale pel teres major è pel latissimus dorsi, precisamente come nel Cyn. hamadryas e nel Cere. pygerythrus ed il Macalister vide in un altro individuo umano varii fascetti muscolari anastomotici del teres major intreccian= tisi col latissimus dorsi, modalità corrispondente a quella presentata dal Macacus nemestrinus, La fusione dell’ înfraspinatus col teres minor e le variazioni di volume di quest' scolo sono fra i casì più comuni che si riscontrano nelle sale anatomiche e potrebbero corrispon- dere alle diverse gradazioni del teres minor, trovate nelle sei specie descritte, cominciando da quello altrettanto ridotto quanto distinto del M. nemestrinus fino a giungere all’ altro sviluppato e robustissimo del S. chrysomelas. in tutte le altre cinque specie estut), il Cynocephalus sphina anatomico sul fatto eloquente della mancanza normale di hamadryas (continua) RIVISTA BIBLIOGRAFICA Pubblicazioni ricevute e per le quali ringraziamo i gentili autori od editori L'amministrazione s'incarica di procurare agli abbonati, senza aumento di prezzo, le pubblicazioni delle quali é segnato il costo, ed anche le altre se possibile, BOTTI U. Dei piani e sottopiani in Geologia. Manuale alfabetico ragionato. (Reggio Calabria 1895, Tip. D' Andrea. Pag. 304 in 8.) La molta utilità pratica di questo lavoro dell’ egregio Comm. Botti, appare subito manifesta quando si ripensi allo stragrande numero di termini che si sono proposti ed adottati, per distinguere i tanti piani e sotto piani introdotti dai geologi nella stratigrafia. Ben oltre 700 sono le voci in questo manuale registrato 6 perciò ben pochi davvero devono essere coloro che le ritengono tutte a memoria ricordandone il signifi- cato, ossia precisando la respettiva posizione da quelle voci indicata, nella scala cronologica dei terreni sedimentari che formano la maggior parte della crosta terrestre. L'avere adunque a nostra disposizione questo Manuale, nel quale, disposte in ordine alfabetico, sono registrate ed illustrate le tante voci usate dai geologi per la indicazione dei gruppi, sistemi, serie, piani, sottopiani, assisa, strati ecc. con la indicazione degli autori che le hanno proposte, delle opere nelle quali sono state illustrate, ci sarà di grande aiuto, risparmiandoci le complicate ricerche bibliografiche che fin ora dovevamo fare, quando ci incontravamo in un vocabolo del quale non ricordavamo precisamente il siguificato, ossia non si sapeva o non ci sovveniva, di qual natura ed in quale situazione si trovava lo strato o sotto strato che con quel vocabolo si era voluto indicare, Per dare una idea del come è composto questo libro, riportiamo quanto vi è detto per un ter "mine preso a caso fra quelli la cui illustrazione è piuttosto breve : Aszoic Murchison 1895 (Dal greco a privativa, z00n essere organizzato). BEORI MASO POSATO “PIT PRE VET SIOE CONAI PORT Tia 10 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI rs ——— «A ESS Il vocabolo azoico fu dapprima usato dal Murchison (1845) per le masse cristalline inferiori al Siluriano in Scandinavia, da Adams (1846) in America applicandolo a tutti ì terreni primitivi, anteriori all'era paleozzoica, da Foster e Whitney (1851) limitatamente alle roccie di origine detritica. Ma venne da Stoppani meglio precisato riservandolo agli schisti assolutamente cristal- lini, ai terreni indeterminati che stanno inferiormente a tutte le formazioni sedimentari, ritenendo che non potessero chiamarsi azoici i terreni semi cristallini, che a quelli sovraincombono, dacchè contengono calcari, antraciti e grafiti che sembrano derivare dal regno organico; sebbene anche questa derivazione siu stata recentemente contestata; che mai non si contesta al dì d'oggi? Conseguentemente l’ Azoico costituirebbe un sistema inferiore del gruppo arcaico; o meglio un gruppo indipendente (V. pag. 22). Internat. Congr. — LXII (1) p. A 44, Stoppani A. — CXXXIII (1) p. 161-171, Dollo ha chiamato periodo azoico quello anteriore all’ apparizione della vita, dacchè la Terra cominciò ad esistere ullo stato di nebrulosa, poi di stella (bianca, gialla, poi rossa) ed infine di pianeta, nel quale ultimo stadio suppone iniziatasi coi gneis la crosta primitiva. Dollo L. — CCIV (1) p. 231. GRIFFINI dott. ACHILLE. Notas circa le faune entomologic de le Piemonte - VI. Catalog de les Cerceris de Piemonte. (Narbonne 1895. Miscellanea entomologica n. 6, Estratto di pag. 4 in 8.°) La presente memoria è scritta nella lingua scientifica internazionale proposta dal Dr. D. Rosa e denominata Le nov latin i cui dettagli pubblicammo anche noi nel- l'annata 1890. Vi si trovano citate 15 specie di Cerceris. GRIFFINI dott. ACHILLE. Quelques expériences sur la résistance a la sub- mersion chez Hydrous flavipes. (Narbonne 1895. Miscellanea entomologica n. 7, Estratto di pag. 4 in 8.9) L'egregio A. ha fatte 9 esperienze con parecchi individui di Hydrous flavipes, allo scopo di vedere per quanto tempo questo coleottero, resisteva ad una sommersione completa in acqua alla temperatura normale. In questa nota indica il numero degli esemplari adoprati per ogni esperienza, le ore precise della loro sommersione, ed i fenomeni presentati dopo che gli in- setti tolti dall'acqua, furono posti su di una carta asciugante. Ricorda ancora le esperienze fatte dal Plateau sul tempo durante il quale gli insetti acquatici possono restare sotto acqua senza respirare. GRIFFINI dott. ACHILLE. Sopra alcuni Leptidi e Tabanidi del Piemonte. (Torino 1895. Boll. Musei di Zoologia ed Anatomia comparata n, 218, Pag. 12 in 8.°) Parla del Psammorycter vermileo e del perchè egli adotta il genere Psammorycter Blanch. invece del ge- nero Vermileo Macquart; si intrattiene sul genere Atheriw e sulle sue divisioni, dimostrando come la priorità spetti a quella proposta dal Rondani come osservò già anche il dott. Bezzi; cita le specie piemontesi di questo gruppo Atheris ; illustra infine le Pognoninae, dando il catalogo sino- nimico di questa sottofamiglia deì Tabanidi e facendo notare la sinonimia dell’ Haemophila Fal- lotti col Nemorius vitripennis. TAVALLINI avv. ENRICO. Discorso pronunziato il 7 settembre 1895 alla inaugurazione del primo congresso della stampa agraria italiana in Casale Mon- ferrato. (Casale 1895. Tip, Cassone. Pag. 16 in 8.°) Ricorda il memorabile congresso agrario te- nuto li in Casale nel settembre del 1847, durante il quale fu arditamente gridato dall’ agricoltore G. Lanza: Viva ' Italia, e fu firmato un’indirizzo chiedente a Carlo Alberto le riforme libe- rali, in risposta al quale si ebbe la promessa che non era lontana la guerra di redenzione ; ri- corda pure come ì più grandi fattori della indipendenza italiana sì dedicassero con passione al- l'agricoltura ed all'allevamento degli animali domestici; cita i più antichi e più reputati giornali (1) Questi numeri romani mandano ad un elenco bibliografico nel quale trovansi le indica- zioni precise delle opere citate. lei AG i IL, 4 ae LE RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI agrari ed i loro scrittori e venendo fino ai giorni nostri, rivolge a nome della città saluti ed auguri ai rappresentanti della Stampa agraria convenuti in Casale per prender parte a quel primo congresso della stampa agraria italiana. CAFFI sac. prof. dott. ENRICO. I ragni di Calabria. (Bergamo 1895. Tip. S. Ales- sandro. Pag. 64 in 16.°) Si conoscevano sole 37 specie di ragni abitanti la Calabria, ora lo studio e le ricerche dell’ egregio sac. dott. Caffi le hanno portate a 215, che vengono qui elencate ‘ed illustrate con molte notizie relative alla loro distribuzione nel resto d'Italia e in altri luoghi. Da questo lavoro si rileva che 1 aracnofauna è assai ricca nella Calabria, essendovi rappresentate tutte le famiglie meno le Hersilidae. Vi sì trovano annoverate, una specie nuova del tutto, la Monaeses Leo, 10 specie nuove per la fauna italiana, e 19 specie che finora si conoscevano solo come abi- tanti le nostre isole. Il volume comincia con una Introduzione e con i Cenni bibliografici divisi per regioni. PAVESI prof. PIETRO. Viaggio del Dott. E. Festa in Palestina, nel Libano e regioni vicini. XIV. Aracnidi. (Torino 1895. Bollettino dei musei di Zool. ed Anat. com- parata n. 216, Pag. 12 in 8.°) Indicate le località nelle quali il dott, Festa fece bottino 0 gli au- tori che si occuparono dell’ aracnofauna delle medesime regioni, cita 82 specie di Aracnidi e quindi dà per ognuna amplie notizie. Fra esse specie trovasene una nuova cioò il Chiracanthium Festae. MELI ROMOLO. Relazione sommaria delle escursioni geologiche eseguite con gli allievi della R. Scuola d'applicazione per gli ingegneri di Roma, nell’ anno scolastico 1894-95 al Monte Soratte e nel Viterbese. (Roma 1895. Annuario della R, Scuola per gli ingegneri. Anno scolastico 1895-96. Estratto di pag. 20 in 16.°) La prima escur- sione fu effettuata nello scorso marzo al Monte Soratte per visitare le cave di sabbie siliceo, nel versante che guarda la vallata del Tevere, studiare i terreni liasici di cui è formato il monte, ed osservare i tufi che si trovano nell'altro versante del Soratte. La seconda escursione fu fatta in aprile con l'itinerario Roma-Lonciglione - Lago di Vico-Viterbo-Montefiascone-Monte Rado-Or- vieto e con lo scopo di una rapida visita di ricognizione ai tre gruppi vulcanici, Sabatino, Cimino e Vulsinio ed ai loro crateri laghi, di Bracciano, Vico e Bolsena. Di quanto fu veduto e studiato durante le suddette escursioni scientifiche è un'accurata relazione in questo fascicolo. DE TONI dott. E. Note sulla flora friulana. (Udine 1895. Atti dell’ Accad. di Udine. vol. XI. Estratto di pag. 30 in 8.9) È la quarta serie di queste note sulla flora friulana pubblicate dall'egregio prof. De Toni, vi sì trovano annoverate molte piante con i loro nomi scientifici e quelli del dialetto locale, divise per famiglie ed illustrate con copiose notizie sulla loro rarità, anomalie, usì medici, ecc. BOMBICCI prof. LUIGI. Considerazioni critiche sull’ attuale indirizzo dell’ in- segnamento universitario di Mineralogia e su di alcune modificazioni che vennero recentemente proposte. (Bologna 1895. Memorie R. Accad. delle Scienze, Tomo V. Estratto di pag. 16 in 4.°) Occasione a questa dotta memoria dell’ illustre mineralogista Comm, Bombicci, è stata data dalla recente polemica sorta fra diversi professori, a proposito degli attuali programmi per l'insegnamento della mineralogia nelle università italiane. Trattasi della necessità di utiliz= zare per il progresso scientifico e pratico della mineralogia, i grandi @ meravigliosi progressi fatti dagli studi e dalle scoperte dovute alla Fisica ed alla Chimica. E perchè la fisica e la chimica dei minerali possano essere trattate con quel largo sviluppo che è necessario, l’ egregio A. ritiene che occorrano mezzi potenti dei quali non solo sarebbe diffi- cile potesse disporre ogni università, ma che neppure ne verrebbe giustificata la spesa, poichè per ciascuna università pochi sarebbero gli studenti ai quali logicamente si potrebbe imporre quello studio così completo. Egli adunque ritornando al suo concetto già esposto e sviluppato fin dal 1892, vorrebbe che l'insegnamento della mineralogia continuasse nelle università con l'indirizzo che ha attualmente, e che si trovasse modo di creare un unico ma completo istituto, ché fosse una vera scuola nor- male superiore di mineralogia sperimentale, fisica, chimica e cristallografia, 6 che egli crede si le RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI potrebbe fondare in luogo e vece di qualcuna delle attuali università minori che male sì reggono in piedi. : NEVIANI prof. ANTONIO. Briozoi eocenici del calcare nummulitico di Mo- sciano presso Firenze. (Roma 1895. Bull. Soc. geologica italiana fase. 2. Estratto di pag. 12 in 8.9) L'egregio A., specialista nello studio dei Briozoi, ebbe dal Prof. Trabucco diversi Briozoi provenienti dal calcare nummolitico (Parisiano) di Mosciano presso Firenze. Egli vi rinvenne 14 specie ed una varietà già note, e più una specie nuova che denomina Conescharellina eocoena della quale da la figura oltrechè la descrizione. Di tutte le altre specie studiate ed anche di alcune di quelle che non ha potuto determinare, dà amplie notizie. NEVIANI A. Nuova specie fossile di Stichoporina. (Bologna 1895. Rivista italiana di Paleontologia, fascicolo di dicembre. Estratto di pag. 4 in 8.°) Trattasi della Stichoporina per- simple» raccolta dall’ ing. Enrico Clerici sulle marne plioceniche di Tor Caldara. L' egregio A. sì occupa prima del genere Stichoporina, delle modificazioni da introdursi nei caratteri distintivi del medesimo, e della riunione da farsi a questo, dei generi Kioninella Kosch, e Mamillopora Smitt, della Leprolia minutissima e della Cupularia bidentata; riporta l' elenco delle specie note di questo genere Stichoporina; quindi descrive la nuova specie della quale da 5 figure. NEVIANI ANTONIO. Briozoi neozoici di alcune località d’Italia. (Roma 1895. Bollettino della Soc. romana per gli studi zoologici fase. II-1V. Estratto di pag. 16 in 8.°) Questa non è che la prima parte dello studio che l'egregio A. intende di pubblicare su tale soggetto. Qui si occupa: Delle formazioni plioceniche e postplioceniche delle Puglie citando 23 specie e fondando i due nuovi generi Hippoporina e Cyeloporella ; dei Briosoi postpliocenici di Calabria posseduti dal Museo geologico di Napoli, che appartengono a 26 specie ; dei Briosoi postpliocenici di Santa Maria di Catanzaro con 21 specie; dei Briosoi postpliocenici di Caffara di Catanzaro appartenenti a 18 specie. GRILLO prof. NICCOLÒ. La Finalità nell’ armonia della natura. (Genova 1896. Gazzettino d'oro. Estratto di pag. 12 in 8.° L. 0,25) Sono una serie di osservazioni e di citazioni bene accozzate e che si leggono volentieri, tendenti tutte a dimostrare erronea l’idea della Fina- lità nell'armonia della natura, Il fascicolo può acquistarsi al prezzo di centesimi 25 presso l’au- tore in Sassari e presso l'agenzia di questo periodico. DULAU e C.° Dalla casa editrice Dulau e C.°, 37 soho square Londra W. abbiamo ricevuti i seguenti interessanti cataloghi: Catalogue of Botanical Works, in tre volumi che com- prendono: l. Anatomy, Morphology and Physiology of plants; 2.° Agriculture, Commercial Bo- tany, Farming Forestry, Horticulture ete. 3.° Sistematic and miscellaneous medical Botany, Bo- tanical biographies. Periodical publicatons. Catalogue of Works on Geology, che comprende : Crystallography, Metallurgy, Mineralogy and Mining. List of the current natural history publica- tions of the trusteess of the British Museum. Philosophical transactions of the R. Soc. of London 1800-1895. BroGI NINNA BIBLIOGRAFIA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Pubblicazioni del 1894 Gli autori di scritti relativi alle scienze naturali, che non vedono annunziati i loro lavori in AGO catalogo bibliografico, sono pregati darcene avviso, rimettendociì, possibilmente, una copia elle loro pubblicazioni, o fornendoci anche solamente i dettagli necessari per poterne dare un annunzio simile aì seguenti. N. B. L'amministrazione s'incarica di procurare agli abbonati, senza aumento di prezzo, le pubblicazioni delle quali è notato il costo, ed anche le altre se è possibile. Botanica - Paleofitologia - Agricoltura 560 Tassi dott. F. Nuova stazione toscana (continuazione) della Phelipea Muteli Reut. e dell’ Erica mul- tiflora Lin. (Firenze. Boll. Soc. bot. ital., n. 9, 559 Tanzarella Soleti G. Conservazione | Estr. dì pag. 8 in 8.) delle olive. (Napoli. Riv. agr., n. 47). 561 Terracciano dott. A. La florula brio- logica dell’ Isola d' Ischia. Nota preliminare. (Ibi- dem, n. 6, pag. 162-72). 562 Terracciano dott. A. Intorno ad Ery- thraea tenuiflora Hoffm. et Link ed E. ramo- sissima Pers. in Italia. (Ibidem, pag. 173-79). _ 563 Terracciano doct. A. De Erythraea Carueliana; idest de italicis E. tenwiflora, Hoffm. et Link, et £. ramosissima, Pers. (Ibidem, pag. 179-84). 564 Terracciano dott. A. Quarta contri- buzione alla flora romana. (Firenze. Nuove Giorn. bot. ital., n 3, pag. 129-86). 565 Terracciano N. La Chorisia speciosa St. Hil. del giardino botanico della Real Casa in Caserta. (Napoli. Atti R. Istit. d'Incoragg. , n. 14). 566 Tirrito dott. R. Incremento orizzontale legnoso del pioppio. (Catania. Agricol. cal.-sic., n. 13 e seg.) 567 Tolomei G. Azione del magnetismo sulla germinazione. (Genova. Malpighia, fase. 10-12). 568 Tolomei G. Sulla nitrificazione che si produce neì muri. (Roma. Rend. R. Accad. Lin- cei, fasc. 7, pag. 356-64). 569 Trepin prof. L. Chiave analitica delle famiglie delle piante vascolari che crescono spon- tanee in Italia. (Venezia. Tip. dell' Ancora. Pag. 16 in 8.° L. 0,50). 570 Vannuccini prof. V. Osservazioni sullo schiudimento delle gemme della vite. (Firenze. Atti R. Accad. Georgofili, disp. 1-2, pag. 82-93). 571 Vimercati G. La Sanseviera, fibra tessile dell'Eritrea. (Firenze, Bull, sez. fior. Soc. ‘afr. d'Italia, fase. 1-2, pag. 3-21). 572 Vitale geom. F. La verità su le nostre viti americane. (Messina. Tip. d'Angelo. Pag. 32 in 8.9, p. L. 0,50). 573 Voglino P. La ruggine o nebbia del gelso. (Casale Monferrato. Bacol. ital., n. 1l, pag. 81-83. Dal Coltivatore). 574 Voglino P. Ricerche intorno alle macchie nere delle foglie del gelso ed alla flaccidezza del baco da seta. (Ibidem, n. 32, pag. 250-53). 79 Voglino dott. P. Osservazioni micolo- giche. (Notizie intorno ad alcuni funghi raccolti nei dintorni di Busalla e Ronco. Appennino li- gure). (Firenze. Bull. Soc. bot. ital. , n. 5, pag. 115-22). 576 Yole C. Le piante negli appartamenti. (Torino. Giardinaggio, n. 11, pag. 127-28). 577 Zava dott. T. La ruggine o nebbia de] gelso. (Casale Monferrato. Bacol. ital. , n. 9, pag. 65-66). 578 * * * Les plantes de la zone découverte de l'Etna. (Genève. Bull. Ass. pour la protect. des plantes, n. 12, pag. 31-34). 579 * * * Nozioni pratiche sulla coltivazione di fiori negli appartamenti. (Torino, Giardinaggio, n. 9, pag. 105-107). Geologia - Mineralogia - Cristallografia (Continuazioe) 580 Aloi A. L'eruzione dell'Etna nel 1892 con cenno storico sulle precedenti eruzioni. (To- rino. Boll. Club. alp. ital., n. 26), 581 Arcangeli G. Sul granito dell'Isola del Giglio, (Pisa. Atti Soc, tosc, Sc. nat, Proc. verb., pag. 186-88). 582 Artini E. Appunti di mineralogia italiana. Antimonite di Cetine, (Roma. Rend. R. Accad. Lincei, fase. 12, sem. 2 Estr. di pag. 4 in 4°). 583 Baldacci L. e Viola C, Sull'esten- sione del Trias in Basilicata e sulla tettonica generale dell'Appennino meridionale! (Roma. Boll. Com. geol. d'Italia, fasc. 4. pag. 372-900), 584 Balestra A. Sullo sviluppo dell' antico ghiacciaio del Brenta. (Bassano. Boll. Club alp. bassanese. Estr. di pag. 24 in 8°). + 585 Baratta M. Il terremoto garganico del 1627. (Roma Boll. Soc. geogr. ital., fasc. 6). 586 Baratta M. Il terremoto garganico del 10 agosto 1893. (Roma Rass. Sc. geol. in Italia, vol. III). 587 Baratta M. Dei centri sismici della Romagna e delle Marche. (Roma. Boll. Soc, geol. ital., fasc. 1). 588 Baratta M. Sui centri sismici della Ca- pitanata. (Roma, Riv. geogr. ilal., fasc. 6 Estr. di pag. 4 in 49). 589 Baratta M. Sul terremoto di Rimini del 14 aprile 1672, (Ibidem, fasc. 8}. 590 Baratta M. Intorno ai fenomeni sismici avvenuti nella penisola garganica durante il 1893. (Roma. Ann, Uffic. centr. meteor. e geodin., vol. XV, parte I. Estr. di pag, 48 in 4° con 2 tav. 591 Baratta M. Intorno ai recenti terremoti endogeni avvenuti nella regione etnea, (Roma. Pag. 24 in 8°). 592 Baratta M, Sui principali centri sismici # e mei ITALIANA DI della Toscana. (Pisa. Atti Soc. tosc. Sc. nat. Proc. verb. pag. 135-36). 593 Bartoli G. Sullo stato dell’ Etna dopo la fine della grande eruzione del 1892. (Torino. Boll. mens. Osserv. dent. Moncalieri, fasc. 3). 594 Bartolini G. L. L'allungamento della punta di Castro. Lago d'Iseo negli ultimi secoli. (Roma. Riv. geogr. ital., fasc. 9). 195 Becke F. Scheelit im Granit von Pre- dasso, (Vien. Tschermak's Min, u. Petr, Mitth, W. Folge, h. 3). 196 Bécker H. Carta geologica dell' Alta Brianza, alla scala da 1: 86, 400, (Milano). 587 Benoist E. Tableau syneronique des formations tertiaires du S. 0. de la France du bassin de Mayence et du Vicentin. (Bordeaux, f Actes Soc. linn.). 598 Bertolio S. Studio micrografico di al- cune roccie dell’ Isola di S. Pietro (Sardegna). (Roma. Boll. Com. geol. d’ Italia, fase. 4, pag. 407-21, con 2 fig.). 599 Bertolio S. Note sur quelques roches des collines cugandennes, (Paris. Bull. Soce. géol, de France, n. 5). 600 Bidou L. Le soufre: ses gisements et son exploitation en Italie. (Paris. Le Géne civil, n, 24 et 25). 601 Bittner A, Zur neueren Literatur der Al- pinen Trias. (Wien Jahrb. d, k. k. geol. Reichsan- stalt, h. 2). 602 Boeris G. Sopra la Calcocite di Mon- tecatini. (Roma, Rend. R., Accad, Lincei, fase. 6, sem, l. Estr, di pag 6 in 4.9) 603 Bonarelli G. Contribuzione alla cono- scenza del Giura-lias lombardo, (Torino. Atti R. Accad, Sc., fase. 2 Estr. di pag. 18 in 8°, con 1 tav.) 604. Bonney T. G. Geological difficulties in the Lepontine Alps. London. The Geol. Mag. n. 5). 605 Bonney T. G. Mesozoie Roks and eri- stalline schists in the Lepontine Alps. (London. Quart. Journ, of ibe Geol Soc., n. 199), 606 Bruno L. Il lago d' Orta e la morena di Omegna: nota sopra due escursioni fatte al lago. (Novara. Pag. 26 in 8.9) 607 Bruno L. Il Diluvium alpino dalla Do- ria Riparia al Ticino. Cenno d'idrogafia sotter- ranea nella zona prealpina tra la Sesia e il Ti- cino. (Roma. Boll. Soce, geol. ital., fase. 4. Estr. di pag. 12 in 8°, con l tav. LU e, E I SCIENZE » FETI +0 dii be NATURALI 608 Bucca prof. L. Le varioliti del Monte Cerviero in Calabria. (Catania. Boll. Accad. Gioenia, Sc. nat. fase. 34-39). €09 Bucca prof. L. Nuove discussioni sulla età del granito di Monte Capanne. (Isola d'Elba). (Ibidem, fasc, 36, pag. 3-8). 610 Bucca prof. L. Osservazioni sugli ultimi terremoti etnei nello scorso agosto. (Ibidem fasc. 38, pag. 8-12). 611 Busatti L. Contribuzioni chimico-mine- ralogiche e Petrografiche. (Pisa Mem. Soc. tosc. Sc. nat. Estr. di pag. 16 in 8.9) 612 Canavari M. Ancora su l' eocenicità della parte superiore della Scaglia dell’ Appen- nino centrale. (Pisa. Atti Soc. tose Sc. nat. Proc. verb., pag. 43-44.). 613 Canavari M. Sul preteso Dogger infe- riore di Monte Gemmo presso Camerino (Ibidem, pag. 44-45). 614 Cancani A. Sopra alcune notevoli roc- cie magnetiche trovato nelle vicinanze di Rocca di Papa. (Roma. Rend. R. Accad. Lincei, fasc. 8, sem. 1.°) 615 Cassetti M. Osservazioni geologiche sul Monte Massico presso Sessa Aurunca in provin- cia di Caserta (Roma. Boll. R. Com. geol. d' Ita- lia, n. 2, pag. 160-66). 616 Cassetti M. Relazione sui lavori eseguiti nella valle del Volturno nell’ anno 1883. (Ibidem, n. 3, pag. 208-74). 617 Chelussi I. Appunti petrografici sopra alcune roccie della provincia di Parma. (Milano. Giorn, di min., crist, e petr., fase. 4. Estr. di pag. 4 in 8°). 618 Chelussi I. Studio petrografico di alcune arenarie della provincia di Aquila (Abruzzi). (Ibi- dem, Estr. di pag. 6 in 8.9) 619 Clerici E. Notizie intorno ai tufi vulca- nici della via Flaminia dalle valle del Vescovo a Prima Porta. (Roma. Rend. R. Accad. Lincei, fasc. 2, sem. l. Estr. di pag. 8 in 4°). 620 Clerici E. Considerazioni sopra i tufi vul- canici a Nord di Roma, fra il fosso della Cre- scenza e quello della Torraccia. {Ibidrm, fasc. 7, sem. l). 621 Clerici E. Sulla origine dei tufi vulca- nicì al Nord dì Roma, (Ibidem, fase. 8, sem. l. Estr. di pag. 8 in 4.°) 622 Clerici E. Ancora sulla origine e sulla età dei tufi vulcanici al Nord di Roma, (Ibidem, fasc. 12, sem. I. Estr. di pag. 6 in 8°). 623 Colomba L. Sulla glaucofane della Bea- ume nell'alta valle della Dora Riparia. (Torino. Atti della R. Accad. Sc. disp. 9 Estr. di pag. 20 in 4°, con l tav.). 624 Consiglio Ponte prof. S. L' acqua sol- 625 Consiglio Ponte prof. S. Ricerche dei blocchi eruttati dal cratere centrale dell' Etna durante l° eruzione del 1879. (Ibidem, fase. 37, pag. 24-25, 626 Cooke J. H. The Pleistocene beds of the Maltese Islands. (London. Abstr. of the Pro- ceed Geol, Soc., n. 630). furea nel Canale di Brucoli. (Catania. Boll. Accad, Gioenia Sc. nat., fasc. 36, pag. 16-21). (continua) NOMINE, PROMOZIONI, ONORIFICENZE, PREMI Faelli dott. Francesco, abilitato all'insegnamento della Zootecnia presso la R. Univer- sita di Parma. Voglino dott. Giuseppe, abilitato all'insegnamento della Botanica presso la R. Univer- sità di Torino. Barpi dott. Ugo, abilitato alla libera docenza in Anatomia veterinaria nella Scuola supe- riore di medicina veterinaria di Milano. Galli Valerio dott. Bruno, idem in patologia generale veterinaria nella scuola suddetta. Pittalunga prof. Gaetano, nominato insegnante di Storia naturale nel Liceo di Savona. Russo prof. Achille, nominato insegnante di Storia naturale nell'Istituto tecnico di Melfi. Boccino Giuseppe, nominato assistente di Storia naturale e di agraria, nell'Istituto tecnico di Udine. Nappi Gioacchino, nominato professore di Storia naturale nel Liceo di Caltanisetta. Amari Anita, abilitata all'insegnamento della Matematica e delle Scienze naturali nelle scuole normali. Fornasini dott. Carlo, nominato assistente presso il museo di geologia nella R. Univer- sità di Bologna. Bertino dott. Alessandro, nominato assistente alla Zoologia, Fisiologia ed Anatomia comparata nella R. Università di Sassari. Pierucci Francesco, nominato professore di Storia naturale nel Liceo di Rieti. Tavola necrologica GALARDI dott. PAOLO, professore di Storia naturale nel Liceo di Siena, morto il dì 8 decembre 1895. COCCOLUTO FERRIGNI avv. comm. PIETRO, notissimo giornalista e scrittore dotto e brillante, sotto il pseudonimo di Yorick, morto in Firenze il 13 decembre 1895. QUADRI dott. ACHILLE, professore di Zoologia, Anatomia e Fisiologia comparata nella Università di Siena, morto il 17 decembre 1895. S, BROGT direttore responsabile Siena Tip. e Lit. Sordo-muti di L. Lazzeri TRASI RE MT Y | —’‘RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI © 5 LIBRAIRIE J.-B. BAILLIÈRE ET FILS 19, rue Hautefeuille (près du boulevard Sait-Germain), è Paris Le Monde des Plantes, par P. CosrAantIN, agrégé des sciences naturelles, professeur au lyeée de Rennes. 2 vol. gr. in-8 de 750 pages, illustrés de 760 figures. Se publie en 48 séries à 50 cent. ou en 8 fascicules a 3 fr. Envoi franco du fascieule 1°" contre un mandat postal de 3 fr. M. Paul Costantin, agrégé des sciences naturelles, professeur au lycée de Rennes, déja connu du grand pubblic par son ouvrage « Anatomie et physiologie animales », en collaboration avec le profes- seur Marnias DuvaL, è entrepris ce travail et s'est attaché è apporter dans l’accomplissement de sa tiche cet esprit de sérieuse vulgarisation qui a' rendu si populaire l'euvre de BneRM et des sa- vants frangais qui ont fait de l'édition frangaise l'histoire naturelle la plus au courant de la science, Le Monde des plantes est une description méthodique, famille par famille du régne végetal. L’au- teur s'est attacché à étudier surtout les plantes qui croissent dans notre pays, et, parmi Jes plantes exotiques, celles qui sont susceptibles d'applications intéressantes. Le lecteur trouvera dans cet ouvrage our chaque famille chaque genre et chaque espèce, à còté des caractères botaniques, l’indication de h distribution géographique du groupe étudié, en méme temps que l’exposé de nombreux services que peuvent rendre les végétaux à la médecine, è l'alimentation, à l'industrie, à l'agriculture, è l’horti- culture, è la décoration des appartements, ete. Les caractères biologiques, c'est-à dire les phénomènes intéressants de la vie des plantes n'ont pas été oubliés et sont traités avec le plus grand soin. Tous ceux qui aiment les plantes, et ils sont Iégion, peuvent donc lire avec profit ce livre. L’ouvrage est au colrant des recherches les plus récentes. De très nombreuses figures l'accompagnent: représentations de plantes, fleurs, fruits, vues pittoresques, etc. —__————_—___P—_T—__—_—_ Les Merveilles de la Nature: les /nsectes, par A.-E Bnenw. Edition frangaise par J. KunckeL p’ Hencunars, assistant au Muséum. 2 volumes gr. in-8 de 1500 pages à 2 colonnes avec 2000 figures dans la texte et 36 planches hors texte . . . . . 24 fr. Nouvelle édition en 48 séries à 50 centimes. Il parait une série toutes les semaines. Abbonnement de 6 mois, 12 fr. — d'un an. 24. Les Merveilles de la Nature de Brehm nous font connaître ceux qui sont comme nous les hòtes de cette terre, qui, sans cesse mélés à notre vie, amis ou ennemis, serviteurs ou esclaves se partagent avec l'homme le voste domaine où s'agitent nos destinges. Brehm n'est pas un savant de cabinet, qui n’a vu que des animaux empailés sous les vitrines d'une galerie; il a 6tudié de près la nature vivant; il est méme souvent allé observer jusque dans leu sauvage patrio les animaux inconnus dans nos climats Pour les savants et pour ceux qui se livrent spécialement à l’'étude de l'entomologie, cet ouvrage sera grico au véritable esprit scientifique et à la metode sévère de l’auteur, un précieux auxiliaire assez sérieux pour instruire, assez original pour charmer. Aux habitants de la campagne, proprietaires agricolteurs, industriels, Il parlera des soins à donner anx insectes utiles, abeilles, vers à soie, de leur clevage, de leurs maladies; de l'acclimation et de la domestication des espèces nouvelles, puis il, s'occupe de la destruction des insectes nuisibles à la grande et à la petite culture, à la vigne, aux céréales, au verger, au potager, aux foréts, ete. Enfin, à toux ceux, petits et grands, qui cherchent dans les lectures sérieuses des joies douces et des émotions vraiesj à ceux qui, ne possédant sur l’histoire naturelle aucune notion positive, désirent s'initier à l'étude des merveilles innombrables de l'univers, il apportera profit et plaisir, une instruction amusante et un amusement instructif; il exci- tera l'active curiosité l'evfant ; il sera un sujet le méditation pour l’àge mùr, mis à la portée de tous les liges et de tous les esprits, s'addressant à toutes les intelligences, comme è toutes les positions principales, il répandra partout, les salutaires legons de la science. ——— _—|È|»<{|T{À{KZ<—ZyayaqaqcCQdè oo lktrt.k...--.,.illllllé) \-» e, ——@@-.—1@@1t1t1@1.11—@—1@ Avvertenze per gli abbonati, i collaboratori e le inserzioni a pagamento. Un numero separato sia della Rivista, sia del Bollet- tino costa cent.25 senza figure, cent. 50 se con figure. Agli Autori dimemorie originali di una certa impor- tanza, si danno in dono 50 copie di estratti, purchè ne facciano richiesta inviando i manoseritti. Tutti gli abbonati possono fare acquisto dei fascicoli che contengono ì loro scritti, pagandoli solamente 10 cent. POE esemplare, L. 1 per 12 esemplari e L, 6 il cento franchi di porto (se contengono figure il prezzo è da vou- wcordarsi), purchè li richiedano prima della pubblicazione del giornale, di abbonamenti si ricevono în Siena all'Agenzia del giornale, Via di Città 14, e da tutti gli uttici postali italiani ed esteri, in qualunque epoca dell'anno; ma decorrono dal principio di ogni anno con diritto ai fascicoli arretrati. 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La direzione può, in casi eccezionali, rifiutarsi di pub- blicare qualsiasi comunicazione o memoria, senza bisogno di dare giustificazioni in proposito. l manoscritti non pub- blicati possono essere ritirati dagli autori. Agli abbonatiaiquali non pervenisse qualche fascicolo, ne sarà loro, possibilmeute, inviata un'altra copia gratis, purchè la richiedano entro l’ annata in cerso, altrimenti i fascicoli arretrati non si inviano checontro pagamento. L’ amministrazione s‘incarica di rappreseniare gli ab- bonati che pubblicando avvisi, desiderano non far co- noscere il proprio nome. In questo caso il rappresentato dovrà rimborsare all’amminìstrazione le spese di corri- spondenza, e per le vendite od acquisti effetgtuati pagare un compenso da combinarsi. Inserzioni a pagamento: Quelle relative alla Storia Na- turale si pubblicano nel corpo del giornale e costano L. 1 per linea, corpo 8; gli altri avvisi da stamparsi nelle ap- posite pagine costano L.lognì 2 centim, di spazio occu- pato in una colonna, o cent. 20 per linea corpo S. Agli abbonati sì fanno speciali facilitazioni. Si annunziano le pubblicazioni ricevute in dono e in cambio ; si fa speciale menzione di quelle delle quali ci pervengono due esemplari. . Tutti i pagamenti devono essere anticipati, Chi desidera risposta unìisca i francobolli necessari. SEMNOPITHECUS CHRYSOMELAS TL 1,9 ED IL 2,0 FASCIO SONO TAGLIATI E ROVESCIATI ALL'INDIETRO PER MOSTRARE IL PECTORALIS MINOR (a) E LE INSERZIONI OMERALI DEL 3,° E 4,9 FASCIO, ('/a della grandezza naturale). La LI MUSCOLI LEUCISC = E e detkTk TROGLOD. AUBRYI A i a ® l x pari dallo sterno dalla | © Ridotto in tuttelesue parti. La porzio- estremità sternale delle coste, : divi Manca la porzione clavico- | Come nell’ uomo ha una por- ne clavicolare e la sternale sono unite. c tig È ._. | daMaarticolazione sterno elavi- L Si divide One nell" UOMO | Jare: ha a porzione ster- | zione clavicolare ed una sterno- Le fibre sternali si inseriscono al bor- RITA LIRRIO SO scott fasci. l PPM | colare; non dalla clavicola, Sì î Pectoralis în una porzione clavicolare | aio e, divisa, una porzione | costale, robusta e passante at- do esterno della doccia bicipitale del- | {5 è Aaa io SR È ia VEL Rei deltoides; gli al- | inserisce RI margine esterno | "! major. ed una. stesmo-contale. fra | costale dalla cartilagine del- | traverso alla aponeurosi del l'omero, le cluvicolari alla cresta ter- ; Lar ; id u-| tri, dopo di essersì incrociati, sì | della doccia dicipitale dell'ome- | 8! cui trovasi una Jacuna; la 5.4, 6.8 e 8.4 costa. rectus abdominis, minante lateralmente la doccia bici- | 5° €01 deltordes. | inseriscono all'omero, ro, colla stessa inclinazione del | ® pitale. deltoides, cogli stessì limiti su- rad periorì e inferiori dì questo mu- scolo alla sua inserzione, SI ISS 2 Origina dalla 2.2, 3.2, 4.2 e 5.A costa. Per Due porzioni; l’ una supe- Duo porgono: SUL sE Due porzioni; l'una piccola su- | pipa pae Renna in pae doccia RI pera Di la Ari ina sot- | riore, compatta, posta fra la | ! lembi; periore fra la 2.2 e 4.2 costa, | alla base dell'apofisi coracoide e si 9 il secondo osso dello sterng : 32 0 la 5.2 costa; l'altra in- | 2:°»3% 4 e ni confe ET l' altra inferiore, che spesso | riflette e divide in due parti. La 1.8 Dalla 2.9 sino alla 7° cartila- | ® dalle estremità sternalì delle A Pectoralis feriore con tre fascetti dalla | ©9850 CI ca goa manca, fra la 4.% e 7.3 costa. | cessa sulla parte posteriore dell'apo- | Come nell'uomo.! gine costule. Sì inserisce alla | C98t0 2.à Origina dall'aponou- 01 minor. 4. alla 7.8 costa; ambedue PSE dI SIR “| La la va al processo coracoide, | fisi, la 2.% sì spande sulla capsula ar- tuberosità interna dell'omero. | "OSì dell’ abdominis obliguus du vanno al processo coracoide, | fin0 alla 7.* costa, alla gran- | j, 9a alla spina omerale della | ticolare o si bitorca, una parte va alla eoternus, Ambedue convergono si (Hartmann). de tuberosità dell’omero o grande tuberosità (Hartmann). | tuberosità interna dell'omero, l'altra all'esterno e sì inseriscono al ” ‘4 sulla spina (Hartmann), all’ esterna. legamento capsulare dell'omero, | "" a AI Du dalla prima costa, in avanti i ello scaleno, al bordo laterale pupracnaialia Manone enon Manca. Manca, Manca, del tendine del rectus abdomi- 2 ante È nis, all'altezza del 3,9 spazio ù intercostale, ‘ Si dirige obliquamente sul- 5 LS PS _ PE Subclavius. I apofisi SIA Come nell'uomo. = — = = 2 I, Tre porzioni. 1.à Inferiore, ù . 4 1 RT va dalle prime 10 coste all’an- | I. S' inserisce a tutto il bordo spinale golo inferiore della scapola, 22 | della scapola, a tutta la parte longi- I. Serratus ma- 4 Media, poco marcata, va dalla | tudinale del bordo coracoideo ed alle II. La parte rappresentante il I gnus. I. Discende, secondo Maca- 1. e 2.% costa a quasi tutto il | prime 10 coste. - Un secondo piano | I. Come nel go- | serratus magnus è poco estesa. | *II. Come nel Cymocephalus | uli II. Trachelo-co-)lister, fino alla 10.2 costa; se- oa margine spinale della scapola, | muscolare nasce dalla sommitàdel bor- | rilta gina. S'attacca alle prime9 coste, mol- | sphine. vi sto-scapolare. condo Bischoff, sino alla 11.8 3.8 Superiore, ricoperta dalla | do coracoideo, sorpassa i fasci supe- to all'indietro. 9 seconda porzione, va dalla 1,8 | riore del primo piano, e va alle 3 pri- costa alla parte superiore del | me coste. bordo spinale della scapola. 5 E c Dall'apofisi trasversa dalla 2a Scaleno \ 2 Dalla 3.3, 4.3 e 5.2 vertebra cervicale c ‘ ‘ È SIC Ron 10 hail: fa È d i SI ome nell'uomo.| 3.8, 4.8 e 5.4 vertebra cervicale 9 nek yunooepnanma mai posteriore. | Come nell uomo, alla 1.8 e 2.2 costa, alla 20, 3. 6 42 costa, MON, ; Ha il bordo posteriore sviluppato inse- ; ; "È \ Poco diviso dal drachialis Il suo bordo posteriore di- Il bordo posteriore, COMO nel | rentesi non solo alla spina ma all’apo- Fuso col pecta- sesto col pealagior. DO D Deltoides. internus. S' inserisce sul | scende fino al bordo superio- Satyrus orang, ricopre l'infra- | neurosi dell'infraspinatus ed al bordo lis Di sa Rua 00 2 zic punto mediano dell'omero. | re del /atissimus dorsi. spinatus inserendosi anche al | ascellare della scapola, fino all'attacco | 79 24/07. Una ARE gi TOLEDO Copre % î j margine spinale della scapola. | del teres maior. i te l'infraspinatus, 4 Supraspinatus.| Come nell'uomo. = ni == 2 = = Infraspinatus. { Come nell'uomo, = == = 2 = —_ ( Per due pollici e mezzo dal R + ai " or È obustissimo. Il suo corpo carnoso ’ P i \ margine ascellare della scapola È 5 cai Come nell'uomo. Oltramodo Teres major. ? 2 È parte CERO dell'infraspi= pinne al tendine del /atissimus 2 ricco di fibre muscolari. 2 >» natus, i ‘ S'inserisce a quella parte esterna della el Sue È fossa sottospinosa che limita una pic- . Teres minor. 2 2 pe Li aro nello dal cola cresta longitudinale. La sua inser- ? Nulla di notevole. ? A | &Tgine.ascolare dellaseapolazlzi one omerale è in parte epifisaria, in parte diafisaria. ( | Sorpassa il bord i WAPDE? sa v x PARE | Sorpassa il bordo superiore Subscapularis. \ 2 | 2? 2 Va dalla spalla alla tuberosità inter- 2 della scapola e si fonde col su- | ? (o) Ì | na dell’omero. | piraspinatiso, | Du —— Spiegazione dei Segni: = Muscolo eguale all’ omonimo della specie precedente. * Specie studiate dall’ autore, ai PER A. 3 pe e E] \ L ? Muscolo di cui nella bibliografia non trovai cenno preciso o certo, TW È RYTRUS * deltoides, si | disotto al esterno for- 10 strato che è il muscolo. articolazione 133, 42 e agine costale ‘vo alla parte ‘ della tube- terna dell'o- USS) tacca alle 6 artebre cer- alle prime Si inserisce alla linea mediana dello sterno e si fonde esternamente col deltoides, col quale è più compatto nella sua parte inferiore. Diviso in due fasci. Il 1.° nasce dallo sterno a livello della 2.4 alla 6,4 cartilagine costale, il 2.° dall'aponeurosi de'musco- li addominali. Ambedue uniti sì inseriscono al- la parte superiore della capsula articolare del- l' omero. Come nel Cynocephalus hamadryas, Dalla 2.2, 3.2, 48 0 5. apofisi trasversa cervica- le alla 3. e 4.8 costa. di congiun- triceps ho- | Nulla di notevole, tinto, Si uni- idine del /a- dorsi. Come nell'uomo. a poco di- ell' uomo. © RUFOVIRIDIS* |M. NEMESTRINUS*| M. SYLVANUS # _—-««>/ -ii-**** Nella sua parte in- feriore vi è un fa- scetto nascente dal- l'aponeurosi dei mu- scoli addominali e inserentesi all'omero. Fuso col deltoides. Dalla 2. e 3A arti- colazione costo-ster- nale alla parte supe- riore della tuberosità interna dell’ omero. Come nel Semnopi- thecus chrysomelas. II. Robustissimo. Si inserisce alle 6 ulti- me vertebre cervicali ed alle prime 10 coste. Dalle 5 ultime verte- bre cervicali alla 2.2, 3,4 e 4.3 costa, Come nol Semnopi- thecus chrysomelas. Manda alcune fibre al latissimus dorsi ed ha un tendine pro- prio. Oltremodo ridotto ma distintissimo. Manda fibre all'omo- logo del lato opposto. Fuso col de/toides. Dalla 2.3 alla 6.3 car- tilagine costale alla tuberosità interna del- l'omero. Al di sotto e quasi parallela vi è la piccola porzione del pectoralis minor. Come nel Semnopi- thecus chrysomelas, II. Alle 5 ultime ver- tebre cervicali ed alle prime 10 coste. Dalla 3.3, 4,2, 5a e 6. vertebra cervicale alla 3.2, 43,53 e 62 costa. Ha la parte mediana membranosa, M. CYNAMOL- “ GUS C. ANUBIS E —6_—_——_—_É__—__—_m_mr—rr_—£t2121%é2k—k—k2km r_____—_1tz_————=1212121414#@@ M. SINICUS 7 X £ Le — . AMADRYAS % C. MAIMON Come nell’ uomo, Nulla di notevole. Sile dune Ha soltanto le porzioni cla- ie ta LIORIRIRA bia era Ha una linea di vicolare @ sternale, la quale ; Come nol Cern Come nel Cer- lare sì estende solo per !/, della | jemarcazione fra LA ultima nella linea’ mediana ? fia copithecus sa- 2? lunghezza della clavicola dal- la porzione clavi- Fi ol deltoides. dello sterno si congiunge con DE baeus. l'estremità sternale. 2.2 Non è course Ratennaiti | quella del lato opposto rag- distintamente differeaziato dal giungendo il processo xifoide, pectoralis minor. -rr-_-_rr-Wor-:—77:.,,,,.;0 ee RT RIE Sil ‘isco alla metà in- | Ha due porzioni interamente ferit lella linea media- AU, pale quali TA RI Wattaideîn isti è rappresentato na € > sterno alla 3.* e | sponde al pectorats mi parte al pro- ? agri A del 42 4 na cartilagine co- | dell'uomo, e deriva dallo ster- | cesso coracoi- | Come nel Cyno- Come nel Cyno- toralis A Ha una debo- 2 stale illa parte superio- | no fino alla 6.8 costa e va de, in parte | cephalus mai» cephalus mai- ? ne caracoidale ed una Ù red, capsula articolare Da panta de aragosta alla testa del- | mon. mon. . : erno dell! ero. coide e del legamento Si imeriraroì SOR pin Ha piccola porzione, | acromiale; l’altra corrisponde cata L : infer mente, come nel | alla porzione costale del pecto- Mac s sylvanus. ralis major dell’ uomo. ARS CONDOR (E di. Dal margine inferiore della (o 1 | prima costa e dal manubrio | Come nel Semno- Si 4 ude a livello della 2 9? 9 ome nel | dello sterno, con un tendine | p;tpecus chryso-|2a * a 4* cartilagine ? 2 , 2 Semnopithecus | > : è lla ga | 2ithecu Y 2a, p) chri deli ] piatto, sino a livello della 3.° | ‘melas, p32 ff CAMILA costa confondendosi col rectus Î abdominis. i al x ( I 2 d ? ? = ? = = 0 I Tre inserzioni corali DA Rai rima alla 1.2, la secouda fra la dal iordo spizale ni ava he ti omegna pe come nel LoL ela pda terza alla 34 costa. | II. Alle VET la st cola lla prime 9| II. Come nel Cynocephalus 2 Cynocephalus Cogoenblilva:|-Mevaeus (agi calate pr altra mascole pE LP ra Der RA coste * relativi spazi in- | sphinw. sphino. sphina. vanus. fondo che si estende fino alla 8.* | alle prime 10 coste, eta NA e 9.2 costa, Potrebbe essere par- ! te integrale del primo. | IQpen to (ue ni Wil Origina con un forte legam, h alito E dalle prime 5 coste e dall'apo- 9 | WOIRA ia n, Come nel Cyno- D) Arriva fino alla 3.3, 43 e 5.4 D) Com nel Semnopithe- fisi trasv.*della 6,% e 7.2 verte- 4 cogh SAS a GORE: , cus © rysomelas. bra cervicale e sì attacca all'a- . n. pofisi trasv.* di tutte le cervice. ù 7 S' i arisce a tutta una 2 2 ? ? ? ? ? crests del terzo superiore ( 9 | ì A dell’ vero. se Msi... paroli ecc oe | VI ? = = —_ = ra nt È As | a di EA sii i C ( __———______ 5 — 2 ) = == == = Sa] has utiaicr_—ee-t* ( Si ul risce intimamente 2 ? ? ? ? Come nell’ uomo. 2 col tei dine del latissimus g 7 I dorsî pf - —___——€— | nn | 77 | 2 2 ? 4 ? 2 Come nell’ uomo, 2? I = È | ai ? 2 2 2 | I 2 ? Li) ba . . — MM Rn PITHECIA HIRSUTA HAPALE | PENICILLATA pri N er ada tal % rape via i al "già cotrntig 100"bgt N 4 7 è 319 alta , L& i chek'aseg) 1 cor nia elite TAI TA sl] PR E Ate i - d'arti dpi di 00] ” mid gr 6 TA: Meri TOI Mi ii, Torsk: LR ST Se ra \ | atiati'riateohig ere x 1a TA dn Sets A i sia datata pe lire f Vaia 4 Seni vili onhttraà ; nai 163 sanità” Apart ooo gh 1 stan LARE reds ptt sh) ; = 1° Ati age? x A —_pargonza A | dreierini reipaero ciotledleterie fed ce VIET, Se n TT UR rt PM | in grin Mon N Ciro date irta + Hosen fare ap | ada OI uti iti i Thy Si lilÙ asbk Al, nità da ilenianal nino ieoa. Mao) fa bal pe I a 1 nia f000 evdurtor LD "No 113033 I» ela si | “arm idhar & sig RE ATI AT UL sele Vlad eius erre l' soin È vitro vida «Magri * Ddr #1 lo dh è NE ba 08 'bitidimin otiennet all viper laid! Rime) ì } pad ra pera ORTA STA storto fe ato X) Nd Re ssa RI SERA — “mig'ogibusi "et as: Dato Met sol sutra + Tino rare inn * «Sprea Bre!) rfovedoàvit elluv, Ml atfebitatidpetito (3 NEVIANI ANTONIO APPUNTI BIBLIOGRAFICI PER SERVIRE ALLA STORIA DEGLI STUDI SUI BRIOZOI — DD +are==a PRIMA SERIE (continuazione) CapIroLO XV. 1757 — Ginanni Giuseppe. Opere postume. Tomo I. Centoquattordici piante, che vegetano nel mare Adriatico. Venetia. Il conte Ginanni Giuseppe di Ravenna, morto il 23 ottobre 1753, segna colla sua opera un regresso nella scienza; di già dai naturalisti si era riconosciuta la natura animale di molte pre- tese piante marine, ma il Ginanni si schiera assolutamente contro questi innovatori, A_ proposito della natura del Corallo, egli sostiene che i polipi sono bensì animali, ma che questi vivono pa- rassiti nella pianta corallo, e che questa pianta cresce e si riproduce come molte piante terrestri senza organi appositi, ed avendo egli osservato che da un pezzetto di Retepora staccatosi da un grande esemplare, si era originata un'altra Retepora, esclama (pag. 10) « Ora da queste osserva- « zioni o quanto volentieri io dedurrei, circa la propagazione non doverci noi molto affatieare per « iscoprire il grande arcano del Corallo, e delle altre piante dure, mezze dure, e frangibili, come .« pure dell'ossee, e ciò senza aver bisogno di ricorrere alli creduti fiori del conte Marsigli, nò « alli Polipi de'Moderni ». Ecco in breve le forme descritte e riferibili a Briozoi. ; Ordine secondo (pag. 8). Di quelle piante dell' Adriatico, che sono bensì pietrose, ma però mancanti della tonaca, 0 corteccia, avendo in sua vece un' infinità di tubi, 0 pertuai, che servono allo stesso uso. In quest'ordine troviamo notate: 1." Madrepora bianca che rassomiglia alta Frondepora (Tav. I, 4). Sembra l'Hornera frondi- culata. Non è citata nel catalogo della Jelly. 2.0 Madrepora minima ramosa con due ordini di tubi. (Tav III, n. 7). È certamente la 7d4- monea serpens Lin. 3.° Frondepora eschara marina. (Tav. IV, n. 8). È la Frondipora verrucosa Lmx. 4.9 Ketepora (lay. IV, n. 9); è la A. cfr. cellulosa Lin. ; Ordine terzo (pag. 10). Di poso piante pietrose dell’ Adriatico, che si ussomigliano a' funghi terrestri. In quest'ordine è citato solamente un « fungo marino » (Tav. IV, n. 10), che secondo Jelly è la Lichenopora hispida Flem; però potrebbe essere sun’ altra specie sia di Licheropora sia di altro genere affine; anzi secondo Olivi (Zool Adriat.) questa forma sarebbe la Madrepora verrucaria L.; e quindi la Diastopora patina Lk. Ordine quinto (pag. 12). Di quelle piante dell' Adriatico, alle quali varii autori diedero il nome di Pori. Anche in quest ordine vi è citata una sola specie e cioè: « Poro cervino (lav. V, n. 14), che è da riferirsi alla Smittia cervicornis Pall. Ordine sesto (pag. 13). Di quelle piante dell' Adriatico, che a me sembrano accostarsi alla condizione de'Pori e no- mino Tubifore. La sola specie qui citata è la « Corallina fistolosa e fragile Sag; II, n. 19) » e cioè la Me- licerita (Cellaria) fistulosa Lin. La Pe Lal er. 7° 2 dg e 26, RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI e e e ______—_— CapiToLO XVI. 1758 — Seba Alberto. Locupletissimi Rerum Naturalium thesauri accurata descriptio etc. Amstelaedami. Le poche forme di Briozoi citati nel presente lavoro sono le seguenti: Pag. 185. N. 6. Alga marina, foliis latioribus, tewto lineo aut sericeo assimilis, Tab. XCVI, fig. 6. Sembra la Y/ustra frondiculosa Pallas. Pag. 187. N. 4. Alga marina, tenuis ramulibus teretibus, minutis Balanis ad eatremitates consita. Tab. XCVIII, fig. 4. La figura rappresenta un esemplare di Alcyonidium gelatinosum Linn. Pag. 189. N. 10. Alga marina, foliis tenuibus cinereo grisei coloris. Tab. C. È raffigurata una Membranipora pilosa Lin. frondescente. Pag. 189. N. 11. Planta marina, foraminulis durissime pertusa, fragilis, Eschara vel Mil- lepora dicta Tab, C, fig. 11. È la Retepora cfr. cellulosa Lin. Della tavola C mi sembrano Briozoi anche i numeri 4, 5 e 6 (Irutices marini, lignosi, ra- mulis teretibus, laevibus) e cioò Hornera, Frondipora ete. Pag. 191. N. 5 e 6. Eschara, quale num. 11 Tab. C, descripsimus. Tab. CI, fig. 5-6. Anche queste sono figure della Retepora cfr. cellulosa Lin. Pag. 191. N. 8. Corallium rubrum fragile, cum aliis marinorum speciebus concretum Tab. CI, fig 8. In detta figura sonvi varie specie, fra esse quella in basso a destra è da riferirsi alla Me- nipea cirvata Lmx. ; Pag. 204. N. 10. Corallium album, lapideum, densum ac compacium ; ramis laevibus, teretibus, ultum divisis Tab. CX, fig. 10. Questa specio, citata da Pallas è riferibile alla Millepora lichenoides = Hornera frondiculata. CapiToLO XVII. 1776 — Miiller Ottone Federico. Zoologiae Danicae prodromus. Hauniae. In quest'opera, ove si usa la nomenclatura binomia, troviamo elencati undici forme riferibili a Briozoì con il seguente ordine : à Pag. 252 - N. 3043. Millepora truncata caulescens dichotoma, erecta, ramis truncatis. Questa specie che la maggior parte degli Autori riferiscono al Myriozoum truncatum Pallas, binîis porosis viene dallo Smitt, riportato al Myriosoum coaretatum Sars. N. 3046 - Millepora lichenoides caulescens decumbens bifarie dichotoma, ramis denticulatis ssabris. È la Hornera lichenoides Pontop. Pag. 253 - N. 3049. Cellepora ramulosa dichotomo-fascieulata, ramulis teretibus obtusis, tubis confertisimis cylindricis. È la Cellepora (umbonula) ramulosa. N. 3050 - Cellepora pumicosa corallio dichotomo subcompresso erectiusculo scabro. È la Celle- ora (Umbonula) punicosa. N. 3051 - Mlustra foliacea ramosa, laciniis cuneiformibus rotundatis. N. 3052 - Mlustra truncata foliacea subdichotoma; laciniis linearibus truncatis. Questa erma è la /lustra securifrons Pall. N. 3053 - Flustra pilosa foliacea varie ramosaj; poris infimo dente setaceo. Dalla maggior waste degli Autori moderni questa specie viene aggregata al genere Membranipora. N. 3054, Flustra membranacea plano-foliacea indivisa serrata, hinc cellulis quadrangulis ob ono; Anche questa specie è una Membranipora. ila N. 3055 - Flustra lineata plano-foliacea indivisa adnata, questa forma è la Membranipora lineata Lin., ma non è citata nel Pag. 254 - N. 3071. Fistularia multicornis cirris ultra vigi hinc cellulis ovalibus. Certamente Uatalogue synonimie dì Miss Jolly, ‘ginti centro candido, corpore te- reti hyalino ; tubulo mucido. È |' Aetea truncata Landsb. Pag. 255 - N. 3082, Alcyonium subacutis (ora genere Alcyonidium). Tutte le soprariportate forme sono comprese nel libro VI, Cap. 5. - Vermes Cellulana, CAPITOLO XVIII. 1780 — Soldani Ambrogio. Saggio orittografico, ovvero osservazioni sopra le terre nautiliche ed ammonitiche i della Toscana, gelatinosum cinerascente hyalinum ramosum, ramis teretibus Siena. quest'opera (Boll. Soc. Ro- corallari, i Briozoi ivi studiati, ipora reticulum L. — Melicerita fistulosa L. — — €. canariensis Bk. — Lunularia? — Bato- Pubblicai già una revisione dei Briozoi illustrati da Soldani in mana per gli studi zoologici, Vol. IV pag. 57). Considerati come possono riferirsi alle seguenti specie: Membran Cupularia Reussiana Mnz. — C. umbellata Defr. pora rosula Rss, — Cellepora sp. — Retepora sp. Nella mia revisione vi compresi anche una forma che riferii alla € ertopora. globulus Rss, ma questa specie appartiene ai foraminifori. i CapitoLo XIX. 3 1789-1806 — Abildgaard Pietro Cristiano in Miiller Ottone Federico, Zoologia danica, Hauniae. L'opera grande del Miiller venne dopo la di luî morte continuata da vari scienziati, fra i È di quali Abildgaard, che specialmente si occupò degli organismi inferiori. Il terzo volume (1789) ha il testo di Miiller, e le tavole di Abildgaard ; il quarto volume (1806) è tutta opera dei continuatori, Ecco la nota dei Briozoi illustrati nei due volumi: A Fistulana multicornis = Aetea truncata Landsb., Vol. III, pag. 15, Tab. XC, fig. 1, 2,3. 1° Flustra tomentosa = Membranipora pilosa Lin.; Vol. III pag. 24, Tab. XCV, fig. 1,2 L | prima serie). d È Flustra dentata = Membranipora pilosa var. dentata; Vol. III, Tab. XCV, fig. 1, 2 (seconda È serie). Hydra gelatinosa =? Vesicularia uva Smit. » Vol. IIl, pag. 25, Tab, XCV, fig. 1, 2 (terza serie). LI Sertularia cuscuta = Valkeria uva Lin.; Vol. III, pag. 62, Tab, CXVII, fig. 1, 2, 3 (seconda serie). ° Flustra ‘membranacea = Membranipora membranacea Lin. » Vol. HI, pag. 63, Tab. CXVII, È fig. 1, 2 (terza serie). si Cellepora coccinea = Smittia (Mucronella) coccinea Abild. Vol. IV, pag. 30, tav. CKLVI, fig. 1 2. Alcyonium gelatinosum = Aleyonidium gelatinosum Lin.; Vol. IV, pag. 30, tav. CXLVII, fe: 12 3,4 CapIToLO XX. 1792 — Olivi Giuseppe. Zoologia Adriatica, Bassano, Gli animali studiati in questa ben nota opera sono divisi in quattro ordini, e cioò: I. Insetti atteri. 3. Vermi litofiti. 2. Vermi molluschi. 4. Vermi zoofiti. I Briozoi osservati dall’ A. vengono. compresì nelle due ultime divisioni. = vr —_ Vermi litofiti. (pag. 218) Madrepora verrucaria Lin. sp. 5 = Diastopora patina Lk. (pag. 223) Millepora truncata Lin. p. 43 = Myriozovm truncatum Pallas. M. fascialis Lin. sp. 47 = Lepralia (Mippoporina) foliacea var. fascialis Pall. M. reticulata Lin. sp. 48 = Frondipora verrucosa Lmx, (pag. 224) M. cellulosa Lin. sp. 49 = Retepora cellulosa Linn. sp. M. cervicornis Pall, = Smittia cervicornis Pal. sp. , Delle rimanenti Mil/eporae forse anche la M, compressa L. è un Briozoo (M. caulescens sub- dichotoma compressiuscula, ramis distantibus poris undique prominulis scabris); ma non è possibile fare un riferimento neppure approssimato. (pag. 229) Cellepora spongites Lin. sp. 55 = Schizoporella spongites Pall. C. pumicosa Lin. sp. 56. Questa specie ha fin' ora conservato lo stesso nome generico, ma forse va riferita al gen. Umbonula Hks. C, verrucosa Lin, sp. 57? = C. pumicosa L. Riguardo al genere vale la medesima osservazione precedentemente fatta. (continua) RIVISTA BIBLIOGRAFICA Pubblicazioni ricevute in dono e per le quali ringraziamo i gentili autori od editori L'amministrazione s'incarica di procurare agliabbonati, senza aumento di prezzo, le pubblicazioni delle quali é sognatoil costo, ed anche le altre se possibile. ene PARONA CORRADO. Anormale accrescimento degli incisivi nei Conigli. (Ge- nova 1895, Bol]. dei Musei di Zoologia ed Anatomia comp. n. 33. Pag. 8 in 8.° con 1 tav.) La pubblicazione del Prof. Raspal fatta alla Società zoologica di Francia a proposito dello sviluppo esa- gerato degli incisivi in un coniglio, fece sovvenire all'egregio A. che egli pure aveva avuto e studiato un caso simile e che anche al gabinetto zootomico della Università di Siena si conservava altro cranio di coniglio presentante analoga anomalìa. Egli descrive questi due casi italiani e ne, dà accurate figure. VITALE FRANCESCO. Contro l’Anctracnosi della vite. (Palermo 1895. Nuovi an- nali di agricoltura siciliana, fase. VI. Estratto di pag. 12 in 8.°) L'egregio A. che da 15 anni si occupa di studi sulla vite, ebbe a verificare fino dal 1886 la presenza dell'Antracnosi nei vigneti dell'Agro messinese. Trattavasi però della forma più mite ossia la maculusu; ma nel 1890 con- statò anche la forma pustulosa che arrecò sensibili danni alla produzione di un suo possesso, Egli adunque dovò da allora occuparsi di studiare il male ed il modo per combatterlo. Esposti i resul- tati dei suoi studi e delle non poche esperienze, conclude raccomandando contro questa grave malattia le formule Orrilard e Millardet, nonchè, quando l'infezione sia poco estesa, il bottone metallico Comes e tutte le precauzioni da questi suggerite, nella sua relazione presentata al Con- gresso per le malattie della vite, tenuto in Milano nel Settembre 1891. GRIFFINI dr. ACHILLE. Syrphides des environs de Milan. (Narbonne 1895. Mi- scellanea entomologica n. 8, 9 e 10. Estratto di pag. 3 in 8.°) Indicati il tempo e le località in cui ha compiute le sue ricerche, pubblica il catalogo delle 42 specie di Syrphides rinvenutevi, illu- strandole con interessanti osservazioni Fra le dette 42 specie trovansene 10 non ancora citate da altri autori per quella regione. GRIFFINI dr. ACHILLE. Nuova Pseudofillide del genere Semileptotettix Brunn. (Torino 1896. Boll. Museì di Zoologia ed Anatomia comparata n. 221 pag. 2 in 8,° con l tav) È la descrizione di una nuova specie di Semileptotettiw (S. Salvadorii) che l’ egregio A. dedica al- l'illustre zoologo Salvadori e che proviene dal Brasile. In una figura ne è rappresentata l'elitra destra. GRIFFINI dr. ACHILLE. Nuova specie di Ditiscide raccolta nel Darien dal dr. E. Festa. (Torino 1896. Boll. musei dì Zoologia ed Anatomia comparata n. 220 pag. 4 in 8° dan te 7 Ù PI 4 RIVISTA ITALIANA DI "SCIENZE! NATURALI Deseritta minùtamente la nuova specie che denomina Cybister Festae, spiega îl perchè ha aseritta questa specie al genere Cybister anzichè al genere Megadytes che finora ritenevasi sostituisse il primo nell’ America meridionale. Parla di parecchie sffinità che questa specie presenta con altre, BISOGNI dr. CARLO. Intorno all’ evoluzione del nuoleo vitellino del Saltivus scenicus e della Scutigera coleoptrata. (Leipzìg 1895. Aus der internati Monatssohrift, f, Anat, u Phys., Hefts. 12. Estratto di Pag. 6 con l tav. în colori) Pareche fin-ora nessuno ‘avesse in- trapreso lo studio delle uova di questi mîriapodi. È perciò che l'egregio A. ha pensato di ve- cuparsene. Citate le principali ricerche fatte sulle uova dei ragni ed indicata la ‘teenica soguita nelle proprie ricerche, espone ì resultati ottenuti e ‘le dettuzionî che ne ritrae. Dà 8 figure delle uova con il nucleo vitellino in diverso grado dì sviluppo, sia della Salticus scenicus, sia della Scutigera coleoptrata, è fiùày LEVI-MORENES D. Condizione della pesca e pescatori'iri rapporto colla evo- luzione del lavoro e col diritto di proprietà sulle acque. (Venezia 1896. Supplemento scientifico al Neptunia, Pag. 18 in 8°) Le condizioni della pesca e dei pescatori vengono in questa memoria, di cui è ora stampata la prima parte, consìderate solo in rapporto all'industria esercitata dai veneti in quelle lacune e nel mare Adriatico; ma come bene osserva l' ogregio A. questa )\ mi- tazione non toglie che le conclusioni alle quali egli viene, abbiano un valore generale, poichè in neg- suna altra parte, non solo d'Italia ma forse d' Europa, i varii elementi del complesso problema si presentarono così evidenti come nelle venete lagune e nell’ Adriatico. Questo interessante ma 'com- plicato problema viene ampliamente studiato in molti e diversi aspetti, © vi si dimostra comò i re- sultati pratici sieno contrari a non pochi concetti d'indole sociale e quindi quali sarebbero i prov- vedimenti da adottarsi nel vero interesse dei pescatori evdell'artte da «loro esercitata, . Hou FORNASINI CARLO. Contributo alla conoscenza della microfauna terziaria italiana. - Di alcune forme plioceniche della, Bigenerina robusta, (Bologna 1895, Me- morie R. Accad. dello Scienze tomo V. Estratto di pag, 8 ed 1 tav. in 4.°) Accennate/vario ‘loca- lità ove è stata raccolta la Bigenerina robusta e come essa debba ritenersi illustrata per laprima volta dal Brady, l'egregio A. fa uno studio comparativo di questa forma con diverse altre ‘affini e sopra a tulto, si ferma a dimostrare la identità della Bigenerina robusta (Brady) con Ja /7'enti- laria agglutinans (d'Orb.) e per maggior dimostrazione pone a corredo una tavola con 10 figuro, Spiega ‘infineil perchè egli ha preferito la denominazione Bigerina robusta, anche per le Textilariae, PARATORE EMANUELE. Movimenti fogliari nelle graminacee, (Bologna 1894. Rendiconti R. Accad. Scienze. Estratto di pag. 12 in 8.9) Im questo studio:eseguito nel laboratorio di Botanica della Università di Messina, l'egregio A. conferma con nuove prove, quanto ebbe già ad esporre in altra memoria, che cioè, nelle piante nelle quali si riscontra una torsione dlla base della lamina fogliare, per cui questa rivolge in alto la pagina morfologicamente inferiore, ciò abbia per fine di procurare alle piante per mezzo dell’ assorbimento, una sufficente quantità di ‘acqua indispensabile per il loro normale sviluppo. Diverse ‘altre considerazioni sono svolte mella presente Memoria. BERTELLI dr. DANTE. Ricerche sulla morfologia del muscolo diaframma nei mammiferi. (Torino 1895. Archivio delle scienze mediche n. 19. Estratto di pag-58 6/1 tay,in'8.9) Il dott. Rertelli, dissettore e libero docente di Anatomia umana nella Università di Pisa, ha fatto soggetto di studio una buona parte di ‘animali domestici, come asino, pecora dromedario, ‘bove, cavia, coniglio, topo, cane, volpe, puzzola, gatto, riccio, talpa, mottola (Pipistàèllò); momehò diverse scimmie; ma con maggior dettaglio espone le minute ricerche fatte nell'uomo. e lepone ‘in con- fronto con le opinioni dei molti anatomici che già si occuparono del diaframma nmano, timanendo però fra loro in ‘tante controversie riguardo alla morfologia di questo organo. Dodici figure illu- strano il soggetto. SULLA INDUSTRIA DEI FOSFATI PER L'AGRICOLTURA. (Roma ‘1896, Boll. di notizie agrarie n. ]. Pag. 24 in 8.0 L.0,15) É una pubblicazione fatta dal nostro ministero di agricoltura, industria e commercio. Vi si trovano rammentati gli studi fatti\ed i resultati ottenati RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI in Italia sulla ricerca di giacimenti fosfatici; vi è un dettagliato ragguaglio sullo stato presente della produzione dei fosfati naturali nei vari paesi del mondo, ed un cenno sulla produzione dei superfosfati e delle Scorie fosfatiche prodotte col processo Thomas-Gilchrist. L'opuscolo è in ven- dita in Roma presso la ditta Fratelli Bocca al prezzo di 15 centesimi. RIVISTA ITALIANA DI PALEONTOLOGIA. Questa utilissima pubblicazione diretta dai dottori C. Fornasini e V. Simonelli della Università di Bologna, termina ora il suo primo anno di vita, nel quale ha pienamente corrisposto al suo scopo, formando un volume di quasi 300 pagine indispensabile allo studioso paleontologo. L' abbonamento costa L. 5 all'anno e deve essere diretto alla Redazione della Rivista italiana di Paleontologia, via Lame 24, Bologna, ; BrogI BIBLIOGRAFIA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Pubblicazioni del 1894 Questo catalogo di quanto viene pubblicato in Italia relativamente alle Scienze naturali, cre- diamo sia l'unico che sì stampi fra noi ed è forse perciò che gli studiosi e specialmente gli esteri, ci hanno spesso fatte calde preghiere a chè procurassimo di renderlo il più possibile com- leto. Per la qual cosa preghiamo gli autori italiani e quelli esteri che serivono in pubblicazioni italiane o di cose italiane relative alle scienze naturali, a favorirci possibilmente una copia dei loro scritti, o fornirci anche solamente i dettagli sufficienti per poterne dare un annunzio simile ai seguenti. N. B. L'amministrazione s'incarica di procurare agli abbonati, senza aumento di prezzo, le pubblicazioni delle quali è notato il costo; ed anche le altre se è possibile. Geologia - Mineralogia - Cristallografia (continuazione) 627 Corti B. Sul bacino lignitico di Polli in comune di Voldagno (provincia di Vicenza), Nota paleontologica. (Pavia. Boll. scient. XV, 3). 628 Coulant E. Cenni sul borato di calce dell’ Asia minore (Pisa. Attì Soc. tosc, Sc. nat. Proc. verb., pag. 142-48). 629 Cozzaglio A. Studi geologici ed idro- grafici sul bacino alimentare della fonte di Mom- piano e sulla derivazione delle acque potabili per la città di Brescia. (Brescia. Pag. 32 in 8.9, con 1 tav.) 630 Cozzaglio A. Note esplicative sopra al- cuni rilievi geologici in Valcamonica, (Milano. Giorn. di min., crist. e potr., fase, 1-2, Estr, di pag. 22 in 8.°, con l tav.) 631 D' Achiardi G. Indice di rifrazione delle tormaline elbane. (Pisa. Atti Soe, Tose. di Se. nat., pag. 91-99). 632 D' Achiardi G. Sul bacino boratifero di Sultan-Tchaîr nell' Asia minore. (Ibidem, p. 141). 633 D' Achiardi G. Roccie eruttive del ba- cino boratifero di Saltan-Tchaîr. (Ibidem, pag. 149-63). 634 D' Achiardi G. Le tormalîne del gra- nito elbano. (Pisa. Mem. Soc. tose. Se. nat. Estr dì pag. 192 in 8,° con 1 tav.) 635 Dalmer K. Uber die Zinnerzlanger sttitten von leava del Fumacchio unvait Cam- piglia, (Berlin. Zeit, fiir, praht. Geol. Jahrg H 10). 636 Dalmer K. Ueber das Alter der Gra- nit-und Porphyrgéstein der Insel Elba (Stuttgart M. Jahrbuch f. Min., Geol. und Pal. Jahrg Bd. SHI) 637 Davies A. Mand Gregory I. W. The geology of Mont Chaberton, (London. Quart Jour- nal of the Geol. Soc, vol. L part 3. Sunto Abstr. of the Proced. Verb. n. 625). 638 De Agostini C. e Marinelli O. La comunicazione sotterranea tra il canale d' Arni e la Pollaccia nelle Alpi Apuane, dimostrata mediante l' uranina. (Roma. Rend. R. Ace. dei Lincei S V. III. 7, 1.° sem.) 639 De Angelis G. Il pozzo artesiano di Marigliano (1882); studio geo-paleontologico. (Catania. Atti Accad, Gioenia Sc. nat. XXXIV- XXXV, Estr. di pag. 50 in 4.9) 640 De Giorgi C. Il sistema appulo-garga- nico e l'Appennino. (Milano, Geogr., per tutti 1894 n. 18-21). 641 De Lorenzo G. Le montagne meso- zoiche di Lagonegro. (Napoli. Atti R. Accad. Se. fis. e nat. Estr. di pag. 124 in 4.9, con 2 tav.) 642 De Lorenzo G. Osservazioni geologiche sul tronco ferroviario Casalbuono-Lagonegro live a it vitae © anca dit della linea Lucignano-Castrocucco, (Napoli. Atti R. Istit. d' incorag. S. IV vol. 7) 643 De Lorenzo G. Sulla geologia dei din- torni di Lagonegro. (Roma. Rend. R. Accad. Lincei, fasc. 3, sem. I. Estr. di pag. 4 in 4.9) 644 De Stefani C. Il così detto Porfido quar- zifero dell’ Isola dell’ Elba. (Pisa. Atti Soc. Tose. Se. nat. Proc. verb., pag. 102-108). 645 De Stefani C. Gli schisti paleozoici dell'Isola d' Elba. (Roma, Boll. Soc. geol. ital., fase. 1. Estr, di pag. 6 in 8.9) 646 Del Viscio G. I terremoti di Lesina. (Torino. Boll. mens. Osservatorio centrale di Moncalieri S. II, vol, XIV, 9). 647 Dupare L. et Marazec L. Rèsultat de nouvelles recherches sur le versant italien du Mont Blane. (Genève. Archives de Se phys. + et nat. 3,m° période tom. XXXII). 648 Dupare L. et Vallat J. Costitution pètrographique de la partie centrale du massif du Mont Blane, (Ibidem). 64) Franchi S. Sulla presenza della « struc- ture vermiculee » (Michel Lévy) nello gneiss centrale. (Roma. Boll. Soc. geol. ital., XIII, 1). 650 Franchi S. Contribuzione allo studio del Titonico e del Cretaceo nelle Alpi Marittime italiane. (Roma. Boll. del R, Com. geol. d'Italia XXVI, pag. 31-83, con 1 tav.) sultati del rilevamento geologico nelle Alpi Ma- dem, pag. 231-58). 652 Franco P. Sulle costanti geometriche ; dell'Ortoclasia del Vesuvio. (Milano. Giorn. di min., erist. e petr , fase. 3. Estr, di pag. 8 in | 8.0, con 4 quadri e 1 tav.) Oolite di Sardegna; nota preventiva. (Pisa. Atti Soc. Tose. Sc. nat. Proc, verb., IX). 654 Fucini A. Due nuovi terreni giurassici del circondario di Rossano in Calabria. (Ibidem, pag. 164-67). 655 Gentil L. Sur l'existanco de la horne- blende dans les tufs vulcaniques du Monte Vul- ture (Basilicate). (Paris. Bul. Soc. fr. de Mine- ralogie XVII, 4). 656 Gentil L. Sur la microstructure de la melilite. (Ibidem, 5). 657 Gianotti G. Cenni petrografici sopra al- cune roccie dell'alta valle del Po, da Crissolo al RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI » 31 o a e mila *. 651 Franchi S. Relazione sui principali ri- rittime eseguito nelle campagne 1891-92-93, (Ibi- 653 Fucini A. Notizie paleontologiche sulla __oeo="="_—eee=e=--=3s - Piano del Re, (Mìlano. Giorn. di Min., crist. e petr., fasc. 4. Estr. di gag. 10 in 8,0) 658 Gilbertini G. e Piccinini A. Analisi dei gas combustibili naturali dì Torre e Salso- maggiore. (Palermo, Gazz. chim. it, anno XXIII, fase. 12), 659 Goldschmidt V. Phosgenit von Montepo- ni. (Leipzig. Zeit fùir Kryst. und Min, XXIII, 1-2). 660 Grablovitz G. Sul periodo sismico di Monte Saraceno (Montesantangelo) nell'estate del 1893. (Roma. Annali Ufficio Centrale Meteor. è Geod. vol. XV, parte 1.9) 661 Gregary J. W. The Waldensian Gneis- ses and their place in the Cottion Sequence, (London Quart Journal of the Geol. Socioty, vol. L, parte 2.9) 662 Greco B. Il Lias inferiore ; nel circon- dario di Rossano Calabro. (Pisa. Mam. Soc. tose. Se. nat. Estr, di pag. 126 in 8°, con 7 tav.) 663 Guzzanti. A proposito dei terremoti Etnei. (Catania, Corr. di Catania, n. 242). 664 Issel A. Cenni intorno al Museo geolo- logico della R, Università di Genova. (Roma. Boll. Soc. geol. ital, fase. 4. Estr, di p. 14 in 8,9) 665 Issel A. e Trasverso S. Nota sul li- torale fra Vado e Spotorno. (Genova. Soc. lig. Sc. nat. e geogr., vol. 3, Pag. 18 in:8.9) 666 Haberfelner J. Geologische Verhiiltnissa des Erzreviers von Cinque Valli und Ungebung. (Berlin. Zeit fiir praht. Geol. Jahrg 1894 H 4). 667 Johnston-Lavis H. J. Sulla inclusione di quarzo nelle lave di Stromboli e sui cambia- menti da ciò causati nella. composizione della lava. (Roma. Boll. Soc. geol. ital. fasc. 1, Estr. di pag. 10 in 8.9, con l tav.) 668 Johuston-Lavis H.J. and Gregory J. W. Eozoonal struture of the ejected blochs of Monte Somma (Dublin Scientific Trans of the R. Dublin Society. S. IL vol. V, n. 7). 669 Johnston-Lavis H. J. The vulcanic phenomena of Vesuvius and its neighbourhood: repart of the Committee, consisting of Mr. H, Bauerman. Mr. F. W. Rudler Mr, J, J. H. Teal and prof. H. J. Johnston Lavis. (London. The Geol. Magazine. N, Series. Dec IV, vol. 1, n. 11). 670 Labat. Le Vésuve et les sourcesthermo- minèrales. (Paris. C. R. sèances de la Soc. gdol. de France n. 107 mai 1894). 671 La Valle G. Sulle roccie incontrate nei trafori della linea ferroviaria Patti-Brolo in pro- = Veg 1 0 RIVISTA ITALIANA DI SGIENZE NATURALI Vincia di Messina, (Catania, Atti Ace. Gioenia' S IV, vol. VII. Pag. 16 in 4.9) 672 Lotti I. B. Sulle apofisi della massa gra- riitica del Monte Capanne e sulle roccie sedimen- | tarie eoceniche presso Fetovaja nell'isola d'Elba. (Roma, Boll. del R. Com. geolog. d'Italia, XXV, pag. 12-31, con 1 tav.) 673 Lotti B. Rilevamento geologico eseguito iù Toscana nell'anno 1893. (Ibidem, pag. 115-592). 674 Lotti B. Die Kupferezlagerstitten der Ser- pentingesteine Toscanas und deren Bildungdurch Differentiationsprocesse in bosischen Eruptiv- magmen: (Berlin. Zeit flir praht Geol Jaheg 1894 H 1). 675 Lupi A. Nota preliminare sopra una nuova caverna della Liguria. (Genova. Atti Soc. lig. Se. nat. o geograf., vol. 1). 676 Lovisato D. Sulla senarmontite di Nied- doris in Samdegna e sui minerali che 1 accom- pagnano in quella miniera. (Roma Rend. R. Accad, Lincei, fase, 1, sem. 1. Estr. di pag. ‘8 in 4,9) 677 Lovisato D. Il Devoniano mel Gerrei (Sardegna). (Ibidem, fase. 3, sem. V Estr. di pag. 4 in 4.9), 678 Marco dott. GC. Alcuni cenni sulla storia della terra. (Vasto Tip. Anelli e Manzitti, Pag. 28 in 8.° gr.) ) 679 Marco prof. dott. C. La Geologia nel santuario d' Oropa, (Biella, Relaz. annuale (1893) della sez. biellese del Club alpino italiano, Estr. di pag. 4 in 16.9) 680 Matteucci R. V. Bibliografia scienti- fica delle provincie di Ancona, Pesaro-Urbino e limitrofe : Geologia e scienze affinì. (Napoli. Pag. 52 in 8.9) Dio. po 681 Matteucci R. Vi. Le roccie porfiriche dell’ Isola d' Elba: porfido granitico. (Pisa. Atti Soc. Tose, Sc. nat. Memorie XIV, Pag. 46 in 4.9, con l tav.) 682 Matteucci R. V. Due parole sull'at- tuale dinamica del Vesuvio (1893). (Torino. Boll. mens, Osser, cent di Moncalieri sez. I, vol. XIX, Pag. 4 in 4,9) x 683 Matteucci R. V. La fine dell'eruzione vesuviana 1891 94. (Ibidem, Pag. 8 in 8,9) 684 Mattirolo E. Suì lavorì eseguiti durante la campagna geologica del 1893 nelle Alpi Qc- cidentali, (Roma. Boll. R. Comitato geol. d'Italia. n. 3, pag. 211-15). 685 Meli R. Breve relazione delle escursioni geologiche eseguite alle paludi Pontine, a Ter- racina ed al Circeo, (Roma. Ann. R. Scuola d'appl. per gli ing. Estr. di pag. 16 in: 16.9) 686 Meli prof. R. Sopra la natura geologica dei terreni rinvenuti nella fondazione del sifone, che passa sotto il nuovo canale diversivo, per depositare le torbide dell'Amaseno nella bassa campagna, a destra del canale portatore, nelle paludi pontine. (Roma Boll. Soc. geol. ital., fasc. 1, Estr. di pag. 16 iu 8.9) 687 Monti R. Studi petrografici sopra alcune roccie della Valle Camonica, (Milano. Giorn. di min., crist. e petr. , fase. 1-2. Estr. di pag. 28 in 8.", con 3 tav.) 688 Nicolis E. Contribuzione alla conoscenza dei terreni quaternarì del Veneto occidentale. (Venezia. Atti R. Ist. ven, se., let. ed arti, disp. 9, pag. 1568-89). 689 Novarese V. Relazione sul rilevamento eseguito nelle Alpi Oceidentali (valli dell’ Orco e della Soana) nella campagna del 1893, (Roma. Boli. R. Com. geol. d'Italia, n, 3, pag. 215-830). 690 Novarese V. Diorìti granitoidi e gneis- siche della Valsavaranche (Alpi Graje). (Ibidem, pag. 275-300). | 691 Novarese V. Fossili triasici. nei monti della maremma toscana. (Roma, Boll. Soc. geol. ital, XIII, 1). 692 Olivieri E. Sulla struttura della terra. (Ibidem, fase. 4. Estr. di pag. 24 in 8.°) 693 Pantanelli D. Sopra una recente pubbli- cazione del prof. F, Sacco sull'Appennino dell'’Emi- lia, (Modena. Pag. 12 in 8,9) 694 Parona C. F. Appunti per lo studio del Lias lombardo. (Milano. Rend. k. Ist. lomb., fasc, 16. Estr. ili pag. 4 in 8,9). 695 Platania Gaet. e Platania Giov. Note su î terremoti Etnei dell’ agosto 1894; (Aci- reale. Rend. Accad. se. , lett. ed arti, Estr. di pag. 8 in 8.9) 696 Ponte prof. G. G. Bolide. (Milano. Atti Soe, ital. di Se. nat., fase, 4, pag. 433-34). 697 Ponte prof. G. G. Al lago Naftia. (Ibidem, pag. 435-37). (continua) —S, BROGI direttore responsabile Siena Tip. e Lit. Sordo-muti di L. Lazzeri SOMMARIO Bisogni prof. dott. Carlo. Persistenza di una nuova glandula nel genere " Vipera ,,. Pag. 33. Neviani prof. dott. Antonio. Appunti bibliografici per servire alla storia deglì studì sui Briozoi Prima serie. (continuazione e fine). Pag. 35. Bibliografia italiana di Scienze naturali. Geologia, Mineralogia, Cristallografia, Tecnica, . Soggetti varii. (cont.) Da pag. 38. a pag. 40. PERSISTENZA D'UNA NUOVA GLANDULA NEL GENERE ' VIPERA Î Ricerca del Dott. CARLO BISOGNI Nel 1894 pubblicai, nell'Internationalen Monatsehrift fur Anat. u. Phys, Bd. XI. Heft 2, una mia nota preliminare intorno ad una nuova glandula da me rinvenuta nella faccia superiore ilel- l'astuccio linguale della Vipera Redii (1). In quella nota dicevo come di già nel 1892, in un mio primo lavoro che mi era servito come tesi di laurea per addottorarmi in Scienze naturali (2), avendo rinvenuto per il primo nella faccia superiore dell'astuceio linguale d'una Vipera Berus (Lin.), una nuova glandula, situata anteriormente alla suddetta faccia, ma che, per la mancanza del materiale d'esame e per la cattiva conservazione di quella stessa glandula rinvenuta in altri pochi individui della stessa specie conservati da più tempo in alcool, non avevo potuto in quel tempo continuare le mie osservazioni, nè dare della glandula una figura che le corrispondesse perfettamente. Ritornato poco dopo sugli stessi studii, quando le minor cure di altre occupazioni mo lo por- misero e il materiale raccolto mi offriva un vasto campo d° osservazioni, potci constatare, che questa glandula soprannumeraria da me trovata nella faccia superiore dell’ astuccio linguale della Vipera Berus non era un'anomalia individuale, come alcuni cui avevo reso consapevoli di tal fatto cre- devano ed io stesso dubitavo, ma sì riscontrava costantemente non solo nel genere Pelias, ma anche nel genere Vipera preso nel più ristretto senso dei moderni classatori, dando così fondamento di veridicità alle supposizioni che io fin da principio avevo fatto a tal riguardo, che cioò per ra- gioni filogenetiche e fisiologiche proprie, quella doveva essere una glandula comune almeno a tutte le specie di uno stesso genere. I resultati così ottenuti erano dei più luminosi per dimostrare ampiamente la tesi da me so- stenuta, traendone da essi una conseguenza ancora più ampia nella sua estensione collettiva, per- mettendomi cioè di supporre la presenza della nuova glandula, se non in tutti i solenodonti, come è ragione di credere, almeno in tutti i generi dei Viperidae, La mancanza di molte specie che mi occorrevano per dimostrare la verità del mio asserto 0 la premura che avevo di rendere di pubblica ragione il fatto da me osservato, mi spinsero alla pubblicazione della nota preventiva suddetta, limitandomi alle sole due specie della Pelias Berus e della Vipera Redii. Dissi così della morfologia della nuova glandula, facendo a larghi tratti una descrizione ana- toma-topografica della regione da essa occupata ed esponendo la sua struttura istologica, corre- daudo la mia ricerca, con una tavola di figure per aiuto e dimostrazione del testo, cui rimando quel lettore desideroso di maggiori dettagli e di più precise descrizioni. Adesso, uno studio più compressivo, fatto su più vasto materiale in sullo scorcio del passato anno, mi ha permesso di riscontrare sopra la maggior parte delle specie del genere Vipera quella stessa glandula da me gia rinvenuta nelle poche specie su menzionate, (1) Dott. C. Bisogni - Nota preliminare sulla esistenza e struttura d'una muova glandula nel- l'astuccio linguale nella Vipera Redii. Lipsia, (2) C. Bisogni - Nuove ricerche anatomiche e fisiologiche sul gruppo glandolare sottolinguale di alcuni Ofidii. Agosto 1892. Inedito. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI II hh SIE Infatti, nell'autunno ultimo, estesi le mie ricerche sui seguenti generi che in parte, dopo aver vinto molte difficoltà, potei avere da paesi lontani o vicini, in parte mi procurai da me stesso fra quelli che abitano le campagne del Monteleonese sono: Vipera Chersea, V. Ammodytes, V. Aspis ocellata, V. Aspis maculata, In tutte queste specie l'esame anatomico dell’astuccio linguale mi ha mostrato, oltre della Blandula sottolinguale posta sulla faccia inferiore dell’ astuccio linguale e comune a tutti i serpenti tanatofidi ed azemiofidi, anche un'altra glandula, situata sulla faccia superiore dell’ astuccio me- desimo, identica a quella di già osservata nel Pelias Berus e nella Vipera Redii. L'astuccio linguale dei serpenti è, come si sa, una guaina, un cilindro membranoso, topogra- ficamente posto al di sotto della trachea e liberamente aprentesi nell'anterìor parte del pavimento orale, proprio al di sotto della glottide che si porta obliquamente in alto a becco di flauto. Questa guaina linguale nei serpenti inocui, presenta nella anterior parte della sua faccia in- feriore la nota glandula sottolinguale: nei Viperidae invece anche la faccia superiore della stessa ò tappezzata da una glandula simile alla precedente che occupa l'identica regione tenuta dalla prima. In tal modo l'imboccatura dell'astuccio linguale è fornita di due glandule messe l'una di riscontro all'altra o tra le quali scorre la lingua. Come ragione fisiologica di loro presenza è chiaro debbano servire a lubrificare col loro se- creto la lingua nella sua rapida corsa. Mettendo da parte ulteriori particolari, ripetuti nei miei lavori già citati, dirò in breve della morfologia della nuova glandula rinvenuta in quelle specie di Viperidae delle quali nella presente nota mi occupo. In generale è poco il differenziamento che questa glandula presenta nelle specie che verrò ad esaminare, ma le differenze che si riscontrano all’ esame anatomo-comparato, sia nella forma e nella grandezza che nell’ esterna struttura, sono di mediocre importanza, degne purnondimeno di esser prese in una tal quale considerazione, tanto maggiormente poi che essendo tali studii un argomento nuovo e un capitolo recente per ciò che riguarda l’ anatomia comparata delle glandule salivari dei Rettili, potrebbero, se continuati in tutta la classe degli Ofidii, e quindi estesi a tutti i rettili, es- sere di compimento a ciò che fino al presente si è venuto dicendo per un argomento di tanta im- portanza non solo, ma potrebbero anche spiegare la filogenesi e la funzionalità esclusiva di un tale organo. Per meglio esporre le mie osservazioni passerò a rassegna la suddetta glandula in tutte le specie da me studiate. Chiamerò glandula linguale superiore la nuova glandula da me osservata. VIPERA CHERSEA (Lin.) In essa la glandula linguale superiore appare manifestamente formata dalla riunione di piccoli lobuli indipendenti, tenuti assieme tra loro d'abbondante connettivo interstiziale. I singoli lobuli, varii per forma e grandezza relativa, non serbano nella loro successione or- dine alcuno. Sempre però la glandula è arrotondata ai suoi due estremi, superiore ed inferiore: questo, alcune volte, risulta di un solo lobulo; altre, di due lobuli distinti. La massa connettivale aumenta e ì lobuli diventano più piccoli e più scarsi, a misura che sì discende verso 1° estremo glandulare inferiore. La porzione superiore è più compatta e più spessa. Questa glandula, quando Sì voglia paragonare con la linguale inferiore, se ne differenzia per essere più lunga e pìù ristretta, VIPERA AMMODYTES (Lin.) Presenta molta rassomiglianza con la linguale superiore da me descritta nella V. Redii. Una stria connettivale longitudinale divide l'intera glandula in due distinte porzioni, le quali superiormente divorgono alquanto. L'aspetto. delle due singole porzioni è claviforme, con l' apice ìn basso: risultano ciascuna di due tre lobuli, più lassamente aggrovigliati tra loro a misura che sì va în giù. Qualche volta essendo le due porzioni glandulari claviformi egualmente ingrossate alle loro estremità, esse stanno fra loro sempre egualmente distanti, sì che il nastro connettivale divisorio appare sempre di eguale larghezza. 1 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI ù VIPERA ASPIS OCELLATA Pochi lobuli, disposti in serie l'uno dopo l'altro, e sempre più piccoli a misura che si pro- cede verso l'estremo inferiore, tenuti assieme d' abbondante connettivo lasso. La parte superiore, più compatta, arrotondata; l' inferiore più o meno aguzza, qualche volta anch'essa arrotondata. Alcune volte i lobuli sono sparsi senza ordine alcuno, mancando la graduata successione di essì : in alcuni casi la glandula accenna nella porzione superiore ad una tal quale divisione in due ramì mediante una stria di connettivo che si fa strada, secondo una linea più o meno retta, attraverso i lobuli. VIPERA ASPIS MACULATA Si può riferire ad essa quanto si è detto per la specie precedente con questa differenza però, che l'accenno ad una divisione in due parti nella sua porzione superiore, osservato in alcunì in- dividui della precedente specie, è in questa più costante. Niente altro di particolare richiama l’attenzione. . CCI Da quanto finora si è osservato intorno allo esame topografico e morfologico della glandula linguale superiore in questo gruppo di Ofidii, facilmente sì può addivenire, per adesso, alle se- guenti conclusioni che parmi si possano estendere a tutte le specie finora osservate : 1.° Esiste nella guaina linguale di tutti gli ofidii viperini esaminati una glandula lingualo superiore, 2.° Questa glandula, sebbene mostri un certo differenziamento morfologico nelle diverse specie, pure mostra una persistenza di tipo estensibile a tutte le specie esaminate, 3.° La sua funzione è l' istessa della glandula linguale inferiore comune a tutti gli Ofidii. 4.° La sua struttura istologica non differisce punto da quella comunemente osservata nelle co- muniì glandole salivari: sono cioò dei tubi variamente e lascamente tra loro riuniti d' abbondante connettivo. Essi internamente sono tappezzati dal solito epitelio glandulare cilindrico che, a seconda la glandula si ritrovi nella sua funzionalità seeretrice oppure nel suo stato di riposo, appare gra- , nuloso od omogeneo. I nuelei di queste cellule stanno alla loro base, 9.° Gli sbocchi glandulari si aprono sulla superficie della glandula e mancano all’ apico e lungo i bordi di essa, NEVIANI ANTONIO APPUNTI BIBLIOGRAFICI PER SERVIRE ALLA STORIA DEGLI STUDI SUI BRIOZOL — ——Tro°6—=—p-_n oz PRIMA SERIE (continuazione e finc) Vermi zoofiti. (pag. 240) Alcyonium gelatinosum Lin. sp. 17 = Aleyonidium gelatinosum Lin. sp. (pag. 274) Flustra truncata Lin. sp. 2 = Tlustra securifrons Pall, La FI. hispida Olivi (Escara [hispida) frondescens spongiosa, fron libus ramosis, hine muri- catis ligulis hispidissimis). Questa specie secondo Heller (Brioz. Adriat. pag. 93) è identica alla Flustra papyracea Cav. ed alla Pherusa tubulosa Lamx. (pag. 276) Tubularia fistulosa Lin. sp. 3 = Melicerita (Salicornaria) fistulosa Lin. sp. Questa forma viene dall'A. (pag. 277) considerata come un Essere intermediario fra le Mitlepore e le Madrepore, (pag. 289) Sertularia lendigera Lin. sp: 20 = Amathia lendigera Lin. sp. (pag. 290) Sert. avicularia Lin. sp. 33 = Bugula avicularia Lin, sp. Sert. neritina Lin. sp. 34 = Bugula neritina Lin. sp. Sert. reptans Lin. sp. 86 = Scrupocellaria reptans Lin. sp. (pag. 291) Sert. anguina Lin. sp. 42 = Aetea anguina Lin. sp. Sert. spiralis Olivi Tab. VI, fig. 2 (S. stirpe radicata subramosa, frondibus subfoliaceis di- chotomis truncatis spiraliter adscendentibus, pagina superiore setucea). Produzione, dice l' A., che tiene quasi un luogo intermediario tra le F/ustre e le Sertularie; (la descrizione della figura è a pag. 313). Questa specie forse è la Bugula Murrayana di Johnston. Nota Nel medesimo volume a pag. XI-XXXI evvi una appendice intitolata: Della natura delle spongie di mare - lettera del P. Lettore D. Guido Vio - con note dell’ Olivi. In detta appendice a pag. XXIV è descritta una Spongia cellularivides (Spongia tenuis, frondibus diffusis lineari- bus truncatis, uno latere cellulosa), con disegni a Tab. VIII, fig. 1, 3, 4. Olivi in una nota (pag. XXV) osserva che questo organismo più che una spugnia deve ritenersi per una Ce/lularia, e la riferisce alla sua Zlustra hispida della quale si è precedentemente parlato. Elenco degli autori delle opere citate nella prima serie, Albidgaard Pietro Gesner Corrado Olivi Giuseppe Barrelieri Jacopo Ginanni Giuseppe Plukenett Leonardo Bassi Ferdinando Gualtieri Nicola Rondelet Guglielmo Bauhin Gaspare Imperato Ferrante Seba Alberto Rauhin Giovanni Mercati Michele Soldani Ambrogio Boccone Paolo Morison Roberto Donati Vitaliano Miiller Ottone Federico Indice delle specie e loro sinonimi. N. B. I numeri si riferiscono ai capitoli. I nomi delle specie oggì generalmente usati sono stampati in corsivo. Acantoforo, 13. | Cellepora coccinea, 19. Aetea truncata Lands., 17, 19. « pumicosa, 17, 20, « anguina L., 20, « ramulosa, 17. Alcyonidium gelatinosum Lin., 16, 17, 19, 20. « spongites, 20. Aleyonio milesio, 8. « verrucosa, 20. Aleyonium gelatinosum, 17, 19, 20, Corallia porosa, 9. < polyphyllon 11. Corallina, 6, 13. Alga marina, 9, 16, Corallina fistulosa, 5, 15. < « platiceros, 5. « « fragilis duplex, 5, 7, 10. « < tenuis, 16. iu « subtilior, 5, 10. Amathia lendigera Lin., 20, « geniculata, 7. Aspreo, 13. | Coralliola alba, ll. Aulopio, 13, \ Corallium album, 16. Batopora rosula Rss., 18. | Corallo, 13. Bugula avicularia L., 20, | Corallo albo, 4. « Murrayana L., 20, Crisia, 8. « neritina L., 20. \ Crisia denticulata Lk., 8. Cellepora, 11, 14, 18. Cupularia canariensis Bk., 14, 18. Cupularia Reussiana Mnz., 18. « umbellata Defr., 14, 18, Diastopora patina Lk., 15, 20. Diporula verrucosa Peac., 14 Discoide, 13. Elaseo, 13. Entalophora proboscidea M. Edw., 14. Eschara, 1, 2, 5} 16. Eschara marina, 3, 4, 5, 9, 15. Escharoides monilifera M. Edw., 14, Evasterio, 13. Fascicularia, 8. Fistolaria, 13. Fistulana multicornis, 17, 19. Flustra dentata, 19, « foliacea Lin., 5, 7, 9} 17. frondiculosa Pal., 16. hispida, 20. lineata, 17. membranacea, 17, 19. papyracea, 20, pilosa, 17. securifrons Pall. , 5, 9, 17, 20. tomentosa, 19, « truncata, 17, 20, Frondipora, 3, 4, 5, 9, 15, 16. A A AR A A A A a « verrucosa Lmx., 3, 4, 5, 9, LI, 15, 20. Fungo marino, 15. Gemellaria loricata Lin., 7. Gonatode, 13. Hippoporina foliacea Sol., 5. < » var. fascialis, 20. Hornera, 11, 16. Hornera frondiculata Lk., 5, 15, 16. « lichenoides Pontp., 17. Hydra gelatinosa, 19. Idmonea serpèns L., 15. Lepralia foliacea var. fascialis, 20. Lichenopora hispida Flem., 15. Lunularia, 18. Madrepora, 13. Madrepora bianca, 15. « minima, 15. « verrucaria, 15, 20. Melicerita fistulosa Lin., 5, 6, 7, 8, 10, 15, 18, 20. Membranipora, 17. Membranipora lineata Lin., 17. « membranacea Lin., 19. < pilosa Lin., 16, 19. < « var. dentata, 19, PREMI SIENA Pila Membranipora reticulum Lin. , 14, 18. Menipea, 6. < cirrata Lmx., 16. Millepora, 16. Millepora cellulosa, 20, « cervicornis, 20, « compressa, 20, « fascialis, 20. « lichenoides, 16, 17. « reticulata, 20, < truncata, 17, 20. Miriozoo, 13. Mucronella coccinea Abild., 19, Muscus corallinus, 8. « denticulatus, 6, 8. Myriosoum coarctatum Sars. , 17. «< truncatum Pal., 3, 4,5, 13, 17, 20, | Ofiide, 13. Pennaria marina, 8. Pherusa tubulosa Lmx., 20, Pitocarpido, 13, Porina borealis Ble., 14 « columnaris Maz., 14. Poro a corna di cervo, 3. « anguino, 3. « cervino, 5, 15. « ramoso, 3, Porus anguinus, 4, 12, « cervinus, 4, 5. « coralloides, 8, « ramosus, 5, » « reticulatus, 4, 5, 9. Pseudocorallium, 6. Rete marina, 5, 8, Retepora, 3, 13, 15, 18, « cellulosa, 1, 2, 3, 4,5, 8,9, 15, 16,20, « Imperati Bk., 4. « prima, 9, « tessellata Hk., var. Imperati, 4. Reticulum marinum, 5. Salicornaria fistulosa, 20. . Sarcodendro, 13, Schizoporella spongites Pall., 3, 4, 12; 20. Scrupocellaria reptans Lin., 20. Sertularia anguina, 20, « avicularia, 20, « cuscuta, 19, € lendigera, 20. « neritina, 20. « reptans, 20, O e eg TR. Ns" RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI ner leg nadiA® bi e 2 _ll e... .;}.m IE], Sertularia spiralis, 20. Smittia cervicornis Pall., 3, 4, 5, 11, 13, 20. « coccinea, 19. Spongia cellularioides, 20. Tubularia, 8. Tubularia fistulosa, 20, Umbonula pumicosa L., 20. « verrucosa L , 20. Valheria uva Lin., 19. Vesicularia uva Smit,, 19, BIBLIOGRAFIA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Pubblicazioni del 1894 Questo catalogo di diamo sia l'unico che sì quanto viene pubblicato in Italia relativamente alle Scienze naturali, ere- stampi fra noi ed è forse perciò che gli studiosi e specialmente gli esteri, ci hanno spesso fatte calde preghiere a chè procurassimo di renderlo il più possibile com- dleto. Per la qual cosa preghiamo gli autori italiani e quelli esteri che scrivono in pubblicazioni Italiano o di cose italiane, relative alle scienze naturali, a favorirci possibilmente una copia dei loro scritti, 0 fornirci anche solamente i dettagli sufficienti per poterne dare un annunzio simile ai seguenti. I gentili autori che ci faranno questo favor > co ei loro scritti nei centri scient fici di tutto il mondo, poichè questa Rivista ma viene anche inviata in cambio ad oltre 200 liani ed esteri, così conoscere il titolo dei non solo è diffusa per i molti abbonati che ha, pubblicazioni dei principali sodalizi scientifici ita N. B. L'amministraziono 8' incarica li procurare agli abbonati, e, avranno un qualche compenso nel far senza aumento di prezzo, le pubblicazioni delle quali è notato il costo, ed anche le altre se è possibile, I richiedenti occorre inviino cent. 30 per la francatura della cor- rispondenza, — _—___——>»—— tt —1n2 Geologia - Mineralogia - Cristallografia (continuazione) 698 Proteo. Ricco bacino di combustibile fossile ben poco noto. (Firenze. Il Commercio Toscano n, 414). 699 Ricci F. Studio microscopico di un'An- fibolite del Ridasco nel Savarese. (Pisa. Atti Soc. tose. Se, nat. Proc, verb,, pag. 129-32). 700 Ricco prof. A. Fisica terrestre. Velo- cità di propagazione delle )rincipali scosse di terremoto di Zante a Catania (Roma, Rend. R, Accad, Lincei, sem. 119) 701 Ricco prof. A. La lava incandescente nel cratere centralo dell’ Etna e i fenomeni geo- dinamici concomitanti. (Roma. Ann. Uff, centr, Meteor, e Geodin., vol, XV, parte I.) 702 Ristori G. La Risorgente della Pollaccia, (Pisa. Atti Soc, Tose. Sc. nat., pag. 108-110) 703 Rovereto G. Diabasi e serpentine ter- ziarie nella Liguria occidentale, (Genova. Atti Soc. lig. Sc. nat, egeogr. n. 2. Estr, di pag. 12 in 8.9, con | tav.) 704 Sacco F. Lo sviluppo glaciale dell'Ap- pennino settentrionale. (Torino. Boll. Club alp, ital. Estr. dì pag. 20 in 8.°, con 1 carta). 705 Sacco F. Trionici di Monte Bolca. (To- rino. Atti R. Accad, Se. » disp. 12. Estr. di p. 10 in 8.9, con l tav) 706 Sacco F. L' Appennino settentrionale, Appendice prima. (Roma, Boll. Soc. geol. ital., fase, 4. Estr. di pag. 32 in 8,9) 707 Sacco F. L'apparato morenico del Lago d'Iseo. (Torino. Pag. 36 in 8.9, con 1 carta). 708 Salmojraghi ing. F. Giacimenti ed origine della Tura follonica (Argilla smettica) di Marone e Sale Marasino sul Lago d' Iseo. (Mi- lano. Atti Soc. ital. di Se. nat., fase. 4, pag. 349-366). 709 Salomon G. Sul metamorfismo di con- tatto subìto dalle arenarie permiane della Val Daone. (Milano. Giorn. di min., crist. e petr., fase. 1-2, Estr. di pag. 50 in 8.9) 710 Sestini F. Composizione chimica della grafitite del Monte Pisano. (Pisa. Atti Soc. tosc. Sc. nat. Proc. verb., pag. 188-92). 711 Spezia G. La silice nei tripoli di Sicilia, (Torino. Pag. 24 in 8.0) 712 Stella A. Contributo alla geologia delle formazioni petriasiche nel versante meridionale delle Alpi centrali. (Roma. Boll. del R. Com. geol. d' Italia, n. 1, pag. 83-114), 713 Stella A. Relazione sul rilevamento ese- guito nell’anno 1893 nelle Alpi Occidentali (valli dell'Orce e della Soana). (Ibidem, fase. 4, pag. 343-71, con 1 carta). 714 Taramelli T. La valle del Po nell'epoca quaternaria. (Genova. Pag. 44 in 8.° con I tav.) 715 Taramelli T. Considerazioni geologiche sul lago di Garda. (Milano. Rend. R. Ist. lomb., fase, 3. Estr. di pag. 12 in 8.9) ni A ra 716 Taramelli T. Della storia geologica del lago di Garda. (Rovereto. Atti I. R. Accad. Agiati, Anno XI. Estr. di pag. 60 in 8.°, con l tav. a col. fior. 0,50 = a L. 1,50). 717 Taramelli T. Una escursione in Val- tellina. (Milano. Pag. 10 in 8.9) 718 Tarantini R. Roccie comuni nella pro- vineia di Lecce. (Siena. Boll. nat., n. 7, pag. 88). 719 Tioli L. Le acque mineruli e termali del Regno d'Italia. (Milano. Edit. Hoepli. Pag. 552 in 16.° L. 5,50). 720 Trabucco G. Sulla posizione del calcare di Mosciano e degli altri terreni eocenici del bucino di Firenze. Nota preliminare. (Firenze. Pag. 4 in 4.°), 721 Trabucco G. Sulla vera posizione dei terreni terziari del bacino piemontese. (Pisa. Mem. Soc. tose. Sc. nat. Estr, di pag. 48 in 8.9, con 2 tav.) 722 Traverso S. Il porfido di Monte Cinto ifi Corsica. (Genova. Pag. 12 in 8,°, con l tav.) 723 Traverso S. Contribuzioni allo studio delle roccie vulcaniche. (Milano. Giorn. di min., crist. e petr., fasc. 3. Estr. di pag. 14 in 8.9) 124 Traverso S. Ricerche geognostiche e mi- eroscopiche su alcune roccie dell’ alto Canavese. (Genova. Atti Soc. lig. Se. nat. e geogr., n. 1. Estr. di pag. 28 in 8.9, con l tav.) 725 Tschermalh dr. G. Trattato di mine- ralogia. Parte speciale (descrittiva) (traduzione del prof. G, Grattarola. 2.% ediz. sulla 3. Tedesca. (Firenze. Success. Le Monnier. Pag. 290 in 8.0, con 409 ine. L. 7,50). 726 Vender V. Sul petrolio di Salso mag- giore. (Milano, Rend. R. Ist. lomb., fase. 18. Estr. di pag. 6 in-8,) 727 Verri A. e Artini E. Le formazioni con ofioliti nell' Umbria e nella Valdichiana, (Mi- lano. Giorn. di min, , crist. e petr., fase. 4. Estr. di pag. 16 in-8.) 728 Viola C. Osservazioni fatte sui Monti Lepini e sul capo Circeo in provincia di Roma nell’anno 1893, (Roma. Boll. R. Comit. geol. d'Italia, n. 2, pag. 152-59). 729 Viola C. Sopra l'albite di secondaria formazione quale prodotto di metamorfismo di contatto delle diabasi e dei gabbri in Basilicata. (Ibidem n. 3, pag. 301-305). 730 Viola C. Le roccie eruttive della Punta delle Pietre Nere in provincia di Foggia. (Ibi- dem, fasc. 4, pag. 391-406, con 1 carta). RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI LR 731 Virgilio F. La collina di Torino în rap- porto alle Alpi, all'Appennino ed alla pianura del Po. (Torino. Pag. (60 in-8., con l tav.) N. B. Vedansi anche le memorie relative alla Paleozoologia ed alla Paleofitologia annunziate, le prime con i lavori sulla Zoologia è le seconde con quelli sulla Botanica. Tecnica 732 Bergonzoli dott. G. La formalina quale mezzo di conservazione e di indurimento dei preparati anatomici. (Siena. Boll. nat., n. 7, pag. 81-83). 733 Buscalioni L. e Rondelli A. Sopra un nuovo metodo di colorazione dei Bacilli della tubercolosi. (Genova, Malpighia, pag. 322). 734 Carazzi D. Tecnica di Anatomia micro» scopica. (Milano. Edit, Hoepli. Pag. 212). 735 Ceni C. Di una modificazione al metodo della colorazione degli elementi nervosi col bi- elorurodi mercurio. (Napoli. Riforma med., n, 124). 736 Del Prete dott. R. Sulla sistemazione d’ una raccolta conchigliologica, (Siena, Riv. ital. Se. nat., n. 4, pag. 48-50). 737 E. D. W. Notes de technique microsco- pique. (Siena. Boll. nat. n. 1, 4 e 6). 738 Fabre C. Sull'impiego dei fermenti se- lezionati. (Napoli. Riv. agr., n. 48, dal Progrès agr. et vit., n. 37). I 739 Ferrari P. Note pratiche per l'innosto delle viti americane. (Firenze, Giorn, di agricol. e comm. della Toscana. Estr. di pag. 24 in-8., con 24 inc.) 740 Fiori A. Quale sia il miglior metodo per uccidere i coleotteri. (Siena. Boll. nat, n. 4, pag. 41-44). 741 Gorini dott. C. Studi critico-sperimen- tali sulla sterilizzazione del latte. (Milano. l'ip. Civelli. Pag. 22 in-8.) 742 Lanzillotti-Buonsanti dr. A, Con- servazione dei cadaveri e preparazioni da Musco, (Milano. La Clinica veterinaria n. 9, pag. 131-34). 743 Lanzillotti-Buonsanti A. Nuovo pro- cesso di conservazione dei centri nervosi. (Fi- renze. Monit. zool. ital, n. 12). 744 Larcher G. Seminagioni per Ja fioritura invernale. (l'rento. L'Agricoltore, n. 6, pag 70). 745 Longhi P. L'Eserina nella tecnica pro - tistologica. (Belluno. Tip Canessago. Pag. 4in-8.) 746 Marchesini R. Indirizzo alla tecnica microscopica. (Roma. Soc. edit. D. Alighieri, Pag. 80). RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Wier ae: ct nn IERI 747 Marescalchi A. L'azione dei bacteri nel vino. (Trento. L'Agricoltore, n. 6, pag. 68-70). 748 Mills A. Notes de technique mierosco- pique, (Siena. Boll. nat., n. 6, pag. 72-73). 749 Ministero di Agricoltura, ecc. Breve istruzione sul modo di combattere le cavallette. (Roma. Boll. di notizie agrarie, n. 9, p. 322-23). 750 Ministero di agricoltura, ecc. Breve istruzione sui modi di combattere Ja tignola della vite. (Ibidem, n. 9, ‘pag. 324-26). 751 Penzig O. La formalina liquido conser- vatore dei preparati vegetali. (Genova. Malpighia, pag. 831). N52 Perroncito E, Appunti sugli insetticidi, Studi ed osservazioni. (Torino. Unione Tip. edi- trice itorinose. Pag. 62. Prezzo L. 2). 753 Pitzorno M. Nuovo processo di conser- vazione a secco del cervello. (Sassari. Tip. Satta. Pag. 18). 754 Ruffini dott. A. Un metodo facile per attaccare in serie lo sezioni in celloidina e sopra una modificazione al metodo di Weigert. (Firenze. Monitore zool. ital., n.6=7, pag. 125-33, con 3 fig.) N55 Selvatico dott. Per distinguere le uova vive dalle morte. (Siena. Boll nat., n. 2, pag. 20-27). 757 Stefanelli prof. P. Conservazione delle libellule a colori fugaci. (Siena. Boll. nat. nu, pag. 24-26). x 758 Tassi F. Sull' antisettico non ha guari preconizzato da J. Poisson per la conservazione delle parti delle piante ece. (Siena. Atti R. Accad, dei Pisiocritici, Ser. IV, fase. 6-7, pag. 839-40). Soggetti varii o d' indole generale nr 759 A. M. Le spedizioni italiane nella peni- sola dei Somali. {Firenze. Bull. Sezione fioren- tina della Soc, afric. d'Italia fase, 4-5-6, pag. 107-120). 760 Arrigoni degli Oddi dott. E. La eaccia di botte o di valle nelle lagune di ‘Venezia. (Milano. Edìt. Garbini. Pag. 48 in-16. con fig.) 761 Beccari dott. ing. G. Filtro speranza. (Siena. Boll. nat., n. 1, pag. 1-3). 762 Bottazzi dott. C. L. La ferratura dei cavalli colla lega-alluminio. (Pisa. Giornale d' Ippologia, n. 16). S. BROGI direttore responsabile 763 Bòttego cap. V. Il Giuba e i suoi af- fluenti. (Firenze. Bull. sez. fior. Soc. Afr. d'Italia, fase. 1-2, pag. 3-21). 764 Bottego cap, V. Conferenza sulla esplo- razione del Giuba. (Napoli. Boll. Soc. afr. d'Italia, fase. XI-XII, pag. 170-86). 765 Bruttini A. In difesa della mezzadria. (Milano. Critica sociale n. 1. Estr. di pag. 8 in- 16) 766 Bruttini A. Gli attuali contratti agrari in Sicilia e il tornaconto dei contadini, (Firenze, L'Agricol. ital., fase. 282-838. ‘Estr. di pag. 26 in-8.) 767 Camerano prof. L. Michele Lessona. Notizie biografiche e bibliografiche. (Torino. Boll. Musei di Zool. ed Anat. comp., n. 183. 73 pag. in-8. con ritratto). 768 Camerano prof. L. Francesco Gasso. Cenni biografici, (Ibidem, n. 189. 8 pag. in-8.) 769 Dal Nero V. Proverbi ornitologici vero- nesi. (Verona. Atti Accad. di agricol. ecc. Estr. di pag. 20 in-8.) 770 Danielli dott. I. Contributo allo studio del tattuaggio negli antichi peruviani. (Firenze. Arch, per l'Antropol. e l'Etnol., fase. 1. Estr. di pag. 16 in-8., con 4 tav.) 771 De Blasio A. Ulteriori osservazioni in- torno al tattuaggio dei camorristi napoletani. (To- rino, Arch. di Psichiatra ecc., fase. VI. Estr. di pag. 24 in-8) 7712 De Blasio A. Usanze camorristiche. Parte prima, (Napoli. Tribuna giudiziaria, n. 45. Estr. di pag. 16 in-16.) 773 De Suzzara-Verdi dott. T. Vita ame- ricana (T'raduz. dall'inglese, con introduzione ori- ginale di Edoardo Arbib). (Milano. Bait. Hoepli. L. 4). ’ 774 Festa dott. E. (Viaggio del dr. E. Festa in Palestina, nel Libano e regioni vicine). Parte narrativa. (Torino. Boll. Musei di Zool. ed Apnat. R. Univ., n. 172, pag. 40). 775 Giuliani C. Cassala. (Firenze. Bull. sez. fior. Soc. afr. d'Italia, fase. 3-4, pag. 57-64). 776 Grillo N. Sulle illusioni dei sensi. (Siena. Riv. ital. Se. nat., n. ll, pag. 1353-36). 777 Lazzaro N. Archeologia africana. Gli scavi delle piramidi. (Ibidem, n. 9. pag. 109-10). (continua) Siena Tip. e Lit: Sordo-muti di L. Lazzeri be ii n n a AR - dé dei seta ta iena A i). È; SI r Ù ‘Anno XVI N° 4 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 1° Aprile 1896 _—tttt.rr.)k]kKX*Y—[ Mli!|MlG5!z!z«.{db©/© È©wyecr°)t e.,}rejswfg/|/]]E ][ [ w ;[i]]];xo«eoL-oeE7;pdDIJI SOMMARIO Ronchetti Vittorio. Accrescimento anormale degli incisivi in un Mus musculus albinus. Pag. 4l. Lino Blasio dott. Abele. Il cranio scafoide di A. G. P. di Napoli. Pag. 42. Rivista bibliografica. Da pag. 46. a pag. 53. Bibliografia italiana di Scienze naturali (cont.) Da pag. 53. a pag. 56. VITTORIO RONCHETTI ACCRESCIMENTO ANORMALE DEGLI INCISIVI in un MUS MUSCULUS ALBINUS In questi ultimi anni furono pubblicati parecchi casi di anormale accrescimento dei denti neisivi nei Roditori. Così Saverio Raspail osservò una tale anomalìa in un coniglio, Gadeau du Kerville in una lepre, Camerano in una marmotta, Corrado Parona in due conigli, Pavesi an- cora in una lepre. Ciò mi spinge a descrivere un teschio di Mus Musculus albinus, che ho ora sott'occhio, in cui sì rinviene appunto una tale anomalìa, L'animale, quando fu ucciso e mi fu portato, aveva l'età di sette mesi. Il suo sviluppo era deficiente, e le sue dimensioni erano alquanto inferiori, mi si disse, a quelle di altri nati della stessa nidiata. Il primo fatto che colpisce all'osservazione del teschio, è una deviazione molto evidente di tutta la faccia. La linea mediana superiore incomincia a deviare verso destra a livello della spina nasalis, e la deviazione è tale, che l’ estremità anteriore della sutura, che congiunge le due ossa nasali, si trova circa 5 millimetri a destra di una linea immaginaria prolungante in avanti le suture sagittale e fronto-frontale. Questa deviazione interessa le ossa nasali, intermascellari, ma- scellari e palatine. L'apertura incisiva, ha forma di cuore molto allungato e obliquato a destra. La mandibola devìa un :poco da destra verso sinistra nella parte anteriore delle sue branche orizzontali. In grazia di una tale anomalìa delle ossa della faccia, gli incisivi inferiori non combaciano cogli incisivi superiori; viene così a mancare quella continua usura, che serve a compensare il continuo accrescimento nei così detti denti senza radice: di lì lo sviluppo enorme che ebbero questi incisivi, L'incisivo superiore sinistro è lungo 20 millimetri nella sua parte coronale. Si dirige in basso dapprima, poi indietro, da ultimo in alto, descrivendo un arco di cerchio, e andando a toc- care colla sua estremità libera il palato un millimetro in avaati al margine posteriore dell' aper- tura incisiva. Esso non è verticale, ma un po’ inclinato, dirigendosi d' alto e da sinistra in basso e a destra in modo da incrociare l'incisivo superiore destro. L' incisivo superiore destro è un po’ più corto, misurando solo 14 millimetri nella sua parte coronale. Forma anch'esso un arco di cerchio aperto in alto e va quasi a toccare il palato un millimetro indietro al margine anteriore dell'apertura incisiva. Non è verticale, ma bensì obliquo d'alto in basso e da destra a sinistra: incrocia l'incisivo superiore sinistro, passandogli di dietro. Questi due denti sono schiacciati nel senso laterale: il loro spessore nel senso antero-posteriore è di 2 millimetri: lo spessore nel senso laterale è di 1 millimetro. di à % e 0, ira 4; 42 » RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Gli incisivi inferiori hanno lunghezza uguale, e misurano 19 millimetri: descrivono un arco di cerchio aperto in alto ed indietro: sono a contatto fra loro nella metà inferiore, divergono nella metà superiore. Per forma assomigliano ai superiori, pur essendo più tondeggianti. Da quanto fu detto si può ritenere, che, secondo la classificazione teratologica di Isidoro Geoffroy Saint-Hilaire, nel mio topo esiste una emiteria di forma e di disposizione, da cui dipese l'enorme accrescimento dei denti incisivi. Tale vizio di conformazione ha molta analogia con. quello osservato in una lepre dal Gadeau du Kerville, e coll'altro pure di una lepre osservata dal prof. Pavesi, tranne che nel mio topo la deviazione è da sinistra a destra, mentre nella lepre del prof. Pavesi è da destra a sinistra. Come causa iniziale patogenica non rinvenni alcuna ulcerazione ossea dalle parti alveolarì dei denti, come invece successe al Raspail nel suo coniglio: ma, come nella lepre del Gadeau du Kerville e in quella del Pavesi, l'accrescimento anormale degli incisivi, come ho già aecennato più volte, deve essere ritenuto secondario al vizio di prima formazione delle ossa della faccia. Quanto poi alle conseguenze che tale vizio di conformazione portava con sè, ho già fatto ri- levare fin da principio come l'animale avesse sviluppo deficiente; e ciò ci assicura, che la nutri- zione non poteva effettuarsi in modo normale. ‘l'orino, 13 Gennaio 1896, BIBLIOGRAFIA. Grorrroy Satnr-HiLatre. - Histoire gén. et partie, dos unomalies de l’orzanisation, ou Traité de Tératologie. Paris 1832, Xavier RAspAIL. - Sur un dévellopement oxagéré des incisives d'un lapin de garenne, in Bull. Soc. Zool. France, XIX, 1894. pag. 117, Gaprau pu KerviLLE. - Note su une téte osseuse anomale de lievre commun. Ibid. XX, 1895, pag. 56, Lorenzo CAMERANO. - Dévelloppement exagéré des incisives chez une marmotte. Ibid. pag. 55. Corrapo Parona. - Anormale accrescimento degli incisivi nei conigli, in Atti Soc. ligustica se, nat. e geogr. VI, 1895 (estr. pag. 6 con ) tav.) Pierro Pavesi. - Intorno ad un altro caso di emiteria per accrescimento degli incisivi di lepre, in Boll. scient. di Pavia. XVII, 2-3 (estr. pag. 4 con l tav.) IL CRANIO SCAFOIDE DI A. G. P. DI NAPOLI Notarella anatomica di A. DE BLASIO Il cranio di cui mi occupo, proviene dal 3. reparto del cimitero di A. G. P. di questa città, che, per chi nol sappia, fu posto allo scoverto nel luglio del- l'anno passato a scopo di sistemare il Corso Re d'Italia, ilquale, come una grande arteria, divide in due ì più luridi quartieri della nostra Napoli; e siccome l’ospe- dale, che forniva il materiale a quei carnai, riceveva in cura anche ammalati di altre nazioni, non esclusi gl’ infedeli, purchè affetti da ferite, da febbre o da piaghe curabili; così ci è riuscito difficile poter precisare il luogo di nascita dell'individuo al quale questo teschio apparteneva; ma dal millesimo, che ve= devasi inciso sopra una delle pareti della fossa, si arguisce che vi fu inumato RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 43 verso il 1567 e dallo stato delle ossa e dai caratteri sessuali si deduce ‘anche che si spettava ad un maschio, che, quando cessò di vivere, non contava meno di 70 anni. Questo fatto dell'età distrugge ciò che fu scritto da von Baer, cioè che gli scafocefali abbiano corta vita. Visto questo eranio nel suo assieme presentasi lungo, stretto, schiacciata in tutta la lunghezza del suo diametro trasversale; allungato invece nel senso antero-posteriore e posato, senza mandibola, sopra un piano orizzontale esso vi poggia coi processi mestoidei in dietro e con un residuo della porzione alyeo= lare in avanti. Studiato di prospetto (figura 1.) notasi che la fronte è ampia in basso e va poi man mano restringendosi in alto assumendo, questa regione, l’a- spetto di un arco a sesto acuto. Siccome poi quest'osso fa ernia innanzi, così vedesi sporgere sul profilo della faccia ed offre ciò che il Broca chiamò me- topismo. Le linee curve del frontale sono marcate, mediocremente accen- tuata è la bozza nasale; le arcate so- praccigliari invece non presentano spor- genza di sorta. I forami sopra-orbitali esistono da ambo i lati. Le orbite sono mezzane, quadrangolari ed incli- nate ‘all’esterno, i; Pig. 13 — Norma facciale: ‘ Le ‘ossa nasali sono lunghe, larghe, fuse e frastagliate nella porzione libera, L'apertura nasalè esterna’ è ampia ed il setto verticale di divisione trovasi lievemente spostato a sinistra. i i Le ossa malari sono sviluppate parecchio nel senso della larghezza e le fosse mirtiformi sono poco accentuate. si . La porzione alveolare del mascellare superiore, a causa dell'età, vedesi quasi del tutto assorbita. [ La mandibola presenta il corpo accorciato, il mento sporto innanzi e non conserva dei 16 denti che il canino sinistro ed il prmo molare destro. Chi guarda questo teschio di lato (figura 2.3) è colpito dal gran predominio che il cranié cerebrale prende sul facciale. Mancano le tuberosità parietali, strette e profonde si presentano le fosse temporali; robustissimi sono i pro- cessi mestoidei e diétro le apofisi stiloidi, che sono lunghe 32 mm., si nota una solcatura. I forami auditivi sono grandi; e delle suture visibili da questo lato non ne restano che accenni soltanto, dei quali alcuni spettano alla fronto-malare destra ed altri alla temporo-parietale sinistra. 2 cirie di intitolati 44 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI RIE: PE E La linea mediana della calvaria è provvista di un rilievo, che si origina da alquanti millimetri in dietro della coronale per arrestarsi alla lambdoidea. La regione occipitale, se il cranio si guarda di dietro, mostrasi molto spor- gente, il che si rende più manifesto per l'assenza delle tuberosità parietali. La porzione superiore dell’ occipitale, che s'incunea fra i parietali, vedesi spinta molto in alto e dista dai fori parietali per 3 mm. soltanto. Le linee curve su- periori ed inferiori, la cresta e la spina occipitale esterna e le impronte, che davano attacco ai muscoli grandi complessi sono tutte ben marcate. i Fig. 2.4 — Norma laterale Studiato di sopra (figura 3.8) ci ricorda, questo cranio, la forma di una barchetta capovolta la cui chiglia sarebbe rappresentata dal rilievo a cresta e lungo esso sì vedono sparsi un gran numero di forametti nutritivi. Della coronale non è sfuso che il solo tavolato esterno e le dentellature sono conformate a grossi angoli. Il forame occipitale è asimetrico; e ben marcati si vedono i condili occipi- tali e i processi mastoidei; e ciò se il cranio studiasi di sotto. Internamente poi, la volta del cranio offre, nella linea mediana, bene svi- luppata la cresta coronale, la quale si continua in sopra fino ‘al terzo infe- riore del frontale. Manca la gronda longitudinale. Profondi e ricchi di diramazioni secondarie sono i solchi per i quali pas- savano le arterie meningee medie. Le ossa della volta variano di spessezza dai 5 ai 12 millimetri. Nella base vedesi bene sviluppata l’apofisi crista-galli; strette e profonde sono le fossette laterali anteriori e medie e delle due scissure sfenoidali. ne restano due fori irregolari. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI #5 a ee —————_ Tu La fossa pituitaria è profonda, la lamina quadrilatera è poco sviluppata in larghezza ; l’apofisi clinoide ante- riore di destra vedesi fusa con quella posteriore dello stesso lato. La gronda basilare è ampia. Le fosse cerebellose sono parecchio sviluppate nel senso dell’ampiezza e lungo la gronda longitudinale, che è sostituita in parte da un grosso cor- done, si notano due fossette; una al punto dove doveva corrispondere la protuberanza occipitale interna, ed un'altra presso l’ opistion. Questo cranio pesa 960 grammi dei ; qualispettano allamandibola 60 soltanto. Fig. 3.3 — Norma verticale n'a Varie ipotesi e diverse congetture furono ideate per spiegare le cause che producono la scafocefalia e dotti scrittori, fra i quali ricordo il Virchow, il Calori e l'esimio Morselli si occuparono di questa deformazione sinostotica, che, nella sua forma tipica, è rappresentata da un cranio, che presenti l' aspetto di una barca capovolta. Siccome, con questa mia nota anatomica ho mirato di apportare un mo- desto contributo alla sola casuistica della scafocefalia; così, per le varie in- terpetrazioni emesse, per spiegare tale anomalia, rimando il lettore ai lavori speciali (1). Dalle seguenti misurazioni rilevasi poi che il nostro scafocefalo (1) a) ScHapE - Dissertant. inaug, Conf. Davis, Calori e Morselli. b) CaLorI - Sopra un cranio scafoideo. Mem, della R. Ac. delle Scienze di Bologna, Ser. II, Tomo X, 1871. x c) MorseLLI - Sopra un cranio scafoide. Annuario della Società dei Naturalisti di Modena, Serie II, vol. VIII, fascicolo 1. d) VigcHow - Ueber den cretinismus etc. (Gesam. Abhandlungenzur wissenschaft. Med. 8, 906 u 907 n. 12) Zur Entwicklungsgeschicthte ‘des Cretin. und Schideldifformit (in Gesam Ab- kandel 1856. Archiv. fir Anatomie, 1858). e) Mingazzini - Osservazioni intorno alla scafocefalia. Roma, 1892, f) Mirto - Contributo alla craniologia degli alienati. Annali di nevrologia, fasc. 3-4, 1894. 9) Mincazzini e FerRARESI - Encefalo e cranio di una microcefala. Cranio megalocefalo e cranio scafocefalo. Atti della R. Acc. medica di Roma, 1886-87. h) Lecce - Di un'anomalia sinostatica del cranio. Camerino 1884 confronta anche Mixcuix nel Dublin quaterly journal of medicine vol. XXII p. 350-875. Von Baer die Mahrohephalen etc. (Mem. Ac. delle Sc. de Saint Petersbours, vol. II, Serie VII). i) Nicotosi-TrrRIzzt - Su di un teschio umano scafo-ultra-dolicocefalo-ortognato. Atti dell’ Ac. ur ® i eda i a i 46 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI può essere diagnosticato come microcefalo, ultra-dolicocefalo, platicefalo, lep- torino, microseme, ortognato e cameprosopo perchè la c. c. è uguale a 1250 e gl'indici sono rappresentati dai numeri 591, 665, 379, 825, 838 e 900. | Capacità cubica . . — 1250 | Lunghezza dei parietali inetibcigi (1) Diametro a. p. S a b 203 | Diametro basi-nasale . 2 ESPSHD] « ae : c i 120 « basi-alveolare : 93 « Vi + VT 135 < basi-occipitale È 79 Circonferenza orizzontale . 525 « bi-zigomatico x 111 Orbite larghezza . x 4 40 « naso-alveolare Bi 70 « altezza bg A 33 < naso-mentonierò . ‘101 Naso altezza . ; x ; 58 « bi-mastoideo . RL. 100 « larghezza . . ; 22 | Indice cefalico | (4A 591 Foro occipitale lunghezza . 31 « — verticale (( . 5 665 < < larghezza . 28 < nasalgl)i0/) osze:q milfn 379 Lunghezza delle ossa nasali 33 « orbitale i 19 04% 825 Spazio inter-orbitario . . 32 « alveolare . puurtene ilng9g Curva naso-occipitale . 5 395 « facciale È ; 900 « « P. frontale . A) 130 « « P. parietale 7 125 « « P. occipitale . 140 F Museo antropologico della R. Università di Napoli, Gennaio 1896. i Gioen. di Sc. nat., serie 3.5, vol. XIV, Catania 1878. J) Foà - Osservazioni anatomiche-patologiche fatte nel manicomio dì Pavia. Morgagni 1874, k) Zaaver - Sur les crAnes scaphocephales. Journal Neéerlanduise 10 Sep. 1874. ?) MorseLLI - Sulla scafocefalia. Archivio per l'antropologia e la etnologia, 1876, m) IsipeM - Sullo scafocefalismo. Ibidem, 1875. RIVISTA BIBLIOGRAFICA. Pubblicazioni ricevute in dono e per le quali ringraziamo i gentili autori od ‘editori L'amministrazione s'incarica di procurarè agli abbonati, senza aumento di prezzo, le pubblicazioni delle quali $ segnato il costo, ed anche le altre se possibile; ma per queste ultime occorre che i richiedenti inviino con la do- manda, cent. 30 per la francatura della corrispondenza. UNA NUOVA PUBBLICAZIONE DI PALEONTOLOGIA. Il primo volunne, da poco ‘uscito, della Pàlaeontographia italica (Memorie di Paleontologia pubblicate per cura 'del prof. M. Canavari) non ci fa rimanere neppure secondi in questo genere di pubblicazioni a néssun altro paese, compresa la Germania. Una sìmile raccolta costituiva un desiderio di tutti î eultori di quella scienza che possiede l' unica chiave sicura per scoprire i rapporti cronologici dei terreni e ‘che cu- stodisce gelosamente le ragioni che militano in favore della teoria dell'evoluzione. ‘La conbsciuta perizia ed ìl generoso anìimo del Canavari e dei suoi amici e discepoli Fucinî, Greco e Vinassa de ‘ Regny seppero vincere tutti gli ostacoli che sì frapponevano all'attuazione ‘del comune desiderio. Alla lodevole iniziativa non mancarono meritati incoraggiamenti dall'Italia e dall’ estero. Lo splen- dido volume di 275 pagine è arricchito da 18 tavole, di cui 4 doppie, ottimamente riuscite softo'il punto di vista scientifico ed artistico. privi pari di >| A è ALe Ba i pe e n aaa a è» «aL. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 47 de, TTTOOOOOOT TTT oo———___——___—>—_rT—&—&@< — I paleontologi più laboriosi, fra i migliori, collaborano con memorie originali, nella formazione del volume. Il Parona (Nuove osservazioni sopra la fauna e l'età degli stratì con Posidonomya alpina neì Sette Comuni) dopo aver accuratamente descritto e figurato la fauna costituita da resti di molluschi e molluscoidi, con ben appropriatì confronti e sagaci argomenti conclude sul possibile riferimento degli strati in istudio al Calloviano. — Il Tommasi, con somma abilità, raccoglie quanto già formava patrimonio della scienza, aggiungendovi un tesoro dî proprie osservazioni, ìntorno alla (Fauna del Trias inferiore nel versante meridionale delle Alpi). — ll Nevianî maestrevol- mente studia la numerosa fauna degli eleganti briozoi che rendono îl Monte Mario la ricchissima fra le località che diedero questi animalucci (Briozoi fossili della Farnosina e Monte Mario presso Roma). Coglie il destro l'A. come i due precedenti, per descrivere nuove forme per la scienza, per proporre modificazioni sistematiche, e per esporre le proprie opinioni intorno al classico giacimento, La revisione dei foraminiferi illustrati dal Costa (1857), estratti dalle marne dol Vaticano, forma l'oggetto delle sapienti ricerche del Fornasini (Foraminiferi della marna del Vaticano il- lustrati da O. G. Costa). Questi, con la nota competenza, non solo rettifica la determinazione, ma trae argomento dalla faunula per inferire che il deposito si deve essere formato a notevole pro- fondità, forse durante l'epoca messiniana. — La prima fauna dì Corallarii pliocenici italiani viene descritta ed in parte rappresentata dal Simonelli (Gli Aotozoi pliocevîci del Ponticello di Savena presso Bologna). L'A. svolge dotte discussioni intorno alle singole forme delle quali alcune sono ‘nuove ed il loro habitat è così profondamente studiato da fare ammettere per la zona a Corallarii un minimo batimetrico di 500 m. Ciò conforta con argomenti desunti dai molluschi fossili e dalla natura del materiale. Secondo l'A. il complesso degli individui non presenta rapporti con gli Antozoi tuttora viventi nel Mediterraneo; ma trova intime analogie con quelli che prosperarono nelle regioni ‘circum-mediterranee, nel mare basso, durante il Miocene medio — Segue un magistrale e poderoso lavoro del Bassani (La ittiofauna della Dolomia principale di Giffoni) (prof. di Salerno) che, con dotta’ penna, deserive una ricchissima fauna di Pesci fossili. Varcherei di molto i limiti imposti se volessi accingermi a spigolare qualche pregio di tanto lavoro, che necessariamente dovrà con- sultare chiunque voglia, in qualsiasi regione, occuparsi di pesci fossili mesozoici. — Chiude la col- lana dei preziosi stùdii quello del Vinassa de Regny (Synopsis dei molluschi terziarii dello Alpi venete). Di questa lunga opera è uscita alla luce solamente la prima parte, L' ubettosa messe: pa- leontologica, la diligenza nell'esposizione, rendono la Synopsîs utilissima al paleontologo che si affatica intorno alle faune terziarie di molluschi. È da augurarsi che gli scienziati italiani e stranieri cui è affidato, con nobili parole, così grande tesoro paleontologico corrispondano largamente alla generosa iniziativa del prof. Capavari, ‘e dei dottori Fucini, Greco e Vinassa de Regny. Con imitabile esempio eglino dettero la vita alla pubblicazione di proprio impulso per il solo amore ardente che nutrono per la scienza che degna- mente professano. A loro sia lode ed onore! Alla pubblicazione lunga vita! Gli scienziati ricono» scenti avranno così salutato la comparsa del novello astro sul campo paleontologico. PASSERINI prof. N. Esperienze di concimazione del frumento nei terreni gar lestrini. (Modena 1895. Le stazioni sperimentali agrarie italiane fase. XII, Estratto di pag. 16 in 8.°) Da queste esperienze si apprende che il miglior resultato conseguito, fu adoprando come con- cime per il frumento il solo nitrato di soda. PASSERINI prof. N. Sul potere assorbente per la umidità che alcune materie concimanti comunicano al terreno. (Modena 1895. Le stazioni sper. agr. ital. fasc. XII Estr. di pag. 16 in 8.°) In una tenuta presso Cecina, del Cav. Salvatori, la siccità dell'estate 1894 non produssé al grano danni rilevanti come nelle località circonvierme. A quel grano erano stati dati abbondantemente concimi chimici e ritenendo che la maggior resistenza alla siccità fosse dovuta appunto all'azione di questi concimi, l'egregio A. ha fatto uno studio in proposito, ricercando ‘quale influenza sull’ assorbimento e sull’ evaporazione del suolo abbiano ì diversi concimi, e con» cludendo con il confermare che i concimi chimici e particolarmente il nitrato sodico, come già di- mostrarono Mintz e Girard, hanno la proprietà di aumentare la umidità del terreno, i fini e ld * " PRO CZ NET, riti Ò 48.0 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI l e e e eee———_____- PASSERINI N. Sulla quantità di acqua contenuta nel terreno durante la estre- ma siccità estiva del 1894. (Modena 1895, Le stazioni sper. agr, ital. fasc. X. Estr, di pag. 4 in 8.°) Esposte alcune considerazioni generali e parlato della straordinaria siccità della estate 1894, riferisce i resultati di varie analisi eseguite in quell'epoca, su diversi terreni, con lo scopo di con- statarne la quantità di acqua che contenevano. DE SIMONE cav. ing. NICOLA. Auto-interruttore idraulico, (Firenze 1895. Tip, Galletti e Cocci. Pag. 8 in 8,° con 1 fig) È una semplice ma ingegnosa valvola di sicurezza uu- tomatica, utilissima nelle condutture forzate delle acque potabili, poichè serve per l'arresto del- l'efflusso dai condotti idraulici forzati, nei casi di improvvisa rottura dei tubi e quando per inav- vertonza fosse lasciato aperto qualche rubinetto. È già stata applicata nella conduttura dell’ acqua al R. Palazzo Pitti di Firenze e vi funziona egregiamente. La sua semplicità ne rende facile la montatura e difficili i guasti. x GALLI-VALERIO dr. BRUNO. Manuale di Parassitologia in tavole sinottiche. Milano 1896. Edit, Rechiedei. Pag. 130 in 16. Prezzo L. 3, 00) I nostri lettori conoscono già un altro pregevole seritto dell' egregio A. Fu pubblicato in questo periodico nell'annata 1893 e portava per titolo: Le tenie dell'uomo e digli animali domestici, in tavole sinottiche, Ora egli ha ampliato il lavoro, estendendolo a tutti i vermi ed artoprodi parassiti dell'uomo e degli animali domestici. Il primo capitolo tratta della Tecnica per la raccolta e conservazione dei detti vermi ed artropodi; quindi cominciano le tavole sinottiche che sono sessantatre comprendenti i Cestodi, Trematodi, Acantocefali, Nematodi, Anellidi, Aracnidi, Ditteri e Emitteri; infine è un appendice per la clas- sificazione dei Cestodi. É un libro utile per gli studenti ed esercenti medici e veterinari, ai quali facilita la conoscenza e classificazione di questi animali, risparmiando le lunghe ricerche e la spesa per opere e me- morie molteplici e non facili a procurarsi, CAMERANO prof. LORENZO. Descrizione di una nuova specie di Gordio del Basso Beni (Bolivia) raccolta dal prof. L. Balzan. (Genova 1896. Annali Museo civico di Se. nat, vol. XVI. Gennaio. Estratto di pag. 4 in 8.°) È il Chordodes Balzani fondato su di un individuo g° esistente nel Museo civico di Genova ed è alquanto affine al C. verrucosus Baird dell' Africa equatoriale. GRIFFINI dott. ACHILLE. Antracidi del Piemonte. Nota preventiva. (Torino 1896. Boll, dei Musei di Zool. e Anat. comp n. 225. 4 pag. in 8.° con 1 fig.) L' egregio A. ha pubblicato negli Annali della R. Accad. di agricoltura di Torino, uno studio monografico sugli Antracidi del Piemonte, con tavole dicotome per la distinzione dei generi e delle specie, diagnosi, descrizioni mi- nute, sinonimia ece. Nella presente nota preventiva dà un breve annunzio riassuntivo. I generi dei quali si occupa sono: Antiraa (Scopoli) con 16 specie; Argyromoeba (Schiner) con 9 specie di cui 2 nuove: A. virgo, subsp pedemontana, A. nivea subp. Lioyi; Ewoprosopa (Maceq) con 3 specie. GRIFFINI dott. ACHILLE. Nota sinonimica intorno al Conocephalus nitidulus (Scop.) (Torino 1896. Boll. dei Musei di Zool. e Anat. comp. n, 225. Pag. 2 in 8,°) Consultando l' antica opera dello Scopoli intitolata « Deliciae florae et faunae insubricae » pubblicata nel 1786, l' egregio A. trovò che il comunissimo locustide noto con il nome di Conocephalus mandibularis, era stato dallo Sco- poli, nella detta opera, già descritto e figurato con il nome di Gryllus nitidulus. Per giuste ragioni di priorità, deve adunque questo insetto essere da ora innanzi denominato Conocephalus nitidulus ($copolì). L'A. riporta quì la descrizione data dallo Scopoli e la principale sinonimia di questo locustide. GRIFFINI dott. ACHILLE. Une nouvelle et meilleure figure de ma Plangia ve- neta g°. (Narbonne 1895. Miscellanea entomologica n. 12. Estratto di pag. 2 in 8.° con l fig.) Essendo mal riuscita la figura che accompagnava la deserizione della nuova specie di locustide del Madagascar, dall' egregio A. pubblicata nel 1893 sotto il nome di Plangia veneta, egli ha fatta ese- guire una nuova figura che riproduce nella presente comunicazione. GRIFFINI dott. ACHILLE. Notes sur la faune entomologique piémontaise. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 49 (Narbonne 1896. Miscellanea entomologica n. 1. Estratto di pag. 4 in 8.°) In questa che è la set» tima nota su tale argomento, si occupa della RAyssa (Thalessa) clavata (Fabr.). Ghiliani che nel 1872 scoprì per il primo la presenza della Thalessa clavata in Italia, per certe osservazioni fatte ritenne che in questo imenottero le nascessero avanti i g' e che a causa di ciò, solamente ì g' natii primi potevano accoppiarsi. Ora avendo il dott. Peracca raccolto uno dì questi insetti viventi il 25 ottobre 1895 e non concordando questo con le osservazioni del Ghiliani, l' egregio A. espone ciò che ègli pensa in proposito. Venendo al parere emesso dal Ghiliani sulla poca analogia degli individui piemontesi con la specie tipica, si intrattiene sulle loro caratteristiche e quindi descrive la varietà piemontese come una sotto specie, dedicandola al prelodato Ghiliani, GESTRO R. Res Ligusticae XXIII. Nuove osservazioni sugli Anophthalmus. (Genova 1896. Annali Museo civico di St. nat. vol. XVI Gennaio. Estratto di pag. 4 in 8,9) Con queste osservazioui l' egregio A. viene a dimostrare come l' Anophthalmus ligurieus (Deick) non è sinonimo dell’ A. Doriae (Fairm.) come si è fin ora ritenuto, ma che esse sono due specie distinte delle quali la pria abita le grotte delle vicinanze di Spezia, mentre l'altra trovasi in quelle del territorio di Borghetto di Vara. SALVADORI T. Uccelli raccolti da don Eugenio dei principi Ruspoli durante l'ultimo suo viaggio nelle regioni dei Somali e dei Galla, (Gonova 1896. Annali Museo civico di St. nat. vol. XVI. 7 Febbraio, Estr, di pag. 4 in 8.°) Fra le trentadue specie citate, tro- vansene 3 nuove e sono: Z'uracus ruspoliî, Serinus wantholaema, Hyphantornis dichrocephala. SILVESTRI FILIPPO. Chilopodi e Diplopodi di Zante. (Genova 1846. Annali Museo civ. di St. nat. vol. XVI, Gennaio. Estr, di pag. 4 in 8.° con 1 fig.) La fauna dei Chilopodi e dei Diplopodi di Grecia, non essendo stata fin ora illustrata da nessun lavoro speciale, era ussai imper- fettamente conosciuta, Gli esploratori italiani G. Doria e 0. Beccari recandosi ad Assab si ferma- rono a Zante per farvi ricerche zoologiche e fra le altre cose raccolsero anche gli animali dei quali l'egregio A. si occupa nella presente memoria. Sono nove specie di Chilopodi fra cui una nuova denominata Lithodius (Archilithobius) ionicus ; e sette specie di Diplopodi con ‘una specie nuova, la Ophyiulus pareilenicus. LEONARDI dott. COSIMO. Il frassino. (Messina 1895. Agricoltore mensile n4 232 a 235. Estr. di pag. 38 in 8.°) È un dettagliato studio su questa importante pianta, Parla della patria e della distribuzione geografica del Frassino; ne dà i caratteri botanici ; tratta della vegetazione, scelta del terreno, moltiplicazione, coltivazione, prodotto, rendita ed importanza agraria; ne enumera i memici sieno animali che vegetali ed indica le cause meteoriche che ne determinano il deperimento. LORENZINI A. La vera guida pratica del pollicoltore. (Pisa 1896. Pag. 200 in 8.° con fig. Prezzo L. 2,50) Il Lorenzini si occupa da molto tempo di avicoltura e con la pubblicazione di questa guida ha voluto mettere a parte gli allevatori delle cognizioni da lui acquistate durante questa sua lunga pratica e visitando i principali stabilimenti esteri e studiando e provando quanto altri hanno scritto in proposito. Trattandosi adunque di un libro dettato dalla vera esperienza, 6880 è davvero superiore agli altri fin ora esistenti specialmente in italiano. Si occupa del pollaio, della incubazione, alimentazione, allevamento ecc. delle varie razze di polli e di piccioni e dei tacchini, anatre e pavoni; tratta degli incroci, delle varie malattie con le cure da apprestarsi ece. occ. Il volume è in vendita al prezzo di L. 2,50. MELI prof. ROMOLO. Ancora sugli esemplari di Neptunea sinistrorsa Desh.(Fusus) pescati sulla costa d’Algeri. (Roma 1895. Boll. Soc geol. ital. vol. XIV fasc. 2. Estr. di pag. 8 con l tav.) Facendo seguito all' altra memoria sul medesimo soggetto pubblicata nel 1294, la quale dette luogo ad alcune osservazioni per parte del dott. G. di Stefano, l' egregio A. comunica di avere avuti altri due esemplari di Neptunea sinistrorsa provenienti ancho questi dalla costa algerina e poter quindi confermare quanto espresse nella precedente pubblicazione. L' egregio A. espone anche il resultato di confronti fatti fra gli esemplari della costa d' Algeri, con alcuni esem- plari fossili, ed uno vivente del mar del Nord, e ne deduce che la Neptunea sinistrorsa sia una forma localizzata, derivi dalla N. contraria, e già vivente nel pliocene e post-pliocene del bacino medi- 50 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI © ì LE AEEEnR*,.-.LLL___e— P _ terraneo, continui a riprodursi anche adesso nella parte australe del Mediterraneo stesso. La me- ‘moria è corredata di 5 figure. J MELI prof. ROMOLO. Ancora due parole sull’ età geologica delle sabbie clas- siche del Monte Mario. (Genova 1895. Boll. Soc. geol. ital. fase. 2, Estr. di pag. 16 in 8.9) È una serio di citazioni e di giusti apprezzamenti con i quali viene a concludere che il giacimento del Monte Mario presso Roma (Marne sabbiose, grigie e sabbie gialle fossilifere immediatamente superiori alle prime; sabbie gialle dell'alta valle dell'inferno; sabbie fossilifere con Donax, Meso- desma, Corbicula sce., di Acqua traversa) appartiene al pliocene superiore. MELI prof. ROMOLO. Sopra alcune roccie e minerali raccolti nel Viterbese, ‘(Roma 1895. Boll, Soc. geol. ital. fase. 2. Estr. di pag. 10 in 8.°) Citati i principali lavori sulla Geologia e Paleontologia del Viterbese, e notato come questo territorio sia stato fin. quì poco stu- diato dai naturalisti in generale, rende conto di diversi interessanti minerali e roccie che egli Stesso vi ha raccolti nelle diverse escursioni compiutevi. Trattasi di roccie eruttive, di splendidi cristalli di Sanidino con faccie terminali; di grossi cristalli di Augite; un frammento di nodulo di quarzo; Leucotefrite; Triopoli; sabbie quarzifere ; ocre gialle e rosse; cristalli di selenite, cal- cite, auyna, ecc. MELI prof. ROMOLO. Molluschi fossili estratti recentemente dal giacimento classico del Monte Mario presso Roma. (Roma 1896. Boll, Soc, geol. ital. vol. XIV. Estr. di pag. 12 in 8.°) La presente memoria fa seguito all'altra sullo stesso argomento da noi annun- ziata a pag. 140 del fascicolo 1 Novembre 1895. Trattasi di non poche altre specie rare o citate ‘con inesatta determinazione o anche non indicate affatto per quel giacimento, nei cataloghi fin.ora pubblicati, e perciò nuove per il pliocene superiore dei dintorni di Roma. Di interesse speciale è la presenza fra le specie marine plioceniche, di una specie di acqua dolce, la .Vivipara fasciata Mull var, pyramidalis Jan, la quale sebbene non rinvenuta in posto, era ripiena della stessa marna sab- biosa del giacimento marino e conteneva vari foraminiferi. Oltre i molluschi, l’egregio A. ha rac- colto in quella cava, da lui stesso fatta aprire dietro il monte della Farnesina esemplari di Echi- nocyamus pusillus (Mull.), Pyrgoma sulcatum (Phil.) e Zichenopora mediterranea (Blainv). MELI prof. ROMOLO. Notizie su resti di mammiferi fossili rinvenuti recente- mente in località italiane. (Roma 1896. Roll. Soc. geol. ital. vol, XIV. Estr. di pag. 20 in 8,9) Trattasi : Di un dente molare superiore di Mastodon arvernensis (Crviz. et Job.) rinvenuto nel 1892 nelle sabbie gialle del pliocene superiore di Tigliole in provincia di Alessandria, parlando del quale l'egregio A. prende occasione per ricordare in nota le varie scoperte di resti di Mastodonte fattosi in Italia ed i lavori illustrativi relativi a queste scoperte. Di una porzione di cranio di Canis associato a 6 incisivi superiori di Equus proveniente dalle sabbie gialle fra il lago di Chiusi ed il Trasimeno, Di vari resti di Elephas rinvenuti in provincia senese, e di parecchi avanzi di mammiferi trovati nella provincia romana. ALOI prof. ANTONIO. Dell'influenza dell’ elettricità atmosferica sulla vege- tazione delle piante. (Firenze 1895. Boll. Soc. bot. ital. Estr. di pag. 12 in 8,9) Essendo questa ‘la terza pubblicazione che su questo soggetto l'egregio A. ha fatta, per render conto delle ricerche da'lui iniziate in proposito fin dal 1894, ricorda quì quanto ebbe ad esporre nelle precedenti me- morie, quanto è stato riferito da altri studiosi ed i resultati ottenuti dai suoi ultimi esperimenti, (concludendo in modo definitivo: Che la elettricità nel terreno esercita una influenza favorevole «alla germinazione dei. semi. Che »la elettricità atmosferica esercita sulla vegetazione delle. piante ; una influenza benefica. Che aì noti agenti della vegetazione, luce, calore ed umidità, bisogna anche aggiungere la elettricità, PERUGIA ALBERTO. Sopra alcuni pesci raccolti alle Antille dal cap. Giuseppe Capurro. (Genova 1896. Annalì Museo civico di St, nat. vol. XVI. 6 febbraio, Estr. di pag. 8 in 8.9) Fra le undici specie di pescì dei quali è menzione in questa nota, trovansene tre nuove che sono: Serranus Capurri, Polynemus'Antillarum, Sicydium punctatum, delle quali l’egregio A. da la completa descrizione. i EtmMÌ a: RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI ' 51 X pp GROUVELLE A. Viaggio di L. Fea in Birmania e regioni vicine. LXVIII. Coly- dii des et Monotomides. (Genova i896, Annali Museo civ. di St. nat. vol. XVI. 7 febbraio Estr. di pag. 16 in 8.°) Delle trentadue specie qui citate, le seguenti sono per la prima volta descritte : Atyscus minutus, Hyberis inflatus, Cozelus birmanicus, Labromimus Gestroi, L. Feae, Neotrichus oylindricus, Teredolaemus concolor, Bothrideres Feae, B, frater, Erotylathris elongatus, Lepto- 9lyphus Feae, Cerylon frater, Monotomopsis n. g- monotomoides, Europs depressus, Holocephala longiceas, Shoguna Feae. SILVESTRI FILIPPO. Diplopodi di Borneo. (Genova 1896, Annali Museo civ. di St, nat. vol. XVI. 6 febbraio. Estr. di pag. 12 in 8.° con 7 fig) Dieci specie, delle quali ben 7 nuove, furono portate da Borneo fin dal 1865, frutto di una escursione fattavi dai naturalisti march. @, Doria e O. Beccari. A queste l' egregio A. ne agginge altre già note come abitanti în quelle loca lità e così in totale sono qui elencate 33 specie. Le specie nuove descritte ed illustrate con figure, sono: Platyrhachus dorsalis, P. longispinosus, P. magnificus, Thyropygus venerabilis, 7, aremosus, Rhynchoproctus Doriae, R. Beccariî, PREDA dott. A. Contributo alla flora vascolare del territorio livornese. (Fi. renze 1896. Boll. Soc. bot. ital Estr. di pag. 8 in 8.°) È la citazione della terza centuria di specie di piante vascolari dall egregio A. raccolte nel livornese, MARTORELLI dott. G. Nota zoologica sopra i gatti selvatici e loro affinità con le razze domestiche. (Milano 1898, Atti Soc, îtal. di Sc, nat. vol. XXXV. Estr. di pag. 32 in 8.° con 2 tavole) Riprodotta con la fotoincisione la figura di 2 gatti selvatici presi uno in Toscana @ l'altro in Sardegna e data una minuta descrizione di entrambi, onde dimostrare come essi non possono essere confusi con il Felis catus di Linneo, cioè con il gatto selvatico del Nord d'Europa, aggiunge anche la descrizione di quest’ ultimo e quindi analizza e paragona le descrizioni date da diversi autori mettendo in evidenza le differenze caratteristiche ed esponendo i rapporti che corrono tra i gatti selvaggi dell’ Europa, dell’ Africa e dell'Asia occidentale. Passando alla indicazione dello relazioni che i gatti selvaggi hanno con le razze domestiche, ed alle origini di queste, ne fa un dettagliato studio, sì occupa poi dei gatti rinselvatichiti e concludo ritenendo che i gatti selvatici di Sardegna e del littorale Toscano, differiscono totalmente da quelli delle Alpi e del resto dell'Eu= ropa settentrionale, e che pei loro caratteri possano formare una razza mediterranea molto stret- tamente affine al gatto fulvo (FP. maculata) il quale a sua volta ha grande affinità col gatto dei Caffri nell’ Africa meridionale e con le altre razze proprie dell’ Asia ed estese sino alla Siberia, Relativamente ai gatti di Sardegna ritiene assolutamente che essi sieno una emanazione o colonia dei gatti fulvi che ora vivono in Africa. CAPPELLINI prof. GIOVANNI. Rubble-drift e Breccia ossifera nell’ isola pal- maria e nei dintorni del Golfo di Spezia. (Bologna 1895. Memorie R. Accad. delle Scienze, Tomo V. Estr. di pag. 16 in 4.°) Fatta la storia dei depositi denominati Drift, Rubble 0 Rubble- drift è dei pareri emessi dai vari geologi che ne hanno trattato e li hanno illustrati nelle vario ‘ regioni, l'illustre A. viene a parlare diffusamente di un bel lembo di Rubble-drift 0 Drift di | Sangatte rinvenuto nei dintorni della Spezia all'isola Palmaria, Ne descrive i luoghi, studia i de- positi, la loro formazione, i rapporti con le caverne è brecce ossifere preistoriche, le traccie del- l'uomo in relazione ‘con dette caverne e depositi, e specialmente si occupa della Grotta dei Co- lombi nell'Isola Palmaria. CAPPELLINI G. Di una caverna ossifera presso Pegazzano nei dintorni di Spezia. (Roma 1896. Rendiconti R. Accad. Lincei fasc. 3, Estr. di pag. 8 in 8.°) L'illustre comm. Cappellini, che con diverse pubblicazioni aveva già reso conto degli studi e ricerche da lui fatto nelle non poche caverne dei dintorni del Golfo di Spezia, e che aveva tanto raccomandato di te- nerlo informato quando qualcosa di interesse geologico venisse rinvenuto in quelle località, fu nel Gennaio scorso avvertito cal prof. Alberti che era stato scoperto un enorme crepaccio ‘ricco di ossa fossili. Il Cappellini accorse sul luogo ed esplorò la nuova caverna situata nel lato meridionale di Monte Parodi presso Pegazzano, vi raccolse diverse ossa di Ursus spelaeus ed altre di un orso più [- RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI piccolo non ancora identificato. Della grotta e dei terreni adiacenti dà quì amplia descrizione e notizie. TOROSSI dott. GIOVANNI BATTISTA. La casa del Naturalista. (Vicenza 1896. Tip. Rumor. Pag. 16 in 8.°) In questa conferenza tenuta il 31 Gennaio scorso all’ Accademia Olim- pica di Vicenza, l'egregio A. dopo essersi trattenuto sulla poca ricchezza dei nostri musei di Storia naturale ed anche sulla poca cura che per molti di essi si prendono coloro alla cui direzione sono affidati, parla diffusamente dolle*ricche collezioni di animali vivi e conservati possedute dal distinto na- turalista dott. Giuserpe Scarpa e che egli custodisce e sempre aumenta nel suo palazzo in Treviso. BONOMI PIETRO. Nota zoologica sopra i Fenicotteri emigranti in Sardegna. (Cagliari 1896. Annuario 1895 del Club alpino sardo, Estr. di pag. 10in 8.°) Fondandosi sulle no- tevoli differenze di dimensioni e su quelle di colorazione e costumi che dettagliatamente fa notare, l'egregio A. ritiene cho sieno veramente due le specie di Fenicotteri che capitano in Sardegna; e conservando alla più grande il nome di Phoenicopterus roseus datogli dal Pallas, proponedì abban- donare quello di Phoenicopterus erythraeux che il Verreaux assegna ai fenicotteri piccoli prove- nienti dall'Africa tropicale e che era stato generalmente adottato anche per gli individui pic- coli della Sardegna e denominare questi Pheonicopterus minor (1). L' egregio A, ritiene che i feni- cotteri non nidifichino in Sardegna, NERI dott. FRANCESCO. Osservazioni chimiche ed istologiche sui becchi dei cefalopodi. (Pisa 1896. Processi verb. della Soc. tosc. di Sc, nat, Estr. di pag. 12 in 8.9) Questo studio chimico ed istologico sui becchi o mascelle dei cefalopodi, è stato compiuto nelle seguenti specie: Sepia officinalis (L.), Loligo vulgaris (Lam.), Octopus vulgaris (Lam), Eledon moschata (Lam), È il primo vero studio che si conosca su questi organi. Dall'esame chimico resulta che ossi rigorosamente non sono composti nè di pura chitina, nè di pura cheratina. L'egregio A. si trattione su queste due sostanze dandone i caratteri generici; quindi espone il modo come sì com- portano le mascelle dei cefalopodi ai vari reagenti e fa conoscere i caratteri per i quali questi organi differenziano e quelli per i quali rassomigliano al derma scheletro degli insetti, e i caratteri che hanno in comune colle sostanze cornee in generale. Indicatane la forma e la struttura macroscopica, passa a parlare della struttura istologica di questi becchi o mascelle. NERI F. Noterella entomologica. (Pisa 1896. Processi verb. Soc. toscana di Sc. nat. Estr. di pag. 4 in 8,°) È una comuuicazione sulla Empusa egena, insetto abbastanza raro fra noi e del quale l'egregio A. ha studiata una larva raccolta a poca distanza dalla Foce dell’ Ombrone presso Grosseto. NERI dott. FRANCESCO. Gli animali nella Divina commedia. (Pisa 1896. ‘ip. Nistri. Estr. di pag. 8in8.°) Nella Divina commedia si trovano molto sovente citati ì più comuni ani- mali. L' egregio A. ne ha fatto un accurato spoglio e presenta un prospetto nel quale sono esposti scientificamente classati gli animali rammentati dall’ Alighieri e che appartengono alle 5 classi dei Vertebrati agli insetti ed agli aracnidi, Vi è poì l'elenco delle diverse specie con la indicazione precisa dei luoghi ove sono state rammentate da Dante, BOLLETTINO DELLA SCUOLA AGRARIA DI SCANDICCI PRESSO FIRENZE. Ricerche ed esperienze istituite nei poderi sperimentali, nel laboratorio di chi- mica agraria e nell’ osservatorio meteorologico nel 1894, sotto la direzione del prof. N. Passerini. (Firenze 1895. Tip. Minori Corrigendì. Pag. 140 in 8.%) Il volume contiene ld __ (1) Ho avuta anche io occasione di esaminare un gran numero di Fenicotteri sia in Sardegna sia' a Tunisi e nella costa africana, e molti ne ho ricevuti qui in Siena inviatimi dai miei corri- spondeuti della Sardegna e della Barberia, ed ho spessissimo notata la grande differenza di dimen- sioni che passa fra ì varì individui. Anche in questi giorni ho ricevuti dalla Sardegna 2 Fe- uicotteri presi contemporaneamente, ì quali presentano le differenze distintive delle 2 specie ossia uno sarebbe .il rosews e l'altro l' erytàraews Verreux o minor Bonomi; ma debbo pure convenire» di avere osservati esemplari di dimensioni medie, che hanno fatto dubitare anche me si possa trat- tare di una sola specie. BroGI numerose memorie ed interessanti resoconti di esperienze eseguite presso la Scuola agraria dì Scandicci, ZAZA D' AUSILIO VINCENZO. Guida sanitario-igienica legislativa. (Maddaloni 1896 presso l'autore. In corso di pubblicazione) Conterrà la raccolta completa delle leggi, regola- menti, disposizioni legislative, decreti ecc. sulla igiene e sanità pubblica, analizzati articolo per articolo, con delucidazioni e pareri massime di giurisprudenza; istruzioni per le analisi delle prin- cipali sostanze alimentari ecc. ecc. Le singole voci sono disposte în ordine analitico-alfubetico, por facilitare le ricerche. La pubblicazione di quest'opera viene fatta a dispense settimanali di 16 PAR: in 8.9; le dispense saranno circa 100; l'abbonamento a tutta 1° opera franca di porto a domicilio costa L, 6;50 (1). È uscita la 1.3 dispensa. Bnool (1) L'autore rilascia a benefizio dei nostri abbonati lo sconto del 10 0{0 sul prezzo di vendita, A pe abbonati che desiderano avere quest'opera basta che mandino all'autore in Madda- oni L. 5,85. aaa BIBLIOGRAFIA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Questo catalogo di quanto viene pubblicato in Italia relativamente alle Scienze naturali, cre- diamo sia l'unico che sì stampi fra noi ed è forse perciò che gli studiosi e specialmente gli esteri, ci hanno spesso fatte calde preghiere a chè procurassimo di renderlo il più possibile com= leto Per la qual cosa preghiamo gli autori italiani e quelli esteri che scrivono în pubblicazioni italiane o di cose italiane, relative alle scienze naturali, a favorirci possibilmente una copia dei loro scritti, o fornirci anche solamente i dettagli sufficienti per poterne dare un annunzio simile ai seguenti. I gentili avtori che ci faranno questo favore, avranno un qualche compenso nel far così conoscere il titolo dei loro scritti nei centri scient:fici di tutto il mondo, poichè questa Rivista non solo è diffusa per i molti abbonati che ha, ma viene anche inviata in cambio nd oltre 200 pubblicazioni dei principali sodalizi scientifici italiani ed esteri. N. B. L'amministrazione #8’ incarica di procurare agli abbonati, senza aumento di prezzo, le pubblicazioni delle quali è notato il costo, ed anche le altre se è possibile, ma per queste ultimo occorre che i richiedenti invilno con la do- manda cent. 80 per la francatura della corrispondenza. reo >—_——— Pubblicazioni del 1894 ratico dei pescatori di Pavia. (Pavia, Boll. sto- ARL Su rico pavese. Estr. di pag. 72 in-8.) Soggetti varii o d' indole generale 784 Pero dott. prof. P. I laghi alpini val- tellinesi. Parte I. Valle dell'Adda, (Padova. Tip. del Seminario. Pag. 80 in-8.) 785 Pero prof. P. I laghi alpini valtellinesi. Parte II. Valle del Leiro. (Vicenza, Notarisia. Estr. di pag. 64, con | carta idrografica della Valtellina). 786 Regàlia E. Notizie sui Tshinyungwe, Ma-Goa e Watusi. (Firenze Bull. sez. fior. Soc. afr. d'Italia, fase. 3-4, pag. 79-86). 787 Schweinfurth G. Viaggio dei dott. 0. (continuazione) 778 Lizioli L. Formazione della grandine; metodo di studii e ricerche. (Firenze. Riv. scien- tifico-industriale, n. 7-8, pag. 73-79). 779 Malagodi dott. R. La Tenuta a Fras- sinara. (Parma. Tip. Adorni. Pag. 16 in-8.). 780 Melchiorre dott. prof. B. Nozioni di fisica, chimica e mineralogia ad uso delle scuole tecniche e delle preparatorie alle normali. (To- rino. Edit. G. B. Paravia. Pag. 132 in-8, con 9l fig. L. 1,60). 781 Mori A. Il viaggio di Elio Modigliani alle Isole Mentawei, (Firenze, Bull, sez. fior. Soc. afr. d'Italia, fasc 3-4, pag. 87-93). 782 Mori A. Timbùttu. (Ibidem, fase. 7-8, pag. 169-83). 783 Pavesi prof. P. Ordini e statuti del pa- Schweinfurth e M, Schoeller in Eritrea. (Napoli. Boll. Soc. afr. d' Italia, fase. 9-10, pag. 121-68). 788 Sella e Cermenati. In memoria di A, Bolla. (Roma, Boll, Soc. geogr. ital., luglio. Estr. di pag. 8 in-8.) 789 Valle P. Cassala, Cartum, Omdurman, (Firenze. Bull. sez, fior. Soc, afr. d' Italia, fasc, 3-4, pag. 65-75). 790 Vinassa dr. E. Resoconto del labora- e 54 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI — CruF@y9q[tig1roe—ouIr@‘——IEZu. torio cantonale d'igiene per l' anno 1893. (Bel- linzona. Tip. cantonale. Pag. 36 e 3 quadri in-8.) 791 Vinassa de Regny P. E. Un' escur- sione nelle Alpi venete. (Pisa. Atti Soc. Tose. di Sc, nat., pag. 33-41). 792 Zacharias dott. O. Sulla ripartizione degli organismi limnetici in un lago. (Pavia. Boll. scientifico, n. 3, e seg. Dal Forschunsberichte der Biologische Station zu Plén, tom. II). 793 * * * La idrofobia o rabbia nei cani e l'uso della museruola e della catena o guinzaglio. (Siena. Boll. nat. n. 11, pag. 133-34). Zoologia - Paleozoologia - Allevamento degli animali Aggiunte allo già pubblicate dal n, 1 al 384 795 Acî. Pesca ed acquicultura all’ esposizione di Milano, (Venezia, Neptunia, 15 maggio, pag. 109-10). 796 Am, La pesca degli « Agoni ». (Ibidem, 31 maggio, pag. 115-16). 797 Baldini U. Contribuzione allo studio degli Imenotteri del Modenese, Sfecidi Vespidi. (Mo- dena, Atti Soc. dei nat., fasc. 1, pag. 45-86, con l tav.) 798 Bentivoglio T. Note su Pseudonevrotteri. (Modena. Atti Soc, dei nat., fase. l, pag. 20-21). 799 Bettonì prof. E. Manuale di Piscicul* tura, (Milano. Edit, Hoepli). 800 Bittner A. Brachiopoden aus der Trias von Lagonegro in Unteritalien, (Wien. Jahrb, d. k. k. Geol, Reichs., h. 4). ; 801 Boccazzi I. La pesca presso alcuni po- poli dell'Africa e dell’ Australia. (Venezia. Ne- ptunia, 15 dicembre, pag. 273-76). 802 Calori comm. prof. L. Storia ed ana-, tomia di un Ectrodattilo umano adulto. (Bologna. Rend., R. Accad. Sc. dell’ Istit. (Riassunto), pag. 15-20). 803 Ciaccio prof. comm. G. V. Sopra l'in- terna tessitura degli occhi delle squille e spe- cialmente della Squilla mantis L. (Ibidem, pag. 105-106). 804 D. L. M. Studì sulla locomozione negli animali acquatici. (Venezia. Neptunia, 15 marzo, pag. dI). 805 D. L. M. Ricerche sulla migrazione deì pesci. (Ibidem, pag. 51-02). 806 D. L. M. dott. Una nuova malattia nelle anguille. Relazione. (Ibidem, pag. 77-79). 807 De Amicis G. I corallari dei terreni terziari dell'Italia settentrionale, collezione Mi- cheletti. Museo geologico della R. Università di Roma. (Roma. Mem. R. Accad, dei Lincei, Ser. V. vol, 1). 808 De Gregorio A. Nota su taluni coralli del terziario inferiore di Sicilia e della forma- zione delle argille scagliose. (Palermo. Natura- lista Siciliano anno XIII n. 4-6). b 809 Del Guercio G. La Cocciniglia del Pan- danus utilis (Fiorinia buxi) con un cenno sullo studio monografico del genere Fiorinia, (Firenze, Boll. R. Soc. tose. di orticoltura anno 19 pag. 177.83). 810 De Stefani C. Dècouverte d'une faune paléozoique à l' ile d' Elbe. (Paris. Bul. Soc. geol. de France S. Ill t, XXII, 1). 811 De Stefani Perez T. Imenotteri di Si- cilia raccolti nel territorio di Santa Ninfa in provincia di Trapani. (Palermo. Natur. sicil., n, 10 e seg) 812 Emery prof. C. Osservazioni sui pori cutanei dei Coccodrilli. (Bologna. Rend. R. Accad, Sc. dell'Istit. (Riassunto), pag. 119-20). 813 Emery prof. C., Gribodo prof. G. e Kriechbaumer dott. G. Rassegna degl’ Ime- notteri raccolti nel Mozambico dal cav. Forna- sini, esistenti nel Museo Zoologico della R. Uni- versità di Bologna. (Bologna. Rend. R, Accad. Sc. dell’Istit. (Riassunto), pag. 31-32). 814 Fucini A. Fauna dei calcari bianchi ce- roidi con PhyMoceras cylindricum Sow.sp. del Monte Pisano. (Pisa. Pag. 230 in 8.9, con 8 tav.) 815 Gribodo G. Seconda contribuzione alla conoscenza della fauna imenotterologica del Mo- zambico, (Bologna, Rend, R. Accad, Se. dell’Istit. (Riassunto), pag. 93). 816 Halbherr B. Elenco sistematico dei Co- leotteri finora raccolti nella Valle Lagarina. Fasc. VII. Cleridae, inclusivo Pythidae. (Rovereto. Tip. Roveretana. Pag. 44 in 8.°) 817 I. B. I pesci cantori, (Venezia. Neptunia, 31 maggio, pag. 118-19). 818 Jesurum A. Sulla mostra di Pesca e di Piscicoltura all'esposizione di Chicago. (Ibidem, pag. 37-44, con l tav, e 5 fig.) 819 Impastari M. A.Il vallone di Muggia in riguardo alla pesca. (Ibidem, pag. 131-34). siete AA. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI: 820 Kittl E. The triadischen Gastropoden der Marmolata und verwandter Fundstellen in den weis sen Riffkalken Sindtirols. (Wien. Jahrb. d. k: k. geol. Reichs Bd. 44 H 1). 821 Kittl E. Die Gastropoden der Schichten von St Cassian der sidalpinen Trias Ill Theil Schluss, (Wien. Ann, k. k. naturh Hofmuseums Bd, 1X H 2). 822 La Notte bar. F. L'Arno e il Calam- brone fonti richissime per l' acquisto di cieche. (Venezia. Neptunia, 30 aprile, pag. 87-90). . $23 Lazzarini A. Catalogo di coleotteri friu- lani. (Udine. In Alto: Estr. di pag. 66 in 16.°) 824 Levi-Morenos D. Il salmone di Cali- fornia in Italia. (Venezia. Neptunia, 31 gennaio, pag. 13-14). { 825 Levi-Morenos D. La stazione di Pisci- cultura in Roma, (Ibidem, pag. 237-39). 826 Olivier M. M. Coral in the « Dalomites » of Fouth Tyrol. (London. The Geol. Mag. New Series Dec. IV, vol. l, n, 1-2). 827 Oppentiem P. Ueber die Nummuliten des Vicentinischen Testitirs. (Berlin). 828 Oppentiem P. Die eoctine Fauna des Mt. Pulli bei Valdagno im Vicentino, (Berlin. Zeit, d'eut geol, Gesel. Bd. XLVI, H 2). 829 Parona C. I fossili del Lias inferiore di Saltri in Lombardia. Parte II, Gasteropodi. (Mo- dena. Bull. Soc. malac, ital. XVIII). 830 Parona GC. La fauna fossile (calloviana) di acque fredde sulla sponda veronese, del lago di Garda. (Roma. Mem. R. Accad, Lincei, S. IX, vol. VII). 831 Pantanelli D. Zona miocenica a radio- larie dell'Appennino settentrionale e centrale, (Modena. Atti Soc. nat. di Modena, S 1II, vol, XIII). 832 Pero prof. P. Piscicultura in Valtellina. (Venezia. Neptunia, 31 maggio, pag. 113-185). 833 Razza. Note pratiche sulla emigrazione dei pesci. (Ibidem, pag, 121-22). 834 Regalia E. Sulla fauna della grotta dei Colombi (isola Palmaria Spezia). Nota paleonto- logica. (Firenze, Arch, per l'antr. e l'etn., vol. XXII, 3). 835 Rosa G. La pesca nel lago d' Iseo. (Ve- nezia, Neptunia, 15 marzo, pag: 49-50). 836 Sacco F. I molluschi dei terreni terzia- rii del Piemonte e della Liguria. Parte XV. (Cypraeidae Amphiperasidae). Parte XVI. Cancel- lariidae. (‘l'orino). PR < CT = = CITE 55 837 Sacco F. The variazioni dei molluschi. (Modena. Boll. Soc, malac. ital., XVIII). 838 Sacco F. Trianici del Monte Bolca, (To- rino. R. Accad. Se. dì Torino, XXIX, 12). 839 Taruffi comm, prof. O. Intorno ad un feto privo degli organi generativi dell' uretra. (Agenosoma), (Bologna, Rend. R. Accad, Sc. del» l'Istit. (Riassunto), pag. 38-39). 840 Trinchese comm. S. Nuove, osserva zioni, sul protovo ed i globuli polari dell' Am» phorina coerulea. (Ibidem, pag. 120-21). 841 Vinanti F. Lavori eseguitì nella Stazione ittiogenica della provincia di Belluno. Novembre 1893 - Marzo 1894). (Venezia, Neptunia, 15 giug., pag. 123-26). 842 * * * La propagazione dell'anguilla. (Ibi- dem, pag. 2064-69). 843 * * * Vi è una varietà d'anguilla che depone le uova nell'acqua dolce? (Ibidem, p. 285). Botanica - Paleofitologia - Agricoltura Aggiunte allo già unnunziate dal n, 998 al 679 844 Clerici E. Sulle diatomee fossili del suolo in Roma, (Roma. Boll. Soc. geol, ital. , fasc, 1). 845 Delpino cav. prof. F. Eterocarpia ed eteromericarpia prosso lo Angiosperme. (Bologna. Rend, R, Accad. Se. dell' Istit. (Riassunto), pag. 27-29). 846 Cocconi comm. prof. G. Ricerche sullo sviluppo evolutivo di due specie nuove di funghi; Lagenidium papillosum ed Exoascus flavo-au- reus e sul parassitismo della Poma Uncinulae sull'Uncinula adunca Làv. (Ibidem, pag. 11213); 847 Lanzi M. Le diatomee fossili del Quiri- nale, (Roma. Atti Accad, Pont. dei Nuovi Lia» cei Anno XLVII, sez. V, VII). 848 Morini prof. F. Anatomia del Caulo e della Radice delle Casnarinee. (Bologna. Rend, R. Accad, Sc, dell’ Istit, (Riassunto), pag. 118-19). 819 Paratore E. Movimenti fogliari nelle Graminacee. (Ibidem, pug. 97-103). 850 Paratore E. Movimenti fogliari nelle Graminacee. (Bologna. Tip. Gamberini e, Pars meggiani; un vol, di pag. 10). 851 Pezing O. Sopra una nuova piauta for= micaria d'Africa. Stercospermum dentatum. (Ger, nova, Malpighia. Rass. mensile di botanica, anno, 8, vol. 8). i 852 Tassi F. Contributo allo studio delle cellule spirali sulle antere dello Stenocarpus Cunninghami R. Br., e della presenza in esse e in altre parti della pianta del Tannino. (Siena, Atti R. Accad. dei Fisiocritici, ser. IV, vol. VI, fasc. 8-9, pag. 513-42). 853 Tassi F. Su alcune anormalità dei fiori dello Stenncarpus Cunninghami R. Br. (Ibidem, 6-7, pag. 341-45). 854 Tassi F. Dell'evoluzione dei granuli di polline di alcune piante in diverse sostanze 6 particolarmente nell Albumina animale, (Ibidem, pag. 3465-62), Geologia - Mineralogia - Cristallografia Aggiunte alle già annonziate dal n, 580 al 781 855 Novarese V. Dioriti granitoidi e gneis- siche della Valsavaranche (Alpi Graie), (Roma. Boll. Com, geol. XXV, 3). 856 Novarese V. Relazione sul rilevamento eseguito nolle Alpi occidentali (valli dell'Orco e dalla Sonna) nella campagna del 1893, (Ibidem). 857 Pagliani S. Sui petroli italiani. (Palermo, Giorn, scient. di Palermo, anno I, n. 3). 858 Pantanelli D. Contributo alla geologia dell'Appennino modenese, Sopra una recente pub- blicazione del dr. F. Sacco sull’ Appennino del- l'Emilia. (Modena. Atti Soc, nat. di Modena, s. III, vol. XII, 3). 859 Pantanelli D. Miocene di Vigoleno e Vernasca. (Ibidem). 860 Parona ©. F. Appunti per lo studio del Lias lombardo. (Milano. Rend. R. Istit. lomb. s, II, vol, XXVII, 14). 861 Piolti G. Contribuzione allo studio della variolite del Mont Gimont (alta valle di Susa). (Torino. Atti R. Accad. di Torino, XXIX, 3). 862 Ricci F. Studio microscopico di un an- fibolite del Riobasso nel Savarese, (Pisa. Atti Soc. tosc, Sc, nat. Proc, verb, , IX). 863 Riccò A. La lava incandescente nel cra- tere centrale dell'Etna e fenomeni geodinamici concomitanti. (Roma, Annali Ufficio centr. Me- teor. e Geodin,, vol. XV, pag. 1). 864 Riccò A. Breve relazione sui terremoti del 7-8 Agosto 1894, avvenuti nelle contrade etnee. (Torîno. Boll. mens. Oss, centr. Moncalieri, s. II, vol, XIV, 10), 56 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI in 865 Romano S. Le più recenti eruzioni del- l'Etna. (Milano. Geogr. per tutti, anno IV, n. 11). 865 Roselecher R. Die Quick silbergruben Toscanas. (Berlin. Zeib, fiir prakt Geologie, Jahrg 1894. H 9). 867 Rossival A. Vorlage von Erz und Ges- teinsproben aul Cinque Valli (Sidtirol). (Wien, Verh. d. k. k. geol. Reichs Jahrg 1894, H 6). 868 Rovereto G. Diabasi e serpentine ter- ziarie nella Liguria occidentale. (Genova. Atti Soc, lig. Se. nat. e geogr., vol, 2). 869 Rovereto G. Fenomeni di contatto del granito savanese. (Roma. Boll, Soc. geol. ital,, XII, 1). 870 Sacco F. L'apparato morenico del lago d'Iseo. (Torino. Annali R. Accad. agr. di Torino, vol XXXVII). 871 Sacco F. L'Appennino settentrionale. Appendice prima. (Roma, Boll. Soc. geol. ital., XII, 4). 872 Sacco F. Lo sviluppo glaciale nell'Ap- pennino settentrionale. (Torino. Boll. Club alp. ital., vol. XXVII), 873 Salomon G. Sul metamorfismo di con- tatto subì:o dalle arenarie permiane della Val Daone. (Milano. Giorn. di min. , crist. e petr. , vol. 1-2). 874 Sandberger F. Zinkenit von Cinque valli in'Val Sugana (Siidtirol), (Stuttgard. M. Jahrb. f. Min, Geol. und Pal Jahrg 1894, BdI H 2). 875 Santini F. Composizione chimica della grafite del Monte Pisano. (Pisa. Atti Soc. tosc. Se. nut. Proc. verb., IX). 876 Spezia G. La silice nei tripoli di Sici- lia. (Torino. Atti R. Accad, Sc. di Torino, XXIV, 12). 877 Spica M. Intorno all'analisi di un mi- nerale di molibdeno e sulla esistenza di un te- tramolibdato ferroso. (Roma, Gazz. chim. ital. 3 anno XXIV, vol. 1, foglio 2). 878 Stella A. Contributo alla geologia delle formazioni petriassiche nel versante meridio- nale delle Alpi centrali. (Roma. Boll. Com. geol., XXV, 1). 879 Stella A. Relazione sul rilevamento ese- guito nell'anno 1893 nelle Alpi occidentali (valli dell' Orco e della Soana. (Ibidem, XXV, 4). (continua) 1—_r_———_—€m_—_i =_= te inci rione n inn S. BROGI direttore responsabile Siena Tip. e Lit. Sordo-muti di L. Lazzeri Anno XVI N° 5 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 1° Maggio 1896 SOMMARIO Imparati dott. Edoardo. I raggi di Réòntgen, (con 2 figure). Pag. 57. Damiani Giacomo. I Gobius italici. Pag. 58, Priolo dott. Marco Mariano. Metamorfosi dell’ albumina animale. Pag. 62, Rivista bibliografica. Da pag. 64. a pag. 68. Bibliografia italiana di Scienze naturali Pubblicazioni del 1895. Da pag. 60. a pag. 72. I raggi del Ròntgen®‘ Porta monete in cuoio con una moneta da 5 centesimi nella borsa di mezzo, fotografato dal Sig. G. Seguy.I raggi di Rintgen hanno traversati 6 corpi d' interposizione : 2 spessori del cuoio del portamonete, 6 4 fogli di carta nera avviluppanti la lastra al gelatino-bromuro di argento. Posa 40 minuti ; distanza dal tubo di Crookes 12 centimetri; lunghezza della sein: tilla della bobina di Ruhmkorff 10 centimetri, Riporto sommariamente le notizie riguardanti la grande scoperta del dottor Runtgen (2) che già fece il giro del mondo e che spinse un vero esercito di fisici a gareggiare fra di Joro nello sfruttamento della nuova ed inaspettata fonte di studi, Rimandando i miei lettori ai trattati di fisica per ciò che concerne la descrizione e gli studi fatti sui tubi del Geissler del Crookes, entro senz'altro in argomento. Se ci poniamo in una stanza buia e facciamo attraversare dalla scarica elettrica un tubo di Crookes a vuoto, ravvolto con cura da carta annerita, non avvertiamo alcuna sensazione luminosa, Ponendo davanti al tubo come si trova, sulla direzione dei raggi catodici di esso, una carte (1) La pubblicazione di questo articolo è stata molto ritardata per causa delle figure che nb« biamo potuto avere solo in questi giorni e che ci sonostate favorite dalla direzione del periodico Le Naturaliste di Paris, (2) Guglielmo Réntgen, nato nel 1845, laureato a Zurigo nel 1665, cominciò la sua carriera qual essialenio del Prof. Augusto Kundt. Ora è professore di fisica nella Università di Wiizzburg s eno, #1) = LE n - »" RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI al cianuro doppio di bario e platino essa divien fluorescente per l’azione di raggi (raggi di Rontgen) i quali hanno Ja proprietà di attraversare la carta annerita in cui fu ravvolto il tubo. Disposizione della operazione secondo i docu- menti del Sig. Seguy: P. pila. R. bobina di Ruhmkorff. A. tubo di Crookes, 0. polo negativo. D. polo positivo. M, porta monete contenente il pezzo da 5 centesimi, P, lastra fotografica, La fluorescenza si manifesta ancora se fra il tubo e la carta fluorescente poniamo certi corpi come ad esempio un libro, una membrana animale, un” assicella, una lamina d'argento ete.; cessa invece se ve ne poniamo certi altri come ad esempio una lamina di piombo, un osso etc. Questi raggi, oltre alla proprietà di attraversare determinati corpi, di determinare la fluore- scenza, hanno pure la proprietà di impressionare le comuni lastre fotografiche; di modo che se noi poniamo, a guisa di schermaglio, fra il tubo di Crokes ed una lastra fotografica, posta nel luogo ove tenevamo la carta fluorescente, un corpo il quale abbia parti più trasparenti e parti meno trasparenti a questi raggi, troveremo, dopo un dato tempo e dopo di aver sviluppata la lastra coi comuni processi fotografici, che essa sarà rimasta diversamente impressionata, Un simile metodo di fotografia non ci dà vere immagini degli oggetti, ma ombre di questi, le quali potranno essere ottenute tanto più nitide quanto più l'oggetto da riprodurre sì troverà vi- cino alla lastra fotografica, Le operazioni da compiersi per ottenere buoni risultati sono forse più difficili di quello che & tutta prima non sembri. Alcuni oggetti hanno bisogno di lunghissime esposizioni, talvolta di osposizioni della durata di più di un'ora (scheletro di una mano, di una cavia, di un coniglio eto.). I molti studi fatti sui raggi Ròntgen dai proff. Vicentini di Padova (noto per le sue memorie sulla fotografia delle forme delle scariche elettriche nei tubi ad aria rarefatta), Righi di Bologna, Murani di Milano ed in special modo le esperienze dei professori Battelli e Garbasso di Pisa, co- municate queste ultime per uno degli ultimi fascicoli del Nuovo Cimento, ci porterebbe a con- eludere : che i tubi che hanno migliori risultati sono quelli a forma di pera, allungati con vetro privo affatto da qualsiasi traccia di piombo ; che © raggi del Rintgen non sono luce e non sono radiazioni elettro-magnetiche ; che detti raggi si sviluppano per l’azione dei raggi catodici insieme colla luce di fluorescenza; che la trasparenza dei corpi aumenta col diminuire della loro densità ; che a parità di densità î liquidi son di poco più trasparenti dei solidi ; che i raggi del Ròntgen si riflettono ma non si rifrangono. Trattando infine della natura di questi raggi, i Proff. Battelli e Garbasso credono che « coi raggi del Rùntgen non sì tratta di ondulazioni, di qualunque specie esse siano, ma piuttosto di proiezione di sostanza esilissima capace di attraversare gli spazi intermolecolari dei corpi ». 10 Marzo i896. Dott. E. IMPARATI iacacacati GIACOMO DAMIANI I GOBIUS ITALICI a proposito di un raro Gobius mediterraneo (G. colonianus, Risso) Senza la pretesa di dire cose in tutto nuove, mi studierò dì concretare brevemente la fisio- nomia e il posto che occupa nel Mediterraneo, e specialmente nei mari d'Italia, il gruppo inte- ressante dei Gobiîni, nella maggior parte delle specie così frequenti e pur così poco noti e mal definiti. vi Me ne dà l'occasione il rinvenîmento sul mercato di Genova, il 7 corrente, di una specie tra le più importanti, il raro Godius colonianus, Risso. Si tratta di un adulto, quindi di un individuo a caratteri specifici ben marcati e che non la- sciano luogo a dubbio. Il prof. Giglioli al quale lo inviai per la Collezione italiana mì scrisse trattarsi di un esem- plare tipico. Le sue dimensioni, infatti, se bene di poco, sorpassavano quelle date dal Moreau per questa specie, ch'egli, sulla scorta del Risso, illustra maestrevolmente: Lunghezza totale 0, 080, e così, in proporzione, le altre misure solite, così importanti nella determinazione ittiologica, Queste dimensioni apparvero più notevoli al confronto con esemplari di questo Museo Civico, provenienti da Nizza, donde per la prima volta (1826) venne descritto da Risso, e, parmi, da Messina. L'ultimo spazio interradiale della I.* D. porta distinto l' ocello ovale nero cerchiato di bianco, caratteristico, È questo l'unico Gobius mediterraneo a dorsale anteriore così sviluppata quasi doppia in al- tezza della seconda, e senza raggi filamentosi; con la mandibola così protratta oltre la mascella, è con denti così numerosi e appariscenti in ambedue, La formola pinneale della I,® D, corrispondeva (6 R) a quella data da Valenciennes. Risso ne dà 7. Il G. colonianus, che credo assai raro neì Musei, perchè solo da pochi anni meglio conosciuto e quà e là ritrovato, non era nuovo pel Golfo di Genova, Non citato nel vecchio catalogo dei pesci liguri di Sassi e Verany, e dato come raro dal Canestrinì, Il 5 aprile 1881 ne ebbe qualche individuo pescato nel porto di Genova il dott. Vincinguerra. Nel 1885, in una nota sui pesci più interessanti del Golfo, egli aggiunge dì non averne più avuti, Il Giglioli nel suo Elenco dell’ 80 lo dà come rarissimo pel Mediterraneo e dice di non averne ancora esemplari, So, però, che per la Collezione italiana qualcheduno dopo ne ebbe, non da Genova, probabi]- mente da Nizza e forse anche dall’ Adriatico, già che Steindachner e Kolombatovie descrivono (1883) il G. colonianus per la Dalmazia. Certo sulla fede di Risso, già il Bonaparte citavalo incidentalmente, senza descriverlo, nella sua classica Iconografia. A Nizza, sempre assai raro, pare più frequente che altrove (Moreau). Io eredo che per la sua affinità coi giovani del G. quadrimaculatus questa specie — almeno negli individui giovani — possa ritrovarsi in molte stazioni mediterranee e anche adriatiche. Può, certo, darlo a supporre il fatto che ignota o almeno rarissima e limitata, essa in questi ultimi anni fu ben definita e trovata più largamente diffusa. I Gobius, s' intende marini, non meno di quelli d' acqua dolce così pochi e tuttavia così studiati, hanno un grande interesse, al certo puramente scientifico, perchò se togli il G, /ota e anche il G, capito che in abbondanza vengono sui mercati e sono assai apprezzati, le altre specie sono scarso assai e trascurabili come cibo. Il genere Gobius (Artèdi), con poche specie di Latrunculus e Callionymus, forma una delle più numerose famiglie degli Acanthopterygii. Certo che il gran numero di specie dovrà essere su= scettibile di una ulteriore riduzione, perchè i passaggi da specie a specie sono spesso inavvertiti, essendo questa una famiglia delle più naturali, i cui membri sono tra loro stretti da profonde affinità. Donde una ricca sinonimia, con notevoli varianti da catalogo a catalogo, molte specie ap- parendo successivamente non altro che varietà, e reciprocamente. Di rado occorre in ittiologia una sinonimia così intricata e contradditoria. Procurerò di darne un elenco, poggiato sui più recenti lavori, studiandomi a che riesca sopra tutto chiaro. Farò seguire, quando lo creda, qualche considerazione, dando di ogni specie anche l'habitat pei nostri mari. Gobius niger, L. — (Canestrini, Giglioli, Moreau). È dato per frequente nel Mediterraneo; dal Giglioli anche nell' Adriatico. Vinciguerra, però, opina col Ninni, che lo esclude dall' Adria» a Pa Psi Mae oa A nt tin. ibm 60 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI tico, che sia da escludersi dalla ittiofauna mediterranea. Il vero G. niger è esclusivamente atlan- tico; il Bonaparte, infatti, lo dà come tale citando però un G. mediterraneus Schn , che starebbe a rappresentarlo nel Mediterraneo. G. Lesueurii, Risso — Esclusivamente mediterranea; ben definita. Il Vinciguerra la dice molto frequente a Genova in inverno; ed io, per mia esperienza posso confermarlo. Sembra, più che altrove, frequente nel Ligustico; a Nizza è data per assai rara, G. jozo, L. — Mediterraneo e Adriatico. Abbondante. È anche atlantica. G. quagga, Heck. — Conosciuta specialmente come adriatica (Lesina), sebbene sempre rara. Heckel e Doderlein, però, l' ebbero a Palermo; Steindachner a Malaga. La raccolta della R. Uni- versità ha due esemplari dal Quarnaro. [G. elongatus, Canestr.) Specie mal definita, descritta da Venezia dal Canestrini. Steindachner lo dà come sinonimio del G. minutus. G. rhodopterus, Giinth. = G. marmoratus, Risso — Steindachner lo crede, senz’ altro un G. quadrimaculatus, C. e V. È proprio del Ligustico (Genova, Nizza). Il G. reticulatus C e V. del Moreau, è forse questa specie. G. paganellus, L. — Mediterraneo e Adriatico ; assai comune, Il Vinciguorra la crede corrispondere al G. niger più sopra detto. Il G. bicolor, Gm. che dal Moreau è dato per rarissimo nel Mediterraneo corrisponde al G. paganellus, onde il suo G. niger dato anche da esso per comune nel Mediterraneo devesi senza dubbio riferire al precedente. G. auratus, Risso — Mediterraneo ed anche Adriatico (Dalmazia, Lissa, Lesina). Specie ben definita. Rara. L'ebbi anch'io dall’ Elba (1). G. vittatus, Vincig. — L'individuo tipo lo ebbe e descrisse Vinciguerra dall'Isola Tavo- lara (Est Sardegna) il 25 Settembre 1879, nò so che altri lo abbia ritrovato. La diagnosi figura nel vol. XIX degli Annali del Museo Civico di Genova « Pesci del Violante » (con fig.). È specie ben caratterizzata, e, per la fascia castagna che presenta, simile al B/en- nius Bouni. [G. soporator, C e V] — Con ogni probabilità da escludersi pei nostri mari. È inclusa nei cataloghi di pesci italiani sulla fede di Giinther che ne descrisse alcuni esemplari del British Museum, segnati come provenienti dalla Sicilia, È propria dell' Atlantico intertropicale (Antille, Messico). G. Knerii, Steind. — Adriatico (Lesina), Sembra affine al seguente. G. zebrus, Risso — Adriatico e anche Mediterraneo. Avuto anche all’ Elba dal Giglioli e dal Canestrini a Genova. Sembra raro. Anche il Moreau lo dà per raro a Nizza. Vincinguerra non lo cita, facendolo sinonimo del precedente, G. quadrivittatus, Steind (2) = G. planiceps, Bellotti — Adriatico. Giglioli nel suo Elenco dice di non conoscerla, Enumera però il G. planiceps per un individuo avuto a Lesina esi- stente nel Museo Civico di Milano, G. ophiocephalus, Pallas = G. lota, C. e V. e G. venetiarum, Nardo — Comune nel- l' Adriatico. È il gd delle lagune venete, specie rinomata e di attivo commercio su quei mercati. Viene allevato nelle « valli ». Ninni lo dice nidificante. Meno comune nel Mediterraneo, sebbene ovunque sparso. Il G. Buccichii, Steind, sembra il giovane di questa specie. Egli però ne sostiene col Perugia la differenza specifica. G. cruentatus, Gm. — Mediterraneo e Adriatico; molto frequente. Specie ben definita e facìlmente riconoscibile. (1) Prima contribuzione alla ittiofauna del mare dell' Elba. Roll. del nat. anno XII, 15 Set- tembre 189, (2) F.SrsinpacHner - Ueber eine neune Gobius, Art (G. 4 vittatus) aus dem Adriatischen Meere, ìn Arch, per la zoologia, t. II, fasc. 2, Marzo 1863. RIVISTA ITALIANA SCIENZE NATURALI G. geniporus, C. e V. — Mediterraneo e Adriatico; non rara. Steindachner la considera come varietà della precedente. G. punctipinnis, Canestrini — Tuttavia ammessa come Specie distinta dal Giglioli e Vin- ciguerra che la dice molto affine alla precedente e anche al .G. eruentatus. Canestrinì lo descrisse dal Ligustico. Giglioli l' ebbe da Giannutri nell' Arcipelago Toscano, G. capito, C. e V. — Mediterraneo e Adriatico; frequente, Specie ben caratterizzata, Il Vinciguerra adotta il sinonimo G. ewanthematosus, Pallas, Pare che il G. guttatus, C, è V., citato dal Giglioli non sia poi che questa specie. A Il Vinciguerra propende a credere che anche il G. limbatus, dato dal Moreau per rarissimo a Nizza non sia che il G. capito. Data la estrema variabilità nella taglia e nel colorito dei Go- biini in genere e anche le notevoli differenze sessuali, sia anche per il G, capito il caso di nu- merose varietà ? G. quadrimaculatus, C. e V. — Mediterraneo e Adriatico, Comune specialmente nel Golfo di Genova come anch’ io potei constatare, Giglioli ebbelo anche dall' Elba. Giinther lo ritiono si- nonìmo della specie seguente, G. minutus, L. — Mediterraneo e Adriatico, È anche atlantica, G. pusillus, Canestrini — È il più piccolo dei ghiozzi (mm. 3). Canestrini 0 Vinciguerra l’ebbero dal Ligustico, [G. Ruthensparri, Euphrasen] — Adriatico ? (Nardo). Citato, per quanto dubbioso, nei ca taloghi italici. È proprio del Nord Atlantico. Gobius albus, Parnoll. Aphya meridionalis, Risso, = Lantrunculus albus, Ginth. Lantrunculus pellucidus, Gigl, (ex Giinth.) { G. pellucidus, Nardo. Brachyochirus aphya, Bp. G. aphia, Sassi (Réascetto) Aphya pellucida (Moreau) Specie a lungo dibattuta che tuttavia occupa gli ittiologi. Abbondantissima in alcune stagioni, o meglio, in alcuni mesi, specialmente in Marzo-Aprile nel Ligustico da Genova a Mentone. Anche all'Elba l'ho riscontrata più o meno abbondante in primavera e anche in Novembre. Si posca mista a giovani Clupeidi, alla superficie. È ricercata per la sua delicatezza. Cocco descriveva da Messina (« Naturalista Siciliano » anno 4.°) tre Gobiini: G. punctulatus, G. spilogonurus, G. fasciatus. Ch'io mi sappia in nessun catalogo recente ho veduto citato pel resto del Mediterraneo o per l' Adriatico queste specie certamente rare se non accidentali. Il Sarato nell’ 89 descriveva (1) da Nizza una nuova specie, il G, fallax, Moreau enumera, con dubbio, per Nizza il G filamentosus, Risso, aggiungendo che mai ebbe a vederlo in aleun Museo. Ma per concludere, ripeterò (nè voglio già alludere ai casi ora citati) che si debbono acco- Eliere con riserva nuove specie di Gobius nei cataloghi di pesci italiani. Più sopra mi sembra di averne rilevate alcune ragioni. Piuttosto che dar luogo a nuove specie il genere Gobius mi sembra sì fatto da doversi ridurre per quelle — e non tutte, a rigore sistematico, tali — finora descritto. « Lo studio dei Gobi europei — dice il Vinciguerra — è interessantissimo, e stabilire una esatta sinonimia sarebbe opera di somma importanza >». Per le specie fluviatili, che così grandi affinità han no colle marine, la necessità di una revisione è sentita. Lo stesso Vinciguerra raduna materiali per uno studio comparativo di tutte le specie di Gobius delle nostre acque dolci (2). 1) C. SaraTo - Gobius fullax, n. sp. in Gazz, di Nizza e delle Alpi Marittime, Nizza, 1889. 2) Dr. D. VincicueRBA - Sulla presenza di un Ghiozzo d'acqua dolce nei dintorni di Roma. Estr. Boll. Soc. Rom. per gli studi zoologici, vol. lI, 1893, 62 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Pochi, per vero, sono i lavori che giungano a questo resultato sintetico ; tutti però più o meno vi tendono. Solo un diligente confronto tra individui mediterranei di varie età, delle varie stazioni, e anche di diversa batimetria, con altrettanti del resto d'Europa, potrà sistemare veramente questo gruppo, nè dei più facili, nè dei meno interessanti. Genova, Marzo 1896. BIBLIOGRAFIA A, Risso - Ichthyologie de Nice. Paris, 1810, <« «- Principaux prod. cte. (Poissons). Paris, 1826. Caro L, principe Bonaparte - Iconografia della fauna italica. Roma, 1831-41. « « « - Prospetto metodico dei pesci europei. Napoli, 1846. A. Sassi e Venany - Catalogo dei pesci liguri. (in Descr, Genova e Genovesato; VIII riunione scienziati italiani), Genova, Ferrando, 1846. F. SreInpAcHNER - Beitrage zur kenntniss, der Gobioden, in: Sitzungs K. Akad, Wien, vol. XLII, p. 283 e seg., 1861, G. CanestRINI - Monografia sui Gobi? del golfo di Genova, in Arch. per la zoologia, serie I, vol. I, Modena. A, GUNTHER - Catal. of the British Mus. - Fisches - vol. III, London 1861. G. CanestRINI - Fauna d'Italia - Pesci - Milano, Vallardi, 1872. Graiori Enrico H. - Catal. di pesci italiani, in: Catal. Esp. internaz. di pesca a Berlino etc. Fi- renze, 1880. A. Perugia - Elenco dei pesci dell’ Adriatico, Milano, 1881, A. P, Ninni - Catatogo dei Ghiozzi (Gobiina) osservati nell’ Adriatico ete. in Atti Soc, naturalisti. Modena, serie 3.3, vol, I, 1882. D. Vinciguerra = Pesci della crociera del « Violante » in Ann. Museo Civ. di Genova, vol. XIX, 1883, « «< - Appunti ittiologici del Golfo di Genova. Ibidem, serie II, vol. II, 1885. F, SrernpAcHNER e G. KoLomparovie - Beitrage zur Kenntnis der Fische der Adriat, in Sitz Ber Akad. Wien, 1883. È. Moreau - Hist. nat. des Poissons de la France, vol. II e suppl. Paris, Masson, 1881-91. METAMORFOSI DELL’ ALBUMINA ANIMALE PEL DOTTORE MARCO MARIANO PRIOLO È cosa notissima che l' Albumina animale, sia che la sì tragga dal siero del sangue, o dall'uovo ov'essa naturalmente abbonda, è una sostanza azotata delle più putrescibili; e quando venga ab- bandonata a sò stessa, particolarmente in vasi chiusi, non tarda molto a corrompersi; per cui in primo sì sviluppa quel nauseoso e ributtante odore di uova putride — gas idrogeno solforato, o meglio, acìdo idrotionico: avente per formula (H* S): — ed in seguito appalesansi lo azoto, il car- bonio, il fosforo e l'ossigeno. La maggior parte di questi gas sono tutti dannosi alla respirazione animale, poichè inducono ìnfiammazioni ostinate nella trachea e nei bronchi: ma il più deleterio per la economia animale, sì è l'acido idrotionico, detto pure solfido bi-idrico; e se non ci nuoce repentinamente, facendoci cadere asfitici, si è, perchè sempre respirasi misto all'aria, e non mai puro. Gli uccelli ne sono meno tolleranti degli altri animali: per cagionare ad essì la morte, basta che respirino la mìlle- sima parte dell'aria atmosferica; mentre ì cani ed altri animali non ne rimangono uccisi, se non quando l’aria ne contenga almeno l'otto per cento. INCISO] o A ea DI “ NA 6 6 Dietro questa veduta, in ogni tempo, chimici valenti, sì nazionali che esteri, hanno tentato dì rendere incorruttibile 1° albumina animale, coagulandola sì all'aria libera, che nel vuoto, 0 per mezzo del fuoco, alcool, etere, cloroformio, clorario ecc. , ovvero sciogliendola in altri liquidi acquosi, ora acidi, ora alcalini, ora minerali ece. eco, Ma finalmente accorgendosi che, o per troppa comodità o per troppa secchezza, perdeva, in tutto o in parte, le sue qualità specifiche, e molto più quando combinavasi coi metalli ossidati — coì quali credevasi formasse sempre de' corpi insolubili — e riputandola quindi di niun profitto, senz! oltre passare, abbandonarono ]' impresa ed il problema restò irresoluto ! {Io però sono di sentimento contrario, e dico: che potendone avvenire alcun che di bene, sì ail Medicina pratica, che alla Chimica applicata, non dovrebbesi desistere dall' opera incominciata, per le difficoltà incontrate: anzi vieppiù devesi aguzzare l'ingegno, onde Superare gli ostacoli che impediscono di progredire, Laonde. dopo di aver conosciuto la falsità del principio — cioò, che non sempre l'albumina coi sali metallici forma de' corpi insolubili — eredo non mi sarà molto difficile ji) dimostrare, n via di fatto, con metodi semplici e spediti, che la stessa, subendo qualche metamorfosi, può rendersi : 1,° Incorruttibile e solubile al par dell'olio (1). 2.° Fluida e bianca al par del latte, 3.° Rappresa ed ispessita come il calcio, 4° Butirrosa e molle, come la crema, . Dimostrazione della 1. metamorfosi dell'albumina animale Albumina fresca di uno o due uova di gallina. Cianuro bianco di potassio puro, uno o due grammi, in proporzione. Pongasi il tutto in un vasetto di cristallo, di doppia o tripla capacità, ed indi, dopo che ò chiuso, sì mescoli di quando in quando, a scosse di mano: dopo ore 4 di riposo, Ja com- binazione è già finita. E se mai, alcun che di estraneo, si osserva, si passi por staccio, ed allora avrassì un tutto omogeneo, ossia un vero albuminato di cianuro potassio, solubilissimo ed incorruttibile, Questo eccellente linimento — prodotto chimico di due valorosi fattori, di virtù calmante e risolvente — racchiude in sò la potenza dell'uno e l'altro farmaco, ad un grado più elevato: è però puossi adoprare in molte malattie flogisticonervose, sì acute che croniche, come sono: Impo- tigini puriginose, Emieranie, Oftalmie, Pleurodinie, Reumatismi con febbre e senza, Nelle croniche affezioni è sufficiente ungero semplicemente, una 0 due volte per giorno, il luogo topico del dolore; e nelle acute è duopo che l'unzione si rinnovi Spesso; se ciò non fosse possi- bile, sarebbe meglio applicare dei pannilini inzuppati dello stesso linimento, sopraponendovi della tela impenetrabile, ovvero incerata, Per l'interno non devesi mai usare, senza l'ordine del medico, I casi ne' quali me ne son giovato sono: Febbri esantematiche, laringiti, bronchiti, emettisgi, pneumonie, gastralgie, epatiti, spleniti, euteralgie ecc, La dose per gli adulti sia da un grammo a tre, in un bicchier di acqua semplice o zuccherata, da beversi a lunghi intervalli, non più d'un terzo alla volta. Pei fanciulli, siccome 1° assorbimento è più attivo, basta il semplice uso esterno : all'interno non ho voluto darne giammai, 2. Metamorfosi dell'albumina animale in latte, cacio e siero, Se a 150 grammi di albumina, si uniranno 100 grammi di creosato puro, ne risulta un con- gulo cacioso, il quale, a mano a mano che va addensandosi, si abbassa e restringe, ed alla super- ficie separasi una specie di siero bianco come latte. Se però in luogo di ereosato, si adoperi l'acido carbolico puro, ovvero alcoolizzato, il prodotto cacioso sarà lo stesso; ma la parte liquida, in luogo di assomigliarsi al latte, non sembrerà che siero chiaro e diafano. (1) Propriamente dell'olio di mandorle amare, del quale ha invero il colore, l' odore ed il sapore. PI izpalli ri ET 64 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Volendo operare con maggior sollecitudine, in luogo di aspettare l' addensamento progressivo 6 lento, tosto che sarà formato il coagulo, si passi per staccio; ovvero premasi dentro un panno- lino, 6 così ad un tratto i due prodotti, solido e liquido, verranno divisi e sgregati l'uno dall'altro, onde servirsi separatamente di ciascuno al proprio uso. Uso terapeutico del latte e siero dell'albumina. — Un tale liquido, e di preferenza il latti- ginoso, può francamente usarsi, più volte al giorno, in tutte le scottature di 1.°, 2.° e 3.° grado; e con maggior profitto, se allungato venga con acqua o latte umano, in proporzione diretta della acutezza della malattia e della sensibilità del paziente. Questo allungamento si fa, onde non si verifichi una reazione troppo gagliarda, la quale, in luogo di lenire gli acuti spasimi del fuoco — cito, tuté, et jucunde — alle volte potrebbe inasprire: lo che è proprio di tutti gli specifici sostituitivi, Oltre per le scottature, questo prezioso linimento, senza temperarlo. può essere usato in molte altre malattie cutanee, come sarebbero: erisipele, efelidi, eritemi, erpeti ed impetigini pruriginose ed acute. Il coagulo cacioso, poi, separato e ristretto in forma di pillole, o boli, aspersi, se vuolsi, con polvore di regolizia, o gomma arabica, o destrina, può giovare in molte malattie interne, como sono: le dispepsie, le diarree, le dissenterie, le gastralgie, i vomiti nervosi ecc. Dose per l'interno della parte caciosa. — La dose pei fanciulli, di uno a dieci anni, sarà da 5 centigrammi a mezzo grammo. Per quelli da 10 a 20, da mezzo grammo ad uno intiero, E final- mente da uno a due grammi per gli adulti. Quando una dose non possa pigliarsi intiera, si dia a riprese : anzi pei fanciulli è meglio che si amministr) in frazioni. 3.3 Metamorfosi dell'albumina in butiro. Il butiro dell'albumina può facilmente ottenersi, unendo alla stessa dell’ acetato od azotato di saturno, in proporzione del 10 per 0j0. Poscia, dimenando il tutto con spatola di osso o di legno, in pochi minuti sarà bello e formato da potersi usare, sia come unguento, che come empiastro, in tutte le malattie esterne d'indole flogistica ed infiammatoria: come, contusioni, ecchimosi, esco- riazioni, ferite superficiali, fratture, lussazioni, risipole traumatiche ecc. 4% Metamorfosi dell’albumina in crema. Ad ottenere quest'ultimo ed eccellente linimento — indicatissimo nelle emorroidi esterne, ge- loni ulcerati, ragadi e piaghe croniche, di natura scorbutica, serofolosa o sifilitida — non bisogna altro fare, che una semplicissima miscela della solita albuminia col cloruro di stagno, o di zinco, in proporzione del 5 per 0j0. Operando con quest' ultimo, l'addensamento si aveva più presto, ed il prodotto sarà più elegante, senza punto corrompersi ed alterarsi, Tralascio di parlare di taot' altri albuminati di natura metallica, come quello di bromo, di iodo, di ferro, di mercurio: primo perchè il processo di questi è assai più lungo: secondo, perchè, ad eccezione dell'albuminato di ferro dializzato, cotanto in voga, gli altri non sono ancora molto in uso. RIVISTA BIBLIOGRAFICA Pubblicazioni ricevute in dono e per le quali ringraziamo i gentili autori od editori L'amministrazione s'incarica di procurare agliabbonati, senza aumento di prezzo, le pubblicazioni delle quali è sognato il costo, ed anche le altre se possibile; ma per queste ultime occorre che i richiedenti inviino con la do- manda, cent. 30 per la francatura della corrispondenza. MARCO dott. prof. CARLO. Che cosa è l'uomo ? (Varallo 1896. C. Marco editore. Pag. 358 in-16. L. 5) Scopo del presente studio fondato sui criteri della Embriologia, Anatomia, Fisiologia e Psicologia comparate, della Antropologia e dell'evoluzionismo, è quello di dimostrare x che l'uomo non è il prodotto di una creazione speciale come dice la Bibbia, ma un' animale che 1 TELLLt--——_= roi ITALIANA DI SCIENZE NATURALI deve la sua prima origine ad un essere monucellulare, precisamente come tuttì gli altri corpì or- ganizzati. L'egregio A. svolse il soggetto nei seguenti capitoli : Cap. I. I regni della natura Cap. Z/. Sviluppo embrionale dell'uomo Cap. 777 Vita estrau= terina. Cap. IV. L'uomo e gli animali considerati dal lato fisico: Aspetto morfologico dei primati, Differenze ed analogie nelle forme esterne. Differenza ed analogie nelle forme interne. Differenze ed analogie nelle funzioni della vita vegetativa. Differenze e analogie nella vita di relazione. Esposizioni fisiche di piacere e di dolore nell'uomo e negli animali. Istinto nell'uomo è negli animali, Differenze tra l'uomo e l'antropoidi, Cap. V. Posizione sistemetica dell'uomo nel regno animale, Cap. V/. Alcuni fatti comprovanti l'origine animale dell'uomo. Cap. VZ/ L'uomo e gli animali considerati dal lato psicologico. Manifestazioni intellettuali, Manifestazione d' amore: (Amore, pudore, patti d'amore, vizii contro natura, amor del prossimo, altruismo, egoismo). Linguaggio e memoria. Piacere e dolore morale. Alcune buone e cattive qualità morali. Religiosità e moralità. Cap. VIII. Riassunto generale. Il volume è in vendita presso l'autore al prezzo di L. 5,00. CAMERANO LORENZO. La vita scientifica di Michele Lessona. (Torino 1890. Memorie R. Accad. delle Scienze, tom. XLV. Estratto di pag. 58 in-4) Splendida commemora- zione, degna del tanto illustre e popolare scienziato prof. Michele Lessona, il cui nome è vene- rato dai più dotti come dai più umili studiosi. Egli come medico, come naturalista, come letterato e come uomo di cuore, appartiene a quella schiera di benemeriti che prepararono l'età presente, che combatterono con tutte le loro forze pel trionfo della nobilissima fra tutte le libertà, la li- dbertà del pensiero, che lottarono affinchè le Scienze naturali venissero collocate nel posto altis- simo loro dovuto. L'illustre A. lesse questa commemorazione alla Classe delle Scienze fisiche, matematiche 0 naturali della R. Accademia di Torino il 17 novembre scorso. CAMERANO LORENZO. Nuove ricerche intorno ai Salamandridi normalmente apneumoni e intorno alla respirazione degli anfibi urodeli, (Torino 1896. Atti R. Accad. delle Scienze vol. XXXI, Estratto di pag. 20 in-8) Questo studio che fa seguito ad altro dall' egregio A. pubblicato nel 1894 (Ricerche anatomo-fisiologiche intorno ai Salamandridi normalmente apneumoni. Atti Accad. suddetta vol. XXIX) si aggira su tutto il gruppo degli Anfibi urodeli, ma più specialmente su le seguenti specie di Salamandrinae: Salamandra maculosa; Chioglossa lusitanica; Molge cristata, marmorata, alpestris vulgaris, torosa, viridescens, Rusconii, aspera, Hagenmiilleri, Waltlii; Tylototriton verrucosus; e sull'Amblystoma tigrinum, fra lo Ambtystomatidao. Dall'insieme delle due pubblicazioni dell' egregio A. e di quella dal medesimo citata del dr, E. Lònoberg di Upsala (Notes on tailed Batr. without lungs. Zoolog. Anzeiger n. 494. Gennaio 1896) resulta che negli Anfibii la respirazione polmonare non ha quella importanza funzionale che ha negli altri vertebrati respiranti per polmoni e che tutte e quattro le sottofamiglie in cui si divi- dono i Salamandridi (circa 100 specie) presentano il fatto della mancanza completa dell'apparato polmonare o della sua riduzione ad organo rudimentale non funzionante. RENATO GUILLAUME. Uomo e tempo. (Torino 1896. Loescher edit. Pag. VII[-90 in-16 L. 2,00) È un libro ripieno di considerazioni, di concetti e di espressioni sulla natura 6 special- mente sull'uomo, sulla sua origine, costituzione, indole, istinti, ecc. dal punto di vista psicologico evolutivo, che dimostrano nel giovanissimo autore una grande passione allo studio, ed una col- tura distinta, NERI F. Alcuni insetti raccolti sulla cima del Procinto. (Pisa 1890. Processi verb. della Soc, tosc. di Sc. nat. Estratto di pag. 4 in-8) La cima del monte Procinto sulle nostre alpi, 6 che il Sommier chiamò giardino pensile naturale tanto è ricca di vegetazione, sovrastando a rocco quasi verticali ed altissime, era inaccessibile all'uomo, e solo la scala aerea costruitavi dall'ing. Bruni nel 1893 ne ha permessa l' esplorazione. Il sig. Reny è stato il primo a raccogliervi insetti, ed il dott. Neri che li ebbe a studiare, indica nella presente memoria le specie riscontratevi 6 dà varie notizie sulle medesime e sulla località dalla quale provengono. FORNASINI CARLO. Contributo alla conoscenza della microfauna terziaria italiana. Di alcune forme plioceniche della Testilaria candeiana e della T. concava. (Bo- 66 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI logna 1896, Memorie R. Accad, delle Scienze, tom. V. Estratto di pag. 8 e una tav. in-4) Avendo l'egregio A. raccolti nell’argilla pliocenica del Ponticello di Savena presso Bologna, 5 esemplari di Tegtilaria fungiformis, che è una nuova specie da lui descritta nel 1887, ne da quì una più amplia illustrazione e varie figure; confrontandola con altre specie erede che si potrebbe riguar- daro come una varietà carenata della 7. candeiana (d'Orb.) o come varietà di passaggio dalla 7. pala (Czizk).alla 7. candeiana tipica. Un'altra Tewtilaria fossile raccolta nella medesima loca- lità e dall’egregio A. descritta nel 1883 sotto il nome di Sagrina affinis, e poi nel 1888 riferita alla 7. concava (Karrer sp.) è nella presente memoria maggiormente studiata e corredata di figure; 0 per certe considerazioni sui termini generici Sagrina e Heterostomella e per altre ragioni, propone di applicare alla detta sua Textilaria il nome specifico heterostoma. Altri esemplari di Teztilaria egli ha raccolti a Ponticello, ma li lascia indeterminati indicandone le ragioni e riproducendone le figure. GRIFFINI dr. ACHILLE. Osservations sur le vol de quelques dytiscides et sur les phénoménes qui le précèdent. (Torino 1866. Tip. Fodratti ece. Pag. 8 in-8, con 1 fig.) Nel 1894 annunziammo una pubblicazione del dr. Griffini dal titolo « Gli insetti acquaioli »; con essa l'egregio A. fu il primo a far cenno dei fenomeni biologici che presso i grandi Dytiscidi precedono e preparano il volo. Nella presente memoria egli torna sull'argomento sviluppandolo . maggiormente ed in special modo si occupa della influenza che esercitano le elitre sul volo, ren- dendo minuto conto delle esperienze a tal uopo eseguite. GRIFFINI dr. ACHILLE. Ortotteri raccolti nel Darien dal dott. E. Festa, (Torino 1896. Boll. dei Musei di Zool. ed Anat. comp. n. 232. Pag. 32 in-8) Si occupa delle quattro famiglio: lanerotteridi, Pseudofiltidi, Conocefalidi e Grillacridi, citando ed illustrando 32 specie delle quali ben 12 nuove che descrive con i seguenti nomi: Phy/optera Festae, Ph. Finoti, Ce- raia Peraccae, Scudderia Paronae, Hormilia Bolivari, Brachyauchenus Festae, Gongrocnemis Danielis, Bliastes Camerani, Cocconotus Poltonerae, Leptotettiv Gigliotosi, Agroccia Festae, Hyperbaenus Festae. Vi sono inoltre descritte due nuove subspecie e cioè: Anaulacomera Darwini subsp. darienica e Anepsia tessellata subsp. obtusa. GRIFFINI dr. ACHILLE. Ortotteri raccolti nel Darien dal dott. E. Festa. (Torino 1896. Boll. dei Musei di Zool. e Anat. comp. n. 236. Pag. 12 in-8) È il seguito della pre- cedente pubblicazione e sì occupa dei Btaztidi, Mantidi e Fasmidi. Fra le specie qui elencate e delle quali alcune corredate di molte illustrazioni, si trova la descrizione delle seguenti forme nuove: Epilampra Festae, E. Bergrothi, Bostra Martini, quest'ultima con due figure, GRIFFINI dr. ACHILLE. Note sur la faune entomologique pièmontaise. (Nar- bonne 1896. Miscellanea entomologica n. 2. Estratto di pag. 4 in-8) È l'ottava nota che l' egregio A. pubblica sugli artropodi del Piemonte ed in questa sì occupa dei Glomeris. FIORI A. Note critiche sulle specie del primo gruppo del genere Abax con la descrizione di una nuova specie. (Motlena 1896. Atti Soc. dei naturalisti dî Modena anno XXIX. Estratto di pag. 16 in-8) Data la tavola sinottica per tutte le specie del genere Abax, espone i caratteri comuni alle specie del primo gruppo e quindi passa alla discussione dei caratteri diffe- renziali fra le specie e varietà del gruppo. Questo lavoro giova molto a delucidare le difficoltà esistenti per la determinazione dì questì insetti. Vi è descritta la nuova specie Abaw angustatus FIORI prof. A. Alcuni nuovi carabidi del Gran sasso d’Italia. (Modena 1896, Atti Soc. naturalisti. Anno XXIX. Estratto di pag. 16 e 1 tav. in-8) Accennato alle più interes- santi specie di insetti raccolte al Gran sasso dagli entomologi che lo hanno esplorato e delucidate alcune confusioni che sì riscontrano sulla determinazione di alcune specie di coleotteri, indica ì dettagli della copiosa caccia d’ insetti che egli stesso vi fece nello scorso anno catturandovi molte specie rare e nuove. Delle specie nuove ne descrive quì due : La Nebria aterima presentando anche un quadro sinottico nel quale sono in compendio indicate le differenze fra le varie specie di Nebrie, e ìl Deltomerus depressus dando anche per questo genere il quadro sinottico delle specie. Parla quindì del Pterosticus Escheri (Heer) e dì specie affini 0 con esso confuse, terminando con lo specchio sinottico delle specie e varietà europee dei Pterosticus. > E, ) Î f RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI I Inni lia Ea E SALVADORI TOMMASO. Viaggio di Lamberto Loria nella Papuasia orientale, (XV). Collezioni ornitologiche. (Genova 1896. Annali Museo Civico di St, nat. vol. XVI, Estratto di pag. 68 in-8) La importante collazione di uccelli della Nuova Guinea meridionale-orientale che qui studia l'illustre ornitologo Comm. Salvadori è la quarta fra quelle portate dal dott. Lotia è donate al Museo civico di Genova. È formata di 774 esemplari appartenenti a 187 specie di cui 16 nuove, descritte dall’ egregio A.:5 nel 1894 ed 11 nella presente memoria. Quelle descritte nel 1894 sono: Melanocharis striativentris, Ptilotis plumbea, Sericornis nigro-rufa, Loria loriae, Synoecus plumbeus, e le altre : Syma megarhyncha, Aegotheles rufescens, Monarcha heterurus, Gerygone giulianettii, Pachycephala sharpei, Euthyrhynchus meyeri, Sericornis perspicillata, S, olivacea, Eupetes loriae, Manucodia orientalis, Diphyllodes canthoptera, SETTI dott. ERNESTO. Il Lamarckismo nella Sociologia. (Genova 1896, Tip. odi- trice Ligure. Pag. 32 in-8) L'egregio A., assistente alla cattedra di zoologia dell' Università di Genova, ci offre con questo opuscolo un notevole saggio di filosofia naturale certamente d'attualità in tanto dilagare di polemiche di sociologi circa l° interpretazione e l'influenza nell ambito sociale del Darwinismo e in generale della teoria spenceriana della evoluzione. Lontano sì dalle estreme conseguenze socialistiche rispetto al Darwinismo di E. Ferri, como dal trascendentalismo di Haeckel predicante come fatale l'avvento delle aristocrazie, egli con or- dinata e acuta analisi si sa mantenere nel campo puramente obiettivo e sereno di naturalista @ più che trarre direttamente le conseguenze di quello che va esponendo lascia questo compito alla logica razionale del lettore, Molti errori rileva dei Marxisti; rammenta la deficiente preparazione nelle scienzo naturali di molti sociologi che vanno per la maggiore, onde non pochi e non lievi sono gli errori di fatto 0 le teorie conseguenti ; si intrattiene sulle varie teorie dell’ eredità, Pur non sfrondando la gloria di Darwin è quella di Spencer e di Haeckel egli mette in vera luce la genialità di Giovanni Lamarck, la cui filosofia, per tanto tempo misconosciuta e sopraffatta poi dal Darwinismo vero e proprio, egli dimostra grandemente pesare sull'evolversi della società umana. Giustamente rivendicando G. Lamarck egli cita l' autorevole giudizio del nostro Giacomo Cattaneo sui fattori del Lamarckismo rispetto alla evoluzione. € Si dà importanza troppo esclusiva alla selezione in rispetto agli altri fattori, eppure l' evoluzione avverrebbe egualmente (sebbene più lenta e indecisa) senza la selezione, con la sola variazione ed eredità, mentre la selezione non potrebbe aver luogo se si facesse astrazione dagli altri due fattori ». Chiaro, sintetico e in qualche punto di una geniale originalità, è questo lo studio di un uomo di scienza, di un naturalista meglio, che da sè confessa di non pretenderla a sociologo 6 ad economista. È infine un modesto ma non trascurabile contributo a quelli studî che tendono a scoprire @ stabilire rapporti tra il mondo sociale e quello organico ; studi tra i più alti della scienza positiva. PERUGIA ALBERTO. Elenco dei pesci raccolti dal dott. Elio Modigliani nelle isole Mentawei, (Genova 1896. Annali Museo civico di St. nat. vol. XVI, Estratto di pag. 8 in-8) Trattasi di venticinque specie di pesci, diverse delle quali danno occasione all'egregio A. di speciale studio e ad accurate osservazioni; una specie nuova la Tetraroge albomarginata, vi è descritta. TRAVERSO STEFANO. Rocce vulcaniche e metamorfiche dell’ altipiano di Toba nell'isola di Sumatra. (Genova 1896. Annali Museo civico di St. nat. vol. XVI. Estr. di pag. 26 in-8) Il sopra ricordato e ben noto esploratore dott. Modigliani fece dono all'egregio A, di una interessante raccolta di roccie della regione vulcanica dell' altipiano di Toba nel centro di Sumatra. L'A. ne ha fatto un minuto studio dal quale rilevasi la importanza di esse rocce anche dal lato geologico e cronologico, la loro struttura macro e microscopica ecc. Vi è una figura, che rappresenta la Riolite veduta al microscopio con grande ingrandimento. H. S. GORHAM F. Z. Ss. Languriidae, Erotylidae, and Endomychidae, rac- colte dal Fea in Birmania e regioni vicine. (Genova 1896. Annali Museo civico di St 68 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI è nat. vol, XVI, Estratto di pag. 48 in-8) Sono 25 specie di Languriidae con le seguenti nuove: Callilanguria cribricollis, Coptolanguria n. g. dilatipes, C. speciosa, Caenolanguria constricta, C? depressa, Stenodastus piceus, S. lugubris, Anadastus Wiedmanni, A. athoides, A. capitatus, A, harenicus, A. ventralis, A, gratus, A. nigriventris, A. lugens. Trentatre specie di Erotylidae, di cui nuove: Encaustes birmanica, Episcapha tuberculicollis, E. stridulans, Dacne optabilis, Au- lacochilus tricoloratus, Amblyopus substriatus, Petaloscelis n. g. instabilis, Cyrtomorphus coral- ipennis, C. curtus, C. craticularis, C. pardalinus, C. connerus, Cyrtotriplax cebana, C. duo- decimnotata, C% oppositipunctata, C. praevia, C? abscura, C? diaperina. Ventinove specie di Endomychidae fra le quali sono nuove: Amphisternus pustulifer, Engonius opimus, Stenotarsus peguensis, S. fuscicornis, S. birmanicus, S. quadrisignatus, S, contractus, Asymbius n. g. cri- nipes, Dopsa sculpturata, D. trogositoides, Trochoideus feae. Tutti i nuovi generi e le nuove specie vi sono descritte e molte delle altre specie sono ampliamente annotate. A. BERLESE e G. LEONARDI. Notizie intorno all’ effetto degli insettifughi nella lotta contro la Cochylis ambiguella. (Padova 1896. Rivista di Patologia vegetale n. 7-12, Estratto di pag. 44 in-8) Da una serie di studi e di prove qui minutamente riferite, e fatte allo scopo di constatare gli effetti che la Rubina, unita alla miscela bordolese ed usata per la lotta contro la tignola dell'uva, esercita sulla pianta, sulla Cochylis e sul vino, gli egregi autori vengono alle seguenti conclusioni pratiche : 1.° Irrorando con dosi, anche leggiere di miscele rubino-cuprocalciche, le viti, prima della fioritura, si ottiene l'allontanamento delle farfalline madri di prima generazione e quella conse- guonte delle larve entro i grappolini, La miscela da preferirsi è: Calce 0,500; solfato di rame 0,500; Rubina 0,750; acqua 100, Si ha vantaggio ancora dalla ripetizione di questi trattamenti, e il vantaggio cresce col nu- mero dei trattamenti stessi che precedono la fioritura. Il primo trattamento deve essere fatto allorchè le gemme sono appena sbocciate e i teneri getti raggiungono a mala pena i dieci centimetri di lunghezza. 2.° Irrorando con dosi più forti (Calce 1, solf. di rame 1, rubina 1,500, acqua 100) e con grande diligenza le viti immediatamente dopo la fioritura, e ancor una o due volte fino ai primi di Luglio, specialmente i grappoli, si allontanano le farfalle delle generazioni successiva e le uve si salvano dal morso delle larve, 8.° Bisogna assolutamente evitare le irrorazioni con miscele contenenti sostanze fetide, in una epoca di troppo posteriore alla seconda metà di Luglio. SULLIOTTI G. R. A proposito dell’ Helix Roseti (Michaud) secondo il Benoit. (Porto Maurizio 1895. Boll, Ass, Scient. Ligure Anno I. Estr, di pag. 4 in-8) Poco prima che l'il- lustre malacologo Prof. Benoit cessasse di vivere, l'egregio A. ebbe occasione di parlare a lungo con lui rolativamonte all' Helix Rozeti ed alla confusione che da molti si faceva di questa con altre specie affini, Il Benoit in quella occasione scrisse e donò al Sig. Sulliotti una nota con la quale delucidava la confusione suddetta e questa nota viene ora qui pubblicata ed annotata. SULLIOTTI avv. G. ROBERTO. Comunicazioni malacologiche. Contributo allo studio delle Cypraeidae. (Porto, Maurizio 1895. Bull. Assoc scient, ligure. Anno I. Estratto di pag. 18 in-8) Accennato alla bellezza di questo gruppo di conchiglie, al pregio ed anche alla venerazione in cui sono state tenute fin dagli antichi, alla loro vita marina, ece., dà una detta- gliata descrizione dell'animale e della conchiglia. Parla delle caratteristiche del genere Cypraea secondo ì vari autori, delle suddivisioni che ne sono state fatte, e proponendo una nuova riparti- zione generica, comincia con il trattare della forma generale della conchiglia, Ma questa non è che una parte del lavoro che l'egregio A. intende pubblicare e che perciò avrà seguito nei prossimi fascicoli del Bollettino della Società scientifica ligure. CUBONI G. e BRIZI U. La fersa del gelso. Ricerche sulla natura della ma- lattia e sul modo di combatterla. (Roma 1896. Boll. di notizie agrarie n. 14. Pag. 20 in-8 ed una tavola in colori. Prezzo cent. 20) È una pubblicazione fatta per cura del nostro ministero di agricoltura, industria e commercio e vì sì trova la storia della malattia, suoì caratteri, danni che produce, descrizione particolareggiata della pianta, rimedi per combatterla, ecc. La memoria è cor- redata di una tavola con ll figure in colori. Sì trova în vendita in Roma presso la Ditta Fratelli Bocca al prezzo di cent, 20, è BrogI diamo sia l° non solo è diffusa per i pubblicazioni dei principali sodalizi scientifici Pubblicazioni del 1894 | Geologia - Mineralogia - Cristallografia (continuazione e fine) 880 Tacchini P. Terremoti calabro-messi- nesi del 16 Novembre 1894. (Roma. Rend. R. Accad,. dei Lincei, III, 9, 2.9 sem,) 881 Taramelli T. La valle del Po nell'epoca quaternaria. (Genova. Atti del 1.° Congresso geogr. ital., vol. 1). 882 Taramelli T. Considerazioni geologiche sul lago di Garda, (Milano. Kend. R, Istit. lomb., s. II, vol. XXVII, 3). 883 Termier P. Ètude petrographique et au- tres roches cristallines du massis du petit Mont Cenis. (Paris. C. R. des sciences de la Soc, geol. do France. n. 13). $ 884 Trabucco G. Sulla posizione del calcare di Mosciamo e degli altri terreni eocenici del bacino di Firenze. Nota preliminare, (Firenze). 885 Traverso S. Contribuzione allo Studio delle roccie vulcaniche. (Milano. Giorn, di min, erist. e petr. , vol. 3). 886 Traverso S. Ricerche geognostiche e microscopiche su alcune roccie dell'alto Canavese, (Genova. Atti Soc. lig. Se. nat. e geogr., vol. 1). 887 Traverso S. Il porfido di Monte Cinto in Corsica. (Ibidem, vol. 3). 888 Vallott G. e Duparch L. Sur la na- ture petrographique du somme du Mont Blac et de rochers avoisinants. (Paris. C. R. Ac. des Se. CXIX, 2). 889 Vender V. Sul petrolio dî Salsomaggiore. (Milano Rend. R. Istit, lomb., s. II,vol. XXVII, 18). 890 Vinassa de Regny P. E. Un'escursione nelle Alpi venete. (Pisa. A*ti Soc, tosc. Se. nat. Proc. verb., IX). RIS Questo catalogo di quanto viene pubblicato in Italia relati vamente a tr NA Ade anche inviata in cambio ad oltre 200 italiani ed esteri, 891 Viola C. Sopra l' albite di secondaria for- mazione quale prodotto di metamorfismo di con- tatto delle diabasi e dei gabbri in Basilicata, (Roma. Boll. Com. geol. ital., XXV, 3). 892 Viola ©. Le roccio eruttive della punta delle Pietre Nere in provincia di Foggia, (Ibidem), 893 Viola C. Esame petrografico di alcune rocce dell’ isola d' Elba. (Ibidem, XXV, I) 894 Viola CO. Osservazioni fatte sui monti Lo- pini e sul Capo Circeo in provincia di Roma nol- l'anno 1893, (Ibidem). tri Pubblicazioni del 1895 Zoologia - Paleozoologia - Allevamento degli animali | Alessandrini dott. G. Dermoide centrale della cornea di una Cavia cobaya Schreb. (Roma. Boll. Soc. rom. per gli studi zool., n. 1-2, pag. 41-55, con 1 tav.) 2 Alessandrini dott. G. Raro caso di pa- rassitismo nell'uomo, dovuto alla larva di Sar- cdphaga affinis Meig. (Ibidem, n. 5 e 6, pag. 278- 89, con fig.) 3 Angelini prof. G. Alcune note sull'avi- fauna marchigiana. (Roma, Boll. Soc. rom. per gli studi zool., n. 1-2, pag. 75-78). 4 Apicoltore. Spigolature di apicoltura @ notizie sulle api. (Siena, Boll. nat., n. 6, pag. 77-79). 5 Ardu Onnis dott. E. Su alcune forme anomale del bacino umano. Note di antropologia e di anatomia comparata. (Torino, Boll. Musei di Zool. ed Anat. comp, n. 209, pag. 16 in 8.9) 6 Arduini V. Conchiglie plioceniche del ba- cino di Albenga. (Genova. Atti Soc. lig. Sc, nat, e geogr., vol. VI, n. 2, pag. 51 in 8.° con l tav.) RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 7 Ariola V. Due nuove specie di Botrioce- fali. (Genova. Boll. Musei di Zool. e Anat. comp. I. Univ., n. 38, pag. 8, con fig.) 8 Arrigoni degli Oddi dott. E. Materiali per la fauna padovana dei vertebrati. (Padova. Atti Soc, ven. trent. di Sc, nat., pag. 1-43). 9 Arrigoni degli Oddi dott. E. Materiali per una bibliografia della fauna dei vertebrati. (Ibidom, pag. 44-81). 10 Badanelli prof. D, Influenza del regime alimentare sulla qualità della seta della « Sa- turnia pyri ». (Siena, Boll. nat., n. 5, p. 57-59). ll Banchi A. Sopra due casi di mostruosità doppia in giovani embrioni di pollo. (Firenze. Monit. zool. ital., n. 6, pag. 126-36, con 1 tav.) 12 Baquis E. Su di una larva di dittero (della famiglia delle Tacchinarie) parassita della congiuntiva umana, Contribuzione climica e zoo- logica. (Pavia. Ann. di Ottalmologia, anno 24, fuse. 2-3, pag. 329-836, con fig.) 13 Barbieri F. Nota sul XL Congresso no- mado degli apicultori tedeschi ed austro-ungarici, tenuto a Lipsia il giorno 10 di Agosto. (Mi- lano. L'Apicultore, n. 11, pag. 331-35). 14 Barduzzi D. Le eredità umane. Discorso inaugurale. (Siena. Tip. Lazzeri. Pag. 42). 15 Bargagli P. Notizie sopra alcunì ento- mocecidi e sui loro abitatori, (Firenze. Bull. Soc. bot. ital., n. 2, pag. 39-53). 16 Barone G. Modificazioni delle abitudini del Delfino comune (Delphinus delphis) osservate in Liguria e prodotte dal generalizzarsi della pesca intensiva. (Venezia, Neptunia, 15 giugno, pag. 123-30). 17 Bassani F. Lu ittiofauna della Dolomia principale di Giffoni (prov. Salerno). (Pisa. Pa- leontographia italica, vol. 1, pag. 42 in 4.9, con 7 tav.) 18 Bassani F. Avanzi di Carcharodon au- riculatus scoperti nel calcare eocenico di Valle Gallina presso Avesa. (Verona. Atti Accad., fasc» 1. 11 pag. e l tav.) 19 Bassani F. Appunti di ittiologia fossile italiana. (Napoli. Atti della R. Accad. delle Se., vol. VII, 16 pag. in 4.° e 1 tav.) 20 Bastogi G. Ancora sulla seta delle « Sa- turnie ». (Siena. Boll. nat., n. 8, pag. 97-98). 21 Benedicenti A. Recherches histologiques sur le systeme norveux central et peripherique du Bombyx mori (Torino. Arch. ital. Biologie. tom. 24, fasc. 1-11, con fig.) 22 Berlese prof. A. e Leonardi dr. G. Cocciniglie agrummicole recentemente rinvenute in Italia. (Napoli. Riv. agr., n. 18). 23 Berlese prof. A. e Leonardi dr. G. Sopra alcune cocciniglie. (Padova, Boll. di en- tomol. agr. e patol. agr , n. 5, pag. 73-75). 24 Bertelli dr. D. Ricerche sulla morfologia del muscolo diaframma nei mammiferi. (Torino. Arch. Sc. med., n. 19. Estr. p. 58 in 8.0 e 1 tav) 25 Bertolini dott. S. Contribuzione alla fauna trentina dei Coleotteri. (continuaz.) (Fi- renze, Boll. Soc. entomol. ital., anno 26, trim. 3-4 e seg.) 26 Bezzi dr. M. Cortribuzione alla fauna ditterologica italiana. (Firenze. Boll. Soc. ent. ital. , trim. 1.° Estr. di pag. 40 in 8.9) 27 Bianchi S. Sull'interpretazione morfolo- gica della prima vertebra coccigea nell’ uomo. (Siena. Atti R. Accad. Fisiocritici, Estr. di p. 20). 28 Bianchi S. La presenza della sutura or- bito-maxillo-frontale (Thomson) non è condizione normale nel cranio degli Antropoidi. Nota. (Siena. Proc. verb. R. Accad. Fisiocritici. Estr. di p. 4). 29 Bisogni dr. C. Intorno all’ evoluzione del nucleo vitellino del Salticus scenicus e della Scutigera coleaptrata. (Leipzing Aus der Inter. Monatpscrift f. Anat. ut Phys Hefts 12, Estr, di pag. 6, con 1 tav. in colori). 30 Boccazzi I. La pesca presso alcuni popoli dell'Africa e dell' Australia. (Venezia, Néptunia. 30 giugno, pag. 139-44), 31 Bonarelli G. Il genere Paroniceras Bo- nar. (Pisa. Boll. Soc. malac, ital. , vol. XIX, pag. 225-39, con l tav.) 32 Bonarelli G. Fossili domeriani della Brianza. (Milano Rend. R. Istit. lomb., fase. 6-7, pag. 22, in 8.9) 33 Bonis C. Lo stallone e la cavalla fattrice. (Milano. Movim. agr., n. 3, pag. 44). 34 Bonomi A. Quarta contribuzione all'avi- fauna tridentina. (Rovereto. Programma dell’I. R. Ginnasio, anno scolastico 1894-95. Estr. di pag, 66 in 8.°) 35 Bonomi prof. A. Notizie ornitologiche raccolte nel trentino durante il 1894, (Siena, Boll. nat., n. 2, pag. 26-27). 36 Borelli dott. A. Viaggio del dott. Alfredo Borelli nella Repubblica Argentina e nel Para- RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI guay. (XIIf). Planarie d'acqua dolee. (Torino. Boll. Musei di Zool. ed Anat. comp. , n. 202, 8 pag. in 8.9, con 8 fig.) 37 Boulenger G. A. Viaggio del dott. Alfredo Borelli nella Repubblica Argentina e nel Para- guay. (XII). Poissons, (Ibidem, n. 196, 4 pag. in 8.9) 38 Breda A. Dermatobia noxialis (Cuterebra noxialis Goudot) Caso clinico. (Venezia. Riv. ven. di se. mediche, anno 12, tomo 22, fasc. 10, pag. 467-472, con fig.) 39 Brocadello A. Del sesso nei doppioni di Bombyx mori. (Padova. Boll. di bachicol., n, 8, pag. 109-11). 40 Buch G. Guida pratica di Anatomia pato- logica e tecnica delle autopsie, ad uso deì medici veterinari e degli studenti. Prima traduzione dal tedesco, autorizzata dall'autore, del dr. Angelo Baldoni. (Milano. Fili, Dumolard, editori. Pag. 207. Prezzo L. 3,00). 41 Bullo G. S. L'anguilla maschio abita anche nelle acque dolci e nelle salmastre (Ve- nezia. Neptunia, 15 febbraio, pag. 21-22). 42 Bullo ing. G. S. La livrea di nozze del- l'anguilla. (Ibidem, n. 17-18, pag. 187-89). 43 Caffì prof. dott. E. I ragni di Calabria, (Bergamo. Tip. S. Alessandro. Pag. 64 in 16.9) 44 Camerano prof. L. Viaggio del dott. Alfredo Borelli nella Repubblica Argentina e nel Paraguay. (III). Descrizione di nuove specie del genere Geniates Kirby. (Torino. Boll. Musei di Zool. ed Anat. comp, n. 179, 3 pag. in 8.5) 45 Camerano L. Relazione intorno alla me- moria intitolata: Ditteri del Messico. Parte IV. Muscidae Calypteratae ed Acalyperatae ; del dr. E. Giglio-Tos, (Torino. Atti R. Accad. Sec. , disp. 2, pag. 112. 46 Camerano L. Relazione intorno alla me- moria del dr. D. Rosa, intitolata : Contributo allo studio dei « Terricoli neotropicali ». (Ibidem, vol. XXX, disp. 12, 1894-95, pag. 3561-62). 47 Canestrini G. e Massalongo C. Su due nuove specie di fitoptidi. (Siena, Boll. nat., n. 5, pag. 65). 48 Cantoni dott. V. L' uso della carne equina per combattere la pellagra. (Milano. 11 Cor. agr. comm. , n. 20, pag. 206). 49 Capellini G. Di alcuni fossili controversi riferiti a crinoidi foraminiferi, vermi e corallarii. (Roma. Rend. Accad. Lincei, s, 5, vol. III, pag. 362-635). a 50 Carapezza E. e Taglierini I. P. Sopra talune nuove specie di fossili provenienti dal calcare bianco cristallino della montagna del Casale presso Busambra în provincia dì Palermo. (Palermo. Boll. Soc, Se. nat. econ. 10. 3, pag. 10, con l tav.) dI Carazzi dott. D. Sulla fagocitosi nei lamellibranchi, (Firenze. Monitore Zool. ital., n. 3-4, pag. 52-56). 52 Carazzi D. Fagocitosi è diapedesi nei lamellibranchi, (Ibidem, n. 11, pag. 249-560), 53 Carazzi D. Animali viventi nell interno dei cavi sottomarini. (Genova. Attì Soc, lig. Sc. nat. e geogr., disp. 1). 54 Carruccio prof. A. Osservazioni ana- tomiche e zoologiche sopra due specie rare di pesci (7rachypterus Gonan) del mare di Civita- vecchia, (Roma. Boll, Soc, rom. per gli studi zool, n. 1-2, pag. 1-23, con | tav.) 55 Carruccio prof. A. Sugli anellidi ita- liani studiati dal prof. R. Blanchard ed in parti» colare su quelli della provincia di Roma, (Ibidem, n. 3-4, pag. 170-74). 56 Carruccio prof. A. Studio anatomico sull'atlante di un Z/ephans africanus giovanis- simo. (Ibidem, n. 5 e 6, pag. 217-26, con fig.) 57 Carruccio prof. A. Osservazioni zoolo- giche sul Pedetes caffer Pall., con note anato- miche sul cranio neurale e facciale del modesimo, (Ibidem, n. 5 e 6, pag. 2605-77). 58 Caruso prof. G. Esperienze sui mezzi por combattere la tignuola dolla vite, fatto nel 1804, (Firenze. Atti R. Acc. Georgofili, disp. 1, p. 52-59). 59 Casagrandi O. G. V. e Barbagallo- Rapisardi. Ricerche biologiche e chimiche sull'Amoeba Coli (Losch.) Nota preliminare, (Ca- tania, Boll. Acc. Gioenia Sc. nat., fase, 39, p. 4-14). 60 Cattaneo G. Manuale di embriologia e morfologia generale. (Milano. Edit, U, Hoepli). 61 Cattaneo G. Delle varie teorie relative all'origine della metameria, e del nesso fra il concetto aggregativo e differenziativo delle forme animali. (Genova. Atti Soc. lig. Se. nat. e geogr., fasc. 1. Estr.) 62 Catterina dott. G. L'Adenito equina in- fettiva. (Ricerche batteriologiche) (Padova. Bull, Soc. ven. trent. Sc. nat., pag. 1-5). 63 Celli A. e Fiocca R. Ricercho intorno alla biologia delle amebe. (Roma, Boll. R. Accad, medica, anno 21 fase. 5 6 6 p. 285-324, con tav.) D a = » sd È PI j i 72 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI : e ei 64 Celli A. e Fiocca, R. Intorno alla biolo- gia delle amebe. (Roma. Istit, d' igiene della R. Univ., pag. 213). 65 Ceresole G. Allevamento artificiale delle Trote,. (Siena. Boll. nat., n. 3, pag. 34-36, con 2 fig.) 66 Cettolini prof. S. Per promuovere la pi- scicoltura in Sardegna. (Venezia. Neptunia, 15 febbraio, pag. 17-20). 67 Ciaccio G. V. Della natura e cagione onde muove il color cangiante negli occhi delle Tabanidae e dei mezzi refrattivi che in loro si trovano. (Bologna, Mem. Accad. Sc, Islit, , tom. 3, pag. 619-26, con fig.) 68 Cipolla F. Metacromatismo di Emberiza citrinelta Linn, (Venezia. Atti R. Ist. ven. 80. lett. ed arti, disp. 8, pag. 911-14), 69 Cipolla F. Albinismo e isabellismo, Nota. (Ibidem, disp. 2, pag. 2418-51). 70 Clerici E. Ulteriori notizie sopra il rile- vamento di alcuni mammiferi fossili. (Roma, Boll. Soc, geol. ital., vol, XIII, fasc, 2, pag. 9 in 89) 71 Clerici E. Sul ritrovamento del castoro nelle ligniti di Spoleto. (Ibidem, pag. 4, in 8.9) 72 Olerici E. Presentazione di fossili della regione tra i monti Corniculani e Lucani ecc. (Ibidem, vol. XIV, pag. 315-20). 73 Clerici ing. F. I bachi da seta devono dormire allo scoperto, (Casale Monferrato. Bacol. ital., n. 9, pag. 69). 74 Clerici ing. F. Studi ed osservazioni sul- l'allevamento dei bachi e sulla cultura dei gelsi (Milano. Tip. Cagliati. Pag. 16 in 8.9) 25 Clerici ing. F. Sull' allevamento dei bachi da seta e sulla coltura dei gelsi. Conferenza. (Milano. Presso l'ing. F. Clerici, L. 1). 76 Clerici ing. F. Un'occhiata alla campa- gna serica del 1895. (Milano. Bull. dell'agr., n. 30, pag. 117-18). 77 Cocchi I. Di uno scheletro di Elephas antiquus trovato presso Arezzo. (Roma. Boll. Soc. gool, ital., vol. XIV, pag. 2760-77). 78 Cocco L. Studi sui denti dei plagiostomi, con note paleontologiche. (Acireale. Atti e Rend, Accad, Zelantì e PP. dello Studio, vol. III, p. 25). 79 Cooco L. Nota intorno ad una nuova Specie dì Halìotis rinvenuta nel Pliocene dei din- torni di Messina. (Ibidem, vol. III, p. 6, con 2 fig.) eee 80 Coggi A. Alcuni fatti che riguardano la cresta nevrale cefalico dei Selaci. (Roma. Rend. R. Accad. Lincei, Sc. fis,, mat. e nat., sem, l, fasc. 6, pag, 265-69). : 81 Coggi A. Note sull'evoluzione dei crosta- cei. (Bologna. Riv. ital, di paleont., n. 4, pag. 156-62, con | fig.) 82 Condorelli Francaviglia dott. M. L'encefalo dell’ Halmaturus dorsalis Gray. Nota anatomo comparata. (Roma. Boll. Soc. rom. per gli studi zool., n. 1-2, pag. 25-39, con 1 tav.) 83 Condorelli Francaviglia dott. M. Ri- cerche zoalogiche ed anatomo-istologiche sulla Filateria labiata Crepin (Ibidem, n. 3-4, e seg.) 84 Corti B. Ricerche mieropaleontologiche sul deposito glaciale di Re in Val Vegezzo. (Milano. Rend. R. Istit. lomb., ser. II, vol. XXVIII, fasc, 8, pag. 7, in 8.9) 85 Corti dott. E. Aggiunte alla fauna dit- terologica della provincia di Pavia. (Firenze. Bull. Soe. entom. ital., anno 26, trim. 3-4, pag, 389-953). 86 Corti dott. E. Ditteri. (Genova. Ann, Museo civ. St. nat., 6-8 aprile Estr. di p. 24 in 8,9) 87 Costa A. Prospetto degli imenotteri ita- liani. Parte III, Tentredinidei e tiricidei con 3 tav. Atti R. Accàd, Sc, fis. e mat. di Napoli, 8. 2, vol. VII). 88 Crema C. Sopra alcuni decapodì terziarii del Piemonte. (l'orino. Atti R. Accad. delle Se. , vol. XXX, disp. 12, pag. 18 in 8.9, con I tav.) £9 Crety C. Contribuzione alla conoscenza dell'ovo ovarico. (Roma. Ricerche futte nel lab. di Anat. norm. k. Univ. ed in altri lab biolog., fase. 3-4, pag. 261-81, con 1 tav.) 90 Crevatin F. Dell'intima struttura degli occhi delle Sfingi. Osservazioni mieroscopiche, Ricerche fatte nel laboratorio di Anatomia nor- male della R. Univ, di Roma ed in altri labora- tori zoologici. (Roma. Vol. V, fasc. 1 p. 69-80, con tav.) 91 Dal Fiume C. Il Calcarius lapponicus Linn. nel Veneto. (Milano. Atti Soc. ital. Sc, nat., fasc. 1-2, pag. 27-32). 92 Dal Fiume C. Il Cal/carius lapponicus (Linn. nel Veneto) (Ibidem. Estr. di pag. 8 in 8.9) (continua) S. BROGI direttore responsabile Siena Tip. e Lit. Sordo-muti dì L, Lazzeri TALIANA DI SCIENZE NATURALI -— 1° Giugno SOMMARIO Bisogni dott. prof. Carlo. Contributo alla flora d' Hipponium. Pag. 73. Damiani Giacomo. Ancora sui Gobius italici. Pag. 77. — Ceresole Giulio. Su di una pregiata opera inedita dell'Abate Chiereghini suì Crostacei, Testacei e Pesci del Veneto, Pag. 77. Bibliografia italiana di Scienze naturali Pubblicazioni del 1895 Bi -$ (continuazione). Da pag. 78. a pag. 80. CONTRIBUTO ALLA FLORA D’ HIPPONIUM Ù MEMORIA del Dott. CARLO BISOGNI Coll’ intendimento di apportare un modesto contributo alla Flora calabra, riassumo nella pre- sente nota una serie di osservazioni e registro i nomi di alcune piante da me raccolte nelle nu- merose escursioni che, da circa un decennio, vado facendo nelle campagne attorno al mio paose, Monteleone, una volta, al tempo della potenza romana, Vibo-Valentia, e più anticamente, al tempo della grandezza greca, Hipponium, (1) è a cavaliere d'una collina della massima altezza di 557 metri, la quale, mentre da una parte scende erta, diruta e scoscesa nella sottoposta valle, dall'altra degrada man mano in una dolce china o in un delicato pendio, fino a raggiungere il % piano, insens bilmente, Y Questa collina, stando al disotto dello « Strozzamento d' Italia » non molto lontano dalla de- . pressione di Marcellinara, compresa trai gradi 3,° 49° di longitudine orientale (meridiano di Roma) e 39°, 45° di latitudine boreale, sì stacca da quella diramazione del gruppo di Serra S. Bruno, al disotto di Filadelfia, che piegaudo ad Ovest tra il golfo di S. Eufemia e l'insenatura di Nicotera, e spingendosi in mare col capo Vaticano, vi forma ]' altipiano di Monteleone della media altite= dine di 450 m. Resta così diviso a Nord-Est ed Est dal rimanente Appennino dalla fertile ed ubertosa valle del Mesima, che nasce al disopra di Vallelonga, rinserrata fra monti fino al suo sbocco nol 9 piano che s1 distende dal piede delle alture di Nicotera, Laureana, S, Giorgio e Casalnuovo sino Ù al mare, In tal modo il colle ipponiate mentre a Nord-Ovest ed Ovest, tra Pizzo e Briatico, bagna i suoi piedi nell'azzurro del golfo Lametico, e porge libero il dorso alle brozze del mare, scoscesa della valle del Mesima resta esposto ai venti freschi della vallata e a quelli tratto degli Appennini. L'ossatura del colle, specialmente nella sua parte elevata, azoiche, cristallino-granellose, antiche e schistose ; graniti, celare PIENI ACRI dalla parto dell'ultimo è costituita da un ammasso di rocce dioriti, granuliti, micaschisti, argilJo- (1) L'odierna Monteleone è l'antico Hipponium, una delle più insigni e delle più preclare fra le Colonie della Magna-Grecia. Molti sono gli scrittori, e fra i più celebri della classica an- ichità , nelle loro opere-si occupano di Hipponium; alcuni parlandone un po' ; i i i e il sito, altrì ne dà più rori la storia di Locri, di I Crotone, di Sibari, per essere buona parte delle opere di costoro o andate perdute, 0 dimezzate, 0 alterate sia per aggiunte che per sottrazioni E- 0 per errori di emanuensi, 0 per ulteriori n IH E 3] $ 4 e - E 2 ® » 6 ® D ° e (4 ni o 13] ° » A - S E, “= (] 5 _ © “ » ® = (cl ® < “s ® i © s commenti che altri vi ha fatto sù, © per seguenza gettando il dubbio e la poca fiducia nel- l'animo del lettore, così non si potrà mai ayerè una storia il più possibilmente veridica d' Hippo- nium, anche ricorrendo alla sua ricca numismatica, ai cimelii, agli avanzi archeologiei, alle tra- dizioni locali e a tutti quei dati oggi suggeriti dalla scienza. $i sono trovate, oltre le tombe dell’epoca romana che sono più numerose, sepolcri antichissimi dell’epoca greca: ma i poshi avanzi umani rinvenuti e che nelle mani dello scienziato sarebbero stati un materiale di studio o andarono in altro modo dispersi, o le tombe rinvenute erano state in a salma. Certo, nessun dotto ha mai avuto per le mani un cranio, un osso quanto al linguaggio lo si sa: è la stessa lingua greca, ed esso va cercato nelle 14 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI schisti, in alcuni punti sporgenti fuori dal suolo, in ammassi, dighe, scogli, correnti, schegge, rottami, 0 visibili sotto forma di filoni, di vene, di cunei cacciati fra rocce di altra natura e per- dentosi nel terreno formato dalla loro disgregazione e dal proprio disfacimento. Nella parte alta del colle, in ispecial modo, il terreno coltivabile è il risultato o dello sgranellamento o della disgre- gazione o della scomposizione completa di queste rocce; mentre sui pendii, sui fianchi, sulle falde del colle si trovano terreni di rocce aggregate e di decomposizione, più fertili e di diversa natura, a seconda che provengono o dal trasporto o dalle alluvioni dei primi, o da questi misti al carbonato di calcio, all'argilla, al manganese, o sono del tutto formati dai terreni dell' epoca terziaria che incastonano il colle ipponiate, e nei quali corre per buon tratto la valle del Mesima. Rocce calcaree abbastanza estese e di diversa natura, depositi d'argilla e di marna, tufi calcarei e calcari marnoso, ferrifero e dolomitico, arenarie e macigni, rocce travertiniche e sabbiose e varie altre, pure o miste fra loro s'incontrano sui fianchi e sui pendii del colle Valentino. Data una tale varietà di terreno, e quel clima che un paese siffatto può avere, varia vi è pure la coltura; ma la terra è feconda, la campagna ubertosa, i ricolti prosperi e molteplici e dei più variati. L'ulivo vi cresce rigoglioso e robusto, e ve ne sono boschi estesissimi ; la vigna, nelle numorose sue varietà, vi prospera a meraviglia e produce vino squisitissimo e zibibbo rinomato; i cereali e i legumi abbondantissimi e dei più svariati, gli agrumeti rigogliosi e molto produttivi, i frutteti sterminati e ricchissimi; Ja quercia, il pino, il gelso, la palma, il fico d'India vi cre- scono con esuberanza di vita e lussureggiamento di vegetazione; e nei campi pingui, nelle tenute floride, nei giardini, negli orti, nei poderi, nelle valli, nei crepi, nelle fessure, nelle accidentalità, nei meandri del terreno, sui margini dei sentieri, lungo le gore, sulle rive dei fossi, dei torrenti, dei ruscelli, sulle arene del mare, ovunque un seme o una spora possa germogliare e un fiore di- schiudersi, da per tutto trovi una Flora delle più,variate e delle più ricche. Non per nulla, antichi e moderni, d'ogni lingua e d'ogni nazione, ebbero caro il possesso della forte terra dei Brezii, selvaggia per le sue montagne, gentile pel bacio dei suoi flutti; terra feconda d' ingegni, di campi, di figli. La collina, una volta sacra a Proserpina, dea tutelare in Hipponium della Flora del classico colle, la quale, la remota leggenda vuole sia stata rapita da Plutone, mentre pel declivio del colle, in un tiepido e profumato mattino di primavera, andava raccogliendo fiori e intrecciando corone, ed ebbe culto di divinità e templi meravigliosi (1), racchiude una flora varia @ numerosa, nella quale spigolando, enumero, per adesso, le sotto cennate piante, le quali, per la loro stazione ed il proprio vegetat, o non dovrebbero rinvenirsi nelle campagne d'Hipponium, essendo proprie di altre zone e di altri climi d'Italia, o pur rinvenendosi non figurano ancora registrate nella Flora (1) Gli scrittori antichi locali, e specialmente gli eruditi del rinascimento, anche essendo forniti di grande dottrina, miravano più all'apologia anzi che alla storia vera dei paesi che im- prendevano ad illustrare. Nell' antichità classica e nelle tradizioni del popolo attingevano il so- Strato delle notizie, che gonfie, ampliate e raffazzonate come loro meglio piaceva, spacciavano poi per fondamento storico indiscusso. Le opere di costoro, sebbene abbiano un merito incontestabile e contengano indicazioni assai preziose, pure non possono essere prese a base di critica storica ed archeologica, Ciò premesso, noto quanto alcuni di essi han detto al proposito : Strabone. lib. 6. verb, Hipponium. « Post Consentiam Hipponium est.... Loerorum aedificium. Ad haec vero loca Proserpinan e Sicilia ad ventasse legendos ad flores, credidere ve- teres, quoniam florentissimae regionis amenissima prata esse constat. Hine matronis usus inva- tali ut collectis ex floribus coronas texant, cum per dies festos empta gestare serta, vitio illis etur >», Servio, Ono Mau. ad Georg. I, v. 39 « Nec repetita sequi curet Proserpina matrem ». < Proserpina lovis, et Cereris filia, quae cum in campis ennaeis flores legeret, a Piutone rapta. Quam cum Ceres diu frustra toto terrarum orbe investigasset, tandem a Cyane Mympha rem om- nem edocta petiit a love, ut communem filiam ab inferìs sibi reducere liceret, quod ea dumtaxat lege impetravit, sì mìhil ìlla cibì apud inferos gustasset; quare cum Ascalaphi indicio palam factum esset, aliquot mali punìci grana illam gustasse, omnis reditus spes illi fuit interclusa. Quod egre ferens Proserpina Ascalaplhum commutavit in bubonem, noetis avem, et tristium semper rerum nunciam ». (Infattì nello stemma di Monteleone, fra gli altri simboli, figura una civetta sull'ostremità d'un asta piantata sur un monte). ti sii bretia, o anche essendo proprie. dell'Italia meridionale e della Calabria, non è risaputo poterle rinvenire ancho nei campi del Monteleonese. Riserbandomi, con altri mieì seritti, di dimostrare una certa analogia ed una tal quale corri» spondenza, in generale, tra Ja flora calabra e quella ligure, la presente nota, registrando un di- screto numero di piante, fa vedere l'nffinità vegetativa esistente fra il vegetat della Sicilia @ quello della Calabria. A parte anche le idee preconcette che si possono avere per la dimostrazione della tesì, sia per la vicinanza dei due paesi, sia pel clima poco diverso, sia per la topografia di essi riguardo alla loro posizione astronomica, sia per tutti quegli altri fatti che dispiegano la loro influenza in simili casi, essa vien meglio dimostrata, e con migliori e più forti ragioni, dai numerosi esempiì che si possono addurre di una Flora tutta propria e particolare ai due paesi in parola, Infatti l'affinità della Flora sicula per la Flora brezia è rafforzata da numorose spocio, distribuita fra i diversi ordini, che sono, nella Flora d' Italia, esclusivo 0 quasi della Sicilia è della Calabria attuale, Questa osservazione non toglie però il potersi rinvenire alcuno di queste piante quà e là pel resto dell'Italia; ma in tal caso o sono da riguardarsi come individui eccezionali vegetanti in un paese che non è il loro, o vi furono altrimenti importati. E nella flora di ogni qualunque paosa questi casi non sono rari; e la presente ricerca, fra le molte altre di simil genere, ne dà un esempio abbastanza chiaro. Infatti, nelle Leguminose del genere Astragalus L troviamo l'Astragalus siculus (Biv.) proprio dei monti aridi della Sila e dell'Etna; in quelle del genere Lathyrus L., il Lathyrus atropur- pureus (Desf.) proprio dei prati umidi e campi argillosi della Calabria e della Sicilia, e il Lathyrus grandiflorus (Smith.) dei luoghi selvatici deì monti Vulture, Pollino, Aspromonte in Calabria è delle Madonie e dell’ Etna in Sicilia; e in quelle del genere Calycotome Link; il Calycotome spinosa (Link.) v. infesta, proprio dei colli aridi S. Cristina, d'Aspromonte, di Ustica 6 del gruppo delle Eolie. Inoltre nel genere Ononis L., 1° Ononis alopecuroides (L); nel gonero Yrifolium L., il Trifolium congestum (Guss.) e il 7, intermedium (Guss.); nel genere Lotus L., il Lotus pun sillus (Viv.) proprio dei luoghi arenosi marittimi in Calabria ed in Sicilia; e infine nel gonero Adenocarpus D. C., che è proprio dell Italia media e meridionale, troviamo una sottospocie propria dell’ Etna, ed un altra, l' Adenocarpus parvifolius (D. €.) commutatus (Guss.) proprio dell’ Aspro» monte e della Sicilia. n, Nelle Composite, come quelle che sono rappresentate su vasta scala nell'Italia meridionale, si rinviene un maggior numero di esempii. Così nel genere Senecio Less. trovinmo il $, gibbosus (D. C.) presso Scilla e Bagnara in Calabria, e a Messina e Milazzo in Sicilia. In quello del ge- nere Carduus Goertu, troviamo il ©, congestus (Guss); in quelle del genere Carlina L., la 0. Sicula (Ten.), l'uno e l'altra proprii a quasi tutta la Sicilia e tutta la Calabria, Inoltre nel ge- nere Calendula L. ne troviamo due esempii classici nella €. Stellata (Cav.) e nella C. maritima (Guss.), l'una propria dei colli erbosi, e l'altra dei luoghi ghiaiosi ed arenosi e cho fiorisce quasi tutto l’anno. In fine nel genere Filago L. c'è il F. germanica L. 8. sp. prostrata (Parl.) molto comune e in Calabria e in Sicilia. Fra le Rannunculacee ne porgono esempio il Thalictrum calabricum (Spr.) proprio dei luoghi selvatici nei colli e nei poggi dei due paesi, e il Ranunculus lateriferus (D. C.) che si rinvieno alla Serra e alle Madonie Fra le Cruciferae oltre alla Brassice Sicula (Bert.) (Sinapis virgata Presl), che cresce sullo rupi, e alla B. Tournefortii (Gouan) dei luoghi arenosi ed aridi, ne porgono spiccato esempio la Cardamine glauca (Spr.) propria dell'Etna e dell'Aspromonte, e la Moricandia arvensis (D. €.) che, oltre alla Calabria e alla Sicilia, cresce anche in Liguria. Un unico esempio ne porgono le Violaccae, la V. parvula (Tin.) propria dei pascoli della Si- cilia, all' Etna, alle Madonie e all’ Aspromonte; mentre fra le Caryophyllae troviamo, nel genere Gypsophila L., la G. illyrica (Sibth.) nei luoghi sterili dei colli 6 dei monti e nel margine dei campi e nel genere Dianthus L. il D. rupicola (Biv. delle rupi marittime, oltre alla Spergularia n I rubra (Pers) 8. sp. diandra (Guss.) propria dei luoghi argillosi marittimi dei due paesi, e al Lychnis alba (Mill.) s, sp. divaricata (Reich.). i Così, come nelle Paronychieae troviamo lo Scleranthus perennis (L.) s. sp. marginatus (Guss.) como proprio dei luoghi aprici aridi dei monti di Calabria e di Sicilia, nelle Plumbagineae tro- viamo la Statice sinuata (L.) e la Armeria gracilis (Ten.) 8. sp. nebrodensis (Boiss.) che in Calabria si riscontra all' Aspromonte, mentre nelle Convolvulaceae abbiamo il genere Cressa L, di cuiî l'unica specie, la Cressa cretica (Lin.) è pianta propria del paese di Sicilia e di Calabria, e nelle Umbelliferae \° Eryngium dicòtomum (Desf.) e l' E. Barrelieri (Boiss.) di cui il primo vive presso il mare ed il secondo nei luoghi umidi. Queste due specie però non sono le esclusive: altre um- bellifere, fra cui il Bupléurum Odontites (Lin.), l'Ammi crinitum (Guss.) che si trova nei campi a Cassano e in Val di Mazzara, la Bonannia resinifera (Guss.) propria della Sila 0 dei luoghi mon- tuosi della Sicilia, la Cachrys punges (lan.) delle arene marittime della Sicilia e di Reggio, alle quali ancora si potrebbero uggiungere il Daucus Boccònii (Guss.) e il D. Rispidus (Desf.) tutti e due propri: dell' inferior parte d'Italia e della Sicilia, Ma non sono queste le sole famiglie che ci danno delle specie esclusive alle due contrade in parola: altre ve ne sono ancora. Così nelle Rubiaceae la Putoria calabrica (Pers ); l' Asperula calabrica di Linneo, comune sulle rupi calcaree e la Crucianella latifolia (Lin.); nelle Valeria- neae la Fedia cornucopiae (Gaertn); e la Cephalaria Joppensis (Coult.), Ja Scabiosa eretica (Lin.) 0 la Scabiosa argentea (Lin.) s. sp. eburnea (Sibth et Smith.) fra le Dipsaceae, la prima delle quali vegeta sui colli argillosi e l'ultima nei luoghi marittimi e da me rinvenuta anche nelle campagne del Monteleonase. Le Euphorbiaceae anch'esse hanno Specie tutte particolari alle campagne dei due paesi di cui ci occupiamo; e vicino all' Euphorbia ehenocarpa (Guss.) che cresce nei luoghi umidi troviamo il Ricinus communis (Lin,) inselvatichito. Esempi di maggiore affinità ancora li troviamo fra le Labiate: così nel genere Satureja Bert. troviamo la S. graeca (Lin.) s. sp. Consentina (Ten.); nel genere Salvia L., la S, ceratophylloides (Lin.), nel genero Lamium Benth., il L. rugosum (Sibth et Sm.); nel genere Ajuga L., l'A. orientalis (Lin.) e l'A. acaulis (Brocch.) che cresce all' Aspromonte e alle Madonie, e finalmente nel genore Tèucrium Li; il 7. pseudo-Scorodònia (Desf.) proprio della Sicilia e dell inferior parte d’ Italia, Infine; per addurre ancora altri pochi esempii, che valgano a mostrare la grande affinità delle due Floro, e tralasciandone molti altri, citeremo fra le Borraginaceae l' Echium arenarium (Guss.) che cresce lungo ì luoghi marittimi di Sicilia e Calabria, il Cynoglossum clandenstinum (Desf.), la Myosotis pusilla (Lois), ìl Lithospermum incrassatum (Guss.) e l' Anchusa hybrida che si estende, quest'ultima, a buona parte della estrema penisola. Fra le Solanaceae del genere Ma- dragora L., la M. officinarum (Bert.), e tra quelle del genere Solanum L.3 il S. nigrum (Lin,) s. Sp. moschatum (Prest.) più diffuso della specie precedente nella inferiore Italia. E così, per chiudere la serie delle citazioni, sulle quali ci siamo abbastanza intrattenuti, no- tiamo per ultimo fra le Amaryllidaceae la Sterubèrgia sicula (Tin.) che vegeta sui colli aridi apricì, e fra le Liliaceae, la Fritillaria messanensis (Raf.) nei luoghi selvatici ed umidi e l'A/Zium margaritaceum (S. et S.). Notiamo ancora fra le Scrofulariaceae, l' Antirrhinum siculum (Ucria) che vegeta quasi tutto l'anno a Reggio di Calabria ed in Sicilia e la Linaria sStricta (Guss.); fra le Ara- ceae, | Ambrosinia Bassiî (Lin.) che trovasi sulle colline erbose e fra le Graminaceae la Tricholaèna Teneriffae (Parl.) e il Dactyloctenium aegyptiacum (W.) tutte e due queste ultime proprie dei luoghì marittimi della penisola dei Brezìi e dell'isola dei Siculi, Tutti questi esempii, presì in quasi tutti glì ordini e fra i diversi generi di ognuno di essi, non fanno che avvalorare la dimostrazione della tesi impostaci, Studiì più aceuratì ed estesì su più vasto materiale, potrebbero dare un maggiore contributo e più valido appoggio sull’ argomento da noi sostenuto. (continua) PIIILLRIEOSTIORSLPSFSFRIDRIOSE La rr Sa, ANCORA SUI GOBIUS ITALICI SC tm Aveva appena corrette le bozze del mio scritto pubblicato nello scorso fascicolo (1.9 Maggio) di questa Rivista, quando mi capitò sott'occhio la lettera che un chiaro nostro ittiologo, Alberto Perugia, dirigendola al Dr. C, Bellotti, pubblicava (Ann. Museo Civico di Genova, 1890, serie 11,3, vol. 9, pag. 506-508) circa la validità della nuova specie Gobius fullaw, Sarato. Sono lieto che lo sue conclusioni avvalorino quelle che ebbi a fare sulla fine del mio scritto stesso, Il Perugia, infatti, dopo accurato confronto con la ricca serie dei Gobius Bucchichit, Steind, (tra i quali i tipi avuti dallo Steindachner Stesso) posseduta dal Museo Civico di Genova, e da lui descritti quale nuova specie (in: Zehthyologische Notizen, X, 4870) riporta le frasi specifiche, con- frontandole, delle due specie, concludendo, dal canto suo, non esservi differenze talì da giustifi- care la nuova specio G. fattax, per quanto, pur parlando di grandi somiglianze, il Sarato continui ad affermarlo. E a proposito dello stesso G, Bucchichii, creduto da lui medesimo e dal Vinciguerra (v. sopra) come forma giovanile del G. ophiocephatus Giuth, il chiaro ittiologo ritorna sull’opinione già si- gnificata, pel fatto che lo stesso Sarato dice di aver ritrovato a Nizza femmine con uova della specie G. Bucchichii confermandone così la validità specifica secondo Steindachner. Crede, però, utile notare che in centinaia di esemplari egli mai ha potuto osservare femmine mature 0 maschi con papilla genitale ingrossata, come di solito nei Gobius al tempo della frega, Giacomo DAMIANI REZZA IISIRA SU DI UNA PREGIATA OPERA INEDITA DELL'ABATE CHIEREGHINI sui Crostacei, Testacei e Pesci del Veneto Credo di non fare cosa sgradita ai cultori delle scienze naturali, dando loro qualche notizia di un’ opera inedita di Zoologia, e pregevolissima, che stimo quasi ignota. L’opera di cui intendo parlare porta questo titolo: Descrizione de' Crostacei, de’ Testacei e de' Pesci che abitano le lagune e golfo Veneto, rappre- sentati in figure a chiaro-scuro dall’ Abate Stefano Chiereghini Ven. Clodiense, È in dodici volumi in foglio, dei quali nove comprendono i disegni fatti a mano degli animali descritti, dei quali l'autore dà spesso parecchi disegni, figurandoli da varie parti; e tre la descri- zione manoscritta, in fitte pagine, accuratissima e spesso lunghissima degli animali di cui dà Jo figure. Ecco alcuni particolari sui volumi: il primo contiene la dedica ai compatrioti cultori delle scienze, la dimostrazione dell'utilità e importanza della Storia Naturale, parecchi schiarimenti sull'opera, e l'indice dei crostacei e quello delle asterie ed echidni, dei quali si trovano lo figure nel secondo volume. Il terzo dà la descrizione dei testacei, di cui porta i disegni nei sei volumi che seguono, cioè dal quarto al nono. Nel decimo si ha la descrizione dei pesci di cui si danno le figure nei due ultimi volumi, I granchi e gli echinodermi son figurati a penna e a chiaro-scuro: credo che sarebbe impos- sibile descrivere con che diligenza e con che perfezione artistico-scientifica siano eseguiti tali di- segni, al cospetto dei quali le più perfette litografie moderne restano di gran lunga al disotto. Per citare un esempio dirò che di qualche infima conchiglietta si danno le figure in grandezza na- turale, le quali osservate con una lente mostrano i caratteri, e i minimi solchi, quasi si avesse sott'occhio, la conchiglia stessa. I pesci son meno riusciti : cosa notevole, e che ai tempi dell'autore deve aver meravigliato, si Rec = RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI eee è che son fatti a colori, e per dare l'effetto argentino ed ottenere la massima somiglianza al na- turalo, l’ autore adoprò il pigmento della vescica natatoria dell'argentina sphyrena. Quando potei vedere questa preziosa opera, che è proprietà del Gabinetto di storia naturale del Liceo Marco Foscarini di Venezia, e custodita dal prof. Ettore De Toni, che con squisita cortesia me la mostrò, dichiaro che fui preso da altissima ammirazione e meraviglia. Le descrizioni che l'autore fa degli animali son, come dissi, spesso lunghissime e accuratissime, oltre alle quali dà notizie sull' habitat, sui nomi volgari, sulle costumanze, sull’ importanza com- merciale e culinaria. In questa magnifica opera che si potrebbe paragonare senza esitanza a qualcho antico codice miniato, l'autore descrive settecentoquarantaquattro specie e ottanta varietà, delle quali per nuove presenta quattrocentocinquantacinque specie, e dà complessivamente milleseicento- ventiquattro meravigliosi disegni. Ricorderò ancora che il prof. Domenico Nardo nol 1846 fece un'operetta in cui traduce alla nomenclatura moderna, quella vecchia adoperata dall’ autore. Ed ora un po’ di storia. La compilazione di questa grandiosa opera che occupò quasi tutta la vita dell’ autore, deve porsi fra l'ultimo ventennio del secolo scorso ed il primo del presento, poichè l'ab. Stefano Chiereghini nacque a Chioggia nel 1745 e morì nel 1820, Egli ebbe stupende collezioni di prodotti marini che attiravano a visitarlo gran numero di stranieri. L' opera destò estrema meraviglia ai naturalisti francesi, anzi il Bose voleva farne in Francia Ja pubblicazione. L'imperatore Francesco Primo la comperò e la regalò al gabinetto del Liceo Foscarini duve tuttora si trova, Quando nel 1866 gli Austriaci partirono dal Veneto, volevano portarla a Vienna, ma questo progetto non ebbe fortunatamente attuazione per due ragioni: prima perchè era stata donata dall' Imperatore al Liceo, poi perchè è opera che interessa puramente Venezia: tuttavia il governo Austriaco venne a trattative per comperarla, ed anzi offerse quattordicimila fiorini. Ultimamente il prof. De Toni la fece vedere a un dotto signore Prussiano, il quale dichiarò che tale opera a Berlino sarebbe pagata ad un prezzo favoloso. GiuLIo CERESOLE POSATI AIR BIBLIOGRAFIA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Questo catalogo di quanto viene pubblicato in Italia relativamente alle Scienze naturali, cre- diamo sia l'unico che sì stampi fra noi ed è forse perciò che gli studiosi e specialmente gli esteri, ci hanno spesso fatte calde premure a chè procurassimo di renderlo il più possibile com- pleto Per la qual cosa proghiamo gli autori italiani e quelli esteri che serivono in pubblicazioni italiane o di cose italiane, relative alle scienze naturali, a favorirei possibilmente una copia dei loro seritti, o fornirci anche solamente i dettagli sufficienti per poterne dare un annunzio simil- ai seguenti. I gentili autori che ci faranno questo favore, avranno un qualche compenso nel far così conoscere il titolo dei loro scritti nei centri scient fici di tutto il mondo, poichè questa Rivista non solo è diffusa per i molti abbonati che ha, ma viene anche inviata in cambio ad oltre 200 pubblicazioni dei principali sodalizi scientifici italiani ed esterì. N. B. L'amministrazione s' incarica di procurare agli abbonati, senza aumento di prezzo, le pubblicazioni delle quali è notato il costo, ed anche le altre se è possibile; ma per queste ultime occorre che i richiedenti inviino con la do- manda cent, 30 per la francatura della corrispondenza, CARE DA 9 iani G. i È Pubblicazioni del 1895 4 Damiani È Sul Fechapies paradosus Pallas e Utamania torda L. (Ibidem, n. 9, pag, ; : 105-108). Zoologia - Paleozoologia - Allevamento 95 De Alessandri G. Contribuzione allo degli animali studio dei pesci terziari del Piemonte e della Li- (continuazione) guria. (Torino. Mem. della R. Accad. delle Sc., serie II, tomo XLV, pag. 33, con | tav.) NA ve: 96 De Alessandri G. Contribuzione allo tribunione alla tttiofauna del mare dell'Elba. | studio dei cirrepedi fossili d' Italia. (Roma, Boll. (specie interessanti e rare) (Siena. Riv. ital. Sc. Soc, geol d' Italia. fase. 3, vol. XIII, pag. 80. in8.0 nat., n. l, pag. 3-6). con 3 tav.) 93 Damiani G. Note ittiologiche. Terza con- RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 97 De Amicis G. A. Astorhizidae e Ramu- lininae fossili del pliocene inferiore italiano, (Ibidem, vol. XIII, pag. 106-110). 98 De Amicis G. A. Sopra alcune forme nuove di foraminiferi del pliocene toscano. (Pisa. Mem. Soc. Tose. Se. nat., vol. XIV, pag. 14 in 8.,° con l tav.) 99 De Angelis G. Addizioni alla ittiofauna fossile del monte Titano. (Bologna. Riv. ital. di Paleont., fasc. VI, pag. 250-57). 100 De Angelis dr. G. Descripeidn de los Antozoos fòsiles pleiocénicos de Cata lUfa. (Bar- celona, Imp. Henrich y C.® Pag. 26 in-8). 101 De Angelis dott. G. L' E/ephas anti- quus Fale. nei dintorni di Laino-Borgo (provincia di Cosenza). Comun. preliminare. (Catania Boll. Accad. Gioenia Sc. nat., fase. 39, pag. 24-25). 102 De Angelis dott G. Studio paleozoolo- gico. I corallarii fossili dei terreni terziarii. (Siena. Riv. ital. Se. nat., n. 2 e seg., con fig.) 103 De Angelis d’ Ossat G. Il Rhinoceros (Coclodonta) Etruscus Fale. rella provincia ro- mana. (Catania. Atti Accad. Gioenia Sc. nat. , vol. IX, pag. 9). 104 De Angelis d’Ossat G. I corallari fos- sili del carbonifero e del devoniano della carnia. ital., vol. XIV, fasc. 1. (Roma Boll. Due pag.) Soc. geol. 105 De Bellesme J. Il nuovo metodo di col- tivazione degli stagni a salmonidi. (Venezia. Nep- tunia, 15 apr., pag. 69-71. Dalla Riv. Cosmos). 106 De Blasio dott. A. Crania aegyptiaca vetera et hodierna, con appunti dî storia e di etnologia egiziana. Parte II. (continuàz.) (Siena. Riv. ital. Se. nat., n. 1 e seg., con 3I fig.) 107 De Blasio prof. dott. A. I crani dei lucani. (Ibidem, n. 4, e seg., con fig.) 108 De Carlini dott. A. Rincoti di Nkole (Africa centrale). (Firenze. Bull. Soc. entom. ital., anno 26, trim. 3-4, pag. 370-72) 109 De Franchis F. Descrizione compara- tiva dei molluschi postpliocenici del bacino di Galatina. (continuaz.) (Pisa. Boll. Soc. malac. ital., vol. XIX, pag. 105-222, con 3 tav.) 110 De Gregorio A. Description de quelques ossements des cavernes des environs de Cornedo et Valdagno dans le Vicentin. (Palermo. Annales de Geologie e Paleont., fase. XV, pag. 16 in-4 con 3 tav.) lll De Gregorio A. Appunti geologici e = zoologici sull'isola di Levanzo. (Ibidem, pag. 16 in-4, con 3 tav.) 112 De Gregorio A. Note sur un asteride et un Cirripede du post-pliocene de Sicile des gen> res Astrogonium et Coranula. (Ibidem, pag. 8 in-4, con l tav.) 113 De Gregorio A. Note sur certains cru- staces (brachiures eocenique de la Venetié, (Ibi- dem, pag. 22 in-4, con 6 tav.) 114 Dei A. Larga e completa fessura stornale osservata in un piccione domestico. (Siena. Atti Accad, Fisiocritici. Estr. di pag, 8 in-8). 115 Dei A. Albinismo osservato nell'uomo e negli animali, e più particolarmente negli uc- celli. (Ibidem. Estr, di pag. 12 in-8). 116 Dei prof. A. La vescica idrostatica dei pesci e l'apparato aereostatico e polmonare dogli uccelli. (Siena. Riv. ital. Se, nat., n. 8, @ s0g ) 117 Deleidi dott. G. e Reggiani dr. L. Un caso di Cystercus dovis al macello pubblico di Como. (Como. Pag. 8). 118 Del Guercio dott. G. Sopra due specio di Afidi nocivi al 7riticum vulgare ed al Sor- ghum saccaratum. (Palermo, Natur, sicil. n, teG, pag. 84-90). 119 Del Prato dott. A. Vertebrati Eritrei. Aggiunta al catalogo della collezione eritrea Bottego. (Milano. Atti Soc, ital. Sc, nat., fasc. 1-2, pag. 17-26, con 2 fig.) 120 Del Prato A. Asteroidei terziari del parmense e del reggiano. (Bologna. Riv, it. Pa- leont., fase. I, pag. 42-50, con 1 tav.) 121 De Mateis P. Influenza della tempera- tura sugli elminti allo stato perfetto. (Torino Gazz. med., n. 17, pag. 317-22). 122 De’ Rauschenfels A. Insegnamenti mensili per i principianti apicoltori. (Milano. L'Apicoltore, n. 1, pag. 9-11). 123 De'Rauschenfels A. Relazione del XXXIX Congresso nomade degli apicoltori te- deschi ed austro-ungarici. (Ibidem, n. 1 0 seg) 124 Dervieux E. Foraminiferi tortoniani del Tortonese italiano. (Roma. Boll. Suc. geol. ital., vol. XIV, fasc. 2, pag. 2). 125 Dervieux E. Le marginulino e vagi- nuline terziarie del Piemonte. (Ibidem, p. 81-84). 126 Dervieux E. Sopra un'anomalia in un esemplare di Cristellaria, (Roma. Atti Accad. pont. dei Nuovi Lincei, vol. XLVIII, pag. 111-12 con» l fig.) 127 Dervieux E. I foraminiferi della zona nai Ms ad Anphistegina presso Pavone d'Alessandria. (Ibidem. Pag. 113-15). 128 De Stefani T. Nota su l'albinismo di un pipistrello e sul melanismo di due rettili. (Palermo. Natur. sicil., n. 8, pag. 157-58). 129 De Stefano C. e Trabucco C. Nuovi fossili dei dintorni di Firenze, (Roma. Boll, Soc. geol. ital., vol. XIV, pag. 2900-91). 130 De Vescovi dott. P. Contribuzione alla più esatta conoscenza dei costumi del Psew- dopus Pallasii Cuv. (Roma. Boll. Soc, rom. per gli studi zool., n, 3-4, pag. 170-82), 131 De Vescovi dott. P. Osservazioni mor- fologiche e considerazioni sull’organo copula tore maschile dell istrice (Mystrix cristata L.) (Ibi - dem, pag. 146-61, con 1 tav.) 182 Diamare V. I corpuscoli surrenali di Stannius ed i corpi del cavo addominale dei Teleostei, (Napoli. Boll. Soc, di natur,, fase. l, pag. 10-24). 133 Emery C. Note su vertebrati fossili. (Bologna. Riv. ital, di Paleont., fase, 1, pag. 30-39). 134 Emery C. Sulla morfologia del tarso dei mammiferi, (Roma, Rend. R. Accad. dei Lincei Classe di Se. fis. mat. et nat. Estr. dal vol, IV, 2.° sem. serie V, fase. 11, pag. 270-74). 135 Emery C., Griboldo C. e Kriechbau- mer. Rassegna degli imenotteri raccolti nel Mozambico dal cav, Fornasini, esistentì nel Museo soologico della R. Università di Bologna. (Bo- logna, Mem. Accad, Sc. Istit., serie 5, tomo 4, fase, 1, pag. 111-350). 136 Emery C. Sopra alcune formiche della fauna mediterranea. Memoria letta alla R. Ac- cademia delle Se dell'Istituto di Bologna nella sessione del 21 Aprile 1895. (Bologna. Mem. R, Accad., tomo 5. Estr, di pag. 19, con tav.) 137 Fabani C. Il senso musicale negli uc- celli. (Siena. Boll. nat., n. 2, pag. 17-19). 138 Fabani ©. 'L' udito negli uccelli. (Ibi- dem, n. 11, pag. 134-335). 139 Fabrini E. Sopra due Felis di Roma- gnano, (Roma. Boll. Soc. geol. ital , vol. XVI, fasc, 2, pag: 5 in 8.", con 1 tav.) 141 Faelli F. L'allevamento del cavallo în Italia e dei principali mezzi dì miglioramento, Della specializzazione delle funzioni economiche RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI n e MS dei bovini ed in special modo del latte e del lavoro. (Parma. Tip. Battei, Pag. 148). 142 Failla-Tedaldi L. Glossario entomolo- gico. (continuaz.) (Siena. Boll. nat., n.leseg., con fig.) 143 Falconieri di Carpegna G. Nuova cattura presso Roma di un Ciuffolotto scarlatto (Carpodacus erytrimus Kanp) in abito adulto. (Roma. Boll. Soc. rom. per gli studi zool , n.5 e 6, pag. 290-92), 144 Falconieri di Carpegna conte G, Sulla cattura dell'Ortolano grigio (Emberiza coesia Bp. nell'agro romano. (Ibidem, n. 3-4, pag. 162-63). 145 Falzoni A. Quale sia il miglior metodo per uccidere i coleotteri. (Siena. Boll. nat., n. 4, pag. 41-43), 146 Faust J. Descrizione di nuove specie di Cureulionidae. (Genova. Ann. Museo civico St, nat. , 3-5 luglio. Estr. di pag. 12 in-8), 147 Fermi dott. G. e Aruch dott. prof. E. Di un altro blastomiceto patogeno della na- tura del così detto Cryptococus farciminocus Ri- vollee. (Napoli. Riforma med. Estr. di pag. 14). 148 Ficalbi E, Zoologia generale. Parte I. (Firenze Suce. Le Monnier. Pag. 338 in-8, con fig. L. 8). 149 Filastori A. U. Falconeria moderna, Guida pratica per addestrare alla caccia le prin- cipali specie di Falconidi. (Torino Edit. Roux e C.° Pag. 136 in-8 con illustr. Prezzo L. 2, 50). 150 Fiorentini A. La tubercolosi della glan- dola mammaria in rapporto all' infezione del latte, con alcune considerazioni intorno al latte che sì consuma in Milano e relativi suggerimenti pratici. (Milano. Atti Ass, med. lomb, Estr. di pag. 17, con l tav) 151 Fiorentini dott. A. La melanosi nei polmoni dei vitelli in rapporto all'igiene ali- mentare. (Milano. L° Allevat, , N. 205, pag. 1083- 88). 152 Fiorentini dott. A. Contributo allo studio delle mastzellen nei tessuti fisiologici e patologici dell’ utero. (Ibidem, n. 207 e seg.) 153 Fiori prof. A.I Leptomastax dell Italia superiore e modo di procurarseli. (Siena. Riv, ìtal. Sc. nat., n. 1, pag. 1-3). (continua) S. BROGI direttore responsabile Siena Tip. e Lit. Sordo-muti di L. Lazzeri tieni LE rd nni È E Anno XVI N° Ti RIVISTA ITALIANA DI Si IENZE NATURALI 1.° Luglio 1896 SOMMARIO Bisogni dott. prof. Carlo. Contributo alla flora d' Hipponium. (cont.) Pag. 81. Rivista bibliografica. Da pag. 86. a pag. 91. Bibliografia italiana di Scienze naturali Pubblicazioni del 1895. (continuazione). Da pag. 92. a pag. 96. CONTRIBUTO ALLA FLORA D’ HIPPONIUM MEMORIA del Dott. CARLO BISOGNI (continuazione) Ecco intanto l'elenco delle piante che non trovo da nessuno riportate nella Flora d'Hipponium (1). Compositae asteràceae Senécio viscosus (L.) Parti medie e basse dei monti nella Italia superiore e media (Ar- cangeli). Ho trovato questa pianta solamente in due luoghi, sull'orlo di un sentiero a Nord del Castello e al Monte Castellucci. Senécio gibbosus (D. C.) Nella Calabria, a Scilla e Bagnara, e presso Messina e Milazzo in Sicilia (Arcangeli). Ho trovato alcuni esemplari di questa pianta lungo la mulattiera che con- duce al villaggio di Triparni e presso un burrone al disopra della Silica, Senécio gallicus (Caix in Vill.) Luoghi arenosi marittimi in Liguria, nel Napoletano ed în Siciha. (Arcangeli). Alquanto comune nelle contrade dette disopra e a Crichi, al Telegrafo, al- l'Affaccio, lungo la via per Mileto e sulle mulattiere per Piscopio e Triparni. Micròpus eréctus (L.) Luoghi aridi dei monti a Monpantero presso Susa, a Pavarolo presso Mantova, nell’ Istria, in Liguria, în Toscana, nel Piceno, nell’ Abruzzo ed in Sicilia : non comune. (Arcangeli). Io l'ho trovata in una rupe al disopra della chiesetta di S. Ruba, e sur una collinetta fra Cusello e la rotabile che porta a Pizzo. Érax asterisciflora (Pers.) Colli aprici in Toscana, nella Calabria ulteriore, a Pizzo, in Sicilia ed in Sardegna (Arcangeli). L'ho rinvenuta in più esemplari per la mulattiera che va a S. Venere, in contrada Silica e all’ Affaccio, Pulicaria vulgaris (Gaertn.) Luoghi umidi argillosi delle regioni basse nella Penisola. (Arcangeli). Comune in contrada Ceramidio e Sanità, al Tubello, sui margini dei campi tra la Maglia e la Vena inferiore, presso il cimitero di S. Gregorio. Inula saxàtilis (Lam.) s. sp. longifolia (Pasq.) /a Calabria fra Bagnara e Scilla (Ar- cangeli). Ne ho rinvenuti alcuni esemplari su un sentiero lungo la rotabile di Stefanaconi; al di- sopra di Serimbia e sotto un burrone per la via di Cessaniti. | | | Ì Compositae carduàceae Carduus macrocèphalus (Desf.) Luoghi incolti nel Napoletano ed in Sicilia (Arcangeli), Non molto rara nelle nostre campagne, dove io la raccolsi in varie località. Càrduus intricàtus (Rehb.) Nelle vicinanze di Genova (Arcangeli). È raro nelle nostre campagne: lo rinvenni una sola volta a Nasari. Cnicus syriacus (W.) Campi presso Roma, a Civitavecchia, nel Napoletano, in Sicilia, in (1) N nome patronimico vero sarebbe Hipponieon, come si legge nelle monete Ipponiati; EIMONIEON, o in quelle quattro che ci avanzano con leggenda Osca e retrograda NOFINOUTI. I Romani però, che ubbidivano anch'essi alla inflessione fonetica propria della loro lingua, fecero da Hipponieon, Hipponium, come da Brenthesion, Brundusium, e da Hydronteiom, Heydruntum, ece, line sla b # ’ ri RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI ———rr e cir oto ce ocennt gon48 AI Sardegna e in Corsica. (Arcangeli). Può quasi dirsi comune nei campi del Vibonese, giacchè io lo trovai in diverse località : sotto il Castello, alla Croce della Neviera, a Longobardi e alla Vena superiore. Staehelina duùbia (L) Luoghi sassosi della regione marina nella Penisola quà e là. (Ar- cangeli). Generalmente comune: io l'ho trovato in più luoghi, in quasi tutta la campagna del Vibonose. Carlina nebrodénsis (Guss. in D. C.) Nel Bolognese, in Toscana ed in Sicilia. (Arcangeli). Ne ho rinvenuto un bell'esemplare in un campo a di là di Mantineo. Centaurea aplolépa (Moretti) s. sp. subciliata (D. C.) Colli marittimi presso Genova e Livorno e nella Bormida presso Acqui (Arcangeli). Ne rinvenni due esemplari a Portosalvo. La specie però non mi è mai capitato di osservarla, quantunque sia solito di erborizzare allo spesso e in diverse località nelle campagne del mio paese e villaggi vicini. Raccolsi però la specie seguente, Centaurea nicaeénsis (All) Colli e campi presso Genova, nella Puglia, in Siciha ed în Sardegna. (Arcangeli). Un magnifico esemplare fu da me raccolto su un poggio alla Madonnella, Compositae cichoràceae Leòntodon àsper (Rehb) Luoghi aprici e sassosi nel Napoletano e a Capri. (Arcangeli). Un po' scarsa nelle nostre campagne, ma la trovo di tempo in tempo, quando in una, quando in altra località. La scorsa estate la rinvenni su una rupe al di qua di Mantineo, Hypochaéris laevigàta (F.) /n Calabria, ad Aspromonte e alla Sila ed în Sicilia (Ar- : cangeli). Ne trovai, nel 1892, un solo individuo al Trappeto-vecchio, e dopo d’ allora, sebbene mi sia recato molte altre volte ad erborizzare in quella località, non ve l'ho più ritrovato. Scorzonèra hirsùta (L.) Nelle Liguria ecc., al monte del Ceriaie, nel Veronese, nel Gargano, nella Puglia, al Tavoliere ed in Sicilia. (Arcangeli). Nel Monteleonese può dirsi una vera rarità. In nove anni la rinvenni due sole volte, la prima, alla Timpa di Mazza; la seconda, al Gebiolo. Hieràcium Virga àurea (Coss.) Luoghi selvatici dei colli e dei monti dalla Liguria e dalla Lombardîa al Napoletano (Arcangeli). Ne raccolsi un bell’ esemplare al Monte Castellucci, e in seguito, ne incontrai degli altri al disotto di Gajizzi per la mulattiera di Briatico, Hieràcium lactucàceum (Froel.) s. sp. séridis (Pr) Presso Genova, (Arcangeli). Nel- l’Agosto 1889 la raccolsi sotto il poggio l' Affaccio, e nell'estate del passato anno la ritrovai al Telegrafo. Andryàla sinuata (L.) Nella regione mediterranea, dalta Liguria al Napoletano e nelle isole. (Arcangeli). L'incontro quasi sempre e un po da per tutto nella bella stagione, da Stefana- mie è ei conì fino a Scicone e Conidoni, Taraxacum vulgàre (Lam.) s. sp. obovàtum (D. C.) Nel Napoletano ed in Sicilia. (Ar- cangeli). Non molto rara da noi: ne incontro ogni anno dei buoni esemplari quà e là sparsi per tutta la nostra campagna. Crépis bursifòlia (L.) Nel Niszardo, in Liguria, nel Napoletano ed in Siciliu a Palermo, Siracusa, ecc. (Arcangeli). S' incontra sovente in quasi tutte le nostre terre. Leguminoseae Medicàgo praécox (D. ©) Nel! Italia centrale, a Capraja ed in Sicilia. (Arcangeli). Ho rinvenuto questa pianta in doppio esemplare, uno trovato presso Triparni alla fine di aprile del 1891; due anni dopo, a Portosalvo. Trifòlium tenuifòlium (Ten.) Campi marittimi in Lucania. (Arcangeli). Ne trovai qualche esemplare alle Casette ed a S. Venere. Trifòlium Lagòpus (Pourr. in W.) In Calabria alla Sila (Arcangeli). Questa pianta ra- rissima a trovarsì da noî, la rinvenni una sola volta, verso la fine del giugno 1893, al Trappeto- vecchio, den SITI Ero pe en AR Ce TRS A dt RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 88 ——=esnez ia ea E Trifòlium speciòsum (W.) In Calabria, a Stilo ed în Sicilia, alla Ficusza, alle Madonie, ecc. (Arcangeli). L' ho rinvenuto due o tre volte al Cacariaci e presso Stefanaconi, Calycòtome spinosa (Link.) s. sp. infesta. Colli aridi a S. Cristina in Calabria, in Si cilia, ad Ustica, Alicuri, Saline, Stromboli, ecc. (Arcangeli). Non rara nel Monteleonese, L'ho rinvenuta sotto il Castello e al Cacariaci Vicia spuùria (Raf) Luoghi erbosi dei colli e dei poggi in Sicilia, (Arcangeli), Spesso s' in- contra da noi sul margine dei colli e su per i sentieri: a Pannaconi, Cessaniti, Lisarà, alla Si- lica, al Tubello. Onònis villosissima (Desf.) Campi marittimi a Corigliano in Sicilia. (Arcangeli). Non co- mune, ma non difficile l'incontrarla qua e là nei campi aperti e molto soleggiati, alla Silica, a Longobardi, a Triparni, Ononis sicula (Guss.) Nei luoghi aridi calcarei in Sicilia. (Arcangeli). Io la trovai nello scorso giugno sul dorso d'una rupe alla Vena superiore e a Cessaniti. Lotus ténuis (Kit) Luoghi umidi, in Liguria, nel Tirolo, nel Triestino, nel Lido veneto, presso Sargana, nella Campania, in Siciha e all'Elba. (Arcangeli). L'ho rinvenuto qualche volta, unitamente all'altra specie L. conimbricénsis (Brot.) che nelle nostre terre è comunissimo, tra il Cancello-rosso e Portosalvo e al disotto di Gajirzi. Genista germanica (L.) Comune nei boschi del piano fino alla regione montuosa, nel- l’Italia superiore e media. (Arcangeli). Ne ho veduto una sola pianta per più anni dî seguito, su un dirupo presso la rotabile per Triparni, Labiatae Hyssòpus officinalis (L.) Monti dell’ Italia sup. e talora anche al piano (alveo del Taro presso la via Emiliana), in Toscana, al M. Luco presso Spoleto (Cub.) e nel Napoletano. (Ar- cangeli). L'ho incontrato qualche volta nei luoghi aprici e solati,, lungo il margine della via per Pizzo, a Crichi. Satureja canéscens {Guss.) Collî marittimi nel Napoletano ed in Sicilia, (Arcangeli). Il genere Satureja è scarsamente rappresentato nel Monteleonese, se togli la S, graeca (L.) e lo sue sottospecie, cioè la Consentina (Ten.) e la tenuifolia (Ten.). Io, nello spazio di tauti anni, ho trovato pochi esemplari della pianta in parola nei pressi del mio paese. Calamintha Àcinos (Clairv. in Gaud.) Campi e luoghi incolti nell' Italia sup. e media, in Sardegna e nell isola d' Elba. (Arcangeli) Pianta fra noi rarissima, più ancora che la C. gran- diflora (Moench.) la quale trovandosi ordinariamente in Calabria, dovrebbe essere bene rappre- sentata nelle campagne ipponesi, mentre invece vi è molto scarsa. Della prima specie ne raccolsi un esemplare al disotto del Castello, lungo l'antica mulattiera per Stefanaconi. Scutellaria peregrina (L.) Luoghi montuosi in Sicilia (Arcangeli). Anch" essa molto rara nelle campagne del Monteleonese. Io però l’ ho trovata in due località, alla Vena superiore e alla Timpa di Mazza. Phlomis Herba-venti (L.) Negli Abruzzi ed in Siciha. (Arcangeli). In compagnia della Ph. lanata (W.) che da noi è comunissimo, l'ho rinvenuto in scarso numero nei campi al Te- legrafo, alla Silica, a Farelloni, al disotto di Zammarò, Téucrium flàvum (L.) Sulle rupi nel Nizzardo, in Liguria, nei colli Euganei, nel Priuli, e nell Istria, nell’ Italia media e nelle isole. (Arcangeli). Un esemplare lo trovai al disotto del cimitero di Monteleone, ed un altro, bellissimo, vicino 1° Affaccio. Salvia haematòdes (L.) Vicino al mare nella bassa Italia. (Arcangeli). Piuttosto comune in tutte le nostre campagne; belli esemplari ne ho trovato presso S. Cono e presso S. Pietro, Joca- lità abbastanza lontane fra loro. Ho notato che in quest' ultima località è frequente l'altra specie, che si può dire propria della Calabria, la S. Verbenàca (L) s. sp. controversa (Ten), mentre a S. Cono manca. 84 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI e e eeeee:r5”:(: F1Frfr.EoMM}\JmMeÒe,e_ — _— << <<< << — Cruciferae Alyssum orientale (Ard.) Rupi della Lucania e della Calabria orientale. (Arcangeli), Al- quanto raro nel nostro paese: lo rinvenni una volta anni or sono, tra Serimbia e la Croce della Neviera, e l'anno scorso sull’ orlo d'un colto presso Piscopio. Alyssum Viviànii (De Not.) A? Bisagno presso Genova. (Arcangeli). Di questa specie ra- rissima per i nostri paesi, ne rinvenni nel 1893, un solo esemplare, poco lontano dalla tettoia del Tiro a segno presso villa Gagliardi. Arabis hirsùta (Scop.) 8. sp. sagittata (D. C.) Nel Genovesato. (Arcangeli). Di questa pianta ne ho trovati alcuni esemplari in due località relativamente vicine fra loro, cioè a S. Aloi e Scrimbia, Matthiola undulàta (Tin.) Rupi calcaree dei poggi marittimi in Sicilia. (Arcangeli). L'ho rinvenuto su un dirupo soprastante alla rotabile per la Vena inferiore, Iberis semperflòrens (L.) Nell'Appennino ligure ed in Siciha sulle rupi. (Arcangeli). Al- quanto raro nella Flora del Monteleonese. Io l'ho trovato in più esemplari nel burrone di Lisarà a destra dei mulini, e sul poggio dell'Affaccio. Cardamine graéca (L.) Luoghi ombrosi selvatici dei monti nell'Italia meridionale ed in Sicilia. (Arcangeli). Questa pianta, sebbene propria della contrada, è in tutte le nostre campagne alquanto rara. Io l'ho rinvenuta poche volte soltanto, e generalmente nei folti uliveti o sui ciglioni umidi esposti a settentrione, Sisymbrium altissinum (L.) Lungo le vie, nei campi ecc., nel Tirolo, presso Genova, nel Napoletano ecc. (Arcangeli). Non difficile ad incontrarsi nelle nostre campagne, specialmente por quelle rivolte a Sud e ad Ovest che declinando gradatamente vanno fino al mare, amando i luoghi aperti e solatii. Così l' ho rinvenuto presso il ponte dell’ Arango, sui sentieri e sui cigli della rotabile per S. Venere, e nei dintorni di Triparni. Berteròda incàna (D. C.) Pascoli dei colli e dei monti dell’ Italia superiore. (Arcangeli). Non può certo figurare nella Flora d' Hipponium, essendo questa pianta rarissima fra noi, e l'averla io rinvenuta una sola volta più in su della Croce della Neviera, presso il Castello, costituisce una vera eccezione. Caryophylleae Ceràstium semidecandrum (L) s. sp. densiflòrum (Guss.) In Sicilia. (Arcangeli), Il Ceràstium densiflorum è piuttosto raro nell'agro Vibonese: io l'ho rinvenuto în due o tre volte in diverse località, una delle quali è Crichi. La specie è poi molto comune. Ù Silene sassiana (Bert.) Nella Liguria occidentale. (Arcangeli). Il genere Silene è ben rap- presentato nel Monteleonese, ma la Silene sassiana è abbastanza rara, tanto d' averla trovata due sole volte, la prima presso il Cimitero, la seconda a Conte d' Apice, Silene cerastòides (L.) /n Calabria. (Arcangeli). Questa specie che dovrebbe essere comu- Nissima fra noi, vi è invece molto scarsa, tanto che io mi sono in essa imbattuto poche volte sol- tanto, e delle località ho notato Cusello soltanto, credendo, da principio di trovarla ovunque, Silene nocturna (L,) s. sp. neglecta (Ten.) Sui muri e sui colli aridi, nel Napoletano ed in Sicilia, (Arcangeli). Pianta nè rara, nè comune: l’ho trovata alla Silica e presso Cessanili. Saponaria ocymdides (L)s sp. calabrica (Guss.) Colli aridissimi în Calabria, a Cori- gliano, Catanzaro. (Arcangeli). L' ho rinvenuta sovente sui nostri colli e burroni calcarei aventi favorevole esposizione, Alsine graminifolia (Gm.) Fessure delle rupi delle regioni elevate nelle Vette di Feltre, nell'Abrusso ed in Sicilia. (Arcangeli). Il genere Algine è piuttosto scarso nel Monteleonese, tolte, S'intende, alcune specie comuni o proprie alla contrada. Ho trovato, in tante escursioni pei campi, due volte 1° Alzine graminifolia, al Trappeto vecchio e alla Timpa di Mazza, Sagina maritima (Dou) s. sp. densa (ford.) A Pizzo in Calabria. (Arcangeli). Sembra che i a ai Se "e n Diet e Ce e ae SVPUre —° + STE RANIERO TA RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 85 cè ii nea. de questa località non sia l'esclusiva per la Sagina densa; io l' ho rinvenuta ovunque lungo le cam- pagne del tratto di mare del territorio dì Monteleone, da S. Venere a Briatico, Arenària saxifraga (Henzl. in herb Green.) Nella regione scoperta e nella montagna dell' Italia meridionale e delle isole maggiori, (Arcangeli). È pianta quasi rara per la parte elevala del Monteleonese: nella parte media e bassa non l'ho trovata mai. I pochi esemplari raccolti pro vengono dai campi a piedi del Castello, dalla parte di Nord ed Est e dalle terre all'ingiù dì Crichi. Diànthus rupicola (Biv.) s. sp. viréscens (Guss.) Stromboli, Filicuri et v. Bertoloni (Woods) A Scilla. (Arcangeli). Il dianthus rupicola è comunissimo in tutte le nostre campagne: il virescens e il Bertoloni,.invece vi sono rarissimi ed io non l' ho incontrate che pochissime volte sulle balze scoscese tra le Casette e Briatico. Dianthus tripunctatus (Sihth.) Nei colli presso Reggio e presso Palizzi in Calabria. (Arcangeli). Io l'ho trovato in diversi esemplari e sparso un po’ da per tutto, specialmente verso la parte bassa del nostro territorio. Ciò mi fa supporre non essere esso esclusivo delle due loca- lità dette di sopra, ma che sia proprio delle nostre contrade, ma meno comune del D. virgatus (Pasq.) che sarebbe la specie tipica dei dianthus calabresi, Umbelliferae Buplèurum Odontites (L.) Nella Calabria orientale, in Sicitia ed in Sardegna, fra le messi. (Arcangeli). È pianta un po' rara nell'agro ipponese, ma non tanto però da non averne dei bei esemplari che la possono far degnamente figurare nella sua Flora. No ho trovati alcuni esem- plari alquanto al di là e all'ingiù del Trappeto-Vecchio, nei campi sotto il Castello e in quelli compresi tra S. Gregorio e Francica, Tordylium officinale (L.) Nel Napoletano e nell Istria. (Arcangeli). Tanto raro fra noi d’averlo rinvenuto una sola volta nello spazio di sette anni. L'esemplare raccolto l'ho trovato in un tratto di campagna fertilissimo tra Piscopio e Stefanaconi, Pimpinella Thomàsii (Bet H) Lungo î ruscelli în Calabria, a Serra S. Bruno ed in Aspromonte. (Arcangeli). Sebbene proprio dei monti dell’ estrema penisola Calabrese, pure è raris- simo nel Monteleonese, dove certo non può prosperare per l'altitudine deficiente. L' ho rinvenuto una sola volta alquanto più in sù della Croce della Neviera. Kundmànnia sicula (D. C.) Nei 2uoghi aridi arenosi, ece., in Liguria, a Pegli, al Monte Argentario, presso Roma, nel Napoletano e nelle isole. (Arcangeli). È pianta che il rinvenirla co- stituisee una rarità fra noi: infatti io l'ho trovata due sole volte, presso il Cacariaci e su una rupe al principio della via per Piscopio. Dàucus setulòsus (Guss. in D. C.) Colli presso al mare, nel Romano, nel Napoletano e ad Ischia. (Arcangeli). Ho trovato detta pianta in tre località, su un dirupo e presso le Casette, più in sù della Torretta presso Briatico e S. Anna Tingnàrra sicula (B. et H.) Sulle rupi calcaree al Gargano nella Puglia, a Terracina, nella Campania ed in Sicilia. (Arcangeli). Rinvenni questa pianta in una escursione fatta lo scorso anno nelle campagne tra la maglia e la Vena inferiore, Borraginaceae Pulmonaria officinalis (L.) Luoghi selvatici umidi ed ombrosi dell Italia sup. e media. (Arcangeli). L' ho rinvenuta una sola volta sulla parete d'un sentiero che attraversa un folto ed annoso uliveto a Colamazza. È pianta rarissima da noi. Échium pustulàtum (S. et S.) Nel Napoletano, in Sicilia ed in Sardegna, (Arcangeli). Anche nelle nostre campagne si trova quà e là questa pianta: io l' ho trovata a Crichi, su un alto sentiero, alla Fontana, a Conte d' Apice, al Giudice. Échium calycinum (Viv.) Nella Liguria occidentale, in Toscana, presso Terracina, nelle grandi isole, in quelle del Tirreno e ad Ischia. (Arcangeli). Di questa pianta ne ho rinvenuti alcuni esemplari alla Sanità. i I TITEL, Va TTT ES 86 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Lithospermum rosmarinifolium (Ten.) In Sicilia, nell'isola di Maretino, in quella di Capri e nella costiera da Amalfi a Salerno. (Arcangeli). Da noi l' ho rinvenuto in una sola lo- calità nel 1892, a S. Pietro: non mi è più occorso di vederlo altrove. Gentianaceae Chlora perfoliata (L.) s. sp. intermedia (Ten.) Nel Napoletano, in Sicilia e all'isola d'Ischia. (Arcangeli). La specie è abbastanza comune nelle nostre campagne, ma la chlora inter- media vi è molto rara: una delle località dove mi occorse di trovarla è Gajizzi. Erythraea pulchélla (Fr.) Luoghi erbosi umidi nella Penisola e nelle isole è poco frequente. (Arcangeli), Scarsa effettivamente anche nel Monteleonese; l'ho rinvenuta in poche località e in pochi esemplari. Ranunculàceae Ranunculus brutius (Ten.) A Cosenza in Calabria, ad Aspromonte ed alla Sila. (Arcan- geli). Quantunque della nostra contrada questa pianta è nel Monteleonese molto rara. Eccezional- mente, ed in epoche alquanto lontane tra loro, ho trovati pochi esemplari della pianta in parola al Cimitero e a Nord del Castello. Ranunculus hederàceus (L.) A Pizzo (Ricca) e « S. Remo (Pasq.) (Arcangeli). Ho rinve- nuto questo ranunculo in alcune località, tra cui Longobardi e la Silica. Ranunculus neapolitànus (Ten.) Luoghi erbosi nei monti del Napoletano ed in Sicilia. (Arcangeli) Alquanto comune nel Monteleonese dove ho avuto agio di osservarlo in molte località. Ranunculus illyricus (L.) Nelle parti elevate dell'Appennino centrale e meridionale. (Ar- cangeli), Comune nelle nostre campagne, specialmente nella parte elevata ed umida. Ranunculus heucherifolius (Prest.) Nei pascolì umidi del piano e dei poggi in Sicilia, (Arcangeli). L'ho spesso rinvenuto nelle nostre amene campagne, più verso le bassure di S. Venere e Briatico, Paeònia corollina (Retz.) s. sp. Russi (Biv.) Reg. montuosa deli’ Italia meridionale e delle grandi isole. (Arch.). Ne ho rinvenuti due discreti esemplari, poco discosti l'uno dall’ adtro, al- l'ingiù dì Crichi, Clèmatis cirrosa (L.) Nelle macchie e nelle siepi dell’ Italia meridionale è delle isole. (Arcangeli). Nelle nostre campagne comune dovunque, Delphinium peregrinum (L.) s. sp. cardiopétalum (D. C.) Nei campi aprici della Italia media e meridionale et v. gracile (D. C.) Nelle arene marittime e nei campi in Sardegna e in Sicilia. (Arcangeli). Ho rinvenute queste due piante in moltissimi punti delle campagne del- l’agro Vibonese. RIVISTA BIBLIOGRAFICA Pubblicazioni ricevute in dono e per le quali ringraziamo i gentili autori od editori L'amministrazione s'incarica di procurare agliabbonati, senza aumento di prezzo, le pubblicazioni delle quali è segnato il costo, ed anche le altre se possibile; ma pèr queste ultime occorre che i richiedenti inviino con la do- manda, qaut 80 per la francatura della corrispondenza, Per gli abbonati e le opere dell'estero, aumentano le spese postali. ——————— Wii FABANI sac. CARLO. I sette giorni della creazione, ossia Scienza e bibbia. Trat- tato scientifico-storico-letterario. (Varese 1896. Pag. 742 in-8. L. 4,50) L’ egregio autore, appassionato studioso di scienze naturali, sì è assunto l' arduo compito di dimostrare che i progressi e le scoperte delle scienze e specialmente della Geologia e della Paleontologia, stanno in perfetto accordo con ì detti della Bibbia, « Si contraddice pertanto alla Bibbia, egli dice, perchè non la si conosce e non la sì studia ». L'egregio A. renunzia a svolgere la sua tesì con argomenti teologi, osservando che « con l'ostinarsi su viete sentenze si corre pericolo di mettere in discredito le sacre scritture, MT È I TO re È SIT PARI ie e Lai Î RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 87 VET gg eci ul 40 4 Per meglio dimostrare l'indole di questa importante opera, e come l° egregio A_ concilia le suo qualità di naturalista serutatore e di sacerdote, riportiamo i seguenti periodi togliendolì dalla pre fazione, non potendo entrare nei dettagli del voluminoso lavoro, « E sul campo della ragione dove gli avversarii ci invitano alla pugna; è cogli argomenti « naturali che voglio combatterci : e noi non possiamo indietreggiare senza scapito della religione < e senza venir meno al nostro dovere ».... « Ricordiamoci quanto affermò il Concilio Vaticano « (Pess. III, c. 4): « Etsi fides sit supra rationem, nulla tamen unquam inter fidem et rationem vera « dissentio esse potest.... sed opem quoque sibi mutuam ferunt ». Il che non differisce di quanto affermò S. Agostino (Gen, IX. 30) che non vi può essere dissenso tra il teologo ed il fisico, quando entrambi sì contengono nei loro confini, stando attenti « a non asserire temerariamente e come co- nosciuta alcuna cosa non conosciuta ». Oppure di quanto disse in altro luogo (Gen ad litt, 1,21, 41): « Tutto ciò che essi (i fisici o geologi), con veraci documenti abbiano potuto dimostrare, circa la natura delle cose, dimostriamolo non essere contrario alle nostre Scritture da quali si sieno volumi loro...... Ora da tanti remotissimi viaggi, da tanti lavori e da tante fatiche, da tanto attente osservazioni è forse venuta fuori una obbiezione seria contro la fede, si ò forse colta in fallo con una verità contradditoria la Bibbia? No. E ciò vedremo facendo di pari passo procedere, e sempre cogli avversarii, la narrazione delle moderne scoperte, colla narrazione biblica della Genesi. Dunque coraggio e avanti ». f A A A A AS A À A a Il volume si vende presso l'autore in Morbegno e presso l'agenzia di questo periodico, Prezzo L. 4,50 (L. 4,80 franco di porto). SILVESTRI FILIPPO. I Diplopodi. Parte I. Sistematica. (Genova 1896. Annali Museo civico di St. nat. vol. XVI. 10-26 Marzo. Estratto di pag. 138 in-8 con 26 fig.) Abbiamo già avuto il piacere di far conoscere ai nostri lettori molte memorie suî diplopodi che questo giovane autore ha pubblicate in breve tempo. Egli alacremente studiando questa elasso di animali, su materiale fornitogli dai musei di Genova, di Torino, di Ginevra, di Washington e da vari privati, sì è trovato ad avere osservato quasi tutti i generi conosciuti di Diplopodi, aggiungendovi molte specie che egli ha per il primo descritte. Ha perciò fatto cosa utilissima accingendosi ora alla pubblicazione di un la- voro generale che illustri da tutti i punti di vista, questa, diremo nuova, classo di esseri che per tanto tempo figurarono con altri, sotto il nome di Miriapodi. Il presente volume che comprende solo la prima parte del lavoro, si diffonde dettagliatamente Su tutta la sistematica e la parte bibliografica, vi si trova un sunto storico, l'elenco alfabetico, accurate descrizioni e la citazione delle opere e degli autori che si sono occupati di questi animali. La parte seconda che è da pubblicarsi, comprenderà l'Anatomia, l' Embriologia, la Filogenia e la distribuzione geografica. POCOCK R. I. Supplementary note upon the Juloidea containing descriptions of three new species. (Genova 1896. Annali Museo civico di St. nat. vol. XVI. 7 Aprile. Estr, di pag. 4 in-8 con 2 fig) Le 3 nuove specie qui descritte sono: Thyropygus anurus, 1? aulaco- notus, Trigoniulus corallipes, GESTRO R. Nota sulle Hispidae raccolte dal dott. E. Modigliani nelle isole Mentawei (Genova 1846. Annali Museo civ. di St. nat. vol. XVI. Estr. di pag. 12 in-8 con 2 fig.) Sono 12 specie di Hispidae delle quali ben 8 son nuove e vengono descritte sotto i nomi di Cal- lispa sp? C. pusilla, Wallacea apicalis, V. marginata, Hispopria Modigliani, Gonophora in- certa, Distolaca podagrisa, D. insularis. Come cose degne di nota l'egregio A. fa menzione di una Hispopria, due Wallacea ed una Distolaca il cui maschio ha insoliti caratteri sessuali secondarii e della mancanza assoluta di Hispinae in questa piccola ma accurata raccolta del Modigliani. KERREMANS CH, Buprestides (Deuxiéme mémoire). (Genova 1896. Annali Museo civico di St. nat. vol. XVI. Estratto di pag. 8 in-8) Trattasi di Buprestidi raccolti dal dotto viag- giatore L. Loria nel suo viaggio nella Papuasia orientale. Le specie studiate in questa memoria sono 19, di cui le seguenti nuove e qui per la prima volte descritte: Paracupta Loriae, Cyphogastra A TI N ae (© o E TITTI I "fa ) 88 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Gestroi, €. amabili, C, clara, C. nigricollis, Dyceropygus avricollis, Stigmodera Loriae, Aphanisti- cus oblongus, Trachys albopicta, T humeralis. KERREMANS CH. Enumeration des buprestides recueillis par M. le doct. E. Mo- digliani a Sumatra et dans le iles Mentawei. (Genova 1896. Annali Museo civico di St. nat. vol. XVI. Estr. di pag. 12 in-8) Oltre le specie raccolte dal Modigliani a Sumatra e nelle isole Mentawei, trovansene in questa memoria citate alcune altre raccolte dal dott. Beccari pure a Sumatra e la descrizione di qualcuna proveniente da Bormeo. Di 23 specie studiate sono nuove le seguenti: Agrilus densus. A. deletus., A. melas. A. nixus. A. fructus. Aphonisticus bicolor. A. aeneus. A. nigerrimus. Endelus nitidus. E. Modigliani. Trachys lanceolata. Philocteanus subeupreus: Iridotaenia scu- tellaris, I. violaceo. Melobasis viridifrons. BORGHI EZIO. Erbario scolastico, secondo il metodo naturale di De Candolle. (Assisi 1896. Tip. del Collegio P_di Napoli. Pag. 56 in-8) Il giovane autore, è alunno del Collegio convitto P. Napoli, e le piante di cui si dà l'elenco in questo volume, sono state raccolte dagli alunni del convitto stesso guidati e diretti dall’ istitutore Sig. Umberto Morroi, il quale ha pure classate 6 disseccate tutte le pianto, formandone un bell’ erbario. Sono 366 specie divise in 67 fa- miglie e 266 generi. In ogni esemplare è indicato il luogo da dove proviene e dove ordinariamente vive, il nome volgare e quello scientifico, il tempo in cui fiorisce, e infine se annuale; biennale o perenne. SIMON E. Res Ligusticae. XXIV. Note sur quelques Chernetes de Liguria. (Ge- nova 1896. Annali Museo civico di St. nat. vol. XVI. Estr. di pag 8 in-8) Sono 5 specie quasi tutte cavernicole scoperte dal dott. R. Gestro e dai Signori A. Dodero e R. Burberi. Quattro specie sono nuove e vengono qui descritte con i nomi: Obisium Doderoi, O. italicum. O. (Blothrus) antrorum, Chthonius Gestroi. RAFFAELLI G. C. L’isoterma ligure. (Genova 1896. Atti Soc. lig. di Se. nat. e geog. fase, I, Estr di pag. 12 in 8) Indirato come è composta la regione meteorologica ligure e gli os- servatori e le stazioni termo-udometriche che vi funzionano, espone come egli ha proceduto in questo studio che riguarda solo l'isoterma del litorale ligustico nel periodo 1885-93 e riporta le tavole con le medie ottenute, ROSA dott. DANIELE. I Lombrichi raccolti a Sumatra dal dott. Elio Modigliani. (Genova 1896. Annali Museo civico di St. nat. vol. XVI. Estratto di pag. 32 e una tav. in-8) Quan- tunque l'isola di Sumatra fosse già stata esplorata e bene studiata da altri, tuttavia di 17 specie di lombrichi raccoltivi dal Modiglianì ben 10 sano nuove. L° egregio A. dà î ragguagli di tutte e 17 le specie e descrive minutamente Je 10 muove che sono le seguenti: Moniligaster Modiglianii, Benhamia Modiglianii, Perichaeta atheca, P. nana, P. Udei, P. propora, P. glandulosa, |’. pa- pulosa, P. acrophila, P. eoa. Venti figure riunite in una tavola servono ad illustrare le varie specie. JACOBY MARTIN Descriptions of the new genera and species of phytopha- gous coleoptera obtained by dr. Modigliani in Sumatra. (Genova 1896. Annali Museo civico di St. nat. vol. X\I. Estratto di pag. 128 in-8) Vi sono descritte 140 nuove specie, ed il totale delle specie di coleotteri fitofagi qui elencate, ammonta a 164. PREDA dott. A. Contributo allo studio delle narcissee italiane. (Firenze 1896. Nuovo giornale botanico ital. Estratto dì pag. 44 in-8) La presente pubblicazione non contiene che una parte del lavoro che l'egregio A. ha compiuto. Qui parla dei Narcisi probabilmente conosciuti dagli autichì scrittori, del genere Narcissus da Linneo ai nostri giorni, della etimologia dei nomi generici Narcissus e Ajax, della limitazione della tribù delle Narcissee, delle specie e varietà ita- liane, della loro origine, distribuzione geografica, abitazione in Italia, epoca dì fioritura, ecc. Quindi prendendo ad esame le diverse parti, sì occupa in separati capitoli, del bulbo, delle foglie, dello scapo, della inflorescenza, del tubo perigoniale, dei segmenti perigoniali. PREDA dott. A. Alcune osservazioni su di una inflorescenza femminea di Dasyliron glaucum (Zuce.) (Firenze 1896. Boll. Soc. botanica ital. n. 5. Estratto di pag. 8 in-8) Accennato come î Dasylirion da che non vengono più considerati come pianta da serra sono dive- nuti piuttosto comunì nei nostri giardini e non è più raro come prima, il vederne qualcuno in Ù RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI s0 nr E ANTI x fiore, osserva che la inflorescenza di questa pianta e specialmente ln femminea è ancora poco studiata. Cita gli autori che se ne sono occupati. Quindi espone minutamente le osservazioni che ebbe occasione di fare su tale inflorescenza, prodotta da pianta in piena terra nell'orto botanico di Pisa, ove sembra viva da oltre venti anni, senza però aver mai fiorito prima d'ora, DAL FIUME CAMILLO. Contributo allo studio dell’ avifauna del Polesine, (Pa- dova 1296. Atti Soc. veneto-trentina di Sc. nat. fase I. Estr. di pag. 40 in-8) È un accurato elenco delle specie di uccelli fin qui osservate nel Polesine e comprende 272 specie, fra le quali varie molto interessanti. Di ogni specie, oltre il nome scientifico, sono indicati i nomi volgari locali, la frequenza ed altre notizie speciali. SANCASCIANI dott. GIUSEPPE. Dalle piante agli... animali. La moria nei polli. (Arezzo 1896. Il Progresso agr. com. della Toscana fasc. 3, 4, 5. Estratto di pag. 24 in-16) E un opuscoletto fatto per chi alleva polli, vi sì parla più specialmente della malattia micidia- lissima detta il tifo dei polli e si d:.nno consigli e norme per tenerla lontana e per combatterla, MELI prof. ROMOLO. Sulla esistenza di strati di torba affioranti in mare lungo la spiaggia di Foligno presso Nettuno. (Roma 1896. Boll. Soc. geologica italiana. fase. |. Estratto di pag. 24 in-8) L'egregio A. prende occasione dall'annunziare che nell'anno scorso potè assicurarsi dell’ esistenza di 2 strati di torba, aventi fra loro interposto uno strato di argilla nerastra, che affiorano il mare nel littorale di Foligno presso Nettuno, per dare interes- santi notizie non solo su quanto si riferisce a questa torba, ma molto anche su altre osservazioni e rinvenimenti da egli fatti nel lungo periodo di tempo (circa 20 anni) in cui annualmente esplora i territori d' Anzio e di Nettuno e vi raccoglie copioso ed importante materiale scientifico, Da notizie geologiche di quei terreni, parla delle foladi e dei Cardium Lamarki che |si vedano su tutto il litorale di Foligno, e per le Pholas comunica avere constatato, cosa nuova ed interessante, che provengano appunto da detta torba, ove trovansi inuicchiaté 0 penetrate. Cita il contenuto di diverse pubblicazioni sulle foladi ed infine ricorda e spiega la presenza dei ciottoli di pietra focaiu pieni di Nammulitidi che spesso rinvengosi sulla spiaggia di Foligno. MELI prof. ROMOLO. Molluschi fossili recentemente estratti dal giacimento classico del monte Mario presso Roma. (Roma 1896. Boll, Soc. geol. ital. fase. I. Estr. di pag. 16 in-8) Il Monte Mario è una località già molto studiata dall'egregio A. e i nostri lettori conoscono le pubblicazioni che egli ha fatte in proposito. Nella presente, comunica una nuova serie di fossili raccoltivi nelle ultime esplorazioni e che per la massima parte sono di molluschi poco comuni, o muovi per quel giacimento o inesattamente citati da altri studiosi. Oltre i molluschi ha pure raccolto qualche Bri0500, frammenti di L'ehinus, Dorocidaris, Spatangus, Raja e Stelleridi, e otoliti DAMIANI GIACOMO. Sul « Maurolicus amethystino-punctatus » (Cocco) nuovo pel golfo di Genova; con note sugli «Sternoptychidae» mediterranei. (Genova 1896. Atti Soc. lig. di Sc. nat. fase. II. Estr. di pag. 8 in-8) Il 15 febbraio scorso, allo studioso autore capitò la fortuna di potere avere a Genova una ventina di esemplari del raro e singolare pesce Mau- rolicus amethystino-punctatus (Cocco) tra un cumulo di Euphausia Mulleri (Claus), schizopodo pur esso interessante per quelle località Questo Maurolicus è nuovo per il golfo di Genova e l’ egregio A. ne riporta alcuni caratteri specifici, si ferma a studiare i pseudo-ocelli o bottoni fosforescenti, da varie notizie sul genere Mau- rolicus ed altrì affini, accennando a diverse catture ed alla classificazione. La memoria termina con le indicazioni bibliografiche. MAGRETTI dott. PAOLO. Di alcuni imenotteri parassiti di lepidotteri. (Mi- lano 1896. Atti Soc, ilal. di Se. nat. vol. XXXVI, Estratto di pag. 4 in-8) I parassiti dei quali quì sì parla, furono ottenuti da follicoli racchiudenti larve o crisalidi della Psyche Turatii (Stgr), mi- crolepidottero localizzato al lago d'Alserio, e da un bozzolino della Cemiostoma spartifoliella. Ap- partengono a 4 specie, di cui una, il Platylabus submarginatus è nuova ed è qui descritta; di un 90 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI altra, il Cremastus crassicornis (Thoms) si è solo ora scoperta la femmina ; le altre due specie sono: Pesomachus comes (Forst) ed Elasmus fumipennis (Thoms). ARRIGONI DEGLI ODDI dott. ETTORE. Le ultime apparizioni dell’ actoche- lidon sandvicensis (Latham) nel veneziano. (Milano 1896. Atti Soc. ital. di Se. nat. vol. XXXVI. Estratto di pag. 16 in-8) Di questo uccello assai raro in Italia, l' egregio A. parla diffusa- mente, cita le varie apparizioni e catture verificatesi in Italia e specialmente nel veneto, ove in principal modo avvennero nel 1894 e 95, ed illustra queste catture con numerose note. EDGAR A. MEARNS M. D. Preliminary diagnoses of new mammals form the mexican border of the United states. (S. U. 1896. Proceedings of tes U. S. National museum vol, XVIII n. 1075-1103. Pag. 8in-8) Vi sono descritte ed illustrate le seguenti nuove specie o subspecie: Spermophilus mericanus parvidens, S. Harrisi sawicolus, Lepus merriami, Pero- myscus canus, P. tornillo, P_texanus medius, P. T. clementis, Peromfiscus merriami, P. ere- micus arenarius, P. Bolylii penicillatus, Onychomys torridus arenicola, 0. T. perpallidus. FERRARI P. La peronospora nell’ anno 1895. (Firenze 1896. Giornale di Agricoltura e comm, della Toscana n. 9. Estfatto di pag. 12 e 4 grandi quadri in-8) La direzione del Uomizio agrario di Firenze alla quale l' egregio A. appartiene, inviò un quistionario ai viticultori di quella provincia per conoscere quando, come e con quale resultato furono eseguiti i trattamenti contro la peronospora nel 1895, che fu un'annata così tremenda per le poveri viti. L' egregio A. riassume prima quanto ha rapporto all'andamento della campagna peronosporica del 1895 ed alle cause che hunno influito sui resultati dei trattamenti, e quindi riporta in appositi prospetti, i trattamenti fatti cd i resultati ottenuti dai 117 soci appartenenti alla prov. li Firenze che hanno risposto al questionario. PASSERINI N. Su di un nuovo carburatore nell’ apparecchio per il Gas, in- stallato nel laboratorio di Chimica della scuola agraria di Scandicci. (Firenze 1896. Atti R. Accad. dei Georgofili, dispenso 3-4. Estratto di pag. 6 in-8 con l fig.) Trattasi di un ap- parecchio a gassolina di cui l’egregio A. indica il funzionamento e l’ effetto, avendolo adottato per il laboratorio chimico della sua scuola. PASSERINI prof. N. Sul governo delvino come si fa in Toscana. Ricerche ed esperienze. (Firenze 1896. Atti R, Accad. Georgofili disp. 3-4, Estratto di pag. 52 in-8 e 3 tav. con fig.) Sono numerose ricerche ed esperienze su la pratica di governare il vino con uve un po'ap- passito come si usa in varie parti della Toscana, Citato quanto fu già scritto in proposito e spie- gato come viene effettuata questa operazione, riforisce le numerose esperienze fatte in varie loca- lità ed i resultati ottenuti; infine come conclusione espone saggi consigli per coloro che vogliono seguire questa utile pratica di governare il vino. l GARELLI ALESSANDRO. L’ agricoltura ed il bilancio economico finanziario italiano. (Torino 1896, Edit. Casanuova, Pag. 24 in-8) Dotta prolusione che l' egregio A. fece alle conferenze di economia rurale nella scuola agraria istituita presso la Università di Torino. Non saranno tutti detti e principi nuovi, ma sono sacrosante verità quelle esposte dall'egregio A. L'Italia devo attendere il benessere finanziario dall’ agricoltura ; l'economia rurale ha dunque fra noi una straordinaria importanza, Speriamo che un po'alla volta gli italiani se ne persuadino, e diremo con l'egregio A. « Andate adunque ai campi, o giovani valorosi. Voi vi troverete benessere, forza, salute », GRIFFINI dott. ACHILLE. Di alcune Acroceridi italiane. (Torino 1896. Boll. Musei di Zool. e Anat. comparata n. 224. Pag. 8 in-8) Poco sì conosce sui rari ed interessanti Ditteri Or- torrafi, costituentì la famiglia degli Acroceridi, per quanto riguarda la loro esistenza e diffusione in Italia. L'egregio A. ne studia quì 8 specie di cui 6 raccolte nel Piemonte. Vi è descritta una nuova varietà dell’ Oncodes marginatus (Meing) e denominata etruscus. GRIFFINI dott. ACHILLE. Suì generi Exodontha (Bell.) Rond e Acanthomyia (Schiner). (Torino 1896. Boll. deì Museì dì Zool. ed Anat. comparata n. 245. Pag. 4 in-8) Mostra le ragioni per le quali il genere Ewodontha fondato dal Bellardi e quello Acanthomyia dello Schiner, devono rite- AR È gie "4 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 91 nersi sinonimi, e la specie Exodontha pedemontana Bell. altro non essere che la Beris dubia dello Zetterst. GRIFFINI dott. ACHILLE. Notes sur la faune entomologique piemontaise, IX. Fourmilions et Ascalaphes du Piemont. (Narbonne 1896. Miscellanea entom. n, 4, Pstr, di pag. 4 in-8) Sono 8 specie appartenenti a 7 generi. Quattro specie son nuove per il P.emonte, NERI dott. FRANCESCO. Ulteriori osservazioni chimiche sui becchi dei ce- falopodi. (Pisa 1896. Processi verbali Soc. tosc. di Se. nat. Estr. di pag. 8 in-8) Facendo seguito all'altra pubblicazione da noi annunziata nel fascicolo del 1." Aprile scorso, l' egregio A. riferisce i resultati ottenuti dal chimico sig. dott. Catani, al quale egli affidò le più minute ricerche chimiche per risolvere la questione. Per le ricerche dell’ egregio A. e del sig. Catani rimane ora acceriato che ì becchi dei cefalopodi sono formati di una sostanza vicinissima alla Cheratina, se pure non è che Cheratina, e che la parte superiore delle mascelle è incrostata da un deposito di carbonato e solfato di calce; essi sono perciò affini alle sostanze cornee in generale. Lo studio comploto fatto dall'A. su questi becchi o mascelle, conferma la superiorità dei Cefalopodi sugli altri molluschi, PANZA dott. prof. GIUSEPPE. Quadri di mineralogia secondo i programmi governativi. (Montecassino 1896. Quairi 32 ad atlanto in-8. Prezzo L. 0,80) Per ogni specie mi- nerale, dà la composizione chimica; i caratteri morfologici, fisici echimiei; la giacitura, citando le regioni nelle quali si trova; infine ne indica gli usi e la estrazione. Il tutto disposto în quadri con apposite colonne, e ciò come facilitazione per gli alunni, IL libretto costa L, 0,80, / HALBHERR BERNARDINO. Elenco sistematico dei coleotteri finora raccolti nella valle Lagarina. Fascicolo VIII. Curculionidae. (Rovereto 1896. Pubbl. del Museo civico di Rovereto. Pag 68 in-8) Oltre a 384 specie di Curculionidi vi si trovano enumerate alcuno specie appartenenti a famiglie già elencate in altri fascicoli. Fra i Curculionidi è una specie nuova che l'egregio A. qui descrive e denomina Thylacites setulosus. LEONARDI dott. COSIMO. Gli uccelli nel territorio di Girgenti. (Girgenti 1896, Tip Formica e Gaglio. Pag. 24 in-8) In questo catalogo sistematico, figurano 181 specie di uccelli la cui comparsa o cattura è accertata nel territorio di Girgenti. Ogni specie è citata con il nome scientifico, quello volgare italiano e quello vernacolo locale. FRITZ dr. SCHAUDINN. Heliozoa. (Berlin 1896. R. Frialander und Sohn. Pag. 24 in-8) Questa memoria che si occupa degli Ze/iosoa illustrandone le varie specio e dandone l'indice si- stematico ed alfabetico, forma parte dell’ opera che stanno pubblicando i suddetti editori e che porta per titolv Das Tierreich. Fine Zusaummenstellung und Kenuseichnung der resenten Tierfor- men, della quale è direttore Franz Eilhard Schulzo e redattore capo per i protozoi il prof, O, Biitschli, MINISTERO DI AGRICOLTURA, INDUSTRIA E COMMERCIO. Atti della Com- missione consultiva per la fillossera, (Ruma 1896, Tip. Bertero. Pag. 116in-8 e 2 tav. L, 1,20) Contiene tutto quanto ha rapporto alla fillossera ed alla Commissione consultiva per la medesima, e che formò argomento di comunicazione o discussione della sessione del Giugno 1895. MINISTERO DI AGRICOLTURA, INDUSTRIA E COMMERCIO. Malattie del bestiame. (koma 1896, Tip. Bertero. Pag. 224 con fig.in-8L. 1,50) È il 210.0 volume degli Annali di agricoltura che pubblica il nostro Ministero di agricoltura. Contiene gli atti della commissione per lo studio delle malattie del bestiame, le ricerche e le esperienze fatte, i resultati ottenuti, ecc. A. E. BREHM. Le monde des plantes. Di questa splendida pubblicazione francese di P. Costantin, abbiamo ricevuta la 35.* dispensa. Ne è editrice la Librairie J. B. Bailliere et fils, 19 Rue Hautefeuille Paris. Per maggiori dettagli vedasi l'aununzio pubblicato nella copertina del fascicolo 1.° Giugno, PERIODICI NUOVI. La Valdichiana. Periodico settimanale di agricoltura, industria e commercio diretto dal dott. ing, Domenico Bufalini in Torrita (Toscana). Abbonamento L. 3 all'anno. Rivista bibliografica italiana, Si pubblica in Firenze il 10 e 25 di ogni mese. Costa L. 3 all'anno e ne è direttore il sac. dott. Salvatore Minocchi. Bkogi IT-O__<__ 92 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI BIBLIOGRAFIA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Questo catalogo di quanto viene pubblicato in Italia relativamente alle Scienze naturali, cre- diamo sia l'unico che si stampi fra noi ed è forse perciò che gli studiosi e specialmente gli esteri, ci hanno spesso fatte calde premure a chè procurassimo di renderlo il più possibile com- pleto Per la qual cosa preghiamo gli autori italiani e quelli esteri che scrivono in pubblicazioni italiano 0 di cose italiane, relative alle scienze naturali, a favorirci possibilmente una cepia dei loro scritti, o fornirei anche solamente i dettagli sufficienti per poterne dare un annunzio simil- ai seguenti. I gentili autori che ci faranno questo favore, avranno un qualche compenso nel far così conoscere il titolo dei loro scritti nei centri scientifici di tutto il mondo, poichè questa Rivista non solo è diffusa per i molti abbonati che ha, ma viene anche inviata in cambio ad oltre 200 pubblicazioni dei principali sodalizi scientifici italiani ed esteri. N. B. L'amministrazione #' incarica di procurare agli abbonati, senza aumento di prezzo, le pubblicazioni delle quali è notato il costo, ed anche le altre se è possibile; ma per queste ultime occorre che i richiedenti inviino con la do- manda cent, 80 per la francatura della corrispondenza, Pubblicazioni del 1895 Zoologia - Paleozoologia - Allevamento degli animali (continuazione) 154 Flores E. Catalogo dei mammiferi fos- sili dell'Italia meridionale continentale, (Napoli. Pag. 48 in-4, con l tav.) 155 Fogliata G. Tipi e razze equine. Lezioni d'ippologia. (Pisa, Tip. Citi. Pag. 477 in-8, con 79 fig. 0 2 tav. L. 12). 157 Fanchiotti C. Sull' importanza dell'api- coltura in Italia. (Varallo, Tip. Camoschella. Estr. dal Bull. del Club alp. ital., pag. 29), 158 Foresti L. Enumerazione dei brachiopodi e dei molluschi pliocenici dei dintorni di Bolo- gna. (Modena. Boll. Soc. malae. ital., vol. XVIII pag. 241-413). 15) Fornasini C. Cristellaria Clericii u. f. (Bologna. Tip. Gamberini e Parmeggiani, Una pag. con fig.) 160 Fornasini C. Lagena elongata Ehr. sp? (Ibidem). l6l Fornasini C. Frondicularia frondicula n. f. (Ibidem. Una pag. con fig.) 16? Fornasini C. Foraminiferì della marna del Vaticano illustrati da 0. G. Costa. (Pisa. Pa- lacontographia italica, vol. 1, pag. 8 in-4, con 1 tav.) 163 Fornasinì C. Foraminiferi delle marne messinesi che fanno parte della collezione O. G. Costa, esìstente nel Museo geologico della R. Università di Napoli. (Bologna. Mem. Accad. Sc, dell'Ist., ser. 5, vol. V, pag. 120, tav. IV-V). 164 Fornasini C. Contributo alla conoscenza della microfauna terziaria italiana. Di alcune forme plioceniche della Bigenerina robusta. (Ibi. dem, pag. 657-601, con 1 tav.) Y 165 Franceschini F. Guida pratica del col- tivatore dei bachi da seta. (3.2 edizione riveduta ed aumentata dall’ autore. (Milano. Edit Galli di C. Chiesa. Pag. 162). 166 Franceschini F. La selezione mierosco- pica del baco da seta. (Casale Monferrato. Bacol. ital., n. 16, pag. 121-23). 167 Franzoi prof. E. Appunti sulla vita e costumi di un Pappagallo ; malore che lo colpì; sua guarigione. (Siena. Boll. nat. n. 6, p. 73-75). 168 Fucini A. Fauna dei calcari bianchi ce- roidi con Phylloceras cylindricum Sow. sp. del Monte Pisano. (Pisa. Mem. Soc. tosc. Sc. nat., vol. XIV, pag 27 in-8, con 8 tav.) 169 Funck M. e Graffe E. Contributo alla fauna dei ditteri dei dintorni di Trieste. Atti del Museo civico di Storia naturale di Trieste. La (Trieste vol. III della serie nuova, pag. 211- 233). 170 Gaffuri C. I precursori dell’ uomo. (Mi- lano. La Scuola Cattolica e la Se. ital. Estr. di pag. 50). 171 Galli-Valerio dott. B. Il mierorganismo del cimurro del cane. (Milano. Clinica veter., n. 9, pag 131). 172 Galli-Valerio B. Manuale di parassito- logia in tavole sinottiche (vermi e artropodi del- l’uomo e degli animali domestici. (Milano, E. Rechiedei, editori. 125 Pag. Prezzo L. 3). 173 Galli Valerio dott. B. La lotta per l'esistenza nelle Alpi (Siena. Boll. nat., n. ], page 1-4). 174 Garbini A. Il genere Orchestia nel Be- naco. Memorie dell'Accad. di Verona. (Agrie, Sc. lettere, arti e commercio. (Verona. Tip. Fran- chini, vol. 71, serie 3, disp. 1). 175 Garbini dott. A. Fauna linnetica e pro- fonda del Benaco. (Osservazioni fatte nel 1894). (Torino. Boll. Musei di Zool e Anat. comp., n. 198, 8 pag. in-8). indici Aa nl Dai , tells: fiala. o dn RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 93 FE SIA SETT ———— sa i 176 Gasca dott. Parassiti intestinali. (To- rino. Gazz. delle campagne, n. 26, pag. 228-30). 177 Gestro dr. R. Coleotteri raccolti dal Cap. Bottego nella sua esplorazione del Giuba e dei suoi affluenti compiuta nel 1892-93, (Genova. Ann. Museo civ. St. nat. vol. XV, 24 luglio. Estr. di pag. 236 in-8, con fig, e 1 carta topo- grafica). 178 Gestro R. Nuove contribuzioni allo stu- dio delle Hispidae Papuane. (Ibidem, 15 marzo, Estr. di pag. 8 in-8). 179 Giglio G. Sulla patogenesi delle placente anomale (marginate, velamentose, irregolari). Mi- lano. Ann. Ostr. e.Ginecol., n. l, pag. 1-40, con tav.) 180 Giglio-Tos E. Ditteri del Mossico; memoria, Parte 4 (Torino. Mem. R. Accad. Se, Estr. di 73 pag., con tav.) 181 Giglio-Tos dr. E. I corpì grassi degli Anfibi. (Torino. Boll. Musei Zool. ed Anat. cOMp., vol. X, n. 211, pag. 1-2). 182 Girotti dott. A. Piccole memorie d'Oste- tricia veterinaria. (Milano, L'Allevatore, n. 208 e seg.) 183 Girotti A. Alcune note dì clinica zo0- iatrica (Ibidem. Estr. di pag. 78). 184 Gorham rev. H. S. On the coccinelli- dae collected by Mr. L. Fea in Birma. (Genova. Aun. Museo civ. St. nat., 30 gennaio. Estr. di pag. 16 in-8). 185 Gràffe E. Prospetto delle Crisidi di Trieste e dei suoi dintorni. (Trieste. Atti Museo civ. St. nat., vol. 3 dolla-serie nuova, p. 245-48). 186 Gràffe E. Aggiunte alle Api dei dintornì di Trieste. (Ibidem, pag. 235 43). 187 Grassi prof. B. e Calandruccio dr. S. Sullo sviluppo dei murenoidi. Fauna del Faro di Messina. Sesta nota preliminare. (Catania. Bull. Accad. Gioenia di Se. nat., ‘fase. 38, pag. 7-8). 188 Grassi prof. B. e Calandruccio dr. S. Abito di nozze delle Anguille. Contribuzione allo sviluppo dei Murenoidi. Altra nota prelimi- nare. (Ibidem, fase. XLI, pag. 3-5). 189 Greco B. Sulla presenza della Oolite inferiore nelle vicinanze di Rossano Calabro. | (Pisa. Atti Soc. tosc. di Se. nat. Proc verb., | pag. 231-34). 190 Griboldo G. Seconda contribuzione alla conoscenza della fauna imenotterica del Monzam- bico Estr. Mem. della R. Accad. di Se. del- l'Istit. di Bologna. (Bologna. Tip. Gamberini e Parmeggiani, serie 5, tomo 5, pag. 46). 191 Griffini dr. A. Une nouvelle et meil- leure figure de ma Plangia veneta g* (Narbonne. Miscellanea entom. n. 12 Estr, di pag 2 con l fig.) 192 Griffini dr. A. Quelques experiònces sur la resistance a la submersion chez Aydrons flavipes. (Ibidem, n, 7. Estr. di pag. 4 in-8), 193 Griffini dr. A. Syrphides des environs, de Milan. (Ibidem, n. 8-9-10, Estr. di p.8 in-8). 194 Griffini dr. A. Nemoptera Baudiî nuova specie di Meurottero dell’ isola di Cipro. (Torino. Boll. Musei Zool. ed Anat, comp. , vol. X, n. 214, pag. 1-3). 195 Griffini dr. A. Sopra alcuni Leptidi e Tabanidi del Piemonte. (Ibidem, n. 218, p. 1-9). 196 Griffini dr. A. Nuova specio di Ditiscide raccolta nel Darien dal «ir. E. Festa. (Ibidom, n. 220, pag. 1-4). 197 Griffini dr. A. Una nuova Bluttide rac- colta nell'Isola di Candia dal dottor Giacomo Cecconi. (Ibidem, n. 193, 2 pag. in-8). 198 Griffini dr. A. Viaggio del dott. Alfredo Borelli nella Repubblica Argentina e nel Para- guay. XI. Note intorno ad alcuni Ditiscidi, (Ibi- dem, n. 194, 12 pag. in-8). 199 Griffini dr. A. Studi intorno ai Mom- bracidi del genere Umbonia Burm., esistento nel R. Museo zoologico di Torino. (Ibidem, n. 201, 8 pag. in-8, con 3 fig) 200 Griffini dr. A. Gli Halobates del viaggio della « Magenta ». (Ibidem, n. 213, pag. 8 in-8) 201 Griffini A. Lepidotteri italiani, (Milano, Edit. U. Hoepli. Pag. 235 in-16, con 149 fig. Leg. in tela L. 1,50). 202 Griffini A. Notes circa la Fauna ento - mologica de le Piemonte. VI. Catalog de les Cer- ceris de Piemonte, (Narbonne. Miscell. ent., n. 6 pag. 3). 263 Grillo prof. N. Il meccanismo dell’ in- telligenza. (Siena. Boll. nat., n. 11, pag. 135-236). 204 Grouvelle A. Rhysodides. (Genova. Ann, Museo civ. St. nat., 20 marzo. Estr. di pag. 4 in-8). 205 Haeckel prof. E. Antropogenia, o storia dell’ evoluzione umana (‘Praduz. del dott. Daniele Rosa). Il Monismo, quale vincolo tra religione e scienza, (Traduz. di Amedeo Herlitzka). (Torino. in 8, ih Gif rei i Teti Hi. 94 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI b ——+_+-r;!''ÌÎllllblljy\8È!=©e " } Unione tip. edit. Vol. di pag. 684 con 20 tav., 442 pag. e 52 tabelle genetiche L. 18). 206 Horn dr. W. Les cicindélètes de Su- matra. (Genova. Ann. Museo civ. St. nat., 30 gennaio. Estr. di pag. 12 in-8). 207 Imparati dr. E. Contribuzione alla mio- logia delle regioni antero-laterale del torace co- stale e della spalla nelle scimmie, (Siena. Riv. ital, Se. nat., n. 10, e seg.) 208 Johnsston Lavis H. I. e Flores E. Notizie sui depositi degli antichi laghi di Pia- ‘nura e di Melfi e sulle ossa di mammiferi in essi rinvenute. (Roma Boll. Soe. geol. ital., vol. XIV, pag. 111-118, tav. VI). 209 Lachi P. Modello schematico della strut- tura del midollo spinale (Genova, Boll, R. Accad. med., n. 5. Estr. di pag. 8). 210 Lanzillotti-Buonsanti N. La vacca charobaise e la vacca chianina. (Firenze. Giorn. di Agr. e Comm. della Toscana, n. 3, pag. 45- 47. Dall’ Agric. e Bostiame, n. 6). 211 Lazzarini A. Catalogo di coleotteri friulani, (continuas.) (Udine. In Alto, n. 1, e seg) 212 Leisering e Hartmann. Il piede del cavallo sotto il rapporto della anatomia, della fisiologia e della ferratura, 8.* Ediz. migliorata da A. Lungwitz. 1.% vers, ital. pel dott. A. Bal- doni e G. B. Caradonna. Parte I. (Milano. Tip. P. Agnelli. Pag. 208 in-8, con fig.) 213 Levi-Morenos D. I più recenti successi nella piscicultura marina. (Venezia, Neptunia, 15 marzo, pag. 41.43). 214 Levi-Morenos D. Ostriche e tifo. (Ibi- dem, 15 aprile, pag. 71-72). — 215 Levi-Morenos prof. D. Note di pesca e d'acquicoltura. (Venezia. Atti R_ Ist. ven, di Se., lett. ed arti, disp. 3, pag. 357-87, con 15 fig.) 216 Lioy P. Sui resti organici trovati in al- cune grotte del Vicentino, (Ibidem, pag. 312-17). 217 Lioy P. Due ditteri del lido di Venezia. (Ibidem, serie 7, tomo 6, disp. 5, pag. 563-71). 218 Lioy P. Ditteri italiani. (Milano. Edit, U. Hoepli. Pag 360 in-16, con 227 fig Leg. in tela L. 3). 219 Lioy P. Fra mosche e zanzare. (Roma. Nuova antolog., 15 gennaio, Estr. di pag. 24 in-8) 220 Lisi dott. G. Le condizioni attuali della pastorizia nella provincia dì Massa e Carrara, (Milano, L' Allevatore, n. 204, pag. 1072-75). 221 Lisi dott. G. Dì una setticemia viru- lenta nei polli. (Milano. Clinica veter. Estr. di pag. 8). 222 Longhi P. Seconda serie di ricerche in- torno ai protisti delle acque dolci del distretto di Belluno. (Genova. Atti Soc. lig. Se. nat. e geogr., disp. 1). 224 Luciani prof. L. e Lo Monaco dr. D. Sui fenomeni respiratori delle larve del bom- bice del gelso (Firenze. Atti RAccad. Georgo- fili, disp. 1, pag 39-51, con 1 tav.) 225 Luciani L. e Tarulli L. Lo poids des cocons du Bombye mori, du commencement de leur tissage è la naissance des papillons. (Re- sumè). (Turin. Arch. ital. do biologie, tome 24, fase. 2, pag. 237-42). 226 Luzj march. F. Sul sistema digere. te di un Cynocephalus hamadryas. (Roma. Boll. Soc. rom, per gli studi zool., n. 3-4, pag. 1183-91, con l tav.) 227 Luzj march. F. Sull’ utero e sulla pla- centa del Corvus dama. (Ibidem, pag. 1614-69, con l fig.) 228 M. L'allevamento dei canarini. (Torino. Gazz. delle campagne, n. 13, pag. 102-103). 229 Maggi L. Tecnica protistologica, (Milano. Edit. U. Hoepli. Pag. X-318 in-16). 230 Maggi G. Cenni sopra tre casi di ata- vismo (fauce lupina). (Milano. Gazz. degli Osped. e delle Cliniche, n. 2, pag. 10-11). 231 Magretti dott P. Imenotteri, (Genova, Ann. Museo civ. St. nat. 5-6 aprile. Estr. di pag. 24 in-8). 232 Malagoli O. Gli schiavi dell’ uomo : con- siderazioni sul cavallo. (Bologna, Soc, tip. Azzo- guidì. Pag, 15). 233 Malfatti P. Silicospongie pliocenicho. (Roma. Rend, R. Accad. Lincei, fase. 3, 1.° sem. pag. 4 in-4). 234 Marchesetti C. L' Ursus ligusticus Iss, nelle Alpi Giulie. (Trieste. Atti del Museo civ. di St. nat. IX, pag. 265-71, con 1 tav.) 255 Marcialis dott. E. Saggio di catalogo metodico colle denominazioni dialettali delle cinque classi dei Vertebrati della Sardegna (pesci anfibì e rettili). Parte I. (Roma. Boll. Soc. rom. per gli studi zool., n. 3-4, pag. 124-435). 236 Marco dott. prof. C. Alcune osserva- zioni sull’intelligenza animale. (Siena. Boll. nat., n. 2, e seg.) 237 Mari dott. M. Sopra la generazione dello è =, La ————____________________& spermatogonio nei crostacei decapodi. (Firenze. Bull. Soc. ehtom. ital. , trim. 3-4, pag. 396-407, con 3 fig.) 238 Marietti G. Il novello cacciatore sulle Alpi Trentine. (Trento 1895. Tip. Marietti. Pag. 180 in-16, con 18 fig.) È 239 Marinelli O. Il calcare nummulitico di Villamagna presso Firenze, (Roma. Boll. Soc. geol. ital., vol XIII, pag. 203-209). 240 Marini A. Allevamento del baco da seta in piena aria. (Padova. Boll. mens. di bachicol., n. 9, pag. 132-36 e Casale Monferrato, Bacol. ital., n. 29, pag. 225-27), 241 Martorelli prof. G. Notizio ornitologi- che sopra osservazioni fatte nell'anno 1894-95. (Milano. Atti Soc, ital. Se. nat. Estr. di pag. 8 in-8). 242 Martorelli dott. G. Monografia illu- strata degli uccelli di rapina in Italia. (Milano. Mem. Museo civ. St nat. e Soc. ital. Se. nat., tom. V. Pag. 216 in-4 con 45 fotoine. e 4 tav. sinerom. L, 20). 243 Mazier ing. G. Della pesca delle sar- delle e dei sardoni. (Venezia. Neptunia 30 giug,, pag. 150-51). 244 Mazier G. Epoche della montata nelle lagune. (Piscicoltura). (Ibidem, 30 apr., pag. 89-90). 245 Massalongo ing. O. Nota sopra una locusta delle caverne. (Verona. Atti Accad., fase. II. Estr. di pag. 12 in-8). 216 Massalongo dott. C. Nuovo contributo alla conoscenza dell''entomocecidiologia italica. 2.2 comunicazione. (Firenze. Nuovo giorn. bot. ital., n. 1, pag. 45-57). 217 Massalongo dott. C. Deserizione di un nuovo entomocecidio scoperto in Sardegna dal conte U. Martelli. (Ibidem, n. 2, pag. 99-102, con l tav.) 248 Mazzanti E. La Taenia proglottidina (Davaine) in una gallina morta per vertigine ce- rebrale. (Milano. Tip. degli Operai. Pag. 10) 349 Mazzanti dott. E. La nefrite microbica come nota preventiva per ulteriore studio clinico anatomo-patologico e bacteriologico sopra una particolare forma d'artrite nei giovani puledri, (Milano. L'Allevat., n. 205 e seg.). 250 Mazzarelli. Ricerche intorno al così detto « apparato olfattorio » delle Bulle. (Roma. Ri- cerche fatte nel Lab. di Anat. norm. R. Univ. ece., fase. 3-4, pag. 245-59, con tav.) Bolinie RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI "mein n SO OBENA e dd 251 Mazzarella G. Intorno ad una nuova specie di Phillaphisia, (Napoli. Boll. Soc. nat,, ser. 1, vol IX, fase. 2, pag. 81-83, con 3 inc.) 252 Mazzarella G. Intorno al rene secon- dario delle larve degli Opistobranchi. (Ibidem, pag. 109-22, con la tav. Il). 253 Meli prof. R. Sopra duo esemplari di Neptunea sinistrorsa Desch, (Fusus) pescati sulla costa d’ Algeri. (Ibidem. Estr. di pag. 8 in-8). 254 Meli prof R. Ancora sugli esemplari di Neptunea sinistrorsa Desh (Pusus) pescati sulla costa d' Algeri. (Roma. Boll. Soc. geol. ital,, vol. XIV, fase. 2. Estr, di pag. 8 con l tav.) 255 Meli prof. R. Sopra alcuni resti fossili di mammiferi rinvenuti alla cava della catena presso Terracina, (Ibidem, Estr, di pag. 10 in-8). 256 Meli prof. R. Notizio su alcuni fossili recentemente ritrovati nella provincia di Roma. (Ibidem, fase. 1. Estr. di pag. 8 in-8), 257 Meli R. Sopra alcune rare specio di mol- luschi fossili estratti dal giacimento elassico dol Monte Mario presso Roma. (Ibidem). 208 Mercanti dep. F. L'allevamento del bestiame e la tubercolina, (Arezzo. Il Progr. agr. comm, della Toscana, n. I, pag. 6-8). 259 Meschinelli dott. L. Relazione sull'in- cubatorio di Velo d' Astico, (Venezia. Neptunia, 15 apr., pag. 75-77). 260 Micheletti prof. A. M. Rlementi di zoologia comparata ad uso delle scuole ginnasiali superiori. (Torino. Bit. Loescher. 2,9 ediz, Pag. 174 con num, fig. L. 2, 00). 261 Micheletti L. Circa taluni entomocecidi, (Firenze. Bull. Soc. bot. ital., n. 4, pag. 75-77). 262 Minà Palumbo. Insetti dannosi e loro parassiti. (Padova. Boll. di entom. agr. e putol, veget., n. 3, pag. 33-36). 263 Minà Palumbo. I moscherini delle can- tine. (Acireale. Boll. del Comizio agrario, n ll- 12, pag. 131-36). 264 Mingazzini P. Il collezionismo negli animali. (Torino. Areh. di Psichiatr., Sc, pen. o Autrop. crim., fase. 1-2, pag. 70-89) 265 Misciattelli march. M. Contribuzione allo studio degli acarocecidii della flora italica. (Firenze. Bull. Soc. bot. ital., n. 2, pag. 18-20). 266 Misciattelli march. M. Zoocecidii della flora italica, conservati nelle collezioni della R, Stazione di Patologia vegetale in Roma. (Ibidem, n. 5, pag. 84-93). = | n — 5 93 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI e _____ i. 267 Mondino C. Lezioni di Anatomia gene- rale e di Tecnica per la microscopia. (Torino. Rosonberg e Sellier. In corso di pubblicazione). 268 Montadon A. L. Viaggio del dr. A. Borelli nella Repubblica Argentina e nel Para- guay. Hemipteres Heteropteres. (Torino. Musei Zool. ed Anat. comp., vol. X, n. 219, pag. 1-10). 269 Monti R. Sulle gramulazioni del proto- plasma di alcuni ciliati. Nota. (Pavia. Tip. Biz- zoni, pag. 11. Estr. dal Bull. scientifico, n, 1). 271 Monti dott. R. Innervazione del tubo digerente dei pesci ossei. (Pavia. Boll. scient., n. 1, pag. 14-15). 272 Monti dott. R. Sulle colture delle Amebe. (Ibidem, pag, 24-26). 273 Monti R. Contributo alla conoscenza dei nervi del tubo digerente dei pesci. (Milano. Rend. R. Istit, lomb. Sc. e lett. ser. 2, vol. 28, fase, 12- 13, pag. 688-95). 274 Monticelli Fr. S. Sulla fauna di Porto- Torres. (Napoli. Boll. Soc. dei naf, , ser. I, vol. IX), 275 Monticelli Fr. S. Osservazioni sulla ge- stazione, sul parto e sugl' invogli fetali di alcuni chirottori nostrani, (Ibidem, p. 93-109, con 2 ine) 276 Monticelli F. S. Si mangiano le Ligule in Italia? (Napoli. Boll. Soc. dei nat. , vol. VIII, pag. 40-42 e 110-11). 277 Morselli E. Biologia e medicina negli ultimi trent'anni, (Milano, Gazz. degli Ospedali, n. 75). 278 Muckery. Distruzione delle Tachine pa- rassitarie. (Padova. Roll. mens. di bachicoltura, n. 10, pag. 1838-40). 279 Neviani A. Nuova specie fossile di Sti- choporina (Bologna. Riv. ital. di Paleont., fasc. di dicembre. Estr di pag. 4 in-8). 280 Neviani A. Nuovo genere e nuove specie di briozoi fossili. Ibidem, aprile. Estr. di pag. 4 in-8, con fig.) 281 Neviani dott. A. Briozoi fossili illustrati da Soldani Ambrogio nel 1780. (Roma. Boll. Soc. rom. per gli studi zool., n. 1-2, pag. 57-64). 282 Neviani dott. A. Nota preliminare sui briozoi fossili del post-pliocene antico della Far- nesina e di Monte Mario. (Ibidem, pag. 65-71). 283 Neviani prof. A. Briozoi neozoici di alcune località d'Jtalia. (Ibidem, n. 3-4, e seg.) 284 Neviani A. Briozoi eocenici del calcare nummulitico di Mosciano presso Firenze. (Roma. Boll. Soc. geol. ital. , vol. XVI, fasc. 2, p.9in-8). 285 Neviani A. Briozoi fossili della Farne- sina e monte Mario presso Roma. (Pisa. Paleon- tographia italica, vol. I, pag. 77-140, tav. Ve VI). 286 Ohlsen dott. C. Il bue dell’ Oberland Bernese. (Milano. Il Movimento agrario, n. 7, pag. 102-103). 287 Ohlsen dott. C. Il bue Olandese. (Ibi- dem, n. 10, pag. 151-52). 288 Ohlsen dott. C. Il bovino olandese. (Pa- lermo Nuovi Ann. di agrie. sicil., n. 3, pag. 156-62), 289 Oldfield T. On some mamals collectd dr. E. Modigliani in Sipora, Mentawei, Islandes. (Ge- nova. Ann. Museo civ. St. nat , 7 genn. Estr. di pag. 16 in-8). 290 Oppenheim P. Il terziario antico nei colli Berici. le faune di Zovencedo e di Granona e la posizione del complesso di Priabona. (Bolo- gna. Riv. ital. di Paleont., fase. 1, pag. 50 54) (continua) OCCHI ARTIFICIALI DI OGNI GENERE PER ANIMALI, STATUE, RICAMI, BAMBOLE ecc. Prezzi mitissimi — Cataloghi gratis ‘ OCCHI UMANI ossiano Occhi di I° al naturale per le persone mancanti di un'occhio. Prezzo da L. a L. 10. Si eseguiscono anche appositamente sopra campione. Lahoratinio di a atua: S. BROGI - Siena. px BROGI direttore a Siena Tip. e Lit. Sordo-ati di L. Lazzeri : a Anno XVI N° 8° RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 1° Agosto 1896 ————_———@@6€€€&6€— + —_————__EA«W «= = oaeI@éII@m(—< eo eo SOMMARIO PR Bisogni dott. prof. Carlo. Contributo alla flora d' Hipponium, (cont. e fine) Pag. 97. Bonomi prof. Agostino. Due grandiose opere zoologiche pubblicate in Germania, Pag. 100. Rivista bibliografica. Da pag. 101. a pag. 103. Bibliografia italiana di Scienze naturali Pubblicazioni del 1895. (continuazione). Da pag. 103. a pag. 104. CONTRIBUTO ALLA FLORA D’ HIPPONIUM MEMORIA del Dott. CARLO BISOGNI (continuazione e fine) è f Serofulariaceae Pediculàris fasciculata (Bell.) s. sp. élegans (Ces.) Nel? Appennino napoletano. (Arcan- geli). L'ho incontrato qualche volta alla Fontana, al Corvo, al Telegrafo. Verbàscum bicolor (Badar.) /n Liguria. (Arcangeli). Ho rinvenuto un esemplare di questa pianta a Conte d' Apice, nel 1889: in seguito la rinvenni alla Silica e nella parte alta di Serimbia. Linaria stricta (Guss.) A_Reggio di Calabria e in Sicilia. (Arcangeli). In Calabria non sembra pianta esclusiva di Reggio, avendola rinvenuta tra Cancello-rosso e Cusello, a Colamazza, a Nasari. Linaria linifolia (Chav.) Luoghi marittimi dell’ Italia inferiore. (Arcangeli) Comune in quasi tutto le nostre campagne. Linaria purpurea (Mill.) Alpî apuane, Italia media ed inferiore, Sicilia ed isola di Capri. (Arcangeli). Comunissima in tutto il Monteleonese. Linaria glàuca (Ait.) In Lombardia. (Arcangeli). Ho rinvenuto questa pianta in una sola località, al disopra della Madonnella. Veronica acinifolia (L.) Nei campi e negli orti forse in tutta la Penisola. (Arcangeli). Una fra le specie di Veronica più comuni fra noi. Cistineae Helianthèmum rubellum (Presl) Luoghi sassosi della rey. subm e mont. al mezzodì della Penisola ed in Sicilia. (Arcangeli). Ho spesso incontrato questa pianta in molte delle nostro campagne, dove sembra ovvia. Helianthèmum aràbicum (Pers.) Colli aridi della reg. marina e camp. , al centro e al mezzodì della Penisola, in Sicilia e a Malta. (Arcangeli). Rinvenni questa pianta in due loca- lità molto fra loro lontane, sull'orlo di un campo sopra la Silica, e alle Costiere. Dipsaceae à Scabiosa limonifolia (Vahl) Ruri calcaree dei monti presso il mare in Sicilia. (Arcangeli). Ho trovato questa pianta solamente alle Casette, dalla parte di destra, Scabiosa argéèntea (L.) s. sp. eburnea (Sibth et Smith.) Luoghi marittimi in Calabria fra Coltrone e Cirò, ed in Sicilia, a Campobe!lo, Castelvetrano, Menfrici, Sciacca, Scicli. (Arcan- geli). Nelle località detta di sopra. Geraniaceae Gerànium brùtium (Gaspar.) Coll: erbosi e siepi in Calabria a Pizzo. (Arcangeli). Certo non è esclusivo delle campagne del napitino, avendolo io ritrovato in più di una località, tra le quali alla Silica, Gerànium striàtum (L.) Nei luoghi selvatici ed ombrosi del mezzodì della ‘Penisola e RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI della Sicilia. (Arcangeli). Ho trovato belli esemplari di questa pianta in quella zona di terreno compresa tra la Vena superiore e la Maglia, Gerànium asphodeldides (Burm.) Nei luoghi selvatici del mezzodì della Penisola ed in Sicilia, (Arcangeli). L' ho trovato nella località precedente, all’ ingiù di Gajizzi nei campi a sinistra della mulattiera; a S. Gregorio, a destra e più in sù di Monteverde. Linum campanulàtum (L.) Nei colli e nei poggi della costa occid. e delle parti merid. della Penisola, vicino al mare, ma piuttosto rara. (Arcangeli). Il linum campanulatum è invero rarissimo anche da noi: ne ho solamente rinvenuto due esemplari sopra alcune balze tra Briatico e Portosalvo. Paronychieae Sclerànthus annuus (L.) s. sp. verticillatus (‘P'ausch.) In Lucania, nell'Aspromonte ed în Sicilia. (Arcangeli). Ho rinvenuto un bell’ esemplare di seleranthus verticillatus in una sola località, tra il muro a Nord che chiude la villa Gagliardi e la tettoia del Tiro a segno. Paronychia argéntea (Lam.) Luoghi arenosi c colli, nella Liguria occid., in Calabria e nelle isole. (Arcangeli). Questa pianta dovrebbe essere comune nelle nostre campagne: io però non ve l'ho rinvenuta che pochissime volte e in molte ristrette località. Convolvulaceae Convòlvulus Cantàbrica (L.) Luoghi aridi ed incolti dell'Italia sup. e media, in Stcilia, in Sardegna ed în Corsica. (Arcangeli). L° ho rinvenuto in più luoghi tra le nostre campagne, e prin- cipalmente nella parte elevata della Silica, alla Sanità al disopra della cava, e per la mulattiera di Triparni. Convòlvulus italicus (R. et Sch.) Nel Napoletano ed în Sicilia. (Arcangeli). Da noì più comune del precedente, avendolo rinvenuto a Triparni, Cessaniti, Conidoni, e a S. Pietro. Convòlvulus pentapetaloides (L.) Nella Liguria ece., al M. Argentario, in Sicilia ed in Sardegna, (Arcangeli). Di questa specie ne ho trovato pochi esemplari in due sole località, al Tubello e su un poggio alla Madonnella. Cressa crética (L.) Spiaggie marittime in Calabria, in Sicilia, in Sardegna ed in Corsica. (Arcangeli). Quantunque pianta del paese, pure io l'ho rinvenuto in una sola località lungo la nostra spiaggia: invece ne ho trovato bei esemplari a S. Pietro e a S. Filippo presso Conidoni. Polygalèae Polygala Préslii (Spr.) Nei luoghi aprici dei colli e dei monti in Sicilia. (Arcangeli). L'ho incontrato qualche rara volta quà e là per le nostre campagne, all’ insopra di Piscopio, alla Silica, Violaceae Viola pàrvula (Tin.) Pascoli dei monti în Sicilia, all’ Etna, alle Madonie ed in Calabria, ad Aspromonte. (Arcangeli). Ne ho raccolto alcuni esemplari sull'orlo di un campo poco discosto da villa Gagliardì e dalla tettoia del Tiro a segno. Viola gràcilis (Sibth.) Pascoli elevati dell’ Appennino ed in Sicilia. (Arcangeli). Un solo esemplare raccolto alla parte alta della Croce della Neviera. Saxifrageae Saxifraga lingulata (Bell.) Neze Alpi di l'enda, nella Liguria occidentale, nelle Alpi Apuane, nell’ Appennino fino all' Abruzzo, in Sicilia e in Sardegna. (Arcangeli). Ne rinvenni, nella scorsa estate, un unico esemplare più sù del Convento dei Cappuccini presso la coltura Cordopatri. Rubiaceae Asperula tinctoria (L.) s. sp. palustris (Ten.) Nel Napoletano. ‘Areangeli). Ne ho rin- venuto un qualche esemplare all'in giù della Sanità. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 99 Rubia angustifolia (L.) Luoghi ghiaiosi calcarei nè! Napoletano, in Corsica ed in Sicilia, (Arcangeli). Qui nel Monteleonese l' ho trovato in due sole località, sù una rupe lungo la via dì di Piscopio e al Cacariaci. Apocinaceae Vinca major (L.) Nei luoghi selvatici e presso le siepi in varii luoghi della Penisola ed în Sicilia. (Arcangeli). Comunissima in tutte le nostre campagne, Vinca media (Hffm. et Lik.) /n Liguria, in Lunigiana, nell’ Italia media. (Arcangeli), L'ho rinvenuto in più luoghi, S. Gregorio, Affaccio, Piscopio. Euphorbiaceae Ricinus communis (L.) Inselvatichito in Calabria, in Sardegna, in Sicilia ed in alcune piccole isole. (Arcangeli + Comunissimo nelle campagne d' Ipponico, specialmente alle Casette, e poi al di là di Stefanaconi, sopra Nasari, ece. Euphòrbia Gasparrinii (Boiss.) Nei luoghi umidi deî monti in Sicilia. (Arcangeli). Ho ritrovato nel luglio del 1893 questa euphorbia in una depressione fra due poggi al di là di Mantineo. Euphorbia cuneifolia (Guss.) Nel messodì della Penisola e nelle isole maggiori: piuttosto rara. (Arcangeli). Rarissima anche nel Monteleonese: fra tutte le mie escursioni mi sono imbat- tuto in essa due sole volte; al disotto di Gajizzi e più giù di Cusello. Orchidaceae Orchis brevicòrnis (Viv.) Luoghi erbosi dei colli della Riviera di Genova. (Arcangeli) Ho trovato questa pianta una sola volta, sul declivio di un campo tra Mantineo e Triparni, Orchis purpùrea (Huds.) Prati e boschi dei colli e dei monti delta Penisola, massime al settentrione ed al centro, ed in Corsica (Arcangeli). Ho parecchie volte rinvenuto questa pianta, tanto nelle parti elevate che nelle medie e basse della nostra contrada. Liliàceae Allium flàvum (L) Monti alti del mezsodì della Penisola e delle isole di Cupri e di Si- cilia. (Arcangeli). Sovente ho rinvenuto questa pianta, non solo nella parte elevata, del nostro monte, quanto nei campi alla base di esso. Allium scorodòprasum (L.) Margini dei campi nel Napoletano e ad Ischia. (Arcangeli). Ne ho rinvenuto qualche esemplare al Tubello e a Stefanaconi. Cyperaceae Cyperus melanorhizus (Del) Luoghi erbosi non lungi dal mare nella Liguria.occ. ed in Sicilia. (Arcangeli). L' ho trovato una sola volta più all'insù delle Casette. Scirpus Micheliànus (L.) Luoghi umidi e paludosi della Penisola, ma più rarasal centro ed al mezzodì (Arcangeli). Ne ho rinvenuto alcuni pochi esemplari sull’ orlo di un fosso tra due uliveti, tra la Vena inferiore e Triparni. Carex Pseudo-Cyperus (L.) Lungo ? fossi ece. nell'Italia sup. e media: più rara al mezzodì. (Arcangeli). L'ho ritrovato in due sole località: in quella detta di sopra, e poco discosto da un canneto non lungi da Piscopio. Càrex serrulàta (Biv.) Colli e luoghi erbosi marittimi al centro e al mezzodì della Pe- nisola, in Sicilia, Sardegna, ecc. (Arcangeli) Comune nel Monteleonese, da S. Venere a Briatico. Carex depauperata (Good.) Luoghi ombrosi selvatici dei monti nel mezzodì della peni- sola ed in Sicilia. (Arcangeli). Molto comune in tutta la parte elevata del nostro territorio. Carex hispida (Schk.) Luoghi paludosi ecc., nelle isole maggiori, a Napoli ed a Nizza, (Arcangeli). La rinvenni nel 1894 in una sola località al disotto di Zammarò. Carex punctàta (Gand.) Luoghi umidi e selvatici, dal mare alla reg. mont. massime nel- sime nell'Italia centrale, e nelle grandi isole (Arcangeli). Ho rinvenuto questa pianta due sole volte, più in giù di Gajizzi e a Murdiati presso Mantineo. EN RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Graminaceae Stipa juncea (L.) Luoghi aridi e sassosi a Nizza, in Liguria ed in Sardegna. (Arcangeli). Ne ho trovato esemplari in due località abbastanza lontane fra loro, al monte Castellucci e al di- sopra di Stefanaconi. Festuca ovina (L.) Luoghi erbosi dei colli e dei monti, dell’Italia sup. e centrale. (Arcan- geli). Di questa pianta ne ho rinvenuto alcuni esemplari una sola volta al Telegrafo, più in giù del lato sud della Piazza d'armi. Cynosùrus élegans (Desf) Luoghi ombrosi c selvatici dei monti nell'Italia media ed inf. e nelle isole. (Arcangeli). L'ho rinvenuto molte volte e in parecchie località. Hòrdeum bulbéòsum (L.) Luoghi erbosi principalmente marittimi, in Liguria, nel centro ed al mezzodìi della Penisola e nelle isole (Arcangeli). Anche di questa pianta 'ne ho rinvenuto molte volte degli esemplari ed in diverse località, cioò, alla Silica, a S, Pietro, a Scrimbia, a Triparni, ecc, Due grandiose opere zoologiche pubblicate in Germania Credo di non far cosa sgradita ai lettori della Rivista italiana di Scienze naturali se dò no- tizia essersi ora cominciata in Germania la pubblicazione delle due seguenti opere zoologiche: 1. Das TrerreEIca, Eine Zusammenstellung und Kennseichnung der recenten Tierformen (IL REGNO ANIMALE. Elenco e caratteristica degli animali viventi). Dopo la pubblicazione del Systema naturae di Linneo, essendo eresciuto in modo Straordinario il numero delle specie descritte, la Società zoologica tedesca si propone, colla presente opera gigantesca, di riunire qui tutte le specie viventi e quelle che si sono estinte nei tempi storici, in gruppi sistematici colla loro ca- ratteristica onde essa possa servir di base e di punto di partenza per la sistematica avvenire, A compire l'ardua impresa, concorrono tutti i più illustri zoologi tedeschi e le prime cele- brità delle altre nazioni, trattando ognuno quel gruppo di animali a cui ha dedicato studi spe- ciali p. e. il nostro Canostrini si è assunto gli Acarina. Alla Direzione generale stanno i profes- sori di Berlino Scehulze e Moòbius e ad essi fanno capo tutti i lavori dei molti comitati. L'opera, oltre le specie certe e quelle dubbie, conterrà anche le sottospecie, le varietà, coi loro rapporti filogenetici e biologici; indi la distribuzione geografica, la letteratura ed ì sinonimi relativi ad ogni specie. A facilitare l'uso dell’opera si danno quadri sinottici è chiavi per la determinazione. La lingua usata per l’ opera è la tedesca e solo eccezionalmente l'inglese, la francese e la latina La pubblicazione si fa in puntate di non meno di 3 fugli, con molte figure senza riguardo all'ordine’ sistematico, ma di ogni gruppo appena è pronto il materiale si passa tosto alla stampa, Il numero delle puntate per ogni gruppo, non è facile finora stabilirlo, ed è determinato solo pei seguenti: Platielminti 4, Crostacei 11, Imenotteri 13, Molluschi 15, Rettili 3, Uccelli 16 fascicoli. Si calcola per l'intiera pubblicazione essere necessari nientemeno che 25 annì: tanto che l'opera compita sarebbe da riguardarsi quale una completa biblioteca di quanto appartiene alla Zoologia. Ogni puntata è vendibile a parto ed il prezzo varierà secondo l'estensione della stessa, però por chi s' abbona a tutte le puntate che sì pubblicheranno nei primi cinque anni, il prezzo sarà di 70 eent. pruss. (circa 80 cent. ital.) per foglio. L'opera vien pubblicata da R. Friedlinder e figlio di Berlino (Carlestrasse 11) e comparirà regolarmente col principiar del 1897. Però quale fascicolo di prova si può già ora aver quello che tratta degli Meliosoa. 2. Naumann's. — Naturgeschichte der Vogel Deutschlands und des angrenzenden Mittel- Europa' s. (Naumann — Storia naturale degli uccelli della Germania e della limitrofa Europa media). Questa opera classica fu pubblicata dal 1822 al 1860 în 13 volumi in-8. I pochi esemplari che ancora trovansi in commercio costano 636 marchi (circa 800 lire), onde ben pochi sono i fortunati che possono procuraraelì, IR Se care A SI ATE VEE eo RITA TTT RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 101 FETTA IE Ln EN e EIA Si venne quindi al divisamento di passare ad una seconda edizione la quale e pel testo e per le illustrazioni fosse all'altezza dei tempi e che per il suo buon mercato fosse accessibile a ognuno, Questa nuova edizione sarà pubblicata in circa 100 puntate di 3-4 tavole colorate e 3-4 foglì dì testo al prezzo dì un marco (circa 1 lira e 25) per puntata. Abbiamo ricevuto la prima puntata che è di una incomparabile bellezza, Il formato è di 41 X 30 cm. in quarto grande ; ognì tavola comprende un solo o due uccelli ed il testo elaborato con tanta precisione e estensione, quale la san fare solo i tedeschi. L'editore è Eugenio Kohler in Gera, il direttore il dr. Carlo Henniche in Gera, ma vi collaborano i più rinomati ornitologi tedeschi, quali il Blasius, il Flgericke, il Girtanner, l'Helm, il Prazak, il Riesenthal, il Tschusi-Schmidhoffen, il Wurm e moltì altri, Sic- come la presente òpera estende le sue osservazioni oltre che alla Germania, anche all Austria-Un- | gheria e alla Svizzera, così si può arguire che ben pochi saranno gli uccelli d' Italiu, che quì non siano contemplati. Rovereto 27 giugno 1896. A. Bonomi RIVISTA BIBLIOGRAFICA Pubblicazioni ricevute in dono e per le quali ringraziamo i gentili autori od editori ca RIZZARDI dott. UMBERTO. Contributo alla fauna tripolitana. (Firenze 1896. Boll. Soc. entomologica ital. trim. I. Estratto di pag. 12 in-8) Il materiale studiato dall” egregio A. e che forma lo scopo di questa pubblicazione, proviene dalle raccolte fatte nella Tripolitania dall'ing. Briechetti Robecchi e consiste in 2 Specie di saurii, una di batracio, 5 di imenotteri, 13 di co- leotteri, 2 di ditteri, 1 di emittero, l di seudoneurottero, 5 di ortotteri, 5 di scorpioni, 1l di ragni, e 2 di crostacei. Sebbene trattisi di tutte specie conosciute, pure sono interessanti per la località, FABANI C. Gli uccelli e l’ agricoltura. (Sondrio 1890. Tip. Aroldi e Barini. Pag. 51 in-16 L. 0,50. Franco di porto L. 0,55) L’ egregio A. cerca di dimostrare che tutti gli uccelli sieno essi Aquile, Falchi, Corvi, Ghiandaie, Passere.... si devono ritenere utili all'agricoltura, e che all'incontro ben lieve è l'utilità che l'agricoltura ricava dagli insetti sieno pure insettivori o parassiti di insetti o di altri animali dannosi. Egli ritiene che la scarsità degli uccelli, sia una delle principalissime cause che contrastano le produzioni agricole: invoca quindi una nuova legge sulla caccia, assolutamente draconiana, ed accenna i criteri sui quali dovrebbe essere basata, PASSERINI N. Sopra la alimentazione dei bachi da seta con foglia aspersa di poltiglia cupro-calcica. (Firenze 1896. Atti R. Accad. dei Georgofili disp. 2.4 Estratto di pag. 10 in-8) Con questa nota, nella quale l’egregio A. riferisce i resultati della seconda serie di esperienze da egli eseguite in proposito, conferma le conclusioni pratiche espresse nel suo primo studio pubblicato l'anno scorso e che cioè la foglia di gelso aspersa di poltiglia caprica è sempre dannosa ai bachi da seta e perciò occorre che l'allevatore abbia cura di non imbrattare i gelsi mentre asperge il rame sulle viti e tanto meno adotti le soluzioni rameiche per combattere certe malattie parassitarie del gelso come il seccume ed altre. PASSERINI N. Esperienze di preparazione dei vinelli col processo Miintz. (Firenze 1896. Atti R. Accad. Georgofili disp. 2,8 Estratto di pag. 8 in-8) Resultato di queste espe- rienze delle quali rendesi qui dettagliato conto, è la conferma dell’ utilità del metodo proposto dal Miintz per fare i vinelli per spostamento, metodo del qual: trovasi la descrizione anche nel fasci- colo 15 novembre 1895, del nostro Bollettino del naturalista. PAVESI prof. PIETRO. La distribuzione dei pesci in Lombardia. (Pavia 1896, Pubblicaz, della Società lombarda per la pesca e l’acquicoltura. Pag. 40 con | ritratto ed 1 carta pren > 102 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI PRA EA RIA Re RIA MS ittiologica) É una dotta con ferenza tenuta in Milano alla Società lombarda per la pesca e l'acqui- coltura, il 9 Febbraio scorso. La regione lombarda è la più ricca dell'Italia per la copiosità delle acque distribuite in classii laghi, importanti fiumi e numerosi canali, ed è perciò colà di grande interesse quanto riguarda la piscicultura. L' illustre A. parla dei confini della regione presa a stu- diare, confini che naturalmente non corrispondono a quelli politici, ma sono i limiti naturali di quella fauna ittiologica. In appositi prospetti cita le varie specie di pesci della Lombardia con i nomi scientifici, quelli italiani e quelli locali, la loro distribuzione, l’ estensione del loro habitat, e se sono specie accidentali, o importate ece., quindi da notizie particolari per ciascuna delle 26 specie o forme, più diffuse in quelle acque, traendo infine molte ed importanti conclusioni. Una grande carta ittiologica della Lombardia compilata dal medesimo autore, presenta a colpo d'occhio l'estensione e la configurazione dei bacini dei varii fiumi, e con appositi segni distintivi vi è indicato dove le varie specie di pesci hanno dimora. ARINA prof. GIOVANNI. L’innesto e le viti americane nella lotta contro la fillossera. (Padova 1896. Tip. Penada. Pag. 48 e 4 tav. L. 1,50) Questa dotta conferenza te- nuta dall'egregio A. in Padova il 22 Marzo scorso, rer invito di quel Comizio agrario, svolge chiaramente l’ interessante soggetto in tutte le varie parti e così il possidente viticoltore vi trova consigli e gli ammaestramenti migliori per premunirsi contro una probabile invasione fillosserica e sopra a tutto per mezzo degli innesti su viti americane, Questi innesti vengono qui insegnati dettagliatamente o parecchie figure rendono più facile l’apprenderne i varii metodi. Altre figure rappresentano le forme caratteristiche dei pampani per distinguere le varie specie di viti ameri- cane, Il volume costa L. 1,50. FLEUTIAUX ED. Manommidae, Trixagidae et Eucnemidae, raccolte da L. Fea in Birmania e regioni vicine. (Genova 1896. Annali Museo civico di St, nat. vol. XVI. Estratto di pag. 12 in-8) Vi sono citate 22 specie, comprese le 10 seguenti nuove e che vengono qui per la prima volta descritto: Aulonothroseus tibialis, Dromaeolus rufus, Fornaa vestitus, Sacyton ramosus, Nematodes PFeai, Xylobius orientalis, Feaia n. g. singularis, Dendrocharis intermedia, Scopulifer n. g. Peai, Galba agastoceroides. FLEUTIAUX ED. Eucnémides Austro-Malais du Musée civique de Génes, (Ge- nova 1896. Annali Museo civico di St. nat. vol. XVI. Estratto di pag. 54 in 8) Sono 93 specie, per la maggior parte nuove e qui descritte. BOULENGER G. A. A List of the reptiles and batrachians collected by dr. Ra- gazzi in Shoa and Eritrea. (Genova 1896, Annali Museo civico di St. nat. vol, XVI. Estr. di pag. 12 in-8) Il dr. Ragazzi ha portato una ricca messe di Rettili e di Batraci da quelle regioni, ed in questa memoria sono studiate 45 specie di Rettili e 6 di Batraci. Fra i Rettili è nuova la specie Pristurus percristatus, e fra î Batraci Hylambates ragazti, ROSA dott. DANIELE. I lombrichi raccolti nelle isole Mentawei dal dott. Elio Modigliani. (Genova 1896. Aunali Museo civico di St. nat. vol. XVI. Estratto di pag. 4 in-8) Trattasi di 4 specie di lombrichi fra le quali è nuova la Perichaeta ippocrepis. GESTRO R. Gli Anoftalmi della Sicilia. (Genova 1896. Annali Museo civico di St. nat. vol. XVI. Estratto di pag. 4 in-8) Fino ad ora si conosceva una sola specie di Anophtalmus della Sicilia e cioò l'A. siculus. Il sig. Filippo Silvestri ha avuto la fortuna di rinvenirvene un' altra” ed è questa che è quì descritta dal prof. Gestro e denominata A. Silvestrii. W'ASMANN E. Neue termiteophilen und termiten aus Indien. (Genova 1896. Annali Museo civico dì St, nat. vol. XVI. Estratto di pag 18 con 1 tav.) Sono 12 nuove specie. Una tavola con 3 figure e varie figure nel testo corredano la memoria. CAMERANO prof. L. Note zoologiche. VII-VIII. (Torino 1896. Boll. musei di Zoologia ed Anat. comp. n, 251. Pag. 4 in-8 con 6 figure) La prima nota si occupa di un cranio di Cerco- pithecus ruber (E. Geofîr.) con dentatura anomala; oltre la descrizione vi sono 5 figure. Con la seconda nota descrive una Molge vulgaris polimelica, dandone pure la figura. COMEZ prof. ODOARDO. Relazione sugli esperimenti fatti nella campagna i as agro © “a RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI FTT 1 OTO ro Cir ei incsiiitài h. pel ——__________________k bacologica 1896 sull’ alimento dei bachi da seta con foglia di gelso spolverata con amido di riso e con fecola di patate. (Todì 1896. Tip. Trombetti. Pag. 4 in-4) Dagli esperimenti eseguiti nel suo istituto sericolo, l' egregio A. conelude che l' alimentare ì bachì con foglia spolverata con amido di riso può essere utile al bachicoltore ed al filandiere; usando invece la fecola di patate il resultato è stato negativo, BroaI ita CSO ASI Questo catalogo di quanto viene pubblicato i fra noi ed è fi n Italia relativamente alle Scienze naturali, cre- Studiosi e specialmente gli esteri, ci hanno spesso fatte calde premure a chè procurassimo di renderlo il più possibile com- ghiamo gli autori italiani e quelli esteri che serivono in pubblicazioni « relative alle scienze naturali, a favorirci possibilmente una copia dei ì dettagli sufficienti per poterne dare un annunzio simile faranno questo favore, avranno un qualche compenso nel far così conoscere il titolo dei loro scritti nei centri scient fici di tutto il mondo, poichò questa Rivista ma viene anche inviata in cambio ad oltre 200 . N. B. L'amministrazione &' incarica di procurare agli abbonati, senza aumento di prezzo, le pubblicazioni delle quali è notato il costo, ed anche le altre se è possibile; ma per queste ultime occorre che i richiedenti inviino con la do- manda cent. 30 per la francatura della corrispondenza, per lè altre basta scrivere in cartolina doppia, Pubblicazioni del 1895 Zoologia - Paleozoologia - Allevamento degli animali (continuazione) 291 Palesa D. L'educazione del cane cuce- ciolo. (Roma. La Caccia, n. 48). 292 Palmiero B. Discorso pronunziato in Firenze il 31 marzo 1895 in occasione del 21,0 anniversario della Società veterinaria italiana toscana. (Torino. Moderno zooiatro. Estr. di pag. 12). 293 Palumbo A. Nozioni d’entomologia agra- ria esposte agli agricoltori siciliani. (Catania. L'Agricol. cal. sic., n. 4, e seg) 294 Parona C. F. Nuove osservazioni sopra la fauna e l'età degli strati con Posidonomya al- pina nei sette comuni, (Pisa. Paleontographia italica, vol. !, pag. 142, con 2 tav.) 295 Parona C. L' Elmintologia italiana dai suoi primi tempi all'anno 189) (Storia, sistema- tica, Corologia, Bibliografia). (Genova. Atti R. Università, vol. XIII. Estr. di pag. 734 in-8, con l carta della corologia elmintologica dell’ uomo in Italia). 296 Parona C. Anormale accrescimento degli incisivi nei conigli. (Genova. Boll. Musei di Zool. ed Anat. comp., n. 33, con tav) 297 Parona C. e Perugia A. Sopra due nuove specie di Trematodi ectoparassiti di pesci marini (Phylline Monticelii è Placunella Wallei, (Ibidem, n. 31, con fig.) 298 Parona C: Elenco di alcuno Collentole dell’ Argentina. (Genova. Ann. Museo civ. St, nat., 15 mar. Estr. di pag. 8 in-8), 299 Parona C. Acari parassiti dell eteroce- falo. (Ibidem, vol. XV, 15 luglio. Estr. di pag. 8 in-8, con 8 fig.) 300 Parona C. F. I Gastoropodi del Lias in- feriore di Soltrio in Lombardia. (Pisa. Boll. Soc. malac, ital, vol. XVIII, tav. VI e VII. p. 161-84). 501 Parona C. F. e Bonorelli G. Nuovi generi di ammoniti giuresi, (Torino, Rend, Ist. lomb., ser. 2.2, vol. XXXIII, pag. 686-87), 302 Parona C. F. e Rovereto G. Diaspri permiani a radiolarie di Montenotte (Liguria oc- cidentale). (Torino. Atti Accad, Se , vol. XXXI, pag. 17, con l tav.) 303 Pascal dr. T. La gallina ed i suoi pro- dotti (Milano. Tip, degli operai. Pag. 144). 304 Pascal dott. T. I mezzi per impedire la fecondazione. (Torino. Edit. Rosenberg et Sellier. Pag. 72 in-8 L. 1). 306 Pavesi prof. P. Sull'importanza del melanismo negli uccelli. (Rovereto. Atti I. R, Accad. Agiati, fasc. 1. Estr. di pag. 36 in-8). 307 Pavesi prof. P. Viaggio del dott. F, Festa in Palestina, nel Libano e regioni vicine, XIV. Aracnidi. (Torino. Boll. Musei Zool. ed Anat. comp., n. 216, pag. 12 in-8). 308 Pavesi prof. P. Aracnidi. (Genova. Ann. 104 Museo civico St. nat., vol. XV 29-30 luglio Estr. | di pag. 48 in-8). 309 Pavesi prof. P. Intorno ad un altro caso di emiteria per accrescimento degli incisivi di lepre. (Pavia, Bull. scientifico n. 23. Estr. di pag. 8 in-8). 310 Pavesi P. Calendario ornitologico pavese 1893-95. (Ibidem). 311 Pavesi P. Studi sugli aracnidi africani, (Ibidem. Estr. di pag. 12 in-8). 312 Peracca dott. M. G. Viaggio del dott. Alfredo Borelli nella Repubblica Argentina e nel Paraguay. X. Rettili ed anfibi. (Torino. Boll. Musei di Zool. ed Anat. comp., n. 195, 32 pag. in-8). 313 Peracca dott. M. G. Nuova specie di Lepidosternum del Museo zoologico di Torino. (Ibidem, n. 200, 2 pag. in-8, con ] fig.) 314 Peracca dott. M. G. Sul fatto di due distinte dentizioni nella Tiliqua Scincoides White. (Ibidem, vol. X, n. 217, pag. 3, con 1 tav.) 316 Petersen G. O. J. La livrea di nozze dell'anguilla. (Venezia, Neptunia, 15-31 agosto, pag. 173-76). 317 Piana G. P. La moria dei vitelli. Let- tera al prof, A. Vachetta, (Milano. L’Allevatore, n. 198, pag. 977-78). 318 Piana G. P. Sulla resistenza vitale del microorganismo della septicoemia epizootica dei bovini. (Torino. Moderno Zoòiatro. Estr. di p. 6). 319 Piana prof. G. P. e Galli-Valerio dr. B. Sulla morfologia del Bacterium Chauvaei e di una sua varietà, e osservazioni sulla fago- citosi e l'immunizzazione nel carbonchio sinto- matico, (Milano. Clinica veter., n. 9 pag. 129- 30). 320 Pic M. Anthicidae e Pseudoanthicidae. (Genova. Ann. Museo civ. St, nat., 3 luglio. Estr. di pag. 4 in 8). 321 Piccardi G. Alcuni protozoi delle feci dell’uomo. (Torino, Giorn. R. Accad. med., n. 3-4, pag. 169-86, con tav.) 322 Piccola Scure. I cani bastardì, (Roma. La Caccia, n. 52), 323 Pizzini I. Patogenesi 0 cura della el- mintiasì da ascaridi lombricoidi. (Torino. Gazz. med., n. 16, pag. 297-304). 324 Pizzini L. Sulla patogenesi della elmin- _ ua — —_—. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI È - b tiasi da ascaridi. (Torino. Giorn. R. Accad. med si n. 3-4, pag. 229-30). 325 Pochini L. Trattato-catalogo di polli- cultura. (Firenze. Tip. Franceschini e C.° Pag. 79 con 4 tav.) 326 Prochàzka J. Dasytiscus Ragusae Pro- ch., nov. sp. (Palermo, Natur. sicil., n. 8, pag. 139). 327 Quajat E. Della perdita in peso che su- bisce il seme dei bachi da seta nei mesi del- l'inverno e durante l’incubazione. (Padova. Boll. di bachicol., n. 2, pag. 17-22). 328 Quajat E. Immersione delle uova dei bachi da seta in acido carbonico durante l’in- cubazione. (Ibidem, pag. 22-29). 329 Quajat E. Relazione tra il peso delle uova e quello dei gusci vuoti di bachi da seta. (Ibidem, n. 3, pag. 33-37) 330 Raffaele F. Uova di Scombresor, di Exocaetus e di Crystallogobius. (Napoli. Boll. Soc. di natur., vol. VIII, pag. 127-30). 331 Ragusa E. Note sinonimiche. Coleotteri. (Palermo. Natur. sicil., n. 9, pag. 159-60). 332 Ramon y Cayal S. La retina dei ver- tebrati. Riduz, del dott. Giannettasio. (Pavia. Ann. di Ottalmolog., fase. l. Estr. dì pag. 36). 333 Rauschenfels (De) A. Relazione del XL Congresso nomade degli apicoltori tedeschi ed austro-ungarici a Lipsia. (Milano. L’ Apicol- tore, n. 11, pag. 325-31) 334 Rauschenfels (De) A. Alcune notizie sulle razze d' api. (Ibidem, pag. 341-46). 335 Red. Condizioni della pesca dei pesci, molluschi e crostacei nell'anno 1894 in Italia. (Venezia. Neptunia. Riv. ital. di Oceonografia n. 21, pag. 211-114). 336 Reggiani dott. L. Cenni monografici intorno alla Cavia Cobaja (Milano. Allevatore, n. 206, pag. 1105-1107), 337 Regny. I molluschi delle glauconie bel- lunesi. (Pisa. Atti Soc. tose. di Se. nat., vol. IX, pag. 261-62). 338 Riggio dott. G.e De Stefani T. Ap- punti e note di ornitologia siciliana. (Palormo. ll natur., sicil, n. 1 a 8. Estrdi p. 60 in-8. gr.) 339 Ristori G. Di un nuovo.Chelonio fossile nel Miocene dell’ isola di Malta, (Pisa. Mem. Soc, tosc. Se. nat., vol. XIV, pag. 15, in-8). (continua) S, BROGI direttore responsatile Siena Tip. e Lit. Sordo-muti di L. Lazzeri “ Amno XVI Ne RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI — 1° Settembre 1896 SOMMARIO Bisogni dott. Carlo. Analogie e relazioni fra gli acidi fosforici. Pag. 105. 5 Tiegni cav. dott. Flaminio. Escursione botanica a S. Giovan d'Asso e a Monte Oliveto. ag. 107. Direzione. Ancora sull'opera inedita dell'abate Chiereghini sui Crostacei, Testacei e Pesci del Veneto. Pag. 109 Bibliografia italiana di Scienze naturali Pubblicazioni del 1895. (continuazione). Da pag. 111. a pag. 112. ANALOGIE E RELAZIONI FRA GLI ACIDI FOSFORICI OSSERVAZIONI del Dott. CARLO BISOGNI Una grande analogia esiste fra gli acidi fosforico, pirofosforico e metafosforico : derivano tutti e sì raggruppano tutti intorno all’ Anidride fosforica — Ph°0% — che fa, per così dire, da gruppo atomico, da radicale, da base. , Non è però un gruppo atomico, una base visibile a colpo d'occhio come nel caso degli azotati Az0!, dei Solfati SO', dei Carbonati CO*, o come quello dell’ Ammonio AzH*, ece., ma esso è il perno, il punto stabile, il centro dal quale partono e sì diramano i tre acidi in parola. Basta aggiungere a quest'Anidride delle quantità variabili e sempre crescenti di acqua, ma stabili e determinate, perchè i tre acidi si originino l'uno dopo l'altro, l'uno più idratato del- l'altro. Ed essì son diversi tra loro per la composizione, per le proprietà, per lo stato fisico 0 per le reazioni. Infatti abbiamo che il primo — Ph H°0' — si deposita in cristalli prismatici e tra- sparenti, che esposti all’ aria cadono in deliquescenza: la soluzione ne è acidissima e non coagula l' albumina, nè precipita col cloruro di bario, Si ottiene precipitato messo a contatto col Sol- fato di magnesia e dell' Ammoniaca, costituendo il Fosfato ammonico-magnesiaco. Dà con 1’ azotato di argento, Az0°Ag, un precipitato giallo di fosfato triargentico — PhO'Ag®. L' acido metafosforico invece — PhO"H — si ottiene in massa vetrosa dura e trasparente. Dà con l’azotato di argento un precipitato bianco di metafosfato di argento — PhO® Ag. Versato nella soluzione di albumina si forma un copioso precipitato bianco. Infine l'acido pirofosforico — Ph°O"H* si deposita sotto forma una di massa opaca semi-cristal- lina. Per reazione inversa a quella che l' ha prodotto si trasforma in acido fosforico, aggiungendo una molecola d'acqua — H?0. Dà con l'azotato di argento un precipitato bianco di Pirofosfato di argento — Ph°O'Ag*. Si vede che ciascuno di questi tre acidi, col solo scambiare gli atomi d’idrogeno della propria molecola con quantità eguali di atomi di argento, dà origine ad un sale di argento; e questi, di- versi anche tra loro per proprietà e costituzione. È maraviglioso come dall'unione fissa di due atomi di fosforo e 5 di ossigeno — Ph'0% — si possono originare tre acidi tanto diversi fra loro, col solo aggiungere delle molecole di acqua che serbano tra loro progressione aritmetica. Così aggiungendo ad una molecola d'Anidride fosforica una sola molecola di acqua avremo : Ph°0% + H°0 = 2 PHO°H, due molecole di acido metafosforico. Se alla stessa molecola di anidride, invece di aggiungere una sola molecola d'acqua, se ne aggiungono due, otterremo, come prodotto della loro reazione, una molecola di acido pirofosforico: il quale prodotto è costituito dalla completa addizione dei due termini del primo membro dell'equa- zione chimica, cioè i due termini del primo membro esprimono esattamente la composizione ato- miea dell'unico termine del secondo membro, prodotto dalla loro reazione. Infine se alla detta molecola di anidride aggiungiamo tre molecole di acqua, otterremo, come prodotto della reazione, due molecole di acido fosforico. E reciprocamente ancora, chiaramente emerge, che si può ottenere, per altra via, l' acido pi- 106 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI SABEL rofosforico e fosforico, col solo aggiungere a due molecole di acido metafosforico una molecola di acqua (e si ottiene così l’ acido pirofosforico), 0 coll’ aggiungere a quest' ultimo ancora un' altra mo- lecola d’ acqua (e si ottiene l° acido fosforico), senza ricorrere direttamente all’ anidride basica Si avrà così la serie: Ph?0" + 3H°0 = 2 PhH°0'= A. fosforico PH?0" + 2H°0 = Ph°0"H' = A. pirofosforico PH?0' + H?0 = 2 PhO"H = A. metafosforico o reciprocamente : A ; ) 2PhO"H + H*0 = Ph°o"H' = A. pirofosforico | Ph*H?0"7H* + H°0 = 2PhH°0' = A. fosforico Si può ottenere ancora l'acido fosforico aggiungendo una molecola d'acqua ad una molecola d’acido metafosforico, così: Pho"H + H°0 = PhH°0' = A. fosforico Questo secondo modo di ottenere l'acido fosforico che sembra tanto diverso da quello in cui sì fa reagire direttamente l’acqua sull’ anidride, non è in fondo che un succedaneo di esso, Nel primo caso erano tre molecole di acqua che venivano in contatto di una molecola d' anidride fo- sforica, dando, come prodotto della loro reazione, due molecole d’ acido fosforico. Nel secondo, è una molecola d' acqua che reagisce su una molecola d' acido metafosforico, ed il prodotto di questa roazione è una sola molecola d'acido fosforico. E tanto più la cosa appar semplice, quando si pon mente a questo, che cioò non si può da una sola molecola d’acido metafosforico ottenere la sua anidride col solo togliere da questa due molecole d'acqua, ma per ottenerla è necessario che essa venga sotratta da due molecole di acido metafosforico, così : Pho°H PhO"H Ciò vuol dire che aggiungendo una molecola d'acqua all' anidride fosforica, sì otterrà come prodotto di questa reazione, non una, ma due molecole d'acido metafosforico : ed allora è ovvio capire che quando si fa questa somma: PhO*H + H°0 = PhH°0', quest’ acido fosforico si ottiene — H°0 = Ph°0* perchè la molecola d'acqua s' è aggiunta ad una sola delle due molecole d'acido metafosforico che derivano dalla somma di : PhoO°"H Ph°0' + H°0 = PhO°H Ancora, se ad una molecola di acido fosforico se ne aggiunge una di acido metafosforico, sì otterrà una molecola d’ acido pirofosforico: PhH®0* + PhO'H = Ph°H'07, Ciò perchè (per la ragione detta e dimostrata dianzi, per cui una molecola d’ acido fosforico non è altro che una molecola d' acido metafosforico più una molecola d' acqua) l' acido pirofosforico deriva dalla somma dì due molecole d’acido fosforico meno una molecola d' acqua : = 2PhO"H PhH°0* : sn i pEia 4 PhH°0* H°O = Ph°O'H ovvero da due molecole d' acido metafosforico più una molecola d'acqua: PhHO® o | + H°o = Ph'O'H* Così aggiungendo l'acido fosforico al metafusforico si ottiene 1’ acido pirofosforico per comple- mento dei due acìdi messì a contatto: ciò che ha di più in sè l'acido fosforico è eguale a ciò che manca al metafosforico, perchè questi due acidì possono, aggiunti l'uno all'altro, convertirsi in acido pirofosforico. Questa differenza è appunto una molecola d' acqua — H?°0 — che tolta all” acido fosforico e data al metafosforico, ciò che vale lo stesso che sommare questi due acidi, sì ottiene l'acido pirofosforico. Per conseguenza queste tre equazioni sono fra loro eguali : 1.°) Ph*0% + 2H*0 = Ph?0"H* 2.9) 2 PhO*H + H°0 = Ph°O"H' 3.9) PAH%O* + PhHO® = Ph°0"H', dove PhH°0' — H®0 = PhHO!, i) RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Tutti questi mezzi fin qui esposti sì possono considerare come razionali e teorici. Però questi tre acidi sì possono ottenere in modo più fattibile, riducendo il Percloruro dì fosfaro — PhOI — con l' acqua, PhCI" + 4H°0 = PhH"0* + 5HCI. A. fosforico, PhC1* + 3H°0 = PhHO® + 5HCI. A. metafosforico. 2 PHCI® + 7H°0 = Ph°0"H* + 10HC1. A. pirofosforico, Quest' ultima equazione, tanto nel primo membro che nel secondo, non è che In somma dello due prime: essa non fa che avvalorare la dimostrazione da noi antecedentemente data parlando dell'acido pirofosforico, Oltre di questi mezzi, altri ve ne sono più pratici, ed ai quali più volentieri 0 generalmente sì ricorre per ottenere i tre acidi in discorso, che tutti i trattati di chimica registrano, ed è inu- tile citare, Monteleone, Maggio 1896. Dott. FLAMINIO TASSI ESCURSIONE BOTANICA A S. GIOV. D'ASSO E A MONTE OLIVETO — 9 Sarsarasa——_—€& In una escursione botanica fatta nel Giugno decorso nei pressi di S. Giov. d' Asso, ho avuto agio di fare la larga messe di piante qui sotto notate, dalle quali si può dedurre il carattere della vegetazione spontanea di detta località, la quale è quasi identica a quella delle colline dei dintorni di Siena, e poco differente da quella della vicina Maremma. Il terreno del territorio esplorato è in generale formato di sabbie gialle e di argille, e presenta a luogo, a luogo, degli appezzamenti boschivi più o meno estesi, dove più numerose e svariate sono le forme specifiche, come nella così detta Selva, Ragnaia, e boschi Ferraresi e Valdorigo. Per avere un più largo campo alle mie ricerche percorsi la campagna fino a Monte Oliveto, dove pure feci copiosa raccolta di piante. In questa regione si alternano balze e burroni profondi, e tutto l'insieme presenta un aspetto squallido che rende il paesaggio monotono, ma pur pittoresco. Le boscaglie sono per gran parte costituite di Lecci e Querci sotto.ai quali crescono l'Osyris alba, la Tamarix gallica, il Cornus sanguinea, la Rosa canina, il Ligustrum vulgare, la Coro- nilla Emerus, il Cytisus sessilifolius, lo Spartianthus junceus in società con molte specie erbacce, tra le quali vogliono esser segnalate alcune Orchidaceae. Nei luoghi piu bassi e particolarmente lungo il torrente Asso primeggiano la Phragmìtes com- munis, \a Typha latifolia, V'Alisma plantago, gli Equisetum arvense 0 E, limosum, a cui fanno corona il Salix alba, il Populus alba e nigra, e la Robinia pseudoacacia. Lungo le strade, e nei luoghi incolti, insieme ad uno scarso numero di Graminaceae, trovansi la Nigella Damascena, la Tunica savifraga, il Linum strictum A corimbulosum, \'Astragalus mon- spessulanus, la Salvia pratensis la Chlora perfoliata, e diffusa nelle così dette crete, la Z'ussitago Farfara e qua e là qualche individuo di Z'amarice, Infine nella gran vasca del rinomato monastero di Monte Oliveto vegetano rigogliosi il Pota- mogeton lucens, e il Ranunculus trichophyllus. Oltre le menzionate fanerogame sono lieto di aver trovato quattro forme nuove, compresa una varietà, di micromiceti, e cioè: T'eichospora Diospyri e Stagonospora Diospyri sulla corteccia del Diospyrus virginiana, coltivato nell'orto di detto monastero ; e al bosco della Ragnaia, Pleospora aurea sui rametti secchi di Osyris a/ba, e Ophiobolus Cirsii & minor, sui cauli del Cirsium arvense, Elenco delle piante 1. Clematis Vitalba Linn. 4. Helleborus foetidus Linn. 2. Ranunculus trichophylius Chais. 5. Nigella damascena Linn. 3. R. velutinus Ten. : 6. Cheiranthus Cheiri Linn. 46, 108 Sulle mura del castello di S. Giov. d'Asso. . Oapparis rupestri Sibth et Sm . Reseda alba Linn. , Cistus salvifolius Linn. . Polygala vulgaris Linn. . P. flavescens D C. Lychnis flos Cuculi Linn. unica sumifraga Scop. . Linum strictum BR corymbulosum Reich. Geranium Robertianum Linn. , Genista tinetoria Linn. . Spartianthus junceus Link. . Sarothamnus vulgaris Winm. Oytisus sessilifolius Linn. . Trifolium striatum Linn. . T. glomeratum Linn. , 1. nigrescens Viv. . T. repens Linn. 24, Astragalus glyciphyllos Linn. . A. monspessulanus Linn. . Lathyrus sylvestris Bert, Coronilla Emerus Linn. Spiraea IFilipendula Linn. , Potentilla recta Linn. . Rosa canina Linn. . Tamariw gallica Linn. 2. Sanicula europaea Linn. . Bupleurum protractum Hoffm. . Turgenia latifolia Hoffm. . Cornus sanguinea Linn. , Galium Mollugo Linn. G, cruciatum Smith. . Eupatorium cannabinum Linn. . Tussilago Farfara Linn. . Achillea Millefolium Linn. . Leucanthemum vulgare Lamk. . Carlina vulgaris Linn, , Centaurea Cyanus Linn. Cirsium arvense Scop. . Urospermum picroides Desf, Specularia Speculum D. C. f. Campanula Rapunculus Linn. . Arbutus Unedo Linn, Erica arborea Linn. E, scoparia Linn. . Primula vulgaris Huds. Cyclamen repandum Siìbth. et Sm. RIVISTA ITALIANA DI SCIEN? 53, 54. 55. 56. 57. 58. 59. 60. 61. 62. 63. 64. 65. 66. 67. 68. *82. #83, * 84, 85, 86, 87. *88, 89 90. #91, #92, 93. 94, 95, 96. 97. 98. 99. NATURALI Ligustrum vulgare Linn. Chlora perfoliata Linn. Cuscuta Epithymum Smith. Anchusa italica Retz. i Lithospermum purpureo-coeruleum Linn. Verbascum Thapsus Linn. V. phlomordes Linn. Digitalis lutea Linn. Veronica officinalis Linn. Thymus Serpylum Linn. Calamintha parviflora Lamk, Salvia pratensis Lino. Melittis Melissophyllum Linn. j Ajuga reptans Linn. Osyris alba Linn. Aristolochia rotunda Linn. . Ulmus campestris 8 suberosa Ehrh. Quercus sessiliflora Smith. . Q. Cerris Linn. . Q. Zlex Linn. . Corylus Avellana Link. . Carpinus Betulus Linn, . Saliw alba Linn. . S. incana Schrank, . Populus nigra Linn. Iuniperus communis Lian, . Alisma Plantago Linn. . Potamogeton lucens Linn. . Typha latifolia Linn. Limodorum abortivum Swartz. (1) ; Gymnadenia conopsea R. Br. ; i Anacamptis pyramidalis Rich. Platanthera chlorantha Cust. ; Epipactis latifolia Swartz. \ Orchis Morio Linn, 0. coriophora Linn. È) O. purpurea Huds. | O. maculata Linn. » Ophrys apifera Huds. O. apifera 8 chlorantha Ny. Heer. O. arachnites Host O. Bertolonii Morett. Smilaw aspera Linn. Asphodelus albus Mill. Phragmites communis Trin. Aira capillaris Host. Brisa minor Linn. (1) Le Orchidaceae segnate con asterisco, non figurano tra quelle pubblicate nella 1.3 Contri- buzione alla Flora Senese, alle quali aggiungendovi l'Orchis tridentata Scop. rinvenuta successiva mente neì prati di questo Orto Botanico, formano un gruppo di 23 specie. Ù af i SIE rr La A ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 109 ict ori e tn Drena È, O 100. Polypodium vulgare Lino, 108. Pleospora aurea FI. Tass, 101. Asplenium Trichomanes Linn. Nei rametti morti dì Osyris alba « Bosco della 102. A. Adiantum-nigrum Linn. Ragnaia ». 103. Equisetum arvense Lino. 109. Teichospora Diospyri F). Tass. 104. E. limosum Linn. Sulla corteccia di Diospyros virginiana, « Ort. | 105. Stagonospora Diospyri FI. Tass. di M. Oliveto. Sulla corteccia del Diospyros virginiana. « Ort. 110. Ophiobolus Cirsii 8 minor FI. Tass. | di M. Oliveto, | Sui cauli secchi di Cirsium arvense. < Presso 106. Septoria Digitatis Passer. | M. Oliveto ». Sulle foglie vive di Digitalis lutea. « Presso | 111. Pyronema omphalodes Bull; M. Oliveto », € Nelle carbonaie presso S. Giov. il'Asso ». 107. Leptosphaeria agnita De Not. el Ces. 112. Ustilago segetum Dittm. Sui cauli secchi di Zupatorium cannabinum Nello infiorescenze di Triticum sativum, « Nei « Presso M. Oliveto ». seminati ». LR FAZI ANCORA SULL’OPERA INEDITA DELL’ ABATE CHIEREGHINI SUI CROSTACEI, TESTACEI E PESCI DEL VENETO, | Il nostro egregio abbonato e distinto naturalista Prof. Spiridione Brusina di Zagabria, seriven= doci una gentilissima lettera con la quale ci dice anche di aver letto con interesse quanto il sip, Ceresole scrisse nel fascicolo de 1,° giugno di questa Rivista, sull'opera classica, ma ancora inedita dell’ illustre veneto Chiereghini ci rimette un suo scritto pubblicato nel vol. VI del « Glasnika » della società dei Naturalisti Croati per l'anno 1891, scritto che probabilmente sarà poco noto agli ita- liani e del quale abbiamo perciò pensato di riprodurre qui, quanto si riferisce alla pregiata opera in discorso. | Ecco le parole del Prof. Brusina : « L'opera fondamentale per l' ittiofauna adriatica si è quella, purtroppo manoscritta, del Chie- reghini. Appena mi è stato dato l'incarico nel 1868 di creare la seziono di storia naturale del Museo Nazionale di Zagabria, ho compreso, che prima di fare ogni altro passo per lo studio della i fauna adriatica, conveniva trarre dal manoscritto del Chiereghini, tutto quello che era necessario allo scopo, contenendo detta opera ricca messe di notizie, ed essendo insufficiente l' illustrazione che ci diede il dr, Nardo nel 1847. Le quali notizie tutt’ altro che aver perduto del loro merito, sono oggi tanto più preziose in quanto che l’opera fu scritta alla fine dello scorso e nei due pri» mi decenni del nostro secolo, e non v'ha dubbio, che da allora al giorno d'oggi l’ittiofauna no- stra soffrì pure un qualche cambiamento. L'Accademia Slavo-meridionale di scienze ed arti approvò la mia proposta per cui nello stesso anno mi sono recato a Venezia, ove mi è stato gentilmente permesso di studiare e trarre copia di brani del manoscritto. L'ho fatto per la parte malacologica soltanto, mancando allora del tutto d'una collezione adriatica di pesci, per poterla istudiare e po- scia confrontare questa colle figure a colori del Chiereghini. I miei commenti ed estratti li ho pubblicati prima in croato (1), poscia in italiano (2), e nell' introduzione di questo mio lavoro ho in particolar modo messo a cuore ai colleghi italiani la necessità d'illustrare la parte ittiolo- gica del manoscritto ed anzi indicai le specie ritenute nuove dal Chiereghini, e che prima di tutte conveniva esaminare, ; Quasi nello stesso tempo il dr. Nardo si è messo una seconda volta all'opera. Il suo lavoro (1) Prinesci malakologiji Jadranskoj izvadjeni iz rukopisa « Descrizione de’ crostacei, de' te- stacei e de' pesci che abitano le lagune e Golfo veneto, dall' abate Stefano Chiereghini » i raztuma- geni. (Rad Jugos]. akad. Kn. XI. Ù Zagrebu 1870). ; t:4 fa ai (2) Ipsa Chiereghini Couchylia ovvero Contribuzione pella Malacologia Adriatica (Biblioteca Malacologica. Vol. II) Pisa 1870. ina Al4Z6ie... ll 110 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI © vm AE!IbÈìÈkÈkx%Mx..È|ì èl]Mk-\ "e carcinologico principale cioè (1) può dirsi in gran parte non essere altro che un estratto e com- mentario della parte carcinologica del manoscritto del Chiereghini. Quest'opera importante poi del dr. Nardo è stata ingiustamente trascurata dai moderni carcinologhi; se altri non ci precederanno, noi ci riserbiamo di far valere la primizia dell'Olivi, del Chiereghini, e del Nardo per quelle spe- cie di crostacei, che furono da loro, la prima volta descritti e pubblicati, facendoci forti del diritto di primizia in fatto di nomenclatura zoologica più volte conculcato, ma ora ancor una volta ricon- fermato dal primo congresso internazionale di Parigi (2), e da tutti i susseguenti. Qualche anno più tardi il valentissimo quanto diligentissimo zoologo veneto, il mio distinto amico dr. P, A. Ninni (3) intraprese la pubblicazione di un commentario con estratti della detta parte ittiologica (4). Se ne stamparono quattro fogli dalla pag. 1 alla 64, quando la mala sorte volle, che la ben nota tipografia Antonelli, per crisi finanziaria, fu assunta da' creditori, ed in questa occasione fu venduto tutto il deposito di libri e stampe a peso di carta, tra il quale si tro- varono i quattro fogli del commentario del dr, Ninni, il quale pagò l’intera edizione, senza averla, meno 40 copie, che ha potuto distribuire e di queste alcune sì ebbe il libraio Friedliinder di Ber- lino. Egli è così, che quando ne feci ricerca nè Ninni, nò Friedlinder potè procurarmela, ma ebbi la fortuna di ottenere l' unico esemplare, che si trovava nella biblioteca, o si voglia dire archivio della già nominata tipografia. È vero che il dr. Ninni mi annunziò con lettera dell' 11 Maggio 1882, che « nessuna delle specie, nuove di pesci del Nardo della sinonimia Chiereghiniana (5) può reggere »; ma con tutto ciò è assolutamente necessario, che detto commentario venga portato a buon fine e nessuno può farlo meglio del dr. Ninni. Avendolo ripetutamente pregato ed eccitato a volerlo fare, offrendogli anzi un posto nel « Rad » della nostra accademia, o nel nostro « Glas- nik » — ove sì ristamperebbe ben inteso anche il frammento distrutto — mi rispose, di non po- terlo più fare, avendo incontrato delle difficoltà da parte della direzione dell’ istituto ove si con- serva il manoscritto. Mentre io ho potuto servirmene nel 1868, e quasi nello stesso tempo anche Nardo, mentre lo si permise nel 1871 o 1872 al dr. Ninni, ora l'opera è inaccessibile, cosa questa la quale realmente non è punto onorifica per l'Italia; l'ho detto già nel 1888 (6) ed ora lo ri peto in italiano per essere inteso anche fuori dei nostri paesi croati. Il manoscritto è stato acqui- stato nel 1818 da Francesco I d’ Austria e consegnato in custodia al liceo veneto d’ allora, poscia ginnasio S. Caterina, nè può considerarsi proprietà privata. Se il governo austriaco l'avesse por- tato a Vienna i patriotti italiani avrebbero avuto fino ad un certo punto ragione di farne alti la- gnì, ed è realmente deplorabile, che non è stato depositato nella Biblioteca Marciana, ove lo sup- pose deposto il principe L. Bonaparte, Ma ora con che diritto lo si chiude con sette sigilli ? Serve questo ad onorare la memoria del benemeritissimo zoologo veneto, che ne fu l' autore? Serve ciò di lustro alla redente patria italiana? Serve ciò dì lustro alla scienza italiana? Da noi, dai « barbari croati » questa la sarebbe una cosa impossibile. Deploro, che la mia voce non sia auto- revole quanto basti per levarsi contro tanta mancanza di patriottismo in pieno secolo XIX ». Bisogna convenire che il Prof. Brusina non ha torto, e sarebbe davvero non solo opera uti- lissima ma assolutamente doverosa che si continuasse e completasse ìl lavoro già tanto bene in- cominciato dal compianto dotto naturalista, conte A. P. Ninni, DIREZIONE (1) Annotazioni illustranti cinquantaquattro specie di Crostacei del Mare Adriatico precedute dalla Storia antica e recente della Carcinologia Adriatica. Venezia 1869. (2) Congrès internationale de Zoologie. Compte-rendu des séances, Paris. 1889. 424. (3) Purtroppo tolto alla scienza, alla patria, alla famiglia ed agli amici da morte prematura. (4) Rivista critica delle specie di pescì adriatici descritte nell'opera manoscritta dell’ Abate Stefano Chiereghini di Chioggia. Venezia 1872. ; (©) Allude all' opuscolo del dr. Nardo: Sinonimia moderna delle specie registrate nell’ opera intitolata: Descrizione de’ crostacei, de’ testacei e de’ pesci che abitano le lagune e golfo veneta rappresentati ìn figure, a chiaro-scuro ed a colori dall’Abate Stefano Chiereghini. Ven. Clodienso Venezia 1847. ;, (6) Glasnìik hrvat. naravosl. druztva. ll. Zagreb, 1888. 185. Mae i 1. e = P x ” Da RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI ul RIVISTA BIBLIOGRAFICA Rimandiamo al prossimo fascicolo la continuazione dell' annunzio delle opere ricevute ‘e ne chiediamo scusa ai gentili donatori. acavari BIBLIOGRAFIA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Questo catalogo di quanto viene pubblicato in Italia relativamente alle Scienze naturali, cre- diamo sia l'unico che sì stampi fra noi ed è forse perciò che gli studiosi e specialmente gli esteri, ci hanno spesso fatte calde premure a chè procurassimo di renderlo il più possibile com- pleto. Per la qual cosa preghiamo gli autori italiani e quelli esteri che scrivono in pubblicazioni italiane o di cose italiane, relative alle scienze naturali, a favorirci possibilmente una copia dei loro scritti, 0 fornirei anche solamente i dettagli sufficienti per poterne dare un annunzio simile ai seguenti. I gentili autori che ci faranno questo favore, avranno un qualche compenso nel far così conoscere il titolo dei loro scritti nei centri scientifici di tutto il mondo, poichè questa Rivista non solo è diffusa per i molti abbonati che ha, ma viene anche inviata în cambio ad oltre 200 pubblicazioni dei principali sodalizi scientifici italiani ed esteri. N. B. L'amministrazione s' incarica di procurare agli abbonati, senza aumento di prezzo, le pubblicazioni dello quali è notato il costo, ed anche le altre se è possibile; ma per queste ultime occorre che i ‘richiedenti inviino con la do- manda cent, 30 per la francatura della corrispondenza, per le altre basta scrivere in cartolina doppia, Pubblicazioni del 1895 347 Rossi U. Sulla struttura dell’ ovidutto IRE, del Geotriton fuscus. (Ibidem. Pag. 48, con tav.) Zoologia - Paleozoologià - Allevamento 348 Roux prof. La morva. (Milano. L'Alle- degli animali vatore, n, 207; p. 1126-30. Dalla Gazz. degli Osped.) (onimnigaieno) 349 Rovereto G Di alcuni anellidi del ter- ziario in Austria. (Genova, Atti Soc, ligustica di Se. nat. e geogr., vol. VI, n. 2, pag. 7 in-8, con 1 tav.) 350 Rovero R. Cysticercus cellulosa@ dei muscoli superficiali. (Torino. Gazz. med., anno e nat.) pag. 104 e 6 tav.) 46, n, 48, pag. 939-43). 341 Roncali D. B. Sopra i microrganismi che più frequentemente rendono infette le frat- ture complicate sperimentali. (Napoli. Boll. Soc. di natur., vol. VIII pag 51-54). 342 Rosa dr. D. Nuovi lombrichi dell'Eu- ropa orientale. (Torino. Boll. Musei Zool. e Anat. comp., vol. X, n. 215). 343 Rosa dott. D. Viaggio del dott. Alfredo | 134-46), Borelli nella Repubblica Argentina e nel Para- 354 Russo. Studi anatomici sulla famiglia guay. XV. Oligocheti terricoli (inclusi quelli | Ophiothrichidae del Golfo di Napoli. (Roma, Ri- raccolti nel Paraguay dal dr. Paul Jordan) (Ibi- | cerche fatte nel Lab. di Anat, norm. R, Univ., dem,:n. 204, 4 pag. in-8). ece., fasc. 3-4, pag. 157-80, con tav.) 344 Rosa dott. D. A/olobophora Dugesti, 355 Russo A. Sulla morfologia del Syndes- nuova specie di Lumbricide europeo. (Ibidem, n. | mis echinorum frangois, Ricerche fatte nel labo- 205, 4 pag. in-8). ratorio di anatomia normale della R. Università 345 Rosa D. Contributo allo studio dei Ter- | di Roma ed in altri laboratorii biologici, (Ibidem, ricoli neotropicali. (Torino. C. Clausen. Estr. | vol. V, fase 1, pag. 43-68, con tav.) Memorie R_Accad. Sc. di Torino, ser. 2.3, tom. 356 Sabbatini, Gli Acantocefali (Echinorin- 45, pag. 89-152, con tav.) chi) nei rettili della campagna romana. (Roma. 346 Rossi U. Contributo allo studio della | Ricerche fatte nel Lab. di Anat. norm. KR, Univ., struttura, della maturazione e della distruzione | ece., fasc. 3-4, pag. 2053-23, con tav.) delle uova degli anfibi (Salamandrina perspi- 357 Sabbatini A. Nota sugli Echinorinchi cillata e Geotriton fuscus). (Firenze. Pubbl. R. | dei Cetacei. (Genova. Boll. Musei Zool. e Anat. Istit. st. sup. sez med, e chirurg. Pag. 40). comp. R. Univ., n. 37, pag. 9). 340 Ristori G. Cheloniani fossili di Monte- bamboli e Casteani con appendice sui cheloniani fossili del Casino. (Siena). (Pubbl. R. Ist. studi sup. pratici e di perfez. in Firenze (sez. Sc. fis. 351 Ruffino ten. E. Api, miele e cera, (Cu- neo. Tip. Oggero e Brunetti. Cent. 25). 352 Russo A. Sul sistema genitale e madre- porico degli Echinidi regolari, (Napoli. Boll Soc. di natur., vol. VIII, pag. 90-109, con 1 tav.) 353 Russo A. Sull'apparecchio genitale del Syndesmis echinorum, frangois. (Ibidem, pag., sic È Ma tiene. | 112 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI DE MS EI IO —_ -——’——Pr __ertrcgc_me@cei 358 Sacerdoti C. Nutrizione dei vitelli colla farina di carne. (Milano. L'Allevaiore, n. 196, pag. 948-50). 359 Sacerdoti C.Sur le développement des cellules du tube gastro-entérique. (Turin. Arch. ital, biolog., fase. 1-2; pag. 1-12, con tav.) 360 Sacchi M. Sulla struttura degli organi del veleno della Scorpena. I. Spine delle pinne impari. (Genova. Boll. Musei di Zool. ed Anat. comp. , n, 30, con tav.) 861 Sacco dott. F. I molluschi dei terreni terziarii del Piemonte e della Liguria. Parte XVII. (Cerithiidae, Triforidae, Cerithiopsidae e Diastomidae). (Torino. Boll. Musei di Zool. ed Anat. comp. , n. 197, 4 pag. in-8). 362 Sacco dott. F. I molluschi dei terreni terziarii del Piemonte e della Liguria, Parte, XVIII. (Melaniidae, Littorinidae, Fossaridae, Rissoidae, Hydrobiidae, Paludinidae e Valvati- dae. (Ibidem, n. 206, 4 pag. in-8). i 363 Sacco F. Trionici di Monteviale. (To- rino. Atti Accad. Sc., vol. XXX. p.8 e l tav.) 364 Saint-Lonp R. Avicultura, Selezione. Principii speciali. (Milano. Riv. degli Avicultori, n. 121, pag. 261-62). 365 Salvadori T. Uccelli raccolti nel Pa- raguay, nel Matto Grosso, nel Tucuman e nella Provincia di Salta. (Torino. Boll. Musei di Zool. ed Anat. comp., n. 208, 24 pag. in-8). 366 Sennebogen E. ll bisato marino. (Ve- nozia. Neptunia. Riv. ital, di Oceanografia n. 22, pag. 226-31). 367 Sennebogen E. Ancora qualche cosa sulla propagazione delle anguille. (Ibidem, 28 febbr., pag. 25-30). 368 Setti E. Dipylidium Gervaisi n. sp. e qualche considerazione sui limitì specifici nei Cestodì. (Genova, Attì Soc, lig. Se. nat. e geogr., fasc. 2. Estr di pag. 8, con tav.) 369 Severi P. Di una particolare reazione data dai nuclei dell'epitelio renale che riveste ì canali d' unione nel topo bianco (Mus decuma- nus. (Firenze. Monit. zool. ital. n. 12, p. 267-68). 370 Silvestri F. Viaggio del dott. E. Festa in Palestina, nel Libano e regioni vicine. XII. Chilopodi e Diplopodi. (Torino. Boll. Museì di Zool. ed Anat comp., n. 199, 4 pag. in-8) 371 Silvestri F. Viaggio del dott. Alfredo ; Borelli nella Repubblica Argentina e nel Para- guay. XIV. Chilopodi e Diplopodi. (Ibidem, n. 203, 12 pag. in-8, con 22 fig.) 372 Silvestri F. Chilopodi e Diplopodi rac- colti dal dott. Borelli nella Repubblica Argen- tina e nel Paraguay. (Ibidem, n. 203, 12 pag. in-8, con 22 fig.) 373 Silvestri F. Alcune norme per la rac- colta dei Miriapodi. (Siena Boll. nat., n. 7, pag. 81-82). 374 Silvestri F. Chilopodi e Diplopodi della Papuasia. (Genova. Ann. Museo civ. St. nat. Estr. di pag. 44 in-8). 375 Silvestri F. I Chilopodi edi Diplopodi di Sumatra e delle isole Nias Engano e Men- tavei. (Ibidem, 14-20 marzo, Estr. di pag. 56 in-8, con 13 fig.) 376 Silvestri A. Nuove notizie sulle Cycla- minae (foraminiferì) fossili. (Acireale. Atti e Rend. Accad. dei Zelanti, vol. VI, pag. 45-49). 877 Simonelli V. Dei recenti studi geologici e paleontologici sul territorio senese. (Siena. Boll. senese dì Storia patria, fase. 3 e 4). 378 Simonelli V. Gli antozoi pliocenici del ponticello di Savena presso Bologna. (Pisa. Pa- leontographia italica, vol. 1, pag. 149-68, con 1 tav. e 3 incis. intercalate). 379 Simonelli V. Sopra un nuovo pteropode del miocene di Malta. (Roma. Boll. Soc. geol. ital., vol. XIV, pag. 19-24, con 3 fig. intercalate). 380 Sini V. Le prime selezioni e l’ accoppia- mento per la confezione del seme del baco da seta. (Casale Monferrato. Bacol. ital. , n. 12, pag. 89-90), 381 Sonsino dott, P. Di alcuni Entozoi rac- colti in Egitto finora non descritti. (Firenze. Mo- nit. zool. ital., n. 6, pag. 121-25). 382 Sonsino dott. P. Rivendicazione a pro- posito di una memoria del sig. Cerfontame sul genere Anrthocotyle. (Ibidem, n. 6, pag. 118-21). 388 Sonsino dott. P. Sulla denominazione di « Pancerìia arenaria » n. sp. (Ibidem, n. $ 9, pag. 189). 384 Sonsino dott. P. Del Gastrodiscus del cavallo e di alcuni Amfistomidi esotici poco co- nosciuti, con proposta di modificazione nella clas- sazione degli Amfistomidi. (Ibidem, n. 8-9, pag. 179-88, con 7 fig.) (continua) — 8, BROGT direttore responsabile Siena Tip. e Lit. Sordo-muti di L. Lazzeri Anno XVI N° 10° RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI — 1° Ottobre 1896 Ty" ee e eee SOMMARIO ri Neviani prof. dott. Antonio. Il Pitecantropo e la origine naturale dell’uomo. Pag. 113, Damiani Giacomo. Appunti ittiologici sul mercato di Genova, Pag. 117. Dei prof. Apelle. Organi di locomozione degli uccelli e dei pesci. Loro comparazione, e considerazioni in proposito. Pag. 121. Rivista bibliografica. Da pag. 123. a pag. 126. Bibliografia italiana di Scienze naturali. Pubblicazioni del 1895, (continuazione). Da pag. 126. a pag. 128. NEVIANI prof. dott. ANTONIO Ilex PireCANTROPO E LA ORIGINE NATURALE DELL’ UOMO (0!) “————— Tomaso Huxley nel maggio del 1891 scriveva che, quantunque gli sforzi fatti dai fan tori della teoria dell’ evoluzione avessero prodotto, in quarant'anni circa, notevoli frutti ; pur era necessario che la giovane generazione non si riposasse sugli allori riportati da chi tanto aveva lottato, ma considerasse la battaglia vinta solamente per metà. Ciò che è stato fatto, scriveva 1’ eminente naturalista, non è nulla di fronte a ciò che resta n fare, perchè la realtà sia conforme ai principii che in ogni modo tentammo di far trionfare. E Tomaso Huxley aveva ben ragione di affermare che la battaglia non era vinta altro che per metà: ed invero, mentre da un lato una eletta schiera di studiosi è intenta a sco- prire nuovi veri, a dare maggior impulso allo studio delle scienze naturali, continuando l’opera edificatrice che ha per base la teoria della evoluzione, la più bella, la più impor- tante di tutte le teorie scientifiche; si nota dall’ altro, una moltitudine di persone, che il più delle volte per niente competenti in siffatti generi di studi, si danno attorno tentando di fermare la corrente per loro fatale; ma sempre indarno, perchè se anche ries tissero per un solo momento ad arrestarla, questa non farebbe che una sosta, aceumulando intanto una forza latente, la quale prorompendo poi ad un tratto, non mancherebbe di travolgerle tutte con veemenza ancora maggiore. Nelle nostre scuole le scienze naturali oceupano ancora l’ultimo posto, e si può dire che sono appena tollerate; tanto è vero che, pochi anni or sono, è pur troppo anche oggi alcuno lo pensa, si volevano unire colle scienze fisiche în un solo insegnamento, restrin- gendo e orario e programma, in modo da renderle quasi inutili (2). (1) Per cortese e gradito invito del Direttore di questo periodico, ristampo questa conferenza che già tenni al Circolo dei Naturalisti in Roma i! 19 Marzo di questo anno, e pubblicata ne,lla Rivista di Sociologia: Roma, anno III, pag. 205-233 col titolo: // Pitecantropo 0 la scimm' a- uomo e la teoria dell'evoluzione. Lasciata intatta nelle parti principali, porto aleune modifica- zioni in particolari secondari, togliendo specialmente tutti quegli accenni occasionali voluti dallo speciale ambiente nel quale parlavo; ed aggiungo poi, sia qualche cosa riguardante la questione della teoria ovolutiva, sia i riferimenti di nuovi studi sul Pitecantropo. L'interesse che in Roma e fuori suscitò questa mia conferenza mi dà ragione di credere che le nostre Scienze, ed in spe- cial modo le teorie positive, sieno più curate di quanto non si creda; e ciò per il bene del mio Paese, mi è di grande conforto. (2) Non ho alcuna difficoltà di dichiarare che una simile idea non può essere caldeggiata altro che da persone completamente ignoranti di ciò che sieno le Scienze naturali, (fisica, chimica e Storia naturale), quale sia la loro estensione, quale la loro benefica influenza în ogni manifesta zione della vita moderna, » Ù è n e +9 Rei x P. 114 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Negli attuali programmi delle scuole secondarie non si fa parola intorno alla teoria della evoluzione; eppure è proprio questa teoria che — come viene riconosciuto anche dai più valorosi avversari — fece progredire ogni sorta di studi scientifici; e giustamente si impose ad ogni ramo dello scibile umano. Pochi anni or sono, coll’ aiuto di alcuni miei colleghi, feci uno studio sull’insegnamento delle scienze naturali nei Ginnasi e nei Licei. Vennero interpellati in proposito tutti i pro- fessori dei Licei, alcuni delle Università ed altri di scuole private. Fra i vari quesiti, il 21° era così espresso: è utile far conoscere la teoria dell’ evo- luzione? entro quali limiti? Or bene, solo 6 professori risposero no, mentre ben 76 assentirono all’ insegnamento della teoria. Classificando questi ultimi trovai che 38 risposero si senza alcuna osservazione; 12 intesero che si desse a questo studio il massimo sviluppo, e se ne facesse la base di tutto l’insegnamento (io mi schierai naturalmente in questo gruppo); per contrapposto 23 chiesero che si dessero nozioni semplicissime e nel modo più conciso. Notai che due, timo- rosi chissà di che, risposero si, ma aggiunsero : per gli animati, escluso l’uomo ! Finalmente vi fu un professore che dopo un bel si, scrisse: ma come documento storico ! Mi piace ancora notare che tutti, dico tutti, i professori sacerdoti, pur facendo alcune riserve, approvarono l’ insegnamento della nostra teoria; anzi uno di essi, un valente fisico e naturalista, fece seguire a varie opportune osservazioni questa nota : « Il sottoscritto non ha niente che ridire contro la teoria dell’ evoluzione, della quale « vede benissimo non foss'altro la possibilità, se non per l’ appunto la realtà .... e questa « teoria lo scrivente e il suo collega (esso pure sacerdote) insegnano correntemente e senza « paura con alcune riserve, ece..... » e qui raccomanda che a questo proposito non si faccia dell’ anticlericalismo. Ammesso che nessuna teoria scientifica ha che fare nè col clericalismo, nè col cat- tolicismo o altra professione di fede politica o religiosa, essendo la Scienza patrimonio uni- versale, non posso a meno di notare che pur troppo ve ne sono ben pochi di sacerdoti così tolleranti, poichè basta ad esempio esser stato anche per poco frequentatore di qualche quaresimale, per aver sentito lanciare dal pergamo le solite ingiurie od i soliti anatemi contro Darwin ed i Darwinisti. Ma verrà un giorno nel quale i nostri posteri sorrideranno pensando a questi innocui anatemi, come noi oggi sorridiamo leggendo delle maledizioni e delle scomuniche che nel M. E. le Curie lanciarono alle cavallette ed ai maggiolini che infestavano le campagne dei pre- potenti signorotti. Non è certamente mia intenzione di prendere qui in esame od anche di citare sola- mente opere, memorie o discorsi fatti contro l'evoluzionismo. Lavori scientifica e fatti con coscienza, sono da prendersi in serio conto, e si debbono studiare con la maggiore ponderazione, per ciò fare uscirei troppo fuori dal tema che mi sono proposto; ma non posso a meno di non ricordare un discorso tenuto in Roma, ove si sparla delle nuove dottrine scientifiche con così poca serietà di argomenti, che, se tutti si dovessero giudicare da questo solo, potremmo vivere tranquilli, dormire pacificamente fra due guanciali, e non occuparsi più delle teorie antievoluzionistiche, qualunque esse siano (1). .(1) AntoneLLI prof. Giuseppe - Sulla necessità dello studio delle Scienze naturali negli Isti- tuti cattolici. Prolusione letta nella solenne distribuzione deì premi ai giovani del Ginnasio-Liceo del ven. Seminario dì S. Pietro in Vaticano il 30 Gennaio 1890. Ebbene: l’ egregio autore vorrebbe una Scienza a base di cattolicismo, e vorrebbe che questa scienza cattolica diventasse il nuovo sostegno del pericolante edificio dogmatico-teo- logico; egli non approva in alcun modo il moderno indirizzo scientifico, tanto è vero che esclama (pag. 14 e seg.).... come avviene di tutte le teorie più strane ed assurde (questi principi) sé rifletterono su tutti i rami dell'umano scibile ; per cui tutte le discipline più 0 meno si materializzarono nella forma e nella sostanza, e comparendo collo splendore dei più recenti trovati scientifici ne nascondevano le idee più sconce ed umilianti. (sic!) Quindi vediamo l'antropologia ridotta a scienza puramente fisica; la psicologia fondarsi sopra esperienze sul sistema nervoso, allo scopo di conoscere la quantità di calore che si sviluppa mel cer- vello nella formazione del pensiero; il tempo che impiega una sensazione per essere tras- messa ai centri nervosi . ..... e così di seguito, ed in ultimo aggiunge : persino la linqui- stica, scienza novella che studia il lento passaggio dalle lingue antiche alle moderne, per scuoprire il nesso naturale che vi deve esistere, per collegarle insieme e trovare dei principii, che devono servire alla soluzione dei problemi più importanti della filologia e della storia, si è voluta indirizzare per una via falsa, sottomettendola alle leggi della sognata evoluzione organica (sic!), e (qui viene una frase veramente sintomatica) Za medicina stessa è diventata atea e materialistica. Ecco dunque, o lettori, quali sono queste assurdità .... questi errori del moderno na- turalismo (pag. 16); per mia parte dirò solo che il negare la incommensurabile utilità che ha arrecato 1’ applicazione del metodo sperimentale e del concetto evolutivo, in ogni ramo dello scibile umano, è precisamente come negare la luce del sole nel pieno meriggio di un bel giorno sereno! e melanconicamente rifletto, che questa lotta fra creazionisti, ed evolu- zionisti, forse non sarebbe così accentuata se non vi facesse sotto sotto capolino la politica! maledetta politica che riescendo a portare la sua deleteria influenza e nella scienza e nella religione, può produrre tante di quelle funeste conseguenze che la Storia ci insegna. Ma lasciamo queste discussioni, e veniamo, che ormai ne è tempo, all’ argomento prin» cipale di questo modesto studio. Nel gennaio 1894 il signor Eugenio Dubois, medico militare olandese, chirurgo nel- l’esercito dei neerlandesi indiani, pubblicò in Batavia una memoria seritta in tedesco, dal titolo: Pithecanthropus erectus. — Una nuova forma di passaggio simile all'uomo, vinve- nuta a Giava (1). In questa memoria di 39 pagine, corredata di due tavole e varie figure nel testo, si tratta del rinvenimento di alcune ossa che dall’ autore vennero attribuite, come si rileva anche dal titolo, ad una forma intermedia fra 1’ uomo e le scimie. Queste ossa, consistenti in una parte della scatola cranica, in due denti molari ed in un femore, furono raccolte sulla riva sinistra del fiume Bengawan presso Trinil, alla pro- (1) Prtheanthropus erectus — cine Menschenaehnliche uebergansform aus Juva — Batavia, 1894. Il Dubois, oltre alle comunicazioni fatte a varie accademie e società scientifiche, ha pubbli- cato le seguenti memorie: The Place of Pithecanthropus in the Genealogical Tree — Nature vol. LIII, n. 1368; Nehers ber den Pithecanthropus als menschenihnliche Utber-gangsform — Inter. Monats. f. Anat. und Phys. XII, Heft. I, 1896, pag. 1-26; On Phithecantropus erectus:a transitional form between Man and the Apes — The Jour. of the Anthrop. instit. of Great. Brit. and Ireland, pag. 240, febr. 1896. — Pithecanthropus erectus, eine Stammform des Menschen. - Anat. Anzeiger, 1896; 22 pag. con fig. i nisi 4 } va % 9 DI dig RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI PONI GI Pn ia Bo fondità di 12 a 15 metri, in uno strato ghiaioso, attribuito al pliocene recente, e formato in gran parte di tufo andesitico ed altre deiezioni vulcaniche. La sezione geologica della località è la seguente: (6) Terreno coltivato; (5) Arenaria friabile ; (4) Strato arenaceo con deiezioni vulcaniche ; (3) Conglomerato con scarsi elementi vulcanici ; (2) Argilla compatta; (1) Breccie marine. Le ossa in discorso vennero estratte dalla metà inferiore dello strato (4) arenaceo con deiezioni vulcaniche per lo spessore di circa 1 m.; è in questo medesimo strato che si rin- vennero gli altri vertebrati fossili; pochissimi avanzi furono raccolti nello strato sottostante (3). Secondo il Dubois 1’ epoca di deposizione di queste rocce, e conseguentemente della fauna che vi è racchiusa sarebbe posteriore alla fauna di Siwalik, ed anteriore a quella di Narbada. Le specie fossili che formeranno argomento di un nuovo studio del Dubois, e che è atteso con grande interesse dagli studiosi, appartengono specialmente ad una piccola specie di Cervus, frequente vi è lo Stegodon ; vengono poi Bubalus, Leptobos, Boselaphus, Rhino- cero8, Sus, Hyaena, Felis; più lungi, ma nello stesso strato sonvi Manis ed Hippopatamus (Heraprotodon). I rinvenimenti delle ossa attribuite al Pitecantropo non avvennero nello stesso tempo, giacchè dapprima fu ritrovato un dente molare (settembre 1891); nn mese dopo, alla di- stanza di un metro, sì raccolse il cranio; e soltanto nell’ agosto dell’ anno seguente, alla distanza di circa 15 metri, ma sempre allo stesso livello, venne esumato il femore. Nella stagione asciutta del 1893 si fecero varie ricerche per trovare altre ossa, ma senza risul- tato. L'altro molare fu scoperto dal sig. Dubois dopo che la prima memoria fu pubblicata. La distanza alla quale furono rinvenute quelle ossa, ha fatto sorgere il dubbio che esse potessero appartenere ad individui diversi, ma secondo il Dubois ed altri, considerando spe- cialmente le dimensioni relative di quegli avanzi, si hanno le maggiori probabilità che esse abbiano realmente appartenuto ad un solo individuo; ma vedremo come si possa giungere alle conclusioni stesse anche dall’ esame del solo cranio. Come ho già accennato, il Dubois dallo studio di quelle parti scheletriche ritiene di aver scoperto l’esistenza di un anello di congiunzione tra le scimie e 1’ uomo, che perciò chiama con l’ Haeckel: Pithecanthropus : e giudicando dalla forma del femore che 1’ incesso di quell’animale doveva essere come quello dell’ uomo, gli attribuisce 1’ appellativo specifico di erectus. Considerando poi le relazioni di questo Pitecantropo con specie inferiori, stabilisce questi successivi stati evolutivi : Protohylobates — forma primitiva di ilobati o gibboni ; Anthropopithecus sivalensis forma di scimpanzè del pliocene antico o miocene recente ; Pithecanthropus erectus — che è la nuova forma di Giava; ed in fine il genere Homo, che da Linneo, certamente in un momento di buon umore, venne detto sapiens (1). In un altro lavoro dello stesso Dubois (Pithecantaropus erectus a cine Stammform des Menschen, Jena 1896), questa filogenia viene completata nel modo che qui riporto interamente. (1) Di solito quando sì parla di derivazione dell'uomo da esseri inferiori, sì ricorre colla mente alle scimie viventi ; è il caso di insistere ricordando che i naturalisti non ricercano il phylum negli antropoidi viventi, ma fra quelli fossili. Gli antropoidi viventi come tutti gli altri organismi, hanno subìto contemporaneamente all'uomo la loro propria evoluzione. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Lidi Sea rai n MRI MITO RE ° Ei mE $ = os HOMO Ei R £ 5 3 "a = o k.; [| (COCA s à, =; Ss oE S it z 2 3 pi mn S 13 pi ii = n S RE la E fi cBtua SI 19 mi ia) di dh Pasti ton Tù. ia aula mk ì i i i = i i Pithecanthropus i | Q i 2 Pliohylobates i i i = AU pRA $ î i fi ; Pliopithecus DER i fu —____—_ : : fee _- Palaeopithecus Menti est rive cal oa 9 parati Vizi. 3 i Prothylobates S Iylobates lai È TERd i ent aes | Dryopithecus | Procercopithecus "rg mt TON Sr Mo ste i : Dai ii a pie I di i Ai PRE ERI PAPI Q | 2 Archipithecus A A (continua) GIACOMO DAMIANI APPUNTI ITTIOLOGICI SUL MERCATO DI GENOVA Anche per rilevare meglio l’ errore perpetuatosi che « il mare di Genova è un mare senza pesci » riassumerò i dati più salienti circa quelle specie che rinvengonsi su questo importante mercato che nell’ alto Tirreno può considerarsi come il vero centro del commercio del pesce. Comprendo che in riassunti di simil genere i dati sono sempre relativi, anche perchè è difficile, per non dire impossibile, un continuato vigile controllo che quotidianamente do- vrebbe esser ripetuto, e che solo una ben lunga esperienza può davvero decidere della fre- quenza o meno delle singole specie; ma lo stimo utile, se non altro, a incoraggiare gli 08- servatori su questa via — anche in centri minori dove più agevoli sono e mezzi e rapporti — intendendo conferire al mio studio i modesti confini di un abbozzo preliminare, e la fisio- nomia di uno schizzo rapido ma caratteristico del locale mercato del pesce. A conforto della praticità di questo metodo di ricerca e di osservazione, spero potere n ba - g ser tati 118 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI —_T_ ——__——-@-|-@«;È_upP_HH| |Γoxn>k++è+è - aggiungere qualche considerazione quando dirò della utilità di una Inchiesta ittiologica in Italia su queste stesse colonne. Quando si pensi alla difficoltà materiale di siffatte ricerche in un centro così vasto, rumoroso e affollato, più che tutto per le suscettibilità dei rivenditori che vedono di mal occhio il naturalista pazientemente interrogante o talora audacemente palpante, il mio ten- tativo di abbozzo di questo caos ittiologico-commerciale, mi auguro che non passi inosservato. Non volendo però, d’altra parte, che esso abbia l’aridità di un catalogo vero e proprio, spesso ricorrerò a note e a notizie di puro carattere ittiologico. La ittiologia del Ligustico (1) ha onorevoli tradizioni. Gli studî di M. Spinola, A. Sassi, G. B. Verany, E. De Filippi, M. Lessona, G. Canestrini, A. Perugia, D. Vinciguerra, se ne occupano in modo particolare. Gran parte delle osservazioni del Canestrini nella sua opera « Pesci d’ Italia » sono desunte da materiale del Ligustico. La collezione del Museo Zoologico universitario e quella più recente del Museo civico, attestano della ricchezza e della peculiarità ittiologica di questo mare che anche oggi allo studioso rivela nuovi importantissimi fatti. Il più importante, data la sua intima relazione colla biologia, è la scoperta anche in esso di una ittiofauna abissale riferibile, per gran parte, a quella dell'intero Mediterraneo. Ma non è qui mio compito indugiarmivi come vorrei. Agostino Sassi, per primo, ci ha dato un Catalogo di pesci liguri, oggi però monco e incompleto. Ma assai caratteristiche le sue note sul mercato di Genova, che gli permettono, oltre che sul valore gastronomico delle specie, brevi considerazioni sulla abbondanza o meno di esse, sulle straordinarie apparizioni di certune, facendone molte seguire da una esatta sinonimia dialettale. Certo che ai tempi del Sassi il mercato di Genova, ben più d’ ora, doveva prestarsi a un più rigoroso controllo, almeno sotto il riguardo della provenienza, presso che tutta ligure, del pesce; oggi troppi centri minori di pesca fanno capo a Genova, come a un emporio, onde la voce pesce può dirsi cosmopolita. Basti dire che amare disillusioni più d’ un ittiologo ha provato per campioni supposti nostrani, e che, dopo lunghe e molto indirette indagini, si rivelarono di Tunisi, d’ Alessandria, e perfino di Algeri e di Cadice! A Genova per la rapidità delle odierne comunicazioni anche marittime, gran parte della pesca dell'alto e medio Tirreno vi confluisce in poche ore. Oltre ai centri minori, emi- nentemente pescosi, delle due riviere liguri (Camogli, Riva, Rapallo etc. a levante; Corni- gliano, Arenzano, Varazze, Noli ete. a ponente) vi contribuiscono quotidianamente Livorno, Portoferraio, Piombino, P. Santo Stefano, Civitavecchia e qualche porto anche della spiaggia romana, la Sardegna, e talora la stessa Sicilia ! Nè trascurabile per molte specie apprezzate è il contributo dell’ Adriatico, da Rimini, Chioggia, Ancona, Venezia. Enorme è quindi la confusione delle razze, che se da un lato altera la tranquilla e familiare fisionomia locale dei tempi del Sassi, e dello stesso De Filippi, dall’ altro giova a a chi vuol farsi, un’ idea della ittiofauna del Tirreno. Non dò, certo, valore assoluto a questo mio asserto, essendo, per tante buone ragioni, di quelli che le osservazioni zoologiche, e specialmente le ittiologiche, vogliono localizzate ai luoghi d'origine, ma è un fatto che per tracciare le linee generali di una ittiofauna tirrenica, il mercato di Genova si presta invidiabilmente. Questo centro del pesce (almeno per ora, in attesa di una più ampia igienica e decente pescheria) ha però un quotidiano frazionamento ai quattro venti della città, senza contare i pescivendoli girovaghi. Un severo controllo è ._, (1) Coll'attributo di Ligustico intenderò qui e sempre nel mio lavoro quella zona di mare che intercede tra la Spezia e Bordighera. E ciò unicamente per comodità di studio, giacchè, includendovi il mare di Nizza, fino al Varo, dovrei di molto estendere anche i confini del lavoro, essendo Nizza centro ittiologico importantissimo anche nella sua storia. Quandolo creda, citerò Nizza particolarmente. Deer, n pat RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 119 —=—e_—__————— er Mio Me quindi impossibile, e bisogna contentarsi della relatività delle osservazioni, delle pazienti indagini de visu. Mi auguro — ripeto — collaboratori negli altri centri di pesca e di commercio del pesce, perchè solo dopo molti dati ‘potremo cominciare a parlare di una statistica ittio- logica e di una vera legislazione sulle pesche marittime in Italia! E pensare che pur tacendo dei paesi classici della pesca limitatamente all’ Buropa, a nulla vale 1° esempio della vicina Francia che gran parte delle pubblicazioni marittime ufficiali dedica per opera di zelanti specialisti, alle pesche marittime, alla illustrazione degli ordigni, degli attrezzi e dei varî metodi, e a utilissimi quadri statistici di grande importanza ittiologica e commerciale ! (v. Revue Maritime et Colon.). Credo utile dare al mio lavoro 1’ ordine sistematico, e parlare anche di qualche specie interessante rinvenuta nel Ligustico, conferendogli così il carattere di un rapido sguardo alla ittiofauna del Golfo di Genova propriamente detto. Hyperoartia Petromyzontidae — Petromyzon marinus L. Raro. Sulla fine del Decembre 95 ne vidi un piccolo esemplare pescato alla foce del Polcevera. Questa specie, com'è noto, rimonta i fiumi a primavera. Holocephala So di un piccolo individuo di OlNimera monstrosa L., avuto sul mercato lo scorso anno, ove talora fu ritrovata anche in grossi esemplari. Io non ne ho veduti. È specie di com- parsa irregolare per tutto il Mediterraneo, e, in qualche località, sconosciuta. Plagiostomata Selachoidei — Generi: Carcharias, Carcharodon, Zygena, Oxyrhina, Lamna, Noti- danus. Di questi squali non possono dirsi frequenti le catture. Di rado incappano negli agguati tesi ad altri pesci, per lo più si pescano isolatamente al largo con ordigni feritori. Alcune specie sono addirittura rare. Sul mercato di rado se ne vedono anche perchè non commestibili. Del Centrophorus granulosus Mill et Henl, con la Selache marima (1) il più raro dei nostri squali, ricordo l’ individuo del Museo Zoologico universitario e quello citato nel 1885 dal Vinciguerra (2). Del curioso Alopecias vulpes Bp. notai un individuo piccolo il 26 Maggio scorso, pescato in riviera. Le specie che quotidianamente, e talora abbondanti perchè eduli, si rinvengono, sono: Scyllium canicula Cuv., 8. catulus Cuv.. Mustelus vulgaris Mill. et Henl, M. Levis Risso, Acanthias vulgaris Risso, A. Blainvilli Risso, Scymnus lichia Mull. et Henl, Squatina ange lus Risso. Più raramente: Spinax niger L. e Centrina Salviani Risso. Batoidei — Generi: Raja, Torpedo. Circa il genere Raja noto 1 abbondanza della 72. clavata Rondel, la frequenza della &. oxyrhinchus Blainv, R. batis L., R. asterias Rondel. L' identificazione delle Raje, difficile anche con esemplari di confronto e con trattati, è poco meno che impossibile sui banchi del mercato. Quello delle Rajwe mediterranee è ancora un problema. Il colorito a seconda del fondo, il dimorfismo sessuale, le dimensioni a seconda dell’ età, la dentatura, sono caratteri troppo variabili. Ora si può asserire che il Ligustico x (1) D. VincicueRRA - Appunti ittiologici sul Mediterraneo, in Ann. Musco Civ. di Genova, serie II, vol. 2.9, 1885. ; ; (?) Di questo splendido squalo il Ligustico ha due grossi esemplari, uno nel Musso Zoologico universitario, l' altro, lungo m. 2,94 nel Museo civico di Genova, che possiede uno squalo estre- mamente raro nel Mediterraneo, l' Odontaspis ferox Agass, di m. 3,75. CA » $ ? 120. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI ne ha molte di rare, né mi sorprenderei che appunto da questo mare, proseguendosi le in- dagini abissali, qualche nuova specie venisse ad aumentare la ricca serie mediterranea. Nel Museo Zoologico universitario conservasi la . bramante del Sassi tuttavia molto discussa. L’affine genere Yrygon, talora in individui enormi è frequente nella 7. pastinaca Miill. et Henl. La 7. wiolacem Bp. è rara. La notò per primo il Vinciguerra, e dall’Adriatico il Trois (1). Tanto il Myliobatis aquila Dumèr, come il M. bovina Geoffr St. Hil., non li notò frequenti come talora all’ Elba in estate. Rarissima, ma in questi ultimi anni pescata, la Cephaloptera Giorna Lacèp, il più strano dei nostri Batoidei. Ganoidei Chondrostei — L'Acipenser sturio L., trovasi quasi sempre in ogni stagione sul mer- cato in individui talora enormi; quest’ anno 1’ ho rinvenuto in Maggio quasi ogni giorno. Lo storione è stimatissimo. La maggior parte provengono dall’ Adriatico, senza peranco notare la forma, non rara nell’ Adriatico, Acipenser huso = A. Naccarii. Teleostei Plectognathi — Questo gruppo interessante, peculiare dei mari tropicali, ha nel Medi- ferraneo poche e rare specie. L’ OrMagoriscus mola Schneid, si pesca non raro nel Ligustico, ma, essendo la sua carne immangiabile, pel suo odore disgustoso, e facilmente corruttibile, non ne vengono sul mercato. Nel Tirreno è, in generale, poco meno che raro. All’ Elba, in Maggio-Giugno, nelle mattanze di tonni se ne pescano talora a centinaia, e vengono riget- tati in mare semivivi (2). Il Balistes capriscus L., ovunque raro, è stato preso un po’ da per tutto nel Mediter- raneo. Il 2 Giugno scorso ebbi sul mercato un individuo pescato a Boccadasse, fuori del porto, a levante. Apparteneva alla varietà 2. lunulatus = Caprinus anularis Rafin, 0, come il Giglioli ed altri stimano, alla forma adulta. È detto qui Pesce borsa e la sua carne molti autori dicono venefica. Anni indietro ne fu pescato uno a Portoferraio. Un esemplare recente dell’ accidentale Ranzania truncata figura nel Museo Civico. Per la storia ricorderò l’accidentalissimo Tetrodonte Lagocephalus Pennantii = Promegocephalus Bibron (Tetraodon bicolor del Durazzo), illustrato dal Sassi e conservato a secco nel Museo Zoologico universitario come esemplare tipo. Lophobranchi — Non avendo alcun valore ed essendo di esili dimensioni, non se ne vedono sul mercato che commisti casualmente a cumuli di pesci di fondo algoso. I pescatori li rigettano in mare. Nel Mediterraneo contano una quindicina di specie dei generi Siphonostoma Syngnathus, Nerophis, Hippocampus. Le 7 o 8 specie di Syngnathus non furono ancora ben definite, ma senza dubbio il Ligustico le ha quasi tutte. L'Iippocampus guttulatus Cuv., è assai frequente. Sono tutte specie littoranee difficile a determinare, e spesso sfuggono all’ osservatore di mercato. (continua) (1) E. F. Trois - Annotazioni sopra un esemplare di 7yg90n violacea dell’ Adriatico, in Atti R. Ist. Veneto, t. 5. (2) A proposito di questo pesce così interessante tra î molti lavori recenti, dei quali non pochi d'indole puramente anatomo-istologica, ne ricordo due: A. Perugia, Sui giovani dell’ Orth mola, ìn Ann, Museo Civ. dì Genova, vol. 7, 1890, 7° Raffaele, Osservazioni sopra l' Orth. mola, in Boll. Soc, Natural. dì Napoli, vol. 2, anno II. __T_T°1TrrTrY_—— RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 121 TTT e n RA III o pi MRS MERI SE IR] ORGANI DI LOCOMOZIONE DEGLI UCCELLI E DRI PESCI LORO COMPARAZIONE, E CONSIDERAZIONI IN PROPOSITO n Nel più recente mio scritto, pubblicato verso la fine dello scorso anno 1895, intitolato La vescica idrostatica dei pesci, e l’ apparato aereostatico e polmonare degli uccelli, promot- tevo un’ altra pubblicazione da poter servire come seguito allo scritto medesimo. Non con il presente scritto per altro io intendo di mantenere quella promessa ; perchè presentemente io non desidero, nè posso farlo, mancandomi alcuni dati di fatti, e qualche riscontro da fare: ed ancora, perchè preferisco di fare adesso alcune considerazioni, in special modo sulla natura, e sulla forma degli organi di locomozione degli uccelli e dei pesci, Avverto per altro che io non intendo, con questo di dir cose nuove, o almeno, non del tutto nuove, ma solo in un modo più esplicativo e più chiaro di quello che è stato fatto in molti trattati di Zoologia, e segnatamente in quei mille trattatelli e trattatini di scienze naturali, compilati, per non dire addirittura malamente copiati, per uso delle scuole ele- mentari e secondarie, molto comodi se vogliamo, per gli insegnanti omnibus, ma che per altro non danno sempre idee troppo esatte delle materie in essi trattate. Come avyiene, per esempio, quando nel parlare del piede natatorio degli uccelli che frequentano le acque, vien detto semplicemente che esso è palmato fra i diti, ovvero che questi diti sono uniti da una membrana înterdigitale, che rende il piede più adattato a nuo- tare, che a camminare sul terreno, o altrimenti, che in talune specie, questi diti, invece di essere uniti da una vntiera membrana, sono guarniti da una ripiegatura membranosa, la - quale, in tali altre specie è lobata: senza poi dire di qual natura sono queste membrane, di quale struttura, come originariamente si formano, od altro; e spesso, neppure se questa così detta unione dei diti, è intima e Stretta, o con maggiore, o minore spazio tra i diti (1). (1) Quantunque, meno rare eccezioni, sì possa riscontrare la verità di quello che ho detto e son per dire in qualunque trattato di Zoologia, preso anche all’ azzardo ; pure, per regolarità, e por comodo di quei lettori che per avventura fossero poco pratici della materia, e non provvisti di libri, credo bene di aggiungere qui una nota di alcuni di quei tanti autori che della progressione acquatica dei pesci, e degli uccelli nuotatori hanno trattato nel senso che io ho detto, e non approvato, Organi di progressione negli uccelli nuotatori A. CuvIER - Le Regne animal distribué d'après son organisation ecc. a pag. 505 del Tomo I sì legge: - PALMIPEDES - Leurs pieds faits pour la natation.... portes sur des tarses courts et com- primés, et palmes entre les dojogts, les caractòrisent. Ed a pag. 507: - Plongeons - Ont au lieu de vraies palmures les dojgts élargis.... et les antérieurs rénnis seulement à leur base par des membranes. B. CuvieR - Lecons d’Anatomie comparce ecc. Troisiéme edition F, I Bruxelles 1836,... Le tars en est comprimée pour fendre l'eau et los doigts sont très-dilatés ou mîme réunis par une membrane pour former une rame plus large et frapper l'eau par une plus grande surfaco. C. L. CLAUS - Traitè de Zoologie - deuxième edition francaise. Paris 1884, A pag. 1367 Egli scrive : Les courtes pattes des Palmipedes et les longues pattes des Echassiers sont dites pedes palmati lorsque les trois doigts anterieurs sont reunis Jusqu'a leur extrémité par une membrane entière (Anas, Mergus); Pedes semipalmati quand la membrane ne s'etend pas au dela du mi- lieu de doigts (Recurvirostra) Pedes fissi-palmati quand les doigs sont garnis d'un repli membra- neux continu (Podiceps); pedes lobati, quand le repli est lobé (Pulica) ecc. D. L. CamerANO e Mario LESSONA — Primo studio degli animali per il quarto anno del Gin- nasio. Parte I. A pag. l66 è detto: I tre diti anteriori (dell’ anatra) sono collegati da una mem- brana. Pellicano. Non son soli palmati i tre diti anteriori, anche il dito posteriore è unito agli anteriori per mezzo di una membrana comune. Ed a pag. 174 nelle Considerazioni generali in- torno agli uccelli.... Possono le dita esser libere, oppure riumite fra loro da una membrana, che si chiama palmatura. E. Dott. ALo1sio PokorNY - Storia illustrata del regno animale. 3 edizione riveduta e au- mentata ecc. — PaLmiPEDI - Dita unite insieme da una membrana indivisa, 0 fatta a lobi pag. 118. — La Folaga ha le tre dita anteriori lunghe, marginate da una membrana frastagliata a lobi, ag. ll. i Tuffetto. Le dita marginate da una membrana divisa in lobi, onde i suoi piedi si dicono /o- bati. Pag. 117. ST TCANTI 122 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Com? anche, quando, nel parlare della progressione acquatica dei pesci, vien detto che i raggi delle loro pinne, o natatoie, sono ancor essi uniti da una membrana, o in altri ter- mini, che sono esse natatoie costituite da una membrana sostenuta da raggi ossei, 0 car- tilaginei: od anche, più semplicemente, e senza far parole di raggi, che sono delle appen- dici membraniforma dette pinne : adoprando perciò sempre, anche per i pesci, il solito appella tivo membrana, che in fondo è troppo generico, nulla spiega, e le cose poi, in realtà, non stanno neppure (e lo vedremo) veramente in quel modo (1). Oltre a ciò, potrei fare ancora delle giuste osservazioni sull’ aso invalso di ‘chiamare, per brevità, semplicemente aerea la respirazione degli uccelli, ed acquatica quella dei pesci, quasi che, questi non respirassero aria, ma acqua; invece di dire, più correttamente, che gli uccelli respirano direttamente l’aria dall’ atmosfera, ed i pesci la respirano indiretta- mente disciolta nell’ acqua. Ma credo bene di non entrare, almeno per adesso, in tale argomento : e soltanto gene- ricamente farò osservare che, (secondo me almeno), se i suddetti modi troppo abbreviativi di esprimersi, possono passare come consacrati dall’ uso, e rivscir sufficienti, sia usandoli verbalmente con persone pratiche della materia, sia in pubblicazioni scientifiche destinate ad andar per le mani di naturalisti provetti, e possono perciò esser giustamente intensi, (6 in questi casi li ho purtroppo, per brevità, adoprati ancor io); non li credo per altro adattati, e tanto meno sufficienti, per i libri scolastici, che devono andare in mano di giovi- netti e giovinette che incominciano a studiare tali materie, e che hanno bisogno di spie- gazioni, concise si, ma chiare al tempo stesso, e precise. Ed è in vista di ciò appunto che io desidererei di vedere introdurre nei così detti Libri di testo per le scuole elementari, e più ancora per quelle normali femminili, e per quelle ginnasiali e liceali, un poca di quella chiarezza e precisione, che si trovava, dicia- molo pure, nei libri scolastici dei tempi passati, nei quali si proponevano agli scolari, libri pochi, ma buoni. APELLE DEI (continua) Gabbiano, Le tre dita anteriori sono unite da una membrana intera. Pag. 114. Pellicano... il dito posteriore è volto lateralmente ed è unito alle altre dita dalla membrana interdigitale. Pag. 115 F. G. CAvANNA - Zoologia, ad uso delle Scuole classiche e tecniche inferiori, e delle Scuole normali e magistrali. PaLmpeDI,... glì altri tre diti diretti innanzi e uniti da una membrana fino alle unghie. Pag. 187. Pellicano.... ìl quarto dito unito agli altri dalla membrana interdigitale. Pag. 100. Fenicottero.... 3 diti anteriori del tutto uniti da membrana. G. PaoLo Bert - 72 primo anno d' insegnamento scientifico. Scienze naturali Traduzione fatta sulla 3.% edizione da Tommaso Salvadori, col consenso dell'autore PALMIPEDI.... hanno ì piedi palmati, cioè le loro dita sono riunite da una membrana. Pag. 48. Pellicano è Marangone hanno aì piedi una membrana, che non solamente unisce le 3 dita anteriori, ma anche il pollice. Pag. 49. (1) Organi di progressione neì pesci H. PaoLo Bert - opera citata... hanno pinne. Queste son membrane sostenuto da raggi ossei più o meno durì. Pag. 59. I. Cuvier - Le regne animal ece. op. citata di sopra Tomo II. Poissons.... des raynos plus ou moins nombreux soutanent des nageoris membraneus repré- sentent groissierement les doigts des mains et des pieds. Pag. 105. L. Cuvier - Lesons d'Anatomie comparèe. Troisiòme edition F. I. Bruxelles 1836. L’estremité antòrieure des poissons est leur nageoire pectorale. Elle est composee d'un grand nombre de ra- yons formes chacun d'une multitude d'articulations et soutenant une membrane comune. Pag. 161. M. Camerano e Lessona - Op. citata. Parte II Pesce persico... Sporgono dal corpo certe appendici, o membrane, sorrette da raggi, alle quali sì dà il nome pi pinne o natatoie. Pag. 202... Pinne o natatoie pari ed impari. Sono costituite da una membrana, la quale è tramezzata da raggi mobili ece. Pag. 222. N. Pokorny - Op. citata... le pinne : queste son formate da raggi ora ossei, ora cartilaginei pa- rallelì, o disposti a ventaglio tra ì quali è distesa una membrana. Riassunto a pag. 158. O. MILANI - op. cìtata.... parecchie appendicì membraniformi dette pinne o natatoie Pag. 161. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 123 RIVISTA BIBLIOGRAFICA Pubblicazioni ricevute in dono e per le quali ringraziamo i gentili autori od editori L’amministrazione s’incarica di procurare agli abbonati, senza aumento dì prezzo, le pubblicazioni delle quali è segnato il costo, ed anche le altre se possibile; ma per queste ultime occorre che i richiedenti inviino con la do- manda, cent. 30 per )a francatura della corrispondenza. Per gli abbonati e le opere dell' estero, aumentano le spese postali. Desiderando risposta scrivere in cartolina doppia. Dr. GROBER e prof. MIK. versione italiana del prof. ORESTE GEROSA. Elementi di Zoologia ad uso delle classi superiori delle scuole medie. (Vienna e Praga 1896. Tempsky editore. Pag. 296 in-8 con 474 incisioni L. 5,00) Nei ginnasi superiori della Germania e dell’ Austria Ungheria, è questo il testo di Zoologia generalmente usato; ciò sembraci sia il mi- gliore elogio che possa farglisi. Il prof. Gerosa dell'I. R. Ginnasio superiore di Capodistria, lo ha ben tradotto in italiano ed ha fatto certo cosa utilissima per le nostre scuole, ai di cuì insegnanti lo raccomandiamo. | FRAIPONT prof. JULIEN. Les cavernes et leurs habitans (Paris 1896. I. B. Baillière et fils edit. Pag. 336 in-16 con 89 fig. Fr. 3,50 (L. 4,00). L’ egregio A., prof. di Pale- ontologia alla Università di Liegi, è già ben noto per altri studi e lavori sulle cavorne, frutto di 10 anni di continue esplorazioni compiute. Egli riassume qui lo stato attuale delle nostro cono- scenze sulle caverne naturali ed artificiali, nei molteplici rapporti con la Geologia, Paleontologia, Antropologia, Etnografia, Storia. Tratta delle abitazioni delle caverne dal principio dell’ epoca qua ternaria finoai nostri giorni, passando in rassegna ì vari periodi caratterizzati dalla presenza del- l' Elephas antiquus, del Rhinoceros Merchii, del Mammouth, delle Renne, ece. ece. In un capitolo speciale tratta delle caverne dal punto di vista religioso ed in un altro delle leggende e tradi- zioni popolari sulle medesime. Nelle numerose note trovansi lo indicazioni della bibliografia consultata. BALLERINI OTTORINO. Fiori artificiali. (Milano 1896. Hoepli edit, Pag. 278 con 144 incisioni in-16. L. 3, 50) Questo libro del quale demmo già not zie nel n. 9 del Bollettino del Naturalista, oltre la Tecnica completa per i fiori artificiali, tratta anche la parte botanica dei fiori ed ha un apposito capitolo sulle Collezioni botaniche (raccolta, preparazione ecc.) ed in appendice parla del profumo dei fiori, linguaggio dei fiori, ecc. BISOGNI dott. CARLO. Osservazioni intorno a speciali conformazioni e ad alcune anomalie nelle unghie degli uccelli. (Jena 1896. Anatomischer Anzeiger n. 8, Estr. di pag. 10 ed una tav. in-8) Sono molte le anomalie che l'egregio A. ha avuto occasione di ri- scontrare, e nella presente memoria illustra le più importanti, dandone 12 figure. ALFARO, UNDERWOOD e TRISTANS. Museo nacional de Costa Rica. (San Jose 1896. Pag. 42 in-8 gr.) È una relazione sull’ attivita del Museo nazionale di Costa Kica nel 1895, con gli elenchi degli oggetti aggiunti alle collezioni, delle pubblicazioni ricevute, ecc. ece. BRUSINA S. La collection néogéne de Hongrie, de Croatie, de Slavonie et de Dalmatie a l’exposition de Budapest. (Zagreb 1896. Societas historico naturalis Croatica. Pag. 60 in-8) Il Museo zoologico nazionale di Agram, possiede la più completa e la più bella col- lezione di conchiglie viventi nell’ Adriatico che si conosca, e una stupenda collezione, unica nel suo genere, di molluschi fossili del neogene, della Dalmazia, Croazie e Slavonia. Di queste rac- colte ne fu inviata solo una parte alla esposizione di Budapest. L'egregio A. ne spiega il perchè e da l'elenco ragionato di 253 specie di molluschi del Neogene fra le quali un gran numero sono nuove e studiate dallo stesso Prof. Brusina. Vi si trova inoltre la Bibliografia re- lativa e la promessa di pubblicare presto la iconografia della totalità delle specie nuove con le note esplicative, rimandando a più tardi la stampa del testo. BOMBICCI prof. LUIGI. Sui ciottoli improntati in ordine alla loro distribuzione lungo le grandi linee di faglia del territorio bolognese. (Bologna 1895. Memorie R. Accad. delle Scienze tom. V. Estr. di pag. 12 e 2 tav. in-4) L'aver trovati moltissimi ciottoli distintamente improntati, sull’ affioramento del grosso banco di conglomerato che sul fronte di faglia la ‘ i x dì ur 124 ° RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI delle Lirvegnane, sottostà alle aronarie e molasse plioceniche, ha fatto supporre all'illustre A. che debba sussistere una correlazione topografica e geognostica di questi famosi ciottoli e le direzioni di aleune di quelle massime dislocazioni regionali con grandi balze di faglia, cui quel conglome> rato sovrasta in diversi e considerevoli tratti del territorio bolognese. L’ illustre A. sviluppa questo suo concetto e correda la memoria con 20 figure. BOMBICCI prof. LUIGI. Sulle intrusioni ascendenti di materiali argilloidi nelle fratture regionali dell’ appennino emiliano. (Bologna 1895. Memorie R. Accad. dello Scienze. Tom. V. Estr. di pag. 8 e l tav. in-4) È un riassunto di fatti vecchi e nuovi che con- corrono a confermare e delucidare sempre più Ja teoria dall’ illustre A. esposta e sostenuta da 10 anni, circa il sollevamento dell'appennino emiliano e circa le inerenti condizioni tettoniche e petrografiche, nonchè a spiegare varie particolarità litologiche e mineralogiche. Sono di comple- mento a questo riassunto, la memoria sopra annunziata ed altre 5 fra le quali alcune delle se- guenti. È unita alla memoria una tavola con 13 fig. BOMBICCI prof. LUIGI. Le brecciole poligeniche dell’ appennino bolognese. Correlazioni fra le loro varietà calcareo-selcioso-ofiolitiche e i materiali d'inelusione nelle argille scagliose. (Bologna 1895. Memorie R. Accad. delle Scienze. tom. V. Estr. di pag. 16 ed | tav.) Trattasi di uno studio speciale e comparativo, di una serie di 30 esemplari di rocce a piccoli elementi dette brecciole, appartenenti alla regione dell Appennino dell'Emilia. L'A. fa importanti considerazioni sulle cause che produssero queste brecciole in certe zone eruttive, e da questo studio rilevasi che se tali rocce prese isolatamente non sono che varietà petrologiche istruttive ed eleganti, osservate comparativamente e nella loro paragenesi, sono un potente aiuto per ricono- scero le cause dirette del sollevamento dell'Appennino emiliano e di appoggio alle idee già esposte dall’ illustre autore sul sollevamento medesimo. In fine alla memoria è una Breve nota sulla ge- nesî delle serpentine ed 1 tav. con 8 figure. BOMBICCI prof. LUIGI. Sulle iniezioni e intrusioni di rocce cristalline entro rocce analoghe di eruzioni precedenti. (Bologna 1895. Memorie R. Accad, delle Scienze. Tom. V. Estr. di pag. 10 in-8) Vi si trovano esposte idee, concetti e deduzioni nuove, rela- tive ai sollevamenti e iniezioni del granito dell’ Elba, delle enfotidi nelle serpentine, ece. ecc. BOMBICCI prof. LUIGI. Sulle velature carboniose bituminoidi e sulle incro- stazioni ferro manganesifere e finamente sabbiose, ricuoprentiil quarzo cristallino del macigno di Porretta. (Bologna 1895. Memorie R. Accad. delle Scienze vol. V. Estr. di pag. 8 in-4) L'egregio A. dà una importanza speciale alla presenza di materie carboniose-bituminoidi e ferreo-manganesifere, che inerostano i quarzi che tanto copiosi sì trovano presso Porretta, e ne spiega qui le ragioni. BOMBICCI prof. LUIGI. Sulla intrusione forzata ascendente di argille, fattesi simili alle A. scagliose, con breccioline verdi associate, nelle fratture verticali dei banchi selenitici, presso Bologna. (Bologna 1895. Memorie R. Accad, delle Scienze tom. V. Estr. di pag. 8 con l tav. ìn-8) Il fatto specificato nel titolo, è dall’ egregio A. nella presente nota illustrato, perchè riproduce în piccolo ma molto bene, le particolarità delle fratture e faglie dei nostri monti e Ze intromissioni salienti di rocce sottratte alle pressioni nelle direzioni del vuoto operatesi, ma vieppiù compresse lateralmente a questo vuoto, e serve anche di conferma alle considerazioni dall'A. fatte nella memoria sopra annunziata, sulle cause che producono le brecciole polingeniche ecc, Sei figure sono unite alla memoria. BOMBICCI prof. LUIGI. Sulla contemporaneità di origine e di adattamento di sostanze diverse che cristallizzano nello stesso spazio poliedrico per coesi- stere nello stesso cristallo. — Sulla durata indefinita del lavoro molecolare cri- stallogenico perfezionante nelle sostanze cristalline e nelle roccie in posto. (Bo- logna 1895. Memorie R. Accad. delle Scienze tom. V. Estr. di pag. 28 e 2 tav. in-4) Scopo. del presente studio è dì portare nuovo contributo per la risoluzione di quesiti dall'illustre A. altre volte posti ìn discussione. Eglì ricorda questi importanti quesiti, istituisce 5 serie di esemplari e dallo fi *% adi STE, I PARIS a RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 125 Studio specificato di esse deduco quello che sì è prefisso di dimostr trovansi unite alla memoria. BOMBICCI prof. LUIGI. Sulle reciproche analogie fra talune forme frequenti ma finora inesplicate dei minerali delle argille scagliose d’intrusione ascendente. (Bologna 1896. Memorie R. Accad. delle Scienze tom. VI. Estr. di pag. 28 e 4 tav; in 4) Iluastra e deserive dandone anche bellissime figure le caratteristiche ser are. Due tavole con molte fig. idellette di aragonite e molti e va- riati tipi che vi si coordinano dati dalla pirite, selce, baritina, calcare ecc ecce., e conferma ]n seguente deduzione: « Una causa comune, singolare e possente che può dirsi consistere lento moto di traslazione verso un area di abbassamento delle pile di strati tersiari, già sepa- rate per lacerazioni, dislocazioni e faglie, presiedè al fenomeno formativo 0 plasmante de nerali sopraindicati e alle intervenute vicende; indusse, nei diversi e respettivi aggregati le denformazioni che oggidì vi riscontriamo ». BOMBICCI prof. LUIGI. Risposte al questionario per la nomenclatura litolo- gica, diramato a nome della Società geologica italiana, dopo l'adunanza sociale del 20 settembre 1893. (Bologna 1896. Memoria R. Accad. delle Scienze tom. VI. Estr, di pag. 24 in-4) Spiegato il perchè di questa pubblicazione, riporta i singoli quesiti postì dal qui- stionario e le proprie risposte ai medesimi, esposte con amplio corredo di illustrazioni. In apposito quadro cita i tipi delle roccie note finora, classificandoli in ordine al processo prevalente della origine loro. PREDA dott. A. Contributo alla flora vascolare del territorio livornese. (Fi- renze 1896. Bullet. Società botanica italiana. Estr. di pag. 8 in-8) Î 1’ elenco della quarta centuria di specie di piante dall’ egregio A. rinvenute nel livornese e delle quali parecchie sono indicate ora per la prima volta per quelle località. NERI dott. FRANCESCO. Gli animali nelle opere di Virgilio. (Pisa 1890, Tip. Nistri. Pag. 16 in-8) Poco fa annunziammo un’altra simile pubblicazione del medesimo egregio A. Essa portava per titolo « Gli animali nella divina commedia ». Nelle opere di Virgilio l' egregio A. ha trovate 829 citazioni di animali appartenenti a 72 forme diverse, le quali vi sono magistral- mente descritte. Nella Divina commedia, Dante ha fatte 144 citazioni di animali di 55 specie, dolle quali 38 sono analoghe a quelle di Virgilio. Sì Dante che Virgilio si sono occupati per la mas- sima parte di animali vertebrati, ed il primo fa menzione di soli 11 ed il secondo di soli 6 inver- tebrati. L'A. dispone gli animali citati da Virgilio sistematicamente in un quadro, notandovi il nome scientifico quando gli è stato possibile identicarlo, quindi riporta notizie specialmente sto- riche su vari animali, e dà l' elenco preciso delle 829 citazioni virginiane, NERI dott. FRANCESCO. Contribuzione all’anatomia dei Gamasidi « Ana- tomia del Dermanyssus gallinae, Redi ». (Pisa 1896. Processi verb. Soc. tose. di Sc. nat. Estr. di pag. 16 in-8) Il comunissimo Acaro delle galline o Dermanyssus gallinae (Redi) è stalo og- getto di accurati studi anatomici dell’ egregio A. il quale in questa Nota preventiva riferisce solo una parte delle sue osservazioni, riservandosi di pubblicare fra poco un lavcro completo illustrato con figure. Parla del genere Dermanyssus e ne riporta la diagnosi; ne cita varie specie tratte in un i mi- nendosi sopra a tutto sul D. gallinae, di cui riferisce la descrizione, dà le varie dimensioni e quindi sì trattiene sulla sua struttura anatomica. GRIFFINI dott. ACHILLE. Di due Acrididi anomali. (Torino 1896. Boì]. dei Musei di Zool. ed Anat. comp. n. 256. Pag. 4 in-8) Il primo è un Oedipoda miniata Pall. © con la zampa posteriore sinistra più piccola, più debole e con la tibia piegata ad arco. Il secondo è un Gamphocerus sibiricus (Lin.) d' che presenta le antenne molto piccole e di cui la sinistra è quasi rudimentale. L’ egregio A. aggiunge aleune considerazioni per spiegare queste anomalie. LORENZI ARRIGO. Una visita al laghetto di Cima corso (Ampezzo). (Udine 1896. Giornale In Alto. Estr. di pag. 12 in-16) Sono notizie più che altro relative alla flora ed alla fauna di questo piccolo ma interessante laghetto, tuttavia non mancano altre osservazioni ge- neriche e speciali, citazioni ece. di ero See °° vr — è neo CI ea 126 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI VINCIGUERRA prof. DECIO. Relazione intorno alla pesca di acqua dolce o di mare in Sicilia e ai modi per aumentare il prodotto. (Roma 1896. Boll. di notizie agrarie del Ministero di agricol. ind. e comm. n. 29. Pag. 24 in-8. L. 0,20) In questa relazione che il prof. Vinciguerra, come direttore della R. Stazione di Piscicoltura in Roma, fa alla dire- zione generale del nostro Ministero di agricoltura, viene svolto quanto ha rapporto alla pesca di mare 6 di acqua dolce in genere ed in modo speciale poi riferisce sulla pesca del tonno, sull’ al- levamento dei pesci in vivai, e sulla pesca ed allevamento dei molluschi e dei crostacei. BroGI _ aa aaa BIBLIOGRAFIA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Questo catalogo di quanto viene pubblicato in Italia relativamente alle Scienze naturali, cre- diamo sia l’unico che si stampi fra noi ed è forse perciò che gli studiosi e specialmente gli esteri, ci hanno spesso fatte calde premure a chè procurassimo di renderlo il più possibile com- pleto. Per la qual cosa preghiamo gli autori italiani e quelli esteri che scrivono in pubblicazioni STO I Apr Italiane o di cose italiane, relative alle scienze naturali, a favorirci possibilmente una copia dei loro scritti, o fornirci anche solamente i dettagli sufficienti per poterne dare un annunzio simile ai seguenti, I gentili autori che ci faranno questo favore, avranno un qualche compenso nel far così conoscere il titolo dei loro scritti nei centri scientifici di tutto il mondo, poichè questa Rivista non solo è diffusa per i molti abbonati che ha, ma viene anche inviata in cambio ad oltre 200 pubblicazioni dei principali sodalizi scientifici italiani ed esteri. N. B. L’amministrazione 8’ incarica di procurare agli abbonati, senza aumento di prezzo, le pubblicazioni delle quali è notato il costo, ed anche le altre se è possibile; ma per queste ultimo occorre che i richiedenti inviino con la do- manda cont. 30 per la franentura della corrispondenza, per le altre basta scrivere in cartolina doppia. Pubblicazioni del 1895 Zoologia - Paleozoologia - Allevamento degli animali (continuazione) 385 Sonsino P. Nuove osservazioni sullaTenia nana. (Pisa. Tip. Vannucchi. Estr. dal Bull. Soc. medica pisana, vol. '1, fase. 3, pag. 4). 386 Sonsino P. Sul Distomum Westermamii Kerbert. (Pisa. Atti Soc. tose. di Se, nat,, vol. IX, pag. 291-92). 5387 Sonsino P. Di alcuni distomi comuni all'uomo e a certi carnivori e del pericolo della loro diffusione. Comunicazione alla Società medica di Pisa. (Milano, Gazz. Osped., anno 16, n. 111, pag. 1157-1160). 388 Sorensen W. Viaggio del dr. A. Borelli nella Repubblica Argentina e nel Paraguay. Opitlionnes Laniatores. (Torino, Boll. Musei Zool. ed Anat. comp., vol. X, n. 210, pag. 1-6). 339 Spampani dott. G. Sopra la distribu- zione e terminazione dei nervi nei Cotiledoni dell'utero della pecora. (Firenze. Monit. zool. ital., n. 8-9, pag. 189-95, con 2 fig.) 390 Spinelli Flli. Ancora sulla coltivazione del baco di razza chinese. Tsche-Kiang inero- ciato. (Casale Monferrato. Bacol. ital., n. 16, pag. 123-24). 391 Staurenghi C. Dimostrazione dell’esisten- za delle ossa preinterparietali neicrani normali di Bos Taurus L. e dell’ Ovis arzes L. e della su- tura sagittale nel Bos Taurus L. (Pavia. Comu- nie. fatta alla Soc. med. chirurg. Pag. 14 con tav.) 392 Staurenghi O. Ossa in terparietali in una Columba livia. (Pavia. Boll. Soc. med. chirurg. Estr. di pag. 18, con tav.) 393 Stavresco M. Studi su alcuna dottrine ippiche presso gli Ungheresi. (Milano. L' Alle- vatore, n. 193 e seg., con fig.) 394 Stieda. Un paragone fra le arterie del- l'avambraccio e quelle della gamba. (Napoli. Giorn. Assoc. med. e natur., punt. 3. Estr. con 6 fig.) 395 Stossicch prof. A. Molluschi osservati e raccolti fra le Alpi venete. (Trieste. Boll. Soc adr. Se. nat , vol. XVI, pag. 197-211). 396 Stossich M. I Distomì dei rettili. (Ibi- dem. Estr. di pag. 30 in-8). 397 Stossich M. Il genere Ankylostomum Dubini. (Ibidem. Estr. di pag. 8 in-8). 398 Stossich M. Notizie elmintologiche. (Ibidem. Estr. di pag. 16 in-8, con 3 tav.) 399 Stossich M. Osservazioni sul Solezopho- rus megalocephalus: (Ibidem. Estr. di pag. $ in-8, con 2 tav.) 400 Strehel R. I canì del S. Bernardo. (Mi- lano. L’Allevatore, n. 197, pag. 961). 401 Sulliotti G. R. A proposito dell’ Helix esi Po I SITI SIAE PE RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 127 ale SD Rozeti (Michaud) secondo il Benoit. (Porto Mau- rizio. Boll. Ass. scient. ligure, anno l. Estr. dì pag. 4 in-8). 402 Sulliotti G. R. Comunicazioni malaco- logiche. Contributo allo studio delle Cypraeidae. (Ibidem. Estr. di pag. 18 in-8). 403 Supino F. Embriologia degli Acari. (Pa- dova. Atti Soc. ven. trent. di Sc. nat., pag. 242- 61, con 3 tav.) 404 Tagliani G. Intorno a' così detti lobi ae- cessorii ed alle cellule giganti della midolla spi- nale di alcuni Teleostei. (Napoli. Boll. Soc. di natur., fase. 1, pag. 60-69). 405 Tagliani G. Intorno ai centri nervosì dell'Orthagoriscus (Tetrodon) mola. Notizie ana- tomiche e critiche. (Ibidem, fase. l, pag. 1-9). 106 Tampelini prof. G. Zootecnia. (Milano. Edit. Hoepli. Pag. VIII-294 in 16. Ley. in tela L. 2,50). 407 Targioni-Tozzetti A. e Del Guercio G. Istruzioni della R. Stazione di entomologia agraria di Firenze per la distruzione dei bruchi e dei pidocchi viventi nelle parti aeree delle piante. (Siena. Boll. nat., n. 7, pag. 86-88). 408 Targioni-Tozzetti prof. Ad. Sopra una specie di Lacca del Madagascar e sopra gli insetti che vi si trovano; con osservazioni sulla Lacca rossa delle Indie e i suoi insetti, come sopra altre Lacche ed insetti di esse. (Firenze. Buil. Soc. entom, ital. , anno 26, trim. 3-4, pag. 325-69, con 19 fig.) 409 Tedeschi E. I radiolari delle marne mio- ceniche di Arcevia, Nota preliminare. (Bologna. Riv. ital. di Paleont., fase. l, pag. 39-43). 410 Thorell T. Decas aranearum in ins. sin- gapore a Cel. Th. Worhmann inventarum. (Fi- renze. Bull. Soc. entom. ital., anno 26, trim. 3- 4, pag. 321-55). 4ll Tirrito agr. R. Zoologia agraria. (Aci- reale. Boll. Comizio agr. In corso di pubblicaz.) 4)2 Tillaux P. Trattato di anatomia topo- grafica, con applicazioni alla chirurgia. 4.* Ediz. ital. aumentata, ecc. dal Prof, L. Tenchini. (Mi- lano. Edit. F. Vallardi. In corso di pubblicaz.) 413 Tirrito R. Allevamento del tacchino. (Ca- tania. L'Agricol. cal. sie., n 9, pag 158-61). 4l4 Tommasi A. Contributo alla faina del calcare bianco del Latermar e della Marmolada. (Rovereto. Atti d. i. r. Accad. Agiati, vol. 1, fase. 3, 7 pag. con Il tav.) serie 3.8, 4!5 Tommasi A. Sulla fauna del Trias in- feriore nel versante meridionale dello Alpi, (Mi- lano. Rend. R. Ist. lomb., fase. 7, pag. 4 in-8). 416 Tommasi A. La fauna del Trias infe- riore nel versante meridionale delle Alpi, (Pisa. Paleontographia italica, vol. 1 p-43-76, tav. III-IV) 417 Tortori E. Genesi, organizzazione e mo- tamorfosì degli infusori, (Firenze. Tip, S. Landi. Con 60 tav) ‘418 Tosi A. Osservazioni sulla valvola del cardiasìn varii generi della famiglia delle Apidì. Ricerche fatte nel Labor. di anatomia normale della R. Università di Roma ed in altri Labor, biologici. (Roma. vol. 5, fase. 1, p. 5-26, con tav. e fig.) / 419 Trabucco G. Nummaulites ed Orbitoli= tes dell'arenaria macigno del bacino eocenico di Firenze. (Pisa. Proc. verb. Soc. tosc. Sc. nat. adun 18 Novembre 1894). 420 Trinchese S. Ricerche anatomiche sul” Phylobranchus Borgnini (Fr.) Memoria letta alla R. Accad. di Se. dell’ Ist. di Bologna nella sezione del 28 Aprile. (Bologna. Tip. Gamberini e Parmeggiani, serie 5, tomo 5, pag. 12, con tav.) 421 Trinchese S. Protovum et globulos po- laires de l'« Amphorina coerulea ». (Turin, Arch. ital. biolog , fase. 1-2, pag. 71-77). 422 Trinchese S. Nuove osservazioni sulla Placida viridis. (Bologna. Mem. Accad, Se, Ist., ser. 5, tom. 5, pag. 539-47, con tav.) 423 Tucci F. L'allevamento dello pocore in Tunisia. (Palermo. Giorn. di Zootec. e Caseif., n. 7, pag. 100-103). 424 Tucci F. I suini Berhshire ed i suini 337-309). 425 Tuccimei G. Sulla questione del Pithe- canthropus erectus. (Roma. Atti dell’ Accad, pon- tificia dei nuovi Lincei, anno XLVIII, pag. 83- 8a). 426 Tuccimei G. Sopra i resti fossili di mammiferi trovati alla villa spinosa presso Pe- rugia. (Roma. Pag. 2 in-4). 427 Valenti G. Sullo sviluppo dell' Ipofisi. (Pisa. Atti Soc. tose. Se. nat. Proc. verb., pag. 204-206). 428 Vallon G. Contribuzioni allo studio sopra alcuni uccelli delle nostre paludi e della marina. (Trieste. Boll Soc. adr. Se. nat., vol. XVI, pag. Jorhshire in Sicilia, (Ibidem, n, 22, p. 559-126, con 6 tav.) 129 Vanghetti G. Crubro per microscopia. 128 (Firenze. Monit. zool. ital., n. 12, pag. 265-67, con fig.) 430 Vamnuccini ing: V. e Marchi dott. E. Impiego della sansa di olive per l' alimenta- zione del bestiame. (Arezzo. Progr, agr. comm. della Toscana, n. 5 e seg.) 43) Verson e Bisson. Evoluzione postem- brionale degli organi sessuali accessorii nel ma- schio nel B. mori. (Padova. Pubbl. Amat. Staz. bae, VIII. R. Accad. delle Scienze). 432 Verson e Bisson. Sviluppo postembrio- nale degli organi sessuali accessorii del maschio del Bombyx mori. (Ibidem. Pag. 32 in-8, con 4 tav.) 433 Verson e Bisson. Dèvelloppement post- embryonnaire des organes sexuels accessoire chez le male du B. mori. (Torino. Arch. ital. de Biologie, tomo 24, fase. 1, pag. 135-38). 134 Vianelli G. e Ravagnan C. La que- ‘stione della Verzellatine (Mugilsaliens). (Venezia. Neptunia, 28 fobbr., pag. 31-33). ‘435 Vierucci dott. V. Animali velenosi. (Milano. Medico di casa, n. 20). 136 Vinciguerra dott. D. Indagini prati- cate in Sardegna per determinare la possibilità di ripopolarne le acque dolci e di esercitarvi la Ostreicultura. (Roma. Boll. di notizie agr., n. 22, Pag. 16 in-8 L. 0, 10). 437 Vinciguerra D. I Coregoni e la loro introduzione in Italia, (Roma. Giorn. Eco dei campi e dei boschi, n. 2. Estr. di pag. 12 in-8). 438 Visart O. Contribuzione allo studio del Sistema digerente degli Artropodì. Sull’intima Struttura dol tubo digerente deì Miriapodi (Chi- lognati). (Napoli. Boll, Soc. di nat., vol. VIII, pag. 62-89, con 3 tav) 439 Visart O. Contribuzione alla conoscenza delle glandole ceripare negli Anfibi e nelle Cocci- niglie (Schisoneura lamigera Haussm, Aphis Brassicae L. e Dactylopius citri Risso). (Ibidem, pag. 112-26, con 1 tav.) 410 Vlacovich prof. G. P. Sulla materia contenuta nol serbatoio della ghiandola serigena Appartenente al baco da seta. (Padova. Boll. di bachicol., n. 1 e seg.) 4{l Vlacovich G. P.Il micropilo dell'uovo del baco da seta. (Casale Monferrato. Il Bacol. ìital., n. 50, pag. 394-96. Dal Boll. mens. dì Ba- chie. dì Padova). RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI —— ———————€_—_—»__rrrrT_———_——_—t_r_—-——--- liti ibid 442 Voglino P. Ricerche intorno all'azione delle lumache e dei rospi nello sviluppo di al- cuni Agaricini, (Firenze. Nuovo Giorn. bot. ital., n. 2, pag. 181-85). 413 Wedenissow dott. T. Di alcuni ero- stacei raccolti nel paese dei Somali dall’ Ing. L. Bricchetti-Robecchi. (Firenze. Bull. Soc. entom ital. , ann. 26, trim. 3-4, pag. 408-24). 444 Vinassa de Regny P. E. I molluschi delle glauconie bellunesi; nota preventiva. (Pisa. pag. 2 in-4). 445 Vinassa de Regny P. E. Prospetto della fauna del Monte Postale e di S. Giovanni Stazione. (Pisa. Proc. verb. Soc. tose, Sc. nat., adunanza 17 Novemb., pag. 6). 446 Vinassa de Regny P. E. Synopsis dei molluschi terziari delle Alpi venete. Parte 1.1 Strati con Velates schmiedeliana. I. Monte Postale. II. S. Giovanni Stazione. (Pisa. Paleont. ital. vol. 1, pag. 211-75, tav. XVEXVII). 447 Vinassa de Regny P. E. Prospetto della fauna del monte Postale e di S. Giovaoni Ilarione. (Pisa. Atti Soc. tose. di Se. nat. Proc, verb., vol. X, pag. 30-35). 4438 Zoia R. Sviluppo dei blastomeri isolati ed anomalie di segmentazioni nelleuova di Echini, (Milano Rend. R. Ist. lomb. di Se. e Lett., serie 2, vol. 27, fase. 20. Adunanza del 29 Dicembre 1854, pag. 821-24). 449 * * # Ittero-ematuria parassitaria degli ovini. (Milano. La Clinica veterinaria, n. 34, pag. 9538-40) 450 * * * L'età del cavallo. (Palermo. Giorn. di zootee. e cascif., n. 20, pag. 305-309). 4b1 * * * Terzo congresso di bacologia e seri- coltura di Cuneo. (Casale Monferrato. Bacol. ital., n. 23, pag. 177-81). 452 * * * Allevamento dei pulcini, (Milano. Riv. degli avicul., n. 124, pag. 287-88). 453 * * * Coltivazione del baco chinese di razza incrociata. (Casale Monferrato. Bacol. ital., n. 6, pag. 41-42). 454 * * * La capra bianca di Saanen (Gesse- hey). (Milano. L' Allevatore, n. 197, p. 966-67). 455 * * * La gallina di Micorca. (Milano. Riv. degli avicul., n. 124, pag. 289). 456 * * * L'età del gallo e della gallina. (Pa- lermo. Giorn. di Zoot. e Caseif., n. 8, pag. 118- 22, con l tav. fot.) (continua) S. BROGI direttore responsabile TE Siena Tip. e Lìt. S ordo-muti di L. Lazzeri se n RR, Pu TOO 4, ANI (PET SIATE ini È ia [ "' Vit) "06 ee ea ei e | i en, si ; Anno XVI Ne 11 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 1° Novembre 1896 i ecc IT Ri SOMMARIO Damiani Giacomo. Appunti ittiologici sul mercato di Neviani prof. dott. Antonio. Il Pitecantropo e la ori zione). Pag. 135. Rivista bibliografica. Da pag. 139. a pag. 141. Bibliografia italiana di Scienze naturali. Pubblicazioni del 1895, ( pag. 141. a pag. 144 Imparati dott. E. Cenno necrologico del Dott, Raffaello Zoja. Pag. 144. RTLA dii i a GIACOMO DAMIANI Genova. (cont. e fine). Pag. 129. gine naturale dell'uomo. (continua- continuazione). Da APPUNTI I'TTIOLOGICI SUL MERCATO DI GENOVA (continuazione e fine) Anacantini Gadoidei — Le recenti scoperte abissali conferiscono a questo gruppo una riechezza insospettata di forme. Per lo più sì pescano con palàmiti di fondale. Noto come caratteri. stici del Mediterraneo i generi : Melanomus, Physiculus, Uraleptus, Gadiculus, Haloporphy- rus (1), Macrurus, Hymenocephalus, Ohalinura (2), Zretmophorus (3). Le specie più apprezzate sono anche le più comuni: MerZucius vulgaris Costa, Motella tricirrata Bp. Gadus minutus L. Molti naselli vengono dall’ Adriatico ogni giorno. In in- verno specialmente noto il Gadus poutassou Risso, (Merlangus communis del Camestrini) per certuni addirittura raro nel Mediterraneo. A differenza di quasi tutte le specie di Gadoidi così detti industriali, il G. poutassou sembra invece mancare 0 quasi nell'Atlantico e nella Manica. Frequentissima, talora in notevoli esemplari, la Phycis blemnioides Risso 0 mo- stella di fondo. Il genere Macrurus è caratteristico del Ligustico. La Specie meno rara rispetto alle altre è il M. celorhynchus Bp. Raro il M trachyrhychus Giinth. Tl IL sclerorhymehus Val, fu trovato per la prima volta nel Mediterraneo non lungi da questo porto nel 1879 (4), nè so di altri dal Ligustico. È stato però ritrovato altrove nel Mediterraneo. Non rara a pri. mavera la Lota elongata Risso, più rara la Mora mediterranea Risso, delle grandi profondità. Nella famiglia degli Ophidiide noto comune 1 Ophidium barbatum L. Non ho ancora avuto 1’ O. Vassali Risso, di cui ebbi all’ Elba un esemplare (5). Del curioso Pierasfer acus, senza pinne ventrali né caudale, che ritrovasi nei polmoni di certe Oluturie pedate (Holuturia, Stichopus) e in certi Lamellibranchi, splendidamente illu- strato dall’ Emery nella sua nota monografia (6) ho veduto qualche esemplare, dal Golfo, conservato. Ne ebbi uno libero il 24 Maggio. L' Ammodytes cicerellus Rafin (7) = A. siculus Swains, compare a intervalli e sempre (1) D. VinciGUERRA - Pesci del « Violante » in Ann. Museo Civ. di Genova, vol. XVII, fig. tav. III Unico esemplare dal Golfo (2) E. H. GistIoLI - Di una nuova specie di Macruride Chalinura mediterranea, n. sp., in Zoolog. Anzeig. 1893, pag. 343-453. (3) In. In. - Su un nuovo genere e nuova specie di Gadoide mediterraneo, Eretmophorus Kle- inenbergi n. g. è n. Sp., in Proc. Zool. Soe. London, 1889, III, pag. 328-32, (4) D. VineiGuERRA - Intorno ai Macruridi del Golfo di Genova, in Ann. Museo Civ. vol. XIV. (5) V. Seconda contribuzione alla ittiofauna del mare dell’ Elba, in Boll. del nat. n. 15 Feb- braio 1893, (6) C. EmerRY < La specie di Fierasfer nel golfo di Napoli e regioni limitrofe, in Fauna und Flora golfes von Neapel, Leipzig 1881. (7) A. tobianus del Canestrini. Il vero A. tobianus Cuv. e Val., è essenzialmente specie del- l'Atlantico e della Manica ove è comune. ver N Pro 90 iii panini in e . 130 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI in abbondanza, come in Decembre? 95. In Aprile’ 94 lo notai pure abbondante per due giorni sul mercato di Portoferraio. È specie, dunque, irregolare. In questa famiglia ricorderò come mediterraneo il nuovo genere Bellottia, creato dal Giglioli con la nuova specie B. apoda pescata nel Golfo di Napoli il 20 Decembre 1882 (1). Pleuronectoidei — I Rhombus, R. levis Rondel, R. maximus Risso, si ritrovano ogni giorno. I più grossi provengono dall’ Adriatico. Sono apprezzatissimi. Il Phrynorhombus unimaculatus Risso, è raro; all’ Elba l ebbi più volte. Il Rhom- boidychthys ritrovasi nelle due forme . podas Giinth, e R. mancus Giinth. Oggimai . bi- sogna considerare la prima forma come ,9, e la seconda come dell'unica specie PR. man- cus (2). Il Ighombus candidissimus, che io non conosco, è la forma giovanile, secondo Facciolà. Gili Arnoglossus, A. laterna Giinth, e A. Grohmanni Giinth, sono frequenti, più che in altre stagioni, in inverno. Il Vinciguerra (loc. cit.) nel 1880 ebbe da Cornigliano un esemplare del rarissimo A. megastoma Donov. Comunissimo sempre il Citharus linguatula Giinth. In individui piccoli è uno dei componenti la così detta /rtt2a, mescolanza, razzaglia, così frequente sul mercato, insieme a Blennius ocellaris, Callionymus maculatus e O. bele- nus, Cepola rubescens, Atherina hepsetus, G'obius jozo e G. Lesueuriî, piccoli Ophidium bar- batum e Merlucius vulgaris, Serranus hepatus, con talora Gadus minutus, Trigla lineata e poche altre specie. Delle sogliole le più belle sono adriatiche, non abbondando nel Ligustico. Oltre la Solea vulgaris Risso, noto: Solea Kleinii Bp. non rara, S. lascaris Risso, Solea Mangili Bp; della assai rara , ocellata L. ebbi un esemplare a primavera. Physostomi — I generi Anguilla e Conger non mancano mai, ma è assai difficile la loro identificazione sul mercato. I Conger (C. vulgaris Cuv.) sono talora di enormi dimensioni. In primavera è frequente il Congromurana mystar Delar, con qualche Ophisurus serpens Lacèp. La Murena helena L., così variabile nel colorito, è comune. Dal Calambrone e da Viareggio talora vengono spe- dite le anguille giovani (cieche). Del tanto dibattuto genere Leptocephalus, sul quale in altra occasione spero di poter ritornare con più agio, dirò solo che sul mercato non è raro nelle forme più comuni. Tutti i Murenoidi presentono tuttavia nel loro sviluppo tante oscu- rità che, per l'indole del mio lavoro, non credo nè pure di potere qui, nonchè chiarirle, enunciarle, La sardina e l’ acciuga (Clupea pilchardus, Engraulis engrasicholus) sono oggetto di grande pesca alle così dette mandite (pesca di superficie). Abbondano quasi in ogni stagione specialmente in primavera-estate. Se ne fa un quotidiano enorme consumo. Ho veduto in primavera e in Luglio qualche esemplare di Sardinella awrita Canestr. L'Argentina sphyrena L., comune in certi mesi a Napoli e a Messina, e altrove rara e presso che sconosciuta, è pel Ligustico specie irregolare, ma talora se ne prendono a ceste, specialmente in inverno. È ben difficile avere esemplari intatti, spogliandosi, com’ è noto, al menomo attrito del brillante rivestimento argenteo. Abbondante per molti giorni in Decembre-Gennaio scorso. Non è qui il caso di accennare partitamente agli Sternoptichidi, Scopelidi e Stomiatidi del Golfo. L'argomento interessante meriterebbe più che un cenno fugace. Sul mercato è accidentale osservarne, e io ascrissi a vera fortuna il rinvenimento il 15 Febbraio scorso, del Maurolicus (3). Qualche individuo si ebbe anche nel porto stesso a notevole profondità. Il (1) E. H. GreLroLIi - Intorno a 2 nuovi pesci del Golfo di Napoli, in Zool. Anzeig. 1883. (2) Faccrorà dott. Luter - Sul dimorfismo speciale del Rhomboidychthys mancus, in Natur. Sicil., anno V, n, 9. (3) G. Damiani - Sul Mawrolicus amethystino-punctatus Cocco, con note su gli Sternoptychi- da mediterranei. Estr. Atti Soc. Lig. Sc. nat. e geogr. fasc. II° 1896. ue ei L ali cei TEA e IRE TE PE TT RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 181 PETRA E nn reg io RTS FITTE Golfo ha oramai i seguenti generi : Argyropelecus, Gonostoma, Chauliodus, Odontostomus, Maurolicus, Scopelus, Saurus (il meno raro), Clorophpthalmus, Aulopus, Stomias. Abbondante il Belone acus Risso, in primavera-estate. Gli Exrocetus, 0 pesci volanti, si osservano in qualche giorno del Giugno-Luglio, in individui isolati. Il curioso Cyprinodon calaritanus Bellotti, 1’ unico pesce nella nostra ittiofauna, delle acque salmastre, frequente negli stagni salsi di Cagliari (1) e nelle Saline di Portoferraio, pare ritrovarsi, sebbene rarissimo, in qualche località del litorale ligure. Notisi che il Moreau (2) lo dice rarissimo nel dipartimento delle Alpi Marittime. Sul nostro mercato trovasi per lo più in inverno misto a piccoli latterini (Atherina), proveniente per lo più dal lago salso di Orbetello e talora da Cagliari. Vinciguerra lo rinvenne nel lago salso di Tunisi (3). Sarebbe interessante accertarne la presenza in Liguria, Pharyngognathi — I Labroidi, famiglia peculiare del Mediterraneo (4), sono rappre- sentati si può dire da tutte le Specie dei generi: Labrus, Crenilabrus, Ctenolabrus, Acan- tholabrus, Iulis, Coris, Heliastes, che si rinvengono in ogni stagione, in tutte le taglie e in tutte le livree, cangiando moltissimo i brillanti colori a seconda del fondo, e al tempo della frega. Nel Labrus turdus L. ho notato frequente la varietà melanica. Del genere Labrus la specie più scarsa sul mercato è il 7, mixtus, in primavera. Nella ricca serie dei Crenzlabrus noto tra i meno frequenti il ( caruleus Risso, e il C. rostratus Cuv. e Val. Rarissimi lo Ctenolabrus iris Bp. l’ Acanthotabrus Palloni Cuv. e Val., solo recentemente ritrovati nel Golfo. L’ Julis turcica Lowe, deve esser rarissima come nel rimanente Tirreno, L’ Juli vul guîs e PI. Giofredi, comuni. L’Heliastes chromis L. (castagnola), non è comune, come, ad es. all’ Elba dove in Marzo- Aprile se ne pesca in considerevole quantità. Ho veduto dal Golfo qualche campione con- servato della rara e strana X yrichthys novacula Bp. specie assai più frequente nell'Atlantico. I Labroidi, come i Pleuronettidi, si pescano col gàngano, Acanthopterygii Riuscendo malagevole il coordinamento metodico delle numerose famiglie di questa grande classe così eterogenea e mal definita; sotto le due grandi divisioni, per quanto non nettamente delineate, di Acantotteri Pseudacanti e A. Buacanti, porrò senz'altro le singole specie, evitando sopra tutto la enumerazione delle molte famiglie, costituite da una o da poche specie, Acant. Pseudacanti — I Blennidi non sono oggetto di ‘pesca, e solo isolatamente si trovano sul mercato. La maggior parte delle specie vive sui bassifondi scogliosi presso le coste e le spiaggie, talora in pochi palmi d’acqua, in vere pozze salse. Il Blennius ocella- rîs L., la specie più vistosa e di maggior profondità, vive al largo e si rinviene comune- mente nella minutaglia anche in grossi esemplari. Delle altre specie non si fa veramente commercio. Questa interessante famiglia ha per il Ligustico una particolare importanza, dopo la mono- grafia del Vinciguerra (5). Si può dire che tutte le Specie già note pel Mediterraneo gli Siano proprie, una dozzina circa oltre l’affine Zripterygium nasus Risso. Il BI. Canevo Vincig., che lo stesso autore descrisse e illustrò, è stato poi da lui trovato anche nell’Adria- tico (Lesina). (1) C. LeporI - La Lebias calaritana, in Ann. Soc. nat. di Modena, anno 15.°, 1882. (2) Dr. Ex. Moreau - Histoire natur. des poissons de la France (supplemènt) Paris, Masson, 1891. (4) G. CANESTRINI — Memoria sui Labroidi del Mediterraneo, in Ano. natur. di Modena, II. (5) D. VinciGueRRA - Intorno ai Blenniodi del Golfo di Genova; in Ann. Musso Civ. di Ge- nova vol. XV, pag. 349 e seg. 132 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI __r—_—————————————————————m€€_€_——_———___—__———_dtm"t} Dei Zrachypteridi noto un piccolissimo esemplare di Wr. drés Giinth, avuto in Marzo scorso; è la specie meno rara delle non poche e discusse di questo gruppo. Nel Ligustico altre volte si ebbe il 7. Ziopterus Giinth, recentemente cattur atoanche a Civitavecchia (1). Non essendo commestibili, questi pesci, nastriformi elegantissimi, ben di rado si vedono sui mercato, e sempre in pessime condizioni, per la estrema delicatezza della loro spoglia argentea simile al pulviscolo scaglioso dei lepidotteri. Per contro è comunissima la già citata Cepola rubescens L. Altrove nel Tirreno non è così comune, I Gobiide sono rappresentati da quasi tutte le specie. Comuni sempre sul mercato il Gobius jozo, G. lota, G. Lesueurii in inverno, e il G. minutus. Ricordo il«raro G. colo- nianus Risso, da me avuto sul mercato il 7 dello scorso Marzo, e illustrato in altro mio scritto (2). Il Latrumeulus pellucidus Gigl. è abbondante quasi senza interruzione da Marzo a tutto Luglio. I Caltionymidi (3) abbondano specialmente in inverno col 0. maculatus Rafin, e col O. belenus Risso. Il Vinciguerra ebbe per primo il raro 0. festivus (Pallas nec Bp) nel- l'inverno 1880-81 sul mercato in mezzo alla così detta mescolanza. Non ne dà però il sesso, dato così importante per il notevole dimorfismo sessuale. Sono lieto di annoverare anch’ io il Ci festivus Pallas, tra le rare catture di quest’ anno. È un bellissimo g' adulto rinvenuto in un cumulo di piccoli Smaris comperati per friggere il 26 Luglio. Dall’ Elba ebbi già la piccolissima. Mancano nel Ligustico il 0 Zyra L., del resto dubbio assai pel Mediterraneo, il C. phéeton Giinth, rarissimo, rinvenuto da poco in Sicilia (4), e la muova specie C. parteno- p@us Giglioli, pescato a Napoli il 10 Agosto 1881. I Centriscidae sono rappresentati dal solo Centriscus scolopax L., che piuttosto rara- mente si pesca nel Golfo, Io non ne ebbi mai. Dei Gobiesocida nessun esemplare ebbi sul mercato, ma ne ho veduti dal Ligustico di Mirbelia Decandollii, e Lepadogaster Gouanii Costa. Non conosco il Leptopterygius piger Gigl. Il Moreau unisce, non so con quanta ragione, questo gruppo agli Anacantini. Sono forme generalmente rare. ra i Pediculati è notevole sul mercato la costante abbondanza dei Lophius (Rana pescatrice), L. piscatorius L., e L. budegassa Spinola, talora in grossi esemplari. Sono però tra i pesci meno stimati. Acant, Ruacanti — I Mugilidi formano il maggior centingente del mercato quotidiano, più o meno abbondanti nelle specie Mugil cephalus Delar, e M. auratus Risso, il più pre- giato, M. capito Bp. M. chelo Cuv. Il M. labeo Cuv. e Val, è assai meno frequente. Il genere Atherina si rinviene in ogni stagione nella comunissima A. Repsetus L. e anche A. Boyeri Risso. Ho riscontrato assai rara l'A. mochon Cuv. e Val. L’ A. presbyter Bp. che nell'Atlantico surroga la nostra A. Repsetus, citata da qualcuno nel Mediterraneo, nel Li- gustico almeno manca. Del rarissimo Zetragonurus Cuvieri Risso, ricordo 1’ esemplare del Museo Civico, l’unico, eredo, del Golfo. La Sphyreena spet Lacép. sì ritrova in individui isolati ma è infrequente. L’ebbi anche all’ Elba ove è detto luccio di mare per le mascelle protratte e aguzze come 1’ Esox lucius delle acque dolci. . (1) Prof. A. CarRuccIo L Note anatomo-zoologiche su due Trachypterus catturati a Civitavec- chia, in Boll, Soc. Rom. per gli studi zool. Roma, anno IV, fase. 1. (2) G. DamranI - 1 Godius italici, a proposito del raro G. colonianus. Estr. Riv. ital. di Sc. nat. 1.° Maggio 1896 (3) G.CanestTRINI - I Blennini, Anarrhichadini, Callionimini del Golfo di Genova, in Arch. Zool. Anat. vol. II ._ (4) P. DonekteIN e G. Riggio - Rinvenimento di un Callionymus phieton Giinth, a Palermo: în Natur. Sicìl. anno 9, n. 6. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 133 Fa cei Gr Mereto AO : I Cataphracti non mancano mai, pur non abbondano, e a preferenza d'inverno. Il Peristhedion cataphractum Bp. è sempre meno comune della Trigle. La Trigla co- rar Bp. spesso in grossi campioni, è tra le specie più appariscenti per le grandi pettorali azzurre a mo’ di ventaglio che i venditori Spiegano in bella mostra. Le altre 7 pinî Bloch, T. lineata Bp, T. gurnardus Li. , 7. milvus, Bp. 7. Iyra Art, più o meno frequenti, La %, obscura L. è relativamente più scarsa, e così la 7. aspera Cuv. e Val. Tutte queste Specie non sono gran che stimate. Comunissimo l° Uranoscopus scaber L. Dei Zrachinidi il meno frequente è la specie più piccola, ovovivipara, Yrachinus vipera Cuv. È certo la più rara nel Mediterraneo, Ne ebbi due esemplari, in Marzo e in Luglio. Le altre specie Y. draco L., 7 radiatus Cuv. 7. araneus Cuv. non mancano mai, porò sempre in pochi esemplari. Il genere Scorpena costituisce non poca parte del pesce quotidiano a buon mercato nella specie 8. porcus L. La S. scrofa L. è assai più stimata e abbonda in primavera-estate. Il Sebastes imperialis Bp. in molte località mediterranee assai raro, nel Ligustico non è infrequente in Maggio, Giugno, Luglio. È pesce di profondità. La Scorpena ustulata Lowe, o scorfanella, per molto tempo anche pel Ligustico venne confusa colla S. serofa. È molto meno comune delle altre due. Tra i Cataphracti noto assai rara la rondine di mare, Dacty- lopterus volitans Bp. Ne ebbi un piccolo campione nella forma di Cephalacanthus, giovano, Un gruppo assai pregiato è quello degli .Sparini, tra cui più o meno comuni noto i Cantharus, C. lineatus, ©. orbicularis, la comunissima e vile Box boops Bp. 1 Oblata me- lanura Cuv. e Val., i Sargus, S. Salviani, S. Rondeletii Cuv. e Val., S. annularis Li, Ri- cordo l’ esemplare di Sargus cervinus, proprio del mar di Sicilia ove non è raro, nel 1895 dal Ligustico, rinvenuto sul mercato. Noto frequente il Charax puntazzo Bp. veramente comune l’orata Chrysophrys aurata Ginth, della quale talora osservo la pretesa specie (! crassirostris Ginth, che per molti non è che una varietà. In ogni stagione sono tra i pesci più apprezzati. I Pagrus sono comuni nella specie P. vulgaris Bp. e così i Pagellus, di cui una specie, P. centrodontus Delar, veramente caratteristica del mercato facilmente riconosci- bile per 1’ ampiezza del diametro oculare dall’ iride color di fuoco. Anche il Moreau ne ri- corda per Genova la frequenza, specialmente in Maggio-Giugno. Non è raro il P. acarne Bp. pure in questi mesi. Abbondante sempre e stimato il P. mormyrus Cuv. e Val, Non dirò della costante abbondanza dei Mullidi (triglie) nelle due specie M. barbatus L., M. surmuletus L., apprezzatissime. A_ caro prezzo vendosi pure le ombrine, Umbrina cinthosa Risso, Corvina nigra Cuy, comuni. Il 7 Maggio scorso vidi un grosso esemplare dell’ affine Scena aquila Cuv. specie piuttosto rara, che il Trois ebbe anche dall’Adriatico (1). Gli Scombridi rappresentano anch’ essi gran parte delle specie più frequenti e pregiate, talune di una reale importanza economica. Generalmente abbondano in certe determinate epoche dell’ anno, per lo più in primavera-estate. Sono pesci che compiono vere incursioni in grandi sciami (pelagici) (2), in abbondanza talora veramente Straordinaria. Basti citare il pesce spada, i lacerti o maccarelli, le lampughe, i tonni, le palamite ed altri in generale sempre di notevoli dimensioni. : Fra le più comuni citerò il Zrachurus trachurus Giinth, gli sgombri o lacerti (Scomber (1) E. F. Trois - Sulla comparsa della Serena aquila nell’ Adriatico, in Atti R. Ist. Ven, vol. I. 1883. (2) Mi riferisco con ciò alla loro comparsa. Ora mai dopo i celebri studi di Bloch e Noél sulle pretese emigrazioni delle aringhe, di Agassiz sugli altri C/upeacei industriali, e del nostro Pavesi su quelle del Tonno (in Rend. Ist. Lomb. di Sc. e lett. 1887) l'assurdità dei pretesi viaggi perio- «lici è dimostrata, pr_valendo la teoria delle migrazioni verticali (anadromiche). Gli Scombridi, più di ogni altra famiglia, starebbero a rappresentare 1 così detti pesci di passo. Anche per molti In- vertebrati (Crostacei) prevale oggi essa teoria per quanto scarse sieno le osservazioni in proposito. è csì ode er RT e PE Se E © PT dee circa a lan 134 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI ètcthcod'ÈÎÈdÈÒ€Y@»@”)vV\)v*w]|wihik.. o, \]) \])])° |‘°'l!|'’'’l@OnÙIOA‘:‘‘-i LL... scomber L. e Se. colias L., il primo più piccolo ma più stimato, il tonno ( Thynnus thyn- nus L.) che anche in Liguria ha dei piccoli agguati (tonnarelle). Da Camogli il 5 Luglio scorso ne giunsero sul mercato oltre a 500 piccoli, da 3 a 5 Kg. l’ uno. Il pesce spada, XAyphias gladius L. si pesca di solito in individui isolati in Maggio, Giugno e Luglio, anche insieme coi tonni. Così pure la palamita, Pelamys sarda Willugh, e l’affine ma meno apprezzato Auris Rochei = A. bisus Bp. Ricorderò la rarissima P. unicolor Geoffr., di cui anche il Ligustico ha dato notevoli esemplari; a Nizza i noti natu- ralisti Gal fréres ne ebbero 5 in quindici anni. Del genere Lichia in estate vedesi qualche esemplare, L. amia, Agass. e L. glaucus Bp. Della rarissima L. vadigo Risso, della quale vidi un esemplare pescato all’ Elba, disgra- ziatamente andato perduto (1), noto l'individuo a secco del Museo Zoologico Universitario, segnato dal Ligustico. Le Lampughe (Stromateus) sono, più che rare, irregolari, così le Coryphene, pesci pe- lagici di gran corso; non raro invece sulla rotta dei bastimenti il pesce pilota, Naucrates dutor Bp. La Seriola Dumerilii Ginth, è molto scarsa, e anch'essa nella buona stagione. Non più veduto invece il ,Seriolichthys bipinnulatus Bp., specie accidentalissima propria del Pacifico e dell’ Oceano Indiano, ricordato dal Sassi. Ne furono presi nel Golfo (1846) 6 o 7 individui, uno dei quali conservasi nella raccolta più volte ricordata della R. Università. #7 La Brama Rayi Schneid (2), si può dire frequente sul mercato mentre per molte lo- calità mediterranee è rarissima e quasi sconosciuta. È assai apprezzata. Il Moreau ricorda il mercato di Genova come un vero centro di questa specie. Certo ben più raro ma anch'esso caratteristico del nostro mercato è il Centrolophus pompilus Risso ; il C. ovalis Cuv., ra- rissimo, che già figurava dal Golfo nel Museo Civico, è stato anche di recente ritrovato. Pure rarissimi il Luvarus imperialis Rafin, il Temnodon saltator Bp. il Lampris luna Risso, 0 l’Astrodermus elegans (Diana semilunata) Bp. Ricordo pure il Tetrapturus Lesson Canestr., il cui esemplare tipo pescato nel Golfo ammirasi nel Museo Zoologico Universitario. Le tanto favoleggiate remore, Echencis remora L., di tanto in tanto si pescano nel Ligustico, anche in grossi esemplari. Mai ne vidi sul mercato, o comunque di recente pescate, Il mitico pesce S. Pietro, Zeus faber L., non è tanto comune come altrove nel Tirreno, @ più spesso in inverno. Terminerò questa rapida rivista degli Scombridi citando il più piccolo e strano tra essi, il Capros aper Bp. non raro, d’ inverno, nella mescolanza. Per altre località è addirittura raro; così io non lo rinvenni ancora all’ Elba. La famiglia dei Pristipomatide segna il più pregiato tra i pesci, il dentice, e il più vile, lo zerro (Smaris). Del Dentex vulgaris Bp. si hanno sul mercato esemplari talora di oltre 10 Kg. È comune in ogni stagione. Nel Ligustico si pesca talvolta il D. macro- phthalmus Bp. Ne vidi varî individui in Giugno scorso per ben due volte. È una specie bellissima facilmente riconoscibile dalla comune. Il Golfo di Genova si è arricchito nel 1895 di una assoluta rarità fino allora peculiare, per l’Italia, del mar di Sicilia; delle Baleari, di Teneriffa e delle Canarie, cioè del Dentex gibbosus Cocco. È un grosso esemplare di fresco preparato pel Museo Civico. Il genere Smaris è abbondante nello S vulgaris che nell’ Arcipelago Toscano si pesca quasi intto l’anno in copia veramente straordinaria, In estate è pure comune lo ,S. alcedo Cuv. e Val. Questo genere è dei più intricati e la relativa abbondanza di specie pare de- (1) V. Prima contribuz. ete. in Boll. del nat. 15 Settembre 1892, (2) Il chiaro elmintologo Prof. C. Parona, dell’ Università di Genova, in Marzo di quest'anno rinveniva parassiti sulle branchie della Brama Rayi due nuove specie di trematodi Octobothrium Bramae ARRONE acanthurum, da luì figurati e descritti in Atti Soc. Lig. di Sc. nat. e geogr. fase. 2, 1896, e i »“» = Ò_à RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 135 TRISTI II RIN SITE SETTI terminata dal dimorfismo sessuale e dai giovani. Le molte specie del Bonaparte debbono con ogni probabilità ridursi alle seguenti: Smaris vulgaris, S. crhyselis, S. alcedo, 8, maurti, S. insidiator, la forma più rara e localizzata nel mezzodì. L’ affine genere Moena è comune nella M. vulgaris Bp. e nella M. Osbeckiù Bp. Il Canestrini pone sotto questo genere le specie del genere Smaris sopra dette. I Percidi, la famiglia dei pesci più altamente organizzati, sono rappresentati dai ge neri: Apogon, Pomatomus, Polyprion, Serran us, Anthias, Labraw. L’ Apogon imberbis G linth, il brillantissimo tra i nostri pesci sì da somigliare un ciprino dorato, non può dirsi raro, ma sempre si pesca in individui isolati. Quest’ anno ne ebbi 2 esemplari il 7 Maggio, il 17 detto uno piccolissimo di appena 5 cm. che conservo, assai decolorato, il 8 Giugno un bell’ adulto. Il Pomatomus teloscopium Risso, è un’assoluta rarità di gran fondale. Ricorderò il bell’ esemplare del 10 scorso Aprile (1). Il Polyprion cernium Val. si ritrova frequente anche in grossi esemplari, da Aprile ad autunno. È tra le Specie più stimate. Il genere Serranus abbonda nel S. scriba L., S. cabrilla Bp. e S. hepatus Risso. Il S. gigas Giinth, è infrequente; nè più è stato pescato il S. macrogenis del Sassi. L’ esem- plare tipo conservasi, a secco, nel Museo Zoologico Universitario. Secondo aleuni non si tratterebbe d’altro che di una varietà di S. gigas, secondo altri del 8 acutirostris Val. L’ Anthias sacer deve essere molto raro. A Nizza il Moreau lo dice assai comune in primavera. Dal Golfo ne ho veduto esemplari conservati. Chiudo la mia fugace rivista con una delle specie più pregiate, il Labraa: lupus Cuv., il delicato quanto vorace branzino (spigola, ragno) che sul nostro mercato è abbondante in ogni tempo. Genova, Agosto 1896. (1) G. Damiani - Pomatomus telescopium, Risso, a Genova, in Boll. dol nat, n, 15 Maggio 1896, NEVIANI prof. dott. ANTONIO IL PITECANTROPO E LA ORIGINE NATURALE RELL'’UOMO (continuazione) Una memoria di tal sorta non poteva non attirare l’attenzione dei dotti, e difatti non vi fu centro importante di studi ove non si sia trattato pubblicamente della questione. Nella Germania, nella Francia e nella Inghilterra, specialmente durante lo scorso anno si pubblicarono molte memorie, per mezzo delle quali il lavoro del Dubois fu sottoposto al- l’ esame critico il più minuzioso; e per citare solo qualcuno, ricorderò il Tourner (1) in In- ghilterra, il Manouvier (2) in Francia, il Wirchow (3) ed il Krause in Germania. (1) TourneR W. On M. Dubois description of remains recently found in Java, named by him Pithecanthropus erectus. — With Remarks on so-called transitional form between Apes and Man. — Journ. of Anat. and Phys. — Aprile 1895, pag. 424. Ù ; (2) ManouvriER L. — Discussion du Pithecanthropus erectus comme precurseur présumé de l'homme. — Bull. de Soc. d'Antrop. de Paris. — 1895, fasc. 1, pag. 12 È ; Vedi pure: Le P. hecanthropus — Kevue mensuelle le l'Ecole d'Anthropologie de Paris — 15 févr. 1895; pag. 60, À É (3) VircHow — Pithecanthropus erectus. — Zeitsch. fur Etnologie. — 1895, Heft V, pag. 336. — c, s. pag. 435, 7 136 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI In Italia ne tenne parola il prof. Mantegazza alla Società Antropologica in Firenze, nella tornata del 6 gennaio 1895 (1); in Roma il.prof. Tuccimei ne parlò all’ Acca- demia Pontificia dei Nuovi Lincei il 21 aprile 1895 (2). Il dott. Vram G. comunicò nun riassunto alla Società Antropologica romana (vol. II, fase. II, p. 299). Se ne occuparono anche vari periodici scientifici fra i quali merita menzione la Rivista italiana di Paleonto- logia (Bologna) (3). Non ci meraviglieremo se i pareri non furono sempre concordi, e se mentre da una parte alcuni, come il Krause ed il Manouvrier, accettano in tutto le conclusioni del Dubois; dall’ altra siavi chi le rigetta affatto, come il Tourner ed il Martin. Non ho su questo argomento una bibliografia completa, ma calcolo che sino ad ora si sieno pubblicate non meno di 50 note e memorie in proposito. Parrà a prima vista strano che si possa scrivere tanto sopra un pezzo di cranio, due denti ed un femore; e sembrerà forse ad alcuno che sia voluto dare troppa importanza alla memoria del medico olandese, e non sia giustificato il rumore che se ne è fatto. To non la penso così; giustifico pienamente questa polemica ed anche la energia colla quale è stata condotta da alcuni. È noto come la teoria della evoluzione ammetta la discendenza di tutti gli esseri vi- venti — compreso l’uomo — da forme rispettivamente inferiori. Ora uno degli argomenti più usati dagli anti-darwinisti, dai creazionisti, è stato sempre la distanza che si è creduto trovare fra l’uomo e le scimie antropomorfe; tanto è vero che alcuni sono persino arrivati ad ammettere la evoluzione dalla monade. alle scimie, non accettandola — consigliati forse da inconscia vanità — per l’ uomo! Or ecco che il Dubois annuncia di aver trovato questo termine intermedio fra 1’ uomo e le scimie! E mentre gli evoluzionisti studiano la questione (4), per vedere se il Dubois è giunto a giuste conclusioni; gli anti-evoluzionisti si sono dati la mano per demolire 1 opera del Du- bois, o per lo meno scemare l’importanza della scoperta; comprendendo bene che una scoperta scientifica di tal genere veniva necessariamente a portare un gran colpo alle loro omai viete teorie. Parlerò più oltre della questione che si fa da alcuno, se cioè i termini intermedi ser- vano o no a manifestare la correlazione genetica fra le diverse forme; qui dirò solo che noi non ne abbiamo alcun dubbio, ed aggiungerò anzi che quand’anche fra due specie viventi o fossili, oggi non si conoscano delle forme di passaggio, queste — sempre con le dovute cautele — si possono ragionevolmente supporre. Ciò fecero più d’ una volta l’ Haeckel ed altri, ciò fu per l’ appunto fatto nella questione che ora ci interessa. Il De Mortillet ammise che nel terziario sieno esistiti esseri che non erano uomini, ma (1) Arch, per 1° Antr, e la Etnol. vol. XXV, pag. 400 e 415. (2) Tuccimri G. — Sulla questione del Pithecanthropus erectus, — Atti Ace. Pont. Nuovi Lincei. — Anno XLVIII, pag. 83. (3) Mentre all'estero ì giornali politici non sdegnano occuparsi di questioni scientifiche; in Italia sembra che ciò torni di disonore ai redattori dei periodici, » non desti interesse nel pub - blico. Quanto sarebbe meglio che sì leggessero su per i giornali questioni relative aì movimenti Scientifici e letterari; che delle minute cronache di avvenimenti, a non altro adatti che a solle- ticare morbosì sensi della ignorante maggioranza della popolazione ! (4) E non dicasi che gli evoluzionisti sì attacchino al Pitecantropo come ad un ancora di salvezza, giacchè alcuni dì colero che sì mostrano contrari alla teoria del Dubois sono evoluzio- nìsti convìntì, come lo dichiararono il Martin, lo Houzé ed altri. * NA er Sa le | RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 137 Saint cn I So asi i che erano tanto intelligenti da saper scheggiare le pietre ed accendere il fuoco ; egli ne ri- conobbe tre specie che riunì nel genere Anthropopithecus. L’ Haeckel, in quell’aureo libro che tratta della Storia della creazione naturale, sup- pone che i progenitori animali dell’ uomo formino una catena o serie di 25 gradi (1). Co- minciando dal primo grado dei protozoî amorfi, viene su su passando attraverso varie forme sempre più evolute, finchè giunge al 23° grado, che è quello degli antropoidi ; ammette poi che dagli antropoidi fossili del periodo miocenico sieno derivati i Supposti pitecantropi, che formano il 24° grado (2) e da questi finalmente 1’ uomo che oceuperebbe così il 25° grado. Il pittore Gabriele Max pensò di riprodurre una famiglia di pitecantropi, 6 ne fece un quadro che offrì alloeminente evoluzionista in occasione del suo 60° genetliaco (16 febbraio 1894). La scena (così viene descritta nella Popular Science Montly - Dicembre 1894) è una foresta vergine. La femmina del pitecoide stà seduta sulle radici di un albero e nutrisce il suo fan- ciullo. Le sue mani dimostrano, nel loro differenziarsi dai piedi, un progresso verso l’ uma- nità. Il medesimo progresso di sviluppo si vede nella formazione delle membra e nelle linee della faccia. Il maschio, che stà presso il tronco caduto di un albero, ha le gambe assai diritte, forse troppo diritte per un pitecoide, edi polpacci sono più sviluppati di quello che crede- remmo di riscontrare in quell’epoca di transizione. Il pelo del corpo si è fatto più fino, è Dei cà la capigliatura più lunga e lussureggiante, specialmente quella della femmina. Il cranio è più sviluppato di quello dell’ orango o del chimpazè, e la forma del torace si avvicina a quella dell’uomo più di quella del torace del gibbone. Ma il progresso verso l’ intelligenza umana apparisce maggiormente nella fisonomia e nella particolare espressione dell’ occhio che guarda il cielo: una lacrima spunta tremolante sulle ciglia. L’ Herbart, filosofo e psicologo, già più di un secolo fa, così indicò la superiorità del- l’uomo in rapporto al suo sviluppo psichico: Egli ha le mani e la favella, e la sua infanzia è lunga ed impotente. Nel pitecantropo si deve essere verificata la prima e la terza di mali (promammalia); 20. Marsupiali (marsupialia); 21. Proscimie (proscimiae); 22. Cinopiteci (cynopitheca); 23. Antropoidi (antropoides) ; 24. Pitecantropi (pithecantropi); 25. Uomini (homines), vivevano verosimilmente già verso la fine dell'età terziaria, Essi nacquero dagli antropoidi 0 138 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI queste condizioni. Solamente in seguito una coinvoluzione ulteriore dei lobi del cervello ed una leggera modificazione delle laringe gli faranno acquistare la facoltà del linguaggio ar- ticolato, dal quale dipende, in gran parte, il rapido e progressivo sviluppo dell’ intelligenza e del carattere morale. Vi fu chi dichiarò che il supposto pitecantropo dell’ Haeckel non solo non poteva essere oggetto di serio studio scientifico, ma che non lo si poteva immaginare altro che în sogno. Questa frase, come dice bene 1’ Haeckel, ha molta rassomiglianza con un’ altra pronun- ciata da un zoologo, che aveva chiamato la teoria darwiniana: 77 sogno d’ um sonnellino meridiano !, Ma da quel sogno nacque un albero rigoglioso e fronzuto ; l'albero del sapere, che per tutti i rami ha già portato i più splendidi frutti, ed ogni anno ne porta di più. La scoperta del Dubois adunque realizza la supposta esistenza del pitecantropo hae- ckeliano, e riempie la famosa lacuna. A questo punto si presentano molte obbiezioni ; e vien fatto di domandare: ma le ossa rinvenute a Giava sono realmente di una forma superiore agli antropoidi, ed inferiore al- l’uomo ? Oppure non appartengono ad un vero uomo, forse di una razza inferiore scomparsa 0 magari degenerato; 0 non sono ese di una vera scimia? Le conclusioni del sig. Dubois si debbono proprio così alla leggera accettare pienamente ? Ho già detto che la memoria del Dubois fu sottoposta ad una severa critica, come pochi dei lavori che oggi si pubblicano hanno 1’ onore di esserlo ; e se ancora qualche dubbio può esistere, è doveroso tuttavia riconoscere che la maggior parte degli studiosi convengono nella scoperta del pitecantropo. Esporrò brevemente quali sieno.le osservazioni contrarie e favorevoli al Dubois, ac- cennando prima al femore ed ai denti, per trattenermi poi più a lungo a parlare del cranio, che è di maggiore importanza. FEMORE Il femore trovato è il sinistro, della lunghezza di 455 millimetri ; presenta una grande esostosi irregolare nascente dalla parte interna e posteriore del corpo sotto il piccolo tron- catere. Mostra di non essere stato a lungo fluitato, ed è leggermente danneggiato alla som- mità del grado troncatere, ed alla estremità articolare inferiore. Evidentemente si tratta dell’ osso di un adulto. Esso è indubbiamente fossilizzato, giacchè pesa quasi 1 Kg. mentre i femori preisto- rici non passano i 350 gr. Il Dubois riconosce in questo femore molti caratteri di corrispondenza con quello umano; ma vi nota l’assenza di un angolo mediano, per la mancanza di una linea che separi la superficie anteriore della interna; questa superficie interna è convessa, non concava. La superficie popliteale ha delimitazioni meno definite ed è alquanto convessa invece che piatta; la cresta intertrocanterica è meno elevata, più sottile e rivolta all’ indietro, formando una linea curva e non diritta. La grossezza dell’ osso è piccola in confronto della lunghezza. Secondo la maggior parte degli anatomici e degli antropologi, questi caratteri differen- ziali sono di poco conto, e si riscontrano su femori umani anche europei, Il Virchow, il Manouvier ed altri, per quanto sieno propensi a giudicarlo umano, ri- conoscono molta affinità con l'osso omologo degli ilobati o gibboni; anzi il Virchow nota come carattere differenziale la forma distesa della diafisi, alla quale manca la curvatura del capo inferiore, che sarebbe uno dei più costanti contrassegni del femore umano. Quanto all’esostosi il Dubois 1° attmbuisce ad un aneurisma traumatico ; il Tourner ed il Krause credono vedervi 1° ossificazione di un tendine; ma il Virchow, dietro il confronto = è ie TP TO * sai. De . r Pa i» RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 139 ad un ascesso profondo. Ho citato queste varie opinioni perchè sonvi alcuni che, pur ammettendo che le varie ossa rinvenute a Giava appartengono al medesimo individuo, vogliono dedurne tuttavia si tratti di un malato, per il che anche i caratteri bestiali del dente e del cranio perdereb- bero valore. Si è detto che il femore ha grandi affinità con quello dei gibboni, vedremo, come anche per il cranio sianvi grandi rassomiglianze con i medesimi pitecoidi; ora a tale proposito non deve trascurarsi il fatto importantissimo che Giava è la patria dei gibboni ; cosichè quelli oggi viventi sarebbero derivati da forme antichissime che diedero origine anche al pitecantropo. DENTI Il primo dente rinvenuto dal Dubois, ed illustrato nella classica memoria, viene riferito al 3.° molare superiore destro. La massima parte degli scienziati lo attribuirono ad un an- tropoide di gran mole, ed alcuni lo giudicarono più affine a quello di un orango, ‘altri a quello di un gibbone. Questo molare, detto atipico dal Manouvrier, è grande, con radici divergenti; la corona presenta una specie di grande cuspide circolare a superficie liscia, che occupa tutto il con- torno della corona stessa, e circoscrive una depressione centrale piuttosto piccola ; in questa depressione si nota una piccola faccetta piatta, che sembra risultare da un principio di lo- gorazione. Il secondo molare ripete il tipo di struttura del precedente, ma è più usato. Il Krause osserva anzi che dalla lunghezza del dente in direzione sagittale, si può de- durre che il corpo della mascella inferiore doveva esser lungo da 10 ad 11 centimetri, lad- dove nell’ uomo è di 8 centimetri ; quindi il prognatismo doveva essere molto notevole, Il Manouvrier ha cercato accuratamente in un numero grandissimo di crani umani, ed in ispecie di razze inferiori, se trovava qualche dente simile, e solo nel cranio di un neo- caledonese osservò una grande affinità colla corona del 3.9 molare inferiore destro; ma le radici presentavano notevoli differenze. Lo stesso Manouvrier, (Bull. Soc. Anthr. de Parts, 1896) ritorna ulteriormente sull’ ar- ‘ gomento e ci dà notizie del 2.0 dente rinvenuto dal Dubois; questo sarebbe il 2.0 molare superiore destro ; dall’ esame comparativo dei denti e del cranio l'antropologo francese giunge alle seguenti conclusioni : e che il 3.0 molare è probabilmente atipico ; che il 2.0 ha potuto appartenere allo stesso individuo - ed infine che essi hanno dovuto appartenere ad un essere intermediario fra 1’ uomo e gli antropoidi. (continua) avanti RIVISTA BIBLIOGRAFICA Pubblicazioni ricevute in dono e per le quali ringraziamo i gentili autori od editori L'amministrazione s'incarica di procurare agli abbonati, senza aumento di prezzo, le pubblicazioni delle quali è segnato il costo, ed anche le altre se possibile; ma per queste ultime occorre che i richiedenti inviino con la do- manda, cent. 30 per la francatura della corrispondenza. Per gli abbonati e le opere dell' estero, aumentano le spese postali. Desiderando risposta scrivere in cartolina doppia. STOSSICH MICHELE. Il genere Ascaris (Lin.) (Trieste 1896. Boll, Soc. adriatica di Sc. nat. Pag. 114 in 8.9) Splendido lavoro monografico con copiosissime citazioni bibliografiche, O a RIPA VR 0 ETRO a TICO ARTT STIONE o tc RETTE 140 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI TTT Ben 218 sono le specie qui descritte ed annotate, con la citazione della Joro dimora; ven- gono divise in 6 sezioni e cioè: 1.2 sez. Con piastre dentate e senza labbra intermedie (21 specie). 2.3 sez. Con piastre dentate e con labbra intermédie (18 Specie). 3. sez Senza piastre dentate e con labbra intermedie (15 specie). 4.2 sez. Tre labbra semplici (15 specie). 5.8 sez. Forme embrio- nali e larvali (32 specie). 6.3 sezione. Forme inquirende (117 specie). Infine havvi l'indice siste- matico degli animali trovati finora infetti da Ascaris, e l'indice delle Specie di Ascaris delle quali l'illustre A_si è qui occupato. BRANDICOURT VIRGILE. La protection des plantes. (Amiens 1893. Yvert et l'ellier imprim. Pag. 8 in 8.°) In questa conferenza tenuta alla Società di orticoltura di Picardie, l’egregio A. tratta della protezione delle piante, dimostrandone la utilità anche per impedire, più che sia possibile, Ja distruzione delle specie, siano pure delle più umili, ed attira l'attenzione del- l’uditorio su di alcune piante che sono appunto in pericolo di estinguersi a causa dell’ esterminio che ne viene fatto dagli orticoltori e dagli industriali. BRANDICOURT VIRGILE. Du Déboisement. (Amiens 1893. Yvert et Tellier imprim. Pag. 12 in 8.9) È un'altra conferenza tenuta alla suddetta Società di orticoltura, e nella quale l’egregio A., sempre all'intento di contribuire alla protezione delle piante, dimostra la necessità di impedire il diboscamento, sia per l'utilità che le foreste rendono come moderatrici degli agenti atmosferici; sia per la loro influenza sulla purezza dell’aria, la salute pubblica ecc. Passa in rassegna le varie vicende del diboscamento sia in Francia che fuori, sì intrattiene sulle fasi di trasformazioni subite dalle foreste e sullo disastrose conseguenze del diboscamento medesimo. Parla infine dell’ Arbor day dell'America, della Societé des amis des arbres che fu fondata in Francia nel 1891, e del loro scopo. BRANDICOURT VIRGILE. Le disémination des plantes. (Amiens 1894. Yvert et Tellier imprim. Pag. 12 in 8.°) Pure questa è una lettura fatta alla Società d' horticoltura de Pi- cardie, L'egregio A. passa in rassegna i grandiosi come i piccoli mezzi che la natura pone in opera onde facilitare la disseminazione delle piante, ossia il trasporto dei s:mi ed anche di in- tiere pianticelle, dal luogo d'origine a distanze anche grandissime, BRANDICOURT VIRGILE. Les plantes et l’electricité. (Amiens 1895. Yvert et Tellier imprim. Pag. 12 in 8.°) Il soggetto è già stato oggetto di studio di parecchi osserva- tori botanici. L’ egregio A. studia gli effetti sulla vita delle piante della elettricità atmosferica e di quella prodotta dall uomo, e riferisce quanto gli altri hanno fatto e scritto in proposito. BRANDICOURT V. Utilité des abeilles en horticulture. (?? Pag. 12 in 8.°) Fatto cenno della organizzazione dei fiori, dimostra la utilità ed in certi casi la necessità delle api per la fecondazione dei fiori e giustamente conclude dicendo che le api devono essere considerate come uno degli ausiliari più preziosi per l'orticoltura e per il giardinaggio. BIZZARRI dott. UMBERTO. Gli entomostraci del Mezzola. (Roma 1896. Boll. Soc. rom. per gli studi zoologìci fase. III e IV. Estratto di pag. 4 in 8°) Il lavoro è stato compiuto dall'egregio A, nel Laboratorio Zoologico della Università di Pavia e completa lo studio biologico del lago di Messola pubblicato nel 1895 dal Prof. Pero nel Giornale Malpighia, e del quale fa- cemmo già cenno. Le specie di entomostraci riscontrate e qui annotate sono: Sida crystallina, O. F. Muller. Daphnella brachyura, Lievin. Lynceus sphaericus, O. F. Muller. Leptodora hyalina, Lìl- lieb, Cypris ovum, Jurine. Cyclops fuscus, Jurine. ©. viridis, Jurine, C. albidus, Jurine. E. VERSON ed E. BISSON. Sviluppo postembrionale degli organi genitali acces- sori della femmina di B. mori. (Padova 1896. Pubblicazione della R. Stazione bacologica sperimentale. Pag. 48 e 3 tav. in 8.°) Glì egregi professori Verson e Bisson pubblicarono poco fa un lavoro sullo sviluppo postembrionale dell'apparecchio genitale accessorio del maschio del Bom- byx morì; il presente è uno studio simile compiuto nella femmina del medesimo baco da seta. Citato quanto sugli organi sessuali femminili del B. mori, scrissero i naturalisti WyWeeler e Hatchett Jackson, e ricordata dettagliatamente la configurazione generale come sì presenta nella ‘ femmina allo stato di immagine perfetta, passano a riferire e descrivere le loro proprie osserva- ail sic SIE RIT Pe RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 141 TTT EIN E LIRA RR CRI zioni e ricerche sullo sviluppo postembrionale d questo insetto, terminando con il riassunto delle data di 3 tavole con molte figure. egli organi genitali accessorii della femmina di loro ricerche stesse. La dotta memoria è corre- compiuto dall’egregio A. Della prima parte e del suo contenuto demmo già notizia nel fascicolo del 1.° Luglio scorso; nell'odierno fascicolo lo studio si aggira sulla corolla e sua origine, sull' androceo, sul polline e sul gineceo; quindi si occupa delle mostruosità, degli insetti fecondatori e degli ibridi, terminando con la proposta di un metodo di classificazione per i Narcissus italiani. Una tavola con molte figure è unita alla memoria. ATI a ARI Am BIBLIOGRAFIA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Questo catalogo di quanto viene pubblicato in Italia relativamente alle Scienze naturali, ere- Brodi diamo sia l'unico che si stampi fra noi ed è forse perciò che gli studiosi e specialmente gli esteri, ci hanno spesso fatte calde non solo è diffusa per ì molti abbonati che ha, ma viene anche inviata in cambio ad oltre 200 pubblicazioni dei principali sodalizi scientifici italiani ed esteri. N. B. L’amministrazione 8° incarica di procurare agli abbonati, senza anmento di prezzo, le pubblicazioni dello quali è notato il costo, ed anche le altre se è possibile; ma per queste ultime occorre che i richiedenti inviino conla do- manda cent. 30 per la francatura della corrispondenza, per le altre basta scrivere in cartolina doppia. Pubblicazioni del 1895 (continuazione) Botanica - Paleofitologia - Agricoltura 460 A. A. La reproduction sexuele des Basi- diomycòtes, (Siena. Boll. del nat. n. 11, p.136-37). 461 Alma S. Il Cotoniere nel territorio di Niscemi. (Palermo, Nuovi ann. di agr. sicil., fase. 4, pag. 213-22). 462 Aloi prof. A. Dell' influenza dell'elet- tricità atmosferica sulla vegetazione delle piante. (Firenze. Bull. Soc. bot ital., n, 6, p. 188-95). 463 Abbado M. Divisione della nervatura e della lamina in alcune foglie di Buwus semper- virens L. (Ibidem, n. 6, pag. 179-81). 464 Arcangeli G. Sopra alcuni casi di elo- rosi. (Ibidem, n. l e seg.) 465 Arcangeli G. Sopra alcuni lavori del signor L. Maquenne concernenti la respirazione, e la loro relazione con la funzione fotogenica. (Ibidem, n. 3, pag. 58-60). 466 Arcangeli G. Sopra alcuni recenti la- vori riguardanti l'isomorfismo fisiologico. (Ibi- dem, n. 4, pag. 77-79). 467 Arcangeli G. Parole pronunziate alla inaugurazione del Congresso botanico di Palermo. (Ibidem, n. 6, pag. 130-32). Lidi 468 Arcangeli G. Sopra varii fiori mostruosi di Narcisus e sul N. radiiflorus. (Ibidem, pag. 157-59). 469 Arcangeli G. Sull' Hermodactylus tu- berosus. (Ibidem, pag. 182-84), 470 Arcangeli G, Sul Narcissus italicus Sims. e sopra alcuni altri Narcissus. (Ibidem, pag. 210-15). 471 Arcangeli G. La collezione del cav, S. De Bosniashi e le filliti di S, Lorenzo nel M. Pisano. (Ibidem, n. 7, pag. 237-44). 472 Arcangeli G. Sopra una mostruosità del Lentimus tigrinus. (Firenze Nuovo giorn. bot. ital., n. 1, pag. 57-62). 473 Arcangeli G. Sulle affinità delle Sfeno- fillacee. (Ibidem, n. 3, pag. 261-72), 474 Armellini P. A. La lotta estiva contro la tignola dell'uva, (Trento. L' Agricol., n 8, pag. 85-86). 475 Artaria F. A. Seconda contribuzione alla flora della provincia di Como. (Milano, Atti Soc. ital. Sc. nat., fasc. 1-2, pag. 137-64). 476 Baccarini dott. P. Sui cristalloidi fio- rali di alcune Leguminose, (Firenze. Bull, Soc, bot. ital. n. 6, pag. 139-45) 477 Baccarini dott. P. Intorno ad una ma- lattia della Palma da datteri. (Ibidem, pag. 196- 203). p- . 478 Baldacci A. Risultati botanci del viag- gio compiuto in Creta nel 1893. (Genova. Mal- pighia, anno IX, fase. VII-VIII, pag. 329), 479 Ballerini C. Potatura del pesco. (Milano. Corr. agr. comm., n. 26, pag. 278). 480 Ballerini C. Influenza della luce sulla respirazione delle piante, (Ibidem, n. 29, p. 315). 481 Balsamo prof. F. Una mezza centuria di piante raccolte dal socio corrispondente G. Zenker al Congo. (Napoli. Boll, Soc. afr. d’Italia, fasc. 3-4, pag. 41-47). 482 Baroni E. A proposito di un lavoro del dott. F. Saccardo intitolato : Saggio di una flora analitica dei Licheni del Veneto. (Firenze. Bull. Soc, bot. ital. Proc. verb., n. 2, pag. 43-44). 483 Baroni E. Sulle virtù medicinali e sugli usi presso i cinesi di alcune piante del genero Arisaema. (Ibidem, n. 5, pag. 105-107). 484 Baroni E. Gigli nuovi della China, (Ibi- dem. Proc. verb., n. 5, pag. 107-108). 485 Baroni E. Sulle gemme di Corylus tu- bulosa Wild. deformata da un acaro. (Ibidem, n. 6, pag. 177-78). 486 Baroni E. Lezioni di botanica deserit- tiva e comparata, per uso della quinta classe ginnasiale, conforme ai programmi approvati con R. Decreto 10 Ottobre 1894. (Firenze, Stabili mento G. Pellas). 487 Berlese A. N. I bacteri dell'agricoltura. (Padova. Boll. di entom. agr. e Patol. veget., n. 2, pag. 21-22), 488 Berlese prof. A. Primi risultati delle prove contro la tignuola dell'uva (Cochylis am- biguella) col metodo preventivo. (Ibidem, n. Th pag. 107-10). 489 Berlese prof. A. N. Ancora sulla pe- ronospora. (Ibidem, n. 7, pag. 105-107). 490 Berlese prof. A. N. La peronospora nel 1895. (Ibidem, n. 8, pag. 125-27). 491 Berlese prof. A. N. La peronospora del Faggio. (Ibidem, n. 8, pag. 130-32). 492 Berlese A. Rassegna entomologica, (Ibi- dem, n. ll, pag. 178-84). 493 Berlese e Sostegni. Ricerche sul- l'azione dei sali di rame sulla vegetazione della vite e sul terreno. (Ibidem, n. !0 e seg.) 494 Beguinot A. La Fritillaria persica nella flora fomana. (Firenze. Boll. Soc. bot. ital., n. 5, pag. 101-103), 495 Beguinot A. Sulla presenza in Italia della Owalis violacea L. (Ibidem, n. 6, p. 110-11). Î . RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI — 496 Bolzon dott. P. Contribuzione alla flora del Trevigliano. (Firenze. Nuovo giorn. bot ital., n. 3, pag. 189-216). 497 Bolzon P. La flora del territorio di Carrara. Nota ottava. (Ibidem, n. 8, p. 252-56). 498 Bonansea prof. S. Lathyrus silvestris Wagneri. (Torino, Gazz. delle campagne, n. 8, 9 e 11, con l fig.) 499 Bonansea S. Origine morfologica, strut- tura e composizione chimica del solano tuberoso. (Ibidem, n. 20, pag. 153-54). 500 Bonnet dott. E. Le piante egiziane del Museo Reale di Torino. (Firenze. Nuovo giorn, bot. ital., n. 1, pag. 21-28). 501 Bordiga prof. O. Per la coltivazione delle barbabietole da zucchero nell'Italia meri - dionale. (Napoli. Riv. agr., n. 21). 502 Bordiga O. Conviene ancora ripiantare vigneti? (Ibidem, n. 29). 503 Borzi A. Sopra alcuni fatti che interes- sano la disseminazione delle piante per mezzo degli uccelli. (Firenze, Bull. Soc. bot. ital, Proc. verb., n. 6, pag. 160-61). 504 Borzì A. Proposta di una stazione bo- tanica internazionale a Palermo. (Ibidem. Proc. verb., n. 6, pag. 184-86). 505 Borzì A. Probabili accenni di congiun- zioni presso alcune Nostochinee, (Ibidem, n. 6, pag. 208-10). 506 Borzì A. Studi algologici. Saggio di ricerche sulla biologia delle Alghe, (Palermo. Fase. II, tav. X-XXXI) 507 Bresadola G. Sul Lactarius sangui- fius Paulet. (Firenze. Bull. Soc. bot. ital., n. 2, pag 35-88). 508 Briosi prof. G. Rassegna crittogamica dei mesi di aprile, maggio e giugno 1895. (Roma. Boll. di notigie agr., n. 42, pag. 100-103;. 509 Brizi dott. U. Due nuove specie del genere Pestaloszia. (Firenze. Bull. Soc. bot. ital., n. ©, pag. 81-83). 510 Brizi dott. U. Micromiceti nuovi per flora romana. (Ibidem, pag. 93-101). 511 Brizi U. Sulla brunissure o annerimento delle foglie della vite. (Modena. Le Staz. sper. agr. ital., fasc. II Estr. di p. 20 in-8, con | tav.) 512 Bruttini A. La coltivàzione delle viti e l'industria dell’ uva Passa a pantelleria. (Fi- renze. Giorn. L'Agricoltura italiana, fasc. 313- 14. Estr. di pag. 20 in-8). i um «e Cr, raett"-eò LI i 143 SERI CE LI PEA 513 Buscalioni L. Sulle muffe e sull'Hapo- losiphon laminosus Hanfg. delle Terme di Val- dieri. (Genova. Malpighia, anno IV-V-VI, p. 158). 5l4 Camus J, Historique des premiers her- beries. (Genova. Malpighia, anno 1X, fase. VII VIII, pag. 383). 515 Caruel T. L'Orto e il Museo botanico di Firenze nell’anno scolastico 1893-94, (Firenze. Bull. Soc. bot. ital., n. I, pag. 11-14). 516 Caruel T. Tribus familiae Phaseola- cearum. (Ibidem, n. 3, pag. 48-49). 517 Caruel T. Un tentativo di spartizione delle superfici terrestri in domini botanici. (Ibi- dem, n. 8, pag. 251-52). 518 Caruso G. Esperienze sui mezzi per combattere il vaiuolo dell’ olivo (Cycloconium oleaginum, Bayer) e la ruggine o seccume delle foglie di gelso (Septoglocum Mori, Briosi e Ca- vara). (Padova, Boll. di Entom. agr. e Patol. veg., n. 2, pag. 19-21). 519 Castaldi dott. G. La coltura delle fra- gole nelle vicinanze di Napoli. (Soligo. Progresso agrie., n. ll, e seg.) 520 Cencelli A. La viticultura dell” avvenire, (Milano, Il Movimento agricolo, n. 6, p. 85-86). 521 Cesarini-Sforza L. Nomenclatura or- ticola. (Trento. L'Agricoltore, n. l, e seg.) 922 Chiovenda E. Delle Euforbie della se- zione Amisophyllum appartenenti alla tlora ita- liana. (Firenze. Bull. Soc. bot. ital., n. 4, pag. 61-66). 523 Chiovenda E.La Paronychia echinata nella flora romana. (Ibidem, n. 6, pag. 123) 524 Chiari prof. A. Appunti sulla flora dei dintorni di Città di Castello. (Siena. Riv. ital. Sc. nat., n. 7, pag. 88-89). 525 Clerici E. Sopra un giacimento di dia- tomee presso Viterbo. (Roma. Boll. Soc. geol. ital., vol. XIV, pag. 96-98). 526 Clerici E. Sopra l’acicularia italica, nuovo fossile problematico. (Ibidem, p. 105-108). 927 Clerici E. Sopra un nuovo giacimento diatomeifero presso Orvieto secc. (Ibidem, pag. 294-96). 528 Clerici ing. F. Sull'allevamento dei bachi e sulla coltura dei gelsi. Conferenza. (Milano. Presso l'ing. F. Clerici L. 1). 529 Clerici ing. F. Studi ed osservazioni sull'allevamento dei bachi e sulla coltura dei gelsi. (Milano. Tip. Cogliati. Pag. 16 in-8). 530 Cobelli dott. R. La prima e l'ultima fioritura e spigolature della flra di Serrada. SEEVORA: Nuovo giorn. bot. ital. , n. I, pag. 28- 4). 531 Comes prof. O. Sul marciume delle ra- dici e sulla gommosi della vite. (Palermo. Nuovi Ann. di agr. sicil., fase. 2, pag. 101-106). 532 Corti B. Ricerche micropaleontologiche sul deposito glaciale dì Re in val Vegelzo. (Mi- lano. Rend. R. Ist, lomb. fasc. 8, pag. 9, in-8,) 533 Cuboni prof. G. Notizie sullo malattie delle piante coltivate. (Roma, Boll. di notizie agrarie, n. 44, pag. 16, in-8). 534 Cuboni prof. G. Germinazione di Loi- doicea Sechellarum Labill. (Firenze. Bull. bot. ital. Proc, verb. , n. 6, pag. 123-24), 535 De Agostini G. Le torbiere dell' anfi- teatro morenico di Suren. (Roma. Riv. geogr. ital., annata II, fase. 5, pag. 17 in-8, con l carta). 536 De Amicis A, Astrorhizidae è Ramu- lininae, fossili del pliocene inferiore italiano, (Roma. Boll. Soc. geol. ital., vol. XIII, fase. 2 pag. 5, in-8). 937 De Angelis G. Sopra il primo fossile vegetale trovato negli schisti carboniosi paleo- zoici dell'Elba orientale, (Ibidem, fasc. 1, p, 3). 538 De Bonis A. Sopra alcuni fiori cleisto- gami. (Firenze. Bull. Soc. bot. ital., n. 2, pag. 21-25). 539 De Bonis A. Risposta alle 08801 vazioni sulla mia nota « Sopra alcuni fiori cleistogami », (Ibidem, n. 4, pag. 69-70). 540 Decarli G. Sul Pusicladum dendriticum @ pyrinum e sul modo di combatterli. (Trento. Boll. sez. di Trento del Cons, prov. di agricol, n. 5, pag. 121-22). 54l De Gasparis A. Sopra alcune piante a funzione mirmecofoba, (Napoli. Boll. Soc. di nat., fase. 1, pag. 25-18). 243 De Gasparis A. Su di un' epatica del trias. (Ibidem, pag. 3, con 2 fig.) D44 De Gasparis A. Di un Flos Aquae 08- Napoli. (Ibidem, Soc. servato nel R. orto botanico di vol. VIII, pag. 131-33). 245 De Gregorio march. A. jenomeni ed adattamento di un albero di Micus elastina e di un altro di Ferdinandea eminens, (Palermo. Natur. sicil., n. 9, pag. 167-69). 546 De L’ Arbousset L. Piantamento del gelso. (Casale Monferrato. Bacol. ital, n. 25, pag. 193-94). RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI TSO AO E al ti inci inno ic Ls 144 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 547 Delpino F. Studi fillotassici. (Genova. tripolitane. (Roma. Rend. R. Accad, Lincei, vol. Malpighia, anno IXV-VII, pag. 185, con ] ine, IV, fase. 2, pag. 451-56). nel testo). 550 De Toni G. B. Sopra due nuove alghe 548 De Toni dr. E. Note sulla flora friu | marine Giapponesi del prof. K. Okamura, (Ve- lana, (Udine. Atti Accad. di Udine, vol. XI. | nezia. Atti R. Ist. ven. se., lett. ed arti. Estr. di XI. Estr. di pag. 20 in-8). pag. 12 in-8). 549 De Toni G. B. Terzo pugillo di alghe (continua) ALZI EER ARS CENNO NECROLOGICO © Fra le orride rocce del Monte Gridone nell'Ossola, durante la procellosa. notte del 26 Set- tombre scorso, periva miseramente il Dottor RAFFAELLO ZOJA in uno al fratel suo diletto Alfonso, studente in medicina. Poco più che venticinquenne, assistente alla cattedra di anatomia e fisiologia comparate del- l’ Ateneo pavese, di continuo vincitore di concorsi a posti di perfezionamento all’interno ed al- l'estero, onorato nello scorso anno dalla Accademia dei quaranta della grande medaglia d’oro pei suoi splendidi lavori anatomici, in un attimo fu ‘strappato dalla schiera dei dotti e giovani natu- ralisti e alla vigilia proprio di vincere il concorso alla cattedra di Anatomia comparata nella Università di Catania!,... Delle scienze anatomiche aveva ereditato dal padre suo, il venerando professore d'anatomia dell’ Ateneo Ticinese, il perseverante e freddo culto del vero; dal nonno invece, Bartolomeo Panizza, il lampo del genio. Mieroscopista tanto provetto quanto giovane, in- faticabile nelle sue ricerche, allievo prediletto del Chiaro Prof, Maggi che di lui andava orgoglioso, ci lascia a ricordo della sua breve vita moltissimi lavorì già passati in giudicato nel campo della scienza, Ricordo fra gli altri le ricerche SuZle fibre della porzione maggiore del muscolo adduttore delle valve dell’ Ostrea edulis, le ricerche morfologiche e fisiologiche sull’ Hypra, quelle Intorno ai plastiduli fuesinofili, Sulla trasmissibilità degli stimoli nelle colonie di idroîdi, gli studi Sulla colorazione vitale dell’ Ehrlich applicata allo studio del sistema nervoso degli idroidi, la Contribuzione allo studio delle sostanze cromatofile nucleari dell''Averbach, gli studi Sulla lo- calizzazione del fosforo nel peduncolo delle vorticelle. Scoprì e descrisse due nuove specie animali: un idroide, l' Umbrellaria Aloysii ed una me-, dusa, l' Octogonade mediterranea. Anche all" embriologia laseiò parecchi e pregiati lavori fra cui cito gli studi Sulla indipen- densa della cromatina paterna e materna nelle cellule embrionali, Sullo sviluppo dei blasto- meri isolati ed anomalie di segmentazione nelle uova di echini, Sullo sviluppo dei blastomeri isolati delle uova di alcune meduse (e di altri organismi) e quelli Sullo sviluppo dell’ Ascaris megalocephala. L'ultima volta che io lo vidi fu nel luglio scorso là, a Pavia, nel suo laboratorio. Col suo abi- tuale sorriso di bontà sulle labbra, mi mostrò un voluminoso lavoro che allora allora aveva con- dotto a termine e che presto, credo, sarà pubblicato: Stato attuale degli studi sulla fecondazione. Chi avrebbe mai profetizzato quel giorno la tragica morte di quell’ apostolo della scienza, chi avrebbe solo sognato che da quel giorno il suo lavoro per lei sarebbe per sempre cessato !.,.. 20 Ottobre 1896. E. IMPARATI Riina Ea (1) La Direzione è ben lieta di pubblicare questo elogio funebre del povero Zoja, favorito dal collaboratore Dott. Imparati. RA ie a fi S. BROGI direttore responsabile Siena Tip. e Lit. Sordo-muti di L. Lazzeri nno XVI No. VISTA ITALIANA DI SPIEN | 1° Decembre 1896 SOMMARIO Dei prof. Apelle. Organi di locomozione degli uccelli e dei pesci, considerazioni in proposito. (continuazione). Pag. 145. Bibliografia italiana di Scienze naturali. Pubblicazioni del 1895. (continuazione). Da pag. 147. a pag. 148. ra II E en ORGANI DI LOCOMOZIONE DEGLI UCCELLI E DEI PESCI LORO COMPARAZIONE, E CONSIDERAZIONI IN PROPOSITO (continuazione) _Y—F———_—__6«: Loro comparazione, e Il libro infatti raccomandato per lo studio delle scienze naturali era l’ edizione italiana del Corso elementare di storia naturale ad uso dei Collegi e degli Istituti d' educazione, re- datto, conforme al programma dell’ Università, del 14 Settembre 1840, dal Sig. F. S. Bru- DANT, MILNE EDWARDS e A. DE JUssIEU. Tre buoni autori di quel tempo. Ed a pag. 433 del volume contenente il Corso ele- mentare di Zoologia, dal Milne Edwards redatto, si legge : « I Palmipedi, od uccelli nuotatori, distinguonsi principalmente per avere le gambe ter- « minate da una larga natatoia, formata dall’ espandersi della pelle in siffatto modo, che unisce « tutte le dita fra loro ». Ed a pag. 467, a proposito di pinne o natatoie dei pesci, che : « Hanno tutte, presso a poco, la stessa struttura, componendosi quasi sempre di una « falda della pelle, sorretta da raggi ossei o cartilaginei, a quel modo presso a poco, col « quale le ali dei Pipistrelli sono tese sulle dita », E, a proposito di questi mammiferi volatori, a pag. 380 dello stesso libro, era stato detto, che: « I loro membri anteriori, trovandosi uniti sino alle unghie, per una gran vela conse- « guente dall’ espandersi che fa 7 pelle dei fianchi, servono loro come vere ali ». E così va bene: Perchè il Milne Edwards ci dice almeno tassativamente che gli spazii interdigitali degli uccelli natanti, e gli spazii interradiali delle pinne dei pesci sono occupati dall’ espandersi, o da una falda della pelle, e non da una membrana qualunque, la quale, oltre ad avere un significato troppo largo, non può servire davvero come sinonimo di pelle: e non si dirà mai la membrana pelosa dei mammiferi, 0 la membrana pennuta degli uc- celli, la membrana nuda degli amfibii, nè la membrana squammosa dei pesci, per significare che pelosa è generalmente la pelle dei mammiferi, pennuta quella degli uccelli, nuda quella degli anfibii e squammosa quella dei pesci. Ne si confonderà, io credo, la membrana vitel- lina o la membrana testacea dell’ uovo degli uccelli, per esempio, che sono vere membrane, con la vera pelle, quale è quella delle pinne dei pesci e degli spazii interdigitali degli uc- celli nuotatori. La membrana dunque, e per questa e per altre ragioni, è altra cosa che pelle: e re- sterà perciò a vedere se è nel vero il Milne Edwards, o la gran maggioranza degli autori e dei compilatori e copiatori, una piccola parte dei quali nelle note 1 e 2, ho già ricordati. Quanto a me intanto, dichiaro subito di essere del parere del Milne Edwards, e non mancherò di dirne il perchè: non trascurando poi di determinare, con l’ aiuto di osserva- zioni anatomiche ed embriologiche, se la detta espansione della pelle fra i diti degli uccelli nuotatori, proviene da quella che cuopre superiormente, o da quella che cuopre inferiormente i diti medesimi, ovvero se dalla unione di ambedue. Come anche, se è doppia o semplice, 6 come ha origine la suddetta falda di pelle, che, sorretta da raggi ossei, o cartilaginei, com- pone le pinne dei pesci, avendo il Milne Edwards, trascurato di dirlo. À UOMO I rear ii zi 146. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI i gerè io ii di ante II Comincierò dai pesci, 6 per prima cosa, mi sia permesso di designare con precisione, onde meglio intenderci, le diverse parti, almeno le esterne, del corpo dei pesci, e determi- narne la respettiva denominazione esatta, regnando nei suddetti trattati e trattatelli, della confusione non poca, La forma esterna di questi animali, in generale, meno le consuete variazioni di alcuni pesci piatti, altri cilindrici ecc. è, come dice il Claus tra gli altri, a pag. 1166 del suo trat tato di Zoologia, quella presso a poco di un fuso, più o meno compresso ai lati, avendo essi il muso ristretto anteriormente, il corpo più o meno gonfio, e la coda un poco allungata, e gradatamente assottigliata di dietro, e talvolta terminata da un piccolo rigonfiamento, come se fosse la cocca del fuso. Or bene: se dal bordo posteriore del foro anale si eleva, col pensiero, una verticale, questa divide trasversalmente il pesce in due parti: che una, l’ anteriore, è più grande, ed incominciando col muso, costituisce poi, dietro la testa, il busto, o tronco; ossia le due re- gioni cefalica e toraco-addominale, 0 viscerale, e 1’ altra, la posteriore, è più piccola, e co- Stituisce la regione caudale, ossia la coda. Questa regione caudale, essendo fornita superiormente, inferiormente e posteriormente di appendici denominate natatoie o pinne, che, messe in azione più specialmente da potenti masse muscolari che, dalla testa, arrivano fino alla sua estremità, costituisce l’ organo prin- cipale di locomozione, o progressione acquatica dei pesci. La regione toraco-addominale ancora, ha le sue pinne che servono in un modo più se- condario, dirò così alla progressione, o forse meglio, a mantenere 1’ equilibrio del corpo del pesce nell’ acqua; e vi son disposte nel modo che segue : Una di esse, è situata superiormente lungo il dorso: e questa, talvolta si unisce alla prossima pinna superiore della seguente regione caudale, ovvero si differenzia in due sepa- rate; tal’ altra scompare interamente, Due altre pinne, che rappresentano in qualche modo gli arti toracici degli animali su- periori, son situate ai Jati, e un po’ in basso della estremità anteriore del tronco ; il quale, ivi termina e confina con la testa, per mezzo di tre ossi per parte, articolati, in alto, al- l'angolo posteriore superiore del cranio; lateralmente, per imbricazione, ed in basso, per mezzo di un ligamento, o per sutura: formando così una specie di cinto scapolare, da servire di punto fisso, nei pesci ossei, per l'articolazione di dette due pinne toraciche, e al tempo Stesso, come limite all’ orifizio delle branchie, e come battente, dirò così, agli opercoli, quando su di esse branchie si chiudono (1). Due altro infine, che possono rappresentare gli arti pelvici, o posteriori, son situate, l'una accanto all’ altra, sotto il ventre, più o meno vicine ed avanti all’ ano, e spesso, vicine invece, ed anco sotto immediatamente, alle due pinne toraciche. Gli autori in generale, compresi anche Cuvier, Milne-Edwards e Claus; dividono le suddette pinne in pari o appaiate, (e sono le due pettorali e le due ventrali), ed impari le pinne superiori, le inferiori e la posteriore : e trascurando la pinna caudale superiore, deno- minano Dorsali, indistintamente, tutte quelle superiori, Anali, le inferiori, e caudale, quella dell’ estremità che termina la coda (2). (continua) A. DEI =——_____ (1) Cuvier - Legons d'Anatomie comp, Op. citata, pag. 162, (2) CuvieR - Le Regne animal T. IL op. cit. A pag. 106, si legge: « On appelle les nageoires « supérieurus dorsales, les infèrieurus anales et celle du bont della queque caudale ». Miune-Epwarps - Corso elementare di Zoologia. Edizione italiana. In questo caso, anche il Milne-Edwards pecca come gli altri di poca precisione, giacchè a pag. 467 scrive: < Le natatoie impari, situate lungo la linea mediana del corpo si distinguono in natatoie dor- « dal natatoie anali e natatoîa caudale, secondo che poste sul dorso, sotto la coda, od in fondo < ad essa », C. CLaus - Traitò de Zoologie. Deuxième Edition francaise, pag. 1167. EIZO E i o Se PAESI EE TI RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 147 Na sam ge cei aa BIBLIOGRAFIA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Questo catalogo di quanto viene pubblicato in Italia relativamente alle Scienze naturali, cre- diamo sia l'unico che si stampi fra noi ed è forse perciò che glì studiosi e specialmente gli esteri, ci hanno spesso fatte calde r a chè p ì j il pi pleto. Per la qual cosa preghiamo gli autori italiani @ quelli esteri che scrivono in pubblicazione naturali, a favorirci possibilmente una copia deì loro scritti, o fornirci anche solamente ì dettagli sufficienti per poterne dare un annunzio simile faranno questo favore, avranno un qualche compenso nel far così conoscere il titolo dei loro scritti, nei centrì scientifici di tutto il mondo, poichè questa Rivista non solo è diffusa per i molti abbonati che ha, ma viene anche inviata în cambio nd oltre 200 pubblicazioni dei principali sodalizi scientifici italiani ed esteri. N. B. L'amministrazione s' incarica di procurare agli abbonati, senza aumento di prezzo, le pubblicazioni delle quali è notato il costo, ed anche le altre se è possibile; ma per queste ultimo occorre che i richiedenti inviino conla do. Pubblicazioni del 1895. Botanica - Paleofitologia - Agricoltura (continuazione) 551 De Toni G. B. Di una floridea nuova per la Toscana. (Firenze. Bull, Soc. bot. ital., n. 1, pag. 10-11). 552 De Toni G. B. Le malattie crittogami- che della pianta del tabacco. (Padova. Boll. di Entom. agr. e Patol. veg., n. 4, pag. 57-60). 553 De Toni G. B. Il Lithoderma fonta- num (Flah) in Italia e la sua distribuzione geo- grafica, (Roma. Atti Accad, pont. nuovi Lincei. Estr. di pag. 4 in-4). 054 Fantozzi P. Erborazioni in Garfagnana e sopra un caso di pleiotaxia nel Myosotis pa- lustris With. (Firenze. Bull. Soc. bot. ital., n. 6, pag. 145-50). 555 Ferrari P. Per il granturco. (Firenze. Giorn. di agr. e comm, della Toscana, n. 8, pag. 125-27). 556 Ferrari P. Nuove osservazioni sul modo come agiscono le }eguminose a radici profonde. (Ibidem, n. 22, pag. 365-67). 557 Fiori A. L’Elodea canadensis Mich. nel Veneto ed in Italia, (Genova. Malpighia, fasc. I-II, pag. 119). 558 Fiori A. Nuova specie e nuove località per la flora italiana. (Ibidem, pag. 121). 559 Fiori A. Nuove specie e nuove località per la flora del Modenese e del Reggiano. (Ibi- dem, pag. 222). 560 Fiori A. Ricerche anatomiche sull'in- fruttescenza dell’ Hovenia dulcis Tumb. (Ibidem fase. IV-VI, pag. 139, con 2 tav.) ©62 Gabelli L. Sull’identità della Vicia spar- siflora Ten. coll’ Orobus ochroleucus W. et K. e sull'affinità di tale specie colla Vicia orobis D. C. (Ibidem, fase. VILVII, pag. 315). rid Pa altre basta scrivere in cartolina doppia, 563 Gabelli L. Considerazioni sulla nerva- zione foliare parallela, (Ibidem, pag. 350). 564 Garrelli A. Ancora le patate di gran reddito. (Torino, Tip. Derossi, Pag. 8 in-8). 566 Gerbino. Intorno ai una pianta Lyco- psis echioides L., rinvenuta nel territorio di Caltagirone. (Caltagirone, Tip. A. Giustiniani). 567 Giardiniere. Condizioni e regole gene- rali per formare giardini. Del vivaio. (Torino. Gazz. delle campagne, n. 13, pag. 101-102), 568 Girardi G. Aster perenni. (Milano. Mo- vim. agr., n. ], pag. 12-13). 569 Gibelli G. e Ferrero F. Ricerche di anatomia e morfologia intorno allo sviluppo del fiore e del frutto della Trapa natans. (Genova. Malpighia, anno IX, fase. IX-X, p.379, con 2 tav.) 570 Goiran A. A proposito di alcune Cy- peraceae raccolte nei dintorni di Verona. (Fi. renze. Bull. Soc, bot. ital., n. 4, pag. 70-74). 571 Goiran A. Erborizzazioni recenti (aprile- maggio 1895) in una stazione voronese inondata dall’Adige, nel settembre 1892, (Firenze, Boll. Soc. bot. ital., n. 7, pag. 224-392). 572 Goiran A. A proposito di una stazione di Euphorbia Engelmanni, Boiss. veronesi del lago di Garda. (Ibidem, n. 8, p.249-50). 573 Hugues G. Sulla cultura del crisantemo, (Pyrethrum cinerariaefolium). (Milano. Movim. agr., n. 2, pag. 26-27). 574 Jemina prof. A. Il tabacco. (Acireale, Boll. del Comizio agrario, n. 11-12, p, 127-31), 575 Jossa M. Il latifondo e la sua possibile trasformazione, (Catania. L' Agricol. cal-sic., n, sulle sponde 2 e seg.) 576 Lanza D. Su tre Epatiche nuove per la Sicilia, (Firenze. Bull. Soc, bot. ital. Proc. verb,, n. 6, pag. 154). 577 Larcher G. Il Calendario dell’ ortolano, (Trento. L' Agricoltore, n. 1 e seg.) 148 578 Larcher G. Fioricultura della Gloxania, (Ibidem, pag. 116-17). 579 Leonardi dr. C. Il Frassino. (Messina. Agricoltore mens, n. 232 a 235. Estr. di pag. 38 in-8). 580 Leoni Alfonso M. Il Topinambour nel- l'agricoltura e nell'industria. (Torino. Presso la Libreria editrice S. Lattes e C.° Prezzo L. 0,60). 581 Levier E. Nootulipes et palèotulipes. (Ge- nova. Malpighia, anno VIII, fase. X-XII, p. 401). 582 Levier E. Sopra un lavoro intitolato : « Bryologio Provinciae Schen-si Simensis » (proc. verb.) (Firenze. Boll. Soc. bot ital. n. 7, p. 232). 583 Levier E. Muschi esotici, raccolti da esploratori e viaggiatori italiani. (Ibidem, pag. 233-836). 584 Lo Cascio ing. G. La vite nell’ agro palermitano. (Palermo, Nuovi Ann. di agr. sicil., fasc. 2 e seg.) 585 Lo Forte G. Di alcuni apparecchi di disseminazione nelle Angiosperme. (Firenze. Nuovo Giorn. bot. ital., n. 3, pag. 227-57). 586 Lunardoni A. Seminiano e piantiamo la robina. (Napoli. Riv. agr., n. 12). 587 Marcacci A. Studio comparativo del- l’azione di alcuni alcaloidi sulle piante nel- l'oscurità e alla luce. (Firenze. Nuovo giorn. bot. ital., n. 3, pag. 22-27). 588 Marchi C. Un esperimento sulle patate di gran reddito. (Firenze. Boll. Scuola agraria di Scandicci, anno II, pag. 52-57). 589 Martelli U. Iris pseudo-pumila Tin. (Firenze. Nuovo giorn. bot. ital., n. 2, pag. 97-98, con l tav.) 590 Martelli U. A proposito del Lactarius sanguifluus Paulet (Firenze. Boll. Soc. bot, ital. Proc. verb., n. 2, pag. 38-89). 591 Martelli U. Aponogeton Leriae n. sp. (Ibidem, n. 3, pag. 57). 592 Martelli U. Sul Narcissus Tassetta. (Ibidem, n. 4, pag. 79-80). 593 Martini S. La cura preventiva per com- battere la tignuola della vite, (Arezzo Progr. agr. comm, della Toscana, n, 8, pag. 170-71). 594 Martini prof. S. Oidio, peronospora e tiguuola della vite, combattute con poca fatica e con minor spesa. (Siena, Boll, nat., n. 5, p. 59-61) 505 Massalongo dott. C. Sopra alcune n ___ RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI milbogalle nuove per la flora d'Italia. 2.8 Co- municazione. (Firenze. Bull. Soc. bot. ital., n. 2. pag. 25-27). 596 Massalongo dott. C. Sulla scoperta nel Veneto della Taphrina Celtidis Sadet. (Ibi- dem, n. 5, pag. 104-105). 597 Massalongo dott. C. Sopra una Mar-' chantiacea da aggiungersi alla flora europea. (Ibidem, n. 6, pag. 154-56). 598 Massalongo C. Intorno ad una nuova qualità di Collinsia bicolor Benth. (Ibidem, n. 7, pag. 222-24). 599 Massari M. Alcune foglie mostruose nel Coculus laurifolius D. C. (Ibidem, n. 7; p. 150-534). 601 Micheletti L. Flora di Calabria. Prima contribuzione. Muscinee, (Ibidem, n. 6, pag. 169-76) 602 Micheletti L. Sui licheni. (Ibidem, pag. 215-17). 603 Misciattelli march. M. Zoocecidii della flora italiana, conservati nella R. Stazione di Patologia vegetale di Roma, (Ibidem, n. 6, pag. 111-22). 604 Morini F. Ancora intorno all’ arca con- nettiva della guaina fogliare delle Casuorinee. (Genova. Malpighia, anno IX, fase. IV-V-VI, pag. 204, con l tav.) 605 Morroi U. Appunti sulla flora di Assisi. (Siena. Boll. nat., n. 10, pag. 116-17). 606 Neri F. Contribuzione alla flora toscana. < Ancora la flora del Volterrano ». (Pisa. Atti Soc. tosc. Se. nat., pag. 213-16). 607 Neri F. Ancora dell’ erbario Amidei. Ibidem, pag. 216-20). 603 Nicotra L. Influenza del calcare sulla vegetazione. (Genova Malpighia, anno lY, fase. IV-V-VI, pag. 220). 609 Nicotra L. Prime note sopra alcune piante di Sardegna. (Ibidem, pag. 240), 610 Nicotra L. Ulteriori note sopra alcune piante di Sardegna. (Ibidem, anno IX, fase, IX- X, pag. 364). 611 Nicotra L. Un punto da emendarsi nella costituzione dei tipî vegetali. (Firenze. Bull. Suc. bot. ital. , n. 6, pag. 161-68). 612 Nicotra L. Osservazione autobiologiche sull’Owal:s cernica (Ibidem, n. 8, p. 256 59). (continua) S. BROGI direttore responsabile = —= — — |} Siena Tip. e Lit. Sordo-muti di L. Lazzeri f Are xvi FOUETINO DEL NATURASTA COLLETTORE ALLENATORE COTITATORE soon SUPPLEMENTO MENSILE n N°1 1890 atta RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Abbonamento alla Rivista e Bollettino (24 fascicoli) I, 5 — AI solo Bollettino (12 fascicoli) L. 3 all'anno SOMMARIO Failla Tedaldi L. Glossario entomologico, (continuazione) Pag. l. Grillo prof. Nicolò. Sulla causa del mal di mare, Pag, 5. Damiani Giacomo. L’ ostreicultura all' Elba, Pag. 7. COMUNICAZIONI. V. L. Un nouveau Champignon des racines de la vigne — Deleuil. Seta vegetale — Royere. Conservation des insectes. Pag. 7-8, NOTIZIE DÌ CACCIA E NOTE ZOOLOGICHE. Bonomi. Uceisione di un orso, — Damiani. Delfini all' Elba, Pag. 8-9. Spigolature apistiche e notizie sulle api. Pag. 9-10, - Insegnamenti pratici. Pag. 1'-12, Notiziario. Da pag. ll. a pag. 14, — Nomine, promozioni, onorificenze, premi Pag. 14. — Tavola necrologica. Pag. 14, — Richieste, offerte ecc. (gratis per gli abbonati) Pag. 14-15. — Annunzi. Pag. 16. = ara DALAI ì DA Finceri auguri di ” felicità per il nuovo anno | a tutti i nostri cortesi collaboratori, abbonati e lettori. * La Direzione %: Aia GLOSSARIO ENTOMOL REDATTO da LUIGI FAILLA-TEDALDI ILLUSTRATO CON FIGURE — (continuazione) x. = GICO Nervatura subcostale, submarginale o mediastinale - Por molti autori significa la prima nervatura longitudinale = Subcostale è propriamente la seconda nerv. longitudinale che nasce dalla base delle ali. Tav. 1 fig. 1 b’) Tav. III fig. 1 a) ala inf. p) - Nei Lepidotteri è spesso divisa in prima e seconda come nella Tav. III fi. 2de) ala inf. i) Tav. IV fig. 1 sc) - Rambur - Libellulidi — prima subcostale. Nervatura submarginale — Nerv. subcostale. Nervatura sub-mediana - È quella che nasce sotto la mediana e si termina verso il centro del margine interno dell'ala - Rambur - Libellulidaie — Nerv. mediana Ta- vola VI fig. 1 7) Tav. I. fig. t d) Tav. III fig. 2 ala inf. k) Tav. VI fig. 1 22) Nervatura stigmatica - Du Val - Libellulidae - Chiama il primo ramo della subeostale doppia. Nervatura suturale — Nerv. anale. Nervatura transversa - (prima) Maquart chiama la venula che unisce le riervature ra. “i i i i diale e mediana. - Transversa seconda chiama la piccola venula che unisce verso la base dell’ ala Ja nervatura mediana alla sub-mediana - La prima corrisponde al- |’ anastomosi anteriore - nervus transversalis ordinarius, gewbhnliche Querader, la seconda all’anastomosi posteriore - Nervus transversalis, secundus - hintere Que- rader. x Nervatura vera subcostale - Lepidotteri = Nerv. seconda sub-costale. Nervature anastomotiche - /V. anastomotiques = Nervature d’ intersecazione. Nervature antecubitali - N. antecubitales - N. antecubitales - Antecubital nerven - Chia- masi le costole o venule transversali poste fra la prima e seconda nervatura lon- gitudinale. Tav. VI fig. 1 25). Nervature basilari - Nervi basales - N. basilaires - Wurzelnerven = Nerv. primarie. Nervature brachiali - N. brachiales - N. brachiales - Lepell. = Nervature costale, sub-costale, mediana e sub-mediana - Turine = Nerv. mediana, submediana ed anale. Nervature d'intersecazione - Commisurae series - Queraderreiche - Vengono chiamate le venule transverse ed oblique che vengono a completare le cellule. Tav. VI fi- gura II a) fig. 18 7-8). Nervature longitudinali - N. longitudinales - N. longitudinales - Liingsadern - Si chia- mano quelle parallele alla lunghezza dell'ala, come la costa, la subcosta, il radio ed il cubito. Si chiamano pure nervature basilari o primarie. Nervature primarie - Si chiamano le cinque o sei nervature longitudinali che partono dalla base dell'ala. - Turine = N. costale e subcostale. Nervature ricorrenti - /NV. recurrentes - N. ricurrentes - zuruck laufendernerven - Si chiamano le nervature che mettono capo alle cellule cubitali. Si prendono pure nel senso di nervature d' intersecazione. Vedi la nervatura ricorrente degli [ehneu- monidae. Tav. VII fig. 1 14). Nervature terminali - Signoret chiama impropriamente tutte le nervature o venule del- l'estremità dell'ala superiore degli Omotteri. Nervature trasversali - NV. transversales - N. transversales - Queradern - Quelle che attraversano le nervature longitudinali, come |’ anastomosi anteriore e posteriore, la costa trasversa, Ja ricorrente ece. = Nerv. d’ intersecazione. Nervi - Newrae - Nerfs - Ader = Nervature. Nervulazione o venatura - Nervulatio - Nervulation - Getder - Chiamasi la disposizione, l'insieme delle nervature. Nettarii - Si chiamano due piccoli tubi dell'addome degli Afidi, dai quali viene emessa una sostanza zuccherina avidamente ricercata dalle formiche. Neutro - Neutrum, spado Linneo - Neutre o mulet - verkummerte Weibchen, Arbeiten, o geschlechteslòses Insect - Viene applicato alle femmine d’ insetti imperfettamente sviluppate, e viventi in società, come le api, le formiche ecc. che sembrano appa- rentemente di alcun sesso. Nevrotteri - Neuroptera - Nevropteres - Netzflugler. Tay. VI. Fig. 1 Ala 1 Costa — 2 Parastigma o Pterostigma » 3 Subeosta — 4 Nodo o nodulo — 3 Radio —__ r————----- >. —. _ ——_— internodale — 6 Cellula basale — 7 Nerv. sub-mediana o Cubito anteriore — 8 Nerv, pot-costale o Cubito posteriore — 9 Membranetta accessoria freno o frenulo — 10 Archetto (Arewlus) — 11 Triangolo o trigonulo — 12 Radio principale — 13 Settore 1 — 14 Settore nodale — 15 Settore subnodale — 16 S. mediano è S primo (si divide in 13 e 20) — 17 S. principale — 13 — 16 — 18, 19 Ipo- tenusa — 20 Seltore mediano = 16 — 91 S. breve — 22 Radio mediano o Nerv. submediana — 923 Primo settore super. del trigonulo — 24 Secondo settore inf. del trigonalo — 25 Nervature antecubitali — A Margine anteriore — B M. in- terno — € M. apicale. Fig. 2 Testa a) naso — aa) Fronte — b) occhi — e) Cuneo 0 Canto — d) Antenne — e) Guancia — /) Stipite della mascella — 9) Parte del labro infer. con le lacinie — h) Ri. nario o piega laterale dell’ epistoma. Fig. 3 Tronco 1 Collare anteriore — 2 Collare posteriore — 3 Callo ascellare - Septa seu Septula — 4 Dorsulo — 5 Scutello — 6 Pnistega — 7 Postdorsulo — $ Potscutello — 9 Metapnistega — 10 Callo ascellare dello ali superiori — A Callo super, - £mbo- lyum superius — BC infor. - Embolyum inferius — AA Freno — 12 Calli ascel- lari delle ali — 13 Ali super. — 14 Ali. Fig. 4 Addome «-r-u-x) Segmenti addominali — e) Verruche ventrali ed orecchiette — ») Genitali del 9° — +) Appendici caudali superiori — 2) Appendice inferiore — o) Sfintere 4) 2 squamette del ventre dei 9. Fig. 5-6 Astuccio dell’ elmo o galea Fig. 7 Parti del corpo 4) naso — @a) Fronte — 0) Occhi — e) Cuneo — d) Collare — e) Callo ascel- lare del mesonoto — /) Callo ascellare — 9) Dorsulo — #) Scutello — J) Cali ascellari superiori — %) Pnistega — /) Freno — m) Postdorsulo — n) Postscu- tello — 0) Metapnistega — p) Calli ascellari inf. (postfreno) — gx) Segmenti addominali — y) Appendici caudali — z) Tarso di tre articoli. Fig. 8 Phryganidae, Ala super. 1 Costa — 2 Parastigma — 3 Subceosta (4) — 5 Cubito anter. o Radio — 6 Cu- bito posteriore o Cubito — 7 Callo ascellare - Embolyum — 8 Frenulo — 9 Cel. lula costale — 10 Arca costale — 41 Area subcostale — 12 Radio subcostale (del cubito anter.) — 13 Area discoidale — 14 Radio discoidale (del cubito anter.) Ko- lenati - Settore radiale Brauer — 15 Primo ramo discoidale del radio - Kolenati - Primo settore Brauer — 16 Cellula discoidale — 17 Secondo ramo discoidale ra- diale — 18 Area del tirilio — 19 Ramo tirifero (del cubito anter.) — 20 Tiridio — 21 Cellula del tiridio — 22 Ramo clavale (del cubito ant.) Kolenati - Ramo di- visorio Brauer — 23 Area interelavale — 24 Cellule cubitali - Kolenati - Cellule postcostali - Brauer — 25 Cubito posteriore — 26 Arca cubitale — 27 Arca cla- vale — 28 Cubito suturale — 29 Arca suturale — 30 Anastomosi ant. o discoi- dale — 31 Anastomosi post. o cubitale — 32 Archetto - areulus — 33 Areola apicale I (Kolenati) Cellula apicale (Brauer) — @) Settore nodale o apicale I — b) S. subnodale o apicale Il — e) S. apicale III — d) S. apicale IV — e) S. api- cale V — /) S. subapicale o apicale VI — g) S. subapicale II o apicale VII — h) S. subapicale III o apicale VIII — è) S. subapicale IV o apicale IX — x) S. su bapicale V o apicale X — 34 Areola apicale II (Kolenati) Cellula apicale II (Brauer) — 35 Areola apicale III (Kolenati) — 86 Areola apicale IV — 87 Areola apicale V — 38 A. subapicale o apicale VI (Kolen.) Cellula subapicale I (Brauer) — 39 Arcola subapicale Il o apicale VII — 40 Arcola subapicale III o apicale VIII — 41 A. su- bapicale IV o apicale IX — 1-46-k Spazio discoidale — 6-32, 8-29 Spazio cubitale. . Ala inferiore 1 Costa — 2 Subcosta — 3 Ramo subcostale — 4 Ramo radiale discoidale (Brauer) Itadio principale (Kolenati) — 5 Ramo subdiscoidale — 6 Cubito (Kolen.) Cubito poster. (Brauer) — 7 Costola trocleare — 8 C. gemina anteriore — 9 C. gemina posteriore — 10 C. anteriore del tendine — 11 €. media del tendine — 12 C. posteriore del tendine — 13. C. del frenulo — 14 Cellula discoidale — 18 Ana- stomosi anteriore — 16 Anastomosi posteriore — 17 Anastomosi basale — 18 Tro- clea — 19 Processo del tendine — 20 Freno — 21 Arcola apicale I (Kolenati) Cellula apicale I (Brauer) — 22 A. apicale Il — 28 A. apicale III — 24 A. api- cale IV — 25A. apicale V — 26 A. apicale VI — 27 A. apicale VII — a) Set- tore apicale I — 4) S. apicale Il — e) S. apicale HI — d) S. apicale IV — e) S, apicale V — /) S. subapicale I — g) S. subapicale Il — /) S. subapicale HI — A. Margine anteriore — B. M. interno o suturale — €, M. apicale. Fig. 9 Strepsiptera. Aenos b) Antenne biforcate — e) Testa — d) Protorace — e) Mesotorace — /) Metato- race — 9) Addome — /) Tarso di tre articoli. Fig. 10-11-13 Hemerobidae 1 Costa — 2 Rano ricorrente della subcosta — 3 Subcosta — 4 Cubito anteriore — 5-6 Cubito posteriore — 7 Prima serie di venule transversali — 8 Seconda serie di venule transversali — 9 Terzo Settore radiale — 10 Secondo Settore radiale — 11 Spazio costale — 12 Primo settore radiale — 13 Prima cellula postcostale — 14 Cellula postcostale (seconda) — x Area o campo cubitale, Fig. 11 Chrysopa a) Serie di nervuli transversi — ee) Cellula cubilale — 22 Ramo divisorio — — 3 Cubito anteriore o Radio — 19 Primo settore radiale. Fig. 12, 14, 15, 16, 17, 18, 19, 20, 21, 22 Organi boccali degli Odonati a) Labro superiore — 0) mandibole — e) Mascelle di cui «) Cardine - #) Stipite - ») Squama - 4) due lobi terminali di cui l' esterno 2) Elmo o Galea, I° interno è) Pezzo mascellare — d) Palpi — e) Labro inferiore — f) Palpi labiali, (continua) SULLA CAUSA DEL MAL DI MARE S'io volessi trattare l'argomento della naupatia con grande messe di particolari, non mì man- cherebbe modo di comporre un bel volume: ma siccome spesso ì lavori brevi e chiari Spiegano meglio, e giovano più che i libri di grande mole, richiedenti quella pazienza di cui ì lettorì non sogliono essere prodighi quando pure la curiosità li spinga a leggicchiare una ventina dì pagine, per questo e per altri motivi ho creduto conveniente limitarmi ad alcune considerazioni importanti, forse nuove, e certamente di qualche utile offetto prafgico. Coloro che ricercano la causa del mal di mare, in generale cambiano per fenomeno di causa ciò che non è se non una manifestazione del male stesso, e perciò vi fu chi ascrisse il mal dì mare ad anemìa cerebrale; altri invece danno soverchia importanza a certe cause minori e se» condarie, come il calore emanato dalla caldaia e l'odore proveniente dalla stiva, L' anemia core- brale, è vero, determinerà ulteriori effetti, ma è Bià effetto essa stessa di un' anormalità momen= tanea, fisica o psichica, nell'individuo; e così pure, concedendo che ad aggravare gli effetti del mal di mare contribuiscano l'odore della stiva e della macchina ecc. » non bastano queste circo» Stanze a spiegare come le oscillazioni d'un battello, e tanto peggio quelle d'una barca, possano alterare lo principali funzioni dell'organismo. Perchò mai, mentre lo deboli oscillazioni d'una Dave determinano in un individuo gli sconcerti di stomaco e gli altri noti malanni, in un altro si risveglia più forte il benessere e 1° appetito? E perchè costui, che è robusto ed iperemico, cado in languore, mentre & quell’ altro gracile e mingherlino, nessuna alterazione viene a mutarne lu serenità ?.... Non si tratta adunque di robustezza; non si tratta nemmeno di abiludino sebbeno questa giovi mirabilmente a dissipare il male. Se io dicessi cho il mal di mare dipondo dall’ ec- citabilità nervosa, mi avvicinerei al vero, ma sarei ancora in errore perchè generalizzerei troppo, Soprattutto ricordando le parole di una signora nervosissima e affetta da tubercolosi polmonare, ln quale diceva: « Soltanto in mezzo al mare, anche se agitatissimo, io mi sento ritornare al bo nessere, alla serenità, alla vita! » — Essendo questo mio seritto basato unicamente sull’ osserva» zione diretta e sull’ esperienza, credo potermi dire sicuro del fatto mio citando como causa del male la « dissonanza dei movimenti ». Questa denominazione, di cui non trovo altra più adatta, può adoperarsi come termine di convenzione, sebbene non corrisponda precisamente all'idea 0 ancor meno valga ad illustrarla. Questa cosa pertanto passo a fare, pregando il lettore di soguirmi con attenzione e pazienza nei minuti particolari di quanto esporrò, quantunque abbiano a parergli dapprima inutili fronzoli. 1.° Un fanciullo, che chiamo X, di costituzione gracile e nervosa, soffre in ferrovia ed in car- rozza come se fosse su di una nave. Un giorno, viaggiando in un omnibus (simile di forma non al moderno tramvia, bensì alle antiche diligenze), dopo mezz'ora non può più fissare il pedanino del veicolo senza provarne una specie di capogiro accompagnato da nausea; egli vorrebbe prevo- dere ogni sbalzo, ogni sussulto della carrozza che tratto tratto incontra dei ciottoli o dei fossi, 0 collo sguardo fisso al pedanino di essa, studia istintivamente d'indovinarne le possibili inclinazioni, e inarca la schiena come peratlutire i colpi che sempre si aspetta di dare nelle pareti. Ma questa stessa improba fatica aumenta il suo malessere: la fronte, già divenuta assai calda, ora si fa freddissima, il volto si fa pallido e cominciano i sintomi del vomito, Egli allora distoglie lo sguardo dall'in- terno della carrozza, si accoccola in modo da sussultare il meno possibile mediante molti punti d'appoggio e fissa lungamente lo sguardo ora sull’acuta vetta di un monte, ora sulla cima di un alto albero, la quale, vista dal basso piano, spicca nitidamente sull’ azzurro del cielo, Quella vetta di monte, quella punta d'albero, per una ben nota illusione ottica sembrano alzarsi, abbassarsi, gi- rare, insomma muoversi in direzioni variabili a seconda di quelle della carrozza: ma per la lon- tananza e per la mancanza di punto di paragone con quegli altri isolati che l' occhio sta fissando, tali movimenti sono lenti anzichè bruschi, e il malessere di X allora, se non diminuisce, neanco si aggrava. Però ecco la via si fa tortuosa; la carrozza, scendendo velocemente, fa brusche voltate , e quindi il fanciullo prova nuovamente, e più forte, il senso di vertigine e di nausea, quasi sen- tendosi mancare il terreno sotto i piedi o sbalestrare, per la forza centrifuga, fuori della via mae- stra: oltrechè per tali svolte le scosse sono più brusche, e la cima di monte o d'albero, da lui fissata, si aggira in rapida contraddanza con altre cime. Or bene, dopo aver così sofferto ed eva- cuato più volte lo stomaco, per suggerimento del cocchiere il nostro X sale accanto di questo, a cassetta, in serpa, donde vede a meraviglia la via da percorrere, e domina collo sguardo l' aperta campagna: ecco allora cessare ogni malore, ecco per discese e svoltate far lietamente un’ altra ora di strada. 2.0 X si è fatto grandicello, e coi piccoli viaggi che in ogni età si ha occasione di fare, s' è abituato all’omnibus e alla ferrovia; ma in fatto di navigazione, più che all’ abitudine deve alla pratica acquistata, il sapersi liberare dal male. Pgli infatti trae partito da quelle nozioni che ha dovuto apprendere dalla dura scuola dell’ esperienza, in omnibus, in ferrovia, in barca: ei vede che l'espediente di eliminare dallo sguardo ogni ostacolo, mettendosi dalla parte di prua, sì da vedere bene la linen della rotta e prepararsi così, col veder giungere l'onda, ad un moto di oscil- lazione che altrimenti riuscirebbe inaspettato, previene o allevia il mal di mare. — Oggidì, fattosi uomo, X ha voluto seriamente considerare la portata degli espedienti che la pratica gli ha sug- gerito; anzi ha voluto ancora, per così dire, vagliarli col trasgredirli dopo averseli quasi incon- sciamente resi famigliari colla lunga abitudine. In effetto, mentre ha rilevato tutta la loro impor- tanza, ha potuto giungere alla conclusione che il mal di mare, come il raro mal di carrozza e di treno, è determinato da una discordanza tra movimenti involontarii e l’ organismo; i quali mo- vimenti, quanto più riescono impreveduti, tanto più affrettano od aggravano il male, spiegando i loro effetti soprattutto sull’ apparato digerente. Qualcuno vorrà osservare: Ma l° aria libera non potrebbe essore la causa del benessere, e vi- ceversa l'odore di stiva, il calore e il fumo della macchina essere causa del malessere? Ed inoltre come si spiega che taluni non soffrono per mare in nessun'altra circostanza se non quando una delle ora accennate cause li indispone? Rispondendo, io non nego che queste cause contribuiscano a provocare il mal di mare, ma le dico insufficenti da sè sole, poichè, se producono sconcerti ed anche vomito, non per questo sì può trattare di mal di mare, in tal caso, sia perchè allora non tutti i fenomeni del mal di mare si manifestano, sia perchè tale sconcerto può effettuarsi anche in terra, specialmente nelle officine. Inoltre gran parte di quelli che soffrono in battello, soffrono anche nelle barche a vela o a remi, e ciò mostra abbastanza che le cause ora citate sono pur sompre secondarie. Talvolta esse possono bensì aggravare e rendere manifesto quel male che, stando la persona lungi dalla macchina, all’ aria aperta o in barca, non si sarebbe manifestata, almeno agli occhi della gente. Altrì infine osserverà che la causa prima del male, ch'io ricerco nel morale e non mel fisico, venga sereditata dal fatto che il male talvolta sì previene con certe bevande o con alimenti tonici. Che in tal modo esso possa alleviarsi od anche scongiurarsi, ben voglio ammettere: ma tali ali- menti, o tendono a impedire alcune manifestazioni del male senza togliere il male stesso (come forse gli agrumi), oppure, se tendono direttamente a eliminarne la causa prima, sono alimenti ner- vosì (come gli aleoolici) o divengono tali occasionalmente (come l’acqua di mare bevuta prima d'imbarcarsi, o ponetrata peì pori mediante bagno). Fatte queste considerazioni, possono dedursi alcune norme utili ad osservarsi per chi soffre il mal dì mare: 1° Qualunque sia la specie e la portata della nave, tenersi volti, colla persona e collo sguardo, lungo la rotta da seguirsi, eliminando quant’ è possibile la vista di qualsiasi oggetto. — Se il mare è placido o poco agitato, chi anche in tal caso soffre in barca, troverà ottimo rimedio mettendosi a cavaleioni del becco della prora, colle gambe all'infuori e il tergo volto al timone (È chiaro che in tal modo deve lasciarsi alle spalle, colla barca, anche il rispetto umano). 2.° Dovendo intrattenersi da uno deì fianchi della nave, fissare le acque, studiando i possibili movimenti della nave e cercando di secondarle colla persona. Volendo riposare lo sguardo, cercare Sempre punti lontani (montagne, scogliere, isolotti), non già l'interno della nave, in direzione della poppa. © non volgersì 3.° Tenere il capo scoperto, anche coll'aria umida e fredda, e tenersi lontani possibilmente dall'aria mefitica o troppo calda, della stiva e della caldaia. 4.° Usare di quegli alimenti consigliati dall'arte medica, i quali valgono a rit ardare o lenire il malessere, Ho detto di sopra che il mio scritto è basato unicamente sull’ esperienza e sull’ osservazione diretta: a conferma di questo e a nuovo credito de' miei Argomenti, dichiaro che ìl succitato sig. X è appunto l’autore di queste righe, che qui si onora di sottoseriversi, GriLLo NicoLò L'OSTREICULTURA ALL'ELBA Per iniziativa privata, e in seguito a favorevoli esperienze, nel Maggio decorso fu impiantato a l'ortoferraio un vivaio per la cultura delle ostriche. L'O. edulis si rinviene all Elba allo stato naturale lungo i fondi rocciosi. P tura è limitata ad una sola sciaja, con circa 200 fascino di lentisco, pi munissima all'Isola, er ora la cul anta solvaggia che è cos ll seme fecondato sulle fascine collettrici, ha dato luogo nei mesi d' siderevole di piccole ostriche che si calcolano a 50,000, in buone condiz da parassiti. estate a un numoro con- ioni e presso che immuni L'ubicazione della seiaja è felicissima, l' unica, forse, favorevole di tutta l'Isola per una cultura che richiede anzi tutto condizioni d’ ambiente Specialissime. Dista un chilometro circa da Portoferraio, ad Ovest del porto, al centro di un'ampia insona- tura naturale al riparo dei venti più forti. L' acqua vi è poco profonda, limpida, tranquilla, su « fondo arenoso, temperata nella salsedine da non pochi torrentelli emissarî. Prospetta la Salina di S. Pietro. L'impianto è stato eseguito sui modelli dei bacini di Taranto e di Spezia, finora i soli centri ostricoli italiani di notevole importanza. Nell' Ottobre fu a visitare il vivaio il noto ostreologo Dott, D, Carazzi, cho ne riportò un'ot- tima impressione. Tra breve nel grande fosso del Ponticello s' inizierà pure la cultura dei Miti (M. edulis ; Muscoli). Per un altr' anno, ad autunno, si spera in una prima pesca del prodotto, e noi, all’incorag- giamento che il Ministro d’Agricoltura recentemente inviava agli iniziatori, aggiungiamo il nostro più vivo e gli augurî che un nuovo centro ostricolo prosperi in Italia, dove è tanto scarsa l'ini- ziativa in industrie marittime, quanto sentito il bisogno di sopperire al disagio economico e in pari tempo rivaleggiare con altri paesi, ove esse sono floridissime, in industrie siffatte, Genova, Novembre. Giacomo DAMIANI COMUNICAZIONI In questa rubrica si inseriscono gratuitamente le brevi note speciali e locali fayoriteci dagli abbonati, nonché do- Wwande, schiarimenti, informazioni, consigli, questioni da risolvere, ece, Tre —bdeariiit n dia: a) Un nouveau Champignon des racines de la vigne. M. Boyer publie, dans les An- nales de l’Ecole d'Agricolture de Montpellier, un intéressant mémoire sur un nouveau champignon observé sur le trone et les racines de portegreffes et de vignes greffées qu'il rapporte à l'Zelico- basidium purpureum. Cet champignon est peu important comme parasite, mais il est cependant intéressant d’en con- naître les caractères particuliers, tout au moins pour pouvoir le distinguer de champignons plus redoutables, tels que ceux du Pourridié, Il se manifeste par de larges lames veloutées et des cordons myceéliens rose violacé, prenant une teinte plus pàle au moment de la reproduction, qui couvrent le trone et les racines des vi- gnes envahies. Il ne paraît pas jusqu'ici avoir une action nuisible sur la végétation. En tous cas, d’après M, Boyer, il serait facile d'en arréter l'invasion en déchaussant les seuches au mois de février et los laissant exposges & l'air pendant quelque temps, Val Seta vegetale. Dall’ egregio signor A. Deleuil, Direttore del Museo Nazionale di Marsiglia, al quale la R. Stazione bacologica di Padova si è rivolta per avere dilucidazioni sulla seta vege- tale della quale hanno fatto cenno vari giornali, ha ricevuta la breve nota che qui riportiamo. « La simil-seta è fornita da un albero che cresce spontaneamente nelle colonie, dove dà un < prodotto molto abbondante e suscettibile di un grande sviluppo industriale. < Quantunque non sia l'oggetto di alcuna cultura, è un arbusto molto abbondante, e potrebbe « cerlamente essere a mezzo piantagioni assai più diffuso. « Quando i frutti sono arrivati a maturità, sì producono dei fiocchi d’una materia tessile, « bianca brillante e così setosa, come la vera seta animale. « È senza dubbio una fra lo piante le più preziose, e che non può mancare di dare dei risul- « tati assai vantaggiosi per le sue trasformazioni e manipolazioni industriali ». A. DeLEUIL. Conservation des insectes. Voici un noveau mélange pour la conservation des insectes: Ac. phénique crist., 10 gr.; choral, 20 gr.; menthol 10 gr, pyridine, 0 gr. 50; alcool à 959, 50 &r. Dissoudre lnisser, reposer huit jours dans un flacon bien bouchè, passer è travers un tampon d'ouate hydrophile et s'en servir pour les insectes de grande taille, en injectant è l’aide d'une seringue de Pravaz, dans la dernigre commisure postérieure de l’'abdomen, 0 gr. 50 par 5 centi- metres de longuour. Les insectes injectès no craignent aucune attaque d'insectes vivants; une boîte de Carabes injectés a été laissée un an sans couvercle, sans qu'aucun dégat y ait été constaté. Saint-Cyr-de-Provence. JeAN RovyERE. NOTIZIE DI CACCIA E NOTE ZOOLOGICHE — Sale — Uccisione d’un orso. Alcuni abili cacciatori di Bordiana presso Malè (Trentino), avendo scoperte le traccie dell'orso, sì diedero ad inseguirlo e dopo molte fatiche incontratolo il 31 di- sembre p. p. sul monte Zoe riuscì a certo Giuseppe Pancheri dì ucciderlo piantandogli due palle in corpo. Rovereto 31 Decembre 1895. Prof. A. Bonomi Note zoologiche. — Dall’ Elba. Delphinus tursio, Fabr; Due notevoli esemplari ; l’ uno alla fine di Agosto, l'altro 1°8 Settembre di quest’ anno, ammagliati, presso Portoferraio a pochi chilometri dalia spiaggia; ambedue d' adulti. 19 scheletro del secondo fu preparato dall' egregio amico mio Amedeo Giulianetti da poco re- duce dalla Nuova Guinea, ove fu per sei anni in qualità di raccoglitore e preparatore della spe- dizione scientifica del Dr, Lamberto Loria. Del primo solo il cranio fu potuto conservare, Uno di essì presentava parassite dello stomaco alcune Filarie non anco potute identificare. Dei reni voluminosi divisi in molti lobuli, che la gente di mare mi disse ottimi, volli man- giarne, non senza notarli, disgustato, estremamente coriacei. Gran parte della massa muscolare, notevolissima, fu salata e compressa per il così detto mosciame, All’ Elba i delfini sono frequenti, al largo, nella specie più comune, D. delphis, L,; sebbene rare ne siano le catture. Del D tursio, sono questi ì primi campioni che noto, e con soddisfazione perchè specie assai scarsa nei marì d’Italia. (Vedi Trois. Elenco dei cetacei dell Adriatico. Riv, ital, di Sc. nat., 1894, n. 10), Genova, Novembre. Giacomo DAMIANI TERIOS RR TO SPIGOLATURE DI APICOL'TURA E NOTIZIE SULLE API _-" occ Per pulire le macchie di propoli che facilmente rimangono nelle manì di chi lavora dentro gli alveari, e che non è facile togliere con Acqua e sapone serve bene quella lava vulca- nica che in commercio si vende con il nome di pomice, Il puzzo di maiale per liberarsi dalle punture delle api. Essendo stato osservato che i maiali non vengono mai attaccati dalle api, anche se essi disturbano in qualche modo gli alveari, sì pensò che ciò avvenisse per la repugnanza che le api avevano per il puzzo del maiale e difatti si provò che strofinando le mani sul dorso di una scrofa si ha un preservativo contro lo punture, che dura mezza giornata, Alla domanda: Quando devesi sovrapporre il melario al nido Daotolittle risponde nel Britisch bee journal: Attendi che la colonia si fuccia popolosa e che i favi sieno pieni di covate nel nido. Se le api trovano nettare, esse non tarderanno ad allungare le celle in alto con nuova cera, ed a fare delle piccole e bianche costruzioni tra i portafavi e la soffitta. Ciò veduto, noi possiamo so- vrapporre il melario coi favetti, imperocchè, tardando, perdiamo tempo e miele, Se invece antici- piamo troppo, avremo i foglietti cerei rosicchiati e perforati. Mezzo di far fermare gli sciami naturali. Il Denizet lo insegna nel giornale Agri- culture du Nord: Ficcate in terra un bastone che bagnerete con sugo di cedro; oppure motteteci un cocuzzolo di un vecchio cappello in feltro nero o di colore scuro; 0 lavate con sugo di cedro l’interno di un'arnia perfettamente pulita; o infine bagnate un' urnia sempro ben pulita con orina fresca. Ponete uno di questi oggetti non lontano dall’ alveare a 99 su 100 jl vostro sciame natu rale andrà a posarsi su esso, Nuovo affumicatore. Nel n. 5 anno scorso del periodico L'Apicoltore trovasi descritto e figurato un affumicatore che corrisponde molto bene al suo scopo. Una riprova che le colonie forti producono più miele, l'abbiamo nelle osservazioni fatte dallo Schoeninger secondo le quali una colonia formata da 20 mila api raccoglie in un giorno soltanto 1j4 di chilog. di miele, mentre 30 mila api ne raccolgono 314; 40 mila 2 chilog. 0 50 mila 3 chilog. Mezzo facile per avere colonie tutte forti senza porre ostacolo all'uscita degli sciami naturali. Fra gli insegnamenti che con tanta competenza impartisce agli apicol- tori l’egregio dott. Dubini, togliamo: Abbiansi arnie a casse sovrapponibili. Uscito lo sciame, lo si inarnia e lo si porta sul fondo e sul posto che aveva il ceppo. Questo lo si colloca invece per il momento su di una sede vacante, sottomettendogli un fondo di riserva. Ora, se il giorno dopo un'altra colonia sciama, si tratta alla stessa guisa lo sciame, ma in luogo di cercar a quest'altro ceppo una nuova sede, lo si sovrappone al primo, infarinando ben bene le api dei due, prima della sovrapposizione. Gli sciami si popolano colle api adulte dei coppi, e i duo ceppi riuniti si ripopolano essi pure a vista d'occhio per la nascita delle covate delle due popolazioni, 0 le nate giungeranno ancora in tempo per la raccolta primaverile. Il favo con covate dato agli sciami. Agli sciami primi non è necessario e non è neanche utile di dare un favo con covate nell'intento che non abbiano ad abbandonare il nuovo domicilio; laddove riesce utilissimo, come è noto, per glisciami secondi, anche nella persuasione che, se la Regina vergine andasse perduta, la colonia avrebbe il mezzo di erearsene un’ altra; ma sarà bene che nelle celle del favo concesso se ne trovino di quelle contenenti cacchioni maschili. Le api dei secondi sciami ne sentono la necessità e li curano sempre colla tenerezza delle madri che si dimostrano tanto orgogliose di avere un maschio. Nutrizione estiva ed autunnale. Nei mesi di continuata siccità, nutrizione vuol quasi dire saccheggio. E per non eccitarlo a danno delle colonie meno popolose e quindi più soggette al saccheggio, se mai non si hanno più favi colmi, in luogo di alimentarle con miele estratto, pos- siamo servirei di qualche famiglia forte per api e ben provveduta e fornire a questa sola grosse razioni di cibo liquido e denso — 2 a 3 litri ogni sera. Essa saprà difendere la concessa provianda e con essa colmare le celle dei favi vuoti che le si daranno in più, e noi li toglieremo di mano in mano che verranno colmati per darle alle deboli, che priveremo dei loro favi vuoti per farli di nuovo colmare dalle forti. La loque o marciaja nelle api. (Dall Apicoltore). Nel British bee journal il sig. Peter Bois osserva che la presenza della marcizja si manifesta al solo vedere delle celle, non vuote, ma svuotate tra quelle già operculate e che contenevano le lurve. Le api di una colonia malata si vedono sul davanzalino intente a pulirsi le zampe posteriori; ciò che non fanno le api di una co- lonia sana, A pag. 51 l' Estensore aggiunge considerazioni di molta importanza. Asserisce che il metodo di Me. Evoy, non solo non è troppo sicuro, ma che non è neanche nuovo e che si è usato 130 anni avanti. Prima ancora di Quinby, Schirach nol 1769 proponeva codesta cura della Zoque. Anche l’idea di Me. Evoy, che è il miele il veicolo dell'infezione, è già vecchia e non provata. Dzierzon asserì che la marciaja scoppiò ripetutamente ne’ suoi alveari dopo il trattamento col di- giuno, tanto più che Me, Evoy non si cura di cambiare l’ arnia. Il Vacillus alvei sì riscontra nell’ape adulta. Il sangue delle oporaje, dei fuchi e delle Regine mostrò sotto al mieroscopio la presenzi dei bacilli, come se ne scorsero perfino nelle uova della Regina, I mieroscopisti sanno che fino a tanto che si trovano spore in istadio latente, se si portano in contatto con un medio opportuno, esse germinano, e che i forti rimedii, atti alla di- struzione delle spore, ucciderebbero anche lo api. Rimuovere le sorgenti delle spore colla distru- zione dello famiglie infette è quanto l’invocata legge sull’ obbligato annientamento tende a conseguire, Termina col supporre che se Me. Evoy riuscì ad ottenere tante guarigioni, la malattia nel Canadà non sia del tipo così virulento quale lo si osserva in altri paesi, e che il suo metodo fu trovato insufficiente in Europa. DuBINI INSEGNAMENTI PRATICI Prova delle facoltà germinative dei semi. Un saggio per accertarsi se le sementi siano buone o no è il seguente, che ognuno può facilmente eseguire da sè ed in pochi giorni (da o a l5): Sì prende un pezzo di stoffa di cotone o di panno qualunque e vì si mette sopra un centinaio dei semi che si vuol provare ; ciò fatto sì avvolge il panno e si mette sott’ acqua per 24 od anche 48 ore; poi sì toglie e così bagnato si sotterra, se la stagione è calda, oppure si conserva in casa in qualche luogo caldo ed umido. I coloni del mezzogiorno d’ Italia sogliono mettere l’ invoglio nel pagliericeio del proprio letto con pieno successo. — Scorso il tempo suindicato sì vedranno ger- mogliare i semi, salvo taluni di piante forestali e conifere, peì quali occorrono persino 40 o 50 giorni, (Giardinaggio n. 11). Nuova forma di innesto. Il sig. Cornw ha presentato alla Società nazionale di agricol- tura francese dei saggì di innesto fatti sopra semi in germinazione. Egli sì servì di quelli di ip- pocastano fatti germinare, recisi, dopo, sopra il colletto e innestati su un getto ancora erbaceo. In tal caso le foglie cotiledonari servono a»mantenere in vita il soggetto, finchè esso si è saldato col nesto. I soggetti erbacei si possono ottenere in piena terra o in serra calda con piante radi- cate o con semplici talee. Cotesta forma è specialmente facile ad applicare coì semi aventi grossi cotiledoni, come quelli di ippocastano, di castagno, dì quercia ece. Tale pratica è però destinata più alla coltura di piante ornamentali, che alla ordinaria agricoltura. (Rivista agraria). I parassiti degli uccelli nelle gabbie, escono fuori verso sera: e perciò per prenderli e distruggerli, sì consiglia di mettere nelle gabbie delle assicelle vuote, siano di sambuco o di cannuccia. Si praticano dei buchi in queste bacchettine, affinchè i parassiti possano trovare un co- modo ricovero e poi, nella giornata, si levano le bacchette e sì fanno delle fumigazioni di zolfo. Così a poco a poco, sì otterrà di annientare la popolazione dei parassiti. (Dal Corriere Agricolo). Modo d’ impedire in estate la, formazione dei bachi nei formaggi da tavola, Si legge nel Bu//ettino del Comizio Agrario di Apt: Si sa che il formaggio, e specialmente quello Roquefort, vien coperto da una campana di vetro. Malgrado ciò ì bachi sì formano in quantità sul formaggio. Basta, sia per prevenirli, sia per uccidere quelli che esistono di già, mettere sotto la campana o intorno al formaggio, delle foglie verdì di vite. In un giorno sarete sbarazzati dì tutti questi ospiti incomodi e disgustosi. Tal metodo avrà il vantaggio di tenere il formaggio più fresco. Questa ricetta ci è stata comunicata dal dottore Enrico Gourrier che ne ha sempre ottenuti buoni risultati. NOTIZIARIO = ronseagr_— Miniere aurifere. La Voce del Lago Maggiore porta la seguente notizia: « Per alcuni recenti lavori eseguiti nelle miniere d'oro del Monte Rosa, esercitate dalla Monte Rosa Gold Mining Company, essendosi praticati nuovi scavi, fu messo allo scoperto uno strato aurifero della potenza di Cm. 50, ciò che, secondo i calcoli; darebbe una quantità di minerali di 25000 tonnellate; e in altro punto furono rinvenuti numerosissimi ammassi dello stesso minerale accusanti un giacimento che si prolungherebbe nella Val di Gressoney. ! < Intanto gli assaggi industriali praticati nei macinatoi piemontesi sopra 17500 kg. di mine- rale ricavato dallo strato sopradetto, diedero una media di 18 a 19 grammi d'oro fuso, al titolo 800/1000, e quelli eseguiti sopra il minerale trovati in ammassi, diedero una media di 70 grammi d'oro fuso, per ogni tonnellata di minerale ». < Gli studi degli ingegneri della compagnia si sono portati anche sopra alcuni filoni argenti- feri della Valle della Sesia, già stati oggetto d'uno sfruttamento anteriore, ma la cui potenza pro- duttiva sembra tutt' altro che esaurita ». « I lavori che così si stan facendo o si preparano, avranno incremento dall'impianto di una forza motrice idraulica e ad aria compressa per la perforazione meccanica e d'una fucina pel trat tamento dei minerali a sistema moderno ». A conferma di quanto dice la Voce del Lago Maggiore, il Corriere Valsesiano aggiunge che sono già in corso i lavori per l'impianto in Alagna delle macghine idrauliche, da poco arrivate. Società colombofila fiorentina. Gara di Colombi viaggiatori. Da Genova a Firenze ebbe luogo il 29 dicembre, in occasione delle feste per l’ Albero di Natale ai bambini poveri, una /an- ciata di colombi, e per quanto il tempo non fosse propizio, riuscì bene. La distanza aerea ò di chilometri 195 e fu superata brevemente da tutti gli aerei messaggeri riuscendo premiati uno dol Sig. Giovanni Bologna giunto in ore 3, m. 42, s. 5 con la velocità onaria di chilometri 52,683, che ebbe una medaglia d’argento dorata dono d'un Socio; ed uno del sig. Giulio Ciotti giunto in ore 3, m. 42, s. 17 con velocità oraria di chilometri 52, 556 ed ebbe una medaglia d' argento. La sera del dì 30 dicembre ebbe luogo una adunanza della Società colombofila, ove l' egregio Presidente Cav. Rag. G. C, Giachetti, presentò la splendida medaglia d' oro donata dall’ On. Ministro della Guerra, per la ben riuscita gara d’ internamento, di cui parlammo il decorso Agosto: pre- sentò pure un artistico piatto di maiolica, donato dall’egregia Sig. Contessa Egeria Ferniani di Ferrara, come dono, per le prossime gare. Quivi si discussero ed approvarono il nuovo Statuto e le riforme al Regolamento delle gare. 12 e iÈ@*x—x.-.2.rr...r-r-r*r*<- —-"--;:° Un fiore eritreo, Il Maron, distinto fioricultore di Roma, ha messo in circolazione un fiore che è chiamato cosméa (Cosmos bipennatus); proviene dall' Eritrea e prospera assai bene fra noi. La corolla del cosméa si apre a bianchi petali come una margherita, ed ha al centro un sof- fice ciuffetto serico di pistilli giallo dorati Ha nell'insieme un non so che del fior di pesco sel- vatico e di rosa di siepe, Il colore dei petali dalla curva gentile è latteo e lo stelo svelto sottile e slanciato, Il nuovo Tunnel sotto il Tamigi. In Inghilterra si stà ultimando un grandioso tunnel destinato ad allacciare fra loro le due città di Poplar e di Greewich, Esso misura 1600 metri di lunghezza e passa ad una massima profondità di 4 metri al di- solto del fiume. Si giunge alle imboccature della galleria mediante due strade in trincera, le cui pareti sono tappezzate da una muratura di mattonelle a smalto bianco. Lo stesso rivestimento copre tutto l’in- terno del tunnel, il quale ha un diametro di circa 9 metri. Esso è il più grande dei congeneri che sono stati costruiti finora. I lavori di escavazione cominciarono nel marzo del 1882 dall’ estremità sud, dove il suolo era più compatto e meno acquitrinoso. Durante i primi 200 metri di percorso ogni operazione procedette senza difficoltà gravi e pe- ricoli, ed ogni mese si compievano 45 metri di scavo, ma nel settembre 1894 la galleria giunse in prossimità del fiume, da cui era soparata da un dislivello di soli 3 metri. Si dovette ricorrere allora all'aria compressa che trattenesse colla sua pressione l’acqua che infiltrando abbondante- mente minacciava di allagare tutta la galleria. Vennero stabilite all'imbocco di essa potenti macchine di compressione ed i*lavori continua- rono faticosissimi e difficili. Basti dire che nei mesi successivi al settembre 1894 il tunnel non avanzò che di 7 od 8 metri ogni mose. Ora ogni passaggio difficile è superato e non rimane da scavare che il ramo d' uscita per circa 300 metri di lunghezza. Si spera che l’opera importantissima e veramente meravigliosa sarà compiuta per l'anno venturo e potrà essere aperta al pubblico esercizio per l’ inverno 1897 al più tardi. (Napoli-Sport n. 36). L'aria, l’acqua e gli alimenti sterilizzati sono nocivi alla vita degli animali e delle piante? Gli esperimenti di Kijanizin dell’ Università di Kieff, dimostrerebbero che la respirazione dell’aria sterilizzata, se non è assolutamente fatale, è almeno di molto nocumento ai piccoli animali, tenuti esclusivamente in essa. Egli mise parecchi animali in gabbie sterilizzate, fornendo loro aria, alimenti e acqua sterilizzati, e trovò che alcuni di essi morirono, e tutti pre- sentarono una grande diminuzione di peso. Ciò si attribuisce al fatto che i mierorganismi presenti pormalmente nell’ intestino, sarebbero deputati alla preparazione delle sostanze azotate che debbono ossere assimilate, e che la loro assenza renderebbe l' animale incapace a digerire completamente il cibo. Colla diminuzione del peso coincise l’ aumento dell’ escrezione dei nitrati e dell’ acido car- bonico, Alcuni recenti esperimenti forniscono un parallelo nel regno vegetale e dimostrano che le piante sono incapaci di fiorire în un prato sterilizzato, perchè alcuni microrganismi inferiori, tro- vati attorno le loro radici, sarebbero essenziali al loro benessere. Essi agirebbero favorendo la combinazione fra l'azoto dell’aria e gli elementi dell’ acqua, provvedendo in tal modo le piante di azoto in una forma assimilabile. (The Veterinarian, 1895, pag. 636 e Clinica veterinaria n. 35). Terre inesplorate. La statistica soventi volte ci offre cose piacevoli ed interessanti, come per esempio una che riguarda un resoconto delle regioni inesplorate del globo, che fu presentata di recente al Congresso Geografico di Londra dal sig. Longan Tabley. Le superficie sono segnate in chilometri quadrati. Africa 10,500,000 chil. q: — Regioni Antartiche 8,000,000 — Regioni Artiche 5,000,000 — Au- stralia 3,620.000 — America del Nord 2,410,000 — America del Sud 800,000 — Isole diverse 800,000 — Asia 400,000, Ciò che apparisce strano sì è che 1° America del Nord sia stata molto meno percorsa che 13 l'America del Sud; il fatto dipende senza dubbio dall'immensa quantità di territori che sì eslen- dono verso le regioni polari. Che che ne sia, sì constata che quelli che vanno in cerca d' Avventure, hanno ancora molto terreno a percorrere, e che trascorreranno ancora parecchi secoli prima che tutta la superficie del globo abbia l'uniforme aspetto della civiltà. Utilità dell’ alpinismo. Ecco come il prof. A. Jaussen parla dell' alpinismo: Il Club alpino è ormai una istituzione nazionale, Il suo scopo è il miglioramento delle forse fisiche, intellettuali è morali della nostra generazione. La montagna forma i fanciulli, essa ne fa degli uomini e dei soldati < La montagna produce gli uomini e la città li consuma » diceva 1° illustre fisico Foucault, Essa si eleva al disopra delle impurità dell'atmosfera dei mezzi ambienti, Dopo che Pascal che primo ha provato di quale aiuto sia la montagna per le osservazioni meteorologiche e fisiche, essa rende incessanti servigi alla scienza, Nuovo concime. Il Sig. C. Faure suggerisce nell'Agricolteur de Bezier di sostituire al Ni- trato di soda il Cianato di calcio che egli assicura di eguale effetto e di costo molto più basso. Piscicoltura. Anche nell'anno corrente saranno per cura del Ministero di agricoltura, im- messi molti coregoni nel lago di Como, con lo scopo di continuare il ripopolamento di quelle acque, I cani adoperati in guerra per la ricerca dei feriti. Nol n. l della Clinica vetori- naria, leggiamo quanto segue che conferma altre notizie da noi date in proposito: Sembra che i cani possano rendersi molto utili in guerra, segnatamente per la ricerca dei feriti. Su un espe rimento fatto a Meuvted, uno di questi animali trovò in mezz’ ora otto uomini che sì fingevano feriti, e che stavano coricati a terra in diversi punti di un bosco. Ogni qual volta ne rinveniva uno, il cane correva a trovare il proprio padrone e lo conduceva presso il finto ferito, Per le ricerche di notte si è trovato un apposito apparecchio, che permette al padrone del cane di seguirlo senza perderlo di vista: è una specie di basto che il cano porta sul dorso e che è munito di due accumulatori e di una lampada ad incandescenza. Un concorso scientifico a premio è stato bandito dal R. Istituto veneto di Scienze, lettere ed arti, con il seguente tema e con il premio di L. 3000, Esporre sommariamente le conseguenze che si sono avverate dall’ apertura del Canale di Suez, pel commercio italiano in generale e pel commercio Veneto in particolare ; Coordinarle alle condizioni di fatto create all’ Italia dagli ultimi avvenimenti succeduti in Africa per parte di potenze estere e segnatamente per noi nella Colonia Eritrea ; Esporre il parere sul contraccolpo che i recentissimi fatti d' Asia saranno per avere in Eu- ropa e quindi anche in Italia ; Indicare quali provvedimenti dovrebbero prendersi rispetto al commercio italiano, e rispetto alla colonizzazione italiana, con particolare riguardo alle provincie Venete, che danno un pre- valente contingente all’ emigrazione. Il concorso resta aperto a tutto il 31 dicembre 1898, Nazionali e stranieri, eccottuati i membri effettivi del Reale Istituto Veneto, sono ammessi al concorso. Le Memorie potranno essere scritte nelle lingue: italiana, francese, tedesca ed inglese, Tutte poi dovranno essere presentate, franche di porto, alla Segreteria dell’ Istituto medesimo in Venezia, dalla quale si possono avere maggiori schiarimenti. Concorso. L'Accademia delle Scienze di Cracovia ha stanziati due premi uno di L, 2500 è l'altro di L. 1250 a favore delle migliori memorie sulle teorie relative alla condizione fisica della terra ed allo studio importante di queste teorie. Le memorie devono essere presentate prima della fine del 1898. Il secondo congresso internazionale di chimica applicata, ed una esposizione in- ternazionale delle industrie chimiche ed agricole, verranno effettuatia Parigi nel luglio-agosto prossimi. Concorso : Nel 1901, un premio di 600 franchi sarà dato all'autore della migliore memoria su la botanica, pubblicata nel Le Monde des Plantes dal 1° di ottobre 1995 al 1.° di Settembre 1900. Gli abbonati del « Monde des plantes, saranno i soli giudici del concorso, ed il premio sarà assegnato per il loro suffragio. Lal cl dae ecc. ecc, » (3) « Ueber Sylvanus surinamensis L und Verwandte » von E. Reitter Wiener Entomol. Zeit, 1890, pag. 255. (4) « Catalogus Coleopterum Europae, Caucasi et Armeniae rossicae » Heyden, Reitter Weise, Mùdling 1891, pag. 168. __r__rTrr_r—_—_—_—_—_—_—r—rrr- GLOSSARIO ENTOMOLOGICO REDATTO da LUIGI FAILLA-TEDALDI ILLUSTRATO CON FIGURE — (continuazione) reuamenrrr—r Palpi uguali - P. aeguales - D. egales - gleichfbrmige Taster - Quando gli articoli sono tulti uguali. Si chiamano isopalpi - gleichgliederige Taster - quando in ambo i sessi si compongono di egual numero di articoli - Phryganidae. Palpuli - Pa/puli - Nebentaster - Si chiamano i palpi mascellari rudimentali dei Lepi- dolteri. Pantofagi - Delpino - Insetti che divorano molte specie di animali como le formiche. Papilla - Papilla - Papille - Warze - Chiamasi un piccolo tubercolo simile ai granelli, o ai tubercoli pedali di alcuni bruchi. Papillato - papillosus - Papillé - Weichwarzig - Munito di papille. Parachili - Parachiles - Evichson chiama due laminette coriacee o membranose poste alla faccia interua del fabro dei Scarabeidae, quando questo è corneo, che hanno qualche analogia con le paraglosse; quando invece è membranoso, vengono rim- piazzate da due serie di ciglia. Paraglosse - Paraglossae - Paraglosses - Nebenzunge - Chiamansi due appendici late- rali della linguetta. Tav. Il. fig. 1 Db). Parallelo - Paral/elus - Parallele - gleichlaufend - Equidistante. Parapleure - Parapleurae, Ischia Strauss o Ischium secundum - Parapleures - Ne. benseitenstucke - Si chiamano i fianchi del torace che riuniscono il pronoto ed il prosterno. Secondo il segmento di cui fan parte si distinguono coi nomi di pro» pleure, mesopleure e metapleure - Alcuni autori |' hanno applicato alle sole meta- pleure - Kirby e Spence = Episterni del metatorace. Fieber col nome di para- pleure designa negli Emitteri i lobi laterali del metatorace. Tav. Il fig. 1 pq). Parapleure appendicolate - ??. appendiculatae - P. appendiculées - Nebensoiten stuckchen - Quando i loro epimeri sono scoperti e distintissimi - Parapleura doppia - para- pleurum duplum - doppeltes Seitenstiick - quando oltre la parapleura si trovano le parapleure appendicolate - Cychrus, Parapsidi - Parapsidae - Parapsides - Mac-Leay ha chiamato due pezzi laterali con cui s'articolano le ali superiori dello scuto o mesonoto in certi insetti di cui non sono che suddivisioni - Si chiamano pure i solchi laterali dello scutello nei Cha- leididae. Tav. VII fig. 1 g). Parapteri - Paraptera, patagia, squama, tegula - Parapteres - Ficher - Taluni ri- guardano questi organi come pezzi propri del torace, altri come dipendenze delle ali - Sono sviluppatissimi nelle Sphingidae = Pierigodi, ipopteri, spallini, squa- mette o squamule - Tav. IV fig. 2 *). Parasita - Chiamasi ogni essere che vive a spese di un altro, Parastigma = Pterostigma. Tav. VI fig. 8 ?). Parte brachiale - Ala sup. degli Imenotteri - Lepelletier dividendo l'ala in quattro parti chiama così la prima che comprende lo spazio occupato dalle cellule basilari. Parte caratteristica - Ala sup. degli Imenotteri - Lepelletier chiama tutta la parte oc- cupata dalle cellule radiali, cubitali e dallo stigma. Corrisponde alla seconda parte delle quattro in cui divide |’ ala. Parte discoidale - Ala sup. degli Imenotteri - Lepelletier chiama quella parte (o terza dell'ala) formata dal disco. Vedi Disco. La quarta parte è formata dal lembo. Partenogenesi - Parto di vergine, ossia senza precedente accoppiamento. Partito - Significa diviso in due parti più o meno profonde = Fesso. Patelle, patellule - Patellue patellulae - Patelles patellules - Scheiben, Tellerchen, Hafitellerchen o Saugschilchen - Piccoli dischetti o coppette che si trovano alla pagina inferiore o sola degli articoli del tarso, che servono a fare aderire il maschio sulla femina. Alcuni autori chiamano i tarsi dilatati. Tav. IX fig. 31 = Copule o coppette. Vedi Ventose. Patente - Patens - Patent - offen weit abstchend — Aperto. Vedi Ali. Pateriforme - Pateriforme - In forma di coppetta. Patria - Patria - Patrie - Località dove trovasi un insetto - Differisce di abitato in ciò che questo oltre della localita indica le condizioni in cui si trova un insetto. Paucitarsi - Dumeril = Coleotteri trimeri o che hanno tre articoli ai tarsi. Pedicellato, pediculato - Pedunculatus - Pedicellé o pediculé - gestielt - Che offre un piccolo picciuolo. Pedicello - Pedunculus - Pedicelle 0 pedicule - Dim. di pieciuolo - Kirby dividendo l'antenna in te parti chiama pedicello la seconda formata dal secondo articolo. Pediforme - In forina di piede, Peduncolato - Pedunceolatus - Pedunculé - gestielt = Picciuolato. Peduncolo - Peduneulus, pediolus - Peduncule, pedicule - Stiel - Si chiama ogni parte basilare più o meno allungata e ristretta come quella dei bilaneieri dei Ditteri - Pedancolo dell’ addome o del retro-corpo chiamasi lo scuto ristretto, talora allun- gato e in parle seoperto come nelle Scarites. Pellito - Pellitus, nanicatus stuposus - Fourré - felzig, gefuttert - Si applica ad una superficie coperta di peli serrati e lunghi senza alcun ordine. Pellucido - Pellucidus - Pellucide - durchschneinend = Transparente. Vedi Consistenza. Peloso - Pilosus, pilifer, piliger - Poilu-haarig - Coperto di peli. Vedi Integumenti. Peluria - Pubes - Duvet - foines Haar - Lanugine finissima. Pendulo - Pendulus - Pendant - hingend, gesturzt - Che pende. Pene - Penîs, Phallus - Penìs - Ruthe o das maonliche Zeugunsglied - Organo copu- latore del maschio, lungo, membranoso e retrattile - Si è chiamato impropriamente pene l’ astuccio di quest’ organo. Rambur chiama un lungo appendice ricurvo posto anteriormente al disotto del terzo segmento addominale delle Libellulidae g'. Penicillato - Penicillatus - Penicillé - pinselfòrmig pennello. Penicillo - Penicille - Chi genti all’ estremità. - Fornito di peli disposti come un amasi un piccolo ciuffo di peli disposti a pennello cioè diver- a E, e 63 FOTI ER I A LIA ris AT Pennato, pennaceo - Pennatus, pinnaceus - Penné, pennacé - gefiedert = Pettinato, cioè con uno stelo nel mezzo e con barbette da uno o da ambo i lati. V.! Antenne, Pentagono - /’entagonum - Pentagone - funfeckig - Figura di cinque lati. Quando in- vece del vertice si trova anteriormente un lato si dice obpentagono - obpentago- num - verkehrt - funfeckig. Pentameri - Pentameri - Pentameres + funfgliederige Fusse + Insetti che hanno cinque articoli in tutti i tarsi. Per - In composizione di un’ altra parola significa il massimo, simile al superlativo. Perfetto - Vedi Insetto o Metamorfosi. Perfoliato - Perfoliatus - Perfolié - durchblittert - Simile a foglia. Vedi Antenne o Clava. Pergamenato - Membranaceus, pergameneus - Parcheminé - pergamenartig - Si usa in senso di coriaceo, o che ha l'apparenza o la consistenza della pergamena. Peristoma - Chiamasi | apertura della bocca negli insetti Ortotteri. Peritrema - Peritrema - Peritreme - Stigmenplatte, Stigmenring - Audouin chiama una sorta di anello cartilaginoso o corneo posto al margine degli stigmi. Perlato - Perlatus - Perlé - perlartig, perlenformig - Che porta punti rilevati ed ar- rotondati. Perpendicolare - Perpendicularis - Perpendiculaire - senkrecht - Vedi Testa. Personato - Personatus - maskirt - Si applica ad una parte che si rileva in forma di naso o muso, come le crisalidi dei Ropaloceri. Pettinato - Pectinatus - Pectiné - gekammt o kammférmig - In forma di pettine, Vedi Antenne. Pettinicorne - Che ha le antenne pettinate. Pettiniforme - Pectiniforme - kammformig - In forma di pettine. Petto - Peetus - Poitrine - Brust - Si chiama la faccia inferiore del torace che com- prende lo sterno nel mezzo, e le parapleure ai lati, e prende secondo l' anello di cui fa parte i nomi di antepetto, medipetto e potspetto. Taluni intendono questi due ultimi pezzi, altri lo chiamano presterno. Pettorale - Pectoralis - Pectoral - and der Brust befindlich - Che dipende o fa parte del petto. (continua) ‘nn UNA RARA ANOMALIA NELLE UOVA DEGLI UCCELLI nn Non credo cosa priva d’ interesse il far notare una rara anomalia da me osservata in un uovo di colombo domestico. Avendo notato in un nido di colombo, che uno dei due uovi era molto più grosso dell’ ordi- nario, mi decisi a praticare un piccolo buco nel guscio e restai sorpreso nello scorgere in mezzo all'albume un altro piccolo uovo. Questo uovo interno era assai piccolo, molto allungato e conteneva il tuorlo e l'albume, come un uovo normale, mentre nell'uovo normale esterno mancava il tuorlo ed era costituito dal solo albume, Avendo riferito la cosa all’ egregio Dr. F. Minà Palumbo di Castelbuono, ne ebbi l' assicura- zione che egli stesso una volta osservò il medesimo fatto in un un uovo di gallina. Il detto uovo era più grosso e con guscio più resistente del solito ; l'uovo esterno era costituito dal solo al- 64 ——————"+ "__--_—-—------——sròèvaà@qaqwtiRrAo*okoàoHoÎoÀÎÎ1 e1e w«———- bume, mentre quello interno, piccolo e di forma allungata, era completo e conteneva un piccolo tuorlo ed il bianco. Il trovare un uovo nell'uovo negli uccelli è un fatto assai raro, ma che sì può facilmente Spiegare considerandolo come un uovo che per caso nell’ ovidutto fu circondato la un albume e da un guscio esterno. Nei mammiferi però nessuno ha mai visto sino ad oggi un uovo nell'uovo, ed invero l' uovo dell' uccello non corrisponde perfettamente a quello dei mammiferi, Nei mammiferi esiste come negli uccelli la cosidetta formazione gemella fisiologica, in cui ogni gemello o si sviluppa in un uovo proprio, oppure ambedue i gemelli si sviluppano nello stesso uovo. Nei mammiferi però lo sviluppo fisiologico dei gemelli in un medesimo uovo, dipende certamente dal fatto che nello stesso uovo si formano due vescichette germinative. Negli uccelli invece si possono formare i due gemelli oltre che per la esistenza delle due vescichette germina- tive, come nei mammiferi, anche per la presenza di due vitelli contenuti nello stesso uovo come parecchie volte mi è occorso di osservare. Girgenti, Aprile 1896, Dr. Cosimo LEONARDI amare a a aan na L'INFLUENZA TERAPEUTICA DELLA LUCE Quell'agente che promuove e regola molte delle funzioni animali e vegetali, quell' agente che colla sola sua presenza determina violente reazioni chimiche — la luce — esercita sull’ organismo umano anche certi influssi particolari, di cui è sfuggita fin' ora l’importanza. Si riconosce, è vero, nella luce una benefica azione indiretta, cioò la sua efficacia a preservare gli ambienti, e perciò l'umano organismo, dallo sviluppo di certi germi malefici, tanto che si dice « Dove non entra la luce entra il medico »; ma di un influsso diretto sul nostro organismo niuno ha trattato nè tam- poco ha sospettato l'esistenza. Alle presenti considerazioni mi ha indotto 1° osservazione di un caso che ora passo ad esporre e insieme le curiose asserzioni di certi individui : 1.° X è un individuo macilento e nervoso. Trovandosi in Roma, ha preso in subaffitto da pochi giorni una camera dove gode aria e luce a esuberanza. Una notte, dopo orribili sogni, si sveglia d'improvviso, tutto rabbrividito, battendo i denti e con senso di soffocazione ascendente grado grado alla gola. Tasta il polso e lo sente irregolare, filiforme. Accende la candela, e alla luce che inonda la camera si sente sollevato: a poco a poco ritorna la calma: dopo un'oretta ac- coccolato e quasi seduto sul letto come già s' era messo allo svegliarsi, e colla faccia volta a quella fiamma che è la foute del suo benessere dimentica sè stesso in una specie di dormi-veglia. — Ma nella notte seguonte gli succede lo stesso: nuovo incubo, nuovo senso di soffocazione con paura di non rivedere il mattino... Cerca anche stavolta di far luce, ma non trova fiammiferi. Eppure sente il suo desiderio troppo giustificato, tanto che si alza e sì arrischia a bussare, con pericolo di noie a sò e ad altri nel cuor della notte, alla camera del coinquilino per chiedergli la grazia di un zolfanello! Egli viene accontentato, e anche questa volta col semplice lume della camera acquista ì lumì della sua fantasia stravolta. 2.° Un altro individuo, Z, è molto grasso ed anche intemperante. Durante la notte egli dorme bene o male, secondo la buona o cattiva digestione; per lo più è il secondo caso quello che si ve- rifica. Però, dice egli, to mi sento consolato, e non so perchè, quando allo svegliarmi vedo pene- trare fra gli oscuri della finestra i primi raggi dell’ alba. 3.° Un alunno dì collegio, che dorme con quindici altri nel dormitorio, da me interrogato se ìl chiarore della candela alla notte l' offenda, mì assicura che ensi gli piace assai dormire in ca- mera che sia illuminata (fin qui nulla di strano per un fanciullo), e che fissa con voluttà la fiamma, e fissandola sî sente più tranquillo. Dopo ciò che ho esposto, non sì può negare che in qualche circostanza la luce eserciti un 85 fascino singolare su certi individui. Iufluisce quella sul fisico e da questa indirettamente sul mo- rale? Oppure influisce dapprima sul morale e da questo indirettamente sul fisico? Lascio ad altri risolvere la questione ed investigare le cause : a me basta, per ora, constatare il fatto che la luce può qualche volta spiegare un'influenza strana e quasi una virtù terapeutica in certi individui come quello da me citato nel primo degli esempi autentici suesposti. Non dico con ciò che la luce debba porsì fra i rimedii curativi o stabilire una fototerapia acsanto alla idro ed elettro-terapia : il fatto piut- tosto potrebbe servire al medico curante, come un dato per facilitare la diagnosi, Questo fenomeno, se così vuolsi chiamare, è infine il reciproco della fotofobia @ potrebbe quindi chiamarsi fotofilia, sebbene, a mio credere, l'una non sia sempre esclusione dall'altra per uno stesso individuo in circostanze diverse. GriLLo Nicorò DE ESE UN VELENO DOMESTICO rien Son gia passati vent'anni dacchè io pubblicai questa formola semplice di economia domestica, che altri foggiarono poi in mille altre guise: « non spazzate la polvere, ma raccoglietela », In- fatti io considerai sempre la polvere come il veicolo principale di un certo numero di malattie ‘o di gravi affezioni nervose, Ò La polvere minerale è un irritante delle mucose, e la polvere organica comprende gran numoro di microbi di cui alcuni possono essere patogeni; quindi a quale scopo compiere questo lavoro di Penelope consistente nel cambiare di sito Ja polvere, la quale finirà col ricadere colà donde la si è levata? Bisogna togliere la polvere e non farle mutar luogo. Il mierobo pericoloso era là tranquillo in un canto; col sollevar la polvero si va a cercarlo, lo si fa vibrare nell'aria e lo si spinge forse negli organi della respirazione. Spazzare non è altro che riempire di polvere i polmoni. Strano metodo igienico ! Da che io alzai la voce contro questa irragionevole costumanza, i medici raccomandarono anch'essi di non muovere la polvere e di levarla invece con pannolini umidi. In molte case le scope e le spazzole sono state bandite per sempre e si dovette dichiararsi contenti di tale novità; v'è meno polvere e la salute ne ha guadagnato. Il ministro dei lavori pubblici di Francia, persuaso dei danni della polvere, raccomandò alle compagnie delle strade ferrate che non si lascino pulire i carrozzoni mentre stanno per salirvi i passeggieri. Infatti, secondo ricerche fatte in Germania, si riconobbe che le polveri delle carrozze contengono microbi in gran numero, specie quelli della tubercolosi. Ritorniamo su tale argomento non certo di poca importanza, poichè il prof. Straus, dell'Acca- demia di Medicina, con eloquenti esperienze ha dimostrato fino a qual punto noi siamo minacciati dalle polveri. Chiunque abbia osservato una tenda davanti alla commessura di una finestra, si sarà certo accorto che v'è su essa una lista nera visibilissima; essa proviene dalla polvere che, tra- sportata dall'aria penetrante per la commessura, si ferma sul tessuto. Il nostro naso fa l'ufficio della tenda, e in esso si ferma la polvere respirata coll’aria. In mezzo a questa polvere spesso vi sono molecole di sputi disseccati di tisici, ed a ragione Willemin e Koch la considerarono da lungo tempo come l'agente per eccellenza del diffondersi dell’ infe- zione della tubercolosi. Cornet ha fin fatto vedere direttamente che l'aria dei luoghi abitati dai tisici può trasportare polveri aventi virulenza tubercolosa. Lo Strauss andò più oltre. Poichè le cavità nasali sono ricettacolo della polvere, se essa con- tiene veramente microbi pericolosi, questi si devono ritrovare nel naso. Le esperienze fatte dimo- strarono appunto ciò; e si riconobbe che i bacilli penetrano e soggiornano con tutta la loro vi- rulenza nella cavità delle fosse nasali in persone del resto affatto sane, ma viventi per un tempo più o meno lungo ove vi siano tisici. I bacilli stanno nel naso, vale a dire nell' anticamera donde, se non sono scacciati, penetrano nei polmoni. 66 I —_-Lbk}+ —--iywoMM=“"-. Il prof. Strauss cercò i bacilli della tisi all'ospitale della Carità e all'ospitale Laennec degli infermieri e in alcuni malati colpiti da affezioni diverse dalla tubercolosi. Egli raccolse le polveri nasali, e le inoculò in porcellini d’/ndia. In un certo numero di questi animali sì trovò il bacillo della tubercolosi, e si riscontrarono i principali perturbamenti prodotti dalla malattia. Furono fatte ventinove esperienze, su ventinove persone affatto libere da ogni sospetto di tubercolosi : nove avevano il bacillo pienamente virulento ; ed è questa una proporzione tutt’ altro che trascurabile. Fra i vari casi, sei furono di infermieri viventi all’ ospitale e che scopavano le sale e battevane i tappeti. Su otto ammalati di affezioni diverse uno diede un risultamento positivo. Infine, tra sette allievi infermieri, i quali non passavano se non poche ore al giorno all’ospitale, due avevano ba- cilli nello loro cavità nasali. Il naso è dunque il primo punto di fermata del bacillo della ‘tuber- colosi nell’entrare nelle vie della respirazione. Ognuno comprende quindi quanto a ragione si ripeta: diffidate della polvere; ma sì. deve pur inculcare: abbiate cura del naso. Evidentemente si deve pulire il naso come sì puliscono i denti; a tale scopo si userà una piccola pera di gomma piena di una soluzione antisettica, soluzione d'acqua con traccie d'acido fenico o simili. Se non si possa disporre di tule arnese, sì potrà ver- sare la soluzione nella cavità della mano, aspirando lievemente il liquido finchè penetri nelle ca- vità nasali. Non è facile pulir bene il naso tante sono le tortuosità di esso, ma, ripetendo ì lavacri Sì può sperare di porsi al sicuro dai mierobi, In fine ripeterò di nuovo: bisogna guardarsi dalla polvere; non si deve sollevarla, ma racco- glierla. Ottimo provvedimento è poi quello di lavare il naso due o tre volte per settimana, Il medico di casa. HenRY DE PARVILLE. NOTIZIE DI CACCIA E NOTE ZOOLOGICHE —_TaraktkzTT__ PANDION HALIAETUS (Linn. ex Gesn.) o FALCO PESCATORE Il giorno 30 Marzo perduto, un grosso rapace fu visto aggirarsi a poca altezza sull'acqua di un nostro laghetto artificiale per la caccia delle anitre. Salutato da un ben aggiustato colpo di fu- cile cadde ferito e fu preso. Esaminatolo vidi trattarsi di un grosso individuo del Falco Pescatore Pandion MHaliaetus (Linn. ex Gesn.). Volli naturalmente conservarlo per la mia collezione. È la prima volta che il Falco pescatoro, a quel che io mi sappia, viene catturato in Val di Chiana e difatto io non ne feci menzione nella mia Avifauna di questa regione, che diedi alla stampa nel 1891. Il prof. A. Dei (1) lo dice accidentalmente avventizio per la «provincia senese ed un solo individuo ne ebbe nel 1858. Nell'Umbria neppure fu osservato e non lo trovo registrato nell'Elenco della Avifauna Umbra, pub- blicato dal Sig. Filippo Silvestri nel Bollettino della Società Romana per gli studi zoologici (Roma 1893). E nemmeno il Conte di Carpegna annovera il Falco pescatore nelle sue note sulla Avifauna della provincia di Pesaro-Urbino (Roma 1892). Infine dai resultati della Inchiesta ornitologica appare che questa bella specie è ovunque scarsa o accidentale in Italia, eccezien fatta pel Cremonese che il Ferragni la dice di passaggio regolare în Marzo-Aprile, e per le isole di Sardegna e Sicilia, ove trovasi sedentaria, mai però comune. Del resto il Falco pescatore, che per il becco e gli artigli svilupatissimi ed adunchi, potrebbe dirsì un' Aquila vera e propria, non è frequente in verun luogo anche oltre ì confini del nostro paese, quantunque lo si incontri in quasi tutta 1° Europa (Degland. Ornithologie Eurapeenne) e nell'Asia occidentale, nonchè nell'Africa settentrionale (Brehm). Per questi motivi ho reputato che questa cattura potesse esser citata nel Bollettino del natu- ralista e dovesse interessare chì sì occupa dì ornitologia. Lucignano (Arezzo). — Villa di Fabbriche. G. A. GRIFFOLI (1) AeeLLE DEI - Catalogo degli uccelli della provincia senese. Siena, 1862, La lepre bianca. Sembrami che nella delimitazione della dimora della lepre bianca o va- riabile, siavi nella nostra fauna italica, una inesattezza. Il Cornaglia nel suo Catalogo di mammiferi, dice: < In Italia questa specie parmi che non sia stata osservata che nel Veronese, ove può essere penetrata dal vicino Trentino, dove è fre- quente. Secondo il De Betta, si sarebbe preso talvolta il lepre bianco a Campo Fontana, a Chiozza e a Campo Bruna ». È una delimitazione troppo ristretta ed affatto erronea. Infatti il Fatio cì av- verte come la lepre bianca sia comune sulle montagne Svizzere che confinano coll’ Italia. Il prof, De-Carlini Dott. Angelo prima, ed il Dott. Gelli Bruno poscia, nelle loro faune Valtellinesi, ce la annoverano comunissima sui monti della provincia di Sondrio, Il Conte Tommaso Salvadori pub- blicò una nota negli Atti dell’ Accademia delle Scienze di Torino del 1877 intorno alla lepre bianca in Italia e ci dice che è comune in Piemonte e nella riviera dì Ponente, Io posso poi aggiungere che essa è abbastanza comune anche nella riviera ligure dì Levante, perchè in Dicembre 1895 e nel Gennaio 1896, ne vidi numerosi esemplari sui mercati di Recco, S. Margherita e Chiavari, ivi portati dai cacciatori delle cime dei vicini Appennini, Caro FABANI Orsi uccisi nel Trentino. Il 30 aprile ultimo scorso, la guardia forestale Luigi Francesco Francescotti di Stenico, trovandosi al luogo detto Orti del Caigol scorse le ormo fresche d'un orso. Caricò il fucile che aveva seco con grossì pallini e, incontrata la belva con un colpo ben diretto l’atterrò. Quest'orso era magrissimo e coperto d'un lungo e folto pelo fino alle unghie. Ai 4 corrente maggio sul monte F/avona poco lungi dal passo del Crostè, dai soliti rinomati cacciatori fratelli Lorenzoni, detti Sanviti di Cles, venne ucciso un maguifico orso adulto del poso di circa 120 chilogrammi. Ambedue queste catture avvennero nel gruppo di Brenta, che continua ad essere il centro di diffusione della belva per tutto il Trentino occidentale. Rovereto 9 maggio 1896. A. Bonomi Da Reggio Calabria. Il passo dei rapaci fu quest'anno abbondantissimo di Yalco Ves- pertinus dei quali ho avuti bellissimi esemplari. Ma la sola novità che registro, fino al momento, è uno splendido Nibbio nero, Mi/vus niger, Briss. 8 maggio 1896. Giuseppe MosenELLA Anatra albina. Il 10 aprile fu uccisa presso il lago di Chiusi una Marzaiola albina g (Querquedula cireia) chiamata colà Roccanella, e Gregorello nella Valdichiana. È quasi completa- mente bianca con le ali del color naturale, meno le cuopritrici che sono bianche, come bianca è la timoniera media. Il nero della testa è di un nero sbiadito, quasi bigio. D. Catture di aquile. Il 3 marzo in località boschiva detta Sustrice lontana circa 3 chilom. da Spoleto, nella caccia del Sig. Antonelli, fu preso un grosso esemplare giovane di Aquila reale ‘(A crysaétos Lin ) mentre sì calava su di un piccione di richiamo. Il 6 Aprile fu presa viva nelle vicinanze di Grosseto, nella tenuta « La Trappola », una bella Aquila di mare £ (Haliaetus albicilla) ed ecco come avvenne la cattura: Diversi uomini passando presso il luogo detto Trappola vecchia, videro poco distante 4 grossi uccelli i quali mangiavano gli intestini di agnello, che in grande quantità vi erano stati gettati da un vergaio che ne aveva colà uccisi oltre 100 il giorno avanti. Questi uomini avevano seco dei cani e questi andarono contro quegli uccelli, che erano 4 aquile, ma due cani rimasero feriti. Si avvicinarono pure gli uomini, ed allora le aquile vola- rono via, ma quando furono molto alte una cominciò a ricalare e cadde battendo un forte colpo in terra, in modo che per la caduta e per una bastonata datale, rimase sbalordita e fu presa viva, Visse alcuni giorni senza mangiare, quindi la uccisi e trovai gli intestini rotti ed i resti del pasto sparsi, in parte, fra gli intestini stessi. Siena, maggio 1896 S. Brogi 68 INVENZIONI*H: SCOPERTE Vestiari di carta. Nel n. 268 del Commercio toscano, leggesi che i Giapponesi durante la guerra conla China, portarono vestiari di carta forniti loro da una fabbrica di Chicago. Essi riu- scivano così soffici, così morbidi, così leggieri, che si credette opportuno di generalizzarne l' uso persino negli ospedali. Il prezzo di queste tele e stoffe di carta è ancora elevato, ma l'inventore spera di poter rime- diare a questo inconveniente, tanto più che in Inghilterra la fabbricazione potrebbe essere più ra- pida e più economica, avendo ivi a disposizione maggiori energie economiche. Colla carta si fanno già biancherie d' ogni sorta, e perfino calzoni e camicie ! La carta che serve alla confezione di queste camicie e di questi calzoni è fatta mediante una speciale disposizione meccanica e colla sovrapposizione di parecchi straterelli sottilissimi. Viene orlata con della lana e munita di bottoni e di ganci, Questa materia offre una grande solidità e morbidezza e non disturba per nulla i movimenti, non essendo affatto impregnata di colla. Sacchi di carta. Negli Stati Uniti è impiantata la fabbricazione dei sacchi di carta. La carta a sua volta è fabbricata coi residui delle corde di canapa e mediante un trattamento colla calce si ottiene un prodotto molto forte che stà fra la carta propriamente detta e la tela da sacchi. Dei nuovi sacchi se ne mostrano assai soddisfatti i mugnai americani, La sola fabbrica di Canajoharie nello stato di New-York (Arkell e Seimiths) somministra giornalmente 140 mila di tali sacchi, della capacità di 50 kg. e che presi in grandi partite costano soltanto 15 centesimi ognuno. Legno fuso. I signori E. Bizonard e L. Lenoir hanno trovato un processo meccanico per fondere il legno come si fondono il piombo, lo stagno ed altri metalli, ed hanno applicata questa loro scoperta alla fabbricazione dei caratteri tipografici. Da prove fatte, resulta che i caratteri in legno fuso prendono l'inchiostro con grande facilità e corrispondono perfettamente in ogni loro parte. Questa scoperta ha una grande importanza per le molteplici applicazioni alle quali è destinata. Nuovo telegrafo elettrico stampante. Il sig. U. Landi di Firenze ha ideato un nuovo sistema di telegrafo stampante, assai più semplice di quelli dell’ Hughes e del Baudot, mentre serve egualmente bene, porge minori: difficoltà ed importa una spesa minore. Minerali nuovi. (P. Gaubert. Naturaliste). La Darapschite è stata trovata ia grandi masse e in cristalli nella Pampa del Toro al Chilì. È il primo minerale che resulta composto di un azo- tato e di un solfato. La Lautarite trovata nel medesimo giacimento. È un iodato di calcio e sì presenta in cri- stalli prismatici monoclini. Anche la Dietserite è stata rinvenuta nel Chilì e dedicata al mineralogista alemanno Dietze. È un iodocromato di calce. La Coefenite è un minerale che si presenta in forma di massa terrosa, trovato a Kritz in Boemia dal Kartzer. La Crossite è un anfibolo sodico in piccoli cristalli aciculari, bleu, scoperto in una roccia cristallina schistosa di Berkeley in California. La Kamarezite proveniente da Kamareza. Presentasi în masse cristalline con fessure nelle quali sì trova pure in cristatli ortorombici. È un solfato di rame idrato. La Tilassite è un arseniato di calcio e magnesia con del fluoro, trovato a Langban in Svezia. Nuove e ricche sorgenti di petrolio sono state scoperte a Novorossik in Russia e presso Surobaya nell'isola dì Giava. mi NOTIZIARIO Inoculazione della tubercolosi dai gallinacei ai mammiferi. Da numerose esperienze praticate da Cadiot, Gilbert e Roger, risulterebbe che il bacillo della tubercolosi aviaria e quello MR I, RR PRI RI PANE, RR TT TTT della tubercolosi dei mammiferi, costituirebbero due varietà o razze della medesima specie. Essì ammettono perciò che la loro orig ine sia comune e la loro trasformazione possibile, La tubercolosi dei gallinacei sì inocula facilmente al conìg dopo parecchi passaggi sui mammiferi può divenire attivissim tempo può perdere la sua azione nociva per ì gallipacei. lio, più difficilmente alla cavia, ma A per questo roditore e nello stesso Gli A. avvertono che per osservare simili modificazioni nella virulenza del bacillo aviario, bi- sogna prolungare le esperienze per degli annì e tener presente che la tubercolosì dei non deve essere considerata come un virus fisso; esso varia notev Reciprocamente i mammiferi di una stessa specie sono lungi gallinacei olmente da un’ uccello all'altro, dal presentare la medesima sensibilità e resistenza per un dato virus; esistono delle suscettibilità indiv conto. (Revue rét., 1896, pag. 159). Processo chimico per riconoscere la carne di cavallo. Courtoy e Coremans hanno recentemente pubblicato un esteso lavoro su questo argomento, Essi, modificando il processo Briiu- tigam ed Edelmann, indicano il metodo seguente come il più semplice ed il più sicuro. Si prendono 50 gr. .di carne finamente triturata @ si mescolano a 200 gr. di acqua, indi la miscela si sottopone all' ebollizione per 15 minuti se si tratta di carne fresca, per mezz'ora so si tratta di carne insaccata, Dopo il raffreddamento, il brodo così filtro di carta, preventivamente bagnato per iduali dì cui bisogna tenere gran ottenuto viene passato da un impedire il passaggio dei corpi grassi parzialmente emulsionati. Se il liquido è Spesso o contiene amido, può servite utilmente un sottile pannilino, Poscia si mette una piccola quantità del liquido filtrato in un tubo da saggio e si tratta con al- cune goccie di questa soluzione: Jodio 2 parti; joduro di potassio 4 parti; acqua 100 parti Ora possono darsi tre casi: o il liquido si colora in bruno-scuro © si ha a che fare con tut- t'altra qualità di carne che di cavallo; o prende una colorazione bruvo-scura, la quale scompare col riscaldamento a circa 80° c, per riapparire col raffreddamento, ed allora il brodo proviene da carne di cavallo; o infine il liquido si colora intensamente in bleu, il che indica la presenza di amido nella preparazione. In questo caso, il brodo viene addizionato con una quantità di acido acetico almeno doppia del suo volume e trattato come sopra. Secondo gli A., questo metodo dà risultati certi e costanti per tutti i muscoli del cavallo, ad eccezione del pterigoideo interno ed esterno sempre sprovvisti di glicogene. (Ann. de Méd, vèt., 1895, pag. 476 e Clinica veterinaria). Actinomicosi della lucertola. Il Dr. Terni ha trovato in Lacerta agilis e viridis noduli epatici grigiastri fatti da elementi del pus e da un micelio di delicati filamenti ramificati. I carat- teri colturati lo avvicinano all'actinomyces bovis, di cui potrebbe essere considerato una varietà. (Act. lacerto). Le colture inoculate a L. agilis, viridis, muralis e a coluber viridiflavus, provoca- rono le stesse alterazioni. La lucertola potrebbe quindi essere un agente di diffusione dell’ actinomyces nei pascoli, (L'U/f. Sanit., 1896, pag. 160 e Clinica veterinaria GALLI). Un nuovo cereale. Il dipartimento degli Stati Uniti dell’ America del Nord ha intrapreso una larga inchiesta su di una nuova specie di cereale scoperta per caso nel sud, nello Stato del- l’ Alabama. Gli agricoltori delle vicinanze di Pittsburg, i cui animali pascolavano nelle bassure dei fiumi, osservarono che il bestiame mangiava di preferenza una specie di pianta, le cui estre- mità consistono di una infruttescenza fra foglie pendenti simile all' avena, In seguito a ricerche risultò che questo foraggio aveva un sapore dolce, conteneva dell'amido e presentava un aroma analogo a quello dell’ avena. Si raccolse il nuovo frutto, lo si tribbiò e lo si impiegò come foraggio. I cavalli Jo preferirono al mais e all'avena; lv si somministrò anche agli uccelli e ai maiali; si ottennero risultati favorevoli. Fino ad ora non si sa che siano stati fatti tentativi per la preparazione di farina e di pane, ma è generale l'opinione che si possa ot- tenere, con una appropriata manipolazione, un prodotto nutriente e saporito. Il prof. Coville, del dipartimento dell’ agricoliura, è del parere che con tentativi continuati di coltivazione si possa ottenere un cereale di gran valore, come il mais, l'avena e l'orzo. Lo stesso seme è ancora poco conosciuto, cosicchè è tuttavia incerto se si possa affermare la sua utilità, I frutti sono da 2-3 volte più grossi dell’avena:; la spiga è lunga un pollice, e grossa mezzo polli- ce, di colore giallo, secca è di sapore gradevole. Il valore nutriente è considerevole. Gli agricol- tori del sud degli Stati Uniti hanno fatto diverse prove di coltivazione. Secondo i rapporti dei gior- nali, dopo la scoperta sarebbero già stati raccolti e trebbiati milioni di dushels, ridotti mediante diligenti manipolazioni in provvista di foraggio per l'inverno. (Movimento agricolo) I Bacteri delle leguminose. Solfed, in uno studio pubblicato sulla inoculazione del ter- reno per la cultura delle leguminose, dice che gli insuccessi avuti nell’introdurre le leguminose in terreni di recente dati a coltura, possono essere evitati, apportando nel terreno da 10 a 20 quin- tali per ettaro di una buona terra in cui da tempo si coltivino leguminose, mescolandola al suolo con un buon lavoro. Si apporterebbero così i fermenti per la buona riuscita‘ delle piante fissatrici di azzoto. Nuova spedizione al polo Antartico. I giornali di Bruxelles riferiscono il progetto d'una spedizione nelle regioni polari antartiche. La nuova impresa sarà capitanata da due belgi, il luogotenente Gerlac e l’astronomo Stroabants. La spedizione si imbarcherà a bordo di una baleniera a vapore. L'equipaggio composto di nor- vegiani, sarà scelto con gran cura fra i pescatori di balene dei mari polari. La partenza dal Belgio avrà luogo verso il 1.° settembre. Dopo qualche breve sosta, la spedi- zione lascierà il capo Horn, e si dirigerà, prima verso le terre scoperte nel 1893 dal bastimento Giasone, poi s' avanzerà il più possibile verso sud. Intorno al marzo 1897 prenderà riposo in un porto dell’ Australia, facendo erociera nel Pacifico, fino al ritorno della buona stagione, L' estate Seguente, cioò dal novembre al marzo, si spingerà nuovamente nelle regioni polari e specialmente verso la Terra Vittoria per determinare il polo magnetico e raggiungere possibilmente il punto che Roos non potò determinare se non per induzione e approssimativamente. La spedizione durerà circa una ventina di mesì, ì Esposizione nazionale di Avicultura. La Società colombofila fiorentina ha deliberato di effettuare nella primavera 1897 una esposizione nazionale di Avicultura da tenersi in Firenze nei locali medosimi della esposizione di Arti e Fiori. In tale epoca si terranno alcune conferenze teorico-pratiche di avicultura, avrà luogo, possi- bilmente, un Congresso nazionale colombofilo 0 sarà indetta una grande gara nazionale di colombi da corsa, Affinchò questo progetto possa felicemente effettuarsi, il Consiglio direttivo di detta Società, Apre una sottoscrizione, ad oblazione a fondo perduto di lire dieci ciascuna, e noi speriamo che coloro che si interessano dell'avicultura sia come industria, sia per studio o per diletto, non mancheranno di prestare il loro appoggio alla benemerita Società colombofila fiorentina, onde l’utilissimo scopo che essa si propone, con il mandare ad effetto quanto sopra è detto, venga splen- didamente raggiunto. Un bove fenomenale. A. Daiston, in Inghilterra, è stato inaugurato un importante con- corso agricolo, al quale, dall’ allevatore Trimble, venne presentato un bove irlandese veramente fenomenale. L'animale, infatti, ha un altezza di m. 1,85 e pesa nientemeno che una tonnellata e mezzo. Questo toro è oggetto dell’ ammirazione generale dì tutti gli agricoltori ed è veramente il tipo più grande e più pesante della razza bovina finora conosciuto. Nido di cutrellole fatto di acciaio. A Soletta erano state gettate via da un orologiaio, molte sottili e vecchie molle da orologio ridotte in pezzi. Durante la stagione delle cove, l'orologiaio vide su di un albero un nido di aspetto singolare, tanto che vi sì volle avvìcinare per esaminarlo e rimase sorpreso nel vederlo formato intieramente di quei pezzettì di molle che egli aveva gettate in quei pressi. Il nido era di cutrellole o batticode gialle e quando esse ebbero terminata la cova ed i pie- colì abbandonato il nido, 1° orologiaio lo prese e ne fece dono al museo di Storia naturale di So- letta in Francia: sil eee lata wr __——r———r ————— tut È aperto il concorso alle cattedre di agraria, estimo e computisteria agraria, negli Istituti tecnici di Pavia e di Reggio Calabria. Le domande devono essere inviate al Minì- stero della pubblica istruzione entro il 30 Giugno prossimo. Un concorso per la scoperta dell' agente infettivo dell'afta epizootica è stato aperto dal Ministero di agricoltura di Berlino, con premio di L. 3750. Tempo utilè fino al 1 Feb- braio 1897. La Federazione italiana dei Consorzi agrari residente in Piacenza, ha bandito un concorso con premio di .L. 1000 in oro, da conferirsi al migliore studio che coneluda colla proposta di un metodo efficace semplice e non troppo dispendioso, con cui sia dato di accertare lo adultora- zioni dei perfosfati. Altri concorsi a premi. Allo scopo di aiutare ai bachicoltori più modesti, la vendita dei bozzoli a miglior prezzo e di estendere l'applicazione del principio della cooperazione, è stato ban- dito dal nostro Ministero di agricoltura, un concorso con 2 premi da L. 3000 e 3 da L. 1500, fra le associazioni o consorzi di bachicultori. Il medesimo ministero ha pure aperto altro concorso con premio dì L. 5000 che sarà conferito al costruttore di un apparecchio di nuova invenzione per la stufatura dei bozzoli, e che sarà rite- nuto come meglio corrispondente alle esigenze tecniche ed economiche. Le domande devono essere presentate per il tramite delle Prefetture fino al 80 aprile 1898. NOMINE, PROMOZIONI, ONORIFICENZE, PREMI Tognini dott. Filippo, nominato conservatore nell'orto botanico della R. Univ. di Pavia. Montemartini dott. Luigi, nominato primo assistente presso l'orto predetto. De Simone Paolo, è stato nominato socio onorario dell' Associazione fra i giardinieri e fiorai di Firenze, per l'incremento che egli dà all'orticultura, ed ebbe dalla Società d' orticoltura di Napoli uno speciale diploma per la cooperazione prestata alla 7.* esposizione. Tavola necrologica PAVESI prof. ANGELO, già professore di chimica nella Università di Pavia ed ora di- rettore della Stazione chimica agraria di Milano, è morto il 12 aprile scorso. BOGDANOFF prof. ANATOLIO, direttore del museo zoologico di Mosca, cessò di vivere il 28 Marzo scorso. RICHIESTE E OFFERTE ———_ rio - - Domande di cambi, indirizzi, domande e risposte diverse - Gratis per gli abbonati Quando non vi è speciale indirizzo, rivolgersi all’amministrazione del giornale, la quale rappresenta gli abbonati che pubblicando richieste od offerte desiderano rimanere incogniti. Gli abbonati sono pregati ad approfittare di questa rubrica, poichè più che le richieste ed of- ferte saranno numerose, tanto maggiore sarà l'utile reciproco che ne ritrarranno gli abbonati stessi. Preghiamo pure gli abbonati a farci conoscere i loro cambiamenti di residenza, le loro no- mine, promozioui ece., gli studi speciali ai quali si dedicano, nonchè se tengono collezioni e se desiderano far cambi. Questo periodico è assai diffuso anche all'estero, per cui un annunzio posto in questa rubrica, anche una volta all'anno, servirà a mettere gli abbonati in relazione con i colleghi d'Italia delle altre nazioni, specialmente Europee. 82 Si fa ricerca di corna appaiate di Cervo, Daino, Stambeceo e Muflone, 83 Paolo de Simone, Città della Pieve (Umbria). Collezione di semi per dilettanti 87) botanici, agricoltori, orticultori, in pacchetti col nome e coltivazione, ciascuna specie cent. 15. Cento pacchetti in cento specie o varietà lire dodici. Inviando semplice carta da visita si ricevono listini di altri generi attenenti alla floricultura e pollicultura, 84 Giulio Ceresole, Santa Marina, Venezia, cede al maggior offerente la seguente opera: C. G. Calwers Hiferbuch. Naturgeschichte der kéfer Europas Herausgegeben von Professor Dr. G. Itiger. Vierte Auflage mit 2 sechwarzen und 48 Kolorirten Fafeln. Nuovissimo, legato in tela 6 cartone con fregi neri e oro. Prezzo originale L. 30. 85 Giovine venticinquenne, pratico trattamento cose agricole, corrispondenza, contabilità, raccomandabile come viaggiatore negli articoli concimi chimici, solfati e macchine agricole, ac- cetterebbe posto presso importante e seria ditta, offrendo cauzione, ottime referenze, miti pretese. Scrivere al Direttore del Progresso Agricolo, Soligo (Treviso). 86 M. J. Puteaux, Debarcadère Rive droite, Versailles, (France), pour le mois de Juillet prochain offre gratuitement une plante d' Ortposiphon stamineus (Voir la communication a la pag. 5! du N. 4) aux directeurs de Jardins botaniques qui voudront biens lui en faire la demande. 87 Si fa ricerca dei seguenti lepidotteri: Apatura ilia, Limenitis populi, Catocala fravini, Lithosa complana, Apatura iîris, Acherontia atropos. 88 S. Brogi, via Baldassarre Peruzzi 28, Siena, offre Opali nobii nella roccia con splen- dide iridescenze; varietà dette: opale di fuoco, opale di sole, girasole, arlecchina ecc. al prezzo da L. 0,50 a L. 50 il pezzo. 89 Vitt. cav. de Tschusi, zu Schmidhoffen, Hallein (Salisburghese), cerca in Italia, re- lazioni di cambio di pelli d' uccelli, e prega rimettergli 1’ elenco delle specie desiderate. 90 M. Benderitter, Champes-Maillets, Rouen, (France), demande des Lamellic. du globe, mais princip. européens, offre d'autres Lamellie. et des Coléopt. europ. et exotiq. Env. oblata. 9) M. G. Eyquem, 54, rue Pomme-d'Or, Bordeaux, dès. échanger : Blaps sulcata, prodigiosa, Asida grossa, silphoides, Tentyria scabriuscula, mucronata, Ramburi, et. var. substriata, Ero- dices larinatus, ambiguus, Cetonia refulgens, Adesmia macrocephala, Pimelia cribricollis, Ithyssos, Payrau li, Perotis tarsata, Julodis albopilosa, Zophosis 4-costata, Tim. generosa, ete., en échange de Lép. frane., ou de Col. des Alpes et des Pyr. Env. cdl. 92 Nicola Lucarelli di Aversa cede cuccioli spinoni di tré mesi, figli di Fox e Sola (medaglia d'oro alla esposizione di Torino); altri cuccioli di 6 mesi fra i quali uno bracco. 93 L' Avifauna marchigiana del prof. Gasparini, che è una vera ornitologia italiana, essen- dovi la diagnosi di tutte le specie dell’ avifauna italica, viene inviata ai nostri abbonati franca di porto per sole L. 3,80, mentre il prezzo ordinario di vendita è di L. 5, 00, 94 M. E. André, à MAcon, offre chenilles vivantes de AgZaope infausta, Diloba caruleo- cephala, Endromis verbicolora, Cnethocampa pytiocampa, Bombyx trifolii, Zygena fausta, Li- paris salicis, Chrysorrhea, ete., ceufs fécondés de Antherea Pernyi, Polyphemus, Platisamia cecropia, Saturnia piri, ete., dèsire Lépid. livres ou matériel entomologique. vo M. Geniez-Alleman, è Pègairolles de l'Escalette, près Lodève (Hèrault), offre des fossiles parfuitement consérves de divers terrains, surtout des terrains secondaires, contre des échan- tillons analogues et objets préhistoriques, particuliérement des erànes et silex taillès. 96 Si offrono vipere (Vipera aspis), vive, imbalsamate e scheletri montati. 97 Richiesta di Minerali. Dal Gabinetto di Storia naturale di S. Brogi, Siena, si fa ricerca dì discreta quantità dei minerali: Arsenico, Tellurio, Oro e Argento. S, BROGI direttore responsabile Siena Tip. e Lit. Sordo-muti di L. Lazzeri — r_r_—__—_—€_T_É————ct BOLLETTINO DEL NATURALISTA COLLETTORE ALLEVATORE COLTIVATORE ANNO XVI 15 Giugno SUPPLEMENTO MENSILE A N.° 6 m al I mm 1896 atua RIVISTA ITALIANA DI SCIRNZR NATURALI Abbonamento alla Rivista è Bollettino (2% fascicoli) I.. 5 — Al solo Bollettino (12 faaciculi) Lu all'arte N SOMMARIO Leonardi dr. Cosimo. La pesca delle spugne nelle acque di Lampedusa. Pag. 73. Failla Tedaldi L. Glossario entomologico. (continuazione) Pag. 75. ‘NOTIZIE DI CACCIA E NOTE ZOOLOGICHE. Falco cuceulo (Bonomi) — Caccia primaverile alle quaglie (Red.) Pag. 76. Insegnamenti pratici. Pag. 76. — Notiziario. Pag. 77-79. — Nomine, promozioni, onorificenze, premi Pag. 79. — Tavola necrologica. Pag. 79. — Richieste, offerte eco, (gratis per gli abbonati) Pag. 80. Fe I ARDEA nm o A A fe LA PESCA DELLE SPUGNE NELLE ACQUE DI LAMPEDUSA TESZST Da circa cinque anni, dall’ isola di Lampedusa si esportano migliaia di chilogrammi di spugne per il valore di parecchie centinaia di migliaia di lire all’ anno; per la qual cosa credo che sia di grande importanza l'esporre alcune notizie intorno a questi ricchi banchi di La scoperta dei detti banchi avvenne nel 1889 nel seguente modo. Il Augugliaro Leonardo da Trapani comandante di un suo trabacolo, ritornando dalla pesca del mar di Tunisi, avendo osservato che dalle onde veniva gettata nei giorni di tempesta una quantità di spugne sulla costa di levante di Lampedusa, e precisamente nella cal pensò di esplorare il fondo marino con un attrezzo detto cava e dai greci gagara. Infatti, avendo esplorato il fondo marino nella latitudine di 35° 01! e 35° 42! Nord e tra 12° 07! è 19° 30! di longitudine Est, dopo due ore di lavoro, con grande meraviglia, otte Spugne, marinaro autorizzato a detta Cala delle spugne, nne un prodotto di circa 25 oche di spugne di ottima qualità, per un valore approssimativo di L. 625 (1). La lieta novella si diffuse in un baleno, e subito ne venne rina e così s' iniziò l' importante industria che ora dà lavoro a 1 esteri, informato il Ministero della Ma- migliaia di pescatori nazionali ed La pesca delle spugne viene praticata col palombaro o colla cava. La pesca col palombaro si fa come nei mari di Grecia e sulle coste della Soria, ed è il metodo più razionale, perchè si rac- colgono le spugne migliori senza svellere quelle che non si possono mettere in commercio, percliò troppo piccole. Gli inconvenionti che presenta la pesca col palombaro sono, rare senza gravi rischi a profondità superiore ai 3 forti capitali, essendo necessarie molte spese. Si da quattro uomini e da un aiutante, che non si può lavo- 5 0 40 metri, o che per esereitarla si richiedono fa la pesca con barche a vela montate per lo più La pesca colla cava è molto più facile, di minor costo e si può esplor alla profondità di circa 182 metri. Però questo sistema barbaro, produrr l’ esaurimento dell'industria, giacchè sperde gran parte del fondo n cava, rastrellando il fondo marino, are il fondo marino sino à coll’andar del tempo aturale di spugne. Infatti Ja svelle e trasporta tutto quello che incontra ed insieme colle grosse spugne porta fuori le piccole, che non sono adatte al comme posto, sarebbero coll’ andar del tempo anch'esse atte al commercio. Questo è il metodo più gene- ralmente adoperato, perchè più fruttifero. I danni che arreca potrebbero essere diminuiti ed il prodotto aumentato con un ragionevole regolamento sulla pesca, face regione non fosse esplorata che ogni due o tre anni. LEI réio e che, lasciate al loro ndo in modo che ogni singola (1) L'oca, peso greco, corrisponde a Kg 1,260 od allora le spugne si ven.levano a L. 25 per oca, La stagione della pesca comincia ordinariamente nel mose di aprile e finisce nel settembre. Terminato il lavoro di ricerca, le spugne subiscono sulle barche stesse una prima preparazione per mezzo della quale si toglie loro il sarcode liquido detto volgarmente latte, quindi vengono portate a terra e si calpestano, si spremono e sì lavano diverse volte con l’acqua marina, finchè sia sparita la pelle nera che le ricopre e tutta la sostanza contenuta tra i filamenti. Così pulite e disseccate al sole, le spugne divise in tre qualità, prima qualità, scarto e cimuche vengono vendute sul mercato di Lampedusa Nell'anno 1895 la prima qualità venne pagata a L. 12 il chilogrammo, la seconda a L .3 e la terza o cimuche a L. 1. Negli anni 1890 e 91 si ebbero prezzi assolutamente favolosi, la 1.9 qualità venne venduta a L. 20 e la 2.4 0 scarto a L. 6 il chilogrammo. Le spugne prima di es- sere vendute in commercio subiscono altre preparazioni per renderle più bianche e delicate. I banchi di spugne di Lampedusa sino ad ora scoperti sono tre. Quello di mezzogiorno lontano dall'isola circa quindici miglia e che negli anni 1890, 92, 94, 95 diede complessivamente un pro- dotto di due milioni e seicentomila lire; quello di ponente lontano 32 miglia e quello di libeccio lontano 24 miglia, Oltre questi banchi principali ne esistono altri di minore imporianza. I pescatori riten- gono che debbano esistere altri importanti banchi di spugne non ancora scoperti nel tratto di mare compreso tra Lampedusa e la Tunisia, Per accrescere la produzione delle spugne il Ministero tentò anche l'allevamento artifiziale. Le fortunate esperienze del Lieberkiihn e di Oscar Schmdt dimostrano che se si divide in pic- coli frammenti una spugna fresca e questi frammenti si depongono in luoghi ben riparati e di facile accesso in mare, essi crescono e si sviluppano. Lo Schondt insieme col Buccich riuscì a riprodurre nel golfo di Socolizza più di 2000 esem- plari. Essi sezionarono le spugne fresche con un affilato coltello, per non fare sgorgare il sarcode liquido, riunirono î piccoli frammenti a due o tre con bastoncelli ovvero con fili di rame rico- perti di caoutchoue. Dopo due o tre anni le spugne trapiantate si svilupparono tanto da essere atte al commercio. L'incarico di teutare l'allevamento artifiziale fu dato al Prof. Enrico Giglioli, Direttore del Gabinetto di Zoologia dell'Istituto Superiore di Firenze. Il Prof, Giglioli nel 1890 col R. Avviso Marco Antonio Colonna si recò a Lampedusa. Il 16 Agosto 1890 nella cala della Madonna, a po- nente del porto, ad una profondità di circa 10 metri, venne affondato un gran telaio di canne te- nuto a posto da pani di piombo. A questo telaio dal Prof. Giglioli erano stati fissati una gran quantità di frammenti di spugna viva. Il mare tempestoso però dopo aleuni mesi distrusse il primo tentativo di spugnicultura. L'esperimento fu ripetuto parecchie volte negli anni successivi con esito sempre negativo, probabilmente perchò il mare in quei paraggi nella stagione invernale è sempre burrascoso, tanto che ora l'idea di fare l'allevamento artificiale delle spugne è stata abbandonata. La pesca delle spugne viene esercitata da un gran numero di marinai italiani ed esteri, spe- cialmente greci, tanto che il Ministero della marina, per evitare inconvenienti, ognì anno manda in Lampedusa un R. Avviso, il quale dirige la pesca e riesce di grande utilità ai pescatori, sia guidandoli alla ricerca deì nuovi banchi, sia aiutandoli generosamente nei loro bisogni. Per dimostrare l'importanza di questa industria basta dire che nel 1895 esarcitarono la pesca delle spugne nelle acque di Lampedusa n. 101 velieri italiani con 573 uomini di equipaggio e n. 51 velieri greci con 390 uomini di equipaggio, e si ebbe un prodotto di 43755 chilogrammi di spugne per un valore dì 460,000 lire, Girgenti, Maggio 1896. Dr. Cosimo LEONARDI 75 —___—_ GLOSSARIO ENTOMOLOGICO REDATTO da LUIGI FAILLA-TEDALDI ILLUSTRATO CON FIGURE — (continuazione) —__— reni _ Pezzi jugulari - /ugularia - Strauss chiama certi piccoli pezzi contenuti internamente nelle membrane del collo - Erichson chiama certi prolungamenti laterali della parte anteriore del’ epicranio dopo le mascelle, che talvolta essi occultano inte» ramente. Si osservano in pochi Coleotteri + Passandridae, Pezzi lombari = Episterniti ed epimeriti dell’ addome, Pezzi palpigeri - del labro infer. — Ipoglotta. Pezzo anale inferiore - Piece anale inferieur = Entogastro. Pezzo articolare - delle mascelle = Pezzo cardinale o Cardine. Pezzo basilare - P. basilaire - Grundstuck - Trovasi nella parte posteriore della testa al disotto, e confina in avanti col pezzo prebasilare 0 mento, lateralmente con lo tempie, in dietro col foro occipitale. Tav, JI fig. 1!) fig. 2 d) Tav. III fig. 10 b), Pezzo cardinale = Cardine. Pezzo di commessura - Piece d'assemblage - Reamur ha chiamato la sternite (o fodero) dell'armatura genitale femina delle Cicale. Pezzo dorsale - Chiamasi nel tronco delle mascelle il primo pezzo che si unisce al cardine, la cui parte esterna costituisce il dorso 0 margine esterno di questo tronco. Pezzo intermascellare - Mando - Secondo pezzo suddiviso del tronco della mascella che forma la sua parte interna. Pezzo palpigero - Terzo pezzo suddiviso del tronco delle mascelle che occupa la parte superiore e che porta il palpo. Vedi Pezzo dorsale. Pezzo prebasilare - Confina in avanti col mento, posteriormente col pezzo basilare, @ lateralmente con la base delle mascelle e con l'epicranio. È poco distinto — Sotto-mento. Tav. Il fig. 2 e). Pezzo quadrato - Api - Viene applicato al primo articolo dilatato dei tarsi posteriori che presenta la spazzola. Pezzo substilare - Libellulidae = Undecimo 0 ultimo arco superiore dell'addome. Pezzo triangolare - Cicadidae - Reamur ha chiamato un pezzo attaccato ai muscoli motori dei timpani, che forma la parete anteriore dei tamburi e che rappresenta il primo arco ventrale alquanto modificato. Pezzo tubulare - Phryganidae - Rambur chiama |' ultimo pezzo anale delle femine, simile ad un tubo, molto modificabile. Piano - Planus - Plan - Eben, Flach - Superficie che conserva sino al margine lo stesso livello. Pianta - Planta - Plante, sole - Sohle, Fusshole - Chiamasi nei falsi piedi l'estremità dilatabile e contrattile. Si applica pure alla faccia inferiore dei tarsi, o alle appen- dici membranose di essi. Secondo la forma o la vestitura si hanno: — Pianta fimbriata - Planta fimbriata - gewimperte Sohle - Cicindela, — Pianta foveolata - P. foveolata - P. foveolée - grubige Sohle-- Timarcha. Tav. V fig. 15. Ad — Pianta liscia o unita - P. laevis - glatte Sohle - Scarebeidi. — Pianta pulvillata - P. pulvillata - fleischige Sohle - Che porta sorta di cuscinetti carnosi - Xenos, Gryllus. — Pianta raggiato 0 radiato-pennata - P. radiato-pinnata - strahlig-gefiedente Sohle - Guarnita di penne o barbette disposte a raggio - Zabrus, Broseus. | — Pianta scopiforme - P. scopacea - burstenartig Solile - Fornita di setole corte e rigide - Lamia, Staphylinus. — Pianta spugnosa - P. spongiosa - schwammige Sohle - Harpalus. Picciuolato - Petiolutus - Petiolé - gestielt - Munito di picciuolo. V. Cellule. Picciuolo - Petiolus - Petiole - Stiel - Chiamasi una sorta di peduncolo come quello della base dell'addome di molti Imenotteri e di altri insetti. Si chiama squamoso o nodoso secondo la forma - petiolus squamatus, nodosus - schuppiger lnotiger Hinterleibsstiel - Myrmica ruginodis pel primo esempio, Formica rufa pel secondo. (continua) NOTIZIE DI CACCIA E NOTE ZOOLOGICHE ——_-Galtter>s—_ Falco cuculo o Barletta. Ho potuto non solo notare un gran passo di Cerchneis vesper- tinus Lin., ma ebbi ventura ili ucciderne n. 8 esemplari nel piano umido fra Elmas ed Assemini, intenti a far avida caccia di coleopteri e locuste, il di cui gozzo e stomaco ne era esuberante- mente ripieno. Tutti gli 8 esemplari erano in perfetta livrea di nozze ed adulti e fra questi una sola femmina. Comparvero e stettero in quei pressi dello stagno dal 28 al 30 Aprile, proseguendo quindi, direi quasì in massa, per la parte settentrionale dell’ isola, Cagliari 21 Maggio. Bonomi Pietro Un bell'individuo / adulto lo ebbi verso la fine di Aprile, ucciso nei pressi di S. Giovan d' Asso, È raro nei dintorni di Siena. S. BROGI La caccia primaverile alle quaglie, secondo non poche notizie ricevute, non è andata tanto bene; meno male se, come pare, le scarse prese non sono del tutto derivate da scarso ar- rivo, così i cacciatori che non hanno la fortuna di abitare dove questa caccia primaverile è per- messa, potranno prender un po'di quaglie nel prossimo Agosto, A Senigaglia è stato notato che delle quaglie uccise con il fucile nello scorso Maggio, solo il 7 od 8 por cento erano maschi, Ciò può derivare dalla caccia clandestina, poichè con il quagliere e le piccole reti, i bracconieri prendono quasi esclusivamente maschi. Peccato che alla deplorevolissima caccia di contrabbando, si aggiunga anche quella legalmente esercitata nel Maggio ed in alcuni luoghi pure nel Giugno, non solo alle quaglie, ma anche alle tortole, aì rigogoli, ed altri uccelli. Bani INSEGNAMENTI PRATICI Morsicature di scorpioni e punture d' insetti. Il Dott. Vinse ha potuto convincersi che, dì tutti ì mezzi adoperatì per la cura locale delle morsicature di scorpioni e delle punture d' insetti, nessuno supera în efficacia il eloralio canforato (idrato di cloralio e canfora a partì eguali). Applicato sul punto offeso, esso fa sparire quasi istantaneamente l'acuto dolore provocato dal veleno dell'animale. Non resta allora che scongiurare le possibili complicazioni e combattere ì sintomi dì collasso, che qualche volta sì manifestano, coll’ uso del latte avvalorato di acquavite, Per allontanare le formiche, Jousserandot nel British bee journal, raccomanda la pol- vere di ossa come utilissima per far fuggire le formiche da qualunque luogo. Eglì fa calcinaro le ossa le riduce in polvere e Sparge questa intorno alle piante, ai palì ecc, che vuol salvare dalle formiche, Per uccidere le anguille. Sì pongono le anguille in una secchia d' Acqua e poi vi sì motto un po'di aceto e di sale, quindi si copre il secchio. Le anguille vi muoiono sollecitamente, La- sciandole ancora per poco tempo in questa salamoia; la loro pelle diventa golatinosa, e cucinato riescono più gustose. Per lo meno, non è così necessario di Spellare le anguille in modo tanto barbaro, cioè ancor vive, come sì fa ora. (Neptunia). F. L. M Il petrolio contro il marciume della vite. Il Signor Raoul Chandon di Bialles, ha fatto questa esperienza: Nel mese di giugno scavò delle fossette di 50 em. di diametro per 12 a 20 em, di profondità, lasciando un po'di terra attorno al ceppo. Sul fondo della fossa fu messa della torba spugnosa, imbevuta col decimo del suo peso di petrolio, 0 poi fu coperta la fossa. La quantità di petrolio variò da 100 a 400 gr, per ognì 6 ceppi. Fu osservato che le radici che partono dal colletto avevano attraversato la torba por svilup- parsi nel terreno circostante. Nel mese d' agosto si osservò che le radici situate nella torba, erano sane, mentre quelle che, dopo averla attraversata, sì nutrivano nel terreno, erano coporte di bianco e in parte mortificate. Un anno dopo, la torba Spugnosa non era ancora decomposta : le radici che l'avevano attra- versata non erano più malate e la vite aveva ripresa la sua vegetazione normale, Contro le mosche. Nella calda stagione giova molto il preservare i poveri animali dal- l’ intollerabile punzecchiatura delle mosche e dei tafani. Un metodo proposto e che raggiunge il desiderato intento, dice la Gazzetta agricola n, 22, consiste nel prender due manate di foglie di grosse sucche ordinarie, 0 con queste fregare in ogni parte gli animali. Questo mezzo semplicissimo, non presenta inconvenienti, e devesi rinnovare ogni volta che vengono i cavalli ed i buoi strigliati, se vuolsi da essi ottenere un lavoro regolare e poco faticoso nelle ore calde della giornata. Un semplice regolo di ferro o una assicella ricoperta di miele o di melassa attirano lo mosche @ le trattengono: la mosca è golosissima della materia zuccherina e precipitandosi sopra, vi rimane aderente colle zampe e colle ali; spossata dagli sforzi vi muore. Allorchò l'assicella è coperta di mosche morte, la sì raschia bene con un coltello in legno, e vi si applica un secondo strato di melassa. Giova anche a tener lontani i noiosi insetti, lavare le vacche con una soluzione di cereolina in ragione d' una cucchiaiata da caffè per litro d' acqua. Baguate frequentemente colla stessa 80- luzione il pavimento e le pareti della stalla. Mantenete una discreta oscurità nell'ambiente. NOTIZIARIO Tutti coloro che si abboneranno alla Rivista e Bollettino nel secondo semestre di quest'anno, riceveranno i fascicoli già pubblicati dal 1.° di Gennaio all’ epoca dell'abbonamento, più avrauno in dono un'annata arretrata del periodico stesso. Circa il fenomeno di vegetazione anormale prodotto dai fachiri indiani. (Riv. di studi Psichici). Nella Nature di Londra (9 Aprile 96 p. 544) leggesi quanto segue: « A proposito della Spiegazione del Sig. Ragonneau circa il — giuoco della pianta di mangi- fora — fatto dai prestigiatori indiani, può essero interessante di confrontare i suoi risultati colle osservazioni di Moggridge sulle formiche della Riviera ligure. Secondo il Ragonneau, gl’ Indiani depongono il seme usato per l' esperimento, in terra presa da un formicolaio, e l'acido formico che in essa è contenuto lo farebbe germogliare con rapidità straordinaria e svilupparsi in albero di- nanzi allo spettatore attonito. L' esperimentatore francese asserisce di aver riprodotto questo espe- rimento in tutti i suoi dettagli col deporre sementi in terra, prima inaffiata con una soluzione di- luita di acido formico. D'altro canto, Moggridge trovò che nelle sementi immagazinate nei for- micai della regione Mediterranea, il processo della germinazione viene differito per un tempo indeterminato senza che perciò la vitalità delle sementi venga distrutta, come lo prova il fatto che, lovandole dal formicaio e ponendole in terreno adatto, esse germogliano immediatamente, È rimarchevole come le formiche possono esercitare influenze così opposte sulla germinazione delle sementi >, Nel N.° del 7 maggio dello stesso periodico, il Sig. Semple riferisce alla sua volta (p. 8) di avere ottenuto risultati affatto opposti a quelli asseriti dal Ragonneau. Egli fece moltissime espe- rienze comparative su sementi identiche, parte inaffiate con soluzione di acido formico e parte trattate nel modo ordinario, e trovò invariabilmente che il primo trattamento non dava altro ri- sultato se non quello di ritardare o d'impedire del tutto la germinazione, la quale si effettuava poi regolarmente dopo che le sementi erano state lavate dall’ acido formico. Tale risultato lo ot- tenne invariabilmente con differenti specie di sementi. Facendo iniezioni di acido formico in tuberi, questi morivano. La Revue Scientifique (16 maggio 96 p. 632) c' informa alla sua volta che anche in Francia qualche esperimentatore aveva cercato di ripetere le esperienze del Ragonneau, ma cogli stessi risultati assolutamente negativi. Questo periodico accenna alla mancanza di carattere nelle rela- zioni del Ragonneau, che non è che un semplice dilettante di piante, e manifesta l'opinione cho la sua pretesa scoperta circa l'azione dell'acido formico sulla germinazione altro non sia che una mistificazione. Sembra perciò che l'acido formico non offra la vera spiegazione dello strano fenomeno di ve- getazione che i fachiri sarebbero capaci di produrre. Fragole. Nella riunione della Socielà orticola lombarda che fu tenuta il 17 Maggio, il prof. Molon parlò a lungo sul prodotto ed il commercio delle fragole. Dal suo discorso togliamo i seguenti dati : In Francia, la produzione di questo frutto è, nei soli dintorni di Parigi, tale da produrre 15 milioni di lire. I fragolai occupano 6000 ettari. In Brettagna il prodotto medio è di due milioni di chilogrammi di fragole. In America sì consumano all'incirca 28 milioni di chilogrammi di fragole. L'Inghilterra ha una produzione di poco inferiore a quella della Francia, A Milano in media, nella stagione propria, che dura dai 40 a 50 giorni, arrivano in media e sì smaltiscono sul mercato 15 quintali di fragole al giorno. Il commercio di tal prodotto frutta in complesso all'incirca 60 mila lire. Una società per la raccolta e lo studio degli oggetti di storia naturale della provincia di Brescia si è costituita a Brescia, con il nome di Società Giuseppe Ragazzoni. Ne è stato promotore il prof, E. Bettoni e formano il comitato distinti naturalisti locali. Anomalie e Mostruosità. Nella Revue veterinaire a pag. 200, leggesi che un cane morto di rabbia aveva 2 milze delle quali una di volume normale e l’altra 3 volte più piccola. Nella seduta del 2 maggio della società di biologia di Parigi, Mègnin parlò di un vitello tuttora vivente dell'età di 2 mesi e mezzo e che ha due teste. Beve con le due bocche; dei quattro occhì vede solo con ì 2 esterni; esistono solo due orecchie con udito buonissimo. Le due teste sono saldate all’ occipìte. Le progresse veter. racconta che nell'ammazzatoio di Amburgo il veterinario Staedter ha os- 79 asettico Servato in una vacca un caso di cieco raddoppiato. Una delle parti era lunga 90 cm. è larga 9, l’altra lunga metri 1 e larga 12 em Cavalli divenuti ciechi per aver mangiate piante di tabacco. Diversi cavalli che pascolavano nelle praterie della valle di Darling in Austria, cità, mentre sì conservavano per il resto in perfetta salute. I ventati ciechi. Si fecero in proposito molte indagini e sì trovò che la causa di questo male era dovuta alle piante di tabacco che da qualche tempo nascevano in quelle prateria, essendovi stato trasportato il seme dalle acque in seguito"ad una inondazione, Vaccinazione anti colerica. Si assicura che Proust, presidente del consiglio dì igiene dì Parigi, ha scoperto il vaccino per preservarsi dal colera. La foglia di gelso imbrattata di rame è dannosa ai bachi ? Non è certo difficile che nel dare il rame alle viti, fatte, resulterebbe che questa fo; furono a poco a poco colpiti da ce- n due annì tutti i cavalli erano di- anche qualche gelso ne rimanga spruzzato. Da varie esperienze glia ramata è nociva ai bachi; alcuni dicono assolutamente che i bachi muoiono, altri soltanto che si sviluppano più lentamente mangiando mal volentieri questa foglia e scartandone le parti macchiate, ‘Il tempo migliore per applicare i rimedi contro la peronospora, secondo il Sig. S. M. S. che a questo proposito ha pubblicato un'articolo nel n. 10 del Movimento agricolo, è prima della luna nuova e prima della luna piena, nei mesi di maggio, giugno e luglio, e ciò perchè, sempre secondo gli esperimenti fatti dal prelodato signore, la peronospora si sviluppa e propaga appunto contemporanenmente alla luna nuova ed alla luna piena, Centenario di Jenner. Il 16 Maggio scorso compirono 100 anni da che il dott. Jenner, dopo 30 anni di studì e di esperienze, pose in pratica la vaccinaziono antivaiolosa. Davvero che così grande scoperta sì meritava una straordinaria commemorazione nel suo centenario ! Concorsi a cattedre vacanti. Presso il Ministero degli affari esteri, è aperto un eon- corso per titoli a diversi posti di insegnanti nelle scuole italiano all’ estero, per il prossimo anno scolastico. Fra questi concorsi ve ne sono anche per l'insegnamento delle Scienze fisiche e naturali. Le domande devono pervenire al ministero suddetto prima del 15 Luglio. Una grande comparsa di maggiolini (Melo/ontha vulgaris) è ora avvenuta nel Sasso= lese (Modena). Esposizione internazionale di avicultura all’ Hàvre. Avrà effetto dal 15 al 18 agosto prossimo e chi desidera prendervi parte può chiedere programmi ece. al segretario generale della detta esposizione, palazzo di città di Havre. i soe he de | NOMINE, PROMOZIONI, ONORIFICENZE, PREMI | Messina ing. Abelardo, abilitato all'insegnamento delle Scienze naturali. Cavara dott. Fridriano, nominato professore di Scienze naturali nell'Istituto forestale di Vallombrosa. I Gregoraci dott. Pier Nicola è stato abilitato alla libera docenza in Zoologia nella Uni- versità di Napoli. Calandruccio dott. Salvatore, idem in Zoologia ed Anat. comp. nella Univ. di Catania, i Giacomini dott. Ercole, idem in Anatomia comparata nella Università di Piga, Terracciano dott. Achille, idem in Botanica presso la Università di Napoli, Tavola necrologica CORRADI dott. VINCENZO, professore di matematica e Scienze naturali nella scuola normale di Alessandria, ha cessato di vivere 1"8 Maggio scorso. RICHIESTE E OFFERTE Domande di cambi, indirizzi, domande e risposte diverse - Gratis per gli abbonati Quando non vi è speciale indirizzo, rivolgersi all'amministrazione del giornale, la quale rappresenta gli abbonati che pubblicando richieste od offerte desiderano rimanere incogniti. Gli abbonati sono pregati ad approfittare di questa rubrica, poichè più chele richieste ed of- ferte saranno numerose, tanto maggiore sarà l'utile reciproco che ne ritrarranno gli abbonati stessi. ©. Preghiamo pure gli abbonati a farci conoscere i loro cambiamenti di residenza, le loro no- mine, promozioni ecc., gli studi speciali ai quali si dedicano, nonchè se tengono collezioni e se desidorano far cambi, Questo periodico è assai diffuso anche all’estero, per cui un annunzio posto in questa rubrica, anche una volta all'anno, servirà a mettere gli abbonati in relazione con i colleghi d'Italia e delle altre nazioni, specialmente Europee. 98 La grande et remarquable Collection de Météorites de feu Mr. Julien de Sie- maschko est maintenant à vendre à St. Pètersbourg ; d'après son desir elle doit étre vendue en bloc. Les Musées, les Societés Savantes, les amateurs et les personnes qui veulent avoir les ca- talogues de la Collection et d'autres renseignements sont priès de s'adresser à M®° verve L. de Siemaschko, Wassili Ostrow 14 ligne n. 31 ap n. 3. Pétersbourg (Russie). 99 Si fa ricerca di una pelle di un grande delfino, in buone condizioni da potersi montare. 100 De Ceglie Francesco di Taranto si occupa di ornitologia e desidera far cambi. 101 L. Rossignol, 6 Rue caude Vellefaux Paris, offre de ceder en echang une collection de fossiles de divers terrains contre de bons Coleoptòres au Lepidoptères europaeus du exotiques. 102 Monini Pietro, S. Mariano per Solomeo (Perugia), offre seme fecondato di Saturnia o Pavonia maggiore, in cambio di altro seme di farfalle della stessa famiglia, eccetto la specie del gelso. 103 Oscar Ravel, Napoli, (Italia), offre in cambio di Coleotteri, Lepidotteri ecc. franco- bolli rari degli antichi stati d'Italia, conchiglie esotiche, oppure altri insetti d' Italia. 104 Si fa ricerca di corna appaiate di Cervo, Daino, Stambecco e Muflone. i05 Dal negozio di Storia naturale di S. Brogi in Siena si fa ricerca di Barba- gianni (Striw flammea) siano vivi, siano morti ma freschi in carne, siano già posti in pelle. Si accettano per cambi e contro pagamento. 106 Vitt. cav, de Tschusi, zu Schmidhoffen, Hallein (Salisburghese), cerca in Italia, re- lazioni di cambio di pelli d' uccelli, e prega rimettergli l'elenco delle specie desiderate. 107 A giovane ingegnere, che disponga di un piccolo capitale, offresi posizione lucrosa e indipendente. Per schiarimenti dirigersi all' ufficio del giornale Z2 Progresso, via Bertholet 27, Torino. 108 Si fa ricerca dei seguenti lepidotteri: Apatura lia, Limenitis populi, Catocala fravini, Lithosa complana, Apatura iris, Acherontia atropos. : 109 Meloni Giuseppe in ‘Lanusei (Sardegna), offre rettili della Sardegna in cambio di pelli ben preparate di uccelli esotici. Desidera uova e nido di F. citrinella, P. rubra e ruffa vive, in cambio di teste di Muflone conservate per scheletro, uova di Gypes fulvus e corna di Muflone e Capro selvatico. 110 Luigioni Paolo, via Muratte 66 p. u. Roma, cede in cambio di libri sui coleottetti 0 coleotteri, 150 opuscoli suì Ditteri di Camillo Rondani. Chiedere elenco e mandare proposte ed offerte. 1]l Richiesta di Minerali. Dal Gabinetto di Storia naturale di S. Brogi, Siena, si fa ricerca dì discreta quantità deì seguenti minerali: Arsenico, Tellurio, Oro e Argento. 112 L'Avifauna marchigiana del prof. Gasparini, che è una vera ornitologia italiana, essen- dovi la diagnosi di tutte le specie dell'avifauna italica, viene inviata ai nostri abbonati franca di porto per sole L. 3,80, mentre il prezzo ordinario di vendita è di L. 5,00. — S, BROGT direttore responsabile — Siena Tip. e Lit. Sordo-muti di L. Lazzeri | of ae € a ia ea... > 1 TE TA gior Pan clin I, Acco xcwr SOETTNO DEL NATURALISTA COLLETORE ALLEVATORE COTIVATORE coi SUPPLEMENTO MENSILE 1896 aura RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Abbonamento alla Rivista e Bollettino (2% fascicoli) I.. 5 — Al solo Bollettino (12 fascicoli) L, INESST 3 all'anno SOMMARIO Bonomi prof. Agostino. La questione del Pettazzurro. (Lettera aperta al sig. Giacomo Damiani dell’ Università di Genova) e proposta per la pubblicazione di un Giornate ornitologico italiano. Pag. 81. Lazzarini A. Sulla com arsa del « Micrococcus phosphorescens » Pflig, in Udine. Pag. 84, Fabani sac. prof. Galla; Il letargo negli uccelli. (continuazione e fine). Pag. 86. Failla Tedaldi L. Glossario entomologico. (continuazione) Pag. 88 COMUNICAZIONI. Damiani G. Per il ]l° resoconto della Inchiesta ornitologica — Bonomi A. Ancora dell'orso nel Trentino. Due roditori rari pel Trentino — Preda A_ Vitalità in un esemplare di Sedum rupestre. — Nicchiarelli A. Vitello che somiglia al moutona — Coupin . Conservation des piòces anatomiques — Galli. Mezzo semplice per somministrare medicamenti liquidi ai maiali — G. De P. Gara colombofila. Da pag. 90. a pag. 93, Notiziario. Pag. 93-95. — Nomine, promozioni, onorificenze, premi Pag. 95, — Ta- vola necrologica. Pag. 96. — Richieste, offerte ecc. (gratis per gli abbonati) Pag. 96. LA QUESTIONE DEL PETTAZZURRO (Lettera aperta all’ egregio sig. Giacomo Damiani dell’ Università di Genova) © proposta per la pubblicazione di un Giornale ornitologico italiano ’1rr—rewv:(rtt——r Una breve nota posta a piò della mia monografia « Che cosa è la Cyanecula orientalis Ch. L. Brehm » (1) diede occasione a Lei, egreg. sig. Damiani, di fare qualche appunto al succitato mio arti- colo e di esprimere qualche idea che non consuona con quelle da me esposte nel medesimo (2). Di queste Sue osservazioni io sono a Lei tenutissimo, perchè mi ubbligano a riprendere la penna e ad esporre ai lettori di questo stimato Bollettino lo stato di una questione che, come Ella ben dice, è tanto dibattuta, Siccome però il maggior numero dei lettori non è a giorno della stessa, chieggo scusa a Lei ed a quanti ne sono informati, se mi permetto di esporre lo stato della questione fin dal suo principio e ciò prima di rispondere agli appunti da Lei fattimi. Per poco che uno siasi occupato d' uccellaggione ed abbia visitata qualche Collezione ornitologica, avrà certo imparato a conoscere quel graziosissimo uccelletto, non tanto comune, ma neppure raro da noi, il quale somiglia assai al nostro Pettirosso, colla differenza però, che al rosso del petto di quest’ ultimo, il maschio, ha sostituita una splendida decorazione azzurra, che gli fece dare il nome di Pettazzurro, classificato da Linneo col nome di Motacilla suecica (della Svezia), Più tardi il Brehm ne fece il genere Cyanecula, Si osservò poi che il maschio di questa specie presenta alcune variazioni nella colorazione del petto, variazioni che per certi ornitclogi erano di poca entità e perciò tutte venivano riguardate come appartenenti alla medesima specie (C. suecica), e di tale opinione erano anche il Salvadori (3) ed il Giglioli (4); altri scienziati, invece, spingendosi all'estremo opposto, vollero dare il valore specifico ad ognuna delle dette forme e crearono Je seguenti specie distinte: 1. Cyanecula suecica Linn. avente il mento, la gola ed il gozzo di un azzurro oltremare con una macchia mediana di color marrone. (1) Vedasi Bollettino del Naturalista (Siena 15 marzo 1896) (2) Ibid. 15 aprile a. c. (3) Fauna d'Italia. Uccelli. (Milano, Vallardi 1872) (4) Annali d' Agricoltura N 36, Elenco degli uccelli che lrovansi in Italia ec (Roma, Botta 1881), (-] 2, C. orientalis Ch. L. Br. in tutto simile alla precedente, colla differenza che la macchia marrone è circondata da anollo bianco. 3. 0. Wolfi Ch. L. Br. col petto uniformemente azzurro, senza macchia di sorta. 4. ©. leucocyana Ch. L. Br. con una macchia bianco-candida più o meno grande in mezzo al- l'azzurro del petto. Tutte queste pretose specie si volevano distinte, oltre che per i caratteri suaccennati, per la statura, pel canto, per la distribuzione geografica ece. Naturalmente le varie forme di Pettazzurro in questi ultimi decenni furono assoggettate a molteplici osservazioni, in base alle quali la plura- lità degli ornitologi attuali ritione che esistano due specie di Pettazzurro cioè il Pettazzurro orientale o P. a macchia rossa che comprende le due forme segnate sopra ai numeri l e 2; rarissima per noi, essa predomina nell'Europa orientale ed è forse la sola nell’ Asia e nella Scan- dinavia; nidifica nell’ Europa settentrionale ed in Asia fra il circolo sartico e 1’ Imalaia, andando poi a svernare, gli individui asiatici nelle parti meridionali di quel continente, gli europei fin nel centro dell'Africa; il Pettazzurro occidentale o P. a macchia bianca, cui appartengono le forme notate al numero 3 e 4, molto più comune per noi, giacchè la sua patria è l' Europa centrale e occidentale, nndando a passare l’inverno nell’ Africa settentrionale ed in Palestina. La leucocyana è più grossa e più robusta ed ha il canto più bello che la suecrca (1). La memoria da me scritta: «€ Che cosa è la C. orientalis Ch. L. Br. » aveva lo scopo di dimdstrare che questa specie non era che una forma di transizione del Pettazzurro a macchia rossa, il quale, prima di completare la macchia rosso-marrone in mezzo al! azzurro del petto, aveva uno stadio in cui essa macchia era circondata da un anello bianco. Notavo che tale metamorfosi avveniva di regola in Africa, avendo luogo la muta primaverile in gennaio o febbraio e quindi solo eccezionalmente ar- rivavano fino a noi individui in quell'abito paradossale che li fece ritenere quale specie distinta. In calco a quel mio piccolo lavoro, parlando del Pettazzurro col petto a colore uniforme, senza macchia, ponevo la nota seguente: « Îì stato constatato che nel Pett'azzurro a macchia bianca, col progredire dell'età, sparisce del tutto la macchia bianco-sericea. All' uccello in tale abito è stato dato il nome di €. Wolf Br. ». Fu questa nota che indusse Lei, egregio sig. Damiani, a fare gli appunti che ora citerò ed ai quali mi proverò di rispondere per dimostrarle che l'opinione da Lei sostenuta non poggia sul vero. Ella scrive: « . ... ]l Savi infatti, dubita che la famosa macchia nel bel mezzo del petto, Stabilisea una nuova specie, Hgli erede piuttosto a una varietà determinata dall'età dell'individuo (vecchi). La specie normale, dunque, sarebbe data da individui a petto uniformemente azzurro ! La macchia bianco-sericea comparirebbe in individui già adulti, mentre 1’ esperienza pare abbia con- Statato il contrario, col progredire dell'età . . . . mi è occorso il caso di un individuo dg adulto che presentava nel modo più Spiccante la macchia bianco-sericea ! Onde, anche a giudizio di chiari ornitologi, io inelino a credere che la presenza ‘di essa macchia sia caratteristica degli adulti (al- meno maschi) soltanto e che essa anzi si accentui col progredire dell'età. La colorazione uniforme sarebbe propria dei giovani; eccezionalmente essa persisterebbe negli adulti... . ». Ora vengo alla risposta ! In massima Ella è d'accordo colle opinioni espresse nella mia mo- nografia succitata e da essa solo si allontana in quello che io ora citai. Anch'io m° associo all'o- pinione da Lei espressa, che la macchia bianca s'accentui col progredire dell’ età. Egli è certo che ì maschi del 1,0 Autunno, come hanno l'azzurro Appena accennato, così mancano della macchia bianca rotonda in mezzo al petto, sebbene esso sia in gran parte biancastro. La vera macchia comparisce la seguente primavera e son persuaso, che essa vada facendosi più grande e più pura negli anni seguenti. Ma poi un po' alla volta l'azzurro prende il sopravvento e riesce a farla del lutto Scomparire, onde glì individui în età avanzata hanno il petto intieramente azzurro. À che r_—_—_——_—m—@ (1) Anche il Giglioli nella sua Avifauna italica (Firenze, Le Monnier 1886) ed il Salvadori nel suo Elenco degli Uccelli italiani (Genova Ist. Sordo-muti 1887) ammettono la separazione delle due specie dì Pettazzurro. età succede questo ? Io non lo so, nè per mia propria esperienza, nò per quanto ho ricavato dalle molte opere esaminate. Chi sì trova nei grandi centri potrebbe meglio di me rispondere alla do- manda. Io però sostengo ìl mio asserto, che è ilel tutto contrario a quanto Ella scriveva è lo Ap poggio alle seguenti argomentazioni : I — Ella mi cita il Savi come se sostenesse che la macchia bianca sia il carattere distintivo degl’ individui adulti. Non ho mai potuto avere in mano l'opera postuma di quell’ illustre scien- ziato Ornitologia italiana edita in Firenze negli anni 1833-77 ma ho invece consultata l'opera originale Ornitologia toscana (Pisa 1822-31), quella che ha fatto dare all' autore il nome di fon- datore dell” Ornitologia italiana e che sento da molti esser preferita all’ edizione fiorentina, Ebbeno in essa il Savi, parlando del Pettazzurro, dice chiaro e tondo: « Maschio vecchissimo: . . .., sul color azzurro non c'è la macchia bianca ». Il — Nella traduzione italiana, che proprio di questi giorni si sta facendo della grandiosa opera di Brehm « La vita degli animati » — finora ho visto i tre primi fascicoli degli uccelli — venendo a discorrere del Pettazzurro così si scrive: La Cianecula Leucociana (Eryth. cyaneculus, Cyanecula leucocyana, obscura, Wolfi) presenta invece una macchia bianca, che però manca negli individui molto vecchi » (1). E Potrei citare parecchi altri autori che mi danno ragione, ma mi allungherei di troppo riu- scendo con gran probabilità a tediare il lettore. Vengo piuttosto a parlare d'una mia osservazione, II. — Serissi già nella più volte menzionata mia monografia, che finora non m' era mai ca- pitato il caso d'aver in mano un Pettazzurro col petto unicolore e che anche nel Museo di Ro- vereto non ce'n’era alcuno. Però esaminando la bella collezione ornitologica che in esso si trova, feci la seguente osservazione che concorrerebbe a confermare il mio asserto, Fra i molti esemplari della specie, quasi tutti giovani o femmine, esistono tre soli maschi adulti colla macchia bianca, Ma mentre in due degli stessi le dimensioni di lunghezza — prese come meglio fu possibile su esemplari già preparati — misurano lf em. circa e la loro macchia bianca oblunga ha il diametro maggiore di circa 15 mm; nel terzo esemplare la lunghezza è di circa 17 em. e la rispottiva macchia pettorale ha un diametro di appena 7 mm.; di più essa è quì intramezzata da sottilissime strie azzurre, il che, a mio giudizio, indica che la macchia bianca era in via di scomparire. La statura di quest'individuo — certo non esagerata dal preparatore — e la sua robustezza che lo fanno apparire di quasi !/, più grande degli altri due, indicano, sompre secondo il mio parere, che l’individuo doveva aver raggiunto un'età di parecchi anni durante il qual tempo la macchia, in- vece d' allargarsi, era andata impicciolendosi, onde puossi arguire, che essa sarebbo del tutto scom- parsa, se l'esemplare avesse vissuto ancora qualche tempo. IV. — Ho poi voluto sentire che cosa ne pensasse della presente questione l'insigne ornito- logo Vitt. cav. de Tschusi-Schmidhoffen di Hallein. Riproduco, traducendo in italiano, quanto egli gentilmente mi scrisse, e lo faccio non tanto perché dà torto a Lei, mio egregio oppositore, quanto perchè non è in tutto d'accordo colla mia opinione, nella quale però io resto fermo per i motivi che accennai nei tre numeri precedenti. Ecco dunque quanto serive il cav. Tschusi: « Le opinioni intorno alla Cyanecula Wolfi sono le seguenti: a) Che essa sia un'aberrazione del Pettazzurro a macchia bianca. 4) Che siano individui vecchi del P. a macchia bianca. c) che sia una forma distinta, caratterizzata della variabilità delle dimensioni! (die sich durch abneichende Masse un- terscheiden soll.). La mia opinione e così pure quella della maggior parte degli ornitologi è la prima (a). Non essendo mai nei giovani il color azzurro molto intenso, l'opinione del sig. Damiani, che la C. Wolf siano giovani di /eucocyana, è del tutto insostenibilo (ganz unhalbar). Contro la forma distinta parla la rarità della Wolf ». E con ciò ho terminato senza la pretesa, come Ella ben dice, di aver definita la questione, anzi colla fiducia che altri abbia a portare le proprie idee in questo intricato laberinto. Troppo spesso si arriva alla conquista della verità, dopo che essa è passata attraverso ad una serie d'errori! I (1) Fasc. 2.° pag. 56. Occorre quindi una lunga, paziente ed attenta osservazione, i resultati della quale è deside- rabile non restino il segreto di uno o di pochi, ma che vengano portati alla conoscenza del pub- blico (1). Rovereto nel giugno 1896. Prof. Agostino Bownomi ____—_T—T—TT Sulla comparsa del « Migrococcus phosphorescens » Pflùg, in Udine, 19 int Fu grande la mia sorpresa la sera del 7 aprile prossimo passato, quando entrando al- l’oscuto nella cucina di mia casa, vidi da un armadio semiaperto uscire uno sprazzo di viva luce. E s' acerebbe di più la meraviglia aprendo l'armadio, chè in quello vidi un tratto di superficie, di forma press’ a poco circolare, tutto radiante di luce fosforica, la quale era tanto forte da permettermi di poter vedere, senz'altro aiuto, sebben non molto definiti, i contorni di alcuni oggetti posti lì presso. M’abbassai accanto all’ oggetto che attirava la mia attenzione e potei solo comprendere che lo strano fenomeno avveniva in un piatto posto nell'armadio, piatto che io raccolsi colle mani, senza tuttavia rendermi per anco ragione di quanto eravi posto dentro e che risplendeva in tal modo. Recato un lume potei scorgere come la materia dotata delle fosforescenti proprietà altro non fosse che alcuni pezzi di lin- gua di bue, stata salata e bollita precedentemente. La bollitura anzi era stata fatta il giorno prima e già una parte della suddetta lingua s’ era mangiata in famiglia. Si può credere la nostra apprensione momentanea e per quel fatto e per la circostanza (1) Come la presente, ci sarebbero in ornitologia molte altre questioni su cui starebbe bene aprire la discussione. Ma il posto adatto per questa sarebbe in un organo speciale, che di tale materia s'occupasse esclusivamente. Io non cesso di lamentare — e con me molti miei corrispon- denti — che nella penisola non esista un Giornale ornitologico italiano, il quale fosse come un centro a cui venissero a convergere tutte quelle piccole, ma interessanti notizie, che ora van dis- perse in cento diverse pubblicazioni di Accademie e di Istituti scientifici, pubblicazioni che poi sono solo alla conoscenza dei pochi privilegiati che hanno a disposizione grandiose biblioteche. Se le altre nazioni possono mantenere, non uno, ma molti periodici del genere, possibile che in Italia non si trovino poche diecine di collaboratori e poche centinaia di abbonati che facciano sorgere e fiorire un giornale il quale tenga informati i lettori di quanto di nuovo si riscontra nel campo ornitologico ? Il solerte Direttore dì questo Bollettino, 1° egregio cav. Brogi, son certo s' accingerebbe alla non facile impresa, se trovasse quell' appoggio presso gli ornitologi che non gli dovrebbe man- care in una nazione che conta tanti e sì distinti cultori dell’ ornitologia. Un modesto periodico mensile o bimensile — a buon prezzo — che fosse la palestra di quanti s'occupano d’uccellì, che riproduca tutte le notizie che si raccolgono all'interno od all’ estero, che informi delle pubblicazioni ornitologiche di tutte le nazioni, delle nuove scoperte, che dia notizie di caccia, biologiche in tutti î rami dell'ornitologia ece. ecc. non sarebbe esso sulutato con gioia în Italia? ! Decidiamoci e poniamoci all’ opera ! (*). (*) L'ottimo Sig. Prof. Bonomi, distinto ed appassionato ornitologo trentino, giudicando da quanto accade in altre nazioni, hu ben ragione di sorprendersi che in Italia non esista un perio- dico esclusivamente dedicato alla Ornitologia, parte così simpatica e assai diffusamente coltivata della Zoologia. Ma da noì si incontrano sempre molte difficoltà per far vivere e prosperare un pe riodico scientifico, e tanti ed ottimi se ne sono veduti nascere e poco dopo morire. Forse ciò av- viene anche per causa dello straordinario numero di accademie, istituti, associazioni, comitati ece. scientifici, che esistono in Italia e presso qualcuno dei quali ogni studioso è ascritto e ritiene suo dovere dare ad essi comunicazione dei propri studi e delle proprie osservazioni perchè vengano pubblicate neì respettivi atti ; e ciò quantunque le pubblicazioni di questi Enti, abbiano una diffu- Sione limitatissima e perfino dì sole 2 o 3 cento copie per fascicolo. Tuttavia la direzione di questo Bollettino ringrazia l’ egregio collaboratore Prof. Bonomi della fiducìa dimostratagli e fidando molto sulla valentia del proponente, sarà ben lieta di dar vita al Gior- nale ornitologico italiano, quando gli ornitologi promettino la loro collaborazione e il loro appoggio. A questo Bollettino sono abbonati certo qualche centinaio di studiosi e dilettanti in orpito- logia, ad essi rivolginmo intanto preghiera, onde abbiano la bontà di comunicarci il loro pensiero ìu proposito. La DIREZIONE. Sopra esposta, stante che si andava ricercando la Spiegazione dell’irradiazione nella proba- bile più o meno presenza di sostanze a base di fosforo nella carne così dneriminata. Però per quella sera dovetti andarmene a letto, a mio malincuore, senza aver ottenuta la ragione e la spiegazione del fenomeno. Ebbi però più tardi il piacere di vedere azzeccare nel vero una mia ultima supposizione, doversi cioè ascrivere la misteriosa luce alla presenza di al- cuni microorganismi parassiti, dotati di qualità fosforescenti. Nel domani il prof. Tellini confermò colla sua asserzione la mia prima idea, confor- tando l’asserto colla citazione di alcuni organismi fosforici, che si sviluppano sulle conserve alimentari e sui pesci in via di putrefazione. Recatomi quindi col suddetto professore dal prof. Nallino, questi ebbe a dirci come alcune settimane prima, gli fosse stato portato un pezzo di tacchino crudo divenuto fosforescente, della qual cosa con Sorpresa grandissima s'erano accorti, quelli che avevano intenzione e diritto di mangiarlo, nella sera stessa (1). Per quanto mi occupassi assieme al prof. Tellini per iscoprire i minutissimi organismi, non riuscimmo col microscopio a vedere altro che tessuti carnosi, evidentemente modificati, ma niente in quelli di vivente. Avevo già perduta la speranza di saperne qualche cosa di più, quando trovatomi ns- sieme col distinto medico, dott. Pitotti, gli narrai il fatto ed egli mi manifestò grande desiderio di esaminare la carne invasa dai microorganismi fosforici. Recatomi nel suo laboratorio, egli fece diligentemente dei preparati microscopici, che ci permisero, sottoposti all’ obbiettivo dello strumento, di scorgere un’ infinità di piccoli gra- nelli. L’ ingrandimento era di 500 diametri. ed i corpuscoli, che debolmente si movevano sotto al vetrino, al nostro occhio apparivano come, mi si passi la similitudine, i granelli di minutissimo polverino che si getta sugli scritti. Appena con un ingrandimento di 700 dia- metri si scorgeva qualche cosa di più, sebben perdendo in lucidezza. In mezzo a quei minuti granelli, ed in proporzione di appena uno su mille, si muove- vano scarsissimi bacilli della putrefazione, con movimenti piuttosto stentati. Senza esitare il dott. Pitotti ascrisse i microorganismi granulari al numeroso genere dei micrococchi. Re- stava a decidersi l'identità della specie, che esso dottore mi face pervenire nel domani mattina. Trattavasi del Micrococeus phosphorescens del Pfliiger, il quale fà le sue com- parse non molto comunemente, ma con irregolarità e spesso a considerevoli distanze di tempo e di luogo. Nè sarà fuor di luogo qui il soggiungere, come il Micrococcus phosphorescens abbia delle altre specie congeneri, le quali, com’esso, fanno a epoche le loro comparse. Pra questi protisti, che vanno posti fra i saprogeni, e quindi non fra gli atti a produrre malattie (mon patogeni), mi piace accennare ai Micrococcus ureae, M. lactis, M. aceti, e M. prodigiosus, il quale ultimo è assai affine al phosporescens.in discorso. Si è al Mierococeus prodigiosus, che sviluppasi sul pane umido o sulle patate, che si attribuiscono le macchie di color Bal guigno apparse sul pane dell’ esercito di Alessandro Magno quando era all'assedio della città di Tiro. (2) Allora lo strano fenomeno fu spiegato come un augurio di vittoria; | ar- dore dei soldati, così eccitati, si spiegò maggiormente e nel giorno seguente Tiro fu presa, Ma ben d’altri prodigi doveva esser causa il M. prodigiosus. Nel 1292 la città di Fran- coforte fu stranamente impressionata dalla notizia, che sulle ostie in una delle sue chiese s'erano trovate aleune macchie rosse come di sangue, La plebe eccitata, credette quello (1) Come nota il dott Romano nella Pastorizia del Veneto, questo ultimo fatto sta precisamente ‘così: Nella famiglia Pagnutti di Udine si stava mangiando, un po’ al giorno, nel febbraio scorso, un tac- chino. Giunti presso alla fine si accorsero una sera che il pezzo rimanente era divenuto fosfore- scente, fu portato al suddetto prof. Romano, e la sera seguente Ja fosforescenza si ripetò, in modo notevole e toccandolo, le dita stesse restavano fosforescenti. Il Prof. Nallino eseguendo l'analisi escluse ogni traccia di fosforo. (2) 332 av. Cristo. fosse un segnale divino di strage contro gli ebrei, e questi vennero in pochi giorni sacri- ficati in numero di ben 10000. Il Microccus phosphorescens, di cui ho cominciato a parlare, fu coltivato altre volte nella gelatina, che esso fluidifica, producendovi la fosforescenza. È bene notarsi che questo microbo arresta lo sviluppo di altri germi della putrefazione e per qualche tempo resta il solo padrone della materia invasa. Nel nostro caso i Micrococchi, fra i quali se ne poteva- no osservare di accoppiati o doppi, si colorirono benissimo col bleu di metilene. Non sempre però la fosforescenza delle carni in via di putrefazione è dovuta al Micro- coccus del Pfliger, ma spesso, e ciò avviene a mo d’esempio pei pesci del Mar delle Indie, il fenomeno è dovuto ad un Bacillus phosphorescens. Ho voluto accennare anche a questo sebbene non abbia che piccolo rapporto con quanto son venuto qui esponendo. Dopo il fatto primo, colla cui narrazione ho incominciato, e che fu causa delle ricerche in proposito, ed oltre al pollo fosforescente, di cui ho già parlato, altri fatti di fosforescenza su carni, preparate per oggetto culinare, mi vennero riferiti. Ricorderò qui una vescica di sugna, un fegato di bue, della carne d’ agnello, aleuni ossi male scalzati dalla carne, non tutte queste cose provenienti però dal medesimo focolaio d’ infezione, che come già dissi, non viene considerata pericolosa, nè atta a produr malattie. Essendo che la lingua salata, origine di questa cicalata, fu alla mia famiglia regalata, non so se sia il caso di ricordare il noto verso: « Timeo Danaos et dona ferentes ». Udine, aprile 1896. A. LAZZARINI ___r_____——r IL LETARGO NEGLI UCCISI (continuazione e fine) Aristotile e Plinio dissero che le rondini se si trovano in grande distanza dalle regioni tem- perate, invece di emigrare passano l'inverno nel loro paese natìo, solo radunandosi molte assieme nelle gole delle montagne meglio soleggiate. Più tardi Buffon, parlando della rondine nella sua Storia naturale, ammette che quella specie che cova nei buchi che si scava sotto terra e che stà sempre lungo le acque, sì rintani in certe circostanze nei loro sotterranei nell'inverno passan- dovelo intormentite. Klein, Fleming, ece. furono del medesimo sentimento. Lo stesso Blumenbach, contrario come vedemmo al letargo degli uccelli, indirettamente lo ammette quando parlando dei colombi così dice: « quelli che soggiornano nei climi temperati, si riuniscono in moltitudine e passano l'inverno nelle fessure delle roccie, nei buchi degli alberi ecc. » Quindi può essere av- venuto che alcune rondini prendendo ricovero entro i fori praticati sul margine delle spiaggie ve - nissero, cedendo questi, a cadere entro l'acqua, e ch'esse sieno poi state prese innanzi che an- negassero. La credenza generale dominante in Iscozia che si trovino talvolta a caso intorpidite le rondini nei loro nidi, non sì saprebbe da quale circostanza potesse trarre origine, che dall’ essersi real- mente presentato un tal fatto. Così Colin Smith ad Arggleshire, in Iscozia, il 16 novembre 1836, trovò entro una rimessa cinque rondini comuni, le quali, quantunque prive affatto d' ogni apparenza di vita, trasportate in un luogo caldo, lentamente riacquistarono i sensi ed il movimento, ed in capo ad un quarto d'ora erano vispe ed agilissime. Lo stesso accadde di una rondine che l’ illustre naturalista e viaggiatore Pallas trovò nella Russia, stesa a terra in un campo, alla metà di marzo, come fosse morta di freddo; ed avvenne pur lo stesso di un'altra rondine che Girardin trovò sul focolare di un camino ad Èspinal neì Vosgi, e di due altre rinvenute da Datrochet nel cuor del- l'inverno del 1841 entro la cavità di un muro nell'interno dì una casa. Però non solo in Francia ed în Russia sì rinvennero nella rigida stagione delle rondini in ìstato di letargo, ma anche in Germania, come ne fanno fede Gaspare Heldelin e parecchi altri na- turalisti, e nella Svizzera, come verificò Acard de Privy Garden lungo il Reno, vicino a Basilea. —__ - PT RL SI I RT Il celebre naturalista Vieilott, poi, in novembre, dicembre e febbraio 1775-76 vide una rondine domestica a Rouen, la quale erasi rifugiata in un foro Sotto la volta di un ponte. Il 27 dicembre del 1775 se ne videro pur due volare per molte ore di seguito nelle corti del castello di Majac nel Perigard, Appunto come sì vedono talvolta ì pipistrelli in eccezionali calde sere di qualche mite inverno. Parimenti spesse volte nella Grecia, nell’ isola dì Malta, sulle due riviere Liguri, ed in altre regioni eurepee si veggono delle rondini svolazzare nei giorni men freddi della stagione invernale, Il qual fatto naturalmente fa Supporre che nelle giornate più rigide stieno intirizzite o in qualche muro dei castelli o dei ponti esposti al sole, Oppure nei buchi e nelle fessure dî quelle scogliere di agglomerati di Lavagna, non potendosi già supporre che giungano in quelle località, in tali giorni soltanto ed in poche ore, dalla lontana Africa a diporto. Ma oltre gli esempi basati o sulla realtà delle Scoperte o sulle deduzioni intorno al torpore della rondine, Bewiek, riportato dal Fleming, riferisce un caso di essersi osservata la stessa condi- zione nel cucculo: « Pochi anni sono fu trovato un cucculo novello nel più fitto di un folto pru- neto. Raccolto che fu manifestò subito segnali di vita, ma trovavasi affatto privo di penne, Essendo stato tenuto caldo ed alimentato con attenzione, crebbe e ricuperò il suo vestimento, Nella prima- vera seguente prese la fuga, e nell'attraversare il fiume Eyne emise il consueto suo grido », Altro esempio egualmente beno autenticato di torpore negli uccelli è quello che ci ricorda Neill, come osservato nel re di quaglie. « Feci, dic' egli, frequente ricerca so i re di quaglie sieno stati veduti ad emigrare dalle Orca}i, ma non potei apprendere che siasi una tale circostanza mai osservata, È opinione, per verità degli abitanti che non sieno atti ad intraprendere un volo bastante da portarli attraverso al mare. Yorston, affittaiuolo ad Aikerness, riferì anzi un curioso fatto conducente piuttosto alla conclusione ch’ essi non emigrino. Nel demolire un muro di fango © paglia essendo nella metà circa dell'inverno, si trovò un re di quaglie nel mezzo del muro, Era Apparentemente privo di vita; ma riuscendo fresco al tatto ed ‘all’ olfatto, Yorston pensò di collo- carlo in luogo caldo onde vedere so fosse per rinvenire. In breve incominciò a muoversi, 0 dopo poche ore potè camminare. Visse per due giorni nella cucina, ma non volle mangiare nulla, Morì dunque ed imputridì. Io non asserisco che questo singolo esempio abbia ad essere riguardato sotto altro aspetto che quello di un'eccezione alla regola generale della emigrazione, finchè osservazioni ulteriori non abbiano deciso un tal punto », (Fleming - Filosofia 200logica vot. 11 PD. 114). Questi sono gli esempii che ho potuto raccogliere intorno ad un reale torpore che presentati si sieno fra la famiglia degli uccelli. Sembrami più che sufficiente a togliere ogni dubbio quanto al fatto, mentre poi ci indicano i numerosi ripieghi della natura onde conservare 1° esistenza noi casì estremi. Dico però nei casi estremi, cioò che fra i mezzi della natura ben può accadere che per qualche particolar circostanza rendendosi la migrazione ad alcuni pochi individui impraticabile, sieno stati questi abilitati ad intorpidirsi. La comune regola si è pertanto che quelle specie, le quali non possono resistere al clima natìo, emigrino in altro più mite, Non vale l'obiezione che alcuni di essi possano essere colti improvvisamente da un freddo precoce e quindi paralizzati, anzi tempo che si dispongano all'emigrazione, poiché dagli esperimenti fatti da Spallanzani (vedi Salvadori: Fauna d' Italia) 0 precisamente sulle rondini, sappiamo che essì ponno resistere ad assai basse temperature, Non vale neppure l'altra obiezione che alcuni di essi si trovano troppo distanti, perchè nati nei paesi settentrionali. Tutti sappiamo quale sia la velocità della rondine; L'Adanson sulle coste del Senegal vide le rondini il giorno 9 di Ottobre, cioò 869 giorni dopo la loro partenza dall'Eu= ropa; nel qual tempo dovettero fare non meno di 1500 miglia. La rondine fa ordinariamente quasi due chilometri ogni minuto, e Spallanzani constatò che fa 148 chilometri all'ora e nella mas- sima velocità tre volte di più. Il Masserrotti dice 50 miglia geografiche all'ora. E lo Spallanzani lasciando partire un balestruccio da Milano lo vide ritornare in 13 minuti alla propria nidiata in Pavia. 88 Or bene se a noi arriva la tarda e pesante anitra che fa soltanto 90 chilometri all' ora, se a noi arrivano dal lontano Nord, la tordela, la tordela gazzina, il-tordo sassello, lo zigolo di Lapponia e cento altri di assai più breve volo, perchè nol potranno le rondini ed il non meno veloce cucculo? Un dubbio potrà sorgere per il re delle quaglie. Ma la sua emigrazione, come quella della rondine, è certa; poichè in Sicilia, nell'Italia meridionale, nella centrale, si vede soltanto nei tempi del passo. D'altronde se la quaglia, assai più tarda, emigra, come ce lo attestano le distrug- gitrici caccie fatte, sulla riva del mare nella bassa Italia, all’ epoca de’ suoi passaggi.in cui ne pe- riscono in un sol giorno delle centinaia di migliaia (Bonaparte, Salvadori), perchè non potrà emigrare l’assai più agile re delle quaglie che da noi è già arrivato in Agosto, alcun tempo prima quindi della partenza delle quaglie? Concludiamo adunque col dire che non si può mettere in dubbio che talvolta negli uccelli pos- sano diminuirsi le funzioni vitali in modo che se non cadono in un letargo preso nel più stretto senso, come verificasi nel ghiro e nella marmotta, almeno cadono in un torpore od assopimento più o meno interrotto da qualche risveglio, come potei io stesso osservare in uno spioncello (anthus spinoleita Bp.) che per tutta la stagione invernale del 1891 pose stanza nei buchi di un muro che circondava un preto ben esposto al sole ed acquitrinoso in Valle del Bitto, mostrandosi soltanto in alcuni giorni di più mite temperatura ed associandosi talvolta cogli altri uccelli, specialmente coi sordoni (rccentor alpinus). Le cause poi di tale infrazione alla comune regola d’emigrazione potrebbero essere le malattie, la debolezza o la tenera età o qualsiasi altra circostanza che li renda incapaci di seguire gli in- dividui della propria specie. Ma ciò accade soltanto nei casi estremi; e quindi rari saranno gli esempi nei paesi settentrionali ed affatto rarissimi in quelli temperati. CarLO FABANI GLOSSARIO RENCOMOLOGTOO REDATTO da LUIGI FAILLA-TEDALDI ILLUSTRATO CON FIGURE — (continuazione) remi Piedi o Zampe - /’edes - Pieds o Pattes - Bein - Sono gli organi della locomozione. Negli insetti perfetti sono sempre in numero di sei, composti dalle seguenti parti: anca, trocantere, femore o coscia, tibia 0 gamba, e tarso. Talvolta il termine piede trovasi applicato in senso di tarso. Secondo la forma, gli uffici, le vestiture si hanno: Piedi addominali - Pedes abddominales - Pieds abdominales Fransenfiisse, Bauch-fiisse (Spence anterior pleopoda) - Chiamansi nei bruchi quelli posti alla parte mediana dei segmenti addominali = Propedì. Piedi ambulatori - P. ambulatorii, gressorii - Pattes ambulatoires - Schreitbeine - Che sono propri al cammino come quelli delle Chrysomelidae, Lamia cce. Piedi amminicolosi - . adminicutosi - Stemfusse - Colla tibia munita da punti o denti come nei Scaradeus. Tav. IX fig. 33. Piedi anteriori - ?. antici, anteriores - Spence Gnathopoda - P. anterieures - Vorder- beine - Si chiama il primo paio di zampe posto ai lati del protorace. Nelle de- serizioni latine adoperandosi ad esempio pedes anteriores si suol dinotare il primo e secondo paio di zampe, cosìechè parlando di un Harpalus tarsi anteriores arti- culis quatuor dilatatis s' intende dei quattro tarsi anteriori. Volendo invece desi- 89 gnare il primo paio soltanto si adopera antici, come ad esempio parlando dei tarsi anteriori di uno Sphodrus si dirà: tarsi antici maris articulis tribus dila- tatis - (Pirazzoli Coleotteri Italiani). Piedi antofori - P. anthophori - Sammelfisse - Forniti di una fossetta alla tibia, col primo articolo tarsale allargato ed interamente coperto di peli o setole. Servono alla raccolta del polline. Tav. V fig. 16-17. Tav. IX fig. 28, 82. Fig. 16. a) Fossetta della tibia - Coclea o fossa tibiae - Lòffel o Kòrbchen — 5) Spazzola - Sarotbrum - Biùrst o Fusshechel — c) Pettine - Pecten - Kamm — d) Dente - Forceps - Zange o Zahn. Fig. 17. Piedi posteriori e) Anca - Coxa - Hifte — 1) Apofisi - Trochus - Schenkelring — b-g-h-k) Primo secondo terzo quarto e quinto articolo del tirso — 1) Ungnetti - Ungues - Krallen — ) Pulvilli - Pulvilli - Pelotten o ballen - (plantulue) — n) Femore - Femur - Schenkel — 0) Rotula interarticolare - Trochus o Rotula interarticularis - Zwi- schenglied. Piedi attivi - Si dice in opposizione a piedi inerti. Piedi clavati - P. lavati - P. en massue - Keulenfiisse - Col femore ingrossato in forma di clava - Oedemera, Molorchus. Piedi copulatorii - P. copulatorii - Huftbeine - Coi tarsi forniti di coppette con cui possono applicarsi a modo di ventose. g' di Dytiscidae Tav. IX fig. 28. Piedi corsivi - P. cursorii - P. coursives 0 courreuses - Laufbeine - Atti alla corsa - Carabidae. Piedi cultriformi - P. cultriformes - messerformige o Schnappfisse - Colla tibia che si applica in un solco del femore a modo di coltello - Mantis. Piedi falciformi - P. /alciformes - P. falciformes - Sichelfiisse - Stlpha. Piedi falsi - /. falsi - P. fausses - Consistono in protuberanze carnose, coniche 0 ci- lindriche, talvolta retrattili, poste alla faccia inferiore dei segmenti = P, mutici. Tav. IV fig. 3-4 b). Piedi falsi anali - P. anales 0 spurii - P. anales o fausses anales - Nachschieber, unechiefiisse - Quelli portati dall’ ultimo segmento - Spence chiama pleopoda - nei bruchi - quelli addominali o falsi piedi - ed indica auche con tal nome il paio po- steriore degli insetti perfetti. Piedi fogliacei - P. foliacei - Blattfasse - Colla tibia ed il tarso allargati in foglia. Piedi inerti = /. mutici. Piedi intermedi - Negli insetti perfetti quelli posti al mesotorace, o secondo paio - Spence chiama perciopoda i piedi dei bruchi del secondo e terzo anello addominale. Piedi membranosi - P. membranacei - P, membraneuses - Quelli portati dai segmenti addominali = Falsi piedi. Tav. IV fig. 3-4 h). Piedi monstruosi - P. monstruosi - P. monstreuses - Monsterfissse - Che hanno una lunghezza o forma anormale in confronto degli altri piedi dello stesso insetto - Calodromus Melli. 90 = tt ide Va Piedi mutici - P. spuri, Pedamina - P. mutiques, en palatine - Putzfiisse = Falsi piedi. Si applica pure a quelli di alcuni Lepidotteri, ridotti ad un solo articolo, molto peloso e improprio alla marcia. Piedi natatorii - P. natatorii o pinnati - P. natatoires - Schwimbeine - Proprii al nuoto cioè compressi e ciliati come quelli posteriori dei Dytiseidae, Naucoris ecc. Piedi nodosi - P. nodosi - P. noueuses - Knotenfisse - In forma di nodo - Notaspis. Tav. V. fig. 14. Piedi penicillati - P. penicillati - P. penicillées - biischelige Beine - Herminia, Piedi pennati = P. nutatorii. Piedi posteriori - P. postici, posteriores - Spence Pleopoda - Insetti perfetti - Quelli portati dal metatorace o ultimo paio. Richiamiamo qui la stessa distinzione fatta per i piedi anteriori. Adoperandosi il latino posteriores si deve intendere il se- condo e terzo paio di zampe, come nella descrizione dell’ Attalus dalmatinus: fe- moribus posterioribus nigris; e postici per designare soltanto il terzo paio di zampe come nella descrizione dell’ Ebacus pedicularium: femoribus posticis ni- gris (Pirazzoli). (continua) In questa rubrica si inseriscono gratuitamente le brevi note speciali e locali favoriteci dagli abbonati, nonchè do- mando, schiarimenti, informazioni, consigli, questioni da risolvere, ecc, Fratta 20 Per il II.° Resoconto dell’ Inchiesta Ornitologica. Nella recente discussione dei ca- pitoli del bilancio d' Agricoltura, per quanto brevissima, data la fretta solita di simili discussioni in sede di bilancio e la imminente canicola, non sarà a molti sfuggita sul cap. 32 « Caccia e Pesca » una raccomandazione dell'on. Ferruccio Mercanti circa i lavori dell’ Inchiesta ornitologica. Il noto deputato, egregio naturalista, ricordò al Ministro, on. Guicciardini, l' impegno assunto colla pubblicazione della 1,2 parte della Inchiesta stessa, e la conseguente necessità della pubbli- cazione del II° Resoconto che per ragioni di economia (!) fu sospesa, per quanto già da qualche anno, l' Ufficio ornitologico abbia pronte le relazioni dei singoli collaboratori; relazioni che sap- piamo assai importanti, come quelle che saranno di complemento ad osservazioni precedenti e ricche di nuovi dati rispondenti ai molteplici quesiti dell’ Inchiesta. Il Ministro Grimaldi, nel 1885, decretava questa inchiesta, che ha portato buoni frutti, se- gnando da noì un notevole risveglio negli studî ornitologici. S' intende che a un'inchiesta di un’indole affatto speciale come l’ornitologica, che riflette gravi problemi di biologia in intimo rapporto coll’ agricoltura, non poteva certo bastare un primo resoconto, come, per quanto migliore, non basterà il secondo che il Ministro ha promesso di pub- blicare l'anno prossimo. E ce lo auguriamo, Fuori d'Italia governi e istituti scientifici aiutano potentemente la continuazione di queste inchieste, riconosciute tanto necessarie nel noto Congresso ornitologico internazionale di Vienna nel 1881, Prendiamo, quindi, atto con compiacimento della lodevole resipiscenza del Ministero d’' Agri- coltura che continuava a mantenere di nome un Ufficio ornitologico, paralizzandone l’azione effi- cace colla sospesa pubblicazione dei Suoi Atti; e certo di interpretare i sentimenti degli egregi collaboratori dell’ Inchiesta a cominciare dal suo iniziatore, (il chmo. prof. Giglioli, che replicata- mente non aveva mancato dì sollecitare l'invocata e ora promessa pubblicazione) e con essi quanti hanno a cuore l'incremento scientifico dell’ Italia, esprimiamo all’ egregio deputato Dr. Mercanti, —e—et da queste colonne che non Scarso contributo recano agli ai taste È -@ PTT e 09 Ser 91 — E LE ap studî ornitologiei, i sensi della più viva riconoscenza per aver sollevato, e con Successo, una questione così importante per la Scienza e per l'Agricoltura, che da troppo tempo giaceva obli Ancora dell’ orso nel Trentino. tizia dell’ uccisione 19 maggio u. s. un'altro orso fu cuusa di d celebre Santuario. di due orsì nel gruppo di Brenta in Val « ata, per non dire sepolta (1) Giacomo DAMIANI Nel numero 5 del Bollettino del Naturalista davo no- li Non. Ora vengo a Sapere che ai ue gravi disgrazie sul territorio di l’inè, ove esiste il Venuto su da Lona, il feroce carnivoro passò pei boschi di Baselga e per Ceremonte, ove S'imbattè in una donna intenta a tagliar legna e la assalì, Essa per difendersi contro la belva, dalla quale fu atterrata e a morsi ed a zampate fu siffattamonte giorni dopo la misera — che sarebbe stata anche incinta — dovette soccombere, il suo cammino sì diresse verso Bedollo, dove assalì e ridusse a mal partito malconcia che pochi L'orso continuando un ragazzo, il quale se anche sopravvive, avrà la fronte per s furono assalite dalla fiera, ma queste se la scamparono con ] questa feroce belva la popolazione. Gend ma in sulla sera di cuni pastorelli nel troppo fino al mome col suo potatoio fece del suo meglio empre sformata, Altre due persono esioni meno gravi. La comparsa di in luogo, ove da molti anni non se ne aveva più contezza, sparse il terrore fra armeria e cacciatori si sopo Mossì a dare prontamente la caccia al plantigrado quel giorno smarrirono le traccie. Fu poi bosco di Ricaldo, e veduto il giorno 24 maggio da al- pecore e fanciulli si diedero a precipitosa fuga; ma pur nio in cuì serivo, ad onta che i paesi di Bedollo e Segonzano abbiano bandito una taglia all'uccisore, non mi consta che quell'amena plaga si a stata liberata dal feroco assassino. È poi notevole che questo orso, certo proveniente da Fovelo, sarebbe il primo che, dopo una lunga serie di anni, compare sui monti della riva sinistra dell'Ad Rovereto 1 giugno 1896, Due Roditori ige. A. Bonomi rari pel Trentino, Partecipo la cattura di due Rosicanti che forse non son rari per l'Italia, ma lo sono certo per il Trentino, giacchè mi si era prima d’o in vent'anni d'insegnamento mai ra offerta l'occasione d' averli in mano. Sono: l. Una MarmoTtA (Arctomys marmota Schr.) che fu uccisa ]° agosto u, s, sul monte Va/lenaia., in Val di Sole e regalata dal mio discepolo sig. Tommaso Dallatorre al Gabi- comune di Castello, netto del ginnasio roveretano, per le vacanze, così disse poi che in que 2. Un Moscarpi Siccome l'esemplare fu quì spedito mentre io mi trovavo assento fu preparato senza che potessi sottoporlo all’ esame interno, Il Dallatore mi lla località la Marmotta era molto comune, No (Muscardinus avellanarius Linn.) Il Farmacista sig. Metello Azzolini di Demo in Val di Non, appassionatissimo naturalista, ne catturava due sulle rive del Noce verso il prineipiar d'aprile di quest'anno. Gentilmente me ne inviò tos veretano e trattenne da morte naturale, mi fu pure spedito ieri e lo conservo al G to uno, che io passai al Museo ro- vivo l’altro esemplare, il quale, però dopo quasi tre mesi di schiavitù, colpito Rovereto 27 giugno 96. abinetto dell'i. r. ginnasio di questa città. A. Bonomi Vitalità in un esemplare di SEDUM RUPESTRE I, essiccato per erbario. (Co- municato alla Soc. bi colline livornesi una pianta di Sedum rupestre L. in frutto, ot. italiana. Adunanza dell’8 marzo 1896). (1) Approviamo e condividiamo pienamente quanto ha qui e siccome il ministro Guicciardini in quella occasione disse pure che aveva tore Sig. Damiani, e pronto un nuovo progetto di legge sulla caccia, conoscere per essere d nale nei suoi dettagli Il 20 novembre scorso raccolsi sulle Volendo vedere quanto tempo occor- sposto il nostro egregio collabora- non possiamo che far voti perché sia presto fatto iscusso; ed osserveremo ancora che un progetto di Jegge sulla caccia, che sia razio e che coneilii i veri interessi dell'Agricoltura con quelli dei cacciatori e con la conservazione delle specie ornitologiche, non potrà essere compì compito principale è menta la sospensione appunto affilato alla Inchiesta ornitologica d del lavoro e della vitalità. lato che dopo accurati studi, il cui ella quale tanto giustamente si la- LA DIREZIONE ti TY CAME de O A pt n, OT SETTA SI ERI 92 resse per farla seccare direttamente nella carta asciugante, senza immergerla prima nell’ acqua bollente, come generalmente si fa per le piante grasse, la tenni sotto pressa per ben 25 giorni, mutandole quotidianamente la carta; quindi interealai provvisoriamente l'esemplare, che pareva secco, in un pacco di altro piante destinate ad essere avvelenate. Alla fine di febbraio mi capitò fra le mani la detta pianta. Durante il suo soggiorno nel pacco, i vari rami avevano subìto un allungamento all'apice di circa un centimetro ciascuno. Sebbene il resto della pianta fosse perfettamente secco, le parti formatesi nuovamente erano in piena vita e fornite di foglie carnose, le più basse di queste discretamente evolute, le superiori in via di formazione. Inoltre, le foglie più sviluppate della parte vegeta ed anche quelle essiccate immedia- tamente sottostanti ad esse, erano provviste ciascuna di due radici ascellari, ognuna delle quali era situata presso uno dei margini del lembo. Le più evolute di queste radici, che misuravano circa cent. 4 di lungh. per lj4 di millimetro di massimo diametro, erano inserite più in alto, e Î portavano poche ramificazioni laterali, lunghe da mm. 1 a 2; le meno sviluppate, misuranti pochi Ni millimetri, occupavano le parti più basse. | Credo che il fenomeno si possa spiegare nel modo seguente: Î La pianta quando fu rinchiusa nel pacco, benchè apparentemente essiccata, aveva conservato | ancora tanta vitalità da poter produrre l’acerescimento dei singoli rami: consumate in tal guisa le ultime sue forze, era morta. Le estremità vegete, non ricevendo più alcun nutrimento dalla pianta, e quasi lottando per la loro esistenza, avevano prodotto delle radici nella loro parte infe- riore, individualizzandosi così in altrettante propaggini o pianticelle atte a crescere se messe in condizioni favorevoli, come ne feci l’esperienza con una di esse che, messa in vaso, è ora perfet- | dn ei cla tamente attecchita e stà sviluppandosi. È vaturale poi che le radici poste più in alto, cioè nella parte più vegeta, dovessero essere maggiormente evolute di quelle più basse, che si trovavano al limite fra la porzione viva e quella morta di ciascun ramo. Dott. A. PREDA Mostro — Vitello che somiglia al montone. Il giorno 10 Aprile u. s. dal colono Mar- chini Giuseppe della tenuta di Salci, territorio di Città della Pieve (Perugia), una vacca di razza nostrale, dell'età di annì 8, partoriva un vitello con i seguenti caratteri. Collo e testa perfettamente somiglianti al Montone; saldatura delle mandibole sino al loro terzo inferiore; rudimenti carnei alla commissura delle labbra ed alla base del padiglione del- l'orecchio; lingua alquanto più sottile del normale che sporge continuamente dalla bocca, la quale stà in diretta comunicazione coi cartocci nasali mancando completamente la volta palatina. Gli arti anteriori erano pronunziatamente mancini ; ma col crescere dell’ animale hanno ripreso il loro giusto appiombo. Tutto il resto è normale. Modo di nutrirsi, — È degno di nota il modo di nutrimento del Vitello. Quando questi sente lo stimolo della fame, come un cagnolino, fa mille moine al suo custode finchè lo costringe ad avvicinarsi alla mammella della nutrice. In allora foggia la lingua a guisa di canale, ove gli viene spremuto il latte. che in buona parte però rigurgita dalle narici. Dr. A. NICCHIARELLI Conservation des pièces anatomiques. (Le Naturaliste). M. Melnikoff-Razvedenhoff, conservateur du Musée d'anatomie pathologique de Moscou, a présenté à la Societè de bdiologie des pièces anatomiques admirablement conservées gràco à la méthode suivante: La piéce fraîche est placée pendant 24 heures sur de l'ouate imbibée de solution à 40 p. 100 de formol (aldèhyde formique) pur, Les organes se dècolorent un peu, mais ils reprennent leur teinte quand on les met pendant 6 ou 8 heures dans l'alcool à 95° On peut ensuite conserver la piéce dans la solution ci-dessous: ae ZIE, DINE SERI Dre Eau distillée 100 — Acètate de potasse 30 — Glycèrine 60. On peut aussi employer l'aleool cu une solution à 2 p. 100 formaline. On peut encore los inclure dans de la gélatine, obtenue en dissolvant 100 grammes de gélatine dans 600 grammes d'eau chaude et en ajoutant 350 centimòtres cubes de solution d'acétate de potasse. Finalement filtrer et ajouter 700 centimétres cubes de glycérine, La méthode que nous venons de dècrire est basée sur les propriétés conservatrices de l'al- dehyde formique que, pour la circostance, on a appelò formol, la terminaison oZ dtat réservòe, suivant une coutume bizzarre, aux antiseptiques (ox. salon, naphtol, ete.), Le formol a donné aussi d'excellents résultats à M. Fubre-Domerque pour la conservation des animaux marins. Il èst ex- cellent pour les insectes. J'ai aussi essayé de conserver les fleurs avec leurs couleurs dans du formol, en diverses pro- portions, en solution pure ou associée à d'autres antiseptiques tels que l’acide salieyque, Malgré des essais nombreux, je ne suis arrivé à aucun résultat net. La coloration se conserve un peu, mais elle n'est jamais identique è ce qu'elle est chez la plante vivante. En somme, sous l'influ- ence du formol, toutes les parties du végétal, vertes ou colorées deviennent blanchos luctescontes. Le formol à 5 ou 10 °/, a la triple avantage sur l'alcool de ne pas codter aussi chez, de ne pas dissoudre la chlorophylle et enfin de ne pas rendre los piòces trasparentes. Une plante dans du formol devient opaque, mais conserve admirablement son port. Les fruites, les champignons, ete, Se conservent aussi fort bien dans le formol. Henri Coupin. Un mezzo semplice per somministrare medicamenti liquidi ai maiali. Claussen ha ideato un curioso metodo per somministrare medicamenti liquidi ai maiali. Esso merità di vo. nire citato perchè nella pratica, direbbero i francesi, bisogna faire flche de tout bois. Il Claussen fa prendere al proprietario una vecchia Scarpa, a cui viene tagliata la punta in modo che vi ri- manga una larga apertura. Questa parte viene introdotta in bocca al maiale. L'animale lotta un po', ma si tranquilizza subito mettendosi a masticare la scarpa. Allora si versa il medicamento nella scarpa e l’animale lo inghiotte benissimo, Il Claussen lasciò sempre ai proprietari di compiere l'operazione, e quosti vi riuscirono be- nissimo, trovandosene molto contenti. (Mitt. f. Tierùrtze, III Jahrg, 1896, pag. 105 @ Clinica ve- terinaria n. 23). GALLI Gara colombofila da Napoli a Firenze. La mattina del 5 Luglio ebbe luogo uha gara di colombi viaggiatori da Napoli a Firenze che in linea aerea dista 405 chilometri. Per quanto le gare quest'anno erano fin ora riuscite bene, questa le ha superate tutte, non avendo avuto che la insignificante perdita del 2 °/, oltre ad una velocità rapida e generale tanto che dal primo all’ ultimo premiato corrono solo 10 m. e 51 s, I premiati dalla Commissione tecnica furono : l. Giulio Ciotti, medaglia d'oro della Società, Il suo colombo Biunse a oro 7, m. 25 e 8, 29, — 2. Martino Raugei, medaglia d’argento dorata della Società. Il suo colombo giunse a ore 7, m. 27 s. 30. — 3. Gino Caiani, medaglia d'argento del Municipio. Il suo colombo giunse in ore 7, m. 27, s. 45. — 4. Giovanni Bologna, medaglia di bronzo del Municipio. Il suo colombo giunse a ore 7, m. 36 e s. 20. G. De P., _______—_——— NOTIZIARIO ——T oro Piante nuove. (Dal Giardinaggio). Strobylanthes Dyerianus. È un nuovo acquisto nel mon:lo orticolo questa acantacea, notevole per la brillante tinta del suo fogliame. Dessa è rosa- violacea viva e brillante. Lo Strobylanthes si adatta ottimamente per la coltura all'aperto durante l' estate ; però sarà PT e 2 I Seo Pi necessario non trasferire in piena terra le piante troppo per tempo in primavera poichè basterebbe una brina tardiva per danneggiarle e ritardarne notevolmente lo sviluppo. I fiori sono di una bella tinta bluastra di forma tubulare e veramente graziosi, ma questi non formano il pregio principale della pianta; desso risiede sopratutto nella tinta del fogliame. La quale è più o meno brillante secondo lo stato della vegetazione; e si accentua quando la pianta vegeta con vigore in piena aria o quando è collocata vicino ai vetri nella serra. Per ciò che riflette la coltura e la moltipl:cazione, lo Strobylanthes può essere trattato al pari di un Coleus. Browalia speciosa major. Rassomiglia ad un ampia violetta scempia con la differenza che il fiore è molto aperto e mostra al centro un occhio bianco. La fioritura è continua, l'estate in piena aria, l'inverno in serra, e dura per tutta la vita della pianta. Durante I’ inverno si accontenta dì una serra temperata; la moltiplicazione si fa per talee o per mozzo della semina (questa è preferibile). Insetto distruttore dell’avena. Il Journal d'Agriculture Pratique, segnala la comparsa a la Palisse (Allier), e nelle vicinanze, di un nuovo insetto che danneggia i campi d'avena con una straordinaria rapidità. Detto insetto è di colore nero, lungo alcuni millimetri ed è stato riconosciuto per la 7yphlo- cyba aurata, imenottero, che ordinariamente vive sopra l’ ortica. Nuovo distruttore della vite. L’ungherese Maurizio Jokai ha pubblicato un'articolo su di un nuovo nemico della vite ora comparso in Ungheria e che mette già in grande apprensione i viticultori ungheresi. Il nuovo parassita, dice Jokai, è più temibile della fillossera e della peronospora, è una tarma della vite. Jokai afferma che una rilevante parte delle vigne nella regione di Keckemét è affetta dal pa- rassita, di modo che sarebbe distrutta già più della metà del raccolto di quest’ anno. L'animaletto nefasto, si sarebbe fatto vedere già nei dintorni della capitale, ed è tanto più temibile perchè, essendo alato, è difficile impedirne la propagazione, Jokai invita a pensare ad un rapido sterminio del parassita, perchè, in caso diverso, la pro- duzione vinicola dell’ Ungheria sarebbe distrutta. Su di una nuova forma di setticemia nei polli. Durante i mesi di settembre e no- vembre 1895 ha infierito in alcuni pollai di Roma una forma gravissima di setticemia, che vi ha prodotto una mortalità di circa il 60 per cento. La malattia ha un decorso brevissimo e passa sposso completamente inosservata. I polli presentano le ali un po' abbassate, la cresta ed i bargigli leggermente cianotici, seguitano tuttavia a mangiare e non hanno diarrea. Ad un tratto cadono in terra e muoiono come fulminati. Dalle ricerche fatte dal dott Santori, risulta che la malattia è causata da un cocco-batterio, al quale ha dato il nome di Eritro batterio, mobile, fondente, anaerobio facoltativo e che si svi- luppa benissimo in tutti i comuni terreni nutritivi, producendo in essi, alla temperatura dell’am- biente, un colorito rosso intensissimo. Il suo potere patogeno è molto elevato ed i prodotti delle sue culture presentano un alto grado di tossicità. Nelle esperienze eseguite sui polli, suì conigli, sulle cavie, sui topi bianchi e sui cani si è notato che nel punto d'innesto si produce un ascesso che si svuota facilmente, e dopo 8-12 giorni l'animale è completamente rimesso. Su tutti gli animali, meno i cani, la malattia è sempre mor- tale e vengono infettati tanto per la via sottocutanea quanto pel canale digerente. Il decorso cli- nico però è molto diverso. Gli animali ai quali si è iniettata sotto cute una coltura di eritro-bat- terio, muoiono invariabilmente fra 10-18 ore; quelli ai quali si sono date a mangiare le colture mescolate al cibo non muoiono che dopo una o più settimane. (Annali d' Igiene sper., 1896, Vol. VI, pag. 157). Sui faggi non cadono i fulmini ? [l tedesco prof. Muller ha fatta una statistica dei ful- mini che durante Il anni colpirono le foreste del principato di Lippe. Da essa resulta che la fol- gore è caduta su querci, pinì ed abeti, ma mai suì faggi, quantunque essi formino la foresta per ben due terzi. La pesca dei tonni in Sardegna dà ora buoni resultati. La prima mattanza dette 630 tonni; la seconda 1250 ed è imminente una terza mattanza. Da Carloforte abbiamo notizia di questi resultati: A Portoscuso 1870 tonni in quattro mattanze; a Portopaglia 1041 in sei ed al- l'Isola Piana 1367 in tre mattanze, Quanto si spende per un cavallo e per un cane. A Newmarket sono stati venduti in questi giorni i cavalli delle famose scuderie dei defunti barone Hirsch e colonnello Narth, una cavalla, la F/éche, fu venduta 12600 ghinee, ossiano circa L. 300 mila; il cavallo Re del Nitrato fu venduto per 40 mila ghinee che equivalgono a oltre un milione di lire nostre. L' American Veterinary Review, riferisce che il senatore W, Reynolds di Brooklyn (Nuova Yorek) all’ ultima esposizione dei Club Keunnel di Westminster, comperò il campione Otas, cane di S. Bernardo, per L. 20 mila, ed il suo giovane figlio Hellgate Defeuder per L. 12,500 Le cavallette. Uno sciame innumerevole di cavallette provenienti dall’ Africa invase verso la fine dello scorso giugno i territorii di Malaga; la provincia di Ciudad Real ha già avuto gra- vissimi danni. Anche a Cotrone sono comparse in gran numero, Congresso di avicultura a Parigi. Un congresso per la protezione degli uccelli utili all'agricoltura sarà riunito a Parigi nel prossimo novembre. Congresso internazionale di pesca marina, ostreicoltura ed acquicoltura ma- rina. Sarà tenuto nella Ville des Sables d'Olonne in Francia, dal 3 al 7 settembre prossimo, Per programmi ecc, rivolgersi al segretario del congresso M. A. Odin. Concorsi scientifici e premi d'incoraggiamento aperti dal R. Istituto veneto e proclamati nella solenne adunanza del 24 Maggio 1896 L' Istituto, di tro in tre anni, stanzierà nel bilancio la somma di L. 1500, per premi d' incoraggiamento a coloro che giudicherà benemeriti delle scienze applicate e delle industrie manifatturiere ed agricole, e per bene avviate iniziative o per miglioramenti d' importanza nei prodotti. I membri onorari ed effettivi non possono concorrere ai premi. La prossima aggiudicazione ha luogo nel maggio 1898, ALtRo Concorso. Tema: « Pare uno studio litologico, mineralogico e chimico dei mate- « riali pietrosi, sabbiosi, terrosi e salini, che uno dei principali fiumi del Veneto, nelle diverse < condizioni di piena, di magra e di media, porta fuori dalle valli alpine e depone a diverse « distanze dal piede delle alpi e fino al mare. Ed applicazione di questo studio a quello delle < alluvioni antiche e moderne della pianura veneta ed ai cambiamenti di posto, che possano < essere avvenute in epoche preistoriche nell’ alveo di detto fiume. Il concorso resta aperto a lutto il 31 dicembre 1896, Il premio è d’ italiane lire 3000. ALTRO Concorso. Tema: Itaccogliere e comp'etare î dati idrografici ed idrometrici relativi ai corsi ed ulle sorgenti d'acqua nelle regioni alpine e di piunura nelle provincie Venete e stu- diare da quali o da quale di questi corsi 0 di queste sorgenti, e în qual modo si possa trarre forza motrice, determinandone la quantità ed indicando le località più opportune per l'impianto dei mocchinarj ordinati ad utilizzarla sul sito od a trasmetterla a distanza. Il concorso resta aperto a tutto il 31 dicembre 1899, Il premio è di italiane lire 3000. ALTRO Concorso. Sarà conferito un premio d'italiane lire 9000 all'italiano < che avrà fatto < progredire nel biennio 1896-97 le scienze mediche e chirurgiche, sia colta invenzione di « qualche istrumento 0 di qualche ritrovato, che valga a lenire le umane sofferenze, sia pub- <« blicando qualche opera di sommo pregio ». Il premio si proclamerà nella pubblica solenne adunanza del 1898, NOMINE, PROMOZIONI, ONORIFICENZE, PREMI Pollacci dott. Gino, nominato assistente presso l'orto botanico della R. Univ. di Pavia. Berlese dott. Antonio, abilitato alla libera docenza in Zoologia, Marescalchi prof. Antonio, nominato Cavaliere della Corona d'Halia, Lanzillotti-Buonsanti dott. Nicola, eletto presidente della lk. Società italiana d' igiene. 96 Tavola necrologica VILLA dott. LUIGI, aiuto presso l'Istituto sieroterapico di Milano, morto il 17 Giugno scorso, Vittima della scienza, essendosi fatalmente bucato un dito, mentre iniettava una cavia con una coltura di morva, RAULIN prof. M., distinto chimico e discepolo collaboratore di Pasteur, cessò di vivere il 30 Giugno scorso. —__r_r_rCrCr—rrCrLt£r_—T= - RICHIESTE E OFFERTE Domande di cambi, indirizzi, domande e risposte diverse - Gratis per gli abbonati Quando non vi è speciale indirizzo, rivolgersi all’amministrazione del giornale, la quale rappresenta gli abbonati che pubblicando richieste od offerte desiderano riminere incogniti. Gli abbonati sono pregati ad approfittare di questa rubrica, poichè più che le richieste ed of- ferte saranno numerose, tanto maggiore sarà l'utile reciproco che ne ritrarranno gli abbonati stessi. Preghiamo pure gli abbonati a farei conoscere i loro cambiamenti di residenza, le loro no- | mine, promozioni ece., gli studi speciali ai quali si dedicano, nonchè se tengono collezioni e se | desidorano far cambi, Questo periodico è assai diffuso anche all’ estero, per cui un annunzio posto in questa rubrica, anche una volta all'anno, servirà a mettere gli abbonati in relazione con i colleghi d'Italia e delle altre nazioni, specialmente Europee. 113 Boggiani Cap. O., 14, S. Basilio, Roma, cede al miglior offerente un Microscopio Koristka (fabbricazione 1885) : stativo modello medio V, con condensatore Abbe modificato, obiet- i, tivi 1, 4,6 e 8 a secco, 112 imm. om., oculari 2 microm., 3, 4 e 5, revolver porta obiettivi triplo, camera lucida Reichert. 14 Charles E. Porter, Casilla 1108 Valparaiso (Chilì). Ie serai bien heureux de savoir l'adresse du naturaliste ou negociant, s'occupant de la vent d'animaux vivants, pour les musees Au pour le publique (dans les ports de France, Allemagne ou d’ Italie). 115 Il prof. G. Frizzi preside del R. Istituto tecnico di Perugia, desidera cambiare cen- turie di piante alpine, con piante della flora littorale e insulare italiana, 116 Dal laboratorio di storia naturale di S. Brogi, Siena si fa ricerca di Canne di bambù adatte per innestarvi retini da insetti e da pesca e di Barbagianni (Strix flammea) vivi, freschi appena morti, o già messi in pelle. 117 Si fa ricerca dei seguenti lepidotteri: Apatura ilia, Limenitis populi, Catocala frazini, Lithosa complana, Apatura iris, Acherontia atropos, 118 M. Louis Robin, 15 rue Gros Paris, offre des Coléoptères europeens en echange de Lépidoptères 119 Si fa ricerca di corna appaiate di Cervo, Daino, Stambecco e Muflone. 120 M. le docteur Phisalix, assistant au muséum, 26, boulevard Saint-Germain, Paris, étudiant la physiologie du venin des Arthropodes, dèsirerait se procurer vivants Scorpions, Hymòè- noptères ou autres Arthropodes venimeux ; il offre en échange uve partie de ses travaux. 121 Affittasi in S. Agata presso Sorrento, il diritto di caccia alle quaglie per 3 giorni la settimana, dal 15 agosto a tutto settembre. Tale riserva è nel miglior punto della penisola sor- rentina. Prezzo dì affitto L. 700, tutto compreso. Rivolgersi a Pasquale Varriale armaiolo, via Municipio 17, Napoli. i 122 Vitt. cav. de Tschusi, zu Schmidhoffen, Hallein (Salisburghese), cerca in Italia, re- lazioni di cambio di pelli, d' uccelli, e prega rimettergli l' elonco delle specie desiderate. 123 Ernest Lelièvre, 22, Entre-les-Ponts, è Amboise (Indre-et-Loire), offre 750 a 800 espòces de Lòpidoptèros de la Faune francaise contre d'autres espèces de la Faune européenne ou des exotiques, on encore des Longicornes. 124 G. Foulquier, 5, rue Cannebière, Marseille, sollicite des correspondants pour l'échange des Lépidoptères, en Grèche, Turchie et Russie méridionale. Siena Tip. e Lit. Sordo-muti di L. Lazzeri 8, BROGI direttore responsabile e dia ii anno xvi BOLLETTINO DEL NATURALISTA COLLETTORE ALLEVATORE COLTIVATORE 15 Acosto 8 SUPPLEMENTO MENSILE No 1896 ati RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Abbonamento alla Rivista e Bollettino (24 fascicoli) 1.5 — Al solo Bollettino (12 fascicoli) I, 8 all'anno ORE alh, A. Antropologia e Paletnologia. A proposito di una grotta preistorica della Sì- h COMUNICAZIONI, Fenizia prof. C. Nuova Specie e nuova stazione africana di Phrynus — Preda dott. A. Effetto di proiezione osservato sulla cima del monte Pania della Croce — Mo- nini P. Il baco della Saturnia Carpini o Pavonia minor. Pag. 99-10] NOTIZIE DI CACCIA E NOTE ZOOLOGICHE, Da Cremona (Ferragni) — Da Reggio Calabria (Moschella) — Da Palermo (Zucco) Pag. 101. Invenzioni e scoperte. Pag. 101, — Notiziario. Pag. 102, Nomine, promozioni, ono- rificenze, premi Pag. 104, — Richieste, offerte ecc. (gratis per gli abbonati) Pag, 104. ANTROPOLOGIA E PALETNOLOGIA A PROPOSITO DI UNA GROTTA PREISTORICA * DELLA SICILIA : nu =: Nel numero del 15 Maggio scorso di questo Bollettino, il Sig. L. Failla-Tedaldi, coll' articolo intitolato « Scoperta di un'altra grotta preistorica nelle Nebroidi », dà notizia di una nuova grotta naturale preistorica, da esso rinvenuta in Sicilia, nella vallata detta la Chiusilla, in territorio di Isnello (prov. di Palermo). Ne descrive sommariamente i materiali trovati alla superficie del ter- , Feno rimaneggiato, consistenti in ossa umane ed in cocci di stoviglie rozzamente lavorate ed eziandio quelli del poco dello strato archeologico della grotta rimasto intatto, e cioò, cinque cranii umani, moltis- sime altre ossa umane ed alcune d'animali spaccate ed abbruciacchiate, due coltelli d'ossidiana, un vaso d’ argilla grossolana cotta al fuoco, una lancia di rame grezzo con due fori alla base a guisa di lama di coltello trovata accanto ad un cranio umano ed una piccola verghetta quadran- golare pure di rame e conelude osservando che l’importanza precipua della Scoperta consiste nei cinque cranii il di cui esame antropologico potrà sollevare il velo che ancora si stende sulle ori- gini delle prime schiatte umane che abitarono la Sicilia, Data la conelusione del Signor Failla-Tedaldi, mi permetta l' egregio Signore che, senza pre- tendere di sollevare polemiche, esponga in proposito la mia opinione, di credere cioò che non solo la questione delle origini dei popoli preistorici della Sicilia, ma bensì di tutta Italia sarà difficil- mente risolta dall’ antropologia. Lo studio e la comparazione degli avanzi scheletrici di primo acchito parrebbe dovesse essore la più naturale e sicura via da seguire per rintracciare le sorgenti dei varii popoli antichi, perchè, come vediamo appunto, mercè l'antropologia e l’ anatomia comparata, abbreviarsi sempre più la distanza che separa le scimmie antropomorfe dall’ uomo, assicurando quindi a quelle scienze la risoluzione del problema della genesi umapa, così lo stesso criterio dovrebbe esser ottimo nel di- Stinguere le varie genti fra loro, perchè fissati i caratteri delle razze predominanti nella vita dei popoli, parrebbe che si potesse facilmente assegnare a ciascun avanzo umano preistorico il posto Spettantegli in realtà nella graduazione delle razze umane. Ma la cosa facile in teoria non è più tale in realtà. Sicuro che se si volesse generalizzare a questo riguardo il criterio adottato dal Sergi sulle inda- gini dell’ etnica dei terramaricoli, chiamati dal medesimo umbri, la cosa sarebbe ancora spiccia, Infatti il Sergi (Atti e Mem. della Deput. di storia patria per le prov. di Romagna, 3.2 serie, vol. 1, p. 22) nonostante che i terramaricoli non ci abbiano lasciato alcun cranio, perchè avevano il rito della cremazione, pure trova facilmente i caratteri fisici di questa gente colla via indiretta del- lv eliminazione; perchè, .conoscendosi bene, a suo dire, gli etruschi, i romani ed i galli, che abi- tarono il territorio occupato dai terramaricoli « osservando gli abitanti moderni, per esclusione dei caratteri noti abbastanza, veniamo a riconoscere il tipo nostro » ; @ per conseguenza, se ci pigliasse vaghezza di ereder buono questo sistema per lo studio antropologico d'ogni singolo popolo antico, basterebbe prendere qualche dozzina di crani recenti del luogo e salendo dal noto all’ i- gnoto, dal recente cioò all’ antico, cominciare a levare gradualmente dai singoli cranii i segni ca- ratteristici delle varie razze, che li stratificarono di certo più o meno profondamente secondo la loro età, e si sarebbe sicuri di arrivare così al tipo arcaico cercato. Ma la bontà di questo metodo è ben lungi dall’ essere provata e la confutazione del raziocinio del Sergi ce la dà proprio un altro distinto antropologo, il Riccardi, il quale parlando del tipo etnico modenese, identico a quello studiato dal Sergi sui terramaricoli, dice che gli incrociamenti prodotti dalla dominazione straniera, le invasioni dei popoli e soldati, le sovrapposizioni fino dal- l'alta antichità di stirpe a stirpe, hanno fatto perdere al fisico della popolazione della media pia- nura e della città le caratteristiche fisiche e fisionomiche, le quali creano il tipo etnico (vedi L'Ap- pennino modenese 1895, p. 113). L’antropologia come ogni altra scienza positiva ha confini ben determinati, i quali non pos- sono esser varcati senza pericolo di cadere in incertezze nelle ricerche proposte, e quando dallo studio dei caratteri fisici dell’ uomo, l' antropologia vuole conoscere le varie razze, è necessario che accetti prima le conclusioni della paletnologia, la quale coll’indicare gli usi ed i costumi delle varie genti preistoriche in periodi d'età determinati, le traccia.i confini giusti in cui debbono esser condotte le ricerche. Gli strati archeologici contengono molte volte misti i materiali dell’ antropologia e della pa- letnologia e tal punto di contatto, per così dire, fra le due scienze ha fatto sì che a scapito di entrambe, queste molte volte usurpassero vicendevolmente le rispettive attribuzioni evidentemente con reciproco danno, perchè lo indagini non potevano esser condotte con quella precisione e chiarezza, che si avrebbe avuto in caso contrario. Non è che io voglia riconoscere l’ incompatibilità fra loro di queste due scienze, che anzi, benchè i loro fini sieno diversissimi, si può ritenere che fino ad un certo punto si completino a vicenda e neppure voglio disconoscere il merito di scienziati distintissimi, che curandole contempo- raneamente hanno contribuito notevolmente al loro sviluppo; ma non mi celo in pari tempo i pericoli e le soverchio speranze di coloro, che di preferenza antropologi-naturalisti, cercano in quest'ordine di studi, dare il primato alla loro scienza prediletta, Gioverà moltissimo 1° antropologia alla paletnologia quando come scienza sussidiaria a questa, l'aiuterà a risolvere i problemi comuni ad entrambe; (es. trapanazione dì crani neolitici, antropofagia ecc.) altrimenti i vantaggi saranno ben limitati. Vediamo qualche fatto. Gli avanzi di molti rinvenimenti che erano stati ritenuti quaternari, vennero dalla paletnologia riconosciuti decisamente posteriori (1). Pochi oggi sosterrebbero che. le tombe della grotta di Au- rignac (Haute Garonne), che si credettero per lungo tempo come tipo di riti funebri dell’ età qua- ternaria fossero appunto di tale età. Le tombe del Trou-du-Frontal sono ritenute dal De-Mortillet, dal Salmon, dal Dawkins ecc. neolitiche. Solutrò affermato decisamente quaternario e costituente col suo materiale litico un tipo caratteristico di quella età è viceversa in Italia, e di certo anche fuori d’ Italia, decisamente neolitico in ogni stazione ove fu studiato come a Breonio ed a Rivole Voronese; e riguardo alla grotta di Duruthy (comune di Sordes, Landes) il cranio umano schiac- ciato coglì avanzi dello scheletro intorno, sparsi insieme a denti forati di leone e di orso costituenti la collana del morto affermato quaternario dagli scopritori, cioè dal Lartet e dal Chaplain-Dupare, perchè trovato in uno strato quaternario del tipo della Madeleine, potrebbe esser viceversa neolitico perchò negli strati superiori dello stesso deposito si trovarono molte tombe neolitiche, (1) Sì legga in proposito lo studio del Colini inserito nel Bullettino di Paletnologia italiana anno 1393, n. XIX, p. 117 « Scoperte paletnologiéhe nelle caverne dei Balzi Rossi ». nell'alta statura dell'individuo, nella dolicocefalia pronunziata dal cranio: convesso alla sommità, nella larghezza della parte superiore e media della faccia con orbite rettangolari a marginì quasi rettilinei e poco elevate, a zigomi sporgenti, con mascellare inferiore largo e forte e nella forma appiattita dalle tibie. Ora secondo il Lartet il deposito di Cro-Magnon dovrebbe esser quaternario @ immediatamente anteriore ai depositi della Madeleine, il Broca lo considera dall'epoca del mam- mouth, l’ Hamy dell'età intermedia a quella dell'elephas primìgenius (mammouth) e dell ursus Spelaeus e l’altra del renne e riguardo alle tombe di Cro-Magnon il Lartet, 1° Hamy, il Do Na- razza Cro-Magnon abitasse 1° Europa nel quaternario perchè tutti ì rinvenimenti di ossa umano, attribuiti a questo periodo, quali quelli di Eyzies, Madeleine, Placard, Gourdan, Bruniquel ece. tro- vano viva opposizione dal punto di vista della loro alta antichità da moltì paletnologi, perchè in genere le ricerche non furono così coscienziose da escludere il dubbio che i resti umani fossero posteriori al deposito in cui vennero rintracciati. Riguardo agli avanzi dello scheletro di Lauge- rie Basse (comune di Tayae, Dordogne) 1° opinione prevalente le attribuisce al quaternario, il eranio presenta la dolicocefalia Cro-Magnon, e quelli della grotta Biche-aux-Roches presso Spy (prov. di Namur) apparterrebbero al gruppo etnico di Canstadt e di Neanderthal a dolicocefalia molto pro- nunziata e risalirebbero al mousterien. lo conclusione sì può ritenere che la paletnologia ha ri- dotto a ben pochi gli avanzi scheletrici dell’uomo quaternario ed ancora di quei pochi avanzi non si é perfettamente sicuri della loro antichità. Ad ogni modo potremo ritenare per certo, sia indirettamente dalla discendenza dell’uomo dalla scimmia antropomorfa, sia direttamente col- l’ accettare per quaternari i rinvenimenti umani che la massima degli scienziati li ritiene per tali, che l'uomo quaternario, ed a maggior ragione il terziario, che probabilmente avrà esistito, sono decisamente dolicocefali. (continua) TIRELLI A, COMUNICAZIONI Im questa rubrica si inseriscono gratuitamente le brevi note speciali e locali favoriteci dagli abbonati, nonchè do. mande, schiarimenti, informazioni, consigli, questioni da risolvere, ecc. A Nuova specie e nuova stazione africana di PHRYNUS — (Nota preliminare) Nelle collezioni fatte in Assab da G. B. Licata, ho rinvenuto un aracnide del genere Phrynus. I Phrynidi in Africa incominciano a trovarsi nelle regioni australi, ossia dal Zauzibac andando al Sud; quindi Assab è una stazione perfettamente nuova per questi aracnidi. L’ esemplare è benissimo conservato, mancano solo i palpi, che si spezzarono, essendo un po' angusto il vaso che lo racchiudeva, però non vi si nota altro difetto. Avendo consultato moltissimi libri che trattano del genere Phrynus, non mi è stato possibile rapportarlo ad alcuna specie conosciuta sin oggi. Come analogia di forme, esso stà fra il P, lunatus ed il P. medius, variando però pel colore e per molti altri caratteri, Quindi ora non conservo alcun dubbio ch' esso sia una specie nuova di una stazione nuova, fatto doppiamente interessante per l' Aracnologia africana. Mi riserbo dunque lo studio di questo nuovo Phrynus, in un lavoro che darò fra non molto alle stampe; e in esso saranno fatte tutto quelle osservazioni che possono riuscire di qualche importanza per lo studio dei Phrynidi. Qui sento il dovere di rendere pubbliche grazie all’ egregio collega Prof. Pietro Pavesi, che si prestò gentilmente a favorirmi molti schiarimenti in proposito. Dal Museo di St. nat. della Soc. Africana d' Italia, Luglio 96. Prof, CARLO FENIZIA EFFETTO DI PROIEZIONE osservato dalla cima del monte PANIA DELLA CROCE Il 21 Giugno scorso, alle 4 circa del mattino, cinque soci della Sezione livornese del C. A. I. (i signori Ing. Prof. L. Crivellucci, P. Gabriel, Dott. Candia, Prof. P. Preda e lo srivente accompagnati dalla nota guida Efisio Vangelisti) stavano aspettando la levata del sole sulla Pania della Croce, una delle più importanti cime delle Alpi Apuane, che s' innalza a 1859 metri sul livello del mare. Ad oriente e ad occidente l'orizzonte era nebbioso, e l’astro diurno, poco dopo il suo sorgere dietro l’ Appennino, apparve coronato da un grande alone. Volgendo le spalle al sole e guardando verso la marina, m' accorsi che su di uno strato verticale di nebbie, che sembrava distare più di 400 metri da noi, si proiettava la mia ombra e quella del segnale trigonometrico, vicino al quale mi trovavo I compagni, che sulle prime non si erano accorti del fenomeno, dopo pochi minuti di- stinsero anch'essi la loro ombra. In seguito la proiezione divenne molto più vigorosa e a contorno ben definito, tanto che, in corti momenti, si sarebbe potuto riprodurla con una macchina fotografica. Ciascuno di noi vedeva distintamente la propria ombra, circondata da un’ aureola iridescente che corrispondeva per dimensione e colori all’ alone che coronava il sole dietro di noi, e scorgeva pure, al di fuori della cornice colorata, le proiezioni dei compagni, abbastanza distinte, se di quelli più vicini a lui, incerte se dei più lontani, Il fenomeno continuò circa venti minuti, durante i quali la scena si modificava continuamente per il muoversi delle nebbie. In certi momenti le ombre sembravano molto distanti e sotto ad esse si scorgeva un gran tratto del profilo della Pania; in altri invece parevano più vicine, ed erano colossalmente ingrandite; si vedeva allora proiettata soltanto l’ estremità della vetta sulla quale ci trovavamo, Per lo scostarsì dello strato di nebbie dalla posizione verticale, le nostre ombre non conservavano sempre le loro giuste proporzioni e in certi momenti sì allungavano smisuratamente. Ci fu un istante in cui le ombre apparvero doppie, perchè sotto alle prime ne scorgemmo altret- tante capovolte, In conclusione il fenomeno del quale fummo spettatori, deve avere molti rapporti con quello famoso che si osserva di frequente sul monte Brocken nell’ Annover e che ha preso appunto il nome. di Spettro di Brochen, e per quanto io sappia non fu mai menzionato per le Alpi Apuane. La guida E. Vangelisti, che fece molte ascensioni notturne della Pania, che conosce le Alpi Apuane come casa sua e che fu anche nelle Alpi Cazie, dice di non aver mai visto un simile spettacolo. Osserverò che già nel 1894, trovandomi la mattina del 28 Luglio sulla stessa cima, in com- pagnia dei signori Mascheroni padre e figlio e della guida Gherardi, scorsi, sul versante marino, pochi minuti dopo la levata del sole, una leggera ombra prodotta dalla Panza. Lo strato di nebbie sul quale l'ombra sì delineava era sottilissimo, tanto da lasciar distinguere il mare e la costa, e non essendo disposto verticalmente, la proiezione appariva molto allungata, sicchè sembrava si stendesse sul mare andando a perdersì all’ orizzonte. Dott. A. PREDA Il baco della SATURNIA CARPINI o Pavonia Minor Circa dieci giorni dopo, che la farfalla ha deposte le uova, nasce un bruco nero, villoso, meno di !/, cent. lungo, indocile irrequieto. Dopo la prima muta, conserva ancora la sua pelle ugualmente nera o pelosa, ma lateralmente apparisce listata di rosso-magenta, con tubercoletti sul dorso, alcuni cerchiati alla base di color giallo-rosso, coronati da peli rigidi. Arrivato ad una lunghezza, generalmente di 3 cm., e ciò dopo una ventina di giorni, il baco cessa di mangiare, rimane in uno stato d’ immobilità per circa 24 ore; sì raccorcia, s'ingrossa; sbiadiscono le liste e ì cerchietti colorati, e quando è pros- simo ad abbandonare la vecchia pelle, alza il capo e si agita. Allora la pelle si spacca presso il muso, ed il baco vien fuori con un altro vestito, turchiniecio prima, con tubercoli giallo chiari, indi verde, seguato più o meno lungo il dorso da macchiette nere, in forma di calice o di eroce, e ai lati da tanti punti ugualmente neri, per quanti sono i suoì anelli. La sua pelle è addivenuta Ia liscia, meno i tubercoli che rimangono sempre guarniti di peli. Ora il baco sì è fatto alquanto più mansueto ; è sedentario, e non vi è più bisogno di coprire la cassetta ove si pose da piccolo. Pas- sati circa 10 giorni, sì prepara di nuovo a spogliare, e attacca qualche filo quà e là suì corpi che ha intorno, perchè vi resti la pelle attaccata. Per tre giorni stà sempre immobile e sempre più sì raccorcia. Quando è prossimo a uscir dalla vecchia pelle, il suo colore addiviene di un verde su- dicio e sbiadito con liste biancastre. Allora incomincia ad agitarsi: gonfia a guisa di mantice anello per anello, finchè squarciatasi la pelle presso il muso, sempre Spiogendosì per l' apertura fatta, vien fuori tutto verde, sempre baffuto lateralmente, ma grinzuto sul principio, con tubercoli giallo-limone e coì soliti peli rigidi. Le macchiette nere laterali, sono addivenute rosee, orlate di nero, le altre del dorso sono scomparse. Affranto dagli sforzi fatti, stà per più ore assopito : ln sua lunghezza, ora, è di 4 a 5 cent. A misura che cresce, il suo colore verde sì fa sempre più chiaro, e i tubercoli si coloriscono in giallo e poi in arancio; i peli dei tubercoli si fanno sempre più neri, corti e rigidi. Passati, più o meno, altri 15 giorni, il baco misura circa 7 cent. di lun- ghezza e la grossezza di un dito mignolo: la sua pelle sembra di cera verde-chiaro, fa escromenti mollicci e tralascia di mangiare. Quindi sì mette in cerca di un luogo adatto per filarvi il suo bozzolo, ma non salisce il bosco; attacca i-suoi fili tra i ramoscelli o le foglie, che gli hanno servito di nutrimento. Dopo 4 giorni ha terminato di tessersi il bozzolo che è della grandezza di quelli del baco del gelso, ma è fatto a guisa di fiaschetta; alcuni quasi bianco-candidi, altri di color castagno, solidi, meno che dalla parte più sottile, la quale è intrecciata soltanto da poche fila di seta. La dipendenza della diversità della seta più o meno bianca o color marrone, si potrà vedere allo sfarfallamento dei bozzoli, nella primavera successiva. Il baco si nutre di preferenza coll'olmo, ma non rifiuta nemmeno il rovo. Perugia 22 Luglio 1896. Monini Pietro PRIDE NOTIZIE DI CACCIA E NOTE ZOOLOGICHE — Sale Da Cremona. Comunico le poche ma interessanti cattura di uccelli dell'annata corrente av- venute nel Cremonese: 6 Gennaio cattura di 1 Corvus corax. 22 Maggio 1 Phalaropus fulicarius. 1 Ciconia alba. 11 Giugno 1 Glareola pratincola. 21 detto 1 Gelochelidon anglica g' ad. Di questa specie è la prima menzionata in Lombardia. Sul Po furono visti 2 Pellicani che non furono colti. Cremona 23 Luglio 96. O. FERRAGNI Da Reggio Calabria. Il 16 corrente Luglio, essendo giorno di grande calore, fu uccisa in quel di Lazzaro una Platalea leucorodia £ (Spatola) quasi adulta, e mi venno affidata per la pro- parazione. È la terza volta che registro tale specie in giorni caldissimi, la seconda essendo av- venuta l'8 Settembre 1893, in quel di Gallico. Credo interessante si pubblichi tale notizia, anche per le condizioni meteoriche nelle quali avvennero le suddette catture, 27 Luglio 1896. Giuseppé MoscHELLA Da Palermo. In una recente gita di ricerche alla Ficuzza, potei prendere in meno di un'ora più di una quarantina di Cerambix heros, nerissimi. 18 Luglio 1896. G. A. Zucco n INVENZIONI E SCOPERTE I raggi Rontgen e l'agricoltura. Alla R. Accademia dei Georgofili di Firenze, il prof. Carlo Marangoni ha fatto una comunicazione intorno ad una nuova applicazione della foto- grafia dell’ invisibile. Si tratta della ricerca delle larve di insetti roditori di legno nei tralci delle viti e dei frutti, 102 i ; ì Fotografati detti tralci alla luce dei raggi Rontgen, si ottengono delle immagini in cui netta- mente si vedono le ombre delle larve e crisalidi che stanno dentro i tralci. All’ uopo il Marangoni stà studiando uno strumento facilmente adattabile alla ricerca delle larve. Aerodromo, nuova macchina per volare. (Dal Progresso). In questi giorni il prof. Langly, segretario dell’ Istituto Smith. a Washington, ha esperimentata la sua macchina per vo- lare, innanzi a persone competentissime, fra le quali il celebre Bell, l'inventore del telefono, che ne è rimasto addirittura ammirato, dichiarando che in tal modo, il volo meccanico rimaneva pie- namento dimostrato. La macchina del Langly chiamasi aerodromo e si muove mediante il vapore. Salita a pa- recchie continaia di metri da terra, quando cessò l’azione dei propulsori, ricadde dolcemente e si constatò che non aveva subìto alcun danno. Siamo dunque giunti davvero a poter volare?! Terremo informati i Jettori degli esperimenti ulteriori. Nuovo motore a gas acetilene sistema brevettato Ing. Baldini e Quaglia. Il carburo di calcio è risultato il più potente accumulatore di forza finora conosciuto. La sua produ- duzione industriale permetterà certamente d’ottenere questo prodotto ad un prezzo limitatissimo. È evidente pertanto come l'impiego del carburo per ottenere gas acetilene, applicato come forza motrice, debba riuscire di grandissimo vantaggio ed economia. L'acetilene sviluppa un cavallo ora per ogni 180 a 200 litri. Perciò un Kg. d carburo, il quale può sviluppare da 300 a 330 litri di gas acetilene, accumula una forza capace di sviluppare 40000 Kgm. circa. Ora l’accumulatore elettrico pesa 1 Kg. per ogni 5000 Kgm. di energia imma- gazzinata; ì serbatoi d'aria compressa ad altissima pressione, possono, al massimo, accumulare una forza di Kg. 7000 per ogni Kg. di peso. Si può quindi fin d'ora preconizzare l’ importantissima applicazione del carburo pel trasporto dell’ energia a distanza. ll primo brevetto preso in Italia per un motore a gas acetilene è quello dei Signori Baldini e Quaglia, ì quali ne hanno immaginato uno la cui caratteristica stà in ciò, che la compressione dell'aria (non della miscela) succede in un meccanismo a sè, per nulla legato con organi cinema- tici all'albero, ed avviene a spese dei gas di scarico. L'acetilene producesi sotto pressione nel gasoceno, e viene immesso direttamente al cilindro motore, dove succede nel momento opportuno l' esplosione. Allo scopo di ottenere una grande regolarità di moto, quindi una felice applicazione alle car- rozze automobili, il tipo studiato è a due cilindrì; ma potrebbe farsi anche ad un solo. I cilindri motori non hanno nulla di speciale, salvo alcuni dettagli costruttivi, Le formelle di sansa in sostituzione del carbon fossile. Il R. Consolato d’ Italia in Algeri ha comunicato al nostro ministero, che la Società des Battignolles ha introdotto con felice resultato sulla linea ferroviaria Sausse-Entideville, le formelle di sansa in luogo del carbon fos- sile, per il riscaldamento delle locomotive, Le formelle di sansa presentano vari vantaggi sul carbon fessile, e per noi italiani procurerebbero pure una grande utilità risparmiandoci 1” acquisto del carbon fossile che dobbiamo fare all’ estero. Nuove miniere. Nella provincia di Unesca in Spagna, si stà per mettere in attività una miniera di Spato fluore o fluorina. Nel Caucaso presso Bibi-Fibat sono stati scoperti nuovi ed abbondantissimi giacimenti di petrolio. Un nuovo giacimento di mercurio è stato scoperto in Val di Taro e precisamente a S. Qui- rico dì Albareto presso Borgotaro. i NOTIZIARIO o Sn A proposito del Giornale ornitologico italiano la cui pubblicazione è stata proposta Bre lA a ha = I : NA : L TTTr__5i e raccomandata nello scorso fascicolo dall egregio prof, Bonomi, diversi abbonati gentilmente [US cogliendo la nostra preghiera ci hanno favoriti suggerimenti, osservazioni ed adesioni, A qualcuno parrebbe bene che pubblicassimo gli seritti ricevutì in proposito, ma almeno per ora, riteniamo di poterne fare a meno, sia perchè assai lunga sarebbe questa pubblicazione, sia perchè molte cose si ripetono nelle varie lettere. Terremo però gran conto della osservazioni e deì consigli, mentre siamo grati e ringraziamo per i complimenti a riguardo nostro personale, e per gli elogi prodigati a questi periodici, L'unica differenza sostanziale che resulta fra coloro che ci hanno scritto, è che alcuni credono sia da preferirsi un periodico nuovo esclusivamente per l'ornitologia, mentre ad altri parrebbe meglio trovar modo che la Rivista ed il Bollettino supplissero allo Scopo. I primi ritengono che con un periodico speciale si avrebbe più facile e più copiosa la collaborazione degli ornitologi ; gli altri dicono: Perchè creare un giornale nuovo con il rischio che poi non possa vivere, mentre abbiamo già la Rivista ed il Bollettino ormai piantati su solide basi, ed assai sparsi in tutto il mondo ? Perchè gli ornitologi non pubblicano i loro studì e le loro discussioni in questi periodici che puro hanno dato non piccolo contributo all ornitologia italiana, e sono gli unici organi italiani della in- teressante specialità? A questo scopo sì potrebbe raddoppiare il numero dello pagine ed aumentare il costo dell’ abbonamento. Ringraziando intanto tutti coloro che ci hanno già scritto, attendiamo che non pochi altri stu- diosi ci abbiano detto cosa ne pensano e ci abbiano favoriti il loro appoggio e il loro consiglio } quindi ci porremo all'opera. LA DIREZIONE. Cavallette a Roma, I desolati piani dell'agro romano sono sempre stati asilo prediletto degli ortotteri, che brulicanti ovunque, saltellano a centinaia in quelle solitudini nell'estate da- vanti al viandante. Quest'anno però il fatto ha assunto proporzioni eccezionali colla comparsa improvvisa di innumerevoli decticus i quali, abbondanti in tutto l'anno, hanno però invasa la città nel giorno 5 corrente, Si vedono volare ovunque col loro tardo e rettilineo volo, attratti specialmente alla sera dai globi luminosi della luco elettrica, contro i quali urtano cadendo poscia pesantemente al suolo, che Spargono di numerosi cadaveri. Ogni luogo serve ad essi di rifugio @ si trovano quindi ovunque, aggrappati alle tende delle finestre, lungo i muri dei fabbricati contro i quali ur- tarono e specialmente là dove trovasi un po'di verzura. La loro stridula canzone si sente ovunque, sia di giorno che di notte, che accostati cautamente, continuano tranquillamente colla vibrazione regolare delle ali. Non ho dati per accertare se questa comparsa subitanea di un genere d' acridii essenzialmente migratore, debbasi attribuire ad Una vera immigrazione o piuttosto a condizioni climateriche ecce- zionali che favorirono la nascita delle uova e lo sviluppo delle larve dei decticus, Ed a questo riguardo aggiungerò che la stagione è stata asciultissima per molto tempo, giacchè solo ieri sera ci ha regalato un provvidenziale acquazzone che ha rinfrescato un poco l'afosa temperatura dei giorni passati, e come questa siccità possa aver contribuito in qualche modo alla invasione attuale delle dette cavallette, (Roma 7 Agosto), TIRELLI. Una parte della spedizione Pesery si diresse nello scorso Luglio da St. Johns per la Groenlandia occidentale, allo scopo di prendere un Meteorite caduto presso al Capo York, e che dicesì sia il bolide più grande caduto sulla terra. La caccia e ]' agricoltura. Il dott. Carlo Ohlsen che ha yna decisa fissazione sui danni della caccia in riguardo all’ agricoltura, in un suo scritto pubblicato nel giornale // Sole di Mi- lano, raccomandando, secondo il solito, degli eccessivi rigori sul)” esercizio della caccia, dice che mentre il pubblico erario non ricava che 250,000 lire come prodotto delle tasse sui permessi di caccia, l'agricoltura ne riceve un danno di 25 milioni almeno. O come fa l’ egregio Sig. Ohlsen a stabilire la cifra di questo danno? Noi, salvo prova in contrario, riteniamo del tutto immagi- naria questa cifra, poichè crediamo che il Sig. Ohlsen non possa essere ancora in grado, neppure di poter distinguere l'utile dal danno che gli uccelli arrecano alle coltivazioni, nutrendosi di in- setti, fra i quali ve ne sono certamente dei molto più utili all'agricoltura di non pochi uccelli. Ciò diciamo naturalmente solo in riguardo ai rapporti degli uccelli con l'agricoltura, chè del bisogno e dell'utilità di proteggere razionalmente la selvaggina, ci siamo sempre dimostrati convinti e fautori. Esposizione internazionale di floricultura e frutticoltura in Amburgo. Avrà luogo nel 1897. Per informazioni e programmi rivolgersi al Presidente del Comitato della esposi- zione Sig. A. Dr. Rudof Hertz in Amburgo. Concorso alla cattedra di Storia naturale nel R. Liceo di Fano. Il concorso è per titoli 6 per esame. Le domande devono essere presentate al Ministero della I. P. (Direzione generale per l' istruzione secondaria) non più tardi del 25 agosto corrente. Fra i concorsi aperti per varie cattedre nelle Scuole normali e complementari, ve ne sono pure per la Fisica, Chimica e Storia naturale. Tempo utile fino al 20 agosto corrente, Ri- chiedere i dettagli al Ministero, direzione generale per l'istruzione primaria e normale. NOMINE, PROMOZIONI, ONORIFICENZE, PREMI Laceranza Raffaele e Guadalupi Angelo abilitati all'insegnamento delle Scienze na- turali nelle scuole tecniche e ginnasiali. : Guidotti Galgano abilitato all’ insegnamento delle Scienze fisiche e nat. nelle scuole tecniche. RICHIESTE E OFFERTE Domande di cambi, indirizzi, domande e risposte diverse - Gratis per gli abbonati Quando non vi è speciale indirizzo, rivolgersi all'amministrazione del giornale, la quale rappresenta gli abbonati che pubblicando richieste od offerte desiderano riminere incogniti. Gli abbonati sono pregati ad approfittare di questa rubrica, poichè più che le richieste ed of- ferte saranno numerose, tanto maggiore sarà l'utile reciproco che ne ritrarranno gli abbonati stessi. Preghiamo pure gli abbonati a farei conoscere ì loro cambiamenti di residenza, le loro no- mine, promozioni ece., gli studi speciali ai quali si dedicano, nonchè se tengono collezioni e se dosidorano far cambi, Questo periodico è assai diffuso anche all’estero, per cui un annunzio posto in questa rubrica, anche una volta all' anno, servirà a mettere gli abbonati in relazione con i colleghi d’Italia e delle altre nazioni, specialmente Europee. Ei e Tilt 125 Giovanetto di buona famiglia, istruito in agraria anche per la parte contabile, cerca collocarsi presso qualche fattoria anche senza stipendio. Rivolgersi alla direzione del giornale 72 commercio toscano in Lirensze, 126 Oscar Ravel, Napoli, (Italia), offre in cambio di Coleotteri, Lepidotteri ece. franco- bolli rari degli antichi stati d' Italia, conchiglie esotiche, oppure altri insetti d’Italia. 127 Elaphis quadrilineatus (La) o Boa d’Italia, trovansene ora disponibili, vivi, conservati in alcool e scheletri, presso il Gabinetto di Storia naturale di S, Brogi in Siena. 128 Fermenti puri per la vinificazione. La R. Scuola di Viticultura e di Enologia di Conegliano, previo rimborso delle pure spese vive, ha messo a disposizione dei produttori di vini, delle piccole quantità di varie razze di fermet.ti, preparati dal Prof. Pichi nel laboratorio di pato- logia vegetale della scuola stessa, 129 Alfredo Mello, Villa real, Portogallo, offre francobolli di Portogallo e Colonie e del Brasile, in cambio di Coleotteri. 180 Boggiani Cap. O., 14, S. Basilio, Roma, cede al miglior offerente un Microscopio Koristka (fabbricazione 1885) : stativo modello medio V, con condensatore Abbe modificato, obiet- tivi 1X, 4, 6 e 8 a secco, 1{l2 imm. om., oculari 2 mierom., 3, 4 e 5, revolver porta obiettivi triplo, camera lucida Reichert, È 131 Il prof. G. Frizzi preside del R. Istituto tecnico di Perugia, desidera cambiare cen- turie dì piante alpine, con piante della flora littorale e insulare italiana, 132 Dal laboratorio di storia naturale di S. Brogi, Siena si fa ricerca di Canne di bambù adatte per bastoni qa retini da insetti, e da pesca; e di Barbagianni (Strix flammea) vivi, freschi appena morti, 0 già messì in pelle. 133 Vitt. cav. de Tschusi, zu Schmidhoffen, Hallein (Salisburghese), cerca in Italia, re- lazioni dì cambio di pelli d' uccelli, e prega rimettergli l'elenco delle specie desiderate, 134 Ing. Luis Lerega Juanico, 129, colle Cerro, Montevideo, (Uraguay), offre insetti e semi di piante dell Uraguay, contro strumenti per collezioni entomologiche 135 Carles E. Porter, Casìlla 110€, Valparaiso, (Chilì), desidera avere per cambio, mam- miferi vivi per giardino zoologico, 3 136 Si fa ricerca dì belle polli con eranio ed ossa delle gambe, di Gatto selvatico della ardegna. S. BROGI direttore responsabile Siena Tip. e Lit. Sordo-muti di L. Lazzeri _——— — Pr awwo xvi BOLLETTINO DEL NATURALISTA COLLETTORE ALLEVATORE COLTIVATORE SUPPLEMENTO MENSILE N° 9 atua RIVISTA ITALIANA DI SCIRNZK NATURALI Abbonamento alla Rivista e Bollettino (24 fascicoli) 1,, 16 Settembre 1896 5 — Al solo Bollettino (12 fascicoli) I. 3 all'anno SOMMARIO Fenizia prof. Carlo. Le papille cerifere del Caladium violaceum Desf. Pag. 105, Failla Tedaldi L. Glossario entomologico. (continuazione) Pag. 108 COMUNICAZIONI. Lazzarini A. Un arcobaleno lunare — Tirelli A. Arcobalenì interes- santi — Grillo N. L’int elligenza nelle sue applicazioni — G. C. Società regionalo veneta per la pesca e l'acquicoltura — G, De P. Gara d’ internamento di colombi. Da pag. 107. a pag. 109, Insegnamenti pratici. Pag. 109, — Notiziario. Pag. 110. Nomine, promozioni, ono- rificenze, premi Pag. 112. — Tavola necrologica. Pay. 112, Richieste, offerte ecc, (gratis per gli abbonati) Pag. 112. LE PAPILLE CERIFERE DEL CALADIUM VIOLACEUM Desf. —___=82590c: Nel fare alcuni studi micrografici sul Caladium violaceum Desf., la mia attenzione fu attratta dal forte aspetto glaucescente della pagina inferiore delle foglie giovani di detta pianta. Infatti, oltre ad uno Spesso strato di cera, l’ esame microscopico ad un piccolo in- grandimento (circa 80 D.) di una porzione di epidermide inferiore staccata dalla foglia, mi rivelò un gran numero di papille di forma speciale che, nella massa, si presentano come tanti anelli spessi addensati sulla superficie foliare, ricoperti da uno strato di cera amorfa, la quale forma una superficie ininterrotta e impermeabile. Nelle foglie molto giovani queste papille occupano tutta la faccia inferiore: in seguito al loro sviluppo, restano limitate per gruppi, o isolate fra le altre gellule dell’ epidermide, sino a rendersi rare nelle vecchie foglie. Questo fatto è notevole, anzi volendo verificare se tali papille si trovassero in altre Aroidee, per quante ne esaminassi non rinvenni niente di simile. Le papille, esaminate con ingrand. di 800 D. mostrano forma cilindrica, e si sollevano per circa 21. 6 2. Alla parfe superiore presentano un cercine di maggiore ispessimento e più largo, il contorno esterno di questo cercine è per lo più ondulato, di raro irregolarmente angoloso e nelle piccole papille assume quasi una forma stellata. Sul detto cercine si loca- lizza la colorazione dell’ eosina, fucsina, iodo ed altre sostanze, ciò che dimostra essere ivi la sede d’ un forte ispessimento. La parte centrale della papilla compresa nel cercine di maggiore ispessimento è stra- ordinariamente sottile. Il diametro Superiore del cercine varia da 10. 8 na 14. 4 n. La distanza fra le papille varia da 7. 6 4 a 16 v. Ogni papilla occupa il mezzo della super- ficie d’ una cellula. Al disotto di queste papille si notano da una a due fila di cellule di parenchima as- similatore e al disotto di queste delle larghissime lacune, in qualche punto il tessuto as- similatore manca e l'epidermide con le papille viene direttamente a ricoprire gli spazi lacunari, Per la loro disposizione queste papille potrebbero far credere, giusta il rapporto che hanno con gli spazii lacunari, di avere la funzione di facilitare la traspirazione della pianta, mercè una maggiore estensione di superficie, o Le Se E E a Ma, allora, perchè esisterebbe quello strato impermeabile di cera nella giovane foglia cosparsa d’ un numero infinito di papille? Perchè il rendersi rare delle papille nelle vecchie foglie, accompagnato dalla sparizione dello strato ceroso ? È noto che quando la cera ricopre e riveste la superficie d’un organo qualsiasi, lo pro- tegge ed impedisce che l’ acqua lo bagni ; ma ciò non ha relazione col caso in quistione ; la vera funzione della cera consiste nel rendere impermeabile all’ acqua una membrana, quindi propriamente attenuare la traspirazione, Le Aracce sono delle piante munite di grandi lacune acquifere ; però talune vivono vicino 0 dentro alle acque, e quindi hanno bisogno d’una grande traspirazione, allora vi si riscontra poca cera o nulla affatto (Colocasia, Philodendron, ecc.); invece altre, abbenchè viventi in terreni grassi e vergini, non si trovano in vicinanza di acque, ma intanto ne abbisognano esse pure in gran quantità, per le numerose lacune che si trovano in tutto l’ individuo, onde si mantengano in istato di turgescenza ; a mezzo della quale, la forte pressione idrostatica di cui le giovani cellule della pianta sono la sede, compie un ufficio preponderante nel loro accrescimento e che forse ne è la causa determinante. ì Dunque, è chiaro che per l'accrescimento è necessaria la turgescenza, e per averla è necessaria molt’ acqua in queste piante. La natura non ha trovato altro mezzo per averne, che quello d’ impedire la traspirazione, ciò che si ottiene con la cera. Le papille in quistione, hanno, come dissi, una parte centrale eccessivamente esile, è di qui che si secerne la cera occorrente al C violaceum per moderare moltissimo la traspi- razione e quindi conservare l’acqua necessaria. Ciò si dimostra col seguente esperimento, ossia lavando con etere tepido un punto qualsiasi dell’ epidermide inferiore d’ una giovane foglia tuttora attaccata alla pianta; ma con precauzione, per non offenderla. Dopo non molto si vede lo spazio nudo, occupato novellamente da uno strato di cera. Pare che queste papille non acerescano con la foglia, e, ad un grado avanzato di svi- luppo di essa, localizzandosi come a strappi in un con la cera, lasciano campo libero alla traspirazione, finchè in breve la foglia avvizzisce e muore. I seguenti esperimenti hanno dato conferma ai fatti enunciati. 1.° In una provetta graduata immersi il picciuolo d’una foglia di Colocasia antiquorum. L., e in un’altra una di 0 violaceum con acqua allo stesso livello in ambo i recipienti, che poscia chiusi ermeticamente con paraffina. Si noti che le due foglie avevano quasi una stessa estensione di superficie emissiva, Esposi gli apparecchi al sole per un giorno, e ne risultò che l’acqua della provetta con la Colocasia era la terza parte del volume dell’acqua dell’ altro apparecchio. 2.9 Con etere tepido lavai lo strato ceroso di una giovane foglia di C. violaceum, senza danneggiarla e ripetei 1’ esperienza suddetta. Allora il 0. violaceum traspirò QUASI quanto la Colocasia. — Dunque, vedesi chiaramente che trattasi d’ un fenomeno biologico; è evi- dente che queste papille sono incaricate di secernere la cera necessaria a serbare 1° acqua occorrente alla turgescenza, per mezzo della quale si effettua 1’ accrescimento del C. viola- ceum, che non vegeta in vicinanza di acque, e che è fornito di larghissime lacune, funzio- nanti da serbatoi, a cui sovrasta la membrana resa impermeabile dalla cera segregata dalle papille, Napoli, Agosto 1896, Prof. CarLO FENIZIA COMUNICAZION I Tu questa rubrica si inseriscono gratuitamente le brevi note speciali e locali favoriteci dagli abbonati, nonchè do» mande, schiarimenti, informazioni, consigli, questioni da risolvere, eco. ——_———_ ta; Un arcobaleno lunare. Il bellissimo fenomeno piuttosto raro, specialmente quando non vi è nebbia, fu osservato in Udine da diverse persone nella notte del 24 agosto p. p. L' iride colorata cominciò a formarsi alle 21,55 e durò fino alle 22, 10. Ebbi campo dì osservare il fatto in ogni sua fase, La luna si trovava in prossimità di un gruppo di nuvole biancastre che s' avanzavano da Sud; l’altra parte del cielo, verso Nord, era limpida e se- rena perfettamente. Per l'abbondante luce lunare scarse si vedevano le stelle. Da principio sì formò un settore di raggi luminosi colorati in fascie di tinte vivissime, che avendo il punto dì partenza della luna terminavano in un largo arco fra le nuvole cui prima accennai, Man mano quel settore andò dilatandosi in modo da riuscire a formare un bellissimo alone torno alla-luna il solito alone pallido. A quanto sì sa l'arcobaleno si produce quando il sole o la luna non si trovano ad un'altezza maggiore di 20 25 gradi sull’ orizzonte. Udine, agosto 1896. A. LAZZARINI Arcobaleni interessanti. I continui temporali di questi ultimi giorni scatenatisi în ispecial modo nell’ alta Italia, hanno spesso dato luogo, tanto al nascere che al tramontare del sole, colla combinazione dei raggi luminosi solari che si sprigionavano dalle nubi, a splendidi arcobaleni, di cui piacemi ricordare quelli da me veduti a Carpi (Modena) nei giorni 22 e 23 agosto, perchò in- teressanti per la lero rarità, Alle ore 19 del 22 mentre il sole tramontava, apparve ad oriente, sul cielo cupo per le nubi gravide di pioggia che lo coprivano, un completo arcobaleno triplice, che era composto dell'arco principale interno intenso molto e di tinte brillanti, quindi di un'arco mediano un po' più largo ed in pari meno splendido dell'altro ed infine di un'arco esterno ancor più debole dei due primi in isplendore ma con una larghezza pressochè doppia del secondo ed a questo accostato una metà circa della distanza che intercedeva fra i due primi. Al 23 alla stess’ ora sullo sfondo nero delle nubi poste all’ oriente illuminato dal sole occidente sorse un arcobaleno intero e doppio, meraviglioso per lo splendore dei suoi colori. Ma la duplicità di questo arcobaleno non era la usuale, composta cioè di due archi uno interno e l'altro esterno, chè invece era sostituito da due arcobaleni uniti coi colori a riscontro, come se |’ inferiore non fosse che la riflessione dell’ arcobaleno superiore, ma in modo che mentre il colore violetto formava una larga fascia mediana, il color rosso viceversa brillava sugli opposti orli dell’ arcobaleno e fra quelli gli altri colori duplicati e come dissi a riscontro. Stupefatto del fenomeno, per me nuovo, oltre ogni dire splendido e credendo d’ aver preso ab- baglio, mi rivolsi a persone che con me miravano l'arcobaleno e senza far loro domande sugge- stive, chiesi loro che cosa in esso vedevano e le loro risposte confermarono la mia osservazione accertandomi che non mi ero ingannato. Scomparso il detto arcobaleno in una diecina di minuti, conservandosi pero sempre nel suo svanire come era nel principio, alle ore 7 !/, e quasi nella stessa posizione in cuì il primo era ap- parso, vidi ad una densissima nube più scura delle circostanti e che si stendeva in alto per una trentina di gradi dal piano dell'orizzonte, un frammento di un'altro arcobaleno di color rosso e che occupava la lunghezza della nube Un po' più largo dei comuni arcobaleni presentava una tinta di un rosso vivissimo all'esterno leggermente digradante in una tinta meno viva all'interno; ma la differenza fra le tinte era così lieve che l'arcobaleno appariva come una larga striscia di fuoco che si elevava dall’ orizzonte al cielo per uno spazio, che come dissi poteva esser di un 30 gradi circa, ed incurvantesi leggermente un po' a sinistra di chi l' osservava. In pochi minuti la meteora scomparve ed il cielo coperto completamente del suo manto cinereo di nubi, riprese a regalarci nuovi diluvi d'acqua, Roma 1.° Settembre 1896. TIRELLI ADELCHI L'intelligenza nelle sue esplicazioni. Più che l' apatia per la scienza io ho sempre deplorato nel popolo la leggerezza di giudizi in questioni scientifiche, ma più della leggerezza de- ploro la diversità d’ interpretazione delle questioni stesse. Con questa appunto deve spiegarsi la grande varietà od anche confusione di ragionamenti quando, partendo la discussione da una que- stione in comune, si giunge a conclusioni non solo contrarie, ma anche senza relazione fra loro. Così in filosofia si discute del libero arbitrio, e quando in virtù di lunghe controversie si arriva alla conclusione, ecco affacciarsi la necessità di ritornare alle prime mosse per spiegarsi in qual senso sia stato preso questo Zibero arbitrio. I la questione si accentua vieppiù qualora si tratti dell’ intelligenza, dove alla moltiplicità di significati, si aggiunge la diversità grandissima di argomenti impugnati dalle due scuole diverse; dei filosofi, cioè, e dei naturalisti. Quando a certe persone che mi conoscevano partigiano dell’intelligenza negli animali io dissi che l’animale non capisce l’uomo, destai grande sorpresa. Or bene, appunto in perfetta coerenza coi miei scritti, ammetto anche 1° intelligenza come sinonimo di ragione (più o meno debole nelle bestie), ma come facoltà particolare di ciascuna specie, priva cioò di manifestazioni fra le specie diverse di animali. Così l'uomo capisce bene l’uomo della sua stessa razza, poco quello di razza diversa e pochissimo o nulla un cane od un gatto; il cane capisce bene il cane, specialmente se è della sua razza, ma non capisce gli altri animali e l’uomo Stesso, al quale obbedisce solo per la lunghissima scuola dell’ abitudine. In conelusione: tutti o quasi tutti gli animali sono provvisti d’ intelligenza, ma la estrinse- cano solo cogli individui della stessa specie, coi quali. appunto hanno comunanza di mezzi nel manifestare i sentimenti o le idee. E se P. e, l'uomo non comprende il canto degli uccelli, nè gli uccelli la voce dell'uomo, non è a dirsi per questo, e non ho mai detto, che l’uomo e gli altri siano sprovvisti d' intelligenza, GriLLo Nicorò La Società Regionale Veneta per la pesca e acquicoltura. Nello scorso Luglio in Venezia, sì costituì, benchè esistesse già da tre anni, in ente morale con tutti i diritti sanciti dalla legge, la Società Regionale veneta per la pesca e l’acquicoltura. Presidente ne è il Conte Sormani Moretti, Senatore Prefetto di Verona; segretario generale il Dott. Levi-Morenos ; cassiere il Prof. Pellizzari, e ragioniere il Sig. Camuffo; organo della Società è il periodico Neptunia. Nei tre anni di vita passati, questa benefica istituzione, i cui scopi sono incrementare la pro- duzione delle acque e migliorare le condizioni economiche dei pescatori, lavorò alacramente; ne sia prova quanto segue, Vennero operate esperienze d' incubazione artificiale e ricerche ittiogeniche; ricorderò le espe- rienze d’ incubazione del godius lota fatte dal Dott. Levi-Morenos e Giulio Ceresole, con favorevole esito; e l'iucubazione e allevamento del salmone di California operato in Vicenza dal prof. Luigi Meschinelli, pure con buon esito. La Società si adoperò ancora alacremente per far rispettare le leggi sulla pesca, e affiggendo tabelle colle norme e proibizioni riguardanti la vendita del pesce, nei pubblici mercati ; ed elar- gendo premi ai pubblici agenti che constatarono contravvenzioni ai pescatori che non rispettano le leggi. Ottenne in affitto dal Ministero molti fossi circondantì le fortificazioni militari, per ado- perarlì per operazioni piscicali ; e infine fondò tre Cooperative di lavoro fra i pescatori. o» Se, giada te aria Presentemente la Società ha un attivo di L, 9609, 29, Un plauso adunque a questa benefica istituzione, e un Augurio di prospero avvenire. G.C. Gara d’internamento di colombi viaggiatori. La mattina del 9 corrente a ore 8,5 ebbe luogo una gara di internamento, da Pontremoli, ove i Piccioni trovavansi nella colombaia del Sig. Giovanni Bologna fino dal 22 del decorso luglio, Il resultato è stato soddisfacentissimo, poichè i colombi sono tornati tatti in Firenze entro tre ore, che se considerasi la loro prigionia di 50 giorni; e ì 127 chilometri che in linea aerea, hanno percorso, si può dire che le razze ottenute con pazienti e intelligenti Selezioni, sono buone. I vincitori furono i seguenti, giunti in differenza di circa 3 minuti l'uno dall’ altro: 1.° Caiani Gino, Medaglia d' argento dorata; il colombo è giunto a ore 2, m. 33, 8. dB, — 20 Ciotti Giulio, Medaglia d'argento; il colombo è giunto a ore 2, m. 36, 8. 47. — 3" Ciotti Carlo, Medaglia di bronzo ; il colombo è giunto a ore 2, m. 39, s. 43. Firenze, Settembre 1896. G. De P, STANTE N pate INSEGNAMENTI PRATICI Ringiovanimento dei peschi vecchi, L' Agronomo Sig. C. Ballerini, scrivendo nel n. 104 del Corriere agricolo commerciale di Milano, sulla facilità con cui invecchiano e deperiscono i peschi e sulle cause che producono questo precoce invecchiamento, insegna un modo pratico @ si- curo, poichè già da lui ampliamente applicato per ringiovanire i peschi. Questo metodo consiste in un innesto ad occhio, modificato però, poichè fatto nel modo consueto non attaccherebbe, trattandosi di lavorare su piante già adulte, del diametro anche di 10 centimetri e la cui scorza è molto grossa. Si incomincierà quindi dal praticare al posto ove vuolsi eseguire l'innesto, due incisioni lon- gitudinali distanti fra loro circa un centimetro e lunghe circa quattro centimetri. Dette incisioni vanno unite con altre due trasversali distanti cinque a sette millimetri, praticate a metà lunghozza, nel modo chiaramente espresso dal qui unito schizzo. Be cl Dette incisioni devono essere profonde a suffi- | = LI cienza da intaccare l'aburno. Il rettangolo A risultante nel centro delle D A | incisioni verrà esportato, usando la spatoletta edit) dell’ innestatoio, mettendo così a nudo lo strato | lo I d'aburno. Indi si ripiegheranno i due lembi B 21 I e C di corteccia sino al limite delle incisioni longitudinali. Si introduce quindi lo scudetto tagliato in misura, cioè con più scorza che non porti nell'innesto ad occhio comune, ed avente la gemma in D, che, collocando lo scudetto, si farà ri- sultare al punto giusto ove fu ricavato il rettangolino A. Dopo ciò si richiudono i lembi B e C sullo scudetto e l'occhio D resterà perfettamente libero. Una legatura di raffia terminerà l'operazione, non tanto per stringere l'innesto, che resterà abbastanza serrato dai lembi di scorza assai spessa, ma più per difenderlo dai raggi del sole che potrebbero, seccandoli, farli arrotolare indietro, e scoprire così l'innesto. Dì questi innesti se ne possono praticare perecchi sopra ogni pianta, 6 tutt'all’ ingiro, ad un'altezza presso a poco eguale, In primavera, assicuratisi del loro attecchimento, si taglia la parte superiore della pianta in modo da favorire gli innesti vel massimo loro sviluppo. Nel primo anno di vegetazione avremo una anno appresso porteranno abbondanti frutti. chioma folta e grande produzione di rami normali che | Alimentazione dei volatili domestici. Secondo la « Hanswirthschaftzeitung » di Berlino, recenti esperienze hanno stabilito l'azione salutare del fosfato di calcio nell’ alimentazione dei vo- latili da cortile. Esperienze comparative fatte in Slesia, nel Wurtemberg e in Boemia hanno provato che il fosfato di calcio, mescolato nella dose di 5-7 gr. per giorno negli alimenti pastosi pei gallinacci ecc:, attiva l'accrescimento, aumenta il peso, favorisce la produzione di uova e dà alle piume un color bril- lante speciale. Il carburo di calcio contro gli insetti. Contro gli insetti che danneggiano orti e giar- dini e che formano la disperazione dell’ orticoltore, si ritiene come efficacissimo l'uso del carburo di calcio. Questa sostanza da tempo nota, ma che solo in questi ultimi due annì si riuscì a pro- durre industrialmente a prezzo mite (è prodotta da un miscuglio di carbone cocke e calce viva fatto fondere assieme col calore prodotto dall’ arco voltaico) è quella che immersa nell’ acqua pro- duce il gaz-acetilene del quale tanto si parla in questi giorni. Il carburo di caleio por mezzo di apposite buche, immesso nel terreno coll’ umidità di questo, svolgerebbe lentamente il gaz-acetilene, un gaz ad odore agliaceo e sommamente velenoso che impregna lentamente e per lungé tempo il terreno recando la morte a tutti gli insetti che in esso si annidano, Facciamo voti che possa essere anche distruttore della fillossera in sostituzione del solfuro di carbonio. (Dal Giardinaggio). Contro le larve della melolonta. La Settimana vinicola narra che un agricoltore la ha in- formata di avere ottenuto un’ effetto radicale contro le larve della melolonta, ponendo nel terreno al piede della pianta cinque grammi circa di panello di noce ridotto in polvere. Venne pure pro- vata detta polvere sulle piante di cavolo d'inverno, le quali erano tormentate dal grillo-talpa, detta dai contadini zuccaiola; immediatamente dopo lo spargimento del panello polverizzato i grillo- talpa abbandonarono i cavoli. È un mezzo che si può consigliare, perchè detta sostanza ha pro- prietà fertilizzanti di qualche importanza. Il sottocarbonato di potassa e la ruggine. Il sottocarbonato di polassa conosciuto in commercio con il nome di olio di tartaro, scioglie così bene la ruggine del ferro, che si leva poi facilmente per mezzo di una semplice lavatura nell’acqua, L'acetato di rame contro la peronospora. Da esperienze eseguite dal Prof. Briosi di Pavia, per incarico del Ministero di agricoltura, resulta che adoprando l' acetato di rame in luogo del solfato di rame, si risparmia acqua e calce, si ha un risparmio nella spesa e maggiore aderenza e perciò maggiore durata della sua efficacia. Tuttavia non è ancora prudente abbandonare l’uso del solfato di rame. Vermi per gli uccelli da canto. Per procurarsi un gran numero di vermi di farina, nutrimento necessario, come sì sa, per l'allevamento degli uccelli da canto, sì deposita in una bottiglia d'un litro di capacità un po'di lievito, che si ricopre d' uno strato di farina, mescolata . di qualche pezzetto di carta azzurra; in seguito vi sì aggiunge uno stralcio usato, quindi sì mette una dozzina di vermi di farina. SOTTY__—————Pr_ NOTIZIARIO —roescom— L'avorio e la distruzione degli elefanti. Nell'anno 1895 furono venduti sui mercati di Londra, Liverpool e Anversa ch. 640000 di avorio africano e 67 mila ch. provenienti dallo stock del 1894. Siccome ogni elefante ha circa 30 libbre inglesi d'avorio, i 640 mila chilogrammi rap- presentano un massacro dì 42 mila elefanti: e poichè si calcola che iu Africa vi siano da 200 a 300 mila elefanti, così se la distruzione continua in queste proporzioni, è facile intendere che la razza elefantina sarà presto estinta e che è perciò necessario regolare la caccia all’ elefante. Attenti al Telefono. L'Accademia di medicina di Berlino si è occupata di un caso d’ emi- plegia, verificatosi, in una signorina impiegata al telefono. 11 Questa signorina dando la comunicazione che le era Stata dimandata, ricevette una scarien elettrica che la stese a terra priva di sensi. L'inchiesta ha constatato che la telefonista aveva toccato l'apparecchio ricevitore con le sue mani umide. E precisamente ]° umidità delle mani, che, servendo da conduttore elettrico aveva provocato l’ accidente Sopraccennato, Conclusione: Evitare di toccare gli apparecchi telefonici prima dì essersi bene asciugate le mani, Bacilli di Koch nel latte del mercato. Sì sa che il latte che va sui mercati è una mì- scela del latte di varie vacche. Obermiiller volle rintracciare se quello che si vende a Berlino con- tiene bacilli di Koch. Egli inoculò dapprima ce. 2-21/, di questo latte, raccolto con cautele aset- tiche, nel peritoneo di giovani cavie. Di 40 animali così inoculati, 3 morirono di tubercolosi. ]n un'altra serie di cavie, poi, inoculò pure nel peritoneo ce. 1-1!/, di una miscela del deposito ot- tenuto dal latte per centrifugazione e di crema. Su 26, 10 morirono di tubercolosi. V'erano tuber- coli in tutti gli organi a specialmente nel peritoneo. (7yg. Rundschau, 1895, n. 19). Una gatta che allatta dei piccoli conigli di bosco. Una gatta appartenente ad un agricoltore inglese aveva partorito quattro piccoli. Ad eccezione di uno, gli altri tro furono allon- tanati e sostituiti con piccoli conigli di bosco, anch’ essi appena nati. La gatta si rassegnò alla sostituzione, circondando indistintamente di eguali cure la prole eterogenea, Particolare degno di nota è che questa gatla, dagli istinti materni così sviluppati, possiede un carattere difficile, Il famoso cavallo stallone « Melton » del quale abbiamo date più volte notizie, è stato ora dal nostro governo venduto all'inglese sig. Bels Brounle per 270 mila lire in oro che equi- valgono a circa L. 290 in carta. Era stato acquistato nel 1891 e pagato 280 mila lire, L' industria dello zucchero di barbabietola in Italia. Assicurasi che parecchi grandi industriali di Lione si sono decisi a trasportare in Italia le loro fabbriche di zucchero di barba- bietola, della quale verrebbe perciò grandemente estesa la coltivazione. I fiori artificiali. Lo sviluppo che quest'arte va prendendo in Italia, tanto dal lato indu- striale che da quello dell’ educazione femminile, essendo la lavorazione dei fiori artificiali una delle più geniali ed istruttive occupazioni a cui la donna può dedicarsi, ha consigliato l'editore Hoepli di Milano, a pubblicare col titolo Appunto di Fori artificiali un elegante volume, nella nota collezione dei suoi Manuali. In esso, con forma sintetica e facile, si trova raccolto quanto può in- teressare chi di quest'arte intende occuparsi con amore e profitto, L’ edizione è splendida, di 300 pagine, in carta di lusso, adorna di 150 finissimo fotoineisioni di fiori e di modelli presi dal vero, e corredata da una tavola cromatica per le combinazioni dei colori (riduzioni del circolo di Chevreul) elegante lavoro in cromo a 36 colori che si eseguisco in Italia per la prima volta: costa sole L. 3,50. Autore di questo manuale è il noto fabbricante di fiori artificiali sig. Ottorino Ballerini, di Milano, il quale nulla ha trascurato perchè esso possa giovare tanto a coloro che sono già pratici, quanto ai principianti, avendo ogni operazione ed ogni processo partitamente spiegato. Contiene un cenno statistico dell'industria dei fiori artificiali specialmente riguardo al commercio coll’ estero, Comprende la descrizione di tutto il materiale, la preparazione delle materie prime; delle stoffe dei colori, dei profumi ece., i diversi sistemi di tagliatura, di lavorazione, le montature per sala, per mode, per chiesa, oltre a una estesa deserizione di una settantina di fiori presi dal vero coi relativi modelli ed una perfetta nomenclatura corredata dei nomi francesi, botanici e della famiglia cui appartengono. Un capitolo è dedicato alle collezioni botaniche colle regole per la raccolta dei vegetali, della preparazione, montatura degli erbari e relativa classificazione. Insomma è un libro veramente interessante sia dal lato tecnico che da quello istruttivo, e rac- comandabile sotto ogni Fapporto, non solo ai professionisti, ma a tutte le signore e specialmente agli istituti di educazione ed alle scuole professionali femminili. Congresso internazionale di Geologia a San Pietroburgo. 1} 7,° congresso inter- nazionale di Geologia avrà luogo a San Pietroburgo in Russia nell’ Agosto e Settembre 1897. Per 4 notate I TRIO A STE I IE TE II AUT 112. concessione dell'Imperatore i geologi che si saranno iscritti prima del 1.° Ottobre prossimo, avranno gratis il tragitto di 1.9 classe sul territorio russo. Le domande indirizzarle a M. Karpinsky direttore del Comitato geologico a San Pietroburgo. È aperto il concorso a un posto gratuito e a 3 posti di alunni aggregati nella sezione delle scienze fisiche, matematiche e naturali nella R. Scuola normale superiore di Pisa. Gli esami principieranno la mattina del 28 ottobre prossimo e le domande dovranno pervenire alla Segreteria della detta scuola non più tardi del 15 ottobre. NOMINE, PROMOZIONI, ONORIFICENZE, PREMI Pitzorno dott. Marco, abilitato all'insegnamento della Storia naturale negli Istituti tecnici e nei Licei, Pallecchi Tito idem nelle scuole tecniche. Millosevich dott. Federico nominato assistente presso il gabinetto di mineralogia nella Univ. di Roma, Si , : , Comes prof. Orazio è stato premiato alla Esposizione industriale di Berlino per i suoi la- vori scientifici sui tabacchi e per un pregevole erbario delle specie e varietà dei tabacchi stessi. Tavola necrologica PRESTWICH prof. JOSEPH, uno dei più eminenti geologi attuali, è morto il 23 giugno 8COPSO, BOSIO prof. GUIDO, insegnante Scienze naturali a Susa, morì il 23 agosto. DE FELICE GIUSEPPE e CALYÒ SALVATORE, entrambi preparatori al Museo zoo- logico della Univ. di Napoli, sono morti il primo il 6 e l’altro il 14 agosto scorso, RICHIESTE E OFFERTE Domande di cambi, indirizzi, domande e risposte diverse - Gratis per gli abbonati Quando non vi è speciale indirizzo, rivolgersi all’amministrazione del giornale, la quale rappresenta gli abbonati che pubblicando richieste od offerte desiderano rimunere incogniti. Gli abbonati sono pregati ad approfittare di questa rubrica, poichè più che le richieste ed of- ferte saranno numerose, tanto maggiore sarà l'utile reciproco che ne ritrarranno gli abbonati stessi. Preghiamo pure gli abbonati a farci conoscere i loro cambiamenti di residenza, le loro no- mine, promozioni ece., gli studi speciali ai quali si dedicano, nonchè se tengono collezioni e se desiderano far cambi, Questo periodico è assai diffuso anche all'estero, per cui un annunzio posto in questa rubrica, anche una volta all'anno, servirà a mettere gli abbonati in relazione con i colleghi d'Italia e delle altre nazioni, specialmente Ruropee. 137 Antonio De Bonis di Bagnolo di Po, (Trecenta), cede: P. Zioy: Le abitazioni la- custri di Fimon con 19 tav. e molte fig. e diverse memorie di paleontologia e zoologia in cambio di piante dell’ Italia meridionale o di opere e giornali di botanica. 138 Si fa ricerca di pelli di Leopardi e Pantere buone da tappeti. È . 199 Vauloger de Beaupre, capitaîne au service geographique, 119, rue de Grenelle, Paris, ci prega di far conoscere questo suo nuovo indirizzo. . 140 Elaphis quadrilineatus (La) o Boa d’Italia, trovansene ora disponibili, vivi, conservati in alcool e scheletri, presso il Gabinetto dì Storia naturale di S. Brogi in Siena, QUA Oscar Ravel, Napoli, (Italia), offre in cambio di Coleotteri, Lepidotteri ecc. franco- bolli rarì degli antichi stati d' Italia, conchiglie esotiche, oppure altri insetti d'Italia. g Ni Si fa ricerca di belle pelli con eranio ed ossa delle gambe, di Gatto selvatico della ardegna. 143 Al migliore offerente si cede la Mineralogia descrittiva del Comm. Prof. L. Bombicci, opera classica esaurita in commercio. 1070 pagine di testo con 649 fig., tavole in co- lori, prospetti ece. Prezzo minìmo L. 15, 00. . 144 Carlo Fenizia, Via Campo a Piazza reelusorio, 94, Napoli. Si occupa di Scienze bio- logiche e microscopia. Cambio di insetti e conchiglie, contro coleotteri e conchiglie. .145 Dott. Alessandro Ghigi a Bologna, offre a prezzi modicissimi 2-4 Fagiani dorati Gt 4 Argentati 1896, 1-1 Amherst 1894, 1 Versicolore 1894, 1-1 Versicolori 1896, 1-1 Vene- rati 1896, 146 Il prof. Giovanni Minutelli sì è trasferito dall’ Istituto tecnico dì Padova a quello di Lodi. — S, BROGI direttore responsabile: Siena Tip. e Lit. Sordo-muti di L. Lazzeri ano xvi BOLLETTINO DEL NATURALISTA COLLETTORE ALLEVATORE COLTIVATORE poprzo SUPPLEMENTO MENSILE eri : ata RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Abbonamento alla Rivista e Bollettino (24 fascicoli) I. 5 — Al solo Bollettino (12 fascicoli) L. 3 all'anno SOMMARIO ._. Tirelli dott. A. Antropologia e Paletnologia. A proposito dì una grotta preistorica della Si- cilia. (continuazione e fine). Pag. 113. Fiori prof. A. Il Fringuello alpino nell' Abruzzo. Pag. 118, Arrigoni degli Oddi prof. E. Sopra una Querquedula crecca (Linn.) colorita anormal- mente, Pag. 119, È Fabani sac. prof. C. Straordinaria invasione di ditteri della famiglia dei Culicidi (Zanzare). ag. 120. Failla Tedaldi L. Glossario entomologìco, (continuazione) Pag. 121, COMUNICAZIONI. E. R. Curioso modo di catturare alcune Sfinge — Galli. L'erba del sonno — La mosca Tsétsé — L. N. Changement de la regime de la Processionaire du Chène — R, Cacciatori fortunati, Pag. 124 a 126, Invenzioni e scoperte. Pag. 126. — Notiziario. Pag. 127. Richieste, offerte eco. (gratis per gli abbonati) Pag. 127 e 128, SETE pienza ie lare [ua aio iallae 000ÙA | ANTROPOLOGIA E PALETNOLOGIA A PROPOSITO DI UNA GROTTA PREISTORICA DELLA SICILIA (continuazione 0 fine) Nell'età neolitica gli avanzi scheletrici umani sono abbondanti ovunque e in Italia le grotte naturali della Liguria e della Sicilia, le artificiali pure della Sicilia, i sepolereti di Fontanella Casal Romano (Mantova), di Remedello (Brescia), di Cumarola (Modena), di Cantalupo Mandela (Roma) ece. hanno dato in proposito un materiale prezioso sparso in genere nei musei di Genova, Firenze, Roma e Siracusa. Ma qui coll’ aumentare del materiale aumentano pure le difficoltà della eraniologia nel tro- vare le varie razze cui quel materiale appartiene, perchè troppi furono i vari elementi, che uniti concorsero a mescolare e ad attenuare i segni caratteristici di ogni tipo umano Infatti coll' aprirsi dell’ età geologica nostra, oltre ai discendenti degli antichi quaternari Saint' Acheul e Moustier, si vedono comparire nuovi popoli che portano con sò l'ascia levigata e la stoviglia e che forse venuti dall’ Asia, costeggiata l' Africa, toccarono prima la penisola ibe- rica e la Sicilia per estendersi poi in progresso di tempo dal sud al nord occupando le caverne al monte e costruendo villaggi (fondi di capanne) al piano. In un periodo più avanzato del loro sviluppo questi popoli scavano grotte artificiali per abitazione (grotte del Petit Morin nella Sciam- pagna) e per sepolcro quali le innumerevoli grotte artificiali della Sicilia e della Sardegna e co- struiscono i grandi monumenti megalitici nel nord dell’ Europa come le famose scale dei giganti della Scandinavia, l’ enorme kromlek di Stonehenge presso Londra ed i dolmens della Brettagna, Ora questi popoli nuovi chiamati neolitici sono ben lungi dal costituire una razza umana speciale e caratteristica; ma non sono altro che una accolta di alcune razze già da tempo fra loro mescolate, le quali mentre confusero insieme i loro caratteri fisici finirono col formare un popolo omogeneo con una civiltà ben distinta e netta da ogni altra civiltà precedente o successiva, ca- ratterizzata specialmente dall'ascia levigata, dall’ introduzione della stoviglia, in genere elegante e dal rito funebre dell’ inumazione. Quando si parla di genti semitiche, ariane, camitiche ecc, e nel nostro caso iberiche non si deve pensare a razze umane spiccatissime fra loro, chè anzi forse tutte queste genti appartengono alla grande razza caucasica o indo-europea; ma viceversa 114 tali denominazioni si devono prendere in un senso larghissimo, molto più largo di quello col quale sotto le parole di italiano, francese, tedesco ece. comprendiamo popoli composti di variissimi ele- menti; perchè mentre queste parole ricordano fatti certi e positivi come l’unità del popolo ita- liano, francese, tedesco ecc. quelle invece rispondono solo a dati vaghi di emigrazioni lontane, da paesi incerti, di popoli di cui non conosciamo che qualche pagina della loro civiltà mercè l’aiuto potente della paletnologia, Ai popoli venuti in Europa nell'età neolitica venne dato il nome generico di iberici ed ibe- rici in Italia sono gli antichi Liguri 6 Siculi; ora il Sergi (Cranzi sicula neolitici. Bull. di paletn.' ital, anno 1891, p. 157) rileva che i Liguri e gli Iberi devono esser considerati come due grandi rami di un'unica famiglia con molte varietà secondarie più o meno divergenti; osserva nei si- culi due. varietà, che chiama eucampili ed isobati, e nei liguri il tipo dolicocefalo accennato di Cro-Magnon e conchiude che gli Iberi, Liguri e Siculi avevano in comune la testa allungata, me- sodolicocefala (1). Le conclusioni sulla craniologia in genere e qui in ispecie dell’uomo quaternario e degli iberi ce le dà a ragione l'antropologia come materia di sua esclusiva competenza e la paletno- logia non avendo a che vedere a questo riguardo ne ha accettato e ne accetta i dati, ma questa in pari tempo ha il dovere di additare gli inconvenienti dell’ applicazione dei dati antropologici nello studio degli strati preistorici ed esaminarne minuziosamente le deduzioni relative per accer= tarne la verità, Le tombe delle caverne dei Balzi Rossi presso Ventimiglia furono oggetto di vivissime discus- sioni intorno alla loro età, da parte di tutti i più famosi antropologi e paletnologi e la questione sarebbe ancora sub judice senza l’aiuto della paletnologia, la quale, mercè il citato lavoro dei prof. A. Colini, brillantissimo ed esauriente studio d'analisi e di critica della questione suddetta, ha riconosciuto esser le tombe dei Balzi Rossi, decisamente neolitiche. Stralcio i seguenti cenni in proposito dal citato lavoro del Prof. Colini. L' Hamy riteneva fino dal 1872 che lo scheletro della quarta caverna dei Balzi Rossi dovesse appartenere al gruppo etnico dolicocefalo di Cro-Ma- guon, Cro-Magnon era ritenuto quaternario e quaternario doveva esser lo scheletro della quarta caverna di Balzi Rossi. Questa opinione in base poi al classico lavoro « Crania Etnica » del De Qua- trefagos e dell' Hamy, venne estesa pure agli avanzi umani delle altre caverne, cosicchè era idea predominante ritenere che i trogloditi dei Balzi Rossi avessero appartenuto alla razza che si dif- fuse nell’ Europa occidentale durante il periodo di transazione fra l'età del mammouth (Elephas primigenivs) e quella del renne (Zarandus rangifer), contemporanea quindi alle celebri stazioni quaternarie di Laugerie Basse e della Madeleine, ecc Il Sergi e l'Issel al contrario nel riconoscere 1° affinità etnica delle popolazioni di Mentone e dei Balzi Rossi con quelle delle altre grotte della Liguria pure dolicocefale (Arene Candide, Pol- lera, Bergeggi ecc. ecc.) concludono dicendo che queste ultime sono discendenti da quelle di Mentone e l'Issel, benchè avesse dubbi sulla contemporaneità delle tombe colla breccia ossifera quaternaria del deposito in cui si trovavano, faceva rimontare le tombe deì Balzi Rossi ‘all’ età miolitica, in- termedia fra l'età paleolitica e quella neolitica e concludendo che la stirpe ligure, riconosciuta vi- ceversa dal Sergi nell'opera citata « Cranii siculi neolitici » affine alla gente iberica d' immigra- zione in Puropa nell'età neolitica, non fosse immigrata nell’ Europa occidentale, ma vì fosse già fin dall'età paleolitica e vi fosse auctoctona. (1) Il Nicolucci dall'esame di due crani brachicefali scoperti nella terramara di Gorzano ove erano stati accidentalmente sepolti credette riconoscere la brachieéfalia neì Liguri giacchè suppo- neva che le terremare fossero le stazionì dei Liguri e che questi due crani apparterrebbero per conseguenza aì terramaricoli liguri, concetto erroneo perchè îì terramaricoli non sono liguri e non Inumavano i loro morti, ma li cremavano. Il concetto del Nicolucei espresso nel 1864 e ripetuto nel 1887{ nell’ Antropologia dell’Italia anno 1887 Napoli, venne accettato da molti antropologi îtaliani e, stranierì e da ultimo lo conferma il Riccardi (L'Appennino modenese pag. 109-110) ove dichiara che riguardo all'Italia vi sono traccie di una razza ligure a bassa statura a testa brachi- Dina ai Lapponi ed aì Finni in opposizione ad un altro tipo chiamato iberico a. cranio d efalo, Ma senza più oltre attingere dal pregevole lavoro del Colini, e della antropologia dovrebbe attentamente leggere, l'esame dei cranii dolicocefali dei Balzi Rossi, Perchè, dolicocefali i quaternari e dolicocefali ì ne che ogni cultore della paletnologia mi limiterò a concludere a questo riguardo che non aveva approdato ad alcun pratico risultato olitici, ne rimaneva incerta l' assegnazione del- l’età a cui quelli appartenevano e che solo lo studio della Suppellettile associata aglì scheletri e delle modalità del rito funebre valsero a risolvere la questione nel vero senso (1) (2). I vantaggi che può dare l' antropologia nello studio dei popoli dell'età del bronzo in Italia sono ben pochi per non dir nulli, per il motivo semplice che i popoli di quella età, cremando i loro cadaveri, non ci hanno lasciato avanzi scheletrici. Però la questione era troppo bella, giacchè si collegava coll’ origine del popolo che edificò Roma, perchè dovesse rimanere indiscussa anche dall antropologia; ed attualmente le conclusioni dell'antropologia sono le seguenti, Mi giovo dell'articolo del Prof, Pigorini « Le terremare secondo il prof. Sergi » (Bull. di pa- let. it. n. 21, anno 1895, p 118) Il Sergi ritenendo i terramaricoli liguri e questi dolicocefali, benchò non venisse trovato cranio di terramaricolo per la ragione suddetta della cremazione dei cadaveri A pure suppose che i terramaricoli fossero dolicocefali perchè nel sepolereto di Villanova dei discen- denti dei terramaricoli nella 1.8 età del ferro davanti a tombe d’ inumati e di cremati, suppose che le prime, le quali racchiudevano cranii dolicocefali, fosser quelle dei conquistatori od umbri e che le altre a cremazione appartenessero ai vinti terramaricoli, che avanti la conquista umbra occupavano già il paese e nel caso speciale la valle del Po, fino dall'età neolitica, terramaricoli quindi che non potevano esser che liguri 6 dolicocefali di conseguenza. E poi mentre aggrega terramaricoli con neolitici, i quali dovevano formare una famiglia sola cogli Iberi e coi Lidii, che si trovavano molto estesi nel bacino del Mediterraneo fino al nord- ovest dell’ Europa, dice che gli umbri erano camitici ed ariani discesi nella valle del Po dalle Alpi orientali. (Sergi. Archivio per l'Antrop. vol. XIII p. 117 e seg. « Liguri e Celti nella valle del Po) (1) L'’Evans (Prahistoriche Blatter 2a relazione) ritiene che mentre per i carattori otnici gli scheletri dei Balzi Rossi, si collegano da una patte coi più recenti abitanti neolitici del Fina- lese, dall'altra mostrano essenzialmente il medesimo tipo degli scheletri più antichi trovati nella caverna di Cro-magnon con ornamenti di conchiglie forate e di denti molto simili a quelle delle sepolture di Mentone. Le stesse caratteristiche di razza s'incontrano di nuovo negli avanzi umani della caverna neolitica dell'Homme Mort nella Lozère e di alcuni dolmens francesi come quello di Vignettes. L' identico tipo si osservò inoltre ad Est dell'Appennino e nella Italia ceutrale, nella Sicilia e nella Sardegna, non che nella Spagna meridionale e nelle Canarie, Quindi anche secondo la descrizione dell’ Evans dei cranii di Mentone questi potrebbero appartenere pei caratteri fisici tanto all’età paleolitica quanto alla neolitica (Colini op. cit. p. 291, nota 193). Ed il Colini a pag. 359 soggiunge « Alcuni osservatori come il Jemings, il Pengelly ece, nel determinare l'epoca di queste tombe, hanno voluto attribuire troppo valore alla somiglianza dei caratteri fisici degli scheletri che vi scoprirono, a quelli supposti di razze più antiche e partico- larmente del tipo di Cro-Magnon. Questo riscontro ha perduto ogni importanza dopo le osservazioni dell’ Issel, secondo le quali gli avanzi umani di Mentone presentano strettissime affinità con quelli usciti da caverne certamente neolitiche della Liguria, ed appartengono al medesimo gruppo etnico, In ogni modo è bene notare che non è affatto accertato che una popolazione avente ì caratteri principali delle razza di Cro-Magnon abitasse già 1° Europa durante l’ età paleolitica, poichè tutti i rinvenimenti di ossa umane, attribuite ad individui di quella razza, salvo forse quello di Lau- gerie Basse, hanno incontrato seria opposizione dal punto di vista della loro alta antichità per parte di illuslri geologi e paletnologi. Finalmente conviene sopratutto ricordarsi, che ormai ò ge- nerale fra gli antropologi l'opinione che i tipi umani dell'epoca della pietra scheggiata abbiano persistito nell'età neolitica, e sieno entrati nella formazione delle popolazioni posteriori, comprese le contemporanee, in mezzo alle quali i loro caratteri si trovano o puri 0 sotto la forma d'ibridismo ». (2) Il Salmon nel seguente suo studio - Etnologie préhistorique - Dénombrement et types des cranes néolitiques de la Gaule - 1896 - riunisce gli indici cefalici di 688 crani neolitici de- scritti da una folla di pubblicazioni dandone ls seguenti percentuali : 57 °/, dolicocefali — 21'/, °/, mesicefali ih brachicefali ‘ RE ner e divide le popolazioni neolitiche in due gruppi brachicefali e dolicocefali. I brachicerali arrivati in Gallia prima dei dolicocefali si sarebbero estesi su vasta superficie raggiungendo la Brettagna e le coste della Manica da un lato i Pirinei e le rive del Mediterraneo dall'altra. Tutto 11 centro conserverebbe le loro traccie e il 60 °/o delle sepolture studiate racchiuderebbero cranii di questo tipo. I dolicocefali che presero grandissima importanza sarebbero arri vati dal nord-est poco dopo ì primi e dall’ inerociamento di questi due gruppi sarebbero derivati gli individui a cranio mesaticefalo. . Poi vengono fuori nel 1864 i due cranii brachicefali della terramara di Gorzano che il Nicolucci attribuiva a terramaricoli ed il Sergi allora cambia idea e ritiene brachicefali i terramaricoli; ma poi, nel suddetto suo lavoro sui crani siculi neolitici, riconosce esser questi crani stati accidentalmente sepolti nella terramara, dichiarando in pari tempo che le terramare non sono stazioni di liguri e che i terramaricoli quindi non sono liguri. Da ultimo i terramaricoli diventano celti brachicefali (Sergi Origine e diffusione della stirpe mediterranea, Roma, 1895. Chi erano gli italici. Nuova Antologia, serie 3.2, vol. XVIII, p. 94 e seg.) Questo basta per mostrare come almeno per ora l’ antropologia non abbia fissate idee concrete sui popoli delle terramare, le quali, per le ricerche di paletnologi distinti quali i compianti Chierici e Strobel e più di tutti di quelle veramente esaurienti del Pigorini a Castione dei Mar- chesi ed al Castellazzo di Fontanellato (prov. di Parma), vennero completamente illustrate offren- doci così un quadro chiaro degli usi e costumi dei popoli dell’ età del bronzo in Italia e dati certi della provenienza di Roma dalle terremare. Il Prof. Pigorini non avrà scoperto che i terramaricoli fossero brachicefali o dolicocefali, a quale gente appartenessero e da qual punto del globo provenissero; ma basando le sue osservazioni su dati accertati, ha già tracciata una parte della strada seguita da essi per giungere sino a noi e cioè la valle del Danubio, strada che potrà esser risalita ancora verso le sue origini quando ver- ranno studiate sistematicamente le stazioni preistoriche, già accennate dal Pigorini, che affini alle terremare vennero già osservate nell’ Oriente dell'Europa ed in Persia Le civiltà dell'età del forro e protostoriche sia che sì credano formate esclusivamente da ele- menti stranieri, che sì innestino alle civiltà precedenti, sia che si credano formate dall'arrivo di popoli nuovi o da ambe di queste cause insieme, sono composte di elementi troppo vari e complessi onde si possa di esse parlare cumulativamente ed in breve. Del resto la materia mi porterebbe troppo lontano dall'oggetto del presente articolo e quindi non ne parlo, anche avuto riguardo al fatto che tanto la paletnologia quanto 1 antropologia, per quanto loro spetta, son ben lungi dal- l'aver risolti i problemi, che a ciascuna di queste scienze compete in simile materia, da credere che possano esorbitare nelle loro attribuzioni, E ritornando alla grotta della Chiusilla mi permetto di osservare che il Sig. Failla-Tedaldi, benchò non abbia trascurata la suppellettile della grotta e non dubitando che egli abbia eseguito rigorosamente lo scavo del terreno intatto della caverna, avrebbe potuto però esser più largo in dettagli e specialmente riguardo ai frammenti di stoviglie, che mentre dichiara nel contesto del suo articolo esser rozzamente lavorate, alla fine dello stesso trova che alcuni deì detti frammenti sono evidentemente fatti al tornio e che mostrano una certa eleganza. Lo studio delle caverne non è facile, anzi molte volte diventa difficile perchè, aperte queste sempre, molte volte servirono di ricovero dalle più remote antichità alle più recenti e rare volte gli strati stalagmitici si alternano fra gli strati archeologici cosicchè diventa di questi difficile la divisione netta. Abbiamo grotte che servirono come sola abitazione, altre, in genere nell'età neo- litica, da sepolcro e in alcuni casi da sepolcro e da abitazione insieme. Le grotte sistematicamente scavate da noi sono poche e le troviamo nella Liguria e nella Sicilia, una al capo S.** Maria di Leuca, alcune in Basilicata e quella di S. Bartolomeo al capo di S. Elia presso Cagliari. Le grotte della Sicilia si potrebbero dividere in quattro serie, 1.°) Grotte decisamente paleolitiche dell'età quaternaria, tipo Moustier puro, quali quelle di Car= buranceli e di S. Teodoro nel territorio di Palermo ove il materiale archeologico consistente in raschiatoi e cuspidi di Moustier-si trova associato ad animali della fauna quaternaria. In queste grotte manca decisamente la stoviglia, 2.°) Grotte già abitate da discendenti dei paleolitici mousteriani nell’ età geologica nostra, Al sopraggiungere deì neoliticì 1’ uomo quaternario non era scomparso, che anzi ha continuato a vi- vere a lungo discendendo in età recentissime e storiche come l'attestano le stazioni di Rivole Ve- renose e di Breonio a S. Anna d' Alfaedo, ed anco in Sicilia si trovano le traccie evidenti di questa sopravvivenza dell’ uo;mo quaternario nell'età nostra nelle grotte del litorale di Trapani e faro AJ 127 _em-roe-ri 27° ro Nell'occasione del congresso nazionale botanico che ebbe luogo a Pisa nello scorso settembre, fu collocata una lapide che ricorda il luogo ove sorse nel 1544 l'orto botanico di Pisa. Una riunione straordinaria della Società geologica di Francia ha luogo ad Al- geri dal 6 al 25 ottobre corrente. Borse di studio. Il Ministero dell agricoltura ha aperto il concorso a due borse di studio per la Scuola superiore di agricoltura di Milano e due per quelle di Portici, L' assegno annuo è di L. 800 e la durata di 4 anni. Possono concorrervi ì giovani che abbiano sostenute le prove di licenza negli Istitutì tecnici (sez. fisico-matematica, agronomia, agrimensura) nei Liceì o nei corsì superiori delle scuole di viticoltura e di enologia. Le domande devono essere indirizzate non più tardi del 25 ottobre ai direttori dello dette scuole di Milano e di Porticì ai quali si possono chiedere gli altri dettagli, Una esposizione internazionale di avicultura avrà luogo a Parigi dall'11 al 15 de- cembre prossimo. Rivolgersi alla direzione della Società degli avicoltori francesi in Parigi. Concorsi a cattedre vacanti. Sono aperti i concorsi per titoli ad un posto di professore ordinario nell’ Istituto agrario sperimentale di Perugia per l'insegnamento della Botanica gene- rale e agraria, fisiologia e patologia vegetale con lo stipendio di L. 3800, ed un posto di profes- sore incaricato nel medesinto Istituto per l'insegnamento della Mineralogia e Geologia agraria. Stipendio L. 2400 Le domande dovranno pervenire al Ministero d'agricoltura, industria e commercio (Direzione generale dell'agricoltura) non più tardi del 10 novembre 1896. Per le altre condizioni der con- corsi chiedere il programma al Ministero suddetto. È aperto il quarto concorso al premio Molon, amministrato dalla Società Geologica Italiana, sul seguente tema e con le seguenti condizioni, Iliustrazione di una Fauna 0 di una Flora poco 0 mal mote di giacimento italiano, con lo scopo di portar luce sopra fatti geologici nuovi, mal conosciuti econtroversi, accompagnata da de- duzioni geologiche: oppure illustrazione di un gruppo speciale di resti organici poco conosciuti di giacimento italiano. Le memorie accompagnate da tavole con disegni dei fossili illustrati, dovranno essere scritte in lingua italiana, ma potranno portare le diagnosi specifiche anche in latino. Potranno essere manoscritte 0 in bozze di stampa, non pubblicate avanti la chiusura del Concorso. Non si terrà conto dei lavori presentati ad altri concorsi analoghi, Le Memorie dovranno essere trasmesse alla Segreteria della Società Geologica di Roma (Via S. Susanna N. 1 A) non più tardi del 81 Marzo 1898. Esse dovranno essere contrassegnate da un motto da ripetersi sopra una scheda suggellata che conterrà il nome dell'autore, La somma assegnata pel premio é di Lire italiane 1340, 96, pagabili dopo it 1° Luglio dello stesso anno. RICHIESTE E OFFERTE Domande di cambi, indirizzi, domande e risposte diverse - Gratis per gli abbonati Quando non vi è speciale indirizzo, rivolgersi all'amministrazione del giornale, la quale rappresenta gli abbonati che pubblicando richieste od offerte desiderano rimunere incogniti. Gli abbonati sono pregati ad approfittare di questa rubrica, poichè più che le richieste ed of- ferte saranno numerose, tanto maggiore sarà l'utile reciproco che ne ritrarranno gli abbonati stessi. Preghiamo pure gli abbonati a farci conoscere i loro cambiamenti di residenza, le loro no- mine, promozioni ece., gli studi speciali ai quali si dedicano, nonchè se tengono collezioni e se desiderano far cambi, 3 Questo periodico è assai diffuso anche all’estero, per cui un annunzio posto in questa rubrica, anche una volta all'anno, servirà a mettere gli abbonati in relazione con i colleghi d’Italia e delle altre nazioni, specialmente Europee. 147 Oscar Ravel, Napoli, (Italia), offre in cambio di Coleotteri, Lepidotteri ece. franco- bolli rari degli antichi stati d’Italia, conchiglie esotiche, oppure altri insetti d'Italia. 148 Si desidera acquistare od avere in cambio le seguenti pubblicazioni: Bandi. Catalogo dei Coleotteri del Piemonte. De Bertolini. Catalogo dei Coleotteri del Trentino. Bocard. Piante ipocarpoges, stampato a Pisa nel 1798. 149 Adolfo Falzoni, via Paglietta n. 8, Bologna. Si occupa di Coleotteri e desidera far cambi. Offre: Reicheia lucifuga; Pterostichus Escheri var. apenninica (Fiori) n. var; Bryaxis Pi- razzolii, T'ychus mutinensis; Leptomastax hypogaeus ; Rhizotrogus Fiori n. sp.; Akis italica; Otior- rbynchus var, coryli; Ot. strigirostris; Ot. sanguinipes; Phyilobius lateralis ece. e molte altre buone specie, 150 Squinabol prof. Senofonte si è trasferito dall’ Istituto tecnico di Foggia a quello di Padova, 151 Venanzio prof. Egidio idem da quello di Lodi a quello di Bergamo. 152 Joseph Courjault, instituteur è Saint-Genis-de-Saintonge (Charente-Inférieure), offre: Oursins rares de l'éocéne de Saint-Palais et nombreux autres fossiles contre roches, miné- raux, fossilis. Envoyer oblata. 153 K. Bramson, prof. al Ginnasio di Ekaterinoslaw, (Russia meridionale), offre coleot- teri e lepidotteri della Russia e del Caucaso in cambio di Coleotteri e specialmente Carabidi e Longicorni. 154 Antonio De Bonis di Bagnolo di Po, (Trecenta), cede: P. Lioy: Le abitazioni la- custri di Fimon con 19 tav. e molte fig. e diverse memorie di paleontologia e zoologia in cambio di piante dell’Italia meridionale o di opere e giornali di botanica, 155 Si fa ricerca di pelli con cranio ed ossa delle gambe di gatto selvatico della Sardegna, e di pelli di Leopardo buone per tappeti. 156 Il prof. G. Frizzi, preside del R. Istituto tecnico di Perugia, desidera cambiare cen- turie di piante alpine, con piante della flora littorale e insulare italiana, 157 N. Lucarelli, Aversa, offre i seguenti cani: Cucciolone bracco bianco arancio di mesi ll, Cucciolone spinone roano marrone, di 5 mesi. Cucciolo bracco di 2 mesi, 158 Elaphis quadrilineatus (La) o Boa d'Italia, trovansene ora disponibili, vivi, conservati in alcool e scheletri, presso il Gabinetto di Storia naturale di S. Brogi in Siena, 159 L. Coulon, au Musée d’Elbeuf, (Francia), dèsire entrer en relatione avec des natura- listes s'occupant des ordres d'insectes autres que Colgoptères et Lépidoptères. Il offre en échange de nombreux objets d'histoire naturelle. 160 E. Margier, è Alais, (Francia), demande des Vertigo du nord de l'Europe et des hautes régions montagneus, et des Pupa palgarctiques rares (Algòrie, Caucase, Chine, ete.). Il offre en schange de bonnes espèces de Mollusques, telles que: Clausilia Vauclusiensis, Anduziensis, fim- driata, gallica, Saint-Simonis, Pupa Mortilleti, Pomatias apicus, lapurdensis, Bythinella sor- gica, sawalilis, ete. 161 Cataloghi gratis di semente e piante. I seguenti stabilimenti di orticoltura e flo- ricoltura offrono i loro nuovi cataloghi, autunno 1896: Fratelli Ingegnoli di Milano — Raffaello Mercatelli di Firenze — E, H. Krelage et fils di Haarlem (Olanda) — Ettore Berti di Milano. _—_—_—————————_—_————_—6& Col 1.° del Novembre prossimo uscirà in Firenze IL: PRATICO giornale quindicinale per i Medici-Chirurghì, Farmacisti e Levatrici, sotto la direzione dell’ oste- trico Dott. G. Gelli, colla collaborazione dì tutti i principali direttori sanitari degli Ospedali della Toscana e dei più distinti specialisti e medici pratici della città dì Firenze. Il giornale uscirà il 1,° e il 15 di ciascug mese: conterrà 32 pagine di testo e tante altre pagine per la pubblicità. L'abbonamento è annuo, sì paga anticipatamente con L. 6 nel Regno, L. 9 per l' estero (Unione Postale) e L. 12 fuori dell’ Unione postale. Il denaro per gli abbona- menti e le inserzionì sarà spedito in vaglia o cartolina vaglia, all' Amministrazione del giornale. Stabilimento Cìvelli. Firenze, S. BROGI direttore Tesponsabile Siena Tip. e Lit. Sordo-muti di L. Lazzeri R_COLTIVATORE 15 Novembre 1896. avo xvg BOLLETTINO DEL NATURALISTA- COLLETTORE ALLEVATOR SUPPLEMENTO MENSILE atta RIVISTA ITALIANA DI SCIRNZE NATURALI Abbonamento alla Rivista e Bollettino (% fascicoli) I.. 5 — Al solo Bollettino (12 fascicoli) 1. 3 all'anno — IVECNIA, SOMMARIO Direzione. Il Giornale ornitologico italiano. Pag. 129, Damiani Giacomo. Un'ultima parola sulla questione del Pett'azzurro. Pag. 130 Fenizia prof. Carlo. Un nuovo caso di emiteria (Extradactylin ereditaria). Pag. 131, Leonardi dott. Cosimo. L'echinococco. Cistì d' echinococco del fegato în un tacchino (Me- leagris gallopavo). Pag. 133. Arrigoni degli Oddi prof. E. Note ornitologiche Pag. 135. Fabani Carlo. ll gusto ed il tatto neglì uccelli. Pag. 136. Piazza Carlo. Coltivazioni ed usi dello zafferano. Pag, 137. COMUNICAZIONI. E. D. W. Notes de tecnique microscopique — É. D. W. Application du calcul des probabilités a l'étude de la variation d'un type végétal — M. Nota sui Thomisus — Brogi. Le Società locali di Storia naturale in Inghilterra — Lo Spigolatore. Abbondanza di cacciagione. Da pag. 138. a pag. 14]. Insegnamenti pratici. Pag. 14l. — Invenzioni e scoperte. Pag. 142. — Notiziario. Pag. 142. — Nomine, promozioni, onorificenze, premi. Pag. 143. — Tavola necrolo- gica. Pag. 143. — Richieste, offerte ecc. (gratis per gli abbonati) Pag. 143 0 144, IL GIORNALE ORNITOLOGICO ITALIANO La pubblicazione di questo nuovo periodico, del quale parlammo già in questo Bollettino, è ormai decisa. Esso vedrà la luce con il prossimo anno. La buona accoglienza fatta alla proposta dell’ egregio prof. Bonomi, da parecchi ornitologi sparsi nelle varie regioni geograficamente italiane, comprese cioò quelle ai confini e le varie isole, e sopra a tutto la gentile collaborazione promessa da tutti i nostri principali ornitologi con a capo gli illustri scienziati comm. Giglioli e Salvadori, assicurano splendidamente che il Giur- nale ornitologico italiano avrà prospera e proficua vita, e che certo non puteva esordire sotto mi- gliori auspici. Abbiamo voluto pubblicare fin d'ora questo consolante preavviso, sicuri di fur cosa gradita a tutti coloro che ci hanno spronati ed incoraggiati alla non facile improsa, Essi sanno così che il periodico italiano, esclusivamente dedicato agli studi ornitologici, con il 1897 non sarà più un loro desiderio, ma un fatto compiuto. Fra i collaboratori occorre che vi sieno anche i dilettanti, i cacciatori e tutti coloro che in qualche modo si interessano degli uecelli italiani, ed abbiamo bisogno pure di studiosi che risiedendo all’estero possano tenere informato il nostro giornale sugli studi e sulle notizie orni- ‘tologiche che si pubblicano nelle varie nazioni. Coloro perciò che avessero }a buona intenzione di collaborare in questa pubblicazione, potranno fin d'ora farci la gentilezza di rendercene avvisati e chi avesse pronto qualche scritto da stam- parsi nei primi fascicoli, può senz’ altro inviarlo. Il giornale sarà per ora bimestrale in fascicoli da 24 a 32 pagine grandi. L'abbonamento annuo costerà L. 4 per l’Italia e L. 4,50 per l'estero (Unione postale); ma coloro che invieranno entro l’anno corrente, od il Gennaio prossimo L. 5 per l' Italia e L, 6 per l'estero (Unione postale), saranno abbonati anche a questo Bollettino del Naturalista e chi man- derà L. 8 per l'Italia e L. 9 per l'estero (U. P.) avrà per tutto il 1897 i 3 periodici: Giornale ornitologico italiano, Rivista italiana di Scienze naturali e Bollettino del naturalista, collettore, allevatore, coltivatore. Chi desidera fascicoli di saggio non ha che a farne richiesta, Tutti coloro che desiderano abbonarsi, sono pregati a darcene subito avviso onde proporzio- nare la tiratura del primo fascicolo. LA DIREZIONE III 130. UN'ULTIMA PAROLA SULLA QUESTIONE DEL PETT' AZZURRO (*) Ultima — dico — almeno per parte mia, imperocchè temo che tutto quello che sarò per dire lascerà in molti ancora il dubbio che la questione resti allo stato di problema. Ultima e dove- rosa, specialmente dopo la lettera aperta del Luglio scorso e la sua pubblicazione in fascicolo spe- ciale per cura dell’ egregio ornitologo trentino; per quanto il caso fortunatissimo occorsomi non che non radicarmi nella vecchia opinione, mi abbia invece persuaso a trovarmi d'accordo nel punto sostanziale del dissidio coll’ egregio contraddittore; cosa, del resto, di cui — in grazia dell’ os- servazione diretta — sono ben felice. Proprio il giorno innanzi (dopo un lungo interregno postale inesplicabile) avevo ricevuto da Rovereto copia dell’ opuscolo dallo stesso Prof. Bonomi, e #2 6 Ottobre u. s. in un campo di sag- Binella, in luogo acquitrinoso presso il Ponte Buggianese (Val di Nievole), viene ucciso un Pet- t'azzurro da un mio amico che fu sollecito a recarmelo perchè riuscivagli affatto nuovo (1). Trattavasi indubbiamente di un giovane! E io ritorno ben volentieri sull’ opinione già espressa, e così valorosamente battuta in breccia dal — ora non più — mio contraddittore: che, cioè, l'abito normale dei giovani del Pett'azzurro sia caratterizzato dal petto uniformemente azzurro, L'azzurro del petto nel mio recente soggetto era invece incipiente, traspariva l'azzurro di tra un grigio molto fosco con qualche sfumatura biancastra, specialmente ai lati. Per altro — con mia sorpresa — la macchia nel bel mezzo, affatto candida, oblunga più che circolare, era ap- pariscente non meno che nell’individuo adulto che ebbi a Portoferraio il 6 Settembre 1893 e citai nella mia risposta. Lo che, oltre non concordare con quello che io pure credevo, non s’accorda con l'opinione del Prof. Bonomi « che i maschi del primo autunno (o giovani) mancano della macchia bianca rotonda in mezzo al petto, sebbene esso sia in gran parte biancastro ». Ammesso, dunque, dietro l' autorità dello Tschusi-Schmidhoffen che la Cyanecula Wolfi Ch. L. Br. debba considerarsi come aberrazione della C. leucocyanea, o, secondo il Savi ed altri, co- stituita da individui vecchissimi (a colorazione mediana uniforme) mi sembrerebbe utile stabilire con diritto di priorità (nella nostra Avifauna, almeno) per la specie normale a macchia bianca e per la varietà aberrante (come anch'io stimo) la denominazione di © leucocyanea Ch. L. Br., perchè più rispondente al carattere (normale) specifico essenziale. Notisi ad es. che nell'Avifauna del Giglioli e così nel I.° Resoconto dell' Inchiesta ornitologica in Italia, e in altri autori, la de- nominazione di €. Wotfi ha la priorità per la specie normale, a macchia bianca, senza distin- (*) La questione fu originata da un articolo del prof. A. Bonomi, l' egregio ornitologo trentino: < Che cos'è la Cyanecula orientalis CA. L. Brekhm 2 » (in Boll. del nat. 15 Marzo 1896). Ad esso fece seguito una mia breve nota « A proposito della Cyanecuia orientalis Ch. L. Brehm » (Ibid. 15 Aprile detto), nota che per le sue conclusioni suggerì al Prof. Bonomi una lunga e diligente risposta « La questione del Pettazzurro » lettera aperta a me diretta, (Ibid 15 Luglio detto) dì cui l'A. curò la pubblicazione in opuscolo a parte (Rovereto, Grigoletti, 1896) (1) Questa cattura autunnale non è senza importanza. Seppi, infatti, che anche in Val di Nievole è assni raro, e per lo più capita in individui isolati in aprile, al piano. Ciò sembra ri- petersi, in generale, per quelle provincie donde è notato, giacchè sfogliando l' Inchiesta (I° Re- soconto) Ornitologica in Italia, al volume « Avifaune locali » il Pett'azzurro da un buon nu- mero dì provincie non è neppure segnato. Più che altrove capita in Liguria, e, in maggior numero, în prìmavera. In Toscana da una sola provincia, è dato frequente (Lucca); per quella di Firenze chì lo dice accidentale e chi scarso. Pel resto della Toscana è dato per raro e primave- rile; solo ìîl Dei (Grosseto) lo cìta per l’Ottobre Le provincie settentrionali quasi tutte lo notano, quali scarso, quali raro, e non poche avventizio, solo per il Marzo-Aprile. Quelle del mezzogiorno non lo citano affatto; così îl De Romita, diligentissimo ornitologo, non lo registra per la Puglia. Dall'Isola dì Capri è dato dì passo irregolare în Aprile. Dalla Sicilia (Messina-Caltanisetta) è notato per ì due passi, ma rarissimo. In Sardegna è capitato, pare, una sola volta. Wharton e Whitehead lo dicono scarso e primaverile in Corsica. Io l'ebbi di Settembre all’ Elba ove era già Stato ucciso dì primavera. zione di età, ma certo col sottinteso ch’ essa nomenclatura valga altresì per gli individui aber- ranti, o vecchi, come meglio vuol credersi. ” La nota del Prof. Bonomi (V. art. in Boll. del Natur., sulla via della critica prese appunto le mosse da questa nomenclatura a rovescio, opinando io col Giglioli, e contrariamente al Prof. Bonomi ed altri, che per C. Wo}f altro non S'avesse ad intendere che la specie normale con macchia bianca più o meno estesa. Coneluderò dunque: 15 Marzo, nota n. 6) che mi spinse T.° Che pel Pett' azzuro nostrale a macchia bianca (e quindi differente dalla forma settentrio- nale C. suecica), o altrimenti a colorazione mediana uniformemente azzurra, sia che questa sì creda carattere aberrante o di vecchi, si dovrebbe accogliere con diritto di priorità la denomina= zione di C. leucocyanea al posto di ©. Wolf che dovrebbe valere come sinonimo. II.° A mio avviso, anche per quello che altri recentemente scrisse, essa denominazione do- vrebbe comprendere: a) I giovani a colorazione azzurra incipiente e sempre con macchia bianca più o meno appariscente. è) Gli adulti a colorazione azzurra più decisa e pure con specchio bianco più o meno esteso, c) Gli aberranti, o altrimenti vecchi, a colorazione mediana uniforme, L'argomentazione potrà sembrare sottile, ma non è chi non veda che una delle cause non ultima del dibattito fu un diverso modo d’ intendersi sulla nomenclatura, In attesa del nuovo Giornale ornitologivo italiano, gradirei in proposito l'avviso di qualche collega, felice se la questione cosìbdibattuta avesse potuto approdare a qualche cosa di positiva- mente concreto circa l'interpretazione delle varie livree, e la sistemazione definitiva di questa bel. lissima specie. Genova, Ottobre 1896. Giacomo DAMIANI SESIA rg: UN NUOVO CASO DI EMITERIA — (Extradactylia ereditaria) —— a