*"" I Robert E. Gross Colleótion A Memorial to the Founder of the f >zL>a de* voftri penfieri , il vojlro crite* rio , la nerboruta eleganza , e la cognizione fcientifica^ che^> abonda nei parti felici , e pro- fondi del vofìro intelletto , e che in diverfi tempi 5 e argomenti fono comparft alla luce . Aia voi fiete troppo rifervato , e mo- di 4 de- ... vii) defio per poter fojfrire tran- quillamente che io qui rrì inol- tri fulle vofìre lodi più lunga- mente , e quanto vorrei , La ftima 5 lJ applaufo e /' amicizia dei primi Letterati della no- fera Italia, e dei Paefi oltra- montani > "er10 in- degli Stati, bruiti del rapporto che ha V agricoltura con il bene generale della nazione, e che effì fi perluadino che il favorire la popo- lazione , incoraggire le arti , proteggere le manifatture, ed il commercio, in quanto che tali cole hanno della relazione al mi^ glioramento dell'agricoltura, è un aumen- tare la potenza reale, ed aflòluta dr uno Stato . Nel in tempo di pace per ìngrandirfì con quefli mezzi, che quelli della guerra in cui fi principia dal diflruggere quelle braccia , le quali dovrebbero fervirc a coltivare i terreni, a mettere in ufo le materie primitive &c. ? Nel lecere V Invito inferito nella Occajìone di raccolta economica, per parte del Signor V"/1' f1!''.'"- Conte Mnizech , fu la queftione efprefla alla tefla di quefto' faggio, ho fuppoflo di effer confultato da un Signore di già in- formatidìmo , il quale nel paragonare i fuoi lumi con quelli degli altri , cercava d' inftruirfi ancora di più, e di metterli tempre meglio in grado di adempire con diftinzione ai doveri, che gì' imporranno i podi eminenti, ai quali fembrano di già chiamarlo le fue virtù, ed i. fuoi talenti, più che la fua nafeita . Il dovere di ciafeun Cittadino incon- Doveri dì «a trattabilmente lo porta ad obbedire alle Cittadini , leggi, ma gli è permefìò di riflettere fo- pra lo fpirito che deve animare i Legisla- tori (a)y purché ciò fia fempre d'una ma- niera da far rifpertare quell' autorità da cui emanano le leggi ftefìe . Io non pretendo di farla da Legisla- tore. Non fi troveranno in quefla memo- ria ne leggi, ne regolamenti. Ciò fareb- be un efeire dalla mia sfera , e dalla que- ftione . A 2 Le-. [ e le vedute, che poflònp dirigere, le attcn- [a] £' fiato dimojìrato in un Difcorfo del Sig. Avv. Groslev di Troyes prefen- tato idla Società di Nanci , e. tradotto in quejìi giorni in Italiano , che le leg- gi molto influì f cono nei coturni, fìcchè devono , anch' effe concorrere a formare- il carattere delle Nazioni , e vi riusci- ranno fé fideranno il piano di educa- zione che ovunque deva feguitarfì, cofa fin qui abbandonata al cafo , ed al. ca- priccio , e che fola pub rendere i carat- teri degli umani individui più /imi li , o vogliam dire più unanimemente di- retti al bene , alP avanzamento , alla gloria della Società in cui vivono . 1 figli che nafeono appartengono più allo sStatoy che ai Padri loro, Ved. più a baffo, rioni che devono avere , ed i mezzi che fono obbligati a mettere in opera i Legi- slatori, i Principi, o i loro Minidri , tutti quelli in una parola, che mediante i loro impieghi hanno parte direttamente , o in- direttamente, lì a alla formazione delle Leg- gi , fi a alla loro elocuzione , allorquando e<]ì lì propongono di procurare il maggior bene di quelli che fono fottopofti alla loro autorità (a) , e di favorire la popolazione, le arti, le manifatture, ed il commercio, in quanto, che hanno del rapporto coir agricoltura . A 5 Pro- f^J Cioè di tutta quella Società alla tefla della quale fono collocati . Lo ba offer- vato , e P ha detto lo filmabile autore delP Opera dei Delitti , e delle Pene il Sig. Mar che fé Beccheria di quali fu- nsfie ingiufiizie fia fiata la for gente il confiderare la Società piuttofio come un aggregato di famiglie , che come un unione di Uomini [§.zó.] E cofa deve poi dir/ì, quando la Legislazio'/ie fojfre, e protegge ancora non falò quefia difiin- Zione , ma molte più ancora , facendo molti fchiavi di pochi , privilegiando una parte a f capito de IP altra , con- fiituendo o autorizzando la di ver/ita degf interejji ec. Non per quefio ante- porrei un Governo Democratico , o Po- polare à qualunque altro . Anche nelf Ariflocrazia , anche nella Monarchia può far vedere il Legislatore che fi rammenta , che „ P alienation totale 6 ometto di Proporre le più femplici difpofizionì qiiejta. memo- fa prent|erfi , che abbraccino tutti quelli diverfi oggetti, impiegare i migliori mez- zi per arrivare a quello fcopo , ecco il pro- blema il più interelTanre della politica in- teriore , e quello che io tento di rifolvere in quella memoria. ia.. „... „ La Legislazione e 1' arte di fludiare ldex genera- ° . . le deìu Le il talento, e la conmtuzione dei Popoli , gishzjene . per far loro trovare quelle leggi che fono necelfarie, la fubordinazione vantaggiofa, e l'obedienza dolce. Ella abbraccia tutto il (ìltema politico dello Stato , acciocché tutt' i fuoi compenti tendino al profitto dei particolari di tutti gli ordini, e che i talenti de i particolari tendino a vicen- da al vantaggio, alla forza, ed alla glo- ria delia Società . Quello chiamali regnare da uomo, e lopra uomini . Sorgenti del. Tutte le circollanze tifiche, e morali, necelfarie, e relative , temporali , e perma- nenti,' e che circondano una nazione, nelP illuminare la Legislazione hanno da elfer l'appoggio, e la norma di quanto deve ella difporre. In tutte quelle circoltaiìze efattamente pefate, e abilmente combinate devono trovarti le ragioni delle Leggi (#), e tutte quelle ragioni unite inlieme tor- ni a- la varietà delle Le „ de chaque affocie avec tous droits à ,, toute la communawté „ è la prima claufula del fatto faciale . [/?] Così fi rifpiarmeranno i proemi di effe i quali non fanno molto onore a chi ha. introdotto di concepirle con flile afiatico molto meno fhùlime, e proprio , chf 7 2mno Io fpirito della legislazione .favore- vole all'agricoltura. Una circoftanza eflenziale che fi tra- lafci, ecco rovefciato tutto il fiftema. Do- po aver date, quefìe idee generali, entro in materia. Non m'impegno a foftenere chi non vi fieno in quefTa memoria al- cune ripetizioni. La verità è unica, ed i medefimi principi neceflariamente ritor- nano () . Quefti fono gli oftacoli tìfici . Un [a] Il primo e la poca confiderazione in cui fono tenuti gli Agricoltori . U Imperio della China penfa divsrfamente , e noi potremmo imitare queflo popolo di cui fi dice tanto bene . Ma i noflri cojìu- mì ? Il Legislatore gli pub dolcemente mutare , pur che lo voglia. Ved. pili a baffo quello che dice P Autore . [b] V Autore parla a chi è già ìnflruito bajìantemente nello fìudio deW economia politica , ed io con quejìo fuppojìo mi 9 Un gran numero di oftacoli pure han- ofifxtlì c\+ no la loro forgente negli ftabilimenti ci- v"ii' vili e negli ufi di polizia. I diritti di cit- tadinanza, lo ftabilimento delle comunità, i pafcoli comuni , o fcambievoli , la divi- sione delle terre , la lontananza de i Tri- bunali, e de i Giudici, (/?) le formalità che mandano in lungo le caule , il re- tratto rifervato a tutta una famiglia, ec- co ciò che forma una parte degli oftacoli civili (b) . L'ufanza, (e) la pratica, la confuetu- oftacoli d*» dine, l'educazione , gì' interefTì pedonali, meftic'n Fefcmpio poObno produrne un gran nu- mero d'altri , che faranno domestici. Fi- rìfparmio la pena di ripetere ciò che hanno [crino Hume, l'Amico degli Uomini , Montefquieu , Cantillon , i Sodi di Berna ec. £tf] 27 Governo municipale [opra il piede eh* è fidato nel Paefe di Vaud è molto buono . Ciafcuna Città , Borgo , e Vil- laggio ha i Juoi Magijìrati di religione y di giufiizia , e di polizia j e come dice il Sig. de Mirabeau, un ingiuftizia vicina, è meglio di una giuftizia lon- tana [ Nota dsW Autore . } f b~\ L' Italia negli Statuti delle fue Città , e nel refìduo delle romane Leggi\ ne tro- verà molti altri , [e fi pone a ricercar- gli per impetrarne P abolizione dai So- vrani . [e] Sì trova nella Campagna un invincì- bile rejìjìenza a far rifolvsre i Conta- dini a mutare gli ufi apprefì da i Pa° Io offrimi; few Finalmente alcuni di quefti oflacoli poflbno trovarli nei diritti del Sovrano, o nella maniera di erìgerli , nella natura delle entrate pubbliche -, o nel modo di rifquoterle. Le impofizioni arbitrarie fa- ranno Tempre perniciofe . I diritti di Si- gnoria, i Feudi, i Laudemi (a), le co- mandate (£), i cenfi^ le reclute, l'emfi- teu-. dri , e dagli Avi loro , ma [e i pò (fé [fori dei terreni anzi che oziojì , e pejanti a loro fieffx vive/fero attivi , e più ric- chi nelle loro Po[feJJwni\ [api ebbero co- me indurre con la placidezza , e con V intereffe quefF Individui a preflarjì alla ragione . lo .rò le arti tifate da chi vi è riu[cito . iJuefle fino, i premf promeffx , la diligenza nel fare efeguire le coje [otto i propri occhi , // rijve* gliare C emulazione . [/?] In France[e Laods , termine che [igni- fica il diritto che il Poffeffore di un Feudo paga in contanti al Padron di- retto del mede/imo nell'atto della ven- dita, o per godere la prejuntà facoltà di alienarlo . Ved. il Dizionario dì Trcvoux, ove fi dice che deriva dalla voce Lot , o fìa porzione che appar- tiene al Signore del prezzo della ven- dita . Con gli F ditti Regj del 1673. e 1674. ^ finta fi fiat a la quantità a cui deve afeendere quefia [pecie di Ga- bella, [b] V Enciclopedia definìfice il termino Cor- vée per quel firvhjo che rende il fud- 1% teufi , e le dìverfe fervitù a cui i fondi feudali fono fottopofti , fono oflacoli dif- ficili a diflruggerfi . Tutto quello forma la claffe degli oliaceli feudali clie vengono dal dominio j e dalle lue gotiche preten- fioni (a) . CAPITOLO IL Kiflejfion'i generali /opra ì mezzi di togliere gli c/i a coli . P Er levare gii oflacoli di cui riabbiamo La „-,„« ragionato, io li confiderò nella loro ne degli «ita- maggiore ellenfione. eoli è ntcef- Un Legislatore ben' intenzionato fi f*ri** applica da principio a conofeere perfetta- mente tali ofìacoli . Come mai fi può feoprire, o applicare efficacemente al rime- dio, fé la natura del male è occulta ? Spellò ancora ferve conofeere il male per gua- rirlo . Bi- dito al Signore E. G. obbligo di ta- gliare , e feccare i fieni , di lavorare le terre , e le vigne , di [egare le bia- de, di far le vendemmie ec. il quale nei tempi baffi appellava/i Corvata . Sopra di ciò fi troveranno delle riflef- jioni eccellenti nella raccolta economica del? Illujìre Società di Berna per P an. 1764. P.i. p.iqj. e fegg, [a~\ Che compajjionevole moflra della mali- ziofa prepotenza umana fono i Codici Tendali ! E quanto ancora ci vorrà, perchè il vero , ed il femplice trionfi ? 12 Bìfora to- Bifognà fopra tutto eftere informato gherc^hoju- ^el primo principio del difordine. Senza •o/« nella loro j- n r 1 • v • i • ori-ine. cl1 °iue"0 " multiplicano 1 regolamenti, ì quali in vece di rimediare al male, non fanno che produrne dei nuovi . Segue nella Legislazione , quel che accade nella Medi- cina . Le malattie dello Stato devono ef- fere prevenute nella loro origine 3 ed i ri- medj palliativi non fono per i mali pre- cipitosi . A guifa appunto del Medico, il Legislatore non s' allontana mai da i fuoi principi ben combinati, e ben me- ditati , qualunque iìano gli inconvenienti che ritrae nell' elocuzione dei fuoi progetti . Bilògna qualche volta edere in balia di un Conquiftatore , o l'offrire una rivoluzione per veder levati dei grendi oft acoli, e cor- retti dei grandi abufi (a) . Infpirare Bfelia pero fovente per correggere gli n!!" oJToioUCU abufi' e ril"rraare i coftumi , che il Po- fofoo. pojQ s'accorga che il Governo fi prende ' cu- [V] Ma fé paffando dà un Governo ad un altro fujjiiìcno le antiche, e le novelle leggi-, qttal non farà P incertezza in cui fi vive'rà in un Paefé ftmile ? Le leg- gi vecchie non fi arrogano fé non per mezzo di nuoie leggi , 0 per via di defuetudine . Sarebbe meglio fpeffe volte, fenza fare alcuna coja, ti di- chiarare che una tal legge non deve effer pili offervata perchè come dice un Filofojb fui Trono „ trop de Loix de- j, viennent un Dedale, où les Jurif- „ confultes , & la Juftice s' égàrent. 13 cura di lui, e del Tuo' bene Ilare , e che penfa a farlo comodo . I buoni fuccefTì dell' amminiftrazióne di Sally fi pofibno attribuire in gran parte all' efatta ofìer- vanza di quelle due regole, Conviene offervare che nel voler le- Birmania del var un offarolo, non fiattraverfino le mire 'eSolamenc' • che uno ha, che volendo fivorire le arti, o il commercio, non fi (concerti l'agri- coltura, la quale deve effer tempre il no- fho primo oggetto , che proteggendo i Cittadini , non s' aggravino i Lavoratori delle terre, che per effer favorevole alle Capitali (a) non fi faccia torto ade Cam- pagne, e che per un interefle momenta- neo, non fi cagioni dei mali di lunga du- rata . Tutti i regolamenii devono effer reciprocamente uniti , e concordi fra loro . Il pretendere per mezzo di regola- Conjkltar* la. lamenti favorevoli fia all' agricoltura, fia n***r* del alle arti , fia al commercio di forzar la Paefc ' natura del paefe, è una vera chimera. L'oggetto dell'attenzione di un favio Le- gislatore deve effere quello di attaccarli a perfezionare i prodotti naturali del paefe, e di cavarne il maggior profitto pofTìbile . Sarebbe pure cola molto pericolofa Seanfarc i 1' introdurre ad un tratto, e fenza moti- lrAn cam' vo dei cambiamenti confiderabili . Tutte hiamentu le revoluzioni fubitanee , ed improvvife ("concertano l' induftria , e l' economia (£). Gli \jì\ Sopra dì queflo [periamo di trattare in un altro lavoro che abbiamo alle mani. [b] Scrive a propofito il fuddetto Filofofo Gli ftabilimenti I più utili devono erter regolati lentamente , e introdotti a poco a poco fenza violenza, e con fiftema. Se fi proponete per efempio di abolire i Co- muni, bifognerebbe cominciare dall' abo- lire l'ufo dei pafcoli, e dipoi la reciproca corrifpondenza dei medefimi . Si dovrebbe proibire doppo di ciò l'accertò nei Campi al groflò beitiame , chiudere le bofcaglie, (a) in fine dividere, ed affegnare le pa- ffute. Tale è il cammino che fi potrebbe prendere per arrivare ad ottenere -un can- giamento sì defiderabile . Io ho ancor fen- tito dire che non era Tempre cofa oppor- tuna, che il Legislatore manifeftarte di lu- bito il dettaglio del piano, che averte for- mato , e che conveniva fovente di non farlo conofeere che poco alla volta, fe- condo le circortanze , e a mifura che i{ bifogno lo richiederte. Sì Federigo il grande „ Il efl: plufieurs „ Loix aux quelles les Hommes font „ attachès parce qu' ils font la plupart „ des animaux de coutume : quoiqu'oh. „ pùt en fubrtituer de meilleures à „ leur place, il feroit peut-ètre dan- „ gereux d' y toucher „ . Motto più adunque dovrà aftenerfi il Legislatore dal fare delle leggi, che non infiuif chino direttamente fui bene generale . [a~\ Queflo P tanto neceffario, quanto il te- ner ferrati i Campi , novità che in qualche Paefe ha fatto molto Jìrepito* 15 Si deve per l' iftefla ragione (cantare ~*ver riguar. con della premura di opporfi oftinatamente do f trf£itl" ai pregiudizi dei Popoli, o delle Comunità, 'S'. c' "' bi fogna condurle con dolcezza allo fcopo che uno fi propone , lenza neppure che fé iì accorghino . L'opinione dà fovente il nome di difpotifmo alle inftituzioni le più favie, fubito che quefre prendono di mira i pregiudizi' communi , e la maniera di penfare deila nazione. Chi non cono- fce l'impero dell'opinione fopra degli uo- mini ? La miglior cola farebbe d'impe- gnare i Corpi , e le Comunità , a cam- biare da fé medefime i loro ufi contrari al ben pubblico, Ne ad abbandonare volon- tariamente dei privilegi funefti , con far loro a poco a poco comprendere gli in- convenienti di quefte coflumanze , e di quefti medefimi privilegi . Gli Agricoltori fanno che i mezzi lenti, ma continovati, fono i foli efficaci . Qualche volta delle femplici infinua- infinuatjoni , zioni fatte dal Legislatore produrrebbero e loro effetto. maggiori effetti, che le leggi le più pre- cife. Il più delle volte batterebbe il cor- Correzione dei reggere gli abufi che poffono eflerfi in Pr-vJe^- trodotti nell'efercizio del privilegio o dei diritti . Si potrebbe in altre occafioni inden- indenni*^* nizare il particolare, o il corpo che re- Ki?ne * ftafle lefo mediante la foppreffione , e la limitazione del tuo diritto. Che miglior ufo fi potrebbe mai fare delle entrate pub- bliche, che impiegarle per il bene univer- fale, o di tutta la nazione ? In quefto cafo il Sovrano femina per raccogliere. La IO Statuti a La prudenza richiede che fi propon- t-emfo . ghino ordinariamente degli Statuti a tem- po , e per prova. Quello metodo fopra tutto è neceflario nei cali complicati, al- lorquando fi tratta di nuove concezioni, o di limitare certe pratiche delle quali t pofleffori fono gelofi (a) . Profittare dei E' una grand' arte nella Legislazione pregiudizi di faper profittare dei progiudizj della Na- dcl Popolo. zione per il fu0 maggior bene. Il Parla- mento d' Inghilterra ha abolito la mag- gior parte delle pafture comuni con un' atto d'autorità: Egli ha preferitto delle permute fiflando dei luohi, ove ritrovare il pafcolo lenza alcuna oppofizione . Gli In- glefi, come anche tutti gli altri Popoli temono i colpi d' autorità , ma fono però fempre difpofti a fottomettetfi alle deci- fioni dei loro Parlamenti, purché non fo- fpettino che il Re abbia parlato , ed alcune Perfone bene intenzionate hanno profitta-* to di quello principio nazionale . Un [a\ Pur troppo la giornaliera efperienza ci avverte , che volendo rimediare ad un* inconveniente , fi cade in dieci , onde non farà mai inutile diligenza quella che qui fi propone . Potrebbe/i ancora prima di pubblicare certi regolamenti chiedere a ciafeuno del pubblico che in carta efponeffe le proprie rifiejfioni , e fopra di quefte intraprendere per mezzo di perfine illuminate i convenienti e- fami , i7 Un Legislatore che ha a cuore da pa- i>'.v\:nhue p>. dre della Patria la felicità dei fuoi popoli, Pr* r ?d.ue** • •ir ni • • ì azione da ri« invigila lopra 1 educazione nazionale , ac-w^; ^ ciocche i tigli (lice hi no con il latte i prin- cipi, e le maflìme che pofibno contribuire alla felicità del pubblico, e alla profperità dei particolari . Porto quelto principio , io non comprendo come fi pofla riìafciare T educazione pubblica a dei precettori che non dipendono dal Governo , o che appar- tengono poco alio Stato ( -^ u • iv j 1 ^ ìrremifhbile ; ì>uoito che vi entra 1 indul- genza, o vi fi mefcola la parzialità, tutto è in difordine. I Paefi, ove ai Tribunali è permeilo di limitare , e di rifrangere le leggi , tendono all' Anarchia , e fé vi è fperanza di grazia la legge è nulla ; Bi- fogna folamente abbadaie che la pena della legge fi a proporzionata alla natura della proibizione fatta . Un Legislatore, in agricoltura non deve mai effere un legif- latore terribile, ed è proprio foltanto dei Giappone/i il punire le leggieri mancanze come gran delitti . (a) Sem- \a] Tutta il bel libro del Marchefe Bec- cheria già citato conferma quefie muf- firne. 21 Sembra però che in molti cafì certi Ptìie *ccef- Mon.archi Europei cadino nel med elimo fivz ' ecceffo . Quando io leggo che in Spagna fi condanna un nobile , che ha introdotto del Rape nel Paefe , a perdere la fua nobiltà, e ad efler di poi confinato nell' Affrica , o un ignobile ad efler impic- cato, dico fra me ilefTo, V onore, o la vira d'un uomo vagliono dunque sì po- co? (a) Il Principe può fovenre, con alcune SoecorJ! /?«»- fomme impiegare , o confidate opportu- niarJ • riamente, correggere certi vizi del terre- no. Egli può mediante alcune anticipa- zioni, o alcune gratificazioni contribuire a feccare le paludi , a dare un nuovo cor- fo a dei Fiumi , a conftruire degli argini, e dei ripari , a rompere l' impetuolità d'un torrente, dividendo le fue acque , a fla- bilire dei ponti , a render fertili delle ter- re ec. Egli può procurare degli Ingegneri, degP Infpeclori per quefti lavori ec. Tali B 3 inez- ia] Ed anche in materia di cacce in luoghi ri fervati , e di animali proibiti non fi trovano nei codici degli Stati di Eu- ropa leggi inumanamente rigorofe ? Tan- to è ridicolo che gli Uomini dicano a certi animali eh'' è per ejfi unicamente la bella pelle che gli ricopre , quanto e flrano che un individuo a lui folo voglia che appartengano gli Uccelli che volano per Paria, le Fiere che feor- rono per i bofehi , i Pefci che guiz* Zano nelP onde ec. 22 mezzi che indicano Io fcopo che uno fi propone, e prefenrano i (occorri neceflari fono mille volte più efrìcaci delle Leggi mede fi me . armonìa fra Non bifogna mai confondere le le^gi '* LeSS' » le C0I1 le fentenze, e neppure con i refcritti. Sentente ,, e i T r , ., rr,. a- ■ , XtfcritTtJ Le ientenze decidono gli affari particola- ri, i refcritti determinano fopra le circo- ftanze propofte, in vece che le Leggi de- liberano in generale ; I Principi però nei loro refcritti, ed i Giudici (a) nelle loro fentenze non devono mai perder di villa il maggior vantaggio dell* agricoltura, del- le arti, delle manifatture, e del commer- cio. / lamentile. Finalmente allora quando in un pae- xerah ..-.die*- fé, le cofe fono pervenute a un legno che noi* nccejfita j[ «fido generale della nazione dimanda della Rifar- t 1 ì * 1 • » 1 L^ m una riforma, concludete, che vi e qualche vizio effenziale nella conftituzione, e crTè tempo di cercarne il rimedio. Non è que- llo, per efempio, il calo in cui fi trovano al dì d'oggi in Francia le Finanze , ed i Finanzieri ? Contento di quefto piccolo numero di mafTime piuttoffo accennare, che fviluppatc , io non ho detto tutto ' quel che averei potuto proporre per le- vare gli oftacoli a i progredì dell1 Agri-, col- [rf] Non deve appartenere ad ejjì , fé non il riconofeere a chi delle Partì ajjijla una legge , e mai devono decidere con delle vijìe particolari per non fi arrogare un autorità che ha folo colui al quale la nazione ha confidata la Jua. autorità . coltura, ma è facile di fcoprire in cia- fchedun luogo quefti oflacoli, ed è indif- penfabile , che bifogna cooperare a di- ftruggerli (a). Tale deve edere lo fpirito della Legislazione relativamente a ciò, e fé vi lì riefee, rimane poche cofe da fare . B 4 CA- [a~\ In qualche luogo dell* Italia è flato in- trodotto P ufo dei Fitti per breve tem- po , 'ma nulla vi è che tanto impedi- fca il progreffo dell' Agricoltura, quanto il riflringere P induflria degli Agricol- tori a percipere il maggior frutto, che render pub un terreno fenza avere in veduta i prodotti futuri . Quindi è che ove la terra produce dei frutti dy indu- flria oltre quelli che derivano dalle an- nuali femente, conviene che l'Agricol- tore abbia la fperanza di godere P utile di fue fatiche , acciò tutte le impieghi in preparare , o mantenere una coltiva- zione che dopo un tempo fui amente , o con delle groffe fpefe gli promette una vantaggiosa raccolta. Quindi o i Titti devono e (fere per un tempo lungo , o devono pofporfì al contratto di Livello , che di fna natura fa in certo modo confederare per proprio al Livellarlo il Patrimonio che coltiva . 24 CAPITOLO in. Mezzi per incoraggia /' Agricoltura . TOhi di mezzo gli oftacoli , gli in- coraggimenti fono facili ad immagi- narli . Moderatone jn un _aefe fa cultura bifoglia di e lemplvcìta ri- • • e Na-> toltale, libito mantenere con tutti 1 mezzi pol- fibili la moderazione , la frugalità , la fem- plicità dei coflumi, e bandire tutto ciò, che pub fomentare il lufTo . Allora quando i Contadini vedono quelli che vivono d'en- trata feioperati , che pattano i giorni nella diffrazione, nel giuoco, e nei piaceri, e impoffibile che non fenrino potentemente le fatiche afpre e penofe alle quali etti fono foggetti.. Libertà per- Non è meno necettario di afììcurare fonale. la libertà dei Lavoratori, dei Coloni, e dei Contadini . Quella è la libertà perfo- nale. Ogni fervitù degrada l'umanità, di- ftrugge il talento, inlanguidifce l'attività. Tale fu la prudenza del Canton di Berna, che nel fecolo pattato ordinò a tutti i Si- gnori di porre in libertà i loro vaflalli di mano morta. Per i medefimi principi di umanità, il Rè di Danimarca ha liberato dalla fervitù i Popoli della Norvegia. I Servi, come lo fono i Contadini in Poi- Ionia, in Boemia , ed in alcuni luoghi della Germania , potrebber' eglino colti- vare i terreni con intelligenza, e con co- raggio fotto il pefo delle carene da cui fono' opprettì ? Io non comprendo neppure come uno Stato, i popoli del quale fono fchia- 25 fchiavi, pofla lungo tempo confervare la fua indipendenza, e la fua libertà (a). La Libertà territoriale non e meno ne- Libertà tir* ceflaria. Quella confìtte nella proprietà, rit*r,*!t- nel libero ufo, e nella fìcurezza del pof- fcflò . Venti anni di poflefTo, e anco dieci formano un titolo rispettatile, (b) e l'U- fucapione dovrebbe badare per aificurare la proprietà, o l'ufo delle acque, e della ferviti) (e) . „ Allora quando i Perfiani erano Pa- ,, droni dell'Alia, dice il Sig. di Monte- „ fquieu, permettevano a quelli che con- „ ducevano dell'acqua di fontana in qual- „ che luogo che non forte flato mai ba- « ena- \a\ Eppure quejìo è il cafo della Romana Repubblica ; tanto è vero che nella na- tura tutto fi livella , e tutto fujjìjìe per certe ignote leggi , le quali P Uomo non capifce . [b~\ Riflette favi amente , P Autore del mo- derno Libro Delle Leggi civili reali P.i. C.j. , che converrebbe , che la preferizione /offe centenaria , perchè gli uomini di mal talento non fperajjmo di render/i proprietari , pendente lor vita col mezzo delle ufurp azioni . [e] Anche per P Ufucapione un tempo più lungo del triennio farebbe giujìo , fic- carne penfa il fuddetto Autore, perchè P abbandono di una cofa nel proprie- tario, forfè anche per involontaria ne- gligenza , non pub fubito far nafeere ttn diritto di pojfejfo in un altro. z6 „ gnato, di goderne durante cinque gene- „ razioni . E lìccome fcaturiice una quan- „ tira di rufcelli dal Monte Tauro, non „ risparmiarono alcuna fpefa per far ve- ,, nir dell'acqua. In oggi lenza fapere di ,. dove efTa poda venire, fi trova nei pro- „ prj campi, e ne i giardini „. Egl'è certo che le difficoltà, che fon fatte in diverfi luoghi a quelli che hanno trovato delle acque , e fcavato delle for- genti, fono molto pregiudicievoli all'eco- nomia campeftre ; ed io vedo in certi paefi un mefcuglio di libertà per parte de i no- ftri Principi , con un mefcuglio di {"chia- viti! per la parte delle Comunità , e dei Vaflalli, che forprende. Il rialzamento delle impoftzioni a prò- j;vpojìzjtn; . porzione del miglioramento dei fondi , è una violazione nineftiffima della legge di proprietà, e di libertà. Io conofco delle Provincie, ove i Contadini i più antichi non portano altro che fcarpe di legno , berretti , e cattive gabbanelle di tela graffa, per timore che i Soprintendenti alle im- pofizioni , e gli Efattori non gli aggravino di più. Ogni frabilimento, o dichiarazio- ne , che attacca direttamente, o indiretta- mente la proprietà, è diflruttiva per l'A- gricoltura (a). Ne [a~\ In cjusfìo luogo voglio rilevare quanto è foggetta a difficoltà /' opinione di coloro che foflengono , che a i ter- reni fol amente convien far /offrire tutti ì pefi pubblici , e lafciare in pace il 27 Ne viene dipoi la libertà del trafpor- Libertà dei to delle grafce, e del prodotto delle terre y*{Pr*» ieU sì per l'interiore del Paele, che per fuori. /e Grafc0 ' Se le proibizioni fufTìftono , e che negli anni d' abondanza fi abbia bifogno di per- miflìoni particolari , non fono accordate eh' a prezzo di danaio, e con lentezza, onde fé ne perde tutto il frutto da i col- tivatori , e da i mercanti . La libertà del commercio , e P indujìria . Fra ejji il rìfpettabile autore della Théorie de l1 Impòt deve ejfer confiderato il pri- mo . Per confutarlo bi 'fognerebbe un lungo difeorfo . Ma non eflendo queflo il tempo opportuno bajìerà accennare , che ottimamente gli è flato replicato neir eccellente Libro flampato a Leida nel 17ÓÓ. in 4. , che porta il titolo „ Les Inte'rèts des Nations de 1' Eu- „ rope , developes relativement au „ commerce „ cap. 28. Vol.z. pag.14.9. e fegg. JE" infallibile che ciafeuno , tol- to il neceffario per la propria fujfiflcn- za , deve una porzione del refto allo Stato , ficebè non deve attender/i, fé un Cittadino guadagna 0 Julia Terra , 0 Julle manifatture, ma fé ha più, di quello che gli bi fogni per farlo con- tribuire . Gravofo è ancora , che la terra porti diretta-mente tutti i pefi pubblici , mentre non rende il fuo frut- to che a quelle braccia che la lavo- rano , le quali impiegate a te '[fere , a dipingere , a commerciare , per mezzo di un eguali indujìria fi procurereb- 28 trafporto è giufto che fìa confante , gene- rale , e che fofpenda folamente F efletto negli anni infelici , nei quali Pactrefct- mento del prezzo farebbe gravofo al Po- polo. Si è veduto fiorire la cultura de i terreni in Inghilterra, dopo che lo Stato ha accordato delle ricompenfe ai nego- zianti, che facevano efcire dei Grani. Ma noi avremo occasione di riprendere fra mano quello foggetto, quando fi tratterà óel Commercio. Sì bero il loro mantenimento [cnza [of- frire il carico dei Dazi , lo che farà fempre per loro una tentazione a farlo , ed a fudare piuttofìo nelle Botteghe , che nei Campi. Oi/ è migliore la con- dizione degli Agricoltori , dei Fitt aioli, dei Padroni delle Terre di quella di molti Artigiani , dei Mercanti , e delle altre Profejfioniì Se s^ imponga [opra i prodotti delP Agricoltura , e non [u quelli delP indufìria , e della fatica nei mejìieri fi farà pagare ad ejfa tutto in Una volta , quello che al più [t j uò dire che paghi in più volte , ed a piccole partite , cioè con minore inco- modo . In eh* è diverfo il travaglio dell' Agricoltore, da quello dell' Ar- tica ? Come fono più [curi i prodotti della terra di quelli del commercio? Per qual riflejfo merita meno chi gode i frutti delle terre , che chi profitta del Commercio ? 29 % /^ Si pub ancora dire un ficuro inco- °"9/' *•*«*» raggimento quello di porre in onore l' A^ a ^s^ico - gricokura , e di aver della confiderazione per l'agricoltore, (a) Le relazioni della China parlano della cerimonia, cfie l'Imperatore fa tutti gli anni d'efTere il primo a met- tere mano a i terreni. Molti Regi dell1 Indie fanno qualche cofa di fimile . Ap- prefìb gli antichi Perfiani , V ottavo giorno del mele nominato Cborrem-ruz i Re la- rdavano il loro fallo per mangiare con i lavoratori delle Campagne . Qiefto è ri- ferito dal Sig. di Montefjuieu , il quale riguarda tali confHruzioni come ammira, bili per incoraggire 1' Agricoltura . Accordate delle efenzioni, dei privi- xtcomptHfi legj, dei premi, delle medaglie ai colti- dovute a. » Vittori abili, e delle diftinzioni agli eco- coltivatori, nomi induftriofi (b) . Nella China l' Im- peratore è informato ogn'anno del lavo- ratore che s' è il più diftinto nella fua profeffione , e lo fa Mandarino dell' ottavo or- \a\ I 'veri mezzi per ottenere queflo fine fono flati '"fpofli dal Sig. Dornay in una Memoria coronata nel lj6^. dalC Accademia di Caen . \l>\ A qu.flo fcopo potrebbero volger/i molt' elemojìne , che in tuti i Paefi vengono fatte dal Pubblico , e che per lo piti fervono a mantenere P ozio di coloro , che hanno imparato a vivere fenza travagliare, e gli Stati troverebbero i fondi neceffari per efeguire i progetti fiftervi . In Svezia s' infegnano i prin- cipi dell' Agricoltura a quelli che fono deftinati per le Parrocchie della Cam- pagna . Quefto è uno ftudio propriffimo a fare rifaltare gli Ecclefiaftici ( a ) , e C fé [#] Ancor fra noi non difdirehbe ai Varo- chi il dirigere i Popolani nelle loro applicazioni di Agricoltura , ma non fi Jìudia\ ne fi sa , che da pochi teo- ricamente quefV arte , onde gli Eccle- fiaftici che vivono alla campagna dopo eQerfi addottrinati nella Città , di rado fono capaci di votere infegnare a i Contadini . 1* fé i Lavoratori hanno bifogno di dire- zione alla Campagna, hanno più bifogne ancora di protezione in Città. guon mtrea- Conviene che il Sale fìa a buon mer- t» dd Sale. caro nej paeu- (|j Culture , ed in partico- lare fé quelli abondano di Beftiami, ac- ciocché il Contadino , ed il Vaccaio pof- lìno darne fecondo il bifogno al loro be- ffarne . II Sale rifveglia il loro appetito, e le preferva da moire malattie , (opra tutto nelle Provincie lontane dal Mare , ove gli erbaggi hanno in Te meno parti Ialine . Si'.lh in molti luoghi delle lue memorie efclarha contro la durezza eftre- ma che fi ha di vendere tanto caro ai poveri una cofa sì comune, e sì necef- iaria . „ ,, . ,. E' ancora cofa eflenziale ed ìmpor- n. r«.A- tante, che ne 1 Paefi di cultura, le Caule nella [pedi- ' » . xSone delle fi Ipeculcllino prontamente, che 1 1 nbu- Cétufc. nati fieno comodi, ed i fvlagiftrati accef-. fibili. Un lavoratore di Campagna non ha ne tempo, né danaro da perdere, e non può foffrire le alterigie , e la luper- bia dei Grandi, né le inciviltà dei loro." Staffieri . N,n poilbno efTere fé non utiliffimi Società Hi gli ftabilimenti delle Società d' Agricoltu- .Agru:»ltu- ra^ e ja pr0tezione che il Sovrano accor- da loro . Per qualunque cola pollino dire gli Uomini frivoli , e feioperati , queite Società ben dirette, e regolate ferveranno fempre a mantenere i veri principi della Cultura fra le per Ione di . n licita, dalle quali fi diffonderanno necefìariamente an- cora ne i Lavoratori , a dare dell' emula- zione agli Agricoltori , a render generali i me- i inetodi migliori , e a far conofcere le pratiche vizìofe (a) . I membri di quelle Società prove- ranno nuove coltivazioni, naturalizzeran- no delle piante ftraniere, e procureranno delle inanizioni elementari di Agricol- tura a i Contadini , Eserciteranno finalmente , per amor della Patria, delle funzioni le quali hanno qualche rapporto all' ufficio de i Cenfori Agrarj ftabiliti appretto i Romani , i quali (ovante forzavano al lavoro gli sfaccendati. con i gaftighì . I Greci feguitavano la medefima politica. E Voi, o Popoli Col- tivatori non abbiate alcun timore di per- der la voirra libertà, fino a tanto, che i voftri Padroni faranno allevati colla rrìaf- funa del rifpetto eh' è dovuto alle voftrc fatiche , Non iurono i regolamenti dei Cenfori rurali che fecero cader Roma nella fchiavitu, ma bensì la tirannia de- gli ambiziofi che gli abolirono , C 2 II [a] Non hanno ragione gli Oltramontani * ridere delle tante noftre inutili Acca- demie , ove non fi efercita che la pro- fejfione Poetica ? A paragone di quejìe quanto fono migliori le Società Econo- miche ? Eppure f Italia follecita ad imitare , ed a guflare le produzioni forejìie^e in quejìo è molto pigra . Non- •vergogniamoci di confermarlo , perchè altri fi -vergogni di perfijlere in tant* indolenza . 3<5 Scuoi* Vettm il Legislatore dovrebbe ancora favo^ rìnarlt. rjre l'Agricoltura con ftabilire delle fcuole Veterinarie fui piano di quella di Lio- ne (a) . Frattanto le Società d' Agricol- tura potrebbero procurare alle Pedone di Campagna qualche Libro elementare (opra un (oggetto sì importante, e di tanta confeguenza . Io mi fono un po' eflefo fopra quefte prime regole della Legislazione , perche 1' Agricoltura è un' arte di prima necef- fìtà , e fi è veduto i Romani , e molti altri Popoli diventar potentiffimi fenzi il foccorfo delle Manifatture, e del Com- mercio, ma fenza l'Agricoltura neffuno Stato può arrivare ad effer florido . In vano però s'intraprenderà di per- fezionare l'Agricoltura, fé non li procu- rerà di favorire la Popolazione ; poiché per coltivare le terre, ci vogliono de i lavoratori, ed anco in grandi (fimo nume- ro , fopra tutto fé alla coltivazione, fi vogliono riunire le Manifatture , ed il Commercio. CA- ["] M '/spettabile Sig. Zanon in qualche luogo delle fue Lettere ha desiderato che nel Friuli fi procuri di formare degli allievi inftruiti in ejuejla [cuoia . lo dico lo Jìe/fo per ogni luogo, perchè pur troppo -vediamo in 'mano d* igno- ranti , o d? impofìori C ejercizio di me- dicare i nojìri cavalli 7 ed il nojìro be- fiinme . 37 CAPITOLO IV. La Legislazione confiderai a relativamente alia Popolazione . LJ Abondanza delle Grafce , e la faci- Unione deW liti della fuffiftenza favorifee di già ^ricottura la Popolazione, come anco la Popolazione «<"»(* f"!"" accreteiuta fa abondanza de' commeflibili , i<""J * e delle produzioni della Terra. Il numero degli abitanti con la copia delle cofe ne- ceffarie confìituifee ancora la forza reale, e permanente, la potenza propria, e re- lativa di uno Stato . La felicità, la ficu- rezza , e le ricchezze di un Popolo , del Pubblico , e dei particolari fono fempre proporzionate al numero degli abitanti . Quell'articolo dunque efige tutta l'atten- zione del Legislatore. Lo fpirito delle Leggi relativamente Attenxxtntti alla Popolazione deve edere generalmente clima,* confacente al clima , ed agli ajuti tanto citeriori che interiori . Nella maggior par- te dei Paefi la natura ha fatto tutto, ma fovente fi fa contro alla natura. Non ve ne fono che pochi, ove bifogni aiutarla a Sviluppare i luoi effetti . I Legislatori fo- no abbai tanza forniti di fapere per cono- feere fé vogliono, quello, che io intenda dire (a). C 3 Ec- [a] Io farei una lungbiffima annotazione fé voiejfi e/porre i diverfi ufi , regola' 33 Me^zJ fArtt* Ecco alcuni mezzi particolari , prò- tmUri. pr-j a favorire la Popolazione. c*nftìtu7j,9ne II primo , ed il principale confitte d*l Govern$. nella Coftituzione medefima dello Stato . Ogni Governo , in cui regnano la dol- cezza, la giùftizia, la ficurezza, la liber- tà , deve necefTariamente popolarfi . Ogni Uomo ha piacere di abitare in un Paefe, le Leggi del quale protegghino contantemente , generalmente , e lenza parzialità, l'onore, i beni, e la vita di tutti i Sudditi lenza alcuna diftinzirtne, ed i Magillrati del quale reprimino fenza accettazione di pedone la violenza, la frode , la tirannia, l'oppreilione . Tali van- menti, inflittiti che negli Stati anche i più celebri fono contrari alla Popo- lazione . Il celibato del Clero , /' eccef- fivo numero degli Ecclefiafìici , il di- fon ore attaccato a quelli che fi mari- tano nei l quarto , ed ano 'ottimo grado, a quelli che paffano alle ter~-e, o anche alle feconde nozze , /.; proibi- zione di accoflarfi ai iti fé uno non fi è ajìenuto da otto giorni indietro dal dover coniughile , la li- bertà di ricevere dei Religio/i , e delle Religiofe avanti P età della emancipa- zione la proibizione di celebrare i matrimonj in altra forma , che fecondo il rito della Chic fa dominante , le lodi accordate alla Verginità ec. ( No- ta dell'Aurore) JE" un Proteflante che fcrive, onde Jì puì> condonarli quell» vantaggi poflono trovaifi in una Monar- chia ben regolat i , come pure in una fa- via, e prudente Repubblica, ma tutte le Repubbliche però non gli hanno . „ In „ Polonia , dice il Sig. Suffmilcb, undici „ dodicefimi fono Schiavi , ed il rello e „ comporto di Nobili, i quali godono di „ una libertà pregiudicievole allo Staio , i, ed alla Popolazione „ . («r) C 4 Uni- che dice. Senza riformar punta alcuna di quelle cofe , che ciecamente condan- na per cattive , anche nei Paefi Cat- tolici fi può avere una grofja popola- zione quando fi coltivino tutt' i terre- ni , non fi ammettino le manifatture forefliere, non fi facrifiebino le jujìanzf ad un luffo rovino/o*, quando non feo- raggijca molti dal matrimonio la J pro- porzione dei Patrimoni , la ridicola femminile ambizione , il faflo inful- tante dei ricchi ec. Roma Pagana fui cadere della Repubblica y e fiotto gly Impcradori , aveva tanti celibi volon- tari per quefle medefime caufe fenza che cred?ffe effer quefia una virtù, che ebbe bifogno di rimediarvi con delle L'O Quanto migliorerebbero le condizioni di quefio Regno , fé f afferò afcoltatì i con- figli del Filofofo benefico [ Ved. le fue Opere ] grand" fui Trono , piti grande fecfo da eflo , e che ne fuoi ferini , e nelle fue azioni ha lafciato dei -monumenti perenni di fua magna- 40 ìA*M*ì» Unita alla dolcezza del Governo, ci vuole l'attenzione del Sovrano in procu- rare a tutti i Cittadini delle occupazioni fecondo i loro talenti , e dei mezzi per fufììftere fecondo la loro induftria. Un Paefe dove le Terre fono faviamente di- ftribuite, ove il Commercio, e le Mani- fatture fìorifcono, ove le Arti, e le Scien- ze fono nel fuo vigore , può fomminiftrare a ciafcuno delle occupazioni , e più che la Popolazione lata grande, maggiori ftra- de ancora fi apriranno ad ognuno di pò- terfi impiegare , tanto gì' impieghi degli Uomini fono fufcettibili di variazione, e di accrcfci mento . Coiiftrvazèo. L'attenzione del Principe, e di tutti ne dei Privi- quelli , che devano fare efeguire i regola- ci/'• menti, a mantenere, e conservare a i Po- poli gli finimenti, e fcritture , le capito- lazioni , le conceffioni , ed i privilegi, contribuifce non poco a popolare un Pae- fe. Se vi s'introducono degli abufi rifor- mabili , bi fogna correggerli . Non vi e cola che difpiaccia tanto a un Corpo, ad una Comunità, o ad un Popolo, quan- to quello di dover continuamente opporli alle risoluzioni, e intraprefe di coloro che tentano difiruggere i loro diritti . Reroìament» Bifogna ancora che il Governo dia , dì Governo . ed afficuri a i particolari la proprietà di ciò n'imita . Bifogna profittare di tutte le % occafìoni per inalzar la virtù , e per colmarla di quelle lodi che le fono do- vute. . .41 ciò , che efTì pofTeggono. Lo fpirito di proprietà, e l'allettamento, o la Sicurezza di goderne, poflòno unitamente rilvegliare l'emulazione, ed incoraggir l' indurirla . Se il Proprietario ha lò'.o un pò efio pre- cario , e che non lìa afficurato di quel che ei polTìeie , fé le 1 incoazioni tono esorbitanti (.;)> o arbitrarie, fé gii efat» tori lono troppo rieri nelle loro elocuzio- ni, fé tutti i Terreni appartengono al Principe, o ai Signori, le i Foud: lono carichi di Centi troopo gravofi, le una gran parre delle terre è folamenre nelle mani dei ricchi , o in perfòne di mano morta, e riunite in grandi porzioni , il Coi- (*zj E un Problema degno di ejfere Jìudiato con tutta applicazione , e jciolto quello di trovare in un dato Governo , ed in un dato Paefe la maniera di jare Pe- fa%ioni neceffarie col minore aggravio poffìbile , e con la maggior facilità . La foluzione di ciò condurrebbe la fe- licità in ogni luogo, giacché in ogni luogo per feguitare ceni pregiudizi an- tichi , per fitvare finterete di pochi, per efler dijjicile il t 'revenire le vena- zioni de i J ubai terni , fi /offrono a 'ilo ingiujìizie contro f intenzione di chi è al capo degli affari, e molto più dei Sovrani . Di grazia fi prenda di mira qu?fìa materia, fi lavori Jopra di ej]ay che la gloria affetta quel Benefattore del genere umano, il quale farà meglio, riufeito in quejìa imprefa. 4-2 Coltivatore, che forma il maggior nu- mero della nazione, e (blamente un fer- vo o un garzone, e non eflendp in con- ferenza attaccato al ("nolo né per l' in- tereffe , né per la proprietà , fi ritira fa- cilmente, ed abbandona la Patria* bnnjlont del NToii fi può ficuramente rimettere in *<»«"»"»»*• vigore le Leggi agrarie de i Romani. Ma farebbe però un feguitare lo fpirito loro, il dividere una parte de i Comuni fra gli ufufruttuarj, e il fidarli nelle loro mani, rendendogli talmente inalienabili, che anco il prodotto confiderato come la fuffiftenza del povero, non poreffe efléf fegueftrato da alcun creditore (a)* » , . • La fervitù é direttamente oppofta Servitù con- ìì f) 1 • -i J-F- -r trarU aìu a"a Popolazione , come anco il dilpotil- popoiaz^oite . nlo, e fé in un Paefe di Schiavi vi refta una certa quantità di abitanti, bifogna che P umanità dei Padroni addolcifca ftraordinariamente le durezze della Ser- vitù . Io fono refiato fofprelò di vedere il Sig. Melon, per altro sì le n fato , pe- rorare in favore del riftabilimento di una fpecie di Schiavitù in Europa (b) . Io ho [a] ha proporzione del noflro Autore, bene ef aminata , potrebbe effer buona per migliorare lo flato di qualche Paefe , ancora difeoflo affai dagli Svizzeri. [£] Dieci anni fono, io ftefju feci quefla me- defima rifiejjwne nelle note al Saggio fopra la differenza del numero degli Uomini nei tempi antichi, e moderni ho efamìnate le regole di fchiavitù che Egli prescrive, effe farebbero ammirabili, fé la loro ofTervanza fofle cfeguibile. Ma io ofTervo tutti i giorni abufarli delle cofe migliori , non f irebb' egli dunque da te- mete , che li facefle abufo di una così cattiva? Nel legger l'Elogio, che il Viag- gi at or Filojofo («) ardilce fare al Difpo- tifmo , ho veduto un Oratore che tenta, e cerca di palliare un paradofló, e un fo- filta, che vuol far vedere che fi può tare T elogio anco della pefte, o dell' alTaffinio; Ma voi , o Illuilre Monte/quieti, quanto fle- tè rifpettabile ai miei occhi ! Voi pren- dete la difefa dell' umanità nel dimoftrare ai Defpoti che s'ingannano da loro me» definii » Finalmente, ogni Stato, il quale con Tol!eram*t un governo dolce, giufto, e moderato de- foddisfazione avranno rlfentlta quei Ma- giftrati , e quei Signori di Francia , i quali in occafione di un'allegria pubblica det- tero, alcuni anni Tono, delle {"ornine con- fiderabili per dotare un gran numero di ragazze, e maritarle con dei giovani della loro condizione ? Correggere ed £' dovere ancora di un Legislatore * antan. Are ^ ^ propone di formare un Popolo nu- gl impedì- r r,. r .. Tv mentì . meroio di correggere o di prevenire tutto ciò, che potefle allontanare dal Matrimo- nio 1' uno , o 1' altro l'eflb ^ Si fone vi è un matrimonio , mentre in Svezia ve ne un foto f opra 126. Nel- la Marca di Brandburg , e in Fin- landia uno [opra 108. In Berlino uno [opra no. la Inghilterra uno /opra 98. 115. 118. In generale un matrimonio dà 4. figli . In Olanda na/ce un figlio T < J opra 23. ~ per fone . Nella Marca di Brandbourg , uno [opra 50. Nelle pic- cole Città di quejìu dijìretto , uno /opra 24. - . In Inghilterra uno /opra 29.— IO * In Svezia uno /opra 28. - . A Berli- no uno [opra 28. A Roma, e nelle Città grandi del fuo Stato, uno /opra 51. Ne* Subborghi intorno a Parigi, uno [opra 22. -. Suflinilch . Appari/ce 47 • Si preferita a prima vifta il LufTo. ll Lnjf* Il Matrimonio impegna neceflariamente in delle fpefe, e in degli imbarazzi che fi v gliono fcanfare per poter mantenere il luflo , la morbidezza , ed i comodi della vi'a ( ) . Si vive dunque nel Celibato, o fé u;;o fi marira , fi teme di aver dei figli. Come le Dinne fi danno alla fri- volezza, alla diffipazione , al gioco, al gufló d ittelle, non Ci ruò più fpe- rar dai Manimonj, d'aver figli vigorofi, ed in confeguenza neppure la Popolazio- zione . E' dimori rato con le tavole di Londra, di Stockolm , di Breilau^ di Ber- lino, e di Vienna, che di cento perfone che muoiono in quefte gran Città, vi fo- no trenta ragazzi e anco pili che peri- rono nei primi anni, in vece che alla Campagna non ne muoiono al più che venti fra cento in quell'età. Muore an- cora più gente nelle grandi Città , che piccole : la proporzione è di 43. a 25. (b) Le da ciò , che i matrimonj , e le nafeite fono proporzionate alle occupazioni . ( Nota del P Autore) . |V] N~l 1Ó58. vi erano a Parigi circa ^00. carro ff e , e in oggi ve ne fono più di quattordicimila . (Nota dell' Autore) . [£] Sopra quefìe offervazioni è da conful- tarfi una Diffèrtaziofte di Gio. Gefnero del Termine della vira tradotta in Ita- liano da un Accademico Fiorentino , e (ìampata con note nel 1761. in 4. Ad ejfa fomminifira peraltro delle utili 48 Xetg% ?«». Le Leggi funtuarie fono fenza dub- tuara.Bdu- bi0 nccefl'arie per reprimere ali ecce -fi di catione delle n K N r ° _. . f4^, ;je quello genere {a) , con tuttocò effe fa- gli affari do- ranno tempre infruttuofe, finche non farà msftici, data al fé Ab che è deftinato a regolar l' interno della Cala , un' educazione con- venevole • Qui confitte il punto principale. Co- aggmnte P opera dal Sig. MefTance comi- ar fa a Parigi nel P anno feorfo 1766. col titolo „ Recherches fur la Popu- „ lation des Genéralites d'Avergne, „ de Lyon , de Rouen &c. „ la quale è piena di efattezza , e di fottigliezza in tal genere. [#] Per quanto quejìa mattini a fìa vera , non oflante ha bifogno di tanta limita- zione, che in molti Paefì è forfè me- glio il coartare gli sforzi del luffo con porre dei grojfi dazi fofra le co fé di quejìo genere cb* entrano nello Stato t che fare delle fimili Leggi „ Les Loix „ fomptuaires „ dice il giudiziofìf- fimo Autore delP Eflai fur le Luxe impreffo a Yverdon nel 1765. „ qui „ tentent à diminoer le luxe , ne „ peuvent ètre d' aucune utilite. Avec „ des richefTes trop inegales, de l'oi- }, fìvete' dans les riches , & V extin- j, cìion de V efprit patriotique, le „ luxe patterà fans cette d'un abus à „ un autre ; fi vous lui òtez un de „ fes movens , il le remplacera par „ un autre egalement contraire au „ bien general „ . 45? Confa fi può inni fperare, che quello non refli abbagliato dalla pompo'a mofira di tutto ciò che vi è di più ricercato in ma- terie di mode, di più rafhnato in mate- rie di ludo, e di più ricco in materia di brilli che fi prefeiverà ai funi a' idi fguardi alla fiera di S. Germane? E fé il bel fefTo fi dà in preda alla (Superfluità di un luflò frivolo continovaro , è impofl bile che il medefimo vizio non l'educa il cuore dei giovani, che cercano, e procurano di gua- dagnarne il loro aflètto . Le Donne hanno un impero sì naturale fopra i nofiri gufti, che ballerà infjirar loro quello della fem- plicità per renderlo comune. Che dirò io del Concubinato, del li- LUtHinag» bertinaggio, e dell' incontinenza, vizj chf Sio r*$**n*- s' oppongono in mille modi alla fecon- "* dita, che attaccano i principi Melfi della vita , che fnervano i Corpi , che abbre- viano i giorni , che fanno deprezzare il Matrimonio, e mettere in ridicolo il le- game il più rifpettabile dell' umanità ? La Legislazione non può riguardare con occhio indiflèrente tali eccelli che diftrug- gono nel medefimo tempo i fondamenti della Popolazione , delle Arti , del Com- mercio, dell' Induflria, dell'Attività, e della Religione . „ Un Sovrano , dice „ Suffmiicb, che non punifee il Liberti- „ naggio, fa torto a fé fteilb „ ed e cofa chiava, e manifefta, che non fi può affet- tare alcuna popolazione da certe Città , come Leipzig , ove nafee un baftardo fo- pra lei figli . Non mi pare però imponìbile il re- cenfal />«4- primére tali abufi , almeno allora quando ilici . il vizio non è tanto dilatato , e che non D e 5° <è nel fuo colmo. Gli antichi Legislatori, Licurgo fpecialmente , hanno fatto fare Cambiamenti alle Città più dirtìcili di quelli, ed i Principi, balta che voglino iìnceramente. far diventare il loro Popolo migliore, che ficuramente lo diverrà. Ba- cerebbe ancora eh' Effi procuraffero eh' avefTero una buona educazione i figli , e che accordaffero il loro favore, e gli Im- pieghi onorevoli foltanto a quelle Perfo- ne, i coltumi dei quali fodero ben rego- lati, che dimofìraOero la loro approva- zione per le perfone laboriofe, e la loro indignazione per quelli che cappellano e non curano i regolamenti della difciplina, che protegaefìero in fine quelli , i quali incaricati d'invigilare fopra i coilumì dei Cittadini, adempiflero in fari ai loro do- veri. „ Gli abili, ed avveduti Legisla- „ tori neH'iflituire uno Stato, non ninno „ mai mancato di ltabilirvi un Magiftra- „ to, o un Corpo di Magiftratura dejli- „ nato a punire i cattivi coftumi , a pre- „ venire ciò che fofle capace di alterarli, „ a fargli ritornare in qualche maniera „ nel loro vigore, quando tbfTero comin- „ ciati a decadere . Quefto era l' ufficio e „ V obbligo dei Cenfori in Roma , degli „ Areopagiti in Atene , degli Efori in „ Sparta , e quello dei Tribunali di ri- „ forma ftabiliti in molte Repubbliche „ moderne, come anco quello dei Pallori, „ e dei Conciftori . Cofa certa è che fol- j, tanto da quelli Inlpetrori , e invigila- „ tori fi può fperare qualche migliora- „ mento di uno Stato depravato, e cor- „ rotto . Per noflra cattiva difgrazia l' e- „ fperienza ù fa vedere , che allora quan- di do „ do la corruzione è arrivata a un cert* „ legno, o quelli Magittrati non efegui- „ fcono il loro dovere , o pure 1' efegui- „ fcono inutilmente „ . Quelle fono re- fleflìoni che fa l'Aurore del Difcorfo fopra la queltione (a) : Quali fono i mezzi pev liberare un Popolo dalla fua corratela ec. p.180. Finalmente per favorire i Matrimo- Prevenire U ni , e nel medefimo tempo rimediare alla m'fe,'*m • '*' depravazione dei co'tumt, li deve preve- nire la miferia, e la mendicità con man- tenere le Grafce di prima necefTìtà a un prezzo baffo, con moderare le Impofizio- ni , con addolcir la maniera di efigerle , con reprimere l' abufo dei liquori forti» e l'ozio , con mettere i beni dei diffipa- $ori in economia, con ftabilire delle Cafe D 2 di L*] Il Sig. Rouflan . V opera affai no- ta , ma molto leggiera , e poco edifi- cante della Predicazione , in foftanz* infegna quejlo fleffo principio , ma io- penfo che per correggere i cojìumi no?» fia punto inutile , che alcuni ancora per profeffione gli riprendino fenza per- fonalità , e fenz* afprezza , perchè la pubblica potejìà non deve invigilare fo- pra le azioni nafcojìe , e fegrete pe» non attaccare troppo la libertà , e pet non fomentare le calunnie , gli fcan- doli , ì raggiri , ed è indifpenfabil F ammaefìrare gli uomini per /' interna delle famiglie , acciò anche in faccia al mondo fieno quolla che (kvona effere*. *2 di lavoro , con fomminiftrare delle affi- ftenze a quelli che non portono guada- gnarli il loro vitto , dei mezzi da indu- ftriarfi , o delle terre da coltivare a quelli che fono in grado di travagliare . Le por- zioni dei Communi dillnbuite con dilcer- nimento pofìòno, fé non m' inganno, ef- fere terreni badanti (a) per far evitare l'ozio, e la miferia. ^Ahufì dei rie- In quanto ai ricchi Spedali, quefti chi Sedali, accrefeono il male in vece di rimediarvi, allora almeno che fono fatti fervile d'in- ftrumento alla poltroneria, come pur trop- po il più delle volte fegue. I tondi di quelle Cafe dovrebbero edere fopra tutto irn* [a] -E' flato detto che i Frati mendicanti * '/cernano nello J tir ito del popolo la vergogna d? accattare , e che ne i Paefi Cattolici Romani vi J'ono piU accattoni che nei Paefi Protejìanti , ( Nota dell' Autore ) . Ouejìo è per al- tro falfo in molti luoghi \ ed io mi ap- pello air ejperienza . Sarebbe pur trop- po necejfario P eflirparc quelli che ac- cattano , rn a 'veruno credo che pò [fa queflo riufeire , fé non fi provvede alla JuJJìJlenza di tutti co/oro i quali, o fono impotenti , o non trovano impie- go , o non ne hanno uno che faccia loro guadagnare quel tanto ebe bijogna relativamente alle circojìanze ? ed al numero della propria famiglia . E dove poffono trovar/i i fondi \ bajianti a quejìq feopo ? impiegati in foilevare i poveri carichi di figlioli . E' importabile che un Uomo fenza ite^oìa per U beni (labili ^ il quale ha più di tre figli, dJfi?ibHyi n- r ■ •ni -i • delle limoli' polla lomminiltrare a minreni mento a ne tutta la famiglia con il folo lavoro dell'» fue mani , anco col fuppoilo che tutti godi no di una buon.'. Ulure , e che la Moglie fia lavorante . Queft1 e la regola la più ficura per determinare le dilìribu- zioni delle pubbliche Carità . Nei cafi ftraordinafj i buoni Principi Tempo di Ca- fomminiitrano dei Grani ai loro Popoli * te/li*. Noi abbiam villo più d'una volta le LL. EE. dì Berna votare i loro Magazzini, e far venire di fuori a loro fpefe le Biade per prevenire la fame, eh' è capace di mettere il Popolo in difperazione , e di farlo dare nei peggiori ecce.'ìì . Si domanda, le la Poligamia fimul- r, ;. r . r . ' i • t ■ r Poligami* tanea ravorilca la popolazione, lo ntpon- contraria aU do negativamente, poiché in tutti i Paefi la Popolalo* i mafehi, e le femmine nalcono in nu- »** mero quafi eguale , Nelle nafeite , i ma- fchi fono rapporto alle femmine come ventiuno è a venti , e nella batta età muoiono più ragazzi che ragazze . A quindici o venti anni il numero dei ma- fchi , e delle femmine è appretto a po- co egualej ( a ) . Se dunque un Uomo avette più mogli , o una Donna più ma- riti, ciò farebbe in pregiudizio di molti altri che farebbero obligati di vivere nel D 3 ce- [a~\ Ved. i citati Gemerò e Mettance . celibato . Che però nei Paefì dei pollga* mi bifogna fare degli Eunuchi . MsUttU f». jn terzo luogo il Savio e prudente foUn , 0 epi. Legislatore deve invigilare per tener lon- tane le malattie popolari . Gli antichi Egiziani avevano fatti dei regolamenti iòpra la lebbra . Mosè ne fece ancora , e allora quando le Crociate portarono in Europa quefta malattia , fi viddero da per tutto farfi dei favi fìabilimenti per fermarne i progredì . La maggior parte degli Stati del nofiro continente hanno mefìo con felice riufcimento dei termini alla pelle , con formare una linea di Truppe intorno al Paefe infetto, che im- pedifce ogni communione . Quefle fono ofìervazioni che fa il Sig. di Montefquieu^ il quale fi duole nel medefimo tempo „ delle poche cautele che fono fiate prefe „ fin qui contro quella malattia incognita „ due fecoli fa, che pafsò dal nuovo mon- „ do in quello , e venne ad attaccare la „ natura umana nella forgente della vita, „ e del piacere. Si vide, aggiunge Egli, „ la maggior parte delle gran famiglie „ dell' Europa perire con un male , il „ quale fu troppo comune, per effer nel „ tempo fteflb vergognofo, e funeftiiTìmo „ divenne a tutte le nazioni . Siccome „ la prudenza dei Legislatori richiede „ d'invigilare alla falute dei Cittadini , „ così farebbe fiata cola molto fenfata „ di fermare , e impedire quella comuni- „ cazione fui piano delle Leggi di Mo- li sè „ (a) . Ge- [a\ Per la- Cura di quejìa malattìa m Ve» Generalmente la Legislazione deve provvedere alla fallite dei Cittadini . In tutti i lucahi principali vi dovrebbero ef- fere delle peti Moni per dei Medici, o dei Chirurghi, per delle Levatrici che cono- fchino la maniera di vivere, i dialetti, gli accidenti ordinar; , le malattie , ed il temperamento degli Abitanti del di- ffretto. Si devono incoraggile tali profef- fioni sì neceflarie alla conlervazione della fpecie umana, acciocché altre pedone do- tate di talento ci fi applichino , e ci s' impegnino con bandire i Ciarlatani e gli Empirici che ingannano coloro , i quali fono troppo femplici nel fidarti alle loro promefle. Le pedone di Campagna che fono lontane da ogni foccorfo tro- veranno nell'Opera del Sig. Tiffot inti- tolata, Avvertimento al Popolo , eccellenti direzioni , fino a tanto eh' effe fiano in flato di provvederti di un Medico. Noi doviamo fare quefta giuftizia al noftro fecolo , 1' amminiftrazione del Governo prende più cura di prima delle parto- rienti, almeno la morte rapifee pochiffi- me Donne di quefto male . A Berlino di 98. partorienti , una lòia n5 è morta . A Leipzig una di 61., a Gota 1. di 68., D 4 in ttezia fu eretto uno Spedale nel 15 17., e due anni dopo , cioè nel 1 5 1 9. in Firenze quello detto ^/'Incurabili, fìcchè non è fiato tralafciato fra noi dal Governo , di prender regolamenti opportuni per guarirlo. 5é in America I. di iooo. . e le Tavole dì Londra portano che il numero delle Don* ne morte di parto è diminuito di quat- tordici a otto . Nelle fei fettimane doppo il parto muore più donne, che nel parto medefimo . Qucft' e quel che dice il Sig. Suffmilcb . Sarebbe ancora da defiderare che vi fofforo delie Infermerie da luogo a luogo, poiché non fi ottiene il fuo in- tento , effondo tutte nella Capitale . Elie fono meno necefìarie , e più difpendiofe in quei luoghi che fomminifirano di già altri ajuti. Bifogna per altro aver riguar- do alle malattie più frequenti nelle gran' Città , ove muore i. l'opra 24. 25. 26. 27. 28. , in vece che nelle piccole, e alla Campagna ne muore uno fu trenta fino a quarantacinque . Le Città grandi fono distruttive per più caufe ; in quefte dun- que ci fi richiede una efattiffima vigilan- za per la parte di coloro che hanno cu* ra del Governo . iHoetiUxjtm Si deve qui parlate del Vajolo, e deiv '«i«/o. della fua Inoculazione. Gli Arimmetici politici hanno calcularo che di cento per- itone che hanno naturalmente il Vaiolo ne muoiono otto, (a) mentre che di quelle inoculate ne muore appena una (b)i Qucfta differenza è fenza dubbio confide- rà- [a] Anzi dieci. Così dice P Haller, e così conferma P e f vertenza di molti Paefì. [l?\ Uno degli ultimi che abbiano fcritto con preci (ione , e brevità [opra P Ino- dilazione è P autore delP articolo che /opra della mede/ima fi trova nel Voi. II. rabile. Ma quefii Autori non dicono che tufte quefte perfone fiino fiate nei tempo della loro malattia medicate con la me- defìma cura , differenza che è forfè mag- giore di une a otto. Io fo almeno che i noftri Contadini fono qualche volta sì ,'i, e pieni d'occupazioni, che non pò fio ne dare ai loro figliuoli le convene- voli attenzioni, e fpeflb ancora le Vicine con le loro ordinazioni alterano il corfo della natura , e i Medici medefimi non fono fempre d'accordo fulla cura di quefta malattia. Pare in fomma che ella non uccida egualmente in tutti i luoghi , e in tutti i tempi'. Comunque fia, farebbe cofa molto opportuna ^ che i Medici del Paefe fino a tanto che 1' Inoculazione, non diventa una pratica generale, pub- blicafiero fopra il medicamento di quefta malattia una inftruzione breve, e fempli- ce, che fotte diftribuita gratuitamente a tutte le Famiglie dai Magiftrati . Non è necefiario il dire che i rimedi non devo- no e fiere né ricercati , ne di gran fpefa . Il Medico penfionato farebbe fpecialmente incaricato di vilitare giornalmente fenza di-» del Caffé . Ivi molto accuratamente fi adducono tutte le prove favorevoli ali* Innejlo del V aiuolo . Non oflante che fé ne ha da credere ? f* difficile il giu- dicarne , e facendolo potrebbe avvenire quello avvenne a Montaigne il quale j' inganni) pronoflicando che le Armi da fuoco nella Guerra non averebbero fatta gran fortuna , diftinzione tutti i malati del luogo che fodero attaccati da quefP epidemia , ne farebbe la cura fecondo il metodo pre- fcritto , e conforme alle direzioni autoriz- zate . Dovrebbe tenere un giornale efatto delle fue vi fi te , delle oflervazioni che a- veffe fatte , dei fintomi rimarcabili , degli accidenti ec. Guerre, e fer. Sarebbe egli necefTario l' ofTervare che viz^o Milita. le Guerre fono contrarie alla Popolazio- re . ne, e che diminuifcono in mille guife gli abitanti di un Paefe, il quale qualche volta ha bifogno di un fecolo per riftabi- lirfi ? Ma parliamo Ibi tanto dei Soldati mantenuti in tempo di pace , ed ai quali il matrimonio è proibito. L' Autor dell' Opera, intitolata GPintereJJì della Fran- cia mal intejt . dice p.252. che computando alla Francia ordinariamente cento cinquanta mila uomini in piedi , /'/ Regno perde ogni fecolo mediante quefla proibizione jettecsnto cinquantamila Perfine . ctnvtntì e Si pub fopra quefto calcolo formarli CeUbì . un idea della perdita che fanno i Cattolici Romani a cagion del Celibato degli Ec- clefiaftici. Si fa il conto che in Roma, ed in Bologna una fedicefima parte degli abitanti fia Ecclefiaftica . In Francia vi fé ne fa folamente una trenta cinquefima parte, ma anco quefro è troppo. Il Sig. Abate di S. Pierre ha fatto vedere che il Celibato dei Preti è d' inftituzione Eccle- fiaftica . Io foggiungo che ciò eh' è flato Inabilito, e fiffato dagli Uomini, può ef- fer mutato dai Principi, allorquando vi trovano degli inconvenienti . Potrebbero ancora rendere più generale la legge che regola i minori , con applicarla a quelli che 59 che abbracciano lo Stato Monadico (a) . Non dovrebbe efìer permetto a neflimo di entrare in un Convento avanti l' età di venticinque anni, forfè anco avanti l'età di cinquanta. Il numero prodigiofo di Staffieri, e Moltitudini di domeftici che vi e in oggi in tutti i il Staffieri» Paeiì , e che crefce giornalmente fopra tutto da quaranta, o cinquanta anni in qua non può fé non impedire la popolazione, e fpo- \a] Nel Concilio di Trento , / Generali cT Ordine rapprefentarono , che fé non fi foffe permeffo di fare gli ultimi voti monaflici di fedici anni , e che quefli fi foffero differiti fino a i venticinque , vi farebbero flati pochiffimi Religiofit e pcchijfime Monache . Ve ne farebbero ancora meno, fé ali1 ufo Romano foffe Jìabilito di fotterrare vivi quelli , o quelle che non offervaffero il loro voto di verginità » Credo ficuramente che i Padri e le Madri non farebbero tanto barbari da efporre i loro figli al rifico di un tal gaftigo. (Nota dell'Autore) E troppo piena di maldicenza la li- bertà con cui parla quivi il noflro Au- tore . Per confutarlo intieramente troppo più ci vorrebbe , che ì limiti conve- nienti a delle annotazioni , ficcbè me- glio è per ora tacere fopra quello in' torno al quale fi fcaglia C eloquenza dei liberi penfatori Jenza diflinguere ciò che è abufo , da ciò che è regolare, conveniente } e giujìo . 6o e fpopolare le Campagne. Pare che fióri farebbe di ìlici le il reprimere quella fpecie di luffe Ri revere, e Allora quando un Paefe non ha abi- Fotefiùr* * l a Da"anza > 'e ne Puo accrefeere " numero con ricevere, o con chiamare dei foreltieri : E rutti i Paefi dell' Europa a riferva dell'Olanda fono nel calò» fecondo il Sig. Suffrutici) -, La Spagna^ ed il Por- togallo ha foltanro dieci milioni di abi- tanti, e dovrebbe averne quaranta i Si crede che vi fieno diciaffette milioni di abitanti in Trancia, potrebbe effervene il doppio. ì tre Regni della Gran Brettagna potrebbero averne una ventina di milio- ni, ve n'fe appena la metà. In tutti gli Svizzeri vi è al più un milione , e do- vrebbe effervene due, e mezzo. Tutta V Italia dovrebbe avere quindici milioni, ve n'è al più dieci . La Danimarca, e la Norvegia potrebbero avere trentadue mi- lioni , ve ne fono forfè due . La Rujfia dugento milioni, ve rfc Venti in venti- quattro. La Pollonia, e la Lituania qua- ranta milioni , ve n' è al più lei milio- ni (*) i Ver* [tf] Nvn ajjicurerei che foffe troppo efatto queflo calcolo , e molto meno che negli* indicati Paefi pò (fa J'ujfìftere quella po- polazione, che fi jutpme . Ella è co/a molto dubbia il calcolare a quanti poffa fomminijìrar la fiffiftènzà uno Stato qualunque, fuppojìolo coltivato quanto può ejj'erlo , perchè fpsffo il commer- 6i Verfo la fine dell'ultimo Secolo noi Rifugiati abbiamo veduto tutti gli Stati Protettami arricchirà" delle Ipoglie della Francia, Tre milioni d'abitanti, dopo la revocazione dell'Editto di Nantes, fono ulciti da que- llo Regno, ed hanno portato V induftria, il Commercio , e delle fomme immenfe in Olanda, in Inghilterra, in Germania , e negli Svizzeri, e per tutto ove hanno voluto ricevergli . Nel 1725. trentamila famiglie perfeguitate , abbandonarono il Paele di Salsbuirrg. Ventimila di quette fi ttabilirono negli Stati del Re di Pruf- fia . Cola farebbe Ginevra, che racchiude circa ventotto mila abitanti fra le fue mura, le non vi fodero Itali ricevuti i Francefi ? Ma quale popola/ione non ha ella fopra tutti gli altri Pàefi V Olanda , ove fono ricevuti tutti quelli che vanno ad abitarvi ? Chi fa ancora quante mi- gliaia di Francefi abbandonerebbero la lo- ro Patria, fé fotte loro orìèrto degli fta- bilimenti convenevoli in qualche luogo , ove potettero liberamente proiettare la lo- to Religione ? (a) II ciò , e le manifatture , poffono a /capito di un al'ro , far vivere una quantità grande di Gente , che non cambereb- be [e non in uno flato affai -mediocre con i Joli prodotti della Terra . |V] Quefìo è un far fofpettare , che in Fran- cia vi fieno nafcofìamente molti Ere- tta , lo che non dovrebbe cadere in mente fé non a dei zelanti poco edi*. 6z II Cantone di Berna ha profittato di quefta forpVendente emigrazione, ma non quanto avrebbe potuto fare . Ventimila fa- miglie di quefti Francefi rifugiati, fono en- trate in quefto Paefe nei quindici, o fedici ultimi anni del Secolo paffato . Sono fia- te ricolme di elemofine , ve ne fono re- Hate appena due mila , di cui la metà dopo molte difficoltà ha comprato il di- ritto della Cittadinanza , e la naturaliz- zazione, e fono riguardate ancora, quan- tunque di feconda , e terza generazione come foreftiere. L'altra metà è affoluta- mente ftraniera fra noi , e moleftata con mille inquietudini. Sono fcacciate fovente da un luogo in un altro , e per quefto dif- ficilmente fi pofTono accafare . Che n'egli feguito? Quelli rifugiati fono collati allo Stato , e ai particolari palfa ottocento mila franchi per ^avvenimenti predati ali poveri , e non farebbero coftati niente, fé aveffero potuto liberamente qui ftabi- lirfi , e far valere la loro indulìria , per tutto dov'effi aveffero voluto. cittaiinan- Ma i noflri diritti di Cittadinanza za e dritti cj fì 0pp0nevano, Mi paiono quefli piut- Jm*. to{[° ftabilimenti gotici , fui piede nel ■ ' quale fon fra noi da un cenrinajo d'anni in qua . Io gli chiamerei volentieri trat- tati di un piccolo numero di perfone fatti per opprimere ogni principio di benevolen- za univerfale, e per riporvi in fua vece un di- ficati della fopprejfxone colà dei Ge- .fuiti . . 6? diritto efcluilvo di godere il benefizio del- la cittadinanza , o una cittadinanza ma- ìifTìmo intcfa, contraria al ben dello Sta- to, e fune Ila ai particolari . Sembra che da qualche tempo in qua uno fi difpon- ga a coreggerne gli abufi , e a ricondur- re le cute alla loro prima inlìiruzione , ma gli antichi pregiudizi non fi rimedia- lo così , facilmente . Quello lpirito di Cittadinanza e fo- pra tutto funeftifTìmo ad un Paefe che lì vota in cento modi , con i fervizi fìra- nieri , che fi fpopola a cagion dell' ambi- zione, o avarizia, o vanità, che obbliga di andare a fare in un paefe fòreftiero quel che uno fi vergognerebbe di fare nel ino proprio. Il Sig. Tìjfot nella Prefazione del fua Libro, Avvertimento al Popolo, fa vedere e propone le fue idee l'opra l'emigrazione mi- litare, e commerciante, ed il Sig. Sufjmilcb che cita , ed ha tradotto quello pezzo dì sì eccellente opera in Tedefco , oflerva . L'emigrazione militare, che lo Stato per- mette, è un difetto eflenziale di politica, fe un mancamento di cognizione del valore di un Suddito. „ Negli Svizzeri ci erano „ prima più abitanti di quel che non ne „ potevano alimentare, ed allora era ne- „ cellario di disfarfene di una parte, ma „ ora che non è così , e che il Paefe ,, non contiene neppure tanti abitanti „ quanti ne dovrebbe avere, è cofa chia- „ ra, e manifelta, che il fervizio militare „ ftraniero, è dei più nocivi . II danaro „ che lo flato (a) ne ricava, non pub af- fo- ■«. ' [a\ O ancora alcuni particolari. 6+ „ folutamente conguagliare il prezzo de« „ gli uomini che perde mediante le re- „ clute . E a che ferve un tal danaro , „ quando lo Stato perde con ciò la fua „ forza , e indebolifce le fue proprie rie- „ chezze ? Ma 1' Emigrazione e la libertà „ del Commercio poflòno difficilmente ef- „ fer proibite appreffo un Popolo libero „. Se nello Stato attuale delle cofe gli ar- rolamenti fono un mal neceffario, non fi potrebb' egli rimediare in parte ai princi- pali inconvenienti che quefti cagionano ? Per efempio farebbe cofa giuftiffima , e nel medefimo tempo molto conforme alle Leg- gi ftabilite , fé foffe proibito di arrotare alcun domeftico, fia che foffe attualmente al fervizio , o che avelie prefo la caparra , e che foffe anche conceffo ad un padre il diritto d| reclamare, e di difimpegnare il fuo figlio , fé fi folle arrolato fponta- neamente avanti l'età di 25. anni . In quefti due cafi una tal Perfona non è fui juris . Queir è una oflervazione eh' io proponeva ne.lla Memoria che la Socie- tà ec. di Berna ha coronato nel 1759. Vedete la Raccolta ec. dell' anno 1760. Part.i. p.140. 141. Rifiuto dell' Jl ricufare come in Pollonìa , ed in indigenato . alcun} altli Paefi l' indigenato , è un pri- varli, dei mezzi neceflarj per riparare le perdite cagionate dalla coftituzione mede- fìma del Governo. Quella Repubblica ha foltanto tre ordini di abitanti . I Nobili , foli poffeflòri delle Terre , e degli Impie- ghi ; gli abitanti delle Città, i quali pofTono unicamente poffedere dei fondi nel piccolo diftretto del loro Territorio , ed i Conta- dini , che fono fervi , e fenza alcuna pro- prie- prietà . Io non so fé irf> inganni , ma mi pare che Te rifervando gP Impieghi alla Nobiltà, fi accordaflero alle Città i diritti municipali, fi afficuraffe la libertà ai Contadini , e la facoltà d' acquiftare , e ciafcuna Dieta concedefTe con la plura- lità dei voti l' indigenato a dei foreflicri cogniti , e la Nobilrà ai Cittadini vir- tuofi, e induftriofi, ben pretto, quello va- llo Paefe, che ha folamente da cinque in lèi milioni d' abitanti , ne averebbe in me- no di un fecolo il doppio , i terreni fa- rebbero meglio coltivati , le Arti , ed il Commercio ci fi ftabilirebbero infallibil- mente . Quefta è verità generale . Non vi e Non vi è Vat- Paefe nelP Europa che non porefl'e mante- fe «"«/*«»*.« nere un numero più confiderabile di abi- ^' " tanti di quel che ne dà attualmente, a fupporre mille Uomini per lega quadra- ta {a}. Gli Svizzeri fono certamente più popolati a proporzione di molti altri Paefi, ma io fon ficuro, che potrebbero eflerlo almeno il doppio , fe tutte le terre in- culte foffero diflòdate , e lavorate , fe le coltivate foffero fatte fruttare maggior- mente, fe ;tutte le paludi foffero feccate, E fe [a] V Autore non fa dijìinzione fra i luo- ghi piani, e montuofì, e non ojferva, che quelli fra ì fecondi , i quali tro~ uanfì [pagliati di terreno , e dishofcati, non fono forfè più atti , a efjer ridotti a cultura , ed in confeguenza a far fujfiftere una Popolazione , o almeno io fono con grandijfima difficoltà . 66 fé le foretto inutili foflero eftirpare , e fé di quelle, che fi dovettero co.nterva- re , ne fu (fé tenuto conto con le neceffa- rie cautele, e fi cetcaffero delle terre atte a far fuoco, e delle miniere di Carbone. Quelle fono ricerche degne di popoli favi, ed umani . (jcerefcìmen- Sì comprende facilmente che un ac- d\lptTVe. crcfcimen-t0 di abitanti , che fortifie dal «?.•/. 1! i '' fondo medefimo del Paefe , farebbe fem- J^OT tutte il /• • i • t in • • qwìhiiiram pre preferibile ali accrelcimento momen- merì . taneo delle Colonie venute da un luogo ftraniero. In fatti ci vuol del tempo a- vanti che i nuovi venuti, fi fieno avvez- zati al clima, all'aria, al cibo, alle oc- cupazioni della loro nuova abitazione . Infingono fovente delle gelofie , e delle alterca/ioni fra gli indigeni, e i foreftie- ri , i quali tutte le volte che vengono in numero un po' confiderabile, incomodano ficuramente, e fconcertano: diverfi. parti- colari . Potrebbe anche feguire , che , fé le Colonie fuperaffero molto in numero, gli antichi abitanti, effe intraprendeffera di mutar la forma del Governo, fpecial- mente fé 1' emigrazione foffe intraprefa per leggerezza di fpirito., per inquietudi- dine, o per ambizione. cautele da Ma è fempre cofa faciliffima al Le^ ftgliarfi. gislatore di rintracciare le ragioni , ed i motivi dell1 afilo richiefto, e non è difficile l'avere degli Infpettori di confidenza che invigilino , ed efplorino la condotta di quella nuova gente per guardarli da ogni forprefa . Dall' altro canto 1' emigrazioni che fi fanno in piccolo numero non pof- fono mai incomodare un Paefe per popo- lato che fia , ed è molto probabile che da 6rj m da qui avanti fieno per edere Tempre tali, poiché i Principi faranno Tempre più in- tereflati a prevenirne delle confiderabili , con apphearfi a rendere i loro Popoli più felici . O Sovrani Legislatori ! Voi, a cui il L' *m°* dflla Rè dei Regi ha confidata 1' autorità di Pat,rif M* * j • i • i' i LI" riconduce » comandare , imponendo a noi 1 obbligo „. ,. . ,,,,,.', r re i • • Cittadini, a obbedire , dopo eilere ben convinti e perfuafi ch'il numero dei Sudditi telici (a) la la forza la più reale , e la gloria la più folida degli Stati , conolcete an- cora che l'amore della Patria , affezio- nando , e riconducendo i Cittadini nello E 2 Sta- \à\ Per trarre 'tutti i vantaggi poffibili dal- la enumerazione delle anime dt un Paefe, non folo bifogna distinguerle in ■molte ci affi relativamente al Jeffo, aW età , alle profeffioni nelle quali vivono gli abitanti di efjo. , ma bifogna rile- vare ancora le diverfe proporzioni in cui Jìanno quejìe mede/ime claffi jra loro , e di più di quelli che Jìanno nelle Città, con quelli che foggi ornano in Campagna ec. Per modo di efempio conviene fiflare il numero dei Servi- tori , e delle Serve, ed in che propor- zione Jìanno le une agli altri, dei ma- nifattori di lana , e di feta , de"1 Con- tadini , e dei Pajìori , di coloro che vivono di entrate, e di quelli che fi guadagnano il campamento con gP im- pieghi pubblici , o con le proprie brac- cia ec. Con quello che rifuherà da 6S Stato , pub renderlo popolato , e potente . Se quello amore della Patria è un iftintc naturale, che c'impegna ad amare il luo- go che ci ha veduto nafcere , un iftinto , il quale mediante l'ufo contratto, ci rende più confacente l'aria che noi refpiriamo gli alimenti di cui ci nutrichiamo , le cafe che noi abitiamo, le terre che col- tiviamo, in una parola tutti gli oggetti eh' hanno colpito i noflri fenfi fin dall'in- fanzia, e però ancora un fentimento mol- to ragionevole fondato fopra l'amore che noi doviamo ai noflri Genitori, ai noflri amici, ai noflri Concittadini, allo fiate Civile nel quale la Provvidenza ci ha col- locati per vivervi nell' unione la più in- tima, e la più perfetta. In- tali offervazioni averemo delle notizie v.tiliffvme le quali ci ferveranno, para- gonandole in vari tempi , a conofeere It •variazioni che poffono accadere in une Stato , e per qual parte Juccedino . An- cora gli Aritmetici Politici non hanne infegnato a trarre tutt' i poffibili van- taggi dalla enumerazione della fpecit umana, perchè non hanno rilevato it metodo più conveniente, acciò ferva alla maggiore utilità . Un Accademia dovrebbe promettere il premio a chi ne progettale il miglior piano , e quella di Berna fra le altre potrebbe rifolverft rf ciò, quando voglia confìderare quante buone confeguenze deriverebbero daque- Jìa operazione ben fatta. Infpirate dunque, o Voi il di cui Meg^J feria raneo prefta tanta forza all' efempio che frr''™ *» . ° ~. .. . .. • • ~n li- • Popoli l a- date , ìnlpirate , dico, a tutti 1 Sudditi mlor dellét mediante le voftre premure quello fenti- patria. mento sì attivo, e sì fecóndo. Sì, quello amor della Patria frangendo infieme tutti i cuori , farà il legame , ed il vincolo il più facro, ed il più forte della voftra au- torità, e dell' obbedienza dei Popoli. QuelV amore è una pianta ftraniera ih quei Go- verni, ove il difpotifmo prende il luogo della ragione : egli non germoglia non crefce , e non produce i fuoi deliziofi frut- ti-, fé non in quelle contrade fortunate , ove la libertà è contantemente difefa dal- ia legge , ed ove V interefle di tutti quelli che fono governati , è intimamente unito all' interefle di quelli che governano . Lì ciafcun Cittadino s'avvezza, e li afluefa quafi nafcendo a riguardar la fortuna dello Stato come fua propria particolare . Que- lla fociale fratellanza , che fa , e forma di tutti i Cittadini, e grandi, e piccoli , co- me una fola Famiglia, gì' interefla tutti nella prolperità della loro comun Patria. La forte del Vafcello, ove ciafcuno trova un luogo a lui conveniente, non pub èf- fere indifferente ad alcuno di quelli che fopra vi fono imbarcati . Il Pafleggiero ama il Capitano, il Soldato, il Piloto, i Marinari che fanno il loro dovere, in fi- ne ama il Vafcello quafi quanto fé fteflo. Ma fé il Cittadino non riceve né benefi- zi , né protezione , né foccorfo dal Gover- no, fé quelli che fono i Depolìtarj di quali che parte della potenza Sovrana, l' impie- gano folramo per accrefcere la loro auto- rità, o la loro tòrtuna ; è molto da temere E i che 7° clie il Suddito poco intendente delle idee attratte del patriottifmo , ove di quello non ne vede alcun vefligio , non fi av- vezzi a riguardar la fortuna dello Stato come quelh d'un Vafcello ove non è, e verfo del quale non ha veruno interefle ; d'un Vafcello che fi muove a piacimento dei tuoi padroni , e che non fi conferva , e non perifee fé non per efiì . A mifura che lo zelo del ben pubblico s' eftingue nel nofiro cuore , il defiderio del noilro particolare interefle vi fi accende : e così penfava e parlava quel gran Magiflratu , che la Francia celebra dopo la fua morte, e che l'ha illuminato nel corfo della fua lunga vita. L'efempio diventa contagiofo> e fi trasfonde gradatamente fino negli ul- timi ranghi . Ognuno nel fuo particolare fa la medefima di (Unzione fra 1' interefle dello Stato, [e quello della fua perfona, o della fua Famiglia. Una Città , un Villaggio forma una lega: ciafeheduna famiglia, ciafeun indi- viduo s'occupa fol tanto in aflìcurare a fé fteflò, ed ai fuoi il privilegio di certi vantaggi. Il ben pubblico è jafeiato in- dietro, e non curato, di maniera che non rimangono in un Regno, o in una Re- pubblica fé non intereffi particolari, i quali col loro urto formano una fpecie di guerra Civile, la quale rompendo i no- di della Società generale, lafcia folamente fuflìilere l' amor proprio che diftrugge qua* lunqu' altro principio. Il Cittadino che non e più ritenuto dall' amor della Pa- tria, anderà in altri climi a cercare degli flabilimenti, e dei mezzi da poter vivere , che il fuo fuolo natio non gli ha potuti prò- procurare. Se gli trova, ei rie gode in Sue! la Patria che fi è prefcclta, e fi fcor- a di quella che il Cielo gli aveva de- ftinata nafcendo . La fola fperanza , la fola poffibilirà d'effer felice l'avrebbe qui trattenuto ; la più leggiera fperanza, la minima poffibilità d1 effer altrove conten- to , lo fa partire (a) . CAPITOLO V, Spìrito della Legislazione rapporto alfe Arti , Mejlieri , Fabbriche e Mani- fatture relativamente alV Agricoltura . TUtte le Arti , Meftiéri , e Manifatture Rapporta hanno qualche relazione con 1' Agri- delle sArtì coltura , almeno indirettamente mediante 4"' ~*S7i>»/« là Popolazione , il confumo delle Grafce, ttirtt ' il sufto che danno per il lavoro , e il "danaro che procurano al Paefe dalle quali "cofe tutte ne rilutta necefTariamente l' ac- erefcimento della rendita delle terre . E' flato offervato che in Inghilterra la ren- dita dei fondi nel ióoó. era di fei mi- E 4 lio- M Quanto fono nobili i fentìmehti conte- nuti in qusjìo fquarci'o ! E' un Repub- blicano che parla, ma il fuo difcorfo è teffuto di verità , che i Monarchi ancora dovrebbero fcmpre avere in men- te per ottenere col dolce nome di Padri dei loro Popoli la maggior profferita che fperar pojjìno fui Trono . 7* lioni ; fin d'allora e falità da Tei a otto, da otto a dieci , da dieci a quattordici ove fi crede che fia montata oggigiorno. L' Agricoltura è crefciuta di mano in ma- no che le Manifatture ed il Commercio fono ivi fiorite . Non occorrerebbe neppure efcire da- gli Svizzeri, ne dai Cantoni per trovarvi un accrefcimento nella rendita dei fondi a proporzione del danaro, che le manifat- ture hanno fatto entrar nel Paefe* Dove - fono ricchezze , e popolazione , non fi trovano terre incolte , e deferte . Si fa il conto che un milione di Mercanzie non lavorate, produce e rende fei in fette mi- lioni allora quando quefte fono fabbricate. ylrtì partici. ^a vj fono moite Arti che hanno a" l '■ *i~ direttamente relazione con l'Agricoltura, vo fiorire le » Campagne . e "e''e quali ella non può far di meno . Tali fono quelle che fervono a efegwre , a facilitare , ed a perfezionare i lavori della Campagna. Tali fono ancora le ma- nifatture che danno la forma alle produ- zioni naturali , e che mettono in opera le materie prime, la Canapa, il Lino, le Lane, i femi che danno Olio, i Ve- getabili che fervono alle tinte, le foglie di moro , e la Seta ec. Cominciamo dalle Arti e dai Me- ftieri i più relativi all'Agricoltura. LegnaìtU. I Legnaioli , ed i Mancfcalchi fi pre- fentano i primi . Non vi è Villaggio che non deva procurare d' averne nel luogo medefimo , 0 almeno nelle vicinanze . QuefU fon quelli che fanno gli Aratoli , i Marroni ec. che lavorano i Vomeri, che ferrano i Cavalli, i Carri ec. Sa- 72 Sarebbe pure necefTario che rutti i ManefcaUhi. Manefcalchi fuflero in grado di medicare le Beflie malate, e di amminillrare loro j rimeuj convenienti . L' Arte Veterinaria è afìòlutamente ^rte Veter!- necefraria in un Paefe di cultura . E' anzi n^lTlc\' da defiderare che fé ne fàccia un1 arte, à\ iXnimAlu e una fcienza come della Medicina, a fi- ne di rimettere in onore un impiego ch'è flato fin qui avvilito. Il Cantone di Ber- na ha di già mandato molti giovani nella fcuola Veterinaria di Lione. Le Comunità devono facilitare i mez- IneoraggU zi con i quali li pò/fino inllruire, ed am- "><>••*» per k maefìrare alcuni giovani favi , e ben %Arti* morigerati che avellerò del guflo e del talento per qualcheduna di quelle profef- fioni , e procurargli nel medelimo tempo qualche comodo , del Legname per lavo- rare , Fucina , Carbone , fulTidj ce. per metterli in grado di applicarvifi, e di per- fezionarvifi . Poche cofe batterebbero per fare limili flabilimenti j, e per eternarli . Quefto articolo, come ancora molti altri di cui ho parlato in quello Saggio , ri- guarda propriamente il regolamento in- terno delle Città municipali, e non vie da dubitare, che il Principe il quale ve- dette nelle Città, e nei Villaggi qualche buona intenzione , non fi face Ile un dovere di fecondarla . Quelle arti hanno un rap- porto diretto all' Agricoltura, ma quali tutte , fpecialmente le più comuni , vi tendono indirettamente, perchè Tono uni- te le une con le altre. L' Oriolaio an- cora può dare dei lumi fopra gl'inlìru- menti groiTolani del lavoratore , e perfe- zionarli . u jsumfdtture. t0 pa{|"0 ane manifatture che poflbnó fomminiffrare delle occupazioni al Popolo il più numerofo , all' Agricoltore nelle {ragioni d'ozio, e ad un gran numerò di perfone, le quali a cagione della loro età o della loro conftit^ione non fono in grado di lavorare la terra. oprv^a, Facciamo qui alcune ofTervazioni Pre- fette™/». .... * " ammari . i. Nejpuna Prima ofTervazione . Nefluna Mani- Manifattura fattura deve effere ^abilita a fpefe dell' dive effere Agricoltura, e della coltivazione del grano f abilita, à m particolare . Quello principio è itato dcl\\A 'r'c-oU abilito con degli argomenti invincibili tura. " m diverfi luoghi della Raccolta della So- cietà economica di Berna . 2. Nefun Seconda OfTervazione. Non vi è al- Patfc /offre cun Paefe , ove fi pollino ftabilire tutte de fi faccia je fpec[e fa manifatture. Il Paefe anco il orni fpe te di >v 1 >. r • • r\ J, .y ,, più popolato non può lomminiltrare ar- tenci lurncienti per tal cola, ed il buon efito della maggior parte dipende dal fito, ^ dalle diverfe circoftanze efteriori , e lo- cali . Non fegue dei manifattori come degli artigiani . Un gran numero dei pri- mi s'imbarazzano fra loro, invece che i fecondi fi aiutano reciprocamente . Gli Uni fanno gli {frumenti, e le macchine, e gli altri le impiegano. Gli uni inven- tano, e gli altri efeguilcono. Più Arti- giani che fono in un diftretto, è tra loro fnaggiore V emulazione . ?. Bìfovna Terza OfTervazione . Conviene fófre- foftenere i» nere le manifatture che fono di già fta- Manifatture bilite , quando anche pareffe che non Ci Jlabihte . àdattalTero molto al Paefe . Quella è una forgente che non bifogna voltare altrove, per timore di perderla * Quar- 75 Quarti Oflervazione . Per (labi li re 4* E le fm delle nuove manifatture, fi devono aver lieceMarte • in mira i bifogni i più indifpenfabili . Le Telerie, i Panni, i Cuoj , i Cappelli, i Berretti , le Calze ec. fono mercanzie d' uno ipaccio ficuro , perche fono d' un ufo generale . Quinta Oflervazione . Si deve fare at- s- F*r* «in- tenzione alle produzioni del Paefe le più te»zJ.0>,e alle abondanti, alle materie prime che vi rie- Prcdt'" .r ..... net luocbi di molta fatica la fertilità loprai terreni, bilo- pafture. gna favorire lo ftabilimento delle manifat- ture che richiedono delPaflìduità nel lavoro, della delicatezza nelle mani, o nel tatto delle dita. I Paefì di pafture, e di beftiami convengono in generale alle manifatture , perche le terre quivi efigono meno cul- tura» Settima Oflervazione . Si caderebbe 7. gtteftt in un groflò sbaglio, fé s' intraprendefle non *«»**»* di ftabiìire delle manifatture in dei ter- Sono ntì l'''°' ritorj di una difficile, e penofa coltiva- "V'ce V " zione, lopra tutto le vi tono dei Campi, mouA celti. e delle Vigne. I Lavoratori, e i Vigna- vagone. roli hanno per vero dire qualche mele d'Inverno, di cui poflbno difporre , ma le Donne poflbno appena in quelli tempi d'ozio fare i piccoli lavori neceflàrj per ì'u- 76 l'ufo domeftico , e gli Uomini mettere all'ordine i loro finimenti da lavoro. i.Leimpo. Ottava Offervazione . Il Legislatore fkJoHi fono gv cjie je ta^-e 0 je hnpofizioni ibpra le lunette alle ^ .- <• . rr\ X Tn»nif*tture wTatce di prima neceiiita , come Grano, " Farina, Pane, Legna, Carbone, Sale , Cuoj ec. fanno neceflariamente alzare l'o- pera , e con ciò impedirono anco il trafporto delle Mercanzie fabbricate nel Paefe . Il prezzo delle Grafce determina generalmente il prezzo del lavoro , e il prezzo del lavoro ftabilifce quello di tutte le materie lavorate, e dal prezzo mode- rato della lavorazione dipende lo fpaccio. E' flato immaginato un mezzo di rendere la Popolazione più attiva, e di aumentare il lavoro , la qual cola diminuirebbe il prezzo dell'Opera. Bilògnercbbe foltanto, dicefi, lafciare fuffiftere le Domeniche, e le quattro felle principali, e lòpprimere le felle fubalterne. (a) o. 7/ Lefif. Finalmente offervate che i meftieri latore deve e le profefTìoni fono in grandiffimo nu- frteghere, di- mero , che ve ne fono abbaftanza per fa- ri^ere , e prò- re efercitare tutti i talenti , e le voca- te?Sere i ta. • lenti . *1U [a] Queflo da molti Governi fu ottenuto nel tempo che regnava il Gran Lamber- tini , ma refìa che i Legislatori con modi piacevoli in molti luoghi invi- tino gli Artigiani alT ajfiduità , e che tolghino certi pregiudizi daW invete- rate cojìumanze , e dall' indocile igno- ranza di alcuni autorizzati , e Jojìe- nuti per fini fecondar j . 77 zioni di chiunque. Tocca dunque al Le- gislatore a farne una buona fcelta , e a proteggere le imprelè che convengono me- glio al Paefe (a) . Diamo qui un idea delle principali Deferitone manifatture, che noi difporremo fotto i ddlen. art* • r znefiieri , e Cominciamo dalle Arti che fi eterei- DaFojfili. tano fopra i Fornii . i. Fab- \a] A quefte generali o Nervazioni fé ne po- trebbero aggiungere delle altre . . Per efempio che conviene multiplicare le 'macchine le quali rifparmiano nelle manifatture le braccia per la coltiva- . zione della terra, ed abbacano il loro cojìo : che non devono accordar/i le Privative fé non per quanto fervono ad introdurre delle nuove -manifatture, o non vertono fu le arti di prima neceffita, perchè fono pretefli per tiranneggiare il Popolo , ed impedi feono P indurirla : che bifogna prima di tutto ajjwurare lo fpaccio interno delle manifatture , ed impedire /' introduzione di quelle forefìiere anche a coflu che i particolari non vi abbiano tutto il loro, intere fle, perchè non è mai perdita per lo. Stato tutto quello che in effo fi fpende , ma tutto quello che va fuori , e perchè s'è incerta la vendita di una manifattu- ra , e molto probabile che decada : che in preferenza è giufìo accordare mag- gior favore a quelle le quali fono di più precifa necejjità , anche a fcapito. 7* i. Fabbriche di Vafi di terra , di Tegoli, e d'Embrici. Quefte manifatture fono neccOarie per tutto , e devono ef- fere ftabilite in tutti quei luoghi ove vi e della terra, e delle legna, o della torba, o del Carbon fofTìle . Le fabbriche di Maiolica, e di Porcellana devono venire dopo di quefte. 2. Vetri, Bottiglie, Specchi da fpe- re, Vetri da fineftre . La Fornace dei Vetti ordinari bifogna che fìa indifpen- fabilmentc in tutti i Paefi , e può farfi per tutto ove vi fono delle materie ve- trificabili , e combuftibili . . 5. Fornace da Calcina, o da Geflb . Ancora quefte fono neceffarie in tutti i Paefi. Le abitazioni coperte di paglia, o fatte di legno fono efpofte a tanti peri- coli , che fi devono efortare , incoraggire, e anco forzare i Popoli a procurarfi, s'è pofTìbile, dei materiali più convenevoli. 4. Colori cavati dai foffili, fieno di terre , fieno di minerali . Non bifogna tra^ fcu- dì quelle di tuffo, la/ci andò ancora che quefte non manchino pur che quelle JuJJìftinoy perchè fi può in mille modi contenere il luffo dei ricchi, ma non fi pub rimediare alla fcarfìtà di ci\ che confuma il Popolo fenza un fom- mo difaftro del medefìmo, e fenza get- tarlo nella deplorabil mifcria, che Ma troppo ci eftenderemmo a dire tutto quello che accaderebbe in quefta impor- tante materia , 1 79 {curare quefti vantaggi quando la natura gli preferita. 5. Aver cura delle Miniere d' ogni fpecie . Quelle di Ferro fono le più necef- farie , 'Poi quelle di Rame ec. di Vitriolo, di Solfo, d'Allume ec. di Torbe, o Pac- ciume (a) , di Carbon tbfTile . Cave di Lavagna, e di Pietra ferena. Fabrica del Sale, fé il Paefe ne produce. 11 Salnitro può tarli per tutto con più, o meno van- taggia ma bifpgna abbadare che i rego- lamenti per la fabbricazione non fconcer- tino in neflima maniera il Contadino . Sono fiati prooofli nella Raccolta della Società economica di Berna due metodi buoniflìmi, uno per i Muri di terra, e Y altro per le Volte, ed ho letto una memoria manofcritta per avere il Salni- tro col mezzo delle fofle . Sarebbe da deliderarfi che il dotto Autore la parte- ciparle al Pubblico. 6. Fucine di Ferro, Fabbriche d'Ac- ciaio, di Latta, di fil di Ferro. Lavori di Coltelli , d' Arme da fuoco , di Top- pe , di utenfili di Ferro, di Chiodi, e di Spilli . Tutti quefti oggetti fono delibi maggiore importanza. {«] Preffb di noi queflo termine fìgnifica il fedimento delle acque ftagnanti , il quale nei Paefi ove manca la legna , ferve per fuoco , nello fiejfo modo che il Qarbon focile .. 8o 7. Fonderie di Rame, Verde-Rame, Ottone , Rame non lavorato , Fonderie di Campane, Rame giallo, Filo d'Otto- ne. E' un imprudenza il trafcurare le fa- cilità che un Paefe prefenta per quelli fta- bilirnenti . 8. Benché un Paefe non fomminiftri delle Miniere d' argento , devono con tutto ciò enervi degli Orefici , dei Gioi- glieri , de lavoratori di Pietre dure . Ci vuole anche in uno Stato ragguardevole degli Artefici per- i Galloni d1 oro , e d'ar- gento . p. In tutti i Paefi, i Lavoratori di Stagno fono necefTarj, come, anco i Fon- ditori dei Caratteri di Stamperia. Dei Vegeta. 11 Regno Vegetabile occupa ancora hili' molti Artefici. 1. Le Tele di Lino, e di Canapa poflbno farfi, e perfezionarfi per tutto , ove può crefeere il Lino, e la Canapa. Dico l' ifteffo del Refe da cucire , e da far tri- ne , dei Naftri di accia, Corde, e tutti i lavori che fi fanno col refe , o con la {top- pa. Tutte quelle manifatture fono tanto più importanti , quanto che favorifeono la cultura del Paefe. 2. Per tutto ove fono Filatore, fi può far filare il Cotone, che vi fi farà venire fenza cardare , per far delle Tele, dei Muffolini, Bambagini ec. Da quelle ne derivano le Tele ftampate, e le India- ne ec. Sarebbe però meglio eliendere la filatura del Refe , la materia del quale è per lo più un prodotto del Paefe, o al- meno delle vicinanze . 3. I Fili , e le Tele di gineftra, d'ortica, di cotone, di falcio, di feorze d'aU Si . d'alberi, di Seta d'ovatta (a) fono par- ticolari a certi Paefi ; ma quelle piante potrebbero efler coltivate in molti altri , ove il loro ufo non è ancora cognito . 4. Si potrebbero pure coltivare in di- verti luoghi , anche con buon eiito, le piante che fervono alla Tintura ; V. G. il Guado, lo Scotano, la Robbia . Queft' ultima pianta riefce perfettamente in di- verte terre , e fono perfuafo che alcuni incoraggimenti fatti per parte del Legif- latore naturalizzerebbero ben prefto quefta pianta affolutamente neceflaria in tutti quei Paefi ove fono Tintori , e Stampa- tori d'Indiane. E' cofa certa che la Rob- bia viene benifTìmo in diverfi luoghi dei Cantoni, ove è ftata provata. 5. Le Calze, i Berretti, i Guanti , gli Abiti di Lino , e di Cotone fatti fui telaio, o a maglia meritano più o meno incoraggimento, fecondo le circoftanze . 6. Le Fabbriche per la Carta, Car- tone , e per le Carte da giocare fono ne- cef'à'ie per tutto. Bifogna che quefti fta- bUimenti godino della libertà, ed abbino protezione , e quefti mezzi battano per afficurarne un buon efito . Si sa quanto i monopoli, e i privilegi efclufivi fono no- civi riguardo a quello capo , come anco ad ogn' altro . • 7- [a] Apocynum . Volgarmente detto albero della Seta , con cui fi procura in qual- che Paefe di far dei lavori feltrati . • «2 7. Stole di paglia , di giunchi , di canne , di fcorze d' alberi , Cappelli dì paglia . Tutti quefti oggetti poflbno oc- cupar delle perfone che farebbero meno utili fenza quefto, 8. Oli di noce , di lino, d'olive, di feme di rapa , di faggiola , di Cavol rapa (a) . Fabbriche di Sapone , La cul- tura di quelle piante deve efìere affegnata ai luoghi che loro convengono . p. La PotafTa , o cenere di faggio (£), la Refina, o fia catrame, o pece. Ragia di pino, e d'abete. Queft' è l'ultimo ufo che fi polla fare dei legnami , e deve ef- fer riferbato per quei Paefi , che fono ab- bondanti di vafte bolcaglie , delle quali non fi sa che farne. io. Lavori di Legname. Ebanifti, Tornitori, Stipettai, Botta;, Legnaioli , Facitori di mifure ec. Tutti quefli Mefrieri fono più o meno neceffarj , e dipendono dalle fpecie del Legname che. il Paefe fommlniftra « il. \a\ QueJP è la pianta che i Trance fi chi,** mano Colfat . \Ji\ Generalmente col nome di PotafTa s'in- tende un Sale alcali tratto dalle ceneri di qualche -vegetabile . Nella RufTìa d' onde fé ne tira gran? quantità fi fervono del Faggio in particolare . I Saponai , i Tintori , i Vetrai ec. ne fanno un ufo indifpcnfabile com'è noto. ir. Tabacco, di cui fi fa per rutto un grandiflìmo confumo. Si pub piantar- ne , e fabbricare , ove conviene , purché non nuoca al giano. 12. Amido di grano, o di gigheri . Polvere di impolverare. Quelli articoli fono neccfTarj per tutto. i}. Vino, Birra, Sidro di pera, di mela, Acquavite, Spirito di Vino, Ace- to . Perfezionate fempre in ciafcun Paefe la bevanda che fomminillra per diminui- re l'introduzione delle bevande flranierc. 14. Si potrebbe introdurre la colti- vazione del Moro bianco in divedi Paefi. Ne fono flati ftabiliti in Svezia, in Da- nimarca , nel Brandemburghefe , pochi filmi vegli Svizzeri , ove quefta cultura afpetta foltanto degli incoraggimenti per riufei- re 00 . \%. Tinture per il Refe, e Bamba- gia. I Tintori fono artefici neceflarilTìmi in ogni luogo . 16. Ci vogliono ancora le cure per le Tele di Lilio, di Canapa, o di Bam- bagia. E1 un oggetto di grandifTìma im- portanza il perfezionare l'arte dell'imbian- care (jb) . F 2 Fi- [#] In Tofana fi coltivano con felice riu- fcìta tutte le fpecie di Mori , cioè i bianchi , ; rancini , inerì, ì rojjì . \b~\ Tanta è la delicatezza del Luffo in qusfìo genere , che alcuni ricchi non ri' trovano nel proprio Paefe chi gli con- tenti per le loro biancherie ? di modo 84 Sopra il Re. Finalmente il Regno animale fom- gno minima, j-niniitra divertì generi d'occupazioni. i. Panni, Rattine, Rafce, Frenelle, Coperte , Berretti , Calze , Abiti di Lana fatti al telaio ec. Subito che fi poflbno allevare delle Pecore , fi deve incoraggi- re, e proteggere con calore la loro edu- cazione, e le Fabbriche della Lana. 2. Pellicceria , o preparazione di pe- lo, e di penne (a) degli animali del Pae- fe . Il non fapere far ufo di tali cofe e un trascurare le proprie ricchezze. 3. Conciatori , Coiai , Pellicciai , Guantaj , Calzolai , Valigiai , Legatori di Libri . Quelli che conciano i Marrocchini, i Vitelli , le Pelli bianche , le Cartape- core, e le Alute ec. Tutti gli Artigiani che lavorano alla concia delle pelli , me- ritano fenza dubbio di elfer favoriti , e protetti , ed i loro meftieri fono molto lucrofi, allora quando fono accompagnati dal- ebe le mandano in Fiandra a lavare. Ha per quefio refo un buon fervizio il Sig. Home il quale ba pubblicate in Inghilterra le fue /coperte /opra di ciò) ed ovunque fi potrebbero efperimen- tare le regole che infegna . 27 fuo Li- bro è utiliffimo, ed è perciò fiato tra- dotto in Tran ce fé . \a\ In alcuni luoghi della Tofcana colle penne tinte fu /' animale vivente , fi lavorano dei fiori, che imitano mira- bilmente il naturale . dalla aflìduità , e dall' intelligenza {a) . 4. Lavori di crino, e di pelo, cap- pelli, caftori, feltri, robe di pelo, cam- mellotti, baracani , peluzzi , felpe , ufo del pelo di Vacci, e delle fetole di Ma- iale . Secondo le tnarerie che il Paefe lom- miniftra , quelle manifatture richiedono di ePere incoraggite . 5. Capelli, e Parrucche, imbianca- tura di capelli. Il fegrero non è ancora ben cognito . Io fo che qualcheduno Io poffìede , e che dovrebbe pubblicarlo . Egli sa ancora quello di tingere in rodò ftabile la Bambagia, ed il Refe. 6. Lavori di corno, e d'odo. Quefti fi pofìono fare per tutto. 7. Candele di lego , concia di bu- della per le corde da indonnenti . 8. Miele, Cera bianca, Idromele, Aceto di miele , Acquavite , Spirito di miele ec. 9. Educazione dei bachi da Seta , Stoffe di feta pura , e mef colata con la bambagia, lino, lana, taffettà , rafcie, dommalchi , rafi , broccati , velluti , vel- luti a tre peli , felpe , naiìri , fioretti , F 2 cal- [V] Firenze deve alla "vigilanza del Sig. Filippo Neri il miglioramento di que- jìe Arti , avendo procurato che il Go- verno j' interejji ad ìncoraggirle con dei premj , che annualmente vengono pro- poli a coloro , che meglio fi fanno diflinguere nelle operazioni di tal ma- nifattura . 86 calze, berretti, guanti di feta pura, o me- fcolata con del filo, o della lana, cordoni, nodi, aghetti ec. Tutte quefle manifat- ture diventano più importanti per quei Paefi, nei quali vi è abondanza di bachi da Seta. io. Tintura per fa Seta, la Lana , e per tutte quelle robe che fi fabbricano nel Paefe (*)'. ^uT'mTtì All'effetto di perfezionare le Arti, e t * tri* j manifatture, fono fiate immaginate in coti , t dei » . . o . privile^ ef- divedi Paeh le Matricole , ed 1 privilegi clujivi. efclufivi . Io trovo divertì inconvenienti a quefti due mezzi . I privilegi efclufivi im- pedifcono l'emulazione, e la concorrenza tanto neceffaria per infpirare dell' atti- vità , e dell' induflria. Edi fanno impi- grire l'artigiano, ed il manifattore, e ca- gionano delle veffazioni , e delle frodi , fovente ancora fenza alcun profitto per la Pedona ' privilegiata , ma fempre in pregiudìzio dello Stato (£) . Oflervo che ci [a\ Dì tali manifatture una fuccinta , é giudizio fa relazione ci ha data il Sig. De Beaufobre nella [uà Introdution generale à 1' étude de la Politique, des Finances , & du commerce, Li- bro -manuale eccellente , che racchiude delle notizie le quali ninna perfona culla può ignorare fenza vergogna. ££] Vedafi una delle nofìre paffate annota- zioni , ove ho pojìo per principio ciì> che qui o/ferva P Autore . Dì fatto egli deve ejfer riguardato per tale7 dapoi* Ci è Una fola eccezzione da fare in quefta cofa, ed è, che fé lo ftabilimento della manifattura richiedeffe delle groffiffime anticipazioni, e che quefla non folle ri- volta a oggetti di un ufo generale, allora farebbe prudenza del Legislatore 1' accor- dare il privilegio efclufivo . Su quello piede fono fiate introdotte a Parigi le manifatture delli Specchi, e degli Arazzi. Non vi è cofa che diflrugga tanto '«•iWo '** T induflria , l' invenzione , ed il genio , *V Y'1',™* quanto le Matricole (a), quando quelle fpe- p^J/di 'c't* cialmente fono ilabilite in un Paefe, ove t*din*n\A* ' F 4 . fo- che la maffima che s1 infegna quivi , non è altro che una conjeguenza dell* mffioma che il Legislatore deve in tutto nel majjimo grado conservare agli Uo- mini quella libertà che non può riden* dare in loro nocumento . \a\ La voce Francefe Maitrife indica un idea diverfa da quella che prefenta a noi la parola Matricola . Qui è facile P ottenere U facoltà di effere il Diret- tore , // capo di una maeftranza col pa- gamento di piccoli diritti. Di là dai monti vi fono delle leggi che riftrin- gono , e limitano quefta libertà con concederla foltaato a quelli che abbia- no fatta una fpecie di noviziato , ab- biano viaggiato , ed abbiano data una prova della capacità loro nelPar- t& che vogliono intraprendere a diri* fere, con lo sborfo anche di confiderà* il [omma » fono in ufo i diritti della Cittadinanza » Effe vi cagionano la diflblutezza, la pi- grizia, r independenza , la tirrannia e la ^popolazione . Ciafchedun giorno vi fanno diminuire talmente il numero degli Ar- tefici i più necefìarj , onde finalmente non vi rimane alcuno . Producono ancora dei vagabondi , e dei mendicanti (a) . Matricola per N0n dovrebbe dunque efìèrvi alcuna U Urti di ]yiatricola per j meftieri necefìarj . Agli ar- ticoli di Luffa fi può fenza molti incon- venienti imporre umili reflazioni , e bi- fognerebbe ancora che ci foffe un numero un po' confiderabile di artefici, che tutti i Giurati lavoraflero da fé medefnni , e che avefìèro un certo numero di princi- pianti, e di garzoni che lavoraflero per loro . Subito che le circoftanze mutaflero, ceflerebbe anco con quefte il diritto della Matricola. Ma volendo abolire le Matri- cole, il Governo deve foftituire dei pru- denti , e favj regolamenti per confervare P ordine fra gli Artefici , i coftumi nei luoghi ove fono adunati, e la fedeltà, e la buona fede rapporto alle materie e al la- vo- \à\ Nel 1559. la dieta de IP Impero ft tro- vo forzata di diminuire i privilegi dei Corpi di Mefliero , 0 dei Matri- colati , che arrecando, e riflringendo il cor/o libero all' indurrla , la diftrugge- •vano . Quefla fu una delle migliori Conftituzioni del Regno delP lmfcrator Ferdinando. (Nota dell'Autore). 8? voro (a). QuefFè quel che io aderto fpie- gherò. Finalmente 1' abufo delle Matri- cole fui piede in cui fono in diverfi luo- ghi, è tanto grande, che per rimediarvi ci vorrebbe che tutti i loro regolamenti emanaflero dall' aitò* Governo , che non Tufferò dati fé non a tempo, che alcuna fentenza della Comunità non fuffe da efe- guirfi, fé non dopo eflere fiata confermata dal Magillrato (£). La [//] Sì può offsrvare in un Opera ufcìta dì frefco in luce, e ferina dal Sig. Se- gretario Pagnini , uno degli Uomini più intelligenti che abbia la Tofcana, quali regolamenti erano flati flabiliti da' Fiorentini per le loro manifatture di Lana particolarmente , e penfo , che quefli influì (fero molto a procurar loro quello fnercio prodigìofo, che ne face- vano nel tempo eh1 era nel maggior vigore il loro commercio . Queflo Libro tratta di ciò , non meno che della Decima , ed altre loro Impofìzior.i , e della Moneta con una tal copia di notizie , e con tal criterio che nulla forfè dì meglio è flato fatto in tal ge- nere in altri Paefi di Europa . [b~\ Non farebbe utile P aver notizia degli ordini e regolamenti che fi ufano in vari Paefi ove attualmente alcune ma- nifatture fono in gran credito , per ri- copiargli ? Sempre è fegno di medio- crità di fpirito il copiare , fuori che in materia di Legislazione» stenti incoraggi- La Legislazione ha altri mezzi molto più elicaci per favorire le manifatture e risvegliare fra gli Artefici V emulazione . Accenniamo i principali. Xicompenfe II primo confitte in degli incoraggi- td onori, menti pecuniari , e in delle dilìinzioni ono- revoli . In premj, in anticipazioni fatte agi1 Imprefafj , in impresiti a tempo fen- za interefle, e in dei titoli pedonali , il tut- to a proporzione dell' induftria . Quando il Principe vuole , può far gran cole con piccoli mezzi . E' flato (a) detto che fi formavano delle Legioni dai Cefari- a due Ioidi e fei denari di Francia il giorno (£)» Una leggieri ricompenfa accordata con qualche Splendida dimoftrazione lusin- gherebbe P amor proprio dell' Ardita , e non farebbe a carico del teloro pubbli- co. Spello ferve ancora che il Principe voglia portare Egli fteflb una certa roba per procurarne al Fabbricante un gran* dif- [a] II Sig. De Liflonai Autore del Viag* giatore Tzlofofo . [£] In Olanda ci vuole una permiffione del Magijlrato per avere il diritto di marti- tenere dei Cigni /opra i ftìoi Stagni , o i juoi Canali , e queflo diritto è un privilegio onorevole. /«Francia prima non era pernieffo che ai Nubili di far piantare delle banderole [opra le Cafc di coloro i quali erano Jaliti i primi aW affai ho di qualche Città > o ave- vano piantato la loro Bandiera fupr& le mura. ( Nota dell'Autore ) or » diMimo fpaccio . Luigi XIV. a infinua- zione di Colbett fi fervi di quello mezzo per incagliare lo fpaccio dei MoMulini, e far fiorire le manifatture delle Tele Ba- rite. Deve però il Legislatore avvertire di Cautele d* non adottare intieramente i progetti degP t"enderJ' raf" Imprelari, che iono induirnou nel ma- • ^^ fcherare fé medefimi > e premurofi nel na- feondere agli altri le difficoltà dello (labi* limento eh' e Mi propongono. Una cofa che riefea male , è capace di feoraggire il Principe per molti anni, e di allontanarlo dall' afcoltare alcuna nuova proporzione per vantaggila che potè Me eMere. Avanti adunque di dar iede ad un Qualità degi* Impre Cario, bì fogna afììcurarfi s'è Uomo imprefarj, ài probità* , e che ami 1' ordine ;o fé è at- Pr9bit« • tivo, vigilante, Iaboriofo, frugale, pru- dente, e intelligente. E' egli giocatore, diMòluto x diMìpato, orgoglio/o , aniator delle liti ? Non vi è da far alcun conto di un tal' Uomo. L' Imprelario deve avere ancora intelHgent^ . dell' efperienza . Eifogna che Ma bravo calculatore , e intendente del lavoro , e delle materie primitive . E' ancora necef- fario di efaminare le fue mire, e i fuoi fini, di aMicurarfi fé il fito è convenevole per la manipolazione , e lo fpaccio > fé le acque fono proprie a dare tutta la perfe- zione al lavoro, fia per la tintura, il Mangano , o V imbiancatura ; fé v' è luogo di lperare, e di potere Mabilire la mercan- zia a unj prezzo convenevole ; finalmente fé gli aMòciati fono di un carattere da concorrere al ben generale dei loro affali comuni . 11 91 Codice dt Re. \\ iecondo mezzo che la Legislazione go Amenti. ^Q impiegare, è un Codice di regola- menti per le mani-fatture . Quelli di Col- bert poflbn lervire le non di regola, al- meno di modello,^" ma tocca al Governo illuminato da pe'rfone efperte , e non ai Capi delle maellranze a fare quelli rego- lamenti , allora quando fono necefTarj , come anco appartiene al Governo d'in- vigilare fopra le mancanze degli Artefici. Si tratta in generale di aver riguardo al- la bontà , alla varietà , ed al buon mer- cato. Ma tutto quello è talmente rela- tivo, e unito a tante circoflanze, che fo- pra di ciò devono effer confultari i ma- nifattori , ed i negozianti . Effi folamente lanno gli articoli dei quali fono ricercati, e le mercanzie che fono di migliore fpac- cio , Quelli foli poflbno accorgerfi dei di- verfi cambiamenti che feguono nel guflo, e nelle facoltà dei Compratori ■ Alcuni Paefi vogliono delle Tele rade, delle Cal- ze leggieri ec. delle robe poco battute, o più compreflè, larghe, o Uretre . Effi folamente conofcono ancora il partito il più vantaggiofo che fi può cavare dalle materie prime che fi hanno . Sarebbe forfè anco bene che quefti regolamenti non fuffero che a tempo, e per un numero determinato d'anni, poiché le mode va- riano facilmente , e poflbno faltar fuori nuove ufanze che richiegghino mercanzie d'un' altra maniera, e d'una qualità dif- ferente . Noi vediamo continuamente che le leggi le più favie, e prudenti nella loro origine, poflbno diventar perniciofifTìme mediante il cambiamento delle circollanze. Il H regolamento interno delle mani- XegoUf»ent» fatture merita pure l'attenzione del Le- "»*"■»'•« r-fP- gislatore. E neceffano di prevenire 1 con- manifattUm tagi , e le frodi, d' abbreviare le difficoltà, re , di tener a freno gli artefici , di regolare i principianti delle Arti , di terminare prontamente le liquidazioni , ed i falli- menti , di (coprire , e di punire le con- travvenzioni. Il rigore delle Leggi, che allìcurano la fiducia, è più, o meno ne- cefìario fecondo come Pavidità del gua- dagno rifveglia , più o meno la tentazione di violarle (a) . Sarebbe anco molto da defiderare che Coftumi . i Maqiliran invigilaffero particolarmente fopra i collumi degli artefici, che danno il più delle volte in eccelli di fregolatez- za molto funefii . Un gran numero di gio- vani adunati infieme in un luogo fi danno facilmente al libertinaggio, fé non fono tenuti fotto un' efatna difciplina. Nel Cantone di Berna è fiato procu- Skùre^s» dei rato di favorire le Arti, ed i Mefiieri col P«*«*(P«p« non permettere a quelli che arrotano per "c c^rtt' li fervizi ftranieri , di ricevere di quelli che [_a\ In Francia P Editto generale de! 1669. autorizza i Magijìrati di ciafeheduna Città, Borgo , 0 Villaggio , ove fono manifatture fìabilite a terminare le di- fpute che inforgono fra i Maejìri , e gli Artefici a motivo dei loro filar j^ a fine di prevenire le liti che impedi- rebbero le parti di attendere al loro lavoro . ( Nota dell'Autore ) 94 che apprendono le Arti . Ma io non com- prendo perche gli Arrolatori non rifpetti- no egualmente i Garzoni dei noilri La- voratori, dei noftri Vignaroli, e dei no- ftri Guardiani di Vacche. ScìenxS' Finalmente i Legislatori cHe fi pro- pongono di proteggere le Manifatture > devono incoraggire le Meccaniche affieme con le Arti , e le Scienze che vi hanno relazione , e ricompenfare le (coperte dei Macchinici per la perfezione , e fpeditez^ za dei lavori fabbricati . Subito che una nuova fcoperta , una nuova macchina è fiata riconofciuta d' una utilità certa , il Legislatore deve comprare l' invenzione, o il fegreto, e communicarlo a tutti 'i Ma- nifattori. Con far ciò fi rifvegliano i ta- lenti, l'induflria vien ricompenfata , e la Stato profitta di tutti i vantaggi della {coperta . MAtchìnt. Pare, a fentire certi fpeculatori, che vi fia del pericolo a introdurre certe mac- chine che accorciano il lavoro . Ma fé effe fconcertano qualche volta gli Artefici, quello fegue per poco tempo. In un Paefe di lavoro , ognuno trova da occuparfi , e più che un Paefe è popolato, più fcelte vi fono da fare per le occupazioni . Pa- reva per efempio che la fcoperta della Stampa doverle far morire di fame i Co- pilli, ed in oggi ce ne vogliono più di prima. Oltre gli Stampatori , compofito- ri, [i] Abbiamo accennato di Jppra qucjio ar- ticolo più convenientemente . PS. ri , correttori , mercanti Librai , Cartai , vi fon nulle volte più autori di quel che non ve n'era avanti il decimo quinto le- colo . E quanti lavoranti ancora avrebba- mo noi da occupare le , come i Chinefi indufiriofi noi icopriffimo il fegreto am- mirabile di rimbiancar la Carta fcritta , i di cui caratteri meritafìero d1 efler le- vati. Ci vieti detto che vicino a Pechino , vi è un groflb villaggio intieramente abi- tato da lavoranti che lavano la carta vec- chia. I bifog'ni di fuffiftenza incoraggi- fcono al lavoro , e lo radoppiano . CAPITOLO Vt, Spi, ito delle Leggi per rapporto al Commercio relativamente alP Agricoltura* IL Commercio mediante uno (cambio xigg'tn del vantaggiofo al Paefe , ed al Nego- Commercia. ziante , trafporta le grafce, o le produ- zioni della terra, e i lavori da una Pro- vincia all' altra , o fuori del Paefe . Se è foftenuto, e diretto da una favia Legista-? zione, diventa il foftegno dell1 Agricoltu- ra, e la ricchezza dello Stato. Propon- ghiamo adunque alcune ri ile filoni l'opra queft1 oggetto intereflante . Noi procure- remo di non ci fcordare che fi tratta qui del Commercio in quanto e relativa ali* Agricoltura . Un Legislatore che vuoi far fiorire ^ttenxjoni il Commercio, abbadi che i primi rego- da ufarfi fi* lamenti fieno ben meditati , Se non fanno p* « regola* del bene, fanno neceflàriamenie molto ment% dtcoì** male. Al- nerc,°' ?6 che b,riyé Alcuni Negozianti, e alcuni fabbri- *pf *iTt(\ cantl rinomati dovrebbero Tempre e Aere te. eJ^er" ammeffi nei Configli di Commercio. Non ferve il confultarli in particolare . Edi poflbno allora facilmente ingannare aven- do dei fini d1 intereffe , ma dovendo deli- berare come incaricati di ciò , devono ef- fere mallevadori al Sovrano, ed al Pubblico del loro parere , ed eflendo fentiti in con- tradittorio con i loro Colleghi, il Legi- slatore s' afficura da qualunque forprefa . Sento continovamente in converfazione delle Perfone intendenti fpaceiarc certe maffime delle quali conofcerebbero certa- mente i pericoli , fé fodero confultate fe- damente , & ex orficio . (a) Mantener la Importa eftremamente che il Legi- fiducia. slatore provvegga con delle Leggi gìufte e fpeditive a tutto ciò che può mantener la fiducia, ed afficurare la forte dei Cre- ditori, queft' è l'anima del Commercio. Stabilire del' Bifogna aprire da per tutto delle ftra- h firt.de fi- ^e ficure e ftabiU y conltruire dei ponti approfondare dei Porti, fcavare dei Canali, inal- [«] L' intere ffe guida gli Uomini , e P i- gnoranza gii mafehera la verità . Se alcuno adunque o è ignorante , o trova il fuo intereffe in un opinione, anche in un configlio fofterrà i medefìmi er- rori che tante volte fi afcoltano ripe- tuti nelle converfazioni . Per quejlo non amerei di Infoiarmi dirigere da chi co- nofcejfi nella compagnia mancare, o del neceffario criterio , o delle opportune notizie . .97 inalzare degli argini, e fax dei ripari pel- le acque, come anco dei luoghi per con- fervare le Mercanzie, dei Magazzini ec. perchè fé le ftrade fono cattive, fé i flu- irli non fono navigabili, oltre gli incon- venienti che ne derivano mediante la di- minuzione del Commercio di tranfito, e delle Gabelle, ne rifulta ancora una di- minuzione di gente, e di attività nell'A- gricoltura. Gli Uomini , e le beftie oc- cupate a far vetture , non lavorano le ter- re {a) . Dopo che i Fiumi in Francia fo- no (tari refi navigabili, la coltivazione è diventata più florida lungo le rive di que- lli fiumi (ì?) non folamente a cagione dei trafporti che fono fiati facilitati, ma an- cora perchè molti Uomini fi fono di nuo- vo dati a lavorare i terreni . Qucft' è quel che fi offerva efTer accaduto lungo la Loìre. Se VOròe, fé la Thileeì e YAar foffero refi navigabili , i trafporti nel Can- ton di Berna diventerebbero più facili, le mercanzie di trànfito prenderebbero quefto corfo, ed i Popoli meno occupati G a [«] Ecco una nuova ragione , che prova Pu- tilità delle macchine nelle manifatture, \b\ Anzi in tuti i tempi , ed in tutt' i luoghi gli Uomini hanno amato meglio di ftabilirfi in vicinanza dei Fiumi , che altrove. Per quefto forfè due terzi delle Città fi trovano ad avere quejìo comodo . o8 a trafportar le robe con i carri , lavore- rebbero meglio le loro terre . Ridurre ifefi E' flato tentato più volte di ridurre alla *"dt(i- • pef1? e \Q mifure ad una medefima ta- ma tariffa,. f.^ £ qUe^a rec}uzione farebbe egual- mente comoda ai Negozianti , e agli al- tri particolari ( a ). Il Governo deve aU meno , riguardo a quefto , invigilare che non feguino frodi , e inganni . Mantener la £' quafi inutile l' ofTervare che un face. Popolo commerciante deve efTer pacifi- co (b) . Le manifatture , V agricoltura , ed il commercio l'offrono egualmente fot- to un governo militare, e norifeono ali* ombra della pace . [a] Tale non è /' opinione del Gran Mon- tefquieu, e di fatto pericolo/a imprefa farebbe il mutare i Pefi, e le Mifure jìabilite , e forfè di un mediocre utile , perchè niuno refìa ingannato dalla di- verfttà delle mifure', o dei peft nel commercio civile, quando tali pefi, e mifure fono fedeli . \b] Eppure abbiamo efempio [e la Repub- blica Fiorentina fia uno ] di Paefi commercianti nel tempo ancora che han- no fojferte le più fìrane vicende , ed inlanguiditi nel feno jìeffo della Pace ; tanto è vero che affolutamente da quefìo principio non dipende che fta florido il commercio , ma da molte caufe che nep- pure un Legislatore pub fempre calco- lare . 99, Si conviene anco generalmente che Ftfare la. v*. il rialzamento improvvilb del danaro , e ,uta delu l'alterazione delle monete fono funeftiffi- mone naie al commercio. „ Qualunque mutazio- „ ne in quefta parte, dice il Si™. Thomas neir Elogio di Sully „ fa delle piaghe „ mortali al Commercio, a cagione dell* „ eflinzione della fiducia , mediante la „ difficoltà che hanno i ricchi a cavar „ fuori il loro danaro, per gl'imbarazzi, • ,, e fvantaggi del Cambio, e per la rovina „ delle foftanze altrui . Molti Scrittori giudiziofi dicono che .. _ la circolazione e interrotta , 1 mdultria 0 contriti foppreffa , il commercio incagliato, l'a- vt*Uij f*n* gricoltura fofpefa, la popolazione impe- p'cgiudiaalt dita («) mediante le Tonfine. Si dovreb- al Commer. be faperlo in Francia, ed è appunto là c" ' dove fi fanno quefti lamenti . „ Io oflervo che in certi Paefi vien _ r ,, proibito il tralporto dell Oro , e dell ne dll Mettili „ Argento fotto pena di Confifcazione ; pre^o/ì. ,, ma non fono le dichiarazioni che de- ,, vono ritenere in un Paefe le monete „ coniate , ma bensì una favia ammini- „ (trazione che determini in favore d'un ,, Paefe la bilancia del Commercio „ . Queft'è quel che dice pure l'Autore dell' Elogio di Sully. Io mi maraviglio moltifTìmo che in L> ;mpreftit, quello fecolo illuminato fi polla negare , „' neeefari» , e o pure folamente mettere in queflione fé l' intrreJJ* è G 2 fia i»V«« [a] Mediante la diminuzione elei Matri- moni . fia lecito di avere un interefle del danaro che fi prefla (a). Non vi è cofache mi fem- ori più legittima di quefta, poiché colui che riceve il mio denaro a condizione di poter fervirfene per un certo tempo , mi è debitore certamente della fomma pre- fiata , e di più del fervizio che gli ho refo, o della perdita che ho fatta col fo- fpendere in favor fuo il diritto legittimo che avevo fopra quefta fomma, dalla qua- le avrei potuto cavar qualche vantaggio, fé quefta fofle fiata nelle mie mani, ed a mia difpGfizione (b). Non fi può ftabilir com- \a] lo dubito che tutto P equivoco nafca dall'1 ufo delle -voci . Può effer che fuW ìmpreftito , fui mutuo non fi poffa pren- der veruno intere ffe , ma chi è più ob- bligato ad impreflar del danaro che a far deW elemofìne , quando non fi tratta di far fujjiftere C oppreffa , e defolata mi feria dei noflri fimili ? Ardirei dire che fi mancaffe alla carità non alla giufìizia rifiutando d' impreflare gra- tuitamente ad un Povero-, e volendo folo fomminijìrargli il nofiro danaro a frutto come la nojlra cafa rifquoterne una pigione . Forfè ancora con P idee fopra C ufura fono derivate dalle Leg- gi Ebraiche le quali erano per un Go- verno unico nel fuo genere , ed imme- diatamente dipendente da Dio . [£] Refii adunque certo , che il frutto ri- cavato dal mutuo fi rende giufìo per i titoli non del mutuo fleffo ma di lu- cro ceffante, o danno emergente ec. 101 commercio fenza torre in preftito, e noti fi troverà chi lo faccia , le. non fi deve ritirare alcun profitto dall' imprefiito del fuo denaro. Per mantenere Io fpirito del commer- Contribuir». ciò, le Città municipali devono procurarli a[u fae,l>** dei buoni Scrittori, e dei bravi Compu- ^* l*£ j tifii, a fine di formare per tempo la loro Libri. Gioventù (a) . Non iblamente quelli che fono defiinati al Commercio devono profit- tare di quefti flabilimenti , ma ancora tutti i particolari devono effere meffi. in grado di tener bene in ordine i loro Li- bri , ed i loro affari (b) . Quelli che aveflero del genio, e del Cooperare «f- talento per le Meccaniche, o per le Arti, la facilità di avrebbero ancora bifoeno di Maeftri che aPPrender u • r rr i • • • • J 1 j- r Meccaniche , infegnaflero loro i principj del difegno . ed fl difi„t. Se il Commercio di navigazione nelle re- gioni lontane e' interefTarfe , potrebbamo foggiungere che la feoperta delle Longitu- dini dovrebbe efler comprata , e communi- cata ai Naviganti della Nazione . G 3 Fi- [a~\ Quanto farebbero quefli più utili dei Maeflri di [cuoia che infegnano una lingua nvn fatta per il commercio del mondo , a coloro i quali nel commercio del mondo con le proprie fatiche devo- no fujfiftere ! \b~\ Quello che generalmente s* infegna alle perfone ancora di campagna , ferve il più delle volte a invogliargli o ad ab' bandonarla , o a feguire la via eccle- fiajìica , non fo fé deva dire fempli* cernente per profejjione . Lìhertà 'del Co/Smercio iute 102 Otfervazìnni Finalmente le Gabelle devono effer *a Larffóra -reggiate con molta prudenza, e variate h D^ane .' ° fecondo 'a natura delle Mercanzie , e le diverfe fpecic del Commercio (a). Eivcrfe fpeae Vi è un Commercio interno di con- dì Commtr- fumo , e un commercio di tran/ito . Un c »• • commercio di trafportoy e un commercio d' introduzione . Cominciamo dal Commercio interiore di con fumo . Si tratta delle Grafce prodotte nel Paefe , o di Mercanzie lavorate nel onfumo. luogo, che fi fanno paflare da una^ro- vincia all' altra . La libertà in quello ge- nere non è mai troppa , e non bi fogna che Ha in alcuna maniera moleflata , o li- mitata ne dall'alto, ne dal baflb Gover- no. Uno Stato è una vafca ove le acque fi mettono naturalmente a livello , ed è un grandiffimo male , allora quando cia- fcuna Città, Villaggio, o Borgo fi con* fiderà come un corpo /epurato (<£} . L' A- gricoltura, ed il Commercio non fioriran- no mai in un Paefe, dove farà divifione d1 in- \a\ Queflc fono la Buffala in mano del Le- gislatore per dirigere P introduzione , e V evirazione delle mercanzie , ed in confeguenza la Bilancia del commercio di uno Stato . 1A! Quindi fono un gran male i Privilegi che alcuni luoghi godono . Privilegio fuppone dijìinzione, diflinzione fuppo- 7ie ineguaglianza , ineguaglianza è un idea ben vicina a quella dy ingiujli* zìa . t10i d' inrerefTì fra le Comunità , e dove le Pro- vincie non fi rayviferanno come membri cT un medefimo corpo , e come figli di una ifìeffa Famiglia. Un Diftretto fom- miniflra del Vino a un'altro che ha del Grano ; uno abonda in Beitie grafìe : que- llo qua ha delle Tele , quello ha delle Storie, altrove crefcono le Bofcaglie. Cia- fcuno deve avere lenza reflazione la li- bertà di trafportare le Grafce fuperrlue da un luogo ad un altro nel Paefe : i di- ritti delle Città, e delle Cittadinanze che limitano quella libertà , fono contrari al bene univerfale, ed in confeguenza al be- ne reale di ciafcuna di e fi e , calcolata nel- la bilancia generale, e nella totalità dei fuoi propri vantaggi . Due difìretti per elempio , hanno dei vini, non fi vuole ammettere il vino dell' uno nelP altro . QuefT è una regola dettata dal vantaggio proffimo, che diflrugge il più grande, ina più lontano, poiché facendo una me- fcolanza di quefli Vini , diventerebbero forfè più proprj al trafporto. Perchè di- chiamo noi che vi è in quefla proibizione un vantaggio profilino ? Non ve n' è al- cun reale ; il vantaggio è puramente im- maginario. Non vi è una cofa più facile che il levare il timore chimerico che uno ha fu lo fpaccio del Vino del luogo da venderfi a minuto : baita rifervargliene il privilegio efclufivo . Segue 1' ifìeflò , vo- lendo afficurare il monopolio di un certo articolo ad una Provincia, poiché allora iì. diflrugge il Commercio generale nel reflo del Paefe, o in un altra Provincia: Mi pare che quello fia uno occuparli del piccolo nel grande , e fagrificare il mag- G 4 gioì" 104 gior bene al minore, unintcrefìe appa* rente ad un interefle folido . Feritola delle Che Paefi fono quelli pure , ove il froihixjam • Legislatore moltiplica le proibizioni d'un itnciiT'™ ' lu0§° all'altro nel medefimo Stato, fopra tutto fé fi tratta di Mercanzie d' un ufo generale , come il Sale , Tabacco ec. ? Se vi è un guadagno un po' confiderabile a violare la proibizione, o che le punizioni fieno alla Giapponefe , non fi fente par- lare d'altro che di venazioni, d'inquifi- zioni, di formalità odiofe, di confifeazio- ni , di famiglie rovinate , di pene eforbi- tanfi, d'imprigionamenti, di galera, d'e- filio (a) . Migliaia di Contadini robufti fono impiegati in far ricerche così odio- fe. Si fono vedute, non è molto, delle truppe di contrabbandieri infoienti , o au- daci penetrare fino nel forte d'un Regno potente , follevare delle zuffe , e commet- tere i più grandi ecceffi . Bifcna. faci. H Commercio di tran/Ito di cuflodia, Htare a com. e di commirTione richiede pure delle dire- merdo di zioni particolari . ■ tranfito . $Q fe ft^fe {onQ maj tenute ^ fe Qa. Gal/ellt unni, belle fproporzionate , il Commercio s'an- nichila ben prefto. Si favorirà dunque il Commercio di tranfito, o di cuflodia, col mantenere in buon ordine gli argini dei Fiumi, e con imporre leggieri gabelle fo- pra le Mercanzie. Se il Vetturale è un po' à\ Ed a>iche di calunnie inventate dall'in* fame malizia di chi fordamente vuole offendete dii fitoi fimi li. po' flranato nelle fpefe , fi dilgufta , e prende altre flrade . Ed i Legislatori de- vono in quello e fi e r cauti fpecialmente fé fi tratta d'un Paefe tiretto, di cui fa- • rebbe facile fcanfarne il paflaggio* Se mediante le circoftanze uno fofTe Rc fi' *«*iw« obbligato di trattare nell' iftefla maniera all' ingreflb del Paefe , le Mercanzie di rranìito, e quelle di confumo, bifogna re- flituire alla Dogana per dove s' efee in tutto , o in parte L' impofizione pagata . Per quello poi che riguarda il com- Favorire il mercio d* introduzione , il Legislatore deve Commercio favorir quella di tutte le Grafce neceflà- d' intrtdum rie che mancheranno nel Paefe , fecondo *»y*e 1' . il loro grado di necelfità. Alcuni mezzi jjj paefi»' poi propri a procacciarti quelle Grafce, o Mercanzie, fono, le anticipazioni, le ri- compenfe, nefluna gabella, o tenui (lima. Ecco alcuno dei mezzi per tirare a le i generi primitivi, o le mercanzie. Si procura anco un vantaggio reale Delle Materie al Paefe con favorire l'introduzione delle primitive* materie primitive per le manifatture lla- bilite. E' un attenzione degna della Le- gislazione il facilitare 1' introduzione di tutto ciò che può con profitto eflèr di nuovo trafportato appreffo il foreftiere. Polli quelli principi fi può impedire 1* introduzione di tutto ciò che ferve lòltan- TrnPedÌTe *'»>- to al luffo, al divertimento, al comodo di tro ■u^.oue m v i-i r ì ii dirli articoli terza, o quarta neceluta ; ed il pelo delle n bardanti gabelle deve cadere fopra limili articoli, il luffa. e fopra quelli confumi devono ftabilirfi , come in Inghilterra t le più grolle impo- •fizioni . G 5 E' io6 Prtlbìre un- £' cofa egualmente favia , e prudente «ora V iMrff- j| venciere molto difficile 1' introduzione Aticolì ebe' delle mercanzie fabbricate, del'e quali vi fomwimftrJf fono manifatture della medefima fpecie il Paefe. nel Paefe , o equivalenti, e che potettero far l'ifleiTo effetto. o Com- Finalmente un Legislatore attento fa- tnercto di vorifce preferibilmente a tutto osni fpe- trafvorto de- . .. . ,. - o r . ve tferfav». cie dl Commercio di trasporto. I mezzi rito prefen- fono femore ìulle fue mani. Vilmente ad Vi fono folamente le materie che tpi altro . fervono alle manifatture ftraniere, il tra- etene pri fporto delle quali deve edere aggravato nntìve . d' impofiziuni , e anco aflbluramente proi- bito prima d' efler lavorate, fé pure non fono manifeftamente foprabbondanti , e anco in quello cafo , converrebbe che i Dazi fuflero melìl affai alti per favorire ed incoraggire tempre le manifatture Na- zionali . Grafìe fa- fyja bifoqna effremamente favorire il fr*hb,ndA». trafporto deue Gràfcé foprabbondanti, e delle produzioni naturali vegetabili , ani- mali , minerali , o foffili , allora quando quefte non richiedono ne preparazione , rrè lavoro, o doppo che fono fiate lavo- rate. Commercio Noi l'abbiamo di già detto, e non dei Gratti u. fi può abbaflanza ripetere , il trafporto bero e cofian- del Grano dovrebbe efler fempre permef- u - fo con una legge collante, irrevocabile, e fino a che non paflafle un prezzo me- diocre che fi avrà cura di fidare-, di ma- niera che fia capace di fcftenere 1' Agri- coltura, e d'indennizzare il Coltivatore. La legge deve efler perpetua . Senza di queflo neffuno ardirebbe d' intraprendere queflo traìiico , perchè richiede dei fondi, dei 107 dei magazzini , delle corri ("pendenze, degli efpedienri (a). Avanti che quefli prepa- rativi fieno ben difpofii, ci vuol del tem- po, e delle (pele, le dunque vi fono da temere delle revocazioni, nell'uno ardi (ce di el porci lì . Sarebbe inutile l'etlenderfi di piìi (òpra quc!U) articolo dopo l'eccellente Memoria che fi trova l'opra quello (og- getto nella raccolta dell' illulìre Società . E' fiato creduto di (upplire al di fez- Inconvenienti to delle proibizioni generali, con accor- d'n* i,crw'/" dare fecondo le occorrenze, dei paflapor- ynt. tart,c,m ti , o delle permilfioni particolari . Ma G 6 fo- [a\ Vi fono delle Leggi per proibire feve- ratnente le Incette fpeciahnentc dei Gra- ni, ?na contro quejle Leggi potrebbe dir/i e/]er dijjicile che .piantata la li- bera communiaazione dei generi di pri- ma necefjità in uno Srato, alcuno toffa aver tanti fondi o il comodo da in- cettar tatto, e, da introdurre la care- fìia : che fpefjo gP Incettatori foflengono il prezzo alle Grafie, e le con fervano fenza veruno aggravio del pubblico per gli anni fcarfi; che generano facilmente delle venazioni fra gli abitanti della Campagna da cui fi liberano fimpre i più facoltofi con lafciar J'acrificati i più mijerabili ; che bifognando pure in alcuni tempi avere in pronto dei magazzini è J'empre miglior partito che fieno nelle mani dei privati óve in quelli del pubblico , perchè la fupremO, potejìà facilmente può ritenere i primi 'io8 < vente il rimedio e peggiore del mate • Primo. Quefre penniffioni non Iorio fem- ore accordate opportunamente . Secondo , bifogna pagarle, e brigarle. Terzo, ca- gionano dei ritardi, e dei monopoli . Quarto , impedirono la concorrenza . Quinto , non fono fempre i più abili Ne- gozianti che ottengono quefti paffaporri, qualche volta anzi fono i più imprudenti; da ciò ne nafeono i cattivi fuccefTì , i fallimenti, e le frodi. Sello; il Popolo che fa la proibizione, e che none infor- mato della permiffione, attraverfa foven- te il Compratore , il quale trovali per quello efpofto alle avanie del popolaccio di cui l' immaginazione fempre fi riicalda alla vifta di alcune centinaia di facchi di Grano . In una parola quefle permiffioni iubitanee non poflbno fé non cagionare un grandiflimo numero di fpefe frustranee, come fegue conftantemente in tutte le im- prefe fatte con poca rifleffione. Qual ag- gravio ne l'offre perciò la Mercanzia, ed in confeguenza lo fmercio che ne deve fare il coltivatore? In vano li moltipli- che- nel loro dovere > e perchè non fi fog- getta tutto uno Stato alle perdite che per cafo , per malizia , o per altra cau- fa Può fare fu le a mminifir azioni di quelli . Per fiancheggiare tali verità fenza cadere in pedanti fino è necefjario addurre autorità prefe da hi bri fi ani* pati ì IO? cheranno ì Libri d' Agricoltura , fi la- vorerà a perdita ficuca, e con (capito dell' Agricoltore, fé l'amminiftrazione non gli fomminiftra dei compenfi che favorifchino lo fpaccio, e prevenghino il rinviliamento del prezzo delle produzioni della terra . Il Sale è una materia di prima ne- Sale» ceffata , mi fé ve n'è abondanza in un Paefe , deve e (Ter trattato come una ma- teria fabbricata, e fi deve permetterne il trafporto in maniera che fi confervi Tem- pre ad un prezzo baffo o mediocre (a) . Il trafporto del Vino dovrebbe con- v;u$. frantementc, e con ogni forte di mezzi ef- fer favorito. Qui non ci è limitazione , perchè non e una cofa di prima neceffità. Converrebbe anzi accordare dei privilegi a quelli che procuraflero di far pafTare i Vi- ["rai,. che ha per oggetto l'Agricoltura, è una feienza complicatiffima, e che quelli che fi deftinano per l'amminiftrazione pubbli- ca , devono metterli in grado di bene a- dempirne le diverfe funzioni . La \d\ Per i Pae/i ove la coltivazione degl^ Ulivi , e dei Frutti , è conveniente alla natura del juuìo bifognerebbero delle rijìejjwni particolari , le quali fa- rebbero fero tutte piantate Ju prin- cìpi efpojìi in quefìo fcritto . Dica/i lo fìej]o per la coltivazione dei Meri , la quale per altro non farà mai bene che Jta tale che poffa influire a feemare il mantenimento , e la cura delle Befìiex da lana , più utili per i loro prodotti di un Inerme, il quale unicamente vejìc i ricchi . 112 Cyne il Le. La nafcita o 1' ambizione conduce gistatere de. ajcune v0|re a„[' impieghi, ma quelle cofe VA fermarti. , , ° ,.rv ° rr • non danno le quanta neceuane per bene efercitargli (a) . Quelle qualità s' acqui- fìano colla lettura dell' Iftoria , e colla meditazione degli fcritti di quei gran' Miniftri di Stato che fi fono diftinti in quello genere di Legislazione , come fa- rebbero i Sully, i Colbert ec. Dall' im- presone che farà fopra il voflxo cuore la vita di quelli Eroi , conofeerete , fé fiete nati per imitarli . Vi fentite voi muovere da certe piccole minuzie , e particolarità alle quali qualche volta fi abbacarono quefti gran talenti per ricondurre il buon ordine, per rifvegliare l'induftria, richia- mare l'antica frugalità, incoraggire l'A- gricoltura, popolare le Campagne, render fertili le terre ? Se quello è , fiete degni di governare degl'uomini. Mi farebb'egli permetto di darvi alcuni configli fondati fu Pefperienza, e dettati dall' amor del ben pubblico , a Voi che fiete detlinati. all'amminillrazione dello Stato? (b) Av- vez- [a) E molto meno le dà P educazione at- tuale della nojìra Gioventù che /' indi- rizza per tutt* altro che per formarla atta al miniftero, e che ufeita dalle Scuole , quando doverebbe operare , fi trova nella nccejfità di apprendere nuo- vamente quello di cui mai aveva nei Collegi fentito ragionare . Orazio, Vir- gilio non fanno Uomini di Governo. \a\ Per chi è invafato da queflo fent rmcnto del ben pubblico è naturale lofìile de~ vezzatevi alla femplicltà dei coftumi an- tichi . Effeminati Sibariti , o vero Uo- mini leggieri, e frivoli mai faranno in grado di regolare , e ben dirigere dei Po- poli Agricoltori . Nella vita privata fi formano i noftri genj, e le noftre incli- nazioni : l' interiore delle noftre Cafe è il feminario delle virtù rurali . Amate tutti gli Uomini, eflì fono voftri fratelli. Ri- spettate i gran principi della Religione. Ella infegna ai Legislatori a comandare. e ai Popoli ad obbedire . Non vi è fé non l' umanità unita alla Religione che porta formare dei Magiftrati, e dei Cit- tadini . Nei voftri viaggi dovete ftudiare gli Uomini, e i loro caratteri , e cercan- do le ragioni dei loro coftumi , e lo fpi- rito delle loro Leggi, dovete paragonare le Leggi, e i coftumi dei Paefi ftranieri con le Leggi , ed i coftumi della voftra Patria . Io non faprei proporvi un piti illuftre modello di quello di Pietro il Grande. Egli volle veder tutto, e vedde tutto fino gì' inftrumenti , e le Botteghe degli Artefici . Ebbe coraggio di travagliare da fé fteflb, e di metter la mano ai la- vo- cl amatorio , e fanatico ufato così bene dal noflro Autore. Così ha ferino il rifpettabile Amico degli Uomini , e così fermeranno tutti coloro, i quali fa- ranno infpirati da una tanto umana pajfione . La freddezza dei fentimenti di rado è nella lingua , e nella penna di chi è perfuafo di una verità. ■ H4 Vori i più meccanici . Non ci è cofa, dice i! Sig. A. Smith nella fua Teoria dei [entimemi piacevoli, che tanto 'contribui- fca a infpirare del zelo per il bene pub- blico , quanto lo Studio „ della politica e dei differenti fittemi di Governo, quanto 1' efame dei loro vantaggi, e dei loro inconvenienti , quanto la cogni- zione della conflituzione del fuo pro- prio Paefe, della fua fituazione, dei fuoi intereiTi, per rapporto ai foreflie- ri, del fuo commercio, delle fue forze, degli fvantaggi che foffre, dei pericoli ai quali è efpoflo, della maniera, colla quale fi può liberarlo dagli uni , e di- fenderlo dagli altri : fi può aflerire che riguardo a quello, le opere di politica , fono di tutte le opere di fpeculazione le più utili . Anco dalle più mediocri , e dalle più cattive fé ne può ritrarre del profitto, fé non fuffe altro per ri- fvegliare le pafTìoni degli uomini al ben pubblico, e per animarli a trovare de- gli efpedienti per rendere la fodera fe- lice (**) „ . Non ci è fiato forfè un fe- cola più favorevole di quello per perfe- zionare un Giovane Signore nello fpirito della Legislazione relativamente all' Agri- coltura ec. In tutta l'Europa fi trovano delle Società, o delle corrifpondenze d' A- gricoltura, d'Arti, di Commercio flabilire fotto la protezione dei Sovrani . Da per tutto fi vedono emanare degli Editti che fan- [a] Torn.U. Parte IV. SeB.l. pag.nS. "5 fanno vedere che i Principi vogliono da qui avanti rendere felici i loro Popoli , proteggere V Agricoltura {a) . Da per tut- to fi vede Tempre più dilàtarfi l'umanità, e lo fpirito di Agricoltura. Illuminati da quelli principi generali, voi otterrete, al- men lo fuppongo, un' ingerenza, o un governo : non vi lafciate per quefto ab- bagliare, i voftri viaggi non fono ancora finiti . Trasferitevi fu la Provincia che vi è Hata confidata per conofeere il fuo Stato, la fua popolazione, il fuo territo- rio con delle tavole, e delle carte efatte' per e laminare attentamente i fuoi prodot- ti, e verificare da voi medefimi le infor- mazioni che ne avete ricevute . Queft' è l' efempio che vi dà ancora Sully . „ La „ fua attenzione s' eltendeva fopra tutto, di- [a] La Tofcana , la felice Tofcana , ne ha veduti tanti in pochi me/i da poter/i giujìamente vantare di ubbidire forfè al Sovrano il più illuminato , il più umano che governi i Popoli . Fortunati quelli che verranno e che in lui Vio- leranno aver avute quejìe contrade il rijìoratore della pubblica felicità come nei Cofimi , nei Lorenzi , e nei Leoni i rifloratori delle buone Lettere. Tali fono i fentimenti che anche nel filenzio ■ di una vita nafeofìa fi rifvegliano nel- la mente , e più nel cuore di chi mira le azioni di Pietro Leopoldo ; fenti- menti tanto più /inceri , qurnto nafcQ- no più difcojìì dal Trono» . u6 dice il Sig. Thomas , nell'Elogio di qua- rto grand' Uomo : „ Egli esaminava il clima di ciafcuna Provincia, le diffe- renti fpecie di terreno , di coltivazio- ne , di produzione , i debiti non efigi- bili, reali, o fuppofti, le loro caufe o pafleggiere , o confanti , la proporzione fra le fpefe , e l'entrata , la qualità, ed il prezzo comune delle grafce, la facilità dei confumi, il numero degli abitanti, il loro carattere , il valore di ciafche- dun' uomo nei differenti Paefi , i pro- dotti delle Città", delle manifatture , V eftenfione , e la qualità del Com- mercio . Egli offervava ancora nel luo- go medefimo ciò che pagava ciafcuna Provincia, la natura delle impofizioni , quelle di cui i mezzi fono nel medefi- mo tempo i più eftefi, e i più pronti ad efeguirfi ; quelle, la rifcoflìone delle quali colla meno, e frutta più, quelle che fi combinano meglio con il clima, con il fuolo, con Pinduftria degli abi- tanti , e quelle finalmente che fono più gravofe al Popolo , di quel che non fono utili allo Stato. Egli calcolava per tutto la fomma delle ricchezze, offervava attentamente tutto ciò che una Provincia riceve , "e tutto quel che dà, in che maniera vi viene, e n'efce il danaro , quali fono i canali aperti , e quali impediti e chiufi, in fine quali fono le provincie ove la Capitale non rimanda l'alimento che ne riceve, ed ove trovali interrotta quella felice cir- colazione fra il Capo, ed i membri , che fa la vita del Corpo politico . Sully fopra tutti quelli oggetti non fi fidava „ che . n7 che di fé fteffo, perchè ci vogliono oc- chi per vedere . Si • fa che il Duca di Borgogna in un tempo più illuminato non potette procurarfi, per mezzo di quelli che ne avevano l' incumbenza , una cognizione efatta delle Provincie . Oh voi che volete conofcere, e guarire i mali di uno Stato, ufcite dai voftri Palazzi . Aflìfi alle voftre voluttuofe menfc, ignorate che vi fono migliaia d' uomini che muoion d fame . Nelle Corti , e intorno al Trono il Popolo è fempre felice , un Regno è fempre florido . Allora quando fi vedono le Campagne abbandonare , gli Aratoli infranti , e rotti , le Capanne deferte , o rovinate , allora quando fi calpefta l'erba che copre le folitarie ftrade della Città , quando s' incontrano fulle vie maeftre i Padri , le Madri , i figli , che fuggono infieme lafciano. tutti il dolce fuolo della loro Patria, per andare a cercare degli alimenti fotto un Cielo più fortunato ; allora è che 1' umanità fi rifveglia , che fi fente ftringere il cuore, che cadono le lagri- me dagli occhi , in quel momento fi comincia a concepire che la Corre non è Io Stato , e che il luflb , ed il fafto di alcuni uomini non fa la feli- cità di venti millioni di Cittadini . J I NE.