Digitized by thè Internet Archive in 2017 with funding from Getty Research Institute https://archive.org/details/scieltadinotabilOOgris S C I E L T A DI NOTABILI AVVERTIMENTI, PERTINENTI A’ C A V A L L li DISTlTgT^i l'K TF^E LIBBJ. primo fi defcriue quel che adoperar fi de uè per fitr ravge eccellenti . Vfd fecondo ffiegafi l' ^Anatomia de faualli $ & narranfi le caufe d ogni loro interna indifiofitione 3ftfi le cure a lor necejfarie . J !?{el terzg fi ragiona della Chirugia3 & de" fimi effetti . Col ritratto del C a v a l l o: oue fi ueggono tutti i fiioi morbi 3 co’ medicamenti applicati a loro . Con licenza de Superiori , e con Trinilegio . . In Venetia, apprefiò Gio. Andrea Valuaflòri , detto Guadagnino. M. D. L X X I, DI Q V E L L O SI CONTIENE NELL* OPERA. Lu&o Primo. a E' p alcoli necef mente da raz- Auuertiméti in torno a’ genito ri de’ poledri 6 Le cole neceifarie ne gli ftallo- ni, atti alle razze 6 Quante giumente debbano fot toporlì allo ftallone 7 L’età de gli ftalloni 7 Come debba accoppiarli lo ftal , Ione con le giumente 8 Della congiuntion libera 8 Delle giumente giouani 57 Del Raffreddamento 40 De’ Fettoni 5 9 Della Difcefa 41 DeirAttinto3eSuorapofta 60 Del Bolfò 42 Del Branco , 0 mal del Ginoc- Della Cateratta 44 chio 6 1 Del Tiro 44 Dello Spallato 61 Del Capo Gatto 46 De Polmoncelli3Garrefi,Spal- Del Lunatico 4 6 lacci 63 Del Pizzicor della coda 6/l L Del mal ferito3Srenato3e de ro Libro Terzo* gnoni 64 Della Sciatica 65 Della Chirurpia3& de’fuoi ef Della Curba 65 fetti 48 De T umori iftraordinarij 66 Degli Vnguenti 48 Delle Galle 66 De gli Empiaftri 49 Della Formella 67 De’ Bagni 49 Del Sopr’ofiò, e delle Schinel- Del Verme 50 le 67 Della Rogna 52 Della Ierda <58 Della Fittola 5 3 Dello Spauano 69 Del Canchero 53 Delle Ferite 7o Il fine della T amia . S C I E L T A DI NOTABILI avvertimenti, pertinenti a Caualli. IIBR.0 T \ I M 0. De’ pafcoli neceflarij alle giumente da razza. jl temperatura dell'aria , la qualprouien dalla beni- gnità de' corpi Jnperiori ; è caufa , come ognmn fa , de buoni pajcoli , e de' cibi [ani : da' quali procedo- no le temperate complejjìoni degli animali . Cbiun- queper tanto uorrà attendere a ragge,deurd princi- palmente por cura in conofcere i pafcoli, per inuiare a quelli le mandre. Elegger affi adunque regione abonde noie d'berbe Jane, e d'acque correnti, ouenon nafeano cofche, ferole caualline , od altre tai herbe uclenofe,e peftifere,e per la loro ma lignità atte ad ucciderei poledri, e le madri. Tgon prattichi in tai luoghi greg ge di porci , o di pecore, o d'altri famigliatiti animali, da' calmili odiati. Condii canft I'ìnuernata alle Halli, alle felue, & in luoghi fecchi, e faffiofì , oue poco te- mano l' empito de' uenti, la freddura delle neui, e qual Jiuoglìaaff alto dell'a- ria fdegnata : non fi partendo però mai dagli herbaggi allontanando- f fempre dalle paludi; il cui proprio è di dar cattiua ugna al cauallo. fendano le giumente alla montagna la fate; & iui all' herbe , & all' acque frefche fi pafeano ,e s abbeuerino . Gioua affai loro l'ejfercitio , che fanno, - montando , e fmontando ; e per cotal fatica generano i poledri di temperatu- ra piu fecca , e piu leggieri, e piu fielli. Tsfe fi potrebbe dire, quanto atto fi a il jàfo a far dura, e foda lor l'ugna. Ter che fallo i monti , ou' hanno le calmi- le ad tifare ,pietrofi,e piani in alcuna parte, per poter fott ometterle agli fallo ni commodamente.Cof ne trarrai cauallì ben compleffionati , e pronti ad ogni fatica. La qual uirtù nafte in loro dall' abondanga del calor naturale, e da una proportionata fìccità,che fa il cauallo agile, ben diffioflo,e ueloce , & atto ad apprendere qualunque cofagl'infegni. Et, concìofìa chele buone piante f glia no prodttr buoni frutti;auuertir ai diligentemente di far elettion di Stalloni pre giati,&,s'è poffibile, (Fogni parte compiuti, ben formati, farti, e leggiadri: ma fopra tutto che nelle parti pofer:ori,o delle braccia,o delle majii,o de’ pie- di non patife ano Corue,Schinelle, Calle, Formelle, Picciuoli, Volgine, o Quar- ti,od altre fomigliantienfiatnre , e difetti, che per lopiuhereditarij fi fumano: poi che da' padri contrarebbono i figliuoli quelle ifieffe malignità, eque' uitij ’ medefmu Tori mente appreffio al buon pelo, e al colore, indiai aperti della bua ' na 6 X I B Tf 0 na,o ria complcjfione de' padri. Ouefii fono il Baio, il Leardo, il Sauro,e Sagina to f opra nero, cbe altri dicono Cauegga di moro, li quali manti cofi debbono ri cere arfi nelle madri, come ne'padri.Siano le giumente di bello affetto, di gran corpo, di giunture buone, e lodate,babbiano itaghe orecchie, & coni' altre loro parti perfette fi ano fuelte, et habbiano le mammelle intere , & abondanti di lat te,nndrimento cofi necefifario, egioueuole a' teneri parti. Scielgafi giumenta- rio intendente, e fedele: il quale ali apparir dell'alba inuij l'armento alle bajfe, per abbeuerarlopndi a poco a poco a' luoghi alti il conducafin quelle parti non dimeno , nelle quali pi it lungamente l’ herbefrefche conferuanfi; & ouefiano de gli alberi , che co' rami loro , quando a rifcaldareìl Sole incomincia , porgano l' ombre a' cannili. T affato poi il ueffro difeenda alle ualli, & conduca lagreg già ne' luoghi piuherbofi ; a ragioneuol' bora dando a lei bere one fiumi, o né fonti : e finalmente al tramontar del Sole efica al piane, & a prati. Ma nel tempo del ucrno ,fe i dì fono fereni, guidi le mandre inpaefe Jfaciofo,ed alto ti- ferà andò il italo jc, e rifir etto per li dì procellofì. Auuertimenti intorno a’ genitori de’ poledri. Molte ccfe auuertirai ne' genitori di queslo animale , ma Jf edulmente quattro: la bontà , la bellegga, il colore, e la fiat ur a loro. Vuolfi nello Jiallo- ne il corpo grande, ma accompagnato da tutte parti da fodera , egroffer- ga cofi proportionat amente , che niente l'occhio t' offenda . H abbia trailer fi lunghi,petto largo, e chiome lunghe, e creffe;&il corpo, doue appaiono i mu- fcoli, forte, e nodofo . Mira, s'egli ha il piè afeiutto, piano, ed intero, e l'ugna concaua , ed alta . E nelle madri guarderai la gr a aderga , e la lunghegga del nentre, neccffaria alla concettione,& allageneratione , apprejjò l'agilità , e laproportion delle membra . Dell’età allo Stallone conueniente. D l l, per produrrei figli robufli , alla generatone applicarfi padre forte, erobnjìo. Forte, e robufto fa il padre quando baurà le membra compiute : nella quale età la uìrtù , & il uigore in lui farà in colmo. Mtto fiaper tanto al la generatione il Cauallo pafjati i cinque ami della fita età . Sepia gioueni s'u feranno, produrr an figli inutili , e deboli ; e da' quali , per effere fneruati , e fieri gapojfanga, poco di bontà potrai affettare. Le colè neceflarie ne gli Stalloni atti alle razze . 3\ (vi) r i scansi gli Stalloni dedicati alle ra%ge,abondantemente,e fen- T ^ I M Ò. 7 ga rifa armiti di cibo, ne coH continuamente caualcarli fi dia lor troppo di noia: percioche diffecca dbumido loro la fmifurata fatica, & indebolitela loro uir tu, e quegli fiiriti, liquali con ìhumidìtà alla generati one concorrono.'ifon ue di tu,che’l ripofo accrefcegli giriti , e il uigcre ? onde poi nafce il defiderio del coito.Tfon intender però ch’io dia per precetto, che tu tenga pegro, et ociofo il cauallo, dedicato alla generati one. Dico ben , che tu lo canai chi, ma piaceuol- mente, ma qtiafì a diletto, e fenga alter atione: pofcia che’l temperat o effercitio defta il calor naturale, diffecca il fouerchio humido , rende forti le uirtù de gli fi triti, et aiuta la digeflione.Et effondo quella conccttione migliorerà quale da piu puro feme derma ;il qual Jème,per effer puro, conuiene, che fa temperato : configlioper ciò,che fi caualchi piaceuolmente il cauallo . Conciofia che la fo- uerchia quiete genera humidìtà,per cui s indebolì fce il calor naturale,e quegli fiiriti altref,cbe’l mantengono :ét è manifefto,che’ l feme troppo humido, o fred do non è atto alla generatone ; &,fe pur genera, genera angi femina, che ma- fcbio.-percioche partecipare, come fa cìafcuno, le f emine, piu che i mafehi, del l’humidità: la doue il temperato genera i mafehi ; ma il freddo & humido nò : offendo il calore agente da quefle due qualità foffogato,non altrimenti che’ l fof foghi, e gli tolga la uirtù il troppo fecco;ne lafcia, chef fenda per la conccttion la materiata fi abbrucia, e fi rifolue,fengf altro: fi come la ti-oppa h/midità , per effer fluida e feminabile,non informala fce adunque, e procede Ingenera tione dal temperato proporti orafamente : egli eflremì,fi come in ogni altro ca fo,in qitefto parimente della generation, fondannofì . Mira oltre a ciò , che gli ft allori non fan graffi, ne magri, ma di qualità megana,etodeuole : e,Jepur dea no eccedere , pecchino in gr affigga angi che ìnmagregpga : poi che per qnefla piccioli, fi come quei , che da uirtù troppo fecca fon generati ; e per la graffeg^- ga non ifmoderat a grandi fon generati . Diche molte ragioni potrebbono ad- durfi, dimofì rate parte dalla ragione,e parte daU’ificriengafe non fi baueffe ri guardo alla breuità, che def deriamo (Tifare . Et, doue fi ragionò dell’ effer- citatione , intendafì folamente de’ cannili , che nelle falle dimorano ; e non di quelli , che nelle campagne a cafa fi trovano ; & lo fleffo intendafì delle giumente. Quante giumente debbano fòttopporfi allo Stallone. J( cavalli ben compleffionati,eforti fi fottoporrano xij. giumente: a'fortiffi mi,& inperfettion nerboruti xv. agli altri quante parrà lor comenirfì. L’età de gli Stalloni. T o t ra s s i la giumenta fottopore allo Stallone, paffuti i due anni delT età M & L I B If 0 fua;& tifarla fino a dicci anni: oltre al qual termine è inutile, e non atta al coi to.,Agh antichi piacque , ch'ella foffe idonea allageneratione da’ fei' fino a' 14 anni: & io da' cinque folamente fino a' dodici, & oltre nò, idonea la giudico. Come debba accoppiarli io Stallone con le giumente. M eco m mgdato c’h attrai acconcio luogo per lo congiugnimento de gli flalloni co le giumente ;e quefle chiufeui dentro :u introdurrai lo fi allone, legato con nn cappe^zpn forte di cinque,o feipaffa, et condotto da gagliarda mano : & far ai, menato che ui fia,auuicinarlo alquanto alle giumente, acciò ch'effe lo ricono fcano. le quali riconofciuto che l'hauranno, defiato/ì in loro il naturai de- fi derio, uerr anno a tr oliarlo. Allhora,facendo tu allentare il cappexjone,per ch'egli poffa annaf irle, e toccar loro la bocca, poi che li nedrai tra loro amici, e ficuri, affetterai che la giumenta uolga legroppe.et in quel tempo liberando lo fiallon maggiormente dal legame , non però del tutto fcioglievdolo , lafcierai, cbepofJa.no unir fido fiil medefìmo fieruando ne' congiungimenti dell' altre ; fin che a te parrà che il mafichio moderatamente sfogato fi fi a, & che piu defiofo , chefaftidito dal coito fi parta . Quindi procurerai ch'egli fia ben gouernato,ne tato, e pafeiuto. E ciò farai con gli altri flalloni per lo [patio di dieci giorni, po co piu,o poco meno. E potrai poi Inficiarlo libero andar uagandoper la mandra fra le giumente , che faranno a lui defiinate • acciò che a fio uolere ufi hor con ’ quefla , hor con quella . e dopo quefta loro pr attica , tragganfi della man- dra , e mandinfi a' p afe oli. Il che fia detto particolarmente della congiuntoti libera. Della congiuntion libera. jl qualunque nona fa r ciò fia di mefiieri confiderare il numero ch’egli ha- wa di ftalloni,e giumente ;per poter difiinguer le qualità loro, et accompagnar li con ordine, e congiudicio. La qual cofa,per ifprimer meglio, diremo, che,defii nato alle t ai giumente il taleftallone,con le quai prima afiìcurato il uedrai,con . lor nella campagna deurai lafciarlo lo [patio cCott'hore: & indi cacciato l'uno jpingerui l'altro pur con lafleffa regola . conciofia che in tanto J patio appunto effendo il femeloro caldo , e uifeofo , può generar fi : doue,fe piu lungamente dimor afferò infieme , ufeendone al fine il feme liquido , e freddo , infeconde renderebbono le giumente , & effi affai patirebbono . Ma nel già detto J pa- tio e non piu oltre praticando fia loro,ne otterrai poledri perfetti, & ricolme- rai gli flalloni piu frefehi , e gagliardi, ch'io non lodo già coloro, li quali per- mettono , che per uentiquattro , e piu bore fi mefcolino : percioche debi - liiànó il uigor delle befiie in modo , che imbecilli per fempre rimangono . Gioua T Ifi I M 0, $> Gioita ali' animai lapnrgation moderata del feme ; efpecialmente , segli è fanone robufìo,e per lo pia ocicjb : dotte il coito foucrchio non folo infinitamen- te nuoce a' debili , e infermi ; ma annulla a poco a poco la uirtù de' piu forti . fi come è atto alla conccttiene il feme caldo , ammaffàto , e graffo ; cofì il freddo fluido, e fattile per l'ufo immoderato, non genera, ond'c che il feme del Sommie - re, per natura freddo, aiutafì col calor di quel del cauallo , per renderlo atto al- la generai ione, Ut, percioche già dicemmo , che di due maniere fon le giumente, atte alia generatione ; cioè in gr offe, e minute : dalle grò fli incomincieremo ; le quali baieranno i manti, le qualità, le parti, annerine prima da noi : & faran- no atte al coito da' fei fino a’ quattordici anni ; nel qual corfo di tempo è in col- mo il lor uigore , i loro (piriti , e la fo fi ampi loro ffermatica , & generabile in aumento :fi come fu d' opinione Dion Greco , Cauallariggo maggior dell' Impera tur di CcnUantinop.oh,e maefiro Giouan Marco Greco,e Tullio : Malifcalco l'u no,c i altro gouernator della ragga Imperiale, i quali commandano, che, p affato l'anno quartodecimo, non fi fiottoponga piu la giumenta allo Stallone ; percioche ne nafeerebbono in quella età me f colando fi , figli deboli , e piccioli , e di mantel riprouato , Delle giumente giouani* F v dal fbpradetto Marco Greco, e da un Tedefco dello fteffio nome conchiufio, che le giumente gionani non prima, che nc fiuoi anni della fina età ,fi fiottoponeffie ro a gli ftalloni. conci ofia che aitanti quefio tempo , e fendo effe piene di lujjuria, efocofe, per la finifurata loro caldeggia, e copia d’ bitmore concepifcono difficil- mcnte,e fmagrano , e fi diflruggono per l'amor fouerckio, mentre , douunque uan no,fieguonogli fialloni. C orregge nondimeno la natura l'arte, e la diligenza del- l'buomo;& fi ègiaprouato,cbe da' tre a' fiei anni fifa lor concepere. Et, percio- che determinano ifilofofi,che le f emine carnofie, e graffe per lo piu fiano indiffo- fte alla concctlione ; efftndo che il feme ffarfo in loro , in nudrìmento conuertefi: buona cofafa allontanar le giumente , c’bahbiano qualità cofì fatte , da' luoghi fertili, e graffi; e tentar di fmagrarle con l'effercitarle.Onde feguìrà,ch' elle nopo feiaper la careflia del cibo,etperlo travaglio, cotinuamente lor dato,men de fide rofie fiano. del coito.llchepcr confeguir piu ageuolmente,fioleano i coggoni antichi alle giumente trar fangue,per priuarle di tanta copia d’bumori.Ouefle,ridottc al numero di tre de cine, in una mandra fi collocheranno coligli ordini, di fbpra ricor dati da noi;& con lor, come habbiamgià detto ,fì meficoleranno due fialloni, che di dodici in dodici bore fi muteranno , e non di otto in otto.& in quefio modo fi farà buona monta, e fe ne acquifleranno ottimi poledri ; e tanto migliori , quanto piu effer citati alla montagli fialloni faranno. Errano affai coloro, che fogli ono con quaranta giumente mefcolar due foli fialloni, e con lor lafciarli dimorare un dì b intero ; io L I B ^ 0 intero ;ufi indo poi trafiuragìne nel mondarli, nel pafcerli , nel ricrearli , egouer- narli,comefi deue.Jfe marauiglìa è poi, fe,cofi facendo , di qual fi uoglia gran tragga pochi poledrì buoni ejfi traggono . Tenga adunque molta cura chiunque di far bella ragga defidera di hauer giumente, e ftalloni attiffmi alla gener ado- ne, e concettione;& indi ingouernarli,& ufar li temperatamente, non mancando lor di quanto neceffario fi Jìimaalla lor conferuatione. Molto (tudio in ciò impie ganogli Spagnnoli;tra quali alcun non tien ragga,che non ne dia conto d Canai lieriffopra ciò ordinatile fi ammette o Stallone, o giumenta, che da cofloro prima appr oliata non fia;nefi da a per fona di ragga carico, che fedele, et intendente non fia giudicata. Quinci nafce,c hanno gli Spaglinoli eccellenti palafreni,e deflrieri, e per attendere alla militia,e per dar fi piacer e: fi come altrone , per la negligere ga,& qui maffimamente in Italia, pochi caitalli fono dipregio,e molti buoni per uetture, e per uilieffercitij . Et come effer può altrimenti ? poi che, fs alcuna uolta da buoni padri generano fi tristi figliuoli; quafi uecejjariamente fogliono na fcer triflidd trilli. Della monta a mano. D ve fu da noi fopr adette effer le maniere delle giumente; e due altresì dicia mo effer le maniere del coprirle: l’uria libera , di cui habbiam parlato a fojfic ten- ga; e l’altra manuale, o a mano, di cui bora decorreremo . Ter tanto amicr tir affi di ridur le giumente in una mandra , o cortil murato ; e quiuipoi intrometter lo /tallone, menato a man per lo capeggone fopranominato,& nel modo, che da noi fu già ricor dato. Et, come che fi foglia in quefla monta e legar e, e fcior le giumen te: per effer nondimeno in un fiiolto uie maggiore il diletto , che in un legato , io configlierei a Inficiarle libere , acciò che di lor ciafcuna a quello Nailon fi uniffe, che piu gli piaceffe.Et cofi fatto modo offertteraffì ,fin che le giumente fìan piene. Muuertifcafi appreffo, qual stallone con qual giumenta fi mefcoli,acciò che de’ fi gli poi nati fi cono fi ami padri, e fi uegga laperfettìone,o imperfettion loro, per fapere un’altra uolta tifarli, o Inficiarli. E fin buono ancora, fe della giumenta fin maggior lo flallone,al luogo del loro coito cauare il terreno tanto,ch’egli agiata mente poffa mcfcolarfi con lei.conciofia eh effe minor e, o maggiore è l’uno dell' al- tro,per lo fouerchio tr attaglio infiammafi il feme e fi debilita affai, e fiocca fpeffo tu nano, e fi tormentano gli animali. Et, poi che a’ bifogni bimani fon neceffarij cannili di diuerfe filature, guarder affi, che,effendo il padre principio, della genera tione,e la madre la materia concipiente, grandi, e ben formati fempre fiano i cor fieri, de filmati alle ragge:da’ quali, fecondo la minor e, o maggior fi atura delle giu mente, con lequali fi me fi oler anno, trarr ai corfieri,cauallottì,eginetti.doue che, pieci olì, e poco forti effondo gli pialloni, t generano figliuoli, uili, deboli, e piccioli , o nelle parti ff roport ionati x^ton dìfiruttion delle ragge, no qttialferuigio dell'hno mo V \ l M 0. il mo difficili d’ejfier domici poco nerbo, uitiofi,& focili a difconfertarfi,& appren dere ogni difetto. Del tempo della Monta. Var, che tengano alcuni San Giorgio per protettore, e padre de ■ Cauallieri; penfo io, per effer laftagion, nella qual come il fuo di folenne,attiJfima alla monta de ’ caualli, premio de Cauallieri . il che fi dimofira effimero ,per effer c in quel tempo il terren coperto d’ herbe, e difiori;e l’aria temperata , e foaiie . Dal gior- no adunque dedicalo a quefio Santo, fino al principio di Luglio potranfi accon ciamente a gli ftalloni fottopor le giumente ; feruate tuttauia le regole , egli au- uertrmentifdati da noi ; & hauuto a' luoghi meno è piu caldi ildeuuto rifietto.E ciò per le giumente piu uecchie s'intendade quali poi che fian pregne , s’allonta- neranno dalle piu giouani. Et a quefle fi concederà il congiugner fi al mafchio fi no all’ Ago fio: conciofia che l'ardor ne' corpi giouenili, per l' abondanga degli hit mori,e uigor degli [piriti, non fi frnorga coji ageuolmente. Biafimo il Inficiarle uni te tutte infieme in un luogo : & percioche le pregne, e piu uecchie riceuerebbono danno dall’ importunità degli [talloni ; & perche effi partirebbono affai, e fi difsec cherebbonc,e firuggerebbono per lo color dell’estate , e per lo fouerchio congin - gnimento.Totranfi adunque feparar le piene dalle non piene, e da’ mafchi ; e con- dur defiramente, & a poco a poco ne’ luoghi piani, & herbofi , non paludofi , & non ifpofli a rugiada, o da effa in qualche modo difefi : conciofia che le regioni ru- giadofe producono certa fpecie d’ herbe, che, mangiate dalle giumente, fan loro par torirf conciature. Ver che a gli efperti piacciono affai le alture, e le buffare difpiac ciono.lfie lodo , che ni fi Inficino igaragnoni.li quali benché poffiano impregnar- le non pregne; feguendo nondimeno le pregne fogliono farle firegnare:&, ( quel, che import a piu [mentre uogliono armar per porga , dan de calci alle madri , & uccidono i figli teneri loro nel uentr e, cagionando fi effo che producano parti im- perfetti. Oltra che nana fia la diligenga , fi e fa in procacciare eccellenti ftalloni , fe, non Scompagnando qnefti dalle giumente, auuenir può ageuolmente, che grani de al fin dell' anno fiauo de' mafchi itili, e imperfetti, gir chiunque ciò ammette , chiaramente dimofira amar piu il numero , che la bontà de' poledri. Hauuiperò chi tifa di non feparar e igaragnoni dalle giumente, piu per ignoranga , che per ra gione;e piu per commodo fuo, che per altro: poi che gli piace affai hauerli appref fio, per poter ne’ di fefliui de’ uicini luoghi andanti fenga tr attaglio; fengfhauer ri guardo agli fconci de’ poledri. li quali fe poi nafeono morti, o imperfetti ; ad ogni altro accidente, che a fe fi effi, ne danno la colpa.&,fe coftoro dicono tenerliui per guardar le giumente da' lupificioccamente fon bugiardi ,& ifeufano il loro com- tnodo:poi che alla lor difefa non questi, ma uagliono i nolenti cani , che per ciò la natura ci dona, apportano igaragnoni un' altra non lieue inccmmodita : & è, v - b z che ri L I B fi 0 eh e, per tener liui,è neceffario aggrandir la 'monta, onde anuien,che poi nell'amo fogliente non fono le giumente a tempo di mono coito, per non batter di già parto rito. Et, i fi vendo il parto in fiagion calda ecceffiuamente , epouere d' herbe , onde s'apparecchi il latte per lui^da quelle, che la madre allhor pafce,rifcaldafi,e cor rompefi il [angue : da che nafte pefjimo alimento a' figlinoli; & per confeguenga efsi riefeono piccioli, dèfettofhjparuti, e Jproportionati;neftiti dipelo duro, clan- gono' moftacci rugo fi, & borridi,percofii,et attapinati; come tutto di per ififie- riengafi uede. De cibi dello /follone. 'Pasca n si gli fi talloni di cibi , non contrari ’j alla lor natura, hauuto alief- fercitio , e fatica loro riguardo ; per la qual 'fifiefife fiate la lor robuftegga s inde- boli fee . Quindi fi da lor oda mangiare non fol biada , fieno, e paglia ; ma cece , e finita ; legumi , che augumentano il fieme , & han natura uentofa , & humida . le quai cofie ejfi mangierano agevolmente quando haueranfameffe altrimenti non noie fiero gufi ari e:&> s' egli auuefrà pure , ch'ejfi le aborri fc ano ,per defiderio di uerdura,o d'altro cibo loro ordinario , appongauifi piu che altrherbala Far- ragina ; eh' e di fofianga copiofa, temperata , e nutritiua . e [opra tutto tengafi lo ftallon mondo, eguardifi con diligenga da lordure , e brutture ; che lorfogliono arrecar molto danno . Del conferuar gli /folloni. G iv sta cofa è il premiar coloro , che meritano ; e quelli ffecialmente, eh ■e bene egiuflo premio ricercano . La onde, poi che uno ftallone, fatto padre di mal ti,& eccellenti poledri , haurà di ragpga il fio Signore arricchito ;per qual ca- gione, s'egli haurà feemato efiai di vigore, e di f unità , non fi deurà rifiorarlo , e tentar di conferuarlofi multa ì Ter che foggiacendo egli per natura nell'età gru ue,ad abondanga di bitmori , fi uferà quella purgatane uniuer fiale , eh' è di trar- glifi àngue dall' una e dall'altra parte del collo in convenevole quantità . il che fi vede dalla ritirata , che [annoi genitali nel luogo loro. Conquefio fio [angue rncfcolerai none i. farina Ub. 3 .[angue di drago lib. 3 .et boloarmenio lib. 1 .ridot to in pelile , con aceto forte lib. 3 . & farai un'empiafiro , con cui lo fiallone un- gerai dalla corona de' piedi intorno , afeendendo per le falle, & il petto, egiran do a filetti , e alle rene , & finalmente, eccetuata la tefia , e il collo , tutto il ri- manente del corpo da tutte le parti . il che fatto , con una tela doppia , e affai groffa lofafeierai, tutte le parti unte avvolgendo . Di quefio habito gli farai ufcir fuori le braccia , e gliele cucirai fi opra il gar refi e, per eh e non cada : tenen- dogliele alto e rileuato fòvea le fifi alle; ma in ogni altra parte bene affettato, e T I M 0. 15 gliele bagnerai ciafcun dì fino a quattro giorni continuamente di aceto , e Ufci- no tepido , quanto bajierà a mantenere humido il drappo , & a (chinar , che quello c 0 fi fatto fi rettolo non fi diffec chi .nel quale lo terrai incolto per alcun giorno , acciò raffrenigli bnmori , che per le fatiche durate hauean fatto corfo in quei luoghi . Et , conciofia che le membra per le paffute fatiche per molte uol te fi fmouono , e/i rijentonj , loderò , checofi unto , e impafiicciato per un me fe lo tenga in falla , finga che tu nel faccia uficir mai . Quitti lo farai gomma - re, e mondare, epafeer di quei cibi , che alla fila natura fi confaranno : procac- ciando , che alcuna uolta egli babbi da mangiar delle ciccrelle frefche,accioche piu tofìo s'ingrafìi . Et co fi , bagnandolo dotto in otto dì , come già fi è detto , con l'aceto, e lifeiuo tepido , lo ridarai al primiero efjer fitto , cioè fino , e finga difetto . Dopo la qual fatturagli leuerai quel panno , e l' empiafro ; & potrai canale urlo tailhora piaceuolmente : ado pr andò nondimeno , ch'egli fia ben go- mmato, e dagli f conci guardandolo . per cioche col temperato ef'ercitio fi con- ferite)' à,e fortificherà la uirtù digefiiua,ond'egli unirà fano, & affai, & alcuna fiata potrai italerti di lui. Della conferuation della razza . CN/a scono delle giumente pregne le [conciature le piu uolts 0 per la muta- tionde' uenti, 0 per la intemperie dell' aria, 0 per la complefjìon fredda della ma drc , 0 per fatica fmifiirata . Ter che auuertifcafii alla qualità del luogo , dotte habitano , d pafcoli , d uenti proprij di quella regione, & al ualor del Sole fo- ura quei paefi . Guardinfi da que' campi , da quelle ritte, 0 quei luoghi , otte na- feono Cofche , e Ferole cauallme . Di quefle i nouelli parti mangiando fi muoio- no , e muoiono altre fi neluentre alle madri i figli. Segno, che le giumente debba no partorire augi tempo è l'enfiamento della natura , e del fondamento ; tifando elle alhora di corcar fi , e leuarfi nel modo , che fi c or cario , e leuano quando fo- no addolorate per qualche doglia . Ter che le toccherai in quejìo tempo con la man fiotto al neutre, per ueder , fi la creatura fi mouerà : & Mentendola mouer fi , farà indicio , che fra poco ufeirà fuori imperfetta . ma ,fe non la fi mirai , mo uerfi , haurai ciò per indicìo , ch'ella dentro fia morta . La onde , accioche m prouegga , che con lei non fi muoia anco la madre , le appreficrai la fottoppofla beuanda . Trendi adunque d’ aglio -d' olino lire 3 .difucco di cipolla bianca , li- re 1 . di lifeiuo, lire 4. di latte di giumenta , d' afina, 0 buffala , lire 4. & , incor porate quefle cofe tutte infìeme adoprerai che beante filano dalla giumenta in- dtfpofta ; e ne mirai ri; far buono effetto . Et, dopo quefia pnrgatione, la profili mera 1 con quello , ch'io ti pongo qui fatto . Togli un bacino , & empilo di car- boni ac cefi , e ponuifopra onde 4. di Zolfo pefiato, onde 6. di fieno uecchio di bue , & una fcorcia , 0 ueUe di Serpe nera, fe fiapofiibilebauerneiet accommo- - 1 da 14 L 1 B K, 0 da il bacino con quefiìe cofepofilcui dentro fi opra le bragie [otto il mofiìaccio della giumenta yfi che il fumo, che n efce, gliele feri fica. AI a, j'e peramentnra non fipo teffe bavere il cuoio di ferpe detto , dopo la fopr anominata beuanda , le ne appre fiorai ira altra tale . Tiglia Succo di T itimaglio minore, oncie-p . adequa di fu- mo terre , onde 8. .Aceto fjuillitico onde 5 . E dalle a ber tutti quefii liquori , uniti inficine nella quantità montonata : che 0 col profumo , di cui già parlam- mo, 0 con quefiìa pedone facendole [premer fuori l’embrion morto , l’hauerai fial ua. Et conciofìa che natii poledrifogliono alcune mite diuenire affinatici, 0 bolfi ; & , non potendo la natura de' corpi loro , per la fouerchia humidità , ai - tarfi , e (cacciar e ilmale , auuien che fàcilmente perifeano : u forai quefto bel ri- medio,ridonato da donami .Apollonio, già maefiro di raggia di Carlo Magno. ' Prendi quella pelliccila , che nel lor nafeimento portano feco ipoledri, & alcu- ni chiamano Milga; e, dijfecatala , e ridetta in polue , danne a’ poledri di mino- re età di fici rnefi tanta , quanta può filar fopr a un denaio , in uno , 0 due forfi di latte.. Quefiìa medicina confumerà un certo pannicolo, che fi genera nello filoma co loro . Mettono molti medici antichi , e moderni per rimedio nero dell’ afma,& per cofia atta alla conferuatione della buona habitudine del polmone il polmon della uolpe , diffeccato nel forno, & mangiato , 0 beuuto in polue . Et, come che effi dicano ,giouar ciò agli huomini ; giudico nondimeno che gioucr ebbe af- fai anco a' bruti . Ma auuertifca quelli , alla cui diligenga farà commefiò ilgo- uerno delle rogge , di non far cauar fi àngue all’ animai, c’haurà prefa quefiìa poi ve ,fino al mefe di Mango, prima che fi mandino all'herba ; acciò che dopo là unì ver fai purgamento il particolar purifichi loro il fanguc,egl’ingrafifi,fienga cagio nar fuperflnità di hmori.Jgon biafino tuttauia la fagna di Maggio, per prohibir che gli immondi quali nanno aumentando, non calino alle parti inferiori: & pari mente quella del Settembre, per diucrtire,& diuietar quegli humori,che fofife co- minciato ad ine aminar fi allo ingiù . Ma fauelliamo bora di qualche rimedio at to afiegner quei dolori, che dal mangiar ferole, e cofiche fuol molefiar leginmen te . Dimoflra cotal loro infermità certa balordagine , certo fior dimento , certo furore , certa infiammatane , certa angofeia , che in lor fi uede . jL che fi ouuìe rà in quefiìa gufa . T rendi Radice d'imperatrice, ouer di Mortella, lib. 1 . Di Radano , lib. 1 . di Spi conardo lib. 3 . di Galangà , lib. 2 . di Cannella , onde 3 . ALcqv.a uite, onde 3 . Vino, onde 3 . Compofite qnefiìe cofie inferno le farai diffiec- car nelforno,eridurrailepoi in polue. Indi dar aine a bere alla giumenta in uin buono,con mele,onc. 1 .& oglio d’ olino, on. x . Quefiìa punganone fe nello Jpatio di ig.hcrc non farà effetto , morirà la giumenta fra quattro dì; fi come fente Marco Greco . Il che non nafeerà altronde , che da quesla canfa ; cioè che la malignità accidentale, da cui faranno filati efilinti , e difiìrutti i uitali fintiti ha- urà leuata alla medicina la forga . E guarderai di non 11 far cofi fatto rimedio in tempo, che la Luna crefca ; per cloche troppo è grande l’ impresone dell’ burnì T TQ I M Q. 15 da fua natura ne corpi bafii.fuor che fi lagiumentafcffe molto fanguigna,e grafi fa, 0 di cotale indifiofition fina tardi ti foffi accorto, ne' quai cafi , come uuol Galeno , per toglier l'auttcrità alla medicina , dee il medico abandonar l'infer- mo ; ogouernarlo alla riuerfa , per non affettar di dargli il rimedio dopo che fa rà morto . Medicina perla defloratione,o iluffo di fangue de’ poledri. Come che due fiano i moti ne ' corpi inferiori , cioè naturale , e uiolento : e e perciò il fluffo del fangue fia 0 naturale ,0 uiolento ; onde par che qucfio da quello meriti con par ti colar noce d'effer distinto . Fluffo nondimeno chiamano i-medici qualunque corfo di fangue fi caufa ne' corpi : cagioni fi per difiempera- rnento 0 di humori fanguigni , 0 di fiegmatici . Tati fcono ciò 1 corpi 0 per d ec- ce fino e ffercitio , 0 per malignità di aria , 0 perhauer beuute acque morte, e groffe , oper altra fi migliarne cofa . Quinci nafce l' indigefiione , e dall'indigc- ftione l'indigefia orina . Son diuerf ipronoflici di quefta indijpofition ne' pole- dri da quelli degli animali rationali . Conciofa che di fouerchio orina l'huo- mo , qualhora è da qtiefto male aggr aliato ; e fi giace fianco , e dimeffo : doue al poledro ucdi lafciare il cibo , & il bere , & diminuirglift il budello , e lui difj'ec- carfi, & debìlitarfi . Et, fi come i fegni di cotaleinfermità negli huomini,ene poledri fon differenti ; fono altre fi diuerfe le medicine , e i rimedi) . Gioua al- l’huomo il mutare aria; e a' poledri gioua il mangiar cefi uifeofe, e calde .-poi che in loro è gran f or ga , ri faldati che fìano,di ritenere, fi, ingrofjandolo , di fiemar quel cor fi . Ma , percioche uè un'altro appropriato rimedio , ho itolu- to porlo qui fitto. T ogli farina di faua,onc .4. farina di castagna, onc.-}. C oto guata onc , 3 . Pgfli à'oua cotte nell' aceto forte , quanto fia la terga parte d'un beccai corrimene : &, me folate tutte quefie cofe infieme , e difi emperat e porgi- le , a bere al cannilo , affannato dal fuddetto male. Co fi coreggefi la uento- ftà di quei frutti, e fi di faccia il morbo , medicandolo ,puofìi dire , con cofe contrarie a lui , fecondo i precetti di coloro , che dotamente n'han ragionato. Per fare allattar bene i poledri. . T^a s c e nel nero l' odio negli animali , anco delle cofe gicueuoli,e grate, dal- la fouerchia copia, che n'han talhora.La onde, bramando tanto, come naturai nit demento loro, il latte i piccioli parti,acciò che la molta ab ondarla non ne cagio ni in loro fastidio ; (il che fuole auuenir , quando le madri , 0 le balie afidi ne prò ducono ) a quefie fi le nera la copia del cibo, atto a conuertirfi in latte. ' Perche la fidando di parlar de gli huomini , come materia non neflra;e feguendo in dir de' canali i ; fi conduran da' luoghi humidi ,e pianile giumente agli afri , e mon- tani. 1 6 L I B If 0 •v tani.ne ’ quali afciugafì ne ’ poledri,che ni dimorano,? burnì dità copiofa , che in lo ro è per l’età; fi fortificano i nerui , e /e membra hor falendo , horfeendendo ; & per Lo moderato ef[ercitio,fi ane7gga.n0 alla digefiion fina, e perfetta , e per con- feguente il fangue,confumato il flemma, refla pia puro, e netto.Tfiafcono le inf&r , nata del capo,& quelle, che dal capo dipendono, da malignità d’aria , foggetto a impari humidi, e freddi, e grafi , onde c, eh e i paluflri luoghi fono naturalmente mal farli , e ifafiòfi fanijfmi , parche non habbiano acque morte uicine . Dall’ a ria dunque cefi fredda , & hrnnida deflafi in noi il catarro, e da quefio un'acuta febre ; la qual nelle f emine corrompendo ilfoucrchio latte, in oltre , accendendo le parti fpir itali, il dijfecca . La quale infermità fi difterite in loro dal batter de’ budelli, 0 mantici , che fi dicano dall’ allargar le najche , dal fiudor delle co - fide , e ne’ mafehi dal fiudor de i tefiicoli : dalpolfo ineguale , dalla fìccità della lingua , e dall'ardor delle t empie . a che fouuenirai con quefia potione. Tiglia Giuleppe molato on.z.Màna un terzo d’onc. Diamor on on. 1 .Quefle cofeben uni le con latte di giumenta , 0 a1 afina onc .4. daranfì a bere allo infermo , quantun- que ber non le uoglia . Indigli farai un cr fiero di acqua d’ Edera lambiccatala qual mirabilmente gioita alla infiammation delle occulte membra. Quefio gli ap pregierai con rifinimento fiottile, acciò che non fie nefanda fopra altro membro , che doue è Muffano ; poi che altrone bagnando, per la fina freddezza potrebbe nuocere. E di freddiffima qualità l’Edera: onde raccontano ifijìci , che i ferpenti nell' arder della fiate firicouerano preffo quefi'herba per rinfrefearfi . Sentono, come già sé detto, gran danno i poledri, quando troppo lungamente fiancano in luoghi molino corrono, e fatican troppo ne' piani findi fi raffreddano: da che fi de bilitano loro i nerui: 0 per altro accidente. .A che te opporrai, faccdo cofi.Bgtppre fio che tu uedrai il poledro, caccialo a cor fi per lungo fiatic;acciò che per tal mo- to ni dento ,per cui fi rifcalderan le membra fiirate defiandofi il [angue, e bollen do, loro dìa moto , e rifolua quell’ apprefo rigore. Ma percioche non s infiammino per cofi fatto trauaglio le membra già deboli, tifa pofeia la feguente untione. Togli .Altea, onc.4. Bòtiro, onc. Q Ciglio nocchio, onc. j . & fa con quefle cofe onger al poledro rifentito il colo fitto la gola , e la fiina . Trendipoi tre pietre urne, Raccendile in modo , che s'infochino tutte. indi, poficle in una caldaia fin •za altra cofa, profumagli col fumo iluentreper qualche fiatio di tempo. Bagna poi quelle pietre con uin perfetto, puro, e odorof t, a cricche il fumé , ch’indi nafee rà, afeenda a ciafcuna parte . Tofcia lo cno pri con ungraue, e caldo mantello, & alla fianga lo mena . Et in queflagu i fa fa cendo lo rifanerai in breue tempo. Rimedio con era i morii dell e ferpi. Sono i caualli,percioche nino no per lo piu alla campagna , affai efiofli alle ingiurie de' ferpenti : e fiecialmen te la primanera,nel qual tempo piu che in al- tro ? I M 0. *7 tro fi mandano a pafcer i’ herbe tenere, e frcfche;e le ferpi incominciano a rinuigo rire, per Inforca della Ragione. Ter eh e, qualunque uolta auuerrà che alcun ca~ ualiofia morfo, o punto da fer pente ; poi che minor danno perciò fentono i ca- nnili,foggiaccioìio minor pericolo che gli Immilli, per la lontananza del corpo, e del cuor loro dalla terra, e per la loro natura humida;piu fchiettamente procede rai nel curarli. Biaderai prima il luogo morficato,o punto dal ferpefndi lopercuo ter ai con un ferro, fimigliante alla lettera T ciafcun giorno due uolte . pofciagli ungerai la ferita con grafo di lupo quando ciò nongioui,ui adoprerai il feme , o il fucco del Cardamomo, fe quefl apianta fa uerde,col fucco del fanguine, o Cor doncello,e con quel del Sinape,ouer col fuo feme pefto, ottimamente, delquale im- mollerai una Jpugna,& bagnerai il luogo offefo,rafo,e punto che fa , come di fo- pra fi è detto. Et, fe non tr onerai l' herbe atte a tritar fi, piglierai il feme di tutti i fopr anominati Jemplici;di cui ne (premerai fucco. 0, pejli che gli haurai,li cuoce- rai con aglio uecchio,e lifeiuo di uìte,o falcio, che fa ben purgato.Ma, quando an cor quefto rimedio nongioui,ufaui il foco , e dallo al luogo oltraggiato dal ferpe: percioche in cotal maniera ouuìerai alla uiolema del ueneno,che per natura cor re ne gl' ingiuriati alle uifeer e, le membra interne te fpir itali infettar fiale ; & guarrirai il pat lente. c LI B R O SECONDO NEL QVAL SI SPIEGANO MOLTI RIMEDII per la, confermtìon de (Ramili . Gouerno particolar de Caualli. Ri mi era mente io configlio,che nella fi alla tu leghi ileo. Mallo con una cauegga diuifa in due parti, t una delle quali al- l'anello deflro , l'altro al manco della mangiatoia s’appenda. percioche,fe da un folo canto lo leghi, potrà , a quel polo uol- gend òfi, auue ggarl o a portar torta la tefta,& indurare, o in- tenerir troppo il collo inguifa,che malageuole , & imponibile anco fia renderglielo diritto .olir a che, concorrendo gli humori piu affai dallapar te affaticata, che dalla queta; può correr rifehio di apprender qualche mdifpo fi- ttone importante ;comc Lacerti, Strangoglioni, Capogatti,Capijìolichi,T iri,et al tre tali infermità, nafeenti dal concorfo d' humori. Lodo altre/i, che il luogodoué il cibo ricene,fia baffo, e profondo affai.-cociofia che da cotal difficultà,et inchinano ne a poco a poco inarcherà il collose col continuo e faticofo moto lo renderà for- te, & afcintto:& manicherà appref'o meglio la biada ;piu facile rendendola al- la digefione doue,fea ciò non fi mirerà, potrà il caualto apprendere uarie indi - fpofìtioni dipetto;come fon concorfi,difcorrenge,& alianti cuoruda che corrom pendofi alcun de’ membri principali, e ff>iritofi,potria l’indiniduo difciorfi. Vince mi ancora acciò ch’egli tenga fempre i piedi uguali ( per cicche da tale ugualità nafee la conferuatione,e giuftegga de "li homeri )che sii a con lepaflore,ecol trai nello. altr imeti correrà rifeo di sfilar fi, intr aprir fi, c fallar fi: effondo che il trainel lo è contrario a forte, et altre p affieni facili a nafeer dal frequente moto delle par ti pofieriori-fen za che la commodità de' legami no Inficia per la difficoltà del molto concorrer molto hiimore nelle parti anteriori . T engafi molto netta la pianga del Cannilo: e facciagli fi il letto di paglia, o di fieno tanto abondeuolmente , che egli ni fi attiiffi fino al ginocchio. Chiunque in ciò farà trafcnrato,oltra chefatto lor- do,fe norrà nettarlo, non potrà fe non difficilmente, per efferuifi incrofiato il lego ne'pelr.adoprerà ancora con la fua n egligenga,che il pelo fungerà ineguale, duro, &hirfiao;& molte infermità cattine gli annoieranno le gambe ; come fono hit- mori. V If I M 0. 1 9 mori,pufiule,f :lj!udle,rcsk'[hierdc, crcpacele, ór altre famigliami. Satio eh' ci fa- rà di ripefe, lo fireggierai , ór monderai ; facendolo prima paleggiar per falla due o tre fate ;acciò che il /angue, per lo forno ne' fnoi fonti, e uafi ridotto, s'mca mini a' luoghi uitalv.il qual moto dopo il sono fente anco Mrifiotile che fa buono. 1s[e poco gioita la f reggia , oltre al nettar le immonditie , anco a commouere il f angue ; il quale accio che per tal uiolento moto non corra troppo , bagnerai con acqua fredda l'eslremità del fuo corpo , & le gambe , la coda , i crini , e tappo; ma , bagnate tutte quefie parti , le afciugkerai pofeia bene ; acciò che quella firedegga , non penetri , onde s' indebolì fcano i nerui ,fi fecchi il [angue , ór na fcano capellctti , c galle . Sia il cibo del cauallo biada , auena,ffielta , e cofì fat- to . Tgpn gli appreferai ne gran cotto , ne farina col mele, ne germano con oglio , ne beueroni , brodame , od altre tai cofe : &gh apprejenterai dopo i fapradetti cibi conceffi la paglia , o'I fieno . Et farai le fopr adette cofe ben crinellare , ac- ciò che non tragga il cauallo danno dalla polite ; la qual /itole al didentro nuo- cer molto , fragrando ,Jc amando, opil andò , e rendendo bolfo il cauallo. da cui, quando è tale , non fi può trar l'utile che fi brama , riufeendo egli alle fatiche impotente: fi come i troppo graffi , e pieni , per l'inclination loro , c affiata da fouerchia btmidità , alle di [corrente ,&ai fi ufi delle parti baffie , a febri acu- te, ór altre fomiglianti indi (pofit ioni, fon mal atti a /bruirci. Del curare i caualli, Jl d vn qj e , come habbiam ueduto , conferita /’ animale il cibo moderato , e l'effercitio ; ór mantiene i corpi il fondamento di quelli , cioè i piedi , quando fi gouernano diligentemente . Il che in due maniere può far fi . Et prima facen- doli andar sferrati , quando ancor fonpoledri ; percioche lor gioita il trauagliar li ne' piani teneri, e molli , ne ui pon patir l' tigne , le quali augi per lo continuo lor moto ogni dì piu s'indurano . Voi ferrandoli , quando fi uede l'ugna ridotta a compiuta duregga , acciochepoffiano fenga lor danno c aminar per luoghi du- ri , e faffiofi . E ferrarli fi donerà non fenga diligente confideratione del piede , ri tirandolo piu che fi può alla forma rotonda , con l'efiremo di cotal rotondità ftret t o di uerga .Et, come che s'ufi da molti dì por fotto a' caualli ferri groffi, egre ui , ac cicche non premano ; a me piacer ia nondimeno , che ui fi metteffero lieui : conciofia , che il canal per tal leggieregga meno impedito è piu ageuole al mo- uerfi . Il che può ueder ciafcuno , ór effaminar ne' caualli Turchi , e Spagnuo- li ; che fon uelociffimi , e prefti nonper altro , che per la leggieregga de' ferri . Et neramente che fe alcuna co fa è per fe grette , fe ui aggi ugnerai altragraueg- ga apprejfo , affai piu grette la renderai : dotte che accompagnando con le lieui le lieui, leggieriffime le uedi rittfeire . E ciò anco tengono i Medici ; li quali nel cu vare i corpi incominciano da' medicamenti leggieri.Et co fi prima tentano di eftin io L I B Ti 0 guergli bumori preparati al moto , auanti che le membra infettino , con medici ne non troppo potenti , et in un tempo atto a tale effetto , & conueniente al bifo- gno de' corpi . Si come adunque l'arte baproueduto de' bagni agli huomini ; co fi la natura a' caualli e de' bagni , e dell' herbe tenere: & ,fi come i bagni le rnem bra lajfe confortano , diffeccano gli bumori , e jp ergono le fuperfluità ; cofi l'ber be tenere purificano il f angue , e nettano le parti del corpo da' noceuoli bumo- ri . Quindi fi dijfe efferefiata l'inuention de' bagni miracolofa ; & tanto mag- giormente , quanto cbcpoffiamo ufarli fecondo il uolere , e bifogno noftro . La onde nell'eftà tepide , nell'inuerno caldi , nella primauera , e nell'autunno quai li defideriamo fono adoperati da noi . Ma perciocbe ,fi come nella ragionato - leggaycofi nelle qualità,e natura de' corpi fon da noi differenti i caualli; ( concio fia che noi fi pafciamo di cibi cottile leggieri ;e di erudii egroffi il cali allo -.noi di- moriamo nelle flàge coperte, dou'effi babitano le aperte campagne: uefte l'huomo il panno, & gli altri drappi artificiofamente compofti;& al cauallo la natura di pelo denfoprouide ) non douremo in beneficio de' caualli ufar cofi i bagni , come a beneficio noftro gli ufiamo . Doue adunque noi adoperiamo i bagni tepidi, o caldi ; loderò , che fian condotti la fiate i caualli all' acque fredde , e correnti di flagni, o di fiumi : & quiui per mefbora fi facciano filar fino al ginocchio . per- ciocbe , cofi facendo , rimanderai all' in fu con la freddezza dell’ acquagli bumo ri, che alle parti baffe feendeuano . Oueflo JleJfo potrai far nel mar l'inuernata , per diffeccar le materie , che baueano incominciato nell’autunno a calare . oltra che in cafa potrai loro lauar le gambe dalle ginocchia ingiù con acqua fingente nella flagion della primauera, che è temperatale ribatte deliramente gli bumori, che s ’inuiano uerfo le parti baffe. L'autunno poi li latterai col uin tepido, nel qual tu habbia fatto bolir e alloro , rofelli , e cedri , cofe atte a confortarli molto . In coiai mo do adoprando confeguirai che non daran loro trauagliogaUe , cerei , e ri prenfioni baurà le gambe ferme, & afciutte,e l'ngne fode , cereali , e ferme , e fienga difetto . Ma, fi come in cofi fatta maniera fi conferuano i piedi a’ caual Ufi cofi fi monda loro il corpo con le medicine : non già con le tajfie, co' reubarba- ri , con le manne , o co' fil oppi d’infufioni di rofe, che fi porgono , a gli huomini } ma con l'berbc domestiche . Dìanfì adunque a' poledri le ferrugini; che dan loro gran nttdrimento , & affai giouano all' accrefcimento de' membri col loro fucco. Dianfi parimente a caualli magri, e fc armati : perciocbe rinfrefeano , & inbumi difeono lor le membra, le quali per carejlia d'bimore prima nonpoteano ben ue- Ftirfi di carne . Età ’ deflricri, che non ricercano tanta cura , & nondimeno ito - gliono effer riguardati, mettanfi dauanti l'inuernata i Lupini , il prato la prima- uera , la fiate le cicorce, <£r la gramigna l'autunno , annettendo nel cauar loro f angue quel che apprefjo fi dìmofirerà » Quando T IQ l M 0. ri Quando deefi indignare il Caualìo. Debbiamo in o%ni nofìra attione hauer riguardo a' tempi, concìofia che chiara co fa è le cofe inferiori effer gouernate dai corpi fu per lori , efpecialmen - te dalla Luna, alla cui humidità maligna par che'l tutto fia fottopojio. Quefia in iteriti otto giorni adempie il fuo cor fo, e due giorni e metto con ciafcun dei fo- gni dimora . Fedra fi adunque in quai giorni non fta buono attendere ad alcune operationi nelgouerno de i caualli. Guardifiper tanto il Manifcalco,o Caualle- ritpgo dal medicare apostema, tagliar polmoncclli, egarrefi , dar beuanda , fagnare, allacciar uene , dar fuoco , por freno, dare freni, dare folloni , cacciar poledri i giorni 3, 4, 5*9, 03 di Genagio ;ne i 13 , 17, e 19 di Febraio; ne * 1 3 , 1 5 , 1 6 d/ Mar 70 ; ne i 4>e 5 £ Aprile ;ne gli 8, e 14 di Maggio ; ne i 6, di Giugno ; ne i 1 <5 > e 1 9 di Luglio ; ne gli 8, e 16 di Agofto; neili,i),e 16, di Settembre ; nei 1 ? di Ottobre ; nei 15 , e 16 di Tflouembre ; ne finalmente i 6, e gli 8 ,di Deccmbre. Et ,perciocbe ciafcuno elemento partecipa della quarta parte dei iz fegni. ( Concio fa che ferite del foco bM.net e, il Leone, & il S agiti a rio, dell' aria i Geminila Libra, e b Aquario; dell' acqua il Cancro, lo Scorpione , & i Tefci ; e della terra il Toro, la Vergine , & il Capricorno ) & di quesìi fe- gni alcuni han delmafchile, cioè il Gemini, il Leone, la Vergine, & il Sagit- tario , tra i quali è folo infelice il fegno de' Gemini ; alcuni altri han del ferni- mle , come il Toro , il Cancro , & i Tefci; altri partecipano e del mafehile , e del f emanile, cioè b Ariete , l'Aquario , & il Capricorno : no tarai , che mentre la Luna è in Ariete, non fi dee medicare il capo, ejfendo l'Ariete foggetto alb- epilepfie,& ad altre indifipofitioni di tefla . E male altresì 'medicare il collo, of- fendo la Luna in T auro , per l’influenza del qual pianeta humidiffimo , e riempe rato fi uede ingroffarfi al cauallo il collo piu che altro membro. Fuggi di medi- car parimente il petto, trouandofì la Luna in Cancro ; per cieche queflo animale ha quella parte piu ffiatiofa per abondanga dì calore, e di flemma . Tip mediche rai le falle, ejfendo ella in Gemini : conciofia che alhorgli hnmori fi concentra- no in loro,& refijìouo al calore della fiate uicina . Quanto al cattar fangue att - uertiraì nella primauera , nel qual tempo è il fanone in moto ,fono i porri aper- ti,& è il canal pien di nudrimento per le herbe dìgran ficco che ei mangia albo ra,di trar fangue dalla uena del cello, da cui dipende buniuer fai purgatione. Lo flejfo farai nell' autunno, slagion dalla primauera poco diferente. Ma nell'Inuer no,cbe e' ftagion fecca , pungerai le cigno, Qr i fianchi, per ifuegliare il fangue. La fate poi, per fare alle con ottieni, cau fate dalla arfura della sragione, toccherai le parti eflreme,& eleuate de i luoghi , one quello humor fi rinchiude: tenendoti p ero a memoria di non forar la uena in tal tempo ne a M creilo , ne a Sauro , ne a S aginato, ne a Falbo , fe nonnehapìu che gran bifogno . conciofia chefeata- h tu trag ve fi fangue la fiate , per effer e efli pieni d' humor nero, e abbruciatolo trebbefi 22 L I B II 0 trebbefi in alcun dì loro eftinguere il calar naturale ; & in altri accender fi in gì tifa, che ne patirebbe col tempo il cauallo affai . Ma percioche s è detto , che il fangue fi caccia fuori con moto (Ir ano , e uiolento , non farà fuor di propofito , difegnare i luoghi anatomicamente,onde cattar fi delie. Defcrittione anatomica delle parti efterne , e interne de caualli . Qv at t ro fon le principali membra , o parti onde prende maggior gioua- mento il corpo : cioè il Cuor e, il Fegato , il delubro , & i Tefticoli . Seruono al cuor le arteriose tiene al Fegato , i nerui al delubro, e i uaji dello [ ferma a i Te fi coli . Delle parti , che da quefle dipendono , alcune fon per fe stoffe buone ; co me le offa, le cartilagini , e le membrane • altre riceuono efleriormente uirtù ; co me le reni , lo flomaco ,gli inteflini , le tiene , i mufcoli , i legamenti , la carne , i peli , le tigne , & fomiglianti,dette homeomere , channo origine dal delabro , dal Fegato , e dal Cuore, dal qual membro principali/] imo ha principio ciafcuno animale . Trotta fi in ogui corpo animato lo fpirito naturale ,il aitale, e l'anima le . Deriua il naturale dal Fegato , il uitale dal Cuore , & lo animale dal de- lubro. Sparge per tutto il corpo fenfibile il naturale le fue uirtù , conferuando le non pulfatili tiene in ottimo fato . Ffducefi nel Cuore il uitale ; & indi per tutto il corpo , peri' arterie fi ffande . S orge l' animale dal Cielabro , &per 10 corpo dijfondefr, e fi rinchiude ne' nerui . Dona, dimorando nel Cuore , aita il vitale a tutte le membra del corpo . Bende il naturale , che nel Fegato fede , 11 nutrimento perfetto . Caufa il moto , e il fentimento l'animale, che nel Ciela bro alberga . Dalla potenza del Fegato proviene la uirtù appetitiva ; per la qual fi raccoglie il nutrimento . Trouiene anco la ritentiva , che ritiene la bon- tà del cibo . Trouiene anco la digefiua , che nel ventricolo il macera, e lo ridu- ce ad alimento foflantiale . Trouiene appreffo l'effulfiua , che difcaccia fuori le fecciepcr via degli eferementi graffi , dell' orina , del fndore , della pituita grof- fa , e liquida , e del fuccidume . M acerafi in rno Iti modi il cibo, aitanti che fi ri- duca in nutrimento . conciofia che prima fi trita co i denti , e fi ammollifce con I'bumidità naturale , & con l'efleriore del liquor , chef bee , & col proprio de i cibi . Di f cefo poi nel ventricolo è cotto dabcalor del Fegato , aiutato dal cuore, e dalla milza: a cui cojì le arterie fouuengono,come i fuddetti membri allo fioma co , di ma ni era, che e fendo dalle arterie rifcaldata la milza, & ribaldando an- co il c, ore il diafragma, il cibo conueneuolmentc fi cuoce, & ffremefi in fucco , detto da Greci chilo . quefto agli inteftini s'inuiaper li condotti delle uene , ca- pillari,,? dar e. indi ricorre al fegato per una uenaflrettiffima, che da' ualenti Ma rìfcalchi dicefi Torta fede ; & , incontratofi con quel fucco uiepiu lo cuoce col fatior del calore agente , che ini fi riduce . Ma nota , che in tre maniere nafeo- nogli eferementi da ciò.cioèper ifchiuma , per crudità , & per imperfetta con- cettane : T Fv I M 0. 2 5 cottione : doue che dalla perfetta concol tione, & purificata digestione genera fi il fangue ; da cui fi fepara l’aquofità,e quel liquore naturale, che con la fiuagra- ucggafa penetrare il nudrimento per gli aluei delle reni ; &,conciofia che quel liquore è mefcolato con non fio che d' untuofo, porge a ’ rognoni pajfando alimento. Ouìui quell’ orofità unita con alquanto di (angue trafcorre fino agli intefiini,i quali rende ungendoli morbidi , & li nutrifce , quello humido difcacciando nella uefica che non naie a nutrire,& facendolo, couertito in orina,ufiir per la uerga. Et auuertifcafi , che il foprabondante della primiera digefìione dello stomaco fi jp urge partit amente per gli intefiini ; & trasformata in eficrementi grojfifc ac - ciafifuore : doue che quel che auanga della feconda , fi cuoce nelfegato,e fi di- filla in orina, le cui parti (fi umofe , non potendo indi ufcire, drittamente al fiele difcorrono ; & gli eficrementi ancor piu fiottili , come il (udore, e l’unticcio de’ corpi, infienfibilmcnte s'euacuano .mattai fenfibili le lordure de l’ orecchie , e del nafio s’intendono ; e nelle infienfibili fi comprendono le refiolutioni delle por- rofità,le corrottioni, le gonfi egge , le flegme , e per le apoftcme :& naficono da tutte quefte fiuper fluita l’ tigne, i peli della barbaci capelli ; fi come dalla perfet- ta cottura , e digefìione generafi il (angue : il quale , arrinato al fegato , nero ro cettacolo dell’humor fanguigno efleriore , indi trafcorre per un uafo priacìpalif- fimo , che dipende dal cuore , nelle altre uene ; e da quefle alle capillari, che nn- drifcono il corpo uniuerfalmente: il quale fi compone di quattro differenti, e dii fuguali humori,ma però nella potenza concordi , & conformi alle congingati- ni,& (imboli, come fi diffe . T affando adunque a maggior particolarità , dico , che l’inteftin fittile del cauallo , che riceue in fe l'acqua , è lungo dieci pafii ; ne ui fi troua ufcita , e difilla nella ueffica , come lambico : ma l’inteflin maggiore è lungo fei palmi , e duegroffo ; da che auuien, che’l cauallo non ha trippa, come il bue . picene il cibo quefio maggiore intefiino : & ha due parti, quafì due hoc che, per le quali prende ilpaflo e l’acqua diuerfamente ; non già tutta, per cioche la metà di lei ne apprende il primiero già mentouato . Chiamafi il b udelgroffo generalmente difiributore ; & da’ Malifcalchi è detto Maeflro di caf a. Ha egli nella pa rte inferiore una ufcita, che dalfondo fondamento fi nomina-, & per que fa il corpo fcarica,e recele fuperflmtà. Hauui un’altro budello di hinghcTga di un’ palmo e mego,rotondo a gui fa di pali a fil quale per foflanga della creatura ri tiene il principale, e primiero cibo : & dall’un de i lati fi appica al fegato, dall’ al tro attacafi alla milga ; per la cui calidità fi flrugge , e digerifce il cibo . è quc- sìo membro principaliffimo in tal maniera dalla natura comporlo per dar foitue- nimento al dijfetto de gli altri humori : lìquali fi come per lo (no calore tempera to foftien,nfcalda, e delle tiene. La tefìac a uri ofjò intero , in cui fi comprendono molte finestrelle, o buchi , compofiì di coticole , lequali aiutano le parti dauanti, e fon da molti dette uete- ratine pc trofie, cioè porro]} tà h umide, onde ifinapora il calore eftrìnfieco del delu- bro.Le auricolari fon due, per lo concauo delle quali fi trafmette al fienfio dell' udì to i filoni efìeriori.OueUe delle maficelle inferiori fon due, e fon piu dure dell altre due, fiat te per p otere opporfi alle difeefe del capo;e fon chiamate ganaf ci e,o mudi buie, dal tritare, e mafie are il cibo . Isella radice della lingua fono due offe duo lc,che fierwno alla rifipir adone . Ha il Cauallo ^o.dentiicioè i z. di fiotto i z.di (opra 1 2. mole , o denti molari fra di fiotto, e di fiopra , e'n oltre 4. %anne , 0 den ti canini, 0 ficaglionì . I miificoli fono j.& hanno origine dall a nuca del collo e terminano oue han principio le (palle . Indi fino all' dltegja della coda ha 24, offa ; 1 8 delle quali Spondili , e 6 fon chiamate paraggi , la doue fono i mantici; c dicefi in Latino Vettebnm dal uolgerfi , & altrimenti fida , per ci oche ni fi ge- nera lafdatica . Le cojle fon 26: 14 nere ,e 12 mendofie . L’offa della coda fon 1 6, il princìpal delle quali è chiamato cannello pofìremo , doue fono % porri, 0 fior ami; cioè 4. dall’ uno, e 4. dall' altro canto , & è ripofio fra Luna e l'altra parte della Carriuola,onà'è da Malif calchi nominata chiatte, Le maggiori offa di ciaficuna (falla fon due; & fon dette Arme auree. Due fono l’offa principali di ciafc una gamba dauanti . Ha il ginocchio cinque offa minute nelle quali il motf to caccia L tumore . Han le gambe nellaparte di dietro quatti offa, che fi cbid- mano fi ab oli. Ciaficuna paftora dauanti ne ha cinque. E tre , delle già dette cin- que maggiori, n'han le gambe dì dietro ;le quali dalla fiommità dell’anca incomin- ciano, cite è nominata Scia, & ar inailo fino a la congiuntura pofteriore del pie- de. L'offa di ciaficuna gr affolla fon due -, Et cinque fon Loffia di ciaficuna paflora didietro. Raccogli infieme questo numero , & ne trarrai la fiamma di 192. Tgon ha il cauallo, fi come il bue, offa minute nel doffio. Il chefie la natura per ri- medio de' gar refi, & altri mali, che in quei luoghi naficono : &, acciochepoteffih queflo animale fiar falda fiotto a' p e fife c egli duro,& horrido il doffio, & con liga menti incrocichiati,e congiunti atto a refiflere alle per coffe. Et, come che fiotto li- na ffiecie fola di quadrupedi alcuni comprendano i mulì,ì cannili , egli afini , ue- defi nondimeno tra le nature loro gran diuerfità . percioche ha Lafino freddo el cuoio, e la carne fid mulo ha la carne freddafin ciò partecipando della natura del padre, & il doffio di temperatura, e compleffìon caldarone ha il cauallo la carne caldififìma,da che auuien, ch’egli fia abondante,& uiuace di fpirito; & perciò ha freddo le parti eflreme.llche parimente auuerebbe nel mulo, fe,penetr andò a den- tro il calore agente, non rendeffie nella fiuper fide piu incarnatele tiene fioflantiali . Delle quai cofie dee hauer cognitione chiunque, è per fiar profieffione di curar con - ueneuolmente il canai de' firn morbi. Cinque adunque fon le membra principali ,e SECONDO;. z5 piu uìrtnofe del corpo, cioè il cidabro,il cuore, gli occhile g abc,e ì teflìcoli; e citi que altre fi fono 1 capiprincipalifìimi delle itene: tre de' quali e [cono dal uafo uni - uerfalifìnno del cuor e, e deriuano dall' aorta, eh' ini fi crea; e due dal fegato , che riceue mdrimento dal cuore . Da quefle due altre tiene dipendono : la prima delle quali nudrifce la Jpinal medolla di queflo animale , e fiendefi fino alla carrucaff al tra fino all'ultima parte della coda trafcorre : da cui , percioch' ella alimenta le parti piu uiliy piu auide}e piu frali del corpo,non fi tragge mai fangue ; & è ejfa per la fua uiltà appena conofciuta da’ Malifcalchi.ma l'altra,ch'è maggiorerò ben tagliar fi, per ofiare alle indift>ofitioni,cbe può generar la fuper finità :poi che quefia nutre gC intefiinifia ratta , la ueffica , & altre parti interne ; & dal fouer - chio bumor,cbe in quello uafo rifiede,ha origine una infermità, che da' profeffori di ciò fi chiama fi>urchia,cbe uuol dir fangue corrotto. Gli altri tre rami,cbe re- ?tano,& nella tefla rifondono , al cielabro porgono nutrimento ; dall' infett ione del quale fi caufano le difcefe,cbe Clamori fon nominate, i Capogatti,iTiri , i Vi- uoli;gÌi Strangoglioni,le cateratte, le oftalmie , & altre tale indiftofitioni ,pro ■* priediquell’bumido,e principaliffmo membro. Le altre due poi, che dal fegato na /cono, e dal polmone, nutrirono Le (palle, le cofcie,i teflicoli,& l' altre parti bafiè. et quindi fi generano i Vermine Tufiule,le Difc orrende, gli H umori, et altre cofi fatte corrottioni,& morbi putridi,uelenofi,e contagiofi.Tercioche da quella del polmone, per lo fuo ecceffiuo calore , il qual s'allarga per fomenimento del cuore , et per lo cotinno moto, nafte F Afma, le Febrilente,enÒ conof cinte; la corrottion delle membra uirtuofefia F tifi, onde pulfiuo,o bolfo è detto il cauallo:& generafi* percioche, douendo il polmone con la continua agitatione , conferuar fiefea , & prohibir, che non fi accenda la foftanga,che riceue il cuor e, & è da lui agli altri membri partecipata;mancando di cotal fuo ufficio, femedefimo confuma.Et dift fegià Arinotele , che non poffono rifpirar quegli animali , che di quefio membro fon priui. Le uene fofiantiali,che toccar e, o tagliar fi pomo per L' cuacuatione del fangue, fono 3 1. Et auuertifcafi, che dal fegato forge un braccio di uena , che fi diuide in 14. rami, primi de' quali fon quei due, che nel petto fi mofirano. Gli al- tri a' lati,& a' fianchi difeorrono. Trend corpo entrano,^ alle budella fi attac- cano.Due per lo collo caminano,& paffano dentro al capo. Le altre tre rimanen- ti fi riducono al cuore. Vna tira al polmone, & ui genera fumofità,& infiamma tione di fangue: onde poi nafte i Anticuore, la Febre peftilentia'e,e il Verme abo latiuo,oltra la Gotta, la quale, impedita la uirtù del cuore, uccide di fubito;& ol tra certa refiden^a,e fchinma , che nel bollor nafte per calore eccejjiuo , la qual fchiuma genera un Verme di cofi maligna, e fpauentofa qualità , che, toccando il cuore al cauallo,& inducendoui (pafimo incontanente l'uccide. Ter che, per qnan to habbiam ragionato de' benefici/ , e danni , cagionati dalle uene communi , & conofciute piu foflantiali delfegato,e di piu bumori ripiene, fi ucrrà a fapere , che efeono dalla tefia tre uene,fopra,e a dentro delle orecchie ripofie , lequali tagliar d fi fo- 2 • . -, s ■ . . . . • . Rimedi; contra la febre Immorale . T v deurai infagnar prima il cannilo per co fi fatta indijpofitione nella uena del capo , per laqual fi traggon fuori gli humori , che f affocar Jogliono la uirtù agente. Et , percioche in ciafeuna purgazione fi euacua in/ìeme col cattiuo qual che parte di buono , per mantenere il uigore all'h umido radicale , fia bene , che dopo l’infagna fi dia al patiente cofi fatta potione. Trendi adunque latte, 0 fie- ro di capra ; & impafiaui dentro della farina ,pofcia danne a bere al cannilo , 6 dopo due dì dalli il quarto dell' ottano del thu. Et fopra tutto ricordati, fe per auuentura ammala! fe nel fin del moto Lunare , di f argli odorare , aceto me- fcolato con nino , e ripofio in un uafo atto a ciòiconcio/ia che fuol confortare il uino il cielabro;trauagliato da febre;& l'aceto con la firn freddezza probi b ire l' effalationi fumofe. Indi per liberarlo del tutto dal morbo , farai cuocere in una caldaia , ripiena d'acqua un cagnolino d'otto , 0 di noue giorni: &, quando ite-, drai lafciarfi per tenerezza la carne dall' offa ,prefone il ficco ni porrai dentro Zucchero fino lib. 1 . Mei purgato lib. 3 . &■ ridotto il tutto inbeuanda,al canni- lo pigliar la farai; che di corto fia rifanato. Rimedio contra la febre fecca. Sogliono gbinfeflati da quefia febre tremare, il che porge fegno di corrot l'ione nelle membra fpiritofe , & interne . Ter far ceffare adunque cofi fatto tre more, far ai cuocer della crufca,cioè femola 0 caniglia quar. j .in una caldaia Jen %a acqua ; & quella ben calda , & in un facchetto ripofia , adatterai fopra le reni al cauallo infermo ; & , fe nel termine di due bore non cefferà quel tremore » S E' C 0 IsfiD 0. 3 3 ufi quefl’altro medicamento . Trendi Orgio ben netto ; Mefiti. 3 . & meffolo in un bacino unto di mele fa che’l mangi il canallo . Onero adopra quefi altro rimedio , prouato attijfmo , & ottimo . Togli una gallina , 0 un capon ben graffo ; e tutto il corpo ,fuor che la tefla batti con fottìi uerga . Tofcia lo cuo din una pignatta, fin che fi disfaccia ; & colatone il brodo per un fottìi drap- po , ui mefcola Zuchero , onc. 1 6. Gcngeuo onc. 1 . Garofani onc. 1 . Cinnamomo lib. 1. Ma ,fe non potrai far queslamedicina , per cicche alcuna delle dette co- feti manchi, prender ad fegati , e tuona delle tortucbe ;& nel forno ficcate- le , & col mele incorporate le darai al canallo , che il polmone gli netteranno . Et per tal medicamento certo è , che fe di poco patifce , guarrà : ma , effendo la fina indiffofitione inuecchiata ,farà meUìer , che tu pigli tre capponi; percioche già il morbo haurà non fol corrotta la canna , ma la foflanga anchora del fud- detto membro . Et , guarderai , ch’ei non mangi la notte , precedente al di ,nel qual uorrai dargli queflo rimedio. Totrai ben r fiorarlo, prefo che thaurà , con un beuerone, & {ferialmente la notte ; nella quale fogliano pren- der fiordo. ì morbi della tefla . Tgon biafmo adunque ibeueroni di acqua tepi- da , e di farina , 0 foglie di cauolo , di radici , e gramigna , 0 crufca ; & s'egli non mangierà ,gli apprefterai l' altro giorno . Eofh di uoua 1 o . Giulepperofa to onc. 4. Mcqua de Indiuia lib. 1 . Et cofi per cinque giorni farai . dopo iquali gli darai del brodo del capo di caftrato ben cotto, doue fiano fiate pofie lafagne, 0 uermicelli di crufca:onc.6 .Cuffia diligetemele collata onc.g. Se, dopo ciò, non prenderà cibo , & uedrai che aumenti in affanno , & nondimeno fra fei giorni non mora ; crederai , che egli guarirà ; percioche il polmone haurà in quello fifa ti 0 purgato . E lodafi molto quesla medicina da eccellenti maefiri . Rimedio al difTiuato , o febre rognonale. I l medie amento, che io porrò qui fiotto, èattiffimoa rifanar tutte le febri ; ma però gioita al diffiuato maffimamente . Togli per tanto Manna onc. 3. Giuleppe rofato onc.i, . Zucchero onc.z. Me qua ro fatarne. 5 .E tutte qucfleco fe infieme unirai , <& la mattina al cauallo le darai a bere , facendo ,prefe che egli le haurà, che per uentiquattrhore non mangi . Et non uedendone riufeirgio uamento nell'animale in termine di fett'hore , farai certo , che fra feti' altre morrà :poi che i termini decretorij , che ne gli huomini fono in giorni deslinti „ ne' caualli fi distinguono in bore . De Lumbrici . Nascono i uermì,chc diuorano i corpi morti, e corrotti degli animali, in loro di putref anione , e fi nutrirono , e uiuono d'efia . E dicono i medici, effere e atti 34 L I B Fi O attici, defiggerli i ficchi agri > & amari , [empiici mordaci , & acuti. Et non e dubbio , che , fe non fi rimedia a cotal morbo , nato da humori indige- ni interminabili , <& mal cotti , talhor quejl' animai , che urne , e fi mone , e fi pafce , e uà del continuo crefcendo , può cofi grande far fi , e uiolento , cheauen- tatofi al core , al polmone, al fegato , o ad altro fl> ir itofo membro , & quel per- cotendo con ffafvmo , uccider può ilpatiente. Et io per me credo, & meco fi con formano i fauij , che molte repentine morti quinci fian nate , e nafcano,le caufe delle quali a medici fono ignote . Soggiacendo adunque , come gli altri animali, parimente il caua'do a morbo fi perniciofo , qualkor nedrai,che ei fi mo rda il petto furiofamente , t'accerterai , che i lumbrici ne fon caufa . Et per tanto , fe non morrà fra tre bore, cercherai diguarrirlo con quefta beuanda. Trendi T erìaca onc. 3 .Fel di toro onc.i.Fel di cerno un quinto d’onc.Fel di cor no dra. 1 . Latte di donna , c'habbìa partorito mafchìo onc.q . Seme di Giufquia mo onc. 6. Succo dii Cicuta onc.i. Succo di T imp india lib.i . Incorpora tutte le dette cofe ; & , poi che le hauraifìemperate con acqua di cificrna le darai abe- te ai cauallo ; che in termine di due bore uedrai riufeirne effetto marauigliofo. Dell’Anticuore . E" fottopofto il tutto alla uecchicgga : & non fol quefìi corpi inferiori, ma gli dementi fi corrompono ancora , e fi logorano , parte peri ordinarie loro al- ter adoni , & parte per accidentali . Gli huomini neramente e di dentro , e di fuori patif cono .-per cicche il corpo tr attagliano febri , piaghe , tumori , & altri cofi fatti mali ; & la mente foglwno annoiar uarie maniere difrenefia . Ma tra i morbi del corpo non picciolo è l' anticuore ; da cui è moleftato il petto : ne con altro meglio fi rifana , che col rofmarìno ; ilquale ha proprietà , e uirtù di ren- der puro il / angue dì qucfto membro . Hauui un altra infermità , detta Lopd- lo , cioè difeorfo interno di humori uelenofi , e corrotti, ilqnal paffa a dentro per li tefticoli , e fi fiende per ogni parte del uent re ,fenga generai glandule , cheap parificano , cerne fuolfar C Muti cuor e : ilquale col fouerchio calor ne produce , & i di fece andò poi l'humìdo , eh ’ è in loro , le indura . Dà quello morbo origi- ne al tumore , cagionato dalle feccie putride dell' Morta, eh' è la uena principal , che nafee dal cuore , & a lui prefta parte dell'humìdità , che gli è neceflaria;qua lunque uolta fi diffecca : E dicefi Mantice, Mrpiceri, e Folli ; euafifi diffonden do il uafo , onde nafee , per tutto il corpo . Ha quesla indifpofitione il fuo na- feimento da foprabendanga di J, àngue ; che , nel cuore accefo , e corrotto ejfala , & affigge 1 corpi . Tsffè in buona parte caufii l'berba detta Galogna,che ha lic- itilo fio fncco, & fuole alla P^fl oppia aningiarfi . Gonfia cotal morbo il petto di fuori ; & , fpeJJ'e uolte al di dentro gonfiandolo , l' uccide , fenga che fi poffa gonofeer l’infermità , e tentar di rimediarui : fi come ufano anco di far quei tu- mori. SECONDO. mori , che ajjalgono le cloache de' corpi :i quali fe di dentro mole flati ne f ono , difficilmente ponno curar fi ; e facilmente , fe di fuori apparirono . Ora , fel ca ual farà pieno , e morbido , alianti ogni altra cofa infagnifi dalla uena del collo: ma , sei non farà molto graffo ,Jenga che gli fi punga la uena,radafi nella pari- te offiefa , e tagli fi quel tumore , e quella glandola , dando il fuoco a ciafcun de' lati , & nel luogo ammorbato , per oliare al concorfo degli hmnori . Indi, un- gendolo & mitigandolo con materie morbide , in pochi giorni lo ridurrai a fani tà . Quanto al Lopcllo , ilqual nelle parti inferiori de'teflicoli nafce , e del neu- tre per corrotion di fangue , tratto fuori delle fue uene da fouerchia flrettura di corde , e di cingie ; da che tutte quelle parte circomicine fentono danno : done- rai inf agnare il cauallo della piu uicina uena a quel luogo ; &,non potendo quel la trouare , della uena de' fianchi , o delle cofcie . Et euacnata per quefia uia la materia corrotta, rimediari ageuolmente a quel male con (empiafiro , c'hora ti moflro . Trendi Volo armenico incorporato , dopò ridotto in polite, con ficco di fempreuiua,Bic. i.edi cipolla bianca Eie. i . di Solatro Bìc.i. di aceto forte. Bic. i .Queflo medicamelo porr ai fopra il luogo enfiato . &, s'ejfo nongiouerà, uferai la fottoferitta untione . Togli Faua , cotta nell! acqua , laqual colata f incorpora con oglio di giglio , e di Camomilla ; e con aceto forte . E , fe per quefia untione ancora non cefferà il male , augi pur creficerà lafebre , piglierai fubito Seme di cardoncelli,Seme di cardoni , T iriaca , onc.<\ . Dificmpera que fle cofie con nino bianco, indi fa che il cauallo le bea , è la detta medicina fi nemica alle parti uelenofe , & corrotte , che , dalle parti di dentro all'efleriori cacciando ella il male , uiene a difeoprirti quella materia pefiifera raccolta in puflurle d'acqua marcia ; le quali tu forando con ferro acuto , e quell'acqua fuori tr agendone, doni la finità all'animale . Delle doglie. S v o l e il canai prouar certe doglie , epaffioni nell' intesi ino digiuno :& per la debolezza de’ fu ci budelli, oue gli eferementirifiedono éacofifatta indiffiofì- tione foggettopiu che tintigli altri animali; per la ficcità, che per lo fermaruifi degli eferementi, auuiene in loro : onde impedita la uirtù (finitrice, ne a fendo no al capo i uapori , & ageuolmente recano danno' alle parti , per le quali paf- fano cotai firmi , cagionando febri putride, e tormentofe , e talkor fi fatta- mente crefcendouì la ficcità, che il canal ne uiene a perire. Si ccnofce quefio mor bo in piu gui fe :perciochc fi genera da uentofità , dapicncgga, da freddura ca - finale , e dal riuolgimento de gl’ intefiini .Tificela maniera prima di cotale in- di(pò fitione dentro al neutre in due modi : cioè o per freddo d'acqua troppo fred da beuta , o perche gli eferementi diffeccatipin del douere ofiano al difcorfo del f orina: conciofia eh e picciolo ffiatio è tra il budello , che riceue e fi eferementi , e i & la 3<> r 1 E 0 ' ne fica , propio ricettacolo , e di ejjli orina . ISf n’ha dubbio , che, fi come è il calar lutale , è l'humìdo nutrii ino ; cofi il fi ecco , e’ l freddo qualità di diretto contrarie fon canfa all' animale di morte . Tu off la feconda di quefìe ìnd.ifp cfìtioni chiamare indigestione ;percioche nafee da fouerchio cibo , & per la foprabondan^a difficile ad effer digeflo . La onde , effendo impedita la uìrtù. naturale dalla fredderà , & imbecillità di quel membro ,fì che non può atten- dere alla àigeftione , produce fa fini , tormenti , e doglie eccefftue . E’ caufata l’ultima da conuerfione , o aggiramento deU’intefìino , il quale non s’euacuando in termine conueneuole ,per effer da natura molto delicato , e fattile, molto pa- ti fc e , & molto affanna l’animale ; & le piu mite cofi aframente , che gli da la morte . Quefla infermità , cagionata da uento, iui raccolto, è detta in greco Co lica : & delle fue qualità partecipa il dolore Iliaco , o del fianco . Conciofia che fon differenti folamente nella rìuolution del budello ; e nel rimanente conformi , precedendo ambedue da uentofìtà , da ficcità , e da freddo apprefo. Torge al- tresì pafjìone il morfo d'un uerme,che in quel luogo fi crea de gli humori cor- rotti. Chiamafi Stranguria,o Stranguiglia l’ultimo di quefli tormenti, eh’ è dar- gli a della ne fica per impotenza d'orma . & è non folo il cauallo , ma l’kuomo ancora da cotal morbo annoiato: ne’ quali raccogliendofi infìeme in effa uefiica le piu groffe e terrene partì ,le pietre producono, che tanti cruciati recano a' corpi . Generafitquefla nel cauallo , c’habbia un’herba mangiata , la qual ,fi come la manna , nafee di rugiada o d’aria piouuta . Ter che ricercando l’uno e l'altro di quefli morbi , che fa la natura eccitata ; flimafi buona co fa l’infagna mento de’ fianchi : come che non fi biafimi quel delle tempie, per la quale può trarfìi fuori l'effàlatione , e' l graffo uapore, mandato all’ infili da' ritenuti efcrc- menti . Indicio dellaprima indifofitione fia il mormorar de’ budelli , e lo fen- der fi che farà il cauallo , feffo leuandofi ,& co’ più peftando il terreno. Ma, poi che gli hauraì tratto fangue ,gli farai una foppofta con mele , oglio , e fiale : indi a ripofare il porrai in commodo letto , e caldo . Indicio deli’ altra forte di queflo male ti darà il ueder ,ch’ei torca la coda ,moflrì languidezza , e batta i polfi , come il canal dafebre aff, àlito . Tcrtanto , trattogli prima fangue dal le nafche, e dai fianchi , gli farai un cr filiere d’acqua di remola con dccottio- ne d’ ber badi muro ; & pofeia damigli a ber dd fiero di Capra con decottione di mercorella : facendolo poi paffegfiare , acciochepcr tal mouimento,& agita- tione fgombri quel freddore , che in quei luoghi s’ è pofto, e frema fuori ìhiimor cattino , rifuegliando il calor naturale . Et , conciofa che , fi come già se det- to da noi, diffcccandofì quella materia raccolta il corfo dell' orina impedifeej di che ferite il cauallo cofi acerbo tormento , che figitta in terra , e fi lena, come che tnttauia fcac ci gli eferementifuori : pure per fouuènire alla natura piu pron tamente lodo , che fi fa! affi prima ne’ fianchi , & indi nel doffo . E dopo queflo parmi, che gli giouerà affai ,fe , prefa una candela di cera fottìliffma , e lun- - ' S E C 0 Kf D U. 37 ■ga , & untala bene d’oglio ,dì pepe'ptfio , e digengeuo , glie la metter ai nel fo- ro della uerga . perciocbe cofi facendo fiaccherai, e romperai gli efcrementi , che impediuano il corfo all orina , & agevolmente lo renderai fi ano . Ora, perdo - che ffeffo avviene , che da cotal morbo fa l' animai tormentato per lo rivolgi- mento della uefjica, cioè perciocbe il meato , o il canal dell' orina ad altra parte, che al fuo naturai luogo fta volto ; fogliono i valenti malifcalcbi unger fi il brac do d'oglio , o d'altro lenitivo liquore , et cacciarlo nell'ufcita degli efcremen- ti al cavallo ; & ritrovata la uefjica mal concia , adattarla, e metterla nel fuo effer di prima. Onde toflo orinando guarrifce Comprendefi l’altra qualità di dolo re , quando il cavai fouente fi guarda i fianchi , i quali ei fi morderebbe , fe non glifi uietaffe , per l'eccefiiuo tormento , ch’egli vi fente, che fa , eh' egli fi fenda interra , e sbatta la tefia , finga arreflarfi mai , finche l' animai, generato in lui , non s’arrefta di molefiarlo . Trouafi a quefio morbo rimedio col trargli fan gue prima d'ogni altra cofa dalle uene delle tempie , o dal doffo , & mettendo- gli , come già detto habbiamo , dopo l’ infagnamento , il braccio nel corpo per ovviare a ' morfii dell' animai , ch'ivi è nato . Indi fi toglie acqua d'oliva, o di ra dice di yucche feluatiche; acqua di fumo terra ; & con quefie due acque me fio late ivfiemegli fi pone un criniere . dopo il qual gli fi apprefta la poticne , ch’io noterò . Viglia Tiriaca onc. 3 . Latte di afina onc. 5 . Zolfo pejto onc. 1 . Tfio ce mofeata un tergo d'onc. Lifciuo onc. 4. Ogliopig. 1 . Vnite tutte le fivddctte cofi infieme dararìfi a bere al cavallo , e gli apporterà giovamento . Vegnia- mo bora alla pafflcnc iliaca, della quale il malif calco fi accorge per la doglia che nel fondamento prova il cavallo . il qual , non potendo [premer fuori le fec- ■cic , gittafi a terra, fi dibatte tutto, flende la uerga in fuori , & orina poco > ■difficilmente, e affai ffiefìo. A qusfla infermità fi prouecle col trargli fangue de' fianchi, & col farlo andare per qualche J patio dipaffo lento ; con che gli fi prò - hibifee lo flenderfi . Vofiiagli adagierà i due co mmuni criftieri fatti con la de- cottion della remola,e dell’herba di muro.Indi ,per rifoluer quel freddo, che per la uentofità s era in quella parte cacciato, farai [caldure una mi fura di biada in una caldaia fingf acqua ; & cofi calda , e meffa in facchetti l' avvicinerai alle re ni dell'animale. Et,fepur ciò non gioverà a liberarlo dalla forga del male. Tre Aerai Aglipefii Capi i.Oglio comune. Vig.i.& .Acqua di mer cor ella , di radi ce d’indiuia.li. 1 .Et copofie tutte quefie cofi infieme gliele darai a bere per quat tro giorni cotinni;per lo quale intervallo fitol durar cotal morbo. Ifimecliafi in al tra gufa quefta indiffiofitione molto auuenetemente. Trèdi adunque T iriacafi na on. 1 . Aloe epatico onc. 1 . Et ridotto l'aloè in polve , & mefcolato con vino bianco , indi il tutto ridotto infieme farai bere al cavallo . E quefta medicina attìffima a àifiacciar tutti i dolori, & i vermi , & a rifolueregli hnmori indige fili , uelenofi , e corrotti . Conofcerai il colico dal gonfiar del cavallo, che non potr a mai. dar fuori dal fondamento il freddo concentrato . onde anco lo vedrai j8 L I B If 0 in terr a gittarfi, fidare, dimenarfi , fuor che quando fi appoggierà con ladina al terreno, eflarajji co' piedi all'aria riuolti . Tfiqfce nel cauallo quetta indifpo- fitione per ber, quando è caldo , oper mutare falla , o per bere acqua forca , e purgante , egrofj'a . Il rimedio è , dopo l'infagna delle nafche , e de' fianchila cendo alpatiente una foppofla, come l' altre dimoflrate da noi . Et prejè den- tro al pugno quefle materie, cioè. Mei commnne onc.z. Sale onc. i . Oglio com mime; dram.$. Caccierai il braccio in corpo al cauallo, quanto piu potrai,mon~ data prima la feccia ; & uilafcierai tutte quelle cofe . Et , quando ciò nongio uajj'e , Trcndcrai Mloe epatico onc. 3 . Oglio di noce onc. 1 . Oglio rofato onc. i . Oglio uiolato; lib.z.Et unite infteme , & mefcolate quefte cofe col nino , gli farai un criniere per lo qual fe fra quattr'hore no uedrai il caual migliorare , lo darai per morto in tre altre . Ora difendiamo alle ìndi fofitione, eh anno ori gine dalla tejla. Del Ciamorro* E il cielabro molto humido , e fredda parte ; da cui filila certo humore , che da' greci è detto catarro , come che cotal noce anco Italiana fi a fatta ; il- che unol dire appunto dijìillatione, & flufò di quefla parte ne' luoghi principa- li , e firitofi . È anco il cielabro la piu grane, e denfa parte de' corpi;&Jiiol mandar fuori la pituita . La quale infermità in due modi fi genera : cioè , 0 per calorfouerchio,che diffolua;o per troppa freddura, la qual le materie concentri; indi fenda alle parti inferiori , cacciata dalla fua granerà ; ^Apporta quefto morbo gran pericolo all'huomo : concio fia che , a poco a poco ilpolmon corrom- pendo , caufa la Ftìfi , indijpofition fetida , e naia da corrottione. per cicche di- battendofi del continuo il polmone , affalitoda cotal diftillattione fi allarga, e confnma ; & , per effere di natura (pugnofo , riceue tale himidità , che'l Ioga ra, c lo diflrugge. Ha quejìo morbo ancora i fuoi gradi. C onciofia che , di- fendendo egli nel nafo , dicefi grecamente regima; cioè diftillamento d'hu- mori corrotti , e difendenti dal cielabro per li fuoi colatoi, cioè per la bocca , e per lo nafo , per le orecchie , e per gli occhi . Difende anco abondcuolmente nel petto ;doue in 40 .giorni fi generali Empir na , & in altrettanti la E tifi, che dicemmo effer corrottion del polmone. Ji finita il Catarro in due modi; cioè confebre , & fetida febre . Quello , che finga fibre ci fopragiunge , moietta l'animale nel iierno , nella qual ftagione i humido e'I freddo affligge piu i corpi. L'altro neramente , che da fibre ita accompagnato, dettafi in tempo piu ca Ido. La tolfe all'uno e all'altro è commune . ma la fibre etica per catarro , nato da caldo ,fi crea ; fi come è la rottura delle uene , le quali molto pati fono per la fi c cita, cagionata da fouerchio calore, che impedifee la purgai ion della pitui- ta , dalla tojfe commoffa. li altra forte di catarro , che nafee da freddo , fi- lando SECONDO. 39 landò ab ond antemente , difcende alla canna , e quindi al polmone, il qual col [ho ueleno confuma. Comprende fi quefia indifpofìtione , eia Jua qualità dallo [pitto dell'animale mefcolato con fangue. a che talhor uolendo porger rimedio i medi- ci gioueni , e poco prattichi , e dotti , fi ben medicano gli ammalati , che facil- mente fi muoiono. Ma deuraffi auuertire , che, qualunque uolta uedrai ufcir di bocca il fangue uiuo allo'nfermo , con fino grane dolorerà chiaro indicio,che'l patiente haurà alcuna itena rotta ; non già corrotto il polmone , di che il petto non fente doglia.Quefioperò nel malfrefco intendo.-pcrcioche nel mal uecchionÒ può ufcir fangue puro fetida che non fia corrotto il polmone. Tertanto , ufcendo fangue, come chefpirìtofo,e uino,o copiofamete, o fcarfamete,per ordinato,e cir cular motto dalla bocca, fenzafebre , e doglia di petto ;flimer affi, che dal capo difenda : il qual membro non effendo a digerirlo bafieuole, lo caccia,come può, fuori per la uia della bocca, e del nafo . Buon adunque fia di curar la tefla ,edi fortificarla ; acciò che l'abondanza della corrottion , ch'ella manda fuori, non infetti le parti fané . Quefio fogliono fare alcuni con fioatti odori, e con cibi aro matici,e caldi: nondimeno percioche per la forza del uiolento loro uapore at- traggono molto, io lafcierei ; attendendo folo a confortar la tefla, & a prohibir l'aumento, e fluffo del catarro, il che fi fa col gargari fino di nino ; col qual gli hu mori fi fermano', fi dona al capo conforto, fi diffeccano le materie, eh e nella gola difeorrono, e firifaldano quelle piaghe, o ulcerationi, che per le impreffioni cor rotte ni fi fon generate. Lodo apprefjò i cibi groffi , cioè Farro, Fffo, Boragine, e Lattile a; le quai cofe ingroffano le matcrie,ondc poi lo [puto fi agcuola,&,pnr gando i corpi, li fanano . La onde pare a me , che molto errino i medici che l' ace to nell’ infialate diuietano,col quale, e col fale infieme fi cuocono l'herbe crude, e fi priuano delle lor qualità maligne terreflri ; oltra ch’ei difccca le materie , che nella gola fon distillate , & gioii a affai a tutte le fopr adette qualità di catarri : concio fia che l’agro per natura alla putrefattione è contrario , mitiga, e tempra [arder del J àngue , ofia alla fumofità della colera, & eftingue l'amarezza , che talhor in bocca fi fente per lo moto, e ribollimento di effa. Stimo il miglior rime dio a cotale indifpofitione il mangiar cofe frefche , e guardare la testa dall'bu- midità,e dal freddo . Conciofìa che cefi facendo fi troncherà Inforza a' uapo- ri , rimoffa la loro origine : et fi ofterà agli humori, per freddezza raccolti, che non s'incentrino ; onde anco cefferà per confeguenza la disìilatione . Sopra il tutto nondimeno mi piace , che' l delubro fi conforti ; e,traggendcfì da’Jeggi lo- ro gli humori facciati fi per lo nafo, e per la bocca dificendere . Ora, perche il ca- tini men dcll'huomo fia trauagliato da cotal morbo , la cagione , perche il canai lo non porta , come l'huomo , alta la tefla ; la cui altezza Per diritta uia manda quel fluffo ne' luoghi interni: oltra che fi come tiuole Mrifì otel e , fupera l'huo- mo ogni altro animale nella foflanga di quefio membro, et nella delicatezza de’ pannicoli , ou'egli fi chiude; li quali fogliono hauerei caualli uiepiu fodi , e piu 40 L I B If 0. grojjì , e più duri . Tolera quefl' animale il fumo uiolento , che per le mfchegli fi fa entrare , qualunque Molta è da tale infermità combattuto , per prouocar la dijìillatione , che per dritto uiaggio in lui dal cielabro al nafo difcorre . Là on- de fi ricerca dagli intendenti femprc il c anali o con le nafche aperte ; non tanto perche in lui fia per ciò bellegga maggiore , quanto perche rifpira più ageuoU mente, laqual rifpiratione quando ha impedita , tienfiper bolfo . concio fta che per tale intoppo per altra Jtrada uolgendofi la pituita , che dal fuo capo difcen- de , & per ciò la canna del polmone toccando , a poco a poco lo infetta . Bene adunque adoprerà quegli , che i fuoi dejlrieri cercherà di conferuar netti da co- iai purgamenti . i quali fon di tre maniere , e con tre nomi fi chiamano . Dicefi al primo Raffreddamento , al fecondo Ciamorro , e Difcefa al tergo. 'Noi di ciafcun di loro paratamente ragioneremo , i rimedij a lor contrari ’j infognando. Del raffreddamento. JyAFFR f. d d a s i il caualloper effere mutato di falla ; per effergli leuata la fella , quando è ben caldo ; & per darli a bere , e la prebenda quando ancora ei fida , & è tr attagliato per la fatica . Ter tutte quefte- caufe raffreddandogli il cielabro, & le parti , ch’euaporar fogliono , per li colatoi d’ejfo cielabro sìil la, e difende cer t' acqua indigefta, e putrida ; laqual con la fua amareggia il priua dell'appetito del cibo, e del bere ; & egli bagli occhi r off, e lagrimofi, flà col capo dimeffo , & fente nel riffirar dificultà molta . M. cotali indiffofi- tioni , procedenti da freddo , fi rimedierà con cura al freddo contraria . Tren di Dialtea onc.i. Oglio di Lauro un terg.d'onc. Butiro onc. i . Col butiro,e con la dialtea ugnerai di fotto alla nuccafno al confin della gola con circulargiro ; e porrai dell'oblio di Lauro negli orecchi a quefio animale.-tutto ciò facedo una uolta il giorno per quattro giorni . Et , quando non ti paia , che ciògioui , ufe rai il profumo , ch'io noterò . Togli dell'Incenfo , & delle penne dipalumbi ; e-r metti il tutto in un bacino pieno di bragie, annientandolo alle nari del raffred dato , acciò che il fumo , indi nafeente , afeenda all' infu ; tenendogli in quefio mego la tefia coperta trarrà cotal fumo . da fuoi ripofiigli copia grande di flemma. Ma ,fe quefio ancor riufeirà inutile ,adoprer ai un' altro più uiolen- to rimedio ;che fia tale . Tiglia Oglio di lauro un terg.d'onc.Euforbo un terg. d’onc. Elleboro bianco dram.z. Di ciafcuna delle dette cofe , ridotta in pol- ite , componi uno unguento ; del quale imbratterai , o immollerai due penne, lun ghepiù d' un palmo . Quefie cofi immollate metterai nelle nari al cauallo , & m gui fa le legherai , che ufeir fuori non poffanoper lo fpatio d' un' bora . Trar- ranno effe in cotal modo tutta quella freddegga rapprefa, onde ne guarnir à là ammalato. Del SECONDO. 41 Del Ciamorro . E' il Ciamorro altresì flemma , per freddo apprefo nella tejla moltiplicato , raccolto , e coagulato ; ma più grane ,più denfo ,edi più corpo dell’altro, di cui fin bora haabiam detto , drittamente fceade alla gola . Da quello effe ndo chiu- fo il Canal del cibo , aituien , che l'acqua , dal cannilo beuta , fpefiò per le nari efra fuori , non potendo pajfarpiù oltre , & inuiarjì al fuo luogo ; e feco tragga della pituita, ini f illata : la qual uedraidi color fìmile all' nona , & alla midol la . ‘Vero slarajfi il cannilo afflitto , e co' peli tutti rabbuffati ; & con gran pe na rifpirerà . ‘ Perche , nafcendo cotal fua infermità da materia humida , efred da iguarderailo dall'acqua fredda : e gliprouederai con beueronì di farina , & acqua rijcaldata ; & gli attaccherai al collo un facchetto , ouefia una mifnra di gran bollito, il cui fumo per memoragli entri fu per lo nafo . E ciò farai per due giorni . D opo i q unii s'ei non migliore rà,gli terrai legato al collo per quattro giorni un'altro facchetto ,picn di Vitalba peTia ,e delle fue foglie. Ma ,fe quefi’berba batter nonpotrai , uferai in fuo luogo la Sauinella . Et, non migliorando egli punto per quefi' altro rimedio , cofi fatta beuanda gli ap- presterai . Togli Gengeuo onc. 2 . Cinnamomo un terg. d'onc. Garofani un terg. d’onc . froce mofcata un terg. d'onc. Cardamomo un terg. d'onc. Spico nardo un terg.d’onc. Cimino un terg.d'onc. Galanga un terg.d'onc. Zafferano un quarto cT onc. Mei di gubeba un terg. d’onc. Rojfi d’uoua io. Van grattato Vani 2 . Ridotte tutte quefìecofe inpolue col uino le incorpora , e tepide dalle a bere al cauallo, facendolo fare attaccato per li denti , acciò cb'ei tenga la boc ca aperta ; & alzandogli il capo . Struggerà il gran calor di qttefo medica- mento quella freddezza , & r franerà indubitatamente il cauallo , Della difcefà. Simile al Ciamorro è la difcefa , cheferifce , e impiaga le parti della go- la angulari , & efireme, & nuoce molto al polmone . Quindi fi generano le Di fcorrenge , i Tumori , le Todagre , le Scalentie , & altre cofi fatte indfrpofitio ni . S'ingroffano al cauallo , annoiato da queflo male lefponde interne della go la ; cj- gli efce fuor per le nari abondeuolmente humor corrotto , indigefo , eui- toccato ; & fittole egli fmagrare afiai facilmente per lo poco cibo , che prende . Giona a cotal morbo il profumo di golfo pefio , & poflo fu carboni accejì , fi che il fumo gli entri nei nafo . ilqual rimedio uferai due uolte il giorno prima chepa- fca : poiché ogni cura uie più gioita ne' corpi digiuni , che ne' pieni di ci- bo . Votigli etiandio in bocca fin che tocchi la gola un neruo di bue unto di mele . Ma , feper ciò non migliorerà, gli farai due fontane fiotto l'orecchia con un ferro acuto , e infocato tra la carne, & il cuoio ; & metterai fopra effe due f piumac- 41 L I B 0 piumacci noli. Indi gli far ai uno ftrcttoio che gli copra la. fronte , e da ciafcun lato confini alla gola . & fi comporrà di Vece greca hb.i. Vece nau.ale onc. 8. Incenfo onc. z . Maslice onc. i . Mrmeniaco onc. i . Gallano onc. i . Ragia di pi- no onc.-\. T rementina ouc.-j. Incorporerai tutte quefte cofc in una pigliata con l'accimatora . Mpprefò gli farai un gargarifmo da cacciargli fu per le nari di Fichi feschi lib. i . V uapaffa onc. 6. Giuggiole onc. 6. Fen greco onc.g.Diadra ganti frigidi onc. 6. Ligoritia battuta onc. 3 . Mele onc. 6. Le fuddette cofei n- corporate bollirai inficine ; &,fattelepaJJarpoiperflamignacol Zafferano, da- mine ogni mattina al cannilo . Lodo parimente i mafie atortj di fico , pofii inba- fioncclli dentro allegarle : per cicche fpegne la dolcezza del fico ['amarezza, degli humori corrotti ; onde fi defia nel canal l'appetito . Co fi facendo ouuie- rai a molte infermità , che da tal corrcttione pon nafeere ; e fpecialmente alla Scalcnti a , che mici dire Mpofema , che nella gola fi genera per difeefa d'humo ri putridi , e nclcnofi ; per laquale non fol le rene della tcfla fi gonfiano , ma le capillari ancor della gola . onde il motto d'effa res ta impedito, l' animai non può aprir la bocca , ne può maflicar , ne inghiottire i cibi, per la pafìione , e diffi- cultà , che finite l'arteria afipera , che da' Greci è detta Trachea . M. che rime- diar puffi , traggendo fiangueal cannilo dalla parte del collo a quella impreffìo ne contraria . Indi , radendo illuogo dell'apostema , fi a buono con un rafoio leggiermente pungerla in molte parti , & quelle fregar con fiale minuto . Et, do po quefio fatto corfio lo J patio dì un bora , per ritrar le materie di fuori , dee tifar fi iffottofisrhto Cauterio. T rendi adunque Oglio di lauro un terg.d'onc. Diai tea un tcrg.d'onc. Cantaride poluereggiata dram.z. Toluere di Eleboro bianco dram. 1 . Vnifci quefte cofie infeme , & fanne uno unguento , con cui ugni la par te offefa ; tencndouene fopra per 24 bore . Voi con un coltei di canna radi quel luogo ; & due altre uolte nella mcdefima maniera adopra cotal rimedio. Et , fe per auuentiira quel maligno humore non fi fenderà, come fi uorrebbe , ufirai quefio empiaflro . Togli Sogna di porco battuto, Maluauifico, Branca orfina ; Et compofie in un quefle cofe ponle al luogo ammalato , che farai maturar la piatta . Tofcia il luogo dìhcatamente pugni col ferro % & metteui fopra dell'un guento uerde , che' l gu arrivai . Del Rolfo. E' negli huomini la E tifi curabile , quando fola è offefa la canna , ma non il polmone : ilqual s'c infettato non può in alcun modo guarrire . Diuidef quefla infermità , che nuoce al polmone , e alla canna , in M firn a , inFtifì , e in corrot - tione. L'Mfma annoia l'animale , quando non il polmone , ma è offefa la canna fola dalle diflillationi corrotte del capo. a chegiouano molto i medicamenti dot ci , nntuofì, epiaceuolì ,quali fono il Loe di Tino , e di Tolmon di Volpe ; la cui 43 polvere alla F ti fi no molto antica è parimente atto rimedio. Et allora io chiamo bolfo , o bolftuo il cavallo, quando egli ha offefo da corrosione il polmone , o la canna • alle quai parti nuoce la troppa tojje , che fa battere i fianchi al cavallo, egli rende il rifpirar malagevole. Fa per rifanarlo adunque meftieri aprirgli le nari , acciò che reffirar poffa : poi che cotalmorbo l’affanna per opilatione de pori, e de meati dell'affra arteria , turata oper fouerebia h umidità , cperfic- cità accidentale , che per mangiar cibo aridi , e poluerofi fi genera. Cureraf- fi, quando non fia molto antico , in cefi fatta guifa. Trcndi Oglio d’oliva , lib. i . Zucchero, lib. i .Melc,hb. i .Seme di finocchi lib.q . Succo di Salvia onc.i . Stempera quefie cofe co on. 5 .d’acqua rofata,e ponle a bollire fin che f cernivo un dito.Mettilepofcia per una notte al fcrcno -.indi dà cotal beuada in cotal modo pu rificataal cavallo oppreffo daqueflo morbo , il qual non habbiaprefo cibo già 24. kore.Et,fe non gli gioverà , crederai , che’l mal fia potente , & che la par- te Jbirituale incomincia a conomperfi per gli hitmori , che dal delubro fi diano: ilqualfia buona coffa curare. Tiglierai dunque un ferro tondo di buona quali- tà ; & con ejffo riffe aidato bene , & ac ceffo tutto paffer ai dal melo della fronte fino al capo ceno del cavallo tra cuoio , e pelle , tormentando infiememente per breve intervallo l’ojffo : & nel foro, fatto da cotal ferro , porrai due lunghe pen ne, unte del graffo dell’ utria : uffando quello rimedio due volte il giorno , il qual diffiderà il concorffo degli humori corrotti . Cibo del cavallo fia in tanto non altro che biada per nove dì e gli farai porre il freno ffubito c bavera mangiato: fi per che llrame non tocchi; fi perche , rodendo, e mafiicando la briglia , provo- chi quelle materie , che piu fàcili fono , e men graffe, ad uffeirper la bocca, e per lo foro , che fatto haurai . Et ,ffe il canai non uorrà mangiare , ti fia indicìo , che il delubro è cofi ingombro d'humori , che a’ medicamenti toglie la forza. La onde , difper andò della ffua fallite , il lafcierai in poter della forte . Muffe pur mangierà , prima che fia ben rifiutato , per apportare alla natura uigore,fi che al male prenaglia , quella beuandagli apprefterai . Togli Occhi, & interiora di T orno, Oglio di' Oliva, lib. 3 .e forfè fia di mandorlo migliore . Salpefto lib. 1 . Zucchero onc .4. Cinnamomo onc.g. T atte quefie cofe incorpora con Mele net- to^ purgato; onc.g. indi le difiempcra con acqua rofata , & a bollir le metti in uafo difiagno, 0 di uetro , ove fp urger ai feme di finocchio pesìo : & darai cotal potione all'infermo , eh e fia digiuno d’ un giorno. Et ,fe non fard effetto buono , quefl’ altra medicina metterai ad ordine. Trendi Giulcppe molato onc. 5 .Oglio dì oliva. onc. 4. le quai due cofe infieme diHempcratc molto gli giouer anno. di che tidaran fegno i dolori, & i torcimenti , che vedrai nel cauallo , nati dall’efful - fionche farà lunatura eccitata delle uelenofe, e corrotte materie. Et è co- tal rimedio atl iffimo a a affama qualità di bolfiuo : e tanto è migliore , quanto è già piu tempo composi 0, da cui le materie terre , chi fono in ejffo , fon purgate , e corrette. f i Della 44 L I B 0 Della Cateratta. D i c e s r, la Cateratta effer humìdità interpola, e indurata fra la crifiallo - ide, e la uirtù nifiua deli' occhio; ilquale impedimento toglie all'occhio la uìfla . I medici lalcuano agli hit omini, che ne fono afflitti, con la punta deliaco, po- fla da lati dell’occhio. Dipende quefto morbo dal capo, il qual fi dee prima d'o- gni altra cofa curare . Terche , (e il caualfia d'età di fette, o none anni , tiferai co fi fatto rimedio. Trend: Radice di Malua,lih. i . Mei rofato,lib.z. Zucche rofilib. i. Mercorella,onc.-q.0gho d’Oliua onc.^.Mcqua hb. 4. Ridotte in un le fudette cofeponle a bollire in uafo di rame , e lafcialeui, fin fcemino intorno a due dita. Indi per una notte al fereno le metti ; epofcia dalle al cannilo , di’ una notte digiuno, la metà fin l'hora della terga, e la metà alla fera : facendolo, do po pn fo quefio rimedio ,ftar fenga cibo fino al giorno fogliente ; nel qual gli da- rai d ue, 0 tre pugni di farina d’orgio,o gramigna . Tge men buona farà di que- lla un’altra beuanda, ch'io fot tofcr inerì) ,fe gli fia data nell' ifteffo modo che la fudetta. T ogli Trementina,onc. 1 .Mele,onc. 1 .Fen greco, onc. 1 . Caglio com- mune.onc.i.Fa che'l tutto bolla in una caldaia, d’acqua ripiena. &,raffredda- topoi che fi fia, fi argini della crufca, con le mani ben dimenata. Mettiui appref fo del Centorio ; & da le dette cofe tutte a bere al cannilo , che ne riufeirà otti- mo effetto. Del Tiro. Il Tiro è un riflrignimento de' nerui c'hanno origine nella tefia. e nafee dal raffreddamento, e dal rifcaldamento , e da fòprabondanga di fangue itti concor- fo. Dicono altri, che il dente maffellare nè caufa, quando è addogliato; &, che, effèndo ofièjo il neruo crinale , che dal capo per lo collo fi [fende, genera cofi fat- ta paffione. In fon mi a nè la tefia cagione, egli humori, che fi trappongono,to- gliono il mouerfi al collo. Onde il cauallo tien ferrata la bocca ; fagli occhi bie- chi, ne può quafi uedere , ritira il mofi ac ciò, allarga lecofcie di dietro ,firefiri- gne ne' fianchi, driggagli orecchi,& tiene tefa la coda.Ora,percioche quefia in difpcfitione najce dahumidità,e da freddegga, curerafficon fare un capefiro di fuoco ac cefo a quelle parti, otte s’acconcia la cauegga di cuoio ;<& col dargli un botton fu la fronte al Tappo, & in ciafcuna parte de' fianchi, et delle fialle.i quai l neghi punti che haurai co’ cauterij attuali fuddetti ,gli ugnerai con oglio di viola. In tanto per fottuenir meglio al cauallo,gli terrai fempre in bocca un legno ben unio di lardo di porco : pcrcioche non folo in quefio modo gli terrai aperta la boccata col continuo moto , eh' egli perciò farà,aiuterà i nerui allarifolutio ne . Indigli darai un beverone , e gli far ai crifiieri per tre dì con acqua di remo- SECONDO. 45 la , e d’oglio commime per deftar la natura ; tenendo F animale in luogo caldo , & al buio per 40 giorni : ch’ei guarnirà . Et quefla farà la cura, che s tiferà ne' cannili magri , e fcarnati . Ma ne’ grafi , epolpofi fa ben fatto prima infa- guarii nel collo fubito che apparirà in lor quefio morbo , 0 almen quando farà in aumento . Tofcia tagli fi il mof accio al cauallo,e trottato il neruo fi cani , e col rafoio fi tronchi ; ponendo ben mente , che altro che il trinai non fi tronchi , il quale ègroffo ; douegli altri , Micini a lui ,fon fiottili , e piccioli . In un’altro modo gli rimedierai , cioè tenendolo , come già s'è detto, in luogo caldo, & ofeuro , (blamente da unpicciol lume di lucerna allumato, il quale gli conforte- rà gli humettatoi degli occhi affai meglio, che quel di fpir aglio , 0 di balcon non farebbe. Et ,per guarrirlo , adoprerai quefio unguento. Tiglia Dialtea , onc. 4. Tulione, onc.q. Mgrippa, onc. 5 . Macedonica , onc. 3 . Butiro, onc. 6. Sugna d’orfo onc. z. Grafo d’Muoltoio onc. z. Oglio uecchio lib. 4. Cera bian ca onc. 4. Fanne compofitione , & ungi la defira parte del collo , & la (fina del la finifira fino alla coda . Voi lo copri d’un panno caldo , e bengreue fi che non cada . Vedrai per quell' ecceffiuo calore rifi oluerfi i nerui , e rifanarfi l’infermo . Ige biafmo, che in tanto tu gli ponga de' criflieri per cinque giorni , cì )e di ni- no , (F acqua bollita , d'acqua di maina, d’herba di muro , e di bie te colate infie- me, e pofie in un uafo nuouo,fian fatti . del liquor delle quali biete ne farai ogni matina tre libre , & altrettanta quantità la fera , accioche in detto (patio fi purghi . et , uo'endopoi n farlo , ni mefcolerai una libra e mega d'oglio comma ne . In quefio mego darai licite cibo , e poco al cannilo , percioche gli humori non crefcano : ma però del continuo farai che mafiichi bor biada,hor paglia, hor bifcottelli , hor fatta , & hor crafen , mefcolata con fieno greco , e di giorno , e di notte, finga che giamai ceffi . Concio fi a che fe talhora firimaneffe da ciò, chiederebbe fortemente la bocca , e patria perirne di fame. Et ,fe perauuen tura non potrà per la prauegga dell'indifofitione far fin.pre quefio, unga- glifila briglia di mele , e pongafigli in bocca ; percioche , mafticandola ,gitte- rà fuori il flcgma indigeno , da cui il moto di quel neruo è impedito , & il qual ritenendo fi potrebbe morire . Muuertafì tuttauia , che , battendo quefio mal dal dente maffellar dipendenza , non mangierà l'infermo per cinque giorni, tanta fia la doglia, che l’opprimerà . Ma,ceffando pofcia,e ficernando infu me il tormcto, comincierà a prender cibo, e di giorno in giorno andrà miglior andò. Sa rà di pericolo quefio morbo fino al quartodecimo di ; nel quale il uigor de' cor- pi , e la malignita di ciafcnna indiffiefitione combattono infieme. Se adunque non uerr ameno il cau allo infermo nel detto termine; e non fi aumenterà l'hu- mor coir otto, e pepi fiero , 0 non auuerrà altra cofa , chepojfa nuocergli : non dii biteraipiu di fila aita. & perciò le cure della tefìa hanno per quaranta gior- ni a durare. Del 4* L I B 0. Del Capo Gatto. E il Capo gatto parte, principio, e ffecie dell' Ep ile pfia.-ne in altro fon diffe- renti quejti due morbi, fenon cbe’l Capogatto perturbai l’Epilepfia annoia l'a- nimale col troppo bumido , che nafee da' fouerebi purgamenti del cielabro , e porge grauegga . La onde cade a terra per flap ore il trauagliato da cotal ma- le. Il qual fi genera ne' cannili per troppo humor e che nel capo dijlilla o natu- ralmente , oper rifirignergli il collo , o per eh' ci tenga la teff a baffo. , o per alcu- na per coffa, o per altro tale accidente. T'accorgerai di quefta infermità nel cannilo , quando gli uedr ai gonfio il capo , e ch'egli lo fcuota ; & habbia pari- mente gonfia Ingoia , egli occhi , & il mafìicar proni difficile . Ter rifanarlo adunque fin mefìier prima trargli fangue dalle cinghie , e dalle cofcie di dietro ; percioche , facendo cofi , dinertiraffi l’humore . Indi raderai il luogo ojfcfo , e col rafoio lo pungerai , che nufeiran fuori gli h umori corrotti . Tofcia freghe- rai quella parte col fiale , e l'ungerai poi con unguento cofi compofio . Togli Dialtea , onc. i. M grippa , onc. i . Macedonica , onc. i . Tulione onc. i . Rida ci in un quefìe cofe , e le fpargi fi opra tutta quella gonfiegga. Dopo questo prendi Oglio di Lauro, Sugna d’orfo, onc. i. Graffo di Melogna onc . i . Vitric- lo,Toluere di Cantaride un tergo d'onc.Conuerti il tutto in unguento, & ugni, come di fopra : tifando appreffo i beueroni , ch'io noterò , per dar uigore alla uir tu ifpultrice , gir per correggere il male . Fa dunque cuocer, fin che finn disfat ti, & in liquor ridotti, un capo , & un fegato di capo mafehio : e cotal liquore colatone , e purificato , pomi dentro gucchero fino, e acqua di Gramigna ; & fa il tutto difli llar per lambicco , per dar poi l'acqua , che tu ne trarrai , all'in- fermo ; il qual ne diuerrà fino . Totrai appreffo ufare un'altro rimedio: cioè, in fagliato c baierai il cauallo , nella piu carnofa e piana parte della pancia dar- gli un botton di fuoco: medicandolo poi con penne, unte d' oglio commune;eflreg ghianda, o fregando quel luogo conSauina,e Cenere, col uin bianco bollita- e per tre giorni una uolta il di virgolandogli il capo con le dette cofe ; &poi ba- gnandolo con Sauina, Cenere, & Mceto fino al fett imo giorno . T'fel qual lungo interiiallo s'ei non mangierà , non dubiterai per ciò di fia uita: ma ,fe non ber- rà fino al quartodecimo ,fi morrà indubitatamente. Del Lunatico. I l morbo della Luna è il medefìmo col caduco, con tEpilepfia, e col Regio ; & nafee da fouerebia hnmidità , la qual non può digerire il cicla bro,per natura htmidiffirno, e freddo, trappofiafra il craneo,e la dura madre. Comprendefi que fila infermità negli animali rationali dalla fpruma,ch'efce loro di bocca, qualhor ne fono infefiati, dal cader loro dalla debbolegga de' fenfi, dal balbettare , e fin copar SECONDO. 47 copar della lingua ; le quai cofe dati chiaro indirlo, quella parte effer grauemen teoffefa. Comprende/: ne’ caualli dal tener effi gli occhi aperti, e sbattuti, e dal non uedcr la uia • il che fi conofce , per cloche dan del capo ne ' muri, e fempre ruotano, come il molino . La nera cura dérationali è il dar fuoco alla comm fu racoronale. il chefacendo fi diseccano lehumidità fuperflue , e s' af cinga il de- lubro ,e fi libera da offefa cofi noceuole . Ma al cannilo gioua l'infagnia del Zuf- fo; & dopo quefia quella de ' fianchi, per diuertir la materia . Vuolfi altre fi por lo in luogo ofcuro , e fenga punto di luce , e lontan da' romori p& ini lafciarlo f il o: accio che'l delubro piu non s'alteri, e non fi turbi . Targati pofciaper l’in fagnia gli humor i , /limerò ben fatto il fargli nel mego della fronte un cauterio con un bottonetto di fuoco; ouer l'aprirgli fra l'un' occhio e l'altro la pelle, come della fronte fi diffe,e,fcoperto l'offo, deliramente raderlo con ferro a ciò atto fi- no al primo pannicolo, tanto di quell' o/fo in cerchio fuperficialmente togliendo, quanto apprenda un feudo & dopo ciò il medicarlo per quattro di con quefia lauanda. Togli adunque Sangue di Drago ridotto iupoluere un tergo d'onc. Mirra,un tergo d'onc. Ma/lice , un tergo d'onc. Ine enfio un tergo d'onc. Fa tut te quefle cofe bollir con nino, e del liquor la piaga tieni per lo detto/patio bagna ta.lndi gli fa un cauterio fopra la nuca , dall' una all' altra parte del lacerto fa- cendo paffare un laccioicheper cofi fatta diuerfione diurna /'ano il cauallo . il fine del Secondo libro » LIBRO TERZO NEL Q^V AL SI RAGIONA DELLA CHIRVRGIA, ET DE' SVOI EFFETTI. Ol ti a parlar della Chirurgia , e de’ firn effetti, fenga ornar di piu lungo proemio il libro , esaltando la fita dignità . ^Appar- tienfi a qitefia fcien ga maestria de ferri, gli unguenti, e le legature. Diuidonfi le piaghe in ulcere, & incifìoni. .A quelle la mondifi catio- ne ,& la confolidatione ; a quelle è necejfaria l'ajlerfione , e dijjeccatione. Di- uidonfi altre fi gli unguenti in mondificatiui , aslerfrui , e caustici . Sente il pri- mo alle ferite, il fecondo all’ ulcere, ir il tergo alle piaghe maninconiche corro fìue, e maligne . Ricerca fi nel curar tutti i detti morbi dottrina, efbericnga,& accurategga : e chiunque mancherà dell' una delle dette cofe , come che le altre pienamente poffegga , farà inutile, augi dannofo all'infermo. Ma difendiamo a' piu particolari delnofiro difcorfo. che habbiamfiuellato della Medicina curatiua, e prefer uà, e dell’anatomia; & babbi am dimofrii rimedi^, at- ri fanare il c auallo de' morbi interni ; entreremo bora a De gli Vnguenti. Sogliono gli animali, di ragion dotati, curar fi, come quei , che non fanno repentine, e uiolente mutationi,con unguenti, atti a nettar le piaghe, e con altri , che fin crefcer la carne, & con empiafri confolidatiui . Con le iftejfe cofe cure ranfìi i caualli ; cioè con poinere, empiafri, unguenti , e frettoi. Ma primiera- mente ingegneremo la compofìtione dell’unguento rofjo , buon generalmente per tutte le ferite , ir per le piaghe dclF tigne. Caffi quefto di Melejib. i . Incen- fo,onc. i . Maflice,onc. i .Mirra, onc. i .Verderame un tergo d' onc. Trementina, onc. 3 .Sangue di drago, on. g. si fempera ciafcuna di quefie cofe con aceto forte, on.g.indi fifa l' unguento, o di irò, o motte, come fi uuole,& porta il bifogno.Or fi dica del uerde,che fi compone di Oglio d'Oliiia, Sugna disfatta, Graffo di Bufolo, Trementina, Verde rame, .Alarne, Cera bianca, tutte unite ìnfeme, ir cotte fin che fan bene incorporate. Et rende cotale unguento nette le piaghe, (ir le con- forta mirabilmente ; e piu gioita all' ulcere propiamente, che alle ferite . For- T E ff Z 0. 49 muftì' unguento nero di Mele, Trementina , Verderame , Vetriolo {{ornano, F uligine di forno , temperate con l'aceto , epojie a bollire fin che ftano coagula te . Sarà queft'atto all' eflerftone della malignità della piaga , & far crefcer la pelle nelle piaghe cir ciliari , che difficilmente per tal cuffia guari f cono . Ter in- carnar poi l'ojfo , quando fia flato il cauallo o per coffa , o ferito , fi comporrà quesì altro di Oglio rofato , podomele, Sangue di drago , Jffiffo d'uouo , Ma- rni a ridotta inpoluere . Fan fi i caujìici , che fon cauteri f potentiali , di polite ; effi, come le conferue de' denti , potino conuertirfi in unguenti per le cofe ontuo- fe , che lì entrano . Ilche fi uede nell'unguento fatto del Dialgacitrino , e de' trochifci , o pilule di affo dili , de' qu ai non ragioneremo altrimenti , percioche molto per la loro mordacità non cipiaciono ; e tratteremo delìEgittiaco , mi- glior degli altri ; ilqual fi forma di Oglio rofato , Oglio d'oliua , Oglio di giglio, Cirafo , Mumia ridotta inpoluere ; sbattendo tutte quelle cofe infieme . & fi conforta molto la carne con quefto , anco negli huomini . De gli empiaftri . Co m f. che molti filano , e di uarie forti gli empiaftri ne' medicamenti degli huomini ; pure in tre fi riducono : cioè in Dìachilon , emptaftro ben conofciuto, ma non molto tifato per la gran calidità fua;in Triafarmaco nelle piaghe del corpo ; & in empialìro di Betonica per quelle del capo . Dinidonfi nella cura de’ caualli gli empiaftri in ifdogliatiui , e in Mollificatiui . Dimoftriamo bora , come lo Sdogliatiuo , fioueuole a'nerui fi forma : cioè di Gomma dragante , Tre mentina , Cera nuoua , Vece nana! e : accompagnando infieme tutte le dette co- fe . Ma il Mollificatilo fifa di Sugna di porco, Branca Orfina , Giffiquiamo , Biadici di Giglio , Cime d'ortiche ; cuocendo , e peftando infieme tutto ciò , & incorporando con fugna nocchia di porco , & oglio commnne . Blende quefto molle ogni apoftema , & Flemmone , fiapur duro quanto fi uoglia . il Mollifica tino poi per coftate , per Tolmoncelli , e Garrefi , componfi di Biadici di Coco- merine , Maina , Ortiche , Mercorella , benpefte , e incorporate infieme con fu gna di porco , e con trementina . Or parliamo de' bagni fdogliatiui , buoni e ne ceffarij a caualli . De bagni . E' molto cì piedi del cauallo utile il bagno , fatto di brenna bollita con fugna, e con acqua ; epofto fiotto la pianta del piede. E particolarmente gioua alle sbat titure , inchiodature, ammaccature, &preffure de' ferri: percioche il luogo offefo confola , & apre i porri , onde uficirpoffa la malignità de glihumori, infie me con tormento raccolti . Et, quando ciò non bafti , facciafi bollire orgio pefto g con *o L I B ^ 0 con nino , aceto , o graffo di porco , & fi metta fiotto la pi anta all' infermo . Et , fie quello anco riufcirà inutile , tolga fi ftercofrefco di porco , & facciafii bollir con aceto , c graffo di canali o ; indi pongaglifiì fiotto la pianta del piede . Fafifi bagno alle giunture ,a' nerui,allefpaUe , all’ anche, & ad ogni altro luogo muficu- lofio , bollendo duepegge di filato crudo di lino rogo con cenere proportionata- mente , & con acqua , fin che ficemi tre dita ; & col fopr adetto filato bagnando jfi effe uolteper tre giorni la parte off efia. Et quinci t'auuedrai , fie il male è nato da freddo , o da caldo : per cicche il freddo fi rifiolue con rimedi j caldi ; ma , ag- gingnendo freddo a freddo fi nuoce affai all' ammalato . perche dourafifi ameni - re a principi j , & alla caufia del morbo, accioche non fi medichi alla riuerfa. Formafi un'altro bagno per giunture , epernerui, con Affeugo , Bofìnarino , Salma , Maggiorana, Timo , Biadici di uiole , Scorga d'olmo. Tigne, jlglì . Leuerà quello ageuolmente la doglia , e conforterà i nerui , per le cofie odorofie , che a entrano . Del Verme. Generasi il mal F rancefie da corrottion d'humori ,pofìi tra cuoio , e pel- le . Infetta queflo le carni , corrompe il f angue, & contamina uiolentemente le parti fané : & fpecialmente affligge il piu deboi membro del corpo , fie non gli fi fa pronta oppofitione . Bende molto piu freddo il cielabro , eh' e i non è per nata ra ; onde nafeono le diflillationi , i fluffi , e i catarri , che al fin fine la Ftifì pro- ducono . Bfifcalda poi per contrario il fegato per natura pien di calore ; corrom pe l'offa ; e per lungo tempo crucia , e tormenta il corpo . .Addoglia fommame tele giunture , e le parti piumuficulofie : e più che gli humidi , e freddi , affligge quella , c'han fecca , e calda temperatura ; ne' quali fuol diffeccar quell'humidi - tà , che la natura nelle giunture trapone ,per ageuolar meglio il moto . E' adun- que quella infermità puflulofa , tumorofa , croftofa , & ulcero fa : & le doglie , che porge, hanno origine dal flegma putrefatto nelle concauità delle giunture ; e le gomme dalla manine onia . Cura fi negli huomini humidi co'pr ofmi,ne' tem perati con l'argento nino , e ne gli altri , che non han fi corrotto il fiangue , col legno d'india . Et quell’ultimo medicamentopare a me che piu debba ufiarfi, quando il mal declina , che quando crefice ; e piu nell e puflnle , che nelle doglie , e gomme . Tge mi difpiace ancora , che fi curi con l'argento uiuo la ficabbia: ef- fondo l'origine d'effa , della Lepra , e del mal Fr ance fe una medefima ; ma pren- dendo diuerfa qualità ciafcitno di quesli morbi dalla maggiore , e minor corrai - tione di fiangue : Et douepoi nell'effer humidi , corrotti , e contagiofi fon tra lor fimili . Tiìoffi adunque dire , quella infermità efifiere a tutti gli animali commu- ne . Et io neramente fimo fomigliantififimo il mal Francefie al Ferme del canni- lo ; neiquale egli è d'otto forti , c'hanno ilor nomi : cioè Ferme Corcamelo, La - gerofo , T E II Z 0. U gerofio , Canino , Mofcarolo , Bianco , Cori ac ciò , Scaglia , & jluuolatiuo • Quefli corrompono , e lacerano le carni ; nafiefieffò cotal morbo dalla ma- lignità del feme de ' genitori . il che ci fi manifefta non prima , cfo quando il fole dro Inficia d'allattare : nel qual tempo egli h umori proprij di quell' età, e la mu- tation de cibi generano facilmente ÌMuuolatiuo ; che dafiouerchio fiangue proce de , onde gli humori s'infiammano , e perciò fi corrompono : e tanto piu, fie trop- po faticato è ì animale . Ma generalmente dicefi effiere il Verme morbo pullulo fio , che fi alloga fra la carne e la pelle per tutto il corpo , & ha principio , e di- pendenza dalle uene della tefta , doue a guifia di fierpente fa capo. Ma ilCanino nafice detro alle cofcic,etper tutte loro fi ftendeyper linea delle uene diritta:&,fe la man nifi pone, fi tocca;&, aprendo la pelle, cacciali fuori . Fa , come l' anticuore , il Core aiuolo capo nel petto, oue diuenta il uermepoco maggiore dì un Lìmoncello,& nel quarto dì fa mia bocca ; indi fi? orge in uerfio la gola il fino tofico , e uerfio le gambe, aprendola altre bocche , ma rare , e tra lor lontane . Ha egli principio nel fegato; & è dall' Mnticucre molto diuerfo. Moflrafi il Lager ofio di color roJfo,e molle ;& , rotta la pelle , Jlilla marcia , e ueleno , e allarga la piaga . Forma il Mo fic aiuolo pufilule pie ciole, e fifieffe , fimil alle granella del miglio ; e fi) aride fi in tutto il corpo . il Bianco è duro , e di color bianco , & apre bocche affai per lo corpo . il Corbaccio poi fa nere le labra della piaga con molte pufilule, e bocche,et da colore alla carne , quale ella fiuole hauere , quando è pefila , e dirotta . Fi lo Scaglia quel nerme,ilqualfi dififie che morde al caual le uificere.Quefilo , beche fila uiuo,nÒ appar mai difuori;et è fi maligno, che talhor uccide col morfio. Comprendefi ÌMuuolatiuo dalla magreggga,ch' egli induce nell'animale . nel cui moftacciofa bocche,fii come anco nel capo,nellagola,e nel collo , e fioprai cordo ni delle uene ; traggendogli dagli occhi le lagrime , e dal naj o feccia, pituita , e flegmma , quafiì che fila raffreddato ; & ciaf cuna parte finalmente infettando , con laqual s'appoggi il cannilo , con maggiore , e piu pericolofa contagiane de gli altri . Là onde , percìoche uolaper tutto il corpo , chiamafi Muuolatiuo. Fi generai rimedio di cotale infermità ì infogna : con cui fi eccita il fiangue , che già ce quafiì fenga moto , & fichi uafi la total putrefattione . Deefiì quejìa euacua- tionefare di otto dì in otto dì per due fettimane nelle uene del collo . Tofciafac ciafene un'altra nelle uene de' fianchi ,& ferie cauino tre libre di fingile, o quan to comporterà la natura dell'animale . Et ,fe ciò non apporterà giouamento , aprafi uerfio il collo l'orecchia per lunghezza di mego palmo ;&fia fi profondo il taglio , ebepoffia entrami il ditogroffo .fcarnifipoi col cornetto , e ni fi met- ta radice del Semidente Canallino, e ni fi cucia, eh' egli indubitatamente ne guar rirà . Ma ,fe quindi ancora non ne uedejfi riufeir buono effetto , aprilo fopra le nari , e tranne fuori quei due cordoni ; indi ui dà il fuoco, & medica la piaga g i con 5» L 1 B Fg 0 con cera bianca, & oglio ài giglio caldo , fopramettcndoui un pinmaccìuolo di SI oppia, o di bambagia. & per ijpatio di ampie giorni curerai quefia ferita cofi; dopo i quali darai il fuoco a buchi , che fatti haurai, con un bolgonetto di rame, grojfo quanto è il dito maggiore ;& ugni quella parte con unguento fatto di Ver derame , vilume , Oglio commune ; il qual ribalderai , qualunque uolta uorrai tifarlo. Cofi curano queflo male i malifcalchi ualenii. Ma io, percioche fi gene- ra quefla mdifpofìtione da quell' animai, che uiue,e non fi può uccidere, che mag- gior putrefattion non fi caufì ; & la malignità de' uermi piu nel capo regna, che nel rimanente del corpo .-loderei, che fi tentajje di cacciamelo destramente fuori, e di liberar la parte , quando non fi poffa il tutto ; adoprando i fopradetti rime- dij, & curando, come se detto , pur che non fi tocchi la uena . & cofi gionerajji ad ogni qualità di cofi fatto morbo. Della Rogna. a s e f. da htrnor falfo la rogna piu che da corrotto; & è fede di Lcpra, anch'ella pufiulofa, (porca, contagiofa, & accompagnata dapizgzicore, opru- rito : concio fa che da foprabondanga di fangue dipende, e da humor falfo acce- fo , indigeno, e crudo , e (farge laperfona di minute granella . Faccia fi adun- que prima d'ogni altra cofa per l' animai, che ne patirà , un bagno di Ljjiuo, Sa- pone faracinefco : & fe ne bagni ben laperfona tutta al cauallo . Tofda i luo- ghi puSlnlofì fi medichino con mifiura di Oglio dolina Uh. j . Sugna neccbia di porco, che non fa falata, lib. i .Foglie di Titimaglio,onc.p. Foglie di Marubio. onc.p. Le quai cofe poi che / aran bollite, con l'aceto, e con talume le rajfredde rat: poi ne bagnerai quelle pus tu le con (pugna, o bambagia , o lino , immollatoui dentro, per tre giorni, ciafcnn giorno una uolta. Et, non fentendone aUeuiamen toil cauallo, lo infagnìeraì da ciafcuna banda del collo , fi che fene traggano tre , o quattro libre di fangue : nel che haurai rijpetto alla dth olezza , e ma- greTgga, onero alla pienezza , e fortezza fua . Daraiglì finalmente fui moslac ciò un bottoncino di fuoco dalla parte di dentro ; percioche alcune granella ini riposte ne confinerai, le quali Jono atte a nutrire, & aumentar fi maligna cor- rottone. Indi, e "nettato t'animale, aiuterai la natura con l' unguento, che qui no- terò ; il qual diffeccherà agenolmcnte queU’himor per uer fo ffparfo fra la pelle , eS il cuoio. Togli Oglio commune, Fronde di cimbale. Zolfo pefto, Succo di far delle, ac c onde in barilo, Latte di Capra. Metti quefle cofe a bollire, & formane unguento, con cui ugnerai la fc abbia due uolte il giorno al cauallo, e fi rifanerà . Vii altro unguento ancora, che alla rogna gì ou a , fìa quefio. Viglia Oglio com mure. Zolfo, Aceto forte, Sale,F uligine di camino, Sugna di porco non falata. Fa delle ( 'addette cofe infìeme compofle unguento; & col modo dichiarato di fo pra ugnine i luoghi offefi , i quali prima haurai bagnati con liffiuo , & pofeia T E Z 0. 55 , bene afciugati ; con cui trarrai di fuori gli hnmori , & poi col dimofiro unguen- to li diseccherai. Della Fittola. Cogliono i medi ci, che qualunque ferita non fi cura in 40. giorni , riefea incurabile , efijìolare : concio fia chef profonda dimo do, che impedifee alla pur gatione la uia; onde, putr e facendo fi, & infettando fi i luoghi funi fiillano inter- namente nella lorfuperficie unhumor liquido, cotto, e chiaro, e uelenofo:da che generafi la FiJtola,che occupa appunto i luoghi angulari, principalijjìmì, e dili- cati ; fi come la Cancrena nella gamba mufculofa, e fecca fi auuenta ; & la Lupa nella cofcia fuccofa, e carnofa. Ts[e ’ cannili fuolqueflo morbonafeer uicino al- P tigne, & fu la coronella del piede ,0 per puntura disine, che nel maggio fi fian ficcate nelle piante de’ piedi, 0 da crcppaccie non ben curate . Pfimediafii a cofi grane indijpofi tiene con cofi fatto empiaHro. T ogli Trementina di pino negro , onc. 4. Cera nuoua , Trementina fina , onc. 4. Mele , onc. 3 . Socrotio , un quarto d' onc. Oglio rofato. onc. 1 . Bolli le dette cofe in una pignatta , & fanne uno empiafiro. iìqual disìefo in un panno bianco di lino fchietto porrai tre mi- te il cì fopra il male , poi che con un ferro di fuoco tihaurai frutta fopra mi- dolla di uacca . & cofi ne trarrai fuor la materia , & potrai pofeia curar quel luogo. Del Canchero. L' vlc ere altre fi Cancrene diuentano,fe non fon curate con debito modo. E generalmente quefi a indijfcfi tiene pericolofa; e fp edulmente, fe afialta parte cartilaginofa : doue tanto può il male, quanto comporta la debolegpga del mem- bro cb’eipojfa. Tl afe e il Canchero à caualli uicino a' piedi oper funghi , 0 per chiouardi mal ri fanati, 0 per fai fi quarti non ben curati , oper grattar la piaga col dente, il qual facilmente incancheri fee ogni ferita, e piaga,che tocca.Or,per guarrir l' ammalato, circonda il luogo propinquo al male con un botton di fuoco. Indi prepara quefto unguento. Trendi Ogho rofato.onc.i. Sugna di uolpejib. 1 Sugna digallma,o di occa,lib. 1 .Mrfenico ridotto in poluere un tergo d'on.Et co quefta copofitione bagna ou' è ’l male due uolte il dì perifbatio di quattro giorni. Tofcia bagna con lauatoio,compoflo di Biffino forte bollito, & Sdlume di rocca per none giorni tre uolte il giorno la piaga. La quale efisndopoi migliorata , fa da te medicata, fin che fi faldi, con unguento roffo. Et , quando con tal rimedio non guarr fica b ammorbato , tieni per incurabile la fua infermità. 54 L I B IQ 0 De Porri. Hanno i Torridi Vedìcelli origine da humìdità , piu , e men conofma , e falfa,chefìftende,e fermafi nelle parti ejìrme : dotte per cioclje non può la na- tura rettificarli, pende a corrottane. Mayfecotai Tedicela procedono da in - fiammatione, producono un uermicciuol nella piaga. Cura/i queflo morbo difre- fco con Tepepeftojil qual morde feng/attrattione,e diffecca. Jfe fi dee fourafta re a rimediargli ; conciofia che ne incancberifce ; come anco il Torro: quantun- que il Torro nafca di humor putrido , & indigeno . Quando adunque non uenga in luogo neruofo, fi circonderà , per guarrirlo , le parti a quell' offe fa ideino col fuoco , con cui la piaga fi toccherà . Indi s empierà il buco di folimato , & il luo- go ojfefo s unirà con benda di tela. Cedrai fra quattro dì ufeirne la radice fuori, o tutta, o la maggior parte d'effa.Et,Jeufcirà tutta, medicherai la piaga con cal- ce uergine,e fi bene lafafcierai,che’l caual nonpoffa co' denti grattarla/}, altri- menti poco,o nulla gli giouerai: fi percioche egli interromperebbe la cura grat- tandofi; e fi etiandio, percioche il mal potrebbe caufar maggiore : fi come già fi diffe del Canchero. Ala,fe haurà l'animale il Torro nelle coronelle de' piedi , o ne'cannuoh delle gambe, faraffi un foro nel mego del Torro, e ui fi porrà per una uolta Tolue di Dialgar, ouero ^Affieni co roffò ; ugnendofi pojcia con oglio com- mune, nel qual prima fia fiata bollita l'herba, detta Tadre,e figliuolo . Et fi fre- quenterà co fi fatta cura per none giorni: percioche guarr irai il pati ente. Giona apprejfoil detto rimedio a dolcime, & aTolmoncelli. De gli humori, Rette, eCrepaccie. Come che gli H umori , le Creppaccie , e le Biette fiano una co fa ifleffa , & habbiano una medefìma origine, hanperò narij nomi fecondo le impreffioni, e la uecchiegga loro. TsJafcono ne ' cannili gli humori anco per caufa eftrinfeca, cioè per le brutture , che ini fi dijfeccano, &, ulcerando la pelle, generano piaghe fe tide,e corro fine. La onde offendo tormentato il cauallo da cotal morbo , il quale fpecialmente ri fede ne' luoghi articulari, e nernofì,fuol mangiar poco, e per do glia tener i piedi alti. E' attiffimo rimedio fargli un lauatoio di malli a,& acqua bollita una uolta il giorno alla parte offefa,& legarlo poi con un panno bianco . Indi tiferai la remola afeiuttaper otto di ciaficun giorno una uolta ; e terrai l'a- nimale in luogo mondo, & afeiutto . Quanto alle Refi e , primieramente rade- rai il luogo ammorbato con un rafoio leggieriffimamente . Tofcia ui terrai per tre di legata, Jènga mai slegarla, una cotica di lardo, nell' aceto bollita; & do- po queflo fpatio lo medicherai con cofi fatto unguento. Trendi Lardo uecchio dif quagliato, onc.^.Lit argino poli-ter igato, un tergo d'onc. Verderame, onc. z . Mafiici, T E K Z 0. v Mafli ce, onc. 3. F uligine di camino. onc. 6. Difiempera queste cote con latte di capra, & ungi una nolta il di con cota le unguento la parte ojfefa. Sono le Crep- paccie quelle fijfure, che fi fan tra L'ugna, e la coronella ; & naf cono d’humor Jèc co, interno, maninconico, e corrotto, e da caufa eJìrinfeca,cioé da lordura, disec- cata in quel luogo, fi comeauuien delle l\efte.Se tale infermità farà antica,auan ti che altro fe adopri,con un coltello accefo fi toccherà ; & col fuddetto ungiten to fi curerà. Cogliono alcuni, che, fe’l cauallo fi caualcherà fenga ferri, fia per ef falar quell' humor corrotto, e per facilmente guarnirne. Del Chiouardo. Generasi il Chiouardo fopra la coronella del piede tra il pelo , et ugna; & nafce fpeffe uolte per inchiodatura non ben curatalo perpercojfa di pietra;o per ghiaccio, 0 per altri co fi fatti accidenti: per li quali la coronella gonfiando fi per cotal putrefattione dentro, odi fuor, produce una radice molto profonda, che fa un capo firmile a quel d'm chiodo , onde il mal tragge il nome ; & induce fpafimo , e doglia grandiffvma.Et, poi che, come habbiamgià detto, cfteriormen te, e'nteriormente fuol nafcere ; fe uerrà al di dentro, leghi fi la uena al cauallo, & fi tagli pofcia col fuoco la parte infetta ; e difcoperta la profondità della pia ga,onde ifuapora quell' humor corrotto, pongala fi uno Stuiello,proportionato al l'alt egra del buco, quanto è larga la piaga, far fio di polite di folimato , odi quella di radice di Fergolafiro : ne poi fi tocchi per ueniìquattr'hore. Ma fra- dicato c baierai il male , curerailo per tre di con jlerco bimano ridotto in polue- re,fi come dell' altre cofe fi diffe che fifacefie: &, fe la piaga dimoftrerà qualche miglior amento, perdendo la malignità fua, accioche di carne buona fi uefta,s 'ti- ferà quefto unguento rofjo,che noi infogneremo. Tiglia Maftice poluerigata, onc.i.Tolue d'incenfo , onc.i.Mrmoniaco onc. 1. Mirra un tergo d' onc. Gabba- no onc. 1. Sangue di drago onc. 1 .Trementina onc .4. Verderame onc. t. Stem- pera co on.q.d’ aceto forte le dette cofe,e le fa iti una motta pignatta cuocer con mele, fin che diuenti rofj'o . & con cotale unguento una uoltaildì mediche- rai l'animale. Della Diffòlatura. Procede quefìo morbo da concorfo d'humori nelle parti bajfe , 0 per r ap- prendimento ,e Jbefio ancor per le inchiodature mal medicate , e non benguari- te;o per betta di legno , 0 di chiodo nel tuello del piede, 0 perprejfura di ferro , 0 per altre filmili caufe.F acciafì,per rimcdiarui,primieramentetrar fangue all' in fermo dalle parti rimote, per diuertir gli humori. Indi fi porrà fopra il male una remolata , che affienerà quella doglia ; e renderà molli l'ugne , per natura fec- y 6 L I B If 0 che ; <£r aprirà i porri , <& comincierà a rifioluer gli humori raccolti : efacciafi coiai rèmolata , acciò che pincioni , di crufca bollita in fi ugna onc. q.& infe- rni lidi piu uolte . Et , fe perciò non fi profitterà , fi tiferà un'altra remolata, compofia di Maina , Branca orfina, Fradice di Borace , Sugna di porco , onc. 4. Crufca ; E cotta col nino : mettendo quella compofìtion fopra il male piu calda, che potrà [offerir fi ,per quattro di nel modo che s'è dimostro . Et fife rìufcirà vano anco quefta, ne farai un'altra di Mceto forte. Orgia ftampato. Sugna di forco, Oglio commune, onc. 4. Sterco di porco, Mfifengo pefio, le quaì cofe bol- lirai rnfieme , & pofaa lo porrai molto caldo fopra 1 folcii de' piedi: e ciò fin chefia del tutto eftinto il dolore. Et ,accioche i ugna rinafca, fi fard il fot tojcritto unguento. Trendi ^Accto forte, lib. 3 . Sale, onc. 4. Tolue di foglie di barbafchi, onc. 4. E uligine diforno,onc. 3 . V etriolo Romano, onc. z. Galle poluerigate,onc. 3 .Tolue di Mortella onc. 1 . Bollite infieme quefte cofe ne farai unguento. & quefio rifcaldato co l'aceto adatterai al luogo dijfolatc caldijfimo , mutandolo di due giorni in due giorni :& appreffo latterai il luogo due uolte il di con aceto forte ben caldo , dopo che'l cannilo haurà cominciato a fojìenerfi ne' piedi . Del fallo quarto. iLfalfo quarto emorbè dell' ugna, e guarrir fi difficile, percioche befferemo coti mio fa l'apertura piu ampia. Jfiafce dal ferrar fretti i caualli,per batter forte co' piedi fu cofe dure, & per fe echeggia dell' ugna : E tanto meglio, e tanto peggio fi cura, quanto piu , e meno acccfiafi alla carne , & al pelo . Bfirnediauifi ado- pr arido , che l’ugna uecchia fi Placchi , e nafea la nuoua . il che [fi fa con dare un colpo di fuoco frali pelo e l'ugna fi che n appaia tanto del coler di cera,quato importa un marro,o fchiena di coltello. Et dee fi dare appreffo fu la paflora della parte offefaper linea diametrale un'altro botton di fuoco di forma Lunata, quan tofiia un dito piu alto del fai fio quarto , oprando , che dimostri la carne anco in queft' altra impresone color di cera. T orraipofeia chiaro d' none fr e fiche sbat tuto bene , nu. 7. Incenfo fottilmente polnerigato un terzo d onc. Calce itergi ne mpolite fiottile un tergo d' onc. Tolue di mafilice , paffata per feta un tergo d’onc. Verderame fottilmente poluerigato, un tergo d'onc. Sai pefio minutamela te un tergo d'onc. Quefte tutte materie incorpora co'fuddeti chiari, fi chefe ne faccia quafì una falfa uifcofia.Indi immolla ben molta fi oppia in cotal compofi- tione , & ne inuolgi al canai la man diligentemente . Tofcia metti fopra quel piumacciuolo una fetta di fi 'ugna di porco , graffa un buon dito , e larga quanto efifo piumacciuolo; mettendouene uri altra fi larga fiotto la mano; e legando il tilt to con una benda largbififima , e lunga , acciò che'l medicamento non cada . e Hr ignita, e cucila, per che non fi J leghi . Etincofifatto modo fafeiatofifla- T E V 2 o; 17 rà per 1 8 giorni il c anali o . Toi fi medicherà un altra uolta , come già s'è det- to: & indi lo fcioglicrà , e frollerai , che tra il pelo e l'ugna ingiù per un ditto farà il morbo difcefo informa d’un cerchio . ftlhora fi deurà ferrarlo col fer- ro, che' mali f calchi chiamano Chiancafano;e così anderà , fin ch'il cerchio det to farà armato all' infenfibile , e morto ; che potrai in quel tempo ferrarlo co' ferri ordinari j . Medicafi ancora il quarto , poi che è giunto a tal parte -, per fortificar l'ugna , con quefio unguento . Viglia Mele , pig. z. Trementina , onc.6. Galbano , onc. z. Maftice , onc. 3 . ^Armonico , onc. z. Inccnfo , onc. 4. Mirra, onc. z. Lardo ,lib.1 . Oglio commune, lib.S. Bolli quefle cofe tutte con quattro ferpi nere col neutre bianco , & con tre ramarri , & con due cagnoli di f ette giorni , fin che il tutto fa ridotto in acqua , laqual metti al fereno. To- fcia togli di quel liquor graffo , che haurà fatto cotal compofitìone , & col fitd- detto oglio lo incorpora , ponendo in efjo liquore Sàgue di drago , un terg.à'onc. Seno di bue , 0 di capretto nero , lib. 4. aggiugniui Cera bianca onc.6. Fa che il tutto al feren fi unifica ,fi coaguli , & fi faccia in unguento ; col quale ugne- rai l'ugna , moleftata dal quarto , che in ifpatio di quattro mefi la uedrai rino- uata. Et non folo a ciò gioita così fatto rimedio ; ma a r apprendimenti, a cerchi , ad angue rofie ,& a ci afe un difetto di quella parte . De’ cerchi . Scend ono i cerchia' piedi, fi per fluffo dihumori , come per botte battu- te f opra la c or onci la, & per fiecchegga ancora dell’ ugna, che fi fa maggior e, qua do 1 caualli fanno fu tauolc fiecche . la onde , concentrata I'bumidità naturale per cotal ficcità ,fiuapora , e fiuaporàdo genera queflo circular morbo nell' ugna. Vfiafcono ancorai cerchi , s' il cauallo èrapprefio . Senga adunque che s'adopri qui fuoco , s'ufierà l'unguento fiuddetto : e fi farà , eh' ei tenga i piedi fu la creta , 0 fu l' arena frefica ;per le quai cofe carregge/i queU'humidità accidentale. Delle Rapprefe. Ha quefia indifbofiitionprefifo a molti un fiol nome , & io la diuido in tre con tre nomi .per cioche u'ha il concorfio , 0 pur dificorfo d'humori nelle parti bafife , che da fangue foprabondante fi genera : e u'ha la rapprefa , caufiata da eccejjìua fatica , e da indigeflion , che fuccedaper troppa biada . lequai difamenture prò ducono cerchi , & ini termina il male . la onde attender fi dee a curar l'ugna , & ad impedir , che non fi corrompa . Bgipprendefi parimente il cauallo per la prefifiura de' ferri , e della pianta , & per calcar fu pietre .perche dafebre è affa lito , fcuote 1 fianchi , impala le gambe , ha l' orecchie fredde , e non congiugne 1 piedi nel cambiare . Vrhna adunque ch'altro fi facciagli fi traggano tre libre h di 58 L I B 0 dì fingile , che'l concorfo degli humorì fi diuertirà; e per tre dì fi tenga digiuno. Indi prefo di quel fingile lib.i. toflo che gli è flato canato , e fierco di huomo onc. 5 .ft empori fi il tutto con ottimo nino, hoc. i . e cofucco di cipolla biancha,bicch. i. dia fi a bere all'infermo. Tofcia con due fafeie fi leghi Jòpra le tiene delle gi nocchia dauantì , e ni fi accommodino due piumacciuoli , che flringan forte. In- digli sincrètìno ben tutte le gambe , le fi alle , e i teflicoli con creta rifol uta in aceto forte ; e facciafi pajfeggiar digiorno , e di notte finga ripofo ; acciocbe il fingile in quelle parti raccolto non ni fi fermi, e non fi mortifichi . Et cosìgioue- raì alle rapprefe , oiiè il concorfo accoppiato. Mafie non ne uedrai buono effet- to , lana all' ammalato le gambe con lifeiuo tepido, e forte tre uolte il dì , e in- tagli il ripofire .Et, fi uorrà pnrgiacerfi ,faccìafi che fi giaccia non fu paglia, o fu fieno , mafopra pietre : e di mattina , e di fera fi gli apprefteranno criflieri con decottione di Malue , Herba di muro , onc. 1 6. Oglio commune . Tiace ad altri , che al cauallo rapprefo facciafi l’infagniade gli f contri in conueneuole quantità , e chef faccia carninar per tre bore in luoghi , oue non fian pietre, ma arena , o terreno , &gli fi bagnino di mattina e di fera le gambe con aceto for- te , bollito infieme con Malue , tenendolo per 40 bore digiuno , & facendo che flia dentro all'acqua corrente , fi uc n'haurà , fin che tremi ; e dopò per un'altra bora . Indi fi faccia ufeir fuori , e carninar per luoghi non pctrofi , come s'è det- to . Et , fi perciò non migliorerà , uogliono , che fi tenga fino al petto in acqua fredda,? fangofadaqual fiapiù gioucuole, fi ni faranno delle fanfiighè, che appiè cale alle gambe tirino quegli httmori aggregati, e ciò fi faccia di due in due bore fi di giorno, tome di notte fin quello [patio di mego facendolo per quattro dipaf- figgane , c non gli porgendo a mangiare ah ro , che crufia temperata , 0 radice di gramigna ci afe un giorno una uolta,fin che guarrifea . Ma, fi l'infermità dii vera fino al nono , manderafji almare , e fi fard , che ni Hia cinque dì contìnui dì filino . Ottimo remedìo è a ciò il traigli tanto fingile dalla parte oppofla al ma le, che fi uegga ufeir chiaro : come che , ritirando il cimallo un de' teflicoli com- prende fi effergli flato tratto [angue a baflanga ; & alhora fi dee flcior la corda , acciocbe piu non n'efca.Et , fi per auuentura fi dorrà d'ambe le braccia, lo infa - gntrai J blamente dal lato deflro del collo , onde fi purgano gli humorì grojfi,adu fli , e cattìui . e ciò fitto di fu bit agli ugnerai C tigne delle mani , 0 uttoì dir piedi anteriori con oglio commini tepido, lo farai paffeggiare fin che fia fatta cctal beuanda di Succo di cipolla 1 . Stereo di huomo , ficco , e poluerigato ong. 5 . 0 pur frefeo in maggior quantità .laquale , se' l cauallo haurà l' orecchie calde, con acqua frefcaflempereraì ; & per contrario, s'ei fiuterà fredde , con uinper fitto, e ripofta così fitta compofitione in un corno gli fi farà terre ; confider an- dò ben però prima la natura , il uìgore , la qualità , l'età , la uirtù , e la fiat ara dell'animale . Indi fi tenga per cinque bore digiuno . &-pci facciafi entrar fino al ginocchio nell'acqua di mar e, 0 , mancando di tal comodo , in qua! che fiume, 0 rufccilo ; T E K Z 0. <9 o rttfcello;& ui fi tega per un bora e mcga.Tof ciacco detto in flalla,fe uovrà cor carfi;facciaglifì un buÒ ietto di paglia, o di fieno ;nia,fe. fi ani pur dritto, faccia fi paleggiar c o nella fialla,o di fuori tentarne te:cocwfia cidi letto , e'I mt u-fieglia no il calor naturale, che dorme.Doppò t atte lequai cofe lodo lo frittolo, per ri- batter quegli b umori raccolti, copofio di Succo di Solato, V aio ar manco, Sale fi e perato co Faceto. Co cosi fatto liquore piacerebbero , cbe,doppò l'hauergli unte iugnc,come ho già detto, con Foglio, gli fi bagnafjtro ben Le gambenndi gli fi em piefje il eoe ano dclFugne di Sterco di porco,mijìo co aceto cauto, quanto può tole rarlo la mano ; & , non fi potendo batter di cotalefierco . Trendafi Orgia pe fio, Cenere, oCrufca. Voi gli fi fafeierà bene il piede con panno, o con cuoio. Mitiga coiai rimedio il dolore , per cui concorrono a luoghi offefi gli hurnori . & così fi farà , fin che ritorni fimo il cauallo . ilqualpofcia lafcierafi in quiete , ufando i ripercujfiui , e i bagninoli , e di unger Fugne con oglio covarmene , e tepi do fera , e mattina ; & mettendogli di quei crislieri un dì sì , e un cì nò , che fi mettono agli huomini. Guarrito pojcia ch'ei farà del tutto , daraigli modera- tamente della paglia , e della biada , perche fi rifaccia ; e de’ beveroni di Farina d’crgio,fe fia di fiate , o di primavera ; & , fe’l canal farà graffo , di farina di grano , e freddi nelle fuddette Stagioni : ma , fefia di nerno , o d’autunno , gli fi porger an tepidi . Ej fanato perfettamente che egli farà , gli darai la brenna cot ta a mangiare : & il fncco d'effa , eh' è riftoratiiio , efrefco,gli darai freddo a bere. Gioita il rimedio narrato alle rapprese , che prontamente , e nell' appa- rir loro fi curano . Ma ,fe farà di tre dì , opiu vecchia alcuna rapprefa , b:fo- gnerà infagnarlo ne’ lati delle braccia fra il pelo,e l'ugna ; di onde in uece di fan gite uedrai ufeir fuori un liquor giallo , e corrotto . <& , quando egli per ciò non fi fenta meglio , infagnieraffi nella punta del piede fra il pelo , e l’ugna ; e fi me- dicherà poi quel luogo con un poco di fioppia , fparfa d'aceto, e fiale , facendo al concavo ddl’ngne quel che difoprafi dijje . indi fi ferrerà F animale con ferri fretti di /terga . De Fettoni. Sogliono icaualli mutarei fettoni, come ancor mutano Fugne. Sì fa cotal mutatione con tormento dell’animale ; fi per la tenerezza , c delicatezza del luogo , e fi etiandio per effer quella parte fottopofta ad ojf'efe di pietre, e di /lecchi. Et caufa la natura così fatta mutai ione più mite Fanno in quel mem- bro, per uefiirlo, e difenderlo dalle fconcie,e ìngiunofe per coffe, alleqnali è foggetto , per effer eglifungofo , efpugnofo , e malagevole a rifanarfi ; e [fi e ci al mente , fe quella parte ne' è offefa , che fuol' effer piu tr attagliata . D imo tira que fi a indiffi ottone purgando fi la fitta qualità, e le fue caufe . conciofia cbe,fe uedrai ufeirne acqua nera , e marcia , darà indicio , che pecca Fhumor nero,& accefo: b i &fe tfo L I B \ 0 "<& fe ufcira fi colorita , o bianca, cotta, e indigefla ; indicio, che pecca il fleg- ma,o il [angue: & fe ufcira nera, fi comprenderà ejfer nata per cagione acciden _ tale. Rimediano a cotal morbo i malifcalchi ualenti col bagnolo levatoio , com- porto di «y 4ceto,lib.z.Sale,onc.^.Barbafcbi ben pefli, onc.6. Vola ere di mortel la,onc. i. Vetriolo Romano, onc . i .F uligine di forno onc. i . Bollano quefte cofe infìeme,fin che [cornino un mego dito : & hauendo prima nettato fino al nino il luogo quanto pin deliramente [ara flato pojfibile , per non disdegnarlo , bagne- rafli con quefto bagno caldififimo. Tofcia , ben lanate, che haurai le piaghe , le medicherai con polue di Vetriol Romano, un tergo di onc. Galle un tergo d’onc. F uligine, un tergo d’onc. Et ni fi leghi [opra un piumacciuolo di ftoppia : che in none giorni fa ri fonato : & render ajji in oltre in co fi fatta maniera il piè fedo , forte, robuftojC durijfimo. DcirAttintOje Sourapofta. D i v i d e s i qucFta indifpofitione in due mali, tra lor conformi , cioè Soura- pofla, & . Attinto . Chiamafi Sourapofla quel male, che fi fa il cannilo col piè di dietro toccandofi tra la coronella ,& il piede fenga cffefa del nerno: &,fe fi of- fende il neruo, chiamafi .Attìnto. Tar nel primo affetto picciolo queflo morbo; ma talhor fi fa importantiffimo, e rende il cauallo inutile. La onde con difficili tà fi gu arri fc e è .Attinto , per cui è offe fio il nerno mal' atto a prender finità : & piu facilmente fi rifana la Sourapofla, nella quale è fèllamente per coffa la carne ; e perciò in una notte gnarrifee, ponendoui un nono cotto. Cura fi l’ ^4ttinto,per lenar la doglia , e lo [fi a fimo , con metterai j òpra caldo un pollo , o un piccione sbranato; con la cui calidità nietafi al neruo il feccarfi . Et cofi in un fol giorno il canal potrebbe racquiflar la [alate. Ma,Je ciò non li giouera , s’allaccieran- no al cauallo a [angue , e fuoco le itene fi opra il ginocchio . Indi fi netti il neruo coi un rafia io, & leggiermente fi punga , poi fi freghi con aceto, e con [ale, au - uertendo che’ l canal non nifi tocchi co’ denti. Il che fatto s' ugnerà con liquor , crmpoflo di Oglìo di Lanro,nn tergo d’onc. Didltea,onc. i . Jfigrippa , un tergo d’onc. Cantaride poluerigata , dram. •$. Euforbia , dram. 2. Elleboro bianco, dram. 1 . Bfiduci tutte quesìe cofe in polite , e poficia in liquore, e di 24. in 24 .ho re ugnine il luogo offe fa, auuertcndo , come fi accennò , che per cinque dì non ni fi pofifa toccar co’ denti il cauallo . Et, fe in 40. dì non fila rifanato, tiferai i ca noli , bolliti con or tic a, e con maina in [ugna di por co, & ne ungerai l’ammalato per 40. forni di 24 .in 24. bore. Et non giouando anco queflo, e perciò giacen- do il cauallo, gli taglia di dietro al neruo tra il coggolo,ela giuntura; e col fer- ro della Stelletta un dito per ogni uerfo gli fcaraa il cuoio , che copre il nerno; & fonili un taslo di piombo quanto importa un dito, legandolo fi che non efea, 0 cada. Toi la piaga ne medica con empiaflro di Seme di Linopolnerigato,onc.z r e ^ z o. £i Fiengreco poluerigato,onc.^. Trementina con nin bianco bollita onc. 3 . Sugna d’Orfo,o Graffo di Lupo, onc. 1. Ouefto cofi fatto empi a fero potrà ciafcun di una ho! t a per none giorni por f opra il neruo , finga toccare il piombo ; & in quindici fa fanato l'infermo . Del Bianco, o mal del ginocchio. Ie piaghe, doue fon giunture, poi che fon rifanate, imbianchifcono. Sei ca-. ual fa per coffa da falfo h umor e, e co denti fi gratterà .-patirà quejìo male ; onde - fentira piggicore; e però gonfi andò fi , & aprendo fi il cuoio apparirà cot al moie bo.ilqual per fudor guarifee ; percioche il fudor rettifica quell' humidità,tr appo fiatra la pelle, e l cuoio , con diffeccarla . Mabifogna auuertire , che il canal * non fi gratti co' denti; & rifaneraffi in cotal gufa tra poco. E' poi canonico, & atto rimedio a ciò il far paffeggiar l' ammalato per dieci giorni, & farlo entrar quando pafjèggia , per due bore nell'acqua fredda , e corrente. Indi medicar la parte non fiana con empiafìro,compoflo di 1 o. Francie, minutamente tagliate , e nell'aceto forte bol!ite,Mele lib.i.Tepe onc.z. Gcngeuo onc. 1. Calce uergine onc. 4. Bolli queslc cofe, e formane empiaftro, il qualpofio fopra il male due noi te il dì per quindici giorni, & lattando l' animai , prima che muti l’ empiaflro3con lifciuo caldo forteto fafcierai molto bene. Dello Spallato. L a. diflogatìon delle (falle del cauallo , nata 0 per isfàlcature,o per battitu- re,urtatHre,ca!ci,percojfe,cad.ute,& altri tali accidenti, non diflogatione,ma fii mo io concorfo di fangue,e d'knmore in quella parte raccolto per doglia, che ri- trarfi indi non può, onde ni fi concentra, e mortifica, con impedimento del moto. Diuidefi quefla infermità in due, onde forti fee due nome. Chiamafì Spallato il ca Hallo, chepatifca il mal da noi detto, cioè raccoglimento per percoffa,o d'altro d'humori, 0 di [angue nella concauità della (palla. Dicefi Intr aperto quell' altro, a cui fi fan dilatati i mufcoli , 0 i legamenti delle (palle per isfilature di,carne,o sfhlcature di piedi, 0 d’altri fomiglianti fconci. Si comprendono cotai morbi per li lorproprij fìntomi. Tfcnpuò il caualper lafpallaturaufar lagamba, fi non egualmente, e sìrafcinandola, <&■ fermando fi fu la punta del piede: doue che per la sfilatura , onde il mal fi chiama Intr aperto, e nafeeper fineflri filiti, 0 d'altro cofi fatto moto ; mena lagamba larga, & a falce. Ter laprima di cotali indi- fpofitioni infogni crai l' animai, che ne farà cagioneuole, dall' uno e dall’altro la- to del collo, tir metterai unoflrettoio alla parte offefa, compoflo del fiuo f angue, e di „ demoniaco. ((oluerigato,!ib . 3 .Sangue di drago, onc. z .Farina fittile, onc.^ 1 o. Vuoua con le ficorge. le quai cofe jiemprerai con l'aceto forte , e col detto *a LIBICO' fkv [angue. ne per cinque dì mouerai dal [no luogo il cauallo.e [e farà impa- ftorato,tantofia meglio. Ma, non migliorando egli fra none giorni ;gli farai un bagnuolo rifolutiuo. , e ne lo bagnerai ciafcun di due uolte. Facciajì votai ba- gnitelo dì MjJengo, Jfiofimarino, Salma, Scorga d'olmo. Mollica della fcorga del Tino, Seme di lino.lib.i.Bo Ili infume le dette cofe, e fa tanto di coiai bagnuolo, che tunhabbia per 8. giorni. Et, sei ne pur cofiguarrira,norrei che fofie impa- ftorato di’ un piede, & quello con una fune attaccatogli , fi che porlo non poteffe in terra: onde fofie astretto a faltarfopra il piede offefio, fin che fi rifcaldaffe, e fi commoueffc quell'bmnor nocino iui concentrato, col moto uiolento. Infizgnifi poi da gli fcontri per diuertir la materia. Et, quando anco ciò non gioiti, lega ben l'animale, & apri colrafo 'w fiotto lagiuntura de' legamenti della [palla per dia metral linea del petto. Et aperto chaurafifcarna per un palmo in giro col ferro della Stellctta.mdimetteui una ruota fatta di peli, lunga, e targa, & a quel buco conforme, in gufa, che s'appoggi fopra lagiuntura della (palla: & battuta che l'hanrai col piede, e gonfiiata,come s' ufa difare,porrai [opra il luogo ojfefo uno [rettolo diTecegreca,lib. 3 .Vece nauale, lib. 1 . Incenfo,onc.g.Maftice onc. 2. Mrmomaco,onc. 1 ,Galbano,onc. 2 . Trementina , onc.g.ì\agìa,onc. 5 . Ridotte, e liquefatte infieme col fuoco quefte materie s' applicherai: co una Scopetta alla parte offefa ad un con /’ de cimatura; & farai pofeia un ferro a ponte al piè del- la fpalla ammalatale piu per none giorni fi toccherà ,in tanto medicando la pia ga due uolte il dì con una penna unta (doglio commune. Indi trarrai fuori i peli frappostili/, & farai ciafcuna m Ulna per alcun dì pafj'eggiar un bora il cannilo medicando per z 5 .giorni la piaga con unguento uerde. Ter la qual cura fe non ga arar a, t abandonerai,come difperato. Curafi l'intr apertura ,gittando l'ani male in terra,& accommodandolo in modo, che giaccia con la fpina , & tenga i piedi rimiti all'infà, legato ad una flanga. Toi fcarna leggiermente col ferro il petto , eia fpalla offefa. Et ,fcnon nonni tifar la Stelletta , farai trappaffare una funicella dal Gouitello all altra par t e dello Scontro, legando un di quei ca- pi fui collo, e l'altro da lato della fune. Bagna pofeia la fpalla offefa con acqua, oue fin fiato bollito Tìmo,Saumdla,Saluia,Te7gga di filato crudo ; ufando co- tal acqua calda.Indi rileuato,e fciolto il cauallo,lo impaflura ben corto, e ftret- tOifenga mouerlo dalfuo trafio, e lo prebenda per giorni 15,02 o. come foleui; firegghiando in tanto mattina e fera la corda,che trappaffa per quei fori della carne . Lena poi uia quella corda , & adopra l'ultimo [rettolo infegnato per la Spallatura,che in 40 .giorni il rifiuterai. V [aitano gli antichi malifcalchi in prò dello Spallato il dargli fi òpra la (falla offefa fette botte di fuoco, &, fatta l’aper tura,porui un cerchio dipìombo,auolto di peli.il che fura, che lapiaga dopo 1 y. giorni, medicata con oglio di' Olino, gittera fuori fi àngue , per la granita del me- tallo. Terche allhora fi trarrà uia il piombo, & fe cureran le piaghe con oglio dell' V tria, facendo quindici dì prima eh' eglipafifeggi: peni oche la materia s’e- r t \ z o. 63 Hrinfìchera; offendo {ferialmente proprietà, e natura del foco nonfiolo di rima- nere , c di uietare il concorfo degli birnori; ma di confortare , e di fortificare il membro trauagliato da queflo morbo, di [fece andò le bumidita, preparate al fluf fio. Ma ,per ultimo rimedio di cotal morbo , taglifi al trauerfo il cuoio della fpal la offefa in cinque partì, p affando un cerro della coda del cauallo da baffo injhfio in quella piaga Ja qual medicherai per dieci giorni l’un fi, e l’un nò con unguento compoflo di Butiro di /tacca, onc.^.Dialtea,onc.^. Oglio di lauro,onc. 4. Oglio rofatOyonc^.Oglio commune,onc .6. bolliti infume . De PolmoncellijGarrefì;) Spallacci , &c. So n tra lor diuerfi quefti morbi non per l'origine, ma per lo fitto loro . E lo fp allaccio quella callofita, che tra la carne , e l’offo nello siremo della fpalla , o da’ lati fuoi , nafee dapreffura di bario , 0 fella , 0 dall aggravar piu l’un lato » che l’altro, operleuar la fella al cauallo, quando è fidato, oper effer detta fel- la uecchia , uacua , e non buona . Et acciò che fi fatte imprejfioni ,ffiinte fuori da calar fio 11 errino per moto, s' annidino , & l’bumidita corrotta in quel luogo non corrompale partì inoffefe , ui fi rimedierà con mollifficatiuo , comporio di Mainavi fico, Cauoli pefii,S tigna uecchia pe(ìa,Brancorfina,Herba di muro. Cot te, e benpefie infume le dette cofie le porrai f opra il male.E dopo ciò taglierai , e purgherai qnelueleno , e leuerai quella carne guaria con la Soricaria polutriga. ta . indi medicherai con unguento , fatto di Sugna liquefai ta ,lib.\ . Oglio com- mune,lib. 1 .Cera biaca,Trcmetina,onc. 3 .Verderame.onc. 1 .e un terg. Col uer derame ancoragli Spallacci ,e Tolmoncelli guarrifcono,percwch’ei rode la cat- tiua carne, e la buona genera. Gcnerafi per le cagioni fieffe il Garrefe fopra il capo cerro , q *r medicafì col mollificatine , hauendo prima adoprato quello che di fopra s'è detto , cioè' preparate le materie al male . Et, percioche il luogo of- fefo dal Garrefe,e ideino a mufcoli , e aerai , parmì , che fi debba non col ferro , ma col foco aprirlo , & cefi non fol fi ouuierà al morbo , ma fi di ffecher cannò \ le materie iui accolte, e fi conforterà, e renderà forte il membro. percioche ha dimo jìro liffierìenga , che, fé' l neruo non e' danneggiato ,fi rifatta di breue . Et ,feha fentito danno,nonguanifce in minore fpatio di dieci me fi. Et au uer tir ai a non le v.ar troppo cuoio , & a far che fi purghi la malignità finga doglia , dando fm- c or quando il garr e fé intacchi , oue fi dee porre il laccio , per difcacriarve quel che uè di maligno . Et medicherai l’animale dopo il nono di con unguento ver- de ;prrcioche fino al dì nono ìlfocoèin angimento.e perciò dopo questo tempo gioueraipiu alia piaga ,fe ui porrai fopra calce vergine poluerat a, lattando con l'orina, e liffiuo forte effia ptagatconciofia che cofi facendo ridurrai a fiatate lof- fio,come chef offe tocco . L I B 0 64 Del Pizzicor della coda. Genera quefio malebumor falfo, corrotto , colerico , e accefo, & credefi, cbabbia origine da quella uena,la quale internamente per la uena , f correndo , termina nella coda . dotte , come in parte estrema arre fi andò fi. gli bumori concor fil i quali la natura non ha potuto purificare , producono nella fuperficie alcune crofte , ofcorgette , che danno indicio di cotal triflo humore ; e c anfano un pi 7^. eficore , per lo qual fi gratta , e graffia il cauallo , non fenga oltraggio de peli del torfione , e del collo , nelle quai parti , come in eftreme, può, e fimi naficere co- fi fiattaènfiermità , forfè anco per corrottone di cibi ; onde poi fi corrompe anco il J angue , che dificorre per quella uena a nutrir le membra . Giouafi a ciò medi- cando con gli aft er fi iti, l aliando tre uolte il giorno la coda con lifciuo forte , e fa pone far ac incfco , e grattando quelle pulluline con coltel,che non tagli . Et, riufcendo nano cotal rimedio , fi gratta il doffo, 0 quella parte offefa al cannilo con pomice fino alTufcir del fangue;epoi fi medica con unguento, fatto di zolfo poluerato , onc. 4. .Aceto lib. 1 . Oglio di Lauro , ^Argento uiuo , onc. 4. Succo di cipolla bianca, onc. 4. Liquor di far de in barile, hb. 1 . Succo di cibali , 0 co- petelle bic. 1. Oglio commune onc. 4. ufando cofi fatto unguento due uolte il giorno per none giorni. Del mal ferito^frenato^o de rognoni. E' il mal feritolo frenato , 0 l'infermità de' rognoni, detta da alcuni gotta : la qual toglie il fentire,e il moto delle membra, oue nafce . Generafi per carico fouercbio,pofio fopra le groppe al cauallo, & per per coffa , c'habbia burnita il doffo, cadente , & per calci , & altri mouìmenti uiolenti : fi come anco per bu- mìdita , ini accolta , & per humore concorfoui indigeno , putrido , e marcio , che dipenda da polmoncelli 0 garrefi mal rifanati ; & per incifioni , e battiture di quelle parti, 0 d'altri fomiglianti accidenti . Se procederà cotal morbo da polmoncelli ,0 ferite, cauifi all’ animale fangue dalla uena del doffo , fchiuan- dolo diligentemente da' raggi Lunari , conciofia che la Luna nuoce alle infermi ta fredde, & a quelle maffimamente , c hanno origine daflegma indigeflo , con- c entrato , e corrotto . Et ,fe uedrai il cauallo giacerfi con le groppe in terra, e foftenerfifu le gambe fole dauanti , crederai , che non habbia aguarrire . Ora , effendo caufato il male dall' altre difauuenture , chabbian tocche di fopra, fac- cia fi all'animale fopra i rognoni una grata di fuoco; e fopra iti fi ponga lo fretto io con 'laccimatura , & con l' altre cofe raccontate da noi;e da' lati,e nella par te della Scia fifaran cauterij, e fontane, e nella parte altrefi degli tiffòli ; medi- . cando quefie quattro aperture con una pernia unta d' oglio commune: e due al- tre T E Tx Z 0. 6 f tre fi facciano dall'uno e dall'altro lato della carriuola : che per tal purgatìoni il caual guarrirà. Ma, fe procederà limai da fredegga , porrai [opra i rognoni del miglio caldo. Et,Je ciò non gli recherà giovamento, allaccierai la gola pref- fo al capo al cauallo,e difcopertagli negli orecchi una u.ena, ch'iui uerfo gli oc- chi fi (lende,fe la uedrai groffa,enleuata, l’infagnerai da tutte le parti . Et cofi gli rimedierai prontamente. <■ Della Sciatica. D a nome alla Sciatica il luogo, oue l'humor concorre o per corfo, o per fal- li; & raffreddato fermafi in quelle concauità, cinte di mufcoli , di legamenti , e giunture . La onde , effóndo quefia parte estrema nel corpo, e tale, quale breue mente l'habbian defcritta , malageuolmente fi cura,quando da cotal morbo t af f alita; per cioche fi porge tormento al membro danneggiato, e quindi nella grop- ga dal lato offefo manca la carne. Mdunque per rifanar (ammorbato di quejio male, primier amente s’ in (ugnerà dalle uene delle co fcie, bagnando pofcia il luo- go offefo con flato bollito in acqua rifc aidata con cenere, et accommodatoui ben molle,e caldo per tre dì molte uolte. Bjfoluerà cotal caldo,e rettificherà quel- le parti , che ini fi congregano , e fi congelano. Ma ,fe ciò non li fonerà , per trar fuori quella malignità , s aprirà col ferro fotto (affò del male ,fcarnando con la flelletta fra carne , e cuoio , e riponendomi pelo , e cofi Inficiando per no- tte giorni. Dopo il quale (patio fi medicherà la piaga con una penna unta d'o- glio di giglio, e fi farà fopra quel cuoio una J iella di fuoco ,fopra della quale porrai lo ftrettoio con ( ac cimatura . Soccorre a quefia indiffofitioae etìandio ( untìon compofta di Oglio di Trementina , onc. 3 . Oglio di gigli ciieftri , onc. 2. Gglio di camomilla. Dialtea, onc. un terg. Macedonica, onc. 1 . Oglio tiolpiuo, onc.i.Oglio d’ Patria, onc. -^.incorporato con le dette cofe. Etgioua molto ilfiup- pofitorio, fatto di T olite di Coloquìntida,onc. 1 .Tolue di ficorga di granato, mi- fio col mele onc. un ter 7. Gioita parimente il crifiiero, ordinato di .Acqua di ma re. Greco uecchio boc. 1 .Mele;, onc. 3 .Tolue di ficorga di granato alafiìo,pajfato per feta, onc. un ter 7. Et cofiatfando (un de' detti rimedij l'un giorno, & l'altro ( altro, in giorni quindici render ai fimo il cattallo. Delh Curba. i Oc c v p a quefio morbo il luogo dietro al Garretto fopra la congiontura del neruo; e nafice per fouerchia fatica, per battiture, per calci , e per haucr portati fu la groppa grauiffimi pefi. Et è debilità de' nerui; i quali per li detti acciden- ti fi fan conti, di dritti. La onde fi gonfia il luogo ,ou' è il male, finga, porger dolore ordinariamente , ma talhor ojnco con doglia grandiffma, per la qual non i tocco 66 L I B ff 0 tocco l' animai la terra fuor che con la punta del piede. Or, per curamelo, gli fi leghi la uena , e poi radafi col rafoio la parte, eh' è danneggiata , deliramente , e minutamete intaccandola, e con aceto e fiale bagnandola.Et ciò fiatto dopo mefif bora ponui un rottorio, fiatto di Oglio di Lauro,onc. i . Tolti e di cantaride , dra- me i.Elehoro bianco, dram. \.Eufiorbio,dram. i. Qgefio Inficia fiopra il male 40 ai, eh' ei miglior era. Indi ritornauene di nnouo, e lo laficiaper fiei. Toficiaun gi per fiei giorni ciaf cuti giorno una uoltacon untione compofia di Dialtea, Butì- ro^Aggrippa. Et gli fa de bagnuoli , che mojìr aremo , ragionando de' bagni , per giorni fiei. De Tumori iftraordinarij. Congelasi, e fi concentra ogni humidità,che la natura manda nelle par- ti eflreme, concane, e cauernone ,poi che ui fi è raffreddata ; & confieguentemen te s'ingrcjfia, s augumenta, e s indurr a: &, fi come nel corpo . birmano in diuerfie parti, e per diuerfie canfiefi ficuopra : cofì in quel del caùallo in quattro modi fi mani fejl a, ì quali tutti fi chiamano Galle, Ghierde, Forme , Sopr'ofji. Di quefli , che fuor di natura per nutrimento fiuperfluo,indigefto,e corrotto naficono, tratte remo bora partitamente. e prima della Galla. Delle Galle. S 1 generano le fiuddette indifpofitioni del corrotto fieme de’ genitori, ilquale fparfio nel nafio della generatione , ne' figliuoli, col tepo fi ficoprono.Onde fon detti morbi hercditarij . Et però fi prouede,che gli ftalloni , i quali i nominati morbi patificono, non fi mef colino nelle ragge . filini enne ancora il mal delle galle per troppa fatica , & maffimamente per la durata ingiouentù ficng'alcun rifletto ; & in oltre per copia diflegma , che in quei luoghi congela fi per la fina granita, e fifa duro ; & per lafiimofità etiaudio della falla, per la qual s'aprono i porri , e dan luogo , che le parti humide , e grani calino al baffo ; e per bagnar fi apprefi fio in quelle ef romita fienga poi afeiugarfi; la onde concentrato quel freddo con- centra fiecogli humori , che ui fon naturalmente raccolti ; il che caufia quefìa irn preffion tumorofia: perche io lodai fiempre l'afciugar ben le gambe a caualli qua do l'hanno bagnate ; & lanario ancora col lificiuo caldo a quelli, che fon di fian- guigna temperatura . .. Accompagna cofi fatte infermità grane doglia , & na- ficono ancor fienga doglia; perche da' malificalchi fon dette .Acquai noie, quando calano fienga dolore : il che auuiene aìhora, che quella ìmpreffione non è arma- ta a ficcità conueneuole. L' altre poi, che piu congelate, e dure di fcendono,r e ca- tto gran tormento . Oraper l' \Acqnahtole fi deura , difgregando , e ratificando quell'humidita,non anc or congelata compiutamente, curarla con unguento, fiat to T E ^ Z 0. 67 to di Sapone faracìnefco , Bianco d’uouo, Gomma di mandorlo amaro, onc. z. Fa rina di Fien greco, Sai gemma ;mislc è incorporate con orina birmana, & forma, te in due pallette ritonde. Metti poi fui luogo , il quale baurai prima rafo, e doue appar dentro e fuori cotale influenzale dette pallottole lefafcia con una benda di tela fi che non cadano. Et cofifra poco tempo iiedrai difi erger fi quell' bumor maligno, e’ndigdìo, ini raccolto, e restar libero da quel morbo il cauallo . Ma, fe queslo male uerrà con doglia, alianti dì ogni altra cofa aUaccìerrai la uena del lagamba doué cotale impresone, con trarne fangue, e dargli anco il fuoco, per ouuiare al concorfo degli bnmori.lndi darai un cerchio di foco fopra la Gallai ; perciocbe aiuterai la natura in tal maniera alla rifolutione, e diffeccatione : non comprendendo però più luogo, che quanto apprende ejfa Galla , & nel mego in quello dando un bolzpnetto di fuoco , che penetri ben a dentro ; pofeia lo flret- toioponcndoui fopra con l'accimatura, di cui parlammo ne' rimedp da noi per la (palla dimoftri. & queflo tanto farà, quanto Maglia a coprire dal ginocchio in giù ciafeun lato. Si coflumaappreffoperfoccorrere a quefia indifpo fittone, di ac cerchiar con un fottìi ferro affocato , contra pelo fi di dentro , come di fuori il luogo , oii è la Galla calata; acciocbe non apparirà , poi che faraguarrita:&, fatto ciò con un dito fi nerui, e legamenti, eh' ini fon,premer forte ;cbe fe nctrar ra fuori la Galla, e dar a ilmodo di poter punger leggiermente ini nel mego con lalancietta, per cauar fuori quell’ humidita indigefta , (premendola con la ma- no. Laqualc ufeita, ui legano con fafeia ben forte di fopra,e di fitto due piumac cinolidiftoppia,epertredì uelilajciano. Toi medicano la piaga con unguento Egittiaco, & la riducono a finita facilmente. Della Formella. 1s(a s c e queslo mal per hereditaria corrottione,come toccamo ;& per effe- re anco flato il canai ferrato aitanti i tre anni ; e per impaflur ar fi tiretti , e per troppa fatica; onde la coronella del piede fi gonfia. S oc correuifi prima, per com mouer quell' bumor congelato, bagnando il luogo offefo con ititi bianco ben caldo. Toi s'intacca in croce,c noce, come dicono i malifcalcbi; e fi frega per tre di con fai pefto. Tsfel nono dì poi con mar orna fi sfittona il pi è danneggiato, e fe ne fa ufeir fangue. E ciò non giouando,toccafl conia punta del Torello,? fi prona con tale finimento il fangue. Et , (è perciò ancora quella enfiegga non s a frughe- rà,ni darai il fuoco ben forte fopra la coronella fra il pelo, e l'ugna , indi ui por- rai lo ftrettoio con /’ accimatura;perciocbe fefrauenti dìnonfaraper ciò mo- to, gnarr a. Del Sopr’ofTo, e delle Schinelle. 7s(el l’e t a’ tenera generafi al cauallo il Sopr'offo per fatica , e per corfo , i z concio- 68 L 1 B' 1f 0 vonciofia che per la tener egra delle mebra,& per la copia delflegma,che all) or ne ’ corpi preuale, di fiendono alle parti bafjegli humort;doue quando fon graffi, e uij co fi ,& ab dindonati dal caldo, fi agghiacciano ; & col tempo indurandofi, ne' cannelli delle gambe co fi brutti fi mostrano. Il qual male appar di fotto al ginocchio fi di dentro , come di fuori quantunque co fi n afe ano rare no Ite; perciò che fi ritien quell' humore , auanti eh' ini arriui , per l'angujtia del luogo , e co fi piu per accidente, che per ragion diuenta nifcofacofi fatta humìàita per lo mo to,cbe il fouerchio calor rifueglia. Generando fi adunque cotal morbo fi ne' lue-, ghi detto, come ne’ lati,o di dentro, o di fuori chiamerafjì Sopr'offo.Ma,fe nafice ra da ' lati, e piu uer la fichiena che nella front e di quel membro , haura nome di Sebinetta. C urafi nondimeno l’ima e l'altra infermità in un fol modo. La onde, fi non faranno quegli b umori indurati, per rifoluerli,uferai rimedi j atti al ratifica re, .e al rifolueregli bumori non ancor concentrati, e agghiacciati. Et,fe non gio iter anno perciò i bagnuoli, raderai quel luogo leggiermente, e punger atto minu- tamente :indi ui metti fopra un'empiafiro , comporto di Vepe pefio, Tartaro di botte, Gomma elemi, ine or por andò le dette cofie con Sapone faracinefco.-et ben le gate fopra ue le terrai per tre dì, ferina toccarle ;dopo i quali ni porrai per altri tre dì una piatir a fiottile, fintile all' empiaftro di piombo; & latterai il male ciaf enn giorno con orina, file, & aceto tre notte: conciofia che tali materie difptrgo no, e diffeccano.Et fi il fopr'offofara inoffato,& haura origine da per coffa, & fa ra male antico, l’aprirai col rafoio, allargando il cuoio con un cornetto ;e di den- tro,? di fuori Scarnerai con una roina picchia quella parte , pur che. non fiala gonfierà fopra lauena. Vofcia empierai la piaga di poluc di Vetriolo fonia ìio, & la cucirai, acciò cìjc non efia fuori il detto medicamento ; cofi per none giorni Inficiandola. Indi s’ aprir a,e fi fpremera, che ne trarrai fuor l'impreffione radicalmente. Ciò fatto, fi medicherà la piaga con aceto, fiale, & crina, che tome rai fano il cauallo. Della lerda. Qgj està indifpofitione etiandio getter afi per colpa del fime,e per fatica m iflraordinaria, per urtatura, o per coffa riceuuta fui garretto di dietro; e [copre fi di dentro ritonda, e fintile ad una palla , di forma , e di bianchegjra al chiaro dell' nono . La onde per lo fìto, ouépofla , eh' è mu fililo fi, e pieno di fpafìmo, ap porta fico quefia infermità , nata di freddo , e d'himido , ecceffuo tormento . Soccorefi l'ammalato , infagnandolo di dentro alle cofiie , & defilando la natu- ra alla rifolution deU'humidita congelata con bagnuoli di Vino eccellente. Sab- ina, u l fingo , Maiorana, fiofmarino, Scorza? d’agli, Scorge di granata, ‘Vaglia d'orgia graffa, tutte le dette cofi fcaldate ìnfieme . Et ,fi non gm-, era ciò la ue magli allaccierai in quellaparte , oue appai fi fatta gvnfieg%à;j e nell’ ottave di - aprirai T E Z 0. 69 aprirai quella font e , radendo l’ierda dalla parte di dentro , e minutamente eoi rafoio pungendola , indi con aceto , e [ale fregandola, fi come detto sé degli al- tri tumori . E dopo lo fpatio d' un bora che ciò fatto baurai , porrai [opra il mal di quel rottorio biancoy che poco alianti infegnammo . Ma , feper tinto ciò non miglior era gli darai il fuoco minutamente ; pofcia ni metterai lo jìrctt oio,gia de] crino da noi. per le quai cofe sei non guarrira,rimarr affi incurabile. Ture io ricorderò degli altri rime du per tentarla fortuna-.Conciofia che, fecondo le tem perature degli animali , e le nature de ’ morbi non ben conosciute talbora, appor tano fpeffo utile quei medicameli che Ji ftimanano prima imtih.lnfagnerai dun que prima il caitallo della naia comune ; e poi lauerai il luogo tumorofo co ba- gnofatto di Caftagne nocchie con la Jcorga, mif 3 .Radice d’olmo,Frode difilla uia,lib. 1 .Rofmarìno,on.i . Cepolle z.abbruciate,Radice d’hcbuli,on.-q. Muto, quar. 1. Vino, nuar a. Bolli injiemele dette cofe, e t ui bagna /’ animale,ilquale ha. ur ai prima fatto c aminare un buon rniglio.Tofcia còpom uri empia s irò delle. ma -terie nel bagno bollite, et medica il luogo offcfo,leganàoloui fopra.cò mafafcja. , acciocbe no cadano. Ma, per proceder piu ficiiramétejoderei doppò il bagno, che ifopra il mal fi mettefje un così fatto rottorio . Trendi Sapone J'aracineJco , onc. 1. Cantaride pefìa , onc.i. Solmatopejìo , onc.i. Oro pigmento pefiio., onc.. 1, Calce luna, on .1. Rotto poi il lno alle &■ fopra igenocchigroffe,carnofe, robutte,& difìanti ,il doffo grande , lafchena larga, & non piegata in fu- mi tneffa una retta linea fiottile: il uentre nonmolto eminente: i fianchi piccioli le cofte larghe: la croppa ne il cu- lofa aguzzo: la coda pìcciola ma denfa : le coficie carnofe , & apprejfo l'ima a t altra I altra: i testicoli uguali & grandi: i gena cebi grandi: le gambe rotondi : liflin- chi mediocri, ma affate, ncrnofe , ór d'un colore: la parte fra il ftinco & piede ne alta ne baffatil piede non piegato: Cangia graffa: il mantello lucente ór alquanto morello: ór nella faccia un bianco, e buono fegno,ma il nero è beniffimo: non bah bia il neutre canuto. Et queflo farà le conditioni del /tallone . I caualli c hanno gli occhi di uario colore,prejio perdono la uifta,ma fe haueranno il mufo,o lafac cia,ouer attorno gli occhi bianco,inpiu lungo tempo per natura uengano uecchi . 'Non oflante tutte le fopradette cofe,ór rimedi/ fopr adetti fi moflrarà in que fio capitolo,vn belliffmo,et nuouo modo da coferuare i caualli,etfanarli da ogni grande infermità; ór quefla farà con grandi ffima ragione & uera efpericnga . II modo adunque di conferuare li caualli nell’inuerno farà queflo, ciò è tenerli in falla, ór darli a mangiare fieno, paglia, & biana,ór darli bere due volte ilgior no, acqua che non fta molto freda;ma bifogna auertire che nelle flalle dotte J tan- no caualli non vifuffepeccore,percioche doueflanno peccore et caualli infleme li caualli diuentano ciechi. La primanera fi falaffano flotto la lengua , ór fe gli fanno beueroni d'acqua e far ina, ór fe gli dà a mangiare herba frefeafla fiate fe gli dà a mangiare paglia ór fletta, feorgo di meloni con femola ; ór fegli dà a bere acqua frefea c chiara. L’ dutuno fegli dà fieno et orgo,et femola:et queflo è quanto alla conferuatione fecondo il vitto ;qnanto al curarle nell' infermità di- co che quante hanno alcuna infermità interior e, ouer piaghe alle gambe; il rime dio farà, il darli vnadrama di precipitato me [colato con femola, ór quello lofi narà con grandìffma pre(legga:ór queflo è gran fecreto appreffo il mondo, & quando bauejfero broge ò piaghe vntarle con unguento di litargirìo crudo , ór con tal ordine fi uedrà miracoli in materia di caualli ; cofe non mai piu udite al mondo . X E G 1 S T R 0. ( ^ iBCDEFGHIK . fono Quaderni, eccetto ( eh’ è Terno, Ór K Quinterno. db c d e f gb i * l. Cono duerni, eccetto l cb'è'cartefìno. < i t ■* ) ->