fcs y_ '. ; I I AVVISO AI SIGNORI ASSOCIATI ALLA STORIA DELLA LETTERATURA ITALIANA NEL SECOLO XVII L SCRITTA DA ANTONIO LOMBARDI .. PRIMO BIBLIOTECARIO DI SUA ALTEZZA REALE IL SIG. DUCA DI MODENA Socio e Segretario della Società Italiana DELLE Scienze. Oi prevengono li Signori Associati che è già sot- to il torchio il terzo volun:ie della presente opera nel quale si comprenderà una parte della Storia delle bel- le lettere ed arti. Modena Dalla Tipografia Camerale io. Giugno 1828. S T_0 R I A DELLA LETTERATURA ITALIANA NEL SECOLO XVIII. SCRI TT A DA ANTONIO LOMBARDI PRIMO BIBLIOTECARIO DI SUA ALTEZZA REALE IL SIG. DUCA DI MODENA Socio e Segretario della Società Italiana DELLE Scienze Tomo IL MODENA PRESSO LA tipografia CAMERALE. JIDCCCXXVIII. >««^ Ili INDICE E SOMMARIO DEL PRESENTE TOMO. LIBRO IL CAPO III. Storia naturale, Anatomia^ Medicina, Chirurgia. /. jLroemìo. II. Trionfetti Canonico Lelio, e Mar- sili Monsig. Antonio Felice. III. Marsili Conte Lui- gi Ferdinando. Compendio della sua vita. IV. Pro- seguono le vicende del Marsili. V. Opere del Conte Marsili. VI. Targioni Cipriano Antonio ed altri. VII. Monti Giuseppe Naturalista. Vili. Vallisnieri Anto- nio. IX. Continuazione delle notizie sulla vita del Vallisnieri. X. Opere del Vallisnieri. XI. Continua^ zione di ciò che risguarda le opere del Vallisnieri. XII. Gualtieri Niccolò ed altri Soggetti. XIII. Tar- gioni Tozzetti Giovanni. XIV. Arduini Giovanni. XV. Ginanni Conte Giuseppe. XVI. Ginanni Conte Fran- cesco. XVII. Donati Vitaliano e Monetti Saverio. XVIII. Carburi Conte Gio. Battista ed altri Natu- ralisti. XIX. Spallanzani Prof. Lazzaro. XX. Viag- gi di Spallanzani e vicende avverse. XXI. Opere di Spallanzani. XXII. Opere e lavori di storia natura- le dello Spallanzani. XXIII. Fontana Felice. XXIV. Fortis Alberto. XXV. Olivi Giuseppe. XXVI. Solda- ni Padre D. Ambrogio. XXVII. Altri Naturalisti. XXVIII. Galvani Prof. Luigi. XXIX. Scoperta del Galvanismo. XXX. Si continua a parlar del Gaha- IV ni. XXXI. Amoretti Abate Carlo. XXXII. Re Con- te Filippo Agronomo. XXXIII. Continuazione delle opere e dei la{?ori del Conte Re. XXXIV. Chimica. Cestoni Giovanni. XXXV. Baldassarri Giuseppe Chi- mico. XXXVI. Continuazione delle notizie del Bal- dassarri. XX XVII. Parenti Paolo Andrea ed altri Chimici. XXXVIII. Morozzo Carlo Lodovico. XXXIX, Saluzzo di Menusiglio Conte Giuseppe Angelo. XL. Dandolo Conte Vincenzo. XLI. Continuazione dei la- vori del Conte Dandolo. XLII. Continuazione dello stesso argomento. XLIII. Botanica. Batarra Gio. An- tonio e Tillio Michel Angelo. XLIV. Tozzi Ab. D. Bruno. XLV. Micheli Pietro Antonio. XLVI. Conti- nuazione delle notizie del Micheli. XLVII. Pontade- ra Giulio. XLVII I. Varii altri Botanici. XLIX. Sco- poli Gio. Antonio. L. Arduino Pietro ed altri Bota- nici. LI. Anatomia. LII. Pacchioni Antonio ed altri. LUI. Valsalva Antonio Maria. LIV. Santorini Gio. Domenico. LV. BonnazzoU ed altri Anatomisti. LVI- Tabarrani Pietro , Caramelli Francesco. LVII. Calda- ni Leopoldo Marc- Antonio. LVIII. Si prosegue a par- lar del Caldani che da Bologna passa a Padova. LIX. Sue scoperte anatomiche . LX. Continuazio- ne di ciò che risguarda il Caldani. LXI. Cotugno C(w, D. Domenico. LXII. Continuazione di ciò die lo ri- guarda. LXIII. Malacarne Vincenzo Maria. LXIV. Continuazione di ciò che lo riguarda. LXV. Masca- gni Paolo Anatomista. LXVI. Continuazione di ciò che il a relazione alle opere del Mascagni. LXVII. Coniparetti Andrea. LXVIII. Medicina. LXIX. Sac- co Pompeo. LXX. Ferrari Gio. Paolo ed altri Me- dici. LXXI. Bottoni Domenico , e del Papa Giusep- pe. LXXII. Cogrossi Carlo j Nigrisoli Francesco. LXX TU. Lancisi Gio. Maria Medico. LXX IV. Ope- re principali del Lancisi. LXXV. Protezione da lui V accordata alle scienze ed altri suoi lavori. LXXVI. Assalti Pietro ed altri Medici. LXXVJI. Bertirii An- tonio Francesco ed altri Medici. LXXVIII. Torti Fran- cesco. LXXIX. Continuazione delle notizie del Tor- ti. LXXX. Altri Medici. LXXXI. Lanzoni Giuseppe ed altri Medici. LXXX IL Corte Bartolommeo ed al- tri. LXXXIIL Stancari Doti. Giuseppe ed altri Me- dici Bolognesi. LXXXIV. Cirillo Niccolò e Cirillo Domenico. LXXXV. si proseguono le notizie di Do- menico Cirillo. LXXXVI. Mistichelli Domenico , Bian- chi Gio. Battista ed altri Medici. LXXX FU. Bec- cari Jacopo Bartolommeo. LXXXFIII. Morgagni Gio. Battista. LXXXIX. Continuazione di ciò che ri- guarda il Morgagni . XC. Altre sue occupazio- ni letter. e scientif. XCI. Leprotti Monsig. Anto- nio Archiatro Pontificio. XCJI. Calbi Biiggiero , Poz- zi Giosejfo di Jacopo. XCIII. Bianchi Giovanni Bimi~ nese. XCIV. Biumi Paolo ed altri Medici. XCF. Papotti Dottor Domenico ed altri Medici. XCFL Coc- chi Antonio. XCFIL Si prosegue a parlar del Coc- chi. XCFIIL Altri Medici. XCIX. Fercelloni Jaco- po ed altri Medici. C. Macoppe Knips Alessan- dro ed altri Medici. CI. Moreali Dottor Gio. Batt. , Paltoni Gio. Maria. CU. Pujati Giuseppe ed altri Medici. CHI. Larher Giovanni e Pasta Andrea. CU . Opere del Pasta. CF. Mosca Giuseppe ed altri Me- dici. CFI. Bona ( della ) Giovanni e Saliceti Monsignor Natale. CFIL Brogiani Domenico ed altri Medici. CFIII. Borsieri Gio. Battista. CIX. Continuazione di ciò che riguarda il Borsieri, sue opere. CX. Bianchi- ni Gio. Fortunato , Zeviani Gian-Ferardo. CXL Ben- venuti Giuseppe , Mai ani Antonio. CXII. Sarcone Mi- chele, Girardi Michele. CXIII. Scuderi Francesco Ma- ria ed altri. CXIF. Bicchierai Alessandro. CXF. Altri Medici. CXFL Araldi Professor Michele. CXFU. VI Sementini AntOTiio,A?idria Niccola. CXVIII. Bondioli Pietro Antonio. CXIX. Marino Gio. Antonio ed altri Medici. CXX. Rosa Michele. CXXI. Jacopi Prof. Giuseppe. CXXII. Menegazzi Matteo, Testa Giusep» pe. CXXIII. Veterinaria. CXXIV. Chirurgia. CXXF. Melli Sebastiano ed altri Chirurghi . CXXVI. Galli Antonio, Masotti Domenico. CXXVI I. Molinelli Pier Paolo ed altri Chirurghi. CXXVIII. Altri Chirur- ghi. CXXIX. Bertrandi Ambrogio ed altri Chirurghi, CXXX. De Brambilla Gioi^anni Alessandro. CXXXI, Continuazione di ciò che riguarda il Brambilla. CXXXII. Monteggia Gio. Battista. CXXXIJl. Vacca Berlinghieri Andrea. CAPO IV. Giurisprudenza civile e canonica. [. Proemio. Canonisti. II. Corradini Cardinal Pietro ed altri. III. Bianchi Padre Gio. Antonio. IV. Bortoli Monsig. Gio. Batt. ed altri Scrittori di Canonica. V. Papadopoli Comneno Niccolò. VI. Bennglia Cipriano ed. altri Canonisti. VII, Giureconsulti. VI il. Bombardini Antonio ed altri Giureconsulti. IX. Arrighi Abate Anto- nio ed altri Giureconsulti. X. Verri Conte Gabriele. XI. Altri Scrittori. XII. Guadagni Leopoldo. XI li. Ros- si Dottor Francesco ed altri Giureconsulti. XIV. Altri Giureconsulti. XV. Baldasscroui Gio. Jacopo ed. altri Legali. XVI. Lampredi Gio. Maria. XVII. Beccaria \^di) Marchese Cesare Bonesana. XVJII. si proseguono le notizie dei lavori di Beccaria. XIX. Continuazioiie di ciò che risguarda il Beccaria. XX. Valletta Nic- cola. Pagano Mario , Amoretti Maria. XXI. Filan- gieri Gaetano. XXII. Continuazione di ciò che ris- guarda il Filangieri. XX III. Bregolini Ubaldo. Proenìo. STORIA DELLA LETTERATURA ITALIANA nel Secolo XVIII. LIBRO IL CAPO IH. Storia Naturale , Anatomia, Medicina^ Chirurgia. I. Oe non fu certamente ristretto il numero di p^^;; coloro fra gli Italiani che nel decorso secolo si di- stinsero nelle scienze matematiche , come ognuno avrà potuto osservare leggendo il capo antecedente di questa storia , e se il valore da essi spiegato diede ben giusto argomento alla nostra ammirazione , do- vremo dagli stessi sentimenti esser pur compresi, al- lorché ci faremo a scorrere le fatiche degli Scritto- ri e degli Osservatori Italiani nell'amena parte del- la scienza della natura , cioè nella storia naturale ; e come fra i Matematici di prima sfera possiamo vantare un Lagrange, così non ci mancano Natura- listi di primo ordine , e il solo Vallisnieri e lo Spal- lanzani bastano ad illustrare il loro secolo. Che se dovremo confessare non aver noi in qualche classe delle scienze naturali così rapidamente avanzato come alcune altre Nazioni , vedremo però che nessun ramo rimase fra noi negletto , e che le ricerche degli egregi nostri Scrittori giovarono assai a promuovere in tutta la sua estensione lo studio del vasto regno della natura , ed a scuoprire in esso nuovi paesi e nuove Provincie. Tomo II. 1 2 Storia della Letteratura Ital. II. II. Il Gavalier Tirabosclii nell'ultimo Tomo della le^Triònfrul^al sua stom della Italiana Letteratura ci diede qual- nonico Lelio e^jjig uotizia del Profcssor Gio. Battista Trionfetti Bo- Marsili Monsig. Antonio Felice, logucse , ma nuUa ci disse del fratello suo Canoni- co Lelio mentissimo Professore di storia naturale nella sua Patria, del quale perciò io qui brevemen- te ragionerò sebben vivesse più nel secolo XVII. che nel XVIII. 5 il che ho pur fatto e dovrò fare riguardo ad alcuni altri Scrittori dallo stesso Storico ommessi, forse perchè vivi ancora a quelP epoca a cui egli condusse il vasto suo lavoro. Il Canonico Lelio Trion- fetti venne al mondo l'anno 1647., e così rapida- mente avanzò nello studio che sostenne nel i663. una pubblica difesa, e aspirar potè nella Università di Bologna gtd una lettura di Filosofia che ottenne nell' anno 1667. ventesimo di sua età , e copri con lode tale che la sua scuola divenne rinomata e nu- merosa. Siccome però aveva egli in modo speciale diretta 1' attenzion sua alla Botanica, ed alla Storia naturale, cosi essendo vacata questa Cattedra, a lui si destinò aggiungendo visi l'incombenza di estenso- re dei semplici nel pubblico giardino. EJ)be egli il vanto di essere il primo a far con metodo queste estensioni, nelle quali esponeva da prima agli scola- ri ogni giorno un certo numero di piante, indi pro- poneva una breve lezione sopra il loro genere , e spiegava V etimologia dei rispettivi nomi , dopo di che indicava le differenze di questi vegetabili, e ne insegnava gli usi medici. Monsignor Felice Marsili di cui parleremo tra poco, lo aggregò nel 1689. all' Accademia di Filosofia esperimentale in sua casa eretta, e allorché il Conte Ferdinando Marsili fon- dò r Istituto, desiderò ed ottenne dal Senato che se ne nominasse, come si fece, nel 171 3. Presidente il Trionfetti allora Canonico, a cui venne pure affi- L I B R o II. "^ 3 data la Cattedra di storia naturale in questo nuovo stabilimento, sebbene avesse già compito i 40. anni di lettura nella Università, e toccasse gli anni 66. di età. Assalito però due anni appresso da un nota- bile mancamento di forze, rinunziò la Cattedra e ten- ne la Presidenza e 1' ostensione dei semplici nell' orto botanico sino al 1 721., in cui mancò ai vivi alli 2. di Luglio per un idrope sopraggiunta agli altri incomodi della veccliiaja. Intima relazione egli eb- be col celebre General Marsili come si rileva dal reciproco loro carteggio che si conserva nella Bi- blioteca deir Istituto , e vaste cognizioni di storia naturale possedeva il Trionfetti ; ma alieno siccome egli era dal comparir letterato, non volle pubblicar cosa alcuna , e a gran fatica permise a Ciò. Batti* sta suo fratello di dare nell'opera De ortu et ve^e- tatione plantarwn la descrizione di alcuni semplici da lui per la prima volta ritrovati. Coltivò egli in un suo privato giardino le piante esotiche allora fra noi rarissime , e non pochi suoi interessanti mano- scritti oltre il citato carteggio conservansi nella det- ta Biblioteca , fra i quali sono i più ragguardevoli le estensioni botaniche , le esercitazioni di storia na- turale e la storia dei fossili e dei funghi (i). Quan- tunque figurasse più come protettore delle scienze e dei Dotti che come Letterato, Monsignor Antonio Felice Marsili Bolognese fratello del famoso Conte Luigi Ferdinando, e Vescovo di Perugia , tuttavia io lo annovero fra i Naturalisti, perchè egli in una lettera diretta al sommo Malpighi diede in luce una Relazione del ritruov amento delle uova di chioccio" le varie volte ristampata, e di cui parla anche il (i) Fantuzzi Scrittori Boi. T, Vili. pag. u8 4 Storia della Letteratura Ital. Portai nella sua storia dell' Anatomia (i). Visse il Marsili nel secolo XVII. essendo morto nel 17 io. in età d'anni 61., e fu assai benemerito delle scienze naturali ed ecclesiastiche, avendo eretto in propria casa due Accademie una di filosofia, l'altra di sto- ria ecclesiastica, e avendo preso a proteggere il gio- vine Muratori a cui procurò collocamento nella Bi- blioteca Ambrosiana; perlocchè questi grato a tan- te premure dal Marsili dimostrategli dedicò a lui la sua dissertazione De primis Christianorum Eccle- siis in età di soli vent' anni pubblicata (2). iiL III. Allorché nel primo libro di questa storia si è LuigrÈtrdinan! parlato dcllc Accademic istituite in Italia, abbiamo do^ Compendio yeduto quanto operasse per fondar l' Istituto di Bo- logna il Conte Ferdinando Luigi Marsili ; di questo adesso dobbiamo con la scorta di Monsignor Fab- broni ( 3 ) partitamente ragionare , siccome di un soggetto celebre quant' altri mai e per la dottrina , e per la protezione accordata alle scienze, e per le strane avventure della sua vita. Carlo Francesco Marsili e Margarita Ercolani amen- due di antica e nobile famiglia Bolognese furono li suoi genitori dai quali venne alla luce il dì 2,0. Lu- glio dell' anno i658. questo letterato e guerriero. Benché educato allearti cavalleresche, non gli man- cò per cura de' suoi l' istruzione scientifica, ed eblìe a maestri Marcello Malpighi , Lelio Trionfetti e Ge- miniano Montanari tutti uomini per sapere illustri, e a condiscepolo il non men grande Dottor Dome- (i) Questo Monsignor ci lasciò ancora alcune altre operette filosofiche, di Leila Letteratura e di Antiquaria. (a) Fantuzzi op. cit T. V. pag. ^76. (3) Vitae Ital. Voi. V. pag. 6. Il Confe Fantuzzi scrisse difiTuaamente le memorie del Conte Marsili e le stampò nel 1770. a Bologna. L I B R o II. 5 nico Guglielmlni. Intraprese il Marsili ancor gio- vanetto diversi viaggi per F Italia , ed essendo in Napoli fece una descrizione delle cose più interes- santi di storia naturale, che il Montanari a cui ven- ne trasmessa giudicò pregevole anzi che nò. Passato poi nel 1679. ^^^ Legato Veneto a Costantinopoli vi dimorò undici mesi , e nel ritornare alla Patria vi- sitò la Grecia e la Dalmazia , ed ebbe così campo di istituire copiose osservazioni su quei paesi ricchi di tante antiche memorie ; stese egli allora la de- scrizione del Bosforo Tracio stampata poi a spese del- la Regina Cristina di Svezia , la quale vi aggiunse qualche cosa del proprio. Dopo questo viaggio ac- colto il nostro giovane Cavaliere in Roma da que- sta Principessa e dal Cardinal De Luca con onor singolare, passò a Milano , dove giovò co' suoi con- siglii ai lavori delle fortificazioni di alcune Citta- delle di quello Stato e alla difesa di Cremona dai pericoli del Po. Dedicatosi egli circa a quest' epoca alle armi, rapidamente percorse i varii gradi della milizia, e il suo valore gli meritò ben presto il gra- do di Generale; ma l'avversa fortuna volle che mi- litando contro gli Ungheresi ribelli di Cesare, dopo di aver riportata una vittoria, fosse per tradimento fatto prigioniere dai Turchi che il venderono schia- vo ad un Ungherese per la vii somma di sette Tal- leri, essendogli riuscito felicemente lo stratagemma di fingersi semplice soldato . Ridotto in così trista condizione, allorché nell'anno i683. le armi Otto- mane assediarono strettamente Vienna, portava egli le fascine ed eseguiva altri vili ufficii; ma avendo i Turchi ordinata la morte di tutti gli schiavi mag- giori d'anni 16., per salvare la vita si arrischiò, e riuscì a fuggire vendendosi per 24. Talleri schiavo a due Bosniaci; legato perciò alla coda di un ca- 6 Storia della Letteratura Ital. vallo dovette per 18. ore continue correre, perloc- che rimase semivivo, e con somma difficoltà si ot- tenne la grazia dal General Turco che non fosse ucciso. Fermatosi alquanto a Buda per risanare, sosten- ne nella Bosnia non pochi stenti, e finalmente a gran- prezzo riscattossi e si restituì salvo alla Patria, da dove avido di gloria ripartì nel 1684. per V armata con- federata, che assediava Buda suddetta dagli Ottoma- ni allora occupata. Non gli permise però la sua mal- concia salute di restare al campo, e ritornò a Vien- na dove gli fu commesso di presiedere alla fabbrica delle artiglierie, il che lo impegnò in molte sperien- ze per migliorare quest' arte , ed esistono copiose lettere da Lui al Viviani dirette sulla varietà della forza e degli effetti della polvere da cannone. As- salito nel 1686. da grave infermità si riebbe e andò nuovamente air assedio di Buda, dove cooperò effi- cacemente con la sua prudenza e col suo valore alla caduta della Piazza e del presidio Turco in potere dell'Austria; e giovò anche alle scienze , poiché nel sacco dato a queir infelice Città procurò di racco- gliere i Codici orientali, e riuscì a metterne insie- me non pochi, tenui avanzi forse della Biblioteca del famoso Re Mattia Corvino. Molte onorevoli spe- dizioni militari, per l'ordinario contro i Turchi, a lui affidaronsi nelle quali riuscì felicemente, e il veggia- mo ora tener fronte al nemico in Transilvania, ora in Ungheria, dove essendo nel 1694. compose a Pest 1' opera sulla vegetazione dei metalli. Né solamente come bravo militare servì l'Imperatore, ma anche in qualità di Ambasciatore, e dopo di esser stato spe- dito a Roma, passò nel 1690. a Costantinopoli per assistere alle trattative di pace colà intavolate dal Legato Inglese, che era mediatore fra le due Poten- ze nemiche. Ma non essendo queste riuscite a buon L I B R o IL ' ' 7 termine si continuò la guerra, e nel 1696. assistet- te nuovamente il Marsili in compagnia di altri Le- gati alle negoziazioni riprese nelle quali si concluse la pacej in seguito di che egli ebbe 1' ordine di si- stemare i nuovi confini tra 1' Impero e la Turchia in Ungheria ed in Dalmazia, compita la quale ope- razione ritornò a Vienna , e in premio delle sue fa- tiche ottenne la carica di Cavallerizzo. IV. Questi felici successi però e la grazia che egli p^^^^^no le godeva di Cesare, accendevano contro Lui T invidia, vicende dei Mar- e il suo carattere di parlar troppo liberamente delle azioni altrui, tutto ciò suscitogli molti nemici che ar- rivarono per sino ad attentargli alla vita, e una vol- ta il suo Colonnello appoggiato dal Conte di Stha- remberg lo accusò di troppa asprezza con i soldati, e di aver derubato la cassa militare. Seppe però il Marsili così ben maneggiare la propria causa , che purgossi pienamente da questa taccia, ed ottenne dall' Imperatore una testimonianza della propria in- nocenza essendo stato come si disse , nominato al congresso di pace. Ma non andò cosi la faccenda, allorché il Principe di Baden lo accusò di aver per viltà ceduto ai Francesi la piazza di Brisacco, per- locchè il Comandante Conte d' Arco e il Marsili furono processati. Il primo condannato a morte ven- ne decapitato nell'anno 1704-5 e l'altro spogliato dì tutti li suoi beni ed averi vide le sua spada da tan- te vittorie nobilitata per man del carnefice pubbli- camente rotta. Ritiratosi egli nella Svizzera ivi stam- pò una sua difesa, ma ciò nulla giovogli, come nem- meno gli attestati di Vauban e di altri Generali Fran- cesi , i quali giurarono che non doveva, più a lungo difendersi con speranza di esito fortunato quella piazza. Superiore però il Conte Marsili all' avversa sua sorte, perchè conscio a se stesso della probità 8 Storia della Letteratura Ital. sua, passò alla Corte di Francia dove Luigi XIV. Io ricevette in modo lusinghiero, né gli mancarono e dignità e grazie ed onori più che prima (i). Stanco egli però di vivere nel gran mondo , si ritirò a Mon- pellier , e indi a Casis piccola Città da Marsilia non lontana, dove attendeva alF agricoltura, alla pesca, ed alla ricerca dei corpi marini per riunire i mate- riali da Lui destinati a tessere la storia fìsica del mare. Poco però godette di questa solitudine , per- chè chiamato due anni dopo a comandare V arma- ta Pontificia contro V Imperatore , vi andò, ma riu- scita assai male per mancanza di denari e di trup- pe questa spedizione, si ridusse egli finalmente in patria dove si occupò a fondar V Istituto che a lui procurò tanta gloria,, del che abbiamo già a suo luogo parlato. Oltre questo magnifico stabilimen- to eresse il nostro Conte due altre Accademie (2), una detta degli Inquieti^ e 1' altra di Belle Arti^ della quale egli fece la solenne apertura con un' animata orazione diretta a risvegliare negli Acca- demci lo zelo di conservar la gloria dei loro Mag- giori. Così forti motivi determinarono perciò il Se- nato Bolognese a dimostrare in maniera luminosa la gratitudine della nazione al Marsili, decretandogli una statua che ergere dovevasi in uno dei luoghi più frequentati della Città, ma egli a tutto potere lo impedì. Mentre però con sì nobili azioni distinguevasi questo letterato guerriero, li suoi parenti continua- mente lo affliggevano, lo cacciavano dalla casa comu- (i) L'accoglimento fatto da questo Monarca al Conte Marsili fa sos- pettare che non fosse questi totalmente immune dalla colpa per c»ii fu pro- cessato. \\ Fantuzzi però da quanto riferisce in questo proposito nelle ci- tate Memorie, pare che ritenga il Marsili innocente. (2) Vita di Eustachio Manfrcli scritta dal Fahbronij nella quale d«- sctivonsi le vicende di queste accademie. L I B R o II. " 9 ne, e lo spogliavano di tutti i beni, ne vi volle meno di tutta la Pontificia autorità per comporre una lite cosi turpe. Ma nel bollore di questi dissidii domestici avvicendandosi sempre in quest' uomo straordinario la sinistra alla prospera fortuna , il Pontefice Clemen- te XI. lo destinò a difendere le spiaggie de'suoi Do- mimi dai Corsari Africani, il che fece il Conte Mar- sili con munire d' artiglieria e di soldatesche le coste, nella qual circostanza formò la pianta di tut- to quel littorale marittimo, e raccolse non pochi oggetti di storia naturale descritti poi in tante let- tere dirette all' illustre Lancisi e che sono inedite ; percorse pur anche le valli Bolognesi ed i nostri Appennini, onde raccogliere i materiali per un'ope- ra che meditava De structura telluris organica , e frattanto scrisse unitamente al dottissimo Giuseppe Monti la storia fisica e naturale di dette valli. Di- videndo così il Marsili 1' attenzion sua tra gli af- fari e le scienze impiegava utilmente il suo tempo , e l' attività sua gli faceva trovar mezzi onde sod- disfare a tutto, ed aveva anche l'idea di intrapren- dere il viaggio d'Egitto; distoltone però dal timore dei Corsari che infestavano que' mari , cambiò pen- siero e visitò l'Olanda e Londra, dove strinse ami- cizia con Newton, Halley , Boerhaave e Musckem- broeckio , ammesso venne a quella Real Società . e riportò in Patria un copioso numero di ogget- ti di storia naturale Americana e di libri . Alle questioni coi proprii parenti aggiunsersi alcune con- trarietà per parte di altri Bolognesi incontrate , e tale dispetto ne provò egli , che abbandonò di nuo- vo Bologna a cui erasi restituito dopo i viaggi del Settentrione , dichiarando in iscritto che a ciò induce- vaio 1' ingratitudine de' suoi Concittadini, cambiò il cognome di Marsili in quello di Aquino . pentendo- IO Storia della Letteratura Ital. sì quasi di esser nato da illustre famiglia Bologne- se, e di nuovo andò aCasis; ma colpito l'anno ap- presso d' apoplessia ritornò a Bologna, dove dopo la morte di suo fratello erano cessate tutte le liti, e poteva sperare di passar tranquilli gli ultimi giorni del viver suo se fosse risanato , ma peggiorò in mo- do che sentì avvicinarsi il suo termine. Allora chia- mar fece a se li suoi più intimi amici, e fra questi il Presidente dell' Istituto Dottor Matteo Bazani , e raccomandò loro di continuare a promuovere quelle scienze per il quale oggetto aveva egli somministra- to tanti mezzi , e di correggere gli scritti che egli lasciava inediti, dopo di che si abbandonò intiera- mente alla Religione e cessò di vivere nel dì i . di Novembre dell'anno 1730. Il suo cadavere ebbe se- poltura nei PP. Cappuccini senza pompa alcuna co- me aveva prescritto, il Presidente dell' Istituto gli tessè il ben meritato elogio in occasione dei mngni- fici funerali in onor sno celebrati, e V Accademia dei Pittori gli eresse nel gran tempio di S. Domenico un monumento con la sua effigie e con la iscrizio- ne conveniente. Ne furono questi i soli tributi di laude a un tant' uomo dalla posterità offerti ; ma il Fontenelle e l' Hebert tra i Francesi , ed il Zanotti ed il Fantuzzi fra gli Italiani ne stesero la vita. Inclinato il Conte Marsili per carattere all' irascibile, aveva però il cuore sincero ^ la sua Religione fu vera, e professò una special divozione alla Santissi- ma Vergine a cui dedicò nell' Istituto una Cappella, e in onor della quale stabilì un' annua soleunith. Due tratti insigni delhi sua carità e del suo bel cuore ci narrano li citati Scrittori, e questi non devon qui ta- cersi. Allorché viaggiava in Turchia fece ricerca, e seppe che i due Turchi i quali anni addietro lo ave- ano fatto prigioniero, vivevano ancora ma nelP indi- L I B R O II. II genza ; altro non vi volle, perchè egli accorresse to- sto al loro sollievo e con denari, e con interporre efficacemente li suoi buoni uffizii presso il Visir, che in forza di questa raccomandazione generosa- mente li beneficò. Non dissimile da questo è il se- -^ condo fatto accaduto nel viaggiare che egli faceva a Marsiglia, dove regalò con denari quello schiavo Turco che in tempo della sua prigionia lo metteva ogni notte ai ceppi. V. Se mi sono alquanto dilungato nello esporre i ^ ^^J^-^j ^^^^ varii accidenti della travagliata vita del Marsili, spe-te iUarsiii. ro che attesa la singolarità e la varietà dell' argo- mento non avrò annojato i lettori ai quali passo a dar conto delle opere di questo insigne Bolognese. Ho già più sopra citata la sua descrizione del Bos- foro Tracio, nella quale con occhio filosofico percor- re quelle belle contrade , segna le diverse correnti superiori ed inferiori di quel mare e ne misura le varie velocità, come pure esamina la natura e direzio- ne dei venti che colà regnano , descrive le qualità diverse dei pesci che abitano in quelle acque , e ne anatomizza diversi. A questo primo lavoro altro ne succedette pubblicato però soltanto nel 1782. , cioè dopo la sua morte, in lingua Francese ed Italiana, in cui descrisse le leggi, lo stato e le istituzioni mi- litari dell' Impero Turco, e in una lunga lettera in- dirizzata a Giacomo Patriarca di Gerusalemme com- pilò varie osservazioni sullo stato delle Chiese Gre- ca ed Armena in Turchia. Le due opere però che stabilirono il nome del Conte Marsili, sono la Storia Fisica del mare e ì' altra ancor più pregevole De Danubio Pannonico Mysio. Per dar qualche idea del- la prima, dirò che in questa si forma un suo parti- colar sistema sul mare a cui attribuisce due fondi Puno primigenio, l'altro formato d:i]!a concrezione 12 Storia della Letteratura Ital. di varii corpi, o nati colà, o portativi dalle corren- ti. Passa in appresso ad esaminare il moto e la na- tura delle acque marine , nel che non riesci gran fatto perchè a quei tempi la Chimica contava pochi progressi. Le piante marine formaron l'oggetto dell' ultima parte dell' opera in cui inserì nuove e copio- se osservazioni sui semi di esse, sulla mancanza del- le radici, e sui fiori del corallo da lui il primo tro- vati, per lo elle ottenne dall'Accademia di Parigi lo- de singolare. Incontrarono però varie opposizioni le scoperte del nostro Autore sulle radici , sui fiori e sul succo latteo del corallo , poiché il Reaumur ed altri la pensarono diversamente; ciò non pertanto egli ha il merito di aver tentato questo genere di esperien- ze , e di aver così eccitato gli altri ad occuparsene. L'Accademia sunnominata di Parigi alla quale venne dal Marsili presentata la suddetta opera ma- noscritta, lo annoverò per ordine di Luigi XIV. fra li Accademici stranieri, a condizione che in caso di vacanza rielegger non si dovesse alcun altro in sua vece . Così onorifica distinzione Io animò vieppiù a puhblicar questa scientifica sua fatica, alla quale re- cò sommo ornamento la prefazione dell'illustre Boor- haave, che lodò singolarmente il Marsili per avere investigato cose nuove e maravigliose. Quantunque però sia egli degno di encomio per questo suo lavo- ro, pure riscontransi nel medesimo non leggieri mac- chie, perchè l'amor di sistema da cui era domina- to, non gli permetteva di sperimentar con pazienza e faceva abbracciargli troppe cose con ardore straor- dinario. In sei grandi tomi in foglio dividesi Faltra sua ope- ra del Danubio scritta inelegantemente in latino. La geografia, l'astronomia, l'idrografia, le antichità e la storia naturale dei paesi che attraversa questo fiume Libro II. i3 reale, formano gli oggetti trattati in detti volumi in cai incontransi bensì notizie copiose e pregevoli ma non ben digerite; né ciò deve far meraviglia, se ri- guardisi l'estensione degli argomenti dall'Autore trat- tati, la difficoltà di osservare esattamente , e le oc- cupazioni guerriere nelle quali trovavasi egli immer- so, allorché raccoglieva i materiali di questo immen- so lavoro . Scrisse il Marsili anche una dissertazione suU' origine dei funghi , ma sostenne la falsa opinio- ne che essi nascano dalla putredine ; più felice riu- scì nell' investigar la generazione delle anguille, ad- dottando in una lettera diretta al Vallisnieri il si- stema della generazione col mezzo delle uova e non quello dei vivipari (i). VI. Sebbene nulla pubblicasse colle stampe il Dot- Targiom Ci- tor Cipriano Antonio Targioni Fiorentino nato nel pj'^'|^^. emonio ib-2. , pure a lui devono la Fisica e la Storia na- turale non piccoli progressi . Osservò attentamen- te i corpi esposti al fuoco dello speer hio usloiio n<;'l- la Galleria Medicea, e le alterazioni che in essi ac- cadono, vennero pienamente confermate dai Signori Macquer , Darcet e Roux. Contrasse egli amicizia con il Redi, e da lui apprese la vera maniera di rin- tracciare le proprietà dei prodotti animali, e quelF aurea semplicità di medicare per cui divenne uno dei più accreditati medici della Toscana. Il Targioni scuo- prì pure il metodo di conservare incorrotti per lun- go tempo i cadaveri degli animali^, e di questo ne lasciò un bel monumento nel suo privato museo ricco di animali ben conservati, non solo ma anco- ra di piante . Finalmente tacer non si deve che egli lavorò dei prismi , coi quali eseguironsi in Firen- (i) Fece anche scrivere in Francese dal Sig. Limier la sioria dell'I- stituto pubblicata V anno 1723. 14 Storia della Letteratura Ital. ze non poche sperienze da Martino Folkes Presiden- te in appresso della Reale Società di Londra (i). Mag- gior nome accjuistossi Gian-Girolamo Zannichelli chi- mico e naturalista, che può considerarsi fra noi cor me uno dei promotori delle raccolte di storia na- turale. Nato in Spillamberto terra del Modenese Pan- no 1661. passò poi a Venezia, e ascritto al colle- gio di que^ speziali scuoprl alcuni segreti chimici, ma si lasciò da prima trasportare alquanto dalle paz- zie degli alchimisti. Rivolse però in appresso più util- mente 1' attenzion sua alla storia naturale, intrapre- se nel 1710. un viaggio nelle montagne Veronesi e Vicentine , dove raccolse molte rarità naturali, e nel 1 7 1 1 . adornò la sua casa e bottega in Venezia con piante terrestri e marine, conchiglie, e con denti di animali e pesci impietriti raccolti non solo dall' Italia, ma dalla Grecia ancora, dal Portogallo, dal- la Svizzera e dalla Savoja. Questo spettacolo affatto nuovo produsse nei Veneziani singoiar maraviglia, e tanto più che leggevansi in un foglio i nomi di tut- te queste rarità naturali, il che supponeva nel rac- coglitore cognizioni estese della scienza ; e a confer- mar vieppiù questa opinione nel Pubblico, contribuì la rinnovazione fatta nell'anno successivo dal Zannichel- li di un simile apparato, ma composto di minerali e metalli tratti dalle miniere d'Italia e di altre Pro- vincie dell' Europa. Diversi altri viaggi fece egli in compagnia di illustri Botanici, e fra questi, di Pier An- tonio Micheli di cui dirò altrove, ma una caduta nel 1726. fatta gli cagionò una lunga e dolorosa malattia a cui dovette soccombere nel dì 1 1. Gennajodel 172.9. Godette egli la stima universale ed ebbe corrispon- (i) Elogi d'illustri Totcani T. IV. Lucca 1771. pag. DCCCXX. Libro IL i5 (lenza con più Dotti suoi contemporanei ( fra i quali contansi alcuni oltramontani) il Morgagni, il Vallis- nieri , il Poleni ed altri, e l'Haller che di lui ragiona nella sua Biblioteca botanica (i). Le opere del Zanni- chelli appartengono in parte alla Chimica e in par- te alla Storia naturale, e di esse può vedersi presso il Cav. Tiraboschi il catalogo (2) ; fra queste però merita di esser specialmente rammentata la storia delle piante che nascono nei lidi intorno a Venezia, opera postuma da Gio. Giacomo suo figlio accresciu- ta e colà stampata nel 1735. VIL Parlando del Marsiii abbiamo veduto che egli .. '^."^. ebbe a compagno nello scrivere la storia delle valli pe naturaiiit». Bolognesi Giuseppe Monti, e di questo valoroso sog- getto dobbiamo ora dar qui notizia. Anton Francesco Monti Bolognese e Laura Neri Boccalini ebbe egli a suoi genitori, e nel 1682. adì 27. Novembre vide la luce del giorno. Dedicossi Giuseppe più specialmen- te alla Botanica ed alla Storia naturale, e dopo di aver nell'orto della propria casa foraiato un copio- so giardino botanico, ed aver fatto alcune escursioni sul territorio Bolognese e sulle alpi circonvicine , divenne un esperto Naturalista, strinse ben presto amicizia e corrispondenza con varii rinomati nostri Professori , e si procurò inoltre una non sprege- vole raccolta di minerali, di conchiglie e di altri simili oggetti , la quale poi trascurò di aumentare dacché ebbe in custodia il museo dell' Istituto. Due opuscoli da lui nel 17 19. stampati, il primo sopra un' insigne petrificazione trovata presso Monte Bian- cano , all' oggetto di vieppiù confermare la senten- za che attribuisce al Diluvio universale gli avan- (i) Voi. II. pag. i3. (a) BiLl. Mod. T. V. pag. 407. 1-6 Storia della Letteratura Ital. zi dei corpi marini sparsi sulla superficie del globo^ 1' altro sulle piante del territorio Bolognese accreb- bergli il nome, e il Professor Giacomo a Melle di Lubecca gli dedicò un libro sulle pietre figurate del suo paese. Promosso poi il Monti alla Cattedra di storia naturale nell' Istituto e di ostensore nelF or- to botanico , diresse la disposizione di tutti gli og- getti della scienza nel nuovo Gabinetto dal Conte Marsili fondatocela compiè in due anni con l'assi- stenza di suo figlio Gaetano Lorenzo datogli poi a sostituto nel 1729., nel qual'anno dedicò a lui, al Zendrini, ed alPimmortnl Vallisnieri lo Svizzero Lo- dovico Bourguet un suo lavoro intitolato Lettres philosopJiiques sur la forniatlon dcs sels et des cri- staux. Onorato nel ivSó. il Monti dell'altra Catte- dra dei semplici medicinali, e nel 1745. annoverato dal gran Pontefice Benedetto XIV. fra i primi Acca- demico pensionano della nuova Società da lui isti- tuita, continuò a faticare sino alPanno 1752. in cui contava anni 70. Rinunziò allora l'impegno delle le- zioni al figlio, e si limitò a coltivare le piante nelP orto botanico, e ad attendere con maggior fervore alle opere di pietà alle quali in ogni tempo mo- strossi oltre modo inclinato^, e così continuò sino al- la sua morte avvenuta l'ultimo di Febbrajo del 1760., ricevendo il suo cadavere onorata sepoltura nella Chiesa de' PP. Carmelitani Scalzi, all'Ordine dei qua- li portò sempre una special divozione . Oltre quanto si è di sopra accennato, pubblicò egli due indici uno di piante , 1' altro di medicamenti esotici per uso della scuola, e negli Atti tlell' Istituto leggousi non poche sue dissertazioni di argomento botanico e di storia naturale. Il Dillenio, il Boerhaave, il Linneo , il Commcllno , lo Scheuchzero ed altri oltramonta- ni, il Micheli il Vallisnieri e quasi tutti li Botanici L I B R O II. o 17 e Naturalisti Italiani ebbero con lui corrispondenza, e si profittarono delle sue cognizioni mentre egli a vicenda mise a contribuzione le loro letterarie ric- chezze (i). / ■ . Vili. Se i dotti Naturalisti in questo Capo finora vili, da me ricordati meritano i più distinti elogi per ave- tonio. re i primi promossa fra noi una così amena e nobil parte dello scibile umano , i progressi che essa fece la mercè dell'illustre Antonio Vallisnieri a lui danno ogni diritto per essere riconosciuto dalFEnropa tut- ta come il Principe degli storici naturali nello scor- so secolo, e per uno di quelli il cui nome ad il- lustrar basta 1' età in cui visse. Il Gavalier Tirabo- schi che attinse le notizie del Vallisnieri dalle due vite scrittene Puna dal Conte Giannartico di Porzia e l'altra da Monsig. Fabbroni . mi darà lumi baste- voli a tracciar brevemente il quadro sorprendente dei meriti di cosi insigne medico e filosofo (2). Ometten- do le discussioni del prefato Tirabosehi snlla nobil- tà della famiglia Vallisnieri, e la giusta difesa che egli fa del Gesuita Padre Biagi maestro del Vallis- nieri, alquanto deriso come Aristotelico da Monsignor Fabbroni, dirò che Lorenzo Vallisnieri di famiglia no- / bile Reggiana, come par più probabile, ma stabilita . ,?. fino dal 1600. in Scandiano terra in quella Provin- ',' eia situata , fu il Padre di Antonio , e Lucrezia Da- vini sorella del medico Davini fra noi rinomato ne fu madre. Mentre Lorenzo amministrava come Capitan di ragione la giustizia in Trassili.'o luogo della Garfa- gnana, venne al mondo colà adì 3. di Maggio dell'anno 1661. Antonio educato poscia alle scuole dei Gesuiti (i) Fantuzzi Scrittori Boi. T. VI. patf. 91. ■ *. , ^ (a) Tirabosehi Bibl. Mod. T. V. pag. Saa. e seg. Vallisnieri. Oper» T. I. pag. XLI. Fabbroni Vitae ec. T. VII. pag. 9. Tojiio IL a i8 Storia della Letteratura Ital. in Modena ed in Reggio, indi passato a Bologna do- ve cominciò sotto la direzione dell'immortale Mal- pighi gli studii medici in tutta 1' estenzione consi- derati, ma poi dovette per uniformarsi alle leggi degli ' Estensi Dominii ricever la laurea in Reggio il che seguì nel 1687. poco dopo visitò il Vallisnieri in Venezia, in Padova ed anche in Parma i medici più accredi- tati , ed acquistò così nuove cognizioni nella vasta scienza della Natura. Dedicatosi però in modo partico- lare alla storia naturale, cominciò egli a raccogliere per ogni dove ciò che di più raro e di più merite- vole di osservazione gli si offeriva, ed a ripetere le sperienze del Redi intorno alla generazione degli in- ietti, nel che fare riuscì a correggere alcuni errori del Fiorentino sperimentatore , ed a scuoprire più cose fino allora ignorate. Fra i diciotto figli che ebbe dalla sua sposa Laura figlia del Dottor Francesco Mattacodi di Scandiano (i), il Cav.Tiraboschi ricorda Claudia Donna di raro talento, al segno che seppe essa talora continuare in assenza del Padre il let- terario di lui carteggio coi più insigni dotti Euro- pei. IX. IX. Frattanto P Università di Padova attendeva il Continuazione ....... , . .£. j. . r J delle notizie iui- Vallisnieri che in quel scientmco teatro lar doveva irJiè'rl "^^^ ^*^' brillare il proprio ingegno, ed acquistarsi una fama immortale. Il Procurator Federico Marcello operò perchè egli già noto per alcune opere pubblicate di cui a suo luogo parlerassi, colà andasse nel 1700. a coprire la Cattedra di medicina pratica straordinaria con lo stipendio di 35o. fiorini , che secondo F uso lodevolissimo di quell'Archiginnasio, passando il Val- (i) Giovò non poco al Vallisnieri in dette sperienze l'opera del Mat- tacodi diligente investigatore dei fenomeni e dei misteri della natura da lui sommamente lodato. L I B II o II. r^' lisnieri da una Cattedra all' altra,o accrescendoseglie- ne alcuna, giunse nel 1726. sino a fiorini iioo. E mentre egli dava le pubbliche lezioni alli suoi sco- lari, non dimenticava la loro privata istruzione, tenen- do frequenti conferenze nella propria casa in cui gli andava destramente formando , e coirajuto delle spe- rienze conoscer loro faceva il regno della natura che a lui generosa svelava i proprii arcani. Intento egli a così serie occupazioni, esercitava contemporaneamen- te e con gran credito l'arte salutare, apriva una este- sa corrispondenza con molti dei più rinomati Professo- ri d'Europa, viaggiava sulle montagne Modenesi e Tos- cane, componeva opere insigni e raccoglieva un ricco museo di rarità naturali di ogni genere, la descrizione delle quali può vedersi nella Vita scrittane, come si disse, dal Porzia (i). Convinto dalle numerose e ri- petute esperienze da lui istituite che gli antichi ave- vano in fatto di storia naturale commesso non pochi errori, fissò per massima nella istruzione altrui, che non si dovevano in questi studii afferniare cose le quali appoggiate non fossero dalla sperienza, ebbe il corag- gio di sostenere che la Natura non era stata fino a* suoi tempi ben conosciuta, e non volle idear sistemi per spiegare i fenomeni naturali, se non erano su questi principii basati. Accadde perciò a lui come a tutti quelli che nuovi legislatori sorgono nelle scien- ze, di incontrar cioè avversarii e numerosi e arditi, perchè vedendo molti il loro credito venir meno, troppo ad essi premeva il sostener le rancide dottri- ne di Aristotele. Si distinsero in questa battaglia spe- cialmente i Professori suoi Colleghi , alcuni dei qua- (i) A questa raccolta il nostro Professore ne aggiunse un'altra non ispregevole di antichità e una collezione copiosa di libri appartenenti alla storia naturale ed alla medicina. ao Storia della Letteratura Ital. li cercarono ogni via per farlo credere un pericolo- so Novatore, e per fargli perdere la Cattedra clie a loro giudizio non meritava; superò egli però non sen- za fatica, e con rajuto del sullodato Marcello e de- gli altri riformatori dello studio di Padova così fiera burrasca , e l'importanza delle sue scoperte rendute omai più che certe gli assicurò la stima universale e procurogli la immortalità. Lungo sarebbe il voler qui descrivere gli onori e le ricompense cbe il Val- lisnieri ricevette dai Prìncipi e da altri gran Per- sonaggi del suo secolo ; ma per non ommettere al- meno li più cospicui, dirò che Flmperator Carlo VL a cui egli dedicò P opera sulla generazione^ lo rega- lò di una ricca collana e di un medaglione d' oro, e con diploma Imperiale dichiarollo suo Medico di Camera. La celebre Contessa Donna Clelia Grillo Borromea munifica protettrice dei Dotti donogli il suo ritratto legato in oro e giojellato, e il volle legislatore dell' Accademia di sperimentale Filoso- fia che fondar disegnava nel suo palazzo. Due belle medaglie in onor suo coniate veggonsi nel Museo Mazzucchelliano (i) e un' altra da esse diversa ne conservano in Scandiano li suoi nipoti (a). Chiamato il Vallisnieri a succedere al Lancisi in Roma, indi a Torino per coprire in quella Università sotto il fau- sto dominio del Re Vittorio Amedeo restaurata, una Cattedra, ricusò questi avanzamenti, e grato alle sin- golari dimostrazioni di stima che il Veneto governo a lui costantemente usava , non abbandonò Padova. Nelle citate vite riscontrar possonsi i magnifici elo- gi con cui parlarono di lui i più dotti Europei, e rilevar puossi quanti libri fossero allo stesso da più (i) VoL n. Tab. CLxvin. (a) . . . pag. LXXIV. L I B R O II. " 21 Scrittori dedicati, e il carteggio del Vallisnieri che nella Estense Biblioteca si custodiscCj dimostra di quanta riputazione godesse egli nella Repubblica let- teraria. A rendere vieppiù rispettabile questo gran- d' uomo vi contribuirono gli aurei suoi costumi, la dolcezza del tratto , e le religiose virtù clie lo ador- navano ; per la qual cosa allorché venne dopo bre- ve malattia a morte nel 1780. adi 18. di Gennajo, r intiera Città di Padova non che tutti coloro fra gli esteri che il conoscevano , si afflissero di tanta perdita, le sue ceneri deposte vennero nella Chiesa degli Eremitani, e nella vicina parete collocossi poi 1' iscrizione onorevole ben da lui meritata. X. Copioso, come già si accennò , è il numero de- ^ r^dl Vai- gli scritti usciti dalla penna di questo illustre Filo- lisnieri. sofo , i quali raccolti furono in una bella edizione per opera del Cav. Antonio di lui figlio procurata in tre volumi in foglio con le stampe di Sebastiano Coleti Veneziano; a questa può, chi brama cono- scere diffiisamente tutte le opere del Vallisnieri, aver ricorso, e noi giusta il fissato costume ci limi- teremo a ragionar soltanto delle principali di lui scoperte, e delle più cospicue sue produzioni. La storia naturale in tutta 1' estension sua considerata fu quel campo che ei con sì felice successo coltivò tanto nella parte animale, quanto nella parte, direm così, geognostica, per cui in queste due classi divi- deremo le opere di lui, e facendoci dalla prima di cui più dell' altra ancora egli occupossi, ricorderemo due dialoghi sulla curiosa origine degli sviluppi e sui co- stumi ammirabili di molti insetti, stampati nel 1697. nel I. e nel II. Tomo della Galleria di Minerva, nei quali dialoghi poi altre volte pubblicati egli esaminò le sperienze del Redi su gli insetti, e corresse gli errori nei quali era caduto l'Osservator Fiorentino. %'x . Storia della Letteratura Ital. Il favorevole accoglimento fatto dai Dotti a questa prima di lui fatica lo animò a tentar cose maggiori^ e nel 1 710. comparirono le sue considerazioni ed espe- rienze intorno alla generazione dei vermi nel corpo umano , in cui mostrò come essi veramente vi si for- mino, e confutò il sistema del Francese Andry su questo fenomeno della natura animale. Se ne risen- tì vivamente l'Oltramontano, e nel Giornale dei Dotti videsi un' amara censura del lavoro dell' Ita- liano, il quale con 1' ajuto ancora di altri due sog- getti cioè del Brini e del Saracini rispose all' Andry. Daniele le Glerc tradusse in lingua latina le consi- derazioni del Vallisnieri, e ne adornò la sua storia naturale e medica dei lombrici (i). Così pure fece il Mangeti riguardo ad un' altra interessantissima opera del Vallisnieri inserendola tradotta in latino nel suo teatro anatomico; cioè le Sperienze ed osse?" ovazioni intorno all'origine, sviluppi e costumi di va- rii insetti etc. . le quali nel 171 3. videro la luce. Una nuova divisione generale di tutti gli insetti, la de- scrizione della Mosca de' Rosai, la scoperta dell'ori- gine delle pulci dell'uovo e del seme dell'alga ma- rina, con molte amene osservazioni di storia natura- le contengonsi in queste esperienze, le quali poi die- dero al Vallisnieri argomento per altri scritti di si- mil natura, in cui fece egli sempre nuovi passi e riscosse così l' ammirazione dei contemporanei. Que- sti eran solleciti di diffondere le scoperte del Pro- fessore di Padova, il quale può dirsi che chiamò a rassegna tutte le Specie di insetti allor conosciuti, e ne descrisse i costumi e le varie proprietà. Ad altro genere di osservazioni spetta poi la storia del Camn- leonte Africano e di varii animali d'Italia, nella (i) Giornale dei Letterati d'Itali» T. XVI. pag. 3i3. L I B R o IL aie quale esaminò con diligenza straordinaria la strut- tura e la qualità di detto animale, ne ripurgò la sto- ria da molte favole dai vecchi Naturalisti adottate, e vi aggiunse più osservazioni sulla rana, sulle lu- certole e sopra altri simili rettili. Ma allor quando il Vallisnieri si occupò dell' uomo, raddoppiò, direm così, gli sforzi del suo ingegno e con quella atten- zione , e con quella sublimità di viste che richiede- va un così nobile argomento , il trattò , cosicché nessuno al dir del Buffon (i) più profondamente di lui vi si applicò ,, e benché, sono parole di Tirabo- „ sebi, il suo sistema delle uova de' Vivipari sia or 5, combattuto da molti, le sperienze però da lui fatte, „ possono non poco giovare a scoprire , se verrà un 5, giorno in cui esso finalmente si scopra, questo „ finora occulto mistero della natura „ cioè della generazione dell' uomo e degli animali. XI. Omettendo qui di far parola di una serie ben xi. , ,. T- 1-1 • 11 Continuazione lunga di opuscoli risguardanti la stona suddetta , di ciò che ris- perché di minor conto assai delle opere fin qui ri-|ei^vai]isnienr cordate , o perché ad esse spettanti, passeremo ades- so a ricordare le produzioni del nostro Autore ris- guardanti il globo terracqueo. A questa classe appar- tengono le lettere critiche sui corpi marini, che ne' monti si trovano, sulla loro origine, e sullo stato del mondo avanti e dopo il Diluvio, stampate la pri- ma volta in Venezia nell' anno 172,1. Confutò egli quelli che attribuiscono all' universale Cataclismo il trasporto de' detti corpi sui monti, e crede meno improbabile l'ammettere, come altri fanno, l'opinio- ne di coloro , i quali ritengono che il mare occupasse una volta assai più alto luogo che non occupa al presente , e che aperte poi ampie voragini in esse (j) Hist. nat. des Aoimaux T, V. pag. 394. 24 Storia della Letteratura Ital. ?i sprofondasse. L' origine delle Fontane diede pur soggetto di esame e di studio al nostro Filosofo , e nel I 7 1 5. si pubblicarono da lui alcune lezioni acca- demiche su questo argomento alle quali aggiunse al- tre osservazioni; e sostenne e provò che le nevi di- sciolte e le piogge somministrano alimento alle fon- ti, nella quale circostanza trattò delle tanto rino- mate nostre acque vive sorgenti. L' erudizione e la medicina, che come si disse, così felicemente esercitò, ebbero da lui varii opuscoli, e scrisse intorno alla costituzione verminosa ed epidemica del Mantovano e del Veneziano, lasciò i suoi Consulti medici e un Saggio di storia medica e naturale coìta spiegazio- ne dei nomi alla medesima spettanti posti per alfa- beto. In questo lavoro del Vallisnieri V Italia ebbe il suo primo dizionario di storia naturale, ma il Chiar. Autore non potè che abbozzarlo , ofìVendo così sol- tanto ad altrui un modello del metodo da tenersi per formare un' opera in tal genere perfetta. Costante e stretta amicizia egli mantenne colF illustre Aposto- lo Zeno, e lo coadiuvò efficacemente nell' impresa del famoso Giornale dei Letterati, in cui gli articoli di medicina e di storia naturale spettano in gran parte al nostro Scandianese, come rilevasi dalle mol- te lettere dallo Zeno a lui indirizzate (i). _ ?"'. -M- XII. Fra i primi raccoglitori di musei di storia Gunltipn Nic- ^ _ ~ _ colò eri altri sog- naturale annoverar si deve Niccolò Gualtieri Fioren- tino nato nel t()88. medico della Principessa Vio- (i) L'edizione completa delle opere del Vallisnieri ò lavoro corno si disse, di suo figlio il Cav. Antonio Vallisnieri juniore, soggetto henemerilo delle scienze, per avere fatto dono della magnifica raccolta di libri di sto- ria naturale da suo Padre e da lui stesso formata e del ricco suo Museo di storia naturale all'Università di Padova, di molte opere MSS. de" tre Ma- gati alla EiLlioteca Estense, e de' suoi libri di medicina alla Unhersità di Modena. Mori alli i5. Gennajo 1777- gttt Libro li. ' " at- lante di Baviera. Ebbe egli gran parte con il famo- so botanico Pietro Micheli a formare la Società bo- tanica Fiorentina 5 e raccolse ima beila serie di pez- zi di storia naturale , a cui col favore del Gran Du- ca Gio. Gastone airòunse una collezione di testa- cei sino al numero di 36oo. dei mari delle Indie orientali , ne stese un esatto indice , e lo fece ma- gnificamente stauipare V anno 1743. corredato dei rami corrispondenti, opera dal difficile Linneo ca- ratterizzata, siccome ahsolutissimum ; e se non fosse il Gualtieri stato prevenuto dalla morte a cui dovette soccombere nel 1 744- -> aveva egli 1' idea di prose- guire così vasta impresa pubblicando il catalogo dei testacei fossili, e delle piante marine. Succedette egli al Dottor del Papa nella carica di Archiatro Gran Du- cale , ed ottenne la Cattedra da questo coperta nel- la Università di Pisa a cui passò il detto suo mu- seo; non riuscì poi molto felicemente per lui il risulta- mento della controversia col Vallisnieri agitata suU' origine delle fontane, e trovò non pochi oppositori all'opinione da lui avanzata e con calor sostenuta, che queste venissero dal mare (i), mentre il Naturalista Scandianese appoggiato alle proprie esatte osserva- zioni, derivar le faceva, come abbiam veduto, dalle montagne, sentenza che ninno al presente mette in dubbio. L'Etna, quel Vulcano così terribile e famoso nella storia antica e moderna trovò fi'a gli altri un dotto illustratore nel Canonico Giuseppe Recupero di Catania, che ne visitò attentamente ogni rupe, ed ogni antro (2), e ne analizzò chimicamente le pian- te, le argille, le acque termali, ne osservò gli ani- mali indigeni, e le conchiglie ivi deposte, cosicché (i) Elogi di illustri Toscani Lucca 1771. T, IV. pag. DCCXXII. (2) Antologia Romana T. V. nag. 173. aé- Storia della Letteratura Ital. conosceva pienamente e in tutti gli aspetti que- sta montagna. Scrisse egli assai su cosi vasto argo- mento, ma prima della sua morte avvenuta nell'an- no 1778., contandone egli allora 58. di età soltan- to, altro non pubblicò, se non che Un discorso storico sopra il vomito delle acque e fuochi di Mon- gibello, e ciò dopo la eruzione seguita nel 1765. in Marzo , ed una esatta carta orittografica dell' Etna. Suo Nipote però il Prevosto Agostino Recupero ere- de de' suoi scritti ne diede poi in luce 1' anno 181 5. la Storia naturale e generale dell' Etna in due volumi in j^S' da lui arricchita con annotazioni co- piose e con supplementi, ove trovansi tutte quelle notizie che inserirvi non potè V Autore , per man- canza delle scoperte e delle cognizioni acquistatesi in conseguenza dei grandi progressi in questi ulti- mi anni fatti dalle scienze naturali. Chi desiderasse ulteriori notizie su questo pregevole lavoro , può consultare la Biografia degli uomini illustri della Si- cilia (i), dalla quale pure raccogliesi in quanta sti- ma tennero il Canonico Recupero i più dotti viag- giatori Europei , e come lo pregiassero il ButVon e il Cav. Hamilton ; a queste dimostrazioni di stima unissi poi anche il voto de' suoi Concittadini che lo elessero a Segretario dell' Accademia de' Pasto- ri Etnei, e quello della Società Colombaria di Fi- renze e dell'Accademia degli Antiquarii di Londra, le quali lo onorarono ascrivendolo fra i loro Acca- demici. Diligente indagatore delle ricchezze natura- li del suolo Modenese mostrossi il Dottor Pier An- tonio Righi Garpigiano morto nel 1752. Dopo di aver egli percorse tutte le nostre montagne all' og- getto principalmente di scoprir miniere , stese alcu- (1) T. II. Napoli 1818. L I B R O II. 27 ne relazioni conservate un tempo nella libreria Mo- denese Pagliaroli, ora del Sig. Conte Paolo Forni col- to Cavaliere , e lasciò pure il Riglii un' altra ope- ra manoscritta intitolata V Hydrometalloscopia in cui insegna P uso della Bacchetta e Palla Divinatoria per trovare le miniere e le sorgenti, argomento che negli ultimi anni del passato secolo e nel cominciar del presente con tanto calore trattossi da alcuni Fisici di grido (i). Accade alcuna volta che uomini i quali si segnalarono in una particolar provincia dell' umano sapere, siano dopo morte dimenticati, sebbene abbiano diritto forse più di tant' altri alla rinomanza ed alla gratitudine dei posteri. Credo perciò di non dover tra- lasciare di far qui brevemente parola di Anton-Lazza- ro Moro di San Vito nel Friuli, dove vide la luce del giorno l'anno 1687., onde il suo nome non resti occulto essendo egli stato uno dei più profondi geologi del- la prima metà del secolo passato. Vesti egli P abito sacerdotale , e sostenne diversi impieghi al suo sta- to confacenti ed in Patria istituì un Collegio da lui diretto , finché venne meno ai vivi nel 1 764. con- tando egli 77. anni di età. L'opera che conoscer lo fece come esperto naturalista Geologo, fu quella dei Crostacei: quando essa venne pubblicata, i Tedeschi ed i Francesi si fecero solleciti di tradurla, e P In- glese Odoardo King confessò alla R. Società di Lon- dra che il Moro lo aveva prevenuto nelle sue idee geologiche. Confuta il nostro Italiano le opinioni di- luviane di Bournet e Woodv^ard, e fabbrica un suo sistema da alcuni approvato, da altri contrastato, sulla formazione dei monti, delle pianure, e delle isole tutte che suppone originate dalle esplosioni vulcani- che sotto marine, traendo poi tutte le prove per di- (i) Tirahojchi BiLl. Modenese T. V. pag. 353. z8- Storia della Letteratura Ital. mostrar la verità del suo sistema, dalle petrificazio- ni de' crostacei e corpi marini esistenti nelle visce- re dei monti (i). -, ^^". _, XIII. Dopo il Gualtieri di cui nelP antecedente 1 argioni 1 oz- ^ ' ietti Giovanni. §.*' ho parlato , darò qui luogo ad un suo concitta- dino, che al pari anzi e più di lui si distinse nelF occuparsi di scienze naturali, voglio dire il Profes- sor Giovanni Targioni Tozzetti figlio di Benedetto Targioni e di Cecilia Tozzetti, che lo diede in lu- ce l'anno 1712. Laureatosi egli nel 1734. a Pisa so- stenne per alcun tempo ìa dignità di Professore straor- dinario , indi sotto la direzione del Micheli studiò Botanica, e a lui morto nel 1737. succedette nella custodia del giardino botanico dnlla società Fioren- tina eretto . Acquistò il Targioni allora a proprie spese il Museo, la Biblioteca e gli scritti del suddetto suo illustre Antecessore, a condizione di pubblicarli con le stampe, e nel 174H. uscì alla luce per opera sua il catalogo del giardino anzidetto , saggio ben luminoso delle immense fatiche del Micheli, la pub- blicazione delle quali se fosse stata a termine con- dotta lo avrebbe sommamente onorato. Ma avendo r Imperator Francesco II. affidata l'anno i73q. al Targioni la cura di ordinar, come fece, la Bibliote- ca Magliabechiana, rallentar dovette il suo fervore per gli studii botanici, e nelPanno 1746. rinunziò la cu- stodia di detto giardino per occuparsi in più inte- ressanti oggetti. Ommetterò di far qui cenno di al- cune di lui produzioni filologiche e storiche, per le quali consultar si ponno le Novelle letterarie di Firenze (2), e mi limiterò a dar ([ualche ragguaglio de' suoi viaggi in diverse parti della Toscana in do- (i) Gamlia Galleria d' Uoni. ili. Quaderno XXII. (3) An. 1783. T. XIV. pag. 97. L I B R O II. 29 dici volumi compresi. La storia naturale di quelle belle Provincie trovasi in essi maestrevolmente svi- luppata 5 e copiosi lumi sulla Mineralogia , la Bo- tanica e F Agricoltura raccoglierà chiunque legger vorrà quest'opera, in cui spiegasi anche una nuova teoria della terra diversa da quella di Bufìbn e di tanti altri Naturalisti. Gli Oltramontani riconobbero i meriti di questi viaggi, e li citarono sovente nel- le opere loro , e ne diedero nei Giornali degli estrat- ti per P Autore oltre modo lusinghieri. Altro vasto lavoro e faticoso aveva il Targioni ideato, cioè la To- pografia fisica della Toscandj ma non potè condur- lo a termini , ci lasciò bensì un monumento per le scienze naturali pregevolissimo , voglio dire La storia degli ag grand imenti delle scienze fisiche circa ai tempi dell' Accademia del Cimento , ed una let- tera sopra certe farfalle dai pescatori chiamate Man- na dei pesci, le quali nel 1741- infestarono la To- scana. Giovò poi il Targioni anche alla medicina pra- tica col promuovere l'innesto del vajuolo umano, e con un Trattato sulle asfissie; come pure coltivò con zelo P Antiquaria , essendo egli stato uno dei fonda- tori della Società Colombaria di Firenze. Questo di- stinto Letterato , uno dei primi che P Accademia dei Georgofili a se chiamasse , e alla quale ei diresse Alcuni ragionamenti sulV Agricoltura della Toscana^ soccomber dovette al comune destino per atrofia adì 7. di Gennajo nelP anno 1783., lasciando però degno erede delle sue estese cognizioni il figlio tut- tor vivente Dottor Ottaviano Targioni Tozzetti Pro- fessor di Botanica a Firenze e benemerito quanto mai della scienza (i). , , (i) Novelle suddette F.** citato. ìo Storia della Letteratura Ital. XIV. XIV. Caprino Valle del territorio Veronese nascer Ar fa una genuina confessione degli sbagli presi e spe- cialmente di quello del Verme Vescica. Se noi non loderemo il contegno del critico che malmenò senza pietà alcuna il suo antagonista, direm però che que- ste lettere nel loro genere sono pregevoli assai; mo- strano quanto fosse profondamente versato nelle scien- ze il loro Autore, e giovar possono per istruire gli studiosi ad esser cauti nello spacciare delle scoper- te, ed a voler formare sistemi, e dettar precetti sen- za aver buon fondamento di dottrina, e cognizione estesa delP argomento che si maneggia. XXIII. Visse contemporaneo allo Spallanzani Feli- ^[Xiii. „ , T ^ . , . Fontana Folic*. ce l*ontana, e sebbene non arrivasse ad ottener pan fama, occupa egli però un seggio onorato tra i Fi- sici e Naturalisti del secolo XVIII. Nel piccolo bor- go di Panerolo situato nell' alto Adige sortì egli i natali da onoratissimi parenti nel dì i5. di Aprile dell'anno 1780. (i): indirizzato ai buoni studii in Roveredo dagli Abati Gio. Battista Giaser , e Girola- mo Tartarotti nomi cari alle lettere ed alle scienze^ passò poi a Padova ed a Bologna, e in quelle Uni- versità si applicò vantaggiosamente alle facoltà filo- sofiche , nelle quali poi vieppiù penetrò visitando gli stabilimenti di scienze naturali di Roma e della To- scana, e consultandone i Professori più rinomati. L' Imperator Francesco I. della Casa di Lorena e il Gran Duca di Toscana Pietro Leopoldo mostraronsi splendidi protettori del Fontana , poiché essendo stato dal primo nominato a Professore di filosofia razionale in Pisa, venne dal secondo chiamato presso di se in qua- lità di Fisico di camera. E ben corrispose a un tan- to onore il nostro Filosofo , il quale persuader sep- pe all' Augusto Principe la fondazione del bel Gabi- (i) Mangili Prof. Giuseppe. Elojio del Fontana 8.** Milano 1818. 54 Storia deixa Letteratura Ital. netto fisico clie ammirasi in Firenze, e che fu ope- ra sua, mentre trovò nella Reale munilìcenza tutti i mezzi più ai)bunilevoii per ottenere così nobile sco- po. Ingegnoso e sagace sperimentatore osservò più attentamente di quel che prima fatto avessero gli altri fisici, i globetti rossi del sangue, e confutò gli errori del Padre Della Torre Napoletano su questo argomento; meditò sulle leggi iìeWa. In-itabìlità Hai- leriana, e dedicò a quel celebre Medico il suo scrit- to che conteneva le esperienze da lui istituite a sta- bilire questo sistema ; e tale stima di lui concepì r Hallero che gli dedicò il Tomo ITI. della sua Fi- siologia. Non pochi altri rami della Fisica illustrò poi il Fontana, e specialmente la teoria della respirazione dell' aria vitale , e dell' assorbimento di qualunque specie d' aria che produce il carbone ; come pure ci lasciò osservazioni pregevoli sulla Tremella, sulle Ida- tidi , le Anguille , e sulla Tenia cucurbitale che di- mostrò essere un animai solo quantunque apparisse sotto una forma molteplice. Magnanimamente pro- tetto dal suUodato Arciduca Leopoldo che gli asse- gnò Zecchini 8. mila per viaggiare, andò il Fontana a Parigi ed a Londra , conobbe i più illustri Fisici del secolo, istituì importanti sperienze , e ritornato in Italia scrisse li suoi piincipii ragionati intorno al- la generazione, e jìubblicò il suo lavoro classico sul veleno della vijiera e sopra alcuni potentissimi tos- sici Americani. Procacciogli quest'opera nuova ripu- tazione letteraria in Europa per le delicate ed ar- dite sperienze in essa contenute, e dirette a sbandir gli errori del volgo sopra tali veleni, ed a scuojìrir gli antidoti valevoli a rimediare ai mali da essi ca- gionati. In questo insigne lavoro esaminò inoltre l'Au- tore diligentemente la natura dei nervi, e portò la L I B R o II. 55 cognizione della loro struttura più avanti di quello che fatto avevano il suddetto Padre Della Torre ed i celebri Prokasca e Monrò, rettificando anche l'idea che gli anatomisti più distinti avevano sulF origine del nervo intercostale . A lui pure è dovuto come già si disse, il celebre Gabinetto fisico eretto con la Sovrana munificenza di Leopoldo sotto la sua dire- zione, e che ammirasi in Firenze, ricco di macchi- ne fisiche ed astronomiche, di minerali, di animali e di piante , non che di pezzi anatomici in cera ec- cellentemente lavorati. Allorché l'Imperator Giuseppe II. visitò questa insigne raccolta, tanto gli piacque, che ordinò al Fontana un lavoro simile per V Università di Vienna, ed avendolo questi fatto eseguire, quel Monarca lo ricolmò di doni e di onori; una serie simile poi di preparazioni fece eseguire lo stesso Naturali- sta per la scuola medica di Parigi sotto V impero di Napoleone. Ascritto il Fontana alle principali Accademie d' Europa, ebbe un esteso carteggio con i Dotti del suo tempo; sebbene egli non si immis- chiasse nei rumori popolari l'anno 1799. accaduti in Toscana , tuttavia gli Aretini entrati in Firenze lo imprigionarono , ma pochi giorni appresso fu libera- to , e ripigliò i suoi studii , ai quali attese, si può dir, fino alla sua morte, accaduta nel Febbrajo del- l'anno 180 5. per una caduta che fece nel restituirsi a casa una sera , e spirò assistito dal Mascagni e da alcuni suoi discepoli (i). XXIV. Viaggiò con frutto l'Ab. Alberto Fortis del- 'XXiv. . TT 1 . » 1 . X Forti» Albw- lo Stato Veneto nato nel 1741- n^ Agosto; e coltivo to. ad un tempo la Storia naturale e la Filologia. Per- (i) Fu amico dell'Alfieri al quale rassomigliava per un carattere il più fermo ed inalterabile , qualunque foss» lo stato delle coie prcspwo od avverse. 56 Storia della Letteratura Ital. duto in età tenera il Padre, e passata alle seconde nozze la Madre col Conte Ccipo di Lista Padovano, eb- be il giovinetto Alberto nella casa di questo Signo- re 5 dove radunavansi i più dotti Padovani , i mezzi per istruirsi di buon' ora nelle amene lettere ; dopo il cbe entrò nell'Ordine de' Romitani ed applicatosi benché suo malgrado alla Teologia , cominciò a stu- diar di nascosto la Geologia, e compose su questo ar- gomento un poema. Passato poi a Roma colà ebbe campo di approfittare nella Biblioteca Angelica del- le lezioni del famoso orientalista Padre Giorgi, e di conoscere l'Antiquaria e la Filologia , finché ottenu- to da Clemente XIV. il Breve di secolarizzazione ri- vide la Patria. Onde provvedere alle angustie della sua fortuna, prese parte per alcun tempo al Giorna- le enciclopedico di Vicenza , nel quale distinguonsi gli articoli del Fortis e per lo stile e per la buona critica; e poscia nel 1771. intraprese un viaggio in Dalmazia accompagnando V Inglese Signor Symonds amante dell' agricoltura , e il Botanico Professor Ci- rillo Napoletano. Il saggio di osservazioni sopra l' Iso- la di Gherso ed Oserò pubblicato dopo il ritorno da questo viaggio, fece conoscerlo non solo come geo- logo e naturalista, ma ben anche come filologo, e dopo di aver altre volte visitato quei paesi, e di es- sersi bene impossessato della difficil lingua Illirica j diede in luce il suo viaggio sulla Dalmazia in due tomi in quarto, nel quale rendette conto delle mon- tagne da lui colà visitate internamente ed esterna- mente, descrisse gli avanzi di antichi Vulcani, se- gnò le traccie del mare su quei gioghi esistenti, e ricercò le miniere metalliche, e le cave di quei mar- mi agli antichi non sconosciute. Estese egli in que- sto suo lavoro le sagge sue vedute all'agricoltura ed ai costumi di quei popoli, ed accennò i mezzi di mi* L I B R O II. ' ''' 57 gliorar sì Tuiia che gli altri. Molto credito procurò al Fortis quest'opera, che venne su])ito tradotta in tutti i colti idiomi, e varie Accademie d' Europa lo annoverarono al loro ceto. Fra queste contansi l' Isti- tuto di Bologna, la Società Italiana delle Scienze e l'Accademia di Berlino (i); uè qui si restrinse il frutto che egli ne raccolse , poiché ottenne dopo la stam- pa di questo viaggio dalla vedova e ricca sua madre un più largo provvedimento a' suoi bisogni. Visitò in appresso tutte le catene , si può dir dei nostri monti, e in varii scritti stampati raccolse le osserva- zioni da lui credute le più interessanti, fra lo (pia- li meritano di essere specialmente ricordate (fucile sui pesci impietriti del monte Bolca nel territorio Veronese, e sulla nitriera naturale scoperta al Pulo di Molfetta nella Puglia e verificata ancora dai dotti viaggiatori Zimmerman ed Hav^kins. Perito siccome era il Fortis nell'Antiquaria, mescolò ben sovente colle notizie di storia naturale altre cognizioni , e conget- ture o per fissare epoche remote , o per determinare la posizione di alcuni luoghi dell' antica geografia , o per comprovar fatti antichissimi di storia , nel che fare se non riuscì sempre a cogliere il vero, ebbe anche il coraggio di confessar gli abbagli da lui presi , il che lo onora , dimostrandolo ricercator del vero e non li- gio della propria opinione. E ciò egli diede a vede- re ancora, allorquando seguitò nella Calabria cuci- la Puglia il preteso indovino Pennet, poiché non du- bitò 5 è vero , in una lettera diretta al più volte lo- dato Spallanzani, dell'azione dei bitumi, delle ac- que e dei metalli sotterranei sopra quell'uomo, ma trattandosi di una questione allora tanto vivamente (1) Amoretti. Elogio di Fortis stampato nel T. XIV. delle Memori* della Società Ital. p. XVII. dal quale ho tratto le presenti notizie. 58. Storia della Letteratura Ital. agitata , andò cauto , e si risentì soltanto , quando alcuni r accusarono di poca perizia nello sperimen- tare e di troppa credulità. Son questi i lavori prin- cipali dell' Abate Fortis al quale, dopo di avere nel- la invasion dei Francesi in Italia l'anno 1706. ab- bandonata la patria ed aver trasportato in Francia tutti li suoi beni , accaddero colà tali disgrazie che il ridussero alla penuria, ma però si resse in mezzo alle sventure, e Napoleone Bonaparte lo nominò pre- Tetto della Biblioteca di Bologna e Segretario dell'Isti- tuto Italiano, or '^G-^ XXV. Quantunque vivesse assai poco Giuseppe Oli- vi di Gliioggia, tuttavia operò egli molto per la sto- ria naturale, ed alle più vaste cognizioni scientifiche uni un cuor tenero e virtuoso, e coltivò con fervo- re la Religione. Entrato nel 1785. uella Congrega- zione dei PP. dell' Oratorio in patria , dopo di ave- re ivi vissuto r Olivi per (pialche tempo con esem- plarità non comiuK^, applicandosi contemporaneamen- te all' amena letteratura ed alla storia naturale, do- vette con dispiacere dei suoi Confratelli sortirne a motivo della vacillante sua salute, ed andò a Pado- va onde cercar ristoro a' suoi mali. Intraprese egli un viaggio lungo l'Adriatico^ nel quale raccolse pro- duzioni inarino d'ogni specie, che da lui attenta- mente Osservate giovaroni!;li a fondarsi nella relativa scienza, ed a scnoprirfìn d'allora l'iuAuenza che eser- citano le circostanze locali nella generazione , e nel- la vita subacquea dei vani esseri . Dopo di avere r Olivi rettificato alcune idee sopra diverse ])iante con alcune Memorie inserite ncìgli Atti dell'Accade- mia di Padova, si occupò con attenzione singolare delle Conferme, cioè di quelli ammassi di tenui fila- menti , ehe in diverse foggie ammantano le rive ed il fondo dei canali stagnanti. Discusse egli le osser- L I B R o IL 59 vazioni su queste piante istituite dal Fontana e dal Corti , moltiplicò le proprie , e riuscì a determinar per tal maniera il numero, la fisionomia ed i carat- teri delle specie fino allora incognite di siffatte pian- te da alcuni credute tanti animaletti , ma da lui di- mostrate vere piante, il lento moto delle quali è pro- dotto dalle emanazioni dell'aria. Questa importante scoperta non che le indagini con le quali determi- nò l'influenza della luce sui vegetabili, lo costitui- rono fra i più rinomati nostri Naturalisti nel secolo XVIII. , e lungo sareMie il voler qui ricordare le al- tre sue fatiche a prò della scienza: io per amor di brevità ristringerommi a dar contezza della sua Zoo- logia del mare Adriaiico , e specìuhnente di quel trat- to dal suo confine al Settentrione sino all' altura di Ancona, e di Zara. Riuscì egli a maraviglia in que- sto suo disegno , e con esattezza descrisse i fondi del golfo Veneto, con accorgimento rintracciò la natu- ra e l'origine dei materiali che li compongono , i vin- coli di somiglianza che riscontransi tra l'indole de- gli esseri organici abitanti in essi fondi, e quelle dei siti dove nascono e crescono. In cinque ordini o schiere furono da lui divisi questi animali, ed alcu- ni tra essi ne incontrò ommessi dal Linneo, e da lui collocati in quella classe cui appartengono con la scorta dei recenti scrittori che li conobbero. Le nu- merose specie poi di questi da lui scoperti , da lui pure ricevettero acconcia denominazione, e storia, e collocamento ; perlocchè danno grande soffrir dovet- tero le scienze naturali per non aver potuto l'Olivi compiere questo faticoso lavoro che tuttavia si stam- pò in Venezia. Mentre infatti egli attendeva a per- fezionarlo, e i Dotti Italiani , e le Accademie di Ber- lino , di Copenaghen , di Praga , ed altre fra le più rinomate d' Europa gareggiavano a testificargli P al- 6o Storia della Letteratura Ital. ta stima di lui concepita, e mentre la Repubblica Veneta ^\ì decretava 1' importante carica di Soprain- tendente all' agricoltura ed all'economia nazionale, cadde questo egregio Naturalista vittima di quella tisichezza, che da tanto tempo lo minacciava, e le scienze lo perdettero in Padova adì 20. Agosto del- l'anno 1790. ventesimo sesto dell'età sua. In Chiog- gia e in detta Città si eressero ben meritamente mo- numenti a perpetuarne la memoria, ed il Chiar. Aba- te Cesarotti ne compose l'elogio funebre (i). L'Oli- vi arrichì inoltre il competulio Italiano delle Tran- sazioni filosofiche di Londra con osservazioni copio- se sulle conferve infusorie, per sostenere che le Tre- melle sono vegetabili contro il parere di Saussu- re, e sulla fabbrica e sul genere contrastato delle Coralline, come pure trattò altri argomenti di sto- ria naturale , ma particolarmente scrisse intorno al- le lave del Vesuvio per spiegare il paradosso appa- rente che la lava sia corsa liquida e fusa nei cor- renti del monte stesso, mentre raffreddata non oltre apparenza di vetrificazione. XXVL XXVI. Prato vecchio nella Provincia Casentinese Soldam Padre ._ ., -iT-kir-v*! 'Oi Don Ambrogio in Toscaua vjdc nascere il Padre U. Ambrogio ool- onc ig jo ogo. j^j^^ Abate generale dei Camaldolesi di cui ora deb- bo far parola. Un' ampia lacuna presentava la Con- chigliologia nella lunga serie dei testacei microscopi- ci, e non minore^ la Geologia nell' analisi delle ter- re submarine e in quella del tessuto delle varie pie- tre formate da antichissime Gonchigliette. Un picco- lo saTgio di queste analisi microscoj)iche ne aveva dato il Dotior Jano Pl-mco ( Giovanni Bianchi ) e varii oltramontani eransi occupati di questo beli' ar- (i) Poz'etti Pompilio. Elogio dell'Olivi inserito nel Tomo IX. delU Memorie della Società Italiana delle Scienze pag. LXXXXI. L I B R O II. 6l gomento; ma i loro lavori non eguagliano in meri- to il Prodromo del Soldani nel 1780. pubblicato. Molte difficoltà egli dovette vincere nelF esaminare col microscopio una serie così grande di piccoli og- getti ^ queste invisibili concbigliette infatti trovansi confuse fra gli atomi delle piecole arene, fra terre, anzi polveri impalpabili^ o rincliiii?e nel tessuto del- le pietre arenarie o calcari , ed ivi petriticate. Per entro ai laberinti di (pieste pietre di varie sostanze composte dovette il Soldani penetrare con P occhio indagatore per scoprire i corpi da lui cercati, idean- do metodi nuovi ed esatti per separarne le terre , per disgregare le molecole straniere nei massi induriti senza infrangerne le fragili spoglie onde spiarne le forme. Con gli artificii da lui ideati notomizzò que- ste pietre , scoprì nuovi generi e nuove specie , e ad- ditò ai successori di lui il cammino da compiersi ed i mezzi per far ciò con lusinga di un esito felice. Il Sovrano Leojujldo della Toscana pregiò il primo lavoro del Soldani , e lo nominò Professor di Mate- matiche a Siena, dove per 27. anni divise le sue cure fra P esercizio della pubblica istruzione, e fra il compimento della sua grand' opera la quale gli me- ritò il nome di Istorico delle Conchiglie microscopi- che. Il Sig. Denys de Montfort non approvò che Sol- dani avesse ommesso di formare un sistema ed una classificazione delle Conchiglie micoroscopiche , ma a questa difficoltà risponde concludentemente il Pa- dre Ricca che ha dato le notizie del Soldani (i), fa- cendo osservare che questo Autore non volle azzar- darsi a ciò , perchè prevedeva P esito infelice di un tal lavoro, stante le grandi varietà che si incontrano (i) Ricca P. Massimiliano, Discorso sopra le opere del Padre D. Ambro- gio Soldani 8.° Siena 1810. 6z Storia della Letteratura Ital. in questi corpi marini , i quali perciò si ricusano ad una esatta classificazione , come si comprova osser- vando essere necessario di continuamente riformare quelle che finora si introdussero. Il suddetto Fran- cese onorò però particolarmente il Soldani dando il nome di Bifomo del Soldani ad una specie di Con- cliicjlia. Lasciò inoltre questo Religioso molti lavori geologici assai pregevoli intorno alle montagne della Toscana, e se avesse avuto più lunga vita e maggior saluterei sarebbero rimasti altri monumenti tali del suo sapere , da sostenere il confronto con quelli di varii illustri Geologi Oltramontani, come lo sostiene la suindicata Storia. Aìtn^N^tura- XXVIL Cosuio Alcssaudro Collini Fiorentino Se- ^**'»- gretario di Voltaire^ e di cui si dirà fra gli storici, diresse il gabinetto di storia naturale di Manheim , e in breve divenne questo i)er sua cura uno dei più ricchi di Europa. Coltivò poi il GoUini la scienza, e diede in luce varie produzioni (-he la risguardano; e qui rannnenteremo primieramente il Giornale di un viaggio che contiene varie osservazioni minera- logiche sulle agate, e sul basalto ec. stampato a Manlicim nel j 776. e stimalo assai, perlocchè Schro- ter lo tradusse ben tosto in Tedesco. Ne meno in- teressanti riuscirono le sue Osseiwizioin snìlc mon- tagli e vnlcanlclir , ([uelle sulla ])ietra elastica del Brasile e sui varii marmi flessibili del palazzo Bor- ghese in Roma, come pure le sue Lettere intorno ai Tedeschi uscite alla luce nel 17B4. , ristampate a Vienna col titolo di Lettere sulla Germania , e tra- dotte poscia dal Barone di Risbek in Tedesco col ti- tolo di Lettere di un viaggiator Francese in Oenna^ ma (1). Molto giovarono alla pratica delle arti varie (i) Bio^'. IJiiiv. T. Xn. pag. iijoj. Ual lesi* TcdeJC» so ii» ricavò liiu L I B R o II. 63 scoperte fatte dal Padre Antonio Minasi Domenica- no, di Scilla Città della Calabria ulteriore dove sor- ti i natali il di 20. maggio del 1736. Passato a Na- poli studiò presso l'Abate Genovesi, e nel 1772. ri- cevette in Roma la laurea teologica nel Convento della Minerva (i). Si distinse però sovratutto nella storia naturale, e trovò un metodo col mezzo di fos- sili di nuovo genere per render l>ianca e migliorare la carta da scrivere ; scoprì il famoso Papiro nella pianta Ai^m^e del Linneo , e indicò i mezzi per la- vorare con una certa pianta di Aloè che alligna nel- le maremme della Calabria, le funi, le tele ed i mer- letti. Esteso così avendo il proprio nome venne il Padre Minasi dal gran Pontefice Benedetto XIV. no- minato alla Cattedra di Botanica nella Università della Sapienza in Roma, e poscia incaricato a viag- giare nel Regno delle due Sicilie , per raccogliere produzioni naturali da collocare nel Museo demen- tino. Illustrò egli in appresso le DeUciae Tarentinae di Tommaso ISiccola d'Aquino, ed a lui devesi la maggior parte degli esperimenti riguardanti la Zoo- logia e la Fitologia del territorio Tarentino. Piìi no- to però alla Repubblica letteraria lo rendettero le due Dissertazioni sulla Fata Morgana V una , e sul Granchio Paguro l'altra. Celebre è il fenomeno che osservasi nei mare di Reggio in Calabria a certe ore del giorno , apparendo nell' aria vedute di oggetti di varia natura, come uomini, bestie, edifizii, ec. il che per lungo tempo die luogo alle più strane di- cerie, ed avvalorò molte favole. Quantunque aves- sero alcuni Dotti scritto su tale argomento, tuttavia traduzione Francese in tre volumi col titolo di Viaggio di Risbeck in Ger- mania ; indi se ne fece una versione Inglese ed un' altra Francese. (i) Biografia degli Uom. ili. del Regno di Napoli T. V. ivi 1818. Ò4 Storia della Letteuatl ra Ital. nessuno avevane indagata la vera natura , e ad- ditate le cagioni così felicemente , come fece il Padre Minasi , il quale con P ajuto delF Astrono- mia e della Fisica diede F esatta spiegazione di così sorprendente fenomeno ^ e spiegando il corre- do delle scienze sacre da lui ben possedute , si fe- ce strada a dimostrare con P Autorità dei SS. Pa- dri la stretta connessione che esiste tra le natu- rali cognizioni, e le dottrine della Religion rive- lata , e ad inveire con ragionata critica contro P a- buso che i semidotti fanno pur troppo di queste verità. Le osservazioni ittiologiche poi di Marc -Au- relio Severino Calabrese rinomato Naturalista del secolo XVIL continuate vennero dal Padre Minasi, e nella seconda delle citate dissertazioni le espo- se, e tal credito gli procurarono queste ed altre simili produzioni , che gli Italiani non solo ma gli stranieri ancora lo stimarono e lo onorarono assai. A questo Religioso mancato ai vivi nel 1806. con- giungeremo Andrea Savaresi Napoletano nato il dì 1. Febbrajo del 1762., discepolo di Serao e di Co- tugno illustri medici Napoletani . Coltivò egli in modo particolare la chimica , la mineralogia e la storia naturale, e nel 1700. fu nominato dal Go- verno del Regno Direttore delia società mineralo- gica destinata a recarsi in Germania per istruir- si in tutto ciò che riguarda lo scavamento delle miniere . Dopo di avere il Savaresi viaggiato per quasi tutta P Europa settentrionale , acquistandosi 1' amicizia e la stima dei più rispettabili Fisici ritor- nò nel 1796. alla Patria, dove ricevette varie com- missioni relative alla storia naturale del territorio Napoletano, e specialmente poi si impiegò nelP ese- guire l'analisi delle pietre e dei fossili , perlocchè il Fourcroy, il De Boni si prevalsero dei lumi di lui nel- L I ]? Il o II. 65 le loro opere (i). Lasciò egli diverse produzioni di medicina e di chimica, e morì nel 1809. dopo di aver corso per ben due volte in Calabria perico- lo della vita per le popolari sommosse colà avve- nute. XXVIII. Bologna che conta tanti eirrcffi Fisici nel ^?^^^^- ° _, , . G«lyam Pr9- suo Istituto 5 uno ce ne offre il quale per T impor- f^essor Luigi, tanza della scoperta da lui fatta ebbe la gloria, che fosse col suo proprio cognome intitolato un nuovo ramo di Fisica . Parlo di Luigi Galvani Professo- re di anotomia nel Bolognese Istituto scientifico, del c[uale colla scorta dell' elogio tessutogli dall' Alibert {2) debbo ora dare ai miei lettori distinte noti- zie, come esige la celebrità sua, e la entità delle osservazioni di lui, le quali somministrarono, e som- ministran tuttora ai Dotti un vasto campo di nuove ricerche e di congetture , dirette però tutte a dilata- re il regno delle cognizioni naturali, ed a procu- rare vantaggiose applicazioni ai bisogni della ci- vil società. Da famiglia distinta per aver dati di- versi uomini di lettere sortì il Galvani venuto al mondo nel giorno 9. Settembre delP anno 1737. Dedito sin da fanciullo alle opere di pietà mostrò qualche inclinazione per vestir l'abito religioso, ma poscia applicossi alla medicina sotto la direzione del Beccari e degli altri Professori Bolognesi. Scel- se il Galvani a sua sposa Lucia Galeazzi figlia del Professor di questo nome e riuscì così ben assorti- to un tal nodo, che in Bologna citavasi ad esempio della felicità maritale. Reciproco e costante amore regnò fra questi due conjugi, e allorquando nell'an- (i) Biografia degli Uomini ili. del Regno di Napoli T. III. ivi i8i5. (a) Questo elogio tradotto in Italiano si stampò nel i8o3. a Bologna a S. Tommaso d' Acquino. Tomo li. 5 66 Storia della Letteratura Ital. no 1790. la morte privò il nostro Professore della Sua diletta compagna , visse ognor inconsolabile , e ben sovente portavasi alla tomba di essa nel Mona- stero delle Monache di S. Catterina per bagnarla delle sue lagrime , e pregar pace a quelP anima a lui così cara (i). Dopo di aver giusta il lodevol co- stume di quella Università sostenuta una tesi sulla natura e la formazione delle ossa, divenne lettor pubblico di anatomia nelP Istituto delle scienze in Patria , e corrispose ben presto alla espettazione di quelli che lo avevano promosso a questa Cattedra, poiché scorgevasi in lui facilità non ordinaria per esprimere le proprie idee, e chiaro ed ordinato me- todo seguiva nelle sue lezioni, perlocchè ebbe una scuola fiorita ed ascoltavasi ognor con piacere a ra- gionar dalla Cattedra . Conobbe il Galvani a fondo l'arte difficile di sperimentar bene , e la esercitò con successo specialmente in una parte di notomia poco allor conosciuta e perciò più ardua , voglio dire la notomia comparata , al grande oggetto di meglio conoscere le funzioni della nostra macchina , sce- gliendo a sco])o delle sue ricerche gli uccelli, che somministrarono poscia abbondevol materia per nuo- ve indagini all' altro celebre anatomista Italiano il Professor Vincenzo Malacarne. Depositò il Professor Bolognese negli Atti dell' I- stituto le sue osservazioni sull' apparato urinario dei volatili , e sull' ammirabile costruzione del loro or- gano deir udito , ed emulo e compagno dell' esatto sperimentatore Vicq d' Azyr divise con lui la gloria di aver avanzato terreno in questa parte di scienza naturale. Non fece egli parte al pubblico di tutti i risultamenti ottenuti nelF esaminare 1' organo sud- (i) Elogio citato pag. ii. la. L I li R o IL 67 detto , perchè prevenuto si vide dall' illustre Profes- sore Antonio Scarpa vivente (i), allorché pubblicò questi la sua beli' opera De structura fenestrae ro" tundae\ ma tanto maggior lode perciò merita il Gal- vani per avere abbandonata 1' idea di dare in luce il suo grande lavoro sullo stesso argomento, in quanto che avrebbe a buon diritto potuto pretendere allo stesso grado di celebrità, perchè le sue osservazioni combinarono a maraviiclia con quelle del Professor di Pavia , sebben fatte senza reciproca comunicazione delle loro idee. Ma la somma modestia del Galvani, e fors' anche il suo carattere di ritenutezza lo distolsero dal venire a confronto con lo Scarpa, e si contentò di registrare in un breve scritto molte osservazioni che nella citata opera non si rinvengono. Né a queste parti della macchina animale limitò il Galvani le sue indagi- ni, ma ne istituì altre e copiose, che per gli indicati motivi non divulgò , contento di averle comunicate ai numerosi discepoli che frequentavano le sue lezioni. XXIX. Oneste fatiche del Professor Bolognese, seb- «. ^^i^- *- n J acoperta del bene lo avessero fatto conoscere per un abile spe- Galvanismo. rimenatore , e per un profondo Anatomista , non lo avevano però sollevato a quel grado sublime che gli procurarono le sperienze sulla elettricità animale, le quali per onore di lui comunemente si dissero spe- rienze sul Galvanismo. Quantunque un accidente desse, può dirsi, motivo al ritrovamento, pure il Galvani ne ha tutto il merito per aver egli attenta- mente osservato , per aver in ogni modo possibile variato i tentativi onde assicurarsi del fenomeno, e per averlo messo nella più chiara luce. Stavano sopra una tavola alcune rane scorticate in non molta distanza dal conduttore di una mac- (1) 17. Novembre 1824. 68 Storia della Letteratura Ital. china elettrica, con la quale attualmente il nostro fi- sico eseguiva alla presenza di varii amici e della sua sposa diverse sperienze. Volle il caso che uno degli sperimentatori accostasse senza avvedersene, la pun- ta di uno scalpello ai nervi crurali di una di tali rane ; ciò bastò perche tutti i muscoli parvero agi- tati da forti convulsioni. Colpita dalla novità del fat- to la sposa del Galvani, che credette di accorgersi avvenire un tal fenomeno allorquando estraevasi la scintilla elettrica , corse tosto ad avvisarne il mari- to , che si determinò immediatamente a verificare un fatto così straordinario, come fece replicando più volte r esperienza, ed usando tutti i mezzi che si presentarono alla sagace sua mente per esplorare questa da lui creduta nuova specie di elettricità. Este- se in appresso egli le sue osservazioni su gli anima- li a sangue caldo, ed ottenne gli stessi risultamentì che sulle rane aveva ottenuto , con l'avvertenza che le agitazioni convulsive comparsicene più forti negli animali più avanzati in età, e possono prolungarsi di più negli animali a sangue freddo che in quelli a san- gue caldo. Ne di ciò pago il Prof. Bolognese, volle an- che cercare se F elettricità atmosferica producesse su d' essi effetti simili a quelli della elettricità artificial- mente eccitata ; ebbe perciò il coraggio di fissare un conduttore atmosferico sul luogo più alto della sua casa, e di protraerlo sino alla propria camera, e quan- do il tempo era burrascoso, appendeva allo stesso o rane vive e morte, o coscie di animali a sangue cal- do , e provò la soddisfiizione di verificare che tutto procedeva come allorquando usava la macchina elet- trica. Gittati così i fondamenti , direi quasi di una nuova scienza, proseguì il nostro Filosofo con ogni possibile attenzione le sue sperienze, che lungo sa- rebbe il voler qui descrivere , e le quali riscontrar si L I B R o IL 69 possono nel suo Commentario (i), ed io perciò ri- stringerommi qui a far osservare ai miei lettori, che in seguito di molte e reiterate sperienze , ma special- mente di quella di mettere in comunicazione per mezzo di un arco conduttore il muscolo col nervo dell' animale, Galvani credette di poter conchiu- dere „ Che esistesse una Elettricità animale divisa 5, in positiva e negativa risedente F una ne' nervi , „ 1' altra nei muscoli a vicenda., e diversa dalla „ Elettricità comune. „ Giusta questo principio tut- ti gli animali goderebbero di una elettricità propria alla loro economia inerente , che risiederebbe nei nervi i quali al corpo intiero la comunicarebbero , e verrebbe separata mediante il cervello. Diffusa per l'Europa la scoperta del Galvani, svegliò ben to- sto, come meritava l'importanza della cosa, l'at- tenzione dei Fisici più rinomati i quali si divisero in due classi , una che sosteneva l' ipotesi del Pro- fessore Italiano , e 1' altra che era la più numerosa, e direm pur anche la più esercitata, mentre conveniva nei fatti ^ lodava le scoperte del Galvani, e ne com- prendeva a fondo la estensione , impugnava poi la teoria da lui ideata per spiegare gli osservati feno- meni. Valli, Fowler, Humboldt, Pfaff ed altri Fi- siologi idearono dei sistemi loro particolari, e chi seguì in parte le idee del Galvani^ chi direttamen- te vi si oppose e fra questi Humboldt e Pfaff (2). (i) Ecco il titolo dell'Opera del Galvani, e degli Opuscoli ad essa uniti 5, Aloysii Galvani De viribus Electricitatis in motu musculari Com-' „ mentarius etc. 4.*" Mutinae 1792. ap. Societ. Typog. „ Questo commen- tario è preceduto da una Dissertazione latina del Professor Cav. Giovanni Aldini ,, De animalis electricae theoriae ortu atque incrementis „ e segui- to da due lettere Ital. una del Professor Bassano Carminati di Pavia al Galvani; in qua praesertim expenditur CI. Voltae sententia relate ad sederà „ animalis electricitatis Sei' altra del Galvani al Carminati , nella qua- le espone la propria opinione sullo stesso argomento. (a) Elogio citato pag. 143. Nota 3i. 70 Storia della Letteratura Ital. Ma come un Italiano ebbe il vanto di scnoprire un così interessante fenomeno, un Italiano _, voglio dire il celebre Volta, con la invenzione della maraviglio- sa sua Pila porger doveva ai Fisici uno strumento cotanto utile a far progredire con passi gigantesclii la scienza^ e somministrare come un filo d' Arian- na a guidarli in questo labirinto. Immortali perciò vivranno nei fasti della nostra letteratura i nomi di Luigi Galvani , siccome scuopritore ingegnoso di una serie numerosa di fatti in Fisica che lianno som- mamente estese le nostre cognizioni , e quello del Cavaliere Alessandro Volta Professore a Pavia, che interrogando con mezzi affatto nuovi la natura, sep- pe render manifeste le principali leggi da essa te- nute nel produrre gli effetti della elettricità , ed offrì con una mirabile semplicità la spiegazione più plausibile dei fenomeni di questo sottilissimo corpo senza aver duopo di immaginarne diverse specie . Lungamente si agitò fra questi due Professori ma sempre con tutta 1' urbanità ^ la suddetta contro- versia „ e il Galvani si difese ingegnosamente contro le obbiezioni del Volta all'opinione del quale inchi- nava 5 se non lo avesse rattenuto P osservazione di alcuni fenomeni, la spiegazione dei quali nel sistema del Professore di Pavia presentava delle difficoltà. Tuttavia la maggior j)arte dei Fisiologi al presente ritenendo le sperienze del Galvani siccome certe? seguono le idee del Volta per spiegarle , ed ammet- tono una sola elettricità diflbsa per tutto l'Univer- so, la quale col solo sbilancio produce effetti cotanto maravigijosi e non di rado così terribili. XXX. XXX. Continuò il Galvani, finche visse, ad espe- parlare del c»i-rimentare, e ci lasciò una bella serie di osservazio- ni sulla torpedine , le quali giovarono a rischiarar la teoria elettrica^ e quantunque cercasse ognora di L I B R o IL 71 comprovare la sua ipotesi _, ciò nulla meno le spe- rienze che egli istituì sempre si pregeranno, e la Fi- siologia e la Fisica da lui riconoscer dovettero insi- gni progressi . Suoi cooperatori ed amici più intimi furono il Dottor Camillo Galvani suo Nipote^ il Dottor Giulio Cesare Cingari^ e V Astronomo Fran- cesco Sacchetti, coi quali ben sovente trattenevasi ad esperimentare , ed a discutere le varie questioni fìsiche le quali andavan sorgendo fra i Filosofi d'al- lora. Corretto e puro ma non eloquente egli compar- ve ragionando dalla Cattedra, ed alle sue lezioni aveva numeroso concorso di uditori ^ specialmente dopo la fama acquistata in tutta Europa ; grande era la sua modestia^ e qualor parlava delle sue sco- perte j, lo faceva con riservatezza e dubhietà _, sog- giungendo ,, che toccava ai suoi successori di con- durre a perfezione le sue prime fatiche „ (i). Illibata mantenne sempre la sua Religione le cui pratiche con esemplare esattezza adempiva ; e quantunque sa- crificar dovesse tutti gli emolumenti del posto che copriva _, costantemente ricusò di prestare il giura-, mento civico richiesto dalla Repubblica Cisalpina. Ridotto perciò quasi all'indigenza, si ritirò negli ul- timi giorni del viver suo in casa del fratello Giaco- mo Galvani , dove poco appresso cadde in uno sta- to di marasmo e di languore , che fece con ragione temere della sua vita. E allor quando il Governo riparò il vergognoso spoglio fatto al Galvani ^ resti- tuendogli la Cattedra e gli emolumenti perduti^, al- lora appunto cessò di vivere in età d' anni 60. adì 4. Dicembre dell'anno 1798. (2) Semplici ma accom- (i) Elogio cit. p. ia5. (2) 11 Galvani esercitò con molto credito la medicina pratica , e man- cavagli spesso il tempo per compiere tutte le visite degli infermi e fr* q»«!- 72, Storia della Letteratura Ital. pagnati dal più intimo sentimento del pubblico cor- doglio furono li suoi funerali^ e se la infelicità dei tempi non permise che eretto gli venisse un monu- mento che ricordasse le sue virtù , la sua dottrina e le sue scoperte , ciò nullameno esse vivranno nel- la memoria dei posteri finche saranno in pregio le scienze e le lettere (i). XXXI. Amoretti Aba- XXXI. Nella Città di Oncglia del Genovesato nac. te Carlo. ^^^ F anuo 1 74©. l'Abate Carlo Amoretti cugino della celebre Maria Pellegrina Amoretti laureata in Giurisprudenza air Università di Pavia. Dopo di ave- re egli atteso agli studii sacri nella Religione Ago- stiniana in cui entrò giovinetto^ e dopo di avere insegnato nella Università di Parma il diritto Cano- nico ottenne dal Pontefice il permesso di spogfiar l'abito claustrale, abbandonò le scienze sacre, e si occupò intieramente della Fisica e della Storia natu- rale. Contrasse egli allora intima amicizia con l'Abate Fortis, col Padre Soave dei quali abbiam già parlato, e con il Professor abate Venini, e nel 1772. da Parma si trasferì a Milano nella casa Cusani come precetto- re di quel Cavaliere, dove restò sino alla morte so- pravvenutagli il dì 25. Marzo del 1816., protetto sempre da quell' illustre famiglia , a cui prestò F u- tile sua opera nella educazione dei figli. Tradusse P Amoretti dal Tedesco in Italiano la storia del- le arti del disegno presso gli antichi di Winkel- sti i poveri sperimentavano la efficace sua carità ^ e in angustia di tempo preferiva di visitar questi piuttosto che i ricchi. (i) Il Sig Cav. Prof. Giovanni Aldini sunnominato intraprese un viag- gio a Parigi ed a Londra ; e ripetè le esperienze Galvaniche alla presenza dei Coinmissarii dell'Istituto di Francia non che in diversi amfiteatri anatomi- ci di Londra , e descrisse poi tutte queste sperienze nella sua opera intito- lata Kssa'i theoriquo et e.xperlmenfal sur le Gal\?anisme la." a Paris 1804. ■chcz Fournler fils. Tomi a. ma sostenne sempre 1' opinione del Galvani ■8U0 parente ::? cioè che la Elettricità animale fon» propria di questi esseri i::;. L I B R O II. 75 maun e gli elementi di agricoltura di Mitterpacher; il che fatto cominciò nel 1775. in compag^iia del Canonico Fromond e dei PP. Soave e Campi la col- lezione intitolata Scelta di Opuscoli interessanti sulle scienze e sulle arti , che egli poi ed il Soave continuarono sotto il nome di Opuscoli scelti sulle scienze e sulle arti, e sì l'una che l'altra ottennero i pubblici suffragi , perchè contengono copiose noti- zie utili air avanzamento della pratica nelle arti, raccolte qua e là da tutte le Accademie e da tutti i Giornali d' Europa. Né meno interessante riuscì la compilazione degli Atti della società patriotica di Milano^ della quale Amoretti fu Segretario dopo la giubilazione di Francesco Griselini^ e per la quale faticò assai avendo avuto egli gran parte nelle os- servazioni ^ sperienze ed altre operazioni dalla So- cietà intraprese nei quindici anni nei quali la dires- se. Ma fra i lavori più applauditi dell' Amoretti vien collocato il suo Viaggio ai tre laghi del Milanese , in cui spiegò oltre una vasta erudizione storica^ un esteso corredo di cognizioni geografiche, e di storia naturale , per la qual cosa fecesi vantaggiosamente conoscere l'Autore alla Repubblica letteraria , e ven- ne quest' opera più volte ristampata. Ammesso egli nell' anno 1797. fra i Dottori del Collegio Am- brosiano seppe profittare di quella insigne Bibliote- ca, e diede in luce con illustrazioni sue alcuni co- dici dei Viaggi del Magalianes, del Pigafetta, del Maldonado, come pure descrisse la vita dell' immor- tai Leonardo da Vinci, al che fare gli giovarono non poco i manoscritti di questo grand' uomo che nell' Ambrosiana conservansi. Varii viaggi intraprese egli -poi alle Alpi della Savoja , a Vienna e nell' Italia me- ridionale, dove conobbe i più celebri Fisici e Na- turalisti, e raccolse dovunque notizie relative ai di- 74 Storia della Letteratura Ital. letti suoi stiidii , fra i quali teneva il primo luogo quello della Elettricità. Ma a dir vero pochi appro- veranno il sistema da lui addottato, quello cioè del- la divinazione per mezzo della bacchetta da tempi più remoti praticata, e ritornata in vigore dal famo- so Pennet. Un grosso volume di ben 490 pagine in u." col titolo di ricerche fisiche e storiche sulla Rabdomanzia ccnsecrò F Ab. Amoretti a questo ar- gomento 5 sul quale scrisse anche varie memorie in- serite fra quelle della Società Italiana alla quale ap- parteneva, diffondendosi intorno a molte particolari- tà che egli giudicava di avere ultimamente scoperte. Re Conte Fi- XXXII. Poclii Scrittori distinti di agricoltura an- ippo ^^o"""^» noverar noi possiamo nell' epoca di cui scriviamo la storia letteraria , ma fra quelli ne possediamo uno che fra i primi Agronomi collocar si deve , poiché le sue fatiche hanno nei nostri tempi giovato as- sai alla pratica di questa scienza così all' uomo necessaria. Il Conte Filippo Re di nobile famiglia di Reggio in Lombardia è il Soggetto di cui debbo ora ragionare con la scorta dell' elogio di lui scrit- to dal Sig. Dottor Agostino Fappani (i). Il dì 20. Marzo dell' anno 1763. sortì i natali il Conte Re , e sin da giovinetto dimostrò una particolare inclina- zione alla Botanica, al clie giovogli il domestico giardino , in cui cominciò egli a coltivar diverse piante non comuni che richiedevano particolar col- tura, e ad istituire esperimenti e confronti fra le teorie dei più rinomati Agronomi e i risultamenti che dalla pratica andava ottenendo. A questo eser- cizio accoppiò egli lo studio attento , ed a più anni prolungato degli anticlii Georgici , e così facendo si fondò nella scienza per modo che eb])e la sodisfa- (i) Stampato a Milano da Silvestri nel i8iO. L I B R o IL ' 70 zione di vedersi scelto a Professore nel patrio Li- ceo , e quantunque , allorché scoppiò in Italia la guerra nel 1796. , dovesse con sommo suo rammarico interrompere il corso delle sue lezioni , non desi- stette egli però dall' intrapresa nobile carriera , e se non potè allora giovar con la viva voce, si applicò a farlo più vantaggiosamente con gli scritti. Li suoi elementi di Agricoltura adattata al nostro suolo fu- rono la prima di lui fatica , che lo fece hen presto conoscere per insigne Agronomo : aveanvi fra noi varii trattati agronomici di Autori Oltramontani tra- dotti e commentati, ma non offrivano questi che no- tizie in parte soltanto applicabili alla coltivazione Italiana , e mancava assolutamente un complesso di regole e di cognizioni che servir potessero di norma ai nostri Agricoltori. A ciò soddisfece il Conte Fi- lippo Re con gli elementi suddetti più volte da lui stesso ristampati ^ e di nuovi lumi accresciuti : ap- plicando egli le teoriche più ricevute della Fisica, della Botanica e della Chimica alle pratiche agra- rie in generale , discutendo queste per sceglierne le migliori, e non perdonando a fatica per conosce- re gli usi ed i metodi di coltivazione attualmente praticati nei diversi paesi dell'Italia nostra, raccolse un corpo di dottrine dedotte con ottimo metodo , e sostenute dall' autorità dei più celebri Agronomi an- tichi e moderni , e formò direni così il codice del- la nostra agricoltura. Il credito sommo in cui salì il Conte Re per questo lavoro classico, avidamente ri- cercato da tutti coloro che bramano di istruirsi in così utile facoltà , determinò il Governo Italiano ad adottare questi elementi per testo nelle scuole, e a conferire all' Autore la Cattedra di Agraria nella Università di Bologna il che avvenne nelP anno i8o3. Né tardarono i due Corpi Accademici più illustri fra 76 Storia della Letteratura Ital. noi stabiliti, cioè la Società Italiana delle Scienze, e r Istituto Nazionale ad onorarlo della aggregazione al loro corpo da lui Leu meritata con sempre e nuo- ve ed utili produzioni agrarie , e con faticare per Tavanzamento della scienza al clie egli contribuì in Bologna, anche con la fondazione di un orto agrario riuscito eccellente , a cui concorrevano i suoi disce- poli, elle dalla viva voce di così rinomato Professo- re molto felice spositor dalla Cattedra raccoglievano ognora cognizioni e lumi per la professione che eser- citar dovevano. Dopo di avere il nostro autore dettato i precetti del- l'agricoltura in generale, ne illustrò varii rami, e scris- se sul miglior metodo di coltivare fra noi la canepa, di educar le pecore, e ci lasciò le regole per ben di- rigere i giardini e gli orti , somministrando così ad ogni genere di persone nuovi mezzi per soddisfare agli innocenti piaceri che procura la coltivazione dei fio- ri, e per ritrarre maggior utile da quella degli erbag- gi e delle altre piante che negli orti si coltivano. Ciò poi che rende veramente pregevoli le opere dell' Agro- nomo Reggiano, si è che non sono esse fondate sopra semplici teorie da altri autori ricavate e non più , ma le teorie sono ognora messe alla prova di lun- ghe sperienze da lui istituite e nel domestico giar- dino , e nei pubblici alla sua cura commessi, e nei suoi poderi , o in quelli degli amici che secondava- no gli insegnamenti di così esimio ed indefesso os- servatore e scrittore Continuazione XXXIII. XXXIII. Fin qui aveva il Conte Re soltanto giu- deiieOpcreefifi Ji^iosamente raccolto ed ordinato quanto altri auto- lavori del Conte . . . , , Re. ri insegnato avevano in agricoltura, aggiungendovi però i risultamenti delle proprie sperienze a conva- lidare dirette alcuni canoni della scienza, o istituite all'uopo di distruggere certe massime assurde comu- Libro IL 77 nemente adottate •, ma a tanto egli non si limitò , e si accinse ad estendere assai i confini di così nobi- le facoltà. Pochi scrittovi antichi e moderni si oc- cuparono delle malattie delle piante, e se fra i più recenti , alcuni trattato avevano un tale argomento, si erano contentati di conoscere i caratteri ed i ri- medii di particolari infermità botaniche o a medicar quelle di alcuna particolar classe di piante. Il Sag- gio teorico sulle indicate malattie dal nostro Autore stampato raggiunse lo scopo di una nosologia uni- versale di questi esseri inanimati , esauri la materia dai suoi antecessori in parte soltanto trattata, e ag- giunse molto alle fatiche àìPlejike di Adanson, che fra gli stranieri i primi proposero un sistema di pa- tologia universale delle piante. Se questo lavoro riu- scì favorevole non poco ai progressi dell'agricoltura, non produsse minor effetto l'altro sui letami nel qua- le intraprese a far conoscere le diverse loro qualità, a correggere gli abusi inveterati nel!' usarli indiffe- rentemente senza una giudiziosa scelta , insegnò le varie loro misture a fecondare più atte le qualità di- verse delle terre , e conoscer fece i metodi migliori di adoperarli. Oltrepassò i conlini d' Italia la cele- brità dell'opera, e la società agraria di Parigi con ra- ro esempio presentò di una medaglia d' oro il pro- prio Segretario Sig. Dupont che tradusse in lingua Francese il suddetto Saggio sui letami. Migliorata così dal Conte Re con queste produzioni, ed altre che per brevità ommetto (i), la rustica nostra eco- nomia , assunse egli un' altra non men lodevole im- presa, di rivendicar cioè all'Italia quella superiorità dagli stranieri contrastatale riguardo a questa scien- (i) Nel citato Elogio scritto dal Sig. Fappani può riscontrarsi il ca- talogo delle opere di cui parlo. 78 Storia della Letteratura Ital. za, e di persuadere agli agricoltori che non abbiam duopo di mendicare dagli oltramontani le cognizio- ni ed i lumi a ben coltivar le terre, e che lo stu- diar troppo le opere loro , produce assai volte il tri- sto effetto che inutili riescono le riforme progettate perchè non adattate al nostro suolo e al clima. A questo importante scopo diresse egli il suo Diziona- rio ragionato dei libri di Agricoltura e di Veterina- ria ; e mentre con questo lavoro istruì la gioventù sulla scelta da farsi fra le copiose opere antiche e moderne di agricoltura, delle più adatte agli studii agrarii, fece ad un tempo conoscere non poche in- venzioni agli Italiani dovute e dagli oltramontani co- me cose loro spacciate, non ommettendo di tributa- re i dovuti encomii a quelle opere di detti Autori che realmente il meritavano. E per far vedere a que- sti quanto attualmente si operava in Italia a van- taggio della scienza, cominciò a pubblicare gli An- nali d'agricoltura del Regno d' Italia ; nel qual la- voro periodico raccolse da ogni angolo della nostra Penisola le osservazioni e sperienze degli agricoltori più esperti , dai quali venne con ogni zelo assecon- dato in questa nuova fatica che fu applaudita assai, e sarebbe stato a desiderarsi che il nostro compila- tore avesse potuto proseguirla, al che si opposero le luttuose circostanze dei tempi. Ristabilita la pace e passato il Conte Re dalla Università di Bologna a quella di Modena ridonata al primiero splendore dal- la sapienza e munificenza del novello Sovrano Fran- cesco IV. , qui cominciò le sue lezioni di agricoltura nell'anno i8i5. e presiedette all'orto botanico che sotto alle assidue sue cure risorse dallo squallore a cui era ridotto; ma con grave danno di questa no- stra patria, e della scienza agraria il Conte Re nel successivo anno 18*7. cadde vittima adi 2,6. di Mar- L I B R o II. 79 zo del crudel morbo che infieriva allora in queste contrade, e restarono troncate così da morte le con- cepite speranze che un Soggetto così insigne e di vaste cognizioni fornito in età ancor vegeta (i) po- tesse arricchire di nuove produzioni l'Agraria^ e viep- più diffonder fra noi Famore della buona agricoltu- ra, e concorrere così a sostener la gloria della Mo- denese Università degli studii. XXXIV. Scarso a dir vero è il numero di quelli ^?'^'^.^' T- Chimica. che nel!' epoca di cui io scrivo , dedicaronsi fra noi alla Chimica, o almeno di quelli che ci lasciarono monumenti tali del loro sapere in questo ramo di Fisica, che meritino di venir specialmente da me ri- cordati; panni però di poter assegnare il motivo prin- cipale di una tale penuria di scrittori; osservando che sino alla metà circa dello scorso secolo questa scienza non meritò, può dirsi, un tal nome, e limi- tata alle preparazioni farmaceutiche, ne purgata an- cora intieramente dalle idee degli Alchimisti era an- cor bambina. E se al presente ha vantaggiato d' as- sai nelle utili applicazioni alle arti ed al commer- cio, le sue teorie però incontrano ad ogni passo nuo- vi ostacoli, e la chimica oscilla più che mai nel fis- sare certi principii che alle medesime servir dovreb- bero di solida base. Quantunque vivesse quasi pie- „ ■ e - namente nel secolo XVII. Giacinto Cestoni di Santa to. Maria in Giorgio luogo della Marca d'Ancona, poi- ché nacque il 1 3. Maggio dell'anno 1637. e morì li 29. Gennajo del 1718. (2); tuttavia siccome il Cav. Tiraboschi non ragionò di lui, darò io qui brevemen- (1) il Conte Re toccava appenp l'anno 55.** dell'età sua allor quan- do mori in Reggio dove erasi trasferito per le vacanze di Pasqua. Egli era stato insignito dell' Ordine della Corona di Ferro. (a) Vecchietti Biblioteca Picena T. III. pag. 2c3. Niceron Memoires pour servir à l'histoires des hommes illustrts T. XV. pag. i3. 8o Storia della Letteratura Ital. te le sue notizie, siccome di un soggetto a suoi tem- pi molto distinto. Dopo di aver passato li suoi pri- mi anni nelle botteghe dei Farmacisti, e specialmen- te in Roma,, nel i656. per un capriccio giovanile s* imbarcò , e senza saper il dove, giunse a Livorno , e colà entrò in una officina simile a quelle da lui abbandonate, il padrone della quale cortesemente lo accolse ; ma il Cestoni presto si annojò e partì da Livorno per visitar come fece, Marsiglia, Lione, e Gi- nevra , dopo di che si ricondusse al suo albergatore, e ne sposò la figlia. Varii Dotti e fra questi il Val- lisnieri ed il Redi ebbero carteggio con lui, che di- resse al primo un suo opuscolo sulla preparazione della China-China, e pubblicò in appresso altre due Memorie una sulle vere condizioni della Salsapari- glia, e l'altra intitolata ,^ Istoria della grana del Ker- 5, mes e di un' altra vera grana che si trova negli 55 Elici delle campagne di Livorno „ storia inseri- ta nelle opere del Vallisnieri. Né figurò il Cestoni soltanto come Chimico , ma ben anche come Natu- ralista, e sono molto pregevoli le sue Osservazioni intorno ai Pellicelli del corpo limano con altre nuo- ve osservazioni [i] , quelle sulla origine di molti in-' setti dentro gli insetti dirette al suUodato Vallisnie- ri, e finalmente un altro opuscolo dell' origine del- le pulci deir uovo, e del seme dell' alga, marina, il- lustrate dallo stesso medico e stampate fra le sue opere. Al Cestoni congiungeremo un altro Farmaci- sta Milanese , cioè Carlo Giuseppe Gerenzani di cui ci ha lasciato memoria l'Argelati (2), il quale ci di- ce che nacque in Milano l'anno i644-? ^ riuscì ec- (i) Queste uscirono in luce sotto il finto nome di Gio. Cosimo B»- iiomi. (aj BiUioth. Script. Medici. T. L par. IL \>ìg. 6". L I B 11 o II. ' *' 8 1 celiente preparatore di rimedii, e buon medico il qua- le diede alle stampe una Farmacopea ed alcune ope- rette sulla vipera considerata come rimedio. XXXV. Se il Cestoni ed il Gerenzani rigorosamen- xxxv. .j. . r^ì • • • -I «j. ^ Baldassarri (Jìok te dir non si possono ChitniC], ben menta questo seppe chimice. nome il Dottor Giuseppe Baklassarri nato l'anno 1705. in un villaggio della Toscana detto la Tomba in vi- cinanza di Sarsina da onorati genitori (i). Andato a Sie- na presso de' suoi parenti si applicò alla medicina, al- la storia naturale ed alla botanica. La sua assiduità allo studio e i suoi progressi nella scienza fecero che ancora prima di essere laureato, fosse eletto medico astante dello spedale di S. Maria della Scala in Sie- na, e poscia passò medico del primo monastero dei Monaci Olivetani detto Monte Oliveto Maggiore , se- condando così il suo amore per la solitudine e per lo studio della botanica e della storia naturale, nel che meritò egli special lode, per esser stato uno dei primi a conoscere V importanza di studiar queste scienze , osservando la natura come egli fece, e non nei libri degli antichi dove le notizie relative sono confuse e imperfette. Coltivò la medicina Ippocratica e gli studii geometrici, così che potè insegnare ai Religiosi di quel monastero F una e l'altra geome- tria, ed istruirli delle più belle scoperte di cui il j ^ : - nostro secolo si gloria. La prima delle sue scoperte , (^',,,' , ?;).'r, chimiche comunicata al pubblico l'anno 1750. in una ■ -.ìmì lettera diretta al Sig. Saverio Manetti Segretario del- la Società botanica di Firenze , consiste nelle osser- vazioni sul sale cretaceo , di cui scoprì le varie pro- prietà con una esatta analisi, e contemporaneamen- te si mostrò dotto naturalista con la descrizione del Gabinetto de' Signori Fratelli Venturi Gallerani in (1) Fabbroni Vitae ec. T. 11. pag. a83. Tomo IL 6 . (>-■' 82, Storia della Letteratura Ital. cui sparse molti semi della scienza, che allora era ben lontana dagli odierni progressi. La Chimica pe- rò fu quella di cui più si dilettò j ed egli uno dei primi in Italia la considerò in aspetto ben diver- ^ , so da quello in cui fin allora era stata considera- ta, ne comprese i legami col sistema generale del- le nostre cognizioni , e F utilità grande nei biso- gni diversi della società . Senza altra guida che quella del proprio genio cominciò ad esercitarla, sot- topose all' esame di essa molti corpi , e quel che riuscì del tutto nuovo in que' tempi, sì fu F analisi dell' acque di Ghianciano, adoperando nuovi metodi per non lasciar sfuggire alcuno dei prodotti, per se- pararli con maggior esattezza , e per determinarne le quantità relative colla più scrupolosa precisione. In quest' opera sostenne e provò con una serie di bel- le sperienze contro l'Offmanno, il Boerliaave ed al- tri Fisici che il sale contenuto in quest' acque fosse acido, e non alcalino come pretendevano quelli; co- sì questo lavoro giudicato secondo le cognizioni dei tempi di allora e non secondo le nuove scoperte chi- miche^ merita ogni riguardo, e il suo Autore si cita tutt' ora come uno dei primi che insegnasse all' Ita- lia la retta via per conoscere le acque minerali. XXXVI. XXXVI. Giunta la fama del suo nome a penetra- Continuazione. ir»'* ^• rr n li li delle notizie del re al Prmcipe di ioscana aJlora sedente sul trono Baid«s»«rn. ^^j^ Gcsari, lo ricompcnsò col nominarlo nel 1759. Professore di storia naturale nella Università di Sie- na. Assunto questo incarico vi soddisfece con molto plauso il Baldassarri: esponeva egli fatti nuovi, osser- vazioni rare, riflessioni teoriche, considerazioni prati- che con uno stile semplice e conciso di cui tutte le parole significavano , e che non aveva altro fine che quello di istrnire. Umile nel suo contegno, ringra- ziava il Signore Dio di essersi di lui servito per ma- L I n n o II. ' 83 nif estare agli altri alcune utili verità. Conoscendo inoltre egli la vastità della scienza, e il concatena- mento delle varie parti della Fisica fra se , cercava di istruire li suoi alunni in tutti questi diversi ra- mi con uno zelo che ai meno diligenti poteva sem- brar soverchio, quasi fosse l'effetto di severità e di durezza contratta nella solitudine. Fece poi molte osservazioni di mineralogia e di geologia nel territo- rio Sanese^ e diede le spiegazioni più probabili per quei tempi di molte cristallizzazioni e della compo- sizione di varii minerali. Egli pure procurò lo stabili- mento di un laboratorio chimico nella Sanese Uni- versità , al quale presiedette , e che riuscì tale da poter gareggiare con quelli delle altre Università d' Italia . Varie dissertazioni di storia naturale e di chimica lesse il Baldassarri nelF Accademia de' Fi- siocritici , la quale conoscendo i particolari di lui meriti lo scelse a suo Presidente , ed egli gareggian- do co' sentimenti di questo rispettabile corpo gli offrì in dono il suo Museo di prodotti naturali. Fra le osservazioni chimiche più rinomate del Baldassar- ri si annovera quella da lui «pretesa nuova scoper- ta dell' acido vitriolico, che disse di aver trovato jju- ro, concreto in figura di piccoli minuti cristalli e non combinato. Ma le osservazioni dei Chimici posteriori e fra gli altri del Murray si opposero a questa teo- ria del nostro Autore, il quale riuscì più felice nel- la esatta analisi delle acque di Montalceto da lui pubblicata nell'anno 1779.5 in cui mostrò quanta fosse la sua penetrazione nello scoprire quali prin- cipii contenessero queste acque, e qual ne fosse Fef- ficacia^ avendo sempre avuto in vista di applicare agli usi pratici le scoperte che tentava. Una lunga malattia senile lo portò al sepolcro l'anno 1785. alli 5. Settembre. Formò il suo elogio il pubblico dolo- 84 Storia della Letteratura Ital. re e 1' universale testimonianza, che al merito del sapere unì il Professor Baldassarri quello di dolci e religiosi costumi, pi^^y Paolo XXXVII. Sebbene non frequentasse l'Università di Andrea ed altri Bologua sua Patria Paolo Andrea Parenti , tuttavia lo istruirono così bene suo Padre Biagio speziale in Castelfranco e un suo zio medico, che questo giovane in età d' anni 22. circa sebbene non laureato , go- deva di tanto credito, che nel 1728. scelto venne a Chirurgo llirmacista dello spedale della Vita in det- ta Città, si rendette rispettabile presso il Collegio medico Bolognese , e pubblicò varie opere farmaceu- tiche molto applaudite, l'indice delle quali può ve- dersi presso il Conte Fantuzzi (i) che ne segna la morte adì i3. Agosto dell'anno 1771., mentre ne contava il Parenti 72 di età, e aggiunge che avida- mente ricercavansi le cose di lui manoscritte da chi ne conosceva il merito. In Cefalonìa sortì i natali nel 1731. il Conte Marco Carburi morto Professore di Chimica a Padova nel 1808. adì 4- di Dicembre : allie- vo della Università di Bologna passò nel 1759. a Pa- dova nella suddetta qualità, e visitò a spese del Go- verno Veneto la Germania, l'Ungheria e la Svezia, dove conobbe e strinse amicizia con 1' immortale Linneo; restituitosi a Padova dopo di aver aperta corrispondenza coi più rinomati Chimici Europei eresse in quell' Archiginnasio l'anno 1764. il clii- mico laboratorio, intraprese il corso delle sue lezio- ni, e soddisfece contemporaneamente a tutte le ri- cerche del Governo sulle miniere, le arti e le ma- nifatture. Arricchì egli la Chimica di varie scoperte, come quella di fondere il ferro dolce nei crogiuoli, e ne fece una utile applicazione all'artiglieria fonden- (i) Scrittori Boloijncsi T. VL ]>:ig. a84- L I B R o II. ' 85 do dei mortai da bomba, e l'altra di una carta incom- bustibile per uso degli artiglieri , per la quale in- venzione gelosamente tenuta dal Governo secreta, la Veneta Signoria lo onorò con una medaglia espressa- mente coniata per attestare a lui la pubblica rico- noscenza. Gli Atti dell'Accademia di Padova conten- gono alcuni suoi scritti pregevoli, fra i quali meri- tano di essere specialmente ricordati quelli in cui descrive gli esperimenti sull' acido solforico glaciale e stellato, e sul polverino dei Colli Euganei, nel quale riscontrò un' abbondante miniera di ferro (i). La Chimica moderna deve al Chierico Regolare Don Alessandro Barca Bergamasco (2) una Memoria sul- la scomposizione delV Alcali flogisticato inserita negli opuscoli scelti di Milano, nella quale prevenne il Chi- mico Francese Berthollet , che gli accordò questo onore in un suo scritto sull' acido prussico ; e le idee poi del Barca sulle supersaturazioni chimiche sono pur esse contemporanee a quelle di Morveau sullo stesso argomento (3). Le più lusinghiere spe- ranze aveva di se dato il Dottor Giovanni Fontana Torinese discepolo per qualche tempo dei Chimici Francesi Macquer , Beaumé e Lesage , ma restaro- no queste deluse essendo egli mancato di vita nel 1791. in età di soli 28. anni. Segretario perpetuo dell* Accademia agraria di quella Città e membro di altre Accademie Italiane, pubblicò varie disserta- zioni di chimico argomento stampate in varie rac- colte , un discorso su gli ejfetti prodotti nell'anima- le economia dai vapori e sostanze aeriformi delle ma- terie escrementizie^ e la descrizione di un viaggio da (i) Nuovi saggi dell'Accademia di Padova T. I. iSr?- pag. XXXIII. (a) Nato li 26. Novembre 1741- e morto li i3. Giugno i8i4- (3) Nuovi saggi ec. T. I. pag. XXXIX. . 86 Storia della Letteratura Ital. lui fatto alle valli di Lanzo in compagnia del Con- te Ponsilio viaggio che nel 1790. vide la luce in lin- gua francese (i). xxxviii. XXXVIII. Un altro Piemontese, cioè il Conte Car- Morozzo Carlo j Lodovico MoTOzzo di famiglia Torinese, illustre Lodovico. ~ ' per nobiltà e per sapere, dedicossi con successo par- ticolare alla Fisica ed alla Chimica. Suo Padre il Conte Giuseppe letterato, protettore dei Dotti e ri- formatore della Università di Torino, destinò il figlio alla carriera dell'armi e nell'anno 1759. sedicesimo dell'età sua, entrò questi nella scuola d' artiglieria, dove ebbe la sorte di udir le lezioni di meccanica del- l'immortale La-Orange. Quantunque però non trascu- rasse il Morozzo questo genere di studii , si applicò egli più specialmente alla Fisica , col Sig. Carena lavorò lenti, specchii e microscopii, ed avendo con- tratto amicizia coi celebri Saluzzo e Cigna si aprì r adito alla Reale Accademia di Torino. Frutto del- le sue indagini chimiche furono diverse Memorie sui colori animali e vegetabili , sull' assorbimento pro- dotto dal carbone nell' aria ed in altri fluidi, e sul- l' importante argomento della costituzione dell' aria che respiriamo, nel quale si occupò non poco. Fece inoltre scopo delle attente sue osservazioni le nuove teorie chimiche dei Francesi , e alcuna volta le com- battè, non con animo di contraddire, ma per esa- minar a fondo il sistema prima di addottarlo. Né 8Ì limitò il Conte Morozzo alla Chimica ; ma conob- be molti altri rami della Fisica da lui con varii scrit- ti illustrati, come veder puossi nell' elogio fattogli dal Conte Prospero Balbo, ed inserito nelle Memo- rie della Società Italiana (2) alla quale il Cavalier (i) Novella letter. di Firenze T. XXII. «n. 1791. pag 553. (a) T. XV. i-agina LXV. Libro II. ' 87 Lorgna fondatore ascrisse fra i primi quaranta il Conte Morozzo . La Geografia fisica del Piemonte poi può dirsi da lui creata, giacche pubblicò le mi- sure delle altezze di molti paesi di quel Principato, e ne fece conoscere vieppiù la mineralogia, special- mente con le sue osservazioni sulla Variolite pietra fuori di Piemonte oltre modo rara. La zoologia, l' arte della lana e della seta, e la fabbricazione dei nitri vennero mercè le cure di lui a maggior perfeziona- mento ; e mentre egli accudiva a maneggiare questi varii argomenti, si occupava pur anche dell' aritmeti- ca politica, ed i registri sulla mortalità dei soldati e dei carcerati per più anni da lui tenuti con esattez- za furono assai graditi a S. M. il Re Vittorio Ame- deo. L'Accademia delle scienze di Torino a lui de- ve assai, e dopo il Saluzzo, La-Grange e Cigna che la fondarono, il Conte Morozzo più d' ogni altro promosse così utile istituzione, e col procurargli dal Re i convenienti assegni , e compiendo la fabbrica del suo Osservatorio, e regalandola più volte di li- bri e di oggetti di storia naturale. Ne sostenne egli con onore la Presidenza sino al 1800., ed essendo nel successivo anno 1802. ritornato a Torino, donde per le vicende politiche era partito , rientrò nelP Accademia allora rinnuovata; ma allorché speravansi da lui nuovi frutti de' suoi studii, mancò improvvisa- mente di vita alli 12. di Luglio di detto anno, la- sciando molte sue produzioni parte stampate e par- te inedite, il catalogo delle quali leggesi in fine del- l' elogio citato. XXXIX. Allorché io parlai della fondazione dell' Saui^ro'di' Me- Accademia di Torino, ricordai il Conte Giuseppe cTuSppe Ange! Angelo Saluzzo di Menusiglio, come quegli che ac-^'^* colse in casa propria e coadjuvò alcuni dott^ Tori- nesi a gettare i primi fondamenti dell' Accademia XXXIX. 88 Storia della Letteratura Ital. sunnominata ; ora con la scorta dell' elogio- scritto- ne dal Sig. Giuseppe Grassi (i) parlerò di luì e co- me Mecenate fondatore di questo insigne stabilimen- to, e come fisico e cliimico distinto. Dagli antichi Marchesi di Sai uzzo av. I. pag. 646. Tomo II. 7 98 Storia della Letteratura Ital. nominò nel 1681. medico della marina Toscana, nel quale impiego avendo avuto occasione di fare alcuni viaggi per mare , descrisse con grande esattezza le Isole Majorica e Minorica, ed altri luoglii, perloccliè fece vedere quanta brama aveva di viaggiare per istruirsi. Presentatasegli l'occasione propizia di an- dare a Costantinopoli per medicare un genero del Sultano, si portò colà accompagnato dal Chirurgo Pier- Francesco Pasquali, e riusci a curare felicemente l'infermo, che non avrebbe voluto lasciarlo più par- tire ; ma il Tillio dopo 3o. mesi ritornar volle in Toscana. Mentre egli dimorò in Turchia, spediva ad Apollonio Bassetti ed a Francesco Redi che lo ave- va proposto per un tal viaggio, le relazioni dei luo- ghi e dei costumi dei varii popoli che visitava , la qual cosa tanto piacque al Gran Duca, che destinò di conferirgli la presidenza dell' orto botanico di Pisa, del che avvertito dal Redi, procurò il Tillio di raccogliere molti oggetti onde arrichir l' orto sud- detto; e fra gli altri portò seco alcuni semi di pian- te Persiane in allora fra noi sconosciute, e in Tu- nisi dove andò per curare quel Bey, raccolse varie piante , e specialmente la Cinera acaules che ha un fiore odorosissimo. L'Accademia di Pisa poi va a lui delntrice delle spericnze, direm quasi, le prime ivi fatte con buon metodo, e giusta i principii della ve- ra Fisica, che allor comiuciava a sorgere in onore presso gli Italiani la mercè dell'Accademia del Cimen- to. Copiosi esperimenti, e sopra varii oggetti egli fe- ce con la macchina pneumatica in compagnia del Zambeccari , del Grandi e dell' Averani , ed i risulta- menti clic otteneva sopra varie sostanze esaminate nel vuoto, e le variazioni del Termometro, e del- l' Idrometro tanto nell' aiia che nel vacuo, erano da lui comunicate al Tedesco Reislcrio 3 al Francese Vail- L I B R o II. 90 lant, al Fossi Olandese , e al Derham della Real So- cietà di Londra, alla quale venne nel 1708. aggre- gato il Tillio, dopo di aver per consiglio del suddet- to Inglese costruito l' anno avanti in Pisa l' Udome- tro (1)5 e di aver pure eseguito altre commissioni nelle quali spiegò il suo ingegno e la sua dottrina. Ma siccome la Botanica formava lo scopo precipuo de' suoi studii, così procurò ed ottenne dal Grandu- ca che fosse spedito in Amsterdam una persona che si istruisse sulla coltivazione delle piante esotiche , delle quali ne furono da quello colà spedito traspor- tate assaissime a Pisa già desciitte dal dottissimo Com- melino , e la coltivazione delle quali riuscì felice- mente nell'orto Pisano, in cui fiorir si vide il Caf- fè e l'Aloè ivi trasportati per la prima volta nel 1715. Il Tillio pu])blicò poi nel 172,3. il catalogo di dette piante esotiche j il che gli acquistò molta fa- ma anche per la buona riuscita della loro coltiva- zione ; e sebbene egli non seguisse il sistema di Tournefort, e fosse alquanto trascurato nella classi- ficazione delle piante, tuttavia questo suo lavoro in Italia ed oltremonti ottenne credito straordinario . Mancò egli ai vivi in patria il giorno i3. Marzo del- l'anno 1 740. pili che ottuagenario dopo una vita mo- rigerata e religiosa; i placidi suoi costumi caro il rendettero agli amici ed ai Principi , e provò la con- solazione di aver per Successore il Nipote Angelo Tillio da lui alle virtù ed alla scienza educato (a) . Li Botanici più accreditati del suo tempo lo stima- rono assai, ed il Micheli, di cui fra poco ragiona- remo, in modo speciale lo onorò denominando TU Ha una pianta col fior di rosa. (l) Istrumento per nnisurave la quantità della pi'iygia che cade. (a) FabLroni Vitae ec T. IV. pa;;. ii'i. 100 Storia della Letteratura Ital. To/^MuteD. XLIV. Fecondo fu il suolo Toscano di Soggetti Bruno. che alle scienze naturali si consacrarono , e dopo il Tillio ci si presenta D. Bruno Tozzi Abbate Vallom- brosano, die lo superò in valore ed in cognizioni bota- niche. Suo Padre Francesco di Simone Tozzi fece educar civilmente questo suo figlio natogli nel di 2,7. Novembre del i656., ed entrato nel 1676. fra i Monaci di Vallombrosa, dove si dedicò intieramente alla Botanica ed alla Storia naturale. Più viaggi egli intraprese per valli e monti scoscesi , onde racco- glier piante ed oggetti di mineralogia come fece, ed a tutto ciò aggiunse una vasta e scelta Biblio- teca di libri a questa scienza appartenenti. Istrui- tosi neir arte del disegno dipinse le figure di quel- le piante, delle quali non potè con altro mezzo ot- tenere lo sclieletro, e con ciò si condusse, ajutato poi anche dai più rinomati Botanici, a scuoprir nuo- ve piante e ad illustrar con critico esame quelle, che negli scritti di pochi trovavansi oscuramente re- gistrate, onde ne formò quelle mirabili sceltissime raccolte di scheletri, di miniature e di osservazioni, che oltre al servire di raro e nobile ornamento alla sua insigne Biblioteca, mentovate si vedono ancora nelle opere di tanti valentuomini , ai quali egli gra- ziosamente comunicava le sue osservazioni e le sue fatiche (1). Fu il Tozzi maestro ed amico del cele- bre Pietro Antonio Micheli, il quale per riconoscen- za ben dovuta al suo precettore e compagno di mol- ti viaggi, inserì una delle erbe scoperte dall' Abba. te Tozzi nelha sua opera immortale intitolata,. Nuo- vi generi di Piante,^ dandole il nome di Tozzia. I Bo- (i) Ve^Tgasi nel T. IV. degli elogi degli illustri Toicani ( pag. DCXXV ) il liuipjo oalalogo delle ojieie manoscritte di Storia naturale, e di Botanica del To/./i. L I B R O IL lOI tanici più stimati de'suoi tempi lo onorarono della loro amicizia, come Angelo Tillio, Gaetano Monti, e nella sua storia dei funghi dell'Agro Riminese lo ricor- dò pur con onore ilBatarra che andò a bella posta aVal_ lombrosa per conoscere il Tozzi; e lo stimarono egual- mente il Cirillo, il Sherardo, e Boerhaave. Chiamato egli a Londra come Professore di Botanica con l'assegno di 2 mila scudi, non accettò così onorevole e lucro- so posto attesa la sua avanzata età, e molto più per la diversità di credenza, essendo egli fornito di soda pietà, e d*amor vero per la Cattolica nostra Santissi- ma Religione, e si contentò di essere ascritto alla Reale Società , come lo fu pure a quella di Botanica istituita in Firenze. „ Tale in somma sì fu il Toz- „ zi che per aver ampliato colle sue scoperte e con ,, li suoi ajuti il sapere botanico;, e per la pratica delle cristiane virtù ,_, si è reso benemerito della sua patria Firenze, ed ornamento cospicuo della sua mo- nastica Religione. Così conchiudesi 1' elogio dell' A- bate Tozzi che cessò di vivere il giorno 29. di Gen- najo dell' anno 1743. nell' avanzata età di anni XLV. Fra i Botanici Toscani nel secolo XVIIL ^.V^"^- Micheli Pietro fioriti occupa il primo posto Pietro Antonio Miche- Antonio. li Fiorentino ;, il quale può a giusta ragione chiamar- si uno dei fondatori della scienza nella nostra peni- sola (2). Pietro Francesco Micheli e Maria Salvucci poveri artigiani dieder la luce nel 1669. a questo Soggetto, ed appena egli ebbe imparato a leggere, andò alla bottega di un libra] o per imparare a legare e pulire i libri. Portandosi egli alla pesca desiderò di conoscere una certa pianta detta Tithymalus elia- ci) Elogi di illustri Toscani T. IV. Lucca 1771. pag. DCLXXII. (a) FaJjLroiii Vitae ec. T. IV. pag. 11 1. 102 Storia della Letteratura Ital. racius la quale dicesi clie incanta i pesci che si la- sciano in allora prendere; ma inutili essendo riu- scite le ricerclie da lui fatte nei contorni di Firen- ze ( non nascendo essa clic in alcuni colli del Pi- sano ) non si scoraggiò , anzi abbandonata la pesca cominciò ad occuparsi della Botanica , e tutte le ore che gli rimanevano libere dal suo negozio , erano da lui impiegate nel leggere l'opera del Mattioli, nelF andare in traccia delle piante ivi disegnate, nel dis- seccarle sulla carta, e nel chiedere il nome di esse ai Botanici. Dicesi che una volta essendo anche gio- vinetto^ dovè dopo un viaggio di tre giorni all' alpi Apuane per cercare un certo genere di Astrantia rimanere in una osteria sfinito, il locandiere della quale mosso a compassione lo ristorò, e non lo lasciò partire se non dopo che lo vide ristabilito. Tre Religiosi Vallombrosani Virgilio Falugi, Biagio Biagi e Bruno Tozzi da noi sopramentovato vedendo l' inclinazio- ne grande del Micheli per questi studii^ lo esortaro- no, e lo ajutarono a proseguirli somministrandogli libri , sussidii , ed istruendolo nei principii della scien- za. Primo frutto de' suoi studii furono due opuscoli , uno dedicato al Conte Cosmo Castiglioni^ che con- tiene i nomi delle erbe umbellifere che nascono sul monte Morillo in un fondo di detto Cavaliere ; 1' altro contiene le piante più rare e la descrizione delle produzioni naturali più riguardevoli «Iella To- scana_, e (piesto era da lui destinato in dono al Gran Duca Cosmo amantissimo della Botanica^ il quale poco mancò che alcuni anni dopo non spedisse il Micheli in Egitto per acquistare lo cognizoni ne- cessarie ad illustrare gli scritti di Teofrasto ; ma r ignoranza del Micheli nella lingua latina e nella cognizione delle umane lettere pose a ciò un osta- colo insupcra])ilc. In appresso i)crò appoggiato alla Libro IL *' io5 protezione di sommi uomini, del Magalotti del Bo- Tiarotti, e del Medico Giuseppe del Papa, si fece co- noscere alla Corte , e comiiiciò ad acquistar qualche fama , che poi si accrebbe d' assai , allorché avendo egli mandato a chiedere a Tournefort il nome di una pianta da lui trovata sopra li più erti gioghi del- le alpi Apuane , quegli nell' assegnarne il nome sog- giunse. Questo genere di piante non suol nascere che nei luoghi li pia scoscesi ^ dove ninno può essersi ar- rampicato che non sia studiosissimo della nostra scien- za. Il Gran Duca Cosimo in conseguenza di tale ris- posta ricolmò di grazie e poscia di denari il Miche- li, il quale nel 1707. in età d'anni 27. destinato venne ad ajutante di Michel-Angelo Tillio Prefet- to dell' orto botanico di Pisa, e gli si commise di ac- crescere tanto quest' orto quanto quello di Firenze con le più scelte piante. Primo il Micheli si conta che adottasse il sistema di Tournefort per la classi- ficazione delle piante , e non risparmiò viaggi e fa- tiche per emendare ed accrescere il metodo dello Svedese^ il che egli fece con la pubblicazione dell'opera intitolata Nova Plantarum genera seguita nel 172.9. Viaggiò poi tutta l' Italia e visitò tutti gli orti più celebri e li più illustri Botanici ; indi percorse tutto il Tirolo , P Austria , la Prussia , la Slesia e la Turin- gia_, ma non potè andare in Francia ; si procurò pe- rò da quei luoghi che egli non potè visitare, i semi o gli scheletri delle piante , e tenne un esteso carteg- gio con li più celebri Dotti, carteggio che si conserva presso il Sig. P-^^^ Ottaviano Targioni Tozzetti. Con questi mezzi arricchì mirabilmente 1' orto di Pisa, e specialmente quello di Firenze in cui egli non tro- vò che o4- piante. Istruiva il Micheli nell' orto bo- tanico ed alla campagna, essendo egli di massima che non v' era miglior mezzo per imparare questa io4 Storia della Letteratura Ital. vasta scienza quanto quello di veder le cose in na- tura; aveva letto tutti gli scrittori di queste mate^ rie , e dotato come era , di prodigiosa memoria, de- scriveva le piante ed accennava per sino la pagina dei libri dove ne aveva letta la descrizione ; pro- curò egli inoltre di visitare que' luoghi dai quali gli Autori ciie lo avevano preceduto raccolsero già le piante ed erbe da essi descritte, all' oggetto di confutare o di approvare le loro descrizioni. E non solo si lece ad esaminare gli erbarii degli Autori Italiani , ma quelli degli oltramontani e procurò di esaminare o le piante verdi da essi descritte , o al- meno seccate , perloccliè formò quelP orto secco il quale in più volumi conservasi presso il Sig. Tar- gioni sullodato, e contiene piante Francesi, Elveti- che, Britanniche, Tedesche e Siciliane. Ebbe il co- raggio il nostro Botanico di dirigersi al Principe Eu- genio di Savoja per ottenere le piante secche dell* Ungheria , Boemia ed Austria pu])blicate dal Clusio, al che quel magnanimo Principe ben volontieri cor- rispose , e il Micheli volle iu contrassegno di tanta benignità denominare Eugenia un' erba , il che poi fece con altri , imitando così V esempio degli anti- chi. Usava di tutta 1' attenzione nelP esperimentare, aspettava il tcm|)o della maturazione delle piante e ne esaminava diverse dello stesso genere , impiega- va lenti acute assai onde ingrandirne le parti, e non proferiva giudizio che non fosse fondato sopra molte sperienze. XLVi. XLVI. L'opera De novis plantarum generibus jux- dell.' lioii/ie. 1.1 t(L rouniefortii metliodum dispositis tardo ad uscire, ^"'"''' ed alcuni invidiosi lo accusarono siccome in capace di tale lavoro; ma quando essa vide la luce, sem- ])rò agli intelligenti che il Micheli l'avesse composta - in j>revc tempo, avuto riguardo alla quantità di co- Libro II. ■? io5 se eccellenti che contiene ; e il Maffei scrisse ( i ) che qnest' opera per consenso di 'tutti gli Eruditi fu giudicata imcomparal)ile . Uno dei motivi del ritar- do sì fu che 1' Autore non aveva molta franchezza nello scriver bene latino ^ e si prevaleva dell' opera del Salvini , e di Carlo Bindi egregii scrittori e per- sone cortesissime. Ecco P idea che Fahbroni dà di quest' opera. „ Itaque ad liane methodum ( di Tournefort ) vel perficiendam vel amplificandam Micheli opus .... pertinebat , et quaedam ut ipse loquitur , veluti ap- pendix institutionum illius viri fuit. Plantas auteni eo libro complexus est omnino 1900. Harum 5oo. temere antea collocatas suis quasque sedibus repo- nit; reliquas 1400. nemini usquam observatas primus describit. Etenim cum Tournefortius plantas eas quae audiunt graminifoliae , inter apetalas censuisset, ipse vero earum florem binis foliis constantem quae an- tea stamina putabantur., optimo Consilio novam ex eis classem constituit et quintae decimae Tournefor- tianae subjecit. Centra ea juncos omnemque stirpem congenerem apetalis, unde male disjunctae fuerant, aggregavit. Multis praeterea in rebus consuluit or- dini. Quod quidem alii fortasse quiddam leve puta- yerint 5 nos vero magna in laude ponimus. Recta enim distributione nihil est prius tum in ceteris^ tum in hoc pra^sertim genere doctrinae ; quae ita hodie comparata est ut cum quinque et viginti plan- tarum millia comprehendat (2) , eum tantum nume- rum agnoscere quis possit , si modo ideam animo in- fixerit plantarum saltem mille generalem , si ve ut philosophi malunt, abstractam, quod quidem recta (i) Osservaz. letter. T. III. p. IC2. (a) II Fabbroni puJjblicò (jneita vita nel 1779. io6 Storia della Letteratura Ital. distributione remota fieri non posset. Sed illiid non tam ordinis renovatio, qnam praeclarum pliilosophi inventimi fiiit, quod sextam deciinam classem (que- madmodum paulo ante innuimus ) cum sequenti con- junxit. Nam illa disjunctio eo potissimum fundamen- to nitebatur, quod plantae classis xvi. floribus ca- rerent, classis vero xvn. tum florum tiim etiam fructuum ac seminum expertes viderentur; quare clini ex putri satae vulgo credebantur. Hic vero et flores earnm et semina primus vidit si miniis omnium, certe multariim : ita constantem naturae ordinem in gignendis propagandisque foetibus docuit, reliquias barbaricae sapientiae veluti a stirpe sustulit. Hisce re- bus nomen Repertoris quod tantopere liomines afTe- ctant, eo jure conseeutus est qua qui optimo; nemo enim plantas imperfectas quae mysterium quoddam rei herbariae dici poterant , sagacius vestigavit , nemo de muscorum natura j de fungis, deque mucoribus scrip- sit probabilius (i). Ncque in bis modo ejus reperta constitere. Nam et nova plantarum genera invenit ad quatuor millia, quae partim eodem opere leguntur, partim vero in libris Micliaelis Angeli Tillii , Her- manni , Boerbaavii , Sebastiani , Vaillaiitii, Jacobi Petiverii edita suiit, eique adtribiita nominatim, par- tim etiam inedita in commentariis reliquit. „ Ac- crebbe il Micbeli inoltre del triplo i generi del- le ])iante marine , e trattò profondamente del luo- go dei loro frutti e fiori, e della fecondità dei loro semi. Rimane inedita un'altra parte di quest' opera quanto la prima importante, ma difficile da com- piere. Essa dovrebbe esser divisa in quattro libri cbe conterre])bero il i/' le piante cbe nascono in fondo al mare, il a." le graminacee ; il 3." i muscbi terrestri , (() AiliiiisiMi ](i(lù soimiiamente il Miclieli , u ilice osser ef{li stato il jirimo a vedale i sami dti fun''iii. Libro II. 107 e il 4'" le stirpi che si chiaman dorsifere ; e se vi fosse questa parte, la Botanica non potrebbe, dice il Fabbroni, vantar opera più perfetta. Il Boerhaave disse di lui che era „ mortalium omnium in per- vestigandis stirpibus fsagacissimus P. Antonius Mi- chelius j in quo uno illustrem Fabium Columnam , nobilem Cortusum, acutissimum Anguillaram rena- tos sibi jure Italia gloriatnr ,, Il Linneo e V Inglese Sherard erano in carteggio con lui, e il Linneo nel suo libro dei caratteri delle piante non volle par- lare delle gramigne lasciando questa messe intiera- mente all' occulatissimo Micheli ; il Sherard poi lo an- teponeva a tutti li Botanici da lui conosciuti. Tutti può dirsi i naturalisti del suo tempo lo ebbero in sommo pregio , e fra gli altri lo Schewchzero , il Vaillant , il Burmanno , il Morgagni , il Vallisnie- ri per tacere di tanti altri . Con V uso di conver- sare cogli uomini dotti si rendette il Micheli fisico e medico non ignobile , e conobbe le altre parti della storia naturale di cui raccolse in propria casa un Museo. L'amor della patria poi gli fece rinunziare le offerte di lucrosi impieghi altrove ; istituì in Firen- ze un'Accademia di Botanica nel 1716. per la qua- le ottenne dal G. Duca Cosimo III. 1' uso delF orto regio ; questa alcuni anni dopo si estese a coltiva- re tutta la storia naturale, e nel 1734. furongli date nuove leggi e si fece la solenne apertura di essa con una elegantissima orazione del Cocchi ; ed allora cominciò a trattare tutti gli argomenti della Fisica. Quest' Accademia riconobbe per suo fonda- tore il Micheli che onorò vivo^ e non dimenticò la sua memoria dopo morte. Intraprese egli un viag- gio a monte Baldo ed alle spiaggia Venete per fare diverse osservazioni Ijotaniche, onde rispondere alle accuse dategli da Gio. Giacomo Zannichelli nell' o- io8 Storia della Letteratura Ital. pera delle piante Venete compilata da Girolamo 8uo Pa- dre e da lui pubblicata; ma di ritorno a Firenze il Mi- cheli attaccato da una pleuritide dovè soccombere in età d'anni 57. adì 2. Gennajo del 1737. La sua morte fu compianta pubblicamente, e le Società Colombaria e Botanica lo onorarono di solenni esequie con 1' ora- zione funebre recitata dal Cocchi suo carissimo di- scepolo , il quale fece F iscrizione che leggesi sul mo- numento innalzatogli nella gran Chiesa di S. Croce di Firenze a spese di alcuni amici. Ottimo fu il ca- rattere del Micheli, umile , non invidioso , e facile a comunicare a tutti le proprie cose ed a somministrare i semi le piante ec. a chi gliene chiedeva. Il celebre Targioni fu suo allievo ; il catalogo delle . sue opere manoscritte supera d' assai quello delle stampate ; e fra le prime sonovi molte cose risguardanti la Lito- logia e la Zoologia. Ponfe!i Jr" Gin- ^LVII. Distiuto uomc , quantunque però inferio- l'o. re a quello del Micheli , si acquistò Giulio Pontede- ra oriondo Pisano ma nato a Vicenza nel 1688. adì 5. di Maggio, filosofo, naturalista_, e celebre antiqua- rio. Lorenzo Pontedera suo zio egregio agricoltore, non avendo figli , chiamò presso di se Giulio, lo edu- cò e lo invogliò dello studio botanico, lasciandogli poi alla sua morte un fondo rustico ed un orto ben corredato di ogni genere di piante. Dopo di essersi Giulio ])reparato ne fece una diligente analisi vantaggiosa alla uma- nità per la scoperta di un sale equivalente a quel- lo d' Inghilterra , e diede la descrizione di queste terme. Versato essendo egli a fondo nella Botanica, a lui affidossi F orto situato nella contrada di S. Stefano, orto a cui donò nuova vita , e che con 1' ajuto della estesa corrispondenza che manteneva con li principali Naturalisti Europei, fu da lui corredato di piante in modo che non ebbero i Bolognesi a invi- diar gli orti di Pisa e di Padova. Pubblicò poi il Bas- si il suo viaggio botanico alle Alpi , ed inserì diverse sue memorie dello stesso argomento negli Atti del- l' Istituto di Bologna , a cui lasciò all' epoca della sua morte accaduta il 9. Maggio dell' anno 1774- e libri, e oggetti di storia naturale, e gioje per com- pletare le serie del museo, e finalmente il suo com- mercio epistolare pregevole per ogni riguardo (2). Allievo del celebre Antonio Cocchi fu Giovanni La- pi Fiorentino, nato li S. Marzo del 1720. nel borgo di S. Lorenzo in Mugello e morto il i3 di Novem- bre del 1788. Coprì egli la cattedra di primo Pro- fessor di Botanica nel giardino semplicista annesso allo spedale di S. Maria nuova in Firenze, impegno (1) FuLlnorii vita citata. (3) Faiifuzi'i Scrittori Bohi^npii T. T. ]■. 3Rc- L I B R O II. Ili da lui per 36. anni sostenuto; nel qual tempo die- de ancora alle stampe alcuni suoi opuscoli, ma di non molto conto, sull' applicazione pratica delle co- gnizioni botaniche e fisiche (i). Insegnò Botanica in Padova l'anno 1760. Giovanni Marsili di famiglia Veneta, il quale visitò la Francia e l'Inghilterra, e ritornato alla Patria ricco di notizie scientifiche con- tribuì all' ingrandimento dell' orto Padovano , intro- ducendovi nuove piante in copia, ed ergendo ivi il prezioso boschetto degli alberi esotici. Allorché in quella illustre Città si fondò 1' Accademia , vi ebbe il Marsili una piazza di membro pensionario, e ne- gli Atti di essa leggonsi alcuni suoi scritti, oltre de' quali stampò nell'anno 17Ò6. la storia di un fungo Carrarese, e lasciò componimenti poetici in buon numero poiché amò anche la bella letteratura (2). Inse- gnò medicina nella Università della Sapienza in Ro- ma il Dottor Giorgio Bonelli di Vico presso Mondo- vì , il quale poi più specialmente occupossi nella Botanica, ed aveva cominciata la descrizione dell'or- to Romano giusta il sistema di Tournefort stampato a Roma nel 1772., ma prevenuto dalla morte non potè pubblicare che il solo primo volume degli ot- to che compongono l' intiera opera in foglio. Con- tiene esso cento tavole diligentemente intagliate e colorite con naturalezza grande dal Sabljati Profes- sore di Chirurgia e conservatore dell' orto botanico in quella Città; gli altri sette volumi uscirono alla luce per opera di Nicola Martelli , il quale nella dis- posizione delle piante segue il sistema di Linneo (3) (1) Novelle Letter. di Firenze T. XX. an. 1789. pag. 49. (a) Mori il giorno 9. di Maggio del 179.5. V. ISluovi Saggi scientifici deir Accad. di Padova T. I. 1817. pag. XXI. (3) Donino. Biografia Medica Piemontese T. II. pag. a38. XLIX. Scopoli Gio. Antonio. 112 Storia della Letteratura Ital, Il Bonelli poi esercitò la sua professione in Roma con molto grido, ed alle ricchezze acquistate aggiunse an- che gli onori dai Sommi Pontefici ricevuti e dall' Ac- cademia della Sapienza . XLIX. Allorché abhiamo ragionato dello Spallan- zani, ahbiam descritto brevemente le aspre di lui contese letterarie col Professore Gio. Antonio Scopo- li , di cui passiamo adesso a dar notizia, nel che fa- re ommetteremo, per non replicare inutilmente le cose, di parlar più oltre delle suddette questioni, Francesco Antonio Scopoli Commissario militare, e Claudia Caterina Gramola di famiglia patrizia Tren- tina ehhero a figlio lo Scopoli nato nel 1728. in Ca- valese luogo del Principato di Trento. Neil' Univer- sità d' Inspruck studiò questo giovane la medicina , ed avendo ivi ricevuto la laurea medica, fece in Vene- zia la pratica sotto la direzione del valente medico Lo- tario Lotti, ed applicossi con fervore alla Botanica, ap- profittando del comodo a lui prestato da due Nobili Ve- neti Morosini e Selleriano. Visitò egli in appresso le Al- pi del Tirolo e della Carniola, ne esaminò il primo le piante e gli animali, delle quali cose diede la descri- zione nella Entomologia e nella FloraCamioIica^ ope- re assai stimate nel loro genere e che procurarono allo Scopoli la stima del Linneo, dell' Hallero e di altri Dotti. Il Baron Van Swieten lo protesse, e gli fece aver V impiego di Fisico nel Magistrato delle miniere d' Idria nel Friuli, dove soggiornò dieci an- ni, dopo i (piali ottenne la Cattedra di metallurgia a Scheninitz in Ungheria , nel qual tempo si applicò a scrivere varie opere sui fossili, sulla fabbricazio- ne del carbone e sui metalli, come pure visitò at- tentamente tutta la Pannonia inferiore, onde trarre dilli "" ■'^" ^ +-0^,,: ,l^ll„ »,.>^.,..o ^r^K. artiwJi'i P. sa Lo oscurità i tesori della natura colà sepolti. Pas- lol nell'anno 1--6. alla Cattedra di Botanica L I B K O II. Il3 nella Università di Pavia , si occupò a formare colà un laboratorio chimico, a ridurre in miglior stalo l'orto botanico, ed a far conoscere all'Italia la Chi- mica del Macquer da lui con copiose giunte tradot- ta_, per cui il Senebier gli scrisse , che di un libro eccellente ne aveva formato lo Scopoli uno perfet- to. Le varie opere da lui in questo frattempo pubbli- cate, delle quali può vedersi il catalogo nelle Novelle letterarie di Firenze (i), e fra queste quella intitolata „ Deliciae Florae et Faunae Insubricae „ costarongli dispiaceri non pochi (2), ai quali in parte almeno si attribuì la causa della morte dello Scopoli avvenu- ta in seguito di vani colpi apopletici li 7. Maggio dell' anno 1788. Quantunque negar non si possa che questo Autore avesse molte cognizioni di storia na- turale , confessar però gli è duopo che prese nelle scienze naturali degli abbagli, e che conviene esser cauti nel leggere le opere di lui e specialmente quel- le che la storia naturale risguardano, e nel prestar fede alli suoi ritrovamenti (3). L. Il celebre Seguier Botanico di Nimes allorché l. visitava il Monte Baldo per raccogliere le piante de- et'aUri"°B!ÌS scritte nella sua Flora Veronensis, QOTìohhe, Pietro Ar-"- duino allora giovane nato nel 1728. nella terra di Caprino situata nella Provincia Veronese, discepolo del Pontedera in Padova, e nominato nell'anno 1763. custode di quel giardino botanico . Pubblicò egli al- lora due libri che intitolò Animadversionum botani- carum specimen e questi gli assicurarono tosto una tale rinomanza^, che il Linneo volle onorare col no- me del nostro Accademico un nuovo genere di pian- (i) T. XIX. an, 1788. pag. 641. (a) Tre parti sole abbiamo di quest' opera rimasta per la saddetta cau= sa imperfetta , e della quale si è parlato nell' articolo di Spallanzani. (3) Novelle lett. sudd. pag. 6ia. e segg. Tomo II. 8 ii4 Storia della Letteratura Ital. te chiamandolo ^/YZwm/«. Nel 1760. si istituì in Pa- dova per Decreto del Senato in data 3o. Maggio la Cattedra di Agricoltura sperimentale con un orto a questo oggetto , e si nominò Professore l'Arduino al quale ben molto dovette la scienza , poiché con li suoi insegnamenti migliorò efficacemente l'agricoltu- ra degli stati Veneti, come si raccoglie dalle molte sue dissertazioni, e riformò i metodi della comune agri- coltura, introdusse nuove utili specie di biade, molti- plicò e perfezionò i prati artifiziali, e le arti appro- fittarono la sua mercè di molte piante che prima di lui non conoscevansi in Italia. Morì l'Arduino alli i3. Aprile del i8o5. compianto dagli studenti e da- gli amatori della campestre economia, che in lui per- derono un ottima guida (i). Il Principe di Kaunitz Ministro plenipotenziario della Corte di Vienna a Napoli prese seco nel 1770. il medico Vincenzo Pe- tagna Napoletano giovine allora di 36. anni, in oc- casione che quegli viaggiò per l'Austria , del che ap- profittando il Petagna, visitò più paesi della Germa- nia, e conobbe molti di quei dotti Naturalisti. In appresso egli visitò la Sicilia , e restituitosi alla Pa- tria ottenne interinalmente la nomina di Professor di Botanica nella Regia Università degli studii, della qual' Cattedra dopo varii concorsi ne ebbe la pro- prietà. Le sue istituzioni botaniche ed entomologi- che^ come pure il trattato delle virtù delle piante rapidamente si diffusero, riuscirono utili ai giovani amanti di questi studii , e procurarongli 1' onore di essere aggregato a varie Società scientifiche fra le quali a quella di Londra. Il dì b. di Ottobre dell'an- no 1810. fu r ultimo di sua vita condotta fino al 77.** (i) Nuovi Sagjj'i scientifici dell' Accademia Cesareo-Regia di Padova T. I. i-ag. XXVIII. L I B R O II. ' I I 5 anno e divisa fra lo studio e l'esercizio delle più belle virtù (i). L' orto botanico di Palermo ebbe a suo custode nel 1788. il Padre Bernardino Aurifìci da Ucria in Sicilia, Religioso della Riforma di S. Antonino di Palermo , nel qual Convento entrò nel 1766. ventesimoterzo anno di sua età. Seguì egli il sistema di Linneo nella descrizione del suddetto or- to, con l'avvertenza di aggiungere ai nomi latini del- le piante non solo gli Italiani, ma benanche i Sici- liani , e di arricchire 1' opera di quattro indici , cosa in tali lavori utilissima. Altra sua fatica ci lasciò egli nella descrizione delle piante Siciliane da aggiun- gersi al novero di quelle del Linneo , e cosi smentì la taccia data alla Sicilia di essere la Botanica di quel Re- gno nella infanzia, descrizione che accrebbe la stima degli stranieri verso questo Religioso che cessò di vi- vere il dì 29. di Gennajo del 1796. in florida età (2). LI. Fra li diversi rami della scienza medica oc- ^i. 1 ,, . . > • Anatomia, cupa un posto prmcipale 1 Anatomia, ne possono 1 Medici prescindere dal conoscerla a fondo, ma tali doti si richiedono in coloro, i quali ad essa si dedica- no, che non è a maravigliarsi se a discreto nume- ro riduconsi quelli che in tale facoltà particolar- mente si distinsero , e meritarono perciò una spe- cial menzione nei fasti letterarii . Fra questi ricor- derò prima di ogni altro il Dottor Antonio Pacchio- ni di Reggio in Lombardia (3) nato li 24. di Giugno nel 1664. da Gio. Battista e da Leonora Dugoni , e laureato in Patria 1' anno 1688. nella facoltà medica e filosofica. Cominciò egli il suo esercizio anatomico sotto il celebre Vallisnieri; indi trasferitosi a Romase- (i) Biografia degli Uom. ili. del Regno di Nj^ioli T. Vili. iOa2. (a) Biografia citata T. IV. Napoli 1022. (3) Tirabosclii Bibl. Moden. T. III. pag. 4i5. ii6 Storia della Letteratura Ital. guitò a studiar la scienza frequentando P ospitale di S. Spirito , ed unendo una privata Accademia di giovani nella quale discutevansi le principali questioni di me- dicina. Avendo in seguito contratta amicizia con l'im- mortale Malpighi^ trovò così nuovi mezzi per viep- più avanzarsi nelle cognizioni di anatomia, al quale studio congiunse il Pacchioni quelli della Matema- tica, della Botanica e Storia naturale, e dopo aver esercitato con molto credito la professione di medi- co in varii luoghi dei contorni di Roma^ ritornò allo spedale suddetto per attendere con più agio all' A- natomia, e in quella Città poi morì nel 1726. La fama di ingegnoso Anatomista gli ottenne P onore d' essere ascritto alle Accademie di Siena, di Bolo- gna e de' Curiosi della Natura, e una Leila meda- glia fu in onor d' esso coniata in Norimberga, che vedesi incisa innanzi alla vita scrittane dal Chiapelli. Le sue dissertazioni anatomiche le quali risguar- dano per lo più il cervello , e particolarmente la membrana chiamata dura meninge, furono in di- versi anni da lui pubblicate in latino, e poscia ri- stamparonsi in un volume in 4-° ^ Roma dal Pa- gliarini nel 1741' Di queste parla a lungo M. Por- tal ( I ) il quale nella dissertazione diretta allo Scroeckio vi ha scoperte diverse osservazioni degne di lode. „ Ma a lui ( V. Tiraboschi p. 4^9- ) ^ gloriosa singo- „ larmcnte la frequente menzione clie ne fa colla „ dovuta lode il grande Haller, il cui giudizio in „ tali materie è troppo autorevole , perchè non deb- „ basi riputar glorioso al Pacchioni l'averlo avuto in „ favore ,^ . Si a})plicò anche alla Notomia Francesco Maria Lorenzini ( di cui si dirà fra i poeti ) Fioren- tino in compagnia di Gaetano Petrioli, e furono co- (i) Portai Hist. de l'Anatomie T. IV. p. 275. L I R R O II. 117 si felici le loro indagini ed i loro studii, che riusci- rono a scoprire alcune cose non avvertite da altri: ecco come il Fabbroni descrive la storia della que- stione insorta tra il Lorenzini e il Cocchi velato sot- to il nome di Chermesio di Fulget rapporto agli stu- dii anatomici „ Eligebant ( il Lorenzini e il Petrio- li ) ea quae notatione et laude digna erant , ea- que librario transcribenda dabant ea mente ut postea in vulgus ederetur . Sed fuit qui suo no- mini ex horum laboribus libare laudem voliiit. Nam turpi largitione corrupto librario scripta ab eo abstulit , iisque opus suum quoddam ornavit , quod inscripsit „ In Tahulas anatomicas Bartolo- niaei Eustachii Chermesii de Fuìget Commenta- rìi. Tantum crimen non ferendum putavit Loren- zinius. Itaque Dialogum (1) composuit vulgavitque, in quo et furti reus ille convincitur, et errata quaedam ipsius salsissime exagitantur. Quare ille 5 vehementer ofPensus toto ferebatur animo ad in- , sectandum Lorenzinium. Sed ne statim faceret ? , continuit gratia qua ille plurimum apud Falcone- 5 rium pollebat. Itaque hoc vita functo in vulgus , emisit sermonem quemdam latinum , in quo pla- , ne evomuit virus acerbitatis suae. Sed forte non 5 intellexit quo cum sibi certamen institueret. Nam 5 Lorenzinius non solum pari a paribus retulit, edi- , to nomine Quinti Attilii Serrani sermone, quem , non dubito laude latinitatis , Q. Sectani satyris , anteponere , quemque ipse Italicis versibus reddi- 5 dit, sed etiam epigrammata in eum fecit eo sapore 5 latino condita, ut cum antiquitate certare videantur. , In bis praeter plagiarium illuni , alii quoque qui 5 illius se fore acerrimos defensores palam ferebant, (l) Jl Cardo j questo p il titolo dui Dialogo. ii8 Storia della Letteratura Ital. 5, omnibus contumeliis lacerantnr. Quibiis veluti ful- „ mine illi perciissi ne liiscere quidem ampliiis ausi ,_, sunt (i). Dal Dottor Gio. Battista Fautoni Tori- nese ebbe vita alli 2a. di Marzo dell' anno lóyS. Giovanni Fantoni, il quale dedicandosi alla Medicina ebbe suo padre a primo maestro, e di anni iq. era già egli ascritto al Collegio medico di Torino , e di 27. anni cominciò a pubblicar le opere delle quali dirassi più sotto. Come il Ricca così il Fantoni pro- vò gli effetti della munificenza di Vittorio Amedeo II. 5 die gli somministrò i mezzi per istruirsi, come fece, viaggiando l'Europa e visitando le più rino- mate Università (2) , ed a Parigi ascoltò per un an- no le lezioni di Duveniey e di Mery. Nominato egli nel 1697. Prolessore di anatomia, e venti anni ap- presso consigliere e medico del Duca Carlo Ema- nuele, tal credito si acquistò nel soddisfare a que- ste incombenze , clic all' occasione della ristaurata Università di Torino gli si destinò la Cattedra di Professor primario di medicina pratica, e la facoltà medica lo ebbe nel 1729. per Presidente, carica clic venne nel 1730. soppressa, ma si conservarono le pensioni al iu)stro Professore in retriJ)nzione dei lun- ghi e fedeli servigi da lui prestati al Re ed alla Ca- sa Reale. Il Lancisi, il Morgagni , il Mangeti ed al- tri fra i ])iù dotti suoi contcm])oranei tennero con lui corrispondenza letteraria, alcuni fra essi dedica- rongli qualche loro opera , e la sua casa era fre- quentata dagli uomini più distinti per sapere abi- tanti a Torino. Questo medico di costumi integer- rimi, quanto mai prudente, pronto a giovare a' suoi (i) Il titolo degli epigrammi è ylnalecta varioruin Paslorum Arcaduìti, (a) A motivo della guerra il Fantoni non Ipotè visitar le Università rleir Inghilterra. Libro II. ' 119 simili e coli' opere e col consiglio , mancò ai vivi nel 1758. alli 25. di Giugno nella rispettabile età di an- ni 83. Varie opere mediche egli pnhljlieò scritte con aurea latinità, e nelle quali spicca molta dottrina ed estesa erudizione, cosicché il Chiar. Sig. Conte Prospero Balbo non dubitò di asserire che il Fanto- ni fece risorger in Piemonte la medicina (1). Fra li più accreditati lavori del Fantoni registrar si deve la sua notomia del corpo umano stampata nel 171 1., dopo che aveva già scritto varie dissertazioni sullo stesso argomento; considerar questa si deve come una delle più compiute notomie per 1' epoca in cui l'Au- tore la scrisse , e il Lancisi in una lettera posta in fronte alla medesima ne tesse i ben dovuti elogia sia per le copiose giunte fattevi dall'Autore a quan- to prima conosce vasi in questo proposito, sia per il nuovo ordine e la saggia disposizione che egli seppe dare alle materie da lui trattate . Due sue interes- santi dissertazioni sulla struttura e sul moto della dura madre la prima, e la seconda sui vasi linfati- ci della meninge ec. devonsi qui rammentar special- mente , perchè giovarono a rettificar alcune idee al- lora in voga , ed a fissar meglio l' uffizio delle det- te parti del cervello. Il celebre medico Pacchioni promesso aveva la teoria del moto della dura me- ninge, e della influenza di essa sulle sensazioni e sui movimenti delle altre parti del capo , riputando- la dotata di fibre muscolari? alla qual teoria fecer eco, può dirsi , tutti i medici più rinomati . Ma il Fantoni impugnò validamente la sentenza del Pac- chioni, dimostrando con le osservazioni anatomiche non sussistere le indicate fibre muscolari, il che poi (1) Suo discorso intorno alla Storia delle Università inserito nelle Mem. dell'Accademia di Torino. f ■ 120 Storia della Letteratura Ital. produsse la conseguenza di doversi restringere alq^ivan- to ciò che il suUodato Pacchioni esposto aveva in una dissertazione a Luca Schroeldo diretta sopra i lin- fatici, e le glandule della dura madre ^ e non aven- do il Pacchioni taciuto, il Fantoni discese nuovamen- te in campo, e difese valorosamente la sua tesi che le osservazioni più recenti poi non hanno smentito (i). Altre sette dissertazioni anatomiche del nostro Pro- fessor Torinese vider la luce nel 174^-5 nelle qua- li s'incontra non poca dottrina dell' inallora na- scente anatomia comparata, e si riferiscono più esat- tameute le antiche e le recenti scoperte , cosicché nulla al dir del Ghiar. Sig. Dottor Donino lascia l'Autore a desiderare nell'argomento che tratta. Non coltivò poi il Fantoni la sola anatomia , ma ci lasciò anche alcuni opuscoli sulle acque medicinali e sulle febbri miliari , dei quali possono presso il citato Bio- grafo leggersi gli estratti e vederne il giudìzio. „ , f^^'. LIl. L' ilhistre Morirajrni ci lasciò la vita di Anto- Valealva Anto- ^ _ . nio Maria. nio Maria Valsa Iva Anatomista preclaro Imolese in- serita fra quelle di Monsig. Fabbroni (a), e da que- sta trarremo le noti/in più jm|)ortanti di cosi di- stinto Soggetto. Cominciò il Valsalva fìn da ragaz- zo a tagliare uccelletti ed altri piccoli animali, co- sicché si ])revide quali scienze avrebbe poscia amato. Pompeo Valsalva e Catterina Tosi nobili Imolesi eb- be egli a genitori dai quali sortì i natali il giorno 18. di Gennajo dcU' anno j ()(»()., e dopo di aver stu- diato alle scuole dei PP. Gesuiti da lui sempre ama- ti, passò a Bologna dove fece il corso regolare de' suoi studii , e l'immortale Marcello Maljnghi lo di- resse neir apprendere la medicina e 1' anatomia , (i) Donino Biografia Medica Pienionlcse T. II. jiap. 83. 9O. (2) T. V. ,,aj^. 65. Libro II. • ' 121 "nelle quali facoltà ricevette l'anno 1687. la laurea. Dedicatosi egli poi con tutto il fervore all' anatomia cominciò a far delle sezioni di cadaveri umani e di animali anche vivi , e spinse la sua assiduità in que- sti lavori tant' oltre, che ne contrasse gravi malat- tie ; e la smania di istruirsi in lui giunse al segno una volta di far dissotterrare un cadavere dopo tredi- ci giorni di sepoltura, onde osservare il nervo femo- rale il che certo non tentarono ne il Vesalio né il Ruischio. A quella di eccellente anatomista congiun- se il nostro Imoìese la qualità di buon medico ed ottimo chirurgo , essendo stato diretto nella pratica dai rinomatissimi Pietro Molinelli ed Ippolito Alber- tini. Al Valsalva devesi il nuovo metodo di fermare nella amputazione dei membri il sangue colle legature delle arterie sostituito a quello tormentosissimo del fuoco, a lui l'invenzione di non pochi istrumenti chi- rurgici più semplici e a minor numero ridotti di quelli che prima usavansi , e suo è il metodo in va- rii casi utile per curare la sordità. Esercitò egli la terapeutica con esito così felice, che chiamato veniva in molti luoghi e ricercatissimi erano li suoi consulti; Bologna in modo speciale lo onorò nominandolo per tre volte Presidente dell' Istituto , Consultore del Magistrato di sanità, e affidando a lui la Cattedra di anatomiche istituzioni con l'obbligo di far le sezio- ni anatomiche , e di istruire sovr' esse gli scolari in luogo a bella posta assegnato, cose per 1' addietro non usate. I dotti Medici Europei lo conoscevano di fama e lo stimavano; quelli che per Bologna pas- savano , desideravano di vederlo e di far la sua co- noscenza, e la Società Reale di Londra lo ascrisse fra i suoi Cooperatori. Educò egli nell'esercizio della profession sua più giovani, e fra questi due de' suoi i2,a Storia della Letterratua Ital. domestici riuscirono non ispregevoli chirurghi; ma attaccato essendo anche in buona età (i),da lunga ma- lattia, andò questa a terminare in una apoplessia che lo portò alla tomha nell'anno 1723. il di i. Febbra- io ^ e così restò 1' arte privata di uno dei più abili Professori che vantar potesse. Sepolto questi in S. Giovanni del Monte in Bologna, vennergli nello spazio di poco più d' un anno eretti quattro monumenti sepolcrali , e fra questi uno per ordine del Senato neir Istituto con il busto in marmo ; gli Imolesi poi, suoi Cancittadini emularono i Bolognesi conse- crando anch' essi un Mausoleo alla memoria del Val- salva, che vivendo procacciossi tanta stima, non so- lo come medico ed anatomista, e come esperto e coraggioso chirurgo , ma ben anche come uomo vir- tuoso, e pieno di carità verso i poveri che soccorre- va e senza alcun interesse medicava. Egli lasciò tut- ti li suoi istnimenti chirurgici all' Ospitale degli in- curabili , e il Museo anatomico ( in cui è mirabi- le la preparazione da lui il primo fatta dell' organo dell' udito la «piale gli costò sedici anni di fatica ) all'Accademia dell'Istituto. Il, trattato sull'orecchia umana da lui pubblicato in Bologna nel 1704. fu appla uditissimo , e venne ristampato oltremonti in varii luoghi. Tre dissertazioni da lui lette all' Isti- tuto furono dopo la sua morte stampate; in esse parlò dei nervi, della spinai midolla, degli intestini, dei condotti escretorii , di alcune affezioni degli occhi e di varie altre parti dell' anatomia. „ Gratia „ crat ( così si esprime 1' Autor della vita ) in ple- 5, risque bis rebus cum novitatis, tum vero etiam „ utilitatis. Itaque magno assensu et laude ab iis qui ,^ aderant auditae , mox fama apud ceteras Acade- (i) Non aveva clie fiy. .inni allorclif» mori. Libro II. laS „ mias pervulgatae summam omnibus editionis ex- „ pectationem commoverunt „ . LUI. Discepolo del Malpighi e del Bellini fu Gio. g^^J;";.- gìo. Domenico Santorini che insegnò filosofia e medici- ^o'"^'"'^® • na in Venezia, e che dedicò a Francesco Delfini uno de' suoi precettori li opuscoli da lui composti prima di 25. anni (i). Esercitò egli in detta Città la profes- sione di incisore anatomico e in seguito la carica di Protomedico di sanità, ma la medicina non potè a lungo sentire i vantaggi di questo suo esimio coltiva- tore, poiché morì di soli 56. anni nel 1787. (2). Pub- blicò egli le sue osservazioni anatomiche le quali gli hanno meritato un posto distinto fra i più celebri anatomisti, ed esercitò con buon esito la medicina pratica. Fra le di lui opere stimansi assai le due se- guenti Opuscula medica de structura et motu fibrae^ nutritione animali, haemorroidibus et catameniis nel 1705. pubblicati e poscia più volte ristampati in Ita- lia ed oltremonti, h' altro ha per titolo Observatio- nes anatomicae Venetiis i7i4" H Sig. Portai ci pre- senta un estratto di quanto incontrasi di più inte- ressante in ambedue questi lavori ; nel primo dei quali il Santorini esamina e descrive le fibre da lui det- te elastiche ripiene di un fluido, che scorrendovi per entro è a suo parere la causa delle nostre sensazio- ni. Allorché poi l'Autore parla della nutrizione, se- gue il sistema Malpighiano sulle glandole adipose, e si impegna nella sottile indagine della struttura dei nervi^ appoggiando le sue teorie con le sperienze sui cadaveri da lui istituite. Nelle osservazioni anatomi- che poi ci presenta il Santorini una breve esposizio- ne delle sue riflessioni sulla struttura delle parti dagli (i ) Portalj storia dell' anatomia e della chirurgia T. IV. pag. 387. (2) Dizion. deoli Uoni. ili. T. XVIII. p. 140. 124 Storia della Letteratura Ital. altri Anatomisti osservate , o che ha egli scoperto. E siccome congiungeva al talento di osservare la piii profonda erudizione, così ha il nostro Filosofo potuto giudicar bene dei proprii lavori e di quelli degli altri. Lungo sarebbe il voler qui riferire tutte le nuove os- servazioni di lui, o le correzioni fatte a quelle degli altri; basti il dire che il Sig. Portai nel terminare il diffuso estratto dell' opera anatomica del Santorini di- ce, che se gli altri Anatomisti lo imitassero, avrem- mo più cognizioni e minor quantità di libri, poiché ha egli saputo riunire in un solo volume le più. impor- tanti cognizioni della scienza^ e tutto ha F impron- ta d'originale; la sola taccia che dar gli si potrebbe si è di aver minutamente descritti gli oggetti anche di non gran rilievo. Il Professor Michele Girardi di cui altrove si parlerà, diede in luce l'anno 1775. un' opera inedita del Sautorini corredata di dieciset- te tavole di anatomia , opera che gli intelligenti fa- vorevolmente accolsero, e di cui i Giornali diedero vantaggiose relazioni (1). Liv. LIV. Esaminò diligentemente la natura degli inte- Bonnazzoii ed g^ini c dei rcui il Bonuazzoli Anatomista dell'Istituto altri Anatomisti. di Bologna, e ci lasciò in una Memoria le osserva, zioni fatte su (jnesta parte del corpo umano. Memo- ria , al dire del Sig. Portai , che ha fatto avanzare la scienza (2). Molto credito acquistossi pure Andrea Massimini nato in Roma nel 17^7. e morto li aa. di Aprile dell'anno 1792. ])er le estese sue cognizioni nella indicata facoltà e nella chirurgia; perlocchè eletto venne nel 1777. Chirurgo primario sopranu- merario nello spedale della consolazione in Roma dove aveva studiato , e la sacra Congregazione dei (i) Dizionario citato. (a) Storia dell' anatomia T. V. ])af;; 35i. Libro II. 120 Riti si prevalse più volte nelle cause davanti ad essa trattate della penna del Massimini , che nel 1785. il Pontefice Pio VI. annoverò fra li Chirur- ghi Pontificii. L'amenità del suo tratto^ la soavi- tà de' suoi costumi^ e la carità con cui assisteva gli infermi più miserabili _, lo rendettero caro ad ogni ceto di persone, e le sue cognizioni scientifiche gli procurarono 1' onore di essere ascritto a molte Ac- cademie fra le quali contasi la Cesarea Medico- chirurgica di Vienna. Pubblicò egli un commen- tario sul libro De fracturis di Ippocrate, encomia- to dall' Accademia chirurgica di Parigi , e un altro sulle tavole anatomiche di Eustachio da lui de- dicato al Cardinal Gerdil (i) . Insegnò filosofia e Medicina a Torino il Dottor Lorenzo Terraneo mor- to d'anni 36. nel 1714'» il quale è Autore di un'ope- ra interessante intitolata De glandulis universim et speciatim ad ur etram virilem novis Taurini 1709. e poscia Lugduni [Batav. 1721. e 1729. Terraneo de- scrive fra le altre cose le due glandole scoperte da Mery e da Cowper, o piuttosto da Colombo senza citarli 5 oltre di che tratta a lungo e con profondità il presente argomento esponendo le proprie osservazioni sulle glandule umane , e su quelle di alcuni animali^ e descrivendo più esattamente quelle scoperte dal suddetto Cowper . Morgagni condanna il Terraneo di negligenza per non aver conosciuto quanto ave- van scritto gli altri sulle glandole stesse, e trova mol- te imperfezioni nelle tavole annesse all'opera^ ciò nulla ostante Portai dice che a lui sembrano ben rappresentati i canali dell' uretra detti secretorii (2). La Città di Bologna che in ogni tempo ma special- (i) Dizion. degli Uomini ili. T. XI. pag. lac. (2J Portai, storia dell' anatomia ec. T. IV. pag. 427. 12,6 Storia della Letteratura Ital. mente nel secolo XVIII. si distinse per tanti riguar- di nelle scienze e nella amena letteratura^ vanta ancora nelP epoca stessa alcune donne rendutesi per il loro sapere rinomate, e fra queste dobbiamo ades- so parlare di Anna Morandi Manzolini fabbricatrice di pezzi anatomici. Vide essa la luce Panno 171 6. nata essendo da Carlo Morandi e da Rosa Giovan- ni, i quali nel 1 740. la maritarono a Giovanni Man- zolini che ajutò il Lelli a lavorare in cera i pezzi del- la nuova camera di anatomia ordinata dal gran Pontefice Benedetto XIV. Ma disgustatosi il Manzo- lini non si sa per qual cagione, col Lelli, separossi da lui , cominciò a lav orare in propria casa , e mescolan- do alla cera altre materie più consistenti superò per questo conto i lavori anatomici stessi del Lelli , e divenne unitamente alla consorte celebre quanto quello, come scrive il Zanotti (i), il quale chiama la moglie Aiiatomlcam et liunianarum partium jìctri~ cera praestantlssimam^ e ce la rappresenta ancora co- me eccellente nella ostensione anatomica. Mortogli il marito alli 7. Aprile del 1755. venne essa aggre- gata air Istituto delle scienze, ed in seguito a varie altre Accademie d'Italia, e nell'anno 1758. otten- ne una Cattedra di anatomia col permesso di dar lezioni o nel pubblico studio, o nella propria casa. 5, La fama di questa Donna si sparse per tutta l'Eu- 5, ropa , ed oltre la nobilissima Città di Milano , „ Londra ed ancora Pietroburgo invitaronla con of- 5, ferte amplissime a voler prendere stanza tra loro. ,j Ricusò ella di aJìliandonare la Patria, e corrispose „ agli inviti così onorevoli e così generosi inviando „ varie casse di preparazioni anatomiche e accompa- 5, gnandolc dice il Crespi, dr' suoi libri corrispondenti (i) Communt. dell'Istituto T. III. pag. bo. I Libro II. •• *• 127 5, cioè delle spiegazioui di ognuna delle suddette pre- parazioni ; queste sono parole di Fautuzzi (1). Concor- sero sempre in gran numero i forestieri a visitarla e ad ammirare i suoi lavori, e l' Imperator Giuseppe , IL allorché passò per Bologna, lodò le preparazioni di questa Donna insigne che morì nel 1774-? ^ *lw6 anni dopo il Senato acquistò per V Istituto tutta la suppellettile anatomica della defunta. LV. L'amicizia del celebre medico Leprotti Ro-t^j.^J^J^ì Pietro, mano di cui parleremo più avanti , giovò non poco Caramelli Fran- al Dottor Pietro Tabarrani nato nel 1702. a Lam- brico terra del Lucchese, poiché fece la pratica sot- to la sua direzione, e poscia il Leprotti gli ottenne dai Prefetti dell' ospitale di S. Spirito in Roma tut- ti i mezzi per eseguire le sezioni anatomiche tanto in casa che nel suddetto luogo. A far ciò erasi già avvezzo il Tabarrani esercitato avendo il coltello in molti cadaveri tanto a Firenze quanto a Bologna , allor quando il Cardinal Alamanno Salviati lo chiamò a Roma come suo medico. Qual frutto delle sue ri- cerche pubblicò nel 17421. e poscia nel 1753. le sue osservazioni anatomiche , nelle quali corresse varii errori degli antecedenti scrittori e specialmente del ' Santorini e del Winslow, offrì nuove scoperte utili al- la chirurgia e confermò varie cognizioni che prima eran dubbie. E per dire alcuna cosa più in partico- lare sulle fatiche del Tabarrani, farò sapere ai miei lettori che egli scopri molti seni del cervello, la con- giunzione della vena oftalmica e del suo arco, come pur quella del seno jugulare con il seno inferiore petroso. A lui pur debbonsi insigni schiarimenti sul- la effusione del sangue intorno alla carotide, sul muscolo semispinato del dorso, sulla valvola Eusta- (1) Scrittori Bolognesi T. VI. pag. ii3. 128 Storia della Letteratura Ital. chiana e sulle parti sessuali della femmina (i). La fama clie gli acquistò quest' opera , ottener gli fece la Cattedra di anatomia a Siena, allorché 1' abban- donò il Dottor Giovanni Bianchi, e in questo nuovo impegno egli si distinse assai, e rendette celebre e fiorente più di qualunque altra la sua scuola anato- mica, e vantar può fra li suoi discepoli l' immortai Mascagni di cui altrove si parlerà. Gli atti dei Fi- siocritici di Siena contengono le più interessanti di lui scoperte , fra le quali meritano special menzio- ne le memorie De acetabulo femoids et ligamento terete, de teste et tenui membrana quae ab albuginea se parafi potest , de nervo quinti paris utique septo proprio a sanguine receptaculi distincto , de ossihus triquetris eie, le quali tutte giudicate furono molto importanti dall' Haller, che seco si congratulò di opi- nar come lui intorno ad una certa ombra sulla figu- ra della valvola Eustachiana imaginata da Albi- no. Il Professor Tabarrani fece parte dell' Istituto d i Bologna, fra le memorie del quale se ne legge una da lui composta sulla correzione dei termometri , che aveva già per lo avanti immaginata e che Mus- schenbroeck lodò. La troppa libertà tuttavia di que- sto Anatomista nel difeuder le proprie opinioni in- contrar gli fece 1' odio di molti; e trovò quindi acer- bi contradditori , ai quali però seppe render la pa- riglia. Sul finir della vita divenne cieco, ma soffrì con animo paziente la sua disgrazia; e due anni prima di morire ritornò a casa, dove quantunque ridotto n così deplorabile stato, si ammogliò con Anna Ma- ria Bertagni di Ca maggiore giovane colta specialmen- te nelle lettere latine , dalla quale non ebbe figlii , (i) Fahbroiii, Vitao t-c. T. XLX. pag. lof]. Poital, storia ciUlaT. V. l-ag. 276. L I B R O II. ^ 129 e cessò di vivere poscia alli 5. di Aprile dell' anno 1779. a Siena 5 dove aveva fatto ritorno per istrui- re a viva voce gli scolari , giacché farlo non potè- . va in altra maniera. Se avesse più lungamente vissu- to il Dottor Francesco Caramelli di Martiniana in Pie- monte, avrel)be sicuramente giovato ai progressi del- la fisiologia e dell'anatomia. Discepolo e compagno del celebre Ambrogio Bertrandi die in luce una in- gegnosa dissertazione ignota all' Hallero ed al Portai sull' uso della milza, che come si sa è tuttora un problema fisiologico insoluto , ed aveva preparata un' opera intitolata Nuova teoria dell' ottica , alla quale preceder doveva una dissertazione analoga all' argomento del sullodato Bertrandi , ma la morte del Caramelli impedì la pubblicazione di questo suo la- voro (i). LVI. La Società Italiana delle Scienze annoverò ^^^\ fra li suoi più illustri Cooperatori il Professor Leo- poido aiarc-An- poldo Marc-Antonio Caldani di cui il nipote Chiar. ^°"'°' Sig. Professor Floriano scrisse le notizie inserite nel T."^ XIX. degli Atti sociali, e da queste io qui trarrò quanto di più importante risguarda questo medico ed anatomista insigne. Da antica famiglia Bolognese originaria però di Modena sortì il Caldani ì nata- li nel 1725. alli 21. di Novembre , e li suoi geni- tori furono Domenico Caldani e Maddalena Pa- sti. Inclinato per natura agli studii filosofici compiè in anni sei il corso di medicina in Bologna, ed es- sendosi distinto specialmente nelle incisioni anato- miche venne destinato in età d'anni 22. Assistente nello spedale Bolognese detto di S. Maria della mor- te, il che consideravasi come un premio riserbato a (i) Donino Biografia medica Piemontese pag. luO. Tomo II. i) i3o Storia della Letteratura Ital. quei giovani che avevan dato saggio di talento e di buona volontà nello studio. Non era però a' suoi gior- ni molto avanzata nella scuola Bolognese la scien- za medica, né conoscevansi colà le istituzioni mediche del Boerhaave (i), le quali essendo venute alle mani del nostro giovane tutto in esse gli parve nuovo, e volle comprendere a fondo il libro. Perlocchè con l'ajuto di un amoroso maestro si diede a meditarlo, e contemporaneamente a maneggiare il coltello ana- tomico per istituire quelle osservazioni che indispen- sabili egli vedeva air intelligenza della nuova dot- trina non fondata sulle ipotesi e sulle immaginazio- ni Aristoteliche, ma sulle leggi fisiche e sui princi- pii stabiliti dalla natura. Bene istruito così il Calda- ni ricevette nel 1750. la laurea in detta facoltà, e fin d'allora cominciò ad acquistarsi fama, poiché ri- tenevasi che egli conoscesse meglio di qualche ve- terano (2) 1' arte sua , e il famoso medico chirurgo Pietro Paolo Molinelli lo stimava assai , gli affidava i proprii clienti, e procurava ognora a lui i mezzi di continuare le sezioni anatomiche, e indirizzava- gli i giovani studenti, perché in questa essenzial par- te della scienza li istruisce. Cinque anni appresso cioè nel 1755. il Senato di Bologna gli conferì la cattedra di medicina pratica con l'obbligo di inse- gnare l'anatomia nel 1760. cioè cinque anni più tar- di : e ciò a motivo della sournia importanza che da- vasi e meritamente a queste lezioni, alle quali in- terveniva il Senato, il Legato Pontificio, i Profes- sori ec. , ed era in facoltà di chiunque 1' obiettare a quanto esponeva l'Anatomista che insegnava. Per dis- porsi a sostener con riputazione questo arduo cimen- (i) Notizie citate pa^'. VL (2) Notizie ec. j>ag. VIL L I 13 11 o II. i3i to, il Caldani si determinò di andar, come fece nel 1750. a Padova onde assistere colà alle lezioni del- l'illustre Morgagni, e conferir seco intorno ad alcu- ne questioni dell' arte^ e il Conte Algarotti che era stato in Bologna discepolo del Caldani, gli offrì gra- ziosamente l'alloggio nella sua casa di Padova. Re- stituitosi egli poi a Bologna diede nell'anno stahili- to le pubbliche lezioni dì anatomia in lingua latina che a fondo conosceva, con straordinario concorso, e con esito più che felice, quantunque combatter dovesse con due vecchi Professori voglio dire il Dot- tor Balbi ed il Dottor Gusmano Galeazzi, che acre- mente oppugnavano la dottrina della irritabilità Hal- leriana validamente dal giovane Professor Caldani difesa: e avvenne in tal circostanza un fatto che a oixore di lui deve la storia tramandare alla posteri- tà. Disputava ogni giorno il Galeazzi col nuovo Pro- fessor per sostener le dottrine del celebre Malpigli! (1} contro quelle dell' Haller ma sempre invano; giunto finalmente il giorno in cui dovevasi trattar dal Caldani del mistero della generazione , mentre il Galeazzi atteiito stava per udir su questo argo- mento come la pensasse il giovine anatomista, con somma sua sorpresa senti che egli confermava colle osservazioni dell' Haller quelle del Malpighi all' ar- gomento relative. Alzatosi allora il vecchio Galeazzi dal suo seggio con forte batter di mani applaudì, e tal rumore levò l'intero teatro coi replicati Evviva, che non potè il Caldani proseguir più oltre la lezio- ne. Ma più ammirar si fece egli allora, perchè succe- duta la calma rivolse d' improvviso il discorso alla statua del Malpighi in quel luogo con altre d' uo- mini celebri collocata^ e il pregò di perdonargli se (i) Il Galeazzi era 1' unico uditor superstite del Malpighi. iSn Storia della Letteratura Ital. parlando dei visceri scostato erasi da suoi insegna- menti, protestando di risarcire l'offesa col difendere quanto egli aveva scritto sulla pr e f orinazione dei ger- mi ciò facendo con la scorta del grande Hallero. Non si rattenne allora il Galeazzi e proruppe in que- ste rimarchevoli espressioni. „ Decrepito come io so- „ no, ho udito molti e poi molti parlare e disputa- „ re da quella Cattedra , ma questi solo è quegli ,, che la natura ha fatto per sostenerla con onore (i). LViL LVII. Non ostante questi così felici successi pro- pariar del (faida^- vava il Profcssor nostro in Patria molte contrarietà, ni , ci.e da Bolo- pgj, \^ qual cosa avcudo ifià acquistato credito nello gna passa a Fa- i ^ _ . . dova. stato Veneto si determin;) di abhandonar Bologna, e invitato all'Università di Padova nel 1760., vi si re- cò, e dopo di aver soddisfatto all' incombenza avuta di proporre il metodo con cui insegnar dovevasi la Clinica medica, gli fu offerta questa Cattedra che andava ad istituirsi nell' ospitale di quella grande Città. Ricusò egli da prima questo impegno come al- le sue forze superiore , il che gli fece maggior cre- dito, e neir anno susseguente venne destinato a co- prire la Cattedra di medicina teorica allora renduta vacante, con la condizione di succedere al Morgagni già vecchio nell' altra primaria Cattedra di Anato- mia. Io non mi tratterrò qui per amor di brevità, a descrivere le varie vicende che prolungarono V epo- ca in cui potè il Caldani salir queste Cattedre (3), la prima delle quali otteuiio soltanto dopo di avere per qualche tempo insegnato la cura Dr morhis wit- lierurn^ pueroruni et artificuin ; e F altra egli coprì nel 1771. , allorché \enne meno il Morgagni, e piut- tosto dirò alcuna cosa del suo metodo di insegnare. A lui (love r Arclìiginnnsio di Padova l'obbligazione (l) Notizie cil. pagina XVIL XVIIL (a) NotÌ7ÌP cit. jiaj;. XXIH. e segg. L I B R o II. i33 di aver fatto conoscere ai giovani le teorie mediclie del sommo Boerhaave, appoggiate alle osservazioni del Ruischio ed alle proprie cognizioni in anatomia spe- cialmente acquistate. Egli usava poi di convalidare con le estensioni anatomiclie quanto insegnava in teo- ria, e quantunque dai suoi emuli contradetto gli fos- se di far le esperienze necessarie sulla macchina uma- na _, egli non si scoraggiò e dopo di aver mostrato tutto ciò clie potè negli animali vivi, per cui egli annoverar devesi fra i primi promotori delf anato- mia comparata, si procurò dall'amico Azzoguidi di Bologna tutte quelle parti del corpo umano clie gli abbisognavano, e ne fece a' suoi uditori la descri- zione in conferma delle nuove dottrine , perloccbè trionfò de' suoi avversarii i quali speravano che pri- vo del soccorso suddetto, avrebbe dovuto cedere il campo (i). Pubblicò egli poi le sue istituzioni di pa- tologia e fisiologia, le quali ebbero un gran spaccio in Italia e fuori, più volte si ristamparono, servi- rono di testo in molte Università, e ottennero il vo- to fra gli altri dell' illustre Borsieri. Allorché il Cal- dani intraprese l' insegnamento dell' anatomia , non poche utili novità introdusse nella scuola, e special- mente corresse il difetto de' suoi antecessori, i qua- li preparando così all' ingrosso le parti, accadeva per r ordinario che la descrizione anatomica non corris- pondeva quasi mai al pezzo esposto nella scuola. Este- se inoltre il Caldani il numero delle sue lezioni di- videndone il corso in tre anni, per cui potè istruir a fondo la gioventù in tutti i rami dell'anatomia, e non avendo potuto ottenere i mezzi di formare un gabinetto di preparazioni anatomiche, diede sempre le sue lezioni sul cadavere, esposte con aurea latini- (i) Notizie ec. pa^'. XXX. i34 Storia della Letteratura Ital. tà, con una cliiarezza tutta sua propria e condite del- la più scelta ed opportuna erudizione. LViii. LVIII. I meriti del nostro Caldani non si restrin- Scoperte anato- ^ ^ miche del Calda- gon a quauto abbiam nuora ricordato; ma l'anato- mia pratica a lui tleve molto e per i nuovi metodi, che introdusse nel trattarla e per varie belle scoper- te che fece . E per dir soltanto delle cose prin- cipali, esaminò egli attentamente la composizione dell' orécchio , e avendo veduto in esso delle parti lino allora da altri non osservate, fece con la dovu- ta esattezza le preparazioni necessarie e i disegni opportuni , i quali egli spedi al suo intimo amico l'Hallero che si incaricò della spesa per la loro esat- ta incisione, e successiva publ)licazione (i); ma pre- venuto dall' altro celebre medico Cav. D. Domenico Cotuguo Napoletano, il Caldani non stampò le sue osservazioni , uè cercò di darsi alcun vanto, cedendo ben volentieri la palma a chi più sollecito di lui aveva veduto ciò che egli vide di poi, e si limitò a sug- gerire soltanto una correzione adottata poi nelle scuo- le relativa al movimento del fluido nell'ammirabile organo dell' udito (2,). L'occhio altra non meno mi- ra])ile parte delLa nostra macchina ricevette dal Pro- fessor Bolognese ])regcvoli illustrazioni, e lo stesso dicasi di altre parti le più delicate dell'anatomia. Oltre le suindicate opere scolastiche scrisse e stam- pò una dissertazione ejìistolare diretta al più volte nominato Hallor , nella quale «lifese con forti ragio- ni, ed appoggiato a reiterate sperienze il sistema del- la insensività ed irritabilità Hallcriana, e quest'opus- colo fece a quei dì gran rumore, ristampossi e fu tra- (i) Lettera di Haller 7. Luglio 1760. (2) Il Cotugno avrebbe desideralo che il Caldani puljLIicassc queste 8ue osservazioni ( Notizie ec."pa>j. XLV. ). Libro li. i35 dotto anche in Francese; né a questa difesa si limi- tò il nostro Professore, poiché avendo il Le-Cat , il De Haen, e il Professor With di Edimburgo attac- cate nuovamente le esperienze e le deduzioni del- l'Haller, ritornò in campo il Caldani e replicando le esperienze del Professor Scozzese, ne scuoprì l'ingan- no 5 e sostenne la spiegazione data dall' amico ai fe- nomeni osservati nel taglio dei muscoli animali (i). LIX. Dopo di avere il nostro Professore per il cor- lix. ,. . ... 1 Continuazione SO di circa quarant anni insegnato con plauso straor- di ciò che ris- dinario nella Padovana Università le due primarie f^'/c^^J/^JI"^'-'' Cattedre di medicina, videsi nel i8o5. benché con suo dispiacere accordato un assoluto riposo, nel qua- le però la naturai sua attività non gli permise di rimanere a lungo, e propose ed ottenne di conti- nuare ad istruire i discepoli vicini ad ottenner la laurea con alcune lezioni di semiotica ( 2, ) che nel 1808. poi videro in Padova la luce. Visse egli una lunga vita dotata di sanità e robustezza non comune, ajutata poi anche dalla regolarità del vit- to e dalla sua morale condotta , per cui toccò 1' an- no ottantanovesimo essendo mancato ai vivi nel gior- no 3o. di Dicembre dell'anno 18 13. dopo di essersi già da alcuni mesi preparato con cristiana esemplari- tà alla morte, ed avendo voluto sei dì prima di mo- rire, rileggere quel lungo tratto della Fisiologia del- l' amico Haller, ove dell' anima si favella ( così nel- le cit. notizie ) facendo gustare le espressioni all'af- flitto nipote Professor Floriano (3). Copioso è il nu- mero delle Accademie alle quali ascritto venne il (i) L'irritabilità Halleriana al presente non è più ammessa dopo che si è scoperto il Galvanismo, (a) Ramo della patologia. (^) P^o- LXXIX. delle citate notizie. / i36 Storia della Letteratura Ital. nostro Anatomista Leopoldo Caldani^ e fra queste contansi le Accademie di Parigi e di Berlino , la Reale Società di Londra e quella di Gottinga; este- sa quanto mai fu la sua letteraria corrispondenza , e il Sandifort di Leida, e Blumenhac di Gottinga^ il Van-Swieten, il Frank, il Portai e molti altri illustri Europei ebbero carteggio col Caldani, e a lui comu- nic irono o da lui ricevettero notizie letterarie e scien- tifiche. La fama di cui meritamente godeva, mosse " ,, , il Pontefice Clemente XIV. a invitarlo all' Universi- tà di Ferrara con generoso stipendio, ma la gratitu- dine sua verso P eccelso Governo Veneto gli fece ri- cusar questa offerta, come pur ipiella di subentrare al Cliiar. Borsieri nella Università di Pavia nel 1770., e nel 1785. tenne lo stesso contegno allorché gli si propose di venir nominato Arcliiatro dei Reali Arci- duchi di Milano Ferdinando d'Austria e Maria Bea- trice d'Este sua Consorte. L'Imperator Giuseppe IL particolarmente lo distinse trattenendosi con lui a lun- go colloquio, allorché nel 1785. fermossi a Pado- va; il Gran Duca di Toscana Ferdinando III. lo in- vitò nel 1797. a Pisa_, e i colti forestieri che pas- savano per Padova, si facevano premura di cono- scere e di trattare questo celebre medico. Costan-r • te osservatore dei doveri di Religione, lo spirito di questa regolò sempre le azioni del Caldani, ed eser- citar gli fece le cristiane virtù ma specialmente la carità al segno, che sebben dotato di ricco patrimo- nio morì povero, perchè al sollievo della mendici- tà e della Chiesa impiegava ciò che al frugale man- tenimento della famiglia sua sopravanzava (i). Lx. LX. Contemporaneo al Caldani visse come ablnam D^n DomeiIicT S^^ osscrvato Dou Domcnico Cotugno, di cui per- (i) Notizie cit. p. LXXV. e seg. Libro II. 137 ciò adesso daremo le dovute notizie (i). Un modello di virtù e di sapere riscontrasi in questo medico clie eLbe a suoi genitori Michele Gotugno e Chiara As- salemme conjugi poveri ma onorati e religiosi, dalli quali nacque in Ruvo Città della Puglia il dì 29. Gennajo dell'anno 1736. Studiò in Molfetta e si im- possessò bene della lingua latina che parlava spedi- tamente^ dopo di che ritornò a Ruvo dove fece il corso delle scuole superiori^ ed ebbe a maestro in medicina facoltà alla quale specialmente si dedicò, Gio. Battista Guerna le cui lezioni egli ripeteva compiutamente , mostrando così fin d'allora di dover riuscire un ec- cellente Professore. Ma per compiere il corso medico li suoi genitori , benché con loro incomodo , il man- darono sul finir dell'anno 1753. a Napoli raccoman- dato alla protezione del Duca d'Andria loro Feudeta- rio, nella qual Città compiè sotto la direzione del Dot- tor D. Pasquale Pisciottana il corso di medicina, e fra molti concorrenti fu scelto come assistente agli infer- mi nello spedale; frequentando poi l'Oratorio dei Padri Gesuiti si confermò vieppiù nella Religione e nell'ac- quisto della divozione. Mentre egli in detto luogo si esercitava nella pratica medica, gli accadde quel fatto che cominciò a far parlare di lui nella storia letteraria, e che lo deve far in qualche modo riconoscere come pre- cursore dell'illustre Galvani nelle scoperte sull'Elet- tricità animale. Riesci al Gotugno di prendere un topo che avvicinandoglisi lo aveva disturbato dallo studio, e volle aprirlo con un coltello, ma puntolo appena nel diaframma gli diede quello con la coda, colà dove si divide il dito mignolo dall' anulare un colpo tale, che gli intorpidì tutta la mano. Non conobbe il giovane stu- dente allora la via con cui spiegar questo singolare fe- nomeno^ ma avendolo registrato tra le sue osservazioni, (i^ Scotti Angelo Antonio Elo;;io del Cotogno. Napoli 1823. i38 Storia della Letteratura Ital. ne diede poi anni dopo relazione in una lettera sul- la Elettricità del Sorcio al Cavalier D. Giovanni Vi- venzio (i). Lo spirito di osservazione e l'autopsia dei cadaveri regolarono ognora gli studii medici del nostro Cotugno , il quale non mancò contempora- neamente di istruirsi nelP amena letteratura , di ap- prendere le lingue greca e latina, in somma di for- nirsi di tutte quelle cognizioni che rendono un uo- mo veramente dotto e colto. Prima ancora di rice- vere la laurea in medicina, il che avvenne nel ivSó., cominciò ad insegnare queste scienze, e compose le sue Istituzioni mediche da lui a copiosa gioventù dettate con grande loro frutto, e nel 1755. vollero i Governatori dello spedale che facesse da sostituto nella Cattedra di chirurgia, il Professor della qual facol- tà trovavasi allora infermo. La prima importante sco- perta che di lui conosciamo, quella si è degli acqui- dotti della linfa nell' orecchio dal suo nome poscia denominati Cotuniani; acquidotti da lui descritti in una dissertazione nel 1761. pubblicata, e che poi si riprodusse in Vienna, in Olanda, ed a Bologna, nella quale descrive Porgano sempre mirabile del- l'orecchio. Non mancò l'invidia e la critica di tro- var da ridire contro questa scoperta , o contro il modo con cui si enunziava dal suo Autore, ma alla fine la verità trionfò, e l'anatomia umana vantar potè una ])iìi esatta ed estesa descrizione dell' or- gano dell'udito, e del modo con cui noi sentiamo, de- scrizione di gran lunga migliore delle antecedenti. Altra scoperta del nostro Cotugno abbiamo nel ner- vo da lui chiamato parabolico incisivo, che disegnò soltanto e ad alcuni amici comunicò; ma si diifuse così poco questa novità che 22. anni dopo il Chia- (1) Stampata a Napoli nel I784- Libro II. ' ' 189 rissimo Pr. Scarpa scuoprl lo stesso nervo, e gli die- de il nome di Naso-Palatino perchè appartenente a queste due parti del corpo umano; avvisato egli però dal Professor Girardi Anatomista di Parma, riconob- be l'anteriorità al Cotugno dovuta per questa scoper- ta (i). Siccome aperta la via più facilmente si inol- tra, cosi il nostro Anatomista dopo aver trovato que- sto nervo, si avanzò a scuoprirne gli tisi e le rela- zioni jfisiologiche^ dando nell'anno 1764. una spiega- zione da tutti applaudita dell'origine dello starnu- to, ed insegnando il modo di prevenirlo. Più utile poi riuscì alla umanità il suo commentario pubbli- cato contemporaneamente ai suddetti lavori , sulla sciatica nervosa che insegnò a curar felicemente, do- po di aver data la spiegazione più plausibile della causa di questo male . Sebbene non gli mancassero oppositori , tuttavia i medici più rispettabili pregia- rono assai questa produzione del Cotugno^ e il Van- swieten la fece ristampare a Vienna, altri in Olan- da^ e in Londra se ne vide una traduzione Inglese. LXI. A maggiormente istruirsi il Cotugno intra- ^^^ prese nel 1765. un viaggio per 1' Italia nostra , co- Continuazione • •> • 1 M' 1- • 1 • 1 di ciò clic riguar- nobbe 1 più rispettabili medici e letterati , e ad es- da ii medico Co- si conoscer a vicenda si fece, e ritornato alla Patria "^"' ricco di nuove cognizioni estese per modo la sua fa- ma, che l'Augusta Imperatrice Maria Teresa deside- rò di averlo Professor di Anatomia nella Università di Pavia; al quale invito egli per varii motivi non si piegò, e continuò ad insegnare chirurgia e ad esercitare con sommo credito l'arte salutare, finché nell'anno 1768. ottenne per concorso la Cattedra di Anatomia in Napoli, che coprì con plauso straordi- nario; tanto più che non potendosi per ubbidire ai (ij Scarpa j Anatomia. Lib. II. . . , / i4o Storia della Letteratura Ital. regolamenti della Università, far la sezione dei cada- veri, doveva supplire a viva voce alla mancanza di un tanto ajuto ; il che egli praticò sempre con pia- cere e profitto insieme non comune della numerosa sua udienza , la quale oltre la profonditcà delle co- gnizioni anatomiche ammirava in lui una singolare facondia nel dire, ed una maniera la più lusinghie- ra di esprimersi che invitavano ad udirlo. Aumen- tandosi le faccende e le cure mediche dovette il Go- tugno abhandonare la Cattedra di chirurgia, lascian- do però un monumento della sua abilità in questa professione, col dare nel 1772. una nuova edizione delle osservazioni e dei trattati medico-chirurgici di Pietro De Marchettis, a cui fece delle giunte proprie e di altri Autori, e li rendette così più utili all' in- segnamento della gioventù. Queste sono le principa- li sue fatiche letterarie ma non le sole, poiché scris- se e bene sul terribile male del vajuolo, ed una sua prolusione sul vero spirito della medicina, in cui spie- gò in tutta l' estensione il vero carattere della scien- za, incontrò la sorte delle altre, cioè di venir ben pre- sto in più luoghi ristampata (i). Altra sua scoperta io qui per ultimo rammenterò sul Meccanismo del moto reciproco del sangue per le vene interne del corpo „ ])oichè trovò che alcune interne vene del j,5 capo fanno le veci delle arterie per lo reciproco ,, movimento del sangue che per esse va dal cuore „ al capo,,; e col suflì-agio dell'Accademia Napole- tana allora istituita j)ubblicò nel 1782. una Memo- ria sopra questo beli' argomento e ne lasciò un' al- tra inedita (2). Si può dir poi che non avvi parte della medicina sopra cui non lasciasse qualche scrit- to, e sareblìC stato a desiderarsi che egli non si fosse (i) Pag. 35. 37. dell'elogio citato. (2) Ivi pag. 38. 53. Libro II. ' '" i^i mostrato così difficile a stampare le dotte sue produ- zioni, alcune delle quali però a motivo delle tante sue occupazioni restarono incomplete (i). Finché fu giovi- ne il Cotugno_, non pensò ad ammogliarsi; ma il fece allorché giunse all'età d'anni 58. , e scelse a sua sposa la vedova Donna Ippolita Ruffo Marchesa di Bagnara virtuosissima Signora, con cui passò gli ultimi anni del viver suo nell'esercizio reciproco di una distin- ta pietà e di una carità profusa verso gli indigenti. Il credito grande acquistatosi dal Cotugno nella pra- tica della medicina determinò il Re a sceglierlo per medico della Reale famiglia, e con esso lui viaggiò in qualità di Medico di Camera ; e dovunque andò tanto in Italia che fuori, si fece conoscere per uo- mo insigne nella sua facoltà e meritevole della So- vrana confidenza di cui era onorato. Allorché cadde il Trono Napoletano per F invasione dei Francesi, il Cotugno si regolò con molta prudenza^, si meritò la stima di tutti, e nel 1807. fu nominato Cavaliere del Real Ordine delle due Sicilie , invigilò al mi- glioramento della Reale Biblioteca, ed ebbe altre ono- rifiche commissioni, fra le quali non è a tacersi quel- la di far parte della Giunta per la riforma dell'Istru- zion pubblica^ nel 1810. istituita da S. M. il Re Fer- dinando allorché riacquistò li suoi dominii. Assalito nel Dicembre dell'anno 181 8. il nostro Decano del- la facoltà medica da un principio di emiplegia, men- tre assisteva alla S. Messa^, domandò il SS."'° Viati- co, che gli venne amministrato; ma in appresso si riebbe alquanto e visse però sempre in istato mor- boso sino al 6. di Ottobre del 181 9., in cui passò agli eterni riposi , e il suo cadavere con solenne pompa (i) Pag. 53. e seg. Alla pag. 56. il Sig. Scotti descrive una Mei.ioria di Cotugno sulla corrispondenza fra i tuoVii musicali e le affezioni dell animo , che contiene delle viste singolari. 142 Storia della Letteratura Ital. funebre si trasportò nella Chiesa de' PP. della Mis - sione in Napoli. Benefico al sommo ma per princi- pio di Religione, i poveri in lui perdettero un vero padre che amorosamente gli assisteva nelle loro ma- lattie ed era con essi largo di soccorsi (i); esercitò egli poi tutte le altre morali virtù, perlocchè si ren- dette caro ad ogni ordine di persone, ed a tutto ciò unendo una profonda dottrina ed una straordinaria coltura in ogni genere di letteratura , può il Cotu- gno considerarsi come un vero modello dello scienzia- to e del cristiano (2). LxiT. LXII. Emulo della gloria del Caldani e del Cotu- Malacarne Vin- • . /y* ut- i i tt- n/r • T»/r i cenzo Maria, '-""o CI SI ottre Ora Michele Vincenzo Maria Mala- carne di cui io già scrissi l' elogio storico nel To- mo XIX. degli Atti della Società Italiana stampato , e del quale darò qui un compendio, rimettendo i lettori desiderosi di più estese notizie sul soggetto al citato elogio. Ebbe egli a patria Saluzzo dove al rimbombo del cannone vide la luce nel di 2,8. Settembre dell' anno 1744-5 mentre l'angosciata sua madre Fortunata Garetti aveva lo sposo Giusepjie Malacarne rinchiuso nell' assediata Fortezza di Cu- neo (3). Dotato di vivace temperamento il giovinet- to Michele Vincenzo mostrò inclinazione alla Poesia, ma li suoi maestri dolcemente il piegarono a più uti- li studii, e il chiar. Ambrogio Bertrandi rinomato \ chirurgo ben scorgendo di quali talenti fosse forui- (i) Una volta diede fino a due mila ducati allo spedale degli Inciirahili. (a) Lasciò egli un ricchissimo patrimonio di cui in gran parte istituì crede lo Spedale degli incuraliili e si dilettò nel raccogliere «piailri , liljri» monete e pezzi patologici. (3) Allorché sua madre lo allattava corse egli pericolo di vita, essendo ppr la sliadatagine di una fantesca caduto in culla tra le zampe di una Vacca, che gli .strappò dal capo la cuffia^ mentre stava ridente e tranquillo in uno stato così pericoloso. ' ^ L I B R O II. 143 to il Malacarne, gli giovò non poco per ammaestrar- lo tanto nella Chirurgia q;uanto nell'Anatomia. Co- minciò egli ben presto a maneggiare il coltello ana- tomico , ed esaminò attentamente i visceri umani sulla struttura dei quali s})arse molta luce e special- mente su quella del cuore ; ma dove si segnalò poi_, sì fu nelle osservazioni del cervello, e la Niioi>a espo~ sizione della vera struttura del Cervelletto umano , opera stampata nel 1776. e F Encefalotomia uni- versale nel 1780. pubblicata fissarono la sua fama. L'Hallero piìi volte giovossi dei lavori del nostro Ita- liano ora per convalidar le proprie osservazioni, ora desiderando che l'Autore desse maggior sviluppo al- le sue idee. Con uguale sentimento di stima parlò delle osservazioni del Malacarne il Vicq d'Azyr, e il Soemmering addottar volle la nomenclatura di lui circa la divisione dei lobi, lobetti ec. del cervello,, e con le tavole opportune illustrò le osservazioni deir Anatomista Italiano. Splendidi tratti della Rea- le munilicenza del suo Sovrano Vittorio Amedeo provò egli all'occasione, che avendo nello spedale Pammatone di Genova eseguita la sezione dell'Encefalo umano, ottenne le pubbliche acclamazioni, e allorquando die in luce r Encefalotomia gli venne assegnata un'an- nua pensione, cosicché può dirsi che il suddito ed il Sovrano gareggiavano fra loro per far avanzare la Notomia (i). Fra i meriti di questo infaticabile os- servatore annoverar dobbiamo quello di essere stato uno dei primi a far conoscere la Notomia comparata. Cominciò egli poco oltre i 2,0. anni, mentre viveva ritirato in Saluzzo, a notomizzare con l'ajuto del Pro- fessor di veterinaria Giovanni Brugnoni alcuni uc- celli ed insetti, e nel 1771. aveva inoltrato molto le (i) Elogio cit. pag. IO. II. a6. e seg. i44 Storia della Letteratura Ital. ezioni delle faine, delle testuggini, e dei vermi, ed avendo poscia negli uccelli alquanto voluminosi os- servato minutamente il cervello, il centro dei ner- vi, gli occhi, e gli organi della generazione^ istituì il dovuto confronto di queste parti con le corrispon- denti della macchina umana, e comunicò i risulta- menti ottenuti alli Signori Eandi, Prof. Beccaria e Verna suoi amici e corrispondenti (i) ; e fra le varie sco- perte da lui fatte deve ricordarsi quella del metodo anatomico più adatto per rinvenire la glandola pi- neale negli uccelli, nel cerebro dei quali Haller opi- nava che non esistesse. LXiii. LXIII. Nell'anno 1775. andò il Malacarne Profes- Coiitinua/.ioiie t » . i . . i x i^- di ciò che ri-uar-SOrC (Il Anatomia ad Acqui, dove sposo Giovanna ^ ^^^'^ '*^' Petronilla de^Magliani che gli fu ognor fedele com- pagna e contribuì alla sua gloria letteraria , aiutan- dolo nelle sperienze e nelF esteso carteggio che ave- va con i letterati Europei, perlocchè il Sig. Abate Vassalli Eandi collocò questa Signora fra le illustri Donne Piemontesi (2). Continuò allora il nostro Au- tore ad attendere con più fervore ai diletti suoi stu- dii di anatomia umana e comparata, sul qual argo- mento leggonsi molte di lui dissertazioni inserite fra quelle della Società Italiana delle Scienze^ alla quale il fondatore Cav. Lorgna fra i primi quaranta Socii lo ascrisse, ed un suo scritto sui sisienii, inviato alla Società di emulazione di Parigi, sebben giunto trop- po tardi ottenne, al suo Autore la proposta corona. E mentre alle teorie mediche ed anatomiche con- secrava egli le sue vigilie, vi univa 1' esercizio pra- (i) Elogio cit. pag. II. e 12. dove ho fatto osservare clie gli oltra- montani non hanno renduto al Malacarne la dovuta giustizia nell'assegnarijli il posto a lui dovuto fra i primi coltivatori deli' Anatomia (comparata. (a) Elogio cit. pag. 18. Nota. Libro II. 145 tico della terapeutica e della chirurgia con molto grido, poicliè fu chirurgo delle Regie armate, osser- vò e descrisse non poche malattie singolari , esami- nò nella valle del Pò F infelice razza dei Cretini , e pubblicò un trattato di flebotomia e di ostetricia. Il progetto da lui umiliato alla Maestà del Re Vitto- rio Amedeo sui miglioramenti che propose alle an- tiche terme d'Acqui felicemente riesci dando a que^ bagni novella vita, cosicché nel 1780. si ristabilì il concorso dei numerosi forestieri che restarono pie- namente soddisfatti di questo salutar loro viaggio ; e la prefata M. Sua con nuove e larghe rimunerazio- ni dimostrò al Professor Malacarne il Sovrano suo aggradimento per queste operazioni. Dopo otto anni di soggiorno in Acqui passò il Professor nostro a To- rino in qualità di Chirurgo maggiore della Città e Fortezza, ed accolto da quei Dotti con molta corte- sia lusingavasi di ascendere in quella primaria Uni- versità del Regno una Cattedra di medicina, ma la sua sorte avversa glie lo impedì; e quantunque ot- tennesse poi nel 178Q. la Cattedra di chirurgia e di ostetricia nella Università di Pavia, pure sempre sfor- tunato , pochi anni colà si trattenne, e nel 1798. si restituì a Torino, ma per poco , poiché finalmen- te il Senato Veneto lo chiamò nelF anno successivo alla Università di Padova per insegnare ivi la chi- rurgia teorica e pratica. Giustificò il Professor Ma- lacarne la buona opinione che di lui concepita ave- vano i Veneziani, e con istruire premurosamente la gioventù, che in copia a quel celebre archiginnasio ognora concorre, e col pubblicare di quando in quan- do opere utili alF avanzamento della scienza e spe- cialmente dell' anatomia tanto comparata che uma- na, il lungo catalogo ragionato delle quali può ve- dersi inserito alla fine dell'Elogio più sopra cita- Tomo II. IO 146 Storia della Letteratura Ital. to (i); e qui ricorderò soltanto i suoi dialoghi per le levatrici, le lezioni sui mostri umani e il tratta- to delle osservazioni chirurgiche stampato nel 1784. a Torino, e di cui il Chiar. Sig. Gav. Gio. Battista Palletta molto vantaggiosamente parlò (2). Fissato che ebbe il Prof. Malcarne la sua dimora in Padova più non la abbandonò, e mostrossi sempre grato a quei Gittadi- ni che lo stimavano e lo amavano, e che ne piansero la perdita accaduta nel 4- di Settembre dell'anno 1816. per una paralisi che lo tenne inchiodato nel letto per giorni 34- e poi lo portò al sepolcro (3). Dotato sic- come fu il nostro Professor di vasto ingegno e di molta attività di spirito, faceto quanto mai in con- versazione e nello stile epistolare, oltre la medicina si occupò utilmente nella storia , nella erudizione e nella amena letteratura. Se però la poesia lo di- lettò, non lo distrasse dai migliori studii,e fra que- sti occuparono P attenzion sua quelli della patria sto- ria ; e ciò che più in lui fa meraviglia si è , che men- tre era ancor giovine a tutte queste varie facoltà si rivolse. L'anno 1770. infatti 26.° di sua età, comin- ciò a raccogliere monumenti e notizie storiche, cer- cò ed ottenne l'amicizia e la corrispondenza di eru- dite persone , e fra queste contansi il Barone Ver- nazza, il Padre Agostino Verani, e in appresso l'Aba- te Denina , i quali si diedero premura di soddisfare alle inchieste del Malacarne. Varii furono gli scritti alla storia del Piemonte appartenenti che egli diede in luce, diretti o a rischiarare alcuni punti di an- tica erudizione, o a raccogliere le più sicure noti- (i) Questo catalogo mi fu gentilmente trasmesso dal Sig. Prof. Gaeta- no Malacarne figlio del Prof. Vincenzo. (2) Elog. Cit. p. 2'>. (3) A ))en trenta Accademie fu ascritto il Professor nostro fra le quali contansi «jnelle di Parigi e di Pietroburgo . e tutte le piìi cospicue d'Italia. Li B R o II. ' 147 zie dei vetusti medici e chirurghi Piemontesi, le qua- li mercè le Sovrane largizioni egli potè ordinare, (i). ed il catalogo delle produzioni sue che trovasi in fine dell' Elogio citato, dimostra quanto estese furono an- che nella erudizione e nella storia le sue cognizioni. LXIV. Fra gli Anatomisti celehri nel secolo XVIII. lxiv. primeggia il Professor Paolo Mascagni, che può j^, Arra^omutaf dirsi , impiegò tutta la sua vita nelle preparazio- ni anatomiche , e nel comporre due opere in que- sto genere con le quali assicurò l' immortalità del suo nome . Castelletto villaggio della Comunità di Chius-dino nella provincia superiore dello stato Sa- nese fu il luogo della sua nascita avvenuta nel di a5. di Gennajo dell' anno 1755. Li suoi genitori Au- relio Mascagni ed Elisahetta Burroni delle Pomaran- ce persone oneste e comode lo mandarono a Siena, dove ben presto si sviluppò in lui l' inclinazione de- cisa per l' anatomia che imparò alla scuola del Dottor Pietro Tabarrani, di cui già si parlò, nella ristaurata Università di detta Città. Rapidi progressi sotto tan- to maestro fece il giovine Mascagni , così che in età di soli anni 22,. cioè nel 1777. ©l'he 1' incombenza di dissettore anatomico , e due anni appresso aven- do il suo precettore ed intimo amico jierduta la vi- sta, gli fece coraggio ad accettare come seguì, la sua Cattedra che alla morte del Tabarrani accaduta poi nel 1782. venne a lui liberamente conferita. Passa- to indi da Siena all'Università di Pisa per disposi- zione di S. M. Lodovico I. Re d' Etruria, ed accre- scendosi ognora per le opere di cui parl^rassi , la stia fama, i Bolognesi desiderarono di possederlo, ma egli ricusò l'invito, ed essendo mancato nel R. Ar- cispedale di S. Maria Nuova in Firenze il Giannet- (i) S. Maestà ordinò che gli renisse pagata un'annua somma per un amanuense che lo ajutasse nello fleiulere queste notizie. i48 Storia della Letteratura Ital. ti Professore di anatomia, la Regina d' Etruria Sposa del defunto Re Lodovico nominò il Mascagni a que- sta Cattedra, gli assegnò cospicui emolumenti, ed or- dinò che dal suddetto spedale fossegli somministrato tutto ciò che occorreva per le sue preparazioni ana- tomiche, le quali incessantemente andava facendo, e che formarono il materiale della grande anato- mia che egli non potè pubblicare, perchè rapito da una febbre perniciosa che il condusse a morte nel 1816. il dì 19. di Ottobre mentre villeggiava alla Sue opere, sua patria. Mancava all'anatomia la cognizione del tessuto dei vasi linfatici che tanto influsso pur hanno nella animale economia , e P Accademia di Parigi aveva per la terza volta proposto il Problema di determinare, e dimostrare il sistema dei vasi liiv- fatici entro il periodo dell'anno 1784. Contava a quell'epoca l'anno 2,9." il Mascagni, e pure aveva già , egli di tanto avanzato le sue indagini in questo ra- mo di anatomia , che potè spedire a Parigi il pro- dromo di un'opera di maggior estensione, il quale conteneva ventiquattro tavole in foglio su tali vasi da lui poscia fatti eseguire in cera, disegnate su gli originali esistenti nel Museo Fiorentino, e che in se- guito si depositarono nella scuola del nominato ar- cispedale di S. Maria Nuova. Tale ammirazione ri- svegliò nei dotti Parigini questo Prodromo che seb- })ene fosse spirato il termine del proposto concorso, tuttavia l'Accademia decretò una straordinaria ono- riiica ricompensa all'Autore, il quale nel 1787. pub- blicò la sua grand' opera sullo stesso argomento col nome in fronte del Gran Duca Leopoldo ;, che aveva con reale munificeuza incoraggiato l'Autore a intra- prendere un così nuovo ed arduo lavoro (r). Per (i) 11 Gran Duca fece in questa circostanza un regalo eli Zrcc. 2 00. al Mascagni e gli aumentò di cento scudi 1' onorario. Libro II. 149 scoprire l'andamento di questi vasi, e per poterli esattamente descrivere come fece, inventò il nostro giovane Professore nuovi strumenti e nuovi mezzi, / e riuscì a conoscere Essere la cuticola ( mi servirò delle espressioni dei suo encomiatorey {\)un compo- sto mirabile di vasi linfatici additandone V andamen- to y ne dissimile essere V orditura della inembrana in- terna 0 mucosa , come pure la faccia esterna delle membrane sierose. Né qui si arrestò il diligente ed acuto osservatore , ma mise in chiara luce la situa- zione di altri simili vasi , che scorrono lungo i san- guigni y diede una esatta cognizione della struttura e della organizzazione delle glandule linfatiche , ed assegnò a queste parti dell' organismo animale le corrispondenti denominazioni. Dopo di aver tutto ciò mirabilmente eseguito come rilevar si può dalle tavole che accompagnano 1' opera suenunziata , si oc- cupò il Mascagni nelP assegnare le funzioni di que- sti organi, nel determinarne l' importanza per l'ani- male economia , nello stabilirne le perturbazioni e le malattie , per provvedere alle quali egli non man- cò di suggerire i mezzi da lui creduti più acconci,, e così rendette la sua opera utile alla fisiologia ed alla medicina pratica. • .• LXV. Eletto egli a Prof, di anatomìa pittorica (2) fLxv. pensò di sistemare lo studio anatomico di cui abbiso- di cirche Wei"! guano i pittori e gli scultori. A quest'oggetto così utile ^'^"^^ alle opero alle belle arti considerando ancora le difficoltà di aver sempre dei modelli di membra ben fatti e propor- zionati, disegnò e pubblicò un'anatomia per gli stu- denti delle arti belle , impiegando tutte le forme più perfette e più proporzionate che aveva in ogni tem- po potuto raccogliere; e questo suo lavoro che può (i) Lippi Regolo^ Elogio di Paolo Mascagni 8.** Firenze iSaS. pag. i6. (a) Elogio cit, p. 33. e seg. i5o Storia della Letterratua Ital. tanto giovar al perfezionamento della pittura e del- la scoltura , vide la luce poco prima che l'Autor suo morisse. Ma più grandi idee per la mente di quest' uomo insigne aggiravansi, e l'indefesso suo maneg- gio dell' anatomico scalpello lo pose in istato di pre- sentare al mondo un' opera unica nel suo genere . Doveva questa essere un' Anatojnia nelV altezza na- turale dell'uomo in cui riunir dovevansi tutti gli or- gani ed i visceri con insieme gli elementi che li com- pongono (i). Due anni dopo la morte del Mascagni si stampò in Firenze il primo quaderno del Prodro- mo di così grandioso lavoro diviso in dodici fasci- coli con le tavole da lui ordinate e preparate pri- ma di morire. Mentre però aspettavasi dalF Europa intiera il proseguimento dell'opera, clie fu annun- ziata con manifesti da persone a bella posta spedi- te portati in giro in tutte le colte Città, si frap- posero diversi intralci all' esecuzione ;, dei quali non •è mio scopo di qui ragionare ; ma avendo in appresso una società di Signori Professori Pisani acquistato dagli eredi del Mascagni tutti li rami e gli scritti di lui , si è posto di nuovo mano al lavoro , ed è a desiderarsi ed a sperarsi che i dotti intraprenditori vorranno provvedere alla fama dell' illustre Auto- re, e al vantaggio grande che alle scienze natur.ili ne ridonderà, proseguendo coraggiosamente in Pisa 1' edizione di un' opera così vasta e così interessan- te (2). E tale sicuramente esser deve questo lavoro , al quale per tnttn la sua vita faticò il Mascagni : non (i) Elogio cit. pag. 20. (2) Anche a Parigi si sta attualmente stampando ( cioè noi 1S24 ) un* Anatomia che si dice del Mascagni , ma li Sigg. Professori Pisani non ri- conoscono per tale se non quella che uscirà a Fascicoli dai torelli Pisani, ( Su questo proposito leggansi due note poste in fine del citato Elogio. Nel 1825. sortirono in Pisa li primi tre Fascicoli dell' opera a colori e in nero ). L I B R O II. l5l perdonò egli a spese per preparare a dovere i pezzi , e per disegnarli al vero, non solo, ma volle allivel- larsi alle cognizioni del giorno nel vasto campo della comparata anatomia ; per il quale oggetto por- tavasi egli sovente all' Imperiai R. Museo per assiste- re ed osservare le preparazioni degli animali clie co- là si fanno per le lezioni onde modellarle in cera , e ritraeva cosi quei lumi che necessarii giudicava af-. fine di annunziare le verità con più certezza, ban- dire le ipotesi , e fissare i limiti entro i quali è per- messo air uomo di indagar la natura. Né la sola ana- tomia occupò il Mascagni, ma ci lasciò egli altri scrit- ti inseriti o in alcuni giornali, o negli Atti di varie Accademie ; e in queste sue produzioni secondarie, di- rem così, egli ci presenta non poclie interessanti os- servazioni sui Lagoni del Senese e del Volterrano , alcuni casi di morbosa anatomia o di mostri, le ana- lisi delle acque minerali della Toscana; e non de- ve ommettersi elle avendo nell'anno i8o5. intrapre- so a replicar le sperienze della decomposizione dell' acqua col mezzo della colonna elettrica, cominciò a dubitare egli il primo sulle conseguenze cbe se ne traevano in chimica relativamente alla formazione dell' acido muriatico, dubbii confermati dai Signori Thenard e Biot in una nota presentata all' Istituto nazionale di Parigi (i). Per dir finalmente alcuna cosa del suo carattere, soggiungeremo qui che egli ebbe temperamento allegro e vivace , tenero il cuo- re per cui somma in lui splendeva la commisera- zione verso i suoi simili infelici ed oppressi , co- sichè li sollevava con generose limosino ; disprez- zò la gloria, e in mezzo agli applausi che riscuoteva (i) Elogio cit. p. a5. 37. iSa Storia della Letteratura Ital. non si esaltò, stimò i Dotti e la dottrina, né si" mo- strò invidioso dell' altrui nome; sebbene fosse egli abbondevolmente provveduto di vistosi appuntamen- ti, non volle arricchire; e impiegò le sue rendite in quegli stessi oggetti scientifici dai quali le ritraeva. Amò i suoi scolari qual padre, e godeva di poterli metterli a parte delle cognizioni copiose che posse- deva; con somma urbanità e cortesia accolse ogno- ra i Letterati e i Dotti che da ogni luogo recavansi a Firenze per osservare le scoperte di Ini, e per ap- prendere alla sua scuola la Notomia (i). LXVL LXVL Occupò in Padova la Cattedra di medi- drca. cina tcorico-pratica Andrea Comparetti del Frmli dove sortì alla luce del giorno nel 1 746. e poscia mancò ai vivi in detta Città Fanno 1801. Dopo di aver pubblicato P opera intitolata Occursus medici che gli procurò fama, e varie altre dissertazioni, stam- pò a Padova suddetta nel 1787. le sue Ohsenmtio- ' nes de luce inflexa et coloribus , in cui estendendo le cognizioni già date da Grimaldi e Newton sulla luce fece avanzare la scienza della visione. E men- tre egli attendeva a questi lavori, dettava la clini- ca la quale a lui andò debitrice di un importante miglioramento in quella Università; poiché egli fu che propose di tener doppia scuola cioè di teorica , e di pratica al letto degli ammalati , e usò questo utile metodo adottato presentemente in tutte le U- niversità. Più stimata per ogni riguardo riuscì poi l'al- tra sua opera col titolo Obseivatioiies de a^re interna comparata che il Comparetti stampò a Padova nel 1 789. , mentre il Cliiar. Professor Scarpa, onore dei viventi Anatomisti trattò il medesimo argomento in (i) Elogio cit. pag- 3o. L I B R o II. . i53 altr'opera l'anno stesso pubblicata Scopo del Compa- retti si è di provare che nel labirinto membranoso dell' orecchia risiede la facoltà dell' udito , per il clie fare ci offre la descrizione minuta della struttura di quest' organo in molti animali, accompagnata dal- le figure alquanto piccole e non troppo sviluppate. Non ostante però questo difetto che rende alcun poco difficile r intelligenza dell' opera , meritò essa 1' approvazione degli Anatomisti e per i fatti pre- ziosi in essa contenuti, e per la descrizione suddet- ta dell' organo dell' udito in molti animali, che pri- ma non conoscevasi, perlocchè i Tedeschi la tradus- sero nel loro idioma. Eccitato dal celebre Bonnet che lesse quest' opera, il Gomparetti si accinse a meditare la fisica vegetabile che fino a quell' epoca dir potevasi bambina ; e frutto de' suoi studii fu un Prodromo di un trattato di fisiologia vegetabile pubblicato parte nel 1791. e il rimanente nel 1799.5 nel quale sviluppò i proprii pensieri intorno a que- ste scienze , e parve poi che il Ginevrino Senebier addottasse non poche delle idee del Gomparetti nel suo Sistema vegetabile. La clinica venne da lui ar- ricchita con varie produzioni ^ fra le quali meritano di esser qui ricordati li suoi riscontri medici delle febbri larvate periodiche perniciose , malattia che egli fece ben conoscere ma della quale però fu nel 1801. vittima. Ghe se le sue Observatioìies dioptri- cae et anatomicae de coloribus apparentibus visu et oculo non possono reggere al confronto degli altri suoi scritti, specialmente perchè sembra che egli ab- bia attribuito alla imperfezione della struttura dell' occhio alcuni fenomeni dipendenti da quella che i Fisici appellano dijf razione della luce , gli meritò poi nuova fama la sua Dinamica Animale degli insetti pubblicatasi in Padova 1' anno 1801. Sceglie l'Auto-. i54 Storia della Letteratura Ital. re nei differenti generi un certo numero delle loro specie, e con ogni esattezza descrive la struttura de- gli organi rispettivi e ci presenta idee nuove in tut- to ciò clie riguarda il moto di questi animaletti; ma però, forse per F imperfezione del metodo di disse- zione , sembra che egli siasi ingannato nel credere vasi sanguigni nelle cavallette alcune diramazioni dei loro vasi epatici. Generalmente parlando tuttavia, quest'opera va di sommi pregi adorna, è istruttiva, e il tesoro di fatti in essa contenuti compensa abbon- devolmente la fatica cbe deve fare il lettore nel me- ditarla, anche perchè il metodo tenuto dal Gompa- retti nel disporre le materie non è il più elegante, e la sua maniera di scrivere non alletta molto . Al- lorché egli mancò di vita nella buona età di anni 56. e mesi 4-5 ^^^ onorevolmente sepolto in S. Sofia a Padova con lapide sepolcrale , e il Sig. Domenico Palmaroli Romano pubblicò un saggio sulla vita let- teraria di questo medico ed anatomista illustre^ in cui può anche riscontrarsi il catalogo delle ope- re che lasciò inedite, fra le quali quella sulla fisiologia vegetabile della quale più sopra si accennò il Pro- dromo^ certamente meriterebbe di venir pubblicata. Gli Italiani non solo ma gli oltramontani, e fra que- sti Senebier, Bonnet, Walter, Eulero lo stimavano ed avevano corrispondenza con lui^ e il primo fra que- sti in modo particolare gli scrisse lunghe lettere e in copia, dalle quali si rileva in quanto conto te- neva il Fisico di Ginevra le osservazioni del nostro Comparetti (i). (i) Biogr. Univ. T. XIII. pag. 43. Nell'aggiunta fatta a questo arti- colo della Biografia possonsi vedere i molti elogi tri))utati al Comparetti , quali siano i suoi diritti di preminenza sul Professor Girardi di Parma per alcune scoperte anatomiche, e quanto abile clinico ci fosse. L I B R o II. I 55 LXVII. Se copioso non fu il numero degli Ana- Medicina. tomisti che fra noi acquistaronsi nel secolo XVIII. un nome distinto, la celebrità però di Caldani, Ma- lacarne e Mascagni basta a parer mio per sostener il decoro del nom.e Italiano in questo ramo scientifi- co. Abbondante fu bensì il numero dei medici; co- sì che nella copia della materia che a trattare ora intraprendo, duopo mi sarà fra la moltitudine dei Medici che fiorirono fra noi nell'epoca divisata, lo scegliere i più eccellenti onde non incorrere la tac- cia di troppo prolisso narratore, il che però veggo difficile da eseguirsi in modo da soddisfare a tutti; onde mi convien fin d'ora chieder scusa a' miei di- screti Lettori, se vedessero fra i Professori dell' arte salutare ommesso qualcuno che a lor parere meri- tasse di aver luogo in questa storia ^ o se troppo brevemente di alcuni fra gli stessi io ragionerò, e dovranno ciò attribuire alla suindicata cagione, non mai a spirito di parzialità o di poca stima verso i coltivatori della Medicina. E siccome il Cav. Tira- boschi nella incomparabile sua storia della Italiana Letteratura non parlò di alcuni Medici che appar- tengono più al secolo XVII. che al XVIII. e che a parer mio non devono esser dimenticati, così io se- guendo, come ho altrove praticato, per quanto è possi- bile 1' ordine cronologico , comincerò a dar le notizie di questi. Salì in fama di buon medico sul comin- ciar del secolo XVIII. Michele Angelo Andrioli Ve- ronese , membro dell'Accademia dei Curiosi della na- tura stabilita in Germania, e di lui abbiamo alle stampe molte opere di Fisica e di Medicina dal Con- te Mazzucchelli diligentemente registrate (i), e fra (i) T. I. par. I. p. 725. i56 Storia della Lettera tur Ital. queste gli Atti degli Eruditi di Lipsia diedero 1' e- stratto di quella iutìtolata. Conciliuni Veterum et Neotericorum de conservanda valetudine. Lugduni i6g^. Offrì poi l'Andrioli in altra sua opera un sistema di medicina tutto nuovo ; e in questo rivendica egli a suo favore l'invenzione dello siero alhugineo contro Tommaso Villis a cui attribuivasi tale scoperta. Fu medico del Re di Polonia nel 1 718. Onofrio Buon- figli di Cagliari ma nato in Livorno , da dove pas- sò a Cracovia; colà esercitò con grido la sua pro- fessione e parlò di lui con lode Apostolo Zeno . Le tre dissertazioni sulla Plica Polonica, sul contagio della Polonia , e sulle febbri putride maligne del Buonfigli pubblicate in Germania meritarongli fama, e specialmente la prima che tratta di un male dai Medici poco conosciuto (i). Il Sig. Portai ci dà notizia di un saggio di me- dicina teorico-pratica di Carlo Ciancili , in cui, die' egli , incontransi osservazioni pregevoli sulla storia della moderna anatomia, e ci parla di una Fisiolo- gia in versi intitolata La Macchina umana composta da Francesco Cannetti (2). Il medesimo storico ram- menta alcune dissertazioni di medicina pratica di Vincenzo Menghini di Budrio nel Bolognese, Profes- sore in quel pubblico studio ed Accademico pensio- nano Benedettino e dell'Istituto, del qual Autore ha già date le notizie il Conte Fantuzzi (3). Eserci- tò il Menghini la medicina pratica con credito non comune , e lesse parecchie sue produzioni in detta Accademia, ma fu rapito in buona età alle scienze, essendo mancato improvvisamente di vivere d'anni (i) MazzuccHelli Scrittori ec. T. H. par. IV. p. 238G. (a) Portai storia dell' Anatomia T. V. pag. 77. 78. (3) Scrittori Bolognesi T. VI. pag. 8. L I B R O II. 167 54. adì 27. Gennaio del lySq. Acquistossi della ce- lebrità per la stravaganza delle sue idee e del suo modo di pensare in medicina il Dottor Gio. Battista Mazini Bresciano discepolo del Vallisnieri^ maestro in matematica del Padre Don Ramiro Rampinelli e Professor di medicina pratica in Padova dove morì nell'anno 1740. circa (i). In quattro opere spiegò il Mazini specialmente la stranezza de' suoi pensamenti, e sono queste ,, La Meccanica dei mali desunta dal moto del sangue „ la Meccanica dei medicamenti „. della Respirazione del feto „ e le Istituzioni di me- dicina meccanica. Le questioni che egli propone nel- la prima non possono al dir di Portai (2) sostenersi perchè sono i paradossi più assurdi, come quello di tre movimenti nel sangue con i quali spiega tutte le malattie. Né in modo meno singolare intende il Mazini che agiscano i medicamenti, immaginando che la materia morbosa sia composta di varie parti, che vengono distrutte dalle particole delle medici- ne j le quali egli dice essere rotonde , lunghe, o ve- li ec. Ma tutti questi sistemi incontrarono la sorte comune a tanti altri che di tempo in tempo a dan- no della vera medicina vanno pullulando, quella cioè di venire , dopo aver levato qualche rumore, piena- mente dimenticati. In Trento nacque Pietro Anto- nio Michel otti matematico e medico accreditato in Venezia, membri della Società Reale di Londra e della Real Accademia delle Scienze di Berlino, il qua- le fiorì prima della metà del secolo scorso essendo morto circa nel 1780. (3). L'opera di lui sulle secre- zioni intitolata De separatione fluidormn stampata (i) Dizion, degli Uom. ili. T. XI. pag, 1^5. (a) Stor. cit. T. IV. pag. 604. (3) Dizion. degli Uom. ili. T. XI. pag. 3o8. i58 Storìa della Letteratura Ital. a Venezia nel 172,1. dà un'idea del profondo sape- re del Michelotti in medicina ed in matematica, poi- ché spiegò in essa giusta le leggi idrauliche , come segua Fazione del movimento del sangue nei vasi arteriosi e venosi ; confutò egli inoltre in una let- tera al Fontenelle 1' opinione di Claudio Adriano Elvezio , che sosteneva condensarsi il sangue ed ac- quistar il color rosso nelle vene polmonari , e lasciò altri saggi del suo sapere in medicina (i) inseriti negli Atti di varie Accademie, ma specialmente di Pietroburgo e di Parigi (2). Lxyrii. LXVIII. Se dei medici sopra ricordati, stimabili bacco Pompeo. ^ , ^ bensì 5 ma non di prima sfera si e da noi compen- diosamente parlato , così non faremo di Pompeo Sac- co Parmigiano, poiché la sua celebrità esige un ar- ticolo più esteso. Figlio di Flavio Sacco, nacque nella vicinanza di San Moderanno nel territorio Par- migiano li 14. Maggio 16 34-, e si applicò con ardo- re alla medicina nella quale ottenne la laurea li 19. Agosto dell'anno 1662. conferitagli dal suo stesso ge- nitore medico di grido, ed ai 2. di Settembre fu ag- gregato al collegio de' medici e filosofi in Parma (3). Era poi il Sacco versato ancora nella lettura de' SS. Padri, e specialmente di S. Agostino e dei libri sa- cri, e congiunse al profondo sapere la più soda pie- tà. Conosciutosi il merito di lui dal Duca Ranuccio II. , comandò questi che gli si conferisse la Cattedra di medicina teorica nella Università di Parma, e ne andò il Sacco in possesso alli 3. Novembre dell'an- no 1661. Nell'esercizio di questa scuola ebbe a sog- (i) Portai T. IV. p, 58o. (2) Dizion. ec. T. XL p. 3io, (3) Affò, Memorie fle' Scrittori Parmigiani T. V. paj^. 3a3. dal quale ho tratto questo articolo. Libro II. iSg giacere il nuovo Professore ai morsi della invidia, perchè introdusse non poche novità che parvero stra- vaganti a taluni troppo amanti delle vecchie sen- tenze ; ma superò la burrasca , riscosse maggiori ono- ri dai Principi, e gli scolari e gli amici eressergli nel- le scuole di S. Francesco l'anno i683. un pubblico monumento, in cui leggesi in breve la storia di quan- to eragli accaduto e della ottenuta vittoria . A sta- bilire però meglio la sua fama, pubblicò ad istanza del Padre Gaudenzio Roberti Carmelitano la sua pri- ma opera intitolata Iris fehrilis^ stampata a Ginevra per cura di Teofilo Boneto che la accompagnò con una lettera assai onorevole per l'Autore. Verso il 1686. cominciò il Professor Sacco a provar varie in- fermità e disgrazie , perlocchè fu per anni sette ob- bligato al letto j nel qual tempo però scrisse l' altr' opera Novum sy sterna medicum dedicata al Cardinale Albani poscia Clemente XI. dal quale ottenne segni di cordialissima gratitudine. Si rimise però in salute il Sacco, e la Repubblica Veneta chiamollo nell' anno 1694- a leggere medicina pratica nella Università di Padova con l'onorario di 600. Fiorini, e nel 1700. videsi inalzato a maggior grado essendogli stata con- ferita la Cattedra di teorica e la Presidenza della facoltà medica. Ma avendolo il Duca Farnese desi- derato a Parma, il nostro Professor dimandò il suo congedo da Padova e ritornò nel 1702. alla Patria? del qual fatto ci dà contezza lo Zeno, che lo chia- ma uno de' più grand' uomini della nostra età. Il sul- lodato Sovrano poi lo nominò alli no. di Novembre dell'anno 1704- alla Cattedra di Lettor eminente in medicina, e un suo Concittadino per nome Giusep- pe Cervi dovendo partire Fanno 1714- per la Spa- gna in qualità di medico della Regina Elisabetta, a lui eresse nelle pubbliche scuole un monumento pe- i6o Storia della Letteratura Ital. renne della sua gratitudine con una elegante latina iscrizione, cosicché il Sacco ebbe mentre viveva, T onore di vedersi innalzati due monumenti nelle scuo- le Parmensi. Prima di morire, il che avvenne alli 2,2. di Febbrajo dell'anno 171 8., volle benché vecchio, infermo e quasi cieco , riordinare la sua opera più voluminosa che ha per titolo ,, Medicina practica rationalis sanioribus Neotericorum doctrinis illustra- ta che vide la luce nel 171 8. „ Il nome suo suo- 5, nò molto famoso a' giorni suoi e le sue opere ri- 5, cercate furono con somma premura e lodate dai „ Giornalisti e dagli scrittori comunemente. L' Ar- „ cadia l'anno 1692. si fece pregio di annoverarlo 5, fra suoi primi pastori col nome di Arrasio Tssiin- 55 tino, e il Muratori lo annoverò al catalogo di 5, que' grand' uomini che egli stabilì per Arconti del- „ la Repubblica letteraria d'Italia, che finì come 5, ognun sa, in un solo progetto. Né la sua patria 5, gli fu scarsa anche dopo morte di onori; poiché j, dopo le esequie fattegli nella Chiesa di S. Gio- ,;, vanni dove fu sepolto, ordinate gliene furono al- 3, tre magnifiche dal Collegio dei Medici nelle pub- ,y bliche scuole, ove latinamente recitò 1' Orazion „ funebre il medico Gio. Battista Pedana, la quale ,, stampata con una raccolta di lugubri poesie fu in „ tale occasione dispensata. Si pubblicò il suo Elo- „ gio Storico nel Giornale de' Letterati ( i ) e piena- „ mente lo celebrò Gian-Jacopo Mangeti nella sua „ Biblioteca degli scrittori medici (2) „ lin qui Af- fò (3). Le sue opere principali riduconsi alle tre enun- ciate, ma oltre queste stampò qualche altro opusco- lo medico , e lasciò varii scritti di medicina e filo- (i) T. XXXII. Alt. 10. {■j.) T. TI. part. II. jiag. 119. (3) Neil' art. cit. L I B R o IL i6i sofia inediti ; i medici suoi contemporanei encomia- rono molto le produzioni del Dottor Sacco e special- mente la succitata Medicina ratìonalis. LXIX. Fra li migliori discepoli del Sacco si an-_, ^'^I?^* „ e" 1 ^ Ferrari Gio.Pao- novera Gio. Paolo Ferrari Parmigiano che sotto di io ed altri Medi- lui studiò in Padova , indi a Bologna sotto il Malpi- glii , e ritornato poi alla patria godette P amicizia intrinseca del Sacco il quale lo elesse a scrittore delle sue opere , cosa che assai gli giovò per istruir- si^ e per combattere, come poi fece, la setta degli Empirici. Il Duca di Mantova nel 1699. lo onorò del Diploma di aggregazione al numero de' suoi fa- miliari 5 e in seguito venne nominato Accademico Leopoldino e Professore nella Università di Parma» Il Dottor Matteo Giorgi sdegnossi acerbamente con- tro il Ferrari, allorché trovandosi questi nel 1712. a Firenze rispose ad alcuni quesiti medici dal Con- te Andrea Maraffi a lui proposti , e si prevalse del- l' occasione per attaccare i medici Empirici. Ma non si atterri punto il Ferrari, e seppe con forza rispon- dere alle invettive dal Giorgi contro di lui scaglia- ^ te con le stampe sotto il finto nome di Flavio Bran- doletti. Chi desiderasse di conoscere il catalogo del- le opere mediche del Ferrari, consulti il Padre Affò da cui io ho tratto queste notizie (i) , e la Biblio- teca del Mangeti, il quale ebbe in gran pregio il suddetto Parmigiano^ come pur fecero il Malpighi ed il Bellini coi quali teneva letteraria corrispon- denza. In Castrovillari Città della Calabria citra vi- de nel i635. il giorno Carlo Musitano Sacerdote e medico di molto grido, come lo attestano le sue ope- re dagli eruditi di Lipsia encomiate, e presso i dot- ti anche al presente accreditate . La Chirurgia teo- (i) Memorie degli Scrittori Parmifj'iani T. V. pag. 333. Tomo II. 1 1 i6a Storia della Letteratura Ital. rico-pratica , i metodi per medicare il morbo Galli- co, la Chimica pratica si contano fra le principali , e queste unitamente alle altre nel dizionario degli uo- mini illustri registrate (i) ristamparonsi in Ginevra per la prima volta nell'anno 1716. in due vulumi in foglio, e tutte le opere chirurgiche vennero nel 1738. riprodotte a Venezia con note ed osservazio- ni del Dottor de Vacca; quella poi De lue Vene' rea nell' anno 1 7 1 1 . ebbe dal Davoux una traduzio- ne Francese. Essendo il Musitano Sacerdote, all'eser- cizio della medicina corporale congiunse quello del- la spirituale con sommo frutto degli infermi ; ed avendo li suoi nemici cercato di impedirgli l'eserci- zio di medico^ Clemente XI. Sommo Pontefice che conosceva il suo sapere e le sue virtù, gli permise di proseguire nella doppia carriera a cui die fine nell'avanzata età d'anni 80. nel i7i4« a Napoli. Nel libro intitolato ,, Celebrium Virorum apologia prò Carlo Musitano ,, 1 eggonsi alcune sue lettere a Le Clerc , al Mangeti ed a Daniele Cramer , dal che scorgesiche egli aveva carteggio coi più rinomati Pro- fessori dell' arte , e 1' Eloy nel suo dizionario medi- co parla con lode del Musitano. Lxx. LXX. Tenne corrispondenza con 1' illustre Mar- Bottoni Dome- T,«-T.T..i-,xT r\ • t» -tt nico e del Papa CCllo Malpigli! il McdlCO DomCUlCO iJottOUl di LCU- Giuseppe. ^-^^ -^ Sicilia dove nacque nel 1641-5 e ad istanza di quel Professore scrisse egli un' opera intitolata Idea historico-physica de magno Triiiaerìac Terraemotu , che venne spedita alla Real Società di Londra (2)^ la quale la gradì ed aggregò nel 1607. ^^ Bottoni fra li suoi membri, eel egli contasi per il primo Siciliano a cui si usasse una tal distinzione. Dopo di aver esercitata (i) T. Xn. pag. 243. (a) Questa aveva incaricato il Malpigli! di un tal lavoro^ ma non avendo egli per motivi di salute potuto occuparsene , pregò il Bottoni a farlo. L I B R o II. i63 con credito non comune la medicina nel Regio spedale di Messina passò Protomedico del Re in Napoli, e Prof, primario di Filosofia in quella Regia Università. Oltre 1' opera suddetta che non appartiene alla me- dicina , abbiamo di lui varii altri scritti medici e fi- sici alle stampe registrati dal Conte Mazzucchelli, il quale ci assicura (i) essere il Bottoni vissuto oltre il i7i2,i. ed aver avuto fra li suoi amici e corrispon- denti i più celebri Letterati d' Europa. Comparve un difensore della Filosofia da Galileo nel suo Sag- giatore esposta nella persona di Giuseppe Del Papa da Empoli in Toscana allievo della Università di Pi- sa, dove si dedicò alle scienze naturali sotto la di- rezione del Bellini, del Marchetti e del Redi, che lo amò qual figlio , e gli procurò la Cattedra di Lo- gica in detto archiginnasio , Cattedra che egli salì in età di 23. anni correndo il 1Ó71. Una lettera diretta al Redi sulla natura del caldo e del freddo, in cui sostenne col Galileo che il calore era una sostanza, il freddo una sola diminuzione di calore, fu quella con cui vantaggiosamente cominciò la carriera letteraria , poiché questa sua prima produzione ottenne l' appro- vazione del Dati e del Montanari e il Gran Duca Co- simo III. la volle leggere per intiero. L'Accademia di Pisa ebbe il Del Papa a Professore nel 1677., ammaestrò la Duchessa Anna figlia del suddetto So- vrano, e nel 1682. gli venne conferita la carica di Archiatro della Famiglia Gran Ducale. Avendo egli spiegata contro i Peripatetici la sana opinione in Fisi- ca che il secco non è che una mancanza di umido, trovò nei PP. Gesuiti Daniele Bartoli e Francesco Vanni due forti oppositori ai quali per amor della pace nulla rispose , quantunque avesse in prova del- (i) Scrittori ec. T. II. parte Ili. p. icjoò. i64 Storia della Letteratura Ital. la sua asserzione preparata una ragionata disserta- zione. Ma essendosi poi accesa più viva la guerra per opera dei veccliii filosofanti contro la detta Accade- mia 5 ed avendoci essi mescolata la Religione , col mettere in sospetto di corruttori di essa i filosofi che spiegavano nuove opinioni e nuove dottrine in Fisi- ca^ 1' oracolo della Sede Romana giudicò che non doveva impedirsi il loro insegnamento ; tuttavia il Del Papa si regolò con prudenza, ed insegnò ma privatamente in casa e coli' eccitamento del Redi la nuova dottrina alli suoi discepoli, ed avendone poi tenuto ragionamento col Gran Duca gli riuscì di far derogare agli editti emanati contro gli Atomisti, no- me che davasi ai nuovi "filosofi. Medico eccellente quale ei riusci, gli stranieri lo consultavano^ ed abbia- mo alle stampe due volumi de' suoi Consulti ; e vo- lendo promuovere lo studio della vera scienza della natura attaccò nuovamente i Peripatetici nel loro in- segnamento sui quattro umori, base per quanto essi credevano di tutta la medicina ; e continuò 1' opera insigne del Borelli De Motu Animalhnn trattando del moto del cuore e del sangue; ma questo di lui lavoro restò inedito perchè a suo giudizio non era perfetto. Fra gli opuscoli da lui pubblicati 1' anno 1734. in un sol volume, merita special menzione quello sulle Comete , in cui dimostra esser queste Pianeti, e non avere alcun influsso sulle umane vi- cende. Ne cercò il Del Papa i vantaggi delle scien- ze soltanto finché visse, ma allorché venne a mori- re nel 1735. alli i3. di Marzo, essendo celibe dis- pose del suo pingue asse di ben novantamila scudi a benefizio in parte dei giovani suoi Concittadini^ che si recassero a studio in qualche celebre Univer- sità, e in parte all'oggetto di mantenere dotti Pro- fessori di Belle arti ; ben a ragione perciò si eresse Libro II. i65 sul suo sepolcro nella Chiesa di S. Felice in Firenze la sua effigie in marmo con una iscrizione da Mon- signor Bottari composta (i). LXXI. Professore nella Padovana Università fu cog^o,sic'ario, Carlo Francesco Cogrossi di Crema Panno 1721. e^;>};°^' ^""- di lui abbiamo varie produzioni e specialmente una sulla natura e gli effetti della China China, e un'altra intitolata Saggi della Medicina Italiana stampati nel 1727. in cui leggesi per esteso la storia del famoso Medico Santorio e delle varie sue invenzioni (2). La famiglia Nigrisoli di Ferrara cbe ebbe fin nel secolo XVI. un medico insigne in Sigismondo Nigrisoli, ne diede altri due , cioè Girolamo e Francesco Maria suo figlio che lo superò d' assai. Nato questi in Fer- rara Panno 1648. ebbe per istitutore nella Medicina il Padre , e dopo di avere esercitata questa facoltà in Comacchio , ritornò a Ferrara con P incombenza di incisore d' Anatomia , indi ottenne il grado di Pro- fessore in Medicina e Filosofia. Compose egli molte opere pregevoli , alcune delle quali uscirono in lu- ce anonime, e riguardano la Medicina, la Chirurgia la Storia naturale medica , e nel Dizionario storico della scienza suddetta dell' Eloy (3) trovasi P elen- co di queste produzioni del Nigrisoli. Noi frattanto ci limiteremo a ricordar primieramente quella sulla china china^ come rimedio delle febbri : e in essa mostrossi egli assai erudito , perchè esamina i varii rimedii fino allora dai Medici più rinomati propo- sti, e li confronta con il nuovo specifico di cui fa vedere la eccellenza. Difese inoltre e sostenne que- sto Medico in altra sua opera il sistema della ripro- duzione dei viventi per mezzo degli ovi ; e quantun- (i) Fatbroni Vitae ec. T. III. p. 3ag. (2) Eloy N. F. y, Dictionnaire historique de la medecine T. I. p. 678- (3) T. III. pag. 392. i66 Storia dklla Letteratura Ital. que trovasse degli oppositori , tuttavia persistette nella sua opinioue. La storia della medicina poi va a lui debitrice degli annali anatomici , e della sto- ria dell' auatomia e di quella elei Medici Ferraresi, opere tutte però die rimasero inedite, come avvenne deir altra intitolata r anatomia delle piante di Nee- mia Grew tradotta sulla edizion Francese e di mol- te osservazioni accresciuta . Questo valente medico teorico ed anche pratico come il comprovano li suoi Consulti, cessò di vivere in patria adì io. Dicembre dell'anno 172,7. Lxxii. LXXIL Illustre siccome Medico ed Anatomista non Lancisi G 10. Ma- . ^ ria Medico. solo , ma comc erudito, e magnanimo Mecenate ci si presenta ora Gio. Maria Lancisi di cui scrisse già la vita Monsig. Fabl)roni (i), dalla quale perciò trar- remo le notizie di questo Soggetto clie per li ra- ri suoi meriti esige da noi un articolo al quanto esteso. L' anno 1654. nel dì 26. di Ottobre vide egli la luce , ed ebbe per padre Bartolommeo Lancisi di Berry marito di Anna Maria Borgia Romana . Dopo di essersi questo giovinetto distinto nella Filosofia pe- ripatetica alle scuole dei Gesuiti, si applicò per qual- che tempo alla sacra Teologia, ma poi l'abbandonò, ed occupossi delle scienze naturali , .avendo ricevu- to d'anni 22. la laurea in medicina, nella qual fa- coltà lo ammaestrò il Professor Altomari. Per ])en comprendere la Fisica ricorse al sussidio possente della Matematica che apprese sotto il celebre Vita- le Giordano , e frequentò tutte le Accademie scien- tifiche di Roma onde istruirsi a fondo in ogni ramo delle scienze naturali. Affine di vieppiù eccitarsi al- lo studio ed ac([uistar fiima, si procurò un quadro (!) T. VII. rat- W- L I B R O II. 167 dipinto a colori, nel quale rappresentavasi la Sa- pienza su d' alto monte seduta , che mentre incoro- nava i valorosi , sprezzava i pigri e quelli che a mezzo il cammino arrestavansi. Cominciò egli ad e- sercitar la professione di medico nello spedale di S. Spirito in Roma, dove entrò assistente , quantunque più giovine di altri che aspiravano alla stessa cari- ca, dopo di che passò come alunno nel Collegio Piceno, ed ivi dimorò cinque anni, nel qual tempo raccolse in ventidue ben grandi volumi tutte quel- le notizie delle quali poteva aver duopo nelP eser- cizio della scienza , e specialmente dell' Anatomia. L' infermità straordinaria di una donzella nubile somministrò al Lancisi argomento per una disserta- zione da lui pubblicata, allorché frequentava il Con- gresso Medico che tenevasi in Casa di Girolamo Brasavola Nipote di Antonio Musa Medico rinomatis- simo del secolo XVII. , e questo scritto procurò al giovane studente tal nome , che ottenne la carica di incisor anatomico nell'Archiginnasio Romano. Con- correvano ad udire le dotte sue lezioni gli scolari non solo, ma gli uomini dotti e già provetti ;, fra i quali noveransi il Malpighi e Luca Tozzi ; e dotato siccome era il nuovo Professore di prodigiosa memo- ria, così quando entrava nella sua scuola qualche insigne personnaggio , interrompeva la sua lezione , e fatto un epilogo di quanto aveva già esposto , la proseguiva parlando sempre con scelta latinità. Ra- pidamente avanzandosi ottenne egli le Cattedre di medicina teorica indi pratica, e in età di anni 34. Innocenzo XI. lo scelse a suo Medico , lo amò e lo beneficò j e dopo la morte di questo Pontefice poi venne il nostro Lancisi annoverato nel Collegio de- gli archiatri di Roma, fu nominato Protomedico di quella Città e degli stati Pontifici^ e coprì altri lu- i68 Storia della Letteratura Ital. minosi impieghi che lungo sarebbe il voler qui nu- merare. LXXiiL LXXIII. L'anatomia, la medicina, la storia na- au dei^Lani^r. turalc 6 la Veterinaria occuparono la dotta sua pen- na. Un corso di anatomia, e varie importanti osser- vazioni chimiche sul sangue molto applaudite ci si presentano come i primi e assai lodevoli saggi dalla sua profonda dottrina. Eletto poi medico di Clemen- te XL (i), il Lancisi trovò occasion favorevole di segnalarsi, poiché nelle tristi circostanze in cui Ro- ma videsi afflitta da morti improvvise che dir quasi potevansi epidemiche, fece attente osservazioni sul- la natura del male , e ne pubblicò i risultamenti neir opera De suhltaneis niortìhus in cui dottamen- te discute e profondamente esamina le cause , che producono la morte , e il Guglielmini , il Modenese Ramazzini e il Tozzi, non che altri insigni medici seco si congratularono per un lavoro così utile alla umanità, e che nel giro di due anni per ben quat- tro volte si ristampò e poscia si tradusse in lingua Francese. Né minore incontro ebbe T altr'' opera De ìioxlls paladiun e^laviis, nella quale ricercò con ogni diligenza la natura dei vapori pestilenti , e trattò della generazione degli insetti; ma avendo veduto, che la sua teoria non corrispondeva alle osservazio- ni di fatto deir illustre Vallisnieri e del Redi, volle nel Giornale Italiano manifestare lo sbaglio da lui preso (2). Scrisse egli inoltre sulla Epizootia dei buoi e dei cavalli, sviluppando cosi con profondità una materia poco allor conosciuta , e poscia si accinse a scrivere la storia meteorologica del cielo di Roma , lavoro vantaggioso non poco alla pratica dell' arte (i) Albani, (i) Voi. XXIX. L I B R O II. 169 medica e in cui fece il Lancisi pompa anche di eru- dizione, poiché comincia egli la sua storia dalla pri- ma origine di Roma e la conduce fino a' suoi tem- pi. E quantunque le scoperte dopo lui fatte sulle proprietà dell' aria dimostrino che in alcune cose egli non colse nel segno, tuttavia la sua storia per i tempi in cui la scrisse, merita ogni encomio. La secrezione degli umori e specialmente la separazione della bile nel fegato gli diede argomento per un al- tro medico lavoro dal Morgagni applaudito, in cui confutò la storia Epatica del Dottor Gio. Battista Bianchi , dimostrò le vere cause della secrezione sud- detta , e conoscer fece che la bile è meno densa del sangue. Né qui si ristette la operosità del Lancisi ; poiché fece scopo de' suoi esami le sciocche predizioni delle umane azioni dai segni esterni dedotte, e la tanto agitata questione sulla sede dell' anima , nel che fare se non si ottenne altro vantaggio, si ebbe quello e non piccolo di conoscer meglio la struttura del cervello. Diresse poi il Lancisi una lunga lette- ra al celebre Conte Marsili in cui trattò sulla ge- nerazione dei funghi e spiegò la loro tessitura, con- formazione e moltiplice natura, argomento assai oscu- ro e che anche dopo di lui formò il soggetto delle meditazioni dei Naturalisti (i). LXXIV. Guanto abbiam fin qui narrato del Lan- J^^^V^- , ^ ^ '■ ^ rrotezione da cisi ce lo caratterizza come particolarmente versato i«i accordata ai- 11 . 1 11 - le scienze ed al- neila scienza della natura ; passeremo ora a veder tri suoi lavori. quant' oprò per proteggere ed incoraggiare la gio- ventù allo studio. Nel dì 2,1. di Maggio dell'anno 17 14. aprì egli a pubblico comodo la sua Biblioteca ed il suo Museo, con l'intervento del S. Pontefice (i^ Le sue considerazioni sulla Villa Pliniana comprovano quanto e;;li conoscesse 1' antiquaria e la storia naturale. 170 Storia della Letteratura Ital. Clemente XI. accompagnato da venti Cardinali e da altri Prelati; la qual graziosa visita riempì di som- mo gaudio il Lancisi che tanto aveva speso e tante cure impiegato aveva per così utile oggetto. In quel giorno puliblicò egli li suoi commentarii sulle tavo- le anatomiche di Eustachio, tavole da lui per più anni ricercate, e poi scoperte per opera sua in Ur- bino con l'ajuto del Pontefice che ne fece un dono alla Biblioteca del Lancisi stesso , il quale prevalen- dosi dell'opera a lui prestata dal Pacchioni^ dal Sol- dati^ dal Fantoni;, e specialmente dal Morgagni, le stampò con sommo vantaggio dell'anatomia. Oltre la suindicata Biblioteca in vicinanza di essa istituì nell'anno successivo 1715. alli 2.5. di Aprile un'Ac- cademia di medicina e di chirurgia , all' aprimento della quale recitò l' orazione De recta niedicoriini studiorum rat ione in cui presentò l'idea di un per- fetto medico. Acquistò il sullodato Clemente XI. la Metalloteca del Mercati che da 12,0. anni giaceva sconosciuta , e per comando di esso Papa il Lancisi la illustrò con note e la diede in luce con 1' ajuto di Pietro Assalti suo amico , che poi stampò un' ope- ra molto interessante dal Lancisi non compita, per- chè colto dalla morte, sul moto del cuore e sulle anevrisme, opera ricercata assai per i lumi che spar- ge sull'anatomia, e sulla clinica, e la (piale perciò venne ristampata in Italia e d'Oltrementi. L' Mailer ottimo giudice affermò che il Lancisi ha ben trattata tutta la storia del cuore, e che merita lode tutto ciò che in essa si espone sulle varie parti di questo vi- scere; e ciò quantunque il Petrioli gli contendesse non so con quanta ragione la scoperta della posizio- ne delle valvole negli animali più vividi. Le osser- vazioni poi dal Lancisi fatte sulla vena slne pari e sui ganglii dei nervi meritano per la novità e l'esat- L I B 11 o II. 171 tezza, che si ricordino come parti ingegnosi di que- sto grande anatomista. L' Heistero lo costituì ( cosa onorevole oltre modo al nostro medico ) fra se^ FAn- drey , e il Valusio per decidere una questione acer- rima intorno all' origine della cateratta nelF occhio , al quale oggetto istituì il Lancisi varie sperienze, e nell'anno 17 18. le trasmise all' Heistero acciocché con la loro scorta si vedesse qual'era su questo ar- gomento il suo parere. Dopo di aver egli faticato oltre ogni credere e nel- Morte aei Lan- lo scrivere le sue opere, e nello attendere ad un ^'" tempo con gran fortuna alla medicina pratica (i), attaccato da unafehbre acuta nel 1720. dovette soc- combere nel giorno 21. di Gennajo, e morì con tut- ti i contrassegni della Religione più pura e con mi- rabile rassegnazion d'animo ai divini voleri. Il Pon- tefice Clemente XI. restò per questa perdita afflit- tissmo essendogli in questo soggetto mancato non solo il medico, ma un prudente e fedel consigliere j e un uomo di ottima compagnia e di ameno carat- tere, per cui tutta Roma fu sensibile alla mancan- za di lui; un particolar contrassegno di stima gli diede il Pontefice, facendo imbalsamare il suo corpo che venne sepolto nella Chiesa dello Spirito Santo in Saxia con onorevole iscrizione. Lasciò il Lancisi erede del suo patrimonio 1' Ospitale dello Spirito San- to, a condizione che vi si erigesse una sala per la cura delle donne, il che si fece bensì ma per dispo- sizione di Benedetto XIII. in altro luogo, in cui col- locossi una iscrizione che espone il motivo di que- sto cambiamento. Fu questo illustre soggetto modesto. (1) La gelosa carira di medico Pontificio fu daini con lode esercitata, carica che il Tozzi ed il Malpighi giudicavano di tanto peso da non la- sciar tempo per attendere a comporre opere. 172. Storia della Letteratura Ital. ricercator diligente della verità, affabile e piacevo- le, amante però qualche poco degli onori ; non pro- vò nemici , ma non offese alcuno, e nelle contese letterarie non oltrepassò mai i limiti della modera- zione. Ebbe egli memoria prodigiosa , acutezza non comune di ingegno per far bene i prognostici delle malattie; contrasse e mantenne amicizia con tutti li più grand' uomini in Letteratura della età sua, i quali lasciarono di lui onorevoli testimonianze; le più celebri Accademie lo nominarono loro socio , e finalmente Luigi XIV. gli spedì alcuni libri rarissi- mi accompagnati da lettera sommamente onorevole al Lancisi che desiderati gli aveva. Prima di ab- bandonare l'argomento presente , aggiungerò qui in breve la storia degli accrescimenti in seguito fatti alla sua Biblioteca ed al suo Museo. Allorché il S. Pontefice Clemente XIV. nominò Commendatore di S. Spirito in Sassia Monsignor Romualdo Guidi Ce- senate , questi aggiunger fece nel braccio eretto già da Benedetto XIV. accanto all' antica fabbrica del sunnominato arcispedale, un teatro anatomico in cui i giovani studenti potessero ricevere le istruzioni di anatomia e chirurgia , ed ai tempi consueti esporvi le dimostrazioni della scienza. Il Duca di Glocester, uno dei Figli del Re della Gran Bretagna regalò un assortimento magnifico di ferri chirurgici Inglesi e molte preparazioni anatomiche ben conservate al Pa- pa che ne fece dono all' arcispedale , e le quali si disposero nella sala d'ingresso al nuovo teatro. In altra sala poi a quella aderente veggonsi non poche preparazioni a secco maestrevolmente eseguite dai Chirurghi Primarii Signori Flajani ed01ivucci,e quel- le dei vasi linf itici che l'altro abile Chirurgo Roma- no Sig. Carlo Bocacci ha lavorato con le iiijezion a mercurio. Neil' anno 1 790. poi la munificenza de L I B R O IL 173 Cardinal Zelada arricchì questo stabilimento con al- tre preparazioni in cera di anatomia e di ostetricia lavorate a Bologna , ed a tutti questi sussidii per la gioventù onde apprendere le scienze teorica e pra- tica , altri ne aggiunse l' immortale Pio VI. con 1' or- dinare la distribuzione di medaglie d' oro e di ar- gento a quei scolari cbe si distinguevano nello stu- dio; finalmente anche il chirurgo Pietro Giavina di Domodossola contribuì a promuovere nel nominato arcispedale 1' avanzamento dell'arte, lasciando un fon- do sufficiente per mantenere nella Bibliotrca Lanci- siana ogni tre anni due giovani ad imparare la No- tomia e la Ghirugria (i). LXXV. Il Medico Pietro Assalti di Fermo Profes- LXXV. sor di Botanica nella sapienza di Roma da noi poco ed altri Medici, sopra nominato studiò alla scuola del Lancisi, e si occupò nella edizione delle opere del suo maestro fattasi nel 1718. a Ginevra, raccogliendole e dispo- nendole in buon' ordine, e dopo la morte di quello pubblicò una epistola latina diretta al Morgagni nel- la quale diede un breve ma distinto ragguaglio del- la vita del sullodato Lancisi (2). Le dissertationes phy- sico-medicae di Luigi Fabbra Ferrarese nato nel i655. e morto nel 1728. (3) non ottennero gran fatto la stima dell' Haller, tuttavia egli medicò con grido, e insegnò come Professor primario in patria la medi- cina. Maggior fama si acquistò in Bologna Stefano Danielli nato l'anno i656. nel Castello Bolognese di Budrio discepolo del Dottor Girolamo Sbaraglia ce- lebre medico ed anatomista _, per il quale prese il Da- nielli un tale attaccamento che divenne suo costan- (i) Renazzi , Storia della Università degli studii di Rema Voi. IV. p. 296. (2) MazEucchelli Scrittori ec. T. I. par. II. p. 1167. (3) Eloy Dictionaire Istorique ec. T. II. p. 175. 174 Storia della Letteratura Ital. te difensore nella famosa controversia agitatasi fra lo Sbaraglia ed il Malpigln (i). AUorcliè il Senato Bolognese gli conferì il grado di anatomista , ed una Cattedra di Medicina in quella rinomata Università , ebbe il Danielli una scuola fiorita, esercitò con credito non ordinario la professione , e fu uno dei primi Accademici dell' Istituto. Mentre ancor vive- va , coUocossi nel pubblico studio una iscrizione in sua lode e vennegli coniata una medaglia che si conserva nel Museo dell' Istituto. Le opere da lui composte oltre la vita dello Sbaraglia, versano sopra argomenti anatomici , botanici e di medicina pratica, e dopo di essere state a parte stampate, vider nuo- vamente in un sol corpo riunite la luce (2). Reggio di Lombardia ebbe nel secolo XVII. una cattedra primaria di medicina ivi eretta per privilegio da quella Città ottenutone in riguardo del Dottor Gio. Casalecchi Reggiano al quale il Duca Francesco IL la conferì. Il maggior pregio di questo medico è di avere ideata e stesa l'opera intitolata Apparatus ad historiam de morborum trasnmtationibus juxta men- tem Hippocratis , della quale il Raglivi si usurpò la gloria nella sua intitolata De fibra motrice. Di ciò fanno fede i Giornalisti d' Italia, i quali nel ri- ferire 1' edizione delle opere tutte del Raglivi uscita a Lione nell' anno 1710., ci assicurano che il Casa- lecchi vedendola si dolse , che il Raglivi gliene avesse usurpata Videa, abusando delle lettere che egli avcca scritte a molti amici per a j ut arsi coi loro lumi. Il Conte Mazzucchelli e Monsig. Fabbroni parlano essi (i) Tiruboschj^ Storia «iella Lelt. Ital. T. Vili: p. 2C9. EJiz. di Napo- li del 1784. (a) Fantuzzi Scrilt. BoJ. T. III. p. 248. Libro II. 176 pure di questo plagio dal Baglivi (i) fatto al me- dico Casalecchi che coltivò anche P amena lettera- tura 5 per due volte fu Principe dell' Accademia de- gli Ipocondriaci in Reggio , e meritò il titolo di Poe- ta laureato (2). LXXVI. Contemporaneo del Redi, del Bellini e b^^^^^^^o- di altri scienziati illustri visse Antonio Francesco ^io-Francesco ed rt • ' 1' r>, 1 TI' • 1 T -TA* altri Medici. Bertini di Castel Fiorentmo^ dove nacque li 28. Di- cembre dell' anno i658. Laureatosi nella Università di Pisa, ed acquistata avendo fama di buon medico ottenne una Cattedra di questa facoltà nel grande spedale di S. Maria nuova di Firenze , dove aveva fatta la pratica e in quella Città morì poi nel 1726., nella qual circostanza il figlio suo Giuseppe Maria gli fece collocar sulla tomba nella Chiesa di S. Marco dove ebbe sepoltura una conveniente iscrizione. So- stenne il Bertini alcune vive contese letterarie con altri medici^ le quali possonsi veder descritte dal Conte Mazzucchelli (3), e fra queste io ricorderò quella che si agitò fra lui e il Dottor Gian Andrea Moneglia medico del Gran Duca di Toscana per non essere stato dal Bertini nominato nei due Dialoghi stampati nel 1699. 5^ Sulla medicina difesa dalle calnn- ,5 nie degli uomini volgari e dalle opposizioni dei 5, Dotti j, nei quali il Bertini nominò gli altri tre medici di Corte. Fece il Moneglia girare una pun- gente censura manoscritta dei suddetti dialoglii, la quale unitamente alla risposta dall' avversario data- gli nell'anno 1700. vide la luce. Imitò degnamente anzi forse superò il Padre il sunnominato suo figlio Giuseppe Maria nato nel 1694. e morto nel 1756., (i) Titabeschi^ Bibl. Modenese T. I. pag. 4i3. (2) Egli morì r anno 1703. alli 22. di Luglio. (3) Scrittori ec. T. II. part. II. pag. io5a. 176 Storia della Letteratura Ital. annoverato fra i più celebri medici del Collegio Fiorentino e membro della Società Colombaria di Firenze (i). Molte onorevoli testimonianze date in sua lode da varii Autori , alcune dedicatorie a lui indiriz- zate, una raccolta di poesie per celebrar il suo no- me composte _, un medaglione gettatogli in Firenze da un suo allievo, sono tutti monumenti ben palesi della stima che egli godeva. Abbiamo alle stampe una celebre sua operetta a favor dell' uso del mer- curio nella medicina, la quale benché da molti sti- mata, non lasciò tuttavia di promuovere all'Auto- re un fiero contrasto letterario, in cui ebbe a pu- gnare contro diversi medici, e specialmente contro Lorenzo Gaetano Fabri ; trovò però il Bertini molti difensori e la lite lungamente agitossi con forza dal- l' una e dall' altra parte ; in alcuni foglii letterari! poi contengonsi relazioni mediche ed altre piccole cose dello stesso Scrittore (3). LXXVIL ... Torti Fraiice- LXXVIL Fra gli istitutori della vera medicina pra- '**• tica in Italia registrar si deve il medico Francesco Torti Modenese di cui il Muratori scrisse la vita che compendiata dal Tiraboschi (3) ci servirà dì guida nel dar qui le notizie di quest'uomo celebre. L'anno i658. nel dì 3o. Novembre Colomba Marchesi moglie di Francesco Torti Colonnello al servigio del Duca di Modena partorì il nostro medico , il quale dopo i consueti studii di belle lettere e di filosofìa si ap])licò alla Giurisprudenza , ma ben presto se ne | annojò e si rivolse con fervore alla medicina , la quale, non essendovi allora pubbliche scuole di que- sta facoltà in Modena, imparò sui libri , e con 1' e- (r) Mazzucchelli Scrittori oc. T. IL part. II. )>. loOa. I05G. (2) Op. cit. j)ag. ivbq. (3) Bibl. Moileiieie T. V. p. 271. ec. L I B R O II. 17Y serclzio pratico sotto la direzione di Antonio Fras- sone medico Finalese quanto mai accreditato ; dopo di clic ricevette il Torti in Bologna 1' anno 1678. la laurea medica, e quindi ritornò alla patria per esercitar la professione. Fondatasi poco dopo per le cure del magnanimo Francesco II. 1' Università in Modena, si nominò il Torti nell' anno 1680. Pro- fessore di medicina , mentre non contava egli che a3. anni di età , ed a lui e al Ramazzini si dovei" te principalmente la riforma che a quei tempi in Mo- dena si introdusse in quest' arte; volle poi il Sovrano viemaggiormente onorarlo coli' ascriverlo ^ come il Ramazzini fra li suoi medici ordinarii. Ne trovava il Duca più dolce sollievo alla podagra che lo tra- vagliava, quanto quello di udire eruditi discorsi in diverse scienze dalla hocca del Torti , che a ciò fa- re era oltre modo abile , e per 1' esteso suo sapere, e per la singolare sua amenità e piacevolezza nel parlare. Succeduto essendo a Francesco IL il Duca Rinaldo, lo destinò egli a far le dimostrazioni ana- tomiche nel nuovo teatro allora aperto nel palazzo del Pubblico; al quale esercizio congiungendo il Torti quello di medicare, trovò egli il primo il rimedio spe- cifico della China-China, e l'opera su questo argo- mento da lui pubblicata gli procurò tal fama , che venne aggregato alla Real Società di Londra, e ri- cevette lettere piene di encomii dal Lancisi, dall' Hoffmanno e da altri valenti medici. La sua Tìiera- peutica specialis uscita nel 17 12. per curare le feb- bri periodiche perniciose con la citata droga, lo col- locò al dir dei citati Autori fra li più eminenti Pro- fessori dell'arte sua^ assai vantaggiosamente parlarono di essa varii Giornalisti d' Italia, e più volte si ristam- pò quantunque non mancassergli avversarii ed impu- gnatori , fra i quali si contò il Ramazzini medesimo; Tomo 11. 12, 178 Storia della Letteratura Ital. ma il Torti che sentiva di aver ragione , non si ac- quietò e valorosamente si difese con altra sua scrit- tura nel 171 5. uscita. Lxxviii. LXXVIII. Amante questi della sua Patria ricusò Continuazione i -.Ielle notizie del nel 1717. 1' onorcvolc ìuvito del Re Vittorio Ame- Torti. ^ ' deo alla R. Università di Torino, e nel 1720. quel- lo dei Veneziani all'Archiginnasio di Padova, per- locchè il Duca Rinaldo e la Comunità di Modena gli fecero provare in maniera luminosa la loro gra- titudine. Colpito il Torti nel 1731. da una paralisi dopo l' assistenza prestata in Parma alla Vedova Du- chessa Enrichetta figlia del suUodato Duca Rinaldo, ne guarì; e Francesco III. poi che successe al trono lo nominò Presidente del Collegio Medico di Modena, sebbene non fosse più in istato di visitar gli infermi. Quest' uomo insigne per sapere e per Religione , venne meno in mezzo al pubblico cordoglio il dì lo. di Fel)])rajo dell'anno 1741. e fu onorevolmen- te sotterrato nella Chiesa di S. Agostino della no- stra Città, essendosi collocata al suo sepolcro una iscrizione in sua lode, e un' altra simile egli ne ebbe neir atrio della Università e con tutta ragione , anche perchè destinò egli una porzione della sua eredità a fondare una terza Cattedra medica, avendo applica- to il rimanente al così detto Desco de' poveri. Le produzioni del Torti oltre la Terapeutica sopra men- tovata, consistono in alcune dissertazioni o lettere, dirette a difendere la citata sua opera ed a spiega- re i movimenti del mercurio nel Barometro , in una lettera al Dottor Ferrante Ferrari scritta , in cui gli esprime il suo desiderio che si ponga fine alla sud- descritta contesa (i) per la Terapeutica, e tre let- (i) In <[uf3ta contesa il M.ingeti aveva dato in (jnalnlie modo ragione al Dottor Ramazzini, encomiando una dissertazione a questo attribuita con- L I P. R O II. 179 tere stampate al Muratori indirizzate sopra argomen- ti medici. Lasciò egli inoltre manuscritte non poche poesie Italiane e latine specialmente nello stile ber- nesco assai piacevoli , ed un trattato sulla concezio- ne e la generazione a lui attribuito. LXXIX. Al Torti nato nedi Estensi Domimi uno ^,^^^J^- 11 T i-1 1 • • "^^'" Medici. ne aggiungeremo che ebbe nella terra di Gualtieri compresa nei medesimi Stati 1' origine , cioè Dionigi Andrea Sancassani, che vide nel 1609. la luce, e di cui stampò le notizie l'anno 1781. in Comacchio il Dottor Giuseppe Antonio Cavalieri allievo della Bolognese Università. Il Sancassani dopo di aver fat- ta la pratica nel grande spedale di S. Maria Nuo- va in Firenze, esercitò la sua professione di Medico e Chirurgo in varii paesi dell'Italia, ma per più lungo tempo in Comacchio onorato pe' suoi meriti del Diploma di quella cittadinanza ed ivi cessò di vivere nel 1738. adi 11. di Maggio, essendo stato decorosamente sepolto nella Cattedrale . Copiose opere scrisse il Sancassani il maggior numero dèl- ie quali restò inedito , ma non risguardano que- ste la medicina, trattano bensì di Geometria, di Antiquaria e di altri diversi argomenti . Ciò in cui si distinse primieramente questo medico, fu nel tra- durre dal Francese la Chirurgia di Belloste inti- tolata Le Chirurgie?! d' Hospital. Paris. 1696., indi maggior credito ottenne allorché stampò a Roma in quattro Tomi in foglio dal 1731. al 1788. Le Dilw- delazioni chirurgiche , le quali contengono oltre la maggior parte dei lavori del Sancassani , le opere del valente Chirurgo Cesare Magati ristoratore fra tro r abuso della China-China ; ma il Mangeti dopo la lettera del Torti al Dott. Ferrari^ scrisse al primo nel 1720. scusandosi di essersi a lui mo- strato contrario. i8o Storia della Letterratha Ital. noi di questa nobile professione , e col quale perciò divise la gloria e la celebrità il Sancassani (i). Fondò in Verona sua patria 1' Accademia degli Aletofìli il Medico Giuseppe Gazola nato Panno 1661. e laureato nella facoltà medica a Padova nel i683. Si dilettò egli di viaggiare, e dopo di aver percorsa quasi tutta l'Italia, visitò la Francia e la Spagna fermandosi tre anni a Madrid in qualità di medico dell' Ambascia- tor Veneto. Gli Entusiasmi medici , politici ed astro- nomici colà da lui pubblicati nel 1689. in lingua Spagnuola, e dedicati alla Regina Reggente di Spa- gna, gli produssero un considerevol regalo in gioje^ e l'onore di essere annoverato l'anno 1692. fra i medici dell' Imperator Lecpoldo ; restituitosi poi a Verona restò vittima di un apoplessia alli 14. di Feb- brajo dell'anno 1715. La succitata opera però quel- la non fu che maggior credito gli acquistasse; ma bensì quella intitolata // mondo disingannato dai falsi medici (2) stanq^ato un anno dopo la morte dell' Autore, e poscia tradotto in lingua Spagnuola e pub- blicato in Valenza nel 1729., indi trasportato in Francese e dato in luce a Leida nell'anno 1735. col titolo Preservati fs contre la Charlatanerie des faux medecins (3). In questo libro composto di cinque discorsi contengonsi al dire dell' Eloy cose buone , ma l'Autore vi si mostra un poco troppo Pirronista, è nemico del metodo ili Galeno, e adotta i principii della medicina moderna; sono però pregevoli i con- siglii che egli nel quarto discorso offre alla società per la conservazione della salute. (i) Tiraboschi BiM. Mod. T. V. pag. 9. Stor. della Letteratura Ital. T. Vili. p. aa3. Ediz. di Napoli 1784. (a) Niceron Mcmoires'pour servir a T Jiistoire des honimcs illustres T. IX. Paris 1729. pa;^. aOa. (3) Eloy Dictionnaire ec. T. II. pag. iiy. Sac. L I R R O II. iSl LXXX. In Ferrara nacque Tanno i663. adì 2.6. di La^?o^?*Giu- Ottobre Giuseppe Lanzoni figlio di un altro Giusep-''^PP^«*i^^^"^^" pe e di Margherita Serena persone assai civili : com- pito che ebbe il giovinetto con molto frutto il cor- so de' suoi studii filosofici e medici sotto i valenti Professori Gio. Battista Giustini , e Girolamo Nigri- soli , essendosi laureato acquistò gran credito nella pratica, e nel 1694. ottenne in Ferrara la Cattedra di Filosofia che con decoro sostenne e con erudizio- ne trattò. Versato poi siccome egli era profondamen- te nella cognizione dei Classici Greci e latini , a lui come a giudice ricorrevasi nelle questioni letterarie che in Italia ed anche fuori sorgevano. L'Accademia degli Intrepidi della sua patria a lui andò debitrice del lustro al quale pervenne allor quando il Lanzo- ni ne fu Segretario , né questa sola , ma altre simi- li Istituzioni lo aggregarono ai loro cooperatori, e fra queste contasi V Accademia dei Curiosi della Natii- • ra in Germania. Estesa corrispondenza egli ebbe con gli uomini dotti del suo tempo e specialmente col Mangeti , con lo Skrokio , con il Redi , il Vallisnie- ri, il Muratori, il Malpighi e con Apostolo Zeno . Alla Cattedra di Filosofia quella vi si aggiunse nel 1727. di Fisica, ma potè per poco tempo occuparla, perchè malfermo già di salute si accellerò con que- sta nuova fatica la morte, che per rottura di una postema il soffocò la prima notte di Febbrajo dell' anno 1780, (i). Inserì il Lanzoni non poche Memo- rie fra quelle della sunnominata Accademia dei Cu- riosi della Natura , ma vien tacciato dall' Eloy (2) di qualche trascuratezza ne' suoi lavori, i quali risguar- dano la Storia naturale, la Medicina, la Fisica e la (i) Barotti Lorenzo Mem. storiche dei Letterati Ferraresi Ediz. II. Ferrara lygS. T. II. pag. 296. (2) Dictionn. ec. T. III. pag. si . iSi Storia della Letteratura Ital. Filologia. Tutte le sue opere qua e là in diversi tem- pi date in luce si ristamparono raccolte in tre vo- lumi in 4.^ a Losanna nel 1738. con l' aggiunta de- gli scritti inediti che non eran pochi ^ e della vita dell' Antor nostro che ehhe Fonore di una Orazione funehre recitata da Gian Andrea Barotti. Scrisse ma con poco buon esito sulla circolazione del sangue e sul metodo delli ajuti da prestarsi nella cura dei mali, il Medico Cremonese Omohono Pisoni Profes- sore di medicina per anni 5o. in Padova dove morì nel 1 74B. , e fu così esatto nel suo impiego che non tralasciò in così lungo tempo una sola lezione (i). Archiatro e Consigliere del Re di Torino venne no_ minato Pietro Paolo Richa nato in quella Città Fan- no i665., il quale per viepjìiù istruirsi portossi a vi- sitar r Inghilterra e l'Olanda, dove ascoltò l'illustre Boerhaave , e ritornato alla Patria , nel risorgimen- to tlelle ptil)])liche scuole fece un corso di Anato- mia. Il sistema dei vermicelli pestdenziali da lui so- stenuto trovò un contradditore nel Medico Milanese Bartolommeo Curzio , alle ragioni del quale cambiò il Richa di parere, perchè da una sua lettera da To- rino nel 1723. diretta al Vallisnicri si rileva che egli si ritrattò (3). Lxxxr. LXXXI. La storia medica Milanese trovò un illu- lommeo fi ali lustratore in Bartolommeo Corte Nolùle di quella Cit- tà nato nel t666., il quale si dedicò à questa pro- fessione da Ini esercitata in patria con sommo van- (i) Zaccaria Stor. Lnller. d'Italia T. I. Lih. III. p.ig. 3oi). Ediz. se- conda. Eloy. Diciion. ec. T. III. pag. 672. SyS. (2) Dizion. degli yom. ili. T. XVII. p.ig. 38. L'Eloy nel T. IV. del suo dizion. medico atlriluiisce a Carlo Ridia figlio ciò che il Dizion. de- gli Uom. ili. dice del Padre ; ma essendo vissuto questi contemporaneo di Boerliaave par più ragionevole clic di Ini e non di Carlo suo figlio debLasi qui intendere. L I B R o II. i83 taggio de' suoi concittadini sino alla più tarda età; insigne fu la sua pietà e generosa la sua carità vei- so' ipoveri che assisteva gratuitamente nello spedale di S. Giovanni di Dio ed altrove. Dotto medico na- turalista e Filosofo raccolse egli tutte le notizie ris- guardanti gli scrittori medici Milanesi , e ne compo- se un' opera a parte che faceva come un ramo di quella del Padre Gio. Paolo Mazzucchelli intitolata Teatro degli eruditi Milanesi. Il Corte cessò di vi- vere nell' anno 1738. il giorno 17. di Gennajo, lasciando erede del suo patrimonio il Convento di S. Maria in Ara Coeli, e la scelta sua Biblioteca in gran parte al Collegio dei Gesuiti in Brera. Oltre l'opera suddetta, ne pubblicò altre molte applaudi- te, l' elenco delle quali veder si può presso f Arge- lati (i), e che versano per lo più intorno all' ani- mazione del feto e sulli effluvii pestilenziali. Il Pa- dre Caraffa ci ha lasciato copiose notizie del valen- te medico Perugino Alessandro Pascoli (2) lettore di Filosofia nella patria Università. Passato indi a Fi- renze si applicò nello spedale di S. Maria Nuova ad esaminare specialmente le malattie prodotte dalle passioni umane , e compiuti li suoi studii ottenne in Roma una Cattedra di medicina e di anatomia in queir archiginnasio , e in appresso Clemente XI. lo nominò ancora Protomedico Pontificio. Finì egli la sua mortale carriera in quella Città giunto agli an- ni 88. nel 1757. ed ebbe sepoltura nella Chiesa de' PP. Teatini a Montecavallo. Illustrò il Pascoli van- taggiosamente con varie opere la medicina pratica, e ci lasciò anche un corso di anatomia raccogliendo dai più famosi anatomisti le necessarie notizie senza (i) Biblioth. Scriptorum Mediolan. T. I. part. II. paff. 629. (a) Gymnasium Romanum T. II. p. 377. i84 Storia della Letteratura Ital. aggiungervi gran cosa del proprio (i). Si riunirono poi tutte queste produzioni del Pascoli e si stampa- rono a Venezia dal 1741- al 1757. (2). La chirur- gia, e r applicazione dei rimedii usati nelle farmacie diedero argomento di alcuni scritti al medico Fulvio Glierli Modenese morto nel 1735.; le sue osservazio- ni chirurgiche poi fondate sulla dottrina del Magati vennero criticate dal Sancassani nel suo vero Magati redivivo (3). Quantunque queste produzioni al pre- sente appena si conoscano dai nostri Chirurghi, pu- re considerando i tempi in cui vissero i loro Auto- ri , meritano essi la particolar nostra stima , perchè colle loro fatiche ci aprirono la strada a luminose scoperte e al miglioramento delFarte cliirurgica. Sotto il nome del Dottor Gio. Girolamo Sbaraglia pubblicò una dissertazione De vivipara geiieratione ed alcune lettere sparse in diverse raccolte Pio Nicola Garelli Bolognese laureatosi a Vienna nel 1696. e nominato nel 17 12. protomedico dell' Imperatore Leopoldo L il quale poscia lo creò nel 17^3. suo primo Bibliote- cario, carica da lui conservata sino alla morte. Viag- giando egli coli' Arciduca Carlo sul cominciar del secolo passato, ebbe la sorte di guarire da una peri- colosa malattia il Re di Portogallo^ il quale lo rimu- nerò con somma generosità regalandogli V egregia somma di 3oooo. Fiorini e decorandolo delF Ordine di Cristo. L'Accademia dei Curiosi delLa natura in Germania noverò fra suoi socii il Garelli, che erasi formata una ricca e copiosa biblioteca da lui lascia- ta all' unico suo figlio ad eccezione però di 1932. volumi scelti che mancavano alla Biblioteca Imperia- (i) Eloy Dictiniin. hlst. T. IIL pa{,r. 486. (a) Dizion. <]Lgli Uom, ili. T. XIV. p. 178. (3) Tiraboschi Bibliot. Mod. T. IL pag. 392. Libro II. i85 le alla quale previo P assenso di S. Maestà egli li re- galò (i). LXXXII. Uniremo qui insieme alcuni medici Bo- lxxxii. lognesi 5 i quali chi più chi meno si distinsero nel- ||f,"p''"e^d"X la loro professione, e nello illustrare la scienza. Uno tri medici BoIo- dei più antichi e dei più diligenti Accademici del- l'Istituto, fin da quando appellatasi Accademia de- gli Inquieti:, fu il Dottor Gio. Antonio Stancari na- to l'anno 1670. e morto Lettore emerito nel 1748. (2,). Sostenne egli più volte nel teatro della Univer- sità Bolognese la pubblica Notomia con plauso non ordinario , e il Sig. Portai (3) riferisce con lode due dissertazioni dallo Stancari lette e stampate negli Atti dell'Istituto sulla opinione del Dottor Antonio Pacchioni intorno alla Dura meninge , come pure il Segretario Zanetti nei commentarii del Istituto stes- so cita altri lavori dello Stancari che gli procaccia- rono credito. Maggior fama ottenne l' opera dell' al- tro medico Bolognese Cesare Marescotti morto nel 1745. intitolata De variolis tractatus ; essa è la più interessante fra quelle da lui pubblicate , e di que- sta il Mangeti nella sua Biblioteca^ gli Atti di Lip- sia e il Giornale dei Letterati d' Italia parlarono con lode (4). Come lo Stancari ^ così il Marescotti ebbe una Cattedra nel pubblico studio , e insegnò la No- ' tomia con particolar profitto de' suoi discepoli. Pre- • siedette all' Istituto Matteo Bazza ni illustre medico ed anatomista nato in Bologna li 6. Aprile dell'an- no 1674. da Carlo e da Teresa Montebagnolì ambe- due di buona famiglia; allevato egli alle scuole de' (1) Biogr. univ. T. XXIII. pag. 209. (2) Fantuzzi T.YIII. pag. 39. (3) Histoire de 1' Anatomie T. V pag. 5o. e se| (4) Fantuzzi op. cit. T. V. pag. 247- r86 Storia della Letteratur Ital. Gesuiti passò ad applicarsi alle scienze sotto la direzione del cel. Canonico Lelio Trionfetti. Mentre il Bazzani lesse anatomia, eblje fiorentissima scuola e godè me- ritamente il credito di valente medico pratico^ con- giungendo poi a queste doti costumi aurei, e soda pietà ^ perloccliè se ne compianse universalmente la perdita accaduta nel 1749- il dì 39. di Dicembre. Occupatissimo egli nella scuola , nella presidenza dell'Istituto e nell' esercizio pratico della medici- na, non potè comporre opere, ed abbiamo alle stam- pe soltanto alcune sue dissertazioni di argomento medico e fisico , come pur varie Orazioni scritte in elegante latinità nel quale idioma era il Bazzani ver- satissimo (i). A Monsignor Leprotti medico del S. Pontefice Benedetto XIV. successe Monsignor Marc- Antonio Laurenti Bolognese figlio di Domenico Ma- ria e di Laura Alessandri^ dai quali venne in luce l'anno 1678., e mancò poi ai vivi nella decrepita età d'anni «)4- il ^^ ^^' ^i Giugno del 1772,. Resti- tuitosi egli a Bologna dopo la morte del sullodato Pontefice esercitò la professione di medico con esito felice, specialmente per la semplicità del suo me- todo di medicare e per aver promosso l'uso saluta- re della China-Cliina nelle gangrene. L' Istituto lo accolse ben presto fra li suoi membri, e insegnò l'anatomia e la cbimica, nella qiinle ultima facoltà ci lasciò 1' analisi delle acr[ue dei bagni della Por- retta, opera pregevole, e scoprì un fenomeno chimi- co , la precipitazione chimica cioè, del ranno del Lxxxiii. Fosforo Bolognese (2). e^Ciriiio^Dome- LXXXIH. Non la sola Bologna però potè in Italia '^'co- vantare medici illustri , ma le altre Città ancora, e (i) Faiiiii//i ()p. cii T. I. p. /^oo. (a) Faiitn/zi or. T. V. ji.-i^ 34. L I r, R o II. 197 fra queste Napoli produsse Uomini insigni in tal fa- coltà, e Niccolò Cirillo di Grumo villaggio poco da quella Capitale distante fu uno di questi soggetti. Nato egli nel 1671. ricevette la prima istruzione al- le scuole dei PP. Gesuiti , e dopo di aver con la di- rezione del Padre Niccolò Partenio Giannetasio co- nosciute le Matematiche, fece il corso della Clinica in Napoli assistendo alle lezioni del valente ed eru- dito Professore Luca Tozzi ^ e contemporaneamente Gregoi'io Messere lo istruì nelle Greche lettere; al- lor quando poi il Tozzi venne chiamato a Roma per curare il Sommo Pontefice Innocenzo Vili., gli si so- stituì nella Cattedra il Cirillo, sebbene a ciò ostas- sero le leggi di quella Università, nella quale poi coprì egli nell'anno 1705. la Cattedra di Fisica con numeroso concorso, e cou profitto grande de' scuo- lari che si recavano ad udire le sue lezioni. Fra gli studii suoi prediletti coltivò specialmente la Botani- ca a que' tempi poco conosciuta , ed ai progi'essi della quale egli contribuì istruendo un suo nipote che fece girare a raccogliere erbe e piante pe' con- torni di Napoli, poiché le sue occupazioni non gli permettevano di ciò fare. Formò inoltre il Cirillo nella propria casa un orto botanico assai più ricco di quello di Mario Schipani, che contasi per il pri- mo che introducesse in Napoli un così utile ritro- vamento. Ottenne in appresso 1' anno 17 17. il Pro- fessor Cirillo la Cattedra primaria di medicina nel- la Università di quella vasta Metropoli, e il Sovrano di Piemonte Vittorio Amedeo lo aveva richiesto per suo medico , invito che il Cirillo non accettò. Ab- biamo di lui un critico e dotto commento dell' ope- ra medica dell' Etmullero , la quale poi essendo sta- ta dal figlio difesa, dovette il nostro Napoletano scri- vere come fece , la propria apologia che venne tra- i88 Storia della Letteratura Ital. dotta in Francese e pubblicata nel Tomo Vili. De la Bihiiotheque Itaìique. La sua lama si estese Ol- tremonti . e la Real Società di Londra , a cui fu ascritto, lo incaricò di stendere le Effemeridi me- teorologiche del Cielo di Napoli (t), e di scrivere suU' uso dell' acqua fredda nelle febbri, al che egli egre- giamente soddisfece , e le sue dissertazioni sopra cpie- sto argomento trovansi inserite nei Volumi XXXVI. e XXXVIII. di quella rispettabile Società. La sua morte accaduta nel 1734. cagionò un compianto u- nivcrsale, perchè in lui mancò un valente medico non solo ma un buon poeta , come ne fanno fe- de le sue composizioni Greche, Italiane e latine, ed un eccellente Scrittore Italiano, come apparisce da' suoi Consulti stampati nel 1788. a Napoli (2). Seb- bene assai posteriore di età, tuttavia non disgiunge- remo da Niccolò Cirillo l'altro dello stesso cogno- me cioè Domenico Cirillo suo pronipote che lo su- però in fama e in cognizioni scientifiche. Nello stesso villaggio di Grumo sortì Domenico i natali alli 10. di Aprile dell'anno 1739. da Innocenzo e da Caterina Capasso ambedue Nipoti del summen- tovato Niccolò. Sante Cirillo suo zio naturalista si incaricò della educazione di Domenico in Napoli, ed instillò in lui V amore della Botanica al che corris- pose il nostro giovane , apprendendo ra[)idamente il sistema di Tournefort , e facendo tali progressi, che nel 1760. ebbe il coraggio di concorrere alla Catte- (i) Presso il suo pronipote di cui parleremo tra poco, conservavasi il carteggio autografo del Newton con Niccolò Cirillo, e tra le lettere clie lo componevano , eravene una clie conteneva il calcolo della quantità d' acqua caduta in un anno nella Città di Napoli^ calcolo fondato sulle notizie somministrate all' Inglese Filosofo dal Cirillo il quale aveva in propria ca- sa fatto costruire un hen condizionato serhatojo dove raccoglieva la piog- gia ec. (2) Biografia degli Uom. ili. dol Regno di Napoli T. III. i8if). Napoli. Libro II. 189 (Ira di detta scienza _, ed ottenutala a pieni, suffragii cominciò ben presto a distinenersi, e a lui devesi la diffusione nel Regno di Napoli della cognizio- ne del sistema Linneano , die con sommo frutto de' suoi discepoli egli insegnò nella sua scuola. Ar- ricchì inoltre V orto suo particolare da suo pro- zio fondato, e a questo oggetto fece nel l'jà/^. un viaggio per la Sicilia , dove raccolse molte pian- te al suolo di Napoli straniere , viaggio da lui re- plicato due anni appresso in compagnia dell' Ingle- se naturalista Simons. Ma per estendere il Cirillo le sue cognizioni come desiderava, visitò nel 1769. e negli anni successivi la Francia e l'Inghilterra, dove conoLhe molti Dotti, e specialmente Franklin a Parigi, e Prinkle a Londra ; ivi assistette alle le- zioni anatomiche dell' immortale Hunter , e la Real Società lo ammise fra li suoi Socii corrispondenti ; scrisse egli allora le sue osservazioni intorno alla lue venerea, che gli procacciarono credito non ordina- rio , e furono tradotte nelle lingue Francese , Ingle- se , Tedesca e Russa. Allorché ritornò da' suoi viag- gi, cominciò ad e sercitare in Napoli la medicina pra- tica , e può il Cirillo chiamarsi a ragione il ristau- ratore di questo così importante ramo della scienza, laonde vi fu uno straordinario concorso di giovani che domandavano di essere da lui ammaestrati, al- lorché gli venne affidata la Cattedra di Fisiologia nello spedale degli incurabili nel quale esercitò in appresso la carica di medico ordinario. Oltre la e- stensione di cognizioni e di lumi tolti dalle altre scienze^ e da lui a dovizia e con ordine introdot- ti nelle sue lezioni fisiologiche, diede egli il primo in quello spedale lezioni di Ostetricia , che per Io addietro affidavansi ad una donna d' ordinario igna- ra dei primi elementi di Anatomia. ipo Storia della Letteratura Ital. sl'pro.^JIòuo LXXXIV. Il Sig. Domenico Martuscelli biogra- ic notizie di Do- fo ^q\ noitvo iTiedico Cirillo (i) ci racconta di lui menico Cirillo. _ ^ ' un curioso anecdoto, al (fuale però i miei Lettori presteranno quella fede che merita , ma die io per lo stretto rapporto che ha con la fama del Cirillo, non ho creduto di dover ommettere. Il Medico Ci- nese Hivi-Kiou, così ci fa sapere il Martuscelli, pro- digiosissimo nella Sfigmicay ossia scienza dei polsi, dopo il ritorno del Cirillo a Napoli , andò colà, ma difficile siccome egli era nel dar udienza , al che non prestavasi se non d' ordine del Superiore dei Religiosi Cinesi ivi stabiliti , pochissimi erano quel- li che consultar lo potevano ; fra questi fortunati riuscì ad una Dama di esservi condotta accompagnata dal Cirillo , il quale restò sorpreso all' udire che il medico Cinese , toccato attentamente che ebbe il polso dell' inferma , indovinò minutamente gli inco- modi dai quali essa era travagliata, e crebbe in Ci- rillo la meraviglia, alloppiando fattosi sentire dal medico Cinese il proprio polso, questi indovinò che nella sua puerizia era l'Italiano stato soggetto ad alcu- ni dolori cardiaci, dei quali appena questi risovveni- vasi. Dopo questa prima visita ebbe il nostro medi- co frequenti conferenze con Hivi-Kiou, finché dimo- rò in Napoli , e trasse profitto singolare dalla Sfig- mica che di proposito cominciò ad approfondire, ed a professare. Dando noi il suo giusto valore a que- sta relazione, crediamo potersi concludere che il Ci- rillo avrà bensì approfittato delle cognizioni e dei lumi del medico Cinese , ma avrà entro i suoi giu- sti limiti fissata la confidenza da aversi nelle pre- dizioni di quel forestiere, e sommo Clinico quale egli fu , non avrà nell' esercizio pratico azzardato (l) Biografia degli Uoin. ili. «lei Regno A'\ Napoli T. IL ivi \Zl.\. Libro II. 191 per V ordinario pronostici fondati sul solo indizio dei polsi 5 ma avrà diligentemente esaminato tutti i sintomi che accompagnano le infermità, prima di determinarsi sul metodo della cura; e tanto più sup- por si deve che tal fosse il contegno di questo me- dico, in quanto che il suo biografo ci fa sapere che egli usava di tenere un esatto diario delle malattie da lui nello spedale curate , diario che con danno della Terapeutica andò poi smarrito. Intrinseca ami- cizia egli ebbe con l'altro celebre medico Domenico Cotugno, di cui io parlai, e il Conte di Firmian gli do- mandò ambedue per l'Università di Pavia; ma conten- ti essi del credito già acquistato in Patria non la vol- lero abbandonare. Allorché poi si rese vacante nella R. Università di Napoli la Cattedra di medicina prati- ca, il Dottor Cirillo concorse alla medesima e l'ot- tenne a pieni voti (i); ne si può con parole espri- mere qual grido si acquistasse nell' insegnare, così che da tutte le parti d' Italia accorrevano a Napo- li i giovani per udire ed approfittare delle ammira- bili sue lezioni , nelle quali alla profondità ed esten- sione delle mediche dottrine univa una singolare amenità di discorso, una dolcezza ed una facondia che rapiva, cosicché ebbe egli in questa facoltà po- chi pari. Congiunse poi questo medico all' insegna- mento teorico una pratica estesa al segno, che non gli bastava il tempo }»er questo oggetto, e concorre- va gran numero di forestieri a Napoli per farsi da lui medicare; e fra questi contasi di un Signore andato colà fino da Boston per esser curato di una malattia da tutti creduta insanabile. Splendidamente protesse (i) Il M«ì4ttro Marchese del Marco a viva forza j.rocnrò di distoglier- lo da questo concorso , perchè vedeva che ne soffrivano assai le Cattedre attualmente da lui ctiptrte. 192 Storia della Letteratura Ital. il Cirillo le scienze naturali, e incoraggiò special- mente i giovani allo studio della Botanica, mandan- doli a sue spese in varie parti del Regno a racco- gliere erbe, piante , ed insetti per il suo museo. As- canius, Murray ed il Linneo loro maestro mantene- vano con il nostro medico corrispondenza , e l' ulti- mo di questi classificò un nuovo genere di piante , le quali in onor del Medico Italiano denominò Ci- rillia. Ma un uomo così famoso per dottrina , che ci lasciò diverse opere insigni di medicina e di storia naturale e in modo particolare di Botanica (i), e che può a buon dritto riputarsi uno dei primi me- dici Europei, si lasciò pur troppo strascinare dal tur- bine della rivoluzione nel 1799. e ne fu miserabil- mente la vittima. lxxxv. LXXXV. L'Heistero rammenta con lode somma manicò! Bianchi una disscrtazionc di Domenico Mistichelli di Fermo Gio. Battista ed j^Qj,^^ ncl 171 5. ìu cuì preteudcsi di provare che i altri medici. ' ■• '- Fluidi nervei siano lavorati nella, pia madre e non nel cervello. Scrisse ancora il Mistichelli un pieno trattato sulla apoplessia stampato nel 1709. in Ro- ma dove esercitò con onore la medicina, e siccome alcuni giornali d' Italia trovarono di che ridire so- pra alcuni punti delle sue teorie, così egli fece un' appendice a quest'opera per rispondere alle accen- nate critiche (2). Il Gran Duca Cosimo III. nominò nel 1 7 1 8. lettore di medicina nell'ospitale di S. Maria Nuova in Firenze il medico Lorenzo Gaetano Fabbri ivi nato nel 1680., discepolo di Lorenzo Bellini in Pisa. Sic- come egli coltivò poi ancora la buona letteratura con frutto , così venne ascritto a varie Accademie e (i) Il Catalogo di queste produzioni leggesi iu iiiie del citato articolo kiografico del Martuscelli ( Biografia ec. T. IL ). (2) Dizionario degli Uom. ili. T. XI. pag. 353. Libro II. 193 fra queste all' Arcadia di Roma , e ci lasciò non po- chi discorsi accademici inediti ; varie poi sono le dissertazioni sulla febbre , sulla peste , sui vajoli , e sopra altri argomenti medici da lui pubblicati con le stampe (i). Più distinte notizie daremo di Gio. Battista Bianchi Torinese , perchè li suoi meriti let- terari! lo richieggono , sebbene mi rincresce di do- ver ciò fare prevalendomi di Autori Francesi, perchè non ho trovato fra gli Italiani Biografi chi ce ne dia contezza (2). Da famiglia patrizia Torinese ma ori- ginaria di Milano sortì i natali Gio. Battista alli 12,. di Settembre dell' anno iò8i., e ricevette l'edu- cazione da suo zio materno Francesco Peghini alle cure del quale corrispose con tanto fervore , che pri- ma degli anni quindici sostenne pubbliche tesi sui punti più scabrosi della Filosofìa, due anni appres- so ricevette la laurea in medicina , e poco tem- po dopo venne a lui affidata la direzione degli ospi- tali di Torino. Egli ha il merito singolare di aver promosso in Piemonte l'importante studio dell'Ana- tomia , che insegnò con profìtto particolare de' suoi uditori, e il Re di Sardegna fecegli nel 171 5. edifi- care un comodo teatro anatomico, dove continuò le sue ostensioni. Ma non si limitò il nostro Professore a questa parte di insegnamento, e negli anni suc- cessivi ammaestrò la gioventù negli altri rami della medicina ed anche nella pratica di quest' arte . Ag- gregato air Istituto di Bologna fu colà chiamato nel lyac. per cuoprire la Cattedra di medicina teorica, ma il Re Vittorio Amedeo II. lo trattenne in Pie- monte, e gli conferì la Cattedra primaria di Notomia (i) Novelle letter. di Firenze an. 1762. T. XXIII. p. 267. (a) Nella Biografia chfi attualmente ( i8a4- ) si stampa 'ta. Francia e si ristampa tradotta a Venezia avvi l'Articolo di Gio. Battista Bianchi ma oltre modo ristretto. Tomo II. i3 194 Storia della. Letteratura Ital. nella Università Torinese da lui ristaurata , ed allo splendor della quale contribuì assai il Bianchi sino alla sua morte accaduta il dì 20. di Gennajo del- l'anno 1761. (i). Una delle opere per cui salì in fa- ma, fu quella intitolata Historia Epatica pubblicata in Torino nel 1710. e ristampata a Ginevra nel 17 16. con tavole e figure , alcune delle quali sono suffi- cientemente esatte le altre poi nò. Dopo di avere il Bianchi esaminato lo stato del fegato sano ed in- fermo, e dopo di aver suggeriti i rimedii, a suo giu- dizio , più opportuni per le malattie di questo vi- scere^ propone un suo particolar sistema sulle secre- zioni, ammette i vasi epatico-cistici, nega l'esisten- za della tunica glandulosa^ della vescicola di cui parlano alcuni Anatomisti, e col Mnlpiglii conviene nel riconoscere la struttura glandulosa di esso fe- gato. Quantunque questo lavoro del Dottor Bianchi somministrasse al Morgagni argomento di critica che in due lettere egli compilò , nelle quali scuopre al- cuni errori del nostro Autore , pure non scapitò il credito di quest'opera (a). La stessa sorte però non incontrò l'altra produzione del Bianchi sui condot- ti lacrimali, nella (juale produce un sistema suo par- ticolare sui vasi del nostro corpo , perchè la censu- ra fattane dal Morgagni riuscì assai migliore di det- ta opera. Volle ))ur questo Professor Torinese cimen- tarsi con rHaller,ein una lettera sulla insensibili- tà stampata a Torino nel 1755. attaccò la nota ir- ritabilità Halleriana , ma questi gli rispose per le ri- me 5 e con quella vivacità con cui lo aveva già cri- ticato il Morgagni (3). Scrisse inoltre il Bianchi sul (i) Elovj Diction. ;i;,'. 'V'»)- f fpf^g. (a^ Portai storia ArW anatomia T. IV. \iz>^. /\'<^j (3) Eloy loc. oit. Libro II. 195 mistero della generazione sostenendo 1' opinione dei germi preesistenti alla fecondazione, inserì alcune dissertazioni di argomenti medici ed anatomici nel teatro del Mangeti, e ne lasciò poi inedite molte al- tre citate nella Biblioteca degli Scrittori di medicina dallo stesso Mangeti compilata. Che che ne sia di queste diverse produzioni dell'Autor Torinese, egli è però certo al dir dell'Eloy succitato, che onor singolare procurarongli le cinquanta quattro tavole date in lu- ce a Torino nel 1757. nelle quali sono incise due- cento settanta figure di anatomia. Il pubblico deve al Bianchi poi tutta la riconoscenza per il buon gu- sto, per la scelta, e per le profonde cognizioni che incontransi in questo faticosissimo lavoro , nel quale trovansi osservazioni nuove ed istruttive, e vi si unis- cono i vantaggi dell' anatomia con quelli della me- dicina pratica. Le tavole sono disegnate con elegan- za e precisione , riescono chiare , e lavorate con sem- plicità, tal che si vede in esse la natura (i). LXXXVI. Sebbene lasciati non abbia molti monu- lxxxvi menti del suo sapere in medicina Jac opo Bartolommeo ^«c^^" Jacopo „ . .. -,. . , -,..., Bartolommeo. Beccari, tuttavia siccome egli riuscì uno dei principali ornamenti della sua patria Bologna , nella quale pro- mosse per ogni maniera gli studii delle scienze na- turali , così ommetter non debbo di estesamente fa- vellare di lui, che tanti diritti si acquistò con le sue letterarie fatiche alla riconoscenza dei posteri. Ro- meo Beccari ebbe da Flaminia Vittoria Maccarini sua sposa adì 2.5. di Luglio dell'anno 1682. questo figlio, che primeggiò fra i discepoli del celebre Canonico Lelio Trionfetti il quale lo istruì nella Fisica, men- tre dall' illustre Morgagni diretto conobbe la Bota- (i) Eloy Ice. cit. 196 Storia della Letteratura Ital. nica, e quantunque giovine il Beccari, venne am- messo air Accademia degli Inquieti, che radunavasi in casa del Dottor Jacopo Sandri suo maestro. In es- sa recitò ben presto il giovinetto due dissertazioni 1' una sul fuoco, sulla materia elettrica l'altra; e quando sotto il principato del Morgagni si riformò questa Società scientifica, il Bencari allora già laurea- to in medicina fece parte dei dodici Accademici or- dinari! nella classe di storia naturale , obbligo dei quali era di leggere ogni anno tre dissertazioni. Bo- logna va , può dirsi , a lui debitrice della forma- zione del teatro fisico , dopo che egli ottenne la Cattedra di questa facoltà nell'Istituto di recente fondato; e nel sodisfare a questa incombenza si di- stinse assai , avendo già fin dal 1 709. cominciato a conoscere la via migliore per istruir con frutto la gioventù, il che egli faceva insegnando nella pro- pria casa il corso della intiera Filosofia. Quantunque a questa specialmente si dedicasse il Beccari, tutta- via sostenne ancora la pubblica Notomia , dopo di che cambiò nel 1712. la Cattedra di Fisica in quel- la di Medicina accudendo contemporaneamente al pratico esercizio della medesima, e tal credito si ac- quistò nelle scienze naturali, che Fanno 1724* ^h- be la Presidenza dell'Istituto, e nel 1728. la Rea- le Società di Londra lo ascrisse fra li suoi collabo- ratori avendo già })rima egli aperto commercio let- terario coi dotti Inglesi. La vastità delle sue cogni- zioni fece sì , che gli venisse aggiunta alla Catte- dra di Medicina quella di Chimica , allorché nell' anno 1734- si terminò per opera sua il laboratorio, nel quale cominciò e proseguì a dare un corso re- golare di Chimica preferendo sempre quelle cogni- zioni che j)iù utili ei giudicava alla pratica della Medicina. Chiamato nel itoIÌ. all'Università di Pa- L I B R O IL 197 dova non accettò l'invito, perlocchè il Senato Bo- lognese grato all' amor patrio dimostrato in questa circostanza dal Beccari,gli assegnò un ragguardevo- le aumento di lettura ; e il Pontefice Clemente XIII. intender gli fece per lettera di Segreteria di Stato esser sua volontà , che non si partisse dal suo servi- gio nella Università e nelF Istituto. Un testimonio ben chiaro della stima di cui godeva questo illustre soggetto ricevette egli dal Pontefi- ce Benedetto XIV. , poiché lo annoverò fra gli Ac- cademici Benedettini da lui istituiti , e lo incaricò di varie commissioni onorifiche. Quantunque giubi- lato dalla Cattedra il Beccari per aver compito gli anni quaranta di lettura , continuò a tener scuola fio- rente in casa propria, e ad insegnar la Chimica, co- me pure ebbe l'onore di presiedere nel 1750. al- l'Istituto. Allorché poi venne a morte nel 1766. la notte del 18. al 19. di Gennajo, il suo testamento dimostrò quanto vivamente amasse la sua patria , e quanto gli stessero a cuore le scienze, poiché lasciò l' Istituto Bolognese erede de' suoi libri e di non pochi oggetti di Fisica e di belle arti. Li suoi disce- poli che tanto lo amarono in vita, diedergli una so- lenne prova del dispiacere che sentirono di perder- lo, e congiuntamente ad alcuni di lui amici fecer- gli celebrare alli 17. di Giugno dell' anno stesso magnifici funerali con l'Orazion funebre poscia stam- pata del Segretario maggiore Filippo Scarselli. Este- sa corrispondenza letteraria mantenne il Dottor Bec- cari cogli uomini dotti del suo tempo tanto Italia- ni che d' Oltremonte j le varie sue opere versaro- no intorno alla Fisica ed alla Medicina, nella qua- le ultima facoltà lasciò molti consulti manoscrit- ti, ed altre dissertazioni che meriterebbero la lu- ce; fra queste sarebl)e a desiderarci che si pub- 198 Storia della Letteratura Itat- blicasse il suo corso di osservazioni meteorologiche cominciato nel 17^0., e condotto fin al giorno della sua morte, e così per uno spazio di anni 46. ; i com- mentarii dell' Istituto di Bologna contengono alcune delle cose edite del Beccari, altre poi sono stampa- te a parte. Il Gh. Padre Beccaria gli diresse le sue lettere sulla elettricità, e così praticarono altri let- terati a lui indirizzando le scientifiche loro produ- zioni (i). Lxxxvir. LXXXVII. Contemporaneo al Beccari , perchè nato fiftS"' ^'*'' nell'anno stesso i68a. adì aS. di Fehbrajo , visse l'im- mortale Gio. Battista Morgagni Forlivese, uno dei pri- mi luminari della medicina nel secolo XVIII. Maria Tornielli moglie di Fabrizio Morgagni lo diede in detto giorno al mondo , e avendo egli perduto in te- nera età il padre , dovette alla madre la sua educa- zione (2). Un gravissimo pericolo egli campò d'anni sette, essendo caduto in un profondo canale che passava sotto una Volta; da questo precipizio fìi qua- si miracolosamente salvato da un uomo che passan- do a caso da quel luogo , non vide cadere il fan- ciullo, ma avendo sentito qualche rumore soltanto, parve che una voce interna gli dicesse di rivolgersi indietro, come fece, e il trasse fuori dell'acqua. Die- de il Morgagni fin da giovanetto grande espettativa di se imparando bene le lingue, e acquistando eru- dizione copiosa, per cui oltremodo graditi erano i suoi discorsi ; ed avendo un Gesuita nel proporgli non so quale argomento, fatto un distico in sua lo- de^ egli prontamente rispose con altro distico e po- scia sviluppò V argomento. Dopo il pubblico esperi- (i) Fantuzzi Scrittori ecc. T. II. p. 3o. Egli ci avvita che ha tratto questo articolo dal Mazzucchelli. (a) Falilironi Vitae re. T. XII. pag. 7. Da questo Autore si è rac- colto quanto risguarda il Morgagni. L I D R O II. 199 mento dato di se stesso in cui accadde questo anec- doto, passò il nostro giovane a Bologna in età d'an- ni 17. per applicarsi alla medicina, nella quale eb- be la sorte di essere istruito dal Malpiglii, dal San- dri , dair Albertini e dal Valsalva . Compiti li suoi studii, sebbene travagliato da una dolorosa e perti- nace oftalmia, diede nell'anno 1701. una pubblica difesa fidato alla prodigiosa sua memoria, ed otte- nuta la laurea ritornò alla Patria, di dove presto ri- vide Bologna, e cominciò a distinguersi coadiuvan- do efficacemente il Professor Valsalva nella pubbli- cazione dell' opera De Aure fiumana fatta 1' anno 1704- ed assistendolo nella dissezione dei cadaveri per la scuola anatomica. Ma oltre la medicina si applicò il Morgagni e con frutto alle altre scienze ed alla letteratura , scrivendo egli elegantemente sì nella lingua Italiana che nella latina , perlocchè godeva la stima di tutti li più egregi Professori ai quali caro lo rendeva poi anche 1' amabilità de' suoi costumi ; e di tale stima ne ebbe un insigne testi- monio allorché venne eletto di 2.2. anni non com- piti Principe dell' Accademia Bolognese degli Inquie- ti alla quale cinque anni prima era stato ascritto. Sommo vantaggio riportarono le scienze tosto che egli ottenne la suddetta Presidenza , perchè gli riuscì di persuadere li suoi Colleglli ad abbandonar le dispu- te inutili per occuparsi nell' osservar la natura , e battere così la nuova via di filosofare . Un saggio frattanto delle sue osservazioni anatomiche egli les- se l'anno dopo in questa Accademia, e a persuasio- ne degli amici lo pubblicò l'anno 1706. col titolo Adversaria anatomica prima dedicati al Principe del- l' Accademia in allora Eustachio Manfredi . Dividesi quest' opera in tre sezioni , la prima delle quali con- tiene tutte le parti nuove da lui vedute e descritte 2 00 Storia della Letteratura Ital. nella fabbrica del corpo umano. Nella seconda an- novera le cose già osservate dagli Anatomisti più ris- pettabili dei tempi addietro, e che eransi per la loro antichità dimenticate, nel che fare mentre dimostrò quanto conoscesse i vecchii Scrittori , la lode pur anche si acquistò di moderato e giusto nel non es- sersi attribuita alcuna delle scoperte fatte dagli an- tichi nelle materie anatomiche; la terza sezione poi è consacrata dal suo Autore ad esaminar alcune con- troversie anatomiche fra grand''uomini agitatesi, per sciogliere o compor le quali produsse le osservazio- ni da lui istituite sui cadaveri ed espose sopra ognu- na di esse il proprio parere (i). Continuazione LXXXVIII. Compito iu Bologna con tanto plauso dlli* Morgui' ^^ corso de' suoi studii passò il Morgagni per qual- che tempo a Padova ed a Venezia, dove conobbe li più distinti Professori dell' arte sua, e si occupò nel- la dissezione di molti pesci , nello studio della Chi- mica e della Farmaceutica, e nell'acquisto di otti- mi libri, indi trenta mesi dopo ritornò alla patria, e cominciò con gran credito l'esercizio della medi- cina pratica; ma presentatasegli l'occasione di andar Professore di detta facoltà teorica nelF Università di Padova invece del defunto Guglielmini, 1' abbracciò ben volontieri, anche perchè faticava troppo nelP esercizio pratico, e l'anno 171 1. il Senato Veneto lo nominò Professore ad onestissime condizioni nel suddetto Archiginnasio. In questo l'anno appresso alli 17. di Marzo ascese la prima volta la Cattedra recitando un' Orazione latina , in cui dipinse il ve- (i) Quest' opera sola non molto volmninosa ma proCornla Iia jfprelilie al dir (li Falìbroni , per render immortale il Morgagni. L I B R o II. aoi ro medico e adombrò alcune delle istituzioni medi- che che aveva già concepito . Frattanto avendo il Dottor Gio. Battista Bianchi di cui più sopra si dis- se^ fatte alcune osservazioni critiche all'opera del Morgagni riportate dal Mangeti nel suo Teatro a- natomico , videsi quegli costretto , benché contro sua voglia , perchè di carattere pacifico , a rispon- dere a' suoi avversarii. E lo fece in modo che pre- se le parti di pungente accusatore , rilevando e correggendo moltissimi errori che deturpavano gli scritti inseriti nel suddetto teatro anatomico , e specialmente quelli del Verejeno e del Bianchi, tal che rendonsi necessarie le risposte del Morgagni a chi possiede 1' opera del Mangeti per correggere gli errori suddetti. Ma veduti che ebbe il Bianchi li secondi e terzi Adversarla anatomica ^ così sono intitolate le risposte del Morgagni , fece egli sen- no j gli spiacque d' aver offeso quest' ultimo e si scusò con lettere , che furono gradite al nostro Profes- sore il quale nelli successivi fascicoli delle sue co- se anatomiche gli diede contrassegni di pace. Il Lan- cisi procurò ancora che si riconciliasse col Mange- ti, e questi erasi già disposto a farlo confessando al Lancisi „ che aveva inserito le cose del Bianchi nel- „ la sua Biblioteca senza ben ponderarle, e che do- 5, pò la stampa avevavi diverse cose riscontrato le „ quali sembravano veramente troppo aspre „ ; ma lo punsero così al vivo le espressioni dal Morgagni usate nei susseguenti volumi delle sue miscellanee di anatomia, che di nuovo scrisse in modo da allon- tanare qualunque riconciliazione; i lamenti però che sentì egli insorgere per parte di molti che il ripren- devano di aver offeso un tant' uomo come era il Morgagni, e il timore che questi più aspramente scri- vesse contro di lui , lo determinarono a procurar- 20 2 Storia della Letteratura Ital. sene di nuovo 1' amicizia , come seguì di fatto per la reciproca interposizione di alcuni amici comuni. Il Dottor Gio. Battista Bianchi però alcuni anni do- po eccitò a nuova guerra il Morgagni , quantunque promesso avesse al Lancisi di non suscitar più bri- ghe , e quantunque dal Morgagni beneficato; questi perciò più severamente vendicossi in due assai lun- ghe lettere che fanno parte delle suddette miscella- nee , de quibus epistolis dictum fiat niliil defendere quod non evidenter probent , nihil oppugnare , quod non piane evertant ( così Fabbroni nella citata vita). I medici Oltramontani , e fra questi l' Hallero , il Boerhaave, 1' Heistero , il Winslow e non pochi altri lodarono a cielo quest'opera del Morgagni, dalla quale ricavarono copiose notizie che servirono ad arrichire i loro scritti. lxxxix. LXXXIX. Nell'anno 1715. venne il Morgagni no- zioni sc:entifieì!é miuato protcttorc degli scolari Tedeschi che studia- MorglcnT" '"""^vano in Padova^ ed a questi egli persuase di pro- curarsi come fecero , una Biblioteca a parte dove si riunissero a trattare dei loro studii, nell'ingresso della quale fu collocata una iscrizione storica in cui onorevolmente ricordossi il nostro Professore. A lui frattanto in quell' anno stesso affidossi la Cattedra di Anatomia , e quantunque da primo resistesse al- quanto la sua modestia, pure si determinò di accet- tare questa incombenza^ nell' eseguir la quale cor- rispose anzi superò l'espettazione del Senato Vene- to, il quale in testimonio del suo aggradimento gli auiaentò varie volte 1' onorario portandolo in fine con esempio unico alli 2200. zecchini; con tali ap- plausi poi salì il Morgagni la nuova Cattedra^ che essendosene sparsa la fama, il Pontefice Clemente XL gran Protettore delle scienze seco si congratulò per la celebrità di questo giorno. Introdusse questo Pro- Libro II. aoS fessore nella scuola di anatomia un nuovo metodo sintetico in principio, poscia analitico di spiegare^ ed ammaestrava con tale chiarezza, eleganza e varie- tà, che oltre gli scolari concorrevano ad udirlo mol- ti uomini provetti specialmente per erudirsi come sempre facevano. Istruì egli l' incisore Gio. Batti- sta Volpi in modo che nessuno lo superava, e con- trassero amendue nella sezione di un cadavere tal malattia, che il Morgagni non ne risanò se non do- po varii anni, e in questo tempo appunto compose la sopracitata sua pregevole opera. Conobbe egli a fondo la Filologia , come lo dimostrano li suoi scrit- ti in tal genere di studii , e specialmente la disputa avuta col Lancisi sulla qualità della morte di Cleo- patra, e le lettere sopra Aulo Cornelio Celso e Se- reno Samonico premesse all'edizione dei medici an- tichi fatta nel 172,1. dal Volpi, nelle quali tutte spie- ga erudizione, dottrina e cognizione non ordinaria di lingua; gli stessi pregi riscontransi pure in altre lettere di vario argomento filologico molti anni ap- presso pubblicate , in una delle quali esamina l' opi- nione del Burmanno intorno al poema medico di Sa- monico da questo pubblicato l'anno lySi. a Leida fra i poeti minori. Altre operette non poche di Fi- lologia scrisse il Morgagni che da molti ricercato veniva del suo parere su tali materie, emendò alcu- ni passi di Columella, di Vegezio e degli altri Scrit- tori antichi d' Agraria, discusse alcune opinioni sul Consolato di Frontino , e trattò nelle lettere diret- te al Pluvenio ed al Poleni diversi argomenti ana- loghi. Quelle poi dette Emiliane, specialmente di- mostrano quanto egli amasse l'Antiquaria e quanto profondamente la conoscesse, poiché con esse illu- strò tutto ciò che riguarda i fiumi della Emilia ed i monumenti della sua Patria Forlì , in modo che o,o4 Storia della Letteratura Ital. poco lasciò a desiderare intorno alla storia di que luoghi. Coltivò pure la Biografia, e pubblicò la vita del celebre Domenico Guglielmini e del proprio pre- cettore il Valsalva;, le opere del quale furono da lui rischiarate , aggiungendo alla esatta vita di que- sto grande Anatomista ventidue lettere intorno alle produzioui dello stesso. Così fortemente poi amava egli la verità, che non lasciò alcuna volta di portare opinione diversa da quella del sullodato Valsalva , quando giudicò che questi avesse errato , e ciò fece con r avvertenza però sempre di addurre qualche scusa e probabile dell' errore del suo maestro. Giunto il Prof. Morgagni all' età di 80. anni si accinse a com- porre altr opera interessante che intitolò De sedibus et causis morhoruni per aiiatonien indagatis (i), nel- la quale con 1' ajuto delle osservazioni anatomiche del Valsalva e delle proprie spiegò in cinque libri questa importante materia così giovevole alla medi- cina pratica, opera che il Dottor Beccari chiamò am- plissiinum interioris medicele doctrinae tìiesaurum, e la quale ebbe tanto spaccio che in quattro anni tre volte si ristampò, e contribuì non poco a condurre i medici sulla vera strada di curare gli infermi. Tut- ti li più dotti Professori dell';irte salutare gli accor- davano il Principato nel regno anatomico , le Acca- demie di Londra, di Parigi _, Pietroburgo e Berlino e quella dei Curiosi della natura in Germania lo ascrissero fra i loro cooperatori, l'Italia tutta gareg- giò nell'onorario, e la sua patria si distinse col fargli erigere, mentre viveva, il busto in marmo con epi- grafe e col seguente distico. Hic est , ut perhibent doctorum corda virorum, Primus in humani corporis hisoria. (l) Le esorta/.ioni di un j^iovane che Fabbroni non nomina, iletermi- narono il Mor;:^agni a ffnesta nuova fatica. Libro li. 2,o5 Padova lo onorò e stimò sempre, e quantunque muiiiiicamente trattato dal Senato Veneto nello sti- pendio e tenuto in sommo pregio , non eccitò l' in- vidia degli altri Professori, che anzi tutti alla sua gloria applaudivano e lo secondavano. Né meno glorioso fu per lui, che l'Heistero, Giorgio Daniele Coschowitz, l'Hallero, e gli Italiani Pujati, Francesco Maria Zanetti e Gianverardo Zeviani gli dedicassero alcuni loro scritti. Li Dogi Veneti , V Imperator Car- lo VI., Emanuele III. Re di Sardegna, Giuseppe II. in allora Principe Ereditario, fecero a gara per dargli dimostrazioni di stima, e quest'ultimo essendo passa- to da Forlì lo ricevette ad udienza , e seco si tratten- ne più ore. Li Sommi Pontefici Clemente XI. e XIII., Benedetto XIV. gli esternarono in varie maniere la loro benevolenza, e quest' ultimo gli diede ampiamen- te a conoscere quanto riputava la sua dottrina nel- r opera De Beatlficatione Servonun Dei; Clemente XIII. poi fecegli scrivere una lettera, con la quale gli significava^ pergratum sibi fuisse inunus illius operurn, quihusque ei non tam vim doctrinae adini- rahilemy quani pietateni in Deum ceterasque virtutes gratulabatur . Amò la medicatura semplice e restituì r nso del salasso alla testa in certi casi, del che egli è lodato dall' Hoffmanno e da altri . Non sfuggì il Professor Morgagni la taccia di amar un poco trop- po le lodi ; beneficava volentieri senza interesse né si dimenticava i benefizii ricevuti^ peri occhè assistette nelle sue miserie quello che lo aveva da giovinetto salvato dalla morte , lo ajutò finché visse e lo pianse defunto. Quindici figli egli ebbe da Paola Vergeri No- bile Forlivese sua moglie^ e il maggiore gli premori Panno 1766., il che gli cagionò come era ben na- turale, sommo cordoglio, tanto più che questo gio- vane dava di se ottime speranze. Giunto il Morga- iio6 Storia della Letteratura Ital. gni all'età di anni 89. morì all'improvviso nel 1771. alli 5. di Dicembre alle ore cinque di notte e ven- ne, come aveva disposto, sepolto nella Chiesa di S. Massimo in Padova con questa sing^olare iscrizione Sepvlcrvm Morgagni . Anatomici . et svorvm . item GyMNASII . patavini . PROFESSORVM . SI . QVEM VNQVAM . HIG . CONDÌ . JVVERIT . ANNO 1771. Ecco come lo dipinge il Fabbroni. Fuit Morga- gnius statura magna et venusta figura^ hilari et lae- to vultu 5 fuhis capillis , oculis caeruleis, et ad sum- Tuam senectutem usus est sensibus et valetudine op- tima. Chi desiderasse di conoscere tutte le opere di questo illustre medico , può consultarne il ragionato catalogo datocene dall' Eloy (i) che ne parla con molta lode, e confessa che l'anatomia deve al Mor- gagni non poche scoperte, avendo egli portato dovun- que la fiaccola del vero , ed avendo sbandito gli errori dai falsi lumi per V addietro nella scienza intrusi . XG. XG. Ferdinando Antonio Ghedini Bolognese eser- Leprotti Monsi- .,, t> -t ti'i- ii gnor Antonio Ar-Cito la mcdicma cou grido, e diede in luce qualche rinatro Poi.titì- Qp^j-g^i^ mcdica, ma siccome in poesia lasciò i maggiori saggi del suo sapere , così mi riserbo a parlarne altro- ve^ e proseguendo qui la serie dei medici più rino- mati, annovereremo fra questi Monsignor Antonio Leprotti di Correggio, dove nacque nel i685. il di I. di Novembre di nobile famiglia tanto per parte del Padre Gian Francesco , quanto della madre Lu- dovica Mazzucchi. Ebbe questo giovane la sorte che il genitor suo secondasse il desiderio da lui esterna- togli di portarsi allo studio in Bologna dove il Val- salva e il Morgagni lo diressero nell'anatomia, ed ap- (i) Nel suo Dizionario medico all' articolo Morgagni. L B I K O II. 207 proffittò delle lezioni che in quella fiorente Univer- sità (lavano gli altri Professori , per modo che otten- ne nel 1707. la laurea filosofica e medica conferita- gli però in Modena. Conobbe egli anche le matema- tiche, e in esse istruì il Beccari di cui poco sopra si è parlato , ed ajutò lo Stancar! nelle osservazioni astronomiche 5 cosa che torna a molto di lui onore, perchè ci appalesa V estensione de' suoi talenti e la premura che nutrì di istruirsi in varie scienze. Per primo frutto delle sue letterarie fatiche ci diede il Leprotti alcune osservazioni dirette a conoscere la prima origine della linfa, se sorta cioè dagli inte- stini o dalle loro glandule ^ problema proposto an- che dall' Accademia di Parigi. A questo oggetto istituì il Leprotti in compagnia del Pistorini e del Galeaz- zi gli opportuni sperimenti sopra un cane, e riuscì a conoscere che le glandule non hanno nel mo- vimento di detto fluido uso alcuno ; questi primi saggi delle sue cognizioni gli procurarono 1' amicizia dei dotti Bolognesi , e al dir dell' esimio Francesco Maria Zanotti (i), non si fecero in appresso a Bolo- gna esperienze ed osservazioni alle quali non avesse parte il Leprotti. Protetto egli dal Prelato Giovanni Doria poscia Cardinale ^ passò a Rimini , dove ebbe a compagno delle sue ricerche anatomiche il famoso Dottor Giovanni Bianchi detto volgarmente Jano Fian- co , e continuò a spedire all' Istituto di Bologna , di cui può dirsi uno dei primi Socii, i risultamenti delle sue osservazioni anatomiche e cliniche, non po- che delle quali il Zanotti ha ricordato nella storia dell' Istituto , ed altre dall' immortale Morgagni fu- rono registrate nella sua grand' opera De rausis et sedibus morhorum. Fra queste devonsi qui accennar (i) Sue opere T. VII. 2,0 8 Storia della Letteratura Ital. specialmente quelle fatte sopra diversi animali an- negati ^ e sui cadaveri dei fanciulli nei quali ritro- var non potè dopo le più minute ricerche la valvo- la che chiude il foro ovale. Il teatro però in cui spiegò il corredo delle sue cognizioni cliniche fu Ro- ma, dove si recò nel 1725. allorquando Clemente XI. elesse Cardinale il Doria, e colà ebbe il Leprotti l'o- nore che il Pontefice Clemente XII. lo scegliesse a suo Archiatro carica in cui lo confermò Benedetto XIV. Mentre soggiornò in quella metropoli coadiu- vò il Giornale Romano , in cui inseriva gli estratti delle opere risguardanti le scienze naturali , procu- rò una seconda edizione dell' opera del Lancisi sul moto del cuore con alcune sue giunte, e concorse con gli altri Dotti colà in copia raccolti a far fiorire gli studii della buona Fisica. Poche cose però diede egli in luce e il Tiraboschi da cui ho tratto questo arti- colo (i), non cita che una lettera Z>e aneurismate quo- dam arteriae hronchialis aliisque anatomicis ohserva- tionììnis diretta al Beccari ; ma non è perciò men de- gno di lode il nostro Monsignore , perchè se non pubblicò opere voluminose, ajutò bensì gli altri scien- ziati, e sparse lumi abbondanti sulla Filosofia na- turale , come può vedersi dall' elogio tessutogli dal suo concittadino il Dottor Ernesto Setti (2) , e co- me ci assicurano i copiosi suoi consulti medici , e 1' esteso carteggio da lui tenuto con uomini som- mi, fra i quali contansi il Muratori , il Derham e l'Astruc. Quant' egli meritasse come Protettor delle scienze, l'abbiam già veduto nel principio di que- sta storia, onde per non ripetere inutilmente il già detto, ci limiteremo qui a registrar la sua morte (i) Bibl. Moden. T. III. pag, 89. (a) Elogio stamjiato a Carpi nel 1806. ioseffo Libro IÌ. 209 accaduta nel dì i3. di. Gennajo dell'anno 1746. per cui mancò a Roma ijno de' suoi più belli ornamen- ti e come letterato , e come mecenate, e come uomo di soda pietà fornito alla quale congiunse una gene- rosa carità verso i poverelli. Lasciò il Leprotti non pochi pregevoli manoscritti che conservaronsi per lungo tempo appresso Monsig. Saliceti Archiatro di Pio VL , e dopo furono depositati nella Biblioteca di S. Spirito in Roma uniti ad altri del Lancisi e del , Malpighi. Il breve encomio latino fattogli allorché venne annunziata la sua perdita , e dal Sig. Setti in- fine del suo elogio riferito , basta per caratteriz- zar Monsig. Leprotti per uno dei più insigni medi- ci de' tempi suoi. XCI. I Fratelli Giacinto e Giovanni Agnelli Fer- o ^^.^S'^' • raresi medici fecero un buon allievo nella persona ^^""^ ^Jo , y-, , -'di Jacopo. di Ruggiero Calbi Ravennate, che esercitò con esito felice e credito straordinario l' arte salutare in Bolo- gna e in altre circonvicine Città , e godette la stima del Lancisi, del Vallisnieri e di altri uomini insigni. Contemporaneamente maneggiò con pari sapere e for- tuna i ferri chirurgici , e si distinse nella controver- sia sostenuta col Padre Liberato da Scandiano in pro- posito del metodo con cui curava le ferite il celebre Chirurgo Cesare Magati. Lasciò egli qualche opuscolo medico, cessò di vivere l'anno 1761. contandone 78. di età e riscosse l'universale compianto; li suoi discepoli lo onorarono con magnifici funerali e il Dot- tor Angelo Muti recitò il suo elogio funebre (i). Una questione insorta sulla esistenza 0 non esistenza dei canali detti Cistoepatici ed Epatocistict, dei quali pre- tendeva di esser scuopritore il Dottor Tacconi, die- ( i) Ginanni Pietro Paole. Memoiie degli Scrittori Ravennati T. I. (>. loi. Tomo 11. 14 aio Storia della Letteratura Ital. ^ de occasione al Dottor GiofelTo di Jacopo Pozzi Bo- lognese di un letterario carteggio col famoso Dottor Giovanni Bianchi di Rimini, e stamparonsi le lettere d'ambedue prima in Bologna poscia in Olanda; di esse parlano pure l'Heistero^ l'Haller ed altri ana- tomisti con lode , poiché contengono buone osserva- zioni anatomiche specialmente dirette a svelar l'im- postura dei pretesi suddetti canali nella macchina umana. Il Pozzi fu pubblico lettore di anatomia in Bologna _, e diede in luce molte osservazioni anato- miche particolari per la maggior parte da lui fatte in compagnia del Lelli , le quali vennero unitamene te ad altre simili sopra argomenti medici e fisici ri- ,jl ferite in compendio nei commentarii dell'Istituto. i Coltivò egli da giovane la medicina pratica con ge- losia grande degli altri medici del paese ; ma poi di- venuto ricco per l'acquisto di una pingue eredità, abbandonò quasi del tutto l'esercizio e seguitò a col- tivar la Poesia, nella quale si distinse e specialmen- te nella piacevole , e fu egli che compose il quarto canto del Bertoldo. Le sue Poesie d' argomento serio piacquero e furono fatte ristampare dal Sig. Giani- Pietro Zanetti suo intimo amico; il S. Pontefice Be- nedetto XIV. lo nominò l'anno 1740. suo medico se- creto e straordinario col titolo di Monsignore annes- so alla carica , ma però non se ne prevalse. Il Pozzi attese alla teoria della medicina, e nel 1748. fu nominato Presidente dell'Accademia dell'I- stituto, ed eccitò egli il Segretario alla pubblicazio- ne delle ultime due parti del T." II, come ]mre gli altri Accademici a spedire all' Istituto le loro dis- sertazioni. Una infiammazione di intestini lo rapì in pochi giorni alli 2,. Settembre del 1752,. in età d'an- ni 60.; oltre le suddette dissertazioni e molle poesie sparse in diverse raccolte de' suoi tempi stampò al- L I r, K o IL 211 cune scritture medico-legali, una lettera in difesa del libro del Macchiavelli Bolognese sul diploma Teodo- siano (i); e furono pure date in luce le poesie di lui con un ristretto della sua vita l'anno 1776. in ' Venezia (2). XGII. Uomo dotato di sommi talenti , e versato „. ^^l;. Bianchi Giovan- nelle scienze e nelle lettere in modo da dirsi en- niRiminese. ciclopedico, riuscì il Dottor Giovanni Bianchi Rimi- nese ; ma forse appunto perchè accudir volle a trop- pe cose ed estendere a disparatissimi oggetti V atten- zion sua e li suoi studii, non potè acquistarsi un nome veramente grande, come pareva che procurar gli dovesse il pronto e svegliato suo ingegno , ed è egli forse più famoso per le tante brighe letterarie che incontrò ^ anziché per la sua dottrina la quale però non fu poca. Nel 1693. nacque egli in Rimini adì 3. di Gennajo da Girolamo Bianchi e da Candi- da Gatterina Ma j oli, ed i rapidi suoi progressi nel- la Filosofia nelia Botanica e nella lingua Greca fe- cer sì, che d' anni 22. nominato venne Segretario dell'Accademia di scienze e di erudizione detta ^e' Lincei, che radunavasi nel palazzo del Cardinal Da- via Vescovo di quella Gittà, e in varie radunanze di questo consesso scientifico vi espose il Bianchi le Ode di Pindaro. Discepolo in Bologna di que' rino- mati medici ritornò laureato alla Patria, ed ivi verso il l'j^i. aprì alla gioventù scuola di medicina di fi- losofìa, e di lingua Greca, ma per breve tempo, poi che il veggiamo Professor di anatomia nella Univer- sità di Siena dove incontrò amari disgusti, e dopo tre anni richiamato con onorevoli condizioni alla Pa- (i) Diploma riconosciuto falso. (2) Fantuzzi Scrittori Boloi,niesi T. VII. pag. gS. Le notizie date dal Fantuzzi sono tolte dalle Novelle letterarie del Lami an. 1763. N. a3. 2.1.1 Storia della Letteratura Ital. tria, cominciò ad insegnare colà ed a praticare la medicina. La sua smania di conoscer, come dissi, più scienze,, lo fece essere anche Astronomo, e nel 1784. fabbricò sul lido di Rimini una specola, e vi istituì varie osservazioni sul flusso e riflusso del mare, le quali diede egli poi alla luce nel 1789. Raccolse il Bianchi inoltre un pregevole museo di storia natu- rale e di Antichità congiunto a cose botaniche ac- quistate ne' suoi viaggi, che fece per molte parti d' Italia; e mentre questa collezione accrebbe il decoro di quella Città ^ formò l'ammirazione dei forestieri. Animò pure questo medico la nominata Accademia dei Lincei , e dandogli sede in propria casa la fece rifiorire , perlocchè i suoi concittadini 1' onorarono specialmente con un medaglione che conservavasi nel Museo Mazzucchelliano, nel cui diritto vedesi il ri- tratto del Bianchi e nel rovescio V epigrafe Lynceis restitutis. 6, ro«tirma a TroDiìo lunffa sarcbbc la storia delle quistioni let- -arlar 1 • T •j.a- tempo , e numerosa anzi die no e la sene di scritti assai mordaci e satirici contro lui stampati, dai qua- li però non si lasciò egli giammai atterrire^ ne jìcr l"* ordinario scrisse egli P ultimo, ma ebbe anche en- comiatori in buon numero. Diciotto opere latine re- gistra il Mazzucclielli sortite dalla penna del Bian- cJii e ventinove volgari (i), ina noi ci limiteremo a dir soltanto alcuna cosa di quello che giudicaronsi alloni le migliori. La critica clie fece il Bianchi Ri- inincse a Gio. Battista Bianchi Toilnese di cui poco so- pra io parlai, su la storia did fegato di qiiest' ultimo, si ritiene per una delle migliori produzioni del primo, perchè si appoggia sempre TAutor alle dottrine (») Mazznc'litlli. Sfrittoli et. T. II. jiai le II. jiag. 1137. e spg. L I B R o II. ai3 dell'Heistero e del Morgagni. Vario giudizio si proferì sull'altro suo lavoro De Concliis miniis notis cui ac- cessit specimen aestus recìproci maris superi ; poiché mentre alcuni Giornalisti incontraronvi nuove sco- perte, quelli di Trevoux ne fecero soggetto di criti- ca, alla quale però il Bianchi rispose con una dife- sa assai forte nelle Novelle letterarie di Firenze in- serita. Eccitò pure una guerra scientifica la nuova pubblicazione che fece dell' opera di Fabio Colonna intitolata Fito Basano, cioè trattato di Botanica a cui unì il Bianchi la vita dell'Autore, e le notizie dei Lincei. Essendo il libro di somma rarità, questa ri- stampa incontrò V approvazione dei Botanici ; ma avere il Bianchi escluso dal numero dei Lincei il nostro Modenese Alessandro Tassoni, diede motivo al Dottor Domenico Vandelli di impugnarlo sopra un tal punto, e di contemporaneamente difendere il parere del Muratori. Ne al primo scontro cessa- rono i due guerrieri di battersi, perchè avendo il Riminese medico risposto alla critica sotto il nome di Simone Cosmopolita , il Modenese Vandelli non tacque , e sostenne in alcune lettere scritte dal fin- to soggetto Ciriaco Sincero la sua tesi. Si sospettò pure e non senza fondamento, che il Bianchi avesse la bizzarria di inserire la propria vita da lui stesso scritta nel Tomo primo di quelle del Lami Memo- rabilia Italoruni (i). E siccome molti la vedevano di mal' occhio, colsero così ben volontieri questa oc- casione per spargere contro di lui dicerie in copia, ed uscirono su questo argomento alcuni pungenti e mordaci opuscoli, ma si trovò ancora chi assunse la difesa dell* Autor Riminese se non fu egli stesso, co- (i) Veggasi l'opuscolo In Joannis Plancl, seu J ani Plancl Ariminensis vitam animadversiones jYionrmo Bononiensl Auctore 8.° Mutlriiìe 1746. ai4 Storia della Letteratura Ital. me può arguirsi dal libretto stampato in Rimini nel 1745. col titolo Simonis Cosmopolitae epistola npO" log. prò Jano Fianco (i). Non contento poi il Pro- fessor Bianchi di aver scritto sopra argomenti alla sua professione spettanti volle trattare la Comica , r Antiquaria , la Geografia e la Filologia in generale, perlocchè lasciò un numero copioso di piccole ope- rette e di articoli inseriti nei Giornali , e special- mente nelle Novelle letterarie di Firenze, per aver ulterior notizia dei quali si può ricorrere all'opera del più volte lodato Conte Mazzuoclielli (a). _. ^.^J"; , xeni. Esercitò la carica di Conservatore del Ma- iiiumi raoio ed altri uisdici. gistrato gcncralc di sanità dello stato di Milano Paolo Girolamo Biumi Milanese morto nel 1731., che lasciò varie opere dal Mazzucchelli registrate (3) ma di non gran pregio , e fra queste lo scrutinio di Notoniia e Chirurgia , nel quale al dir dell' Eloy sfoggia l'Au- tore con erudizione non ordinaria , ma sostiene dei vecchii errori ; come per es. il fermento dei vasi se- cretorii per spiegare le funzioni del nostro corpo, le idee plastiche ed altre simili, nò riesci migliore il suo Esamine di cdcuni raiudetti cjiiliferi che sendfra- no penetrare nel j'eg(Lto riputati dallo stesso Eloy un vero paradosso {4). Fra i lettori della pubblica Ana- tomia in Bologna if Conte Fantnzzi (5) cita il me- dico Gaetano Tacconi che visse sino alli anni <)4- 5 perchè morì nel 1782. ed era nato in detta Città (i) Hiu-'lo Aulorc i- conosciuto qii;i5Ì più iOtto il nome ate Conti di cui si di- rà altrove , strinse il Dottor Galeazzi amicizia con li principali dotti Francesi, allor che fece il viaggio di Parigi in compagnia del nobile Bolognese Asterrà Tortorelli , e colà voleva pur trattenerlo Monsignor Bentivoglio Nunzio Apostolico da lui risanato; mail Galeazzi lo ringraziò, e si restituì alla Patria dove visse intento sempre ai diletti suoi studii ed alle opere di cristiana pietà, e cessò di vivere nella de- crepitezza adì 3o. Luglio del 1775. Diverse sue me- morie di Fisica e di Medicina si leggono negli atti dell'Istituto di Bologna, le quali sono con onor ri- cordate ed anzi analizzate dal Portai nella sua sto- ria dell'anatomia e cliirurgia, ed oltre ciò nell'ag- giunta fatta alle rime del Zappi leggonsi alcune poe- sie di questo medico. Pan,m^'Dottor XCIV. Fra i corrispondenti dell' immortai Vallis- Domeiiicoed ai-j^^gj-^ rìscontrasi il Dottor Angelo Domenico Papotti tri medici. _ ^ '-' . -.. ^ ^ Carpigiano , e il medico Felice Roseti ai S. Severo Città della Puglia. Fece il primo li suoi studii a Bo- logna dove nel 1709. essendo Priore degli artisti in q[uella Università, sostenne con onore una pubblica disputa di medicina, e quantunque contasse allora anni a2. soltanto^ pure ottenne ivi una lettura stra- ordinaria di medicina , e passato in seguito medico a Spala tro , esercitò colà la profession sua con feli- ce successo, e si segnalò specialmente prescrivendo «aggi regolamenti onde impedir la propagazione del- la peste che nel 1781. travagliò quella Provincia. Conosceva egli bene la lingua Greca e l'Illirica, ma 2)oche cose abbiamo di lui alle stampe ; oltre molti L I B P. o IL ai 7 Consulti medici conservavasi un erbario da lui for- mato, che doveva andare unito al dizionario italiano, latino, illirico del Gesuita Padre Ardelio della Bel- la stampato in Venezia Panno 1728., lavoro che av- rebhegli procacciato molta fama^ come rilevasi dalle onorifiche lettere del Vallisnieri , e dall' approvazione che ne diede l'insigne medico Modenese Torti (i). Sotto la direzione del celebre Niccolò Cirillo studiò il Roseti nato nel 1687. e morto nel 1731.: esercitò egli la medicina nell'ospitale degli incurabili di Napoli, eb- be carteggio coi più rinomati dotti Europei, e pubbli- cò due dissertazioni sulle febbri e sul succo dei ner- vi; e nella raccolta Calogeriana contengonsi altri due suoi opuscoli diretti al Vallisnieri ; meritò poi di es- sere ascritto all'Accademia della Crusca per la edi- zione a sue spese eseguita del Dizionario di essa, edi- zione che riuscì assai pulita e corretta (i). Cultor di- stinto della scienza di cui trattiamo, dir si deve il Dottor Morando Morandi del Finale nello Stato di Modena nato nel 1693. e morto nel 1756., il quale fondò in Modena l'Accademia medica dei Congettu- ranti e ci lasciò varie opere di medicina , fra le qua- li ricorderemo P appendice al libro di Haller sulla irritabilità, appendice che egli stampò nel 1755. a Roma. Studiò il Morandi in Padova ed ebbe a pre- cettori fra gli altri il Morgagni ed il Vallisnieri, ai quali fece molto onore coli' esercizio della sua pro- fessione presso il Landgravio d' Hassia Darmstadt e presso la Corte di Modena ; esteso fu il carteggio che mantenne questo medico con non pochi illustri scienziati, fra i quali contansi il Molinelli, PAzzo- guidi, il Torti ed il Van-Swieten, e il credito da lui (1) Tirahoschi Eibliot. Moden. T. IV. p. 25. (i) DizioM. degli Uomini ili. T. XVII. p. i86. 2i8 Storia della Letteratura Ital. acquistato gli ottenne di venir ascritto a varie Ac- cademie Italiane, ed alla Società medica di Parigi (i). _ ^,^^\ XGV. Se nelP antecedente ^.*^ si è da noi breve- Coccni Anto- _ _ .... nio. mente ragionato di alcuni medici, ciò attribuir de- vesi al non aver essi levato di se gran fama, ma ci estenderemo assai più. nel dar le notizie di Antonio Cocchi, perchè non solo riuscì egli egregio medico ed anatomista , ma ben anche buon filologo ed ele- gante scrittore. Originario del Mugello luogo vicino a Firenze e noto nelle storie di quella Città , vide il Cocchi la luce in Benevento Città del Napoleta- no il giorno 3. di Settembre dell'anno 1695., ed ebbe a genitori Giacinto Cocchi e Beatrice Bianchi: ammaestrato nella Università di Pisa si laureò in me- dicina , e ne fece la pratica sotto la direzione di Tommaso Puccini discepolo del Redi; ma volendo egli poi esercitar la sua professione nobilmente^ si apphcò allo studio delle lingue orientali e viventi, il che gli aprì più facilmente l'adito a stringere ami- cizia con non pochi Inglesi^ e in modo particolare con Teofilo Hasting Conte Huntington, che seco il con- dusse a Londra^ dove visse il Cocchi più di tre an- ni magnificamente trattato, ed ebbe agio di cono- scere quei sommi nomini, come il Newton, il Clar- ke , il Boerhaave ed altri con i quali fiimlgliarmen- te conversava. Si distinse egli da prima nella filo- logia, traducendo in latino l'operetta Greca di Se- nofonte Efesio De amorihiis Aiitliiae et Abrocoinae fatta sjilendidamente stampare a Londra, e dedicata al suddetto Conte suo mecenate, che ebbe motivo di rallegrarsi di questa versione del Cocchi, la qua- le riesci elegante e naturale. Quantunque avesse egli (1) Tiral.rjchi Eihl. Moden. T. IIL ji. sqS. Zacraria Annali letlev d" Il.ili.1 T. I (.art. II. pa-. 2115. L I B II o II. 2ig- potuto con assai vantaggiose condizioni rimanere in quella vasta e popolosa Città ^ tuttavia amò meglio di ritornar a Firenze , dove per opera del suo ami- co Carlo Rinuccini ottenne la Cattedra di Professor di medicina teorica in Pisa, ed ivi cominciò nell'an- no 1726. le sue lezioni con una bella orazione la- tina in lode dell'arte sua; ma fatto scopo colà del- l'invidia, fors' anche per il suo carattere alquanto difficile, come più abbasso vedremo, abbandonò quel- la Università e ritornò a Firenze , dove si occupò neir insegnare la filosofia e la medicina. Mentre pe- rò incombeva a questi studii , non dimenticava la filologia, e frequentando la Biblioteca Laurenzia- na, ricopiò alcune epistole Greche di S. Gregorio Nisseno , esaminò i manoscritti di Filone Ebreo e di altri Autori Grecia delle quali sue fatiche si gio- varono poi gli editori più recenti di que' monumen- ti del Greco sapere. Fra li manoscritti da lui dili- gentemente esaminati trovaronsi alcuni libri chirur- gici di Sorano , di Oribasio e di altri antichi medi- ci, i quali egli trasportò in latino e pubblicò con le stampe nell'anno 1734. Sempre inteso il Coc- chi a promuovere più specialmente le scienze natu- rali , col suo consiglio si istituì in Firenze una So- cietà Botanica composta di lui, del celebre Micheli, di Niccola Gualtieri e Sel)astiano Franci, nella quale egli per diverse volte recitò alcune latine orazioni oltremodo applaudite; ma si distinse poi specialmen- te nell' insegnare l'anatomia nello spedale di S. Ma- ria Nuova in Firenze, dove per quindici anni udir si fece con attenzione da un numeroso stuolo di sco- lari. XCVI. Non ebbe questo medico e;ran fortuna nel- xcvi. 1 esercizio della sua Froiessione, e il suo metodo parlar dei Coc- troppo semplice di medicare, e l'opera sul vitto Pit- '^ "" aao Storia della Letteratura Ital. tagorico in cui bandir pretendeva l'uso del vino e delle carni, suscitarongli avversarli in copia, fra i quali furonvi il Pujati e il famoso Giovanni Bianchi di cui poco sopra si è parlato ; anche il Baretti chia- mò ad esame i discorsi Toscani del nostro Autore e gli mandò buone alcune cose , ma trovò ampia ma- teria in essi alla sgarbata sua critica (i). Mentre pe- rò andava pubblicando il Cocchi le opere proprie e le altrui, una onorevole incombenza lo distrasse a]_ quanto da tali lavori, essendo egli stato incaricato di ordinare la ricca Biblioteca Magliabechi , ed a presiedere alla Galleria Medicea, i monnmenti della quale per incitamento del Rinuccini egli si accins- a spiegare. Monsignor Fabbroni che mi ha servito di guida a dar le notizie del Cocchi (a),, riconosce in lui un uomo di merito bensì , e per la eleganza , e per l'erudizione, e per l'amenità dello stile, ma ta- le però che alcune sue opinioni dimandavano rifore ma, o assolutamente ammetter non si potevano; co- nosceva egli inoltre un poco troppo i proprii meriti, giudicando di aver fatto con F opera sua rivivere in Toscana l'antica gloria e di aver nella medicina ottenuto il principato. Era quest'uomo infaticabile, e lasciò più di cento volumi che contengono una de- scrizione minuta di tutto ciò che avvenivagli, non rispose mai alli suoi oppositori , il che certuni attri- buirono ad alterigia , altri ad amor di pace ed a grandezza d'animo; in sostanza però godette egli la stima di molti fra li suoi contemporanei, fu ascrit- to a parecchie Accademie ed alla Reale Società di Londra, alcuni Letterati dedicarongli i loro scritti ed ebbe anche l'onor che gli si coniasse una meda- (i) Numeri IV. VIH. della stia Frusta letter. (2) Vitae ec. T. XI. pag. 342. L I li R o II. aai glia. Allorché cessò di vivere il primo di Gennajo dell'anno 1768., il suo amico e discepolo Domenico Bro- giani erger gli fece nel gran tempio di S. Croce in Firenze dove fu sepolto vicino all'illustre Micheli, un monumento marmoreo con l'elogio lapidario. Fa- ma non ordinaria gli ottennero i suoi consulti e il discorso sul matrimonio, che non si pubblicò se non dopo la sua morte^ come avvenne anche della prima parte dell' Asclepiade. L'assunto particolare però che nello scritto sul matrimonio sostener egli volle^, cioè che sia più felice la vita dell'uomo libero che del- l'ammogliato, incontrò con tutta ragione la censura Pontificia e si mise all'Indice il libro del Cocchi. Il severo Baratti frustò amaramente questo discor- so (i) che Monsignor Fabbroni giudicò scritto dall' Autore soltanto per ischerzo , come può anche ar- gomentarsi da non averlo egli pubblicato mentre vi- veva. La sorte toccata a questo libro può servir d' esempio a coloro che hanno la smania di pubblicar gli scritti inediti di letterati defunti, perchè così fa- cendo, accade sovente di pregiudicare anziché di accrescer la loro fama. XCVII. La controversia sul modo di generare dei xcvii Vivipari, agitatasi già con calore fra il Malpighi e Altri medici. lo Sbaraglia, come ci istruisce il Cav. Tiraboschi, trovò nel medico Giacinto Vogli di Budrio Castello del Bolognese un difensore delP opinione del secon- do ; ed avendo il Vogli sostenuto alcune tesi dai se- guaci del Malpighi disapprovate, pubblicò nel 1718. una dissertazione a propria difesa col titolo De An- tropogonia dissertatio Anatomico-pìùsica in qua de Vwiparorum genesi. Cessò questo medico di vivere nel 1762. lasciandoci qualche altra sua produzione, (1) Frusta letteraria N. I. :ia2 Storia della Letteratura Ital. dopo di aver per più anni sostenuto in Bologna la pubblica Anatomia, ed aver fatto parte dell'Acca- demia Benedettina (i). Al Dottor Giuseppe figlio del celebre Domenico Guglielmini devesi l'edizione dei comenti su gli aforismi di Ippocrate dal Padre com- pilati e da lui con osservazioni illustrati (2). Neil' opera di Astruc de morhis venereis leggesi una dis- sertazione del medico Fiorentino Giuseppe Saverio Bertini morto nel 1756. sull'uso esterno ed inter- no del mercurio, la quale levò molto rumore, e tro- vò alcuni oppositori , ma la maggior pane dei Fisici l'approvò (3). Il Conte Francesco Parolino Roncalli medico e letterato di grido ebbe per patria Brescia; fornito egli di perspicace ingegno, e istruito in det- ta Città ne' buoni studii si portò poi a Padova, dove con la scorta luminosa del Valiisnieri attese alla me- dicina , animato anche dall' esempio di Costantino suo Padre clic esercitava la stessa professione. Ritor- nato il giovine Francesco a casa, si immerse nello studio di questa facoltà con attente osservazioni al letto degli ammalati e con profonde meditazioni sul- le oj^ere degli Autori eccellenti. Per questi due pre- gi di utile pratica congiunta ad una istruttiva teori- ca, potè egli in appresso produrre al Pubblico dotti e voluminosi scritti clie gli assicurarono un diritto alla immortalità. Le più cospicue Accademie d'Euro- pa fecero a gara per ascriverlo al loro ceto ; li pri- mi Professori di medicina aprir vollero con lui let- terario carteggio ; Augusto III. Re di Polonia gran mecenate dei Dotti per distinguere il merito di lui, dicbiaroUo CVw/ffi insieme co' suoi discendenti, accom- (1) Fantu7./i Srrittori Pc. T. Vili. pag. ai3 (2) Fatituzzi op. c'it. T. IV. pag. 3a8. (■5) Zaccaria Annali li-lter. d'Italia T. I. part. II. j.aj^. a3i. Libro II. 228 pagnando questa dicliiarazione con tutti i fregi più luminosi e con le prerogative più illustri nel Regio diploma espresse; finalmente il Monarca delle Spa- gne Carlo III. lo nominò suo medico di Camera, né gli mancarono poscia altri titoli ed onori che per r ordinario sono riservati al vero merito (i). Allor- cliè parleremo degli Antiquarii avrem motivo di nuo- vamente ricordar il Conte Roncalli, e frattanto di- remo alcuna cosa delle opere mediclie eh' ei lasciò dopo la sua morte accaduta nel 1769. giunto egli essendo all'anno 77." di età, ed essendosi ognora distinto non solo come dotto, ma come ottimo Cit- tadino e Lenemerito profei^sor dell'arte salutare. Esa- minò egli chimicamente le acque Bresciane ed alcu- ne del Milanese, e nel 1722. e 1724. diede in luce le sue osservazioni su di esse applicate alla pratica medica. Scrisse sulPuso dei purganti e ci diede le storie di varii mali arrichite dalle riflessioni dei me- dici illustri da lui alFuopo consultati. L'opera però che veramente gli acquistò fama straordinaria è (|uella intitolata Europae medicina, a saplentibus illustrata et ejiisileiìi ( Roncalli ) observdtioiiibns adaucta stam- pata in foglio l'anuo 1747- Essa ridonda di soda ed estesa dottrina, vi si scorge acuta critica perlocchè tutte le Accademie Europee l'accolsero con plauso, e il sullodato Re di Polonia a cui V Autore la de- dicò, gli spedì in regalo un servigio magnifico di porcellana di Sassonia. Chi desiderasse più copiose notizie del Conte Roncalli, le troverà nel dizionario di medicina dell' Eloy più volte da noi citato, e ne- gli elogi degli illustri Bresciani puLhlicati dal Signor Antonio Brognoli. (i) Dizicu. degli Uom. ili. T. XVII. pag. i(>ò. 211 il Storia della Letteratura Ital. VefceiToni ja- XGVIII. Allìcvo della rinomata scuola medica Fran- copoedaitriine- cese di MonpelUeri fu Jacopo Vercellone di Sorde- vole nella provincia di Biella nato il a 3. Marzo 1676. Visse egli molto tempo in Asti dove sostenne la per- fidia di alcuni suoi emuli , ma alla fine la superò , e il Re di Torino dichiarollo Archiatro di quella cit- tà e provincia. Gli illustri Lancisi e Baglivi con i quali ebbe campo di conversare in Roma, allorché assisteva gli infermi di quello spedale detto degli in- curabili 5 gli insinuarono le massime Ippocratiche, e in qualche parte fecergli abbandonare le idee siste- matiche del Cartesio e del Silvio apprese alla sud- detta scuola Francese dal famoso Pietro Chirama; non lo persuasero intieramente, e trasparisce di quan- do in quando nelle sue opere mediche qualcuna di tali idee per cui si rende oscuro e concettoso , an- ziché cercar di istruire con osservazioni chiare e fondate sulla sperienza. Le sue produzioni risguar- dano alcune delle tante malattie che affligono l'uma- nità, e merita special menzione quella in cui discor- re della lue Venerea ;, ed addita varii dei mali che questa produce (i). Allorché il Gemino celebre stam- pator di Padova pubblicò le opere degli antichi me- dici Celso e Sammonieo, il Dottor Vincenzo Benini Bolognese arricchì con note latine il Celso, e ci die- de poi anche una buona traduzione in versi sciolti del ])oema famoso della Sifìlide , traduzione pubbli- cata dallo stesso Comino nell'anno 1 709. unitamen- te al testo latino del Fracastoro e di altri poeti la- tini (2,). A]»profittò Carlo Ricca nato a Torino li 2.4* Settembre dell'anno 1690. dal medico Pietro Paolo (i) Donino Gio. Giacomo. Biografia medica Piemontese Voi. II. pag. /(5. e seg. (a) Biogi. iiriv. T. V. pag. 3o7. Libro II. aaS delle Sovrane beneficenze di quel Re Vittorio Ame- deo II. ; e dopo di aver ottenuto la laurea medica in patria , si recò in Inghilterra dove dimorò tre an- ni per informarsi meglio delle scoperte che la scien- za andava colà facendo , indi passò in Olanda ed a Leida ascoltò le lezioni del celebre Boerhaave. Lan- guiva l'Università di Torino e in modo speciale la classe medica^ allorché il Ricca si restituì alla pa- tria, ed egli ha il merito di aver cominciato a far rifiorire gli studii medici, avendolo il Re destinato a dettare ogni anno un pubblico corso di anatomia , il che egli con ogni premura eseguì , facendo pre- ceder sempre le sue lezioni da una Orazione inau- gurale in cui presentava la sinopsi, diremo così, di quanto trattar doveva ed animava ed invitava gli allievi ad udirlo ( i ) ; mentre poi istruiva dalla Cat- tedra, maneggiava il coltello anatomico , ed una sua dissertazione sopra un anevrisma particolare dell'aorta leggesi nel Tomo XIX. della Raccolta Calogeriana. Riscontrasi inoltre esattezza neir osservare, chiarezza nel descrivere , erudizione ed ordine nel maneggio degli argomenti trattati dal Professor Ricca nella sua storia dei mali che dal 1720. al 1723. regnarono a Torino , e sarebbe a desiderarsi che egli avesse con- tinuata quest' opera in cui presentansi risultamenti clinici pratici, i quali costituiscono il miglior mez- zo per istruire i giovani medici. Il merito di questo Professore gli procurò alcune cariche luminose ed insieme utili in Torino, e l'onore di essere ascritto a varie Accademie estere , fra le quali alla Società Reale di Londra (2,). (i) Donino Jacopo Biografia medica Piemontese T. IL p. 70. e seg. Alcune di queste Orazioni scritte con tersa latinità sono alle stampe. (3) Biografia citata pag. 80. Torno II, i5 2 20 Storia della Letteratura Ital. Il mistero della generazione occupò la penna del Dottor Gio. Tommaso Guidetti Piemontese , vissuto prima .Iella metà del passato secolo; pubblicò egli un suo particolar sistema su questo argomento, fon- dato sulle sperienze da lui eseguite sopra l'incuba- zione dell'uovo; indi sostenne contro l'autorità del- la storia la singoiar opinione die il vainolo ed i mor- billi procedano dalle viziose circostanze che accom- pagnano l'umano concepimento . Altri suoi lavori abbiamo alle stampe ; due dissertazioni cioè sulle febbri biliose ed una apologia degli emetici e dei purganti , delle quali produzioni può vedersi una breve analisi presso il Sig. Dottor Gio. Giacomo Do- nino ( I ) . lac'opl.e Knins XGIX. Una disscrtazìonc sola De aortae polypo ess.iudro ed al- liè alla lucc Alcssaudro Knips Macoppe venuto al medici. . ^ , ^ * mondo in Padova da' genitori Tedeschi 1' anno 1662,., ma appunto per aver scritto poco in medicina ed operato molto, deve qui ricordarsi questo medico pra- tico insigne. Dopo di aver egli viaggiato col Gene- ral de' Veneziani Alessandro Farnese in diverse par- ti d'Europa, e dopo di aver visitati molti spedali ri- tornò il Macoppe alla patria, e cominciò a medicar con un metodo semplicissimo , che molto gradiva agli infermi ma nulla ai medici. Chiamato (juindi una volta ad un consulto fu derisa la sua sentenza; ma venuto meno r iiifeniio, si trovò che egli aveva pre- detto il vero male che l'u appunto il polipo dell' aor- ta, da cui egli trasse argomento per l'indicato scrit- to. Questa predizione conoscer lo fece al Governo , che non indugiò un momento ad affidargli la Catte- dra dei SnnpUcl indi (jiiclla di medicina teorica, nel- la prelezione della quale dichiarò la sua massima (1) Biografia rniMlica Pieiiioii les» T. II. pafj. l37. Libro II. 2,27 per un ragionato Empirismo bandendo afì'atto le teo- riche di ogni partito. Intimarongli perciò aspra guer- ra gli altri medici, ma il Governo ben vedendo quan- to riuscissero felici le cure del Professor Macoppe, lo promosse alla Cattedra di medicina pratica da lui esercitata con un credito straordinario al segno, che da tutta Europa accormano a lui i malati come all' ara d'Esculapio (i). Ricettò egli pochissimo, promosse l'uso del mercurio e delle terme di Abano, ma sopra tutto consigliò di medicarsi poco, consiglio che ei seguì e che lo condusse a toccare Tanno 82,^ di età. La medi- cina e l' amena letteratura trovarono un buon cul- tore nel Conte Ignazio Somis di Chiavrice in Pie- monte morto d'anni 7.5. nel i7o3. Allievo in belle lettere del Ghiar. Professor Tagliazucchi in casa del quale abitava , si fece conoscer da prima con la ver- sione dal Greco di quasi tutta 1' orazione di Isocra- te a Demonico che recitò in un'Accademia tenutasi nel 1734- a Torino, mentre egli contava anni 16. di età soltanto; e in questa lingua continuò ad esercitarsi poiché scriveva in Greco le osservazioni quotidiane che faceva sulla salute del Re e della Reale Famiglia , di cui era medico. Prese egli parte attiva nella contesa letteraria agitatasi con istraordi- nario calore tra il Padre Teobaldo Ceva e il Dottor Schiavo di cui altrove si ragionerà, e nelle scritture da lui pubblicate a difesa di quest' ultimo si fece conoscere come versato a fondo nella cognizione dei migliori autori , buon critico ed ameno scrittore. Le primarie nostre Accademie lo chiamarono nel lo- ro seno , e mantenne egli carteggio scientifico con Caldani, Carli, Haller ed altri insigni scienziati suoi contemporanei 5 alcuni dei quali gli dedicarono le (1) Così il Sig. Gamba si esprime nella Galleria d'Uomini ili. Q. XI. 2,2,8 Storia della Letteratura Ital. loro produzioni. Sebbene dal fin qui detto argomen- tar delibasi die il Conte Somis godesse di estesa fa- ma, tuttavia non abbiamo di lui alle stampe opere mediclie voluminose. Descrisse egli in una lettera all' Abate Nollet pubblicata negli Atti dell' Accademia delle scienze eli Parigi (i) alcuni sperimenti sulla scammonea e sull'opio fatti a Venezia in compagnia del Dottor Pivati, i quali giovarono a convincere la falsità dell' opinione sostenuta allora da non pochi medici, che tenendo in mano i suddetti medicamen- ti una persona che si facesse elettrizzare, ne prova- va gli effetti. Accolsero assai favorevolmente i dotti medici d' allora un ragionamento del Somis sopra tre doune sepolte sotto le rovine di una stalla a mo- tivo di una enorme massa di neve cadutavi sopra e trovate vive dopo 3-. giorni, e ciò essi fecero con ragione poiché in questo libretto risplende la dot- trina estesa dell'Autore e l'eleganza dello stile; ri- corderemo finalmente qui due volumi manoscritti del Conte Somis che contengono le osservazioni me- teorologiche da lui continuate dal 1753. fino al 1793. le quali conservansi nella R. Accademia di Torino a cui ben giustamente egli apparteneva, e ne fu an- che Vicepresidente (2). Nò ommetter qui devesi Gian Tommaso Mullatera nativo di Biella in Piemonte , morto nel 1800. d'anni 71., poiché egli ha il me- rito di esser stato dei })rimi a smascherare le impo- sture di Mesmer con un'operetta stampata nell'an- no 178.S. intitolata Del tnagnetis/no animale j e de- gli (affetti ad esso attrd>uiti sulle umane infermità^ opera che giovar potrebbe all'Accademia Francese di Scienze, addesso che essa dar deve giudizio so- (1) Anno J7/,(). |.ag. 464. (3) Donino. Biografia medica Piemontesi' T. U. pag. 326. Libro II. 239 pra quest'argomento, che con danno della buona Fi- sica e della morale , e direm pure anche con ver- gogna dell' etcà nostra trova dei fautori fra gli stra- nieri (i). Esercitò il Mullatera con zelo e con so- disfazione del Pubblico la medicina in Alessandria ed a Biella, della qual città scrisse una storia crono- logica _, e ci lasciò inoltre alcune altre sue produzio- ni poetiche ed in prosa, le quali ultime versano in- torno argomenti di medicina pratica (2). C. Alla scuola dell' insigne medico Torti si formò Moreaii Dottor Gio. Battista Moreaii fidio di Antonio e di Domenica^»''-.^'*''*^'^^'" o toni l'io. i\ija t r»- t^ • t^ . . ., dici. Università di risa Domenico Brogiani il quale poi lau- reatosi colà nel 1788. ottenne la Cattedra di medi- cina teorica nel i747'> nel qual anno diede in luce il primo volume della miscellanea fisico-medica trat- ta dalle Accademie della Germania e preceduta da una erudita prefazione da lui composta; ma niun' al- tro tomo pubblicò egli poi di quest' opera die esser doveva periodica. I Giornali di quelP epoca diedero onorevoli estratti del suo libro intitolato De veneno animantium naturali et acquisito tractatus stampato a Firenze nel 1752. , per prodromo del qual trattato nel 1755. con utili giunte ripubblicato _, leggesi una dissertazione sui veleni animali dallo stesso Autore in sua gioventù data alla luce ; e tali meriti si acqui- stò il Brogiani cbe l'anno 1754- venne promosso al- la Cattedra di Notomia nella sunnominata Universi- tà con notabile aumento d' onorario , ed ebbe altre luminose incombenze (i). A Taranto nacque Nicco- lò Ignazio Valentini nel 1722. il quale di anni 14. conosceva la Geometria al segno di aggiungere tre teoremi al secondo libro di Enclide in cui trattasi delle varie potenze delle linee. Antonio Coccbi suc- cessor del Lancisi nella Cattedra di Medicina a Ro- ma lo istruì in questa facoltà, per modo die ritor- nato a Napoli potè in età d' anni 24. offrire al Pub- blico la sua Diatriba mecìianìco-nicdica de arte gym- nastica , opera sul gusto di quella del Sorelli , ma nella quale il Valentini, al dir del suo Biografo (2) , tenne un metodo nell' applicar le leggi del moto al- ' (i) Mazzucchell i Scrittori ec. T. II. paitc, IV. [i.t;;. 7.\'^7.. (a) Tommaso Valentini suo figlio che ne inserì 1' Arfirolo corri^jion- fl^ntc n-:\ T. Vili, rlella Biografia degli Uoni. ili. flel Regno di Naj>()li. L I B B. O II. i»43 la meccanica animale diverso da quello seguito dal- suddetto Borelli e dal grande Hoftìnanno. Quantun- que qualcuno gli contrastasse da principio la gloria di questo lavoro, alla fine però 1* Antagonista si die- de per vinto , e confessò di aver ofFeso il Valentin! che generosamente gli perdonò. Una questione inol- tre egli illustrò con calore agitata fra i medici del suo tempo più rinomati , quali erano il Baglivi , il Serao , il GeofTroy ed altri sul morso della Taran- tola, validamente appoggiando il Valentin! e dotta- mente 1* opinione contraria a quella del Serao, cioè che la musica e la danza siano i rimedii più atti a curare questa malattia; ma non potè egli compiere il lavoro ideato su questo singoiar argomento^ perchè restò vittima dell' epidemia che dopo li tremuoti de- vastò la Calabria nel 1783., nel qual'anno il Valentin! cessò di vivere il dì 28. Ottobre con danno delle scien- ze, e delle buone lettere da lui con successo coltivate. Bonaventura Ranieri Martini Pisano morto nel 1774. Professor di matematica di cui pubblicò gli elementi sino al calcolo differenziale , si applicò alla medicina, e nel 1771. stampò le sue istituzio- ni mediche , nelle quali risplendono estese vedu- te e molto ingegno , ma però esenti non vanno da alcuni abbagli, che l'Autore correger voleva in una seconda edizione che eseguir poi non potè ; sin- golare in ispecial modo ravvisasi il metodo da lui te- nuto per spiegare non pochi fenomeni fisiologici per mezzo delle forze fisiche, troppo limitate a lui sem- brando le forze meccaniche (i). GVII. Pochi dei medici da me in questa storia fi- cvii nor rammentati possono venir al confronto conPil-^a lustre Gio. Battista Borsieri , se considerar si vogliar (i) Giorn. de' Lelter. di Pisa an. 1774. T. XIV. pag. 3o3. Borsieri Gio. ttista. 2,44 Storia della Letteratura Ital. no i veri e notabili vantaggi da lui alla pratica dell' arte salutare procurati ; mi credo perciò in dovere di rendergli quella lode che ben si meritò un tant' uomo , collo stenderne partitamente le notizie de- sunte dall' opera del Sig. Camillo Ugoni (i) conti- nuatore di quella del Corniani intitolata i Secoli della Letteratura Italiana. Francesco Borsieri e Maddalena Pellegrini ebbe Gio. Battista per suoi genitori; Givez- zano terra da Trento distante miglia tre venir lo vi- de al mondo nel giorno i8. Febbrajo dell'anno 1725. La sfortuna fin da più teneri anni gli fu compagna fedele , e la Provvidenza esercitar volle fin d'allora queir anima a soffrir pene e travagli non comuni ; poiché d'anni ò. perdette l'uso di un occhio, e do- po una lunga malattia da lui in quella tenera età sofferta dovette pianger la morte di suo padre va- lente Gapitano. Mancatagli così la prima educazio- ne , tuttavia non si smarrì il giovanetto Borsieri, ed emulando li due suoi maggiori fratelli, che a Roma ed in Germania attendevano con molto profitto alla medicina, si incamminò agli studii della buona Lette- ratura, nei quali lo diresse il Padre Fioretti ^ e po- scia a quelli della Filosofia e dell' Anatomia sotto la scorta di Felice Berger_, e tali progressi ei fece, che fiii d' allora si predisse qual sarebbe divenuto un giorno il Borsieri, che ad uno svegliato talento con- giungeva li più puri costumi ed una certa serietà di contegno alla sua età superiore. Partito da Trento nel 1743. e visitata 1' Università di Padova passò a quel- la di Bologna, dove l'anno appresso si laureò in me- dicina , e il Professor Beccari e])be motivo di somma meraviglia, poiché il giovine alunno trascrisse a memo- ria quattro sue lezioni di Cìtinì'ica recitate dalla Cat- (») Di'Ha LtliLijtura italiana del «ectlo XVIII. T. II. pag. io|. e sej;. L I LI K (; li. ■ a^S tedra^ e il fece con tale esattezza , come se avesse avuto sott' occhio T autografo del Professore , il quale concepì stima tale del Borsieri, che si prevalse di lui nel medicare e con esito felice, il morbo epidemico insorto a Faenza nel 1746. e gli affidò talvolta il geloso impiego di far le sue veci. Scelse il nostro medico per s;ia sposa Anna Vittoria Marchi, unico rampollo della fa- miglia dell'insigne architetto militare , e si stabilì in Faenza, dove attendeva con tutta la premura alla medicina pratica, e dove introdusse Fuso di visitare straordinariamente ed anche nel più fitto della not- te gli infermi, onde sorprendere le febbri nelle lo- ro remissioni e fondar così con vera cognizione di causa la diagnosi della malattia. Credito sommo egli si acquistò, né avrebbe potuto soddisfare alle repli- cate inchieste ed ai Consulti a lui domandati per infermi stranieri, se non avesse avuto il soccorso dell'egregio giovane Pietro Dall'armi, rhe dovet- te poi soccombere nella epidemia di Fano soprag- giunta negli anni 1766. e 1767.^ e che il suo mae- stro amaramente compianse. Ma le continue fatiche sconcertarono anche la salute del Borsieri il quale dovette perciò procurarsi una vita più riposata , ed accettò l'invito del Conte di Firmian recandosi ali' Università di Pavia per leggervi la medicina pratica e la chimica, la Cattedra di cui allora istituita^ ven- ne a lui per il primo affidata. Colà non gli manca- rono certamente gli ammiratori ^ ma ebbe però i suoi emuli e dovè soffrire le cabale della invidia special- mente per la novità del metodo veramente saggio di esercitare la Clinica; la sua invitta pazienza però vinse finalmente tutti gli ostacoli, e le felici cure da lui eseguite smentirono tutte le calunnie e le imposture. La Università di Pavia deve al Borsieri molte utili riforme, e la frequenza degli scolari, non ■^ 246 Storia della. Letteratura Ital. che la stima grande che di lui facevano, lo compensaro- no abbondevolmente dalle sofferte persecuzioni, alle quali egli era in procinto di cedere abbandonando la Cattedra, se una lettera assai onorifica del suddet- to Governatore non lo avesse pregato di proseguire nell'assunto impegno , il che importava ugualmente al decoro di quell'Istituto letterario, alla sua scel- ta ,' ed al pubblico servigio , 'assicurandolo che si sarebbero soddisfatte tutte le sue domande , come avvenne al suo ritorno da Faenza dove aveva ri- condotta la famiglia , ed anzi gli fu aggiunta la incombenza di Lettore Accademico nel Collegio Bor- romeo. Continun/ione GVHI. Salito il Borsicri in grande riputazione, per di ci^rheri^Tuar-^ voti coucordi de^rli scolari venne nel 1773. accla- ma il rJorsieri. ~ * ' mato Rettor magnifico e per tre volte sostenne que- sto carico, e con tutta la sollecitudine mantenne la disciplina e in molte guise accrebbe il lustro della Università; anzi gli scolari lo volevano Rettor perpetuo se egli non si fosse vigorosamente opposto a questa misura contraria alle leggi di quell'Archiginnasio. Nel 1778. l'Augusta Maria Teresa lo chiamò al servigio della Corte in Milano , e nella sua partenza da Pa- via ricevette onori straordinarii e fu accom])agnato a Milano dagli scolari con legni di posta, mentre egli se ne andò modesto in una semplice vettura. In questa città cominciò a pubblicare la sua grand' opera delle istituzioni di medicina pratica ; trava- gliato però a lungo dal male di orina dovè atten- dere a medicarsi ma con poca speranza di guarire ; e prima di morire si fece trasportare a Civezzano sua patria che volle, anche una volta rivedere; ri- tornato poi a Milano sempre molto mal disposto di sa- lute, bersaglio, come si disse, dell'avversa fortuna pro- vò r amara afflizione di veder la moglie ed un figlio L I lì 11 o II. 247 infermar gravemente^ perloccliè dimentico de'suoima- ]i fu uiiicameiite sollecito di guarire la famiglia, ma poco dopo dovette poi egli soccombere oppresso dalle vigilie e dalla infermità li 2,1. Dicembre del 1785. in età di anni 60. e mesi io. Il Borsieri accoppiò in se tutte le virtù della mente e del cuore; e riuscì quindi egregio uomo per sapere , ottimo amico , ca- ritatevole verso i poveri che visitava e medicava con tutta amore v olezza j affabile e cortese con tutti, non che generoso nel somministrare agli amici anche le cose che più gli erano care, come libri rari, mano- scritti, macchine di Fisica , prodotti naturali ec. I momenti che gli rimanevano di libertà nelP eserci- zio della professione erano da lui impiegati nello stu- dio tanto delle cose mediche quanto della antichità, della storia, dei classici greci e latini e delle belle lettere. Chi vuol conoscere il carattere amabile di que- st' uomo, legga la pregevolissima operetta di Antonio Bucci Faentino intitolata De instituenda regendaque mente libri tres Romae 1772. nella quale si riferisco- no in alcuni dialoghi i dotti coUoquii tenuti in vil- leggiatura tra il Bucci il Borsieri e varii altri amici letterati ; soffrì egli con invitta pazienza e con co- raggio le lunghe e crudeli malattie da cui fu trava- gliato, dando così un luminoso esempio di filosofica e cristiana rassegnazione. Le sue istituzioni di medicina pratica, e per la g^^^ ^ candida verità che entro vi traluce, e per la scelta ed opportuna erudizione di che sono adorne, e per le pellegrine osservazioni che ad ogni tratto vi si in- contranOj e per la sceltezza dello stile con cui sono stese, e per la somma loro chiarezza e precisione, bastano più che mai "a purgare la medicina italiana del secolo XVIII. dalla nota che la Enciclopedia Fran- cese gli appose^ di riposare su gli allori de* suoi pre- i>4^'^^ Storia della Letteratura Ital. (lecessori (i). Questa fu l'opera principale per cui il Borsieri si rese benemerito della umanità, e il suo nome sussisterà famoso presso i posteri; molte altre cose però egli diede in luce e sulla medicina pratica, e alcune di argomento chimico o fisico o di storia naturale, e chi ne bramasse contezza può averla pres- so il citato Ugoni. Coltivò poi anche quest' uomo in- signe la bella letteratura, e più volte lesse le sue produzioni ora in prosa ed ora in verso nell' Acca- demia Faentina detta dei Filoponl. Il Professor Tom- masini illustre medico vivente parlò con molto ris- petto e con lode grande dell'opera del Borsieri, del- la quale si fecero a quest' ora ben sei edizioni una delle quali in Lipsia e un' altra in Inghilterra, ìj ^J— ■ r-r, GIX. Viveva al tempo del Conte Mazzucchelli Gio. Bianchini L»io. v^ *. » y 7iixtanìto,Zc\\,-'^QYt\\\rà.to Bianchini Napoletano filosofo e medico ni Gianverardo. ^ / v -i i i • i i rmomato (2) il quale nei 1759. esercitava con lode la profession sua in Udine. Prese egli a combattere alcune fra le opinioni fisiche e mediche allora in voga ; quindi impugnò quella del Pivati e di altri sulla medicina elettrica con alcuni saggi di spericn- ze intorno a tale soggetto; attaccò il sistema del Moreali sulle febbri maligne, il che fece con alcune lettere Medico-pratiche ini orno all' indole delle Feb- bri maligne pubblicate nel lySo., e ci lasciò poi alcune altre operette di minor conto. La medicina pratica deve assai a Gianverardo Zeviani nato adì 2,9. Maggio del 1725. nel villaggio di S. Michele un miglio distante da Verona (3) ; allievo della Univer- sità di Padova riuscì caro oltre ogni credere a quei Professori per la rapidità con cui apprendeva, e per (i) Encyclopeilie art. Medecine. (2) Mazzncclielli . Scrittori d'Italia T. II. part. II. p. 1181. (8) Guarienti . Elogio di Zeviani inserito nel T. XV. delle Memorie della Società Ital. delle Scienze pag. XXXVII. Libro II. 249 la integrità de' suoi costumi, e tal credito si acqui- stò che venne richiesto colà in qualità di Professo- re (i), ma egli non si partì quasi mai da Verona. Addotto il Zeviani nella sua pratica il metodo di Ippocrate, venerò sempre le massime dei medici an- tichi, ed un suo scritto sul metodo da usarsi nella purga e nel salasso, che pubblicò in età di soli 2,8. anni, giovò a conciliare le opinioni dei medici Ve- ronesi sulla vera cagion della morte del Veneto Ge- neral Scolemburgo, e rischiarò le idee su questo ar- gomento . Varie altre produzioni abbiamo di lui, la maggior parte sopra oggetti clinici dal suo elogista analizzate, e che trovansi in buon numero inserite nelle Memorie della Società Italiana delle Scienze di cui fece parte fra i primi Quaranta Socii; né a questa sola Accademia fu il Zeviani ascritto , ma ol- tre alcune Italiane ebbe l' onor di venir aggregato a quella di Storia in Madrid , e ben a ragione, per- chè oltre le teorie mediche da lui profondamente conosciute, come lo attesta fra le altre la sua opera sulla Rachitide che penetrò a Danimarca ed a Lon- dra (3), riuscì un eccellente pratico, e gli furono ri- chiesti consulti in Francia, in Germania, in Ispagna, e per fino al Perù dove ne mandò uno per la cura del figlio del Viceré che felicemente ristabilì. Coltivò que- sto medico con tutto lo zelo la Religione, ed accompa- gnò sempre l'esercizio della sua professione con quel- lo delle cristiane virtù, e specialmente della carità verso i poveri i quali all' epoca della sua morte av- venuta li 7. Maggio del 1808., provarono più che mai gli effetti del caritatevole suo cuore , avendo egli (i) Elogio cit. p. LII. (a) Lo STÌEzero Zimirifirmann difese qnest' opera del Zeviani dalla cri- tica ad essa fatta in Londra. aSo Storia della Letteratura Ital. lasciato allo spedale di Verona 60000. lire italiane , perloecliè la patria sua erger gli fece il busto in marmo con iscrizione che rammenta i meriti princi- pali di questo illustre Veronese. „ ^^■.^. ex. L'utilità che derivar poteva dal far conosce- seiipe.Matani An-i'c fra uoì Ic varic produzioui più interessanti di me- dicina le quali uscivano in Italia e fuori, determi- nò il Dottor Giuseppe Benvenuti Lucchese a com- pilare una raccolta intitolata Dissertationes et quae- stioìies jnedicae niagis celehres di cui però non se ne vide che il primo volume uscito nel 1758.^ il qua- le al dir dell' Eloy (i), contiene memorie pregevoli e sulla circolazione del sangue, e sulla carie delle ossa, e sulle malattie dei bambini, lavoro dell'Ingle- se Gonyers, oltre di che leggesi in questa miscella- nea una dissertazione del Benvenuti sulla Idrofobia, ed altri opuscoli di Anatomia e di Fisica dallo stes- so Eloy registrati pubblicò questo medico Italiano, che godeva credito anche in Germania, essendo stato ascritto alle Accademie di Gottinga ed all'Imperia- le Tedesca delle scienze (a). Versato nella medicina non solo, ma buon cono- scitore della matematica , ed amante della bella lette- ratura fu Antonio Maria Matani Pistojese nato nel 1780. Filosofo e medico insigne. Dopo di aver egli det- tato nella Università di Pisa le istituzioni della Filoso- fia razionale e dell'arte critica, pubblicò nel 1762. una relazione dei prodotti naturali del territorio Pistoje- se, e poscia diverse opere di argomento medico e chi- rurgico fra le quali si riprodusse in Colonia T anno 1765. quella De osseis tumoribas ; somministrò egli ])oi molti articoli sopra soggetti alle scienze naturali (i) Diction. histor. de la Medecine T. I. ji.ig. 3iS. (2) Ma^zuccUellj Scrittori ec. T. IL pari, IL p. 891, L I B R O II. nSl spettanti sìa al Giornale dei Letterati in Firenze ^ sia ad altre collezioni periodiche, e lasciò inediti diversi suoi scritti fra i cpiali Le osservazioni medico-filosofiche sopra i libri di Girolamo Mercuriale medico del se- colo XVI. Chi desiderasse di conoscer gli altri scrit- ti del Matani tanto di matematica quanto di storia letteraria _, può vederne il catalogo nelle Novelle letterarie di Firenze (i). L'esteso suo sapere cono- scer lo fece agli Italiani non solo ma Oltremonti ancora , ed ottenne di venir ascritto alle Accademie di Londra, di Gottinga, di Montpellier, e ad altri corpi scientifici, i membri dei quali lo stimavano particolarmente , e fra questi contansi Haller , Se- guier e Formey . Ammaestrò il Matani la gioventù nella Clinica pratica per anni 2,3. nella Università di Pisa con ogni diligenza e premura ; e allorché nel 1779. mancò di vita, eccitò un compianto universa- le perchè in lui si perdette un uomo dotto assai non solamente , ma adorno di tutte le morali e cristiane virtù, fra le quali spiccò una somma modestia, che a' suoi colleglli ed a tutti quelli che lo conobbero più caro il rendeva. CXI. La Storia della epidemia che nell'anno 1764- e ^^J;- l , ^^ I- ~ Sarcoiie ftlirhele, afflisse la Città di Napoli die soggetto di esatta de- Girardi Michele. scrizione al Dottor Michele Sarcone di Trelizzi nel Regno delle due Sicilie , descrizione a cui aggiunse alcune riflessioni critiche sopra quanto avevano sullo stesso argomento scritto altri medici naziona- ♦ li. Dimostrò l' utilità di questo lavoro l' accoglienza fattagli dai più celebri medici d' Europa e in modo particolare dall' Haller, e la traduzione che se ne fe- ce in Francese ed in Tedesco ; ebbe però l' Autore ad incontrare delle opposizioni, ma sicuro del suf- (i) T. X. An. 1779. pag. 671. 691. aSa Storta della Letteratura Ital. fragio dei personaggi più illustri disprezzò le criti- che di alcuni poco versati nell'arte Ippocratica. Il Sarcone maneggiò poi un altro argomento non meno interessante , cioè il progetto di estirpare il vaino- lo ; poiché considerandolo egli ed a ragione, come una peste di suo genere, propose quindi in un trat- tato da lui pubblicato che si applicassero le cautele solite a usarsi nei morbi pestilenziali per liberare l'umanità da così terribile malattia. Dopo di avere con la singolarità del suo audace carattere disgusta- to i buoni fu vittima delle persecuzioni dei cattivi, e nel 1775. abbandonò Napoli dove esercitava la pro- fessione di medico, e stette qualche anno in Roma, dove ebbe controversie mediche, ma poscia ritornò a Napoli 5 e venne da S. M. Ferdinando I. nominato Se- gretario perpetuo dell'Accademia delle Scienze da lui istituita. Essendo nel tempo del sno segretariato acca- duti i terribili terremoti della Calabria, ne stese in compagnia di altri Accademici la storia che vide con le stampe la luce , dopo di che ottenne nel i784« il suo congedo ed una pensione; visse egli però sino alT anno 1797. continuando a medicare ed a pubblicare varii altri scritti alla sua professione spettanti (i). In Limone terra vicino al Lago Benaco nacque adì 3o. Novembre dell' anno 1731. Michele Girar- di illustre Medico ed Anatomista allievo in Pado- va dell' immortale Morgagni che lo tenne partico- larmente caro , e che nel t 768. lo nominò suo adiutor sostituto nella Cattedra anatomica di quel- la Università; da questa si condusse il Girardi l'an- no seguente a Parma per coprire in quello stu- dio la Cattedra di medicina teorica, che presto cam- (i) Biografia degli Uom. ilL del Regno flit Napoli T. VIL Napoli i8ac. Articolo steso fla Benedetto Vulpe*. Libro II. ^53 biò in quella di Anatomia da lui insegnata con preci- sione non comune, e con dignità ed insigne profit- to de' suoi discepoli (i). Datosi egli a conoscere al colto Pubblico con una dissertazione sul medicamen- to denominato Uva ursina contro i calcoli , scritto che a motivo degli esperimenti da lui industriosa- mente istituiti gli costò molta fatica, ebbe qualche critica , e si combattè poi più vivamente la sua dis- sertazione contro 1' innesto del vajuolo umano spe- cialmente dal Bicetti, che oltrepassò i limiti della dovuta moderazione nelle controversie di tal natu- ra; il Girardi però usò prudenza e non rispose. Ma il campo in cui egli spiegò la sua dottrina, fu l'anato- mia, e gli acquistò veramente credito di Anatomista insigne l' illustrazione delle Tavole di Gian Domenico Cantorini incominciata dal Covoli aggiunto del Morga- gni, e dal Girardi condotta a quella perfezione che al presente richiedesi in simili lavori, perii che ottene- re non risparmiò ne fatiche, né sperienze , né con- fronti dei metodi altrui con quelli del Santorini. Cor- rispose alla intenzion dell'Autore l'esito dell'ope- ra, e si mostrò egli profondo conoscitore delle ma- terie trattate , non che giusto nell' attribuire al San- torini ed al Covoli quella parte di gloria a cui ave- van diritto, perlocché applaudite e ricercate furono e sono le dette tavole che onorano il nome Italia- no. Queste ed altre produzioni, delle quali più di- stinte notizie riscontrar si possono nell' Elogio tes- suto al Girardi dell' Avvocato Luigi Bramieri (2), con- (1) Il Morgagni nell'anno 1771- in cui niorì, fidò al Girardi che an- noilo a ritrovare in Padova , quattordici volumi manoscritti che contene- vano osservazioni anatomiche ^consulti medici^ e notizie di storia medica e letteraria di quella Università. (a) Inserito nel T. IX. delle Memorie della Società Ital. di cui il Gi- rardi faceva parte. a 54 Storia della Letteratura. Ital. siderar lo fecero come uno dei Dotti fra noi più chia- ri, e venne perciò ascritto alle Accademie di storia di Madrid, e dei Curiosi della Natura in Germania, oltre l'esser già egli membro dell'Istituto di Bolo- gna, e della Società Italiana delle scienze, negli At- ti della quale leggonsi varie sue dissertazioni di ar- gomento medico ed anatomico. Dopo il rinomatissi- mo Hunter contasi fra i primi il Girardi ad essersi occupato dell' esame degli organi di alcuni animali, cooperando in tal modo ad ampliare la Notomia com- parata così poco allora coltivata; ma essendosi poi egli scostato dall' opinione del sullodato Inglese rap- porto alla tonaca vaginale del testicolo , insorse tra lui il medico Brugnone Torinese, e l'illustre Anato- mista Leopoldo Marc-Antonio Caldani una questione assai viva , sulla quale si videro da ambe le parti alcuni scritti ed anche pungenti, ma alla fine si tacque il Girardi contento del suffragio di molti va- lentuomini ;, e della confessione ingenua del Chiar. Sig. Paletta Chirurgo Milanese , che convenne di es- sere stato dal Girardi prevenuto ne' suoi ritrovamen- ti, anteriorità dagli altri due medici a lui negata o almeno dissimulata . Alla Cattedra di Anatomia gli si aggiunse in Parma rpiella di storia naturale, e la Prefettura del museo ; alle quali incombenze tutte sodisfece egli con ogni premura; cominciò inoltre il Gabinetto anatomico e scrisse^ come abbiam veduto, molte cose e pregevoli; ma la malattia podagrosa che per lungo tempo il travagliò condusse nel 1797. quest' uomo dotto, insigne e pio al sepolcro in una età in cui le scienze da lui aspettar si potevano nuovi in- crementi, cxii. GXII. Dobbiamo al Sacerdote Francesco Maria Scu- Scudtn France-j j Protomcdico di Catania varii scritti intcrcssau- ff.o Maria ea al- '"• ti sulla storia del vajuolo e di altri morbi contagio- Libro II. a55 si , i quali egli comprova esser stati stranieri all' Europa, e potersi perciò con gli opportuni e noti mez- zi dell'arte bandir nuovamente dal nostro suolo. Quest'opera ben ragionata ed erudita, approvata dai primarii medici Siciliani, e lodata dai Giornalisti Ita- liani, e dalle primarie Accademie mediche d'Euro- pa, meritò al suo Autore la Cattedra di Clinica, e la Protomedicatura della popolosa Città di Catania in cui cessò di vivere lo Scuderi il dì 2,0. Gennajo del 18 19. nell'avanzata età di anni 86., avendo puL- hlicato quattro anni innanzi la sua fisiologia e pa- tologia Ippocratica di cui diede un lungo estratto non senza qualche critica la Biblioteca Italiana (i)j a cui però non mancò di rispondere l'Autore (a). L' abuso dei purgativi nelle febbri putride nervose che cagionò molte morti nella terribile epidemia av- venuta dopo il 1761. in Palermo^ fu argomento di cinque lettere pubblicate da Giorgio Castagna Gian- none di Modica in Sicilia, nelle quali l'Autore pren- dendo a scorta il raziocinio , ed una pratica felice con cui guarì gli ammalati a lui commessi, limitò l'uso di questo rimedio , e si fece non poco credito presso gli altri nostri medici, fra i quali il Borsieri sulloda- to ed i Giornalisti Italiani parlarono con lode di un tal libro piccolo di mole ma pregevole per la dot- trina , laonde 1' Autor suo ottenne la carica di Pro- tomedico del Regno nel quale impiego cessò di vi- vere nel 181 1. (3). Allievo dell'Università di Pado- va fu il Dottor Gio. Francesco Scardona di Rovigo che mancò ai vivi nel 1800., contando anni 8a. di (1) An. 1816. Fascic. XI. XII. (2) Biografia degli Uom. ili. della Sicilia T. III. 18^9. Articolo stesa dal Cav. Leonardo Vigo. (3) Biografia citata T. II. i8i8. 2,56 Storia della Letteratura Ital. età; riuscì egli un eccellente medico teorico e pra- tico, il quale godette nome straordinario entro e fuori degli stati Veneti _, e giovò non poco alla lan- guente umanità anche con varie opere mediche. Ta" li furono li suoi Apkorismi de cognoscendis et curan- dis morbis che abbracciano la scienza tutta, e due trattati sulle Febbri e sui mali delle donne , produ- zioni accolte assai favorevolmente dal Pubblico, co- me ne attestano le replicate edizioni che se ne fe- cero. Il credito acquistatosi dallo Scardona fece sì che il Governo Veneto volevalo Professore a Pado- va , ma egli contento del proprio stato e delle oc- cupazioni che aveva a Rovigo sua patria , non la io\- le abbandonare (i). cxin. GXIII. Rispettabile Clinico e dotto nella scienza Bicchierai Aies-Jeiia natura in tutta la sua estensione considerata sanare. . , . riuscì il Dottor Alessandro Bicchierai che ebbe i na- tali nel Castello di Ponte a Signa poco da Firenze lontano nel dì 1 1. di Novembre dell'anno 1734. De- stinato da prima allo studio della Giurisprudenza non potè proseguirlo , e si sentì chiamato per naturale inclinazione alla medicina , che nella Università di Pisa apprese dedicandovisi con tutto 1" animo e ap- plicandosi attentamente alle scienze analoghe , qua- li sono la Notomia, la Botanica, la Storia naturale e la Chimica. Quantunque fosse egli nominato nel 1780. Lettore straordinario in Pisa, pure scelse Fi- renze per l'esercizio della profession sua di medi- co^ nella quale acquistossi fama, ed ottenne anche la carica di Consultore e medico curante di Ferdinan- do IIL Granduca di Toscana. Protetto dal celebre Lord Cowper, raccolse il Bicchierai un bel Gabinet- to di eccellenti macchine fisiche , una scelta Biblio- (j) Gamba. Galleria d' Uom. illustri Quaderno X. Libro II. aSt teca, e un Museo non piccolo di pezzi di storia na- turale, con i quali ajuti istituì copiose sperienze sui fenomeni fisici più studiati al suo tempo e spe- cialmente su quelli del Galvanismo , compilò un corso regolare di osservazioni meteorologiche , dan- do poi conto dei risultamenti de' suoi studii al- le varie Accademie Fiorentine alle quali era ascrit- to. Giusta ciò che dice il Sig. Gio. Gualberto Uc- celli nell'elogio fatto al Bicchierai (i), da cui ho ri- cavato le presenti notizie, fu questo medico il pri- mo a far eseguire dall' artista Giuseppe Ferrini (a) una statua in cera rappresentante il sistema nervo- so, ed un'altra decomponibile che dimostrava lo stato di gravidanza ; queste poi servirono di norma per fabbricare la bella anatomia in cera di cui va ricco il gabinetto Fiorentino. Destinato nel 1-73. il Bicchierai dal Gran Duca Leopoldo a Clinica del vasto spedale di S. Maria nuova in Firenze^ ivi si segnalò , e uscirono dalla sua scuola buoni allie- vi in copia ; varii miglioramenti introdusse inoltre nella pratica della medicina, e fra questi ricorde- rem specialmente la rettificazione del metodo di am- ministrare il mercurio nella sifilide , la scoperta de' piccoli globuli della materia purulenta, ed una com- posizione quasi nuova di pillole (5). Lasciò egli poi non pochi lavori la magpor parte dei quali restò ine- dita; il trattato però dei bagni di Monte Catini stam- pato in Firenze l'anno 1788. basta a caratterizzarlo per uomo dotto ; perchè in quest' opera considera egli la materia in tutta la sua estensione , e non solo ci (1) Letto alla R. Accademia Fiorentina nel .i797- e stampato 1' anno susseguente. (a) Elog. cit. pag. 64- (3) Elog. cit. p. 4a. La ricetta di Bicchierai è simile a quel!» di Thompson, Tomo II, 17 258 Storia della Letteratura Ital. dà 1' analisi di quelle acque , ma esamina tutti i pro- dotti naturali di que' contorni , e stabilisce con co- gnizione di causa quali sono quei mali che possono con queste sorgenti essere felicemente medicati^ né tralascia di confessare in molti luoghi F ignoranza in cui siamo sui mezzi di guarire certe malattie ? anziché millantarsi di conoscere molti rimedii e di poter riparare a tutte le infermità. Fra le produzio- ni inedite di questo medico Fiorentino e delle qua- li ci ragguaglia il Sig. Uccelli , rammenteremo sol- tanto quella sulla inedìcina preservativa , che rimase incompleta per la morte dell' Autore accaduta in se- guito di una febbre acuta nervosa che lo rapì alla Toscana ed alle scienze l'anno 1797. nel giorno i3. di Marzo. L' idea di quest' opera di Igiene è a dir vero , molto vasta , poiché si parla in essa prima del modo di costruir le Città, di fabbricare le abitazio- ni , di situar bene i cimiteri . Seguitar poi voleva l'Au- tore a contemplar l'uomo nei diversi stati della vi- ta sociale , il che lo avrebbe necessariamente porta- to a lunghe discussioni e ad istituir molte osserva- zioni, se avesse potuto compiere un lavoro alla aflit- ta umanità così utile. Mentre professava egli la me- dicina si diffuse il sistema Browniano , ma come me- dico prudente ed osservatore qual' era il Bicchie- rai , andò ognor cauto nelle applicazioni pratiche e si mostrò piuttosto contrario che favorevole al ci- tato sistema, cosa la qual dimostra che egli eserci- tava la clinica con quella riservatezza , che i medi- ci veramente grandi hanno sempre avuto ed avranno per guida, specialmente allorché trattasi di novità di tale natura. e XIV. CXIV. Professò medicina nella Università di Ferra- ra l'anno 1772. ristaurata il Dottor Petronio Zecchi- ni Bolognese che ci lasciò alcune dissertazioni sul Libro IL aSg sistema della vitalità del celebre de Gorther disce- polo di Bòerhaave (i). Parlando della irritabilità Hal- leriana abbiam già ricordata la Raccolta di Opusco- li fatta nel 1755. su questo argomento da Giacinto Fabri medico originario di Bolognaj, nella quale rac- colta inserì anch' egli alcune sue lettere e disserta- zioni , e pubblicò inoltre con aggiunte le osservazio- ni chirurgiche del Sig. Ledran tradotte dal Fran- cese (2). Abbiam pure sulla questione analoga a quel- la della irritabilità dei nervi molto agitata un mez- zo secolo fa in circa , cioè sulla irritabilità di alcu- ne parti degli animali un'altra raccolta di disserta- zioni dell' Haller , del Zimmermann , di Tosetti e di Castel pubblicata per opera del medic-o Gio. Vin- cenzo Petrini, che nella prefazione alla medesima da lui messa in fronte , si dichiara del partito di det- ti Fisiologi, fra i quali il Tosetti in compagnia dell' altro medico e Chirurgo Cesare Pozzi istituì una se- rie di accurate sperienze dirette a comprovare la in- sensibilità dei tendini e delle membrane (3). Primo Pro- fessore di medicina nella Università di Napoli intorno al 1750. fu Gioacchino Poeta (di cognome) medico dotto ed erudito , ascritto all' Accademia della Cru- sca , ma assiduo assai più all' altra in quella Città da Monsig. Galiani eretta, e in cui più volte lesse le sue produzioni di vario argomento, dando poi in luce alcune dissertazioni di storia naturale e di me- dicina pratica (4). Versato assai nella lettura degli antichi scrittori Greci e Latini ci si mostra il Cremo- nese Paolo Valcarenghi primario Professor di medi- (i) Dizion. degli Uom. ili. T. XXII. pag. i3o. Eloy. T. II. dell'ope- ra già. cit. pag. 369. (2) Fantuzzi Scritt. Boi. T. IX. pag. 94. (3) Portai Storia dell'Anatomia T. V. pag, 148. (4) Zavarroni Angeli, Bibl. Galabra pag. 207. a6o Storia della Letteratura Ital. Cina nella Università di Pavia e nelle scuole Palati- re di Milano , il qual costantemente godette molto nome e terminò di vivere nel 1780. Varii sono gli argomenti alle scienze naturali spettanti da lui tratta- ti in non poche dissertazioni stampate, e delle quali si hanno distinte notizie nelle aggiunte al Dizionario medico dell' Eloy (1); ma non devesi passar sotto silenzio la sua dissertazione sopra una giovine Cre- monese che per più anni vomitò sassi ed aghi; poi- ché mentre il Professor Valcarenghi disingannar vol- le il pubblico ignorante clic attribuiva a fatuc- chierie questa singoiar malattia , incontrò degli op- positori e fra questi il Fromond e D. Giovanni Ga- donici , ma ei si seppe difendere. La Botanica poi va a lui debitrice, poiché collazionò tre edizioni dell'opera sulle proprietà dei limoni, e sulla manie- ra di spremerli dell'Arabo Ebenhitar detto altrimen- ti Beitharide^j e ce ne lasciò una nuova arrichita di cementi (2). La più barbara morte da idrofobia ca- gionata rapì nel 1775.il medico Vincenzo Lupacchi- ni dotto nelle scienze naturali non solo , ma ben anche nella lingua Greca, nella buona Letteratura, ed in altri rami dell'umano sapere; laonde frutti abbondevoli ed ottimi aspettar poteva da lui la Re- pubblica letteraria, ma nulP altro ci lasciò che una edizione di Celso cominciata soltanto, la quale per ogni riguardo riuscir doveva pregevole oltre modo ; poiché aveva egli con somma esattezza collazionato in Roma sette Codici antichissimi di detto Autore esistenti nella Vaticana, ed altra suppellettile pre- ziosa di simili confronti e di note aveva raccolta cosicché non gli mancavano sicuramente i materia- (i) Edizione di Napoli T. VU. p«g. 385. (a) Dizion. degli Uom . ili T. XXL pag. n. L I B R O II. 261 li a render perfetto questo lavoro. E di tale impor- tanza esso si riputò , che trovandosi in Roma due Deputati dell' Accademia di Edimburgo per lo stes- so oggetto, avuta essi cognizione di quanto faticato aveva lo sventurato Lupacchiui_, desistettero dall' im- presa, e lo richiesero che volesse ceder loro li suoi scritti per farne V edizione in Glascow a suo profit- to, e l'opera trovavasi molto inoltrata allorché que- sto medico perì vittima dell' idrofobia dopo un anno in lui sviluppatasi con li sintomi li più terribili (i). CXV. Tra i Professori che nel cader del secolo cxv. ■VTTT T , . . . . Araldi Profe»- AvUl. tennero uno dei pnmi po=^ti per estese co- »or iNiich»!». gnizioni scientifiche nella nostra Università di Mo- dena annoverar devesi Michele Araldi nato il di io. Febbrajo dell'anno 1740. Dotato egli di raro inge- gno e di una volontà decisa per lo studio si dedicò, benché da prima contro suo genio , alla medicina, che in appresso poi sopra ogni altra facoltà coltivò, applicandosi però contemporaneamente alle matema- tiche ed alla letteratura ; e tali prove egli diede di insigne profitto, che (Fauni nS. laureatosi ottenne due anni dopo la Cattedra di Fisiologia nella nostra Università, e allorquando il Sovrano Francesco III. ' nel 1772. richiamò può dirsi a nuova vita questo Archiginnasio , V Araldi fu incaricato inoltre di spie- gare l'Anatomia, Cattedra rimasta vacante per il traslocamento dell' immortai Professor Scarpa a Pa- via, e finalmente assunse 1' Araldi anche 1' impegno della Patologia. Mentre però egli soddisfece a tutte queste non lievi incombenze esercitando anche la (i) Bianroni Gio. Loiloviro Elogio del Liipacchini inserito nel T. II. d'elle Opere del primo pag. 34'- Milano 1802, Hopo il quale Jeggesi la do» «crizione della orriLil* malattia • morte di così illustre medico. 203 Storia della Letteratura Ital. professione , specialmente come medico consulente , trovò mezzi e tempo per istruirsi a fondo nella me- tafisica della matematica j per acquistare una estesa cognizione degli autori antichi di hella letteratura, e per farsi conoscere buon giudice in queste mate- rie. Tali cospicue doti di ingegno avvalorate da un indefesso studio ^ procurarongli il segnalato onore di venir nominato nel 1804. Segretario deiristituto na- zionale Italiano , perlocchè abbandonar dovette la pati'ia, e si trasferì a Milano dove nel 181 3. pagò alla natura l'inevitabile tributo nel di 3. di Novem- bre. Conobbe il Professor Araldi , come si disse, più scienze , e recava maraviglia qualora udivasi ragio- nare 5 la vastità di cognizioni cbe egli sj)iegava ; di vario genere perciò furono gli scritti che pubbli- cò, ed alcuni alle Matematiche, altri alla Fisiologia e alla Metafìsica, ed altri alla Letteratura apparten- gono. Profondo nella Metafisica, si mostrò ognora ze- lante sostenitore dei principii fondamentali delle scienze , e procurò di rettificarli, allorché non sembra- vangli ben poggiati; come pur cercò di produrre spiegazioni più esatte di varii fenomeni fisiologici, e di rischiarare alcuni problemi di meccanica sublime sopra i quali a lungo sudarono i Matematici Euro- pei più illustri. Gli Atti della Società Italiana delle Scienze alla quale era ascritto, contengono alcune di lui interessanti memorie sul problema degli appog- gi, sulla forza e Finflusso del cuore nel circolo del sangue e sulla legge di continuità. Varii suoi scrit- ti e prefazioni egli inserì pure nei tomi del nomi- nato Istituto^ e cercò semjire in questi ed in altri luoghi delle sue opere di difender gli Italiani dagli attacchi dei Dotti stranieri, e di sostener Fonor na- zionale molte volte a dir vero avvilito e conculca- to dagli Oltramontani. Ricorderò qui per ultimo la Libro II. 263 sua famosa memoria sulle Anastomosi, in cui cerca di far chiaro l'uso di questi canali, e il suo saggio di un Errata corrige diretto ad esaminare parecchie opinioni dei più celebri recenti Fisiologi ; e riman- derò i miei lettori che conoscer volessero quanto scrisse il nostro Professor Araldi, all' analisi delle sue produzioni che trovasi nell'Elogio fattogli dal Sig. Professor Cesare Rovida (i), come pure all'altro in- serito dal Sig. Marchese Luigi Rangoni nelle Memo_ rie della Società Italiana delle Scienze a cui egli presiede (2). CXVI. Un forte contradditore trovò la teoria del- Sementini Ànto- la irritabilità Halleriana in Antonio Sementini Jin^o^AndnaNic- coia. Mondragone nella Provincia di Terra di Lavoro, na- to nel 1743. e mancato ai vivi nel 18 14. mentre in- segnava Fisiologia e Notomia in Napoli. Un nuovo sistema ideò egli e spiegò nelle sue istituzioni fi- siologiche pubblicate nel 1780. , sistema che al dir del Sig. Mozzabella nelP articolo di questo scritto- re (3) , segnò le prime linee di quello di Brown. Benemerito poi fu il Sementini della Notomia che ben conosceva, ed a lui si attribuiscono alcune sco- perte nella struttura del cerebro, della vescica, e di altre parti della nostra macchina ^ e dopo di aver percorso questi due rami della scienza medica, pub- blicò la sua nosologia, e l'arte di curare le malat- tie, cosicché dir si può aver egli cercato di giovare in tutte le parti più essenziali ai progressi della me- dicina. Una critica ragionata che ei fece ad un for- molario medico dal celebre Cirillo nel i774« dato in luce_, produsse nelF animo di questi tale effetto, che (i) Stampato a Milano ap. Giovanni Bernaidoni 1817. in 4.'' (a) T. XIX. Fascic. I. di Fisica p. CXXIII. (3) Inserito nella Biografia più volte citata degli Uom. ili. del Regno di Napoli T. lY. 1817. i64 Storia della Letteratura Ital. ne ritirò tutte le copie stampate , e riprodusse il fonnolario giusta le osservazioni del Sementini emen- dato, il che onora ambedue questi medici, perchè vedesi che il solo amor del vero dirigeva le loro ri- cerche. Visse contemporaneo del Sementini, nello stesso anno morì, ed ebbe con lui comune la tom- ba 1' altro Professore Niccola Andria di Massafra nel Napoletano nato nel 1748. discepolo del Cotu- gno di cui a lungo si ragionò. Coprì P Andria le Cat- tedre di Agricoltura e di Fisiologia in Napoli, dove fu anche nel 181 1. decano della facoltà medica e Professore di Patologia e di Nosologia. Alla Chimica appartiene il suo trattato sulle acque minerali che ebbe due edizioni, e V istituzione chimica filosofica che tre volte si ristampò l'ultima delle quali fu nel i8o3. Sostituì l'Autore nella terza edizione il siste- ma di Lavoisier alla teoria del flogisto di Sthall, per- locchè riuscì questa sua opera ben ordinata ed imi- tò la Filosofia chimica di Fourcroy . All' arte sa- lutare poi appartengono gli elementi di fisiologia, di medicina teoretica ^ la storia dei rimedii , e le istituzioni di medicina pratica opere dall' Andria in varii tempi pubblicate , che riscossero tutte più o meno la pubblica approvazione e si ristamparono quasi tutte. Volle egli ancora impegnarsi, ma non so poi con qual esito, nello scrivere sulla teoria della vita, e nella dissertazione sopra questo astruso e insiem pericoloso argomento egli addotto il fluido Galvanico come prin- cipio della vita (i). Lo Spallanzani _, Haller, Tissot ed altri sommi uomini ebbero con lui amicizia e cor- rispondenza letteraria, il che ci dà una novella prova dei meriti di questo insigne medico Napoletano. Se fosse vissuto più lungamente di (jLiel che fe- (1) Biografia degli Uom. ili. ec. di Napoli T. V. i8j8. Libro II. aóS ce , avrebbe illustrato e giovato assai la scien- za medica il Dottor Filippo Pirri di Apiro nella Mar- ea, il quale somministrò molti articoli medici alla Bomana Antologia, ci lasciò un'opera sulla teoria della putredine, e ci diede un avviso sulle cause del- le morti improvvise. Avendo egli cessato di vivere di soli anni 35. nel 1780. non potè proseguir più. oltre la nobile carriera che intrapreso aveva , e nel- la quale cominciava a seenalarsi , godendo e£;li la sti- ma dì non pochi letterati suoi contemporanei (i). CXVII. Sebbene nato in Corfù Pietro Antonio Bon- cxvii. 1. |. 1 ,. . . . ,.. ... Bonrlioli Pietro aioli, dove mancarongli tutti i sussidi! per istruirsi , Antonio. pure con la sua buona volontà, e per la sua forte inclinazione allo studio riuscì di aprirsi la via alla cognizione delle scienze, portandosi da giovanetto alla Biblioteca di un Monastero in qualche distan- za dalla Città ^ ed ivi cercando pascolo per soddi- sfare le studiose sue brame. Recatosi poi a Pado- va tai progressi ei fece nelle scienze fisico-medi- che alle quali si consacrò, che prima di conseguir la laurea fu nominato alunno di quell'Accademia, e dal 1787. al 1789. lesse nelle radunanze di essa tre dotte memorie sopra argomenti medico-fisiologici; e il sommo fisico Professor Volta di Pavia illustrò con note un altro scritto del Bondioli diretto a spiegare per mezzo della Elettricità il bel fenomeno delle auro- re boreali, scritto che egli inserì l'anno 1792. nel Giornale di Brugnatelli, e su questo stesso argomento abbiamo nelle Memorie della Società Italiana delle Scienze a cui era ascritto il Bondioli, un' altra sua dissertazione in cui tenta di dare una spiegazione di questo medesimo fenomeno , allorché accade in luoghi diversi dalle regioni polari , come egli cer- (1) Antologia Komana T. Vili. pag. i53. 266 Storia della Letteratura Ital. ca (li provare contro V opinione di Mairan e eli altri Fisici. Corrispondenti a questi primi saggi di sapere ne produsse il Bondioli altri in appresso , mentre esercitò la sua professione a Venezia , a Costantino- poli, dove accompagnò l'Ambasciatore della Repub- blica Veneta, ed all'armata Francese allorché in con- seguenza della battaglia di Marengo occupò essa di nuovo P Italia. Dopo questo servigio ottenne il Bon- dioli nell'anno ioo3. la Cattedra di materia medica in Bologna, ed indi fa nominato successore del Com- paretti nella Clinica medica a Padova, dove recossi ma con suo rincrescimento e dei Dotti Bolognesi clie lo stimavano e lo amavano. Procurò egli di illustra- re più d' ogni altra parte della scienza, la teoria del- la medicina, e pubblicò nelle Memorie della Socie- tà sunnominata due dissertazioni sulle forme parti- colari delle malattie universali V un^, suW azione ir- ritativa V altra, nelle quali cercò di spargere nuove idee suir arte sua che voleva pur rendere soggetta a regole generali il cbe però gli venne da molti con- teso. Il tempo e le osservazioni successive decideran- no qual peso dar si debba alla sua maniera di con- siderare le malattie classificandole in isteniche^ aste- niche ed irritative , alla sua teoria della diatesi del contro stimolo, e ad altre simili nuove idee (i) che ai giorni nostri tanto rumore hanno levato fra i me- dici, ma non so poi con quanto vantaggio dell'arte salutare. Ascritto al Collegio dei Dotti del Regno Ita- liano e recatosi nel 1808. a Bologna per le radunan- ze che dovevano colà tenersi , fu da morte rapito in età di soli 43. anni il dì 16. di Settembre per una malattia infiammatoria, e la sua perdita cagionò (i) Elogio di EoncHoli «1p1 Sig. Mario Pieri inserito nel T. XV. delle Memorie della Società Italiana delle Scienze pag. i. Libro II. 267 dispiacere non piccolo a quei clie lo conobbero, per- cliè in lui alla dottrina univasi un tratto amabile , una carità profusa verso i poveri , e una singoiar' perizia e buona maniera nell' istruire i suoi discepoli ai quali fu caro, e die egli sempre riamò. CXVIII. Fra i primi cbe composero la Società fi- ^^^^.f^^^'A^. losofico-matematica di Torino noverasi il medico Gio- tonioed altri Me- Antonio Marino di Villafranca di Piemonte nato il di 4. Febbrajo dell'anno 1726. da antica e nobile famiglia, il quale con la protezione del Conte Giu- seppe Angelo Saluzzo vi fu ammesso ; ed allor quan- do la detta Società nel 1782. ottenne dal Re Vitto- rio Amedeo IH. il titolo di Accademia Reale delle scienze, il Marino ne fu membro; come pure ap- partenne alla Società Italiana delle Scienze cbe lo perdette nel 1806.^ e ad altre Accademie. Le varie operette da lui date in luce e delle quali può ve- dersi l'elenco presso il Signor Dottor Donino (i), si aggirano tutte intorno all'efficacia di alcune medi- cine e specialmente a quella dell' olio di ulivo per sanare varie infermità, o descrivono pratiche osser- vazioni di cure che ottennero esito felice , avendo poi egli lasciato un numero copioso di manoscritti registrati nell'elogio storico tessutogli dall'illustre Segretario dell'Accademia Torinese Vassalli-Eandi'(2). Dopo di aver militato sotto le insegne del Duca di Modena Matteo Zaccbiroli Forlivese , dedicossi allo studio della medicina nella qual facoltà si laureò, al- lorquando ritornò dai viaggi fatti a Napoli ed a Fi- renze, dove frequentò gli spedali e sentì le lezioni - di Cotunnio e Cirillo nella prima di queste Città, e del Targioni e del Nannoni nella seconda. Esercitò (i) Biografia medica Piemontese T. II. pag, 270. (a) Mem. dell' Accad. di Torino, Letteratura ann, 1809.-1810. 208 Storia della Letteratura Ital. ei^li con grido la medicina nelle Città dellaMarcae re- stituitosi poi alla patria ivi morì nel giorno 3i. Mag- gio dell'anno i8o3. Tra le opere del Zacchiroli ri- corderemo prima d' ogni altra la sua Riforma delle spezierie stampata nel i7o3. nella quale cercò di smascherar l'impostura di tanti rimedii, di semplifi- car i medicamenti, ed insinuò ai medici l' importan- te massima di secondar i movimenti della natura. L'efficacia di alcuni rimedii, l'esame dell'azione dell* aria sui medicamenti, e la questione sull'insalubrità delle acque dei maceri sonuninistrarongli argomenti per altri scritti , in alcuni però dei quali campeg- giano soltanto delle ipotesi sostenute però con inge- gnosi ragionamenti dal loro autore; più interessanti per la Clinica-medica furono le osservazioni sul mor- bo negro di Ippccrate da lui nell'anno stesso pubbli- cate, poiché dopo un accurato esame dei sintomi di questa terribile malattia ne propone una cura, men- tre anticamente ritenevasi questo male incurabile, e convalida con la narrazione di alcune guarigioni da lui fatte il suo piano di medicare queste infermità. Ne meno utile per la medicina pratica dir si deve il Prospetto delle malattie che dal 1797. al 1798. regnarono in Camerino, poiché esso è corredato di osservazioni fisiologiche e vi si soggiunge quel me- todo di cura che ])iù giovò a sanar gli infermi, quan- do questo realmente scostavasi da ciò che per l' ad- dietro usavasi. Contribuì egli non pochi articoli ri- sguardanti la scienza da lui professata al Giornale enciclopedico di Bologna^ ed allorcliè si ristamj)arG- no a Macerata le celebri lettere fisiologiche del Ga- valier Rosa, il Zacchiroli fece precedere a questa ristampa una prefazione oltre modo ricca di cogni- zioni mediche , e della quale assai favorevolmente pudicarono i Giornali di quei giorni j né fu in fine Libro II. 269 egli straniero alP amena letteratura come ce ne fan fede alcuni elogi d' uomini illustri da lui composti , ed alcuni altri scritti di vario e dilettevole argomen- to (i). Fra i discepoli del Morgagni figurò assai Andrea Comparetti di Vicinale luogo del Friuli , il quale dopo di aver studiata e difesa Teologia e Matemati- ca in Venezia, si rivolse alla medicina da lui appresa in Padova dove ne ricevette la laurea. Mentre eser- citava egli con grido la sua professione in Venezia, pubblicò un' Opera sulle malattie nervose , die aven- dogli procurato credito fece sì che venne nominato Professore di medicina teorica, e pochi anni dopo anche di Clinica nello spedale di Padova. Altri scrit- ti egli diede in luce risguardanti 1' arte salutare e fra gli altri quello de aure interna comparata e il trattato sulle febbri larvate che egli tante volte riu- scì a superare , ma delle quali però fu vittima nel 1802. non contando che 57. anni di età. Oltre la medicina che conobbe a fondo , coltivò con suc- cesso anche gli altri rami delle scienze naturali, e 1' Eulero lodò la sua opera de luce reflexa^, e il Bon- net avendo veduto la succitata sua fatica intorno all' orecchio , lo animò a stampare , come fece il Comparetti, altri suoi scritti quali sono \di Fisica bo" t unic a :,\di Dinamica degli Insetti, e le Observationes dioptricae et anatomicae comparatae ^ lavori tutti che più o meno incontrarono il pubblico voto (2). CXIX. Fra li più rinomati Professori di medicina nella Università di Modena si novera Michele Rosa cxix. Tn... 1 oi ..., Rosa Michele. di Kimini nato nei 1731: la sua perizia singolare (i) Zacchiroli Francesco. Elogio di Matteo Zacchiroli, Bergamo presso Sonzogni 8.* (i) Gamba Galleria d'Uomini ili. Quaderno XVI. 270 Storia della Letteratura Ital. nella medica professione gli procurò credito grande in Roma e in Bologna, e dopo di esser stato ricolmo di onori e nominato Cavaliere venne a Modena , do- ve per molti anni istruì con la maggior premura, e con sommo frutto i giovani studenti di medicina, e fu uno dei più illustri Accademici che vantasse FAc- cademia eretta dal Marchese Gherardo Rangoni di cui già io altrove feci parola. Passò egli in appres- so a coprire una Cattedra di detta facoltà in Pavia, da dove in età già avanzata si restituì poi alla Pa- tria, e proseguì a coltivare le scienze e le amene lettere come aveva fatto per V addietro. Molte Ac- cademie Italiane lo chiamarono nel loro seno, ed al- lor quando si formò nel i8o3. l'Istituto Nazionale Italiano, egli vi fu tostamente aggregato, benché 1' età sua non gli permettesse di somministrar Memorie per gli Atti del medesimo. Visse il Rosa una vita lunga e fu caro a tutti quelli che il conobbero, ai quali per- ciò spiacque la sua morte avvenuta nel 1812. per una caduta da una scala ; poiché possedeva il Rosa non solo un corredo di scienza non comune, ma le doti più belle del cuore pareggiavano in esso quelle della mente, e pochi forse più costanti di esso, più leali y più affettuosi mostraronsi nell'amicizia (i). Versato il nostro Professore profondamente nelle dottrine dei medici sì antichi che moderni, senza pre- venzione per qualche partito o sistema, medicava con occhio filosofico ed interrogando la natura, procu- rava di avanzare ognora la scienza e di scuoprire nuove verità usando talora tentativi li più arditi ; ma regolandosi però in modo che la fama acquista- ta da lui come medico pratico, faceva sì che veniva (i) Cosi si esprime l'estensore dell' articolo di Rosa inserito nel T. III. delle Mem. dell' Imp. Re^io Istituto pag. 70. L I B R O II. 271 ben sovente consultato e chiamato in lontane Città a , curare infermi pericolosi. Coltivò questo Prof, oltre le scienze naturali anche la fisiologia e l'erudizione , perlocchè si dilettava nella interpretazione degli au- tori classici, nello sviluppare alcuni punti importanti dell'Antiquaria, e con 1' ajuto delle scienze natura- li seppe egli uno dei primi rischiarare diverse que- stioni archeologiche . Svegliarono molto rumore le sue lettere fisiologiche, la sua teoria del vapor espan- sile dei nervi ed altri suoi scritti di fisica e medici- na ; ed appunto l'interesse che presero i Dotti di allora nell' esaminare i pensamenti e le sperienze di lui , dimostra l' importanza che essi vi attaccavano. Che se il tentativo del Rosa di trasfondere il sangue da uno in altro animale fu da molti giudicato inammissibi- le , egli però ha il merito di avere eccitato i Fisio- logi a studiar più addentro la natura, ed ha svela- ti massimamente intorno al sangue nuovi misteri fi- siologici che giovar possono alla pratica dell'arte sa- lutare. Maggior credito però si fece questo medico con un' opera di ge>iere dalla medicina diverso , vo- glio dire con quella intitolata delle porpore e delle ■materie vestiarie degli antichi^, lavoro classico ed eru- dito che ottenne il suffragio dei Dotti Italiani e stranieri. Il Dottor Pasquale Amati, è vero, lo ave- va preceduto con il suo libro de restitutione pur- purarum ; ma il Rosa dir devesi il primo che met- tendo a contribuzione tutti li classici Greci e Latini, non che la storia naturale e la chimica, mostrò qua- li fossero le porpore tanto pregiate dei Consoli ed Imperatori Romani, quali materie usassero essi per tingere , e quanto si allontanasse dallo scarlatto d'og- gidì la porpora antica . Contemporaneamente poi sparse egli nuova e chiara luce sulle materie vestia- rie degli antichi, e ci diede copiose relative notizie a7a Storia della Letteratura Ital. che indarno cercansi nel Ferrari , nel Rubenio ed in altri scrittori di questo ameno argomento. Am- mirata universalmente quest' opera giovò essa per eccitar altri Dotti ad occuparsi di queste materie, e fece sì che V Autore aprisse una corrispondenza istrut- tiva col celebre Conte Gian Rinaldo Carli e con al- tri eruditi, i quali colle loro ricerche nuovi lumi spar- sero in questo campo di erudizione (i). Qxx. CXX. Grandi speranze dava di far avanzare la J^^^^P'^'"^^"°^ Fisiologia e la Notomia il Professor Giuseppe Jacopi Modenese nato nel 1776., se la morte rapito non lo avesse agli amici ed agli studii nella fiorente età d'anni 87. non compiti nel 181 3. Allievo deiF illu- stre Sig. Professore Antonio Scarpa studiò egli alla Università di Pavia, e cominciò per tempo a ma- neggiare il coltello anatomico esercitandosi tanto sui cadaveri umani , quanto su gli animali ed istituen- do gli opportuni confronti fra 1' organizzazione de- gli uni e degli altri (2). E tale profitto fece rapida- mente questo giovane nella scienza a cui dedicossi, che allor quando mancò ai vivi il Professor Prescia- ni nell'anno 1800., meritò di essere destinato seb- ben d'anni 24. soltanto a coprire la Cattedra di Fi- siologia ed Anatomia comparata in detta Università, nella quale ben presto distinguer si fece non solo con la sua maniera perspicua ed ordinata di istruir gli scolari , ma col pubblicare fin d' allora alcuni scritti interessanti. Fra questi per tacer di quello che a lai attribuito da alcuni, da altri si nega come suo lavoro (3) , ricorderemo qui prima di ogni altro (') Negli opuscoli scelti sulle scienzn e sulle arii di Milano e nel Gio^'nali: di Fisica che il Perlinl stampava a Venezia leggonsi diverse lettere di uomini eruditi uirelte al Cav. Rosa sulle porpore ed i fuchi tintorii. (a) Ramati Giuseppe. Elogio di Giuseppe Jacopi 8. Novara i8i3.p. io. (3) 11 citato Sig. Ramati attribuiice congetturando però, al P. Jacopi Libro II. 2,78 la confutazione che ei fece delP opinione spiegata dall' Inglese Darwin nella sua Zoonomia sulla prete- sa retrocessione del moto dei fluidi nei vasi linfati- ci, retrocessione che il nostro Italiano dimostrò con forti ragioni non sussistere ( i ) ; questa memoria pe- rò considerar non si deve che come il preludio di cose maggiori. Li suoi elementi di Fisiologia e No- tomici comparativa ottennero il pubblico voto, e quan- tunque r opera di Richerand sullo stesso argomento in seguito pubblicatasi levasse alto grido, tuttavia gli elementi suindicati del Prof. Jacopi hanno mante- nuto il loro credito (2). Con precisione non comune, con eleganza di stile e con pari esattezza l'autor ci presenta i disegni che la natura di seguir si prefis- se nella struttura degli organi alle varie funzioni assegnati in ogni classe di animali, ci addita i mez- zi con i quali seppe essa costringer^ direm così, que- ste macchine ad eseguir le indicate funzioni , delle quali ne espone nitidamente il meccanismo , e de- linea così un ben ideato quadro quantunque non molto ampio delle scene più maravigliose della na- tura animastica (3). Alcuni rigidi Censori suscitaron però contro questi elementi qualche critica , ed av- rebbervi specialmente desiderato maggior novità; ma il suo encomiatore Sig. Prof. Ramati avvertir ci fa, e parmi a ragione, che sebbene il piano seguito dal Jacopi in quest'opera sia regolato sulle cognizioni alcune Riflessioni anonime uscite in luce per combattere Toplnione del Sig. Prof. Moreschi intorno al vero e primario uso della milza nell'uomo e negli animali vertebrati ; ma il Sig. Prof. Azzoguidi nell' altro elogio di Jacopi stampato a Bologna nel 1824. nega assolutamente che il Professor Jacopi scrivesse centro la tesi dal Sig. Moreschi sostenuta. (i) Ramati, Elogio cit. p. 4^- (a) Memorie dell'lmper. R. Istituto del Regno Louil). Veneto. Milano 1S24. T. III. pag. 73. (3) Ramati ec. p. aa, Tonio 11. lo 374 Storia della Letteratura Ital. della scienza già fornite dai Clnar. Hallero e Guviei% tuttavia ha egli saputo opportunamente inserirvi non poche cose proprie , ha illustrato tutti i punti più oscuri della Fisiologia, ed ha sviluppato ed of- ferto sotto un nuovo aspetto molti articoli , e in modo speciale quelli che riguardano la fame , la di- gestione e la sanguificazione (i). Altre fatiche di mi- nor conto ci lasciò egli poi, come la descrizione dell' apparato per contener le fratture oblique migliora- to dal suo illustre maestro il Sig. Professor Scarpa, la confutazione della massima di alcuni chirurghi di usar la puntura del ventre come rimedio nella tim- pa nitide, e finalmente il prospetto della scuola di chirurgia pratica di Pavia, colla quale ultima produ- zione conoscer si fece valente anatomista , erudito patologo e clinico sperimentato. Inoltre fra li mano- scritti inediti che ci restano di questo giovane me- dico ed insieme rinomato chirurgo, ricorderò io qui una pregevole dissertazione da lui letta nella Uni- versità suindicata sulle molecole del sangue diverse di grnndezza e di forma nelfuomo e negli anima- li (2,). La fama che egli ben presto acquistossi e con le sue opere e con V esercizio pratico della nobile sua professione, gli procurò la stima dei dotti Italia- ni non solo ma ben anche degli stranieri , e molte Accademie fecersi sollecite di chiamarlo nel loro se- no, fra le quali tacer non devesi l' Istituto Italiano e r Accademia di medicina di Parigi, cxxi. CXXl. Lasciò varie opere di medicina Giuseppe uo*Sico e T«- Matteo Menegazzi di Gorgo luogo situato nel Pado- sia Guis^-j p». yano,e fra queste meritano di esser ricordati li suoi (i) Elof^io ec. pag. 24. Questi elementi furono adottati per testo nelle scuole del Rpj^iio d' Italia. (a) Temo in. delle Mem. cit. deiri»titnto. Libro II. 27$ Adversaria medica in doctrinani Brunonis stampati a Padova nel 1802. mentre viveva Fautore, e dei quali il Chiar. Professor Giacomo Tommasini parlò vantag- giosamente nel suo giornale medico, poicliè trovò clie le idee del Menegazzi combinavano pienamente con li principii della nuova dottrina medica. Chi bramasse poi di conoscere le altre produzioni ( alcune edite ed alcune inedite ) di questo medico mancato ai vivi nel i8a3., potrà soddisfare la propria curiosità leg- gendo l'articolo di lui nella Biografia universale (1), da cui rilevasi aver egli lasciata imperfetta la tra- duzione dell' opera insigne del Sydenliam alla quale andava aggiungendo commenti ed annotazioni a van- taggio della pratica dell' arte salutare. Il Sig. Professor Tommasini sullodato scrisse l'elo- gio del Professor Antonio Testa Ferrarese (2) na- to nel 1750. e mancato ai vivi in Bologna sul co- minciar dell' anno i8i4- Dotato questi di rari talen- ti e di felice memoria, studiò in Bologna e poscia a Firenze sotto la direzione del celebre Professor kn- gelo Nannoni , dopo di che laureatosi in medicina ebbe la sorte propizia di poter in qualità di medico del Veneto Senator Rezzonico visitar le più cospi- cue Città d'Europa, istruirsi così ampiamente nel- le scienze naturali ed acquistar coltura non comu- ne in ogni genere di bella letteratura. Cominciò di buon' ora il Testa ad offrir saggi del suo sapere, poi- ché di soli anni aa. die alla luce in Firenze una pregevole dissertazione sulla morte degli asfittici e sui mezzi di campameli , nella quale spiegò erudi- zion grande a pari dottrina congiunta. Ed a questa tre anni appresso seguir fece un'opera di patologia (i) T. XXXVII. pag. 200. (2) Stampato a Pesaro ap. Anjieslo Nolnli ioii5. 376 Storia della Letteratura Ital. in cui trattò non poche difficili questioni intorno alle varie malattie die afflie:gono l'umanità, e cono- scer così ei si fece benché giovane, esperto assai nella sua professione. Incamminato il Testa in quest' ardua carriera , e dai primi successi in essa ottenu- ti incoraggiato stampò a Londra nell'anno 1787. al- tro elaborato lavoro intitolato Elementa dinamicae animalis seu de vitalihus sanorwn et aegrotantium periodis. Se in essa^diee il Sig. Prof. Tommasini (i) non trovò V autore la spiegazione dei fenomeni del- lo stato sano e morboso^ il che fu e sarà ognora un mistero, tuttavia il Testa ne segnò con la scorta dei primi padri dell'arte le leggi, sviluppò nuove idee sui movimenti naturali e morbosi della nostra mac- china , e si mostrò versato a fondo nella cognizion dei Classici Greci , così che quest' opera dir si deve ingegnosa ed erudita. Mentre perciò la fama da lui acquistatasi determinò alcune delle più cospicue Ac- cademie Italiane , e quella di Parigi ad accoglierlo nel loro seno _, Ferrara sua patria si fece sollecita d'invitarlo a insegnare in quella Università le isti- tuzioni fisiologico-patologiche e poscia gli affidò la clinica medica ; ma le vicende dei tempi perder fé" cero a Ferrara questo illustre Professore che venne dal Governo Italiano destinato a direttor generale degli ospitali militari, nel sostenere la quale incom- benza dimostrò egli qual fosse l'attività sua, la dot- trina e 1' umanità insieme , e al tempo stesso tras- se profitto non ordinario per l' arte salutare dagli stessi spedali, convertendoli, direm così, in tante cli- niche mediche chirurgiche, con l'obbligare gli uffi- ziali di sanità a render ragione dei casi più diffici- (1) Pag. ao. e seg. del citato elogio. Libro II. 277 cili, ed a scriverne le storie. Cresciuto così in ore- dito il Testa appresso chi allora reggeva i destini dell'Italia, passò ad insegnar la Clinica nella cele- bre Università di Bologna e fu nominato ispettor generale della pubblica istruzione, ed uno dei com- ponenti l' Istituto nazionale Italiano. Pubblicò egli allora le sue tesi di patologia , nosologia , e medici- na pratica che il fecero vieppiù conoscere qual in- signe medico patologo e clinico^ poiché in esse unir seppe profondità di dottrina teorica, ed una severa induzione alle osservazioni appoggiata, somministran- do, per dir così, ai giovani studenti il filo d'Arianna onde percorrere con sicurezza il laberinto dell'arte me- dica. Ne cessò in mezzo alle nuove sue occupazioni il Professor Testa di proseguire a comporre nuove opere? ed una ne abbiamo sulle azioni e reazioni organi- che che uscì nel 1804. nella quale ci presenta nuove idee su questa materia un poco involute è vero , ma che però contengono molti di quei principii e di quelle verità che con le successive osservazioni e fa- tiche dei dotti medici sonosi poi rese manifeste e chiare. Tutti questi lavori però del nostro Professor ceder debbono la mano a quello sulle malattie del cuore, tradotto in molte lingue straniere, quantunque r autore prevenuto dalla morte compir non lo po- tesse; ne io saprei come meglio presentarne un'idea ai miei Lettori, se non adoperando le parole mede- sime dell'egregio suo encomiatore (i). ,,Ma l'opera 5, dottissima, ed utilissima del mio predecessore, quel- 5, la che più ancora dell'altre dilatò la sua fama, per la 5, quale il suo nome è altamente rispettato , e il sarà „ da tutte le colte nazioni , è quella che tratta delle (i) Elogio cit. p. 3i. 27S Storta prtJìA Lf.tteratttra Ital. 5, malattie del cuore. Quanti sieno e come sublimi i ,, concetti patologici in quest'opera contenuti, rpinuta ,, ne sia la scelta erudizione e la dottrina; come abbon- ,, di di principii utilissimi conducenti a riconoscere le 35 malattie del primo tra i visceri^ de' primi tra i vasi, 55 e a ben distinguerle da (pielle , die più potessero „ andar confuse coi vizi del cuore e delle arterie ; ,, quante verità vi si trovino del numero stesso e del ^, rango di quelle, che oggi compongono la nuova dot- 5^ trina medica italiana, ne io spiegarlo potrei in que- 55 sta breve orazione, né d'uopo avete, giovani dilet- „ tissimi, che io lo dichiari, dopo ciò che ne è stato „ scritto con tanta verità, eleganza, e chiarezza nel „ giornale della nuova dottrina medica da uno de' più „ cari e più degni discepoli del defunto Professore, da ,, uno de' più colti miei colleghi ed amici , il Dottor „ Vincenzo Valorani. „ Colto scrittore inoltre in lingua latina ed italiana riuscì il Professor Testa, così che nelle sue opere alla dottrina va congiunta la bontà del- le stile; conobbe e si dilettò delle arti belle lascian- do alli suoi eredi una scelta copia di f[uadri; quan- tunque nel suo esterno egli apparisce severo e ru- vido, tuttavia aveva dolce carattere e buona ma- niera di conversare , ma si mostrò sempre franco nelP esporre il proprio sentimento e rigoroso nell'esi- gere da' suoi discepoli quanto loro imponeva (2). cxxii. GXXII. La Veterinaria fu arricchita nel i7ii.diun' opera sui cavalli e sulle regole di ben cavalcare com- posta da Giuseppe di Alessandro Duca di Peschio Lancia- no nel Regno di Napoli , opera che suo figlio ri- stampò dedicandola all'Imperator Carlo VI. Ebbe j)oi questa facoltà generalmente parlando pochi coltivatori (i) Le sue ceneri riposano nel magnifico cimitero comunale «li Bo- losna. ' eterinana. L I r. R o II. 279 in Italia, e fra gli Scrittori di questa parte così uti- le delle scienze naturali specialmente per noi che abbondiamo di bestiame, non mi è riuscito di trovar finora se non il Sìg. Giovanni Brugnone pocc sopra mentovato, il Sig. Toggia Piemontese attualmente vi- vo e che va con dette produzioni di simil genere istruendo coloro cui preme la pubblica e la privata industria, e il Sig. Conte Francesco Bonsi originario della illustre famiglia de' Bonsi Fiorentina il quale viveva anche nel 1793. e fu allievo del celebre Gia- no Fianco di cui si è già parlato. Varii scritti pub- blicò il Bonsi nei quali contengonsi le regole per ben conoscere le bellezze e i difetti dei cavalli, gli avvertimenti per esercitar a dovere 1' arte del coc- chiere, e trattansi altri simili argomenti. Più impor- tanti poi riuscirono le sue lettere ed i suoi opusco- li ippiatrici che videro la luce nel 1756., e diedero luogo ad una question letteraria fra lui insorta e il maniscalco Peralez, che trovavasi al servigio della Ducal Corte di Modena (i). Ridusse in seguito il Sig. Bonsi in un corpo ragionato di dottrina veterinaria limitata però ai cavalli, tutto ciò che di più impor- tante aveva egli in addietro scritto, e nell'anno 1786. stampò le sue istituzioni di mascalcia divise in tre parti; nella prima delle quali dà una succinta idea dell' anatomia del cavallo , e nella seconda insegna a conoscerne ed a curarne le malattie , a tutto ciò ag- giungendo le cognizioni da lui acquistate dopo tan- ti anni dacché occupavasi di tali materie; l'ultima parte è dall' autor dedicata a insegnare ai maniscal- chi le norme per conoscere i cavalli buoni e bravi , le loro razze e per ben ferrarli. Lodevole a dir ve- ro fu lo zelo di questo Cavaliere ^ il quale sebben (i) Mazzucchelli Scrittori d' Italia T. II. part. III. pag. j688. 28o Storta della Letteratura Ital. vedesse poco apprezzate le sue fatiche dalla turba degli ignoranti, che allora ed anche al giorno d'og- gi si usurpano il nome di maniscalchi, e non cono- scono nemmeno i principii dell' anatomia delle be- stie, e quantunque in gran parte scorgesse fallito l' utile scopo a cui diresse ognora li suoi studii, tut- ta via non si sgomentò, e nell'anno 1784. stampò il suo Dizionario ragionato di Teterinaria teorica^ pra- tica erudita^ nel quale trovasi quanto desiderar si può in quest'arte, ma non è a mio parere da lodar- si l' Autore per aver disposto questo suo lavoro in for- ma di Dizionario^ perchè ognun vede che le materie restano staccate le une dalle altre, e per istruirsi in un articolo, convien scorrere qua e là a tentone, on- de riunire insiem le notizie inserite sotto le diverse parole. Prima di terminar questo paragrafo non di- spiaccia ai miei Lettori che io richiami 1' attenzion loro su quanto il Conte Bonsi lasciò scritto nella prefazione al suddetto Dizionario (j). Ci fa egli sa- pere che la ippiatrica risorse in Francia sotto il Re- gno di Luigi XV. , il quale aprir fece con la dire- zione del celebre Sig. Bourgelat nel 1762. due scuo- le di veterinaria , 1' una in Lione e l' altra in po- ca distanza da Parigi; ma che egli, il Bonsi, aveva fin dal 1751. pubblicata la prima sna opera in cui fu il primo a combattere i vecchi pregiudizii e gli errori comunemente adottati dagli ignoranti mani- scalchi. Questa notizia ci dà una prova novella e conferma quella verità tante volte ripetuta, che gli Italiani in ogni tempo gettano i primi semi di mol- te utili scoperte e di ben regolati sistemi, ma la poca cura di coltivarli, e diciamolo pur francamente la poca stima reciproca dei Nazionali, (a il più delle (i) T. l. pag. XIX. L I B R O II. 281 volte trascurar le prime nozioni 'a quel tal soggetto relative , e gli stranieri poi le mettono a profitto e ci compariscono inventori e scopritori, mentre non hanno molte volte altro merito che quello di esten- dere i principii da noi appresi, e formarne un cor- po di dottrine. CXXIII. Nello scorrere la numerosa serie di me- cxxiii. dici che fiorirono in Italia nel secolo XVIII. ah- hiam già potuto osservare che diversi fra essi riu- scirono ancora eccellenti chirurghi, o praticamente o teoricamente , lasciandoci opere a questo ramo di scienza appartenenti ; adesso però , onde compiere in grande il quadro dei progressi e delle vicende del- le scienze naturali fra noi nel periodo che abbrac- cia questa storia , daremo più distinto conto di co- loro che specialmente alla chirurgia si consecraro- no , e a vantaggio della società ne estesero il domi- nio. Fra le notizie degli Arcadi (i) trovansi quelle di Tommaso Alghisi Chirurgo Fiorentino nato nel Aighisi Tom- 1669. ed istruito da suo padre in questa professio- '^''^°' ne, la pratica della quale ebbe egli mezzo di cono- scere a fondo nel grandioso spedale di S. Maria nuo- va di Firenze. Il suo trattato di Litotomìa con le ta- vole da lui elegantemente delineate ebbe in allora molto credito e venne ristampato a Venezia ; ed a procurargli maggior nome si aggiunse la sua mae- stria nel!' eseguire questa difficile operazione , che con ottimo successo praticò più volte in varie parti d'Italia. Il Vallisnieri ottimo conoscitore dell'abilità dell' Alghisi lo diresse ne' suoi studii, dei quali for- se ci avrebbe lasciato saggi più copiosi, se non fos- se stato vittima nel 1713. di morte cagionatagli da (i) T. II. Roma 1720. pag. ai5. aSa Storia della Letteratura Ital. una ferita di una canna d' archibugio. Più estese co- Benevoli Anto- ... .,. ,. ., -t» t •• nio. gnizioni spiego in chirurgia Antonio Benevoli origi- nario di Norcia, ma nato Fanno i685. nel Castello delle Preci Diocesi di Spoleto, ed istruito come l'Al- ghisi nello Spedale di S. Maria nuova di Firenze do- ve insegnò la chirurgia . Importanti e vantaggiose novità egli introdusse nell'arte sua; come la neces- saria reposizione dell' ernia intestinale incarcerata, col taglio non mai per lo innanzi in detto spedale praticata , il riparo da lui eseguito di molti abusi nella cura delle malattie degli occhi e nei tagli. Ac- creditato egli in Firenze non solo ma anche altro- ve , godè la stima del Gran-Duca Cosimo III. che lo ricolmò di doni, alle quali munificenze egli cor- rispose operando e formando ottimi allievi , fra i quali i Professori Angelo Nannoni, e Gian-Domeni- co Baciocchi meritano particolar menzione. Ne gio- vò all'arte sua soltanto con la pratica, ma F arric- chì pure di alcune operette per quei tempi non po- co pregiate , e dopo di avere insegnato in detto spe- dale la chirurgia, cessò di Vivere nel 1756. Preten- devasi da molti che la cateratta dell'occhio consi- stesse in una membrana , e non nell'alterazione del cristallino, ed agitavasi allora questa controversia nelle più cospicue Accademie d' Europa ; fra i soste- nitori della seconda più ragionevole sentenza fuvvi il Benevoli , che con una dissertazione diretta nel 1732,. al Valsalva e stampata, la difese. Altri scritti poi egli ci lasciò sopra alcune particolari malattie chirurgiche, e per giustificare operazioni di questo genere da lui eseguite e da altri criticate (i), come pure diede una serie di osservazioni su questa scien- (i) MarzncclicUij Scrittori ce. T. H.par. IL pag. 838. Eloy Dictionnai- re ec. T. I. pag. 3i6. Libro II. 283 za le quali meritarongìi oiior singolare, perchè can- didamente confessò gli abbagli da lui altre volte pre- si nell' esercizio della sua professione. CXXIV. Venezia ebbe in Sebastiano Melli un buon cxxiv coltivatore della chirurgia teorica e pratica, e fra J^^, ^^j\i ^'^ciX le varie sue produzioni la migliore si è F arte me- ^"rgbi. dico-chirurgica esaminata ne' suoi principii F anno 1731. data in luce, nella quale premessa una breve storia della medicina, dimostra che la chirurgia ne è un ramo inseparabile, ci presenta la spiegazione del sorprendente fenomeno della generazione per mezzo delle uova, considera lo stato dell'uomo sa- no ed infermo, e vi aggiunge osservazioni medico- chirurgiche in copia. Altra produzione offrì egli al Pubblico nel 1740- sulle fistole lacrimali, nella qua- le fece una critica assai viva dei lavori del Sig. Anel chirurgo a Torino sulla disostruzione specialmente delle vie lacrimali delF occhio (i). Non ostante però questa critica, e non ostanti quelle che altri fecero ai metodi del Melli a queste operazioni relative , F Accademia Reale di Parigi dichiarò nuove ed inge- gnose le osservazioni di lui, ed onorò il metodo da lui proposto per la cura delle suddette fistole (a) . Esercitò con singoiar perizia la litotomia Pietro Pao- li morto in Lucca nel 17.52. e con tal credito, che venne più volte chiamato per eseguir cosi difficile operazione a Napoli ed in Sicilia , e da lontani paesi venivano gli infermi per sottoporsi alla sua cura. Alcune contese chirurgiche da lui avute diedergli argomento per varii scritti che stampò, ma lasciò inedito il trattato sulle ferite della testa che suo fi- glio poi si accinse a pubblicare (3). (i) Portai^ Storia dell' Anatomia ec. T. IV. pag. 604. (a) Eloy, Dictionn. T. I. pag. i3i. (3) Zaccaria Storia lett. d' Ital. T. IV. Lib. III. pag. 723. 2 84 Storia della Lktteratttra Ital. GaUi^Amonio CXXV. Benemerito dell' Ostetricia si rendette Gio- Masotti Dome- vanni Antonio Galli Bolognese nato li 2. Dicembre meo. _ ^ ^ dell'anno 1708., il qnale insegnò filosofia e cni- rurgia in Patria. ^^ La scienza dei parti tielle don- ,y ne, così il Fantuzzi (i), era stata fino all'epoca 5, del Galli, d'ordinario in mano di femmine, che „ nuli' altro sapevano, se non quanto avevano ap- „ preso dalle loro eguali ed una rozza pratica era ,, tutta la loro dottrina. ,, Applicatovisi il Galli con tutto 1' animo dopo di aver studiato a fiondo gli Au- tori antichi e moderni che ne trattano, ideò ed ese- guì un metodo pratico non più veduto in Italia uè fiiori di essa, onde porre le Mammane, i Medici ed i Chirurghi in istato di apprender la maniera di ope- rare e dirigersi nei casi non ordinarii de' parti. Fe- ce egli fabbricare in terra cotta e colorita al natu- rale le diverse figure necessarie per un gabinetto di ostetricia che fu il primo a conoscersi, e sulla por- ta della camera dove custodivasi in casa propria, leg- gevasi la semplicissima iscrizione. Svi'ELLEX . ObsTETRICIA Anno M D e e L. Primvm . Inventa. Numerosa scuola ebbe sempre il Galli e non giun- geva a Bologna forestiere alcuno illuminato, e spe- cialmente medico o chirurgo , che non bramasse di visitarla, e non restasse sorpreso dalla novità dell'in- venzione e non ne rilevasse l'utilità. Il sommo Pon- tefice Benedetto XIV. splendido protettore dei buo- ni studii ordinò con suo Chirografo che l'Istituto acquistasse questo Gabinetto, e che il Galli coprisse la Cattedra di ostetricia come nel 1758. seguì. Non (i) Scrittori Bolognesi T. IV. pag. 3o. Libro II. aSS ostante questa nuova incombenza all' altra ben gra- ve congiunta di assistere a due spedali in Bologna , trovò egli il tempo di preparare ed avanzare assai un trattato teorico di ostetricia che doveva servire co- me di testo per questa scuola , ed inoltre si fece udi- re ogni anuo nell'Accademia Benedettina, di cui era membro,, a leggere dotte dissertazioni di fisica e di medicina riferite nei Commentarii delP Istituto (i). Domenico Masotti Fiorentino insegnò fisiologia e chi- rurgia nello spedale di S. Maria nuova di Firenze^ e si fece distinguere pubblicando la descrizione di uno stromento per facilitare l' estrazione della pietra nelle donne, ed un miglioramento all'ago per l'ope- razione della paracentesi detto Barbeziano dal suo inventore Sig. Barbette (2) . L' approvazione avuta dalla Reale Accademia di chirurgia di Parigi del ci- tato stromento per la litotomia determinò il Masot- ti a ripubblicarne la descrizione con altri migliora- menti, aggiungendovi la relazione di alcune cure fe- licemente con esso da lui eseguite. Altro suo lavoro abbiamo nella dissertazione sul legamento clelV aneu- risma del -poplite introdotto nello spedale suddetto dal Chirurgo Lorenese Gio. Pietro Kaiser , verso del quale non fu abbastanza giusto il Masotti ; perchè in questo scritto fece bensì onorata menzione del Kai- ser, ma non confessò ingenuamente che questi intro- dotto avesse il suUodato metodo chirurgico in Tosca- na. Varie Accademie d'Europa ascrissero al loro ce- to il Masotti, il quale esercitò l' impiego di chirurgo presso la Real Corte di Toscana , e cessò poi di vi- vere nell'anno 1779. alli 20. di Marzo. L'Università di Padova dovette molto al Chi- (i) Il Galli mori di anni 74. nel 1783. alli i3. di Febbrajo. (a) Novelle letterarie di Firenze T. X. an. 1779. pag. 3i5. a 86 Storia della Letteratura Ital. rurgo e Medico Modenese Girolamo Vandelli il qua- le nel 1730. andò colà Professore di questa fa- coltà essendo allora in età di soli 3o. anni. Cor- rispose egli pienamente alla espettazione da quel- la Città per lui concepita , e al dire del Cav. Tira- Losclii (i) fece risorgere la chirurgia a quella perfe- zione da cui alcuni de' suoi predecessori V avevano di troppo allontanata. Ed un pegno luminoso dell' ap- provazione e del credito clie ei colà godeva, otten- ne nell' aumento piìi volte fattogli dello stipendio ' che giunse fino a Ducati Veneti 1200. nel 1775., del quale aumento però egli godette per poco^ giacché cessò di vivere F anno susseguente in età di 77. anni. CXXVI ' Molinelli Pier CXXVI. I Chirurghi dei quali finora ho esposte le Paolo ed altri Chi- .• • • j- a.- 19 T • i • • rurghi. notizie SI distinsero, per 1 ordinano, chi m un ra- mo, chi neir altro della lor professione , ma Pier Pao- lo Molinelli di cui ora parlar dehbo ^ vinse d' assai tutti gli antecedenti e per la vasta sua dottrina e per l'acquistata celebrità. Bambiana luogo della mon- tagna Bolognese lo vide nascere il dì 2,. Marzo dell' anno 1702., ed avendo in tenera età perduti li suoi genitori ed anche il tutor suo Pier Giovanni Moli- nelli Dottore , lo lasciò questi erede , ed ebbe cosi il giovanetto maggior comodo di applicarsi agli stri- dii (2). Dopo di aver compito sotto li più celebri Professori dei quali abbondava Bologna in quei tem- pi, il corso medico Filosofico^ si laureò il Molinelli l'anno 1726., ed essendo già stato dal 1722. al 1727. assistente nello spedale della Vita, si determinò di recarsi a Parigi per imparare l'arte sotto il chirur- go Salvator Morand a cui fu raccomandato con let- tere dal Dottor Girolamo Donducci. Andato in fat- ti colà il giovane Molinelli nel 1780. trovò una cor- (1) Bibl. Mo.len. T. V. pag, 348. (it) Fantuzzi, Scrittori Bolognesi T. VL pa^, 37. L I B II o II. 287 tese accoglienza presso il sunnominato chirurgo Fran- cese, die non solo lo ebbe carissimo e in grande stima finché presso lui dimorò ; ma allorché diven- ne il Morand Presidente della Reale Accademia di Chirurgia , aggregò tosto alla stessa il Dottor Molinel- li, primo tra gli Italiani a cui fosse questo onor com- partito, esempio che poi seguì la Società Reale di Londra. Percorse egli tutta le Francia, e soggiornò alcuni mesi in Monpellieri per osservare i metodi da quei Professosi usati nelle operazioni chirurgiche e nella cura del celtico ; ritornato quindi dopo la me- tà dell'anno 1782. a Bologna, tal credito si acquistò che il Senato a bella posta istituì una Cattedra per lui intitolata de chirurgicis operationibus con dop- pio onorario _, e il Collegio di Filosofia e Medicina lo aggregò al proprio ceto come sopranumerario, di- spensandolo dalla voluta condizione di forensità. Mentre aveva già il Molinelli acquistata celebrità straordinaria in chirurgia per la felice riuscita di molte operazioni, il Pontefice Benedetto XIV. man- dò a Bologna un compito assortimento di ferri chi- rurgici avuti in dono dal Re di Francia , ed ordinò che fossero consegnati al nostro Chirurgo perché ne usasse in una nuova scuola di questa facoltà come Di- mostratore delle operazioni chirurgiche ne' cadaveri ; scuola con Pontificio motuproprio eretta nello spedale della Vita e della Morte; ed a tutto ciò aggiunse il S. Padre 1' altra distinzione di nominar il Molinelli uno dei ventiquattro Accademici Benedettini da lui istituiti. Grato quegli a tante Sovrane munificenze ne volle perpetuar la memoria facendo coniare una bel- la medaglia in oro, ed altre in argento col busto del Pontefice sul diritto , e con la leggenda nel rovescio. Optimarvm Artivm . Stvdiis . Et Commodis AvCTIS . BoNONIAE . MDCCXLH. 288 Storia della Letteratura Ital. Questo celebre Professore venne meno per un for- tissimo colpo (li apoplessia alli ii. di Ottobre dell' anno 1764., e fu sepolto nella Chiesa di S. Maria della Vita con solenni funerali nei cj uali recitò l'Ora- zion funebre il Padre Roberti Gesuita. Parla egli in essa del sommo credito che il Molinelli godette per tutta Europa, nomina i medici più famosi d' Italia , di Francia, d'Inghilterra, di Russia che scrissero con lode del Molinelli, addita molti personagg^i delle sud- dette nazioni che passando per Bologna lo visitaro- no , o vi si trattennero per essere da lui curati. Il Morgagni, il Portai ed altri lo stimarono e commen- darono assai le sue opere, la maggior parte di argo- mento chirurgico le quali consistono in dissertazioni lette o presentate all' Istituto di Bologna. Molti suoi consulti medici leggonsi in una raccolta di tre vo- lumi in foglio da lui offerta e dedicata al Senato, i quali conservansi manoscritti nella Biblioteca dell'Isti- tuto. Breve è l'articolo che di questo illustre sog- getto ci ha lasciato P Eloy (1), il quale ci informa che Molinelli cercò di perfezionare il metodo di Pe- tit per la cura della fistola lacrimale, anziché criti- carlo come pareva ad alcuni. Altri Chirurghi. GXXVII. Il Sig. Portai (2) ci ha dato notizia che il Chirurgo Gaetano Petrioli pubblicò dal 1 740. al 1746. una edizione delle tavole di Eustachio lavo- rate dal bravo pittore Berrettini di Cortona aggiun- gendovi molte osservazioni anatomiche sue proprie, o cavate dagli scritti del Lancisi, ed nn compendio della vita di Eustachio. Fra le migliori memorie del- la Raccolta fatta dall' Accademia di Chirurgia di Pa- rigi leggesi la descrizione di una doppia vena azygos ed un saggio sulla esofagotonda del Cliirurgo Ponti- (i) Uirtionii. hist. ec. T. 111. jiag. 3ia. (a) btona dell' Analoiiiia T. V. pag. aiti Libro II. 289 ficio Carlo Guattani il quale in seguito di non po- che osservazioni descrive il metodo migliore da pra- ticarsi in questa difficile operazione chirurgica (i). Insegnò egli la Notomia e la Chirurgia negli ospita- li di Roma ; ebbe l' onore di esser fatto corrispon- dente delle Accademie delle scienze , e di chirurgia di Parigi^ alla prima delle quali mandò nel lySo. una sua osservazione sopra due aneurismi osservati in una sola persona , e sopra un polipo sanguigno trovato nel ventricolo sinistro del cuore. L'ospitai di S. Maria nuova di Firenze conta fra li suoi più rino- mati chirurghi Angelo Nannoni nato il dì i. Giugno 171 5. all'Incisa in Toscana, di cui il Portai (2) e r Eloy che lo ricopia , appena fecero cenno , ma io ne parlerò alquanto più estesamente come merita. Ricevette egli particolare istruzione dal Professore Antonio Benevoli e trovò nel Cav. Maggio un be- nefattore che lo ajutò a conoscere bene l'arte sua, nella quale cominciò a figurare verso la metà del secolo applicandosi specialmente a perfezionare la ci- stotomia laterale. Rimasto egli in età giovanile uni- co superstite di sua famiglia, ebbe più agio di colti- var con ardore la scienza e nel 1747* viaggiò a Pa- rigi ed a Roano , gli ospitali delle quali Città egli attentamente visitò. Profitto grande ricavò da tali osservazioni , e gli errori altrui gli giovarono per migliorare la chirurgia; avendo infatti veduto che si abusava nei medicamenti e che commettevansi sbagli nelle operazioni pratiche, ritornato che fu in Toscana si prefisse di correggerli, al qual uopo sosti- tuì alla medicatura complicata allora in voga, un metodo semplice nella cura dei mali chirurgici, e (1) Portai, op. cit. T. V. pag. 492. (2) Op. cit. T. V. pag. 076. Tomo JI. 19 %go Storia della Letteratura Ital. ristabilì il sistema del famoso Dottor Cesare Magati cliirurgo del Secolo XVII. quantunque fin d'allora incontrato avesse vive opposizioni questa maniera di medicare. Bandì perciò il Nannoni i balsami, le resine ec. , come anche i fluidi spiritosi, vi sostituì dei medicamenti difensivi ed assorbenti , e sopratut- to inculcò di tener le piaghe ben difese dall'aria. Copiose furono le operazioni difficili da lui felice- mente eseguite, e si rese perciò il suo nome noto aìP Italia e fuori, per modo che ben sovente era con- sultato : fissò quindi fra noi un'epoca gloriosa ed al- la misera umanità sommamente giovò con l'opera- re e Io scrivere non solo, ma con l' istruzione degli allievi Italiani ed Oltramontani che in folla concor- revano al sunnominato grande spedale per udire le dotte sue lezioni; e tal credito avevano i chirurghi da lui istruiti che fortunate dir dovevansi quelle Cit- tà che li potevano possedere. Alla dottrina vidersi in questo Professore congiunte le cristiane virtù, fra le quali spiccò quella della carità , perlocchè gra- tuitamente curava gli infermi poveri non solo, ma li provvedeva anche di medicine e con denari li soc- correva ; laonde compianta fu per ogni titolo la sua morte avvenuta in Firenze nella notte del dì 3o. Aprile dell' anno 1 790. Fra le sue opere delle quali trovasi il catalogo nel Dizionario storico degli Uo- mini illustri (i) da cui ho tratto le presenti notizie, ricorderò prima di ogni altra come la più interes- sante quella della semplicità di medicare i inali di attinenza della chirurgia ec. in cui dimostrò come la natura deve essere nelle sue operazioni seconda- ta, e talora anche ajutata, e riunendo i casi più ra- ri, e da tutti ricavando le più utili conseguenze pra- (I) T. XIII. pag. a:,. L I B R O IL 2yl tiche, formò direni così un nuovo codice chirurgi- co. La prima edizione di questo lavoro classico a cui aggiunse il trattato sulle malattie delle mamelle stam- pato a Firenze nel 1746. uscì a Venezia nel 1754.; e siccome trovò il Nannoni qualche oppositore, così fece la propria difesa in una lettera diretta al Chi- rurgo Cremonese Giuseppe Bianchi che la pubblicò, aggiungendovi una serie di osservazioni da lui fat- te ; convien dir poi che l'opera sunnominata acqui- stasse credito perchè l'Autore la ristampò in tre vo- lumi dal 1761. al 1776. corredandola di copiose ag- giunte che la resero maggiormente pregevole (i) . Trattò egli poi di molte malattie chirurgiche in al- tre opere a parte e ci lasciò la storia delle cure fe- lici di molte di esse; ne di ciò contento tradusse ed illustrò con note due opere del celebre Chirurgo Sa- muele Sharp ; cioè le sue ricerche critiche sopra lo sta- to presente della chirurgia^ e l'altra intitolata trat- tato delle operazioni chirurgiche. Queste son le prin- cipali produzioni del Professor Angelo Nannoni il cui figlio Lorenzo abile chirurgo anch' egli, lo onorò con ben ragionato elogio letto nel 1790. alla scuola del sunnominato spedale , e nell' anno stesso dato in luce a Firenze. CXXIX CXXVIII. Fra le cure del governo del Re di Sarde- Bertrand! Àm- gna Carlo Emanuele di sempre gloriosa ricordanza^'^°J'° *^^j/'*" una delle principali quella sì fu di promuovere gli avanzamenti delle utili discipline, e di ciò diede quel Sovrano oltre tant' altre una prova, allor quan- do spedì a proprie spese a Parigi ed a Londra il Chirurgo Ambrogio Bertrandi Torinese , perchè si (i) Nel citato Dizionario si registra ancora un Trattato chirurgico sopra la semplicità del medicare con osservazioni e ragionamenti appar- tenenti alla Chirurgia °c. stampato nel ilio, a Venezia, ma non si com- prende se sia opera diversa dalla óopra citata Oppure se sia la stessa. 292 Storia della Letteratura Ital. istruisse a fondo nell'arte sua. Studiò egli nel Col- legio detto delle Provincie in Torino, e divenne Ana- tomista, e Zootomo di vaglia corrispondendo così alle premure di S. Maestà. Mentre viaggiò a spese Reali adestrossi alle operazioni cliirurgiclie , procuran- do di conoscere in Parigi ed a Londra i metodi più accreditati di medicare , perlocchè nella prima di queste Città assistette alle lezioni di anatomia espo- ste dal celebre Lovis, e in Londra fece per alcuni mesi la pratica chirurgica sotto la direzione di Brom- tìeld chirurgo della Corte. Restituitosi poi in Patria, a sua insinuazione si eresse sul disegno da lui datone un nuovo teatro anatomico, e si istituì una scuola di veterinaria, ed una Cattedra di ostetricia, che egli medesimo sostenne congiuntamente a quella di Chi- rurgia pratica. Allorché si trattenne il Bertrand! in Parigi^ dove contrasse amicizia col Winslow e con i più rinomati chirurghi , lesse in quell' Accademia Reale di Chirurgia alcune sue Memorie , che gli me- ritarono r aggregazione a quel rispettabile corpo scientifico, il quale nel 1765. dovette udir l'elogio funebre composto da Lovis del Bertrandi mancato di vita in età di soli /\.S. anni . Varie dissertazioni sopra alcuni mali chirurgici sono stampate a parte o nelle Miscellanee dell'Accademia Torinese pubbli- cate ; ma F opera che fissò veramente la sua fama , è il Trattato delle operazioni Chirurgiche del quale il Sig. Porta] (j) fa molti elogi, e dà come di que- sta, così di tutte le altre opere di questo Piemon- tese un esatto conto. Fra gli allievi fatti da questo illustre Chirurgo, riuscirono eccellenti il Professor Vincenzo Malacarne di cui si disse parlando dell' anatomia, e il Professor Sig. Giovanni Brugnone che (i) Stor. . 43:5. Libro IT. aqS specialmente si dedicò in Lione alla Veterinaria , e ritornato poi a Torino die in luce Ira le altre cose un' opera assai pregevole sulle mandre , e procuVò una nuova edizione di tutti gli scritti del prelodato suo maestro (i). Oltre il medico Francese Lovis so- pranomato anche il Conte T. Bava di S. Paolo stam- pò l'elogio del Bertrandi a cui dovette molto la chi- rurgia in Piemonte, e delle cui osservazioni si valse il Buffon ad appoggio del suo sistema della generazione. Esercitò con grido V ostetricia Giuseppe Reyneri Torinese nato nel 1725. Socio dell' Accademia di To- rino, e procurò di propagar l' uso che le madri al- lattino i loro bambini ; al che specialmente giovò la traduzione che ei fece dalla lingua francese dell'ope- ra della Signora Anel de Rebours, awerthnenti al- le madri che allattar vogliono i loro bambini^ av- vertimenti che egli corredò di copiose utili note e di sani precetti dalla lunga pratica a lui suggeriti, i cpiali migliorarono assai l'edizione Italiana di questo libro. Fece poi l'Autore succedere a questa versio- ne un altro scritto sulla Nutrizione animale pubbli- catosi a Torino nel 1784.5 il quale contiene molte osservazioni anatomiche , fisiologiche , e patologiche intorno la precipua funzione della cellulosa; né ta- cer devesi che egli con franchezza negò l'esistenza dei vasellini arterioso-linfatici del Boerhaave , allora appunto che nelle scuole sostenevansi con calore le dottrine di cosi rinomato Fisiologo (2,). L'Università di Padova nominò nel 1777. Profes- sore di istituzioni chirurgiche e destinò a dar lezio- ni di clinica chirurgica Camillo Bonioli di Lonigo paese del Vicentino , che aveva studiato nel grande (1) Novelle letter. di Firenze an. 1783. p. 449. 462. (2) Donino ; Biografia medica Piemontese T. II. pag. 333. a94 Storia della Letteratura Ital. spedale di S. Maria nuova in Firenze , e mentre si fece egli ammirar dalla Cattedra per la vasta dot- trina che possedeva , spiegò nelle pratiche operazio- ni una franchezza ed una prudenza per cui riesci- vangli felicemente le cure più difficili. Sbandì egli i cataplasmi, diminuì il numero di quegli strumen- ti che atterrivano gli infermi, e volle che la natura precedesse l'arte nel medicare i mali chirurgici, ren- dendosi così benemerito della sua professione. Inse- rì egli negli atti della nuova Accademia di scienze eretta in Padova alcune Memorie chirurgiche, e più altre ne lesse nelle adunanze di questo stabilimento, al quale non avrebbe mancato di somministrar ulte- riori frutti del saper suo se non fosse venuto meno ai vivi nel 1791. mentre non contava cbe anni 62. di età (i). cxxix. CXXIX. Giovò quant' altri mai ai progressi della De Eranìbilla . . . ,.^ , 1 , r Giovanni Aies- Chirurgia in Italia non solo, ma ben anche e torse più in Germania Giovanni Alessandro De Brambilla di San Zenone nel territorio Pavese ^ dove nacque da onesti e comodi genitori il dì i5. di Aprile dell' anno 1728. L'efficace protezione da lui accordata a questa scienza , e i mezzi dei quali usò per esten- derne la cognizione e la pratica, gli danno un tito- lo ben giusto alla nostra riconoscenza ed alla im- mortalità. Dedicatosi alla medicina e compiuto con lode il corso de' suoi studii nella Università di Pa- via, esercitò da prima la sua professione come sot* to Chirurgo nel Reggimento Hachenback , e poscia qual Chirurgo maggiore nel Reggimento Lascy, nel qual posto spiegò un tal corredo di cognizioni e compiè così felicemente varie difficili operazioni chi- rurgiche in alcune Città della Lombardia Austriaca, (i) Gamba, Galleria d'Uomini illustri ec. Quaderno XV. Sandro. L I B K O II. 295 che nel 1763. ottenne l'impiego di Ghirargo della Guardia Nobile Tedesca del Corpo, non solo, ma ben anche dell'altro Corpo appresso il Principe Ere- ditario che fu poi Giuseppe II. Imperatore. Allorché venne questi dall'Augusta sua Madre Maria Teresa dichiarato Corregente dell' Impero , volle in compa- gnia del Brambilla visitar gli spedali militari e civi- li de' suoi stati. Assecondando perciò il nostro Chi- rurgo le ottime intenzioni del Monarca, ed anzi ec- citandolo a grandiose imprese, allorché giunse a Pa- via, fecegli attentamente osservare lo stato di somma decadenza in cui trovavasi quel famoso Archiginna=> sio , e lo impegnò a toglierlo dallo squallore in cui giaceva con l'aggiungervi nuove ed utili cattedre, e col provvederlo di Biblioteca, di Museo, di mac- chine, e di ogni altra suppellettile all'insegnamento delle scienze più adattata e necessaria. Riuscito co- si felicemente il Brambilla nel condurre a termine dopo varii anni un così nobile e vasto progetto^ ne tentò un altro non meno utile e ad un tempo dif- ficile, quello cioè di estendere in Germania assai più di quello che sino allora erasi fatto, la cognizione della chirurgia , e di metterla a livello della medi- cina che i Tedeschi allora coltivavano con fervore e con frutto (i). Per suo consiglio spedironsi varii individui a viaggiare in paesi stranieri (2) , affinchè si istruissero, e al loro ritorno comunicassero le co- gnizioni acquistate ai giovani del corpo chirurgico militare _, e in essi le trapiantassero . Ritornatone nel 1780. uno per nome Hunczowsky dal nostro Chirurgo specialmente protetto , e dato che egli eb- (i) Veggasi il discorso nei funerali di Brambilla scritto dal Tedesco Dottor Guglielmo Bòcking e tradotto in Italiano da Giuseppe Ballarint 4.** Pavia 1804. Nota 6. (2) Di?oor>. cit. pag. IO . . , . zg6 Storia della Letteratura Ital. he luminosi saggi del suo sapere , fu questi destina- to a primo precettore di chirurgia teorico-pratica, e sorse così una piccola scuola medico-chirurgica, alla quale aggiunti essendo a poco a poco altri Profes- sori, nel 1785. ottenne il decoroso titolo dì Accade- mia medico-chirurgica Giuseppijia , che dovette a Brambilla la sua istituzione e dai regolamenti della quale sommi vantaggi ne ridondarono alla Germania. Da questo stabilimento infatti uscirono in copia buo- ni ed abili chirurghi dei quali prima si scarseggiava colà ^ gli spedali militari furono assai meglio che per lo addietro regolati, e si migliorò di molto l'istru- zione dei giovani che si destinavano a percorrere questa carriera scientifica. Singolari onori compartì l'Imperator Giuseppe II. all' Italiano Chirurgo, ed ol- tre la nomina di Cavaliere e di Consigliere lo inve- stì del Feudo diCarpiano,e nel 17q5.il suo secon- do Successore Francesco I. attuale Imperatore gli accordò con l'intiero soldo una onorata giubilazione dopo 45. anni di assiduo servigio nelle armate ed alla Corte. Poco però potè egli godere di queste So- vrane munificenze, perchè restituitosi a Pavia nell'epo- ca fatale della invasion Francese^ si rifugiò a Pado- va, dove una malattia infiammatoria alla vessica lo tolse alli 29. di Luglio dell'anno 1800. alle scienze, alla patria ed agli amici, cxxx. CXXX. Se il Sovrano si mostrò verso di lui ee- Continunone _ . ^ . di ciò che nguar-neroso, non lo fu egli meno verso l'Università e il de il Brambilla. t- t% • i \ • i ^ j. ix -i 1 Museo di Pavia (i); poiché a questo oltre il regalo di vani grandiosi pezzi di Storia naturale, fece dono il Brambilla in varie volte di altri simili oggetti per un valore di otto mila fiorini , ed arrichì il gabinet- to chirurgico di molti istrumenti dispendiosi e di una (i) DiscoiìO cit. p. 27. 28. Libro II. 297 serie completa di fasciature. Mentre dimostrò cosi il nostro Bramilla l' efficace suo zelo per P avanzamen- to delle scienze naturali, fece nel tempo stesso spe- rimentare allo spedale più cospicui gli effetti di sua generosità ; poiché non solo gli procurò da S. Mae- stà 1' assegno di nuovi beni, onde potesse meglio ser- vire alla istruzione della gioventù, che dalla Univer- sità passava in detto luogo alle scuole mediche , ma vi fondò a sue spese una Biblioteca con lo stipen- dio per un Bibliotecario , e vi aggiunse un completo assortimento di istrumenti chirurgici ed anatomici. Commosso Flmperator Giuseppe II. all'udir quanto aveva fatto il Bramilla a vantaggio dell' Archiginna- sio Pavese , ordinò che gli fosse eretto colà un bu- sto lavorato in Vienna , e dal Principe di Kaunitz spedito a Pavia dove collocossi vivente anche il Bram- billa sulla porta di ingresso al gabinetto anatomico. Grati poi anche gli Amministratori dello spedale a quanto operò il Brambilla per il miglioramento di quel pio luogo, fecero porre nella Biblioteca da lui fondata un medaglione in bronzo con iscrizione che ricordava le straordinarie beneficenze da questo loro illustre concittadino allo spedai compartite. E allor quando ne udiron la morte lo onorarono con solen- ni esequie e con altra iscrizione, come pur fecero la moglie ed i figli in Padova , e in Vienna la sun- nominata Accademia da lui può dirsi fondata. Quan- to esteso è il Sig. Bòcldng nel suo discorso da me succitato per somministrarci le notizie della vita di così celebre Chirurgo, altrettanto è ristretto nel dar conto delle opere di lui anzi nulla ne sapremmo , se il traduttore Sig. Ballarini non ne avesse dato in una nota il nudo elenco (i). Compilò il Brambilla (i) Alla pag. a6. del Discorso. 298 Storia della Letteratura It\l. gli statuti dell' Accademia Giuseppina ed i regola- menti per i Chirurghi dell'armata; oltre alcune dis- sertazioni o latine o tedesche alle quali diedero ar- gomento particolari malattie ^ egli ci lasciò i tratta- ti sulle ulceri delle estremità inferiori, sulla infiamma- zione e la gangrena^ e sul flemonC;, come pure la storia delle scoperte fisico-mediche fatte dagli Italia- ni divisa in tre volumi; rapporto alle quali opere io recherò il breve giudizio che ne pronunziò il Sig. Ballarini nei termini seguenti (i) „ se le sue 55 letterarie e scientifiche produzioni hanno avuto j5 in Germania principalmente , a cui egli era stra- ,, niero , dei critici e degli aristarchi, hanno pure 5, colà trovato non pochi apprezzatori , e molti più „ altrove e in Italia, essendo innegabile che esse 5, hanno un intrinseco merito e riflettono su oggetti 5^ di evidente utilità „ . cxxxL CXXXI. Milano possedeva un eccellente chirurgo Montegj^ia Gio. ^ , . -,. Battista. nella persona di Gio. Battista Monteggia di Laveno sul Verbano, ma gli fu esso rapito in florida età l'an- no 181 5. alli 17. di Gennajo, e le memorie sulla vi- ta di lui dal Sig. Dottor Enrico Acerbi stampate (2) mi somministrano il mezzo di tramandarne onore- vol ricordanza ai posteri. Cominciò il Monteggia a praticar nello spedale maggior di detta Città in età d' anni 17. e superando i contrasti e le amarezze che il bisogno fa per l'ordinario provare, adempì esatta- mente i doveri della professione, ed impiegò il resto del tempo in un assiduo studio da brevissimi riposi soltanto interrotto; né si occupava soltanto dell'ana- tomia e della chirurgia sotto la direzione dei cele- bri Professori Patrini e Moscati , ma nelle ore del son- (1) Ivi. (a) Prcirso Giuseppe Bii.icKer Milano. 1818. , in 3. Libro II. 299 no dedicavasi ali" amena letteratura. Singoiar cosa ma pur vera ella è, che egli non frequentò Università fa- mose né ebbe altre lezioni se non quelle che nel- 1* indicato spedale facevansi , tuttavia riuscì eccel- lente neir arte sua, il che dimostra che quando FUo- mo decisamente vuole , anche coi mezzi ordinarii e comuni oprar può molto. Laureatosi in medicina e chirurgia alla Università di Pavia proseguì il Monteggia da se un accurato stu- dio delle opere mediche prima moderne e poi antiche, e le sviscerò e ne bilanciò le sentenze del che ne fan- no prova molti volumi a penna da lui lasciati,, in cui veggonsi compendiati e commentati gli scritti dei me- dici d'ogni età. Cominciò egli presto ad essere Autore poiché d'anni 26. die in luce le sue osservazioni ana- tomico-patologiche dettate in aurea latinità, nelle qua- li si incontrano non poche utili novità, e special- mente supplì con esse ad una parte di patologica notomia che manca nell'opera insigne del Morgagni (i). Racchiudono poi queste osservazioni i casi patologici da lui osservati nello spedale e somministrano le re- gole pratiche per la cura di molti mali spettanti al- la chirurgia, né tacer devesi che l'Autore spiega in esse la più grata riconoscenza verso il Professor Mo- scati ora de funto e l' illustre Chirurgo vivente Prof. Gio. Battista Paletta i quali lo diressero ne' suoi la- vori anatomici. Il Gabinetto di Pavia poi conserva i pezzi patologici più interessanti preparati dal Mon- teggia che glie ne fece generoso dono, per cui si me- ritò dal Magistrato una onorifica patente. Conobbero ben presto i Milanesi i rari talenti del Monteggia, e gli conferirono varii impieghi della sua (i) Il giornal Veneto j:)er servire alla storia ragionata della medicina parlò con somina lede di questi Fasciculi pathologici. Mediolani 1789. del Monteggia. 3oo Storia della Letteratuka Ital. professione specialmente poi quello di incisor anato- mico, per esercitar bene il quale chiese clie fosse co- struita una camera a Leila posta vicina alle stanze dei cadaveri; ma non avendo il Pio Istituto secon- data una domanda così ragionevole, il Proposto di S. Nazaro Abate Taverna supplì generosamente alla spe- sa occorrente , e promosse così in quello spedale lo studio dell'Anatomia (i). Viveva frattanto il nostro giovane Chirurgo piuttosto oscuramente e sebbene andasse pubblicando varie opere, come vedremo, tuttavia non godeva come pratico, di gran nome ; ad acquistarselo però contribuì non poco la cura condotta felicemente a termine nella persona del Duca Melzi d' Eril munifico proteggitore dei Dotti, da lui risana- to di una malattia chirurgica riputata da insigni chi- rurghi Italiani e stranieri incurabile, perlocchè quel Signore gli assegnò un'annua pensione vitalizia. Creb- be allora in fama il nostro Monteggia presso tutti gli ordini di persone, e nel 1795. trigesimoterzo dell' età sua fu nominato Professore di istituzioni di chirurgia, cattedra allora eretta nello spedai di Mi- lano, e che egli sostenne con grido sommo e con singoiar profitto de' suoi uditori fino alla morte, che con rara esemplarità e cristiana rassegnazione incon- trò in età di lo anni non ancor compiti. Quantunque occupatissimo il nuovo Professore e nel tenere scuola e nell'esercizio della pratica chi- rurgia , pure trovò tempo di pubblicar molti scritti dei quali noi qui ricorderem soltanto li piii prege- voli. La cura del mal venereo va a lui debitrice di insigni miglioramenti, e per istruire bene i medici a debellar questo terribil morbo, tradusse dal Tedesco in lingua Italiana il compendio del Fritz intorno a (1) Memorie cit. pag. 26. L I B R o II. 3oi queste malattie:, ed in due posteriori edizioni vi fe- ce molte utili aggiunte e correzioni ; a questo me- desimo scopo diresse egli poi V altra opera tre anni appresso data in luce col titolo di annotazioni ai ma- li venerei, nelle quali meglio descrisse le fatali e sva- riate conseguenze della malattia e propose nuovi ri- medii onde liberarsene. Queste sue dotte fatiche sol- levavansi molto sulle trite e comuni ricerche di al- tri scrittori e gli meritarono fra gli altri gli elogi del Gliiar. Professore Giovanni Frank che lo invitò con lettere a tentar nuove ricerche (i). Non seppe pe- rò il nostro Chirurgo guardarsi abbastanza dallo spi- rito di sistema, e promosse e difese per qualche tem- po le massime del famoso Brov^n medico Scozzese, ma dir pur devesi a lode dell'Italiano, che s' avvide egli poi di esser fuori di carriera, e confessò che labili sono le teorie mediche e che all' apparir dell' una cacciasi in bando V antecedente. Altra versione dal Tedesco ci diede il Monteggia cioè V arte ostetricia dello Stein, ma le sue occupazioni non gli permise- ro di corredarla come sarebbe stato a desiderarsi, di illustrazioni e di note^ laonde questa non si reputa una delle sue migliori fatiche ; maggior fama acqui- stossi allor quando pubblicò le sue Istituzioni chi- rurgiche in appresso poi anche ristampate e di nuo- ve utili notizie arricchite. Una guida ai giovani stu- denti 5 che frequentavano le sue lezioni , ordinata^ chiara ed alla sperienza appoggiata volle egli presen- tare nella prima edizione di dette Istituzioni ; ma al- lorché ne intraprese una seconda^ formò un esteso trattato di chirurgia che racchiude la dottrina ana- loga dei principali scrittori d'ogni Nazione, e presen- ta u^n ampio repertorio utile agli scolari non meno (i) Meni. cit. pag. 28. :, ,^ .. <. : 302, Storia della. Letteratura Ital. che ai Professori dell'arte ; così che quest'opera me- rita sicuramente di essere anteposta ad altre di simil genere anche oltramontane (i), sebbene trovasse essa alcuni critici severi che la cribrarono. Chi deside- rasse di averne un diffuso estratto, può leggerlo nel- le citate Memorie dell'Acerbi il quale ricorda e por- ta il suo giudizio anche sovra le altre produzioni me- diche chirurgiche di minor conto uscite dalla penna del Professor Monteggia (2). Cinque figli egli ebbe dal- la moglie Giovanna Cremona di onorata famiglia No- varese 5 per la educazion dei quali usò ogni solleci- tudine ma nessuno dei maschii segui la paterna car- riera. Operator franco egli fu ed antepose ognora il proprio dovere a qualunque idea di ricompensa; la sua ingenuità specialmente risplende nelle sue giornalie- re annotazioni nelle quali trovansi registrate le cure infelici, gli errori, e perfino i dubbii di abbaglio nell' esercizio della professione. Praticò egli tutte le vir- tù del vero cristiano , e in modo speciale la benefi- cenza e la carità verso i poveri, che ottennero da lui sussidii e cure gratuite, quantunque vivesse spe- cialmente da giovane nelle angustie della povertà. Alieno dall'ambizione, di tratto cortese, modesto nel vestire coltivò ognora le pratiche della Religion no- stra Santissima con tutto lo zelo , per cui dir si può che il Monteggia fu modello di Uomo dotto e insie- me di Uom religioso. val^à^Blliin- GXXXII. Nel giorno 6. di Settembre dell'anno ghieri Andrea. 1826. maucò di vita ìu Orziguauo villa da Pisa po- co distante, il celebre chirurgo Andrea Vacca Ber- linghieri, e il Sig. professor Giacomo Barzellotti ne (i) Mem. cit. pag. 48- (2) A varie Accademie Italiane « fra <]ueste all'Istituto nazionale fu aggregato il Montegjj'ia. L I B R o II. 3o3 pubblicò l'elogio (i), da cui trarrò le notizie di co- sì abile operatore^ il quale nacque nell'anno 1772. da Rosa Parolini e da Francesco medico che am- maestrar seppe il figlio nella nobile professione che egli esercitava con grido. Quantunque da principio si occupasse il giovine Andrea nella medicina^ tutta- via allorché cominciò a conoscere la chirugia si de- dicò intieramente a questa parte della scienza, come più certa nella istruzione e più sicura assai nella prati- ca dell' esercizio, a confronto di quello del medico obbligato ben sovente a regolare con le congetture anche meno certe i proprii prognostici. Recatosi di so- li anni quindici il Vacca alle scuole di Desault fa- moso Chirurgo in Parigi, colà cominciò il nostro Ita- liano a fondarsi bene nelF anatomia indispensabile per formarsi eccellente chirurgo , frequentò gli spe- dali per assistere alle grandi operazioni chirurgiche^ e si pose a meditar bene su gli istrumenti dell'arte onde impararne il maneggio. Passò anche a Londra e visitò tutti gli stabilimenti scientifici di quella gran Capitale , specialmente il ricco gabinetto anatomi- co di Hunter, e si restituì d'anni 17. in Italia dove con una prudente condotta non eccitò contro di se l'invidia altrui solita a nascere in chi vede maggior sapere in giovine età, e cominciò ad operare in chi- rurgia con esito felice perlocchè si conciliò la stima universale. Destinatosi per propria volontà fin d' al- lora a tener scuola privata di chirurgia, prese per te- sto delle sue lezioni 1' opera del famoso Chirurgo Be- niamino Bell sulla quale però pubblicò d'anni 21. alcune sue riflessioni dirette a correggere gli errori del trattato di Bell, e ad aggiungervi le scoperte e le modificazioni del Desault. Sebbene questo primo (1) Letto nel Novembre del i8a6. e stampato poco dopo a Pisa. 3o4 Storia della Letteratura Ital. lavoro del Vacca contenga non poche viste lodevoli e sana critica, tuttavia alcuni vi trovarono anche dei di- fetti e si conosce come opera di un giovane bramo- so di distinguersi e farsi conoscere, cosicché egli stes- so in altre circostanze usando del contegno degli uo- mini veramente grandi, confessò colle stampe gli er- rori da lui commessi (i). Le sue operazioni pratiche chirurgiche, la stampa di una Memoria sulla frattu- ra delle coste (2), e molto più le opere che fece di pubblica ragione sui mali venerei, colle quali giovò alla cura di essi , gli meritarono di esser promosso l'anno i8o3. a pubblico Professor di Clinica chirur- gica nella Università di Pisa. Fu allora che si fece viemaggiormente conoscere, e nel citato elogio leg- ger puossi la storia della questione nobilmente agi- tatasi tra lui e l' illustre Professor Antonio Scarpa di Pavia sull'allacciatura delle arterie, né avendo que- sti replicato cosa alcuna alle ultime riflessioni diret- tegli dal Professor Pisano, argomentar puossi aver egli convenuto con quello sul metodo miglior da seguir- si in così difficile operazione chirurgica (éJ). Più lun- ga e tuttora indecisa rimase l'altra contesa agitatasi parimente fra questi due rispettabili campioni in pro- posito della litotomia; operazione per eseguir la qua- le il Vacca sulla scorta del Chirurgo Francese San- son introdusse un nuovo metodo riuscito felicemente in varii casi pratici (4)? ma contrastato da altri Pro- fessori e specialmente dal sullodato Scarpa. Né sen- (1) Elogio cit. pag. 17. (a) In questa Memoria letta nel 1800. alla Società medica di Parigi, dove tornò, spiegò opinione diversa da quella di Desault ,, cioè che non „ si possano spostar dal proprio silo le coste fratturate quando i piani dei „ muscoli intercostali restati siano illesi ,, . (3) Elogio cit. pag. 3i . (4) Questo metodo è descritto in una Memoria intitolata ^,Del taglio retto vessicale seguita poi da varie altre in difesa della operazione proposta. ,, Libro II. 3o5 za forti motivi si opponeva questi al nuovo metodo_, il quale venne poi abbandonato anche dal Vacca ed un nuovo ve ne sostituì da lui descritto in una Memo- ria pubblicata nelP anno iSaS. la quale è l'ultima sua produzione letteraria, poiché, come già si disse , fu egli rapito Fanno appresso nella buona età di so- li anni 54. alla scienza. Sottoposta questa invenzio- ne del Professor Pisano all'esame dello Scarpa, men- tre questi la lodò ne trasse al tempo stesso un nuo- vo argomento per impugnare il metodo antecedente- mente usato, voglio dire quello del taglio retto ves- sicale. Chi bramasse di conoscere varie altre produ- zioni del Professor Vacca , può consultare il citato elogio in cui si dipinge anche il suo carattere e ci si mostra inoltre assai ben istruito nella scienza agra- ria e nell'amena letteratura. Tomo IL 3o6 Storia della Letteratura Ital. L I B R O II. CAPO IV. GIURISPRUDENZA CIVILE E CANONICA. I. J_ja scienza della legislazione che nacque può dirsi col nascere delle società , e progredì a misura che queste si avviarono verso la loro civilizzazione, oflfre è vero un vasto campo alF ingegno umano in cui esercitar può le sue facoltà; ed a prescrivere le norme del giusto, e ad evitare i delitti, o a punirli ed a regolare i patti sociali dirigge essa li suoi stu- dii. Tuttavia la Giurisprudenza si aggira entro limi- ti più circoscritti, di quello facciano le scienze na- turali, poiché per ottenere il suo scopo oltre certe regole positive deve essa cercare di conoscer gli Uo- mini che più o meno andarono in tutti i secoli sog- getti agli stessi vizii , e agitati vennero dalle stesse passioni ; perlocchè non si incontrano così agevol- mente in questa scienza novità importanti, né scuo- prir si possono utili verità dopo che vissero tanti le- gislatori, e tante massime si fissarono, e tanti libri si scrissero forse anche più del bisogno sopra questa ma- teria. In minor numero perciò dedicaronsi gP Italiani nel secolo XVIII. a coltivare la Giurisprudenza a confronto di quelli che alle altre provincie dello sci- bile consecrarono le loro fatiche, e non é copioso il numero di quei Giureconsulti che ci diedero opere veramente degne di memoria, giacché non credo che i miei lettori esigeranno che io dia loro conto della mol- titudine dei Legali Consulenti o dei semplici Tratta- tisti, che non considerarono con occhio veramente fi- losoiico la scienza, e poco o nulla giovarono coi lo- Libro II. 807 ro scritti a sparger nuovi lumi , se anzi il più delle volte non intralciarono vieppiù le strade battute dai celebri Giureconsulti che li precedettero. II. Fra i Cardinali che illustrarono la Romana _ ^^- . ,. Liaiioiiisti. L.or- porpora, e che un nome distinto si procacciarono ladini Cardinal nella facoltà legale contasi il Cardinal Pietro Corra- dini di Setino nato nel i6óo. il quale ci lasciò due opere, una intitolata de jure praelationis e 1' altra de primarlis precibus Imperi ali bus , che gli fecero molto onore, e se non fosse stato occupato in gra- vissimi affari ecclesiastici , specialmente per compor- re le controversie insorte fra la Spagna e la S. Se- de ^ e fra questa e il Re di Sardegna , aveva ideato e cominciato un'opera eruditissima, voglio dire il Vetus Latiurn sacriiin et profanum di cui non pub- blicò che due volumi, e lasciò l' impegno di proseguire un così vasto lavoro al Padre Giuseppe Volpi della Compagnia di Gesù che ne diede in luce altri nove tomi (i) . Al profondo sapere congiunse il Cardinal Corradini singoiar carità, ed un amor sommo alla giu- stizia e cessò di vivere in età di anni 85., lasciando alcuni altri scritti storici e di Giurisprudenza. A riordinare i sacri Canoni giovarono le fati- che del Chierico Regolare Gio. Paolo Paravicini Mi- lanese che pubblicò nel 1708. la sua Polyatitheà e conobbe la Lingua Tedesca così a fondo , che po- tè molte volte predicare in questa lingua ai popoli della Germania (a). Utile non poco riuscì alle Can- cellerie vescovili il Formularium legale practicutn Fori Ecclesiastici stampato Panno 1715. dal Proto- notario Apostolico Francesco Monacelli di Gubbio , (i) Guarriacci, Vitae et res geitae Pojitificum T. II. pag. 198. aóo. (3) Argelati Biblioth. Script. Medici. T. II. part. I. p. 1041, 3o8 Storia della Letteratura Ital. e tale uso se ne fece clie dovettesi ristampare (i). Canonista di grido fu Monsig. Gianjacopo Scarfan- toni Pistojese Proposto e Vicario generale di quella Diocesi j carica da lui con gran vantaggio di quei popolani esercitata sino alla sua morte accaduta nel 1748. Le sue considerazioni sulle lucuhrationes ca- nonicales di Francesco Goccapani sono al dir del Pa- dre Zaccaria (2) un lavoro magistrale e dopo la pri- ma edizione si dovettero ristampare a Venezia. III. III. I soggetti da noi fin qui nominati sebbene co- Ci^'^Amoifio*^'^^^"^^®^^^^"^ a fondo la scienza dei sacri Ganoni , non riuscirono però tali da poter venir a confronto con il Padre Gio. Antonio Bianchi Lucchese Minor osser- vante , il quale non si limitò agli studii sacri ma si mostrò inoltre versato nella buona Filosofia, nella bella Letteratura e nelP Antiquaria. Nato egli il dì 2. di Ottobre dell' anno 1686., vestito che ebbe di anni 1 7. V abito Francescano in Orvieto , si dedicò con tale assiduità alle scienze, che presto acquistò fama di insigne Teologo , e in tal qualità dimorò qualche tempo appresso diversi Gardinali, e la sua Religione si prevalse in parecchie occasioni con frut- to dell' opera sua, ma specialmente per comporre, co- me felicemente riuscì a fare , alcune questioni insor- te tra 1' Arcivescovo di Bologna Monsig. Lambertini e il Provinciale di Ferrara Tommaso Ruffo. Si se- gnalò poi il Padre Bianchi nelle confutazioni diret- te per lo più a sostenere i diritti contrastati della Sede Apostolica : la difese egli da prima per ordine di Glemente XI. contro le pretese del Re di Sarde- gna , che appoggiato ad una concessione di Nicolò V. nominar voleva tutte le maggiori cariche del Sa- (1) Dizion. degli Uom. ili. 1796. Bassano T. XII. pag. 35. (a) Stor. lefter. iV Italia T. I. Lib. III. pag. 3ia. Ediz. a. Libro II. 309 cerdozio e regolar le immunità ecclesiastiche. Ed è duopo il dire che egli conducesse la sua difesa con tanta prudenza che non disgustasse alcuna delle parti contendenti, perchè terminato Taffare il Re lo invi- tò con ampie promesse a Torino, ma egli ricusò que- sta offerta, ed accettò la carica di Consultore della Sacra Inquisizione dal Pontefice Benedetto XIV. a lui conferita. Un campo più vasto si aprì poi al Pa- dre Bianchi per far prova del suo sapere nelle mate- rie canoniche, allorché sostenne il Primato del Ro- mano Pontefice in molti punti di Ecclesiastica Giu- risdizione contro gli attacchi del troppo famoso Pie- tro Giannone , ma ligio il nostro Religioso un pò più del dovere, quale egli mostrossi alla volontà de' suoi Superiori , anziché alla sana critica ed alla discreta ragione, dice il Fabhroni(i) da cui ho tratto queste notizie , non bilanciò abbastanza la diversità delle circostanze e dei tempi _, e se egli vivesse adesso, gli rincrescerebbe forse di aver troppo scritto su que- sto argomento e a favor di una causa per se ottima. E perché appunto è tale , più giova a sostenerla una discreta ma robusta difesa, anziché una lunga Diatriba, in cui siano insiem miste le ragioni buo- ne e le deboli, come non potè a meno di fare il P. Bianchi , che scrisse cinque volumi su tale ma- teria. Presso lo stesso suo Biografo può leggersi la storia delle altre questioni da lui avute col Padre Concina e con altri , poiché prestava egli volentieri V opera sua a chi la desiderava per le cause di Gius Canonico e Pontificio , e procurava di trattar le con- troversie filosoficamente anziché al modo scolastico; ma non reggeva poi al proposito quando impugnava la penna contro li suoi avversari] , ed avrebbe anche (i) Vitae Ital. T. XI. pag. 246. 3 IO Storta della Letteratura Ital. meglio provveduto alla propria celebrità^ ed agli in- teressi della Cattolica Religione , se saputo avesse temperar un poco la collera allorché scriveva contro li disseminatori di false dottrine ; il che portavalo a qualche poco di mordacità contro li suoi nemici , ma senza maldicenza, poiché ebbe questo Religioso costumi integerrimi. Mentre sperava egli di passare a coprir cariche più luminose di quella di Consul- tore , come si disse della S. Inquisizione, dovè pa- gare il comune tributo nel giorno 17. di Gennajo dell'anno 1758. allorché ritornò dal Capitolo tenu- to tlair Ordin suo in Ispagna, al quale assistette co- me Provinciale della Provincia Romana. Lasciò il Bian- chi quando morì , un trattato De Romano Poiififice ejusqiie Potestafe ed alcune dissertazioni di Gius ca- nonico e di Antiquaria, ma il tutto rimase inedi- to (i). jv. IV. Insegnò il diritto canonico nella Università BortoH Monsig.j^ Padova e poscia andò Vescovo di Feltre sul fine Gio. Battista ed 1 _ altri Srrittori diJelP anno 1747- Gio. Battista Bortoli Veneziano, il quale avendo poi rinunziato il Vescovado si trasferi nel 1757. a Roma e godette la stima particolare del gran Pontefice Benedetto XIV. che Io elesse Vesco- vo di Nazianzo, ed essendo egli rimasto in detta Città sino alla morte sopravvenutagli nel 1776. , ebbe continuamente corrispondenza coi più assennati Teo- logi i quali tutti frequentavano la sua casa . Sono sue opere un trattato de aequitate , e le istituzioni di Gius canonico che ottennero i pubblici suffragi; come pure la difesa del Sommo Pontefice Onorio accusato dagli storici di Monotelismo, ma trovò un op- positore nella persona del Minor Conventuale Dome- (i) Fabbroni Vita cit. L I B R O I I. 3 1 f nico Baldassarri a cui però il Bortoli non rispose (i). Giusto critico e interprete discreto degli antichi Ca- noni riusci il Padre Ubaldo Giraldi Chierico Regolare delle Scuole pie nativo di S. Andrea nel territorio di Pergola situato nella Marca , e tale ce lo dimo- strano le sue produzioni in questo argomento. Illu- strò egli con giunte e corresse le istituzioni cano- niche del Maschat ^ e 1' opera de poenis ecclesiasti- cis del Padre Tesauro Gesuita aggiungendovi le Co- stituzioni Pontificie più recenti. Maggior utilità poi recò r altra sua fatica in tre volumi compresa e che contiene l'esposizione del Gius Pontificio secondo la disciplina più moderna ; dalla qua!' opera scorgesi quante variazioni per volere dei successivi Pontefici abbiano subito le antiche Decretali, e che la disci- plina ecclesiastica è assolutamente variabile, senza che perciò la Chiesa ne abbia sofferto o soffrir ne possa nella sua stabilità e unità. Degno Religioso il Padre Giraldi, sincero ne' suoi giudizii, savio consi- gliere e preciso ne' suoi sentimenti , dopo di aver così illustrato le materie canoniche , ed aver anche dato in luce qualche altra cosa di minor conto, ces- sò di vivere nel Collegio dei cento Preti in Roma in età d* anni 8i. nel 1775. carico di meriti, e tanto più da pregiarsi in quanto che egli visse sempre umile e ritirato (a). V. Nacque il dì 6. Gennajo del i655. nella me-papadopoii Com- tropoli di Candia Niccolò Papadopoli Comneno, che "^"° ^'"°^°- ebbe per madre la figlia di Michele Sclero fratello del celebre Atanasio Sclero sopranominato Piero il quale curò il Papadopoli in età fanciullesca attacca- to da epilepsia (3). D' anni undici passò questi a (1) Antologia Romana T. II. pag. 3i3. (3) Antologia Romana T. II. pag. 97. (3) Novelle Iettar, di Firenze an. 1740. T. I. pag. 294. 3ia Storia della Letteratura Ital. Roma nel Collegio d'i S. Atanasio dei Greci diretto dai PP. Gesuiti, e si ^iovò molto dell' ajuto del suo concittadino Niccolò Galliachio il quale colà istrui- vasi nelle scienze. Allorché nell'anno 1699. morì Leone Allazio , il Papadopoli assistette ai funerali celebratigli , ed ebbe da'suoi eredi le note manoscrit- te fatte a S. Atanasio dal Combefisio. Entrato fin dal 1672. questo giovane Greco nella Compagnia di Ge- sù, cominciò a rendersi noto col pubblicar varie opere -, ma in appresso divenuto egli caro al G. Du- ca di Toscana Cosimo III. , questi lo ajutò a ritirar- si con buon garbo dalla Religione a cui erasi ascrit- to 5 e con regia munificenza ^li conferì la prebenda di S. Zenobi in Mugello. Passato poi a Venezia il Papadopoli e di là in Istria, fu scelto a Rettore del Collegio de' Nobili d' Istria ; e in questo frattempo il Sig. Francesco Sanudo lo eccitò a scrivere sulle dif- ferenze vertenti tra i Vescovi Greci e Latini; il che egli eseguì e questo scritto conoscer lo fece e gli me- ritò la pubblica considerazione in Venezia ^ perloc- chè nell'anno 1688. ottenne la seconda Cattedra di Gius canonico in Padova , ed in seguito la prima. L'opera però che gli acquistò veramente credito nel- la Repubblica letteraria fu quella da lui pubblicata nel 1697. a Padova , e intitolata Prnenotlones mysta- gogicae ex j lire canonico ^sive r espansa sex in quibus lina proponitur commune Ecclesiae utriusque Graecae et Latinae snffragiuni de iis quae omnino praemitten- da sunt Ordinibus sacris ; atque obiter et Graecia adversus calumniatores defenditur , et praecipuae Pho- tianoriim ineptiae refellunfur. Lodò assai questo eru- dito lavoro corredato delle autorità di più scrittori Greci specialmente dei bassi tempi il Padre Mont- faucon , e quanto riuscì ai Cattolici gradito, altret- tanto esacerbò gli Eretici, e nel J702. Giovanni L T B R O I I. ^l?>' HochstoTi Inglese piiblicò contro V Autore una let- tera insolentissima il cui solo titolo fa orrore (i), al- la quale questi rispose indirizzando la sua difesa a Grisanto Notara Metropolita di Cesarea e Primate di Palestina , uomo veramente di merito e dotto quant' altri mai nelle scienze. Dopo di aver poi il Papadopoli assistito Jacopo Salomoni suo concittadino nell' illu- strare e scrivere diverse prefazioni a varie sue opere , e dopo di aver fatto lo stesso in simili circostanze col medico Jacopo Pilarino di Gefalonìa (a) , si oc- cupò egli della grand' opera della storia del Ginna- sio Padovano, la quale da lui cominciata nel i7ai. venne compita nel 172,5. quantunque da molte cure distratto e di mal ferma salute. Questo dir devesi r ultimo lavoro importante da lui pubblicato , seb- bene molte altre opere componesse di vario genere il cui Gatologo veder puossi nelle Novelle Fiorenti- ne (3) , ma specialmente legali e di teologia pole- mica. Nel giorno 20. Gennajo dell'anno 1740. mancò ai vivi questo rispettabile soggetto di cui così scrisse Alberto Fabricio z=. Hoc uno neminem e Graecis no- vij qui post AUatium inedita Graeciae recentis scrip- ta vel diligentius excusserit , vel plura evolverit lau- de tq uè. ... . . VI VI. Il Cardinal Quirini e il Papadopoli sunnominato BenacriiaCipria- stimarono assai il Canonista Cipriano Benaglia Brescia-||° j^'^ ^^*'^' ^''"''' no Monaco Benedettino, cbe aveva preparata un'opera voluminosa sul Gius canonico e pubblicò alcune ri- flessioni sopra il mezzo di togliere i dissidii insorti per la celebre Bolla Uni gerii tus , le quali ottennero (i) Eccolo S Corruptori Graeciae, Ministro Satanae , Cretensi itien- ,5 dacissimo , Patavino Doctorculo vilissimo, Hosti totius Religionis etc. S (a) Al Papadopoli riuscì di ridurre il Filarino al seno della Chiesa Cattolica. (3) Loc. cit. pa^. 299. ' . - 3i4 Storia della Letteratura Ital. il suffragio di Innocenzo XIII (i). Il Concilio Ver- nense , il Giubileo ed altri argomenti simili eserci- taron la penna del Padre Pietro Maria Busenello Ve- neziano Chierico Regolare, come ci istruisce il Maz- zucclielli (2). Insegnò questo Religioso i sacri Cano- ni in Brescia ; e coltivò con successo la poesia Ita- liana e Latina 1' altro Monaco Benedettino France- sco Maria Ricci di cui abbiamo alle stampe un' ope- ra sulle posizioni tratte dalla storia del Gius Ponti- ficio, opera che gli procurò onor grande e lo carat- terizza per uno dei più accreditati Canonisti del pas- sato secolo (3). A Carlo Sebastiano Berardi nato l'an- no 1729. in Oneglia siamo debitori della bella rac- colta dei Canoni di Graziano (4) 5 nella quale il Rac- coglitore con sana critica separò gli apocrifi dai ge- nuini, con l'ajuto dei migliori Codici ne verificò la lezione e corredò con la dovuta interpretazione li più oscuri (5). Discepolo del Vico e del Genovesi nella Filosofia e nella letteratura fu l'Abate Dome- nico Cavallari nato in Garopoli villaggio della Cala- bria ulteriore V anno 1724. Dopo questi studj si istruì egli a fondo nella Giurisprudenza sotto la di- rezione del Ch. Giureconsulto Giuseppe Pasquale Ci- rillo ; e fissata in Napoli stabil dimora, apri nella pro- pria casa una fioritissima scuola di Giurisprudenza^ finche nell'anno 1765. venne a preferenza d'altri scelto a Professor di legge in detta Città, alla qual Cattedra si aggiunse nel 1779- quella delle Decreta- li ; ma poco egli potè occuparsi in quest'ultima, poi- (i) Armellini Bililioth. Bened. Casin. Part. L p. i/iT'. (a) Scrittori ec. T. II. part. IV. p. z^Sa. (3) Armellini op. cit. Part. I. pag. 175. (4) Gratiani Canones genuini ab apocryplii» discreti ec. Taurini ex Typogr. Rpfi^ia 1752. Voi. IV. (f)) Mazzucclielli ec. T. IL part, IL pag. 9110. L I R R O I I. 3lS che cessò di vivere nell'anno 1771. Conservarono le opere sue quel credito che appena uscite si acqui- starono , ma non sfuggirono però la Censura della Congregazione dell' Indice alcuni principii in esse contenuti. Per prima sua fatica si noverano le isti- tuzioni di Gius canonico, nelle quali espose con sano criterio tutto ciò che in questa scienza è necessario a sapersi dai giovani, e se si eccettuino alcune cose superflue e minute di cui ridonda 1' opera, può essa dirsi nel suo genere importante e venne adottata co- me testo in più di una Università. Ma il Cavallari non si limitò al diritto canonico , e volle dare an- che le istituzioni di Gius Romano a cui aggiunse la storia di esso, e nella seconda edizione fatta in Na- poli l'anno 1778. L'Autore con illustrazioni accreb- be l'antecedente suo lavoro; l'antica e recente di- sciplina della Chiesa poi diede allo stesso argomento per altra voluminosa opera intitolata Commeniinn de jure canonico a cui aggiunse una dotta e profonda dissertazione sulle Decretali dei Pontefici (i). La Città di Torino ebbe per anni venti un dotto Pro- fessor di diritto ecclesiastico nella persona di Mario Agostino Campiano di Piperno uno dei migliori disce- poli del Gravina, e che ideò l'emendazione del Decre- to di Graziano dall'Avvocato Bernardi poi fedelmen- te eseguita. Morì il Campiani nell'anno 1741. ed ol- tre di aver stampato due opere l'una di erudizione suU' uffizio e la Podestà dei Magistrati Romani, l'al- tra intitolata Formularum et Orationum liher singu- laris, lasciò manoscritto un bel trattato De Arte cri- tica in Canonum prudentia (a). Il Padre Moschini re- gistra fra gli scrittori di Gius Canonico nel secolo (i) Biografia tiegli Uom. illustri del Regno di Napoli T. V. ivi i8i{ (a) Dizion. degli Uom. ili. T. IV. p, 56. 3i6 Storia dflla Letteratura Ital. scorso vissuti (i) l'Abate Andrea Bianchini morto di anni 66, nel i8o5. Trasse egli dal Tedesco Ca- nonico Espen le principali regole, e ne fece un com- pendio di canonica Giurisprudenza adattato alle pra- tiche della Repubblica Veneta; ne questa sola opera su tale argomento egli pubblicò ; ma altre simili il cui elenco può vedersi presso il suddetto Padre, e fra queste ricorderemo soltanto il Sacrosanto Concilio di Trento colle citazioni del nuovo e vecchio Testa- mento ec. pubblicato nel 1788. a Venezia. Versato assai nella Giurisprudenza canonica era V Abbate Francesco Antonio Vitale Patrizio d'Ariano nel Re- gno di Napoli, il quale compose un' opera volumino- sa sulla Dataria e Cancelleria Pontificia , ma aven- dola cominciata a stampare non ne proseguì la pub- blicazione , e in sua vece diede in luce un Trattato sul supremo Tribunale appellato Segnatura, il quale riuscì al Foro utile oltremodo e fa autorità presso i Giudici (2). Il Sommo Pontefice Benedetto XIV. pregiò i talenti dell'Abate Vitale, e lo ascrisse all' Accademia di storia ecclesiastica da lui fondata, nella quale recitò quegli varie dissertazioni sulle antichità della Chiesa da lui poscia unitamente ad altre operette di antiquaria date in luce. Fra le ope- re però di questo Autore giudicasi comunemente la più interessante e pregevole la storia diplomatica dei Senatori di Roma dalla decadenza dell' Impero sino ai nostri tempi : e con essa ha il Vitale rischiarate assai le tenebre in cui involta si trovava la storia mo- derna specialmente 'civile di Roma, perlocchè meri- tossi gli encomii dei Dotti Italiani non solo ma ben anche degli stranieri (3). (i) Della Letter. Venez. T. III. pag. 340. (a) Renazzi storia della Università ec. di Roma Voi. IV. pag. S.*)!). (3) Rare sono le opere di questo scrittore che stam^iava a proprio con- LlBROlI. 317 VII. Godette e ben meritamente credito non co- n ^"' u- mune Francesco Maria Costantini Nobile Ascolano e per la sua integrità come uomo del Foro , e per la profonda sua perizia nelle materie legali , perlocchè coprì in Roma sul principio dello scorso secolo ca- riche luminose fra le quali quella di Luogotenente civile del Governator di Roma , e 1' altra di Colla- terale del Campidoglio. Morì egli nell'anno 1715., e lasciò le sue osservazioni forensi , le decisioni scelte di varii Auditori di Rota, ed i Voti stesi per le diverse cause da lui maneggiate, le quali co- se tutte essendo state qua e là stampate, si riuni- rono poi e si ristamparono nel 1759. a Bologna in sei volumi (i). Fra i Memorabilia Ital. Erudito- rum il Lami annoverò Gaetano Argento {2) Cosen- tino Presidente del Consiglio Reale di Napoli al tempo dell' Imperator Carlo VI.^ che a lui, può dir- si, affidò per intiero il Governo del Regno di Na- poli. Allorché nel 1780. venne a mancare questo Giureconsulto , ebbe a panegirista il celebre Padre Ciacco Cappuccino di straordinaria eloquenza forni- to, e che ne potè far pompa in questo elogio, giacché l'Argento ci lasciò non poche dotte produzioni ( la maggior parte delle quali però rimasero manoscritte ) e fra le altre i suoi Consulti legali assai stimati^ e tre dissertazioni de re beneficiaria , che sono alle stampe (3) . Versato profondamente in legge non solo ma in ogni genere di materie scientifiche riu- to j e poche copie tirar ne faceva^ dicendo che se le sue produzioni era- no huone , diventavano più rare, essendo in poco numero di copie , e »• erano cattive , non metteva conto che si moltiplicassero per essere poi ven- dute a peso ( Renazzi op. e luogo cit. pag. 36o. ). (1) Vecchietti Biblioteca Picena T. III. p. Sia. (a) Pag. 269. alla 3oo. (3) Zavarroni Angeli Biblioth. Calahra pag. i85. 3i8 Storia della Letteratura Ital. sci Monsig. Pellegrino Maseri Forlivese (i) nato nel j648., i cui trattati legali sono con lode ricordati dal Fontana nella sua Biblioteca5oltre i quali pubblicò poi in RomaP opera de Legatis a Latere in due Volumi, la quale basta a farlo conoscere per un uomo profon- do nella Giurisprudenza. Coltivò egli ancora con suc- cesso la Poesia, e il Grescìmbeni nella sua storia lo an- noverò fra li cinquanta più cospicui rimatori del suo tempo (2). Sotto la direzione del celebre Cardinal De Luca in Roma compilo studio della Giurisprudenza Ansaldo Ansaldi Nobile Fiorentino nato nel i65i. e morto nel 17 J9. Allievo della Università di Pisa passò a Roma e dopo di aver ivi coperto varie cariche luminose diven- ne Auditore e Decano della Sacra Ruota , delle deci- sioni della quale egli ne pubblicò un volume ;, ma si segnalò specialmente nella Giusprudenza commerciale, sul qual argomento diede nel 1689. ^^ ^^^^ alcuni discorsi legali dedicati al Sommo Pontefice Innocenzo XIL e ristampati poi l'anno 1718. a Ginevra. Oltre gli studii da Giureconsulto si occupò V Ansaldi anche nella buona Letteratura, e fu perciò ascritto all'Ac- cademia degli Apatisti, all'altra detta Fiorentina ed all' Arcadia , e ci lasciò alle stampe la Creazione dell' Uomo, e l' Incarnazione del Verbo in sette Canzoni pubblicate dal Ch. Giuseppe Averani con una pre- fazione per l'Ansaldi molto onorevole. Altro suo la- voro abbiamo nel Trionfo della Fede Poema in ven- tisei canti compreso ai quali va innanzi una prefazio- (i) Questo Letterato lasciò cento cirK^uanta volumi nianosci itti «li oj^iii sorta di argomenti. (2) Notizie dei^li Arcaili T. L Roma 1729- l'ag. ay. L I B R O I I. 3l9 ne del Salvini , il che prova quanto quei sommi uo- mini pregiassero le poesie delF Ansaldi (i). Vili. Il Facciolati ed il Papadopoli fanno molti g^j^^"',;,; An. elogi del Giureconsulto Antonio Bombardini Nobile tonio ed altri Padovano^ il quale trattò un argomento da nessuno in altri tempi di proposito maneggiato , stampando un trattato De carcere et antiquo ejus usu. L'intel- ligenza di molte leggi, ed altri monumenti della ve- neranda antichità ricevon luce particolare da questo erudito lavoro di cui a cagion della morte dell'Au- tore nel 1726. avvenuta non abbiamo che la prima parte ^ la quale il Marchese Poleni inserì nel terzo Tomo del suo supplemento al tesoro delle antichità Romane {2). Clemente XI. Sommo Pontefice destinò ad Uditore della Rota Romana Monsig. Girolamo Cri- spi Ferrarese Arcivescovo di Ravenna , dalla qual Chiesa passò poi a quella di Ferrara dove cessò di viver d'anni 79. nel 1746. Continuò egli a racco- gliere le decisioni della Rota, e ne pubblicò tre vo- lumi nel 1728., come pur die in luce il sinodo te- nuto a Ravenna l'anno 1724. e varie altre produ- zioni di minor conto (3). Incontrarono l'approvazio- ne dei Dotti le istituzioni civili e canoniche di Fran- cesco Maria Gasparri di Monte Cassiano nel Piceno stampate in Venezia 1' anno 1722. e furono varie vol- te perciò ripubblicate , come pure utili riuscirono le annotazioni che ei fece allo statuto di Urbino e quan- to scrisse sullo Stato geografico della Marca d'An- cona per illustrare alcune Bolle di Sisto V. (4). Una curiosa sentenza in proposito delle Pandette so- (1) Mazzucchelli Scrittori T. I. par. II. pag. 8io. (a) Mazzucchelli Scrittori d' Italia T. II. parte III. pag. i5o8. (3) Ginanni Pietro Paolo. Scrittori Ravennati T. I. pag. i63. (4) Vecchietti BiLl. Picena T. IV. p. a8a. 320 Storia della Letteratura Ital. stenne Antonio Donato Asti di Bagnuolo Castello dell' Abruzzo ulteriore Avvocato nel Supremo Consiglio di Santa Chiara di Napoli l'anno 1720. Pretese egli di provare in un' opera di due Volumi ( 1 ) „ che le „ Leggi Romane in verun tempo del tutto si estinsero „ nell'Impero Occidentale , e che perciò le Pandette 5, erano divulgate in Italia prima che si conoscesse- „ ro le Fiorentine, 0 vogliam meglio le Amalfitane. „ Ne il solo Asti portò tale opinione ; perchè il Pa- dre Abate Grandi luminare della matematica a' suoi tempi spiegò lo stesso parere contro il Brencmanno (a). Quantunque appassionato non poco per la Poe- sia si mostrasse Giuseppe Alaleona Maceratese com- pagno di studio del Chiarissimo Abate Lazzarini , tuttavia si segnalò egli nella Giurisprudenza, e do- po di averla insegnata in patria, passò nel 1721. Lettore d' Istituta civile a Padova e con suo sommo decoro fu l'anno 1728. ricondotto, ed ebbe la pri- ma Cattedra di Gius Cesareo , nella quale sfoggiò una vasta erudizione, ed insegnò con buon succes- so le materie più ardue del diritto civile da altri per lo più o non spiegate o mal intese, come ne fanno fede le sue dissertazioni volgari. Presiedette egli all'Accademia àe"^ Ricovrati in Padovane lasciò prove non dubbie di valor poetico inserendo le sue com- posizioni neir accreditata raccolta del Gobbi. Poco egli pubblicò in Giurisprudenza, se si eccettuino le guccennate dissertazioni , ma abbiamo una sua leg- giadra risposta fatta alla critica del libro del Marche- (i) Ecco il titolo dell' opera ;:: Dell' n&o e dell' autorità della ra- yy "ion civile nelle Provincie dell' Impero Occidentale dal dì che furono iii- 5, nondate da' Barbari sino a Lottarlo II. 8.? Napoli 1720. — . (■x) Mazzucchelli Scrittori ec. T. I. part. II. pag. 1188. Di questa con- tesa filologico- legale si ragionerà altrove. L I B R O II. 32 1 se Orsi (i), risposta che incontrò il pubblico gradi- mento , e venne due volte ristampata (2). IX. Fra i Professori di le£rffe della Università di . .^,^- , *^^ _ _ Arrighi Abat;3 Padova, che su gli altri primeggiarono, contasi F Antonio ed altri Abate Antonio Maria Arrighi Corso di nazione, il quale nel 1730. ottenne in detto studio la seconda Cattedra di ragion Pontificia , indi passò a quella di ragion ci- vile che insegnava nel 17Ó3. e con tale approvazione che il Senato lo onorò nel 1741- della Cittadinan- za Veneziana. Alcune orazioni sopra argomenti di giurisprudenza egli diede in luce, come pure la sto- ria del Gius Pontificio; chi poi desiderasse di cono- scere la trica letteraria che sostenne V Arrighi con- tro un anonimo per una iscrizione sepolcrale dal Ca- nonico Pappafava composta , può consultare il Maz- zucchelli (3) che ci diede queste notizie , e ci fa sa- pere che arse questa contesa vivamente, al segno che dovettero i Riformatori dello studio di Padova per terminarla interporre la loro autorità. Sebbene nascesse e vivesse quasi sempre in paesi stranieri Gio. Jacopo Burlamachi , pure siccome originario di Lucca gli darem luogo fra gli Autori Italiani. Sortì egli i natali a Ginevra nel 1694., e coprì in quella Città la Cattedra di legge con credito non ordina- rio; ed avendo avuto a discepolo il Principe Fede- rico di Hassia Cassel, questi lo condusse seco nel 1734. e dopo di esser egli rimasto con lui per diversi anni, ritornò a Ginevra dove fu Consiglier di Stato e cessò poi di vivere nel 1748. Raccolse egli da Gro- zio e da Puffendorfio tutto quel meglio che sul Gius naturale scrissero questi due oltramontani, e ne for- mò li suoi principii di legge naturale e politica pu])- (i) Considerazioni sopra la maniera di ben pensare, ec . (2) Mazziicchelli Scrittori ec. T. I. part. I. pag. iZn. (3) Scrittori d' Italia T. I. part. II. pag. il25. Tomo II. 21 322 Storia della Letteratura Ital. blicati a Ginevra dopo la morte dell' autore. Lo fe- cer questi conoscere vantaggiosamente ai Dotti, poi- ché Fopera contiene una ben ordinata serie d' idee, ed è scritta con particolar chiarezza , perlocchè è stata per lungo tempo di uso nelle scuole (i). In Aquila vide la luce del giorno nell'anno 1698. dalla nohil Famiglia dei Conti di Montoro Carlo Fran- chi uno dei più insigni Giureconsulti Napoletani, che diede in età ancor giovanile luminosi saggi del suo straordinario sapere nella filosofìa^ nella storia^ nel- le lingue orientali e nelle viventi. Gonsecratosi pe- rò decisamente alla giurisprudenza, la conobbe in tutta la sua estensione, ne esaminò le scuole anti- che e moderne, e trattò le cause più famose a' suoi tempi con tanto sapere e con eloquenza tale , che lo ammirarono li suoi nazionali non solo, ma ezian- dio gli stranieri, e il Pontefice Benedetto XIV. de- siderò di conoscerlo,* allorché nel 1747' andò a Ro- ma. Si recò quindi il Franchi presso questo immor- tai Papa, ed ebbe seco lui più conferenze in Mon- te Cavallo ed a Castelgandolfo nelle quali si fece il nostro Giureconsulto conoscere per quel che egli era. Oltre le sue allegazioni tanto in materia civi- le quanto criminale, che consideransi un modello di tali lavori sia per la profondità del raziocinio , sia per P eloquenza con cui sono stese , pubblicò egli alcune dissertazioni suW origÌ7iej, sul sito e territorio di Napoli e varie altre sulF antichità ec. della Libu- ria Ducale, e sopra oggetti misti di giurisprudenza, di erudizione ed antiquaria. Alcuni invidiosi della sua fama , al dir del Sig. Lorenzo Giustiniani (2) sparsero la voce che Scipione De Christoforo sacer- (i) Dizion. degli Uom. iH. ec. T. IIL pag. 412- (a) Biografia degli Uomiui ili. del Regno di Napoli T. L ivi 181 3. Articolo Fraiiclii Carlo. Libro II. 828 dote Napoletano somministrasse al Franchi i mate- riali di erudizione sparsi in tutte le sue opere , per- chè egli era incapace di ciò. È vero che il Franchi si prevalse dell' opera del De Ghristoforo e di alcuni dotti giovani , ma ciò non fece in altro modo , se non come usarono ed usano tanti altri scrittori , i quali occupati, come era il Franchi, da importanti e numerosi affari, hanno duopo di braccia per rac- cogliere i materiali delle loro opere . Prima di mo- rire il che avvenne nel 1769. , egli dispose del ricco suo patrimonio a vantaggio de' suoi concitta- dini, fondando un monte per mantener quattro gio- vani a studio, e per dottar riccamente due fanciul- le Aquilane; per la qual cosa si rendette anche be- nemerito della Patria, e come protettore delle scien- ze e come promotore della pubblica felicità. X. L' Abate Isidoro Bianchi ci ha lasciato le memorie x. per 1' elogio del Conte Gabriele Verri (1), e di que- Gabriele. ste io qui mi varrò per dar notizia di cosi insigne Giureconsulto e uomo di stato. Donna Maria Anto- nia de' Marchesi Orrigoni maritata al Conte Pietro Verri ambedue Milanesi ebbero nel 1696. il dì 16. di Aprile questo figlio, che percorse la carriera lega- le e contemporaneamente si occupò nella buona let- teratura, e nell'antiquaria con tal successo, che nel 17 17. diciannovesimo dell'età sua fu ascritto alla Co- lonia degli Arcadi Milanesi che in quella Città allo- ra fioriva. Dopo di aver egli visitata la Capitale del- l'Austria allorché regnava l'Imperator Carlo VI. , e dopo di essersi guadagnata la stima di quella Corte, ritornò a Milano, e cotal grido levò di se nella Giu- risprudenza 5 che il Gran Duca di Toscana Cosimo (i) Stampale A Creuiona nel looS. 3^4 Storia della Letteratura Ital. III. lo consultò intorno le ragioni da Gian Gastone suo figlio messe in campo per 1' eredità della Prin- cipessa sua Consorte. Il voto del Verri venne con- validato dalla sentenza che il Parlamento di Parigi proferir dovette in questa ca-usa, perloccliè il Gran Duca suddetto munificamente rimunerò il nostro Giureconsulto conferendogli una Commenda di gra- zia dell'ordine militare di S. Stefano. Giovò il Con- te Verri non poco alla sua patria , e coprendo lumi- nose e importanti cariche^ e puLldicando varii scrit- ti diì'etti a sostenere i diritti della medesima , frai quali ricorderò i due volumi in cui espose le più for- ti ragioni per liberare, come riuscì, i cittadini Mila- nesi dagli alloggi militari. Nominato poi dall'Augu- sta Maria Teresa alla carica di Avvocato fiscale ge- nerale 5 seppe con onore disimpegnare non poche gelose commissioni avute specialmente in tempo del- la guerra sostenuta dalle varie potenze tra il 1740. e il 1700.5 e intervenne ai congressi di Vigevano nel 1744* P®^ regolare l'esecuzione di alcuni artico- li del trattato di Worms , e a quello di Nizza nel 174.3. riunito per spianare alcune difficoltà insorte dopo la pace di Aquisgrana. Soddisfece egli in que- ste trattative non solo alla Imperiai Corte di Vien- na, ma seppe incontrar anche l'approvazione delle altre Potenze, e fu in benemerenza dei prestati ser- vigi promosso alla carica di Senator di Milano, apren- dosegli così un nuovo campo in cui far brillare i suoi talenti e la sua dottrina. Continuò egli a fati- care nel servigio dell'Imperatore ed a maneggiar gli affari della Lombardia sempre con felice successo , fu Reggente per qualche tempo nel Supremo Con- siglio d'Italia in Vienna, e nel 1 774- Consigliere di Stato, la qual carica egli conservò sino alla morte che nell'anno 1782.^ ottantesimo sesto dell'età sua L I B 11 O II. 32 0 lo tolse dal mondo (i). Quantunque il Conte Gabriele vivesse sempre in mezzo agli affari oltremodo occu- pato, tuttavia trovò il tempo per arrichire la scien- za di nuove opere, e nel 1747- pubblicò a Milano il suo Apparatus ad historiam juris Medioìanensis antiqui et novi compilato con buona critica, e scrit- to in elegante latinità ; nel quale apparato veggonsi sviluppati i principali elementi della giustizia e del diritto: altri suoi lavori stampati furono le constitii- tiones Mediolanensis Dominii con nuove illustrazio- ni dell'Avvocato Pio Antonio Fossato, e l'operetta de TitiiUs ,Insigniis temperandis nella quale sparse con la dovuta sobrietà però, la necessaria erudizione ; e queste letterarie fatiche acquistarono al Conte Ver- ri la ben dovuta fama per cui parlarono di lui con lo- de^ e il Muratori, e l'Oltrocchi^ e l'Argelati, e il War- chio, ed altri Letterati e Dotti suoi contemporanei (2). XI. L' opera del Muratori sui difetti della Giuri- sprudenza ebbe fra gli altri contradditori Francesco Altri Sciittcn. Rapolla nato l'anno 1701. in Otripalda luogo del Regno di Napoli: riuscì egli uno dei più dotti Giu- reconsulti de' tempi suoi, quantunque però la sua confutazione non persuadesse il Muratori e con ra- gione, perchè considerava questi l'attuale giurispru- denza, mentre il Rapolla difendeva 1' anfica, ed il corpo delle leggi di Giustiniano , come rifletter gli fece lo stesso Muratori. In età di soli vent'anni ot- tenne quegli a pieni voti la Cattedra di Caucnira, indi la seconda dei Digesti gli venne conferita da (i) Quattro figli egli ebbe da Donna Barbara Dati sua sposa figlia del Conte Dati dfilla Somaglia, Pittro cioè, Alessandro^ Carlo, e Gio. Pietro i quali tutti più o meno si distinsero nella Kepubblica letteraria. (a) Memorie citate pag. XXII. Restò inedita una storia della Lombar- dia in quattro parti divisa e da lui composta per 1' istruzione del Re'd Principe destinato al Governo di Milano. 3:i6 Storta della Letteratura Ital. Carlo III. il quale dopo di averlo destinato a gover- nar varie Provincie , lo richiamò a Napoli ad inse- gnar la Criminale. L'opera intitolata il Giureconsul- to che egli diede in luce allorché aveva soltanto ven- ticinque anni, fu riconosciuta giusta , hen ragiona- ta, ed esatta neirintepretazione che presentava del- le leggi. Più vasto e faticoso lavoro intraprese poi il Rapolla in appresso , cioè un commentario sul di- ritto del Regno Napoletano, di cui non abhiamo alle stampe che li due primi volumi sul diritto pub- blico del Regno, perchè impegnato in pubbliche aziende di sommo rilievo non potè compiere quest' opera, che aveva il pregio di esser scritta con mol- ta proprietà di stile in idioma latino, con ordine e buon raziocinio, cosa che ben dimostra quanto a fondo conoscesse le patrie leggi questo Giureconsul- to che cessò di vivere nel 1762, Niccolò Alfano poi riempì il vuoto da lui lasciato, e nel 1771. pubbli- cò l'opera intiera aggiungendovi le leggi sino a quell' epoca emanate (i). Aveva la scienza della politica, dagli Italiani può dirsi al presente affatto trascura- ta , ritrovato nel Gavalier Niccolò Donato Veneziano un diligente coltivatore, ma la sua morte nel 1765. avvenuta privò la letteraria Repubblica di varie opere importanti su questo argomento, e non abbiamo di lui alle stampe altro che quella intitolata U Uomo di Governo, nella quale 1' autore presenta una vera idea e completa del Ministro di Stato ; e molti pensieri in essa contenuti doveva poi egli sviluppare nell'al- tro suo lavoro rimasto inedito , U istituzione, cioè dei Governi; né meno interessante e curiosa ad un tempo riuscita sarebbe la sua storia Veneta ricava- ta dai documenti autentici dell' Archivio segreto del- (i) Biografia degli Uom. ili. del Regno di Napoli T. Vili. 1822. Libro II. 327 la Repubblica, se Fautore che ne stese quattro soli li- bri continuata l'avesse e pubblicata (i). Abbiamo già altrove date le notizie del Padre Casto Innocen- zo Ansaldi , ma dobbiamo ora ricordar un suo lavo- ro relativo all'argomento di questo capo della nostra storia. Contrasse con questo Religioso amicizia l'Aba- te Carlo Polini Bresciano, il quale soec trattenendo- si in dotti ragionamenti lo indusse ad intraprende- re 1' opera intitolata de principioriim legis iiatura- lis traditione alla quale fece la prefazione il Polini con la dedica al Card. Querini (2) ; e in appresso per illustrare l'opera suddetta e sciogliere alcune opposizioni fatte alla stessa pubblicò il Polini nel!' anno 1750. un nuovo libro intitolato =De juris Divini et Naturalis origine = , lavoro assai lodato da Benedet- to XIV. cbe scrisse una benignissima lettera all'au- tore; né minor incontro ebbe presso altri Dotti quest' opera ; ma mentre 1' autore si preparava a ristam- parla con aggiunte e ctimbiamenti, fu sorpreso da una idropisia di petto che lo portò al sepolcro li 3i. Agosto del 1756. (3). XII. Fra li pochi Giureconsulti che meritarono ^^i- 1' onore di avere a scrittore della lor vita Monsignor poido/*"^ Fabbroni , incontrasi Leopoldo Andrea Guadagni che sollevossi d' assai fra suoi contemporanei , e di cui perciò con la suddetta scorta direm più diffusamen- te di quello che siasi finor praticato per gli altri . Da Pietro Angelo Leopoldo oriondo di Arezzo egre- gio medico e da Anna Maria Palmer Gentildonna In- glese da lui in seconde nozze sposata, ebbe Leopol- do i natali nell'anno 1705. a Firenze, ed allevato sotto la direzione dei PP. delle Scuole pie sino alla (i) Dizion. degli Uomini ili. T. V. p. i5o. (2) Usci questa alla luce nel 11^^- (3) Zaccaria Ann. lett. cF Italia T. I. jiarte II. pag. 260. 32,8 Storia della Letteratura Ital. Filosofia , passò allo studio di Pisa, dove lo istruiro- no nella Giurisprudenza i rinomati Professori Gio. Paolo Gualtieri e Giuseppe Averani, ai quali la do- cile indole del giovane Guadagni e il felice di lui ingegno lo resero oltremodo accetto. Il Salvini lo diresse nella lingua Greca, perloecliè formò buon gu- sto , e riesci scrittore elegante nella lingua latina ed italiana. Con erudizione copiosa e con sano cri- terio egli discusse in un suo lavoro de legibus ccn^ soriis l'articolo sulle facoltà dai Romani conferite ai Censori e portò opinione contraria a quella delP Heineccio e di altri Giureconsulti ; si apri in questo modo il Guadagni V adito all' Università di Padova a cui lo invitò il Facciolati, ma dovette ricusar que- sta offerta, poicliè venne come costretto ad accettar la Cattedra di Istituzioni civili in Pisa Panno 1781. ventesimo sesto dell' età sua. Corrispose egli alla pub- blica espettazione ed ebbe perciò scuola fiorita, per" loccliè vedendo ben accolte le sue dottrine , si de- terminò di stampare il corso delle Istituzioni sud- dette di cui a giorni suoi abbisognava l'Italia. Ma- gnifico è 1' elogio die di questo libro ci presenta il Fabbroni, avendo, dice egli, soddisfatto pienamente l'Autore al vuoto dagli altri scrittori lasciato per non aver essi considerata la materia in tutta la esten- sione come fece il Guadagni; „ et tale opus insti- 5, tuit , ut ei licuerit in hoc quodammodo gloriari, „ se pulcherrima juris prudentiae ornamenta vel ipsas 5, Graecae et latinae grammaticae divitias ad nsum ,^ forensem transtulisse ,, . Tre volumi comprende quest' opera dall' autor forse per la vastità dell' ar- gomento lasciata incompleta , e che avrebbe oltre- modo contribuito all' istruzione sana della gioventù se r avesse continuata . All' oggetto poi di meglio fissar r epoca in cui fu scritto il famoso Codice Fio- L I B R o II. 3^9 rentino delle Pandette f e per dimostrare che prefe- rir devesi a qualunque altra , siccome la più antica, la lezion sua, pubblicò il Guadagni una interessante dissertazione, ed altro suo scritto dopo la morte di lui stampò il Fabbroni ( i ) ^ in cui spiegasi ed illu- strasi tuttociò che avvi di Greco nel citato Codice. Dalla Cattedra di Istituzioni passò quegli nell'anno 1742. all'altra di Pandette con aumento di onora- rio , come meritavasi un uomo della sua qualità , il quale alla profonda dottrina univa somma integrità di costumi, ed una onoratezza senza confronto , e che nutrì sempre una straordinaria premura per com- piere fedelmente l'impegno di insegnar dalla Catte- dra. Visse egli sino alla tarda età di anni 81., es- sendo venuto meno l'anno 1785. nel dì 6. di Mar- zo ; il luogo del suo sepolcro fu il bel Camposanto di Pisa dove suo fratello erger gli fece un monu- mento con iscrizione (2). XIII. Godette l'amicizia del Ch. Dottor Antonio ^ ^i"- Rossi Dottor Cocchi da noi tra i medici registrato il Dottor Fran- Francesco ed ai- -.._,. . , ., , . tri Giureconsul- cesco Kossi Itiorentmo nato nel 1709. il quale riu-ti. sci buon scrittore italiano e latino , e diede alla lu- ce sei volumi di Decisioni in parte da lui proferi- te, e in parte da altri Giureconsulti raccolte, nelle quali incontrasi profondità di dottrina , forza di ra- ziocinio dai fonti più sani della Giurisprudenza de- dotti e purità di stile. Il Gran Duca Leopoldo che lo stimava , lo incaricò di stendere un nuovo siste- ma per la curia Fiorentina, nel qual lavoro occupos- si unitamente ad altri quattro Giureconsulti, e si (i) Inserito nel T. IV. delle siniLole del Gori. {2) Fahbroni; citata vita nel T. XIII. Vitae Ital. p. 46. Novelle letter. di Firenze an. 1786. p. 676. S^o Storta della Letteratura Ital. stampò esso con una erudita prefazione e ben ragio- nata dal Rossi composta (i). Numeroso concorso ebbe alla scuola di diritto civile in Bologna il Conte Filippo Carlo Sacco, e da essa usci- rono dotti allievi, non pochi dei quali passarono poi a coprire in Italia ed Oltremonti luminose cariche eccle- siastiche e secolari : fra li suoi discepoli contò egli la Contessa Vittoria Delfini Dosi, che in età di soli anni i6. sostenne una difesa di conclusioni politico-legali dedicata alla Regina di Spagna. Pubblicò il Conte Sac- co il suo corso di Istituzioni civili e canoniche le quali più volte ristamparonsi , e dopo la morte di lui nel 1 744. avvenuta continuarono a servir di testo ai Pro- fessori Bolognesi di questa facoltà (2). Lasciò egli poi pregevoli manoscritti legali in copia risguardanti spe- cialmente il Gins Patrio, ed un degno figlio nel Con- te Vincenzo, che per una lunga serie di anni istruì la gioventù Bolognese nelle leggi, e giovò alla Patria stampando sotto la direzione del Genitore gli statu- ti civili e criminali di essa riordinati, e di erudite note arrichiti , come pure le istituzioni di Gius Pon- tificio e Cesareo in tavole sinoptiche disposte (3). j^iY XìV. Dettò la materia criminale giusta le leggi Vene- ^'"' G'""con-te Bartolommeo Melchiori e scrisse un trattato dello suiti. spergiuro e delle falsità , come pure scrisse le vi- te di Socrate , di Licinio Crasso e di Marc' Anto- nio (4). Sotto la direzione di Nicolò Capassi e di Gio. Battista Vico dotti soggetti di cui già ragionai, si istruì Pasquale Giuseppe Cirillo nato in Grumo, Castello da Napoli poco distante, e riuscì un buon Giureconsulto ed insigne Professore prima di Gius (i) Novelle lettor, di Fir. an, 1778. T. IX. p. 689. (2) Fantuzzi Scritt. Bolog. T. VII, pag. a/jS. (3) Ivi j.. 249. (4) Meschini Letter. Yen. T. III. pag. 244. Libro II. 33 r Pontificio e di Istituta civile nel Liceo di detta Cit- tà, poi di Gius patrio; finalmente ascese nel i747' alla Cattedra primaria di Gius civile in quella Re- gia Università j e contemporaneamente per disposi- zione Sovrana spiegò il diritto pubblico e naturale nell'Accademia di Napoli. Lo Struvio nella sua Bi- blioteca ci lasciò un giudizio assai favorevole dei commentarii sulle Istituzioni civili e canoniche , e sopra molti titoli del diritto civile dal Cirillo pub- blicati; e perchè li riconobbe stesi con chiarezza e brevità,e perchè sparsi di molta erudizione e ben ragio- nati gli apparvero. Incaricato siccome fu il Cirillo da S. M. Carlo IV. di assistere in qualità di Segretario alla compilazione del nuovo Codice di leggi per quel Regno, lo scrisse con chiarezza ed eleganza non co- mune in lingua latina, ma giunto alla metà del la- voro tradur lo dovette in italiano; qual però ne fos- se il motivo, questo codice non ottenne la Sovrana sanzione e resterebbe anche inedito, se il Serao di- scepolo del Cirillo non lo avesse stampato. Cessò questo Giureconsulto di vivere al i5. di Aprile dell' anno 1776., ed oltre varie operette di amena lette- ratura abbiamo di lui quindici volumi di allegazio- ni, che sono un testimonio ben chiaro della estesa sua dottrina nella Giurisprudenza pratica, e della ammirabile sua eloquenza per cui riuscì uno dei più famosi Avvocati de' tempi suoi (1). Al Finale di Genova nacque Domenico figlio di Gio. Bernardo Colombi Brichieri parente perciò del gran Co- lombo, se pur questi è Genovese di origine. Trovandosi Bernardo che era un egregio Giureconsulto^ a Vienna, chiamò colà il figlio in età di anni sedici e lo inviò a Gorizia nel Seminario Virdenbergico diretto dai PP. (i) Fabbroni Vitae ec. T. XV. pag. 96. 332 Storia della Letteratura Ital. Gesuiti 5 dal cpial ritornato il giovane Domenico due anni dopo a Vienna, si dedicò alle matematiche con la scorta del Padre Schmelzer e del Marinoni, e si fece istruir nella lingua Greca, per modo clie arri- vò consultando varii Codici Greci della libreria Ce- sarea, a poter emendare le Orazioni di Demostene, ed alcune opere di Plutarco e di Isocrate j emenda- zioni clic aggiunte a quelle fatte sopra alcuni autori latini antichi, aveva il Brichieri in animo di pubbli- care ma che poi restarono inedite . Non fece però egli scopo jorincipale de' suoi studii la filologia, per- chè si occupò specialmente nella Giurisprudenza in cui ebbe a guida il Padre, e diede saggi non indif- ferenti delle sue cognizioni in questa scienza , poi- ché coli' ajuto di un testo assai antico posseduto dal Sig. Barone di Roth emendò il Codice Teodosiano , e lo illustrò con dissertazioni sue proprie. Si accin- se indi a correggere il corpo del Gius civile e ca- nonico, e preparò un supplemento , che pur restò inedito , alla raccolta di queste leggi fatta dal Leun- clavio, e dal Freero pubblicata in Francfort ; ed al- lorché suo Padre nell'anno 1746. ottenne la carica di Auditor Fiscale in Toscana, il figlio recossi con lui a Firenze, dove coprì varii luminosi impieghi, e alla fine quello del Genitore da un colpo apopleti- co renduto impotente al servigio. Se si eccettuino alcune dissertazioni giuridiche e di filologia che vi- der la luce , e di cui ci dà i titoli il diligentissimo Mazzucchelli (i) , le opere più importanti di que- sto Giureconsulto non ebber 1' onor della stampa; queste oltre le suaccennate sono varie, altre diret- te o a rischiarare alcuni punti di antiquaria, 0 al- (1) Srrittori ec. T. II. parte IV. p. 2007. e seg. L I B R o II. 333 la interpretazione di antichi Godici , o a ripur- gar dagli errori alcuni testi vetusti delle leggi e particolarmente del Codice Teodosiano. Perizia non comune dimostrò inoltre il Brichieri nella intelli- genza dei monumenti antichi, al che gli giovò mol- to 1' amicizia del Gesuita Padre Granelli , comuni- cò al Muratori una quantità di Iscrizioni da questo nella sua gran raccolta inserite , e gli mandò una pienissim^a informazione del famoso Sacramentario Gregoriano della Biblioteca Cesarea del quale fece poi uso grande il Muratori (i). XV. Il Collegio della Sapienza in Pisa ebbe a suOgai^ajg^jQ ^ qj^ Bibliotecario Gio. Jacopo Baldasseroni Pesciatino Jacopo ed altri ... . Legali. che trovò fra li Manoscritti di quella Biblioteca un antico statuto Pisano dell'anno 1284* di cui si pre- valse il celebre Dottor Targioni ne' suoi viaggi. Lesse il Baldasseroni nel 1733. ragion canonica in Pisa, e contribuì F opera sua a compilare il magazzino To- scano ed a far ristampare le ponderazioni di Carlo Targa sulle contrattazioni marittime (2). Erasi accin- to un altro Professor Pisano , cioè l'Avvocato Anto- nio Maria Vannucchi di Castel Fiorentino a tessere un' opera sulla origine del Diritto feudale ma non potè dargli l'ultima mano (3); maggior fortuna egli ebbe nel!' adempiere 1' onorevole incombenza che gli diede il Gran Duca di Toscana Pietro Leopoldo di formare un piano per una scuola di Giurisprudenza marittima, poiché compilò il suo lavoro, e formò un trattato intiero che contiene la storia della va- ria legislazione marittima presso le singole Nazioni , le teorie più solide di commercio , e tutte quelle dis- cussioni che risguardano simili contrattazioni. Questa (1) Mazzucchelli loc. cit. (2) Mazzucchelli Scrittori ec. T. II. part. I. pag. 97. (3) Nel 1760. era egli Professor di diritto feudale. 334 Storia della Letteratura Ital. fatica del Vannucchi uomo erudito ed anche buon poeta incontrò l'approvazione Sovrana, ma non è a mia notizia se venisse poi stampata (i). Il Gius pubblico Siculo prestò al Giureconsulto Gaetano Sar- ri Palermitano argomento per un'opera in tre parti divisa, delle quali egli stampò la prima nel 1760, in cui traccia la storia dei Monarchi Siciliani dai più remoti tempi sino a Carlo III. Dottrina ed erudizion singolare mostrò l'autore in questa prima parte, che i Pubblicisti Oltramontani accolsero con plauso, ed attendevano con ansietà dal Sarri la continuazione di questo lavoro; ma distratto egli da pubbliche cu- re, e dall'impiego di Professor d'Etica e di Giudi- ce, ne produsse nel 177B. soltanto la seconda par- te, in cui con pari erudizione e criterio tratta del- la inaugurazione, proclamazione ec. dei suddetti Mo- narchi ; e questa fu l'ultima stampata, perchè sor- preso l'autore nel 1787. da morte in età d'anni 65., essendo l'ultima già pronta per la stampa, re- stò inedita sebbene quanto le antecedenti interes- sante , poiché aveva per oggetto i Governi politici e la legislazione antica e moderna (3). Varie opere e tutte dirette alla istruzione della gioventù ci lasciò nella facoltà legale Marino Guarano di Milito nella Diocesi di Aversa Regno di Napoli, e in esse egli dichiarò ed illustrò le Istituzioni civili , le Pandet- te e il diritto Napoletano, cercando sempre di faci- litare il cammino a chi dedicar voleasi a questa no- bile scienza. Coltivò egli inoltre con successo la Poe- sia italiana e latina^ ma sul finir della sua carriera oscurò d'assai la fama acquistata, perchè s'impegnò nella rivoluzione che gli costò poi la vita, essendo (i) Giornale dei Letterati di Pisa T. LXXXV. pag, 274. (a) Biografia degli Uom. ili. della Sicilia T. I. Naiioli 1017. Libro II. 335 stato nel 1801. circa assassinato per la strada allor- ché ritornava da Parigi (i). ^^j XVI. Rovezzano Villaggio poco da Firenze distan- Lampredi gìo. te vide nascere nel giorno 6. di Aprile dell'anno 1732. Giovanni Maria Lampredi fornito di vivace ingegno, e che dal Padre fu fatto educare fra i Chierici del- la Cattedrale Fiorentina detti Eugeniani dal Ponte- fice di questo nome loro istitutore. Coltivò il giova- ne Lampredi con ardore la poesia e la filosofia, ma dopo di avere ottenuto nel 1756. la laurea teologi- ca , si consacrò specialmente allo studio del Gius pubblico e naturale^ nelle quali facoltà si acquistò fama non ordinaria. Stampò egli la prima sua fatica, una dissertazione cioè istorico-critica sulla filosofia degli antichi Etruschi, in cui potè avanzare alcune plausibili congetture sulle opinioni morali e fisiche di quei popoli, che tanto hanno dato e danno da indovinare agli eruditi, e combattè il Dempstero sul punto della forma di governo da quella nazione a- dottata ai tempi della storia verace. Sviluppò egli in appresso più a lungo questo argomento nell'ope- ra intitolata del governo civile degli antichi Toscani e delle cause della loro decadenza , e nella istituzio- ne specialmente dei confronti fra le antiche Repub- bliche federative e le moderne si dimostrò profondo conoscitore della storia delle Nazioni, e delle cause della grandezza e della decadenza loro. Gli assurdi j. principii del Rousseau, che hanno in questi ultimi tempi cagionato dovunque tanti guai , vennero dal Lampredi confutati in varii scritti letti nelle Acca- demie Fiorentine, ed essendosi egli già fatto conosce- re, ottenne nel 1763. la Cattedra di Canoni nello (i) Biografia degli Uom. ili, del Regno di Napoli T. Vili, ivi 1822. 336 Storia della Letteratura Ital. studio di Pisa^ e dopo alcuni anni quella di Gius pubblico, tanto da lui desiderata. I sani principii e il buon ordine con cui sono stese le lezioni di que- sta scienza da lui in tre volumi pubblicate col ti- tolo Juris puhìici universalis y swe jiirls naturae et gentiinn theoremata , fecero adottar questo libro co- me una specie di testo in diverse Università Italia- ne^ sebbene non gli mancassero oppositori, del clie certamente non si deve maravigliar chi considerar voglia la difficoltà somma della materia da trattar- si, e la disparità grande di opinioni dei Giuspubbli- cisti. Per ultimo suo lavoro in questa facoltà ci la- sciò il Lampredi la confutazione del libro dell'Aba- te Galiani sui doveri del Principi neutrali verso i Principi guerreggianti , e tale incontro ottenne quest' opera che venne tradotta in lingua Francese e Te- desca. Alle sane massime da lui spiegate nelle sue opere corrispose mai sempre la saviezza della sua condotta, e all'epoca infausta del Sinodo della Chie- sa Pistojese giovò non poco la dottrina e il corag- gio di questo Professore, a render vani gli sforzi di coloro che volevano tutto innovare e scomporre . Cessò egli di vivere con li più fervidi sentimenti di Religione e di pietà l'anno 1793. nel giorno 17. di Marzo e lasciò un nome distinto nei fasti della To- scana letteratura (1). BeccS'a"lMar- XVII. Sc la sincerità e l'imparzialità guidar deb- chese Cesare Bo-j^j^j^Q scmprc la pcnua di uno storico, allora poi in neiana. ^ •*• . , . particolar modo attener si deve rigorosamente a que- ste norme , quando gli avvenga di dover ragionare intorno a coloro che levarono di se altissima fama finche vissero, ma spenti che furono, restò la po- (i) Ranuzzi Pietro, Elogio di Lampredi nel T. XCIL del Giornale dei Letterali di Pisa p. i3C. Libro II. 537 sterità indecisa nell' assegnar loro quel posto che me- ritano per le produzioni scientifi(»he da essi pubLli» cate , senza passione e senza spirito di parte esa- minate. Dovendo io adesso tracciar io breve la sto- ria di quanto operò il famoso Cesare Bonesana Mar- chese di Beccaria, procurerò di seguir per quanto potrò, questo canone, tuttavia temo di non evitar la censura di alcuni fra i miei lettori, tale è la di- sparità di opinioni con cui quest' uomo e le sue opere vengono giudicate. Il Marchese Gian Saverio Beccaria Bonesana di famiglia Pavese in origine, nel- la qual città alcuni suoi antenati elDbero nel secolo XIV. dominio, e Donna Maria Visconti Da Rho fu- rono i genitori di Cesare che nell'anno 1738. il dì i5. di Marzo venne alla luce, e presto in lui svi» luparonsi una viva immaginazione e forti passioni che il signoreggiarono , tali però che qualche eccita- mento richiedevano per accendersi ed agire. Educa- to nel Collegio dei Gesuiti dì Panna (i) , dopo gli studii elementari si applicò alle matematiche le qua- li da lui apprese lo guidarono col rigor del razioci- nio nelle altre scienze^ dove egli le trasportò al se- gno che non so se si contenesse entro quei limiti che la diversità degli oggetti in esse trattati richieg- gono. Occupatosi poscia nella lettura di Montesquieu, di Elvezio e di altri filosofi oltramontani, le cui opere menavano allora gran rumore , produssero queste e risvegliarono nell' animo del giovane Beccaria vivi sentimenti ( così egli scriveva all'Abate Morellet Fran- cese suo intimo confidente ) di libertà e di compas- sione per la infelicità degli uomini schiavi di tanti errori, sentimenti nel Beccaria congiunti poi al desi- (i) Villa Carlo Pietro; Notizie intorno alla vita ed agli scritti del Marchese Cesare Beccaria. Town TI. 2 2 338 Storia della Letteratura Ital. derio di formarsi una ripiitazion letteraria. L'imina- ginazion sua, come si disse, focosa spingeva troppo oltre queste idee, perloccliè tLitto vedendo egli con gli occhi della sua prediletta lìlosofìa , condannava come fanatica l' educazione avuta e distinguer vo- levasi come Filosofo. Pietro ed Alessandro Verri Mi- lanesi suoi contemporanei, ed altri giovani cui le nuove dottrine di quei tempi andavano a genio, gli si uniron compagni delle sue meditazioni. L'ardua materia delle monete a quei dì poco conosciuta die- de argomento al Beccaria per un opuscolo, die nelF anno 17611. ventiquattresimo delF età sua stampò in Lucca, non avendo potuto ottenerne a Milano P ap- provazione. Il linguaggio matematico con cui è ste- so questo libretto, le verità alquanto astruse clie vi si contengono , alcune idee non ben sviluppate e in parte erronee , tutto ciò si oppose a procurar cre- dito a questo lavoro, clie eccitò una briga lettera- ria in cui iigurò il Marchese Garpani come opposi- tore, ed i fratelli Verri sunnominati coraggiosamen_ te difesero le massime delP autore (i). Frutto di que- sta disputa , in cui F una parte e l' altra si conten- nero entro la dovuta moderazione, sì fu clie la Con- gregazione dello Stato Milanese fece nell'anno se- guente 1763. una ragionevole consulta sulla mate- ria monetaria , cosicché può dirsi che riusci il libro del Beccaria utile anzi che nò alla civil società (2). xviiT. XVIII. Cominciò a ([uel tempo la pubblicazione ],-H'oii/irdri la-'lÀ un Giornale in Milano, che durò poco, ma che von di Beccaria, pgj, l'iinportauza degli articoli piacque assni e godo credito anche al ])resente. Fra i collaboratori di quesL' (:) Notizie siiccil.ilc [U^r. i/j.. (a) Ivi i-ag. 17. Libro II. 339 opera periodica (1) si contò anclie il Beccaria il quale andavasi con rpiesti scritti disponendo alla com- pilazione dell' opera dei delitti e delle pene, che quan- tunque assai variamente giudicata, tuttavia contri- bui sovra ogni altra cosa a stabilir la fama dell'au- tore, che da molti si riconosce come il restauratore della criminale legislazione. Credo perciò di far co- sa grata ai miei Lettori, istruendoli alquanto este- samente del modo che si tenne nel formare quest' opera , e delle prospere vicende di essa e dell'auto- re medesimo. La società suddetta di giovani (2) pas- sava unita molte ore della giornata^ e questi nei loro colloquii continuamente proponevano questioni relative a materie criminali ; alla sera poi il Becca- ria scriveva quanto pensava intorno ai delitti ed al- le pene meditando lunga pezza prima di mettere in carta alcun concetto , quindi cercando „ di eccitare „ nella sua mente una certa quasi ebrietà, nel fer- „ vore della quale gli uscivano dalla penna quei „ passi pieni di sentimento e di forza che si leggo- 5, no in ogni sua opera ^, (3). L'amico Pietro Verri si prendeva poi la briga di ricopiare diligentemente gli scritti del Beccaria; per tal modo nacque il li- bro dei delitti e delle pene che in dieci mesi dal Marzo 1763. alGennajo 1764. fu compito , se ne fece la prima edizione nella stamperia Coltellini di Li- vorno nel 1764-5 e in Luglio ne ricevette in Milano la prima copia il Beccaria che non ne fece motto ad alcuno fuor che agli amici consapevoli del segre- to ; nelP Agosto era già spacciata tutta questa edi- zione senza che se ne avesse notizia a Milano. L' or- (i) Gli altii compilatori erano li due nominati Verri, il Padre Paol^ Frisi e Luigi Lambertenglii in compagnia di varii giovani. (:i) Questa società denominavusi dui Cuffìi, (3) Notizie ec. p. 22. 340 Storia della Letteratura Ital. dine delle idee in questo non lungo scritto è logico al sommo e quasi matematico , ma senza che il libro ne porti la riwida insegna. Tutte le più difficili teo- rie criminali sono in brevi tratti contenute in esso , clie fu sicuramente il primo d' alta e libera filosofia elle comparisce in Italia j e soltanto preceduto da po- chi tratti qua e là sparsi in alcune opere oltramon- tane. Porta però parere il Sig. Villa il quale mi ser- ve di scorta in questo articolo, che non tutto quello che trovasi nel libro del Beccaria è al coperto d' agni taccia ragionevole (i)j, e l'autore non aveva veduto in fatto quali malvagge conseguenze si possano talvol- ta ricavare da massime astratte che si pongono tal- ora in campo per ambizione filosofica . Con tutto ciò il libro che qua e là pecca di oscurità ma arti- ficiale, e voluta dall'Autore che temeva di spiegarsi troppo chiaramente (2), contiene non poche belle veri- tà , e produsse grandi cambiamenti nella scienza cri- minale. Si fecero edizioni in copia di quest'opera e per secondare il desiderio del Ministro francese La- moigRon di Malesherbes, 1' Abate Morellet la tradus- se in Francese, e la pubblicò l'anno 1766. in Parigi con la data di Filadelfia ; e D' Alembert a cui il Pa- dre Frisi la mandò 5 ne fece un breve ma distinto elogio (3). Riscosse pure l'Autore gli encomii degli altri Enciclopedisti ; laonde egli scrisse al suddetto Morellet alcune lettere nelle quali si manifestò ap- passionato ammiratore dei medesimi compilatori , il che gii fu non senza buona riigione gentilmente rin- facciato dal Marchese LallToyenda! che nella Biogra- phic wdverselh- ci ha dato l'articolo Beccaria Cesar. La Società economica di Berna premiò con meda- (i) Notizit ec pag. a5- (ì) Tv. pag. 37. (3) Ivi Pa{^. a8. L 1 is H .) I f. 341 glia d' oro il nostro Italiano 3 e Voltaire coinentòj ma a suo modo, questo astruso libro che essendo usci- to anonimo , diede luogo a sospettarne autore il N. H- Angelo Querini veneziano, poicliè fra le altre co- se, si censura in esso indirettamente però, il meto- do delle accuse segrete di cui usava la Repubblica Veneta, e le conseguenze funeste che ne derivano, per la qual cosa si proibì colà il libro sotto pena di morte . Il Monaco Vallombrosano P. Angelo Facchi- nei pubblicò alcune note ed osservazioni su di esso, scopo delle quali fu di provare che 1' autore aveva offeso con quel trattato la Religione e F Autorità Sovrana. Li due amici Verri difesero valorosamente il Beccaria il quale erasi spaventato, e temeva di andar soge^tto ad un processo. Ridicole sono, come prova evidentemente il Villa, le invenzioni di Lin- guet che negli annali politici e letterarii scrisse, che gli Enciclopedisti avevano suggerito per mezzo di una lettera di Condorcet diretta a Frisi Fidea di quest'opera composta poi da Beccaria, e della quale trenta edizioni Italiane si sono fatte sino al 1821., quattro versioni in lingua Francese una delle quali nel 1821.5 tre in Tedesco, una in Inglese^ una in Spagnuolo, una in Olandese , una in Greco volgare dal Greco Corai dimorante in Parigi, ed una in Rus- so da Demetrio lazikow per ordine delF Imperator Alessandro. XIX. Questo scientifico lavoro conoscer fece in ^ '^^^■ r> • • ••! • r>i • Contiiinaziorn Europa e fuori di essa il nome di Cesare Beccaria rii ciò che risguar- che ci lasciò poi altri parti della singoiar sua pen- na. Nominato nell'anno 1768. Professore di scienze Camerali nelle scuole Palatine di Milano, nella qua- le si istituì la Cattedra di politica economia , si può dir per lui, diede in luce poco dopo le sue lezioni su questo ramo di scienza , della quale apparve prò- 342 Storia della Lrtter\tiiRa Ital. fondo conoscitore, e sarebbe a desiderare clic V Il- lustre autore avesse potuto compiere il suo corso , a cui manca ciò che risguarda le Finanze , la Poli- zia , e gran parte di ciò che concerne il Commercio. Viene egli secondo dopo il Genovesi di cui parlam- mo fra gli Economisti, a istruirci in questa scienza ; e negli elementi di essa da lui dettati rinvieusi quel- la chiarezza, che indarno cercasi molte volte negli altri suoi scritti. Alcune verità da lui con franchez- za esposte produssero vantaggiose mutazioni nella pratica applicazione di più leggi, e il Sig. Professor Bignami (i) attribuisce al Beccaria la lode di aver sei anni prima di Adamo Smith insegnato il princi- pio fecondo oltre modo di utili conseguenze „ che ,, la ricchezza delle Nazioni consiste nella massima „ quantità di lavoro utile „ Sebbene di argomento diverso affatto dalla Giurispru- denza sia r altro libretto dal Beccaria pubblicato, le ri- cerche cioè sullo stile , ciò nulla meno siami permesso di ricordarlo TTVTT TI-- ^^ ■ gwarda il Filan- nel Regno di JNapoli , e contro gli abusi introdotti gieri. dai giudici, ciò nulla ostante il Governo approvò l' opera . e il Re ricolm-ò l' Autore d' onori mostran- 35o Storia della Letteratura Ital. do così il suo desiderio che egli proseguisse ad illumi- nare co'suoi scritti i popoli in materia della generale le- gislazione. Ebbe egli perciò nel 1777. il grado di Ciam- berlano^fu ascritto alla marina militare, ed annovera- to all' ordine Costantiniano con ricca pensione, ma la sua morte impedì che uscisse 1' ultimo volume della sua opera, il quale trattava della Religione, e per cui aveva raccolto copiosi materiali ed aveva già formato un bel lavoro. Non deve però tacersi che quest' ope- ra del Filangieri incontrò , e con ragione, la censu- ra della Sacra Congregazione dell'Indice^ e il moti- vo della censura fu perchè l' Autore attaccò la Pode- stà Ecclesiastica , e propose che si diminuissero i beni della Chiesa. Altri difetti incontransi pure in un' opera così vasta e per molti titoli pregevole , e che godrà ciò non ostante, sempre della ben me- ritata riputazione. Languido ne è lo stile e spar- so di Gallicismi , perlocchè le 'idee sono in un lun- go giro di parole soffocate ; molti pensieri e le stes- se cose veggonsi più volte replicate (i), ma a que- sti difetti avrebbe forse rimediato il Filangeri , se non lo avesse colto la morte in età di soli 36. an- ni (2) ; poiché questa fatica da lui intrapresa era per se stessa tanto vasta, che non deve farsi maraviglia se dall' abbondanza delle materie sopraffatto , non ebbe campo di perfezionarla, quando ne diede la prima edizione da molte altre seguita dopo la morte dell' autore. Dotato egli di un ottimo carattere aper- to e sincero, di bello aspetto _, visse umile e ritirato in seno alla sua famiglia composta di tre figli e (i) Cardclla Compendio della storia della liella LelUralma T. HI. j.ag. 2f,5. (2) Mori nel {giorno ai. di Luglio dell'anno 1780. L I B R o I I. 35 li della moglie di Nazione Ungarese. Trattava il Filan- gieri con molto zelo le cause dei poveri , e le pero- rava con eloquenza , ma la troppa assiduità allo stu- dio lo condusse innanzi tempo al sepolcro^ e pri- vò V Italia di un soggetto per ogni riguardo merite- vole della stima dei contemporanei e dei posteri. XXIII. Allorché la Repubblica Veneta istituì nel xxiii. Liceo della Capitale la Cattedra di eloquenza e di-j^^s*"'" ^' ritto civile, cbiamò a coprirla verso il 1778. Ubaldo Bregolini di Noale luogo del Trivigiano. Accettò que- sti un tale impegno^ e nel 1787. poi die in luce li suoi elementi di civile giurisprudenza, nei quali svolse con brevità , precisione e chiarezza i princi- pii del civile diritto, traendoli dal Gius naturale; rin- tracciò con sana critica F origine di varie leggi e costumanze; produsse un opportuno confronto tra il Codice di Giustiniano e le Leggi Venete, procu- rando così di spianar meglio che per F addietro alla gioventù la strada che batter dovevano per conosce- re bene la Giurisprudenza. Quest' opera levò gri- do in Italia^ i Giornali la encomiarono , divenne testo nelle scuole, ed alle Venete specialmente pro- curò concorso di scolari che colà recavansi per ap- prendere la Legge. Giunto F Autore all' ann. 84. di sua età nel 1806. fece una seconda edizione di que- sti elementi essendo già esausta la prima, e vi ag- giunse un' appendice intorno alle regole del Gius civile la quale però non contiene che una piccola parte di un diffuso commentario sulF ultimo Titolo dei Di- gesti 5 che il Professor Bregolini erasi proposto di pubblicare , ma F avanzata di lui età non gliel per- mise, essendo mancato di vita nel 1807. alli i4- di Agosto. Oltre quest'opere di Giurisprudenza leg- gonsi più composizioni poetiche da lui stampate, tanto Italiane che Latine , nelle quali ultime riu- 352. Storia della Letteratura Ital. sci assai meglio che nelle prime. Il Properzio del- la collezione dei Glassici Latini stampata da Bet- tinelli porta le note del Bregolini, il quale ci diede anche una grammatica latina impressa a Trevigi nel 1811. dettata al dir del P/ Pieri (i), con chia- rezza, brevità e precisione. Rimasero poi inedite molte orazioni_, commenti , dissertazioni ed altro di questo Letterato che tentò ancora il genere Epico, poiché lasciò quattro canti di un poema senza tito- lo nei quali mostrossi imitator non infelice dell' A- rìosto. FINE DEL TOMO 11. (i) Pieri Mario, Elogio di Ubald'> Br«goUni inserito nell'edizione fat- ti dtl Silveitri, Milano i8ai. delle operette del Pieri p. a6a. a65. a7i. a83. TOMO T. Errata Pag. 1 in. X ult. campagna 23 4 hannoalle — 17 Europaottenne 38 1 Chiaruga 4a i5 Vallaresco 43 Nota. XLVI 55 16 Capsoni 65 ult. importanti, servigi 94 I suddetti Religioii no i3 Rivaltella i3i 7 Domenicano «46 14 per locchè 161 36 Marchese i8a Ciavanni (in margine ) sa4 ^ Monaci Camaldolesi 233 14 Fabronio 332 6 Antonio 373 17 Scienze Filosofia 429 19 76 446 9 t663 467 La Lalande ( in Nota ) 463 18 Sejeur 468 3 1733 479 5 Barnabita /j8i 14 quelle 5o6 ult. dal 531 IO pubbicata Corri (j E compagna hanno alle Europa ottenn» "^ Chiamgi Vallaresso LXVI Casoni importanti servigi Leggasi invece Padri Gesuiti Rivautella Leggasi Agostiniano perlocohò Leggasi Conte Giovanni Leggasi Canon ioi Renani come sotto Febronio Leggasi Cesare Scienze la Filosofia 79 1763. La Laude Sejonr 1743 Leggasi Gesuita ^ quelle osservazioni del puljLlicata PLEASE DO NOT REMOVE CARDS OR SLIPS FROM THIS POCKET UNIVERSITY OF TORONTO LIBRARY m s^^-