^.Jli l^l»VV\. Gount Giovanni Messina, vtfr. He , To L.H. w via p-^. *=^ SULLE CAUSE DA CUI DIPENDE LA VITA NEGLI ESSERI ORGANIZZATI MEMORIA DI LUIGI ROLANDO Pubblico Professore di medicina nella R. U. E Vice-Protomedico del Capo di Sassari Dottore collbgiato nella I. Università' di Torino, E Socio corrispondente in quella I. Accad. di Scienze ; Socio dell' Accademia dei Fisiocritici di Siena, E Membro ordinario dell' Accad. Italiana dille Scienze, Lettere, ed Arti. >f^ FIRENZE 1807. NELLA STAMPERIA MOUCKE. .Ili PREFAZIONE Invitato, ad insegnare la difficilissima: Arte, che ha per oggetto di conservare e re- stituir la salute , mi trovai non poco im- barazzato nel riflettere quant ardua cosa fosse il render ragione dei varj fenomeni y che 5' offrono al letto dell' ammialato , e si leggono nei pili esatti Trattati di Medicina pratica. Fidi che oscuri, e confusi si ri- manevano molti fatti di questa Scienza per* che non si erano stabilite su ferme basi le cause, da cui dovevano aver origine, e non si era Jatta una sufficiente applicazione alle suddette , di quanto sulla medesima si possedeva » Aii trovai dunque costretto a tratta- re con qualche maggior precisione di quel- lo , che Jìnor si era fatto , i suddetti due IV punti per poter intraprendere con profitta V esposizione dei vizj , e delle alterazioni morbose, a cui va sospetta la Macchina, oc animale, e spiegare con sode ragioni tut- ti quanti i sintomi, che si presentano nel corso delle medesime, non meno che i di- versi effetti risultanti daW applicazione del- le sostanze, che si adoperano collo scopo di ridonare la perduta salute. Tentai in- fine di ridurre a dimostrate proprietà tut- to db, che si suole attribuire a nomi va- ghi, e senza deciso significato. Perciò ap- poggiato unicamente alle conosciute jacol- tà , di cui godono le diverse parti anima- li, mi riesci con modo pili facile di quel che finto si fosse finora il render ragio- ne dei- più oscuri, ed incomprensibili feno- meni morbosi. Separato da ogni commercio scientifi- co , non ho potuto esser informato dei pro- gressi, che fece la Medicina da alcuni an- ni in qua : fui perciò non poco sorpreso, scorgendo nella dottrina delle febbri del chiarissimo Dottor Giannini molte idee af- r fatto conformi alle mie; e quindi richia- mai alla memoria , che avendo dato un cenno aW amico Dottor Mela che con som- * 7720 applauso e successo, coltiva la Me- dicina in lAlassio , sulla mia maniera di considerare le malattie, mi rispose che le mie opinioni in certi punti combinavano con quelle pubblicate dal lodato Giannini sulle febbri . Rifletterò per altro, che da lungo tempo aveva io dimostrato V esistenza di una diatesi astenica universale, congiunta con una stenia locale nella tise, come si può vedere nelle Dissertazioni o Tesi da me sostenute nella congiuntura deW aggre- gazione al Collegio Medico dell' Universi- tà di Torino. U esperienze poi e le nume- rose osservazioni , che ho fatte sopra par- ticolari animali, avendomi condotto ad ac- quistare nozioni piii esatte sulla respirazio- ne, ho potuto dilucidare molti fenomeni, che si osservano in tutte le malattie febbri- li, ed in alcune affezioni nervose, nel che jinadesso nessuno era riescilo. "^-r- ^ "' . . 7 / Difficilmente potrei esser inteso Jnclll esposizione delle malattie, dovendo njassi- mamente parlare di una maniera d' agirle de^ medicamenti , diversa da quella Jinora immaginata, se non premettessi una suc- cinta idea delle proprietà , su cui riposano tutti i fenomeni vitali , sì in i stato di salu- te, che di malattia, la qual cosa foima, specialmente /' oggetto della presente Aie^- moria . Affine di rischiarare pur anche la clas- se la pili oscura delle morbose affezioni, pubblicherò quanto prima un succinto rag- guaglio di alcune osservazioni sulla strut- tura della massa cerebraU, unitamente ai alcune esperienze eseguite sulle diverse par- ti deir organo medesimo, e sulle funzioni del sistema nervoso. A'è tarderò guari a dimostrare qual modificazione debba subire la teoria della respirazione per esser atta a spiegare i fenomeni, che si consideraron da alcuni come gravissimi ostacoli allo stabilimento della Dottrina pneumatica . Finalmente per la sopraccennata ca- VII \glone rfon mi è stato possìbile di profitta- re de' lavori di personaggi insigni , che si sono soprattutto occupati della struttura, e delle leggi, cui vanno soggetti i corpi organizzati ; circostanza che avrebbe non poco contribuito a render più interessante questo piccolo Saggio dettato dal desiderio di concorrere ad accelerare i progressi, che immancabilmente dee fare la Medicina. MEMORI A SULLE CAUSE DA CUI DIPENDE LA VITA IN TU TT I GLI ESSERI ORGANIZZATI, ARTICOLO PRIMO Proprietà immaginate per render ragione dei ' fenomeni della vita , che tutte dipendono da una particolare mobilità, di cui son forniti i corpi viventi,, JJovettero in tutti i tempi gli at- tenti osservatori della Natura esser sor- presi della differenza, che esiste tra un corpo inorganico, ed un corpo organiz- zato vivente ; e questa sorpresa dovette certamente rendersi molto maggiore allor che si fecero a considerare, che i corpi organizzati viventi, in tutto quello spazio di tempo , che trascorreva dalla prima lor formazione sino alla loro distruzione, andavan soggetti a particolari mutazio- ni , ed esercitavano tuttavia operazioni fisse e determinate. Tutto questo spazio di tempo yenné distinto comunemente col nome di vita * Ma con tal nome si distinguevano bensì i corpi viventi dai morti, non però si spie- gavano tutti quei maravigliosi fenomeni , che presentano i corpi organizzati . 11 per- chè immaginarono alcuni > ch'esistesse in questi esseri un principia^ che fosse cagio- ne di tutti questi movimenti ed operazioni, detto perciò da taluni Principio vitale, e da altri designato col nome ^i Anima y o di Archeo. (i) Invano però in questa guisa tentavaii di recidere , ma non si scioglieva il nodo Gordiano .• né meglio Vi riesciron colo- ro, che in presidio chiamarono altrettante ■proprietà X) forze , <]\.\diux.Q sono le funzioni, eh' esercitansi nelle macchine animali più complicate : dal che ne vennero le forze digestive y le forze riproduttrici , le àssimi- latrici , le motrici , ed altre simili senza fondamento veruno immaginate > Con piede più fermo, e con passi più utili per la scienza, camminaron coloro, i quali unicamente appoggiati all' esperien- za > le proprietà ci svelarono di certe parti degli Animali, su cui non potrà mai ca- dere dubbio veruno; e tra queste si ammi- reranno sempre le grandiose scoperte dell immortale Aìleró ^ Te quali diedero iuogo ai \- suoi seguaci non meno, che ai suoi avver- sarj di sperimentare e contendere acre- mente suir irritabilità, e sensibilità ; lo che portò in seguito i Fisiologi ad ammettere proprietà analoghe non solo nella fibra muscolare, e nervosa, ma in quasi tutte le altre parti, di cui sono formati i cor- pi organici- Nel mentre però che i Fisiologi si sforzavano a ben distinguere di qual pro- prietà godesse una data parte , e quale fosse propria di un' altra ; nel mentre che si tentava di caratterizzare con nomi espres- sivi e significanti queste diverse proprie- tà o forze generalmente ammesse e rico- nosciute; un profondo genio tutte insieme le confi-ise e le abbracciò sotto il solo no- me di eccitabilità; proprietà, di cui tutti sono forniti gli esseri viventi , e per mez- zo della quale si dà molto più soddisfa- cente ragione delle funzioni, che dai me- desimi si esercitano» Lo stesso genio, cioè il sagacissimo Brown, colpito da questa sua luminosa e semplice maniera di considerare le fun- zioni dei corpi viventi, credette inutile, anzi nocivo l' investigare più oltre la na- tura di questa proprietà a tutti gli esseri organici compartita, e consigliò i coltiva- tori dell'Arte medica ad attenersi alla so- 4 _ ■ la cognizione delle sue leggi , senza pert (iersi nel gran caos, in cui si ingolfereb- be, chi di penetrarne a fondo la natura ^ avesse desìo. Ma se ciecamente appigliar ci doves- simo a questo consiglio, sarebbe ciò un ar* restarsi 5ul più bello del cammino, e sarebbe voler prescrivere limiti troppo ristretti ed umilianti per l' ingegno umano . Quindi ossia che egli sdegnasse discendere ad analizzare Je diverse modificazioni di que- sta proprietà in tutti gii esseri dotata d* ana più o meno semplice organizzazione, ossia che inutile lo credesse per la Me- dicina^ si chiuse da se ?tesso la strada a nuove e non meno strepicose scoperte. Sebbene queste proprietà degli ess;eri viventi distinta col nome di eccitabilità abbia introdotto un' utilissijnna nforma nel- la Medicina non solo, ma pur anche nel- la maniera di considerar^ le fun7Ìo;ii di "^ tutti i corpi organici, e di spiegarne i fe^ nomeni ; sebbene questa facoltà giusta- mente attribuita ai corpi suddetti più che mai si accosti a quella semplicità, che tanto si fa ammirare nelle più grandi operazioni della Natura; alcuni non ostan- te amarono meglio d' ammettere proprie- tà particolari più complicate^ quali soyìq i^jaeìle di diverta ^orte 4i sensibilità, e «il'ontratiHirà per render apparente ragione di diversi fenomeni. Indotto anch' io dal desiderio di so- stituire al vocabolo di eccif-abilità qualche espressione più adattata e più significan- te, mi parve che la parola sensibilHX avrebbe motto meglio espresse le pro- prietà vitali, di cui godono i corpi orga- nizzati. Di fatti non è egli vero, che ogni parte, la quale dalF applicazione, di qualche stimolo più o meno visibilmente si contrae, dimostra che ha sentita l'azion dello stimolo? E perciò non si è ella volgarmente distinta col nome di sensi- tiva quella Pianta, la quale sebbene non fornita di nervoso sistema, senza cui Sri crede che esister non possa sensibilità, dimostra non ostante di godere al più al- to grado della ficoltà di sentire ritiran- dosi, e contraendosi per il contatto dei cop- pi i più delicati e più teneri? Ora in questa guisa sente la fibra muscolare , che subita- mente dall'azione dell'applicato stimolo si Contrae ; sentono i minutissimi vasi capil- lari arteriosi, che invitati con maggior fi'equenza si contraggono; sente il tessuto cellulare ; e squisitamente poi la fibra |iev- vosa, che per un movimento invisibile tramanda le ricevute impressioni .Con que- sta proprietà, distinta però secondo i var| 6 suoi gradi, e secondo i diversi modi, con cui vien messa in azione , si posso- no spiegare tutte le operazioni della mac- china vivente in una maniera più chia- ra, ed anche analoga alla volgar maniera di parlare. Ma cos'è questa sensibilità? Dice que- gli, che ama di profondamente analizza- re r essenza delle cose significate da que- sti nomi, e delle immaginate proprietà, su cui deggiono riposare i cardini di tut- ta la Scienza spettante ai corpi organici? Che mai intendesi per sentire? Alle qua- li interrogazioni altra risposta non vi sa- rebbe , se non quella da Brown sugge- rita riguardo all' eccitabilità, cioè non do- versi perder il tempo nel flir ricerca di cose forse non tali da essere dall' umano ingegno penetrate . Per quanto prudente sia questa maniera di ragionare , non è quella però, che ha aperto la strada alle bellissime scoperte fatte sulla digestione , sulla circolazione, e sulla generazione, ne è quella tampoco, che ci dark i mez- zi di stabilire un giorno la Medicina su basi fisse, e renderla più confacente alla ragione umana. Nel riflettere che tutte le funzioni de' corpi viventi, di cui si ha una giusta idea, si eseguiscono per certi movimenti t fìon abbastanza considerati ; neil' osser- vare che irritato dal sangue con più o meno forza si muove il cuore, organo prin- cipale della circolazione ; che si muovo- no per la stessa causa i minutissimi arte- riosi vasi; che stimolati dagli alimenti si muovono il ventricolo e gì' intestini ; che per movimento più o meno alterate si fanno, si aumentano, o si diminuisco^ no le varie secrezioni; che da qualunque stimolo irritati si muovono i muscoli tut- ti anche separati dal corpo, a cui appar- tengono; che infine se non accordandomi movimento alla stessa cerebrale sostanza, non è possibile spiegare le funzioni dell' en- cefalo e nervi, credetti che tutte queste parti sono in guisa tale costrutte che con somma facilità possano esser messe in moto , e perciò doversi questa pro- prietà od attitudine al moto col nome di mobilita distinguere. Esiste adunque in tutti i corpi orga- nici, cominciando dal seme del vegetabi- le, o dal corpo organico il più semplice sino all' animale il più perfetto, un' attitu- 4ine al moto più o meno decisa secondo la diversa organizzazion delle parti , per cui dall' applicazione di uno stimolo, o di una causa qualunque, proporzionata al- la mobilità, di cui gode, ne nasce il mo- 8 vimento, o T eccitamento , volendo espri- mersi colle parole dell' Autore, che il pri- mo nominò l'eccitabilità. Il sostituire adunque il nome di mo- bilità a quello di eccitabilità non è già semplicemente il metter un nome in ve- ce d'un altro , ma bensì conduce a chiamare in questa guisa una proprietà con un vocabo- lo più esprimente, e adattato a quanto si vuol dar ad intendere, che indica vera- mente cosa succeda nell'atto, in cui que- sta facoltà vien messa in esercizio ; il che riesce della più grande utilità nello spiegare i moltiplici fenomeni della vita, e massimamente nel render ragione di quelli, che si osservano nelle malattìe , ARTICOLO SECONDO Dimostrazione deW esistenza délF additata * proprietà ossia della mobilità in tutti ì corpi organizzati, J. Fisiologi sforzandosi di dimostrar r esistenza di un principio vitale, sotto- posero all' analisi la più esatta tutti i cor- pi organizzati; ma poco essendo cono- sciuta la struttura , massimamente de' piìi semplici , né avendo i suddetti Fisiologisti avuto occasione di ben esaminarli in sta- to di vita per osservarne le varie funzio- ni, riesci molto difficile il poter conosce- re le proprietà vitali, di cui sono forni- ti, e stabilirne le varie gradazioni, Se perfettamente conoscessimo la strut- tura del corpo il più semplicemente or- ganizzato, credo che questa si ridurreb- be a pochi sottilissimi vasi, i quali rice- vendo per particolari orifiej 1' umore nu- tritizio lo trasportano da un'estremità all' altra, appropriandosi nel tragitto o cammi- no quelle parti, che più convengono alla loro natura, ed accrescimento. Ma questi vasi con quali forze posson ricevere il prin- cipio nutritivo , e con quali trasmetterlo ? Egli è difficile il concepirlo, se non si accor- da loro quella mobilità , di cui abbiamo IO incontrastabili prove, tanto ne' vegetabili, che negli animali. Ora non è egli vero che le boccLiccie di questi vasi, quanto si voglia sottili, aperte a contatto dal nu- tritizio umore, ne riceveranno una por- zione, da cui irritata l'interna superficie si ristringeranno, e così successivamente verrà, spinto più avanti il fluido ricevuto? Sebbene non si conosca ancora corpo con tanta semplicità costrutto, - do , con cui si appropriano i principi nu- trienti ; cosicché animale dir si dovesse quello, che rrceve gli alimenti in una ca:- vita particolare, dove mutati ed altera^ ti, venivano poi in parte assorbiti da nu- merosi vasi, le di cui boccuccie si apro^ ^^^ no nella cavità suddetta, mentre che i -W vasi formanti le radici , che suggono ii principio nutriente nei vegetabili , sono esternamente posti, ed attirano l'umore at- to alla lor nutrizione dalla terra, o dal luogo, pel quale serpeggiano. Siciiti animaiibus ventricuìus , ita terra arboribiis . Ma questa divisione svanisce quando sì fi attenzione agli animali di sopra men- tovati , benché si possa dire che si co- mincia a vedere una specie di bocca e • J3 èavltk interna in animali, nei q-iali i segni di animalità sono molto più oscuri, e meno decisi. Questi sono le spugne , la struttura delle quali, secondo alcune osservazioni da me fatte sopra molte speci e e varietà delle me- desime, si riduce ad un tubo, il quale si divi- de subitamente in molti e molti rami, come k arterie in un viscere, ed il complesso di queste innumerevoli divisioni si è quello, che forma il corpo deiranimale . Entra adun- que l'acqua nella bocca, dirò così , dell' ani- male X)ssia del tubo primario, e quindi per le molcissime ramificazioni, che nascon da questo, si porta a tutte le parti del medesimo. Egli è difficileil dire qual corso faccia r acqua peri vasiidi questi singolari animali, cioè, se entrando per h grande apertura esca dalle estreme minutissime divisioni, il che mi pare più probabile, o se piuttosto ven- ■^a assorbita da queste, e trasportate in va- si maggiori sino alla foce! di tutti. Egli è certo che estratto questo corpo dall' acqua, e leggiermente, toccato s.ubito si con- trae, e getta l'acqua per la grande aper- tura; e comprimendo questi esseri orga- nizzati, si vede con somma Eicilità in mol- Ce specie trasportarsi da tutte le pard V acqua alla centrai cavità. La forza con- trattile ossia la motilità, in questi esseri e '4 molto oscura, ma non ostante è visibile quando si sottopongono ad un diligente esame, ed è certo che il genere delle spu- gne, e di altri affini, è pochissimo cono- sciuto , e che regna una gran confusione nella distinzion delle specie, ed una perfet- ta ignoraiiza riguardo alle loro funzioni. Si è negato ad animali molto più per- fetti ógni sorte di circolazione , e si è creduto che i principj nutrienti dal ven- tricolo e dagl' intestini venissero trasporr tati a tutte le parti del corpo per una specie, dirò così, d'imbibizione fatta per mezzo del tessuto cellulare.il celebre Lyon- net fu di quest'opinione, e credette che il vaso dorsale degl' insetti non servisse loro di cuore, né fosse un'organo inserviente alla circolazione, non avendo mai potuto ve- dere veruna ramificazion vascolare par- tir da quest'organo, mentre aveva po- tuto distinguere filamenti nervosi di una finezza straordinaria. Ma non dee stupir- si chi è esercitato nelle dissezioni anato- miche , se non si vedono minutissime ra- mificazioni partire dal vaso dorsale degli animali suddetti, inflettendo eh' è più fa- cile il vedere un sottilissimo filamento ner- voso di un bianco opaco, mentre sfugge dalla vista nn vaso trasparente, come son quelli di moki animali, ed altronde, co- H ine ho potuto osservare, e ciò che no- tai in una. Memoria letta all' illustre Ac- cademia delle Scienze di Torino, non par- tono da questo vaso tronchi di qualche grossezza, i quali poi si dividano e sud- dividano in molti altri, come le ramifi- cazioni arteriose, ma infiniti vasellini e di una sottigliezza inarrivabile partono da, tutti i punti dei due lati, sicché centinaja di questi ricevon l'umore, e lo portano a tutte le parti; motivo, per cui non pos- sono riescir le injezioni, sebbene il chia- rissimo Professor Rossi abbia felicemente col mercurio iniettati questi sottilissimi va- si. Di una simile struttura abbiamo l'esem- pio nelle artexie, e vene del Petromyzon jUarinuSj le quali partono del tronco pri- mario in siffìitta guisa-, consimile pure è il cuore di alcuni crostacei > delle Jdot^e, ed ili questa maniera escono pure le ra- i^ifìcazioni dal tronco dorsal degl'insetti. Pare adunque che un sistema vasco- lare si debba ammettere non solo per gì* insetti, ma ancora per altri animali di strut- tura più semplice, come nei polipi y nel- le attinie; e sebbene io non abbia potuto niente osservarvi di vascolare , non ostan- te credo che per sottilissimi vasi, analo- ghi a quelli de' vegetabili e dell' alcionio borsa, si faccia la circolazion nei mede- tó si mi: ne ad altro sì riduce tutta la strut- tura dell'animale detto 5^roe , nel quale si osservano cinque, o sei vasi, che scorro- no da un'estremità all' altra di questo cor- po gelatinoso , e danno varie ramifica- zioni , che serpeggiano , e si dividono non altrimenti che le ramificazioni de' vasi dette nervosità nelle foglie de' vegetabili. Sono poi certamente visibili numero- si vasi nella asterie o stelle di mare, nei ricci, nelle oloturie, ed in alcuni altri ani- mali consimili, nei quali pure organi partico- lari esistono per la respirazione, -e da tutta la circonferenza poi dello stomaco delle Velelle partono numerosi vasi, che debbono assor- bire il principio nutriente, e trasportarlo a tutto il corpo» Molti de' vermi intestinali sono con tanta semplicità costrutti , che non si può di re, se non per analogìa, dover essere prov- veduti di vasi consimili a quelli de' vege- tabili, come sono le idatidi vesicolari. Ma. al- cuni Echinorinchi , le Tenie presentano de' segni non dubbiosi di un sistema vascolare; altri poi forniti d'intestini, e di altri visceri deggiono avere necessariamente organi in- servienti alla circolazione non molto di- versi da quelli , che si trovano negì' anncllidi. In questi vermi tanto terrestri, che marini , gli organi particolari della] circola- n 2I0TIC niente altro sono, se non che lunghi canali arteriosi e venosi, dai quali partono tutte le ramificazioni in guisa che son fìicilissime a vedere, stante che come di- mostrò l'illustre Cuvier, il sangue loro è rosso; cosa che osservai io pure nell' afro^ dite, nel verme di terra, neW arenicola; m?k •in altre specie essendo bianco, se non a sommo stento visibili si rendono i più grossi tronchi ; nuova prova della difficoltà , che vi debb' essere nel vedere i vasi degi' insetti . Nei grossi crostacei esiste già un vero cuore, il quale siccome non par ri- cevere veruna ramificazione nervosa, così si contrae solo per virtù della propria mo- bilita non altrimenti che i canali vasco- lari de' vermi, degl' echinedermi , degl' in- setti, e de piccoli crostacei. Non occorre dire che in tntte le classi superiori degli ani- . mali spinto da un organo particolare cioè, "dal cuore, si muove il sangue nei vasi, e che solo allorquando questi son capillari, sem- brano imprimere un movimento particola- re agli umori , che ricevono da tronchi mag- giori, dal che ne viene che ne modifica- no il corso in virtù della particolare mo- bilità, di cui son provveduti , come si osser- va in molte circostanze, ma particolarmente neir infiammazione di qualche parte del cor. pò animale, e nelle secrezioni accresciute. i8 ARTICOLO TERZO Spiegazione per mezzo della mobilità di molti fenomeni sorprendenti, che offrono alcuni esseri viventi. A, .mmessa questa proprietà distinta col nome di mobilità, si può render ra- gione di alcuni fenomeni, che presenta- no vari esseri organizzati in istato di vi- ta, che cagionarono sempre il più gran- de interesse ai Fisiologi; fenomeni però, che da nuli' altro dipendono che dalla grande semplicità, con cui sono gli esseri suddetti formati . La proprietà , di cui godono alcuni vegetabili, ed animali, di risuscitare dopo essere stati per lungo tempo in uno sta- to non diverso da quello di morte, e di poter essere divisi in più parti , e ciò non ostante ciascuna parte vivere egualmente, '- ed esercitare le stesse funzioni, che luo- go avevano nel corpo intiero, ha coti ragione prodotto il più grande stupore^ ed eccitato gli osservatori a ricercarne la spiegaczione conveniente, che ttitt'ora non è stata trovata. Da lungo tempo si sapeva, che pa- reccKi vegetabili , dopo essere stati quasi disseccati , potevano ;nuo vamente vegetare > ed eseguire tutte le funzioni proprie alla ^oro specie; ma siccome si attribuiva ai vegetabili una maniera di vivere molto diversa da quella degli animali, così non si è fatta molt' attenzione a questo feno- meno. Nessuno più ignora adesso, che alcune Tremelle, varj Licheni, ed altre pian- te, egualmente che il Rotifero di Spallan- zani, il Tardigrado , ed il Gordio aquatico , dopo aver vissuto un certo tempo , se sia- no privati della necessaria umidità, si dis- seccano, muojono, ed in questo stato di morte, ossia di perfetta inazione possono rimanere più o men lungamente, je quin- di nuovamente inumiditi riacquistar l'eser- cizio delle proprie funzioni, crescere, e moltiplicarsi . Sorge qui una grandissima difficoltà nel decidere, se questi esseri viventi, nel tempo di una così perfetta inazione , fos- sero veramente morti, o se le proprietà virali, e le funzioni fossero solamente so- spese. Le idee, che noi abbiam ricevu- to dai nostri antenati sopra la vita, e la morte, siccome erano limitate alla con- siderazione di quanto succede negli ani- mali più perfetti, non possono abbrac- ciare quanto si è scoperto sopra esseri moko più semplici , ne se ne pub fare pn' applicazion conveniente; laonde solo J)er mezzo della proprietà da noi ricono'^ sciuta in tutti gli esseri organizzati è peri- messo di render ragione di questi fenomeni^ La mobilità, di cui sono forniti i sotr tilissmi vasi di quei semplicissimi esseri , che ci offrono il detto sorprendente fe- nomeno, venendo a diminuirsi, egli è cer- to che dee languire Ja circolazion degli umori , e cessare intieramente se questa medesima facoltà venga meno. Ma e chi non vede, che i dehcatissim» vasi, gli organi , infine il corpo tutto di questi es- seri organici privi della necessaria umidi- tà, debbono disseccarsi, irrigidirsi, e per- dere la mo^)ilità, da cui dipendevano le poche funzioni, che esercitano i medesi- mi ^ Non solo i suddetti , ma altri esseri Viventi m^n semplici presentano consi- mili fenomeni. Ho più volte osservate? che tutti i vermi intestinali, pochi minur -ti dopo di essere, usciti pieni di vita dal corpo di un animale a sangue caldo, se ne muojono ; ma dopo due o tre orq bhe iriigiditi ed immobili se ne stavano, avendoli méssi nel!' acqwa calda da 30. ^ 35. gradi del Terni, di R. acquistavano) tiitta k primiera vivacità, che potevano nuovamente perdere £ riacquistare per cin- iqtì€ ó sei voice a misura che venivano ora «èli' aco^ua fredda, ora nella .caJcU immer^ V. éi : il che sperimentai non solo nell'^iV.*- ride lombricoide, ma anche nelle Idati- di , nei Strongli , nelle Filarie y negli Echi- no vinchi ^ uqWq Tenie tanto dell' uomo/che de' quadrupedi , e degli uccelli . Il fatto riferito è molto analogo alle sperienze fatte sopra certe Piante, di cui alcuni ra- mi venendo ricoverati , pendente il rigi- do inverno, neir interno di una camera, dove godevano di una temperatura suffi- ciente e adattata alla loro vegetazióne, è rimanendo il restante della Pianta espo- sto al rigoroso freddo dell'atmosfera, suc- cedeva che i vasi del ramo o tralcio esposto ad un conveniente calore riacqui- stavano la necessaria mobilità, e quindi alternamente contraendosi, e dilatandosi, mantenevano la necessaria circolazion de>- gli umori in quella parte , e vi si scor- gevano tutti i segni di un' energica vege- tazione ; mentre la Pianta tutta esposta alF aria libera, intorpidita se ne stava. Molti sperimenti poi mi provarono che si può a piacere aumentare o diminuire T assor^ bimento degli umori fatto dalle radici deK le Piante coi mezzi , che parimente atti sono ad accrescere o diminuire la mobir litk delle fibre organizzate , e dei vasi . Il seme del vegetabile, e l'uovo delP animale sono in una consimile circostan" o ph\ eseguire, se non imperfjttamente, le proprie funzioni. Così sappiamo , che l'ec- cesso del calorico sfibra in tal maniera, che languidi movimenti e deboli contrai- zioni soltanto si possono ottenere ; e di- cemmo pure in che guisa una troppo gran- de quantità di calorico produca questo stato di rilassamento, e di debolezza- ma l'ù'so di tutti li stimoli di troppo prolun- gato produce uno stato consimile, daiirown designato col nome di debolezza indiret- ta , che sempre esiste nella vecchiaia. Non coflvlen però credere, che tanto la debolezza indotta dall'eccesso del calori- co, quanto quella prodotta dall'eccesso di certi stimoli, o dall'uso della vita , pro- verKga da uno stesso stato della fibra; poi- ché, se nel primo caso il troppo grande allontanamento delle molecole , e la dimi- nuita adesione impediscono l'energica con- trazion della fibra, negli altri deriva quesc' inettitudine al moto dalla troppo grande risidica e durezza della fibra stessa, per cui meno mobil diventa. Da tutro questo si scorge qua! gran- de differenza vi debba esistere tra la ma- niera di agire delle diverse sostanze sti- molanti conosciute, quanto diversamente agisca il calorico dal fluido elettrico, e da caiit' altt"i stimoli; qual diversità esista 4^ pure ne! diverso modo d* agire di tanti principi detti debilitanti, come, per e., del freddo, dei principi contagiosi, e di va»- rie altre sostanze velenose o medicamen- tose ; quante nuove ricerche infine , e quante esperienze rimangano a fare per stabilire una Materia medica razionale, e decidere qual sia 1' azione di tanti medi' camenti, che da lunghissimo tempo met- tiamo in uso, senza però che siamo sem- pre soddisfatti dei loro effetti, e senza che possiam rendere plausibil ragione dei ijingolari fenomeni , che soventi ci mani- festano . Non firk più maraviglia , se cono- sciuta la natura della mobilÌLh, questa pec lungo tempo or si mantenga mancando la vita, se altre volte si estingua con que- sta , e finisca anche prima in molte parti,. e se esista in alcune, che non conserva- no più veruna comunicazione col corpo, al quale appartengono . Da tutto questo ci sarà, pure per* messo conchiudere, che il nome di mobi- lità da noi assegnato a quella tal pro- prietà, di cui godono tutti i corpi viven- ti, e che da Brown con quello dì eccita- bilità fu distinta, spiega il fenomeno, ed indica veramente 1' essenza della proprietà stessa, che consiste nell' attitudine, e nel- 4^ la disposizione, che hanno a! moto non solo la fibra muscolare, ma ancora le va- rie sostanze, di cui sono composti i. corpi organizzati, e che quindi non il desìo di^ sostituire un nuovo vocabolo, ma bensì r utilità che ne nasce dall' ammettere un no- me cotanto significante ( cosa moltissimo essenziale per agevolar i progressi delle Scienze) e fu la cagion, che m' indusbt^ a far cangiamento di simil sorte , '"' ' ARTICOLO QUINTO gradazioni e modificazioni della Mobilità» i^ ón tutte le partì, di cui compra- sti sono i corpi organizzati /godono ài nna mobilita manifesta e visibile; anzi' in àK cuni essa è tanto oscura, che non si può fconoscere se non. dagli effetti, cfte ne risultano» .... Si sapeva da lunghissimo tempo, che le carni muscolari presentavano , anche separate dal corpo, a cui apjpartenevano, movimenti particolari, ai quali però si fe- ce poca attenzione ; e l'Hallero fu, si può dire, il ppmo, che si diede^ ad analizza- re questo fenomeno, che molto aveva sorpreso i suoi antecessori, senza averli potuti deterrninare ad esaminarne le cir- costanze. Stando quest' illustre Fisiologo alle proprie esperienze , non potè a me- no di non vedere una grandissima diver- sità tra i fenomeni, che presentavano la fibra muscolare , la nervea , ed altre ' partì i qualora venivano con corpi acri, causti- ci o pungenti irritati . Distinse col nome d' irritabilità quella' proprietà, per cui con tanta energìa si còntra»e la fibra muscola- re; e sensibilità chiamò quella in virtù della quale toccato « un nervo di un'ani* 43 ^ siiaié, per il medesimo si trasmette k ri- cevuta impressione sino all'estremità cen- trale, ossia al comune sensorio, e negò questa proprietà a tutte quelle parti, che di nervi erano sfornite. Questa meravigliosa scoperta diede campo ad infinite contese non ancor af- fatto terminate , e With il , primo, e mol- ti altri sagaci Sperimentatori palesarono 4jn' opinione non poco diversa, accordan- do la facoltà di sentire a molte altre par- ti del corpo destituite di nervi. Nostro scopo non è di esaminare in particolare tutte queste dispute nate in gran parte dal non essersi esattamente spiegati gli Au- tori, e dal non essersi bene intesi tra loro. Esse però lasciarono aperta la strada alU verità :»quindi diligenti, e profondi Osser- vatori ora con esperimenti, ora con osserva- zioni dimostrarono, che esistevano altre for- ze, o proprietà particolari a certi organi , ed a certe parti, ile iquali sebbene oscure, meritavano la più gran considerazione; donde ne nacque, che la facoltà, di ciu gode il tessuto cellulare, ora di contrar- si, ora di estendersi, e dilatarsi, venne designata col nom.e di forza tonica o di .tonicità, Blumenbach, se non sbaglio, di- stinse queste proprietà coi nomi di forza ww- Siiolurei nervosa , &c. ; ed egli forse avrebbe 44 potuto con vantaggio imitare Bichat, die colla sua divisione delle proprietà vitali pochissimo dilucidò questo punto interes- sante. Anche Richerand diede un' idea della natura di queste facoltà ; e la sua distinzio- ne soprattutto della sensibilità in percetti- va, ed oscura, ossia con coscienza delle impressioni, o senza, c'indica in qual senso egli prenda questa parola di sensi- bilità, che per altro non è conforme alle nostre ricerche. Ripetendo le tanto cognite esperien- ze sulle varie parti degli animali per esa^ aninarne le proprietà, ed estendendo le mie ricerche ad Animali sprovveduti di nervi, ed alle Piante stesse, ho dovuto conchiudere, che in un certo senso, co^ me dissi, non vi era parte, che sensibil non fosse. Nello stesso tempo osservai pure, che infinite gradazioni di questa proprietà si manifestavano, le quali però a poche si potevan ridurre . Sebbene 1' eccitabilità sia stata consi- derata dal suo inventore come una , ed indivisibile, distribuita egualmente per tut- te le parti, egli è certo però , esser diverso l'eccitamento, che ci manifesta la fibra muscolare, da quello, che ci presentano la fibra nervea, e la cellulare quando so- no stimolate: sicché potrebbe dirsi, che 45 varie sorti vi sieno di sensibilità , egual- mence che di eccitabilicà; donde ne ver- rebbe che considerando questi due no- mi come sinonimi a quello di mobili- tà, anche diverse sarebbero le modifica- zioni di questa proprietà vitale. Quella specie di mobilità , che è propria della fibra muscolare, e che si manifesta ogni qua! volta ona causa sti- molante irrita la medesima, ci pone soft' occhio nella maniera la più chiara, e vi- sibile, il descritto ravvicinamento delie molecole componenti la fibra. In certe circostanze il tessuto celhi- iare principalmente i ligamenti , ed altre parti danno segni di una forza contratti- le , per cui si raggrinzano e si ricirano, quai contrazione più oscura, e solo conosci- bile per vìa degli effetti non può parimente succedere , se le molecole componenti le Suddette non soffrono un ravvicinamento. Quando un nervo qualunque viene in contatto di un corpo, come, p. e., quando i raggi della luce, o le onde sonore van- no ad irritare la retina, o la nervea pol- pa dell'organo dell'udito, l'impressione fatta viene subitamente trasferita al cen- tro del comune sensorio, il che non si può fare se non per una specie di mo- vimento nella nervea fibra eccicaco. C^n- 4^ viene ,per altro reflettere , che due modi diversi di movimenti, ossia di trasmis- sione nervosa, hanno luogo nella mag- gior parte de' nervi; uno, per cui le im- pressioni ricevute dai corpi estranei ven- gono al comun centro trasportate, ed è proprio di tutti i nervi; l'altro ha origi- ne dall' encefalo, e si trasmette ai varj or- gani , che servono al movimento ; e di qdésto modo di tramissione son privi i nervi , che servono solo a ricevere, ed a tramandare le sensazioni, come sono gli olfattorj, gli ottici, gli acustici, ed il ner- vo' intercostale . Questa trasmissione non si produce certamente come la prima, e dipende dall'emissione di un fluido, che dimostreremo in qual luogo della massa cerebrale si separi , e quale^ ne sia la natura." In qual guisa il movimento, che tra-' SE^tt€ le ricevute impressioni si esegui-*" sca,egliè difficile il dirlo, non essendo co- sa visibile agli occhi, ma solo può ciò de- dursi dagli effetti conoscibili: né si saprebbe mai dire, se in questo tempo una più forte at- trazione ossia ravvicinamento delle moleco- le, sacceda, ose il movimento si trasmetta in qualche altra finora ignota maniera ; che esista per altro qualche contrazione me lo persuadono alcune esperienze galv^ani- .47 the tentate sulle fibre del cervello, e sul- la filamentosa retina della Seppia , che ri*- porterò alti'ove. Qualunque movimento abbia luogo, ed in qualunque maaiiera questo ^i pro- paghi lungo i fili nervosi, quando le estre* mità pupillari di questi sono irritate, è certo che non- vi è sentimento, se non quando V impressione fatta è stata tra^ sporta-ta al centro dell' encefiito : q^iindi i fili nervosi per loro stessi iion godono del- la così detta sensibilità, la quale è un' operazione, che risulta dal concorso dei- ite estremità centrali dei filamenti nervei colle fibre cerebrali, che essendo difficile d'i distingìiei'la con un nome esprimente, ci contenteremo di designarla con quello ^i percettibiikà da Richerand imma-ginato. 1 nervi adunque godono solo di una par- ricolbi'e mobilità, la qutile, finché conserva- rio la loro còmmum<2azione col centro, in cui si uniscono le fibre cerebrali, dà ori- gine'alla fiicoltà di sentire; ed è per que- sto che la percettibilipà (2) è in ragio- ne della massa cerebrale, e che non esi- ste nei vegetabili, e negli animali sprov- veduti di nervoso sistema, sebbene un'om- bra se ne osservi in quegli animali, in cui tutte le parti si portano ad un centro, co- me nelle Attinie, nei Polipi; il che ver- 48 rà meglio sviluppato trattando del siste- ma nervoso. Conchiuderemo da quanto si è det- to che tutti i fenomeni, che hanno luo- go nei corpi viventi, si manifestano pei- certi movimenti dipendenti dalla mobili- ta, di cui sono forniti gli organi degli ani- jnali e vegetabili, senza però che la stessa esista in tutti , ma bensì vi siano varie gradazioni o modificazioni della medesima . mobilita' 1. Energica, visibile, propria della fi- bra muscolare, esistente in tutti gli orga- ni della loro mozione, della circolazione , della digestione, ed in certe parti de' ve- getabili. 2. Più oscura, quasi solo conoscibile -da' suoi eifettì , per cui le parti rilassate si ritirano, e si condensano ; propria del tes- suto cellulare, deiligamenti , cartilagini, ve^ -ne, e di molte parti dei vegetabili. 3. Della fibra nervea, che per i più leggieri stimoli si mette in azione ^ e che dà origine alla percettibilità. 4ìJ NOTAZIONI (1) Non s^ intende qui parlare della men- te , o Anima ragionevole esistente negli Uo- mini : ma soltanto di quel principio materiale , o ancora incorporeo , chiamato Anima sensiti- va , vegetativa &c. , che diversi Filosofi han- no immaginato per ispiegare i Jenomeni della vita materiale degli animali e dei vegetabili, della qual vita partecipavano per rapporto al corpo organico anche gii Uomini , e della qua- le 5' intende unicamente di voler ragionare in questa Memoria . (2) Che dà motivo al principio immate- riale e conoscitivo di perciperne i movimenti e Jormarsene delle idee e immagini analoghe . '-•-'•-•-•-•-• tf--»-*-»"»-» -»-'•-♦-•-•--•-•"•-• •• SPIEGAZIONE DELLE FIGURE 'Tavola I. X igura L Rappresenta un Beroe che credo esser V ovale ^ sebbeue questo diffe- risca un poco dalla figura data nell' En- ciclopedia, e copiata nei diversi trattaci di Storia naturale. Quest' animale non è altro che un sacco gelatinoso in cui si vedono sei va- si longitudinali dai quali partono moltfe ramificazioni. I sei canali suddetti sonò coperti da numerosi, e sottilissimi tenta- <:oli , che continuamente si muovono con lina celerità sorprendente. Non vi si os- serva verun' altr' organo o viscere. Fisura II. Vdella Lam. veduta dalla parte di sopra . Figura in. Lo stesso animale veduto dalla parte di sotto ossia della bocca, nella quale levati i numerosi tentacoli , e la pellicola a cui sono attaccati , si sco- pre lo stomaco oblongo colla sua apertu- ra in mezzo che serve di bocca all' ani- male. Da questo ventricolo partono mol- ti vasi che si distribuiscono per tutto il corpo . Figura IV, Corpo singolare di cóta'r bianco, che si trova attaccato ai scogli, rappresentante un canale con infinite ra- mificazioni che si dividono e suddivido- Bo e s'incrociano in diversi sensi come 1 vasi sanguigni. Dopo un' attento esame ho dovuto considerare questo corpo organzzzaco co- me una specie di spugna, e ne dò qui ìd Figura per dimostrare che la strut- tura delle spugne è in tutte più o meno Vascolare, visibilissima in questa specie; più oscura Belle altre il che dipende daK le numerose cellule di cui sono coperti i loia vasi, e dalle più frequenti anasto- mosi che formano questi tra di loro, il che avrò luogo^ di dimostrare più chiara^ mente in memorie particolari sopra Ix Natura di questi ed altri esseri organiciv abitatori delie acque del mare . Tavola IL M< iXLedusa di grandezza enorme, che ritrovai ancor viva sulla spiaggia, è rap- presentata divisa per metà, affine di far- ne vedere l'interna struttura. N. I. Disco. N. 2. Pareti dell' imbuto in cui so- no contenuti i visceri . N, 3, organi membranacei in cui si osservano parecchie rami/ìcazioni, yasco- lasi che nascono dai vasi di cui si farà menzione . Questi organi al numero di cinque jdei quali , due soli se nù^Ysdor^o nella fi- gura, sono contenuti nella cavità forma- ta dall' imbuto nella quale per quattro aperture laterali penetra l' acqu a ed alle volte altri animali. Egli è da o^^ervare che questa cavi- tà o imbuto è chiuso verso il fondo N. ^, dove secondo le descrizioni date da molti Naturalisti si trova la bocca delle AdediLse . L'Illustre Guvier osservò il primo, che in una specie particolare da lui det- ta Rizostoma non esisteva bocca veruna; io stesso osservai nella specie in questio- ne , nella Adcditsa Proboscidale , ed in va- ne altre che assorbono tutte 1' acqua per aperture numerose, e N. f^, vasi posti nei tentacoli che pendono dalla facie inferio- re deir animale. Questi canali trasportano poi gP umori per tutte le parti del cor- po. Sicché si potrebbe quasi conchiudere che tutte le Meduse sono probabilmente veri Rizostoma. Da tutto questo ne viene che la strut- tura vascolare si trova negli animali i più semplici, e che perciò deve anche esiste- re nei più complicati. FI NE. Fz4,:J- TI. Fta.3. F2. MZ\ F.^.. / ^^{ffcte r/e/. e// t/fc: e ^^f/tcre r/ù. f(/ m v^;» • #\ '. ''«Bj^^^K^r^^^^^^^^^^H m .mai^