"TTTRARARA RI LIBRARY OF THE UNIVERSITY Rea Lol, FROM THE LIBRARY OF |f || CENE ANTONIO CAVAGNA |{ Pda SANGNIANI DI GVALDANA | 341 | IAZELADAP! B'REGVARDO {ll flt=* 4 | PURCHA SED 1921 | di: ; o RO Ì ROS "n I ARGO VaX LA Sale CES =‘ ar, CA x ; 9 | DE sa Sd got su cpu P704Av } Rare Book è Special Collections Library S eg RAT ù IAT 4 F..U 7 (penetra LILA » VIAGGIO AL LAGO DI GARDA AL MONTE BALDO IN CUI SI RAGIONA DELLE COSE NATURALI DI QUEI LUOGHI AGGIUNTOVI UN CENNO SULLE CURIOSITA DEL BOLCA E DEGLI ALTRI MONTI VERONESI Ren O POLLI N 1 DOTTORE IN ‘MEDICINA E CHIRURGIA con una Tavola in rame IN VERONA DALLA TIPOGRAFIA MAINARDI 18:10. DI C'ONELE suse si» Pioni qui dove Tra”°l marmifero Torri, e la pescosa Torbole, Re de gli altri altero monte, La soggetta Malcesine, l’ amena Primogenita sua Baldo vagheggia . SPoLvERINI Riseid. Lib. I.° AL SIG. CURZIO SPRENGEL È PROFESSORE DI MEDICINA E DI BOTANICA "Lal ' NELL’UNIVERSITA DI HALA IN SASSONIA o Lettera 1° Sul Lago di Garda Quello , che da assai tempo io vi ò promesso, ec- covi finalmente , o mio celebre amico. Vi esporrò a- dunque ciò, che vidi al Benaco e al monte Baldo nelle frequenti gite, che feci in que’ luoghi deliziosi veramente ed ameni sopra il credere di chi nonli vide . Che se avverrà , che dal mio dire vi venga alcun di- letto sinfinito ve ne verrebbe certamente, dove vi pia- cesse scorgere per gli occhi vostri ciò , che ora scorgete per le parole altrui . Le quali e sia per colpa del di- citore , e sia per diffetto di linguaggio mal giungono ad esprimere in tutto quel che nell’ anima si sente. Ora perchè l’ultima volta appunto, ch’io fui in que’ luoghi, percorsi l’intera circonferenza del Lago, e visitai in ogni sua parte monte Baldo, è in pen- siero di descrivervi tale ultima gita ; la quale non vi so dire quanto mi riuscisse deliziosa e cara. Impe- rocchè alla sempre nuova dolcezza della cosa s’ ag- giungeva la dolcezza dell’ amicizia . Di già nello scorso inverno io e tre miei amici ama- tori dell’istoria naturale avevamo divisato, come prima la stagione il permettesse, recarsi a diporto insieme e ad istruzione al vaghissimo Lago di Garda . E ve- nuto il tempo di mandare ad effetto il proponimento, e già essendo noi acconci alla partenza, oh diss’io, è ui a LUNE] Na013 ” af % “di f “A A + La k Wa è PA 4 sarebbe pur vergogna per giovani naturalisti solcar l’onde del Benaco, e non salir monte Baldo, i cui piedi bagnano l’onde stesse. Dico adunque doversi a un tempo ascendere la montagna, che voi sapete es- sere carissima agli amatori della Botanica. Piacque a tutti la proposta : però quando sgombre si videro di neve l’alte vette del monte, ci ponemmo in cammino. Era il solstizio d’estate , e partimmo sull’alba da Verona, e per una piacevole via tra colle e colle arrivammo a Bardolino, villaggio amenissimo sulle sponde del Lago . Il Lago di ch’io vi favello stendesi da settentrione a mezzo giorno pel tratto di circa trenta cinque mi- glia (1), e giace tra le fauci dell’ alpi retiche , le quali a mano a mano declinando l’ abbracciano da Riva che n'è capo, fino a Peschiera che n’è l’estremità. Me- no di tre miglia largo da prima vassi ampliando sì, che da Torri a Maderno è incirca sette miglia, e in- fine da Salò -a Garda non è minore di dodici. La sua superficie s’innalza sopra quella dell’ Adriatico metri 77. 82. (2). La sua profondità varia senza fine: la maggiore è a settentrione poco lungi da Campione (1) Miglia comuni, vale a dire di metri 1780, 80 ciascu- no, e però minori del miglio geografico di 60 al grado, che consta di metri 1851, 85, e incirca tre quarti maggiori del miglio nuovo o chilometro ch'è di 1000. (2) L'osservazione barometrica fu da me istituita a Garda il dì 22 Luglio 1815 alle 9 e mezzo antimeridiane, mentre l’atmosfera era placidissima, e serenissimo il cielo. Il baro- metro segnava 27. Ir. 13. 16.mi; il termometro all’ aria libera all’ ombra 18 gradi sopra zero. Secondo la misura presa pure barometricamente dagli ufliciali francesi del genio, e inserita nel Manuel topographigue militaire stampato a Parigi, la su- perficie del Lago s’innalza dal mave metri rot. 2. Non debbo però tacere che da una livellazione eseguita da ingegnere ve- ronese si trae, che la superficie del Lago a Lazise è più bassa forse venti metri del pelo dell’acqua dell’ Adige a Verona, il quale è più alto della superficie dell’ Adriatico di m. 67. 07. 9 sotto la Madonna di Monte Castello , e ciò ch’è sin- golare a pochi passi dalla rupe, che fa parete al Lago, ove arriva a centottanta metri, laddove nel mezzo la profondità maggiore è di cento trenta (1). Al cominciar della state, gonfiatisi i fiumi, che metton foce nel Lago, s’innalzano le acque a più d’un metro , ed «scono in varj luoghi del bacino: a tale epoca la navigazione è ben sovente pericolosa . Veggonsi dal suo seno sorgere tre vaghe isolette (2), e vaghissima è poscia la penisola Sermione, che s°a- vanza fra le limpide onde del Lago. Metton foce in esso il fiume Sarca a settentrione tra monte Breonio e Peneo, e il Ponale , e la Brasa, e Tusculano , ed altri piccoli torrenti a ponente . A Peschiera n’ esce il Min- cio. E muovon poi le acque del Lago due venti pe- riodici, che spirano la più parte dell’ anno, e che sono sommamente favorevoli alla navigazione (3) : perocchè (1) Secondo il Conte Bettoni la profondità maggiore, ch’ è tra Castelletto e Gargnano, aggiunge a 584 metri. (2) La prima e maggiore dicesi l'Isola de’ Frati, perchè eravi al tempi passati un convento di Francescani minori. E posta tra Salò e Desenzano quasi di fronte a S. Vigilio. Si congiunge alla prossima spiaggia di Manerbe per una catena di scogli subacquei. La 2.da è Tremollone lunghesso la spon- da veronese tra Brenzone e Malcesine. La 3.za è uno scoglio detto l’ Isoletto presso Malcesine. (3) Il commercio del Lago è vivissimo , e ben maggiore sarebbe dove si rendesse navigabile il Mincio. Le più grosse barche portano incirca 600 miriagrammi e sono poche. La loro grandezza va diminuendo sino ai battelli di pescatore , sul quali si caricano 100 miriagrammi, o dieci persone con due o tre barcajoli. Tutte le barche vanno a remo oa vela, e quando non trae vento scorrono terra terra coll’ ajuto de’ remi. Sono munite d’un’ampia vela quadrata maneggiata col mezzo di un albero sostenuto da corde, e dirette da un timone. Esse non navigano mai contro vento. Le più grosse con yento favorevole percorrono fino a dieci miglia all’ ora : un battello di pescatore a quattro remi fa fino cinque miglia, dove il Lago non sia contrario . 6 uno vien da tramontana, e spira da intorno alla mez- zanotte al mezzodì, l’altro trae dall’ austro, e dura dal mezzodì a sera (r). Ed è quel primo sì violento, che concilia al Lago quell’aspetto tanto minaccioso , e sì lo sconvolge, che Col fremito dell’ onde al mar s’ agguaglia (2). Però la direzione di tali venti viene in più luoghi cambiata dalle faucì de’ monti , che sboccano verso il Lago, onde si destano varie correnti . Temperata e purissima è l’aria, leggerissime e lim+ pidissime sono le acque. Ma come dipinger le spon= de? Che non fece la natura, onde compreso fosse lo spettatore d’infinito diletto, di stupore infinito? Im- perocchè gli orridi dirupi del settentrione, e le balze spaventose mutansi presto nel piegare al meriggio in ridenti pendici, in collinette coperte di gelsi, d’oli- vi, di viti, e de’ più cari doni del pomifero autunno . Apparisce novellamente la scena solitaria ed aspra, e siamo a nuove rupi, a massi ignudi e minaccianti, al silenzio, all’orrore, a cui succede di nuovo il gajo aspetto della verzura e de’ dolci colli. Nè si può di- re, di che incanto sieno i giardini vaghissimi, che adornan quei lidi, dove la fragranza de’ cedri e degli aranci ne rimembra i tanto decantati da poeti d’ Al- cinoo e delle Esperidi . ; A Bardolino dimorammo alcuni dì presso uno de’ nostri compagni, e furono veramente deliziosi : bello il cielo, tranquillo il Lago , su cui in leggerissima bar- (1) Pare cpsa ragionevole ripetere la cagione di tal feno- meno dal movimento del sole, e l'esame della posizione del Lago e de’ monti e dell’alpi prossime sembra farla manifesta . (2) Fluctibus, et fremitu assurgens, Benace, marino. /?rg. Georg. IIL 7 chetta scorrevam volando. Da Bardolino avviandoci a settentrione venimmo a Garda. Da questa terra prende ora nome il Lago un tempo Benaco. Giace nel fondo d’ampio seno, e sulla vetta d’ una rupe perpendico= lare all’onde eravi a’ tempi andati una rocca. Ora è luogo di cara solitudine, alla quale si giunge per un sentier tortmoso fiancheggiato da annosi cipressi , che fanno al sacro albergo Di triste e pur soavi ombre corona (1). Dall’ alto dell’ eremo scorgesi piacevolmente da un lato il Lago, dall'altro la ferace valle di Caprino . Poc’oltre a Garda s’incontra il promontorio di S. Vi- gilio, che è veramente il più ameno luogo della sponda veronese. Imperocchè posto a mezzodì, e difeso a settentrione da monte Baldo , che ivi comincia ad er- ger le sue cime, si può dire che goda una perenne primavera. Crescon ivi a cielo aperto piante delle più calde regioni, e fiorisce tra le fessure degli scogli i’ Agave americana. I colli all’intorno son tutti co- perti di robusti olivi, di viti, e d’alberi fruttiferi, e qui colgonsi in primavera ottimi fichi, i quali resiste- rono al rigore dell’inverno . L’arte poi s’ aggiunse alla felicità della natura, e sulla sommità dello scoglio che sporge sul Lago collocò un vago giardino, tutto di cedri ed aranci odoroso, ed alto e magnifico s’ in- nalza un palagio, d’onde l’occhio vagheggia l’intero Lago, e l’opposta sponda bresciana. Ora seguendo il cammino incontriam varj villaggi. Sono essi Torri, Castelletto , Brenzone', e Malcesine, ch’ è di tutti prin- cipale , Oltre al qual luogo restringesi il Lago assai ; non (1) Poesie campestri d’ Ippolito Pixpemonre. $ v’àn più colli, e ignudo apparisce da una banda, ed orrido il torreggiante fianco di Baldo, dall’ altra stanno. gli inospiti e inaccessibili monti bresciani. Qui cupo è il Lago e melanconico. Ma vaghissima è la sponda set- tentrionale. Fra Torbole e Riva vedesi serpeggiante scorrere per angusta valle, e sboccar nel Lago il fiume Sarca, e amenissime colline s’ elevan all’intorno , che a mano a mano più alzandosi fansi selvose; quindi son fine a tutto l’altissime alpi eternamente nevose . Passammo adunque alla sponda occidentale , la quale è veramente più della veronese deliziosa, Posta tra levan- te e mezzogiorno gode d’ una temperatura sommamente dolce, oltremodo favorevole alla vegetazione , e alla sa- lute, e al buon umor degli uomini. La spiaggia è co= spersa di giardini bellissimi , da cui esce olezzo soavis- simo di cedri e di aranci. E fra le prime cose ond’a- vemmo a meravigliare si fu la caduta del Ponale, che dagli alti dirupi gittasi con tre passi nel Lago . Rumo- reggian l’ onde, che si spezzano , e gli spruzzi di contro al sole d’ogni più vago modo si dipingono. Scopresi quindi fra le ignude balze la romita piaggia di Limone non meno che altra amena, e appresso la piccola di Campione. Ma scena giocondissima n’ offerse 1’ ampio seno di Gargnano , sicchè ogni altro luogo a noi parve men bello : e colline qui vedi e pendici ridenti di prati e d’erbe odorifere , e d’ olivi e d’ alberi fruttiferi coper- te, e di leandri e d’allori: tra case e palagi superbi s’ ammirano i più leggiadri giardini di aranci e di cedri, e dell’olezzo e fragranza, che da essi ne venìa , tutto pieno . In seguito visitammo Tusculano rinomatissima per le sue cartiere fabbricate sul fiume dello stesso no- me , del pari che per le fucine di ferro ivi condotto dalle 9 miniere delle valli vicine. La feracità e amenità di que- sti luoghi avventurosi trasse per avventura anzi ogn’al- tro gli nomini ad abitarlo fin da tempi i più rimoti-. Vuolsi che quivi fosse l’antica Benaco, che diè il nome al Lago, perduta dicono per tremuoto , e secondo altri per innondazione avrenuta al principio dell’ era nostra . Ed oltre le belle iscrizioni da noi qui vedute non meno che nelle prossime terre (1) , altro monumento credette taluno di scoprire sotto l’onde, le reliquie di quella città. La di lei esistenza però reputano altri favolosa, (1) Tali iscrizioni furono raccolte dal Panvinio, Grattaro- lo, Scipione Maffei e da altri. Le due seguenti, che non è veduto ne’ tre citati Scrittori, non fia sdicevole di qui addurre. In un antico marmo situato nel territorio di Riva presso il tempio di S. Cassiano: L. MAG. M°CIANO CL. SEVERA . MARITO KARISSIMO . ET CORN VALERSO . FILIO . PIENTIS SIMO . ET . MAG. PRISE NIANO . SOCERO , B. M. ET SIBI . ET = = I MEMO RIAM . CO = = ET, SUI. COLL. N. B. AD. ROSAS. ET PRO FVSIONES . Q. A. F. A. C. H.S. N. LX. MIL. DEDIT. Alla Pieve vecchia di Manerbe in valle Tenesi in un angolo del Campanile sopra un cippo di marmo bianco ò veduto la seguente iscrizione a bei earatteri e bene scolpita, ma colla dimensione delle lettere decrescente ad ogni linea da 10 cen- timetri ai 4. C. LVCRETIVS CLERASMVS SEX. VIR. AVG. BRIX. ET. TRIDENT. GRAT. SIBI ET COMIN. ONESIME VXORI . CARISSIMAE C. LVCRETIO . HERMETI ALVMNO . PIISSIM. LIBERTIS. LIBERTABVSOVE.E.T. o IO e l’antico nome amano derivare dalla piccola. terra di Naco situata alle radici del monte Peneo. Ma lascian- do tai cose dico, che abbandonato Tusculano tosto ‘ne sì fe’ incontro Maderno. Fummo poscia al ridente seno di Salò, tutto cinto d’amenissime e fruttifere colline , e salutato Gazano patria di Bonfadio infelice , e veduto Manerbe , o com’ altri vuole Minerva, giungemmo a Desenzano terra grossa e fiorente per commercio , quin= di a Rivoltella. Ma a sè ne traea la venusta Sermione , dove tra le rovine e le antiche volte ancor ne parve ri- sonasse la voce del tenero cantore di Lesbia. Vedemmo l’ittiogena Peschiera, e l’origine del Mincio, nè di- menticato Lazise ci riducemmo a Bardolino . V? ò dipinto del modo, che meglio ò saputo, le bellez= ze del Lago. Voglio ora soddisfare alla vostra dotta curiosità , e vi dirò quel che mi venne fatto di scorgere rispetto a storia naturale . Per ciò che spetta alla costituzione delle sponde, la veronese formata in gran parte da monte Baldo consta al par di questo di una calcare stratificata di color bigio perlato o bianchiccio , e talora incarnato , a frattura li- scia e terrosa, piena di petrificazioni marine . Mancano però quivi le rocce trappiche. Tutta la falda di Baldo è sparsa di ciottoli porfirici e granitici smussati e ro tondati dalle acque. La curiosità più singolare, ché dassi a vedere in questa sponda, è il marmo giallo di Torri di varie tinte, fra le quali pregevolissimi sono il marmo azzurro , e il giallo con ammoniti spatificate. Le cave esistono in copia sulla pendice di monte Baldo , sovente ascoste sotto un’ argilla schistosa o ardesia di color rosso , e frammiste a filoni perpendicolari di ema- tite di ferro, e a varj strati di marmo bianchissimo e TI variopinto in rosso . I colli poi, che dalle radici di mon- te Baldo vanno declinando fino a Peschiera, sono nella massima parte terreni d’ alluvione , constando ora di are- na ammonticchiata , ora di breccia composta di sassi calcari porfirici e granitici impastati da cemento calcare. I monti della spiaggia settentrionale e di quella da ponente constano al pari della veronese di calcare stratificata, o di marna calcare con frequenti vestigia di corpi organizzati marini petrefatti., come Veneri, Mitili, ed altre conchiglie bivalvi, Corni d’ ammone , Retipore, Madrepore, Echini, ecc., e frammiste a pietra focaja ora in massi, ora a piccoli strati e di molte fatte, massime verso Gargnano, dove oltre la focaja comune. rossiccia rinviensi la bigia, la gialla nereggiante, e l’azzurra, e la verde, talora insieme connesse , ed ora più ora meno trasparenti. La massa calcare il più è bianca o rossiccia; ma a Gargnano , Campione, Salò, e all'Isola de’ Frati presenta varie gradazioni di colori, dal cinerino all’azzurro e al nero, e riceve anche pulimento , siccome il vago marmo nero di Tremosine. Questa fatta di calce colorata stroppic-. ciata manda un odore fetente. Nella calce e marna azzurrognola dei monti di Campione sono racchiuse palle più o meno voluminose di silice sovente coperte d’un astuccio calcare più duro della roccia, simili a quelle rinvenute dal Prof. Maironi da Ponte nel morte Misma del Bergamasco, e dal Prof. Catullo nel monte Carrera del Bellunese . Alcune di tali palle però con- stano interamente di calce o di marna indurita . I colli Salodiani sono a luogo a luogo di terza formazione . Tutti poi sono cosparsi di cristalli di quarzo in prismi bellissimi e di ciottoli di diaspro giallo e rosso ed al- 12 tre tinte, non che di calcedonie, agate, e corniole eleganti, e petroselci squamosi il più rossicci . L’arena della spiaggia è costituita di ciottoli calcari dagli adjacenti monti caduti, frammisti a sassi e fram- menti angolosi granitici e porfirici bellissimi di molte fatte, e di schisto in ispecie , cui le acque de’ torrenti ànno staccato dalle rocce, che costituiscono gl’interni monti bresciani. Imperocchè ivi esistono ampi tratti formati di schisto argilloso, cui talora è sovrapposta la calcaria, e le serve di base un’arenaria rossa o grauvachia composta di frammenti più o meno volu- minosi di quarzo impastati in un cemento argillo-fer- ruginoso rossiccio, e mescolato di squamette di mica. Lo sclisto micaceo è all’arenaria ben sovente sottopo- sto, e tal rara volta sovrapposto. Fra le fenditure de- gli strati poi apparisce lo spato calcare in prismi esa- goni elegantissimi. Entro a tali rocce stanno pure le rinomate miniere di ferro, che lavoransi nelle fucine fabbricate sui finmi Brasa e Tusculano. Sul margine meridionale finalmente del Lago scorgonsi qna e là piccole stratificazioni di torba. Un fenomeno singolare noto da lunghissimo tempo offre il Lago al lato orientale di Sermione . Osservan- do attentamente la sua superficie scopresi una con- gerie non interrotta di bolle d’aria talora fumanti ; che in cinque distinte parti escono gorgogliando sulla sopraffaccia dalla profondità d’incirca 70 metri. Una sesta sorgente apparisce più addentro nel Lago. L'o- dore di tali bolle è d’ uova fracide inclinante al sul- fureo , il sapore acidetto . Alcuni sperimenti ànno svelato in esse gas acido carbonico e gas idrogeno solforato. 13 Altro fenomeno, di cui mi fecero accorto i pescatori , è una corrente subacquea da essi detta il corrivo, la quale quando esiste sconvolge e ammucchia loro di tal fatta le reti , che sono astretti a desistere dalla pescagio= ne . Questa ò veduto a Lazise, a Bardolino , a Garda, ma assai entro il Lago : rapidissima poi è a S. Vigilio , a Torri, Malcesine , Limone , Campione , Gargnano . Essa à due direzioni , o da mezzodì a settentrione, o da setten- trione verso austro. La superficie del Lago suvente non dà verun indizio dell’esistenza del fenomeno, mentre o è placida, o è appena lievemente increspa- ta, ovvero le sue onde sono agitate in senso opposto . Continua talora due o tre giorni, e persevera nell’in- cominciata direzione. Secondo quello che affermano i pescatori suole apparire il corrivo dopo grandi burra- sche. Le due prime volte appunto , ch’io osservai il fenomeno, il dì e la notte antecedente il sovero ovvero tramontano avea sconvolto l’ onde benacensi , e la dire- zione era da mezzogiorno a settentrione. Una terza volta vidi la corrente in direzione opposta, e nel giorno antecedente fuvvi un fiero turbine cagionato dall’ Gra o vento meridionale . Dal che ne emerge, che la cagione di un tal fenomeno sono 1 venti, 1 quali sospingendo vio- lentemente le onde ora a una estremità del Lago ora all’ altra, le costringono a schiudersi una corrente oppo- sta negli strati inferiori onde ristabilire 1° equilibrio . Che quello che asseveriamo sia vero, il conferma l’osser- vazione di ciò che interviene nella parte meridionale del Lago, come a Bardolino , Lazise, Maderno, Tusculano . Quivi il bacino essendo molto ampio, e potendo le ac- que rifluire liberamente, la corrente subacquea e di gran lunga meno rapida che a $S. Vigilio, a Torri, e nelle 14 parti più settentrionali. Oltracciò, avendo quivi frequen- te dominio altri venti oltre i due principali, assume la corrente altre direzioni , vale a dire da oriente verso oc- cidente, o da occidente ,in oriente secondo che il vento preceduto muoveva da occidente ovvero da oriente . I vegetabili che crescono nelle acque del Lago sono pressochè tutti quelli che si rinvengono ne’ luoghi ac- quatici e palustri. Però fra le fenditure delle rupi ger- mogliano varie piante delle regioni australi. Eccovi il catalogo delle principali che ò rinvenuto e nelle acque e sulle sponde, aggiunto alle meno comuni il luogo dove nascono . Agave americana. Nelle rupi a S. Vigilio, Limone, Gar- nano, Tusculano , Salò, Isola dei frati. ; —— 8. fol. margine luteo. $. Vigilio . Agrimonia Eupatorium . Agrostis miliacea. Campione , Gargnano . Alisma Plantago. Allium angulosum. Torri. —— neapolitanum. Bardolino . —— paniculatum - —— rotundum. $. Vigilio , Moniga . Altbaea officinalis . Alyssum calycinum . Amaranthns Blitum —-— retroflexus —— sylvestris. Anagallis tenelia. Garda . Andropagon Gryllus —— halepensis ——_ Hischoemum . Anethum Feeniculum.Nelle rupi. Anthemis arvensis Cota ——- tinctoria . Anthericum ramosum. Apargia incana. Ponale , Cam- pione , S. Vigilio. Arabis Turritis. Isola dei Fra- ti, Sermione . Arenaria bavarica. Riva, Li mone , Can:pione-. Artemisia Absynthium . —— camphorata. Arum italicum. Garda,Minerva. Arundo Donax. Gargnano , Sa- lò, Isola dei Frati. | —— epigejos. Limone . —-— Phragmites. Asclepias Vincetoxicuu . Asparagus acutifolius. Garda, Bardolino . AspidiumThelipteris.Peschiera. Aster Amellus —= aAnnuùs . Astragalus Onobrychis. $. 77- gilio, Gargnano. Athamanta GCervaria. Libanotis —— Oreoselinum. Atriplex patula. Peschiera . Atropa Belladonna.Tra Sermio- ne e Peschiera. Betonica ofticinalis, Bidens bipinnata . Bidens cernua. Peschiera . —— tripartita. Bromus erectus. Huds. Smith. Buphtalmum grandiflorum Speciosissimum . Presso Tremosine . B. caule plerumque monantho- dio, foliis alternis, ex ample- xante basi ovatis , nudis, don ticulatis, subciliatis, inferio- ribus in petiolum alatum se- mivaginantem desinentibus . Mihi . Provenit etiam in monte Gri- gna vallis Saxinae provincia Comensis, loco dicto Za valle dei molini. Corollula lutea. Quintili et Sextili mensibns floret. Perenn. Buphtalmum spinosum . Bren- zone, Riva. Bupleurum Odontites. Castel- letto . Gerardiì . Challitriche aquatica, @ autu- mnalis. Peschiera . C. verna . Calluna vulgaris. Caltha palustris. Peschiera . Campanula bononiensis . Tra Castelletto e Torri. glomerata patula. Brenzone, Ca- stelletto . —— persicifolia —— rotundifolia. Malcesine , Ponale . sibirica —— Spicata Trachelimn . Carduus defloratus. Carex acuta alba. Malcesine. baldensis. Limone . clandestina. Ialcesine . dioica. Malcesine . —— Micheliji paludosa. —_——6y—m— _—————— 6 - — mi ee —— 15 Carex pendula . Peschiera, Tu- sculano . —— pillulifera recurva Schreberi verna vulpina . Carpesium cernuum. Isola dei Frati, Rivoltella, Peschiera . Caucalis grandiflora . Caulinia fragilis Celtis australis . Centaurea crupina * — Jacea, fg. C. amara. L. W.. —— nigrescens aniculata cabiosa . Ceratophyllum demersum. Pe- schiera, Sermione . Cercis Siliquastrum . Circ®ea lutetiana . Chara hispida —— vulgaris. Cheiranthus erysimoides . Cnicus palustris. Peschiera , Tusculano . Cochlearia Coronopus. Salò. Conjugata angulata. Yauch. cruciata £/usd.)xei prati, lutescens £/usd.fe nei se- porticalis£/usd.{ n, e nei —— princeps £7usd.Y ruscelli. Convolvulus Cantabrica . Coriandrum testiculatum . Cornus mascula . Coronilla Emerus. Coryllus Avellana . Crategus monogyna . Crepis foetida . Cucubalus Behen. Otites . Cyclamen europeeum . Cyperus flavescens —— fuscus —— glomeratus . W. Enum. non Sp. pl. Ejusd. ( Segu Ver. II. p. 68. t. 2. 3...) Peschiera, Lazise, 16 Cyperus longus ) —— Monti. Cytisus argenteus . Salò . —— hirsutus —— nigricans —— purpureus . Navené, Riva. -— sessilifolius . Daphne alpina. In campagnola di Malcesine fra le rupi del- la sponda. —— Laureola. Lungo il Po- nale, Campione . Dianthus atro-rubeus. Erythraa Centaurium. Gargnano, Malcesine , Dianthus Carthusianorum —— plumosus. DeC. -——— sylvestris. Dictamnus albus Dorycnium herbaceum Epilobium angustissimum —_— hirsutum J —— pubescens. | —— tetragonum . Peschiera , Tusculano . Epipactis rubra. Gargnano , Ponale, $. Vigilio . Equisetum arvense —— fluviatile. Peschiera . —— hyemale. E. caule tetragono dichotomo corym- boso , foliis ellipticis trinerviis, floribns ses- silibus, cal dimidio b Piscariam , ycibus quinquefidis, corolla tubo revioribus. Mihi . Copiose circa Malamscilicem et alibi. Ann. * —— intermedia. Mihi.Chironia intermedia . Mérat Nouv. flor. de Paris pag. gt. E. caule ramoso dichotomo , compresso-tetragono , foliis ovatis, summis linearibus, floribus pednn- culatis, calycibus tubo subaqualibus. tis humidis secus quinquepartitis corolla Mihi. Provenit in pra- lacum in loco dicto Lu- gana Sirmionem inter et Arelicam. Augu- sti initio florentem legebam. Mihi occur- rit etiam secus Ticinum fluvium; nec non ad,thermas Aponinas in colle dicto il Monti- ron, post Junii mensis initium florens. Ann. Eupatorium cannabinum. Euphorbia Lathyris. Alla Pieve vecchia di Minerva in valle Tenesi,presso l’antica iscri- zione superiormente recata. —— nicaensis palustris. Sermione , Pe- schiera , Lugana. Nell’ Opera citata è creato il S0, cui non seppi riferire a Euphrasia tricuspidata. Cam- pione , Ponal, Malcesine. Evonimus latifolius . Malcesine. * Favolus mori. Miki. Hexa- gonia mori. Pollin. Hort. et prov. veron. pl. nov. vel min. cogn. pag. 35. fig.2. Malce- sine, Bardolino, Salò . genere Mexagonia con un fun- nessuno degli ammessi dal Per- soon nella sua celebre Syropsis methodica Fungorum . Ora trovo che il Sig. Beauvois nella Flora dell’Owar e Benin è stabilito il genere Fuvolus, che è appunto i caratteri della mia Esagonia . Addotto pertanto un tal genere come al mio anteriore, e ad esso riferisco come nuova specie la mia MHe- xagonta mori. Ferula nodiflora. ( arda. Festaca fluitans. Peschiera , Tusculano . —— serotina . Ficus Carica . Fontinalis antip. a. schiera. | Fumaria capreola dini di Limoni Galium Bocconei sylvaticum. Geranium robertianum . Giratiola oflicinali Peschiera . Helleborus fotidi,. A Moniga presso AZanerbe . —— niger. Ponale, Campione. —— viridis. Garda. Hesperis tristis. /imone. Hieracium florentinumn —— sabaudum —— umbellatum . Hippuris vulgaris. Peschiera. Hottonia palustris. Bardolino . Hydrocharis Morsus rana . Pe- schiera . Hydrodiction pentagonum . Vauch. Peschiera . Hypericum humifusum . Garda. quadrangulum . Peschiera. Hypnum riparioides. Tuseulano. Jasione montana . Ilex Aquifolium. Campione e altrove. —— . inermis. Varietà bel- lissima, presso il Ponale. Innla britannica dysenterica hirta Pulicaria squarrosa germanica . Iris Pseudo-Acorus. Peschiera, Sermione . Jamcus articulatus bafonius bulbosus effusus sylvaticus. Pe- Nei giar- Peschiera . 17 Jungermannia helvetica . Alle cateratte del Ponale . Lactuca perennis Scariola . Laserpitum Siler. Monte Ca- stello, Ponale. Lathyrus hirsutus. Peschiera . —— sylvestris . Campione , dalò . Laurus nobilis. Lavandula Spica. Leersia oryzoides . Peschiera , Lemna minor —— polyrhiza —— trisulca. Lepidium graminifolium petreum. Ialcesine . Linkia Nostoc * — pulposa. Mih:. —— verrucosa. Bardolino . Lonicera Xylosteum. Lotus siliquosus. Peschiera , Sermione . Lycopus europeus —— exaltatus.. Lugana , Pe- schiera . Lythrum Salicaria. Moarsilea quadrifolia . ra . Medicago Gerardi . Melampyrum sylvaticum . Melica coerulea. Melilotus officinalis fl. albo. Melissa officinalis. Melittis Melissophyllum . Mentha aquatica —— arvensis —— Pulegium —— rolundifolia. Menianthes Nymphoides. fc» schiera . Mespylus Cotoneaster. le, Monte Castello, Myriophyllum spicatum verticillatum . Najas monosperma . Nepeta nuda. b Peschie- Peschiera | e altrove . Pond» 18 Nerium Oleander. Campione , Limone, Salò , Moniga , Castelletto . Olea curopea . Fra le rupi. Ononis minutissima . AZonte Castello, Gargnano . pinguis. Onosma echioides . Ophrys apifera. Alla Rocca di Garda . —— arachnites. Ivi . —— aranifera. S. Yigilio . Orchis hircina. S. Vigilio. —— Morio —— piramidalis. Origanum vulgare . Pastinaca sativa . Pedicularis palusiris. Peschiera. Phalaris arundinacea . Phillyraa latifolia. $. Vigilio, Monte Castello, e altrove. Phytolacca decandra. Picris hieracioides. Pimpinella dioica. Pistacia Terebinthus. Plantago subulata. Poa aquatica. Peschiera . LB. prolifera. Varie- tà bellissima, presso Pe- schiera . —— compressa. Polygonum amphybinm. Pe- schiera, Sermione, Tusculano. —— Hydropiper —— minus —— Persicaria. Polysperma glomerata . Varch. Potamogeton com- ) pressum —— crispnm + densuwu lucens marinum natans —— perfoliatum serratum. Potentilla alba. Garda, Bar- dolino, Lazise * clelia Nei porti, e nel senl . Potentilla caulescens. Riva , Campione , Gargnano . Prenanthes muralis. 4 Primula veris. Ifa!cesine . —— vulgaris. Prunella grandiflora : Pteris aquilina. Punica {ranatum . Pyrus iorminalis. Quercus Esculus ——< Hex — pedunculata. Salò, De- senzano, Rivoltella . satcrizoe 0 Ranunculus fluviaiilis } Peschie- scelleratus . ra . Reseda Phyteuma. Bardolino , Garda . Rhamnus Frangala —— pumilus . JIZonte stello A —— saxatilis. Rbus Cotynus . Riccia fluitans. Peschiera . Rosa rubiginosa fl. albo. Cam- pione . Rosmarinus officinalis. Copio- sissimo fra le fessure di Mon - te Castello, e presso Can ione . Rubus coessius, Peschiera. Rumex aquaticus. Ruscus aculcatus. Ruta chalcpensis. Saccharum Ravenna. Peschiera e lungo la Sarca. Sagittaria sagittifolia schiera . Salix caprea —— riparia — w triandra. Salvia glutinosa. Salvinia natans. Peschiera . Samolus Valerandi. Peschiera, Bardolino, Tusculano. Saponaria officinalis . Satureja hortensis . Garda . Ca- Pe- t- Satureja montana . Scabiosa graminifolia. ZLimo- ne, Alome Castello, Gar- nano . Succisa. Peschiera, Ca- valcaselle . —— transilvanica . Peschie- ra + Schoeenus Mariscus . Peschie- ra . —— nigricans Peschiera , Malcesine . Scirpus acicularis. Peschiera . Caricis. Peschiera, Lu- gana . —— dichotomus. Presso Ma- nerbe . 19 Scirpus Holoschenus. Peschie+ rU » lacustris maritimus mucronatus palustris tri queter. Scrophularia aquatica. Peschie- ra, Sermione. —— nodosa. Scutellaria galericulata . Seseli annuum . Bardolino , Cola . —— elatum. Riva, e lungo la Sarca. Sempervivum tectorum. Monte Castello . Senecio aquaticus: foliis inferioribus obovatis subdentatis, reli- quis pinnatifido-lyratis dentatis, radio pa- _ tente, seminibus glabris. Mihi. Nei luoghi umidi. Jacobxea : - — foliis radicalibus petiolatis ellipticis denta- tis, caulimis imis pinnatifido-lyratis, reliquis semiamplexicaulibus pinnatifidis, radio pa- tente, seminibus hirsutis. JIZihi. Nelle sel- vette dei colli a Castelletto , e in valle della ì Sarca . —— paludosus viscosus . Malcesine, Tor- bole . Sesleria coerulea. Silene nutans —— Saxifraga . Vigilio . Sisymbrium amphibium —— Nasturtium —— sylvestre —— tenuifolium . Sium angustifolium latifolinm . Solanum Dulcamara —— miniatum g fructu miniato Limone , $. —— —— £@. fructu luteo . Salò . nigrum. Sonchus palustris . Peschie- ra . Sparganium ramosum, Spartium junceum. Campione , Gargnano . radiatum . Manerbe . Stachys palustris —— sylvatica. Stipa pennata. Garda . l'amus communis. Teucrium Chamadrys ———— moontanum . Thalictram angustifolinm flavum. Thrincia hirta. Peschiera. Thymus Acynos angustifolius Calamintha grandiflorus —— lanuginosus Nepeta. Tordylium maximum, Bardo- lino, Salò . Campione , Cie 20 Trichodium caninum. Trifolium angustifolium . schiera . —— fragiferum medium montanuni ——- rubens scabrum. $. Vigilio. T'arritis hirsuta. Tussilago Farfara. -— —— Petasites. Pe- ——— n Peschiera . Typha angustifolia puiprenso —— latifolia o Peschie- —— minima. di Ulva gelatinosa. Vauch. Pc- schiera . — turbinata. Mihi. Sermie- ne, Isola dei frati. Vedras- si la descrizione inferior- mente . Utricularia vulgaris. Peschiera. Valeriana dioica. Peschiera , Bardolino . ——- oflicinalis . K Valeriana rubra 6. fl. albo. Rocca di Garda, fra le fenditure della rupe. Vallisneria spiralis. Verbascum Blattaria —— Lychnits —— — 8.4. albo. Verbena officinalis . Veronica Anagallis —— Beccabunga —— oflicinalis. Ponale, Cam- pione, Malcesine . cr Pa prostrata —-- spicata. Torri, Gargna- no . Viburnum Lantana —— OQpulus. Bardolino, Ser- mione, Peschiera. Vicia lutea. Malcesine , Gar gnano . Vitis vinifera . Zyzyphus Paliurus —— vulgaris. — —r —— —— Molte e squisite specie di pesci annidano nel Bena= co , parte d’acqua dolce , parte originarj del mare; in- fra i quali merita particolare menzione il carpione. Cre- scono quivi i pesci a mole meravigliosa, e sono sapo= ritissimi . Quelli da noi osservati sono i seguenti : Nome scientifico Nome vernacolo ConDprRorrErIGI Petromyzon branchialis (*) —-———— Lampreda. Aropi Murana Anguilla ———-————-——— Anguilla. GIUGULARI * Blennius vulgaris. JZhi ( fig. 1.) ——— Cagnette, Cabazze . B. radio simplici supra oculos, cauda integra . D. 27. P.12- 13. NOAA a0. C. 12-15, Habitat in omnibus portubus et sinibus, ad 3 pollices lon- gus , vermibus, insectisque aquaticis victitans; squamis nudus , cinereus , punctulis maculisque fuscis notatus; edulis sed pa- rum expetitus. Radii sive corniculi hieme sape decidul . ii e (*) Il Petromyzon marinus si pesca non di rado nell’Adige inferiormente a Legnago. Si Capnt conicum obtusum } mandibule dentibus minutis acutis armata , superiore longiore; oculi rotuvdi, pupilla nigra, iride argentea vel citrina; branchiarum opercula mollia; dorsum con- vexum; linea lateralis recta; abdomen albicans; anus in medio corporis; pinna dorsalis, caudalis, et pectorales cineree , fusco- maculate, analis et ventrales lyaline . Nome scientifico Nome volgare Toracici Cottus Gobio — — ADDOMINALI | I Magnarone . - Cobitis Barbatula — Strega . Tania. —- — . Foraguada . Salmo Trutta — — Trotta, Trutta. Carpio — — Carpione maschio . —T— Umbla. — — Carpione femina . Luccio, Luzzo. Agone, Alosa. Esox Lucius — Clupea Alosa major —— 4 mMmor. — Sardena . parvula . Scarabina. Cyprinus Barbus Barbo .. Bulbero . Tinca, Tencone. (Fed ETS ETÀ | Carpio — ela LTA LISA —— Idus A Cavazzino . —— Phoxinus AD Vasi: —— Grislagine | —— Ruttilus — — — — — Scardova. Aphya — — — — — — Roncone. —— Orfus — — — — — — Dorata. —— Alburnus - —- —- — —- —- Avola. Vimba — — — — — — Muselle. —— benacensis. Mihi. (fig. 2 )— — Temolo. C. pinna ani radiis 7, cirris 2, cauda bifida. D. 10-11. P. 8. V. 8. A. 7. C. 18-19. Non è questo il Temolo dei popoli d’Italia, Salmo Thymallus, il quale abita nel nostro Adige, nel Ti- cino , e in altri nostri fiumi; ma è un pesciolino della lunghezza al più di otto centimetri ( incirca un pal- mo ), di un sapore dilicatissimo, non molto comune» e che si suole pescare solo nella stagione iemale , Ap- partiene ai Ciprini barbati, come quello ch’è fornito di due cirri alla bocca; à dieci o undici raggi alla pinna dorsale, otto o nove alle pettorali, otto alle PI ventrali, sette all’anale, diciotto, o diciannove alla coda . A' il capo conico con due fossette bislunghe nella fronte avanti agli occhj , l’iride argentina ? la mandibo- la inferiore appena un po’ più breve della superiore ; i coperchi delle branchie lisci; la linea laterale dritta ; il corpo coperto di squame poco distinte, d’un colore cinereo lucido con macchie oscure ; le pinne cinerine con punti e striscie fosche . Prima di chindere questo articolo piacemi farvi un cenno d’ un pesce della famiglia de’ toracici, il quale comunque non sì rinvenga nel Benaco , pure non vuole essere negletto , perchè da niuno, a quello ch'io sappia, venne ricordato come abitatore de’ nostri fiumi . È que- sto il Pleuronectes flesus , tigurato dal Block nella tav. 44 , e definito dal Linneo nella Fn. svedese nel seguen- te modo ,, P. oculis dextris , linea laterali aspera , spi- nulis ad pinnas. D. 55. 62. P. 10-12. V. 6. A. 40. 41. 43. C. 14.17. Se ne pesca di varia grandezza in prima- vera, nella state, e in autunno ne’ fiumicelli Tartaro e Molinella , il primo de’ quali comunica col Po, e il se- condo mette nel primo. Ora sapendo noi, come il Pleu- ronette fleso , o Passero fluviatile soglia in primavera montare dal mare nella foce de’ fiumi, onde deporre le uova nell’ acque dolci, potrebbe credersi originario del- l’Adriatico . Ma può essere eziandio, che abiti costante- mente, e si moltiplichi nei suddetti luoghi, mentre vive bene nell’acque dolci, ed è noto , che gli abitatori del- la Frisia l’ànno trasportato ne’ loro stagni, e reso fa- migliare . Oltre del Gambero comune, Cancer Astacus, rinven- gonsi al nostro Lago due granchietti. L’uno è il Can= cer Squilla (Gamberozoli volg.), che abita infra l’erbe Bit 23 palustri tanto del Benaco, quanto delle risaje nostre, ed è la varietà a rostro dritto . L'altro è il Cancer Pulex { Salterello volg. ) ; ritrovasi nel greto a quattro dita, dove si moltiplica prodigiosamente . Dalla sua bocca e- sce un umore corrosivo, atto a sciogliere la terra . E poichè nelle ore calde suole escire dal covacciolo , reca sommo danno alle tele di lino e di canape, che si sten- dono dai benacensi ad asciugare ed imbiancare sulla spiaggia , mentre le foracchia di mille modi con l’ umo- re onde si prepara l’ alimento . Fu scoperto anche in al- cuni pozzi di Verona , e nelle terme di Caldiero . Io vorrei tesservi un intero catalogo degli augelli , che frequentano il Benaco, molti de’ quali rinvengonsi pure nelle nostre risaje ; ma finora non fu possibile isti- tuire un distinto esame di tutti. Quelli che da noi fu- rono esaminati e preparati in diverse occasioni sono 1 seguenti : Nome scientifico . Nome italico e volgare. OcxE Anas Cygnus — Cigno. Ital. Veron. Coda lancea. Ital. Collo rosso . Ital. Garganello, Sartella, Cercevolo. Ital. Mazzurino. Yer. Anitra africana . Cercedula, Garganello, Sartella. Ital. Anitra nera. Ital. acuta — ferina — —— Crecca —— Boscas — — Anitra selvatica. Ital. Yeron. —— Clangala -— — Quattrocchi. Ital. Veron. —— clypeata — — Anitra longirostra. —— Fuligula — — Capo negro. VYenez. —— Penelope — — Anitra Penelope. Ital. —— strepera — — Anitra strepera. —— rufina — — — Capo rosso maggiore. Ital. africana —_ Querquedula —— fusca . _ Mergus Serrator -- Smergo segatore. Ital. Serula. Zenez. —— Albellus — Smergo bianco . Jtal. PelecanusOnocrotalus -- Pelicano comune od Onocrotalo . Ital. Colymbus glacialis — Colimbo ghiacciale. —— Immer — — Margon. Benac. —— cornutus — — Colimbo cornuto. 24 Colymbus cristatus — Colimbo crestuto 0 Sperga . Ital. Struf- fon dalla cresta. Benac. —— aunritus — — (Colimbo orecchiuto . —— Urinator — — Colimbo maggiore. Struffoni. Benac. Fisanelle, Compita. Yenez. —— minor. — — Colimbo minore. Ital. Struffoni . Benac. Larus hybernus — — Coccai, Zivettine, Sardenar. /'eron. Sterna minuta — — Gavia marina. Ital. -— Rondone marino. Jtab. ei fissipes — Sterna rondine. Ital. —— hyrundo, — GRALLE Fulica atra — — — Folaga nera. Ital, Folega. Yeron. —— elloropus. — =« Folaga verdipiede . Ardea stellaris — — Il Trombone o ia Trabucine. 7tal Ta- rabello. /eron. Airone. Zeron. Airone. /eron. Airone. Yeron. —— comata? — — ua Cicogna. Ital. Zigogna. Feron. —— botaurus?. — —— nycticorax -——— Ciconia a —— Garzetta — —— cinerea. _ Seolopax Glottis. Garzetta. Yeron. La Sgarza o Airone cinerino. Jtal. Totane, Limosa. ZYenez. Ma poichè io v° è fatto parola degli augelli, che visi+ tano l'onde del Benaco, piacciavi che vadduca il no- me pure de’ principali fra quelli che abitano o passano pei colli benacensi , e per gli altri monti veronesi, o che frequentano le risaje nostre e i luoghi palustri (*). Però rispetto ai nomi vernacoli debbo avvertire darsi il caso, non a vero dire frequente , che tale augello sia chiamato con diverso nome nelle diverse parti della Provincia, e avvien pure ehe lo stesso nome diasi a più specie con- generi. Una tale considerazione mi fia per avventura scudo contro la taccia d’inesatto nomenclatore . SPARVIERI Falco Milvus — — Nibbio. Ztal. Milan. Yeron. Buteo — — — Poiana o Falcone Bozzago. Jtal. Poja- na, Puja. Zeron. (*) Questi c i superiormente accennati formano parte d’ una raccolta d’augelli imbalsamati da uno di noi, quattro anni fan- no, presentata a S. A. il Principe Eugenio, e che fu collocata nella villa Bonaparte a Milano. Falco communis - — Falcone. tal: + + var. italica — Falcone. Ital. —— Nisus — — — Sparviere comune, o Fringuellajo. Ital. Falchetto . Peron, —— Tinnunculus — Canibello, Gavinello, Tristarello . Ital. Gavinel . Paris: palumbarius. — Astore, Terzolo. Ital. Strix Bubo — — — Dugo, Guffo reale o Barbagianni selva» tico. It. Gran duca. 7 er. passerina — — Civetta. It. Zivetta. /eron. flammea = — — Allocco minore. Jt. Otnus. —— — -- Duca cornuto, Alloccherello, Assiuolo . It: Ciodo? Zeron. Lanius Excubitor — Velia maggiore o cinerina, Gazza spar- viera. It. Regestola, Regestola falconera. X'eron. —— Collurio. — — Velia maggiore ferruginosa , Passera gazzera, Falconello. ital. Corvus Corag — — Corvo comune. It. Veron. Corone — — Cornaechia eomune. Ital. Cornix — — Cornaechia ammantata o Mualacehia. £ —-— Monedula — — Taccola. Ital. Yeron. —— Pyrrhocorax — Yaccola, Montan. veron. —— Glandarius - -— La Ghiandaja o Gazza ghiandaja. 4. Gazza. Ver. —— Pica — — — Gazzera comune o Gazza It. Checca Ver. cariocatactes. — Corvo franginoce. Coraccias Garrula. — Coraccia garrala; Gazza marina, Pica marina. Ital. TI Oriolus Galbula. — Oriolo, o Rigogolo comune. Ital. Pa- pafighi. Yer. Cuculus canorus. — Cuculo. Ital. Cucco. Ver. Yunx Torquilla . — Torcicollo. I. Torzicol. Yer. Picus viridis — — Piechio verde o gallinaccio . ft. Pigoz- 20. Ver. —— major - — — Picchio vario o Culo rosso.It. Pico. er. —— medius. — — Pigozzo o Culo rosso, Pipo. Ital. Pi- Ver. Sita europea . — — Peciotto comune. Jt. Paciacciac. Benne. Alcedo Ispida. — — Uccello pescatore, Martino pescatore. Jtal. Piombini. Xeron. Merops Apiaster . — Dardo © Apiastro comune. Ital. Upupa Epops. — — Bubbula. /. Galletto di mar. Benac. Gallo del paradiso. /enez. Certhia muraria — — Cerzia murajola. It. —— familiaris, — — Cerzia comune o Rampichino . Ital. Rampeghino. Ver. 26 GRALLE Fulica nevia — -—- Grinetta, Tordo gelsemino. Jr. Scorza- na, Sqnarziana. Mantov. Gru - gnetto. [Vovar. —— fasca. - — — Giratola, Viatara . Yer. Grugnetto , Novara . —— — 6.Gallinula maj. Giratola. Yer. Rallus Crex. - — — Scopajola, o il Re di Quaglie, o la Gallinetta terrestre. Ital. Re de Quaje. Yer. —— aquaticus — — Scorzana, Squarziana. Yeron. Mantov. Porzana , Forzana. Yenez. —— Porzana. — — Girardine. Yeron. Milan. Novar. Por- zana. Bologn. Ardea Gru. - — — Gru. Ital. Veron. Recurvirostra Avocetta - Avocetta . Tringa pugnax — — Il Combattente. Ital. -—— Vanellus. — — Pavoncella. Sal. Paonzina. VYeron. Scolopax rusticula —— Beccaccia comune, Gallinella . Ital. Bec- cassa. Ver. Arzia. Bresc. Galli- nazza. Lomb. —— Gallinago — — Beccaccino reale, o la Pizzardella . Ital. Beccanotto. Yeron. ——— arcuata. -— — Torquato. Ital. Arcuato. Venez. Charadrius Pluvialis. — Piviero, Pluviero. Ital. Ver. GALLINE Tetrao Coturnix — — Quaglia. Ital. Ver. —— Perdix — — Pernice. It. Ver. Pernigone. Lomb. —— rufus — _— — Coturnice. Ital. Coturno. /eron. ——- Francolinus - — Francolino. Ital. —— Urogallus — — Gallo cedrone, o Gallo alpestre mag- giore, od Urogallo. Ital Gallo de montagna , Gallo salvadego , Zedron. Veron. Ven. —— Lagopus — — Pernice bianca di monte, o Pernice al- pestte, o Francolino di monte . Ital. Gallinette, Galline selva- deghe. Yer. Pernise bianche di montagna. /er. Trentin. —— Tetrix. — — Gallo alpestre minore, o Faggiano ne- ro. It.Gallo de montagna. Benac, Passerr. Columba Oenas - — Piccione terrajolo. It. Favazzo. Fer. —— Turtur - — — Tortora, Tortoro. ft. Yer. Alauda arvensis — — Allodola maggiore o Panterana. Ital. Lodola. Yer. LA —— pratensis — +— Allodola pratajola, o la Mattolina. Ital. Scozzetta, Sgussetta. Yer. 7 Alauda pratensis @. Alau- ‘ da pratensis candida- Sguzzetta bianca. Z'er. campestris —-- trivialis - — —- Ccristata -- — —-- Calandra - -- —-- arborea. - -- Sturnus vulgaris -- —-- cinglus -- -- Turdus viscivorus - — pilaris - — —- lliacus -- -— —-- musiìicus - -- —-- Merula — -- —-- Foseus .- -- —-- saxatilis - -- +—-- sSolitarius. — Ampelis Garrulus . Loxia Curvirostra —-- Coccothraustes —-- Pyrrhula -- —-- Chloris. toe Emberiza Hortulana nivalis - -- —_ Citrinella -- passerina — Cia. -- -- Fringilla coelebs -- —-- Montifringilla —-- Carduelis -- —-- Spinus -- -- —— Citrinella — _ Spipoletta . ftrent. Sguzzettone. Yer. Tordino. Yen. -- Allodola triviale. J:. Lodola, Tordi- na. Ver. -- Allodola cappelluta. Jt.Cappellota. Yer. -- Calandra. Ital. Ver. -- Allodola arborea, Tottovilla. Ital. -- Storno. /t. Yer. Storlino. Yer. Stor- nello. /enez. -- Storno acquajuolò.. Ital. Merlo aqua- rolo. Yer. -- Tordo maggiore. It. Stordella. Benac. Dresso. Lombard. -- Tordo mezzano. It. Tordo gazzotto. /er. -- Tordo comune o il Bottaccio. JItal. Tordo zigarol. Benac. -- Tordo, Tordo sassello o il Malvizzo , Ital. Tordo. /eron. -- Merlo. Ital. Ver. -- Merlo rosso, Storno rosso. Ital. Yer. -- Squarozzolon. Yer. -- Passera solitaria. Ital. Ver. -- Garrulo di Boemia. Jtal. Galletto di bosco. Ital. Ver. -- Il Crociere. Ital. Becco in crose. Yer. - Il Frosone o Frisone. Ital. Yer. Sfri- sone. Bresc. -- Monacchino o Ciuffolotto. Ital. Zion- zolo, Ziolunzolo. /eron. -- Verdone. /tal. Zaranto, ‘Taranzolo , Teranzo. /eron. - Ortolano. Ital. Ver. -- Ortolano nevale o di montagna. Ital. Osel de la neve. Benac. -- Zivolo giallo . Ital. Smajarda. Ver. Spajarda. ov. -- Pionza. Ver. -- Cia. Zal. Zia, Ziga. Ver. Lombard. -- Fringuello. /t. Franguello, Finco. /er. -— Fringuello montanino, o la Peppola . /tal. Montano. Yer. -- Cardello, Calderuggio, Cardellino . /t. Gardelin. Yer. Rivarin. Lomb. -- Luccherino , o la Lecora . /tu/. Lughe- rin. Var. — Verzelino. Jial. Zuerzelin. Yeron. 25 Fringilla Cannabina - Montanello o Fanello marino. Ital. Fanel grosso. Ver. Fanello, Faonello. Jia. Fanel piccolo, Fainel. Yer. Fanetto. Lomb. ia ULinota 0 0! —-- domestica -- -- Passera domestica o Capannaja. Jtal. Passara, Passara grossa. Yer. “—-- montana - -- -- Passara montanina . Jt.Passara piccolà, Passara garaoitina. Yer. —-- nivalis: - +- è»- Fringuello nevale. Jr. Franguel de la neve. Yer. Muscicapa atricapilla . Motacilla — Luscini\-- Rossignuolo, Ussignolo. It. Yer. —-- Ficedula -- -- Beccafico. It. Beccafigo. Yer. =——-- nevia -- -- -- Boarola, Boarina. Benac. Bologn. —-- Phenicurus -- -- Codirossa. It. Squarozolo. er. Cul rosso . Bologn. —.- Rubicola -- -- Pettirosso, Pecchietto . I:. Pittaro. Yer. Pettorosso. /enez. —- Curruca - -- -- Beccafico canapino. ft. —-- flava +- -- -- Cutrettola gialla o Coditremola. Ital. Squazzacoa, Tremacoa. Yer. =—-- Regulus -- -- -- Fiorrancino. I. Michelin stellin. Berac. —-- Trochylus - -- Regolo comune. I. Tuit. Benac. —-- Troglodytes - -- Scericciolo o Re di macchia o Reatino . It. Reatin, Imperatorel. Yer. +—- atricapilla -- -- Capinero. ft. Ver. —-- ocnanthe -= -= Culo bianco. ft. Her. —-- Suecica . Parus cristatus -- -- Cincia crestuta. It. Piansotta . Benac. —— major — — Cingallegra ; Cinciallegra maggiore ; Cinciapotola . It. Parossola, Spe- ronzola, Zifotola. Yer. —-— coruleus — — Parozzolino, Cinciallegra turchina. It. Pelaton. Benac. —— ater — — — Cinciallegra bruna. 4. Parossola pic= cola. Yer. ——T biarmicus — — ©Occi boini. Yer. —— pendulinus. — Pendolini, Occi boini. Yer. Hirundo rustica — «- Rondine comune . It. Ver: ——T urbica — — — Rondine domestica o il Balestruccio comune. Ital. —— Apus. — — Rondine maggiore o il Rondone. Ital. Rondone, Dardaro. Ver. Caprimulgus europ:eus -- Calcaboito europeo . Ital. Lattaca: vre. Benac. Ma che vi dirò de” rarissimi insetti , delle elegantissia me farfalle , che libano gli umori nettarei sui fiori delle 29 benacensi pendici , 0 albergano nelle acque , 0 s’ ascon= dono nel fimo, o si pascono dell’erbe dei prossimi mon= ti? La loro enumerazione eccederebbe i limiti d’ u- na lettera, ned io sarei da tanto. Abbandono que- st’oggetto all’ amico Bernardino Angelini, per opera del quale escirà spero fra non molto !' Entomologia ve- ronese . Intanto per non lasciare al tutto digiuna la vostra curiosità m° accontentero d’ annoverarvi alcuni per noi rinvenuti, pregevoli o per la rarità o per I° ele- ganza delle loro forme e colori, La nomenclatura è quella del Systema nature di Gmelin, dove non sia citato altro autore . Corrorreri (°) Scarabaeus sacer. Sui colli. —-- mobilicornis. M. Baldo. —-- nasicornis —-- Fallo. Sui monti Lessini e Vicentini, —-- Silenus, M. Baldo. —-- Eremita. M. Baldo. —- argenteus . Lucanus Capreolus —-- caraboides —-- parallelipipedus, Nitidula strigata Curculio barbarus —-- roridus. Valle di Ronca. —-- Abietis. M. Baldo. —-- Pini. M. Baldo e Lessini Cerambyx oculatus —-- Salicis Cerambyx moschatus —-- alpinus. M. Balda. —-- eoriarius —-- Faber —-- trifasciatus —-- hafniensis . Mycetophagus testaceus . Fabre Latr. Nei funghi corlace! . Dermestes boleti. 7 illers. Nei fanghi. Carabus germanus —-- sycophanta. Ai Lago. Elimis Maugetii. Latr. Nella Linkia verrucosa, e sotto le vietre in un ruscello presso la Musella sui colli. Lampyris italica —-- noctiluca. (*) Sui Coleotteri appariscono non di rado delle macchie bianchissime, cotonose, bislunghe o irregolari, le quali co- prono a modo di anello le articolazioni, specialmente del capo col tronco, e del tronco coll’ addome. Osservate tali chiazze a mieroscoplo composto mi venae veduta un’ infinità di esilis- simi filamenti semplici, nudi, ed eguali, talora affastellati, 1 quali spuntano da uno strato bianco. Da che ò conchiuso es- sere un Bisso o Fungo bissoideo appartenente al genere De- matium del Persoon, e l’ò chiamato = Dematium coleopterum : cespitosum, confluens, album , gossypium referens . Mihi + 30 Elater virescens. M. Baldo . —-- carbonarius —-- sanguineus —-- germanus. Meloe bimaculata. 7 :l. Litta vesicatoria Gmel. Joe vesicatoria 7 ll. Hylesinus oleiperda. Fabr. Su- gli Olivi. T'enebrio rugosus Zi. Staphylinus hirtus . In Ortigara di M. Baldo e al Benaco . EnmirrERI Gryllus italicus tataricus turritus nasutus + subulatus — var. pulcherrim a ma- culà alba dorsali. Mantis religiosa — oratoria. Cimex egyptiacus —-— albo-lineatus —— scapha. Zll. > E (AO. Me- Blatta lapponica. Nei boschi . —_—- orientalis. Nelle case. —— germanica . Fulgora europea. Sui colli. Cicada hamatodes —— aurita. Presso il Po. Coccus ole. Latr. Oliv. Sugli Olivi del Benaco LEePIDOTTERI. Papilio Apollo. M. Baldo e Lessini: Jardamines —— Ilia — Iris Machaon Lathonia Antiopa Atalanta ci album. 7ill. Phalena Aesculi —— Caja i — — Catax CT 0 tc Phalsena Pavonia major —— — media —— — minor —— Mellonella —— Alni —— Napelli. M. Baldo . —— Hera ——— Fagi —— Sponsa — Nonio ? Sphinx Oenoiherze Nerii Convolvali Pinastri Euphorbie carniolica. Sui colli. —— ichneumoniformis fuciformis. Sui colli. Atropos. NeUROTTERI. Libellala pedemontana . Myrmeleon libelluloides —— formicarius. Sui colli . —— Formicalynx. Al piano. ——- italicus. Yi. —— barbarus . Phryganea grammatica. Vill. —— retieulata. Al piano. Hemerobius maculatus.Sui colli. ImENOTTERI. Apis argillacea. Scop. Full. sul colli. florentina violacea fulviventris manicata luctuosa sylvarum lapidaria.. Vespa unguiculata. 7/7. pomiformis. Esciva dal culmo della Zea Mays . Mutilla europea. M. Zevola. Sirex Gigas. Sui monti. —— pygmaa. Nei prati. Scolia flavifrons. M. Baldo. Leucospis gallica. 7/8. —— dorsigera. Al piano. SI Chrysis anrata Cynips Quercus petioli ignita —— lagi | cyanea. —— psenes. Al Prato della Cyuips Quercus pedanculi . —fume presso Campione. Nei boschi. Dopo tanti scritti discordanti pubblicati intorno alla Ca- prificazione, non fia cosa al tutto vana l’addurre alcuna nuova osservazione a dilucidazione d’un tale argomento. La Caprifi- cazione è quell’operazione usata fin da tempi i più rimoti e ancora a dì nostri in Levante, la quale è per oggetto di pro- muovere la maturazione dei Fichi. Consiste nel collocare sopra un albero di Fico, che non genera che Fichi secondarj, alcuni Fichi primaticci o Fichi-fiori infilati. Sortono da questi degli insetti ( Cynips psenes,Linn. Diplolepis Ficus Carica Latr. ) ca- richi di polvere fecondatrice , i quali s’ introducono per l’ oc- chio ne’ Fichi secondarj, e fecondando i semi accelerano la maturazione del frutto. Una tale dottrina da molti seguita , infra i qnali è pure il gran Linneo, vien particolarmente dal Pontedera nostro rifiutata. Pensa questi, che gl’ insetti accele- rino la maturità dei Fichi allo stesso modo, che vengono più presto mature le nostre pere e mele, le quali furono ferite dagli insetti. Altri naturalisti all’opposto reputano, nè a torto siccome io giudico, essere la Caprificazione un effetto dell’ a- bitudine degli uomini e nulla più. Diffatti in molte contrade di Levante non si conosce la Caprificazione, nè in Italia, in Francia, in Ispagna. E V Olivier, ch'è dimorato lungamente nelle isole dell’ Arcipelago, asserisce, che da qualche tempo andavasi trascurando wna tale operazione, e ad onta di ciò otteneansi Fichi ottimi a mangiarsi. Oltracciò dove fosse me- stieri alla maturazione dei Fichi, che la polvere seminale pe- netrasse nei Fichi feminei, sia per sè stessa diseminata nell’ aria, sia per opera dei Cinipi, siccome si vuole, ogn’uom compren- de, che tali Fichi maschi non potrebbero fecondare e i Fichi femine già cresciuti, e quelli che appena appariscono sull’ al- bero, e quelli che non sono ancora apparsi, e che tuttavolta maturano oltre due mesi appresso . . Nelle nostre contrade il Cinipe psene non depone giam- mal le uova nei Fichi coltivati, 1 quali tutti maturano i loro frutti , ad onta che diansi molte varietà, che generano sola- mente femine tanto nei frutti primatieci che nei secondarj , Siecome 6 altrove faîto vedere . Abita egli costantemente i Fichi selvatici, 1 quali appo noi non maturano giammai il frutto. Io © notato tre varietà di Fico selvatico. La prima a frutto d’un xerde sovente azzurrognolo , la seconda a frutto nero : sono vol- garissime sugli antichi edificj e nei luoghi sassosi: ambedue portano soltanto Fichi feminei. La terza genera frutti, ne’ quali avv moltissimi fiori feminei con pochi maschi presso 1° 0c- Lì) 3a chietto. 0° veduto quest'ultima varietà soltanto sulla sponda bresciana del Benaco particolarmente al luogo detto 2 prato della fame. Ai primi d’ Agosto aperti i suoi frutti offerironsi zeppi di Cinipi. Ogni ovario contenea: un individuo. Alcuni di ess erano tuttora nello stato di larva, altri prendevano a tra- sformarsi e ad escire, altri erano gia nello stato d’ insetto per- fetto . Ad onta di ciò tntti tali frutti cadevano dall'albero im- ‘maturi, come cadevano gli altri Fichi androgini della stessa varietà non penetrati dai Cinipi . Diplolepis gallie , tipetoria.. Lneycl. —— Quercus folii. Fneycl. —— bedeguaris. Lncyel. Sphex interrupta . —-— insubrica. Eatro le case Mausca crabroniformis. IZ. Zevo- —— meridiana (la. —-— Hottentotta. /<4L. -—— coctinea.. 7 ill. Tabanus alpinus. 770. M. Baldo. —— albipes. Gm. .M. Baldo . di Verona. ArreERrI. Dirreri. Scolopendra Gabrielis . Nei Asilus flavus. M. Baldo; letamai. | —— crabroniform!s :, 4 Oniscus pustulatus. Sui colli . —— ‘Armadillo . Julus arborum —— complanatus . ——— gilvas. AV Bonadb . ——— ferox. ill. Ali Benaco presso Sermione . Tipula quadrimaculata . /ò- Lepisma thezeana. /abr. Latr. veré di Vela. Monte Bolca . ——— pectinicornis . Al piano. Aranea punctoria, Vill. Nelle cantine. —— sanguinoleata . | Phalangium Opilio. Nelle case. —— cornutum. Nei boschi. — cancroldes. Qestrus veterinus. Bracy Clark. Presso gli armenti in valle Fraselle di monte Zevola . BombDbylius ater . Musca conopsoides. Vill. To terminerò di favellarvi degli animali con una pae, rola intorno ai nostri serpenti . Sei sono i serpetti della provincia nostra, quattro soli dei quali però mi; è avvenuto vedere nei contorni del Lago. Il primo e più comune è la Biscia (Carbonazzo, Bastoniere Ver.) Coluber Natrix, animale innocente , che si moltiplica prodigiosamente vicino alle acque, e che vive princia, palmente di pesciolini e di rettili acquajoli.. Di quest P" ò veduto una varietà nei contorni di Peschiera d’ol- tre un metro di lunghezza . Il suo colore “era” più» oseuro dell’ordinario e a macchié indistinte, mà non ce “' 33 mi è avvenuto di poterla esaminare particolarmente . Un’ altra varietà di gran mole abita ne’ cespugli lungo i torrenti delle colline. Il suo colore è cernleo con macchie nere ai lati, e con due serie di macchie più piccole di ugual colore per di sotto . Il secondo è la Vipera del Redi, Vipera Redi Lacépéde ; Coluber: Re- di Gmelin: mi venne questa veduta sui colli ve- ronesi, ma è assai rara. Il terzo è la Vipera ‘comu-. ne Coluber Berus, la quale nei contorni del Benaco, e alle falde di monte Baldo à una tinta di un rosso più carico che altrove , massime nella coda, l'apice della quale è pinto in giallo. Il quarto Golubro ( An- gio Ver. ) abita nei luoghi asciutti e pietrosi. Io l’ò rinvenuto su tutti i colli veronesia ai piedi di monte Sumano, e sugli Euganei, onde potrebbe chiamarsi il Colubro veneto. Non so se alcuno de’ nostri natura- listi ne abbia favellato. Si può dire, che appo noi tenga il luogo del Colubro verde-giallo (Coluder viri- di-flavus, Couleuvre verte et jaune Lacépéde, Milò , Melò, Milordo Lombard. ), il quale in Lombar- dia predilige pure i luoghi aridi e sassosi , particolar- mente nei contorni di Brescia , Milano , Pavia , Novara. Nella” provineia nostra all’ opposito il Colubro verde- giallo fu da me veduto solo nelle basse regioni verso ‘al‘Po. Ma per ciò che spetta al nostro Angio pare desso il Coluber flavescens dello Scopoli e del Gmelin. | A?’ dugento venticiriqne scudi addominali, e settanta- ‘cinque paja di scudetti codali. La sua ordinaria lun- Schezza è d’un metro, ma arriva per avventura a un metro e inezzo . La sma testa è ovale, il corpo coperto - gli ‘squame liscie tllitico-eba gong superiormente fosco, per di sotto giallognolo . È d’una agilità senza pari . C Ii suo cibo più ordinario sono irospi. Fugge velocis- simo all’avvicinarsi dell’uomo . Più volte ò tentato sospingerlo al morso coll’ irritarlo, ma sempre indar- no, ad onta che gli avverrebbe di ciò fare, potendo spalancare le fauci, ed essendo armato di denti acu- tissimi. L’ultimo serpente è l Anguis fragilis ( Or- bisolo Volg.), con tale aggiunto distinto, perchè alla minima percossa si rompe. È 1’ unico che abiti anche sugli alti monti, avendolo più volte rinvenuto alla metà dell’altezza di monte Baldo. È il più torpido fra i nostri serpenti, ed il più breve. È fornito' d’oc- chi lucidissimi , ma piccoli assai, la qual cosa fu ca- gione alla credenza degli abitatori di Baldo e dei con- tadini Lombazdi ch'e’ sia cieco, e di chiamarlo con tal nome. Appo loro è pure opinione comune, che sia velenoso, tuttochè innocentissimo e impotente a mor= dere . | Tornati adunque a Bardolino, siccome è detto, l’o- spite nostro e compagno ne strinse a rimaner seco alcuni di, e ben potete credere se fu lieto soggiorno. Il mattin rugiadoso ne scorgeva alle vicine terre, dove sommamente ci dilettava il vedere e la coltiva» zione de’ poderi, e gli usi degli abitanti. Si vivea la sera in lieta brigata, e godevamo sovente solcar al pallido lume della luna le tranquille onde benacensi, Se non che ne perturbavan alquanto il piacere i pe- scatori con que' loro inganni tesi agli incauti abitatori dell’acque. Miseri! mentre qua e là mossi da amore van guizzando caggiono nella rete ministra di morte . Allorchè poi il sole era più cocente davam’ opera agli studj naturali, o alla piacevole ombra d’ un vicino be- sco ne ricreavan l’anima i carmi de’ nostri poeti. 30 Ma in proposito di boschi non so rimanermi dal favellarvi d’un fenomeno, cui ne indussero a con- templare quelli che vestono le pendici benacensi , e il fianco di monte Baldo . Intendo io la direzione de? rami inferiori degli alberi, la quale al dire di Dodart (Mem. de l’Académie Francaise an. 1699. p. 73.) suol essere parallela al suolo, donde nascono , sia esso o non sia orizzontale. Il Dodart voi ben sapete, che spiega il fenomeno per mezzo de’ due angoli, che for- mano le fibre dell’albero (cui suppone continue, ret- te, e parallele dall’estremità delle radici a quella dei rami ), l’uno alla base delle radici, l’altro alla base dei rami. Io non prenderò in particolare disamina co- tale ipotesi, la quale non è sostenuta nè da osserva- zioni anatomiche, nè da fisiologiche. Noterò solo, che il parallelismo de’ rami inferiori degli alberi annosi col suolo n’è sembrato sensibile solo nei casi, dove la inclinazione del suolo coll’orizzonte era somma : nei piani dolcemente inclinati non iscorgeasi differenza nella direzione dei rami dei due lati degli alberi, La quale osservazione e la nota disposizione dei rami a seguire la luce ne ànno indotti a pensare , che il fe- momeno del parallelismo de’ rami degli alberi, che si elevano dai piani sommamente inclinati, provenga dal bisogno, ch’ànno essi della luce . Imperocchè nel lato dove l’ albero forma angolo acuto col suolo i rami on+ de godere la luce debbono elevarsi, e que’ che non possono ciò eseguire periscono, come scorgesi negli alberi antichi , ne’ quali il peso de’ rami superiori com- primendo gl’ inferiori verso il terreno osta loro d’ al- Iungarsi, laddove nel lato opposto possono i rami estendersi a loro agio . 36 Una delle occupazioni nostre predilette nelle ore calde furono le osservazioni microscopiche sulle Con- ferve e sulle Linchie o Tremelle. Voi conoscete in- torno a questo argomento le belle scoperte di Adan- son, Corti, Fontana, Muller, Schérer, Orazio Saus- sure, Chantrans, Roth, Dilwin, Bory, Vaucher. A quest’ ultimo in ispecie dee saper grado moltissimo la fisiologia vegetale, perocchè le di lui fatiche sparser fulgida luce sul vario modo di crescere e moltiplicafsi di cotali piante ; sicchè si comprese che davasi un istesso nome a una famiglia composta di molti generi differenti. Anzi ciò ch’è più, confermate le osserva- zioni di Adanson, Corti, Saussure , videsi che anno- veravansi fra le piante esseri pertinenti al regno ani- male, quali sono le Oscillarie. Ciò non pertanto regna tuttora controversia appo i naturalisti intorno alle os- servazioni del Vaucher. Quelle in ispecie che risguar- dano le Oscillarie e le Linchie sono contrastate. E non solo negasi da taluno alle Oscillarie il moto di locomozione, ma e il notissimo di oscillazione non vuolsi ammettere come spontaneo, e s’ ama meglio ri- ferirlo al rapido accrescimento di cotali esseri, ad elasticità o ad altra causa meccanica. La sicura via di trarsi da tali dubbiezze è l'osservazione e lo spe- rimento , e noi la tentammo . Abbiam dunque raccolte tutte le Conferve, Oscillarie, e Linchie, che ne si paravano in copia nei seni e nei porti del Lago , e nei ruscelli, e nei fonti, e nei lunghi opachi, e sovr’esse abbiamo intraprese le nostre osservazioni . Io non entrerò in particolare racconto di tutte le osservazioni per noi istituite sulle Conferve . Dirovvi solo, che le determinate mercè 1’ esame microscopico 37 furono la Conferoa aurea del Dilwin, la Polysperma glomerata, \° Hydrodyction pentagonum, le Conju- gata princeps, G. cruciata, C. porticalis, C. angu- lata , G. lutescens , la Prolifera parasitica del Vau- cher, e parecchie altre. non descritte, delle quali ò pubblicato la descrizione nel primo fascicolo delle pian- te nuove o rare del veronese . La più volgare fra queste è la Conjugata princeps o Conferva jugalis del Mul- ler. Noi ebbimo la ventura di osservarla in ogni sta- to, vale a dire prima di accoppiarsi, nell’atto che accoppiavasi, e dopo. Sommo diletto ne porgeva la con- templazione di questi esseri singolarissimi in tanti varj aggruppamenti. Qui filamenti liberi , là che impren- devano a mandare il tubetto comunicatore; e dove la spirale già disponevasi a passare nella celletta corri- spondente, onde costituire il globetto moltiplicatore, e altrove erano i filamenti accoppiati, e già appariva in una cavità il globetto, mentre la corrispondente era vota. Tutte le altre Conjugate furono da noi rinve- nute accoppiate e frammiste insieme alla maggiore , ad eccezione della Conjugata angolata , che ne si offerse talora isolata . Ma le Oscillarie a sè chiamavano oltre ogn’altra l’attenzione nostra; nè fu malagevole accontentarla , perocchè ne rinvenimmo in copia nei fossi ove l’acqua è stagnante, sulle strade, nei luoghi opachi, e negli. atrj delle case. Si conoscono le Oscillarie a prima giunta, perchè i loro filamenti insieme ammassati for- mano strati lucenti e come vellutati d’un verde ca- rico , e talora bruno o sanguiguo. Sentono anco un cotal odore disgustoso , il quale vien tosto fetente ser- bandole per alcun tempo nei vasi. Il carattere però 38 essenziale di cotali esseri singolari, onde furono chia- mati Oscillarie, è il movimento incessante di oscilla- zione da destra a sinistra o da sinistra a destra J sic- chè vanno mutando continuamente luogo . Corti pa- ragona tale movimento a quello de’ serpi., Cinque fu- rono le Oscillarie, che pei loro caratteri particolari si fecero distinguere. Però non sono riescito a riferirle sicuramente alle già descritte dagli autori. Laonde prenderò a esporre brevemente i loro caratteri, e in qual modo appalesavano i loro movimenti . I filamenti o tubetti della prima specie possono va- lutarsi d’un 300 di linea in grossezza. Sono traspa- renti, ed ànno un’estremità più rotonda dell’altra , la quale è come troncata. Constano di anelletti, che sono il doppio più larghi che lunghi. La figura del Vaucher cui più s’assomigliano è quella della Osci/- latoria fusca tav. 15. fig.9. Abita questa Oscillaria nel fondo dei fossi d’acqua stagnante, formando ampj verdissimi tappeti. Cresce anche nella vasca della fonte dell’Orto botanico di Verona mista alla] seguente. Essa ne à palesato chiarissimamente il movimento di oscil- lazione e di locomozione . Talora il movimento di lo= comozione ne si offerse non angolare , ma retto, eguale, e continuato , sicchè vedeansi i filamenti attraversare in linea retta il campo del microscopio . La seconda è intorno un terzo più piccola della prima. Rinviensi negli stessi luoghi. I filamenti sono trasparenti, e i loro anelli visibilissimi, e all’incirca tanto larghi che lunghi. Formano tappeti d’un verde cupo , e si dispongono nello strato o letto regolarmente a stella, con una estremità allo infuori. I suoi mo- vimenti laterali sono lentissimi, nè siamo pervenuti a 29 scorgere il moto di progressione . La figura del Vau- cher più alla nostra somigliante è quella della Osci/- latoria Adansonii tav. 15. fig. 6. La terza consta di tubetti la metà più piccoli di quelli della prima. Sono essi trasparenti, e senza vi- sibili anelli. Formano sul suolo e sulle pareti delle case volte a bacìo delle chiazze di color verde volgen- te al rosso scuro, e talora simili al sangue corrotto . L’ò rinvenuta più volte anche in Verona negli atrj delle case, e particolarmente in quello del palazzo Be- vilacqua , altre volte mia abitazione . Inclinerei a cre- derla I’ Oscillatoria levigata tav. 15. fig. 10. del Vau- cher. I movimenti nei lati e locomotivi appajono di» stintissimi, ed è la specie che più li offre, simili a quelli de’ serpenti, siccome li descrive il Corti. In questa siccome di più facile ritrovamento è istituito moltissime osservazioni, e mi sono accertato del modo , onde si moltiplicano cotali esseri, vale a dire per se- parazione de’ filamenti in più parti, siccome ne àn rivelato il Corti ed altri. È tenacissima della vita . Sovente l’ò raccolta sul suolo dopo molti giorni , che non era caduta pioggia, e però ristretta in membrana aridissima' e fragile . O’ fatto pure seccare delle ciocche per più giorni al sole cocente. E immerse in seguito nell’acqua, appena lo strato erasi rammollito , e tosto i filamenti si disponevano a stella, e prendevano a muoversi . La quarta di tutte la più piccola parmi certo 1’ O0- scillaria alba tav. 15. fig. 11. del Vaucher. I suoi filamenti sono trasparentissimi e senza visibili anelli . Essa mi è comparsa tre volte sulle Conferve acquajole serbate per qualche giorno ne’ vasi onde studiarle . 40 Forma sovr’ esse un velo bianco a luogo a Îuogo più fitto. I suoi movimenti laterali sono lentissimi,. nè m'è avvenuto vedere quelli di locomozione . La quinta finalmente sembrami l’ Oscillatoria pa- rietina del Vaucher tav. 15. fig. 8. È della grandezza della prima con anelli distintissimi, larghi la metà più che lunghi. Ambedue le estremità sono rotonde , non però terminate da globetto, come asserisce il Vaucher della sua. Forma ampie macchie d’un. verde cupo sulle pareti dei condotti d’acqua, e l’ò rinvenuta in- oltre sulle ruote dei molini appo Verona, massime in quelli lungo la via d’ Avesa. I suoi movimenti oscil- latorj e locomotivi si manifestarono chiarissimamente . Dopo aver esaminato le nostre Oscillarie al miero= scopio composto, ed esserci assieurati della spontaneità de’ loro movimenti, abbiam voluto sottoporne aleune all’azione del microscopio solare . Nè vi so dire quan- to fosse il nostro diletto nel vedere cotali esseri mi- nutissimi muoversi come tanti serpentelli per diversi lati, quale con maggiore quale con minore lentezza (*). Appresso piacquene cimentare le Oscillarie in varie fog- gie, esponendole all’azione del caldo, del freddo , e dei varj liquori. Però non ne avvenne scorgere la dif- ferenza di celerità ne’ movimenti notata dal Corti. Uguale era la lentezza tanto nell’acqua a pochi gra- di sopra zero , come nella riscaldata oltre trenta. Lo stesso occorrea quando si tuffavano in varj liquori come nell’ aceto , nell’aleool, nell’orina : solo dopo al- (**) Questa osservazione fu ripetuta parecchie volte collo stesso. lieto successo nella scuola di Fisica di Verona: alla presenza del mio illustre amico Prof. Giuseppe Zamboni, e di rutti gli allievi. 4i quanti momenti cessava ogni movimento, indizio della virtù ledente di cotali liquori. Jl fenomeno per noi rinvenuto vero è la sensibilità delle Oscillarie all’ a- zione della luce. Allogavansi delle ciocchette di Oscil- larie in un recipiente ricoperto di carta nera alla quale faceasi da un lato un forellino, onde penetrasse la luce, e vedeansi indi a poche ore tutti i filamenti sparsi per l’acqua del recipiente ammassati verso il torellino. Rivolgevasi allora il vaso in modo, che il pertugio rimanesse dal lato opposto, e poco tempo dopo scorgevansi le Oscillarie affollate verso il lato il» luminato . Da tutte queste osservazioni pertanto, ma particolarmente dal movimento di locomozione noi ab- biam conchiuso essere le Oscillarie da ascrivere vera- mente al regno animale . L’analogia che regna infra le Oscillarie e le Linchie ne indusse a considerare queste pure particolarmente, e a conoscere le loro abitudini. Constano le Linchie, com’è noto, d’ una membranella piena d’ una sostanza gelatinosa, nella quale nuotano molti sottili filamenti moniliformi. Cotale membrana a certa età si fende, e i filamenti racchiusi si separano in tanti globetti, ciascuno dei quali moltiplica la specie. Dalle quali cose si trae, che la maggior differenza, che avvi tra le Oscillarie e le Linchie -è la membrana, che serve loro d’inviluppo, perocchè la gelatina delle Linchie viene rappresentata nelle Oscillarie della materia on- tuosa , che loro serve di letto, Due Linchie noi ab- biam preso a considerare primamente in questi luo- ghi, la comune o Nostoc ( Tremella Nostoc Linn. ), che a noi occorrea in copia ne’ viali del giardino e sul vicino pratello in riva al Lago, ove escivamo a 42 diporto , e la Linchia verrucosa ( Tremella verrucos, Linn.) rinvenuta appiccata ai sassi del fondo d’un ruscello. Distinguesi questa dalla Nostoc perchè più soda , non pieghettata, ma tondeggiante e bernocco- luta, e inoltre è sempre applicata ai sassi o alle zolle e non mai libera. I filamenti poi della verrucosa non sono sì chiaramente moniliformi come quelli della co- mune. A noi caleva più che altro conoscere i movi- menti, onde al dire del Vaucher sono forniti i fila- menti. Due ne osservò egli nelle Linchie: uno con- sisteva in una repentina contrazione sui lati, ed era rarissimo, e avvenia solo quando agitavasi l’acqua ; 1’ altro di locomozione ma lentissimo , sì ch’era bisogno onde avvedersene osservare attentissimamente la po- sizione de’ filamenti infra loro . Aggiunge poi, che il momento più propizio onde ?îscorgere tal movimento è quando la membrana sta per ischiudersi, e la ge- latina è più liquida. Abbiamo tolto a osservare primamente la Linchia comune, ma non siamo riusciti a vedere alcun mo- vimento ad onta d’ogni mezzo posto in opera, e agi- tazione, e liquori acri, e il calore. Più avventurati fum- mo nell'esame della Linchia verrucosa, che abbiam rinvenuta nelle sue diverse età. Abbiam veduto più e più volte separarsi sotto i nostri occhi i filamenti in globetti, pria l’ ultimo, e a mano a mano gli altri; talora però disfeasi a un tratto tutto il filamento in globetti, massime quando l'individuo era adulto per- fetto. Ma onde’ avvederci de’ loro movimenti dopo molti inutili tentativi fammo astretti a ricorrere all’ ar= tificio, suggerito dal Vaucher, di disegnare sopra un pezzo di carta la disposizione rispettiva dei filamenti 43 nella propria gelatina, e osservarla ivì a qualche tem- po. Abbiam ripetuto gli sperimenti per ben dodici volte, valendoci delle Linchie allo stato di maturazio= ne, e da essi ne parve di poter asserire , che i filamenti della Linchia sono dotati di un movimento, benchè sovrammodo lento , di locomozione ; conciossiachè il più delle volte abbiam rinvenuto la loro posizione assai cambiata, quali essendosi avvicinati, quali allontanati, Ma voi certamente sarete compreso dalla meraviglia all’udire ascrivere alle Linchie una sostanza, che dal pien consenso de’ Botanici è annoverata fra? Lichenì . È questo il Collema pulposum dell’ Acharius (Liche- nogr. p. 632.) o Zichen pulposus del Bernhardi, co= munissimo sui sassi di monte Baldo, sulle sponde del Benaco, e su tutti i colli del Veronese e delle vicine provincie. Varia egli senza modo, ora vestendo una forma più propria di Linchia , crespa o lobata, il più senza vestigia di apotecj, ed è il Zichen crispus di Linneo, ora venendo come granuloso, ora coprendosi nel centro di apotecj di color rossiccio, e ammuc- chiati, qualità proprie del Collema polposo . Alcune di tali varietà è a voi più d’una volta spedite . Con- tuttociò noi abbiam in esse riconosciuti 1 caratteri del- le Linchie. Imperocchè non solo nella sostanza pol» posa costituente il corpo o tallo, e negli apotecj o organi che mentiscono la fruttificazione, abbiamo sco- perto un’infinità di esilissimi filamenti moniliformi , che si separavano in globetti sotto i nostri occhi; ma ciò ch’è più, avendo posto in opera l’artificio di che vi è detto favellando della Linchia verrucosa ; ci siam più d’ una fiata avveduti d’un cambiamento di luogo de’ filamenti fra loro. 44 Una pianta singolare della famiglia delle Alghe ab- biam discoperta nell’acque placide dei seni massime nell'Isola dei Frati e a Sermione. Mi soccorre di a- verla anco rinvenuta , or volge il quarto ‘anno, nei fossi delle risaje di Villimpenta presso il forte d’Atti= la. Sta essa appiccata per la parte inferiore ‘alle foglie della Vallisneria , delle Carici, dei Scirpi e d’altre er- be palustri; e dove ne venga staccata galleggia alla. soprafiaccia dell’acqua. La sua consistenza è gelati- nosa , e sl spappola di leggieri fra le dita; il colore giallognolo . È tubulosa e tortnosamente ravvolta quasi a modo di budello. La sua figura s’avvicina alla co nica, da acuta e sottile all’estremità inferiore a mano a mano dilatandosi verso l'apice, ch’è assai ottuso 0 ben anco globoso . Osservato un brano di essa a mi- croscopio presenta due membrane esilissime e traspa= renti senza visibile organizzazione, le quali racchiu= dono una gelatina, entro cui nuota un’ infinità di filamenti. Cotali filamenti sono alquanto più lunghi di quelli della Linchia Nostoc , ma non moniliformi. Sono più grossi a un’estremità, e conservato nell’ ac- qua per alquanto tempo qualche pezzo staccato , e osservato a microscopio ò veduto la più parte de?’ fila- menti disporsi a stella nei contorni dei pezzi, coll’e- stremità più grossa rivolta internamente e coll’ apice sporgente fuori della gelatina. I filamenti sparsi nel centro dei pezzi aveano varie direzioni, e alcuni ap- pariano anche incurvati. Una tale disposizione simile a quella delle Oscillarie mi à fatto sospettare della loro natura animale, ma non sono riescito a scorgere verun movimento. Solo mi è avvenuto vedere Ja se- parazione della estremità più grossa dei filamenti sotto 45 forma globosa. Dal che sono indotto a conchiudere per analogia, questo essere il loro modo di moltipli= carsi, tuttochè l’osservazione ciò non m’abbia rive= lato. Però a qual genere vorrem noi riferire un tal essere? Non alle Linchie chè i filamenti non sono moniliformi, nè alle Conferve, nè alle Oscillarie per la figura, per l’indumento e per la mancanza di movimento , nè ai Batracospermi, nè alle Rivularie , nè alle Ulye, nè alle Tremelle, nè tampoco ai Fuchi per la forma propria, per la presenza e figura de’ fi- lamenti, e per la natnra del tegumento . Io frattanto lo classificherò infra le Ulve Linneane chiamandolo Ulva trottoliforme, e ne pubblicherò a suo tempo la fisura insieme all’altre nuove piante veronesi. —Ulva turbinata : fronde tubulosa , turbinato-subca- pitata, simplici, anfractuoso-sinuosa, lutescente . Miki. In aquis circa oryzeta lente fluentibus prope Villim- penta pagum Quintili, inque sinibus Benaci presertim Insulae dei Frati nuncupate, atque Sirmionis Sextili mense mihi obvia fuit, Vallisnerie, Sparganit, Thy- pharum , Scirporum, aliarumque palustrium foliis affixa . Non dirò più , che ben m’avveggo essere trascorso oltre assai col ragionare, nè vorrei avervi recato noja. Monte Baldo fia subbietto d’ un’ altra lettera . Io vivo nella vostra amicizia . Di Verona alli 20 Luglio .... Ja STIRO AO, inizio n ara Gi RO mi vl: stra "li dari atverciraslano i at bllontetia niro tab Be dti all Vasg: Trdrrabhor do otto ez aaa LRICLI AR driicamanatto al sh Cata è TI align: cinmesone ni tati odolirinri sn: difaraital ci ‘fr: sti i + rito 9 Meta peptica di, ‘otiaziogat ifobenm sdlafizarzia louneridile sohtfe salen pers: i (1 odinotr ana 0 Gnosbiiciditsomia sa cd | Gas Sg + fanusnor sinaig doge: bia viagra ì i nocim=@gcivirsi cai sche tico y ATTRITI SETTI LO PRE VO (Gansrgtentanertoa iaia ode ne «intra rta; Air Baarretinia: organi. siti *'ibataod alitotai bop aria È a Vol Uli: tab 91 5 sii brina nrancilio 8 458 asma Prede, ‘siga filati stipinsaità: tot cigno Ag SETTE Spano tnt ptt sei "tr sia AGBIOMANTA IN IR: otigaraa ‘na Frari EROESI | si nr i isa tan dif grat DAG dali “eda has ttti "do rec è duattà, rg aa i SI by scuse cali 47 ALLO STESSO. Lettera II.da sul monte Baldo a alcuni giorni adunque di dimora a Bardoli- no, come vi dicea, c’'incaminammo a monte Baldo ; e fummo pria di tutto a Caprino, villaggio fabbricato alle di lui falde meridionali. È posto monte Baldo alle fauci dell’ alpi, che l’Italia dividono dalla Ger- mania, a venti miglia a ponente di Verona. L’Adige ne bagna le radici a levante, il Benaco a occidente , a settentrione à l’Alpi Retiche, cui si congiunge per la valle Lagarina, e declina dolcemente a mezzodì sino a S. Vigilio e Caprino . Stendesi l’alt'o suo dorso da settentrione verso austro, e s’estolle sino all’ al tezza di 2228 metri, ed à di lunghezza trenta miglia, di larghezza undici. Jl suo fianco orientale è erto e inaccessibile, quello d’occidente parte è selvoso , parte si stende in ampie valli e dolci pendici. Le più umili cime sono tutte erbose , le altissime sono ignude balze ed aspri dirupi. Ma che veduta da que’ luoghi! Scor- giamo a settentrione scender dall’ Alpi del Tirolo pre- cipitoso l’ Adige. Roveredo ne si para in distanza; la sottoposta valle amenissima è cospersa di borghi e villaggi; le Alpi Retiche col vertice mai sempre nevoso disposte ad anfiteatro chiudono la prospettiva . Deli- ziose colline appariscono a levante, che soavemente declinano in fertili valli, e l’ Adige frettoloso , che ser- 48 peggiando penetra in Verona, che fa di sè bella mo- stra; e quando sia cielo serenissimo spingesi la veduta al monti Berici, agli Euganei, al mare. A mezzo gior- no eccoci la vasta pianura dall’ Alpi all’ Appennino, e le Città si discoprono, e i borghi, e scorrer vedesi il Mincio e il Po. Ma tutto vince la veduta di ponente, poichè tutto vince la bellezza del Lago. Vedesi dal piè del monte, che n’è bagnato, estendersi il mobil piano dell’acque cerulee ; e le rupi di fronte, e i verdi colli delle sponde, ei giardini, e i villaggi, e le iso- lette , e le navi scorrenti sull’ondeggiante superficie son tale incanto, la cui dolcezza non si può con pa= role esprimere. Venite, amico, venite sul giogo di Baldo. Meraviglioso soprammodo è lo spettacolo , che qui offre la natura alla vostr’anima sensibile! Nè men caro vi riescirà monte Baldo per sè stesso . Imperocchè e vi rallegreranno da un lato amplissime praterie, tutte di variopinti fiori seminate , onde olez= zo soavissimo si diffonde all’intorno, e v°empieranno dall’ altro 1’ anima di sublimità le folte selve mae- stose, venerabili per Faggi antichi, per Larici, per Pini e per Abeti altissimi; e qui son pendici amene cosparse di capanne, e veggonsi gli armenti pascolar tranquilli, mentre il pastore all’ ombra fa eccheggiar le balze della sua zampogna; e là asprissimi dirupi ap- pariscono, e roccie precipitevoli, e valli squallide pre- fondissime , ove la natura regna solitaria e minaccio- sa. Nè mancan torrenti, che precipitano dalle rupi, ruscelli di dolci acque, che van rigando con lento corso il seno di amene vallette, e fonti gelidissimi circondati da salvatici alberi. Nulla poi è a dire della serenità del cielo e dell’aria saluberrima che vi sì 49 spira; perchè miente avanza il bello azzurro di quello, niente la leggerezza, l’ elasticità di questa, sicchè par ne infonda altra vita . E da tutte queste cose beveva io appunto una dol- cezza infinita, seduto sull’erbosa vetta di Baldo, che soavemente oliva; quando piacque alla mia ventura offrirmi nno spettacolo spaventoso e sublime . Limpido era il cielo sull’alto giogo, taceva ogni vento, ed ecco sui fianchi del monte adunarsi nembi, mugghia orribilmente il tuono , guizza la folgore sotto a’ miei piedi, il lago è coperto di caligine , e s’ eleva in monti e si profonda in voragini. Odo intanto da altro lato il fragore e lo scroscio della grandine, e il rovinio de’ torrenti, che fan fuggire armenti e pastori. La tempesta infuriò alcun tempo, ma de’ venti lottatori vince quel di ponente, e disperso è ogni nembo, e la valle e di nuovo illuminata, e 1’ onde del lago tingonsi novellamente di cilestro ; tutto è calma, è riso. E il sole che da ponente lanciava i suoi raggi uno spettacolo meroviglioso mi offerse : un arco bel- lissimo, non già qual sogliamo comunemente rimi- rarlo, ma sotto forma di settemplice circolo apparve in cielo. Ma venendo ora a ciò che risguarda particolarmente il naturalista, e intendendo io dirvi anzi tutto alcuna cosa intorno alla costruzione di monte Baldo , non pos- so non comprendere nella disamina anco gli altri monti Veronesi , ciò richiedendo 1’ analogia di questi con quello. I monti Veronesi sono diramazioni dell’ Alpi Retiche primitive poste nel centro del Tirolo , le quali a mano a mano declinando s’ appianano negli ame= D, 50 nissimi colli vestiti d’ olivi, di viti, e d’alberi frut- tiferi, alle cui falde è fabbricata Verona (*). (*) L’ estensione della provincia Veronese dal nord al sud, ossia da monte Pertica ad Ostiglia sul Po è di miglia nuove di mille metri ciascuno, ossia chilometri numero settanta , cor- rispondenti a incirca quarantadue miglia geografiche italiane: l’ estensione dall’ovest all’ est cioè da Sermione a Montebello e di chilometri sessanta, o miglia geografiche incirca trenta- quattro. La superficie quadrata è di tornature trecento qua- rantacinque, © incirca mille ottocento cinquanta miglia geo- grafiche. Quasi la metà di questa provincia a settentrione è montuosa: segue poscia l’alta pianora, la quale a mano a ma- no abbassandosi termina nelle paludi verso il Po. Varj fiumi poi scorrono per essa, l’ Adige, il Mincio, e i fiumicelli Tar- taro, Molinella, Menago, Bussè, Tregnone, Fibbio, oltre i torrenti Fumane, Lavagno, Tromegna, Hiasi, Alpone, Chiam- po ed altri minori. Verona capitale della provincia giace alla distanza d’incirca sessanta miglia dall’ Adriatico, al 28.° 40' 39° di longitudine, e al 45. 26. 9.” di latitudine. I confini da me stabiliti della provincia nostra non sono quelli che è di presente, o che ebbe nelle epoche passate, i quali ora si restrinsero ora si ampliarono col variare de’ governi. Io è a- mato prendere dei punti fissi che mi parvero i limiti naturali, e li ò seguiti anche nella sposizione della fora veronese, che omai è giunta a suo termine. Jo qui aggiungerò le distanze verticali dalla superficie del- l'Adriatico tanto di Verona, che di molti altri luoghi massime montuosi della provincia, e di alcuni delle prossime pro- vincie. Cotali distanze furono rilevate dalle osservazioni baro- metriche calcolate secondo il metodo di Biot. Molte di que- ste le è istituite insieme al valente mineralogo, mio dolcissi- mo amico e collega ne’ viaggi montaneschi il Conte Ignazio Bevilacqua Lazise. Noi abbiamo stabilito col celebre Oriani l'altezza media del barometro al livello dell’ Adriatico pollici 28. 2,55, eguale a 0.7 763137 del barometro centigrado, colla temperatura media di + ro .74 di Reaumur, eguale a #e13.° 43 del termometro centigrado. E abbiamo preso per punto fisso in Verona la sommità dell’idrometro costrutto in pietra sul- l’ Adige allo sbocco del rastrello di ferro presso la inaddietro Chiesa di S. Salvar Corte-regia, al punto ove sono segnati i piedi verouesi 14. Dalle osservazioni eseguite pel corso di 26 anni in Verona per ordine dell’ Accademia d’ Agricoltura, Com- mercio, ed Arti, cioè dal‘1788 al'1796 dall’-Asironomo Ca- gnoli, e dal 1798 al 1814 dall’ Ab. Fommaselli risulta 1 altezza media del barometro riportata alla sommità dell’ idrometro SI Spaziose valli scavate dai torrenti tagliano da set- tentrione a mezzodì questi monti, delle quali le prin- ———_——————___—__—__———————————————————————— — —»>—_*"# —"—r_- _ __ttm00_0Q@Q« ee re” »? stesso pollici 27. 11, #9 nguale a 0,7 756752 del barometro | centigrado, e la temperatura media a + 10.° 7468 di Reau- amur, eguale a + 13.° 43 del centigrado. E però la distanza di detta sommità dall’ Adriatico è di metri — — 70. 500 | Pelo dell’acqua ordinaria dell’Adige in Verona sta- bilito a piedi quattro dell’idrometro stesso , cioè metri 3. 429 sotto la di lui sommità — (67. 071 | Ospedaletto in valle Pulicella. Casa Butturini a piano terreno — — — — — — — — — 130. 49 Dolcè. Osteria delle due Torri, piano terreno — 127. 23 Lrentino. Osteria, piano terreno —"— — — — 209. 30 Avio. Osteria in faccia alla Chiesa parrocchiale , piano terreno ; — — — — — — — 15r. 33 Mori. Osteria in piazza, piano terreno — — — 202. 49 Garda. Livello dell’ acqua dei Lago — — — 77. 82 Pesena. Casa Fontana, piano terreno —— -— — 295. Si Caprino. Osteria - — — — — — — — 279. 05 Monte Baldo. Santuario della Corona, limitare della Chiesa — — — — — — — — — 776. So Monte Croce sopra la Corona, al luogo più eminente ove appariscono mate- rie vulcaniche — — — — — 1005. 95 —— —— La Ferrara. Osteria dei Dossi sopra la Chiesa - — — — — — — 909. 00 —— -—t_— Valle Ortigara. Alla Chiesa — — 1439. 6a —— -—— Fontana di Navole, una delle più ele- vate di monte Baldo - — — — 1675. 56 —— —— Vetta di Costa bella, che confina alla valle delle Buse — — — — — 2044. 87 —— -—— Cima più meridionale di Monte mag- giore, confinante alla valle delle pie- tre, cui credo quella che lo Stern- berg chiama Costa bella — -— — 2068. 80 —— —— La stessa, secondo Sternberg — — 2062. 81 —— —— Monte maggiore. Vetta detta Colma di Sascaga, la più elevata di monte Baldo — —[{ Secondo il Manuel topographiqgue Mi- litaire — — — 2129. Secondo Sternberg - 2228. 40 —— —— Cima di valle Finestra, secondo Stern- berg — — — — — — — 2150. 76 —— —— Campione, all’Osteria - — — — 1382. 12 52 cipali sono le valli dell’ Adige e Lagarina, che dipar- tono monte Baldo dagli altri monti Veronesi, e lungo Monte Baldo. Acque-negre, al luogo ove sono i testa- cei presi ncì tufo vulcanico — — 1375. 32 —— —t— Piano delia Cenere, all’ Osteria — — 1000. 00 —— —— Miniere di Terra verde, presso la valle de’ Suppiadori — -+— — — — 1218. 52 — = —— Monte Alussimo — — — — — 2117. 99 —— —— Lo stesso secondo Sternberg — — 20054. 28 —— —— Monte Campo dello stesso Altissimo, ai più elevati indizj di sosianze valca- niche — — — — —.— — 1591. 09 —— —— Brentonico. Casa Ballisti — — .— 689. 72 —— —— Castion di Mori. Casa Banedeiti - — 546. 63 —— —— Tierno, luogo delle Mesotipi e del Li- tantrace — — — — — — 320. 92 Grezzana, all’ Osteria -- — — — — — — 149. 07 Monti Lessini. Chiesa nuova, iimite della porta della Chiesa — — — -— — 1068. 8$> —— —— Scandole — —. — — — — 1120. 79 —— ——. Moutagna dei Pezzi sopra le Scandole, ove appariscono materie vulcaniche - 1380. 48 —— —— Monte Tomba, sommità, incirca — 1868. 15 Ronca, all’ Osteria — — — — —.,—— — 5$6. 24 Monte Calvarina, alla valle di Roncà. Sommità del capitello _— — — — 699. 00 S. Gio. Ilarione, alla valle di Roncà. Casa Balzi Salvioni, mezzo miglio a meriggio della villa, nella sala terrena — — — 162. 72 —— —— Prismi basaltini alle case Panarot- U — — — — — — — — 258. 18 —— -—— Case Scarmana sulla via di Vestena — 386. 4o Bolca. Villaggio all’ Osteria Camponogara — — — 827. 50 —— Cava degli Ittioliti detta la Pesciaja Maffei — 597. 12 —— Suo vertice detto la Purga = — — — — 946. 42 Schio. Limitare dell’ Osteria Gaole presso la piazza - 197.. 19 Monte Sumano. Punta dell’Idolo — #— — — 1288. 18 ———m-—— La stessa secondo Sternberg — — 1278. $9 —— —— La stessa secondo Marzari-Pencati — 1250. 95 —— —— La stessa secondo Chiminello (Journal A de physique XII pag. 497) — — 1208. 72 —— —— Pra de’ Pradazzi tra S. Orzo e Piove- ne secondo Zanolli — — — — 199. 17 «= —— Punta della cima dei Pra de’ Frati, se- condo Marzari — = — — — 12183. 53 | 53 le quali scorre la via di Germania e scende il fiume; le valli Pulicella e Pantena, l’una a destra Valtra a sinistra della città, e la valle d’ Illasi quindi, e la famosa di Roncà di tutte la più orientale. Si con- giungono essi da oriente co’ monti Vicentini, a occi» dente il Lago di Garda li separa dai monti Bresciani . Negli antichi tempi era l’alveo dell’Adige differente da quello che scorgesi a dì nostri, e assai più alto : vnolsi anche che la valle Lagarina fosse allagata dalle Monte Sumano. Casa Borghero, alle falde del mon- te, secondo lo stesso — — — 5dod. 09 —— —— Caselle di Roagna, le più alte case del monte, lo stesso — — — — 584.72 —— —t— Pra minore, secondo lo stesso — —. 878. n3 —— —— Prima punta dei Pra Gerini — — 1086. 44 —— —— Cima della valle della Crosetta — — 1151. 62 sm __T_ Al Convento — — — — — — 1186. 35 —— —— Capitello deila Costa di Marco - — 1118. 67 —— —— Casara dei Zanini -- — — — -— 1097. 54 —— —— Pozza di Mar di Faggia — — — 1012. 67 —— —— Capitello di mezzo — — — — 971. 4o ——— —— Punta in cima del Costone di Piovene, sotto i Pra di Bovolco — — — 702. 54 —— —— Al piede della costa di Priazza - — 521. 34 S. Orzo . Casa Marzari, secondo lo stesso — — 351. 24 Tiene. Principio del paese verso Vicenza, secondo lo stesso — — — — — — — 277. ti D . r . Ù Osteria nuova, tra Vicenza e Tiene, secondo lo stesso - 218. 38 Vicenza. Base della Torre maggiore in piazza, se- condo Herrisseh — —P —- F— — 160. co Monte Novegno presso Schio, secondo lo stesso — 2006. Monte Toro, secondo lo stesso — — —° — 2122. Monte Portule, nei sette Comuni, secondo lo stesso - 2060. Monte Verena, nei sette Comuni, secondo lo stesso - 1820. Monte Mandriolo nei sette Comuni , secondo lo stesso 1960. Monte Toraro, secondo lo stesso — — — — 1820. Monte Coste basse nel Vicentino = — — — 2060. Monte Pasubio nel Vicentino — — — — — 1760. Monte Croce. nel confine del Tirolo - — — — 2520. Monte Venda il più elevato dei colli Euganei , se- condo Strange — -— — — — 4gr. 15 secondo Sternberg — — — — 555. Sa e ina 54 sue acque. Discorrea esso fra le falde di monte Bal- do e monte Bibalo , che era continuazione del monte Pastello, e sboccava per la valle di Caprino. I Ro-, mani furono quelli, che spaccate le rupi della Chiusa dischiusero la strada di Germania e un nuovo letto al fiume. Del che indubitata prova ne porge la di- rezione della vetta dei monti Bibalo e Pastello, e più la giacitura degli strati dei monti della Chiusa, che tagliati quasi a piombo costituiscono le due sponde dell Adige, e che si osservano dovunque corrispon- denti. Il più elevato di questi monti è il Baldo, seguono poscia il Pertica di poco minore o forse di eguale al- tezza, quindi Campebruno , Tomba, Zevola, Gramu- lone, Alba e Bolca, i quali tutti costituiscono a set- tentrione la catena di confine della nostra provincia col Tirolo. Le loro vette son per quasi due terzi del- l’anno coperte di neve, ed offrono croste scarme e frastagliate, punte acute, rupi orride ed ignude , caratteri che distinguono questa fatta di rocce . Qual- che macchia di Mughi ( Pinus Pumilio W.) e d° al- cun altro nano arboscello scorgesi a stento sui loro fianchi. Di pascoli e di prati feraci sono coperti la più parte de’ monti meno elevati, e in ispecie i Les- sini. Le maestose selve di Larici, di Pini, di Abeti, e di Faggi, che un tempo li vestivano, furono a questi ultimi secoli quasi al tutto divelte; sorgente fatale dell’ incostanza del nostro clima , dello straripamento de’ fiumi, e d’altri danni gravissimi! La massa che compone questi monti non meno che la rimanente catena, che circoscrive la pianura Veneta a settentrione, consta di calcare secondaria in istrati DO più o meno orizzontali, di colore il più grigio sudicio , o perlino, 0 bianchiccio, 0 talora d’ un rosso langui- do, di frattura affatto terrea , imperfettamente concoi- de, opaca e senza lucentezza . Gli strati calcari rac- chiudono filetti e vene spatiche , frequenti straterelli di creta, di marna, di argilla, di focaja, di silice , di quarzo, e sono zeppi d’ infinite maniere di corpi organici vegetabili e animali specialmente marini pe- trificati, ora confusi e ammonticchiati, ora disposti quasi in famiglie, come rami, foglie , frutti di diverse piante (a Grezzana, a Bolca), serpenti, chiocciole , turbini, bucini, ostriche di' maravigliosa grandezza ( Roncà, Brentonico, Bolca ), madrepore, astroiti , spine d’echini , raggi di stelle marine, nummali o discoliti di moltissime specie, noccioli di anomie, e particolarmente di corni d’ammone di numero e va- rietà grandi sopra ogni credere . Però i petrefatti che vogliono particolare ricordanza sono gl’ innumerabili ittioliti di monte Bolca. All’ altezza di seicento metri dal mare entro strati irregolarmente inclinati di schisto marno-bituminoso , alternanti colla calcare amorfa rin- vengonsi tronchi di varj alberi, felci, ed altre erbe di diversi climi massime marine improntate sullo schi- sto, e penne d’augelli, e scheletri di crostacei , di serpenti, d’insetti, ma particolarmente di pesci . I più di cotali pesci giacciono in una posizione tran- quilla colle loro parti più delicate ossee € cartilagi- nose al tutto conservate e penetrate da cristallizzazio- nì calcaree o anche piritose. Le disamine intraprese dai naturalisti ànno rivelato appartenere altri ad esseri tuttora viventi nell’acque salse e nelle dolci dei climi nostri e dei lontani, ed altri molti essere per anco 56 “= sconosciuti. Oltre quelli già descritti ed incisi nell’in= signe Ittiolitologia Veronese avvene moltissimi recen- temente scoperti, che adornano i gabinetti dei Signori Gazzola, Castellini e d’ altri naturalisti, e il loro nu- mero va tuttodì crescendo. Agli ittioliti voglionsi aggiungere le osteoliti scoperte nei monti di Valmenara presso Grezzana, e quelle rinvenute nella breccia calcare di una grotta al Cerè presso Alfaedo, e sovrattutto le smisurate zane e le ossa di elefanti disotterrate al Serbaro presso Ro- magnano, corn quelle di cervi e d°’ altri quadrupe- di dell’ ordine delle fiere e de’ ruminanti, coperte da un terriccio untuoso, e penetrate da uno spato calcare. Ma tornando alla roccia calcare dico , clie avvi di- versi luoghi dei monti nostri, ne’ quali essa acquista un granito» più fino e più duro, riceve pulimento, e costituisce i pregevoli marmi, de’ quali è ricca la pro- vincia veronese. Vi è già fatto cenno dei leggiadri marmi di Torri. Bellissimi pur sono il giallo-rosso fosforeggiante di Brentonico , il rosso venato di S. Am- brogio , il marmo lumachella di S. Vitale, ch'è a fon- do rosso variegato dalle osteoliti bianche, e la luma= chella opalizzante fosforica del monte Pernise presso Lugo (*). Però a mano a mano che ci eleviamo e c'in- terniamo ne’ monti la calcare si dispone in istrati meno regolari e diversàmente inclinati . Scompariscono gli strati di silice e di focaja, e più rare sono le petrifi= cazioni. Molte cime di monte Baldo come Costabella , rr _ 11‘ 1’’_—_ ’ eoeue@ouorTTéemcm@m‘EE-.EÈ-PL ll . (*) Si annoverano oltre 70 specie di marmi veronesi, de’ quali però la metà si rinvengono soltanto erratici. 2 a valle Finestra, bocca di Navene, Altissimo, sono for» mate di calcare ora squamosa e lucente, ora a grano finissimo che passa in oolite a globetti più o meno minuti, più o meno pronunciati. Fra le varietà di calce carbonata de’ nostri monti due meritano parti» colare menzione : una è la Calcare in bastoni affastel- lati, o Calcare bastonite comunemente detta madrepo- rite. Noi ne abbiamo rinvenuto un gran masso erratico a manca della strada che dal Campedello scorge al Cambrigaro presso la Ferrara di monte Baldo, stac- cato forse dall’alta pendice, e colà precipitato dal vicino torrente ; l’altra è quella bella varietà di ba- stonite non rara in monte Viale e in altri luoghi del Vicentino , la quale chiamano tartuffite perchè per- cossa col martello manda odore di tartuffo. Trovasi questa presso Castagnè . Le spelonche che soglionsi aprire ne’ monti calcari, non mancano a noi pure, come al Ponte di Veja, al Covolo di Velo, al Pralungo sotto i’ Ortigara in monte Baldo, e altrove. Niuna però merita particolare men- zione, laddove non vogliansi eccettuare quelle del Co- volo di Velo, ove è fama, che siensi rinvenute delle ossa di orso. Rammenteremo piuttosto una curiosità singolarissima, che offresi nei monti oltre Lugo , detta il Ponte di Veja. All’ingresso d'una valle tutta cir- condata di dirupi calcari, che riempiono l’anima d’un dolce orrore, prolungasi un arco gigantesco d’ una regolarità ed armonia meravigliosa . Consta esso di strati di marmo variopinto. La sua grossezza è di me- tri 6, 84, la larghezza di 17, 10, sicchè porge co- modissimo varco dai due lati della valle. Però le due facciate non sono egualmente estese. Due scogli alti 50 metri 29, 4I sostengono a modo di pilastro 1’ arco orientale, che s’apre con una corda di 39 metri so- pra 21, 20 di saetta; nel mezzo avvi poi un frontale di metri 3, 42 di prominenza . La corda dell’ arco oc- cidentale , il quale è assai irregolare, ascende a metri 5a, 66. Due spelonche dischiudonsi ne’ suoi fianchi, una delle quali più ampia s’ addentra per lungo tratto nel monte. Un ameno ruscello, che lentamente mor- morando discorre sotto l’ arco precipita a pochi passi. dall’altezza d’oltre settanta metri, e il bordo della. cascaga sporge in un secondo arco di metri 19, 82 di corda sostenuto egualmente da due alti scogli, ove è scavata altra grotta meno estesa. Rispetto alla roccia primitiva, che serve di base ai monti Veronesi, essa non si discopre in veruna parte, ed è mestieri dedurla dall’esame de’ continui monti Vicentini, Bresciani, e Tirolesi. Le rocce che più comunemente si mostrano alla base sono lo schisto micaceo e l’argilloso, ai quali sovente è sovrapposta nn’ arenaria macigno, o una grauvachia costituita da un impasto di ciottoli di quarzo srossolani O minu- tissimi, ove predomina talora quasi al tutto il cemento argilloso misto a esilissime squamette di mica, costi- tuendo di tal guisa l’argilla schistosa. L’ unica roccia, che oltre la calcare meriti conside- razione sui monti Veronesi è quella intorno la quale pende tuttora somma controversia appo 1 naturalisti , massime fra quelli che non ànno viaggiato in Italia, se sia di origine acquea o del fuoco . Il trappo (trap- po stratiforme o secondario de’ Werneriani ) modifi+ cato in basalto, in vachia, in mandoloide, in tufo vulcanico e basaltino, o direm noi diverse fatte di lave 99 veggonsi apparire fra la calcare in moltissimi luoghi. Le falde settentrionali di monte Baldo constano in molta parte di tufo vulcanico e di vachia, e i villag- gi Castione , Besagno , Tierno, Brentonico sono pian- tati sovr' essi. Torna poscia ad apparire ora tufo vul- canico o basaltino, ora pozzolana, ora vachia, ora basalto amorfo a S. Valentino, a Pozza ferrera , ai Pianetti, in Campo sull’Altissimo , alle Scalette, ove continua lungo i fianchi del torrente Aviana, sui quali sono le cave di talco zografico. Il tufo vulcanico e la vachia sbuccan fuori di nuovo sulle coste dell’ Ar- tillon e dell’ Acque negre, alla Ferrara, alla Croce presso la Corona, e molti pezzi erratici di basalto a- morfo ò rinvenuto al Cerbiolo. Abbonda inoltre il trappo in valle dell’ Adige fino a Trento, e trappica è la base del monte Bondon, il quale costeggia l’ Adige a tra- montana di monte Baldo. Scopresi pure frequentissi- mo negli altri monti veronesi come in valle Pulicella ai dorsi di S. Fiorino presso Mazzurega , e a Marano, come pure a Monte Larzano sopra Avesa, in Valdone- ga presso Verona, a Lavagno , alla Croce presso Chiesa nuova, alle Scandole , alla Montagna dei pezzi sopra le Scandole, a Tinazzo, presso monte Zevola, presso Badia Calavena , alla Ghiazza, a S. Bartolommeo , al Progno, a Rovere di Velo, a Montebello, e basalto amorfo è il vertice di monte Tomba, basalto colonnare quello di Bolca alto dalla sopraffaccia del mare metri 946, 42. Dal che si scorge, che le rocce trappiche esistono ad ogni altezza de’ nostri monti , incomin- ciando dai cento metri all’ incirca dal livello del mare come in Valdonega, e a monte Larzano, ed elevan- dosi ai mille e seicento in Campo dell’ Altissimo di 60 monte Baldo , e a forse mille e novecento (1) in monte Tomba . | La vachia e il tufo sono sovente coperti dalla roc- cia calcare, e occorre ben anco l’alternativa ripetuta di strati calcari zeppi di petrificazioni con altri d’ argilla e di vachia , o di tufo vulcanico, che contengono pure corpi marini avviluppati entro al loro impasto come in valle di Roncà , e nella vicina valle di Trissino parti- colarmente a Montecchio. Alle Acque-negre e all’Ar_ tillon di monte Baldo ove la roccia costituente il fianco del monte consta di discoliti di molte fatte con petti- niti, echiniti, ed ostreiti impastati con un cemento marnoso-calcare, di eguale natura è pure il tufo vul- canico , ed evvi sovrapposta la calcare comune, che sull’alta vetta diventa oolitica . La vachia del veronese non è diversa da quella de” vicini monti. Di colore il più bruno o nericcio, talora bigio cinerino , o verdastro, di frattura terrea, opaca, (*) Dico forse mille e novecento, non osando asserirlo senza dubbiezza ad onta che n’ abbia eseguita la misura baro- metrica, perchè alcune bollicine d’aria penetrarono nel tubo in seguito a una violenta caduta. Tuttavolta le piante seguenti ch’ivi allignano mi fanno accorto, non guari rilevante esserne la differenza: Achillea Clavenna. Pedicularis rostrata . Anemone alpina. Phyteuma comosa. Arenaria striata. Pinus Pumilio . Athamanta cretensis. Primula carniolica. Cerastium latifolium. Rhododendron ferrugineum Cherleria sedoides. —-— hirsutum. Dryas octopetala. Salix reticulata Galinm baldense . o retusa . Geum montanum. Saxifraga mutata Juncus trifidus. -—-—— Ponea. Lychhis quadridentata . Tussilago discolor. Lycopodium Sclaginoides, Valeriana saxatilis - Ophrysalpina, Viola biflora. Paederota Bonarottia. 6r senza lucidezza; di durezza mediocre; talora fragile ; di odore argilloso, di struttura il più cellulosa a cel- lette vote, e intonacate di terra verde o piene di so- stanza d’altra natura costituendo la mandoloide, e talora affatto massiccia e compatta formando passaggio al basalto. Entrano fra i suoi componenti ‘ordinarj l’orniblenda comune e il feldispato, e talora l’augite @ pirossena , impastati da un cemento argillo-ferrugi= noso più o meno abbondante. I nuclei che riempiono le cellette della mandoloide ora sono calcare amorfa o spato calcare, o talco zografico, o quarzo, o calce- donio che talora fa passaggio al semiopalo come ne’ monti di Badia Calavena verso Bolca , o stilbite, o me- sotipe, o analcimo . Di peregrina bellezza sono le me- sotipi in grossi prismi quadrangolari, riuniti in fa- scetti disposti a ventaglio o a stella, di aspetto lim- pido vetroso o bianco , e talora farinoso, che si rin= vengono alle falde settentrionali di monte Baldo tra Tierno e Besagno al luogo detto pais. Sono esse di- sposte in filoncini qua e là nel tufo vulcanico semi- scomposto, ed evvi sovrapposto uno schisto bituminoso con vestigia di carbon fossile, forse continuazione di quello della prossima valle di Sorna. La mesotipe rin- viensi anche nel tufo della valle di Sam presso Ca- stione, come pure nella mandoloide e nel basalto dei monti di Lavagno, ma è assai meno pregevole . A Montecchio in valle di Trissino nelle fenditure della mandoloide ayvi bellissime cristallizzazioni di stron- ziana solfatica. Però un fenomeno ancor più singolare offre Monte Viale sul Vicentino. Rinvengonsi in esso corpi organizzati marini penetrati dalla stronziana sol- fatica, la quale ora li incrosta, e ricopre, ora li pe- 62 netra, e ne riempie i gusci in guisa che modellatasi sulla loro figura assume perfettamente la forma della conchiglia, che si è distrutta. Il celebre Ab. Fortis fu il primo a far cenno di cotali petrefatti; ma non essendo nota all’epoca in cui scriveva la stronziana, ebbe i suoi cristalli per ispato calcare. In seguito il Conte Marzari-Pencati valente mineralogo, eseguendo di commissione del Governo italiano una collezione di fossili per le università del Regno , fe’ conoscere l’ er- rore del Fortis. ll Sig. Castellini di Castei Gomberto fervido amatore di mineralogia vieppiù ne diffuse la conoscenza, oifrendo in dono ottimi esemplari a molti naturalisti. La vachia o è stratificata, o più sovente rinviensi in grandi masse ammonticchiate, o si conforma in palle di varia grandezza sferiche o schiacciate siccome alle Scalette in monte Baldo, a Tinazzo, presso Chiesa nuova , a Roverè di Velo nei monti Lessini, a Bolca, alla Calvarina in valle di Roncà, a Montecchio e Castel Gomberto in valle di Trissino. Le palle appa= jono formate di strati concentrici, e constano sovente di trasso o tufo basaltino, vale a dire di frantu- imi o ciottoli di basalto impastato da un cemen- to argilloso, come ò veduto alle Scalette e alla Croce in monte Baldo, e alla Calvarina, a Bolca, e a Mon- tecchio . Il basalto trovasi sempre prossimo o in continuazio+ ne della vachia e della mandoloide. È d’un colore nero grigio più o meno earico, opaco, senza lucen- tezza,’ più o meno duro, difticile a spezzarsi , di frat= tura ineguale scagliosa, come ferrea e ben anco con- coide. Fra i suoi componenti si distinguono |’orni= 63 blenda e l’olivina. Forma esso ora grandi masse in- formi come ne’ monti Baldo, Tomba, Lavagno (1), ora si conforma in colonne di bellezza meravigliosa. Ce- lebri in tutta Europa per la loro disposizione e rego- larità sono i basalti de’ Panarotti presso S. Gio. Ila- rione e d’altri Inoghi nella valle di Roncà, ove sono più o meno inclinati all’ orizzonte, quelli del vertice o purga di Bolca, e quelli della valle degli Stanghel- lini di Vestena, ove si scorgono perpendicolari. Co- tali prismi sono il più esagoni, talora pentagoni , qua- drangolari, e rare volte triangolari . Però vengono que- sti superati per la varietà e grandezza da quelli che mi vennero veduti a Trissino, ove esistono prismi di quattro sino a otto angoli, del diametro di mezzo me- tro , altri di settanta sopra cinquanta centimetri, al- tri di ottantadue metri sopra trentaquattro . A Trissino pure venne scoperto il basalto in tavole . Terre gialle e rosse stratificate irregolarmente esi- stono in varj luoghi de’ nostri monti, come alle falde di monte Baldo presso Pilcante, in Verona stessa, a Montorio, ad Avesa, a Marcellise, al Ponte di Veja, a S. Bartolommeo, le quali tutte forniscono alla pittura colori vivaci. Ma rinomate sono le miniere di terra verde o argilla veronese o talco zografico . Giacciono nella mandoloide e nella pozzolana della parte set- tentrionale di monte Baldo sul pendio d’ una profonda (1) Allorchè negli anni addietro progettatosi di ristabi- lire il famoso arco de’ Gavi si scoperse la base dell’ Arco e un pezzo d’antica strada romana, videsi ch’ era questa lastricata con ciottoli di basalto. Poichè i monti basaltini più prossimi a Verona sono que’ di Lavagno, è cosa al tutto verosimile, che da essi abbiano tratto i Romani il basalto occorrente. 64 valle intersecata dal torrente Aviana . Secondo l’ anali» si di Klaproth consta l’argilla veronese di Silice — —- — 53 Ossido di ferro — 28 IS) Magnesia — — Potassa — — 10 Acqua - — — 6 99 Secondo lo Sternberg e il Meyer contiene anche del Manganese. I filoni sono circondati da verde e da azzurro montano misti a piriti di ferro . In minor quan- tità si rinviene talco zografico anche presso Castione, e in monte Bolca, e a Lavagno. Il ferro e il manganese sono i soli metalli, che fi- nora vennero rinvenuti nella nostra provincia . Trovasi il manganese ossidato metalloide alle sette fontane presso Alcenago. Una miniera di ferro, di cui furono incominciate le escavazioni nello scorso secolo ed ora abbandonate per mancanza di co mbustibile , esiste in valle di Botte poco lungi da Brentonico, ed altra per la stessa ragione obbliata avvi alla Ferrara dello stes- so monte Baldo, ove si addittano tuttora le reliquie delle fucine poste sul torrente, le quali anticamente diedero il nome al villaggio . Vestigia di ferro ossidato lenticolare furono scoperte in monte maggiore, di Baldo, e ferro solforato trovasi abbondantemente sparso nella calcare dei colli. Fra i fossili della provincia rammenteremo innanzi tutto la calcare di Lavagno e di Mazzurega, che ser- ve a lastricare le strade di Verona, e che contiene minuti pezzi di quarzo costituendo di tal guisa un’ are= Ed 605 maria (*). Non è molto dissimile dalla così detta pie- tra forte onde si selciano le strade di Firenze , e che consta di squamette di mica, e granellini di quarzo . Altra arenaria stratificata bruna costituisce il letto del Litantrace della valle dei Prusti sulla sponda del tor- rente Illasi; e consta di mica, quarzo bruno, e fel- dispato con noccinoli di calcare bianca laminare. Le volte e i sotterranei delle fortificazioni di Verona sono a luogo a luogo coperte di soda sovente mista a por- zione di nitro. In un sotterraneo del Castello S.Felice fu rinvenuta abbondantissima e pura. E poichè il colle vicino , e il terrapieno constano di tufo marno-calcare zeppo di estreiti, pettiniti, echiniti, nummali, ed al- tri petrefatti marini, pensa il Cav. Lorgna ch’ essa pren- da origine dalla loro sostanza. A Valcaregna presso Castione nelle cave di marmo trovasi solfato di ma- gnesia erratico, e cave di solfato di soda esistevano altre volte a Roverè di Velo. Gesso inoltre estraesi a Torri, creta a Marcellise e a S. Floriano , e pietre fo- caje in copia grande al Cerro . | Avara non ci fu la natura anche di acque minerali , Vi ò già fatto menzione delle acque di Sermione . In valle di Botte in monte Baldo avvi un’ acqua minerale fredda , che meriterebbe un’analisi diligente. Manca pure un’esatta analisi d’ altra acqua minerale fredda, che zampilla presse Roverè di Velo a fianco d’un monte, la cui roccia principale sono la vachia e il tufo vulcanico con carbonato calcare e solfuro di ferro, Il _——=8——6————etiTi ez=z=—>——---—e_©—————_—e———————————__@@ (1) Chiamasi volgarmente masegna, nome che i Padovani danno a un porfido particolare che costituisce in molta pante gli Euganei, e che serve a lastricare le strade di Padova, € che per avventura è una lava . e 00 Sig. Bozza da cento libbre mediche ottenne una quan tità discreta di gas acido carbonico e di carbonato di calce, mezzo grano di solfuro alcalino, ed 8 I di os- sido di ferro. Una sorgente termale fu scoperta al cadere dello scorso secolo in valle Pulicella, al lato occidentale deli palazzo Roveretti, presso il villaggio Domejara, lunghesso la strada di Germania, a nove miglia da Verona. ll Conte Roveretti desiderando possedere una fonte presso il suo palazzo ebbe ricorso al Sig. Pennet, che viag- giava in Italia. Accondiscese questi di buon grado , e a lato al suo palazzo indicò una polla d’acqua pro- fonda metri 6r, 7246 ( piedi veronesi 180). Si scavò tosto il suolo nel luogo indicato sino alla profondità di metri 60, 50, ed ccco scaturire un’acqua calda, che si eleva all’ altezza di quattro metri. Qualche anno dopo venne ad asciugarsi affatto la sorgente, e. rimase asciutta per più mesi: e già trattavasi di sca- vare il pozzo ivi costruito per altri cinque piedi ( me- tri 1,7145), quando tornò di nuovo l’acqua qual prima, nè più scomparve. Giace tale sorgente a me riggio di un colle intieramente composto di calcare secondaria sparsa di echiniti e d’ammoriti, la quale a luogo a luogo riceve pulimento. Le più prossime vestigie di materie vulcaniche sono quelle poste so- pra Mazzurega a oltre due miglia in linea retta fra i monti . I vegetabili ch’ivi allignano sono quelli degli altri colli Veronesi. Il fondo d’onde zampilia la sor=. gente è elevato dalla superficie del mare metri 70, posta-la base del palazzo misurata barometricamente di metri 130. La temperatura dell’ acqua appena estratta dalla fonte è in ogni stagione di gradi 34 sopra lo 67 zero Reaumuriano, e il termometrografo del Bellani da me calato al fondo del fonte segnò gradi 35. La trasparenza, il colore, l’odore, il sapore sono egua- lissimi a que’ dell’acqua comune di sorgente. Il peso specifico ai 16 gradi sopra lo zero è più di mezzo cen- tesimo di quello dell’ acqua distillata , e all’ incirca eguale a quello dell’ acqua di varj pozzi di Verona . Conservata per più giorni nei recipienti alla tempera- tura di 16-18 gradi + o rimase trasparentissima, nò formò deposito veruno. Esposta al fuoco prese a bol- lire due minuti prima dell’acqua distillata . Io aveva deliberato istituirne un’esatta analisi, ma dal cimento d’induzione o analisi preliminare essen- domi avveduto della scarsezza e tenue quantità de’ principj che contiene, non ò posto cura a proseguirla con quello serupelo ch'era mestieri, onde precisarne indubitatamente la proporzione. Il risultamento degli sperimenti fu il seguente . Una porzione d’acqua lasciata raffreddare quindi fatta bollire per un quarto d’ora rimase trasparentis- sima, nè fece deposito veruno . Cimentata l’acqua nel= la fonte e appena estratta e raffreddata, e bollita tanto colla tintura di tornasole che con quella di curcuma non offerse cambiamento. Lo stesso occorse cogli acidi solforico, nitrico, muriatico , colla tintura di galla, coll’acido prussico, colla soluzione di prussiato di po- tassa, coll’acqua di Lauro ceraso, e coll’alcoole . Coll’acido ossalico rimase da prima trasparente, ma coll’agitazione si fece a poco a poco lattiginosa . Col nitrato e col muriato di barite avvenne appanna- mento . Filtrata l’acqua su cui aveva agito il nitrato di barite vi si versò nitrato d’argento, che produsse 68 un copioso precipitato bianco grumoso . Filtrata 1’ ac- qua stessa già cimentata col nitrato d’ argento vi si versò acido solforico, che lasciò l’acqua trasparente nè produsse precipitato. Un precipitato spugnoso si ottenne pure dall’ acqua termale, su cui si versò ni- trato d’argento, prima che fosse stata cimentata co’ sali baritici . i Coll’ acqua di calce avvenne leggero intorbidamen= to. Sul sale precipitato si versò acqua stillata , che non lo disciolse interamente. Vi si aggiunse acido solforico, e non avvenne effervescenza. Sperimenti po- steriori ànno dimostrato solfato di magnesia disciolto nell'acqua, e la porzione di sale rimasta insolubile solfato di calce si riconobbe . Coll’ acetato di piombo si ottenne dall’acqua ter- male un precipitato bianco piuttosto copioso . Col car- bonato di potassa e d’ ammoniaca divenne lattiginosa , e il precipitato raccolto si disciolse con effervescenza nell’ acido solforico, e si scoperse un carbonato di magnesia. Tali sperimenti ed alcuni altri che per brevità io lascio ne rivelano, che l’acqua termale di Domejara non contiene nessun gas nè acido libero , e che i sali in essa disciolti sono una tenue quantità di solfato di magnesia, e una maggiore di muriato di magnesia . Dall’ osservazione dei precipitati ottenuti con varj reat- tivi inclinerei a stabilire, che in cento libbre mediche d’acqua termale avvi di Solfato di magnesia grani 30 , Muriato di magnesia grani 70 LO) SS 100 69 f Dall’addottà'analisi pertanto uom comprende, debole dover essere la virtù medicinale di tale acqua, e che le guarigioni mercè lei ottenute di alcune artritidi , reumi cronici, ed erpeti voglionsi ascrivere principal- mente al calore del bagno con essa fatto. Dalle falde di due colline di vachia sovrapposta alla calcare conchiglifera stillano le acque termali di Cal- diero , celebri fin dai tempi di Augusto e che nel terzo consolato di Petronio Probo ebbero il nome di fonti di Giunone. I Veronesi al finire del secolo 19.%° le ristaurarono, ma tuttavolta sono ora decadute dal- l’antico splendore. Conservano esse in ogni stagione la temperatura di 29 gradi. Il loro peso specifico è di 1009, e l’analisi di 100 libbre mediche istituita dai Dottori Zenone Bongiovanni e Matteo Barbieri à rivelato Gas idrogeno solforato in quantità mediocre Carbonato di calce — — gr. 87 —— di magnesia — — — gr. 17 —— d’allumina — — — gr. 100 Solfato di soda — — — gr. 32 —— di calce — — — — gr. 30 —— d’allumina — — — gr. 21 Muriato di soda marziale — gr. 45 —— di calce — — — — gr. 15 —— di magnesia — — — gr. 9 Terra silicea — -— -— #— gr. 8 Ossido di ferro — — — gr. 6 gr. 280 Finalmente farò un cenno del litantrace o carbon fossile, che a larga mano diffuse la natura sui colli ro e monti Veronesi. E ben è sventura che in tanta scar- sezza di combustibili giaciansi neglette cotali miniere, mentre il loro scavo e salverebbe i pochi boschi , che ancor rimangono pei bisogni delle arti, e diminui- rebbe l'alto tribnto di danaro, che la provincia Ve- ronese paga annualmente al Tirolo per la provvisione del combustibile . Monte Bolca , questo rinomato cimitero d’ infinite fatte d’esseri organizzati, e sede di meravigliosi feno- mini geologici, offre ben anco un suolo sovrammodo dovizioso di litantrace schistoso e piceo ottimo a far bollire prontamente il ferro. Sopra la calcare ,. che costituisce la base e l’ossatura del monte, e che rac+ chiude i celebri ittioliti, riposa una infinità di strati paralleli di litantrace alquanto inclinati all’ orizzonte nella direzione del N. O. al S. E. coperti e interse- cati da trappo vulcanico, e in alcuni luoghi a im- mediato contatto del basalto in rozzi prismi paralleli , di cui abbiam già fatto cenno, e che liricopre e co- stituisce il vertice detto la Purga di Bolca . Lo schi- sto bituminoso serve di matrice . Altra ricca miniera di litantrace schistoso ottimo a far bollire il ferro meglio e più presto d’ogni altro, siccome rivelarono gli sperimenti del Cavalier Amoretti e quelli istituiti nelle fonderie militari, trovasi alle falde settentrionali-orientali di monte Baldo sulla spon- da destra del torrente Sorna inferiormente al villag- gietto Train. Varj indizj di litantrace dansi a vedere presso S. Gio: Ilarione ; e sul pendio del monte Cal- varina nella stessa valle di Ro ncà, al luogo detto la casa dei Rossetti, esistono strati di schisto argillo-bi- tuminoso in isfoglie sottilissime, cui i volgari chiama= mr 7 I no libri del Diavolo. Alternano essi, con istrati di tuto vulcanico giallo-scuro penetrati dal bitume . Fi- nalmente litantrace ottimo piceo esiste alla Ghiazza , lignite fibroso presso Castagnè , lignite terreo alla Ca di David, litantrace schistoso a Grezzana, e in valle Tanara, e in più altri luoghi, siccome vedrassi dalla bella ed utilissima memoria, ch’è per escire alla luce Sui combustibili fossili della provincia Veronese del sullodato Conte Ignazio Bevilacqua Lazise. A compimento di questo abbozzo geologico debbo aggiungervi, che parecchi nostri colli constano ora di tufo calcare o mattajone, ora di breccie o puddinghe composte di ciottoli, e frammenti calcari più o meno voluminosi, impastati in,un cemento calcare , coi quali avvi talora dei sassi di porfido e di granito. Tali sono quelli che dividono la valle di Caprino dalla valletta di Rivole, come pure la catena che da Garda va de- clinando verso Peschiera . Di puddinga sono pure al- cuni gioghi meno elevati di monte Baldo , come in valle Basiana., ove risultano di frammenti più o meno vo- luminosi e angolosi di calcare impastati da un ce- mento calcare o marnoso; e il fianco settentrionale- orientale dell’ Altissimo Gi monte Bal@o sopra Brento- nico consta di ghiaja e di sabbia calcare, sicchè offre frane e scoscendimenti considerevoli. Tutta l’alta pia» nura Veronese infine è quasi interamente costituita d’alti banchi di sassi calcari, porfirici, schistosi, e granitici, di quarzo, di focaja frammisti a sabbia, ad arenaria, a creta e argilla. L’ Adige e i torrenti, che giù precipitano da’ monti, ne discuoprono a luogo a luogo i diversi strati. Questi ultimi fenomeni par cosa ragionevole attribuire alle varie catastrofi, cui ebbe a 79 soffrire il nostro fiume; e sovrattutto all’epoca che vennero spaccati i monti della Chiusa . Dalla esposizione fattavi della struttura di monte Baldo voi vedete, mio celebre amico, che non molte cose presenta atte a risvegliare la curiosità del geolo- go. Che se noi prendiamo ad esaminare gli animali che lo abitano, poco rilevante comprenderemo esserne pure la disamina. Niuno avvene che non sia nei pros- simi monti o nel piano Veneto=Lombardo, salvo 1’ or- dine degli insetti, de’quali peregrine specie si rin- vengono . Vi ò già fatto cenno degli augelli e dei ser- penti nostri. Niun quadrupede particolare abita il monte Baldo. Il solo Lupo ( Canis Lupus ) vien ta- lora a infestare gli armenti, e l’Orso ( Ursus Arctos ) e la Camozza ( Capra rupicapra ) dopo la distruzione delle spaziose selve cercarono altrove più sicura stan= za. Quello, onde va celebre questo monte, voi ben sapete essere le infinite e rare piante che alberga. Le sue diverse plaghe, altre apriche e aduste, altre e- ternamente ombreggiate, le sue valli profondissime e deserte, le sue balze sublimi fanno sì ch’ivi crescano vegetabili di famiglie e di climi disparatissimi. Que- sta è la cagioneeond’è mestieri percorrerlo e nelle di- verse stagioni e moltissime volte. Io verrò descriven= dovi le varie parti; e ponendo mente allo scopo prin- cipale de’ nostri viaggi, nutro fiducia che non vor= rete appormi una soverchia distinzione di luoghi. Coloro che partono di Verona per due strade pos- sono giungere alle falde di monte Baldo. Una è la via di Germania, che si abbandona valicando 1’ Adige al di là della Chiusa, e giungendo a Brentino, piccola terra edificata alle radici orientali. Di là per la via 73 detta delle scale si ascende alla Corona. Giace que- sto Santuario in una gola del monte sull’ignudo fianco d’ una rupe torreggiante . Guidano ad esso un tortuoso sentiero chiuso fra folte selve d’alberi e d’ arbusti assai piacevoli a riguardarsi, e secento e più scaglioni nel sasso scavati, e alternanti con frequenti piani onde riesca meno disastrosa l’ ascesa . Fra le fessure di cotali balze germogliano rare stirpi di piante. Presso la sommi- tà del giogo avvi una fonte graziosa , le cui acque ge- lidissime porgono grato ristoro a quelli che accorrono a visitare quell’ angusto ricetto di solitudine. Alquan- to più alto sorgono alcuni casolari detti i Coltri e i Crosati. Da essi piegando verso settentrione si giunge alla Ferrara; ma proseguendo verso ponente ne si presentano le ubertose praterie del Prabasar e la valle Basiana ricca di pascoli e di selvette di Noccioli , di Lamponi , e di Citisi e simili piante fruticose . Sopra questa giace la valle Fredda, la più ferace fra le vi- cine. Altra valletta posta a mezzodì chiamasi Zme . Però abbandonando la valle - fredda incontrasi a tra- montana il Campedello, quindi la Ferrara, villaggio composto di molti gruppi di case e capanne vaga- mente disposte nel fondo d’ una vastissima valle , fian- | cheggiata a ponente dal maggior dorso del monte, a oriente dal vertice dell’ A/baré . I contorni della Fer- rara sono ricchi di prati e di pascoli, e intersecati’ da rigagnoli, che tutti si congiungono nel torrente che giù precipita dai dirupi della Corona. Un pro- fondo ed aspro burrone di questa valle dicesi valle orsa. Progredendo in retta via verso settentrione si ascende al Cambrigar indi in Noveza. Questa parte eminente divide come in due il monte, sicchè le ac- ‘74 que , che discorrono dal pendio meridionale; finiscono nel rivo della Ferrara, e quelle da settentrione nel torrente Aviana . Noveza parte è piena di pascoli fe- raci, parte è selvosa e dirupata, e in questi dirupi. rinvengonsi copiose piante. Poco oltre a Noveza avvi il Campione, e il limpidissimo rio delle Acque-negre, ove altre volte era il confine della repubblica Veneta. I eccelso dorso di Baldo costeggia a ponente tutti questi luoghi , ed i rivolgimenti del di Imi fianco orien- tale sono determinati con proprio nome . Partendo da valle - fredda il primo luogo chiamasi la Zornza, ove è una valle angusta e inaccessibile detta valle Brutta, Segue poscia la valle Losanna e il Sassetto e la Fon- sana del di lui nome situata sull’alta pendice del monte di fronte al Campione. | AI rio delle Acque-negre tre +ie ne si appresenta- no: l’una a destra guida a monte Gambon, al Cer- hiolo e alla parte ultima e più orientale di Baldo detta i Lavaci. Per quella ‘di mezzo lungo il ruscello si sbocca al pian della cenere, e alla selva d’ Avio. La terza a settentrione scorge all’ ampia valle d’ Arti//on e ai Dossioli, ove un tempo esistevano antiche fore- ste ora in gran parte divelte. Dall’ Artillon si fa pas- saggio ai prati di Brentonico e del Tredespin. In questi monti era anticamente l’ ampia selva detta de’ Brentegani raramentata dal Pona nel suo Monte Baldo descritto, e che nell’ edizione latina chiama sylva Brentonicensis . Abbandonando poscia a man manca gli Zocchi, Navene, e Tolghe, quindi Canalette, e 1° Altissimo si scende pel luogo detto le Scalette, ove in due si parte il sentiero. L’uno guida per 1 Pranet- ti, Pozza Ferrera, e S. Giacomo ai villaggi Bbren= “>” 75 fonico, Castione, Tierno ‘e alla valle percorsa dal torrente Sorna , luoghi situati alle falde settentrionali» orientali; per l’altro orientale si. scende per la valle del retto e il sentiero de’ soppiadori lungo il torrente ‘Aviana alla terra Avio. L'altra strada che da Verona conduce a monte Bal. do è quella di Gaprino, dal qual villaggio per varie viottole si può ascendere. Una di queste detta la Costa dei cani guida ai monti della Corona, Per l altra più meridionale detta via dei Lumini , chiusa fra il giogo di questo nome e il Piore si giunge alla valle Orti- gara, dove ne si parano lieti pascoli e boschi di Faggi spaziosi, che colla loro opacità fanno gradito contrasto all’amenità de’ vicini prati. Inferiormente all’ Ortigara ànnovi le praterie e le selve di Pra-lungo e di Bren - zone: Ma dall’Ortigara ascendendo in via retta fassi incontro l’erboso ed ampio dorso Costa della, a de- stra del quale giace la valletta di MNavole, d’onde si ‘scende in valle-fredda. Nel pendio di Navole occorro- no i sassi di valle fredda, luogo caro ai Botanici per ‘le peregrine piante ch’ivi allignano ; e progredendo alquanto rinviensi la fontana di Navole , fonte mera- vigliosa sì per l’altezza sua, che per la copia e fre- schezza delle sue acque. Una valletta a destra della fonte porta il nome di valle del Bastion . Da Costa- bella scendendo alquanto per la pendice occidentale entrasi nell’erbosa valle Vaccaria innaffiata ‘dal grazioso fonte di Brigaldello o delle Buse. Da valle-vaccaria dopo lunga via si passa all’ampia fo- resta di Piombe. Ma pigliando cammino lungo il dorso Costa-bella si ascende all’altissime cime di Bal- ‘do dette monte maggiore. Disastroso però è il tra- 76 gitto per l’alta vetta al di là del giogo Coval santo, ond’è mestieri deviare alquanto sul fianco orientale . Lungo la via veggonsi da occidente valli profondissi- me da sassi e da rupi ignude circondate, nel pro- fondo delle quali alberga eternamente la neve. Sono esse la valle delle buse, le valle delle pietre o di monte Maggiore, la valle delle ossa, la valle di S. Zeno, la valle grande o fonda o dritta anche chia= mata, la valle Orzera, la valle Finestra, e la valle delle Pozzette, selvagge tutte, nè da niuno per av- ventura frequentate fuor dai Botanici. In questi gio- ghi difficili e in queste valli allignano le più rare piante alpestri. Però superate le sublimi vette di monte Maggiore , difficile sovrammodo e periglioso riesce il tragitto nelle seguenti, formate di nude punte e di scoscese balze, e fiancheggiate a ponente dalle dette valli Orzera e Finestra. E però trascorso il Sassetto miglior consiglio è abbassarsi sul fianco orientale fi no all’ Artillone, ove le cime si fanno meno erte, e a mano a mano s’appianano, e vengono erbose . Per que- ste facili vette movendo i passi si giunge agli ubertosi prati e alla maestosa selva di Malcesine e alla bocca di Navene, d’onde si discende al Benaco. Al di qua di Navene s’incontrano a oriente i pascoli dei Zocchi, e a occidente l’asprissimo sentiero di Ventrar (se sen- tiero può chiamarsi ), i di cui dirupi generano pe- regrine piante . Oltre Navene ànnovi i pascoli di Tolghe e Canalette, e il giogo più settentrionale di Baldo detto 1° Altissimo già per noi rammentato . Eccovi, egregio amico, la topografia di monte Baldo. Porrò fine a questa lettera adducendovi il nome delle specie da me raccolte e in questa e nelle molte altre 77 gite da me intraprese, e vi aggiungerò il Inogo dov’ esso allignano, e l’ altezza dal livello del mare . Di tal guisa io v’offrirò un saggio di geografia botanica . Io ò di- viso la geogratia botanica Veronese e delle prossime provincie Vicentine e Bresciane in tre regioni o zone, desumendone i confini principalmente dagli alberi , come quelli che concigliano un aspetto proprio alla vegetazione . La prima, che chiamo regione collinesca o delle Querce e de’ Castagni, aggiunge a incirca set- tecento metri. La seconda, la regione montanesca o dei Faggi e delle Conifere, Pini, Abeti, Larici ,. s’ e- leva dai settecento ai mille trecento metri. La terza, la regione alpina o dei Mughi e dei Cembri, dai mille e trecento arriva fino alle nevi. La regione sotterra- nea e la nevosa, quella che incomincia, questa che pon fine alla vegetazione , ambedue abitate dalle crit- togame, mancano alle provincie nostre. Però rispetto alle tre regioni ammesse io non debbo tacervi , che i confini per me stabiliti non sono al tutto irremovibili , avvenendo qui pure come altrove, ch’ora si elevino, ora si abbassino secondo la diversa plaga. La Carice baldense, poniam caso, pianta montana e ben anco alpina fu da me colta fiorente ai primi di aprile sulle rupi ventose della regione collina di Limone al Lago . Nelle rupi della Corona di monte Baldo meno alti di 800 metri, ma esposti a bacio cresce la Pederota Bo- narotta erba alpina;laddove nei boschi a meriggio di Chiesa-nuova nei Lessini, elevati a più di roovmetri vegetano le Querce . Così nei contorni di Schio e di Recoaro all’altezza di dugento in trecento metri nu- scono l° Arabis alpina e 1’ Arabis ovirensis , la Carda- mine impatiens, \° Euphorbia sylvatica, la Daphne 78 Laureola ecc. piante montane. Nella valle dei Ron= chi sopra Ala, e alle falde occidentali-settentrionali di. monte di Baldo sopra Malcesine ò veduto crescere entro la regione collina l’ Arbutus Uva ursi col Rhododen- dron ferrugineum, e Rhododendron hirsutum cogli Abeti, coi Pinì, e coi Faggi, piante montane, e le pri- me ben anco alpine. Fra gli scogli bagnati dalle ac- que del Benaco, ma esposti al soffio incessante d’ a- quilone, tra Malcesine e Navene, tra Riva e Limone crescono la Daphne alpina, il Cytisus purpureus , e lo Spartium radiatum, il quale veste i dirupi di valle-fredda, dell’Artillone, e dell’ Altissimo di monte Baldo, e le parti più alte de’ monti Pertica e Sumano. Le sponde benacensi Bresciane all’opposto, situate a levante-meriggio fino all’altezza di 150 metri dal mare e di 70 sopra il Lago, sono coperte di Ramerino, di Leandri, di Fichi e di Olivi spontanei, di Melagrani selvatici, di Agave, di Allori. Che se prenderemo a esaminare la vegetazione del Tirolo e del Friuli scor- geremo vieppiù crescere le eccezioni. Dalle quali cose n° emerge, non essese la rarefazione dell’ aria che determina 1’ abitazione delle piante, com’ altri pretese. E comunque non neghi affatto 1’ influenza della natura del suolo e della quantità dell’ acqua che cade annualmente dal cielo ; pure la temperatura è quella che esercita la principale azione sull’ abi- tazione delle piante . Non reputo inutile avvertire, che molte piante cre- scendo volgarissime in più parti di monte Baldo io non ne ripeterò il nome ogni volta. Aggiungerò alcu- ne note alle piante novelle o pregevoli o che merita- no dilucidazione. Seguirò la nomenclatura del Will 19 denow per le Fenerogame e per ie Felci, quella del- l Hedwig o del Bridel o dello Schwaegrichen nei Mu- schi, del Roth nelle Epatiche, del Vaucher o del Dillwyn nelle Alghe, dell’ Acharius nei Licheni, e del Persoon e Decandolle nei Funghi. Dalla valle di Caprino pertanto sino ai Masi e al ‘così detto pra-bestemmià sotto pra-lungo all'altezza d’incirca 700 metri crescono le seguenti, che si rin- vengono pure nella più parte dei colli e nell’alta pianura Veronese . Acer campestre. Achillea Millefolium tomentosa. Adonis annua. A. cestivalis et A. autumnalis L. A. caule glabro superne sul- cato , foliis multifido-linea- ribus, petalis 3-8 oblongo- ovatis. Mihi. L’ Adonis aestivalis , e V Ado- nis autumnalis non seno spe- cie ma varietà; perocchè fra le biade si rinvengono indivi- dui coi fiori a otto petali grandi, altri con cinque mi- nori, altri con tre, quattro, sel, sette di varia grandez- za, e dai semi raccolti da essi ò ottenuto pressochè tutte le suddette varietà. Aecidium clematitidis —— confertum — Del. -— euphorbiae . Aegilops ovata. Agaricus edulis. Agrimonia Eupatorium. Agrostemma Cithueo. Aira caryophyllea cespitosa cristata . Ajuga Chamaepithis -——— genevensis — reptans. n Alchemilla Aphanes. Allium angulosum carinatum —— paniculatum —— rotundum —— vineale . Alnus glutinosa. Alopecurus agrestis —— geniculatus. Alsine media. Althaea cannabina. Alyssum calycinum —— paviculatum —— sativum. Amanita caesarea. Fra i Ca- stagni al luogo detto i J3/asi. Amaranthus Blitum —— retroflexus sylvestris. Anagallis aryensis a foenicea —— (8 cerulea. A. caule diffuso, foliis ovatis subtus punctatis, calycis la- ciniis lanceolatis. Afihi . H solo colore della corolla nelle due varietà è costante nella seminagione, gli altri caratteri desunti dalle fo- glie, dai peduncoli, dalla forma e contorni della co- rolla, dal calice variano tnt- ti; e ò raccolto ben anco esemplari a foglie terne, e 60 quaderne tanto della varietà cerulea che della fenicea . Anchusa italica =—— oflicinalis . Andropogon Gryilus —— Ischaemum —— halepensis. Anethum Foeniculum. Angelica sylvestris. Ant_Lpmis arvensis — — Cota —_- Cotula -—— tinetoria. ( Buftalmo del Mattioli. Pona bald. ital. 4.) Anthericum ramosum. Anthoxantam odoratum . Anthyllis Vulneraria. Apargia autummalis. Apargia crispa —— hastilis . Avabis thaliana. Arctium Lappa. Arenaria serpillifolia -—— tenuifolia ( Alsine tenui- folia. Segu. Ver. 1. 418. tab. VI. fig. 2.) ——— —— £: pentandra (Al- sine pentastemon, graminels foliis, geniculata.Segu. Yer. II. 175. Aristolochia Clematitis.. Artemisia Absyntium —— campestris —— camphoraia. A. caule erecto; foliis caulinis, pinnatis, incanis, pinnis sub- trifidis linearibus , floralibus indivisis, linearibus; pani- cula virgata; anthodiis glo- bosis pedunculatis nutanti- bus; peranthodiis incanis . Mihi . Artemisia camphorata @. A. subcanescens. W. Enum. L' Artemisia camphorata e V Ar- temisia subcanescens W.vol- garissime in tutti i nostri colli sono varietà, siccome mi fecero accorto e l’'osser? vazione instituita per più an- ni sulle piante spontanee , e la loro coltura nell’ Orto di. Verona. Le foglie ora sono ynasi verdi affatto , ora bian- chiccie, ora al tutto bianche presentando un abito diver- sissimo. Il Seguier ( Ver.II p.- 173.174) sotto i num. 1. 3. à descritto la varietà x e Gg: La prima ò veduto coltivata in qualche città d’Italia sotto il nome improprio di Abro- tano. Artemisia vulgaris. Aram italicum . Asclepias Vincetoxicum Asparagus acutifolius —— officinalis . Asperugo procumbens. Asperula arvensis —— cynanchica . Aspidium Filix mas. Asphenium Adianthum nigrum —— Ruta muraria Trichomanes ( Politri- co. Pona bald. ital. 142. 230. ) Aster Amellus. Astragalus Cicer —— glycyphyllos —— Onobrychis. Athamanta Cervaria —— Libanotis —— Oreoselinum. Avena fatua —— flavescens . Ballota nigra. Barbula ruralis. Brid. Berberis vulgaris. Betonica oflicinalis . Bidens tripartita — — tripinnata . Biscutella apula. Boletus edulis. Fra i Castagni ai Mast. Borrago oflicinalis . ‘Borrera chrysophthalma . e. ‘Sui rami dell’ Olivo e del- lo Spimbianco . tenella . Brassica Erucastrum Napus orientalis . Briza media . Bromus arvensis erectus mollis squarrosus sterilis. Bryonia divica . Bryum argenteum . Bunias Erucago. Buphtalmum grandiflorum —— spinosum. Bapleurum Gerardi —— Odontites. Ai Masi. —— rotundifolium. Calendula arvensis. Calluna vulgaris . Campanula glomerata —— persicifolia Rapunculus sibirica Speculum Trachelium . Cardamine hirsuta . Carduus defloratus nutans pycnocephalus. Carex digitata flava hirta Michelii pillulifera —— praecox.(Cyperoides ver- na, caule rotundo triquetro, spicis seminalibus densiori- bus, binis vel ternis squa- mis ferrugineis, obtuse mu- cronatis, et tamquam in a- ristulam prolungatis, capsu- lis turbinatis subhirsutis tri- lateris. Segu. Ver. I. p.122 I. fig. 2.) —_ —_ —— -— —— -____- —_- — —— — 81 Carex recurva —— Schreberi —— vulpina. Carlina acaulig —— vulgaris. Carpesium cernuum . Carpinus Betulus. Carthamus lanatus . Castanea vulgaris. Caucalis Anthriscus —— dancoides —— grandiflora nodosa. Caulinia fragilis. Celtis australis . Cenomyce alcicornis epiphylla « «—_— pyxidata rangiferina e. Centaurea calcitrapa —— crupina —— Cyanus —— Jacea: ramis angulatis, folits lanceolatis, integerri- mis , radicalibus dentatis, peranthodiis scariosis, squa- mis ovatis apice taceris , pappo subnullo. AZtki . 8 Centaurea amara. L. W. C. foliis radicalibus lanceola- tis subdentatis, sammis linea- ri- lanceolatis integerrimis . Mihi . Cyanoides montana squamata, flore purpureo . Ponted. Diss. 219. $Segu. Ver. II. 152. Moren. Hort. sicc. Io penso col Gerard che la Centaurea Jacea, e la Cen- taurea amara sieno varietà , mentre i caratteri che le di- stinguono sono sovrammodo incostanti. La varietà 8. os- sia la C. amara è assai vol- gare in tutta la provincia . Il colore della corolla in ambedue le varietà ora è por- 09 povino, ora ma più rara- mente bianco. Centaurca nigrescens —— paniculata ——— scabiosa ——— solstitialis —— splendens. Cerastium aquaticum —— arvense ————€ viscosum —— vulgatum. Cercis Siliquastrum . Cerinthe minor. Chaerophyllum temulum. Chara flexilis @. major. Chara translucens major flexilis . Vaill. par. 18. 1. 3. f. 8. — — --— 8. minor. Chara trans- lucens minor flexi- lis. Vaill. par. 18. t.3. f. 9. An species praecedente distin- cta? Nella fossa volgarmente pozza ove si abbeverano gli armenti al luogo detto il pra-bestem- mià . —— vulgaris. Ivi. Cherianthus erysimoides . Chelidonium majus. Chenopodium murale —— polyspermum —— Vulvaria ( Tragio germa- nico. Calceol. Viagg. 12. ) Chiora perfoliata. Chondrilla jureea. Chrysanihemum mum . ( €. foliis radicalibus spathula- us, caulinisque inferioribus petiolatis serratis, reliquis semiamplexicaulibus lanceo- latis , subinciso - serratis . Mihi. i Leucanthemum vulgare. 7owr- nef. Insiit. 492. Ponted, Diss. 282. Segu. Ver. 11. 222. Chrysanthemum —Leucanthe- Leucanthe- mum. Linn. Wild. Sp.pl. IL 2142. Pers. Syn. pl. IL 460, Bellis sylvestris caule folioso major. Bauh. Pin. 261. Bellis major. /uchs. 148. Cam. Epit. 635, Blackw. t. 42. LB. montanum. Ch. caule plerumque monan- thodio, foliis serratis, radi- calibus cuneiformibus .vel spathulatis, reliquis lanceo- latis, squamis peranthodiali- bus atro-marginatis. Miki . Ch. montanum. Linn. Sp. pl. 1292. Aliton. Pedem. n. 6Sg. t. 37. f. 2. Jacg.069. 4. p. 9. t. 91. Willd. Sp. pLIM. 2143. Pers. Syn. pl. H. 460. Ch. atratum.. Linn.Sp.pl.1252. W. Sp. pl. HI 2142. Pers. Syn. pL IL 460. Leucanthemum montanum mi- nus. Zournef. Instit. 492. Bellis montana minor. Bank. Hist. IL p. 115. c. ic. Leucanthemum alpinum majus rigido folio. Yournef. Instit. 492. Segu. Ver. II. 223. Mo- ren. Hort. sicc. Leucanthemum montanum ma- jus folio acuto. Tournef. In- stit. 492. Segu. Ver. III—L 281. Moren. Hort. sicc. Bellis alpina major rigido fo- lio. C. Bauh. Pin. 261. Prodr. 120. €. ic. Bellis alpina major, foliis. an- gustis rigidis., J. Bauh. Hist. I_. 115. Bellis montana major folio a- cuto. C. Bauh. Pin. 261. Prodr. 121. c. ic. Bellis alpina minor foliis non rigidis. J. Bauh. Hist. II, 115. La varietà « ossia la Bellide maggiore cresce in tuti i prati e pascoli della provin- cia; la varietà @ io.1°.ò rac- colta in valle-fredda e in al- tri luoghi di monte Baldo , ove fu parimente rinvenuta da Gasparo Bauhino , dal Pontedera, Seguier e More- ni, del pari che negli Euga- nei ove fu pure osservata da Gasparo Bauhino . Cresce an- che negli altri monti Vero- nesi, Vicentini, Tirolesi, e Bresciani . Le descrizioni e le figure del Ch. montanum date da Gio- vanni Bauhino e dall’Allioni m’aàmno persuaso essere que- sto varietà del C%. atratum ; anzi le definizioni del CA. montanum stese da Linneo e dal Willdenow meglio si confanno agli esemplari bal- densi ed euganei del C%. a- tratum da me colti e dal Se- guier e Moreni, che al Ch. montanum stesso. E pongasi mente che le due figure di Gasparo Bauhino, le quali si riferiscono dagli autori al Chrysanthemum atratum, fu- rono disegnate sopra esem- plari raccolti appunto in monte Baldo e sugli Euga- nei, ciò che a mio credere è una novella prova della identità delle due credate distinte specie . | Che poi il Ch. atratum e il Ch. montanum sieno varietà del Ch. Leucanthemun m'àn- no convinto gli esemplari di quest’ultimo colti nelle mon- tagne meno elevate, i quali offrono caratteri comuni ai due primi e al secondo. Veggo che rispetto al CA. montanum e al Ch. Lencan- themum fu fatta la stessa 0s- servazione dal Besser nelle sue Primitiae Flovrace Galiciae 93 Austriacae part. IL. p.199,, Ob specimina a D. EF, Christiani in montosis circa Dukla col- lecta, quae manifestissime medium inter Ch. Leucan» themum et Ch. montanun tenent has species praceunte Ch. (Gerardo, conjungo ,,). Cichorium Inthybus. Circaca lutetiana. Clavaria corniculata . Clematis recta —— Vitalba. Cnicus lanceolatus. Colchicum autumnale . Collema nigrescens . Convallaria Polygonatum. Convolvulus arvensis —— Cantabrica —— sepium. Conyza squarrosa . Coriandrum testiculatum . Cornus sanguinca. Coronilla Emerus —— minima —— varia. Corylus Avellana. Crepis foetida hispida —— tectorum. Crocus vernus. Cucubalus Behen —— Otites , Cuscuta curopaea . Cyclamen europaeum . Cynodon Dactylon. Cynoglossum pictum. Cynosurus cristatus. Cytisus hirsutus —— nigricans —— sessilifolius. Dactylis glomerata . Daucus Carota. Delphinium Consolida . Diauthus Armerius ( Caryo- phyllus barbatus sylvestris - Segui Ver. 1. 437: tab. (7. fig: 4.) 84 Dianihus atrorubens. ( Caryo- phyllus sylvestris, flore ru- bro plurimo de summo cau- le prodeunte. Ponted.Segu. Ver. I 434. tab. 7. fig. 2.) —— carthusianorum . ( Ca- ryophylius barbatus angusti- folius, petalis rubris, macu- lis purpureis et villis circi- natim dispositis in umbilico aspersis. Segu. Ver. I. 438. tab. 8.) —— prolifer (Caryophyllus syl- vestris, prolifer. Segu. Ver. L ctea lineari unicuique flori supposita. Flores in spicam longam confertam termina- lem subsessiles, erectiuscu- li; petala albo-luteola striis nigricantibus notata, %exillo alis duplo longiore . Legumi- na nuda bilocularia. Semina Irigonellae l'oenigracci sed minora et nigra ). Carex collina flava pallescens Scopoliana tomentosa . Carlina acaulis . Convallaria multiflora . Festuca flavescens. Bellard. F. varia Most. —— spadicea. Gentiana ciliata —— utriculosa. Hemerocallis Liliastrum . Malva Morenii . Selinum Chabraei . Verrucaria pyrenophora. Dai Coltri discendendo al Santuario della Corona . lungo le scale e nelle selve e rupi adjacenti sino al villaggio e alla valle di Brentino (dai 150ai goo metri ) le principali piante ch’ivi crescoro sono le seguenti : 124 Acer platanoides ——T— Pseudo-Platanus. Actaca spicata. Aecydium rhamni. Aethusa Bunius —— Cynapinm. Agrostis arundinacca. Allium carinatum —— rotundum. Althaea hirsuta. Nella valle di Brentino . Alyssum rupestre. ( Tlaspi al- pino petreo con aspetto. di Miagro . Pona Bald. ital 185 c. fig. ) Andropogon halepensis: ‘pani- cula florente patula, flore hermaphrodito sessili, glu- mellaeque palcola exterlore aristata, masculis pedicella- tis muticis. IMihi. Questa gramigna detta dal Lin- neo Molcus halepensis , dai Toscani Saginella selvatica o Cannerecchia, e da’ con- tadini Veronesi Nalgastro 0 Melgastro , infestai campi migliori dei colli e del pia- no della provincia nostra e delle vicine, moltiplicandosi prodigiosamente colle sue grosse radici striscianti. V'ali radici anno un sapore dol- cisno mucilaginoso non in- grato, e in sind spezierie di Verona corrono sotto il nome di Smilace dolce e di Gramignone. Fu da me e da qualche collega usata più volte con vantaggio nelle ma- lattie aclnasziche e artritiche non meno che nella sifilide, ora sola ora combinata ad altri farmaci in sostituzione e alla dose stessa della ra- dice di Cina, della Smilace aspera 0 Rovo Cervione, del- ia Dulcamara e della Salsa- pariglia. Ben è vero, che non ts piogo la possanza di quest) ultima, ma si mostrò in varj casi più attiva delle prime, e oltracciò riesce meno clidianst al palato. Non reputo quindi cosa vana il proporre ai pratici lo speri- mento di questo indigeno | rimedio ). Angelica sylvestris. Arthericum Liliago. Alle falde del Monte, ed alla Chiusa . Anthericum ramosum. Apargia crispa hispida —— incana. Arabis Turrita. Arenaria bavarica. Arnica Bellidiastram. Artemisia camphorata. Arundo epigejos. Una graziosa gramignetta fu rinvenuta scali Sig. Gebhard , che percorse tredici anni fanno il monte Baldo in com- pagnia dell’ Arciduca Gio- vanni d’ Austria. Ne ignoro il preciso luogo. Fu descrit- ta dallo Sprengel nel primo pugnello delle piante meno conosciute, e da me che ne ne ottenni da quest’ ultimo esemplari. Il nome impo- stole è Arundo pygmaea: culmo her- bacco, panicula spicata, glu mis bifloris, glumella triari- stata brevioribus, arista dor- sali paleolis duplo longiore. Mihi. Ex radice fibrosa uilluo un- cialis quinquenodis, inferne vaginis foliorum canescenti» hu obtectus. Folia linearia complicata pubescentia. Pili loco ligulae. Panicula spi- cata. Glumae paleae valde inaequales; palea externa lan- ceolato-acuminata, scariosa, trinervosa, mervis medium versus evanescentibus ; inter- na lineari-lanceolata uniner- vosa. Glumellae palcolae gluma longiores subaequales, externa apice dorsoqne ari- stata, interna apice; arista terminalis paleolis duplo bre- vior, recta; dorsalis duplo longior, recurva. Pilorum barba ad basin glumellae .pedicellata , pilis ciliatis glu- mella” brevioribus. Pollin. PI. ‘nov. vel min. cogn. p.4- Aspignium Ruta muraria —— Trichomanes. Aspidinm fragile —— Filix foemina —— Filix mas. Athamanta cretensis. Bartramia Ocederi. Biscutella apula. Bromus asper —— erectus . Buphtalmum grandiflorum. Bapleuram baldense . Negli spinetti lungo l’ Adige pres- so Rivole . ( B. caule erecto ramoso, fo- his lanceolato - linearibus , iuvolucris subquadribractea- tis inaequalibus umbella bre- vioribus, involucellis quin- quebracteolatis. Pollin. PI. nov. vel min. cogn. pag. 7.) —— ranunculoides. Lungo le scale . Byssus antiquitatis . Campanula petraca: caule de- clinato ; foliis ovato-lanceo- latis obtusiusculis, undula- tis, crenatis, subtus tomen- tosis , floribus sessilibus ca- pitatis et glomeratis, corol- lae laciniis oblique revolu- tis. Pollin. Element. Dbotan. 125 tom. TI. p. 151. tav. 5. fig.1. (Campanula folis lanceolato-0- vatis, serratis, hispidis, flo- ribus per caulem pt con- gestis. Segu. Ver. I. p. 179. Trachelio maggiore petreo . Pona Bald. ital. 161. c. fig. catt. ) Campanala rapunculoides x rotundifolia —— sibirica —— spicata eli cilea Bi. "SL : SO, Trachelium. Carex clandestina Drymeja - Carpinus Betulus. Caucalis Anthriscus — _. nodosa. A Brentino. Cenomyce coccifera y. asotea. Cheiranthus erysimoides. Choerophyllum temulum. Circaea lutetiana. Convallaria bifolia majalis Polygonatum verticillata . Cornus mascula —— sanguinea , Coronilla minima valentina . Corydalis lutea. Cyclamen europacum . Cynoglossum officinale. Cynonthodium capillaceum. Cytisus alpinus —— hirsutus —— Laburnum —— nigricans —— sessilifolius . Dianthus plumosus. DeC. er Spreng. PI. min. cogn. pus. Il. 64. Dianthus alpestris . Sternb. Reise in die Rhet. alp. 5o. Dianthus monspes- sulanus- Linn. Amaen. acad. IV. 313. Caryophyllus sil- vestris alter, flore laciniato 126 odoratissimo. Seex. Ver. I. 437. et Moren. hort. sicc. non C. Bauh. Pin. D. foliis linearibus nervosis flaccidis, floribus sparsis solitariis , bracteis calycinis lanceola- to-linearibus patentibus tubo parum brevioribus, petalis subbarbatis multifido-incisis. Nelle selve lungo le scale, e in tutti i colli Veronesi, Vi- centini, Tirolesi e Bresciani. —— sylvestris. Dicranum scoparium. Dictamnus albus. Digitalis lutea. Dorycnium herbaceum. Echinops Sphoerocephalus. Endocarpon miniatum. Epipactis latifolia. Erica herbacea . iry ngium amaethystinum . Erysimum hieracifolium. Nella valle di Brentino. E. foliis lanceolatis, subsinuato-den- tatis, siliquis erectis. Miki. Hesperis lencoii folio serra- to, siliqua quadrangula .Segu. via I. 352. Moren. hort. sicc. Leucojo giallo monta- no. Pona Baldyitttal:- 232. fig. cattiva. Edi ex una radice plures vel caulis unicus ramosus ere- ctas, angulosus, scabriuscu- lus, 1-2 “pedalis . Folla sca- en saepe sinuato- den- tata. Siliquae tetragonae sub- pubescentes erectae, stygma- te subemarginato coronatae . Biennis. An varietas Chei- ranthi crysimoidis ? Euphorbia ‘dulcis. —-— maculata. ( E. dichoto- ma, foliis oppositis oblique cordato-oblongis serratis ma- culatis, floribus axillaribus so- litariis,capsulis laevibus.AMihi. Radix annua sublignescens , ra- mosa, extus flava. Caulis u- nicus, pedalis et ultra, ie- res, scaber, dichotomus , ramis patulis vel saepe pro- stratis, superne atro-ruben- tibus. Folia breviter petio- lata, opposita, oblique cor- dato-oblonga, obtusa, ser- rata, altero latere maxima parte inte? gerrima, tri-raro- quinquenervia , pilosiuscula , paginae superioris disco ma- cula atro-purpurea notato , quandoque tota pagina pur: purascente. Flores peduncu- Jati solitarii axillares. Invo- lucrum ( Calyx Linn.) octo- dentatum, deniîbus alternis exterioribus ( Peiala Linn. ) subrotundis , externe purpu- rascens. Ovarium. glabram , non verrucosum. Questa Euforbia creduta indi- gena deli’ America settentrio- nale cresce volgarissima ne’ campi dei ci e dell’alta pianura Veronese come nella valle di Brentino, nella valle Pulicella presso I’ Ospeda- letto e S. Ambrogio ; nei colli d’Avesa e del Tagliaferro B alla Ca dei Cozzi, nellà valle d\Illasi, ec. Fiorisce dalla metà di Agosto alla metà di Settembre , e in Ottobre matura il frutto ). —-— nicacensis. Euphrasia lutea —— oflicinalis —-— tricuspidata . Favolus. CARATTERE GENERICO Pileus (dimidiatus ) suberosus subtus in cellulas hexagonas exfossus. Afihi. Favolas Mori. Mihi. Hexago- nia Mori. Pollin. PL nov. el min. cogo. p. 35. fig. 2. 3. CARATTERE SPECIFICO. F. pileo planiusculo , coriaceo- suberoso , luteo et glabro . AMihi. Sui rami del Moro bianco moriente presso Bren- tino . Ferula nodiflora. Festuca elatior W. Enum. F. arundinacea. Schreb. duriuscula glauca. Lam. Schrad. ovina —— 8. spiculis muticis. F. tenuifolia. off - W.Enum. —— pinnata pratensis. Huds. W. E- num. F. elatior. Linn. Fissidens adianthoides l’ragaria collina. Funaria hygrometrica . Galium sylvaticum. Genista germanica . Gentiana asclepiadea —— cruciata . Geranium robertianum —-- sanguineum . Geum urbanum. Globularia cordifolia nudicaulis —— vulgaris. Gratiola officinalis . l’ Adige. Gymnostomum tenue. Gypsophyla Saxifraga . Helianthemum Fumana —— marifolium vulgare. Heracleum Sphondylium . ilieracium amplexicaule -——— incanum -——— murorum -—— — praemorsum —— porrifolium var. fol. gla- bris integerrimis . Holcus odoratus. Hypericum Androsacmum — — hirsutum. Lungo 127 Hypocrepis comosa. Hypnum abietinum. Brid. ——T— arbuscula. Brid. H. alo- pecurum /ledw. —— crista castrensis. Zed. —— cupressiforme —— splendens. /Zedw. —— triquetrum. Inula hirta —— squarrosa . Iris sambucina. A lato a un antico castello lengo la stra- da del porto della Parole - Jungermania asplenoides —— complanata —— dilatata —P—— furcata —- pinguis. Nelle pareti del- la fonte dei Coltri. —— platyphylla pubescens. Juniperus communis . Lacluca perennis. Lamium Orvala . Laserpitium Siler. Lecanora chloroleuca —— circinnata galactina milvina murorum parella —— versicolor Villarsii. Lecidea baldensis callosyne confluens —— /$. pillularis lapicida #. cyanea marmorea (3. L. cupularis locina Wuulfenii. Leersia lanceolata . Lepraria incana «. Leskea complanata. Medw. sericea. Med, Limodorum abortivum. Linkia pulposa Miki. Collema pulposum. afchar. 12.8 Lonicera Xylosteum. Luzula nivea. Lycopodium helveticum. Melampyrum cristatum —— nemorosum. Melica ciliata »—— nutans — uniflora. Melissa officinalis. Melittis Melissophyllum. Mercurialis perennis. Mespylus Cotoneaster —— germanica. Mpnium cespititium . Brid. —— cuspidatum . Brid. —— serratum. Brid. Mohringia muscosa. ( Alsine tenuifolia muscosa . Segu. Ver. IL 418. tab. 5...fig. 1. Ubi flos male exprimitur pen- tapetalus ). Neckera crispa. Hedw. —— curtipendula. Hedw. ———+ viticulosa. Hedw. Ononis minutissima —— pinguis. Onosma echioides. Opegrapha calcarea. Orchis conopsea maculata . ( Segu. Ver.II. p- 139. n. 2%. fabuigigale 10.) Orobanche caryophyllacea. Orobus niger ————@— wvernus. Ostrya vulgaris. Paedereta Bonarotta . Paconia corallina. Parmelia caperata = Oolivacea —— saxatilis. Pedicularis comosa. Peltidea horizontalis. Philadelphus coronarius. Phyteuma comosa —— Oorbicularis — spicata. Picris hieracioides. Pimpinella dioica —— dissecta. Ne dirupi a si- nistra del Santuario. ( T'ra- goselinum minus. Segu. Ver. IIlL 219. IMoren. et Bordon. hort. sicc. ) —— —_ GB. umbella purpu- rascente. —— Saxifraga. Pistacia Therebinthus. Plantago lanceolata (3. —-— subulata. Poa compressa —— laxa nemoralis pilosa rigida . Polysperma glomerata . Yauch. Nei fonte. Polytrichum commune —— guniperinum. Potentilla caulescens . Prenanthes muralis —— purpurea. Prolifera. parasitica . Yauch. Sulla Polysperma glomerata. Prunella grandiflora —— vulgaris Pet, È albis —— —— y. Prunella media. inter- Prunus Avium ——T Mahaleb. Punica Granatum - Pyretrum corymbosum. Pyrus Amelanchier —— Aria —— torminalis. Quercus Esculus — — Ilex —— Robur. Reseda lutea. Rbamnus catharticus Rhanmmus saxatilis . Rosa Pollinii. Spreng. PI. min. cogn. pug. II. p. 66. Nelle siepi lungo la strada che da Brentino scorge al porto del- la Pilarola, R. trunco aculeato, petiolis a- culeato-glandulosis, foliolis ovali. rotundis, utrinque gla- bris, serratis, dentibus glan- duloso - serrulatis; calycum tubis ovatis, pedunculisque hispido-glandulosis. Pollin. PI. nov. vel min. cogn. p. 13. Rhus Cotynus. Salix aurita —— capraea . Salvia glutinosa . scale. A verticillata. Nella valle di Brentino. Saponaria ocymoides. Satureja montana . Saxifraga Aizoon e. B —— Ponae tridactylites. Scabiosa graminifolia . Scolopendrium officinale . Scorzonera humilis. ( Scorzo- nera di larga foglia. Pona Bald. ital. 13. 158. ) Scutellaria galericulata. Presso l’ Adige. Sedum album reflexum —— rubens. Mihi. ——— sexangulare —— Telephium. Selinum rablense: caule sulca- to ramoso, foliis triternatis laciniis linearibus angustissi- mis acutis apice diaphanis, involucri universalis foliolis linearibus. Spreng. PI. min. cogn. pug. lI. p. 51. Ferula rablensis. /Wulf in Jacq. coll. 4. p.312. 7. Sp. pl. LL 1412. Selinum elegans. Bab. Stirp. min. cogn. pag. 23. tab. 4. Ferula alpina humilis, folio- rum pinnis angustissimis, tri- fariam, quinquefariam divisis. Segu. Ver. II. p: 37. Moren. Lungo le 129) hort. sice. Seseli massiliense . Matth. Comment. 750. c. ie. Seseli Massiliense di Diosco- ride. Pona Bald, ital. 212. Seseli elatum. Silene Saxifraga . Solorina saccata . Sorbus aucuparia . Spiraea Aruncus. Sporotrichum aureum . Link. Stachys sylvatica . Tamarix germanica. Nell’are- na lungo l’ Adige . Tamus communis. Teucrium Chamaedrys montanum . Thesium Linophyllum. Thymus Acynos angustifolius —— Calamintha —— lanuginosus —— Nepeta —— Serpillum. Tilia europaea —— microphylla. Tortula tortuosa. Hedw. Triticum caninum. Ulmus campestris 8. Vatifolia . Urceolaria calcarea . Uredo campanulae. In €. pe- traeae fol. Valantia glabra. Valeriana saxatilis montana —— tripleris . Variolaria lactea . Veronica Teucrium —— urticaefolia . Verrucaria epipolaea Harrimanni —— plumbea —— $Schraderi trachona —— umbrina £. nigrescens. Viburnum Lantana . Vitis vinifera. / 130 Terminata la corsa a monte Baldo ci riducemmo a Brentino, ove passammo la notte. Il dimane ci alzam- io coll’aurora onde far ritorno alla città. Ma per non correre sull’orme altre volte calcate piegammo alquan- to il cammin nostro verso meriggio, e arrivammo a Caf. Quivi visitammo la solitaria casetta dell’ elegan- tissimo scrittore della Sifilide, e salutammo la vaga collinetta, ove solea muovere a diporto , e beavasi della gioconda veduta della sottoposta campagna, e contem- plava le bellezze del Benaco e del sublime Baldo . Lasciato Caffi valicammo l’ Adige a Pontone. Ecco , diss' io, allora a’ compagni, ecco il suolo ov’era nel sedicesimo secolo il rinomato giardino Nichesola. Una diserta iscrizione rammenta a stento al viaggiatore in- strutto l’èsistenza d’uno de’ primi giardini botanici dopo il risorgimento delle lettere. Ove rigogliose ve- getavano peregrine stirpi australi, crescono ora sterpi ed ortiche ..... La sera fummo in Verona. Da Verona alli 15 Agosto ..... 131 AVVERTIMENTO Mentre era per escire a luce la presente operet- ta, il Sig. Giovanni Petrettini da Venezia, il quale come Censore alle stampe ebbe a vederne il manuserit- to, inviò una cortesissima lettera all’ Autore, nella quale fa parola di due valenti Botanici Veronesi, che nel 16.”° secolo percorsero il monte Baldo , e pub- blicarono la storia de semplici da essoloro scoperti Poichè non tutti conosceranno 1 nomi del Calceolar; e del Pona, e a cui fieno noti non increscerà certa- mente udire da elegante penna l'elogio di due bene- meriti antenati, si è creduto pregio dell’opera il farla pubblica . MATVRANDVM 132 ALL’ ILLUSTRE SIGNOR DOTTORE CIRO POLLINI N ello scorrere quella sua elegante Operetta, ch’El- la sotto gli auspizii di un dotto Tedesco vuol mettere a stampa, ebbi campo di ammirare più volte le sue vaste ‘cognizioni nelle naturali discipline, e di con- gratularmi meco stesso, veggendo che in questa nostra Italia. così di quelli che alle Umane Lettere rivolgono i loro studii, come degli altri, che alle Dottrine del- l’esperienza e dell’osservazione si danno, non è del tutto spento il seme gentile . Piacquemi ancora di scor- gere ch’ Ella , altrui lasciando la gloria di visitare at- tentamente l’interne parti dell’ Africa. o le più alte ci- me de’ monti americani, abbia voluto piuttosto dimo- strare i nostri patrii tesori, i quali o non furono mai conosciuti, od a gran torto giacquero dimenticati: e quel suo Montebaldo eziandio, chiamato a buona ra- gione l’Orto d’Italia, in questi ultimi tempi, ne’ quali l’arte de’ Semplici va tanto avanti, doveva promuo- vere le cure di un investigatore diligente. Che se be- ne esso Monte può, direi quasi, inorgogliarsi per la copia di peregrini spiriti, che assai prima d’ora an- darono con grande amore a ricercarlo , lasciandone ne” loro scritti onorata la rimembranza, non pertanto a’ dì nostri non ha così grande la fama, che a lui si spet- ta, per colpa forse di quell’avverso destino, il quale fa che i nostri ingegni, i quali le scienze coltivano , 133 siano conosciuti sì poco: ed anzi bene spesso avviene che un qualche moderno oltramontano si tenga come primo scopritore di tal cosa, di che già noi un secolo innanzi avevamo notizia esatta ed intera. Quindi lo stesso Montebaldo, che ora io veggo nominato di ra- do, fu dagl’intelletti Veronesi del secolo xvr così bene descritto, che, considerata l’età, in cui vissero, non eredo che veruno possa desiderare più oltre. Giovanni Pona, speziale al Pomo d’oro, in un suo libro trattò dî moltissimi semplici di Montebaldo e de’ suoi contorni, ed ivi figurò e fece chiare molte pe- regrine piante degli Antichi, a’ Moderni non note , Se non che principe in tale fatica devesi avere Fran- cesco Calzolari, speziale alla Campana d’ oro, che nel suo Viaggio di Montebaldo , stampato nelle due lin- gue d’Italia, ne dichiara il sito e le varie vedute con tanta facilità ed eleganza di stile che veramente a qua- lunque onorata Compagnia, come scrive egli stesso , a cui per via di diporto o per vedere qualche bella pianta nel suo suolo natìo, piaccia di colà irasfe- rirsi, quella sua Guida può servire di ammaestramento non solo, ma di piacevole lezione. E tanto più merta l’ Autore di essere conosciuto e letto, essendochè co- me promotore, anzi ristauratore «lella Facoltà Erbaria puossi tenere senza dubbio veruno . Stretto da’ vincoli della più dolce amicizia col Mattiolo , questi ne’ suoi scritti fece del Calzolari frequente menzione, e spesso confessò di avere da esso ritratti assai lumi non solo nella Botanica, ma ancora nelle Scienze mediche. Jl Calzolari ebbe molte altre ed insigni corrispondenze , e singolarmente con alcuni eruditi Viaggiatori, che a raccogliere le esotiche piante si recavano per le terre 134 più inospitali e remote. Ricorderò soltanto Cecchino Martinelli veneziano, che ad esso spedì da Damasco il Satyrion, pianta, che allora credevasi atta a risve- gliare le voglie di Venere, e di Haimo Abensusio , ebreo ed archiatro dell’ Imperatore de’ Turchi, che gli mandò 1’ Amomo e più altre cose. Fu altresì famigliare di Ulisse Aldrovandi, che forse lo confortò a dar prin- cipio a quel suo tanto famoso Museo, che venne poi in luce a’ tempi di suo nipote, pure per nome Fran- cesco , e che con grande apparato di dottrina fu illu- strato dal Ceruti e. dal Coccio. Nè solo dagli scien- ziati, ma fu avuto in sommo pregio anche da’ più gran Principi italiani e stranieri . L'Imperatore austriaco Massimiliano voleva avere di suna composizione i più valevoli contravveleni, e Vincenzo Gonzaga, gran fau- tore e cultore egli stesso de’ buoni studii, così l’ ebbe in istima che d’un’aurea collana volle onorarlo, E di più ancora degnossi di andare a visitarlo in un’amena sua villa vicino a Verona, nè si die’ a credere di me- nomare la sua dignità, sedendo alla mensa dello Spe- ziale Calzolari, quando questi, già d’anni carco e cieco degli occhi, attendeva alle predilette sue occu- pazioni. Tale si è quell’uomo a gran torto dimentica- to, che in società di Antonio Tolomei, di Girolamo Lippomani, di Lodovico Fumanello, di Luca Ghino e del Fracastoro si dilettava di ricercare in ogni parte l’amato suo Monte, e che avendone fatta una De- scrizione volle mandarla in dono a Prospero Borgaruc- ci, perchè avesse luogo nella Fabbrica degli speziali, che questo Autore per i torchi del Valgrisio nel 1567 fece di pubblico diritto: dono, cui l’uomo insigne e viaggiatore perito ebbe sì caro, che nel fine della sua 135 Fabbrica gli diede nobilissimo luogo , siccome compi- mento il più bello che potess’egli offerire a’ risguar- danti . Ond’è che io stesso, sapendo, signor Dottore, il di Lei ottimo divisamento di pubblicare quell’ ameno suo Viaggio, le invio la notizia di questa Operetta, per- ch’ Ella ne faccia quell’ uso che più crede opportuno, e considerarla le piaccia non già come compimento del suo bel Libro , ma come scritto rozzo ed informe , cui le moltiplici occupazioni non mi lasciano tempo di pulire ,e di ordinare. Nè io dettandolo ebbi altro sco- po fuorchè quello di dimostrare in qualche piccola parte che gl’Italiani furono sempre teneri cultori an- che delle cose appartenenti all’ Istoria Naturale, e che anzi eglino siccome nelle più soavi e mansuete discipline, così pure in queste devono per il tempo decorso avere il primato. Dell’ età nostra non so quale le venture genti pronunzieranno sincero giudizio, ma so bene per altro ch’ Ella, se colle Opere sue conti- nua a mantenere di tali studii viva la fiamma, offerirà bell’argomento alla Letteraria Istoria. Di Venezia 9 Ottobre 1816. Umilissimo Servitore Grovanni PerRETTINI. CONTENUTO NELLA LETTERA Î.ma SUL LAGO DI GARDA P artenza da Verona per Bardolino ( ct: 4). De- scrizione del Lago di Garda o Benaco, sua lunghez- za, larghezza, profondità, ed elevazione della sua superficie sopra quella dell’ Adriatico ( 4-5 ). Innal- zamento delle sue acque in estate (5). Sue tre iso- le (5). Penisola Sermione (5). Sarca , Ponale, Tusculano , ed altri torrenti che metton nel Lago (5). Mincio che n° esce (5) . Suoi due venti periodici ( 5-6 }. Sua navigazione (5). Purezza delle sue acque (6). Amenità e varietà de’ suoi contorni (6). Sponda Ve- ronese. Garda, sua Rocca ed Eremo (7) . Promonto- rio di S. Vigilio, il più ameno luogo della sponda Veronese (7). Torri, Castelletto, Brenzone, Malcesi- ne (7). Sponda settentrionale . Torbole e Riva (8). Sponda occidentale più deliziosa della Veronese . Ca- teratte del Ponale(8). Limone, Campione ( 8 }. Ri- dente seno di Gargnano (8). Tusculano , sue cartiere, e fucine (8). Digressione sull’ esistenza dell’ antica città Benaco (9). Due iscrizioni antiche (9). Ma- derno (10). Salò e sua gaja riviera (10). Manerbe, Desenzano , Rivoltella, Sermione e grotte di Catullo, Peschiera , Lazise (10). Struttura geologica delle spon- de {10}. Sponda Veronese parte calcare , parte di ter- za formazione ( 10, 11). Marmi eleganti di ‘Tor 137 ri 10). Ciotti porfirici e granitici ond’ è sparsa la sponda (10). Sponda settentrionale e occidentale cam- poste di calcare secondaria bianca o rossiccia, 0 ne- riccia fetente, o di marna calcare con corpi organiz- zati marini peirefatti (11). Varj colli Salodiani di terza formazione (11). Palle silicee e marnose rac- chiuse nella calce fetida di Campione (11). Mar- mo nero di Tremosine (11). Cristalli di quarzo, ciottoli di diaspro , calcedonie , agate , corniole , petroselci erratici sui colli di Salò ( 11. 12). A- rena della spiaggia composta di ciottoli calcari, granitici, porfirici, schistosi ( 12). Cenno sulla co- struzione degl’ interni monti Bresciani ( 12). Mi- niere di ferro ivi esistenti ( 12). Torba della spon- da meridionale {12). Acque termali gorgoglianti dal Lago presso Sermione ( 12). Corrente singolare sub- acquea (13). Sua cagione ( 13.14 ). Indice alfabeti- co dei vegetabili principali crescenti presso le sponde e nell’acque ( 14-20 }. Piante particolarmente men- zionate . Buphtalmum speciosissimum (15); Erythraea Centaurium; Erythraea intermedia (16); Favolus Mo- ri (16). Vota sul genere Hexagonia dell’Autore (16). Senecio aquaticus (19); Senecio Jacobaea (19); Ulva turbinata (20), e sua descrizione ( 44. 45 ). Pesci he- nacensi indicati coi loro nomi scientifici e volgari { 20. ar ). Descrizione di due specie nuove chiamate Blennius vulgaris, Cyprinus benacensis colla Zoro fi- gura di grandezza naturale disegnata dall’ autore { 20. ar. 22). Petromyzon marinus, e Plenronectes flesus abitatori dei fiumi Veronesi ( 20. 22). Tre Gran- chj del Benaco ( 22.23 ]. Augelli che frequentano il Lago coì proprj nomi scientifici , italiani, e volgari a 2 150 (23. 24). Principali augelli che vivono o passano per la provincia Veronese ( 24-28 ). Insetti rari ed eleganti ( 29-32 ). Descrizione di un Bisso dall’ au= tore chiamato Dematium coleopterum, vivente sui co- leotteri (29). Nota intorno alla Caprificazione (31.32). Sei serpenti della provincia veronese ( 32-34). Con= siderazione sulla direzione dei rami inferiori degli al- beri crescenti sul pendio de’ monti(35). Osservazioni mi- croscopiche e sperienze eseguite sulle Conferve (36.37), Oscillarie (37.38.39. 40.41), Linchie ( 4x. 42. 43 } - Specie di Linchia, Linkia pulposa, annoverata dai Botanici fra’ Licheni ( 43}. LertERA II. sur MonTE BaLpo. Partenza da Bardolino per Caprino ( 47). Posi- zione di monte Baldo ( 47). Sua altezza, lunghez- za, larghezza ( 47). Sue vedute amenità, e alletta- menti ( 47.48.49). Arcobaleno osservato dall’ autore sulle cime di monte Baldo sotto figura di circolo (49) . Lunghezza, larghezza, e superficie quadrata della provincia Veronese (50). Sua pianura, suoi monti, fiumi ,e torrenti(50). Longitudine, e latitudine di Ve- rona (50). Sua distanza dall’Adriatico (50). Sua al- tezza dal livello dell’ Adriatico (50). Altezza di molte cime e luoghi de’ monti Baldo ( 51.52), Bolca (52), Lessini {52), Sumano (52. 53) , del lago di Garda (dx), e di più altri siti (51-53). Monte Baldo e rimanenti monti Veronesi diramazione dell’ alpi primitive del Tirolo (49). Confini e valli principali de’ monti Vero- nesi {51:92.93/. Letto dell'Adige cambiato e abbas- satost dopo lo spaccamento de’ monti della Chiusa 139 {53.54). Monti più alti del Veronese (54); ignude rupi per molta parte dell’anno nevose (54); monti minori un tempo boschi ora pascoli ( 54); composti tutti di calcare stratificata con filoni e siraterelli di creta, marna , argilla, silice , e zeppa di vegetabili e animali petrefatti ( 94. 59). Ittioliti innumerevoli di m. Bolca { 55). Osteolitt (96). Ossa e zanne d'’ e- lefante e d’altri quadrupedi del Serbaro (56). Marmi pregevoli e numerosi del Veronese (56). Oolite e cal- care in bastoni di m. Baldo ( 57). Tartufite di Casta- gnè (57). Spelonche (57). Ponte di Veja (57. 38}, Roccia base de’ m. Veronesi in niun luogo visibile , bensì nelle prossime provincie (58). Sono lo schisto micaceo e l’argilloso sovente coperti da un’ arenaria macigno (58) .Trappo vulcanico comunissimo ne’ monti Veronesi ad ogni altezza ( 58. 39. 60 ). Monte Tomba il più elevato luogo ove si rinviene il basalto, ag- giunte in nota le piante alpine ivi crescenti ( 60 }. Vachia e tufo vulcanico coperti dalla roccia calcare e sovente disposti a strati zeppi di petrificazioni, al- ternanti con istrati calcari (60). Caratteri della va- chia Veronese ( 60, 61 ). Mandoloide (61). Mesotipi bellissime vetrose e farinose di m. Baldo presso Tier- no(61); meno pregevoli in altri luoghi (61). Stron- ziana solfatica nella mandoloide di Montecchio (61). Corpi organizzati marini di m. Viale coperti e pene- tratt dalla stronziana solfatica (61. 62). Vachia , tufo vulcanico e basaltino conformati in palle o cipollo- ni (62). Caratteri del basalto Veronese (62). Basalto amorfo , basalto colonnare (63). Basalto colonnare della valle di Roncà, della valle degli Stanghellini e di m. Bolca (63). Prismi basaltini singolari e basalto ì 40 in tavole di Trissino (63). Terre gialle e rosse Vero= nesi (63). Terra verde o talco zografico di m. Bal- do (63). Sua analisi e giacitura (64). Talco zografico di m. Bolca e d’ altri luoghi (64). Manganese metal- loide di Alcenago (64). Miniera di ferro della valle di Botte e della Ferrara, e ferro ossidato lenticolare di Monmaore di Baldo (64). Ferro solforato frequente sui colli (64). Arenaria di Mazzurega,;, di Lavagno, e della valle de’ Prusti (64. 65). Soda nativa delle mura di Verona (65). Solfato di magnesia erratico. nelle cave di marmo di Castione in ‘m. Baldo (65). Muriato di soda di Ravere di Velo, e non solfato co- me per errore sta scritto nel testo (65). Gesso di Torri (65). Creta di Marcelise e. S. Floriano (65) . Pietre focaje del Cerro (65). Acqua minerale fredda della valle di Botte in m. Baldo non analizzata (65), e di Rovere di Velo imperfettumente analizzata (65). Acqua termale di Domejara recentemente scoperta (66). Sua profondità singolare (66), sua posizione (66) ed elevazione sopra l’ Adriatico (66). Caratteri fisici, e peso specifico (66.67). Analisi instituita dall’ autore (66. 67. 68 ). Acqua termale di Caldiero (69). Ca- lore, peso specifico ed analisi (69). Litantrace 0 car- bene fossile di più fatte copioso in varj luoghi della provincia ( 69. 70. 71 ). Carbon fossile di m. Bolca sovrapposto agli ittioliti e sottoposto al basalto co- lonnare, e coperto e intersecato dal trappo ( 70}. Tufo calcare, breccie, e puddinghe componenti molti colli e monti meno elevati (71). Alta pianura Vero- nese costituita di banchi di sassi di varie speciy strascinati dall’ Adige e da’ torrenti (71). Monte Bal- do povero in ogni classe d’animali dagl’insetti in 14 fuori , feracissimo all’ opposito in piante (72) . Vie da Ve+ rona al m. Baldo (72.75). Topografia di m. Baldo ( 72.73.74. 75. 706). Brentino villaggio a’ piedi del monte (72). Santuario della Corona (73). Coltri e la Croce o Crosati (73). It Prabasar(73). Valle Basiana (73). Valle fredda (73). Sassi di valle-fredda (75}* Valle Ime (73). Il Campedello (73). La Ferrara vil- laggio (73). Cima dettal Albarè (73) . Valle Orza (73). Il Cambrigar (73) . Valle Novesa (73.74) . Torrente A- viana (74.75). Il Campione (74). Le Acque-negre (74). La Lonza (74). Valle brutta (74). Valle Losanna (74) Il Sassetto e sua fontana (74). Monte Gambon (74) » Il Cerbiolo (74) . { Lavaci (74). Piano della cenere(74). Selva d° Avio (74) . Valle dell’Artillon (74). I Dossioli (74). Prati di Brentonico e del Tredespin (74). Selva de’ Brentegani , rammentata dal Pona , distrutta (74): Gli Zocchi(74.76). Navene(74) . Bocca di Navene d’on- de si scende al Benaco(76). Tolghe(74.76) . Canalette (74.76). Altissimo (74.76). Le Scalette(74). I Pianetti (74). Pozza Ferrera (74). S. Giacomo (74). Villaggi Bren- tonico, Castione, Tierno a settentrione (74.75). Valle e torrente Sorna (75). Il Tretto (75). Sentiero de’ sop- piadori per cui si scende al villaggio Avio alle falde orientali (74). Via che da Caprino conduce ai monti della Corona, detta la Costa dei cani (75). Altra via detta dei Lumini che conduce a monte Piore e alla valle Ortigara (75). Prati e selve di. Pra-lungo e di Brenzone (75). Vetta detta Costa-bella (75). Valletta di Navole (75). Fontana di Navole (75). Valle del Bastion (75). Valle Vaccaria (75). Fonte di Brigal- dello o delle Buse (75). Selva di Piombe (75): Mon- maor la più alta cima di m. Baldo (75). Coval santo 142 (76). Valli profonde ed aspre delle cime di monte Bal- do, chiamate valle delle buse, delle pietre 0 di imon- maor, delle ossa, di S.Zeno, grande o fonda o drit- ta, Orzera, Finestra, delle Pozzette (76). Colma o cima, prato,e selva di Malcesine (76). Orrido sentiero detto di Ventrar che scorge al prato di Malcesine e al Benaco (76). Geografia botanica Veronese, Vicen- tina e Bresciana (77), divisa in tre regioni o zone (77). Instabilità de’ confini delle tre regioni rel variar della plaza(77) comprovata per molti esempi (77.78). Ca- gioni che determinano l abitazione delle piante (78) . Enumerazione alfabetica delle piante rinvenute dal- l’autore in m. Baldo e ne luoghi adjacenti, nelle molte gite da esso intraprese , coll’ indicazione dei siti e del- le loro altezze sopra l Adriatico (79-129). Piante rinvenute nella valle di Caprino e ne’ luoghi adjacenti alle vie onde si ascende in m. Baldo fino ai Masi e al Pra-bestemmià all’aliezza di 700 metri(79.-——99) » Dai luoghi suddetti fino alla valle Ortigara all’ al- tezza di 1450 metri(93—97). In Costa bella ; 1450 ai 2000 m. (97-99) . £n valle Vaccaria e al fonte di Bri- galdello , 1700 ai 1900 m. (99100). Nella valle di Monmaor e lungo il sentiero onde si ascende alla ci- ma, 1900 ai 2200 m.(100-101). 47 Coval santo, Mon- maor, Sascaga, Sassetto sino al di là della colma di valle Finestra; 2000 ai 2200 e più m. (101-102). Nelle valli delle ossa, di S.Zeno, grande o dritta, Orze- ra, Finestra, 1700 ai 2200 m. (102-105). Ai pascoli e selve dei Zocchi e Tredespin, e alla colma e al pra di Malcesine, 1400 ai 1600 m. (106) . Selva di Male cesine , 1200 ai 1300 m. (107). Al sentiero di Ven- tirar, 1700 m. (107). Alla bocca di Navene e nelle 143 prossime selve lungo la via per cui si scende al Be- naco, 1300 ai 1600 m. (108). Al Lastè oltre Nave- ne ein Altissimo, 1000 ai 2100 e più m. (108). Dal- le falde settentrionali verso Tierno, Castione , Bren- tonico , valle delle Sorne, ascendendo per S. Giaco= mo, Pozza-ferrera, fin’ ai Pianetti, 300 ai 1000 m. (109. r1o). Zn Canalette, Tolghe, valle del Tretto , lungo il sentiero de’ soppiadori, 1000 ai 1200 m.(II0). Al prato di Brentonico , 1300. m.(110-111). Nella valle dell’Artillon, 1300 ai 1500 m. (111.112). Alle Acque- negre e al Campion, 1300 ai 1500 m. ( 112-113}. Alla via dei Lavaci e al Pian della Cenere, dai 1000 ai 1400 m. (113-114). Nella selva d’ Avio e lungo la via per cui si discende al villaggio, dai 150 ai 900 m. (114). Aî pascoli del Cerbiol e di m. Gambon, 1300 ai 1400 m. (114). In Novesa, 1500 m.(114. 117). Nella valle Losanna, 1500 ai 2000 m. (117). Allà Ferrara , 800 az 1000 7. (117. 120). Alla Lonza, Campedello , valle brutta, 1200 ai 1309 m. ( 120). Nella valle- fredda e sue rupi fino alla valle di Navole , 1400 ai 1650 m. (120. 122). Alla fontana di Navole e alla valle del Bastion, 1700 m. (122). Nelle valli Basiana e ime, 1200 ai 1300 m. ( 122. 123 ). Ai prati del Prabasar e della Croce 0 Crosati , 1000 ai 1100 m.(123). Dai Coltri al Santuario della Corona, lungo le scale, seloe e rupi laterali sino alla valle di Brentino , 150 ai 900 m. (123-129). Nota sulla virtù della radice del- la Saginella selvatica 0 Andropogon halepensis, speri- mentata dall’ autore in varie malattie (124). Ritorno da Brentino a Verona (130) . Visita alla casetta del Fracastoro presso Caffi (130) . Si valica l'Adige a Pon- tone (130), Luogo ove esisteva nel secolo decimo sesto il 144 giardino botanico Nichesola (130). ‘Arrivo in Vero-. na (130). Lettera del Sig. Petrettini all’ Autore, nella quale è ragionamento de due Botanici Veronesi Calceolari e Pona, che nel secolo 167° intrapresero il viaggio di monte Baldo c.'° 132. PIANTE NUOVE 0 RARE 0 ED ECONOMICHE Acer monspessulanum . e arhi A. platanoides. i14. 124. A. Pseudo-Platanus . 114. 124. Achillea ambigua. 117. A. atrata. 101. 102. A. Clavennae . 60.97.1101. A. distans .93.117.0.117. A. nobilis. 120. Aconitum Anthora. 120. A. cernuum. 93. 120. A. cernuum var. fl. albo- variegato . TIO. III. A. Lycoctonum. 93. 111. 120. A.Napellus. 93.111.120. Actaea spicata . 93. 124. Adonis annua di cui sono varietà Adonis aestiva- lise A. autumnalis.79- Agaricus edulis. 79. A.fflammeolus. 111. 113. Agave americana . 14. Agrimonia Eupatorium . sh 79. Aira montana . 108. Ajuga Camaepithis . 79. DILUCIDATE E OFFICINALI PIU PREGEVOLI. Ajuga piramidalis . 100. À. reptans. 79. 117. Alchemilla alpina . IOI. 120. Alisma Plantago . 14. Allium neapolitanum . 14. A. ochroleucum . 117. À. paniculatum g. bulbi- ferum. 121. Althaea hirsuta . 114. A. officinalis. 14. Alyssum rupestre . 107. 120. 124. À. satieum. 79. Amaranthus . retroflexus . Is. 79. A. sylvestris. 14. 79. Anagallis arvensis, e. 8.79. A. tenella. 14. Anchusa officinalis . 80. Anemone alpina. 60, 101. A. baldensis. 102. Andropogon halepensis.14. 80. 124. Androsace alpina. 101. A. lactea. 101. Anethum Foeniculus-14 80. Angelica sylvestris.80.124. 9/* 102, Angelica sylvestris 8. mon- tana . 99. 107, Anthemis alpina . 102. 107. A. tinctoria. 14. 80. Anthyllis montana . 99. Apargia alpina . ‘93. A. crocea . 101. A. incana , 14. 124. Arabis alpina. 93. 112. 114. 117. A. nutans. 10r. A. saxatilis. 101. Arbutus alpina. 102. 107. A. Uva Ursi. 107. 120. Arctium Lappa. 80. Arenaria bavarica.14. 110. 120. 124. A.ciliata.97.101. 107.120. A. Gerardi, di cui dansi tre varietà .93. 102. 103. 120. A. polygonoides. 103. À. striata. 60. 107. A. tenuifolia *. decandra e 8. pentandra. 80. A. trinervia . 113. Aristolochia rotunda. 114. 122. Armeria vulgaris. 103. Arnica montana . 94. 121. 123. | A. scorpioides, di cui so- no varietà / Arnica gla- cialis e l’ Arnica Wul- feniana o cordata . 103. 117. rt o. A. camphorata, di cui è varietà / A. subcane- scens. I4, 30, 149 Arum italicum. 14. 30. A. maculatum. 109. A. maculatum var. maculis. 114. 122. Arundo Donax . 14. A. Phragmites. 14. A. pygmaea . 104. Asarum europaeum. 105. Asparagus acutifolius , 14. do. Asperula odorata.111.114. A. taurina . 111, 114. Aspidium alpinum. 103. A. Halleri. 118. A. Pontederae , varietà dell’ Aspidium fragile . 103. FI7. A. rigidum . 104. Asplenium viride. 108.113. Aster alpinus. 122. A. Amellus. 14. 80. Astragalus Clusii. 123. A. montanus. 97. 101. A. Onobrychis . 80. Astrantia major. 117. Athamantha Cervaria. 14. A. cretensis ‘100.101.104. 107. I92I. 120." Atragene alpina. 94. 99. 107. Atropa Belladonna. 14. 94. Pi: Azalea procumbens. 100. Barbula inclinata . 122. Barista alpina . 100. 101. Betonica alopecuros. 94. 100. III, B. hirsuta . 106, 111. 114. B. officinalis. 14. 113. 8. fl. atbo . 118. Bidens bipinnata . 14. 80. sine 146 Boletus edulis. 80. Borrera chrysophthalma . dI. Botrychyum Lunaria.113. 121. | Bryonia dioica . 61. Buphialmum speciostssi= mum i. 19. Bupleurum baldense . 125. #3. graminifolium. 101. B. ranunculoides. 129. Campanula bononiensis . 15. 100. C. petraea. 129. C. rotundifolia 8. C. pu- silla. 117. C. spicata. 125. et B. fl. albo . 125. Carduus crassifolius. 1 15. C. montosus. 119. C. sumanus , 210. Carex baldensis. 19.111. 117. 120. 12I. 122. C.capillaris . 99. TOI. 121. C. firma . 101 C. Micheli. 81. C. ovalis. 101. C., praecox . 81. Carlina acaulis. 81. Carum Carvi. 94. 118. Castanea vulgaris . 81. Cenomyce vermicularis B. taurica . 10t- 108. Centaurea Jacea B. C. a- mara. 15. GI.,1I18. C. Rhapuntica. 108. 121. l’erastium latifolium. 60. rod. 121. Cercis Siliquastrum. 15. Ga; {eterach officinarum . 113. Cetraria cucullata G. ni= pharga . 108. C. islardica . 97. 107. Chara flexilis a. B. 82. ° Cherleria sedoides . 60. 97. 100. Chrysanthemum Leucan- themum, di cui sono va- rietà 2) C. atratum e il C. montanum.82.117.121. Cineraria. alpina, di cui costituiscono la varietà a. la C. alpina B. Lin- naei Sp. pl. o Senecio al- pinus dello stesso suppl. e del W. Sp. pl. e del Persoon; la varietà {. la Cineraria cordifolia Linnaei Suppl. e W. Sp. pl. et Persoon o Cinera- ria alpina «. Linnaei Sp. pl.;la varietà y. il Sene- cio baldensis Encyclop. botan. et Persoon. 94. Circaea alpina . 112, 116. Cnicus erysithales fl. luteo- lo et fl. purpureo . 107. Cnicus rivularis . 106.108. Comarum fragarioides . Convallaria majalis . 112. C. multiftora . 123. Convoloulus Cantabrica . 19. 83. Cornus mascula . 15. C. sanguinea . 83. Coronilla Emerus . 15. C. minima. 83. ? Corylus Avellana. 15. 83. Crataegus vel Mespilus monogyna . 19. 87. Crataegus Oxyacaniha. 6 Cyclamen eur aria Cucubalus Behen 8.mon=- tanus . 121. Cyperus glomeratus W. Enum. 154 109. Cypripedium Calceolus . 107. Cytisus alpinus . 93.106. C. argenteus. 16. C. Laburnum. 93.122. 195, C. purpureus.16. 199. 114. Daphne alpina . D. Cneorum . se; I2I. D. Laureola . 16. 114. Dematium coleopierum- 29. D. Mezereum.93. 112.114. Dentaria bulbifera . 112. Dianthus Armerius . 93. D., atrorubens . 16. 64. D. Carthusianorum . 16. 84. 109. D. plumosus . 16.101.109. I2I. 125. D. prolifer . 84. D. sylvestris. 15. 64. 100. Dictamnus albus. 10. 84. 109. 126. Digitalisambigua . 84. 99. 112. I21I. D. lutea. 84.112. 126. Doronicum austriacum . 112. 116. Draba aizoides. 97. 101, 12I. D. pyrenaica . IOI. D. verna . 84. Ectosperma baldenstis,122. Dryas octopetala . 60. 97. IOI. Epipactis Nidus Avis.113. 147 Erygeron alpinum . 97. Erysimum hieracifolium . 120. Erytkraea Centaurium.16. E. intermedia . 16. Euphorbia ambigua. 116. 191. E. Lathyris. 16. E.maculata . 1206. E. nicaeensis . 84. 109. Euphrasia tricuspidata . 16. 109. 120. 120. Evernia divaricata . Evonimus latifolius . 107. 109. Favolus mori ( Hexagonia mori. Pollin. ) col suo carattere generico e spe- cifico . 16. 126. 127. Ferula nodiflora.. 17. 127. Festuca ciliata . 84. F. serotiria . 17. 84. 109. Ficus Carica . 17. Fragaria collina . 84. SATA capreolata . 17. F. officinalisa . 8.84. Galeopsis cannabina , 118. G. grandiflora . 118. Bosliun baldense.60.97.100, Genista pratensis. 118. Gentiana ciliata . 125. G.lutea .99. 110.113. 12I. Geranium argenteum. 98. IOI. G. macrorrhizon . 104. Geum montanum. 60. 98. 102. 100. @. 102. G. rivale . 118. G. urbanum. 85. 127. Globularia nudicaulis.117. 120, I2I, 127, IOI. 10. 148 Gnaphalium dium. 98. Gratiola officinalis. 17. Grimmia ovata. 85. Hedysarum Onobrychis . 85. Heiianthemum Fumana . 127. H.grandiflorum. 98.121. H. marifolium, di cui co- stituiscono la varietà «. il Cistus marifolius e i1C. canus , e la varietà g@. il Cistus anglicus. 85. 127. H. oelandicum, di cui co- stituisce la varietà «. il Cistus oelandicus,e la var. 8.11 Cistus serpilli= folius. 98. 121. H. salicifolium . 89. H. Seguieri . 98. Leontopo- Helleborus foetidus.17.895. H. niger. 17. H. viridis . 17. 85. Helvella leucophaca. 895. Hemerocallis Liliastrum . 1318. Heracleum fltavescens. 118. H. pyrenaicum , torse H. gummiferum del Willde- now , che somministra la gomma ammoniaca . 104. Hesperis tristis. 17. Hieracium aureum . 102. H. chondrilloides . 102. Hydnum coralloides. 86. Hydrodiction pentago- num. 17. Hyosceris foetida . 66. fl ypericum Androsaemum. 127. Hypericum humifusum.17. Hypochaeris helvetica.106. Hypocrepis comosa . 127. Iberisrotundifolia.102.104. Ilex Aquifolium. 17.114. var. inermis . 17. Impatiens Noli tangere . 112. Iris Pseud-Acorus . 17. I. sambucina . 127. Juncus trifidus. 60. 102. Jungermannia pinguis . 127. Juniperus nana. 99.104. 115% \1%E, Lactuca perennis . 17° 36. L.Scariola . 17. 86. Lamium Orvala . 119.127. Laserpittum peucedanoi- des. 90. 121. 122. L. Siler. 17. 127. Lathyrus setifolius . 86. L. sphoericus. 86. Laurus nobilis. 17 Lavandula Spica . 17. Lecidea baldensis .86.109. 197. Leersia oryzoides. 17. Lepidium alpinum . 102. 1064. L. petraeum. 17. 102. Ligusticum peloponense . TID. 40. Lilium bulbiferum . 96. L.Martogon . 96. 119. Limodorumabortivum.127. Linkia pulposa. 17. 86. 109. 127. L. verrucosa. 17. Linaria alpina . 104. Linum alpinum , 121. L. viscosum . 119. Lonicera alpigena. 96. Lunaria rediviva . 114. Lychnis quadridentata . 60. 104. 107. dal anpention giganteum . II Lycopodium selaginoides . 60. 102. Lycopus exaltatus. 17.86. Lythrum Salicaria. 17.86. Malva Morenii . 109. 123. Marsilea quadrifolia . 17. Melilotus officinalis a. 8. I7. 87 Melissa officinalis .I7. 28. 8 7. Melittis Melissophyllum . 17.87. 128. Mentha Pulegium. 17. Morhingia muscosa. 128. Muscari botryoides. 110. Myagrum striatum . 87. Nepeta nuda . 17. 96. 122. Nerium Oleander . 18. Olea europaea . 118. Ononis minutissima . 18. 88. II10. 128. Ophrys alpina . 6c 98.99. 121. O.apifera. 18. 88. O.arachnites, 18. 88. O. aranifera . 18. 88. . O. Monorchis. 113. 120. Orchis albida, 113. O. bifolia 113, 116. O. conopsea. 061. 119. 128. O. fusca. 110. O. globosa. 108. 119. O. hircina. 16. 110. O. maculata. 128. 149 Orchis mascula . 113. 119. O. Morio. 18.88. 119. O. nigra . 98. 108. 122, Orchis odoratissima . 99. 122. O. piramidalis.18. 88. 119. O. sambucina . 121. O. sambucina fl. incarna- TO. I2I. O. ustuluta . 88. O. viridis. 108. 121. Origanum vulgare. 18, 88. Ornithogalum luteum. 114. Orobus luteus. 116. 121. Oxalis Acetosella.1192. 116. Paederota Bonarotta . 60. 100. 104. 107. 121. 128. Paeonia corallina . 96. 119. 128. P. officinalis . 96. 119. Papaver Argemone. 88. P, aurantiacum. 104. Paris quadrifolia . 112. Pastinaca sativa . 18, 88. Pedicularis acaulis. 106. P.comosa-:19.119: 121.128. P. palustris. 18. P.rostrata. 60. 100. 102. P. rostrata var. fl. carneo. 102, P. tuberosa .100. 102.108. I2I. P. verticillata . 108. Peplis Portula. 121. Peziza lycoperdoides. 88. Phallus impudicus . 112. Philadelphus coronarius . 128. Phillyrea latifolia . 18. Phyteuma comosa.60. 102. 100, I2I, 128. 150 Phytolacca decandra. 16. Pimpinella dissecta . 121. 128. Pinguicula ftavescens. 102. 113,190 Pinus Abies . 107. P. baldensis varietà del P. Abies. 107. P. Larix. 107. P. Piceastun) P. Pumilio . 60. 100. 105. 121. Pistacia Terebinthus: 18. Poa aquatica var. proli- fera. 18. Polygala amara .116.117. 122. P. Chamaebuxus var. fl. elegantissimo . 100. Polygonwm Bistorta . 96. 119. P. Hydropiper . 18. 89. Polypodium Phegopteris . 113. Potentilla caulescens. 18. Poterium Sanguisorba.89. - Potentilla nitida . 102. 105. Prenanthes purpurea . 108. 128. P. purpurea var. fol. an- gustioribus . 108. Primula Auricula . 102. 121. P. carniolica.60. 100, 102. I2I. P. veris. 18. Prolifera parasitica . 198. Prunella vulgaris et var. Bi y. 99 IOO. 100, Prunus Avium . 89: 114. Pulmonaria angustifolia . 43. P. officinalis. 89. Pulsatilla pratensis . 89. Punica Granatum . 18.89. Pyretrum elegans. 117. . Pyrus Malus. 114. P.Pyraster. 114. Quercus Aegylops . 89. Q.Ilex 18: 128. Q. pedunculata . 18. 89. Ranunculus alpestris. 98. 1000. I02, 109. - R.auricomus . 100. 109. R.rutaefolius.98. 100.109. R.Seguieri. 105. R. Thora a. 8. 100. 105. Reseda Phyteuma . 18.89. Rhamnus Catharticus.128. R. Frangula. 18. R. pumilus.18. 105. 121. fi. saratilis . 18. Rhododendron Chamaeci- STUS . 102. 109, KR. ferrugineum . 60. 105. 108. 113. R. hirsutum . 119.t5r; Rhus Cotynus . 18. 89. Ribes petraeum. 114. R.Uva crispa . 114. 119. Riccia fluitans . 18. Rosa alpina.105.108:112. R. Pollinii.. 129. R. pumila . 89. R.rubiginosa fl. albo . 18. 69. Rosmarinus officinalis, 18. Rubus coesius. 89. KR. hirtus. 108. IOI. I00. RubusIdaeus,96.112.122. R. saxatilis | 96. 102. 121. Rumex aquaticus . 13. R.scutatus. 120. Ruscus aculeatus . 18. 89. R. Hypoglossum . 121, Ruta chalepensis. 18.89. Saccharum Ravennae . 18. Salix Pontederana . 113. Salvinia natans . 18. Sambucus racemosa . III, II2, Saponaria ocymoides . 96. S, officinalis . 18, Satureja hortensis . 18. 89. S.montana.19.90.110.129. Saxifraga Aizoon «. B.98. 105. I21. 129. S. androsacea . 100. 105. S. bryoides . 102. 105. S. burseriana . 105. S. coesia. 98. 102,105. 108. 121. S. exilis . 112. 122. S.longifolia. 108. S. muscoides . 102. S. mututa . 60. 105. 108. S. Ponae a. 60.7. 100. 105. 108. 121. 129. S. sedoides . 105. 108. 117. Scabiosa graminifolia . 19. 129. $S. Succisa . 19. 119. 122, S. transilvanica . 19. Scirpus Cericis . 19. S. palustrisa. B. 110. Scorzonera alpina . 100. S. humilis . 129. S.rosea.121. Scrophularia verna . 113. Sedum acre : 119, 108. 151 Sedum atratum . 119.120. 129. i S.rubens.119. S. Telephium . 129. Selinum rablense . 129. S.Seguieri.100-108-110.I11I, Sempervivum tectorum.19. Senecio aquaticus . 19. 90. S.Jacobaea . 19. Senecio Doronicum a. 8. 108. 121, S.erucifolius. 110. S.laciniatus. 96.111.112. 110. Serratula tinctoria .90.110. Seseli annuum . 19. S. elatum. 19. 129. Silene acaulis.98. 101.105. S. acaulis var. fl. albo.101. S. Saxifraga . 101: 103. 108. I2I. 129, Sisymbrium Nasturtium . 19. 90. Solanum Dulcamara . 19. 90. $S. miniatum. 90. fr. mi- niat. et fr. lut. 19. Soldanella montana . 96. Solidago alpestris varietà della S.Virgaurea .110. Spartium junceum . 19. _$. radiatum. 129. Spallanzania Agrimonoi- des, e suo carattere ge- nerico e specifico.96. 122. Sphaeria concentrica , 0s- servazioni microscopi- che sulla sua interna tessitura . 90. Spergula saginoides. 98. 108. IIÒ, 155, Sporotrichum aureum.129. Stachys alpina . 114. 122. Stellaria crassifolia . 120. Sticta syloatica. 97. 107. Stipa pennata. 19. 11. Symphytumtuberosum-123. Tamarix germanica. 199. l'amus communis. 19. gr. 120. faxus baccata. 107. 120. l'eucrium Chamaedrys.19. QI. 6. 91.129. Thalictrum minus. 120. 122. T'hesium alpinum. 122. Thrincia hirta . 19. Thymusalpinus 97 105.120. T. Calamintha.19.91. 129. I. Nepeta. 19.91. 129. T. grandiftorus . 91. Tilia europaea. 114. 120. 129. T. microphylla, 114. 120. 129. d'ofieldia palustris . 117, 122. l'ordylium maximum . 19. I. T'ormentilla erecta.97.116. Tremella juniperina. 102. Trifoliumalpinum.101.102- Trollius europaeus . ar. Tuber cibarium. gi. T. rufum. gr. d'ulostoma boreale . gi. Tussilago alba. 97. d'. discolor . 60. 101. £. Farfara. 19. 11. T. nivea . 97. T°. Petasites. 19. 1r. T'ypha minima. 20. 105. 98. Ulmus campestris var. la- tifolia. 114. 129. Ulva gelatinosa . 19. | U. turbinata. 19. 44. 45. Uredo aspidii . 117. Usnea ceratina . 102, Uvularia amplexifolia1 14. Vaccinium Myrtillus. 105. V. Vitis Idaea. 105. 108. Valeriana officinalis . 19. Valeriana rubra. 19. 92. var. ft. albo . 19. V. saxatilis, dai nostri bo- tanici presa per la Vale- riana celtica. 60. 99. IOI. 102, 129. V. tripteris. 129. Vallisneria spiralis . 19. Veratrum album 101,106, 122. V.nigrum. 101, 106, 119, 122. Veronica Anagallis . 19. V. aphylla . 99.122. V. Beccabunga . 19. V. fruticulosa: 122. V. officinalis . 19. 97. V. saxatilis. 106. 122. V. serpillifolia. 120. 122. V. spicata. 19. 110. V. Teucrium, di cui è varie- tàla V.latifolia.92. 129. V.urticaefolia . 129. Viburnum Lantana . 19. Vicia lutea. 19. 93. Viola bifora . 60. 102. 117. 1922. | V.mirabilis. 93. V.montana . 117. V.tricolora.8.93.120.122. FL No ; (5-44 + ( ; Ci Ae .| (13 n . ti LI A À ‘ è pe 1 î ; Ca ha. c : I, La i * + ® “ 4 è Li % < 0; î A é * dl LIZA 3a i cd | Ren A w « A vd U) di 4 Lj Ù a ‘ x Ci À si è t7 \ } \ DAI x - ) A = ° “è a Ah n} È LC b » ” » si" z à n i i (9 : Vv} . ‘ " i o, i \ * = pò IA PE = ai TL #3: i Y° 4 : n - x ST Pa P, € 4 . sei ln "peer - i pu y » è | a hd Pa ha u? ù » : let ° #6 è + 0 4 i’ i »; iP, È B sì ld è < / 4 i È » LR , t » \ n . x f A i x x LT Na Ò “ d.1 +? 4 - la 19 i, i 4 . 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