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WEBBIA

RACCOLTA DI SCRITTI BOTANICI

PUBBLICATI

IN OCCASIONE DEL 50° ANNIVERSARIO DELLA MORTE

DI FILIPPO BARKER WEBB

EDITA DA

UGOLINO MARTELLI

Professore nella R. Università di Pisa

•C'Ali

FIRENZE

STABILIMENTO PELLAS Luigi Chiti successore

I905-

WEBBIA

RACCOLTA DI SCRITTI BOTANICI

WEBBIA

RACCOLTA DI SCRITTI BOTANICI

PUBBLICATI

IN OCCASIONE DEL 50° ANNIVERSARIO DELLA MORTE

DI FILIPPO BARKER WEBB

EDITA DA

UGOLINO MARTELLI

Professore nella R. Università eli Pisa

LIBRARY NEW YORK BOTANICAL, GARDEN

FIRENZE

STABILIMENTO PELLAS Luigi Ciiiti successore

I905-

Proprietà letteraria

PREFAZIONE

LIBRARY NEW YORK

BOTANICAL

GARDEN

FJ er fare la storia e rendere ragione della pre- sente pubblicazione, riporto dal verbale dell’ adu- nanza dell’ 8 Maggio scorso della Società botanica italiana, Sede di Firenze, quanto appresso: 1 « Il socio Martelli fa la seguente proposta: «Quest’anno 1904, il 31 di Agosto, si compie il cinquantesimo anniversario della morte di Filippo Barker Webb, celebre botanico inglese e benefattore della botanica in Italia e più specialmente in Toscana, al cui Granduca, Leopoldo II, legò per testamento, con munificenza grande, il ricchissimo suo erbario e la sua biblioteca, dotandoli di un vistoso appan- naggio annuo.

« Non è a mia conoscenza che si preparino ono- ranze alla memoria di quest’ illustre uomo, e per quel sentimento che deve esistere nell’ animo dei bota- nici italiani e più specialmente di noi fiorentini, io propongo alla Sede di Firenze della Società bota- nica italiana, non solenni feste, ma che la prossima adunanza del mese di Giugno ed i lavori scientifici che in essa saranno presentati, sia tenuta e siano pubblicati in memoria ed omaggio dell’ illustre bota- nico Filippo Barker Webb. »

1 Bullettino della Soc. bot. Hai., anno 1904, pag. 231-232.

VI

« Il Presidente Sommier crede anzitutto che sa- rebbe tardi per organizzare in breve ora una seduta straordinaria, che dovrebbe avere un carat- tere di solennità. Inoltre un cinquantenario non si impone come un centenario, e la ricorrenza di un anniversario di nascita, sarebbe epoca più lieta da commemorare che un anniversario di morte. Ma ad ogni modo è di avviso che non convenga alla So- cietà botanica di prendere essa V iniziativa di una commemorazione di Filippo Barker Webb. Tale ini- ziativa spetta, a parer suo, alla Direzione dellTstituto Superiore o del Museo botanico fiorentino, diret- tamente beneficati dal cospicuo lascito del beneme- rito botanico inglese. Se una tale proposta venisse da parte dell’ Istituto è persuaso che la Società nostra ben volentieri si associerebbe alle onoranze proposte. Dice poi che avendo interpellato in pro- posito il Direttore del Museo botanico, questi aveva espresso l’ opinione che non fosse il momento più propizio per assumere una tale iniziativa.

« 11 prof. Baccarini (Direttore del Museo botanico di Firenze), confermando quanto ha detto il Presidente, può assicurare però che l’ Istituto botanico fioren- tino non è secondo ad alcuno nel coltivare la me- moria del generoso benefattore Barker Webb, di cui è orgoglioso di conservare il classico erbario. Tuttavia non reputa opportuno di prendere l’ inizia- tiva di tale commemorazione in questo momento, nonostante che cada il cinquantenario della morte, specialmente in considerazione del non lieve lavoro che si connette al definitivo trasporto dell’ Istituto a San Marco. Una commemorazione di Barker Webb si ripromette di farla in una non lontana occasione, quando cioè tutte le collezioni saranno riunite nella

VII

nuova sede. 1 In tale occasione crede che i festeg- giamenti in onore dell’ illustre benefattore potranno riuscire più degni e solenni che in questo momento.

« Il conte Martelli risponde: Sono sorpreso e nel tempo stesso addolorato quanto mai, nel sentire tale opposizione ad una proposta che ritengo un’ espres- sione di doverosa riconoscenza verso un tanto bene- fattore. Non sono, potrei esser soddisfatto delle ragioni addotte, che del resto non trovo buone. Come ho detto, io proponevo un omaggio di doverosa rico- noscenza alla memoria dell’ illustre Webb, per parte dei botanici fiorentini, i quali mercè la di lui muni- ficenza possiedono collezioni botaniche invidiate e che non temono confronto con molte altre all’ estero. Se l’Istituto di Studi Superiori e la Direzione del- l’Orto botanico fiorentino non credono fare per pro- prio conto una commemorazione in questa ricor- renza, ciò non impedisce di farla alla Sede di Firenze della Società botanica, che è Ente a ed indipen- dente, e non so vedere come ciò effettuando, la So- cietà botanica faccia atto sconveniente e si metta avanti ad altri. Essa compie un suo dovere, e non altro, verso un benefattore di quella scienza che è suo scopo, suo fine. Se il Direttore dell’ Orto bota- nico di Firenze, come egli ha detto, non si trova ora pronto con lavori scientifici da presentare a que- sta commemorazione perchè ignorava tale ricor- renza, si potrebbe benissimo rimandare la cerimo-

1 Sono oltre VENx’anni da che fu progettato e messo mano a questo famoso trasloco. Ora tutto è fermo al Museo in via Romana; solo la biblioteca, con saggio provvedimento da due anni per comodo degli studiosi, è stata trasportata nel nuovo locale a San Marco, di- stante BEN DUE CHILOMETRI DAGLI ERBARI, che Sono rimasti Soli al Museo!

Vili

nia all’Ottobre prossimo. Infine riguardo a quanto ha espresso il Vice-presidente Sommier, che la com- memorazione della morte di una persona non è un’ epoca troppo lieta c che in altra circostanza si potrà pagare quindi il nostro tributo di riconoscenza al benemerito Webb, io osservo che ormai è invalso l’uso di commemorare l’anniversario delle morti, che si potranno fare è vero in altre circostanze festeggiamenti alla memoria dell’ Webb, ma nessuna avrà l’importanza ed il significato della commemo- razione in un cinquantenario o in un centenario, al quale ultimo, sebbene io auguri a tutti noi lun- ghi anni di vita, pure non mi illudo che vi assi- steremo. »

La mia proposta dinanzi alla Società botanica, Sede fiorentina, come si vede era presentata sotto una forma modesta, che non poteva in alcun modo urtare la suscettibilità di alcuno. Era una proposta che a priori io ritenevo che sarebbe stata accettata con compiacenza anche da quelli che poi la com- batterono. Essa naufragò per la remissività studia- tamente velata della Presidenza della Società bota- nica e per l’ostilità del Direttore dell’Istituto botanico fiorentino, il quale con melliflue parole si oppose alle onoranze, solo perchè proposte da me e forse anche perchè esse avrebbero potuto servire a met- tere nuovamente in evidenza le peripezie passate, presenti e future delle collezioni Webb.

Per riparare però almeno in parte all’ impressione penosa prodotta dal voto sconveniente della Società botanica italiana .Sede di Firenze, mi sono rivolto a vari scienziati botanici perchè, in luogo della com- memorazione che la Società botanica Sede di Firenze non ha voluto si facesse, venisse pubblicata, col loro

IX

contributo, una raccolta di lavori, per onorare, a mezzo secolo di distanza dalla morte, la memoria di quell’ uomo illustre che aveva speso una buona parte della sua fortuna e dedicato tutta la sua ope- rosissima vita in benefizio della scienza, dell’ uomo che cinquant’ anni or sono procurava a Firenze il possesso del suo preziosissimo erbario e della sua ricca biblioteca.

Filippo Barker Webb nato il 18 Luglio 1793 a Milford House, nella Contea di Surrey, compiuti appena gli studi nell’ Università di Oxford, nel 1815, fece il suo primo viaggio nella nostra Italia, ove strinse amicizia con Alberto Parolini di Bassano (bo- tanico e scienziato egli pure) col quale poi viaggiò in Grecia, nell’Asia Minore, durante quattordici mesi, dal 30 Aprile 1819 al 21 Giugno 1820. Dal Marzo 1826 fino alla fine del 1830, Webb attraversò la Spa- gna, il Marocco ed il Portogallo, visitò quindi Madera ed infine le Canarie ove più lungamente che altrove si trattenne. 1 Frutto di questi viaggi sono le più belle ed importanti opere lasciate dall’ Webb, quali la Histoire naturelle des lies Canaries, \Iter Hispa- niense, le Olia hispanica, ecc. ecc., opere con le quali, secondo quanto scrisse giustamente il Parla- tore nell’Elogio dell’ Webb, « Egli ha inalzato a ed alla scienza uno splendido monumento, il quale rimarrà saldo in avvenire contro 1’ ingiurie del tempo. »

Ma altro monumento che pure dovrebbe essere resistente alle ingiurie del tempo e degli uomini, non- ché aW oblio di questi, Webb fece a legando al

1 Per la vita di Webb vedasi: F. Parlatore, Elogio di Filippo Barker Webb.

X

Granduca di Toscana il suo erbario e la sua biblio- teca, e ciò in conseguenza dell’amicizia e della stima che portava all’ illustre prof. Filippo Parlatore, di cui era un grande ammiratore per la fondazione e l’ or- dinamento dell’ Erbario Centrale. Webb legava pure al Granduca di Toscana un palazzo in Parigi, perchè col ricavato della sua vendita si formasse un capi- tale la cui rendita annua servisse all’ aumento delle sue collezioni.

Un anno dopo la morte del generoso donatore, cioè il Dicembre 1855, nelle stesse sale del Museo di Fisica e Storia Naturale, in occasione dell’ aper- tura del corso di botanica, l’ illustre professore Par- latore ne intessè la vita e « fu questo, Egli dice, un giorno di grande solennità. Il paese intero vi prese parte, v’ intervenne S. A. I. la Granduchessa regnan- te e l’Arciduca Carlo, il Presidente dei Ministri e tutti i Ministri Toscani, il Ministro di S. M. Britan- nica, le principali Autorità della città nostra, il So- printendente all’ I. e R. Casa e Corte, il Direttore ed i Professori del Museo di Fisica e Storia Naturale, molte signore toscane e forestiere e quanti uomini egregi per ingegno e dottrina racchiude questa gen- tile Firenze. » 1

Dopo l’annessione del Granducato di Toscana al Regno d’ Italia, anche le collezioni Webb, con l’unita rendita, passarono al Governo italiano e questo, in seguito ad una convenzione con il Comune e colla Provincia di Firenze, le dava in consegna all’ Istituto di Studi Superiori, rimanendo però sempre proprietà dello Stato. Il Governo, poca, anzi punta cura ha avuto di sorvegliare il prezioso materiale scientifico

1 Parlatore, Elogio citato. Prefazione.

XI

di proprietà nazionale, che per nostra fortuna si trova in Firenze, essendosi completamente disinte- ressato di quanto ad esso si riferiva e non preoccu- pandosi se esso abbia o meno continuato ad essere diretto con spirito ed indirizzo veramente scientifico.

Con gli obblighi di gratitudine che i botanici ita- liani e più specialmente quelli che si trovano in Firenze hanno verso Webb, fa meraviglia che la mia proposta sia naufragata all’ adunanza della Sezione della Società botanica che appunto ha la sua sede in Firenze e che si aduna in quelle stesse sale ove il prof. Parlatore pronunziando il suo Elogio a Webb fece risuonare delle seguenti parole : «... Se fortuna nemica tolse a noi il bene di fruire la nobiltà del suo animo (di Webb) e la vasta sua scienza, onde noi abbiamo innanzi sera compianta una morte tanto crudele, essa non ha tolto torrà mai dal cuore nostro i sentimenti di gratitudine e di amore per chi ha fatto tanto per la patria nostra. » ! !

Che l’anima generosa del munifico Filippo Barker Webb compatisca e perdoni loro l’affronto e siale di conforto il vedere che un fiorentino, il più modesto fra i botanici italiani, si è unito a valenti scienziati nel pubblicare questa raccolta di scritti scientifici, per ricordarlo con gratitudine profonda e sincera cinquant’ anni dopo la sua morte.

Firenze, ji Agosto 1904.

Prof. Ugolino Martelli.

Testamento di Filippo Barker Vebb

Particole estratte dal testamento di Filippo Barker Webb, gentiluomo di Milford nella Parrocchia di Witley nella Con- tea di Surrey (ma domiciliato a Parigi e occasionalmente a Firenze in Italia), in data del diciannove di Aprile mille- ottocentocinquanta.

I give and bequeath to the Grand Diche of Tuscany Leo- pold the second, his Heirs and successors the whole of my col- lection of dried plants with the cases or boxes in which they are deposited and arranged according to their different sorts and kinds, and likeivise all and each of my Botanical Books, upon the condition that the said Grand Duke his Heirs and successors shall & do always keep the said Collection of dried plants and the said Library of Botanical Books separate and distinct from all other collections or collection of plants and Libraries or Library of Books and do place and keep the said Library and Herbarium, hereby bequeathed to him or them, together, so that they may form one distinct separate and com- plete collection. But if the said Grand Duke or his Heirs and successors shall not accept of the Bequest so made to him and them upon the coiidition aforesaid or shall not observe the same condition then I direct that the said collection of dried plants cases or boxes and Botanical Books and the sum or sums of money herein after directed to be applied in the pur- chase of plants or dried specimens of plants shall fall into and

constitute part of my residuary estate disposed of by me as herein after contained.

And as to and concerning my Messuage or Dwelling house with the appurtenances thereunto beloiiging situate in the Ave- nue Marbeuf in the City of Paris, I give and devise the same unto John William Spicer, Philip Davies Cooke, Philip Goode, and Henry Sale Goode, their Heirs executors administrators and assigns according to the nature or temere thereof, and for all my estate right or interest therein upon and for the trusts intents and purposes following, that is to say, upoii trust that they the said fohn William Spicer, Philip Davies Cooke, Philip Goode and Henry Sale Goode, and the survivors and survi- vor of them and the heirs executors or administrators of such survivor and their or his assigns do and shall as soon as conveniently may be after my decease sell and absolutely dispose of the same either together or in parcels and either by public auction or private contract as they or he in their or his discre- tion shall think best for such price or prices stun or sums of money as can or may be obtained for the same.

And I do hereby f urther Will and direct that they my said Trustees or the survivor of them or the executors or admi- nistrators of such survivor or the Trustees or trustee for the time being do and shall with or out of the motleys to arise from such sale as last a foresaid to pay the several and respec- tive legacies following, that is to say, to Xavier Lacroix the sum of 5000 Francs, to my Friend M.r facques Gay or in case of his decease to his son M.T Charles Gay 20,000 Francs,

to my Friend M.T Graves 3000 Francs as a mark

of my Gratitude to him for liis superintendence of my Her- barium, to my Godson Heinrich Philip Schultz 5000 Francs, to my Friends Professor Alfred Moquin and Sabin Berthelot 300 Francs each to purchase some Memento of an old Friend, to Baptiste de Vergezac my Body servant or Valet should he be living with me at the time of my decease 5000 Francs, and to each of my other servants who shall be in my service at the time of my decease and 'who shall have been in my service for one year previously there to 1000 Francs.

3

And after payment of the said several legacies I direct that my said trustees or trustee do and shall lay out and invest the residue of the money to arise from the sale of my said House and premises in Paris aforesaid in or upon Government or other public Stocks or Funds or upon real securities in England at Interest with full power and authority to sell dispose of alter vary and change such Stocks Funds and securities and those which may be substituted in lieu thereof for others of the same or the like nature as often as shall be thought expedient and do and shall pay the Interest Dividends and annual produce of such Stocks Funds and securities to His Royal Highness the Grand Duke of Tuscany or his repre- sentative to be by him applied in the purchase of plants or dried specimens of plants to be added to the Herbarium which I have given and bequeathed, and upozi the same condition as herein before mentioned.

A?id I do hereby Jiominate and appoint the said folm Wil- liam Spicer Philip Davies Cooke Philip Goode and Henry Sale Goode Executors of this my last Will and Testament, to the end and intent that they may do every act necessary to be done as my Executors, in or about or zvith respect to my affairs & property in England and France.

And I do also nominate arid appoint Professor Philip Par- latore of Florence Executor of this my Will, to the end and intent that he alone may do every act necessary to be done as my Exearfor in and about my affai} s and property at Florence or in Tuscany or elsewhere in Italy.

Particole estratte dal Codicillo aggiunto allo stesso Testa- mento, pure in data del diciannove Aprile milleottocento- cinquanta.

/ hereby revoke the Legacy or bequest of yooo Francs to Xavier Lacroix in my said Will mentioned , and in lieu the- reof. I give and bequeath to the said Xavier Lacroix the sum of iooo Francs which I direct to be paid out of the monies

4

to arise /rovi the proceeds of the sale of my Messuage or Dwel- ling House with the appurtenances thereunto belonging situate in the Avenue Marbeuf in the City of Paris in my said Will mentioned.

By this Codicil also the appointment of the said fohn Wil- liam Spicer and Philip Davies Cooke as Trustees & Exe- cutors is revoked, and the said William Webb Spicer & fohn Probyn are appointed Trustees and Executors in their stead, jointly with the said Philip Goode and Henry Sale Goode.

The Will and Codicil were proved in the Prerogative Court of Canterbury by M.r Henry Sale Goode, one of the Execu- tors, on the jo0' September 1854.

Firenze, dal R. Archivio di Stato li 31 Agosto 1903.

Per copia conforme:

Il Direttore L’Archivista

f. Gherardi. f. C. Carnesecchi.

(Munito del sigillo di Ufficio).

Lettres de P. B. Webb

publiées et annotées par le D.r Eel. Bonnet

Il ne sera pas sans intérèt, je pense, de reproduire, dans ce volume, quelques lettres empruntées à la correspondance de Webb avec un savant de son époque, le D.r Camille Mon- tagne, 1 qui fut, en mème temps, son collaborateur et l’un de ses meilleurs amis ; Parlatore, il est vrai, a jadis publié 2 quelques fragments de cette correspondance, d’après des co- pies communiquées par Montagne lui-mème ; mais, l’époque de cette publication imposait une certaine réserve dans le choix des lettres livrées à la publicité et celles reproduites par Parlatore nous révèlent surtout, dans Webb, le latiniste élégant et impeccable et le polyglotte écrivant avec facilité plu- sieurs langues vivantes.

Les quatre lettres que j’ai choisies panni les 80 conser- vées dans le fonds Montagne, au Muséum d’histoire naturelle de Paris, pennettront de mieux apprécier le caractère de Webb en mème temps qu’elles nous fournissent quelques

' Montagne (Jean-Fran^ois-Camille), néà Vaudoy (Seine et Marne), le 15 février 1784, d’abord chirurgien de la marine, puis chirurgien militaire (1804-1832), docteur en médecine de l’Université de Naples, membre de l’Institut (1853) et de l’Académie de Médecine (1862), dé- cédé à Paris le 5 Janvier 1866. (Cf. P. A. Cap, Camille Montagne, botaniste ; Paris, 1866. Larrey, Notice sur C. Montagne in Ree. de mém. méd. chirurg. et pharm. milit., Janv. 1866).

* Elogio di F. B. Webb; Firenze, 1856 (pp. 87-90).

6

renseignements sur ses rapports avec les botanistes italiens et sur ses deux séjours à Rome et à Florence, pendant les années 1848 et 1853.

I.

« Mon cher docteur,

« J’envoie votre ms. (manuscrit 1), vous verrez que j’y ai « fait très peu de changements et ceux que j’ai faits ne sont « pas peut-ètre toujours nécessaires. Vous déciderez.

« J'ai été frappé du retour trop fréquent de mon noni « d’abord, je suis d’avis que cl[arissimus] est bien assez, au « lieu de cel[eberrimus]. Berthelot 2 pourrait se formaliser, « quoique la nuda veritas est qu’il n’a jamais ramassé de « mousses.

« Ainsi, je serais d’avis d’òter mon noni partout vous « pourrez et au premier Hab. d’ajouter, en bas de la page, « une note à peu près comme celle-ci :

« Ubi loca natalia nullo collectoris nomine acljecto designavi, « specimina legit cl. amicissimusque Webbius, cum binos per annos « ab 1S28 ad 1830 insulas Fortunatas, comitante cl. Berthelotio, per- ii lustravit atque investigavit, deinceps qutecumque in iisdem insulis, « imprimis in Canaria, invenit cl. Despreaux, qui ab anno 1S34 ad « lume usque diem commoratus est, qiueque nuper cum cl. Webb « communicavit seorsum et singulatim notavi.

« C. M. » 3

1 11 s’agit du manuscrit des plantes cellulaires des Canaries, dont l’impression forme la 2e partie du tome III de 1 ' Histoire naturelle des iles Canaries et la deridere section du Phytographia Canariensis.

2 Berthelot (Sabini, à Marseille en 1794, consul de France à Sainte-Croix de Ténériffe, collaborateur de Webb dans l’exploration des iles Canaries et pour la redaction du grand ouvrage sur l’histoire naturelle de ces iles.

3 Cette note a été imprimée presque textuellement dans le Phy- tographia Canariensis loc. cit.), p. 3, comme renvoi à l’Hab. de V Hyp- nutn Tene riffa: Montag.

7

« Qu’en pensez vous ? J’espère que ce temps frais vous est « favorable.

« Mercredi i9 Juin. * 1 « Tout à vous

« P. B. Webb.

« Monsieur le D.r Camille Montagne « rue de Beaux- Arts, n. 15

« Paris. »

II.

« Rome, 8 via Mario dei Fiori, « June 17th 1848.

« My dear D.r Montagne,

« Madame Fiorini 2 has requested me to forward you a « little packet and I profit by the kindness of an English « gentleman Mr Bulley to send it, nor case I allow it to « proceed on its way without writing two or three lines to « ask you how yow do, how yow are passing along these « troublous times which have half submerged our poor dear « friend Gay. 3

1 Lettre sans autre date, mais très certainement écrite dans le courant de l’année 1840.

1 Fiorini-Mazzanti (Elisabetta, comtesse), auteur de nombreux tra- vaux sur les cryptogames cellulaires de l’Italie, née à Terracine le 3 Juin 1799, morte à Rome le 23 Avril 1879 (Cf. Castracane,

Cenni biografici, Roma, 1879 ; Pedicino, Discorso, Roma, 1879 ; Geheeb, in Leopoldina, XVI [1880] , p. 13).

3 Gay (Jacques), que Webb appellait « my dear master in Flora», à Nyon, canton de Vaud (Suisse), le ir Octobre 1786, mort à Paris le 16 Janvier 1864 (Cf. Ramond, Hommage rendu à la mc- moire de J. Gay in Bull. Soc. botan. Fr., XI, 341). La révolution de 1848 avait supprimé, avec la Chambre des pairs, les fonctions de secrétaire que Gay remplissait auprès de cette assemblée.

8

« I know your gallantry and your love of Italy and there- « fore I told Madame Mazzanti-Fiorini that her offerings and « her requests would reach a sure and friendly haven. She « is preparing a Flora of the ancient Monuments in Italian 1 « a work befelting both her antiquarian and scientific taste, « for she is I assure you a most accomplished as veil as a « most amiable lady.

« We herborize often together, indeed we are going onh « this afternoon but she cannot go far as she is in atten- « dance upon her sick father. Though I am a poor collector « of mosses yet I troght her down from the Latian hills «12 Mosses and 2 Jungermanniae in fructification. Nothing « new of course tho’ I have some hopes of finding novelties « in the Sabine mountains to which I have bound.

« Madame Fiorini has been extremely gratified by the kind « and generous offer of captain Durieu 2 to send her Alge- « rian mosses she beg me to present her best acknowledge- « ments and she will receive them as well as lichens with « which she is now occupied with the greatest gratitude. In « return she would have much pleasure in sending him the « types of her Bryologia Romana.

« Excuse me if I do not write more at present, but my « time is exceedingly taken up write letters to England, « adios.

« Always, my dear friend « most truly et afif.tely « P. B. Webb. »

(Ménte a dr esse).

1 Cf. Fiorini-Mazzanti, Flottila del Colosseo in Atti Accademia Muovi Lincei, XXYIII-XXXI (1875-1878).

2 Durieu de Maisonneuve, capitaine d’infanterie, membre de la Commission d’exploration scientifique de l’Algérie et, en dernier lieu, directeur du Jardin botanique de Bordeaux olì il est mort le 20 Fé- vrier 1878 (Cf. Cossox, Compend. FI. All., I, 37 et Bull. Soc. bot. Fr., XXV, 43).

9

III.

« Florence, Piazza della Croce al Trebbio, n. 4211, « April 21th 1853.

« My dear D.r Montagne,

« I was still at Rome whither your welcome letter was « forwarded from hence. You must be well aware with what « immense delight. I saw your elevation to the hale of splen- « dour and light, as they say at Pekin, and that by universal « consent and acclamation uti dignissimus. I was myself « suffering at the times from a recent calamity and our ex- « cellent contessina Fiorini andertook to mingle my congra- « tulations with her and tell you what heartfully pleasure the « news had given me.

« The incuria of the Roman Post office is something « frightfal, the batch of letters forwarded me from Florence, « of what yours was one, was detaine so days at the poste « restante thogh I sent every second day to enquire for let- « ters. The very next day I wrote to Parlatore 1 requesting « him to send you the memoir of Amici 2 on the Circinuo-

1 Parlatore (Filippo), à Paierme le 8 Aoùt 1816, professeur à l’Istituto di Studi Superiori, directeur du Jardin botanique et de l’Herbier de Florence, mort dans cette ville le 9 Septembre 1877 (Cf. Tomasi in Soc. med. fisic. fiorent., 17 Janvier 1878 ; D’Ancona in Bull. R. Soc. Toscana di Orticult., 1877 ; Haynald, Den krede auf P. Parlatore, Budapest, 1879).

2 Amici (Giovanni-Battista), directeur de l’Observatoire de Flo- rence, professeur d’astronomie et de micrographie à l’Istituto di Studi Superiori et auteur de plusieurs mémoires sur l’anatomie et la physiologie des plantes phanérogames et cryptogames, à Modène le 25 Mars 1786, mort à Florence le io Avril 1863 (Cf. Donati, Elogio in Atti dei Georgofili, 1864; Palermo, Sulla vita e le opere di G. B. Amici, Roma, 1870).

2

IO

« lobiis florentinus and now I am assured both by Amici et Par- « latore that you must by this time have received it. What « Amici has seen is certainly highly curious and he has pro- « mised me some day under his wondrous microscope that « I shall see it as clearly as himself.

« If it is truly a new genus and not an Oidium as Berkeley « supposed, still, if the same as your plant, it must be cal- « led Tuckeri and not florentinus. Amici has likewise pro- « mised to show me the pollinic sack placing it self by the « side of the nucelle contrary to the opinion of Schleiden, « which in fact always appeared to me inadmissible and which « I never could have behaved, unless like San Tommaso in- « credulo, I had touched it, and now I am to see the con- « trary.

« The winter at Rome has been one of the wettest on re- « cord, several times the flavus Tiber started from his bed « surrounded the temple of Vesta and inundated the ripetta. « One evening on returning after dark I stepped into up to « my knees.

« Madame la comtesse Fiorini is anxious to hear from you « an answer to her letter. She is still deeply engaged in « changing Nostoc is merely a form, an anamorphosis, as « she expresses it, of Collema.

« In illustration of this opinion she is drawing the plant « from its first appearance as a Nostoc till it puts on the « garb of Collema or under more favourable conditions beco- « mes a true Collema. All this she vili have explained to « you better that I can, who have not studied these unin- « viting beings.

« I signori commendatore Parlatore e cavaliere Amici de- « sired me yesterday to offer you their compliments and ser- « vices.

« You well know that you command those of yours most « truly et aff.tely

« P. B. Wf.bb. »

(Ménte adresse).

II

IV.

« July 4th 1854. 1

« My dear D.r Montagne,

« Our young Anglo-Gallo-Etrusco-Indian friend Caruel 2 « dines here on thursday per prender congedo. I hope you « will do me the pleasure of coming to meet him. I have « another long letter from Kralik 3 after having leved under « the tents of the Beni-Zid he was on the points of embar- « king for the Lotophagitis (Djerba) and Zerzis.

« Ever yours aff.ly

« P. B. Webb. »

(Mime adressej.

1 Cette lettre, rédigée à Paris, est vraisemblablement l’une des dernières que Webb ait pu écrire ; on sait, en effet, qu’il fut pris, vers le milieu de Juillet 1854, d’un violent accès de goutte articu- laire qui le retint au lit pendant plus d’un mois et qu’il entrait à peine en convalescence lorsqu’un nouvel accès de goutte viscé- rale l’emporta le 31 Aoùt après trois jours d’agonie.

2 Caruel (Theodoro) à Chandernagor le 27 Juin 1830, d’un pére fran^ais et d’une mère anglaise, d’abord professeur à Pise, puis à Florence il succèda à son maitre Parlatore comme professeur à l’Istituto di Studi Superiori et directeur du Jardin botanique, dé- cédé à Florence le 4 Décembre 1898 (Cf. Bull. Soc. boi. Hai., 1898, p. 253, et Mattirolo in Malpighia, XII, p. 533).

3 Kralik (Jean-Louis), à Strasbourg le 28 Juillet 1813, conser- vateli! de l’herbier Webb de 1851 à 1854, puis de l’herbier Cosson, mort à Tresserve près Aix-les-Bains, le 19 Février 1892 ; pendant l’année 1854, Kralik explorait, pour le compte de Webb, la Régence de Tunis ; voir dans le Bulletin de la Société bolatiique de France (I, p. 23 et 116 et II, p. 21 j les lettres adressées à Webb par Kralik pendant cette exploration (Cf. insuper. Cosson, Compend. FI. AH., I, p. 58 et Bull. Soc. bot. Fr., XXXIX, p. 169).

Le Jarclin

de rEmin.me Cardinal Francesco Barberini

La bibliothèque de la Faculté de Médecine de Montpellier possède un certain nombre de manuscrits provenant de la célèbi'e collection Albani ; ils ont été acquis, sous la Restau- ration, d’un ancien officier de l’armée d’Italie, par Prunelle, alors bibliothécaire de la Faculté.

La plupart de ces documents se rapportent aux affaires ecclésiastiques et aux relations politiques du Saint-Siège sous le pontificat de Clément XI; 1 un seul volume (H, n. 170, in-40, sur papier), concerne les sciences naturelles, cornine l’indique le ti tre inscrit au dos: Notitie spettanti a Histoi-ia naturale ; c’est un recueil de pièces manuscrites, originales ou copies, rédigées aux XVIIe et XVIIIe siècles, telles que dissertations académiques, lettres de divers savants sur des questions scientifìques, extraits de livres imprimés, etc. ; on y trouve, aux folios 106 et 107, deux documents relatifs aux espèces, tant indigènes qu’exotiques, plantes d’ornement et arbres fruitiers, que le cardinal Francesco Barberini, 2 neveu du pape Urbain Vili,3 cultivait ou se proposait de faire cul- tiver dans son jardin.

1 Giovanni-Francesco Albani, élu pape en 1700.

5 Francesco Barberini, à Florence le 23 Septembre 1597, bi- bliothécaire du Vatican et doyen du Sacré-Collège, mort à Rome le io Décembre 1679.

3 Maffeo Barberini, élu pape en 1623, mort en 1644.

u

Je transcris, ci-après, ces deux documents qui m’ont paru, malgré leur brièveté, présenter quelque intérét pour l’histoire de la botanique et de l’horticulture en Italie, vers le milieu du XYIIe siècle.

D.r Ed. Bonnet.

I.

Nota de’ diversi semplici che sotto nel Giardino dell’ eminentissimo sig. cardinale Francesco Barberini.

Saxifraga 4a Matthioli ( Saxifraga granulata L.).

Seseli ethiopicum, frutex descriptus a Matthiolo, Dodoneo (JBupleurum fruticosum L.).

Lotus siliquosus, flore rubello Clusii, aliomodo Sandalida ere- tica exotica ( Tetragonolobus purpureus Mcench.).

Melochia herba egyptiaca Prosperi Alpini ( Cor chorus olito- rius L.).

Horvala major sive Colus Jovis Lobelii (, Salvia Sclarea L.).

Ligopsis legitima Dioscoridis ( Echiuni italicum L.).

Althea lutea trimestris ( Abutilon Avicenna Gaertn.).

Hyosciamus albus creticus ( Hyoscyamus aureus L.).

Ouamoclit seu Gelseminum indicum Johannis Ponse in des- criptione montis Baldi ( Ipomaa Quamoclit L.).

Sophera Prosperi Alpini ( Cassia Sophera L.).

Gossipium arboreum, seu Abutilon Avicennae, Alpini et Ponae ( Gossypium arboreum L.).

Gossipium herba Matthioli ( Gossypium herbaceum L.).

Abelmosch’ Alpini ( Hibiscus Abelmoschus L.).

Zìi' seu Cucurbita cerifera non descripta ( Benincasa hispida Cogn.).

Lablab nigrum Alpini ( Dolichos Lablab L.).

Cardus mollior Clusii (/urinea mollis Cass.).

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Bamia Egyptiorum Alpini (. Hibiscus esculentus L.).

Bamia Anglorum seu Althea fruticosa exotica ( Hibiscus sp.). Phaseolus americanus non descriptus (. Phaseolus sp.).

Pisum indicum cordatimi Lobelii, aliter Vesicaria repens Mat- tinoli ( Cardio spcrmum Halicacabum L.).

Cistus mas primus Clusii ( Cistus albidus L.).

Cardus spherocephalus indicus ( Echinops fruticosus L.). Trifolium Asphaltites seu Bituminosa Matthioli ( Psoralea bi- tuminosa L.).

Moluca aspera syriaca ( Molucella spinosa).

Moluca laevis syriaca, quam putat Dodoneus esse Melissam constantinopolitanam Matthioli (. Molucella I avis L.). Lithospermum majus seu Lachryma Jobi ( Coix Lacryma L.). Picielt indicus ( Nicotiana Tabacum L.).

Convolvulus peregrinus ( Convolvulus tricolor L.).

Convolvulus virginianus minor ( Convolvulus sp.).

Spinacia frugifera, herba familiaris ( B li turn capitatimi L.).

II.

Lista delle piante, di presente a San Remo, che il sig. Ottavio Costa, a requisizione del si- gnor cardinale dal Polzo, dona al sig. car- dinale Barberini :

Lista delle piante che si hanno da pigliare a San Remo:

Trecento piante di Cedro pel servizio del giardino et alcune piante di Palma, et alcune piante di Sponsino dolce o vero Limoncello merangolo dolce.

Lista delle piante che si hanno da pigliare a Fiorenza :

Due piante di Castagno equino e qualche bella sorte di seme aquatico, come Speroni di cavaliero doppi overo armeri e qualche altra bella sorte di fiori acquatichi.

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Lista delle piante di Napoli, con li suoi circoli:

Uva silvestre cioè piante overo saiette ; uva doraca, negra, grossa, che si ritrova nel giardino sopra Santa Maria della Vittoria, et il detto giardino era del sig. Camillo de Curtis che era agente di cancelleria a Napoli, et in- contra a questo giardino vi sta un monastero delle mo- nache di Suor Orsola, queste dette monache hanno certa uva moriale negra, molto bella, et hanno brugne impe- riali, brugne pappacoda grossissime; ci sono ancora, nei quei circoli, pere reali che da una parte sono gialle et al altra parte rosse, e sono dolci e tenere come se fos- sero confettate con il zuccaro, e pere carnosissime, e di queste pere e del uva in Roma non ne sono di sorte

nissuna.

Frammenti di Briologia italiana

PER

A. BOTTINI

ABRUZZO.

Nel luglio del 1876 ed in quello del 1882 il dott. Emilio Levier compiva due escursioni botaniche nella regione ele- vata dell’ Appennino centrale spettante all’Abruzzo Aquilano. Anche il conte prof. Ugolino Martelli nell’ agosto del passato anno 1903 dedicò una rapida gita floristica a quelle monta- gne. I Muschi da loro raccolti ed affidati a me per lo studio vengono opportunamente ad aumentare di un poco le cogni- zioni, tuttora scarsissime, che si posseggono intorno alla Brio- logia dell’Abruzzo. 1 Nel catalogo che segue, le io specie e le 8 varietà stampate in carattere grosso sono nuove per la regione. Ove non è detto altrimenti, s’ intende che le sta- zioni esplorate constano di rocce calcari e di calcari dolo- mitici secondari. I raccoglitori sono indicati coll’ iniziale del respettivo cognome.

1. Gymnostomum rupestre Schleich. ster. Montagne della Duchessa a 1800 m., nei luoghi umidi presso il Lago (M.).

2. Weisia viridula (L.) Hedw. var. amblyodotl (Brid.) Br. eur. fr. Declivio sud del Monte Velino a 1700 m. (L.).

3. Dichodontium pellucidum (L.) Schimp. var. fagimonta-

num Brid. ster. Monte Velino alla Caforgna a 2200 m.

1 Bottini A., Bibliografia briologica italiana. Abruzzo , p. 290 ; Pisa, 1892. Note di Briologia italiana. Abruzzo, p. 252-255, in Nuovo Giorn. botanico italiano, ' voi. I, n. 4; Firenze, 1894.

iS

(L). Dalla Toscana in giù questa specie era nota in Italia solo dei monti della Corsica.

4. Oncopliorus viretis (Sw.) Brid. >, ster. Frammisto al precedente. Raro nell’ Italia meridionale.

5. Distìchium capillaceum (Sw.) Br. eur. fr. Declivio sud del Monte Velino a 2000 m. (L., M.).

6. D. inclination (Ehrh.) Br. eur. fr. Montagne della Duchessa a 1800 m. presso il Lago (M.). Raro in Italia fuori delle Alpi.

7. Ditrichum flexicaule (Schleich.) Hampe var. densum Br.

eur. ster. Montagne della Duchessa a 2000 m. (M.).

8. Trichostomum crispulum Bruch, var. elatum Schimp. ster. Monte Velino! a 1400 m. ? (M.).

9. Tortclla tortuosa (L.) Limpr. ster. Declivio sud del Monte Velino a 2000 m. (L.).

Var. angustifolia Jur. ster. Montagne della Du- chessa a 1800 m. sui sassi umidi presso il Lago (M.).

10. Tortala muralis (L.) Hedw. fr. Alba presso Massa d’ Albe a 900 m. (L.).

Var. incana Br. eur. fr. Regione elevata del Monte Velino (M.).

11. T. subii lata (L.) Hedw. var. integrifolia Boulay fr. Monte Velino a 1700 m. (M.).

12. T. ruralis (L.) Ehrh. fr. Alba presso Massa d’ Albe a 900 m. sulle mura ciclopiche (L.).

13. Schistidium apocarpum (L.) Br. eur. fr. Colla prece- dente (L.), e sul Monte Velino a 1700 m. (M.).

14. Grim mia pulvinata (L.) Smith, fr. Alba presso Massa d’ Albe a 900 m. sulle mura ciclopiche (L.).

15. Orthotrichum saxatileSchimp.fr. Ove la precedente (L.).

16. Encalypta vulgaris (Hedw.) Hofifm. var. obtusa Bryol. germ. fr. Vetta la Rosa nelle Montagne della Du- chessa a 2000 m. (M.).

17. Webera cruda (L.) Bruch, ster. Colla precedente (M.).

18. Bryum capillare L. ster. Ove la precedente (M.).

19. B. elegans N. v. E. var. carinthiacum (Br. eur.) Brei- dler, ster. Regione elevata del Monte Velino (M.).

19

Fino ad ora questa varietà era stata raccolta in Italia in poche località delle Alpi.

20. Bryum caespiticium L. fr. Vetta la Rosa nelle Mon-

tagne della Duchessa a 2000 m. (M.).

21. B. Schleicheri Schwaegr. a, ster. Monte Velino a

2000 m. (M.).

22. Timmia austriaca Hedw. ster. Vetta la Rosa nelle Montagne della Duchessa a 2000 m. (M.). Rara in Italia fuori delle Alpi.

23. Polytrichum pilìferum Schreb. var. Hoppei (Hornsch.)

Rabenh. fr. Regione elevata del Monte Velino (M.).

24. P . juniperinum Willd. var. alpinum Schimp. ster. Mon- tagne della Duchessa a 2000 m. (M.).

25. Anomodon viticulosus (L.) Hook, et Tayl. ster. Alba presso Massa d’Albe a 900 m. sulle mura ciclopiche (L.).

26. Pterigynayidrum filiforme (Timm.) Hedw. ster. - Monte Velino a 1700 m. sulle cortecce (M.).

27. Pseudoleskea atrovirens (Dicks.) Br. eur. pi. fi . Re- gione elevata delle Montagne della Duchessa, sulle cor- tecce (M.).

Var. tenella Limpr. ster. Regione subalpina del declivio orientale del Monte Sirente nella Valle Inser- rato sopra Secenaro (L.) ; regione elevata del Monte Velino (M.).

28. P. catenulata (Brid.) Br. eur. ster. Monte Velino a

2000 m. (M.). Prima d’ora in Italia non era stata rac- colta più al sud della Toscana.

29. Ptychodium plicatum (Schleich.) Schimp. ster. Re- gione subalpina del declivio orientale del Monte Sirente nella Valle Inserrato sopra Secenaro (L.). Fin qui si po- neva in Toscana il limite meridionale di questa specie nella penisola.

30. Orthothecium rufescens (Dicks.) Br. eur. ster. Mon- tagne della Duchessa a 1800 m. sulle brecce umide presso il Lago (M.). Anche per la distribuzione di questo musco valgono i rilievi fatti pei due precedenti.

31. Homalothecium sericeum (L.) Br. eur. fr. Massa d’Albe

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(L.); Montagne della Duchessa a 1800 m. presso il Lago (M.).

32. Homalothecium Philippci (Spruce) Br. eur. ster. Re- gione elevata del Monte Velino (M.).

33. Camptothecium lutescens (Huds.) Br. eur. fr. Fra Massa d’Albe ed Alba, ed a Castelnuovo Subequo fra Sulmona ed Aquila sul muri (L.).

34. Brachythecium velutinum (L.) Br. eur. ster. Regione

elevata delle Montagne della Duchessa (M.).

35. B. rivulare Br. eur. ster. Montagne della Duchessa a 1800 m. nei luoghi umidi presso il Lago (M.).

36. Eurhynchium strigosum (Hoffm.) Br. eur. y, pi. Q. Vetta la Rosa nelle Montagne della Duchessa a 2000 m.

(M.).

37. Amblystegium filicinnm (L.) De Not. ster. Ove il pre-

cedente (M.).

38. Hypnum molluscum Hedw. ster. Regione subalpina del Monte Sirente nella Valle Inserrato (L.).

Var. condensatum Schimp. ster. Montagne della Duchessa a 1800 m. nei luoghi umidi presso il Lago (M.).

CAMPANIA.

Sebbene più avanzato che per l’ Abruzzo, lo stato delle nostre cognizioni sulla Flora briologica della Campania 1 tro- vasi ben lungi dall’ esser completo. L’ elenco seguente com- prende i Muschi raccolti nelle provincie di Caserta, di Na- poli e di Salerno, dal colonnello Luigi Micheletti (1896-1902), dal prof. Giuseppe Falqui 2 (1897), dal sig. Luigi Cufino

1 Bottini A., Bibliografia briologica italiana. Campania, p. 290- 291 ; Pisa, 1S92. Terracciano A., La Fiorala briologica dell’Isola d’ /sciita in Bull, della Soc. boi. italiana, p. 162-172 ; Firenze, 1894.

Nel Ballettino della Società botanica italiana, anno 1904, p. 56- 61, il prof. Giuseppe Falqui ha inserito un suo Contributo alla Flora del bacino del Uri. Muschi. Per errore tipografico vi si legge : che tutte le specie sono state controllale da ine. La verità è che io per suo incarico ne ho portato ad effetto lo studio e la determinazione.

(1901-1902) e dal dottor Giulio Roll (1903). Vi figurano 1 2 specie e 7 varietà nuove per la regione. Anche qui de- signo i raccoglitori coll’iniziale del respettivo cognome.

1. Phascum rectum With. fr. Napoli nei dintorni, Ca-

serta a S. Leucio (M.).

2. Gymnostomum calcareum Bryol. germ, 2, fr. Salerno, Napoli, Caserta (M.); Pompei (R.); Fontana Liri (F.).

Var. muticum Boulay fr. Caserta a S. Leucio (M.); Rio Palelle presso Arpino (F.).

3. Weisia crispata (Bryol. germ.) Jur. fr. Arpino in Via d’Arce sui greppi (F.).

4. Eucladium verticillalum (L.) Br. eur. fr. Arpino in Via di Camello (F.).

5. Dicranella varia (Hedw.) Schimp. fr. Salerno, Por- tici a Granatello (M.).

6. Fissidens pusillus Wils. a, fr. Pesto (R.); Napoli ai

Camaldoli, Caserta a S. Leucio (M.).

7. Ceratodoìi chloropus (Brid.) Brid. fr. - Fontana Liri sui greppi (F.).

8. Ditrichum flexicaule (Schleich.) Hampe ster. Castel- lamare di Stabia a Monte S. Angelo (M.); sponde del Rio Sarzana presso Arpino (F.).

9. Pottia Starkecuia (Hedw.) C. Miill. fr. Caserta a San

Leucio (M.).

10. Didymodon luridus Hornsch. pi. Q . Colla precedente (M.).

11. D. tophaceus (Brid.) Jur. fr. Napoli sui muri (C.).

12. Trichostomum crispulum Bruch fr. Pompei (R.).

Var. viridulum (Bruch) Braithw. fr. Fontana Liri sui ciglioni (F.).

13. T. nitidum (Lindb.) Schimp. ster. Pompei (R.).

14. Timmiella Barbuta (Schwaegr.) Limpr. fr. Napoli (C.); Caserta (M.).

15. Tortella squarrosa (Brid.) Limpr. ster. Caserta a San Leucio (M.).

16. Barbula unguiculata (Huds.) Hedw. v. cuspidata (Schultz) Br. eur. fr. Ove la precedente (M.).

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Var. apiculata (Huds.) Hedvv. fr. Napoli a Can- giarli, Caserta (M.j.

17. Barbuta vinca lis Brid. 2 fr. Napoli sui muri (C.).

Var. cylindrica (Tayl.) Boulay fr. Amalfi (R.); Na- poli a Cangia» i (M.).

18. B. revoluta (Schrad.) Brid. fr. Napoli ai Ponti Rossi sui muri (C.).

19. Aioina rigida (Hedw. ex p. Schultz) Kindb. fr. Ca- serta a S. Leucio sulla strada per la vaccheria (M.).

20. A. ambigua (Br. eur.) Limpr. fr. Napoli sui muri (M., C.); S. Leucio (M.).

21. Crossidium chloronotos (Brid. ex p. Bruch) Limpr. fr. Caserta a S. Leucio sui muriccioli, e sulla via della vaccheria alla base degli olivi (M.). Nella Flora italiana figurava solo di Malta, Sicilia, Sardegna e Trieste.

22. Tortala cuncifolia (Dicks.) Roth, fr. Napoli sopra Can- giai (M.).

23. T. atrovirens (Smith) Lindb. fr. Fusaro presso La Toce (C.).

24. T. muralis (L.) Hedw. fr. Napoli, Caserta (M.).

25. T. laevipila (Brid.) De Not. var. meridionalis Schimp. fr. S. Leucio sugli olivi (M.).

26. Dialytrichia Brebissoyii (Brid.) Limpr. fr. Arpino (F.).

27. Zygodon viridissimus (Dicks.) Brown, fr. S. Leucio

sugli olivi (M.).

28. Orthotrichum diaphanum (Gmel.) Schrad. fr. Col pre- cedente (M.\

29. Funaria dentata Crome, fr. Napoli nei boschi della

Pigna (M.).

30. F. hygrometrica (L.) Sibth. fr. Napoli, Caserta (M.).

31. Leptobryum pyriforme (L.) Schimp. fr. Napoli dietro la Pigna (M).

32. Webera Tozcri (Web.) Schimp. fr. Napoli nei boschi della Pigna (M.).

33. Bryum provinciale Philib. c. fr. fi. £ et fi. Q. Al- pino in Via d’Arce sui greppi (F.).

34. B. capillare L. ster. Napoli (M.).

O) 0-)

23

5. Bryum murale Wils. fr. Napoli sui parapetti (M.).

6. B. atropurpureum (non Wahlenb.) Auct. fr. Salerno sui parapetti (M.); Napoli sui muri (C.).

37. Mnium undulatum (L.) Weis. ster. Napoli ai Camaldoli

(c.).

38. M. punclatum (L., Schreb.) Hedw. ster. Col prece- dente (C.)..

39. Catharinea undulata (L.) W. et M. fr. Napoli nei boschi di Capodimonte (M.).

40. C. angustala Brid. fr. Napoli nelle selve di Camal- doli (C.).

41. Pogonatum aloides (Hedw.) Pai. Beauv. fr. Colla pre- cedente (C.).

42. Cryphaea heteromalla (Dill.) Mohr, fr. Napoli a Ca- podimonte sugli alberi (M.).

43. Leucodon sciuroides (L.) Schwaegr. y, fr. Caserta a S. Leucio sugli olivi (M.).

44. Leptodon Smithii (Dicks.) Mohr, ster. Col precedente

(M.).

45. Fabronia pusilla Raddi fr. Portici e Caserta sui lecci

(M.).

46. Anomodoìi viticulosus (L.) H. et T. fr. Napoli a Ca- podimonte ed a Camaldoli (M.).

47. Pterigynandrum filiforme (Timm.) Hedw. var. laeve Bot-

tini pi. Q. Folia dorso laevia nec non spinuloso papil- losa. — Napoli nel Vallone della Contessa sulle querci(M.).

48. Pseudoleskea atrovirens (Dicks.) Br. eur. fr. Pro- vincia di Caserta sopra S. Donato in Val di Cornino sulle rocce a 1800 m. (F.).

49- Thuidium tamariscinum (Hedw.) Br. eur. ster. Al- pino (F.).

50. Cylindrothecium concinnimi (De Not.) Schimp. ster. Arpino sui greppi pietrosi del Rio Palelle (F.).

51. Homalothecium sericeum (L.) Br. eur. ster. Caserta a S. Leucio (M.).

52. Brachythecium rivulare Br. eur. ster. Alpino sulle sponde del Rio Palelle (F.).

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53- Scleropodium illecebrum (Vaili., Schwaegr.) Br. eur. fr. Napoli sui muri (C.).

54. Rhynchostegium tenellum (Dicks.) Br. eur. fr. Pesto (R.); Napoli (M.).

55. R. megapolitanum (Bland.) Br. eur. v. meridionale Schimp. fr. Salerno (M.); Napoli (C.).

56. R. confertum (Dicks.) Br. eur. fr. Salerno (M.); Na- poli (C.).

57. R. rusciforme (Neck.) Br. eur. var. mundatum Br. eur. ster. Arpino, sommerso nelle acque del Rio Palelle (F.).

58. Thamnium alopecurum (L.) Br. eur. ster. Napoli ai Camaldoli (C.).

59. Amblystcgium riparium (L.) Br. eur. var. elotlgatum Br. eur. ster. Arpino sulle sponde bagnate del Rio Pa- lelle (F.).

60. Hypnum chrysophyllum Brid. ster. Arpino in Via d’Arce sui muri (F.).

61. H. filicinum L. var. trichodes (Brid.) Steudel, ster. Caserta a S. Leucio sul muro bagnato di una fonte (M.).

62. H. cupressiforme L. var. uncinatulum Br. eur. pi. cT. Napoli ai Camaldoli sugli alberi (C.).

63. H. palustre L. fr. Arpino sulle sponde del Rio Pa- lelle (F.).

STUDI I

sur

rapporti sistematici generali delle Sinanteree

PER

L. NICOTRA

Quando, suggerito dal prof. Delpino, cominciai a nutrire l’ idea di studiare le composite italiane, per colmare la la- cuna, dolorosa più d’ogni altra nella Flora italiana di F. Par- latore continuata da T. Caruel ; mi persuasi subito, che il mio lavoro ne sarebbe naturalmente risultato composto di due parti : l’una, richiesta strettamente dall’ intento diretto di quel- l’idea; l’altra, concomitante ad essa, ma eccedente i limiti di una flora, e che, stante la forma letteraria concisa, obbligatoria, determinata necessariamente dalle esigenze tipografiche del volume, ove avrebbe dovuto trovar posto la storia di quelle piante, era da pubblicarsi ad altro titolo e separatamente.

È notorio, che il continuatore di quella classica opera non ci abbia dato, per le asteracee (con le quali sarebbe rimasto assoluto il suo ordine delle asteriflore), che un fascicolo di poche pagine; ove, oltre le frasi diagnostiche stringatissime spettanti ai gruppi superiori, trovansi le definizioni sommarie dei generi, pochissime delle più importanti citazioni letterarie, e l’indicazione del numero, spesso approssimativo solamente, delle specie appartenenti a ciascun genere, con qualche rapi- dissima notizia geografica intorno alle stesse. Quante ciò sia insufficiente, è troppo chiaro.

Messomi intanto all’ opera per potervi supplire, prima an- che di essere pronto a fornire un saggio della maniera sti-

3

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mata da me opportuna per tessere la storia delle composite italiane nelle predette circostanze, saggio che poi ò presen- tato al pubblico con la descrizione degli Echinops, 1 mi tro- vai intorno una ricca mèsse di notizie generali su questa bella, vasta e difficile famiglia, quelle che m’ aspettavo di raccogliere, e che già avevo giudicato non potersi inserire nella Flora, stante la imposta stringatezza di redazione, e stante magari l’ indole intrinseca di esso libro, anche se largamente con- cepito.

Queste notizie riguardano la morfologia e la biologia ge- nerale delle composte, la loro sistematica considerata pei gruppi superiori e la loro geografia. Pubblicai già il risultato delle mie ricerche sull’insigne fatto dell’ eterocarpia, frequen- tissimo in tal famiglia. 2 Mi pare adesso opportuna occasione l’ invito a commemorare il gran botanico F. B. Webb, per ve- nire avanti offrendo un contributo all’omaggio, che gli si vuol fare, cioè una breve somma di considerazioni sistematiche sulla stessa famiglia, intese a discutere le ragioni per coor- dinarla ad altre in una classe, e per istabilire le tribù da sottordinarvi. E mi pare così, perchè il soggetto botanico, illustrato dall’ insigne inglese, e le collezioni preziosissime di piante e di libri, da lui donate all' Istituto fiorentino, richia- mano naturalmente al pensiero di tutti lo scopo prefissosi da Filippo Parlatore nella creazione d’ un erbario centrale, e lo scopo che secondo lui aver dovesse una Flora d’ Italia, scritta nel modo ond’ egli ne propose il disegno, ed onde ci diede il magistrale esempio nel colorirlo.

L’illustre amico di Filippo Webb, autore di quell'erbario, che col webbiano costituisce quanto fa di Firenze la capitale italiana sacra alla litografia, credeva che una Flora d’ Italia, scritta con metodo moderno e con intendimenti d’alto grado scientifico, dovesse trascendere l’intento locale d’ illustrare le patrie piante, dovesse inoltre servire ad una più larga cultura della botanica, alla soluzione di problemi botanici generali.

1 Cfr. Bull. d. Soc. bot. Hai., 1901.

2 Sassari, 1899.

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Il grande fitografo palermitano mostrava coi fatti, che la sua pregevole opera fosse indirizzata a veduta alta; ce ne por- geva bastanti prove nei cinque volumi, che vider la luce lui vivente; ove non solo qualche volta vengon descritte specie estraitaliane novelle, mettendosi così a profitto le raccolte do- viziose da lui eseguite, ma sempre le generalità relative ai gruppi d’ordine superiore vedonsi trattate in modo ampio, pari a quello proprio di monografie. Basterebbero le tante novità consegnate nel solo primo volume per convincersene ; ove descrivendosi le gramigne italiane, un notevole passo avanti vi faceva l’agrostografia generale. Egli, tratto dal suo genio, dalla ricchezza delle nuove osservazioni, dall’amor puro verso la scienza, quasi scordava che una Flora non è il più opportuno luogo, ove si possa pienamente attuare una mi- gliore definizione delle tribù e dei generi, ventilare questioni di morfologia e di geografia botanica, propugnare l’adozione di criterii più razionali, per concepire i limiti d’ una famiglia, e stabilire le vere affinità di quelle, che entrar debbono in una stessa classe.

Questa parte sistematica trascendente l’ intento locale mi è nata ancora dinanzi studiando le composte ; tanto più che tal famiglia è di quelle, in cui farebbe uopo si riducesse il nu- mero dei generi, si sopprimessero tante creazioni sistematiche, o se ne abbassasse il loro grado di gerarchia. Io qui ne espongo quanto riflette i gruppi superiori ai generi , aspet- tando altra occasione per dichiararne le ragioni, onde amerei di riguardare in questa famiglia i generi più largamente, come già ò fatto, tanti anni or sono, riguardo alla famiglia delle graminacee ; 1 che, stante cause simili alle invocabili per quella delle composte, e fra poco da me qui sotto accennate, tanto generosamente si presta a siffatte creazioni di esiguo

1 Note d' agrostografici (Messina, 1883). I risultati cui son perve- nuto in questo lavoruccio poteron sembrare paradossastici, ed io mi son veduto esposto alle critiche piuttosto acerbe di Hackel, che in agrostografia è autore competentissimo; ma pure era quanto sanci- scono Bentham ed Hooker, e quanto mi assicurava poi Carlo Nyman che fosse ben fatto.

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valore. Ben mi guarderei intanto di usare, nello scrivere una Flora, questo modo largo di definire i generi ; poiché, oltre ad urtare le abitudini dei botanici, potrei nuocere alle com- parazioni floristiche, e all’ induzione dei dati statistici.

Un’ altra parte di considerazioni, indirettamente venutami su nello studiare le asteracee nostrane, riferiscesi alla geo- grafia, e tralascio affatto di riportarne qui qualche cosa; poi- ché tutta la mole di esse costituisce la dimostrazione di unica verità d’ ordine metodologico, cioè dell’ impronta razionale, che la geografia delle piante assume, se vien rilevata facendosi uso di una razionale sistematica: non proverebbe nulla l’ad- durle sparpagliatamente.

§ i. Difficoltà nella sistemazione delle composte.

La famiglia delle composte presenta difficilissimo il difficile problema, cui à da risolvere il sistematico. La difficoltà sorge dalla recente comparsa o dal recente sviluppo di essa fami- glia, e ne è indizio sicuro a una volta.

Le famiglie recentemente comparse o sviluppatesi in un tempo a noi vicino presentano le maggiori difficoltà al siste- matico, che proponesi di trovare il nesso naturale, onde sono legate ad altre famiglie, o di determinare in quali tribù si dividano naturalmente. Ciò a ragione ; poiché ad una estrema monotonia di caratteri tipici coesiste in loro una congerie im- mensa di caratteri differenziali più o meno lievi, e ad un grandissimo numero di forme appartenentivi una continuità disperante, una moltitudine di gradi, che menano da un ca- rattere all’altro ; quindi ne risulta un’indeterminatezza, un’esi- guità del valore tassinomico delle modalità riscontrate, che difficulta di assai il problema del tassonomista.

Ma perchè ciò accade nelle famiglie ultime formatesi mercè l’ evoluzione del regno vegetale ? Perchè le famiglie nuove, oltre all’ incontrare nell’età geologica presente, o nella vicina alla presente, una somma massima di condizioni propizie alla moltiplicazione delle loro forme subordinate, vanno, assai me- glio che mai, difese contro le cause d’estinzione di esse forme,

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sia per l’esistenza di tali condizioni, sia per l'esiguità del tempo da loro traversato. Quindi meno debbon presentare lacune dovute a siffatte estinzioni, e producenti la determina- tezza dei caratteri, tanto vantaggiosa a facilitare le classifi- cazioni. Si pensino, per esempio, un momento soppresse le forme, che il prof. Delpino reca a connettere Ambrosiacee con Artemisiee, e s’ avrà bell’ e stabilita su ottima base razionale come famiglia quel primo gruppo.

La ricerca dei gruppi coordinati alle asteracee riesce difficile maggiormente ; perchè, come nelle altre famiglie di data re- cente, potè per l’uniformità d’ambiente crearsi, anche in gruppi non provenienti da unico ceppo, un accidente biologico, che, simulando una consanguineità, ci potrà far cadere in errore.

La ricerca dei gruppi sottordinati riuscirà aneli’ essa som- mamente difficile, stante la brevità di tempo concessa alla creazione differenziante. Da ciò il nascimento di numerosi ca- ratteri di piccola entità, il mirabile intreccio di essi, la ripe- tizione quasi costante di quei pochi, che dànno la caratteristica fondamentale alla famiglia. L’ intento tassinomico gravissimo dell’equivalenza dei gruppi coordinati è difficile quindi a rag- giungersi, e quindi facile ad esser deluso. Si dovrebbe però cercare di ottenerla almeno dentro la famiglia (pur tollerando, che un genere d’ asteracee non equivalga spesso ad uno d’ altra famiglia, in cui presentansi più profonde differenziazioni) ; si potrebbero moltiplicare i gradi di gerarchia, evitando così di chiamare con lo stesso nome gerarchico due gruppi di valore diverso. Ciò mi sono imposto in queste ricerche preliminari ; dopo aver chiarita la posizione sistematica dell’ intiera famiglia.

§ 2. Posizione sistematica delle sinanteree.

Se io dovessi schierare tutte le famiglie, che con le sinan- teree mi pare entrino a costituire una classe o un ordine ; 1 mi troverei distante dal Carnei, e perchè includerei famiglie da lui escluse, e perchè vi escluderei più d’una di quelle, che

1 Piglio qui cotal vocabolo nel senso usato da Caruel.

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formano le sue asteriflore. A lui parve di dover associare alle sinanteree le dipsacee, le valerianacee, le loniceracee, le rubiacee; e ciò egli fece d’accordo con Eichler. Invece, ne distrasse le campanulacee, quantunque più volte è affermata nella Flora italiana la loro convenienza con le asteracee; 1 e, forzato dai principii ammessi nei Pensieri , allontanò enor- memente da queste le cucurbitacee, quantunque ragioni di qualche valore penso vi siano a stringere entrambe nella stessa classe, conforme pratica qualche recente autore. 2 Del resto, la stessa definizione carueliana ci basta per dire innaturale l’ordine delle asteriflore; essendo Pepiginia un ca- rattere insufficiente e riscontrabile in gruppi differentissimi ; la irregolarità parziale del fiore non essendo un fatto costante; non essendo neppure costante la presenza d’un pappo. Par- tendo dalla famiglia tipica, si può pensare un momento alle prossimità delle dipsacee, stante l’esistenza delle boopidee; si può restare un momento illusi dal mostrarsi di un involu- cretto, scorto qua e nelle composte; ma le valerianacee, per non dire gli altri più lontani membri della schiera delle asteriflore, tradiscono subito che ci troviamo sopra una falsa via di raccogliere le affinità più intime delle famiglie, sopra quella, che Carnei istesso aveva stimmatizzato nei suoi Pen- sieri. 3 I predetti caratteri, se già valgono a definire le asteri- flore qual gruppo naturale, non varrebbero poi a negar la parentela delle sinanteree con le campanulacee. L’ irregolarità, che colpisce la corolla, risparmiando l’androceo, se è carattere delle valerianacee, non è priva di riscontro nelle campaniflore, ove troviamo pure un’ irregolarità sparpagliata, per usare la espressione carueliana. Le campaniflore, come le asteriflore, presentano un’ epiginia incostante, essendo epigine le Lobelia, ipogine le Brunonia. L’atrofia del calice non può avere im- portanza grande, quando la vediamo in certe polipetale anche

1 Voi. VII, p. 5 ; Vili, p. 15.

2 Caruel istesso c’ insegna che le cucurbitacee isomere abbiano la stessa simetria delle campanulacee (p. 45).

3 Pag. 15 ; ove mi pare che alluda ad una delle serie del Baillon.

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(ombrellifere), e si riconosce esser conseguenza dell’aggrega- zione, quindi un evento di plastica morfologica suscettibile di mostrarsi nei luoghi più discosti del sistema naturale. E lo stesso è a dirsi della plejomeria calieina, recata come ragione per connettere dipsacee ed asteracee, e nata da processi iste- romorfici. L’epitalamicità degli stami finalmente è carattere assai incerto delle campaniflore. Già s’ è riconosciuto dallo stesso Caruel il dubbio pel genere Isotoma ; 1 e non si crede alla validità del carattere, che stante la rarità del suo difetto.

Le aggregatele sono state concepite in vario modo ; ma la considerazione originale, che à dato origine a tal gruppo era difettosa; e quindi il grado di naturalezza sua dipendeva dal- l’ escogitazione e dall’applicazione di altri criterii. Bernardo Jussieu à concepito meglio di Linneo le affinità, e si è arre- stato allo avvicinamento delle valerianacee alle dipsacee (come oggi fa O. Drude). Parecchi sono gli autori moderni, che riconoscono invalida l’associazione delle sinanteree, sia anche con queste due famiglie di aggregatae, certamente da esse meno discoste; che emendano quest’antico gruppo, quantun- que poi non riescano tutti a costituire la classe cui appar- tengono le composte, a quel modo che mi parrebbe vera- mente naturale. Ma già fra i men recenti autori, alcuni videro la convenienza di distrarre dalle aggregatae le composte : si possono citare Bartling e Brongniart, quantunque il primo di essi riporti sotto quelle (con dubbio però) alcune famiglie differentissime, come le plumbaginee e le globulariee.

Le boopidee o caliceree sono state erroneamente conside- rate come affinissime alle dipsacee. Oggi il loro posto si può dire indubbio, ed è stato inoltre riconosciuto dal Jussieu, indi da Bartling, e via via da altri fino ad Eichler.

Brongniart poi porge un argomento di più pel ravvicina- mento delle campanulacee alle composte, riducendo le cali- ceree sotto la classe delle campanulineae. C’ è una bella analo-

1 Ma non è chiara l’epicorallia nelle Sphenoclea, nelle Palmerella, nelle Heteronoma, nei Cyphocarpus ? Nelle Velleja mi pare ci sia quello stato intermediario, che toglierebbe ogni valore al criterio.

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già fra caliceree e dipsacee, non v’ ha dubbio ; ma Baillon, affermandola, pare voglia parlare piuttosto di omologia; e i dati per affermar questo veramente mancano.

Il modo di concepire le campaniflore, onde vi si associano le brunoniacee, concorre anche a far rilevar l’ inesattezza di dirimere campanulacee da composte; poiché quella famiglia vanta le più strette affinità con questa : fiori aggregati in ca- polino involucrato, singenesia, modalità peculiari nel calice, frutto chiuso nel tubo calieino accresciuto, indurito, fornito di formazioni analoghe a un pappo. I punti di contatto fra campanulacee e composite erano state rilevate benissimo in Lemaout e Decaisne ; 1 ma devonsi aggiungere quelli rilevati da F. Delpino, 2 il quale scopre magari un nesso fra questi caratteri di alto momento, facendo scorgere la logica della loro coesistenza con la singenesia. Sicché vana si chiarisce l’opposizione dell’Eichler3 alla superiorità tassinomica del cri- terio dedotto dalla sinandria ; vana l’obiezione poggiata sulla serotinità della comparsa di questa, e diretta ad osteggiare quella superiorità; essendo anzi cotale tardiva comparsa una conseguenza e insieme una prova della modernità delle aste- riflore.

Le sinanteree adunque si connettono alle campanulacee in- timissimamente, e per via delle lobeliacee. 4

In tal modo, le tre coorti, in cui Bentham ed Hooker spar- tono la serie delle Gamopetalae inferae, si possono ridurre a due : le Astcrales ad antere libere si connettono più natu- ralmente con le Rubiales ; mentre quelle ad antere connate vanno associate con piìi diritto alle Campanales. La coorte delle Astcrales infatti non à di costante che l’ovario ridotto. Ora la riduzione di tale organo accenna ad uno stadio postumo

' Pag. 164.

2 Disco glanduloso, peli collettori... (Cfr. Stud, sopra un linguag- gio anem. delle composte; Firenze, 187 1 ).

3 Bluthendiagr . , I, 259.

4 Cfr. Delpino, op. cit. A. P. De Candolle, come e prima il Jussieu, à bene avvertito il legame fra composte e lobeliacee (Cfr. Coll. d. Metti, etc.; Paris, 1828-3S, Mém. IX, p. 8).

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dell’evoluzione, e, basandosi sopr’ esso solamente, si rischia di comprendere in unico gruppo famiglie di recente comparsa bensì, ma dovute allo sviluppo di due capostipiti differenti ; quindi si rischia di non carpire lo scopo stesso della siste- matica, e restare illusi da un’ accomodazione dietetica di va- lore morfologico variabile. Se è poi vero, come panni veris- simo, che quella riduzione arguisca l’ esistenza di gruppi progenitori, ove essa non debba riscontrarsi ; la costituzione delle Asterales dei signori Bentham ed Hooker implicherebbe un’ impossibilità filogenetica ; tenendo questo gruppo una dop- pia affinità di pari grado, cioè da un lato continuandosi con l’ una, dall’altro con l’altra delle due coorti vicine. Si dirà forse, che questo appunto critico andrebbe allora fatto le tante volte alle sistemazioni ordinarie, rivelandosi in esse una serie monolineare, e sforzandosi i loro autori a disporre un gruppo in modo, che presenti un’affinità bilaterale più forte (quella trovata col gruppo posto immediatamente prima, e quella tro- vata col gruppo posto immediatamente dopo) ; ma è appunto quell’ impossibilità filogenetica, cioè effettiva, che accusa di- fettose queste disposizioni monolineari, e fa piuttosto nutrir fiducia verso quelle, che a quando a quando presentano un hiatus , dovuto alla necessità del discorso e dell’ esposizione letteraria; processi analitici, essenzialmente artificiali, che non possono ritrarre il processo sintetico, complesso della natura, ancorché arrivasse la mente dell’ uomo a intenderlo perfetta- mente. Le Asterales sono una riduzione delle Campanales, in parte, in parte lo sono delle Rubiales ; quindi vanno scisse, e le composte diventano una continuazione delle prime, come le dipsacee delle seconde.

La classe delle asteriflore, o delle asteroidee (come amerei meglio dire, conforme l’uso adottato dal prof. Parlatore), tal quale parmi doversi intendere, per obbedire meglio allo scopo della sistematica, abbraccia due classi intere del Bartling ( Com - positae e Campanulinae ) o del Brongniart ( Campanulìnac ed Asleroideae), più la famiglia delle cucurbitacee.

Chi però, continuando la Flora italiana Parlatore-Caruel, si accingerà a compiere il voi. VII, non potrà seguire questo

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modo d’ intendere, trovandosi obbligato ad escludere le cu- curbitacee (da relegarsi altrove, insieme forse ad alcune delle polipetale ancora non trattate) e le campanuliflore (già de- scritte in esso libro) ; e a considerare le asteracee come la quinta famiglia delle asteriflore, giacché delle prime quattro la storia trovasi già esposta.

§ 3. Costituzione delle sinanteree.

Comunque l’unità delle sinanteree, quale famiglia, sia evi- dente, e riconosciuta fin da Dodoens, da Vaillant, da Adan- son e da qualche altro botanico antichissimo ; pure la parti- zione del Jussieu, resasi classica, à prodotto un danno, sebbene lievissimo, nell’ espressione tassinomica di quell’ unità, e la proposta quindi di gruppi, che ne impediscono l’evidenza.

Cassini, Payer, Link àn creduto di dover guastare quell’unità, perchè ingiustificabile secondo loro, e di costituire, a spese di una particella della famiglia vastissima, una famiglia nuova : le Ambrosiacec. Ma, dice benissimo il prof. Carnei, a ragione non è ammissibile questa proposta. La comunanza però della li- bertà delle antere fra ambrosiacee ed altri generi di asteracee non sarebbe una buona ragione a respingere essa proposta ; essendovi molti altri caratteri, che proverebbero la esattezza di questa. La persuasione della inscindibilità delle sinanteree sorge invece dalla notizia dell’origine di tutti cotali caratteri; origine, che è stata messa in chiaro dal prof. Delpino, 1 e che dimostra inscindibili le ambrosiee dalle artemisiee, ove si inizia il processo dell’ anemofilia e la sequela dei nuovi effetti. Dovrebbesi adunque staccare dalle composte un gruppo di generi, che nessuno penserebbe mai a riporre in famiglia dif- ferente. Nel magnifico lavoro di Hoffmann 2 si vedono le Ambrosinae sottordinate al gruppo degli Helianthus, quan- tunque discostate assai dalle Artemisia ; 3 sicché la distinzione,

1 Op. cit.

2 In Engler ’s Pflanzenfam.

3 Come già in Bentham ed Hooker.

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che si voleva addurre come sufficiente a far creare una fa- miglia, si fa scendere a un valore più basso di quello che basti a far creare una tribù ; il che è un altro eccesso, ap- provandosi così la serie già condannata.

Gli autori nello spartire la famiglia delle sinanteree dissen- tono fra loro per due ragioni : pel numero delle tribù am- messe, e per l’uguaglianza di valore affermata tacitamente da loro o negata.

Bentham ed Hooker da un canto e Baillon dall’altro dis- sentono per l’una cosa ; mentre da essi dissentono Hoffmann e Carnei per l’altra. Così è che questi ultimi autori introdu- cono delle divisioni superiori alle tribù (sia o no che così le chiamino quelle immediatamente seguenti) ; e scorgono come primaria la partizione, già adottata, in Tubuliflorae e Ligu- liflorae.

Tale partizione, nata dalla contemplazione della maggiore affinità, scorta fra due delle famiglie di Jussieu ( Corymbiferae e Cynarocephalae ) comparve nel Prodromus Candolleano con l’aggiunta d’una sottrazione operata sulle Corymbiferae, e la conseguente creazione delle Labiatiflorae , per le quali non abbiamo rappresentanti in Italia. 1 Cotal fondamentale classi- ficazione serve bene a disporre in serie le tribù, ed a inge- nerare fra queste quell’equivalenza, che si richiede a tenerle come gruppi coordinabili ; ma sarebbe da veder meglio se sia legittima davvero, o se non debba darsi al carattere, che le Cynarocephalae presentano nello stilo, un gran momento tas- sinomico (com’ io inclino a credere), e ritornare così alla par- tizione originale di Jussieu, col solo emendamento, che rife- risca le Mutisiacee alle Cynarocephalae, sottraendole dalle Corymbiferae.

Nelle serie delle Liguliflorac non si trova che unica tribù, quella delle Lactuceae, non potendo valere come caratteristica

1 Secondo Hoffmann il genere Berardia, cui appartiene una spe- cie italiana, sarebbe delle Mutisiacee, quindi delle Labiatiflorae : ma il prof. Caruel l’ascrive alle Cynarocephalae. Del resto, quell’autore trova ragione d’ includere nelle Tubuliflorae le Mutisiacee.

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di tribù la sola differenziazione scorta nella natura del pappo; ma piuttosto servendo essa, insieme ai caratteri determinali dalle differenziazioni dell’ involucro, a stabilire le serie dei generi, o sotto-tribù che dir si vogliano.

Nella serie delle Cynarocephalae non mi pare che si debba dar troppo peso alla presenza o meno di un involucro pro- prio a ciascun fiore, per farne tribù diverse, e al maggiore o minore sviluppo della nodosità stilare. Sono, anche questi, criterii per mettere in serie i generi semplicemente; sono differenze che non bastano a dividere l’unità della tribù delle Cynarocephalae, unità riconosciuta anche da quei prodighi creatori di tribù, che sono i signori Bentham ed Hooker. Pure, per non ostare troppo alla classificazione carueliana, am- misi le Echinopsideae. 1

Nella serie delle Corymbiferae però si manifesta una pro- fonda e multilatere differenziazione, che ci diritto alla ammissione di varie tribù, essendo i nuovi caratteri e parec- chi ed importanti, quantunque la differenziazione predetta sia per lo più condotta senza bruschi passaggi. Ma qualora noi volessimo, per comporre dei gruppi naturali, aspettare l’ as- senza dei termini di transizione ; non troveremmo quasi mai ragione di comporne, dal caso in fuori, in cui la limitazione impostaci nello studio nostro, o l’estinzione reale di quei ter- mini, facesse avverare quei bruschi passaggi, cioè quando una condizione geografica o paleontologica ci dissimulasse la con- tinuità dell’ azione naturale e degli effetti di essa.

Una tribù distinta è quella delle Eupatoricae certamente. Io non vorrei distinguerle dalle Vernonieae ; accetterei quindi la tribù come è definita da Baillon, ritenendo le Vernonieae come tipo, per trovarsi in esse più cospicue le differenzia- zioni proprie di questa tribù. Nutro poi un certo dubbio sul- l’appartenenza di essa alla serie delle Corymbiferae, parendomi che si affacci qualche ragione per annetterla a quella delle Cynarocephalae.

1 II fatto che suffraga l’autonomia delle Echinopsideae intanto si manifesta altrove fra le composte !

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Un’ altra distinta tribù è quella delle Cale?iduleae, ammessa quasi generalmente. La subnodosità dello stilo e la loro stretta affinità con le Arctotideae (con le quali, a senso di Baillon, formerebbero unica tribù) farebbe dubitare un poco sulla loro appartenenza alle serie delle Coryinbìferae, o almeno le fa- rebbe riporre vicinissimo alle Cynarocephalae . I caratteri pe- culiari dedotti dalla contemplazione del frutto sono davvero insigni, e consigliali l’affermazione di quell’affinità. 1

Le Ambrosieae, comechè incorporate o meglio subordinate alle Heliantheae da più autori, meritano davvero di esser di- stinte anch’esse come tribù, stante i molteplici caratteri, che ànno indotto alcuni a farne una famiglia. Sarebbe veramente ragionevole includervi le Artemisia e tutti quegli altri generi, in cui s’inizia il processo dell’ anemofilia, e che così si stac- cano dal corpo immane delle Corymbiferae ; ma il difetto di estensione, che fin qui esiste su tali indagini biologico-siste- matiche, impone delle cautele al dilungarsi oltremodo dalle abitudini generalmente seguite.

Un difetto simigliante ci vieta di tentare una divisione del resto di esse Corymbiferae , poggiata sopra un buon criterio: quello scoperto dal prof. Delpino, e consistente nella dispo- sizione dei peli propulsori. 2 Certo, quel tanto che egli ce ne à fatto sapere ci autorizza a togliere la gran linea di divi- sione, tracciata fra Senecioideae ed Anthemideae, ed a staccare invece le Heliantheae da esse. Così intanto cade la tribù delle Astereae, tal quale è stata proposta da Caruel ; cadono quelle due prime tribù, stabilite nei Genera di Bentham ed Hooker ; in parte solo resta vera la tribù dalle Heliantheae del Baillon (in quanto cioè effettua l’associazione delle stesse), in parte si tradisce irrita, perchè il gruppo da esse risultante viene incorporato alle Heliantheae vere.

Si vede adunque che il carattere negativo della ecaudazione delle antere non è sufficiente a darci un gruppo naturale ;

Il fatto dell’eterocarpia nella sua applicazione alla tassinomica delle sinanteree è stato considerato da me nel lavoro sopracitato.

2 Op. cit. , p. 27.

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come non lo è quello di un ricettacolo sfornito di pagliette, facendo esso mutuamente ravvicinare Astereae a Senecioideae, distinte come tribù dallo stesso Baillon. Il Carnei sarà stato condotto da quel criterio a porre i Phagnalon presso le Bellis, mentre il loro posto naturale è indubbiamente presso le An- tennaria e le Filago.

In conclusione, ci è difficile qui di discernere la subordi- nazione dei caratteri, cosa che il Baillon confessò per l’ intiero ordine. 1 Stante la modernità e la conseguente plasticità delle sinanteree, scarseggiano i tratti paleomorfici, che con la loro fissità e profondità rendano plausibili le divisioni della fami- glia, e che, mancando nella massima parte delle Corymbife- rae, c’ induce a ritenerle (sottrattene quelle che entrano nelle tribù qui sopra ammesse) come costituenti una tribù unica, finora senza buon dritto scissa, prestante soltanto dei fonda- menti atti a riconoscere delle serie naturali di generi, le quali equivalgano a quelle riconoscibili in seno alle tribù rimanenti.

Le sette tribù delle nostre sinanteree : Lactuceac, Echinop- sideae, Cynareae, Vernonieae, Calcnduleae, Atnbrosieae, Aste- reae, andrebbero ora studiate circa la loro disposizione più conveniente. La disposizione circolare del Cassini è certo da rigettarsi, perchè è uno spediente artificiale, e perchè è im- possibile rendere nella esposizione litografica letterale. Ora un artificio non è tollerabile, che in vista di un’ utilità da ca- varne. Essendo intanto estranea al fine di questi miei studii la perquisizione dell’albero genealogico delle sinanteree, e do- vendo solo scegliere l’ordine di successione delle loro tribù, vorrei trovare la meno artificiale delle disposizioni rettilineari, certo come sono, che riuscirà sempre artificiale una qualunque sia di esse.

Questa parvità d’artificio non aspetto però da quel metodo, che credevasi felice, se un gruppo non fosse stato che il più affine coi due, fra i quali esso l’ aveva intercalato. Esso è il più artificiale dei metodi. La intercalazione delle carduacee fra le cicoriaccc e le astcree, comunque sancita da una lunga

1 Hist. d. plantes, Tome Vili, p. 72 e seg.

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tradizione, è da riprovarsi ; e bene à fatto Carnei a non ac- cettarla. Essa non regge neanche con l’applicazione dei vecchi criterii, trovandosi piuttosto le corimbifere quasi medie fra le liguliflore e le altre tubuliflore per via del saliente carattere degli stili sprovvisti d’ articolazione, ed anche per la presenza or di flosculi esclusivamente, or anche di fiori ligulati. La serie delle tribù sinanteree deve cominciare adunque dalle cicoriacee o dalle carduacee ; e forse la prima di queste due maniere di disposizione sarebbe da preferirsi, se immediata- mente prima delle composite fossero state esposte le campa- nulacee, le quali segnano il preludio delle composte, e con le cpiali le cicoriacee sembrano più strettamente congiunte. Ma panni più consono al vero il ritenere, che tanto le cicoriacee quanto le carduacee sian provenute da un rappresentante co- rimbifero, donde (per quali termini medii non saprebbesi ben dire) son provenute, senza staccarsi gran fatto dal tipo del progenitore, calendulacee , vernojiice, ambrosiee, e quest’ultimo costituendone il ramo più divergente, deponente perfino il carattere costantissimo di tutta la famiglia, cioè la singenesia. Quindi, fino a migliori informazioni, resta indifferente lo sce- gliere come primo termine di quella serie le carduacee o le cicoriacee, indifferente, sino a certo segno, il porre, fra questi due termini, prima o poi l’uno o l’ altro gruppo di corimbi- fere ; poiché, se evidentemente riesce incapace l’esposizione analitica delle forme organizzate a rendere fedelmente un si- stema naturale qualunque, richiedendosi a ottener questo fine un metodo essenzialmente sintetico, essa può ugualmente bene oppure ugualmente male essere ordinata in più modi dif- ferenti.

Le Palme del genere Trachycarpus

DESCRITTE

da ODOARDO BECCARI

Trachycarpus.

H. Wencll. in Bull. Soc. bot. de France, v. Vili, p. 429. Benth. et Hook., Gen. plant., v. Ili, p. 929.

Trachycarpus excelsa H. Wendl. in Bull. Soc. botan. de France, v. Vili (1861), p. 429. Hook. f. et Becc. in Hook., FI. Ind., v. VI, p. 436. T. Fortunei H. Wendl., 1. c. Chamaerops excelsa Thunb., FI. Jap., p. 130 (excl. v. j3). Mart., Hist. nat. Palm., v. III, p. 251 Miquel, Prol. FI. Japon., p. 130 et Anal. bot. ind. pars altera, p. 21. J. Gay in Bull. Soc. bot. de France, v. Vili, p. 410. Franchet et Savatier, Enum. pi. Jap., v. II, p. 1. Carrière in Revue Hort., 1875, p. 33 (cum var. gracilis') Rev. Hort., 1875, p. 220; 1877, p. 223 et 1885, p. 195. Chamaerops Fortunei Hook, f. Bot. Magaz., t. 5221. Card. Chr. n. s., v. XXIV, p. 304-305, f. 65. Sjuro et Sodio Kaempf., Amoen. exot., p. 898 (ex Fr. et Sav. 1. c.).

T. caudice robusto subelato erecto, foliorum vaginiis reti- culo in iìlamentis ruvidis numerosissimis castaneo-nigrescenti- bus sphacelato dense obtecto ; vaginarum appendicibus ligu- laeformibus, linearibus exsuccis brunneis 15-25 cent, longis in gemma terminali reflexis ; frondibus omnibus persistenti- bus, inferioribus marcescentibus ; limbo 3F orbiculari in laciniis

4

4

numerosis (40-50) ensiformibus brevi ter bifidis vel bidentatis profunde et irregulariter partito ; spathis tenuiter membranaceis superioribus inflato-ventricosis; floribus masculis globoso-sub- trigonis, calvce quam corolla dimidio breviore; staminibus co- rolla vix longioribus; floribus Q glomerulato-2-4-nis, pedicello brevissimo suftultis; ramulis floriferis inconspicue papilloso- puberulis vel glabrescentibus ; fructibus transverse globoso- reniformibus profunde umbilicatis, stigmate propeapicem excen- trico et fere laterali, endocarpio tenui.

Descrizione. Pianta dioica o raramente in parte erma- frodita.

Tronco eretto sino dalla più giovane età, raggiungente l'altezza di 8-10 metri e forse anche più, ma cominciante a fiorire quando solo di circa 1 metro ; il suo cilindro legnoso è di 15-20 cm. di diam., ma essendo questo permanentemente ricoperto, dal piede alla sommità, dalle basi persistenti delle fronde ed inoltre da un denso capillizio pannoso il suo dia- metro apparente varia dai 25 ai 35 cm.

Fronde (di pianta adulta) con un lembo ~y4 orbicolare di circa 1 m di diametro in media, ma talvolta assai più, portato da un lungo e gracile picciolo, tutte lungamente persistenti e formanti un’ampia chioma oblunga, dove quelle più vecchie gradatamente deperiscono, si ripiegano in basso, e di esse a poco alla volta dissecca più o meno parzialmente e marcisce il lembo, ma rimangono a ricoprire intieramente il tronco col loro assieme.

Guaina ridotta ad un lasso reticolo fibroso che poi si dis- solve in un abbondante fibrillizio, il quale è composto di lunghi filamenti ruvidi e criniformi di color castagno scuro; dal lato dorsale nella sua parte più alta rimane, della guaina, una parte centrale legnosa triangolare che si assottiglia nel picciolo ; dalla bocca della guaina sorge una lunga appendice laminare la quale è divisa in lacinie lineari acuminate, lunghe 15-25 cm., essucche papiracee, di color castagno, che compa- riscono numerose e ripiegate in basso nel mezzo del germo- glio centrale.

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Picciolo lungo da ora,50-im, più o meno triangolare in sezione trasversale, piano di sopra, con spigolo molto roton- dato di sotto, largo circa 2 cm., di quasi uniforme larghezza dalla base alla sommità, appena dilatato al punto d’espan- sione del lembo ed ivi provvisto dal lato superiore di una ligula o cresta sublegnosa semilunare a contorno irregolare e dentato; margini acuti, fittamente denticulato-spinulosi per tutta la lunghezza loro, ma specialmente verso la base dove i denti sono molto irregolari, confluenti, talvolta tuberculi- formi e volti in senso contrario.

Lembo con 40-50 segmenti, di 50-80 cm. di lunghezza misu- rato dalla ligula all’estremità dei segmenti mediani; la sua parte indivisa è breve ed ineguale perchè in generale ogni 203 seg- menti separati sino a 20-25 cm. dalla ligula, vi è una divisione più profonda che giunge a solo 10-15 cm. da detto punto.

Segmenti verdi e non molto nitenti di sopra, più pallidi di sotto, subglaucescenti specialmente nelle fronde giovani, di consistenza cartacea, e piuttosto flaccidi, ensiformi, i mag- giori larghi circa 3 cm. e solo verso l’estremità assottigliati in punta fessa per 2-4 cm. o brevemente bidentata con denti brevi e divergenti ; i segmenti laterali sono più stretti e più corti e più gradatamente attenuati in punta e più profonda- mente fessi dei centrali; tutti hanno nella pagina inferiore una costola mediana robusta e rilevata, che si parte dall’apice del picciolo, ma che diventa assai tenue verso l’estremità; nella pagina sujieriore pure si partono dalla ligula altrettanti nervi o costole primarie un poco meno forti delle inferiori e che si terminano a livelli molto ineguali (da 10-25 cm. di distanza dalla ligula) in un dentino o callo nei seni fra un segmento e l’altro, dove non esistono filamenti; in generale per ogni seno profondo ve ne sono 2-3 che lo sono assai meno e poi nuovamente uno profondo ; nervi secondari sottili ma rilevati e molto fitti, discosti 1j2 mm. l’uno dall’altro, quasi egualmente visibili sulle due faccie ; essi sono provvisti nella pagina inferiore di piccolissime squamette puntiformi decidue, nella superiore sono nudi; venule trasverse assai fitte, un poco più evidenti nella pagina superiore che nell’ inferiore.

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Spad id cT e Q non molto dissimili fra di loro, producen- tisi in numero di 6-7 ad ogni fioritura, nascenti framezzo alle fronde.

Spadici maschi da prima ascendenti, poi incurvo-patenti ed infine reflessi, 70-90 cm. di lunghezza, di cui una metà ne misura la parte pedunculare, paniculati o tirsoideo-piramidati con 3-4 diramazioni principali, dopo la fioritura essucchi e de- cidui per marcescenza, dimodoché sulle piante intatte si tro- vano gli avanzi degli spadici di varie fioriture; la parte pe- duncolare è arcuata verso l’ esterno, leggermente compressa, negli individui molto robusti grossa quanto un polso.

Spate complete 3, tubolose assai lungamente alla base, oblunghe subfalcate e in alto alquanto compresse con margini acuti, fendentisi principalmente lungo il lato ventrale, prima verdastre pallide, sottili, cartaceo-rigide sul secco, più o meno coperte da una molle lanugine rubiginosa detergibile e fu- gace ; ad ogni diramazione principale si trova una spata più piccola delle 3 esterne ma simile per colore e struttura, molto larga e ventricosa o inflato-cimbiforme, non o brevemente tu- bulosa in basso; i rami minori non hanno che piccole scaglie subulate; i rami principali sono alterni e patenti; gli infe- riori, i più grandi di tutti, sono ramificati due volte e nel- l’ insieme riproducono la forma ed il modo di ramificazione dell’ intiero spadice ; i rami superiori vanno gradatamente di- minuendo in lunghezza e formano un tirso acuto composto, come negli altri rami, di vari rametti sparsi in tutti i sensi inseriti spiralmente e gradatamente decrescenti in lunghezza, discosti 1-3 cm. l’uno dall’altro e che costituiscono altret- tante spighette, le più basse delle quali sono lunghe sino 8- 10 cm. e le più alte solo 2-3; l’asse principale dello spadice è subterete od oscuramente angoloso-trigono e sul fresco in principio è minutamente pubescente papilloso ; all’ ascella di ogni diramazione principale si osserva una tumescenza più o meno sviluppata con una fossetta trasversale che avrebbe l’ap- parenza di essere nettariflua ; l’asse dei ramoscelli fioriferi o spighette è pure minutamente papilloso sul fresco, ma sul secco apparisce glabro, cilindraceo-subulato, di 2-3 nnn. di

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diametro e su di esso i fiori sono aggruppati in numero di 2-4, essendo però più comunemente terni (assai raramente solitari) ; essi formano perciò dei piccoli glomeroli, i quali sono disposti sulle spighe senza molta regolarità ed assai remotamente.

Fiori maschi provvisti in basso di alcune minutissime brat- teole jaline, gialli, carnosi, quando in boccio oscuramente tri- gono-globosi, piccoli, di 3 mm. di diam.; sepali quasi intie- ramente liberi, un poco ineguali, ovati, acuti, ottusamente carenati a margine jalino integerrimo nudo o ciliolato; petali largamente ovati, il doppio più larghi e più lunghi dei sepali, concavi, ottusi, lisci, valvati dalla metà in su, coi margini so- vrapposti od imbricati alla base; stami 6 eguali, sopra un sol verticillo, con filamenti liberi sin dalla base, carnosi, leggermente incrassato-fusiformi, brevemente assottigliati all’ apice, lunghi quanto i petali; antere sagittato-oblunghe, erette nel boccio (non introflesse), inserite verso la metà del loro dorso, versatili, a loggie profondamente disgiunte, ottuse alle due estremità, deiscenti sui lati; carpelle 3, assai ben conformate, angustamente co- niche leggermente incurvo-divergenti, glabre, lunghe quanto la metà dei filamenti, monovulate ; stigmi puntiformi.

Spadici femminei simili a quelli maschi, patenti durante l’an- tesi, poi ricurvati in basso alla maturità dei frutti, e coi ramo- scelli patenti o quasi orizzontali.

Fiori femminei più verdastri dei maschi ma poco dissimili da questi, carnosi; al momento dell’ impollinazione globosi, di circa 2 mm. di diametro, glabri; calice verdastro con se- pali largamente ovati, carnosi, acuti od ottusiusculi, valvati, molto brevemente uniti alla base e quivi più incrassati che altrove, lisci, non striati, rotondati (non carenati) sul dorso, con i margini sottili, acuti, jalini integerrimi; petali circa I/3 più lunghi dei sepali, suborbiculari concavi, coi margini leggermente sovrapposti alla base, valvati in punta, acutiu- sculi od ottusi, i margini acuti, integerrimi o sotto assai forte lente papilloso-ciliolati ; staminodi 6 di un poco o di 1j3 più corti dei petali, con filamento compresso, lineare-den- tiforme, portante un’ antera sterile ma ben conformata quasi tanto larga quanto lunga, ottusa, sagittata, con loggie ben

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distinte, molto divaricate alla base; carpelle 3 completamente disgiunte sin dalla base, ricoperte di lana sericea bianca, spe- cialmente sul dorso e bruscamente attenuate in stilo crasso conico segnato da un solco superficiale sul lato ventrale ; stigma terminale papilloso ; ovulo basilare, eretto, anatropo.

Talvolta le piante maschie portano spadici con una parte dei fiori ermafroditi, e questi non differiscono da quelli rf che per essere un momento più grandi e più radi e per le car- pelle meglio conformate e barbato-lanose verso la metà.

3- 4- 5-

Fig. 1-5. Trachy carpus excelsa.

Fig. 1. fiore rf . Fig- 2, un petalo di fiore rj' con 3 stami e le 3 carpelle abortive in posto. Fig. 3, fiore ermafrodito al quale è stato asportato un petalo ed uno stame. Fig. 4, una carpella di un fiore ermafrodito. Fig. 5, fiore O sezionato longitudinalmente. Tutte le figure sono ingr. circa 8 diam.

Frutti prima giallastri, a perfetta maturità nero-violescenti come uva nera e come questa pruinosi, globoso-reniformi per traverso, ossia più lunghi che alti, larghi 12-13 min., alti 9 mm. e quasi altrettanto spessi, profondamente umbilicato- plicati da un lato; pericarpio assai sottile, di circa 2/3 di mm. di spessore; epicarpio pellicolare-cartilagineo, tenuissimo, fra-

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gilè, lucente e che si stacca con facilità; mesocarpio parenchi- matoso eli colore atroviolaceo, dolciastro ma un poco ostico, carnoso sul fresco ma scarsissimo; endocarpio molto sottile aderente al seme ; diramazioni vascolari del rafe poco distinte partenti dalla base del seme, arcuato-ascendenti.

Seme esattamente della forma del frutto, solo un poco più piccolo, 1 1 mm. largo, 7 alto e 7 spesso, con profonda in- trusione del rafe dal lato che si presenta umbilicato ; albume corneo omogeneo ; embrione situato presso a poco nel mezzo della faccia ventrale.

Abita. Nell’Asia orientale extratropica dalla Birmania settentrionale al Giappone. Nel Burma superiore a Momyen è stato raccolto in frutto dal dott. J. Anderson, 23 giugno 1868 (Herb, di Cale.). Nell’ Yunan, secondo frutti a me inviati dal prof. M. Cornu. Nella Cina orientale, dove sembra molto co- mune. Nell’isola di Chusan, al Giappone, dove secondo Franchet e Savatier, 1. c., si trova, a quanto sembra, spontanea nella parte media e meridionale, come a Kiusiu nel principato di Fizen. È però coltivata e quasi inselvatichita ovunque.

Usi. Il fibrillizio formato dallo sfacelamento delle guaine delle foglie è impiegato in Cina per farne cappelli, spazzole, scarpe, corde, granate ed anche vestiti o cappotti intieri. Mi sembra che possa servire a tutti gli usi ai quali si presta il « coir » o « copra », ossia la fibra estratta dai gusci delle noci di cocco. 1

Fiorisce. In Italia la fioritura ha luogo in aprile e maggio ed i frutti sono maturi nel marzo successivo, quan- tunque rimangano ancora più lungamente sulla pianta.

1 Si veda: Le Chamaerops excelsa Thunb., sa patrie, te climat qui lui convient, son introduction dans l’ Europe occidentale , tes chances qu’il a d’y étre naturalise , son fibrillitium , tes usages éco- nomiques au.rquelles il pent servir etc., par M. J. Gay. Bull. Soc. bot. de France, v. Vili, p. 410.

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Osservazioni. Il Tracliy carpus cxcclsa è torse la Palma più comunemente coltivata in Europa ed è pure forse quella che fra tutte le esistenti più resiste alle basse temperature. Essa sembra anche più rustica dell’ indigeno Cliamaerops hu- villis.

Il nome di cxcclsa è alquanto iperbolico e gli è probabil- mente stato assegnato per antitesi con quello di humilis, es- sendo in passato considerato esso pure come una specie di Chamaerops. Io non conosco quale sia l’altezza massima che può raggiungere questa Palma allo stato selvatico. Gli esem- plari che io conosco coltivati non oltrepassano l’età di circa 30 anni. Alcuni che io stesso ho piantato e che adesso hanno circa 25 anni di età raggiungono l’altezza di 8 “,50 dal li- vello del suolo alla sommità delle fronde più giovani.

Nei giardini d’ordinario si usa di tagliare le foglie più basse, perchè queste con P età ingialliscono e deperiscono, e non si staccano naturalmente da dalla pianta. Se questa viene ab- bandonata a se stessa e rimane incolume dal ferro del giar- diniere, il suo tronco rimane rivestito completamente da tutte le foglie che sono nate durante il suo sviluppo, ma solo quelle della parte più alta sono verdi ed erette e formano una chioma nella quale si può constatare una disposizione a spirale ; mano mano però che le fronde invecchiano e diventano gialle, si riflettono, i segmenti diventano bruni all’ estremità, si dissec- cano e marciscono ed anche si ricuoprono di licheni ed infine alla base del tronco non rimane delle foglie che poco più dei piccioli disseccati ; date queste circostanze la chioma acquista una forma oblunga, ossia emisferica in alto e che gradata- mente si restringe in basso, essendo le fronde tanto più ac- costate al tronco quanto più sono vecchie.

Il Trachy carpus cxcclsa è una pianta alquanto variabile, e ciò probabilmente per effetto della sua estesa distribuzione geografica; in causa di che forse esistono diverse forme lo- cali ; ma bisogna anche avvertire che questa Palma varia no- tevolmente di aspetto secondo la situazione nella quale si coltiva; infatti una medesima pianta tenuta in luogo aprico ed asciutto verrà col tronco tozzo, con le fronde provviste

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di piccioli corti e con segmenti brevi consistenti e dritti ; la medesima pianta trasportata in luogo fresco ed ombroso e specialmente nei cortili e dove la luce vien dall’alto svilup- perà più rapidamente, le fronde produrranno piccioli consi- derevolmente più lunghi, i segmenti diventeranno di consistenza più erbacea e per conseguenza la loro punta si ripiegherà per

Fig. 6-S. Trachycarpus excelsa.

Fig. 6, un frutto sezionato nel centro nel senso della maggior lunghezza. Fig. 7, il medesimo frutto della fig. 6 sezionato verticalmente nella parte più stretta, lungo il rafe (s = stigma). Fig. 8, rametto con pseudo-frutti. Le figure 7-S ingr. circa 3 diam., la fig. 8, l/3 circa più grande del vero.

il proprio peso in basso. Questa variabilità ha dato origine alla credenza che vi fossero due forme affinissime fra di loro, ma specificamente distinte, delle quali una sarebbe la vera T. excelsa e l’altra la T. Fortunei ; però è impossibile trovare caratteri per distinguere queste due supposte specie, e senza alcun dubbio il T. Fortunei non deve considerarsi come dif- ferente dal T. excelsa.

Una forma grandemente affine al T. excelsa è il T. Takil dell’ Imalaja occidentale. Per le differenze fra le due specie rimando il lettore alla descrizione di questa ultima.

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Dal T. Martiana il T. cxcclsa è ottimamente distinto per il suo tronco rivestito dalle fronde permanenti e da denso fibrillizio, e specialmente per la differentissima forma del seme, essendo questo globoso-reniforme e fortemente ombi- licato ne\V excelsa (fig. 6, 7), ed oblungo-ellittico con un solco lungo tutto il suo lato ventrale nel Martiana (fig. 14). Anche le fronde sono assai differenti, perchè nell’ excclsa i seni che dividono i segmenti sono ineguali, vari di essi essendo molto più profondi di altri, mentre nel Martiana la parte indivisa della fronda è semiorbicolare inquantochè i segmenti si par- tono tutti da una distanza eguale tutto all’ ingiro dell’apice del picciolo, distanza che corrisponde presso a poco alla metà del lembo.

I segmenti del T. Martiana inoltre sono più gradatamente acuminati e pare che non abbiano la tendenza ad arricciolarsi per il lungo come accade nelle fronde del T. excelsa poco dopo tagliate; cosa questa che le rende inadatte per farne co- rone e mazzi, mentre sono tanto utilizzate quelle del C. hu- milis perchè anche dopo colte rimangono piane. Per altre differenze si veda la descrizione del T. Martiana.

Un caso curioso di solito accadeva ad un esemplare di T. cxcelsa che esisteva al Giardino botanico al Museo di via Romana in Firenze. Ouesto esemplare era femmina e rimaneva in un appezzamento rinchiuso da alte muraglie; nella sua vicinanza non esistevano piante maschie, di guisa che esso non abboniva mai i frutti, non potendo rimaner fecondato; però le tre carpelle di ogni fiore si sviluppavano tutte egual- mente sino ad un certo punto e gli spadici che poi si ripie- gavano sembravano carichi di frutti trigoni formati di tre car- pelle accostate fra loro, rammentanti nell’ insieme i frutti d e\Y Evotiymus europaeus (fig. 8).

Nella primavera del 1886 tolsi uno spadice cf al momento della fioritura ad un individuo di T. excelsa fiorito nel mio giardino e con questo spazzolai 3 spadici (dei 7 che aveva prodotto) dell’ esemplare di T. excelsa del Giardino botanico di Firenze. L’effetto presto si rese manifesto; quasi tutti i fiori dei 3 spadici fecondati abbonirono, dando sviluppo però

ad una sola carpella in ogni fiore; la qual carpella poi è ve- nuta a perfezione trasformandosi in frutto nel modo usuale.

Negli spadici che in detto anno 1886 non vennero da me artificialmente fecondati notai un fatto curioso. Quasi tutti i fiori di detti spadici invece di sviluppare imperfettamente le 3 carpelle come soleva accadere negli anni precedenti, cad- dero, ad eccezione di pochissimi che abbonirono il frutto, per- chè questi per caso rimasero fecondati dal polline trasportato dal vento nel mentre fecondavo gli spadici sopra rammentati.

Ha avuto quindi luogo il fatto che la fecondazione di al- cuni ovuli di detti spadici ha calmato gli isterismi degli altri ovuli, i quali sono caduti senza un tentativo di sviluppo; ma uno spadice, dei 7, portò qualche frutto perfetto nello stesso tempo che produsse anche alcuni pseudo-frutti, con tre carpelle.

Detta pianta nel marzo del 1887 presentava quindi con- temporaneamente: i.° gli spadici della fioritura del 1885 ri- piegati in basso, carichi di pseudo-frutti composti di 3 car- pelle giunti a mezzo sviluppo in modo uniforme; 2.0 uno spadice pure reflesso del 1886 portante numerosi pseudo- frutti a 3 carpelle e qualche frutto maturo ben conformato ; 3.0 tre spadici appena reflessi senza alcun pseudo-frutto e con qualche raro frutto maturo; 4.0 tre grandissimi spadici frutti- feri reflessi misuranti (senza comprendere il peduncolo) 70 cm. di lunghezza e 40 cm. di diametro.

Il caso di ermafroditismo nel T. excelsa è stato da me os- servato sopra una pianta che io coltivo, la quale un anno (maggio 1887) oltre agli spadici cf usuali produsse qualche spadice dove tutti i fiori erano (almeno apparentemente) er- mafroditi (fig. 3) e che ha condotto a maturazione anche un buon numero di frutti ; ma il caso non si è ripetuto sino a qui. Non deve però recar meraviglia se sugli spadici cf dei Tra- chycarpus si sviluppano talvolta anche fiori ermafroditi, perchè tutti i loro fiori cf hanno carpelle abbastanza bene sviluppate.

Nei fiori ermafroditi però le carpelle sono costantemente provviste, come nei fiori esclusivamente femminei, di un anello di lanugine (fig. 3-4) un poco al disotto della metà, anello che manca nelle carpelle dei fiori cf ; di più non tutte le

carpelle in tutti i fiori dello spadice ermafrodito sono egual- mente ben conformate, spesso anzi se ne incontra qualcuna dove l’ ovulo è abortivo, o che essendo semiaperta l’ovulo sbuzza fuori dal lato ventrale della carpella; ed in tal caso le carpelle mancano dell’ anello peloso o di questo si vede solo la traccia sotto forma di piccole papille. Spesso oltre le 3 carpelle usuali se ne trova un’ altra più o meno rudi- mentaria.

Sono conosciuti altri casi di Palme maschie che ad un tratto hanno portato fiori fertili dell’ altro sesso ed hanno fruttificato. Infatti Ottaviano Targioni Tozzetti scrive (Me- morie della Società italiana delle scienze residente in Modena, v. XX [1831], p. 313, tab. xix, f. 13-20) che nell’Orto del Museo di Firenze vi erano due individui di Chamaerops Jiu- milis fi arborescens Pers. dell’età di circa 50 anni, che ave- vano raggiunto l’altezza di circa io braccia (m. 6 circa) e che sino all’anno 1819 avevano portato solo fiori maschi, ma che in quell’epoca produssero alcuni spadici femminei, i quali poi si caricarono di frutti perfetti tanto che germogliarono. Per cinque anni di seguito tali piante continuarono a portare spa- dici con fiori maschi e con fiori ermafroditi, poi, nei due anni successivi, vale a dire fino all’ epoca che venne scritta la me- moria, ritornarono esclusivamente maschi.

Trachycarpus Takil Becc. sp. n. Chamaerops Martiana (non Wall.) Duthie in Gardener ’s Chr. 1886, io apr., p. 457. Royle Illustr. of the Bot. of Him. mount., pa- gine 394, 397, 399 (ex parte?) Hook, fi, Him. Journ., v. II, p. 2S0 (quod ad plant, ex Him. occidua pertinet).

T. caudice robusto elato e basi obliqua cito ascendente erecto, foliorum vaginis reticolo arcte induto, fìlamentis liberis pannosis fere destitute ; vaginarum appendicibus liguleformibus triangularibus brevibus in gemma terminali erectis ; frondibus omnibus persistentibus, inferioribus marcescentibus, limbo 3/4 or- biculari in laciniis numerosis (45-50) ensiformibus breviter bifidis vel bidentatis profunde et irregulariter partito; spathis

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tenuiter membranaceis superioribus inflato-ventricosis ; floribus masculis globoso-trigonis, calyce parvo ; corolla quam calyce subtriplo longiore ; staminibus quam corolla conspicue longio- ribus; floribus foemineis glomerulato-2-4-nis, pedicello bre- vissimo suffultis ; ramulis floriferis inconspicue papilloso-pu- berulis vel glabrescentibus ; fructibus transverse reniformibus profunde umbilicatis, stigmate prope apicem excentrico et fere laterali, endocarpio tenui.

Descrizione. Tronco delle giovani piante crescente obliquamente, poi ascendente eretto dritto e robusto, assai di- stintamente conico nella sua gioventù (in un esemplare alto m. 3, 80 alla base il tronco era i '”,03 di circonferenza e nella sommità solo 30 cm.); a completo sviluppo assai elevato (10- 12 metri secondo Duthie) ma cominciante a produrre fiori quando alto circa 1 metro, sempre ricoperto dalle fronde per- manenti e dal reticolo fibroso bruno castagno che stretta- mente lo fascia ; detto reticolo è molto meno denso e manca del fibrillizio pannoso formato da quei lunghi filamenti sparsi in ogni senso che si trovano nel T. excelsa ; appendici ligu- liformi della guaina erette, simili a quelle del T. excelsa ma molto più brevi, larghe e triangolari e rimanenti erette nel germoglio terminale.

Fronde tutte permanenti, similissime a quelle del T. excelsa e da descriversi con le medesime parole, ma quelle annotine, che si trovano al di sotto degli spadici dell’ ultima fioritura, subito reflesse, tutte jjerò permanenti ; piccioli lunghi circa quanto il lembo, gracili, subtrigoni, con spigolo inferiore ro- tondato ; margini molto acuti, armati di minuti denti o cre- nulature irregolari subspinescenti ; ligula o cresta all’ apice del picciolo semilunare irregolare, crenata nella parte supe- riore; lembo 3 / orbicolare, di 1 m-i m, 20 di diametro con 45-50 divisioni, misurante dall’apice del picciolo all’estremità delle lacinie mediane 60-85 cm.; le lacinie sono di lunghezza molto ineguale alternandosi semi rh profondi, hanno la tendenza ad ar- ricciarsi appena colte, verdi, piuttosto lucide di sopra, glau- cescenti pruinose di sotto, le centrali, larghe circa 3 cm. dalla

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base sino quasi alla cima, dove sono brevemente bifide o bi- dentate coi denti ottusi e divaricati; segmenti laterali grada- tamente più stretti e più corti e coi semi giungenti più dei centrali in maggiore prossimità dell’apice del picciolo; nerva- ture esattamente come nel T. excelsa e pure sparse di piccole pagliette.

Spadici maschi similissimi a quelli del T. cxcelsa per di- mensioni. ramificazione e forma delle spate, ma con i ramo- scelli o spighe meno densamente coperti di fiori ; questi però sono glomerulati, 2-4-rni, provvisti alla base di minutissime bratteole jaline, gialli, carnosi, in boccio bene sviluppato sono oscuramente 3-gono-globosi. alti 4 inni. ; calice molto piccolo con sepali suborbicolari ottusissimi e rotondati all’apice; i pe- tali sono largamente ovati, concavi, ottusi, 2 volte più lunghi del calice ; stami 6, eguali, uniseriati ; filamenti cilindraceo- lesiniformi, almeno un quarto più lunghi dei petali, curvi all' infuori durante l’ antesi ; antere ovato-oblunghe, inserite verso la metà sul dorso, versatili, a loggie profondamente disgiunte ; carpelle 3 , assai ben conformate, angustamente coniche, leggermente incurve e divergenti, glabre, lunghe quanto la metà dei petali, provviste di un ovulo apparente- mente bene evoluto.

Spadici femmìnei non visti intieri.

Frutti del tutto simili a quelli del T. cxcelsa, ma più di- stintamente reniformi essendo in proporzione alquanto più larghi per traverso che nel T. excelsa (10-12 mm. larghi, 6-7 mm. alti ed altrettanto spessi).

Habitat. Conosciuto soltanto dell’ Imalaya occidentale, dove cresce sul Monte Takil in Kumaon fra i 2000 ed i 2380 metri sopra il livello del mare e dove, secondo quanto scrive sir Joseph Hooker (Himalayan Journal, v. II, p. 280), rimane annualmente coperto di neve. Esso preferisce secondo Gamble (A Manual of Indian Timbers, p. 418) i freschi ed angusti valloni volti a nord-ovest. Secondo informazioni a me comunicate dal sig. J. F. Duthie, dagli indigeni riceve il nome di « Takil », e così pure vien chiamata la montagna sopra

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la quale cresce abbondantemente e che da detta pianta ha preso il nome. Gamble (1. c.) gli assegna i nomi indigeni di « Jhangra, Jhaggar, Tal ».

In Firenze fiorisce in aprile.

Osservazioni. Dai botanici inglesi il Tracliycarpus crescente nell’ Imalaja occidentale è stato sino a qui creduto identico al Tradì. Martiana ; esso però è certamente una cosa ben differente da questo ed è affinissimo invece al Track, cxcelsa, di cui sarebbe il rappresentante nell’ Imalaja occiden- tale. A me parrebbe che il Trachycarpus cxcc/sa, il quale sembra abbia avuto la sua origine nell’ Asia occidentale, per la grande facilità di dispersione dei suoi semi, dovuta forse in parte agli uccelli ed in parte agli animali roditori, si è poi esteso e riprodotto ad occidente sulle montagne dell’ Imalaja in luoghi dove ha trovato un clima analogo a quello dove la specie dominava ; ma ciò però dovrebbe essere accaduto in epoca nella quale la plasmazione specifica non era del tutto cessata e quindi si è potuta produrre una forma alquanto dif- ferente da quella originale in causa di qualche circostanza speciale dell’ambiente; una di queste cause sembra sia stato il minor bisogno di difendersi dal freddo umido, di guisa che il tronco del Takil manca del denso rivestimento pannoso di cui è provvisto il T. cxcelsa.

Che il T. Takil dovesse costituire una specie distinta dal- X cxcelsa a me era venuto da prima il sospetto dietro l’esame di alcuni frutti che mi furono comunicati dal dott. Brandis l’anno 1883 e che appunto provenivano da Kumaon. In se- guito dal sig. J. F. Duthie, già sopraintendente del Giardino botanico di Saharanpore, ho ottenuto nel 1887 altri frutti pro- venienti da individui crescenti sul Monte Takil, dai quali ho ottenuto alcune piante; di queste una nell’aprile 1902 ha pro- dotto 3 spadici cf. È questa la pianta che io ho descritto e che adesso, novembre 1904, ha acquistato l’altezza di m. 3,80, misurata dal terreno alla sommità delle foglie centrali.

A proposito del Trachycarpus del M. Takil il sig. Duthie mi scriveva in data del settembre 1886 che dopo aver fatto

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una escursione botanica nel N. E. Kumaon, al suo ritorno visitò la montagna chiamata Takil (Thàkil), alta circa 8000 piedi (2438 m.), presso la sommità del quale trovò centinaia di esemplari di questo Trachycarpus di ogni dimensione, di cui alcuni sino 30 o 40 piedi di altezza (9-12 m.), crescenti nelle umide foreste di Quercus dilatata. In altra lettera po- steriore il sig. Duthie mi scriveva che il Trachycarpus del Monte Takil acquista un’altezza molto maggiore del T. excelsa.

Le giovani piante nate dai semi inviatimi dal sig. Duthie ave- vano tutte un accrescimento con tendenza unilaterale e come strisciante; .coll ’andar del tempo il loro tronco si raddrizzò e diventò eretto, avendo però la base molto più grossa della parte più alta, per la qual cosa esso venne a prendere la forma di un cono molto allungato. Una volta che il tronco ha cominciato a formarsi, il T. Takil sembra debba avere un accrescimento anche più rapido di quello del T. excelsa; le mie piante in Pian di Ripoli nelle vicinanze di Firenze hanno sempre resistito be- nissimo anche agli inverni più rigidi in pien’ aria in situa- zioni niente affatto riparate, sebbene in un’ invernata rigorosa abbiano avuto qualche foglia abbruciacchiata dal gelo ; sem- bra che più del freddo temano il caldo, perchè quest’ anno (1904) alcune piante hanno avuto alcune foglie come avvam- pate in causa dei raggi solari del mese di luglio e forse anche in causa dell’ aria molto asciutta.

La pianta più grande che ha fiorito già tre volte, perchè prima delle altre messa in terra e più copiosamente inaffiata nel- l’ estate, si distingue a prima vista da quelle del T. excelsa per la sua chioma più diffusa, più gracile e più elegante ed anche perchè le fronde al disopra degli ultimi spadici fioriti sono erette, mentre quelle al disotto di questi subito diven- gono fortemente reflesse. Differenze essenziali poi si riscon- trano nelle rete fibrosa che ricuopre il tronco, la quale non forma un capillizio abbondante tanto da poter esser utiliz- zato, come nel 7". excelsa, per farne dei rozzi tessuti ; di più le appendici essucche nel centro dei germogli sono brevi trian- golari (fig. 9) e non ricascanti, mentre nell’ excelsa sono molto lunghe e per la loro gracilità ricadenti in basso.

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I fiori maschi poi nelle due specie sono notevolmente di- versi. Quelli del Takil sono un poco più grandi di quelli dell’ excelsa, hanno il calice molto piccolo, un terzo circa della

l’ ig. 9. Parte apicale del tronco di Trachycarpus Takil.

lungezza della corolla, e gli stami almeno un terzo od anche la metà più lunghi della corolla (fig. io e 1 1) ; nell’ excelsa invece il calice è circa la metà della corolla e gli stami sono lunghi quanto questa ; anche nel frutto si riscontrano dif- ferenze nelle dimensioni relative, essendo la lunghezza in quello del Takil , in proporzione alla larghezza, maggiore che nella

excelsa (fig. 12 e 13). Il frutto infatti poco differisce da quello del T. cxcelsa, ma esso è più allungato nel senso trasversale ed è quindi più nettamente reniforme; di più l' embrione è più spostato da un lato, di modo che non trovandosi nel centro della faccia convessa, quando si voglia dividere il seme in due parti eguali nel senso della lunghezza eseguendo la sua con- vessità, l’embrione rimane da una parte e non viene intaccato.

IO. II.

Fig. 10-13. Trachycarpus Takil.

Fig. io, fiore . Fig. n, un petalo di un fiore ^ con tre stami e due car- pale (delle 3 che vi dovrebbero essere) in posto. Fig. 12, un frutto sezionato nel centro nel senso della maggior lunghezza. Fig. 13, il medesimo frutto della fig. 12 sezionato verticalmente nella parte più stretta, lungo il rafe ( s = stigma). Le fig. 10-11 ingr. circa 8 diam. ; le fig. 12-13 circa 3 diam.

Griffith nell’opera « Palms of British East India », p. 134, parlando del Chamaerops Khasiana indica come località di questa sua specie anche il Monte Takil in Kumaon, ma ri- tengo certamente per errore, perchè le tavole di C. Khasiana (CCXXVII A. B.) sono indubbiamente da riferirsi al Track. Martiana.

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Trachycarpus Martiana H. Wendl. in Bull. Soc. bot. de France, v. VIII (1861), p. 429 et in Kerch., Les Pal- miers, p. 258. Hook. f. et Becc. in Hook., FI. Brit. India, v. VI, p. 436. Chamacrops Martiana Wall., Cat. n. 8621. Mart, in Wall. PI. as. rar. v. Ill, p. 5, t. 21 1 et Hist. nat. Palm. v. Ill, p. 251 et 320. Griff, in Calc. Journ. Nat. Hist., v. V., p. 339 et Palms Brit. India, i). 133. Hook, f., Him. Journ. v. II, p. 280 cum. ic. xyl. (excl. pianta ex Him. occidua). Gamble, Man. Ind. Timb., p. 418. Trachycarpus Khasiana H. Wendl., 1. c. Hook. f. Bot. Mag., t. 7128. Cha- macrops Khasiana Griff, in Calc. Journ. Nat. Hist., v. V, p. 341 et Palms Brit. Ind., p. 134 et t. CCXXVII A. B. (exclusa pianta e Kumaon). Brandis, Forest Flora, p. 546. Kurz in Journ. As. Soc. Beng. 1874, p. 204 et Forest Flora Brit. Burma, v. II, p. 527. Hook, f., Him. Journ., II, p. 279 cum ic. xyl. Cha- maerops (Trachycarpus) Griffithii Verlot in Rev. Hort., 1876, p. 275 cum ic. xylogr. Houllct in Rev. Hort., 1879, p. 212, fig. 43 (xyl.) et 1881, p. 143. Cha- maerops Griffithii Lodd. Cat. Palm., 1841 et Hort. Pa- ris. — Chamacrops tomentosa Morr. fide Kerk., Les Pal- miers, 1. c.

T. caudice gracili elato annulato-cicatricoso, pro maxima parte nudo, coma hemispherica coronato ; frondibus annotinis deciduis, vaginis in reticulo solutis apice truncatis non vel breviter ligulatis, limbo 3/4 orbiculari regulariter circiter usque ad medium in laciniis numerosis partito; spadice paniculato; spathis elongatis lanceolato-acuminatis dorso carinatis tenui ter coriaceis ; floribus masculis subglobosis ; calyce parvo, corolla calyce triplo longiore, staminibus corolla aequilongis; floribus foemineis sessilibus ; ramulis floriferis minute sed distincte pu- bescentibus ; fructibus rectis oblongo-ellipticis compressiusculis 10-12 mm. longis, 7-8 mm. latis; stigmate apicali; semine longi- tudinaliter profunde sulcato, endocarpii squamis depressis stel- lulatis obtecto.

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Descrizione. Dioico. Tronco raggiungente sino 15- 17 in. di altezza (Wallich), ma spesso assai più basso, gra- cile, dritto o talvolta flessuoso, nudo per la massima parte (essendo le vecchie fronde caduche), non molto distintamente cicatricoso-annulato, coronato da una chioma emisferica e quindi con soltanto una breve porzione della sua parte apicale rivestita da brevi guaine, le quali nella loro parte ventrale sono risolute in un reticolo fibroso che fascia strettamente il tronco ; le giovanissime guaine, quando tuttora si trovano nell’ interno del germoglio, sono coriacee, non risolute in reticolo fibroso, den- samente lanoso-forforacee e troncate alla bocca, ossia man- canti di appendici liguliformi ; la parte dorsale della guaina è spessa e legnosa e gradatamente si assottiglia nel picciolo.

Fronde (adulte) flabellate, -f ) orbicolari, con un picciolo gra- cile, lungo circa quanto il lembo, depresso-subtriangolare in sezione, piano o leggermente scavato a doccia di sopra con l' angolo inferiore molto rotondato e margini molto acuti, questi ora quasi lisci, specialmente verso l’apice, ed ora più o meno eroso-denticolati, specialmente in vicinanza della base, largo circa 2 cm. tanto alla base quanto all’ apice ; appendice figli- li forme all’apice del picciolo irregolarmente semilunare o me- glio largamente sub-cordato-triangolare, avendo talvolta ten- denza a prolungarsi in punta nel mezzo. Lembo nell’insieme misurante 60-80 cm. dall’appendice liguliforme all’estremità dei segmenti mediani e regolarmente indiviso per circa la metà (talvolta più, talvolta meno) nella parte mediana e gradata- mente meno dai lati; i segmenti sono circa 60, verdi e piuttosto opachi di sopra, più o meno glaucescenti di sotto; i maggiori, i centrali, larghi 30-35 mm. alla base, gradatamente attenuati in punta, dove sono brevemente bipartiti, cartacei rigidi e tal- volta quasi coriacei ; i segmenti laterali sono più stretti dei mediani, più gradatamente e più lungamente acuminati, più profondamente fessi all’apice ed i più esterni di tutti anche assai più corti degli altri ; tutti hanno una costola mediana, robusta e rilevata nella pagina inferiore e punto nella pagina superiore, dove la costola corrisponde al solco, lungo il quale le due parti del segmento rimangono piegate faccia a faccia

nella prefoliazione; detta costola presenta di tanto in tanto delle piccole scabrosità o degli alveoli nei quali s’ inseriscono delle pagliette argentee molto abbondanti nella prima gioventù, spe- cialmente verso l’apice, ma col tempo decidue; anche i margini dei segmenti nelle fronde molto giovani sono coperti di simili pagliette ; i nervi primari superiori si partono tutti essi pure dall’apice del picciolo, ma sono meno forti degli inferiori e tutti si terminano con grande regolarità in semicerchio nei seni fra i singoli segmenti con un piccolissimo dentino o callo sporgente privo di filamento ; nervi secondari molto fitti, sottili ma rilevati, discosti circa mezzo millimetro l’uno dall’altro, quasi egualmente visibili sulle due faccie, quelli della pagina inferiore provvisti di piccolissime squamette decidue; quelli della superiore nudi; venule transverse tenui, assai fitte, un poco più evidenti nella pagina superiore che nell’ inferiore.

Spadici maschi e femminei presso a poco simili, paniculati, con poche infiorazioni parziali ; le spate primarie sono rigide spessamente cartacee o sottilmente coriacee in forma di car- toccio allungato o d’orecchia d’ asino, lunghe circa 30 cm., carinate sul dorso, attenuate in basso e tubulose nella loro metà inferiore, nel rimanente aperte, gradatamente attenuate in punta, sul secco cinnamomee, glabre di fuori, finamente striato-nervose per il lungo, più scure e più liscie nell’interno; le superiori più brevi ma simili alle primarie, anguste e pure alquanto tubulose in basso; rami primari (infiorazioni par- ziali) formanti delle panicole ovato-tirsoidee con numerosi ra- moscelli (o spighette fiorifere) inseriti tutto in giro all’ asse principale ; i ramoscelli sono cilindraceo-subulati e più o meno distintamente puberuli almeno nella prima gioventù.

Fiori maschi subgloboso-trigoni, molto piccoli, 2 zj2 mm. di diani., solitari od anche talvolta gemini, sorretti da un cor- tissimo pedicello e muniti di alcune bratteole subulate ; calice formato da 3 sepali brevemente uniti alla base, triangolari, acuti, ottusamente carenati ; petali due volte più lunghi del calice, largamente ovati, concavi, rotondati, subcucullati al- l'apice; stami 6 eguali, nell’ insieme lunghi quanto la corolla; filamenti subulati, un poco più corti dei petali; antere larghe

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e brevi con loggie subdidime quasi completamente disgiunte, unite solo presso l’apice, deiscenti lateralmente; carpelle 3, glabre, lunghe quanto la metà dei petali, allungate, legger- mente ventricose in basso, gradatamente attenuate in stilo subulato.

Spadin' femminei portanti 2-4 rami principali, nell’ insieme lunghi 60-90 cm., compresa una parte peduncolare che è lunga 25-30 cm., leggermente compressa e larga 2-3 cm. : i rami od infiorazioni parziali formano delle pannocchie al- lungate di 25-35 cm. di lunghezza con una parte peduncolare nuda per il tratto di alcuni centimetri ; l’asse dei rami è sub- terete o molto ottusamente angoloso, assai crasso, subulato all’apice e portante tutto all’ ingiro numerosi ramoscelli sem- plici subtereti, subulati, incurvo-ascendenti, i più bassi lunghi circa 10 cm., i superiori gradatamente più corti, gli estremi lunghi appena qualche centimetro , leggermente corrugati , finamente papilloso -puberali all’ epoca della fioritura, poi glabri .

Fiori femminei globoso-ovati di circa 2 1J2 mm. di diametro, per lo più solitari con indizio di un altro fiore abortivo, di- sposti sparsamente a spirale, perfettamente sessili, giallastri ; calice diviso quasi sino alla base in 3 lobi larghi, ovati, car- noso-callosi in basso, acuti od ottusiusculi, ialini al margine : petali un terzo più lunghi del calice, carnosi, concavi, molto largamente ovati, ottusiusculi ; staminodi lunghi quanto i pe- tali con antera alabardata ; carpelle durante l' antesi lunghe quanto i petali, ventricoso-fusiformi, densamente lanoso-pelose sul dorso, nude sul lato ventrale, attenuate gradatamente in stigma puntiforme.

Frntii bluastri quando perfettamente maturi, oblungo-ellit- tici. egualmente rotondati alle due estremità, leggermente compressi, eretti, ossia più lunghi che larghi (lunghi 10-12 e larghi 7-8 min.); epicarpio tenue membranaceo; mesocarpio scarsissimo ; endocarpio fortemente aderente al seme formato da sclerosomi (od associazioni di cellule sclerose) squamiformi orbicolari-substellati, depressi, crenulati sul contorno, visibili anche ad occhio nudo.

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Seme convesso sul dorso, profondamente solcato lungo tutto il lato del rafe (come un seme di caffè) e con profonda in- tromissione spongiosa longitudinale di questo ; albume cor- neo ; embrione situato nel centro della faccia dorsale.

Abita. Nell’ Imalaja centrale ed orientale, nell’Assam e nel Nord Burma. Wallich scrive che è abbondantissimo nel Nepal a Bunipa che rimane a circa 1500 metri sopra il livello del mare. Secondo un esemplare che ho visto nell’ Erbario di Calcutta, nel Nepal è stato nuovamente raccolto nel 1878 da Scull a Kutmandor. Nelle colline Khasia in Assam cresce fra i 1000-1500 metri, ed ivi sembra assai frequente; da quella regione ne ho infatti ricevuto buoni esemplari fruttifi- cati dal sig. G. Mann e dal sig. C. B. Clarke. Griffith, delle colline Khasia, cita le località di Moosmai e di Manloo ; in quest’ ultima località, scrive Sir J. Hooker, dall'orlo dell’al- tipiano si possono vedere i suoi lunghi e curvi tronchi sor- gere dalle nude ed inaccessibili roccie sottostanti.

Nel « Botanical Magazine » (1. c.) si citano pure le località della sommità del M. Kassoma in Munipore a 6500 piedi (1970 m.) e di Birmania nelle foreste di pini in Martaban al- l'altezza di 4-6500 piedi e delle colline Kakhyen in Ava (Kurz), ma è possibile che alcune di queste ultime località spettino al T. excelsa, come di certo gli spetta la località pure citata di Momven (altezza 5-6000 piedi) perchè da quest’ ultimo luogo ho visto un esemplare di Anderson (quello citato per il T. excelsa).

Il sig. J. S. Gamble scrive (A Manual of Indian Timbers, p. 418) di aver trovato una volta piccole piante che egli crede poter riportare al T. Martiana sul Rissoom presso Dumsong al di di Darjeeling a 6500 piedi (1970 m.j di altezza. Dalle Dumsong Hills io ho ricevuto da sir D. Brandis appunto una giovane pianta raccolta ad 8000 piedi (2438 m.) in dicem- bre 1879, che indubbiamente deve riferirsi al T. Martiana. Il sig. C. B. Clarke mi ha poi donato una fronda di pianta giovane, pure indubbiamente di T. Martiana , raccolta il 16 no- vembre 1871 a Rungtong in Sikkim a 4000 piedi di altezza.

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Ho altrove fatto notare che il Trachycarpus crescente in Ktimaon nell’ Imalaja occidentale non ha niente che vedere col T. Martiana, ma che è il T. Takìl, specie affine al T. excclsa.

E assai probabile che varie delle piante che si trovano in cultura nei giardini e serre di Europa col nome di T. Mar- tiana siano invece del T. Takil.

Il T. Marziana è conosciuto col nome Nepalese di « Taggu » (Gamble). Nelle colline Khasia secondo Hooker porta quello di « Pakka ».

Osservazioni. La prima notizia di questa Palma, si trova nell’opera di Wallich : « Plantae asiaticae rariores », v. Ili, che porta la data del 1832, e dove le venne assegnato il nome di Chamacrops Martiana da Wallich stesso; l’estesa de- scrizione però che ivi si trova è opera di Martius. Wallich ha aggiunto alcune notizie dalle quali risulta che la figura d’assieme nella tav. 21 1 è stata eseguita da un artista indi- geno sopra un individuo giovane fiorito nel Giardino bota- nico di Calcutta nel 1817. Da quanto Wallich scrive, non è la riproduzione esatta di tal disegno, ma una figura che si dice migliorata (improved), di fatto però peggiorata, aggiungo io, perchè Wallich stesso avverte che le infiorescenze sono rappresentate come inserite al di sotto della corona delle fo- glie, mentre quando la pianta è in completo sviluppo esse sono in parte sopra ed in parte sottofrondali. (Io veramente crederei sempre soprafrondali). A parte ciò la figura e le ana- lisi della tavola citata le ho riscontrate corrispondere perfetta- mente agli esemplari tipici di Wallich, come a quelli che io possiedo delle colline Khasia.

Wallich aggiunge che è « una palma elegantissima alta e svelta con una chioma globulare di foglie flabellate e lucenti. La sua altezza totale può raggiungere i 40 e 50 piedi (12- 15 ni.) di cui la chioma forma circa un sesto. Io non cono- sco che di essa si faccia uso alcuno, soltanto i suoi frutti gialli oliveformi sono mangiati dai nativi sebbene la loro polpa sia scarsissima ed insipida ». Ritornerò in seguito sul colore dei frutti.

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Gli esemplari tipici del Ch. Martiana debbono considerarsi quelli distribuiti da Wallich col n. 8621. Di questi io ho stu- diato qualche porzione di spadice con fiori femminei ed alcuni frutti quasi maturi che mi sono stati comunicati da Kew. Ho poi visto nell' Erbario di Calcutta dei frammenti di spadice con fiori d1 provenienti da un individuo anticamente coltivato in quel Giardino.

Esemplari perfettamente identici a quelli tipici ne ho rice- vuti dalle colline Khasia dal signor C. B. Clarke e dal signor G. Mann. Da quest’ ultimo signore ho pure ricevuto dei semi maturi dai quali ho ottenuto varie piante che si sono mo- strate assai resistenti alle basse temperature del clima di F i- renze, ma non tanto da poter passare con sicurezza l’inverno all’aria aperta nell’ annate più rigide e che non hanno molto prosperato presso di me, essendo senza confronto molto meno rustiche del T. Takil. Come di già era stato fatto nella « Flora Indica », il Trachycarpus Khasiana è stato riunito al T. Mar- tiana. Non so spiegarmi come Griffith abbia potuto considerare il suo Ch. Khasiana distinto dal C. Martiana altro che sup- ponendo che egli abbia ritenuto per tipo di quest’ultima specie qualche esemplare del Trachycarpus proveniente da Kumaon, e forse anche perchè traviato dalla falsa indicazione che i frutti del T. Martiana erano gialli. A questo proposito si deve far notare che tutti i Trachycarpus fino a qui conosciuti hanno dei frutti gialli da prima e che poi diventali bluastri.

Le tavole CCXXII, A e B nell’opera di Griffith rappre- sentano indubbiamente uno spadice fruttifero ed una fronda di T. Martiana. Di fatti in detta fronda si vedono benissimo i segmenti che si partono tutti regolarmente in semicerchio da circa la metà del lembo, mentre nel Takil e nell ' excelsa i segmenti sono molto ineguali riguardo al punto da dove rimangono disgiunti 1’ uno dall’ altro.

Il Trachycarpus che da lungo tempo si coltila nel Jardin des plantes di Parigi con il nome di T. Grijfithii deve in- dubbiamente riferirsi al T. Martiana. Nella « Revue Horti- cole » del 1879, p. 212, vi è un disegno d’assieme di tale esemplare (fig. 43) dal quale si rileva che il suo tronco in

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basso è nudo, ciò che dimostra non esser le fronde vecchie persistenti ; ivi si dice pure che la pianta ha adesso circa 6 m. di altezza e che ha fiorito due volte e che fu inviata al Jardin des plantes da Wallich; un altro individuo di detta specie si dice esistere al Giardino d’acclimazione. Altri due grandi esemplari di questa Palma si trovano a Kew ed uno vi ha fiorito, producendo (a quanto sembra) spadici maschi, ed è stata figurata ed illustrata da sir J. Hooker nel « Botanical Magazine », tav. 7128, sotto il nome di T. Khasianus. L’esem- plare del Jardin des plantes è femmina, e di questo il mio rimpianto amico, il prof. M. Cornu, gentilmente m’ inviò il 28 maggio 1890 una fronda intiera ed alcuni ramoscelli dello spadice in fiore.

La fronda dell'esemplare di Parigi è in tutto simile a quelle delle piante delle colline Khasia, meno che è di consistenza più erbacea, come più erbacee sono le fronde delle piante gio- vani che io ho ottenuto dai semi provenienti da dette colline; e ciò certamente è un effetto delle differenti condizioni nelle quali le piante hanno vegetato. A quanto sembra i segmenti delle fronde del T. Martiana, allorché vengono staccate dalla pianta, non hanno la tendenza ad arricciolarsi per il lungo; sembra però che tendano a chiudersi ossia a combaciarsi le due parti separate dalla costa mediana.

I ramoscelli fioriferi dello spadice fiorito a Parigi sono più distintamente papilloso-pelosi ed i fiori sono un poco più al- lungati e con gli staminodi un poco più piccoli che negli esemplari tipici di T. Martiana di Wallich. E probabile poi che leggiere differenze si riscontrino anche fra le piante del Nepal e quelle dell’Assam, senza che però tali differenze ab- biano un valore tale da dover considerar le piante crescenti nei due paesi come specificamente distinte. Anche fra gli esemplari stessi delle colline Khasia trovo che gli esemplari inviatimi dal sig. G. Mann hanno i ramoscelli con frutti im- maturi glabri ed alquanto sinuosi a zig-zag, mentre quelli ri- cevuti dal sig. C. B. Clarke, che hanno frutti in istato più avanzato degli altri, hanno i ramoscelli più dritti e sempre più o meno puberali.

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Il T. Martiana è una specie ottimamente distinta dalle altre due e nemmeno a queste molto affine. Infatti essa se ne discosta assai per le fronde regolarmente divise in seg- menti sino a circa la metà del lembo e decidue coll’ invec- chiare, per la qual cosa una buona parte del tronco rimane presto a nudo; specialmente poi si distingue per i frutti oli- veformi che rassomigliano quelli di una delle piccole specie di

Fig. 14-16. Trachycarpus Martiana.

Fig. 14, seme visto dal lato del rate. Pig. 15, frutto sezionato longitudinalmente lungo la linea del rafe. Fig. 16, seme sezionato nel mezzo transversalmente. Tutte c tre le figure ingrandite circa 3 volte.

Phoenix (fig. 14-16), e per il seme profondamente solcato lungo tutto un lato come un chicco di caffè. L’endocarpio del frutto del T. Martiana è assai singolare; infatti quando il seme è liberato dagli invogli esterni, ciò che accade facilmente alla maturità completa del frutto, la sua superficie apparisce coperta da squame depresse orbicolari a contorno crenulato o stellato, fortemente aderenti alla testa del seme stesso, e che sono co- stituite dalle colonie di cellule sclerose delle quali è formato l’endocarpio (fig. 17 d ).

6.S

Riassumendo, le specie più conosciute di Trachycarpus si riducono a tre che si distinguono come appresso:

1. Tronco eretto sin dalla nascita intieramente rivestito da

denso capillizio palmoso. Appendici ligulari delle guaine molto lunghe, lineari e ricadenti. Fronde vecchie per- sistenti. Seni fra i segmenti giungenti a distanze molto ineguali dall’apice del picciolo. Frutti globoso-reniformi. Seme umbilicato. T. cxcelsa.

2. Tronco da prima inclinato poi ascendente intieramente ri-

vestito da reticolo fibroso ma quasi del tutto mancante di capillizio pannoso. Appendici ligulari delle guaine trian- golari ed erette. Fronde vecchie persistenti. Seni fra i segmenti giungenti a distanze molto ineguali dall’ apice del picciolo. Frutti reniformi. Seme umbilicato.

T. Takil.

3. Tronco gracile annidato cicatricoso per la massima parte.

Fronde vecchie caduche. Seni fra i segmenti giungenti tutti in semicerchio a distanze regolari dall’ apice del picciolo o circa la metà della fronda. Frutto oliveforme. Seme profondamente solcato lungo tutto un lato.

T. Martiana.

Note anatomiche sul frutto dei Trachycarpus

I frutti dei T. cxcelsa e Takil sembrerebbe a prima vista che dovessero avere una struttura assai differente da quella del T. Marlìana, perchè nei primi due il frutto è più svi- luppato per traverso che in altezza, mentre è l’opposto nel T. Martiana; da ciò ne segue che in questo (fig. 15) i resti dello stigma si trovano quasi alla sommità del frutto, sebbene leggermente da un lato, mentre negli altri due lo stigma ri- mane eccentricamente dal lato del rafe, dove termina l’ inca- vatura od ombelico del frutto (fig. 7 e 13). Ciò nondimeno la struttura generale del frutto, meno leggiere differenze, è identica in tutte e tre le specie.

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Quando il frutto è maturo, il suo mesocarpio diventa leg- germente polposo e si distacca dall’ epicarpio, il quale in mas- sima parte è costituito da una epidermide resistente essendo alquanto cutinizzata ; essa consta di piccole cellule a pa- reti molto spesse. Se i frutti seccano sulla pianta il mesocarpio rimane aderente e si prosciuga addosso al seme, ma se essi

Fig. 17. Sezione trasversale del pericarpio di frutto giovanissimo di Trachy carpus Martiana.

aj epidermide esterna ; b) epicarpio; cj mesocarpio con cellule tannifere ed un fascio fibro vascolare: dj endocarpio con cellule sclerenchimatiche: e) epi- dermide interna: ^integumento del seme. Ingr. 120 diam.

cadono in terra e subiscono anche una leggiera macerazione il mesocarpio si distrugge insieme all’ epicarpio, rimanendo solo l’ endocarpio intorno al seme.

Nelle linee generali il pericarpio del frutto dei Trachy - carpus non differisce molto da quello del frutto del Chamae- rops humilis, ma è assai meno spesso di questo, giacché a completa maturità acquista appena lo spessore di un milli- metro, ed è assai meno provvisto di falci fibro-vascolari.

Come nel Chamaerops humilis nel pericarpio dei Trachy- carpus si nota: una epidermide esterna (fig. 17 a) con alcuni strati di cellule sottoposte formanti l’epicarpio; un mesocarpio parenchimatoso dove si trovano varie cellule più grandi delle altre e tannifere (fig. 17 c) al di sotto delle quali si incontra una sola serie di assai rari fasci fibro-vascolari ; un endo- carpio (fig. 1 7 d) formato da cellule sclerenchimatiche a pareti molto spesse e canaliculate ; una assai distinta epidermide in- terna (fig. 1 7 e).

I fasci fibro-vascolari del frutto maturo del T. Martiana, quali si possono scorgere anche in seguito alla macerazione naturale del pericarpio durante il germogliamento, sono tenui, depressi o nastriformi, leggermente ramosi ed anastomosati, punto resistenti, perchè mancanti di elementi a pareti spesse e fortemente lignificate; tali fasci hanno pochi vasi tracheali ed annulati nella parte centrale ed uno spesso astuccio al- l’ ingiro di questi formato da numerose fibre a pareti sot- tili e striate molto obliquamente. All’ esterno dei fasci e fortemente applicate ad essi esistono alcune serie delle spe- ciali cellule moniliforme con cristalli sferico-echinati di ossa- lato di calce (druse), similissime a quelle che per la prima volta sono state descritte da Licopoli nella Chamaerops hu- milis (vedi Licopoli, Ricerche anatomiche ecc. sulla Ch. hu- milis L. ecc. negli Atti dell’ Acc. di Sc. fis. e mat. di Napoli, v. IX, t. IX, f. 8).

Nel T. cxcelsa e Takil 1’ endocarpio è formato di un solo od al più due strati di cellule sclerenchimatiche che formano una camicia più o meno continua intorno al seme e dal quale non si distaccano nemmeno con la macerazione naturale. Nel T. Martiana l’endocarpio ha la medesima struttura che nelle altre due specie, ma esso è formato da cellule sclerenchima- tiche più grandi che nelle altre due specie e disposte molto irregolarmente in 2-4 strati e che non formano una veste completa ed uniforme continua al seme ma presentano di tanto in tanto delle piccole interruzioni o radure dove le cellule sono a pareti assai meno spesse che altrove (fig. 17 d). In una sezione trasversale del pericarpio di un frutto giovanis-

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simo (fig. 17 d) le cellule sclerenchimatiche dell'endocarpio mo- strano bensì delle pareti molto spesse, ma conservano una ampia cavità nel centro ; nel frutto perfettamente maturo in- vece dette cellule rimangono completamente piene, ma non tanto, a quanto sembra, per regolare ispessimento delle pa- reti dovuto a successivi depositi, quanto per sviluppo di pro- cessi porriformi irregolari nel loro interno; sono gli aggrup- pamenti di tali cellule che costituiscono le piccole placche o

Fig. 18. Sezione trasversale della parte periferica del seme maturo di Trachy carpus Martin uà.

d) uno sclerosoma od aggregato di cellule sclerenchimatiche;/) inte- gumento del seme: g) endosperma. Ingr. 120 diam.

sclerosomi (che così si possono chiamare) più o meno orbi- colari che ricuoprono il seme del T. Martiana e che si ve- dono intiere e poco più grandi del vero nella fig. 14 e delle quali una ingrandita 120 diam. è rappresentata in sezione verticale nella fig. 18 in d. ; l’interruzione fra una placca e l'altra è dovuta alla discontinuità dello strato endocarpio) di cui sopra è stato fatto cenno.

Qualche autore ha descritto la superficie del frutto del T. Martiana come lepidota (Kuz, Burm. Palms in Journ. Asiat. soc., 1874, p. 204), ma certamente il frutto di questo è liscio

e senza squame di sorta ; ma forse si è confusa la superficie del seme con quella del frutto, e difatti il seme del T. Mar- liana può sino ad un certo punto dirsi lepidoto in causa delle placche . o sclerosomi da cui è coperto.

11 seme dei Trachycarpus sezionato trasversalmente dimez- zando i! rafe nel senso della lunghezza (fig. 7, 13, 15) mostra una forte intromissione nel perisperma di un tessuto bruno quasi spongioso originato da uno ispessimento dell' integu- mento del seme nel punto corrispondente al rafe; tale inte- gumento del resto cuopre uniformemente (meno che nel punto accennato) tutto il perisperma ed ha circa un terzo di milli- metro di spessore nel T. cxcelsa e Takil ; ma nel T. Mar- liana l’ integumento ha una tendenza a compenetrare con leggieri processi la massa dell’ albume e quindi a comunicare un accenno di ruminazione all’albume stesso, che però nei Trachycarpus deve considerarsi come omogeneo. È questa anzi una delle differenze notevoli fra i Trachycarpus ed il Cha- maerops, nel quale ultimo appunto le intromissioni dentro l’al- bume del tegumento seminale sono profonde e quindi il seme risulta distintamente ruminato.

Le diramazioni vascolari del rafe nei semi dei Trachycarpus sono pochissimo apparenti e non lasciano traccia bene appa- rente di loro sulla superficie dei medesimi.

L’ albume dei Trachycarpus è bianco e corneo ed ha in sezione trasversale un’apparenza radiata perchè le sue cellule, le quali, come è quasi sempre il caso nel seme delle Palme, hanno pareti molto spesse e (con larghi fiori corrispondenti fra loro) sono allungate e disposte in serie più o meno re- golari fra il processo centrale del rafe e la periferia (fig. 18^).

Notizie sul Nannorliops Ritcliieana II. WenclL

I Trachycarpus sono ancora in molti giardini conosciuti sotto il nome di Chamaerops ; con questo medesimo nome generico vien pure spesso chiamato il Nannorhops Ritchicana

lo

che merita quanto i Trachycarpus eli essere considerato ge- nericamente distinto dai Cliamaerops.

Il Nannorhops Ritchieana (Griff.) H. Wendl., molto rara- mente si vede coltivato nei nostri giardini, sebbene sia una pianta che resiste benissimo al clima della regione mediter- ranea settentrionale. Io da vari anni ne coltivo due individui in piena aria in Pian di Ripoli presso Firenze, ed uno di questi anzi ha preso uno straordinario vigore. La pianta per ora non ha formato un tronco sopra terra, ma ha gettato vari germogli di sotto, formando un gran ciuffo di foglie, di cui le ultime espanse hanno un lembo che misura i m. e 35 cm. dal- 1' apice del picciolo all’estremità dei segmenti mediani, ed è portato da un picciolo della grossezza di un polso.

Le fronde del Nannorhops Ritchieana rassomigliano quelle della Hyphaene Thebaica o Palma Dum ; sono di un glauco intenso e di consistenza coriacea, e sebbene flabellate non ri- mangono mai bene stese.

Del Nannorhops sembra debbano trovarsi varie forme, e ciò probabilmente perchè esso vegeta in una zona molto estesa nelle aride regioni dell’ India occidentale, come nel Sind ed al di qua dell’ Indus, nell’ Afganistan, nel Punjab e nel Beluchistan.

I semi di Nannorhops, che in varie occasioni ho ricevuto dai miei amici botanici dell' India e di Kew, mostrano infatti notevoli differenze, alcuni essendo sferici ed altri ovali, alcuni di 8, altri di 16 mm. di diametro. Il seme è durissimo con albume omogeneo e corneo e presenta sempre una piccola cavità nel centro.

II Nannorhops Ritchieana è una pianta xerofila che, se non vi si oppone il suo lento sviluppo, potrebbe forse convenire di diffondere nelle regioni più alte della Colonia eritrea per i numerosi usi ai quali si presta, del resto analoghi a quelli della Palma Dum, ma col vantaggio di una grande resistenza a basse temperature.

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SOPRA L’ERBARIO DI LINNEO.

Manoscritto inedito di Filippo Parlatore

PUBBLICATO

dal Dott. Prof. E. BARONI

Invitato dal conte prof. I . Martelli a prendere anch’io parte con qualche lavoro alla pubblicazione commemorativa per la ricorrenza del cinquantesimo anno dalla morte di F. Barker Webb, io dapprima sono rimasto alquanto dub- bioso , non sapendo come potervi degnamente concorrere, ma dopo, rammentandomi di possedere tra le carte legatemi dal Carnei un manoscritto di Filippo Parlatore, relativo all’er- bario Linneano, ho pensato che io non avrei certo potuto in modo migliore prendere parte a tale tributo di ricono- scenza verso Webb, che rendendo di pubblica ragione questo manoscritto del Parlatore, il quale, come ben sappiamo, era legato da sincera amicizia a Lui, e anzi devesi a questa ami- cizia e sopratutto all’alta considerazione in cui l’ Webb te- neva il nostro Parlatore, se oggi Firenze possiede l’ impo- nente erbario Webbiano, la biblioteca Webbiana e la rendita annua necessaria all’aumento di queste collezioni. Così lo stesso Parlatore viene, in qualche modo, a portare il suo postumo contributo alle onoranze che giustamente si rendono all’ illustre botanico.

Come rilevasi dalla narrazione del viaggio 1 fatto dal Par- latore per le parti settentrionali d’ Europa, questi ha avuto

1 Viaggio per le parti settentrionali di Europa fatto nell’anno iSjf. Parte prima, p. 120. Firenze, Tip. Le Mounier, 1S54.

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modo più volte di vedere e studiare le piante del prezioso erbario Linneano, ed è appunto durante queste visite che il Parlatore ha preso in tre volte distinte gli appunti che qui appresso pubblichiamo, i quali si riferiscono unicamente alle piante monocotiledoni e contengono interessanti osservazioni critiche in confronto con le corrispondenti piante italiane.

Casa/ maggiore (Cremona), jo novembre 1904.

I. Linneo erbario.

Juncus acutus L. herb, è il maritimus , l’ involucro è uguale in lunghezza alla pannocchia, questa è decomposta, il calice della lunghezza della capsula.

June us conglomeratus L. herb, ha la pannocchia addensata, i sepali del calice acuti, un po’ più corti della capsula eh' è obovata e retusa.

Juncus effusus Lin. ha la pannocchia effusa, lunga circa 2 pol- lici, con i sepali acuminati della stessa lunghezza della capsula, eh’ è alquanto ottusa ma terminata in un mu- crone, l’ involucro è quasi 2 volte più lungo dell’ om- brella. Smith vi ha posto sotto J. tcnax.

Juncus bulbosus la pannocchia è eretta, lunga poco più di un pollice, con l’ involucro quasi uguale, le spighette sub- solitarie, i sepali ottusi, un po’ più corti della capsula matura, eh’ è ottusa e rossastra.

Juncus bufonius L. è quello stesso di Sicilia con i sepali acu- minati, di cui i tre esterni sono più lunghi, tutti supe- ranti la capsula eh’ è ottusa, le spighette sono solitarie.

Juncus tenageja . r

L. esistono ma senza nome.

capitatus v

gloineratus L. è quello che noi conosciamo per spicatus.

Panicum crus corvi Lin. è lo stesso del cr. galli ma con le

glume quasi mutiche, le spighette sono grandi, nel crus corvi le setole che ricuoprono la faccia della valva calieina sono meno pronunziate che nel crus galli.

II. Erbario di Linneo.

La Serapias lingua di Linneo è la stessa della mia!, avente

le brattee della lunghezza del fiore, e il labello circa quattro

linee lungo.

La cordigera ha il labello cordato e peloso, è certo la mia

cordigera !

Serapia s longifolìa L. ! è la stessa di quella di S. Martino, le foglie sono strette, allungate, acuminate un poco, le foglioline del perigonio ottusette.

Serapias rubra Lin. ! è la Cephalanthera rubra di Sicilia.

Serapias grandiflora Lin. come quella di Gussone cioè con (?) la Cephalanthera pallcns, non vi esiste varietà.

Serapias latifolia è X Epipactis lati folia Guss. !

Ophrys spiralis L. !

Opìirys nidus avis L. !

Ophrys ovata L. !

Ophrys cordata L. !

Sotto 1’ Ophrys arachnites di Linneo herb, in cui sta scritto insectifera arachnites si trovano tre esemplari, uno dei quali, il più piccolo, è certo V Ophrys tentredinifera Will. (gymnòstcmio obtuso) e l'altro eh' è probabilmente 1’ Ophrys pàsca Link.

Ophrys antropophora Lin. !

Orchis bi folia Lin.! ha i petali largamente ovato-acuminati, il calcare discendente-obliquo, filiforme, non ingrossato all’ apice ma lineare.

Orchis pyraviidalis Lin. !

Orchis coriophora L. da studiarsi meglio: mi sembra a fiori più piccoli della fragans.

Orchis morio /

Nell’ Orchis papi/ionacea Linneo ha riunito la vera papi - lionacea e la rubra. Esiste della prima un esemplare col labello assai largo, più largo che lungo, molto crenu- lato e quasi smarginato, e della seconda in una carta

a parte 3 individui nei quali il labello è obovato, più lungo che largo e meno crenulato, lo sprone sembra più corto, ragguagliando poco più la metà dell’ovario.

Orchis savi bucina ! Labelli lobis lateralibus integris, calcare recto.

Orchis maculata Lin. !

Orchis abortiva L. !

Satyrium hircinum L. !

Iris puntila L. Ne esiste un cattivo esemplare in una prima carta dove sta scritto il nome, le foglie sono rotte, lo scapo è brevissimo ed ha due fiori, uno sviluppato ed uno in bottone. Le foglie sono piuttosto strette, larghe la metà perchè piegate quasi 2 linee in 2 1j2, la spata è più lunga del tubo o quasi uguale. Vi sono poi due altri esemplari della stessa specie con lo scapo un po’ più allungato e superante le foglie che sono intere, aventi la metà di esse la larghezza di 2 J/2 lin., lunghe da un pollice e mezzo a due pollici, acute, un po’ ricurve al- l’ apice. Lo scapo è alto circa 3 pollici in 3 1j2, la spata è della stessa lunghezza del tubo.

Iris pscudo-aconts L. !

Iris foetidissima !.. ! Vi si trova il solo fiore.

Iris persica L. È questa la scorpioides di Desf. ! Linneo ha corretto di proprio carattere la frase specifica delle Spe- cies, p. 59, così: I. corolla imberbi, petalis interioribus horizontalibus, brevissimi, serratis, foliis subulato-cana- liculatis, caule longioribus. Bulbus exserit gemmam e duo- bus paribus squamarum inter quae folia et flos unicus spatha simplici. Petala interiora brevissima, patentissima ad latera exserta, ncc intra reliqua petala brevissima.

Sysirinchium manca, ossia vi esiste ma senza nome.

In Gladiolo communi L. semina sunt alata.

Cneorum tricoccon L. !

Ivi a bulbocodium L. !

ramus communis L. Le foglie sono cordato-acuminate non trilobe.

Smila. v aspera L. \

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Ruse us aculeatus L. !

Ambrosinia Bassi L. esistono le sole foglie col semplice nome di Ambrosinia.

Arum colocasia L. ! Le foglie soltanto.

Arum maculatimi L. !

Arum arisarum L. !

Arum tenuifolium esiste senza nome.

Zostera oceanica non esiste.

Cynomonum coccineum L. !

ZanicJiellia palustris L. !

Lemna trisulca L. ! quella di Guss.

Lemna gibba non esiste.

Thypha angusti/ olia L. ! la sola spica.

Thypha iati/olia manca.

C/iamaerops humilis L. esiste col solo nome di C/iamaerops.

III. Linnaei herbarium.

Narcissus serotinus L. ha i petali lineari-oblonghi, ottusi ed apicolati all’apice, il nettario è profondamente crenato o partito ; è unifloro.

jVarcissus fossetta !

Pancratium mariiimum L. !

Allium roseum L. è il pedemontanum All. La pianta combina perfettamente con la descrizione data da Linneo, i pe- dicelli sono più corti dei fiori, che sono atropurpurei.

Il roseum degli autori esiste nell’ erbario di Linneo di Algeri ma senza nome.

Allium subhirsutum Lin. ! Ad esso corrisponde il ciliatuvi Cyr.

Allium magicum Lin. è il neapolitanum, foglie non cigliate, larghe, fiori bianchi, lucidi, i tre petali esterni più larghi, oblongi, ottusi, il doppio più lunghi degli stami, i filamenti triangolari-subulati, bianchi e compressi, le antere verdeggianti , lo stilo della stessa lunghezza e bianco.

So

Allium flavum L. ! ha la spata 2-valve, una valva molte v olte più lunga della ombrella, i petali gialli oblungo-lineari ottusi, gli stami e il pistillo più lurighi dei petali. Ve ne è un esemplare con le valve poco più lunghe del- l’ ombrella e lo stilo un po’ più allungato.

Allium pollens L. Gli esemplari di questa specie, che sono quattro, alti quasi ufi piede, hanfio la spata più cotta o poco più lunga dell’ ombrella che è non effusa ma in tutto quasi */a poli, lunga e 2 di poli, larga, i pedicelli sono filiformi, alquanto diffusi, i fiori di color bianco pallido lunghi una linea e 1 /2 , i petali lineari oblunghi e quasi troncati all’apice con una piccola punta nel centro, colorati nella carena, i filamenti pitamidali-subulati, com- pressi, bianchi, portano delle piccole antere gialle, essi superano di poco la lunghezza de’ petali, lo stilo è alto quanto gli stami.

Allium paniculatum L. I due esemplari dell’erbario hanno la pannocchia assai diffusa, i filamenti ricurvi, allungati e filiformi, i fiori che sono un po’ più grandi del prece- dente (pallens) offrono però nei petali la medesima forma; le antere quasi uguagliano i petali, o sono appella pili lunghe còme lo stilo. Forse è una varietà del precedente. La spata manca in uno di questi esemplari, nell’altro è lunga 2 in 3 volte della ombrella.

Allium nigrum L. !

Allium umiliti m L. !

Allium tiiquetruin L.! è quello di Sicilia, quantunque vi man- chi il bulbo, si vede da’ petali.

Amaryllis lutea L. !

Galanthus nivalis Lin.! Negli individui esistenti, in tre il pe- duncolo è più lungo della spata, in Uno è uguale, i pe- tali esterni sono quasi il doppio più lunghi degli interni.

Lcucojiiin autUHiiiale L. !

Lilium candidimi L. !

Frili/laria pirenaica L. ! Ha lo scapo portante 6 fiori, i pe- tali esterni non sono più stretti degli interrii che non sono cuneiformi obovati.

Sr

Fritillaria mcleagris L. ! uniflora, anche non vi è questa di- stinzione di grandezza di petali, riè gli interni sono cunei- formi-oboVati, ma solo oblotigo-ovati.

Tttlipa sylvèstris L. !

Tnlipa gesncriana L. ! non esistono altre vere ttilipc.

Ornithogalum Harboncnse L. !

Ornithògàlntn arabicum L. !

Ornithogalum umbellatum L. ! vi mancati le foglie.

Ornithogalum minimum L. senza bulbo, ha le foglie supe- riori o brattee assai larghe, porta da 4 a 7 fiori, con i petali lineari stretti e lunghi, il doppio più lunghi degli stami, lo stilo è più lungo degli stami, ma più corto dei petali, questi sono acuti, pubescenti un po’ in basso, i peduncoli sembrali glabri.

Scilla peruviana L. ! foliis brevissime ciliatis.

Scilla bi folia L. !

Scilla hyacinthoidcs L. !

Sci Ila autumnalis I.. !

Asphodehts lutcits L. !

Asphodelus pstulosns L. !

Asphodelus ramosus L. !

Asparagus officinalis L.! i peduncoli sono articolati nel mezzo e untanti, le foglie lineari fascicolate, vi è anche con- fuso in un’altra carta il tenni folius .

Asparagus acuti folius L. ! foliis longitudine subaequalibus.

Asparagus horridus L.! vi si trovano solo delle foglie cras- sissime, tetragone, lunghe quasi 2 pollici.

Asparagus aphyllus L.! ha le foglie più lunghe e più crasse dell' acuti folius.

Asparagus a /bus L.!

Convallaria multi flora L.! corollis apice glabris.

Convallaria majalis L. !

Convallaria polygonatum L. !

Convallaria verticillata L.!

Convallaria racemosa ! Da notare che le foglie si dispongono in alcune a viticci.

Hyacinthus romànus L.!

S2

Hyacinthus oricntalis L. !

Hyacinthus comosus L.!

Hyacinthus botryoides L. ! Il racemo è piuttosto gracile, la corolla campanulato-glabra di color violaceo, i fiori un- tanti, il racemo è quasi lungo un pollice e largo 4 linee, le foglie lineari, larghe 3 linee, canalicolate.

Hyacinthus racemosus L. ! Esiste lo scapo senza foglie, il ra- cemo è denso, lungo quasi un pollice e largo 1j2 poli., i fiori sono cilindrici, allungati, lunghi quasi 2 linee e larghi 1 2 in 3/4 di linea, con pedicelli piuttosto lunghetti e nu tanti.

Agave americana L. !

A li sma damasonium L.l

A lisina pian lago L. !

Colchicum montanum L. ! herb. Questa specie offre nell’erbario di Linneo delle foglie lineari, un po’ attenuate verso l’apice, lunghe quasi un poli, e larghe più che 4 linee, da en- trambe le pagine sotto la lente minutamente glandulose, affatto glabre nel margine ! e non cibate secondo Guss. dice della specie linneana, con tre fiori. Ciascun fiore ha i petali lunghi quasi un pollice, oblongo-lineari e come lanceolati, un po’ acuti all’apice, quasi tutti dell'uguale grandezza ed altezza. Gli stami la metà più corti dei petali , i filamenti dilatati verso basso, il pistillo della lunghezza degli stami..

Il Colchicum varie gatum manca nell’erbario di Linneo.

Ilex aquifolium L.!

Potamogeton natans L. !

Potamogeton fluitans Roth, esiste ma senza nome.

Potamogeton pcrfoliatum L. !

Potamogeton densum L. ! quello di S. Ciro.

Potamogeton lucens L.l

Potamogeton crispum L. !

Potamogeton marinimi L.l foglie angustissime, lineari, spica interrotta e distanti tra loro le spighette.

Potamogeton piisillum L. ! ha le foglie lineari, angustissime, le inferiori patenti o patentissime, però non più strette

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delle stipole, le stipole superiori esterne sono più larghe, 2 volte più delle foglie, la spighetta o racemo è corto, quasi interrotto nel mezzo.

Ruppia maritiina L. !

Ruppia spiralis. Forse a questa deve riferirsi la drepanensis di Tineo, le foglie sono setacee, flessuose, allargate in basso e inguainanti, i pedicelli più ingrossati in alto, i frutti ovali (vedi la Ruppia maritiina dei Tedeschi).

Giraldia Staplii Bar. n. $p.

E

Atractylis ovata ThuiUg. var. Sioipliciia Loes. (?) n, »ar,

non sono altra cosa che Atractylis chinensis oc.

Con alcune osservazioni inedite sulla Flora cinese di A. Franchet

Nota del dott. prof. E. BARONI

Dopo la mia pubblicazione 1 sulla Giraldia Stapfii, com- posta cinese, raccolta dal defunto Padre Giraldi in diversi luoghi del Shen-si settentrionale, e susseguentemente fiorita da semi nel R. Orto botanico di Firenze, io ebbi occasione di sapere dal Franchet che la mia specie nuova non doveva essere altra cosa che l 'Atractylis chinensis DC. Mi affrettai allora a fare i riscontri necessari e non tardai ad accorgermi della esattezza del rilievo fattomi, e, siccome il Franchet aveva presso di molto materiale della Cina, raccolto dal Padre Gi- raldi, così lo pregai di rettificare lui stesso pubblicamente il mio errore, non appena avesse terminato lo studio delle com- poste, tra le quali, quasi certamente, doveva trovarsi qualche esemplare della pianta da me studiata.

Il numeroso materiale di studio che il Franchet aveva da or- dinare impediva che il lavoro di determinazione procedesse speditamente. Basti notare che egli ebbe a scrivermi:2 « J’ai dans ce moment plus de cinquante mille plantes à distribuer, provenant de la Chine. Ce sera long, car je suis seul pour taire ce travail. » A quest’epoca il Franchet aveva pubbli-

1 Novum genus Compositarum piantanti//, cu/n tabula in Nuovo Giorn. hot. ìtal., N. s., voi. IV, n. 4, 1S9J.

2 In litteris, 24 ottobre 1897 .

S6

cato i generi Isopyrum e Parnassia della China, tra cui alcune specie raccolte dal Giraldi.

L’anno dopo1 il Franchet mi comunicava di avere quasi ter- minato lo studio del genere Acer dell’Asia orientale, com- prendente oltre 50 specie. Nulla quindi egli aveva ancora fatto della famiglia delle composte c intanto la morte lo raggiunse senza che avesse potuto terminare la sistemazione delle pre- ziose collezioni botaniche dell’Asia, appartenenti al Museo di Parigi, al cui studio aveva dedicata da anni tutta la sua at- tività.

Dopo la morte del Franchet tutto il materiale del Giraldi che trovavasi allo studio nel Museo di Parigi passò al pro- fessor Engler, che ne curò la determinazione nel Museo di Berlino, da lui diretto.

Una serie di circostanze che non è qui il luogo di enume- rare mi hanno fino ad ora distratto dal fare direttamente la rettifica, di cui è argomento la presente nota.

Nell'anno decorso però un caso fortuito mi fece incontrare nell’ Istituco botanico di Firenze un esemplare di Atractylis, distribuito dal Museo di Berlino col nome di A. ovata Thunbg. var. simplicifolia Loes. (?) 11. var. raccolta a Tsinghan (China). Questo fatto mi ha deciso a riprendere in esame la questione, tanto pili che nel vedere questa nuova var. di Atractylis ovata Thunbg. (= vi. chìnensis DC.), fondata sul carattere delle fo- glie semplici, io non ero rimasto punto persuaso della neces- sità della sua istituzione. E a questa opinione mi spingeva sopratutto il ricordo della corrispondenza avuta col Franchet, e l’esame che avevo avuto agio di fare di vari esemplari di A. cliinensis duplicati del Museo di Parigi, messi a mia di- sposizione per cortesia del Franchet stesso.

11 Franchet nelle sue lettere mi dice difatti che VA. chinensis è specie estremamente ricca di forme, le quali però non è possibile distinguere specificamente e nemmeno come semplici varietà, per la incostanza dei caratteri, che offrono continua- mente esempio di graduali passaggi da una all’altra. E a pro-

1 In litteris, 13 inai et 2g juillct i8gS.

pos*ito appunto delle foglie, mi scrive : « è tale e tanta la va- riabilità, che in esemplari della stessa località troviamo piante a foglie completamente intere, oppure con denti e lobi ap- pena accennati, oppure infine decisamente divise ». E a con- validare questa sua asserzione m’inviava appunto alcuni esem- plari raccolti a Kingham in Mongolia, dove è facile constatare tutti questi graduali passaggi sopra rammentati.

E giacché sono su questo argomento, sarà bene stabilire che sotto Atractylis chinensis DC. devono necessariamente ricondursi come sinonimi : Acarna chinensis Bunge, Enum. pi. 1831. Atractylodcs (Thunbg. FI. jap. 306 sub Atrac- tylide ) ovata e A. lancea DC., Prodr. (che DC. nel Prodi*. VII, p. 47 mette senza ragione plausibile tra le « Mntisiaceae non satis notae », probabilmente perchè non le aveva nemmeno vedute). Gira/dia Stapfii Bar. Atractylis ovata Thunbg. vai*, simplicifolia Loes. (?) n. var. in herb, fforent. (ex Museo bot. Berolinensi).

Prima di chiudere questa breve nota stimo opportuno ri- portare integralmente alcune idee del Franchet sulla Flora della China, comunicatemi (in litteris, ij inai i8y8) allor- quando io studiavo gli Hypericum della Cina e che mi sem- brano degne di essere pubblicamente conosciute :

« Cette flore de Chine est véritablement étonnante. Chaque année nos Missionnaires nous font des envois considérables qui non seulement ajoutent de nouvelles plantes à nos col- lections, mais aussi portent avec elles de profonds enseigne- ments, au moins pour ceux qui voient dans la botanique autre chose que de vaines querelles de classification.

« C’est en Asie qu’il faut piacer le maximum devolution de notre Flore Alpine Européenne et c’est seulement que nous pouvons la comprendre. Les lacunes qui la rendent par- fois i n i n tell i g i ble chez nous n’existent pas dans la Chine oc- cidentale ; les espèces s’y montrent sous leurs multiples formes sans qu’011 aie besoin de faire appel à l’imagination, et les genres s'y montrent au complet. C’est seulement qu’on peut comprendre les Gentìana, les Clematis, lés Parnassio, les Rho- dodendron, les Ligularia, les Leontopodium , les Pedicularis,

ss

les Asarum et tant d'autres que je pourrai vous citer. L’exten- sion bilaterale des genres avec raffaiblissement numérique des espèces qui les cumposent à mesure que Ton s’éloigne du centre, à droite ou à gauche, est un fait incontestable, qui introduira dans le domaine de la géographie botanique une notion qui aura tout au moins l’avantage de ne pas ètre era- pruntée à l’imagination.

« Mais je m’arréte ici, cher monsieur, car je sens que sur ce chapitre ie pourrais vous parler trop longueinent. »

Casa/ maggiore (Cremona) , 30 novembre 1904.

CONTRIBUTO ALLA SISTEMATICA

OMBRELLIFERE D’EUROPA

DEL

Dott. VITTORIO CALESTANI

« Qui eultri non est amicus, ille Umbelliferas fugiat ». Reichenb., FU. ic. FI. germ., xxi, p. 69.

I. Limiti ed affinità delle Ombrellifere.

E nel 1583 che Dodoens nelle sue Pemptades riuniva un certo numero di piante sotto il nome di Ombrellate. Sono quindi trecentoventun anno che questo gruppo è conosciuto dalla scienza e che i migliori botanici lavorano a classificarlo.

I limiti della famiglia non furono definiti da Dodoens che basandosi solo sull’ aspetto esterno della pianta vi riuniva Va- leriana e Thalictrurn. Ma quasi contemporaneamente Cesal- pino, sotto il nome di Gymnodispermac, definiva questo gruppo come erbe a fiore polipetalo supero e frutto di due semi nudi. Questa definizione escludeva ogni genere estraneo, ma anche X Ecliinophora. La stessa circoscrizione era data da Tourne- fort alla sua VII3 classe, che comprendeva le odierne Om- brellifere meno Echìnophora e Lagoecia.

Lasciando da parte gli autori susseguenti, citeremo De Jussieu che riunendovi questi due generi, circoscrive la fami- glia come si suole comprendere tuttora, e Adanson che oltre ai generi suddetti vi aggiunge le Araliacee.

Non può esser dubbia la posizione delle Ombrellifere nella serie delle famiglie. Esse formano colle Cornacee, le Aralia- cee e alcune altre famiglie esotiche un piccolo ordine distinto dalle Rubiacee e famiglie prossime per i petali liberi, dalle Sassifragacee per l’ovolo a un solo integumento e la micella

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che presto sparisce. Alcune particolarità le riuniscono alle Ra- nuncolacee, Pittosporacee e Vitacee, ma il fiore è interamente diverso. Le Cornacee si distinguono subito per il rafe estrorso e la mancanza dei canali oleoresiniferi.

Ma se tutte queste famiglie si distinguono a prima vista, lo stesso non si può dire delle Araliacee. De Jussieu le di- stingueva per avere non due semi nudi, ma un frutto car- noso, e per la statura arborea. Ma conosciuta meglio la strut- tura dei frutti secchi, e riconosciuta l’esistenza di un pericarpo, anche in questi, il carattere differenziale perdeva tutta la sua importanza, mentre la scoperta di generi intermedi diminuiva ancor più la distanza dei due gruppi. Non è quindi da ri- tenersi strano se altri autori, non soddisfatti, ricorrevano ad altri caratteri, e si credette di trovarlo nel bocciamento della corolla, embriciato nelle Ombrellifere, vai va to nelle Aralia- cee. Ma i due principali seguaci di questa opinione, Seemann e Carnei, non si trovavano poi d’accordo circa la posizione ilei generi Crithmum e Hydrocotyle, nei quali il primo rico- nosce un bocciamento vaivare e li pone quindi nelle Aralia- cee, mentre il secondo in base ai suoi studi vi vede un boccia- mento leggermente embriciato e li mantiene nelle Ombrellifere, ciò che certamente non prova la praticità della divisione sud- detta. Inoltre un certo numero di generi, come YAralia stesso, vien trasportato fra le Ombrellifere contro ogni rapporto di affinità. Ma per di più nella Fatsia japonica alcuni fiori hanno la preflorazione vaivare, altri imbricata, ciò che toglie asso- lutamente ogni importanza a questo carattere.

Confrontando le due famiglie, potremo osservare le diffe- renze seguenti :

Ombrellifere. Araliacee.

Erbe (frutici o alberi in Frutici o alberi (erbe in vari Eryngium, Bupleurum, vari Aralìa e Panax).

Ni rara thamnos , Myrrhiden- dron, Peucedanum , Po/cman- nia).

Foglie guainanti, a larga base d’ inserzione, mai com- poste

(foglie non guainanti e a stretta base d’ inserzione in molte Hydrocotyleae, Bupleu- ruirì).

Fiori privi di brattea ma- dre, meno i laterali

(fiori con brattea madre in Eryngium , fiori Q di Ar- ci opus ; con verticillo di brat- tee in Lagoccia).

Calice e corolla pentameri.

Petali a bocciamento aperto (bocciamento embriciate in molte Hydrocotyleae , valvato o quasi in Hydrocotyle, Tra- dirmene, Crit limimi).

Petali a base d’ inserzione puntiforme.

Disco ad anello o bilobo (Disco quasi 0 in Harbou- ria, unilaterale in Lagoecia ).

Ovario a 2 loggie (Ovario a 1 sola loggia sviluppata in Lagoccia e Pe- tagnaed).

Stili 2 liberi

(Stili 2 congiunti alla base in Actìnotus \Sympodium /], 1 in Lagoccia).

Foglie non guainanti, a ri- stretta base d’ inserzione, spes- so composte.

Fiori tutti con 1-2 brattee madri

(brattee madri dei fiori, me- diani obliterate in molte spe- cie).

Calice e corolla 4-5- 00 meri.

Petali a bocciamento vaivare ( bocciamento embriciato nelle Aralieae, Fa (sia).

Petali a larga base d* in- serzione

(base d’ inserzione :t ri- stretta in Stilbocarpa, Dclar- brea, Apiopctalum , Pseudoscia- dium, quasi puntiforme in Ma- cinini ay a.

Disco a cuscinetto (Disco bilobo in Horsficl- dia, 3-4 lobo in Stilbocarpa , asimmetrico in Fremo pana x).

Ovario a 1-00 loggie, per lo più 205.

Stili 1 - 00 liberi o congiunti.

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Frutto secco

(leggermente carnoso in tutte le Hydrocotyleae, drupa- ceo in Aptcura).

Carpidi costati nel dorso (lisci o quasi in Apleura, Chaetosciadium , Anidruni).

Piante quasi tutte delle re- gioni temperate.

Frutto carnoso (frutto secco e dicocco in Myodocaipus, Horsfieldia, Ma- ckinlaya).

Carpidi non costati (con 5 coste in Delarbrea).

Piante quasi tutte delle re- gioni calde.

Dal quadro si deduce che esistono numerosi caratteri dif- ferenziali, ma che nessuno è senza eccezioni, e nessuno di reale importanza sistematica. Se quindi consideriamo la fa- miglia come l’ insieme di piante che più si somigliano nel- l’aspetto e nei caratteri generali, potremo considerare Aralia- cee ed Ombrellifere come due famiglie distinte. Ma se invece vogliamo che due famiglie per esser distinte debbano presen- tare dei caratteri che non presentino eccezioni e che non ammettano dubbi (ed io sono di questa opinione), allora di- venta indispensabile la riunione delle Ombrellifere e delle Araliacee in una sola famiglia che, per uniformarmi alla desi- nenza delle altre famiglie, chiamerò delle Apiacee.

La diagnosi delle Apiacee potrà esser data nel modo se- guente :

A P I A C E A E .

Folia alterna, saepius extipulata. Inflorescentia typice cy- mosa saepius in umbellam simplicem v. duplicem contracta. Flores ermaphoditi vel polygami, rarissime ornnes unisexuales, 4-^ meri, saepius 5-meri. Thalamus planiusculus, epigynus. Calix saepissime minutus vel obliteratus. Corolla prae caly- eem alternans isomera, petalis liberis rarissime basi vel usque ad apicem in calyptram connatis, caducis. Stamina isomera alternantia, rarissime inordinate pleiomera. Antherae dorsifixae quadriloculares introrsae polline simplici. Discus carnosus epi- gynus nectarifluus. Ovarium inferum rarissime semiinferum 1- 00 loculare. Styli tot quot loculi, liberi vel connati, stigmatibus

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capitellatis, papillosis. Ovula in loculis solitaria, pendala, raphe introrsa, integumento simplici. Nucella cito evanida. Fructus drupa vel sterigma dicoccum, rarius bacca vel achaenium. Se- men integumento endocarpo connato, albumine maximo car- noso. Embryo rectus saepius minutus, radicala supera. Cotyle- dones foliaceae, antero-posteriores, in germinatione epigeae.

Radices pericyclo contra librimi et lignum canalibus oleo- resiniferis occupato. Radiculae quadriseriatae, rarissime 6-10 seriatae, e pericyclo ortae. Caulis hypodermate collenchyma- tico vel fasciculis collenchymaticis contra fasciculos libero-li- gnosos positis praeditus, pericyclo fasciculos cingente contra librimi canalibus oleoresiniferis perfosso, cortice et medulla edam saepe canalibus praeditis. Canales oleoresiniferi con- stanter schizogenes. Petiolum fasciculis pluribus percursum.

La famiglia così costituita si distingue dalle Cornacee per il rafe introrso, la presenza dei canali oleoresiniferi, la pre- senza di più fasci nel picciuolo. Il genere Mastixia, che per il rafe introrso vi si avvicina, per i caratteri anatomici non vi può essere compreso, ed è da studiarsi più profondamente per scoprirne le reali affinità. Il nuovo genere Wardcnia che è descritto con placentazione parietale è pure con ogni pro- babilità da ricondursi ad altra famiglia (forse alle Escallonia- ccaé). Per i caratteri anatomici vi si avvicina la famiglia delle Pittosporacee che è però decisamente diversa per l’ ovario supero, i molti ovoli parietali, ecc.

L’ ordine delle Umbellate è a mio parere ben definito da Van Tieghem, e comprende le Dicotiledoni a ovario infero, corolla dialipetala, ovolo con un solo invoglio e nucella che presto scompare. Però le Pittosporacee non possono in nes- sun modo esservi comprese.

Può considerarsi composto da dieci famiglie nel modo se, guente :

Disco mancante

Androceo 2- 00 mero: ovoli indefiniti Placentazione assile: embrione mi-

I. Hydrangeaceae.

nato

94

Placentazione parietale : embrione

piuttosto grande . . .II. Loasaceae.

Androceo isomero : ovoli definiti

Ovolo i, pendente: albume 0 III. Gronoviaceae.

Ovoli orizzontali, a placen-

tazione parietale: albume car- noso IV. Bruniaceae.

Disco epigino distinto

Androceo diplomerò .... V. Grubbiaceae.

Androceo isomero alternipetalo, di rado pleiomero

Ovoli parietali per lo più indefi- niti VI. Escalloniaceae.

Ovoli assili, definiti

Rafe estrorsa ; nessun canale re- sinifero VII. CORNACEAE.

Rafe introrsa: canali resi nifi nel pe-

riciclo di contro al libro. Vili. Apiaceae.

Rafe introrsa: canali resiniferi in

mezzo al legno . . ? IX. Mastixiaceae.

Androceo isomero contrapetalo : antere

a °° loggie biseriate . . X. Tetrastylidiaceae.

Dalle Cornacee però vanno tolti i generi Garrya, He he in- giù, Davidia, che sono apetali, e i generi Alangium, Nyssa, Camptothcca, a due integumenti all’ovolo, da ravvicinarsi alle Mi rtacee e alle Combretacee.

II. Classificazione delle Apiacee.

Sia pur considerando le Araliacee come una sottofamiglia a sè, la classificazione delle rimanenti Ombrellifere non è fa- cile, e gli autori non sono d’accordo nemmeno sulla divisione primaria. Infatti Tournefort sceglieva come carattere fonda- mentale della sua classificazione la presenza o mancanza di una doppia ombrella ; Artedius e Linneo la presenza degli involucri; Crantz, Lagesca ed altri si fondavano sulla forma

(lei frutti ; Koch, seguito poi da Bentham ed Hooker, costi- tuisce tre gruppi primari basandosi sulla perfezione o imper- fezione delle ombrelle e sulla presenza di coste secondarie ; De Candolle invece, pur accettando le suddivisioni di Koch, preferisce prendere per principale carattere l’ incurvatura del- l’ albume. Ultimo Drude, ricorrendo a caratteri anatomici, di- vide le Ombrellifere in tre sottofamiglie:

I. Hvdrocotyloideae. Frutto con endocarpo legnoso for- mato da fibre, senza coccoforo 1 libero : vitte 0 o infrajugali : pericarpio con molte druse di ossalato calcico.

II. Saniculoideae. Frutto con endocarpo parenchimatico e druse sparse : coccoforo 0 : disco ad anello : vitte nelle coste o obliterate.

III. Apioideae. Frutto con endocarpo parenchimatico: stili inseriti sugli stilopodì : vitte vallecolari almeno negli ovari giovani : druse 0 o solo nel parenchima intorno al coccoforo.

Ognuno di questi aggruppamenti ha dei vantaggi e può servire a ritrovare un genere con facilità. Ma non è questo lo scopo che deve proporsi una classificazione naturale. Que- sta deve ricercare le affinità naturali e disporre le piante in modo da avvicinarsi per quanto è possibile alla discendenza delle forme stesse. Di qui la necessità di osservare non un solo carattere, ma tutte le modificazioni delle piante, e di ammettere come più vicine le piante che presentano differenze limitate ad un minor numero di caratteri. Se noi con questi criteri osserviamo le Ombrellifere, vedremo che nessun carat- tere corrisponde alla divisione tra le Ombrellifere a poche e a molte coste, o meno ancora alla divisione fra Ortosperme e Campilosperme, e se osserviamo quale sia la causa che pro- duce tali modificazioni del frutto, vedremo che è solo lo svi- luppo di un po’ di parenchima attorno al rafe o sopra la vitta che cagiona queste differenze. Quindi tali classificazioni non

1 II nome comunemente usato di carpo/oro non solo è interamente improprio, ma non di rado è adoperato ad indicare lo stipite del frutto nelle Poligalacee, Diantacee, ecc. ; perciò col Caruel vi sosti- tuisco coccoforo.

sono da adottarsi che in mancanza di altri caratteri più adatti. Meglio circoscritte mi sembrano le sottofamiglie del Drude, ma la separazione delle Hydrocotyloideac e Saniculoidcae, pog- giando solo sulla natura dell’ endocarpo, non mi pare neces- saria. Per compenso fra le Saniculoidcae esiste un genere (Lagoecia) che per numerosi caratteri si discosta dalle Sa- niculoideae e dalle altre Ombrellifere. A mia opinione quindi è da farsi tre sottofamiglie delle Ombrellifere, ed aggiungen- done un’altra per le Araliacee, avremo le quattro sottofamiglie che chiamerò Aralineac, Lagoecineae, Eryngineae e Feru- lineae. 1

I loro caratteri distintivi possono vedersi nel quadro che è qui appresso (pag. 97).

E vero che più o meno tutti questi caratteri subiscono delle eccezioni. Ma non per questo la nostra divisione è da rifiutarsi, perchè le divisioni finora ammesse ne sono egual- mente cariche. Fra i caratteri che ne presentano meno citerò quelli dati dal collenchima, l' infiorescenza, il disco, il frutto e le sue varie particolarità. In conclusione le quattro sotto- famiglie ammesse presentano quattro diversi tipi di struttura.

La sottofamiglia delle Lagoecinee essendo ridotta a una sola specie, non può essere ulteriormente suddivisa. Ma le altre tre, essendo formate di molti generi e specie, devono esser divise in tribù.

Della sottofamiglia delle Aralinee abbiamo un solo genere in Europa, il genere Hcdcra, e gli esemplari delle numerose specie del gruppo mancano negli erbari da me visitati. Po- trei quindi esimermi dal trattarne, ma per rendere più com- pleto questo lavoro ho creduto opportuno esaminarne P aggrup- pamento, giovandomi sopratutto dejla monografia dell’ Harms nelle Naturlichen Pflanzenf ami lien.

1 Nelle Naturlichen Pflanzenf amilien e anche da Van Tieghem si preferisce dare alle sottofamiglie la desinenza in -oidcae. lo preferisco invece la desinenza in - ineae , usata molti anni prima dal Carnei anche per maggiore esattezza, poiché Saniculoideae per esempio indica piante simili alla Sanicula, che ne sarebbe a rigor di termini esclusa.

Aralineae. Lagoecineae. Eryngineae. Ferulineae.

97

strato commissi

La maggior parte degli autori che ne trattano non di- visione in tribù. Solo un raggruppamento in serie è dato da Bentham ed Hooker che distinguono cinque serie:

I. Aralieae. Petali a bocciamento embriciato, a larga base d' inserzione. Stami isomeri. Albume non ruminato.

II. Mackinlayeae. Petali a bocciamento vaivare, a stretta base d’ inserzione, induplicati all’apice. Stami isomeri. Albume non ruminato.

III. Panaceae. Petali a bocciamento vaivare, a larga base d’ inserzione, non induplicati. Stami isomeri. Albume non ru- minato.

IV. Hedereae. Petali a bocciamento vaivare, a larga base d’ inserzione, non induplicati. Stami isomeri. Albume ru- minato.

Y. Pleraxdreae. Petali a bocciamento vaivare, a larga base d’ inserzione. Stami pleiomeri, indefiniti. Albume non ruminato.

Questa disposizione si basa sui caratteri di importanza ge- neralmente riconosciuta assai grande, ma non è tanto ben definita, poiché il genere Fatsìa forma il passaggio dalle Ara- licac alle Panaceae, il genere Osmoxylon dalle Panaceae alle Plerandreae , e la distinzione fra le Panaceae e le Hcdcrac manca di nettezza, poiché i numerosi generi ad albume più o meno solcato oscillano fra le due serie. In conclusione le tribù di Bentham ed Hooker non mi sembrano interamente accettabili. Da quanto si può desumere da una frettolosa scorsa sui libri, crederei migliore la divisione seguente:

I. Pleraxdreae. Infiorescenza e suddivisioni eguali. Fiori distinti. Calice minuto. Corolla a petali caduchi valvati gene- ralmente più o meno congiunti fino all’apice. Stami pleio- meri. Frutto a noccioli crostosi == gen. Tupidanthus, Pleran- dra, Tetraplasandra, Nesopanax, Dizygotheca, Triplasandra. 1

II. Osmoxyleae. Infiorescenza a raggi trifidi, il ramo medio portante un fiore sterile bacciforme, gli altri un’ om-

1 Ristretto alle T. oahuensis e Kaalae, differisce da Tetraplasan- dra per l'ovario a 3-6 loggie, il frutto cilindrico, il disco piano.

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brella o capolino. Fiori distinti. Calice minuto. Petali valvati, congiunti alla base in una corolla gamopetala, caduchi. Stami pleiomeri. Frutto a noccioli ossei = gen. Osmoxylon , Bocr- lagiodendron. 1

III. Meryteae. Infiorescenza a suddivisioni eguali. Fiori dioici, dimorfi. Fiori femminili ad ovari connati, calice 0, corolla continua coll’ovario, persistente: petali liberi valvati. Fiori maschili a stami isomeri. Frutto a noccioli crostosi Meryta.

IV. Schefflereae. Infiorescenza a suddivisioni eguali. P'iori omomorfi, poligami o ermafroditi, distinti. Calice per lo più minuto: corolla caduca a petali valvati, a larga base d’inser- zione: stami isomeri. Frutto a noccioli crostosi o cartilaginei.

V. Hedereae. Infiorescenza a suddivisioni eguali. Fiori omomorfi, poligami o ermafroditi, distinti. Calice minuto: corolla caduca a petali valvati o subimbricati, a larga base d’ inserzione : stami isomeri. Frutto bacca gen. Hedera, Oreo- panax, Trevesìa, Kissodendron, Fatsia, forse Gambled (incluso Hederopsis).

VI. Mackinlayeae. Infiorescenza a suddivisioni eguali. P'iori omomorfi, distinti. Calice grande. Corolla caduca a pe- tali valvati assai ristretti alla base, induplicati all’apice. Stami isomeri. Frutto drupa o sterigma r= Mackinlaya, Apiopcta- lum, Pseudosciadium.

VII. Aralieae. Infiorescenza a suddivisioni eguali. Fiori omomorfi, di rado dioici, distinti. Calice minuto. Corolla ca- duca a petali embriciati e larga base. Stami isomeri. Noc- cioli crostosi = gen. Aralia, 2 Slilbocarpa, Mothertvellia , Con - dembergia, Scìadodendron, Aralidium.

Vili. Myodocarpeae. Infiorescenza a suddivisioni eguali. Fiori omomorfi, distinti. Calice grande a sepali imbricati. Pe- tali caduchi, embriciati, a base talora attenuata. Stami isomeri.

1 Limitatamente al B. helleborinum, che differisce dagli altri (da ridursi ad Osmoxylon) per il minor numero delle loggie ovariche e i noccioli arrotondati lateralmente alati.

2 I generi Pentapanax , Panax Harms (non Benth. Hook) mi sem- brano potersi fondere in questo, che deve anche comprendere Slil- bocarpa sect. Kirksiophytum Harms.

TOO

Frutto a noccioli più o meno duri scavati internamente di ve- scichette oleifere = Myodocarpus, Dclabrca, Porospermum.

La tribù delle Schefflcrcac è assai numerosa e le classifica- zioni date non sono sempre soddisfacenti. Volendola dividere in sottotribù credo si potrebbero utilizzare i caratteri dati dalla forma e dal numero dei noccioli, e la conseguente forma del frutto nel modo seguente :

Subtr. i. Sci adoph vlleae. Frutto 5-®^ loculare, di rado

2- 5 loculare, generalmente costato nel secco. Noccioli lisci, compressi lateralmente: gen. Gastonia, Pterotropia, Reynoldsìa, Sciadophyllum, 1 2 3 Hcteropanax , Eupteron, Polyscias, - Sclief- ft era , :i Didymopanax , Cussonia.

Subtr. 2. Brassaiopsideae. Frutto 2-loculare, globuloso. Noccioli lisci, emisferici: gen. Macropanax , Brassaiopsis, Sp/iac- rodendron.

Subtr. 3. Panaceae. brutto 2-loculare, rarissimamente

3- 5 loculare, compresso ai lati. Noccioli compressi ai lati ed ivi con solchi od ali o ingrossati nel dorso : gen. Pana. x, Horsficldia, Astrotricha , 4 Tctrapanax (con Ec/iinopanax).

Subtr. 4. Arthrophvlleae. Frutto uniloculare, più omeno obliquo o irregolare. Nocciolo obliquo o asimmetrico: gen. Arthrophyllum, Cuphocarpus, Crcpine/la, Eremopa nax . 5 Subtr. 5.? Sciadopax aceae. Frutto ovale-cilindrico, con

1 Lo Sciadophyllum quindiuense si distingue dalle altre specie per i petali congiunti in calittra a suture indistinte, il disco concavo e il frutto emisferico : potrebbe esser costituito in genere speciale, per il quale propongo il nome di Cotylanthes (da xoiù ly tazza e fiore).

2 Comprendendovi i generi A'alopauax, Acanthopanax , Pseudo - panax, Cheirodendron , Eleutherococcus.

3 Compresi Heptapleurum , Brassaia, Gi/ibertia e Dendropanax.

4 L’ Astrotricha pterocarpa , avendo i nocciuoli con tre logge col- laterali e alati ai lati, può formare un nuovo genere pel quale pro- pongo il nome di Hexocenia (da ££ sei e /£>&< vuoto).

5 L’ Eremopanax Vieillardi, avendo il nocciuolo regolare un po’

eccentrico e il disco conico umbilicato, differisce dagli altri Eremo- panax che hanno nocciuolo ovale solcato da un lato, alato o care- nato dall’altro e il disco asimmetrico, e potrà formare un nuovo genere col nome di Nesodoxa (da isola e oó^x gloria).

IOI

8 vitte e 2 noccioli tetragono -crociformi : gen. Sciadopanax.

Alle Aralinee e alle Lagoecinee tien dietro la sottofamiglia delle Eringinee, corrispondente all’ incirca alle Hydrocotyloi- deae e Saniculoideae di Drude. Pur ammettendo questa du- plice divisione, ognuno di questi gruppi può suddividersi, il primo in due, l’altro in tre tribù, complessivamente cinque, che possono caratterizzarsi nel modo seguente :

I. Hydrocotyleae. Infiorescenza varia. Sepali indistinti o liberi. Petali patenti. Stili sottili, liberi. Frutto a commissura assai ristretta, endocarpo fibroso, mesocarpo carnoso.

II. Actinoteae. Per infiorescenza un racemo di ombrelle. Sepali congiunti in tubo. Petali 0 o filiformi patenti. Stili sot- tili, connati alla base. Frutto subcilindrico, con un solo cocco generalmente fertile : endocarpo fibroso, mesocarpo legger- mente carnoso.

III. Saniculeae. Infiorescenza varia. Sepali liberi assai svi- luppati. Petali eretti. Stili robusti liberi. Frutto libero, a commis- sura piuttosto larga: endocarpo parenchimatoso, lignificato.

IV. Petagnaeae. Per infiorescenza una cima : fiori mo- noici, i femminili sessili nelle dicotomie, i maschili pedicellati inseriti per lo più a 2 a 2 nell’ovario dei fiori femminili. Se- pali liberi assai grandi. Petali eretti. Stili robusti liberi. Frutto monospermo. Endocarpo parenchimatoso, lignificato.

V. Arctopodeae. Per infiorescenza un capolino : fiori dioici, i femminili con brattea madre. Sepali liberi grandi. Petali pa- tenti. Stili sottili liberi. Frutto generalmente monospermo, sal- dato alla brattea madre. Endocarpo parenchimatoso lignificato.

Le tribù delle Actinotee, Petagnee e Arctopodee si ridu- cono ad un sol genere. Le altre due tribù sono più nume- rose e possono esser divise in sottotribù.

La tribù delle Idrocotilee presenta nel frutto differenze assai sensibili che conducono a una suddivisione nel modo seguente :

I. Centeleeae. Cocchi lenticolari, molto fortemente com- pressi ai lati, carenati nel dorso: coste filiformi.

IL Azorelleae. Cocchi subcilindrici o convessi nel dorso: coste filiformi o quasi, subeguali.

III. Mulineae. Cocchi trigono-scutiformi, molto compressi

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nel dorso, a faccia dorsale piana o quasi : coste intermedie marginali, più sporgenti o alate.

IV. Laretieae. Cocchi lenticolari, piano-compressi nel dorso: coste laterali marginanti, largamente aleformi.

La tribù delle Saniculee presenta nel frutto solo differenze poco spiccate, e perciò una divisione simile non è adatta, ma l’infiorescenza permette di distinguere due sottotribù nel modo seguente :

I. Eryngieae. Fiori sessili in capolino con asse assai di- latato, tutti con brattea madre. Calice ingrossato, spinescente.

II. Astrantieae. Fiori più o meno peduncolati in om- brella semplice o composta, su asse mai dilatato, senza brat- tea madre. Calice fogliaceo.

Alla rimanente sottofamiglia delle Ferulinee appartengono più di 3/ delle Apiacee conosciute e quasi i I3/I4 delle europee. A causa però della sua maggiore uniformità non può dividersi che in cinque tribù, da distinguersi nel modo seguente:

I. Hohenackerieae. Fiori sessili in capolino, ermafroditi. Petali eretti. Stili brevi sottili. Frutto disperino. Embrione a due cotiledoni e piumetta normalmente sviluppata.

II. Echinophoreae. Fiori monoici in doppia ombrella, il centrale d’ogni ombrelletta femminile, a petali eretti e stili ingrossati e lunghi, gli altri maschili o neutri, pedicellati. Frutto monospermo, involto dal ricettacolo e dai pedicelli in- grossati dei fiori maschili. Embrione a due cotiledoni e piu- metta normalmente sviluppata.

III. Ligusticeae. Fiori ermafroditi o poligami talora dioici, per lo più tutti pedunculati e in doppia ombrella. Petali più o meno patenti o divergenti. Stili sottili quasi sempre brevi. Frutto dicocco non involto dal ricettacolo. Mesocarpo spugnoso membranoso o fibroso, sviluppato anche nel ventre dei cocchi. Embrione a due cotiledoni e piumetta normalmente sviluppata.

IV. Cori Andre ae. Fiori poligami in doppia ombrella. Pe- tali patenti. Stili sottili brevi. Frutto dicocco, non involto dal ricettacolo. Mesocarpo legnoso, mancante o incompleto nel ventre dei cocchi. Embrione a due cotiledoni e piumetta nor- malmente sviluppata.

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V. Bunieae. Fiori ermafroditi o poligami, in doppia om- brella. Petali patenti. Stili sottili brevi. Frutto dicocco non involto nel ricettacolo. Mesocarpo membranoso. Embrione a cotiledoni concrescenti in uno solo e piumetta abortiva.

Le tribù delle Hohenackeriee, Echinoforee e Buniee, for- mate da pochi generi affini, non si prestano ad una ulteriore suddivisione. Solo le Coriandree, sebbene formate solo da quattro generi, presentano nel frutto notevoli differenze che permettono la formazione di due sottotribù :

I. Anidreae. Frutto didimo, a 8-10 coste.

II. Eucoriandreae. Frutto giobuloso, a 20 coste, 2 mar- ginanti la commissura, rotte nella deiscenza.

Alle Ligusticee appartengono ancora 11 / I3 delle specie eu- roj^ee; a questa tribù corrispondono 13 delle tribù di Koch, 14 di quelle di De Candolle. Non esito a confessare che una classificazione perfetta di queste piante è completamente im- possibile. Infatti le affinità dei diversi generi si intrecciano in modo così vario, che qualunque sistema si adottasse, generi affini sarebbero sempre sbalestrati in gruppi diversi. Ricono- sciuta quindi l’ impossibilità di una classificazione naturale, ho tentato di rompere il meno possibile le affinità visibili e di ottenere una suddivisione non troppo complicata e che pre- sentasse il minor numero di eccezioni. Perciò i caratteri che mi sono sembrati migliori sono stati trovati nella presenza del coccoforo, nella posizione delle coste laterali, nella forma del frutto, nel numero delle coste. La curvatura dell’albume mi è sembrata d’ importanza solo generica, trovandosi tutti i passaggi fra l’ortospermia e la campilospermia, ciò che ta- lora avviene anche in un sol genere. Però ho distinto una sottotribù per un gruppo di generi affini caratterizzati da un albume non solo piegato longitudinalmente, ma largamente scavato a mezzaluna nel ventre e da una speciale disposizione delle vitte, caratteri rari fuori di questa sottotribù, e che non si trovano mai congiunti.

In conclusione risultano 13 sottotribù, due delle quali estra- nee all’ Europa, nel modo seguente :

Frutto ohpiramiilato, a cinque coste triangolari prolungate in alto

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o w

Coste laterali ventrali, le secondarie ( Frutto compresso o contratto ai lati . n. Caucaudeae. spesso presenti alate o aculeate ( Frutto d- compresso nel dorso . . .12. Dauceae.

1 Coste tutte assolutamente mancanti Chaetosciadieae

III. Basi della circoscrizione dei generi.

Considerata l’ omogeneità della famiglia e la scarsità dei caratteri addotti per le divisioni principali, non è da stupirsi se la limitazione dei generi è una delle più intricate del regno vegetale. Mancano infatti caratteri decisivi ed infallibili, e quelli più spesso adottati presentano numerose eccezioni e passaggi. Passando in rivista quelli adottati dagli autori, ac- cennerò per quali ragioni li ammetto e li rifiuto.

1. L 'infiorescenza, essendo già stata presa a base delle nostre tribù, non potrà generalmente essere adoperata. Nelle Ligusticee infatti è sempre una doppia ombrella, meno in al- cuni generi eccezionali, dei quali non abbiamo qui da occu- parci. Circa alla somiglianza delle varie ombrelle e alla dispo- sizione di fiori maschili e ermafroditi in esse, un tal carattere si manifesta non meno difficile ad osservarsi che fallace e in- sufficiente. Così egualmente si hanno tutti i passaggi fra fiori raggianti e non raggianti, spesso in una sola specie. Credo quindi inutile anche il solo accennarlo nella diagnosi del genere.

2. L’ involucro e l’ involucretto si mostra sommamente va- riabile nella stessa specie, e non è ormai tenuto regolarmente in conto da nessun autore. Perchè dunque ostinarsi a consi- derarlo in qualche caso speciale, come per distinguere Animi da Carum ?

3. Il calice presenta tre modificazioni per lo più nettamente distinte, secondochè sia fogliaceo, minuto o obliterato. In qual- che caso potrà restar dubbio se il tal fiore presenti cinque minutissimi denti o ne manchi, ma in generale si distingue bene e un tal carattere può esser preso in considerazione fra i migliori per formare la diagnosi.

4. La corolla è generalmente considerata come assai im- portante dagli autori, che non esitano spesso per il solo co- lore dei fiori a distinguere due generi, come Reutera e Pim- pinella, Silaus e Ligusticum, Margotìa ed Elaeoselinum. Ma considerando che tal carattere varia su specie considerate

io6

sempre affinissime, come Daunts parviflorus e Carota, Pcu- cedanum alsaticum e venetum, e che in nessuna altra famiglia del regno vegetale è ammesso un tal carattere come suffi- ciente, penso bene tralasciarlo. La forma dei petali e la di- rezione della punta terminale, se alquanto più importante, non mi par neppure bastevole. Il miglior modo di usare della corolla per definire i generi è il distinguerne, seguendo Carnei, due modificazioni principali, cioè la corolla aperta a stella ( corolla expansa di Carnei, corolla stellata per me) e la corolla chiusa a cercine (corolla circinata).

5. Le modificazioni degli stili e degli stilopodì sono da al- cuno considerate di valore generico. Senza negare che alcune forme di stilopodì non siano altamente caratteristiche, la forma generale dello stilopodio varia assai poco, essendo quella di un cuscinetto ora più, ora meno convesso, e spesso di valore nemmeno specifico. La lunghezza e direzione degli stili, an- cora meno stabile, è completamente da rifiutarsi come carat- tere generico.

6. Il frutto è stato sempre usato di preferenza a tutte le altre parti della pianta da tutti coloro che si occuparono della sistematica delle Ombrellifere. Infatti la sua forma, la com- pressione, la facilità della deiscenza, sebbene sottomesse a numerosi passaggi, possono essere considerate fra i migliori caratteri. Così egualmente la natura, posizione, eguaglianza o ineguaglianza delle coste, la presenza di coste secondarie, sono caratteri di grande importanza. La superficie del frutto, cioè se glabra, pelosa o aculeata, non è da trascurarsi, sebbene spesso queste differenze si vedano in specie affinissime o an- che nella stessa specie.

7. Il numero delle vitto è stato preso da Bentham ed Hoo- ker come fra i più importanti nella classificazione. Questa opinione mi pare non giusta. Infatti non poche specie pre- sentano un numero variabile di vitte nelle vallicelle (Bu- nium alpinum, Scseli montanina, Pcucedanum Carvi folia ) e in generale questo carattere rompe le affinità più evidenti, senza ricorrere a sezioni microscopiche. Dall’esame da me fatto su tutti i frutti che mi sono potuto procurare, ho rite-

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nuto come non sia da accettarsi la divisione secondo il solo numero delle ritte per vallicella, ma sia molto più importante Tesser le ritte disposte solo nelle vallicelle o anche sotto le coste formando una membrana continua staccantesi con faci- lità dal rimanente mesocarpo. A questa disposizione do per brevità il nome di r itte cicliche. In rari generi nel dorso delle coste esistono dei canaletti resiniferi : questa disposizione può esser considerata nelle diagnosi, sebbene non sia di un va- lore assoluto. Infatti più o meno tutte le specie hanno nel dorso dei fascetti costali alcuni sottili canaletti, ma per lo più questi scompaiono presto, e solo di rado invece ingrossano e diventano ben visibili anche a maturità avanzata.

8. L’ integrità del coccoforo è tenuta in conto da Bentham ed Hooker, a mio giudizio senza ragioni sufficienti. Infatti il coccoforo è sempre diviso in due: che ciò avvenga solo al- T estremità superiore, o verso la metà, o alla base, questo mi par aver un solo valore specifico o al più di sezione.

9. La separazione dei vari strati del frutto è invece rifiu- tata nel « Genera piantarmi! » perchè detta variabile e fal- lace. Io opino invece sia da ritenersi di valore generico perchè relativamente assai stabile: però bisogna osservare che non avviene sempre nello stesso modo, ma in tre modi diversi :

a) Tepicarpo si stacca dal mesocarpo (Pleurospermum) ;

b) Tepicarpo colla maggior parte del mesocarpo si di- stacca dallo strato interno del mesocarpo che rimane colle vitte aderente all’ endocarpo e all’ albume (. Myrrhis , Thyssc- linum, generi a vitte cicliche) ;

c) l’albume nudo si separa dal pericarpo e dai resti del guscio seminale ( Physospermum , ecc.).

10. La forma dell' albume in sezione longitudinale dipende evidentemente da quella del frutto. La forma della sezione è invece assai importante, sebbene non manchino eccezioni ( Bupleurum, Laserpitium ) .

A questi caratteri che sono suppergiù quelli ammessi già da Hoffmann, Koch, Carnei, Drude ecc., credo se ne possano aggiungere altri. L’uno sarà tratto dall’ovario del fiore, che nella maggior parte dei generi passa nel pedicello per una

brusca costrizione, ma in alcuni altri (Falcaria, Kundmannia, Anethum ecc.) vi si attenua in modo insensibile. In vari ge- neri si hanno dei passaggi, ma per lo più il carattere è netto e facilmente visibile con una lente. Solo bisogna aver cura di osservare fiori fertili bene sbocciati.

Ma a questo carattere d' importanza secondaria devo ag- giungere una serie di altri caratteri tolti dall’ anatomia del frutto, considerata un po’ più addentro di quanto non si fac- cia fino ad ora dai trattatisti. Senza voler per niente ricor- rere ad osservare il nucleo, gli ispessimenti delle pareti ecc., non credo alcuno possa rifiutarsi ad ammettere l’ importanza dei caratteri dati dalla natura dell’ endocarpo e del mesocarpo, dalla presenza e forma dei fascetti vascolari ecc. Questi ca- ratteri, non solo sono facili ad osservarsi, ma assai più sta- bili e meno ambigui dei caratteri morfologici, i quali poi sono dall’osservazione al microscopio ben più esattamente interpre- tati. Io credo indispensabile dare a questi caratteri un’im- portanza prevalente, ciò che del resto non mi ha costretto a creare alcun genere nuovo fondato esclusivamente su di essi, ma al contrario a congiungerne insieme diversi altri non dif- ferenti fra loro che per caratteri di minima importanza o af- fatto insufficienti.

Non ho creduto dover tener conto dei caratteri tolti dal portamento. Questo portamento che non entra nella diagnosi, ma viceversa rappresenta il deus ex machina della classifica- zione, secondo il quale si tolgono specie dal genere ove de- vono entrare per porle in un altro col quale non concordano, non è ai miei occhi che il portato delle condizioni di vita della pianta, e come tale di secondarissima importanza tassi- nomica. Che se si crede di dovervene attribuire, si deve in- dicare nelle diagnosi i caratteri differenziali, e non lasciarli indovinare sotto parole astratte che significano chiaramente solo la confusione nella mente di chi 1’ adopera. Così io, con- siderando il genere Bupleurum distinto da Ridolfia più che altro per le foglie intere, indico tal carattere nella diagnosi.

Finalmente, i caratteri dati dall’anatomia delle parti vege- tative della pianta, dipendenti evidentemente dalla stazione

della pianta, e per niente stabili, furono essi pure abban- donati.

In conclusione, le 554 specie di Ombrellifere europee si ri- partono a mio parere in 94 generi nel modo seguente;

Subf. I. ARALINEAE.

I. Hedereae.

1. Hedera L. (em. Harms ) 3

Subf. II. ERYNGINEAE.

II. Hydrocotyleae.

2. Hydrocotyle L. 2

III. Saniculeae.

1 . Eryngieae.

3. Eryngium L. 27

2. Astrantieae.

4. Sanicula L. 1

5. Hacquetia Neck. 1

6. Astrantia L. (em. Neck ) (5

IV. Petagnaeae.

7. Petagnaea Guss. 1

Subf. III. LAGOECINEAE.

V. Lagoecìeae.

8. Lagoecia L. 1

Subf. IV. FERULINEAE.

VI. Hohenackerieae.

9. Hohenackeria Fisch. Mey. 1

10. Keracia ( Coss .) 1

VII. Echinophoreae.

11. Echinophora L. 3

Vili. Ligusticeae.

1. Sieae.

12. Sinm L. (em.) 1

1 3. Berula Koch 1

riporto 49

2. CEnanthcae.

14. CEnanthe L. (em. Lam.) 22

3. Chaetosciadieae.

1 5. Chaetosciadium Boiss. 1

4. Apinelleae.

iò. Apinella Nreck. 7

17. Triniella 3

18. Rumia Hoffm. 1

5. Smyrnieae.

19. Smyrnium L. 5

20. Lecokia DC. 1

21. Magydaris Koch 2

22. Cachrys L. (cm. Car.) 4

23. flippomarathrum Link 5

24. Colladonia DC. 3

6. A pieae.

23. Àlschingera Vis. 1

26. Physospermum Guss. 1

27. Scaligeria DC. 1

28. Conium L. 2

29. Mjlopospcrmum Koch 1

30. Anisum Gaertn. 2

31. Trachypleurum Reich. (cm.) 1

32. Bupleurum L. (em.) 42

33. Ridolfia Mor. 1

34. Cicuta L. 1

35. ? Cyclospermum Lag. 1

3b. Apium L. (em.) 43

37. Trochiscanthes Koch 1

38. Lereschia Boiss. 1

39. Seselinia Beck (em.) 2

a riportarsi 49

A RIPORTARSI 204

I IO

RIPORTO 204

7. Scandiceae.

40. Falcaria Deridi, (em, Reich.

fit.) 5

41 . Kundmannia Scop. 1

42. Grammoseiadium DC. (em.) 3

43. Chaerophyllum L. (em.) 9

44.. Scandix L. (em. Koch ) 8

40. Myrrhis Scop. 1

46. ? Microsciadium Doiss. 1

47. Athamantha L. (em. Koch ) 6

48. Portenschlagia Vis. 1

49. ? Cuminum L. 1

8. Seseleae.

50. Crithmum L. 1

51. Seseli L. (em. Car.) 40

52. Foeniculum Gaertn. (em.) 5

53. ? Soranthus Led. 1

54. Meum Jacq. 1

55. Endressia Gay 1

56. Leuceres 1

57. Ligusticum L. (em.) 14

58. Cenolophium Koch (em.

Car. 3

Sg. Pleurospermum Hoffm. 1

60. Osterieum Hoffin. 1

61. Pachyplturum Led. (em.

Reich.) 2

62. Conioselinum Fisch. 1

63. Levisticum Koch 1

64. Angelica L. (em.) 10

65. Archangelica Hoffn. 2

9. Peucedancae.

66. Krubera Hojfm. 1

67. Johrenia DC. (cm.) 3

68. Siler Scop. 1

69. Anethum L. (em.) 1

riporto 331

70. Aethusa L. 3

71 . Thysselinum Hoffm. 2

72. Peucedanum L. (cm.) 32

73. Opoponax Koch 1

74. Ferulago Koch 11

y5. Lophosciadium DC. 2

76. Ferula L. (em.) 9

77. Pastinaca L. (em.) 41

78. Condylocarpus Hoffm. i

10. Caucalideae.

79. Anthriscus Hoffm. 8

80. Physocaulis Tansch. 1

81. ? Heterosciadium Lge. 1

82. Torilis Ad. (em.) 13

83. Turgcnia Hoffm. 1

84. Caucalis L. (em. Reich, ffl.) 1

1 1 . Dauceae.

85. Daucus L. (em.) 27

86. Orlaya Hoffm. 6

87. Artedia L. 1

88. Laserpitium L. (em.) 27

IX. Coriandreae.

1. Anidreae.

89. Anidrum Neck. 2

2. Eucoriandreae.

90. Coriandrum L. (em. Neck.) 1

X. Bunieae.

91. Bunium L. (em.) 12

92. Diaphycarpus 1

93. Conopodium Kocli 10

94. Freyera Reich. 9

A RIPORTARSI 33 1

TOTALE 554

1 1 r

IV. Generi e specie europee.

Le tavole che seguono non hanno per niente l’ intenzione di dare una monografia delle specie europee o nemmeno un principio di monografia. Per ciò occorrerebbero altri mezzi e sopratutto altra capacità che non quella di che io dispongo. Solo sono un tentativo di ordinare le specie secondo le loro naturali affinità e anche di permettere la determinazione di una specie nel modo più facile e più sicuro possibile.

Comprendo sotto l’espressione di Europa il territorio ad ovest degli Urali e a nord della depressione fra il Caspio e il mar Nero: la linea di demarcazione comprende le isole Cicladi, Creta, le isole turche di Lemno, Imbro, Samotracia e Taso, ma lascia al di fuori le isole di Chio, Coo e Rodi, comprese fra le terre europee dal Nyman. Del resto seguo i confini del Nyman, escludendo tuttavia l' Islanda.

Per questo lavoro ho consultato i quattro erbari seguenti :

1. Erbario dell’Orto botanico pisano;

2. Erbario Carnei conservato in Pisa;

3. Erbario Costa- Reghini, pure all’ Istituto botanico di

Pisa ;

4. Erbario del conte prof. U. Martelli in Firenze.

La prolungata chiusura dell’ Erbario centrale e dell’ Erbario Webb non mi ha permesso di usare dell’immenso materiale ivi contenuto, con mio grande dispiacere e con grave danno del mio lavoro. Sebbene certo che la ben conosciuta bontà del prof. Baccarini mi avrebbe concesso l’esame delle piante degli Erbari suddetti, pure non ho creduto dovervi ricorrere, perchè è solo dal libero confronto di piante con libri, senza essere obbligati a limitarsi a un frettoloso esame, che un la- voro come questo può sperare di riuscir meno imperfetto.

Mi sia concesso qui di esporre i miei più vivi ringrazia- menti al prof. G. Arcangeli, che mi lasciò a mio piacimento disporre degli Erbari di Pisa, e al prof. U. Martelli che, non

contento di aprirmi il suo bellissimo Erbario, mi agevolò in ogni maniera la pubblicazione di questo lavoro.

Negli Erbari suddetti ho esaminato circa i quattro quinti delle specie qui passate in rivista. Per le altre mi sono ser- vito delle descrizioni date in libri o periodici diversi. Solo di alcune poche non ho potuto conoscere che il nome. Sono le seguenti :

1. Bupleurum pachnospennum Pane.

2. B. quadriden tatuili Wettst.

3. />. thracicuin Yelen.

4. Helosciadium oppositifolium Reuss.

5. Chaerophyllum balkanicuin Velen.

6. C. gagausorum Velen.

7. Scse/i heterophyllum Janka

8. S. rhodopeum Velen.

9. Angelica brachy radia Freyn

10. A. Panciciì Freyn

1 1 . Her aclcinn ardi citili Rupr.

12. H. carpa thicum Porc.

13. H. macranthum Borb.

14. Peucedanuni thracicuin Velen.

Per i generi ho riportato la sinonimia delle opere seguenti:

Bentham et Hooker, Genera piantarmi!, voi. I, p. Ili (1867); Carnei, Epitome Florae Europac, fase. II (1894), III (1897): Engler und Pianti, Dìe Natii r lichen Pflanzeiifainilien, III Teil, 8 Abt. Ara/iaceae (Harms) n. in (1894), 153 (1S97) Uinbelliferae (Drude) 11. 153, 171. 175, 176(1898);

e per le specie quella delle opere seguenti :

Ledebour, Flora rossica, voi. II (1844);

Fries, Sum ma vegetabilium Seandinaviae (1846);

Babington, Manual of British Botany, Fourth edition (1856); Reichenbaeh filius, leones florae germanicac ct hclvcticae, vo- lume XXI. Uinbelliferae (1867):

Boissier, Flora orientalis, voi. II. 1872;

Florae orientalis supplementum, editore Buser (1888);

Willkomm et Lange, Prodromus florae hispanicae, voi. Ill, sect. I. Umbelliferae, auct. Lange. Araliaceae, auct. Will- komm (1874);

Ascherson et Kanitz, Catalogus Cormophytorum Anthophy to- rnili Serbi a e ecc. (1877);

Nyman, Conspectus florae Europcae, fase. I (1878);

Supplementum, II (1889);

Fiori e Paoletti, Fiora analitica d’ Italia, voi. II, parte I. Om- brellifere, Araliacee, per G. Paoletti (1899);

Bubani, Flora pyrenaca, curante O. Penzig, voi. II (1900'; Halacsy, Conspectus Florae Graecac, voi. I, fase. Ill (1901); Rouy et Camus, Flore dc France, voi. VII (1901, novembre).

Per brevità indico queste opere colle sole prime lettere dell’ autore e il numero della pagina.

Non ho riportato qui che le varietà più spiccate che forse potranno essere buone specie. Nella sinonimia i nomi dati a varietà considerate come specie, e da me comprese sotto un’ altra specie, sono precedute da un asterisco.

Quanto ai nomi adottati, riguardo alle leggi di priorità, mi sono tenuto ai principi seguenti :

a) Quanto ai generi, ho ammesso come valido il nome più antico quando questo sia stato sufficientemente determi- nato. Così ho ammesso Apinclla e Anidrum invece di Trinia e Bifora, perchè determinati da Necker con sufficiente preci- sione. Invece ho rifiutato Arduina, Prionitis ecc. perchè le loro definizioni sono completamente insufficienti. Nel caso fre- quente che i caratteri generici siano stati completamente cam- biati, ho conservato al nome generico la comprensione ge- neralmente usata, senza entrare nel ginepraio della priorità lineare che spesso condurrebbe a casi singolari. 1

1 Fra questi uno dei più strani è dato dal genere Athamantha. Sotto questo genere Linneo pose 8 specie, cioè il Menni, due Atha- mantha odierni, due Libanotis, due Peucedanum, più una specie ignota, creduta appartenere AC Athamantha odierna. La priorità li- neare darebbe Athamantha L. = Athamantha Koch. Ma se si toglie la dubbia Ath. annua, allora avendo Scopoli conservato come tipo

b) Per le sezioni ho usato il nome sostantivo più antico, sostituendolo ad un aggettivo anche quando questo sia più antico. Così ho preferito Angelium Reich, a Angelicoidcs DC.

c) Per le specie ho usato l’appellativo più antico dato dallo scopritore della specie, facendo eccezione quando questo nome porterebbe a equivoci e confusioni. Quando questo ap- pellativo non si è potuto applicare, ho usato allora l’appel- lativo dato da chi per il primo pose la specie nel genere che la comprende tuttora. Quando la specie è stata sempre presa come tipo di un genere, da me fuso in un altro, ho talora usato il nome generico come appellativo quando il nome spe- cifico non fosse adatto : così ho ammesso Pastinaca Tordy- limn invece di P. maxima che sarebbe stato del tutto erroneo.

API ACE AE.

Per i caratteri della famiglia vedi pag. 92.

Subfam. I. ARALINEAE.

Saepissime arbores. Collenchyma sub epidermate continuum. Iniìorescentia varia, floribus saepissime singulis bracteatis. Se- pala integra, saepius parva. Retala basi plus minusve lata affixa. Discus pulvinatus, simplex, rarissime extra stylos 2-4 fklus. Styli tot quot loculi, liberi vel connati. Fructus drupa v. bacca, rarissime siccus. Crystalli oxalati calcis in toto me- socarpo obvii.

Araliaceae Harms, p. 1.

del genere la A ih. Libanotis, abbiamo Athamdntha L. = Libanotis 1)C. Ma le due specie Linneane sono probabilmente varietà di una sola, e inoltre 1 ' Ath. siculo, non è forse appartenente allo stesso ge- nere dell ' Ath. cretensis: quindi la priorità sfugge ad ambedue, e va a cadere nel genere Peucedanum. Quindi, partendo dallo stesso prin- cipio, secondo particolari circostanze, Athamantha L. equivale a tre generi posti in tre diverse tribù ! I generi Sitivi e Lig astiatili si pre- stano a casi consimili.

ii5

Osservazione. I generi delle Mackinlayee e la Delarbrca hanno petali db attenuati alla base, ma non possono confon- dersi colle Eringi nee per i pedicelli articolati.

Trib. I. HEDEREAE.

Inflorescentia divisionibus conformibus. Flores homomorphi, liberi, hermaphroditi v. subpolygami. Calix minutus. Corolla decidua, petalis basi lata affixis, valvatis v. rarius subimbri- catis. Stamina isomera. Fructus baccatus, endocarpo tenuis- simo membranaceo.

Osservazione. Come già dicemmo, vi appartengono i ge- neri Hedera , Oreopanax, Trevesia, Fatsia, Kissodendron 1 e probabilmente Gambled.

I. Hedera.

Flores umbellati, pedicello inarticulate. Calix minimus. Petala reflexa, triangularia (viridula). Discus convexus. Ovarium se- misuperum, turbi natum, 5-loculare. Styli in unicum concreti. Fructus globulosus v. turbinatus, baccatus, levis. Endocar- pum tenuissime membranaceum. Albumen eximie ruminatimi. Embryo albumine subduplo brevior. Folia integra v. 3- 5 loba.

Hedera L. gen. n. 283, Benth. Hook. 949, Car. 255, Harms. 41.

Portamento. Arbusti rampicanti per brevissime radichette avventizie, a giovani messe stellato-pubescenti, nelle parti adulte affatto glabri : foglie coriacee, bianco-venose, palmato- quinquelobe : fusti fioriferi non radicanti a foglie intere, om- brelle pelose, fiori verdicci, frutti neri o giallastri.

Caratteri anatomici. Il fusto e il picciuolo presentano una corteccia sviluppatissima, dei fasci in una sola serie : ca- nali oleoresiniferi piuttosto vicini al periciclo: foglie a strut- tura bifaciale, e stomi solo nella pagina inferiore.

1 Perchè si scriva Kissodendron e poi Cissus, Cissampelos , Par- thenocissus, è cosa a me incomprensibile. Nelle stesse Aralinee si trova Kalopanax, contro Calophylluvi, Callitriche. A seconda della etimologia e della tradizione, deve scriversi Cissodendron e Calopanax .

Distribuzione geografica. Europa, Asia, meno le parti torride, Africa settentrionale.

Osservazione. Genere affine a Kissodcndron, ma distinto tanto per la forma delle foglie che per i caratteri del fiore.

Folia lobis basi attenuati, sinubus exscavatis: petio- lum fasciculis contiguis: calix sepalis minutis, persisten- tibus. i. //. canariensis.

Folia lobis triangularibus, sinubus obtusis: petiolum fa- sciculis non contiguis : calix sepalis brevissimi, latis, de- ciduis. 2.

Pili caulis repentis 4-6-ramosi ; folia caulis florentis basi 1 rotondata v. truncata: fructus aurei, globosi, maiuscoli. 2. ' 2 .IL poetica.

I Pili caulis repentis 8-1 2-ramosi : folia caulis florentis basi cuneata, fructus nigri, turbinati, parvi. 3. H. Helix.

1. H. canariensis Willd. in Beri. mag. II, 170. Nym. 319.

Hab. Portogallo, forse Irlanda (Dublino). Africa set- tentrionale, Canarie, Madera, Azzorre.

Osservazione. Specie distintissima dalle seguenti, e riconoscibile a prima vista per la grande grossezza che prende il fusto.

2. H. poetica L. sp. pi. 262 (var. //. He tin's ) //. Helix B

poetica L. 1. c. Hai. 694. H. poetarum Bert. ; Boiss. 1090. H. Helix subsp. poetarum Nym. 319 suppl. 150. H Helix B chrysocarpa Paol. 137 Rouy Cam. (forma) 405.

Hab. Corsica? Italia media e meridionale, Sicilia, Pe- nisola Balcanica. End.

Osservazione. Generalmente creduta varietà della se- guente, mi pare se ne distingua specificamente per vari caratteri. Le foglie sembrano più floscie e a lobi più ot- tusi. E da osservare che alcuni autori descrivono le due specie a foglie dei rami fruttiferi ovate, altri a foglie romboidali-ovate, mentre invece in questa specie sono ovate, nell’altra ovato-romboidali.

3. H. Helix L. sp. pi. 262 Koch. syn. fl. germ. I 353, Led. 375, Fr. 22, Bab. 152, Boiss. 1090, Willk. in Willk. Lge. pr. fl. hisp. Ill 102, Asch. Kan. 68, Nym. 319 suppl. 150, Paol. 137, Bub. 337, Rouy Cam. 405.

Hab. Nei boschi di quasi tutta Europa, meno la Scan- dinavia boreale, la Russia settentrionale. Africa settentr., Asia settentr., med., or., India settentr.

Subfam. II. ERYNGINEAE.

Saepissime herbae. Collenchyma in caule sub epidermate continuum. Inflorescentia saepius simplex, floribus singulis sae- pius ebracteatis. Sepala integra, saepius ampia, nervata. Pe- lala basi angusta affixa. Discus annularis rarissime bilobus. Styli 2, saepissime liberi. Fructus dicoccus, saepius coccoijhoro nullo, rarius achaenium. Crystalli oxalati calcis in toto me- socarpo v. endocarpo obvii.

Trib. II. HYDROCOTYLEAE.

Flores hermaphroditi v. polygami, liberi, singuli bracteate v. ebracteati. Calix sepalis a basi liberis. Corolla stellata. Styli breves, tenues. Fructus dicoccus, mesocarpo subcarnoso, endocarpo crasso fibroso-legnoso crystalliphoro.

Hydrocotyleae Don. ex auct. Hydrocotyloideae Drude in Nat. Pfl. 116.

Subtr. unica. CEXTELLEAE.

Cocci a latere valde compressi scutiformes, jugo medio saepe carinato vel alato, coeteris filiformibus.

II. Hydrocotyle.

Flores (in nostris) subumbellati, umbella normaliter proli- fera subverticillati. Calix obliteratus. Corolla stellata, petalis (albis) lanceolatis concavis praefloratione subvalvatis. Stylopo- dium annulatum. Fructus didymus, longitudine latior, coccis

n8

a latere valde compressis, scutiformibus, dorso carinatis, jugis aequidistantibus filiformibus. Mesocarpum crassiusculum car- nosum, vesiculis oleoresiniferis irregulariter dispositis praedi- tum. Endocarpum crassum ligneum, e fibris oblique radialibus. Albumen rhombeum a latere compressimi. Fasciculi nulli. Folia palmatim lobata.

Hydrocotyle L. gen. pi. n. 325. Benth. Hook. 872 (quoad sect. I), Car. 259, Drude 116.

Portamento. Le nostrali sono piante acquatiche a rizoma strisciante, a nodi portanti una foglia, una infiorescenza e un ciuffo di radici. Fiori piccoli verdastri subsessili, con invo- lucro di poche brattee minute. Frutti piccoletti, con tante macchiette rosse per le vescichette secretrici.

Caratteri anatomici. Collenchima poco distinto. Fusto a fasci ineguali non riunito da parenchima indurato. Canali oleoresiniferi a contatto del libro. Foglie a picciuolo con tre soli fasci, e mesofillo omogeneo.

Distribuzione geografica. Tutto il mondo meno le zone glaciali.

Folia peltata, 6-9-nervia, obtuse 6-9-crenata: cocci subae- qualiter 5-costati. 1. H. vulgaris.

Folia cordata, palmatim, 3-5-loba, sub-i i-nervia : cocci 3- costati, jugis intermediis obliterati. 2. H. natans.

1. H. vulgaris L. sp. pi. 234, Led. 234, Fr. 24, Bab. 139,

Reich, j t. 1, Boiss. 820, Lge. 101, Nym. 318, Paol. 146, Rub. 340, Hai. 613, Rouy Cam. 212.

Hab. Luoghi umidi di tutta Europa, meno le regioni glaciali. Cauc. Africa sett.

Osservazione. La varietà microphylla Lge. a foglie molto più piccole e più brevemente picciolate e a pe- duncolo delle ombrelle brevissime, trovata in Spagna (Galizia) e in Francia secondo Rouy e Camus, è forse una specie distinta.

2. H. natans Cyr. pi. rar. I 20 t. 10, Nym. 318. H. ranun-

culoides (non L. fil.) Paol. 146.

Hab. Italia meridionale, Abissinia, Mar Caspio.

Osservazione. L’ //. ranunculoides L. fil. del Brasile mi par ben diversa per la pianta molto più piccola e i frutti di forma diversa, a 5 coste per cocco.

Trib. III. SANICULEAE.

Flores hermaphroditi vel polygami, liberi, singuli bracteati vel ebracteati. Calix maximus, sepalis a basi liberis. Corolla connivens, petalis erectis. Styli sub anthesi elongati, incras- sati, rigidi. Fructus dicoccus mesocarpo spongioso crystalli- phoro, endocarpo membranaceo.

Saniculeac Koch gen. trib. pi. Umb. 118, Drude p. 135.

Subtr. I. ERYNGIEAE.

Flores sessiles, singuli bracteati, hermaphroditi. Recepta- culum incrassatum dilatatimi. Calix sepalis rigidis spinescen- tibus.

III. Eryngium.

Fructus prismaticus vel basi attenuatus, squamato-vesicu- liferus raro subnudus, teretiusculus vel a dorso subcompres- sus. Cocci ecostati vel 5- costati jugis aequidistantibus. Peri- carpum crassiusculum spongiosum. Vittac in jugis excurrentes crassae, caeterae prope albumen excurrentes tenues subcycli- cae. Fasciculi vittis superpositi, tenues. Albumen semicylindri- cum vel trigono-depressum. Folia secta v. dentata.

Eryngium L. gen. n. 324, Benth. Hook. 378, Car. 257, Drude 139.

Portamento. Piante annue o perenni affatto glabre, spesso ramificate a cima dicotoma, a f. spesso grossi, foglie coriacee palminervie, generalmente spinoso-dentate o lobate, capolini bianchi o azzurri, spinosi.

Caratteri anatomici. Rizoma e foglie assai ricchi in cristalli di ossalato. Collenchima formante nel fusto una zona continua regolare o irregolare, nel picciuolo ora continuo ora diviso in fasci distinti. Picciuolo a fasci per lo più uniseriali. Canali oleoresiniferi presso il floema.

I 20

Distribuzione geografica. Tutto il mondo, meno le regioni glaciali.

Capitula sessilia, pauciflora. Paleae phyllis involucri conformes. Species annuae, palustres. I. Hygrobiuvi.

I Capitula sessilia, multiflora. Involucri phylla foliis sub- conformia, paleis etiam similia sed vakle majora. Species annua, arvensis. II. Dryophylhim.

Capitula pedunculata, multiflora. Involucri phylla foliis paleisque difformia. Species saepius xerophilae. 2.

Paleae 4- cuspidatae, cuspide altera dorsali. Species \ annua. III. Chamaeryngus .

I Paleae dorso numquam cuspidem gerentes. Species pe- \ rennes. j.

Stylopodium integrum v. subcrenatum. Fructus jugis aequalibus obtusis v. subnullis. IV. Xcrobium.

Stylopodium crenato-lobatum. Fructus jugis lateralibus crassissimis, dorsalibus subnullis. Species litoranea.

V. Halobiiun.

Sect. I. Hygrobiu.m Boiss. Capitula sessilia, pauciflora. B.racteae phyllis involucri subconformes, time nullae. Sepala integra. Stylopodium integrum. Fructus fere ejugatus irnrnar- ginatus. Herbae annuae v. biennes, palustres.

I P'olia inferiora cito marcescentia, superiora pinnatifìda \ v. pinnatisecta : calix sepalis late scarioso-marginatis. 2.

I Folia inferiora persistenza, cum superioribus indivisa : \ calix sepalis immarginatis. j.

! Involucri phylla basi utrinque auriculata, latiuscule j membranaceo-marginata : petala apice inflexo pectinatim l 5-dentato: fructus apice unica serie squamis praeditus. 2. < 1. E. gal ioide s y.

I Involucri phylla exauriculata, angustissime marginata: ' petala apice inflexo tridentato : fructus squamis plurise- \ riatis obtectus. fi ir achy carpimi.

Folia radicalia spinoso-serrata, brevi ter petiolata : in- . volucrum 5-8-phyllum paleis interioribus subaequilongum.

2. E. Barrelieri.

3. ..... . .

1 Folia radicalia subintegra, longe petiolata : involucrum

I sub-5-phyllum paleis interioribus subduplo longius.

\ 3. E. viviparum.

1. E. galioides Lam. diet. IV 757, Lge. 7, Nym.318 suppl. 149.

Hab. Spagna, Portogallo. End. (non vidi).

fi trachycarpum Gay. Ann. se. nat. Bot. ser. 3 IX p. 24, Lge. 7. Nvm. 318. Portogallo, Spagna set- tentr.-occ. n. v.

Osservazione. Dai caratteri addotti VE. trachycarpum mi parrebbe specie distinta.

2. E. Barrelieri Boiss. Ann. se. nat. Bot. ser. 3 I p. 125,

Paol. 149, Rouy Cam. 215. E. pusillum L. p. p., Nym. 318 suppl. 149.

Hab. Italia meridionale ed isole. Africa settentr., Asia minore ?

3. E. viviparum Gay. Ann. se. nat. ser. 3 IX p. 26, Lge. 7,

Nym. 318, Rouy Cam. 216.

Hab. Brettagna, Galizia. End.

Sect. IL Dryophyllum. 1 2 Capitula sessilia multiflora. Involucri phylla foliis subconformia, paleis edam subconformia sed multoties maiora. Sepala biloba. Stylopodium integrum. Fructus immarginatus 10-jugatus, jugis singula serie papillo- rum tectis coeterum levis. Herba annua, xerophila.

4. E. ilicifolium Lam. diet. IV 757, Lge. 7, Nym. 317.

Hab. Penisola Iberica, parti meridionali. Africa set- tentr.-occ.

Sect. III. Chamaeryngus. 2 Capitula manifeste pedun- colata, multiflora. Involucri phylla foliis paleisque dififormia, angusta. Paleae 4-cuspidatae, cuspide altera dorsali. Sepala

1 Nome tolto da <Li5c quercia e (feùÀAov. foglia.

2 Nome tolto da Xyu.7'1 nano ed Eryngium.

9

122

integra. Stylopodium integrum. Fructus globulosus apice io- alatus. Herba annua, xerophila.

5. E. tenue Lam. diet. IV 755, Lge. 8, Nym. 317.

Hab. Penisola Iberica. Africa sett.

Sect. IV. Xerobium Boiss. excl. sp. Capitula manifeste pedunculata, multiflora. Involucri phylla foliis paleisque dif- formia, angusta. Paleae dorso leves. Sepala integra. Stylo- podium integrum vel suberenatum. Fructus immarginatus, jugis obtusis vel obliteratis. Herbae perennes, saepissime, xero- philae, non raro alpinae.

' Folia radicalia indivisa, parallelinervia, superiora tripar- 1 tita, laciniis parallelinerviis, aloiformibus. 6. E. tornatimi . ) Folia radicalia et caulina palmatipartita, laciniis paral- i lelinerviis, aloiformibus. 7. E. serbicum.

Folia indivisa vel lobata, angulinervia, numquam aloi- \ formia. 2.

2.

4-

5-

6.

Paleae omnes vel saltern interiores integrae. 3.

Paleae omnes 3-rarissime 5-cuspidatae. 13.

Folia radicalia palmatim vel pinnatim partita vel secta.

Folia radicalia indivisa vel 2-5-loba. 9.

Capitula glomerato-thyrsoidea, basi nuda : folia radi- calia bipinnato-partita 8. E. glomeratum.

Capitula cymoso-corymbosa. 5.

Involucri phylla 5-14, integra vel basi utrinque 1-3- dentata : folia radicalia palmatisecta, segmentis pinnati- fidis. 6.

Involucri phylla 6-10, remote inciso-dentata: folia ra- dicalia 1-2 pennatisecta. 8.

Involucri phylla plurima, pinnatifido-spinosa, pectinata : folia l'adicalia palmatipartita. 13. E. Spina- Alba.

Petiolum sectione teretiusculum, fasciculis pluriseriali- bus: involucri phylla 5-7, reticulato-venosa. 7.

Petiolum sectione lunulatum, fasciculis uniserialibus : involucri phylla 9-14, uninèrvia. 10. E. Bourgati.

Folia radicalia segmentis ambitu hellipticis, laciniis 1 anguste lanceolatis : capitala subglobulosa (i 2 mm- longa) I involucro breviora. 9. E. campestre *.

1 Folia radicalia segmentis ambitu hellipticis, laciniis 7. ' anguste lanceolatis: capitula oblongo-cylindrica (usque ] 50 mm- longa) involucro longiora, raro subaequalia.

I fi megacephalum.

f Folia radicalia segmentis ambitu late ovatis, laciniis

1 helliptico-lanceolatis : capitula subglobosa (12 mm- longa) \ involucro breviora. 7 latifohuni.

Petiolum margine densissime spinoso-ciliatum. Paleae omnes integrae. Involucri phylla apice reflexa.

11. E. dilatatimi.

Petiolum margine leve vel spinoso-dentatum. Paleae exteriores tricuspidatae. Involucri phylla erecto-patentia.

12. E. amethy stimivi.

^ Folia radicalia basi cordata vel sagittata, longe petio- 9. < lata, petiolo sectione lunulato. 10.

( Folia radicalia basi attenuata. 14.

ICollenchyma petioli in fasciculos distinctum : involu- crum phyllis plurimis pinnatifido-pectinatis.

14. E. a /pinum.

Collenchyma petioli continuum : involucrum phyllis paucis integris vel dentatis. 10.

I Caulis teres: involucrum 5-8-phyllum : paleae exterio-

!res tricuspidatae. 12.

Caulis superne triqueter: involucrum 3-phyllum ; pa- i leae omnes integrae. 18. E. triquetrum.

1 Petiolum subplanum : calix corollae subaequalis. ij. 12.' Petiolum intubimi convolutum : calix corolla 2-3-plo ( longior. 15. E. .dicho tornimi.

Folia radicalia grosse inaequaliter dentata: involucrum \ capitulo aequilongum. 16. E. planum.

x 'i / . . .

f Folia radicalia exquisite acute serrata: involucrum ca- \ pitulo valde longius. 17. E. intermedium.

124

14-

-,

J

I

J

Petiolum elongatum, cylindricum, fistulosum, collenchy- mate in fasciculos distincto: paleae integerriniae.

19. E. corniculatum.

Petiolum brevissinuun, seetionem lunulatum, collen-

chymate paleae exteriores utrinque 1-2 cu-

spidatae. 20. E. aquifolium.

Folia radicalia lanceolato-spathulata, indivisa : capitula cylindracea. 21. E. Duriaeanum.

Folia radicalia lobata vel saltern basi cordata v. sa- gittata: capitula globulosa. 16.

Folia caldina interiora pinnatifìda vel pinnatipartita: ovarium et fructus nuda vel subnuda. 77.

Folia caldina interiora palmatim divisa vel subintegra : ovarium et fructus densissime squamata. 18.

Folia intima sub anthesi emarcida, helliptico-sagittata; caldina inferiora pinnatipartita, superiora 3-5-partita, la- ciniis rigidis subulato-spinosis, media utrinque 1-3-spinosa, lateralibus subintegris: involucrum phyllis patentibus basi utrinque 1-2-dentatis. 22. E. creticum.

Folia inferiora ambitu obovata lyrato-pinnatifida, la- cinia terminali flabellatim 3-5-partita, superiora laciniis longe pectinato-spinosis : involucrum phyllis suberectis basi remote pectinato-spinosis. 23. E. glaciale.

Folia indivisa vel 2-3-loba: involucri phylla rigida, lanceolato-subulata. 24. E. tricuspidatum.

Folia palmatisecta : involucri phylla foliacea, lanceolato- oblonga. 25. E. pa Ima turn.

6. E. ternatum Poir. Lam. diet, suppl. IV 293, Boiss. 822, Nym. 316 suppl. 149, Hal. 614.

Hab. Creta. End. (non vidi).

7. E. serbicum Pane. Verz. Serb. Phan. 46, Boiss. 821, Asch.

Kan. 64, Nym. 316.

Hab. Serbia. End. (non vidi).

8. E. glomeratum Lam. diet. IV 755, Boiss. 823, Nym. 316,

Hal. 614.

Hab. Creta. Asia occidentale.

125

g. E. campestre L. sp. 233, Led. 237, Fr. 24, Bah. 140, Reich, hi. 6 t. 11, Boiss. 824, Lge. 11, Asch. Kan. 64, Nym. 317, Paol. 148, Hai. 613, Rouy Cam. 219, E. riti- gare Bub. 342.

Hab. Tutta l’ Europa, meno le regioni più fredde. Asia occ., Africa sett.

fi megacephalum Pouz. FI. Gard. Rouy Cam. 219. Francia (Gard, Dordogne). End. ? (non vidi).

7 latìfolium [Hofifin. Lk. fi. port. II 375, Nym. 317 suppl. 149]. E. campestre 7 litorale, 0 latifolium Rouy Cam. 220. Francia occ., Portogallo. End.? (non vidi).

10. E. Bourgati Gou. ili. 7 t. 3, Lge. 11, Nym. 316, Rouy

Cam. 217. E. Tournefortii Bub. 342.

Hab. Monti della Spagna, Pirenei. End.

11. E. dilatatimi Lam. diet. IV 755, Lge. 12, Nym. 316 suppl. 149.

Hab. Spagna, Portogallo. Africa bor. (non lidi).

12. E. amethystinum L. sp. pi. 233, Reich. 6 t. io, Boiss. 826, Asch. Kan. 64, Nym. 316 suppl. 149, Paol. 149. E. inultifidum Sibth. Sm.; Hai. 615.

Hab. Penisola Italica e Balcanica. Asia occ. Africa bor.

13. E. Spina- Alba Vili. hist. pi. Dauph. II 660 t. 16, Nym. 316 suppl. 149, Paol. 149, Rouy Cam. 217.

Hab. Alpi Marittime, monti del Delfinato e della Pro- venza. End.

14. E. alpinuvi L. sp. pi. 233, Reich. 5 t. 6, Asch. Kan. 64, Nym. 316 suppl. 149, Paol. 149, Rouy Cam. 216.

Hab. Alpi, Giura, monti dell’ Illiria. End.

15. E. dichotomnm Desf. fi. atl. I 226, Lge. 11, Nym. 316 suppl. 149, Paol. 149.

Hab. Spagna, Italia meriti., Sicilia, Dalmazia ? Africa bor.

16. E. planum L. sp. pi. 233, Led. 239, Reich. 5 t. 7, Boiss. 823, Nym. 316, Paol. 149.

Hab. Europa medio-orient., Turchia europea. Siberia. 17? E. intermedium Weinm. fi. gub. Tamb. 45, Led. 239. E. planum subsp. intermedium Nym. 316.

Hab. Russia mer. (Got'. Tambovv). End. (non vidi).

26

1 8. E. triquetrum Vahl. syinb. bot. II 46, Nym. 316, Paol. 149.

Hab. Sicilia. Africa boreale.

19. E. corniciilatum Lam. diet. IV 756, Lge. 10, Nym. 316.

Hab. Penisola Iberica, nelle parti meridionali. End.

20. E. aquifolium Cav. Anal, cienc. Ill 32, Lge. 10, Nym. 316.

Hab. Parte mer. della Penisola Iberica. End. (non vidi).

21. E. Duriaeanum Gay ann. sc. nat. bot. ser. 3 IX p. 10, Lge. 9. E. Duriaei Gay in Du R. pi. exs. Ast. n. 315, Nym. 316.

Hab. Asturie, Portogallo settentrionale. Paid.

22. E. creticum Larii. diet. IV7 754, Reich. 6 t. 9, Boiss. 827, Nym. 316 suppl. 149, Paol. 148, Hal. 616.

Hab. Dalmazia, Penisola Balcanica (Italia, introdotto?). Asia occid.

23. E. glaciate Boiss. voy. bot. Esp. 235 t. 65, Lge. 9, Nym. 316.

Hab. Spagna (Sierra Nevada) regione glaciale. End.

24. E. tricuspidatum L. amoen. acad. Ill 405, Boiss. 827, Lge. 8, Nym. 316, Paol. T48, Hal. 616.

Hab. Sardegna, Sicilia, Spagna. Asia minore?

25. E. patinatimi Pane, in Boiss. fl. or. II 827, Asch. Kan. 64, Nym. 316.

Hab. Serbia, Macedonia. End.

Sect. V. Halobium. 1 Capitala manifeste pedunculata, multiflora. Involucri phylla foliis paleisque diflormia, dilatata. Paleae dorso leves. Sepala integra. Stylopodium crenato-lo- batum. Fructus crasse marginatus, jugis dorsalibus obliteratis. Herba perennis, litoralis.

26. E. mariti mum L. sp. pi. 233, Led. 238, Fr. 24, Bab. 139, Reich. 5 t. 8, Boiss. 829, Lge. 9, Asch. Kan. 64, Nym. 316, Paol. 148, Bub. 343, Hal. 617, Rouy Cam. 218.

Hab. Littorale dell’ Europa media e meridionale. Asia occ., Africa bor.

1 Nome da i'Àc sale e j3/or vita.

27

Subir. II. ASTRANTIEAE.

Flores pedicellati, 1 singuli ebracteati, saepissime polygami. Receptaculum non incrassatum. Calix sepalis foliaceis.

Frnctus vesiculigerus, oblongns, a dorso compressus, jugis alatis. IV. Astrantia.

Fructus echinatus, ovalis, a latere compressus constrictus, jugis primariis obtusis secundariis depressis v. 0. V. Sanicula.

Fructus levis, didymus, longitudine latior. jugis filiformibus superne gibbosis. VI. Hacqnctia.

IV. Astrantia.

Flores (albi rei rosei) pedicellati, umbellati, umbellis sim- plicibus solitariis vel subumbellatis. Fructus oblongus a dorso compressus, vesiculis tectus, coccis 5 -alatis, alis aequidistan- tibus, ritta percursis. Pericarpum tenue. Fasciculi vittis sup- positi. Albumen semitereti-depressum. Folia palmatum divisa.

Astrantia L. gen. n. 327, Benth. Hook. 879, Car. 298, Drude 138.

Portamento. Erbe piuttosto elevate a foglie palmatopar- tite e lobi più o meno seghettati o dentati : fusto ramoso : ombrellette lungamente peduncolate, a involucro grandetto e fiori bianchi, rosei o verdicci : fiori femminili brevemente pe- dicellati : frutti grandetti, bianco-squamosi.

Caratteri anatomici. Rizoma con rari cristalli di ossa- lato calcico, con grossi tubi oleoresiniferi nel midollo : fusto e picciuolo a fasci uniseriati con periciclo sclerificato : lembo bifaciale con 2-3 file di cellule a palizzata.

Distribuzione geografica. Europa e Caucaso : una terza sezione ( Actinolema Fenzl. pro gen.), a portamento assai di- verso, in Siria e Mesopotamia.

1 L 'Alepidea capensis, che ho veduto nell’ erbario Martelli, ha i fiori con pedicello breve, ma distinto.

Sect. I. Macr aster. Sepala longe sensim acuminata. Fructus jugis amplissime exscavato-oleiferis, cortice externo demum facile secedente. Caulis crassus fistulosus, elatus. Folia 3-7-partita lobis lanceolato-obovatis.

Involucellum phyllis integrisi calix corolla parimi longior.

1. A. major.

Involucellum phyllis utrinque 1-3-dentatis : calix corolla du- plo longior, sepalis longe attenuato-subulatis. 2. A. clatior.

1. A. major L. sp. pi. 235, Led. 236, Bab. 139, Reich, hi.

3 t. 2, 3, Boiss. 830, Lge. 5, Asch. Kan. 64, Nym. 315 suppl. 149, Paol. 150, Bub. 342, Rouy Cam. 213. Hab. Europa media e meridionale. Asia occidentale.

2. A. clatior Friw. in Flora 1836 p. 434, Hal. 617. A major

var. intermedia Boiss. 830, Nym. 315. A. major var. tri- dentata Asch. Kan. 64.

Hab. Monti della costa illirica, dalla Bosnia all’ Epiro. End. (non vidi).

Sect. II. Astrantiella. Sepala abrupte brevius mu- cronata. Fructus jugis vitta tenuiori percursis, cortice semper adhaerente. Caulis humilior, tenuis, farctus.

Folia 5-7-partita lobis lanceolato-obovatis: fructus basi \ et apice attenuatus. 2.

I Folia digitata 7-1 i-secta, segmentis lanceolato-lineari- \ bus : fructus basi cordatus, subclavatus. 3.

Folia dentibus muticis : fructus squamis obtusis.

3. A. carniolica.

Folia dentibus aristatis: fructus squamis conico-subu- \ latis. 4- A. gracilis.

S Segmenta dense inciso-serrata : sepala apice emargi- nata: antherae albae medio dorso affixae. 5. A. minor. Segmenta integra vel remote serrata: sepala acumi- I nata: antherae fuscae prope basin affixae.

\ 6. A. panciflora.

3- A. carniolica Wulf in Jacq. Austr. \r 31 t. 10, Nym. 315 suppl. 149. A. minor S carniolica Paol. 150.

Hab. Alpi Carniche e Giulie fino in Croazia. End.

4. A. gracilis Bartl. ind. sem. h. Gott. 1840, Reich. 3 t. 4,

Nym. 315. A. minor J3 carniolica b. gracilis Paol. 150. Hab. Alpi dalla Baviera alla Dalmazia. End.

5. A. minor L. sp. 235, Reich. 4 t. 3, Lge. 5, Nym. 315

suppl. 149, Paol. 150, Bub. 341, Rouy Cam. 213. Hab. Alpi, Pirenei, monti della Francia. End.

6. A. pauciflora Bert, in Desv. Journ. Bot. IV 76, Reich. 4 t. 5,

Nym. 315 suppl. 149, A. minor b. pauciflora Paol. 150. Hab. Alpi Apuane, Appennini fino all' Abruzzo. End.

V. Sanicula.

Flores biumbellati, subsessiles. Fructus ovalis a latere com- pressus constrictus, glochidiatus rarissime muriculatus tantum, coccis obtuse 5-costatis, jugis secundariis tenuioribus saepe interpositis ! Fasciculi filiformes crassiusculi juga marginantes. Vittae prope albumen, varie dispositae. Mesocarpum tenue, subspongiosum. Albumen semiteres. Eolia palmatipartita.

Sanicula L. gen. 326, Benth. Hook. 880, Car. 259, Drude

137-

Portamento. Erba a foglie quasi tutte basali palmato- partite a lobi seghettato-mucronati : fusto semplice 01-2 volte biforcato : ombrelle a 3-4 raggi ineguali : involucri ed invo- lucretti minuti : fiori bianchi o rosei : frutti nerastri ad aculei lunghetti uncinati.

Caratteri anatomici. Come in Astrantia. Rizoma con abbondanti cristalli.

Distribuzione geografica. Regioni temperate e tropicali di quasi tutto il mondo, meno l’ Oceania : le più in America.

1. A. curopaca L. sp. pi. 239, Led. 235, Fr. 24, Bab. 139, Reich, fìl. 4 t. 6, Boiss. 832, Lge. 4, Asch. Kan. 64, Nym. 315 suppl. 149, Paol. 151, Hai. 618, Rouy Cam. 240. S. ojficinarum Bub. 341.

130

Hab. Tutta 1' Europa, boschi, al sud più che altro nei monti. Caucaso, Asia occ., Indostan. Africa sett., orient., Capo.

VI. Hacquetia.

Flores simpliciter umbellati, pedicellati, fertilis unicus cen- tralis subsessilis. Fructus longitudine latior, didymus, a latere compressus constrictus, sublevis, coccis 5-costatis jugis filifor- mibus, apicem versus gibboso-incrassatis, citta tenui percursis

(Reich, fil.). Fasciculi Albumen teretiusculum, dorso

subangulatum. Pericarpum crassi usculuni carnosum (Car.).

Hacquetia Neck, eleni, bot. I 142, Benth. Hook. 879, Car. 259, Drude 138.

Portamento. Erba assai bassa, a foglie tutte radicali, si- mili a quelle della Sanicula ; scapo breve, semplice: involucro a circa 5 foglie ovali raggianti, giallastre, assai più lunghe dei fiori, pure gialli.

Caratteri anatomici. Come nei generi precedenti.

Distribuzione geografica. Genere monotipico proprio d’ Europa.

Osservazione. Non ho veduto il frutto di questa pianta.

1. H. Epipadis DC. pr. IV 185, Reich, fil. 2 t. 1, II, Nym.

315 suppl. 149, Paol. 15 1.

Hab. Monti dal Friuli ai Sudeti. End.

Trib. IV. PETAGNAEAE.

Flores monoici, singuli ebracteati, dichotomo-cymosi ; Q in dichotomiis sessiles, c? bini pedicellati utrinque ovario floris foeminei insidentes. Calix magnus 5-sepalus. Petala erecta, in- fracta. Styli sub anthesi elongati, rigidi. Fructus irruptilis, unilocularis, loculo altero maxime abortivo, mesocarpo spon- gioso crystalliphoro, endocarpo membranaceo.

Petagnaeae Car. in Pari. fi. it. Vili 199.

VII. Petagnaea.

Inflorescentia plano unico imposita. Stylopodium stylis ap- proximatum. Fructus ovalis, a dorso lenticulari-compressus, margine acuto, ibique flores masculos gerens, faciebus bico- statis, costis tenuibus approximatis (altera facie magis). Me- socarpum crassiusculum spongiosum. Fasciculi sex, profunde

excurrentes, filiformes. Vittae non visae. Albumen

Loculi sterilis rudimentum in fructus facie digitaliforme. Folia peltata, lobata.

Petagnaca Guss. prodr. fi. sic. I 31 1 (sphalm. Pctagnia) Benth. Hook. 281, Car. 257, Drude 144.

Portamento. Pianta stolonifera: foglie radicali peltato 5- partite, coriacee, lucide, le caldine poche opposte tripartite: fiori piccoli bianchi : frutti generalmente sterili.

Distribuzione geografica. Genere monotipico proprio di Sicilia.

Osservazione. Su qualche ovario stanno talvolta 3-4 fiori, ma i laterali sono saldati all’ovario, gli altri hanno un pedi- cello slargato in basso ed ivi semplicemente applicato al- 1’ ovario.

1. P. saniculaefolia Guss. 1. c., Nym. 318 suppl. 149, Paol. 147.

Hab. Monti al centro della Sicilia. End.

Subfam. III. LAGOECINEAE.

Herbae. Collenchyma in caule subepidermate continuum. Inflorescentia simplex, floribus singuli involucrati. Sepala pin- natipartita. Petala basi angusta affixa. Discus subunilateralis, posticus. Stylus 1. Ovarium loculo fertili antico. Fructus achae- nium. Crystalli oxalati calcis in toto mesocarpo obvii.

Trib. V. LAGOECIEAE.

Lagoecieae Reich, consp. regni veg. 144.

Vili. Lagoecia.

Calix maximus. Petala erecta, infracta. Fructus oblongus inaequalis, apice attenuatus et incurvus, irruptilis, trilocularis! loculo antico fertili, duobus posticis sterilibus. Juga 6, fili- formia, 3 dorsalia, 2 marginantia loculum fertilem, 1 ad sep- tum loculorum sterilium. Fasciculi filiformes, superficiales, 6 in juga, 3 in commissura inter loculum fertilem et sterilia. Me- socarpum membranaceum. Albumen adhaerens, ventre sub- planum. Yittae in valleculis dorsalibus, saepe brevissimae vel ex parte obliteratae.

Lagoecia L. gen. pi. 2S5, Benth. Hook. 880, Car. 257, Drude 143.

Portamento. Piccola pianta annua, a foglie pennatosette glabre, rammentanti P Api ton sax if ragli »/ : ombrelle grosse come una ciliegia, globulose, piumose, da mature giallastre : involucretti a 4 foglie pennatitìdo-piumose : calice piumoso: petali minutissimi : frutto piccolo, nero, ad odore di cumino.

Caratteri anatomici. Collenchima nel fusto in serie con- tinua, ma più grosso contro ai fasci, nel picciuolo in fasci distinti. Fasci uniseriali.

Distribuzione geografica. Genere monotipico. Meditene

1. L. cuminoidcs L. sp. 294, Boiss. 853, Lge. 4, Nym. 319 suppl. 149, Paol. 147.

Hab. Grecia, Turchia. Italia (Gallipoli), Spagna. Africa sett. Asia occid.

Sublimi. IV. FERULINEAE.

Saepissime herbae. Collenchyma in fasciculus saepissime divismi!. Flores saepius biumbellati, singuli ebracteati. Se- pala integra vel bipartita, saepius obliterata. Petala basi an- gusta affixa. Discus bilobus, basin stylorum vestiens. Styli 2 . Fructus dicoccus. Crystalli oxalati calcis in pericarpo nulli, vel in strato commisurali tantum.

Apioidcac Drude 143.

Trib. VI. HOHENACKERIEAE.

Flores hermaphroditi, capitati. Calix maximus. Petala erecta, corniculata. Styli sub anthesi tenues breves, stylopodiis stipi- tatis. Fructus dicoccus, aegre ruptilis. Fasciculi in stratum ligneum crassum continui. Mesocarpum saltern basi vix con- spicuum. Embryo dicotyleus.

IX. Hohenackeria.

Calix sepalis inaequalibus spinescentibus integris. Stylopo- dia longiuscule stipitata. Fructus pyriformis, apice abrupte in collimi angustum attenuatus, coccis 5-jugatis, jugis aequidi- stantibus, filifonnibus apicem versus valde incrassatis, spon- giosis, abrupte desinentibus. Exocarpum breviter papillosum. Mesocarpum spongiosum, basi fructus subnullum. Vittae. . . Albumen adhaerens, dorso tricostatum. Folia integra.

Hohenackeria Fisch. Mey. incl. sem. h. Petrop. II 38, Benth. Hook. 886 ex parte, Car. 258 ex parte, Drude 179 ex parte.

Hohenackeria sect. I Ackcria Coss. Ann. sc. nat. Bot. ser. 4 V 138 t. 9.

Portamento. Pianta annua assai bassa, a fusto densa- mente dicotomo, riunito quasi in glomerulo : capolini sessili alari : fiori bianchicci : foglie assai più lunghe del fusto, mar- ginate alla base, più in su attenuate in falso picciuolo fili- forme, poi lanceolato-lineari.

Distribuzione geografica. Genere monotipico. Mediter- raneo.

Osservazione. Tanto in questo come nel genere seguente le vallicelle e la commissura presentano dei canali longitudi- nali. Se però questi canali debbano esser considerati come vitte, non oserei affermarlo, perchè sono sempre vuoti e non si vede epitelio distinto. Li crederei piuttosto lacune prodotte dal riassorbimento del mesocarpo.

1. H. bnplenrifolia Fisch. Mey. 1. c., Lge. 12, Nym. 313.

Hab. Spagna meridionale. Caucaso. Africa sett.

134

X. Keracia.

Calix sepalis foliaceis aequalibus a basi bipartitis. Stylo- podia stipite brevi suffulta. Fructus ovatus, apice sensim sub- attenuatus, coccis 5-jugatis, jugis filiformibus a basi ad apicem conformibus. Exocarpum crassiusculuni longe pubescenti -pa-

pillosum, mesocarpum indistinctum. Yittae

Albumen adhaerens, dorso tricostatum.

Hohcnackcria sect. Keracia Coss. 1. c., 140 t. 10. llohc- nackeriae sp. Benth. Hook. 886, Car. 258, Drude 179.

Portamento. Simile al precedente, ma a fusto con inter- nodi assai più lunghi, foglie lineari-spatolate, non marginate attenuate in falso picciuolo, frutti vellutati.

Caratteri anatomici. Collenchima a fasci larghi depressi, corrispondenti a più d’un fascio liberolegnoso. Fasci unise- riali. Foglie a mesofillo simmetrico.

Distribuzione geografica. Genere monotipico. Mediterr.

Osservazione. Il genere è certamente assai affine al pre- cedente, ma per il calice, lo stilopodio e il frutto mi pare sufficientemente distinto.

1. K. polyodon. Hohcnackcria polyodon Coss. 1. c., Nym. 313.

Hab. Spagna centrale. Algeria.

Trib. VII. ECHINOPHOREAE.

Flores biumbellati, monoici. Umbellulae receptaculo dila- tato, flore foemineo centrali, sessili, coeteris masculis, pedicel- latis. Calix foliaceus vel rigidus, raro obliteratus. Petala stellata, infracta, in flore foemineo erecta. Styli sub anthesi elongati rigidi. Fructus receptaculo et pedicellis incrassatis florum masculorum inclusus, saepissime unilocularis, monospermus. Pericarpum membranaceum. \Tittae valleculares. Embryo dico- thyleus, plumulam sub germinatione in plantulam evolvens.

Echinophorcac Benth. Hook. 862.

Osservazione. Piccolo gruppo di generi affinissimi, ap- pena distinto come tribù dalla seguente.

135

XI. Echinophora.

Flores cf Calix sepalis foliaceis. Petala expansa, infracta. Pedicelli in fructu indurati, subspinescentes. Flores Q. Calix se- palis deraum spinescentibus. Petala erecta, infracta. Stylop'odia pulvinata. Styli in flore longissimi, eredi, conici. Fructus coni- co-pyramidatus, subteres, pilosus, receptaculo incrassato immer- sus, cocco altero fertili, altero sterili vix evoluto. Coccus fertilis dorso jugis 5 tenuiter filiformibus aequidistantibus, fasciculis percursis, ventre fasciculo percursus. Vittae valleculares. Me- socarpum niembranaceum. Albumen subsecedens, intus sul- catum et profondissime semilunari-exscavatum, sinubus dor- sum seminis spectantibus. Folia pinnatim divisa.

Echinophora L. gen. n. 326, Benth. Hook. 88 1, Car. 272, Drude 146.

Portamento. Piante perenni, rigide o spinescenti, scabre o pelose: foglie 2-3 pennatosette a segmenti rigidi: involucro ed involucretti spesso spinescenti.

Caratteri anatomici. Fusto a fasci uniseriali : canali oleoresiniferi nel mezzo della corteccia; foglie a struttura sim- metrica, a parenchima acquifero abbondante.

Osservazione. Il frutto non aderisce per niente al ricet- tacolo : questo si restringe al collo in maniera che il frutto sembra aderente, ma sezionando il ricettacolo il frutto si se- para intero.

(Folia spinescentia, laciniis cylindrico-triquetris: petio- lum fasciculis uniserialibus : petala alba, radiantia, glabra.

1. E. spinosa.

I Folia inermia, laciniis planis : petiolum fasciculis plu- \ riserialibus : petala lutea, aequalia, cibata. 2.

Caulis sulcatus : folia glabra, rhachide aptera : petioli zonae chlorenchymatis fasciculis collenchymaticis inter- positis subaequilatae, profunde arcuato-sulcatae, fasciculi

Iinteriores plurimi: involucellum inerme : pedicelli florum sterilium in fructu divergentes, recti, glabri, interstitiis

! inter fasciculos lignosos extus stereomate, intus paren- ' chymate repletis. 2. E. tenuifolia.

2. ( Caulis striatus : folia canescenti-pubescentia, rhadiide alata: petioli zonae chlorenchymatis, fasciculis collenchy- maticis interpositis valde latiores, planae: involucellum spinescens: pedicelli fiorimi sterilium in fructu arcuato- convergentes, apice subcontiguis, pubescentes, interstitiis inter fasciculos lignosos stereomate ex toto occupatis.

3. E. Sibthorpiana.

1. E. spinosa L. sp. 239, Bab. 150, Reich, fil. 96 t. 190,

Boiss. 917, Lge. 14, Ascii. Kan. 68, Nym. 299 suppl. 142, Paol. 2X0, Bub. 415, Hal. 631, Rouy Cam. 290.

Hah. Arene marittime dell’ Europa media e meridio- nale, spesso insieme all’ Eryngium maritimum. Asia oc- cidentale, Africa boreale.

2. E. tenuifolia L. sp. 239, Nym. 299, Paol. 210.

H ah. Colli asciutti di Sicilia. End.?

3. E. Sibthorpiana Guss. fi. sic. suppl. I 69, Boiss. 949,

Nym. 299 suppl. 142. E. tenuifolia b sibthorpiana Paol. 210? E. tenuifolia Hai. 631, non L.

Hai?. Sicilia? Penisola Balcanica, Crimea, Asia occ. Osservazione. Sebbene io abbia trovato altre diffe- renze negli organi riproduttive e anatomiche, pure non oso accertare la differenza delle due specie, non aven- done veduto che pochissimi esemplari.

Trib. Vili. LIGUST1CEAE.

Flores saepissime bisumbellati, hermaphroditi vel polygami (f> cf) raro dioici. Calix parvus vel obliteratus, raro foliaceus. Petala saltern basi patentia. Styli sub anthesi tenues, saepis- sime abbreviati. Fructus numquam receptaculo immersus, di- coccus, dispermus. Mesocarpum membranacemn vel spongio- sum, etiam in ventre coccorum evolutus. Yittae valleculares vel cyclicae, raro subnullae. Fasciculi saepissime distincti. Embryo dicothyleus, plumulam sub germinatione in plantulam evolvens.

137

Subir. I. SIEAE.

Flores homomorphi, hermaphroditi vel polygami. Fructus ovalis, a latere compressus constrictus, dicoccus; coccophoro omnino nullo. Pericarpum spongiosum, intus addensatum. Cocci 5-jugati jugis lateralibus marginatibus liberis vel sub- liberis. Vittae cyclicae vel valleculares.

Osservazione. Dei generi esotici sembrano dover appar- tenere a questa tribù i soli generi Apodicarpium Mak. e Oli- veria Vent.

XII. Sium.

Calix foliaceus, sepalis lanceolatis. Corolla stellata petalis (albis) infractis. Stylopodia pulvinata. Ovarium basi in pedi- cellum subattenuatum. Fructus ovatus dicoccus, coccis primum basi et apice cohaerentibus medio sejunctis, demum caducis, 5-jugatis, jugis crassis aequidistantibus. Fasciculi crassi in apice jugorum excurrentes. Mesocarpum spongiosum. Vittae valleculares, subbiseriatae. Albumen teretiusculum. Folia secta.

Sium L. gen. pi. n. 348 pro parte, Benth. Hook. 893 ex parte, Car. 280! Drude 197 ex parte.

Portamento. Pianta perenne acquatica, glabra: fusto alto tetragono : foglie pennate a segmenti bislunghi seghettati : om- brelle terminali, con involucro a 5-6 ff. dentate : fiori bianchi.

Caratteri anatomici. Fasci del fusto uniseriali, ineguali, negli angoli del fusto formato da due fasci congiunti per il dorso : canali oleoresiniferi presso il periciclo. Picciuolo inoltre con canali secretori isolati sotto l’ epidermide. Mesofillo bi- faciale.

Distribuzione geografica. Zona temperata boreale, più frequente in America.

Osservazione. Come già osservarono Bentham ed Hoo- ker, il Sium Sisarum non appartiene a questo genere.

1. S. latifolium L. sp. 251, Led. 259, Fr. 24, Bab. 142, Reich, fil. 13 t. 36, Lge. 98, Asch. Kan. 65, Nym. 304

IO

- 138

suppl. 144, Paol. 162, Rouy Cam. 343. Sisarum pahi- stre Bub. 359.

Hab. Europa settentrionale, media e meridionale tem- perata, sino alla valle del Po e del Danubio. Asia set- tentrionale, America settentrionale temperata.

XIII. Berula.

Calix minutus. Corolla stellata petalis (albis) infractis. Sty- lopodia pulvinata. Ovarium basi abrupte contractum. Fructus didymus longitudine latior, coccis secedentibus pentagonis, an- gulis aequidistantibus, jugis propriis nullis. Fasciculi nulli. Vittae cyclicae. Mesocarpum crassum spongiosum. Albumen hexagonum. Folia secta.

Berula Koch in Mert. Koch Deutschl. FI. II 433. Sium ex parte Benth. Hook. 893, Drude 197, Apii sp., Car. 278.

Portamento. Simile a quello del genere precedente: fusto solcato-striato: foglie a fit. ovato-lanceolate : ombrelle subses- sili oppositifolie con largo involucro fogliaceo.

Caratteri anatomici. Fusto a fasci uniseriali, congiunti lateralmente a due fascetti fibrosi. Collenchima a fasci alter- nativamente più grandi e più piccoli. Picciuolo a canali se- cretori a metà della corteccia. Mesofillo bifaciale.

1. B. ereda Sium Huds. ex auct., Paol. 162. Sium an- gustifolìum L. sp. pi. 251, Fr. 24, Bab. 142, Lge. 98, Nym. 304 suppl. 144. Berula angusti/olia Koch 1. c., Led. 261, Reich, fil. 14 t. 37, Boiss. 889, Asch. Kan. 65, Hai. 676, Rouy Cam. 342, Berla monspeliensium Bub. 357.

Hab. Europa, meno le parti più boreali. Asia occ.

Osservazione. Preferisco il nome specifico erecta non tanto per esser più antico (ciò che potrebbe esser sog- getto di una controversia) ma perchè il nome specifico di angustifolia è perfettamente inadatto per una pianta le cui foglioline sono generalmente assai larghe, più del Sium latifolium.

139

Subtr. II. CENANTHEAE.

Flores homomorphi, hermaphroditi vel polygami. Fructus ovalis, oblongus vel turbinatus, teretiusculus vel a dorso com- pressus, rarius a latere subcompressus, coccophoro haud di- stincto. Cocci 5-9-jugati, jugis lateralibus saepe crassioribus ante maturitatem connatis, marginantibus. Pericarpum spon- giosum. Vittae valleculares. Albumen semiteres vel compressum.

Osservazione. Dei generi esotici vi appartengono con probabilità Exoacantha, Haiisskneclitia, Lilaeopsis ( Crani zia Nutt. non Schreb.), Thecocarpus, Symphyoloma e forse Cy- mopterus.

XIV. CEnanthe.

Calix magnus, sepalis demum accrescentibus, rigidis. Co- rolla stellata, petalis (albis) infractis. Stylopodia pulvinata. Ovarium basi in pedicellum subattenuatum. Fructus ovalis, oblongus vel globulosus, basi saepissime turbinatum, teretiu- sculum vel a latere v. a dorso subcompressum, dicoccus, coccis 5-jugatis, jugis crassis saepe confluentibus, lateralibus valde crassioribus. Mesocarpum spongiosum. Fasciculi profonde ex- currentes, liberi vel in stratum ligneum concreti. Vittae val- leculares, strato ligneo saepe obtectae. Albumen depressum, ventre planum, adhaerens. Folia secta.

CEnanthe L. gen. 11. 352 (em. adj. Phellandrió) Benth. Hook. 905, Drude 204. CEnanthe et Globocarpus Car. 285.

Portamento. Piante di luoghi umidi, piuttosto alte, a radice generalmente tubercolosa, fosti solcati e vuoti, foglie 2-3 pen- natosette a lacinie ultime mediocremente strette e lunghe : fiori bianchi in ombrelle compatte; frutti mediocri con lunghi stili.

Caratteri anatomici. Fusto a fasci esterni riuniti da parenchima sclerificato, in minor numero delle colonne di collenchima: fasci interni spessissimo presenti, ora 1- ora 2-seriati. Tubercoli radicali a particolari strutture, sulle quali si può consultare Géneau de Lemarlière, Recherches morpho- logiques stir les Ombellifères, p. 60 e segg.

140

Distribuzione geografica. Europa, quasi tutta l’Asia, Africa sett.

Sect. I. Evoenanthe. Rhizoma nullum, radices fasci- culatae. Caulis evolutus. Umbellulae omnes subconformes, flo- ribus interioribus fertilibus brevius pedicellatis. Fructus facile ruptilis, oblongus vel clavatus, teretiusculus.

1. CE. evocata L. sp. pi. 354, Bab. 144, Lge. 52, Nym. 257 suppl. 142, Paol. 269, Rouy Cam. 259. Phellandrion Plinti Bub. 370.

Hab. Europa occid., Italia sett., Corsica, Sardegna. Africa bor.

fi macrosciadia Lge. 53.

Hab. Spagna meridionale. End. (non vidi).

2. (E. pimpinelloides L. sp. pi. 255, Led. 260, Bab. 143, Reich, fil. 26 t. 54, Boiss. 958, Lge. 52, Asch. Kan. 65, Nym. 297 suppl. 142, Paol. 268, Hai. 653, Rouy Cam. 259. Phellandrion Mattinoli Bub. 370.

Hab. Europa media e merid., Asia occ., Africa bor.

3. CE. callosa Salzm. in DC. pr. IV 137, Nym. suppl. II 142.

Hab. Creta? Africa boreale (non vidi).

4. CE. tenuifolia Boiss. Orph. diagn. II 6 p. 79, Boiss. fl. or. II 956, Nym. 298 suppl. 142, Hai. 652.

Hab. Macedonia, Grecia. End. (non vidi).

5. CE. afigulosa Gris. spicil. fl. rum. bith. I 354, Boiss. 957, Asch. Kan. 65, Nym. 298 suppl. 142, Hai. 654.

Hab. Penisola Balcanica. Asia occid.

6. CE. incrassala Bory Chaub. ex p. Pel. 87 t. 8, Boiss. 957, Nym. 298 suppl. 142, Hai. 654 (plur. CE. incrassans).

Hab. Grecia. End. (non vidi).

7. CE. thracica Gris. spie. fl. rum. bith. I 356, Boiss. 956, Nym. 298 suppl. 142.

Hab. Rumelia, alle foci del Maritza, Bosnia merid. ? End. (non vidi).

8. CE. marginata De Vis. fl. Daini. Ili 38, Reich, fil. 27 t. 53, Boiss. 956, Nym. 298 suppl. 142, Hai. 652.

Hab. Dalmazia, Albania, Epiro. End. (non vidi).

14 1

9. CE. Lacheiialii Gmel. fl. bad. I 678, Fr. 23, Bab. 144, Reich, fil. 27 t. 51, Boiss. 955, Lge. 51, Nym. 298 suppl. 142, Rouy Cam. 260. CE. pimpinelloides t Lache- nalii Paol. 209, Phellandrion Tabernaemontani Bub. 368. Hab. Europa media e meridionale temperata. End. Osservazione. L’ CE. Foucaudi Tesser, sembra, come opinano Rouy e Camus, un ibrido CE. Lachenalii X crocata.

10. CE. Jordani Ten. ind. sem. h. neap. 1827, Nym. 298 suppl.

142, Hai. 654. CE. pimpmelloides r, Jordani Paol. 209. Hab. Campania, Sicilia, Grecia. End. (non vidi).

11. CE. pcucedayiifolia Pollh. hist. pi. Pal. I 289, Reich, fil. 28 t. 53, Lge. 52, Nym. 298 suppl. 142, Rouy Cam. 263. CE. pimpinelloides $ peucedanifolia Paol. 209.

Hab. Europa media e meridionale. End.

12. CE. stejioloba Schur enum. pi. Transs. 255. CE. silaifolia subsp. stenoloba et CE. peucedanifolia subsp. media Nym. 298, CE. peucedanifolia forma steìioloba Rouy Cam. 263.

Hab. Francia centrale, Transilvania, Germania, Unghe- ria. End.

13. CE. silaifolia Marsch.-Bieb. fl. taur.-cauc. Ili 232, Led. 269, Reich. 27 t. 52, Boiss. 957, Asch. Kan. 65, Nym. 298 suppl. 142 ex parte, Hai. 652.

Hab. Russia meridionale, Penisola Balcanica. End.

14. CE. media Gris. spie. fl. rum. bith. I 352, Reich, fil. ic. 28 t. 56, 111, Boiss. 958, Asch. Kan. 65, Nym. 298 suppl. 142 (et CE. silaifolia ex parte), Hai. 653. CE. si- laifolia (non Marsch.-Bieb.) Bab. 144. CE. pimpinelloides 7 silaifolia Paol. 209. Phellandrion Lobelii Bub. 370.

Hab. Europa media e meridionale. End.

15. CE. millefolia Jka in Boiss. fi. or. II 959, Nym. 298.

Hab. Balcani. End. (non vidi).

16. CE. fistulosa L. sp. 254, Led. 268, Fr. 23, Bab. 143, Reich, fil. 26 t. 57, Boiss. 955, Lge. 50, Asch. Kan. 65, Nym. 298 suppl. 142, Paol. 208, Hai. 651, Rouy Cam. 264. Phellaìidrion Dodoìiaei Bub. 368.

Hab. Europa media e meridionale temperata.

142

Sect. II. Pseudoexaxthe. Radices fasciculatae, incras- satae. Caulis evolutus. Umbellulae omnes subconformes, flori- bus interioribus fertilibus brevius pedicellatis. Fructus facile ruptilis, heliipticus vel ovalis, a latere compressiusculus, jugis dorsalibus conformibus, lateralibus parum incrassatis.

17. GL. banatica Heuft. in Verh. Zool. Bot. Vereins Wien, VIII 1 13, Reich, fil. 28 t. 56, Nym. 298 suppl. 142.

Hab. Ungheria, Transilvania, Croazia. End.

18. GL. Lisae Mor. mem. ac. sc. Tor. 1835. GL. pimpinel- loides subsp. Lisae Nym. 297. GL. pimpinelloides £ Lisae Paol. 209.

Hab. Sardegna. End.

Sect. III. Globocarpus Car. pro gen. Radices fascicu- latae, incrassatae. Caulis evolutus. Umbellulae subconformes, floribus interioribus fertilibus longius pedicellatis. Fructus fa- cile ruptilis, globuloso-turbinatus, a dorso compressiusculus, pericarpo ubique crassissimo, jugis dorsalibus conformibus.

19. GL. globulosa L. sp. pi. 255, Lge. 51, Nym. 299 suppl. 142, Paol. 207, Rouy Cam. 264.

Hab. Italia, Francia merid., Spagna. Africa bor.-occ.

8 Kunzei Lge. 51. Portogallo, Spagna merid., presso Gibilterra (non vidi).

20 ? GL. densa Woods. Tour. fi. 147, Nym. 299.

Hab. Ad Ostia e a Cannes (non vidi).

Sect. IV. Phellaxdrium L. pro gen. Rhizoma repens, radicibus filiformibus verticillatis. Caulis evolutus. Umbellulae subconformes, floribus omnibus fertilibus subaequaliter pedi- cellatis. Fructus facile ruptilis, heliipticus a dorso compressiu- sculo, jugis lateralibus crassis, dorsalibus subconformibus.

21. GL. Phellandrium Lam. fl. fr. Ill 432, Led. 269, Fr. 23, Bab. 144 (et * GL. fluviatilis Colem. p. 145), Reich, fil. 29 t. 55, Boiss. 960, Lge. 53, Nym. 297 suppl. 142,

143

Paol. 208, Hal. 655, Rouy Cam. 265. CE. aquatica Asch. Kan. 65.

Hab. Tutta 1’ Europa. Asia occid.

Sect. V. Actinanthus Ehremb. pro gen. Radices in- crassatae, fasciculatae, rhizomate nullo. Caulis subnullus. Flo- res umbellulae centralis sessilis subsessiles fertiles, umbellularum lateralium pedicellati steriles. Radii umbellularum sterilium de- mum incrassati partiti. Fructus oblongus, aegre ruptilis, jugis carinalibus maioribus.

Osservazione. Non ho veduto in frutto questa pianta, che forse costituisce un genere proprio.

22. CE. prolìfera L. sp. 365, Boiss. 959, Hai. 655.

Hab. Indicata in Creta da Prospero Alpino, non più ritrovatavi poi. Siria.

Subtr. III. CHAETOSCIADIEAE.

Flores homomorphi, polygami. Calix obliteratus. Petala stel- lata, infracta. Fructus oblongus a dorso vix compressus apice attenuatus, dicoccus cum coccophoro, coccis ventre sulcatis, jugis et fasciculis omnino nullis, pilis longissimis 1 -cellulari- bus inordinatis dense tectis. Vittae dorsales 4 aequidistantes, commissurales 2. Albumen ventre sulcatum.

Osservazione. Genere unico, finora ravvicinato a Caucalis e Torilis coi quali presenta poca affinità. Per me lo direi piuttosto paragonabile ad Athamantha.

XV. Chaetosciadium.

Character subtribus.

Chaetosciadium Boiss. fi. or. II 1078, Drude 156. Cauca- lidis sp. Benth. Hook. 928, Car. 278.

144

Portamento. Pianta annua pelosa a foglie più volte di- vise in segmenti assai stretti : ombrelle a pochi raggi con involucri e involucretti setacei : fiori bianchi subraggianti : frutti con peli dorati lunghissimi e stili lunghissimi.

Distribuzione geografica. Genere monotipico del Me- diterraneo orientale.

i. Cli. trichospermum Boiss. 1. c., Nym. 280.

Hab. Crimea? Asia minore.

Subtr. IV. APINELLEAE.

Flores dimorphi, dioici. Calix obliteratus. Petala in flore masculo convoluto-patentia, in flore foemineo subcampanulato- conniventia apice involuta. Fructus ovalis vel globulosus a latere compressus constrictus, dicoccus cum coccophoro, coe- ds 5-9-jugatis jugis primariis lateralibus marginantibus, se- cundariis levibus vel plicatis. Vittae in valleculis tenues vel inconspicuae, in jugis primariis maximae. Pericarpum spon- giosum crassum vel crassiusculum. Albumen ventre planum vel sulcatum.

Osservazione. La sottotribù si riduce ai tre generi qui esposti molto affini fra loro, ma a mia opinione abbastanza distinti.

XVI. Apinella.

Fructus ovatus vel subglobosus, coccis 5-jugatis, jugis cras- siuscule filiformibus, levibus. Pericarpum tenue, membrana- ceo-subspongiosum. Valleculae et commissura vittis tenuibus vel nullis. Fasciculi a vitta maxima longitudinaliter in duos divisi. Albumen teretiusculum. Folia secta.

Apinella Neck. Eleni, bot. I 191, Car. 285 excl. sp.

Trinia Hoffin. gen. pi. Umb. 92, Benth. Hook. 887 ex parte, Drude 183 ex parte.

Portamento. Piante più o meno glauche, piramidali o an-

145

che effuse, a rami spesso opposti : foglie piccolette divise in segmenti stretti e rigidi : fiori bianchi molto piccoli, i ma- schili in ombrelle a pochi raggi quasi capillari, i femminili a raggi più grossi : frutti piccoletti, nerastri.

Caratteri anatomici. Fusto e picciuolo a fasci unise- riali con periciclo sclerificato : canali oleoresiniferi a metà del parenchima corticale : mesofillo simmetrico.

Distribuzione geografica. Europa temperata e' calda. Asia occidentale e centrale.

1. A. Kitaibelii Trinici Marsch.-Bieb. suppl. fi. taur. cauc.

246, Led. 283, Reich, fil. 8 t. 30, Boiss. 852, Asch. Kan. 64, Nym. 308 suppl. 145. Seseli pumilum L. syst. nat. X 962 ?

Hab. Russia media e meridionale, valle del Danubio fino in Ungheria. Caucaso, Siberia. Asia centrale.

Osservazione. È probabilissimo che sia questo il Se- seli pumilum di Linneo, perchè presenta involucro e in- volucretti come richiede la diagnosi Linneana del genere. Ritengo però da preferirsi il nome di Bieberstein che non permette confusioni.

2. A. hispida Trinici Hoffm. Umb. 92. T. Kitaibelii var. fi

Led. 243. T Lessingii Reich, fil. 8 t. 31. T. Kitaibelii var. hispida Nym. 308.

Hab. Russia (Reich, fil.) Deserto Caspico (Led.). End.?

3. A. Hoffmannii Trinia Marsch.-Bieb. suppl. fi. taur. -cauc.

246, Nym. 308 suppl. 145. Rumia lejogona C. A. Mey. ind. cauc. 125, Led. 281.

Hab. Russia meridionale. End. ?

4. A. Henningii Trinia Hoffm. gen. Umb. 94, Led. 243,

Boiss. 852, Nym. 308 suppl. 145.

Hab. Russia meridionale, Crimea. Caucaso.

5. A. dioica Pimpinella L. syst. ed. XIII p. 241 ? (see.

Fourr.). Trinia vulgaris DC. pr. IV 103 ex parte auct. plur. T. puntila Reichb. fi. exc. 473. T. vulgaris c dioica Paol. 156. T glaberrima a platycarpa Rouy Cam. 339.

Radii fructiferi flexuosi: pedicelli fructu subduplo lon- giores : fructus subglobulosus, jugis crassis, stylis recur-

146

vis, stylopodio conico: pianta virens segmentis foliorum saepius latiusculis.

Hab. Francia ! Italia settentrionale ! Germania. Proba- bilmente altrove.

Osservazione. Mi pare specie distinta dalla seguente, sebbene non ne abbia veduto frutti ben maturi. Gli au- tori hanno però confuse A. Kitaibelii, A. dioica, A. glauca, Triniella carniolica, che la loro sinonimia diventa un caos inestricabile.

6. A. glauca Car. in Pari. fi. it. Vili 503 ex parte, Hai. 674.

Pimpinella L., sp. 264? Trinia vulgaris DC. pr. IV 103, Led. 243, Bab. 140, Lge. 95, Nym. 308 suppl. 145. T. glauca Reich, fl. exc. 473, Reich, fil. ic. 7 t. 29, Boiss. 852, Asch. Kan. 64, Paol. 156. T. glaberrima Hoffm. Umb. I 93, Rouy Cam. 339 (quoad var. fi).

Radii fructiferi rigidi recti : pedicelli fructu pluries lon- giores : fructus oblongo-ovalis, jugis tenuibus, stylis recte divaricati stylopodio depresso subaequalibus : pianta glauca, segmentis foliorum saepius longe anguste linea- ri bus.

Hab. Europa meridionale. Asia occ. Le indicazioni più settentrionali appartengono probabilmente alla specie pre- cedente.

7. A. Dufourii Trinia DC. pr. IV 108, Lge. 95, Nym.

308 suppl. 145.

Hab. Spagna. End.

XVII. Triniella.

Fructus hellipticus a latere compressus constrictus, coccis 9-jugatis, jugis 5 primariis crassis, supereminentibus carinatis, levibus v. undulatis, 4 secundariis crassiusculis, ecarinatis in- terpositis. Fasciculi depressi sub ampia vitta in basi jugo- rum primariorum excurrentes. Vittae sub jugis secundariis latae. Pericarpum spongiosum crassiusculum. Albumen adhae- rens, subsemiteres, ventre saepius depressimi vel sulcatum. Folia secta.

Tritila ex parte Benth. Hook. 887, Drude 183.

Apine/la ex parte Car. 285.

Portamento. Piante nane a fg. molto addensate alla base, fusti divaricato-patenti, subnudi, ombrelle molto compatte, so- pratutto le maschili : frutti mediocri biancastri : il resto come nel genere precedente.

Caratteri anatomici. Come nel genere precedente. Distribuzione geografica. Parte orientale del Mediter- raneo.

Osservazione. Oltre a queste specie, probabilmente vi appartiene la Trinia seseloides.

1. T. carniolica Trinia Kern. ex auct. T. vulgaris subsp.

carniolica Nym. 308. T. glauca b pianila Paol. 356.

Hab. Alpi Carniche, monti dell’ Italia centrale fino al- 1’ Abruzzo. End.

Osservazione. Gli autori hanno spesso confuso que- sta pianta colla Apinella glauca , mentre il portamento e i caratteri son diversissimi. Probabilmente si troverà al- trove nelle Alpi, nei monti illirici, ecc.

2. T. frigida Rumia Boiss. Heldr. diagli. II 6, 77, Boiss.

fi. or. II 853, Nym. 308 suppl. 145. Apinella Hai. 674. Hab. Grecia, Epiro. End. (non vidi).

3. T. Guicciardii Rumia Boiss. Heldr. diagli. II 6, 77,

Boiss. fi. or. II 854, Nym. 308. Apinella Hai. 675. Hab. Grecia. End.

XVIII. Rumia.

F ructus globoso-didymus a latere valde compressus, vix constrictus, coccis 9-jugatis, jugis primariis latis, crassissimis, dorso planis gyroso-plicatis, secundariis angustis subelevatis, levibus, commissura profunde sulcata. Mesocarpum crassum, spongiosum, in commissura crassissimum. Fasciculi in jugis primariis crassissimis valde dilatatis. Vittae in valleculis plures

tenues subcontiguae, in jugis primariis crassae subteretes dorso fasciculorum impositae. Albumen adhaerens, subpentagonum ventre planum. Folia secta.

Rumia Hoffm. Umb. ed. 2a p. 171, Car. 281! Trinici ex parte Benth. Hook. 887, Drude 183.

Portamento. Pianta più robusta dell’ Apinella, a ombrel- lette con involucretti e frutti biancastri assai più grandi, a coste contigue trasversalmente pieghettato-ondulate : il resto simile.

Caratteri anatomici. Come in Apinella.

Distribuzione geografica. Oltre a questa specie di Cri- mea, vi è la R. multiflora Willd. di cui non si conosce il luogo d’origine.

1. R. taurica Hoffm. Umb. ed. 2a 17 1, Led. 280, Boiss. 854, Nym. 308.

Hab. Crimea. End.

Subir. V. SMYRNIEAE.

Flores homomorphi, hermaphroditi vel polygami. Petala basi patentia. Fructus brevis vel longiusculus, dicoccus cum coc- cophoro saepissime complanato, coccis 5-jugatis, jugis crassis, lateralibus marginantibus. Vittae cyclicae, endocarpo et albu- mine arcte adhaerentes, mesocarpo laxissime, saepe secedentes. Mesocarpum spongiosum, crassum, vel raro submembranaceum. Albumen ventre sulcatum, intus semilunaliter exscavatum.

Osservazione. Tutti i generi qui compresi si ravvicinano per i frutti grossi, i cotiledoni germinanti congiunti in tubo alla base, i canali oleoresiniferi scorrenti in un’ ansa formata dal collenchima. Per la natura del pericarpo si avvicinano a Critlimum , Archangclica e Fcrulago, per la forma dell’albume a Caucalis, Turgenia e Physocaulis.

Molti generi esotici però sono dubbi fra questa tribù e le altre: vi appartengono probabilmente Cryptodiscus mihi 1 ( Cry-

Nome da tpvnTÓq nascosto e doppio.

149

ptodiscus Fisch. Mey. 1838 non Corda 1832) Furnrohria, Ar- racacha, Deweya , Neonelsonia, forse Glelmia (Phellopterus Benth. non Nutt.) e Smymiopsis (ristretto alla seconda se- zione).

Prospetto dei generi :

[ Flores albi. Stylopodia conica. Folia latisecta. 2.

| Flores flavi. Stylopodia plana. j.

1 Fructus levis. Juga dorsalia carinata vel fìliformia, marginalia subnulla. XIX. Smyrnium.

Fructus glochidiatus. Juga semicylindrica.

(XX. Lecokia. Fructus tomentosus. Juga cylindrica. XXI. Magydaris.

I Fructus a latere compressus. Juga crassa. Folia an-

\ gustisecta.

3

I Fructus a dorso compressus. Juga membranaceo-alata. Folia latisecta. XXIV. Colladonia.

1' Calix foliaceus. Fasciculi latissimi.

4. < XXII. Hippomarathrum.

( Calix obliteratus. Fasciculi nulli. XXIII. Cachrys.

XIX. Smyrnium.

Calix obliteratus. Petala stellata (albo-viridula) apice bre- vissime inflexa. Stylopodia submamillaria. Fructus didymus, longitudine latior, levis, coccis 5-jugatis, jugis dorsalibus fili- formibus vel crassiusculis, approximatis, lateralibus ad com- missuram vix conspicuis. Mesocarpum subcrustaceum, a vittis secedens. Fasciculi filiformes. Folia secta.

Smyrnium L. gen. n. 363, Benth. Hook. 885, Car. 262 excl. sp., Drude 166.

Portamento. Piante piuttosto alte, glabrescenti : fg. a lobi larghi dentati, le superiori intere o poco divise: involucri e involucretti piccoli : fr. neri, grandetti.

Caratteri anatomici. Fusto e picciuolo a fasci unise-

150

riali, con periciclo non sclerificato : canali secretori soprannu- merari entro il fascio di collenchima : foglie a lembo bifaciale.

Distribuzione geografica. Europa temperata e regione mediterranea; forse una specie nel Giappone (. Nothosmyrnium Miq.) e una nell’America centrale (. Donne llstnithia Coult. Rose).

Osservazione. Il pericarpo nel frutto quasi maturo è grosso e carnoso, ma colla maturazione si dissecca riducen- dosi a una sottile pellicola.

Sect. I. Oi.usatrum. Juga dorsalia triangulari-carinata. Collimi non incrassatum. Folia omnia petiolata trisecta. Co- tyledones sub germinatione in tubimi brevem 6 - nervium connexae.

1. Al olusatrum L. sp. 262, Led. 364, Bab. 15 1, Reich, fil.

97 t. 199, Boiss. 927, Lge. 65, Nym. 315 suppl. 148, Paol. 203, Bub. 416, Hai. 659, Rouy. Cam. 295.

Hab. Europa meridionale, Francia, Inghilterra. Africa bor. Asia occ.

Sect. II. Eusmyrnium. Juga dorsalia tenuia filiformia. Collimi in tuber incrassatum. Folia suprema indivisa sessilia amplexicaulia. Cotyledones sub germinatione in tubum vel cylindrum solidum 4-nervium connexae.

2. A. cipiifolium Willd. sp. 1468, Boiss. 927, Nym. 315 suppl.

148, Hai. 659.

Hab. Creta. End. (non vidi).

3. A Orp/ianidis Boiss. 925, Nym. 315, Hai. 658.

Hab. Grecia. End.

4. A. perfoliatum L. sp. pi. 262, Led. 364, Reich. 97 t. 195,

Boiss. 925, Lge. 66, Asch. Kan. 68, Nym. 315 suppl. 148, Paol. 203, Hai. 658, Rouy Cam. 295.

Hab. Europa meridionale. Asia occid.

5. A. rotundifolium Mill. diet. 3, Reich. 97 t. 166, Boiss. 925,

Asch. Kan. 68, Nym. 315, Hai. 657, Rouy Cam. 296. A'. perfoliatum 8 rotundifolium Paol. 203.

Hab. Europa centrale e meridionale : manca in Spagna. Asia occid.

Osservazione. Vedi in Géneau de bamarlière, Re- cherches etc., p. 133, le differenze nella germinazione che distinguono questa specie dalla precedente, che altri- menti sarebbero forse da congiungersi.

XX. Lecokia.

Calix minutus. Petala stellata, inflexa (alba). Styli erecti, stylopodiis conicis. Fructus oblongus a latere compressus con- strictus, echinatus, coccis 5-jugatis, jugis crassissimis semicy- lindrico-depressis, aequalibus, aequidistantibus. Mesocarpum tenue spongiosum. Fasciculi crassissimi, fere totum jugum occupantibus, e fìbris lumine ampio, pariete parum incrassata. Albumen annuliforme. Folia latisecta.

Lecokia DC. mem. Omb. 67 t. 2, Benth. Hook. 882, Car. 201, Drude 173.

Portamento. Pianta alta pelosa: radici tuberose fascico- late : foglie glabre, tripennatosette a segmenti larghi ovati dentati : fiori bianchi in ombrelle senza involucro.

Caratteri anatomici. Fusto a fasci uniseriali, con peri- ciclo sclerificato : picciuolo a fasci di collenchima molto più scavati : mesofillo bifaciale.

Distribuzione geografica. Genere monotipico del Me- diterraneo orientale e Africa boreale.

1. L. eretica DC. 1. c., Boiss. 931, Nym. 314, Hai. 660.

Hab. Creta. Asia minore, Isole Sporadi. Africa bor.

XXI. Magydaris.

Calix minutus. Petala stellata apice inflexa (alba, dorso vil- losa). Stylopodia conica stylis reflexis. Fructus oblongus vel obovatus, dense tomentosus, jugis aequalibus, crassis, cylin- dricis. Mesocarpum crassum, spongiosum. Fasciculi a latere compressi, radialiter dilatati, in medio jugorum excurrentes. Folia latisecta vel latiloba.

152

Magydaris Koch in DC. mém. Omb. 68, Benth. Hook. 904, Car. 251, Drude 174.'

Portamento. Piante alte a f. grosso rigido e pieno : fo- glie grandissime, peloso-scabre, pennatosette o pennatolobate; ombrelle grandi con involucri ed involucretti membranosi : frutti bianco-villosi.

Caratteri anatomici. Fusto con fasci in più serie: libro separato dal xilema per uno strato di periciclo in parte solo sclerificato : foglie a lembo bifaciale.

Distribuzione geografica. Mediterraneo occidentale.

1. M. pastinacea Paol. in FI. anal. it. 205 ( Cachrys Lam.

1783). M. tomentosa Koch in DC. pr. IV 281, Nym. 264 suppl. 140.

Hab. Lazio, Sardegna, Sicilia, Baleari. Africa bor.

2. M. panacifolia Lge. in Pr. fl. hisp. 62 ( Cachrys Vahl.).

M. panacina DC. pr. IV 241, Nym. 294.

Hab. Spagna, Portogallo, forse Sardegna (herb. H. bot. Pis. ! esemplare incompleto). Africa bor.

XXII. Hippomarathrum.

Calix dentibus latis, foliaceis. Corolla circinata petalis invo- lutes (flavis). Stylopodia plana. Fructus a latere compressus, ovatus vel subglobosus, coccis 5-jugatis, jugis crassis, acutis vel carinatis, aequalibus aequidistantibus. Mesocarpum crassum spongiosum. Fasciculi 5 latissimi superficiales, juga tegentes, duo insuper commissurales. Folia angustisecta.

Hippomarathrum Link. enum. pi. hort. Ber. I 170, Benth. Hook. 883, Car. 162, Drude 173 (omn. quoad spec. eur.).

Portamento. Piante piuttosto elevate a foglie divise in lobi lineari rigidi : ombrelle laterali opposte o verticillate e sterili : involucri e involucretti a ff. piuttosto lunghe fr. scabri o aculeate, di rado lisci, mediocri.

Caratteri anatomici. Fusto con fasci interni: colonne del collenchima appena scavate ad ansa: foglie a lembo sim- metrico, con abbondante parenchima acquifero.

153

Distribuzione geografica. Regione mediterranea. Osservazione. L’ Hippomarathrum crispum , Boissieri, ed altre specie orientali che hanno un frutto più largo che lungo e coste larghe depresse ottusissime, formano a mio parere un genere diverso per il quale credo si possa conservare il nome Aegomarathrum Koch.

A torto Carnei dice il pericarpo legnoso.

1. H. pteroclilaenuvi Boiss. ann. se. nat. Bot. ser. 3 II 74,

Lge. 65, Nym. 314.

Hab. Spagna, Portogallo. Afr. bor., Canarie eu.

2. H. Libanotis Koch. Paol. 205. ( Cachrys L.?).

H. Bocconi Boiss. 1. c., Lge. 65, Nym. 314 suppl. 148. Hab. Italia meridionale, Sicilia, Spagna. Africa bor.

3. H. pungens Lojac. fi. sic. II 285. H. Bocconi subsp. pun-

gens Nym. 314.

Hab. Sicilia. End.?

4. H. cristatum Boiss. ann. se. nat. Bot. ser. 3 II 74, fi. or.

932, Nym. 314 suppl. 148, Hai. 660.

Hab. Penisola Balcanica, Arcipelago. Asia occ.

5. H. pauciradiatum Hal. fi. gr. I 660.

Hab. Isola Io nelle Cicladi. End. (non vidi).

XXIII. Cachrys.

Calix minimus. Petala stellata, inflexa (flava). Stylopodia plana. Fructus hellipsoideus a latere compressus, coccis 5-ju- gatis, jugis aequalibus, crassissimis, contiguis, subconfluentibus, dorso complanato vel medio carinato vel alato. Mesocarpum crassissimum, spongiosum. Fasciculi nulli. Vittae cyclicae et te- nuissimae, plurimae in mesocarpo dispersae. Folia angustisecta.

Cachrys L. gen. n. 342 (nomen tantum), Car. 262. Cachrys et ex parte Prangos (Lindi.) Benth. Hook. 902, 904; Drude 173. 174-

Portamento. Piante alte a foglie grandi, molte volte di- vise in lacinie lineari-filiformi : ombrelle grandi subnude, tutte fertili : fiori gialli : frutti bianchicci, grandi, assai leggieri.

II

154

Caratteri anatomici. Fusto con fasci midollari interni. Mesofillo a struttura simmetrica.

Distribuzione geografica. Europa meridionale, Asia oc- cidentale e centrale, Africa settentrionale.

Osservazione. Il genere Prangos non differisce da Cachrys se non per la carena delle coste rilevata in ala. A torto le Cachrys sono dette senza coste : una sezione del frutto anche ad occhio nudo lascia vedere le vallicelle come tante linee nere.

I fasci fibrovascolari mancano assolutamente. Se Géneau de Lamarlière afferma (op. cit., p. 125) che il tessuto spugnoso mostra sulla faccia esterna dei piccoli gruppi vascolari, pro- venienti dalla dissociazione del fascio primitivo, è perchè l’au- tore ha preso per tali i piccoli canali oleoresiniferi del me- socarpo.

1. C. odontalgica Pall. it. Ili app. 720, Led. 356.

Hab. Russia mer. presso al Caspio, Siberia Altaica.

2. C. laevigata Lam. diet. I 256, Lge. 64, Nym. 314 suppl.

148, Paol. 206, Rouy Cam. 297. Armarintea Morisoni Bub. 415.

Hab. Penisola Iberica, Francia mediterranea, fino a Nizza. Africa bor.

3. C. alpina M. Bieb. fi. taur.-cauc. I 217, Led. 357, Boiss.

935- Nym. 314 suppl. 148.

Hab. Crimea, Bulgaria, forse Ungheria ( Prangos ca- nata Gris. ?). End. (non vidi).

4. C. ferii Iacea Lascrpitium L. sp. pi. ed. II 358. Pran-

gos Lindi. Quart. Journ. sc. XIX 7, Reich, fil. 96 t. 199 (err. quoad fr.), Boiss. 937, Nym. 314 suppl. 148, Paol. 206, Hai. 661.

Hab. Italia, Dalmazia, Penisola Balcanica. Asia occ.

XXIV. Colladonia.

Calix obliteratus. Petala stellata, inflexa (flava). Stylopodia complanata. Fructus a dorso compressiusculus vel compres- sus, ovalis vel oblongus, dicoccus, coccis 5-jugatis, jugis ae-

quidistantibus, aequalibus vel inaequalibus, omnibus vel mar- ginalibus tantum vel marginalibus et pro parte dorsalibus membranaceo-alatis, coeteris filiformibus, Mesocarpum crassiu- sculum, spongiosum. Fasciculi in media ala excurrentes, angusti, radialiter dilatati. Folia latisecta.

Colladonia DC. pr. IV 240, Car. 272. Prangos ex parte Benth. Hook. 904, Drude 174.

Portamento. Piante alte pelose a foglie 1-2-pennatosette e lobi assai larghi : fusti trigoni contorti in alto : involucri ed involucretti 0 o minuti : fiori gialli.

Distribuzione geografica. Asia occidentale, Europa me- ridionale-orientale.

Osservazione. La natura delle coste è certamente diversa da quella del genere Cachrys.

1. C. triquetra DC. pr. IV 240, Boiss. 944, Nym. 313.

Hab. Costantinopoli, Bulgaria. End.

2. C. angustifolia Bert. fi. it. Ili 408, Nym. 314 suppl. 147,

Paol. 201.

Hab. Puglie, Basilicata. End. (non vidi).

3. C. lieptaptera Boiss. fi. or. II 945, Nym. 314 suppl. 147.

Heptaptera colladonioides Marg. Reut. fi. Zante 52 t. 5. Colladonia Hai. 661.

Hab. Grecia, Isole Jonie. End. (non vidi).

Subtr. VI. APIEAE Car. (excl. gen.).

Flores homomorphi, hermaphroditi vel polygami. Petala basi patentia. Fructus brevis, ovatus, ovalis, vel didyinus, a la- tere compressus constrictus, dicoccus cum coccophoro coccis 5-jugatis, jugis saepe filiformibus, lateralibus marginantibus. Vittae valleculares, endocarpo et mesocarpo adhaerentes. Me- socarpum tenue. Albumen ventre planum, concavum vel sul- catum, raro convexum.

Osservazione. A questa sottotribù appartengono quasi tutte le Carinae e una gran parte delle Smymieae di Drude.

156

Prospetto dei generi :

( Folia integerrima.

( Folia secta.

Fructus aegre ruptilis.

Fructus facile ruptilis.

Albumen ventre profunde sulcatum. Albumen ventre late concavum.

2.

3-

XXXI. Trachypleurum. XXXII. Bupleurum.

4-

5- 8.

8.

io.

Albumen ventre planum vel convexum.

Juga crassa aequalia: calix obliteratus.

XXVIII. Comuni.

Juga dorsalia alata, marginanti filiformi: calix fo- liaceus. XXIX. Molopospermum.

Fructus obpyriformis, asymmetricus, aegre ruptilis.

XXX. Anisum.

Fructus didymo-globosus, symmetricus, facile rup- tilis. 6.

Juga dorsalia approximata, lateralia marginantia.

XXV. Alschingera.

Juga aequidistantia, lateralia antemarginalia. 7.

Juga obsoleta : stylopodia depressa.

XXVI. Physospermum. Juga filiformi, apicem versus gibboso-incrassata : sty- \ lopodia mamillaria. XXVII. Scaligeria.

I Petala involuto-bicruria: juga dorsalia obsoleta: vittae 1 intraiugales nullae. XXXIII. Ridolfia.

\ Petala subinvoluta, integra: juga obtusa, vitta maxima impleta. XXXIX. Seselinia.

Petala infracta vel inflexa: juga obtusa vel acuta, evittata. 9.

Juga aequidistantia, lateralia marginantia. io.

Juga dorsalia approximata, lateralia antemarginalia.

XXXVIII. Lereschia. Juga crassa spongiosa: fasciculi nulli: albumen sub- teres. 11.

Juga tenui, pro maxima parte fasciculo occupata: albumen subsemiteres. 12.

157

1 1.

Juga depressa, lateralia latiora: calix foliaceus.

XXXIV. Cicuta.

Juga elevata, lateralia subangustiora : calix obliteratus.

XXXV. Cyclospermum.

12.

!

(

Petala basi breviter unguiculata: juga filiformia.

XXXVI. Apium.

Petala longe spathulato-attenuata : juga alata.

XXXVII. Trochiscantkes.

XXV. Alschingera.

Calix minutus. Petala stellata, infracta (alba). Ovarium basi abrupte contractual. Stylopodia pulvinata. Fructus oval is facile ruptilis, coccis 5-jugatis, jugis filiformibus, dorsalibus approxi- matis, lateralibus marginantibus. Mesocarpum tenue membra- naceum. Fasciculi juga occupantes. Albumen adhaerens, ventre late profunde concavum. Folia secta.

Alschingera De Vis. FI. Dalm. Ill 69. Physospermi sp. Benth. Hook. 882, Drude 165. Smyrnii sp. Car. 286.

Portamento. Erba perenne alta a foglie grandi triterna- tosette e segmenti ovali dentati pubescenti sotto, le superiori tripartite: ombrelle verticillate: involucro polifillo: fiori bianchi.

Caratteri anatomici. Fusto senza fasci interni, a cor- teccia lignificata internamente : canali a metà della corteccia : picciuolo delle fg. con fasci interni : lembo bifaciale.

Distribuzione geografica. Europa, Asia, anche America settentrionale, se vi appartengono, come sembra, i gen. Hespe- rogenia, Museniopsis e Drudeophytum.

Osservazione. La posizione delle coste allontana questo genere da Physospermum e lo riavvicina a Smyrnium.

1. A. verticillata De Vis. 1. c. Physospermum DC. pr. IV 286, Reich, fil. 97 t. 198, Nym. 315, Paol. 202.

Hab. Penisola Italica, Sicilia, Dalmazia. Africa sett.

XXVI. Physospermum.

Calix minutus. Petala stellata, infracta (alba). Ovarium basi abrupte contractum. Stylopodia pulvinata. Fructus ovali-didy- mus, facile ruptilis, coccis levissimis jugis extus inconspicuis, aequidistantibus, lateralibus antemarginalibus . Mesocarpum membranaceum. Fasciculi depressi, profunde excurrentes. Vit- tae valleculares. Albumen ventre concavum, demum secedens. Folia secta.

Physorpcrmum Cuss. mem. soc. med. Par. 1782 p. 179, Benth. Hook. 882 ex parte, Drude 156 ex parte. Danaa All. fi. ped. II 24. Car. 283.

Portamento. Foglie glabre: ombrelle non verticillate, più ricche: frutti più piccoli e più lucidi, il resto come nel ge- nere precedente.

Caratteri anatomici. Fusto con fasci interni, zona in- terna della corteccia lignificata, come pure la parte interna del collenchima : canali oleoresiniferi a metà della corteccia : mesofillo bifaciale.

Distribuzione geografica. Europa, Asia occidentale?

1. P/i. cornubiense Bab. 15 1, Reich, fil. 96 t. 197, Asch. Kan. 68 {Ligusticum L.). Pii. aquilegifolium Koch Umb. 34, Boiss. 923, Lge. 66, Nym. 315, Paol. 202, Hai. 657, Rouy Cam. 294.

Hab. Inghilterra, Europa meridionale. End.

XXVII. Scaligeria.

Calix obliteratus. Petala expansa, infracta (alba). Ovarium basi abrupte contractum. Stylopodia mammillaria, longissima. Fructus globoso -didymus longitudine latior, facile ruptilis, coccis 5-jugatis jugis aequidistantibus, fìliformibus, apicem ver- sus incrassatis, lateralibus antemarginalibus. Mesocarpum tenue

159

membranaceum. Fasciculi juga occupantes. Vittae valleculares. Albumen adhaerens, ventre concavum, dorso vix angulatum. Folia secta.

Scaligeria. DC. mém. omb. 70 t. 1, Drude 165. Conopodii sp. Benth. Hook. 896, Car. 278.

Portamento. Erba tuberosa a foglie inf. divise in lacinie romboidali ovate talora assai piccole : involucro 0 : fiori pic- coli bianchi, frutti piccolissimi.

Caratteri anatomici. Fusto a fasci uniseriali, con fasci di collenchima molto larghi e di pochissimo spessore : canali oleoresiniferi presso il collenchima : raggi midollari fortemente lignificati.

Distribuzione geografica. Mediterraneo occidentale.

Osservazione. Irmisch ( Flora 1853, P- 38, t. I) descrisse la germinazione del Bunium creticum Urv. come tipica della nostra tribù delle Buniee. Però poiché tutte le Buniee sono perenni, mentre questa è bienne, e anche perchè questa specie è la sola nel suo genere che abbia un tubero, è poco pro- babile che sia una Buniea. Probabilmente i semi coltivati da Irmisch non erano di questa specie, ma di qualche Freyera. È probabile che anche Bentham ed Hooker esaminassero una Freyera sotto il nome di Scaligeria, perchè riuniscono questa pianta al Conopodium dal qual genere invece è molto distante.

1. 6. eretica Vis. fi. Daini. Ili 60, Reich. 94 t. 200, Boiss.

875. Nym. 315, Hai. 656. Buniitm Urv.

Hab. Dalmazia, Grecia, Arcipelago. Asia occid.

XXVIII. Conium.

Calix obliteratus. Petala expansa, infracta (alba). Ovarium basi abrupte contractum. Stylopodia pulvinata. Fructus ovalis facile ruptilis, coccis 5-jugatis, jugis aequidistantibus crasse filiformibus, lateralibus margine non immediate applicatis. Me- socarpum tenue spongiosum. Fasciculi filiformes juga occu- pantes. Vittae obliteratae. Albumen ventre profunde sulcatum. Folia secta.

i6o

Comuni L. gen. pi. n. 306, Benth. Hook. 883, Car. 281, Drude 167.

Portamento. Pianta bienne, fetida e velenosa : fusto mac- chiato : foglie tripennatosette a segmenti stretti : ombrelle a molti raggi con involucretti dimezzati reflessi : fiori bianchi : frutti biancastri a coste per lo più ondulate.

Caratteri anatomici. Fusto e picciuolo a fasci unise- riali: collenchima separato dall’epidermide da uno o più strati di cellule : canali oleoresiniferi a metà della corteccia : lembo bifaciale. L’endocarpo è formato da cellule grandi cubiche che secernono uno speciale alcaloide, la conicina.

Distribuzione geografica. Europa, Asia, Africa fino al Capo.

1. C. maculatimi L. sp. 343, Led. 365, Fr. 23, Bab. 150,

Reich, fil. 94 t. 191, Boiss. 922, Lge. 67, Asch. Kan. 68 suppl. 148, Paol. 203, Hai. 655, Rouy Cam. 297. Cicuta maior Bub. 415.

Hab. Tutta l’Europa, Asia temp., Africa bor.

2. C. divaricatimi Boiss. Heldr. diagn. II 5, 103, Hai. 656.

C. maculatum var. divaricatimi Boiss. fi. or. II 922, Nym. 315.

Hab. Grecia. End. ?

XXIX. Molopospermum.

Calix foliaceus. Petala stellata, apice vix infracta. Ovarium basi abrupte contractum. Stylopodia pulvinata. Fructus ovalis a latere valde compressus constrictus, facile ruptilis, coccis a dorso valde compressis jugis aequidistantibus lateralibus fili- formibus dorsalibus membranaceo-alatis. Pericarpum tenue spongiosum. Vittae valleculares. P'asciculi a latere compressi in medio jugorum excurrentes. Albumen adhaerens dorso tri- costatum ventre concavo -sulcatum. P'olia secta.

Molopospermum Koch gen. trib. Umb. 108, Benth. Hook. 882, Drude 154. Cicutaria (Moench. non Lam.), Car. 282.

i6i

Portamento. Pianta alta, glabra, a foglie grandissime tri- pennatosette e segmenti allungati : ombrella terminale grande, le laterali più piccole verticillate: involucro a 6-10 fif. disu- guali : fiori bianchi : frutti grandetti, quasi verniciati, spesso obliqui con cocchi a 2 sole ali.

Caratteri anatomici. Come in Conium.

Distribuzione geografica. Genere monotipico proprio d’ Europa.

1. M. cicutarium DC. pr. IV 230, Nym. 314 suppl. 148, Rouy Cam. 297. M. peloponnesiacum Koch Umb. 108, Reich, fìl. 94 t. 199, Lge. 67, Paol. 202 ( Ligusticum L.). M. cìcntae folium Bub. 414.

Hab. Alpi, Francia meridionale, Pirenei. End.

XXX. Anisuni.

Calix obliteratus. Petala stellata, infracta (alba). Ovarium basi abrupte contractum. Stylopodia submamillaria. Fructus aegre ruptilis, ovatus apice attenuatus, asymmetricus, altero latere magis abrupte in commissuram contractus, coccis 5-ju- gatis, jugis filiformibus depressis subaequidistantibus, mediano non medio dorso imposito, lateralibus antemarginalibus. Me- socarpum tenue submembranaceum. Vittae valleculares. Fa- sciculi sub jugis excurrentes. Albumen semiteres dorso adna- tum, ventre concaviusculum a pericarpo secedens. Folia secta vel dentata.

Anisum Gaertn. de fruct. I 102 t. 23. Pimpinellac sp. L. gen. n. 366, Benth. Hook. 893, Drude 195. Apii sp. Car. 280.

Portamento. Erbe annue a foglie basali indivise o terna- tosette: le superiori 2-3 pennatosette : ombrelle a pochi raggi, nude: fiori bianchi: frutti piccoletti, pubescenti, aromatici.

Caratteri anatomici. Fasci fibrovascolari uniseriati a pe- riciclo non sclerificato : canali resiniferi a metà della corteccia: mesofillo bifaciale.

Osservazione. I caratteri del frutto sono molto diversi

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da Pimpinella, o per me Apium . Non tutte le specie orien- tali riunite da Boissier nella sezione Anisum appartengono a questo genere, e forse nessuna.

1. A. vulgare Gaertn. 1. c. Pimpinella Anisum L. sp. pi. 399,

Reich, fil. 16 t. 24, Boiss. 866, Lge. 96, Nym. 307, Paol. 164, Hai. 684.

Hab. Inselvatichita nell’Europa meridionale, spontanea nelle Cicladi? (nelle Sporadi e in Cipro?) probabilmente forma coltivata della specie seguente.

2. A. creiicum Pimpinella Poir. suppl. diet. I 164, Boiss.

866, Nym. 307, Hai. 684.

Hab. Creta, Arcipelago. Asia occid.

XXXI. Trachypleurum.

Calix obliteratus. Corolla circinata, petalis involutis (flavis). Ovarium basi subattenuatum. Stylopodia pulvinata. Fructus hellipticus, persistens, irruptilis, coccophoro coccis arcte adhae- rente, coccis pentagonis 5-jugatis jugis aequalibus aequidi- stantibus filiformi-acutis apicem versus crassioribus, lateralibus marginantibus. Mesocarpum crassiusculum spongiosum, cellulis exterioribus et interioribus minoribus compressis parietis cras- sioribus. Vittae nullae. Fasciculi nulli, sed in jugis mesocar- pum a lamina verticali cellulis compressis pariete incrassata constante separatum. Albumen adhaerens, pentagonum, ventre concavum. Folia integerrima.

Trachypleurum Reich, consp. 143 p. p. Dupleuri sp. Benth. Hook. 886, Car. 277, Drude 180.

Portamento. Pianta annua, glauca, a fg. interissime, per- fogliate, ovali o bislunghe: ombrelle a circa 3 raggi, senza involucro : involucretti grandi patenti : frutti persistenti, gras- setti muricati.

Caratteri anatomici. Fusto a fasci uniseriati : colonne di collenchima riunite da 1-3 strati di cellule collenchimatose : legno dei fasci più grossi percorso da una lacuna aerifera: canali oleoresiniferi presso il periciclo : mesofillo simmetrico.

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Distribuzione geografica. Regione mediterranea.

Osservazioni. Briquet {Mon. Bnpl. alp. Mar., p. 29 e 62) descrive la parte esterna e l’ interna del mesocarpo, come pure la lamina costale come collenchima, ciò che è inesatto, perchè la parete sebbene un po’ più spessa e più scura che quella delle altre cellule, pure non presenta la struttura collenchi- matosa. Inoltre dice che la lamina costale non giunge fino al collenchima esterno, mentre io l’ho vista raggiungerlo per- fettamente. Finalmente accenna a un sottile fascio fibrovasco- lare nel mezzo della lamella, che io non ho potuto vedere.

Il coccoforo non è perfettamente libero, ma nel frutto molto maturo si stacca dal cocco con una certa facilità, per cui ho serbato qui questo genere, invece di porlo nelle Sieae, colle quali ha analogia per l’ ispessimento della parte interna del mesocarpo.

La natura del frutto mi par che separi con facilità questa pianta dai Bupleurum.

1. T. subovalum Bupleurum Link, in Spr. Umb. min. cogn. p. 19, Rouy Cam. 315. B. protractum Hoffmgg. Link, fi. port. II 387, Reich, fil. 19 t. 39, Boiss. 836, Lge. 69, Asch. Kan. 65, Nym. 312 suppl. 147 (et * B. Savignonii De Not.), Hai. 688. B. rotundifolium 8 subovatum Paol. 152. Tenor ea protracta Bub. 360.

Hab. Europa media e meridionale. Asia occid., Africa boreale.

XXXII. Bupleurum.

Calix obliteratus. Corolla circinata, petalis involutis (flavis). Ovarium basi turbinatimi, in pedicellum subabrupte attenuatum. Stylopodia pulvinata. Fructus ovali-didymus, hellipticus vel oblongus, facile ruptilis, coccophoro libero, coccis teretiusculis 5-jugatis jugis filiformibus vel alatis, aequalibus aequidistan- tibus, lateralibus marginantibus. Mesocarpum tenue spongio- sum. Fasciculi profunde excurrentes, raro lamina suffulti. Vittae valleculares, tunc nullae. Albumen teretiusculum, ventre con- vexum vel sulcatum. Folia integerrima.

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Bupleurum L. gen. n. 328, Benth. Hook. 886 excl. sp., Car. 277 excl. sp., Drude 180 excl. sp.

Portamento. Piante glabre, foglie interissime, fiori gialli, del resto svariatissimo.

Caratteri anatomici. Fasci sempre uniseriali: corteccia generalmente senza canali resiniferi, bene sviluppati invece quelli del periciclo : il resto variabile.

Distribuzione geografica. Europa, Asia, nelle parti più temperate, Africa settentrionale.

Osservazione. Ritengo che il genere finirà per esser suddiviso, poiché, salvo le foglie intere e il frutto contratto ai lati, tutto il resto è quanto mai variabile.

a. Perfoliata Gren. Godr. era.

1. B. rotundifolium L. sp. 340, Led. 268, Fr. 24, Bab. 143, Reich, fil. 19 t. 39, Boiss. 836, Lge. 69, Asch. Kan. 65, Nym. 311 suppl. 147, Paol. 152, Hai. 688, Rouy Cam. 314. Tenorca Bub. 360.

Hab. Tutta l’ Europa, meno le regioni artiche. Asia occidentale.

b. Reticulata Gren. Godr.

2. B. stellatimi L. sp. 340, Reich, fil. 20 t. 41, Nym. 313,

Paol. 152, Rouy Cam. 318.

Hab. Alpi, Corsica. End.

3. B. angulosum L. sp. 341, Lge. 76, Nym. 313 suppl. 146. B. pyrenaeum Gou. ili. 8 t. 4, Reich, fil. 19 t. 40, Rouy Cam. 317. Tenorca pyrenaea Bub. 361.

Hab. Pirenei. End.

4. B. longifolium L. sp. 341, Reich, fil. 19 t. 40, Lge. 76, Asch. Kan. 65, Nym. 313 suppl. 146, Rouy Cam. 173-

Hab. Europa centrale. End.

5. B. aureum Fisch. in Hoffin. Umb. 125, Led. 263, Nym. 3T3 suppl. 146.

Hab. Russia orientale, Transilvania? Siberia.

1 65

c. Trachycarpa Lge.

6. B. semicompositum L. am. ac. IV 405?, Reich, fil. 24 t. 50, Nym. 313 suppl. 147, Paol. 155.

Pianta virens, elatiuscula : folia tenuiter membranacea, inferiora oblongo-spathulata, apice abrupte acuminata ; intus parenchymate aquifero destituta: caulis epidermide sublevi ; fasciculis collenchymaticis obtusis : involucella phyllis margine sublevibus, subaristatis : fructus oblongus.

Hab. Sicilia (De Not. !). Indicato in Istria, Veneto, Piemonte, Toscana, Spagna, Russia merid., poi in Tu- nisia, Algeria e Persia.

Osservazione. I caratteri addotti rendono impossi- bile la confusione colla specie seguente.

7. B. glaucum Rob. Cast, in DC. suppl. fi. fr. V 15, Reich, fil. 99 t. 208, Boiss. 842, Nym. 313 suppl. 147. B. se- micompositum (an. L. ?) Lge. 70, Hai. 693 . B. semicom- positum fi glaucum Paol. 155, Rouy Cam. 336 (pro subsp.).

Tenor ea glauca Bub. 359.

Pianta glauca, pusilla: folia crassiuscula, apice sensim attenuata, lineari-lanceolata, infima time oblongo-lanceo- lata ; parenchymate aquifero intus abunde praedita : caulis epidermide acute papillosa ; fasciculis collenchymaticis acutis : involucella phyllis margine plus-minusve denti- culatis, acuminatis : fructus ovali-didymus.

Hab. Europa meridionale. Asia occidentale, Africa bo- reale, Canarie.

8. B. Marschallianum C. A. Mey. enum. 123, Led. 262, Boiss. 842, Hai. 693. B. gracile DC. pr. IV 128, Nym. 313.

Hab. Penisola Balcanica, Crimea. Asia occidentale.

9. B. tenuissimum L. sp. 343, Fr. 24, Bab. 143, Reich, fil.

24 t. 50, Boiss. 841, Lge. 69, Asch. Kan. 65, Nym. 313 suppl. 147, Paol. 155, Rouy Cam. 334.

Hab. Europa media e meridionale, Asia occidentale.

d. Glumacea Boiss.

io. B. divaricatimi Lamk. fi. Fr. Ili 410 (1778). B. Odon- tites L. sp. 342? non Bartl. Asch. Kan. 65 (et * B. bai-

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dense Turra), Paol. 154 (var. a et 8) Rouy Cam. 336. B. aris tatuili Bartl. Wendl. Beitr. 89, Led. 263, Bab. 143, Reich, fil. 23 t. 47, 48, Boiss. 839, Lge. 71 (et * B. opacum Lge.), Nym. 312 suppl. 147. Tenorea divaricata Bub. 359.

Hab. Europa media e meridionale. Asia occidentale.

11. B. Kargli De Vis. fl. Dalm. Ill 25, Reich, fil. 22 t. 48, Asch. Kan. 65, Nym. 312 suppl. 147.

Hab. Dalmazia, Bosnia, Albania. End. (non vidi).

12. B. semidiaphanum Boiss. diagn. II 6, 73, fi. or. II 838, Nym. 312, Hal. 690. B. apiculatum (non Friw.) Reich, fil. 24 t. 49.

Hab. Grecia, Isole Jonie. End.

13. B. variabile Bald, in Malp. V 70.

Hab. Montenegro, Albania. End. (non vidi).

14. B. flavicans Boiss. Heldr. diagn. II 6, 73, Boiss. fl. or.

II 838, Nym. 312 suppl. 147, Hal. 689.

Hab. Grecia. End. (non vidi).

15. B. Fontanesii Guss. ind. sem. h. Bocc. 1825, Hal. 691. B. Odontites (an. I,.?) Bartl. Wendl. Beitr. 90, Reich. 23 t. 47, Boiss. 839, Lge. 71, Nym. 312 suppl. 147. B. Odontites 7 Fontanesii Paol. 154.

Hab. Europa meridionale, Asia occidentale.

16. B. apiculatum Friw. Flora 1835, Boiss. 838, Asch. Kan. 65, Nym. 312 suppl. 147, Hal. 689.

Hab. Macedonia. End. (non vidi).

17. B. glumaceum Sibth. Sm. pr. I 177, Reich, fil. 24 t. 46, Boiss. 837, Nym. 312 suppl. 147, Hal. 688.

Hab. Grecia, Turchia, Arcipelago. Asia occidentale.

18. B. capillare Boiss. Heldr. diagn. II 2, 82, Boiss. fl. or.

II 841, Nym. 312, Hal. 691.

Hab. Monte Parnaso in Grecia. End. (non vidi).

e. Juncea Briq.

19. B. aspcruloides Heldr. in Boiss. diagn. II 6, 76, Boiss. fl. or. II 848, Nym. 313, Hal. 693.

Hab. Grecia. End.

1 67

20. B. filicalde Brot. fl. lus. I 452, Lge. 72, Nym. 313 suppl. 147.

Hab. Spagna, Portogallo. Africa bor. (non vidi).

21. B. trichopodum Boiss. Sprun. Ann. sc. nat. ser. 3 I 145, Boiss. fl. or. II 846, Nym. 313, Hal. 692.

Hab. Grecia, Asia occidentale.

8 methanaeum Haussk. symb. 97, Hal. 692.

Hab. Grecia (prom. Methana).

22. B. Gerardi All. Auct. syn. 81, Led. 262, Reich. 22 t. 46, Boiss. 845, Lge. 72, Asch. Kan. 65, Nym. 313 suppl. 147, Paol. 155, Rouy Cam. 332. B. australe Jord. pug. 72, Hal. 692.

Hab. Europa meridionale temperata. End.

23. B. ajfine Sadi. fl. com. Pesth. 204, Boiss. 845, Asch. Kan. 65, Nym. 313 suppl. 147, Rouy Cam. 331. B. Gerardi b virgatum Reich, crit. 56, Reich, fil. 22 t. 46, Paol. 155.

Hab. Ungheria, Penisola Balcanica, Illiria, forse Italia. End.

24. B. junceum L. sp. 342, Led. 262, Reich, fil. 22 t. 42, Boiss. 843, Lge. 72, Asch. Kan. 65, Nym. 313 suppl. 147, Paol. 155, Hal. 691, Rouy Cam. 331. Tenorae Bub. 366.

Hab. Europa meridionale. End.

25. B. laxum Velen. in CEst. Bot. Zeitschr. XLI 397.

Hab. Bulgaria. End. (non vidi).

26. B. commutatimi Boiss. Bai. diagn. II 6, 76, Boiss. fl. or.

II 848, Nym. 313 suppl. 147, Hal. 693.

Hab. Penisola Balcanica, Crimea. Oriente.

f. Nervosa Briq.

27. B. ranunculoides L. sp. 342, Led. 265, Reich, fil. 21 t. 45, Lge. 75, Asch. Kan. 65, Nym. 313 suppl. 147, Paol. 154, Rouy Cam. 322, Tenorca caricifolia Bub. 363.

fi caricifolium (Willd.) Reich, fil. 21 t. 45, B. cana- leuse t. 207. B. ranunculoides fi caricinum Lge. 75, Nym. 313. B. ranunculoides fi gramineum Paol. 154. B. ranun-

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culoides for. Perrier li et for. gramineum Rouy Cam.

323. 324-

Hab. Insieme con la specie, per le montagne delle Alpi, dei Pirenei, della Bosnia e di tutta 1’ Europa centrale. End.

7 Telonense Gren. in Bill. 63, Rouy Cam. 325 (forma).

Hab. Francia meridionale, Liguria (Rouy Cam.).

28. B. Sonliaei B. ranunculoid.es subsp. Souliei Coste Bull, soc. bot. Fr. 1901 p. cxx.

Hab. Corsica al M. Cinto; pendìi rocciosi verso 2500 m. (Soulié). End. (non vidi).

Osservazione. Sebbene non abbia veduto la pianta, pure dai caratteri addotti della radice, dell’ involucretto, molto più breve dei fiori, e dei frutti, non esito a con- siderarla come specie diversa.

29. B. falcatimi L. sp. pi. 341, Bab. 143, Reich, fil. 21 t. 44, Boiss. 850, Lge. 75, Asch. Kan. 65, Nym. 313 suppl. 140, Paol. 153, Rouy Cam. 326. Tenorea Bub. 365.

Hab. Europa centrale, occidentale e meridionale. Asia occidentale.

fi corsicum (Coss. Kral.) Paol. 153 (subvar. b), Rouy Cam. 329 (subsp.).

Hab. Corsica.

7 tenuifolium (Pourr.). B. falcatimi for. tenuifolium et for. neglectum Rouy Cam. 326. B. falcatimi fi exai ta- tuili Paol. 153 (excl. syn. Marsch.-Bieb.). * B. gramineum (non Vili.), Reich, fil. 21 t. 43, 44, Lge. 75, Asch. Kan. 65, Nym. 313 suppl. 146. * B. Baldense Host.? Boiss. 848. * B. Sibtliorpianuin Sibth. Sm. pr. ; Hai. 687 (et *B. parnassicum Hai.).*/?, ex aitatimi Nym. suppl. 146? non Marsch.-Bieb.

Hab. Europa meridionale, fino dalle Alpi. Asia occid.

5 exaltatum (Marsch.-Bieb.). * B. exaltation Led. 266, Nym. 313.

Hab. Crimea.

30. B. olyinpicuin Boiss. Ann. se. nat. ser. 3 I 140, suppl. fi. or. 252.

Hab. Macedonia, Tracia. Asia minore (non vidi).

31. B. graminifolium Vahl. symb. Ill 48, Paol. 154, Rouy Cam. 321. B. petraeiun (non L.) Led. 266, Reich, fil. 20 t. 42, Nym. 313 suppl. 147.

Hab. Europa meridionale temperata. End.

32. B. datum Guss. fi. sic. I 316, Nym. 310 suppl. 146,

Paol. 154.

Hab. Monti del centro della Sicilia. End. (non vidi).

33. B. Bourgaei Boiss. Reut. diagn. II 2, 84, Lge. 74, Nym. 310.

Hab. Spagna. End. (non vidi).

g. Rigida (non Drude).

34. B. rigidum L. sp. pi. 238, Lge. 74, Nym. 310 suppl. 146, Paol. 152, Rouy Cam. 329. Tenorea Bub. 366.

Hab. Penisola Iberica, Francia meridionale. Africa bor.

h. Frutescentia.

35. B. paniculatum Brot. fi. lus. I 455, Lge. 74, Nym. 310.

Hab. Penisola Iberica. Africa boreale.

36. B. fruticescens L. sp. 318, Lge. 74, Nym. 310 suppl. 146,

Rouy Cam. 330. Tenorea Spr. Umb. 376, Bub. 367 . Hab. Spagna, Portogallo, Pirenei. Africa boreale.

37. B. dianthifolium Guss. suppl. I 171, Nym. 310 suppl. 146,

Paol. 153.

Hab. Isole Egadi presso la Sicilia. End.

38. B. Barceloi Coss. in Willk. Linnaea XL 430, Nym. 310

suppl. 146.

Hb. Isole Baleari. End. (non vidi).

i. Spinosa.

39. B. spinosum L. fil. suppl. 178, Lge. 73, Nym. 310,

Paol. 153.

Hab. Spagna, forse Corsica e Italia merid. Africa bor.

j. Coriacea Gr. Godr.

40. B. fruticosum L. sp. 343, Reich, fil. 25 t. 45, Boiss. 851, Lge. 77, Nym. 310 suppl. 146, Paol. 153, Hai. 687, Rouy Cam. 315. Tenorea Spr. Bub. 367.

Hab. Europa meridionale. Africa boreale.

.0 insulare Rouy Cam. 316 (subsp.).

Hab. Corsica.

41. B. gibraltaricum Lam. Diet. I 520, Nym. 310 suppl. 146. B. verticale Ort. Lge. 76.

Hab. Penisola Iberica. Africa boreale.

42. B. foliosum Salzm. in DC. pr. IV 134, Nym. 310.

Hab. Spagna meridionale. Africa bor. (non vidi).

XXXIII. Ridolfia.

Calix obliteratus. Corolla circinata, petalis involuto-bicru- ribus (flavis). Ovarium basi subattenuatum. Stylopodia depressa. Fructus hellipticus a latere parum compressus contractus, fa- cile ruptilis, coccis dorso levibus, jugis (extus inconspicuis) aequidistantibus, lateralibus marginantibus. Fasciculi filiformes, marginales crassiores. Vittae valleculares. Mesocarpum sub- spongiosum. Albumen a dorso compressiusculum, ventre pla- num. Folia secta.

Ridolfia Mor. en. sem. h. Taur. 1841 p. 49, Car. 277, Drude 187. Carum ex parte Benth. Hook. 890.

Portamento. Pianta piccola annua a foglie divise in seg- menti capillari : ombrelle piccole nude a molti raggi ineguali : fiori e frutti piccoli.

Caratteri anatomici. Fasci fibrovascolari uniseriati, al- ternativamente più grandi con collenchima e più piccoli senza : canali oleoresiniferi presso il collenchima : periciclo non scle- rificato : foglie a lembo quasi omogeneo.

Distribuzione geografica. Genere monotipico mediter- raneo.

1. R. segetum Mor. 1. c., Reich, fil. 38 t. 91, Boiss. 858, Nym. 308 suppl. 146, Paol. 156, Hai. 685.

Hab. Regione Italica e Balcanica. Asia occid. Africa boreale.

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XXXIV. Cicuta.

Calix foliaceus. Petala stellata, infracta (alba). Ovarium basi abrupte contractum. Stylopodia depressa. Fructus didymus, longitudine latior, facile ruptilis, Coccis 5-jugatis, jugis latis, crassis, depressis, aequidistantibus, lateralibus marginantibus valde crassioribus. Fasciculi nulli. Vittae valleculares. Meso- carpum spongiosum. Albumen teretiusculum. Folia secta.

Cicuta L. gen. pi. n. 354, Benth. Hook. 889, Car. 280, Drude 187.

Portamento. Pianta perenne, acquatica: rizoma con setti trasversali : fusto e picciuolo fistolosi : foglie tripennatosette a segmenti lanceolati : fiori bianchi in ombrelle terminali ed op- positifolie : involucretto a ff. setacee: frutti piccoli.

Caratteri anatomici. Fusto senza fasci interni, a canali oleoresiniferi a metà della corteccia : raggi midollari a cellule allungate radialmente : mesofillo bifaciale.

Distribuzione geografica. Emisfero boreale nelle regioni fredde e temperate : più numeroso in America.

1. C. virosa L. sp. 355, Led. 241, Fries. 24, Bab. 140, Reich, fil. 7 t. 12, Boiss. 922, Lge. 94, Nym. 304 suppl. 144, Paol. 162, Hal. 675, Rouy Cam. 341.

Hab. Tutta l’Europa, rara al Sud. Siberia, Giappone.

XXXV. Cyclospermum.

Calix obliteratus. Petala subcampanulata, infracta. Stamina petala non superantia, ab his occultata. Stylopodia depressa. Ovarium basi abrupte contractum. Fructus ovatus a latere compressus constrictus, facile ruptilis, coccophoro apice sub- dilatato : cocci 5-jugati, jugis crassis elevatis, aequidistantibus, lateralibus subminoribus, marginantibus. Fasciculi nulli. Vittae valleculares. Pericarpum crassiusculum, spongiosum. Albumen adhaerens, teretiusculum.

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Cyclospermum Lag. amoen. acad. matr. II ioi. Apii sp. Benth. Hook. 888, Car. 278, Drude 184.

Portamento. Rammenta la Ridolfia, ma ad ombrelle più piccole a raggi ineguali e a fiori bianchi.

Caratteri anatomici. Fusto a fasci uniseriali con peri- ciclo e raggi midollari bene sclerificati : canali oleoresiniferi presso il collenchima : mesofillo quasi omogeneo.

Distribuzione geografica. Genere americano e dell’emi- sfero australe, avventizio in Europa, ma ora non più ritrovato.

1. C. Animi Lag. 1. c. Sison Jacq. ex auct. Hclosciadium leptophyllimi DC. pr. IV 105, Reich, fil. 8 t. 19, Nym. 310. Apium leptophyllum F. Muli., Paol. 161.

Hab. Trovata in Toscana e in Istria. America, Au- stralia.

XXXVI. Apium.

Calix obliteratus, raro minute quinquedentatus. Petala stel- lata, infracta vel inflexa (saepius alba). Stylopodia pulvinata. Ovarium in pedicello abrupte contractum. Fructus globulosus, ovalis vel ovatus facile ruptilis, coccophoro filiformi : cocci 5-jugati, jugis filiformibus, saepius depressis, aequalibus, aequidi- stantibus, lateralibus marginantibus. Fasciculi filiformes, saepius sub jugisexcurrentes. Vittae valleculares. Pericarpum tenue, spongiosum vel membranaceum. Albumen adhaerens, subsemi- teres. Folia secta.

Apium L. gen. 367 em. Car. in Pari. fi. it. Vili 422 epit. fi. Eur. 278 (excl. sp.). Apium, Aegopodium, Animi, Carimi, Pimpinella Benth. Hook. 888-893 exc^- SP- Apium, Aegopo- dium, Animi, Carimi, Petroselinum, Pimpinella, Ptychotis, Sison, Siimi Drude 184-197 excl. sp.

Portamento. Vario. Foglie spesso semplicemente pennate, o 2-3-pennate a segmenti stretti. Fiori bianchi, di rado gial- lognoli. Frutti piccoli.

Caratteri anatomici. Fasci uniseriali a periciclo gene- ralmente non sclerifìcato : canali oleoresiniferi a metà della

corteccia o ravvicinate al collenchima : lembo quasi sempre bifaciale.

Distribuzione geografica. Tutto il mondo, meno la Oceania.

Osservazione. Nessun carattere differenziale ben definito separa i numerosi generi qui riuniti.

Sect. I. Hydroselinum. Petala aequalia, basi cuneata, rotundata vel cuneata. Styli in flore et in fructu breves. Fru- ctus ovalis vel subrotundus, jugis crassiusculis, coccophoro simplici. Vittae conspicuae. Folia pinnatisecta. Canales l'esi- niferi collenchymate adpressi. Umbellae oppositifoliae.

1. A. graveolens L. sp. 264, Led. 242, Fr. 24, Bab. 140,

Reich, fil. 9 t. 13, Boiss. 856, Lge. 93, Asch. Kan. 64, Nym. 309 suppl. 146, Paol. 161, Rouy Cam. 365.

Hab. Luoghi paludosi salmastri in tutta Europa. Asia occid. Africa.

2. A. inundatuvi Reich, fil. 9 t. 14, Lge. 94, Paol. 161. He-

losciadiuvi Kocli Umb. 126, Led. 244, Fr. 24, Bab. 141, Nym. 309 suppl. 146, Rouy Cam. 364.

Hab. Europa, meno le regioni artiche e le più calde. Africa settentrionale.

3. A. crassipes Reich, fil. 9 t. 13. Hdosciadium Koch Umb.

126, Nym. 309 suppl. 146, Rouy Cam. 364. A. inun- daium fi crassipes Paol. 161.

Hab. Corsica, Sardegna, Lazio. Africa boreale.

4. A. nodiflorum Reich, fil. io t. 15, Lge. 93, Paol. 161.

Helosciadiuni Koch Umb. 126, Led. 244, Bab. 141, Boiss. 856, Asch. Kan. 64, Nym. 309 suppl. 146, Bub. 346, Hai. 676, Rouy Cam. 362.

Hab. Europa, meno le parti settentrionali. Asia occ. Africa bor., Abissinia.

5. A. elaturn - Hdoscìadnim Willk. in Reverch. pi. hisp.

1895 n. 1060.

Hab. Spagna. End.

6. A. repens Reich, fil. 10 t. 14, Lge. 94. Helosciadium Koch

Umb. 126, Fr. 24, Nym. 309 suppl. 146. A. ìiodiflorum

174

c repens Paol. 1 6 1 . Helosciadium nodiflorum subsp. repens Rouy Cam. 363.

Hab. Europa centrale e occidentale temperata. End.

Sect. II. Petroselinum (Hoffm.). Petala aequalia, basi cordata inflexa vel infracta, lacinula 3-5-dentata. Styli in flore et in fructu breves. Fructus ovalis vel subrotundus, jugis cras- siusculis, coccophoro bipartito. Vittae conspicuae.

7. A. Thorei Ptychotis Gren. Godr. fl. Fr. I 735, Rouy Cam. 355, Helosciadium intermedium DC. pr. IV 105, Bub. 347. Petroselinum intermedium Reich, fil. ri t. 17. Carum inundatum Lesp. Nym. 308.

Hab. Francia meridionale-occidentale. End.

8. A. ammoides Seseli L. sp. pi. ed. II 379. Ptychotis Koch Umb. 124, Boiss. 890, Lge. 90, Asch. Kan. 64, Nym. 309 suppl. 144, Rouy Cam. 364. Petroselinum Reich, fil. ut. 17, Paol. 160. Sison Animi L. sp. 252? Ptychotis Animi Hal. 679.

Hab. Europa meridionale. Asia occid. Africa bor.

9. A. segetum Dura, ex auct. Petroselinum Koch Umb. 127, Bab. 140, Reich, fil. 1 1 t. 16, Nym. 309 suppl. 146, Paol. 160, Bub. 345, Rouy Cam. 361.

Hab. Francia, Inghilterra, Paesi Bassi, Penisola Ibe- rica, Italia settent. End.

10. A. Amomum Car. in Pari. fl. it. Vili 466. Sison L. sp. 252, Bab. 141, Reich, fil. 13 t. 18, Boiss. 893, Lge. 89, Nym. 305 suppl. 145, Paol. 163, Hai. 681, Rouy Cam. 357. Sison credimi Sai. Bub. 349.

Hab. Europa centrale e meridionale. Asia occid.

11. A. Petroselinum L. sp. 264. Petroselinum sativum Hoffm. Umb. I 78, Boiss. 857, Lge. 100, Asch. Kan. 64, Nym. 309 suppl. 146, Hai. 685, Rouy Cam. 361. Petroseli- num hortense Hoffm. 1. c., Reich, fil. io t. 16, Paol. 163. Petroselinum macedonicum Bub. 344.

Hab. Penisola Balcanica : coltivato in tutta l’ Europa e spesso inselvatichito. Asia occid. Africa settentrionale.

i75

12. A. occidentale Ligusticum peregrinimi L. ex auct. Pe- troselinum peregrinimi Lag. ex auct., Lge. ioo, Nym. 309, Bub. 344.

Hab. Asturie, Biscaglia, Portogallo settentr. End.

Sect. III. Ammi (L.). Petala basi cuneata, ample ra- diantia, apice infracta, lacinula integra. Styli in fière breves, in fructu acereti, reflexi, Fructus hellipticus, jugis filiformibus, vittis conspicuis saepe prosilientibus. Coccophorum bipartitum. Species annuae. Involucra phyllis saepius ramosis.

13. A. Ammi-majus Crantz Cl. Umb. 103. Animi majus L. sp. pi. 243, Led. 246, Reich, fil. 18 t. 23, Boiss. 891, Lge. 89, Asch. Kan. 64, Nym. 205 suppl. 144, Paol. 159, Hal. 680, Rouy Cam. 680. Visnaga vulgaris Bub. 350.

Hab. Europa meridionale. Asia occid. Africa boreale. Canarie.

14. ìA. pumilum Animi DC. pr. IV 1 13, Nym. 305 suppl. 144.

Hab. Portogallo. End. ? (non vidi).

15. A. Visnaga Crantz Cl. Umb. 104. Animi Lam. fl. fr. Ill 462, Boiss. 892, Lge. 90, Asch. Kan. 64, Nym. 305, Paol. 159, Hal. 680, Rouy Cam. 359. Visnaga daucoi- des Gaertn., Bub. 350.

Hab. Europa meridionale, Asia occ., Africa bor.

16. A. crinitum Car. in Pari. fl. it. VIII 441. Animi Guss. in Ten. viag. Bas. Cal. 1 1 9, Nym. 305, Paol. 159.

Hab. Italia meridionale. End. fnon vidi).

Sect. IV. Carum (L.). Petala basi cuneata, aequalia vel vix radiantia, infracta, lacinula integra. Styli in flore breves, in fructu accrete, reflexi. Fructus ovato-oblongus, jugis acutis, vittis conspicuis non prosilientibus. Coccophorum bipartitum. Involucrum et involucellum phyllis integris linearibus vel 0. Folia angustisecta.

17. A. Carvi Crantz Cl. Umb. 101. Carum L. sp. pi. 263, Led. 248, Fr. 24, Bab. 141, Lge, 92, Nym. 307 suppl. 145, Paol. 158, Rouy Cam. 356. Bunium Marsch.-Bieb.

176

fl. taur.-cauc. I 21 1, Reich, fil. 14 t. 31, Asch. Kan. 64. Carvi Car cum Bub. 352.

Hab. Quasi tutta l’ Europa, meno le parti più calde. Asia occidentale, boreale e centrale. i#8. A. verticillatum Car. in Pari. fi. it. Vili 430. Carum Koch Umb. 122, Bab. 141, Lge. 91, Nym. 307 suppl. 145, Rouy Cam. 356. Bunium Gr. Godr., Reich, fil. 14 t. 32. Carvi Bub. 353.

Hab. Europa occidentale e centrale. End.

19. A. rigidulum Car. in Pari. fl. it. Vili 434. Carum Koch Umb. 122, Nym. 307 suppl. 145, Paol. 159.

Hab. Alpi Apuane. End.

20. A. fiexuosum Car. in Pari. fl. it. Vili 434. Carum Nym. 307 (non With.). Carum carvifolium Are., Paol. 158.

Hab. Appennini centrali. End.

21. A. meoides Silaus Gris. spie. fl. rum. bith. I 362.

Carum Hai. 678. Carum graecum Boiss. Heldr. diagn.

I 6, 58, Boiss. fl. or. II 881, Nym. 307 suppl. 145. Bunium graecum Asch. Kan. 64.

Hab. Penisola Balcanica. End.

22. A. Heldreichii Carum Boiss. diagn. II, 2, 78; fl. or.

II 882, Nym. 307 suppl. 145, Hai. 678.

Hab. Grecia. End.

23. A. rupestre Carum Boiss. Heldr. diagn. II 2, 79, Boiss.

fl. or. II 882, Nym. 307 suppl. 145, Hai. 679.

Hab. Grecia. End. (non vidi).

Sect. V. Reutera (Boiss. em.). Petala basi rotundata vel cuneata, aequalia, lacinula inflexa integra. Styli in flore breves, in fructu longiusculi reflexi. Fructus ovalis vel globu- losus, jugis acutis vel obtusis, vittis conspicuis non prosilien- tibus. Coccophorum bipartitimi.

24. A. Sisarum Siam L. sp. 251.

a. lancifolium. Radices incrassatae paucae vel defi- cientes : caulis 30-60 cm. altus : umbellae 20-30 radiatae. Forma spontanea.

Sium iancifolium Marsch.-Bieb. fl. taur.-cauc. Ili 230,

177

Led. 260, Boiss. 888, Nym. 305 suppl. 144.

Hab. Russia merid. Penisola Balcanica. Asia setten- trionale e centrale.

b. sativum. Radices incrassatae plures, edules : caulis 20-40 cm. altus: umbellae 15-20 radiatae. Forma culta. Hab. Coltivato qua e là, ma piuttosto raramente. Osservazione. Non esiste assolutamente alcuna altra differenza fra il S. lancifolium e il A. Sisarum ; solo nella forma coltivata il maggiore sviluppo delle radici ha fatto diminuire le parti aeree.

25. A. serbicum - Pancicia De Vis. ind. seni. h. Pat. 1857

t. 6, Asch. Kan. 64, Nym. 307.

Hab. Serbia, Montenegro, Albania. End.

26. A. catalaunicum Reutera gracilis var. catalaunica Costa Cat. 103, Lge. 99, Nym. 309.

Hab. Catalogna. End. (non vidi).

Osservazione. I caratteri addotti da Lange mi paiono sufficienti per distinguerla specificamente da A. gracile.

27. A. gracile Rezitera Boiss. voy. bot. Esp. 243, Lge. 99, Nym. 309.

Hab. Spagna meridionale. End. (non vidi).

28. A. puberulUm Reutera Lose. Pard. ser. ine. pi. Ar.

144, Lge. 99, Nym. 309 suppl. 146.

Hab. Aragona. End. (non vidi).

29. A. chrysanthum Pimpinella Orph. mss. Reutera rigi- dula Boiss. Orph. Diagn. II 2, 77, Boiss. fi. or. 863, Nym. 309, Hai. 685.

Hab. Grecia. End.

30. A. procumbens Reutera Boiss. voy. bot. Esp. 243,

Lge. 99, Nym. 309.

Hab. Spagna meridionale. End.

Sect. VI. Pimpinella (L. pro gen.). Petala basi cu- neata vel rotundata, alba, subradiantia. Styli in flore elongati, divaricati vel recurvi, tunc suberecti. Fructus ovalis vel glo- bulosus, jugis obtusissimis, vittis non prosilientibus. Cocco- phorum bipartitum. Folia saepius pinnatisecta, latisecta. Invo- lucrum et involucella nulla.

- i78

31. A. Tragium Car. in Pari. fl. it. VIII 460. Pimpinella Vili, prosp. 24, Led. 256, Reich, fil. 17 t. 26, Boiss. 871, Lge. 96, Asch. Kan. 64, Nym. 306 suppl. 141, Paol. 164, Bub. 356, Hal. 682, Rouy Cam. 347.

Hab. Europa meridionale. Asia occ. Africa boreale.

32. A. Pretenderti Pimpinella (Orph. fl. gr. n. 1120) Hal. fl. gr. I 683. Pimpinella Tragium 4 maritima Boiss. 872. P. Tragium subsp. Pretenderti Nym. 306.

Hab. Cicladi (isola Pholegandros e Thera). End. (non vidi).

33. A. Pimpinella Car. in Pari. fl. it. VIII 452. Pimpinella major Huds., Paol. 163, Bub. 354. P. maglia L. Mant. 219, Led. 254, Fr. 24, Bab. 142, Reich, fil. 17 t. 27, Lge. 97, Asch. Kan. 64, Nym. 305 suppl. 145, Rouy Cam. 345.

Hab. Quasi tutta Europa meno la parte più orien- tale. End.

34. A. saxifragum Pimpinella L. sp. 264, Led. 255, Fr.

24 (et * P. nigra Willd.), Bab. 142, Reich, fil. 17 t. 28, Boiss. 873, Lge. 97, Asch Kan. 64, Nym. 306 suppl. 145, Paol. 163, Rouy Cam. 346. P. minor Bub. 355. Hab. Europa, meno la parte più orientale. End.

35. A. siifolium Pimpinella Ler. Lev. Journ. of Bot. 1879 p. 143, Nym. suppl. 145. P. cantabrica Bub. fl. pyr. 355.

Hab. Spagna sett. (Biscaglia, Asturie). End. (non vidi).

36. A. laconicum Pimpinella Hai. 681.

Hab. Peloponneso. End. (non vidi).

37. A. peregrinimi Crantz. cl. Umb. 101. Pimpinella L. sp. pi. 264, Led. 267. Reich, fil. 17 t. 25, Boiss. 867, Lge. 96, Asch. Kan. 64, Nym. 306, Paol. 164, Hai. 683, Rouy Cam. 347.

Hab. Europa meridionale. Asia occidentale.

38. A. Bickncllii Pimpinella Briq. ex auct.

Hab. Baleari. End.

39. A. Gussonei Pimpinella Bert. fl. it. Ili 270, Nym. 306 suppl. 145. P. antioides fi Gussonei Paol. 164.

Hab. Italia meridionale, Sicilia. End.

179

40. A. anisoides Car. in Pari. fl. it. VIII 458. Pimpinella Brig, ex auct. Nym. 306, Paol. 164.

Hab. Italia meridionale, Sicilia, Dalmazia. End.

41. A. villosum Pimpinella Schousb. Maroc. 139, Lge. 96, Nym. 306 suppl. 145.

Hab. Penisola Iberica. Africa settentrionale.

42. A. dichotomum Pimpinella L. mant. 58, Lge. 95, Nym. 307 suppl. 145.

Hab. Spagna centrale. Africa settentrionale.

Sect. VII. Aegopodium (L. pro gen.). Petala basi cu- neata (alba) aequalia. Styli sub anthesi breves, in fructu ac- ereti divaricati. Fructus hellipticus, jugis filiformibus, vittis nullis. Coccophorum bifurcum. Folia biternatisecta, segmentis amplis ovatis serratis. Caulis elatus fistulosus. Involucra et in- volucella nulla.

43. A. Podagraria Car. in Pari. VIII 467. Aegopodium L. sp. 265, Led. 247, Fr. 24, Bab. 141, Reich, fil. 18 t. 20, Boiss. 889, Lge. 89, Asch. Kan. 64, Nym. 305 suppl. 144, Paol. 165, Hal. 675, Rouy Cam. 343. Podagraria erratica Bub. 352.

Hab. Tutta Europa. Asia settentrionale.

XXXVII. Trochiscanthes.

Calix minutus. Petala stellata, longe lineari-spathulata, apice infracta (albo-viridula). Stylopodia depressa. Ovarium basi abrupte contractum. Fructus oblongo-hellipticus, a latere parum compressus constrictus, facile ruptilis, coccis 5-jugatis, jugis ae- qualibus aequidistantibus alatis, lateralibus marginantibus. Me- socarpum spongiosum. Fasciculi lateraliter compressi dilatati alam occupantibus, ad endocarpum producti. Vittae vallecu- lares. Albumen adhaerens, subpentagonum, ventre planum. Folia secta.

Trochiscayithes Koch gen. Umb. 103, Benth. Hook. 910, Car. 280, Drude 209.

i8o

Portamento. Pianta assai alta: fusto eretto, striato: foglie tripennatosette a segmenti grandi ovato-lanceolati seghettati : ombrelle numerose in grande pannocchia verticillata: invo- lucro ed involucretto piccoli : frutti piccoletti a molte vitte.

Caratteri anatomici. Fusto a fasci uniseriali, con peri- ciclo sclerificato : canali oleoresiniferi a metà della corteccia : picciuolo a fasci pluriseriati : mesofillo bifaciale.

Distribuzione geografica. Specie unica, delle Alpi e Appennini.

Osservazione. Genere intermedio fra Apium e Ligusticum. I frutti maturi appaiono a commissura decisamente ristretta.

i. T. nodiflorus Koch Umb. 103, Reich, fil. 40 t. 77, 88, Nym. 291 suppl. 139, Paol. 172, Rouy Cam. 289. Hab. Alpi, fino in Istria, Appennino.

XXXVIII. Lereschia.

Calix obliteratus. Petala stellata, infracta (alba). Stylopodia elevato-conica, rostrata, longissima! Ovarium basi turbinatum subcontractum. Fructus ovalis a latere valde compressus, fa- cile ruptilis, coccis 5-jugatis jugis tenuiter filiformibus, dorsa- libus approximatis, lateralibus antemarginalibus. Mesocarpum

tenue Fasciculi filiformes. Vittae valleculares, commis-

surales sectione obliquae commissuram marginantes. Albumen adhaerens, a latere lenticulari-compressus. Folia secta.

Leì'escliia Boiss. ann. se. nat. Bot. ser. 3 I 127, Car. 278. Pimpinellae sp. Benth. Hook. 894. Cryptotaeniae sp. Drude 189.

Portamento. Foglie ternatosette a segmenti larghi lobati : fusto eretto : ombrelle in pannocchia terminale, nude, a 3-5 raggi capillari : fiori piccoli bianchi, frutti *su pedicelli lun- ghissimi.

Caratteri anatomici. Collenchima a fasci larghi depressi quasi contigui : corteccia grossissima a grandi cellule ricche d’amido: fasci uniseriati, quasi a contatto, a periciclo non

iSi

sclerificato : canali oleoresiniferi più ravvicinati al collenchima: mesofillo bifaciale.

Distribuzione geografica. Con ogni probabilità ende- mico di Calabria.

Osservazione. È singolare che tutti gli autori fino a Drude dicano mancare gli stilopodi, che invece sono fra i più grandi della sottotribù.

i. L. Thomasii Boiss. 1. c. Nym. 309. Cryptotaenia DC., Paol. 156.

Hab. Calabria, Abruzzi? End.

XXXIX. Seselinia.

Calix membranaceus 5-dentatus. Petala subinvoluta (alba), intus elevato-carinata. Ovarium pyriforme, basi subcontractum, semisuperum. Stylopodia pulvinata. Fructus ovatus, calycem sub apice ferens, facile ruptilis, coccis 5-costatis, jugis depres- si aequidistantibus, lateralibus subantemarginalibus. Mesocar- pum crassiusculum, spongiosum. Fasciculi depressi, profunde excurrentes. Vittae subaequidistantes, subcyclicae, sed media commisura deficientes : juga insuper vitta latissima occupata. Albumen adhaerens, semiteres.

Seselinia Beck, ex auct. (excl. sp. et diagn.). Pimpinellae sp. Benth. Hook. 898. Seseli sp. Drude 201.

Portamento. La S. austriaca è quasi identica al Seseli montanum, e solo può distinguersi per le foglie a lobi spesso più larghi e più lunghi, flessuosi, ottusetti all’apice, l’ovario glabro, i frutti più piccoli.

Caratteri anatomici. Fasci fibrovascolari uniseriati, al- ternativamente più grandi, solo questi opposti al collenchima. Raggi midollari lignificati. Canali oleoresiniferi a metà della corteccia. Mesofillo simmetrico.

Distribuzione geografica. Genere europeo.

Osservazione. Per la distinzione della Seselmia azistriaca dal Seseli elatum si confronti il mio lavoro in Bull. Soc. bot. it. Giugno 1904.

1. austriaca Beck. fi. Nied.-Oest. ex auct. Seselì Gouani Koch syn. fl. germ. helv. I 324 (excl. syn. Gou., et ex parte descr.).

Hab. A Trieste, in Croazia, in Stiria e altrove per quelle parti. End.

2. 6. serbica Seseli serbicum Degen in (Est. Bot. Zeitschr.

1898 p. 122.

Hab. Serbia.

Subtr. VII. SCANDICEAE Car. (em.).

Flores homomorphi, ermaphroditi vel polygami. Petala basi patentia. Fructus elongatus linearis vel apice attenuatus, a la- tere plus minusve compressus, raro a dorso compressiusculus, dicoccus cum coccophoro, coccis 5-raro 9-jugatis, jugis saepe filiformibus vel depressis, lateralibus liberis, marginantibus. Vittae valleculares, endocarpo et mesocarpo adhaerentes. Peri- carpum tenue. Albumen ventre planum vel sulcatum.

Osservazione. Appartengono a questa sottotribù la mag- gior parte delle Scandicinae, del gruppo del gen. Canon e del gruppo del gen. Athamantha di Drude.

Prospetto dei generi :

Fasciculi fructus lati vel latissimi. Juga saepius depressa, secundaria 0. 2.

Fasciculi fructus filiformes. Juga alata, secundaria 0. Albumen secedens. XLV. Myrrhis.

Fasciculi filiformes. Juga filiformia, secundaria saepius prominula. 5.

Albumen ventre planum. Juga aequalia. Calix 5-den- tatus. 3-

Albumen ventre eoneavum. Juga lateralia latiora.

XLII. Grammosciadium. Albumen ventre sulcatum. Juga aequalia. Calix obli- ter atus. 4-

ÌPetala infracta. Fructus a latere compressus. Fasciculi distincti, a vittis separati. XL. Falcaria.

Petala involuta. Fructus a dorso subcompressus. Fa- sciculi confluentes, demum fragmentarie sejuncti.

XLI. Kundmannia.

Fructus muticus, facile ruptilis. Fasciculi e fibris lu- inine angustissimo. XLIII. Chaerophyllum.

(Fructus rostratus, helastice dissiliens. Fasciculi e fibris lumine lato, pariete parum incrassata. XLIV. Scandix.

Fructus a latere compressus, glaber. Calix io-denta- tus. Stylopodia stipitata. XLVI. Micro sciadium.

I Fructus teretiusculus vel a dorso compressiusculus, hir- \ tus. Calix 5-dentatus. Stylopodia sessilia. 6.

Fructus lageniformis, apice subattenuato-rostratus. Juga secundaria 0. XLVII. Athamantha.

Fructus oblongo-cylindricus. Juga secundaria tenuia filiformia. XLVIII. Portensclilagia.

Fructus oblongus, a dorso compressiusculus. Juga se- cundaria supereminentia, lata. XLIX. Cuminum.

XL. Falcaria.

Calix minutus 5-dentatus. Petala stellata, infracta (alba). Styli tenues, stylopodiis pulvinatis. Ovarium basi in pedicel- lum sensim attenuatum. Fructus oblongo-linearis, a latere com- pressus, facile ruptilis, coccis 5-jugatis, jugis aequalibus, aequi- distantibus filiformibus. Mesocarpum membranaceum. Fasciculi latissimi, a vittis separati, juga et pro parte valleculas occu- pantes. Vittae valleculares (tunc etiam extrajugales). Albumen adhaerens, prismatico-angulatum. Folia secta.

Falcaria Bernh. Syst. Erf. 117 (em.), Car. 284, Benth. Hook. 892 (et Cari sp.), Drude 19 1 (et Ptychotis sp. 190).

Portamento. Piante mediocri, glabre, a foglie divise in lobi larghetti dentati o seghettati: ombrelle mediocri, a 5- 15 raggi filiformi, fiori bianchi: frutti piccoletti bianchicci.

184

Caratteri anatomici. Fasci uniseriali, a periciclo non sclerificato : canali oleoresiniferi a metà della corteccia : me- sofillo bifaciale o simmetrico.

Distribuzione geografica. Europa, Asia settentrionale e media, Africa settentrionale.

Osservazione. Genere senza alcuna affinità con Apiutn, ma intimamente unito al genere seguente.

1. F.f carvifolia C. A. Mey ex auct. Nym. 305.

Hab. Crimea. End. Specie dubbia.

2. F. saxifraga Reich, fil. 12 t. 38, Paol. 165. Scseli L. sp.

261. Carmn Bunins L. syst. ed. 12, II 733, Lge. 92. Ptychotis hctcrophylla Koch Umb. 124, Led. 245, Nym. 305 suppl. 144, Bub. 347, Rouy Cam. 353.

Hab. Francia, Spagna, Italia, Svizzera. Crimea? End.

3. F. Timbali Reich, fil. 13, Ptychotis Jord. adn. cat. h.

Gren. 1850, Bub. 348. Pt. hctcrophylla subsp. Timbali Nym. 305, Rouy Cam. 353.

Hab. Francia meridionale. End.

4. F. vulgaris Bernh. syst. Erf. 176, Paol. 165, Rouy Cam.

340. F. Rivini Host. Austr. I 381, Led. 245, Reich. 12 t. 21, Boiss. 892, Nym. 304 suppl. 144. F. sioides Asch. Kan. 64. Canon Falcaria Lge. 92. Crithamus agrcstis Bess., Bub. 349. Prionitis Falcaria Hai. 679.

Hab. Europa media e meridionale. Siberia occid.

5. F. pastinacacfolia Reich, fil. 12 t. 38. Hladnikia Reich.

fi. exc. 474. F. latifolia Koch syn. fi. germ. ed. 2a I 313, Nym. 304, Paol. 165.

Hab. Monte Zhaun in Carinola. End.

XLI. Kundmannia.

Calix minutus. Corolla circinata (flava), petalis involutis. Stylopodia pulvinata. Ovarium basi in pedicellum sensim at- tenuatimi. Fructus oblongo-linearis, vix a dorso compressus, facile ruptilis, coccis 5-jugatis, jugis crasse filiformibus aequa- libus, aequidistantibus. Mesocarpum tenuissime membranaceum.

- i85 -

Fasciculi confluentes in stratum ligneum crassiusculum primum continuum, fructu maturo irregulariter in fasciculis numerosis dirumpens. Vittae biseriatae, interiores crassiores valleculares, exteriores valleculares et extrajugales. Albumen subprismati- cum, adhaerens. Folia secta.

Kundmannia Scop. intr. hist. nat. 116?, DC. pr. IV 149, Benth. Hook. 903, Car. 268, Drude 209.

Portamento. Erba perenne, alta: foglie bipennatosette a segmenti opposti, ovali, mucronato-seghettati : involucri ed in- volucretti a più foglioline lineari-lesiniformi, rigide: ombrelle a 10-12 raggi: frutti grossetti duri.

Caratteri anatomici. Fasci uniseriali: periciclo, raggi midollari e midollo fortemente lignificati : canali oleoresiniferi a metà della corteccia. Picciuolo a sezione Emulata, con mar- gini conniventi in tubo. Mesofillo bifaciale.

Distribuzione geografica. Genere Mediterraneo.

1 . K. Sicilia DC. 1. c., Reich. 29 t. 58, Boiss. 976, Lge. 50, Asch. Kan. 66, Nym. 292 suppl. 140, Paol. 172, Hai. 645, Rouy Cam. 255.

Hab. Europa meridionale. As. occ. Afr. bor.

XLII. Grammosciadium.

Calix obliteratus vel 5-dentatus, minutus vel elongatus. Pe- tala expansa, infracta. Stylopodia pulvinata vel conica. Ova- rium basi in pedicellum subattenuatum. Fructus cylindricus elongatus, teretiusculus, facile ruptilis, coccis ventre conca- viusculis 5-jugatis, jugis crassis, depressis, aequidistantibus, la- teralibus latioribus, time alatis. Mesocarpum tenue, spongio- sum. Fasciculi dilatati, juga occupantes. Vittae valleculares. Albumen semitereti-compressum, dorso subangulatum, ventre subconcavum. Folia secta.

Grammosciadium DC. mém. Omb. 62 t. 3 (em.), Car., Drude quoad sp. exot. Chaerophylli sp. Benth. Hook. 898, Car. 274, Drude 150 quoad sp. europ.

13

1 86

Portamento. Vario nelle diverse sezioni del genere. Le nostre sono piante perenni, alte, glabrescenti, alcune a fiori gialli e foglie divise in segmenti minuti, altre a fiori bianchi e foglie divise in lobi larghi.

Caratteri anatomici. Fusto e picciuolo a fasci uniseriali, a collenchima separato dall’epidermide da uno o più strati di cellule. Canali oleoresiniferi a metà della corteccia. Mesofillo bifaciale.

Distribuzione geografica. Europa orientale ed Asia oc- cidentale.

Osservazione. Le specie qui indicate hanno frutti ben di- versi da Chaerophy Hum, tipici di Grammosciadium.

Le specie orientali, tipo del genere, si distinguono solo come sezione per essere annue,, a foglie più minute, a calice più sviluppato, a frutto più stretto dei pedicelli.

Sect. I. Chrysophaé. Calix obliterates. Petalorum la- cinula inflexa lata. Styli tenues recurvi, stylopodiis pulvinatis. Foliorum segmenta angusta. Flores cum involucris flavescentes.

1. G. creticum Chaerophy Hum Boiss. Heldr. diagn. I, io, 51,

Boiss. lì. or. II 902, Nym. 300, Hai. 667.

Hab. Creta. End. (non vidi).

2. G. coloratavi Chaerophy Hum L. mant. alt. 57, Reich.

87 t. 182, Boiss. 902, Nym. 300 suppl. 143. Myrrhis Spr., Asch. Kan. 68.

Hab. Dalmazia, Montenegro, Albania, Banato, End.

Sect. IL Heldreichia. Calix minutus. Petalorum la- cinula inflexa, angusta. Styli rigidi erecti, basi in stylopodia conica confluentes. Foliorum segmenta ampia, ovata, dentata. Flores albi.

3. G. Heldreichii Chaerophyllum Boiss. Orph. diagn. Il,

2, 104, Boiss. fl. or. II 909, Nym. 300 suppl. 143, Hai. 666.

Hab. Grecia. End.

- i87 -

XLIII. Chaerophyllum.

Calix obliterates. Petala stellata, infracta. Stylopodia bul- biformia. Ovarium basi in pedicellum subattenuatum. Fructus lanceolatus vel oblongo-conicus, a latere compressus, facile ruptilis, coccis ventre sulcatis 5-jugatis, jugis latis depressis, aequalibus, aequidistantibus. Mesocarpum spongiosum. Fasci- culi lati depressi, juga occupantes. Vittae valleculares. Albu- men adhaerens, ventre sulcatum v. subexscavatum. Folia secta.

Chaerophyllum L. gen. n. 378, Benth. Hook. 898, Car. 274, Drude 150 ab omn. excl. sp.

Portamento. Piante piuttosto alte, spesso irsute, a foglie divise in segmenti lunghi, involucri ed involucretti a ff. lan- ceolate cigliate, fiori bianchi, frutti lunghetti con grossi sti- lopodì.

Caratteri anatomici. Fusto sempre senza fasci interni: collenchima separato dall’epidermide da 1-4 strati di cellule: mesofillo bifaciale. Parenchima del frutto intorno al coccoforo con molti cristalli di ossalato.

Distribuzione geografica. Emisfero boreale temperato.

Sect. I. Leiopetalum Neilr. Petala glabra. Fructus basin versus subattenuatus, maxima latitudine ad medium. Styli te- nues. Petiolum fasciculis uniserialibus.

1. Ch. bulbosum L. sp. 258, Led. 350 (et * Ch. Prescotii DC.),

Fr. 22 Reich, fil. 86 t. 176 (et * Ch. laevigatum De Vis. t. 210), Boiss. 902, Nym. 300 suppl. 143, Paol. 198, Rouy Cam. 306. Myrrhis Spr., Asch. Kan. 68.

Hab. Europa settentrionale e media. Caucaso.

2. Ch. temulum L. sp. 258, Led. 351, Fr. 22, Bab. 150, Reich.

fil. 85 t. 175, Boiss. 903, Lge. 82, Nym. 300, Paol. 199, Hai. 667, Rouy Cam. 305. Myrrhis All., Asch. Kan. 68, Bellia temuleuta Bub. 412.

Hab. Quasi tutta l’Europa. Caucaso. Siberia. Africa bor.

i ss

3. Ch. byzanthinum Boiss. Ann. sc. nat. Bot. ser. 3 II 65,

fi. or. II 907, Nym. 299.

Hab. Costantinopoli. End. (non vidi).

4. Ch. aromaticum L. sp. 259, Led. 353, Bab. 150, Reich.

fil. 85 t. 176, 181, 210, Boiss. 908, Nym. 3C0 suppl. 143, Paol. 198, Hal. 666. Myrrhis Spr., Asch. Kan. 68.

Hab. Europa media-orientale e meridionale-orientale. End.

5. Ch. aureum L. sp. ed. II 270, Led. 351, Bab. 150, Reich.

fil. 85 t. 177, Boiss. 906, Lge. 82, Nym. 300 suppl. 143, Paol. 139, Hai. 667, Rouy Cam. 306. Myrrhis aurea All., Asch. Kan. 68.

Hab. Europa media e meridionale. Asia occ.

Sect. IL Rhynchostylis Tausch. pro gen. Petala cibata. Fructus a basi ad apicem subattenuatus. Styli in flore sube- recti rigidi. Petiolum fasciculis pluriserialibus.

6. Ch. hirsutum L. sp. 258 ex parte, Led. 353, Reich. 87

t. 180, Boiss. 907, Lge. 82, Nym. 300 suppl. 143 (et * Ch. calabricum Guss. 300), Paol. 199 (var. a et 0), Hai. 666. Ch. Cicutaria Vili., Rouy Cam. 307. Myrrhis hirsuta Spr., Asch. Kan. 68. fìcllia hirsuta Bub. 413. Hab. Europa media e meridionale. Caucaso.

7. Ch. Villarsii Koch syn. fi. germ. 317, Nym. 300 suppl. 143.

Ch. hirsutum J3 Villarsii Paol. 199. Ch. Cicutaria subsp. Villarsii Rouy Cam. 308. Ch. Cicutaria (non Vili.) Reich, exc. 445, Reich, fil. 87 t. 179.

Hab. Europa media, Appennini. End.

8. Ch. elcgans Gaud. fl. helv. II 364, Reich, fil. 87 t. 178,

Nym. 300 suppl. 143. Ch. hirsutum 7 clcgans Paol. 199. Hab. Alpi, Appennini settentrionali. End.

9. Ch. magellense Ten. fl. nap. Ili t. 130, Nym. 300 suppl. 143,

Ch. hirsutum s magellense Paol. 199. Ch. Cicutaria subsp. Villarsii 8 alpestre, Rouy Cam. 308.

Hab. Alpi occidentali, Appennini. End.

189

XLIV. Scandix.

Calix obliterates. Petala stellata, infracta. Stylopodia pul vinata, planiuscula. Ovarium basi abrupte contractum. Fructus oblongus, apice in rostrum longissimum attenuatum, a latere compressus, helastice dissiliens, coccis ventre sulcatis 5-jugatis, jugis latis, depressis, aequalibus, aequidistantibus. Mesocarpum parcissimum ad valleculas, spongiosum. Fasciculi lati depressi, crassi, e fibris parietibus angustis, lumine ampio constantes. Vittae valleculares tenues, sero fere obliteratae. Albumen adhae- rens, ventre sulcatum vel subexscavatum.

Scandix L. gen. n. 357 ex parte, Benth. Hook. 899, Car. 375, Drude 152.

Portamento. Piante annue, glabre, a foglie divise in seg- menti minuti: ombrelle a pochi raggi ingrossati nel frutto, ad involucro per lo più mancante: fiori bianchi spesso rag- gianti, frutti spesso irto-scabri e lunghissimi.

Caratteri anatomici. Fusti a fasci uniseriali: epidermide di fronte al collenchima costituita di cellule più strette con- vesse esternamente: canali oleoresiniferi a metà dalla cortec- cia: foglie a lembo simmetrico.

Distribuzione geografica. Regione mediterranea, Asia occidentale.

1. S. Pccten- Veneris L. sp. pi. 256, Led. 345, Fr. 22, Bab. 1 19,

Reich, fil. 90 t. 188, Boiss. 914, Lge. 78, Nym. 302 suppl. 143, Paol. 198, Hai. 662. Wylia Bub. 407.

Hab. Europa meridionale, sparso nella media e sett, colla coltura del grano. As. occ. Afr. bor.

2. S. viacrorrhynclia C. A. Mey. ind. h. Petr. 1843 p. 86,

Boiss. 915, Nym. 302 suppl 143, Hai. 662, Rouy Cam. 299, .S. Pccten- Veneris b macrorrhynclia, Paol. 198. A. hispa- nica Boiss. ann. se. nat. Bot. ser. 3 II 67, Lge. 79. Wylia hispanica Bub. 408.

Hab. Spagna, Francia, Italia, Penisola Balcanica. Asia occid.

190

3- brachycarpa Guss. fl. sic. pr. I 350, Reich, fil. 90 t. 96, Nym. 302, Paol. 197.

Hab. Sicilia. Isole Canarie.

4. S. pinnatifida Vent. h. cels. t. 14, Led. 345, Reich, fil. 90

t. 206, Lge. 79, Nym. 302.

Hab. Spagna, Crimea. As. occid. (non vidi).

5. A. taurica Stev. Verz. 181, Nym. 302. S. Aucheri Boiss. 916.

Hab. Crimea. As. occid. (non vidi).

6. S. grandiflora L. sp. 257, Led. 346 (et * A. falcata Lond.),

Reich, fil. 91 1. 189, Boiss. 917, Asch. Kan. 68, Nym. 302, Hal. 663. S. australis 3 grandiflora Paol. 197.

Hab. Penisola Balcanica, Illiria, Crimea, Asia occid.

7. S. australis L. sp. 257, Led. 345, Reich, fil. 91 t. 189,

Boiss. 917, Lge. 79, Asch. Han. 68, Nym. 302 suppl. 143, Paol. 197, Hal. 663, Rouy Cam. 300. Wylia Bub. 408. Hab. Europa meridionale. As. occ. Afr. bor.

8. 6. microcarpa Lge. Pug. IV 237, Wk. Lge. Pr. fl. hisp.

Ill 80, Nym. 302.

Hab. Spagna. End. (non vidi).

XLV. Myrrhis.

Calix obliteratus. Petala stellata (alba) infracta. Stylopodia bulboso-conica. Ovarium basi abrupte contractum. Fructus a latere compressus, oblongus apice attenuatus, facile ruptilis, coccis ventre sulcatis 5-jugatis, jugis aequalibus, aequidistan- tibus, triangulari-alatis. Mesocarpum coriaceum secedens, parti m endocarpo, partim exocarpo adhaerens. Fasciculi filiformes sub apice jugorum excurrentes, cum endocarpo secedentes. Vittae obliteratae. Albumen sectione reniformi-sulcatum. Fo- lia secta.

Myrrhis Scop. fl. earn. 2 ed. I 207, Benth. Hook. 897, Car. 275, Drude 153.

Portamento. Pianta alta perenne: f. fistoloso: foglie grandi più volte divise in segmenti larghetti e pubescenti : ombrelle

a pochi raggi, le laterali a involucro 1-2 fillo, la centrale nuda: frutti grandi, lucidi, aromatici.

Caratteri anatomici. Fusto a fasci uniseriali: collen- chima separato dall’epidermide da più strati di cellule, con canali secretori appressati ad esso: mesofillo bifaciale. L’asse ipocotileo della pianta, anche adulta, presenta due fasci le- gnosi, ognuno circondato da cambio e da libro, ma con un endoderma comune.

Distribuzione geografica. Una specie dell’ Europa e Caucaso, un’altra (forse varietà geografica) del Chili.

1. M. odorata Scop. 1. c., Led. 354, Fr. 22, Bab. 150, Reich, fil. 92 t. 172, Boiss. 910, Lge. 83 (et * M. sulcata ), Nym. 299 suppl. 142, Paol. 197, Bub. 413, Rouy Cam. 310. Lindera odorata Asch. Kan. 68.

Hab. Europa centrale e meridionale temperata. Caucaso.

XLVI. Microsciadium.

Calix minutus aequaliter 10-dentatus. Petala stellata, in- fracta. Stylopodia subconcava, ovario semisujaero stipitata. Ova- rium basi in pedicellum sensim attenuatimi. Fructus breviter linearis a latere compressus, facile ruptilis, coccis subaequaliter 9-jugatis, jugis filiformi-depressis. Mesocarpum membranaceum. Fasciculi fìliformes, juga primaria occupantes. Vittae vallecu- lares prosilientes, juga secundaria occupantes. Albumen sub- hexagonum. Folia secta.

Microsciadium Boiss. Ann. se. nat. Bot. ser. 3 I 141, Benth. Hook. 892, Car. 274, Drude 193.

Portamento. Pianticina annua a foglie più volte divise in lacinie strette allungate : ombrelle piccole a pochi raggi di- varicati : involucri ed involucretti a ff. lunghe lineari rigide patenti : fiori minuti bianchi : frutti piccoli su pedicelli in- grossati .

192

Distribuzione geografica. Specie unica delle Sporadi e Asia minore.

i. M. tenuifolium Boiss. 1. c., fi. or. II 960, Nym. 308.

Hab. Una dozzina di esemplari di questa specie è nel- l’erbario del conte U. Martelli, trovati a Doccia presso Firenze, nei pressi della fabbrica di porcellane, impor- tati probabilmente col caolino. Asia minore. Sporadi.

XLYII. Athamantha.

Calix minutus. Petala stellata, infracta (saepius alba). Sty- lopodia bulboso-conica, stylis subrigidis. Ovarium basi in pe- dicellum abructe contraetum. Fructus oblongo-lageniformis, apice attenuato subrostratus, a latere plus minus compressus, dicoccus, coccis 5-jugatis, jugis depresse filiformibus, aequalibus, aequidistantibus. Mesocarpum tenue membranaceum. Fasciculi juga occupantes, filiformes. Vittae valleculares vel insuper in- frajugales. Albumen adhaerens.

Aihamantlia L. gen. n. 338 ex parte, Car. 271. Athamantha, Tinguarra et Seseli part. Benth. Hook. 896, 900, 901. Atha- mantha et Tinguarra Drude 153.

Portamento. Piante perenni, rigide, pelose, a foglie di- vise in segmenti larghi o stretti, ombrelle grandette villose, con involucri ed involucretti, petali villosi ; frutti grandetti, pelosi, con lunghi stili.

Caratteri anatomici. Fusto e picciuolo senza fasci in- terni. Canali secretori a metà della corteccia. Mesofillo bifaciale.

Distribuzione geografica. Mediterraneo e Macaronesia.

Osservazione. Le tre sezioni seguenti e la Todaroa Pari, formano un complesso molto omogeneo, ma forse non sarà dannosa una divisione in quattro generi, essendovi nella co- stituzione del frutto caratteri sufficienti.

Sect. I. Tinguarra Pari, pro gen. Fructus a latere bene compressus, coccis ventre sulcatis. Vittae valleculares ternae,

i93

infrajugales 0. Albumen ventre sulcatum. Foliorum segmenta in lacinias subovatas breves secta. Umbellae solitariae.

1. A. siculo, L. sp. 244, Paol. 200. Tinguarra Pari., Nym. 294.

Hab. Sicilia, Italia meridionale, Baleari. Canarie.

Sect. II. Killinga Ad. pro gen. Fructus a latere sub- compressus, coccis ventre planis. Vittae valleculares solitariae, infrajugales 0. Albumen ventre concaviusculum. Foliorum seg- menta in lacinias lineares elongatas secta. Umbellae solitariae.

2. A. cretensis L. sp. 245, Reich, fìl. 42 t. 94, Boiss. 969,

Lge. 62, Asch. Kan. 65, Nym. 294 suppl. 141, Paol. 200. A. Lobelii Car., Rouy Cam. 348. Seseli cinereum Bub. 378. * A. densa Boiss. Orph. diagn. II, 5, 98; fi. or. II 970, Nym. 294, Hai. 648 = forma glabrior, umbel- lis maioribus.

Hab. Monti dell’ Europa centrale, Penisola Balcanica. End.

3. A. Mattinoli Wulf. in Jacq. Coll. I 211, Nym. 294 suppl.

141, Asch. Kan. 66. A. rupestris Reich, fìl. 43 t. 93. A. cretensis J3 Mattinoli Paol. 200.

Hab. Italia settentr. occid. Illiria, Serbia. End.

4. A. aurea Nym.'syll. 154, Reich, fìl. 42 t. 94, Asch. Kan. 66,

Nym. consp. 294. Libanotis De Vis. fi. Daini. Ili 44. Hab. Dalmazia, Bosnia (non vidi).

Sect. III. Galbanon Ad. pro gen. Fructus a latere sub- compressus, coccis ventre planis. Vittae valleculares et infra- jugales solitariae. Albumen ventre planum. Foliorum segmenta plana serrata, vix lobata. Umbellae paniculatae.

5. A. macedonica Spr. in Schult. VI 491, Boiss. 970, Nym. 294,

suppl. 140, Paol. 200, Hai. 649, ex parte. * A. arach- noidea Boiss. suppl. 262, Nym. suppl. 141.

Hab. Penisola Balcanica ? Italia ? Cicladi. End.

6. A. chiliosciadia Boiss. Heldr. diagn. II, 2, 86, Boiss. fi. or.

II 270, Nym. 294. A. macedonica ex parte Hai. 649. Hab. Grecia. End. (non vidi).

XLYIII. Portenschlagia.

Calix minutus, 5-dentatus. Petala stellata, infracta (lutescen- tia). Stylopodia pulvinata. Ovarium basi in pedicellum sensim attenuatum. Fructus breviter cylindricus teretiusculus, facile ruptilis, coccis g-jugatis, jugis primariis filiformi-crassiusculis, aequalibus, aequidistantibus, secundariis tenuissime filiformibus. Mesocarpum tenue membranaceum. Fasciculi filiformes sub apice jugorum primariorum excurrentes. Vittae sub jugis pri- mariis et secundariis, sub his maiores. Albumen semitereti- compressum, adhaerens. Folia secta.

Portenschlagia De Vis. fi. Dalm. Ill 45, Benth. Hook. 901, Car. 285, Drude 205.

Portamento. Pianta perenne a f. assai grosso, foglie gla- bre divise in segmenti filiformi : ombrelle pelose con involucro ed involucretto di molte brattee : frutto piccoletto, setoloso- irto.

Caratteri anatomici. Fusto a raggi midollari sclerificati : fasci uniseriali : canali oleoresiniferi a metà della corteccia : mesofillo simmetrico.

Distribuzione geografica. Genere proprio del bacino adriatico.

1. P. ramosissima De Vis. 1. c., Reich, fìl. 44 t. 86, Asch. Kan. 66, Nym. 294 suppl. 140 (et * Seseli Incanniti Barbaz. p. 296). Seseli ramosissimnm Ces., Paol. 168.

Hab. Dalmazia, Montenegro, Bosnia, Basilicata.

XLIX. Cuminum.

Calix dentibus 5 subulatis. Corolla expansa (alba), petalis infractis. Stylopodia pulvinata. Ovarium basi in pedicellum subattenuatum. Fructus a dorso compressiusculus, a latere sub- constrictus, facile ruptilis, coccis ventre planis 9-jugatis, jugis 5,

195

filiformibus, aequalibus, aequidistantibus, secundariis interpo- sitis latis convexis supereminentibus. Mesocarpum tenue mem- branaceum. Fasciculi filiformes juga primaria occupantes. Vittae juga secundaria occupantes. Albumen ventre concaviusculum, facile secedens. Folia secta.

Cuminum L. gen. ed. 2a n. 355, Benth. Hook. 926, Car. 289, Drude 161.

Portamento. Pianta annua divaricato-ramosa : foglie 1-2 volte palmatosette a segmenti setacei : ombrelle a pochi raggi divaricati : involucri e involucretti a 3-5 ff. intere o 2-3 fide superanti 1’ ombrella : fiori bianchi : frutti aromatici, pube- scenti nella pianta spontanea.

Caratteri anatomici. Fasci uniseriali con periciclo non sclerifìcato : fasci collenchimatici larghi e sottili, muniti di clo- rofilla: foglie a lembo quasi isoradiale.

Distribuzione geografica. Asia media e occidentale, Egitto, Nubia, coltivato nella regione mediterranea.

1. C. Cyminum L. sp. 265, Boiss. 1080, Lge. 31. * C. hi- spanicutn Mér., Nym. 280.

Hab. Spagna? Qua e inselvatichito nell’ Europa me- ridionale. Asia occid., Africa boreale.

Subtr. Vili. SESELEAE.

Flores homomorphi, hermaphroditi vel polygami, rarissime (non in nostris) dioici. Fructus ovalis v. oblongus, a dorso compressus v. subteres, tunc a latere compressiusculus, di- coccus cum coccophoro, coccis 5-jugatis, jugis saepe alatis vel crassis prominentibus, lateralibus liberis marginantibus. Vittae valleculares, raro cyclicae. Albumen ventre planum, concavum vel sulcatum.

Osservazione. Vi appartengono le Seselinae di Drude, meno il gruppo del genere Athamantha , e qualche genere sparso, e inoltre le Angelicinae Drude.

ig6

Prospetto dei generi :

i .

Fasciculi magni, juga ex toto vel maxima ex parte occupantes. 2.

Fasciculi fìliformes, minimam partem jugorum occu- pantes, vel nulli. 8.

2.

Juga alata: fasciculi elevati lateraliter valde compressi.

LVII. Ligusticum. Juga crassa v. filiformi-elevata : fasciculi non com- pressi. j.

Albumen teretiusculum.

Albumen ventre planum concavum vel sulcatum. 5.

1 Calix accrescens : petala apice subinvoluta : cocci ven- tre fasciculis accessoriis destituiti. LV. Endressia.

Calix non accrescens, submembranaceus : petala in-

(fracta: cocci ventre fasciculis accessoriis praediti.

LVI. Leuceres.

5-

Umbellulae glomeruliformes : flores subsessiles: fructus a dorso conspicue compressus. LUI. Sorantlius.

Umbellulae regulares : flores pedicellati: fructus a dorso non vel vix compressus. 6.

Calix 5-dentatus. LI. Se se li.

Calix obliteratus. 7.

Petala plana: albumen ventre concaviusculum.

LIV. Mcum.

Petala involuta : albumen ventre planum.

LII. Focniculum.

Petala explanata : fructus a latere compressus : exocar- pum a mesocarpo secedens. LIX. Pleurospermum.

I Petala inflexa, infracta vel involuta: fructus a dorso \ compressus: exocarpum mesocarpo adhaerens. 9.

Juga subaequalia: fasciculi apice excurrentes. io. 9. < Juga lateralia dorsalibus duplo vel magis latiora: fa- ( sciculi sub apice excurrentes vel nulli.

11.

197

le : vittae valleculares : albumen ab

I Mesocarpum crassum : vittae cyclicae cum albumine \ secedentes. L. Crithmum.

Juga dorsalia aptera vel tenuissime alata, aequidi-

( Fasciculi filiformes, medio alarum excurrentes: alae

Calix obliteratus. Corolla subcircinata, petalis (albo-viridi- bus) concavo-involutis, praefloratione subvalvatis. Stylopodia pulvinata. Ovarium basi in pedicellum abrupte contractum. Fructus ovatus, subteres, facile ruptilis, coccis 5-jugatis, jugis crassiusculis subulato-carinatis aequidistantibus, lateralibus sub- latioribus et tenuioribus parallelis. Mesocarpum crassissimum spongiosum. Fasciculi filiformes, prope apicem jugorum ex- currentes. Vittae cyclicae albumine hellipsoideo ventre planiu- sculo arete adhaerentes, a mesocarpo secedentes. Folia secta.

Ciithmum L. gen. n. 342, Benth. Hook. 905, Car. 262, Drude 201.

Portamento. Suffrutice marittimo prostrato: foglie 1-3 pennatosette a segmenti lanceolato-cuneati interissimi assai carnosi: ombrelle a 15-20 raggi, con involucro ad involu- cretti reflessi: frutti mediocri, biancastri.

LVIII. Cenolophium.

Juga dorsalia vacua. Juga dorsalia piena.

LX. Ostericum.

12.

Juga dorsalia conspicue alata, aequidistantia. 13.

12.

stantia.

Juga dorsalia subalata, approximata.

LXIV. Angelica.

Petala involuta. Petala infracta.

LXV. Archaìigelica. LXIII. Levisticum.

14.

14.

)

usque ad apicem spongiosae. LXI. Pachypleurum.

Fasciculi 0: alae apice fere collenchymatosae.

LXII. Conioselinum.

L. Crithmum.

Caratteri anatomici. Collenchima a fasci spesso con- fluenti. Fasci fibrovascolari uniseriali a periciclo sclerificato. Canali secretori presso il collenchima. Mesofillo simmetrico con tessuto acquifero lacunoso moltissimo sviluppato.

Distribuzione geografica. Genere monotipico mediter- raneo.

i. C. maritimum L. sp. 246, Led. 290, Bab. 146, Reich, fil. 30 t. 59, Boiss. 977, Lge. 49, Asch. Kan. 66, Nym. 292 suppl. 140, Paol. 206, Bub. 383, Hai. 647. Rouy Cam. 280.

Hab. Rupi marittime dell’ Europa meridionale sino alla Francia. Africa settentr. Asia occicl.

LI. Seseli.

Calix parvus, 5-dentatus. Corolla stellata (saepius alba), petalis infractis, raro inflexis. Stylopodia pulvinata. Ovarium basi in pedicellum abrupte contractum. Fructus teretiusculus, ovalis vel oblongus, facile ruptilis, coccis 5-jugatis, jugis crassis aequi- distantibus, aequalibus v. lateralibus sublatioribus. Mesocar- pum spongiosum. Fasciculi crassi subtrigoni v. cylindrici juga maxima ex parte occupantes. Vittae valleculares. Albumen adhaerens, ventre planum.

Seseli L. gen. n. 360 emend., Car. 269. Seseli et Cyatho- selinum Benth. Hook. 901, 912. Seseli et Dethawia Drude 201.

Portamento. Piante spesso glauche, perenni o anche bienni, a foglie più volte divise in segmenti lanceolati cuneati o fili- formi, rigidi : fiori biancastri in ombrelle a molti raggi diritti, per lo più senza involucro ma con involucretti : frutti medio- cri, spesso pelosi.

Caratteri anatomici. Fasci uniseriali a periciclo e raggi midollari generalmente sclerificati : canali oleoresiniferi presso il collenchima, che talora è confluente : mesofillo per lo più simmetrico.

Distribuzione geografica. Europa, Asia, Africa, Au- stralia, una sola specie americana (Chili).

Osservazione. Genere affinissimo a Ligusticum.

Sect. I. Dethawia Endl. pro gen. Calix persistens, se- palis dentiformibus. Petala apice vix inflexa. Fructus (lucidus) jugis tenuibus, valleculis latis i-vittatis. Folia limbo symmetrico.

i. S. splendens Ligusticum Lap. Abr. fi. pyr. 156. L. te- nui folium Ram. in DC. fi. fr. IV 309. Dethawia tenui- folia Endl. gen. pi. 775, Lge. 57, Nym. 292 suppl. 140, Bub. 378, Rouy Cam. 277.

Hab. Pirenei. End.

Sect. II. Euseseli. Calix persistens, sepalis dentifor- mibus. Petala apice infracta vel lacinula longa inflexa. Fructus jugis saepius crassiusculis v. crassis, valleculis latiusculis 1 -ra- rissime 2-3-vittatis. Folia limbo symmetrico.

2. S’. Hippomai'athrum L. sp. ed. II 374, Led. 272, Reich, fil. 32 t. 72, in, Nym. 295 suppl. 141.

Hab. Europa media dalla valle del Reno ad Oriente. Siber. ?

3. A. granatensc Willk. Bot. Zeit. V 431, Lge. 58, Nym. 296 suppl. 141.

Hab. Spagna meridionale. End. (non vidi).

4. A. globiferum De Vis. in Flora XIII 50, Reich, fil. 30 t. 69, Asch. Kan. 65, Nym. 296.

Hab. Dalmazia, Erzegovina, Montenegro. End.

5. A. Lehmannii Degen in CEst. Bot. Zeitschr. 1898 p. 121.

Hab. Crimea. End. (non vidi).

6. S. crithmifolium Boiss. fi. or. II 962, Nym. 296. Hai. 649.

Hab. Cicladi (Isola Pholegandros). End.

7. X. gummiferum Pali, in Sm. exot. 121, Led. 273, Boiss. 961, Nym. 295.

Hab. Crimea. End.

8. A. rigidum Waldst. Kit. pi. rar. Hung. II 156, Led. 274,

200

Reich, fil. 31 t. 70, Aseh. Kan. 65, Nym. 295 suppl. 141.

Hab. Serbia, Ungheria, Bosnia, Transilvania ecc. End.

9. A. dichotomum Marsch.-Bieb. fl. taur.-cauc. I 235, Led. 273, Boiss. 963, Nym. 295.

Hab. Crimea. End.

10. 6*. parnassicum Boiss. Heldr. Diagn. II 6, 80, Boiss. fl. or. II 963, Nym. 295.

Hab. Grecia. End. (non vidi).

11. 6. purpurascens Jka in Boiss. fl. or. II 963, Nym. 295 suppl. 1 41.

Hab. Rumelia. End. (non vidi).

12. 6". leucospermum Waldst. Kit. pi. rar. Hung. I 92, Reich, fil. 31 t. 71, hi, Nym. 295 suppl. 141.

Hab. Ungheria, Croazia, Transilvania. End.

13. S. peucedanifolium Bess, in Flora 1832 II 27. A. rigidum J3 peucedanifolium Led. 274. A. leucospermum subsp. peu- cedanifolium Nym. 295.

Hab. Podolia. End.

Osservazione. Le differenze dei frutti sono caratte- ristiche e necessitano la separazione di questa specie dalla precedente.

14. 5. oligophyllum Gris. spicil. fl. rum. bith. I 359, Boiss. 965, Nym. 296 suppl. 142.

Hab. Turchia. End.

15. A. cantabricum Lge. ind. seni. h. Haun. 1855 p. 27, Lge. 59, Nym. 296 suppl. 141.

Hab. Biscaglia. Africa settentrionale.

16. S. gracile Waldst. Kit. pi. rar. Hung. II 122, Reich, fil. 32 t. 67, Asch. Kan. 65, Nym. 296.

Hab. Croazia, Serbia, Banato, Transilvania. End.

17. A. polyphyllum Ten. fl. nap. Ili 326, Nym. 196. A. mon- tanum c polyphyllum Paol. 167.

Hab. Italia meridionale. End.

18. A. Tommasinii Reich, fil. ic. fl. germ. XXI 34 t. 204, Boiss. 965, Asch. Kan. 65, Nym. 296 suppl. 142, Hai. 651. A. montanum b Tommasinii Paol. 167.

Hab. Istria, Dalmazia, Albania, Epiro. End.

201

19- S. carvij 'olitivi Vili, prosp. pi. Dauph. 24, Reich, fil. 33, t. 68, Nym. 297 suppl. 141, Paol. 168. S. bienne subsp. carvi/ olitivi Rouy Cam. 272.

Hab. Alpi del Delfinato e del Piemonte. End.

20. A. annuum L. sp. pi. 373, Reich, fil. 33 t. 66, Lge. 59, Asch. Kan. 65, Nym. 296 suppl. 141, Paol. 168. A. bienne Crantz, Rouy Cam. 271. A. coloratimi Ehrh., Led. 277, Bub. 375.

Hab. Europa media e meridionale temperata. End.

21. 6. montanum L. sp. pi. 372, Reich, fil. 33 t. 64, Lge. 58, Asch. Kan. 65, Nym. 297 suppl. 142, Paol. 167, Bub. 374, Rouy Cam. 270.

Hab. Europa media e meridionale temperata. End.

22. S. intricatimi Boiss. el. 47, Lge. 60, Nym. 296.

Hab. Spagna meridionale. End. (non vidi).

23. ? 6. glaucum L. spec. 372, Jord. pug. 73, observ. ; non

Jacq. nec auct. austr. et it., Rouy Cam. 270.

Hab. Provenza, Italia. End. (non vidi).

24. A. Bocconei Guss. cat. pi. h. Bocc. 80, Nym. 296, Paol.

168, Rouy Cam. 273.

Hab. Isole italiane. Algeria.

25. 5. petraeuvi Marsch.-Bieb. fi. taur.-cauc. I 235, Led. 276, Boiss. 964 (et A. gimiviifenmi Stev. non Pall, ex loco).

Hab. Crimea (Herb. h. bot. Pis. !). Caucaso.

26. S. inacquale Terr. syn. pi. vase. m. Poll. 93. S. vionta- num fi inacquale Paol. 167.

Hab. Italia meridionale (M.te Pollino). End. (non vidi).

27. A. filifolium Jka Brev. II p. 5, Boiss. suppl. 262.

Hab. Rumelia. End. (non vidi).

28. S. tortuosimi L. sp. I 260, Led. 276, Reich, fil. 34 t. 85, Boiss. 964, Lge. 60, Asch. Kan. 65, Nym. 296 suppl. 141, Paol. 168, Hal. 650, Rouy Cam. 273. S. massiliense Bub. 375.

Hab. Europa meridionale. End.

29. S', campestre Bess. enum. pi. Volh. 44, Led. 275. Nym.

296 suppl. 1 41.

Hab. Russia meridionale. End.

14

202

30. 6. varìum Trev. ind. sem. h. Vrat. 1815, Led. 275, Reich, fil. 34 t. 62, Boiss. 965, Asch. Kan. 65, Nym. 296 suppl. 142. 5. montanum d varium Paol. 167.

Hab. Europa medio-orientale. Caucaso.

31. S'. datum L. sp. pi. II 376, Lge. 60, Nym. 296, Bub. 373, Rouy Cam. 271. 5. Gouani Reich, fil. 35 (ex parte) t. 63 non Koch.

Hab. Spagna, Pirenei, Alpi, monti della Francia. End.

32. S. osseum Crantz. ex auct. Nym. 296 suppl. 141. S. glau- cum Jacq. fi. austr. II 27, Reich, fil. 34 t. 62, Asch. Kan. 65 (non L.) S. montanum y glaucum 167.

Hab. Alpi dal Vicentino fino a Vienna. End.

33. S. Pattasti Bess. ind. sem. h. Creili. 1816 p. 130, Led.

275, Nym. 296.

Hab. Russia? End.? (non vidi).

Sect. III. Cyathoselinum Benth. pro gen. Calix per- sistei, sepalis minutis. Petala apice infracta. Fructus jugis an- gustis elevatis, valleculis latis plurivittatis. Foliorum segmenta longe filiformia. Involucella gamophylla, repando-dentata.

34. S', tomentosum De Vis. Stirp. Daini. 6, Reich, fil. 32 t. 73, Asch. Kan. 65, Nym. 267, Paol. 167.

Hab. Dalmazia, Albania, Istria? End.

Sect. IV. Pseud OSESELI Nym. Calix persistei subac- crescens sepalis dentiformibus. Petala apice infracta. Fructus jugis angustis elevatis, valleculis profundis (subevittatis ?). Herba nana, caule nudo v. monophyllo, coeterum S. montano valde affili.

Osservazione. Non ho veduto il frutto di questa sezione.

35. S', nanum L. Duf. lettr. sur Maled. 363, Lge. 59, Nym. 297, Bub. 375, Rouy Cam. 269.

Hab. Pirenei. End.

Sect. V. Libanotis Crantz. pro gen. Calix marcescenti- deciduus, sepalis subulatis. Petala infracta. Fructus jugis eras-

203

siusculis, valleculis latiusculis i-raro 3-vittatis. Herbae peren- nes, foliis 1-2 pinnatisectis segmentis oppositis pinnatipartitis, mesophyllo bifaciali, involucro polyphyllo.

36. A. Libanotis Koch gen. Umb. in, Bab. 145, Reich, fil. 36 t. 74 (et * S. nitidum 36 t. 76), Boiss. 967, Paol. 168, Rouy Cam. 274. Libanotis montana All., Lech 279, Fr. 23, Lge. 61, Asch. Kan. 65, Nym. 295 suppl. 141 (et * L. athamanthoides DC.). Seseli vulgare Bub. 375.

Hab. Europa quasi tutta, al sud nei monti. Siberia Africa boreale.

37. 6. sibiricum Eichw. Skizze 156, Reich, fil. 36 t. 75. S. Libanotis t sibiricum Rouy Cam. 27. Libanotis sibirica C. A. Mey., Led. 279, Nym. 295 suppl. 141.

Hab. Europa media. Siberia.

38. A. SibtJiorpii Gren. Godr. fi. Fr. I 71 1 (excl. syn. Sibth.). S. Liba?iotis subsp. lejocarpum for. bayonnense Rouy Cam. 276. Libanotis Candollei Lge. 61, Nym. 295 suppl. 141.

Hab. Asturie, Biscaglia, Béarn. End. (non vidi).

39. ? A. arcticum Libanotis Rupr. ex auct. Nym. 295.

Hab. Russia artica. End.? (non vidi).

Species dubia.

40. S', junceum Sibth. Sm. pr. I 200. Schlerochorton? Boiss. 959) Nym. 297, Hai. 647.

Hab. Alti monti della Grecia. End. (non vidi). Osservazione. Finché il frutto di questa specie non sia noto, credo non valga la pena di cercare ad indovinare a qual genere appartenga, e sia meglio lasciarla provvi- soriamente nel Seseli. Del resto il gen. Schlerochorton non mi par nettamente distinto da questo, almeno dalle de- scrizioni date.

LII. Foenicuhim.

Calix obliteratus. Corolla circinata, petalis involutis (luteis). Ovarium basi in pedicellum sensim attenuatum. Stylopodia pulvinata. Fructus hellipticus, teretiusculus vel a dorso sub-

204

compressus, facile ruptilis, coccis 5-jugatis, jugis filiformi-ca- rinatis aequidistantibus, lateralibus marginantibus parallelis, ae- qualibus vel coeteris latioribus. Mesocarpum tenue, spongiosum. Vittae valleculares. Fasciculi crassiusculi, filiformes vel sub- trigoni fere totum jugum occupantes. Albumen adhaerens, ventre planum. Folia secta.

Foeniculum Adans. Fain. pi. II 101 em. Foeniculum, Bo - nannia, Peucedani (?) sp. Benth. Hook. 902, 912, 918. Foe- niculum, Bonaiinia, Ferulac sp. Car. 265, 267, 258. Foeni- culum, Silaus sp., Bonannia, Palimbia Drude 208.

Portamento. Piante piuttosto alte, aromatiche, a foglie divise in lacinie lunghe e strette : fiori gialli in ombrelle con involucri e involucretti 0 o piccoli : frutti piccoletti.

Caratteri anatomici. Fasci uniseriali : canali oleoresiniferi a contatto del collenchima : mesofillo simmetrico o quasi omo- geneo.

Distribuzione geografica. Genere del bacino del Me- diterraneo e del Mar Nero.

Osservazione. I quattro generi fondati su queste poche specie non possono assolutamente reggere. Anche Anethum è vicinissimo a questo genere, sebbene ne differisca per la molto maggior disuguaglianza delle coste.

1. F. vulgare Mill, ex auct. (1768), Paol. 173, Bub. 372.

F. capillaceum Gilib. (1782), Asch. Kan. 65, Hai. 646, Rouy Cam. 278. F. officinale All. (1785), Led. 271, Bab. 145, Reich, fil. 37 t. 89, Boiss. 975, Lge. 56, Nym. 292 suppl. 140.

Folia segmentis longis tenuibus capillaceis, superiora vagina elongata, limbo parvo : petiolum foliorum infe- riorum fasciculis collenchymaticis subquadratis aequalibus ; zonis chlorenchymatis planis ; fasciculis fibrovascularibus aequalibus : fructus sapore grato amaro-aromatico.

Hab. Europa meridionale e qua e nella media. Asia occid. Africa bor.

2. F. piperitum DC. pr., IV 142, Reich, fil. 38 t. 90, Boiss.

975, Lge. 57, Nym. 292. F. vulgare 0 piperitum Paol. 173.

205

F. capillaccum J3 et 7 Hal. 646. F. capillaceum subsp. pi- pcritum Rouy Cam. 279.

Folia segmentis brevibus subcarnosis, rigidis, superiora vagina brevi, limbo nullo : petiolum foliorum inferiorum fasciculis collenchymaticis radialiter dilatatis, alterne valde inaequalibus ; zonis chlorenchymatis profonde sulcato-in- curvis ; fasciculis fibrovascularibus alterne valde inaequa- libus : fructus sapore amaro-acri, ingratissimo.

Hab. Europa meridionale. End.

3. F. salsum Sium salsum L. sp. 252. Palimbia Bess. en.

pi. Volh. 55, 94, Boiss. 982, Nym. 288, Ferula Led. 304. Hab. Russia meridionale presso il Volga. End.

4. F. peucedanoidcs Jacks, ex auct. ( Bunium M. Bieb.) Paol.

173. Silaus carvifolius C. A. Mey., Led. 288. S. vire- scens Gris. ex. auct., Reich, fil. 46 t. 73, Boiss. 975, Asch. Kan. 66, Nym. 293 suppl. 140, Rouy Cam. 282. 6. peucedanoidcs Hai. 646.

Hab. Monti dell’ Europa meridionale, dalla Francia alla Macedonia. Asia minore. Caucaso.

5. F. graecum Sium graecum L. sp. 252. Bonannia re-

sinifera Guss. fl. sic. syn. I 355, Nym. 285 suppl. 137. B. resinosa Strobl, Paol. 174. B. graeca Hai. 646. Hab. Sicilia, Calabria, Grecia. End.

LUI. ? Soranthus.

Umbella duplex, floribus in umbellulis subsessilibus, glo- merulatis, polygamis. Calix minutus 5-dentatus. Corolla cir- cinata, petalis involutis, persistentibus (?). Stylopodia pulvi- nata. Fructus hellipticus, a dorso compressus, jugis filiformibus

aequalibus. Mesocarpum Vittae valleculares. Fasci-

culi Albumen convexo-planum, adhaerens.

SorantJms Led. fi. alt. I 344. Pcuccdani sp. Benth. Hook. 920, Car. 265. Femilae sp. Drude 228.

Portamento. La figura di Ledebour rappresenta una pianta simile al finocchio.

206

Distribuzione geografica. Russia orientale e Aitai. Osservazione. I moderni autori pongono questo genere fra le Ferula o i Peucedanum, ma la figura di Ledebour in- vece indica piuttosto una affinità con Foeniculum. L’ infiore- scenza poi è caratteristica, per cui conservo provvisoriamente questo genere.

i. S. Meyeri Led. fi. alt. I 344: fi. ross. II 271. Nym. 285. Hab. Russia meridionale, al Volga. Aitai (non vidi).

LIV. Meum.

Calix obliteratus. Petala stellata, oblonga, pianissima (alba). Stylopodia pulvinata. Ovarium basi in pedicellum abrupte con- tractum. Fructus hellipticus a latere subcompressus, facile rupti- lis, coccis 5-jugatis, jugis aequalibus, aequidistantibus crassiu- sculis, acute carinatis. Mesocarpum spongiosum, lamella media tenuissima, lignosa. Vittae valleculares. Fasciculi crassiusculi, filiformes, fere totum jugum occupantes. Albumen ventre con- cavum.

Meum Jacq. fi. Austr. IV p. 2, Benth. Hook. 91 1, Drude 210. Ligustici sp. Car. 271.

Portamento. Pianta bassa, a f. con pochi rami e con poche foglie : fg. radicali strette allungate, divise in numerosi seg- menti filiformi brevi pseudo-verticillati : involucro e involucretti a pochi filli lineari-setacei : fiori bianchi : frutti per la pianta grossetti.

Caratteri anatomici. Fasci uniseriali. Canali oleoresini- feri a metà della corteccia. Mesofillo quasi omogeneo.

Distribuzione geografica. Genere proprio d’ Europa.

1. M. athamanthicum Jacq. 1. c., Bab. 146, Reich, fil. 39 t. 91, Lge. 55 (et *M. nevadense Boiss.), Asch. Kan. 66, Nym. 294 suppl. 139, Paol. 17 1, Bub. 382, Rouy Cam. 288.

Hab. Alpi, monti della Francia, Spagna, Italia e II- liria. End.

207

LV. Endressia.

Calix 5-dentatus, in fructu accrescens. Corolla stellata (alba), petalis acumine subinvoluto. Stylopodia pulvinata. Ovarium basi abrupte in pedicellum contractum. Fructus hellipticus a latere subcompressus facile ruptilis, coccis 5-jugatis, jugis filiformi- carinatis, aequalibus, aequidistantibus, lateralibus parallelis. Me-

socarpum Fasciculi filiformes, fere totum jugum oc-

cupantes. Vittae valleculares. Albumen teretiusculum, adhaerens. Folia secta.

Endressia Gay. Ann. sc. nat. ser. 1 XXVI p. 225, Drude 210. Ligustici sp. Benth. Hook. 915, Car. 270.

Portamento. Erba perenne, a fusto semplice, quasi nudo: foglie pennatosette a segmenti opposti, palmato-partiti in la- cinie piccole strette: ombrella molto densa, subglobosa: frutti minuti.

Caratteri anatomici. Fasci uniseriati a periciclo non sclerifìcato : canali oleoresiniferi a metà corteccia : mesofillo bifaciale.

Distribuzione geografica. Genere proprio dei Pirenei.

1. E. pyrenaica Gay. 1. c., Lge. 55, Nym. 292 suppl. 139, Rouy Cam. 257. E. pyreìiaea Bub. 382.

Hab. Pirenei. End.

LVI. Leuceres. 1

Calix 5-dentatus, non accrescens, membranaceus. Petala stel- lata, infracta (alba). Stylopodia pulvinata. Ovarium. . . . Fructus

hellipticus a latere compressus coccis 5-jugatis, jugis

aequalibus, aequidistantibus, filiformi-carinatis, lateralibus pa- rallelis. Mesocarpum Fasciculi filiformes, fere totum

jugum occupantibus, duo autem accessorii in commissura cu-

li nome è tolto da bianco.

2o8

iusvis cocci excurrentes. Vittae valleculares et extrajugales. Albumen teretiusculum. Folia secta.

Endressìae sp. De Coincy Journ. de Bot. (Morot) XII 3. Portamento. Quello della specie precedente, ma tutta bianco-pelosa.

Distribuzione geografica. Finora nota solo della Spagna. Osservazione. Non ho veduto la pianta, ma la diffusa descrizione dell’autore lascia credere che non appartenga al genere Endressia, ad altro dei generi affini, ed oso quindi fondare un nuovo genere.

1 . L. castellanus Endrcssia Coincy 1. c.

Hab. Spagna (Burgos). End. (non vidi).

LVII. Ligusticum.

Calix obliteratus, v. obsolete 5-dentatus. Corolla stellata (saepius alba), petalis infractis vel inflexis. Stylopodia pulvinata. Ovarium basi in pedicellum abrupte contractum. Fructus teretius- culus vel a latere vel a dorso subcompressus, hellipticus v. oblongus facile ruptilis, coccis 5-jugatis, jugis aequidistantibus, membranaceo-alatis, aequalibus vel lateralibus parum latiori- bus parallelis raro divergentibus. Mesocarpum subspongio- sum, lamina media tenuissima lignificata. Vittae valleculares. Fasciculi a latere valde compressi, radialiter dilatati, juga occupantes. Albumen semioctagonum ventre planum vel sul- catum. Folia secta.

Ligusticum L. gen. n. 346, nomen tantum ! Car. 270 excl. sp. Silaus, Ligusticum, Pleurospermum, Selinum Benth. Hook. 910, 91 1, 915 (excl. sp.). Pleurospermum, Silaus, Cnìdium, Selinum, Ligusticum Drude 171, 209-2 11 (excl. sp.).

Portamento. Piante di varia altezza, spesso mezzane o piccole, a foglie divise in lacinie bislunghe o cuneate mucro- nate, fiori per lo più bianchi in ombrelle a molti raggi : frutti mediocri o piccoli.

209

Caratteri anatomici. Fusto e picciuolo per lo più a fasci uniseriali : canali oleoresiniferi a metà della corteccia: meso- fillo bifaciale.

Distribuzione geografica. Zona temperata boreale, Chili, Nuova Zelanda.

Osservazione. Non possono reggere i generi qui sotto riuniti. Avrei separato volentieri il Silaus, ma mancano ca- ratteri differenziali.

Sect. I. Euligusticum. Petala alba. Fructus jugis late- ralibus parallelis. Vittae in valleculis plures. Albumen ventre planum. Fasciculi uniseriales.

1. L. fenilaceum All. fi. ped. II 13, Reich, fil. 41 t. 84,

Nym. 293 suppl. 140, Paol. 171, Rouy Cam. 284. Hab. Alpi italiane e francesi, Giura. End.

2. L. cynapiifolium Viv. in DC. pr. IV 158, Nym. 293,

Rouy Cam. 284.

Hab. Corsica. End. (non vidi).

3. L. saxifragum Boiss. Sprun. Ann. se. nat. Bot. ser. 3 I

300. L. cyprium Paol. 172 an Spr.? Carimi viultiflorum Boiss. 882, Nym. 307 suppl. 145, Hai. 671 excl. syn. Sibth. Sm. ? (ex Car.).

Hab. Puglia, Grecia. Cipro ?

Osservazione. Il frutto del L. saxifragum è un po’ più lungo e più compresso ai lati che negli altri Ligustìcum, però in tutto il resto concorda, e discorda da Apium. L’ Athamantha multiflora di Sibthorp e Smith sarebbe, secondo Carnei, un vero Apium a frutto corto e didimo, però non ancor conosciuta altrimenti. Un esemplare da me veduto nell’erbario Martelli, raccolto da Baldacci in Alba- nia, forse appartiene alla vera specie di Sibthorp, ma man- cano i frutti maturi.

4. L. Mutellina Crantz Cl. Umb. 82, Asch. Kan. 66, Rouy

Cam. 286. Meum Gaertn.; Led. 288, Reich, fil. 39 t. 92, Boiss. 973, Nym. 293, suppl. 139, Paol. 17 1.

Hab. Alpi, monti di Francia, Austria, Penisola Bal- canica. End.

210

5- L. corsicum Gay Ann. sc. nat. ser. i XXVI 222, Nym. 293, Paol. 1 7 1, Rouy Cam. 285.

Hab. Corsica. End. (non vidi).

6. L. Huteri Porta Rigo N. Giorn. bot. it. XIX 306, Nym.

suppl. II 140.

Hab. Baleari (Majorca). End. (non vidi).

7. L. pyrcnacum Gou. ill. 14 t. 7 f. 2, Lge. 56, Nym. 293,

suppl. 140 (et * Cnidium cuneifolium Gris. p. 294), Paol. 1 7 1, Rouy Cam. 285. Devillea Bub. 380.

Hab. Spagna, Francia, Abruzzo. End. fi. Seguierii Koch; Asch. Kan. 66, Nym. 313 suppl. 140, Hab. Alpi, Illiria, Transilvania.

Sect. II. Silaus Bess, pro gen. Petala flava. Fructus jugis lateralibus parallelis. Vittae in valleculis tenuissimae soli- tariae v. deficientes. Albumen ventre planum. Fasciculi plu- riseriales.

Osservazione. Molti autori, specialmente antichi, danno numerose vitte al frutto del A. pratensis. Ciò deve essere avvenuto per un errore. Infatti le vitte sono solitarie sottilis- sime e assai più spesso mancano : però fra la lamina lignificata del mesocarpo e l’endocarpo il tessuto spesso si riassorbe: evidentemente sono le lacune così formate che osservate con insufficiente ingrandimento sono state prese per vitte.

8. L. Silaus Vili, prosp. hist. pi. Dauph. ex auct. Silaus pratensis Bess. enum. pi. Volh. 43, Led. 287, Fr. 23, Bab. 146, Reich, fil. 46 t. 82, 149, Lge. 54, Nym. 293 suppl. 140. 5. flavcscens Bernh., Paol. 169, Rouy Cam. 281. Cnidium pratense Bub. 371.

Hab. Europa media e submeridionale, fino al Monte- negro. End.

9. L. alpestre Pcuccdamcm Spr. Umb. 46. Silaus Bess. 1. c., Boiss. 974, Nym. 293 suppl. 340. Sila2is Dcsseri DC., Led. 287.

Hab. Russia meridionale. End. (non vidi).

21 1

Sect. III. Cnidium Cuss, pro gen. Petala alba. Fructus jugis lateralibus parallelis. Vittae in valleculis solitariae cras- sae. Albumen ventre planum. Fasciculi uniseriales.

10. L. venosum Cnidium Koch Umb. 199, Led. 283, Fr. 23, Reich, fil. 39 t. 80, Nym. 293 suppl. 140.

Hab. Europa settentrionale, fino in Germania. Siberia.

11. L. sìlaif olitevi Gaud. fi. helv. II 399 {Laser pi tium Jacq.).

Cnidium apioides Spr. Umb. 40, Reich, fil. 40 t. 81, Boiss. 971, Asch. Kan. 65 (et * C. athoum Gris.), Nym.

293 suppl. 140, Rouy Cam. 287. C. silaifolium Briq. Paol. 170, Hal. 647.

Hab. Francia, Italia, Penisola Balcanica. Asia occ.

12. L. Monnieri Selinum L. am. ac. IV 249. Cnidium Cuss. mém. soc. med. Par. 1782 p. 280, Led. 283, Nym.

294 suppl. 140, Paol. 160.

Hab. Proprio dell’Asia centrale, trovato avventizio in Istria, Francia, ecc.

Sect. IV. Aulacospermum Led. pro gen. Petala alba. Fructus jugis lateralibus parallelibus. Vittae in valleculis so- litariae crassae. Albumen ventre sulcatum.

13. L. tenuilobum Aulacospermum Meinsh. Linn. XXX 515, Nym. suppl. 148.

Hab. Russia merid. -orient. Siberia occid. (non vidi).

Sect. V. Selinum L. pro gen. Petala alba. Fructus a dorso compressus, jugis lateralibus divergentibus latioribus. Vittae in valleculis solitariae latae. Albumen ventre planum. Fasciculi uniseriales.

14. L. Carvifolia Car. in Pari. fi. it. Vili 239. Selinum L. sp. pi. ed. II 350, Led. 293, Fr. 23, Reich, fil. 51 t. 101, Lge. 45, Asch. Kan. 66, Nym. 283, Paol. 170, Rouy Cam. 399. Mylinum Carvifolia Gaud, Bub. 384.

Hab. Europa, meno le parti meridionali e la Penisola Balcanica. Siberia.

212

Osservazione. Questa pianta è assai lontana dalle Angelica e concorda interamente con Lìgusticum. La compressione del frutto e la maggior larghezza delle coste laterali sono precisamente come nel L. pyrenaeum .

LVIII. Cenolophium.

Calix minimus. Corolla stellata (alba), petalis infractis. Sty- lopodia pulvinata. Ovarium basi in pedicellum abrupte contrae - tum. Fructus hellipticus a dorso vix compressus, facile ruptilis, coccis 5-jugatis, jugis membranaceo-alatis, aequalibus, aequidi- stantibus. Vittae valleculares. Mesocarpum tenue, subspongio- sum. Fascisculi filiformes marginantes. Albumen semiteres ventre planum v. sulcatum, ab endocarpo secedens. Folia secta.

Cenolophium Koch Umb. 103 em. Car. 271. Ligustici sp. et Pleurospermi sp. Benth. Hook. 91 1, 915. Hladnikia, Ce- nolophium et Lìgusticum subg. Ili Drude p. 171, 213, 212.

Portamento. Piante più alte del genere precedente, a foglie divise in segmenti pennatopartiti : il resto come in Li- gusticum. Il C. scolicjim ha foglie a lobi larghi dentati.

Caratteri anatomici. Il C. Gola/ca ha una corteccia molto grossa : canali oleoresiniferi per lo più alternanti coi fasci di collenchima, più di rado a metà distanza fra il col- lenchima e il libro: fasci librolegnosi uniseriali con periciclo sclerificato : foglie a lembo bifaciale. Il C. scoticum ha i ca- ratteri del Lìgusticum.

Distribuzione geografica. Europa, Asia settentrionale, America artica.

Osservazione. Non ho veduti i frutti di tutte queste piante, ma dalle descrizioni e dalle figure mi sembrano identici.

1. C. Fischcri Koch Umb. 103, Led. 282, Fr. 23, 180, Reich.

fil. 45 t. 79, 149, Nym. 294 suppl. 140.

Hab. Russia sett., Scandinavia. Siberia.

2. C. Gola/ca Car. ep. fi. eur. 271. Athamantha Hacq. Carn.

25 t. 5. Hladnikia Reich, fil. 95 t. 193, Asch. Kan. 67,

213

Paol. 201. H. golaccnsis Koch, Nym. 314 suppl. 148. Hab. Alpi orientali, Illiria, Montenegro, Italia. End. 3. C. scoticum Car. 1. c. Ligusticum L. sp. pi. 359, Led. 286. Haloscias Fr. sum. veg. scand. 23, 180, Bab. 145, Nym. 293 suppl. 140.

Hab. Europa settentrionale. Regioni artiche.

LIX. Pleurospermum.

Calix minimus. Corolla stellata (alba), petalis obovatis pla- nissimis. Stylopodia pulvinata. Ovarium basi in pedicellum abrupte contractum. Fructus fusiformi-ovalis, apice subattenua- tus, a latere compressus, facile ruptilis, coccis 5-jugatis, jugis late triangulo-alatis, aequalibus, aequidistantibus. Exocarpum coria- ceum, complete secedens. Mesocarpum spongiosum tenue. Fa- sciculi filiformes juga marginantes, vitta tenui utrinque praediti. Vittae valleculares. Albumen dorso profunde angulatum, ven- tre sulcatum. Folia secta.

Pleurosperimun Hoffm. Umb. 8 Benth. Hook. 915 (ex parte), Car. 272, Drude 17 1 (ex parte).

Portamento. Pianta alta a fg. triangolari tripennatosette a segmenti inciso-dentati, pubescenti sotto : fusto fistoloso : ombrelle a 20-40 raggi, con involucri e involucretti a più ff. ; fiori grandi per la sottofamiglia : frutti grossi biancastri a coste crespo-dentellate.

Caratteri anatomici. Fusto a fasci uniseriali : collen- chima separato dall’epidermide da più strati di cellule, con canali oleoresiniferi presso di esso : mesofillo bifaciale.

Distribuzione geografica. Europa ed Asia boreale : ge- nere probabilmente monotipico.

1. P. austriacum Holfm. 1. c. Led. 361, Reich, fil. 95 t. 192, Asch. Kan. 68, Nym. 314 suppl. 148, Paol. 201, Rouy Cam. 392. *2°. uralense Hoffm. 1. c.; DC. pr.; Led. 361, Nym. 314.

Hab. Europa media. Siberia.

LX. Ostericum.

Calix parvus 5-dentatus. Corolla stellata (alba), petalis infra- ctis. Stylopodia pulvinata. Ovarium basi in pedicellum abrupte contractum. Fructus ovali-hellipticus a dorso lenticulari-com- pressus, facile ruptilis, coccis 5-ffigatis, jugis aequidistantibus, tenuissime membranaceo-alatis, lateralibus duplo latioribus di- vergentibus, omnibus solo exocarpo bilamellato constantibus et vacuis. Mesocarpum tenue, spongiosum, in jugis non penetrans. Fasciculi filiformes prope basin jugorum excurrentes. Vittae valleculares. Albumen convexo-planum. Folia secta.

Ostericum Hoffm. gen. Umb. 162. Angelicae sp. Benth. Hook. 916, Drude 219 (subg. V). Peucedani sp. Car. 265.

Portamento. Pianta alta a fg. divise in lobi grandetti ovati acuminati, pelosi sui nervi, le sup. ridotte alla guaina : ombrelle mediocri, con involucri e involucretti : fiori bianchi : frutti piccoletti lucenti.

Caratteri anatomici. Fusto a fasci uniseriali, alterna- mente ineguali, e canali oleoresiniferi presso il periciclo : pic- ciuolo a fasci multiseriali, canali oleoresiniferi più vicini al collenchima : mesofillo bifaciale.

Distribuzione geografica. Europa orientale-settentrio- nale, Asia boreale.

Osservazione. Genere ben distinto da tutti gli altri, in parte affine ad Angelica, ma più assai a Pleurospermum. A torto Drude dice le ali di questo genere sottilmente reti- colato-venose, perchè non vi è alcuna traccia di venatura : sono le grosse cellule esagone dell’esocarpo (che sono in due sole serie) a simulare una reticolazione.

I. O. pratense Hoffm. gen. Umb. 163, Nym. 283 suppl. 136. O. palustre Bess. en. pi. Volli. 94, Led. 295, Reich, fil. 50 t. 98, Asch. Kan. 66.

Hab. Russia, Germania, Austria- Ungheria, Siberia.

LXI. Pachypleurum.

Calix minutus tunc obliteratus. Corolla stellata (alba), petalis infractis. Stylopodia pulvinata. Ovarium basi in pedicellum abrupte contractum. Fructus ovalis a dorso compressus facile ruptilis, coccis 5-jugatis, jugis aequidistantibus crasse alatis, la- teralibus latioribus, divergentibus. Mesocarpum crassiusculum, spongiosum. Fasciculi filiformes prope basin jugorum excur- rentes. Vittae valleculares tenuissimae vel obsoletae. Albumen convexo-planum, laxe adhaerens. Folia secta.

Pachypleurum Led. fl. alt. I 296 em., Reich, fl. germ. exc. 471. Ligustici sp. Benth. Hook. 91 1, Car. 270, Drude 21 1 (subg. III).

Portamento. Pianta bassa a foglie tutte radicali piccole divise in piccole lacinie lanceolate: f. semplice : ombrella com- patta a molti raggi con involucri ed involucretti polifilli : fiori bianchi o rosei : frutti molto piccoli.

Caratteri anatomici. Fusto a fasci uniseriali con peri- ciclo non sclerificato : canali oleoresiniferi a metà della cor- teccia : mesofillo bifaciale.

Distribuzione geografica. Europa ed Asia settentr.

1. P. simplex Reich. 1. c., Reich, fil. 47 t. 87, Paol. 169,

Rouy Cam. 367. Neogaya Meissn. gen. 144, Led. 288,

Nym. 293 suppl. 140.

Hab. Tutta l’estensione delle Alpi. End.

2. P. alpinum Led. fl. alt. I 296 : fl. ross. 330, Reich, fil.

48 t. 88, Nym. 288 suppl. 138.

Hab. Russia artica, Nuova Zembla. Aitai (non vidi).

Osservazione. Secondo i due Reichenbach, Ruprecht, ecc. le due specie sono affinissime se non identiche : secondo Le- debour, Nyman, ecc. sono tanto diverse da appartenere a due generi posti in due distinte tribù !

2X6

LXII. Conioselinum.

Calix obliteratus. Corolla stellata (alba), petalis infractis. Stylopodia pulvinata. Ovarium basi in pedicellum abrupte con- tractum. Fructus ovalis a dorso lenticulari-compressus, facile ruptilis, coccis 5-jugatis, jugis aequidistantibus, membranaceo- alatis, lateralibus parallelis duplo latioribus. Mesocarpum mem- branaceum, in apice jugorum condensatimi subcollenchyma- tosum. Fasciculi nulli. Vittae valleculares. Albumen convexo- planum, adhaerens. Folia secta.

Conioselinum Fisch. in Hoffm. Umb. ed. II p. 185, Drude 218. Ligiislici sp. Benth. Hook. 91 1, Car. 270.

Portamento. Erba bienne glabra: f. fistoloso: fg. bipen- natosette a segmenti divisi in lobi bislungo-lineari : ombrelle a molti raggi, con involucretti, con o senza involucro : frutti piccoli.

Caratteri anatomici. Fasci uniseriali con periciclo non sclerificato : canali oleoresiniferi nel fusto sottili a contatto del periciclo, nel picciuolo a metà della corteccia, ma più spesso mancanti : mesofillo bifaciale.

Distribuzione geografica. Europa settentrionale-orien- tale e Asia settentrionale.

I. C. tataricum Fisch. in Hoffm. 1. c. Fr. 23. C. Fischeri Wimm. Grab. fi. sii. I 266, Led. 290, Reich, fil. 44 t. 78, Nym. 295 suppl. 140.

Hab. Russia settentrionale e media, Scandinavia, Ger- mania orientale. Siberia.

LXIII. Levisticum.

Calix obliteratus. Corolla circinata, petalis (luteis) involutis. Stylopodia pulvinata. Ovarium basi in pedicellum abrupte contractual. Fructus hellipticus a dorso compressus, facile rup- tilis, coccis 5-jugatis, jugis subaequidistantibus, triangulari-ala-

217

tis solidis, lateralibus duplo latioribus. Mesocarpum in jugis spongiosum, in valleculis membranaceum. Vittae valleculares. Fasciculi filiformes, prope basin jugorum excurrentes. Albu- bumen convexo-planum adhaerens. Folia secta.

Levisticum Koch Umb. ioi, Benth. Hook. 915, Car. 265, Drude 221.

Portamento. Pianta alta a foglie molte volte divise in segmenti grandi cuneati alla base, dentate o trilobi in alto : fiori gialli : involucri e involucretti reflessi, questi a brattee saldate alla base : frutto grandetto.

Caratteri anatomici. Fusto a fasci uniseriali, a periciclo non sclerificato : canali oleoresiniferi a metà della corteccia : mesofillo bifaciale.

Distribuzione geografica. Specie unica; in Europa e ne- gli Urali.

Osservazione. Genere appena distinto da Angelica.

1. L. officinale Koch 1. c. Led. 292, Fr. 23, Nym. 282 suppl. 136, Paol. 173. L. paludapif oliavi Reich, fil. 50 t. 100, Asch. Kan. 66.

Hab. Originario forse degli Urali, si trova nelle Alpi, nei monti d’ Illiria, nella Russia meridionale, ecc. con aspetto di pianta inselvatichita.

LXIV. Angelica.

Calix obliteratus. Corolla (saepius alba) stellata, petalis in- flexis v. apice subinvolutis. Stylopodia pulvinata. Ovarium basi in pedicellum abrupte contractum. Fructus ovatus v. helliptico- cblongus, a dorso lenticulari-compressus, facile ruptilis, coccis 5-jugatis, jugis aequidistant.ibus, dorsalibus crassiuscule filifor- mibusvel angustissime alatis, lateralibus divergentibus latealatis raro crassissimis exalatis. Mesocarpum in jugis spongiosum, in valleculis membranaceum. Vittae valleculares. Fasciculi fili- formes dorsale sub apice, laterales prope basin jugorum ex- currentes. Albumen adhaerens, convexo-planum. Folia secta.

Angelica L. gen. 347 em. Xatardia, Seiini sp. et Angelica

15

2l8

ex parte, Benth. Hook. 902, 914, 916. ; Drude 208, 210, 219. Peucedani sp., X atardia, Ligustici sp. Car. 265, 269, 270.

Portamento. Piante pluriannuali, con ombrelle a molti raggi, con involucretti, ma spesso senza involucro : frutti me- diocri. Il resto vario nelle diverse sezioni.

Caratteri anatomici. Fusto con fasci uniseriali, a peri- ciclo non sclerificato, spesso in maggior numero dei fasci di collenchima : picciuolo con qualche fascio interno o senza ca- nali oleoresiniferi a metà della corteccia : mesofillo bifaciale.

Distribuzione geografica. Zona temperata boreale.

Sect. I. Evangelica DC. Fructus jugis dorsalibus exala- tis, lateralibus alatis. Species elatae. Caulis crassus, ramosus, foliosus. Folia lobis amplis ovatis vel lanceolati.

1. A. pachy carpa Lge. descr. pi. nov. 7 t. 9 ; in Wk. Lge.

prodr. fi. hisp. Ili 47, Nym. 283 suppl. 136.

Hab. Spagna occ. (Galizia) Portogallo. End. (non vidi).

2. A. Razoulii Gou. ili. 13 t 6, Lge. 46, Nym. 283 suppl.

136, Rouy Cam. 403. A. ebulifolia Lap.; Bub. 386.

Hab. Spagna, Pirenei, monti della Francia, Vosgi. End.

3. A. laevis Gay(DR. exs. ast. 332) ind. seni. h. Petrop. 1843

p. 58, Lge. 47, Nym. 283 suppl. 136.

Hab. Spagna sett. (Asturie). End.

4. A. silvestri L. sp. 251, Led. 296 (et * A. montana Schleich

Syll. 149), Fr. 23, Bab. 146, Reich, fil. 48 t. 95, 96,

Boiss. 978, Lge. 46, Asch. Kan. 66, Nym. 283, suppl.

136, Paol. 175, Bub. 385, Hai. 631 (et * A. data Vel.

p. 632), Rouy Cam. 401.

Hab. Tutta 1’ Europa. Asia occidentale.

Osservazione. Questa pianta mostra negli erbari nume- rose modificazioni non solo nelle foglie, pubescenza ecc., ma anche nei frutti, e ritengo che ulteriori studi persuaderanno a distinguervi più specie.

5. ? A. pachyptera Avé-Lall. ind. seni. h. Petr. IX 58, Led.

295. A. silvestri 's subsp. pachyptera Nym. 283.

Hab. Ungheria. Caucaso (non vidi).

219

6. A. major Lag. nov. gen. sp. 13, Lge. 47, Nym. 282.

Hab. Spagna centrale. End.

7. A. Reuteri Boiss. diagn. II 2, 87, Lge. 47, Nym. 283.

Hab. Spagna centrale. End. (non vidi).

8. A. lieterocarpa Lloyd in Bull. soc. bot. Fr. 1859 p. 709, Nym. 283, Rouy Cam. 402.

Hab. Francia, coste sul golfo di Guascogna. End.

Sect. IL Pseudangelica DC. em. Fructus jugis dorsali- bus tenuissime angustissime alatis, lateralibus late alatis. Spe- cies pumila, foliis angustilobis, caule tenui ramoso, habitu Ligustici Carvifoliae.

9. A. pyrenaea Spreng. Umb. 62, Reich, fil. 49 t. 97. Seli-

num Gou. ili. 15 t. 5, Lge. 45, Nym. 283 suppl. 136, Rouy Cam. 400. Mylinum Bert.; Bub. 385.

Hab. Spagna settentrionale, Pirenei. End.

B. BeJithamiana Phil. fi. pyr. 395, Lge. 45.

Hab. Catalogna alla Malivierna (non vidi). Osservazione. Questa specie forma realmente una sezione di Angelica, e tanto nel fiore, quanto nel frutto non ras- somiglia a Selinum (. Ligusticum ).

Sect. III. Xatartia Meissn. pro gen. (Xatardia).— -Fructus jugis omnibus crassis exalatis. Species humilis, foliis omnibus radicalibus, lobis cuneatis, caule simplici brevi crasso, sulcato, umbella demum valde contracta, petalis viridulis apice subin- volutis.

io. A. scabra Pet. ann. se. nat. ser. 1 I 99, t. 8. Xatardia Meissn. gen. 145, Lge. 57, Nym. 291 suppl. 139, Rouy Cam. 279. Xatartia pyrenaea Bub. 379.

Hab. Pirenei orientali. End.

Osservazione. Il frutto non è meno compresso delle altre Angelica, e non è minore 1’ ineguaglianza delle coste. Non credo che la Xatartia possa esistere come genere a sè.

220

LXV. Archangellca.

Calix obliteratus. Petala stellata, infracta (alba v. viridula). Stylopodia pulvinata. Ovarium basi sensim attenuatimi. Fructus ovali-hellipticus a dorso lenticulari-compressus facile ruptilis, coccis 5-jugatis, jugis dorsalibus crassis, subalatis, approximatis, lateralibus latius alatis, divergentibus. Mesocarpum crassiuscu- lum spongiosum. Fasciculi sub apice jugorum excurrentes. Vit- tae cyclicae albumine adhaerentes, a mesocarpo secedentes. Albumen a dorso lenticulari-compressum. Folia secta.

Archangelica Hoffm. gen. Umb. ioi, Benth. Hook. 917, Car. 266. Angelica subg. IV Drude 219.

Portamento e Caratteri anatomici. Come nella se- zione I del genere precedente.

1. A. officinalis Hoffm. Umb. 101, Led. 297, Fr. 23, Bab. 147,

Reich, fil. 49 t. 101, Nym. 282 suppl. 136. A. saliva Bess. ; Asch. Kan. 66. Angelica Archangelica L. sp. 251, Paol. 175.

Hab. Europa settentrionale e media : Alpi, forse in- selvatichita. Asia settentrionale.

2. A. litoralis Ag. in DC. pr. IV 170, Led. 298, Fr. 23, 181,

Nym. 282 suppl. 136.

Hab. Norvegia e Lapponia artica, coste settentrionali del Mar Baltico, Prussia sett. (?). End.

Subtr. IX. PEUCEDANEAE DC. em.

Flores homomorphi, hermaphroditi v. polygami. Fructus ovalis v. subrotundis, raro oblongus, a dorso lenticulari- v. plano-compressus, dicoccus cum coccophoro, coccis 5-jugatis, jugis dorsalibus saepe tenuibus, lateralibus marginantibus ma- joribus, ex toto (rarius ex parte tantum) usque ad maturitatem invicem connatis. Juga secundaria tenuissima interposita raris-

221

sime evoluta, fere semper nulla. Vittae valleculares, raro cyclicae. Albumen convexo planum.

Osservazione. Appartengono a questa sottotribù tutte le Ferulìnae e le Tordyliinae di Drude, e inoltre alcune Sese- linae.

Prospetto dei generi :

i' Endocarpum tenuissimum membranaceum. 2.

I. - Endocarpum valde incrassatum, lignosum, e fibris ho- (, rizontalibus. io.

2.

3-

4-

Fructus indehiscens, jugis plicatis, osseis.

LXVI. Krubera.

Fructus plus minus dehiscens, jugis planis rarissime

membranaceis plicatis. ?.

Fructus dorso convexus.

Fructus dorso planus. 7.

Juga lateralia exalata. 5.

Juga lateralia in alam angustam abeuntibus. 6.

ÌPetala involuta. Mesocarpum crassum. Valleculaeplanae.

LXVII. Johrenia.

Petala infracta. Mesocarpum tenue. Valleculae in juga secundaria prosilientes.

LXVIII. Siler.

6.

Petala involuta. Juga dorsalia tenuia fìliformia, omnia fasciculis fere ex toto occupata. LXIX. Anethum.

Petala infracta. Juga dorsalia crassa carinata, fascicu- lis filiformibus in carinam excurrentibus.

LXXI. Thysselinum.

Petala infracta. Juge dorsalia crassa carinata, fasciculis nullis. LXX. Aethiisa.

7-

8.

Vittae valleculares. 8.

Vittae cyclicae. 9.

Juga lateralia membranaceo-alata. LXXll.Feucedanum. Juga lateralia spongiosa, crassa. LXXIII. Opopanax .

222

Juga levia, lateralia ex toto coniuncta.

LXXIV. Ferulago.

Juga crispa, lateralia extus libera.

LXXV. Lophosciadium.

Juga lateralia collenchymatica fasciculis duobus filifor-

ÌJuga lateralia spongiosa fasciculo filiformi basilari per- cursa. ii.

Calix obliteratus. Petala stellata, infracta (alba). Stylopodia pulvinata. Ovarium basi in pedicellum abrupte contractum. Fructus a dorso lenticulari-compressus ovatus, coccis insepa- rabilibus 5-jugatis, jugis carinato-plicatis aequidistantibus, late- ralibus parum crassioribus extus non cohaerentibus. Mesocar- pum tenue spongiosum lignificatum : endocarpum tenuissimum. Fasciculi latissimi subcomplicati extus concavi, in basin jugorum excurrentes. Vittae subnullae. Albumen subcomplanatum. Fo- lia secta.

Kntbera Hoffm. gen. pi. Umb. 100, Car. 268. Capnophylli sp. Benth. Hook. 908, Car. 268.

Portamento. Pianta annua a fusto rigido divaricato-di- cotomo : foglie bipennatosette a segmenti piccoli sublineari : ombrelle oppositifolie subsessili a 2-5 raggi ingrossati : invo- lucri ed involucretti di poche fif. ; frutti subsessili, persistenti, di media grandezza, variegati di bianco e di porpora scuro.

Caratteri anatomici. Fasci uniseriali : periciclo, raggi midollari e midollo fortemente sclerifìcati : corteccia sottile : canali oleoresiniferi presso il collenchima : mesofillo simmetrico.

Distribuzione geografica. Genere monotipico del Medi- terraneo.

\ mibus percursa.

LXXVI. Ferula.

j Juga dorsalia filiformia. LXXVII. Pastinaca.

( Juga dorsalia nulla. LXXVIII. Condylocarpus .

LXVI. Krubera.

223

Osservazione. Il genere Capnophyllum è molto diverso, e assai prossimo a Peucedanum.

i. K. peregrina Hoffm. ex auct. ( Tor dy Hum L. mant. 55), Boiss. 1027, Paol. 174, Hai. 632. K. leptophylla Hoffm. Umb. 103, Nym. 291. Capnophyllum peregrinimi Lge. 33. Hab. Europa meridionale. Asia occid. Africa bor.

LXVII. Johrenia.

Calix minimus. Corolla circinata petalis (flavis) involutis.

Stylopodia pulvinata. Ovarium Fructus ovalis a

dorso lenticulari-compressus, coccis aegre secedentibus 5-ju- gatis, jugis aequidistantibus, dorsalibus fìliformibus vix conspi- cuis, lateralibus crassissimis a disco distinctis v. cum disco confluentibus. Mesocarpum crassum, spongiosum; endocarpum tenuissimum, membranaceum. Fasciculi depressi, profonde ex- currentes. Vittae extrajugales conspicuae, valleculares saepe obsoletae. Albumen adhaerens, convexo-concavum. Folia secta.

Johrenia DC. mém. 54 t. 1 et Eriosynaphe DC. mém. 50 t. 1. Johrenia et Ferulae sp. Benth. Hook. 925, 917, Car. 284, 288, Drude 226, 228.

Portamento. Piante non molto alte, glabre, a fg. divise in segmenti assai stretti: f. rigidi: ombrelle a non molti raggi, nude o quasi : frutti piccoli o mediocri.

Caratteri anatomici. La J. distans ha i caratteri dei Peucedanum ma manca di fasci interni, che esistono nella J. longijolia. Mesofìllo simmetrico.

Distribuzione geografica. Regione mediterranea orien- tale, Asia occidentale: forse America settentrionale (rappresen- tata dal gen. Orogenia?).

Osservazione. Con mia sorpresa ho riconosciuto che il genere Eriosynaphe, che tutti gli autori riconducono a Ferula e che la descrizione di Ledebour ravvicinerebbe a Leptotae- nia, non è che una specie di Johrenia.

224

1. J. distans Hal. Beitr. Ach. 21; consp. fl. gr. I 622. ( Ca -

rosclinum Gris. spie. fi. rum. bith. I 374). J. graeca Boiss. Spr. : Boiss. fl. or. II ion, Nym. 287.

Hab. Grecia e monte Athos. End.

2. J. Pichleri Boiss. suppl. fl. or. 266, Nym. suppl. 138.

Hab. Rumelia (M. Riio). End. (non vidi).

3. J. longif olici. Eriosynaphe longifolia DC. mém. Omb. 50

Led. 307, Nym. 284 suppl. 136.

Hab. Russia meridionale, al Volga. Asia centr.

LXVIII. Siler.

Calix minutus. Corolla stellata (alba), petalis infractis. Stylopo- dia pulvinata. Ovarium basi abrupte contractum. Fructus a dorso lenticulari-compressus, ovalis, facile ruptilis, coccis 9-jugatis, ju- gis primariis aequidistantibus, filiformi-crassiusculis, lateralibus maioribus, secundariis tenuissimis. Mesocarpum tenue, spon- giosum, endocarpum tenuissimum, membranaceum. Fasciculi filiformes juga primaria occupantes. Vittae sub jugis secun- dariis. Albumen ventre planum. Folia secta.

Siler Scop. fl. earn, ed 2" I 217, Benth. Hook. 908, Car. 285, Drude 242.

Portamento. Pianta elevata, glabra : foglie triternate a segmenti larghi tripartiti : ombrelle quasi nude a molti raggi : frutti grandetti.

Caratteri anatomici. Fusto e picciuoli con fasci interni: periciclo non sclerificato : canali oleoresiniferi a metà della corteccia: mesofillo bifaciale.

Distribuzione geografica. Europa, Asia settentrionale, Caucaso.

1. A. trilobum Scop. 1. c., Led. 333, Reich, fil. 72 t. 143, Boiss. 980, Asch. Kan. 67, Nym. 282 suppl. 136, Paol. 189, Rouy Cam. 253.

Hab. Valle del Danubio, Penisola Balcanica, Russia meridionale e centrale, Francia sino ai Pirenei orientali. Asia occid.

225

LXIX. Anethum.

Calix obliteratus. Corolla circinata (flava) petalis involutis. Stylopodia pulvinata. Ovarium basi in pedicellurn sensim at- tenuatimi. Fructus oblongus a dorso lenticulari-compressus facile ruptilis, coccis 5-jugatis, jugis aequidistantibus, dorsalibus tenuiter filiformibus (albumine dorso angulato pericarpum inflante adspectu crassiusculis carinatis), lateralibus anguste alatis. Mesocarpum membranaceum. Fasciculi juga occupantes dorsales filiformes, laterales compressi radialiter valde dilatati. Vittae valleculares, albumen sulcantes. Albumen adhaerens, convexo-planum, dorso angulis tribus prominentibus. Folia secta.

Anethum L. gen. n. 364 ex parte, Car. 267, Drude 208. Peucedani sp. Benth. Hook. 918.

Portamento. Pianta annua, ad ombrelle a raggi più nu- merosi e più curvi, del resto somigliantissima al Finocchio : frutti più piccoli.

Caratteri anatomici. Come in Foeniculum.

Distribuzione geografica. Europa, Asia occidentale, In- dostan, Africa settentrionale.

1. A. graveolens L. sp. pi. 263, Led. 317, Fr. 23, Reich, fil. 66 t. 127, Boiss. 1026, Lge. 40, Asch. Kan. 66, Nym. 288 suppl. 138, Paol. 178, Bub. 393, Rouy Cam. 375.

Hab. Europa meridionale, Asia occidentale, Africa set- tentrionale.

LXX. Aethusa.

Calix obliteratus. Corolla stellata (alba), petalis infractis. Stylo- podia pulvinata. Ovarium basi in pedicellurn abrupte contrac- tum. Fructus late ovalis, a dorso lenticulari-compressus, facile

22Ó

ruptilis, coccis 5-jugatis, jugis aequidistantibus crassissimis, dorsalibus carinatis, lateralibus in alani angustam abeuntibus. Mesocarpum spongiosum, endocarpum tenuissime membrana- ceum. Fasciculi nulli. Vittae valleculares. Albumen convexo- planum. Folia secta.

Aethusa L. gen. n. 355, Benth. Hook. 907, Car. 266, Drude 205.

Portamento. Erbe annue glabre bassine a foglie più volte divise in segmenti allungati : ombrelle piccolette a pochi raggi, senza involucro : involucretti dimezzati : fiori bianchi : frutti piccoletti.

Caratteri anatomici. Cellule dell’epidermide più piccole e convesse di fronte ai fasci di collenchima. Fusto a fasci uni- seriali e periciclo non sclerificato. Canali oleoresiniferi a metà della corteccia. Mesofillo bifaciale.

Distribuzione geografica. Europa, Asia occid., Africa boreale.

1. Ac. segctalis Boenn. prodr. fi. Monast. 85. Ac. cynapium

8 pygmaea Lge. 54. Ac. Cynapium subsp. segetalis Nym. 297. Ae. Cynapium b agrestis (Wallr.), Paol. 175. Ae. Cynapium y agrestis et 5 segctalis Rouy Cam. 267.

Hab. Germania, Francia, Spagna sett., Italia sett. End.

2. Ae. Cynapium L. sp. 256, Led. 270 (et * Ae. elata Fried. ?),

Bab. 145, Reich, fil. 25 t. 60 ex parte, Boiss. 961 ex parte, Lge. 54, Asch. Kan. 65, Nym. 297 suppl. 142, Paol. 174, Rouy Cam. 267. Cynapium vulgare Bub. 372.

Hab. Europa, meno le regioni artiche. Siberia, Cau- caso.

3. Ae. cynapioides Marsch.-Bieb. fi. taur.-cauc. I 227, Led.

270. Ae. Cynapium ex parte Reich, fil. 25 t. 60 f. 11, Boiss. 961. Ae. Cynapium subsp. cynapioides Nym. 297 suppl. 142, Paol. 175 (subv. e).

Hab. Italia settentrionale, Penisola Balcanica, valle del Danubio, Russia meridionale. End.

LXXI. Thysselinum.

Calix minutus. Corolla stellata (alba), petalis infractis. Stylo- podia pulvinata. Ovarium basi in pedicellum abruptecontractum. Fructus late ovalis a dorso lenticulari-compressus, facile ruptilis, coccis 5-jugatis, jugis crassis aequidistantibus, dorsalibus sub- carinatis, lateralibus in alam angustam abeuntibus. Mesocarpum spongiosum, crassiusculum : endocarpum tenuissimum, mem- branaceum : exocarpum cuticula abunde mucilaginosa. Fasci- culi filiformes, dorsales prope carinam, laterales ad basin alae excurrentes. Vittae valleculares et insuper extrajugales. Albu- men sublenticulare cum endocarpo et vittis a coetero meso- carpo demum secedens. Folia secta.

Thysselinum Hoffm. Umb. 183. Peucedani sp. Benth. Hook. 918, Car. 285, Drude 234.

Portamento. Piante perenni di media altezza a succo lat- tiginoso : foglie a segmenti pennatopartiti in lacinie lanceolate o lineari: ombrelle ricche con involucri o involucretti a molte fi. ; fr. mediocri, giallo-rossicci.

Caratteri anatomici. Fusto e picciuolo a fasci unise- riati : periciclo non sclerificato : canali oleoresiniferi a metà della corteccia: mesofillo bifaciale.

Distribuzione geografica. Genere proprio d’Europa.

Osservazione. L’organizzazione del frutto alquanto diffe- rente da Peucedanuvi e sopratutto la natura della cuticula, unica fra le ombrellifere, mi persuadono a conservar distinto questo genere.

1. Th. palustre Hoffm. Umb. 154. Peucedanum Moench. méth.

82, Led. 310, Fr. 23, Bab. 147, Reich, fil. 63 t. 125,

Lge. 42, Nym. 286 suppl. 137, Paol. 18 1, Rouy Cam. 387.

Hab. Europa, meno le regioni pii: meridionali. End.

2. Th. lancifolium - Peucedanum lancifolium Lge. pug. IV

234; in Wk. Lge. pr. fl. hisp. Ili 41, Nym. 286 suppl.

137 (et P- palustre subsp. Crouanorum [Bor.]), Rouy Cam. 387.

Hab. Portogallo, Spagna atlantica, Francia atlantica. End.

Osservazione. Nyman aggiunge a questo gruppo il Peu- cedanum baica/etise Koch, che sarebbe stato trovato in Croa- zia. La località è però molto poco probabile per una pianta della Siberia centrale, e non è più stata ritrovata, quindi pre- ferisco tralasciarla. Inoltre tutti gli autori sono d’accordo nel porla fra i Peucedanum, sez. Macroselinum.

LXXII. Peucedanum.

Calix minutus vel obliteratus. Corolla stellata, petalis infrac- tis (albis), v. infìexis (luteis). Stylopodia pulvinata. Ovarium basi in pedicellum contractum v. subattenuatum. Fructus helliptico- oblongus, ovalis v. subrotundus, facile ruptilis, coccis 5-jugatis, jugis aequidistantibus, dorsalibus subfiliformibus lateralibus ala- tis. Mesocarpum tenue, spongiosum, endocarpum tenuissimum. Fasciculi filiformes, juga dorsalia fere ex toto occupantia, in marginalium basi excurrentes. Albumen complanatum. Vittae valleculares. Folia secta.

Peucedanum. L. gen. n. 339 em. Benth. Hook. 918, Car. ep. 285, Drude 234 (et Angelicae subg. II) omn. excl. sp.

Portamento. Assai vario, ma per lo più trattasi di erbe mezzane a foglie divise in segmenti spesso rigidi: ombrelle a molti raggi : fiori bianchi, di rado gialli; frutti mezzani o grandetti.

Caratteri anatomici. Spesso esistono fasci interni nel fusto e nel picciuolo: canali oleoresiniferi a metà della cor- teccia: mesofillo bifaciale.

Sect. I. Eupeucedanum DC. Calix minimus. Petala sub- rotunda apice inflexa. Fructus helliptico-oblongus, levis, mar- ginibus angustis parallelis, vittis solitariis pellucentibus. Folia pluries secta, segmentibus angustis integerrimis. Petiolum va-

mmi.

229

1. P. paniculatum Lois. fl. gall. 722, Lge. 41, Nym. 287 suppl. 137, Paol. 180, Rouy Cam. 389.

Hab. Corsica, indicato in Catalogna, ma probabilmente per errore. End.

2. P. italicum Mill. diet. 2. P. officinale J3 italicum Lge. 40, Nym. 287, Paol. 180, Rouy Cam. 389. P. narbonense Bub. 389.

Hab. Spagna orientale, Francia merid., Italia settentr. End. (non vidi).

3. P. officinale L. sp. pi. 245. Led. 308, Bab. 147, Reich, fil. 56 t. 1 12, Boiss. 1017, Lge. 40, Asch. Kan. 66, Nym. 287 suppl. 138, Paol. 180, Hal. 640, Rouy Cam. 388.

Hab. Europa media e meridionale. Asia temperata.

4. P. stenocarpum Boiss. Reut. ann. sc. nat. Bot. ser. 3 I 311, Lge. 41, Nym. 287 suppl. 137 [Rouy Cam. 389].

Hab. Spagna orientale. End. (non vidi).

5. P. occidentale Bub. fi. pyr. II 389 excl. syn. (1900). P. aragonense Rouy Cam. FI. Fr. VII 390 (1901).

Hab. Pirenei orient spagnuoli, Aragona. End. (non vidi).

6. P. coriaceum Reich, fl. germ. exc. 866, Reich, fil. 57 t. 108, Asch. Kan. 66, Nym. 287. P. gallicum b coria- ceum, Paol. 180.

Hab. Istria, Friuli, Croazia, Illiria, Dalmazia. End.

Osservazione. La pianta del Friuli e dell’ Istria al- l’ aspetto sembrerebbe il P. gallicum, ma i caratteri ana- tomici sono del P. coriaceum. I fiori dal secco sembre- rebbero bianchi. Non ho veduto i frutti.

7. P. campestre Jka in Linn. XXX 570, Nym. 287 suppl. 138.

Hab. Ungheria, Transilvania. End.

8. P. gallicum Latour. Chlor. Lugd. p. 7, Paol. 180, Bub. 389, Rouy Cam. 388. P. parisiense DC. fl. fr. IV 336, Reich, fil. 58 t. 109, Nym. 287 suppl. 137.

Hab. Francia, Spagna sett. , Portogallo. End.

9. P. longifolium Waldst. Kit. pi. rar. Hung. Ili 279, Reich, fil. 56 t. in, Asch. Kan. 66, Nym. 287 suppl. 138.

Hab. Ungheria, Transilvania, Banato, Illiria. End.

230

10. P. ruthenicum Marsch.-Bieb. fl. taur.-cauc. I 215, Led.

309, Reich, fil. 56 t. 116, Boiss. 1017, Ascli. Kan. 66, Nym. 287 suppl. 138.

Hab. Penisola Balcanica, Russia meridionale, Valle del Danubio. End.

11. ? P. Besserianum DC. pr. IV 177, Led. 309, Nym. 287.

Hab. Russia ? (non vidi).

12. P. vittijugum Boiss. fl. or. II 1018, Nym. 287, Hai. 640.

Hab. Grecia. End.

13. P. arcnarium Waldst. Kit. pi. rar. hung. I 18 t. 20, Led.

310, Reich, fil. 63 t. 117, Asch. Kan. 66, Nym. 286 suppl. 137.

Hab. Ungheria, Illiria. End.

14. P. obtusifolìum Sibth. Sm. pr. fl. gr. I 640, Hai. 640, Malabaila Boiss. 1054, Nym. 395.

Hab. Beozia?, Rumelia al Mar Nero. End.

Sect. IL Taeniopetalum De Vis. pro gen. Calix mi- nimus. Petala subrotunda, inflexa, ramoso-vittata. Fructus hel- lipticus, squamulosus, marginibus angustis parallelis, vittis non pellucentibus solitariis, pericarpo coriaceo. Folia in segmenta angusta integerrima pluries secta.

Osservazione. Non ho veduto queste piante, che forse meglio starebbero in un genere a sè. Il P. arcnarium manca di tutti i caratteri che son detti contraddistinguere il genere Taeniopetalum De Vis.

15. P. Neumayeri Reich, fil. 63 t. 64 ( Taeniopetalum De Vis. fl. daini. Ili 43), Asch. Kan. 66, Nym. 286.

Hab. Illiria, Ungheria. End. (non vidi).

16. P. macedonicum Jka Brev. II n. 29, Boiss. 1018, Nym. 286.

Hab. Macedonia. End. (non vidi).

Sect. III. Cervaria DC. Calix minimus. Petala obovata, emarginato-infracta. Fructus ovalis v. subrotundus, marginibus angustis parallelis, vittis pellucentibus solitariis. Petiolum fa- sciculis interioribus pluribus. Folia in segmenta lobata v. par- tita secta.

231

17- P- Oreoselimcm Moench. métti. 82, Led. 312, Fr. 23, Reich, fil. 59 t. 1 19, Lge. 42, Asch. Kan. 66, Nym. 286 suppl. 137, Paol. 1 8 1, Rouy Cam. 394. P. orbiculare Bub. 391.

Foliorum laciniae lanceolatae v. ovatae acutae: pollen ellipsoideum ad aequatorem subangustatum leve vel gib- beribus minimis praeditum.

Hab. Europa media e meridionale. Caucaso.

18. P. Bourgaei Lge. pr. fl. hisp. Ill 43. P. Oreoselimcm subsp. Bourgaei Nym. 286.

Foliorum laciniae obovato-rotundatae apice abrupte acuminato-mucronatae : pollen ad aequatorem gibberibus maximis praeditum unde sub microscopium nunc latissime reniformi -triangulum, nunc fere transverse rhombeum videatur.

Hab. Castiglia (Lge.), Francia (Corps, Isère, herb. h. bot. Pis.!). End.

Osservazione. Non ho veduto che un esemplare fran- cese, ma la forma delle foglie che è diversissima da quelle del P. Oreoselimcm non mi lascia dubbio sulla determi- nazione. Non ho veduto neanche io frutti, ma la differenza nella forma del polline mi par di grande importanza.

19. P. Cervaria Lap. abr. fi. Pyr. 149, Led. 31 1, Reich, fil. 59 t. 118, Boiss. 1023, Lge. 42, Asch. Kan. 66, Nym. 286 suppl. 137, Paol. 18 1, Bub. 391, Rouy Cam. 394.

Hab. Europa media e meridionale. Caucaso, Algeria.

Osservazione. Il P. crassifolium Hai. che corrisponde all’ Athamantha latifolia Viv. non sembra essere che una forma semimostruosa del P. Cervaria a segmenti in pic- col numero ma molto più grandi.

20. P. latifolhcm DC. pr. IV 18 1, Led. 314, Reich, fil. 60 t. 1 1 5 , Asch. Kan. 66, Nym. 285 suppl. 137.

Hab. Russia meridionale, foci del Danubio. End.

Osservazione. Specie certamente di questa sezione.

21 P. Schottii Bess, in DC. pr. IV 178, Led. 309, Reich, fil. 58 t. 1 1 4, Nym. 287 suppl. 138, Paol. 179, Rouy Cam. 390.

Hab. Russia meridionale-occidentale, valle del Danu- bio, Croazia, Italia settentrionale, Francia. End.

Sect. IV. Caroselinum Griseb. pro gen. (sec. Rouy Cam.). Calix minimus. Petala obovata, infracta. Fructus ovalis, levis, marginibus angustis parallelis, vittis in valleculis 2-3, raro solitariis, pellucentibus. Petiolum fasciculis uniserialibus. Folia ternati-v. pinnatisecta segmentis incisis v. pinnatipartitis. Involucrum 0.

22. P. carvifolium Vili. hist. pi. Dauph. II 630, Reich, hi. 59 t. 113, Asch. Kan. 66, Nym. 287 suppl. 138, Paol. 175, Bub. 391, Rouy Cam. 385. P. Chabraei Gaud., Led. 308.

Hab. Europa media, fino all’ Erzegovina e alla Russia merid. End.

23. P. erettami Sieb. av. 3, Boiss. 1021, Nym. 287, Hai. 641.

Hab. Creta. End.

Sect. V. Macroselinum Schur. pro gen. Calix mini- mus. Petala obovata, infracta. Fructus oralis, levis, margi- nibus latis diaphanis parallelis, vittis in valleculis solitariis pellucentibus. Petiolum fasciculis interioribus paucis subliberis. Folia pluries secta segmentis pinnatifidis v. dentatis. Involu- crum persistens, patens.

24. P. involucratum Koch Umb. 97, Nym. 285.

Hab. Alpi Piemontesi e Lombarde. End.

25. P. cnidioides Boiss. Heldr. diagn. II 2, 90, Boiss. fi. or.

II 1026, Nym. 285, Hai. 639.

Hab. Grecia. End. (non vidi).

26. P. austriacum Koch Umb. 97, Led. 314, Reich, fil. 61 t. 122, Asch. Kan. 66, Nym. 285 suppl. 137 (et *P. sulcatum [Bert.]), Paol. 181, Rouy Cam. 392.

Hab. Alpi, Illiria, Valle del Danubio, Grecia, Russia meridionale. End.

27. P. aegopodìoides Vand. in Sitz. bòhm. Ges. Wiss. Bot.

1888 p. 449, Hai. 639. Physospermum Boiss. fi. or. II 293, Nym. 315 suppl. 148.

233

Hab. Macedonia, Tessaglia, Serbia, Bulgaria. End. (non vidi).

Sect. VI. Imperatoria L. pro gen. Calix obliteratus. Petala obovata infracta. Fructus late ovalis, levis, marginibus latis, diaphanis, parallelis, vittis in valleculis solitariis pellu- centibus. Petiolum fasciculis interioribus pluribus. Folia 1-2 ternata segmentis saepius trifidis inaequaliter serratis. Invo- lucrum 0.

28. P. Ostruthium Koch Umb. 96, Led. 325, Bab. 143, Reich, fil. 62 t. 123 (et * P. angustifolium t. 124), Lge. 43, Paol. 182, Bub. 392, Rouy Cam. 395. Imperatoria L. sp. 371, Fr. 23, Nym. 285 suppl. 137 (et * I. angu- sti/olid).

Hab. Europa temperata. End.

Osservazione. Nell’ Erbario dell’Orto botanico di Pisa sotto il Cenolophium Fischeri si conservano alcuni frutti, che appartengono a un Peucedanum ancora ignoto di que- sta sezione. I frutti sono subquadrati, un po’ più larghi verso l’apice, subtroncati in alto, decisamente smarginati alla base : le ali diafane larghe quanto il seme, le vitte com- missurali vicino ai margini. Il frutto è lungo circa 6mm-, subeguale al pedicello. L’ombrella conta 12 raggi, brevi: involucro ed involucretto mancano. Il foglio porta l’ in- dicazione « Livonia ».

Sect. VII. Angelium Reich. Calix 5-dentatus, promi- nulus. Petala obovata infracta. Fructus subrotundus, levis, marginibus latis demum divergentibus, vittis in valleculis so- litariis, pellucentibus, in commissura prope marginem sitis. Petiolum fasciculis interioribus plurimis. Folia segmentis am- plis, ovatis, serratis. Rami verticillati. Involucrmn subnullum.

29. P. verticillare Koch Umb. 95, Paol. 182. Tommasinia Bert. fi. it. Ili 414, Reich, fil. 65 t. 126, Asch. Kan. 66, Nym. 282 suppl. 136.

Hab. Alpi svizzere e italiane, Illiria. End.

l6

234

Osservazione. Senza alcun dubbio la Tommasinia è da congiungersi a Peucedanum. Nel frutto immaturo le coste sono saldate fra loro.

Sect. Vili. Xanthoselinum Schur. pro gen. Calix mi- nutus. Petala obovata, infracta. Fructus ovalis, levis, margi- nibus latiusculis demum divergentibus, vittis in valleculis so- litariis, pellucentibus, in commissura subparallelis. Petiolum fasciculis interioribus nullis. Folia pluries secta, segmentibus in lacinias breves pinnatifidis. Involucrum polyphyllum.

30. P. alsaticum L. sp. pi. ed. II 354, Led. 312, Reich, fil. 60 t. 120, Boiss. 1024, Asch. Kan. 66, Nym. 286 suppl. 137, Bub. 392, Rouy Cam. 391.

Hab. Europa media fino ai Pirenei, le Alpi e i Bal- cani. Asia occidentale.

31. P. venetum Koch syn. fi. germ. I 305, Reich, fil. 61 t. 121, Boiss. 1024, Nym. 286 suppl. 137, Paol. 180. P. alsaticum subsp. venetum Rouy Cam. 392.

Hab. Catalogna, Alpi, Illiria, Tessaglia. End.

Sect. IX. Aulacotaenia. Calix obliteratus. Petala obo- vata, infracta. Fructus (minutus) helliptico-ovalis, levis, dorso subconvexo quadrisulcato, marginibus late alatis parallelis, vittis albumen profunde sulcantibus solitariis. Petiolum fasci- culis interioribus paucis subliberis. Folia biternata, segmentis serratis. Involucrum 1-2 phyllum.

Osservazione. Forse genere proprio. Le coste non sono spugnose carenate, come afferma Lange, ma sottilmente filiformi e con mesocarpo sottile. Però in corrispondenza di ogni vitta il pericarpo presenta un solco e gli intervalli fra due vitte, rigonfiati dall’ albume sottostante, possono rasso- migliare a grosse coste, delle quali le coste vere simulano la carena. E lo stesso fatto che avviene n eWAnethum, dove però i solchi sono più larghi e meno profondi.

32. P. hispanicum Lge. in Wk. Lge. pr. fi. hisp. Ili 44,

Nym. 285. Imperatoria Boiss. voy. 252 t. 74.

Hab. Spagna. End.

LXXIII. Opopanax.

Calix minimus, subdeciduus. Corolla circinata (lutea), petalis involutisJ Ovarium basi in pedicellum sensim attenuatum. Sty- lopodia pulvinata. Fructus hellipticus a dorso plano-compres- sus, facile ruptilis, coccis jugis 5 primariis, aequidistantibus, dorsalibus tenuissime filiformibus, lateralibus dilatatis spon- giosis disco subcrassioribus, ex toto connatis. Fasciculi fili- formes, juga dorsalia fere ex toto occupantes, marginalium prope basin excurrentes. Vittae valleculares plures, prosilientes, juga subaequantes. Mesocarpum tenue, spongiosum, endocar- pum tenuissimum. Albumen complanatum. Folia secta.

Opopanax Koch gen. trib. umb. 96, Benth. Hook. 922, Drude 234 ex parte. Fcrulae sp. Car. 268.

Portamento. Pianta molto alta, pelosa : foglie grandissime tripennatosette a lobi grandi larghi dentati : ombrelle grandi in amplissime infiorescenze verticillate : involucri e involu- cretti 0 o di poche ff. : frutti grandetti.

Caratteri anatomici. Fusto e picciuolo con fasci interni opposti agli esterni ed orientati diversamente, questi a peri- ciclo lignificato, gli esterni a periciclo non lignificato : canali oleoresiniferi a metà della corteccia, e anche nel periciclo presso al libro : mesofillo bifaciale.

Distribuzione geografica. Genere monotipico del Me- diterraneo occidentale.

Osservazione. La Pastinaca hispida Fenzl. ( Opop . orien- tale Boiss.) somiglia per l’aspetto, ma è molto differente per i frutti.

1. O. Ckironium Koch 1. c., Reich, fil. 51 t. 102, Lge. 39, Asch. Kan. 66, Nym. 288 suppl. 138, Bub. 387, Rouy Cam. 370. Pastinaca Opopanax Paol. 177 non L.

Hab. Penisola Iberica e Italica, Francia meridionale, Illiria. Africa settentrionale.

LXXIV. Ferulago.

Calix minutus. Corolla circinata, petalis involutis. Ovarium basi in pedicellum abrupte contractum. Stylopodium subcya- thiforme, margine dilatatum. Fructus hellipticus v. obovatus a dorso plano-compressus, coccis dorso planissimis 5-jugatis, jugis aequidistantibus, rectis, dorsalibus crassis v. anguste alatis, lateralibus latius alatis ante maturitatem ex toto connatis. Me- socarpum crassiusculum spongiosum, endocarpum tenuissimum. Fasciculi in quovis cocco 7, filiformes, 3 dorsales basi jugo- rum excurrentes, 2 utrinque in jugis marginalibus, unus ad basin, alter ad medium excurrens. Vittae cyclicae mesocarpo laxe, endocarpo arctissime adhaerentes, valleculae insuper non- numquam superficialiter 1 -vittatae. Albumen complanatum. Folia secta.

Ferulago Koch gen. pi. Umb. 97, Drude 232. Ferulae sp. Benth. Hook. 917, Car. 267.

Portamento. Piante mediocri o alte, a foglie general- mente grandi, molte volte divise in segmenti lunghi e stretti interi : f. solcato : ombrelle grandi verticillate, le laterali ge- neralmente sterili, tutte con involucro ed involucretti : frutti grandi, biancastri.

Caratteri anatomici. Fusto con numerosi fasci interni, gli esterni a periciclo sclerificato : canali secretori in un’ansa del collenchima: mesofillo simmetrico.

Distribuzione geografica. Bacino mediterraneo.

Sect. I. Euferulago Boiss. excl. sp. Fructus valleculis praeter vittas cyclicas evittatis. Folia segmento decussato ad basin partitionum primariorum praedita.

1. F. brachyloba Boiss. voy. Esp. 733, Nym. 289 suppl. 137. Fenda Lge. 38.

Hab. Spagna centrale e meridionale, Portogallo. End. (non vidi).

237

2. F. galbanifera Koch Umb. 97, Boiss. 997, Asch. Kan. 66, Nym. 289 suppl. 136, Hal. 643. Ferula Ferulago L. sp. ed. II 356, Reich, fil. 54 t. 107, Lge. 38, Paol. 176, Rouy Cam. 398. Ferula sulcata Led. 299 non Desf.

Hab. Europa meridionale. Asia occid., Africa bor.

3. F. granatensis Boiss. voy. esp. 251 t. 73, Nym. 284

suppl. 136. Ferula Boiss. el. n. 85, Lge. 38.

Hab. Spagna centrale e meridionale. End. (non vidi).

4. F. sulcata Nym. consp. fi. eur. 284. Ferula Desf. fi. atl. t. 67, Lge. 38.

Hab. Penisola Iberica. Africa boreale.

5. F. monticola Boiss. Heldr. diagn. II 2, 91, Boiss. fi. or.

II 1002, Asch. Kan. 66, Nym. 284 suppl. 137, Hai. 643. Ferula Reich, fil. 55 t. 210.

Hab. Penisola Balcanica, Illiria, Banato. End.

6. F. silvatica Boiss. fi. or. II 1002, Asch. Kan. 66, Nym. 284 suppl. 137, Hai. 644. Ferula Bess. Led. 298, Reich, fil. 54 t. 106.

Hab. Illiria, Penisola Balcanica, valle del Danubio, Russia merid. End.

7. F. Barrelieri Nym. 284. Ferula Barrehen Ten. fi. Nap.

Ili 6. Ferula silvatica Paol. 176 non Bess.

Hab. Abruzzo, Dalmazia ? End.

8. F. Sartorii Boiss. fi. or. II 959, Nym. 284 suppl. 137,

Hai. 645 .

Hab. Isola Andros nelle Cicladi. End.

9. F. nodosa Boiss. diagn. I io, 37 (. Peucedamim L. sp. 334),

fi. or. II 1001, Nym. 284 suppl. 137, Hai 644.

Hab. Penisola Balcanica. End.

Osservazione. Sotto il nome di Fenda gemadata si conservano nell’ Erbario dell’ Orto botanico pisano quat- tro esemplari raccolti da Spruner al Pentelico, uno è la F. nodosa, gli altri appartengono con ogni probabilità a una specie nuova. Si distinguono per il fusto poco in- grossato ai nodi, le fg. verde intenso, a segmenti lanceo- lato-lineari lungamente attenuati in alto e cuspidato- aristati : ombrelle a molti raggi : involucretti a filli acu-

minato-cuspidati ; petali obovati. La mancanza dei frutti mi impedisce di caratterizzare questa forma.

10. F. geniculata Guss. pr. fi. sic. I 366, Nym. 284 suppl.

137. Ferula nodosa, Paol. 176 non Jacks, excl. syn. L. Hab. Sicilia. End.

Sect. II. Anisotaenia Boiss. Fructus valleculis praeter vittas cyclicas late i-vittatis. Folia segmentis decussatis ad basin partitionum destituta.

11. F. thyrsiflora Koch Umb. 98, Boiss. 1005, Nym. 284,

Hai. 645.

Hab. Creta. End.

LXXV. Lophosciadium.

Calix minutus. Corolla circinata (lutea), petalisinvolutis. Stvlo- podia subcyathiformia. Ovarium basi in pedicellum abrupte con- tractum. Fructus hellipticus, facile ruptilis, coccis 5-jugatis, jugis aequidistantibus, crispo-alatis, lateralibus duplo latioribus a basi ad medium incrassatis ante maturitatem concretis, ultra me- dium membranaceo-alatis liberis. Fasciculi filiformes tenues, dorsales solitarii, laterales plures subcontigui in basi incras- sata jugorum excurrentes. Mesocarpum tenue, spongiosum, en- docarpum tenue. Vittae cyclicae a mesocarpo facile secedentes, endocarpo arete adhaerentes. Albumen complanatum. Folia secta.

Lophosciadium DC. meni. fam. Omb. 57 t. 2, Benth. Hook. 905, Drude 227. Ferulae sp. Car. 270.

Portamento. Simile a quello del precedente, ma piante assai più basse a foglie più sottili, e frutti piccoli nerastri con larghe ali increspate.

Distribuzione geografica. Europa orientale, Asia occi- dentale.

1. L. meoides Ferula meoides L. sp. pi. 256. Ferulago Boiss. 1004. Lophosciadium mcifolmm DC. pr. IV 218, Nym. 378 suppl. 134.

239

Hab. Penisola Balcanica, Italia a Manfredonia (herb. Mart.!). End.

2. L. Thirkeanum Boiss. Diagn. II 2, 94. Ferulago Boiss. fl. or. II 1001. Ferulago meoides fi Thirkeana Aznav. Bull. soc. bot. Fr. 1897, p. 170.

Hab. Costantinopoli. Asia minore (non vidi).

LXXVI. Ferula.

Calix minutus. Corolla substellata (lutea), petalis apice invo- lutis. Ovarium basi in pedicellum sensim attenuatimi. Stylopo- dia plana, margine undulato cincta et cyathiformia, v. margine destituta. Fructus hellipticus v. subovalis a dorso valde com- pressus, facile ruptilis, coccis dorso levissime convexis, 5-jugatis, jugis aequidistantibus, dorsalibus tenuibus filiformibus, laterali- bus crassiuscule alatis. Mesocarpum tenue, spongiosum, endo- carpum crassum induratum e fibris lignosis, juga lateralia collenchymatosa. Fasciculi 7 filiformes, 3 dorsales juga occu- pantes, 2 in quovis margine quorum unus prope basin, alter in medio margine excurrens. Albumen subcomplanatum, adhaerens. Vittae valleculares, teretiusculae, saepe incompletae. Folia secta.

Ferula. L. gen. n. 343 em. Benth. Hook. 917 (et Peucc- da?ii sp. 918), Car. 288, Drude 228, omn. excl. sp.

Portamento. Piante più robuste che le Ferulago, a fusto striato, involucri e involucretti spesso mancanti, frutti nerastri.

Caratteri anatomici. Gli stessi che in Ferulago.

Distribuzione geografica. Regione mediterranea, Asia occidentale e centrale.

1. F. communis L. sp. pi. 246, Reich, fil. 52 t. 104, 145, Boiss. 901, Lge. 37, Nym. 283 suppl. 136, Paol. 175, Hai. 642, Rouy Cam. 397. F. nodiflora L., Asch. Kan. 66, Bub. 388.

Foliorum segmenta angusta, flaccida, concoloria, epi- dermide undique adhaerente, mesophyllo symmetrico.

Hab. Europa meridionale. Asia occid. Africa settentr.

240

2. F. glmica L. sp. pi. 247, Reich, fil. 53 t. 103, Boiss. 991,

Lge. 37, Nym. 283. suppl. 136, Bub. 388, Hal. 642. F. communis 5 glauca Pad. 176. F. communis subsp. glauca Rouy Cam. 397 .

Foliorum segmenta latiora, carnosula, epidermide in pa- gina inferiore inter nervos secedente, subtus glauca ele- ganter nervata, mesophyllo bifaciali.

Hab. Europa meridionale. Asia occid. Afr. bor.

3. F. hispanica Rouy ex auct. F. tingitana Lge. 37, Nym.

283, non L. nec Desf. F. glauca subsp. hispanica Nym. suppl. 136.

Hab. Spagna (Hifac.). End. ? (non vidi).

4. F. Heuffelii Gris, ex auct. Reich, fil. 53 t. 105, Asch.

Kan. 66, Nym. 283, suppl. 136.

Hab. Banato, Serbia, Valacchia. End.

5. F. Sadleriana Led. fi. ross. II 300 in nota, Reich, fil. 53

t. 209, Nym. 283.

Hab. Ungheria, Transilvania. End. (non vidi).

6. F. orientalis L. sp. pi. 247, Led. 300, Boiss. 986, Nym. 283.

Hab. Russia meridionale. Asia occid. Africa bor.

7. F. caspica Marsch.-Bieb. fi. taur.-cauc. I 220, Led. 302,

Nym. 283.

Hab. Russia meridionale. Caucaso.

8. F. nuda Spreng. Umb. 81 t. 7, Led. 303.

Hab. Russia meridionale, presso il Caspio. Asia cen- trale (non vidi).

9. F. tatarica Fisch. in Spr. pug. I 37, Led. 299, Nym. 283.

Hab. Russia meridionale. Asia occid. Africa bor.

LXXVII. Pastinaca.

Calix parvus v. obliteratus. Corolla stellata (alba), petalis apice v. lateraliter infractis, vel circinata (lutea), petalis involutis. Stylopodia pulvinata. Ovarium basi abrupte contractual v. sub- attenuatum. Fructus late ovalis v. obovatus, a dorso plano-com- pressus, facile ruptilis, coccis lateraliter effusis semine latioribus, 5-jugatis, jugis dorsalibus tenuissimis, filiformibus, approximate,

241

lateralibus crassis alaeformibus v. moniliformibus. Fasciculi filiformes sub jugis excurrentes. Mesocarpum tenue, spongiosum ; endocarpum crassum, induratimi e fibris horizontalibus : juga marginalia spongiosa. Vittae valleculares, teretiusculae, saepe incompletae. Albumen adhaerens, complanatum. Folia secta.

Pastinaca L. gen. n. 362 em. Peucedani sp. Heracleum, Malabaila , Losimia, Tordylium ex parte Benth. Hook. 918- 924. Pastinaca, Sphondylium, Zosimia, Tordylium ex parte Car. 263, 265. Pastinaca, Heracleum, Malabaila, Zosimia, Tor- dylium ex parte Drude 238-241.

Portamento. Piante spesso molto elevate, generalmente monocarpiche e densamente pelose: foglie generalmente pen- natosette, grandi, a segmenti lobati : ombrelle a molti raggi, a involucri e involucretti piccoli o 0: fiori bianchi (e allora per lo più raggianti), gialli o verdastri, frutti mediocri o grossetti.

Caratteri anatomici. Fusto fistoloso, senza fasci interni; periciclo non sclerificato : canali oleoresiniferi a metà della corteccia : picciuolo con molti fasci interni : mesofillo bifaciale.

Distribuzione geografica. Europa, Asia settentrionale e media. Africa settentrionale, 1-2 specie in America boreale ; forse anche in India e in Abissinia.

Osservazione. Desta sorpresa come gli autori abbiano po- tuto fondare dei generi sulle modificazioni del frutto, che in- vece sono quasi nulle : ciò è avvenuto solo per osservazioni inesatte e superficiali. Il fiore presenta maggiori differenze, ma con tanti passaggi che il volervi fondar sopra dei generi mi pare impresa poco buona. Il genere così formato mi sem- bra naturalissimo, certo quanto Peucedanum, se non più.

Sect. I. Pastinacium. Calix minimus v. obliteratus. Pe- tala involuta. Styli tenues, stylopodio depresso. Fructus vittis dorsalibus filiformibus subaequalibus, margine levi. Folia la- tisecta. Species biennes v. perennes.

1. P. hispida Fenzl. ex auct., Paol. 177. Opopanax Griseb. spie. fi. rum. I 374, Nym. 288 suppl. 138, Hai. 637. O. orientalis Boiss. ann. se. nat. ; fi. or. II, 1059.

Hab. Penisola Balcanica, Italia? Asia occidentale.

242

2. P. involucrata Ces. ex auct. Malabaila Boiss. Sprun. ann. sc. nat. Bot. ser. 3 I 336; Boiss. fl. or. II 1054, Nym. 288, Hal. 636.

Hab. Grecia, Macedonia. End.

3. P. Psandiana Malabaila Heldr. CEst. bot. Zeitschr.

1883 P- 243, Hal. 636.

Hab. Grecia. End. (non vidi).

4. P. graveolens Marsch. Bieb. fi. taur.-cauc. I 237, Led. 319. Malabaila Boiss. 1055, Nym. 288 suppl. 138.

Hab. Crimea, Asia occidentale.

5. P. vaginans Velen. ex auct.

Hab. Macedonia. End.

6. P. Incida L. mant. 58, Nym. 289.

Hab. Baleari, Spagna orientale (Gand.). End.

7. P. latifolia DC. mém. soc. gén. et Pr. IV 189, Nym. 289 suppl. 138, Paol. 178 ex parte, Rouy Cam. 375. * P. Corsica Car. in Pari. fi. it. Vili 260, Nym. suppl. 138, Paol. 178.

Hab. Corsica. End. (non vidi).

8. P. saliva L. sp. pi. 262, Led. 317, Fr. 23, Reich, fil. 70 t. 141, Boiss. 1060, Lge. 39, Asch. Kan. 67, Nym. 289 suppl. 138, Paol. 178, Rouy Cam. 372 (et subsp. P. Rc- quienii). P. vulgaris Bub. 393. * P. umbrosa Stev. in DC. Led. 318. * P. opaca Bernh.; Reich, fil. 70 t. 142, Boiss. 1060, Asch. Kan. 67, Hai. 937. * P. teretiuscula Jord. ; Boiss. 1060 ?

Hab. Europa. Asia occid. Africa bor.

9. P. urens Godr. in Gren. Godr. fi. Fr. (non Req.) I 694. P. latifolia Led. (non DC.) 318?, Paol. 178. P. teretiu- scula (non Jord.) Boiss. 1060 ? P. saliva subsp. urens Rouy Cam. 374.

Hab. Francia, Svizzera (Italia ? Penis. Balcanica? Rus- sia mer. ?) End. (non vidi).

io. P. insularis P. saliva subsp. insularis Rouy Cam. 374. Hab. Corsica (Fiumorbo, Kral., Corte, Mab. !, Vico, Req. !) End.

Osservazione. Gli esemplari conservati nell’Erbario

243

Pisano sotto il nome di P. divaricata appartengono tutti a questa specie che si distingue da tutte le altre per i frutti ellittici, decisamente attenuati in alto, lucenti, con brevi e rare papille che mancano solo rarissimamente. La commissura ha generalmente 3 brevi vitte, di rado 2. I lobi delle foglie sono crenulati, a denti decisamente mucronati.

11. P. divaricata Desf. cat. h. Par. 1815, p. 139, Nym. 289 suppl. 138, Paol. 178. P. sativa subsp. divaricata Rouy Cam. 374.

Hab. Corsica. End. (non vidi).

12. P. Fleisclimannii Hladn. in Koch syn. fi. germ. helv. 307, Reich, fil. 70 t. 140, Nym. 289 suppl. 138, Paol. 177.

Hab. Carinola, Istria. End.

13. P. hirsuta Pane. fi. princ. serb. 359, Asch. Kan. 67, Boiss. suppl. 271, Nym. suppl. 138.

Hab. Rumelia, Bulgaria. End. (non vidi).

Sect. II. Lophotaenia Gris, pro gen. Calix minimus. Petala involuta. Styli rigidi rostrati erecti, stylopodio subbul- boso. Fructus vittis dorsalibus filiformibus, intermediis valde brevioribus, margine levi. Folia latisecta. Species biennis.

14. P. aurea Hcracleum Sibth. Sm. pr. I 192. Malabaila Boiss. fi. or. II 1053, Nym. 288 suppl. 138, Hai. 634.

Hab. Grecia, Macedonia. End.

Sect. III. Heracleum L. pro gen. Calix minimus. Pe- tala apice inflexa v. infracta, saepe radiantia. Styli erecti v. reflexi, stylopodio subbulboso, demum decidui. Vittae dorsales clavatae, saepe parimi inaequales. Margo levis. Folia latisecta. Involucra et involucella parva. Ovarium saepissime hirtum. Species biennes v. perennes.

Osservazione. Le specie sono variabilissime, e molto male rappresentate negli erbari a causa delle grandi dimensioni. Sono persuaso che il numero delle specie andrà molto ridotto, ma per ora non posso che dare una lista delle specie am- messe universalmente.

244

1 5. P. sibirica Heracleum L. sp. pi. 249, Led. 320, Fr. 23, Reich, fil. 69 t. 131, Asch. Kan. 67, Nym. 290 suppl. 139, Rouy Cam. 379. H. Sphondilium B longifolium QJacq.], Paol. 183.

Hab. Europa settentrionale e media. Asia settentr.

16. P. verticillata Heracleum Pane. Sched. 18S3, Boiss. suppl. 269, Nym. suppl. 139.

Hab. Macedonia. End. (non vidi).

17. P. humilis Heracleum Sibth. Sm. pr. I 193, Boiss.

1096 suppl. 270, Nym. suppl. 139.

Hab. Macedonia, Asia minore (non vidi).

18. P. austriaca Heracleum L. sp. pi. 250, Reich, fil. 70 t. 136, Nym. 290 suppl. 139, Paol. 183. * H. sii folium (Scop.) Reich, fl. exc. 456, Reich, fil. 70 t. 127, forma petalis roseis, fructu maturo hispido.

Hab. Alpi italiane orientali, Alpi austriache. End.

19. P. granatensis Heracleum Boiss. el. 49, Lge. 36, Nym.

290 suppl. 139.

Hab. Spagna. End. (non vidi).

20. P. stenophylla Heracleum Jord. ! cat. pi. h. Gren. 1849 p. 16 an Gaud. ? H. Sphondylium var. stenophyllum Nym. 290, Rouy Cam. 380? H. Sphondylium y e legans Paol. 183 p. p. ?

Hab. Alpi occidentali, Cevenne. End.

Osservazione. Esemplari di Jordan, conservati nel- l' Erbario dell’ Orto botanico pisano, hanno frutti molto più piccoli che nella P. Sphondylium, molto più brevi del pedicello (e non poco più brevi), per nulla attenuati alla base. Anzi è per questa diversità del frutto che di- stinguo questa specie dalla P. Sphondylium. La diagnosi di Rouy e Camus, esatta quanto alle foglie, non si adatta per i frutti, che son detti « obovales, nettement atténués à la base ».

21. P. Sphondylium Heracleum L. sp. pi. 249, Led. 31 1, Fr. 23, Reich, fil. 67 t. 128, 129, Boiss. 1044, Lge. 35, Asch. Kan. 67, Nym. 290 suppl. 139, Paol. 183, Hai. 638, Rouy Cam. 379. Sphondylium proteiforme Bub. 394 p. p.

245

Hab. Tutta 1’ Europa. Asia settentrionale.

22. ? P. macrocarpa Heracleum Sphondylium subsp. ma-

cro car pum Lge. in Wk. Leg. pr. fl. hisp. Ill 35, Nym. 290. Hab. Spagna occidentale (Vigo). End. ? (non vidi).

23. ? P. caspica Heracleum (Hortul.) DC. pr. IV 192,

Led. 322.

Hab. Russia, al Caspio. End.? (non vidi).

24. P. Clausii Heracleum Led. fi. ross. II 323.

Hab. Russia, al Caspio. End. ? (non vidi).

25. P. cordata Heracleum Presi del. prag. 135, Nym. 291. H. Sphondylium 0 cordatavi Paol. 183.

Hab. Sicilia. End. (non vidi).

26. P. setosa Heracleum Lap. Abr. pyr. p. 153, Nym.

290 suppl. 139 p. p. ?, Rouy Cam. 381. Sphondylium proteiforme Bub. 394 p. p.

Hab. Alpi (?), Giura, Pirenei, Spagna centrale (Rouy Cam.). End. (non vidi).

Osservazione. Non ho mai veduto piante che pos- sano corrispondere alla diagnosi di Rouy e Camus. Questi autori ne considerano come una varietà 1’ Heracleum gra- natense Boiss. ma però la descrizione di Lange non cor- risponde per nulla.

27. P. montana Heracleum Schleich. in Gaud. fl. helv. II

319, Rouy Cam. 382. H. Panaces Reich, fil. 68 t. 132? non L. H. setosum Nym. 290 p. p. H. Sphondylium e Panaces Paol. 183.

Hab. Italia, Svizzera, Francia. End.

28. P. Orphanidis Pleracleum Boiss. fl. or. II 1041,

Nym. 291.

Hab. Macedonia. End. (non vidi).

29. P. palmata Heracleum Baumg. Transs. ex auct. Reich, fil. 18 t. 130, Nym. 289 suppl. 139.

Hab. Carpazi. End.

30. P. alpina Heracleum L. sp. pi. 250, Reich, fil. 69 t. 134, Nym. 290 suppl. 139, Paol. 183. H. alpinum subsp. Juranum Rouy Cam. 382.

Hab. Giura francese e svizzero, Alpi lombarde? End.

246

31. P. py renateci Heracleum Lam. Diet. I 403, Reich, fil. 68 t. 133, Lge. 36, Asch. Kan. 67, Nym. 289 suppl. 139. H. Sphondylium c. pyrcnaicum Paol. 183. II. alpi- num subsp. pyrenaicuvi et bcncarticnse Rouy Cam. 383. * II. Pollinianum Bert. fl. it. Ill 433, Reich, fil. 68 t. 135, Asch. Kan. 67, Nym. 289 suppl. 139, Hal. 638. //. pal- matum Boiss. 1040 non Baumg. Sphondylium proteiforme Bub. 394 p. p.

Hab. Europa media e meridionale. End.

32. P. Orsinii Heracleum Guss. pi. rar. 103. H. Pollinia- num subsp. Orsinii Nym. 291. H. Sphondylium Or- sinii Paol. 183.

Hab. Abruzzi. End.

33. P. villosa Heracleum Fisch. in Schult. Syst. VI 579, Led. 326, Nym. 289, Boiss. 1041.

Hab. Crimea. Caucaso.

34. P. pubescens Heracleum Marsch.-Bieb. fl. taur.-cauc. Ill 224, Led. 325, Boiss. 1044, Nym. 289.

Hab. Crimea. Caucaso.

35. P. ligustici/ olia Heracleum Marsch.-Bieb. fl. taur.-cauc.

Ill 224, Led. 327, Boiss. 1046. Nym. 289.

Hab. Crimea. End. (non vidi).

Sect. IV. Vocontia 1 ( 1 Vendtia Hoffm. p. p. non Meyen, sect. Pseudotragium Rouy Cam. non Boiss.). Calix mini- mus. Petala infracta, radiantia. Styli demum caduci. Vittae subnullae. Margo levis. Folia bipinnatisecta segmentis trisectis, laciniis cuneatis. Involucra et involucella 0. Umbellae pauci- radiatae. Species perennis.

36. P. minima Heracleum Lam. fl. fr. Ill 413, Nym. 292, Rouy Cam. 377.

Hab. Francia (Delfinato), Alpi italiane occid. ? End.

Sect. V. Zosimia DC. pro gen. Calix obliteratus. Pe- tala infracta, subradiantia. Styli filiformes. Vittae totani val-

1 Nome derivato dai Vocontii, popolo del Delfinato, suggeritomi da Peucedanum Vocontiorum Spr.

247

leculam implentes. Margo levis. Folia pluries secta, segmentis cuneatis. Species perennis.

37. P. absinthifolia Heracleum Vent. Choix t. 22. Zosimia DC. pr. IV 195, Led. 329.

Hab. Indicato in Crimea e nel Peloponneso, ma pro- babilmente per errore. Proprio dell’Asia occidentale.

Sect. VI. Ainsworthia Boiss. pro gen. Calix oblite- ratus. Petala lateraliter prope basin infracta, radiantia. Styli demum caduci. Vittae filiformes, completae. Margo crassus levis. Folia trisecta v. pinnatisecta. Involucrum et involucella polyphylla. Species annua.

38. P. byzantkina Ainsworthia Aznav. Bull. soc. bot. Fr.

1897 P- l7°'

Hab. Costantinopoli. End.?

Sect. VII. Tordylium L. pro gen. Calix maiusculus, inaequalis, spinescens. Petala lateraliter prope basin infracta, radiantia. Styli demum caduci. Vittae filiformes, completae. Margo crassus, rugosus v. crenatus. Folia pinnatisecta. Invo- lucra et involucella polyphylla. Umbellae fructiferae contra- ctae. Species annuae.

39. P. Tordylium Tordylium maximum L. sp. pi. 240, Led. 380, Bab. 147, Reich, fil. 71 t. 139, Boiss. 1031, Lge. 34, Asch. Kan. 67, Nym. 290 suppl. 139, Paol. 184, Bub. 395, Hai. 632, Rouy Cam. 369.

Hab. Europa media e meridionale, Asia occidentale, Africa boreale.

40. P. officinalis Tordylium L. sp. pi. 239, Reich, fil. 71 t. 138, Boiss. 1033, Asch. Kan. 67, Nym. 291 suppl. 139, Paol. 184, Hai. 633.

Hab. Italia meridionale, Penisola Balcanica. Asia oc- cidentale.

248

LXXVIII. Condylocarpus.

Calix parvus. Corolla stellata (alba). Petala apice infracta, alterimi externum in floribus exterioribus aequaliter bipartitimi amplimi, in praefloratione coetera petala involvens. Stylopodia pulvinata. Ovarium basi abrupte contractum. Fructus a dorso plano-compressus, ovalis, facile ruptilis, coccis lateraliter effusis semine latioribus, jugis lateralibus in marginem crassum, pro- funde crenatum, dilatatis, dorsalibus indistinctis. Fasciculi latera- les filiformes in basi jugorum excurrentes. Mesocarpum tenuis- sime membranaceum, endocarpum crassum, induratum e fibris horizontalibus, juga spongiosa. Vittae supra et subtus aequidi- stantes, ad margines interstitio lato sejunctae, sectione lunu- latae, supra concavae. Albumen complanatum. Folia secta.

Condylocarpus Hofìfm. gen. pi. umb. 202. Tordylii sp. Benth. Hook. 924, Car. 263, Drude 241.

Portamento. Pianta annua, mollemente pelosa, di media elevazione : foglie pennatosette, le inferiori a segmenti arro- tondati, le superiori a segmenti trifidi : ombrelle a 5-8 raggi, rade, a fiori grandi, bianchi : involucro ed involucretto a po- che ff. setacee : frutti grandi.

Caratteri anatomici. Come nel genere precedente.

Distribuzione geografica. Mediterraneo orientale.

Osservazione. La forma delle ritte e la preflorazione dei fiori esterni sono caratteri unici fra le nostre ombrellifere. Reichenbach fil. e Géneau de Lamarlière descrivono tre fasci fibrovascolari filiformi nel dorso dei cocchi, al posto delle coste nel genere precedente : io non li ho veduti.

1. C. apulus Hoffm. 1. c: 203. Tordylium L. sp. pi. 345, Reich, fil. 72 t. 137, Boiss. 1034, Lge. 35, Asch. Kan. 67, Nym. 291 suppl. 139, Paol. 184, Hai. 633, Rouy Cam. 370.

Hab. Penisola Balcanica, Italia, Spagna, Francia me- ridionale, probabilmente introdotto. Asia occidentale.

249

Subtr. X. CAUCALIDEAE.

Flores homomorphi, hermaphroditi v. polygami. Fructus oblongus v. ovatus apice attenuatus a latere compressus, con- strictus, dicoccus cum coccophoro, coccis saepissime aculeis praeditis, 5-9-jugatis, jugis duobus primariis ventralibus, 4 se- cundariis saepissime interpositis, convexis. Vittae valleculares v. extrajugales. Albumen ventre sulcatum v. exscavatum.

Osservazione. Appartengono a questa sottotribù le Cau- calinae e le Amminae novemjugatae di Drude. Il gruppo si avvicina assai alle Scandiceae , ma si distingue, oltreché per la posizione delle coste laterali e per la frequente presenza di coste secondarie, per la quasi costante presenza di aculei e per il frutto contratto alla commissura.

Prospetto dei generi :

Petala emarginato-infracta. Antherae breves. Fructus

1 pilis stellatis destitutus, jugis primariis evittatis, valleculis vittatis. 2.

Petala bipartita. Antherae longissimae. Fructus aculeis pilisque stellatis tectus, jugis vittatis, valleculis evittatis.

LXXXI. Heterosciadium.

Calix obliteratus. Juga secundaria 0. j.

Calix 5-dentatus. Juga secundaria convexa aculeata. 4.

Fructus apice subrostratus. Juga in solo rostro con- spicua. Fasciculi dorsales filiformes, laterales dilatati.

LXXIX. Aìithrìscus.

Fructus subconicus, erostris. Juga latissima subcon- fluentia. Fasciculi crassissimi, aequales totum jugum oc- cupantes. LXXX. Physocaulis.

Juga primaria aculeata, secundaria fasciculis desti- tuta. 5.

(Juga primaria setosa tantum, secundaria valde maiora fasciculis praedita. LXXXIV. Cauccilis.

17

250

Fructus oblongus. Albumen late sulcatum v. conca- vum. LXXXII. Torilis.

Fructus ovatus, apice attenuatus. Albumen profundis- sime semilunari-excavatum. LXXXIII. Turgcnia.

LXXIX. Anthriscus.

Calix obliteratus. Corolla stellata (alba), petalis infractis. Sty- lopodia pulvinata. Ovarium basi abrupte attenuatum. Fructus levis v. sparse aculeatus, oblongus v. fusiformis, apice subrostra- tus, facile ruptilis, coccis in rostro distincte 5-jugatis, in corpore levibus v. inter juga subangulatis. Fasciculi 5, aequidistantes, tres dorsales filiformes, duo subventrales, crassi, transverse dilatati. Mesocarpum tenue membranaceum. Albumen ventre sulcatum. Folia secta.

Anthriscus Hoffm. Umb. 38, Benth. Hook. 899, Car. 276, Drude 152.

Portamento. Piante annue, bienni o perenni, spesso pe- lose : foglie divise in minuti segmenti flaccidi : ombrelle per lo più oppositifolie, a involucro 0 o quasi, e involucretti a 1-5 ff. cigliate: frutti liscio aculeati.

Caratteri anatomici. Epidermide del fusto a cellule più ristrette davanti al collenchima, che ne è spesso separato da 1-4 strati di cellule: fasci uniseriati, a periciclo non sclerifi- cato : canali oleoresiniferi applicati al collenchima : mesofillo bifaciale.

Distribuzione geografica. Regioni temperate e subtro- picali dell’ antico continente.

1. A. silvestris Hoffm. Umb. 40, Led. 346, Fr. 22, Bab. 149, Reich, fil. 88 t. 183-185, Boiss. 910, Lge. 81, Nym. 301 suppl. 143 (et * A. alpcstris Wimm. Grab.), Paol. 196, Rouy Cam. 302. Chacrophyllum L. sp. pi. 369, Asch. Kan. 67. Cei'efolmm Bub. 410.

Hab. Tutta Europa. Asia settentr., Caucaso. Africa boreale ?

251

2. A. nemorosa Spr. pi. Umb. pr. 27, Led. 347, Reich, fil.

89 t. 185, Boiss. 9 1 1, Nym. 301 suppl. 143. Hal. 665. Chaerophyllum silvestre var. nemorosum Asch. Kan. 67.

Hab. Germania orientale, Valle del Danubio, Russia, Penisola Balcanica. Asia occid. e settentr.

3. A. sicula DC. pr. IV 223, Nym. 301. A. sìlvestrìs fi ne-

morosa Paol. 196 (excl. syn. Spr.).

Hab. Italia meridionale, Sicilia. End.

4. A. fumarioides Spr. pi. Umb. pr. 27, Reich, fil. 89 t. 186,

Nym. 301, Paol. 196. Chaerophyllum fumarioides Spr., Asch. Kan. 67.

Hab. Carniola, Illiria, Istria. End.

5. A. tenerrima Boiss. Spr. ann. sc. nat. Bot. ser. 3 II 60,

Boiss. fi. or. II 913, Nym. 301, Hal. 664.

Hab. Grecia. End. (non vidi).

6. A. neglecta Boiss. Reut. ex auct. A. vulgaris fi neglecta

Lge. 80, Nym. (subsp.) 301. A. vulgaris b gymnocarpa Paol. 196?

Hab. Spagna orientale! Sardegna? End. Osservazione. Ritengo la specie come ben distinta dall’ A. vulgaris: il frutto e il portamento è del tutto diverso, almeno negli esemplari da me veduti. Non so se la pianta di Sardegna vi appartenga, o se, come è probabile, non sia che una forma a frutti lisci dell’ A. vulgaris.

7. A. vulgaris Pers. syn. pi. I 320, Led. 349, Fr. 22, Bab.

149, Reich, fil. 88 t. 188, Boiss. 912, Lge. 80, Nym. 301 suppl. 143, Paol. 196, Rouy Cam. 301. Chaerophyllum Anthriscus Crantz. Asch. Kan. 68. A. Scandix Hai. 665. Cerefolium vulgare Bub. 41 1.

Hab. Europa intera, Africa boreale, Asia occidentale.

8. A. Cerefolium Hoffin. Umb. 41, Led. 348 (et * A. tricho-

sperma Schult.), Fr. 22, Bab. 149, Reich, fil. 88 t. 187, Boiss. 913, Lge. 81, Nym. 301 suppl. 143, Paol. 197, Hai. 664. Chaerophyllum Crantz. Asch. Kan. 68.

Hab. Probabilmente originario del Caucaso, ora più o meno inselvatichito in quasi tutta l’Europa.

LXXX. Physocaulis.

Calix obliteratus. Corolla stellata (alba), petalis infractis. Sty- lopodia bulboso-coniea, stylis brevissimis dentiformibus. Ova- rium basi in pedicellum abrupte contractum. Fructus oblongo- conicus basi cordatus, echinatus, facile ruptilis, coccis 5-jugatis, jugis crassissimis latissimis contiguis, valleculis profundis angu- stissimis. Mesocarpum tenue subspongiosum. Fasciculi latissimi juga occupantes. Albumen sulcatum intus dilatato-excavatum. Folia secta.

Physocaulis Tausch. Flora 1834, p. 342, Drude 150. Chac- rophylli sp. Benth. Hook. 898, Car. 274.

Portamento. Pianta annua, irsuta, a fusto ingrossato ai nodi : foglie a segmenti ovato-ellittici : ombrelle laterali a 2-3 raggi fortemente ingrossati come i pedicelli : frutti grandetti giallastri coperti d’aculei.

Caratteri anatomici. Fusto a fasci uniseriali e periciclo non sclerificato : collenchima separato dall’epidermide da uno o più strati di cellule : canali oleoresiniferi a metà della cor- teccia : mesofillo bifaciale.

Distribuzione geografica. Genere monotipico mediter- raneo.

1. P. nodosa Tausch. 1. c., Reich, fil. 90 t. 74 ( Physocaulus ), Boiss. 909, Nym. 299 suppl. 143, Paol. 198, Hai. 668, Rouy Cam. 309. Chaerophyllum Lam. diet. I 685, Led. 349, Lge. 81. Anthriscus Pers.; Asch. Kan. 68.

Hab. Europa mediterranea, Asia occid., Africa bor.

LXXXI. Heterosciadium.

Flores ampie radiantes. Calix obliteratus. Petala (alba) in- fracta, fere ad basin bipartita. Styli longiusculi erecti, stylo- podio pulvinato. Ovarium Fructus immaturus linearis

jugis aculeato-setosis ? vitta lata percursis, valleculis convexis evittatis, setosis pilisque stellatis obsitis. Folia secta.

Hcterosciadium Lge. ex Drude Nat. Pflanz. Ill T. 8 Abt. 15 1.

Portamento. Pianta annua peloso-scabra : foglie tripenna- tosette : fiori bianchi largamente raggianti : involucro a ft. pen- natifide, involucretto a ft", tripartite.

Distribuzione geoCxRafica. Genere noto solo di Spagna.

Osservazione. Non conosco il genere che per la diagnosi di Drude, che è veramente singolare. Mi azzardo a porlo fra le Torilidee nella opinione che le setole descritte nel frutto siano aculei setiformi pluricellulari. I peli stellati nelle valli- celle a mia conoscenza non si incontrano altrove fra le Fe- rulineae che nel Laserpitium hispidum.

1. II. androphìlum Lge. suppl. ex Drude 1. c.

Hab. Spagna (Sierra de Gredos). End. (non vidi).

LXXXII. Torilis.

Calix minutus. Corolla stellata (alba), petalis infractis. Sty- lopodia pulvinata. Ovariam basi in pedicellum abrupte contrae - tum. Fructus oblongus v. oblongo-ovalis facile ruptilis, coccis 9-jugatis, jugis primariis dorsalibus et secundariis aculeatis, subconformibus v. primariis magis prominentibus. Mesocarpum tenue subspongiosum. Fasciculi subfiliformes, juga primaria occupantes. Albumen ventre concavum v. late sulcatum. Fo- lia secta.

Torilis Ad. fam. pi. II 99 em. Reich, fil. ! ic. fi. germ, helv. XXI 82.

Caucalis sp. Benth. Hook. 928, Car. 288 (et Dauci sp. p. 288). Torilis, Astrodaucus, Caucalis sp. Drude 155-157.

Portamento. Piante annue o bienni peloso-irsute a foglie 2-3 pennatosette e segmenti piccoletti stretti : ombrelle a non molti raggi ineguali : involucri e involucretti a poche brattee lineari-strette o mancanti: fiori bianchi o rosei, raggianti: frutti piccoli, con aculei lunghetti.

254

Caratteri anatomici. Epidermide del fusto a cellule più strette e più convesse di fronte al collenchima: fasci unise- riali a periciclo non sclerihcato : canali oleoresiniferi a metà della corteccia : lembo bifaciale.

Distribuzione geografica. Quasi in tutto l’antico conti- nente.

Osservazione. Genere perfettamente circoscritto e molto naturale. Il genere Caucalis è perfettamente distinto tanto per la morfologia che per l’anatomia del frutto.

1. T. nodosa Gaertn. fruct. I 82, Led. 344, Fr. 23, Bab. 149, Reich, hi. 84 t. 167, Boiss. 1083, Lge. 14, Asch. Kan. 67, Nym. 281 suppl. 135, Paol. 194, Hai. 629, Rouy Cam. 250. T. 7iodiflora Bub. 406.

Hab. Europa media e meridionale. Asia occidentale. Africa bor.

2. T. microcarpa Bess. enum. pi. Volh. 43, Led. 342, Reich, hi. 84 t. no, Boiss. 1081, Asch. Kan. 67, Nym. 281 suppl. 135, Hai. 628.

Hab. Russia meridionale, Valle del Danubio, Penisola Balcanica. End. (non vidi).

3. T. Anthriscus Gmel. h. bad. I 615 (non Gaertn.), Led. 343, Fr. 23, Bab. 148, Reich, hi. 83 t. 165, Boiss. 1081, Lge. 15, Asch. Kan. 67, Nym. 281 suppl. 135, Paol. 194, Hai. 628. T. rubella Moench., Bub. 405, Rouy Cam. 247.

Hab. Europa quasi intera, Asia occidentale.

4. T. arvensis Bess. enum. pi. Volh. 42, Paol. 194, Hai. 628.

Caucalis Huds. h. angl. 113 (1762). Scandir infesta L. sp. pi. (1767). T. infesta Hohm. Umb. 89, Bab. 149, Reich, hi. 83 t. 166, Boiss. 1082, Lge. 15, Asch. Kan. 67. T. Helvetica Gm. h. bad. I 615 (1815), Led. 343, Nym. 282 suppl. 135, Bub. 406 p. p., Rouy Cam. 248.

Hab. Europa media e meridionale, Asia occidentale Africa bor.

5. T. ncglecta Spr. in Roem. Schult. Syst. VI 484, Boiss. 1083, Asch. Kan. 67, Nym. 282 suppl. 135. T.iìifesta fi longistyla Reich, hi. 83 t. 166, T. infesta fi neglecta

255

Lge. 15. T. arvensis b neglecta Paol. 194, Hal. 629 (var. J3). T. Helvetica for. neglecta Rouy Cam. 249.

Hab. Europa meridionale, Asia occid. Africa boreale, Canarie ecc.

6. T. heterophylla Guss. prodr. fl. sic. I 326, Led. 344, Boiss. 1082, Lge. 15, Asch. Kan. 67, Nym. 282 suppl. 135, Rouy Cam. 250. T. infesta c heterophylla Reich, fil. 83 t. 166. T. infesta 7 purpurea b heterophylla Paol. 194. T. Helvetica p. p. Bub. 406.

Hab. Europa meridionale, Asia occid. Africa bor.

7. T. leptophylla Reich, fil. ic. fl. germ. helv. XXI 83 t. 169, Paol. 194. Caucalis L. sp. pi. 347, Led. 341, Boiss. 1084, Lge. 16, Asch. Kan. 67, Nym. 281 suppl. 135, Hal. 627, Rouy Cam. 246. Niger a parviflora Bub. 405.

Hab. Europa meridionale. Asia occid., Africa bor.

8. T. coerulescens Caucalis coerulescens Boiss. elench. 53, Lge. 16, Nym. 282, suppl. 135.

Hab. Spagna. End. (non vidi).

9. T. homoeophylla Caucalis homoeophylla Coincy Bull. 46,

Boiss. IV 573.

Hab. Spagna. End. (non vidi).

10. T. Torgesiana Caucalis Hausskn. symb. 88, Nym. suppl. 135, Hal. 627.

Hab. Grecia. End.

11. T. tenella Reich, fil. ic. fl. germ. helv. XXI 74. Caiicalis Del fl. aeg. 58 t. 21, Boiss. 1084, Nym. 281, Hal. 627.

Hab. Grecia, Asia occidentale, Africa settentr.

12. T. orientalis Caucalis orientalis L. sp. 242. Daucus pulcherrimus Koch in DC. pr. IV 210, Led. 338, Nym. 280.

Hab. Russia meridionale. End.

13. T. litoralis Caucalis litoralis Marsch.-Bieb. fl. taur.- cauc. I 208, non Sibth. Daucus bessarabicus DC. pr. IV 210, Led. 338, Nym. 280 suppl. 135.

Hab. Russia meridionale. End. (non vidi).

- 256 -

LXXXIII. Turgenia.

Calix parvus. Corolla stellata (alba), petalis infractis. Stylo- podia depressa. Ovarium basi in pedicellum abrupte contractum. Fructus ovato-didymus apice attenuatus, commissura augustissi- ma, facile ruptilis, coccis subaequaliter 9-jugatis, jugis filiformi- bus 2 subventralibus muriculatis, coeteris biseriatim aculeatis. Mesocarpum intus subspongiosum, tenue, extus stratum crassiu- sculum lignosum e fibris verticalibus efformans. Fasciculi sub strato ligneo sub jugis secundariis excurrentes, subfiliformes. Albumen intus profondissime excavatum.

Turgenia Hoffm, gen. Umb. 69, Car. 287. Caucalis sp. Benth. Hook. 928, Drude 157 (subg. II).

Portamento. Pianta annua peloso-irsuta a foglie penna- tosette e segmenti piuttosto grandi lanceolati seghettati: om- brelle a 2-4 raggi con involucri e involucretti scuriosi : frutto assai grosso con brevi aculei.

Caratteri anatomici. Come nel genere precedente. Distribuzione geografica. Genere monotipico mediter- raneo.

1. T. latifolia Hoffm. gen. pi. Umb. 69, Led. 342, Bab. 148, Reich, fil. 82 t. 63, Boiss. 1087, Lge. 17, Asch. Kan. 67, Nym. 281 suppl. 135, Paol. 195, Bub. 405, Hai. 626, Rouy Cam. 245.

Hab. Europa meridionale e centrale, Asia occid., In- dia settentr., Africa bor.

LXXXIV. Caucalis.

Calix foliaceus. Corolla stellata (alba), petalis infractis. Sty- lopodia pulvinata, stylis subnullis. Ovarium basi abrupte contra- ctum. Fructus helliptico-linearis, aegre ruptilis, coccis 9-jugatis, jugis primaries duobus ventralibus, tribus dorsalibus filiformibus

257

setosis, secundariis crassissimis subcylindrico-elevatis, aculeis uniseriatis basi incrassatis praeditis. Mesocarpum spongiosum. Fasciculi sub jugis primariis depressis, in jugis secundariis cras- sis jugum magna ex parte occupantibus. Albumen sulcatum intus profundissime excavatum. Folia secta.

Caucalis L. gen. n. 331 em. Reich, fil.l ic. fl. germ. helv. XXI p. 80. Ccnicalidis sp. Benth. Hook. 928, Car. 288, Drude 157.

Portamento. Pianta annua a fg. tripennatosette e seg- menti lineari assai stretti: ombrelle a 2-5 raggi assai ingros- sati: involucro 0, involucretti a ff. lineari cigliato-irte : frutto piuttosto grande.

Caratteri anatomici. Come nei generi precedenti.

Distribuzione geografica. Oltre a questa specie medi- terranea è citata un’altra specie in California, che forse non appartiene a questo genere.

Osservazione. Le coste primarie non portano aculei, ma tubercoli portanti un pelo unicellulare. I fasci delle coste se- condarie non sono ben delineati e sembrano passare nel tes- suto circostante: piuttosto che veri fasci fibrovascolari sem- brano rappresentare il tessuto legnoso del genere precedente. Tuttavia il genere è benissimo limitato e senza alcun rapporto colla Torilis leptophylla e specie affini.

1. C. daucoides L. sp. pi. 241, Led. 341, Fr. 23, Bab. 148, Reich, fil. 81 t. 170, Boiss. 1084, Lge. 17, Asch. Kan. 67, Nym. 281 suppl. 135, Paol. 195, Hai. 626, Rouy Cam. 246. Nigera daucoides Bub. 404.

Hab. Europa quasi intera. Asia occidentale. Africa boreale.

8 muricata Gr. Godr. et auct. omn.: Caucalis mu- ri cata Bisch. del. sem. h. Heid. 1839; Led. 340.

Hab. Colla specie.

Osservazione. Oltreché per la brevità degli aculei la C. mu- ricala differisce per il frutto più breve ma più largo, e forse è una buona specie.

Subtr. XI. DAUCEAE.

Flores homomorphi, hermaphroditi v. polygami. Fructus ovalis a dorso plus minus compressus, a latere tunc subco- strictus, dicoccus cum coccophoro, coccis g-jugatis, jugis pri- mariis 2 ventralibus, 3 dorsalibus depressis, secundariis saltern lateralibus aculeatis aculeis liberis v. in alam connexis. Vittae sub jugis secundariis v. etiam sub jugis primariis. Albumen ventre planum, raro concavum v. exscavatum.

Osservazione. Oltre che per la forma del frutto, si distin- gue dalla tribù precedente per gli aculei generalmente compressi e confluenti alla base. A torto Lojacono vuol considerare i Laserpitium come appartenenti a un gruppo diverso, affine all’ Angelica, nel qual genere egli crede osservare le coste la- terali sporgenti sotto le ali. Una tal modificazione è solamente prodotta dalla maggiore sporgenza del fascio alla faccia in- feriore dell’ala, come nella Ticdemannia avviene all’opposto nella faccia superiore. Al contrario l’ala dei Laserpitium è formata da tanti aculei congiunti sino all’apice, come è di- mostrato dall’ala lobata dell 'Artedia, dalle ali dentellate del Melanoselinum, ecc. ; e sopratutto dall’esser l’ala stessa costi- tuita dalle cellule cilindriche allungate radialmente, proprie degli aculei delle Cauca/ideae e delle Dauceae, e non dalle cel- lule rotondeggianti che formano l’ala delle Angelica, Archan- gelica ecc.

Nel genere Polylophium le coste ventrali sono esse pure prolungate lateralmente in ala, ma occupano la posizione stessa che nei Laserpitium.

Alla nostra tribù delle Dauceae appartengono le Dauceae di Drude, le Thapsiinac, le Elaeoselineae, e inoltre il genere Or lay a.

( Juga secundaria aculeata, primaria dorsalia setulosa. 2. ì Juga secundaria (saltern lateralia) alata: aculei nulli, g.

259

Fructus a dorso subcompressus., LXXXV. Daucus. Fructus a dorso lenticulari-compressus.

LXXXVI. Or lay a.

Juga lateralia lobato-alata. LXXXVII. Artedia.

Juga lateralia ala integra v. denticulata.

LXXXVIII. Laserpitium .

LXXXV. Daucus.

Calix parvus. Corolla stellata (saepius alba), petalis infractis. Stylopodia pulvinata. Ovarium basi abrupte attenuatum. Fructus ovalis a dorso subcompressus, coccis 9-jugatis, jugis primariis 2 ventralibus nudis, 3 dorsalibus setosis, jugis secundariis acu- leatis aculeis i-seriatis v. inordinatis. Fasciculi filiformes. Me- socarpum membranaceum. Albumen ventre planum vel vix concavum.

Da?(cus L. gen. n. 332 em., Benth. Hook. 927, Car. 288, Drude 248 omn. excl. sp.

Portamento. Piante per lo più annue o bienni : foglie di- vise più volte in segmenti e lobi piccoletti, ora membranacee e opache, ora carnosette e lucide : ombrelle a molti raggi, per lo più contratti nel frutto: involucri e involucretti a fif. ra- mose: fiori bianchi, raggianti, uno nel mezzo spesso purpu- reo : frutti piccoli.

Caratteri anatomici. Picciuolo con fasci interni, a pe- riodo talora sclerificato. Mesofillo simmetrico. Il resto come nei generi precedenti.

Distribuzione geografica. La maggior parte della re- gione mediterranea, pochissime specie in America e Oceania.

Sect. I. Durieua Boiss. Rent, pro gen. Styli stylopo- dio subaequales. Aculei distincte i-seriati. Umbellae sessiles, aequales. Folia segmentis plano unico impositis. Species annua.

2ÓO

i. D. Dia iena Lge. in Wk. Lge. pr. fl. hisp. Ill 23, Du- rieua hispaiiica Boiss. Rent, diagn. pi. hisp. 14, Nym. 280 suppl. 135.

Hab. Spagna. Africa boreale.

Sect. IL Carota Lge. ern. Styli stylopodio 2-3plo longiores. Aculei distincte i-seriati. Umbellae pedunculatae, plus minus radiantes. Folia segmentis plano unico impositis. Species biennes v. annuae.

2. D. muricatus L. mant. 393, Reich, fil. 79 t. 161, Boiss.

1073, Lge. 23, Nym. 280 suppl. 135, Paol. 188, Hal. 627. Hab. Europa la più meridionale. Africa bor.

3. D. Broteri Ten. fl. nap. IV syll. app. Ill 4 (excl. syn.

Brot.), Boiss. 1073, Nym. 280 suppl. 135, Paol. 188, Hal. 623.

Hab. Italia media e meridionale, Penisola Balcanica. Asia occidentale.

4. D. aureus Desf. ti. atl. I 242, Lge. 24, Nym. 280 suppl.

135, Paol. 188.

Hab. Italia meridionale, Spagna. Africa bor.

5. D. gaditanus Boiss. Reut. diagn. II 96, Lge. 20, Nym. 280.

Hab. Spagna (Cadice). End. (non vidi).

6. D. involucratus Sibth. Sm. pr. fi. gr. I 184, Boiss. 1075, Asch. Kan. 67, Nym. 280 suppl. 135, Hal. 625.

Hab. Penisola Balcanica. Asia occid.

7. D. gut/a/us Sibth. Sm. pr. fl. gr. I 174, Hal. 624. D. se- tulosus Guss. in DC. pr. IV 21 1, Reich, fil. 79 t. 158, Boiss. 1075, Asch. Kan. 67, Nym. 280. D. bicolor Paol. 280 (an Sibth. Sm. fl. gr. ?).

Hab. Italia, Penisola Balcanica. Asia occidentale.

8. D. gummifer Lam. diet. I 634, Bab. 148, Reich, fil. 80 t. 163. Lge. 22, Boiss. 1077, Nym. 279, Bub. 404. D. Ca- rota 4 gummifer Paol. 187. D. communis subsp. gum- mifer Rouy Cam. 238. D. Gingidium Hal. 624 non L.

Hab. Littorali dell’ Europa media e meridionale. Asia occid. Africa boreale.

26r

3 Masclefii * D. Masclefii Corb. fi. Norm. 264. D. communis subsp. gummifer 0 intermedins et C Ma- sclefii Rouy Cam. 239, 240.

Hab. Francia, coste della Manica (non vidi).

9. I). breviaculeatus D. Caì'ota jS breviaculeatus Car. in Pari. fl. it. Vili 546, Paol. 187 (var. /*).

Hab. Italia centrale. End. (non vidi).

10. D. hispidus Desf. fi. atl. I 243, Reich, fil. 80 t. 174,

N vm. 279. 1). Carota v hispidus Paol. 187.

Hab. Italia? Africa settentr. (non vidi).

11. ?/?. coadunatus Ten. syll. app. IV io, Nym. 279.

Hab. Abruzzi (Ten.), Isola S. Stefano presso la Mad- dalena? (herb. Costa-Reghini !). End.

Osservazioni. Gli esemplari dell’ erbario Costa-Re- ghini sono 2, mancanti delle foglie inferiori e dei frutti, ma a ombrelle fiorifere fortemente contratte. Differiscono alquanto dalla diagnosi di Tenore per l’ involucro a circa io brattee, non a 5. Il fusto è quasi semplice: le fg. cauline pennatosette a segmenti lassamente pennatifidi e lobi ovati cuspidati, carnosetti : l’ombrella ha i raggi densamente ispido-ferruginosi, come la parte superiore del fusto : l’ involucro è a fif. pennatifide, striate, a seg- menti lanceolato - cuspidati : 1’ involucretto a ff. trifide, strettamente scariose ai margini, superanti l’ ombrelletta contratta.

12. D. Carota L. sp. pi. 242, Led. 338, Fr. 23, Bab. 148, Reich, fil. 79 t. 159, Boiss. 1078, Lge. 21, Asch. Kan. 67, Nym. 279 suppl. 135, Paol. 185, Hai. 425. D. trnlga- ris Bub. 402. D. communis subsp. Carota Rouy Cam. 234.

Hab. Europa intera, Asia occid., Africa boreale.

13. ? D. polygamus Gou. ili. p. 9, Lge. 20, Nym. 279 suppl. 135.

Hab. Spagna centrale. End. (non vidi).

14. D. maritimus Lam. diet. I 634, Reich, fil. 79 t. 160,

Lge. 21, Asch. Kan. 67, Nym. 279. D. Carota a c ma- ritimus, d nitidus, § de?itatus Paol. 185-186. D. commic- nis subsp. Carota for. maritimus Rouy Cam. 236.

Hab. Coste del Mediterraneo. Asia occid. Africa bor.

262

S cuminifo Hus D. communis subsp. Carota for. cuminifolius Rouy Cam. 238.

Hab. Francia merid. (non vidi).

7 Gadecaei D. communis subsp. Carota for. Ga- dacei Rouy Cam. 239.

Hab. Coste della Manica (non vidi).

15. D. parvi floras Desf. fl. atl. I 241, Nvm. 279 suppl. 135. D. Carota /. parv floras Paol. 187.

Hab. Sicilia. Africa boreale.

16. D. Gingidium L. sp. pi. 342 (?) Nym. 279. I), Carota

B Gingidium Paol. 186. D. Mattinoli Bub. 403. D. com- munis subsp. Gingidium Rouy Cam. 240.

Hab. Francia meridionale, Italia. Africa boreale.

17. D. foliosus Guss. in Bert. fl. it. Ill 161, Nym. 279. D. Carota f foliosus Paol. 186.

Hab. Isole Lipari. End. (non vidi).

18. D. gibbosus Bert. fl. it. Ill 160. D. foliosus subsp. gib- bosus. Nym. 279. D. Carota L gibbosus Paol. 186.

Hab. Isole Lipari. End. (non vidi).

19. D. mauritanicus L. sp. pi. ed. II 248?, Led. 338?, Lge. 22, Nym. 279 suppl. 135, D. Carota y commuta- tus Paol. 186. J). communis subsp. mauritanicus Rouy Cam. 232.

Hab. Spagna, Italia, Russia merid.? Africa sett.

20. D. maximus Desf. fl. atl. I 241, Reich, fil. 80 t. 162, Boiss. 1076, Lge. 21, Nym. 279 suppl. 135, Hal. 625. D. Carota 0 mauritanicus Paol. 186 (excl. syn. L. ?). D. communis subsp. maximus Rouy Cam. 233.

Hab. Europa meridionale, Asia occ., Africa boreale.

21. D. lopadusanus Tin. pi. rar. sic. Ill 38, Nym. 280 suppl.

135. D. Carota À lopadusanus Paol. 187.

Hab. Lampedusa, Malta, Sicilia occ. End. (non vidi). Osservazione. Il D. communis subsp. mauritanicus for. lopadusanus Rouy Cam., FI. Fr. VII 233, è ben di- verso da questa specie sotto ogni rispetto.

22. D. siculus Tin. pi. rar. pug. I 6, Nym. 279. 1). Carota 0 siculus Paol. 187.

203

Hab. Italia meridionale, Sicilia. End. (non vidi).

23. D. Bocconei Guss. fl. sic. prodr. I 322, Nym. 279 suppl.

135. D. Carota r, Bocconei Paol. 186. D. communis subsp. Bocconei Rouy Cam. 234. D. Gingidium Reich, fil. 80 t. 205, non L.

Hab. Francia meridionale, Italia, Istria, Creta, Ba- leari ? Africa settentr.

24. D. rupestris Guss. fi. sic. syn. I 335, Nym. 279. D. Ca- rota i rapes tris Paol. 186.

Hab. Isole di Lampione, Lampedusa e Malta; isola di Gorgona ? (Arc. !).

Osservazione. L’esemplare di Gorgona, solo da me veduto, si discosta dalla descrizione solo per essere meno peloso, e a foglie piuttosto triangolari : il resto concorda perfettamente. Gli aculei del frutto sono manifestamente ricurvi verso l’alto.

25. D. Martella Gand. ! ined. in herb. Mart. Rhizoma crassicm lìgnosum : caulis crassus, sulcatus, retrorsum hi- spidus: folia conformia, bipinnatisecta, ambitu ovata, segmentis lineai'i-oblongis, va/de clongatis, subpinnatipar- titis, laciniis brevibus ovato-lanceolatis, obtusis, carno- sulis, opacis?: umbellae floriferae non visae ; fructiferae contractae multiradiatae, radiis crassis rectis, receptaculo vix incrassato : involucrum umbella subtriplo brevius, phyllis pinnatifidis v. pinnatifidis laciniis lanceolatis : in- volucella phyllis trifidis v. pinnatifidis: pedicelli incrassati : fructus ovati, 4mm- longi : aculei basi confluentes, latitu- dine fructus subduplo angustiores. ^ ?

Hab. Isola di Troia presso Follonica. End.

Osservazione. Sembra una specie ben distinta per la forma delle foglie, che alla pianta un aspetto ben diverso dagli altri Daìccus : anche 1’ ombrella e il frutto sono diversi, inoltre la pianta sembra perenne. L’abita- zione, ristretta a uno scoglio largo 200 passi, è pure notevole. Questa specie è singolare in tutto, e merita nuove ricerche.

264

Sect. III. Meopsis. Styli stylopodio 5-6 pio longiores. Aculei creberrimi, glochidiati, obscure seriati. Umbellae pedun- culatae, subradiautes. Foliorum segmenta subfiliformia pseudo- verticillata. Species perennes.

26. D. setifolius Desf. lì. atl. I 244 t. 65, Lge. 19, Nym. 27S suppl. 134.

Hab. Spagna. Africa settentrionale.

27. D. crinitus Desi. lì. atl. I 242 t. 62, Lge. 20, Nym. 278 suppl. 134.

Hab. Spagna. Africa settentrionale.

LXXXVI. Orlaya.

Calix minutus. Corolla stellata (alba), petalis infractis. Ova- rium basi in pedicello abrupte contractum. Stylopodia pulvinata. Fructus ovalis a dorso lenticulari compressus, ad commisuram constrictus v. non constrictus, coccis 9-jugatis, jugis primariis 2 ventralibus, tribus dorsalibus depressis setulosis, secunda- riis crassis aculeatis aculeis 1-3-seriatis aequalibus v. latera- libus latioribus. Mesocarpum, saltern extus, spongiosum, en- docarpum crassum fibrosum e fibris horinzontalibus, v. tenue et stratum internum mesoearpii fibrosum. Fasciculi depressi sub jugis primariis. Albumen ventre planum v. vix concavum. Folia secta.

Orlaya Hoffm. Umb. 58. Dauci sp. Benth. Hook. 928. Orlaya et Dauci subg. IV, Drude p. 158, 249.

Portamento. Piante annue, a foglie divise in piccoli seg- menti : involucri e involucretti a ff. intere : frutti grossi, bian- castri, con lunghi aculei : il resto come nel genere precedente.

Caratteri anatomici. Come nel genere precedente.

Distribuzione geografica. Genere mediterraneo.

Osservazione. È strano che tutti gli autori riportino il carattere fittizio degli aculei 2-3 seriati e nessuno parli della cospicua compressione del frutto.

Sect. I. Pseudorlaya (Murb.). Flores vix radiantes. Stylopodia conica, stylis longiores. Fructus ad commissuram

265

planarli non constrictus, aculeis lateralibus latioribus, omnibus glochidiatis. Endocarpum lignosum. Herbae cinereo-pubescen- tes, pumilae. Involucra et involucella herbacea.

1. O. marittimi Koch Umb. 79, Reich, hi. 78 t. 205, Boiss.

1071, Lge. 19, Nym. 278 suppl. 134, Bub. 401, Rouy Cam. 283. Daucas pumilus Ball., Paol. 189. Orlaya pu- mi/a Hai. 622.

Hab. Coste dell’ Europa merid., Asia occid., Africa boreale.

2. ? O. Bubania Phil. fi. pyr. 407, Lge. 19. O. maritiina

subsp. Bubania Nym. 278. 0. marittma p. p. Bub. 401. Hab. Catalogna. End. (non vidi).

Osservazione. Se i caratteri diagnostici dati da Lange sono esatti, la specie è distintissima.

Sect. IL Platorlaya. Flores ampie radiantes. Stylo- podia discoidea stylis pluries breviores. Fructus ad connnis- suram planam constrictus, aculeis lateralibus latioribus, omnibus hamatis. Stratum internum mesocarpii lignosum. Herba gla- brescens elatiuscula. Umbellae 2-3-radiatae. Involucra et invo- lucella media herbacea, extus scariosa.

3. O. platycarpa Koch Umb. 79, Led. 337, Reich, fil. 78

t. 156, Boiss. 1071, Lge. 18, Asch. Kan. 67, Nym. 278, Bub. 401, Hai. 622, Rouy Cam. 242. Daucus grandi- florus S platycarpos Paol. 189.

Hab. Europa merid., Asia occid., Africa bor.

Sect. III. Evorlaya (Gen. Orlaya Drude). Flores ampie radiantes. Stylopodia discoidea stylis pluries breviora. Fru- ctus ad commissuram concavam constrictus, aculeis omnibus conformibus, hamatis. Endocarpum lignosum. Herbae glabre- scentes, elatiusculae. Umbellae 5-8-radiatae. Involucra et in- volucella ex toto scariosa.

4. O. Daucorlaya Murb. fi. Siidbosn. 119.

Hab. Erzegovina (Murb.). End. (non vidi).

18

266

5- O. media O. grandiflora B media Hal. consp. fl. gr. I 621.

Hab. Tessaglia. End.

6. 0. grandiflora Hoffrn. gen. Umb. 58, Led. 337, Reich, fil. 77 t. 157, Boiss. 1070, Lge. 18, Asch. Kan. 67, Nym. 278 suppl. 134, Bub. 401, Hal. 62i,Rouy Cam. 241. Hab. Europa merid., Africa settentr., Caucaso.

LXXXVH. Artedia.

Calix obliteratus. Corolla stellata (alba), petalis infractis. Ova- rium basi in pedicellum sensim attenuatum. Stylopodia pub i- nata. Fructus ovalis a dorso lenticulari-compressus, commissura non contractus, coccis 9-jugatis, jugis primariis 2 ventralibus, 3 dorsalibus filiformibus levibus, secundariis intermediis pri- mariis conformibus, lateralibus in alam latam profunde lobato- squamatam dilatatis. Mesocarpum membranaceum, endocarpum incrassatum e fibris horizontalibus. Fasciculi sub jugis primariis, filiformes. Commissura concaviuscula, medio prominens, latere transverse sulcata. Albumen ventre planiusculum.

Artedia L. gen. n. 332, Benth. Hook. 917, Car. 289, Drude 248.

Portamento. Pianta annua, glabra, a foglie divise in lobi stretti subsetacei : ombrelle molto largamente raggianti, con involucri ed involucretti a ff. setacee, frutti grandetti bruni ad ali chiare con lobi imbricati ricoprentisi.

Caratteri anatomici. Come nei generi precedenti.

Distribuzione geografica. Asia occidentale : genere mo- notipico.

1. A. squamata L. sp. pi. 347, Boiss. 1070, Nym. 278, Har. 621.

Hab. Indicata nel Peloponneso (Sibth.) probabilmente per errore. Propria dell’Asia occidentale.

LXXXVIII. Laserpitium.

Calix parvus. Corolla stellata, petalis infractis (albis), v. inflexis (flavis). Stylopodia pulvinata. Ovarium basi abrupte attenuatum. Fructus ovalis a dorso plus minus compressus, commissura sub- constrictus, facile ruptilis, coccis 9-jugatis, jugis primariis 2 ventralibus, 3 clorsalibus depressis, secundariis prominentio- ribus, alatis vel intermediis filiformibus, lateralibus alatis, ala integra v. denticulata. Mesocarpum tenue subspongiosum, en- docarpum tenuissimum. Fasciculi filiformes sub jugis prima- riis excurrentes. Albumen ventre planum concavum v. exsca- vatum.

Laserpitium L. gen. n. 344 em. Laserpitium, Thapsia, Elaeoselinum Benth. Hook. 929-930, Car. 290-291. Margotia, Elaeoselinum , Guillonea, Laserpitium, Thapsia Drude 243-247.

Portamento. Piuttosto vario. Piante mediocri o elevate, generalmente glabre, a fg. coriacee più volte divise : ombrelle grandi, con involucretti e per lo più con involucro.: petali bianchi o gialli : frutto con ali larghe o larghette.

Caratteri anatomici. Fusto e picciuolo spessissimo con fasci interni e periciclo sclerificato : canali oleoresiniferi a metà della corteccia o più presso al collenchima : mesofillo bifa- ciale.

Distribuzione geografica. Europa, Asia boreale e oc- cidentale, Africa boreale.

Osservazione. Tolta la curvatura dell’albume, i generi qui riuniti non differiscono che per caratteri di minimo va- lore. E anche la curvatura presenta tanti passaggi, che la di- stinzione generica mi pare insostenibile.

Sect. I. Lacellia Bub. pro gen. - Petala emarginato- infracta, glabra, alba. Fructus a dorso parum compressus, 8-pterus. Albumen ventre planum. Herbae non multum pro- cerae, abitu variae.

26S

1. L. nitidum Zanted. comm. brix. 1813, Reich, fil. 75 t. 153, Nym. 275, Paol. 190

Hab. Alpi Lombarde. End.

2. L. longiradium Boiss. voy. 734, Lge. 29, Nym. 275.

Hab. Spagna meridionale. End. ^non vidi).

3. L. Nestleri Soy-Will. obs. bot. 87, Lge. 28, Nym. 275 suppl. 134, Rouv Cam. 926. LacelUa Bub. 399.

Hab. Pirenei, Spagna settentr., Portogallo settentrio- nale. End.

4. L. latifolium L. sp. pi. 248, Led. 335, Fr. 23, Reich, til. 73 t. 144, Lge. 28, Asch. Kan. 67, Nym. 275 suppl. 134, Paol. 190, Rouy Cam. 225. Lacellia latifoliata Bub. 399.

Hab. Europa, meno le parti più australi. End.

5. L. Archangelica Wulf in Jacq. Coll. I 214, Reich, fil. 75 t. 152, Asch. Kan. 67, Nym. 275 suppl. 134.

Hab. Germania meridionale, Austria, Ungheria, Croa- zia, Illiria, Transilvania. End.

6. L. marginatum Waldst. Kit. pi. rar. Hung. II 210 t. 192, Reich, fil. 73 t. 145-147, 150, Boiss. 1064, Asch. Kan. 67, Nym. 275 suppl. 134. * L. alpinum Waldst. Kit.: Nym. 275 suppl. 134.

Hab. Alpi centrali e orientali, Illiria, Albania, Serbia, Transilvania, Galizia. End.

7. L. fieucedanoides'L.s'p. pi. ed. II 358, Reich, fil. 76 t. 149, Nym. 275 suppl. 134, Paol. 190.

Hab. Alpi centr. e orient., Croazia, Transilvania? End.

8. L. Siler L. sp. pi. 249, Reich, fil. 75 t. 158, Lge. 29, Asch. Kan. 67, Nym. 275, Paol. 191, Rouy Cam. 226. * L. garganicum Bert. fi. it. Ili 399, Boiss. 1064, Hai. 620. Lacellia montana Bub. 399.

Hab. Europa media, Italia meridionale, Illiria, Albania, Tessaglia. End.

9. L. siculum Spreng. syst. I 918. L. Siler subsp. siculum Nym. 275 suppl. 134. L. Siler 7 siculum Paol. 191.

Hab. Italia meridionale, Sicilia,

io. L. gallicani L. sp. pi. 248, Reich, fil. 76 t. 155, Lge. 30,

269

Nym. 275 suppl. 134, Paol. 19 1, Rouy Cam. 227. La- cellia cune at a Bub. 400.

Hab. Francia, Spagna, Italia settent., Sardegna. End. Osservazione. Pianta così variabile, che certe forme estreme sembrano non poter appartenere alla stessa specie.

11. L. liispidum Marsch.-Bieb. il. taur.-cauc. I 221, Led. 336, Boiss. 1064, Nym. 275 suppl. 134.

Hab. Russia centrale e meridionale, Caucaso.

12. L. pruthenicum L. sp. pi. 248, Led. 336, Reich, fil. 76 t. 1 5 1 , Lge. 30, Asch. Kan. 67, Nym. 275 suppl. 134, Paol. 19 1, Rouy Cam. 229. Lacellia Bub. 401.

Hab. Europa media e submeridionale. End.

13. L. Panax Gou. ili. p. 13, Reich, fil. 76 t. 154, Nym. 275 suppl. 134, Paol. 192, Rouy Cam. 230.

Hab. Alpi dal Delfinato al Friuli. End.

14. L. Pseudo-Meum Orph. Heldr. Sart. in Boiss. diagli. II 95,

Boiss. fi. or. II 1064, Nym. 275, Hai. 620.

Hab. Grecia settentrionale. End. (non vidi).

Sect. II. Guilronea Coss. pro gen. - Petala inflexa subin- tegra, alba, dorso villosa. Fructus a dorso parum compres- sus, 8-pterus. Albumen ventre profunde concavum. Herbae elatiusculae, pubescenti-scabrae, foliis radicalibus latisectis, su- premis ad vaginali! redactis.

15. L. scabrurn Cav. ic. II 72. Guillonca Coss. not. pi. hisp,

110, Lge. 30 (et * G. canescens Boiss. p. 31), Nym. 276. Hab. Spagna. End. (non vidi).

Sect. III. Rouya Coincy pro gen. - Petala emarginato- infracta, alba, glabra. Fructus a dorso lenticulari-compressus, 8-pterus. Albumen ventre subconcavum. Herba parum elata, habitu Daucos referens, floribus polygamis, in ricco flavis. Fructus alis lateralibus denticulatis.

16. L. Carota Boiss. voy. bot. 734. Thapsia polygama Desf. : Paol. 192. Rouya polygama Coincy le Nat. II ser. n. 349, p. 213, Rouy Cam. 223. Margotia lascrpitioides Marsch. Nym. suppl. 134, p. p. non Boiss.

Hab. Corsica a ' Portovecchio. Africa bor.

270

Sect. IV. Margotia Boiss. pro gen. Petala emarginato- infracta, alba, glabra. Fructus a dorso lenticulari-com- pressus, 8-pterus. Albumen intus dilatato-exscavatum. Herba elata subglabra : folia radicalia ampia, subtripin- natisecta, segmentis pinnatifidis laciniis brevibus mucro- natis, caulina vagina ampia, limbo parvo v. 0: umbella ampia: fructus alis marginalibus rugoso-plicatis.

17. L. gummiferum Desf. fi. atl. I 254 t. 72. Margotia gum- viifera Boiss. elench.52, Lge. 25. M. lascrpitioides Boiss.; Nym. 276 suppl. 134.

Hab. Spagna, Africa bor.

Sect. V. Elaeoselinum Koch in DC. pro gen. Petala integra, inflexa, lutea, glabra. Fructus lenticulari-compressus, 4-8-pterus. Albumen intus dilatato-exscavatum. Herbae habitu praecedentis.

18. L. meoides Desf. Atl. I 253 t. 69? Elaeoselinum DC. pr.

IV 215, Lge. 25, Nym. 276. E. Asclcpium 3 meoides Paol. 193.

Hab. Italia, Spagna, Africa bor.

19. L. tenuifolium Thapsia tenuifolia Lag. Gen. sp. 12. Elaeoselinum Lge. in Wk. Lge. pr. fl. hisp. Ill 26. E. Lagascac Boiss.; Nym. 276 suppl. 134.

Hab. Spagna. End.

20. L. millefolium Elaeoselinum millefolium Boiss. el. n. 84,

Lge. 25, Nym. 276.

Hab. Andalusia. End. (non vidi).

21. L. foctidum Thapsia foetida L. sp. pi. 261. E/acose-

linum Boiss. el. n. 21, Lge. 26, Nym. 276.

Hab. Spagna: indicato nelle isole Jonie, Africa bor.

22. L. Loscosii Elaeoselinum Loscosii Lge. in Wk. Lge. pr. fl. hisp. Ili 26, Nym. 276 suppl. 134.

Hab. Spagna orientale. End. (non vidi).

23. L. Asclepium Thapsia Asclcpium L. sp. pi. 261. Elaeo- selinum Bert. fl. it. Ili 283, Boiss. 1068, Nym. 276 suppl. 134, Paol. 193, Hai. 619.

Hab. Europa meridionale, Sporadi.

271

Sect. VI. Thapsia L. em. Koch pro gen. Petala integra, inflexa, lutea, glabra. Fructus lenticulari-compressus, 4-pterus. Albumen ventre planum. Herbae procerrimae, foliis in seg- mentis tunc valde angustis sectis, coeterum habitu praece- dentium.

24. L. villosum Thapsia villosa L. sp. pi. 261, Lge. 27, Nym. 274, suppl. 134, Bub. 396, Rouy Cam. 222.

Hab. Spagna, Francia meridionale. Africa bor., Cipro.

25. L. decussatimi Thapsia decussata Lag. gen. sp. 12,

Lge. 27, Nym 274.

Hab. Spagna. Africa sett. !

26. T. Thapsia Thapsia garganica L. mant. 57, Boiss. 1067,

Nym. 274 suppl. 134, Paol. 192, Hal. 619.

Hab. Italia media e meridionale, Grecia. Africa set- tentrionale.

27. ? L. transtaganum Thapsia transtagana Brot. fl. lus.

468, Nym. 274.

Hab. Spagna, Portogallo, Baleari. End.? (non vidi). Trib. IX. CORIANDREAE.

Flores bisumbellati, hermaphroditi v. polygami cf). Ca- lix parvus. Petala patentia, stellata. Styli sub anthesi tenues abbreviati. Fructus numquam receptaculo immersus, dicoccus, dispermus. Mesocarpum e fibris intertextis lignosum, in ven- tre coccorum saltern in parte deficiens. Vittae dorso omnino nullae, in commisura 0 v. binae. Fasciculi nulli. Embryo di- cothvleus, plumulam sub germinatione in plantulam evolvens.

Coriandreae Drude p. 136, 159.

Osservazione. Considerata la grande affinità di questi po- chi generi, e la presenza di caratteri che non si ritrovano nelle Ligusticee (come la forma e la libertà dell’albume, la mancanza delle vitte nel dorso dei cocchi, ecc.), ritengo che la tribù possa esser mantenuta distinta. La mancanza del me- socarpo nel ventre dei cocchi ha più importanza di quel che

sembri, perchè nelle Ligusticee il frutto tipicamente può con- siderarsi come una drupa a due noccioli, nelle Coriandree come una drupa a nocciolo biloculare.

Subtr. I. ANIDREAE.

Fructus didymus, facile ruptilis, coccis 5-striatis, commis- sura evittata.

LXXXIX. Anidrum.

Calix obliteratus. Corolla stellata (alba), petalis infractis. Sty- lopodia pulvinata. Ovarium basi in pedicellum abrupte attenua- timi. Fructus didymus longitudine valde latior, facile ruptilis cum coccophoro, coccis subglobosis ventre late pertusis, striis 5 im- pressi notatis, quorum 3 dorsalibus approximatis, 2 latera- libus prope commissuram sitis. Mesocarpum extus tenuissimum spongiosum, intus e fibris intertextis lignosum, ventre fene- stratim deficiens: endocarpum tenuissimum. Albumen cvathi- forme, secedens. Folia secta.

Anidrum Neck, eleni, bot. I 188 (1790). Bifora Hofifm. gen. pi. umb. ed. II 191 (1816), Benth. Hook. 926, Car. 284, Drude 160.

Portamento. Piante annue glabre fetide, a foglie flac- cide sottili divise in segmenti stretti, almeno le superiori : ombrelle a pochi raggi : involucro 0, involucretto a 1-3 brattee unilaterali : fiori bianchi, frutti bianchi, molto larghi.

Caratteri anatomici. Canali oleoresiniferi a contatto del collenchima, e separati dal periciclo da un solo strato di cel- lule : fasci di collenchima dilatati trasversalmente : fasci fibro- vascolari uniseriali a periciclo non sclerificato : raggi midollari molto sclerifìcati : mesofillo bifaciale.

Distribuzione geografica. Regione mediterranea: un genere affine indicato in America, nella regione delle prate- rie, un altro nell'Asia centrale, sono forse da riunirsi ad esso. Inoltre 1-2 specie dubbie in Cocincina.

273

Sect. I. Eubifora. Umbellae aequales 2-3 radiatae. Fructus valde rugosus, apice truncatus, coccis sursum appen- diculatis. Styli stylopodio subaequales.

1. A. flosculosum Coriandrum testiculatum L. sp. 256 p.

p. Bifora testiculaia Spr. in Schult. syst. VI 448, Reich, fil. 98 t. 201, Boiss. 921, Lge. 32, Nym. 316, Paol. 205, Hal. 630, Rouy Cam. 352. B. fiosculosa Marsch.-Bieb. fl. taur.-cauc. Ill 234. B. testicularis Bub. 417.

Hab. Europa meridionale, Africa bor. Asia occ.

Sect. II. Astrobifora Umbellae radiantes, 5-8 radiatae. Fructus vix rugulosus, basi apiceque emarginatus. Cocci exap- pendiculati. Styli stylopodium decies superantes.

2. A. radians Bifora radians Marsch.-Bieb. fl. taur.-cauc.

Ill 233, Led. 366, Reich, fil. 99 t. 201, Boiss. 922, Asch. Kan. 68, Nym. 316 suppl. 149, Paol. 204, Bub. 417, Rouy Cam. 252.

Hab. Europa meridionale, Asia occhi., Africa bor.?

Subtr. II. EUCORIANDREAE.

Fructus globulosus, aegre ruptilis, 20-jugatus, jugis prima- riis filiformibus rectis, secundariis depressis, flexuosis, duobus commissura impositis in dehiscentia dilaceratis. Commissura bivittata.

XC. Coriandrum.

Calix sepalis elongatis subulatis. Corolla stellata (alba), peta- lis infractis. Stylopodia subconica. Ovarium basi in pedicellum abrupte contractum. Fructus globulosus, aegre ruptilis, jugis pri- mariis supereminentibus aequidistantibus. Mesocarpum intus e fibris intertextis lignosum, extus tenuissime spongiosum, in ventre deficiens : endocarpum tenue. Albumen cyathiforme, facile se- cedens. Folia secta.

274

Coriandrum L. gen. pi. n. 356 em. Benth. Hook. 926, Car. 293, Drude 160.

Portamento e Caratteri anatomici. Come nel genere precedente.

Distribuzione geografica. Asia occidentale, coltivato e inselvatichito per la regione mediterranea.

1. C. sativum L. sp. pi. 256, Fr. 22, Bab. 15 1, Reich, fil. 98 t. 202, Boiss. 920, Lge. 32, Asch. Kan. 67, Nym. 316 sappi. 148 (et * C. melphitense Ten. Gass.), Paol. 204, Hai. 630.

Hab. Originario dell’Asia occidentale e forse della Penisola Balcanica, subspontaneo nell’ Europa media e meridionale.

Trib. X. BUNIEAE.

Flores biumbellati, hermaphroditi v. polygami cf). Calix minutus v. obliteratus. Petala patentia, stellata. Styli sub an- thesi tenues abbreviati. Fructus numquam receptaculo immer- sus, dicoccus, dispermum. Mesocarpum subspongiosum, etiam in ventre coccorum perspicuum. Vittae valleculares et commi- surales. Fasciculi distincti. Embryo monocothyleus, plumula abortiva, solum gemmis adventitiis evolvente.

Osservazione. La forma dell’embrione, la singolarità della germinazione e l’anatomia del bulbo che ne è la conseguenza sono a mio parere sufficientissime a costituire una tribù, la meglio distinta di tutta la famiglia. Si potrà trovare in Gé- neau de Lamarlière, Rcchcrchcs morphologiqucs sur Ics Om- bcllifcres, p. 135 e 145, una diffusa descrizione della germi- nazione e della struttura del bulbo.

Appartengono a questa tribù, oltre i generi descritti, pro- babilmente Elvendìa, Buniotrinia e Leìbergia.

Prospetto dei generi :

Ovarium basi sensim attenuatimi: cocci ventre plani. 2. Ovarium basi abrupte contractual : cocci ventre sul- cati. 3.

1.

275

Calix minutus : cocci maturitate sejuncti solo ope coc- 2. ^ cophori incrassati adhaerentes. XCII. Diaphy carpus. ( Calix obliteratus: cocci adhaerentes. XCI. Bunium.

Fructus apice obtusus : albumen late concavum.

XCIV. Frey era.

Fructus apice attenuatus: albumen sulcatum.

XCI II. Conopodium.

XCI. Bunium.

Calix obliteratus. Corolla stellata, petalis infractis (albis), v. inflexis (flavis). Stylopodia pulvinata v. plana. Ovarium basi in pedicellum sensim attenuatum. Fructus oblongus a latere com- pressus contractus, facile ruptilis, coccis ventre plain’s ante dehiscentiam adhaerentibus 5-jugatis, jugis aequalibus, àequi- distantibus depresso-filiformibus. Mesocarpum tenue spongiosum. Fasciculi filiformes juga occupantes. Albumen ventre planiu- 'sculum. Folia secta.

Bunium L. gen. n. 335. Cari et Pimpinellae sp. Benth. Hook. 890, 893 et Muretia p. 895. Apii sp. Car. 278. Bu- nium et Muretia Drude 193.

Portamento. Erbe basse, glabre o con lunghi peli radi : foglie flaccide divise in segmenti stretti allungati interi: fusto sottile fistoloso : ombrelle mediocri, per lo più con in- volucri e involucretti a poche brattee lineari: frutti piccoletti.

Caratteri anatomici. Fasci uniseriali e periciclo non sclerificato : canali oleoresiniferi a metà della corteccia : pic- ciuolo a circa 5 fasci ineguali.

Distribuzione geografica. Europa, Africa settentrionale, Asia settentrionale e media.

Osservazione. Oltre che per l’embrione e la germinazione, differisce da Apium per l’ovario attenuato alla base, il frutto più lungo.

Sect. I. Leucobunium. Petala alba v. ochroleuca, in- fracta : stylopodia convexa v. subconica.

276

1. B. dancoides Hal. consp. fl. gr. I 673. Carimi Boiss. ann. sc. nat. Bot. ser. 3 I 39, fi. or. II 883. Bulbocastanum Nym. 303.

Hab. Macedonia. Asia occid. (non vidi).

2. B. ferulaceum Sibth. Sm. pr. fl. gr. I 186, Reich, fil. 15 t. 34, Asch. Kan. 64, Paol. 158. Bulbocastanum Nym. 303. Carimi ferulaefolium Desf., Boiss. 886.

Hab. Istria, Illiria, Grecia, Crimea. Asia occid.

3. B. Bulbocastanum L. sp. pi. 243, Bab. 142, Reich, fil. 15 t. 33, Paol. 157. Carimi Koch Umb. 13 1. Carvi Bub. 353. Bulbocastanum Unitaci Schur. enum. pi. transs. 249, Lge. 88, Nym. 303 suppl. 144, Rouy Cam. 350.

Hab. Europa media e meridionale. End.

4. ? B. aphyllum Jan. in DC. pr. IY 117. B. Bulbocastanum

b aphyllum Paol. 157. Bulbocastanum Linnaei subsp. aphyllum Nym. 303.

Hab. Sicilia. End. (non vidi).

5. B. mauritanicum Boiss. Reut. pug. pi. nov. hisp. Afr. 49. Bulbocastanum Nym. 303.

Hab. Baleari (Maiorca). Africa bor.

6. B. stridimi Gris. spie. I 344, Nym. 303. Carimi Boiss. 887.

Hab. Macedonia. End. (non vidi).

7. B. alpinum Waldst. Kit. pi. rar. Hung. II 199 t. 182,

Reich, fil. 15 t. 35, Asch. Kan. 64, Lge. 87, Nym. 303 suppl. 144 (et * B. arcuatimi Gris, in Pant.), Paol. 138, Rouy Cam. 349 .

Hab. Spagna, Alpi occidentali, Italia meridionale, Il- liria. Africa boreale.

8. B. Manica Boiss. voy. 239, Lge. 87, Nym. 303.

Hab. Spagna meridionale. End. (non vidi).

9. B. tenerum Haussk. symb. 95, Nym. suppl. 144. Hal. 672.

Hab. Grecia. End. (non vidi),

io. B. montanina Koch syn. fl. germ. ed. II 315, Asch. Kan. 64, Nym. 303 suppl. 144, Paol. 158. B. divari- catimi Bert., Reich, fil. 1 6 t. 35.

Hab. Illiria, Istria? End.

277

ir. B. lenuisectum Gris, in Pant. (Est. bot. Zeit. 1873 p. 267, Asch. Kan. 64, Nym. 303.

Hab. Erzegovina. End. (non vidi).

Sect. II. Muretia Boiss. pro gen. Petala subintegra, inflexa, lutea: stylopodia subplana.

12. B. luteum Marsch.-Bieb. fi. taur.-cauc. Ili 207, Led. 251. Muretia lanaicensis Boiss. Nym. 303.

Hab. Russia australe. Siberia.

XCII. Diaphycarpus. 1

Calix parvus. Corolla stellata (alba), petalis infractis. Stylo- podia bulboso-conica. Ovarium basi in pedicellum sensim atte- nuatum. Fructus sublinearis a latere compressus constrictus, facile ruptilis, coccis ante dehiscentiam ope coccophori valde incras- sati tantum coniunctis, coeterum liberis, ventre planis, 5-jugatis, jugis aequalibus, aequidistantibus, filiform i-acutis. Mesocarpum tenue spongiosum. Fasciculi subtrigoni, juga occupantes. Al- bumen ventre planiusculum. Folia secta.

Cari sp. Benth. Hook. 890. Apii sp. Car. 278. Biniti sp. Drude 193.

Portamento. Pianta simile a quelle del genere precedente, e sopratutto al B. fcrulaceum, ma a foglie più rigide, ombrelle più patenti, a raggi ingrossati anche nel fiore, fiori più grandi.

Caratteri anatomici. Come nel genere precedente.

Distribuzione geografica. Genere monotipico del Me- diterraneo occidentale.

Osservazione. Oltre alla eccezionale natura del frutto, differisce da Bunium per le coste molto più sporgenti, 1’ al- bume solcato, il calice a cinque denti, ecc.

1. D. incrassatus Carimi Boiss. voy. p. 239. Bulbocasta- num Lge. in Wk. Lge. pr. fi. hisp. Ili 88, Nym. 303, Rouy Cam. 351.

Hab. Spagna, Baleari, Francia meridionale. Africa bor.

1 II nome è tolto da <ha<£ùy, separazione, fenditura, e -yuprtic, frutto.

XCIII. Conopodium.

Calix obliterates. Corolla stellata (alba), petalis infractis. Sty- lopodia conica. Ovarium basi in pedicellum abrupte contractum. Fructus oblongo-conicus a basi ad apicem attenuatus, apice sub- rostratus, facile ruptilis, coccis ante dehiscentiam concretis ventre sulcatis 5-jugatis, jugis aequalibus, aequidistantibus, te- nuiter filiformibus. Mesocarpum tenue submeinbranaceum. Fa- sciculi tenues fìliformes iuga occupantes. Albumen dorso sub- angulatum, ventre sulcatum. Folia secta.

Conopodium Koch Umb. 1x8, Benth. Hook. 896 excl. sp. Car. 278 excl. sp. Drude 194.

Portamento e Caratteri anatomici. Come nei generi precedenti.

Distribuzione geografica. Europa ed Africa settentrio- nale ; il maggior numero di specie è della penisola Iberica.

Osservazione. Genere affine assai a Freyera, appena di- stinto per la forma del frutto e le coste molto più sottili.

1. C. elation Willk. in CEst. Bot. Zeitschr. 1891 p. 43.

Hab. Spagna centrale. End. (non vidi).

2. C. Riditevi Rouy in Bull. soc. bot. Fr. XXXIX p. 231, Rouy Cam. 313.

Hab. Pirenei orientali. End. (non vidi).

3. C. denudation Koch Umb. 118, Rouy Cam. 310. C. de- nudation et C. subcarneion Boiss., Lge. 84, Nym. 303 suppl. 144. Bunium Jìexuosum With. arr. br. pi. 3" ed. II 291, Bab. 142, Asch. Kan. 64, Paol. 157. Canon Fr. 24, 180. Carvi Bub. 354.

Hab. Europa occidentale e meridionale. End.

Osservazione. Specie assai variabile, e i C. subcar- ncuin, stenocarpion , silaifolium, daucifolium, pyrenaeum, ecc. ne rappresentano altrettante forme. Forse anche il C. capillifolium vi andrebbe riunito.

279

4. C. capillifolium Boiss. voy. 736, Lge. 84, Nym. 303 suppl. 144, Hal. 673. Bunium flexuosum j3 capillifolium Paol. 157. ?* Conopodium graecum Freyn Sint., Hal. 673.

Hab. Penisola Iberica, Sicilia, Grecia. Africa bor.

5. C. brachycarpum Boiss. in Lge. pug. IV, 239, Lge. in Wk. Lge. pr. fl. hisp. 85, Nym. 303 suppl. 144.

Hab. Spagna settentr. e centrale. End. (non vidi).

6. C. ramosum Costa Cat. 105, Lge. 85, Nym. 303 suppl. 144.

Hab. Spagna orientale. End.

7. C. Bourgaei Coss. not. 110, Lge. 85, Nym. 303 suppl. 144.

Hab. Spagna centrale e settentrionale. End.

8. C. thalictrifolium Hcterotaenia thalictrifolia Boiss. voy. 269, Lge. 86, Nym. 303 suppl. 144.

Hab. Spagna meridionale. End. (non vidi).

9. C. arvense Heterotaenia arvensis Coss. not. 1 1 3, Lge. 87, Nym. 305.

Hab. Spagna. End. (non vidi), io. C. bunioides Butinia bunioides Boiss. el. 94, Lge. 86, Nym. 303.

Hab. Spagna merid. e centrale. End. (non vidi).

XCIV. Freyera.

Calix obliteratus v. minimus. Corolla stellata (alba), pe- talis infractis. Stylopodia subconica. Ovarium basi in pedi- cellum subattenuatum. Fructus oblongus a latere compressus constrictus, facile ruptilis, coccis ante dehiscentiam concretis, ventre sulcatis, 5-jugatis, jugis aequalibus, aequidistantibus, triangulo-elevatis. Mesocarpum tenue membranaceum. Fasci- culi filiformes. Albumen ventre concavum, dorso angulatum in juga penetrans. Folia secta.

Freyera Reich. Handb. Pflanz. 291 (1836). Bìasolettia (non Plum, nec Bert.) Koch syn. fi. germ. I 318 (1837), Car. 276, Drude 150. Chaerophylli et Cari sp. Benth. Hook. 898, 891.

Portamento. E quello dei generi precedenti.

Caratteri anatomici. Come in Bunium.

Distribuzione geografica. Mediterraneo occidentale.

1. F. macrocarpa Boiss. diagli. II 2, 101 ; fl. or. II 896,

Hal. 669. Biasolettia Nym. 302 suppl. 144.

Hab. Grecia settentrionale. End.

2. F. divaricata Boiss. Heldr. diagli. II 6, 88, Boiss. fl. or.

II 896, Hal. 669. Biasolettia Nym. 302.

Hab. Grecia settentrionale. End.

3. F. congesta Boiss. Heldr. diagli. II 6, 88, Boiss. fl. or.

II 896, Hal. 669. Biasolettia Nym. 302 suppl. 144. Hab. Grecia. End.

4. /-. balkanica Hal. consp. fi. gr. 1 668. Biasolettia Velen.

CEst. Bot. Zeitschr. 1891 p. 399, Nym. suppl. 144. Hab. Grecia (Acaia), Balcani. End. (non vidi).

5. F. cynapioidcs Gris. spie. fl. rum. Bith. I 366, Boiss. 895,

Asch. Kan. 68, Paol. 157. Biasolettia tuberosa Koch, Nym. 302 suppl. 144.

Hab. Italia merid., Sicilia, Albania, Dalmazia. End.

6. F. eretica Boiss. fl. or. II 897, Hal. 668. Biasolettia

Nym. 303.

Hab. Isola di Creta. End. (non vidi).

7. F. parnassica Boiss. Heldr. diagli. II 2, 102, Boiss. fl. or.

II 895, Hal. 668. Biasolettia Nym. 303.

Hab. Grecia (Parnaso). End. (non vidi).

8. F. pindicola Hal. 668. Biasolettia Hausskn. symb. 95,

Nym. suppl. II 144.

Hab. Epiro, Tessaglia. End. (non vidi).

9. F. puntila Boiss. fl. or. II 897, Hal. 668. Bunium Sibth.

Sm. pr. fl. gr. I 187, Asch. Kan. 64. Biasolettia Nym. 303. Hab. Grecia (Parnaso). End. (non vidi).

Palme nuove papuane 1

PER

ODOARDO BECCARI

Barkerwebbia Becc. Gen. nov.

Flores in eodem spadice interfoliaceo paniculatim ramoso monoici superficialiter spiraliter dispositi, in inferiore ramulo- rum parte 3-ni intermedio 9, in parte apicali 2-ni vel solitarii cf, bracteolati. Flores cT symmetrici ovoideo-oblongi; sepala sub- orbicularia dorso rotundato late imbricata; petala coriacea oblonga valvata; stamina 6, filamentis apice conspicue inflexis; antherae late lineares dorsifixae loculis parallelibus; ovarii rudi- mentum columnare. Flores 9 late globoso-conici, perianthio post anthesin parum aucto; sepala suborbicularia profunde concava late imbricata; petala sepalis paullo longiora orbicularia con- volutivo-imbricata apicibus brevibus valvatis. Staminodia 6 mi- nutissima. Ovarium ovoideo-conicum. Stigmata 3 brevia denti- formia. Ovulum parietale. Fructus globosus excentrice apiculato- rostratus, pericarpio tenui, epicarpio granulato, mesocarpio fibroso, endocarpio tenuissimo membranaceo. Semen erectum, globosum, esulcatum, hilo a basi ad verticem extenso, rapheos

1 II materiale che mi ha servito per lo studio delle Palme papuane qui adesso per la prima volta descritte mi è stato in parte gentilmente comunicato dal prof. A. Engler, ed appartiene all’Erbario di Berlino; in parte fu a me donato vari anni addietro dal mio compianto amico il Barone Ferdinando von Mueller, al quale era stato comunicato da Sir William Mac Gregor, e proviene dalle esplorazioni di questi o da quelle eseguite dietro sua iniziativa ; infine in parte è il frutto delle ricerche del dott. Lamberto Loria e del signor Amedeo Giuba- netti nelle vicinanze di Port Moresby e della catena centrale di mon- tagne della Nuova Guinea inglese.

19

282

ramis inconspicuis laxe reticulatis, albumine profunde ruminato. Embryo basilaris. Palma elegans caudice gracili. Folia termi- nalia aequaliter pinnatisecta, segmentis falcatis acuminatis utrin- que in margine nervo valido percursis, rachi trigona tenui, vagina elongata. Spadix gracilis longissime pedunculatus, apici simpliciter ramosus, ramis gracilibus ; spatha completa basilari persistenti elongata compressa; spathis superioribus inconspi- cuis. Flores parvi inter minores. Fructus globosi parvi.

Ho dedicato il nuovo genere Barkerwebbia a Filippo Barker Webb nella ricorrenza del 50° anniversario della sua morte, in omaggio all’ illustre botanico al quale Firenze deve il con- spicuo lascito del suo erbario e della sua biblioteca, mate- riale scientifico di grande valore e d’interesse nazionale, del quale sarebbe desiderabile che il nostro Ministro della Pubblica Istruzione prendesse maggior cura, non fosse altro per assicu- rarsi se la volontà del testatore è stata fedelmente rispettata.

Il nome di Webbia secondo le regole di nomenclatura bo- tanica potrebbe ancora essere adoprato per un Genere nuovo, giacché, sebbene tre volte proposto, è sino a qui sempre pas- sato in sinonimia. Infatti col nome di Webbia venne chiamata da Spach una Hypericinea che è stata ricondotta al Genere Hypericum. De Candolle chiamò col medesimo nome una Composta che rientra nelle Vernonia e Schultz pure un’altra Composta non differente da una Conyza. Il doppio nome Bar- kerzvebbia elimina ogni confusione.

Il Genere Barkerwebbia appartiene alla sotto tribù delle Ptychospermeae fra le Arecineae, ma secondo l’ordinamento delle Palme nel « Genera Plantarum » di Hooker e Bentham per il suo frutto con i resti dello stigma non perfettamente api- cali il suo posto dovrebbe essere nella sottotribù delle On- cospermeae in vicinanza del Genere Ptychandra. In realtà il Genere Barkerwebbia è quasi intermedio fra le Ptychandra ed i Ptychospcrma ; ha però caratteri suoi propri che lo differen- ziano nettamente da tutti i Generi sino a qui istituiti. Dai Ptychosperma differisce per i segmenti delle fronde acuminati non premorsi, per gli stami con filamenti con l’apice introflesso, per il seme non solcato e per i resti degli stigmi assai ec-

283

centrici, carattere questo che lo distingue pure dai Rhopalo- blaste. Più affine che a qualunque altro genere sembra sia alle Ptychandra, che sono però grandi Palme nelle quali gli stami sono numerosi, e dove gli spadici sono infrafrondali, come del resto lo sono anche nei Ptychosperma. I caratteri principali del nuovo Genere perciò sono i seguenti: Fronde pinnatisette ; segmenti falcato-acuminati; spadici interfrondali semplicemente ramosi con glomeruli di fiori superficiali (non in alveoli); fiori c? simmetrici con 6 stami a filamenti introflessi ; fiori 9 con petali imbricati terminati da un breve apice valvato; ovulo laterale ; frutto con superficie distintamente granulata, eccentricamente apiculato ; endocarpio sottilissimo ; seme glo- boso profondamente ruminato; embrione basilare.

1. 2. 3. 4.

5- 6. 7.

Fig. 1-7. Barkerwebbìa elegans Becc.

Fig. x, fiore (p. Fig. 2, petalo con l’assieme degli stami. Fig. 3, uno stame. Fig. 4, rudimento d’ovario. Fig. 5, fiore 9- Fig. 6, ovario. Fig. 7, frutto sezio- nato per il lungo. Le figure 1-6 ingr. circa 8 diam. ; la fig. 7 circa il doppio del vero.

i. Barkerwebbìa elegans Becc. Apparentemente gracile e giudicando dalle guaine di una fronda (la sola da me vista) con un fusto della grossezza di un ordinario bastone.

284

Fronde con guaina che gradatamente si assottiglia nel pic- ciolo, fibroso-filamentosa ai margini della bocca; parte pinni- fera lunga go cent, con picciolo lungo circa 60 cent. ; questo molto gracile, fortemente canaliculato di sopra, rotondato di sotto ; margini acutissimi ; rachide a sezione quasi triango- lare specialmente nella parte terminale, quasi piano di sotto, con angolo superiore molto acuto e faccie laterali concave; segmenti non molto numerosi, opposti o quasi, 15 per parte, ossia formanti 15 coppie discoste 3-5 cent, l’una dall’altra, assai distintamente falcato-sigmoidei molto lungamente e gra- datamente acuminato-caudati alla sommità, pure gradatamente attenuati alla base, che è leggermente decorrente sul rachide e piuttosto larga al punto d’ inserzione, papiracei, con una costa mediana acuta e rilevata nella pagina superiore ed un nervo sopra ognuno dei margini quasi tanto robusto quanto quello mediano; nervi secondari numerosi ed assai rilevati, ineguali (alcuni più forti degli altri), rendenti assai distinta- mente striate le due superfìci, che sono concolori ed opache meno che sui nervi primari, ed anche su qualcuno fra i prin- cipali dei secondari che sono levigati ed in gioventù coperti nella pagina inferiore di piccole squame biancastre decidue coll’età; i segmenti maggiori sono i più bassi e questi mi- surano sino 40 cent, di lunghezza e 3 cent, di larghezza; i superiori sono un poco più corti e più stretti (larghi 15-20 mill.), i 2 terminali sono alquanto joiù larghi ed appariscono come formati da 2-3 concresciuti insieme e per questo hanno tanti nervi primari quanti sono i segmenti che concorrono a for- marli, ma come gli altri segmenti sono falciformi ed acumi- nati o più o meno incisi alla sommità.

Spadicì monoici, da quanto sembra interfrondali, elongati, dritti e rigidi ma sottili, lunghi nell’insieme om, 70-1 m, 00, con pochi rami sparsi semplici patenti alquanto ravvicinati presso la sommità ; la parte peduncolare è lunghissima , legger- mente compressa, con margini ottusi, fugacemente e minuta- mente rubiginoso-forforacea , finamente striata, della quasi uniforme grossezza di 3-4 mill, dalla base sino alle ramifica- zioni più basse, con una sola stretta ed angustissima spata

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parziale verso il suo mezzo. Delle spate primarie o complete una sola è presente, tubulare, fortemente compresso-ancipite con margini molto acuti e subalati, lunga 20-23 cent., larga circa 1 cent, tanto in basso quanto in alto, bruscamente at- tenuata in punta breve e quasi ottusa, sottile, cartacea, fina- mente forforacea, alquanto sfacelato-filamentosa in alto, ed al momento dell’antesi più o meno longitudinalmente aperta lungo il lato ventrale. Rami dello spadice 8-10 fra tutto, inseriti alter- nativamente ed alquanto irregolarmente a spirale alla sommità della parte peduncolare, tutti semplici e sottili; i più bassi 15- 20 cent, lunghi, i superiori della metà più corti, la loro asse oscuramente angolosa, alquanto sinuosa, specialmente verso l’estremità; i rami nei 2/3 inferiori portano i fiori in glomeruli terni, disposti questi assai radamente a spirale; dei 3 fiori il centrale è femineo ed i due laterali sono maschi, ma quando questi sono perfetti il fiore femineo è piccolo come una ca- pocchia di spillo e non viene a perfezione che dopo la caduta dei fiori maschi; nel terzo superiore non si trovano che soli fiori maschi, i quali sono gemini da prima e solitari nella parte estrema dei ramoscelli; i glomeruli sono inseriti in su- perficialissime depressioni od areole dei rami, le quali hanno appena un accenno di un labbro inferiore e portano 2 brattee assai grandi subsepaloidee fortemente nervoso-striate semilu- nari a contorno rotondato.

Fiori maschi lunghi circa 3 mill, e larghi 2 mill., ovoidei, rotondati in alto; sepali imbricati suborbicolari-concavi, a con- torno rotondato, finamente ciliolato, indistintamente venosi sul secco ; petali naviculari coriacei molto spessi in proporzione della loro dimensione, ottusi, opachi e fortemente striati per il lungo all’esterno; stami 6, con filamento filiforme gracile fortemente inflesso in alto e che s’ inserisce verso la metà del- l’ antera ; antere lineari erette nel boccio, largamente lineari a logge parallele, ottuse alle 2 estremità; rudimento d’ovario columnare leggermente conico, lungo quanto i 2/3 degli stami (nel fiore in boccio) e con 3 stigmi lineari.

Fiori feminei subgloboso-conici ; al momento dell’ antesi lar- ghi circa 3 mill.; sepali largamente imbricati suborbicolari, for-

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temente concavi, rotondati e non gibbosi sul dorso, a margine rotondato intiero molto finamente ciliolato; petali circa il dop- pio più lunghi dei sepali e come questi sottilmente coriacei, largamente imbricati e suborbiculari, ma con una piccola punta larga ed ottusa all’apice che rimane valvata nel bocciamento; staminodi 6, molto piccoli, lineari, senza antera ben distinta; ovario ovato-conico molto ottusamente trigono; stigmi piccoli dentiformi triangolari acuti; ovulo parietale.

Perianzio fruttifero appena accresciuto.

Frutto globoso appena più lungo che largo, 12-14 mill, di diametro, eccentricamente apiculato all’ apice, con i resti dello stigma inconspicui sull’apicolo; pericarpio poco spesso ad epi- carpio distintamente marcato da piccole prominenze lineari che lo rendono granuloso ; mesocarpio, consistente in uno strato di fasci nastriformi; endocarpio sottilissimo jalino che sembra più o meno aderire al seme; seme globoso (non sol- cato) con rafe poco distinto lungo tutto un lato e con le di- ramazioni assai rade e pochissimo distinte anche grattando la superficie del seme stesso; albume fortemente ruminato; embrione perfettamente basilare.

Le fronde (come gli spadici) acquistano un color bruno ta- bacco col disseccare.

Abita. Nella Nuova Guinea tedesca sul monte Bismark a circa 1000 metri di altezza, raccolto dal sig. R. Schlechter (n. 14071) nel gennaio 1902 durante la « Guttapercha Expe- dition nach Malaysien und der Sùdsee » secondo esemplari comunicati dall’ Erbario di Berlino.

Osservazioni. Non ho visto che due spadici in fiore, una intiera fronda e qualche frutto maturo. Da quanto posso giudicare da tali materiali sembra una Palma gracile, molto elegante e dell’aspetto di una Iguanura a fronde pinnatisette e con un tronco della dimensione di un bastone.

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Particolarità di struttura del pericarpio

DELLA BaRKERWEBBIA ...

La speciale granulazione che si riscontra sulla superficie del frutto secco della Barkerwebbia non è un fatto isolato, ma sembra anzi che esista nei frutti di molte Palme. Io l’ ho infatti riscontrata nelle varie specie di Lhiospadix della Nuova Guinea e molto più marcatamente in varie Palme della Nuova Caledonia, e specialmente nella Cyphosperma Veillardii e nella Cyph. elegans. In queste Palme, come nella Barkerwebbia, le granulazioni sono formate da piccoli rilievi in forma di spola molto allungata o di fuso con le estremità acuminate e sono dovute ad ammassi di cellule sclerenchimatiche fibri- formi che col loro assieme formano dei corpiciattoli dell’ ac- cennata forma, situati nell’epicarpio al di sotto dell’epidermide, dalla quale sporgono quando questa si dissecca al di sopra di loro, rendendosi in tal modo visibili. La forma di tali cor- piciattoli, ai quali propongo di assegnare il nome di « scle- rosomi », non è sempre quella sopra descritta, ma varia al- quanto, di guisa che essa può servire quale ottimo carattere diagnostico per il vario aspetto che assume la superficie del frutto nelle varie specie secondo la forma e distribuzione loro. Così nel Cyphosperma Balansae e nel Clinostigìna Moorei gli sclerosomi sono orbicolari, in conseguenza di che la super- ficie del frutto secco di queste Palme è coperta di granula- zioni di tal forma ; nei Calyptrocalyx gli sclerosomi rassomi- gliano a granelli di arena ed il frutto in seguito a ciò apparisce granulato-scabro. Nel Campccarpus fulcita invece gli sclero- somi sono disposti in serie longitudinali e per tal motivo il suo frutto secco è segnato da piccoli rilievi che ne percor- rono tutta la lunghezza.

Gli sclerosomi nella Barkenvebbia (e suppongono anche nelle altre Palme che ne sono fornite) sono di già completamente for-

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mati nell’ ovario al momento della fioritura e con il loro assieme costituiscono una specie di vòlta a difesa dell’ ovulo, il tutto ricoperto da una resistente epidermide ad elementi piccoli e fortemente cutinizzati. Ogni singolo sclerosoma (fig. 8) in tali ovari è lungo 5-6 decimi di mill, ed è esclusivamente

composto da un numero ragguarde- vole di cellule allungate, in forma di fibre molto acuminate alle due estre- mità, fortemente aderenti fra di loro, alquanto irregolari, quasi mancanti di lume, a pareti spesse e percorse da pori canali. Col crescere dell’ova- rio gli sclerosomi riuniti in numero di 3-4 formano dei piccoli gruppi che si distendono sulla superficie del frutto; le granulazioni allungate quindi che si vedono sul frutto della Barkerwebbia non sono formate da un solo sclerosoma, ma dai gruppetti formati dai medesimi. Lo scopo di tali corpi duri nell’ovario delle Palme sembra quello di contribuire, insieme alle sostanze tanniche contenute in molte delle loro cellule, alla difesa dell’ ovulo. Lo sclerosoma sopra figu- rato è tolto da un ovario di Barker- webbia al momento dell’ antesi ; quelli del frutto maturo non appa- riscono più grandi, ma all’ esterno dei medesimi, dopo essere stati ben chiarificati con ipoclorito di soda e preparati in balsamo, si scorgono inoltre alcune serie longitudinali di piccole cellule disposte a coroncina contenenti druse o macie cristalline silicee, del tutto simili a quelle che sono state descritte da Licopoli nella Chamaerops kumilis (Atti R. Acc. Scienze di Napoli, v. IX, t. 8, f. 8) e che pure ho ritrovato nel Trachycarpus Martiana A

Fig. 8. Uno sclerosoma del pericarpio di Barkerwebbia ele- gatis Becc. Ingr. 120 d.

1 Nel mio scritto sui Trachycarpus (inserito in questo medesimo volume) nelle note anatomiche sul loro frutto ho inavvertentemente

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Nello sclerosoma da me figurato le cellule con macie cristalline sembravano appena accennate, forse perchè essendo state tolte da un ovario giovane esse non erano ancora ben conformate nell’ interno delle respettive cellule.

Come, per il primo, sin dal 1881 ha accennato Licopoli, la presenza di coroncine longitudinali di cellule con macie cri- stalline silicee intorno ai fasci fibro-vascolari del pericarpio delle Palme sembra un fatto generale che può servire a rico- noscere la natura di talune fibre adoprate nell’ industria. Io ho infatti ritrovato la menzionata struttura nelle fibre di un vecchio stojno fatto di « copra », la qual sostanza, come è noto, risulta dalla divisione dei fasci fibrosi che compongono il mesocarpio della noce di cocco.

La presenza di cellule a coroncina contenenti masse cri- stalline di silice tanto intorno agli sclerosomi, quanto intorno ai fasci fibro-vascolari del frutto (non che di altre parti) delle Palme, condurrebbe a far ritenere gli sclerosomi come derivati dai fasci fibro-vascolari, dai quali in ultima analisi i primi differiscono solo per la mancanza di trachee.

Licuala Thunb.

2. Licuala micrantha Becc. sp. n. Gracilis, frondibus peltato-digitatis, segmentis numerosis (13), angustis, 2-3-co- stulatis, intermedio latiore, cuneato; petiolo gracili quam limbo valde longiore, basi ad margines spinulis parvis recurvis ar- mato; spadice gracili elongato stricto; spathis longissimis arcte

detto a pag. 70 che le masse cristalline contenute nelle cellule a co- roncina esistenti all’esterno dei fasci fibro-vascolari del frutto di Tv. Martiana sono di ossalato di calce, mentre la loro particolarità es- senziale è d’essere silicee. A tale riguardo, oltre la Memoria di Licopoli citata, si veda anche quanto ha scritto R. F. Solla, sui « Cristalli di silice in serie perifasciali nelle Palme », nel Nuovo Giorn. bot. italiano, voi. XVI (1884), pag. 50, ed in Wiesner, Elementi di Bot. scientifica, trad, italiana, voi. I, pag. 289.

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tubulosis (non inflatis) tenuiter et sparse squamuloso-furfura- ceis; inflorescentiis partialibus paucis, inferioribus tripartitis, ramulis gracilibus subulatis, tenuiter furfuraceis; floribus so- litariis parvis 3 mill, longis, densiuscule spiraliter dispositis, pe- dicello brevissimo suffultis; calyce tenuiter membranaceo campa- nulato tridentato glabro ; corolla quam calyce subduplo longiore carnosula, segmentis ovato-lanceolatis acutiusculis ; urceolo sta- minali brevi, dentibus 6 late triangularis acutis et subulatis antheriferis coronato; ovario glabro apice non alveolato late obovato, stylo brevi.

Abita. Sul monte Torricelli a circa 1000 m. di altezza nella Nuova Guinea tedesca. Raccolta in aprile 1902 dal si- gnor R. Schlechter (n. 14438) durante la «Guttapercha Expe- dition nach Malaysien und der Sudsee ». (Erb. di Berlino).

Descrizione. Apparentemente gracile.

Fronde peltato-digitate ; picciolo (in una fronda) lungo 75 cent., triangolare con spigolo inferiore ottuso, di sopra leggermente scavato a doccia presso la base, pianeggiante nel resto, coi mar- gini molto acuti armati nel terzo inferiore di piccole spine ine- guali leggermente ricurve, nel rimanente nudi; segmenti 13 (in una fronda), quello centrale lungo 37 cent, troncato al- l’ apice, ove è largo 8 cent, con 1 1 nervi primari superiori e con denti brevi e larghi, lungamente cuneato in basso ma senza pedicello suo proprio ; gli altri segmenti tutti angusti con 2 od al più 3 nervi primari superiori e quindi terminati da 4 o da 6 denti triangolari piuttosto brevi; lo spazio com- preso fra 2 nervi primari è di 10-12 mill, di larghezza; i segmenti più esterni con denti più allungati e più stretti degli altri ed il dente più esterno di tutti lineare-caudato.

Spadice gracile dritto rigido, lungo circa 1 metro, con 4 pal- chi di rami od infiorazioni parziali sovrapposte; parte assile piuttosto compressa; rami inferiori bipartiti, i superiori sem- plici; le singole diramazioni lunghe 6-10 cent., subtereti, su- bulate, forforaceo-pulverulente; spate tutte tubulose e non in- flate; spata basilare molto allungata, piuttosto strettamente guainante, compressa e subancipite, bifida all’apice, non sfi-

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laccicata; seconda spata pure allungata e non portante rami; le superiori cilindracee più brevi ma pure assai strettamente guai- nanti più o meno fesso-laciniate ma non sfilacciente all’apice.

Fiori disposti assai fittamente a spirale, solitari, articolati sopra un cortissimo pedicello (lungo al più un millimetro e prov- visto alla sua base di una minutissima bratteola acuta), molto piccoli, lunghi circa 3 mill.; calice campanulato con 3 larghi denti triangolari, sottilmente membranaceo, glabro, con circa 15 nervi; corolla circa il doppio più lunga del calice, carnosa sul fresco, glaberrima a segmenti triangolari allungati, non di- stintamente nervosi esternamente; urceolo staminale breve ter- minato da sei denti eguali triangolari subulati e che giungono sino a circa la metà dei segmenti ; ovario glabro, obovato, non alveolato in alto ; stilo molto breve.

Il picciolo e le spate sono coperte da piccole ed assai nu- merose squame forforacee.

Osservazioni. Ho visto solo una fronda ed uno spadice al quale erano caduti quasi tutti i fiori. Questi però sono ca- ratteristici perchè hanno la corolla che sul secco si raggrinza molto, essendo carnosa sul fresco; per questo motivo essa cambia assai di forma, mentre in generale nelle Licuala la co- rolla essendo di consistenza coriacea o pergamenacea rimane immutata allo stato secco. La L. micrantha rassomiglia assai alla L. bacularia, ma le sue spate non sono punto inflate. Come le altre specie papuane sino a qui note appartiene al gruppo che hanno i fiori portati da un corto pedicello. 1

Bacularia Ferd. v. Mueller.

Il nome generico di Bacularia è stato per la prima volta proposto nel 1870 dal barone F. von Mueller per V Areca mo- nostachya Mart. Alla medesima pianta i sigg. Wendland et Drude (in Linnaea, v. V, p. 117, 198 [1875]) hanno invece

1 Un’altra Licuala pure raccolta dal sig. Schlechter nella Nuova Guinea tedesca sul monte Bismark e portante il n. 13968 mi sem- bra poterla riferire alla L. montana Damm. et K. Sch. in K. Sch. et Laut., « FI. deut. Schutzg. in der Siidsee », p. 20.

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assegnato il nome di Linospadix basandosi sul fatto che que- sto nome era stato adoprato sino dal 1861 nel Giardino di Herrenhausen ; ma, come. io ho di già fatto notare nella « Ma- lesia » (voi. I, p. 62), a me non sembra che ciò costituisca un diritto di priorità e per questo ritengo che sia equo adottare il nome di Bacularia a preferenza di quello di Linospadix. Nel medesimo tempo però nella « Malesia » (1. c.) io descrivevo tre Palme della Nuova Guinea col nome di Linospadix . In se- guito i sigg. Bentham ed Hooker nel « Genera Plantarum », v. Ili, 903, hanno mantenuto il Genere Bacularia per 2 spe- cie ( Bacularia vionostacliya e minor ) al quale hanno riportato per sinonimo il Linospadix H. Wendl. ed hanno considerato come appartenenti ad un genere distinto le tre Palme che io avevo incluso nei Linospadix (L. fiabe Hat us, multifidus, Arfa- kianus') ma attribuendo a me la paternità di questo Genere, e facendo notare che il genere Linospadix differisce dalle Bacularia per le spate molto più corte degli spadici e per le antere dorsifisse. Difatti la Bacularia monostachya è prov- vista di una spata completa in alto della parte peduncolare, ossia alla base della parte florigena dello spadice, lunga quanto questa e che completamente l’avvolge prima cieli’ antesi. Tale spata è decidua, ma anche negli spadici carichi di frutti la sua esistenza è dimostrata dalle traccie che essa lascia al suo punto d’ inserzione. Nei tipici Linospadix , quali sono quelli sopra rammentati, e come pure in quelli presentemente de- scritti, manca la spata completa alla base della parte florigena dello spadice e non si trovano che piccolissime e rudimentarie spate lungo la parte peduncolare.

Il carattere delle antere erette o versatili, al quale si ac- cenna nel « Genera Plantarum », l’ho trovato molto variabile anche nei veri Linospadix.

Una differenza importante fra i due Generi sembra però che si riscontri nel frutto ; difatti quello (secco) dei Linospadix presenta la sua superficie più o meno lineolato-granulosa in causa dei numerosi sclerosomi lineari o puntiformi che con- tiene l’epicarpio, mentre il mesocarpio abbonda di fasci fibro- vascolari ramificati ed anastomosati in vario modo.

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Nel frutto delle Bamlaria invece mancano gli sclerosomi, di guisa che la superficie sua non è granulata, ed il meso- carpio è formato da una sola serie di fasci fibro-vascolari in- divisi ed accostati l’ uno all’ altro e che fasciano strettamente e molto regolarmente il seme per tutta la sua lunghezza.

Le specie di Bacularia a me note sono le seguenti:

B. monostachya F. v. Mueller, Fragni., VII, p. 103 (1870). Australia (Queensland).

B. minor F. v. Mueller, Fragni., XI, p. 58. Australia (Queensland).

B. Palmeriana Bailey, Queensland FI., p. i860. Australia (Queensland).

B. Albcrtisiana Becc., Malesia, v. Ili, p. 108. Nuova Guinea inglese.

B. angustisecta Becc., sp. n. - Nuova Guinea inglese.

La Bacularia ( Ceratolobus) Micholitziana Hort. Sand. Gard. Chr. 1898 p. 243, fig. 97, della Nuova Guinea sembra una specie di Calamus.

Le specie di Linospadix sono le seguenti :

L. flabellatus Becc., Malesia, v. I, p. 64. N. G. olandese. L. multìfidus Becc., Malesia, v. I, p. 64. N. G. olandese. L. Arfakianus Becc., Malesia, v. I, p. 62. N. G. olandese. L. Forbesii Ridley in Journ. of Bot., 1886, p. 538. N. G. inglese.

L. Julianctti Becc., sp. n. N. G. inglese.

L. parvulus Becc., sp. n. N. G. inglese.

L. Hollrungii Becc., in Sch. et Holl., FI. Kaiser Wilhelmsland, p. 16. N. G. tedesca.

L. Schlechterii Becc., sp. n. N. G. tedesca.

L. Helzvingiaims Warb., in K. Sch. et Laut. FI. deut. Schutzg. in der Siidsee, p. 206 (nomen tantum). N. G. tedesca.

Dagli orticultori sono inoltre state introdotte le seguenti specie che io non ho visto :

L. Petrickiana Hort. Sand. -Gard. Chr. 1898, oct. 22, p. 298- 299 con figura di pianta giovane. - N. G.

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L. Micholitzii Hort. Diet. prat, d’ Hort., V. suppl., p. 725. N. G.

L. Leopoldi Hort. Sand., Gard. Chr. 1903 apr. 25 con figura d’ assieme.

3. Bacularia angustisecta Becc. Parvula caudice gracil- limo 7-8 mill, diam., frondibus 30-45 cent, longis, regulariter pinnatisectis; petiolo gracili 8-12 cent, longo, supra piano; segmentis utrinque 5-6, approximatis, augustissimis rectis uni- costatis acuminatissimis, 20-30 cent, longis, 5-10 mill, latis,

2 termi nalibus liberis non difìformibus; spadice gracili filiformi erecto rigido, circ. 50 cent, longo, parte pedunculari valde compressa 2 mill, lata, parte florigena vix incrassata, 12-13 cent, longa, 3-seriatim approximate scrobiculata, in scrobiculis ru- biginoso-furfuracea , caeterum glabra; floribus masculis elon- gatis curvulis subcylindraceis obtusis, 3 J/2 -4 mill, longis; ca- lyce cupulari subtruncato, sepalis rotundatis concavo-cucullatis, subtiliter coriaceis, dorso carinatis; corolla quam calyce triplo longiore, petalis navicularibus coriaceis; staminibus 12, fila- mentis brevibus inaequalibus, antheris subbasifixis, sagittato- linearibus, loculis in parte apicali profunde disjunctis et acumi- nato-aristatis ; ovarii rudimentum 0; floribus 9 ovatis parvis,

3 mill, longis; corolla quam calyce duplo et ultra longiore.

Abita. - Nuova Guinea inglese. Raccolta lungo il fiume San Giuseppe (Mekeo District) dal dott. Lamberto Loria in novembre 1902.

Osservazioni. E una piccola specie che rammenta molto la Bacularia Albertisiana, meno che ha le fronde intieramente divise in segmenti molto stretti. Gli stami hanno le antere erette portate da filamenti ora molto brevi ora alquanto allun- gati e che si inseriscono presso la base dell’antere.

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Linospadix Becc.

4. Linospadix pusiilus Becc. sp. n. Parvus, caudice gracillimo, 5-6 mill, diam., frondibus flabelliformibus profunde furcato-bilobis basi cuneatis, brevi ter petiolatis, 22-25 cent, longis, 12 cent, latis, lobis 8-9-costulatis, vulgo integris vel in segmentis 1-2 partitis; spadicibus gracillimis filiformibus rigidis erectis, spatha basilari brevi; spathis superioribus 0 vel 1-2 valde rudimentariis ; parte pedunculari subtereti, 1 mill, diam., parte florigena vix incrassata sinuosa scrobiculis uni- seriatis spiraliter exarata; floribus 9 parvis, 2 mill, longis, subgloboso-ovatis, petalis calyce l/3 longioribus latissimis, bre- vissime obtuseque apiculatis.

Abita. Nella Nuova Guinea inglese sulla sommità del Monte Dayman a 2700 m. di altezza raccolta dal sig. W. E. Armit nel 1894, ed a me comunicata dal Barone Ferd. von Mueller.

Osservazioni. E la più piccola fra le specie conosciute del Genere ed una anzi fra le più piccole Palme esistenti. Per le sue fronde intiere si ravvicina al L. flabellatus , ma è di questo anche più piccola e ne differisce per le fronde più brevi e più larghe in confronto alla lunghezza loro, e per la parte florigena dello spadice molto più breve. Gli esemplari del L. picsillus che io ho esaminato sono assai incompleti per quel che riguarda i fiori e mancano di frutti.

5. Linospadix Julianetti Becc. sp. n. Gracilis, caudice arundinaceo circ. 2 cent. diam. frondibus petiolatis 60-70 cent, longis, 25-30 cent, latis, brevissime petiolatis vel subsessilibus irregolarissime pinnatisectis, apice profunde furcatis, segmen- tis conspicue falcato-sigmoideis, nunc linearibus 10-15 mill, latis, remotiusculis acuminatis, nunc amplioribus et saepe la- tissimis (praecipue 2 terminalibus) 3-pluri-costatis; spadicibus

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gracilibus filiformibus quam frondibus brevioribus, parte pe- dunculari subtereti, 1 1j2 mill, diam., parte florigena 15-30 cent, longa paullo incrassata et apice subulato scrobiculis numerosis subtriseriatis exarata; floribus masculis parvis, ovato-oblongis subtrigonis apice rotundatis, sepalis dorso carinatis, petalis calyce plus quam duplo longioribus; perianthio fructifero cu- pulari truncato, 3 mill, lato, nitenti, petalis rotundatis vix et obtuse apiculatis quam sepalis subduplo longioribus; fructibus ellipticis apice parum attenuatis acutiusculis, 12-13 mill. lon- gis, 6 mill, latis, sclerosomis linearibus numerosissimis causa extus in sicco, minutissime et pulchre granulato-lineolatis.

Abita. Nella Nuova Guinea inglese lungo il fiume S. Giuseppe (Mekeo District). E questa una delle varie specie di Palme che io debbo alle ricerche del mio ottimo amico dott. Lamberto Loria durante le varie spedizioni fatte nell’ in- terno della Nuova Guinea inglese in compagnia del suo as- sistente e preparatore Amedeo Giulianetti, il quale dopo es- sersi acquistata una brillante posizione in quelle regioni vi lasciò, non è molto, miseramente la vita. Altri esemplari mi sono stati comunicati dal Barone F. v. Mueller con l’ indica- zione « Towards mount Yule, 14 december 1890 ».

Osservazioni. È molto affine al L. Forbesii Ridley (del quale ha la statura) specialmente per la forma del frutto e per la simile granulazione di questo, ma ne differisce per le fronde, le quali nel Forbesii sono molto divise in segmenti lineari e dritti, mentre sono spesso quasi intiere, specialmente nella parte terminale, nel L. Julianetti.

6. Linospadix Schlechterii Becc. sp. n. Gracilis, fron- dibus lafis flabellato-furcatis, sive profunde bilobis, lobis apice plus minusve incisis, costulis 12-13 acutis primariis percursis, basi sensim in petiolum cuneato-attenuatis; petiolo (breviusculo?) supra profunde canaliculate ; spatha primaria....; spadice gra- cillimo filiformi tereti tenuiter striato, supra medium spatha lineari rudimentaria aucto, parte florigena circiter 20 cent, longa vix incrassata fuscescenti-furfuracea, scrobiculis glabris exarata; florum glomerulis 3-floris approximatis ; flore foem.

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serotino ; 2 masc. lateralibus ovatis obtuse trigonis parvis, 2 ‘/2 mill, longis, petalis striatis calyce subduplo longioribus.

Abita. Sul Monte Bismark a circa 1000 metri di al- tezza nella Nuova Guinea tedesca, raccolta dal sig. R. Schlechter (n. 13955) in gennaio 1902 durante la « Guttapercha Expedi- tion nach Malaysien und der Siidsee (Herb, di Berlino) ».

Descrizione. Ho visto di questa specie una sola fronda ed un solo spadice mancante della spata primaria e con quasi tutti i fiori (maschi) caduti. La fronda ha una brevis- sima parte pedicellare spessa 6 mill., la quale gradatamente si allarga in un lembo lungo circa un metro, profondamente forcato in alto (per circa 30 cent, di profondità) e che, con- siderando per pieno lo spazio vuoto lasciato fra i due lobi, misura 25 cent, di larghezza ; i due lobi o segmenti sono larghi circa io cent, alla base e vanno falcatamente assottiglian- dosi in punta più o meno fessa; la superficie superiore è gla- bra con i nervi primari superiori molto rilevati ed acuti; i nervi secondari sono tenuissimi; nella pagina inferiore i nervi primari sono meno forti che nella superiore ed invece i nervi secondari sono più distinti che nella superiore e comunicano un’apparenza finamente striata a detta superficie; nella pa- gina inferiore vi sono alcune strette linee forforaceo-rubiginose corrispondenti alla porzione di fronda che rimane esternamente nella prefoliazione ; ma i nervi primari non sono forforacei ; nel disseccare la fronda acquista un color bruno.

Spadice nell’insieme lungo 1 m , 1 5 ; la parte pedunculare è quasi uniformemente di circa 2 mill, di diametro, ed ha, un poco al di sopra della metà, una spata rudimentaria lineare lunga 4 cent.; un’altra spata anche più rudimentaria si trova più in alto; in ogni caso manca una spata completa che, oltre la basilare, avvolga la parte fiorifera delld spadice come nella Bacularia monostachya ; la parte fiorifera non ha che 3-4 mill, di diametro.

Fiori maschi a contorno ovato, ottusamente trigoni, lun- ghi 2 1j2 mill, coi petali striati esternamente il doppio più lunghi del calice.

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Osservazioni. Il L. Schlechterii è affine molto al L. Holl- mngii Beco., ma si distingue per le sue fronde semplicemente flabellate (se questo carattere è costante), con i nervi pri- mari non forforacei, e specialmente per i fiori maschi molto più piccoli e col calice che è lungo circa quanto la metà della corolla, mentre è solo J/4 nella L. Hollrungìi.

Leptophoenix Becc.

7. Leptophoenix minor Becc. sp. n. Gracilis, caudice 10- 12 mill, diam., frondibus (50-70 cent, longis) valde irregu- lariter pinnatiseetis; segmentis utrinque paucis(7-8), 10-20 cent, longis, caryotineis, basi attenuato-cuneatis, apici oblique eroso- dentatis, 2 terminalibus latioribus labellum semiorbiculare pro- funde bipartitum efformantibus ; spadice erecto simpliciter ramoso, ramis perpaucis rigidis crassiusculis 4-seriatim superfi- cialiter scrobiculatis ; perianthio fructifero 5 mill, longo, petalis abrupte in laminam triangularem cito marcescentem terminatis; fructibus clavato-oblongis, 16-19 mill, longis, 6 mill, latis.

Abita. Nuova Guinea inglese, lungo il fiume S. Giuseppe (Mekeo District), raccolto dal dott. L. Loria il io dicembre 1892, con frutti immaturi. Altro esemplare molto imperfetto ma con frutti maturi mi è stato inviato dal Barone F. v. Mueller con la sola indicazione « Towards Mount Yule, 8 december 1890 ». Dallo stesso Barone v. Mueller ho ricevuto pure un esem- plare sterile raccolto dal sig. C. Hartmann nel 1887; l’eti- chetta porta l’indicazione d'essere una pianta alta 9 piedi e raccolta ai piedi della catena principale dell’ Owen Stanley.

Osservazioni. È affinissima alla Lept. Pinangoides dalla quale si distingue per le sue dimensioni considerevolmente mi- nori, ma specialmente per il perianzio fruttifero più corto e nel quale la punta dei petali di buon’ora marcisce. Il frutto è anche più distintamente clavato. Nella Lcpt. Pinangoides il perianzio fruttifero è lungo 8 mill., e le punte dei suoi pe-

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tali persistono sino alla maturità del frutto. Essendo il frutto della Lept. minor leggermente più grande di quello della Pinangoides mentre il perianzio fruttifero è considerevolmente più corto, il rapporto fra la lunghezza del perianzio ed il frutto è assai differente nelle due specie.

Ptychosperma La Bill.

8. Ptychosperma Josephensis Becc. sp. n. Mediocris, cau- dice circ. 3 cent, diam., frondium segmentis caryotineis utrinque viridibus subconcoloribus ex apice lato profondissime excavato sinuoso et eroso denticulato basi cuneatis, marginibus latera- libus nervo excurrente auctis in acumen longum subulatum productis; segmentis inferioribus latissimis, 20-25 cent, latis, 39 cent, longis; superioribus angustioribus et minus excava- tis (25 cent, longis, 6 cent, latis) ; duobus terminalibus cu- neatis, antice oblique truncato-praemorsis, usque ad basin li- beris; spadice circiter 40 cent, longo, subsimpliciter ramoso, parte pedicellari compressiuscula, 18 mill, crassa, 8 cent, longa; ramulis paucis indivisis crassiusculis 20-25 cent, longis apice paullo attenuatis obsolete et irregulariter angulosis glabris; florum glomerulis spiraliter dispositis, 8-10 mill, inter se re- motis; corolla in perianthio fructifero quam calyce sub-duplo longiore; fructibus ovatis 17-19 mill, longis, 12 mill, latis abrupte et saepe excentrice apiculatis, perianthio sub 4-plo longioribus, extus in sicco minute granulatis; semine profonde 5-sulcato; albumine integumenti lamellis numerosis sinuosis anastomosatis et varicosis, materia brunnea repletis, usque ad centrum ruminato.

Abita. Nuova Guinea inglese, lungo il fiume S. Giu- seppe (Mekeo District). Spedizione Loria, io novembre 1892.

Osservazioni. Dalla base dello spadice che abbraccia il fusto si giudica una specie di non grandi dimensioni, più pic- cola del Pt. Sayeri e più grande del Pi. Caryotoides , due specie alle quali si avvicina assai; dal primo si distingue su-

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bito per i suoi segmenti più larghi e per i rami dello spa- dice glabri, mentre sono rubiginoso-forforacei nel Sayeri anche a maturità del frutto; dal secondo, al quale più rassomiglia per la forma dei segmenti, oltre che per le dimensioni con- siderevolmente maggiori, differisce per il perianzio fruttifero nel quale la corolla è almeno 2 volte più lunga del calice e per il seme nel quale la ruminazione non arriva sino al cen- tro perchè le intromissioni laminari dell’ integumento sono brevi dritte anguste, non ramose varicose. Il calice del P. Joscphensis è lungo circa 5 mill., ossia ricuopre soltanto circa la quarta parte del frutto; nel Sayeri come nel discolor ne ricuopre circa 1/3 .

9. Ptychosperma discolor Becc. sp. n. Mediocris, fron- dium segmentis discoloribus, subtus albicantibus, superioribus alternis ex apice sinuoso-truncato et praemorso basin versus elongato-cuneatis; inferioribus fasciculatis et quoque elongato- cuneatis : intermediis conspicue latioribus (30 cent, long., 15 cent, latis) apice profunde excavatis et marginibus late- ralibus nervo excurrente auctis in acumen longum subulatum productis; spadice 25-35 cent, longo, parte pedicellari brevi, duplicato-ramoso, ramis brevibus angulatis, ramulis fastigiatis fugaciter squamuloso-furfuraceis, demum glabris, numerosis, 15-20 cent, long., gracilibus apice sensim attenuato-subulatis ; florum glomerulis spiraliter dispositis, 5-10 mill, inter se distantibus ; corolla in perianthio fructifero quam calyce sub- triplo longiore; fructibus ovatis apice centrice mucronatis, 17-18 mill, longis, 12 mill, latis, perianthio triplo longioribus; semine profunde sulcato; albumine lamellis angustis non usque ad centrum ruminato.

Abita. Nuova Guinea inglese, nelle vicinanze di Port Moresby, raccolta dal dott. Lamberto Loria in gennaio 1890.

Osservazioni. Si distingue dalle specie affini per i suoi segmenti biancastri e come ricoperti da un tenuissimo strato calceo nella pagina inferiore. Sembra del resto affine al Pi. Sayeri, ma subito si distingue, oltre che per il carattere ci-

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tato, anche per i numerosi ramoscelli degli spadici, sottili, subulati e non rubiginoso-forforacei. Dal Pt. Ridleyi differisce oltre che per il colore dei segmenti per i frutti considere- volmente più grandi.

10. Ptychosperma polyclados Becc. Mediocris, cau- dice circ. 8 cent, diam.; frondium segmentis caryotineis utrinque viridibus subconcoloribus, ex apice lato profondissime excavato- sinuoso et eroso-denticulato basi cuneatis, marginibus latera- libus nervo excurrente auctis in acumen valde elongatum pro- ductis; segmentis intermediis 40-45 cent, longis, 14-17 cent, latis, superioribus valde angustioribus; spadice 35 cent, longo, parte pedicellari brevi (3 cent, longa) in ramulos numerosos demum glabros filiformes subulatos fastigiatos partito; florum glomerulis spiraliter dispositis, 5-10 mill, inter se distantibus; corolla in perianthio fructifero quam calyce subtriplo longiore ; fructibus ovatis in vertice centrice abrupteque mucronatis, 15 mill, longis, 9 mill, latis, perianthio paullo plus quam duplo longioribus; semine lamellis angustissimis simplicibus non usque ad centrum ruminato.

Abita. Nuova Guinea inglese, nelle vicinanze di Port Moresby, raccolta dal dott. Lamberto Loria nel 1890.

Osservazioni. Rassomiglia ad Pt. discolor, ma i suoi segmenti sono verdi sopra ambedue le faccie; gli spadici pure come nel discolor sono con molti rami e fastigiati e questo carattere lo distingue dal Pt. Ridleyi, dove i rami sono pa- tentissimi. I frutti sono assai piccoli e sono circa una volta e r/2 più lunghi del perianzio.

11. Ptychosperma Hartmannii Becc. Inter majores; spadice ramosissimo, ramis obsolete angulosis, ramulis elongatis fugaciter squamuloso-furfuraceis, 4 mill, crassis, apice parum attenuatis, 25-30 cent, longis ; florum glomerulis spiraliter dispositis; floribus masculis oblongis obtusis, 7-8 mill, longis, 3 I[2 mill, latis; staminibus circ. 30; ovarii rudimento ovato,

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in stylum filiformem attenuato staminibus aequilongo; corolla in perianthio fructifero quam calyce subduplo longiore; fructi- bus ovatis apice in mucronem vix excentricum attenuatis, pe- rianthio triplo longioribus, 17-19 mill, longis, 1 cent, crassis ; semine profunde sulcato ; albumine lamellis angustis parum anastomosatis non usque ad centrum ruminato.

Abita. Dal Barone F. v. Mueller ho ricevuto questa specie che venne raccolta nel 1887 dal sig. C. Hartmann nella Nuova Guinea inglese con la sola indicazione: « Buai Kai ra tabarran ».

Osservazioni. Non ho visto di questa specie che una porzione di spadice con frutti, fiori cT e Q ; sembra una delle specie più grandi del Genere. Forse deve considerarsi come il rappresentante del Pt. elegans alla Nuova Guinea. Infatti esso non differisce da questo che per i suoi fiori maschi più grandi e per la dimensione maggiore e per la forma ovata e rostrata dei frutti. I fiori del resto per la forma esterna, il numero degli stami, la forma delle antere ed il rudimento di ovario sono identici a quelli del Pt. elegans.

Tutte le precedenti specie adesso descritte, non che i Pt. Sayeri Becc., Caryotoides Ridley e Ridleyi Becc., appartengono alle specie tipiche del Genere, che alla Nuova Guinea sembra abbia il suo centro di sviluppo e che sono caratterizzate dalle fronde con segmenti troncati e premorsi all’apice, frutto con endocarpio non osseo e sottile, seme solcato e ruminato.

Actinophloeus Becc.

12. Actinophloeus furcatus Becc. Caudice mediocri (circ. 5 cent, diam.); frondibus circ. im,50 longis, petiolo sub- trigono, supra superficialiter canaliculato; segmentis nume- rosis crebre regulariter alternis, unicostatis firmiter papyraceis, utrinque viridibus, subtus vix pallidioribus late et uniformiter linearibus, 35-40 cent, longis, 2-3 cent, latis, in parte ante- riore tantum aliquantum attenuatis, apice profunde bidentato,

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si ve 2 marginibus lateralibus nervo excurrente auctis in acumen longum productis bifurcato ; segmentis superioribus sensim clecrescentibus minusque profunde bidentatis; terminalibus an- gustissimis usque ad basin partitis; spadice erecto-patulo, pani- culato, parte pedunculari brevissima et duplicato-ramoso ; ramu- lis laxe fastigiatis elongatis filiformibus subteretibus subulatis glabris, 30-35 cent, longis; florum glomerulis, spiraliter et superficialiter dispositis ; corolla in perianthio fructifero quam calyce subtriplo longiore; fructibus ovatis abrupte mucronatis, 12-13 cent, longis, 7 cent, latis, quam perianthio subtriplo longioribus; semine profunde 5-sulcato, endocarpio tenui; al- bumine aequabili.

Abita. - Nella Nuova Guinea inglese, raccolto dal dott. Lamberto Loria a 200 m. di altezza il 29 luglio 1890 ad Igibirei, lungo il Kemp Weltch, fiume che ha origine dal monte Obree e che ha la sua foce 60 miglia ad oriente di Port Moresby.

Osservazioni. Più che ai Drymophloeus gli Actino- phloeus sono affini ai Ptychosperma, dai quali differiscono solo per il seme non ruminato ma egualmente 5-solcato, di guisa che all’esterno il seme è eguale nei due Generi e senza se- zionarlo non è possibile decidere a quale appartenga. Dalle altre poche specie di Actinopliloeus il furcatus si distingue per i suoi numerosi e lunghi segmenti, i quali sono forcati al- l’ apice, inquantochè ognuno dei margini dei segmenti si prolunga in un lungo dente ; i denti sono lunghi 6-7 cent, irregolarmente denticolato-serrulati nel lato interno; il dente superiore è un poco più lungo dell’ inferiore.

Cyrtostachys Blume.

13. Cyrtostachys Loriae Becc., sp. n. Elata, caudice 20-24 metr. longo, 20 cent, diam.; frondibus 5 metr. longis decrescenti-pinnatisectis ; rachi validissima ad basin supra plana et 4 cent, lata, prope apicem trigona; segmentis numerosis-

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simis approximates aequidistantibus rectis ensiformibus, basi parum attenuates, apice longe ac sensim acuminatis, utrinque viridibus, subtus vix pallidioribus, 90-95 cent, longis, 3 1L~ 4 cent, latis, superioribus brevioribus bidentatis vel conferrumi- natione dentium subobtusis; spadice ampio diffuso 70 cent, longo, parte pedicellari brevissima crassa (6 cent, lata), du- plicato-ramoso;. ramis primariis brevibus; ramulis elongatis crassissimis cylindraceis subaequalibus, 40-45 cent, longis, 6- 8 mill, crassis, tantum prope apicem parum angustatis, cre- brerrime 4-seriatim profonde scrobiculatis; fructibus (non rite maturis) 12 mill, longis, 5 mill, latis, anguste ovato-conicis sive apicem versum sensim attenuatis, obtusis ; perianthio fructifero paullo plusquam duplo longioribus.

Abita. La Nuova Guinea inglese. Di questa grande Palma ne ho da prima ricevuto dal Barone Ferd. von Mueller un esemplare molto incompleto che era stato raccolto dal sig. C. H. Hartmann a circa mezza la salita della catena del- l’Owen Stanley nel 1887; in seguito esemplari molto più com- pleti e con frutti (non però perfettamente maturi) provenienti presso a poco dalla medesima regione sono stati raccolti nel 1890 dal dott. Lamberto Loria, al quale mi si offre l’occa- sione di distinguere col suo nome questa Palma, certamente una delle più belle che produca la terra dei Papua.

Osservazioni. Non vi è dubbio che la specie presen- temente descritta non sia una tipica Cyrtostacliys per il suo seme attaccato alla vòlta dell’ovario e con albume omogeneo. Del resto la specie rassomiglia tanto a quelle della regione malese che può distinguersi solo per le sue dimensioni molto maggiori e per i frutti più allungati. Le dimensioni sopra indicate sono tolte da una nota di Hartmann, nella quale non si fa menzione del colore della guaina delle fronde, che nelle specie malesi è di un rosso vivo e moltissimo appariscente.

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Calyptrocalyx Blume.

14. Calyptrocalyx Albertisianus Beco. Piychosperma Normanbyi (non F. v. Muell.)? Becc. in D’ Albertis New Gui- nea, v. II, p. 399. Fructibus ovoicleo-ellipsoideis majusculis, 42 mill, longis, 22 mill, latis, apice parum attenuatis et stigma- tum basi subplana latiuscula terminatis, extus in sicco minu- tissime granulatis; perianthio fructifero majusculo 13-15 mill, longo campanulato-cupulari ; sepalis latis rotundatis, non pro- funde concavis; petalis quam sepalis subduplo longioribus, 12-13 mill, longis, 10 mill, latis, rotundatis, breviter, late ob- tuseque apiculatis; pericarpio circiter 5 mill, crasso dense et pluriseriatim fibroso; semine ovato utrinque rotundato; albu- mine densissime ruminato.

Abita. - Il sig. L. Maria D’ Albertis riportò dal suo viaggio sul Fiume Fly nella Nuova Guinea inglese alcuni frutti che io credetti poter riferire al Ptychosperma Normanbyi, ma che un più maturo esame mi hanno fatto riconoscere in essi una nuova specie di Calyptrocalyx , forse la più grande fra le conosciute.

Osservazioni. Non ho esaminato di questa specie che alcuni frutti, non perfettamente maturi, ma che sembrano avere nondimeno acquistato le dimensioni maggiori che son suscettibili di raggiungere. Giudicando dai frutti sembrerebbe la specie più grande del genere; dalla natura poi del perian- zio fruttifero, che presenta una buona parte della sua base levigata, si direbbe che essi debbono essere portati da uno spadice molto robusto con scrobicoli profondi. Detto perian- zio è alquanto irregolare, cupulare-campanulato, ricuoprente appena la quarta parte dell’intiero frutto; i pezzi del calice e della corolla sono poco imbricati o sia poco sovrapposti per i margini, alquanto concavi; i sepali sono larghi, roton-

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dati, levigati all’esterno, non carenati sul dorso; i petali sono circa il doppio più lunghi dei sepali, lunghi 12-13 mill, e larghi io, rotondati e concavi, col margine non di rado fesso, terminati da una corta e larga punta triangolare ottusiuscula, stridati sul dorso in alto. Staccato il frutto, nel fondo del perigonio si scorgono diversi (8-9) rudimenti di stami molto piccoli, lunghi circa 1 mill., triangolari, ottusi, disgiunti l’uno dall’altro. I frutti studiati sono alquanto corrugati, in parte perchè non perfettamente maturi, ma in parte forse anche perchè sembra che il mesocarpio contenga alquanta parte car- nosa frammista alla fibrosa: sono ovoideo-ellittici quasi egual- mente attenuati alle due estremità, ma un poco più all’apice, che si termina in una areola troncata (la base dello stigma) che è larga 3 3 mill. Il pericarpio nell’insieme è assai spesso

(circa 5 mill.) ; nell’epicarpio si trovano numerosi sclerosomi minutissimi puntiformi che danno l’apparenza finamente gra- nulata scabrida al frutto secco all’esterno; il mesocarpio è formato da vari strati di fasci fibrosi laminari di cui i più interni sono molto ramificati e formano un lasso reticolato in- torno al seme; l’endocarpio sembra ridotto ad una tenuissima membrana. Il seme è regolarmente ovato-ellittico, rotondato alle due estremità, lungo circa 3 cent, e largo 18 mill., at- taccato per tutta la sua lunghezza alla cavità ovarica, con rafe assai largo e dal quale si partono quasi orizzontalmente nu- merose diramazioni che si anastomizzano molto e ricuoprono tutta la superficie del seme; l’albume è molto fortemente e fittamente ruminato; l’embrione è perfettamente basilare.

15. Calyptrocalyx Ieptostachys Becc. Gracilis (?), fron- dium rachi squamulis fuscis adspersa, segmentis alternis an- guste lanceolatis, basi sensim attenuatis et acutis, apice acu- minatis, chartaceis, majoribus 30 cent, long., 3 cent, latis, 5-7-costulatis, marginibus nervo valido auctis; segmentis su- perioribus angustioribus brevioribus; spadice tenui, 4 mill, crasso; scrobiculis spiraliter dispositis, labio inferiore semilu- nari rotundato integro; fructibus obovato-globosis, basi parum attenuatis, in vertice rotundato mucronatis, 16-17 longis,

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12 mill, latis; extus in sicco minute granulatis; pericarpio te- nui crustaceo fragili; mesocarpio fibris laminaribus anastomo- satis confecto; semine sphaerico profonde ruminato.

Abita. Nuova Guinea inglese. A me venne comunicato dal Barone F. von Mueller con l’indicazione « Towards Mount Jule, 17 december 1890 ».

Descrizione. Pianta apparentemente di piccole dimen- sioni.

Fusto ....

Fronde (non viste intiere); la sommità di una ha un ra- chide triangolare piano di sotto, bifaciale di sopra, coperto di squamette color tabacco; segmenti alterni, lanceolati, lun- gamente attenuati verso una base acuta, e lungamente acu- minati all’apice in una punta sottile, di guisa che sono quasi egualmente assottigliati alle due estremità; i maggiori fra quelli esaminati sono lunghi 30 cent, e larghi 3 cent, nella loro parte mediana, cartacei, subconcolori sulle due faccie, opachi, con nervi marginanti assai robusti, e squamuloso forforacei come il rachide, percorsi da 5-7 coste sottili ma nitide, quasi eguali fra loro, essendo la costa mediana appena più distinta dalle altre, che sono più visibili nella pagina inferiore che nella su- periore; segmenti terminali ineguali, più corti e più stretti ma del resto simili agli altri, più o meno decorrenti fra di loro per la base.

Spadice (nella porzione che ho esaminato) sottile in rapporto a quello delle altre specie del genere, 3 mill, di diam., con scrobicoli disposti a spirale e relativamente all’altre specie non molto fitti e non molto profondi, con labbro assai sporgente semilunare ed a margine intiero e rotondato ; brattee del fiore Q assai grandi concave a margine rotondato più lunghe del labbro.

Perianzio fruttifero lungo circa 4 mill., assai aperto e quasi spianato sotto il frutto; sepali largamente ovati, poco con- cavi, oscuramente striato-nervosi e carinati sul dorso, las- samente imbricati e poco sovrapposti coi margini ottusi e quasi callosi all’apice; petali semiorbicolari, leggermente con-

cavi, y, più lunghi del calice, con breve punta triangolare ot- tusa all’apice, striato-nervosi all’esterno; gli staminòdì sono 6, distinti, dentiformi, minutissimi.

Frutto globoso-obovato, finamente granulato all’esterno sul secco, leggermente attenuato in basso, rotondato in alto ed ivi sormontato da un breve mucrone formato dalla base stig- matica che apparisce 3-dentata, lungo 16-17 mill, e largo 12; pericarpio molto sottile, crostaceo, fragile; mesocarpio formato da filamenti fibrosi molto larghi, molto depressi, molto ramosi e formanti una rete a larghe maglie nella parte superiore del seme; questo sferico di 9 mill, di diam.; albume molto den- samente e profondamente ruminato ; embrione basilare.

Osservazioni. Non possiedo che la sommità di una fronda ed una porzione di spadice con frutti maturi. Lo spa- dice non è incrassato e gli scrobicoli sono molto meno nu- merosi e disposti più lassamente ed in minor numero di serie che nelle specie tipiche.

16. Calyptrocalyx pachystachys Becc. sp. n. Humilis,

gracilis, frondibus longiuscule petiolatis; limbo circ. 50 cent, longo, regulariter pinnatisecto; segmentis omnibus conformi- bus, elongatis anguste linearibus utrinque fere nitentibus, costa media solitaria supra acutissima in pagina inferiore plana in- conspicua ibique nervis duobus secundaribus validiusculis fere marginantibus notatis; spadice circa 50 cent, longo, rigido le- viter arcuato, parte pedunculari crassiuscula parum compressa ; parte florigena 17 cent, longa, crassa, anguste fusiformi et ad apicem subulata, circ. 1 cent, diametro; florum glomerulis approximatis in scrobiculis triangularibus nidulantibus; fiori- bus cf . . . ; floribus foem. ovatis majusculis; 6-7 mill, longis, petalis striatis calyce '/3 longioribus apicibus longiuscule acu- tatis conniventibus, ovario in parte superiore squamuloso-fur- furaceo, stigmatibus majusculis subtrigono-subulatis, circinnatis.

Abita. Sul Monte Bismark a circa 1500 metri di al- tezza nella Nuova Guinea tedesca, raccolto in gennaio 1902

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dal sig. R. Schlechter (n. 13780) durante la « Guttapercha Expedition nach Malaysien und der Siidsee ». Erb. di Berlino.

Descrizione. Palma a quanto sembra assai gracile.

Fronde con una parte picciolare lunga circa 25 cent, ed un lembo lungo circa 50 cent. Il picciolo è fugacemente forforaceo- rubiginoso della uniforme grossezza di circa 4 mill.; sul fresco sembra debba essere stato terete in alto e scavato a doccia solo presso la base, ma sul secco presenta alcuni assai profondi solchi longitudinali, raggrinzandosi in causa del tessuto interno molto più molle (e sul secco spongioso) dell’ esterno; il rachide di sopra nella parte bassa presenta un angolo acuto mediano ed un solco per parte dove sono inseriti i segmenti, in alto è in sezione trasversale triangolare-depresso e pianeggiante di sotto. I seg- menti sono 15-16 per parte, subequidistanti, alterni o subopposti, discosti 2-3 cent, l’uno dall’altro, papiracei, rigiduli, tutti quasi eguali, molto strettamente lineari, di uniforme larghezza alla base ed in alto, larghi 5-10 mill., i più bassi essendo i più stretti, molto gradatamente acuminati in lunga punta rigidula, appena attenuati in basso ed inseriti sul rachide per mezzo di una assai larga base, glaberrimi e quasi lucidi sopra ambedue le faccie, di sopra percorsi soltanto dalla costa mediana molto acuta e ri- levata; di sotto la costa mediana non sporge quasi affatto ed invece presso ognuno dei margini scorre un nervo secondario sottile ma ben distinto; i segmenti maggiori sono i mediani che sono lunghi 25-28 cent., i più bassi ed i più alti sono più brevi, i due terminali sono affatto disgiunti e non differiscono dagli altri che per essere più corti.

Spadice nell’insieme lungo circa 50 cent, nutante od arcuato verso l’esterno, con una parte peduncolare ricoperta da un fitto indumento forforaceo-ferruginoso, molto leggermentecompressa con lati ottusi, di circa 5 mill, di larghezza alla base come all’apice, lunga oltre 30 cent.; la spata basilare manca; di spate superiori appena se ne vede traccia sotto forma di qualche larga e brevissima squama verso l’alto; la parte florigena dello spadice è lunga circa 17 cent, ed è spessa circa 1 cent., molto strettamente fusiforme ed acuminata in punta rigida, e scavata

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tutto in giro da varie (5-6) serie longitudinali e leggermente spirali di scrobicoli profondi ; questi sono a contorno ovato, discosti circa 12 mill, in ogni serie longitudinale; parte in- feriore dello scrobicolo in forma di nido di rondine, con lab- bro troncato intiero; ogni scrobicolo porta un glomerolo di fiori terni; nella punta dello spadice gli scrobicoli sono gra- datamente più piccoli e sembra portino fiori solitari od abor- tivi. Nello spadice da me esaminato i fiori cf sono caduti.

Fiori 9, al momento dell’ antesi assai grandi, lunghi circa 7 mill, e di 4 mill, di spessore, ovato-allungati ; il calice è formato di 3 larghissimi pezzi ineguali suborbicolari forte- mente concavi, lunghi quasi quanto i due terzi della co- rolla; i petali sono larghissimi e convolutivo-imbricati ma terminati in una punta triangolare allungata e valvata e sono molto distintamente nervoso-striati ; l’ovario è obovato-oblungo attenuato alquanto in basso, squamoso-forforaceo e quasi lepi- doto nella sua parte superiore; stigmi conspicui allungato-trian- golari, lesiniformi, comparenti fra gli apici dei petali ed ar- ricciolati in fuori ; staminodi minutissimi dentiformi ; ovulo indubbiamente parietale.

Osservazioni. Non ho visto di questa specie che una sola fronda mancante della guaina ed uno spadice (senza la spata basilare) con fiori 9 ad antesi inoltrata. Io ho riportato questa graziosa e distinta Palma al Genere Calyptrocalyx , sebbene non abbia di essa potuto esaminare il frutto, nel quale consiste la principale differenza coi Linospadix ; questi infatti hanno il seme con albume omogeneo, mentre è ruminato nei Calvptrocalyx. Però in un ovario alquanto sviluppato ho po- tuto vedere la parete dell’integumento dell’ovulo che comin- ciava a formare delle pieghe, indizio certo di un principio di ruminazione. Questo fatto combinato col suo abito nonché il caratteristico spadice semplice ed incrassato nella parte me- diana con fiori in profondi scrobicoli mi fanno ritenere quasi certa la posizione generica da me indicata.

Ha le dimensioni a quanto pare del C. elegans, dal quale però è ben distinto per le fronde con segmenti unicostati e per la parte fiorifera dello spadice molto più breve.

i7- Calyptrocalyx laxiflorus Becc. sp. n. Humilis gra- cilis ; frondibus longe pedunculatis, limbo circiter 45 cent, longo regulariter pinnatisecto ; segmentis alternantibus utrin- que 6-7, latiusculis lanceolatis vix sigmoideis, apice acuminato- caudatis, basi angustatis et breviter decurrentibus, 3-4 cent, latis, 15-20 cent, longis, unicostatis, subtus pallidioribus; spa- dice elongato gracillimo filiformi, 60-70 cent, longo, parte flo- rigena non incrassata, 25-30 cent, longa, fiorum glomerulis in scrobiculis subdisticis vel remotis dispositis et bractea la- tiuscula semicupulari truncata sufifultis ; floribus masculis. . . ; floribus foemineis oblongis, 5 xj.i longi, 2 '/2 mill, crassis, pe- talis striatis calyce fere subduplo longioribus apicibus obtusis longiusculis conniventibus; ovario obovato basi attenuato squa- muloso-furfuraceo ; stigmatibus majusculis subtrigono-subulatis, circinnatis.

Abita. Sul Monte Torricelli a circa 600 metri di altezza nella Nuova Guinea tedesca, raccolto in aprile 1902 dal sig. R. Schlechter (n. 143 12) durante la « Guttapercha Expedition nach Malaysien und der Siidsee ». Erb. di Berlino.

Descrizione. Pianta apparentemente gracile e di pic- cole dimensioni.

Fronde con un picciolo allungato (30 cent, in un esemplare) probabilmente cilindraceo sul fresco, ma sul secco solcato per il lungo, di 4-5 mill, di diametro, glabro; rachide trigono, piano di sotto e con spigolo acuto di sopra; parte pinnifera lunga circa 45 cent, con 6-7 segmenti per parte, alterni, di- scosti circa 4 cent, l’uno dall’altro; i due terminali formanti un piccolo flabello essendo uniti per la base; quelli laterali lanceolati, leggermente sigmoidei, lunghi 15-20 cent., assai at- tenuati alla base dove sono leggermente decorrenti sul rachide, falcato-acuminati e prolungati in un assai lungo caudicolo li- neare alla sommità, rigiduli, papiracei, di sotto assai più pal- lidi che di sopra dove non nitenti e con la sola costa me- diana acuta e rilevata; di sotto la costa mediana è appena più distinta di altri 2-3 nervi secondari che si trovano ad

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ognuno dei lati di essa: vi sono anche dei nervi 3.ri, che ren- dono la intiera superfìcie inferiore più o meno striata ; ognuna delle due parti del flabello terminale è formata da 2-3 segmenti cresciuti insieme, e per questo ognuna di dette parti o lobi è percorsa da più d’una costa.

Spadici gracilissimi ma rigidi, filiformi, lunghi 60-70 cent.; la loro parte pedunculare è subterete in alto, leggermente compressa in basso, di 2 mill, di spessore, fugacemente fur- furacea e striata per il lungo ; essa occupa alquanto più della metà dell’intiero spadice, è nuda od appena talvolta porta un accenno di qualche spata rudimentaria (la spata ba- silare manca negli esemplari esaminati) ; la parte fiorifera è lunga 25-30 cent, e non è affatto incrassata, meno che nei punti dove si trovano gli scrobicoli, dritta od appena con un accenno di sinuosità fra un glomerulo e l’altro. I glomeruli dei fiori sono terni al solito modo e sono inclusi in scrobi- coli subdistici, ed alterni assai remoti (10-15 mill.) l’uno dal- l’altro; lo scrobicolo ha la forma semicupulare o di un nido di rondine con labbro troncato intiero od appena fesso.

Fiori cT. Fiori $ oblunghi, lunghi 5 '/, mill, e larghi 2 mill.; i sepali sono concavi a contorno rotondato; i petali sono molto larghi e colla base convolutivo-imbricata, terminati in larga punta triangolare ottusa connivente, forte- mente striati all’esterno, un poco meno del doppio più lunghi del calice. Ovario obovato, alquanto ristretto in basso, den- samente squamoso-forforaceo e quasi lepidoto; stigmi assai grandi, triangolari subulati o lesiniformi comparenti fra gli apici dei petali ed arricciolati in fuori; ovulo distintamente parietale ; stami nodi inconspicui.

Osservazioni. Di questa specie ho visto una sola fronda mancante di guaina, ed alcuni spadici (mancanti della spata basilare) e con fiori feminei al momento dell’antesi. Per la grande rassomiglianza dei suoi fiori feminei con quelli del C. pachystachys, ho riferito anche questa specie al genere Calyptrocalyx, sebbene pure mancante di frutto, e sebbene la parte fiorifera del suo spadice non sia incrassata come di so-

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lito accade nelle specie di questo genere. È del resto benis- simo distinta per i suoi segmenti molto larghi ma unicostati, leggermente sigmoidei e per i glomeruli dei fiori in scrobi- culi subdistici ed alterni lungo un asse molto sottile.

Gulubia Becc.

18. Gulubia costata Becc. in Ann. du Jardin bot. de Buit. v. II, p. 134.

Alcuni esemplari raccolti dal dott. L. Loria nella Nuova Guinea inglese e precisamente ad Igibirei in agosto 1890, mi sembra debbano riferirsi a questa specie che io avevo trovato alle Isole Aru e nella Baia del Geelwink. Gli esemplari di Loria portano un intiero spadice lungo 80 cent, con moltis- simi rami dai quali sono caduti da poco i fiori maschi, ri- manendovi solo i fiori 9; mancano però i frutti e per tal motivo un esatto confronto della palma d’ Igibirei con gli esemplari tipici non è possibile; non sono però riuscito a tro- vare altra differenza fra gli esemplari papuani e quelli delle Isole Aru che nei primi i segmenti apicali sono un poco più profondamente bifidi che nei secondi. Un altro esemplare molto incompleto di questa medesima specie mi fu inviato dal Barone F. v. Mueller ed era stato raccolto dal sig. C. Hart- mann nel 1887 sulla catena principale dell’Owen Stanley; l’eti- chetta porta l’indicazione di essere una magnifica Palma alta 90-100 piedi, con tronco di 25 cent, di diam. È questa una delle poche specie di Palme della Nuova Guinea inglese che nella grande isola cresce in località molto discoste fra loro.

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Le Palme delle Isole Filippine

PER

ODOARDO BECCARI

Nel gennaio di quest’anno (1905) avendo ricevuto in co- municazione dal sig. Elmer D. Merrill, Direttore degli Erbari dei « Bureaus of Agricolture and Forestry» di Manilla, tutto il materiale che, in fatto di Palme, ivi è stato riunito dai re- centi collettori, ho creduto utile, oltre a descrivere alcune spe- cie nuove che vi ho trovato, passare anche in rivista tutte quelle che di tale famiglia io ho potuto con certezza ricono- scere come indigene nelle Isole Filippine. Sono dispiacente invero di non aver potuto consultare alcuni numeri di Palme delle Collezioni di Vidal; numeri che sono rammentati nella sua opera « Revision de Plantas vasculares Filipinas », ma che mancano nella serie che di tali piante io possiedo. Oltre le specie qui appresso descritte ed enumerate e delle quali l’esistenza nelle Filippine riposa sull’esame di esemplari da me stesso studiati, nella « Novissima Appendix » dei Padri Naves e Fernandez-Villar, inserita nel voi. IV della grande edizione della « Flora delle Filippine », vengono indicate, so- pra dati molto vaghi, come facenti parte di detta Flora an- che specie appartenenti ai generi Ceratolobus , Korthalsia, Plectocomia, Zalacca, Kentia, Drymophloeus , Nenga, Bentin- ckia, Calyptrocalyx, Pholidocarpus, Chamaerops ( Tr achy carpus ) , R hapis.

È possibile che qualche rappresentante dei rammentati Ge- neri realmente cresca nelle Filippine, ma intanto si aspetterà di possederne i campioni prima di ammetterli fra i compo- nenti della Flora di quelle isole.

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Pinanga Bl.

Pinanga speciosa Becc. sp. n. Major, subelata, cau- dice circa io metr. alto, io cent, diam., internodis brevibus (4-5 cent, longis). Folia ampia, 2 1js metr. longa, segmentis utrinque viridibus et glabris, superioribus rectis, 2-3'Costulatis, basi parimi attenuatis, 60-65 cent, longis, 4-8 cent, latis, apice 2-3-partitis, lobis rectis et breviter bidentato-bifidis, den- tibus obtusis; segmentis 2 terminalibus 5-6-costulatis apice 5-lobatis, lobis brevissime obtuseque bidentatis. Spadix flo- riferus erectus paniculatus 50 cent, longus, breviter pedun- culatus, ramis numerosis basi distice, in parte apicali subspi- raliter dispositis, elongatis, crassiusculis, inter flores conspicue zig-zag sinuosis, 30-35 cent, longis; floribus foemineis recti- serialiter biseriatis, bractea brevi ungueformi suffultis, globo- sis, 4 mill, diam., petalis sepalisque margine rotundatis; flo- ribus masculis 7 mill, longis.

Abita. Nell’ Isola di Mindanao a Todaya nel distretto di Davao, all’altezza di circa 900 metri sul livello del mare, raccolta il 25 aprile 1904 dal sig. E. B. Copeland (n. 1265 nell’ Erb. di Manilla).

Descrizione. E una delle più grandi specie di Pinanga e certamente fra le più belle. Ha presso a poco le dimen- sioni dell’ Areca Catechu e come questa ha il tronco (solita- rio) ricoperto di licheni crostacei. Le fronde, secondo le note del collettore, sarebbero lunghe 8 piedi (circa 2 1 j2 metri) ; di queste ho visto soltanto un pezzo lungo 80 cent., che rappresenta tutta la parte apicale di una; in questa porzione vi sono 4 segmenti per parte, lunghi 60-65 cent, e larghi 4- 8 cent., più due segmenti terminali che sono un poco più corti degli altri (lunghi 40 cent.); di questi uno è largo 5 '/2 e l’altro 9 ‘/» cent., il primo con 5 ed il secondo con 6 co- stole; essi sono terminati da un numero corrispondente di lobi primari assai larghi che sono separati da seni non molto profondi ; ogni lobo è brevemente bidentato ed i denti sono

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divergenti ed ottusi; nei segmenti più bassi i lobi sono più allungati, ossia i seni sono più profondi (6-8 cent.); del re- sto i segmenti sono alterni, discosti 3-5 cent, l’uno dall’altro, dritti (non curvato-sigmoidei), un poco attenuati alla base, con 2-3 costole primarie superiori assai robuste in basso ma piuttosto tenui in alto ; verdastri anche allo stato secco, car- tacei, opachi, glabri e quasi concolori sulle due faccie; ra- chide acutamente triangolare nella parte apicale, glabro. Lo spadice è assai lassamente panicolato, eretto al momento della fioritura con rami eretto-nutanti, lungo nell’assieme circa 50 cent, e provvisto di una parte peduncolare breve (lunga 5 cent.), compressa, larga 15 mill.: esso porta numerosi rami (25 in un esemplare) inseriti nella parte più bassa a varie altezze subdisticamente, in alto irregolarmente in tutti i sensi; all’in- serzione di ogni ramo si trova una brattea unguiculare assai distinta a contorno rotondato; i rami sono tutti di lunghezza presso a poco eguale (30-35 cent.) apparentemente sul fresco carnosetti essendo sul secco molto corrugati, di eguale gros- sezza alla base quanto all’estremità, di 3 mill, circa di spes- sore, fortemente sinuosi a zig-zag fra un fiore e l’altro. I fiori fornitici sono su due serie dritte, alterni, piuttosto remoti (di- scosti l’uno dall’altro circa un cent, sopra ogni lato), globosi, di 4 mill, di diam., non perfettamente orizzontali ma un poco vólti verso l’alto e sopportati da una brattea in forma di lab- bro semilunare a contorno rotondato ; i sepali sono più larghi che alti a contorno rotondato od anche leggermente smargi- nato; petali orbicolari, concavi, ciliolati, lunghi quanto i sepali; ovario sferico con stigma orbicolare clisciforme quasi piano, punto sporgente. I fiori cf, di cui ne rimane qualcuno alla estremità dei rami nell’esemplare studiato, sono lunghi circa 7 mill., trigono-acuminati; sepali un poco meno della metà più corti dei petali.

Pinanga Copelandi Becc. sp. n. Mediocris, circ. 7 metr. alta, caudice 7 lL cent. diam. Folia ampia, circiter 2 '/2 metr. longa, pinnatisecta; segmentis supra opacis, subtus pallidiori- bus et minutissime papilloso-puberulis, 60 cent, longis, valde

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inaequalibus ; nunc angustis (5 cent, latis) et unicostatis, conspi- cue sigmoideis, apice falcato-acuminatis ; nunc latis (8- 12 cent.) costulis 3-5 percursis et apice profondissime in laciniis falcatis et valde acuminatis 3-5 -partitis ; segmentis 2 terminalibus bre- vioribus et latioribus, 8-9-costulatis, apice profonde duplicato- incisis, dentibus acuminatis. Spadix fructifer deflexus, 30 cent, longus, breviter pedunculatus, ramis utrinque 5-6 distice al- ternis, crassiusculis, apice aliquantum attenuatis, compressiuscu- lis; perianthio fructifero concavo-subcupulari ; petalis et sepalis subconformibus laxe imbricatis vix concavis; sepalis subobo- vatis rotundato-ovatis vix apiculatis, petalis rotundatis; fructibus biseriatis (saepe non regularissime) obovatis basi aliquantum attenuatis, vertice rotundato et minutissime apiculato, 18-20 mill, longis, 13 mill, crassis, semine sphaerico 11-12 mill, diam., profonde ruminato.

Abita. Mindanao a Todaya nel distretto di Davao al- l’altezza di circa 1100 metri, raccolta dal sig. E. B. Cope- land il 26 aprile 1904 (n. 1283 in Herb. Manill.).

Descrizione. Secondo una nota del collettore la pianta sarebbe alta 20 piedi ed il fusto avrebbe 3 poli, di diam. Da una fotografia sembrerebbe specie piuttosto gregaria, ma le singole piante non hanno l’apparenza di essere sobolifere. Le fronde si possono giudicare lunghe circa 2m, 50 con pic- ciolo assai gracile e lungo, pinnatifide con vari segmenti per parte, di questi alcuni sono molto stretti, distintamente sig- moidei, lunghi 40-60 cent, e larghi solo 13-25 mill., falcato- acuminati all’apice e percorsi da una sola e robusta costa mediana; ve ne sono poi altri (7-8 per parte) molto più larghi perchè risultanti da vari segmenti come i precedenti ma concresciuti insieme e quindi provvisti di 3-5 costole, ogni costola terminando in una punta falciforme lungamente acuminata e lunga ' /3-'/4 dell’intiero segmento; i segmenti ter- minali hanno 8-9 coste e sono quindi più larghi ma più corti degli altri ; essi pure sono profondamente divisi all’apice in altrettante lacinie, le quali alla loro volta sono assai profon- damente bifide, con denti angusti ed acuminati ; i segmenti

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diventan bruni nel disseccare, sono opachi e quasi vellutati al tatto di sopra; di sotto sono distintamente più pallidi e molto finamente papilloso-pilosuli ; il rachide nella parte più bassa è finamente coperto di minutissime squamule appresse rubiginose. Lo spadice fruttifero nella fotografia apparisce de- flesso, quello esaminato è lungo 30 cent., ha una parte pe- dunculare breve (lunga 4 cent.) compressa e porta distica- mente ed alternativamente 6 rami per parte, i quali hanno alla loro base una brattea scaglieforme essucca assai conspicua ; essi sono arcuati, un poco sinuosi, rigidi, piuttosto crassi, al- quanto compressi, attenuato-subulati verso 1’ apice, lunghi circa 20 cent., con i frutti orizzontali od un poco deflessi, disposti sopra due serie talvolta un poco irregolarmente e con una certa tendenza a spirale; gli scrobicoli sono perfet- tamente laterali e sono circondati da strette brattee squami- formi, delle quali quella inferiore è assai distinta e forma un labbro sporgente circa 1 mill. Frutti obovato-subturbinati, distintamente attenuati in basso, col vertice rotondato e prov- visto di un minutissimo apicolo lungo 1 mill., lunghi 18- 20 mill, e larghi 13 mill., sul secco col pericarpio finamente ed acutamente striato; il seme è sferico, di 10-12 mill, di diam. profondamente ruminato con diramazioni del rafe las- samente reticolato-anastomosate. Il perianzio fruttifero è con- cavo, poco profondamente cupulare, di circa 7 mill, di diam., con i pezzi assai lassamente imbricato-rotondati e presso a poco di eguali dimensioni, poco concavi; i sepali sono quasi valvati ed i petali appena sovrapposti per i margini alla base.

Osservazioni. Per le fronde e specialmente per i seg- menti profondamente divisi in tante lacinie falciformi quante sono le costole rassomiglia moltissimo alla P. Bartiesii, ma questa ha lo spadice con assai minor numero di rami dove

1 fiori non sono distici ma disposti sopra 3 serie. La grande affinità di queste due specie, in una delle quali i fiori sono in

2 serie rettilineari e nell’altra in 3 serie a spirale, dimostra che la divisione delle Pinanga in orthosticanthae e spiranthae è affatto artificiale.

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Pinanga Barnesii Becc. sp. n. Mediocris, circ. 7in,50 alta, caudice gracili, 3 ’/2 cent, diam., internodis brevibus. Folia bimetralia pinnatisecta; segmentis utrinque circ. 15 con- spicue sigmoideis; inferioribus angustis et 1-2-costatis, apice longe acuminato-caudatis ac falcatis; intermediis et superiori- bus costulis validissimis 3-5 percursis, 5-10 cent, latis, 60- 65 cent, longis, apice profundissime 3-5-partitis, laciniis fal- catis et valde acuminatis; segmentis 2 terminalibus brevioribus et angustioribus, apice profunde 2-4-partitis, laciniis breviter fissis vel integris et acuminatis, supra opacis, subtus pallidio- ribus et minute papilloso-pilosulis. Spadix fructifer deflexus 30- 32 cent, longus, breviter pedunculatus, in ramis paucis (5) crassiusculis rigidis 20-25 cent, longis irregulariter angulosis apice attenuatis distice partitus; perianthio fructifero subexpla- nato-cupulari, petalis et sepalis subconformibus laxe imbricatis suborbicularibus vix apiculatis concaviusculis ; sepalis subval- vatis; petalis basi vix imbricatis; fructibus spiraliter 3-seriatis, majusculis, 2 i/2 cent, longis, 15-16 mill, latis, vertice rotun- dato et mammillato; semine ovato densissime ruminato.

Abita. Luzon: Lamao River, prov. Bataan (P. T. Bar- nes, gennaio 1904, Forestry Bureau n. 122, in Herb. Ma- nill.). Sablan, prov. Benguet, « on exposed ridges » (A. D. E. Elmer, aprile 1904, n. 6132, in Herb. Manill. ; nome vol- gare « Bunga macsin »). Tinuan River, subprov. Infanta, al- l’altezza di circa 80-100 metri (H. N. Whitford n. 799 in Herb. Manill.; nome volgare Tagala « Palm-Abici »).

Descrizione. Secondo una nota di Barnes la pianta in- tiera sarebbe alta 25 piedi (circa 7 i/2 metri). Whitford le assegna 15-20 piedi (4 '/3-6 metri). Le porzioni di fusto con- servate hanno 3 1L cent, di diam.; il tronco quindi in propor- zione all’altezza della pianta sarebbe molto gracile ; gli internodi sono corti (2-2 ys cent.) con la cicatrice annulare della guaina della fronda larga un altro cent. Fronde lunghe circa 2 metri rassomiglianti moltissimo a quelle della Pinanga Copelandi per la divisione e terminazione dei segmenti; con una parte

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picciolare subterete, spessa 14-15 mill, e ricoperta come il rachide, almeno nelle fronde giovani, di un tenue indumento forforaceo-rubiginoso; i segmenti sono circa 15 per parte, diventano bruni nel disseccare, di sopra sono opachi e quasi vellutati al tatto, di sotto sono assai distintamente più pallidi ed assai più che di sopra vellutati essendo molto minutamente papilloso-pilosuli ; tutti sono molto distintamente curvo-sig- moidei; i più bassi sono assai stretti, uni-bicostati, falciformi e terminati da tenuissima e lunga punta filiforme; gli inter- medi ed i superiori sono tutti percorsi da 3-5 robustissime costole (senza segmenti unicostati interposti), larghi 5-10 cent, e lunghi 60-65 cent., terminati da altrettante lacinie (lun- ghe 10-20 cent, falciformi ed acuminate) quante sono le co- stole; i due segmenti terminali sono più brevi e più stretti degli altri, profondamente 2-4-partiti all’apice, ogni partizione o lacinia è acuminata, indivisa o più o meno fessa. Spadice fruttifero deflesso, lungo 30-32 cent, con parte peduncolare lunga 2-3 cent., compressa, larga 9-10 mill., con 5 rami fra tutto (in 2 esemplari), i quali sono disticamente alterni ed hanno una brattea ungueforme al punto d’ inserzione, sono rigidi, molto irregolarmente angolosi, di 4-5 mill, di spessore alla base, attenuati alla sommità, tutti presso a poco eguali, lunghi 20-25 cent.; scrobicoli dei fiori assai ravvicinati in tre serie a spirale, piani, perfettamente laterali (essendo i frutti orizzontali) circondati da brattee molto strette semianulari. Frutti ovato-ellittici piuttosto grandi, lunghi 2 ‘/a cent, e lar- ghi 15-16 mill., rotondati in alto e terminati da un piccolo e pochissimo sporgente mammillone orbicolare ; il pericarpio apparisce finamente punteggiato-sagrinato sotto la lente; seme ovato, molto densamente ruminato. Perianzio fruttifero leg- germente concavo o molto poco profondamente cupulare, di circa 8 mill, di diam. ; sepali rotondati subvalvati appena api- colati; petali un poco più larghi che alti a contorno roton- dato appena sovrapposti per i margini alla base.

Osservazioni. A primo aspetto similissima alla P. Co- pe laudi per i suoi segmenti profondamente laciniati, pallidi e

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finamente vellutati di sotto; ma molto ben distinta per i po- chi rami dello spadice e per i frutti ovato-ellittici disposti a spirale sopra 3 serie.

Pinanga Elmerii Becc. sp. n. Gracilis, 3-4 metr. alta, caudice 2-3 cent. diam. internodis brevibus. Frondes im-im 20 longae, vaginis dense ferrugineo-squamoso-leprosae : petiolo bre- viusculo una cum rachi fugaciter luride furfuraceo-leproso ; segmentis numerosis approximatis subaequalibus 30-40 cent, longis, 12-15 mill, latis, basi parum attenuatisi inferioribus et intermediis leviter sigmoideis, uni vel raro bi-costatis, longe acuminato-caudatis; superioribus 2-3-costulatis, rectis, apice 2- 3-partitis, 2 terminalibus minoribus et duplicato-inciso-den- tatis; costulis subtus squamulis paucis linearibus ferrugineis conspersis. Spadix diffusus, patule et sparse vel subdistice ramosus, 20-30 cent, longus; ramulis 12-15, gracilibus, irre- gulariter anguloso-compressis; perianthio fructifero cupulaeformi truncato; fructibus horizontalibus rectiserialiter biseriatis (non semper autem regularissime) parvis ovato-ellipticis minute apiculato-mammillatis, 12-14 mill, longis, 7-8 mill, latis; semine ovoideo profondissime ruminato.

Abita. Luzon : a Bagujo nella prov. di Benguet rac- colta da A. D. P. Elmer in marzo 1904 (n. 6067). Sul Monte Mariveles (fra i 600 ed i 1000 m.) provincia di Bataan Merrill (n. 3846), agosto 1904. Nella medesima località, T. E. Borden, Forestry Bureau (n. 1578) e H. N. Whitford (n. 130). Nome volgare: « Bunga Macsin » (Borden).

Descrizione. Nelle note di Merrill l’altezza della pianta è indicata da 3-5 metri ; nei campioni studiati il tronco varia da 2-3 cent, di diam. con gli internodi lunghi 2-4 cent, e con la cicatrice annulare della guaina larga 7-8 mill.; negli esemplari di Elmer, n. 6067, la superficie degli internodi è liscia e sul secco color paglia ; in quelli 11. 3846 di Merrill, è più o meno cospersa di squamule ferruginee, le quali sono talvolta tanto numerose da comunicare il loro colore a tutto il tronco. Fronde lunghe da ini ad im, 20, con una guaina co-

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riacea lunga circa 30 cent., fornita alla bocca di un’ ocrea la- cera; nelle guaine delle fronde giovani la sua superficie è coperta da un tenue ed aderente integumento squameforme- forforaceo color ruggine con interruzioni puntiformi, di guisa che tal superficie apparisce punteggiata di chiaro; il picciolo è lungo circa 15 cent, ed ha circa 1 cent, di spessore, subte- rete con uno stretto solco di sopra, coperto alla medesima maniera della prima porzione del rachide ed anche della parte più alta della guaina, con forfora scura. I segmenti sono molto numerosi (circa 30 per parte), equidistanti meno piccole ir- regolarità, discosti 1 tL- 2 cent, l’uno dall’altro, cartacei e piut- tosto rigidi, opachi di sopra, appena più pallidi di sotto e quivi (nelle fronde da poco espanse) finamente papilloso-pilo- suli e come vellutati al tatto; gli inferiori e gli intermedi molto leggermente sigmoidei, molto stretti, lunghi 35-40 cent, e larghi 12-15 mill., appena più angusti alla base che nel centro, quasi sempre unicostati o per eccezione doppi, ossia con 2 coste, lungamente e gradatamente acuminati in sottile punta leggermente curvo-falciforme; i superiori ordinariamente bicostati dritti (non sigmoidei) profondamente bifidi all’apice con le lacinie dritte (non falcate); i 2 terminali più corti e più larghi degli altri, con maggior numero di coste e con le incisioni terminali più o meno divise alla lor volta in 2 denti acuti ; le coste nella pagina inferiore portano a distanze di 2- 3 cent, delle squamelle ferruginee lineari lunghe 3-5 mill. Gli spadici sono lunghi 20-30 cent., diffusi, arcuato-patenti o deflessi dopo la fioritura, brevemente pedicellati con 12-15 rami gracili, patenti, inseriti alquanto irregolarmente a spirale in- torno alla parte assile e provvisti al di sotto del loro punto d’ inserzione di una brattea ungueforme terminata in punta subulata; sono gracili, sinuosi, più o meno compresso -ango- losi, dello spessore di 2-3 mill., appena più sottili verso l’apice, tutti presso a poco uguali, lunghi 12-20 cent.; gli scrobicoli dei fiori sono superficiali e perfettamente laterali (essendo i fiori ed i frutti orizzontali) ed in generale disposti in due serie rettilineari; accade però talvolta che in un me- desimo spadice alcuni dei rami portino fiori con tendenza ad

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essere disposti su 4 serie mentre la grande maggioranza è con fiori biseriati ; gli scrobicoli degli spadici fruttiferi sono discosti l’uno dall’altro (sopra ognuno dei lati) circa 1 cent., e sono circondati da brattee scaglieformi ; la brattea inferiore strettamente semilunare. I frutti, quando perfettamente maturi, sono ovato-ellittici, leggermente ed egualmente attenuati alle due estremità, brevemente apiculato-mammillati all’apice (dove portano i resti degli stimmi puntiformi), lunghi 12-14 mill, e larghi 7-8 mill, con epicarpio (sul secco) tenue, crostaceo, fragile; mesocarpio formato da fibre molto fini; endocarpio te- nuissimo aderente al seme; questo ovato rotondato alle 2 estre- mità, lungo g mill, e largo 6, con circa 1 2 tenuissime dirama- zioni del rafe lassamente anastomosate ed ascendenti dalla base del seme; areola embrionale quasi basilare e piccola; albume ruminato sino al centro. Perianzio fruttifero cupuleforme, tron- cato, leggermente ristretto alla bocca, alto 2 mill, e largo 4, con pezzi del perigonio strettamente imbricati, più larghi che alti, a margini rotondati e non apicolati nel centro; i sepali un poco callosi in basso, lucidi e lisci all’esterno.

Osservazioni. È affine alla P. PJiilippmensis della quale ha presso a poco le dimensioni; ma subito si distingue per le guaine non coperte di denso tomento (cotonoso e di un bianco sporco) ma da squamule tenuissime molto appresse e color ruggine; si distingue inoltre per i segmenti molto più numerosi, gli inferiori unicostati lineari ed appena ristretti alla base ed i superiori 2-3-costati e dritti, e per il frutto ovato.

Nell’ascella, al punto d’ inserzione dei rami, si osservano delle piccole callosità che hanno l’apparenza di organi nettariformi.

Pinanga Philippinensis Becc., Malesia, voi. Ili, p. 180 et in Perkins, Fragm. FI. Philipp. I, p. 48.

Abita. Scoperta da Vidal sul Monte Bulacan (Vidal, n. 3950 e n. 4064 in Herb. Becc.). Ritrovata poi sul Monte Mariveles, prov. di Bataan in Luzon, da Merrill nel 1903 (n. 3316 Herb. Manill.) e nella medesima località da H. N. Whitford (n. 333 Herb. Manill.).

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Osservazioni. A complemento e correzione a quanto intorno a questa specie ho scritto nella « Malesia » (1. c.) avendo potuto adesso esaminare esemplari assai completi, ho da ag- giungere che la pianta acquista l’altezza di 3-5 metri; il tronco negli esemplari d’erbario varia da 2-3 cent, (nelle note di Merrill 3-5 cent.); gli internodi sono molto brevi. Le fronde sono lunghe 65-90 cent.; le guaine sono coperte di un denso e molle tomento biancastro, i segmenti sono molto fitti e come io li ho di già descritti, strettamente lanceolati, assai atte- nuati alle due estremità, lungamente acuminati e sempre in- divisi all’apice con il loro punto più largo a circa la metà, generalmente con 2 grosse costole molto rilevate, ma anche con 3 o 4 e spesso con un nervo robusto che ringrossa am- bedue i margini. Negli esemplari tipici di Vidal i segmenti sono quasi dritti od appena sigmoidei, in quelli di Merrill e di Whitford la curvatura sigmoidea è alquanto accentuata, spe- cialmente in quelli più bassi, e la punta è spesso assai di- stintamente curvo-falciforme. Soltanto i segmenti più prossimi alla sommità sono fessi all’apice in tante lacinie quante sono le costole (2-4) con qualche segmento unicostato più stretto interposto ; nei segmenti terminali, che sono più corti e tal- volta anche più larghi degli altri, le lacinie sono più o meno bifide. Gli spadici fruttiferi sono arcuato-patenti od anche de- flessi.

Negli esemplari di Merrill e di Whitford i frutti sono più distintamente assottigliati in punta che in quelli tipici di Vidal.

Pinanga maculata Porte, Illustr. Hort. 1863, tab. 361. Becc. in Perkins, Frag. FI. Philipp. I, p. 48.

Abita. Riporto a questa specie alcuni esemplari raccolti dal sig. Elmer D. Merrill sul Ewi-ig River nell’ Isola di Paraqua all’altezza di 500 metri sul livello del mare; l’eti- chetta porta 1’ indicazione « one plant, io ft. high », ma gli esemplari consistono in piante non ancora caulescenti con 6- 7 foglie flabellato-forcate, distintamente macchiate (anche sul secco) nella pagina superiore, pallide e finissimamente papil-

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lose e quasi vellutate al tatto di sotto. In mancanza di esem- plari della pianta adulta non posso farmi un’ idea riguardo alle affinità di questa specie. Più di una fra le specie di Pi- nanga ha le foglie non pinnate e macchiate nello stato molto giovanile, scomparendo poi le macchie nella pianta adulta.

La pianta originariamente figurata (sterile) da Porte (1. c.) proveniva dalle foreste umide delle Filippine dove cresceva, secondo quanto viene scritto, ad un’ altezza di 1200-1500 piedi; ma quelle che presentemente si trovano nelle serre con tal nome è tutt’altro che certo che abbiano la medesima provenienza e che siano conspecifiche con la pianta di Porte.

y.

Mi si offre qui l’occasione di descrivere una specie di Pinanga della China meridionale, la sola sino ad ora conosciuta di quella re- gione.

Pinanga Chinensis Becc. sp. n. Gracilis, caudice circ. 2 cent, diam., internodis 7-9 cent, longis. Frondes pinnatisectae, segmentis superioribus late linearibus, 20-22 cent, longis, 2-3 cent, latis, 2-4-co- stulatis, subtus pallidis et crebre longitudinaliter venuloso-striatis, venulis minute papilloso-scabridulis, 2 segmentis terminalibus quo- que angustis, truncatis, breviter duplicato-inciso-dentatis, dentibus obtusis. Spadix fructifer refractus, breviter pedunculatus, ramis pau- cis, digitatis, aequalibus valde compressis, sublaminaribus, 10-12 cent, longis; floribus regulariter biseriatis; fructibus elongatis angustis, sub- cylindraceis apice sensim parum attenuatis, summo vertice obtusis, 15- 17 mill, longis, 4 mill, latis ; perianthium fructiferum breve, 2 */, mill, alto, cupulaeforme, truncatum, sepalis petalisque margine rotundatis minime apiculatis.

Abita. Nella China meridionale; sulle montagne Szemao nel- 1’ Yunnan, raccolta dal dott. Aug. Henry nel 1899 (n. 12874 in Herb. Calc.).

Descrizione. La specie è fondata soltanto sull’esame di una porzione terminale di fronda e di una porzione di tronco con uno spadice portante frutti non perfettamente maturi. Il tronco ha le di- mensioni di un mediocre bastone e può giudicarsi dell’altezza di circa im, 50 con internodi che nella porzione esistente sono lunghi 7- 9 cent., con superficie bruno-rossastra e marmorizzata da piccole macchiette chiare. Fronde apparentemente lunghe circa un metro; nella porzione apicale da me studiata (lunga 28 cent.) il rachide è glabro e triangolare e porta 3 segmenti per parte (compresi i 2 api- cali) ; essi sono quasi tutti della medesima larghezza (2-3 cent.)

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con 3-5 costole : larghi alla base quasi quanto verso l’alto, legger- mente falcati ed acuminati alla sommità ; i due terminali un poco più corti degli altri (15 cent, lunghi) ma di eguale larghezza, tron- cati, molto brevemente duplicato-inciso-dentati, le seconde divisioni dando origine a dei brevi denti ottusi e curvi 1’ un verso l’ altro ; di sopra i segmenti sono verdi, ma apparentemente opachi ; di sotto più pallidi e finamente striati da fitti nervi longitudinali, i quali sotto la lente appariscono minutamente papilloso-scabriduli. Lo spadice fruttifero è lungo nel suo insieme 15 cent, ed è refratto, con una parte peduncolare lunga 3 cent, e porta 4 rami che si partono tutti quasi dal medesimo punto e sono presso a poco di eguale lunghezza (10-12 cent.) ; essi sono fortemente compressi, larghi circa 4 mill, tanto alla base quanto in punta ed hanno circa 15 frutti per parte che sono nettamente disposti su due serie e perfettamente orizzon- tali o leggermente deflessi : i pulvinuli sui quali sono inseriti i pe- rianzi sono piani, irregolarmente orbicolari e contornati da brattee rappresentate da uno strettissimo orlo. Il perianzio f ruttifero è basso, cupulare, alto 2 1/i mill., largo 4 mill., esattamente troncato, con se- pali e petali a contorno perfettamente rotondato e niente apicolati. I frutti sono lunghi e stretti e sebbene non perfettamente maturi sono lunghi 15-17 mill., mentre sono larghi solo 4; essi rassomigliano quelli della Pinanga canina, ma sono dritti o con appena un ac- cenno di curvatura, sono tereti e leggermente ma gradatamente at- tenuati verso la punta che nell’estremo apice è ottusa ; lo stigma è caduco. Il seme è immaturo.

Osservazioni. Per il portamento e per la forma dello spadice con pochi rami che si partono tutti presso a poco dal medesimo punto, sembrerebbe affine alla Pinanga gracilis , ma questa ha i fiori disposti in 3-4 serie sui rami dello spadice, mentre sono nettamente bifarii nella P. Chinensis ; questa appartiene quindi alla sezione delle Orthostichanthae .

Ptychoraphis Becc.

Ptychoraphis Philippinensis Becc. in Ann. du Jard. bot. de Buit. v. II, p. 90, et Malesia, v. Ili, p. 109. Rhopaloblaste sp. Benth. et Hook. Gen. plant, v. Ili, p. 892. Vidal, Ph. Cuming, p. 53 et 153.

Abita. La specie è stata descritta sugli esemplari n. 1476 (Herb. Webb.) di Cuming provenienti dalle Filippine (senza indicazione speciale) e dove sino a qui non è stata ritrovata.

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Heterospatha SchelT.

Heterospatha elata Schefif. in Ann. du Jardin bot. de Buit. v. I, p. 141, 162.

Abita. Raccolta coi frutti, in giugno 1903, nell’Isola di Masbate a Mobo, Marintoc River, da P. T. Barnes (Herb. Bureau of Forestry, n. 2770). Nome volgare in lingua Visayan « Sagmisi ».

Per la prima volta questo genere comparisce nella Flora delle Filippine. Gli esemplari raccolti da Merrill consistono solo in porzioni di spadici con frutti maturi. Tali esemplari sono perfettamente identici a quelli tipici. Scheffer scrive che la pianta che egli ha descritta era coltivata nel Giardino bo- tanico di Buitenzorg come proveniente da Ambonia. Io ne ho raccolto esemplari sopra un individuo coltivato nel Giardino botanico di Singapore, ma non ho mai trovato questa Palma spontanea.

Wallichia Roxb.

La sommità di una fronda di una vera Wallichia, che non sembra differire dalla W. oblongifolia Griff., è stata raccolta nel 1901 a Zamboanga in Mindanao da R. Garcia e porta il n. 653 nell’ Erbario del Forestry Bureau di Manilla.

Al genere Wallichia è pure stata riportata da Martius la Caryota tremula Bianco, FI. de Filip, p. 744 (IF. tremula Mart. Hist. nat. Palm. Ili, p. 315; Didymosperma tremulum Wendl. et D.). Però questa Palma, o non è stata ritrovata ancora dai moderni collettori, ovvero in causa della imperfetta descrizione che di essa ha lasciato Bianco non è identificabile con alcuna di quelle già note.

Arenga La Bill.

Arenga saccharifera La Bill, in Mém. Inst. Paris, IV, p. 209; Caryota onusta Bianco, FI. de Filip, ed. I, p. 741.

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Abita. Ho visto esemplari raccolti da Merrill a Guina- yangan, prov. di Tayabas in Luzon (n. 2043), che perfetta- mente corrispondono a quelli crescenti ovunque semispon- tanei nella Malesia, come probabilmente sarà il caso anche nelle Filippine.

Arenga Mindorensis Becc. in Perkins, Fragm. FI. Philipp.

I, p. 48.

Abita. Raccolta da Merrill a Calapan nell’ Isola di Min- doro in fiore nell’aprile 1903. Cresceva sulle colline in situa- zione asciutta ed aperta.

Osservazioni. E una piccola specie che si alza circa 3 me- tri dal terreno con tronco gracile di circa 3 cent, di dianr. Lo spadice è arcuato- patente, nell’insieme lungo circa 70 cent., nella quale misura circa la metà è presa dalla parte pedun- colare; questa è molto grossa in proporzione della dimensione del tronco avendo essa pure, come questo, circa il diametro di 2 cent.; tale parte pedunculare è rivestita da varie (8) spate coriacee, intiere al margine, lanceolate, acuminate, concavo- naviculari, carinate nella punta sul dorso, coperte da tenue integumento biancastro fugace; le più interne (3-4) strettis- sime ed acuminatissime e di poco più corte dello spadice; le altre gradatamente più corte e più larghe.

È ben distinta dalle altre specie per le sue piccole dimen- sioni, per i piccoli fiori cf e per i segmenti strettissimi, bian- castri di sotto, almeno nella loro gioventù.

In Miquel FI. Ind. bat. v. Ili, p. 37, si cita una Arenga Manillensis ( Saquerus Hort. Lodd.) Wendl. Ind. Palm. p. 3, di Manilla, di cui non si conosce che il nome.

Caryota Linn.

Nella Flora delle Filippine del Padre Bianco sono descritte 4 specie come appartenenti a questo genere; esse sono indicate coi seguenti nomi : C. arens, onusta, tremula, Palindan.

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La descrizione della Caryota urens riportata da Bianco è la riproduzione di quella che di questa specie ha dato Lin- neo. Dalle osservazioni però si rileva che sotto il nome di urens Bianco ha inteso parlare di più di una specie di Ca- ryota ; giacché il frutto grosso « corno una cereza de grande » non si riscontra fra le specie note delle Filippine che nella C. Rumpliiana; mentre dalle dimensioni generali assegnate alla pianta parrebbe che si trattasse della C. Cumingii; si cita poi una forma con foglie più lunghe e più strette e che potrebbe riportarsi alla C. majestica. Nella C. onusta senza alcun dubbio si riconosce 1 ' Arenga saccharifera.

La Caryota tremula non sembrerebbe una Caryota per le fronde pinnate con segmenti lunghissimi e rigidissimi den- tato-spinosi all’apice ed ovario 3-loculare ; essa è riportata da Martius al genere Wallichia e da da H. Wendland al genere Didymosperma. La Caryota Palindan è stata identificata con l’ Orania Philippinensis .

Nella « Novissima Appendix » alla « Flora de Filipinas » (gran edicion), v. IV, p. 279, sono indicate 6 specie di Ca- ryota come crescenti nelle Filippine; ma di queste sono co- stretto a non tener conto perchè la identificazione loro è opera superiore alla mia capacità.

Le specie di Caryota sono assai difficili a riconoscersi per la solita difficoltà di avere negli Erbari esemplari raccolti con le debite cautele. Le fronde delle Caryota allo stato gio- vanile sono assai differenti per forma e consistenza da quando sono adulte; nel fare gli esemplari per lo studio bisogna quindi :

cercare di conservare porzioni di fronda adulta e bene svolta, della parte alta di una pianta che già porta fiore o frutto ;

20 tener nota delle dimensioni generali della pianta adulta ;

30 tener nota se la pianta produce un tronco solitario o se dalla base del tronco principale nascono altri germogli (ossia se è sobolifera) ;

raccogliere sulla medesima pianta: gli spadici al momento che i fiori cT si aprono ; 20 al momento che i fiori Q

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sono pronti per esser fecondati, ciò che accade in un dato spadice dopo che i fiori d” sono caduti; 30 al momento che portano i frutti maturi.

Le Caryota in generale portano sul medesimo individuo più di uno spadice in vario grado di sviluppo. Ogni spadice è monoico, ed i fiori sono riuniti in glomeruli terni nei quali il mediano è Q ed i laterali sono c? ; questi si sviluppano prima dei feminei, i quali giungono al punto di poter esser fe- condati lungo tempo dopo che i maschi sono caduti.

I fiori maschi sono di un notevole aiuto nella determina- zione delle specie offrendo spesso caratteri differenziali facili ad apprezzarsi.

Caryota Rumphiana Mart. Hist. nat. Palm. v. Ili, p. 195; Becc. in Perkins, Fragni. FI. Philipp. I, p. 48 ; C. zirens (non Linn.) Bianco, FI. de Filip, (pro parte) ed. I, p. 740; Caryota sp., Vidal, PI. Cuming, p. 153 (Cuming, n. 915).

Abita. Il n. 915 di Cuming (nell’ Erb. Webb a Firenze) ha i fiori cf che corrispondono perfettamente a quelli della Caryota Rumphiana delle Molucche ; a questa specie riporto pure gli esemplari raccolti da Merrill (n. 2006) a Guinoyan- gan, prov. Tayabas, in Luzon. Mancando a questi esemplari i fiori cf, e non essendo i frutti perfettamente maturi, è dif- ficile indicare se la C. Rumphiana delle Filippine rappresenta una forma locale distinta dalla forma tipica delle Molucche. La pianta delle Filippine ha un tronco alto sino 15 metri e di 30 cent, di diam., le fronde sono lunghe sino 5 metri. Il frutto è della dimensione di una ciliegia. I fiori maschi sono lunghi 15 cent., cilindracei o leggermente clavati, rotondati in alto, con numerosi stami.

Caryota Cumingii Loddig. Cat. ex Mart. Hist. nat. Palm, v. Ili, p. 195 (edit. 2a) et p. 715; Miq. FI. Ind. bat. v. Ili, p. 41 ; H. Wendl. in Kerch. Palm. p. 238 ; Vidal, FI. For. de Filip., Atlas, t. 93, B.; Becc. in Perkins, Fragni. FI. Philipp. I, p. 48; Caryota urens (non Linn.) Blanco (pro parte), FI. de

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Filip. ia ed. (1837), p. 740 ; gran edic., v. Ill, p. 141, et tab. CCCXLIX; Caryota sp. n. 1915 Cuming; Vidal, Phan. Cum. p. 153.

Abita. Sembra la Caryota più comune fra quelle che abitano le Filippine. A questa specie appartiene il n. 1915 di Cuming. A Manilla fu raccolta nel 1836 da Gaudichaud (Herb. Delessert). Da Vidal ne ho avuto degli esemplari con fiori cf portanti i numeri 3953 e 4067. In Luzon è stata rac- colta da Merrill (n. 1410) ad Arayat, prov. di Pampanga ; pure in Luzon a Banang, prov. di Union (Elmer n. 5657); nell’ Isola di Panay a La Pax, prov. di Hoilo (Cammill n. 11 9).

Osservazioni. E molto affine alla C. viitis, ma se ne distingue per i ramoscelli dello spadice coperti da rozza pe- luria forforacea che però è talvolta più o meno parzialmente decidua, e per i fiori maschi più piccoli con 9 invece che con 12 stami. La C. Cumingii è il rappresentante della C. mitis nelle Filippine.

Nella C. mitis inoltre sui rami dello spadice, dopo caduti i fiori intorno agli scrobicoli, rimangono 2 squamelle (quelle del fiore Q) relativamente larghe e che formano una specie di semi-cupula a nido di rondine assai profonda ; le brattee degli scrobicoli della C. Cumingii sono invece strettissime ed appariscono come un semplice anello intorno alla cicatrice la- sciata dal fiore 9.

I caratteri principali della C. Cumingii sono : Pianta me- diocre, alta sino circa 8 metri (non sobolifera ?); tronco di 15- 18 cent, di diam. ; principali diramazioni del rachide della fronda con segmenti alterni obliquamente triangolari, dimi- diato-rombei od aliformi, più o meno grossolanamente ed acu- tamente seghettati sul margine superiore ; ramoscelli dello spadice densamente coperti da peluria paleacea fuscescente ; fiori cT piccoli cilindraceo-clavati ottusi, lunghi 7 millimetri con 9 stami; frutto sferico, 12-15 mill, di diam. ; seme con testa bruno-castagna, globoso, leggermente più largo che alto (13 mill, largo, io mill. alto).

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Caryota Merrill» Becc. sp. n. Mediocris; frondium ramificationes 50-60 cent, longae utrinque segmentis 7-8 prae- ditae et segmento lato plus minusve irregulariter furcato ter- minatae ; segmentis lateralibus saepissime oppositis et horizon- talibus, dimidiato-rhombeis, margine inferiore longe producto caudatis, margine superiore saepe inaequaliter convexo acute et crebre inciso-dentato; spadicis rami fugaciter piloso-furfuraceis; fructus parvi sphaerici, 12 mill, diam., semine globoso vixlatiore quam alto (9X8X8 mill.) extus nigro et nitenti, vix silicato.

Abita. A Bautista nella prov. di Pangasinan in Luzon ; raccolta da Elmer D. Merrill, luglio 1903 (n. 2880 in Herb. Manill.).

Osservazioni. Gli esemplari sui quali è fondata la spe- cie portano solo delle porzioni di fronda e dei ramoscelli di spadice con frutti maturi. La pianta sembra abbia le dimen- sioni della C. Griffithii, dalla quale però è assai differente. Sono caratteristici i segmenti che spesso sono opposti ed oriz- zontali ed allora hanno l’apparenza delle ali aperte dello Sca- rabeo come vien rappresentato nei monumenti egiziani; tali segmenti sono lungamente caudati, il loro margine inferiore si prolunga in lunga punta o coda e forma una linea retta od è anche più o meno incavato, mentre il contorno anteriore è piuttosto convesso, sebbene alquanto ineguale, acutamente e fittamente inciso-dentato, essendo i denti molto fitti, lineari ed acuti. Nell’ insieme quindi i segmenti, in causa della con- cavità inferiore e della convessità superiore, hanno spesso una apparenza più o meno falciforme. Il segmento terminale è più o meno irregolarmente a coda di rondine, in generale più largo che lungo. Dello spadice non vi sono che dei ramoscelli, i quali sembrano debbano essere stati peloso-forforacei come quelli della C. Cumingii ed ai quali corrispondono per le di- mensioni e per le altre particolarità. I frutti sono della dimen- sione di quelli della C. viajestica o poco più grandi; il seme ha la superficie lucida e nera, mentre questa è castagno-scura nella C. Cumingii e nella C. majcstica.

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Caryota majestica Linden, Illnstr. Hort. v. XXVIII (1881), p. 16; Becc. in Perkins, Fragni. FI. Philipp. I, p. 48; C. urens (non Linn.) foliis (foliolis ?) angustioribus ? Blanco, FI. de Fi- lip. 1. c.

Abita. A Bosoboso nella Prov. di Rizal in Luzon, Mer- rill n. 1892 (Herb, di Manilla). A questa specie pure sembra riferirsi il n. 3949 di Vidal in Herb. Becc. raccolto a Tarlac.

Osservazioni. È specie molto caratteristica per la non comune strettezza dei segmenti, alcuni dei quali mentre sono lunghi 25 cent, non misurano che 3-5 cent, nel punto più largo; vari sono lunghi 20 cent, e larghi solo 2 cent., i più stretti sono i più bassi, ma anche i segmenti terminali delle singole diramazioni del rachide sono molto stretti ; solo quelli alla base di dette diramazioni sono assai larghi e flabellato- triangolari; tutti hanno il margine anteriore molto acutamente inciso-dentato. La guaina dell’esemplare n. 1892 di Merrill è ricoperta da un denso tomento bianco morbidissimo ; i ramo- scelli dello spadice giovane (con glomeruli di fiori inaperti) sono coperti di fitta peluria biancastra e non di rozza pelu- ria rubiginosa come nella C. Ctimingii. I frutti sono consi- derevolmente più piccoli che in quest’ultima specie.

Nell’ « Illustration Horticole » 1. c. la C. majestica è indicata col solo nome. Di tale specie però io debbo aver vista qual- che pianta viva avendo molti anni fa assegnato nel mio Er- bario il nome di C. majestica al n. 3949 di Vidal. È per questo motivo che nei « Frag. FI. Philippinae » della signorina Perkins ho pure così determinato il n. 1892 di Merrill. Della C. majestica quindi, sino a qui, non esisteva una descrizione; la seguente è basata esclusivamente sopra gli esemplari di Merrill n. 1892 che debbono considerarsi come i tipici per questa specie, quelli di Vidal n. 3949 consistendo in una por- zione di fronda giovane senza fiori o frutti.

Mediocre, apparentemente delle dimensioni della Caryota Cumingii. Fronde con segmenti molto angusti, profondamente, grossolanamente ed acutamente inciso-dentati sul margine an-

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tenore e gradatamente acuminato-caudati lungo il margine esterno. Ramoscelli dello spadice densamente coperti di pe- luria biancastra (col tempo decidua). Frutti sferici, piccoli (i i mill, di diam.) ; seme globoso leggermente depresso, io mill, largo, 9 mill, spesso, 8 mill, alto, più o meno superficialmente solcato e bruno castagno all’esterno.

Orania Zipp.

Orania Philippinensis Scheff. in Becc., Reliquiae Scheff. in Ann. de Buit. II, p. 156; Caryota Palindan Bianco, FI. de Filip. 2a ed., p. 513; gran edicion, III, p. 145.

Abita. Esemplari che corrispondono perfettamente a quelli tipici sui quali Scheffer ha fondato la specie, e che si coltivano nel Giardino di Buitenzorg come provenienti da Ma- nilla, sono stati recentemente raccolti sul Monte Ma.7'iveles, nella prov. di Bataan in Luzon in agosto 1904, con frutti per- fettamente maturi, da T. E. Borden (n. 1610, Herb. Manill.). Altri esemplari, che pure indubbiamente mi sembra debbano riferirsi alla medesima specie, ma con frutti immaturi, sono stati raccolti, pure in Luzon, a Sablan nella prov. di Ben- guet in aprile 1904 da A. D. E. Elmer e portano il n. 6174.

Osservazioni. Mi sembra che con tutta certezza la Caryota Palindan di Bianco non sia che 1’ O. Philippinensis, ma non ritengo opportuno fare rivivere il nome specifico di Bianco, giacché quello di Scheffer è il primo che sia stato adoprato in unione al nome generico di Orania per la pianta che Bianco aveva erroneamente riferito al genere Caryota.

Orania Paraguanensis Becc. sp. n. O. Philippinensis (non Scheff.) Becc. in Perkins, Fragni. FI. Philipp. I, p. 48. Spadicis ramis in parte basilari crassiusculis (5 mill, diam.) in apicem fìliformen (crebrerrime floribus masculis onustum) terminatis; fructibus sphaericis 4 l/2 cent, diametro, semine basi vix apiculato.

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Abita. Nell’Isola di Paragua alla Punta Separation rac- colta dal sig. Elmer D. Merrill in febbr. 1903 (n. 869 nel- 1’ Herb, di Manilla).

Osservazioni. La pianta secondo Merrill è alta circa 18 metri ed ha l’aspetto di una Palma cocco. Nei « Fragmenta » della signorina Perkins io avevo creduto di potere identificare gli esemplari raccolti da Merrill (con frutti immaturi) nell’ Isola di Paragua, alla O. Philippitiensis, ma avendo in seguito rice- vuto esemplari di un’altra Orania indigena di Luzon con frutti perfetti e che corrispondono a capello con quelli tipici della O. Philippinensis tipici di Scheffer, ho riconosciuto nell’ Ora- nia di Paragua una specie distinta e non ancora descritta.

Disgraziatamente gli esemplari dell’ O. Paraguatiensis sono assai incompleti ; ed i campioni della fronda hanno i segmenti talmente lacerati, che di questi non si può riconoscere la forma, mentre la terminazione loro offre buoni caratteri per distin- guere le varie specie; nondimeno la O. Paraguanensis si di- stingue facilmente dalla Philippinensis per i frutti alquanto più piccoli e nei quali il seme non presenta quella larga punta conica alla base che è caratteristica dei frutti della Philippi- nensis ; di più in questa i ramoscelli dello spadice sono sot- tili (2 mill, di diametro) con alcuni glomeruli di fiori terni (il centrale Q) e si terminano poi in una lunga parte più sot- tile ancora, che porta solo fiori <S gemini, alternativamente di- sposti a zig-zag su due serie, ogni coppia discosta 5-7 mill, su di ogni lato. Nella O. Paragua netisis i ramoscelli sono assai spessi nella metà o nel terzo inferiore (essendo quivi di 4-6 mill, di diam.) e sono provvisti in questa parte di assai numerosi glomeruli di fiori 3-ni con 1’ intermedio Q, mentre nell’altra metà o nei ì/3 superiori si assottigliano molto e por- tano solo coppie di fiori c? molto approssimate sebbene pure su due serie.

Offrendosi l’opportunità si raccomanda ai Botanici residenti nelle Filippine di raccogliere esemplari più completi della Orania di Paragua, conservando porzioni di fronde vegete con segmenti intieri, che non abbiano lacerata l’estremità, e

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spadici con fiori maschi. Piccole porzioni di fronda tolte dalla parte basilare, intermedia ed apicale, portanti qualche segmento bene steso ed intatto, servono meglio per lo studio che im- mensi fastelli di fronde lacerate.

Nella «Novissima Appendix » dei Padri NaveseVillar, p. 279, si rammentano due specie di Ora?iia (O. regalis Zipp. ed O. macrocladus Mart.) come crescenti in Luzon presso Ma- nilla; della prima si dice di aver visto solo i frutti, della se- conda solo i fiori. Probabilmente però ambedue sono da ri- ferirsi alla O. Philippinensis.

Corypha Linn.

Corypha sp. C. umbraculifera (non Linn.?) Bianco, FI. de Filip., ed. I, p. 228.

Senza alcun dubbio Bianco col nome di C. umbraculifera ha inteso di descrivere una tipica specie di Corypha; rimane solo dubbio che essa veramente sia l’ lanbraculifera, cosa possibile solo se la specie di Bianco non è veramente indi- gena ma introdotta. Nessun botanico moderno ha raccolto sino a qui nelle Filippine esemplari di una vera Corypha. Vidal, nella sua « Sinopsis de Familias etc. », assegna giusta- mente i caratteri a questo genere, ma la figura illustrativa apparentemente è di una Livistona.

La differenza fra le Livistona e le Corypha è grande nel modo di fiorire e di fruttificare, perchè le prime sono piante policarpiche e le seconde fioriscono una volta sola, producendo dal Centro della chioma un immenso regime, che, come bene si è espresso Bianco, sembra un secondo piccolo albero che esca dal mezzo della chioma della pianta.

Le specie di Corypha sono difficili ad identificarsi poiché in causa delle loro enormi dimensioni non è facile conservarne esemplari istruttivi negli erbari. E possibile che nelle vici- nanze di Manilla le Corypha fossero una volta più abbon- danti di quello che non sembrino essere adesso ; esse proba- bilmente sono diventate rare in causa della loro utilità e

specialmente in causa del liquore fermentabile che sgorga dal regime tagliato, ciò che naturalmente impedisce alla pianta di fruttificare e quindi di riprodursi.

Siccome le Coryplia non fruttificano che una volta sola dopo molti anni di vegetazione, così io raccomanderei ai Bo- tanici che ne hanno l’ opportunità alle Filippine, una volta che loro accada di imbattersi in una pianta di Corypha che si approssimi a fiorire, di seguirne attentamente lo sviluppo, e sopratutto d’ impedire che venga abbattuta prima che abbia abbonito i frutti. Occorre inoltre:

prendere una fotografia della pianta intiera, e se ciò non è possibile, notare se il tronco è cilindrico o piuttosto con una tendenza ad essere torto a spirale e notare la forma e la dimensione della pannocchia terminale ;

notare le dimensioni del tronco, la larghezza e spes- sore del picciolo, il diametro del lembo della fronda ed il numero dei segmenti in cui è diviso ;

fare esemplari della porzione apicale dei segmenti (bene intatti) di una fronda adulta in buono stato di con- servazione ;

raccogliere piccole porzioni di spadice coi ramoscelli carichi di fiori ;

raccogliere ramoscelli con frutti maturi.

Licuala Thunb.

Licuala spinosa Wurmb in Verh. Bot. Genootsch. II, p. 469. Becc. in Perkins, Fragni. FI. Philipp. I, p. 45.

Abita. Nell’ Isola Culion, raccolta da Merrill in dicem- bre 1902 (11. 543 in Herb. Manill. e Berol.). Vidal (Revision de Plantas vasculares Filipinas, p. 279) indica come appar- tenenti al genere Licuala il suo n. 1944 (di Dumarau nell’ Is. Paragua) ed il n. 1951 (di Luzon, prov. Tarlac), ma non assegna nomi specifici.

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Livistona R. Br.

Livistona Merrillii Becc. in Perkins, Fragni. FI. Philipp., I, p. 45. Corypha minor Blanco, FI. de Filip., ed. I, p. 229.

Abita. Guinaya?igci7i, Prov. Tayabas in Luzon, raccolta da Merrill in gennaio-aprile 1903 (n. 2071 bis in Herb. Manill. e Berol.). Nome volgare in dialetto Ilocano « Silag » ; in dia- letto Tagala « Buli » ; « Palma Brava » in Ispano-Filippino.

Descrizione. Non sono indicate le dimensioni gene- rali ma è certamente una grande Palma. Fronde flabellato- orbicolari, misuranti im, 30 dall’apice del picciolo all’ estremità dei segmenti centrali ; i segmenti o lacinie primarie sono fra tutto circa 70 (ossia tanti quante sono le costole primarie) ; i seni che separano le divisioni primarie fra di loro hanno un piccolo ringrosso calliforme (che porta un sottilissimo filo) e nella parte centrale della fronda giungono sino a circa la metà del lembo, ma diventano tanto più vicini al picciolo quanto più si progredisce verso i lati fino a che le divisioni giungono a solo qualche centimetro dalla ligula ; nella parte centrale quindi la fronda ha una larga porzione semi- orbicolare indivisa; le divisioni primarie centrali sono larghe alla base 5-6 cent., lunghe 60-65 cent, e sono alla lor volta suddivise sino oltre alla metà in due punte acuminatissime e drittissime, a quanto sembra assai rigide e non ricascanti, es- sendo la consistenza dei segmenti, come del resto dell’ intiero lembo, coriacea, sebbene poco spessa ; nell’ insieme le divisioni primarie dalla loro larga base vanno insensibilmente ristrin- gendosi rettilinearmente in due punte acuminatissime; anche nei seni secondari si trova un sottile filamento. La superficie del lembo è sublucida sopra ambedue le faccie, ma nella pa- gina inferiore è più pallida e su di essa sono meno evidenti le venature, le quali del resto sono poco prominenti ovunque ; non si vedono venule trasverse, le quali rimangono immerse nel parenchima; i margini sono acuti ed integerrimi; le divisioni

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più esterne sono lineari, larghe 12-15 mill, e sono più delle altre lungamente acuminate in una punta sottile flaccida e quindi ricadente; la cresta in alto del picciolo è irregolarmente semilunare. Il picciolo in alto è largo circa 3 cent., pianeg- giante di sopra, convesso o con un largo ed ottusissimo angolo di sotto; i margini sono inermi ed acutissimi. Gli spadici sono lunghi circa un metro, arcuato-nutanti con breve parte pedunculare cilindracea di 15 mill, di spessore, angustamente paniculati, con 4 infiorazioni parziali uscenti dalla bocca di altrettante spate; queste sono tubulose, cilindracee, stretta- mente guainanti, striate, opache e glabre (nello spadice frut- tifero) all’ esterno, lucide e cinnamomee internamente, fesse all’apice da un lato e prolungate in lembo lanceolato-acumi- nato-auriculiforme leggermente bicarenato sul dorso ; le infio- razioni parziali sono inserite con una assai lunga parte pe- duncolare al di dentro della bocca della respettiva spata e sono in generale provviste presso la base di una spata se- condaria, la quale è molto strettamente lanceolata e lunga- mente acuminata; le infiorazioni inferiori sono più grandi delle superiori, ma tutte sono lassamente e patentemente ra- mose, lunghe 20-30 cent., con i primi rami forcati, molto ottusamente angolosi e glabri ; i ramoscelli sono lunghi 6- 10 cent., subulati, rigidi, con gli scrobicoli dei fiori caduti disposti spiralmente e sessili con leggiero orliccio rilevato cal- loso all’ ingiro. Il perianzio fruttifero è leggermente accre- sciuto e calloso ; il calice ha un corto ristringimento o collo al di sopra della base ed i suoi sepali sono ovati ottusi ; la co- rolla è pure indurita con 3 piccoli lobi triangolari acuti pa- tenti o reflessi portati da una specie di collo calloso spor- gente al di sopra del calice. Frutti perfettamente sferici; quelli esaminati non sono completamente maturi, ma apparentemente hanno raggiunto la loro dimensione normale e sono di 16- 17 mill, di diam. ; il loro epicarpio sembra che esternamente debba esser lucido e formi un sottile strato carnoso ; il me- socarpio è grumoso ; 1’ endocarpio forma un sottile guscio fragile sublegnoso; la cavità seminale interna ha 12 mill, di diam. Il seme è immaturo.

34i

Osservazioni. Mi sembra quasi certo che la Corypha minor di Bianco si possa identificare con la presente specie, sebbene si tratti di una Livistona tipica e non di una Cory- pha. A dire il vero la Corypha minor potrebbe anche corri- spondere alla L. Whitfordii, ma il carattere (assegnato da Bianco alla sua specie) dei segmenti terminati in punta si applica meglio alla C. Merrillii che non alla Whitfordii, giac- ché in questa i segmenti si terminano con due lunghe code filiformi ricascanti.

Livistona Whitfordii Becc. sp. n. Elata ; frondium pe- tiolo elongato, supra planiusculo, subtus in dorso convexo, marginibus acutissimis inermibus; limbo flabellato-orbiculari, in parte centrali usque ultra medium indiviso, circ. im,40 longo ; segmentis numerosis (circ. 70) tenuiter coriaceis, gla- bris, subtus pallidioribus, venulis transversis inconspicuis (in parenchimate immersis) ; laciniis primariis medianis 4-5 cent, latis longissime et sensim acuminatis, exterioribus angustissi- mis ; omnibus profunde bipartitis, apicibus longissimis flaccidis et pendulis; fructibus sphaericis, 22-23 mill- diam.

Abita. Scoperta dal sig. H. N. Whitford ad Alimoran nella prov. Tayabas, in Luzon, nelle foreste fra i 600-700 metri di altezza il 23 agosto 1904.

Descrizione. La pianta secondo una nota di Whit- ford raggiunge 20-40-50 piedi di altezza (6-12-15 metri) e 20 poli, di circonferenza (oltre 50 cent.). Le fronde sono flabellato-orbicolari e misurano circa im, 40 dall’apice del pic- ciolo all’estremità dei segmenti centrali, hanno il contorno diviso in circa 70 segmenti o lacinie primarie (corrispondenti al numero delle coste primarie) le quali sono separate da seni che nella parte centrale rimangono a circa 50 cent, dall’apice del picciolo e che si ravvicinano tanto più a questo quanto più si progredisce verso i lati esterni della fronda ; la fronda ha quindi nella parte centrale una larga porzione semiorbi- colare del tutto indivisa; i seni offrono un piccolo callo da cui si parte un sottile filamento. I segmenti, come il resto

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del lembo, sono sottilmente coriacei e rigidi nella parte più bassa, ma hanno le estremità flaccide e ricascanti, sono verdi e quasi lucidi di sopra, pallidi o glaucescenti di sotto ; i nervi secondari sono numerosi ed assai distinti nella pagina supe- riore; le venule trasverse rimangono immerse nel parenchima e per questo inconspicue ; i margini sono acuti ed integerrimi ; le divisioni primarie centrali sono larghe alla base 4-5 cent., quelle esterne sono strettissime (10-15 nuli.), tutte sono molto gradatamente ed insensibilmente attenuate in una lunghissima punta e sono divise per assai più della metà loro in due lun- ghissime, tenuissime ed acuminatissime code. Il picciolo è robusto, nella sua parte apicale (la sola da me vista) è largo 3 y, cent., pianeggiante di sopra, convesso di sotto, con mar- gini acutissimi inermi, coperto di tomento bianco detergibile ed apparentemente fugace ; la cresta o ligula è molto svilup- pata, irregolarmente semilunare e lobata; le costole primarie nella pagina inferiore sono scabridule e sono coperte sopra ambedue le faccie di abbondante indumento forforaceo, pro- babilmente deciduo con l’ età. Degli spadici ho visto solo alcune infiorazioni parziali le quali sono lassamente ramose e diffuse, lunghe 30-40 cent., coi primi rami forcati, compres- siusculi, glabri; i ramoscelli ultimi sono lunghi 4-10 cent., subulati rigidi con gli scrobicoli dei fiori disposti spiralmente e sessili. Perianzio fruttifero leggermente accresciuto e calloso. Frutto globoso di 22-23 mill, di diam. ; il pericarpio nell’ in- sieme è di 2 mill, di spessore; l’epicarpio sul fresco sembra debba esser lucido ed apparentemente non carnoso, il mesocarpio è grumoso , l’endocarpio forma un sottile guscio legnoso fra- gile; il seme è perfettamente sferico di 15 mill, di diam. con perisperma durissimo, bianchissimo e solo di 4 mill, di spes- sore, essendo il seme nel centro compenetrato da una profonda intromissione del rafe.

Osservazioni. Si distingue subito dalla L. Merrillii per le sue fronde con segmenti terminanti in lunghissime ed anguste lacinie pendenti. Per questo carattere e per i pic- cioli inermi sembrerebbe avvicinarsi alla L. Papuana, ma in

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questa i frutti sono assai più piccoli. Rassomiglia per le punte lungamente pendenti dei suoi segmenti anche alla L. Cochin- chinensis, ma questa ha i margini dei piccioli spinosi.

Livistona Vidalii Becc. Corypha umbraculifera (non Linn, nec Blanco) Vidal, FI. For. tab. XCIII, f. i -8 ? Elata, frondium petiolo usque ad apicem marginibus spinosis; limbo orbiculari usque ad petioli apicem in segmentis paucis, binis vel ternis, partito; segmentis utrinque viridibus, rigide papyraceis, venulis transversis acutis sinuosis conspicuis notatis, medialibus alte connatis ad basin partis liberae 3-4 cent, latis, apice pa- rimi attenuatis ibique obtuse breviterque bidentatis, marginibus obsolete denticulatis ; segmentis exterioribus angustioribus ma- gis acuminatis et profundius bifidis , segmento extimo in margine inferiore spinoso-serrato, costulis primariis subtus minute spinuloso-scabridis, supra tantum ad basin spinoso- serratis.

Abita. Ho visto di questa specie una sola fronda rac- colta da R. Garcia il 27 febbraio 1903 ad Arayat, prov. Pam- panga in Luzon e portante il n. 63 nell’ Erb. del « Bureau of Forestry » di Manilla.

Descrizione. La fronda ha un lembo orbicolare por- tato da un picciolo spinoso sul margine sino proprio all’apice (non ho visto del picciolo che una piccolissima porzione api- cale); la ligula è semilunare e serrulato-spinosa sul contorno. I segmenti primari (corrispondenti al numero delle coste pri- marie) sono relativamente alle altre specie poco numerosi (ne ho contati 27), sono riuniti per la base o connati insieme in numero di 2-3, di guisa che ogni 2-3 segmenti vi è una di- visione profonda che giunge proprio sino alla sommità del picciolo ; i segmenti dei gruppi centrali misurano circa 85 cent, dalla sommità del picciolo all’ apice e sono uniti insieme per il tratto di 20-50 cent. ; alla base dalla parte libera sono larghi 3-4 cent., dritti ed appena ristretti verso l’apice dove terminano in punta ottusa, brevemente bidentata con denti triangolari divergenti ottusi; i segmenti laterali sono assai

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meno degli altri altamente connati alla base, sono poco più corti ed assai più stretti (larghi 15-20 mill.) e più gradata- mente attenuati in punta, la quale è bifida con denti acumi- nati: sono papiracei ma piuttosto rigidi, verdi sopra ambedue le faccie e glabri con la costola mediana robusta nella pagina inferiore e quivi scabrido-spinulosa specialmente nella parte basilare; nella pagina superiore le costole sono poco pro- minenti e solo proprio alla base sono come seghettate a causa di alcune piccole spine più o meno uncinate che su di esse si trovano ; i nervi secondari sono molto tenui e fitti ; le venule trasverse sono moltissimo evidenti, quasi orizzontali, sinuose, alquanto anastomosate e giungenti proprio sino ai margini, dove anzi sporgono leggermente, tanto da far apparir questi quasi oscuramente denticolati; il margine inferiore del segmento più esterno è realmente seghettato aculeato, spe- cialmente nella sua parte basilare.

Osservazioni. Sebbene la figura nell’ opera citata di Vidal corrisponda assai bene alla pianta da me adesso de- scritta, pure a scanso di equivoci io intendo che l’esemplare tipico della L. Vidalii debba esser considerato quello raccolto da R. Garcia ad Aryat e che io ho descritto. La figura ci- tata di Vidal è stata eseguita (secondo quanto ci fa sapere Vidal stesso a p. xlii della spiegazione delle tavole del suo Atlante) dietro una pianta crescente a Tarlac in Luzon ed in essa ben si distinguono le divisioni che giungono sino proprio all’apice del picciolo, carattere questo non comune nelle Livi- stona; i fiori ed i frutti che accompagnano la figura d’assieme evidentemente sono di una specie appartenente a questo genere.

Le 3 specie di Livistona di cui l’esistenza è bene accertata nelle Filippine si distinguono facilmente dai seguenti caratteri :

Piccioli spinosi ai margini; segmenti ottusi riuniti in grup- petti di 2-3, ogni gruppo diviso sino all’apice del picciolo.

L. Vidalii.

Piccioli inermi; parte centrale del lembo indiviso, segmenti acuminati, bifidi e con le divisioni non flaccide e ricadenti,

L. Merrillii.

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Piccioli inermi (almeno in alto); parte centrale del lembo indiviso; segmenti acuminatissimi divisi in 2 lunghissime ed acuminatissime code ricadenti. L. Whitfordii.

Calamus Linn.

Calamus mollis Blanco, FI. de Filip, ed. I, p. 264 et edit. Naves I, p. 329, tab. XCIX; Becc. in Perkins, Fragm. FI. Philipp. I, p. 46. C. usitatus (non Blanco) Vidal, FI. Fo- restal de Filip. Atlas, t. XCIII D.

Abita. È uno dei Calamus più comuni in Luzon, rac- colto da quasi tutti i viaggiatori, anche antichi, che hanno vi- sitato le vicinanze di Manilla. E specie variabilissima per dimensioni, spinescenza, grandezza, disposizione e numero dei segmenti delle fronde. Alla forma tipica appartengono gli esemplari di Cuming n. 1478 ; Vidal n. 1939 ; Warburg n. 12506 (Herb. Berol.) ; Loher n. 1367 e 1372 (Herb. Kew.); Merrill n. 1743 e 1642 di Antipolo, prov. Rizal (Luzon), e n. 1411 di Arayat prov. di Pampanga (Luzon); collectore di Ahern n. 389 pure di Antipolo (tutti dell’ Erb. di Manilla). Nome indigeno in lingua Tagala: « Ovay », « Oay », << Ouac ».

Calamus mollis var. major Becc.

Abita. Lamao River, Monte Mariveles, prov. di Bataan (Luzon), raccolto da H. N. Whitford (n. 80) in aprile 1904.

Descrizione. Pianta più robusta della tipica. Frutto vaginato di sino 3 cent, di diain. ; vagina densamente armata, specialmente alla bocca, di spine aciculari flessibili quasi fili- formi. Fronde lunghe sino im, 20, con picciolo armato sulle due faccie di spine aciculari sparse; segmenti distintamente gemini in basso, assai numerosi, strettamente lanceolati, for- temente spinulosi ai margini, sopra 3 nervi nella pagina su- periore e sulla costola mediana di sotto.

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Calamus Meyenianus Schauer in Nova Acta Acad. caes. nat. cur. v. XVI, suppl. I (1843), p. 425.

Abita. Presso il villaggio di San Matheo sul Monte Masiguic in Luzon (Meyen). Un esemplare identico a quello tipico di Meyen si trova nell’ Erbario di Parigi ed è stato raccolto a Panganiscin da Callery nel 1840. Apparentemente non è che una varietà a fusto non spinescente del C. mollis. Nome volgare in lingua Tagala « Bamban ». Si veda : Meyen, Reise, II, p. 233 e 269.

Calamus Blancoi Kunth, Enum. plant, v. Ili, p. 595. C. gracilis (non Roxb.) Bianco, FI. de Filip., ed. I, p. 267.

Abita. Anche questo non sembra che una varietà gra- cile del C. mollis. Vi riferisco gli esemplari dell’ Erbario del « Bureau of Agricolture » di Manilla, raccolti da W. M. Maule (n. 387) in aprile 1904, nella prov. di Zamboly in Luzon. Gli esemplari che si possono considerare per tipici sono quelli distribuiti da Cuming col n. 1225 della prov. Albay, Luzon, e che sono anche più gracili di quelli di Maule.

Calamus Cumingianus Becc. in Reports bot. surv. of In- dia, v. II, p. 210. Calamus sp. Vidal, Ph. Cuming, p. 18 et 154.

Abita. Questa specie è fondata sul n. 762 di Cuming (Herb. Kew.) che si dice raccolto nella prov. di Tayabas in Luzon. Non è stato ritrovato dai botanici moderni.

Calamus ornatus (Bl.) var. Philippinensis Becc. C. ma- ximus Bianco, FI. de Filip., ed. I, p. 266 (non Becc. in Perkins, Fragni. FI. Philipp, p. 45. Calanms sp. ( Limoran ) Blanco, 1. c., n. 267 ?

Abita. Ho identificato il C. maximus di Bianco come una semplice varietà geografica del C. ornatus Bl. dietro un esemplare di Loher (n. 1387 in Erb. Kew.) raccolto in Luzon

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centrale. Dal sig. Merrill in seguito ho ricevuto abbondante materiale di questo Calamus che mi ha servito sempre più a confermare la mia identificazione. Gli esemplari dell’ Erbario di Manilla sono stati raccolti da P. T. Barnes (n. 212) sul Lamao River, prov. di Bataan (Luzon), Jan. 1904, e pure sul Lamau River, Afonie Mariveles, da H. N. Whitford (n. 343 e 502).

Osservazioni. La varietà Philippinensis differisce dalle forme malesi del C. ornatus specialmente per le guaine armate di spine numerose e non molto grandi, spesso approssimate in assai fitte serie orizzontali. Il n. 212 di Barnes ha frutti più glo- bosi di quelli del n. 502 di Whitford, i quali sono similissimi a quelli di Sumatra, meno che hanno le squame bruno-giallastre contornate di scuro : sono lunghi 3-3 cent, e larghi 2. Il seme differisce un poco da quello delle forme malesi ed in esso, meglio che in quello di queste, si possono riconoscere i « 4 an- gulos confusos » dei quali parla Bianco, carattere che è stato la cagione principale della mia identificazione. Invero i seg- menti negli esemplari da me esaminati, e che appartengono a fronde della parte alta della pianta, non hanno i nervi ai lati della costa mediana spinulosi come li descrive Bianco, ma è probabile che questa particolarità si riscontri nelle fronde di pianta giovane, come accade nelle forme malesi di C. ornatus. Tanto Barnes, quanto Whitford indicano il nome Tagala di « Limoran » o « Limuran » per il C. ornatus v. Philippinensis. Blanco (1. c.) per sua parte menziona col solo nome indigeno di « Limoran » un Calamus con frutto edule e che dagli Autori della « Novissima Appendix » (p. 274) è riportato alla Zalacca edulis. Ma chi potrà mai con certezza identificare tutte le specie della « Flora de Pilipinas » del Padre Bianco e dei suoi colleghi commentatori?

Calamus Merrill» Becc. sp. n. C. maximus (non Bianco) Becc. in Perkins, Fragra. FI. Philipp. I, p. 45.

Abita. Bosoboso, prov. di Rizal in Luzon (Elmer D. Merrill, n. 1893, aprile 1903 ; esempi, con spadici cf). Il

34§

n. 1361 di Loher nell’ Erb. di Kew sembra il frutto di que- sta specie.

Osservazioni. In causa delle sue grandi dimensioni avevo da prima creduto di riconoscere negli esemplari sopra citati il C. viaximus Bianco, ma avendo in seguito creduto di poter meglio identificar questo con una varietà del C. or- natus di Blume ho dedicato la specie al sig. Elmer D. Mer- rill, il Botanico del « Bureau of Governement Laboratories » di Manilla, che con tanto zelo si è dedicato alla completa co- noscenza della Flora delle Isole Filippine.

Il C. Merrilliì è affinissimo al C. Zollingerii ed appartiene a quel piccolo gruppo di specie nel quale le spighette sono provviste di una parte pedicellare che s’ inserisce nel fondo della respettiva spata. Il fusto guainato ha un diametro di 6- 7 cent, ed è armato di un grandissimo numero di piccole spicule sparse o disposte in interrotte e brevi serie. Le fronde son grandissime e terminate da un robustissimo cirro orren- damente armato di semiverticilli di grossi ugnioli; i segmenti sono lanceolato-ensiformi molto simili a quelli del C. Zollingerii.

Calamus Moseleyanus Becc. in Records bot. surv. of In- dia, v. II, p. 21 1.

Abita. Raccolto in frutto da Moseley durante il viag- gio del Challenger a Melanipa, una piccola isola presso l’estrema punta S. O. di Mindanao. A questa medesima specie sembra appartenga l’ esemplare di un Calamus con spadici c? rac- colto a Sa?i Ramon nel distretto di Zamboanga in Mindanao dal sig. H. Hallier in febbraio 1904 (Herb, di Manilla).

Calamus spinifolius Becc. in Records bot. surv. of India, v. II, p. 202.

Abita. La specie venne fiondata sopra il numero 3954 di Vidal (in Herb. Kew. e Becc.) consistente in una sola fronda radicale. Venne poi ritrovato con fiori cT da Loher ad Ara- yat in Luzon (n. 1373 in Herb. Kew.); in questa medesima

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località è stato raccolto sterile da R. Garcia (n. 59 in Herb. Manill.). Esemplari in frutto sono stati raccolti da Mariano Ramos collettore del sig. Ahern (n. 1454) sul Lamao River nella prov. di Bataan (Luzon) in luglio 1904.

Garcia gli assegna il nome di « Curaclin » in dialetto Pam- pango e Ramos quello di « Yantuc » in dialetto Tagala. Bianco assegna il nome di « Yantoc » al suo Calamus usitatus che io ho riportato al Daemoìiorops Gaudichaudii Mart.

Calamus trispermus Becc. in Perkins, Fragni. FI. Phi- lipp. I, p. 46.

Abita. Antipolo, nella prov. di Rizal in Luzon (Mer- rill n. 1645 in Herb. Manill. e Berol.).

Calamus Manillensis (Mart.) H. Wendl. in Kerch., Les Palm., p. 237.

Abita. Manilla, Gaudichaud, viaggio della « Bonite », di- cembre 1836 (Herb. Delessert e di Parigi). Conosciuto sol- tanto per due spighe fruttifere. Non è stato sino a qui ritro- vato dai botanici moderni.

Calamus microsphaerion Becc. in Perkins, Fragm. FI. Philipp. I, p. 45.

Abita. Halsey harboìir nell’ Isola Culion (Merrill, n. 507, dicembre 1902).

Osservazioni. È subscandente, alto circa 3 metri, ma forse diventa scandente coll’età se si trova in condizioni più favorevoli, gli esemplari descritti essendo stati raccolti fra i cespugli in situazioni aperte ed asciutte. (Da nota di Merrill).

Calamus ramulosus Becc. in Perkins, Fragm. FI. Philipp. I, p. 46.

Abita. Gìiinayangan nella prov. di Tayabas in Luzon (Merrill n. 2070 in Herb. Manill. e Berol.).

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Caiani us Vidalianus Becc. in Records bot. surv. of India, v. II, p. 2i2. C. horrens (?) Vidal (non Bl.), Rev. de PI. vase. Filip, p. 280.

Abita. Ad Unisan nella prov. di Tayabas in Luzon (Vidal n. 933 in Herb. Kew.).

Calamus siphonospathus Mart. Hist. Nat. Palm. v. Ili, p. 342. C. inflaius Warb. (nomen tantum in Herb. Berol.); Becc. in Perkins, Fragni. FI. Philipp. I, p. 45.

Abita. E una specie estremamente polimorfa assai co- mune in Luzon. Di essa si possono distinguere diverse va- rietà, a quanto sembra però non nettamente delimitate. In generale ho trovato che gli esemplari provenienti da località disparate non erano mai perfettamente eguali fra di loro.

Osservazioni. La specie è stata fondata da Martius sopra un solo spadice maschio raccolto nel 1819 da Perrottet a Manilla e conservato nell’ Erbario Delessert a Ginevra. Es- sendo, come è stato detto, numerose le forme di questa specie, da questo solo spadice è difficile di stabilire quale di esse deve prendersi per tipo del C. sip/ionospaihus. Considerando però che l’esemplare di Perrottet è stato raccolto nelle vici- nanze di Manilla, e che esso ha le spate primarie spinulose, mi sembra che si possano ritenere come rappresentanti il tipo gli esemplari provenienti dalle provincie più prossime a Ma- nilla e che hanno questa particolarità. La forma tipica avrebbe le guaine delle fronde più o meno spinose ; le fronde con picciolo e prima porzione del rachide spinoso sopra ambedue lefaccie ; i segmenti angusti con 3 costole spinulose di sopra; le spate primarie aculeolate; le infiorazioni parziali molto ramose e densiflore ; il frutto con scaglie sopra 1 5 ortostiche. Alla forma tipica riporto quindi il n. 1891 (Herb, di Manilla) di Merrill, raccolto a Bosoboso, prov. di Rizal, ed altri pure di Merrill coi numeri 1641 e 1643 di Antipolo, prov. di Rizal. Il n. 1891 ha un tronco vaginato di 4 cent, di diam.; la vagina assai den- samente armata di spine deboli, flessibili, strettissime, sparse

35i

od anche più o meno seriate, assai numerose e lunghe sino 3 cent, alla bocca ; lo spadice fruttifero è inserito presso la bocca della vagina, è assai robusto ed è lungo circa un me- tro, eretto o leggermente nutante, porta 7-8 infiorazioni par- ziali ; la prima spata è molto compressa con spigoli assai acuti o quasi ancipite ; le spate superiori sono inflate ed assai den- samente aculeolate ; le infiorazioni parziali formano delle pan- nocchie ovato-tirsoidee densissime, le maggiori, le più basse, lunghe circa 15 cent. Frutto con squame sopra 15 ortosti- che. Fronde robuste con picciolo e prima porzione del ra- chide assai densamente armato di spine ineguali pallide, alcune assai lunghe; segmenti angustissimi con 3 costole spinuloso- setose di sopra.

Il n. 1641 di Merrill, con ovari in via di sviluppo, è simile al n. 1891, ma il picciolo e la prima porzione del rachide sono densamente armati di piccole spine subeguali ascendenti.

Esemplari di pianta adulta, ma non ancora fioriferi, con fusto vaginato di circa 2 cent, di diam. e che pure sembrano riferibili alla forma tipica, sono stati raccolti da R. Garcia (n. 58) ad Arayat, prov. Pampanga, il 3 marzo 1903 ; si in- dica per questi esemplari il nome volgare di « Palimanoc » in dialetto Pampango.

Ritengo pure riferibile al C. siphonospathus tipico un esem- plare di pianta molto giovane, raccolto da Van Wickle (n. 31) a Guinayangan , prov. Tayabas, 28 febbraio 1903, dove è vol- garmente chiamato « Talola » in lingua Tagala e che si dice impiegato per farne mobili (used in furniture). Il fusto vagi- nato è io mill, di diam., le guaine sono armate delle solite spine delicate flessibili che lasciano assai profonda impressione sulla superficie della guaina stessa; l’ocrea è assai sviluppata; le fronde non sono cirrifere, hanno un lungo picciolo subte- rete armato di spine lunghe pallide ; i segmenti nella parte più bassa del rachide sono inequidistanti ; nella pagina su- periore solo, la costa mediana è spinulosa, le coste laterali sono tenui e nude.

Ad una forma gracilissima di pianta giovane del siphono- spatluis tipico debbono forse appartenere alcuni esemplari di

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un Calamus non fruttifero, raccolto da R. Garcia (n. 60) ad Arayat, prov. Pampanga, il 27 febbraio 1903 ed indicato col nome tagalo di « Naay ». Il fusto vaginato è di soli 8-9 mill, di diam., le guaine sono quasi inermi, le fronde non sono distintamente cirrifere, ma fra mezzo ai due seg- menti terminali si trova un tenuissimo filamento lungo 1-3 cent.; il picciolo è piano di sopra, convesso di sotto, quasi inerme; i segmenti sono assai inequidistanti in basso, anzi quivi spesso gemini, con la sola costa mediana appena spinulosa e le la- terali tenui e nude.

Calamus siphonospathus Mart. var. sublevis Becc.

Abita. Monte Mariveles presso Manilla.

Osservazioni. La forma tipica di questa varietà è rap- presentata da un esemplare con spadici d raccolto da Mer- rill sul Monte Mariveles il 2 gennaio 1904 (Herb, di Manilla). Altezza della pianta 3-4 metri (Merrill). Fusto vaginato 2 cent, di diam. ; vagine inermi e solo con poche spicole molli laminari alla bocca; ligule lunghe 5-6 cent., nude, appena spinose ai margini. Fronde con picciolo breve, spinuloso ai margini del resto nudo, come la prima porzione del rachide; segmenti li- neari molto stretti, con 3 costole nude di sopra; spadici cf lunghi 60 cent., nutanti, con spate inflate del tutto inermi : le due inferiori non portano infiorazioni parziali; queste in numero di 7.

I fiori sono detti fragranti.

Altri esemplari dell’ Herb, di Manilla, di Lamao River pure del Monte Mariveles (numeri 308, 286, 1577), per la parte vegetativa rassomigliano moltissimo a quelli della pianta ma- schio precedentemente descritta, però il fusto vaginato (di 13- 18 cent, di diam.) è più o meno armato di spine deboli sparse elastiche ; anche l’ocrea, che è lunga sino io cent., è pure sparsamente armata di simili spine ; gli spadici sono nutanti, lunghi 60 cent, con 6 inf. parziali e con spate affatto inermi. Le fronde hanno il picciolo e la prima porzione del rachide poco spinosa od anche inerme ; i segmenti sono strettissimi

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con tre coste nude od appena spinulose di sopra. I frutti sono sorretti dal perianzio fruttifero pedicelliforme e nettamente ci- lindrico ed hanno le squame sopra 15 ortostiche.

Il n. 308 ha i piccioli e la prima porzione del rachide af- fatto inerme sopra ambedue le faccie; in alto, di sotto, il ra- chide è armato di assai robusti ugnioli solitari a larga base.

Calamus siphonospathus var. oligolepis (major) Becc.

Abita. Sampalor, prov. Tayabas in Luzon centrale (War- burg nell’Erb. di Berlino).

Osservazioni. Agli esemplari provenienti dalla località sopra indicata Warburg nell’ Erbario di Berlino aveva asse- gnato il nome specifico di C. inflatus : tali esemplari si di- stinguono da quelli che io considero per tipici per i frutti con squame sopra 12-13 ortostiche e per i segmenti relativa- mente larghi con 5 costole ben distinte nella pagina superiore, tutte setolose; le spate primarie sono aculeate; le infiorazioni parziali sono molto ramose e densiflore.

Alcuni esemplari con spadici maschi raccolti dajagornel 1861 e conservati nell’ Erb. di Berlino, sembrano appartenere a que- sta varietà avendo essi pure i segmenti relativamente larghi con 5 costole tutte setolose (Beccari, « Asiatic Palms, Lepido- caryeae », in Ann. Bot. Gard. Calcutta, v. XI, piate 215, non ancora edita).

Il n. 931 di Vidal nell’ Erb. di Kew con spadici ha pure segmenti simili all’esemplare di Jagor ed apparentemente ap- partiene alla medesima varietà.

Calamus siphonospathus var. oligolepis (minor) Becc.

Abita. In Luzon settentrionale a Malanu, raccolto da Warburg (Erb. di Berlino).

Osservazioni. E una forma più piccola delle var. oli- golepis major, con spadici ed infiorazioni parziali meno ra- mose e con minor numero di frutti, ma pure con squame so- pra 12 ortostiche; i segmenti sono assai piccoli con 3 sole

354

costole setose (Becc., « Asiatic Palms, Lepidocaryeae », in Ann. Bot. Garden Calc. v. XI, plate 217).

Calamus siphonospathus var. polylepis Becc.

Abita. 6”. Isidro, prov. Morong (Vidal n. 4068). L’esem- plare rappresentante questo numero è riprodotto nella mia Tav. 216 dell’opera sopra citata ma non ancora pubblicata.

Osservazioni. Spate primarie appena spinulose ; infio- razioni parziali densiflore e relativamente grandi; frutti con squame sopra 18 ortostiche; segmenti stretti con 3 costole spinoso-setolose di sopra.

Prospetto delle varietà del « Calamus siphonospathus ».

C. siphonospathus Mart, (typus). Caudicis vaginae spinis pallidis gracilibus armatae ; frondium petiolus et pars basilaris rachis utrinque spinosus; segmenta linearia angustissima co- stulis 3 supra spinulosis percursa ; spathae aculeolatae; inflore- scentiae partiales ramosissimae densiflorae ; fructus squamae in orthostichis 15 dispositae.

C. siphonospathus var. sublevis Becc. Caudicis vaginae parce spinosae vel inermes; frondium petiolus et pars basilaris rachis utrinque spinosus; segmenta linearia angustissima costulis 3 le- vibus vel parcissime spinulosis percursa; spathae omnino iner- mes; fructus squamae in orthostichis 15 dispositae.

C. siphonospathus var. oligolepis (major) Becc. Frondium

segmenta angustissime lanceolata costulis 5 supra setosis per- cursa ; spathae primariae aculeolatae ; fructus squamae in or- thostichis 12 dispositae.

C. siphonospathus var. oligolepis (minor) Becc. Minor, fron- dium segmenta parva costulis 3 setosis percursa; fructus squa- mae in orthostichis 12 dispositae.

C. siphonospathus var. polylepis Becc. Frondium segmenta linearia costulis 3 setoso-spinulosis supra percursa; spathae acu- leolatae; inflorescentiae partiales densiflorae; fructus squamae in orthostichis 18 dispositae.

355

Calamus microcarpus Becc. in Records bot. surv. of India,

v. II.

Abita. Luzon, nella provincia di Camarinas sur (Vidal n. 3952 in Herb. Becc. e Kew.).

Osservazioni. Molto affine al C. siphojiospathus, di cui potrebbe forse esser considerato come una varietà.

Calamus dimorphacanthus Becc. in Records bot. surv. of India, v. II.

Abita. La specie venne fondata sopra il n. 3956 di Vidal (in Herb. Becc. e Kew.), che è rappresentato solo da esemplari sterili raccolti ad Igbaras nella Prov. di Ilo-Ilo nel- 1’ Isola Panay. A questa specie ho riferito gli esemplari di Loher n. 1370 e 1371 dell’ Erb. di Kew, ed alla medesima appartengono quelli dell’Erbario di Manilla raccolti da A. D. E. Elmer (n. 6238) sul Monte Santo Tomas, prov. di Ben- quet, Luzon. E specie affinissima al C. siphonospathus.

Calamus discolor Mart. Hist. nat. Palm. Ill, p. 341. Ca- lamus? Lindenii Rodigas, Illustr. Hort., 1883, v. XXX, p. 157, tab. CCCCLXXXIX.

Abita. Nell’ Erbario di Kew si trovano due fronde, evi- dentemente riferibili a questa specie, con la sola indicazione: « Philippines, ex Herb. Veitch ».

Daemonorops Blume.

Daemonorops Gaudichaudii Mart. Hist. nat. Palmarum, v. Ili, p. 331. Becc. in Perkins, Fragni. FI. Philipp. I, p. 47. D. fuscus Mart. Hist. nat. Palm. v. Ili, p. 331. Calamus usitatus Bianco, FI. de Filip., ed. I, p. 265.

Abita. Sembra assai frequente in Luzon. Ho visto esemplari raccolti a Manilla da Gaudichaud in novembre 1836

356

(Herb. Paris.) ed inoltre delle seguenti località : Unisan, prov. Tayabas (Vidal n. 932 in Herb. Kew. e n. 4063 in Herb. Becc.) ed a Cardona, distretto di Moron (Vidal n. 1941 in Herb. Kew.); Antipolo, prov. di Rizal (Merrill n. 1641); Dinalupinan, prov. di Bootan (Merrill n. 1699); Sampalos (Warb. n. 367 in Herb. Berol.) ; Lamao River, M. Mariveles (Whitford n. 289 in Herb. Manill.). Bianco assegna i nomi volgari di « Yantoc » e di « Oayi » al suo Calamus usitatus. Adesso io trovo che secondo i moderni collettori il nome di « Yantoc » sarebbe assegnato al C. spinifolius ed il nome di « Oay », « Ovay » od « Ouac » al C. mollis.

Osservazioni. L’esemplare n. 1669 di Merrill nell’Erb. di Manilla porta uno spadice cf al quale son caduti tutte le spate ed i fiori ; esso è lungo 45 cent., angustissimo con la parte assile cilindracea filiforme e con una parte peduncolare armata di spicule come negli spadici feminei ; porta 6 infio- razioni parziali angustissime cupressifortni erette ed appresse all’asse, con diramazioni (assi delle spighette) sottilissime por- tanti i fiori in intaccature volte da un sol lato ; spatelle minutis- sime, bratteiformi ; involucro piccolissimo subcupulare. I seg- menti in questo esemplare sono lunghi sino 35 cent, e larghi 12 mill., con tre coste setoso-spinulose ; la costa mediana assai acuta, le laterali tenui ; di sotto la costa mediana sol- tanto fittamente setoloso-spinulosa.

Il n. 289 di Whitford (Erb. di Manilla) del M. Mariveles con spadici portanti frutti immaturi, ha un fusto vaginato di 2 cent, di diam. ; le vagine sono rubiginoso-forforacee, ar- mate di lunghe spine laminari elastiche, patenti, sparse, soli- tarie o più o meno approssimate e subseriate; alla bocca le spine sono numerose erette e lunghe 6-7 cent, e rammentano molto quelle del D. hystrix. Le fronde hanno un picciolo lungo 30 cent., assai fortemente spinoso e biconvesso sin dalla base; segmenti esattamente come nel n. 1669.

Daemonorops ochrolepis Becc. in Perkins, Fragni. FI. Philipp. I, p. 47.

357

Abita. Luzon centrale, Loher n. 1365 (Erb. di Kew). A Guinayangan, prov. Tayabas, Luzon (Merrill n. 2069 in Erb. di Manilla e di Berlino).

Daemonorops virescens Becc. in Perkins, Fragm. FI. Philipp. I, p. 47.

Abita. San Antonio Bay nell’ Isola Paragua a circa 600 metri sul livello del mare (Merrill n. 868, febbraio 1903, in Erb. di Manilla e di Berlino).

Metroxylon Rottb.

Metroxylon Rumphii Mart. Hist. nat. Palm. v. Ili, p. 213 et 313, t. 102 et 159.

Abita. La sommità di una fronda apparentemente di questa specie è stata raccolta a Zamboanga in Mindanao da C. P. Ahern (n. 652 in Herb. Manill.).

Moseley nel « Report » del Viaggio del Challenger, parte bo- tanica, v. I, p. 307, narra di aver trovato sulla spiaggia di Ma- lanipa, piccola isola poco discosta da Zambonga, una giovane pianta germogliante di un Sagas, trasportata dalle acque al di sopra del livello ordinario della linea battuta dal mare ed ivi stabilmente radicata.

Nipa Wurmb.

Nipa fruticans Wurmb in Verh. Bot. Genootsch., I, p. 349. N. litoralis Bianco, FI. de Filip., ed. I, p. 662.

Abita. Vidal (FI. Forestal, Atlas, p. xlii) per località della Nipa indica Bulacan (vicinanze di Manilla). Nella « No- vissima Appendix » si dice che è comunissima nella prov. di Capiz nell’ Isola Panay.

35S -

Fra le specie di Palme comunemente coltivate nelle Filip- pine debbono rammentarsi il Cocos nucifera, l’ Areca Catechu e secondo Vidal Sinopsis de Familias etc. », p. 263) anche l’ Actinorhytis Calapparia.

Enumerazione delle Palme che crescono nelle Isole Filippine o che vi sono largamente

COLTIVATE.

ARECEAE.

Areca Catechu L. Coltivata.

Pinanga speciosa Becc.

P. Copelandi Becc.

P. Barncsii Becc.

P. Elmerii Becc.

P. Philippine nsis Becc.

P. maculata Porte.

Actinorhytis Calapparia Wend. et Dr. Coltivata. Ptychoraphis Philippinensis Becc.

Heterospatha elata Scheff.

Wallichia oblongifolia Griff. ?

Arenga saccharifcra La Bill.

A. Mindorensis Becc.

Caryota Rumphiana Mart.

C. Cumingii Loddig.

C. Mcrrillii Becc.

C. majestica Linden.

Orania Philippinensis Scheff.

0. Paraguanensis Becc.

CORYPHEAE.

Corypha sp. C. umbraculifera (non Linn. ?) Bianco. Licitala spinosa Wurmb.

Livistona Merrillii Becc.

L. Whitf ordii Becc.

L. Vidalii Becc.

359

LEPIDOCARYEAE.

Calamus mollis Blanco.

C. mollis var. major Becc.

C. Meyenianus Schauer.

C. Blancoi Kunth.

C. Cumingianus Becc.

C. orfiatus (Bl.) var. Philippinensis Becc.

C. Merrillii Becc.

C. Moseleyamis Becc.

C. spinifolius Becc.

C. trispermus Becc.

C. Manillensis (Mart.) H. Wendl.

C. microsphaerion Becc.

C. raimilosus Becc.

C. Vidalianus Becc.

C. siphonospatlms Mart.

C. siphojiospatlms var. sublevis Becc.

C. siphonospatlms var. oligolcpis (major) Becc. C. siphonospatlms var. oligolcpis (minor) Becc. C. siphonospatlms var. polylepis Becc.

C. microcarpus Becc.

C. dimorphacanthus Becc.

C. discolor Mart.

Daemonorops Gaudichaudii Mart.

D. ochrolepis Becc.

D. virescens Becc.

Mctroxylon Rump ini Mart.

COCOINEAE.

Cocos nucifera L. Coltivata.

NIPEAE.

Nipa fruticans Thunb.

Pandanus

NUOVE SPECIE DESCRITTE

DA

UGOLINO MARTELLI

Pubblicai pochi mesi or sono nel « Bullettino della Società botanica italiana», 1904, p. 278: Specie nuove di Pandemi asiatici. Dopo quell’epoca, per meglio preparare la monografia ed iconografia di tutto il genere, ho visitato le collezioni im- portantissime di Parigi, di Kew e del British Museum. Là, in grazia della più squisita cortesia e premura dei rispettivi Direttori, che tutto misero a mia disposizione, potei a mio agio osservare esemplari importantissimi, riconoscere non poche novità e mettere assieme un ricco bottino di notizie. Esprimo quindi a quei signori la mia più alta gratitudine.

Contemporaneamente pure per la gentilezza di vari Diret- tori di Orti botanici coloniali e di privati residenti nell’Africa, nell’Asia e nelle Isole oceaniche mi giunsero, e tuttora giun- gono, bellissimi esemplari di varie specie di Pandanus, non poche tutt’ora indescritte, di talune delle quali credo oppor- tuno pubblicare le diagnosi.

Sectio KEURA.

Pandanus Balfourii n. sp.

P. odoratissimus Balf. (non Lin.) in Baker, FI. Maurit. et Seych. p. 491.

Arbor parva, ramosa. Folia coriacea 1 m. longa, 3-4 cent, lata, sensim longe attenuato-acuminata, ima basi inermi ro- tundata et vix sensim dilatata, plicato et profunde canalicu-

24

362

lata plicis lateralibus omnino inermibus, subtus obscure mi- nutissime nervoso-striata; costa media paullo supra basin, brevi tractu, crebriuscule spinis brevibus, parvis, albescentibus, in sicco nigricantibus reduncis, caeterum sursum vergentibus, armata; marginibus spinis (in sicco) nigricantibus crebrerrimis aduncis. Pedunculus 20 cent, longus, erectus vel nutans, digiti crassitiae, spathis foliaceis indutus. Syncarpum solitarium par- vum, 12-18 cent, long., 8-12 cent. diam. ellipticum vel ovatum, subtrigonum e pluribus drupis composituin. Drupae parvae, 3-5 cent, longae, 2-2 ‘/2 cent, latae, subregulariter prismatico- cuneatae, pentaexagonae, apice truncatae, 5-9-loculares; locu- lorum apiculis brevissimis, parvis vix prominulis sulcis intersti- tialibus angustis superficialibus separatis ; stigmatibus parvis obliquis vel subverticalibus hippocrepiformibus superatis. En- docarpum osseum in medio drupae collocatimi, 17-20 mill, latum, supra et infra irregular iter dentatimi; cavernae superse- minales parvae, fibroso-medullosae; pars infraseminalis fibrosa.

Hab. Isole Seychelles (Horne, in Herb. Kew.). Ne ho pure recentemente ricevuti dei bei campioni dal sig. Dupont, Di- rettore della Stazione botanica in Mahé (Isole Seychelles).

Osservazione. Dal chiarissimo sig. F. B. Balfour questa spe- cie non fu tenuta distinta dal P. odoratissimus Lin. (P. tectorhis Sol.) ; sebbene affine, a me sembra il P. Balfow-ii differente da tutte le forme asiatiche ed africane del P. tectorius. Nelle Isole Mauritius e Rodriguez, da dove possiedo un ricco materiale in fatto di Paìidcinus, non è a mia cognizione che il P. Balfourii vi cresca; invece ivi si trova una forma del vero P. tectorius.

Pandanus Christmatensis n. sp.

Spathae elongatae late lineari-lanceolatae, apice sensim at- tenuatae et acuminato-subulatae, subnaviculares, dorso acute carinatae, crebre et conspicue longitudinaliter nervoso-striatae ; maririnibus et carina minutissime et crebrerrime denticulato- serrulatis. Ramuli staminiferi 2 cent, longi, fastigiati, cupres-

363

siformes, filamentis 2-3 mill, longis, antheris erectis, sagit- tato-lanceolatis, apice longe acuminato-subulatis, 6 cent, longis, loculis basi breviter sejunctis. Drupae

Hab. Christmas Island nell’Oceano Indiano (Andrews in Herb. British Museum).

Osservazione. Il modo di aggruppamento degli stami mi fa ascrivere questa specie alla sezione Keura. Le spighette maschili differiscono da tutte quelle che io conosco, ciò che mi fa ritenere la specie sinora indescritta, la quale però deve avvicinarsi al comune Pandanus tectonics Sol. Forse è questa la specie a cui accenna il sig. Hemsley, Report on a Botanic Collection from Christmas Island, « Journ. Linn. Soc. », 1889, P- 359-

Sectio HOMBRONIA.

Pandanus compressus n. sp.

Drupae 8-9 cent, longae, 7 cent, latae, 4 cent, crassae, com- pressae, inaequaliter bipyramidatae, sive in tertiam superiorem partem acute exagonam attenuato-pyramidatae et in apicem 17 mill, longum, plano-truncatum desinentes, basi attenuatae 2 ‘/2 cent, circiter latae ibique similiter acutae exagonae, facie- bus subplanis quarum duabus majoribus oppositis. Stigmata tria (semper ?), erecta, ovata, auriculaeformia, in areolae ter- minalis margine anteriore uniseriata.

Hab. Isole Salomone (Guppy in Herb. Kew.).

Pandanus forceps n. sp.

Drupae pentagonae, prismatico-cuneiformes, ex apice leviter convexo basi regulariter attenuatae, 3 cent, longae, 12-14 mill, latae, parte libera brevissima; styli duo vel tres, approximati, depresso-sternati, majusculi, nitentes, irregulariter anguiosi, su- pra plani, forcipato-oppositi, margine anteriore irregulariter den- tato-lobato, superficie stigmatica crateriformi intrusa. Caverna

364

superseminalis interdum duplex, subrotunda, semivacua, fibris paucis percursa, 8-10 mill, longa; endocarpum lignosum mo- dice spissum, centrale, mono vel biloculare, 12 mill, longum, basi cuneatum, apice truncatum vel in columnam latam usque ad apicem drupae protractum.

Hab. Hong-Kong (in Herb. British Mus.).

Osservazione. Di questa specie ho veduto solo alcune drupe che erano frammiste a quelle deH’esemplare tipico di Pan- danus urophyllus Hance, da questo inviato al British Museum.

Sectio CORONATI.

Pandanus Whitmeeanus n. sp.

Drupae 7 cent, longae, fere 3 ‘/2 cent, latae, 2 cent, crassae, plus minusve compressae, oblongae, basi sensim at- tenuatae, acute exagonae, apice explanatae. Stigmata plurima (6-8) circum et infra marginem areolae terminalis lateraliter radiatim disposita, sessilia, plana, elliptica, 5 mill, longa, 2 miil. lata. Pars mesocarpica superseminalis piena medulloso-fibrosa, 3 cent, lata, 2 '/, cent, longa; endocarpum lapideum subcen- trale totam latitudinem drupae tenens.

Hab. Probabilmente nell’ Isola di Samoa presso la costa, ove lo raccolse il Rev. Whitmee nel febbraio 1878 (in Herb. Kew.). L’ esemplare di Kew non porta l’ indicazione precisa della lo- calità, però è da ritenersi che provenga da Samoa, poiché il Rev. Whitmee dal 1876 al 1878 raccolse ed inviò a Kew piante da quell’isola.

Nome indigeno : Paoga.

Osservazione. La struttura della drupa sembrerebbe quella di una Hombronia, gli stimmi invece sono quelli di una Vin- sonìa; la posizione di questi però è così diversa da quella delle vere Vinsonia che io sono indotto a proporre per il P. J Vith- meeanus una nuova sezione che potrebbe chiamarsi dei Co- ronata.

365

Senio VINSONIA.

Pandanus spathulatus n. sp.

Drupae magnae, 6 '/2 cent, longae, 4-5 cent, latae, 2 3 cent, crassae, valde compressae, e vertice latissimo roton- dato late spathulatae, irregulariter subacute pentagonae, areola terminali plana 1-2 cent, longa, angusta, rhomboidea termi- natae, faciebus subplanis, inaequalibus. Stigmata 2-3, unise- riata, sessilia, plana, cordata vel reniformia, magna, circiter 5 mill. diam. Endocarpum lapideum, magnum, transverse me- dianum, in sectione longitudinali 10-18 mill, spissum, supra et infra lobato-dentatum , mesocarpo magno medulloso-lìbroso utrinque cinctum.

Hab. Isola Bourbon, oggi Reunion (in Herb. Kew.); Mau- ritius (Bouton, n. E 4420 in Herb. Paris.).

Sectio SUSSEA.

Pandanus calicarpus n. sp.

Drupae crasse ventricoso-fusiformes, 3 1/2 - 4 cent, longae, 2 cent, latae, nitidae, subpentagonae, longitudinaliter profunde sulcatae et acute costatae, basi sensim longiuscule cuneatae, superne pyramidatae et in superficiem stigmatosam planam crispam 5-6 mill, latam rostratim attenuatae; stigmatibus nume- rosis confertis planis 2 1/2 mill, latis reniformibus. Endocarpum osseum in medio drupae, 1 iJ2 cent, longum, subcuneatum, in facie superiore et inferiore truncatum, ibique denticulatum ; parte superseminali spongioso-fibrosa, infraseminali fibrosa.

Hab. Patria ignota "(in Herb. Petropol. et Monac. sub no- mine P. angustifolio Hort.).

Osservazione. Le drupe rassomigliano alquanto a quelle di P. Vandermeeschii Balf.

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Sectio LOPHOSTIGMA.

Pandanus flabellistigma n. sp.

P. Ceramicus Kurz (non alior.), Revis. ind. Screwp. in Journ. of Bot. 1867, p. 104.

Folia, in sicco, membranacea, textura tenuis, 70 cent, longa, 7 cent, lata, latissime linearia, apice abrupte breviterque acu- minato-apiculata, basi sensim angustato-attenuata, ibiquebreviter ac late canaliculata, caeterum plana, utrinque longitudinaliter acute et remote nervoso-striata ; venulis transversis inconspicuis ; plicis lateralibus indistinctis, apicem versus convergentibus, in pagina superiore prope apicem interdum spinuliferis; margi- nibus remotiuscule et rnodice spinoso-serratis; costa media acuta, subtili, prominenti, basi spinis reduncis, paullo infra apicem ascendentibus, armata, caeterum inermi. Syncarpum elongatum, ellipticum, trigonum, 30-45 cent, longum (Kurz). Drupae 2 1/3 cent, longae, 7 mill, latae, ex apice lato con- vexiusculo basi anguste elongato-cuneatae, penta-exagonae, parte libera brevi exagona, areola plana terminatae. Stylus excentricus, adpressus, parvus, nitidus, depressus, abrupte ad- scendens, extus planus, subdigitatim flabellatus. Caverna super- seminalis brevis, parva, medullosa 3 mill, alta; endocarpum osseum obcuneatum 15 mill, longum, apice exacte truncatum.

Hab. Coltivato nell’ Orto botanico di Buitenzorg (Kurz in Herb. Calcut.).

Sectio RYKIA.

Pandanus furcatus Roxb. var. heterostigma n. v.

Arboreus. Folia coriacea ultra bimetralia, io cent, lata, apice sensim attenuata et apiculo longiusculo caudiformi triquetro terminata, utrinque viridia, minute transverse venosa et tessel- lata, subtus pallidiora, plicis lateralibus omnino inermibus, ad basin late plicato-canaliculata ; marginibus spinis aduncis, va-

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lidis, compressis, approximate armatis; dorso in parte basilari rotundato, dein acute carinato et horride spinis reduncis ro- bustis, in parte apicali parvis et sursum-versis armato. Race- mus magnus, polycephalus, 60-70 cent, longus; pedunculo va- lido trigono; spatbis chartaceis magnis longitudinali ter crebre et acute venoso-striatis, lanceolato-acuminatis, basi late con- cavo-amplectentibus, in apicem elongatum sensim acuminatum, foliaceum abeuntibus. Syncarpa conferta, numerosa (7-10), ovata vel oblonga, 12-15 cent, longa, 9-19 cent, lata, obtuse tri- gona. Drupae arete confertae, elongato-prismaticae, penta- exagonae, basi vix attenuatae, 2 x/2 cent, longae, 7-8 mill, latae ; pileo brevissimo subfacile secedente, depresse penta- exagono, cupulari, in stylum adsurgentem spiniformem, ma- jusculum, nitidum, subulatum vel furcatum abrupte terminato; superficie stigmatica elongata, lineari-lanceolata, sursum ver- genti. Endocarpum spisse osseum 1 x/2 cent, longum, parte conico-cuspidata, in medio cavitatis superseminalis medulloso- fibrosae erecta, terminatum.

Hab. Sumatra, nelle foreste del distretto di Rauan, Re- sidenza di Palembang, donde mi fu favorito dal Governatore sig. J. A. van Rijn van Alkemade. Ne ho pure esemplari bellis- simi inviatimi dall’ Orto botanico di Buitenzorg, ove è coltivato.

Nomi indigeni sumatrani: Ladangan, Bengkuang gadjah.

Osservazione. Dagli esemplari che ho veduto mi sono formato l’opinione che il P. furcatus è specie polimorfa e che P. Lais Kurz e pseudo tais Warb. non sono altro che sue varietà. Per questa ragione anche la bellissima forma sopra descritta la considero come una terza varietà del P. furcatus, sebbene quando si ammettessero come specie il P. Lais ed il P. pseudolais essa pure meriterebbe di essere elevata ad un grado eguale.

Pandanus sumatranus n. sp.

Folia superiora tenuiter coriacea, 80 cent, longa, fere 6 cent, lata, apice sensim attenuato-acuminata, plicis lateralibus tenuibus

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nudis, ad basin late canaliculata, utrinque viridia et obscure minute striato-venosa, venulis transversis 0 ; marginibus cre- bre spinis nigris brevibus armatis; costa media subtus prope basin inermi rotundata, dein tenui, acuta, spinis reduncis, in parte apicali ascendentibus, armata. Racemus fructiferus po- lycephalus, validus, circiter 40 cent, longus, parte pedunculari recurva, obsolete trigona, 30 cent, longa suffultus. Syncarpa 12-14 conferta, parva, 7-8 cent, longa, 4 cent, lata, oblonga, obtuse trigona, spathis laceris marcescentibus elongatis plus minusve obtecta. Drupae oblongo-elongatae, subcylindraceae vel obscure penta-exagonae, 14 mill, longae, 5-6 mill, latae, apice rotundatae, basi paullo attenuatae; pileo 6 mill, longo, fere libero, pyramidato, acute penta-exagono, vertice planiu- sculo-subrotundato in stylum angustum, 1 mill, latum, niti- dum, spiniforme, externe planum, saepissime furcatum, 3 mill, longum, sursum abruptissime curvatum, continuato ; superficie stigmatica sursum vergenti per totani superiorem styli superfi- ciem extensa; caverna superseminalis parva 2 mill, alta, hae- misphaerica; mesocarpum spissum, osseum, 9 mill, longum, oblongvim, apice truncatum.

Hab. Sumatra occidentale nelle montagne dei Bataks, Re- sidenza di Medan, nelle foreste fra Bandar Bahroc e la som- mità del Monte Sibajak fra 150 e 600 metri ove venne sco- perto nel 1904 dal sig. Vriens, che gentilmente mi trasmise un completo esemplare in frutto.

Pandanus furcatellus n. sp.

Folia superiora 1,80-2 met. longa, spisse chartacea, basi longe parum attenuata, plicato-canaliculata, dein subplana, 4 et ul- tra cent, lata, apice longiuscule acuminata, utrinque subcon- coloria et longitudinaliter crebreque nervoso-striata et prae- cipue in paginae superioris parte apicali minute transverse venulosa et tessellata; plicis lateralibus levibus; marginibus spinis parvis pallidis remote serrulatis; costa media in parte basilari subtus obtusa et spinis reduncis armata, dein acuta,

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remotissime spinulosa. Syncarpum solitarium, erectum, ter- minale, globoso-cylindraceum, spathis foliaceis abbreviatis (in- ferioribus 30-40 cent, longis) obtectum, pedunculo 25 cent, longo subtenui, trigono, clavato, suffultum. Drupae ex apice rotundato clavato-oblongae, 3 cent, longae, 9-1 1 mill, latae, penta-exagonae; pileo subsecedenti, cupulari-pyramidato, pen- ta-exagono, in stylum brevem, latiusculum, nitidum, bidentato- furcatum, 3-5 mill, longum, externe planum, sursum cur- vatum, abrupte continuato ; superficie stigmatica per totani superiorem styli superficiem extensa ; caverna superseminalis 1 cent, alta medullosa ; endocarpum 1 '/2 cent, longum, te- nue, osseum, undique crassitiae aequabili, basi attenuatimi, in parte superiore truncatum, ibique et in medio processu co- lumnari elongato tenui subulato abrupte terminatimi.

Hab. Kien-khé, Tonkino meridionale, nella valle del fiume Dòng Hàin (Bon, n. 2399, 2400 in Herb. Paris.).

Nome indigeno: Giua-dai o Ananassa fatua.

Osservazione. E affine al Pandanus furcatus Roxb. dal quale però la forma dell’ endocarpo lo fa subito distinguere.

Sectio ACROSTIGMA

Pandanus Thvvaitesii n. sp.

Folia superiora rigida chartacea 3 cent, lata, ultra bime- tralia, supra usque ad medium plicato-canaliculata, dein sub- plana, apicem versus longe attenuato-acuminata, plicis latera- libus, in parte apicali, acutis et tractu circiter 30 cent, longo crebre spinulosis, supra viridia nitentia, venulis transversis numerosissimis brevissimis, distinctissimis, prominulis notata, subtus glaucescentia minus distincte transverse venulosa et minutissime longitudinaliter striato-nervosa ; marginibus spinis pallidis tenuibus armatis; costa media subtus acuta, usque ultra medium spinis reduncis remotiusculis armata. Inflore- scentia cf composita, elongata; spathis chartaceis lanceolato-

370

acuniinatis, navicularibus, inferioribus 30 cent, longis, 6 cent, latis, crebre longituclinaliter striatis, marginibus et carina dor- sali in parte apicali minute spinuloso-serratis ; spicis solitariis cylindraceis elongatis 9-12 cent, longis, sessilibus; staminibus confertis subsessiliter ad columnam centralem carnosam affixis, filiformibus, ultra 1 cent, longis, loculis basi rotundatis, apice acutissime submucronatis. Inflorescentia Q spicata. Syncarpum maturimi 13 cent, longum, 10 cent, diam., oblongo-rotunda- tum. Drupae confer tae, numerosae, connatae, elongatae, an- gustae, 4 cent, longae, 6-7 mill, latae, prismatico-penta-exa- gonae, basi parum attenuatae, in parte libera (1 cent, longa) acute penta-exagono-pyramidatae ; stylo spinescenti subulato, nitido, adunco; superficie stigmatica lineari, fere 5 mill, longa, deorsum vergenti; caverna superseminalis dimidiam drupae superiorem partem tenens, vacua; endocarpum tenue subli- gnosum, fere 8 mill, longum, apice septo transversali plano a caverna superseminali separatum ; cavitate ovarica oblonga basi attenuata.

Hab. Ceylon, Thwaites C. P. n. 3746, sub P. Immiti Rumph. (in Herb. De Candolle, Boissier, Paris., Kew., Calcut.).

Osservazione. Non ha nulla che fare con il P. humitis Rumph. È affine al P. foctidus Roxb. col quale ha molta so- miglianza, ne è però ben distinto.

Pandanus nanus n. sp.

Brevipes ; truncus nudus 35-45 cent, altus. Folia bimetralia, tenuiter coriacea, rigida, in apicem acutissimum, trigonum, subulatum sensim attenuata, supra nitida, utrinque viridia et minute superficialiter nervoso-striata ac obsolete transverse venulosa; basi attenuata, ibique supra profunde canaliculata, subtus acutissime carinata; plicis lateralibus extremo apice pro- minentibus et minute spinulosis ; marginibus spinis aduncis, pallidis, in parte basilari patentibus, crebre valideque ser- ratis; costa media subtus acutissima valde prominenti, subla- minari, fere usque ad medium crebre spinis validis, reduncis,

371

caeterum spinis numerosis ac minutis sursum versis, armata. Pedunculus elongatus, 40 cent, longus, digiti minoris crassi- tiae, trigonus, apice sensim incrassatus, spathis deciduis. Syn- carpum solitarium, terminale, magnum, globosum, 22-25 cent, longum, 15 cent. diam. Drupae numerosissimae, elongato- lineares, 4 cent, longae, 5 mill, latae (non rite maturae) in sicco acute penta-exagonae; pileo indistincto, in parte libera circiter 1 cent, longo, anguste penta-exagono, pyramidato, mi- nute et obscure tuberculato, in stylum longum pyramidatum, subulatum, spiniforme, aduncum vel curvato-adscendentem at- tenuato; superficie stigmatica deorsum vergenti, lineari in tota styli longitudine nidulanti.

Hab. Penisola Malese a Larut, Perak, nelle dense foreste sino a 300 in- di altezza. (Collettore di Sir G. King, n. 4080 in Herb. Calcut.).

Osservazione. Le dimensioni del fusto e del sincarpio sono indicate nell’etichetta dell’erbario di Calcutta ove pure è detto che le foglie sono di colore verde scuro e che il frutto quando fu raccolto era di colore verde chiaro ma che probabil- mente alla maturità deve essere giallo-rossastro.

OMBRELLIFERE D’EUROPA

INDICE ALFABETICO.

N. B. Le voci in carattere corsivo indicano i sinonimi ; quelle in carattere tondo i generi e le specie ammesse; quelle spazieg- giate, se di carattere tondo le sezioni, se di corsivo le varietà rispettivamente riportate in sinonimia oppure ammesse; i numeri in grassetto si riferiscono alle pagine in cui sono descritti i sin- goli generi.

Acanthopanax , ioo. Actinanthus, 143. Actinolema, 127.

Actinoteae, 101.

Actinotus, 91.

Aegomarathrum, 153. Aegopodium, 172.

Aegopodium, 179.

Aegopodium Podagraria L., 179. Aethusa, no, 221, 225, 226.

agrestis Rouy Cam., 226.

cynapioides Marsch.-Bieb., 226.

cynapioides Nym., 226.

Cynapium L., 226.

Cynapium Reich, f., 226.

elata Friedl., 226.

pygmaea Lge., 226.

segetalis Boenn., 226.

segetalis Nym., 226. Ainsworthia, 247.

Ainszvorthia byzanthina Aznav.,

247.

Alangium, 94.

Alepidea capensis Lar., 127. Alschingera, 109, 156, 157.

verticillata De Vis., 157. Amtni, 105, 172.

Animi, 175.

Annui crinitum Guss., 175.

majus L., 175

pumilum DC., 175.

Visnaga Lam., 175.

Amminae novemjugatae , 249 Anethum, 108, 221, 225.

graveolens L., 225.

Angelica, no, 197, 214, 217, 219,

220, 228, 258.

Archangelica L., 220

Benthamiana Phil., 219

brachyradia Freyn., 112

ebuli/olia Lap., 218

elata Vel., 218.

heterocarpa Lloyd, 219

laevis Gay, 218.

major Lag , 219.

montana Schleich., 218

pachycarpa Lge., 218.

pachyptera Avé-Lall., 218.

pachyptera Nym., 218.

Pancicii Freyn., 112

pyrenaea Spreng., 219.

Razoulii Gou., 218.

Reuteri Boiss., 219.

saliva Bess., 220.

374

Angelica scabra Pet., 219.

silvestris L., 218.

Angelicitiae, 195.

A11gelicoid.es , 114.

Angelium, 114, 233.

Anidreae, 103, no, 272.

Anidrum, 92, no, 113, 272.

radians, 273.

flosculosum, 273. Anisotaenia, 238.

Anisum, 109, 156, 161, 162.

creticum, 162.

vulgare Gaertn., 162. Anthriscus, no, 249, 250.

alpestris Wimm. Grab., 250.

Cerefolium Hoffm., 251.

fumarioides Spr., 251.

gytnnocarpa Paol., 251.

neglecta Boiss. Reut., 251.

neglecta Lge., 251.

nemorosa Spr., 252.

nemorosa Paol., 251.

nodosa Pers., 252.

Scandìx Hai., 251.

sicula DC., 251.

silvestris Hoffm., 250.

tenerrima Boiss. Sprun., 251.

trichosperma Schult., 251.

vulgaris Pers., 251.

Apieae, 104, 155.

Apinella, 109, 113, 144, 147, 148.

dioica, 145, 146.

glauca Car., 146, 147.

Dufourii, 146.

frigida Hai., 147.

Guicciardii Hai., 147.

Hennigii, 145.

hispida, 145;

Hoffmannii, 145.

Kitaibelii, 145.

Apinelleae, 104, 109, 144. Apioideae, 95, 132 Apiopetalum, 91, 99.

Apium, 109, 157, 161, 162, 172, 180, 209, 275, 277.

Apium Ammi-majus Crantz, 175.

ammoides, 174.

Amomum Car., 174.

anisoides Car., 179.

Bicknellii, 178.

Carvi Crantz, 175.

catalaunicum, 177.

chrysanthum, 177.

crassipes Reich, f., 173.

crassipes Paol., 173

crinitum Car., 175

dichotomum, 179

elatum, 173.

flexuosum Car., 176

gracile, 177

graveolens L., 173.

Gussonei, 178.

Heldreichii,- 176.

inundatum Reich, f., 173.

laconicum, 178.

lancifolium, 176.

leptophyllum F. Muli., 172.

luteum Car., vedi nelle Errata.

meoides, 176.

nodiflorum Reich, f., 173.

occidentale, 175.

peregrinum Crantz, 178.

Petroselinum L., 174

Pimpinella Car , 178.

Podagraria Car., 179.

Pretenderis, 178.

procumbens, 177.

puberulum, 177.

pumilum, 173.

repens Reich f. , 173.

repens Paol., 173.

rigidulum Car., 176.

rupestre, 176.

sativum, 177.

saxifragum, 132, 178.

segetum Dura. 174.

serbicum, 177.

siifolium, 178.

Sisarum, 176.

Thorei, 174.

375

Apium Tragium Car., 178.

verticillatum Car., 176.

villosum, 179.

Visnaga Crantz, 175.

Apleura, 92.

Apodicarpium, 137.

Aralia, 90, 99.

Araliaccae, 89, 90, 94, 112, 113, 114.

Aralidium, 99.

Aralieae, 99.

Aralineae, 96, 97, 101, 109, 114. Archangelica, no, 148, 197, 220, 258.

littoralis Ag., 220.

officinalis Hoffm,, 220. Arctopodeae, 101.

Arctopus, 91.

Ar duina, 113.

Armarintea Morisoni Bub., 154. Arracacha, 149.

Artedia, no, 258, 259, 266.

squamata, L., 266. Arthrophylleae, 100.

Astrantia, 109, 127, 129.

carniolica Wulf. , 128,129.

carniolica Paol., 129.

elatior Friw., 128.

gracilis Bartl., 128, 129.

gracilis Paol., 129.

intermedia Boiss., 128.

major L., 128.

minor L., 128, 129.

pauciflora Bert., 128, 129.

pauciflora Paol., 129.

tridentata Asch. Kan., 128. Astrantieae, 102, 109, 127. Astrobifora, 273.

Astrodaucus , 263.

Astrotricha, 100.

pterocarpa Benth., 100. Athamantha, no, 113, 143, 182,

192, 195-

annua L., 113.

arachnoidea Boiss., 193.

Athamantha aurea Nym., 193.

chiliosciadia Boiss. Heklr., 193.

cretensis L., 114, 193.

densa Boiss. Orph. 193.

latifolia Viv., 231.

Libano tis L , 112.

Lobelii Car. 193.

macedonica Spr., 193.

macedonica Hal., 193.

Mattinoli Wulf., 193.

Matthioli Paol., 193.

multiflora Sibth Sm. 209.

rupestris Reich, f., 193.

sicula L., 114, 193 Aulacospermum, 211. Aulacospermumtenuilobum Meinsh.

211.

Aulacotaenia, 234.

Azorellae, 101.

Bellia hirsuta Bub., 187.

temulenta Bub., 187.

Berla monspeliensium Bub., 138. Berula, 109, 138.

angustifolia Koch, 138.

erecta, 138.

Biasolettia, 279.

balkanica Velen., 280.

eretica Nym., 280.

divaricata Nym., 280.

macrocarpa Nym., 280.

paimassica Nym., 280.

pindicola Haussk., 280.

puntila Nym., 280.

tuberosa Koch, 280.

Bifora, 1 13, 274.

flosculosa Marsch.-Bieb , 273.

radians Marsch.-Bieb., 273.

testicularis Bub., 273.

testiculata Spr. 273. Boerlagiodendron, 99.

helleborinum Harms, 99. Bonannia, 204.

grdeca Hal., 205.

resinifera Guss., 205.

resinosa Strobl, 205.

376

/hi! ssa il! , loo.

Brassaiopsideae, ioo.

Brassaiopsis, ioo.

Bruniaceae, 94.

Bulbocastanum aphyllum Nym., 276.

daucoides Nym., 276.

incrassatum Lge., 277.

Linnaei Schur., 276.

mauritanicum Nym., 276. Bunieae, 102, no, 274. Buniotrinia, 274.

Bunium, no, 275, 277, 279.

alpinum Waldst. Kit., 106, 276.

aphyllum Jan., 276.

aphyllum Paol., 276.

- arcuatimi Gris., 276.

Bulbocastanum L., 276.

capillif olitivi Paol., 279.

Carvi Marsch -Bieb., 175.

creticum Urv., 159.

daucoides Hai., 276.

divaricatimi Bert., 276.

ferulaceum Sibth. Sm. 276, 277. flexuosum With., 278.

graecum Asch. Kan., 176

luteum Marsch. -Bieb., 277.

Macuca Boiss., 276.

mauritanicum Boiss. Reut., 276.

montanum Koch, 276.

peucedanoides Marsch. -Bieb.,

205.

pumihmi Sibth. Sm., 280

strictum Gris., 276.

tenerum Haussk., 276

tenuisectum Gris., 277.

verticillatum Gr. Godr. , 176 Bupleurum, 90, 91, 107, 108, 109,

156, 162, 163, 164

affine Sadl., 167.

angulosum'L., 164.

apiculatum Friw., 166.

apiculatum Reich, f., 166.

aris tatum Bart 1 . , 166.

asperuloides Heldr., 166.

Bupleurum aureum Fisch., 164.

australe Jord., 167.

baldense Turra, 165.

baldense Host., 168.

Barceloi Coss., 169.

Bourgaei Boiss. Reut., 169.

canalense Wulf., 167.

capillare Boiss. Heldr., 166.

caricifolium Reich, f., 167.

caricinum DC., 167.

commutatimi Boiss. Bah, 167.

corsicum Paol., 16S.

dianthifolium Guss., 169.

divaricatum Lam., 165.

datum Guss., 169.

exaltatum Rouy Cam., 168.

exaltatum Marsch. -Bieb., 168.

exaltatum Nym., 168.

exaltatum Paol., 168.

falcatum L., 168.

filicaule Brot., 167.

i flavicans Boiss. Heldr., 166

foliosum Salzm., 170.

Fontanesii Guss., 166.

Fontanesii Paol., 166.

fruticescens L., 169.

fruticosum L., 169.

Gerardi All., 167.

gibraltaricum Lam., 170

glaucum Rob. Cast., 165

glaucum Paol., 165.

gl limaceli m Sibth. Sm , 166.

gracile DC., 165.

gramineum Paol., 167, 168.

gramineum Reich, f., 168.

graminifolium Vahl., 169.

insulare Rouy Cam., 170.

junceum L., 167.

Kargli De Vis., 166.

laxum Velen., 167.

longifolium L., 164

Marschallianum C.A. Mey.,165

methanaeum Haussk., 167.

neglectum Rouy Cam., 168. Odontites L., 165.

377

Bupleurum Odontites Bartl., 166.

olympicum Boiss., 168.

opacum Lge., 166.

pachnospermum Pane., 112.

panicu latum Brot., 169.

parnassicum Hal., 168.

Perrierii Rouy Cam., 168.

petraeum Led., 169.

protractum Hoffgg. Lk., 163.

pyrenaeum Gou , 164.

quadridentatum Wettst. , 112.

ranunculoides L., 167.

rigidum L., 169.

rotundifolium L., 164.

Savignonii De Not., '163.

semicompositum L., 165.

semicompositum Lge., 165.

semidiaphanum Boiss., 166.

Sibthorpianum Sibth Sm., 168.

spinosum L., 169.

stellatum L , 164.

Souliaei, 168.

Souliei Coste, 16S

subovatum Link., 163

subovatum Paol., 163.

telonense Gren., 168.

tenuifolium Rouy Cam., 168.

tenuissimum L., 165.

thracicum Velen., 112.

trichopodum Boiss. Sprun., 167.

variabile Bald., 166.

verticale Ort., 170.

virgatum Reich., 167.

Butinia bunioides Boiss., 279. Cachrys, 109, 149, 153, 154, 155.

alpina Marsch.-Bieb., 154.

ferulacea, 154.

laevigata Lam., 154.

Libanotis L., 153.

odontalgica Pall., 154.

panacifolia Vahl., 152.

tomentosa Lam., 152. Callitriche, 115.

Calopanax , 115.

Calophyllum, 115.

Campylospermeae, 95. Camptotheca, 94.

Capnophyllum, 222, 223.

peregrinimi Lge., 223.

Carota, 260.

Carinae, 155.

Caroselinum, 232.

Caroselinum distans Gris., 224. Carimi, 105, 170, 172, 182, 183, 275. 277, 279.

Carum, 175.

Carimi Bulbocastanum Koch . , 276.

Bunius L., 184.

Carvi L., 175.

carvifolium Arc., 176.

daucoides Boiss., 276.

Falcaria Lge., 184.

flexuosum Nym., 176.

flexuosum Fr., 278.

graecum Boiss. Held r., 176.

Heldreichii Boiss., 176.

incrassatum Boiss., 277.

mandatimi Lesp., 174.

meoides Hal., 176.

multijlorum Boiss., 209.

rigidulum Koch, 176.

stridimi Boiss., 276.

verticillatum Koch, 176.

Carvi Bulbocastanum Bub., 276.

Careum Bub., 176.

flexuosum Bub., 278.

verticillatum Bub., 176. Caucalideae, 104, 110, 249, 253, 258. Caucalinae, 249.

Caucalis, no, 143, 148, 249, 253, 254, 256, 257.

arvensis Huds., 254.

coerulescens Boiss., 255.

' daucoides L., 257.

homoeophylla Coincy, 255.

leptophylla L. , 255.

litoralis Marsch.-Bieb., 255.

muricata Gren. Godr., 257.

muricata Bisch., 257.

orientalis L., 255.

25

- 378 -

Caucalis tenella Del., 255.

Torgesiana Haussk., 255. Cenolophium, 100, 197, 212.

Fischeri Koch, 212, 233.

Golaka Car., 212.

- scoticum Car., 212, 213. Centelleae, 101, 117.

Cerefolitim silvestre Bub , 250.

vulgare Bub , 251.

Cervaria, 230.

Chaerophyllum, no, 183, 185, 186, 187, 252, 279.

alpestre Rouy Cam., 188.

Anthriscus Crantz, 251.

aromaticum L., 18S.

aureum L., 188.

balkanicum Velen., 112.

bulbosum L., 187.

byzanthinum Boiss., 18S.

calabricum Guss., 188.

Ceref olitivi Crantz, 251.

Cicutaria Reich., 188.

Cicutaria Vili., 188.

coloratimi L., 1S6.

ereticavi Boiss. Heldr., 186.

elegans Gaud., 18S.

elegans Paol., 188.

fumarioides Spr., 251.

gagausorum Velen , 112.

Heldreichii Boiss. Orph., 186.

hirsutum L., 188.

laevigatuvi De Vis., 187.

magellense Ten., 188.

magellense Paol., 188.

nemorosuvi Asch. Kan., 251.

nodosum Lam., 252.

Prescotii DC., 1S7.

silvestre L., 250.

temulum L., 187.

Villarsii Koch, 188.

Villarsii Paol., 188. Chaetosciadieae, 104, 109, 143. Chaetosciadium, 92, 109, 143.

trichospermum Boiss., 144. Chamaeryngus, 120, 121.

I Cheirodendron, 100.

Chrysophaè, 186.

I Cicuta, 109, 157, 171.

major Bub., 160.

! virosa L., 171.

Cicutaria, 160.

Cissampelos, 115.

Cissodendron, 115.

Cissus, 1 15.

Cnidium, 208.

Cnidium, 2 1 1 .

Cnidium apioidcs Spr., 21 1.

athoum Gris., 21 1.

cunei/ olitivi Gris., 210

Mounier i Cuss., 211.

pratense Bub., 210.

silaif olitivi Briq., 21 1.

venosuvi Koch, 21 1.

Colladonia, 109, 149, 154, 155.

angustifolia Bert., 155

colladonioides Hal., 155.

heptaptera Boiss., 155.

triquetra DC., 155. Combretaceae, 94.

Condylocarpus no, 222, 248.

apulus Hoffm., 248. Conioselinum, no, 197, 216.

Fischeri Wimm. Grab , 216.

tataricum Fisch., 216.

Conium, 109, 156, 159, 1 60

divaricatum Boiss. Heldr., 160.

divaricatum Boiss., 160.

maculatum L., 160. Conopodium, no, 159, 275, 278.

arvense Drude, 279.

Bourgaei Coss , 279.

brachycarpum Boiss., 279.

bunioides Drude, 279.

capillifolium Boiss., 278, 279.

dauci/ olitivi Rouy Cam., 278. - denudatum Koch, 278.

elatum Willk., 278.

gravami Freyn Sint., 279.

pyrenaeum Miég., 278.

ramosum Costa, 279

379

Conopodium Richteri Rouy, 278.

silaifo Hum Rouy Cam., 278.

stenocarpum Rouy Cam., 278

subcarneum Boiss., 278.

thalictrifolium Drude, 279. Coriacea, 169.

Coriandreae 102, 103, no, 271, 272. Coriandrum, no, 273, 274.

nielphitense Ten. Guss., 274

sativum L., 274.

testiculatum L., 273.

Cornaceae, 89, 90, 94.

Cotylanthes nov. gen., 100. Coudembergia, 99.

Crantzia, 139.

Crepinella, 100.

Crithamus agrestis Bess., 184. Crithmum 90, 91, 110, 148, 197.

maritimum L., 198. Cryptodiscus, 148.

Cryptodiscus, nov. noni., 148. Cryptotaenia, 180.

Thomasii DC., 181.

Cuminum, 110, 183, 194.

Cyminum L., 195.

hispanicum Mér., 195. Cuphocarpus, 100.

Cussonia, 100.

Cyathos elimini, 198. Cyathoselinum, 202. Cyclospermum, 109, 139, 157, 171,

172.

Animi Lag., 172.

Cymopterus, 139.

Cynapium vulgare Bub., 226. Danaa, 158.

Dauceae, 104, 110, 258.

Daucus, 1 10, 259, 262, 264.

aureus Desf., 260.

bessarabicus DC., 255.

bicolor Paol., 260.

Bocconei Paol., 263.

breviaculeatus, 261.

breviaculeatus Car., 261.

Broteri Ten., 260.

Daucus Carota L., 106, 261.

Carota Rouy Cam., 261.

coadunatus Ten., 261.

communis Rouy Cam., 261-263.

commutatus Paol., 186.

crinitus Desf., 264.

cuminifolius Rouy Cam., 262.

foliosus Guss., 262.

foliosus Paol., 262.

Gadecaei Rouy Cam., 262.

gaditanus Boiss. Reut., 260.

gibbosus Bert., 262.

gibbosus Nym., 262.

Gingidium Hal., 260.

Gingidium L., 262.

Gingidium Paol., 262.

Gingidium Reich, f., 263.

grandiflorus Scop., vedi nelle

Errata.

gummifer Lam., 260.

gummifer Paol., 260.

guttatus Sibth. Sm , 260.

hispidus Desf., 261.

hispidus Paol., 261.

intermedins Rouy Cam., 261.

involucratus Sibth. Sm., 260.

lopadusanus Tin., 262.

lopadusanus Paol., 262.

lopadusanus Rouy Cam., 262.

maritimus Lam., 261.

maritimus Paol., 261.

Martellìi Gand., 263.

Masclefii Rouy Cam., 261.

Masclefii Corb., 261.

Matthioli Bub., 262.

mauritanicus L., 262.

mauritanicus Paol., 262.

mauritanicus Rouy Cam.,

262.

maximus Desf., 262.

maximus Rouy Cam., 262.

muricatus L., 260.

nitidus Paol., 261.

parviflorus Desf., 106, 262.

parviflorus Paol., 262.

3&°

Daucus platycarpos Paol., 265.

polygamus Gou., 261.

pumilus Bali., 265.

pulcherrimus Koch, 255.

rupestris Guss., 263.

rupestris Paol., 263.

setifolius Desf. , 264.

setulosus Guss., 260.

siculus Tin., 262.

siculus Paol., 262.

vulgaris Bub., 261.

Davidia, 94.

Delarbrea, 91, 92, 100, 115. Dendropanax , 100.

Dethawia, 19S.

Dethaw ia, 199.

Dethawia tenui/ olia Endl., 199. Devillea pyrenaea Bub., 210. Deweya, 149.

Diaphycarpus nov. gen., no, 275,

277.

incrassatus, 277.

Dianthaceae, 95.

Didymopanax, 100.

Dizygotheca, 98.

Donnellsmithia, 150 Drudeophytum, 158. Dryophyllum, 120, 121. Durieua, 259.

Durieua hispanica Boiss. Reut., 260.

Echinopanax , 100.

Echinophora, 89, 109, 135.

Sibthorpiana Guss., 136.

Sibthorpiana Paol., 136.

spinosa L , 135. 136.

tenuifolia L , 136.

tenuifolia Hal , 136. Echinophoreae, 102 103, 109, 134. Elaeoselineae, 258.

E/eaosel muni, 105 267. Elaeoselinum, 270. Elaeoselinum Asclepium Bert , 270.

foetidum Boiss , 270

Lagascae Boiss., 270.

Elaeoselinum Loscosii Lge., 270.

meoides DC.. 270.

meoides Paol., 270.

millefolium Boiss., 270.

tenuifolium Lge., 270. Eleutherococcus , 100.

Elvendia, 274.

Endressia, no, 196, 207, 208.

castellana Coincy, 208.

pyrenaea Bub., 207.

pyrenaica Gay, 207. Eremopanax, 91, 100.

Vieillardi Bail!., 100. Eriosynaphe, 223.

longifolia DC., 224.

Eryngieae, 102, 119.

Eryngineae, 96. 97, 109, 117. Eryngium 90, 91, 109, 119.

alpinum L., 123, 125.

amethystinum L., 123, 125.

aquifolium Cav., 124, 126.

Barrelieri Boiss., 121.

Bourgati Gou., 122, 125.

campestre L., 123, 125.

corniculatum Lam , 124, 126.

creticum Lam., 124, 126.

dichotomum Desf., 123, 125.

dilatatum Lam., 123, 125.

Duriaeanum Gay, 124, 126.

Duriaei Gay, 126.

galioides Lam., 120, 121.

glaciale Boiss., 124, 126.

glomeratum Lam., 122, 124.

ilicifolium Lam., 121.

intermedium Weinm., 123, 125.

intermedium Nym., 125.

latifolium, Rouy Cam., 123,

125-

latifolium Hoffmgg. Lk., 125.

litorale Rouy Cam., 125.

maritimum L., 126, 136.

megacephalum Pouz., 123,

125-

multifidum Sibth. Sm., 125.

palmatum Pane., 124, 126.

- 38i -

Eryngium planum L., 123, 125.

pusillum L . . 1 2 1 .

Spina Alba Vili., 122, 125

tenue Lam., 122.

ternatum Poir., 122, 124.

Tournefortii Bub., 125.

trachycarpum Gay, 120, 121.

tricuspidatum L., 124, 126.

triquetrum Vahl, 123, 126.

viviparum Gay, 121.

vulgare Bub., 125. Escalloniaceae, 93, 94.

Eubifora, 273.

Eucoriandreae, 103. 1x0, 272. Euferulago, 236. Euligusticum , 209. Eupeucedanum, 228.

Eupteron, 100.

Euseseli, 199.

Eusmyrnium, 150. Evangelica, 218.

Evoenanthe, 140.

Evorlaya, 265.

Exoacantha, 139.

Falcaria, 108, no, 183.

carvifolia C. A. Mey., 184.

latifolia Koch, 184.

pastinacaefolia Reich, f., 184.

Rivini Host., 184.

saxifraga Reich, f., 184

sioides Asch. Kan., 184.

Timbali Reich, f., 184.

vulgaris Bernh., 184.

Fatsia, 91, 92, 1 15.

japonica Decne. Planch., 90. Feniculum, vedi Foeniculum. Ferula, 110, 204, 205, 206, 222,

223, 235, 236, 238, 239.

Barrefieri Ten., 237.

brachyloba Lge., 236.

caspica Marsch.-Bieb., 240.

communis L., 239.

Ferulago L., 237.

geniculata Sprun., 237.

glauca L., 240.

Ferula glauca Paol., 240.

granatensis Boiss., 237.

Heuffelii Gris., 240.

hispanica Rouy, 240.

hispanica Nym., 240.

meoides L., 238.

monticola Reich, f., 237.

nodiflora L., 239.

nodosa Paol., 238.

nuda Spr., 240.

orientalis L., 240.

Sadleriana Led., 240.

salsa Led., 205.

silvatica Bess., 237.

silvatica Paol., 237.

sulcata Desf., 237.

silicata Led., 237.

tatarica Fisch., 240.

tingitana Lge. , 240.

Ferulago, 110, 148, 222, 236, 239.

Barrelieri Nym., 237.

brachyloba Boiss., 236.

galbanifera Koch., 237.

geniculata Guss., 238.

granatensis Boiss., 237.

meoides Boiss., 238.

monticola Boiss. Heldr., 237.

nodosa Boiss., 237.

Sartorii Boiss., 237.

silvatica Boiss., 237.

sulcata Nym., 237.

Thirkeana Boiss., 239.

Thirkeana Aznav., 239.

thyrsiflora Koch, 238. Ferulinae , 221.

Ferulineae, 96, 97, 102, 109, 132, 253-

Foeniculum, 110, 196, 203, 204, 206, 225.

capillaceuni Gilib., 204.

capillaceum varr. Hal., 205.

graecum, 205.

officinale All., 204.

peucedanoides Jacks., 205.

piperitum DC., 204.

382

Foeniculum piperitum Paol., 204. 205.

salsum. 205.

vulgare Mill., 204.

Freyera, no, 159, 275, 278, 279.

balkanica Hal.. 280.

eretica Boiss., 280.

cynapioides Gris., 280.

divaricata Boiss. Heldr., 280.

macrocarpa Boiss., 280.

parnassica Boiss. Heldr., 2S0.

pindicola Hal., 280.

pumila Boiss., 280. Frutescentia . 169.

Furnrohria, 149.

Galbanon, 193.

Gamblea, 99, 115.

Garrya, 94.

Gastonia, 100.

Gilibertia , 100.

Glehnia, 149.

G/obocarpus, 139.

Globocarpus, 142.

Glu macea, 165. Grammosciadium, no, 182, 185,

186.

coloratimi, 186.

creticum, 1S6.

Heldreichii, 186.

Gronoviaceae, 94.

Grubbiaceae, 94.

Guillonea, 267.

Guillonea, 269.

Guillonea canescens Boiss., 269.

scabra Coss. 269. Gymnodispermae, S9.

Hacquetia, 109, 127, 130.

Epipactis Neck, 130. Halobium, 120, 126.

Haloscias scoticum Fr., 212. Harbouria, 91.

Haussknechtia, 139.

Hedera. 96. 99, 109, 115.

canariensis Willd., 116.

chry socarpa Nym., 116.

Hedera Helix L., 116, 117.

poStarum Bert., 116.

poetarum Nym., 116.

poetica (L.), 116.

poetica L., 116.

Hedereae, 98, 99, 109, 115. Hederopsis, 99.

Heldreichia, 186.

Helosciadium crassipes Koch, 173.

elation Willk., 173.

intermedium DC., 174.

inundatum Koch, 173.

leptophyllum DC., 172.

nodiflorum Koch, 173.

oppositifolium Reuss., 112.

repens Koch, 173.

repens Rouy Cam., 173. Helwingia, 94.

Heptapleurum, 100.

Heptaptera colladonioides Marg.

Reut., 155.

Heracleum, 241.

Heracleum, 243.

Heracleum absinthifolium Vent., 247.

aureutn Sibth. Sm., 243.

! alpinum L., 245.

arcticum Rupr., 112.

austriacum L., 224.

benearnense Rouy Cam., 246.

carpathicum Pore., 112.

caspicum DC., 245.

Clausii Led., 245.

j cordatimi Presi., 245.

[ cor datum Paol., 245.

elegans Paol., 244.

granatense Boiss., 244, 245.

humile Sibth. Sm.. 244.

Juranum Rouy Cam., 245.

ligusticifolium Marsch.-Bieb.,

246.

longifolium Paol., 244.

macranthum Borb., 112.

macrocarpum Lge., 245.

I minimum Lam., 246.

3S3

Heracleum montanum Schleich., 245-

Orphanidis Boiss., 245.

Orsinii Guss., 246.

Orsinii Nym., 246

palmatum Baumg., 245.

palmatum Boiss., 248.

Panaces Reich, f., 245.*

Panaces Paol., 245.

Pollinianum Bert., 246.

pubescens Marsch.-Bieb., 246.

pyrenaicum Lam., 245.

pyrenaicum Paol. 246.

setosum Lap., 245.

setosum Nym., 245.

sibiricum L., 244.

siifolium Reich., 244.

Sphondylium L., 244.

stenophyllum Jord., 244.

stenophyllum Rouy Cam.,

244.

verticillatum Pane., 244.

villosum Fisch., 246. Hesperogen ia, 157.

Heteropanax, 100.

Heterosciadium, no, 249, 252, 253.

androphilum Lge., 253. Heterotaenia arvensis Coss., 279.

thalictrifolia Boiss., 279. Hexocenia nov. gen., 100. Hippomarathrum, 109, 149, 152.

Bocconi Boiss., 153.

Boissieri Reg. Schmalh., 153.

crispum Pers., 153.

cristatum Boiss., 153.

Libanotis Koch, 153.

pauciradiatum Hal., 153.

pterochlaenum Boiss., 153.

pungens Loj., 153.

pungens Nym., 153. Hladnikia, 212.

golacensis Koch, 213.

pastinacaefolia Reich., 184. Hohenackeria, 109, 133, 134.

bupleurifolia Fisch. Mey., 133.

Hohenackeria polydon Coss., 134. Hohenackerieae, 102, 103, 109, 133. Horsfieldia, 91, 92, 100. Hydrangeaceae, 93.

Hydrocotyle, 90, 91, 109, 117.

microphylla Lge., 118.

natans Cyr., 118.

rammculoides Paol., 118.

ranunculoides L. fil., 119.

vulgaris L., 118.

Hydrocotyleae, 91, 92, 101, 109,

117.

Hydrocotyloideae , 95, 96, 101 117. Hydroselinum, 173. Hygrobium, 120. Imperatoria, 233.

Imperatoria angusti/ olia Nym., 233-

hispanica Boiss., 234.

Ostruthium L., 233.

Johrenia, no, 221, 223.

distans Hai., 223, 224.

graeca Boiss. Sprun., 224.

longifolia, 223, 224.

Pichleri Boiss., 224.

Juncea, 166.

Kalopanax, 100, 108, 115.

Keracia nov. gen., 109, 134.

polyodon 134.

Keracia, 134.

Killinga, 193.

K irksiophy tura, 99. Kissodendron, 99, 115, 116. Krubera, no, 221, 222.

leptophylla Hoffm., 223.

peregrina Hoffm., 223. Kundmannia, 108, no, 183, 184,

185.

sicula Scop., 185.

Lacellia, 267.

Lacellia cuneata Bub., 269.

lati/ oliata Bub., 268.

montana Bub., 268.

Nestleri Bub., 268.

pruthenica Bub., 269.

3§4

Lagoecia, 89, 91, 96, 109, 132.

cuminoides L., 132.

Lagoecieae, 109, 131.

Lagoecineae 96, 97, 101, 109, 131. Laretieae, 102.

Laserpitium, 107, no, 258, 259,

267.

alpinurn Waldst. Kit., 268.

Archangelica Wulf., 268.

Asclepium, 270.

Carota Boiss., 269.

decussatum, 271.

f erulaceum L., 154.

foetidum, 270.

gallicum, 268.

garganicum Bert., 268.

gummiferum Desf., 270.

hispidum Marsch.-Bieb., 253,

269.

latifolium L., 268.

longiradium Boiss., 268.

Loscosii, 270.

marginatum Waldst. Kit., 268.

meoides Desf., 270.

millefolium, 270.

Nestleri Soy. -Will., 268.

nitidum Zanted., 258.

Panax Gou., 26S.

peucedanoides L., 26S.

pruthenicum L., 269.

Pseudo -Meum Orph. Heldr.

Sart., 269.

Siler L., 268.

scabrum Cav., 269.

siculum Spr., 268.

siculum Nym., 268.

tenuifolium, 270.

Thapsia, 271.

transtaganum, 271.

villosum, 271.

Lecokia, 109, 149, 151.

eretica DC., 151.

Leibergia, 274.

Leiopetalum Neilr., 187. Leptotaenia, 223.

Lereschia, 109, 156, 180.

Thomasii Boiss., 181.

Leuceres nov. gc>/., no, 196, 207,

208.

castellanus, 20S. Leucobunium, 275.

Levisticum, no, 197, 216, 217.

officinale Koch, 217.

paludapif olium Reich, f., 217. Libauotis, 1 14.

Libanotis, 202.

Libauotis athamanthoides DC., 203.

aurea De Vis., 193.

Candollei Lge., 203.

montana All., 203.

sibirica C. A. Mey., 203. Ligusticeae, 102, 103, 109, 136,

272.

Ligusticum, 105, no, 114, 180, 191, 196, 206, 207, 208, 209, 212, 215, 216, 218, 219.

alpestre, 210.

Carvifolia Car., 211, 219.

cornubicnse L., 158.

corsicum Gay, 210.

cynapifoliuin Viv., 209.

cyprium Paol., 209.

ferulaceum All., 209.

Huteri Porta Rigo, 210.

Monnieri, 21 1.

Mutellina Crantz, 209.

peloponnesiacum L., 161.

peregrinimi L., 174.

pyrenaeum Gou., 210, 212.

saxifragum Boiss. Sprun., 209.

scoticum L., 213.

Seguierii Paol., 210.

silaifolium Gaud., 211.

Silaus Vili., 210.

splende ns Lap., 199.

tenuifolium Ram., 199.

tenuilobum, 210.

venosum, 211.

Lilaeopsis, 139.

Lindera odorata Asch. Kan., 191.

- 385 -

Loasaceae, 94.

Lophosciadium, no, 222, 238.

meifoliutn DC., 238.

meoides, 238.

Thirkeanum Boiss., 239. Lophotaenia, 243.

Mackinlaya, 91, 92.

Mackinlayeae, 98, 99, 115. Macraster, 128.

Macropanax, 100. Macroselinum, 228.

Magydaris, 109, 149, 151, 152.

panacifolia Lge., 152.

panacina DC., 152.

pastinacea Paol., 152.

tomentosa Koch., 152. Malabaila, 241.

aurea Boiss., 243.

graveolens Boiss., 242.

involucrata Boiss. Sprun., 242.

obtusifolia Boiss., 230.

Psaridiana Heldr., 230. Margotia, 105, 267.

Margotia, 270.

Margotia gummifera Boiss., 270.

laserpitioides Marschl., 269.

laserpitioides Boiss., 270. Mastixia, 93.

Mastixiaceae, 94.

Melanoselinum, 258.

Meopsis, 264.

Meryta, 99.

Meryteae, 99.

Meum, no, 113, 196, 206.

athamanthicum Jacq., 206.

Mutellina Gaertn., 209.

nevadense Boiss., 206. Microsciadium, no, 183, 191.

tenuifolium, 192. Molopospermum, 109, 156, 160.

cicutaefolium Bub., 16 1.

cicutarium DC., 161.

peloponnesiacum Koch, 16 1. Motherwellia, 99.

Mulineae, 101.

Muretia, 275.

Muretia, 277.

Muretia ianaicensis Boiss., 277. Museniopsis , 157.

Mylinum pyrcnaeum Bert., 219. Myodocarpeae, 99. Myodocarpus, 92, 100. Myrrhidendron, 90.

Myrrhis, 107, no, 182, 190.

aromatica L., 188.

aurea All., 188.

bulbosa Spr., 187.

colorata Spr., 186.

hirsuta Spr., 188.

odorata Scop., 191.

sulcata Lge., 19 1.

temuta All., 187.

Myrtaceae, 94.

Neogaya simplex Meissn., 215. Neonelsonia, 149.

Nervosa, 167.

Nesodoxa nov. gen., 100. Nesopanax, 98.

Nigera daucoides Bub., 257.

parviflora Bub., 255. Nirarathamnos, 90. Nothosmyrnium, 150.

Nyssa, 94.

CEnanthe, 109, 139.

anguiosa Gris., 140.

aquatica Asch. Kan., 143.

banatica Heuff., 142.

callosa Salzm., 140.

crocata L., 140.

densa Woods, 142.

fistulosa L., 141.

fluviatilis Colem., 142.

Foucaudi Tesser., 141.

globulosa L., 142.

incrassans Bory Chaub., 140.

incrassata Bory Chaub., 140.

Jordani Ten., 141.

Jordani Paol., 14 1.

Kunzei Lge., 142.

Lachenalii Gmel., 141.

386 -

CEnanthe Lachenalii Paol., 141.

Lachenalii X cr°cata, 141.

Lisae Mor., 142.

Lisae Nym., 142.

macrosciadia Lge., 140.

marginata De Vis., 140.

media Gris., 141.

media Nym., 141.

millefolia Jka, 141.

Phellandrium Lam., 142.

peucedanifolia Pollh., 142.

peucedanif o lia Paol., 141.

pimpinelloides L., 140.

prolifera L., 143.

silaifolia Marsch.-Bieb., 141.

silaifolia Bab., 141.

silaifolia Paol., 141.

stenoloba Schur., 141.

stenoloba Nym., 141.

tenuifolia Boiss. Orph., 140.

thracica Gris., 140. CEnantheae, 104, 109, 139. Oliveria, 137.

Olusatrum, 150.

Opopanax, no, 221, 235.

Chironium Koch, 235.

hispida Gris., 241.

orientalis Boiss., 235, 241. Opoponax vedi Opopanax Oreopanax, 99, 115.

Orlaya, no, 258, 259, 264, 265.

Bubania Phil., 265.

Bubania Nym., 265.

Daucorlaya Mirb., 265.

grandiflora Hoffm., 265.

maritima Koch, 265.

maritima Bub., 265.

media, 266.

media Hal., 266.

platycarpa Koch, 265.

ptimila Hal., 265.

Orogenia, 223.

Orthospcrmeae, 95.

Osmoxyleae, 98.

Osmoxylon, 9S, 99.

Ostericum, no, 197, 214.

palustre Bess., 214.

pratense Hoffm., 214. Pachypleurum, no, 197, 215.

alpinum Led., 215.

simplex Reich., 215.

Palimbia, 204.

salsa Bess., 205.

Panaceae, 98, 100.

Panax, 90, 99, 100.

Pancicia serbica De Vis., 177. Parthenocissus, 115.

Pastinaca, no, 222, 240, 241.

absinthifolia, 247.

alpina, 245.

aurea, 243.

austriaca, 244.

byzanthina, 247.

caspica, 245.

Clausii, 245.

cordata, 245.

Corsica Car., 242.

divaricata Desf., 243.

divaricata Rouy Cam., 243.

Fleischmannii Hladn., 243.

granatensis, 244.

hirsuta Pane., 243.

hispida Fenzl., 235, 241.

humilis, 244.

insularis, 242.

insularis Rouy Cam., 242.

involucrata Ces., 242.

latifolia DC., 242.

latifolia Led., 242.

ligusticifolia, 246.

lucida L., 242.

macrocarpa, 245.

maxima, 114.

minima, 246.

montana, 245.

officinalis, 247.

opaca Bernh., 242.

Opopanax Paol., 235.

Orphanidis, 245.

Orsinii, 246.

- 387 -

Pastinaca palmata, 245.

Psaridiana, 242.

pubescens, 246.

pyrenaica, 246.

Requienii Rouy Cam., 242.

sativa L., 242.

setosa, 245.

sibirica, 244.

Sphondylium, 244.

stenophylla, 244.

teretiuscula Boiss., 242.

teretiuscula Jord., 242.

Tordylium, 114, 247.

umbrosa Stev., 242.

urens Godr., 242.

urens Rouy Cam., 242.

vaginans Velen., 242.

verticillata, 244.

villosa, 246.

vulgaris Bub., 242. Pastinacium, 241.

Pentapanax , 99.

Perfoliata, 164.

Petagnaea, 91, 109, 13 1.

- saniculaefolia Guss., 131. Petagnaeae, 101, 130.

Petagnia, 131.

Petroselinum , 172.

Petroselinum , 174.

Petroselinum ammoides Reich . f. 1 74 .

hortense Hoffm., 174.

intermedium Reich, f., 174.

macedonicum Bub., 174.

peregrinimi Lag., 175.

sativum Hoffm., 174.

segetum Koch, 171. Peucedaneae, 104, 120. Peucedanum, 90, no, 114, 205, 206,

208, 214, 218, 221, 223, 225, 228, 233, 234, 239, 241.

aegopodioides Vand., 232.

alpestre Spr., 210.

alsaticum L., 106, 234.

angustifolium Reich, f., 233.

aragonense Rouy Cam., 229.

Peucedanum arenarium Waldst. Kit., 230.

austriacum Koch, 232.

baicalense Koch, 228.

Besserianum DC., 230.

Bourgaei Lge., 231.

Bourgaei Nym., 231.

campestre Jka, 229.

carvifolium Vili., 106, 232.

Cervaria Lap., 231.

cnidioides Boiss. Heldr., 232.

coriaceum Reich., 229.

coriaceum Paol., 229.

crassifolium Hai., 231.

Crouanorum Nym., 228.

gallicum Latour., 229.

hispanicum Lge., 234.

involucratum Koch, 232.

italicum Mill., 229.

italicum Lge., 229.

lancifolium Lge., 227.

longif olitivi Waldst. Kit., 229.

macedonicum Jka, 230.

narbonense Bub., 229.

Neumayeri Reich., f., 230.

nodosum L., 237.

obtusifolium Sibth. Sm., 230.

occidentale Bub., 229.

officinale L., 229.

orbiculare Bub., 231.

Oreoselinum Moench., 231.

Ostruthium Koch, 233.

palustre Moench., 227.

paniculatum Lois., 229.

parisiense DC., 229.

ruthenicum Marsch.-Bieb., 230.

Schottii Bess., 231.

stenocarpum Boiss. Reut., 229.

sulcatum Nym., 232.

thracicum Velen., 112.

venetum Koch, 106, 234.

venetum Rouy Cam., 234.

verticillare Koch, 233.

vittijugum Boiss., 230.

Vocontiorurn Spr., 246.

- 338 -

Phellandrion Dodonaei Bub., 141.

Lobelii Bub., 142.

Mattinoli Bub., 140.

Plinii Bub., 140.

Taber naemontani Bub., 141. Phellandrium, 139.

Phellandri um, 142.

Phellop terns, 149.

Physocaulis, no, 14S, 249, 252.

nodosa Tausch., 252. Physocaulus , vedi Physocaulis. Physospermum, 107, 109, 156, 157,

158.

aegopodioides Boiss., 232.

aquilegifolium Koch, 158.

cornubiense Bab., 158.

verticillatum DC., 157. Pimpinella, 105, i6r, 162, 172, 180.

1S1, 275.

Pimpinella, 177.

Pimpinella anisoides Brig., 179.

Anisntn L., 162.

Bicknellii Briq., 178.

cantabrica Bub., 178.

chrysantha Orph., 177.

eretica Poir., 162.

dichotoma L., 179.

dioica L., 145.

glauca L., 146.

Gussonei Bert., 17S.

Gussonei Paol., 178.

laconica Hal., 178.

lutea Desf., vedi nell’ Errata.

magna L., 178.

major Huds., 178.

maritima Boiss., 178.

minor Bub., 178.

nigra Willd., 178.

peregrina L., 178.

Prctcnderis Hal., 178.

Pr etenderis Nym., 178.

saxifraga L., 178-

siifolia Ler. Lev., 178.

Tragium Vili., 178.

villosa Schousb., 179.

Pittosporaceae, 90, 93. Platorlaya, 265.

Plerandra, 9S.

Plerandreae, 98.

Pleurospermum, 107, no, 196, 208, 212, 213, 214.

austriacum Hoffm., 213.

uralense Hoffm., 213. Podagraria erratica Bub., 179. Polemannia, 90.

Polygalaceae, 95.

Polylophium, 258.

j Polyscias, 100.

Porospermum, 100.

Porenschlagia, no, 184, 194.

ramosissima De Vis., 194. Prangos, 153, 154, 155.

carinata Gris., 154.

ferulacea Lindi., 154.

Prionitis, 113.

Falcaria Hal., 184.

Pseuda ngelica, 219. Pseudoenanthe, 142. Pseudopanax, 100.

Pseudorlaya, 264. Pseudosciadium, 91, 99. Pseudoseseli, 202. Pseudotragium, 246. Pterotropia, 100.

Ptychotis, 172, 183.

Animi Hal., 174.

ammo ides Koch, 174.

heterophylla Koch, 184.

Thorei Gren. Godr., 174.

Timbali Jord., 184.

Timbali Nym., 184. Pyramidoptereae, 104. Ranunculaceae, 90.

Reticulata, 164.

Rcutera, 105.

Reutera, 176.

Rcutera catalaunica Costa, 177

gracilis Boiss., 177.

procumbens Boiss., 177.

puberula Lose. Pard., 177.

3§9

Reutera rigidula Boiss. Orph., 177. Reynoldsia, 100.

Rhynchostylis, 188.

Ridolfia, 108, 109, 156, 170, 172.

segetum, 170.

Rigida, 169.

Rouya, 269.

Rouya polygama Coincy, 269. Rubiaceae, S9.

Rumia, 109, 147, 148.

frigida Boiss. Heldr., 147.

Guicciardii Boiss. Heldr., 147.

lejogona C. A. Mey., 145.

multiflora Willd., 148.

taurica Hoffm., 148.

Sanicula, 96, 109, 127, 129, 130.

europaea L., 129.

officinarum Bub., 129.

Saniculae, 101, 102, 119. Saniculoideae, 95, 96, 101. Saxifragaceae, 89.

Scaligeria, 109, 156, 158, 159.

eretica De Vis., 159.

Scandiceae, 104, no, 1S2. Scandicinae, 182.

Scandix, no, 183, 189.

Aucheri Boiss., 190.

australis L., 190.

brachycarpa Guss., 190.

falcata Lond., 190.

grandiflora L., 190.

grandiflora Paol., 190.

hispanica Boiss., 189.

infesta L., 254.

macrorrhyncha C. A. Mey., 189.

macrorrhyncha Paol., 1S8.

microcarpa Lge., 190.

Pecten-Veneris L., 189.

pinnatifida Vent., 190.

taurica Stev., 190.

Schefflera, 100.

Schefflereae, 99, 100. Sciadodendron, 99. Sciadopanaceae, 100.

Sciadopanax, 101.

Sciadopliylleae, 100.

Scidophyllum, 100.

quindiuense Humb. Bompl.

Kunth, 100.

Sclerochorton, 203.

junceum Boiss., 203.

Selinum, 208, 217.

Selinum, 211.

Selinum Carvifolia L., 211.

Monnieri L., 211.

pyrenaeum Gou., 219.

Seseleae, 104, no, 195.

Seseli, no, 181, 192, 196, 198, 203.

ammoides L., 174.

annuum L., 201.

bay onne use Rouy Cam., 203.

bienne Crantz, 201.

Bocconei Guss., 201.

campestre Bess., 201.

cantabricum Lge., 200.

carvifolium Vili., 201.

carvif o Hum Rouy. Cam., 201.

cinereum Bub., 193.

color alum Ehrh., 201.

crithmifolium Boiss., 119.

dichotomum Marsch.-Bieb., 200.

elatum L., 1S1, 202.

filifolium Jka, 201.

glaucum L., 201.

glaucum Jacq., 202.

glaucum Paol., 202.

globiferum De Vis., 199.

Gouani Koch, 182.

Gouani Reich, f., 202.

gracile Waldst. Kit., 200.

granatense Willk., 189.

gummiferum Pall., 199.

gummiferum Stev., 201.

heterophyllum Jka, 112.

Hippomarathrum L., 199.

inacquale Terr., 201.

inacquale Paol., 201.

intricatum Boiss., 201.

junceum Sibth. Sm., 202.

Lehmannii Degen, 199.

390

Seseli leiocarpuni Rouy Cam., 203.

leucospermum Waldst. Kit., 200.

Libanotis Koch, 203.

lucanum Barbaz., 194.

mcissiliense Bub., 201.

montanini! L., 106, 201.

nanum L. Duf., 202.

nitidum Reich, f., 203.

oligophyllum Gris., 200.

osseum Crantz, 202.

Pallasii Bess., 202.

parnassicum Boiss. Heldr., 200.

petraeum Marsch.-Bieb., 201.

peucedani folium Bess., 200

peucedanifolium Led., 200.

polyphyllum Ten., 200.

poly' phv llum Paol., 200.

pumiluni L., 145.

purpurascens Jka, 200.

ramosissimuin Ces., 194.

rhodopeum Jka, 112.

rigidum Waldst. Kit., 199.

serbicum Degen, 182.

sibiricum Eichw., 203.

sibiricum Rouy Cam., 203.

Sibthorpii Gren. Godr., 203.

splendens, 199.

tomentosum De Vis., 202.

Tommasinii Reich, f., 200.

Tommasinii Paol., 200.

tortuosum L., 202.

varium Trev., 202.

varium Paol., 202.

vulgare Bub., 375.

Seselinae, 195, 221.

Seselinia, 109, 156, 181.

austriaca Beck, 18 1, 182.

serbica, 182.

Sieae, 104, 109, 137.

Silaits, 204, 208, 209.

Silaus, 210.

Silaus alpestris Bess., 210.

Besseri DC., 210.

carvifolius C. A. Mey., 205.

Silaus flavescens Bernh., 210.

meoides Gris., 176.

peucedanoides Hal., 205.

pratensis Bess., 210.

viresceus Gris., 205.

Siler, no, 221, 224.

trilobum Scop., 224.

Sisarum palustre Bub., 138. Sison, 172.

Ammi Jacq., 162.

Animi L., 174.

Amomuni L., 174.

erectum Sal., 174.

Siti m, 109, 1 14, 137, 138, 172.

angustifolium L., 138.

erectum Huds., 138.

graecum L . , 205.

lancifolium Marsch.-Bieb., 176

177-

latifolium L., 137, 138.

sal sum L., 205.

Sisarum L., 137, 176, 177. Smyrneae, 104, 109, 148, 155. Smyrniopsis, 149.

Smyrnium, 109, 149, 157.

apiifolium Willd., 150.

Olusatrum L., 150.

Orphanidis Boiss., 150.

perfoliatum L., 150.

rotundifolium Mill., 150.

rotundifolium Paol., 150. Soranthus, 110, 196, 205.

Meyeri Led., 206. Sphaerodendron, 100. Sphondylium proteiforme Bub.,

244, 245, 246.

Spinosa, 169.

Stilbocarpa, 91, 99. Symphyoloma, 139. Taeniopetalum, 230. Taeniopetalum Neumayeri De Vis. 230.

Tenorea caricifolia Bub., 167.

divaricata Bub., 166.

falcata Bub., 168.

39i

Tenorea fruticescens Spr., 169.

fruticosa Spr., 169.

glauca Bub., 165.

juncea Bub., 167.

protracta Bub., 163.

pyrenaea Bub., 164.

rigida Bub., 169.

rotundifolia Bub., 164. Tetrapanax , 100.

Tetraplasandra, 98. Tetrastylidiaceae, 94.

Thalictrum, 89.

Thapsia, 267.

Thapsia, 271.

Thapsia Asclepium L., 270.

decussata Lag., 271.

foetida L., 270.

garganica L., 271.

polygama Desf., 269.

tenuifolia Lag., 270.

transtagana Brot., 271.

villosa L., 271.

Thapsiinae, 258.

Thecocarpus, 139.

Thysselinum, 107, no, 221, 227.

lancifolium, 227.

palustre Hoffm., 227. Tiedemannia, 258.

Tinguarra , 192.

Tinguarra, 192.

Tinguarra sicula Pari., 193. Todaroa, 192.

Tommasinia, 232.

verticillaris Bert., 233. Tordyliinae, 221.

Tordylium, 241, 248. Tordylium, 247.

Tordylium apulum L., 248.

maximum L., 247.

officinale L., 247.

peregrinavi L., 223. Tornabenieae, 104.

Torilis, no, 143, 250, 253.

Anthriscus Gmel., 254.

arvensis Bess., 254.

Torilis coerulescens, 255.

Helvetica Gmel., 254.

heterophylla Guss., 255.

heterophylla Reich, f., 255.

homoeophylla, 255.

infesta Hoffm., 254.

leptophylla Reich, f., 255.

litoralis, 255.

longisty la Reich, f., 254.

microcarpa Bess., 254.

neglecta Spr., 254.

neglecta Lge., 254, 255.

nodiflora Bub., 254.

nodosa Gaertn., 254.

orientalis, 255.

rubella Moench., 254.

tenella Reich, f., 255.

Torgesiana, 255. Trachycarpa, 165.

Trachymene, 91.

Trachypleurum, 109, 156, 162.

subovatum, 163.

Trevesia, 99, 115.

Trinia, 113, 144, 147, 148.

carniolica Kern., 147.

carniolica Nym., 147.

dioica Paol., 145.

Dufourii DC., 146.

glaberrima Hoffm., 145, 146.

glauca Reich., 146.

Henningii Hoffm., 145.

hispida Hoffm., 145.

hispida Nym., 145.

Hoffmannii Marsch.-Bieb., 145

Xitaibelii Marsch.-Bieb., 145.

Lessingii Reich, f., 145.

platy carpa Rouy Cam., 145.

pianila Reich., 145.

puntila Paol., 147.

seseloides Led., 147.

vulgaris DC., 145.

Triniella nov. gen., 109, 144, 146

carniolica, 147.

frigida, 147.

Guicciardii, 147.

392

Triplasandra, 9S.

Kaalae Hillebr., 98.

oahuensis A. Gray, 98. Trochiscanthes, 109, 157, 179.

nodiflorus Koch, 180. Tupidanthus, 9S.

Turgenia, no, 148, 250, 256.

latifolia Hoffm., 256. Umbellali, 93.

Valeriana, 89.

Visnaga daucoidcs Gaert., 175

vulgaris Bub., 175. Vitaceae, 90.

Vocontia, 246.

Wardenia, 93.

Wendtia , 246.

Wylia australis Bub., 190.

hispanica Bub., 189.

Pecten- Veneris Bub., 189. Xanthoselinum, 234. Xatardia, 217, 218, 219.

scabra Meissn., 219. Xatartia, 219.

Xatartia pyrenaea Bub., 219. Xerobium, 120, 122.

Zosimia, 241.

Zosimia, 246.

Zosimia absinthij olia Dd., 247.

ERRATA.

Pag. 92 linea 4 colonna I, invece di Apteura si legga Apleura.

Pag. 177 dopo la linea 13 si aggiunga: 2 A. luteum Car. in Pari, fl il. Vili 45S, Pimpinella Desf., Paol. 163, Nym. 305. Hab. Pantelleria. Africa boreale. Pag. 279 linea 12, dopo C. thaliclrifolium si aggiunga : Drude Nat. Pflanz. Umb. 194. Stessa pagina linea 15, dopo C. arvensc si aggiunga: Drude 1. c.

Stessa pagina linea iS, dopo C. bunioides si aggiunga: Drude 1. c.

INDICE DEI LAVORI

Prefazione Pag. v

Barker Webb F., Testamento » i

Bonnet Ed., Lettres de Ph. Barker Webb » 5

Bonnet Ed., Le Jardin de PEmin. Cardinal Fr. Barberini . » 13

Bottini A., Frammenti di Briologia italiana » 17

Nicotra L., Studi sui rapporti sistematici generali delle Si-

nanteree » 25

Beccari 0., Le Palme del genere Trachycarpus .... » 41

Beccari 0., Note anatomiche sul frutto dèi Trachycarpus . » 68

Beccari 0., Notizie sul Nannorliops Ritchieana Wendl. . » 72

Baroni E., Sopra 1’ Erbario di Linneo ; manoscritto inedito

di F. Parlatore » 75

Baroni E., Giraldia Stapfii n. sp. e Atractylis ovata var. sim- plicifolia Loes. ? n. var. non sono che V Atractylis chi- nensis DC. ; con alcune osservazioni inedite sulla Flora

cinese di A. Franchet » 85

Calestani V., Contributo alla sistematica delle Ombrellifere

d’ Europa » 89

Indice relativo » 373

Beccar^ 0., Palme nuove papuane » 281

Beccari 0., Le Palme delle Isole Filippine » 315

Martelli U., Pandanus. (Nuove specie) » 361

Finito di stampare

il giorno io di Maggio dell’anno 1905 coi tipi

dello Stabilimento Pellas di Firenze.

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