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WEBBIA
RACCOLTA DI SCRITTI BOTANICI
LIBRARY NEW YORK BOTANICAL GARDEN
EDITA DA
UGOLINO MARTELLI
Professore nella R. Università di PDa
Volume Terzo.
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FIRENZE
TIPOGRAFIA DI M. RICCI Via San Gallo, N. 31
1910
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RACCOLTA DI SCRITTI BOTANICI
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RACCOLTA DI SCRITTI BOTANICI
EDITA DA
UGOLINO MARTELLI
Professore nella R. Università di Pisa
Volume Terzo.
FIRENZE
tipografia di m. ricci
Via san Gallo, N. 31
1910
PROPRIETÀ LETTERARIA
LE “ FREYCINETIA „ DELLE ISOLE FILIPPINE
PER
UGOLINO MARTELLI
La storia delle Freycinetia crescenti nell’Arcipelago delle Filippine può essere riassunta nel modo seguente :
1. Nelle due prime edizioni della « Flora de Filipinas » del Padre Bianco, 1837 e 1845, non venne menzionata al- cuna specie di detto genere. Il Padre Naves nella « No- vissima appendix in Bianco FI. de Filipinas, 3a ediz. 1880, IV, p. 286 n.° 3 », crede poter ricondurre ad una Frey- cinetia, e precisamente alla F. insignis Bl., la Tillandsia pseudoananas Bianco, FI. de Filip. la ed. p. 853; 2'* ed. p. 162, che a me però sembra non appartenere nemmeno alla fa- miglia delle Pandanacee.
2. Nel 1843, il Gaudichaud « Voyage de la Bollite » figurò due Freycinetia raccolte nell’Arcipelago filippino, la F. sphaerocephala (tab. 52) e la F. Cumingiana (tab. 37 e 60), delle quali non venne mai pubblicata la descrizione.
3. Nel 1849, il Presi nell’ « Epimeliae botanicae » de- scrisse col nome di Freycinetia luzonensis , sopra esemplari riportati dal Cuming dalle Filippine, la stessa specie che il Gaudichaud aveva figurato col nome di F. Cumingiana. Il Presi aggiunse alla forma tipica della F. luzonensis una varietà, che chiamò heterophylla, e che è riportata anche dal Miquel (FI. Ind. Bat., 1855, III, p. 172) (1).
4. Dopo quell’epoca seguì un lungo periodo di sosta nell’ investigazioni della Flora delle Filippine, periodo che
(1) Questa varietà ha le foglie molto strette, tanto che il Miquel, 1. c., si domanda se non possa essere la Freycinetia yraminea Bl. A me parrebbe invece che nella varietà a cui volle accennare il Presi (non alior.) possa riconoscersi o la F. Williamsii Merr., o la F. ensifolia Merr.
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durò sino alla pubblicazione della 3a edizione del « Bianco » 1880 (1), con l’aggiunta da parte del P. Naves della « No- vissima Appendix ». In questa (voi. IV, p. 285) vengono enumerate quattro specie di Freycinetia , cioè le: F. strobi- Iacea Bl., F. luzonensis Presi, F. insigni s Bl., F. graminea Bl., più la F. luzonensis var. heterophylla, che viene anche illustrata nella tab. 437 (2). Della Freycinetia strobilacea Bl. e della F. insignis Bl. posso dire che nelle moltissime collezioni da me vedute e studiate non si trovano esem- plari provenienti dalle Isole Filippine, e quindi ritengo as- solutamente erronea la indicazione del Naves.
Riguardo alla pianta della quale intende parlare il Naves sotto il nome di Freycinetia luzonensis potrebbe darsi che realmente corrispondesse alla pianta descritta con tale nome dal Presi, ma ne ho gravi dubbi ; infatti : spadici 3-5, ci- lindrici, lunghi 7-9 cent , non sono caratteri che si riscon- trano nella Freycinetia luzonensis di Presi. Per questo motivo mi parrebbe piuttosto di riconoscere nella pianta del Naves la Freycinetia multiflora, descritta vari anni dopo dal Sig. Merrill.
La F. graminea Bl., la quarta specie citata dal Naves è una forma giavanese non stata trovata da alcuno nelle Filippine.
5. Vidal nelle sue opere « Phaner. Cuming. Philip. » 1885, e « Revis. pi. vase. Filip. » 1886, non descrive al- cuna nuova specie di Freycinetia ; solo rammenta di nome ed anche dubitativamente le seguenti : F. hizonensis Presi, F. strobilacea Bl. ? ; F. sp. (aff. insignis Bl.) ? (3).
(1) Il Solms Laubach nella sua « Monograpliia Pandanacearum » in Lin- naea, 1878, non descrisse alcuna specie nuova delle Isole Filippine.
(2) Questa figura non sta punto in rapporto con la descrizione del Presi. Dall’ Hemsley fu creduto che la tavola in parola potesse riferirsi alla Freycinetia philippinensis. Il Merrill invece vi riconoscerebbe la sua F. di- latata. Io vi vedrei piuttosto una forma della F. multiflora Merr.
(3) Non conosco i dati sui quali il Sig. Merrill nel suo lavoro « Philip. Freycinetia » riferisce la F. strobilacea Vidal (non Bl.) alla F. sphaeroce- phala Gaud., dato che nello opere del Vidal il nomo di quella specie è ri- portato dubitativamente o senza alcuna descrizione.
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6. Altre due nuove specie di Freycinetia furono de- scritte dal Sig. Hemsley nel 1896 nel « Kew Bulletin, » vale a dire la F. philippinensis e la F. Vidalii.
7. Il Dott. Warburg, nel 1900, nella sua monografia delle Pandanaceae , riconosce 7 specie di Freycinetia cre- scenti nelle Isole delle Filippine, comprese le tre: F. ferox, F. Jagori , F. scabripes, dal medesimo ivi descritte per la prima volta.
8. Da quell’epoca (1900), i Sigg. A. D. E. Elmer ed El- mer D. Merrill hanno di tanto in tanto pubblicato non po- che nuove forme di Freycinetia , raccolte durante le escur- sioni loro e quelle di vari altri botanici, che hanno in que- sti ultimi anni contribuito alla conoscenza della Flora delle Filippine. Così il Sig. Elmer nel 1907, nella sua pubblica- zione « Leaflets of Philippine Botany » voi. 1, descrive 11 specie da lui stesso raccolte in Lucban ; ma avendo Egli inavvertitamente adoprato, per alcune di dette specie, nomi già riconosciuti validi per altre affatto differenti dalle sue, fu costretto ad una rettifica, che leggesi nella rammentata opera a p. 362, Voi. 1.
9. Nell’anno appresso (1908) il Sig. Merrill, pubblicò una « Revisione » del genere per quello che riguarda le specie Filippine (Philip. Freycinetia, in Philip. Journ. of Science, 1908, p. 308) (1).
Da quest’ultima recensione risulta che il numero delle Freycinetia filippine, comprese varie specie ivi per la prima volta descritte, ascende a 24.
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* *
Per l’estrema cortesia del Sig. Merrill, potei avere in mia mano, per lo studio, tutti i campioni, anche i tipici, esistenti nell’erbario di Manilla. A questo ricco materiale
(1) Nello stesso anno, nel « Bulletin of the Torrey Bot. Club » p. 64, il Sig. C. B. Robinson pubblicò un lavoro intitolato « Alabastra philippi- nensia », ove è tenuto parola delle F. Cuminyiana Gaud.
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debbono aggiungersi tutti i campioni delle specie pubblicate dall’ Elmer nelle « Philippine plants », collezione numerata, edita dallo stesso Sig. Elmer e che possiedo nel mio er- bario. Ho inoltre potuto esaminare, per la liberalità del Colonnello D. Prain, Direttore dei Giardini Reali di Kew, il materiale ricevuto dal Sig. Loher, conservato in quell’er- bario. Altri pochi campioni di Freycinetia filippine esistenti nell’erbario di Parigi, mi sono stati gentilmente trasmessi dal Prof. Direttore M. Le Comte. A tutti questi signori, oltremodo cortesi, mi sia permesso rivolgere i miei più vivi ringraziamenti.
In possesso quindi di quasi tutto il materiale relativo alle Freycinetia esistente sin ad ora negli erbari, ed occu- pato nella monografia generale delle Pandanaceae, ho cre- duto potere essere il caso, sebbene a tanta poca distanza dalla pubblicazione dell’ importante lavoro del Sig. Merrill, di render pubblico il risultato finale delle mie ricerche sulle Freycinetia delle filippine, come un estratto dell’Enumera- zione generale delle specie di questo genere, che farà seguito a questo studio.
Come conclusione risulta che presentemente le specie filippine di Freycinetia ammontano a 37. Ma quante ne ri- mangono ancora ignote al Botanico nelle immense foreste che rivestono le isole di quell’Arcipelago ?
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FREYCINETIA GAUD.
Sectio I. Oligostigma.
Stigmata 1-3, vulgo bina.
A. Syncarpia cylindracea.
1. Folia circiter 1 m. longa, 5-8 cent. lata.
Folia abrupte et breviter acuminata, auriculis latis et elongatis, violacois. Syncarpia 5-7 cent. diam.
maxima.
Folia superne longe et sensim attenuato-acuminata,
basi dilatata; auriculis incoloris .... ferox. Folia superne sensim longe attenuata et flagello lon- giusculo terminata lucbanensis.
2. Folia non plus quam 70 cent, longa vel multo breviora. o Folia 40-70 cent, longa, superne sensim attenuato-
acuminata.
X Auriculae per totam earum longitudinem laminae adnatae.
Folia 2 ‘/s cent, lata, ensiformia, attenuato-acumi- nata, non plus quam 60 cent, longa. Syn- carpia 4 */2— 5 cent, longa. Baccae in parte api- cali prismaticae Currani.
Folia 2-3 cent, lata, 60-70 cent, longa, superne longe sensim attenuato-acuminata. Syncarpia 8-9 cent, longa. Baccae in parte apicali py- ramidato-acutae polystachya.
XX Auriculae lanceolato acutae, in earum parte su- periori liberae.
Folia ensiformia, superne attenuato-acuminata, 1 '/3 cent, lata; auriculis latis, in earum tertia su- periori parte liberis auriculata.
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Folia loriformia-linearia, apicem versus sensim at- tenuata, vulgo 7, interdum 10 mill, lata; auri- culis angustis et in parte apicali breviter li-
beris Loheri.
oo Folia 20-30 cent, longa.
X Folia oblonga, 8-5 cent, lata, abrupte et breviter acuminata (in F. angulata folia superiora 1 ‘/2 cent. lata).
Baccae apice rotundatae, abrupte in papillam ter-
minatae oblongifolia.
Baccae pars libera apicalis 4 mil. longa, acute py- ramidata et acutissime costata . . angulata.
XX Folia lanceolata vel ensiformia.
1. Folia lanceolata, superne sensim longe attenuata,
2-2 ‘/s cent. lata. Syncarpia 4-6 ; 6-9 cent, longa; pedicellis apice crebre squamuloso-sca- bridis et inferno squamulis biseriatis praeditis multiflora.
2. Folia anguste lanceolata, superne sensim atte-
nuato-acuminata, 1 */* cent. lata. Syncarpia 2-4; 4-5 cent, longa; pedicellis undique squa- muloso-scabridis Robinsonii.
3. Folia anguste ensiformia, 7 mill. lata. Syncar-
pia trina 2 '/2 cent, longa, pedicellis apice tan- tum squamuloso-scabridis . . montalbanica.
B. Syncarpia globosa.
1. Folia 10-18 cent, longa.
Folia lanceolata, non minus quam 1 cent, lata .
Cumingiana.
Folia anguste lineari-lanceolata, 3-4 mill, lata . . .
leptophylla.
2. Folia linearia, 40-50 cent, longa, 7-10 mill. lata. Vidalii.
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Sectio II. PleiostkxMa Stigmata 3-10.
A. Syncarpia cylindracea.
1. Folia non plus quam 2 cent, lata, linearia et superne
sensim attenuata, vel lanceolata.
Folia linearia, superne sensim attenuato-acuminata, 35-40 cent, longa. Syncarpia trina, 5 6 cent, longa, 2 cent, crassa Elmeri.
Folia lineari-lanceolata, superne sensim attenuato-acu- minata, 20 cent, longa. Syncarpia trina, 2 ‘/2— B ‘/2 cent, longa, 1 cent, crassa . . . palawanensis.
Folia lanceolata, 10-18 cent, longa. Syncarpia 4-6 in racemo laxo disposita Jagori.
2. Folia 2-4 cent, lata, lanceolato-elliptica vel obovata,
15-40 cent, longa, abrupte et breviter acuminata .
philippinensis.
3. Folia 5-7 cent, vel ultra lata, 70-100 cent, longa.
X Folia breviter et abrupte acuminata.
Folia late linearia, crasse coriacea, acumine brevi, ro- busto terminata rigida.
Folia late linearia, submembranacea, acumine subu- lato, tenui terminata cuernosensis.
XX Folia ensiformia, superne sensim longe attenuato- acuminata, 1 l/ì-3 7, cent, lata, 50-100 cent, longa.
§ Auriculae apice liberae.
Folia valde coriacea, non tessellata. Pedicella sca- brida. Baccae (immaturae) prismaticae, apice libero, capitato, brevi, anguioso, conico-trun-
cato scabripes.
Folia subcoriacea, tessellata. Pedicella impresso- punctata, apice et secus costulas verrucosa. Baccae (immaturae) prismaticae, apice truu- catae atocensis.
§§ Auriculae omnino adnatae.
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Pedicella scabrida. Syncarpia trina, 1 */, cent, crassa. Baccae prismaticae; stigmata 4-6. Folia 2 cent, lata, usque ad medium et ultra profunde
canaliculata negrosensis.
Pedicella scabrida. Syncarpia 17 mill, crassa. Bac- cae subcompresso-prismaticae; stigmata 4-5 vel plura. Folia 3-3 */* cent, lata, basi brevi- ter amplectentia ; auriculis 3-5 cent, longis .
banahaensis.
Pedicella minutissime furfuraceo-scabrida. Syn- carpia quator, 2 ‘/, cent, crassa. Baccae pri- smaticae; stigmata 5 vel plura. Folia 3 cent, lata, basi breviter canaliculata . batanensis. XXX Folia 4 cent, lata, ensiformia, superne sensim attenuato-acuminata; auriculis 8 cent, longis. Pe- dicella triseriatim squamulosa. Baccae compressae, multo elongatae. Stigmata 6-12 . peripiezocarpa.
B. Syncarpia globosa vel subglobosa.
1. Folia 4-5 cent, lata, abrupte et breviter acuminata.
Baccae validae, ovatae vel obovatae . . megacarpa.
Baccae ( elongatae, prismaticae Merrillii.
2. FoliaVplus quam ultra 2 cent. lata.
0 Baccae lageniformes.
4 Folia anguste-linearia, non plus quam 2-10 mill, lata.
o Folia linearia, 2-3 mill, lata . . monocepala.
oo Folia 5-10 mill. lata.
Folia non plus quam 10 cent, longa ensifolia.
Folia 15-25 cent, longa Williamsii.
44 Folia lanceolata, ovata, vel obovata, 7-20 mill. lata. Folia ovata vel obovata, 2-6 cent, longa, 7-16
mill, lata sphaerocephala.
Folia lanceolata, 9-13 cent, longa . rostrata 00 Baccae prismaticae ; folia lanceolata, 25-30 cent, longa, 1 7,-2 cent, lata Warburgii.
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Sectio I. Oligostigma.
1. Freycinetia maxima Merrill, in Philip. Journ. of Science, 1908, p. 310 (1).
Inflorescentiae masculae spathis numerosis valide coria- ceis, decrescentibus, indutae; exterioribus majoribus, 14 cent, longis, ovato-lanceolatis, sub-abrupte subulato-cuspidatis ; interioribus 7 cent, longis, late ovatis, acutis ; pedicella 3 cent, longa, glabra ; parte staminifera cylindracea, 4-5 cent, longa, 10-12 mill, crassa; stamina numerosissima; congesta, kyalina; filamenta 5 mill, longa; antherae oblongae.
Habitat. Arambi, Provincia di Morong, Luzon ; Marzo. (Loher n. 1569 ) ; — Monte Maquiling, provincia di
Laguna, Luzon, a 1200 metri. (Loher, n. 5459 $); — Aqui- log, Provincia di Rizal, Luzon. (Loher, n. 5465, in herb. Kew). — Maagnas, Provincia di Camarines, Luzon. (Robin- son, n. 6345 herb. Manila).
2. Freycinetia ferox Warb. in Engl. Pflanzenreich, p. 33; Merrill, Philip. Freycinetia, in Philip. Journ. of Science, 1908, p. 310.
Habitat. Luzon centrale. (Warb. herb. Berol.). — Duma- guete (Cuernos mounts), Provincia di Negros orientale, isola Negros. (Elmer, Philip, pi. n. 10321, herb. Martelli).
Mr. Merrill riporta a questa specie la pianta che 1’ El- mer descrisse col nome di F. lucbanensis. Non ho sotto
(1) Per regola generale, non vengono riportate le località già citate nel lavoro di Merrill : « Philippine Freycinetia Oltre alle diagnosi delle specie nuove, aggiungo, a quelle già noto, quei caratteri dei quali non è stato fatto menzione nei lavori degli autori che mi hanno preceduto.
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gli occhi gli esemplari autentici di F. ferox esistenti nel- l’erbario di Berlino per rimanere persuaso di tale identifi- cazione, non riscontrando negli esemplari della F. Iticba- nensis Elm. che possiedo, il carattere delle foglie « margine distante ferociter spiuulosa », come si osserva nella F. ferox Warb. In tale dubbio preferisco mantenere le due specie distinte.
Il sincarpio della F. ferox Warb. dovrebbe essere secondo il Merrill, 1. c. p. 309, di circa 3 cent, di diametro. Ma la pianta che a me sembra doversi veramente riportare alla F. ferox Warb., e che come tale considero quella dell’Isola Negros (Elmer n. 1032), ha dei sincarpi di solo 1 '/* cent, di diametro.
3. Freycinetia lucbanensis Elmer, Leaflets Philip. Bo-
tany. I, p. 212.
Habitat. Lucban, Provincia di Tayabas, Luzon. Maggio. (Elmer, Philip, pi. n. 8230, herb. Martelli).
4. Freycinetia Curranii Merrill, in Philip. Journ. ot
Science, 1908, p. 312.
Habitat. A 1000 m. sul Monte Isarog, Provincia di Ca- marines, Luzon. (Curran, n. 11359, herb. Manila).
5. Freycinetia polystachya n. sp.
Caulis 1 '/, cent, crassus, internodis 2-2 '/, cent, longis. Folia imbricata, congesta, rigida, pergamenacea, 70 cent, longa, 2-3 cent, lata, ensiformia, subulato-acuminata, sub- tus longitudinaliter crebre et conspicue venosa, basin ver- sus concavo-convexa, amplectentia; auriculis 5-6 cent, lon- gis, 1 cent, latis, lanceolato-acutis, submenbranaceis; lamina basin versus, brevi tractu, perpaucis dentibus brevibus, acu-
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tis, horizontalibus armata, in fere tertiam superiorem par- tem subclistantibus; costa media subtus acuta, prominula, e medio usque ad apicem tenuis, remotiuscule spinulosa. Inflorescentia $ quina, pedicellis 3-4 cent, longis, 3-5 mill, crassis, apice undique scabrido-squamulosis, ceterum, et secus costulas nonnullas, squamuloso-scabridis, dorso gla- bris. Syncarpia cylindracea, 6-10 cent, longa, 12-17 mill, crassa. Baccae confertae, prismaticae, acute pentagonae, 7 mill, longae, 3 mill, crassae, in earum tertiam superiorem partem liberae, incrassato-pyramidatae, acute angulosae, vertice angusto, plano, bistigmatifero ; semina 1 mill, longa, apice rostrata, a raphe et strophiolo (subaequalibus et suban- gustis) cincta.
Habitat. Montalban, Luzon ; aprile. (Loher, n. 5454, herb. Kew).
Per il numero e per la forma dei sincarpi apparirebbe affine alla F. multiftora Merrill, ma in causa del numero degli stigmi deve rientrare in una sezione diversa. E spe- cie distinta per forma, grandezza e disposizione delle foglie.
6. Freycinetia auriculata Merrill, in Philip. Journ. of
Science, 1908, p. 312.
Habitat. Presso Puerto Princesa nell’ isola Palawan (Paragua). (Foxworthy, n. 876, herb. Manila et Kew).
7. Freycinetia Loherii n. sp.
Caulis 8 mill, crassus. Folia imbricata, subconferta, ere- cta, leviter arcuata, coriacea, anguste linearia, 50-70 cent, longa, 8-10 mill, lata, apicem versus sensim attenuata, in fere dimidiam inferiorem partem plicato-canaliculata, basi sensim dilatata et longe vaginantia, subtus glaucescentia, minute et crebrerrime longitudinaliter venosa; auriculis 4 */s
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cent, longis, angustis, apice acutis, liberis, fimbriatis; lami- nae margines dentibus, acutis, brevibus, apicem versus mi- nutis, crebre et patule-serrati ; costa media acuta, e medio usque ad apicem minute et crebriuscule spinuloso-ser- rata. Inflorescentia $ (immatura) terna vel quaterna; pe- dicellis 3 cent, longis, 3 mill, crassis, squamularum seriebus nonnullis longitudiualiter praeditis. Syncarpia cylindracea, 3 Vs 4 cent, longa, 1 cent, crassa; baccae numerosissimae; stigmata tria.
Habitat. Data, Provincia di Benguet, Luzon. (Loker, u. 1577, 1578, herb. Kew). — Montalban, Luzon, Giugno. (Loker, n. 5469, herb. Martelli). — Monte Batay, Provincia di Rizal, Luzon, Aprile. (Loker, n. 5469, mixta cum Pan- dano gracili Blanco, kerb. Kew).
8. Freycinetia oblongifolia Merrill, Philip, in Journ. of Science, 1908, pag. 310.
Habitat. Nelle foreste a Cousuraud, Surigao, Provincia di Surigao, Isola Mindanao, all’ altezza da 100-150 m. (Bolster, n. 249 </, kerb. Manila; n. 342 $, kerb. Manila e Kew.
9. Freycinetia angulata C. B. Robinson (ms. in kerb.).
Caulis 5 mill, crassus, internodis, 13-16 mill, longis. Fo- lia erecto-patentia, submembranacea, utrinque, vel in pagina superiori paullo manifeste, longitudinaliter a venis minutis dissitis percursa, subtus tessellata ; costa media in laminae tertiam inferiorem partem levis, caetero spinulis tenuibus longiusculis praedita; marginibus in parte intermedia nudis, ceterum acute serrato-denticulatis; auriculis cito destructis, latis, rotundatis, margine longe ciliato-fimbriatis. Folia infe- riora majora, 16-19 cent, longa, 3 cent, lata, lanceolato-ellip-
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tica, apice falcata, acuta vel breviter acuminata, basi angu- stata, breviter caudice adpressa et semiamplectentia; folia superiora minora, 12-13 cent, longa, 15-18 mill, lata, oblan- ceolato-subspathulata, apice falcata et breviter acuminata. Inflorescentia quaterna; pedicellis 3 */a cent, longis, 3 mill, crassis, in dorso seriebus longitudinalibus nonnullis scabrido- squamulosis praeditis. Syncarpia $ 5-7 cent, longa, 2 cent, crassa, conica vel subconica. Baccae nutnerosae, 7 mill, lon- gae, in earum fere dimidiam inferiorem partem prismati- cae et appropinquatae, superne liberae, ibique elongato- pyramidatae, et acutissime pentagonae. Stigmata bina. Se- mina parva, fere 1 mill, longa, linearia, oblonga, a raphe et strophiolo (latiusculis et subalbidis) cincta.
Habitat. A Batan nell’ isola di Batan. Provincia di Ai- bay, Agosto. (C. B. Robinson, n. 6221, herb. Manila).
10. rreycinetia multiflora Merrill, in Philip. Journ.
of Science, 2, 1907, pag. 259.
Habitat. Montalban, Provincia di Rizal, Luzon, Marzo. (Loher, n. 5462 et n. 5457 $ , herb. Kew). — Makiling, (Maquiling), Provincia Laguna. (Loher, n. 5456, 5447 (/, herb. Kew). — Lamao River sul Monte Mariveles, Provincia di Bataan, Luzon, Marzo. (Meyer, n. 2700 ^ et 2827, in herb. Kew et Manila).
11. rreycinetia Robinsonii Merrill, in Philip. Journ.
of Science, 1908, p. 311.
Folia lineari-lanceolata, 10-13 mill, lata, superne sensim acuminata, basi angustata et vaginantia.
Habitat. Monte Mariveles, Lamao River, Luzon, da 130 a 200 m. di altitudine, Marzo, Maggio. (Borden n. 3037, n. 1311, n. 752, n. 2466; Copeland, Gennaio n. 252; Mer-
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rill, n. 3791 ; Meyer n. 264, n. 2194; Williams, n. 338, in herb. Manila). — Monte Abu, River Canon, Provincia di Pampanga, Luzon, Decembre. (Foxworthy, n. 2006). — Leyte centrale, altitudine 1150 m. (Rosembluth, n. 16888). Questi esemplari sono tutti nell’erbario di Manila i nn. 3791, 752, 2466, 3037, 252 si trovano anche nell’erbario di Kew.
Freycinetia Robinsonii var. latifolia u. v.
Folia brevioria, lanceolata, acuminata, vaginantia, 17-25 mill, lata, basi angustata.
Habitat. Sablan, Provincia di Beuguet, Luzon. (Elmer, n. 6196 <?) — Los Banos, Provincia di Laguna, Luzon, Decembre. (Hallier s. n. ; Elmer, n. 8242 $ , herb. Manila e Kew). — Syabandoc? a circa 1000 metri : Giugno. (Lolier, n. 5443). — Montalban, Provincia di Rizal, Luzon. (Loher, n. 544S). — Monte Mattalia, Provincia di Rizal, Luzon. (Lo- her n. 5444, herb. Kew). — Isola Negros, Damaguete (Cuer- nos Mts.) Provincia di Negros orientale. (Elmer, Phil. pi. n. 9620, herb. Martelli).
12. Freycinetia montalbanica u. sp.
Caulis 5 mill, crassus, intemodis 6 mill, longis. Folia imbricata, ascendentia, recta; rigida, pergamenacea, linearia, superne sensim attenuata et acuminato-subulata, 25-30 centim. longa, 6-7 mill, lata, parte basilari vaginanti 2 ‘/s cent, longa ; auriculis membranaceis, e basi 5 mill, lata attenuato-acutis ; laminae margines crebre minute et saepe fei'e inconspicue dentati, dentibus superioribus ad- pressis, iuferioribus patentissimis, inaequalibus ; costa me- dia subtus acuta, in tertiam inferiorem partem levis, ce- terum crebi’e et minute spinulosa. Iuflorescentia $ terna; pedicellis 2 ijì cent, longis, 2 mill, crassis, in apice tantum
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scabrido-squamulosis. Syncarpia (immatura) oblonga, 2 */ cent, longa, 12 mill, crassa. Baccae (immaturae) apice li- berae, acute pyramidatae, angulosae, vertice angusto. Stig- mata vulgo 4, interdum 3, raro numerosiora.
Habitat. Montalban, Provincia di Rizal, Luzon a Butay., a 1380 metri : Aprile. (Loher, s. n., herb. Kew).
13. Treycinetia Cumingiana Gaud. Bonite, tab. 37, fig. 12-14 et tab. 60; C. B. Robinson, Alabastra Philip, in Bull. Torrey Bot. Club, 1908, p. 64. — Freycinetia luzonensia Presi. Epim. bot. p. 238 (excl. var. hete- rophylla ); Miq. FI. Ind. Bat. Ill, p. 172; Warb. in Engl. Pflanzenreich, p. 35; Merrill, in Philip. Journ. of Science, 1908 (non 1906), p. 311.
Folia herbacea, patentia, lineari -lanceolata vel lanceolato- acuminata, 10-14 (18 cent. Warb.) longa, 7-20 mill, lata, basin versus attenuata, semiamplectentia, subtus longitudi- naliter venis subdistantibus percursa, transverse tessellata; auriculis scariosis, latis, apice rotundatis et cibato -fimbria- ti ; laminae marginibus in parte intermedia levibus, in parte basilari, brevi tractu, et a medio usque ad apicem minute spinulosis; costa media in tertiam superiorem par- tem nuda, ceterum usque ad apicem, remote et acute spinu- losa. Spathae decrescentes, late ovatae, in acumen elongatum, cuspidatum, triquetrum, subulatum productae. Inflorescentia terna, pedicellis 2 4/3 cent, longis, 1 */> mill, crassis, in dimi- diam superiorem partem scabrido-squamosis, infra medium squamulis per series longitudinales ordinatis, praeditis. Syn- carpia oblonga, 15-18 mill, longa, 9-10 mill, crassa. Bac- cae (immaturae) in dimidiam superiorem partem liberae, pyramidatae et acute costnlatae, vertice angusto, plano ; stigmata bina, interdum terna.
Habitat. Luzon, Provincia di Camarines australe. (Cu- ming, pi. philip. n. 1455, herb. Praga, Pietroburgo, Kew,
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Berlino, Monaco, Boissier, British Mus.) ; — M.te Isarog Prov. Camarines, lungo le sponde del fiume. (Curran, n. 11361, $. herb. Manila).
Nella descrizione della Freycinetin. luzonensis, esclusa la var. heterophylla (1), io non vedo che il Presi abbia confuso più di una specie, come sembra evidente al sig. C. B. Robin- son (Torrey Bot. Club., 1908, p. 64). Infatti in tutte le colle- zioni delle piante di Cuming che ho esaminato, compresa quella dell’erbario Presi nel Museo di Praga, il numero 1455, sul quale Presi ha fondato la sua specie, è rappresentato solo da esemplari riferibili alla tipica F. luzonensis.
Recentemente il nome di F. luzonejisis venne da taluni autori attribuito a specie affini ma distinte da essa; e Mer- rill nel suo ultimo lavoro (Philippine Freycinetia p. 311) riconosce e rettifica l’errore in cui egli pure era caduto.
Il Warburg (in Engler’s Pflanzenreich) volle completare la descrizione del Presi (redatta solo su esemplari maschili) aggiungendovi la descrizione del sincarpio; ma l’esemplare femmineo che ha servito al Warburg per tale aggiunta, e che trovasi nell’erbario di Berlino, ha un sincarpio giova- nissimo, quasi in stato incipiente ; quindi i caratteri e le dimensioni attribuite dal Warburg al sincarpio della F. luzonensis hanno un valore molto relativo.
Il nome di F. Cumingiana ha il diritto di precedenza su quello di luzotiensis, essendo stato adoperato da Gaudi- chaud sino dal 1843, mentre quello di Presi porta la data del 1S47, come giustamente rileva il sig. C. B. Robinson.
14. Freycinetia leptophylla n. sp.
Oaulis gracilis, 3 mill, crassus, internodis brevissimis, 5 mill, longis ; folia numerosa, approximata, erecto-patentia, chartacea, anguste lineari-ensiformia, sursum sensim acu-
ii Nella varietà heterophylla a me parrebbe doversi riconoscere \s.~ Frey- cinetia Willianuii Merr, oppure la F. ensi/olia Merr.
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minato-subulata, 3-4 mill, lata, 10-18 cent, longa, interdum basi panilo angustata, subtus crebre longitudinaliter \enosa, parte vaginanti 1 ‘/2 cent, longa ; auriculis subscariosis, la- tiusculis, apice, brevi tractu, liberis, rotundatis, marginibus subfimbriatis ; laminae marginibus in parte media levibus, in parte basilari et apicali minute vel minutissime spinu- loso-serratis ; costa media subtus, et infra medium usque ad apicem, spinulis raris munita ; spathae exteriores foliis simillimae, sed basin versus aliquanto dilatatae, interiores submembranaceae, late ovato - lanceolatae, plus minusve in acumen trigonum, foliaceum productae, in costa media et ad margines, in parte foliacea tantum, spinulosae vel subtilissime spinuloso-ciliatae. Inflorescentia termina- ls, quaterna vel terna ; pedicellis tenuibus, 1 2 l/8 cent,
longis ; spicis staminiferis cylindraceis, 5-8 mill, longis, fere 2 mill, crassis. Spadices $ terni, pedicellis 2 i/i cent, longis, 2 ‘/s mill, crassis, clavatis, apice squamuloso-scabris. Syncarpia globosa, 10-12 mill. diam. (immatura). Drupae luteo-coccineae (Loher), in earum dimidiam superiorem partem liberae, pyramidatae, costulatae. Stigmata 4 vel 5, interdum 3.
Habitat. Montalban, Provincia di Rizal, Luzon, Marzo. (Loher, s. n. et n. 5452, 5453, mixta cum F. Williamsii Merr. herb. Kew ; (n. 5453 etiam in herb. Martelli).
15. Preycinetia Vidalii Hemsl. in Kew Bull., 1896, p. 166 ; Warb. in Engl. Pflanzenreicli, 36 ; Merrill, Philip. Freycinetia, in Philip. Journ. of Science, 1908, p. 311. — Freycinetia Villarii Elmer, Leaflets Philip. Bot. p. I p. 362. — F. confusa Elmer (non Ridley) 1. c. p. 213.
Habitat. Bayombon, Provincia Nueva Vizcaya, Luzon.
(Vidal n. 3964, herb. Kew.). — Lucban, Provincia di Taya-
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bas, Luzon. (Elmer, Pliil. pi. n. 7381, herb. Martelli e Manila; n. 9007, herb. Martelli) (1).
Il sig. Elmer diede il nome di F. confusa ad una cre- duta specie nuova, essendo stato indotto in errore dalla non giusta posizione di sezione nella quale il Warburg aveva collocato la F. Vidalii. Avvertito che tale nome specifico di confusa era stato usato dal sig. Ridley per una specie della Penisola Malese affatto diversa, 1’ Elmer nella « Errata » 1. c. p. 362, cambiò il nome di F. confusa in quello di F. Villarii, ma non mi pare dubbio che la spe- cie Elmeriana altro non sia, come pensò anche il Merrill, che la Freycinetia Vidalii Hemsley. (2).
Sectio II. Pleiostioma.
16. Freycinetia Elmerii Martelli. — F. palawanensis Elmer (p. p.), Leaflets Philip. Bot. I, p. 216, non Merrill.
Caulis 7 mill, crassus, submollis, internodis 1-1 */s cent, longis. Folia 30-35, interdum 40 cent, longa, linearia, 8-12 cent, lata, superne seusim attenuata, apice acuminato-subu- lata, utrinque, in sicco, longitudinaliter rugoso-venosa, basin versus longe seusim attenuata, in ima basi breviter cana- liculata, semi-amplectentia nec vaginantia ; auriculis albo membranaceis, elongatis, apice acutis, cito in fibras solutis; laminae marginibus et costa media subtus, in parte apicali tantum, spinulosis. Inflorescentia terna, spathis crasse co-
(1) L’esemplare distribuito dal sig. Elmer col nome di F. Vidalii Hemsl. Phil. pi. n." 8711. (herb. Martelli) è da riferirsi alla Freycinetia Williamsii Merrill.
(2) Ridley, pubblicò i « Materials for a Flora of the Malayan peninsula » nel luglio del 1807 ; mentre il fascicolo dell’ Elmer « Leaflets of Philip. Botany », ove è descritta la F. confusa, comparve il 14 ottobre dello stesso
anno.
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riaceis, lanceolati vel ovato-lanceolatis, involuta ; spatha exterior ceteris major, 7-12 cent, longa, 17 mill, lata, apicem versus attenuata, longe acuminato-subulata, mar- ginibus et costa media acute denticulatis ; spathae inte- riors minores et acutae. Tnflorescentia terna, pedicellis 1 ‘/s cent, longis, 2 mill, crassis ; parte antherifera 2 ‘/2 cent, longa, cylindracea, albo-lutea. Inflorescentia $ terna, pe- dicellis 12 mill, longis, 4 mill, crassis, glabris. Syncarpia cylindraeeo-conica, 2 */2 — 5 cent, longa, 1 cent, crassa. Baccae fere 5 mill, longae, prismaticae, papilla prominula terminatae ; stigmata latiuscula, 5-7, interdum 3, in circulo disposi ta; semina linearia, raphe et strophiolo angustis, albo-membranaceis, cincta.
Habitat. Lucban, Provincia di Tayabas, Luzon. (Elmer, Philip, pi. n. 7810 , 9383 $ ); — Dumaguete (Cuernos Mts.),
Provincia Negros orientale, Isola Negros. (Elmer, Philip, pi. n. 10,070 cf , herb. Martelli). — - Malabang, Provincia di Cota- bato, Mindanao. (Mrs. Strong Clemens, n. 796. $ , herb. Manila).
Oltre i numeri citati, il sig. Elmer riporta alla sua F. palawatiensis i nn. 9009 e 8226 delle sue « Philip, plants », numeri che non ho visto, ma che ho ragioni per ritenere che appartengano alla mia F. Elmer ii, prove- nendo dalla stessa località.
La mia F. Elmerii è specie senza dubbio molto affine alla F. palawanensis Merr.; ma con il materiale sin ad ora disponibile, a me appariscono due specie distinte ; potrebbe anche darsi però che possedendo una più numerosa serie di esemplari resultasse che l’una è solo una varietà dell’altra.
17. Freycinetia palawanensis Merrill in herb. ; El- mer, Leaflets Philip. Bot. I, pag. 216 (pro parte).
Caulis 4-5 mill, crassus, internodis 6-12 mill, longis. Fo- lia submembranaceo-coriacea, lanceolata, 20 cent, longa, 7-10 mill, lata, utrinque, in sicco, longitudinaliter crebre
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et minute rugoso-venosa, superne acuminata, apice longiu- scule subulata, basin versus longe angustata, supra cana- liculata, basi vaginantia nec semiamplectentia; auriculis albo-membranaceis, cito marcescentibus, circiter 3 cent, lon- gis, basi 6 mill, latis, apice acutis ; laminae marginibus in- teo-ris, in extremo acumine dentibus nonnullis minutis cal- losis instructis ; costa media subtus apicem versus acute prominula, remote et irregulariter spinulosa. Spathae par- vae, lanceolatae, breviter subulato-acuminatae, vel acutae, naviculares, omnes valide coriaceae, externae 4 */a cent, lon- gae, 1 cent, latae ; spatha interior minima, tantum in acu- mine ad margines calloso-denticnlata. Inflorescentia $ brevis, terna; pedicellis 1 cent, longis, 3 mill, crassis, gla- bris. Syncarpia cylindraceo-subconica, 2-3 cent, longa, 1 cent, crassa. Baccae prismaticae, fere 5 mill, longae, angu- losae, basi latae, in fere tertiam superiorem partem liberae, ibique aliquantum anguloso-pyramidatae, vertice plano- truncato, discoideo, 2 mill. lato. Stigmata 4, interdum 3, raro 6, lata, dissita ed a sulcis separata.
t
Habitat. Nell’ Isola Palawan sul Victoria Peak, Kunao, all’altezza di 900 metri sul mare (steep rochy slope, above water fall). Marzo 1906. (Foxworthy, n. 706, in herb. Manila).
Nell’erbario di Manila, Merrill assegnava il nome di Freycinetia palatcanensis alla pianta di Foxworthy por- tante il n. 706 sopra indicato, senza però darne una descri- zione. Elmer in seguito pubblicò una descrizione della F. palawonensis Merrill, redatta sopra esemplari dallo stesso Elmer raccolti a Lucban nella provincia di Tayabas, Lu- zon (Elmer, Philip, plants n. 8226 et 9009).
Da quanto però io ho potuto riconoscere, dietro un at- tento esame, mi risulterebbe che nella F. palawanensis , come è intesa da Elmer, si comprendono due specie distinte, vale a dire: la vera F. palawanensis Merrill sopra descritta, di Palawan, ed un’altra, che sarebbe la pianta di Lucban e della quale ho fatto la F. Elmerii.
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18. Freycinetia Jagorii Warb. in Engl. Pflanzenreich, p. 39; Merrill, Philip. Freycinetia, in Philip. Journ. of Science, 1908, pag. 313.
Caulis tenuis, 3 mill, crassus, internodis 11-13 mill, lon- gis. Folia dissita, coriaceo-membranacea, 7-10 (Warb. 18) cent, longa, 12 usque 20 mill, lata, lanceolata, acuminato- cuspidata, basi angustata et non vaginantia; auriculis cito evanidis, angustis, ambitu leviter rotundatis ; laminae mar- ginibus, in cuspide tantum, subcalloso-denticulatis ; costa media subtus acuta et in dimidiam superiorem partem raris dentibus, minutis, spinescentibus, munita. Inflorescen- tia cf terminalis breviter racemosa; spathae non confertae, decrescentes, inferiores 1 lj — 2 cent, latae, naviculares, ovato- lanceolatae vel obovatae, acutae ; spatha exterior acumi- nata. Spadices 4-6, racemosi, pedicellis levibus, 12 mill, lougis, gracilibus, 2 mill, crassis, subclavatis; parte stami- nifera cylindracea, 15 mill, longa, 2 mill. diam. Antherae subsessiles, late-ovatae. Inflorescentia $ racemosa, quaterna vel quina; spathis caducis; pedicellis fere 1 cent, longis, 2 mill, crassis, gracilibus, glabris. Syncarpia (immatura) cy- lindracea, 2 cent, longa, 5 mill, crassa. Drupae omnes ap- proximatae, in vertice convexiusculae; stigmata 4, parva et anulo prominulo circumdata.
Habitat. Samar. (Jagor n. 954, herb. Berol. tf). — Min- danao, Camp Keithley, Lake Lamao. Sett. Ott. (Mrs. Strong Clemens, s. n. cf, $, herb. Manila e Martelli).
19. Freycinetia philippinensis Hemsl. in Kew Bull.
1896, p. 165; Warb. in Engl. Pflanzenreich, p. 40;
Merrill, Philip. Freycinetia, in Philip. Journ. of
Science, 1908, p. 313.
Habitat. Isole Filippine senza altra indicazione di loca- lità. (Cuming, n. 1898); — Montalban, Provincia di Rizal,
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Luzon. (Loher, n. 5446) ; — Monte Matulid, Luzon, a 1200 m. Marzo. (Loher, n. 5464, herb. Kew.).
20. Freycinetia rigida Elmer, Leaflets Philip. Bot. 1
p. 362. — F. Hemsleyi Elm., non Warb., 1. c. p. 214.
Habitat. Lucban, Provincia di Tayabas, Luzon. (Elmer, Philip, pi. n. 7847, herb. Martelli e Manila).
II Sig. Elmer distribuì pure col nome di Freycinetia ri- gida Hemsl. degli esemplari raccolti nell’isola Negros (Elmer, Philip, plants n. 9677). Considero però tali esemplari come appartenenti ad una specie diversa, che ho chiamato F. cuernosensis.
21. Freycinetia cuernosensis n. sp.
Folia 70 cent, longa, subherbacea, 5 cent, lata, lorifor- mia, utrinque longitudinaliter manifeste venosa, subabrupte in apicem trigonum, acuminatum, attenuata, basi, brevi tractu, sensim angustata et superne canalieulata ; auricu- lis 4 cent, longis, latis, apice rotundatis, deciduis; margini- bus in eorum tertiam inferiorem partem serratis ; laminae marginibus dentibus brevibus et teuuibus praeditis, in parte media levibus, prope apicem et in acumino brevissime den- ticulatis; costa media acute prominenti et in fere quartam superiorem partem dentibus minutis, subdistantibus munita. Inflorescentia 2.... (integra non vidi). Syncarpia valida, cy lindracea; baccae validae, confertae, acute prismatico-pen- tagonae, 15 mill, longae, 5 mill, crassae, in earum quintana superiorem partem liberae, ibique pyramidatae et subirre- gulariter pentacostulatae, vertice plano, circulari, 2 mill, diam.; stigmata 5. Semina linearia, 1 */, mill, longa; raphe crassa, prominula, longitudinaliter percursa.
Habitat. Dumaguete (Cuernos Mounts), Provincia di Ne- gros orientale, Isola Negros. Marzo. (Elmer, Philip, pi. n. 9677, sub Freycinetia rigida , herb. Martelli).
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22. Freycinetia scabripes Warb. in Engl. Pflanzenreich, p. 41; Merrill, Philip. Freycinetia in Philip. Journ. of Science 1908, p. 318. — F. dilatata Merrill, ex Elmer, in Leaflets Philip, bot. I, p. 214, 362; Mer- rill, Philip. Freycinetia, in Philip. Journ. of Science, 1908, p. 313.
Habitat. Luzon, Provincia di Bataan. (Warb. s. u. herb. Berlino). — Lamao River, Provincia di Bataan, Luzon, Maggio. (Maule, n. 4529). — Panay, Provincia di Rizal, Luzon. (Merrill, n. 2301). — San Isidro, Provincia di Rizal, Luzon, al limitare della foresta dal lato del monte, Gen- naio. (Foxworthy, n. 99). — Monte Abadoc, Provincia di Cagayan, Luzon. (Curran, n. 17219, herb. Manila). — Lucban, Provincia di Tayabas, Luzon, negli scoscesi burroni del monte Banahao, a 700 m., rara. (Elmer, Philip, plants n. 9008 (1), herb Martelli e Manila).
Non tutti i numeri citati dal Sig. Merrill come riferibili alla F. scabripes , sono stati da me riportati a questa spe- cie. Il n. 2301, un esemplare maschile, è secondo me, in- dubbiamente riferibile alla stessa specie alla quale appar- tiene l’esemplare femmineo n. 4529, mentre il Sig. Merrill ritenne essere detto n. 2301 di F. dilatata Merrill. Anche l’esemplare n. 99 (herb. Manilla) che il Merrill considera come appartenente a specie distinta dalla F. ferox ed è ri- condotto alla F. dilatata , a me invece non parrebbe diffe- rire dalla F. scabripes. Sempre a mia opinione, non mi sento troppo disposto a considerare come di F. scabripes gli esem- plari : n. 7902, Elmer, Philip, plants, ed il n. 3806, Fenix (herb. Manila e Martelli); invece rispettivamente io ricon- durrei il n. 7902 alla F.. banahaensis, ed il n. 3806 alla F. batanensis.
(1) Agli esemplari portanti questo numero sono unite delle spate che io ritengo appartenenti ad una specie di Pandanus.
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23. Freycinetia atocensis n. sp.
Caulis 7 mill, crassus, internodis 2 cent, longis ; folia subcoriacea, 50-60 cent, longa, linearia, 17-19 mill, lata, apice attenuato-acuminata, subalata, subtus crebre venosa et tessellata, basi late dilatata, amplectentia ; auriculis sub- angustis, apice breviter liberis, ibique dentatis ; laminae marginibus in parte media nudis, et e basi usque fere ad medium dentibus brevissimis subliorizontalibus, crassiuscu- lis, irregularibus, plus minusve distantibus armatis, apice minutissime subdistanter serratis. Inflorescentia mascula plurimis spatkis induta ; spathae exteriores foliis subcon- formes sed breviores, coriaceae, basi sensim expansae ; inte- riores carnosae. Spadices terni, pedicellis 3 cent, longis,
3 mill, crassis, glabris, in parte staminifera, 5 cent, longa, 8 mill, crassa, cylindracei; fìlamentis 2 mill, longis; an- theris brevibus, oblongis. Inflorescentia $ terna, pedicellis
4 cent, longis, 8 mill, crassis, sub vitro minute impresso- punctulatis, apice et secus costulas longitudinales nonnullas verrucosis. Syncarpia (immatura) cjdindracea, 8 cent, longa, 2 y cent, crassa. Baccae numerosissimae, confertae (imma- turae), prismaticae, apice truncatae, plus-minusve compres* sae et costulatae. Stigmata vulgo 6, raro 5.
Habitat. Atoc, Provincia di Benguet, Luzon (Loker, n. 1570, herb. Kew.).
24. Freycinetia negrosensis Merrill, Philip. Freyci- netia, in Philip. Journ. of Science, 1908, p. 313.
Habitat. Frequente sulle creste del Monte Silay a 1000- 1100 m., nella Provincia di Negros occidentale, Isola Negros, (Whitford, n. 1541, herb. Manila e Kew).
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25. Freycinetia banaliaensis Elmer, Leaflets Philip.
Bot. I, p. 215.
Habitat. Lucban, Provincia di Tayabas, Luzon. (Elmer, Philip, pi. n. 7902, herb. Martelli).
Il Merrill (Philip. Freycinetia, in Philip. Journ. of Science, 1908, pag. 313) considera questa specie come eguale alla F. ferox Warb. A me pare che fra gli altri caratteri il nu- mero degli stimmi e la disposizione loro, non che la forma dell’apice della bacca, facciano differenziare assai la Frey- cinetia ferox dalla F. banahaensis.
20. Freycinetia batanensis n. sp.
Caulis fere 2 cent, crassus, internodis brevissimis. Folia conferta, imbricata, coriacea, 80 et ultra cent, longa, 2 '/, cent, lata, linearia, e medio usque ad apicem sensim atte- nuato-acuminata, supra nitida, subtus pallida, crebrerrime et minute longitudinaliter venosa, in ima basi paullo sen- sim dilatata, amplectentia, ibique, in pagina superiore, ve- nuloso-crispata, levi (nec impresso-punctulata) ; auriculis submembranaceis, 5 cent, longis, 5 mill, latis, superne atte- nuati, apice acutis; laminae marginibus basi et in extremo apice, brevissimo tractu, nonnullis dentibus brevibus vel minutis praeditis. Inflorescentia $ quaterna, valida; pedi- celli 7 l/s cent, longis, 6-8 mill, crassis, scabris, dorso nudis. Syncarpia cylindracea, 7 7,-11 cent, longa, 17-20 cent, crassa ; baccae confertae, prismaticae, penta-exagonae, 9 mill, longae, 4 mill, crassae, parte apicali libera, brevis- sima (2 mill.), subpyramidata, penta-exagona ; vertice sub- irregulari truncato, plano, 2 mill, lato, anulo levi cincto. Stigmata persaepe 5, vel numerosiora, in circulo disposita.
Habitat. San Domingo de Basco, Isola Batan, presso la
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sommità del Monte Fraya, Giugno. (Fenix, n. 3806, herb. Manila). — Luzon Central. (Loher, n. 156, herb. Kew).
Il sopra rammentato esemplare dell’ Isola Batau, era stato dal sig. Merrill, « Philip. Freycinetia », riferito alla F. scabripes Warb. L’altro campione raccolto dal Sig. Loher si compone di sincarpi $ > i quali però sono affatto iden- tici a quelli della pianta di Batan.
27. Freycinetia peripiezocarpa n. sp.
Caulis 1 cent, crassus, internodis brevissimi, 5 mill, longis. Folia imbricata, congesta, valde coriacea, elongata, sensim apicem versus attenuato-acuminata, 3 cent, lata, 60 cent, (et ultra ?) longa, supra nitida, subtus glaucescentia, crebrerrime et minutissime longitudinaliter venosa, basi canaliculata, amplectentia ; auriculis 8 cent, longis, subcar- tilagineis, basi 7 mill, latis, lanceolati, apice acuti ; la- minae marginibus basi breviter denticulato-serratis, apice remotiuscule et brevissime denticulatis ; costa media sub- tus acutissima, apicem versus brevissime spinuloso-denti- culata. Iuflorescentia $ spathis plurimi cincta ; spathae exteriores foliis simillimae sed breviores, 60 cent, lon- gae, decrescentes, basin versus aliquantum dilatatae ; spa- thae interiores numerosae, foliis dissimiles et multo bre- viores, crassae, albidae. Iuflorescentia terna (vel syncarpis numerosioribus constans?); pedicellis 6 cent, longis, 6-8 mill, crassis, angulosis, furfuraceo-scabridis, secus angulos vix squamulosis. Syncarpia cylindracea, 8-10 cent, longa, 10-17 mill, crassa (immatura) ; baccae immaturae confertae, com- pressae, 1 mill, spissae, 2-3, interdum 5 mill, longae, rectaugulares, longitudinaliter dispositae. Stigmata 6-12, interdum numerosiora, biseriata.
Habitat. Benguet, Provincia di Luzon, a 1600 metri, ove è comune. Decembre. (Merrill, n. 18020); — Caopian, Benguet, nelle foreste a 1600 m. (Curran, n. 10858, 10908 ; herb. Manila).
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28. Treycinetia megacarpa Merrill, in Philip. Journ. of Science, 1908 p. 314.
Habitat. Mindanao, Camp Keithley, Lake Lamao, (Mrs. Strong Clemens, s. n., herb. Manila).
29. Freycinetia Merrillii Elmer, Leaflets Philip. Bot., 1, p. 216; Merrill, Philip. Freycinetia, in Philip. Journ. of Science, 1908, p. 314.
Habitat. Lucban, Provincia di Tayabas. (Elmer, Philip, pi. n. 9010, herb. Manila e Martelli). — Vulcano Banahao, Provincia di Laguna, Luzon. (Loher n. 5458, herb. Kew).
30. Freycinetia monocephala Elmer, Leaflets Philip. Bot., 1, p. 78, 218 ; Merrill, Philip. Freycinetia, in Philip. Journ. of Science, 1908, p. 314.
Inflorescentia parva, terminalis, terna; spathae parvae, 2 cent, longae, 8-5 mill, latae, naviculares, ovato-lanceo- latae, acuminato-cuspidatae vel acutae, venis robustis Ion- gitudinaliter percursae ; spatha exterior omnium brevior et multo angustior, cibata. Pedicella levia, fere 1 cent, longa, gracilia, 1 mill, crassa, parte antherifera brevissima, oblonga; antheris subrotundatis, filamentis longiusculis.
Habitat. Lucban, Provincia di Tayabas, Luzon. (Elmer, Philip, pi. n. 7380, herb. Martelli e Manila). — Monte Ba- nahao, Provincia di Tayabas, Luzon, sul limitare della fo- resta a 7500 m. (Whitford, n. 971, herb. Manila). — Monte Aquilog, Provincia di Rizal, Luzon; Marzo. (Loher, n. 5450). — Montalban, Provincia di Batay, Luzon, Aprile. (Loher, n. 1995 et n. 5445 herb. Kew e Martelli).
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31. Freycinetia ensifolia Merrill, in Govern. Labor, pubi. Philip., n. XVII, 1904, p. 5, et Philip. Freyci- netia, in Philip. Journ. of Science, 1906, p. 25 et 1908, p. 316.
Inllorescentia terminalis terna. Spathae albo-vires- centes, exteriores minores aliquanto dilatatae, sursurn in acumen longum cuspidatum productae ; interiores majores, usque 25 mill, longae, late ovatae, fere 1 cent, latae, con- vexae, subabrupte acuminato-cuspidatae, marginibus, fim- briato-denticulato-ciliatis. Pedicella 1 cent, louga, gracil- lima, 1 mill, crassa, levia; parte staminifera globosa, parva ; antheris albis, parvis, rotundatis.
Habitat. Baguio, Provincia di Benguet, Luzon setten- trionale. (Williams, n. 1013); — Lamao River, Monte Ha- riveles, Provincia di Bataan, Luzon, (Borden, n. 1347, herb. Manila). — Montalban, Provincia di Rizal, Luzon. (Loher, n. 5449); — Vaguiliang, Luzon centrale. (Loher, n. 1503, et 1420). — Sablan, Provincia di Benguet, Luzon. (Loher, n. 1530, , herb. Kew). — Monte Banajo. Ottobre. (Lau-
glasse n. 83, herb. Paris).
32. Freycinetia Williamsii Merrill, Philip. Freycinetia, in Philip. Journ. of Science, 1908, p. 315.
Caulis triangularis, ramis longe foliosis, internodis 1 cent, longis. Folia dissita, rigida, erecto-patentia, lineari- lauceolata, sursurn sensim acuminata, 15-25 cent, longa, 7-10 mill, lata, utrinque longitudinaliter venosa, basi an- gustata et longe (2-3 cent.) vaginantia, subito supra basin abrupte patula; auriculis membranaceo-scariosis, hyalinis, cito evanescentibus, 2 ‘/,-3 mill, longis, 5 mill, latis, apice rotundatis, in parte apicali ciliato-fimbriatis ; laminae mar-
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ginibus in parte basilari, dentibus crassiusculis, brevissimis, patentissimi praeditis, apice remote et brevissime denticu- lato-serratis ; costa media, subtus, in dimidiam superiorem partem et ultra, serrulata. Inflorescentia mascula terna. Spathae exteriores foliaceae, basi dilatatae; spathae interio- res exterioribus breviores, late ovatae, fere 2 cent, latae, in acumen elongatura, filiforme, productae. Pedicella brevia, 2 cent, longa, gracilia, 2 mill, crassa, levia, parte stamini- fera oblonga ; antheris globosi. Inflorescentia $ spathis cito cadimi induta, terna vel bina, interdum monocephala; pedicelli brevibus, 1 i/2 cent, longis, et 2 mill, crassis, glabris. Syncarpia globosa, vel ellipsoidea, dum matura 2-3 cent. diam. Baccae, maturae, pallide rubrae, lagenae- formes, pentagonae, rostratae, 9 mill, longae, 4 mill, latae, in earum dimidiam superiorem partem liberae; stigmata 4-6. Serniua linearia, 3 mill, longa, a raphe lata, tantum latera- liter, cincta.
Habitat. Monte Makiling, Provincia di Laguna, Luzon, Aprile. (Loher, n. 5455); — Castilla, Provincia di Bizal, Luzon, Marzo. (Loher, n. 5460); — Montalban, Luzon. (Lo- her, n. 5453, mixta cum F. leptophylla). — Siya-bundok, Provincia di Rizal, Luzon. (Loher, n. 5461, herb. Kew). — Baguio, Provincia di Benguet. Luzon. (Elmer, Philip, pi. n. 8711, sub F. Vidalii, herb. Martelli).
33. Freycinetia sphaerocephala Gaud. Voy. de la Bonite, tab. 52; Warb. in Engl. Pflanzenreich, p. 35; Merrill, Philip. Freycinetia, in Philip. Journ. of Science, 1908, p. 314 ; — F. globosa Merrill, in Philip. Journ. of Science, 1907, p. 260; Elmer, Lea- flets of Philip, bot., 1, p. 217.
Habitat. Provincia di Albay, Luzon. (Cuming, n. 839, herb. Kew.) — Monte Halcon, Mindoro, a 1000 metri, sul limitare della foresta. (Merrill, n. 5791, herb. Manila).
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Merrill riporta alla F. sphaerocephala la F. strobilacea Vidal (non Bl.), Phaner. Cuming. Philip., 1885, p. 154 e Revis. PI. vas. Filip., 1886, p. 280) ; ma io non ho dati per adottare simile maniera di vedere, non avendo Vidal ac- compagnata la sua citazione con una diagnosi o descri- zione qualsiasi. Forse il sig. Merrill ha potuto vedere qualche campione dell’erbario Vidal ? E da escludersi in ogni caso che la specie a cui accenna il Vidal, col nome di F. strobilacea, sia la stessa di quella descritta dal Blume.
34. Freycinetia rostrata Merrill, in Philip. Journ. of
Science, 1906, Supp., p. 177.
Habitat. Mindanao, Lago Lamao, Camp Keithley. (Mrs. Strong Clemens, n. 475, herb. Manila, e Martelli). — Samar Laraag. (Merrill, n. 5235, herb. Manila).
35. Frecynetia Warburgii Elmer, Leaflets Philip. Bot., 1,
p. 218; Merrill, Philip. Freycinetia, in Philip. Journ. of Science, 1908, p. 315.
Habitat. Lucban, Provincia di Tayabas, Luzon. (Elmer, Philip, plants, n. 8229, herb. Martelli). — Montalbau, Luzon, Marzo. (Loher, n. 5463, herb. Kew).
Specie imperfettamente conosciute.
Alla precedente rassegna debbo aggiungere due specie di cui ho studiato solo esemplari incompleti e delle quali quindi non posso indicare le precise affinità.
Freycinetia sp. ?
Habitat. Sablan, Provincia di Benguet, Luzon. Aprile. (Elmer, n. 6217, herb. Manila et Kew).
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Merrill riporta il citato esemplare alla F. rigida Elmer. A me però sembra che possa appartenere ad una specie non ancora descritta; ma trattandosi di un unico esemplare e per di più maschile, non credo opportuno, per ora, di stabilire una nuova specie sopra un materiale così scarso ed incompleto.
Freycinetia sp.
Habitat. Isola di Paragua, E-vi-ig River. (Merrill, n. 779, herb. Manila).
Caulis tenuissimus, 2 mill, crassus, internodis 8-10 mill, longis. Folia remota, parva, subreclinata, anguste lanceo- lata, persaepe falcata, apice subulato, 7-10 cent, longa, 5-7 mill, lata, longitudinaliter paucis venis utrinque prominu- lis, subdistantibus, percursa, basi paullo angustata, in ima basi abrupte dilatata et amplectentia ; auriculis 7 mill, longis, latissimis, membranaceis, in apice rotundatis, ibi- que paullo fimbriatis ; laminae marginibus in parte media, brevi tractu, levibus, ceterum dentato-ciliatis, sive denti- bus parvis, gracilibus praeditis. Costa media subtilissima, e medio usque ad apicem remote spinulosa.
L’esemplare è sterile, ma dai caratteri che presentano le foglie ritengo, per certo, che appartenga ad una specie ancora indescritta.
Studio monografico del genere “ Raphia „
PER
ODOARDO BECCARI
(Tavola I)
Raphia, Palisot de Beauvais.
Nel voi. IV del giornale « L’Agricoltura coloniale » di Firenze, ho di già fatto conoscere le generalità relative alle Raphia, ed ho anche trattato dei prodotti che da que- ste si ottengono, non che dei vari usi ai quali si prestano, accompagnando lo scritto con la rappresentazione foto- grafica dei frutti di quasi tutte le specie conosciute. La presente rivista del genere Raphia è quindi un comple- mento del lavoro pubblicato nel rammentato periodico.
Le specie di Raphia sono state sino a qui molto som- mariamente studiate, principalmente in causa dello scarso materiale esistente nelle collezioni, e che bene spesso si riduceva a solo qualche frutto staccato. Per questo motivo i caratteri principali sui quali, per lo più, sono state fon- date le specie, sono stati desunti dai frutti. In seguito però al presente studio ho potuto riconoscere che tali ca- ratteri sono spesso molto fallaci, essendo la forma e gran- dezza dei frutti delle Raphia variabilissimi nella medesima specie. Forse le foglie potrebbero anche servire per la dia- gnostica delle specie, se di tutte si possedessero saggi completi e fra loro comparabili ; di fatto però di varie spe- cie non si conosce tale parte della pianta ; di alcune si hanno saggi tolti da foglie di piante giovani, di altre si hanno quelli di piante adulte, ma di queste ora si hanno i segmenti della sola parte apicale, ed altre volte quelli della parte cen- trale o della basilare ; di modo che, siccome i segmenti va-
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riano moltissimo per la grandezza, per la forma, e per varie particolarità, a seconda dell’età della pianta ed a seconda della posizione che detti segmenti occupano lungo il ra- chide, così non è prudente servirsi dei caratteri diagnostici desunti soltanto da questi.
I fiori, maschili e femminili, ma più specialmente que- sti secondi, offrono invece differenze notevoli facilmente apprezzabili, ed assai costanti nelle varie specie ; e questi organi, a me sembra, forse meglio dei frutti e delle foglie possono essere utilizzati per la distinzione ed il ricono- scimento delle specie, tanto più che una parte di loro essendo coriacei e quindi di natura serbevolissima, rimane quasi sempre inalterata lungo le spighette, anche quando queste portano i frutti maturi. E quindi principalmente dai caratteri desunti dai fiori che mi son basato per di- stinguere le specie da me riconosciute.
Per quanto certamente incompleta, la presente mono- grafia viene ad estendere assai la conoscenza di queste nobili Palme, e ciò principalmente per merito del be- nevolo aiuto che ho ricevuto dai Direttori de’ principali Musei botanici, che liberalmente hanno messo a mia di- sposizione il prezioso materiale in questi conservato. Mi sento quindi in obbligo di pubblicamente ringraziare il Colonnello D. Prain, Direttore dei Giardini reali di Kew, il Prof. Engler ed il Prof. U. Darnmer del Museo e Giar- dino botanico di Berlino, il Prof. Lecomte ed il signor Jules Poisson del Museo e Giardino botanico di Parigi; i signori Prof. Dybowski ed Ing. Prudhomme del Giardino Coloniale di Nogent sur Marne, il Dott. Treub, l’emerito Direttore del Giardino botanico di Buitenzorg, il Dottor E. de Wildeman del Museo botanico di Bruxelles, il Dot- tor Herring del Museo botanico di Hamburg, il Prof. Zahl- brunner del Naturhistorischen Hofmuseum di Vienna, il Dott. Rendle, Direttore del Botanical Departement al Bri- tish Museum, il Prof. Henriques di Coimbra, il sig. C. de Candolle, nell’ Erbario del quale ho potuto studiare l’esem- plare tipico di R. vinifera, il Prof. Radlkofer, che mi ha
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comunicato l’esemplare tipico di R. taedigera, conservato nell’ Erbario di Martius a Monaco, ed infine il Prof. Ugolino Martelli, che è riuscito ad ottenere dai suoi corrispondenti importanti materiali, che mi hanno servito a risolvere al- cune delle questioni relative alle prime specie di Rapitici descritte.
RAFHIA.
Conspectus specierum.
A. Spadices recurvi, cylindracei vel vix lobati, in inflore- scentias partiales numerosas dense congestas divisi. Flores masculi sub anthesi arcuato-patuli, foemineis valde longiores.
I. Floris foeminei corolla rudimentaria, in carcero ur- ceolatum omnino inclusa.
d» Spicae floriferae valde compressae, floribus mascu- lis et foemineis exacte bifariis. Flores masculi parvi, staminibus 6-9. Fructus brevissime acute- que mucronati, squamis valde convexis, profunde longitudinaliter sulcatis. Seminis integumentum crassiusculum, spongiosum a nucleo facile sepa- rabile; albuminis ruminationes vulgo paucae attamen latae.
a. Fructus turbinati vel subglobosi, vix vel non longiores quam lati, basi symmetrici.
1. R. Ruffin.
Fructus 4.5-6. 5 cm. longi, 3. 5-4.5 cm. lati, basi paullo angustati vel subrotundi. Involucellum floris foemini cupulare.
R. Ruffa ( typica ).
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Fructus minores, distincte turbinati, basi atte- nuati, ibique acuti. Involucellum saepe rudi- mentarium vel nullum.
R. Ruffia ( pedunculate i). b. Fructus ± elongati, duplo vel etiam triplo longio- res quam lati, basi asymmetrici.
Fructus subirregulariter oblongi, subduplo vel paullo ultra longiores quam lati (8-10 cm. longi, 3-4.8 cm. lati). 2. R. Kirkii.
Fructus valde elongati, angusti, triplo et ultra longiores quam lati (11-13 cm. longi, 3-5.5 cm. lati). R. Kirkii v. longicarpa.
Fructus magni, ovato-elliptici, utrinque aequaliter nonnihil attenuati, 8-12 cm. longi, 4-4.5 cm. lati, squamis majoribus circiter 25 mm. latis.
R. Kirkii v. grandis.
4» 4* Spicae floriferae ± compressae, floribus sub-4-se- riatis, vel raro fere exacte biseriatis. a. Flores masculi inter majores (25-26 mm. longi), staminibus 15. FI. foeminei ovati, 16-18 mm. longi, 6-7 mm. lati, calyce exacte truncato in- tegro; staminodiis basi in cupulam membrana- ceam cum corolla connatam unitis ; filamentis brevibus triangularibus ; antheris conspicuis deltoideo-sagittatis. Fructus majusculi, ovato- oblongi, 76-82 mm. longi, 37-39 rnm. lati, con- spicue mucronati, squamis levissime sulcatis.
3. R. longiflora.
h. Flores masculi 17 mm. longi, staminibus vulgo 12. Flores 5 late ovati, 10-12 mm. longi, 5-5.5 mm. lati, calyce exacte truncato, integro; staminodiis parvis, basi breviter unitis, filamentis triangula- ribus, antheris inconspicuis. Fructus parvi, ovati vel subobovati, conspicue mucronati, 5.5 mm. longi, 3.3 mm. lati ; squamis profundiuscule sul- catis. 4. R. Laurentii ■
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IL Floris foetninei corolla calycem plus minusve supe- rans.
4* Fructus squamae postice conspicue convexae et bi- gibbosae, autice planiusculae vel concaviusculae.
a. Fructus obovati, superne rotundati et breviter
couice rostrati, basi asymmetrici (semper ?), 7 cm. longi, 4-4.2 cm. latijsquamis profunde lateque sulcatis, antico concavis. Semen cre- bre, profunde et anguste ruminatum. Floris foetninei spathellula calycem et corollam supe- rans, acuminata ; calyce latiuscule 3-dentato; staminodiis in urceolum membranaceum alte connatum, filamentis brevissimis, triangulari- bus ; antkeris sagittato-deltoideis.
5. R. Mannii.
b. Fructus late obovato -turbinati, basi symmetrici
ibique acutiusculi, 7.5 cm. longi, 4.5 cm. lati; squamis antico planiusculis, superficialiter an- gusteque sulcatis. Seminis ruminationes per- paucae, intus ampliatae. Floris foeminei spa- thellula calycis brevior, apice rotundata ; ca- lyx exacte truncatus, integerrimus. Staminodia in un urceolum brevem connata, filamentis elongato-triangularibus; antlieris minutissime.
6. R. textilis.
Fructus squamae a basi usque ad apicem regu- lariter convexae, plus minusve longitudinaliter sulcatae.
1. Fructus ovato-elliptici, utrinque subequaliter ro- tundati vel plus minusve attenuati, f Floris foeminei calyx in ore truncatus, vel vix superficialissime obtuseque 3-denticulatus. a. Spicarum spatellae in margine glabrae. Flo- ris foeminei involucellum rudimentarium, squamaeforme. Staminodia in urceolum membranaceum alte connata ; filamentis brevibus, triangularibus ; antheris sagit-
tato-deltoideis. Fructus ovato-elliptici, utrinque rotundati, brevissime mucronati, 5-5.5 cm. longi, 3.3-3.5 cm. lati ; squa- mis superficialiter lateque sulcatis. Semen crebre et obsolete vermiculato-sculptum.
7. R. taedigera.
b. Spicarum spathellae in margine demum gla- brae. Floris foeminei involucellum com- pletum, cupulare. Staminodia alte connata, filamentis brevibus, triangularibus ; antke- ris deltoideo-sagittatis. Fructus anguste elliptici, longiuscule acuminato-rostrati ; squamis superficialiter lateque sulcatis.
8. R. Wendlandi. ft Floris foeminei calyx plus minusve profunde 3-dentatus, vel 3-lobus.
a. Spicarum spathellae in margine dense ciliato-
barbatae. Floris masculi et foeminei calyx distincte 3-lobus, lobis latiusculis. Floris foeminei corolla calyce conspicue longior. Involucellum cupulare, conspicuum. Sta- minodia alte connata, in parte libera elongato-triangularia ; antheris anguste sagittatis, acuminatis. Fructus elongato- ellipsoidei, 7.5-8 cm. longi, 3-3.5 cm. lati, apice in mucronem longiusculum acumi- natum attenuati ; squamis profunde late- que sulcatis, subcordatis, basi conspicue emarginatis. 9. B. Gaertneri.
b. Spicarum spathellae in margine conspicue den-
seque ciliato-paleaceae. Floris foeminei involucellum completum, irregulariter cu- pulare; calyx trilobus, lobis latis obtusis; corolla calycem conspicue superans ; sta- minodia basi connata, in dimidiam supe- riorem partem libera, ibique elongata et subulata; antheris anguste sagittatis, acu-
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minatis. Fructus ovato-elliptici, utrinque rotundati, 6-6.5 cm. longi, 3. 3-8. 5 cm. lati, breviter abrupteque mucronati. Se- men laxiuscule, anguste, nitideque ver- miculato-sculptum. 10. R. vinifera,
c. Spicarum spathellae in margine demum gla- brae. Floris masculi et foeminei calyx profunde 3-dentatus, dentibus acutis. Flo- ris foeminei corolla calyce subaequilonga; involucellum completum, majusculum, inacquale ; staminodia alte connata, in parte libera triangularia, antkeris conspi- cuis deltoideo-sagittatis. Fructus parvi, 5.5-6 cm. longi, 2.5-2. 7 cm. lati, oblongo- ellipsoidei, utrinque paulo attenuati, brevi- ter minuteque mucronati ; squamis pro- funde lateque sulcatis, basi emarginatis. Semen ellipsoideum, utrinque acutiuscu- lum. 11. R. gracilis.
2. Fructus turbinati, vel ± basi attenuati.
f Fructus mediocres, mucrone crasso cylindraceo obtusissimo terminati. Fructus 8-8.5 cm. longi, 4-4.5 cm. lati, anguste obovati, vel obovato-turbinati, basi attenuati, squamis rubentibus ; semen obovoideum, basi atte- nuatimi, integumento spisse crustaceo a nu- cleo facile secedeuti induto, parce ruminato, ruminationibus angustis, cylindricis, minime clavatis. 12. R. heberostris.
ft Fructus mucrone brevi gracili acuto terminati, parvi.
a. Floris masculi calyx profunde 3-dentatus ; stamina 6-7. Floris foeminei calyx su- perficialissime 3-denticulatus; staminodia basi brevissime connata, elongata, inae- qualia; antheris parvis, deltoideis. Fructus 45 mm. longi, 18 mm. lati; squamis, prae-
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cipue ad basin, profundissime lateque sulcatis. 13. B. Monbuttorum.
b. Fructus 5-6.5 cm. longi, 3-3.5 cm. lati, in
vertice rotundati, basi valde attenuati et acuti ; squamis basi bigibbosis, profun- dissime lateque sulcatis. Floris masculi et foeminei calyx truncatus, stamina 6. Floris foeminei stamiuodia 6, linearia, subulata, omnino libera ; antheris incon- spicuis. 14. B. Gentiliana.
c. Fructus parvi, obovati, basi acutati, 4-4.5 cm.
longi, 21-22 mm. lati ; squamis regulari- ter a basi usque ad apicem convexis, latiuscule non valde profunde sulcatis. Floris masculi et foeminei calyx truncatus. Floris foeminei staminodia elongata, basi plus minusve unita; antheris inconspicuis.
15. B. Gilletii.
ft Fructus vulgo inter majores, rostro valido acuto vel acuminato terminati. (In B. ango- lensi rostrum non bene notum).
O Rostrum anguste conicum, superne sensim acuminatum. Fructus clavato-oblongi, basi acuti et ± asymmetrici, una cimi mu- crone (15-17 mm. longo) 10-11 cm. longi, superne 3. 5-4.3 cm. lati ; squamis regu- lariter convexis, anguste et superficialiter sulcatis ; semen 6-6.5 cm. longum, cla- vato-oblongum, in vertice rotundatum, basi acutiusculum ; embryone circiter ad tertiam inferiorem partem locato.
16. B. longirostris.
GO Rostrum validum, crassum, apice obliquo, trigono-pyramidato.
Xi Floris masculi stamina vulgo 18-20, fila- mentis in corpum carnosum pro maxima parte unitis. (In B. angolensi flores ma- sculi ignoti).
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1. Flores masculi majusculi, 20-22 mm. longi; calice truncato, obsolete 3- denticolato. Flores foeminei majusculi, ovato-elou- gati, 2 crn. longi, 8 mm. lati ; calyce truncato tubuloso-urceolato ; stamino- diis numerosis (15-16), alte connatis, in parte libera elongatis, subulatis; au- theris angustissime sagittatis, subulatis. Fructus ± basi attenuati ; squamis con- vexis, superficialissime et anguste sulca- tis. Seminis integumentum tenuissimum, nucleo arcte connexum ; albumine an- guste ruminato.
a. Fructus majusculi late oblongi, 8-10 cm.
longi, 4-4.5 cm. lati, rostro 14-15 mm. longo; squamis majoribus 2 cm. latis; semen oblongum, 5.5-7 cm. longum, 2.8-3 cm. latum.
17. R. Hookeri (forma typica).
b. Fructus breviores, obovati, rostro cras-
so, 12 mm. longo terminati, 6-7 cm. longi, 3.2-3. 5 cm. crassi.
R. Hookeri v. brachile arpa.
c. Fructus angustiores, oblongo-clavati,
8 cm. longi, 3 cm. crassi, rostro 1 cm. longo; squamis quam informa typica angustioribus (majoribus 15 mm. la- tis) vix angustissime sulcatis; semen basi angustatum, 4.5 cm. longum, 19-20 mm. crassum.
R. Hookeri v. mancipiorum.
d. Fructus anguste clavati, basi longe at-
tenuati, 7.5 cm. longi, superne 2.5 cm. crassi, mucrone 11 mm. longo termi- nati ; squamis angustioribus, valde convexis, levissime vel non sulcatis.
R Hookeri v. angustata.
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2. Fructus elongati, clavato-oblongi, 12 cm. longi, 38 mm. lati, superne rotundati et in mucronum validum abruptissime continuati, basi attenuati ; squamis rkombeis, majoribus 2 cm. latis et lon- gis, basi obtusis (non emarginatis), an- guste et obsolete in medio sulcatis ; semen clavato-oblongum, 7 cm. longum, 2.5 cm. spissum, superne rotundatum basi attenuatum; embryone circiter ad tertiam superiorem partem locatum.
18. R. angolensis.
&& Floris masculi stamina numerosissima, 30 et ultra, biseriata.
Flores masculi 22-25 mm. longi, stami- nibus 30 et ultra. Flores $ majusculi, 3 cm. longi; calyx brevis cupulari-cya- tkiformis, truncatus; corolla calycem du- plo et ultra superans; staminodiis alte connatis, in parte libera brevissime den- tiformibus ; antheris anguste sagittatis, acuminatis. Fructus majusculi, subobo- vati, mucrone crassissimo, 12-15 mm. longo, apice trigono-pyramidato, termi- nati, 8-9 cm. longi, 3.8-4 cm. crassi ; squamis anguste et superficialiter sul- catis. Semen ovoideo-ellipticum, utrin- que acutiusculum, 5. 2-5. 7 cm. longum, 26-27 mm. crassum ; ruminationibus intus ampliatis ; embryone paullo sopra medium locato. 19. R. Sese.
B. Spadix terminalis, ramis in paniculam amplissimam, erectam, elongato-ellipticam, approximatis.
Inflorescentiae partiales valde complanatae, spicis, 14-16 cm. longis, disticis ; floribus exacte bifariis, masculis et foemineis subconformibus, lanceolatis. le-
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vifcer falcatis, acuminatis, il mm. longis ; calyce pro- funde 3-dentato, dentibus acutis. Floris masculi stamina 6. Floris foeminei involucellum conspicuum, subspathaceum, unilateraliter evolutum; staminodia 6, ad faucem corallae inserta, filamentis linearibus, ri- gidis; antheris parvis. ‘20. R. regalis.
1. Rapina Ruffia Mart. H. nat. Palm., Ill, 217 ; Kunth, Euum. pi. Ill, 217 ; Wright in Th. Dyer, FI. trop. Afr. VIII, 104 (pro parte); Drude in Engler, Nat. Pflan- zenf. I, 46, f. 36, ic. e Le Mout et Decaisne repetita; Becc. in Agricolt, colon. IV (1910), t. I. — R. pedun- culata P. Beauv. in Desv. Journ. Bot., II, 87, et in FI. d’Oware et de Benin, I, 78, t. 44, f. 2, et t. 46, f. 2. R. lyciosa et R. polymita Comm. ex Kunth, Enum. pi., Ill, 217. — R. tamatavensis Sadebeck in Engl. Bot. Jakrbiicher, XXXVI (1905), p. 354. — R. oinifera Drude (non Palis, de Beauv.) in Mart. FI. Bras. v. Ill, p. II, tantum in tab. 62, f. I, D. — R. nicaraguensis Oersted in Vidensk. Meddel. naturhist. Forening, Kjòbenh. 1858 (1859), p. 52. — R. vinifera v. nicaraguensis Drude in FI. Bras. 1. c. — Sagus fari- nifera Gaertn. Fruct. et Sem. II, t. 120, f. 3. — Sagus Ruffia Jacq., Fragm. 7, no. 27, t. 4, f. 2. — Sagus pedun- culata Lam. Encycl. Suppl. V, 13, et Illustr. Ill, 357, t. 771, f. 2, a-g. — Sagus laevis Griff. Palms Br. Ind., tantum in tab. CLXXXII. — Metroxylon Ruffa Spreng. Syst., II, 139. — (Fig. 1-2).
Descrizione. — E una delle più grandi specie del ge- nere, con tronco che può raggiungere l’altezza di sino 8 me- tri e talvolta, in robustissimi esemplari, sino 1 metro di diametro ; esso è coronato da una immensa chioma di fo- glie ed è segnato tutto in giro dalle cicatrici annulari cor- rispondenti al punto d’attacco di quelle cadute.
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Le foglie s’ innalzano dritte e raggiungono sino la lun- ghezza di 15 m. Il picciolo è robustissimo, e, nelle piante adulte, è della grossezza di braccio, relativamente corto ed assai bruscamente dilatato in basso in una breve e larga guaina abbracciante il tronco ; è profondamente scavato a doccia di sopra, specialmente in basso, ed è convesso di sotto; ha i margini molto acuti ed armati di corte spinule pallide ascendenti, simili a quelle che si trovano alla base dei segmenti. Il rachide nel primo tratto è pure scavato a doccia ; nella porzione intermedia il solco gradatamente si ristringe framezzo a due rilievi longitudinali, armati di spine come i margini del picciolo, dei quali rappresentano la continuazione ; verso l’alto il rachide diventa bifaciale e con spigolo acuto di sopra ; nell’esti’emità è a sezione transversa romboidale, presentando un angolo piuttosto prominente anche nella faccia inferiore.
I segmenti sono numerosissimi e certamente ammontano ad alcune centinaia, sono alquanto arruffati, biseriati e più o meno distintamente geminati sopra ognuno dei lati del rachide; sono latamente lineari, molto leggermente ristretti verso la base, lungamente acuminati, di consistenza sottil- mente coriacei, rigidi nella maggior parte della loro lun- ghezza, ma con la punta ricascante, verdi e nitidi di sopra, biancastro-pulverulenti di sotto, hanno 8-5 nervi sottili per parte della costa mediana ; le venature transverse sono molto ravvicinate e sottili. I segmenti variano per lun- ghezza e larghezza in una medesima foglia a seconda della posizione che occupano sul rachide ; i più bassi sono acu- minatissimi, lunghi quanto i mediani, ma assai più stretti (larghi circa 2 cm.) e sodo anche più fortemente spinosi di questi ; essi infatti hanno presso la base forti spinule inequidistanti sulla costa mediana nella pagina superiore e sopra ambedue i margini ; nel rimanente la costa me- diana è inerme di sopra, come inerme è dappertutto di sotto ; quivi però porta delle pagliette brune assai ravvi- cinate ; i margini, al di là della parte basilare sono molto irregolarmente e radamente spinosi ed anche per lunghis-
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simi tratti inermi. I segmenti centrali, dove il rachide ha ancora la grossezza del polso, sono distintamente geminati, nelle singole coppie sono discosti 3-5 cm. l’uno dall’altro; le coppie sono separate da spazi lunghi 8-10 cm. ; i seg- menti maggiori sono lunghi 1.2-1. 4 m. negli esemplari da me studiati (sino 1.8 m. secondo Deslandes) e larghi 3-4 cm., spinulosi ai margini, e pure ± spinulosi sulla costa mediana od anche del tutto inermi. I segmenti presso l’a- pice sono gradatamente decrescenti tanto in lungo quanto in largo, sono più ravvicinati fra di loro, meno distinta- mente geminati degli altri e del tutto inermi. Nelle fronde di pianta giovane i segmenti sono più erbacei, ossia meno rigidi che in quelle di pianta adulta, sono più corti, allun- gato-lanceolati e più distintamente attenuati verso la base, irrregolarmente spinulosi lungo tutta la costa mediana ed al solito pure irregolarmente spinulosi sui margini.
Spadici grandissimi, uscenti successivamente dall’ascella delle foglie più alte, da prima eretti, presto ricurvi e vólti in basso; la medesima pianta porta diversi spadici contem- poraneamente ed a vario grado di sviluppo (sino 6, secondo Deslandes); essi variano da 2.15 m. a 3.25 m. di lunghezza, ed allorché carichi di frutti pesano da 35-98 e sino 125 kil. (Deslandes). Geli spadici sono cilindrici, al momento della fioritura hanno circa 20 cm. di diametro, ma rimangono di tal forma anche a maturità dei frutti, perchè le numerose infiorazioni parziali di cui si compongono sono ravvicinatis- sime fra di loro e strettamente applicate alla parte assile dell’ intiero spadice ; la parte basilare o pedunculare degli spadici è robusta, ricurva, leggermente compressa, larga (in un esemplare) 12 cm., e guainata in basso , da due spate principali, coriacee, lunghe circa 80 cm.; di queste l’esterna è acutamente bicarinata ; subito dopo vengono altre spate vacue abbraccianti la parte pedunculare ; e dopo queste si succedono, senza interruzione e tutto in giro all’asse, mol- tissime altre, ognuna delle quali porta alla sua ascella una infiorazione parziale.
Le infiorazioni parziali sono compresse, corte e larghe,
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lunghe 15-20 cm., cuneate alla base vanno gradatamente slargandosi verso l’alto, sono divise in vari rami o spighette fiorifere e queste sono disposte quasi a ventaglio, ma stret- tamente applicate le une alle altre, di lunghezza ineguale, ma tutte raggiungenti quasi l’apice dell’ infiorazione, quelle situate poco al di sopra della base essendo le più lunghe. Ogni infiorazione parziale nasce dall’ascella di una ampia spata primaria quasi più larga che lunga, che brusca- mente si termina in una punta acuminata, e che, nell’ in- sieme, è più lunga della respettiva infiorazione. Le spate primarie sono sottilmente coriacee, lucide e di color ca- stagno internamente, opache e color nocciola all’ esterno. Ogni infiorazione ha una brevissima parte pedunculare fortemente compressa, lunga 2-4 cm., larga 15-20 mm. e vaginata, alla sua volta, da una breve spata secondaria ; questa è strettamente guainante, angustamente bialata, col- l’apice prolungato a destra ed a sinistra in una punta acu- minatissima subfalcata e molto acutamente carenata ; le spate (terziarie) all’ascella delle quali nascono le spighette, sono molto ravvicinate fra di loro, molto brevemente in- fundibulari, troncate alla bocca a margine sottile, intiero e nudo (non cibato). Le spighette portano fiori perfetta- mente bifarii, sono vermiformi, fortemente compresse, leg- germente sinuose, larghe circa 1 cm. alla base, e vanno molto leggermente ristringendosi verso l’apice; le maggiori son le più basse e misurano 8 a 15 cm. di lunghezza ; le superiori sono gradatamente più corte. Le spatelle, ossia le spate delle spighette, sono compresso-infundibulari, molto ravvinate, troncate, intiere, a margine nudo (non cibato), leggermente prolungate, dal lato del fiore, in una punta triangolare ottusiuscula. I fiori maschi e feminei sono per- fettamente bifarii, ossia sono disposti lungo una sola serie sopra ognuno dei lati delle spighette ; nelle spighette mag- giori vi sono d’ordinario 8-12 fiori feminei per parte, ed in esemplari robusti sino 18-20, che occupano circa la metà od i */* inferiori delle spighette stesse ; le spighette superiori non hanno che 3-4 fiori feminei per parte.
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I fiori feminei durante l’antesi sporgono circa per la metà dalla respettiva spatella ; sono ovati, acuti, lunghi 8 mm., strettamente avvolti dalla spatellula ; questa è molto acutamente bicarenata, con carene liscie (non cibate), rotondata o leggermente smarginata all’apice dal lato assile, e quivi lunga quanto il calice : è più o meno ajrnrta da- vanti. L’ involucello (nella tipica R. Ruffia) è membranaceo- jalino, e forma una cupola quasi completa o più o meno fessa od interrotta posteriormente, strettamente abbrac- ciale il calice, e di circa della metà più corta di questo. Calice tubuloso-urceolato, troncato, intiero, e leggermente ristretto alla bocca, da dove sporgono fuori l’apice conico leggermente inspessito dell’ovario e gli stigmi, che formano una punta piramidale trigona acuta. La corolla è invisibile all’esterno, essendo intieramente inclusa nel calice ed un poco più corta di questo ; essa è divisa in 3 grandi lobi, latamente triangolari, acuminati, con i seni fra un lobo e l’altro profondi e rotondati ; gli stami abortivi formano una cupola membranosa che fascia la base dell’ovario ed è in parte connessa con la corolla, irregolarmente sinuoso- 6-dentata, con denti pure ± triangolari, non terminati da rudimento d’antera ben distinto, e più corti di quelli della corolla. L’ovario è ovato e si termina in un ringrosso co- nico calloso, sul quale riposano i 3 stigmi, triangolari, acuti, conniventi.
I fiori maschi sono pure perfettamente distici e unise- riati, molto ravvicinati e patenti sui lati delle spighette, lunghi 9 mm. e larghi 2.5 mm. ; al momento dell’ antesi sporgono assai dalle respettive spatelle ; le spighette hanno allora circa 15 mm. di larghezza fra le punte dei fiori. La spatellula del fiore maschio è di poco più lunga del calice del suo proprio fiore, è acutamente bicarinata, bidentata brevemente all’apice, e di dietro ha il margine superiore troncato o leggermente scavato. Calice tubuloso-ciatiforme, molto superficialmente ed ottusamente 3-denticolato, di poco più corto della respettiva spatellula. Stami normalmente 6, talvolta 7-8, eguali fra di loro ; filamenti crassi, clavato-
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fusiformi, bruscamente contratti nel connettivo, connati in basso ; antere lineari, sagittato-auricolate in basso, ottuse. La corolla è circa due volte più lunga del calice, è spa- dicea, levigatissima, subterete, leggermente curvulo-sig- moidea, bruscamente attenuata all’apice in punta acutissima e pungente, divisa sino al suo quarto inferiore in 3 seg- menti lineari-lanceolati, sottilmente coriacei.
I frutti sono assai variabili di forma e grandezza, sono più o meno turbinati, o globoso-obovati e di poco più lun- ghi che larghi, od anche subglobosi, sempre tondeggianti o leggermente depressi in alto e terminati da un brevissimo apicolo conico (lungo 3-4 rum.); sono di solito db attenuati in basso in una base acuta e simmetrica, più raramente rotondati anche in basso. Squame disposte sopra 12-13 or- tostiche, di color castagno o anche rosso mohogano, niti- dissime, assai fortemente convesse, profondamente solcate per il lungo, a margine molto angusto, scarioso, nerastro, fimbriato-ciliato, prolungate in punta ottusa, pure nerastra, fimbriato-ciliata e fortemente depressa ed applicata nel solco della squama sottostante ; le squame aderiscono assai fortemente fra di loro, di modo che il frutto maturo rimane sempre intiero e le squame non si distaccano con facilità l’una dall’altra ; nell’ insieme le squame maggiori od in- termedie sono quasi esattamente romboidali, o quasi tanto lunghe quanto larghe (13-16 mm.), leggermente e stretta- mente emarginate dal lato posteriore ; nel senso longitudi- nale vi sono 5-6 squame ben formate in ogni serie. Peri- carpio nell’insieme spesso 5—6 mm. sul secco. Seme obovato, rotondato in alto, ± attenuato ed acuto in basso, con inte- gumento spugnoso-crostaceo, talvolta di 1-2 mm. di spes- sore ed alla base anche più; nei semi ben maturi l’integu- mento si stacca dal nucleo del seme, ha la superficie esterna pallido-straminea, nitida, macchiettata, superficialmente se- gnata dalle impressioni vascolari, e più distintamente dal- l’impressione biforcata lasciata dalle traccie dei dissepimenti delle loggie sterili e che si trova al di sotto della metà della lunghezza totale del seme. Nel seme dei frutti maturi,
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e sul secco, l’integumento si stacca più o meno compieta- mente dal seme ; questo allora presenta una superficie ine- guale, nerastra, opaca. L’albume è durissimo, osseo, bianco avorio e compenetrato da intrusioni del tegumento che lo rendono ± parzialmente ruminato ; le intrusioni sono assai profonde, anguste presso la periferia, slargate e di forma clavata e larghe sino 4-5 mm. di larghezza nell’interno. Embrione situato sopra un lato, poco al di sotto della metà. I frutti variano da 4. 5-6. 5 cm. di lunghezza, e da 3. 5-4.5 cm. di larghezza. I semi più grossi da me misurati giungevano a 4.5 cm. di lunghezza e 32 mm. di larghezza.
Habitat. — È la specie indigena del Madagascar, dove pre- dilige le vicinanze del mare e dove forma intieri boschi nei luoghi paludosi, specialmente sulla costa orientale; si estende anche sulle colline, ma non ama innalzarsi al di sopra di 400-500 m. sul livello del mare. È poi assai este- samente coltivata nelle Isole Mascarine. E adesso, a quanto sembra, naturalizzata in America sulle rive del Mare Ca- ribeo. Sembra anche piuttosto frequentemente coltivata nell’America tropicale. Appartengono infatti alla R. Ruffia gli esemplari del Brasile distribuiti da Glaziou col n. 9021 (Erb. Kew, Beco., Berlino, ecc.).
Un frutto di una Rap/iia, che io indubbiamente riferisco alla R. Ruffia , mi è stato donato dal Dr. Hùber del Museo Goeldi al Para, al quale era stato inviato da un amico re- sidente a Santarem nello Stato di Bahia, presso la costa. Questo frutto è, fra i provenienti dal Brasile, il più grande fra tutti quelli da me visti; esso misura 7.5 cm. di lun- ghezza e 6 cm. di larghezza, ha le squame durissime, molto convesse, profondamente solcate e di un bel rosso moho- gano. Il seme è lungo 6,7 cm. e largo 3 cm., del resto iden- tico a quelli del Madagascar e col seme egualmente av- volto da uno spesso integumento spugnoso. Un altro frutto, proveniente da Panama, è un poco più piccolo del prece- dente, ed è egualmente rotondato alle 2 estremità, ha le so- lite squame molto convesse e profondamente solcate, niti-
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dissime e color moliogano; ad esso aderisce ancora una porzione di spighetta con fiori cT 6 ? > e uorL lascia quindi alcun dubbio sulla sua identificazione. Ritengo quindi che siano questi i frutti della 2.a specie di Raphia ritenuta come indigena in America, vale a dire della R. nicaraguensis.
Eig. 1. — Raphia. R tifila (forma tipica); 1, fiore femineo avvolto dalla sua spatella, visto dal lato assile; 2, fiore fem. visto dal lato esterno; 3, fiore lem. al quale è stata tolta la spatellula; 4, fiore fem. con l’ involncello (c) ed il calice <i), sezionati per mostrare la corolla (e) inclusa dentro il ca- lice; 5, altro fiore fem. sezionato nel mezzo per il lungo ed al quale è stato tolto l’ovario, le lettere indicano: b, spatellula; c, involucello ; d, calice e, corolla; f, staminodi: 6, ovario in via di sviluppo; 7, fiore maschio; 8, fiore maschio sezionato nel mezzo. — Tutto le figure sono ingrandite 5 diametri.
Osservazioni. — Io riferisco la R. nicaraguensis di Oersted alla R. Ruffìa dietro il minuzioso esame che ho eseguito so- pra l’esemplare autentico della prima, esistente nell’Erbario di Kopenhague e cortesemente trasmessomi dal Prof. Osten-
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feld. Tutto quanto presentemente rimane dell’esemplare di R. nicaraguensis consiste in una porzione di fronda con un pezzo di rachide lungo 14 cm., portante vari segmenti ; il frammento sembra abbia appartenuto a pianta compieta- mente adulta e che sia stato tolto dalla parte intermedia superiore della fronda, dove il rachide ha 18 mm, di spes- sore ; il confronto di tale porzione di fronda con altra di eguale età della tipica R. Ruffa, mi ha dimostrato la per- fetta identità delle fronde della R. nicaraguensis con quelle della R. Ruffìa.
Oersted scrive che la sua R. nicaraguensis si chiama nel Nicaragua « Holillo », e che è limitata al delta superiore ed inferiore del fiume San Juan, dove mescolandosi con altri alberi forma grandi boschi continui. All’epoca delle piogge il piano paludoso dove crescon le Raphia è inondato e di esse si vede emergere dall’acqua solo la sommità. Oersted le ha trovate in fiore solo al principio di Marzo.
Saggi dei fiori della R. nicaraguensis non ne ho visti e sembra che non ne esistano nell’Erb. di Copenhague. Dei frutti Oersted non ne parla.
Il Prof. Drude nella « Flora Brasiliensis » (tav. 62 f. I. C) figura un frutto di R. nicaraguensis (sotto il nome di R. vi- nifera — vedi 1. c. pag. 288) e riguardo a questo, nella spiegazione della tav. 62 a pag. 555, di detta figura sta scritto semplicemente : « Fructus v. nicaraguensis ex Ame- rica centrali ».
Nella medesima tavola 62 della « Flora brasiliensis » (f. I. D) si figura una spighetta di R. Ruffa come se fosse quella della R. vinifera var. taedigera Dr. ; ivi pure, nelle analisi del fiore femineo, è indicato come calice ciò che è l’ involucello, e come corolla il calice.
Secondo Sadebeck esisterebbero al Madagascar due spe- cie di Raphia , delle quali quella della costa occidentale è, secondo lui, la R. pedunculata Pai. de Beauv., mentre quella così abbondante sulla costa orientale vien conside- rata come una specie non ancora descritta e chiamata R. tamatavensis.
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È pero forse in parte vero che al Madagascar esistono due forme di Rapina, anche astrazion fatta dalla forma e dalla grandezza dei frutti ; sembra infatti che la Rapina del Madagascar descritta e figurata da Palisot de Beau- vais sotto il nome di R. peduncolata, e sotto altri nomi figurata pure da Gaertner e da Lamarck, non sia perfetta- mente identica a quella che generalmente si trova nelle collezioni sotto il nome di R. Ruffia.
Fig. 2.— Ftaph-ia FlufYla. Cped.vincu.lata); 1. fiore feminco avvolto dalla spatellula visto dal lato essile; 2, fiore fem. visto dal lato esterno, man- cante d’ involucello; 3, fiore fem. visto dal lato esterno con involucello (c) incompleto; 4. fiore fem. visto dal lato esterno con l’ involucello completo cupolare ; 5, fiore fem. liberato dalla spatellula con rudimento di involu- cello (c) scaglielorme ; 6. fiore femineo con l' involucello scaglieforme (c) ed il calice sezionato per mostrare la corolla inclusa dentro questo; 7, corolla (di tolta dal calice, con l’anello dentato (e) formato dagli starninoci nel suo interno. — Tutte le figuro sono ingrandite 5 diametri.
Esiste infatti nelle antiche collezioni botaniche del Mu- seo di Parigi, al Jardin des Plantes, un intiero spadice di Rapina, proveniente dal Madagascar, ma senza indicazione riguardo al luogo preciso di provenienza ; questo spadice
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porta dei frutti più piccoli di quelli usuali, molto distin- tamente turbinati ed assai assottigliati verso una base assai acuta e che corrispondono così esattamente per forma e dimensioni a quelli figurati da Palisot de Beauvais, da Gaertner e da Lamarck, da poter ritenere, quasi con cer- tezza, che siano precisamente quelli i frutti che hanno ser- vito ai prelodati autori per modello delle figure pubblicate nelle loro opere.
Per la cortesia del Prof. Lecomte io ho potuto accu- ratamente studiare di detto spadice una infiorazione parziale portante alcuni frutti. L’infiorazione è alquanto più piccola delle usuali ed ha spighette più corte ed in minor numero del solito. I frutti sono pure più piccoli dell’ ordinario, molto marcatamente turbinati ed assottigliati in basso in una base assai acuta, sono lunghi 4.5-5 cm. e larghi 35—38 mm.; l’intiero pericarpio non ha che 2—2.5 mm. di spessore. Il seme è lungo 3 cm. e largo 23-24 mm. ; l’in- tegumento si stacca facilmente dal nucleo, è color paglia pallido, crostaceo, ma più sottile che nei campioni di altre provenienze. In un frutto ho trovato due semi piani e com- bacianti per la faccia interna.
I fiori maschili sono un poco più piccoli dell’ ordinario, sono lunghi 8 mm., hanno 6 stami e nulla offrono di par- ticolare.
Le differenze maggiora si trovano nei fiori feminei; questi sono lunghi 7 mm. e larghi 4 mm., sono quindi più angusti di quelli sopra descritti, dai quali si distinguono inoltre per la spatellula, che è aperta sino in basso dal lato ven- trale, ma specialmente per l’involucello, il quale molto spesso manca completamente e nemmeno è rappresentato da un rudimento; altre volte però l’involucello esiste, ma incom- pleto e squameforme; qualche volta infine forma una com- pleta cupola, fasciante la base della corolla, come in tutti gli esemplari di altre provenienze che ho esaminato. Debbo inoltre avvertire che la forma dell’involuoello nel fiore fe- mineo (nella infiorazione parziale in parola) è variabilissima sulla medesima spighetta. Di fatti in una spighetta, che
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aveva 6 fiori feminei per parte, fio trovato cfie da un lato il l.° fiore, il più basso, aveva un involucello incompleto, ma molto sviluppato dal lato convesso del fiore ; nel 2.°, 3.°, 4.° e 5.° fiore mancava completamente l’ involucello ; il 6.° aveva un involucello assai sviluppato, ma solo da un lato.
Dalla parte opposta in 4 fiori l’involucello mancava af- fatto, in uno era molto incompleto, ed in uno era svilup- pato quasi come nei fiori della forma tipica ; la spatellula però era aperta sul lato ventrale sino in basso.
In conclusione mi sembra cfie non si possa assegnar gran valore ai caratteri desunti dall' involucello dei fiori $ , vi- sta la variabilità cfie si riscontra a tale riguardo nei fiori di una medesima spighetta. Cumulando però i caratteri del frutto a quelli tratti del fiore, si potrebbe forse ritenere che la pianta la quale offre i sopra rammentati caratteri, sia la tipica R. pedunculata Pai. de Bauv. (di cui non è nota la precisa località), e cfie la Rophia così abbondante sulle coste orientali del Madagascar debba considerarsi come la R. Ruffia, generalmente conosciuta con tal nome dai bota- nici più recenti, e corrispondente alla R. tamatavensis di Sadebeck.
Per mia parte però, dallo studio cfie io fio potuto eseguire sul materiale assai esteso cfie ho avuto fra mano, mi sem- bra poter concludere cfie al Madagascar vive una sola spe- cie di Raphia, variabile alquanto per la forma del frutto e per qualche particolarità dei fiori, ma cfie nell’ insieme non offre forme così dissimili, da poter distinguere di essa, nonché più di una specie, nemmeno delle varietà ricono- scibili per caratteri costanti.
2. Rapina Kirkii Engl. Pflanzew. Ost-Afr., A, (1895) 10; Becc. in Agricolt. Col. IV (1910), t. II, f. 1-2. — R. exi- mia Dammer in Herb. Berol. et in Sadebeck in Engl- Bot. Jahrbùcfier, XXXVI (1905), 370, f. 12 A (epidern.) — R. Ruffia (non Mart.) Wright, in Tfi. Dyer, FI. Trop.
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Afr., Vili, 104. — R. vinifera (non P. de B.) Kirk, in Journ. Linn. Soc , IX (1867), 234.
Descrizione. — Non ho notizie esatte sulle dimensioni della pianta, ma, tenendo conto della grande rassomiglianza nelle parti dello spadice con la R. Ruffa, è molto proba- bile che abbia il portamento di questa ed anche le grandi dimensioni. Alcune porzioni apicali di fronda che vanno unite agli esemplari in fiore di R. eximia Dammer, con- servati nell' Erbario di Berlino, e che io attribuisco alla R. Kirkii, non differiscono da quelle della parte corri- spondente della R. Ruffa. Il rachide, in dette porzioni, è bifaciale di sopra, con angolo molto acuto ed inerme. I segmenti sono subequidistanti, sottilmente cartacei, non molto rigidi, verdi e nitidi di sopra, più pallidi ed opachi di sotto, ma privi di un indumento qualsiasi, per quanto tenue ; sono lanceolato-ensiformi, alquanto attenuati verso la base e regolarmente acuminati verso l’apice, che è nudo od ha solo qualche rada spinula sui margini ; i segmenti che rimangono a circa 50 cm. dall’apice sono lunghi 45 cm. e larghi circa 3 cm., hanno sulla pagina superiore la costola mediana sparsa interrottamente di spinule molto acute ; di sotto la costola è nuda ed inerme ; ambedue i margini sono più o meno spinulosi; vi sono 3-4 nervi secondari molto sottili ai due lati della costola mediana, più qualche altro nervo, ancora più sottile, framezzo a questi; le venule transverse sono tenui ma distinte.
Le infiorazioni parziali sono similissime a quelle della R. Ruffa , ma alquanto più grandi ; quelle da me viste sono lunghe 26-28 cm., fortemente complanate, palmate, e larghe 18-20 cm. ; hanno le spighe sinuose ravvicinatis- sime e fortemente applicate l’una all’altra, ascendenti : le più lunghe sono quelle che si partono un poco al di sopra della base e che col loro apice giungono quasi al livello di quelle terminali. La parte pediceìlare delle infiorazioni parziali è lunga circa 4 cm., e larga 3-5 cm. ; le spighette maggiori sono lunghe 18-20 cm. e portano fiori perfetta-
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mente distici ; quelli feminei sono molto più numerosi dei maschi (sino circa 30 per lato), mentre vi sono solo 8-10 fiori maschi, pure per lato, nella parte apicale; nella parte bassa le spighette sono larghe 11-13 mm. e si ristringono alquanto verso l’estremità; spatelle nitide a margine tron- cato, integerrimo, glabro.
Fiori maschi (bene sviluppati) lunghi 12 mm., legger- mente falcati, similissimi a quelli della li. Ruffia , ma un poco più grandi; la loro spatellula è troncata all’apice di dietro, e quivi è acutamente bicarinata, a carene liscio e gla- bre. Calice urceolato, perfettamente troncato e glabro sul margine, nitido, quasi della metà più corto della ispet- tiva spatellula. Corolla circa 3 volte più lunga del calice, a divisioni nitidissime, bruno-spadicee, acuminate, pungenti, Stami normalmente 6 ; filamenti ± connati fra di loro in basso, clavati, più o meno angolosi in alto, e brusca- mente contratti nel connettivo che è subulato ; antere li- neari biauriculate in basso.
Fiori feminei sporgenti pochissimo dalla relativa spatella, ovati, lunghi 9 mm. e larghi 5 mm. Spatellula acutamente bicarenata, a carene liscie (non ciliate), un poco più corta del calice, ottusamente bidentata all’apice e quivi più o meno emarginata o fessa dal lato assile, aperta sino in basso davanti ; involucello cuoprente circa la metà o solo la terza parte inferiore del calice e formante una cupola troncata più o meno aperta dal lato posteriore. Calice tubuloso- urceolato, troncato, intiero, un poco ristretto alla bocca, da dove sporge fuori l’apice inspessito e calloso dell’ovario. La corolla è invisibile all’esterno, essendo intieramente inclusa nel calice, di cui è un poco più corta; essa è divisa quasi sino in basso in 3 lobi latamente 3-angolari e molto acuminati, con i seni fra un lobo e l’altro profondi. Grli stami sterili formano una bassissima corona con 6 denti triangolari, spesso assai irregolari, lunghi circa quanto la parte indivisa della corolla o poco più, e terminati da un rudimento d’antera poco ben formato, od anche mancante.
I frutti sono molto polimorfi e spesso irregolari ed asim-
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metrici per la mutua pressione, ma sono sempre almeno 2 volte, e talvolta anche 3, più lunghi che larghi, hanno la base un poco obliqua od eccentrica od incurvo-ascendente; all’apice sono rotondati e terminati da un piccolo mucrone conico, acuto, lungo circa 4 mm. ; hanno le squame lucide, spadicee o di color castagno od anche rosso mohogano e più scure sulla punta, che è ottusa ; sono strettamente smar- ginate di dietro, fortemente convesse e profondamente solcate lungo il centro, disposte sopra 12 ortostiche e con 7-10 squame ben conformate sopra ogni ortostica. Il seme è più o meno attenuato in basso, ed è avvolto da un integu- mento proprio crostaceo-spongioso, assai spesso, a superficie esterna nitida, stramineo-pallida (esattamente come nella R. Ruffia) e segnato verso il terzo inferiore dalla traccia bi- forcata lasciata dai dissepimenti delle loggie sterili ; le di- ramazioni del rafe sono superficialissime e poco distinte. Nell’ insieme i frutti della R. Kirkii sono similissimi a quelli della R. Ruffia, eccetto che sono più allungati. Non ho esaminato semi sezionati ; ma ritengo per certo che anche nella ruminazione non si debbano riscontrare diffe- renze notevoli con quelli della R. Ruffia.
Habitat. — La R. Kirkii è la forma sostituente sul con- tinente africano la R. Ruffa del Madagascar. Kirk scrive che si trova al sud dello Zambesi, sulla montagna di Zo- rongozo, e lungo i ruscelli sulle colline al sud di Nyassa, e che è sconosciuta nelle vicinanze di Victoria Falls. Essa sembra diffusa dall' Ukamba, presso l’equatore, nell’Affrica orientale inglese, sino nel Nyassa Land ed attraverso tutta l’Affrica tedesca orientale. Grli esemplari dei quali ho de- scritto le fronde ed i fiori sono stati raccolti il 16 settem- bre 1900 dal dott. W. Busse sul monte Talagwe (Gfedja), a circa 600 m. sul livello del mare (Herb, di Berlino, col nome di R. eximia Dammer; nome volg. « Mudle »). Spet- tano molto probabilmente alla R. Kirkii le seguenti loca- lità riportate da Wright (1. c.) : British East Africa : Ta- weta presso Kilimangiaro, ex Engler. — Mozamb. Distr.
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Pemba Island and Zanzibar, ex Engler. — German East Africa, sulla costa, Usagara ed Usambara regions, ex En- gler. — Kilimanjaro region ; lago Yipe e Kahe, ex Engler.
Degli esemplari da me visti riferisco alla R. Kirkii: 1° Alcuni frutti del Zanzibar (Sir J. Kirk in Herb. Kew) ; 2° Frutti del Zanzibar del Museo di Parigi; 3° Frutti rac- colti in Ukamba dal Misionario Sauberlick ; 4° Frutti del Zanzibar (Playfair in Herb. Kew) ; 5" Un frutto del Pan- gani River (Sir J. Kirk in Herb. Kew). Questi frutti però li considero come appartenenti a 3 forme, più o meno di- stinte che vengono qui appresso descritte.
Osservazioni. — La R. Kirkii deve considerarsi come il rappresentante della R. Ruffia sul continente affricano. Per quel che riguarda le fronde non ho potuto fare con- fronti precisi non avendo visto della R. Kirkii fronde di pianta adulta. Per quel che riguarda gli spadici ho tro- vato nella R. Kirkii le infiorazioni parziali più grandi e con maggior numero di fiori feminei che non nella R. Ruf- fia, e solo lievissime differenze nei fiori maschi e feminei; differenze che non sembrano nemmeno troppo costanti. I fiori maschi della R. Kirkii sono un poco più grandi di quelli della R. Ruffia , e nei fiori $ gli staminodì formano una corona con denti triangolari più corti che nella R. Ruffia e provvisti di un rudimento d’antera, che non ho riscon- trato negli staminodì di questa. I frutti della R. Kirkii sono variabilissimi, ma sono sempre notevolmente differenti da quelli della R. Ruffia, essendo sempre almeno due volte più lunghi che larghi, anzi spesso sino tre volte, e con la base più o meno eccentrica ed asimmetrica ed incurva, poiché a quanto sembra i frutti sono ascendenti. Riguardo alla forma dei frutti si possono distinguere 3 varietà di R. Kirkii; una con frutti molto allungati (var. longicarpa), 3 volte più lun- ghi che larghi; una con frutti meno allungati (che può rite- nersi per la forma tipica), ma sempre 2 volte più lunghi che larghi; ed una con grosso frutto ovale (var. grandis ). Fra le 3 forme però ne esistono di intermedie che dimostrano
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la loro unità specifica. La variabilità e la irregolarità dei frutti di R. Kirkii spesso può dipendere dal numero con- siderevole di frutti che si sviluppano sopra una medesima infiorazione ; mi è parso infatti che quanto più frutti ab- boniscono sopra una medesima spighetta, tanto più questi risultano allungati e deformati a causa della mutua pres- sione.
Possono considerarsi come appartenenti alla forma tipica i frutti del Museo di Kew raccolti a Zanzibar da Sir John Kirk (n. 1), che sono alquanto irregolari, hanno la base as- sai eccentrica, incurvo-ascendente, il mucrone brevissimo, acuto, con 7-8 squame ben conformate in ogni ortostica e sono lunghi 10 cm. e larghi 30-32 mm. In una spighetta tutt’ora unita ai frutti in parola, la spatellula nel fiore fe- mineo è un poco più corta del calice, e nel fiore maschio è alquanto più lunga di questo, esattamente come negli esem- plari di Busse del monte Talagwe. Altri frutti di Zanzibar, del Museo di Parigi (n. 2), non molto maturi, sono un poco più corti di quelli di Kew (n. 1) ed al tempo stesso sono più larghi, hanno la base asimmetrica, sono di forma alquanto irregolare, ovato-oblunghi, misurano 8-9 cm. di lunghezza, e 45-48 mm. di larghezza; sono al solito modo mucronati, hanno la solita forma di squame, fortemente convesse e fortemente solcate, di cui le maggiori sono lar- ghe 18 mm.; nei fiori feminei la spatellula è leggermente più lunga del calice e nei fiori maschi è più lunga di questo.
Raphia Kirkii v. longicarpa Becc. in Agricolt. Colon., IV (1910), t. II, f. 3, 4.
Se non fossero le forme intermedie difficilmente si cre- derebbe che questa forma non costituisse una specie ben distinta e peculiarissima per la straordinaria lunghezza, ed al tempo stesso sottigliezza, dei suoi frutti.
Inferisco a questa varietà i frutti dell’ Ukamba (n. 3) che sono leggermente clavati, lunghi 11-12 cm. e larghi solo
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3-3.5 cm. al loro terzo superiore, assottigliandosi un poco da quel punto verso la estremità ; le squame sono molto convesse, molto spesse, e souo in numero di 8-10 sopra ogni serie, però una o due nelle estremità sono assai più piccole delle centrali.
Il frutto di Zanzibar raccolto da Playfair (4) è ancora più grande di quello di Ukamba, misura 13 cm. di lun- ghezza e 5 cm. di larghezza, ma del resto è simile al numero 3.
Il frutto del Pangani River (5) è della lunghezza di 11.5 ctn. e quasi della larghezza uniforme di 3 cm. Questo frutto è accompagnato da una spighetta, nella quale i fiori fem- minei hanno la spatellula alquanto più corta del calice, mentre nel fiore maschio è presso a poco eguale a questo.
Raphia Kirkii var. grandis Becc. in Agricolt. Colon., IV (1910), t. II, f. .5, 6.
Considero come appartenente ad una varietà della R. Kir- kii un frutto conservato nel Museo di Kew e raccolto nel 1896 da Sir H. H. Johnston nel Nyassa Land. Detto frutto è di forma ovato-ellittica, è leggermente ed egualmente ristretto verso le due estremità, rotondato all’apice ed ivi terminato da brevissimo mucrone ; la sua base è un poco obliqua od eccentrica ; i’ intiero frutto è lungo 11 cm., e lai'go 5.5 nella parte centrale ; il pericarpio ha nell’ in- sieme uno spessore di 8-10 mm. ; le squame sono quasi re- golarmente romboidali, le centrali larghe sino 25 mm. e di poco più corte, sono leggermente emarginate di dietro, for- temente convesse e profondamente solcate lungo il centro, nitide, di color rosso mohogano, con punta e margini ne- rastri; vi sono da 7-8 squame ben conformate sopra ognuna delle 12 ortostiche. Il seme è più grosso che in qualunque altra Raphia sino a qui conosciuta ; è lungo 82 mm. e largo verso il mezzo 44 mm., è di forma obovata, un poco attenuato verso l’apice che è ottuso, ed è assottigliato assai
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lungamente verso la base in punta obconica ; del resto è similissimo a quello della R. Ruffìa, e come questo ha l’in- tegumento assai spesso, con superficie straminea e lucida, segnata un poco al di sotto del terzo inferiore dall’ im- pressione biforcata, marcatissima, lasciata dai dissepimenti delle loggie sterili ; ha le traccio delle diramazioni del rafe poco visibili.
Quasi identico al frutto precedente, ma anche più grosso, è un altro raccolto da Sir J. Kirk (Museo di Kew) a Zan- zibar ; esso è regolarmente ovato-ellittico, leggermente ri- stretto alle 2 estremità, rotondato e con minuto mucrone in alto, ha la base leggermente eccentrica, è lungo 12 cm. e largo 5.5 cm., ha le squame centrali larghe 22 mm. e quasi tanto lunghe.
Questi due frutti sembrerebbero così differenti per le dimensioni e la forma dagli altri, che si sarebbe tentati a considerarli come appartenenti ad una specie distinta ; ma dal Museo botanico di Hamburg ho ricevuti altri frutti di Raphia, provenienti pure dall’ Affrica orientale tedesca, che formano il passaggio fra i due rammentati e quelli che io considero come appartenenti alla forma tipica. Uno è molto simile per la forma a quello del Nyassa Land, ma è un poco più piccolo, essendo lungo 9 cm. e largo 5 cm. ; un altro è ancora più piccolo del precedente, è più di questo attenuato alla base, e misura 8 cm. di lunghezza e 4 cm. di larghezza.
Infine dal medesimo Museo di Hamburg ho pure ricevuti altri frutti di una Raphia raccolti da Dinklage, in Liberia (dove probabilmente è coltivata), i quali essendo accompa- gnati da spighette ho potuto riconoscere con tutta certezza che appartengono essi pure ad una forma di Raphia Kirkii , ma con frutti ancora più piccoli di quelli di tutte le forme precedentemente indicate ; essi misurano infatti 6-7 cm. di lunghezza e 30-38 mm. di larghezza.
Ho creduto di dovere adottare per la Raphia assai dif- fusa nell’Affrica tropicale orientale il nome di R. Kirkii , essendoché è certamente di questa che ha inteso parlare Engler (Pflanzenwelt, 1. c.) ed anche sir J. Kirk (Journ.
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Linn. Soc., 1. c.). Alla E. Kirkii ritengo che corrisponda an- che quella menzionata da Sadebeck col nome di R. eximia Dammer, di cui, come ho detto, l’esemplare tipico è quello raccolto da Busse sul Monte Talagwe.
3. Rapina longiflora Mann et Wendl. in Trans. Linn. Soc. XXIV, 438, t. 39, f. A, et t. 42, f. E ; Drude in Engl. Jahrb. XXf, 111 ; Wright in Th. Dyer, FI. Trop. Af'r. Vili, 106. — (Fig. 7, II, a, b).
Descrizione. — Palma nell’insieme alta 12-15 m. Tron- chi mediocri, 3-4 uscenti dalla medesima ceppaia, di circa 30 cm. di diam. ed alti 4-5 m., ricoperti da fibre rigi- dissime, erette e dritte, risultanti dalla disgregazione del tessuto delle vagine e delle basi del picciolo delle foglie. Foglie grandissime, lunghe 10 m., con picciolo lungo 3.3- 3.5 m. (Mann et Wendl.), ma nella figura d’assieme, t. 39 dell’opera citata, nelle piante adulte, il picciolo è relati- vamente breve. Segmenti circa 150 per parte, grandi, rigidi, coriacei, molto latamente lineari, gradatamente acuminati all’apice, lunghi 1.5-1.65 m., larghi 55-64 mm., quasi nitidi di sopra e più o meno pruinoso-pulverolenti di sotto nei segmenti delle fronde da poco svolte, più pallidi, ma non pruinosi nei segmenti vecchi ; costa media robustissima, spinulosa di sopra solo verso la base, nel rimanente inerme, coperta di sotto da varie squamule lineari, strettissime, lun- ghe sino 1 cm., ed accompagnata da un lato e dall’altro da una linea di fittissimi e minutissimi tubercoletti ; un nervo secondario per parte alla costa mediana forma una piega ± accentuata a 6-7 mm. da ognuno dei margini ; di nervi terziari ve ne sono 7-10 per parte, sottili ed a distanze ine- guali; venule transverse immerse nel parenchima e quindi poco distinte, fittissime e molto ramose ; margini acuti, sub- inermi, ossia con solo qualche radissima spintila di tanto in tanto.
Spadici penduli, crassi, lobati (nella figura). Spighette
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crasse, leggermente compresse; spatelle a margine da prima finamente ciliolato, poi nudo.
Fiori maschi assai distintamente biseriati sopra ogni lato delle spighette, molto grandi, falcati, lunghi 25-26 mm. Calice tubuloso-campanulato, troncato. Corolla 3 volte più lunga del calice; petali lineari, larghi 4 mm. ; stami 15 (Mann e Wendl.).
Fiori feminei 4-5 per parte alla base delle spighe più basse, ovati, lunghi 16-18 mm., larghi 6-7 mm.; spatellula lunga quanto il calice o poco più, acutamente bicarinata, più o meno rotondata all’apice di dietro, scavata davanti. Invo- lucello cupulare, troncato, ricuoprente circa il terzo inferiore del calice. Calice campanulato, perfettamente troncato. Co- rolla completamente inclusa nel calice ed alquanto più corta di questo, con tre denti larghi e corti e più o meno profondamente fessa. Staminodì formanti un urceolo cu- poleforme connesso con la corolla nel terzo inferiore di questa, troncato e terminato da brevissimi denti triango- lari che portano una antera sterile ; questa è triangolare o deltoideo-sagittata, quasi più larga che lunga; in gene- rale vi sono 3 staminodì opposti ai denti della corolla ed uno nei seni.
Non ho visti i frutti. Questi vengono descritti dagli autori della specie di forma ovale-allungata, lunghi 76-82 mm., larghi 37-39 mm., terminati da un mucrone assai grosso e lungo; le squame sono dette spadicee, disposte so- pra 12 ortostiche, larghe ed alte 2 cm., molto convesse, leggermente solcate, a margine quasi integerrimo, con la base ottusa o raramente leggermente smarginata. Seme al- lungato-ellissoideo, lungo 56 mm. e largo 23 mm.; albume angustamente ruminato.
Habitat. — L’ isola di Corisco nel Golfo di Guinea. Rac- colta da G. Mann in Luglio 1862. N.° 1910 nell’ Erbario di Kew.
Osservazioni. — Ho visto un esemplare autentico, con porzioni di segmenti ed una spighetta con fiori maschi e feminei. Non ho visto i frutti.
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È una specie molto caratteristica per i segmenti larghi e molto rigidi, e per i suoi grandi fiori maschi, ma spe- cialmente per i fiori feminei a corolla completamente in- clusa dentro il calice e con gli staminodì ad antere sagit- tate, quasi più larghe che lunghe. Per i caratteri del fiore femineo si raggruppa con la R. Laurentii.
La specie sembra localizzata nell’ isola di Corisco. La Raphia del River Volta, che da Wright nella FI. of trop. Afr. è stata riferita alla R. longiflora, appartiene secondo me alla R. Hookeri, o ad una forma di questa, avendo i fiori feminei con corolla distintamente sporgente dal calice.
Nella figura d’assieme, nella tav. 39 della Memoria ci- tata di Mann e Wendland, i segmenti della fronda vengono rappresentati come concinni, tutti disposti sopra un piano ed orizzontali ; però in una piccola porzione di rachide che accompagna l’esemplare tipico nell’Erb. di Kew, i seg- menti non sono perfettamente equidistanti, ma sembra che debbano essere inseriti ad un angolo di circa 45° e dispo- sti più o meno palesemente a coppie assai ravvicinate fra di loro ; nelle coppie un segmento ha il suo punto d’ inserzione inclinato verso il basso, mentre l’altro è incli- nato nel senso opposto ; ciò che indicherebbe che anche in questa, come forse in tutte le altre Raphia, i segmenti non sono mai perfettamente in un piano.
4. Raphia Laurentii De Wild., Miss. É. Laurent, fase. 1, p. 26, tab. VII, Vili, IX et X, et fìg. 6. — (Fig. 6, V, a, b).
Descrizione. — La pianta nelle fotografie ha un aspetto gracile con tronco breve. De Wildeman descrive il tronco alto al più 2 m., rivestito da rozze fibre rigide e termi- nato da un ciuffo di poche (6-8) grandi foglie, di sino 14 m. di lunghezza. Le foglie hanno numerosi segmenti inequi- distanti e sparpagliati, lunghi sino 1.75 m. e larghi 5 cm.; non si dice se i segmenti sono concolori sulle due faccie o verdi di sopra e biancastri o pruinosi di sotto.
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Infiorazioni parziali allungate (lunghe sino 60 cm.) con parte assile più o meno appiattita, o subterete, larga alla base circa 3 cm., gradatamente assottigliata verso l’apice, con spate a margine glabro (in origine barbatò-ciliato ?). Le spighette sono numerose e disposte in due serie ravvici- nate sopra ogni lato ; sono patenti, fortemente arcuate, lunghe 18-20 cm. (sino 26-27, De Wild.), alquanto com- presse, larghe alla base (da un fiore femineo all’altro) 12-15 mm., assottigliate leggermente in alto. Spatelle molto ravvicinate, molto fittamente ciliato-barbate, con i fiori distintamente disposti in 2 serie ravvicinate sopra ognuno dei lati.
Fiori maschi fortemente falcati, lunghi, quando bene sviluppati, 17 mm., brevemente capitellati all’apice, acuti e pungenti. Calice lungo circa 5 mm. e largo 4 mm., cia- tiforme-campanulato, superficialmente ed ottusamente 3— dentato. Spatella breve, molto acutamente bicarinato-sub- bialata, ottusamente 2-bidentata all’apice, lunga quanto il calice. Corolla con filli lineari, larghi 3 mm. Stami normalmente 12 ; filamenti lunghi 7 mm., clavati ed ango- losi in alto, saldati in un sol corpo e connati con la co- rolla nella metà inferiore ; antere lineari, lunghe ± 5 mm., ottuse all’apice biauriculate in basso.
Fiori feminei 3-4 per parte alla base delle spighette, molto meno sporgenti dei fiori maschi, lunghi 10-12 mm., alquanto compressi, larghi 5-5.5 mm., ovati, assai ristretti ed alquanto attenuati in alto, dove gli stigmi conniventi formano un corpo duro, piramidato, acuminato ; spatella lunga circa quanto il calice od anche un poco più corta, bicarinata, perfettamente rotondata all’apice di dietro, lunga quanto il calice o poco più, alquanto aperta davanti. In- volucello cupolare-ciatiforme, fasciante completamente circa la metà inferiore del calice, intiero e troncato, sottilmente coriaceo come il calice; questo tubuloso-campanulato, tron- cato. Corolla rudimentaria, completamente inclusa nel calice e della metà più corta di questo, consistente in un cortissimo anello con 3 denti deltoidi, acuti, sottilmente coriacei. Sta-
miaodì molto piccoli, circa */s della corolla, triangolari con un accenno di corta antera sagittata.
Frutto (da me non visto) dalla figura e dalla descrizione di De Wildeman risulta ovoide o largamente ellittico, molto leggermente più largo in alto che in basso, dove è bru- scamente ristretto alla base in una brevissima parte pedun- colare (1) : è rotondato in alto e sormontato da un assai grosso mucrone, lungo sino 8 mm., non pungente. Il frutto (maturo) è lungo 5.5 (o poco più) cm., compreso il mucrone ed il pedicello, ed è largo 33 mm. (nella figura); scaglie sopra 12 ortostiehe, assai profondamente solcate. Seme ovoideo brevemente ed ottusamente apiculato in alto.
Habitat. — Congo Belga. La località precisa non è indi- cata, ma sembra una palma assai diffusa in certe regioni. Nell’opuscolo del dott. De Wildeman intitolato: « Tuiles végétales » vi è la riproduzione di una fotografia presa nella foresta delle vicinanze di Eala, rappresentante la B. Laurentii.
Osservazioni. — È specie ben caratterizzata per varie par- ticolarità, ma specialmente per i fiori feminei con la corolla rudimentaria, inclusa dentro il calice come nella B. lon- giflora. È caratterizzata ancora per i suoi frutti ovati, rela- tivamente piccoli, ma con assai grosso mucrone, e per i fiori fortemente falcati, con 15 stami, ecc.
5. Rapina Mannii Becc. in Agricolt. Colon., IV (1910), tav. VI, f. 8, 9. — B. vinifera (non P. de Beauv.) Mann et Wendl. in Trans. Linn. Soc. v. XXIV, p. 437, t. 42, f. C. — (Fig. 8, II, a, b , c).
Descrizione. — Tronco mediocre (M. et W.). Foglie non ne ho viste. Dello spadice ho potuto esaminare soltanto alcune spighette ed un frutto maturo. Le spighette sono compresse, sinuose, lunghe 14-16 cm., larghe alla base 13-14
(1) Rappresentata dal perianzio fruttifero ? — O. B.
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mm. e gradatamente assottigliate verso l’estremità ; le spa- telle sono opache, da prima hanno il margine finamente ciliolato-squamuloso, poi nudo. Fiori biseriati sopra ogni lato della spighetta, 5-7 per parte in basso sono feminei, ed i rimanenti, assai numerosi, maschi. Fiori maschi (visti solo giovanissimi) con spatellula acutamente bicarenata o subbialata, con le carene convergenti di dietro in una sola punta molto breve. Calice assai più corto della spatellula, superficialmente 3-dentato, minutamente ciliolato sul mar- gine. Stami 10. Fiori feminei , oblanceolati, acuminati, lun- ghi 15 mm., larghi 6 mm. ; spatellula, fessa dal lato ante- riore molto acutamente bicarinata dal lato assile, con le carene minutamente ciliato-denticulate in alto, e conver- genti in una sola punta acuta più lunga della corolla. In- volucello molto sviluppato, tubuloso, cuoprente più della metà o quasi i due terzi del calice. Calice tubuloso-urceo- lato, terminato da 3 denti larghi, acutiusculi, ciliolati. Co- rolla assai più luuga del calice, molto brevemente 3-den- tata, ma poi fessa in 3 parti sino circa alla metà . Sta- ro inodì formanti un tubo connesso con la corolla per oltre la metà, e terminato da 9-10 brevissimi denti triangolari, subeguali, portanti una antera sagittata, quasi più larga che luuga. Fratto obovato, un poco attenuato alla base, lungo 7 cm., largo 40-42 mm. ; l’unico frutto da me visto ha la base assai asimmetrica, è rotondato in alto e terminato da un breve mucrone conico, acuto ; squame disposte sopra 9 ortostiche, cinnamomee, nitide, con fascia intramarginale più scura, e con uno strettissimo margine scarioso più chiaro, eroso-denticolato, e probabilmente in gioventù fimbriato- ciliato; inoltre le squame sono profondamente e largamente solcate lungo il centro, e fortemente bigibbose nella parte basilare, mentre sono assai depresse nella parte anteriore ed hanno la punta leggermente prolungata, strettamente scariosa, chiara, ottusa, o nelle squame più basse acutiu- scula. Seme oblungo— -bovato, alquanto attenuato in basso, lungo 53 mm. e largo 33 mm. Integumento del seme sot- tile, fortemente aderente al nucleo ; diramazioni del rafe
molto distinte, fortemente vermicolato-impresse, tutte, an- che le posteriori, molto ramose sin dalla base. Embrione centrale. Traccie delle loggie sterili molto prossime alla base del seme. Albume con ruminazioni anguste profonde e numerose.
Habitat. — Il campione che io ho studiato, consistente in un sol frutto accompagnato da alcune spighette fiorifere, porta nel Museo di Kew la sola indicazione : West tropi- cal Africa. G. Mann. I signori Mann e Wendland però, nella memoria citata, indicano come località della loro R. vinifera le sponde dell’ Old Calabar River.
Osservazioni. — Senza alcun dubbio il frutto da me stu- diato è uno di quelli che Mann e Wendland hanno riferito alla R. vinifera , corrispondendo alla figura che di questa è stata dai chiarissimi autori pubblicata nelle Trans. Linn. Soc. v. XXIV, t. 42, C.
Io considero però la R. Mannii come distintissima tanto dalla R. vinifera quanto da qualunque altra specie sin qui nota, per i suoi frutti con squame fortemente bigibbose alla base, latamente solcate e depresse nella parte ante- riore, presso a poco come nella R. textilis. Il frutto da me visto ha la base ascendente, fortemente asimmetrica, ma non conosco se ciò è una accidentalità od un carattere costante ; è poi particolare la vermicolatura della superficie del seme, molto ramosa sin dalla base, e tanto sul lato del rafe quanto su quello dell’embrione. I fiori feminei poi sono particolari per la spatellula acuminata di dietro e che sor- passa i lobi della corolla: per lo sviluppatissimo involu- cello; per il calibe intiero assai distintamente, ma non profondamente, S-dentato ; per la corolla assai più lunga del calice ; ed infine per il tubo formato dagli staminodì che si termina in 9-10 dentini brevi, triangolari, subeguali, con antera sagittata deltoidea. Il fiore femineo della R. Man- nii è quindi assai diverso da quello della R. vinifera, dove la spatellula è fortemente bidentata di dietro, il calice è
profondamente 3-lobo e l’urceolo staminale ha denti allun gati con autere molto strettamente sagittate e subulate.
6. Raphia textilis Welw. Apont. 584 (1858), et Synopse expl. etc. (1862), p. ?»9 ; Rendle in Cat. Afr. PI. Welw., II, 83 ; Wright in Th. Dyer, FI. Trop. Afr. VIII, 105 ; Becc. in Agricolt. Colon. IV (1910), t. Ill, f. 1, 2, 3. — R. Welwitschii Wendl. in Trans. Linn. Soc. XXIV (1863), 439, t. 42, f. B; Drude in Engl. Jahrb. XXI, 111. — (Fig. 8, III, a, b).
Descrizione. — Nulla trovo indicato riguardo alle di- mensioni che acquista questa Palma ed al suo tronco, e nemmeno ho visto campioni delle foglie. E però una specie molto caratteristica e distinta per il suo frutto. Io ne ho visto uno attaccato ancora ad una porzione di spighetta ; questa è alquant > compressa ed ha i fiori poco distintamente biseriati sopra ognuno dei lati. I fiori maschi hanno la spa- tellula cupulare, intiera, troncata davanti e di dietro, acuta- mente bicarinata. Calice quasi il doppio più lungo della sua spatellula, tubuloso-cupolare, troncato e subtridenticulato alla bocca. Stami pochi (6 o 9?) ma non ho visti fiori maschi in buono stato. I fiori ferninei sono lanceolati, lunghi 1 cm., larghi 4-5 mm. Spatellula obliquamente dipolare, troncata di dietro, leggermente scavata davanti. L’ involucello è completo, ciatiforme, troncato, cuoprente la metà del calice, sottilmente coriaceo-scarioso. Calice tubuloso-campanulato, assai più lungo (di circa l/3) della respettiva spatellula, perfettamente troncato. Corolla assai più lunga del calice, divisa in 3 larghi lobi triangolari, acuti. Ovario con stigmi conniventi, riposanti sopra una base conica, callosa. Gli staminodì sono 6, riuniti in anello membranoso in basso ; nella parte libera sono, da una base larga, assai lungamente acuminati ; quelli alternipetali sono terminati da una sola piccolissima antera deltoidea; quelli oppositipetali sono più larghi degli altri, molto brevemente fessi all’apice e ter-
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minati da 2 antere rudimentarie. Frutto lungo 7.5 cm. e largo 4.5 cm., obovato, od obovato-turbinato, leggermente attenuato in basso, rotondato in alto e terminato da un piccolo, gracile e corto mucrone, che è lungo 4 mm.; squame disposte sopra 12 ort. (11-14 Mann e Wendl.), quelle del- l’apice del frutto assai latamente scariose sul contorno, le alti’e molto nitide, color rosso mohogano, con stretta fascia marginante nerastra, fortemente gibbose nella parte poste- riore o basilare, più o meno depresse o pianeggianti nella parte centrale ed anteriore, con appena una traccia di an- gusto solco lungo il centro ; sono gradatamente prolun- gate in punta triangolare piuttosto acuta, specialmente in quelle più basse; margine eroso-denticolato ; squame maggiori larghe 20-22 mm. e circa tanto lunghe o poco più. Seme ovoideo-ellissoideo, o sub-obovato, ottusamente apicolato, lungo 55 mm., largo 32 mm., segnato da alcune vermicolature sul lato posteriore percorrenti tutta la lun- ghezza del seme e quasi indivise, le altre assai ramose. Integumento del seme fortemente aderente al nucleo, sot- tile (da */, ad ] mm. di spessore). Embrione situato verso la metà, fracco dei dissepimenti delle loggie sterili biforcantesi dall’altezza dell’embrione. Albume con poche ma assai lar- ghe ruminazioni simili a quelle della R. Rujffia.
Habitat. — Nella bassa Guinea portoghese in Angola, a Golungo alto, in vicinanza dei ruscelli, a 550-600 m. sul livello del mare, circa 120 miglia dentro terra. Welwitsch n. 6666 e 6671; frutto n. 1054. Parimente a Barro do Dande, gregaria sul fiume Dande, Welwitsch n. 6663 ex Wright, 1. c.
Osservazioni. — Di questa distintissima specie ho visto solo un frutto comunicatomi da Kew, al quale era ancora unita una porzione di spighetta, ciò che mi ha permesso di studiarne i fiori. Questi si distinguono facilmente da quelli delle altre specie : per i fiori maschi con la spatel- lula cupolare troncata, assai più corta del calice, e con pochi stami; per i fiori feminei con la spatellula pure cupo-
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lare, troncata, assai più corta del calice; e che hanno l’in- volucro completo, ciatiforme, di consistenza coriaceo-sca- riosa ; il calice perfettamente troncato ; la corolla assai più lunga del calice; ed infine gli staminodì in n. di 6, allungati nella parte libera. Il frutto è pure caratteristico per le sue squame gibbose alla base e pianeggiauti o depresse sul rimanente. Il mesocarpio sembra debba essere molto floscio, giacché allo stato di maturità del frutto lascia fra le squame e l’endocarpio un assai grande spazio vuoto. Il seme è fra quelli che appariscono meno ruminati.
7. Rapina taedigera Mart. Hist. nat. Palm. Ili, 216; Wallace, Palm-trees Amaz., p. 43, t. II, f. 1, et tav. XYI ; Becc. in Agricolt. Colon, v. IV (1910), t. VI, f. 2. 3. R. vinifera v. taedigera Drude in Bot. Zeit. 1876, p. 804, et in Martius FI. Bras. Ill, p. II. 287, t. LXI, f. 1, et t. LXII, fig. 1, B. C. D. — Sagus taedigera Mart. Hist. nat. Palm. Il, 54, t. 45, 48. — (Fig. 3).
Descrizione. — Il tronco in generale non sorpassa la lunghezza di 2-2.5 m., ha circa 30 cm. di diam., ed è rive- stito sino ad una certa altezza dalle basi guainanti dei piccioli delle foglie e da numerosi processi spiùiformi de- rivati da questi.
Le foglie si innalzano quasi verticalmente dall’apice del tronco e si piegano da ogni lato in curve graziose, for- mando una magnifica chioma alta 20 metri e del diametro di 12. Le sole foglie sono lunghe 14-15 ed anche più me- tri, ed hanno i segmenti lunghi 1.20 m., sparsi alquanto irre- golarmente e non molto approssimati fra di loro e con la punta pendente (Wallace). Martius descrive le foglie « ha- bitu subcrispo »; i piccioli lunghi sino 20-24 spanne e crassi due pollici ; i segmenti dice sono 80-90 sopra ogni lato del rachide, lineari-lanceolati, acuti crassiusculi, lunghi 5-6 spanne e larghi un pollice e mezzo. I segmenti che
io ho studiato e che probabilmente appai'tengono a pianta non perfettamente adulta, sono poco distintamente geminati, e discosti 3—6 cm. sopra ogni lato del rachide: sono lineari- ensiformi, rigidulo-cartacei, lunghi 75 cm. e larghi 38 mm., attenuati in basso verso il punto d’attacco che è largo 6-8 mm. e dove molto bruscamente il loro margine si retro- flette dando origine ivi ad una piccola cavità dal lato in- feriore : si terminano in punta acuminata, ma non molto gradatamente: sono assai distintamente più pallidi di sotto che di sopra, spinulosi sulla costa mediana, specialmente verso l’alto, nella pagina superiore; i margini loro sono pure assai fittamente spinulosi, quello inferiore è alquanto inspessito ; di sotto la costa mediana porta numerose pic- cole e corte pagliette rubiginose ; vi è un nervo 210 supe- riore assai sottile per parte della costa mediana, ed uno inferiore pure per parte, sottile pure, ma più o meno distin- tamente rubiginoso ; i nervi 3‘ sono molto sottili, in numero di 2-4, negli interstizi fra la costola mediana ed i nervi secondari ; venule transverse molto sottili, ma distinte.
Spadici grandi, lunghi 1.20-1.50 m. recurvi, leggermente lobati in basso (secondo le figure), composti di numerose infiorazioni parziali molto allungate, portati da una parte peduncolare lunga 30 cm. e della grossezza di un braccio. Spate coriacee infundibuliformi, troncate alla bocca e bruscamente contratte in un apice acuto, poi irregolar- mente fesse. Infiorazioni parziali compresse, le inferiori lunghe sino 45 cm., le superiori gradatamente più corte ; una che io ho visto ha la parte assile della grossezza di un dito, questa è compressa in basso nella parte che può dirsi peduncolare, subterete dove porta le spighette, vaginata da spate secondarie ciatiformi-infundibulari, molto ravvicinate, troncate ed alternativamente apiculate da un lato. Le spi- ghette sono disposte lungo due serie, fra loro prossime, da un lato e dall’altro della parte assile : sono rigide, alquanto compresse specialmente in basso ; le più basse sono lunghe 8-10 cm. e larghe alla base circa 15 mm., compreso i fiori, assottigliate verso l’alto e quivi più o meno torulose, por-
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tano 5-7 fiori per parte nella loro metà inferiore, e nel rimanente soli fiori maschi, che, come i feminei, sono di- sposti lungo due serie sopra ogni lato. Le spatelle sono ravvicinatissime fra di loro e nel solito modo brevemente ed asimmetricamente infundibulari, troncate, intiere ed in- conspicuamente e fugacemente ciliolato paleacee alla bocca, acute da un lato.
Fiori maschi, piccoli, lunghi 9 e spessi 2 mm., alquanto curvato-falciformi, abbracciati dalla spatellula, che è pro- fondamente incavata dal lato esterno, pianeggiante ed acu- tamente bicarenato-bialata dal lato assile. Calice di poco più corto della respettiva spatellula, tubuloso-ciatiforme, ciliolato alla bocca e molto superficialmente 3-denticolato. Corolla circa 3 volte più lunga del calice, con i segmenti lineari, acuti, subnitenti all’esterno. Stami 9, con filamenti crassi, clavato-fusiformi, liberi fra di loro ; antere lineari, sagittato-biauriculate in basso.
Fiori feminei ovato-allungati, acuminati, lunghi circa 1 cm. Spatellula tubulosa in basso, aperta davanti, pianeg- giante ed acutamente bicarenata dal lato assile, giungente sino all’altezza della bocca del calice od anche alquanto più corta di questo. Involucello rudimentario, rappresentato da una breve e piccola scaglia che abbraccia la base del calice. Calice tubuloso-ciatiforme, molto superficialmente ed ottusamente 3-denticolato, del resto troncato alla bocca. Corolla campanulata in basso, divisa sino circa alla metà in 3 segmenti triangolari acuti, che sporgono al di fuori del calice di circa la terza parte della lunghezza di questo; staminodì formanti un tubo membranaceo connato con la corolla e coronato da 6-9 denti deltoidei, spesso ineguali o confluenti, tutti terminati da antere abortive sagittato- triangolari, che giungono sino a circa la metà dei segmenti; di solito i due staminodì oppositipetali sono più o meno confluenti fra di loro, e quello alternipetalo comparisce fra i lobi della corolla fuori della bocca del calice. Ovario ovato-allungato, terminato da 3 stigmi riuniti in un sol corpo duro, piramidato -trigono, acuminato.
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Frutti lunghi 5-5.5 cm. e di 33-35 mm. di spessore, oblungo-ellittici, quasi egualmente rotondati alle due estre- mità, con il vertice anzi un poco pianeggiante od anche leggermente depresso nel centro, dove si trova un piccolo mucrone lungo circa 3 mm. ; il pericarpio nell’ insieme ha lo spessore di 3 mm. ; il mesocarpio non è oleoso ed a questo aderiscono fortemente le squame ; queste sono disposte lungo 9 ortostiche, ognuna delle quali si compone di 5-6 squame ben conformate e di altre 3-4 apicali assai minori ; le squame maggiori sono romboidali, leggermente più larghe che lunghe (larghe 18 e lunghe 16 mm.), forte- mente smarginate nella base e solcate assai profondamente lungo il centro quasi tanto all’alta base quanto all’apice, di guisa che l’ intiero frutto apparisce assai distintamente 9-solcato per il lungo ; le squame sono nitide di color uniforme bruno-nocciola, con una fascia più scura di lar- ghezza uniforme tntto in giro : sono terminate in punta triangolare che quando è intatta è acuta, eroso -denticolata come il margine, subscariosa, più chiara del margine e for- temente applicata nel solco della squama sottostante. Seme oblungo-ellittico, esattamente della forma di un bozzolo di Baco da seta, terete, egualmente rotondato alle due estre- mità e molto ottusamente apicolato, lungo 4 cm. e spesso 24 mm. ; è segnato da numerose e fitte rugosità impresse, formanti un reticolo molto anastomosato, e che si diramano da vari solchi longitudinali poco profondi ; la biforcazione del così detto fascio rafeale, ossia le traccie dei dissepi- menti delle loggie vacue, è situata un poco al di sotto della metà. L’integumento del seme è sottilissimo, e fortemente aderente al nucleo. L’embrione è situato verso la metà o poco sopra. Le ruminazioni del seme sono molto numerose, lineari, anguste, poco o punto più dilatate nella parte in- terna che alia periferia.
Habitat. — Nei luoghi paludosi ed inondati alle foci dei fiumi Tocantin e Rio delle Amazoni e nelle isole del- l’Arcipelago Tagipuri, Marajo e Cairana, più raramente
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s’ incontra nell’interno (Martius). Io ne ho ricevuto esem- plari dal Dott. Hiiber (n.° 2201) dalle Regioni dei Breves (Amazonia). Nome volgare al Para « Jupaty ».
Fig. 3. — Ra.ph.ia taedigera : 1, fiore femineo avvolto dalla sua spatella visto dal lato assile; 2, fiore fem. avvolto dalla sua spatellula visto dal lato esterno; 3, fiore fem. spogliato della spatellula con il rudimento sca- glieforme d’ involucello; 4, fiore fem. spogliato degli invogli e del calice; 5, porzione della corolla del fiore femineo, con porzione dell’urceolo stami- nale; 6, fiore maschio visto di fianco; 7, fiore maschio ancor giovane visto dal lato esterno ed avvolto dalla sua spatellula; 8, fiore maschio visto di fianco; 9, corolla del fiore maschio alla quale è stato tolto un petalo e 3 stami. — Ingrandim. 5 diametri.
Osservazioni. — Della R. taedigera ho studiato una por- zione dell’esemplare tipico di Martius conservato nell’Erb. di Monaco e comunicatomi dal prof. Radlkofer. Ho riscontrato la descrizione di Martius esattissima in tutto meno che nel fiore femineo, nel quale non si fa cenno del rudimento del- l’ involucello.
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La porzione di fronda da me studiata fa parte del n.° 2201 del Dott. Hiiber ed apparentemente appartiene a pianta giovane.
Il prof. 0. Drude (1. c.) considera la R. taedigera come una varietà della R. vinifera , opinione dalla quale io dis- sento completamente.
La R. taedigera è in realtà assai affine alla R. vinifera, ma non si può considerare conspecifica, sebbene sia vero che queste 2 specie siano più affini fra di loro, di quello che non siano la Rapina della Affrica occidentale con quelle dell’Affrica orientale e del Madagascar.
La R. taedigera differisce dalla R. vinifera:
1° Perchè la prima ha le spighette più larghe in basso che presso l’apice, verso il quale si assottigliano alquanto: esse sono meno compresse, subtorulose e con i fiori assai più distintamente 4-farii ;
2° Per i fiori feminei che hanno la spatellula roton- data in alto più corta del calice; la corolla divisa in tre segmenti solo sino verso la metà; il tubo staminale termi- nato da denti corti deltoide; le antere corte, sagittato- triangolari; il caliculo molto rudimentario ;
8° Per il frutto in apparenza simile all’esterno a quello della R. vinifera , ma con il seme perfettamente ed egual- mente rotondato alle 2 estremità e fittamente e poco pro- fondamente reticolato-vermicolato-solcato all’esterno, e per i canali che formano la ruminazione angusti e non clavati, allorché visti in sezione transversa.
Nella R. vinifera, le spighette sono fortemente com pla- nate, quasi egualmente larghe in basso come in alto; i fiori sono quasi perfettamente bifarii e solo con attento esame si vede che ogni serie è doppia. I fiori feminei della R. vi- nifera hanno la spatellula un poco più lunga del calice e terminata posteriormente in 2 punte molto acute ; hanno la corolla divisa molto profondamente in 8 segmenti (sino al di sotto della metà); il tubo staminale diviso in 6 denti triangolari acuminatissimi con le antere angustissimamente sagittate.
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ll seme della R. vinifera è più allungato di quello della R. taedigera, più largo in alto che in basso ed è più acuto alla 2 estremità; le diramazioni delle impressioni vascolari sono molto meno fitte, e più profonde ed i canali della ruminazione sono alquanto claviformi in sezione transversa.
Delle figure rappresentanti la R. taedigera, nella « Flora Brasiliensis », t. 62 la figura I. A. riproduce, poco esatta- mente, un frutto della tipica R. taedigera ; ma la figura I. D. di detta tavola 62 non rappresenta le analisi, nè della R. vinifera, nè della R. taedigera, bensì quelle della R. Ruf- fa. In dette figure nel fiore femineo (che per sbaglio è segnato maschio) è indicato per calice l’ involucello, e per corolla il calice, giacché nella R. Ruffa la corolla rimane intieramente nascosta dentro il calice e non è visi- bile all’ esterno.
8. Rapina Wendlandi Beco, in Agricolt. colon. IV (1910), t. VI, f. 10, 11. — R. Gaertneri Mann et Wendl. in Trans. Linn. Soc. XXIV, 437, t. 42, f. D. (excl. allig. Gaertn.); Drude in Engl. Jahrb. XXI, 111 (pro parte); Wright in Th. Dyer, FI. Trop. Afr. Vili. 106 (pro parte). — (Big. 8, I, a, b, c).
Descrizione. — Non si conoscono le dimensioni della pianta e del tronco. Nemmeno ho trovato campioni di fo- glie negli Erbarii. Spadice con infiorazioni parziali assai lasse, portanti spighette inserite quasi spiralmente o sparse (non bifarie); parte assile che portale spighette subterete. Spate secondarie infundibuliformi, prolungate in brevis- sima punta da un lato, a margine da prima finissimamente ciliolato, poi nudo, a superficie opaca e sparsa di scagliette peltate, orbicolari, scariose molto appresso e più o meno caduche. Spighette piuttosto gracili, le inferiori lunghe 13-20 cm., flessuose, alquanto compresse, larghe alla base 12-13 cm., molto gradatamente assottigliate verso l’estre- mità ; spatelle opache, da prima molto minutamente cibo-
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late, poi nude sul margine ; fiori nelle spighette inferiori più o meno distintamente biseriati sopra ogni lato delle spighette; queste portano 5-8 fiori feminei per lato in basso e numerosi fiori maschi nel rimanente; le spighette su- periori portano solo fiori maschi e questi sono subunise- riati.
Fiori maschi lunghi 15 mm. e spessi 2.5-3 mm. ; spatel- lula acutamente bicarinato-subbialata, con carene minuta- mente ciliolate, convergenti all’ apice di dietro in una breve punta molto ottusa o rotondata; calice intieramente incluso nella spatellula, ciatiforme-campanulato, subtron- cato o molto oscuramente 3-dentato, e col margine poco distintamente ciliolato ; corolla fortemente falcata, con di- visioni lineari; stami normalmente 9; filamenti uniti in basso al tubo della corolla ma per buona parte liberi, cla- vati, più o meno angolosi, attenuati piuttosto bruscamente all’apice in un assai spesso connettivo; antere lineari a loggie angustissime, parallele.
Fiori feminei lunghi 12-13 mm. (al momento dell’antesi), ovati ; spatellula come nel fiore maschio di poco più lunga del calice ; involucello dipolare ricuoprente circa la metà del calice. Calice troncato, molto superficialmente 3-den- tato, a margine molto minutamente e poco distintamente ciliolato. Corolla un poco più lunga del calice, campanu- lato-urceolata, fessa sino presso la metà, terminata da 3 denti deltoidei acuti, sporgenti dal calice ; staminodi for- manti un anello membranoso connato sino a circa la metà con la coi’olla, terminato da 9 denti corti triangolari con antere ben formate, deltoideo-sagittate. Stigmi triango- lari, conniventi, formanti una punta piramidata, acumi- nata, obliqua, all’ apice dell’ ovario.
Frutti angustamente ellittici, egualmente attenuati alle due estremità, con base acuta, simmetrica, terminati da un mucrone conico-acutissimo; squame disposte sopra 9-11 or- tostiche, leggermente convesse, romboidali, distintamente, ma strettamente, smarginate alla base, latamente e poco profondamente depresso-solcate lungo il centro, special-
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mente verso la base, subsquarrose in punta, di color bruno nocciola, nitide, con fascia intramarginale scura ed assai larga tutto in giro e margine strettamente scarioso e molto distintamente fimbriato-ciliato; punta alquanto prolungata, più o meno scariosa, rotondata ed anche piuttosto acuta e fessa nelle squame più basse. I frutti da me visti sono an- cora giovani e non hanno il seme maturo. Sono lunghi 48 inni., compreso il rostro che è lungo 7 mm., e lar- ghi 22 mm.
Mann e Wendland descrivono il frutto maturo, che io non ho visto, allungato od ovale-ellissoideo, obliquamente mucronato, lungo 62-70 mm. e di 31 mm. di spessore. Il seme è descritto allungato-ellissoideo, acutiusculo ad ambe- due le estremità, lungo 5-5.7 cm. e spesso 22-28 mm. Al- bume strettamente ruminato.
Habitat. — Isola di Fernando Po nel Golfo di Guinea; dal livello del mare sino a 500 m. di altezza.
Osservazioni. — Il tipo della R. Wendlandi è rappre- sentato dagli esemplari del Museo di Kew che Mann e Wendland hanno riferito al Sagus Palma Pinus di Gaertner, consistenti in spighette portanti frutti non completamente maturi e sui quali hanno stabilito la loro R. Gaertneri.
La R. Wendlandi di Fernando Po è una specie ben ca ratteri zzata per le spighette lassamente sparse ; per i frutti assai piccoli, ellittici, leggermente ed egualmente ristretti alle due estremità e terminati da un assai lungo mucrone acuminato pungente, coperti da squame latamente e poco pro- fondamente solcate subsquarrose e marginate di scuro; per i fiori maschi con 9 stami ; per i fiori feminei con gli apici dei segmenti della corolla deltoidei e sporgenti dal calice ; per gli staminodì formanti un anello membranoso terminato da denti corti triangolari e con antere deltoideo-sagittate.
La R. Wendlandi è specie affine alla R. vinifera ; ma in questa il frutto è più grande e più brevemente rostrato, le spighette sono approssimate e biseriate nelle infiorazioni
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parziali (e non lassamente sparse); i fiori feminei hanno la corolla più allungata con l’apice dei segmenti triangolari allungati (non deltoidei), e l’anello formato dagli stami- nodi ha i denti e l’antere allungate, e non deltoidee.
La Raphia di Sierra Leone (Scott Elliot n. 5002) che Wright (F. trop. Afr. 1. c.) ha riportato alla R. Gaertneri io la considero come appartenente ad una specie distinta (R. gracilis Becc.), mentre quella della Gold coast raccolta da Cameron, egualmente riportata da Wright alla R. Gaertneri , corrisponde alla mia var. brachycarpa della R. Hookeri.
9. Rapina Gaertneri Mann et Wendl. in Trans. Linn. Soc. v. XXIV, p. 437 (pro parte) — Sagus Palma Pinus Gaertn. Fruct. et Sem. I, p. 27, t. 10, f. 1 ! — Sagus vinifera Lam. Illustr. t. 771, f. 1, a-f (e Gaer- tner). — (Fig. 4).
Descrizione. — Tronco.... Fronde.... Spadici.... ; spighette piuttosto grosse e robuste, poco compresse, subtorulose, con fiori maschili e feminei quadriseriati. ossia molto distinta- mente disposti lungo due serie sopra ognuno dei lati, assai larghe in basso, misurando quivi fra l’apice di un fiore femineo e l’altro, circa 18 mm. Spatelle cimbiformi, molto ravvicinate, molto densamente barbato-ciliate sul margine. Fiori maschi con spatellula lunga quanto il calice, forte- mente bicarenata o subbialata, con un dente ottuso alla terminazione delle carene, scavata davanti. Calice ciatiforme- campanulato, attenuato in basso, assai profondamente 3-lobo, lobi ottusi. Stami.... (Il fiore che ho esaminato era guasto da insetti).
Fiori feminei 8-10 per parte, relativamente molto grandi ed allungati (22 mm. di lunghezza e 7.5 mm. di larghezza), molto acuminati, attenuati in basso ; spatellula fortemente compressa, assai attenuata in basso, acutamente bicarinato- subbialata, terminata all’apice da un dente piuttosto acuto, scavata a mezzaluna davanti. Involucello fasciante la metà
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inferiore del calice, evoluto alquanto asimmetricamente ; venule transverse sottili poco apparenti. Calice più lungo della spatellula, assai lungamente attenuato in basso, molto distintamente 3-dentato-lobato, poi fesso profondamente in 3 parti ; lobi ovati acuti. Corolla alquanto più lunga del calice, profondamente divisa in 3 lobi allungato-triangolari, acuminati. Staminodii formanti un anello membranoso che giunge sino alla metà della corolla, terminato da vari denti ineguali, alcuni angusti triangolari-allungati e subulati, altri più larghi e 2-3-fidi, tutti terminati da antere assai ben conformate, molto strettamente sagittate ed acuminate. Ovario gradatamente acuminato.
Frutti maturi ovato-allungati, od allungato-ellissoidei, egualmente ristretti verso le due estremità, non molto bruscamente terminati all’apice in un mucrone conico, gracile, subulato, rotondati e simmetrici alla base, lun- ghi 7.5-8 cm., e larghi 3-3.3 cm. ; squame largamente e profondamente smarginate alla base, e quindi nell’ in- sieme di forma subcordata, disposte lungo 9 ortostiche, ed in numero di 6-7 sopra ogni ortostica, di color nocciola con una ben netta ed assai larga fascia molto scura uni- forme tutto in giro, convesse e bigibbose, essendo profon- damente percorse lungo il centro da un largo solco dalla base sino all’apice ; la loro punta è leggermente depressa, assai prolungata, con l’estremità scariosa e decolorata e col margine finamente fimbriato-ciliato. Seme strettamente ellittico, attenuato alle due estremità, acuto all’ apice ; ru- minazioni numerose, profonde, anguste. Embrione centrale.
Habitat. — Questa specie, di cui sino ad ora non si co- nosceva la patria precisa, è stata ritrovata in Liberia dal sig. D. M. Dinklage, secondo alcuni saggi di porzioni di spadice con frutti maturi, conservati nel museo del « Bo- taniche Staatsinstitute » di Hamburg.
Osservazioni. — Io ho potuto identificare, con tutta certezza, la Rapina che Gaertner ha descritto e figurato
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sotto il nome di Sagus Palma Pinus, mercè alcune por- zioni di spadici con frutti maturi facenti parte degli esem- plari raccolti dal sig. Dinklage in Liberia a che mi sono stati cortesemente trasmessi dal Dott. Heering.
Detti frutti corrispondono perfettamente nella forma e nelle dimensioni alla figura citata di G-aertner ; di più in nessun’altra Raphia le squame sono così profondamente smarginate alla base, da poter esser dette « subcordatae » come Gaertner scrive che sono quelle del suo Sagus Palma Pinus. La profonda smarginatura basilare delle squame è quindi un carattere che permette di riconoscere facilmente la R. Gaertneri dalle altre specie.
Mann e Wendland hanno assegnato il nome di R. Gaer- tneri alla Rapina che cresce a Fernando Po, la quale è, senza dubbio, una pianta ben differente dal Sagus Palma Pinus di Gfaertner. Siccome però i prelodati autori hanno assegnato il nome di R. Gaertneri alla specie indigena in Fernando Po perchè hanno creduto di riconoscere in essa il Sagus Pahna-Pinus di G-aertner, così io ritengo che con- venga di attribuire a questa il nome di R. Gaertneri. Ri- manendo quindi la Rapina di Fernando Po senza nome specifico, propongo per questa quello di R. Wendlandi.
Più che alla R. Wendlandi (di Fernando Po) la vera R. Gaertneri (di Liberia) si avvicina alla R. gracilis spe- cialmente per i fiori maschili e feminei con calice profon- damente ti'ilobo ; è però anche da questa benissimo di- stinta per i fiori feminei molto più lungamente attenuati in basso, per la corolla assai più lunga del calice, e per gli staminodì con antere molto angustamente sagittate. Il frutto poi differisce per le squame che hanno la smargina- tura basilare molto più profonda e per la punta, che è molto più prolungata nella R. Gaertneri che non nella R. gracilis.
Dalla R. Wendlandi , la R. Gaertneri differisce per le dimensioni e per la forma dei fiori, per il calice profon- damente 3-lobo in questa, troncato ed appena 3-dentico- lato nella R. Wendlandi , e parimente per gli staminodì
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con antere sagittato-deltoidee in questa e molto stretta- mente sagittate e subulate nella prima. I frutti si rasso- migliano, ma io non ho visto quelli della R. Wendlandi completamente maturi ; in questi però le squame non sono subcordate, ma solo leggermente smarginate.
Fig. 4. — Rapili» Gaertneri ; 1, fiore femineo intiero avvolto dalla spa- tellnla, visto dal lato esterno ; 2, fioro fem. liberato dalla spatellula ; 3, porzione della corolla aperta, del fiore femineo; 4, fiore maschio ancor giovane, visto dal lato esterno. — Ingrandim. 3 diametri.
È possibile che appartenga alla R. Gaertneri il n. 1947 di Dinklage, rappresentato solo da porzioni di fronda nel- l’Erbario di Berlino, e che è stato raccolto il 30 Mag- gio 1898 sul River Cestos, a Grand Bassa nello Stato di Liberia. Dette porzioni di fronda sembra abbiano appar- tenuto a pianta giovane ; hanno i segmenti strettamente lanceolati, o meglio oblanceolati, la parte più larga rima- nendo di solito un poco al di sopra della metà, dove mi- surano 3.5-4 cm. di larghezza sopra 40-45 cm. di lun- ghezza ; sono alquanto attenuati in basso in una base assai angusta e gradatamente acuminati all’apice, sono opachi
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e concolori sulle 2 facce (non biancastri di sotto). La co- stola mediana di sopra è molto acuta e spinulosa quasi sin dalla base, e di sotto porta assai numerose pagliette ; i nervi secondari sono molto sottili e se ne distinguono 2 per parte alla costa mediana (uno superiore ed uno infe- riore); nella pagina inferiore si trovano alcune minute pa- gliette suborbiculari-peltate su qualche nervo terziario ; i margini sono assai fittamente spinulosi sin quasi dalla base.
10. Rapina vinifera Palis, de Beauv. in Desvaux, Journ. de Bot. II (1809), 87, et PI. d’Oware et de Benin, I, 77, tab. 44, f. 1, 45 (excl. syn. Gaertn.) et tab. 46, f. 1 . a. b. c. d. ; Martius Hist. nat. Palm. Ili, pag. 217 (ed. l.a). — Sagus vinifera Lam. Encycl., Suppl. Y, pag. 13. (?) — Sagus Ruffa v. (3 Willd. sp. pi. IY, 404. — Metroxylon viniferum Spreng. Syst. veg. II, 139, n. 2. — (Fig. 3).
Descrizione. — Non ho dati precisi riguardo all’aspetto ge- nerale della pianta, alle dimensioni che acquista ed al tronco. Delle fronde non ne ho viste che si possano con tutta certezza riferire a questa specie. Ho però studiato un esemplare tipico raccolto dallo stesso Palisot de Beauvais, conservato nell’Erbario De Candolle, e consistente in una infiorazione parziale. Questa nell’insieme è ovata, fortemente complanata, con spighette molto addensate, distiche, ma rav- vicinate due a due sopra ogni lato; sono quindi biseriate so- pra ognuno dei due lati ; tale infiorazione parziale è nel- l’insieme lunga 25 cm., compresa una parte peduncolare, che da se sola è lunga 8 cm. e larga circa 15 mm. ed è strettamente vaginata da alcune spate tubulose, di cui la più esterna è bialata e prolungata da un lato e dall’altro in una punta falciforme acuminata. La spata generale di detta infiorazione parziale è molto dilatata in basso e si termina in una larga ed assai lunga punta acuminata ; è opaca e color nocciola all’esterno ed è nitida e color ca-
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stagno internamente. Le spighette sono leggermente arcuate, molto compresse e di apparenza pettiniforme a causa della disposizione regolare dei fiori ; le maggiori, quelle situate verso il terzo inferiore, sono lunghe 8-9 cm.; le superiori sono gradatamente più. corte, sono larghe 12-13 mm. com- presi i fiori ; le loro spatelle sono ravvicinatissime, molto di- stintamente e fittamente ciliolato-paleacee sul margine.
1 fiori sembrano perfettamente distici, ma hanno la ten- denza ad apparir disposti lungo due serie sopra ognuno dei lati.
I fiori maschi sono piccoli, allorché in boccio subtereti e leggermente rigonfi o subcallosi all’apice, con l’estrema punta acuta e pungente ; sono lunghi, allorché bene sviluppati, 8 mm. ed arcuati ; la spatellula è acutamente bicarinata di dietro, e quivi è emarginata all'apice, e questo pure è ci- liolato-paleaceo. Calice ciatiforme, superficialissimamente 3-denticolato e pure ciliolato-paleaceo sul margine. Corolla due volte e mezzo e talvolta vantaggio, più lunga del calice, opaca all’esterno, divisa sin quasi in basso in 3 se- gmenti lineari. Stami 9, coi filamenti crassi, subfusiformi, liberi fra di loro, od anche più o meno aderenti alla base della corolla. L’infiorazione parziale ora descritta portava quasi tutti fiori maschili, e solo qualche raro fiore femineo nella parte più bassa delle spighette inferiori.
Fiori feminei lunghi circa 1 cm. e larghi 4 mm., acumi- nati, un poco attenuati in basso. Spatella un poco più lunga del calice, scavata e fessa quasi sino in basso dal lato esterno, pianeggiante e scavata a mezza luna in alto dal lato assile, e molto acutamente bicarinata sui lati, con le carene con- spicuamente squamuloso-paleacee, e che si terminano in
2 punte acutissime e convergenti come 2 corna. Involucello giungente sino a circa la metà del calice (nel solo fiore che ho studiato), ineguale e fesso dal lato assile. Calice non molto profondamente 3-lobo, con lobi ottusi, ciliato-paleacei sul margine, specialmente in punta. Corolla di circa */s più lunga del calice, divisa e fessa sino circa alla metà in 3 segmenti triangolari allungati, ed assai lungamente acumi-
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nati. Starninoci! uniti in anello e connati col tubo della corolla per tutto il terzo inferiore di questa, e nella parte libera divisi in 6 grandi denti triangolari allungati e su- bulati ; i denti alternipetali sono più stretti di quelli, op- positipetali e portano all’apice una sola antera sterile, che comparisce anche all’esterno fra un segmento e l’altro della corolla ; i denti oppositipetali sono brevemente bifidi o tal- volta 3— fidi all’apice, e portano 2-3 antere ; queste sono angustissimamente sagittate. Ovario terminato in punta piramidale-trigona, con stigmi convergenti, che apparente- mente non si discostano mai e che sembra abbiano la su- perficie stigmatica papillosa lungo i 3 angoli della piramide; almeno così appariscono allo stato secco.
Non ho visto i frutti degli esemplari autentici della R. vi- nifera di Palisot de Beauvais; ma quelli figurati nella « Flore d’Oware et de Benin », t. 46, f. 1, sono cilindrico-ellissoi- dali, egualmente larghi in alto quanto in basso e misurano 7 cm. di lunghezza (senza il rostro) e sono larghi 4 cm. Il seme è lungo 62 mm. e largo 28.
Numerosi frutti di una Rapida inviati dal Sig. W. Ha- rold Unwin al Prof. U. Martelli, còlti nella medesima regione dalla quale venne descritta da Palisot de Beauvais la sua R. vinifera , e che indubbiamente ritengo appartenere a que- sta specie, corrispondono esattamente a quelli della figura della « Flore d’Oware et de Benin », ma sono leggermente più piccoli, misurano 6-6,5 cm. di lunghezza (senza il rostro) e 33-35 mm. di larghezza, sono cilindrico-ellissoidali, egual- mente larghi in alto come in basso, od al più molto legger- mente più larghi in alto che in basso; alla base sono acuti; in alto bruscamente si ristringono in un piccolo mucrone acuto, assai breve, lungo al più 4-5 mm. ; le squame sono normalmente lungo 9 ortostiche ; in ogni ortostica vi sono 5 squame ben conformate oltre le minori delle estremità ; le squame sono nitenti, di color paglia sporco, o bruno noc- ciola, col margine più scuro, non fortemente convesse, sono percorse nel mezzo da un solco molto largo, specialmente nella parte posteriore, ma non molto profondo ; sono rom-
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boidali, distintamente emarginate posteriormente, coi mar- gini anteriori denticolato-fimbriati ; sono prolungate in punta triangolare acuta (allorché intatta), subcariosa e più chiara del rimanente, non fortemente applicata nel solco
Fig. 5. — Raphia vinifera ; 1, fiore femineo avvolto dalla sua spatellula, visto dal lato esterno; 2, fiore fem. liberato dalla spatellula, visto di fianco; 3, fiore fem. al quale sono stati tolti l’ involucello ed il calice; 4, corolla del fiore femineo aperta; 5, fiore maschio visto di fianco; 6, un petalo del fiore maschio con i 3 stami che gli sono opposti. — Ingrandim. 5 diametri.
della squama sottostante. Tutto il pericarpio ha nell’ in- sieme lo spessore di 5 mm. ; il mesocarpio è crostaceo-le- gnoso, di 1 mm. di spessore, non oleoso. Seme oblungo-el- lipsoideo, molto leggermente attenuato alle due estremità, ma un poco più in basso che in alto, acutiusculo in basso, apiculato all’apice, lungo 5.5 cm. e largo 24-25 mm. ; il suo integumento è sottilissimo, fortemente aderente al nucleo,
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di colore stramineo-pallido, nitido. Le traccie dei disse- pimenti delle loggie sterili si biforcano un poco al di sopra della metà. Le diramazioni vascolari del rafe sono assai fortemente impresse ed anastomosate, a maglie allungate. Albume con ruminazioni anguste, di figura leggermente clavata in sezione transversa. Embrione situato un poco al di sopra della metà.
Habitat. — - Con certezza la vera R. vinifera è stata trovata solo nella Nigeria inferiore.
Osservazioni. — La Raphia dell’Old Calabar, che i signori Mann e Wendland (1. c.) hanno considerato come apparte- nente alla R. vinifera , è stata da me ritenuta per il tipo di una nuova specie (R. Mannii). Parimente lo studio della R. vinifera eseguito dal Prof. Drude (in « Engler’s bot. Jahrb. », v. XXI, pag. 130) non ha avuto per base cam- pioni appartenenti a detta specie, ma il n. 5002 di Scott Elliot, che io considero come riferibile alla mia R. gracili s.
11. Raphia gracilis llecc. in Agricolt. Colon. IV (1910), t. V, f. 7, 8 — R. Gaertneri (pro parte) Wright in Th. Dyer, F. trop. Afr. Vili, 106. — R. vinifera (non P. B.) Drude in Engl. Bot. Jahrb. XXVI (1895), p. 111. — (Fig. 6, I, a).
Descrizione. — E forse la più piccola specie del Genere. E cespitosa formando dei macchioni che non sorpassano 3-4 m. di altezza. Giudicando dalla base o guaina di una fronda il tronco non sarebbe più di 5-6 cm. di diam. ; la guaina è liscia e legnosa sul dorso, ed è marcescente dal lato ventrale, dove si riduce poi in fibre sottili nerastre : in alto si prolunga in una assai larga ligula lanceolato- acuminata ; il picciolo è profondamente scavato a doccia di sopra e rotondato di sotto ; il rachide nella parte in- termedia è rotondato di sotto ed ha un angolo acuto sa-
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liente di sopi*a, inerme questo nella piccola porzione clie ho visto e solo verso l’ estremità leggermente spinuloso ; i seg- menti sono inequidistanti e più o meno distintamente gemi- nati sopra ognuno dei lati: sono rigidi, sottilmente coria- cei, strettamente ensiformi, verdi e non lucidi di sopra (sul secco), più pallidi e decisamente opachi ma non prui- nosi di sotto, leggermente attenuati verso la base, attenuati gradatamente in alto in lunga punta acuminata, assai fittamente e finamente spiuulosi ai margini ; costa mediana molto acuta ed assai fittamente spinuloso-seghettata di sopra ; vi è un nervo 2io per parte assai distinto ; di nervi 3U ve ne sono 2-3 per parte poco apparenti ; venule tran- sverse piuttosto rade, pochissimo visibili ; margini assai fittamente spiuulosi. Segmenti intermedii lunghi circa 80 cm. e larghi 18-20 mm. ; quelli della parte estrema gra- datamente più corti, ma non più stretti, più fortemente spinosi, specialmente sulla costa mediana.
Spadici intieri.... Infiorazioni parziali allungate, arcuate, lunghe 30-50 cm., portanti numerose spighette alquanto spar- pagliate ma aventi una tendenza generale più o meno di- stintamente bifaria ; talvolta le spighette appariscono an- che inserite quasi spiralmente, ma con poca regolarità, intorno all’asse centrale; le spate primarie delle infiorazioni parziali sono coriacee, color paglia chiaro e liscio all’esterno, cinnamomee internamente, in forma d’orecchio d’asino, molto strette; acuminatissime; le spate della parte assile sono stra- mineo-pallide più o meno, prolungate in punta da un lato, ed hanno il margine glabro. Spighette fortemente arcuato- patenti, le più basse sono lunghe 10-14 cm., tutte sono al- quanto compresse, portanti nel terzo o quarto inferiore 5-6 fiori feminei per parte, e nel rimanente fiori maschi dispo- sti lungo due serie sopra ognuno dei lati, di modo che i fiori maschi spesso sembrano inseriti quasi spiralmente ; le spi- ghette superiori sono gradatamente un poco più corte delle altre e con meno fiori feminei.
Fiori maschi piccoli, quando ancor giovani poco distin- guibili dai fiori feminei, poi molto sporgenti dalle spatelle,
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fortemente arcuati, lunghi 12 mm., larghi 2.5 mm.; spatella pianeggiante dal lato dorsale od assi! e ed ivi ottusamente bideutata all’apice, ed acutamente bicarenata o stretta- mente bialata, obliquamente decrescente, più bassa dal lato ventrale, e più corta del calice ; questo è tubuloso- urceloato, con 3 larghi lobi subdeltoidei acuti. Corolla il doppio più lunga del calice (od anche più), i suoi segmenti sono acutissimi. Stami 9-10, con filamenti corti, crassi, cla- vati, liberi; antere lineari-sagittate, biauriculate alla base, ottuse o ± smarginate all’apice.
Fiori feminei lanceolati, acuminati, lunghi circa 1 cm. e larghi 3 mm.; spatella acutamente bicarinata e pianeg- giante sul dorso, brevemente bidentata all’apice, acutamente bicarenata, convessa e profondamente scavata a mezza luna davanti ; involucello molto sviluppato, alquanto più corto della sua spatella ed avvolgente tutta la base del calice, ma in modo assai ineguale ; esso si mostra dell’apparenza ili una ligula rotondata sporgente nella incavatura esistente sulla faccia esteriore della spatella. Calice tubuloso, con- siderevolmente più lungo della spatella, assai profonda- mente diviso all’apice in 3 lobi semiovati, acuti. Corolla di poco più lunga del calice, divisa assai profondamente in 3 segmenti lanceolati, acuminati, nitidi di fuori e fit- tamente striato-venosi. Staminodi 9 formanti un anello membranoso più o meno libero dalla corolla, coronato da altrettanti denti triangolari, ineguali, sormontati da antere sterili, deltoideo-sagittate, acute. Ovario con stigmi for- mati da 3 lamelle conniventi e nell’ insieme 3-gono-acu- minato.
Fratti piccoli, oblungo-ellissoidei, eguali alle due estre- mità ; in alto sono rotondati e molto bruscamente contratti in un piccolo mucrone subulato, la loro base è simmetrica ed acutiuscula: sono lunghi 5.5-6 cm., e larghi 25-27 mm. Squame disposte soqra 9 ortostiche, fortemente convesse e con profondo e largo solco lungo il centro, nitide, spadi- cee, con fascia marginale molto scura e con l’estremo mar- gine strettamente scarioso e finamente fìmbriato-ciliato, pro-
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lungate in punta triangolare, ottusiuscula, fortemente ap- plicata nel solco della scaglia sottostante; la base delle scaglie è assai distintamente smarginata. Seme ellissoideo, attenuato ed acuto alle due estremità, ma più leggermente in basso che in alto ; integumento del seme sottilissimo, nitido, chiaro, pellicolare, molto aderente ; diramazioni del rafe lascianti assai profondi solchi alquanto anastomosati ; traccio delle loggie sterili, lascianti 1’ impressione biforcata verso il quarto o quinto inferiore. Embrione situato al di sotto della metà. Albume assai fittamente ruminato con in- trusioni anguste, leggermente dilatate nell’ interno.
Habitat. — Gli esemplari sui quali è fondata la specie, e che io ho studiato, provengono dalla Guinea francese e da Sierra Leone. Quelli della Guinea francese sono stati raccolti da Dybowski (n. 12 nell’Erb. di Parigi) nelle vi- cinanze di Dubreka, nel 1895, dove questa Palma cresceva in luoghi paludosi, indifferentemente in acqua dolce o sal- mastra; essa è gregaria e forma sempre delle macchie es- sendo a quanto sembra sobolifera e con coppaie che emet- tono molti polloni. Provenienti da Sierra Leone ho studiato gli esemplari raccolti da Scott Elliot a Berria nel 1892 (n. 5002 negli Erbarii di Berlino e di Kew) e che sono stati riferiti da Wright (FI. trop. Afr. 1. c.) alla R. Gaertneri.
Osservazioni. — La R. gracilis è più affine alla tipica R. Gaertneri che non a qualunque altra specie, principal- mente per il calice, il quale tanto nei fiori maschi quanto nei feminei è profondamente trilobo. E del resto una spe- cie molto ben caratterizzata : per le sue infiorazioni par- ziali arcuate con spighette gracili, sparpagliate, portanti fiori maschili e feminei assai simili fra di loro all’esterno ; per i fiori maschi con calice profondamente 3-lobo e nor- malmente con 10 stami ; per i fiori feminei piccoli ed an- gusti, pure con calice 3-lobo, e con corolla più lunga del calice; per gli staminodì aventi antere deltoideo-sagittate ; per il piccolo frutto ellissoideo-oblungo, egualmente largo
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alle due estremità, bruscamente terminato da un sottile mucrone sabulato, con squame fortemente scanalate e bi- gibbose e smarginate alla base, ma assai meno che nella R. Gaertneri.
Gli esemplari di Dybowski hanno i fiori maschi ancora poco evoluti ; questi sono più sviluppati nel n. 5002 di Scott Elliot, ma non sono ancora giunti a perfezione e misu- rano solo 7-8 mm., giudico però che possono raggiungere la lunghezza di 1 cm. ; le spighette, in detto esemplare, non sono lunghe che 5-6 cm., ma identiche per quel che riguarda i fiori a quelle degli esemplari di Dybowski.
12. Raphia heberostris Beco, in Agricolt. colon. IV (1910), t. V, fìgg. 3-6.
Descrizione. — Dai retti del perianzio che rimangono alla base di un frutto si riconosce che il fiore femineo è molto piccolo (lungo 8 mm. ?) e che deve somigliare a quello della R. gracilis. Il calice sembra debba essere tri- lobo all’apice, con lobi corti e deltoidei. La corolla è di ben poco più lunga del calice, indivisa nei 2/s (circa) in- feriori e terminata da 3 lobi triangolari, acuti. Staminodii riuniti alla base in anello membranoso molto ineguale, terminato da denti triangolari, corti e che portano piccolis- sime antere rudimentarie deltoideo-sagittate.
Il frutto è lungo 8-8.5 cm. e largo 4-4.5 cm., è molto distintamente turbinato, attenuato verso la base che è acuta e più o meno simmetrica, rotondato in alto e sormontato quivi molto bruscamente da un mucrone subterete ottusis- simo, (lungo 7 mm. e spesso 4.5 mm. in 2 frutti). Squame disposte sopra 9-10 ortostiche, non molto profondamente, ma assai largamente, solcate lungo il mezzo ; le centrali quasi più larghe che lunghe leggermente smarginate di dietro, prolungate alquanto in punta ottusa, non o molto leggermente impressa, lucenti, di color rosso-mohogano chiaro, con linea intramarginale quasi nera, estesa princi- palmente verso la punta ; il margine è angusto, jalino, fina-
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mente ciliato-frangiato ; endocarpio sottilmente legnoso non oleoso. Il seme è obovato-oblungo, rotondato e leggermente apicolato all’ apice, attenuato alquanto verso la base che è piuttosto acuta, lungo 62 mm. e largo 30 mm. (in un esem- plare) ; l’integumento del seme è spesso 1-1.5 mm., e si stacca facilmente dal nucleo nel frutto ben maturo ; ha la su- perficie vernicosa ed al solito modo solcato-rugosa ; bifor- cazione causata dai dissepimenti delle loggie sterili situate al di sopra della metà, dove pure si trova l’embrione.
Habitat. — Ho ricevuto due frutti di questa specie dal G-iardino coloniale di Nogent sur Marne. Uno con 1’ indi- cazione di essere stato raccolto nell’alto Senegai, l’altro di provenire dal Dahomey; ritengo però cho tutti e due deb- bano avere la medesima origine.
Osservazioni. — I due frutti in parola offrono fra loro qualche differenza, ma sono identici per forma e colore delle squame e specialmente per il mucrone, che in nessun altra specie come in questa è così ottuso o rotondato al- 1’ apice e che subito diventa subterete e non si assottiglia gradatamente in punta. Uno dei frutti, quello che porta l’ indicazione di provenire dal Senegai, è meno distinta- mente turbinato dell’altro, ossia è meno gradatamente at- tenuato in basso. Il seme descritto appartiene a questo frutto. L’altro, che porta la località del Dahomey, è più distintamente turbinato, e sin dal terzo superiore si re- stringe verso una base acuta ; è a questo frutto che è ri- masto aderente il perianzio fruttifero che ho descritto.
Oltre il carattere indicato del mucrone cilindraceo e ro- tondato sull’apice è particolarmente notevole l’ integumento del seme molto spesso, grumoso-suberoso, che si distacca facilmente dal nucleo, come nella R. Ruffia, e la scarsa ruminazione dell’albume dovuta a canali angusti e cilin- drici (non dilatati verso il centro del seme). Anche le squame di un rosso assai più acceso del solito caratteriz- zano assai bene questa specie.
13. Rapllia Monbuttorum Drude in Eng. Jahrb. XXI (1895), 111, 130; Engl. Pfl. Ost-Afr. C. 131; Wright in T. Dyer, FI. trop. Afr. v. VIII, 105 ; Becc. in Agric. Col. IV (1910), t. VI, f. 1. — (Fig. 6, II, a, b).
Descrizione. — Tronco breve o subnullo. Le foglie di pianta adulta hanno il rachide (in una porzione che sem- bra appartenere alla metà superiore) acutamente bifaciale di sopra e con l’angolo spinuloso. I segmenti (in detta por- zione) sono lunghi 1.10 m. e larghi 3.5-4 cm., attenuati, non molto gradatamente, verso l’apice in punta breve acuta ; sono rigidamente cartacei, biancastri o coperti da un te- nuissimo strato calceo di sotto, verdi ed opachi (sempre?) di sopra ; la costola mediana è molto prominente ed acuta di sopra, ed è assai fittamente armata di spinule ascendenti a punta bruna dalla base sino all’apice ; margini pure egualmente armati di spinule dalla base sino all’apice, ma molto inegualmente ; di sotto la costola mediana è quasi del tutto coperta da sottili pagliette chiare, jaline, lineari; da una parte e dall’altra della costola mediana vi sono 5-6 nervi secondari sottili ; venule transverse molto nume- rose e ravvicinate. In una porzione di fronda di pianta giovane (Sclrweinfurth n. 1738), il rachide non è spinuloso di sopra, i segmenti sono poco distintamente geminati sopra ogni lato del rachide, sono assai gradamente acumi- nati e leggermente pruinosi di sotto o solo un poco più pallidi che di sopra, sono meno rigidi di quelli delle fronde adulte, lunghi circa 60 cm., larghi 35-38 mm., hanno la costa mediana spinulosa nella parte più bassa nella pagina su- periore, e di sotto con solo qualche rada paglietta ; i mar- gini sono pure molto meno spinulosi che negli altri seg- menti.
Spadici... ; una infiorazione parziale forma una pannoc- chia ovale allungata, che nell’ insieme misura circa 40 cm. di lunghezza, compresa una parte pedunculare ; questa è lunga circa 10 cm. e larga 2 cm.; la pannocchia è compressa, larga alla base circa 18 cm. e gradatamente si ristringe
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verso l’estremità ; è composta da numerose spighette com- presse, arcuato-patenti, gradatamente decrescenti e bifarie, ossia disposte disticamente da un lato e dall’altro della parte assile : sopra ogni lato però appariscono lungo due serie. La parte assile dell’ infiorazione parziale è leggermente compressa, e da una base larga circa 2 cm. gradamente si ristringe verso l’apice, dove termina con un caudicolo senza spighette. Le spate secondarie sono ciliolate sul mar- gine, pallide, opache e consperse di squamule peltate. Le spighette inferiori sono lunghe 10-12 cm. ed hanno 5-6 fiori feminei per lato nella parte basilare, e 18-20 fiori maschi nel rimanente : in basso, le spighette, fra un fiore femineo e l’altro sono larghe circa 1 cm., in alto la loro parte assile si assottiglia ; nell’ insieme però dal punto da dove cominciano a comparire i fiori maschi, fra la punta di un fiore e l’altro, misurano 2 cm. di larghezza ; spatelle ciliolate sul margine.
Fiori maschi molto sporgenti dalle respettive spatelle, angusti, fortemente incurvo-falcati, acuminati e pungenti, non ispessiti presso la punta, nitidi all’esterno, lunghi 12- 14 mm., spessi circa 2 mm.; spatella lunga ± quanto il calice o di poco più corta, rotondata od oscuramente bi- dentata di dietro e quivi acutamente bicarenata, con le ca- rene strettamente subulato-membranose e denticolate. Ca- lice tubuloso, leggermente compresso, rotondato in basso, assai profondamente 3-lobo, a lobi triangolari acuti. Co rolla almeno 2 volte più lunga del calice, attenuata alla base. Stami 6-7, inseriti verso il terzo inferiore della co- rolla, clavati, angolosi, bruscamente contratti nel connet- tivo, che è molto stretto ; antere lunghe circa quanto la parte incrassata del filamento, lineari, brevemente sagittate alle base, a loggie molto anguste.
Fiori feminei lunghi 9-10 mm., lanceolati, di poco spor- genti dalle spate secondarie, terminati in punta trigona, acuminata, formata dagli stigmi ; la spatella è nella sua parte posteriore più corta del calice, bicarenata, con carene strettamente bialato-membranose e denticolate, ed è roton-
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data ed oscuramente bidentata in alto ; davanti è breve- mente aperta. Involucro cupuleforme, più o meno incom- pleto, assai sviluppato, di poco più corto della spatella : ha il margine ciliolato, è finamente striato-venoso come la spa- tellsf, e di questa ne ha anche la consistenza. Calice cilio- lato sul margine, oscuramente 3-dentato, ma poi più o meno profondamente ed irregolarmente fesso-3-lobo. La corolla ha una breve parte tubolosa, essendo profondamente 3-loba, i suoi lobi sono triangolari, acuti, e sporgono alquanto al di fuori del calice. Staminodì 7-9, sottilmente membranosi, uniti insieme brevemente alla base, molto ineguali, taluni lunghi quanto la metà della corolla, lanceolati, spesso 2-3 sono concrescenti, o se considerati nell’ insieme, 2-3-fidi : sono terminati da antere abortive, di cui talvolta qualcuna comparisce nei seni interposti fra i lobi della corolla. Ovario con stigmi conniventi, formanti sul suo apice una punta dura 3-gona acuminata.
I frutti giovani (ben maturi non ne ho visti) hanno le squame di già molto profondamente solcate lungo il centro, disposte sopra 12 ortostiche; hanno i margini molto distin- tamente fimbriato-ciliati.
Habitat. — Scoperta dal Dott. Schweinfurt nell’ Africa equatoriale centrale, nello spartiacque fra il bacino del Congo e quello del Nilo. A Monbuttu presso Munsa nei luoghi paludosi (Marzo 1870 n. 3357) e ad Okel nel Djur (Maggio 1869, n. 1738).
Ossee vazioni. — È certamente una specie ben caratte- rizzata, che si avvicina per i fiori alla R. vinifera , della quale però, come ha di già dimostrato Drude, è ben di- stinta. Non è però vero che differisca dalla R. vinifera anche per la mancanza di staminodì nel fiore femineo, che sono invece, anche nella R. Monbuttorum, assai ben con- formati.
Un frutto del Museo di Kew, raccolto dal Dott. Schwein furth nel Bongo Land, sembra riferibile alla R. Monbut -
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toruin, ma ha le squame disposte lungo 9 ortostiche. Detto frutto, che sembra giunto a maturità è molto piccolo, anzi
Fig. 6. — I, Rapili» gracilis; a, fiore femineo avvolto dalla sua spatel- lula, visto dal lato esterno; b, corolla aperta del fiore femineo. — II, R. Monbuttorum; a, fiore femineo avvolto dalla sua spatellula, visto dal lato esterno; b, corolla del fiore fem., aperta. — III, R. Genti- liana; a. fiore fem. avvolto dalla sua spatellula, visto dal lato esterno; b, ovario portante alla base gli staminodi liberi; c, fiore fem. liberato dalla spatellula. — IV, R. Gilletii ; a, fiore femineo liberato dalla spatellula; 6, corolla del fiore femineo, aperta. — V, R. Lau.ren.tii; a, fiore fem. avvolto dalla sua spatellula; b, fiore fem. sezionato per il lungo, al quale è stato tolto l’ovario. — Tutte le figure sono ingrandite 5 diametri.
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è il più piccolo fra tutte le Raphia conosciute ; è lungo 45 rum., e largo 18 mm., è oblungo-clavato, attenuato verso una base acuta, rotondato in alto e bruscamente contratto in breve mucrone acuto ; le squame sono cinnamomee, con punta e fascia marginante scura ; esse sono particolari per avere un solco molto profondo e largo alla base, ma che si ristringe e diventa superficiale verso la punta ; questa è ottusa ; il margine apparisce essere stato ciliato-frangiato.
Non ho aperto l’unico frutto che ho potuto studiare.
14. Raphia Gentiliana De Wild., Miss. Laurent, p. 28, t. XIII, XIV. — (Fig. 5, III, a, b, c ).
Desckizioxe. — Sembra una specie relativamente pic- cola. Le foglie sono sconosciute.
Lo spadice è ricurvo, allungato, compatto, lungo 80 cm. (De Wild.), con parte pedunculare di circa 7 cm. di diam. e portante varie infiorazioni parziali molto ravvicinate fra di loro, ognuna uscente da una spata sottilmente coriacea, glabra, e terminata da una punta triangolare. Infiorazioni parziali leggermente arcuato-patenti, con parte assile leg- germente compressa, di 10-12 mm. di larghezza in basso, assottigliantesi verso l’alto, composta di numerosissime spi- ghette disposte disticamente, ma con poca regolarità, ed as- sai addensate l’una sull’altra. Spate secondarie molto bre- vemente infundibulari e quasi annulari, prolungate da un lato in punta triangolare acuta od acuminata. Spighette gracili, complanate, più o meno sinuose e spesso un poco con- torte spiralmente, quasi di egual larghezza dalla base sino al- l’apice ; le più basse, in ogni infiorazione parziale, sono lunghe 10-13 cm. ed hanno i fiori distici ma con un ac- cenno ad essere disposti lungo due serie sopra ognuno dei due lati, essendo essi alternativamente vólti uno iu un senso ed uno in un altro ; nella parte bassa le spighette hanno 5-6 fiori feminei, e nel rimanente 20-25 fiori maschili per parte; le spighette superiori sono più corte, ed hanno naturalmente
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un minor numero di fiori, e questi tutti maschi. Ogni spi- ghetta ha in basso una brevissima parte pedicellare, rive- stita da una spatella fortemente compresso-ancipite ed acutamente bidentata all’apice ; tutte le altre spatelle sono brevemente e latamente ciatiformi-infundibulari, troncate, larghe 5 rum., ciliolate alla bocca, alternativamente pro- lungate da un lato in breve punta triangolare, acuta ; spa- tellula obliquamente cupulare, ossia tagliata in sbieco dal lato esterno e quivi scavata a mezzaluna, acutamente bica- renata o subbialata dal lato assile, dove il suo margine superiore è rotondato o quasi troncato o talora smarginato, con l’accenno di due denti dove si terminano le due carene.
Fiori manchi piccoli, lunghi 8-9 mm. e spessi 2 mm., leg- germente falcati, angusti, acuminati, con l’apice legger- mente inspessito, conico, calloso, acuto o quasi pungente. Calice tubuloso-campanulato, venoso-striato, molto superfi- cialmente e poco distintamente 3-denticolato, lungo più o meno quanto la spatellula od anche alquanto sporgente da questa. Corolla circa 2 volte più lunga del calice, divisa quasi sino in basso in 3 angustissimi segmenti (larghi 1.5 mm.), leggermente falcati, acuminati. Stami 6, uniti insieme in un sol corpo carnoso, con parte libera breve e molto inspessita, bruscamente contratti all’apice nel con- nettivo ; antere molto angustamente sagittate.
Fiori feminei occupanti circa il quarto inferiore delle spighette basilari, lunghi circa 1 cm., larghi 3 mm., lanceo- lati, molto acuminati, attenuati in basso. Spatellula iden- tica a quella dei fiori maschi. Involucello ciatiforme-cam- panulato, completo, di circa la metà più corto del calice, troncato orizzontalmente. Calice tubuloso-campanulato, fina- mente striato-venoso, troncato alla bocca. Corolla di un terzo più lunga del calice, scarioso-pergamenacea, divisa sino circa alla metà in 3 lobi triangolari, terminati in punta callosa, acuminato-subulata, e separati fra di loro da seni rotondati. Staminodì 6, ridotti ai soli filamenti lami- nari, lineari -lanceolati, subulati, del tutto liberi, anzi disco- sti fra di loro alla base, giungenti sino a circa la metà o
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poco al di sopra, della corolla, mancanti di antera ben di- stinta. Ovario molto angusto, terminato in punta conico- acuminata che è callosa, tumescente, sporgente dalla co- rolla e facente da base agli stigmi; questi sono gracili, lineari ed allungati.
Frutti molto distintamente turbinati, spesso alquanto asim- metrici, col vertice rotondato o pianeggiante e sormontato da un piccolo mucrone pungente, lungo 3-4 mm. ; sono molto attenuati in una base acuta, lunghi 5-6.5 cm. (com- preso il mucrone) e larghi 3-3.5 cm. Squame molto nitide, disposte sopra 9 ortostiche, subrombee, le maggiori lunghe e larghe circa 15 mm., molto largamente solcate in alto lungo il centro, e quivi assai distintamente bigibbose, pro- lungate in breve punta ottusa e rientrante, ossia fortemente applicata nel solco della squama sottostante : sono di co- lore uniformemente castagno, con i margini leggermente più scuri, spesse circa 1 mm.. Lo strato interno del peri- carpio sul secco è legnoso ed apparentemente non oleoso ; lo strato intermedio (mesocarpio) è formato da un tessuto molto floscio, che sul secco, ritirandosi, lascia una cavità al di sotto di ogni squama. Il seme non l’ho visto ben maturo, ma giudicando dalla cavità del frutto, che ha acqui- stato le dimensioni definitive, apparirebbe distintamente turbinato, attenuato in basso verso una base acuta, di circa 4 cm. di lunghezza e 2 cm. di larghezza, con le traccio della biforcazione dei dissepimenti delle loggie sterili si- tuate verso il quarto superiore.
Habitat. — Basso Congo Belga. Vicinanze di Eala. Lau- rent n. 1903. Erb. di Bruxelles.
Osservazioni. — E una specie molto ben caratterizzata per il suo frutto tipicamente turbinato ; per i suoi fiori feminei molto piccoli, presentanti i peculiari caratteri sopra indicati, e sopratutto per i 6 staminodì perfettamente li- beri fra di loro, e nemmeno per piccolo tratto uniti alla corolla.
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15. Raphia Grilletti Becc. — R. Gentiliana var. Gilletii De Wild., Mission Laurent, p. 30, t. XV. — (Fig. 6, IV, a, b ).
Descrizione. — Spadici pendenti, assai densi, compatti (De Wild.) Infiorescenze parziali lunghe circa 30 cm., com- planate, con parte assile leggermente compressa ; larga in basso 12 mm., gradatamente assottigliantesi verso 1’ alto, con numerose ed assai ravvicinate spighette, quasi rego- larmente distiche. Spate secondarie molto brevemente in- fundibulari, troncate ed intiere alla bocca e prolungate da un lato in punta triangolare, acuta od acuminata. Spi- ghette gracili, complanate, rigidule, leggermente sinuose, e meno che nell’estremo apice quasi di eguale larghezza in basso come in alto ; le più basse di ogni infiorazione parziale sono lunghe 16-18 cm., ed hanno i fiori nettamente distici; di questi, 6-8 in basso (per ogni lato) occupanti circa il terzo inferiore della spighetta sono feminei, ed il rimanente (sino 25-30 pure per parte) sono maschili ; le spighette superiori sono gradatamente più brevi e con minor numero di fiori. Ogni spighetta ha in basso una breve parte pedi- cellare, strettamente guainata da una spatella fortemente compresso-ancipite, prolungata a destra ed a sinistra in una punta acuminata; le altre spatelle sono brevemente e latamente ciatiformi infundibulari, troncate intiere e cilio- late alla bocca, molto brevemente prolungate alternativa- mente da un lato e dall’ altro in breve punta triangolare acuta od ottusiuscula : sono larghe alla bocca 5-6 mm. ; spatellula dei fiori maschi obliquamente cupulare, ossia tagliata in sbieco dal lato anteriore e quivi scavata a mez- zaluna, acutamente bicarenata e quasi bialata dalla parte assile, dove il suo margine superiore è rotondato, troncato od appena scavato, con accenno di un dente alla termina- zione delle carene.
Fiori maschili più o meno distintamente falcati, angusti, acuminati, con apicolo conico leggermente inspessito e
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quasi pungente; sono lunghi 11-12 mm. e spessi 2 mm. Ca- lice tubuloso-urceolato, venoso-striato, molto superficial- mente e poco distintamente 3-denticolato, a mala pena più lungo della respettiva spatellula dal lato assile. Corolla circa 3 volte più lunga del calice, divisa quasi sino in basso in 3 angustissimi segmenti, larghi circa 2 mm., leggermente falcati, acuminati. Stami 6; filamenti uniti in basso in un sol corpo carnoso, fortemente inspessiti, angolosi e clavati nella parte libera, bruscamente subulati all’apice ; antere molto angustamente sagittate, subulato-aristate.
Fiori feminei notevolmente meno sporgenti dei maschili, lunghi circa L cm., compreso gli stigmi, larghi 3 mm., stret- tameli ovati, acuminati. Spatellula simile a quella dei fiori maschili; involucello ciatiforme-campanulato troncato oriz- zontalmente un poco più corto della metà del calice. Ca- lice sorpassante di poco la spatellula, tubuloso-urceolato od un poco ristretto alla bocca, troncato, poco distintamente 3-ondulato-dentato. Corolla di circa 1/3 più lunga del ca- lice, divisa sino quasi alla metà in 3 lobi triangolari, subulati, acutissimi, separati da seni ottusi. Staminodì più o meno uniti fra di loro, ma variabilissimi, alle volte for- manti una cupola membranosa irregolare più o meno fessa o cuoprente circa il terzo inferiore dell’ovario, alle volte più o meno disgiunti ed anche con alcuni dei filamenti quasi liberi, ma sempre con antere abortive pochissimo distinte; di solito gli staminodì oppositipetali sono bifidi e più larghi degli aiternipetali, che sono lineari e stretti. Ovario an- gustamente ovato, terminato in punta conica callosa; stigmi lineari, patenti durante l’antesi.
Frutti piccoli, obovati, od ellittico-obovati, più attenuati verso la base che in alto; quivi sono più o meno roton- dati e sormontati bruscamente da un mucrone acuto, lungo 5 mm.; sono lunghi 4-4.5 cm. compreso il mucrone, e lar- ghi 21-22 mm.; squame molto nitide, disposte sopra 10-11 ortostiche, di color nocciola, col margine e la punta ni- grescenti, romboidali, un poco più lunghe che larghe ; le centrali lunghe 11-1*2 mm. e larghe 10 mm., quasi rego-
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larmente convesse nella parte centrale, con solco mediano assai superficiale, assai largo in basso, restringentesi ed evanescente verso la punta; questa triangolare, acutiuscula, non molto rientrante; le squame apicali sono quasi pianeg- gianti, non solcate, a contorno rotondato e più o meno crenulato-fesso. Pericarpio nell’ insieme spesso 2.5-3 mm., apparentemente non oleoso. Seme, allorché non perfetta- mente maturo, obovato, attenuato in basso, coll’apice acuto, segnato da varie piccole cavità circolari e profonde (non da solchi tortuosi e longitudinali) corrispondenti alle rumi- nazioni. Embrione situato verso la metà.
Due segmenti di fronda, che sembrano avere apparte- nuto a pianta adulta, accompagnano, nell’ Erbario di Bru- xelles, gli esemplari dei fiori e dei frutti sopra descritti. Detti segmenti sono latamente lineari, lunghi 1.20 m., lar- ghi 45-46 mm., sono ristretti solo un poco verso l’estremità dove si terminano in punta lanceolata acuta ; sono atte- nuati verso la base per un tratto non molto lungo, hanno una costola robustissima, molto rilevata (sino 3 mm.) nella pagina superiore, spessa 2 mm., col dorso piano ed armata di qualche spinula, specialmente presso la base; di sotto la costola mediana è coperta da minutissime pagliette brune, assai fitte. I segmenti hanno le due metà che si riflettono e quasi si combaciano presso il punto d’attacco ; questo è largo circa 10 mm. ; di consistenza sono cartacei; sono opachi e concolori sulle due faccie, hanno 4 nervi sottili ma di- stinti, per parte alla costa mediana ed egualmente visi- bili sulle due faccie; le venule transverse sono sinuose, sottili ma distinte ; i margini sono provvisti a distanze molto ineguali (da 1-4 cm.) di piccole spine appresso, corte e crassiuscule.
Habitat. — Basso Congo Belga (J. Grillet n. 1851 nel- l’Erb. di Bruxelles). Nome volgare « Ma Wusa »; « Pal- mier bambou » di Grillet.
Osservazioni. — De Wildeman ha considerato questa Palma come una varietà della R. Gentiliana, dalla quale
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bene si distingue : per le spighette più lunghe e più di- stintamente distiche ; per i fiori maschi più lunghi ; per i fiori feminei più corti e più crassi con gli staminodi più o meno uniti insieme in un urceolo e non del tutto liberi; per i frutti assai più piccoli, non distintamente turbinati, ma obovati od ellittici : per le squame del frutto non bi- gibbe in basso ma quasi regolarmente convesso nel centro, ed infine per il seme non segnato da solchi sinuosi o lon- gitudinali, ma con profondi buchi circolari sulla sua super- ficie ; così almeno apparisce nei frutti ancora non ben ma- turi che ho visto.
16. Raphia longirostris Becc. in Agricolt. Colon. IV (1910), t. Y, f. 3-6.
Descrizione. — Frutto clavato-oblungo, gradatamente attenuato dal mezzo in giù in una base più o meno acuta, curvula od un poco asimmetrica, molto bruscamente con- tratto all’apice in un conspicuo mucrone dritto, allungato- conico, gradatamente e regolarmente acuminato (non con la punta obliqua), lungo 15 mm.; l’intiero frutto compreso il mucrone è lungo 10-12 cm. e largo, dalla metà sino a poco sotto 1’ apice, 3. 5-4.3 cm. Squame nitide, non molto ma regolarmente convesse sin dalla base, bruno-spadicee, sfu- mate di castagno scuro verso l’apice; anche i margini sono sfumati di scuro e finamente fimbriato-ciliati ; le ortostiche sono 11, e sopra ogni ortostica vi sono 5-6 squame bene sviluppate, queste sono romboidali, le maggiori e centrali, un poco più lunghe che larghe (larghe 18-20 mm., lunghe sino 22 mm.), prolungate alquanto in punta ottusa con base non smarginata, anzi piuttosto apiculata, intieramente per- corse lungo il mezzo da un solco superficiale augusto, di eguale profondità e larghezza dalla base sino all’apice; i margini anteriori sono alquanto incavati. Seme (ne ho studiato uno solo ben maturo) oblungo-ellittico, lungo 7.5 cm. e largo 27 mm., un poco attenuato alle 2 estremità;
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integumento del seme tenuissimo, giallastro, molto aderente al nucleo ; vermicolature della superficie del seme anguste. Embrione situato un poco al di sotto della metà. Biforca- zione risultante dai resti dei dissepimenti delle loggie ste- rili situata al di sotto dell’ embrione. Albume fortemente ruminato con intrusioni anguste e leggermente davate.
Habitat. — Liberia, race, da Dinklage. Museo botanico di Berlino e di Amburgo.
Osservazioni. — Per quel che riguarda il frutto sembra affine alla R. Roókerì, dalla quale differisce principalmente per il mucrone assai più lungo e gradatamente attenuato in punta dritta, subulata, mentre nella R. Hookeri, il mu- crone si ristringe piuttosto bruscamente in una punta più o meno obliqua.
Da un perianzio persistente alla base di un frutto si riconosce che il calice e la corolla nell’ insieme sono lunghi 12 mm.
Il calice è molto superficialmente ondulato con accenno di 3 denti ottusi. La corolla sorpassa alquanto il calice ed è divisa in 3 larghi lobi triangolari, ottusissimi, più larghi che lunghi ; 1’ urceolo staminale è tu buioso ed arriva alla metà della corolla, ma come siano i filamenti e le antere non è possibile riconoscere.
Il fiore della R. longirostris differisce quindi assai da quello della R. Hookeri , principalmente per i lobi della corolla che non sono acuti e pungenti, ma corti ed ottusi.
Per le dimensioni e la forma del frutto la R. longirostris sembra similissima alla R. angolensis, ma in questa il seme è decisamente rotondato in alto, 1’ embrione rimane al di sopra della metà e la biforcazione dei dissepimenti delle loggie sterili è situata al di sopra dell’embrione.
17. Haphia Hookeri Mann et "Wendl. in Trans. Linn. Soc. XXX (18t>3), 438, t. 39, fig. B, et t. 42, f. A; Drude
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in Engl. Jahrb. XXI, 111; "Wright in Th. Dyer, FI. trop. Afr. VIII, 107; Becc. in Agricolt. Colon. TV (1910), t. Ill, f. 5, 6, et t. IV, f. 1-4. — 7?. maxima Pechuel- Loesche, Loango-Expedition, 111,164 — (Fig. 7, III, a, b).
Descrizione. — Secondo le note di Gr. Mann questa è una palma alta nell’ insieme 20 e più metri, con tronco di circa 30 cm. di diam., con foglie lunghe 12 m., di cui il picciolo misura 3-4 m. ; hanno la vagina che si dissolve ai margini in un fibrillizio recurvo e circmnato, che riveste la parte alta del tronco, dove le basi delle fronde non sono ancora cadute. Segmenti subequidistanti concinni (o quasi ?) e non vólti in due direzioni differenti sopra ognuno dei lati del rachide e quindi non arruffati, rigiduli, distintamente discolori, parcamente spinulosi di sopra sulla costa me diana, specialmente verso l’apice e sui margini, nelle fronde di piante adulte quasi del tutto inermi.
Spadici gemini o raramente solitari, penduli dall’ alto del tronco, compresso-cilindracei, con 50-60 infiorazioni parziali moltissimo approssimate (Mann). Infiorazioni parziali assai grandi, lunghe 25-50 cm., compresa una parte pedicellare più o meno allungata: nell’insieme ovali, compresse, con vane spighe inserite quasi con regolarità disticamente a destra ed a sinistra; spesso la parte assile dell’infiorazione parziale si continua in una spighetta caudiforme più lunga delle altre e portante fiori più grandi di quelli delle spi- ghette laterali. Le spighette basilari sono lunghe 15-20 cm.; le superiori sono gradatamente più corte, sono tutte assai spesse, leggermente compresse o subtereti ed assai assotti- gliate verso l’apice, portano pochi fiori feminei nella parte basilare, di solito 1-3 od al più 4-5 per parte, e numerosi fiori maschi nel rimanente, più c meno distintamente inse- riti sopra 4 serie; talvolta, sono anche più o meno palese- mente bifarì, ma d’ ordinario hanno così poco questa di- sposizione, che sembrano quasi inseriti spiralmente. Nella parte basilare di qualche spighetta ho trovato nella mede- sima spatella il fiore femineo accompagnato da un fiore
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maschio collaterale. Le spatelle sono prolungate da un lato in punta triangolare ascendente : sono opache, finamente striato-venose ed hanno il margine minutissimamente e fu- gacemente ciliolato.
I fiori maschi variano assai di dimensioni, i maggiori sono lunghi sino 25-30 rum., ma d’ordinario non sorpas- sano i 20-22 mm. e sono larghi alla bocca del calice 5-6 mm. : sono assai distintamente inspessiti nella loro parte superiore e si terminano in punta conica pungente ; la spatellula è bicarinata e strettamente bialata, brevemente bidentata e scavata a mezza luna di dietro all’apice, è pochissimo aperta davanti e ricuopre quasi intieramente il calice, di cui è presso a poco eguale o di poco più lunga. Calice tuboloso-ciatiforme, attenuato in basso, molto super- ficialmente 3-denticolato. Corolla circa 2 volte più lunga del calice, attenuata (sul secco) nella parte inclusa dentro il calice, la qual parte sul fresco sembra debba esser stata carnosa ; divisoni della corolla lanceolate, coriacee, subni- tide di fuori, lunghe 4-5 mm., sublanceolato-lineari, ossia a margini assai lungamente sub-paralleli, e piuttosto bru- scamente ristretti in punta triangolare, acuta, pungente. Stami assai numerosi (18-23), coi filamenti molto crassi e quasi interamente connati in’ un sol corpo e quindi assai corti; le antere sono lunghe 4-6 mm.: durante l’ antesi la base loro si trova a circa la metà della corolla : sono assai ineguali, lineari, angustissime, biauriculato-sagittate in basso, ossia quivi a loggie assai profondamente disgiunte, apiculato-aristate all’ apice.
Fiori feminei relativamente grandi, qualcuno in vicinanza dell’asse centrale lungo sino 2-2.5 cm., di solito misurano 15-18 mm. di lunghezza e 7-8 mm. di spessore, sono ovati, alquanto compressi ed egualmente biconvessi sulle due faccie, acuti. Spatellula tubuloso-urceolata, da prima ri- cuoprente intieramente il calice, ma poi più corta di que- sto, scavata a mezza luna all’ apice posteriormente, per- corsa ai lati da due carene acute, ognuna delle quali ter- mina in una piccola punta. Involucello irregolarmente cu-
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pulare, molto sviluppato, giungente sino a circa la metà del calice od anche più in alto, molto sottilmente membrana- ceo ed jalino. Calice elongato-urceolato, essendo legger- mente panciuto, un poco attenuato in basso e leggermente ristretto alla bocca: quivi è superficialmente 3-denticolato e glabro sui margini. Corolla più o meno sporgente dal ca- lice, divisa sino a circa la metà in 3 lobi, che si toccano per i margini (che sono spesso più o meno denticolati), e rimangono liberi solo nell’estremità, ogni lobo terminando in un apice triangolare acuto. Staminodì 15-16, molto co- spicui, formanti un anello membranoso connato con la co- rolla sino verso la metà di questa: nella parte libera hanno i filamenti allungati dentiformi, spesso 2-3-par.titi, tutti sono terminati da antere sterili conspicue, allungate, sa- gittato-lineari, subulate, delle quali taluna rimane visibile fra i lobi della corolla, quando è tolto il calice ; per lo più i 3 filamenti in opposizione ai lobi sono approssimati fra di loro ed i due in alternanza con questi sono liberi. Ovario con stigmi lineari, eretti, a pennacchio, papillosi, lunghi 2.5 mm.
Frutti oblunghi, più o meno attenuati verso la base, rotondati in alto e quivi molto bruscamente contratti in un mucrone lungo 12-15 mm. e di 6 mm. di spessore in basso, ristretto, spesso bruscamente, in punta trigono-pira- midata e più o meno obliqua ; nell’insieme il frutto è lungo 9-10.5 cm. e largo 42-45 mm. ; squame disposte sopra 12 ortostiche ; le centrali larghe 2 cm. e quasi egualmente lunghe, leggermente prolungate in punta ottusa, a margini molto acuti, erosulo-denticolati ; sono giallastro-fuscescenti, molto più scure verso la punta, leggermente e strettamente smarginate alla base, uniformemente convesse, leggermente solcate lungo il centro, specialmente verso la base, col solco che si ristringe e svanisce presso la punta. Endocarpio as- sai fortemente oleifero. Seme oblungo od ellipsoideo, lungo 5-7 cm., e largo 25-30 mm., quasi egualmente attenuato alle due estremità, od un poco più attenuato in basso che all’apice, quivi rotondato od anche ottusamente apicolato.
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Integumento del seme molto sottile, stramineo, fortemente aderente al nucleo, ruguloso. Impressioni delle dirama- zioni del rafe sulciformi, assai profonde, quelle dei lati alquanto anastomosate, dal lato opposto all’ embrione 4 sol- clii percorrono indivisi tutta la lunghezza del seme. Em- brione quasi centrale. Traccio dei dissepimenti delle log- gie, sterili situate al di sopra della metà. Seme ruminato, con intrusioni molto anguste presso la periferia e legger- mente allargate nell’interno, ossia strettamente davate.
Habitat. — Sembra specie assai diffusa nei Cameroons (Guinea inglese) e nel Congo francese, e secondo Mann e Wendland anche nell’ Isola di Corisco e nell’ Old Calabar, dove è anche coltivata ed è conosciuta col nome indigeno di « Ukot ». (G. Mann, N° 1911 nell’ Erb. di Kew). Sin dal 1880 il compianto amico prof. M. Cornu mi aveva in- viato dei frutti di questa specie, provenienti dal Gaboon. ÌS’el Congo francese a Libreville è stata raccolta dal sig. M. Dybowski nel 1895 (N° 55, Herb. Paris.) e recentissimamente dal sig. Giinter-Tessmann (N° 11, Herb. Berci). Ho anche ricevuto dal Museo di Hamburg dei frutti di questa specie colti in Liberia da Dinklage, dove però forse è coltivata. Secondo nota di Dybowski il tronco di questa Palma è alto 5-7 m. e gli spadici sono lunghi 2-3 m. ed è da essa che si ottiene la fibra di Piassava che si esporta dal Congo francese. He ho infine ricevuti completi esemplari in fiore ed in frutto da individui coltivati dal Giardino di Bui- tenzorg.
Osservazioni. — Della E. Hookevi ho esaminato porzioni dell’ esemplare tipico, di modo che ho potuto con tutta cer- tezza riconoscerla nei numerosi esemplari, di varie prove- nienze, che ho avuto a mia disposizione. Sembra specie assai diffusa, molto variabile riguardo alla forma e gran- dezza dei frutti a seconda delle località dove cresce. Un frutto dell’ esemplare tipico del Museo di Kew ha esatta- mente le dimensioni assegnate dagli autori della specie
nella memoria citata ; dimensioni però che sono alquanto minori di quelle che appariscono nella figura relativa.
Anche i fiori maschi e feminei variano assai per la gran- dezza, ed i feminei variano oltre che per le dimensioni,
Fig. 7. — I, Raphia Sese ; a, fiore femineo, avvolto dalla spatellula, visto dal lato esterno (gr. nat..); 6, segmento della corolla del fiore femineo con gli staminodi corrispondenti. — II, R. longiflora ; a, fioie fem. libe- rato dalla spatellula; 6, fiore fem. al quale è stato tolto l’ovario, sezionato longitudinalmente. — III, R. Hookeri , a, fiore fem. liberato dalla spatellula; b, corolla del fiore fem. aperta. — La fig. la è di grand, nat.; tutte le altre sono ingrandite 3 diametri.
anche per la maggiore o minore sporgenza della corolla al di fuori del calice.
Degli esemplari tipici non ho visto le fronde.
Nell’ esemplare di Dybowski, di Libreville, i segmenti
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sono rigiduli, fortemente discolori, bianco-calcei di sotto, quasi del tutto inermi tanto sulla costola quanto sui mar- gini, sono lunghi 92 cm. e larghi 38-40 mm.
Negli esemplari di Buitenzorg, i segmenti sono assai ri- gidi, fortemente discolori, essendo di sotto, sul secco, pal- lido-ocracei : sono del butto inermi, lunghi 90 cm., larghi al più 3 cm.
Nell’esemplare N’ 11 di Gùnter-Tessmann, i segmenti sono pure bianco-calcei di sotto, lunghi circa 90 cm. e larghi 3.5 cm. Apparentemente però appartengono, come i precedenti, a fronda di pianta giovane.
Rapina Hookeri v. toracliycarpa Beco, in Agricolt.
Colon. IV (1910), tav. IV, f. 5.
Descrizione. — Fiori feminei e maschili esattamente come nella forma tipica. Corolla del fiore femineo con lobi subaristati, ciliato-dentati nella parte sporgente dal calice. Calice superficialmente 3-dentato. Staminodì con antere an- gustissimamente sagittate. Frutti obovati, assai più piccoli e meno allungati che nella forma tipica, ma con rostro egualmente sviluppato, ossia grosso e tozzo, lungo 12 mm. e terminato in punta piramidata più o meno obliqua. Nel- l’ insieme un frutto è lungo 7 cm. e largo 3-5 cm. ed un altro è lungo 6 cm. e largo 32 mm.; le squame sono uni- formemente convesse e molto superficialmente solcate, bruno giallastre, sfumate di castagno scuro in punta, un poco più piccole che nel tipo. Spighe assai spesse, larghe alla base 2 cm.
Habitat. — Gli esemplari tipici di questa specie si con- servano nel Museo di Kew e sono stati raccolti nel 1882 da Cameron nella Gold coast.
Osservazioni. — Differisce dalla forma tipica solo per i frutti più piccoli e spiccatamente ovati. I fiori, tanto ma-
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schili quanto feminei, sono similissimi a quelli delle altre varietà di R. Hookeri.
Raphia Hookeri var. angustata Becc. in Agricolt.
Colon. IV (1910), tav. Ili, f. 7.
Descrizione. — Frutto molto piccolo e molto più che nella tipica R. Hookeri angustamente clavato, assai lunga- mente attenuato in basso, terminato da un grosso e tozzo mucrone a punta trigono-piramidata, obliqua. Nell’ insieme il frutto è lungo 7.5 cm. e largo 2.5 cm. ; il mucrone è lungo 11 mm. Le squame sono sopra 12 ortostiche, nella parte esposta apparentemente alquanto più lunghe che larghe ed attenuate gradatamente in punta ottusa, rego- larmente ed assai fortemente convesse dalla base sino alla punta, con appena una traccia superficiale di solco longi- tudinale, nitenti, spadicee, sfumate di castagno scuro sui margini e più specialmente in punta; margini poco distin- tamente ciliolati.
Habitat. — L’esemplare tipico di questa varietà si trova nel Museo di Kew, con l’ indicazione : — « Edom. Raphia sp. Interior W. Africa. Rev. M. Hanson. ».
Osservazioni. — Ho visto un solo frutto di questa Raphia, che io per ora considero come una delle forme della tanto polimorfa R. Hookeri , specialmente in causa del suo carat- teristico mucrone, che è identico a quello dei frutti delle varie forme di detta specie. Il frutto tipo della presente varietà, è, a parte le dimensioni minori, anche molto più distintamente clavato e più lungamente e gradatamente attenuato verso una base acuta di quello della var. manci- piorum, a cui si avvicina, ed ha le squame più allungate e più convesse che in tutte le altre forme.
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Raphia Hookeri v. mancipiorum Becc. in Agricolt.
Colon, v. IV (1910), t. IV, f. 6.
Descrizione. — Si distingue dalla forma tipica per i frutti più piccoli e più angusti e con squame più allun- gate e più convesse ; ha inoltre le spighette con i fiori più marcatamente bifari ; ma forse questo non è un carattere costante.
Habitat. — E apparentemente la forma della R. Hookeri che cresce sulla costa degli Schiavi in Guinea. L’esemplare tipico è quello che nell’ Erbario di Kew porta l’etichetta « River Volta, Gold Coast, Rumsey, 6 ; 1882 » e che da Wright (FI. trop. Afr. Vili, 106) è stato riferito alla R. lougiflora. Considero pure come appartenenti a detta va- rietà alcuni esemplari di una Raphia della Nigeria infe- riore raccolti ad Asaba dal sig. W. Harold Unwin, ed in- viati al prof. U. Martelli, col nome indigeno di « Ogor » e che sono accompagnati da campioni di Piassava.
Osservazioni. — Nell’esemplare di Kew i fiori maschili e femminili non differiscono da quelli della forma tipica. L’unica spighetta presente portante un frutto, è alquanto compressa e larga alla base circa 2 cm. Fiori maschi lunghi 2 cm. ; spatellula più lunga del calice, profondamente sca- vata a mezza luna di dietro, acutamente bicarenata, con carene terminate in un dente acuto ; calice troncato, molto superficialmente 3-dentato. Fiori feminei ovati, acuminati, lunghi 18 mm. ; spatellula involucello e calice esattamente come nella tipica R. Hookeri. Corolla con 3 larghi denti sporgenti dal calice ; staminodì con lunghe antere sagittate subulate, pure esattamente come nella forma tipica. Il frutto è latamente clavato, attenuato in basso, lungo 8 cm. com- preso il rostro, e largo 3 cm. ; il rostro è lungo 1 cm., ha la punta subtrigona-piramidata, obliqua ; squame nitide, bruno-straminee, sfumate di rossastro verso la punta ; questa è alquanto prolungata e di color castagno-scuro ; le squame
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maggiori sono larghe 15 mm. e di poco più lunghe, uni- formemente convesse con angusto e superficialissimo solco longitudinale, i margini sono sfumati di castagno-scuro ed eroso-fimbriatuli. La porzione di fronda, che accompagna la spighetta portante il frutto, sembra avere appartenuto a pianta giovane ed ha i segmenti cartacei, sottili e molto leggermente più pallidi di sotto che di sopra.
Nell’esemplare di Unwin le fibre delle guaine sono lunghe sino 90 cm., gracili ed arcuate nell’estremità, come vengono descritte quelle della f?. Hookeri. La porzione di fronda esistente, che sembra avere appartenuto a pianta giovane, ha i segmenti subequidistanti con l’attacco sopra ogni lato del rachide alternativamente vólto in su e in giù ; essi sono allungato-ensiformi, molto lungamente e gradatamente acuminati, alquanto ristretti anche verso la base; i mag- giori da me visti, appartenenti ad un punto dove il ra- chide ha 16 mm. di diam., sono lunghi 90 cm. e larghi 4-4.5 cm., non molto rigidi, completamente inermi, verdi di sopra , leggermente pulverulento-biancastri di sotto, hanno 5-6 nervi sottili da un lato e dall’altro della costa mediana ; i segmenti dell’estremità sono molto più piccoli, sono spinulosi lungo la costa mediana, ed hanno i margini nudi o solo con qualche rada spinula.
I frutti corrispondono esattamente a quelli dell’esemplare di Rumsev; hanno un grosso mucrone a punta obliqua subpiramidata ; sono latamente eia vati, larghi 3 cent. ; squame maggiori larghe 15-16 mm., lunghe 16-17 mm., regolarmente convesse dalla base sino alla punta, smargi- nate alla base e con un superficialissimo e stretto solco longitudinale. Seme allungato, leggermente attenuato verso una base acuta, ottusiuscolo in alto, lungo 4.5 cm., largo 19 mm. , assai fortemente vermicolato-solcato, con 3-4 solchi percorrenti tutta la lunghezza del seme. Integumento sottile, aderentissimo al nucleo ; ruminazioni anguste e pro- fonde. Embrione situato un poco al di sopra della metà.
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18. Raphia angolensis Rendle in Hiern et Rendi. Cat.
Afr. PI. Welw. II, 83; Wright in Th. Dyer. FI. Trop.
Afr. VIII. 107 ; Beco, in Agricolt. Colon. IV (1910), t. Ill, f. 4.
Descrizione. — • Il frutto è lungo e stretto, quasi 3 volte più lungo che largo, nell’ insieme clavato-oblungo. cilin- draceo nella parte intermedia, attenuato alquanto in basso verso una base piuttosto acuta, bruscamente rotondato in alto e quivi ad un tratto ristretto nel mucrone, che sem- bra debba essere robusto ed assai lungo, ma che è privo della punta nell’ esemplare tipico. Nell’ insieme il frutto in- tiero, compreso il mucrone, sembra debba essere lungo 12 cm., è largo 38 mm. ; le squame sono romboidali, bruno-gialla- stre, diventanti quasi nere verso la punta, che è legger- mente prolungata ed ottusa : alla base sono ottuse (non smarginate): hanno i margini anteriori, leggermente arcuato- incavati, molto acuti, erosulo-denticolate, sono alquanto ed uniformemente convesse, non sono solcate lungo il centro od hanno quivi solo un leggiero accenno di una angusta linea depressa ; le squame maggiori sono larghe 2 cm. ed egualmente lunghe. Seme lungo 7 cm. e largo 25 mm. ; clavato-oblungo, rotondato e quasi pianeggiante sul vertice, gradatamente attenuato dal mezzo in giù in una punta piuttosto augusta ma ottusa ; integumento del seme tenuis- simo, fortemente aderente e non separabile dal nucleo, fina- mente corrugato e giallastro-ocraceo, nitidulo; diramazioni del rate formanti solchi o vermieolature assai profonde e distinte, assai anastomosate nella parte superiore dal lato dell’embrione, nel rimanente percorrenti tutta la lunghezza del seme e quasi indivise ; traccio dei dissepimenti delle loggie sterili aventi due rami molto divaricati verso il quarto superiore del seme. Embrione situato verso il terzo supe- riore. Albume ruminato con intrusioni molto anguste, da- vate, larghe al più 1.5-2 mm. nella parte più interna.
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Habitat. — Nella Guinea inferiore portoghese, Provin- cia di Angola, senza precisa località. Welwitsch. (Brit. Mus.).
Osservazioni. — Specie molto incompletamente conosciuta. La mia descrizione è stata redatta sopra un seme ed al- cune scaglie che mi sono state comunicate dal D. Rendle, insieme ad un disegno del frutto, mancante però dell’apice del rostro.
Si distingue dalla R. Hookeri, di cui forse potrebbe rap- presentare solo una varietà, per il suo frutto assai più lungo, e per il seme pure molto allungato, rotondato in alto, anzi quivi quasi pianeggiante.
19. Rapina Sese De Wild. Miss. Laurent, p. 28, t. XI- XII. — (Fig. 7, I, a, b).
Descrizione. — La foglia che ho visto, e che non sem- bra appartenere ad una pianta adulta, è lunga oltre due metri, ed ha una assai lunga parte peduncolare ; questa è rotondata di sotto, larga 12 mm. ed è spessa 10 mm. da cima a fondo : nella superfìcie superiore ha 3 faccio fra loro quasi eguali; il rachide (nella parte pinnifera) è rotondato di sotto, bi faciale di sopra con un angolo sporgente molto acuto, provvisto questo di qualche spinula ascendente nella parte più bassa, e nel resto nudo. I segmenti sono nume- rosissimi, subequidistanti, concinni, inseriti ad un angolo piuttosto acuto, di questi 5-6 per lato presso la base sono assai più fitti dei seguenti, che sono quasi equidistanti e discosti 2-3 cm. l’uno dall’altro: sono piani, lineari-en- siformi, molto gradatamente attenuati all’apice in punta acuminata, brevemente ristretti in basso, cartaceo-rigiduli, distintamente discolori, verdi nitidi di sopra, biancastri o grisei ed opachi di sotto, con la costola mediana acuta e rilevata di sopra e quivi provvista di alcune corte ed assai robuste spine presso la base e di altre più gracili e più
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lunghe dal mezzo in su ; di sotto la costa mediana porta delle pagliette lineari appresse. Nervi secondari poco di- stinti ; nervi terziari tenui in numero di 3-4 per parte della costa mediana ; venule transverse brevi e molto poco distinte. Sui margini vi sono delle remotissime spinole più ravvicinate verso l’apice. 1 segmenti intermedi sono lun- ghi 55 cm. e larghi 18-23 min.; i segmenti della parte apicale vanno gradatamente decrescendo di lunghezza e sono meno lungamente acuminati ; i due terminali sono i più piccoli di tutti, liberi fra di loro alla base, e molto stretti.
Spadici intieri Infiorazioni parziali complanate, lunghe
circa 40 cm., od anche più, dense, crassissime e molto larghe in basso (sino 5 cm. non compresi i fiori) alquanto depresse, gradatamente ristrette verso l’alto, portanti disti- camente varie spighe molto approssimate 1’ una all’ altra. Spate secondarie brevemente e latamente infundibulari, troncate ed intiere alla bocca, prolungate da un lato in una assai lunga punta triangolare, acuminata, ascendente, la quale subtende quasi la metà dei respettivi fiori maschi, anche allorché questi sono completamente evoluti. Le spate (secondarie) più basse, che sono le maggiori, misurano sino 5.5 cm. di larghezza alla bocca. Spighette con fiori distici sino all’ apice, di cui 2-3 per parte, in basso, feminei, e 5-6, pure per parte maschili : sono crassissime e robustis- sime, brevi e rigide, le più basse, le più grandi, lunghe 13-14 cm., tutte leggermente compresse, applicate l’ una all’ altra, arcuato-ascendenti, larghe in basso 2-2.5 cm. e rapidamente assottigliate in punta caudiforme acuta dove, a quanto sembra, non portano fiori o questi sono rudi- mentarì. S patelle profondamente concave e quasi naviculari, molto ravvicinate, con la punta alternativamente rialzata e sporgente e sorreggente la base dei fiori, finamente striato- venose, gradatamente decrescenti di grandezza. Spatellule dei fiori maschi majuscule, caliciformi, tubuloso-compresse, coi margini acuti, lunghe 18 mm. e larghe 1 cm., terminate all’apice in due punte o denti sporgenti dalle spatelle.
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Fiori maschi lunghi sino 22-25 mm., leggermente asim- metrici. Calice cupolare-campanulato, molto più corto della corolla, lungo e largo circa 7 mm., diviso sino a circa il terzo inferiore in 3 segmenti asimmetrico-lanceolati, acutis- simi e pungenti all’apice, larghi 6 mm., lisci o poco distin- tamente striato-venosi all’esterno. Stami numerosi (sino ol- tre 30), biseriati, riuniti in. basso in un corpo carnoso, con la parte libera bulbosa in basso e nel rimanente subulata ; antere angustissime, lineari-sagittate, lunghe 5-6 mm., subaristate.
Fiori feminei molto grandi relativamente alle altre spe- cie, lunghi sino a 3 cm., molto angustamente ovati, a punta conica, immersi in gran parte nella respettiva spatella ed avvolti dalla spatellula, che è un poco più grande che nel fiore maschio, si fende per il lungo, in due parti eguali (nel solo fiore che ho esaminato) e rimane un poco più corta della corolla. Involucello ciatiforme, troncato, giun- gente sino poco sopra la metà del calice. Calice campanu- lato, molto oscuramente e superficialmente 3-denticolato alla bocca. Corolla tubulosa, nitida, oltre il doppio più lunga del calice, terminata da tre denti deltoideo-acuti. Staminodì formanti una cupola membranosa ineguale giungente sino a circa la metà della corolla e connata con questa, coro- nata da vari (± 12) piccoli denti corti, deltoidei, terminati da antere allungato-sagittate, subulate. Ovario conico-allun- gato, terminato in punta ottusamente piramidato-trigona e che si termina con 3 stigmi lineari conniventi, lunghi 4 mm.
Fruiti lunghi 8-9 cm. e di 38-40 mm. di diam., subobo- vati o subovato-ellittici, leggermente attenuati in basso, rotondati in alto e sormontati da un grosso e cospicuo mu- crone ; questo è angustamente piramidato-trigono, lungo 12-15 mm. e largo alla base circa 8 mm. Le squame sono disposte sopra 12 ortostiche, ed in ogni ortostica ve ne sono 6-7 ben conformate; quelle mediane sono lunghe 17-18 mm. e quasi egualmente larghe, sono leggermente ed uni- formemente convesse (non gibbose), percorse nel mezzo da un solco piuttosto angusto, e quasi di egual larghezza dalla
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base sino all’apice, di color stramineo alla base divengono bruno-rossastre verso la punta che è alquanto prolungata e ottusa ed in egual modo dei margini molto più scura del rimanente. Mesocarpio di circa 2 mm. di spessore sul secco, fortemente oleoso. Le squame si staccano facilmente dal mesocarpio. Semi angustamente ovoideo-ellittici, con le due estremità quasi eguali e piuttosto acute, lunghi 6.2-5. 7 cm., spessi 26-27 mm., solcati da varie vermicolature assai pro- fonde, di cui alcune irradiano dal punto dove si trova l’embrione ed altre percorrono tutta la lunghezza del seme specialmente dal lato opposto all’embrione, anastomosandosi fra di loro. Integumento del seme tenuissimo, pellicolare, ni- tido, fortemente aderente al nucleo. Ruminazioni dell’al- bume assai larghe ed alquanto più dilatate nell’ interno che verso la periferia. Embrione situato poco al di sopra della metà.
Habitat. — Basso Congo Belga ad Irebu ('Em. et M> Lau- rent). De Wildeman scrive che questa specie è molto dif- fusa in tutto il dominio del Congo e che riceve dagli in- digeni della regione di Eala il nome di « Sese » ; la polpa (mesocarpio) dei frutti vien mangiata dai neri, i quali estraggono da essa anche un olio. Sembra invero che il mesocarpio di varie specie di Raphia sia più o meno ricco di materia grassa ; in nessun’altra specie però ho trovato l’olio così abbondante come in questa, tanto che anche i frutti conservati in erbario ungono i fogli di carta fra i quali vengono conservati.
Osservazioni. — E una specie distintissima per le sue spighette larghissime in basso e che vanno rapidamente restringendosi in punta acuta ; per i fiori feminei, in con- fronto alle altre specie, molto grandi, comparabili a quelli della R. Hookeri e della R. longiflora ; per i suoi grandi fiori maschi almeno per metà sorretti dalla punta della re- spettiva spatella e con numerosi stami biseriati ; per il frutto con grosso mucrone e col mesocarpio fortemente oleoso.
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Il Wildeman scrive che è una pianta di più piccole di- mensioni della Baphia Laurentii. Dubito però assai che le
Fig. 8. — I, Raphia Wend.lan.cli; a. fiore femineo, avvolto dalla spa- tellula, visto da un lato; 6, fiore fem. liberato dalla spatellnla (manca l’ovario); — II. FI. Mannii; a, fiore temineo avvolto dalla spatellula, visto dal lato esterno; 6, fiore fem. liberato dalla spatellula; c, corolla del fiore fem., aperta. — III, FI. textilis; a, fiore femineo avvolto dalla spatellula, visto da un lato ; 6, corolla aperta. — IV, FI. regalis ; a, fiore fem. avvolto dalla sua spatellula; b, fiore fem. aperto; c, fiore maschio av- volto dalla sua spatellula. — Tutte le figure sono ingrandite 3 diametri.
froude che accompagnano nell’Erb. di Bruxelles i campioni con fiori e frutti appartengano a pianta adulta, ed è pos-
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sibile che in questa i segmenti siano molto più grandi di quelli sopra descritti.
20. Raphia regalis Beco. sp. n. — Tav. I.
Descrizione. — Grande Palma. In una fotografia appa- risce con tronco breve rivestito dalle basi delle foglie ed apparentemente di 70-80 cm. di diam.
Foglie grandissime, portanti moltissimi segmenti, di cui i più bassi rigidi e molto acuminati assai più corti dei superiori ; questi sono assai ravvicinati fra di loro; sono inseriti ad un angolo molto aperto quasi regolarmente bi- farì, ma spesso anche geminati e vólti in direzioni diffe- renti.
Spadici immensi apparentemente lunghi circa 3 m., eretti framezzo alla base delle foglie, molto densi e composti di numerosissime infiorazioni parziali ; queste sono pen- dule, fortemente complanate, lunghe 50 e forse anche più centimetri, larghe in basso circa 20 cm. ; hanno numerose spighette disposte molto regolarmente a destra ed a sinistra (circa 25 per parte) gradatamente decrescenti di lunghezza, molto ravvicinate, anzi a contatto fra di loro; parte assile dell’ infiorazione parziale alquanto compressa, larga in basso circa 15 mm., decrescente verso l’apice. Spate secondarie infundibulari, leggermente prolungate da un lato in punta triangolare acuta. Spighette regolarissime, le maggiori (le più basse) lunghe 14-16 cm. ; esse portano 20-22 fiori per lato, ed hanno l’apparenza pettiniforme, sono complanate, dritte, inserite ad un angolo di circa 45 gradi, come le barbe di una penna da un lato e dall’altro dell’asse, di eguale lar- ghezza in basso come presso all’apice. Spatelle infundibu- liformi con margine caducamente ciliato-paleaceo. Fiori maschi e feminei conformi, inseriti regolarissimamente ad un angolo di circa 40 gradi, discosti 8 mm. l’uno dall’altro, leggermente falcati.
Fiori maschi lunghi 11 mm., lanceolato-falcati, acumi-
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nati, pungenti, nitidi; spatellula smussata obliquamente, bi- dentata di dietro, acutamente bicarinato-subbialata. Calice più lungo della spatellula, diviso sino circa al terzo supe- riore in 3 denti triangolari, acuti. Corolla almeno il doppio più lunga del calice. Stami 6. con filamenti tereti che si prolungano in un assai grosso connettivo ; antere lineari, ottusiuscule od apiculate, a loggie assai profondamente separate in basso.
Fiori feminei similissimi ai fiori maschi e di poco più grandi, in numero di 3-4 per parte alla base delle spighette. Spatellula come nel fiore maschio. Involucello evoluto sol- tanto da un lato, conspicuo, bratteiforme o subspataceo, più lungo della spatellula, acuto, lungo quasi quanto il calice. Calice tubuloso-campanulato, diviso sino circa al terzo su- periore in larghi denti triangolari, acuti. Corolla circa il doppio più lunga del calice, divisa sino circa alla metà in 3 lobi triangolari-allungati, apiculato-pungenti. Stami- nodi 6, conspicui, inseriti verso la metà della corolla: hanno i filamenti molto rigidi, lineari, complanati, terminati da pic- cole antere abortive. Ovario allangato-ovoideo, terminato da 3 lunghi stigmi conniventi che lo rendono acuminato. Frutti mancano.
Habitat. — Nel Congo Francese presso Nschaggebod (Ojek). Gunter-Tessmann, nov. 1909; Palma n.° 14 nell’ Erb. di Berlino.
Osservazioni. — Superba e singolarissima Palma, dif- ferente da tutte le altre Eaphia per i suoi grandissimi spadici eretti e formati da un immenso numero di infiora- zioni parziali complanato-pettiniformi ricascanti. Singolare poi per le sue regolarissime spighette con fiori perfetta- mente bifarii come nelle spighe di certi Calamus e per i fiori feminei al momento dell’antesi quasi non distingui- bili dai fiori maschi.
Ho visto solo una infiorazione parziale e la fotografia eseguita dal suo scuopritore e da me riprodotta.
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È probabile che appartenga alla R. regalis la porzione di fronda di una Raphia, raccolta pure da Giinter Tesmann e che accompagna nell’ Erbario di Berlino il campione fiorifero di detta specie, ma non porta indicazione speciale di località e manca di numero. Detto campione di foglia consiste in una porzione di rachide, dello spessore di 12 mm., portante alcuni segmenti della parte prossima all’apice e che sembra abbia appartenuto ad una pianta giovane. Sup- pongo che detta porzione di foglia possa appartenere alla R. regalis, perchè in essa si riscontrano caratteri notevol- mente differenti da quelli presenti nelle foglie di tutte le altre specie, come notevolmente differenti da tutte le altre Raphia sono i suoi spadici ed i suoi fiori.
Il rachide della supposta fronda di R. regalis ha in se- zione trasversa una forma decisamente romboidale, con tutti e quattro gli angoli molto acuti, presentando un an- golo molto prominente lungo il dorso, ossia nella pagina inferiore, ed un altro egualmente prominente nella supe- riore, ed acuti pure essendo i lati. I segmenti sono inequi- distanti, molto rigidi, lineari, lunghi 50 cm. e larghi solo 15 mm. ; essi sono poco attenuati verso le due estremità, verdi sulle due faccie o leggerissimamente più pallidi di sotto, hanno la costa media completamente inerme dalla base sino all’apice nella pagina superiore, e nuda, ossia senza pagliette, nell’ inferiore ; sui margini vi sono rade ma robuste spinule ; hanno l’apice rincalcagnato, perchè sono di quelli che si trovano presso l’apice della foglia. Le venule trans verse sono assai distinte. Vi sono solo 2-8 nervi, fra secondari e terziari, per parte della costa mediana.
SPECIE DUBBIA.
Raphia maxima Pechuel Loesche, Loango-Expedition, III,, 164 (ex Drude Palmenti, trop. Afr. p. 127).
Di questa Palma si dice solo : « Foglie gigantesche ; pic- ciolo delle medesime giallo o verde-giallastro e legger- mente fendibile. Frutto grande, oblungo. Fibre buone ».
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Il prof. Drude crede di potere identificare la R. maxima Peschuel Loesche con la R. Hookeri, cosa che a me pure sembra molto probabile, considerato che anche essa è pro- duttrice di fibre di Piassava, e che la regione nella quale è stata incontrata la prima, è pure quella nella quale cresce la seconda.
INDICE
N. B. — I sinonimi sono in corsivo. Il numero in carattere grasso in- dica la pagina dove la specie è descritta.
Metroxylon Buffia Spreng., 47 = R. Ruffia Mart.
» viniferum Spreng., 88 = R. vinifera Palis, de Beauv. Raphia angolensis Rendle, 41, 46, 109, 119.
» eximia Damm., 58, 69, 61 = R. Kirkii Engl.
» Gaertnehi Mann et Wendl. (Beco.), 42, 84, 86, 87, 95, 96.
» Gaertneri Mann et Wendl., 8L = R. Wendlandi Becc.
» Gaertneri Wright, 84, 92 = R gracilis Bece.
» Gentiliana De Wild., 44, 101, 102. 107.
» Gentiliana v. Gilletii De Wild., 105 = R. Gilletii Bece.
» Gilletii Becc., 44, 101, 105.
» gracilis Becc., 43, 84, 86, 92, 95, 96, 101.
» hebe r ostris Becc., 43, 98.
» Hookeri Mann et Wendl., 45, 68, 109, 113, 114, 116, 117, 118, 120, 123, 128.
» Hookeri v. angustata Becc., 46, 116.
» Hookeri v. brachycarpa Becc., 45, 84, 115.
» Hookeri v. mancipiorum Becc., 45, 116, 117.
» Kirkii Engl., 40, 58, 59, 61, 62, 63, 65, 66.
» Kirkii v. grandis Becc., 40, 62, 64.
» Kirkii v. longicarpa Becc , 40, 62, 63.
» Laurentu De Wild., 40, 68, 101, 124.
» longiflora Mann et Wendl., 40, 63, 68, 70, 114, 117, 123.
» longirostris Becc., 44, 108, 109.
» lyciosa Comm., 47 = R. Ruffia Mart.
» Mannii Becc., 41, 70, 72, 92, 124.
» maxima Pechuel-Loesche, 110, 127, 128 = R. Hookeri Mann et Wendl.?
» Monbuttoruìi Drude, 44, 98, 100, 101.
» nicaraguensis Oersted, 47, 54, 55 = R. Ruffia Mart.
» pedunculata Pai. de Beauv., 47, 55. 56, 58 = R. Ruffia Mart. » polymita Comm., 47 = R. Ruffia Mart.
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Raphia Ruffia Mart., 39, 47, 53, 54, 55, 56, 59, 60, 61, 62, 65, 81, 97. » Ruffia Wright, 58 = R. Kirkii Engl.
» Ruffia Mart. ( tgpica ), 39, 47, 54.
» Ruffia Mart ( pedunculata ), 40, 47, 56, 68.
» reg a Lis Becc., 47, 124, 125, 127.
» Sese De Wild., 46, 114, 120.
» taedigera Mart., 39, 42, 75, 79, 80, 81.
» tamatavensis Sadebeck, 47, 58 = R. Ruffia Mart.
» textilis Welw., 41, 72, 73, 124.
» Wendlandi B cc., 42, 81, 83, 86, 124.
» Welwitschu Wendl. 73 = R. textilis Welw.
» vinifera Palis. Beauv., 43, 72, 80, 81, 83, 88, 90, 91, 92, 100. » vinifera Drude, 92 = R. gracilis Beco.
» vinifera Mann et Wendl., 70, 72 — R. Manxii Beec.
» vinifera Kirk, 59 = R. Kirkii Engl.
» vinifera var. nicaraguensis Drude, 47 = R. Ruffia Mart.
» vinifera var. taedigera Drude, 55, 75 = R. Kuffia Mart.
Sagus farinifera Gaert'i., 47 = R. Ruffia Mart.
» laevis Griff., 47 — R. Ruffta Mart.
» Palma Pinus Gaertn., 83, 84, 86 = R. Gaertneri Mann et AVendl.
» pedunculata Lara., 47 = R. Ruffia Mart. ( pedunculata ).
» Ruffia Jacq. 47 = R. Ruffia Mart.
» Ruffia v. /3 Wild., 88 = R. vinifera Pal. Beauv.
» taedigera Mart., 75 = R. taedigera Mart.
» vinifera Lam., 84, 88 = R Gaertneri Mann et Wendl.
Webbia, Voi. III.
Tav. I.
RAPHIA REGALI», Bete.
PALME AUSTRALASICHE NUOVE 0 POCO NOTE
PER
ODOARDO BECCAR]
FRITCHARDIOPSIS Beco. gen. nov.
Flores liermaphroditi secus ramulos glomerulato-terni, sessiles, non vel minutissime bracteolati. Calyx cyathiformis basi carnosus, limbo brevi et superficialiter 3-dentato. Co- rolla profunde 3-partita, tubo brevissimo, lobis crassis in- tus scrobiculato-cavernosis, persistentibus. Stamina 6, ob- solete biseriata, filamentis brevi bus, subulatis, basi dilatatis et crassis, ad faucem corollae insertis ibique inter se et cum corolla breviter connatis; antherae erectae, subgloboso- didymae, loculis introrse dehiscentibus. Carpella 3 in ova- rium globosum trilobum, apice superficialiter sculptum, tri- loculare, 3-ovulatum connata ; stylo subulato ; stigmate punctiformi ; ovulis basilaribus erectis. Fructus pomaceus, globosus, unispermus, stylo terminali, pericarpio carnoso et parcissime fibroso ; endocarpio tenuiter lignoso. Semen globosum, erectum, hilo basilari ; raphe hilo proxima et suborbiculari ; albumine aequabili a processu rapheos pro- funde verticaliter compenetrato. Palma arborea. Folia fla- bellata, plicato-multifida, basi acuta vel cuneata, segmen- tis brevibus, apice bitidis ; vagina brevi ; petiolo inermi, apice breviter ligulato. Spadices paniculati, interfoliacei, iteratim ramosi. Spathae numerosae, membranaceae, basi tu- bulosae, limbo auriculaeformi, superiores sensim minores.
Genere di Palme molto distinto per le foglie similissime a quelle delle Pritchardia e che, come queste, ha un ovario
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nel quale le carpello sono fra loro connate, ma dove un solo ovulo si trasforma in seme.
Dalle Pritchardia però differisce per i lobi della corolla persistenti e per la profonda intrusione del processo del rafe dentro l’albume. Alle Limala si avvicina per la strut- tura del fiore, ma ne differisce per il seme con l’ intrusione del processo del rafe verticale, ossia nel senso dell’asse del frutto, e specialmente poi per la diversa natura delle foglie, le quali hanno un picciolo non armato di spine ai margini.
Pritchardiopsis Jennencyi Becc. (Fig. 1).
Descrizione. — Palma dell’aspetto di una piccola Pri- tchardia, raggiungente l’altezza di circa 5 metri. Foglie di pianta giovane cuneato-flabellate con base acuta, mul- tifide ; quelle della pianta adulta sono '/3 orbicolari, con base piuttosto acuta, ossia sono latamente cuneate in basso; la foglia che ho studiato misurava 48 cm. dalla ligula alla estremità dei segmenti centrali. Il lembo è sottilmente car- taceo, concolore ed affatto privo di squamule o di punteg- giature sulle due faccie, fesso sul contorno in circa 30 segmenti, ma con parte indivisa molto estesa, misurando la parte libera di detti segmenti, nella parte centrale, soltanto 10-12 cm.; i segmenti però diventano gradatamente tanto più lunghi quanto più si procede verso i lati, dove i seni sono per conseguenza sempre più profondi, rimanendo però questi, anche nella parte più esterna, a 12-15 cent, dall’apice del picciolo ; nei seni non vi è filamento, o soltanto in alcuni se ne trova un rudimento ; all’altezza dei seni i segmenti sono larghi 20-22 mm., e da detto punto vanno gradata- mente ristringendosi sino all’apice, acquistando così la forma di un allungatissimo triangolo ; l’apice è diviso solo per il tratto di 10-12 mm. in due punte eguali anguste acute ; le costole primarie superiori sono molto acute e sottili, le inferiori sono un poco meno acute e più robuste ; vi sono 4-5 nervi secondari tenuissimi per parte alla costola me-
IBB —
diana ; le venule transverse sono assai nitide, egualmente visibili sulle 2 faccie, assai numerose, alquanto sinuose e
Fig. 1. — Fritcliardiopsis Jennencyi Becc. ; a, parte apicale di un ramoscello fiorifero, ingr. 3 diam. ; b, fiore in boccio ; c, fiore intiero aperto ; d, fiore sezionato per il luDgo ; e, sezione longitudinale del frutto di grand, nat. Le figg. b, c, d ingr. 7 diam.
molto continue, ossia poco interrotte, attraversando anche 3-4 nervi 2.‘‘ e non molto ramose. Il picciolo è del tutto
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inerme, in una fronda è largo in alto 8 mm., largamente scavato a doccia di sopra, rotondato di sotto, ha i margini acutissimi, davanti si termina in alto in una ligula breve a contorno ineguale, e di dietro si continua senza in- terruzione nel rachide che si prolunga per 12-15 cm. nel lembo, di modo che la costola di vari dei segmenti centrali s’ inserisce lungo il rachide. La vagina è breve, glaberrima, reticolato-fibrosa nella estremità, ossia nella parte ligulare.
Gli Spadici sembra debbano essere interfrondali e molto simili a quelli di una Pritchardia ; uno da me visto, ma che non sembra intiero, è lungo circa 60 cm. e forma una pannocchia unilaterale alquanto allungata piuttosto densa, glabrerrima in ogni parte, provvista di varie spate primarie auriculeformi, assai ravvicinate e gradatamente decrescenti ; dal fondo della parte tubulosa di ogni spata nasce una in- fiorazione parziale, che sporge poi dalla bocca del suo lembo. Le spate primarie sono molto sottilmente coriacee, ma molto rigide, assai lungamente tubulose in basso e grada- tamente dilatate in alto, dove sono aperte da un lato e terminate in un lembo auriculeforme acuminato, rfc fesso; la spata maggiore, la più bassa, è lunga 38 cm., subterete in basso ed ivi di 11 mm. di spessore e leggermente bicari- nata dal lato assile, aperta in alto per il tratto di 11 cm. Le infiorazioni parziali sono duplicato-ramose, e nella parte bassa anche 3-plicato-ramose, sono arcuato-nutanti, con una parte peduncolare assai allungata, tutta inclusa nella respettiva spata, fortemente angolosa, spessa, sul secco, 5-6 mm. e che si ramifica subito alla bocca delle spate ; i rami secondari sono pure fortemente ed acutamente angolosi, vanno gradatamente decrescendo di spessore e si dividono senza regolarità in ramoscelli fioriferi; questi sono assai corti (lunghi 2-4 cm.), fortemente angoloso-corrugati (sul secco), con la parte assile intieramente nascosta dai fiori ; allorché questa è priva di fiori ha gli attacchi di questi alquanto sporgenti e tubercoliformi, alternato-spirali e molto rav- vicinati.
I fiori sono glabrerrimi in ogni parte, 3-ni, sessili sopra
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gli indicati tubercoletti, privi di brattee florali ben di- stinte, eretto-patenti, molto addensati fra di loro, ossia a contatto l’uno dell’altro; in boccio bene sviluppato i fiori sono di forma lanceolata, lunghi 5 mm. e spessi 2 mm., terminati in punta dr piramidato-trigona, acuta, ma spesso alquanto irregolare per la mutua pressione. Calice nell’ in- sieme ciatiforme-allungato, ottusamente trigono con tutta la parte inferiore piena e carnosa, distintamente contratto (sul secco) al disopra della base; questa è incavata di sotto; il suo lembo è breve, superficialmente 3-dentato, con i denti a base larga e dr acuti separati da seni poco profondi. Co- rolla circa il doppio più lunga del calice e con una brevis- sima parte tubulare: è divisa in 3 lobi persistenti, patenti nell’antesi, di forma triangolare, acuti con punta trigono- piramidata, crassissima, acutamente carinati all’apice dal lato interno e molto profondamente alveolato-cavernosi al di sotto della punta. Stami subiseriati con filamenti molto brevemente connati fra di loro, inseriti alla fauce della corolla e pure brevemente connati con questa, tutti crassissimi, su- bulati all’apice; quelli opposti ai filli sono i maggiori, e sono fortemente ed acutamente carenati internamente, la carena corrispondendo alla insenatura fra le carpello e quindi a sezione transversa trigona; gli alternipetali hanno la super- ficie interna concaviuscula ; antere piccole, subglobose. Car- pello scolpite in alto, a dorso rotondato, formanti un ovario globoso, 3-lobo, molto bruscamente contratto in uno stilo sottile, subulato, lungo quanto i filamenti ; stigma punti- forme ; ovulo esattamente basilare, inserito nell’angolo in- terno della loggia.
Frutto sferico, assai grosso, pomiforme, quasi sessile, por- tato dai soli resti del perianzio indurito, ma non accresciuto. Sul secco il fratto è di 3 ijt cm. di diametro, ha la super- ficie unita con epicarpio sottile non separabile dall’abbon- dantissimo mesocarpio, che è di circa 8 mm. di spessore (sul secco) ed è intieramente parenchimatoso, con pochissimi e poco distinti fasci fibro-vascolari ; endocarpio formante un guscio legnoso al seme dello spessore uniforme di */2 mm.
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o poco più, meno che nella parte basilare dove acquista tutto lo spessore del mesocarpio, che quivi viene a mancare ; il nocciolo quindi resulta sferico con la parte basilare pro- lungata in punta e quindi nell’ insieme è piriforme.
Seme sferico, occupante esattamente tutta la parte cen- trale del frutto, a superficie opaca, unita, color nocciola, non segnata da traccio di diramazioni del rafe ; l’ ilo è esattamente basilare, e quindi il seme è eretto dentro il nocciolo ; il rafe è basilare, limitato alle vicinanze dell’ ilo; la sua espansione produce una profonda e larga intrusione di tessuto spongioso bruno, che partendosi dalla base penetra verticalmente, e quindi nel senso dell’asse, sino nel centro deH’albume. dove si dilata alquanto e diventa più o meno lobato. Albume osseo, durissimo, eburneo, cavo nel centro, di circa 5 mm. di spessore tutto in giro. Embrione situato al di sopra della metà, ossia in alto, ma eccentricamente.
Habitat. — Nuova Caledonia. Gli esemplari tipici di questa Palma si trovano nell’Erbario di Kew, e vennero inviati da Mr. Charles Moore di Sidney, che li aveva ri- cevuti da un tal Mr. Jennency, il quale aveva trovato questa Palma alla Nuova Caledonia in un luogo chiamato « Prony » dentro un’area molto limitata, e dove da quanto egli scriveva, è da temersi che in breve tempo verrà intiera- mente distrutta dai deportati, che abbattono la pianta per mangiarne il germoglio terminale o Cavolo.
Qualche cosa di incerto rimane tutt’ora riguardo all’ori- gine di questa pianta, che si credeva introdotta nelle serre di Kew, ma dove sembra che in sua vece sia comparsa una specie di Licuala. Sta di fatto che si trova in cultura una specie tipica di questo genere, sotto il nome di L. Jen- nencyi , che si ritiene originaria della Nuova Caledonia.
Sussiste quindi il dubbio se nella Nuova Caledonia oltre alla Pritchardiopsis Jennencyi si trovi anche una Licuala. E rimane pure il dubbio se la Licuala Jennencyi dell’Hor- tus Sanderianus, quale è figurata nel Supplemento al « Di- ctionnaire d’Horticulture » di Nicholson e Mottet (il nome
specifico è scritto : Jeanneceyi), e che è una vera Licuala , rappresenta una specie distinta proveniente veramente dalla Nuova Caledonia, o se è piuttosto la grandemente diffusa Licuala Muellerii.
PRITCHARDIA Seem, et H. Wendl.
Fritchardia minor Becc., sp. n.
Caudice ciré. 5 m. longo, laevi, 15 cm. diana., foliorum petiolo brevi, circiter 30 cm. longo, lamina parva, subor- biculari, latiori quam longiori, 45 cm. lata ; spadice circ. 30 cm. longo; floribus parvis, calyce campanulato, 3-3.5 mm. longo ; urceoli staminalis dentibus (staminum filamentis) brevissimis et etiam sub fructu erectis ; fructibus elliptico- ovatis vel subobovatis, basi plus-minusve conspicue atte- nuati, minute et saepius oblique apiculatis, 18-20 mm. longis, 12-13 mm. crassis.
Habitat. -- I frutti di questa piccola specie di Pritchar- dia mi sono stati inviati in maggio 1909 dal D. France- schi di California; essi provenivano dall’Isola di Kauai, la più settentrionale del gruppo delle Hawaii, crescendo ad una altezza di poco più di 4000 piedi sull’ altipiano di Wainea.
A questa stessa specie mi sembra si debbano riportare i fiori di una Pritchardia raccolta nelle Hawai da Hille- brand e dei quali è fatta menzione nella « Malesia », v. Ili, p. 294, e che sono ivi contradistinti con la lettera (A).
CYPHOSFERMA Wendl.
Cyphosperma? Tete Becc. sp. n. (Fig. 2).
Caudice gracili, subelato, 6-7 cm. diam. Frondium seg- menta intermedia subsigmoideo-lanceolata, apice oblique
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truncata et praemorso-denticulata, margine inferiori pro- ducto acuminato, ciré. 60 cm. longa, 5.5-6 cm. lata, pluri- nervia, marginibus incrassatis. Spadices duplicato-ramosi ; spathis completis 2 (?), membranaceis ; ramulis floriferis
a b
c d
Fig. 2. — Cyphosperma ? Tete Bere. : a, frutto maturo, al quale è stata asportata una metà dell’epicarpio e mostra il nocciolo u in situ »; b, noc- ciolo al quale è stata asportata una metà e mostra il seme u in situ » di fianco ; c, seme visto dal lato del rafe ; d, seme sezionato longitudinalmente lungo la linea del rafe. Tutte le figure sono di grand, nat.
10-15 cm. longis, crassiusculis, subtrigonis, apice subulatis, fructiferis divaricatis. Flores in ramulorum parte inferiori terni, intermedio foemineo, lateralibus masculis, superne bini et tantum masculi. Flores foeminei ovati. Flores masculi foemineis simillimi, attamen minores, subpyramidato-trigoni, 5-5.5 mm. longi, 3 mm. crassi; sepalis in dorso carinatis et basi subcalcaratis; petalis duplo vel triplo calyce longiori- bus ; staminibus 6, fìlamentis brevibus, apice abrupte in- flexis; antheris inajusculis, late linearibus, loculis paralle- libus. Fructus etiam in sicco exacte sphaerici et nitidi, 25-26 mm. diametro, perianthio fructifero 12-13 mm. diam., orbiculari, explanato, suffulti; stigmatum vestigiis minutis paulo excentricis; epicarpio tenui, fragili, extus laevi, (mi- nime granulato); mesocarpio laxo, lacunoso; putamine te-
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uui, pergamenaceo, asymmetrico, aoguloso, carinato, extus rugoso-venoso, intus laevi. Semen obsolete angulosum, asymmetricum, rapheos ramis laxe anastomosatis, albu- mine aequabili, embryone basilari.
Descrizione. — Palma a quanto sembra mediocre; dalla base dello spadice che abbraccia il tronco, questo si giu- dica di 6-7 cm. di diametro. Delle fronde non ho visto che due segmenti ; questi sono lanceolato-subsigmoidei, quasi egualmente ristretti verso le due estremità, con l’ apice troncato molto obliquamente e premorso-denticolato, col lato più lungo terminato in punta acuta; detti segmenti sono lunghi 60 cm. e larghi nella parte mediana 5.5-6 cm.; si attaccano al rachide per una base obliqua larga 15-20 mm.; sono di consistenza sottilmente coriacea, quasi nitidi di sopra, opachi e più pallidi di sotto, assai fortemente ner- voso-costulati, ossia con la costola mediana assai robusta e rilevata sulle due faccie, e con 3-4 nervi secondari, alquanto ineguali, da un lato e dall’ altro di questo, e che alle volte poco si distinguono dai nervi terziari; di venule transverse non si vede traccia ; ambedue i margini sono fortemente inspessiti.
Spadici assai brevi, prima della deiscenza delle spate sono ellittici, crassi, lunghi circa 25 cm. Le spate generali com- plete, giudicando dalle cicatrici sulla base dello spadice fruttifero, sembrerebbero due, ma nell’ unico esemplare esaminato ne esiste una sola (apparentemente l’ interna) ; questa è membranacea, molto sottile, sul secco fragile, glabra, liscia, brevemente apiculata senza carene meno che all’ estremo apice, dove se ne vede una traccia : è segnata inoltre da varie venature sottili longitudinali,. Lo spadice ha una breve parte pedunculare compressa, lunga 6 cm. e larga 15 mm. ; nello spadice fruttifero questa parte è tu- mescente, dilatata in basso a mezza luna ed abbracciante il tronco ; i rami sono due volte dicotomi e divaricati, quelli principali hanno le parti assili molto corte ed an- golose ; i rami fruttiferi sono lunghi 10-15 cm., assai
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spessi ed acutamente 3-goni in basso, molto assottigliati verso 1’ apice e subulati in punta, fortemente sinuosi fra fiore e fiore.
Fiori 3-ni, con l’intermedio femineo nei s/3 inferiori dei rami o dell’ asse fiorifera, gemini e soltanto maschili nel rimanente, dove l’asse è più sottile che in basso.
I fiori feminei sono accolti in una intaccatura dell’asse che forma ivi un cuscinetto quasi orizzontale, in modo che i fiori rimangono quasi eretti ed hanno un labbro o brattea sorreggente il fiore, breve, latamente triangolare, acuta ; non esiste traccia di brattee speciali del fiore fe- mineo ; le cicatrici lasciate dall’ attacco dei fiori maschili sono lineari od ellittiche, superficiali o molto leggermente callose e rilevate, situate sui lati, verso 1’ alto della intac- catura o scrobicolo.
I fiori feminei sono ovati, molto oscuramente angolosi, attenuati un poco verso l’alto con l’ apice ottuso. Calice a sepali imbricati, sottilmente coriacei ad apice ottusissimo, a margini distintamente cibati. Corolla il doppio più lunga del calice; petali suborbicolari, imbricati con brevissimo ed ottuso apicolo valvato. Staminodì 3, dentiformi, disgiunti l’uno dall’altro. Ovario turbinato, molto attenuato in basso; stigmi triangolari conniventi nel fiore in boccio; ovulo si- tuato nella parte più bassa ed assottigliata dell’ovario, at- taccato lateralmente in alto della loggia (?).
Fiori maschi molto simili ai feminei, ma un poco più piccoli, oscuramente subpiramidato-3-goni, ± attenuati in punta ottusa od anche acuti uscula, spesso un poco asim- metrici, lunghi 5-5.5 mm. e larghi 3 mm. alla base; sepali concavi, larghi, brevemente apicolati, leggermente imbri- cati in basso, fortemente carenati sul dorso, e ± calcarati in basso, con il margine jalino e densamente ciliato-bar- bato. Petali 2-3 volte più lunghi del calice, valvati, opa- chi ed oscuramente striato-venosi all’ esterno, concavo-sub cimbiformi, allungato-triangolari, coriacei, fortemente striati internamente in causa della pressione esercitata dalle an- tere. Stami 6 ; filamenti corti, molto brevemente inflessi
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all’apice; antere grandi occupanti tutta la cavità del fiore in boccio, latamente lineari, inserite sul filamento al di sotto della metà, a loggie parallele, deiscenti sui lati, bre- vemente disgiunte in basso, a connettivo largo e lineare. Rudimento d’ovario colonnare, lungo quanto le antere, in- diviso e capitellato all’apice.
Spadice fruttifero breve, ma con rami molto patenti e divaricati, crassi, 3-quetri, spessi nella pai’te che porta i frutti circa 5 mm. (sul secco), nell’ insieme formanti una pannocchia con pochi rami divaricati più larga che lunga (lunga ±25 cm. e larga ± 35 cm.).
Frutti perfettamente sferici, della grossezza di una bella ciliegia, di 25-26 mm. di diam., con i resti degli stigmi leggermente eccentrici e formanti un piccolo apicolo mam- milleforme : hanno la superficie unita quasi nitida, senza punti o prominenze causate da sclerosomi ; pericarpio sot- tilissimo, fragilissimo, formante uno strato uniforme crosta- ceo ; mesocarpio assai spesso, ma a quanto sembra molto acquoso, e quindi ridotto quasi a nulla o lacunoso allo stato secco; endocarpio formante un guscio al seme, sottile ma resistente, quasi pergamenaceo, con una acuta e pro- minente carena dal lato lungo il quale è attaccato il seme e che si termina in un dente molto acuto, gibboso in alto dal lato opposto alla carena, del resto oscuramente ango- loso e rugoso-venoso ; in basso nel punto corrispondente all’embrione si nota una piccola area, che si distacca come un opercolo dal rimanente, come in grado maggiore ac- cade nel guscio del seme dei Clinostig ma. Il seme è lungo 17 mm. e largo 14-15 mm., angoloso, gibboso in alto, assai acutamente carenato lungo il lato del rafe e che corrisponde alla carena del nocciolo ; le diramazioni del rafe sono leg- germente anastomosate, alcune si dipartono a destra e sinistra del rafe, ma le più discendono dall’apice di questo dove si trova la calaza, e da dove si partono altri rami che scavalcano l’apice gibboso del seme e discendono lungo il dorso sino alla base. Albume osseo, omogeneo, con una piccola cavità centrale (sempre ?). Embrione perfettamente
basilare ; la sua posizione all’esterno è marcata da una ben distinta fossetta circolare. Il seme fresco certamente riempie tutta la cavità dell’endocarpio ed in tale stato sarebbe alquanto più voluminoso di quello descritto, ossia sarebbe lungo 24 mm. e largo 19 mm.
Perianzio fruttifero alquanto accresciuto, orbicolare, spia- nato, di 12-13 mm. di diam.
Habitat. — Nell’Isola Vanua Lava, una delle più set- tentrionali del gruppo delle Nuove Ebridi, dove venne sco- perta a circa 1000 m. di altezza da Mr. A. E. Harland, che ne spedì gli esemplari da me descritti al prof. U. Mar- telli. I nativi chiamano questa Palma « Tòte », e, secondo quanto scrive il sig. Harland, ne mangiano il frutto che essi chiamano Cocco selvatico, probabilmente perchè il suo sapore rammenta quello del Cocco domestico. Ritengo che la parte del frutto che vien mangiato sia il seme, che è assai voluminoso, e che quando è immaturo avrà forse come il Cocco un albume tenero.
Osservazioni. — Io ho riportato dubitativamente questa curiosa Palma al genere Cyphosperma, perchè in realtà mo- stra evidenti affinità con le altre 2 Palme che sono state incluse in detto Genere: la C. Vieillardi e la C. Balansae; ma che, come è di già stato fatto notare nel « Genera Plantarum » da Bentham ed Hooker, possiedono caratteri- stiche proprie assai importanti.
Il genere Cyphosperma sarebbe quindi composto di 3 entità specifiche così poco affini fra di loro, da giustificare forse per ognuna di esse la creazione di un genere distinto. Però le Palme della Nuova Caledonia sono ancora cono- sciute così superficialmente, che solo dopo uno studio ana- litico di ognuna di essa sarà possibile una sistemazione generica più precisa dell’attuale.
Intanto un nuovo fatto viene ad intralciare la nomen- clatura di già non semplice delle Palme caledoniane, ed è la scoperta di uno scritto di Vieillard. rimasto dimenticato,
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pubblicato nel « Bullettin de la Société Linnéenne de Nor- mandie », 2e Sèrie, 6e voi. Années 1870-72. Caeu, 1873 (1); scritto che sembrerebbe anteriore alla memoria di Bron- gniart comparsa nei « Comptes Rendus ».
Nella memoria di Vieillard le Palme caledoniane sono raggruppate nei generi Kentia, Chambeyronia e Basselinia ; questi due ultimi proposti per la prima volta, e che quindi dovrebbero avere la precedenza su quelli proposti da Wen- dland e comparsi nel voi. Ili del Genera Plantarum , se sarà possibile stabilire a quali entità specifiche sono stati attribuiti dal loro autore.
Così il genere Microkentia mi sembra che debba cedere il posto a Basselinia , fra le quali Vieillard cita la B. Pan- cheri , la B. gracilis e la B. Deplanchei. Formano quindi parte del genere Basselinia anche le Microkentia eriosta- chys, Billardierii e surculosa. Vieillard rammenta pure una Basselinia Kanalensis ed una B. Lenormandii, che probabil- mente corrispondono a qualcuna delle specie di Microkentia rammentate, ma delle quali non si può tener conto, non esistendo di esse alcuna descrizione.
Il genere Chambeyronia Vieillard certamente corrisponde alle Kentiopsis di Brongniart, ed a questo sono attribuite 8 specie ; cioè : la Oh. macrocarpa, che corrisponde alla Ken- tiopsis macrocarpa Brong., la Ch. Brebissonii Vieill., e la Ch. Movieri Vieill., queste due ultime non identificabili e da ritenersi come nomi nudi.
(1) lo debbo ringraziare il Prof. Lignier della Università di Caen per avermi procurato il volume nel quale si trova la memoria di Vieillard, e per aver fatto delle ricerche, disgraziatamente del tutto negative, per rin- tracciare i 13 disegni delle Palme caledoniane che l’autore enumera nella citata memoria, e che vennero presentati ad una adunanza della « Société Linnéenne de Normandie ».
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CLINOSTIG-MA Wendl.
Clinostigma samoense Wendl. in Bonplandia, 1862, p. 196. — Cyphokentia samoensis Warb. in Reinecke, FI. Samoa-Iuseln, in Engl. bot. Jahrb. v. XXV (1898), p. 583, cum icon. ; Rechinger, Bot. und Zool. Ergeb- nisse etc. 1908, p. 123.
II Clinostigma samoense deve considerarsi come il tipo del genere. Di questa Palma non ho visto l’esemplare sul quale è stata fondata la specie, ma mi sembra che non possa mettersi in dubbio che a questa corrisponda esatta- mente la Cyphokentia samoeìisis, descritta e figurata da Warburg (1. c.) e raccolta dal Dott. F. Reinecke in Upolu, una delle Isole del gruppo delle Samoa, e della quale ho visto gli esemplari autentici, che mi sono stati gentilmente comunicati dal Prof. F. Pax, Direttore del Museo e Giar- dino botanico di Breslavia. Nella medesima Isola di Upolu vennero pure raccolti da Pickering gli esemplari tipici di Clinostigma samoense.
L’esemplare di Cyphokentia samoensis dell’Erbario di Bre- slavia consiste in porzioni di spadici in fiore ed in frutto, accompagnate da una fronda flabelliforme biforcata, evi- dentemente appartenente ad una pianta giovane di tutt’al- tra specie di Palma e della quale in ogni caso non con- viene tener conto. Delle due porzioni di spadici una sembra che abbia appartenuto ad una pianta in fiore, ma adesso è ridotta ai soli nudi ramoscelli fioriferi ; l’altra porta dei frutti quasi maturi ; la rammentata porzione di spadice fiorifero ha i ramoscelli patenti, provvisti di un callo ascel- lare molto sviluppato con una ben distinta rima trasver- sale ; i ramoscelli fruttiferi invece sono ravvicinati fra di loro, esattamente come sono rappresentati nella figura che accompagna lo scritto di Warburg. Ho potuto esaminare un solo fiore maschile, il quale (per anomalia) aveva 4 pe-
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tali ; i sepali sono di circa un terzo più corti della co- rolla, strettissimamente lanceolati con punta subuiata come nella figura D di Warburg, ma son distintamente imbricati nella estrema base. Gli stami sono 6. Esiste un rudimento d’ovario assai sviluppato, simile a quello che io ho riscon- trato nei fiori del Clinostigma Thurstonii.
I frutti secchi apparentemente bene sviluppati e della dimensione definitiva, ma nei quali il seme è immaturo, sono globoso-ovati e molto gobbi, avendo i resti degli stigmi fortemente spostati quasi sin verso la metà di un lato ; sono lunghi, compreso il perianzio, 7 mm. e larghi 55 mm., ed hanno la superficie allo stato secco minutamente gra- nulosa, essendo i sottostanti sclerosomi puntiformi.
II perianzio fruttifero è nell’insieme cupolare ; ha i se- pali latamente triangolari, acuti, non levigati, striolato- venosi, nerastri o nero-violescenti nella metà superiore, circa della metà più corti dei petali ; questi sono pure non levigati ma striato-venosi, molto brevemente apicolati e nerastri verso l’apice. Il frutto si termina in una piccola areola circolare sulla quale rimangono applicati i resti, poco sporgenti, di 3 stigmi deltoidei, crassi, acuti.
Clinostigma Thurstonii Becc. sp. n. (Fig. 3).
Elata, caudice 10-15 m. longo, crebre cicatricoso. Folia 4.5-5. 5 m. longa ; segmentis numerosis, aequidistantibus, lineari-ensiformibus, majoribus ciré. 80 cm. longis, prope basin 4 cm. latis, longe et subtilissime acuminatis, tri-co- stulatis, utrinque viridibus. Spadices scupaeformes, 70 cm. longi, parte pedicellari brevissima ; ramulis floriferis gra- cilibus, fastigiatis, rigidis, 30-40 cm. longis, basi 2 mm. crassis, apice subulatis. Flores masculi obscure et irregula- riter 3-goni, 2. 5-3. 5 mm. longi ; corolla calyce duplo-vel triplo longiori; staminibus 6, valde inaequalibus ; ovarii rudimento conspicuo, tripartito. Flores foeminei globosi ; staminodiis 6, liberis, dentiformibus. Fructus minimi, glo-
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boso-gibbosi, 3.5 mm. diam., valde excentrice apiculato- rostrati, in eorum tertiam vel quartana inferiorem partem
f e 0 /!■
Fig. 3. — Glinostigma Thurstonii Beco. ; a, b, fiori maschili; c, un petalo di fiore maschile con stami e rudimento d’ovario ; d, frutto ; e, ova- rio con staminodì alla base;./-, sezione longitudinale dell’ovario; g, seme visto di fianco ; h, sezione longitudinale del seme. Be figg. a, b, c, e, f ingr. 10 diam. ; le figg. d, g, h ingr. 4.5 diam.
periantbio induti ; epicarpio tenui extus in sicco sublaevi vel vix rnguloso (minime granuloso) ; semine globoso, 3 mm. diametro.
Descrizione. — Palma elata con tronco alto 10-15 m., piuttosto liscio, assai fittamente annulato dalle cicatrici delle foglie cadute, apparentemente di 12-15 cm. di diam., slargato alquanto alla base dove spesso produce una co- rona di forti radici che sporge un poco al di sopra del ter- reno. Le foglie formano una chioma non molto densa : sono grandi ed arcuate, lunghe 4.5-5. 5 m., di cui circa 1 m. ne misura la parte picciolare. La guaina è cilindrica, coriacea e lunga oltre 1 m. Il rachide è molto robusto, nella parte basilare è quasi rettangolare in sezione transversa e di 16-18 mm. di spessore, pianeggiante di sotto. Segmenti numerosi, molto fitti, circa 60 per parte, meno gli apicali gli altri fra loro presso a poco tutti eguali, equidistanti,
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inseriti sul rachide per una base larga circa 3 cm. e che forma un triangolo molto aperto sui lati del rachide stesso : sono lineari-ensiformi, lunghi circa 80 cm., rica- scanti ai lati del rachide, rigidamente papiracei, nel punto più largo che rimane a pochi cent, al di sopra della base misurano oltre 4 cm. di larghezza, vanno poi molto gra- datamente attenuandosi verso 1’ alto in una punta lunga- mente acuminata e molto sottile: sono di consistenza fragile e facilmente fendibili per il lungo (allo stato secco), sono molto distintamente 3-costulati, subconcolori sulle due fac- cio; la costa mediana è acuta di sopra, tondeggiante di sotto e quivi provvista di qualche paglietta lineare attaccata per il centro ; le coste laterali non sono molto discoste dai margini, piuttosto acute e di poco meno forti della costa mediana nella pagina superiore ; nell’ inferiore, le coste sono assai meno distinte ; nervi secondari sottili, più di- stinti nella pagina inferiore che nella superiore; margini acuti, =tr distintamente rinforzati da un nervo che sopra vi scorre.
Spadici infrafrondali, dell’apparenza di una pannocchia di saggina da granate, lunghi 70 cm., 3 volte ramosi, con tutti i rami e ramoscelli eretti, fastigiati e che vanno' a terminare quasi ad un medesimo livello ; essi rimangono quasi eretti e non sparpagliati nemmeno quando sono carichi di frutti ; la base dello spadice è larga, tumescente, semilu- nare ed abbracciante il tronco, ha una parte peduncolare indivisa, segnata dalle cicatrici di 2 spate primarie, è bre- vissima, compresso-conica, lunga 4 cm. e quasi tanto larga; subito sopra la base lo spadice si divide in assai numerosi rami alterni, approssimati, eretti, appressi all’asse centrale; questi alla lor volta si suddividono in pochi rami secon- dari, i quali nella parte bassa portano dei rami terziari pochissimo ramosi e nel rimanente solo ramoscelli fioriferi semplici ; alla base di ogni diramazione non si trova una brattea ben distinta, ma solo uno strettissimo orlo scaglie- forme. Lo spadice inaperto ha una forma spatolato-allun- gata. Le spate sono 2, complete, sottilmente coriacee ; l’e-
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sterna è lunga circa 70 cm. e larga 16, appiattita, rasso- migliante ad una scarpa da neve, coi due margini alati, terminata da una punta lingueforme legnosa ; l’ interna non è alata ai margini ed è intieramente inclusa nell’esterna, è bruscamente ristretta all’apice in una punta rigida, lunga circa 2 cm. ; ambedue sono intieramente glabre, opache, e pallide di fuori, cinnamomee e fortemente striate interna- mente. I ramoscelli fioriferi sono dritti, rigidi, lunghi 30- 40 cm., gracili, filiformi, spessi alla base 2 mm., hanno l’apice subulato-setiforme, sono molto ottusamente angolosi o subtereti e corrugati, leggermente sinuosi fra un glomerulo e l’altro, specialmente nella parte apicale. I glomeruli dei fiori sono formati da due maschili precoci e da uno fe- mineo più tardivo ; i glomeruli sono inseriti spiralmente sopra 3-4 serie ed accolti in un piccolo incavo o scrobicolo, il quale ha in basso un labbro in forma di nido di rondine, intero e rotondato sul contorno.
I fiori maschili sono alquanto irregolari od asimmetrici, ottusamente trigono-ovati, ineguali, lunghi 2. 5-3.5 mm., attenuati in punta acutiuscula ; sepali 3, triangolari, acuti, acutamente carinati sul dorso, imbricati alla base ; petali 2-3 volte più lunghi del calice, pergamenacei, valvati, for- temente striati all’ esterno. Stami 6 con filamenti lunghi, filiformi, molto ineguali, rb inflessi o piegati all’apice, più lunghi delle antere e che rimangono a varie altezze ; antere oblungo-sagittate, ottuse, con assai largo connettivo scuro, versatili, inserite verso il loro mezzo, e sino a tal punto disgiunte, ma con le loggie facilmente separabili per in- tiero. Rudimento d’ovario assai conspicuo, formato da una corta base colonnare terminata da 3 corpi carnosi, allun- gati, nell’ insieme giungente un poco al di sotto della metà dei petali ; le bratteole dei fiori maschili nello scrobicolo sono molto piccole; le 2 dei fiori feminei sono sepaloidee, glumacee, concavo semilunari, rotondate, intiere e rima- nenti al livello del labbro dello scrobicolo.
Fiori feminei in boccio, al momento dell’antesi dei fiori maschili, globosi, di poco più di 1 mm. di diam. ; sepali
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e petali scariosi, pergamenacei, larghi, imbricati; staminodii 6, piccoli, liberi fra di loro, triangolari, dentiformi. Ovario latamente obovato, attenuato in basso con gli stigmi obli- quamente apicali, e 3 loggie, delle quali una sola fertile ; ovulo pendente da un lato della piccola loggia basilare. I fiori feminei giovani sono completamente avvolti nell’al- veolo dalle due bratteole.
Frutti molto piccoli, di 3.5 mm. di diam., globoso-gib- bosi, molto eccentricamente apiculato-rostrati, coperti per oltre il terzo, o quasi il quarto della loro lunghezza dal perianzio fruttifero. Pericarpio nell’ insieme sottile, a su- perficie un poco corrugata sul secco, ma senza conspicue scabrosità prodotte da sottostanti sclerosomi; mesocarpio tenue, grumoso con strato fibroso indistinto ; endocarpio relativamente assai spesso, legnoso-vetrino, fragile, lucido internamente. Seme globoso, di 3 mm. di diam. con rafe conspicuo, lineare, percorrente tutto un lato, con due sole diramazioni per lato discendenti dall’alto ed una sola volta ramose. Albume omogeneo. Embrione basilare. Il perianzio fruttifero ha i pezzi scarioso-coriacei, sottili ; i sepali sono lucidi esternamente, latamente imbricati ; i petali sono fi- namente striato-nervosi, di poco più lunghi dei sepali con punta brevissima, ottusiuscula.
Habitat. — Lo scuopritore di questa Palma, il defunto Sir J. B. Thurston, già Governatore delle Isole Fiji, scri- veva a Kew, in data del 18 settembre 1889, che essa cre- sceva soltanto in una piccola striscia di terra di meno di mezzo miglio d’estensione, in un sol punto delle Fiji, nel- l’estremità N. E. dell’ Isola Vanua Levu, nella foresta, a circa 230 m. sul livello del mare.
Gli indigeni che si trovano in vicinanza del luogo dove cresce questa Palma adoprano le guaine delle fronde « per rinvoltarvi il loro cibo o per cuoprire oggetti che debbono rimanere asciutti allorché sono in viaggio ».
Ossehv azioni. — E assai affine al C. samoense ed al C. Harlandi , dai quali differisce per i suoi piccolissimi frutti.
io
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Clinostig’ma Harlandi Becc. sp. n. (Fig. 4).
Elata, gracilis. Folia ampia, segmentis numerosissimis aequidistantibus, 2-3 cm. inter se dissitis, rectis, lineari-ensi- formibus, longissime acuminatis, apice in lacinias 2, an-
c b a
frutto liberato dal perianzio con staminodi alla base; c, sezione lorgitu- dinale del frutto, seguendo la linea del rate; d , il nocciolo visto dal lato assile; e, seme dal lato del rafe ; seme dal lato opposto al rafe. Tutte le fieure sono ingrandite 4.5 diametri.
gustissimas fissis, rigide chartaceis, tricostulatis, utrinque viridibus, subtus pallidioribus, intermediis 65 cm. longis, 23-24 mm. latis. Fructus asymmetrice ovati, apice non- nihil attenuati et excentrice apiculato-rostrati, 7-8 mm. longi, 5-5.5 mm. lati, in eorum tertiam inferiorem par- tem perianthio cupulaeformi indnti ; epicarpio extus in sicco sublevi ; mesocarpii sclerosomis lineari-fusiformibus; semine globoso-ovoideo, 5 mm. longo, 4-4.5 m. diametro.
Descrizione. — Palma alta e gracile. Foglie pinnate : dai frammenti giudicabili lunghe alcuni metri ; vagina.... ; rachide nella parte apicale della foglia a sezione triango- lare, pianeggiante e striato di sotto, con spigolo non molto acuto di sopra. Segmenti numerosissimi, equidistanti e molto ravvicinati, inseriti ad un angolo assai acuto, discosti circa 2 cent, l’uno dall’altro, tutti diritti, lineari-ensiformi, molto gradatamente e lunghissimamente acuminati, fessi all’apice più o meno profondamente in due punte angustissime ed acuminatissime, fortemente plicati e coi margini vólti in giù al punto d’attacco, dove la base loro occupa obliqua- mente tutta la larghezza delle faccie laterali del rachide ; di consistenza sono rigidamente cartacei, tricostulati di sopra, e quivi quasi nitidi e percorsi da vari nervi secon- dari ineguali, che ne rendono la superficie più o meno striata ; sono più pallidi di sotto, dove le costole non sono affatto prominenti, ma i nervi secondari sono più distinti che di sopra e dove sono segnati da puntolini lineari scuri assai fitti e conspicui ; non vi sono pagliette, almeno nello stadio della fronda che io ho studiato ; i margini non o molto leggermente inspessiti. I segmenti maggiori fra quelli da me visti e che apparentemente appartengono al terzo apicale della intiera parte pinnifera, sono lunghi circa 65 cm. e larghi 23-24 mm. in tutta la metà inferiore, es- sendo poco e brevemente attenuati alla base. I segmenti dell’estremità della fronda non differiscono dagli altri che per esser più brevi e più stretti.
Spadici e fiori mancano.
Frutti piccoli, lunghi 7-8 mm., larghi 5-5.5 mm., asim- metricamente ovati, essendo attenuati alquanto all’apice in un breve mucrone alquanto eccentrico, formato dai resti di 3 stigmi crassi, brevemente trigoni, ottusiusculi, eretti; la superficie esterna del frutto secco è quasi liscia, e su di essa appena si intravedono i piccoli sottostanti sclerosomi lineari-spoliformi; l’epicarpio è sottile e crostaceo; il me- socarpio è nella parte più esterna grumoso e provvisto dei rammentati sclerosomi, ed internamente è traversato
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da fibre non molto numerose e non molte robuste, ana- stomosato-reticolate in alto, parallele in basso e disposte in uno od al più due strati; l’endocarpio facilmente si stacca dalle altre parti del pericarpio, formando un noc- ciolo sottile, legnoso ma fragile o vetrino, inspessito solo lungo tutto il lato corrispondente al lato più corto del frutto ; tale inspessimento si termina in alto in un dente acuto ; esternamente ed in basso, nel punto corrispondente all’embrione, la parete dell’endocarpio si assottiglia e forma un leggiero incavo circolare, in giro al quale detta parete sembra più fragile che altrove, in modo che ivi, dietro una leggiera pressione, l’endocarpio cede e si apre una specie di finestra quasi circolare, mentre l’inscritta porzione di endocarpio si distacca in forma di opercolo.
Il seme è globoso-ovoideo, ossia leggermente più lungo che largo (lungo 5 min., largo 4-4.5 mm.), percorso lungo una buona parte di tutto un lato dal rafe largamente lineare, dal quale si partono solo pochissime diramazioni semplici o leggermente anastomosate ; 1’ albume è omoge- neo; 1’ embrione è basilare.
Il perianzio fruttifero nell’ insieme è copolare, e riveste il terzo inferiore del frutto; i sepali ed i petali sono sottil- mente coriacei e fra loro simili, di color castagno, lata- mente imbricati, leggermente striati all’esterno ma levigati e quasi nitenti, a margini acuti, glabri, intieri od appena fessi; i sepali sono larghissimi in basso ed ottusamente apicolati; i petali sono un terzo più lunghi dei sepali e ter- minati da una breve punta. Esternamente al calice riman- gono spesso aderenti due brattee scaglieformi, larghe, se- milunari, ineguali, della medesima apparenza e struttura dei pezzi del perigonio, ma molto più piccole di questi. Gli staminodì sono 6, in contatto fra di loro alla base ma li- beri, piccoli, dentiformi, triangolari-allungati.
Habitat. — Nell’Isola di Vanua Lava, del gruppo delle Nuove Ebridi sul Monte Garigona.
Il sig. A. E. Harland che ha mandato gli esemplari di
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questa Palma al prof. U. Martelli scrive che dagli indi- geni è chiamata « Metiti », e che di essa adoprano le fronde per cuoprire le capanne, mentre il tronco viene utilizzato in vario modo per la costruzione delle medesime. Aggiunge inoltre che questa Palma cresce sulle montagne e non scende al di sotto dei mille metri, amando di rima- nere dove le nebbie sono quasi perpetue e le pioggie ab- bondantissime.
E da avvertirsi che col nome di « Metiti » il sig. Har- land ha però spedito, in un susseguente invio, anche de- gli esemplari fruttiferi di Exorrhiza Wendlandiana Becc., raccolti puro a Vanua Lava ad un’ altezza, di circa 1000 metri.
Osservazioni. — Il Cl. Harlandi è molto affine alla spe- cie tipica, Cl. samoense, dalla quale differisce per i frutti più oviformi e coll’apice solo leggermente inclinato, e per la superficie del frutto secco quasi liscia e non resa scabra dagli sclerosomi sottostanti, che sono lineari e non punti- formi.
Anche i pezzi del perianzio fruttifero sono più nitidi e con il calice più grande che nel Cl. samoense.
HETEROSPATHA Scheff.
Heterospatha salomonensis Beco. sp. n.
Mediocris, frondium segmentis concinnis aequidistantibus, ensiformibus, rectis, superne tantum levissime falcatis, longe acuminatis, apice breviter et inaequaliter bifìdo-bidentatis, pluricostulato-plicatis, majoribus 38 cm. longis, 2 cm. latis, superioribus sensim decrescentibus, subtus minutissime punctulatis; spadicibus 3-pìicato ramosis, ramulis floriferis gracilibus, rigidis, angulosis, tenuiter furfuraceis, sinuosis, 20-25 cm. longis, basi 1.5 mm. crassis ; fructibus pisifor-
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tnibus, 6 mm. diam., extus conspicue scabrido-liueolatis ; albumine profunde ruminato.
Descrizione. — Dai frammenti di foglie che ho visto sembrerebbe una palma di mediocri dimensioni. Le foglie possono forse raggiungere la lunghezza di 2 metri; la por- zione apicale di una che ho esaminato, lunga 80 cm., è molto regolarmente pinnata ed ha in questo tratto 25 seg- menti per parte. Il rachide è coperto da un indumento forforaceo-rubiginoso più o meno fugace ; caduto questo la sua superficie rimane scabridula ; nella parte più bassa della porzione esistente (che sembra corrispondere a circa la metà della intiera foglia) il rachide è in sezione tran- sversa quasi romboidale, ossia ha un angolo piuttosto acuto nella faccia inferiore ed uno un poco più pronunziato, ma nemmeno molto prominente nella superiore; le faccio late- rali (superiori) sono piane e sopra di esse s’ inseriscono i segmenti ; 1’ angolo superiore si continua sino all’ apice, divenendo sempre più acuto, ma segnato nel centro per tutta la sua lunghezza da un angustissimo solco; di sotto, invece, verso l’alto il rachide diventa pianeggiante. I seg- menti sono concinni, equidistanti, inseriti ad un angolo di circa 45", sono discosti (sopra ogni lato) 2.5-3 cm. nella porzione più bassa, ma diventano gradatamente più rav- vicinati verso 1’ apice, dove anche i segmenti divengono gradatamente più piccoli senza cambiar di forma ; essi sono dritti sin dalla base (non sigmoidei), ensiformi, con il loro punto più largo circa alla metà ; da questo punto sono gradatamente attenuati verso la base, che non è molto acuta; l’apice non è perfettamente simmetrico, ossia è leg- germente falcato, è però molto acuminato e molto breve- mente ed inegualmente bidentato-bifido ; i segmenti sono cartacei, rigiduli, molto fragili sul secco, pluricostulato- plicati, coi margini leggermente inspessiti, opachi o subcon- colori sulle due faccie ; in generale oltre alla costola me- diana hanno 2-3 costole secondarie per lato, tutte molto sottili; nella pagina inferiore la costola mediana porta
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presso la base alcune rade pagliette brune decidue; i seg- menti più grandi sono i più bassi (nella sopra rammen- tata porzione di fronda), sono lunghi 38 cm. e larghi 2 cm.; i nervi terziari sono numerosi, assai distinti, specialmente ne. la pagina inferiore, che è resa quindi distintamente e finamente striata ed è leggermente più pallida della su- periore; questa sotto una forte lente apparisce molto fina- mente e fittamente cosparsa da puntolini bruni. Venule transverse non apparenti.
Gli spadici sembrano relativamente assai grandi ; quelli fruttiferi formano una pannocchia molto diffusa, 3-plicato- ramosa ; tutte le parti assili primarie sono fortemente an- golose, molto distintamente striate ed intieramente coperte da un tenue indumento forforaceo color tabacco ; i rami sono alterni, ± a spirale, ascendenti-eretti, ed hanno un conspicuo callo ascellare ; i rami secondari si suddividono in pochi ramoscelli fioriferi ; questi hanno pure un callo ascellare e sono inseriti ad un angolo molto acuto ; sono sottili, ± angolosi e rigidi, ± finamente forforacei ; nella parte basilare sono spessi 1.5 mm. e si assottigliano ancora verso l’apice, che si riduce filiforme ; sono fittamente si- nuosi fra un frutto e l’altro e lunghi 20-25 cm. Le bratte del fiere femineo sono basse, a contorno rotondato ed in- tiero, si sovrappongono per i margini e formano una bas- sissima cupola alla base del frutto.
Il frutto è piccolo, sferico, di 6 mm. di diametro ; peri- carpio sottile a superficie scabrida per effetto dei sotto- stanti sclerosomi, lineari, conspicui, molto prominenti e relativamente grandi ; l’albume è molto profondamente ru- minato. Il perianzio fruttifero è completamente spianato, con i pezzi della corolla larghissimi, rotondati, molto ottu- samente apicolati.
Habitat. — Raccolta da Hombron all’ Isola St. Georges, nell’Arcipelago delle Isole Salomone, durante il viaggio dell’Astrolabe e della Zélée (1838-1840). Herb, di Parigi ; esemplare comunicato dal prof. Lecomte.
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Osservazioni. — L’esemplare tipico di questa specie è incompletissimo e ad esso non è rimasto che un solo frutto. Nessun dubbio però mi sembra possa esistere sulla posi- zione generica di questa Palma, che per le fronde e per la forma del frutto ben poco si distingue dalle Heterospatha delle Filippine a frutto sferico, e specialmente dalla H. eletta; ma il frutto della H. salomonensis è caratteristico per i pronunziatissimi sclerosomi lineari, che ne rendono la sua superficie esterna molto scabra e segnata da piccoli rilievi allungati e non puntiformi.
GULUBIA Becc.
Gulubia cylindrocarpa Becc. sp. n. (Fig. 5).
Gracilis, elata, caudice 25-30 m. alto. Frondium segmentis numerosissimis, aequidistantibus, longitudinaliter plicatis,
c b a
d
Fig. 5. — Gulubia cylindrocarpa Becc.; a, frutto intiero; b, sezione longitudiuale del frutto e del perianzio; c, seme visto dal lato del rate; d, petalo del perianzio fruttifero al quale è rimasto aderente uno staminodio. Tutte le figg. ingrandite circa 3 diam.
sub-3-costulatis ; majoribus 75 cm. longis, 24 rem. latis, superne longe attenuatis, apice breviter bifido-denticulatis;
fructibus extus levibus, symmetricis, teretibus, oblongo-cy- lindraceis, 13-14 mm. longis, 5 mm. crassis, vertice abrupte in apiculum troncatum, fere centrale, planum terminatis ; semine tereti, oblougo-c} lindraceo, utrinque aequaliter ro- tundato, 9 mm. longo, 4 mm. lato; rapheos ramis perpaucis, omnibus ab apice seminis descendentibus, parcissime ra- mosis; perianthio fructifero oupulaeformi, 3.5-4 mm. alto.
Descrizione. — Gracile ed alta sino 25-30 metri. Le foglie , a giudicare dalla porzione esistente, debbono essere lunghe qualche metro ; rachide a superficie opaca molto minutamente punteggiato-squamulosa, nella parte inter- media convesso e nell’estremità pianeggiante di sotto ; di sopra quasi pianeggiante e carinato lungo la linea mediana. Segmenti numerosissimi, equidistanti, inseriti sul rachide ad un angolo assai acuto, discosti 20-25 mm. l’uno dall’al- tro, drittissimi, largamente lineari, attenuati alquanto in basso dove i margini si ripiegano assai fortemente in basso, e dove si attaccano obliquamente sul rachide : di consistenza sono cartacei : di sopra sono verdi, opachi, hanno la costola mediana assai forte, acuta e rilevata con l’accenno di altre due costole, una per parte, alla costola mediana ; di sotto la superficie è biancastra, la costola mediana è poco pro- minente: quivi pure esistono due costole secondarie molto tenui, alternanti con quelle superiori ; il lembo poi appa- risce nr distintamente plicato longitudinalmente lungo le coste superiori ed inferiori, e quindi lungo 5 linee ; i mar- gini sono ± distintamente inspessiti ; i segmenti maggiori, (i più bassi fra quelli da me visti) sono lunghi 73 cm. e larghi 24 mm. e lungamente ristretti in una punta angu- sta, non molto acuminata, brevemente bifido-denticolata ; i segmenti superiori diventano gradatamente più corti, meno ristretti verso l’apice che è troncato, largo circa 1 cm. e premorso-bidentato ; i segmenti prossimi all’apice sono lunghi 30-35 cm., larghi 15-18 cm. e, più distintamente degli altri, troncati e premorso-bidentati.
Spacliei.... Frutti simmetrici, oblungo-cilindracei, lunghi
13-14 min., larghi 5 mm., rotondati alle due estremità ; al- l’apice sono molto bruscamente contratti in un cortissimo apicolo terminato da una superficie orbicolare, pianeggiante, larga circa 0.8 mm., con traccia degli stigmi in forma di una fessura 3-angolare. La superficie esterna del frutto è liscia e senza asperità o prominenze cagionate da sottostanti scle- rosomi. Pericarpio nell’insieme molto sottile; epicarpio pel- licolare; mesocarpio formato da una parte carnosa grumosa, scarsissima e da un solo strato di fibre laminari parallele, in- divise, Tuna strettamente a contatto con l’altra ; endocarpio sottile, fragile. Seme attaccato in alto della loggia un poco da lato, oblungo-cilindraceo, lungo 9 mm., largo 4 mm., egualmente rotondato alle due estremità : ha il rafe lata- mente lineare, corrente lungo tutto un lato, con poche di- ramazioni tutte discendenti dall’ alto verso la base e che si ramificano pochissimo. Albume omogeneo. Embrione ba- silare.
Perianzio fruttifero cupolare-ciatiforme, troncato, alto 3.5-4 mm., con base pianeggiante ; sepali e petali appressi, coriacei, fra loro simili, assai più larghi che alti ; sepali callosi ed ottusamente gibbosi in basso, lisci (non venoso- stnati) ; petali il doppio più lunghi dei sepali, oscuramente striati, a contorno rotondato o leggermente incavato-smar- ginato nel centro. Staminodì 6, piccolissimi, dentiformi, triangolari.
Habitat. — Cresce insieme al Clinostigma Harlandi nelle Nuove Ebridi, sul Monte Garigona, nell’ Isola Vanua Lava, fra i 300 ed i 500 m. sopra il livello del mare. Nome in- digeno « Motovul ».
Il sig. A. E. Harland, che ha inviati al Prof. U. Martelli gli esempiaridi questa Palma insieme a quelli del Clinostigma Harlandi, scrive di essa che abita sulla montagna più in basso di questa e che il suo tronco s’ innalza dritto e sot- tile come un manico di frusta (whip handle) raggiungendo l’altezza di 70-100 piedi, sino a portare il suo ciuffo di foglie al di sopra degli altri alberi della foresta.
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É una palma molto adoprata dagli indigeni nelle costru- zioni domestiche, perchè il suo tronco si fende facilmente in lunghe e dritte stecche di grande durata, non essendo attaccate dalle formiche bianche altro che quando queste non trovano un legno meno duro.
Osservazioni. — E molto affine alla Gulubia moluccana, dalla quale differisce per il frutto terete-cilindraceo e non obovato-clavato.
Gulubia Ramsayi Beco. sp. n. (Fig. 6, A).
Fructibus oblongis, levibus, minime costulatis, utrinque rotundatis, 15-17 mm. longis, 8 mm. crassis, areola disci- formi latiuscula leviter excentrica terminatis ; semine ova- to-oblongo, utrique aequaliter rotundato, 11 mm. longo,
Fig. 6,.A. Gulubia Ramsayi Becc. Frutto maturo con metà del perianzio asportato ed il seme intiero al suo posto. Ingr. del doppio.
Fig. 6, B. Gvilu-toia Hombronii Beco.; a, frutto di gr. nat. ; 6, frutto in- tiero ; c, sezione longitudinale del frutto e del perianzio. Fig. 6, c poco più del doppio del vero.
6-6.5 mm. crasso ; rapheos ramis cónspicuis, 3 dorsalibus et in utroque latere 4-5 horizontalibus parcissime anasto- mosantibus.
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Descrizione. — Frutti lunghi (senza il perianzio) 15-17 min. e larghi 7-8 mm., oblunghi, egualmente rotondati alle due estremità, a superficie unita, nitida, nè corrugata, nè costulata, terminati un poco eccentricamente da un’ areola disciforme circolare, sulla quale si trovano i resti degli stigmi poco prominenti ; in causa dell’eccentricità dell’ a- reola stigmatifera un lato del frutto è un poco più dritto di quello opposto, che è leggermente curvo. Pericarpio nell’in- sieme sottile, di 1 2-2 3 di mm. di spessore sul secco; l’epicar- pio è nitido, sottile, pellicolare; il mesocarpio è scarso, gru- moso nella parte esterna, ed in quella più interna percorso da uno strato di assai forti fibre longitudinali, sottili e com- planate; endocarpio sottile, legnoso, fragile, aderente al me- socarpio, lucido internamente. Seme ovato-oblungo, lungo 11 mm., largo 7 mm.. egualmente rotondato alle 2 estre- mità, attaccato lateralmente alla loggia per oltre la metà inferiore della sua lunghezza, con 4-5 diramazioni del rafe molto distinte, che si partono quasi orizzontalmente da una parte e dall’altra del rafe stesso e si inarcano sui lati ; altre 2-3 diramazioni scavalcano l’apice del seme e percor- rono tutto il dorso di questo e leggermente anastomosan- dosi con i rami laterali si riuniscono intorno alla fossetta dell’embrione ; l’albume è osseo, radiante lungo una linea centrale ; l’embrione è perfettamente basilare. Altre parti mancano.
Habitat. — I frutti maturi di questa Palma vennero raccolti dal sig. Ramsay a Port Essington, nella parte più settentrionale dell’Australia, nella Penisola di Cobourg, e vennero inviati al Barone Ferd. v. Mueller, che li cre- dette appartenenti ad una nuova specie di Feritici, che però non trovo che egli abbia mai pubblicata. A me sono stati comunicati dal sig. A. G. Ewart, Direttore del «National Herbarium » di Melbourne.
Osservazioni. — Per i suoi frutti relativamente grandi non costulati ed egualmente rotondati alle due estremità
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si distingue facilmente dalle altre specie del genere. È que- sta la seconda specie di Gulubia crescente in Australia, dovendosi riportare a questo genere anche la Hydriastele costata Bailey (= Gulubia costata Becc.) (1).
Gulubia Hombronii Becc. sp. n. (Fig. 6, B a, b, c ).
Elata (?), caudice 12-14 cm. diam. (?). Frondium seg- menti superioribus acute 3-costulato-plicatis, ensifor- mibus, rectissimis, longe acuminati, 45 cm. longis, 2 cm. latis ; spadicis ramulis non numerosis, circ. 45 cm. longis, subteretibus vel obscure tetragoni, 3.5-4 mm. diam.; flo- ribus regulariter 4-seriatis; fructibus levibus, clavato-oblon- gis, levissime gibbosis, 17 mm. longis, 6.5 mm. crassis, apice excentrico ; seminibus teretibus, ovato-oblongis, 1 1 mm. longis, 5 mm. crassis ; perianthio fruttifero cupulari. trun- cato, 5 mm. alto.
Descrizione. — A giudicare dalla base abbracciante di uno spadice fruttifero sembra una palma con un tronco di 12-14 cm. di diametro, probabilmente elato come le con- generi. Una porzione di foglia, che ritengo appartenga allo spadice descritto e che consiste in una parte apicale con pochi segmenti, ha il rachide bifaciale di sopra, pianeg- giante, nitido e minutamente puntulato-impresso di sotto, ed ha un piccolo solco longitudinale lungo il centro ; i seg- menti sono acutamente 3-costulato-plicati, inseriti ad un angolo molto acuto, sottilmente coriacei, rigidi, ensiformi, drittissimi, lungamente acuminati, opachi, finamente ma acutamente striati sulle due faccio da numerosi nervi ter- ziari e più pallidi di sotto che di sopra; margini fortemente inspessiti ; venule transverse indistinte ; nella pagina infe- riore la costola mediana, per il tratto di 3-4 cm., è prov- vista di fitte pagliette lineari ; i segmenti maggiori fra
(1) Vedi: F. Manson Bailey in « The Queensland Agricultural Journal voi. XXIII, Part 1, July 1909, p. 35.
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quelli esistenti, che come è stato detto appartengono alla parte apicale della fronda, sono lunghi 45 cm. e larghi 2 cm. ; i 2 segmenti terminali sono completamente liberi alla base ed assai più stretti e più corti degli altri.
Spadici scopeformi, con brevissima parte pedicellare, e con pochissimi rami fioriferi (7 nell’esemplare esaminato), tutti eguali e che si partono quasi dalla medesima altezza ; parte pedicellare dilatata in una base abbracciante, semi- lunare, crasso-legnosa, che bruscamente si restringe in un collo breve, schiacciato, sul quale si vedono le cicatrici dell’attacco di due spate complete ; i ramoscelli fioriferi sono lunghi circa 45 cm., subtereti o molto oscuramente 4-angolari, di 3.5-4 mm. di diam. dalla base sino presso al- l’apice, dove solo si assottigliano: sono glabri e rugulosi (per il disseccamento), portano i fiori regolarissimamente dispo- sti lungo 4 serie ; hanno i pulvinuli dei fiori superficiali e nella parte bassa discosti 10-12 mm., verso l’estremità solo 6-7, orbiculari, di 2 mm. di diam., contornati da angustis- sime bratte semicircolari scariose ; anche la brattea infe- riore è strettissima, semicircolare e con appena un accenno di punta; le cicatrici dell’attacco dei fiori maschili sono lineari, leggermente rilevate e situate lateralmente in alto della cicatrice del fiore femineo.
Frutti molto nettamente 4-seriati, perfettamente orizzon- tali, oblungo-subclavati, 17 mm. lunghi (compreso il pe- rianzio), spessi 6.5 mm., molto ottusamente apicolati, leg- germente asimmetrici o con 1’ apice un poco obliquo e leggermente gibbosi, a superficie perfettamente liscia ; sul secco sono oscuramente corrugati per il lungo ed anche allorché fatti rinvenire con l’ebollizione prolungata riman- gono molto superficialmente costulato-angolosi (forse anche sul fresco ?). Pericarpio nell’ insieme sottile ; epicarpio pel- licolare ; mesocarpio formato da una parte carnoso-grumosa, scarsissima e di un solo strato di fibre laminari parallele; endocarpio sottile. Seme ovato-oblungo, terete, rotondato alle 2 estremità, lungo 11 mm., largo 6 mm. Albume omo- geneo. Embrione basilare.
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Perianzio fruttifero dipolare, ciatiforme, alto 5 mm., tron- cato, con base pianeggiante larga 4 mm.; sepali più larghi che alti, a contorno rotondato, ottusamente carenati sul dorso, lisci, callosi e gibbosuli in basso, a margine sottile intiero o quasi e minutissimamente ciliolato ; petali di un terzo più lunghi dei sepali, suborbiculari, a contorno pure minutissimamente ciliolato, rotondato, inconspicuamente api- culato nel centro, verso il quale convergono alcuni nervi non molto forti. Staminodì piccolissimi, dentiformi, a quanto sembra in numero di 3 soltanto.
Habitat. — Polinesia : nell’ Isola St. Georges del gruppo delle Isole Salomone, raccolta da M. Hombron durante il viaggio dell’Astrolabe e della Zélée (1838-1840). (Herb, di Parigi, esemplare comunicato dal prof. Lecomte).
Osservazioni. — L’esemplare su cui è fondata questa specie consiste nella sola parte apicale di una fronda ed in uno spadice con frutti prossimi a maturità. Questi allo stato secco sono molto raggrinziti per il lungo, ma fatti lungamente bollire nell’ acqua con l’aggiunta di un poco di soda hanno preso la forma sopra descritta, che ritengo sia quella che debbono avere allo stato fresco. E affine alla G. moluccana, ed i frutti per la forma sono similis- simi a quelli di questa specie, ma sono considerevolmente più grandi.
ARECA, Limi.
Areca Rechingeriana Beco. sp. n.
Caudice 6-7 cm. diam. ; foliis.... ; spadice fructifero re- curvo, circ. 25 cm. longo, parte pedicellari brevi, parte axili crassiuscula indivisa: floribus foemineis solitariis, usque ad spadicis apicem spiraliter et remotiuscule insertis ; pe- rianzio fructifero urceolato-campanulato, 13-14 mm. longo. 9-10 mm. lato ; sepalis et petalis subconformibus, usque
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ad apicem virescentibus (minime exsuccis) ; sepalis acutis subpungentibus ; corolla calycem paullo superanti, petali s brevissime apiculatis; fructibus (immaturis) anguste oblcngo- ellipticis vel subclavato-ellipticis, utrinque rotundatis, su- perne rotundatis ed in vertice areola circulari in medio apiculata notatis.
Descrizione. — Dalla base dello spadice il tronco si giu- dica di 6-7 cm. di diam. Lo spadice fruttifero è nell’ in- sieme lungo circa 25 cm., è reflesso, ed ha una parte pe- duncolare lunga circa 3 cm., spessa circa 1 cm., un poco compressa e dilatata molto bruscamente in una base crassa semilunare ; la parte assile è piuttosto crassa, spessa in basso 7-8 mm., un poco assottigliata verso l’apice, dove è sempre 5-6 mm. di diam.: è oscuramente angolosa e legger- mente sinuosa fra un flore femineo e 1’ altro, essendoché questi fiori non sono addensati intorno all’asse, ma lasciano degli spazi a nudo di sino 10-15 mm., fra quelli che riman- gono sopra una medesima linea. I fiori feminei sono inse- riti spiralmente, ma senza una grande regolarità e sono solitari, i più bassi sono un poco deflessi, sono portati da un pedicello crasso spesso 4-5 mm., lungo 5-8 mm. e più o meno compresso ed angoloso. I fiori superiori sono orizzon- tali, sessili o quasi, e riposano sopra un ringrosso o fulcro tubercoliforme; dall’apice e da un lato del pedicello o del ringrosso tubercoliforme nasce un gracile ramoscello fiori- fero che porta soli fiori maschi, e che forse col tempo si disarticola e cade, nemmeno uno essendo presente nell’esem- plare che io ho studiato; alla base del fiore femineo non vi sono che bratteole inconspicue, ridotte ad un semplice orlo.
Il perianzio fruttifero è lungo 13-14 mm., è campanulato- urceolato, ed ha 9-10 mm. di diam. ; i sepali ed i petali sono subconformi, verdi, suberbaceo-scariosi sino all’apice e mai diventano essucchi o marcescenti ; i sepali sono lar- gamente ovati e si terminano in una punta piuttosto ri- gida, carinata sul dorso ; petali un poco più lunghi dei sepali, molto larghi, molto bruscamente contratti in un pie-
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colo, ma ben distinto apicolo. Staminodì 6, piccoli trian- golari, dentiformi, discosti 1’ uno dall’altro.
Frutti angustamente ovato-ellittici, egualmente rotondati alle due estremità, lunghi 3 cm. compreso il perianzio, e di 13 mm. di diam., terminati da una piccola areola circolare che porta nel suo centro un piccolissimo apicolo (resti de- gli stigmi).
Sono forse riferibili alla A. Bechingeriana alcuni ramo- scelli con soli fiori maschili, raccolti pure da Rechinger a Kieta (N.° 3992) e che indubbiamente appartengono ad una Areca della sezione Balanocarpus, ma che differiscono da quelli della forma di Areca macrocaìyx che cresce pure nelle Isole Bougainville. Questi ramoscelli sono lunghi 13-17 cm., hanno i fiori gemini in basso e solitari in alto. I fiori sono lunghi 5 mm., assai più acuminati di quelli della A. macrocaìyx; gli stami sono 6 ; il calice è piccolis- simo ed ha 3 denti acuminati; petali lanceolati acuminati fortemente striati; il rudimento d’ovario od è piccolissimo
0 manca affatto, per quanto mi è stato possibile di verifi- care sui fiori di già aperti.
Habitat. — Scoperta dal dott. Rechinger nel 1905 a Kieta nelle Isole Bougainville.
Osservazioni. — Specie di un tipo assai differente da tutte quelle sino a qui note, ma che rientra nel gruppo Balanocarpus per lo spadice con parte assile indivisa e per
1 suoi ramoscelli fioriferi raccorciati, crassi, brevissimi e portanti un sol fiore femineo assai voluminoso in basso e subito contratti al di là di questo in un ramoscello sottile, sul quale sono inseriti numerosi fiori maschili, del resto esattamente come nell’ A. macrocaìyx ed affini. Soltanto nell’ A. Bechingeriana i fiori feminei non sono così adden- sati da nascondere completamente l’asse dello spadice; ma sono invece alquanto discosti fra di loro, tanto che anche allo stato fruttifero l’ asse dello spadice rimane scoperta negli interstizi fra un frutto e l’altro.
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NUOVE SPECIE DI “ FREYCINETIA „
PER
UGOLINO MARTELLI
Sectio I. - OLIGOSTIG-MA.
Freycinetia bornensis n. sp.
Caulis 5 mill, crassus, internodis circiter 2 cent, longis. Folia patentissima inter se nonnihil dissita, submembra- naceo-chartacea, utrinque striata, subtus pallidiora, longi- tudinaliter remotiuscule venosa et transverse remotiuscule tessellata, oblanceolata, subabrupte acuminato-cuspidata, apice plicato et breviter recurvo, in cuspidem longiuscu- lam, trigonam, subulatam, continuato ; in parte basilari sen- sim attenuata, basi circiter 1 cent, lata, ibique brevissime canaliculata et breviter vaginantia ; laminae marginibus, in parte intermedia, levibus, in quartana inferiorem par- tem subpatule et breviter dentatis, in quartana superiorem partem serratis, dentibus longiusculis, acutis ; costa media subtilis, prominula, in tertiam superiorem partem tantum spinulosa. Inflorescentia foeminea ad apicem ramulorum, terna (?) ; pedicellis brevibus, 16 mill, longis, 8 mill, crassis, scabriusoulis, attamen non squamulosis. Syncarpia (imma- tura) subglobosa, 12 mill. diam. Baccae (immaturae) breves, 5 mill, longae, 3 mill, latae, obconicae, parte apicali libera 2 mill, longa, rotundata, acute anguiosa, summo vertice abrupte elevato, 1 mill, longo et crasso, acute prismatico- subpyramidato, trimcato. Stigmata duo vel tres latiuscula, confluentia.
Habitat. — Borneo olandese. (Jaheri, 1896-97 n. 925; in herb. Buitenzorg).
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Freycinetia lucida n. sp.
Caulis 8 mill, crassus. Folia conforta, imbri cata, coriacea, rigida, recta, ascendenza, 40-43 cent, longa, linearia, 11-12 mill, lata, superne sensim attenuata et acuminato-subulata, supra nitens et sulco mediano angusto longitudinaliter percursa, apicem versus limbo convexo-subrevoluto, et se- riatim dentium forma impresso, pagina inferiori glaucescenti, crebre sed superficialiter longitudinaliter nervoso-striata, in- ferno breviter canaliculata, basi (3 cent, longa) amplectentia- subvaginantia ; auriculis 2 */„ cent, longis, 6 mill, latis, mem- branaceis, ad margines crebre et minute fimbriato-denticu- latis, apice truncato et subintegro ; laminae marginibus acute dentato-serratis, dentibus brevissimis ; costa media subtus circiter in quartana inferiorem partem inermi, cae- tero brevissime subappresse acute spinuloso-serrata. Spa- tkae foliis simillimae sed breviores, inferne dilatatae et concavo-naviculares. Inflorescentia apicalis, terna ; pedi- cillis 2 cent, longis, 3 mill, crassis, scabridis nec squamu- losis. Syncarpia (novella) oblonga. Stigmata duo.
Habitat. — Borneo olandese ad Amai-Ambit. (Hallier, 1893-94, Borneo expeditie, assieme al n. 3188 ; in kerb. Buitenzorg).
Freycinetia Winkleriana n. sp.
Caulis 7 mill, crassus, internodis brevibus, fere 1 cent, longis ; folia imbricata, conferta, coriacea, lineari-ensifor- mia, sursum sensim attenuato-subulata, 45-55 cent, longa, 9 mill, lata, basin versus, brevi tractu, paullo sensim an- gustata, in pagina inferiori minute longitudinaliter crebre venosa, in superiori anguste canaliculata et in dimidiam superiorem partem marginibus revolutis, ibique utrinque dentium impressionibus notata; parte basilari 5 cent, longa, dilatata et semiamplectenctia ; auriculis submembranaceis
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angustiusculis, superne ambitu leviter rotundatis, apice angusto, obtuso et vix fimbriato-dentato ; laminae margi- nibus per totam longitudinem crebrerrime irregolariter dentato-serratis, dentibus crassiusculis, brevissimis ; costa media, tertia inferiori parte excepta, crebrerrime et mi- nutissime spinuloso-serrata. Spathae rubrae, latae, lanceola- tae, sensim sursum in laminam folii simillimam longe protractae. Syncarpia terna, pedicel! ata ; pedicellis 1 ljt cent, longis, 3 mill, crassis apicem versus tantum paullo pi- loso-squamulosis ; parte fructifera (immatura) cylindracea, 3 cent, longa, 6 mill, crassa. Baccae, immaturae, prismaticae? stigmata duo.
Habitat. — S. 0. Borneo, nelle foreste vergini di Dj ili, 22 Agosto 1908. (H. Winkler n. 3313; in herb. Berlino).
E molto affine alla F. confusa Ridi.
Treycinetia ceramensis n. sp.
Caulis 7 mill, crassus; folia dense-conferta, imbricata, rec- tiuscula, divaricato-ascendentia, chartacea, lineari-lanceo- lata, 13-14 mill, lata, 40-50 cent, longa sursum sensim attenuata et longe acuminato-subulata, basin versus laevi- ter angustata, parte basilari 3 cent, longa vaginantia ; auriculis chartaceis, fere in toto margine spinuloso-ciliatis, apice acutis, plus minusve liberis ; laminae marginalibus, basi et apicem versus brevissime et minute spinuloso-ser- rulatis ; costa media subtus fere e medio usque ad apicem remote minuteque spinulo-a. Inflorescentia foeminea termi- nalis, terna; pedicellis 3 ‘/g cent, longis, laevibus, 4 mill, cras- sis. Syncarpia (immatura) 5 cent, longa, 12-18 mill, crassa. Baccae numerosissimae confertae, elongatae, breviter in apice liberae, ibique anguloso-subpyramidatae, vertice truncato annulato. Stigmata duo opposita.
Habitat. — Isola di Ceram. (G-. H. de Yriese, 1857-61; in herb. Leiden).
Freycinetia amboinensis n. sp.
Caulis circiter 1 */s cent, crassus, internodis brevissimis. Folia conforta, imbricata, arcuato-patentia, late linearia, 60 cent, longa, 18-20 mill, lata, apicem versus tantum sensim et rigide attenuato-acuminata, coriacea, utriuque crebre et manifeste longitudinaliter venoso-striata, in pa- gina inferiori plus minusve incerte tessellata et in folia adulta, subvitro, punctis minutissimi fere ferruginei con- spersa, basin versus arcuata et vix attenuata, longo tractu plicata et supra anguste canaliculata, basi semiamplecten- tia ; auriculis submembranaceis, supra minutissime punctu- lato-impressis, 5 ‘/2 cent- longis, 12 mill, latis, lanceolatis, apice breviter libero, subacuto et fimbriato ; laminae mar- ginibus basin versus, brevi tractu, patule dentato-serratis, dentibus brevissimis; costa media acuta, prominula, inermi vel apicem versus minute calloso-dentata. Inflorescentia foeminea solitaria vel duplex, terminali, etiam terna vel quaterna, pedunculo communi anguioso, in parte apicali piloso-scabrido ; pedicellis 2 */4 cent, longis, 5 mill, crassis. Syncarpia (immatura) cylindracea, 3 1 2-5 cent, longa, 1 cent, crassa. Baccae (immaturae) prismaticae, usque ad apicem appropinquatae, in summo vertice planae. Stigmata duo confluenti.
Habitat. — Amboina. (Teysman; in berb. Buitenzorg).
Freycinetia dubia n. sp.
Caulis 6 mill, crassus, internodis 5-10 mill, longis ; folia late patentia, inferiora reflexa, subcoriacea, levia, lanceolata, 11-13 cent, longa, 2 4/a— 3 cent, lata, apicem versus plicato- canaliculata et acumino brevi, falcato terminata, basi paullo angulata, supra in medio angustissime sulcata, subtus re- mote et obsolete longitudinaliter venosa, in ima basi semi-
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amplectentia, minime vaginantia; auriculis submembrana- ceis cito evanescentibus, lanceolati, acutis, 2 cent, longis; la- minae marginibus et costa media inaermibus, in acumino tantum minutissime denticulatis. Inflorescentia foeminea terminalis, terna, pedicellis brevibus, 1 1 , cent, longis, 2 mill crassis, apicem versus vix squamulosis, caeterum levi- bus. Syncarpia (immatura) oblonga, 1 cent, longa, 5 mill, crassa. Baccae usque ad apicem succulentae? Stigmata duo confluentia.
Habitat. — Amboina. (Boerlage et Smith, Luglio 1900, n. 458; in herb. Buitenzorg).
Freycinetia koordersiana n. sp.
Caulis alte foliosus, 7 mill, crassus, internodis 12-14 mill, longis ; folia subimbricata, recta, subito supra basin subabrupte erecto-patentia, anguste lanceolata, acuminata, 20-23 cent, longa, 10-14 mill, lata, basin versus sensim paullo attenuata, ibique, tractu 3 cent, longo, semivagi- nantia, subtus longitudinaliter crebrerrime minute striato- venosa ; auriculis cito deciduis, 3 cent, longitudine pu- tantur (non vidi 4 ; laminae marginibus, in parte basilari, brevissimo tractu, perpaucis dentibus brevibus rectis, cras- siusculis, patentibus armatis, caeterum laevibus, extremo apice crenatis vel obscure denticulatis ; costa media in ter- tiam superiorem partem tantum remote et acute spinescenti. Inflorescentia foeminea terminalis, terna ; pedicellis 3 cent, longis, 4 mill, crassis, apice squamuloso-scabridis, caeterum quadricostulatis et secus costulas squamulosis. Syncarpia (immatura) cylindracea, 5-6 cent, longa, 8 mill, crassa ; baccae (immatur^e) prismaticae, earum parte apicali libera longiuscula, 1 mill, longa, acute costulata, pyramidata, apice angusto, annulo vix prominulo cincto. Stigmata duo, raro tres, confluentia.
Habitat. — Celebes nella Provincia di Minahassa Me- nado (Koorders n. 18461 ; in herb. Buitenzorg).
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Freycinetia timorensis n. sp.
Folia superiora mihi tantum nota, conforta, imbucata, adscendentia, subpergamenacea, loriformia, 2 1 , cent, lata, sursum sensim attenuato-acuminata, 60 cent, longa, inferno longe canaliculata, basi late amplectentia, utrinque longi- tudinaliter crebre et validiuscule venoso-striata, subtus leviter tessellata ; auriculis rudimentariis subbrevibus, an- gustis, tenuiter membranaceis ; laminae marginibus basi, brevi tractu, dentibus brevissimis, horizontalibus munitis, caeterum levibus vel apicem versus incerte denticulatis ; costa media subtus prominula, apicem versus tantum, paullo vel obsolete spinuloso-denticulata ; foliis superioribus spa- thaceis, costa media basin versus minute et crebre ser- rata. Inflorescentia foeminea terna, spathis plurimis invo- luta ; spathae foliis similes sed multo breviores et latiores; pedicellis 2 1 , cent, longis, 5 mill, crassis, squamularum seriebus nonnullis longitudinalibus praeditis. Syncarpia (im- matura) cylindracea, 8-3 1 2 cent, longa, 1 cent, crassa, Baccae (immaturae) prismaticae, in vertice coronatae. Stig- mata duo, confluentia ; staminodia brevissima.
Habitat. — Isola Timor. (Forbes, n. 3839 ; in herb. Bui- tenzorg).
Freycinetia andajensis n. sp.
Caulis robustus (?). Folia ultra metralia, cartilagineo-sub- coriacea, late linearia, apicem versus latiora, ibique 6 cent, lata, deinceps sensim usque ad basin leviter decrescentia, ibi- que 3 */, cent, lata, apice acuta, in cuspidem trigonam, vali- dam, terminata, in pagina superiori minute striatula, subtus glauca, minutissime et crebre venoso-striata, in parte basi- lari 13 cent, longa et amplectentia, utrinque obscure tessel- lata; auriculis 15-17 cent, longis, 1 */, cent, latis, basin versus
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cartilagineis, apicem versus membrauaceis, ibique falcato- rotundatis; laminae marginibus ultra medium, brevi tractu, inermibus, caeterum minute et brevissime crebre dentato- serratis, basin versus dentibus latis, acutis, patentibus, flac- cidis; costa media in pagina inferiori subtili, et prominula in parte apicali tantum crebre et minute spinulosa-serrata. Spathae decrescentes, exteriores 40 et ultra cent, lon- gae, 8 cent, latae, lanceolato-acuminatae, cuspidatae, car- nosae, in sicco utrinque crebre et valde venoso-striatae, apicem versus foliaceae et plicato-falcato-recurvae ; mar- ginibus, parte intermedia excepta, serratis ; costa media acute prominenti, e medio usque ad apicem spinulosa. Spa- thae interiores carnosae, late triangulari-lanceolatae, con- cavo-naviculares, acuminatae et trigono-cuspidatae vel acu- tae, 25-22 cent, longae 7-9 cent, (ad basin) latae, utrin- que crebre venosae et valide striatae, marginibus apicem versus et costa media, tertia inferiori parte excepta. cre- bre irregulariter serratis. Inflorescentia mascula terna vel quaterna, elongata ; pedicellis 5 cent, longis, 5-7 mill, latis, longitudinali ter minute fibroso-striatis nec squamu- loso-scabridis ; parte staminifera cylindracea, valida, densa, 9-10 cent, longa, 13-14 mill, crassa ; filamentis tenuibus, 4 mill, longis ; antheris parvis, oblongis. Inflorescentia foeminea, terna vel quaterna, pedicellis uti in inflorescentia mascula. Syncarpia (immatura) cylindracea, 11-12 cent, longa, 15-20 mill. lata. Baccae (immaturae) prismaticae, columnares, 5 mill, longae, 1 mill, crassae, apice plano ; stigmata duo opposita, annido elevato cincta ; staminodia tenuia, elongata.
Habitat. — Nuova Guinea olandese ad Andai. (Becc. 1872, n.° 72 P. P. n.° 604 ; in herb. Beccari).
Treycinetia arfakiana n. sp.
Caulis in parte superiori foliaceus, fere 1 cent, crassus, internodis 1 ‘/» cent, longis. Folia conferta, imbricata, late
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linearia, apice sursum attenuato-acuminata, coriacea, 40 cent, longa, 4 cent, lata, marginata, supra levia, subtus venoso- striata et reticulato-tessellata, basin versus sensim paullo attenuata, plicato-canaliculata, amplectentia ; auriculis sub- membranaceis, 8 mill, latis et fere 6 cent, longis, arcuatis, apice acutis ; laminae marginibus levibus, basi tantum brevissimo tractu, remotiuscule dentatis, dentibus brevi- bus, caeterum et in acumine calloso-denticulatis ; costa media subtilis, prominula, acuta, e medio usque ad apicem spinis raris, minutis praedita. Inflorescentia foeminea ra- cemosa, conferta, 6-7 spicata, terminalis. Spathae cito de- ciduae (non vidi); pedunculus communis longiusculus, tri- gonus, 1 cent, crassus; pedicellis 4-5 */, cent, longis, 2-4 mill, crassis, sublevibus, nec squamuloso-scabridis. Syncarpia cjdindracea (immatura), 6-7 cent, longa, 10-11 mill, crassa. Baccae (immaturae) prismaticae, 4 mill, longae, apice sub-piano; stigmata duo, raro tres; staminodia subbrevia, filamentis latiusculis, antherarum rudimentis hastatis, acutis.
Habitat. — Nuova Guinea olandese sul Monte Arfak a Putat ; Decembre 1872. (Becc. P. P. n.° 821; in herb. Beccari).
rreycinetia Jaheriana n. sp.
Caulis 5-6 mill, crassus, internodis brevibus, 6 mill, lon- gis; folia approximate imbricata, adscendentia, pergamena- cea, oblongo-lanceolata vel oblanceolata, 30-35 cent, longa, 4 1 s-5 cent, lata, utrinque sensim attenuata, prope apicem plicato-canaliculata et in acumen brevem, trigonum, falca- tum sensim abeuntia, ad basin 1 */, cent, lata, ibique supra brevissime plicato-canaliculata et brevissimo tractu, 1 \ ,cent. longo, subamplectenctia ; in pagina superiori (in sicco) lon- gitudinaliter valide venoso-striata ; in pagina inferiori sub- tiliter remotiuscule venosa et crebre tessellata; auriculis submembranaceis, brevibus, 12 mill, longis et 5 mill, latis,
apice rotundatis et paullo fimbriatis ; laminae marginibus ad basin, brevissimo tractu, dentibus patenti bus, acutis, brevibus, armatis, ad apicem et in cuspidem dentato-serratis, caeterum levibus; costa media subtus acuta et prominula, in tertiam superiorem partem longiuscule et acutissime spinuloso-serrata. Inflorescentia foeminea terminalis, spathis perplurimis, decrascentibus, deciduis, induta. Spatha exte- rior elongata, 12 cent, longa, angusta, 1 ljt cent, lata, apice attenuato-acuminata, marginibus et costa media longiu- scule subtiliter dentatis; spathae interiores breviores, lan- ceolatae, acuminatae, longiuscule rostratae vel lanceolatae et acutae, naviculares, marginibus membranaceis, dorso acute carinato, carina e medio usque ad apicem spinulosa et marginibus in parte apicali, tantum crebre dentato-serratis. Inflorescentia quaterna; pedicellis 2 cent, longis, 3-4 mill, crassis, in dimidiam superiorem partem scabrido-squamu- losis, infra medium squamularum seriebus duabus ad latera praeditis Syncarpia cylindracea, immatura, 3*/s cent, longa, 7 mill, crassa. Drupae iramaturae tantum vidi, prismati-
cae ; stigmata 3, interdum 2 vel 4 raro, 5, anuulo levi
' cincta.
Habitat. — Nuova Guinea a Tiak-Tiak. (Jaheri ; in kerb. Buitenzorg).
Freycinetia macrostachya n. sp.
Folia ultra metralia, recurva, coriacea, in sicco utrinque crebre venoso-reticulato-tessellata, late linearla, 6 cent, lata, apice nonnihil coarctata et breviter acuminata, basin versus sensim angustata, ibique in parte basilari paullo di- latata, canaliculata et late amplectentia nec vaginantia ; auriculis coloratis, membranaceis, conspicuis, 13-18 cent, longis, 2 cent, latis. falcatis, longitudinaliter remoti usculis, venosa. Inflorescentia foeminea terna, robusta, valide et longiuscule pedunculata ; spathis... (ut videtur numerosis) ;
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pedicellis robustis, 4 cent, longis, 12 mill, crassis, basin versus incrassatis, in sicco scabriusculis nec squamulosis. Syncarpia valida, cylindracea, 10-13 cent, longa, 25-35 mill, lata ; baccae numerosissimae, confertae, lineares, an- gulosae, 1 mill, crassae, 11 mill, longae, omnes appropin- quatae, in earum dimidiam inferiorem partem seminiferae, et in parte apicali brevissima, 2 mill, longa, coriacea, sub- liberae, vertice angusto, plano, annulo vix prominulo cincto et stigmatibùs duobus oppositis, repleto. Semina subincurva, fere 1 mill, longa, linearia; raphe angusta, alba vix mani- festa, instructa.
Habitat. — Nuova Guinea, lungo il Fly River. (De Al- bertis, 1879 ; in herb. Beccari).
Freycinetia oblanceolata n. sp.
Caulis planus, nec nitens, 5—9 mill, crassus, foliis alte vestitus; internodis 2-2 */» cent, longis; folia dissita, erecto- patula , chartacea, oblanceolato-spathulata, plana, 15-21 cent, longa, 3-4 cent, lata, utrinque longitudinaliter a ve- nis remotiusculis, suboscuris percursa, in sicco persaepe longitudinaliter crispula, apice rotundata, plioato-falcata, subabrupte breviter acuminato-subulata, sensim usque ad basin angustata, ibique 5-10 mill, lata, ima basi subam- plectentia, minime vaginantia ; auriculis membranaceis, cito in fbras solutis, 2 */g cent, longis, latiusculis (7 mill.); laminae marginibus basi et apice, tantum brevi tractu, dentibus brevissimis (interdum etiam evanidis) acutis, cras- siusculis, remotis, patentibus munitis ; costa media promi- nula, apicem versus remote et minute spinulosa. Inflore- scentiae pedunculum spathis plurimis, imbricatis, vestitum. Spathae parvae, decrescentes, membranaceae, superiores 5 cent, longae (inferiores minores), lanceolato-acutae vel obtu- siusculae, basi 10-12 mill, latae, amplectentes, plicato-na-
viculares, dorso longitudinaliter minute striatae, marginibus scariosis. Inflorescentia foeminea terminalis, terna vel qua- terna; pedicellis brevibus, 13-17 mill, longis, 1 */g- 2 */g mill, crassis, levibus. Syncarpia oblonga, 2 */g cent, longa, 2 cent, diam. Baccae polygonae, usque ad apicem succulentae, oblongae, 7 mill, longae, apice rotundato-pyramidato ; stig- mata 1 vel 2, super papillam apicalem sita. Semina leviter falcata; raphe et strophiolo albis, crassiusculis, cincta.
Habitat. — Nuova Guinea ad Andai; 19 luglio 1872, (Beccari, P. P. n. 545, et s. n., De Albertis ; in herb. Bec- cari) ; — a Dorei. (Teysman, n. 6762 ; in herb. Buiten- zorg).
Freycinetia erythrostigma Solms (ms. in herb. Caen).
Ramali 1 cent, crassi. Folia ad apicem ramorum conforta, imbricata, coriacea, recta, linearia, sensim acuminata, apice subuluta, coriacea, 40-50 cent, longa, 12-15 mill, lata, supra levia, subtus crebriuscule et minute venoso-striata, basi paullo dilatata et canaliculata, subamplectentia ; auriculis submembranaceis, 3 7g— 4 7* cenf- longis, angustis, acutis ; laminae marginibus et costa media subtus (ultima basi excepta) dentibus brevissimis e minutis serratis. Inflore- scentia foeminea terna (?) ; pedunculo 5 mill, crasso, et 4-5 cent, longo suffulta ; pedicillis.... Syncarpia valida, cy- lindracea, 3 */g cm. crassa, cent.... longa. Baccae nume- rosae, 15 mill, longae, 5 mill, crassae, pentagonae, in di- midiam inferiorem partem seminiferae, ibique ouneatae, acute angulosae, fere in dimidiam superiorem partem liberae, subito supra partem seminiferam abrupte strangulatae, sub- lignosae, deinsuper pyramidatae et acute angulosa-costu- latae, vertice annulo angusto cincto. Stigmata 2-3 vel 4, in sicco rufescentia. Semina linearia vel crasse linearia, valde falcata, circiter 1 */2 mill, longa, longitudinaliter costulata et subvitro minutissime transverse crebrerrime striata ; ra-
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phe alba, crassa, seminis latus convexum percurrenti, stro- phiolo angustiori, sub-inconspicuo.
Habitat. — Nuova Caledonia. (Deplanche, 1867, n. 1354 ; in herb. Caen, ex herb. Vieillard).
Sectio IL — PLEIOSTIGMA.
Freycinetia Kuchinensis n. sp.
Caulis 3-5 mill, crassus, flexuosus, in sicco flavus, nitidns, interrupte (Beco.) foliosus ; internodis 1 cent, longis ; folia membranacea, patentia, lineari -lanceolata, et acuminato-su- bulata, 20-22 cent, longa, 7-10 cent, lata, supra plana, viridia, subtus pallidiora, utrinque crebre longitudinaliter venoso striata, supra basin, brevi tractu, panilo angustata, ibique arcuata, in parte basilari 2 1 , cent, longa, vaginantia et dilatata ; auriculis 2 1 , cent, longis, membranaceo-sca- riosis, subfalcatis, 5 mill, latis. apice rotundatis, paullo fim- briatis ; laminae marginibus laevibus, basin versus, bre- vi tractu, paucis dentibus brevibus, acutis, crassiusculis, irregularibus, remotis, subhorizontalibus munitis, in parte apicali tantum minute spinulosis; costa media, subtus, acuta et prominula, fere e medio usque ad apicem remote et mi- nute spinulosa. Inflorescentia foeminea bina vel terna, api- cali ; pedunculo plurimis spathis confertis, imbricatis, de- crescentibus membranaceis induto ; spathae breves, 2 1 s-4 cent, longae, 8 mill, latae, lanceolato-acumiuatae, vel acutae, naviculares, basi amplectentes, in margines latiuscule sca- riosis ; pedicellis brevibus, 1 1 s cent, longis, 2 mill, crassis, laevibus vel antice longitudinaliter secus costulas piloso- scabridis. Syncarpia oblonga, 3-3 1 2 cent, longa, 2 cent, diam. ; drupae confertae usque ad apicem succulentae, 8 mill, longae, cuneatae, exagonae, 4 mill, crassae ; parte apicali, 2 mill, longa, libera, fere rotundato-subpyrami- data, anguiosa, et mammilla parva stigmatifera, terminata.
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Stigmata 3-4, interdum 5, conferta, latiuscula. Semina ru- bra, linearia, falcata, 11 1 2 mill, longa raphe et stropkiolo vix conspicuis.
Habitat. — N. 0. Borneo, a Kuching ; Ott. 1865. (Becc. P. B. n. 782 bis). — Sul monte Mattang. (Beccari, P. B. n. 1897 ; in herb. Beccari). — Borneo olandese a Sungei Bloeoe (Blu-u). (Jaheri, 1896-97 n. 528 ; in herb. Buitenzorg).
Freycinetia sarawakensis n. sp.
Caulis 5 mill, crassus, flavus, nitens, internodis 1 cent, longis. Folia numerosa, conferta, imbricata, adscendentia et apicem versus curvula, coriacea, 40-60 cent, longa, supra viridia, subtus glaucescentia, longitudinaliter crebrerrime et minutissime venoso-striata, anguste linearia, 5-7 mill, lata, sursum sensim attenuata, longe acuminata et subulata, basin versus canaliculata, ibique panilo angustata, basi lon- giuscule (2-3 cent.) vaginantia, ibique aliquantum dilatata ; auriculis submembranaceis, 8 cent, longis, circiter 3 mill, latis, apice subrotundatis, parce fimbriatis ; laminae mar- ginalibus, basin versus, dentibus approximatis, brevibus, crassiusculis, rectis, acutis, subhorizontalibus armatis, infra medium inermibus, in dimidiam superiorem partem minute argute remote dentato-serratis ; costa media subtus acute prominula, fere e medio usque ad apicem minute remote- que spinulosa. Inflorescentiae masculae et foemineae axil- lares in parte apicali caudicis ; pedunculo 3 cent, longo, 4 mill, crasso; bracteis brevibus, imbricatis, submembranaceis vestito; bracteae inferiores breviores patentes, squamae for- mes, rotundatae, amplectentes ; superiores ovato-lanceola- tae, acutae, concavo-naviculares, 13-22 mill, longae, basi amplectentes, in margine scariosae. Inflorescentia mascula parva, spathis decrescentibus, brevibus induta ; spatha exte- rior major, 2 */2 cent, longa, 1 */, cent, lata, ovato-acu- minata, concava, basin versus carnosa, caeterum subco- riacea ; spathae interiores minores, subcarnosae. Spadix
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gracilis, 1 ‘/s cent, longus, parte staminifera oblonga ; fila- menta crassiuscula, 1 'Jt mill, longa anthaerae pusillae, rotundatae. Inflorescentia foeminea monocephala vel bice- fala, spathis.... (caducis?); pedicellis brevibus, levibus. Syn- carpium globoso-ovoideum, 27 mill, diam., 33 mill. Ion- gum. Baccae confertae, 11 mill, longae, 2 mill, crassae, prismaticae, cuneatae, in parte apicali 1 */ mill, longa, liberae, ibique pyramidatae et acute angulosae. Stigmata 3-4, interdum 2, raro 5. Semina linearia-suboblonga et subfalcata, 1 mill, longa, raphe hyalina, latiuscula, stro- phiolo angustiori instructa.
Habitat. — Borneo, Ragiaro di Sarawak, sul Monte Mattang; Giugno 1866. (Becc. P. B. n. 1829; in herb. Bec- cari). — Borneo olandese a Sungei Bloeoe (Blu-u). (Jaheri, 1890-97, n. 1017); — ad Amai-Ambit. (Hallier, 1893-94, n. 3188; in herb. Buitenzorg).
Freycinetia aruensis n. sp.
Folia 2 1 5-3 1 2 cent, lata, circiter 40 cent, longa, acuta (?) basin versus angustata, semi amplectentia, marginibus apice tantum denticulata. Spathae 4 cent, latae, succulentae, basi pallide rubescentes, superne virescentes, ovato-lan- ceolatae, acuminatae, crebre venosae, marginibus scariosis. Sjmcarpia terna, pedicellis 2 */s cent, longis 3 mill, crassis, sparse verrucoso-squatnulosis; parte fructifera immatura, cylindracea, 3 1 , cent, longa, 6 mill, crassa. Baccae immatu- rae prismaticae, vertice plano, lato ; stigmata 6, biseriata.
Habitat. — Isole Aru a Yokan. (Moseley, Challenger exped. 1894 ; in herb. British Mus.).
Freycinetia novo pomeranica n. sp.
Scandens ramosa. Caulis alte foliosus, gracilis, 6 mill, crassus, in sicco nitens, vernicosus, internodis 6-13 mill.
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longis. Folia dissita, adscendentia, recta, submembranacea, 18-24 cent, longa, anguste lineari-lanceolata, superne sen- sim longe acuminato-subulata, inferne sensim paullo atte- nuata, basi semiamplectentia nec vaginantia, subtus crebre et minute longitudinaliter venoso-striata; auriculis 2 ‘/ - 3 */s cent, longis, cito in fibras solutis, membranaceis ; la- minae marginibus supra basin, brevi tractu, et in extremo apice tantum, minute denticulato-serratis; costa media subtus in dimidiam superiorem partem remote denticulato-spinu- losa. Inflorescentia foeminea ad apicem ramorum terna; pedi- celli laevibus, 2 cent, longis, 2-8 mill, crassis. Syncarpia oblonga vel subpyramidata, 3 7,-4 l/g cent, longa, 16-17 mill. diam. ; baccae confertae, usque ad apicem carnosae, polygonales, 7 mill, longae, 4 mill, crassae, apice convexae ; stigmata 3-4, interdum 2, annulo parvo, apicali, prominulo cincta. Semina 2 mill, longa, incurva a raphe et strophiolo latis, cincta.
Habitat. — Isola Nuova Pomerania, (Arcipelago Bismark), nella penisola Gazelle, a circa 300 m. (Rechinger, n. 3652; in herb. Rechinger).
Preycinetia longispica n. sp.
Caulis 2 l/2-3 cent, crassus; folia ad apicem ramorum valde conforta, imbricata, 80-100 mill, longa, late linearia 4-5 cent, lata, sursum sensim attenuata, acuminato-subulata, chartacea, utrinque crebre longitudinaliter valde venoso- striata, basin versus subcanaliculata et late ampleclentia nec vaginantia ; auriculis acuminatis in laminam transeun- tibus, 9 cent, longis, limbo angustissimo subscarioso ; lami- nae marginibus basi dentibus remotis, minutissimis saepius (non semper) munitis, apicem versus minutissime, sed con- spicue, remotiuscule denticulatis ; costa media subtus pro- minenti, basin versus evanescenti et fere e medio usque ad apicem minutissime et remote spinulosa. Inflorescentia
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foeminea terminalis, terna; pedicellis 5-6 cent, longis, longitudinaliter rugosis, 7 mill, crassis. Syncarpia elon- gata, cylindracea, 16-18 cent, longa, 23-27 mill, crassa ; baccae numerosissimae, 1 cent, longae, 4 mill, latae, 2 mill, crassae, infra medium seminiferae, carnosae, compressae, pentagonae, paullo supra medium coartatae, et in quar- tana superiorem partem coriaceae truncato-pyramidatae , ibique acute costulato-pentagonae, vertice plano, annulo prominulo, lobulato, cincto. Stigmata 6-7, interdum 5. Semina minuta, circiter 1 mill, longa, anguste fusiformia, recta, in vertice fuscescentia, sub rostro minutissime lon- gitudinaliter et transverse striata ; raphe et strophiolo in- cospicuis.
Habitat. — Nuova Caledonia. (Vieillard ; in herb. Caen). — Nelle foreste di Mii. (Perret, 1909; in herb. Martelli).
Freycinetia lorifolia n. sp.
Caulis 12 mill, crassus, internodis brevissimis ; folia con- forta, basi erecta, superne incurva, loriformia, 2 cent, lata, basi sursum attenuato-acuminata, 70 cent, longa, coriacea, utrinque longitudinaliter crebre venoso-striata, basi non dilatata, ibique canaliculata, semiamplectentia nec vagi- nantia ; auriculis submembranaceis, lanceolatis, acutis ; la- minae marginibus et costa media inermibus. Inflorescentia foeminea valida, quaterna ; pedicellis 4 ‘/2-5 cent, longis, 6 mill, crassis, rugoso-scabris et in parte apicali squamu- loso-scabridis. Syncarpia cylindracea, 7 1 g-8 cent, longa, 2 1 g cent, crassa; drupae (dum fere maturae) sublageni- formes, pentagonae, 22 mill, longae, fere 4 mill, crassae, in fere dimidiam superiorem partem liberae, sursum py- ramidatae, acute pentagonae, vertice 1 1 4 mill, lato; annulo prominulo cincto, subpiano ; stigmata parva, 5-6, inter- dum 4, raro 8, in circulo disposita. Semina (non plane ma-
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tura) lineari-fusifoi'mia, recta, raphe et strophiolo inco- spicuis.
Habitat. — Nuova Caledonia. (Vieillard, n. 2367 ; in herb. Paris).
Preycinetia microdonta n. sp.
Scandens, ramulis 8 mill, crassis, internodis brevibus, 6 mill, longis. Folia ad apicem ramorum conferta, imbricata, anguste linearia, 1 cent, lata, adscendentia, apicem versus incurva, 60 cent, longa, membranaceo-subcoriacea, utrinque longitudinaliter crebre et minutissime venoso-striata, sur- sum longe sensim attenuato-acuminato-subulata, inferno sensim angustata et canaliculata, basi semiamplectentia ; auriculis membranaceis, 2 cent, et ultra longis, 5 mill, latis, lanceolati, acutis, evanescentibus. Laminae margini- bus dentibus rarissimi, minutissimi, quasi puntiformibus, superne crebrioribus munitis. Inflorescentia foeminea ter- minali, bina ; pedicellis fere 4 cent, longis, 3 mill, cras- sis, levibus. Syncarpia oblonga? Baccae prismaticae, 10 mill, longae, 3 mill, crassae, in parte apicali 4 mill, longa, co- riacea, liberae ; parte libera basi prismatica et acute co- stolata, superne pyramidata, vertice angusto, mammillato, anguioso, annulo coronato ; stigmata 3-4. Semina linearia, falcata, circiter 2 mill, longa, transverse minutissime striata, raphe et strophiolo albo-membranaceis, latiusculis subaequa- libus, etiam transverse minutissime striatis.
Habitat. — Nuova Caledonia a Wagap. (Vieillard 1861- 67 ; n.° 3267 ; in herb. Caen).
Preycinetia Vieillardii n. sp.
Folia subcoriacea, conferta, imbricata, 30-40 cent, longa, linearia-sublanceolata, 1 ‘/2 cent, lata, sursum sensim at-
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tenuato-acuminata, basi subamplectentia nec vaginantia, subtus minute crebreque venoso-striata; auriculis mem- branaceis in fibras cito solutis ; laminae marginibus et costa media usque ad apicem remote et minute dentatis. Inflorescentia foeminea terminalis, terna; pedicellis 31 , cent, longis, 6-7 mill, crassis, levibus. Syncarpia globoso-elliptica, 3-3 ‘/a cent, longa, 25-27 mill. diam. Baccae immaturae li- neares, prismatico-sublageniformes, 12 mill, longae, in ter- tiam superiorem partem liberae, ibique angustato-subpyra- midatae, apice capitato-lobato; stigmata 3-6, confluenza. Staminodia elongata, in sicco rufescentia.
Habitat. — Nuova Caledonia, nei boschi delle montagne di Balade. (Vieillard, n.° 1354 ; in herb. Caen).
INCERTAE SEDIS.
Freycinetia Xeyensis n. sp.
Folia crebre imbricata ad apicem ramorum conferta, reclinata, pergamenacea, 60-80 cent, longa, utrinque lon- gitudinaliter crebrerrime venoso-striata, in pagina supe- riori, praecipue apicem versus, crebre tessellata, late li- nearia, 3-5 cent, lata, e parte apicali usque ad basin sensim paullo angustata, fere in dimidiam inferiorem par- tem plicato-canaliculata, apice minime coarctata sed sensim acuminato-subulata, in parte basilari leviter ampliata et in ambitu sub rotundata, amplectentia nec vaginantia ; auri- culis membranaceis, 10 cent, longis, 1 cent, latis, integris, ambitu leviter rotundatis ; laminae marginibus in parte media laevibus, caeterum minute remotiuscule dentato-ser- ratis; costa media, subtus, acute prominenti, apicem tan- tum remotiuscule spinulosa. Spathae exteriores foliis simil- limae sed multo breviores, 25 cent, longae, lanceolato- elongatae, acuminatae, basin versus carnosulae, sensim di- latatae, canaliculato-naviculares ; interiores in toto carno-
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sulae, 16-10 cent, longae, 4 cent, latae, ovato-lanceolatae, plus-minusve longe acuminato-subulatae, acute concavo- naviculares, carinatae, longitudinaliter crebre venoso-stria- tae. Inflorescentia mascula tantum nota, terminalis, terna, pedicellis 4 cent, longis, 4 mill, crassis ; parte staminifera cylindracea, elongata, 5-6 cent, longa, 7 mill, crassa ; sta- mina numerosa, conforta, 5 mill, longa, filamentis gracilli- mis ; antheris parvis, oblongis.
Habitat. — Isole Kei, nella G-rande Kei. (Raccoglitore ignoto, n.° 246 ; in herb. Buitenzorg).
Freycinetia gladiifolia n. sp.
Scandens, caulis 7-8 mill, crassus, internodis brevibus, 8 mill, longis ; folia conforta, arcuato-ascendentia, rigida, linearia, ensiformia, 1 cent, lata, acuminato-subulata, 35-40 cent, longa, subtus crebre et minute longitudinaliter ve- noso-striata, basi non angustata, supra canaliculata et bre- viter vaginantia ; auriculis membranaceis, lanceolatis, acutis, fere 3 cent, longis; laminae marginibus, brevi tractu in parte media, levibus, caeterum dentibus brevissimis et mi- nutis, basilaribus patentibus, munitis. Inflorescentia mascula tantum nota, terminalis, plurimis spathis subcarnosis, coloratis involuta. Spathae exteriores, vel potius folia floralia, foliis simillimae sed breviores, et basin versus sensim dilatatae, carnosae et coloratae ; spathae interiores etiam carnosae et coloratae, 2 72-3 i/i cent, latae, 7 cent, longae, ovato-lan- ceolatae, convexae, acutae vel in acumen viridem folia- ceurn plus minus ve elongatum productae. Spadices ma- sculi quaterni ; pedicellis tenuibus, 2 */s mill, latis, 2 cent, longis, levibus, longitudinaliter striatulis ; parte sta- minifera 2 V2 cent, longa, cylindracea. Stamina perplurima, filamentis 2 mill, longis; anthaeris, brevibus oblongis.
Habitat. — Nuova Guinea, Rorido Misori, Baia del Geel- vinch; Maggio 1872. (0. Beccari s. n., in herb. Beccari).
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Freycinetia brevifolia n. sp.
Caulis gracilis, 5 mill, crassus, internodis fere 5 mill, longis. Folia non valde conforta, submembranacea, lineari- lanceolata, ensiformia, superne sensim attenuato-acuminata, 10-14 cent, longa, 7-8 mill, lata, ima basi angustata, non vaginantia ; auriculis membranaceo-scariosis, cito deciduis; laminae marginibus apicem versus sed interdum etiam in parte basilari, remotiuscule spinuloso-dentatis ; costa media quoque subtus in parte apicali tantum, eodem modo spinu- losa. Inflorescentia mascula terminalis. Spathae exteriores 5 cent, longae ; interiores paullo minores, omnes anguste ovato-lanceolatae, superne sensim attenuatae et breviter acuminatae, concavo-com/exae, marginibus membranaceis, basin versus carnosulae. Spadices masculi tantum noti, bini ; pedicellis gracilibus 1 mill, crassis, 3 cent, longis, nudis ; parte antberifera cylindracea, 10-12 mill, longa; stamina non conforta, nec numerosa, filamentis breviusculis crassiusculis ; antheris parvis suborbicularibus.
Habitat. — Nuova Caledonia, nei Boschi della Montagna di Balade. (Vieillard, 1855-60, n. 1351; in herb. Caen).
Descrizione di una nuova specie di “ Trachycarpus „
PER
ODOARDO BECCARI
Trachycarpus nana Becc.
Subacaulis, frondibus profonde multipartitis, subtus glau- cescentibus, segmentis apice obtuse breviterque bidentatis; spadicibus erectis, strictis, elongato-paniculatis; floribus foe- mineis globoso-ovatis, petalis calyce paullo longioribus ; fru- ctibus reniformibus umbilicatis et superficialiter sulcatis, em- bryone in facie ventrali excentrice et basin versus locato.
Descrizione. — Palma che a quanto sembra rimane sem- pre dell’apparenza di un cespuglio, e non forma tronco.
Foglie flabellato-multifìde a segmenti rigidi, glaucescenti di sotto, simili a quelle del T. excelsa , ma più profonda- mente divise, i seni trovandosi a soli 5-10 cm. al di sopra del picciolo. I segmenti sono molto brevemente bidentati, con i denti ottusi.
Spadici rigidi, dritti, con poche infiorazioni parziali, for- manti nell’insieme una pannocchia racemoso-allungata, du- plicato-ramosa, con ramoscelli fioriferi piuttosto brevi, gla- berrimi; quelli dello spadice femineo di 1.5-2 mm. di diam., rigidi. Spadici maschili e feminei poco dissimili fra di loro ; quelli maschili con ramoscelli fioriferi più gracili di quelli feminei ed intieramente coperti dai fiori, che sono riuniti in glomeruli terni molto ravvicinati, e sono muniti di mi- nute bratteole acuminate, brune, sottilmente membranacee.
Fiori maschili irregolarmente globosi per la mutua pres- sione, di circa 2.5 mm. di diametro (sul secco), glaberrimi; sepali sottili, membranacei (sul secco), quasi intieramente
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liberi, un poco ineguali, latamente ovati, ottusi od an- che rotondati all’apice, jalini e glabri al margine ; petali inegualmente rotondati coi margini glabri, leggermente imbricati, il doppio più lunghi dei sepali ; stami 6 con fi- lamenti brevi e non sorpassanti i petali nell’antesi (?) ; an- tere oblunghe ; carpellidì 3, conico-allungati, glabri, della metà più corti dei petali.
Fiori feminei pure glomerulato-terni; i glomeruli sono assai ravvicinati, ma non pressati l’uno contro l’altro; brat- teole florali inconspicue ; durante l’ antesi i fiori sono glo- boso-ovati, larghi 2.5 mm. e lunghi 3 mm. ; sepali molto largamente ovati, di poco più corti dei petali, carnosi, ot- tusiusculi, molto brevemente uniti alla base e quivi più crassi che altrove, lisci, non striati, rotondati od oscura- mente carenati sul dorso, coi margini sottili, acuti, inte- gerrimi ; petali di solo 1 4 od 1 5 più lunghi dei sepali e si- milissimi a questi, molto largamente ovati ed ottusiusculi o suborbicolari e con margini glabri; staminodì 6, di poco più corti dei petali, con filamenti compressi ed antere sa- gittate ; carpello 3, completamente libere, ovate e finamente peloso-argentee nella metà inferiore, glabre in quella supe- riore, dove sono gradatamente attenuate in uno stilo crasso, conico-allungato, dritto, segnato da un sottile solco dal lato interno, e terminate in uno stigma puntiforme non ispes- sito ; ovulo basilare, eretto, anatropo.
Frutti similissimi a quelli del Tr. Takil, molto distin- tamente reniformi, solcati dal lato assile, umbilicati nel punto corrispondente allo stigma, larghi 10 mm. e 7 mm. spessi ; epicarpio pellicolare, liscio ; mesocarpio scarsissimo. Seme conforme al frutto. Embrione come nel Tr. Takil spostato alquanto verso la base e non situato nel centro della faccia convessa come apparisce nel T. excelsa.
Habitat. — Scoperta dal Padre Delavay nel 1887, nel- l’Yunnan, dove cresceva nei boschi a Chonima-ouan al di sopra di Tapintzé, a circa 1800 metri sopra il livello del mare. (N.° 3046 nell'Erb. di Parigi).
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Gli esemplari esistenti nell’Erbario di Parigi sono a vario grado di sviluppo; quelli con fiori maschi non ancora aperti vennero raccolti l’8 Aprile, quelli con fiori feminei al mo- mento preciso della fioritura, il 27 Aprile ; alcuni con ovari in via di sviluppo, e ricoperti di peli argentei, il 2 Giu- gno dell’anno 1887 ; infine quelli con i frutti mezzo maturi nel Luglio 1888.
Osservazioni. — Specie affine al Tr. excelsa ed al Tr. Takil, ma assai distinta per non essere caulescente, ma sem- pre cespitosa ; per le fronde molto profondamente divise ; per gli spadici formanti delle pannocchie allungate che sorgono dritte dal terreno, e per i fiori feminei con la co- rolla di poco più lunga del calice. I frutti che io ho potuto studiare non sono perfettamente maturi, ma rassomigliano più a quelli del Tr. Takil che a quelli del Tr. excelsa ; sono decisamente reniformi, assai profondamente umbilicati, e con l’embrione che non si trova situato nel centro della faccia convessa, ossia di quella opposta al rafe, ma che ri- mane spostato un poco verso la base, di modo che, come nel Tr. Takil, quando si voglia dividere il seme in due parti eguali nel senso della lunghezza e seguendo la sua convessità, l’embrione rimane sopra una delle parti e non apparisce nella sezione.
Dalle note di Delavay non si rileva se il Trachycarpus che egli ha scoperto è realmente una pianta cespitosa che prolifica dalla base come il Chamaerops humilis, o se pure forma solo dei « buissons » risultanti da un sol tronco (pro- babilmente strisciante) che non si solleva dal terreno e non emette germogli intorno a se.
Riguardo a questa Palma credo interessante di riprodurre qui sotto una lettera dell’Abate Delavay, e della quale si trova copia nell’Erbario di Parigi, e che probabilmente era stata diretta al Prof. Maxime Cornu, in quell’epoca Diret- tore del Jardin des Plantes.
« Le Chamaerops nain dont vous avez recu quelques « échantillons est assez commun sur les montagnes qui do-
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« minent Tapin-tze entre 1500 et 2000 m. parmi les pier- « res et les broussailles ; il pousse en buissons, n’a pas de « tige, les bampes des fleurs et les feuilles sortent de terre. « La culture doit en etre très facile et je tacherai de vous « en envoyer des graines. Je crois vous avoir envoyé des « graines de l’espèce cultivée à Mo-So-yn. J’avais cru que « c’était le Chamaerops exceìsa de Kunth. Cette espèce de « Palmier est très élégante et je crois qu’elle pourrait ètre « cultivée en plein air sous le climat de Marseille ».
Da questa lettera sembrerebbe che nell’Yunnan si coltivi anche un Trachycarpus differente dal T. nana, dell’aspetto del T. exceìsa. Ma può venire il sospetto che la medesima pianta che sulle montagne a Chonima-ouan, in luoghi ste- rili, rimane nana, prenda maggiore sviluppo e diventi cau- lescente nella pianura ed in luoghi fertili.
E forse al Trachycarpus coltivato a Mo-So-yn che ap- partengono i frutti che il compianto amico Prof. M. Cornu mi inviò nell’Agosto 1887 e che io ho creduto poter rife- rire al T. exceìsa, e di cui ho fatto menzione nella « "Web- bia », voi. I, p. 47, ma che adesso, dopo un più attento esame, ritengo che possano appartenere ad una specie o forma differente da questa, se non forse al T. nana. A que- sta specie pure, forse, piuttosto che al T. exceìsa può pari- mente appartenere il Trachycarpus di Momein, nell’Yunnan, raccolto da Anderson e di cui pure ho fatto menzione, 1. c.
Rimane in ogni caso accertato che nell’Yunnan si trovano forme di Trachycarpus certamente affini al T. exceìsa , ma che meritano di essere meglio conosciute e delle quali sa- rebbe molto importante ottenere i frutti per coltivarle nei nostri giardini.
PALME DELL’ INDO-CHINA
PER
ODOARDO BECCARI
Avendo accettato l’ incarico di elaborare le Palme per la Flora dell’ Indo-China edita dal Prof. Lecomte, ed avendo per tale oggetto ricevuto in comunicazione il materiale relativo esistente negli Erbari del « Muséum d’ Histoire naturelle » di Parigi, ho creduto intanto opportuno pub- blicare la dettagliata descrizione di quelle forme che mi son sembrate nuove per la Scienza. A queste faccio se- guire una enumerazione di tutte le Palme che sino a qui mi son note come indigene nell’ Indo-China, nella speranza che ciò possa stimolare la raccolta di un più completo ma- teriale di studio, essendo che molte delle Palme di detta regione sono rappresentate da esemplari così frammentari, da riuscire di ben dubbia identificazione.
Io mi auguro quindi che con sollecitudine si effettuino nuove esplorazioni e raccolte, che completino quelle attual- mente esistenti, in modo da render meno imperfetto il la- voro definitivo e sintetico sulle Palme Indo-Chinesi.
Areca laosensis Becc. sp. n.
G-racilis, caudice circiter 2.5 cm. diam. Folia circiter metralia ; petiolo circ. 10 cm. longo, 7-10 mm. crasso, su- perne profonde canaliculate ; segmentis paucis inter se ap- proximate, inaequalibus, 2-8-costulatis, lateralibus falcato- acuminatis, summis profonde inciso-dentatis. Spadices, circ. . 25 cm. longi, basi densiuscule, superne laxiuscule
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lateque paniculati; ramis inferioris =b divisis, superioribus simplicibus. Flores masculi secundi, gemini, 3 mm. longi, trigoni, ovato-lanceolati, acuti ; staminibus 6, antheris apice bidentatis; ovari rudimento minutissimo. Flores foeminei 6-7 mm. longi, 4-4.5 mm. crassi, late ovati, obtusi. Fructus...
Descrizione. — Sembra una Palma un poco più gracile dell’ Areca triandra , con un tronco, a giudicare dalla base di uno spadice, di circa, 2.5 cm. di diam. Le foglie , dalle porzioni esistenti, si giudicano di circa 1 m. di lunghezza; il picciolo, in un esemplare, è lungo 10 cm. e spesso 7-10 mm., convesso di sotto, profondamente solcato o scavato a doccia di sopra, opaco e, sul secco, striato per il lungo. Il rachide è subtriangolare, convesso di sotto, bifaciale e con angolo acuto di sopra ; i segmenti sono poco numerosi ed assai ravvicinati fra di loro : quelli presso la base sono lunghi 40 cm., ì superiori sono gradatamente più corti: di larghezza sono molto ineguali, alcuni (falciformi ed acu- minati) hanno due sole costole primarie superiori ; altri di dette costole ne hanno sino ad 8 ; i segmenti estremi (ul- tima e penultima coppia) formano un largo flabello forcato con tante profonde incisioni, corrispondenti a lobi più o meno falcati, quanti sono i nervi primari ; ogni lobo è alla sua volta più o meno profondamente fesso o bipartito.
Spadice similissimo a quello deW Areca triandra, ma più gracile, lungo 25 cm., ramoso sin quasi dalla base, a rami eretto-patenti; i rami inferiori sono un poco divisi, gli altri semplici; ogni ramo di solito porta alla base due fiori feminei ciascuno dei quali è accompagnato in alto da 2 fiori maschi, uno per parte, facilmente decidui; nel rimanente i ramoscelli sono più sottili che alia base, di circa 1 mm. di spessore, e sono assai profondamente e fittamente sero- bicolati da un sol lato, e portano in ogni scrobicolo 2 fiori maschi.
Fiori maschi lunghi circa 3 mm., più o meno irregolar- mente trigoni, ovato-lanceolati, acuti. Il calice è brevissimo ed è formato da 3 larghi denti triangolari acuti. Corolla
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divisa sino alla base in 4 segmenti lanceolati, acuti, rigidi, striati fittamente di fuori. Stami 6 con filamenti piuttosto brevi, ed antere bicornute o bidentate all’apice, a loggie profondamente bilobe in basso. Rudimento d’ ovario mi- nutissimo.
Fiori feminei latamente ovati, ottusi, lunghi 6-7 mm., larghi 4-4.5 mm., avvolti alla base da brattee larghissime e bassissime. Sepali larghi, ciliolati al margine. Petali di poco più lunghi dei sepali, molto larghi ed abbraccianti in basso, terminati da un piccolo apicolo inspessito che costituisce la sola parte nella quale i petali sono valvati.
I Frutti mancano.
Habitat. — Nel Laos meridionale a Phulet Phay nella regione ad oriente di Attopeu. Harmand, aprile 1877, n.° 1201 nell’ Erb. Pierre.
Osservazioni. — Specie imperfettamente conosciuta, del- l’aspetto di una delle piccole forme della Areca triandra, ma decisamente distinta da questa per i suoi fiori maschi con 6 stami. Per questo motivo si avvicina alla A. oxycarpa di Celebes ed all’A. mammillata Beco, delle Filippine.
Finanga Ibaviensis Beco. sp. n.
Gracilis, caudice 1-1.5 m. alto, 13-15 cm. diam.; foliis in segmenta pauca, late falcata, 5-7-costulata, acumina- tissima partitis, et flabello profunde furcato terminatis ; spadicibus simplicibus vel bipartitis, parte axili valde com- pressa ; floribus masculis 5-6 mm. longis, asymmetricis ; calyce brevi, cupulari, trigono, truncato ; petalis oblongo- lanceolatis , obtusis , minime falcatis; fructibus exacte bifa- riis, horizontalibus, olivaeformibus, 18-20 mm. longis, 1 cm. crassis, utrinque rotundatis ; semine oblongo, tereti, 14 mm. longo, 8 mm. crasso, basi truncato, ibique vix caudiculato, in vertice rotundato ; rapheos ramis subparallelis, laxe et
parcissime anastomosantibus, albumine in sectione tran- sversa fere usque ad centrum radiato-ruminato.
Descrizione. — Gracile. Tronco alto 1-1.5 m., di 13-15 mm. di diam., con internodi lunghi 4-5 cm. e leggermente clavati, minutamente marmorizzati da macchiette bruuo- porporescenti su fondo chiaro e con cicatrici delle foglie cadute annulari, larghe 2-4 mm. Fronde lunghe 80 cm. (vista una sola), pinnatifide, con soli 3-4 segmenti per parte e terminate da un largo flabello, bipartito sino circa alla metà ; le divisioni del flabello hanno 10-12 costole primarie superiori e sono respettivamente larghe 8-10 cm., sono quasi orizzontalmente troncate all’apice e si terminano in tanti denti primari triangolari, bidentati alla lor volta, quante sono le costole primarie ; i denti primari sono ot- tusi ed ottusamente bidentati ; di questi gli intermedii sono deltoidei a denti 2“ acuti; i più esterni sono più al- lungati degli intermedi ed i loro denti 2U sono acuminati ; i segmenti laterali sono 5-7-costulati: sono falcati sin dalla base (che è molto larga), acuminatissimi, membrana- cei, opachi sulle due faccie, di sopra verdi e di sotto più pallidi, con le costole ± forforacee, e sulle quali si trovano delle squamule decidue: i nervi terziari sono numerosis- simi, molto minutamente e fittamente papilloso-squamulosi. Picciolo lungo 10-11 cm., spesso 7 mm., raggrinzato sul secco, probabilmente crasso e subterete sul fresco; rachide pianeggante e ± squamuloso-leproso di sotto, con angolo molto acuto di sopra ; vagina cilindrica, striata, squamu- loso-macchiettata cerne il tronco; ligula brevissima (lunga 5-6 mm.), triangolare, acuta, opposta al picciolo.
Spadici reflessi subito dopo la fioritura, semplici od al più bipartiti, con parte peduncolare subterete e più o meno compressa'; lunga 2-4 cm., spessa 3-4 mm.; spighette lunghe 11-14 cm., con parte assile fortemente compressa e legger- mente sinuosa, larga 4 mm., e portante sopra ognuno dei 2 lati 14-16 frutti, orizzontali e perfettamente bifarì ; i pul- vinuli sui quali riposano i frutti sono circolari, contornati
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da brattee angustissime ; lo spazio interposto fra un pul- vinulo e l’altro è di 4-5 mm.
Fiori maschi asimmetrici, piccoli, lunghi 5-6 mm. ; ca- lice breve, cupolare, trigono, troncato alla bocca, attenuato in basso ; petali irregolarmente oblunghi od oblungo-lan- ceolati (non falcati), ottusi e finamente striati.
Perianzio fruttifero cupolare, troncato, alto 2.5 mm., di 5 mm. di diam., con sepali e petali a contorno rotondato
0 molto poco distintamente apiculato nel centro.
Frutti oliveformi od ellittici, leggermente attenuati alle due estremità, molto minutamente mammillati all’apice, a base acuta, lunghi 18-20 mm., larghi 1 cm. Seme oblungo, terete, lungo 14 mm., largo 8 mm., rotondato in alto, con la base tronca, pianeggiante e provvista di un brevissimo caudicolo; la superficie è segnata da numerose diramazioni del rafe, ascendenti e parallele, delle quali le centrali sca* valcano indivise l’apice e le altre si ripiegano sui lati e si anastomizzano leggermente sul lato opposto ; albume compenetrato da 18-20 lamelle che giungono quasi sino al centro e che rendono il seme radiato-ruminato in sezione transversa.
Habitat. — Tonkino. Nelle Foreste del Monte Bavi, rac- colta da B. Balansa il 22 genn. 1886 (n.° 4372 nell’ Erb. di Parigi).
Osservazioni. — Sembra alquanto affine alla Pinanga malayana , ma si distingue per le sue fronde con pochi e larghi segmenti falcati e largo flabello forcato apicale ; per
1 suoi spadici semplici, o con due sole spighe, ad asse for- temente compressa e coi fiori perfettamente biseriati; per i fiori maschi molto piccoli, relativamente alla maggioranza delle altre specie, e non falcati, ed infine per i frutti oli- veformi ed il seme oblungo, troncato in basso con dira- mazioni del rafe quasi parallele e poco anastomosate, che corrispondono ad altrettante lamelle (circa 18) che pene- trano nell’albume e lo rendono radiato-ruminato, allorché
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viene osservato in sezione transversa. Appartiene alla se- zione Orthostichanthae.
Dalle altre due specie note della Cocincina (P. Cochin- chinensis Bl. e P. Duperreana Pierre) subito si distingue per i suoi spadici semplici od al più biforcati, e per i fiori cf non falcati, con calice a denti corti; nelle due ora men- zionate specie, gli spadici hanno vari rami, ed i fiori sono faleato-acuminati.
Caryota monostachya Beco. sp. n.
Parva, gracilis, caudice cir. 1 m. alto, 2.5-3 cm. diam. ; frondibus simpliciter duplicato-pinnatis,pinnis lateelongato- cuneatis, 12-18 cm. longis, 6-8 cm. latis, apice oblique truncatis et ondulato-praemorsis ; spadicibus simplicibus, recurvo-pendulis, elongatis; spica crassa, 30-60 cm. longa, parte pedicellari erecta elongata, digiti minoris crassitiae, suffulta; spathis vaginantibus, superioribus auriculato-elon- gatis; floribus masculis ovato-oblongis, apice conico obtu- siusculo, majoribus 17 mm. longis, 8 mm. crassis ; calyce cupulari truncato ; corolla calyce 3-plo longiori ; stamini- bus numerosissimis; fructibus majusculis, sphaericis vel paidlo depressis: majoribus usque ad 3 cm. diam., di- spermis; seminibus dimidiato-sphaericis, 17-23 mm. latis, 18-21 mm. longis; 10-12 mm. crassis, superficialissime ru- minatis.
Descrizione. — Fra tutte le sin qui note è la più pic- cola specie del genere. Il tronco ha circa l’altezza di 1 m. (Balansa), e sembra che non abbia più di 2.5-3 cm. di diam. allorché è inguainato dalle basi delle foglie. Crii spadici sono indivisi ; di essi da prima ne comparisce uno terminale e poi successivamente vari altri laterali (Balansa).
Foglie semplicemente duplicato-pinnate, ossia il rachide principale porta a destra ed a sinistra dei rachidi secondari
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(o pinne primarie) sui quali si trovano i segmenti (in tutte le altre specie i rachidi secondari sono divisi in rachidi terziari) ; guaina fessa lungo il lato ventrale, con i mar- gini guarniti di poche fibre nere finissime ; picciolo assai lungo, subterete, di 12 mm. di diam., con un superficia- lissimo accenno di solco sulla faccia superiore ; il rachide nella parte intermedia è rotondato di sotto, ed ha uno spigolo prominente ottuso lungo il centro, ed un solco per parte, dove sono inseriti i rachidi secondari ; i margini sono ottusi ; le pinne primarie sono lunghe 50-70 cm. (le inferiori più lunghe delle superiori), inserite ad un angolo assai acuto; quelle più basse hanno 5-6 segmenti per parte oltre quello terminale ; quelle della parte intermedia ne hanno solo 2-4; il rachide delle pinne è compresso late- ralmente, con spigolo ottuso di sotto, ed è percorso da uno strettissimo solco di sopra.
I segmenti sono cartacei, verdi sopra ambedue le faccie, ma leggermente più pallidi di sotto ; i basilari di ogni pinna (quelli almeno delle pinne intermedie) sono più grandi e più larghi dei superiori, ineguali, latamente cuneati, col margine superiore ondulato-sinuoso, dentato-premorso, pro- lungato in punta lungo il margine esterno; sono larghi 6-8 cm., lunghi 12-18 cm.; i segmenti laterali sono inseriti ad un angolo molto acuto, sono assai più stretti dei basilari e lungamente cuneati verso la base che è acuta, e sono prolungati superiormente in una assai lunga coda sottile lungo il margine inferiore, mentre il superiore è molto più corto, di guisa che il margine anteriore od apicale, che è ondulato e premorso, risulta obliquissimo ; i segmenti ri- sultano perciò lunghi e stretti (lunghi 18-20 cm. e larghi 3-4 cm.); il segmento terminale è il più grande di tutti, è allungato ed attenuato verso l’apice ed ha il contorno più o meno lobato.
Sparitici semplici, consistenti in una sola e grande spiga arcuata in basso e poi pendente, lunga in media nella parte fiorifera 40-50 cm., ed altre volte solo 30 od anche sino 60 cm., essa ha circa 7 mm. di spessore, è portata da
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una parte pedunculare eretta, grossa al più, quando è va- ginata dalle spate, quanto il dito mignolo, e lunga quanto la parte fiorifera od anclie assai meno ; questa parte pe- duncolare è vaginata da 3-4 spate allungate, forforacee esternamente, glabre, più scure e striate di dentro; le più basse tubulari, fesse in alto da un lato ; le superiori gra- datamente più lunghe con breve parte tubolare nella parte più bassa e con lembo aperto e strettamente lanceolato- auriculare, acuminato, nel rimanente ; la spata superiore abbraccia la base della parte fiorifera.
Fiori in glomeruli molto ravvicinati, al solito modo terni, e con i fiori maschili precoci; quando questi sono in boccio completamente sviluppato i feminei sono latamente conici, lunghi circa 7 mm., prossimi a raggiungere il loro com- pleto sviluppo, ed hanno la corolla di già sporgente dal calice.
Fiori maschili ovato-oblunghi, leggermente ristretti verso l’apice in punta conica ottusa ; sono a quanto sembra assai variabili di dimensioni indipendentemente dal loro grado di sviluppo; al momento deli’antesi sono lunghi sino 17 mm. e spessi 8; alle volte però non raggiungono queste dimen- sioni. Calice cupolare, troncato; sepali-reniformi, a contorno spesso crenulato, lisci all’esterno, gibbosi in basso. Corolla circa 3 volte più lunga del calice; petali coriacei, naviculari- oblunghi, acutiusculi, finamente striati all’esterno sul secco. Stami numerosissimi (60 in un fiore) ; antere sessili o quasi, strettamente lineari, lunghe 9-10 mm., acutiuscule ; rudi- mento d’ovario inconspicuo.
Fiori feminei accolti framezzo a 2 conspicue brattee re- niformi a contorno rotondato, crenulato, grandi quanto i sepali del fiore femineo: sono conici, larghi alla base 5 mm.; sepali suborbicolari, a contorno rotondato intiero o più o meno crenulato e minutissimamente ciliolato, roton- dati e lisci sul dorso, finamente striato-nervosi interna- mente ; corolla circa il doppio più lunga del calice, divisa per almeno i due terzi in 3 segmenti deltoidei acuti; ova- rio globoso, ottusamente 3-lobo, con due loggie; talvolta
oltre l’ovario biloculare s’ incontra una carpella rudimen- taria staccata; stigmi due, carnosi, triangolari, acuti, poi patenti; talvolta esistono 3 staminodì filiformi sottilissimi, con antera rudimentaria lineare subulata, inseriti nei seni fra i segmenti della corolla e lunghi quanto questi; gli stami- nodì possono però mancare tutti od esser presenti solo 1-2.
Frutti fra i più grandi nel genere, sferici, molto leg- germente depressi, ma non incavati in alto, con i resti degli stigmi formanti una piccola cicatrice triangolare a bocca di mignatta; essi sono assai variabili di grandezza (i maggiori misurano sino 3 cm. di diam.), hanno la super- ficie unita, nera sul secco, opaca, non perfettamente liscia, ma nemmeno granulosa ; di solito contengono 2 semi. Pe- ricarpio molto sottile e fragile sul secco, a quanto sembra con mesocarpio non carnoso e scarsissimo. Semi piano-con- vessi o dimidiato-sferici, spesso più larghi che lunghi, a testa opaca, nerastra, che parzialmente si distacca in forma di pellicole fragili: sono larghi 17-23 mm., lunghi 18-21 mm., spessi 10-12 mm.; diramazioni del rafe numerose, verticali, corrispondenti alle impressioni esterne della superficie del seme, poco anastomosate, tutte convergenti in un sol punto sul lato dorsale presso 1’ apice. L’ albume è molto superfi- cialmente ruminato dalle intrusioni del tegumento esterno che penetrano solo 1-3 mm. nel suo interno, e che cor- rispondono alle impressioni della superficie esterna del seme.
Habitat. — Nel Tonkino occidentale a Thien Thòn : Pére Bon (29 genn. 1892, n.° 5046 nell’Erb. di Parigi). — Pure nel Tonliino, nelle foreste del Monte Bavi (22 lu- glio 1886) e nella China meridionale nel Kouy-Tcheou, rac- colta da Cavalerie e Fortunat, con l’indicazione: « Route Lo-fou-Lo-Kueus, sur pente abrupte » (n.° 2645, Erb. di Parigi).
Osservazioni. — Specie distintissima fra tutte le cono- sciute per le sue piccole dimensioni, per le fronde solo
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duplicato-pinnate, ma sopratutto per gli spadici con una sola spiga, grossa come una di quelle dello spadice ramoso della Caryota Rumphiana e con frutti anche più grossi che in questa specie.
Forma il passaggio fra le Caryota ed Didymosperma ; si distingue poi da tutte le altre specie di Caryota sino a qui note, per i suoi semi molto superficialmente ruminati, le anguste intrusioni dell’integumento del seme non penetrando nella massa dell’albume che per il tratto di 1-3 mm.
Didymosperma caudata Wendl. et Drude in Kerch. Les Palm. 243 ; Beccari, Malesia, III, 96. — Walli- chia caudata Mart. Hist. Nat. Palm. Ili, 315. — Bo- rassus caudata Lour. FI. Coch. II, 619 ; edit. Willd. II, 760.
Specie estremamente polimorfa, della quale si possono distinguere almeno 3 forme principali, che a prima vista si potrebbero ritenere quali altrettante specie distinte, ma che in causa delle forme di transizione non è possibile de- finire con caratteri diagnostici precisi. Presa nel suo in- sieme la Didymosperma caudata sembra una palma assai diffusa in tutta l’ Indo-China. La forma del Tonkino po- trebbe forse considerarsi come specie distinta per le sue piccole dimensioni e per qualche particolarità del fiore.
Tanto nella forma tipica della Didymosperma caudata, quanto nelle sue varietà, il frutto di solito contiene 3 semi bene sviluppati, sebbene si trovino anche frutti con due od anche con un sol seme. Non è quindi un carattere co- stante per le Didymosperma quello di avere un frutto con soli due semi ; e mancando questo carattere non esiste alcun mezzo per distinguere questi dalle Arenga ad ecce- zione delle piccole dimensioni dei rappresentanti del primo genere. Una certa differenza sembrava che esistesse nella forma dei segmenti delle foglie, essendo che quelli della Arenga sono sempre più o meno lineari, mentre tutte le
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Didymosperma finora conosciute avevano segmenti più o meno romboidali-cuneiformi, ossia larghi in alto ed atte- nuati più o meno lungamente verso una base acuta. Ma adesso si presenta una singolarissima varietà della D. cau- data (stenophyl/a) nella quale i segmenti sono lineari con denti scalati esattamente come in una tipica Arenga. Che questa ultima natura di segmenti rappresentino una forma di transizione da quella cuneata è dimostrato in modo in- discutibile dalle forme di passaggio che collegano la va- rietà con il tipo.
Dallo studio molto accurato che ho eseguito sopra un gran numero di esemplari si possono distinguere le 3 se- guenti forme principali della Didymosperma caudata.
Didymosperma caudata Wend. et Drude (forma typica).
Palma gracilis, 1-2 m. alta, caudice vaginato digiti mi- noris crassitie. Folia interdum metralia et ultra, vulgo 40-50 cm. longa, simpliciter pinnatisecta, segmentis utrinque soli- tariis vel basilaribus saepe geminatis, elongato-cuneatis vel subrhombeo-cuneatis, in margine anteriore praemorso- dentatis et apice in medio caudatis, majoribus 15-25 cm. longis, superne 7-8 cm. latis, segmento terminali usque ad basin tripartito vel 3-costulato et plus minusve 3-lobo. Spadices simplices, elongati, nutantes vel plus minusve cernui, vulgo 30-60 cm. longi, in eorum dimidiam supe- riorem partem fioriferi ; parte pedunculari spathis tubulo- sis arcte vaginantibus induta. Flores glomerulato-terni, foeminei serotini ; flores masculi anguste ovato-elliptici vel subclavato-elliptici, acuti, 5-7 mm. longi, 2-5 mm. lati. Flores foeminei globosi, circiter 5 mm. diam. Fruetus glo- boso-ovati, 10-13 mm. longi, 9.5-10.5 mm. diam.; semini- bus vulgo 3, obtuse trigonis.
Descrizione. — Gracilissima. Fusto alto al più circa 1 m., allorché vaginato grosso al più quanto un dito mignolo,
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ma di solito di soli 5-7 mm. di diam. Foglie molto va- riabili anche nella pianta adulta e sul medesimo fusto ; in uno esemplare molto robusto una è lunga 90 cm., di cui circa 25 ne misura la parte picciolare, altre sono solo 40-50 cm.; le foglie presso l’apice del fusto fertile sono più corte di quelle più basse; tutte hanno pochissimi segmenti (da 2-3 a 6-7 per parte) più uno terminale ; guaina cilindrica, dilacerato-fibrosa lungo il lato ventrale, specialmente in alto e presso la bocca: ligula ocreiforme, allungata (lunga 5-6 cm.) sottilmente membranacea, marcescente e presto risoluta in fibre brune sottilissime ; picciolo di lunghezza molto variabile sulla stessa pianta (nelle fronde basse il picciolo è più lungo che nelle alte), subterete, di 3-6 mm. di spessore, striato per il lungo : nelle fronde di recente svolte è più o meno corrugato-angoloso (negli esemplari d’er- bario), opaco, fugacemente forforaceo-rubiginoso, poi minu- tamente punteggiato-scabridulo; rachide subtrigono. Seg- menti di solito solitari in alto, e geminati sopra ogni lato nella parte bassa del rachide; talvolta quasi tutti geminati; le coppie od i solitari di un lato spessissimo (ma non sem- pre) opposti a quelli dell’altro lato ; essi sono ± elongato- cuneati, o cuneato-subromboidali, molto variabili riguardo alle dimensioni ; i maggiori sono lunghi 15-22 cm., e lar- ghi 7-8 cm.; altri però sono larghi solo 2-3 cm., ma non più corti ; nelle forme più grandi sono cuneati nei due terzi inferiori e quasi simmetricamente trigono-cuspidati nel terzo apicale ; più raramente sono asimmetrici e con il margine anteriore obliquo, ed in questo caso con la co- stola mediana eccentrica ed una costola più gracile da una parte ; in generale hanno la parte centrale prolungata in una assai lunga punta caudiforme, sono ondulati e denti- colato-premorsi su tutto il margine anteriore. Il segmento apicale è più grande dei laterali, è cuneato-flabelliforme, 3-5-costulato, a contorno con tanti lobi acuti e caudati quante sono le costole ; essi segmenti sono cartacei, rigi- duli, verdi e quasi nitenti di sopra, più pallidi e nelle fronde giovani distintamente albicanti e molto tenuamente
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forforacei di sotto ; alla fine rimangono anche glabri, ma allora appariscono minutamente e fittamente punteggiati, i puntini risultando dalle basi dei tricomi caduti: hanno la costola mediana sottile, prominente e rotondata di sotto, superficiale di sopra, sono striati sulle due faccie da un numero variabile di nervi secondari e da numerosi nervi terziari.
Spadici terminali e laterali, uscenti solitari, o talvolta in numero di 2-3, dal lato ventrale in alto, da ognuna delle guaine delle fronde superiori; essi sono glabri in ogni parte, semplicissimi, indivisi, filiformi, nutanti e risultano costituiti da una sola spiga fiorifera, lunga 10-25 cm., por- tata da una parte peduncolare lunga circa quanto la spiga, od anche alquanto più corta, ma sempre vaginata per in- tiero, o quasi, da varie spate più o meno distanziate, di cui le primissime o più basse brevi, quasi squameformi e le seguenti tubulari, assai strettamente guainanti in basso, aperte dal lato ventrale verso l’alto ; le spate superiori, e specialmente l’ultima, sono prolungate ± in un lembo papi- raceo, strettissimamente auriculeforme, acuminato; la parte peduncolare dello spadice, allorché è inguainata dalle spate, è di 4-5 rum. di diam., il nudo asse è di 1-3 mm. di diam. ; l’asse sembra che da prima, quando porta solo fiori <4", sia più sottile e che in seguito ingrossi quando porta i fiori 5 bene sviluppati, e più specialmente poi al momento della maturità dei frutti ; la parte fiorifera non è sensibilmente più spessa della pedunculare, è glabra, corrugato-striata, e molto leggermente sinuosa fra i glomeruli dei fiori, quando questi non sono molto ravvicinati. Gli spadici sono tutti monoici, ma al momento che i fiori maschi sono per- fettamente sviluppati, i fiori feminei non si vedono e ri- mangono ancora allo stato primordiale, accolti fra due brattee strettamente combacianti fra loro e situate fra- mezzo ai fiori maschili.
I fiori maschili in boccio sono molto angustamente ellit- tici, o subclavato-ellittici, lunghi 5-7 mm., larghi 2.5 mm., acuti ; calice dipolare, troncato; sepali suborbicolari, poco
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più larghi che lunghi, a contorno rotondato, intiero, car- noso-gibbosi o calcarati alla base ; corolla tre volte, od anche un poco più, più lunga del calice, divisa sino in basso in 3 segmenti naviculari, lanceolato-oblunghi, acuti, fina- mente striati all’esterno; stami circa 25 ; antere lineari, angustissime, attenuate un poco alle due estremità, quasi acute alla base e più o meno anche all’apice od anche ottuse, erette sopra un sottilissimo filamento assai lungo, ma più corto dell’antera e che si inserisce in una leggiera smangiatura della loro base; manca qualunque rudimento d’ovario.
Fiori feminei sviluppatesi assai dopo la caduta dei fiori maschili, orizzontali, inseriti spiralmente ed assai regolar- mente intorno l’asse, che ricuoprono piuttosto densamente ; sono globosi, di circa 5 mm. di diam. ; brattee florali re- niformi, sepaloidee, fortemente striate ; calice spianato con sepali suborbicolari ma più larghi che lunghi, a contorno rotondato, finamente ciliolato, fortemente striato-nervosi ; corolla 2 volte più lunga del calice, divisa sino quasi alla base in 3 segmenti concavi, larghi, subdeltoidei, ottusiusculi ed abbraccianti l’ovario, fortemente striato-nervosi. Stami- nodi 0. Ovario globoso, leggermente depresso, triloculare, rotondato in alto, ed ivi con un accenno di 3 superficialis- sime carene radianti dagli stigmi ; questi sono sessili, tri- goni, conniventi e formano con la loro riunione una pic- cola areola circolare piana.
Frutti globosi o globoso-ovati, rotondati alle due estre- mità, con la piccola areola stigmatica apicale rotonda, piana ed immutata, senza fessure od incavi e con appena un ac- cenno di 3 carene radianti dal contorno dell’areola ; la superficie è opaca ed unita; la forma varia, ma è sempre più o meno globosa, ed il diametro oscilla fra i 9.5-10.5 mm. ; il pericarpio è sottile, crostaceo, essucco (forse a perfetta maturità è leggermente carnoso). Semi di so- lito 3, talvolta 1-2 ; quando sono 3 risultano convessi dal lato esterno e con due faccette dal lato interno: allorché ben maturi sono quasi neri a superficie nitida, segnati
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da poche diramazioni del rafe ascendenti dalla base dal lato interno e pochissimo ramose; albume osseo, omogeneo; embrione situato verso la metà del lato convesso.
Habitat. — Assai frequente in tutta l’Indo-China. Nella Cocincina meridionale a Baochiang, prov. di Bien-hoa: Pierre n.° 1877 (a questo numero è unita la nota : erecta vel subscandens); un secondo esemplare, pure col n.° 1877, è dei Monti Keerev nel Camboge. Ad un altro esemplare Pierre assegna il nome annamita di « Mà} -roi » (rotin fouet). Il Dott. Thorel ha raccolta questa forma durante la spedizione del Me-kong (1866-68) a Bassac (n.° 2375), a Kemarath (n.° 2992) ed a Lawang-Prabang (senza nu- mero). Nel Laos a Phon thane: Spire n.° 92 (Esemplari tutti dell’ Erb. di Parigi).
Osservazioni. — I frutti variano assai per la forma e quindi anche la forma del seme varia. Negli esemplari di Pierre n.° 1877 di Baochiang i frutti hanno 3 semi (1-3 secondo nota di Pierre), sono di 10 mm. di diam., ma un poco più larghi che lunghi. Il seme perfettamente maturo si libera facilmente dagli invogli ed ha una superficie ni- tida color castagno scuro; ha le faccie ventrali separate da un angolo ottuso, è rotondato alle due estremità ed è lungo 6 mm., largo 5.5 mm., ed ha 4 mm. di spessore.
Nel n.° 2375 di Thorel il frutto (pure con 3 semi) è ovato, lungo 13 mm. e largo 9.5-10 mm. ; il seme è piuttosto acuto alle due estremità ed è lungo 9 mm. ed ha la super- ficie opaca, ma non è perfettamente maturo.
Nel n.° 92 di Spire, di Phon thane, il frutto contiene 2-3 semi ed è sferico, di 9.5-10.5 mm. di diam. ; il seme che è bene sviluppato e sembra completamente maturo, è lungo 8 mm., largo 6 mm. e spesso 4 mm.
Per quel che riguarda la forma dei segmenti oltre alla va- rietà stenophylla , qui appresso descritta, si potrebbe sta- bilire una forma intermedia. Vi è infatti un esemplare fra quelli del Dott. Thorel, raccolto a Lacòne che ha alcuni
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segmenti lunghi 20-25 cm. e larghi al di sopra della metà o verso il terzo superiore solo 15 mm., e da questo punto cuneati in basso, e nella parte superiore ristretti a scalini, e denticolati; il segmento centrale è 3-costulato e con 3 lobi acuti. Un altro esemplare (di Kemarath, pure del Dott. Thorel), ha taluni segmenti un poco più lai’ghi e più distintamente cuneiformi del precedente, ma sempre più stretti che nella forma tipica (lunghi 12-22 cm. e larghi solo 2-3 cm.).
Didymosperma caudata var. stenophylla Becc.
Frondium segmentis linearibus, 20-28 cm. longis, 6-7 mm. latis, 3 terminalibus liberis, lateralibus simillibus, margini- bus remotissime dentatis et per gradus decrescentibus, apice obtuso acute denticulato ; caetera uti in forma typica.
Descrizione. — Non sono conosciute le dimensioni gene- rali, ma dalle porzioni esistenti apparisce una pianta gra- cilissima e probabilmente non più alta di 1 metro, essendo il tronco inguainato di soli 5-6 mm. di diam.
Foglie di pianta fertile lunghe, sullo stesso fusto, da 40-60 cm., con pochissimi segmenti, ± 6 per parte ed uno terminale ; guaina cilindrica, finamente striata per il lungo, leggermente dilacerato-fibrosa in alto sul lato ventrale e specialmente presso la bocca ; fibre bruno scure ; ligula al- lungata, acuminata, guainante in basso, molto sottilmente membranacea, marcescente e presto risoluta in fibre brune sottilissime; picciolo di lunghezza molto variabile sulla stessa pianta ; nelle fronde basse caulinari è, a quanto sembra, più allungato, (17 cm. in un esemplare) che nelle superiori (4-6 cm.), è subterete, striato per il lungo, opaco, fugace- mente forforaceo-rubiginoso ; rachide subtrigono. Segmenti cartacei, rigiduli, nella parte bassa del rachide geminati so- pra ogni lato ; le coppie di un lato opposte a quelle del- l’altro lato; i segmenti superiori sono solitari ed opposti;
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tutti sono molto strettamente lineari ; attenuati verso una base acuta, a margini intieri meno che presso l’apice, dove sono ristretti a scalini in punta più o meno lunga e per lo più ottusa, e quivi assai acutamente denticolati; sono lun- ghi 20-28 cm., larghi 6-7 mm. La foglia si termina in 3 segmenti liberi, di cui il centrale poco differisce dagli altri ; sono verdi e quasi nitenti di sopra, più pallidi o subalbi- canti e molto tenuamente forforacei di sotto, hanno la co- stola mediana sottile, prominula e rotondata di sotto, super- ficiale di sopra, striata sulle due faccio da alcuni nervi secondari e da numerosi nervi terziari.
Spadici terminali e laterali, uscenti solitari da ognuna delle fronde superiori, semplicissimi, indivisi, filiformi, nu- tanti, consistenti in una sola spiga lunga 15-25 cm. e por- tata da una parte pedunculare un poco più corta di lei; del resto esattamente come nella forma tipica.
Habitat. — Indo-China. Raccolta a Vien-chang dal Dott. Thorel durante la spedizione del Me-kong (1866-68).
Osseevazioni. — Differisce dalla forma tipica solo per i segmenti strettissimi, lineari, che in piccolo hanno esatta- mente la forma di quelli d q\V Arenga saccharifera. Gli spa- dici con i fiori feminei sono esattamente come nella forma tipica ; di quelli maschili non ne ho visti.
L’unico carattere che potrebbe servire a distinguere i Didymosperma dalle Arenga , quello della forma dei seg- menti, manca in questa varietà, che sembra proprio for- mare il passaggio fra i due rammentati generi. L’ovario triloculare piuttosto che biloculare sembra abbia poco im- portanza come carattere generico in questo gruppo di Palme. Il curioso di questa Palma si è quindi che la forma tipica sarebbe un Didymosperma e la varietà una Arenga.
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Didymosperma caudata var. tonkinensis Becc.
Caudice gracili, brevi ; frondium segmentis rhombeo-cu- neatis; spadicibus brevibus rigidis; iloribus masculis obova- tis, in vertice rotundatis.
Descrizione. — Palma gracilissima, stolonifera, alta 0.50-1 m. Fusto, allorché coperto dalle guaine, di 5-7 mm. di diam. ; il fusto nudo solo 4-5 mm.
Foglie piccole, variabili di lunghezza da 25-45 cm. anche sulla medesima pianta ; tutte hanno pochissimi segmenti, solo 1-8 per parte, più uno terminale ; guaina cilindrica, fortemente striata, dilacerato-fibrosa in alto lungo il lato ventrale, specialmente in alto presso la bocca ; ligula ocrei- forme, allungata, molto sottilmente membranacea, marce- scente e prestissimo risoluta in fibre brune tenuissime ; pic- ciolo di lunghezza molto variabile, lungo da 2-3 a 15-20 cm. sulla stessa pianta, fortemente striato (sul secco), subterete od oscuramente angoloso, ± distintamente canaliculato nella faccia superiore, di 2-3 mm. di spessore, leggermente forforaceo da principio, poi sparsamente punteggiato-sca- bridulo od anche quasi liscio; rachide subtrigono. Segmenti verdi o subconcolori sulle due faccie, più o meno sparsi in gioventù di pagliette forforaceo-ferruginose fugaci nella pa- gina inferiore, quasi sempre solitari sopra ogni lato, alterni od opposti con quelli dell’altro lato, raramente vi sono in basso, sopra ognuno dei lati, due segmenti ravvicinati per le basi; se vi è un solo segmento questo ha l’apparenza di esser composto di due ineguali uniti insieme ; in ge- nerale i segmenti sono romboidali o trapezoidali, lunghi 10-12 cm. e larghi 4-5 cm. ; cuneati in basso, e da circa la metà in su triangolari a contorno ineguale, acutamente denticolato-premorso : sono poi bruscamente contratti nel mezzo all’ apice in una punta acuminata, angusta, spesso caudiforme e lunga 15-20 mm. ; il segmento centrale è più grande dei laterali, ± cuneato-flabelliforme, 3-5-costulato,
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spesso asimmetrico, a contorno con tanti lobi acuminati, o più o meno caudati, quante sono le costole.
Spadici al solito modo monoici (coi fiori maschili molto più precoci dei feminei) eretti od eretto-nutanti, piuttosto brevi, terminali e laterali, solitari, indivisi, consistenti in una sola spiga fiorifera lunga 6-10 cm., portata da una parte pedunculare lunga poco più o poco meno quanto la spiga, e vaginata quasi per intero da varie spate. Le spate sono più o meno distanziate fra di loro, fortemente striate al- l’esterno, le più basse brevi e quasi squamiformi, le se- guenti brevemente tubulose in basso, aperte su di un lato; esse si prolungano in un lembo non strettamente guai- nante, allungato-auriculare, acuto ; la parte dello spadice rivestita dalle spate è di 4-5 mm. di diam. ed il nudo asse di 1.5-3 mm.
Fiori maschili al solito modo molto più precoci dei fe- minei, obovati, rotondati in alto, attenuati assai in basso, lunghi 5 mm. e larghi 3; calice dipolare, troncato; sepali suborbicolari poco più larghi che lunghi, a contorno roton- dato, intiero e finamente ciliolato, carnoso-gibbosi o subcal- carati alla base ; corolla 3 volte più lunga del calice, divisa sino in basso in 3 filli navicolari, subspatolati, coll’apice largo ma acuto, attenuati in basso, con la base acuta, for- temente striati all’esterno ; stami circa 30 ; antere lineari, angustissime, ottusiuscule alle due estremità, a loggie pa- rallele ; filamenti riuniti insieme alla base, tenuissimi, più corti delle antere. Rudimento d’ovario 0.
Fiori feminei sviluppantesi al solito modo assai dopo quelli maschili, orizzontali ed inseriti spiralmente ed assai regolarmente intorno l’asse che ricuoprono piuttosto den- samente : sono globosi, di circa 5 mm. di diam. ; brattee florali reniformi, sepaloidee, fortemente striate ; calice spia- nato a sepali suborbicolari ma un poco più larghi che lun- ghi, a contorno rotondato, finamente ciliolato, fortemente striato-nervosi ; corolla due volte più lunga del calice, di- visa sino quasi alla base in 3 segmenti concavi, larghi, sub- deltoidei, ottusiusculi ed abbraccianti l’ovario, fortemente
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striato-nervosi. Staminodi 0. Ovario globoso, leggermente depresso, triloculare, rotondato in alto ed ivi con l’accenno di 3 superficialissime carene radianti dagli stigmi ; questi sessili, trigoni, conniventi, formanti colla loro riunione una piccola areola circolare nera, piana.
Frutti sferici, quando perfettamente maturi di circa 12 mm. di diam., a pericarpio leggermente carnoso, segnati dalla piccola areola rotonda piana ed immutata sul vertice e con appena un accenno di 3 carene radianti da quella. Semi 2-3, obovati, rotondati in alto, attenuati alquanto verso una base acuta, a dorso convesso e con due faccette separate da un angolo ottuso dal lato interno, lunghi 8-9 e larghi 7 min., quasi neri, opachi ; embrione situato verso la metà del lato dorsale.
Habitat. — Hel Tonkino occidentale: Pere Bon, n.° 2382 e n.° 2528 a Kien-khè e n.° 4646 a Yo-xa. Presso Thau- Mo'i nelle foreste della catena calcare: Balansa n.° 518; e nelle foreste delle vicinanze di Phuong-Lam, Balansa n.° 4364. Esemplari tutti nell’Erbario di Parigi.
Osseev azioni. — Sono da prima stato tentato di consi- derare come specie distinta dalla D. caudata questa forma, che si distingue dalla tipica per le sue dimensioni minori, per i segmenti delle foglie più piccoli ed in proporzione della lunghezza loro più larghi ; per gli spadici più corti, e sopratutto per i fiori maschili clavati e rotondati in alto. Ma il n.° 92 di Spire del Laos, che ho riportato alla forma tipica, viene a togliere lo stacco fra la Didymosperma del Tonkino e quella della Cocincina meridionale, in modo che non mi è sembrata opportuna una distinzione specifica fra le due. La D. caudata v. tonkinensis si avvicina molto alla D. nana Griff. dell’Assam, dalla quale differisce principal- mente per l’asse dello spadice che è assai densamente for- foraceo-rubiginosa nella D. nana, ed è glabra in tutte le forme della D. caudata. Le spate della D. nana sono an- che leggermente inflate e non come quelle della D. caudata
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strettamente guainanti. Nelle dimensioni però e nella forma delle foglie la D. caudata tonkinensis rassomiglia moltis- simo alla D. nana.
Wallichia gracilis Beco. sp. n.
Coespitosa, caudicibus fertilibus ciré. 1.5 m. altis, dum vaginis foliorum (ndutis 2-2.5 cm. crassis; foliis radicalibus longe, superioribus breviuscule, petiolatis, petiolo tereti, 8-10 mm. diam.; segmentis elongato-cuneatis, basilaribus 80-40 cm. longis, superne 8-9 cm. latis, papyraceis, viri- dibus, subtus pallidioribus et in juventute subalbicantibus, minute fusco-punctulatis, margine anteriore undulato inac- quali et denticulato-serrato. Spadices terminales et latera- les, dioici, 30-35 cm. longi, recurvi, spatis auriculaefor- mibus, numerosis, furfuraceo-tabacinis, indutis. Spadicis masculi panicula anguste oblonga, ramulis numerosis gra- cilibus; floribus masculis ovatis, obtusis, 5 mm. longis, sessilibus ; calyce brevissimo; corollae phyllis oblongo-na- vicularibus. Spadicis foemiuei panicula fructifera ovata, densa, ramulis brevibus, 5-6 mm. longis; fructibus ovato- ellipticis, utrinque aequaliter rotundatis, 13 mm. longis, 8 mm. crassis, apice mammillato ; perianthio fructifero de- presso-cupulari, 7 mm. diametro.
Descrizione. — Cespitosa; i germogli non ancora fioriferi sono acauli ; quelli fertili sono gracili e fogliuti, alti 1.5 m. e muojono dopo la maturazione dei frutti (Balansa). Il fusto rivestito dalle guaine delle foglie è apparentemente di soli 2-2.5 cm. di diam.
Foglie radicali e della parte bassa dei fusti molto lunga- mente picciolate (non viste intiere) ; in una il picciolo è lungo 90 cm., terete, di 8-10 mm. di diam. ; nelle fronde giovani il picciolo è intieramente coperto da un indumento forforaceo-rubiginoso, ma poi diventa glabrescente e molto finamente scabridulo. Segmenti cartacei, verdi di sopra, più
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pallidi e nelle fronde giovani subalbescenti di sotto e quivi di- stintamente sparsi di minutissimi puntolini scuri; essi hanno la costola mediana sottile, tondeggiante di sotto, e quivi più rilevata che di sopra ; i nervi secondari sono numerosi, poco più forti dei terziarii ; questi sono numerosissimi, tutti molto sottili ma rilevati, e rendono distintamente radiato- striate le due superficì ; i segmenti inferiori delle fronde giovani sono lungamente cuneati verso una base molto acuta, hanno il margine apicale od anteriore asimmetrico ed ondu- lato, e sono ± prolungati all’apice in punta irregolarmente triangolare acuta od ottusiuscula: sono lunghi 30-40 cm. e larghi 8-9 cm. verso la metà. Le foglie della parte apicale e fiorifera del fusto sono assai più piccole delle radicali, hanno il picciolo molto più corto, la parte pinnifera (in un esemplare) è lunga 50 cm. ed ha 6 segmenti per parte ol- tre quello terminale ; tali fronde hanno la vagina con una spessa costola dorsale e nel rimanente sfilaccicato-retico- lata con fibre nere molto sottili ; la ligula (nelle fronde giovani) è lunghissima (20-30 cm.), acuminata, rubiginoso- forforacea all’esterno, presto lacera e ridotta in fibre paral- lele, sottilissime, nere ; il rachide è rubiginoso-forforaceo ed è bifaciale con angolo non molto acuto di sopra ; i se- gmenti della parte superiore del rachide sono orizzontali, cuneati in basso, a margini inferiori o laterali piuttosto corti, la punta loro è subtriangolare ottusa, sono lunghi 18-20 cm., larghi 5-6 cm.; il segmento terminale è flabel- liforme con 3-4 lobi superficiali, denticolati, ottusi.
Spadici pochi, spesso solitarii e terminali od accompagnati da pochissimi altri laterali ; apparentemente dioici, però i maschi ed i feminei sono pochissimo differenti fra di loro e sono costituiti da una pannocchia lunga 15-18 cm., por- tata da una parte peduncolare un poco più lunga della parte fiorifera, terete, di 6-7 mm. di diametro e che subito sin dal momento dell’antesi è fortemente arcuata, e porta la pannocchia rivolta in basso ; la parte peduncolare è av- volta da 6-7 spate relativamente grandi, imbricate, molle- mente forforaceo-rubiginoso-tabacine all’esterno, glabre e
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finamente striate internamente, sottilmente coriacee, lanceo- lato-acuminate, concave ed in forma d’orecchio d’asino, non tubolose e non abbraccianti in basso, le più esterne brevi, le interne gradatamente più grandi, le maggiori lunghe 12- 15 cm. Pannocchia dei fiori densa, molto strettamente oblunga, un poco attenuata all’apice, composta di numerosis- simi ramoscelli inseriti spiralmente intorno all’asse, paten- tissimi, arcuato-ascendenti, sottili (di 1 mm. di spessore), i più bassi lungh^ circa 2 cm.
Fiori maschili ovati, ottusi, lunghi 5 mm., inseriti spi- ralmente intorno ai ramoscelli, sessili all’ascella di una mi- nutissima bratteola membranacea, concava, acuta; calice brevissimo ; segmenti della corolla oblungo-naviculari, for- temente striati.
Pannocchia fruttifera ovata, molto densa, con ramo- scelli irregolarmente inseriti a spirale, ascendenti (o pen- duli poiché l’intiera pannocchia è reflessa), glabri, lunghi 5-6 cm., spessi 2-3 mm. ; fiori 5 inseriti alquanto irrego- larmente a spirale, accolti framezzo a 2 piccole brattee for- manti un culiculo, concave, semiorbicolari a contorno ro- tondato.
Perianzio fruttifero apparentemente non accresciuto, de- presso-cupolare, accogliente tutta la base del frutto, di 7 mm. di diam. ; calice spianato a contorno 3-lobo, lobi rotondati, striati ; corolla 2 volte più lunga del calice, di- visa sino circa alla metà in 3 larghi lobi deltoidei, crassi, ottusiusculi.
Frutto ovato-ellittico, egualmente rotondato alle due estre- mità, mammillato all’apice o marcato da una piccola areola circolare di 2 mm. di diametro. I frutti immaturi sono lun- ghi 13 mm. e larghi 8. Seme....
Habitat. — Nel Tonkino a Dong-Dang, nelle foreste, Ba- lansa n.° 519 (Febbr. 1885) e n.° 4369 (esemplare con frutti immaturi (19 Genn. 1886), nelle foreste del Monte Bavi a circa 800 m. d’altezza, e n.° 4362 (27 Decembre 1887) con la nota: « Dioique ? Trono débile de m. 1,50 de hau-
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teur. Vallèe de Banton, dans les bois », esemplare con fiori maschi. (Erb. di Parigi).
Osseev azioxi. — Sembra la specie più piccola del genere. Distinta fra tutte per i suoi gracili fusti portanti in alto o lateralmente dei relativamente piccoli spadici ; per la pan- nocchia maschile angusta con corti ramoscelli fioriferi e piccoli fiori ; per la pannocchia fruttifera ovata con ramo- scelli corti ; per i segmenti verdi sulle 2 faccio e fugace- mente albicanti di sotto, similissimi del resto a quelli della TF. caryotoides.
Alla TT. gracilis sembrano riferibili gli esemplari rac- colti nell’Yunnan da Henry, n.° 12331 (sole fronde), delle montagne Szemao. ed il n. 10411 con frutti immaturi rac- colti sulle Montagne Menghi a 500 piedi di altezza. (Vidi nell’Erb. di Calcutta).
Licuala (Licualella) tonkinensis Beco. sp. n.
Gracilis. Frondium lamina dimidiato-orbicularis, radiato- partita ; segmentis 6-8 inaequalibus, omnibus apice obtuse dentatis ; lateralibus elongato-cuneatis. 5-6-costulatis, exti- mis oblique truncatis, segmento centrali lateralibus conspi- cue latiori, basi non pedicellato, in medio profunde inciso, divisionibus 8-10-costulatis ; petiolo in parte basilari tan- tum spinis parvis conicis horizoutalibus armato. Spadix (in specimine uno circiter 55 cm. longus) strictus, rigidulus, undique indumento tenui rubiginoso-furfuraceo obtectus, indivisus, parte axili spathis duabus completis vaginata, crassiuscule filiformi, basi compressiuscula, 4 mia. lata, superne subtereti et 3 mm. diametro, sensim in partem flo- rigenam minime incrassatam, circ. 10 cm. longam, conti- nuata ; spathis minute rubiginose furfuraceis, membrana- ceis, exsuccis, basi arcte vaginantibus, superne nonnihil inflatis, valde compressis, apice tantum perviis et lacero- marcescentibus. Flores ovati, 4.5 mm. longi, horizonthales,
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sessiles, circum spicam spiraliter dispositi, pulvinulo super- ficiali insidentes ; calyce late-campanulato, basi planiuscula callosa, limbo membranaceo extus rubiginose papilloso-fur- furaceo, irregulariter 3-lobo ; corolla calyce subduplo lon- giori, segmentis elongato-triangularibus, subtiliter coriaceis, extus glabris, striato- venosis; ovario glabro; carpellis abor- ti vis basilari bus.
Descrizione. — Gracile. Fronde (due sole esaminate) con picciolo lungo 40-45 cent., della uniforme larghezza di 4 mm., triangolare da cima a fondo, piano di sopra, con lo spi- golo inferiore ottuso, ed i margini acuti armati solo presso la base con poche spine, piccole, coniche, orizzontali ; li- gula apicale cordata, callosa; lembo nell’ insieme semiorbi- colare, palmato, diviso sino alla base in 8 segmenti ine- guali ; il mediano latamente e sin dall’apice gradatamente cuneato, non pedicellato alla base diviso nel mezzo per i s/3 della sua lunghezza ; ogni divisione ha 8-10 nervi pri- marii ; i segmenti laterali sono più stretti ed hanno 5-6 nervi; il segmento più esterno è il più angusto, tutti sono cuneati, ma i più esterni sono leggermente ristretti in alto, e troncati obliquamente, tutti sono terminati da denti brevi, separati da seni ottusi, ogni dente è brevemente bilobo all’apice con i lobi ottusissimi.
Spadici dirittissimi, indivisi, minutamente rubiginoso- forforacei in ogni parte, con la porzione peduncolare lunga 45 cent., intieramente guainata da due spate, compressa alquanto e larga dalla base sin presso l’apice 4 mm.: quivi è cilindracea, di 3 mm. di diametro, e gradatamente senza demarcazione passa nella spiga fiorifera. Spate due, fina- mente rubiginoso-forforacee, quasi eguali di forma, l’interna però circa di 1 .'3 più lunga dell’esterna, membranacee, essuc- che, lungamente tubulose, strettamente guainanti in basso, leggermente inflate nella parte superiore, fortemente com- presso-ancipiti, coi lati molto acuti, aperte solo all’apice ed ivi bifide e terminate in punta acuta, ± marcescente e sfilaccicata. La spiga o parte fiorifera è terete ed allun-
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gata e porta i fiori a spirale tutto ingiro sopra pulvinuli superficiali, non sporgenti.
Fiori solitari, sessili, lunghi 4.5 mm. ; calice campanulato, calloso in basso, a lembo membranaceo diviso in 3 lobi triangolari acuti, densamente forforaceo-papillosi, rubigi- noso di fuori ; corolla un poco meno del doppio più lunga del calice, sottilmente coriacea, a lobi triangolari allungati striati all’esterno. Giovani frutti ovoidei-oblunghi, glabri.
Habitat. — Scoperta dal Padre Bon nel Tonkino occi- dentale a Vo-xa nelle selve rupestri del monte Chuà Hac, il 5 maggio 1835, n.° 2901. Nome volgare « Luà Khua ». (Erb. De Candolle e di Parigi).
Osservazioni. — E molto ben caratterizzata per lo spa- dice indiviso con parte fiorifera non incrassata. Si avvicina alla Licuala ( Licualella ) mattanensis Beco., dalla quale dif- ferisce per i segmenti larghi, di cui il mediano profonda- mente bipartito e per i frutti ovato-oblunghi. Ho visto solo una fronda ed uno spadice con frutti immaturi. La specie però è ben caratterizzata.
Licuala calciphila Beco. sp. n.
Parvula, gracillima. Frondes inter minores, lamina parva, 3 -5-partita, segmento centrali latissime cuneiformi, 15-16 cm. longo, usque ad medium et ultra in medio fìsso, basi non pedicellato, divisionibus 5-7-costulatis apice truncatis et obtuse dentatis ; segmentis lateralibus linearibus vel anguste cuneatis et jam ab apice, oblique et argute dentato, basin versus sensim attenuatis ; petiolo gracillimo, 20-30 cm. longo, 2 mm. lato, spinis rectis validiuscu- lis, 2-4 mm. longis, basi subbulbosis, ad raargines ar- mato. Spadices graciles, areuato-nutantes, petiolis bre- viores, in ramos 2-3 remotiuscule superpositos divisi ; Spathis primariis tenuiter membranaceis, marcescentibus,
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tubulosis, basi lassiuscule vaginantibus, superne anguste auriculatis, acuminatisi ramis in 2-8 ramulos floriferos graciles, 4-5 cm. longos, vix 1 mm. crassos, divisis; fiori - bus parvis spiraliter insertis, plane sessilibus, ovatis, acutis.
Descrizione. — Gracilissima, stolonifera, con fusti gra- cili di 60 cm. di altezza (Balansa), foliosi all’apice, di 7'mm. di diam. in basso nella parte nuda.
Foglie fra le più piccole; guaina intiera, sottilmente co- riacea, carinata sul dorso e quasi intiera, lunga circa 5 cm., brevemente tubulare in basso, sottilmente coriacea e care- nata sul dorso, fibroso-reticolata sul lato ventrale, special- mente in alto, dove si dilata alquanto e dove si prolunga anteriormente in una ocrea liguliforme, lunga 5-6 cm., membranacea, essucca, presto marcescente e che si sfacela in filamenti sottili e flaccidi ; picciolo gracilissimo, lungo 20-30 cm., largo 2 mm , subtrigono, piano e striato di sopra, con angolo assai prominente di sotto, con margini acuti armati di spine orizzontali relativamente assai forti, ma non molto fitte, dritte, lunghe 2-4 mm., con base inspessita e quasi bulbiforme; ligula triangolare-allungata; lembo assai più corto del picciolo, sottile cartaceo, opaco sopra ambedue le faccie, leggermente più pallido di sotto, diviso in 3-5 segmenti, dei quali il centrale partito in due sino alla metà o sino al terzo inferiore, nell’ insieme molto la- tamente cuneiforme e largo in alto 8-10 cm., non pedicel- late alla base, lungo 15-16 cm. ; ogni sua divisione ha 5-7 costole primarie superiori ed all’apice è troncata con i denti primarii larghi e bassi ed i secondarii ottusi ; se i segmenti sono cinque, i 2 più esterni sono molto piccoli e lineari ; gli intermedi hanno 3-5 costole primarie : sono gradata- mente cuneati sin dall’apice che è obliquo e più profon- damente dentato che nel segmento centrale.
Spedici arcuato-nutanti dalla ascella delle foglie e più corti dei piccioli di queste, gracili, con 2-3 palchi di rami sovrapposti ; i rami sono divisi in 2-3 ramoscelli fioriferi; spate primarie sottili, membranacee, marcescenti, guainanti
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completamente l’asse dello spadice, tubulose, lassamente guainanti in basso, prolungate in lunga punta strettamente auriculare, acuminata ; ramoscelli fioriferi gracili, lunghi 4-5 cm., e di appena 1 mm. di spessore, portanti i fiori non molto fitti ed a spirale.
Fiori piccoli, affatto sessili, ovati, acuti (visti solo in cattivo stato).
Habitat. — Tonkino : sulle rupi calcaree in vicinanza della sponda sinistra del Fiume nero a 3 chilometri a monte di Phuong-Lam, nella foresta d’alto fusto, raccolta da B. Balansa il 2 maggio 1888. (Erb. di Parigi).
Osservazioni. — È una delle più piccole specie, e che per le foglie rassomiglia alla L. ternata. E distinta per i suoi piccoli spadici con 2 o 3 soli palchi di rami, pochis- simo divisi, più corti dei piccioli e vaginati completamente da varie spate membranacee, lassamente guainanti, marce- scenti, terminate in stretto e lungo lembo acuminato au- riculare, e per i piccoli fiori sessili.
Licuala fatua Becc. sp. n.
Gracilis. Folia.... Spadices elongati, graciles, rigidi, recti, in 3-4 ramos primarios remote superpositos divisi ; parte axili tenui, circiter 2 mm. diametro, spathis tubulosis, compressis, exsucce membranaceis, omnino vaginata ; ramis in 4-5 ramulos floriferos irregulariter partitis ; ramulis floriferis 5-15 mm. longis, gracilibus, sinuosis, subulatis. Flores spiraliter secus ramulos inserti, piane sessiles, ovati, basi rotundati, superne paullo attenuati, 3-3.5 mm. longi, 2 mm. crassi ; calyce cyathiformi, membranaceo, profunde 3-dentato, puberulo ; corolla calyce l/3 longiori, usque ad medium in 3 segmenta triangularia pergamenacea extus striato-venosa partita ; staminibus infra medium corollae insertis, filamentis e basi crassa teretibus subulatis, antheris
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suborbicularibus, parvis, filamentis triplo vel quadruplo bre- vioribus ; carpellis glabris, subclavatis et in stylum conicum subulatum superne attenuatis.
Descrizione. — Pianta apparentemente assai gracile. Fo- glie.... Spadici allungati, gracili ma rigidi e dritti, con 3-4 (o forse anche più) palchi di rami sovrapposti ; la parte assile è molto sottile, di 2 mm. di diametro ed é intiera- mente inguainata dalle spate ; i rami escono eretti dalla bocca delle respettive spate e si dividono irregolarmente in pochi (4-5) ramoscelli fioriferi (non sono quindi digitati); spate primarie allungate, tubulari, compresse, molto lassa- mente guainanti, sottili, membranacee, essucche, brune, parzialmente squamuloso-forforacee, lacero-fesse in alto ; 1’ inferiore è ancipite e lunga circa 20 cm. e larga 15 mm. in alto, ed è ristretta in basso ; ramoscelli fioriferi lunghi 5-15 cm., gracili, sinuosi, spessi 1.5 mm. alla base, subu- lati all’apice, forforacei o rivestiti assai densamente da peli ramentacei rubiginosi ; i ramoscelli portano tutto in giro i fiori, che riposano sopra tubercoletti superficialissimi; brat- teole florali inconspicue.
Fiori affatto sessili, ovati, spesso alquanto asimmetrici, rotondati in basso, attenuati verso l’apice, ma ottusiusculi, lunghi 3-3.5 mm., larghi circa 2 mm. ; calice ciatiforme, membranaceo, fortemente striato-nervoso, assai profonda- mente 3-dentato, con i denti triangolari ; questi sono cibati sul margine, e specialmente all’ apice, con peli ramentacei ferruginei ; simili peli sono sparsi anche sul corpo del ca- lice, specialmente alla base ; corolla un terzo più lunga del calice, attenuata in basso, divisa sino circa la metà in 3 segmenti triangolari, allungati, pergamenacei, striati esternamente; stami inseriti poco al di sotto della metà della corolla, tutti eguali, con filamenti tereti, allungati, 3-4 volte più lunghi delle antere, dilatati e con un ringrosso bulbiforme in basso, dove con le loro basi a contatto l’una con l’altra formano, alla fauce della corolla, un anello car- noso 6-lobo ; antere piccole suborbicolari ; carpello glabre,
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allungate, subclavate, assai attenuate in basso, non scolpite in alto ma spesso con depressioni sui lati causate dalla pressione della base dei filamenti, ristrette nel terzo supe- riore in uno stilo subulato a base conica ; stigma punti- forme. Frutti mancano.
Habitat. — Nel Tonkino occidentale. Pére Bon, n.° 3130 nell’ Erbario di Parigi.
Osservazioni. — Di questa specie ho visto un solo spa- dice mutilato dell’estremità ; la porzione assile esistente è lunga 35 cm. e porta 2 rami lunghi 18-20 cm. ; è guainata dalla spata basilare e da altre 2 spate, una per ognuno dei rami. Lo spadice intiero lo giudico di circa 60 cm. di lunghezza. Mancano le foglie. Ad onta dell’ incompleto materiale apparisce una delle specie meglio caratterizzate per i suoi piccoli fiori ovati, sessili, con calice peloso-ra- mentaceo, ma sopratutto per gli stami con filamenti rela- tivamente molto allungati e robusti , che rassomigliano quelli delle specie della sezione Dammera, mentre in ge- nerale in tutte le Eulicuala i filamenti degli stami sono minutissimi e dentiformi.
Rhapis micrantha Becc. sp. n.
Gracilis, 1-2 m. alta, caudice nudo 8 mm., dum vaginis induto 15-20 mm. diametro. Frondium vagina et ligula concinne in fibras solutae, fibris exterioribus complanatis, interioribus tenuioribus, criniformibus, teretibus ; segmenta 6-10 usque ad basin omnino libera. Flores masculi turbi- nati, 4-4.5 mm. longi; calyce membranaceo 3-lobo, lobis acutis; corolla calycem triplo superanti; staminum filamentis corollae adnatis, usque ad apicem linearibus; antheris paullo latioribus quam longioribus. Flores foeminei clavati, dum bene evoluti 4.5 mm. longi ; corolla superne subglobosa, basi longe angusteque attenuata ; calyce basi carnoso, 3-
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dentato, dentibus triangularibus acutis. Fructus albi, sae- pius 3-ni, globosi, 8-9 mm. diam., semine globoso, 6-6.5 mm. diametro.
Descrizione. — Dioica (?), molto gracile, alta 1-2 m. Tronco vaginato di 15-20 mm. di diametro ; il tronco nudo di soli circa 8 mm. Vagine tubolose, leggermente dilatate in alto, lunghe circa 20 cm., ottusamente carenate e coria- ceo-legnose lungo quasi tutto il lato dorsale, risolute sul lato ventrale in un reticolo formato da 2 strati di fibre di color bruno-castagno ; nello strato esterno le fibre sono ascendenti obliquamente, filiformi ma alquanto schiacciate e larghe spesso sino quasi 1 mm., disgregate l’una dall’al- tra e riapprossimate lungo la linea mediana dal lato ven- trale, dove quelle della parte più alta concorrono a formare una ligula triangolare, lunga sino a 3 cm., opposta al pic- ciolo e non sfacelata ; le fibre dello strato interno della vagina incrociano quelle più esterne seguendo una dire- zione longitudinale e sono di queste molto più sottili ; tanto le une quanto le altre si discostano alquanto l’una dall’al- tra ma rimangono nella posizione loro e nell’insieme for- mano un lasso reticolo, non s’increspano e non si arruffano come più o meno accade nella Rh. ftabellif'ormis. Picciolo lungo 20-30 cm., gracile, biconvesso o piano-convesso, al- meno in basso, con i margini scabriusculi o quasi lisci, piuttosto acuti, specialmente verso l'alto ; nelle fronde gio- vani è barbato-lanoso sul contorno. Lamina delle foglie radiato-digitata, nell’insieme con circa 20 costole prima- rie superiori, divisa in 6-10 segmenti cartacei, verdi e non nitenti di sopra (sul secco), a mala pena più pallidi di sotto, ineguali, lunghi 20-25 cm., 1-5-costulati, larghi 0.5- 4 cm., espansi in semicerchio, tutti liberi sino in basso ; i segmenti centrali sono spesso i più larghi, tutti si termi- nano all’apice in 2-5 denti triangolari, acuminati e breve- mente bifidi ; i segmenti laterali hanno i denti più stretti e più acuminati dei centrali ; le costole (o nervi primari) superiori ed inferiori ed i margini sono minutamente e poco
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argutamente serrulato-scabriduli ; venule transverse nume- rose, acute.
Spartiti =£r densamente coperti nelle parti assili, all’epoca della fioritura, da un indumento forforaceo-ramentaceo, fer- rugineo, poi glabri. La parte peduncolare dello spadice è completamente vaginata da due spate generali ed è quasi del tutto inclusa nella guaina della foglia all’ascella della quale esce ; essa porta solo 3-4 piccole infiorazioni parziali formanti una breve, lassissima e diffusa pannocchia. Le spate primarie sono membranacee, striate per il lungo, tu- bulose, aperte all’apice, dove si terminano in una punta lanceolata, fibroso-lacera e più o meno coperta da un in- dumento ramentaceo-forforaceo ; la spata più bassa è lunga circa 15 cm., acutamente bicarinata ; la seconda spata sor- passa alquanto l’esterna ; la parte assile eli e rimane fuori della spata è sinuosa a zig-zag, con lo spazio fra un ramo e l’altro dritto e vaginato da una spata tubulosa più lunga del ramo stesso, aperta da un lato dalla metà in su, e ter- minata in punta acuminata che abbraccia la base dei rami primarii ; tutte queste spate sono membranacee e ± forfo- raceo-ramentacee all’esterno. I rami primari sono patentis- simi, e come l’apice dello spadice sono composti di vari ramoscelli fioriferi, sparsi, patenti, gracilissimi, filiformi, subulati, lunghi 4-8 cm. (i più corti essendo i più alti) ed aventi i pulvinuli dei fiori superficiali.
Fiori maschili turbinati, quando completamente svilup- pati, lunghi 4-4.5 mm., disposti, senza molta regolarità a spirale, sessili, solitari, orizzontali, muniti in basso di una minutissima bratteola jalina, acuminata, decidua. Calice membranaceo, cupolare-campanulato, subjalino, molto mi- nutamente punteggiato-glanduloso, profondamente 3-lobato, coi lobi triangolari e non di rado lobulati alla lor volta, acuti od anche apiculato-caudati. Corolla turbinata, carno- sula, attenuata in basso, al momento dell’antesi due volte più lunga del calice, brevemente 3-loba all’apice, coi lobi rotondati a mala pena apicolati e muniti internamente, in punta, di una callosità crestiforme sulla linea mediana che
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separa due incavi o nicchiette, in ognuna delle quali si annida la metà di una antera. Stami 6, subiseriati, i tre corrispondenti ai seni fra un lobo e l’altro essendo un poco più lunghi degli altri tre ; i filamenti sono tereti e si par- tono quasi dal fondo della corolla, ma sono connessi a que- sta per tutta la lunghezza loro ; antere suborbicolari con largo connettivo, a loggie subreniformi deiscenti sui lati. Rudimento d’ ovario inconspicuo o piccolissimo, oblungo, carnosulo.
Spadici feminei simili a quelli maschili, ma con minor numero di fiori, e questi più radi sui ramoscelli. I fiori fe- minei sembrano a prima vista di due qualità, alcuni es- sendo globosi ed altri clavati e più lunghi dei maschili; ma forse al momento dell'antesi anche ai feminei si allunga il tubo della corolla. I fiori globosi sono di circa 2 mm. di diam.; il calice è membranaceo, cupolare, irregolarmente trilobo, a lobi ottusamente denticolati ed apicolati. Corolla divisa sino alla metà in 3 lobi quasi valvati, latamente ovati, apicolati, concavi, molto crassi. Stami sterili 6, con filamento quasi nullo; le antere sono vacue, ma ben con- formate e grandi, cordato-ovate, smarginate all’apice con largo connettivo, con le linee della deiscenza laterali. Ova- rio composto di 3 carpelle libere fra di loro e nell’insieme latamente turbinato ; carpelle convesse dal lato esterno, bi- faciali dal lato interno, bruscamente contratte in breve stilo con stigma puntiforme ; ovulo inserito in basso della log- gia, eretto. Alcuni esemplari hanno fiori che differiscono esternamente da quelli ora descritti, perchè, a quanto sem- bra, sono completamente sviluppati e si trovano al momento dell’antesi; questi fiori sono allora clavato-capitellati od in forma di chiodo di garofano ; la corolla loro ha una capoc- chia quasi globosa di 1.7 mm. di diam., bruscamente atte- nuata in basso in una parte piuttosto sottile, piena. Nell’in- sieme la corolla è allora 2 l/i volte più lunga del calice ; le carpelle rimangono in alto nella parte dilatata della co- rolla, sorrette da una specie di colonna costituita dalla parte assottigliata e piena della corolla ; esse sono esattamente
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come di già state descritte e circondate dagli usuali stami sterili.
Frutti globosi, spesso 3-ni, risultanti dallo sviluppo indi- pendente delle 3 carpello, bianchi sul vivo (Bon), di 8-9 mm. di diam. sul secco : in questo stato sono opachi e di un color scuro all’esterno ; epicarpio sottile, unito ; mesocarpio allo stato secco granuloso-spongioso, ma probabilmente leg- germente carnoso sul fresco, staccantesi facilmente a com- pleta maturità dal nocciolo (endocarpio); 1’ endocarpio è sottile, fragile, crostaceo-legnoso. Il seme si libera con dif- ficoltà dall’endocarpio, è globoso, di 6-6.5 mm. di diametro, un poco pianeggiante dal lato dell’ intrusione del rate ; il rafe è assai largo, leggermente impresso, gira intorno alla metà inferiore del seme e dall’altro lato termina all’em- brione, che si trova nel centro della faccia più convessa; il processo del rafe forma una massa spongiosa, globosa, scura, che penetra sino alla metà del seme; l’albume è os- seo ed in sezione longitudinale si presenta della forma di ferro di cavallo ; la testa del seme è opaca, bruna, senza ramificazioni del rafe distinte. Il perianzio fruttifero forma un distinto pedicello slargato in alto e che accoglie le tre drupe.
Habitat. -- Nel Tonkino occidentale sui monti Dong- Baù a Kien Khé. Scoperta dal Padre Bon, 19 Aprile 1884. Nome volgare « Kay Lui ». N.° 2545, esemplari con fiori cf nell’Erb. De Candolle e di Parigi e n.° 2546 nell’Erb. De Cand. ; n.° 2345 esemplare in frutto e con fiori $ (cla- vati), nell’Erb. di Parigi.
Osservazioni. — Ha intieramente l’abito della Eh. flabel- liformis, dalla quale si distingue principalmente per la guaina delle foglie, la quale è composta nella sua parte ventrale di fibre che si discostano l’una dall’altra, ma che rimangono al loro posto e non si arruffano; di più le fibre esterne sono complanate e più grosse delle interne che per di più sono tereti; si distingue inoltre per la ligula non sfa-
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celata; per i segmenti completamente liberi fra di loro sino in basso; per gli spadici più allungati e per i fiori maschili con calice a lobi ineguali, spesso apicolati, e per i petali più rotondati in alto ; infine per i fiori feminei più piccoli.
E anche affine alla Rh. humilis per le sue guaine a fibre non arruffate, ma in questa i segmenti non sono compieta- mente liberi sino in basso.
Rhapis laosensis Becc. sp. n.
Gracilis, caudice nudo 5-7 mm., dum vagims induto 10-15 mm. diam. Frondium vagina et ligula in fibras te- nuissimas molles, concinnas, solutae ; segmenta saepe tan- tum 3 et pluricostulata, interdum usque ad 9 et 2-3-costu- lata, omnia, vel saltern centralia, basi plus minusve connata. Spadices spathis auriculiformibus subduplo longiores. Flores masculi 4 mm. longi; corolla clavata, basi valde angustata, calyce quadruplo longiori ; calyce 3-dentato, dentibus trian- gularibus acutis; staminibus biseriatis, antheris suborbicu- laribus ; flores foeminei obovati, basi attenuati, 4 mm. longi, 2.8 mm. crassi.
Descrizione. — Gracile. Il tronco allorché coperto dalle vagine delle foglie è di 10-15 mm. di diam. ; il tronco nudo solo di 5-7 mm., con internodi discosti 20-25 mm. nella parte più alta, ed in basso solo 6-7 mm. Vagine lun- ghe 7-10 cm., nell’ insieme cilindraeeo-infundibuliformi, ot- tusamente carenate e coriaceo-sublegnose lungo il lato dor- sale, intiere e tubulari in basso, risolute in reticolo fibroso sul lato ventrale ; le fibre sono tutte molto sottili, capil- lari e morbide, quelle dello strato esterno sono leggermente più forti delle sottostanti e molto regolarmente parallele (non arruffate), concorrenti a formare una assai lunga ligula acuminata, risoluta poi, più o meno, in un reticolo molle. Picciolo gracilissimo, lungo 20-35 od anche solo 10-15 cm., largo 2-2.5 mm., più o meno compresso, a mar-
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gini piuttosto acuti, lisci od anche scabriduli. La ligula all’ apice del picciolo è triangolare, barbato-lanosa nelle fronde giovani. Lamina radiato-digitata, nell’ insieme, di solito, con 16-17 costole primarie superiori, ma talora sino a 23, divisa spesso in 3 soli segmenti ineguali con 5-7 co- stole primarie superiori, larghi sino 5-6 cm. e lunghi 20-25 cm. ; talvolta i segmenti sono sino a nove e più o meno ineguali, 1-5-costulati e larghi in proporzione del numero delle costole : sono uniti in basso per il tratto di 1-3.5 cm.; quando sono molto larghi, sono distintamente concavo-convessi, quasi egualmente attenuati alle due estre- mità, con i denti apicali acuti e bifidi ma così conniventi da rendere i segmenti ± acuminati ; di consistenza, i segmenti, sono cartacei, alle volte sono distintamente in- tenti di sopra, più pallidi di sotto; le costole superiori ed inferiori sono =t serrulato-scabridule; i margini sono molto finamente ed acutamente serrulato-denticolati; venule tran- sverse approssimate, sottili e distinte.
Spndici con pochi rami divaricati e divisi in ramoscelli lunghi pochi centimetri e portanti pochi fiori ; nell’ insieme gli spadici sono assai brevi, più corti dei piccioli ed alle volte di poco più lunghi delle spate. Le spate sono assai variabili di grandezza, assai grandi, le due inferiori tubu- lose e fortemente compresse in basso, auriculeformi in alto, acute od acuminate, più o meno fugacemente forforacee ; di solito una terza spata pure assai grande ed auricule- forme si trova alla base delle diramazioni principali.
Fiori maschili piccoli, clavati, angusti, lunghi 4 mm. ; calice acutamente 3-dentato; corolla 4 volte più lunga del calice con i 3 lobi deltoidei, apiculati; stami biseriati; an- tere suborbicolari a loggie reniformi e largo connettivo.
Fiori feminei orizzontali, provvisti alla base di una brat- teola membranacea, subulata, decidua, obovati, crassi, at- tenuati un poco in basso: i più sviluppati da me visti sono lunghi 4 e larghi 2.8 mm., con la base della corolla crassa e che non sembra si allunghi molto al momento della an- tesi, a giudicare dal perianzio fruttifero; calice cupolare, su-
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perficialmente 3-dentato ; carpello fortemente gibbose in alto, solcate sul dorso in causa dell’impressione lasciata dal filamento degli stami sterili ; stilo breve, rimanente più basso della gibbosità della respettiva carpella. Perianzio fruttifero molto brevemente pedicelliforme. Frutti
Habitat. — Indo-China, nel Laos meridionale, valle del Mekong a La-Khon, race, dal D. Thorel, (senza numero), ed a Saraburg (n.° 3154, esemplari con fiori rf ). Pure nel Laos a Xeng-Kouang. (D. Spire, n.° 568). Esemplari tutti dell’Erb. di Parigi.
Osservazioni. — Si distingue dalla Rh. micrantha spe- cialmente per la natura delle fibre nelle quali si risolve la parte anteriore delle guaine delle foglie; tali fibre nella Rh. micrantha sono rigide ed appiattite, mentre nella Rh. laosensU sono finissime e molli ; tanto nell’ una quanto nell’ altra dette fibre non sono arruffate ed in questo am- bedue differiscono dalla Rh. flabelli for mis. I fiori feminei sono tozzi e crassi e non sembra che la corolla loro si al- lunghi molto al momento dell’antesi; tali fiori poi sono par- ticolari per le carpello che, nel boccio, sono fortemente gibbose ed hanno lo stilo molto corto e situato più basso della gobba della respettiva carpella.
Dalla Rh. subtilis differisce per le dimensioni assai mag- giori e per le fronde con maggior numero di segmenti.
Rhapis subtilis Beco. sp. n.
Pusilla, gracillima, 0.50-1 m. alta, caudice basi nudo et crebre annulato, tenuissimo, 3 mm. diam.; frondium vagina in fibras uniformes tenuissimas molles concinnas soluta ; segmenta perpauca, bi-3-costulata, vulgo 3, interdum 2-4, usque ad basin omnino libera, 9-10 cm. longa, apice paullo angustata et irregulariter dentata; spadicis parte peduncu- lari spatharum subtriplo longiori; spathis angustissimi.
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Descrizione. — Gracilissima, alta 0.50-1 m. con tronco sottilissimo di soli 3 mm. di diam., folioso solo in alto, nodoso in basso, con internodi lucidi, variabili da 6-10 a 20-25 mm. di lunghezza. Vagine brevi, disintegrate sul lato ventrale in fibre capillari molto sottili, molli, tutte uniformi; ligula ± parzialmente disintegrata in fibre sot- tili, molli non o poco arruffate. Picciolo gracilissimo, lungo 7-12 cm., largo 1.5 mm., subbiconvesso, ± scabridulo-striato. Lamina molto piccola, lunga 8-10 cm., rigidula, cartacea, divisa sino alla base in soli 2-4 segmenti, digitati, 2-3- plicato-costulati, nell’ insieme fra tutti con sole 7-9 costole primarie superiori, acuti in basso, leggermente ristretti all’apice, molto inegualmente inciso-dentati a denti acu- tiusculi, di sotto più pallidi che di sopra, senza squamule brune (sempre ?) ; margini finamente serrulati ; costole su- periori scabridule ; venule transverse conspicue.
Spadici nascenti eretti framezzo le fronde, presso a poco lunghi quanto i piccioli di queste, con parte pedunculare assai allungata compressa e che si divide all’apice in soli 2-4 ramoscelli, i quali portano pochissimi fiori sparsi ; spate primarie angustissime, larghe 2-3 mm., terminate in lembo stretto, acuminato, giungente sino a circa la metà della parte peduncolare dello spadice. Gli esemplari da me visti portano solo pochi fiori feminei trapassati.
Habitat. — Vallata del Me-Kong nel Laos inferiore a Lakòn (o Lacòne), Thorel n.° 3099 nell’ Erb. di Parigi.
Osservazioni. — Affine alla Rh. laosensis , ma distinta per le sue piccole dimensioni, per le piccolissime fronde digitate, che nell’insieme hanno sole 7-9 costole primarie superiori, e si dividono in soli 2-4 segmenti ; per gli spa- dici con assai lunga parte pedunculare sporgente dalle an- gustissime spate.
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Calamus acanthophyllus Beco. sp. n.
Parvus, subacaulis, caespitosus, vaginis non flagelliferis in ventre apertis. Folia erecta, rigida, 50-80 cm. longa (non cirrifera), ; petiolo longiusculo ; segmentis utrinque 12-14, inequidistantibus, rigidis et spisse papyraceis, utrinque pal- lide virentibus vel subglaucescentibus, linearibus, apice =±= attenuatis, acutis et subpungentibus vel interdum obtusiu- sculis, in costa media et ad margines saepius conspicue spinulosis, intermediis 15-25 cm. longis, 6-10 mm. latis, summis radiato-digitatis brevioribus, duobus terminalibus basi plus minusve connatis. Spadices masculi et foeminei similes, erecti, simplicissimi ; parte asili indivisa, rigida, apice 4-8 spicas floriferas ferenti; spathis arctissime va- ginantibus ; spicis rigidis, 2-8 cm. longis; floribus disti- cis, utrinque 8-10; floribus masculis anguste ovoideis, 4-5 mm. longis ; floribus foemineis ovoideis, 3 mm. longis, calyce profunde 3-lobo ; corolla calyce subtriplo longiori; perianthio fructifero breviter pedicelliformi. Fructus ovoi- dei vel subovoidei, minute acuteque conice rostrati, 12-15 mm. longi, 9-12 mm. lati; squamis superficialiter in medio sulcatis, stramineis et anguste nigro-marginatis, apice acu- tis ; semine elliptico, paullisper compresso, 7 mm. longo, 5 mm. lato, 4 mm. spisso ; albumine aequabili ; embryone basilari.
Habitat. — Nella Cocincina sul fiume Ubon, raccolto dal Dott. Thorel durante la spedizione del Me-kong (1866-68). Nel Laos (Massic, Erb. di Parigi).
Osservazioni. — E una specie singolare ed aberrante, ma che nondimeno si può raggruppare col C. erectus e col C. dongnojensis.
Non sembra mai scandente ; non ha flagelli alle vagine ; ha foglie non cirrifere e spadici semplicissimi non flagel- liferi, maschi e feminei fra loro similissimi. In alcuni
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esemplari le foglie hanno i segmenti spinosissimi sui mar- gini e sulla costa mediana, ma alle volte questa è quasi inerme ed i margini portano solo qualche spina in qua e là.
Calamus Balansaeanus Beco. sp. n.
Gracillimus, erectus (vel demum scandens ?), caudice vagi- nato 8 mm. diam., circ. 1.5 m. longo; frondium ecirrosarum (circ. 65 cm. long.) segmenta inaequidistantia vel irregu- lariter fasciculata, anguste lineari-lanceolata, superne sen- si m in acumen tenue barbatum attenuata, costulis 3 te- nuibus in facie superiori spinulosis percursa, subtus in costa media tantum setulosa vel omnino nuda ; venulis transversis conspicuis discoloribus ; marginibus minutissime spinulosis; segmenta intermedia 15-17 cm. longa, 10-13 mm. lata ; superiora sensim minora, duo terminalia basi omnino libera. Spadix foemineus gracilis, elongatus, filiformis, apice flagello tenui aculeolato terminatus ; inflorescentiis partiali- bus paucis, erectis, remotis, 10-12 cm. longis, spiciformibus, angustis, strictis, in earum parte basilari spiculas floriferas parvas, superne flores ternos geminatosve, et in parte api- cali solitarios, ferentibus ; spathae secundariae et spathellae leves, oblique infundibuliformes, apice marcescentes ; invo- lucrophoro oblique cupulari-cyatiformi ; involucro subauricu- laeformi ; floris neutri areola concavo-aedi colaeformi. Fru- ctus globosus, breviter rostratus, circ. 1 cm. diam. ; squamis per orthostichas 21 ordinatis, stramineis et anguste ni- gro-marginatis, in medio obsolete sulcatis, apice obtu- siusculis ; semine irregulariter globoso, areolis nonnullis coneaviusculis notato, 7 mm. diam., albumine aequabili ; embryone basilari.
Habitat. — Nel Tonkino a Than Mo'i, nelle macchie. Balansa, 3 Marzo 1886, n.° 517 nell’Erb. di Parigi.
Osservazioni. — E certamente affine al C. Henryanus Becc., dal quale si distingue per lo spadice con infiorazioni
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parziali molto semplici, distintamente spiciformi, portanti piccole spighette nella parte bassa e i fiori terni, geminati o solitarii in quella alta, tutti appressi alla parte assile in modo da formare una sola spiga densa ed angusta. L’invo- lucro ha poi l’areola che porta il fiore femineo in forma di nicchia o di edicola e manca del piccolo pedicello che sorregge il fiore neutro nel C. Henryanus.
Come il C. Henryanus mostra della affinità col C. lepto- spadix.
Calamus Bonianus Beco. sp. n.
Gracilis, alte scandens, caudice vaginato digiti crassitiae ; folia (non cirrifera) parva, 48-55 cm. longa; petiolo brevi ; segmentis utrinque 10-14, distincle fasciculatis, lanceolati, anguste elliptico-lanceolatis vel oblanceolatis, 12-20 cm. lon- gis. 2-3 cm. latis, basi acutiusculis, superne breviter et saepe abrupte-acuminatis, subtiliter papyraceis, tenuissime 3-5-7-costulatis, utrinque nudis vel in costa media tantum supra parce spinulosis; venulis transversis numerosissimis tenuibus sed prominulis ; marginibus patule spinuloso-ci- liatis; segmentis 2 terminalibus fere usque ad medium uni- tis. Spadix masculus elongatus, ultradecompositus, spicis arcuato-subscorpioideis, 1-2 cm. longis, 15-16 flores (in to- tum) biseriatim assurgentes ferentibus ; floribus masculis 3-5 mm. longis, ovoideo-ellipticis, acutis. Spadix foemineus duplicato-ramosus, 1.5 m. long., apice flagellifer, circiter 8 intìorescentias partiales ferens ; spathis primiariis tubulosis, superne paullo ampliatis, ibique laxiuscule vaginantibus ; spicis arcuatis, patentibus vel deflexis, majoribus 6-8 cm. longis; floribus bifariis, utrinque numerosi ; spathellis basi tubulosis, superne ampliato-infundibuliformibus ; involucro- phoro sessili, plano, discoideo-orbiculari ; involucro involu- crophoro simili ; fiori neutri areola punctiformi ; perianthio fructifero distincte pedicelliformi. Fructus parvi, sphaerici, 4 mm. diam., abrupte rostrati ; squamis per orthostichas 21 ordinatis, stramineis, apice rubellis, in medio sulcatis.
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Habitat. — Nel Tonkino occidentale. Scoperto dal Padre Bon a -Jèn Cu. (N.° 1211, esempi, con frutti) ed a Tai-Kéuh (n.° 3549, spadice maschio). Negli Erb. di Parigi e De Can- dolle. Nome volgare « Cày Mai ».
Osservazioni. — E molto prossimo al C. tetradactylus Hance, dal quale si distingue per le infiorazioni parziali più dense, con maggior numero di spighette e queste più fornite di fiori ; per 1’ involucroforo sessile e non pedicel- lato, ed a quanto sembra anche per il frutto più piccolo.
Calamus cambojensis Beco. sp. n.
Gracillimus, scandens, caudice vaginato 6-8 mm. diam.; vaginis nonnullis flagelliferis ; folia (non cirrifera) brevia 35 cm. longa; petiolo brevi; segmentis paucis (utrinque 6-7), inaequidistantibus, remote fasciculatis, anguste ellipticis, utrinque aequaliter attenuatis, tenuiter papyraceis, costulis 5 tenuibus, utrinque nudis, percursis, vel in costa media su- pra sparse spinulosis ; venulis transversis approximatis, praecipue in pagina superiori conspicuis; marginibus patule spinuloso-ciliatis ; segmentis intermediis 10-12 cm. longis, 2-3 cm. latis, duobus terminalibus basi plus minusve con- natis. Spadix foemineus flagelliformis, tenuis, 0.8-1 m. lon- gus, flaccidus, foliis longior, simpliciter decompositus ; inflo- rescentiis partialibus 3-4, remotis, gracilibus, utrinque 5-7 spicas ferentibus ; spathis primariis tubulosis, arcte vagi- nantibus, angustis, elongatis; spicis arcuatis, plus minusve deflexis, 2-3.5 cm. longis ; floribus disticis utrinque 5-8 ; spathellis late infundibuliformibus ; involucrophoro sessili concavo ; involucro suborbiculari depresse cupulari ; floris neutri areola semilunari; floribus foemineis ovoideis ; flori- bus neutris conspicuis foemineis simillimis, attamen paullo minoribus. Caetera desunt.
Habitat. — Nel Camboge. Gli esemplari sui quali la specie è stabilita vennero inviati dal sig. Gourgaud all’Espo-
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sizione coloniale di Marsiglia del 1906 e presentemente si trovano nell’Erb. del Museo di Parigi; non è indicata la lo- calità precisa dove vennero raccolti e portano il nome in- digeno « Phdau-San ».
Osservazioni. — Si avvicina al G. tetradactylus ed al C. Bonianus per le foglie, specialmente per la disposizione dei segmenti ; ma lo spadice femineo è più flaccido e con le spate più anguste e più strettamente guainanti. I se- gmenti hanno le venule transverse anche più fitte che nel C. Bonianus.
Per le foglie rassomiglia molto al C. tetradactylus Hance, di Hong-Kong, ma in questo le spate primarie sono las- samente guainanti ed alquanto dilatate in alto, mentre quelle del C. cambojensis sono angustissime e molto stret- tamente abbraccianti l’asse dello spadice.
Sembra riferibile al C. cambojensis un esemplare portante uno spadice maschile, raccolto dal Dott. Thorel (n.° 2974, Erb. di Parigi) sulle montagne a Bassac (Me-Kong). Il tronco e l’ armatura delle guaine è come negli esem- plari tipici. Le foglie sono un poco più grandi che negli esemplari feminei, sono lunghe 45 cm., hanno il picciolo un poco più lungo (3-4 cm.) e qualche segmento di più, 8 per parte, più il terminale che è bipartito, i segmenti sono un poco più grandi, gli intermedii lunghi sino 15-20 cm. e larghi 27-30 mm., del resto esattamente come di già de- scritti. Lo spadice maschio è molto semplice, gracillimo. flagelliforme, sottilissimo, con pochissime e piccole infiora- zioni parziali ; spate angustissime, molto strettamente guai- nanti; spighette pettiniformi, lunghe 15-25 mm. e con 6-8 fiori orizzontali per parte; fiori lunghi 4 mm., angusti, te- reti, acuti; calice latamente 3-dentato, fortemente costulato- striato; corolla circa 3 volte più lunga del calice.
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Calamus scutellaris Becc. sp. n.
Ut videtur robustus, caudice et foliis ignotis. Spadix foe- mineus amplus, dense duplicato-ramosus, non cirrifer; in- florescentiis partialibus 20-30 cm. longis (et interdum ul- tra ?), in ramulos paucos approximates divisis ; spathis se- cundariis brunneis, inermibus, basi tubulosis, membranaceis, superne laceris, laciniis valde elongatis et spicarum apicem fere attingentibus; ramulis brevi bus arcuatis, spicas floriferas 4-6 approximatas brachiatim ferentibus ; spathis tertiariis brevissime cyathiformibus, truncatis, integris, levibus ; spicis sinuosis, vermiformibus, 7-9 cm. longis, parte axili tereti, 3 mm. diam.; floribus exacte disticis, utrinque 20-25; spa- thellis breviter infundibuliformibus ; involucrophoro breviter cupulari, subpedicellato; involucro conspicuo, orbiculari, in- tegro, concavo-pateriformi ; floris neutri areola conspicua, late ovoidea, concaviuscula. Perianthium fructiferum expla- natum. Fructus parvi, ovoidei, breviter acuteque rostrati, 12 mm. longi, 8 mm. lati, squamis per orthostichas 21 ordi- natis, brunneis, subsquarrosis, in medio non sulcatis, margine fimbriato ferrugineo, apice acuto; semine late ovoideo, utrin- que rotondato; albumine aequabili; embryone subbasilari.
Habitat. — Le porzioni di spadici con frutti maturi, che rappresentano tutto quanto si conosce di questa specie, ven- nero comprate dal Tt. Padre Bon sul mercato di Thanh- hoa nel Tonkino orientale, nell’Ottobre 1892 (n.° 5743 nel- l’Erb. di Parigi). Probabilmente i nativi si servono dei frutti di questo Calamus come condimento, o per masticare in sostituzione della Noce di Areca.
Osservazioni. — Appartiene al gruppo XV (A) della mia Monografia, ma non sembra affine ad alcune delle specie conosciute, eccettuato forse il C. Scipionum. E particolar- mente notevole per l’involucro del fiore femineo, che allor- ché sono caduti i frutti è molto conspicuo ed ha la forma
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di una tazza poco profonda. I suoi piccoli frutti sono pure notevoli per le squame brune leggermente squarrose, non solcate per il lungo, e con una frangia di peli ferruginosi sui margini.
Plectocomiopsis floribundus Becc. sp. n.
Prondium vaginis spinis gracilibus basi confìuentibus et oblique seriatis vel pectinatis, armatis ; petiolo brevi; se- gmentis per greges remotiusculos distincte approximate, anguste lanceolati, apice acuminato-subulatis, utrinque vi- rentibus, subtus punctulatis, majoribus 20-30 cm. longis, 2.5-3 cm. latis ; spadice masculo ampio, laxe ramoso, spicis scorpioideis, 8-10 mm. longis ; floribus congestis non valde numerosi, per series 2 assurgentes ordinatis, ovoideis, acu- ti, obsolete trigonis, 3 mm. longis ; calyce membranaceo- scarioso, profondissime trilobo ; corolla calyce ‘/3 vel */2 lon- giori, in segmenta elliptico-navicularia, tenuiter coriaceo- scariosa fere usque ad basin partita ; staminum filamenti basi connatis, superne latiuscule linearibus, abrupte intro- fìexis ; antheris erectis, elongato-sagittatis ; ovarii rudimento parvo papillaeformi. Coetera desunt.
Habitat. — Un esemplare con fiori maschi è stato rac- colto nel Camboge da Gourgaud, con la sola indicazione « Pfdau-chno » (probabilmente il suo nome indigeno). Allo stato sterile è stato pure riportato dalla Cocincina dal Dott. Thorel, ma senza indicazione precisa di località.
Ossekvazioni. — Sembra assai affine al Plectocomiopsis paradoxus Becc. {Cal. paradoxus Kurz), ma in questo, seb- bene i segmenti siano inequidistanti non sono così distin- tamente riuniti in gruppi come sono quelli del P. floribun- dus ; anche i fiori maschili di questo sono di un terzo più piccoli di quelli del P. paradoxus , più angusti e più acu- minati, e lo spadice è più diffuso.
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Plectoconica Pierreana Beco. sp. n.
Inter minores; frondium supremarum segmentis inaequi- distantibus, lineari-lanceolatis, utrinque virentibus, subtus vix pallidioribus ; fructibus spbaericis, abrupte rostratis, circ. 2 cm. diam. ; squamis per 42-44 orthostichas ordinatis, squarrosis, apice valde producto acuto, cibato, recto, minime recurvo ; semine globoso, nonnibil depresso, 14-15 mm. lato, 11-11.5 m. alto ; perianthio fructifero explanato, sepalis delthoideis acutis, corollae segmentis lanceolati, acuminatis, calyce subtriplo longioribus ; antheris sterilibus sagittatis.
Habitat. — Nel Camboge sui monti Cam-cbày nella Pro- vincia di Kampuh, all’ altezza di 900 m. sul livello del mare (Pierre nell’Erb. di Parigi). Un altro esemplare, appa- rentemente della medesima provenienza, si trova nell’Erb. del « British Museum » e faceva parte dell’Erbario di Hance (n.° 19241).
Osseev azioni. — E una delle più piccole specie, delle dimensioni della Plectocomia Muellerii , alla quale rasso- miglia anche per i frutti; ma quelli della P. Pierreana hanno le squame che si terminano in una punta dritta e non come nella P. Muellerii ripiegata in dietro; inoltre la punta non si prolunga in lunghe setole. Si distingue dalla P. Muellerii anche per i segmenti delle fronde su- periori più stretti e per le antere degli stami sterili nel fiore femineo sagittate, mentre sono lineari nella P. Muel- lerii.
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ENUMERAZIONE delle specie di Palme sino a qui note come crescenti selvatiche nell’ Indo-China o che vi sono estesamente coltivate.
ARECEAE.
Areca Catechu Linn.
Coltivata.
Areca laosensis Beco. Vedi sopra a p. 191.
Areca triandra Roxb. Hort. Beng. 68.
Cocincina merid. sai monte Ponglu a 150 m. sul livello del mare presso Binh-Thuan (Pierre n.° 4849) e sui monti Dinh presso Baria (Pierre col med. n.° 4849).
Finanga cochinchinensis Bl. in Bull. Néerl. 1888, 65; Becc. Malesia III, 143. — Areca sylvestris Lour. FI. Coch. 568; edit. Willd. 696.
Cocincina meridionale a Boo-chiang, Prov. di Bien-hoa (Pierre n.° 1876).
Finanga Duperreana Pierre mss. ex Becc. Malesia III, 144.
Camboge, monti Kuang-Repen, Prov. di Jpong (Pierre n.° 4851 e 4858).
Finanga baviensis Becc. Vedi sopra a p. 193.
Oncosperma filamentosa Blume, Rumphia II, 97, t. 82, 103. 0. cambodianum Hance in Journ. of Bot. 1876,
p. 261.
Isola Pku-Quoc nel Golfo del Siam (Pierre n.° 1859).
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Wallichia gracilis Becc. sp. n. Vedi sopra a p. 211.
Arenga saccharifera Labili, in Mém. Inst. Fr. IV, 209. Borassus Gumutus Lour. FI. Coch. II, 619.
Cocincina merid., sui monti Dinh, Prov. di Baria (Pierre n.° 44) subspontanea, ed assai spesso coltivata.
Didymosperma caudata W. et Dr. Vedi sopra a
p. 200, 201.
— — var. stenophylla Becc. Vedi sopra a p. 206.
— — var. tonkinensis Becc. Vedi sopra a p. 208.
Caryota mitis Lour. FI. Coch. II, 569. — C. sobolifera Wall. Cat. 8594; Mart. Hist. Nat. Palm. Ili, 194, t. 107, f. 2.
Vicinanze di Saigon (Pierre n.° 1107) ed a Dinh, Prov. di Baria, Cocincina meridionale (Pierre n.° 105).
(a.
Caryota monostaclya Becc. sp. n. Vedi sopra a pag. 196.
Nipa fruticans Wurmb. in Verh. Bat. Genootsch. 1, 349.
Non ho visto esemplari di questa Palma provenienti dal- l’ Indo-China, dove certamente cresce nei luoghi inondati delle coste meridionali.
PHOENICEAE.
Phoenix Roebelinii O’Brien in Gard. Chr. 26 Oct. 1889, p. 475, f. 68, et 28 Dee. 1889, p. 750. — Ph. pusilla Lour, (non Gaertn.) FI. Coch. II, 614? — Ph. Lourerii Kunth, Emum. pi. Ili, 257 ?
Questa Palma, che è ora estesamente coltivata in Europa nelle serre ed in pien’ aria in molte parti della Regione mediterranea, è stata scoperta sulle sponde rocciose del
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Mekong nel Laos. A questa specie indubbiamente appar- tengono gli esemplari delle Piante del Tonkino di Balansa portanti i numeri 4471 (esemplare fruttifero) e 4877 (sole fronde), ma senza indicazione di località precisa. Nella « Malesia » (v. Ili, p. 382), io ho creduto di potere identi- ficare la Ph. pusilla di Loureiro con una Phoenix raccolta da Pierre nella Cocincina, che certamente rientra nel gruppo della Ph. humilis; però data la dimensione di 4 linee ( = a circa 1 cm.) assegnata da Loureiro al frutto della sua Ph. pusilla, mi sembra molto probabile che alla Ph. Roe- belinii , piuttosto che alla Ph. humilis, corrisponda la specie di Loureiro.
Secondo questa identificazione la Phoenix Roebelinii do- vrebbe assumere il nome di Ph. Loureiri , essendo quello di Ph. pusilla stato precedentemente adoprato per una specie del Ceylan.
Loureiro ha lasciato scritto che la sua Ph. pusilla abita in luoghi sassosi lungo i ruscelli sui monti Cóu-nut a sei leghe di distanza da Hue. Con questa indicazione non do- vrebbe esser difficile di rintracciare questa Palma nella località classica e così risolvere la questione delia sua pre- cisa nomenclatura.
Phoenix humilis Royle, Illustr. of the Him. mount. I (1839), 8, 14, 394, 397, 399 ; Beco. Malesia, III, 373, t. XLIV, II.
Camboge, sul monte Kuang Repen: Harmand n.° 4832 in Erb. Pierre.
(ali esemplari di Pierre corrispondono esattamente a quelli della Ph. humilis che cresce nell’Assam e nella Birmania.
Phoenix paludosa Roxb. Hort. Beng. 75.
Cocincina merid. a Beutré (Pierre n.° 4835).
Phoenix sp.
Sulle sponde del Mekong, a Stung-Streng, il D. Thorel ha raccolti degli esemplari sterili di una Phoenix apparto-
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nenti, a quanto sembra, ad una specie differente dalle pre- cedenti.
CORYPHEAE.
Corypha Linn.
Non ho visto esemplari dell’ Indo-China di alcuna specie di questo genere di Palme, che mi sembra ben difficile che non sia rappresentato in quella regione.
Licuala spinosa 'Wurmb. in Yerh. Bat. Gì-enootsh. 11,469. — L. spinosa var. cochinchinensis et var. breoidens Becc. Malesia, III; — Corypha pilearia Lour. FI. Co- chinch. I, 265.
Cocincina merid. a Song-lu nella Prov. di Bien-hoa e sul monte Dai nella Prov. di Chau-doc. A Bencat lungo il fiume di Saigon. Nell’ isola di Phu-Quoc nel Golfo del Siam. (Pierre nell’Erb. di Parigi).
La Licuala spinosa è risultata adesso una specie talmente diffusa e così poliforma che la distinzione in varietà del valore di quelle rammentate diventerebbe infinita.
Licuala paludosa Griff, in Cale. Journ. Nat. Hist. Y, 283, et Palms Brit. Ind. 118, t. 221, A, B, C.
Isola di Phu-Quoc nel Golfo del Siam (Pierre n.° 4889). Licuala tonkinensis Becc. sp. n. Yedi sopra a p. 214. Licuala calciphila Becc. sp. n. Yedi sopra a p. 216. Licuala fatua Becc. sp. n. Vedi sopra a p. 218.
Rhapis micrantha Becc. sp. n. Yedi sopra a p. 220. Rhapis laosensis Becc. sp. n. Yedi sopra a p. 225. Rhapis subtilis Beci. sp. n. Vedi sopra a p. 227.
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Livistona cochinchinensis Mart. Hist. nat. Palm. Ill, 319; Beco. Malesia III, 69. — L. spectabilis Griff, in Calc. Journ. Nat. Hist. V, 336, et Palms Brit. Ind. 130, t. CCXXYI. G. — Corypha Saribus Lour. FI. Co- chin. I, 212.
Cocincina merid. a Thuduc ed a Song-lu, Prov. di Bien- hoa (Pierre, n.° 4837). Nel Tonkino meridionale a Lang Doi (Pére Bon n.° 1649: nome voi. « Cay-Co ») ed a Vau xa (n.° 3276) e n.° 6184: senza località precisa. Pure nel Ton- kino a Tu-Phap (Balansa n.° 4336). Le foglie servono a cuoprire capanne ed a fare i grandi cappelli annamiti.
BÒRASSINEAE.
Borassus flabellifer Linn. sp. pi. p. 1187. — B. tuni- cata Lour. FI. Cocinch, edit. Willd. p. 760.
Dalle descrizioni dei viaggiatori sembra molto diffuso nell’alto Mekong.
COCOINEAE.
Cocos nucifera Linn.
Estesamente coltivato.
LEPIDOCARYEAE.
Calamus dongnaiensis Pierre mss. ex Becc. in Ree. Bot. Surv. Ind. ii, 189 ; Becc. in Ann. R. B. G. Calc. XI, 133, t. 8.
Cocincina merid. a Chiao-xhan (Pierre n.° 4829).
Calamus acanthophyllus Becc. sp. n. Vedi sopra a pag. 229.
Calamus rudentum Lour. FI. Cochinch. I. 209; Becc. in Ann. R. B. G. Calc. XI, 139, t. 13.
Cocincina merid. a Dian-lau-me, Prov. Bien-hoa (Pierre n.° 4846) ; a Tan Kiyen sul fiume Dongnai (Pierre n.° 4845)
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e presso il monte Pong-lu, Prov. Bin-Thuan (Pierre senza n.°).
Calamus Balansaeanus Beco. sp. n. Vedi a pag. 230.
Calamus dioicus Lour. FI. Cochinch. 1, 210 ; Beco, in Ann. R. B. G. Calc. XI, 195, t. 51.
Monti Chiao-xhoin (Pierre n.° 4834).
Calamus viminalis Willd., cochinchinensis Becc. in Ann. R. B. G. Calc. XI, 207, t. 57.
Cocincina meridionale : monti Kuang Repen, Prov. Ipong (Pierre n.° 4848); a Songlu, Prov. di Bien-hoa, e sulle mon- tagne Dày, Prov. Chaudoc (Pierre senza n.°).
Calamus tenuis Roxb. FI. Ind. Ill, 780; Becc. in Ann. R. B. G. Calc. XI, 262, t. 94. — C. amarus Lour. FI. Cochinch. I, 210?
Cocincina meridionale sui monti Dinh (Mu-xoai) presso Baria (Pierre senza n.°).
Calamus G-odefroyi Becc. in Ann. R. B. G. Calc. XI,
267. t. 96.
Cocincina merid. Gran lago presso Siem Reap (Gode- froy-Leboeuf in Herb. Kew). Ad Hong-Kay (Thorel, spe- diz. del Mekong, senza n.°).
Calamus tonkinensis Becc. in Ann. R. B. G. Calc. XI, 275, t. 100.
Tonkino a Taukeiun presso Zuang-yen (Balansa n.° 516 in Herb. Petrop. et Kew.).
Calamus salicifolius Becc. in Ree. Bot. Surv. Ind. II, 206, et in Ann. R. B. G. Calc. XI, 279, t. 103.
Cocincina merid. a Tong-Keon presso Saigon (Pierre n.° 4853) ; pure presso Saigon (Germain, Herb. Delessert, e Godefroy-Leboeuf in Herb. Kew).
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Calamus salicifolius var. leiophyllus Becc. in Ann. R. B. G. Calc. XI, 281.
Camboge a Campong Chouong (Otto Kunze, n.° 3995, in Herb. Kew).
Calamus Bonianus Beco. sp. n. Vedi sopra a p. 231.
Calamus cambojensis Becc. sp. n. Vedi sopra a p. 232.
Calamus G-uruba Ham. in Mart. Hist. nat. Palm. Ill, p. 206 (edit. 2.a) et 330 ; Becc. in Ann. R. B. G. Calc. XI, 299, t. 144 e 115.
Sponde del Mekong a Bassac, fiume Ubon (Thorel senza n.° in Herb. Paris).
Calamus Bousigonii Pierre mss. ex Becc. in Ree. Bot. Surv. Ind. II, 209, et in Ann. R. B. G. Calc. XI, 343, t. 139.
Cocincina meridionale a Baria nei monti Mu-xoai (Pierre n.° 4836).
Calamus scutellaria Beco. sp. n. Vedi sopra a p. 234.
Calamus palustris (Griff.) cochin chinensis Becc. in Ree. Bot. Surv. Ind. II, 211, et in Ann. R. B. G. Calc. XI, 405, t. 175.
Cocincina merid. sui monti Dinh presso Baria (Pierre n.° 487). Camboge sui monti Kuang Repen, Prov. Ipon (Pierre senza n.°).
Calamus platyacanthus Warb. Mss. ex Becc. in Ann. R. B. G. Calc. 442, t. 198.
Tonkino, Monte Bavi (Balansa n.° 4360).
Daemonorops Pierreanus Becc. in Ree. Bot. Surv. Ind. II, 220, et in Ann. R. bot. Gard. Calc. XII, t. 9 (ined.)
Camboge. Monti Kuang Repen, Prov. Ipong (Pierre n.° 4859).
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Esistono altri esemplari incompleti di Daemonorops dub- biamente riferibili al D. Pierreanus , o forse appartenenti a specie affini, raccolti da Pierre nella Cocincina merid. a Toikuyen, Prov. Bien-hoa, e dal Dott. Tkorel pure in Co- cincina, (n.° 929 in Herb. Paris).
Zalacca Reinw.
Di questo genere non ho visto esemplari di specie sel- vatiche o coltivate in Indo-China, dove mi sembra ben dif- ficile che nell’un modo o nell’altro non sia rappresentato.
Zalaccella Harmandi Becc. in Ann. R. B. G. Calc. XI,
496, t. 229 (sub Calamo).
Cocincina meridionale a Thulet-Thay (Harmand n.° 1198 in Herb. Pierre).
Flectocomia Fierreana Becc. sp. n. Vedi sopra a p. 236.
Fletocomiopsis floribundus Becc. sp. n. Vedi a p. 235.
Korthalsia laciniosa Mart. ?
Riferisco dubitativamente a questa specie alcuni esem- plari sterili di una Korthalsia raccolta da Pierre nel Cam- boge sul Monte Keerev, Prov. Samrong-tong (n.° 4860) ed a Songlu, Prov. Bien-hoa (n.° 1878).
Forse appartengono ad una seconda specie di Korthalsia altri esemplari, pure sterili, raccolti da Pierre a Bao-Chiang in Cocincina (n.° 1877). Questi sono particolari per i seg- menti oblanceolato-cuneati o subromboidali, distintamente coperti da un indumento bianco-farinoso e morbido nella pagina inferiore, carattere invero che talora sparisce o si attenua nelle fronde di pianta adulta.
Figafetta filaris (Mart.) Becc. Malesia, I, 91. — Calamus Kunzeanus Becc. in Ann. R. B. G. Calc. XI, 490, t. 226, f. IV.
Camboge (Otto Kunze in Herb. Berol.).
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Metroxylon Rottb.
Non ho visto rappresentati di questo genere provenienti dall’ Indo-China, dove senza alcun dubbio 1’ una o l’altra o forse ambedue le specie che somministrano il Sagù si deb- bono trovare, o coltivate o semispontanee.
Specie dubbie.
Rhapis ? cochinchinensis Mart. Hist. nat. Palm. Ili, 254. — Chamaerops cochinchinensis Lour. FI. Coch. II, 657 ; edit. Willd. II, 80S.
Palma molto dubbia, perchè stando alla descrizione di Loureiro per la corolla monopetala si potrebbe ritenere realmente per una Rhapis , mentre per i piccioli (stipiti) spinosi e per le fronde che si dice si adoprano « ad te- gendos domos et construenda pallia solem et pluvia m re- pulsura » sembrerebbe trattarsi di una Licuala o di una Livistona; giacché non vi è foglia di Rhapis sino a qui conosciuta che abbia dimensioni tali da poter servir per tale oggetto.
Il nome volgare di « Cay Lui », assegnato da Loureiro alla sua Chamaerops cochinchinensis in realtà corrisponde a quello che il Padre Bon assegna alla Rhapis che io ho descritto col nome di Rhapis micrantha. È possibile che la specie sia stata fatta sopra i fiori di una Rhapis e le frondi giovani di Livistona cochinchinensis.
Fra i Calamus descritti da Loureiro vi sono i seguenti che non è ancora stato possibile d’identificare. (Si veda in proposito : « The species of Calamus » in « Annals of the Royal Botanic Garden, Calcutta » voi. XI, p. 38).
Calamus petraeus Lour. — Forse identificabile con la Plectocomia Pierreana Beco.
Calamus verus Lour. — É probabilmente una specie di Daemonorops.
Calamus amarus Lour. — - Forse corrisponde al Cala- mus tenuis Roxb.
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Contributo alla conoscenza delle “ Lepidocaryeae „ affricane
PER
ODOARDO BECCARI
Sulle Palme affricane della tribù delle Lepidocaryeae ho già fatto conoscere i rappresentanti del Genere Calamus nella Monografia comparsa nel voi. XI degli « Annals of the Royal Botanic Garden » di Calcutta, ed ho poi in due recenti scritti pubblicati i miei studi sulle Raphia (1).
Presentemente vien completato il lavoro con la rivista dei rimanenti generi: Ancistrophyllum, Oncocalamus ed Ere- mospatha.
Il materiale sul quale si basa l’attuale studio mi è stato quasi in totalità comunicato dal Prof. Engler, Direttore del Giardino e Museo botanico di Berlino, ed in gran parte è stato riunito per la iniziativa del Prof. Udo Dammer, che si è dato molta pena per ottenere da botanici e viaggia- tori affricani gli esemplari occorrenti, tutt’altro che facile a raccogliersi, a cagione della spinescenza e delle grandi dimensioni di tali piante e della natura selvaggia ed inospi- tale delle regioni nelle quali s’incontrano.
Sebbene il materiale sul quale io ho potuto lavorare con- tribuisca ad aumentare considerevolmente le nostre cogni- zioni sulle Calameae affricane, pure varie specie, e fra queste alcune ragguardevolissime, non possono essere che
(1) Le Palme del Genere Raphia, « L’Agricoltura coloniale » IV, (1910), p. 187-170, t. I-VI. e Studio Monografico del Genere Raphia, in questo me- desimo volume, p. 87-180, t. I.
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incompletamente descritte, rimanendo ignote talora i loro fiori, talora i frutti ed in qualche caso gli uni e gli altri.
I quattro generi di Calameae affricane offrono caratteri facili ad apprezzarsi, tanto nei soli organi vegetativi, quanto in quelli riproduttivi, come può rilevarsi dai seguenti pro- spetti.
Caratteri differenziali dei generi affricani di “ Calameae „ desunti dagli organi vegetativi.
Foglie non cirrifere, paripinnate, con vagine =fc spinose e flagellifere. Ligula breve o ± allungata, troncata obli- quamente in forma di becco di flauto. Segmenti simme- trici, non sigmoidei Calamus.
Foglie di pianta adulta terminate da un cirro armato di uncini spinescenti reversi (acantofilli). Vagine mai fla- gellifere.
Vagine ± spinose ; ligula, allungata, auriculeforme, poi ± lacera ; segmenti ± sigmoidei o se dritti alla base con l’apice più o meno falcato. Vagine armate di spine usuali Ancistrophyllum.
Vagine armate di spine molli, laminari, riposanti sopra una base bulbiforme, poi decidue e lascianti la superfìcie della vagina più o meno scabra. Ocrea tron- cata. Segmenti sigmoidei Oncocalamus.
Vagine affatto inermi. Ocrea zfc allungata, stretta- mente guainante, troncata ed intiera alla bocca, più raramente lacera. Segmenti dritti, lineari, allungato- lanceolati, spesso anche larghi, ovoidali, o ± romboidali Eremospatha.
Caratteri differenziali dei generi affricani di “ Calameae „ desunti dagli organi riproduttivi.
Spadici laterali, flagelliformi, dioici, con parte assile rive- stita da spate complete, tubulari. Spadici maschi con
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spighette portanti un sol fiore ad ogni spatella. Spa- dice femineo con due fiori ad ogni spatella, dei quali uno femineo o pseudo-ermafrodito, ed uno ± abortivo o neutro. Fiori con calice 3-dentato, e corolla tripar- tita con filli coriacei. Stami con filamenti liberi, o solo uniti alla base fra loro ed alla corolla . . Calamus.
Spadici paniculati, terminali. Spighette portanti due fiori eguali ed ermafroditi ad ogni spatella. Fiori ± coria- cei con calice cupolare-ciatiforme e corolla divisa quasi completamente in 3 filli coriacei. Stami con filamenti crassi, uniti fra di loro ed alla corolla solo brevemente in basso Ancistrophyllum.
Spadici laterali, paniculati, vaginati da spate tubolose; spi- ghe con spatelle infundibuliformi. Fiori tutti uniformi, ermafroditi, glomerulati all’ascella delle spatelle; calice ciatiforme-campanulato, 3-lobo; corolla assai profonda- mente 3-partita; stami coi filamenti connati e formanti un urceolo carnoso libero dalla corolla. Oncocalamus.
Spadici ascellari, brevi, privi di spate; rami fioriferi na- scenti al di sopra di una brattea squameforme : essi pure privi di spatelle. Fiori carnosi, gemini, perfetta- mente eguali ed ermafroditi; calice cupolare-ciatiforme; corolla carnosa, leggermente inflata, brevemente 3-den- tata; stami coi filamenti formanti un urceolo connato con la corolla, brevemente 6-dentato all’apice . Eremospatha.
ANCISTROPHYLLUM.
Crii Ancistrophyllum hanno spadici terminali composti, costruiti sul tipo degli spadici feminei dei Calamus , con spighette allungate provviste di spatelle, dal fondo di ognuna delle quali escono due fiori eguali ed ermafroditi, men- tre nei Calamus uno dei fiori è femineo con stami rudi- mentarì e l’altro è neutro con stami ed ovario abortivi. IL frutto non differisce da quello dei Calamus. Le foglie
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subito si distinguono da quelle di questo genere per la spe- ciale trasformazione dei segmenti più alti in grossi e ro- busti uncini (acantofìlli) che servono alla pianta per solle- varsi dal suolo ed attaccarsi agli alberi in sostituzione degli ugnioli del rachide delle foglie; per di più i segmenti dei Calamus sono sempre dritti, mentre quelli degli Anci- strophyllum sono dr sigmoidei od almeno hanno l’apice dr falcato. Gli Ancistrophyllum non hanno mai spadici tra- sformati in flagelli spinosi.
Io ho seguito il Prof. Drude nel riunire i Laccosperma agli Ancistrophyllum (come di già era stato proposto da Bentham ed Hooker nel « Genera plantarum, » non esi- stendo differenza alcuna nei fiori, mentre nei frutti la dif- ferenza si riduce ad essere il seme con la superficie bernoc- coluta nei Laccosperma e liscia negli Ancistrophyllum. Il carattere tratto dal seme con profonda cavità dal lato del rafe nei Laccosperma e pianeggiante negli Ancistrophyllum ha poco valore, visto che la cavità manca nell’ A secun- diflorum ed è assai accentuata nell’ affinissimo A. acuti- florum.
Gli Ancistrophyllum hanno sempre le vagine più o meno spinose e 1’ ocrea molto allungata, auriculeforme e poi dr lacera.
Conspectus specierum.
Frondium segmenta elongata, dr sigmoidea vel saltern apice dr falcato, costulis 1-2, superne ciliato-spinosis, per- cursa.
Flores cylindracei abrupte obtuseque apiculati. Semen
laeve, latere rapheali planiusculo
A. secundiflorum Wendl.
Flores fusiformes acuminati. Semen laeve, latere ra- pheali concavo A. acutifloriim Becc.
Frondium segmenta dr sigmoidea, 1-pluri-costulata, costulis laevibus.
Segmenta valde inaequalia et inaequidistantia vel
251 —
subaggregata, brevia, 1-4-costulata, nonnulla 6-9, altera tantum 2-3 cm. lata, marginibus vulgo ciliato-spinosis. Flores crasse fusiformes acuti. Semen grosse tubercu- latum, in facie rapheali profunde excavatum . . . .
A. opacum Wendl.
Segmenta inaequidistantia vel subaggregata, elon- gato-sigmoidea vel falciformia, 3-4 cm. lata, saepissime 2-costulata, interdum 1-costulata, marginibus laevibus.
Flores anguste fusiformes, acuminati
A. laeve Wendl.
Ancis trophy limn secundiflorum Wend, in Kerch. Les Palm. p. 230; Drude in Engl. Jahrb. XXI, III; Wri- ght inTh. Dyer, FI. trop. Afr. VII, 115 (excl. C. Schwein- furthii Beco, et loc. nonnul.). • — Calamus secundiflorus Palis. Beauv., FI. Oware et Ben. I. 15, tav. 9-10. — C. ( Ancistrophyllum ) secundiflorus Mann et Wendl. in Trans. Linn. Soc. XXIY, 432, t. 38, f. D, t. 41, f. G, t. 43, f. C.
Descrizione. — Altamente scandente. Il tronco vaginato è descritto da Mann e Wendland di 2.6 cm. di diam., ma giudicando dalla dimensione dei piccioli di alcune fronde che ho visto deve talvolta superar queste dimensioni. Va- gina ; ocrea allungata, acuminata, membranacea,
lunga 15 cm. (in un esemplare), marcescente, cosparsa di spine aciculari gracili erette a punta nera.
Foglie grandi; il picciolo di alcune alla base è quasi 2.5 cm. di larghezza, di solito però è assai meno, piano o leggermente concavo di sopra, convesso di sotto ; nelle fronde di pianta adulta è assai breve; il rachide in basso ha di sopra due spigoli più o meno spinosi, che limitano una superficie piana, la quale gradatamente si ristringe di modo che in alto gli spigoli si riuniscono in un angolo sa- liente, pure più o meno spinoso, con due facce laterali piane ; in alto è pure piana la faccia inferiore e quivi la sezione del rachide rappresenta un triangolo equilatero
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con margini assai acuti più o meno spinosi ; il suo dorso è inerme da cima in fondo. I segmenti sono assai nume- rosi, equidistanti o quasi, nella parte intermedia discosti fra di loro sopra ogni lato *2.5-3 cm., ed in fronde robustissime 4-6, e nella parte alta della fronda anche più: sono papi- racei, rigiduli e fragili sul secco, strettamente lanceolati, di solito leggermente sigmoidei, od almeno coll’apice più o meno distintamente falcato ; la forma sigmoidea sembra più accentuata nelle fronde di pianta giovane che non nell’adulta, dove talvolta non è apprezzabile ; essi sono unicostati, ra- ramente bicostati, lunghi 30-60 cm., larghi 2.5—3 cm., sono alquanto attenuati in basso e quivi fortemente plicati, at- taccandosi sul rachide per un punto assai ristretto; in alto sono più o meno gradatamente acuminati in punta, di solito non molto prolungata ; i margini sono molto distin- tamente e non molto fittamente ciliato-spinulosi ; costa me- dia assai rilevata ed armata di sopra con assai forti ma corte spinole, superficiale e nuda di sotto ; nervi seconda- rii tenui, ineguali, poco distinti e nudi sopra ambedue le faccie ; venule transverse indistinte ; cirro terminale robu- sto, trigono, con margini molto acuti inermi ; acantofilli numerosi, robustissimi : in basso vari di questi sono soli- tarii ed alterni, ma diventano tutti opposti nella parte apicale.
Scadici formanti una grande pannocchia terminale, lata- mente conica, composta di varie (10-15-Mann e "Wen- dland) infiorazioni parziali patenti, di cui le più basse sono lunghe sino 90 cm., tutte portanti a destra ed a si- nistra un gran numero di lunghi rami o spighette fiorifere, pendenti a distanze regolari di circa 3 cm. l’uno dall’altro; le spighette sono biseriate lungo l’asse, ma pendono tutte da un lato; la parte assile delle infiorazioni parziali è subterete o leggermente compressa, spessa in basso quanto un dito mignolo, vaginata da un gran numero di spate secondarie tubuloso-infundibulari, lunghe ± 3 cm., troncate e nude alla bocca, prolungate da un lato in punta triangolare acumi- nata. Spighette gracili, molto lunghe (rb 35 cm.) flessuose :
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esse sono inserite sul fondo del tubo formato dalla respettiva spatella, ed hanno una parte peduncolare vaginata da 2 spa- tellule compresse, portanti numerosissimi fiori, i quali escono a coppie dalla bocca di ogni spatella. Le spatelle sono infundibulari, troncate orizzontalmente alla bocca, sono ottuse o poco distintamente apiculate od anche acutiu- scule da un lato, attenuate in basso, e quivi leggermente callose dalla parte del fiore sottostante. Spatellule (involu- croforo) ciatiformi, un poco più corte delle respettive spa- telle, concave dal lato assile e quivi molto acutamente bica- rinate o quasi bialate, con le carene prolungate in due corna acute, separate da un seno a mezza luna. Nell’interno della spatellula si trova il corrispondente dell’involucro dei Ca- lamus, che consiste in una seconda spatellula ciatiforme, similissima all’esterna, ma più piccola, pure bicarinato-alata da un lato e terminata, da questo stesso lato, da due corna separate da un seno semilunare ; questa seconda spatellula (involucro) porta, inserito sul suo fondo, un fiore (il corri- spondente del fiore femineo dei Calamus) e da lato, ester- namente, porta un secondo fiore eguale al primo (il corri- spondente del fiore neutro dei Calamus), al quale vien formato una specie di involucro suo proprio dalle due carene aliformi e semiabbraccianti, di cui all’esterno è provvista detta se- conda spatellula, in modo da formare una nicchietta (esat- tamente corrispondente alla nicchietta del fiore neutro dei Calamus) e che ha l’apparenza di un secondo involucro, esso pure ciatiforme, simile all’altro, ma di poco più piccolo.
I fiori , che come si è detto sono gemini ad ogni spatella e fra loro perfettamente simili, sono inseriti ad un angolo di 45°, e sono portati da un brevissimo pedicello che forma un caudicolo un poco obliquo al calice. Fiori in boccio te- reti, lunghi 12 mm., di 3 mm. di spessore, molto brusca- mente contratti all’estremità in un apicolo ottuso ; calice tuboloso-campanulato, molto superficialmente 3-lobo, a lobi molto larghi e corti, brevemente apicolati ; corolla 2 volte più lunga del calice, a segmenti lineari, bruscamente e quasi egualmente ristretti alle due estremità ; filamenti
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crassi, subfusiformi, angolosi, attenuati in basso, dove sono brevemente uniti fra di loro ed alla base della corolla ; an- tere latamente lineari, ottusiuscule, a loggie separate sino alla metà ; ovario ovato, piuttosto bruscamente contratto in uno stilo allungato, colonnare, giungente quasi sino al li- vello dell’apice delle antere ; stigmi oblunghi, conniventi.
Frutti freschi maturi aurantiaci (M. e W.) : allo stato secco sono bruni ma con squame lucenti, sono ovati od ovato-ellittici, leggermente compressi, molto brevemente mu- cronati, rotondati in basso, portati dal perianzio fruttifero al quale cadono più o meno completamente i filli della co- rolla, persistendo però il calice coi suoi lobi, patenti sotto il frutto, e con la base indurita e che forma un pedicello angoloso, obliquo. Il frutto è lungo 18-20 mm. e largo 12-13 mm.; squame nitide, assai distintamente solcate lungo il centro, disposte sopra 18 ortostiche, brune sul secco con angustissima linea intramarginale color castagno più estesa nella parte anteriore ; la punta è triangolare, acuta od ot- tusiuscula, i margini sono erosulo-denticolati; seme oblungo, alquanto compresso, pianeggiante dal lato rafeale, convesso dal lato opposto, rotondato alle due estremità, od anche leggermente smarginato in basso, a superficie bruno noc- ciola, opaca, un poco ineguale ; rafe angustamente ellittico, occupante quasi tutta la lunghezza del lato pianeggiante e terminante in una papilla prominula presso l’apice del seme; fossetta della calaza indistinta. Albume omogeneo, corneo. Embrione situato alla metà del lato convesso. Seme lungo 12-13 mm., largo 10 mm. e spesso 7 mm.
Habitat. — E frequente sul margine delle foreste e lungo il corso dei fiumi presso la loro foce lungo le coste della Guinea. Sierra Leone (Afzelius, Erb. di Berlino) ; Togo : Guinea tedesca (Erb. di Berlino); Benin (Palis, de Beauv. in Erb. de Candolle); delta del Niger alle foce del River Nun (Mann n.° 453, Erb. di Kew) ; Kamerun a Dugla ed a Be- zirk Djak (Erb. di Berlino). Wright, 1. c., riporta anche le località di Old Calabar, di Mayombe nel Congo francese,
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del Basso Congo, e di Angola (Welwitsch), ma io non ho visti gli esemplari provenienti da queste regioni.
Osservazioni. — Mann e Wendland nella loro memoria assegnano all’Ade, secundiflorum un frutto di 6 linee di lun- ghezza, ciò che equivarrebbe a circa 13 mm., misura assai inferiore alla reale; certamente è un errore tipografico per 9 linee ( = 19 mm.), ciò che può considerarsi come una buona media.
Ancistrophyllum acutiflorum Becc. sp. n.
Descrizione. — Scandente, robusto. Tronco vaginato di 4 cm. di diam. Vagina densamente conspersa di piccole spine aciculari , complanate , ascendenti lunghe al più 8-10 mm., schistaceae, nere in punta e sui margini; la vagina passa gradatamente nel picciolo senza pieghe o gibbosità. Ocrea allungata (20-30 cm.), membranacea, poi dilacerata e marcescente, acuminata, aperta dal lato ven- trale, assai densamente coperta sul dorso da spinule sparse, simili a quelle delle vagine, ma anche più lunghe : è mem- branacea, poi dilacerata e marcescente. Foglie, molto grandi; picciolo robusto e breve ; questo in una fronda ha 22 mm. di larghezza ed è lungo circa 20 cm., quasi pianeggiante o leggermente scavato a doccia di sopra, convesso di sotto. Rachide come nell 'Ancistrophyllum secundiflorum. Segmenti assai numerosi, equidistanti o quasi, nella parte intermedia discosti 3-4 cm., papiracei (meno rigidi che nell’ A. secun- diflorum), lineari-lanceolati, o lineari-ensiformi, dritti (poco o punto sigmoidei), attenuati in basso, ristretti in alto in punta assai acuminata; costa media provvista di pochi ma assai lunghi cigli subspinescenti, di sotto nuda ; nervi se- condarii tenui, nudi; margini remotamente spinuloso-ciliati ; venule transverse sottili. Segmenti di fronde robuste lunghi sino 40-45 cm., larghi 2-2.5 cm. ; ma più spesso 20-35 cm. lunghi, e larghi 2 cm. Cirro terminale come nell’ A. secun- diflorum.
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Spadici pure come nell' A. secundifìorum , ma portanti spighette un poco più corte, lunghe 20-35 cm., e con spa- telle pure similissime, ma più distintamente prolungate in una punta triangolare acutiuscula.
Fiori simili a quelli dell ’.4. laece, divaricati ed orizzontali alla bocca delle respettive spatellule, subfusiformi, attenuati in alto in punta piuttosto acuta, lunghi 9-10 mm., larghi circa 3 mm. Calice portato da un corto pedicello bru- scamente curvato quasi ad angolo retto, con base calloso- tumescente e lembo campanulato ; questo profondamente diviso in 3 lobi semiovati, acuti. Corolla circa 2 volte più lunga del calice, a segmenti lanceolati, assai attenuati verso l’alto in punta piuttosto acuta ; filamenti crassi, angolosi ; antere crasse a logge divise inferiormente sino al mezzo. Ovario lageniforme, attenuato in stilo gracile, giungente sino all’apice delle antere.
Frutto simile a quello dellM. secundifìorum, ma un poco più grosso e più globoso; ossia subgloboso-ovoideo, lungo 20-23 mm. e di 15-18 mm. di spessore, alquanto irregolare sul secco, egualmente rotondato alle due estremità, spesso leggermente depresso in alto e terminato da un piccolo mu- crone ; squame sopra 18 ortostiche, nitide, profondamente solcate lungo il centro, brune sul secco con angustissima e poco distinta linea intramarginale più scura; punta trian- golare, acuta od ottusiuscula, margini ciliolati. Seme lungo 13-13.5 mm. e largo 11.5-13 mm., spesso 8 mm., a superficie opaca color nocciola, a contorno suborbicolare, o di poco più lungo che largo e più o meno smarginato in basso, convesso dal lato dell’embrione, largamente e più o meno profondamente scavato o concavo dal lato del rafe, il quale si termina in una papilla pungente più o meno distinta a circa la metà dell’ incavo. Embrione situato alla metà del lato convesso.
Habitat. — Kamerun. Ho per la prima volta riconosciuto questa nuova specie dall’Erbario di Berlino sugli esemplari raccolti da Preuss (n.° L232) nel 1894 fra Victoria e Bumba. Nell’Erbario di Berlino però si conservano di questa specie
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esemplari fruttiferi raccolti da P. Dusèn nel 1892 (n.° 292) a Ndian-Faktorei, esemplari riferiti da Drude alla Eremo- spatha Hookeri (in Engl. bot. Jahrbuch. XXI, p. 111). Del Kamerun, nell'Erb. di Berlino, si trovano inoltre esemplari di Campo, di Ebolowa presso Akoafim e di Johann Al- brechts-Hòhe. Raccolto pure in frutto da Gunther Tess- mann (P,. 2 in Herb. Berol. ; nome volg. « Nkane ») nel Congo francese o nella Guinea spagnuola.
Osserv azioni. — Specie molto affine all’ Anc. secundi- florum per le fronde e per le infiorazioni, ma che si avvicina all’ A. laeve per i fiori. Si distingue dall’Awc. secundiflorum per le fronde con segmenti dritti, meno rigidi; di solito più stretti e con la costola mediana fornita di setole spine- scenti più lunghe; per le spighe di solito più corte con le spatelle più distintamente terminate in punta triangolare acuta da un lato; per i fiori portati da un pedicello più lungo e che forma quasi un angolo retto con la base del calice, di guisa che i fiori escono orizzontalmente dalla bocca della respetti va spatella; per i fiori stessi fusiformi ed at- tenuati in punta acutiuscula (non cilindracei e terminati da una specie di capezzolo); per il calice più profondamente trilobo; per i frutti più grossi ed infine per il seme distin- tamente concavo dal lato del rafe.
Ancistrophyllum opacum Drude in Engl. bot. Jahrb. XVI, 111; Wright in Th. Dyer, FI. trop. Afr. Vili, 115. — Calamus (Laccosperma) opacus Mann et Wendl. in Trans. Linn. soc. XXIV, 431, t, 41, f. D. et t. 43, f. D. — Laccosperma opacum Wendl. in Kerch. Les Pal- miers, 249, et in Bot. Zeit. 1877, t. V, f. 3, 4, 5. (anal, ovarii); J. Braun et K. Schum. in Mitth. Deutsch. Schutzgeb. II (1889), 148.
Descrizione. — Tronco vaginato di 2-2.5 cm. di diam. ; vagine gradatamente passanti nel picciolo, assai densamente armate verso l’alto con spine laminari elastiche, ascendenti,
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piuttosto piccole, a punta nera e base più chiara, lunghe 1 cm. Ocrea molto allungata, aperta lungo il lato interno, molto strettamente auriculiforme, lunga 30 cm., armata, alle volte densamente, di spine sparse, simili a quelle della vagina od anche quasi inermi. Foglie lunghe nella parte pinnifera 0.80-1 m., con una parte picciolare lunga 20-30 cm., e terminate da un cirro più corto della parte pinnifera. Il picciolo (di pianta adulta) è convesso di sotto, pianeggiante o ± canaliculato di sopra, armato ai margini di spine dritte a punta nera e base bianca, spesso volte in senso con- trario, lunghe 0.5-2 cm.; il rachide diventa presto bifaciale di sopra, dove è del tutto inerme o =fcr spinuloso, di sotto è convesso ed è armato ai margini con ugnioli a base chiara e punta nera; il cirro è gracile, depresso, piano di sotto, più o meno angoloso di sopra, armato ai margini (non sul dorso) con ugnioli molto deflessi a base chiara e punta dritta, nera, acutissima ; vi sono 3-4 coppie di acantofilli, di cui i maggiori sono lunghi 2-3 cm., i primi in basso sono solitari. Segmenti non molto numerosi (30-35 fra tutto) ; pa- tenti, molto ineguali ed inequidistanti, di solito ± aggregati in numero di 2-3 sopra ogni lato del rachide ; quelli di un lato subopposti od alterni con quelli del lato opposto od anche solitari, con spazi di rachide a nudo lunghi 5-12 cm. ; nel medesimo gruppo si trovano segmenti di dimensioni molto dif- ferenti : di solito uno grande ha in sua immediata vicinanza, e quasi sempre inferiormente, 1-2 più piccoli; tutti sono legger- mente sigmoidei; i maggiori sonoovato-lanceolati,od ellittico— lanceolati, 2-4-costulati; lunghi 18-20 ed anche 20-30 cm., larghi 6-9 cm., acuti, attenuati verso una base angusta, o quando molto larghi e con più costole un poco decorrenti lungo il rachide; i segmenti più piccoli sono lunghi 12-15 cm., e larghi 2-3 cm., e di solito unicostulati ; i segmenti basi- lari ed i superiori sono più piccoli degli intermedi; tutti sono opachi sulle 2 faccie, leggermente più pallidi di sotto, con le costole superiori sottili, nude di sopra, e quelle in- feriori superficiali e poco distintamente squamuloso-for- foracee ; margini ciliolato-spinosi od anche molto spesso
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nudi ; venule transverse sottili, molto numerose, parallele ed assai continue. Foglie superiori gradatamente decrescenti più corte e con segmenti più piccoli e più ravvicinati e poi trasformate in spate auriculeformi prolungate in punta caudiforme.
Spadice terminale, formante una assai densa e larga pan- nocchia eretta, lunga circa 60 cm., duplicato-ramosa, con 5-6 rami principali ; ogni ramo porta 10-20 spighette fio- rifere, sparse, ma più o meno volte tutte da un lato, da prima erette, poi più o meno arcuate o recurve. Le spate dei rami sono infundibulari, prolungate in punta triango- lare acuta da un lato. Spighette flessuose, lunghe 10-20 cm. ; spatelle infundibulari, striato-nervose, troncate, pro- lungate da un lato in punta triangolare acuta; spatel- lule 2, caliciformi, molto distintamente bicornute.
Fiori gemini ed eguali ad ogni spatella, patenti e di- vergenti, strettamente ellittici o crassamente fusiformi, gra- datamente attenuati in punta acuta, lunghi 10-11 mm., larghi 3 mm. ; calice campanulato, con base obliqua, callosa, trigona, prolungata in breve pedicello caudiculiforme ; il suo lembo è diviso quasi sino alla metà in 3 lobi semiovati, acuti, fortemente striato-nervosi. Corolla 2 volte più lunga del calice, divisa quasi sino in basso in 3 filli lanceolato-el- littici, acuminati, concavo-naviculari, finamente striati al- l’esterno. Stami 6, crassi, subfusiformi, angolosi, uniti bre- vemente insieme ed alla corolla in basso; antere assai spesse, sagittate, ottuse ; ovario con stilo colonnare, giungente sino poco sopra la metà od a circa il terzo superiore delle antere nel boccio.
Frutti rossi (sul fresco), baccati, ossia con mesocarpio carnoso e con la lorica squamosa (epicarpio) che si contrae e si deforma col disseccamento: sono sferici, di 15-16 mm. di diam., sormontati dallo stilo persistente, gracilissimo, filiforme, lungo 4 mm. ; squame sopra 12 ortostiche, relati- vamente grandi, lurido-straminee sul secco, con strettis- simo margine scuro, nitide, leggermente solcate lungo il centro, pianeggianti o depresse presso la base, a punta ot-
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Lisissima e margine erosulo-denticolato. Seme subgloboso
0 quasi, dimidiato-globoso, fortemente e grossolanamente alveolato e tubercolato, con una profonda cavità dal lato del rafe ; albume osseo, bianco, durissimo, omogeneo. Embrione situato verso la metà del lato convesso (quello opposto al rafe).
Habitat. — Di questa specie ho visto numerosi esem- plari : quelli tipici vennero raccolti da G. Mann a Fernando Po (n.° 97), dove questa Palma cresce nei folti boschi dalla spiaggia del mare sino a 300 m. sul livello del mare. Indub- biamente conspecifici sono degli esemplari fruttiferi raccolti da C. Ledermann in Kamerun a Sanchu (n.° 1487 nello Erb. di Berlino) ; altri con fiori raccolti da Gùnter Tess- mann nella Guinea spagnuola (n.° B. 44 nell’Erb. di Ber- lino), non che altri pure del medesimo collettore portanti il n.° 3 e per località la stazione Ahonangi (sic ?). Nell’ Er- bario di Berlino si trovano inoltre esemplari raccolti da Preuss (n.° 307) nel Kamerun a Barombi Station (1890) ; di Johann Albrechts-Hohe, pure nel Kamerun. Nell’ Ashanti è stato raccolto da H. A. Cummius (n.° 229 Ashanti Expe- dition 1895/6). Specificamente non distinti dai precedenti mi sembrano gli esemplari raccolti dal Dott. Mildbrand a Fort Beni, Eegione del Ruwenzori, marzo 1908 (n.° 2818 esempi, frutt. e n.° 2190 sterile, nell’ Erb. di Berlino).
Osservazioni. — L’esemplare tipico di Fernando Po diffe- risce dagli altri del Kamerun e della Gujana spagnola sol- tanto per i segmenti più grandi (lunghi sino 38 cm. e lar- ghi 7.5 cm.) e più spinulosì ai margini, nonché per il rachide delle foglie più robusto, armato di qualche spina di sopra nella parte basilare, mentre gli altri esemplari hanno il rachide inerme di sopra. Gli esemplari del centro Africa (Beni) non mi sembrano differire specificamente da quelli della Guinea ; sono però più gracili, hanno il fusto vagi- nato di 15 mm. di diam. ; 1’ ocrea è lunga circa 10 cm.;
1 segmenti sono in minor numero (8 per parte) ; lo spadice
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è assai più breve ; le spighette molto più corte (lunghe solo 3-4 cm.) ; i frutti leggermente più piccoli (13-14 mm.) ; ma del resto non trovo alcun carattere diagnostico im- portante per poter considerare la pianta di Beni nemmeno come una varietà distinta. Anche il perianzio fruttifero non offre differenze.
Ho descritto i frutti di Ledermann n.° 1487.
Ancistrophyllum laeve Drude in Engl. hot. Jahrb. XXI, 111 ; Wright in Th. Dyer, FI. trop. Afr. Vili, 114. — Calamus ( Laccosperma ) laevis Mann et Wendl. in Trans. Linn. soc. XXIV, 430, t. 38, f. B. — Laccosperma laeve Wendl. in Kerch. Les Palm. 249.
Descrizione. — Pianta più gracile, a quanto sembra, del- VA. secundiflorum ed A. acutiflorum. Foglie con l’ ocrea della vagina lunga 30 cm. (in un esemplare), molto stret- tamente auriculiforme, acuminata, cartacea, di color bruno- castagno, nitida internamente, opaca di fuori e quivi rive- stita parzialmente e fugacemente da un indumento forforaceo quasi nero, ed armata, almeno in alto, con alcune spine complanate ascendenti ; picciolo convesso di sotto, legger- mente concavo o pianeggiante di sopra, largo 5 mm., coi margini acuti ed armati di spine lunghe 5-6 mm., orizzon- tali o leggermente deflesse, pallide e subbulbose alla base, a punta nera ; rachide bifaciale di sopra con angolo liscio, armato di sotto presso i margini (non sulla linea centrale), con ugnioli simili alle spine che si trovano sul margine del picciolo, assai fìtti, a base pallida e punta nera; cirro.... Segmenti inequidistanti od irregolarmente aggregati, di solito due o tre sono approssimati fra di loro sopra ogni lato, ed i gruppi di un lato sono subopposti a quelli del- l’altro lato ; i segmenti sono cartacei, opachi e concolori sulle due facce, obliquamente lanceolati o latamente sig- moideo-falciformi, quasi egualmente attenuati alle 2 estre- mità, la base è di solito assai acuta, ossia il punto d’attacco è assai ristretto : sono brevemente attenuati verso l’apice
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che è acutissimo : di solito bicostulati, più raramente uni- costulati ; le coste sono molto sottili e rilevate di sopra, liscio sopra ambedue le faccio ; nervi secondarii pochissimo distinti; nella pagina inferiore si trova un accenno di costa mediana superficiale, squamuloso-forforacea almeno nella metà superiore ; venule transverse molto continue attraverso la lamina, ma tenuissime e poco distinte ; margini inermi ; i segmenti maggiori (nell’ unica porzione di fronda da me vista) sono lunghi 18 cm. e larghi 4 cm. Spate inferiori delle infiorazioni parziali.,.. ; spate superiori strettamente iufundibulari, venoso-striate, inermi, troncate obliquamente alla bocca, prolungate da un lato in punta acuminata. Spi- ghette (rami fioriferi) rigide, inserite sul fondo della ispet- tiva spata per mezzo di una distinta parte pedicellare ; sono lunghe circa 10 cm. e portano 20-30 spatelle, da ognuna delle quali esce una coppia di fiori perfettamente eguali ; spatelle infundibuliformi, lunghe 5 min., troncate ed in- tiere alla bocca, dove il margine è molto acuto e nudo ; sono striato-venose all’esterno e prolungate da un lato in breve punta latamente triangolare. Spatellule (involucro- foro ed involucro) similissime a quelle dell’ Anc. secundi- florum.
Fiori uscenti a coppie dalle spatellule, alternativamente, ossia due fiori escono da una spatella da un lato e la coppia seguente esce dal lato opposto ; i due di ogni coppia sono fra loro completamente divaricati ed orizzontali ; essi sono alquanto angustamente fusiformi, attenuati in alto in punta acuta, lunghi 1 cm., larghi 2.5 mm. ; calice portato da un corto pedicello bruscamente curvato quasi ad angolo retto ; il suo lembo è campanulato-ciatiforme, calloso alla base, di- viso sino circa alla metà in 3 lobi semi-ovati, molto acuti, striato-costulati ; parte pedicellare del calice clavata, lunga quanto la respettiva spatellula, dalla quale per conse- guenza il fiore può rimanere del tutto fuori in posizione orizzontale. Corolla 3 volte più lunga del calice, divisa quasi sino in basso in 3 segmenti coriacei, strettamente lineari- lanceolati, larghi 2 mm., acuminati, finamente striati al-
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l’esterno. Stami 6, di poco più corti della corolla ; filamenti uniti insieme solo nella breve parte basilare indivisa della corolla, dove sono con essa connati ; nella parte libera sono molto spessi, sul secco ± angolosi, rigonfi alquanto nella parte centrale o subfusiformi, ottusi all’apice ; i tre alternipetali di poco sorpassano gli oppositipetali ; antere introrse, fortemente sagittate, ottuse, divise sino al mezzo in 2 orecchiette allungate, dove, nel fondo della smargi- natura, s’inserisce il filamento. Ovario lageneforme, rigonfio in basso, attenuato in stilo sottile, lungo quasi quanto gli stami. Stigmi 3 lamelliformi, oblunghi, papillosi sui margini.
Frutto sconosciuto.
Habitat. — Gli esemplari tipici sono stati raccolti da Mann (n.° 1045) nelle foreste vergini nelle vicinanze del Gaboon River. Un esemplare dell’ Erbario di Berlino, con- sistente in una porzione di spadice in fiore ed in una foglia della parte apicale del frutto porta l’etichetta: « H. Soyaux, Plantae Occidentali-africanae, n.° 155. Gabon, in ditione Munda. Sibange-Farm. Novemb. 1880 ».
Osservazioni. — Ho descritto un esemplare autentico, di quelli raccolti da Mann, proveniente dall’Erb. AVendland, ora in quello di Berlino. Si avvicina molto all ' Anc. laeve , ma ha i segmenti molto più allungati, meno ineguali di larghezza, 1-2 costulati, e mai pluricostulati ; i fiori sono più angusti, ed hanno gli stami più altamente uniti in basso.
Nell’esemplare di Soyaux le spate che portano le dira- mazioni secondarie sono tubulose, prolungate in lembo auriculiforme e terminate in una appendice filiforme ri- gida, che nelle spate più basse è quasi cirriforme e spinu- losa. La fronda ha dei piccoli segmenti ovato-elittici, ine- quidistanti, attenuati in basso verso una base acuta, acuti pure all’apice; sono concavo-convessi, 1-2-costulati, lunghi 4-7 cm., larghi 1.5-3 cm.
Riferisco a \Y Ancistrophyllum laeve anche degli esemplari
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sterili dell’Erb. di Berlino provenienti da Johann Albrechts Hòhe nel Kamerun, che hanno però i segmenti molto più stretti ed allungati dei precedentemente descritti, ma del resto di struttura simile detti segmenti sono lunghi 30-37 cm., larghi 3-4 cm. ; anche questi sono squamuloso-forfo- racei lungo il mezzo nella pagina inferiore, dove dopo ca- dute le squamule rimane una linea con minute depressioni puntiformi.
ONCOCALAMUS.
Genere monotipico, distintissimo fra tutte le Lepidoca- ryeae per i suoi spadici semplicemente ramosi, composti di varie lunghe spighe cilindriche vermiformi o caudiformi, che portano i fiori in glomeruli o spighette contratte e sviluppantesi progressivamente all’ascella di spatelle cam- panulato-infundibulari molto ravvicinate. I fiori sono ap- parentemente tutti eguali ed ermafroditi, ma i superiori soltanto di solito sono fertili ; hanno un calice trilobo ; la corolla profondamente divisa in 3 lobi conniventi ; gli stami formanti un urceolo carnoso troncato con 6 antere sul margine, subbiseriate ; l’ ovario ovato, attenuato in stilo con stigma brevemente 3-dentato. I frutti sono sco- nosciuti.
Anche per le parti vegetative 1’ Oncoealamus si distin- gue per le vagine con l’ocrea troncata; per il rachide delle foglie con acantofilli alterni in basso ed opposti nella parte superiore; per i segmenti falcato-sigmoidi, 1-2-costulati, con le costole senza setole o spinule.
Per i fiori ermafroditi e per la loro peculiare struttura, con tubo staminale in forma di urceolo, V Oncoealamus si av- vicina alle Eremospatha più che a qualunque altro genere di Lepidocaryeae.
Anche le piante sterili e giovani si distinguono facil- mente per i fusti con guaina armata di singolari spine brune molli e l’ocrea troncata orizzontalmente.
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Le foglie di piante giovani sono flabellato-forcate, col ra- chide che si continua in un cirro armato di acantofilli; ciò però non costituisce una particolarità di questa Palma, ma sembra un fatto condiviso con le Eremospatha.
Gli Ancistrophyllum sembra pure che abbiano le prime foglie flabellato-forcate, ma in quelle viste da me il ra- chide non si prolunga in cirro ; quelle degli A. secundiflo- rum ed A. acutifloi'um si distinguono inoltre da quelle degli altri due generi per avere dei cigli spinescenti sulle coste primarie, almeno sopra alcune.
Oncocalamus Mannii Drude in Engl. Bot. Jahrb. XXI (1895), 111 ; Wright in Th. Dyer, FI. trop. Afr. Vili, 111. — Calamus ( Oncocalamus ) Mannii Wendl. in Trans. Linn. Soc. XXIV (1863), 436.
Descbizione. — Scandente. Fusto vaginato delle piante adulte di 2 cm. di diam.
Foglie con vagine cilindriche, di color stramineo, striate o molto superficialmente segnate dalle impressioni delle numerose spine, dalle quali da prima sono coperte ; in seguito però la superficie rimane tubercolosa, special- mente in alto, in causa delle piccole basi delle spine che persistono, mentre la lamina di queste cade ; le spine hanno una struttura molto speciale, sono molto sottilmente lami- nari, quasi membranacee, di color castagno, lanceolate, acuminate od in forma di piccola fiamma (essendo talvolta sinuose), hanno i margini ciliato-dentati, sono lunghe 5-10 mm., larghe 1-2 mm., da prima erette ed appresso alla vagina, poi patenti, ed infine decidue ; l’ocrea è pure assai densamente coperta di simil genere di spine ; essa è cilin- drica, guainante strettamente la vagina sovrastante, è lunga 1.5-3 cm. e perfettamente troncata orizzontalmente od un poco obliquamente; alla bocca il suo margine è intiero, sot- tile e nudo ; la guaina passa gradatamente (senza gibbosità) nel rachide, la parte picciolare essendo brevissima nelle
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foglie delle piante giovani, e nulla nelle adulte ; quando esiste un picciolo (nelle piante mezzo adulte) questo è piano di sopra, convesso di sotto ed ha i margini acuti; il rachide nelle foglie di pianta adulta è lungo 50-90 cm. nella parte pinnifera, è da prima convesso di sopra e porta l’accenno di due spigoli che poi si riuniscono a formarne uno solo assai saliente e =b minutamente spinuloso ; di sotto è da prima convesso ed in alto piano, i suoi margini sono acuti, spinulosi, o scabridulo-tubercolosi od anche quasi lisci ; il rachide si termina in una parte nuda lunga sino oltre 1 m., con margini acutissimi, porta 6-12 acantofilli alterni nella parte più bassa, e 6-7 coppie dei medesimi nella parte terminale ; gli uncini sono assai robusti, lunghi 15-20 mm. I segmenti nelle fronde di pianta adulta sono 30-35 fra tutto, subequidistanti, discosti 3-5 cm. fra di loro sopra ogni lato; sono strettamente lanceolati, o lineari-lanceolati, acuminati e molto leggermente falcato-sigmoidei, di solito unicostati, lunghi 20-35 cm. e larghi 2 cm., ma spesso i due segmenti basilari sono bicostulati ed il doppio più larghi degli altri ; talvolta nel mezzo della fronda, specialmente in quelle di piante mezzo adulte, s’ incontrano pure dei segmenti bicostulati e talora anche 4-5-costulati e larghi in proporzione ; tutti sono subconcolori e quasi nitidi sulle due faccie, cartaceo-rigiduli, leggermente ristretti verso la base : hanno la costola mediana inerme acuta, e rilevata di sopra, nuda e superficiale di sotto ; i nervi secondari sono poco distinti dai terziari e nell’ insieme assai numerosi e distinti ; venule transverse assai numerose, molto inter- rotte ; margini di solito assai distintamente spinulosi, spe- cialmente verso la base, dove le spinule sono patenti . talvolta sono inermi o quasi, di solito però sempre si trova qualche spinula in vicinanza della base. Le piante giovani hanno il fusto proporzionalmente più gracile (in quelle giovanissime sino solo 5 mm. di diametro) ed hanno le foglie flabellato-forcate o bilobe, cuneate in basso, pluri- costulate, coi margini ± spinulosi in basso ; i due lobi sono larghi, ed acuminati.
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Spadici ascellari, del tutto inermi, lunghi 1.2-1. 5. m., penduli, semplicemente ed alternativamente e disticamente ramosi (Wendl.); lo spadice che io ho visto, e che suppongo quasi intiero, è lungo un metro ed ha l’apparenza di una lunga coda pendula o nutante ; è semplicemente ramoso, ossia è composto di una sola asse centrale vaginata da numerosissime spate, da ognuna delle quali nasce un ramo semplice od infiorazione parziale ; tutte le parti dello spa- dice, compresi i fiori, sono, sul secco, di color bruno- cinnamomeo-rossastro; spate tubuloso-infundibulari, lun- ghe 4 cm., sottili, cartacee, troncate esattamente orizzon- talmente alla bocca con margine acuto e nudo, fesse lungo tutto un lato, opache e finissimamente striate all’esterno, più scure internamente. Spighette numerosissime, flessuose, vermiformi, o della forma di code sottili, cilindriche, lar- ghe alla base circa 1 cm., subito molto gradatamente atte- nuate in punta assai sottile; le spighette inferiori sono lunghe 20-30 cm., le superiori molto gradatamente più corte ; tutte sono inserite per mezzo di una parte pedicel- lare (guainata questa da varie spatelle ravvicinate) sul fondo della respettiva spata. Spatelle delle infiorazioni parziali campanulato-infundibulari, molto ravvicinate, una inclusa dentro l’altra, membranacee, essucche, del colore generale di tutte le altre parti dello spadice, bruno cinna- momee, troncate orizzontalmente e nude alla bocca, glabre, alternativamente fesse da un lato, lunghe 6-7 mm.
I fiori sono in glomeruli all’ascella di ogni spatellula, e di poco sporgono da questa ; i glomeruli debbono con- siderarsi come spighette contratte ; ogni fiore è munito di una minuta spatellula caliciforme, angolosa, carinata sugli angoli (di solito 8), e terminata da un dente acuto ad ogni angolo ; nella parte bassa delle spighette, dentro ad ogni spatella, vi sono da 8-11 fiori, in alto gradata- mente meno, e nell’estremo apice solo 2-3.
I fiori a me son sembrati tutti eguali ed ermafroditi, al- meno in apparenza sono tutti egualmente conformati; si aprono però progressivamente, di modo che i più alti sono
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sempre quelli più sviluppati, e se questi rimangono fecon- dati, gli altri cadono. I fiori in boccio sono ovato-ellittici od obovati, angoloso-trigoni per la mutua pressione, in essi il calice completamente racchiude la corolla ed è 3-care- nato o quasi 3-alato sul vertice. I fiori completamente sviluppati sono clavato-turbinati, assottigliati assai in una base acutamente trigona e piena: sono lunghi 6 mm. e larghi 3 mm., rotondati in alto ; calice poi fesso all’apice in 3 larghi lobi ; corolla di poco più lunga del calice, divisa in 3 filli largamente ovati, concavi, conniventi, scariosi, acuti, carinati sul dorso ; stami formanti coi loro filamenti con- nati un urceolo completo molto crasso, libero dalla corolla e di poco più corto di questa, supeficialmente 3-lobo, por- tante 6 antere sessili, inserite per il dorso e quasi del tutto incluse, oblunghe, a loggie parallele, ottuse ; ovario lageneforme, assottigliato gradatamente nello stilo ed in- serito a circa la metà dell’intiero fiore, dove pure sono in- seriti I* urceolo staminale e la corolla ; lo stilo è colonnare e sorpassa di poco Torlo dell’urceolo staminale ; stigma brevemente 3-lobo.
Il frutto non è conosciuto.
Habitat. — Gli esemplari tipici (di cui ho studiato i fiori) sono stati raccolti da Gustav Mann (n.° 1044) in Guinea presso il fiume Gabon e sulla Sierra del Cristal a circa 450 m. sul livello del mare. Io poi ho visto uno spadice (a quanto sembra quasi intiero) facente parte dell’ Erb. Pierre, ora nell’ Erb. di Parigi, raccolto nel 1893 del R. P. Kleine a Libreville. Ho visto poi nell’ Erbario di Berlino esemplari sterili raccolti da Gunter Tessmann, probabil- mente nel Congo francese, e che portano il nome volgare di « Ongam akot » (n.° 7) ed altri del medesimo collet- tore col n.° 1 ed il nome volg. di « Ebo do go ». Il n." 7 ha delle fronde flabellate con cirro mediano e fusto vaginato del diam. di 12 mm. ed altri fusti del diam. di 18—22 mm. con foglie pinnate, ma con vari segmenti bi-pluricostulati. Il n.° 1, che sembra còlto sopra pianta completametite
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adulta, ha fusto vaginato di 2 cm. diam. e fronde con tutti i segmenti unicostati ed angusti, meno i due basilari (uno per lato) che sono bicostulati ed il doppio più larghi degli altri. Ritengo pure appartenenti a giovanissime piante di Oncoc. Marnili il n.° 1154 di M. Dinklage (Batanga : Ka- merurn) che corrispondono all’esemplare tipico di One. acan- thocnemis Drude.
Specie da eliminarsi.
Oncocalamus acanthocnemis Drude, in Engler’s botan.
Jahrbuch. XXI (1895) p. Ili et 133; Wright in Th.
Dyer, FI. trop. Afr. Vili, 111.
Questa specie è stata fondata sopra le fronde flabelliformi di piante giovanissime, appartenenti a più di una specie.
L’esemplare tipico sarebbe il n.° 527 di Bùttner del Gabon (Herb. BeroL). E questo è rappresentato dall’apice di una giovane pianta, apparentemente riferibile all’ One. Mannii , con fusto vaginato del diam. di 8 mm., che ha l’ocrea tron- cata, e la guaina armata delle caratteristiche spine ; vi sono due foglie flabellate a rachide terminato da cirro, ed una foglia (la superiore) divisa in pochissimi segmenti ineguali.
Il n.° 170, serie C, di Fr. Heus (Plantae Afr. occid.) rac- colto nel Kongo a Bolobo, riportato pure da Drude all’Où- calamus acanthocnemis, consiste in semplici foglie flabellato- forcate con prolungamento del rachide in cirro armato ; fo- glie che a me sembrano di una pianta giovane di Eremo- spatha.
Nell’Erb. di Berlino vi è poi un altro esemplare (Bùt- tner n.° 526) consistente in una foglia flabellato-forcata, ma con il rachide non prolungato in cirro ; questo esemplare è pure riferito da Drude all’O. acanthocnemis , di cui secondo questi rappresenterebbe la foglia di pianta giovane, ma che io riterrei per uua foglia di pianta giovane di An- cistrophyllum , essendo spinulosa sopra talune delle sue co-
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stole primarie, ed avendo la guaina provvista di una lunga ocrea acuminata.
EREMOSFATHA.
Genere naturalissimo, facilmente distinguibile per i suoi spadici più corti delle foglie, uscenti dall’ascella di queste ed inseriti al di dentro delle respettive vagine. Tali spadici sono rimarchevolissimi fra quelli di tutte le altre Lepidoca- ryeae per mancare affatto di spate, essendo queste rappresen- tate da piccole brattee squameformi, delle quali se ne vede una alla base di ogni diramazione dello spadice, ma assai al di sotto dell’ inserzione ; in talune specie due di tali squame si uniscono per i margini e formano una specie di anello in vicinanza dei rami fioriferi più bassi; l’asse dello spadice ha una parte peduncolare nuda e porta in alto i ramoscelli fioriferi, indivisi, a destra e sinistra, i quali pure mancano di spatelle. I fiori sono gemini, fra loro eguali ed ermafroditi, hanno il calice cupolare o ciatiforme, mem- branaceo intiero o leggermente 3-dentato ; la corolla tubu- loso-ventricosa, carnosa, brevemente 3-dentata ; gli stami coi filamenti riuniti a formare un urceolo connato col tubo della corolla e terminato da 6 brevissimi denti che portano delle piccole antere cordate. L’ovario ed il frutto non dif- feriscono essenzialmente da quelli delle altre Calameae.
Conspectus specierum.
Frondium segmenta angusta, linearia vel lanceolato-li- nearia
1. Segmenta numerosa (utrinque circ. 23)elongato-lanceolata, apice acuta vel obtusiuscula et saepe dentato-praemorsa, subequidistantia, approximata, marginibus grosse ci- liato-spinulosis, spinulis sursum versis, nervis secun- dariis 5-6 in utroque-costae mediae latere percursa E. macrocarpa Wendl.
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2. Segmenta numerosa (utrinque 25-27), elongato-lanceolata,
apice abrupte apiculato-cuspidata, subaequidistantia, approximata, marginibus ciliato-spinulosis, spinulis sur- sum-versis, nervis secundariis 5-6 in utroque costae mediae latere percursa. . . Z. cuspidata Wendl.
3. Segmenta non numerosa (utrinque 7-8), rigida, late li-
nearia. in apiculum obtusum spinulosum abrupte ter- minata, ad margines crebre valideque spinulis semper reversis cibata, costa media et utrinque nervis 2 secun- dariis tenuibus percursa . Z. Tessmanniana Beco.
4. Segmenta modice numerosa (utrinque circiter 15) valde
inaequidistantia, tenuiter chartacea, costulis 5 aequali- bus percursa, marginibus, fere nudis, cirro usque ad apicem inter acanthophylla ad margines aculeato . Z. quinquecostulata Becc.
Frondium segmenta ovata, ovato-oblonga, spathulata vel rbomboidalia.
Segmenta utrinque viridia.
5. Segmenta ovata, obovata vel obovato-elliptica vel ovato-
subrhomboidalia, non valde numerosa (utrinque 12-14) alterna et subaequidistantia, ad margines rfc ciliato- spinulosa ; venulis transversis 1-2 mm. inter se dissitis notata ; spadicis ramuli et flores papilloso-tomentosi. Z. Hookeri Wendl.
6. Segmenta obovato-oblonga vel oblongo-spathulata et
basi cuneata non valde numerosa, (utrinque 6-9), inae- quidistantia et saepe in utroque latere geminata, ad margines ± ciliato-spinulosa; venulis transversis 1-2 mm. inter S6 dissitis notata. Spadicis rami et flores glabri Z. Haullevilleana De Wild.
7. Segmenta late rhomboidalia vel trapezoidea non valde
numerosa (utrinque 7-8 ?), alterne remote aequidistantia, ad margines inferiores rfc nuda vel parcissime ciliato- spinulosa; venulis crebrerrimis nitidissimis parallelibus,
0.8-0.5 mm. inter se dissitis notata
Z. Wendlandiana Damm.
Segmenta subtus farinosa.
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8. Robusta, caudice vaginato ciré. 8 cm. diana., vaginae ocrea elongata demum fissa. Folia ampia, 1.20 m. in parte pinnifera longa; segmentis utrinque 9-10, con- spicue plicato-pluricostulatis, basi longe attenuato-cu- neatis, in eorum tertiam superiorem partem triangulari- bus et aequilateralibus, ad margines inferiores spinulosis vel etiam nudis, majoribus 30-85 cm. longis, 14-18 cm. superne latis .... E. korthalsiaefolia Becc.
Eremospatha macrocarpa Wendl. in Kerch. Les Palm. 244; Drude in Engl. Jahrb. XXI, 111 ; Wright in Th. Dyer, FI. trop. Afr. Vili, 113. — Calamus (Eremospa- tha) macrocarpa Mann, et Wendl. in Trans. Linn. Soc. XXIV (1863) p. 435 (sub Calamo).
Descrizione. — Fusto vaginato di 2.5-3 cm. di diam. ; vagine legnose, inermi, quasi liscio, poco distintamente striato-venose per il lungo. Ocrea breve, troncata alla bocca orizzontalmente o più o meno obliquamente, a margine acuto, nudo.
Foglie (di pianta adulta) assai grandi, mancanti affatto di parte picciolare ; il rachide nella parte pinnifera è lungo da 70 cm. a 1 m., in basso è convesso di sotto, anche di sopra è piuttosto convesso ma presenta una superficie piana limitata fra due spigoli che si riuniscono ad una certa di- stanza dalla base in un angolo saliente inerme : nella parte intermedia è a sezione triangolare con margini acuti e spi- nulosi, in alto si termina in un cirro 3-gono, lungo circa quanto la parte pinnifera ed armato di robusti acantofilli, che sono sempre a coppie (sino 8-10 coppie) remote, for- temente deflessi e paralleli fra di loro. Segmenti assai nu- merosi (circa 23 per parte — Wendland), subequidistanti, i superiori più discosti degli inferiori, assai rigidi subconco- lori e piuttosto nitidi sulle due faccie, ma specialmente nella superiore : sono strettamente lanceolati, quasi egualmente attenuati verso le due estremità e s’inseriscono sul rachide con una base assai angusta ; all’apice si ristringono in una
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punta ora più o meno acuta, però non cuspidata, ma più spesso ottusa od anche subdentata e fortemente spinulosa ; costa media molto sottile e nuda sopra ambedue le faccie ; nervi 2." 5-6 per parte della costa mediana, di poco meno distinti della costa mediana ; di questi uno per parte è mar- ginante; venule transverse molto numerose, molto interrotte; margini armati di spinule assai robuste, eretto-patenti ; i segmenti intermedii e superiori sono lunghi sino 30-35 cm., larghi 2-2.5 cm. ; i segmenti in vicinanza della base diven- gono gradatamente più piccoli, allungato-ellittici, più co- riacei, più fortemente spinosi ai margini ed in modo con- siderevole callosi al punto d’ attacco, i più bassi di tutti sono deflessi e rudimentarì, strettissimi, coriacei e spinosis- simi sui margini.
Spadici lunghi 30-60 cm., sinuosi, con parte basilare indi- visa, assai allungata, piano-convessa ; la parte assile è mi- nutamente granuloso-papillosa sul secco, e porta vari ra- moscelli fioriferi distici, alterni ; questi nella parte bassa dello spadice sono lunghi 18-20 cm. (gli estremi della metà più corti), spessi in basso 3-4 mm., gradatamente subulati in alto, corrugato-angolosi sul secco ; rudimenti di spate minute, scaglieformi, abbraccianti appena la metà della circonferenza dell’asse, latamente triangolari, acute, lunghe 3-5 mm.: di solito rimangono assai discoste dal ramo che teoreticamente dovrebbe nascere alla loro ascella. Bratteole florali 0.
Fiori della parte bassa dei ramoscelli disposti in coppie opposte, con le doppie coppie discoste 10-12 mm. fra di loro ; nell’estremità dei ramoscelli le coppie divengono più ravvicinate e più o meno alterne. I fiori sono oblungo-el- littici, lunghi 8-10 mm. e spessi 3-3.5 mm. ; calice breve, ciatiforme-campanulato, glabro, pianeggiante e calloso in basso, con base scavata di sotto, assai distintamente 3-den- tato con denti larghi e corti, acuti, costulato-venosi di fuori e separati da seni acuti; corolla circa 3 volte più lunga del calice, carnosa, alquanto inflata, 3-dentata all’ apice, ossia con 3 lobi brevi, crassi, conniventi ; stami 6, eguali o quasi,
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formanti coi loro filamenti riuniti un tubo poco più corto della corolla, connato intieramente col tubo di questa, liberi soltanto per brevissimo tratto alla fauce della corolla, dove formano 6 denti crassi, deltoidei, i quali portano al loro apice un’ antera eretta, breve, cordata, inserita per la base, a loggie leggermente divaricate, deiscenti quasi lateral- mente. Ovario ovoideo-oblungo, attenuato un poco in basso, e superiormente contratto in un breve stilo, con stigmi con- niventi formanti (nel boccio) una punta trigona che giunge sino alla base delle antere.
Di frutti non ne ho visti che con certezza si possano ri- ferire a questa specie. Mann e Wendland li descrivono lunghi 31-82 mm. (1 1 , poli.), compresso-cilindrici, ottusi ad ambedue le estremità, mono- o più raramente dispermi ; squame sopra 24 ortostiche, romboidali, larghe 4 mm. (2 li- nee), planiuscule, solcate nel mezzo, auranziache, cinte da una linea fuscescente, cartacee, col margine anteriore mem- branaceo. Seme lungo da 19-25 mm., largo 19 mm., e spesso 8-10 mm., compresso, disciforme, coi margini più o meno crenulati, a superficie bruna, liscio dal lato ventrale, con la calaza dorsale mammilleforme, molto incrassata.
Habitat. — Gli esemplari tipici sono stati raccolti da Mann in Sierra Leone, sul Bagru River e nel territorio del Niger suH’Old Calabar River (n. 2380 nell’Erb. di Kew). Riferisco a questa specie degli esemplari dell’ Erbario di Berlino raccolti nel Kamerun a Johann Albrechts-Hòhe con spadici in fiore ; altri sterili ma con fronde di pianta adulta di Kribi, ed infine altri pure di Johann Albrechts- Hbhe, ma di pianta giovane e con fronde semplicemente flabellato-forcate.
Osservazioni. — Ho studiato dei frammenti dell’ esem- plare autentico di questa specie che mi hanno permesso di riconoscerla in altri dell’ Erbario di Berlino provenienti dal Kamerun. Rassomiglia molto alla E. cuspidata , ma ne è ben distinta per alcuni caratteri facili ad apprezzarsi e
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specialmente per i segmenti che non hanno una cuspide, ma si terminano in punta talvolta acuta, ma più spesso ottusa, superficialmente dentata od anche quasi dentato-premorsa. I fiori poi si distinguono da quelli della E. cuspidata per il calice distintamente 3-dentato o 3-lobulato, e per gli stami, i quali hanno le antere erette, cordate, portate al- 1’ apice, ma attaccate dal lato dorsale, dei denti del tubo staminale; i quali denti sono corti, triangolari, crassissimi e non aveolati dal lato interno per il ricevimento delle log- gie delle piccole antere didime, come sono quelle della E. cuspidata.
Eremospatha cuspidata Wendl. in Kerch. Les Palm. 244. — Drude in Engl. Jahrb. XXI, 111; Wright in Th. Dyer, FI. trop. Afr. Vili, 113. — Calamus ( Ere- mospatha) cuspidatus Mann et Wendl in Trans. Linn. Soc. XXIV, 434, t. 41, f. 4L
Descrizione. — Scandente. Tronco di 2-3 cm. diam. Fronde (di pianta adulta) assai allungate ; vagina inerme, sottilmente legnosa, striata per il lungo; ocrea breve, tron- cata, inerme ; parte picciolare nulla ; rachide largo nella parte basilare 12-13 mm. e quivi depresso, pianeggiante di sopra, leggermente convesso ed inerme di sotto, armato ai margini fra mezzo ai segmenti con forti spine, brevi, triangolari, orizzontali o più o meno uncinate (in generale si trovano 1-2 di tali spine fra un segmento e l’altro); in alto il rachide è trigono, pianeggiante di sotto, bifaciale con angolo acuto e nudo di sopra, e con una linea di brevi ugnoli sopra ognuno dei margini di sotto. Segmenti nume- rosi (25-27 per lato — Wendland), subequidistanti, almeno nella parte bassa della fronda; i superiori, discosti 3-4.5 cm., cartaceo-rigiduli, opachi, subconcolori sulle due faccie, strettamente lanceolati, lunghi 20-25 cm., larghi 18-25 mm., attenuati in basso, dove si inseriscono obliquamente sul ra- chide con una base assai angusta e più o meno callosa, bru-
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scamente contratti all’apice, spesso un poco asimmetrica- mente, in un apicolo, che di solito si trasforma in un’aresta rigida, sottile, compressa lateralmente, rb spinulosa, lunga sino 15 mm. ; costa mediana molto sottile e nuda sopra ambedue le faccio ; nervi 2“ 5-6 per parte della costa me- diana, molto distinti sulle due faccie e di poco più sottili della costa mediana stessa; di questi uno per parte scorre in grande prossimità del margine ; margini assai forte- mente armati di spinule robuste, eretto-patenti ; 2-3 seg- menti basilari per parte sono molto più piccoli degli altri, lanceolati, deflessi, più fortemente spinosi ai margini, più rigidi specialmente in basso e con una base fortemente in- spessita e callosa ; venule transverse corte, sottili, assai numerose, pochissimo prominenti.
Spadici (non vidi intieri) con ramoscelli fioriferi glabri, minutamente tubercolato-sagrinati.
Fiori carnosi, clavati, lunghi 8—8.5 mm., crassi 3 mm. (sul secco) ; calice breve ciatiforme, alto quanto largo (2.5 mm.), campanulato, glabro, pianeggiante e calloso in basso, scavato di sotto, troncato alla bocca con appena un accenno di 3 denti separati da un superficialissimo seno, grossolana- mente costulato- venosi di fuori ; corolla circa 2 ‘/2 volte più lunga del calice, carnosa, apparentemente inflata sul fresco, un poco attenuata in basso, rotondata od ottusa- mente apiculata all’ apice e quivi divisa in 3 lobi brevi, crassi, conniventi ; stami 6, eguali, formanti coi loro fila- menti riuniti un tubo un poco più corto della corolla, connato interamente con questa, liberi soltanto per brevis- simo tratto alla fauce della corolla, dove sono rappresen- tati da 6 denti, crassi, deltoidei, ognuno dei quali ha due nicchiette dal lato interno, nelle quali vengono accolte le logge delle antere. Le antere sono globoso-didime a loggie un poco divaricate, deiscenti quasi sui lati, esse sporgono pochissimo al di fuori del tubo formato da fila- menti e col loro insieme occludono intieramente il tubo staminale. Ovario ovoideo, attenuato in basso, inserito sulla base carnosa della corolla (toro) ; stilo brevissimo ; stigmi
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conniventi, brevi, crassi, papillosi, rimanenti col loro apice al di sotto delle antere.
Frutti non ne ho visti che con certezza si possano riferire a questa specie. Mann e AVendland li descrivono come ellissoidali, lunghi 25 mm., larghi 19 mm., « fere aequilati » (ossia quasi eguali nelle due estremità ?) mono- o più rara- mente dispermi ; squame sopra 18 ortostiche, romboidali, di 3.5-4 mm. di larghezza, sul secco molto rigonfie (valde bullatae), solcate nel mezzo, miniate, cartacee, col margine anteriore lacerato e cinte da una linea fuscescente. Seme lungo 19 mm., largo 10 mm., spesso 6-8 mm., leggermente spianato dal lato ventrale, convesso sul dorso ; testa bruna, calaza dorsale molto ispessita e mammilleforme, margini lisci ; ilo lineare. Embrione posto poco sopra l’ ilo ventrale, alla metà dell’ albume, orizzontale.
Habitat. — Gr. Mann ha per il primo scoperto questa specie presso la foce del fiume Gabon nel Gongo francese (Mann n.° 1043). Del Gabon ho pure visto un esemplare nell’Erb. di Parigi, raccolto da Dybowski (n.° 140). Come riferibili alla P. cuspidata ritengo pure degli esemplari sterili dell’Erb. di Berlino provenienti da Joko nel Kame- run. De Wildeman (Miss. Laurent, p. 23) ricorda per la E. cuspidata anche le località di Kiri e di Eala del Congo Belga. Io però non ho visto gli esemplari di questa pro- venienza.
Osseevazioni. — Si distingue principalmente per le sue foglie strette, quasi egualmente attenuate alle due estre- mità, con i margini armati di assai forti spinule rivolte in su, e specialmente per i segmenti che si terminano in una cuspide dura più o meno allungata, formata dal ripie- gamento in basso dei due margini dell’apice del segmento. E pure distinta per i fiori con calice troncato, molto su- perficialmente 3-denticolato, e per il tubo staminale super- ficialmente 3-lobo, coi lobi presentanti ognuno dal lato interno una doppia nicchietta, nella quale vengono accolte
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le loggie delle respettive antere ; queste sono quindi quasi incluse nel tubo staminale, del quale col loro apice chiu- dono la bocca.
Eremospatha Tessmanniana Beco. sp. n.
Descrizione. — Fusto vaginato (apparentemente di pianta adulta) di 12-15 mm. di diam. ; internodi lunghi 18-20 cm.; vagina assai fortemente striata per il lungo; ocrea molto breve (lunga 10-12 mm.), troncata orizzontalmente o presso a poco. Foglie completamente prive di picciolo ; rachide nella parte pinnifera lungo 35-40 cm., fortemente appiattito alla base, piano di sopra e convesso di sotto, poi biconvesso, e da circa la metà in su pianeggiante di sotto e bifaciale di sopra, armato fortemente ai margini con assai robusti e fitti ugnoli a larga base, lunghi 3-5 mm., tutti reversi; il rachide si termina in un cirro lungo 60-70 cm., subtrigono, fittamente armato ai margini sino all’apice con piccoli ma assai robusti ugnoli reversi, provvisto di 4-5 paia di acantofilli perfettamente opposti e che sembra ri- mangano sempre divaricati, ossia che non diventino tanto deflessi da diventare fra loro paralleli. Segmenti non molto numerosi, di solito 7-8 per parte e con non molta regola- rità opposti ; le coppie rimangono a distanze non uniformi, di solito di 3-8 cm., in alto più discoste che in basso ; i segmenti sono molto rigidamente cartacei, o sottilmente coriacei, lineari, molto brevemente attenuati in basso, bru- scamente ristretti all’ apice in punta ottusa ± spinulosa, verdi e nitidi di sopra, assai più pallidi (ma senza indu- mento speciale) di sotto, percorsi dalla costa mediana, po- chissimo più distinta di 2 nervi secondari per parte a questa ; venule trasverse molto numerose e fitte, ma assai immerse nel parenchima e per questo poco distinte ; i mar- gini sono molto peculiarmente armati di assai robuste e numerose spinule a punta nera, tutte reverse, meno alcune presso l’apice ; i segmenti intermedi sono lunghi 25-27 cm.,
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e larghi ± 2 cm. ; i superiori sono di ben poco più piccoli di questi ; soltanto 1-2 per lato, presso la base, ma special- mente i più bassi, sono molto più piccoli degli altri, orizzontali o deflessi, mentre i superiori sono inseriti ad un angolo assai acuto. Alcuni campioni hanno le foglie ri- dotte al solo rachide, prive affatto di segmenti, ma con produzioni spiniformi in loro vece ; non conosco se ciò costituisce un fatto normale o teratologico. Detti organi rappresentano certamente delle foglie e non degli spa- dici abortivi (flagelli dei Calamus , ai quali però sembra che corrispondano per la funzione) ; essi nascono infatti dal- l’apice di una vagina provvista della sua ocrea, sono lun- ghi circa 30 cm. ed hanno il rachide come quello descritto per le foglie normali ma più fortemente spinoso : di seg- menti non ve ne è che le tracce di 1-2 presso la base, ridotti però ad un filamento compresso, lineare, lungo 7-8 cm., fortemente aculeolato; gli altri segmenti sono rappresentati da spine lunghe 2-3 cm., subopposte od alterne, rigidis- sime, armate con qualche spinula ai margini ; tali spine in alto vengono sostituite dalle solite coppie di acantofìlli. In una parola in detti rachidi tutti i segmenti sono ± di- stintamente metamorfosati in acantofìlli.
Habitat. — Scoperta dal Dott. Giinter Tessmann nel Congo francese o forse piuttosto nella Guinea spagnola, la località precisa non essendo indicata (n.° 4 nell’ Erb. di Berlino. Nome volgare « Ongàm »).
Osservazioni. E una specie distintissima, facilmente ri- conoscibile per i suoi segmenti latamente lineari, rigidi, ottusi (nè cuspidati, nè denticolati all’ apice), armati da cima a fondo di forte spinule « tutte volte all’ ingiù ».
Eremospatha quinquecostulata Becc. sp. n.
Descrizione. — Fusto vaginato di circa 2 cm. di diam. Vagine assai fortemente striate per il lungo ; ocrea lunga
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circa 3 cm., troncata obliquamente. Foglie assai allungate, con pochi segmenti inseriti ad un angolo assai acuto, piut- tosto numerosi, molto inequidistanti, il più spesso ravvi- cinati due a due sopra ogni lato del rachide, con spazi di rachide a nudo fra ogni coppia variabili da 5-10 cm., e verso 1’ estremità della fronda anche più. Picciolo assoluta- mente mancante; rachide largo in basso 1 cm., e di 5-6 mm. di spessore, rotondato di sotto, leggermente concavo di so- pra nel primo tratto, ossia percorso da un canale poco profondo avente i lati, dove sono inseriti i segmenti, pia- neggianti ; il canale è largo in basso, ma gradatamente si restringe e presto svanisce per dar luogo ad un angolo sa- liente ottuso ; sui margini il rachide è interrottamente ar- mato di corti aculei deflessi a larga base ; il cirro è rigido, ha varie paja di acantofilli ed è armato assai potentemente sui lati, sino in cima, con relativamente robusti ugnoli. I segmenti sono strettamente lanceolati, molto leggermente asimmetrico-sigmoidei, quasi egualmente attenuati alle due estremità, ma un poco più angustamente verso la base, che è assai acuta: sono ristretti anche verso l’alto, ma meno gradatamente che verso la base, in una punta non sim- metrica, acuta o brevemente acuminata: sono sottilmente cartacei, subnitidi e concolori sulle due faccie, assai distin- tamente 5-costulati; le costole sono sottili, ma rilevate, spe- cialmente nella pagina inferiore ; fra una costola e l’altra vi sono numerosissimi nervi terziari che rendono finamente striate le due superficie; i margini sono per lo più comple- tamente lisci, ma talvolta portano alcune spinule in qua e là, specialmente verso la base, alle volte reverse; l’apice è quasi sempre spinuloso— ciliato ; i segmenti intermedi sono i maggiori, sono lunghi 20-25 cm. e larghi 2.5 cm.; i su- periori sono leggermente più piccoli ; 2-8 della base sono patentissimi o deflessi, angustissimi, assai fortemente ar- mati di spine deflesse ai margini.
Habitat. — Affrica occidentale tropicale tedesca; nel Ka- merun a Bezirk Djah.
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Osservazioni. — Gli esemplari sui quali è fondata que- sta specie sono assai incompleti e mancano di fiori e di frutti che con certezza vi possono esser riferiti; anche le fronde sono frammentate di guisa che riesce difficile di stabilire il numero di segmenti di cui si compongono. E però specie caratteristica per le sue fronde con segmenti molto inequidistanti, lanceolati, angusti, di consistenza sot- tile e distintamente 5-costulati ; per il rachide solcato di sopra in basso, ed il rigido cirro fortemente armato di ugnoli ai margini, sino in cima, negli interstizi fra le coppie degli acantofilli.
Eremospatha Hookeri Wendl. in Kerch. Palm. p. 244; Drude in Engl. Jahrb. XXI, 111; Wright in Th. Dyer, FI. Trop. Afr. Vili, p. 112. — Calamus ( Eremospatha ) Hookeri Mann et Wend. in Trans. Linn. Soc. XXIV (1863), p. 434, t. XLI, C. — Eremospatha Cabrae De Wild., Étud. FI. du Congo, I, p. 95, t. XXXII. — Calamus Cabrae De Wild, et Th. Dur., Matér. pour la FI. du Congo, fase. V, p. 32; Wright in Th. Dyer, FI. Trop. Afr. VII, 110.
Descrizione. — Scandente. Fusto vaginato, delle piante adulte, di 15-18 mm. di diam. Vagine più o meno distin- tamente striate per il lungo; ocrea troncata obliquamente, lunga circa 2 cm. Foglie estremamente variabili per la forma e spinescenza dei segmenti nei vari periodi di svi- luppo della pianta: le fronde di piante giovani sono molto differenti da quelle della pianta adulta ed a quanto sem- bra da prima sono flabelliformi-forcate, col rachide pro- lungato in cirro provvisto di acantofilli : quelle di pianta adulta hanno pochi segmenti più o meno trapeziformi, rom- boidali, romboidali-cuneati, od obovato-romboidali, od an- che obovato-ellittici. Una foglia di uno degli esemplari tipici, manca assolutamente di picciolo ; il rachide porta solo qualche spintila ai lati in aitò; i segmenti sono remo- tamente subequidistanti, alterni, elongato-obovati o talvolta
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quasi obovato-ellittici, simmetrici o quasi: sono gradata- mente cuneati da circa il terzo superiore in giù verso una base acuta, e hanno qualche spinula assai robusta sui mar- gini, che talora è rivolta in su e talora è in senso contrario od orizzontale: il margine superiore è leggermente repando- crenato, nudo: l’apice è ottuso od acutiuscolo; di consistenza i segmenti sono rigidulo-cartacei, sono verdi sopra ambedue le faccie ma un poco più pallidi di sotto; hanno la costola mediana quasi perfettamente centrale, di sopra più acuta dei nervi secondari, di sotto non più forte di questi; di nervi secondari ve ne sono 4-5 per parte, egualmente prominenti sulle due faccie; di questi uno o due dei più esterni sono leggermente incurvati verso l’estremità; venule transverse, non straordinariamente numerose, assai continue e piut- tosto distinte sopra ambedue le faccie. I segmenti maggiori sono lunghi 18 cm., larghi verso il terzo superiore 6 cm. ; i segmenti basilari sono più spinosi ai margini e molto più piccoli dei superiori, patenti; gli infimi sono deflessi e quasi abortivi. Cirri sottilissimi, acutamente trigoni; acan- tofilli sempre opposti, fortemente deflessi.
Lo spadice in un esemplare è lungo 45 cm., ha la parte peduncolare piana o leggermente convessa dal lato assile, convessa dall’altra . la parte assile è subterete, rigida, dritta, gradatamente assottigliata, portante disticamente dei rami semplici, patenti-ascendenti, dei quali gli inferiori sono subopposti ed i superiori alterni, e nell’insieme formano una pannocchia ovato-allungata. Spate ridotte a piccole squame corte e larghe, terminate da una piccola punta subulata : sono inserite alquanto al di sotto del respettivo ramo. Rami fioriferi rigidi, angolosi, spessi in basso 3 mm., attenuato-subulati, i più bassi lunghi 15 cm., i superiori più corti, in tutti le coppie dei fiori sono alterne dalla base sino all’apice, e sono sorrette da una strettissima brat- tea ungueforme, rotondata, deflessa ; la parte assile ed i ramoscelli sono, sul secco, minutamente peloso-papillosi e rubiginosi ; le coppie di fiori più basse sono discoste 7-8 mm., le superiori gradatamente più ravvicinate. Pe-
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rianzio fruttifero di 10 mm. di diam. fra le punte dei pe- tali ; calice e corolla minutamente papilloso-pelosi e fer- ruginei ; calice apparentemente latamente 3-lobo ; corolla fortemente inspessita, due volte più lunga del calice ; dai resti dell’ urceolo staminale si riconosce che esso era co- ronato da 6 piccolissimi denti, portanti all’apice le antere.
I frutti (che io non ho visto) vengono descritti da Mann e Wendland ovoideo-cilindrici, lunghi 21-25 mm., e di 17-19 mm. di diam., mono- o più raramente 2-dispermi; squame sopra 20 ortostiche, romboidali, pianeggianti, solcate nel mezzo, auranziache, di 4 mm. di diam., cartacee, cir- condate da una linea scura e col margine anteriore inte- gerrimo. Seme lungo 19 mm., 13 mm. largo, 6 mm. spesso. Dalla figura apparisce di forma ovata, alquanto compresso, a contorno rotondato e poco o quasi punto lobulato.
Habitat. — Gli esemplari tipici sono stati raccolti da Mann alle foci del fiume Nun (n.° 451 nell’ Erb. di Kew). Di questa provenienza ne ho visto uno con porzione di fronda e con uno spadice allo stadio fruttifero, ma mancante di frutti, conservato nell’Erbario di Berlino e proveniente da quello di Wendland. Sembra però una Palma assai diffusa. Mi sembrano infatti pure riferibili alla E. Hookeri degli esemplari sterili provenienti da Batanga nel Kamerun (Dinklage n.° 1155) e dall’Ogowé, nel Congo francese (Mgr. Leroy nell’ Erb. di Parigi), ed un altro pure dell’ Ogowé raccolto da Dybowski (n.° 142 nell’Erb. di Parigi).
Siccome riferisco alla E. Hookeri Wend. anche la E. Ca- brae De Wild, così si deve aggiungere alle località il basso Congo Belga, dove è stata raccolta a Kimnenza da J. Gillet (n.° 2060, Erb. di Bruxelles).
Osservazioni. — La E. Hookeri è principalmente carat- terizzata per i suoi segmenti più o meno ovati od obovato- ellittici o subromboidali, alterni e subequidistanti, e per le parti assili dello spadice e per i fiori papilloso-tomentosi.
Ho esaminato molto accuratamente gli esemplari tipici
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di E. Cabrae, che gentilmente mi ha comunicato lo stesso Dr. De Wildeman, ma non sono riuscito a scuoprire alcun carattere che mi autorizzi a tener distinta detta specie dalla E. Hookeri. Le leggiere differenze nella spinescenza del rachide e nella forma e spinescenza dei margini dei segmenti non possono costituire caratteri differenziali in una specie nella quale tali parte vanno soggette a varia- zioni grandissime, come mi risulta dallo studio degli esem- plari che ho esaminato, e dei quali qui appresso farò qual- che cenno.
L’esemplare di Dybowski dell’Ogowé (n.° 142) consiste in una fronda intiera cirrifera e porta fra tutto 14 se- gmenti, remotamente equidistanti, alterni o subopposti, si- milissimi a quelli della E. Cabrae nella figura pubblicata da De Wildeman.
Gli esemplari del Kamerun (Dinklage n.° 1155) sono di una pianta giovane, hanno il fusto vaginato di 1 cm. di diam.; 1’ ocrea è lunga 4 cm., il picciolo è lungo 1-3 cm., armato come il rachide assai fortemente di spine uncinate a larga base chiara e punta nera ; una fronda ha un cirro rudimentario lungo 7 cm. e porta 5 segmenti per parte ; altre fronde più sviluppale hanno il cirro più lungo, prov- visto di 2-3 coppie di acantofilli, e portano 7-8 segmenti per parte ; i segmenti sono ovato-ellittici ed alcuni subrom- boidali-ovati ; alcuni col margine affatto inerme, altri spe- cialmente i basilari, hanno qualche conspicua spiuula presso la base ; il margine superiore è ondulato, repando, nudo o con appena qualche accenno di spinule ; venule transverse discoste 1-2 mm.
Alcuni esemplari dell’Erbario di Berlino, senza indica- zione precisa di località, apparentemente di pianta giovane, hanno un fusto gracilissimo, allorché vaginato di soli 4 mm. di diam. ; l’ocrea è lunga 4 cm., il rachide nella parte pin- nifera e picciolare è lungo 15 cm. ed è armato delle solite spine ; la parte picciolare misura circa 4 cm., il cirro è gracilissimo ed ha 4-5 paia di acantofilli ; segmenti solo 2-3 per parte, opposti, ± asimmetricamente ellittici; i 2 ter-
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minali assai lungamente uniti per la base, lunghi 9-11 cm., larghi 3.5-4 cm. ; margini quasi del tutto inermi ; venule transverse come nella tipica E. Hookeri. Se detti esemplari fossero rappresentanti di una pianta completamente evoluta si potrebbero ritenere come appartenenti ad una specie di- stinta.
Eremospatha Haullevilleana De Wild.; Études sur la Flore du bas et moyen Congo, v. I, p. 96, t. XXXIII- XXIV, et Mission Laurent, p. 24. — E. Schweinfurthii Beco, in Ann. Royal Bot. Gard. Calc. XI, 164.
Descrizione. — Gracile, scandente. Fusto allorché vagi- nato di 8-9 mm. di diam.; fusto nudo di 6 mm. di diam., striato per il lungo a superficie opaca ; vagine cilindriche, totalmente inermi, leggermente striato-venose per il lungo, sparse nella prima gioventù di squamule o pagliette color tabacco, poi glabre. Ocrea cilindrica, strettamente abbrac- ciale la base della guaina sovrastante, lunga 2.5-4 cm., intiera e troncata ± obliquamente alla bocca.
Foglie cirrifere,, assai differenti a seconda che apparten- gono a pianta giovane o adulta, alla parte bassa della pianta od a quella alta. Le foglie di pianta giovane sono indivise, ossia il loro lembo è costituito di un solo flabello profondamente bilobo o solcato, leggermente cu- neato verso una base acuta, lungo 20 cm. od anche più, e largo 13-18 cm.; i suoi lobi hanno 6-7 costole; dal seno, che è acuto e giunge sino oltre la metà dell’intiero lembo, il rachide si prolunga in un cirro gracile. Nelle foglie delle piante un poco più adulte delle precedenti, alla base del flabello, compariscono prima alcuni piccoli segmenti basilari e poi il flabello stesso si divide in altri segmenti ; final- mente le foglie delle piante completamente sviluppate sono distintamente pennate, hanno 6-7 od al più 9 segmenti per parte e sono poi terminate da un cirro gracile. Il picciolo è sempre brevissimo, lungo al più 3-4 cm. nelle foglie di pianta giovane, depresso, largo 5 mm , piano di sopra, con-
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vesso di sotto, coi margini acuti ed armati con alcuni aculei relativamente assai robusti, ± reversi, a base chiara e punta nera: il cirro è gracilissimo e porta qualche coppia di acan- tofilli.
Le fronde di pianta adulta hanno il picciolo brevissimo o quasi nullo, sono lunghe nella parte pinnifera 30-35 cm. e sono terminate da un cirro di quasi eguale lunghezza ; di acantofilli ve ne sono 4-5 coppie ; il rachide in alto di- sopra è bifaciale con angolo prominente nudo, è convessi u- scolo di sotto, è ± armato irregolarmente sui margini di piccoli ugnioli solitari a punta nera che si estendono rim- piccolendosi anche nel cirro, ma che d’ordinaido cessano alla prima od al più alla seconda coppia di acantofilli ; questi sono gracili, i maggiori lunghi al più 2 cm. I segmenti sono molto inequidistanti ed assai ineguali, spesso appros- simati 2 a 2, obovato-oblunghi o spatolati, cuneati da circa il terzo superiore in giù verso una base acuta simmetrica; hanno il margine anteriore spinuloso, ± lobulato o lobu- lato-dentato, prolungato nel centro in breve punta ottusa: sono cartaceo-rigiduli, glabri sopra ambedue le faccie, leg- germente più pallidi di sotto, hanno 7-8. costole divergenti dalla base, molto tenui e quasi egualmente visibili sulle due faccie ; le costole più esterne sono molto leggermente arcuate ; venule trans verse tenuissime e fitte, discoste fra di loro Y - 1 mm., quasi egualmente visibili sulle due fac- cie, i segmenti intermedi sono i più grandi, sono lunghi 10-14 cm. e larghi 3-4 cm., spesso 2 od anche 3 segmenti sono uniti insieme e quindi allora sono assai più larghi; ed inseriti per una larga base sul rachide; i segmenti supe- riori sono di poco più piccoli dei mediani ; i più bassi sono spesso molto più piccoli degli altri e coi margini laterali provvisti di qualche rada e relativamente robusta spinula patente, e presso la base anche reversa ; i segmenti supe- riori hanno pure i margini laterali più o meno spinulosi specialmente presso la base.
Spadice fruttifero glabro, lungo nell’insieme 20 cm., com- posto di 7 ad 8 ramoscelli fioriferi per parte all’asse cen-
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trale, distici, patenti, disposti sopra un piano; di questi 3-4 per parte dei più bassi sono opposti ; la parte assile è com- pressa in basso ed ivi è larga circa 1 cm., assottigliata e subterete in alto, con una specie di breve anello formato da 2 spate rudimentarie opposte in vicinanza di ogni cop- pia di ramoscelli fioriferi ; al di sotto dei ramoscelli su- periori invece dell’anello completo si trova una sola brat- teola acuta per ramoscello ; i ramoscelli sono dr corrugato- angolosi e finamente scabrido-granulosi sul secco, di 2.5 mm. di spessore in basso, un poco assottigliati in alto, legger- mente arcuati in sù, rigidi, i più bassi lunghi 8 cm., gli altri gradatamente più corti, gli estremi solo 5-6 cm.
I fiori sono in coppie alternativamente distiche, molto vicine fra di loro ; le coppie nascono dall’ascella di una bre- vissima brattea a contorno rotondato, pochissimo spor- gente, più corta dei pulvinuli sui quali riposano i fiori. Fiori riposanti sopra pulvinuli superficiali, circolari, e nei quali le loro brattee speciali sono rappresentate da un inconspicuo orlo. Perianzio fruttifero a quanto sembra non accresciuto ; calice campanulato-ciatiforme, troncato in basso, molto superficialmente 3-dentato, fortemente striato, non papilloso-peloso, formante un corto pedicello al frutto; corolla pure glabra, 2 volte più lunga del calice, a segmenti spessi, persistenti, orizzontali, ovati, acutiusculi; 1’ urceolo staminale sembra terminato da 6 brevissimi denti con an- tere erette.
Frutto ovoideo, fortemente rotondato alle due estremità, brevemente mammillato-mucronato all’apice, lungo 25 mm., allorché fresco probabilmente cilindraceo, sul secco com- presso e largo circa 15 mm., percorso da 18 profondi sol- chi longitudinali ed altrettante coste rilevate, le squame essendo profondamente solcate nel centro e coi margini ri- levati; esse sono piccole e disposte lungo 18 ortostiche : ve ne sono 10-12 ben conformate sopra ogni ortostica, sono concolori, bruno giallastre, nitide, quasi più larghe che lun- ghe con punta ottusa ; nell’insieme il pericarpio è sottile, fragile, spesso poco più di 1 mm. Seme a contorno ovale,
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fortemente compresso, a superficie bruna, lungo 17-20 mm., largo 13-14 mm., spesso 7 mm., rotondato alle 2 estremità, superficialmente lobulato-submesenteriforme sul contorno, con un piccolo solco discendente partente da una specie di ombellico centrale dove si trova l’embrione e con una piccola area rilevata ellittica centrale dal lato opposto, da dove irradiano vari solchi superficiali ; rafe angustis- simo. Albume omogeneo, osseo.
Habitat. — Basso Congo Belga a Lubamba, (J. Gillet n.° 2026!), a Kisantu (J. G-illet n.° 1385!). È citata da De Wildeman come raccolta anche da E. Laurent a Stanley- ville, a Bassongo, e ad Isaka. Gli esemplari sui quali io avevo stabilito la E. Schweinfurthii sono stati raccolti dal Dott. Schweinfurth a Kambele, nel paese dei Monbuttu, il 19 Aprile 1870. (N.° 3671).
Osservazioni. — E molto affine alla E. Hookeri, dalla quale si distingue per i segmenti inequidistanti e spesso geminati sopra ogni lato del rafe ; per i ramoscelli dello spadice ed i fiori glabri (non papilloso-pelosi) e per il seme assai più compresso a contorno distintamente lobulato- mesenteriforme.
E da lamentarsi che tanto della E. Hookeri quanto della E. HauUevilleana non si conoscano i fiori in buono stato, ciò che impedisce un confronto rigoroso, giacché mi sem- bra che anche nelle Eremospatha, come negli Ancistrophyl- lum , i caratteri desunti dai fiori siano più costanti di quelli delle foglie.
La E. HauUevilleana, per quel che riguarda la forma dei segmenti delle foglie e sopratutto per la spinescenza loro, sembra molto variabile, tanto che se si dovesse dar valore a tutte le differenze che s’incontrano in detti organi, occorre- rebbe moltiplicare grandemente le specie. Mi sembra quindi riferibile alla E. HauUevilleana una foglia esistente nell’Er- bario di Berlino, raccolta durante la spedizione del Mag- giore A. v. Mechow (n.° 542a) a Tembo-Aluma nel Congo,
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Kwango District. Detta foglia evidentemente ha apparte- nuto ad una pianta giovane, nell’insieme è lunga 35 cm. e si termina in due segmenti uniti per la base, senza rudi- mento di cirro fra mezzo a loro ; la parte picciolare è lunga 8 cm., depressa, piana di sopra, convessa di sotto, forte- mente armata di spine uncinate, appiattite a larghissima base chiara e punta nera ; il rachide è pure fortemente armato ai margini di simili spine. I segmenti fra tutto sono 9, alterni, ellittici od ellittico-romboidali, ± cuneati in basso, lunghi 12-15 cm., larghi 5-6 cm. con i margini fortemente armati nella loro parte basilare di spine relativamente forti, appiattite, rivolte in giù, simili a quelle del rachide e di poco più piccole ; i margini superiori sono pure ciliato- spinulosi ; le venule trasverse sono come nella R. Haulle- ciìleana tipica. Riferisco questa foglia, che ha un aspetto assai singolare, alla E. Ilaullevilleana principalmente in causa delle assai forti spinule appiattite, reverse, che si trovano sui margini nella parte basilare dei segmenti, esat- tamente come in quelli della figura che della rammentata specie ha pubblicato De Wildeman.
Dallo scarso materiale a mia disposizione non riesco a tro- var differenze fra la Eremospatha raccolta dal Dott. Schwein- furt nel paese dei Monbuttu, e la E. Haullevilleana della regione centrale del Congo. Gli esemplari che della Ere- mospatha di Schweinfurth io ho visto consistono in 2 foglie ed in uno spadice con fiori ancora inaperti ; il fusto va- ginato è 15-17 mm. di diam. ; 1’ ocrea è breve, troncata obliquamente; delle foglie, una è lunga nella parte pinnifera 60 cm. e l’altra (quella accompagnata dallo spadice) 45 cm. ; manca qualsiasi accenno di parte picciolare ; il rachide in basso è depresso-biconvesso ; in alto è piano di sotto e bifaciale di sopra, armato sui margini con assai robusti ugnioli a base chiara e punta nera ; i segmenti sono circa 12 per parte, molto inequidistanti, più o meno distintamente geminati, oblungo-cuneati, hanno il margine superiore on- dulato-lobulato, sono cuneati verso una base acuta dal terzo superiore in giù ; i maggiori sono lunghi 12-13 cm., lar-
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gki 3.5-4 cm.; i margini sono più o meno ciliato-spinulosi ; nei segmenti più bassi le spinule sono assai robuste, negli altri sono minute ed ascendenti; di costole primarie ve ne sono 4-5 per parte e tutte dritte ; il cirro è gracile, acu- leato nel primo tratto, nel resto inerme, porta 4-5 paja di acantofìlli fortemente deflessi a punte parallele. Spadice lungo 17 cm. nella parte eserta dalla guaina, (nella quale la parte pedicellare rimane inclusa) con 7-8 ramoscelli fio- riferi per parte; quelli della coppia più bassa opposti, na- scenti subito al di sopra di una brattea annulare completa; gli altri sono alterni e nascono assai al di sopra della respettiva brattea ; i ramoscelli sono glabri ; la bratteola sottostante ai pulvinuli è piccola e pochissimo sporgente. Fiori in boccio angusti, subclavato-oblunghi, attenuati bre- vemente verso 1’ apice che è acutiusculo ; sono lunghi 9 min.; il calice è ciatiforme-campanulato, glabro, molto superficialmente 3 -denticolato, assai fortemente venoso- costulato; la corolla è almeno 2 volte e mezzo più lunga del calice, glabra: l'urceolo staminale è ringrossato in alto, chiude quasi la fauce ed è terminato da 6 piccolissimi denti sui quali riposano le antere; queste sono erette, sub- cordato-sagittate od a loggie alquanto divaricate alla base; ovario oblungo; stilo brevissimo ; stigmi triangolari, di- varicati.
Eremospatha Wendlandiana Dammer (nomen in Herb.
Berol.).
Descrizione. — Una fronda di pianta giovane ha una lunga parte picciolare spinosa, porta 7 segmenti per parte, è terminata da due segmenti liberi sin dalla base e non ha rudimento di cirro alla terminazione del rachide. I seg- menti sono alterni, remotamente equidistanti, verdi e nitidi sulle due faccie, latamente romboidali o trapezoidali, Hanno 6-7 coste primarie drittissime, radianti dalla base, sono alquanto più lunghi che larghi (i maggiori lunghi 15-17 cm., larghi 8-10 cm.) ; il loro margine superiore è ondu-
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lato, minutamente spinuloso-ciliato ; i margini inferiori di solito sono lisci e raramente portano qualche spinula ; ve- nule transverse numerosissime, fittissime e molto distinte ; se ne contano sino 2-3 al millimetro. Altra fronda, ma di pianta adulta, ha la parte pinnifera lunga circa 1 m., sembra abbia 6-7 segmenti per parte, ed è terminata da un cirro che porta 4 paia di acantofilli : ha un picciolo lungo 8 cm., spinoso ai margini ; il rachide è pure spinoso. 1 segmenti basilari sono più lungamente cuneati degli in- termedii ; questi sono romboidali, larghi sino 11 cm.; i superiori sono i più piccoli ; i segmenti più bassi hanno qualche forte spinula sui margini ; in tutti il margine anteriore è minutamente spinuloso-ciliato ; le venule tran- sverse sono esattamente come nell’ altra fronda. Altre parti mancano.
Habitat. — Kameruu : Barombi-Station, sulle sponde del fiume presso Ndian Factory (Preuss, n.° 460 nell’ Erb. di Berlino). Gli esemplari di questa località sono stati riferiti da Wright (FI. trop. Afr. 1. c.) alla E. Hooikeri.
Osservazioni. — La E. Wendlancliona è certamente molto affine alla E. Hookeri, alla quale grandemente rassomiglia per le foglie, ma dalla quale si distingue per i segmenti più marcatamente romboidali e « caryotinei » e special- mente per le venule transverse molto più fitte, più fini, molto più nette, poco interrotte e quasi parallele.
Un esemplare raccolto da Buchoìz (Herb, di Berlino) nel Kamerun, ha una fronda cirrifera identica a quella di Preuss (n.° 460) ed è notevole per il medesimo genere di fittissime venature transverse.
La medesima particolarità nelle venature si osserva anche in un esemplare dell’ Erb. di Parigi (che pure riferisco alla E. Wendlancliana ) proveniente a quanto pare dal Congo e che porta nell’etichetta la sola indicazione « Tandon Nska »; i segmenti in questo esemplare sono della forma di losanga molto allungata, sono lunghi 23-24 cm. e larghi 5.5-8 cm.
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Eremospatha korthalsiaefolia Becc. sp. n.
Descrizione. — Robusta. Fusto vaginato di circa 3 cm. di diam. ; vagina ± fugacemente griseo-squamuloso-forfo- racea, assai fortemente striata per il lungo, molto distin- tamente costulata in alto al di sotto della base del rachide; ocrea molto sviluppata( lunga sino 15 cm. (ma alle volte assai meno) compreso il suo prolungamento liguliforme, il quale è acuminato dal lato assile, e poi si fende e si la- cera per il lungo ; essa pure è griseo-forforacea esterna- mente come la vagina, ma è di color castagno scuro e quasi nitida internamente.
Foglie assai grandi; picciolo assolutamente ridotto a nulla; rachide nella parte pinnifera lungo 1.20 m. (in una fronda di pianta apparentemente adulta, ma forse non ancora fiori- fera), con 9-10 segmenti per parte senza contare altri 3-4 (pure per parte) basilari e rudimentarì ; il prolungamento cirriforme è lungo (in detta fronda) circa 1.8 m., porta 7-8 paia di acantofilli completamente deflessi, dei quali i più bassi robustissimi, lunghi sino 7 cm., ed i superiori gradata- mente più corti ; l’asse del cirro è più o meno trigona, con i 2 angoli inferiori molto acuti ed armati di ugnioli nel terzo o nella metà inferiore di ogni interstizio fra le coppie degli acantofilli; il rachide è robusto, fugacemente forforaceo- farinoso : alla base è largo 15 mm., pianeggiante di sopra, convesso di sotto : al di là della parte basilare è alquanto appiattito, biconvesso, spesso 8-9 mm.: in alto diventa ot- tusamente 3-gono ; i margini del rachide sono ottusi, spe- cialmente in basso, ed armati di assai robusti ugnioli sempre rivolti in giù. I segmenti sono pluricostulato-plicati, rom- boideo-cuneati, ossia sin dal terzo superiore sono gra- datamente attenuati verso una base molto acuta e simme- trica; in questa parte hanno i margini drittissimi, ± armati di forti spinule ascendenti od anche del tutto lisci; il terzo superiore od apicale dei segmenti è triangolare ed equila- terale, a contorno ondulato-lobato, più o meno minuta-
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mente spinuloso od anche quasi liscio : sono plicato-multi- costati, hanno la faccia superiore verde e quasi nitida, quella inferiore biancastro-farinosa ; probabilmente però il tenue indumento scomparisce col tempo ; le costole primarie sono molto numerose e tutte irradiano drittissime sin dalla base per terminare al margine superiore senza incurvarsi; la costola mediana è indistinguibile dalle costole laterali, tutte sono molto sottili ed egualmente visibili sulle due faccio ; le venule transverse sono molto numerose e fitte, ma pochissimo visibili ; i segmenti maggiori sono gli in- termedi e questi misurano 30-35 cm. di lunghezza, e 14—18 cm. di larghezza; i superiori e quelli prossimi alla base sono alquanto più piccoli; i basilari sono molto rudimen- tarì e ridotti quasi alla sola costola, molto crassa questa, coriacea e fortemente spinosa ai margini.
Habitat. — Nel Kamerun, ad Ebolowa presso Akoafìm (Herb, di Berlino). E indubbiamente riferibile alla E. kor- thalsiaefolia un esemplare dell’ Erb. di Berlino consistente in una porzione di fusto vaginato con alcuni segmenti ba- silari, raccolto dal P. Dusèn nel Kamerun (n.° 292), esem- plare che però è accompagnato da spadici fruttiferi di An- cistr ophyllurn acutiflorum.
Osservazioni. — Sebbene conosciuta per le sole fronde, è benissimo caratterizzata per le grandi dimensioni di que- ste, con segmenti che rammentano moltissimo quelli di al- cune Koi thalsia a grandi segmenti cuneato-romboidali.
RIASSUNTO DELLE LEPIDOCARYEAE AFFRICANE.
Le Lepidocaryeae affricane descritte dal Wright nella « Flora of Tropical Africa » (1902) sono 21 ; quelle da me presentemente riconosciute ammontano a 41, come risulta dal seguente prospetto :
Rapfiia Ruffia Mart. — R. Kirkii Engl. — R. lon-
giflora Mann et Wendl. — R. Laurentii De
19
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Wild. — R. Mannii Becc. — R. textilis Welw.
— R. vinifera P. de Beauv. — R. Wendlandi Beco. — R. Gaertneri Mann et Wendl. —
R. gracilis Becc. — R. heberostris Becc. —
R. monbuttorum Drude. — R. Gentiliana De Wild. — R. Gilletii Becc. — R. longirostris Becc. — R. Hookeri Mann, et Wendl. — R. Sese De Wild. — R. angolensis Remile. — R. re-
galis Becc sp. 19
Calamus deerratus Mann et Wend. — C. Barterii Becc. — C. Heudelotii Becc. — C. falabensis Becc. — C. Leprieurii Becc. — C. Perrottetii Becc. — C. akimensis Becc. — C. Schiceinfurthii
Becc. — C. Laurentii De Wild » 9
Ancistrophgllum secundiflorum Wendl. — A. acuti- florum Becc. — A. opncum Drude. — A. laeve
Drude » 4
Oncocalamus Mannii Wendl » 1
Eremospatha macrocarpa Wend. — E. cuspidata Wendl. — E. quinquecostulata Becc. — E. Tes- smanniana Becc. — E. Hookeri Wendl. — E. Haullevilleana De Wild. — E. Wendlandiana Damm. — E. korthalsiae folia Becc » 8
Totale » 41
Specie dubbia.
Calamus niger (non Wild.) J. Braun et Sebum. in Mittk. Deutsck. Sckutzgeb. II, (1889) 147, ex Wrigkt in Tk. Dyer, FI. of trop. Afr. VIII, p. 109.
Non è certamente un Calamus per le foglie eke sono de- scritte con un rackide cirrifero ed armato di spine unci- nate all’estremità. E forse riferibile all 'Oncocalamus Mannii Wendl.
Per patria di questa Palma è indicato il Kamerun nella Guinea superiore.
LA “ COPERNICI CERIFERA,, IN RIVIERA
ED
UNA NUOVA SPECIE DI LIV1STONA
PER
ODOARDO BECCARI
(Tavola II).
Quantunque da parecchi anni si coltivino nei giardini della Riviera non pochi individui di una Palma, che molti orticultori ritengono sia quella dalla quale nell’ America meridionale si ottiene la cera detta « Carnauba », la Co- vernicia cerifera, pure è un fatto bene accertato che sino a qui nessuno esemplare di questa palma esiste nei giar- dini mediterranei, solo perchè tutti quelli considerati come tali appartengono a tutt’altro genere di Palme.
Io sono debitore al Dr. A. Robertson-Proschowsky, ap- passionato coltivatore di Palme a Nizza, per il grazioso invio di un completo materiale di studio, foglie, fiori e frutti maturi, della così detta Copernicia cerifera. Mi è stato quindi con tal mezzo possibile di studiare a fondo detta Palma e riconoscere in essa una nuova specie di Livistona, alla quale ho imposto il nome di L. decipiens, per gli errori di cui è stata causa.
Debbo altresì ringraziare il sig. B. Chabaud di Tolone, il ben noto conoscitore delle Palme coltivate nei Giardini della Riviera e mio cortese corrispondente ed amico, che mi ha pure inviato dei frutti della medesima enigmatica Copernicia, ed ha per di più fatto un’ inchiesta per rin- tracciare l’ origine della sua introduzione e conoscere la causa della sua erronea denominazione.
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Ecco in proposito quanto egli mi scriveva in data del 24 Xbre 1909:
« C’est feu Nabonnand, rosieriste au Golfe Juan, qui avait baptise ce palmier de ce nom, malgré ma protesta- tion. J’avais pris dans le temps la photographie de ce Pal- mier dans le jardin du C.te d’Eprémesnil, qu’il avait rap- portò du Jardin d’acclimatation sous le nom de Livistona humilis. J’avais aussi au Jardin botanique un Livistona de méme aspect que celui du Comte; les graines m'avaient été envoyées de Melbourne sous le nom de Livistona hu- milis par le Baron P. von Mueller. Nabonnand de son coté possedait deux forts sujets, en 1883 hauts de 2.m50, dans son Cottage du Golfe Juan (Voyez la description dans le Compte rendu du voyage que j’ai fait de Cannes à Nice pendant cette année là (1883) dans la Provence agricole.
« J’ai envoyé cette photographie à Mr. Dupoux, Jardi- nier du Jardin du C.te Eprémesnil, qui me l’à renvoyée, pour lui demander, si c’était bien ce palmier qui avait fleuri au Golfe sous le nom de Copernicia cerifera, dont il m’avait envoyé des fruits que je vous ai expédiés sous le méme nom. Il m’a repondu affermativement.
« Ce palmier se trouve aussi à Nice chez Mr. Robertson Proschowsky, qui m’écrit vous avoir envoyé des fleurs, des fruits et une feuille sous le nom de Copernicia ceri- fera. En résumé, à mon avis, tous les palmiers cultivés dans nos jardins sous le nom de Copernicia cerifera sont des Livistona humilis.
« Je n’ai jamais rencontré sur tout le litoral un vi'ai Copernicia cerifera — qui d’ailleurs ne resistérait pas à nos hivers.
« Je vous envoie, ci inclus, la photographie du Palmier du C.,e d’Eprémesnil, afin que vous puissez juger de son port ».
E questa la fotografia che vien riprodotta nella Tav. II.
Il sig. Chabaud é perfettamente nel vero quando asse- risce che tutte le Palme coltivate sotto il nome di Coper- nicia cerifera in Riviera sono delle Livistona, delle quali
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è possibilissimo che il Barone Ferdinando von Mueller ab- bia inviato i semi col nome di L. humilis.
D’altra parte il prof. Giorgio Roster, nel « Bollettino della R. Società Toscana d’ Orticoltura » (anno 1903, p. 9 dell’estratto) constata pure il medesimo fatto, ma identifica la Copernicia cerifera dei giardini di Riviera, non con la Livistona humilis , ma con la L. inermis, della quale scrive che si vedono belle piante a Nizza nei Giardini Dognin e Vigier ed in quelli della Mortola e dei Cocotiers. E certo che le Livistona inermis delle quali parla il prof. Roster sono le medesime che il sig. Chabaud indica col nome di L. humilis.
Ma tanto la Livistona humilis, quanto la L. inermis, sono Palme molto affini fra di loro e forse non specificamente distinte, proprie del Nord dell’ Australia e delle Isole del Golfo di Carpentaria, che producono piccoli frutti piriformi e fiori minutissimi, di meno di 1 mm. di diametro, e che, essendo piante di climi tropicali caldissimi, è ben difficile che possano sopportare gli inverni mediterranei.
Piuttosto che alle due rammentate specie la pseudo- Copernicia cerifera si avvicina alla Livistona australis.
Il frutto infatti delle due Palme è quasi identico, ma esistono caratteri nel fiore e nelle foglie per le quali si possono facilmente distinguere.
Anche nell’aspetto generale la L. decipiens è assai diffe- rente tanto dalla L. australis, quanto dalla L. chinensis, pure estesamente coltivata in Riviera. A tale riguardo il Dr. Ro- bertson-Proschowsky mi scrive che la L. decipiens « est le plus grand des Livistonas de mème age, et qui pousse plus vite que le L. australis Mart, et surtout énormément plus vite que L. chinensis, mais ce palmier est moins ornemental que les deux autres, car les divisions foliares pendent comme de minces lanières autour du bout du petiole et
donnent l’aspect un peu d’une masse de chiffons C’ est
en effet un Palmier très caractéristique par ses feuilles, dont les divisions profondes causent que les segments pendent en minces lambeaux presque depuis le bout du
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petiole ». Egli aggiunge che la L. decipiens è rustica quanto la L. australis.
Qualcuno potrebbe chiedere come mai sia stato possibile battezzare come Copcrnicia cerifera una Livistona ; a me sembra scorgere la ragione di questo errore nell’apparenza del tronco della L. decipiens, nudo in alto e ricoperto in basso dalle basi indurite e persistenti dei piccioli delle prime foglie, presso a poco come si vede nella figura della Copernicia cerifera nell’ opera « Die natùrlichen Pflanzenfa- milien » di Engler e Prantl, fase. I, fig. 7.
Senza alcun dubbio la L. decipiens è una Palma austra- liana, ma in qual punto dell’esteso continente cresce nello stato di natura ?
In Australia le specie di Livistona sono assai più nume- rose di quello che generalmente si crede, ma sino a qui sono molto imperfettamente conosciute, e la loro identifica- zione è resa estremamente difficile dalla scarsità del mate- riale di studio esistente negli Erbari. E d’ altra parte è stato sino a qui erroneamente creduto che le Livistona
Fig. 1. — Livistona decipiens Bice. — a, fiore al momento dell’antesi; b, fiore sezionato per il lungo; c, frutto maturo sezionato per il lungo attra- verso l’embrione (pedicello e perianzio intiero) il doppio del vero; figure a e b ingr. circa 12 diam.
australiane godessero di una distribuzione geografica più estesa di quella che realmente hanno, mentre invece io ho potuto con certezza riconoscere che ogni specie è grande-
a
b
c
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mente localizzata in un’area assai ristretta. Riguardo alla L. australis infatti è stato creduto (Mueller, « Fragmenta », voi. XI, p. 55) che essa fosse molto diffusa sopra la costa orientale dell’Australia dal 37°, 30' gradi L. S. sino a Rich- mond River (circa 29° L. S.) e sino ai fiumi Tweed, Brun- swick e Mary. Di fatto però la vera L. australis Mart, sem- bra propria solo della più bassa delle latitudini indicate, ed in ogni caso non sembra trovarsi spontanea più al Nord di Sydney.
Fra i vari campioni, molto fragmentarì invero, di Livistona australiane che mi sono stati cortesemente trasmessi dal sig. Alfred I. Ewart, Direttore del « National Herbarium » di Melbourne, ho trovato alcune foglie di una Livistona , certamente differente dalla L. australis, che per i segmenti profondissimamente divisi in lunghe lacinie pendenti, cor- risponde perfettamente agli esemplari di L. decipiens col- tivati in Riviera.
Dette foglie sono state raccolte nel 1880 da Mr. E. Rea- der nella Nuova Galles del Sud, nei profondi burroni (deep gullies) al Nord del M. Dromedary, che rimane nella Contea di Dampier, Lat. S. 36.5, long. 160. E. Gr.
E da questa regione quindi che ritengo molto probabile siano venuti i primi semi che hanno dato origine a tutte le piante coltivate in Riviera col nome di Copernicia ce- rifera.
Riguardo alla Copernicia cerifera ed alla possibilità di coltivare nei nostri climi questa Palma, mi occorre adesso di rammentare quanto ho di già pubblicato nella « Webbia » (v. II, p. 142), vale a dire che sotto il nome di Copernicia ceri- fera sono state confuse due specie benissimo distinte, delle quali la vera Copernicia cerifera non potrà mai essere accli- matata sul suolo mediterraneo, perchè pianta delle Regioni calde del Brasile. Di questa, nel giugno 1907, per le pre- mure del Dr. Joaquim Candido da Costa Sena di Ouro Preto ne ho ricevuto dei semi freschi provenienti dal Cearà, nel Brasile, semi che hanno facilmente germogliato a me e ad al- cuni corrispondenti in Riviera, ma nessuna delle pianticelle
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nate da questi semi ha potuto resistere ai primi abbassa- menti di temperatura di un mite inverno.
Però la Copernicia che abbonda nella Repubblica Argen- tina e nel Paraguay, e che io ho chiamato C. australis (1), dato il clima della regione nella quale è indigena, non è improbabile che possa mostrarsi resistente nelle situazioni meglio protette della Costa d’ azzurro. Ma di questa non mi era stato sino a qui possibile ottenere semi in stato che potessero germogliare, perchè immancabilmente tutti quelli che giungevano in Europa contenevano la larva di un Co- leottero che li vuotava completamente. Solo nel marzo di quest’anno il sig. J. Harrison "Wright di Riverside in Ca- lifornia me ne ha inviati alcuni, che egli aveva ricevuto daH’Asuncion, con l’indicazione di provenire da El Chaco, e che erano in stato perfetto e freschissimi; questi in bre- vissimo tempo hanno germogliato. Ho quindi adesso la speranza di poter fare presto dei tentativi di acclimazione di questa interessante Palma.
(1) Il sig. N. L. Britton in una rivista al mio lavoro sulle « Palme ame- ricane » nella « Torreya » v. Vili (1908), p. 238-241, mi rimprovera di avere adoprato il nome nuovo di C. australis per la Palma che nell’Argentina passava per C. cerifera, invece di aver adottato uno di quelli proposti dal sig. Morong (vedi « Webbia » 1. c.). Il sig. Britton aggiunge che io non debbo avere completamente inteso quanto questi ha detto. Ma io ho capito benissimo che della Copernicia dell’Argentina il sig. Morong ha fatto 3 spe- cie, ad una delle quali ha conservato il nome di C. cerifera e che ha di- stinto le altre due coi nomi di C. alba e di C. rubra. Come io ho dimostrato nella Webbia (1. c.), dietro anche quanto aveva già rilevato il prof. Barbosa- Bodrigues (Palrnae Matto-grossenses p. 2), le differenze che il sig. Morong indica per distinguere le 3 rammentate specie di Copernicia sono fallaci e dipendenti dall’età e da circostanze locali, e quindi non sono accettabili. Se io avessi adottato uno dei nomi proposti dal Morong per la Copernicia dell’Argentina, questo nome avrebbe avuto un valore differente da quello attribuitogli dal prelodato autore, perchè secondo il mio modo di vedere la C. australis comprende tutte e 3 le sue specie; mentre se io avessi adottato p. e. il nome di C. rubra, non sarebbe stato C. rubra Morong, ma C. rubra Becc., e quindi si sarebbe avuto egualmente un nome nuovo, collo svantaggio di esser meno preciso, e di poter recar confusione.
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Livistona decipiens Beco. sp. n.
Elata vel subelata, caudice 25-30 cm. diam., coma in- compta; frondium petiolo elongato, prope basin tantum spi- nis approximate, uncinatis, spadiceis, 4-5 mm. longis, ar- mato; lamina in circiter 80 segmenta profundissime divisa, segmentis extimis angustissimis, intermediis circiter 3 cm. latis, omnibus profundissime in lacinias pendulas flaccidas, valde elongatas longissime et tenuissime acuminatas bipar- tite. Spadices elongati, nutantes, in inflorescentias nume- rosas, recurvas, divisi ; spathis primariis glabris, coriaceis, integris, tubulosis, elongatis, apice tantum apertis ; inflo- rescentiis partialibus paniculaeformibus, amplis, 3-plicato- ramosis; ramulis floriferis filiformibus, sinuosis, 10-15 mm. longis, Flores bini super pedicellum commune enati, obo- vato-turbinati, basi longiuscule attenuati, 4 mm. longi ; ca- lyce interne attenuato, carnoso, pedicelliformi, superne in dentes 3 hyalinos acuminatos diviso ; corolla calyce panilo longiori, phyllis ovatis, obtusiusculis ; staminibus basi di- latate et brevissime unitis, abrupte subulatis, antheris lineari-oblongis, utrinque rotundatis. Fructus pedicello conspicuo, 5-8 mm. longo, suffulti, sphaerici, 12-14 mm. diam.; pericarpio 2.5 mm. crasso ; semine spbaerico, 10 mm. diam., albumine, a processu rapheos, intus ampliato et su- perficialiter lobulato, profunde perfosso ; embryone panilo infra medium lateraliter locato. (Fig. let. II).
Palma che può raggiungere una ragguardevole altezza- con tronco relativamente gracile, cilindrico, di 25-30 cm. di diam. in alto, dove è fittamente annulato-cicatricoso e dove le foglie sembrano più facilmente decidue che in basso ; quivi il tronco è alquanto dilatato e coiìserva lun- gamente le basi indurite dei piccioli. Le foglie formano una chioma alquanto sparsa ed arruffata ; quelle delle piante adulte e prospere hanno il lembo che dall’apice al- l’estremità dei segmenti centrali misura 1.80 m. ed è por-
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tato da un picciolo lungo 1.50 m. Il picciolo è largo in alto 25-28 mm. e gradatamente si dilata nella parte bassa ; in sezione transversa è depresso— triangolare, con l’angolo della faccia inferiore molto rotondato ed i margini acutissimi: è glabro, liscio e piano di sopra, dove si nota solo un accenno di costola rilevata lungo la linea centrale: solo proprio alla base, pure di sopra, è leggermente con- cavo, e quivi è lucido e rossastro sul fresco; è poi in questa parte basilare segnato ai lati, a poca distanza dal margine, per il tratto di oltre 40 cm., da una striscia o fascia ru- vida e mancante d’epidermide, sulla quale striscia, a quanto pare, sono attaccate le fibre più apicali della guaina; questa parte però manca nell’esemplare da me studiato. La base del picciolo per il tratto di 30-40 cm. è armata ai margini di piccole spine uncinate, spadicee, assai regolarmente disposte, molto fìtte e tutte volte all’ ingiù o leggermente uncinate; le spine maggiori, le più basse, sono lunghe 4-5 mm., le altre sono gradatamente più corte ; nel rimanente i mar- gini del picciolo si possono dire quasi inermi, poiché solo a lunghi tratti comparisce sopra di essi qualche minuto tubercoletto spinescente; nella faccia inferiore il picciolo è glabro lungo il largo, tondeggiante e lucido dorso, ma nel rimanente rimane più o meno coperto da squamule cineree appresse, relativamente grandi, tanto più approssimate l’una all’altra, quanto più si va in alto, dove sono anzi del tutto confluenti. La ligula all’apice del picciolo è callosa in basso ed ha il lembo marcescente, triangolare, lungo 10 cm. e che inoltre si prolunga in una tenuissima punta, lunga ancora vari altri centimetri.
Il rachide è assai robusto e prolungato per quasi 70 cm. al di là dell’apice del picciolo: è inoltre leggermente arcuato come nei Sabal. Il lembo è molto profondamente diviso ; nella parte centrale i seni fra i segmenti primari riman- gono in grandissima prossimità del rachide ; i seni della parte intermedia dei lati si trovano a 6-7 cm. dall’apice del picciolo ; gli altri gradatamente più vicini ; nei seni si trova un filamento breve e rigido. I segmenti fra tutto
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sono circa 80, egualmente verdi e lucidi sopra ambedue le faccie (allo stato fresco) ; sono di dimensioni molto ine- guali ; i più esterni (10-12 per parte) si riducono a delle semplici striscio lineari, terminate in un apice filiforme, larghe 1-5 mm., e lunghe 60-80 cm. ; detti segmenti poi invece di rimanere distesi ed in piano sui lati, si volgono bruscamente in alto ; i segmenti più grandi sono gli inter- medii, e questi sono larghi 3 cm. ; tutti sono profondis- simamente divisi sino oltre la metà o sino verso il terzo inferiore in due lacinie, le quali vanno molto gradatamente assottigliandosi in punta lunghissima e tenuissima, che per lo più si fende in 2 filamenti sottilissimi e che quindi assume l’apparenza di essere alla sua volta molto profon- damente bipartita ; i nervi secondari sono piuttosto nume- rosi ed assai rilevati (sul seccoj ; se ne contano 6-7 per ogni lacinia, con presso a poco un egual numero di nervi terziari interposti, poco meno forti dei secondari; le venule transverse sono sottili, rilevate, sinuose ed assai fitte.
Lo spadice intiero (in un esemplare) è lungo 2.80 m., arcuato-nutante, grosso in basso quanto il polso, diviso in 12 infiorazioni' parziali ; queste sono recurve e volte in basso e tutte quasi eguali fra di loro ; formano delle ampie pannocchie 3-plicato-ramose, lunghe 30-40 cm., portate da una assai lunga parte peduncolare compressa, inclusa quasi intieramente nella respettiva spata. Le spate (primarie) sono assai lungamente tubulose, intiere, aperte solo all’apice, dove si terminano in punta triangolare, acuta, od acuminata; sono glabre, coriacee (le inferiori più delle superiori), rossa- stre sul secco, compresse ed acutamente bicarinate ; i ra- moscelli fioriferi sono sottili, angoloso-striati, sinuosi, ine- guali, lunghi 10-15 cm. e di 1-2 m. di spessore in basso.
Fiori inseriti spiralmente con poca regolarità intorno ai ramoscelli, distintamente pedicellati ; ogni pedicello, che è lungo 1-5 mm., ha 1-2 bratteole e per lo più porta due fiori, di cui di solito solo il superiore persiste. I fiori bene sviluppati sono lunghi 4 mm., obovati o turbinati, essendo il calice assai attenuato in una base carnosa, che
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rappresenta la metà dell’ intiera lunghezza del fiore e che forma una specie di pedicello alla corolla ; il calice è diviso in alto in 3 lobi triangolari molto acuminati, jalini, di poco più corti della corolla ; questa è inserita a circa la metà dell’ intiero fiore, ossia all’apice della specie di pedicello costituito dalla base del calice e che forma anche il toro alle carpelle ; i suoi segmenti sono latamente ovati, membranaceo-carnosi, ottusiusculi. Stami con filamento a base molto larga, triangolare, bruscamente e finamente acu- minata; dette basi sono molto brevemente connate in basso con la corolla e fra di loro; antere oblunghe a loggie pa- rallele, rotondate alle due estremità. Carpelle glabre, bru- scamente contratte in stilo breve e che non raggiunge l’apice delle antere ; stigma puntiforme.
Frutti distintamente pedicellati ; tutti i pedicelli nello spadice fruttifero sono orizzontali ; quelli che portano i frutti sono molto meno numerosi di quelli ai quali è caduto il fiore, sono alquanto più accresciuti di questi, sono lunghi talvolta sino 7-8 mm. e spessi 1.5 mm. ; essi sono gibbosuli ed ineguali per le traccie delle bratteole, e portano sempre da un lato i resti sporgenti e patenti del corto pedicello del fiore caduto ; ad accrescere la lunghezza del pedicello al frutto contribuisce anche la base indurita del calice.
Il frutto maturo è sferico, di 12-14 mm. di diam. ; la traccia dello stigma è puntiforme e non apicale, ma situata quasi ad 1 3 della circonferenza ; sul secco la superficie del frutto è scura e ruvida; il pericarpio secco ha 2.5 mm. di spessore ; 1’ endocarpio e molto sottile (0.3 mm. circa) ; il seme è sferico, di circa 1 cm. di diam., a superfìcie cin- namomea, opaca, meno che in una piccola area laterale oblunga, corrispondente al rafe, dove è lucida; l’intrusione del rafe è molto profonda e larga, leggermente lobulata ; l’albume in sezione longitudinale è ipprocrepiforme, dello spessore eguale tutto in giro di 3 mm. ; embrione situato un poco al di sotto della metà del lato opposto al rafe.
La specie alla quale la L. decipiens è più affine è la L.
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australis, dalla quale differisce per l’aspetto arruffato della sua chioma ; per le fronde con picciolo armato di piccole spine solo in basso; per tutti i segmenti profondissima- mente fessi i due lacinie lunghissime e che finiscono in punta filamentosa tenuissima ; per i segmenti più esterni strettissimi, volti prima in alto e poi ricascanti; per le spate glabre ; per i fiori portati da un distinto pedicello, cla- vato-oblonghi e con calice allungato e pedicelliforme; in- fine per i frutti pure distintamente provvisti di un pedi- cello proprio, oltre che di quello formato dal perianzio indurito.
Webbia, Voi. III.
Tav. II.
LIVI STONA DECIPIENS, Becc.
U. MARTELLI
ENUMERAZIONE DELLE “ PANDANACEAE
Una Monografia completa di una Famiglia od anche di un sol Genere di piante è una «- utopia, » giustamente os- serva il De Candolle nella sua classica opera « La Phyto- graphie; » ciò nonostante, egli continua, sarà bene che il monografo abbia sempre in mente di compiere il suo la- voro nel modo il più perfetto possibile.
Se il raggiungere questo grado di relativa perfezione è cosa non facile in una monografia di quei gruppi di piante che per effetto delle più recenti ricerche sono meglio co- nosciuti, tale perfezione diviene sommamente difficile ad ottenersi per certe famiglie proprie di paesi tropicali. A questa categoria ritengo che possano ascriversi le Panda- naceae, gruppo assai numeroso di specie, disseminate in un’area geografica assai estesa, e del quale i componenti sono difficili a raccogliersi e per di più male si prestano alla conservazione.
Per un esauriente studio delle Pandanaceae ho visitato i principali Musei botanici ed Erbari di Europa, onde aver modo di esaminare i tipi delle specie sino a qui descritte.
Molto mi sono anche avvantaggiato del materiale con- servato nell’ Erbario del Giardino botanico di Calcutta, gentilmente trasmessomi dalla Direzione di quel grande stabilimento e contenente i tipi del Kurz. Ma troppo di frequente le specie sono rappresentate in modo molto in-
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completo, non di rado da un solo frammento della fruttifi- cazione, del tutto insufficiente per una definizione rigorosa.
Nonostante quindi che abbia avuto fra mano gli esemplari tipici di quasi tutte le specie conosciute, pur nondimeno di alcune di queste non sono riescito a stabilire i rapporti con le specie affini, e talora è rimasta incerta la loro sinonimia.
In qualche caso ho potuto raggiungere lo scopo facendo eseguire nuove raccolte nelle località classiche, e quindi col mezzo di accurati confronti con gli antichi esemplari tipici, sebbene frammentari, sono giunto ad una precisa identifica- zione. Ma molte volte anche questo lungo metodo non mi ha condotto sino alla mèta. Ed un mezzo non meno lungo e difficile ho dovuto seguire, quando per colmare le lacune esistenti nelle conoscenze relative alla distribuzione geo- grafica ed alle affinità di alcune particolari specie, ho cer- cato di ottenere campioni da regioni ancora inesplorate, interposte fra quelle dalle quali proveniva il materiale at- tualmente esistente nelle collezioni. Per raggiungere tale intento ho incaricato corrispondenti lontani, ed il più di frequente dimoranti in stazioni di difficile accesso. A queste molteplici e grandissime difficoltà sarebbero da aggiungersi le incredibili lungaggini dei trasporti, e sopratutto quelle inerenti alla raccolta ed alla conservazione delle fruttifica- zioni, molte volte voluminose, fragili e per di più di na- tura non serbevole. Ciò può dare un’ idea di quante cure e di quanto tempo e denaro mi sia costato la riunione del materiale che forma la base della mia monografia, alla quale attendo assiduamente da vari anni, ma della quale, per molteplici ragioni, sono costretto di differir per qual- che tempo ancora la pubblicazione nella sua integrità. Ho quindi pensato che possa frattanto riescire di qualche pra- tica utilità la completa enumerazione di tutte le Panda- naceae conosciute sino al presente, indicando di ciascuna specie 1’ anno della sua pubblicazione, la patria, e quando è stato necessario, la sinonimia, secondo il resultato dei miei studi.
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I.
F FIE Y CINE T I A. (*).
Freycinetia acuminata Rid. Mater. FI. Malay, penins. (1907), II, 232. — Penis. Malese.
— Albertisiana Martelli, ms. in herb. Beccari ; Yersteeg, in
herb Utrecbt. — Nuova Guinea.
— amboinensis Martelli, (v. sopra, p. 170). — Amboina.
— andajensis Martelli, (v. sopra, p. 172). — Nuova Guinea.
— andamanensis Martelli. = Fr. radicans Kurz, (non Gaud.). —
Is. Andaman.
— angulata C. B. Robinson (in herb.): Martelli, (v. sopra, p. 16).
— Is. Filippine.
— angustifolia Bl. Rumpb. (1885), I, 159, tab. 43. — Penis.
Malese, Sumatra, Giava, Borneo.
— angustifolia Thw. (non Bl.) Enum. pi. zeyl. (1859-64), 327, n.° 366.
= Fr. pycnophylla Solms.
— angustissima Rid. in Jour, of Bot (1886), 15. — Nuova
Guinea.
, — arborea Gaud, in Freycinet, Voy. (1826\ 431. tab. 41. — Is.
Hawaii.
— arfakiana Martelli, (v. sopra, p. 173). — Nuova Guinea.
— Annotti Gaud. Bonite. (1839-46), tab. 35 et 36. = Fr. arborea
Gaud.
— aruensis Martelli, (v. sopra, p. 180). — Is. Aru.
— atocensis Martelli, (v. sopra, p. 28). — Is. Filippine.
— auriculata Merr. Philip. Jour, of Science, (1908), III, 312. —
Is. Filippine.
— australiensis Warb. in Engl. Pflanzenr. (1900), 32. = Fr. Ca-
rolana F. v. Muller.
— banahaensis Elm. Leaf!, of Philip. Bot. (1907), I, 215. — Is.
Filippine.
— Banksii A. Cunn. in Hook. Comp. Bot. Mag. (1836), II, 327.
— Nuova Zelanda.
— batanaensis Martelli, (v. sopra, p. 29). — Is. Filippine.
— Baueriana Endl. Prodr. fl. Norfolk. (1833), 25. — Is. Norfolk.
— Beccarii Solms in Ann. Jard. Bot. Buitenz. (1883), III, 100.
— Nuova Guinea.
— Beccarti Hemsl. (non Solms) in Kew Bull. (1896), 166. = Fr.
Hemsleyi Warb.
(*) I nomi in carattere corsivo sono i sinonimi.
20
— 310
Freycinetia Bennetti Miq. in Junghuhn, PI. junghuh. (1854), 167. = Fr. javanica Bl.
— Biroi Warb. in Sehurn. et Lauterb. Nacht. zur d. deutsch.
schutzg. in der Sudsee (1905), 52. — Nuova Guinea.
— borneensis Martelli, (v. sopra, p. 167). — Borneo.
— brevifolia Martelli, (v. sopra, p. 186 '. = Fr. Scblechteri Warb.
— Brunoniana Wall. Cat. (1832), n.° 3660. = Fr. angustifolia Bl.
— candeliformis Warb. in Engl. Pfianzenr. (1900), 39. — Celebes.
— Carolana F. v. Mull. Jour, pharm. (1887), II, 126, in obs. —
Australia.
— caudata Hemsl. in Ivew Bull. (1896), 167. — Fiji.
— celebica Solms, in Linn. (1878), 103. — Celebes.
— ceramensis Martelli, (v. sopra, p. 169). — Ceram, Amboina.
— confusa Rid. (non Elm.) Mater. Fl. Malay, penins. (1907 Lu-
glio), II, 233. — Pen. Malese.
— confusa Elm. (non Rid.) Lead. Philip. Bot. (1907 Ottob.), I, 213.
= F. Vidalii Hemsl.
— coriacea Warb. in Engl. Bot. Jabrb. (1906), 17. — Nuova
Caledonia.
— Creagliii Hemsl. in Kew Bull. (1896), 167. — Borneo.
— crinifolia Martelli, ms. (Versteeg, n.° 1586, in herb. Utrecht.).
— Nuova Guinea.
— cuernosensis Martelli, (v. sopra, p. 26) — Is. Filippine.
— Cumingiana Gaud Bonite. (1839-46), tab. 37, fig. 12-14 et
tab. 60. — Is. Filippine.
— Curranii Merr. Philip. Jour, of Science. (1908), III, 312. — Is.
Filippine.
— cylindracea Solms, in Linn. (1878), 97. — Nuo\a Caledonia.
— Debrogasiana Gaud., Bonite. (1839-46), tab. 37, fig. 1-11. = Fr.
angustifolia Bl. (fide Warburg ).
— demissa Br. (nomen tantum) in Horsf. et Benn. PI. jav. rar.
(1838), I, 32 (in annotaz.) = Fr. Victoriperrea Solms.
— De Vriesii Solms, in Linn. (1878), 96. — Celebes.
— dilatata Merr. (ms ): Elm. Lead, of Philip. Bot. (1907), I, 214.
— Is. Filippine.
— dubia Martelli, (v. sopra, p. 170). — Amboina.
— Elmeri Martelli, (v. sopra, p. 22). — Is. Filippine.
— ensifolia Merr. Bur. Govern, labor, pubi. Philip. (1904), n.° 17,
5. — Is. Filippine.
— ergthrostigma Solms, fin herb. Univ. Caen); Martelli, (v. sopra,
p. 177). = Fr. sulcata Warb.
— excelsa F. v. Mii.ll. Fragm. Fl. austr. (1865), v. 39. — Australia.
— ferox Warb. in Engl. Pdanzer. (1900), 33. — Is. Filippine.
— Forbesii Rid. Jour, of Bot. (1886), 15. — Nuova Guinea.
— 311 —
Freycinetia formosana Hemsl. in Kew Ball. (1896), 166. — Is. Formosa.
— Gaudichaudii Br. in Horsf. et Benn. PI. jav. rar. (18381,
I, 31. tab. 9. — Giara.
— Gaudichaudii F. v. Mii.ll. (non Br.) in Benth. FI. austr. (1878),
VII, 161. = F. Miillerii Martelli.
— Gaudichaudii Rid. (non Br.) FI. Singapore (1900), 172. == Fr. ja-
vanica Bl.
— Gaudichaudii Hook, (non Br.), FI. Brit. ind. (1896), 488, = Fr.
javanica Bl.
— gladiifolia Martelli, (v. sopra, p. 185). — Nuora Guinea.
— globiceps Warb. in Engl. Pflanzenr. (1900), 30. — Nuora
Guinea.
— globosa Merr. Philip. Jour, of Science. (1907), II, 260. == Fr.
sphaerocephala Gaud.
— graminea Bl. Rumph. (1835), I, 150 (in annotaz.). — Giara.
— graminea Bl. Rumph. (1836), 1, 150 (quod attinet pi. amboinensi).
= Fr. Rumphiana Martelli.
— graminifolia Solms, in Linn. (1878), 90. — Nuora Caledonia.
— Hemsleyi Warb. (non Elm.), in E j gl. Pflanzenr. (1900), 36.
— Borneo.
— Hemsleyi Elm. (non Warb.) Lead. Philip Bot. (1907), I, 214.
= Fr. rigida Elm.
— Hollrungii Warb. p. p. in Engl. Pflanzenr. (1900J, 30. (exclud.
quod attinet pi. n.° 218. Hollrung). — Nuora Guinea.
— Hombroni Martelli in Reehinger, Wissenschaf. forschun. nach
Samoa. (1910), 66. — Is. Samoa.
— humilis Hemsl. in Kew Bull. (1896), 165. — Is. Salomone.
— Lubricata Bl. Rumph. (1835), I, 157, tab. 40. — Penis. Ma-
lese, Sumatra, Giara.
— inclinane Soland. ms. ex Br. in Horsf. et Benn. PI. jav. rar.
(1838), I, 32 (in annot.). = Fr. Banksii A. Cunn.
— insignis Bl. Rumph. (1835), I, 158, tab. 42. — Giara.
— insignis F. v. Mull, (non Bl.) Second syst. cens. of Austr. pi.
(1889), 202. = Fr. sp. ? — Australia.
— insignis Kurz, (non Bl.). A sketch of the veget. Nicobar Is. in
Jour. Asiat. Soc. (1876), XLV, 153, et Hook. FI. Brit. Ind. 488. = Fr. Kurziana Martelli. — Is. Nicobar e Andaman.
— insigni affinis Warb. in Schum. FI. Kais. Wilhelms-land. (1889),
18. = Fr. pseudo-insignis Warb.
— Jagorii Warb. in Engl. Pflanzenr. (1900), 39. — Is. Filippine.
— Jaheriana Martelli, (v. sopra, p. 174). — Nuora Guinea.
— javanica Bl. Rumph. (1835), I, 157, tab. 41. — Pen. Malese;
Giara.
312
Frey cine tia keiensis Martelli, (v. sopra, p. 184). — Is. Kei.
— Eingiana Rid. Mater. FI. Malay, penins. (1907), II, 234. = Fr.
imbricata Bl.
— Koordersiana Martelli, (v. sopra, p. 171). — Celebes.
— Kurziana Martelli, = Fr. insignis Kurz, (non alior.). — Is. Ni-
cobar e Andaman.
— Kutchinensis Martelli, (v. sopra, p. 178). — Borneo.
— lagenicarpa Warb. in Schum. et Lauterb. Nacht. zur FI.
deutsch. Sehutzg. in der Sudsee. (1905), 52. — Nnova Guinea.
— latispina Warb. in Engl. Pflanzenr. (1900', 33. = Fr. mina-
hassae Koord.
— Lauterbachii Warb. in Engl. Pflanzenr. (1900), 34. — Timor,
Nuova Guinea.
— leptopliylla Martelli, (v. sopra, p. 20). — Is. Filippine.
— leucantha Miq. FI. Ind. Bat. (1855), III, 172. = Pandanus gra-
minifolius Kurz, (non Petit-Thouars)
— Loheri Martelli, (v. sopra, p. 15). — Is. Filippine.
— longispica Martelli, (v. sopra, p. 181). — Nuova Caledonia.
— lorifolia Martelli, (v. sopra, p. 182). — Nuova Caledonia.
— lucbanensis Elm. Leaf!. Philip, bot. (1907), I, 212. — Is. Fi-
lippine.
— lucens Rid. Mater. FI. Malay, penins. (1907), II, 233. = Fr.
javanica Bl.
— lucida Martelli, (v. sopra, p. 168). — Borneo.
— luzonensis Nave-5, (non Presi.) in Noviss. Append, in Bianco, FI.
Filip. 3.a ed. (1879). IV, 286. = Fr. multiflora Merr.
— luzonensis Presi, (non alior.) Epim. bot. (1847), 238. = Fr.
Cumingiana Gaud.
— luzonensis et var. heterophylla Naves, (non Miq.) in Noviss, Ap-
pend. in Blanco, FI. Filip., 3' ed. (18S0), IV, 286, tab. 437.
= Fr. multiflora Merr.
— luzonensis et var. heterophylla Miq. (non Naves), FI. Ind. bat.
(1880). = Fr. Williamsii Merr.?
— macrostachys Martelli, (v. sopra, p. 175). — Nuova Guinea.
— malaccensis Rid. Mater. FI. Malay, penins. (1907), II, 233. —
Penis. Malese.
— marantifolia Hemsl. in Kew Bull. (1896), 164. — Is. Salomone.
— marginata Bl. Bumph. (1835), I, 159 (in annot.). — Nuova
Guinea.
— maxima Merr. Philip. Jour, of Science. (1908), III, 3 1 0. — Is.
Filippine.
— megacarpa Merr. Philip. Jour, of Science. (1908). III. 314. —
' Is. Filippine.
— 313 —
Freycinetia Merrillii Elm. Leafl. Philip. Bot. (1907), I, 216. —
Is. Filippine.
— microdontes Martelli, (v. sopra, p. 183). — Nuova Caledonia.
— Milnei Seem, in Bonplandia. (1861), nomen tantum, 268 et
FI. Vitien. (1865-73), 283, tab. 86. — Is. Fiji.
— Minahassae Koord. Meded. van’s Lands planten. (1898), 267,
639. — Celebes.
— monocephala Elm. Leafl. Philip, bot. (1907), I, 79, 218. —
Is. Filippine.
— montalbanica Martelli, (v. sopra, p. 18). — Is. Filippine.
— montana Bid. Mater. FI. Malay, penins. (1907), II, 234. —
Penis. Malese.
— Mullerii Martelli, = Fr. Gaudichaudii F. v. Mull, (non Br.). —
Australia.
— multiflora Merr. Philip. Jour, of Science. (1907), II, 259. —
Is. Filippine.
— Naumannii Warb. in Engl. Pflanzenr. (1900), 32. — Arcip.
Bismarck.
— negrosensis Merr. Philip. Jour, of Science. (1908), III. 3 1 3. —
Is. Filippine.
— nicobariensis Martelli. = Fr. scandens Kurz, (non Bl.). — Is.
Nicobar.
— nitida Miq. Ind. semen, hort. Amst. (1853), 4. = Fandanus
stenophyllus Kurz.
— novo-caledonica AVarb. in Engl. Pflanzenr. (1900), 34. — Nuova
Caledonia.
— novo-guineensis (1) A\rarb. in Engl. Pflanzenr. (1900) 34. — Nuova
Guinea.
— novo-pomeranica Martelli, (v. sopra, p. 180). — Nuova Po-
merania.
— oblanceolata Martelli, (v. sopra, p. 176). = Fr. globiceps AVarb.
— oblongifolia Merr. Philip Jour, of Science. (1908), III, 310. —
Is. Filippine.
— palawanensis Merr. (non Elm.) ms.; Martelli, (v. sopra, p. 123).
— Is. Filippine.
— palawanensis Elm. (non Merr) Leafl. Philip, bot. (1907), 1,216.
= Fr. Elm eri Martelli. — Is. Filippine.
— papuana^ 2) AVarb. in Engl. Pflanzenr. (1900), 34. — Nuova Guinea.
(1) Dall’ esame dell’ esemplare tipico mi sono convinto che la specie è stata stabilita sopra foglie appartenenti alla Fr. pseudo-insignis AVarb. e sopra un’ infiorescenza O di Fr. Lauterbachii AVarb.; quindi la Fr. novo- guineensis AVarb. deve essere soppressa.
(2) L’ esemplare tipico si compone della metà di un sincarpo, che senza dubbio appartiene alla Fr. Lauterbachii AVarb.
— 314
Freycinetia peripiezocarpa Martelli, (v sopra, p. 33). — Is. Filippine.
— philippinensis Hemsl. in Kew Bull. (1906), 165. — Is. Fi-
lippine.
— polystachya Martelli, (v. sopra p. 14). — Is. Filippine.
— poly stigma Wart), in Engl. Pflanzenr. (1900), 42. — Nuova
Guinea.
— Pritchardii Seem. FI. vitien. (1865-78), 283. tab. 84. — Is. Fiji.
— pseudo-insignis Warb. in Schum. et Lauterb. Nachtr. zur
FI. deutseh. schutzg. in der Sudsee. (1905), 52. — Nuova Guinea.
— pycnophylla Solms, in Linn. (1878), 91. — Ceylan.
— radicans Gaud, in Freycinet, Voy. (1826), 132, tab. 43. — Is.
Rawak.
— radicans Thw. (non Gaud.) Enum. pi. zeyl. (1859-64), 327. = Fr.
Walkeri Solms.
— radicans Kurz, (non Gaud.) Report, veget. Andam. isl. (1870), 50.
= Fr. andamanensis Martelli. — Is. Andaman.
— Reineckei Warb. in Engl. Bot. Jarhb (1898), 578, tab. 8, fig. B.
— Is. Samoa.
— rigida Elm. Leaf!. Philip. Bot. (1907), I, 362. — Is. Filippine.
— rigidifolia Hemsl. in Kew Bull. (1896), 165. — Borneo.
— Robinsonii Merr. Philip. Jour, of Science. (1908), III, 311. —
Is. Filippine.
— Robinsonii var. latifolia Martelli, (v. sopra, p. 18). — Is. Fi-
lippine.
— rostrata Merr. Philipp. Jour, of Science. (1906), I, Suppl. 177.
— Is. Filippine.
— Rumphiana Martelli = Carex arborea Rumph. Herb. Amb.
VI, 21, tab. 8, fig. 5. — Amboina.
— samoensis Warb. in Engl. Bot. Jahrb. (1898), 579, tab. 8. fig. A.
— Is. Samoa.
— Sarasinorum Warb. in Engl. Pflanzenr. (1900), 35. — Celebes.
— sarawakensis Martelli, (v. sopra, p. 179). — Borneo.
— scabripes Warb. in Engl. Pflenzenr. (1900), 41. — Is. Filippine.
— scandens Gaud, in Freycinet, Voy. (1826), 432, tab. 42. — Is.
Timor, Nuova Guinea.
— scandens Miq. (non Gaud.) in Junghuhn, PI. junghuh. (1854),
166. = Fr. Gaudichaudii Br.
— scandens Hook, in Arnott, The Bot. Cap. Beechey’s voy. (1841),
97. = Fr. Arnottii Gaud.
— scandens Kurz, (non alior.) A Sketch of veg. of Nicobar isl. in
Jour. Asiat. Soc. (1876), 153. = Fr. nicobarensis Mar- telli. — Is. Nicobar,
— Schaefferi Solms, in Linn. (1878), 98. = Fr. imbricata Bl.
— 315 —
Freycinetia Sclilechteri Warb. in Engl. Bot. Jabrb. (1906\ 18. — Nuova Caledonia.
— spathulata Martelli, ms. (Wersteeg, n.° 1716 et 1790, herb.
Utrecht) — Nuova Guinea.
— spectabilis Solms, in Linn. (1878', 88. — Nuova Caledonia.
— sphaerocephala Gaud. Bonite, (1843), tab. 52. — Is. Filippine.
— stenophylla Warb. in Sebum, et Lauterb. Nacbt. El. deutsch.
Schutzg. in der Sudsee. (1905), 53. = Fr. angustis- sima Rid.
— Storckii Seem, in Bonplandia. (1860) (nomen tantum), 260, et
FI. vitien. (1865-73), 283 — Is. Fiji.
— streptopi folia Warb. in Schum. et Lauterb. Nacbt. zur FI. deutsch.
Schutzg. der in Sudsee (1905), 53. = Fr. Beccarii Solms.
— strobilacea Bl. Rumph. (1835), I, 156. — Amboina, Nuova
Guinea.
— strobilacea Vidal, (non Bl.; nomen nudum) Phan. Cuming. Phi-
lip. (1885), 154. = Fr. sp. ? — Is. Filippine.
— strobilifera Hassk. Cat. pi. in hort. bot. Bog. cult., 1844, 61.
= Fr. strobilacea Bl.
— sulcata Warb. in Engl. Bot. Jahrb. (1906), 18. = Nuova Ca-
ledonia.
— sumatrana Hemsl. in Kew Bull. (1896), 167. — Sumatra.
— tenuis Solms, in Linn. (1878), 87. — Sumatra.
— timorensis Martelli, (v. sopra, p. 172). — Is. Timor.
— Urvilleana Hombr. in Dumont d’ Urville, Voy. Astrol. et
Zelée, Bot. (1852), II, 83, tab. 2. — Is. Tonga. o — valida Rid. Mater. FI. Malay penins. (1907), II, 234. — Pen. Malese, Sumatra, Giara, Borneo.
— Versteegii Martelli, ms. (Wersteeg, n.° 1180, herb. Utrecht).
— Nuova Guinea.
— verruculosa Warb. in Engl. Bot. Jabrb. (1906\ 18. — Nuova
Caledonia.
— Victoriperrea Solms, in Linn. (1878), 103. — Is. Tahiti.
— Vidalii Hemsl. in Kew Bull. (1890), 166. — Is. Filippine.
— Vieillardii Martelli, (v. sopra, p. 183). — Nuova Caledonia.
— Villarii Elm. Lead. Philip. Bot. ( 1 907), 362. = Fr. Vidalii Hemsl.
— vitiensis Seem. FI. vitien. (1865-73), 282, tab. 83. — Is. Fiji.
— Walkeri Solms, in Linn. (1878), 92. — Ceylan.
— Warburgii Elm. Lead. Philip. Bot. (1908), 128. — Is. Filippine.
— Webbiana Gaud., Bonite, (1843), tab. 67. — Patria ignota.
— Williamsii Merr. in Philip. Journ. of Science. (1908), IH, 315.
— Is. Filippine.
— Winkleriana Martelli, (v. sopra, p. 168 . — Borneo.
— sp. n. Solms, in Ann. Jard. Bot. Buitenz. (1859-64), III, 101, n.a2.
= Fr. stenophylla Warb.
— 316 —
Distrailo vizio: ec
FREYCINETIA |
Ceylan |
Is. Andaman e Nicobar |
Penis. Malese |
Sumatra |
Giava |
Sumbava |
Borneo |
Camboge |
Formosa |
ls. Filippine |
Celebes |
acuminata Bid |
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Albertisiana Martelli |
|||||||||||
amboinensis Martelli |
|||||||||||
aurlftiftnsis Martelli |
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andamanensis Martelli |
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ungulata Robins |
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angustifolia Bl |
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Is. Tahiti
— 318 —
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Ceylan |
Is. Andaman o Nicobar |
Penis. Malese |
Sumatra |
Giava |
Sumbava |
Borneo |
Camboge |
Formosa |
Is. Filippino |
Celebes |
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graminea Bl |
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FREYCINETIA
graminifolia Solms . Hemsleyi Warb. . . Hollrungii Warb. . . Hombronii Martelli . humilis Hemsl. . . .
imbricata Bl
insignis Bl
Jagorii Warb. . . . Jaheriana Martelli .
javanica Bl
keiensis Martelli . . Koordersiana Martelli Kurziana Martelli . kutchinensis Martelli. lagenicarpa Warb. . Lauterbaehii Warb. . leptophylla Martelli. Loheri Martelli. . . longispica Martelli . lorifolia Martelli . . luebanensis Elm. . . lucida Martelli . . . maerostachys Martelli malaccensis Rid. . .
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— 322 —
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marantifolia Hemsl
marginata DI
maxima Merr
megacarpa Merr
Merrillii Elm
microdontes Martelli . . .
Milnei Seem
Minahassae Eoord
monocephala Elm
montalbanica Martelli . . .
montana Rid
Mùllerii Martelli
multiflora Merr
Xaumannii TFarò
negrosensis Merr
nicobariensis Martelli . . . novo-caledonica TFarò. . . novo-pomeraniea Martelli .
oblongifolia Merr
palawanensis Merr
peripiezocarpa Martelli . . philippinensis Hemsl. . . . polystachya Martelli . . polystigma TFarò
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Ceylan |
Is. Andaman e Nicobar |
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Borneo |
Camboge |
Formosa |
Is. Filippine |
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Penis. Malese |
Sumatra |
Giava |
Sumbava |
Borneo |
Camboge |
Formosa |
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Walkeri Solms |
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Webbiana Gaud. (1) Williamsii Merr . . Winlderiana Martelli sp. Pierre in herb. Martelli . . |
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sp. in herb. Martelli .... sp. Marché in herb. Paris . . |
(1) Patria ignota.
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Is. Samoa
INDICE DEI LAVORI
Martelli U. — Le Freycinetia dello isole Filippine . . . Pay. 5
Beccari O. — Studio monografico del genere Raphia . . » 37
Beccari O. — Palme Australasiehe nuove o poco note. . » IBI
Martelli U. — Nuove specie di Freycinetia » 167
*
Beccari O. — Descrizione di una nuova specie di Tra-
chycarpus » 187
Beccari O. — Palme dell’ Indo-China » l‘Jl
Beccari O. — Contributo alla conoscenza delle Lepìdoca-
ryeae afi'ricane » 247
Beccari O. — La Copernicia cerifera in Riviera ed una
nuova specie di Livistona » 2115
Martelli U. — Enumerazione delle Pandanaceae .... > B07
Finito di stampare l giorno 20 Ottobre dell’ anno 1910 coi tipi
della Tipografia di M. Ricci di Firenze.
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New York Botanical Garden Libra
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