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MENTEM ALIT ET EXCOLIT
K. K. HOFBIBLIOTHEKÌ
OSTERR. NATIONALBIBLIOTHEK
iQ.G.2.77
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POESIE s
VENEZIANE
DSL COJfTB
FRANCESCO CESTARI
DEDICATE ALLA NOBILE DONNA
LA SIGNORA MARCHESA
TERESA ARCHETTI €AUZZI
VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA DI ALVISOPOLt
M. DCCC. XIX»
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MARCHESA
G~ odendo le primizie il privilegio e»
4 elusivo di poter essere offerte anche im-
mature t mi lusingo che non {Sdegnerete
di accettare i primi frutti da me raccolti
alle falde delV Elicona . E a chi se non
a Voi dedicare io doveva la presente rao
coltina di Poesie» scritte in un dialetto
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nato' per meritarsi il sorriso delle Graiie
sotto il cielo italiano? Questo dialetto,
oltre a? essere il vostro > tanto vi fu ca-
ro e vi piacque s che in tutto il lungo
spazio di tempo che da Venezia manca-
te* costantemente , e con tutta V elegan-
za s' intese da Voi parlare . Ma senio
dirmi aW orecchio ( da chi certo non vi
conosce) come puoi offrire alla signora
„ Marchesa Teresa Archetti Cadzzì, di
„ cui hai t onore a? essere parente, delle
„ Poesie nelle quali particolarmente fai
„ pompa dei sentimenti che ispirati ti ven*
„ nero da JUinaì " Miserabile ! V anima
sempre giovane della Marchesa, le somme-
di Lei prerogative, ed il suo cuore, non
presentano forse il perfetto ritratto anima-
to della Nina eh? io adoro? Jhì sì, cele*
brando i pregi di Nina celebro i vostri] ado-
rando quelP anima e quel cuore, contemplo
Digitizec
t anima ed il cuor vostro* ed in fine nel
ritratto si fisico che morale di TSina, il
vostro vi presento, quando vogliate ram-
mentarvi quei tempi nei quali formavate
t incanto e la delizia delle più nobili e
brillanti società di Venezia, di Milano, «
di Vienna»
Umili* s. DtpotUs. Ossequiosi**.
Servitore « Cugino
FRANeMSCO CMSTAR1
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1
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7
AlLA MAHCHB8A
TERESA ARCHETTI CAUZZI
JLNJCIUONTICJ
j\. sto mondo xe i confronti
Quei che fa gustar le cosse:
Belo , e ben , ne saria sconti
Seri so' oposti no ghe fosse.
Perchè esiste de 1' amaro
A Nu el dolce fa piacer:
Perchè avanti xe sta al chiaro
Pena al scuro el prigionier.
Co xe caldo se godemo
L' aria fresca respirar :
La salute valutemo
Co' amalai ne toca star;
Mi in adesso no podendo
Secondar el genio mio , (1)
A Treviso star dovendo
Fin che inverno sia fenio ,
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8
Penso sempre al bel momento
Che a Cremona m' ò trovà
Per acrescerme el tormento
Che mi go restando qua ;
Da Filosofo xe '1 conto t
Più che adesso sofriró ,
Magior ben da sto confronto
Nel vederve provarò .
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MADRIGALE
JJo vado , no > ben mio f
In colera con ti ,
Se ancuó ti ga fenio
De sospirar per mi »
Più no se ia imo adesso
In longo esser ami:
La moda è cambiar spesso j
Ti colpa no ti ga .
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PEL COMPLEANNOS
DELLA COTfTBSSINA
SOFIA S P I N E D A
ANACREONTICA
Sofia, per mi sto «orno
Esser no poi più belo
Co penso che '1 xe quelo
Che ti xe nata ti.
Ti , che ti xe fornia
De tanti pregi e tanti ,
Che a dirli tuli quanti
No bastaria sto di .
Ti, fior de primavera
Dei più graditi e rari ,
E che se vede chiari
Ancuó tra Nu a spontar:
Perchè no xe frequenti
Al mondo quei Spineda,
Che le virtù posseda
Sti fior da coltivar.
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11
AL X0BXLB SIGNOR*
GUGLIELMO MARRAT
AMICO DELL' AVTOBB
CMflONMTTJ
Qualunque cjie te veda
Ce la chi tara al colo
Se penserà che Apolo
Ancora sia tra Nu.
Dafne , el dirà , infelice ,
Scampar «ti ga podesto I
Perchè astu mai volesU
Finir cussi per Luf
Parlar mi vogio adesso
De chi no sta a Treviso
De quei che a 1' iniproviso
Vegna condoti Là , (a)
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La , dove che le Muse
Xe sempre radunae , (3)
Dove no vien usae
Se non cordialità .
Quei po che te cónosse
No più Dafne compianse ,
Ste Veneri che pianze (4)
Ghe move compassion •
Ste Veneri, che à vitto
Che senza che anca Marte
De Diana impiega V arte ,
Perso le ga ci so Adon .
No , no se trata adesso ,
Ghe imbarazza sia Giove ,
ftè che Galiope in» dove
T abia da confinar:
Bl gran dolor che prova
8te Veneri infelici
Xe che no gh' è artifici
Capaci a indurte a amar,
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,i5
Sasta perchè ogni tanto
Ti più no ti ghe vedi , (5)
E no ghe xe rimedi
Che possa farte ben?
Le fa zirarte intorno
Cupido per bendarle:
Cussi le spera farte
Intenerir el sen •
Coragi», che la Note
Fin ora tf à protelo (6)
Dal furbo puteleto
Con slabile favor .
Presto un' agnela negra
Ofrighe come Enea:
Finché per ti è sta Dea
Ti poi sfidar Amor.
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ALLA CONTESSUTA
ANTONIETTA POLA
MADRIGALE
i voi , bel muso ì
Che diga suso
Quel che me vien
O mal , o ben ?
No son poeta;
Ma la xe schieta t
Che co te vardo
Mi a dir no tardo i
Che per amarte
Basta vardarte.
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i6
PER LA PARTENZA
IH PBIKAYBBA DA TBBVISO D' UBA BBLLA
B AMABILE DAMINA
MADRIGALE
Chi mai dirla
Glie Primavera ne portasse ria
El più bel Fior che in riva al Sii ghe sia t
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PER MATRIMONIO
ANJCREONTtCA
jPentive, Poeti,
De quel ch'avè scrito:
D' un grave delito
Se' rei Terso Amor .
Cupido senz'echi?
In bota i Pitori,
In bota i Scultori,
Cave da sto eror.
In sta circostanza ,
Poeti , no resta
Che dir a la presta :
S'avemo inganà ,
Scrivè per sti Sposi ,
Perfeto ze '1 nòdo:
Che rei se' in sto modo
Amor scordarà .
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PEL COMPLEANNOS
BELLA COWTBS8INA
PAOLINA S U G A N A
ANACREONTICA
Cossa voi mai sta vechia
Tuta scarna da e smorta ,
Che drento de sta porta
Me vedo a capitar ?
, - In mezo a tanto giubilo
Perchè quei ochi torbidi
D' un' mostro pien de rabia
Gh'avemio da Tardar f
Ah ! te conosso, Invidia ,
Go gusto che li sappi ,
Che '1 di eh' è nata Pa ppi
Qua semo a, celebrar.
Rodite , si , e preparite
Per la belezza e i meriti
De Pappi imparegiabile
Da rabia un di a crepar .
a
3.1
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ALLA MARCHESA
TERESA ARCHETTI CAUZZI
cuor imparegiabile ?
Donca per la Mariani (7) ,
Zermana, el vostro metodo"
Dopo de disdot' ani (8)
Cambiar gavè podesto per sentirla ,
E da casa portarve a incoragirla f
Me par za adesso vederye
In mezo a tanta zente ,
Che tuta in beatitudine
No sta badando gnenle
A farse dai cavali zapegar ,
Pur de poderve un atomo vardar .
Per Vu mi vado in estasi
Pensando co se' entrada
In quel Teatro a T Opera,
Nel qual , come se' stada
Fussi mugier d' un Re, da futi i petti
Sortir gavè sentio viva f Archetti .
CANZONE
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E la Morandi ($) estatica
Restando in quel momento ,
No ga fenio un gorghegio ,
Sospesa dal eontento
Che tuto quel Teatro ga prova,
E die in frequenti eviva v' a mostra .
Se tuto quanto Un popolo
Podè , Zermana mia ,
Far deventar fanatico ;
La vostra compagnia
Pensève quanto mai Nu(io)sospiremo ,
Nu , che d' apartenerve se vantemo •
Me fazzo , si , 1' interprete
Dei voti d' un Nevodo:
De quei de do Famegie (il),
Che d'amicizia el nodo,
Più de quelo del sangue, unite tien,
E che reclama co sti versi un ben (12) •
Un ben , che più in arbitrio *
De Vu no xe '1 negarlo ?
Un ben, che Vu prometeico
Gavè Spodesto , e farlo
Ne la stagion passada ne disevi ,
E replicatamente lusinghivi •
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un spirito profetica
SV mima tuta invade:
Le vostre tante cause (ìS)
Za vedo temiinade.
Si , Marchesa 9 no temo adesso più
Che presto no v'abiemo alita tra Nu,
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MADRIGALE
IVo se poi dar efetì
Più certi nè più bei \
Irene mia , de quei
Che go provi mi un di j
Quando dei to bei ochi
Amor se n' a Servio
Per torme el cuor , ben mio \
E darlo tuto a ti.
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SULLA CIRCOSTANZA CHR L* AITTORB
PARTI» DOVEVA DA VENEZIA
JNACRBONTICA
Se go d' andarmene
Ancuò a Treviso ,
E se a Venezia
Lasso un bel viso ,
No , malinconico
Mi no devento:
Chi ze filosofo
Sempre è contento .
Da le mie vissere
Toro congedo ,
Ghe dirò : „ Gocola j
„ Co sarà fredo (i4)
„ Vegnarò a vederte;
„ Sarò 1' istesso
„ Ardente e fervido
„ Come in adesso.
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s3
MADRIGALE
X e la memoria ci dono
Più belo che gli' abiemo :
Gol mezo soo godemo
D 5 un ben che xe passi .
Impiega cionca adesso
Megio el to tempo ; Mice ,
Che ti sarà felice
Anca co '1 xe passfc
t
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LA COLLERA E LA PAGE
4NACRBONTICA
Sol in mar andari ,
La Luna se vedeva,
Le Stele in ciel luseva ,
Fenio gaveva el di,
Quando da drio a una scies*
Squagià go do morosi ,
SenMo go do gelosi
A contrastar cussi:
„ Nineta , femo pase ,
„ Ko me far più quel muso r
„ Con mi ti la ga susa
„ Che te yòi tanto ben ? „
„ Ingrato ti à podesto
„ Tratar cussi fietina ,
„ Yustu che la to Nina
„ La crepa da velen? $ i
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»5
Dal ciel go visto alora
Galarse tra quei mati
Chi li poi far beati ,
Quel bafoncel d'Amor .
Betina , yia da brava ,
El disc., perdonèghe ,
E vu a quei pati steghe
Ch' esigerà quel cuor .
\
Oh dio, che bel momento!
Se sente un sussureto:
Nò *1 xe quel puteìeto
Propio da imbalsamar?
Da imbalsamar? per cossaf . . .
Per mi no vado avanti:
Te lo dira sti amanti
Co i podarà parlar .
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AUGURIO PER CAPO D'ANNO
IN BOCCA DI UNA BELLA S GRAZIOSA
FANCIULLA DI CINQUB ANNI
ANACREONTICA
S* anca son picola
Ge giudizieto ,
E '1 consueto
So de sta di. .
Papà , capimose :
Se felicissimo
St' ano desidero
Adesso a ti,
No '1 fazzo , crediate;
Perchè, '1 sia 1' uso :
No poi sto muso
Pensar cussi.
Gol cuor , co Y anima
Felice e prospero %
Papà , te 1* auguro
Adesso mi.
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*7.
AXACREOJXTICA
Se mi tf ò dito, Filide,
Che amor per ti sentiva $
Alora no mentiva
Amor per ti ò provà;
Ma s' anca vado in colera
Co sto mio cuor adesso,
No '1 trovo più 1' istesso
Per ti el se xe cambià .
Colpa per altro -, credime ,
De sto mio cambiamento
Sucesso in t' un momento ,
File , no ti gbe n* à ,
Confesso che ti è amabile
Confesso cbe ti è bela ;
Ma pur no ti è più quel»
De vinti «orni fà .
Dime eie son volubile ;
Che son un tomo , un mato %
File , cussi son fato
Sempre -cussi son stà .
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s8
Questo xe '1 mio caratere .
Senza riguardi el digo:
Chi po me Tol amigo
Costante m' averi .
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LÀ TOLtBILITk
MADRIGALE
uel che fa el spechio
Fa el cuor de Filide:
Finché te' al spechio,
O in fassa a Filide,
Sarè in f el spechio ,
S in cuor de Filide.
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Si
ANNOTAZIONI
(1) Nella primavera del i8rg l'Autore deve
recarsi in Cremona per abbracciare 1' amatissima
di lui Cugina, la Marchesa Teresa Archetti Catfzzi .
(2) L'Autore allude al Gabinetto dove il suo
Amico aggravato da elliofobia, tolto ai raggi del
sole passa il giorno ira i suoi amici .
(3) L'Autore sottintende con ciò gli amici
del già nominato sig. Guglielmo Murray, la mag-
gior parte dei quali, o suonano, dipingono., o
compongono .
(4) Le Belle di Treviso corteggiate un tempo
dall' enunciato amico dell'Autore .
£5) Di tempo in tempo viene assalito da con-
vulsioni, dopo le quali per lungo tratto resta, po-
sitivamente cieco .
(6) È noto a ciascuno che la eliofobia non
esclude 1' uso perfetto dell' occhio in tempo di
notte .
(7) Giovane dilettante di canto, accademica
filarmonica di Cremona, raccomandata alla Mar-
chesa Teresa Archetti Cauzzi nella circostanza
che si espose per la prima volta sulle scene di
quel Teatro .
(8) Nella serata dell' enunzlata giovane si por-
tò la Marchesa al Teatro dopo diciott' anni che
non sortiva di casa .
(9} Compagna di canto della Mariani,
(io) L'Autore allude al sig. co. Domenico
Manzoni Nipote della Marchesa, ed a se stesso .
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3s
(zi) la Famiglia del nominato Man soni e
quella dell'Autore.
(12) Promise la Marchesa alle enunciate due
Famiglie di recar»! nel loro seno per qualche trat-
to di tempo.
(13) La Marchesa è da molti anni addietro
involta in varie cause di grare importanza.
(14) L'Autore., domiciliato in Treviso., è sa-
lito a passare il camerale a Venezia.
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, y Google
ANACREONTICHE A NINA
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, y Google
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Mi d'Amor rìdeva un di,
Ride adesso Amor de mi.
DKL L' AUTOR B.
I
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Bela Nina , co ti movi
Quela boca che inamora,
Chi resister poi alora
A quel semplice to dir.
Che Tersicore ti fossi
Co ti bali se disia,
£ la Musa trovarla
Nel vardarte da stupir.
Se po el Cembalo ti soni,
£ a quel son ti unissi el canto ,
Ne 1* Eliso un tal incanto
Mai gh' è sta, uè se poi dar.
Fantasia no gh* è che possa
Amar a iroaginarse
Come avesse da trovarse
Chi te fasse inamora r .
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4*
IL
IVineta, co go visto •
Quei negri ocbieti bei f
Trovandoli de quei ,
Che propio fa iazucar,
M' ò messo a scampar via
Corendo de galop o ;
Ma po un momento dopo
Me son dovù fermar.
Vo gh' è bisogno dirte ,
Che m' ò trova pentfo ,
E che aon torni indrfo ,
Sema saver de mi.
Tardarli no doveva ;
Ma dopo fato questo
Ze tanto chiaro el resto
Quanto ti è bela ti.
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4.
IH.
Par tropo *fin sa un mese
Da rider me v egri ira ,
Quando «he a dir sentiva »
El ga da sospirar»
Pur tropo mi credeva ,
Che al cuor se comandasse +
€he per no amar bastasse
£1 no voler amar*. <
Ah ! che yegnù xe '1 tempo ,
Che Amor indkpetio
Voi che ghe paga el fio
De sto mio scioco ardir- ~
Tanto per Nina adesso
Fora de mi me troro,
Che quel che in peto provo 1
Mi no ghe poéso dir.
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IV.
Morfeo i t* inToeo , ascoltìme ,
Ihamorà mi son ;
Ma dirlo al mio Tesoro,
Sapi, che no son boti. "
,Me son ridoto timido,
Dachè farlo go ci cuor:
M* acende Amor per Nina ,
E me fa muto Amor*
Ahi in sogno comparissighe ,
Fandote creder mi
E dighe: „ el to Gestari
„ Arde d* amor per Ti ; V
Ma fa po , che scordandose
Urna d' aver sogna ,
Creda , che mi , e vegiando,
€rh' abia cussi paiià •
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43
V.
Qael modo de vardarme j
Quel io parlar modesto,
Quel farte rossa presto ,
E quel to impalidir^
Ga in mi portà , Nineta ,
Un certo cambiamento ,
Che gusto e che tormento ,
In cuor me fa sentir .
Come po che se chiama
Sti efeti che mi provo,
Sto certo chè de novo
Che adesso sento in mi ,
Se mai ti lo savessi
Gara Nineta mia,
Dime che cossa fi sia ,
No me lassar cussi »
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VI.
Che voce , oh Dio ! che musici ì
Che melodia ! che incanto !
Che nove mai delizie
Me fa provar quel canta]
In Paradiso st* anima
▲desso xe portadt ;
Divina xe 1' imagine
Che xe da mi adotada ,
Vedendo te , sentindote ,
Tnti con mi diri e
Che ti dal ciel, certissimo ;
Diacesa ti xe qua .
Ah ! come amor da un anzolo T
Come che ti xe ti ,
Sperar poi .donca un misero
Mortai come son mi?
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46
TU,
Apena che '1 to riso
Se xe incontrò col mio
In bota ni' ó sentio
El cuor a palpitar •
IV alora in qua , Nineta ,
Co no te son 6? arente ,
No trovo gusto in gnentt
Tato me fa stufar;
X in yece co me vedo
Yicia a ti un momento,
Mi provo un tal contento.
Che in cielo no se da.
Vicin, lontan in fati
Che al so bel viso sia .
Quel che mi dir voria ,
Nineta , ti lo sa.
Digitized by
vni.
Per quanto alegro sia , •
Me cambio in t' un momento ,
De mal umor d evento ,
Sui lavri go el-velen
Co penso a quele rose,
Che la mia cara Mina
De sera e de matina
Se mete in mezo al sen:
JJ ingrata , infin adesso
Ga trascura ci mio afeto ,
£ ponzerla in tei peto
Capace no son sta •
Ahi se podesse in rosa
Un momentin cambiarme ,
Voràve rendicarme
De tanta crudeltà.
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IX.
X e vero, che se .adesso
Per Niqa mi sospiro »
E che se mi deliro
Ghe a* k la colpa Amor :
Xe vero , che risparmia
Quei che no vive amanti
I tanti afa ni e tanti ,
Ghe prova sto mio cuor;
Ma sto sofrir che fazzo ,
Ste pene .che mi sento
Ze causa d'un contento
Ghe stf altri po no ga .
Me paga con usura
Dei mali che mi provo
El gusto che in mi trovo
Go Nina m' è vardà •
Sta Note el fio de Venere
In sogno a comparirai©
Go risto, e dopo a dinne
Lo go sentio cussi?
,, Cossa voi dir che timido
„ Ti xe con Nina adesso
„ Se ardito col bel sesso
Ti gerì tanto un di? "
Cossa voi dir? „ Ah perfido*
Mi go risposto alora,
„ Ti ga coragio ancora
„ pe domandarlo a mi?
Per Nina el cuor ferindome ,
In fin da quel momento
De sto mio cambiamento
Ti è sta la causa ti*
Digitized by
4$
XI.
A. quel a fra le fiele
Che bela a mi par -sola t
Bai cuor partindo, vola
Ardente mio sospir.
A quel' union d* incanti »
A quel celeste viso,
Dighe, che a 1' improviso
M* ó '1 cuor sentlo ferir »
81 , dighe . che più presto
Esser no poi el lampo
A illuminar el campo
In ciel co '1 s' à mostri j
Be quel che mi m v ò visto
A deventar amante
In quel beato is tanta
Che Nina m' à tardi .
4
Digitized by
io
Spechiève in mi, superbi >
Che gavè cuor Yantarve
De non inamorarve ,
E de sfidar Amor ;
Yard è come ridoto
Xe chi un eroe se fava ,
E tanto se fidava
Nel /debole so cuor;
No gh' à bastà a Cupido
In rede de chiaparme ,
Ch* el voi ancora farmc
Àdessa confessar:
Che fin un cagnoleto ,
Che ò visto sta ma Una
A cocolar da Nina ,
Mt *e tocà invidiar .
Digitized by
APPENA éTTBNUTA
LA TANTO 80SPIRATA CONFESSIONE DA NINA
A. tanto giubilo
Come bastar? 7
Me manca i termini ,
No so parlar.
Un sì adorabile
Ti à pronunzia .
No xe possibile ,
Mi go sognà .
D' am arme un secolo
Ti poi zurar? L
V è un incantesimo.
No se poi dar .
Nina , perdonile ,
Per carità ,
No sa più st' anima
Quel che la fa .
DI ES8B&B AMATO
XIII.
Digitized by
Google
xrr.
Perchè son sté a Venezia
Bl muso ti me fa ,
£ in colera li va
Con chi adora f
Idolo mio, no merito
D* esser cussi tralà ,
E più de mi lo sa
Chi in 1 inamora .
Son stà a Venezia , è yero?
Ma el cuor go qua lassa :
T" astu desmentega
Che mi go el toof
No, che.no poi, Nineta,
De fede aver mancà
Chi atendo el cuor cambia
No ga più el so©.
Digitized by
53
XT.
Come xe mai possibile?
No , creder mi no v posso
Che co la freve in dosso ,
Nina , ti sii cossi .
Xe Y ochio vivacissimo ,
Xe '1 lavro tumideto ,
8i , si , capisso , in leto
Per scherzo ti xe 11 .
Oh Dio , che voce languida !
Ste man le par de fogo:
Ah f m' ò ingana , per zogo
In leto no ti sta .
Si , m' à inganà quer anima
Dipinta su quel viso ;
Chi vede quel soriao ,
Che ti sta ben dii£:
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.XYI.
Naturalissimo
Mi trovo el caso
* De dar un baso
Co se toI ben ;
Ma da Nineta
Risponder sento :
„ Xe a tradimento ,
„ Che no convien .
Si, ò fato un falò ,
£ son pentio;
Ma tuto mio ,
No, no l'è stà.
Ghe n' k la colpa
Quel baroncelo
Furbo putelo ,
Ghe za ti sa .
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6à
XVII.
Apena òhe t* ò visto ,
Nineta mia vezosa,
A la più bela rosa
Paragonà te go.
Un momentin po dopo
D* ayer falà credeva ;
I spini, mi diseva,
La rosa ga , e ti no ;
Ma intanto che pensava
Se rose senza spini
Ghe fusse in tei zardini,
E ancora t* ò vardà ,
Ponzerme fin al viVo
El cuor mi m' ò sentio ,
E alora go capta ,
Che '1 paragon ghe sta .
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XVIIL
Per cossa tante amabile
MI te trovava ui di ,
E po luto in f un atomo
Più no ti xe cussi?
Per cessa un gnente in colera
Te falò adesso andar ,
£ par che fin t' incomodai
Sentirne a sospirar f
Se mai cussi trattandone
Ti me voi far capir,
Che go fenio de piasertt.
Che ti la voi fenir »
Fa che lo sapia, dimelo,
Sarà quel che sarà ••••
Ma po'stu eséér -volubile f
Ah! no per carila!
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Come' poi esser mai
Che Nina, con quel riso +
Nina, con quel soriso
Se goda far sofrir?
Qualunque che la Tarda
Un anaolo la crede »
E tu ti in eia vede
Chi mai no «poi tradir*
Ho, no , la gelosia
La testa me scombussola »
Perso mi go la bussola
E me T k tolta Amor .
No andar con chi t' adora.
U colera » mfr sogia ,
No sa quel che se Togia
Sto povero mio euor »
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XX.
Ohi xe quel Bocolo ,
Che senza un spin ,
Fra tanti fiori
. De sto Zardin (*)
Ga savù ponzerme
In bota el cuor,
Per lu struzendome
Dopo d' ainor ?
Mina adorabile,
A caso TI
Chi m' à feria
Sastù cussi?
Ab? che vardandome
Come ti fa ,
Chi xe sto Bocolo
Ti m' a spiega .
{*) Zar din-Treviso.
XXI.
6 9
Fin da quel primo istante
Che V ò varda, Ben mio,
Da la yirlù colpio .
M' ò visto , e m' ó trova .
Stima e rispeto a un tempo
Ti m'.à ispiri in alerà;
Ma un vivo amor ancora
Nel cuor ti mLà ispirà .
Un vivo amor; ma degno
De chi -me '1 fa sentir,
E che no poi finir,
Nina , se no con mi .
Da la virtù el deriva ,
E se mio Ben -t* adoro *
Mi donca fin che moro
La virtù adoro in ti.
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XTLL
Sogni me son tU nott
Che gera. di, e soleto
Andava in quel boschetti
£1 fresco a respirar;
In quel boscheto , Rina ,
Dove che Amor s' a sconto
Quando che Unto pronto
£1 ne xe sta a chia'par»
Apena là me trovo
Mi sento un' armonia
Soave melodia
Da Y alto in zo vegnir .
Sorpreso, sbalordio,
Me fermo , ascolto , e sento :
„ Ho perder sto momento
Celeste voce a dir.
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f, De Unti pregi e tanti
,, Forala xe la to Nina ì
Che Giove citadina
Voi che la aia del Ciel :
„ Genii de vario sesso
„ Vegli imo a tor sta Dea ;
„ Te lassa Nina , e rea
,t No xe , nè xe infedel " .
Mi come un mato , in bota
De qua e de là cercandote ,
Andava via zigandote:
„ Aspeta , per pietà " .
Cossa po in quel momento
Gh' abia provi nel cuori
Per mi te '1 diga Amor,"
Che alora m' è tvegià ,
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XXIII.
JVineta al solo Tederte
De ti m' ò inamorà;
E un altro mi in quel atomo ,
tJn altro m* ò trovà ,
D' amor sto cuor me palpita
In peto da quel di;
Ma d' un amor purissime
Come ti è pura ti..
E come le Delissime
To forme porle far,
Che un libertin, platonico /
Gabia da deventar?
El come impenetrabile
Confesso che me xe ;
Ma '1 fato è incontrastabile ,
E dir no so el perchè •
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(3
XXIT.
Dirte mi pur varia
Quel che per ti mi senta;
Nìna, fin dal momento
Primo che t' ó vardà .
Per ti , che da quel zorno
A sti ochi ti è presente ,
E in cuor e in tela mente
Impressa t' ó portà .
Per ti , che ti è un composto
De grazia , e de dolcezza ,
D'ingenuità e belezza*
De verità e candor;
Ma termini che spiega,
Idolo mio , no trovo,
Sto sentimento novo
Che per ti sento in cuor.
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SONETTI A NINA
•
6
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I.
U*a «orti xA* <a4 frésco *e trbVaVa
Su l' eri» « respiri* fthra s1*ìitsHa
No avendo Vis* a sora irta tìòr tornava,
Ponte da «quei' incelo la *e tftaa* .
In quel tn omento propib mt frtr'ssfeVa
A quel prà per afaardo ite fatefcaxla ,
E n' o sèntio dir: <tt , <cfce tiri rfaftava
£1 fosso «he gbe ace tra *1 prà e la strada .
Apena -go eaveeto quel th* è 'nato -,
Ab f quanta somegwnifc (*go erfcTauià )
Glie trovo in ciò acideirte col "mio ànror f
A ti, Nineèa 'mia, qyèV ara là fatò
Quel <tf el dfvin io viso à fato e fà ,
Sensa misericordia Mi rato cuor.
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MANI DI HOT*
IL
Se al mondo gliele 0)10 §be àuse étae
Aiora che l' umana perfesion
Gera Togato de Taderaclon,
Deità le aarla certo deventae .
Con quanto aelo mi avaria impiegae
Se me fosse trovàv in quel' ocasion ,
Sacerdote per "vera vocazion ,
In sto culto la note , e le sornae .
Ma cosse serve che mi vogia andar
Cercando el tempo de l'idolatria,
Perchè un culto a ste man s'abia da far.
Se invece alora le ghe perderla,
Facendose 4' Amor ancuo adorar,
Co' adone dai mortali le tarla .
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BOCCA. DI NIKA
IP-
Ohe xe chi disc: scampa le oc* sita
Se vogia no ti ga da sospirar,
Questo x* 9 l modo de no delirar,
E de se stesso de Testar padroa.
Sii tali gayara sempre resoti,
E sempre i podarà cussi parlar
Fin che un asardo no li fasta amar
Quantunque no i ^avesse 1* intenaion . -
Credèlo, Amor dei cuori xe ?1 Sovran *
8otrarse a la so foraa no gh' è caso,
E dir no poi nissun : ghe son scampa .
Fava anca mi una rotta el cortesan;
Ma un di, che Nina in *ogo(*)m^dA un baso,
Quela boca m*à in bota inamori.
(♦) Si alluda a un gioco di compagnia .
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ÒCCHI W TONI
di *h 4?%» JwA me WlO a comparir
Amor piangendo come uh àVsperi ;
Ma in èjotel cne $he domando coissa eì ga ,
Me ««alò 4» U JT«ma in^ce a dir?
* No '1 xe pra in caso i cuòri de ferir :
„ Slo *pod*r, che nfrsuh ga contrasti,
„ I tfcfeMi de Nihela ga róbk
„ dandole da Velfen cussi morir".
Tase la Fahra , e afoYa; che portento!
Peftar davanti àè Kiheta hi viso
M4 m'ò visto volando come eì vento •
Ah! che «te» JJtféi OchU ìh fcttadfso
^ie frtrtfcTh trovarmi ih quel momento:
Brasa $Wr'l*fcrèo Amor che xe deciso.
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v.
Quanto diverso xe sto tempo , Nin* ,
Da quel che a ti passava in compagnia?
Pai zorno in qua che ti xs andana, vi*
No go più. ben nè sera ©> matina..
Ste viste , sto zardip e, sta colina
No me produse che malinconia,!
Qua la Natura tuta inaridii
A gran passi al so fin la se incamina .
Ah dove mai xe adesso quei penini
Che ga tornio quel cocolon d'Amor
8' un modelo che Tenere gh' i dif
Torna toma, mio Ben, in sti sardtni,
Che s'unisse a pregarte col mio cuor
I fiori e l'erbe che ti ga loca .
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«TRATTO DI NUCA
OTTAVA
e mai , Letor , gavessi da trovar
Un viso che ponzasse in bota el cuor:
Man che doveste un «ulto meritar)
Ochieti che ferisse più d' Amor t
Uh bochin ebe facesse innamorar :
E piè che ravivasse 1' erbe e i fior ;
Sto A n soleto, che par dal ciel casca >
Xe Niheta che tanto m' à cambia.
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, y Google
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Googl
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