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Full text of "Poesie veneziane del conte Francesco Cestari"

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MENTEM ALIT ET EXCOLIT 




K. K. HOFBIBLIOTHEKÌ 
OSTERR. NATIONALBIBLIOTHEK 



iQ.G.2.77 




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POESIE s 

VENEZIANE 

DSL COJfTB 

FRANCESCO CESTARI 

DEDICATE ALLA NOBILE DONNA 
LA SIGNORA MARCHESA 

TERESA ARCHETTI €AUZZI 



VENEZIA 

DALLA TIPOGRAFIA DI ALVISOPOLt 
M. DCCC. XIX» 



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MARCHESA 



G~ odendo le primizie il privilegio e» 
4 elusivo di poter essere offerte anche im- 
mature t mi lusingo che non {Sdegnerete 
di accettare i primi frutti da me raccolti 
alle falde delV Elicona . E a chi se non 
a Voi dedicare io doveva la presente rao 
coltina di Poesie» scritte in un dialetto 



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nato' per meritarsi il sorriso delle Graiie 
sotto il cielo italiano? Questo dialetto, 
oltre a? essere il vostro > tanto vi fu ca- 
ro e vi piacque s che in tutto il lungo 
spazio di tempo che da Venezia manca- 
te* costantemente , e con tutta V elegan- 
za s' intese da Voi parlare . Ma senio 
dirmi aW orecchio ( da chi certo non vi 
conosce) come puoi offrire alla signora 
„ Marchesa Teresa Archetti Cadzzì, di 
„ cui hai t onore a? essere parente, delle 
„ Poesie nelle quali particolarmente fai 
„ pompa dei sentimenti che ispirati ti ven* 
„ nero da JUinaì " Miserabile ! V anima 
sempre giovane della Marchesa, le somme- 
di Lei prerogative, ed il suo cuore, non 
presentano forse il perfetto ritratto anima- 
to della Nina eh? io adoro? Jhì sì, cele* 
brando i pregi di Nina celebro i vostri] ado- 
rando quelP anima e quel cuore, contemplo 



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t anima ed il cuor vostro* ed in fine nel 
ritratto si fisico che morale di TSina, il 
vostro vi presento, quando vogliate ram- 
mentarvi quei tempi nei quali formavate 
t incanto e la delizia delle più nobili e 
brillanti società di Venezia, di Milano, « 
di Vienna» 



Umili* s. DtpotUs. Ossequiosi**. 
Servitore « Cugino 
FRANeMSCO CMSTAR1 



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1 



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7 



AlLA MAHCHB8A 

TERESA ARCHETTI CAUZZI 

JLNJCIUONTICJ 



j\. sto mondo xe i confronti 
Quei che fa gustar le cosse: 
Belo , e ben , ne saria sconti 
Seri so' oposti no ghe fosse. 

Perchè esiste de 1' amaro 

A Nu el dolce fa piacer: 
Perchè avanti xe sta al chiaro 
Pena al scuro el prigionier. 

Co xe caldo se godemo 
L' aria fresca respirar : 
La salute valutemo 
Co' amalai ne toca star; 

Mi in adesso no podendo 

Secondar el genio mio , (1) 
A Treviso star dovendo 
Fin che inverno sia fenio , 




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8 

Penso sempre al bel momento 
Che a Cremona m' ò trovà 
Per acrescerme el tormento 
Che mi go restando qua ; 

Da Filosofo xe '1 conto t 
Più che adesso sofriró , 
Magior ben da sto confronto 
Nel vederve provarò . 



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MADRIGALE 



JJo vado , no > ben mio f 
In colera con ti , 
Se ancuó ti ga fenio 
De sospirar per mi » 

Più no se ia imo adesso 
In longo esser ami: 
La moda è cambiar spesso j 
Ti colpa no ti ga . 



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PEL COMPLEANNOS 



DELLA COTfTBSSINA 

SOFIA S P I N E D A 

ANACREONTICA 

Sofia, per mi sto «orno 
Esser no poi più belo 
Co penso che '1 xe quelo 
Che ti xe nata ti. 

Ti , che ti xe fornia 

De tanti pregi e tanti , 
Che a dirli tuli quanti 
No bastaria sto di . 

Ti, fior de primavera 

Dei più graditi e rari , 
E che se vede chiari 
Ancuó tra Nu a spontar: 

Perchè no xe frequenti 

Al mondo quei Spineda, 
Che le virtù posseda 
Sti fior da coltivar. 



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11 



AL X0BXLB SIGNOR* 

GUGLIELMO MARRAT 

AMICO DELL' AVTOBB 
CMflONMTTJ 



Qualunque cjie te veda 
Ce la chi tara al colo 
Se penserà che Apolo 
Ancora sia tra Nu. 

Dafne , el dirà , infelice , 
Scampar «ti ga podesto I 
Perchè astu mai volesU 
Finir cussi per Luf 

Parlar mi vogio adesso 

De chi no sta a Treviso 
De quei che a 1' iniproviso 
Vegna condoti Là , (a) 




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La , dove che le Muse 

Xe sempre radunae , (3) 
Dove no vien usae 
Se non cordialità . 

Quei po che te cónosse 

No più Dafne compianse , 
Ste Veneri che pianze (4) 
Ghe move compassion • 

Ste Veneri, che à vitto 

Che senza che anca Marte 
De Diana impiega V arte , 
Perso le ga ci so Adon . 

No , no se trata adesso , 

Ghe imbarazza sia Giove , 
ftè che Galiope in» dove 
T abia da confinar: 

Bl gran dolor che prova 
8te Veneri infelici 
Xe che no gh' è artifici 
Capaci a indurte a amar, 



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,i5 

Sasta perchè ogni tanto 

Ti più no ti ghe vedi , (5) 
E no ghe xe rimedi 
Che possa farte ben? 

Le fa zirarte intorno 
Cupido per bendarle: 
Cussi le spera farte 
Intenerir el sen • 

Coragi», che la Note 

Fin ora tf à protelo (6) 
Dal furbo puteleto 
Con slabile favor . 

Presto un' agnela negra 
Ofrighe come Enea: 
Finché per ti è sta Dea 
Ti poi sfidar Amor. 



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ALLA CONTESSUTA 

ANTONIETTA POLA 

MADRIGALE 



i voi , bel muso ì 
Che diga suso 
Quel che me vien 
O mal , o ben ? 
No son poeta; 
Ma la xe schieta t 
Che co te vardo 
Mi a dir no tardo i 
Che per amarte 
Basta vardarte. 




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i6 

PER LA PARTENZA 

IH PBIKAYBBA DA TBBVISO D' UBA BBLLA 
B AMABILE DAMINA 

MADRIGALE 

Chi mai dirla 
Glie Primavera ne portasse ria 
El più bel Fior che in riva al Sii ghe sia t 



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PER MATRIMONIO 

ANJCREONTtCA 

jPentive, Poeti, 

De quel ch'avè scrito: 
D' un grave delito 
Se' rei Terso Amor . 

Cupido senz'echi? 
In bota i Pitori, 
In bota i Scultori, 
Cave da sto eror. 

In sta circostanza , 
Poeti , no resta 
Che dir a la presta : 
S'avemo inganà , 

Scrivè per sti Sposi , 
Perfeto ze '1 nòdo: 
Che rei se' in sto modo 
Amor scordarà . 



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PEL COMPLEANNOS 
BELLA COWTBS8INA 

PAOLINA S U G A N A 

ANACREONTICA 

Cossa voi mai sta vechia 
Tuta scarna da e smorta , 
Che drento de sta porta 
Me vedo a capitar ? 

, - In mezo a tanto giubilo 

Perchè quei ochi torbidi 
D' un' mostro pien de rabia 
Gh'avemio da Tardar f 

Ah ! te conosso, Invidia , 
Go gusto che li sappi , 
Che '1 di eh' è nata Pa ppi 
Qua semo a, celebrar. 

Rodite , si , e preparite 

Per la belezza e i meriti 
De Pappi imparegiabile 
Da rabia un di a crepar . 
a 

3.1 



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ALLA MARCHESA 



TERESA ARCHETTI CAUZZI 



cuor imparegiabile ? 
Donca per la Mariani (7) , 
Zermana, el vostro metodo" 
Dopo de disdot' ani (8) 
Cambiar gavè podesto per sentirla , 
E da casa portarve a incoragirla f 

Me par za adesso vederye 
In mezo a tanta zente , 
Che tuta in beatitudine 
No sta badando gnenle 
A farse dai cavali zapegar , 
Pur de poderve un atomo vardar . 

Per Vu mi vado in estasi 
Pensando co se' entrada 
In quel Teatro a T Opera, 
Nel qual , come se' stada 
Fussi mugier d' un Re, da futi i petti 
Sortir gavè sentio viva f Archetti . 



CANZONE 




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E la Morandi ($) estatica 

Restando in quel momento , 
No ga fenio un gorghegio , 
Sospesa dal eontento 
Che tuto quel Teatro ga prova, 
E die in frequenti eviva v' a mostra . 

Se tuto quanto Un popolo 
Podè , Zermana mia , 
Far deventar fanatico ; 
La vostra compagnia 
Pensève quanto mai Nu(io)sospiremo , 
Nu , che d' apartenerve se vantemo • 

Me fazzo , si , 1' interprete 
Dei voti d' un Nevodo: 
De quei de do Famegie (il), 
Che d'amicizia el nodo, 
Più de quelo del sangue, unite tien, 
E che reclama co sti versi un ben (12) • 

Un ben , che più in arbitrio * 
De Vu no xe '1 negarlo ? 
Un ben, che Vu prometeico 
Gavè Spodesto , e farlo 
Ne la stagion passada ne disevi , 
E replicatamente lusinghivi • 



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un spirito profetica 

SV mima tuta invade: 

Le vostre tante cause (ìS) 

Za vedo temiinade. 

Si , Marchesa 9 no temo adesso più 

Che presto no v'abiemo alita tra Nu, 



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MADRIGALE 



IVo se poi dar efetì 

Più certi nè più bei \ 
Irene mia , de quei 
Che go provi mi un di j 

Quando dei to bei ochi 
Amor se n' a Servio 
Per torme el cuor , ben mio \ 
E darlo tuto a ti. 



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SULLA CIRCOSTANZA CHR L* AITTORB 
PARTI» DOVEVA DA VENEZIA 

JNACRBONTICA 

Se go d' andarmene 
Ancuò a Treviso , 
E se a Venezia 
Lasso un bel viso , 

No , malinconico 
Mi no devento: 
Chi ze filosofo 
Sempre è contento . 

Da le mie vissere 
Toro congedo , 
Ghe dirò : „ Gocola j 
„ Co sarà fredo (i4) 

„ Vegnarò a vederte; 
„ Sarò 1' istesso 
„ Ardente e fervido 
„ Come in adesso. 



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s3 

MADRIGALE 



X e la memoria ci dono 
Più belo che gli' abiemo : 
Gol mezo soo godemo 
D 5 un ben che xe passi . 

Impiega cionca adesso 

Megio el to tempo ; Mice , 
Che ti sarà felice 
Anca co '1 xe passfc 



t 



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LA COLLERA E LA PAGE 



4NACRBONTICA 

Sol in mar andari , 
La Luna se vedeva, 
Le Stele in ciel luseva , 
Fenio gaveva el di, 

Quando da drio a una scies* 
Squagià go do morosi , 
SenMo go do gelosi 
A contrastar cussi: 

„ Nineta , femo pase , 

„ Ko me far più quel muso r 
„ Con mi ti la ga susa 
„ Che te yòi tanto ben ? „ 

„ Ingrato ti à podesto 

„ Tratar cussi fietina , 
„ Yustu che la to Nina 
„ La crepa da velen? $ i 



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»5 

Dal ciel go visto alora 
Galarse tra quei mati 
Chi li poi far beati , 
Quel bafoncel d'Amor . 

Betina , yia da brava , 
El disc., perdonèghe , 
E vu a quei pati steghe 

Ch' esigerà quel cuor . 

\ 

Oh dio, che bel momento! 
Se sente un sussureto: 
Nò *1 xe quel puteìeto 
Propio da imbalsamar? 

Da imbalsamar? per cossaf . . . 
Per mi no vado avanti: 
Te lo dira sti amanti 
Co i podarà parlar . 



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AUGURIO PER CAPO D'ANNO 



IN BOCCA DI UNA BELLA S GRAZIOSA 
FANCIULLA DI CINQUB ANNI 

ANACREONTICA 

S* anca son picola 
Ge giudizieto , 
E '1 consueto 
So de sta di. . 

Papà , capimose : 
Se felicissimo 
St' ano desidero 
Adesso a ti, 

No '1 fazzo , crediate; 
Perchè, '1 sia 1' uso : 
No poi sto muso 
Pensar cussi. 

Gol cuor , co Y anima 
Felice e prospero % 
Papà , te 1* auguro 
Adesso mi. 



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*7. 

AXACREOJXTICA 



Se mi tf ò dito, Filide, 

Che amor per ti sentiva $ 
Alora no mentiva 
Amor per ti ò provà; 

Ma s' anca vado in colera 
Co sto mio cuor adesso, 
No '1 trovo più 1' istesso 
Per ti el se xe cambià . 

Colpa per altro -, credime , 
De sto mio cambiamento 
Sucesso in t' un momento , 
File , no ti gbe n* à , 

Confesso che ti è amabile 
Confesso cbe ti è bela ; 
Ma pur no ti è più quel» 
De vinti «orni fà . 

Dime eie son volubile ; 

Che son un tomo , un mato % 
File , cussi son fato 
Sempre -cussi son stà . 



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s8 

Questo xe '1 mio caratere . 
Senza riguardi el digo: 
Chi po me Tol amigo 
Costante m' averi . 



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LÀ TOLtBILITk 

MADRIGALE 



uel che fa el spechio 
Fa el cuor de Filide: 
Finché te' al spechio, 
O in fassa a Filide, 
Sarè in f el spechio , 
S in cuor de Filide. 




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Si 

ANNOTAZIONI 



(1) Nella primavera del i8rg l'Autore deve 
recarsi in Cremona per abbracciare 1' amatissima 
di lui Cugina, la Marchesa Teresa Archetti Catfzzi . 

(2) L'Autore allude al Gabinetto dove il suo 
Amico aggravato da elliofobia, tolto ai raggi del 
sole passa il giorno ira i suoi amici . 

(3) L'Autore sottintende con ciò gli amici 
del già nominato sig. Guglielmo Murray, la mag- 
gior parte dei quali, o suonano, dipingono., o 
compongono . 

(4) Le Belle di Treviso corteggiate un tempo 
dall' enunciato amico dell'Autore . 

£5) Di tempo in tempo viene assalito da con- 
vulsioni, dopo le quali per lungo tratto resta, po- 
sitivamente cieco . 

(6) È noto a ciascuno che la eliofobia non 
esclude 1' uso perfetto dell' occhio in tempo di 
notte . 

(7) Giovane dilettante di canto, accademica 
filarmonica di Cremona, raccomandata alla Mar- 
chesa Teresa Archetti Cauzzi nella circostanza 
che si espose per la prima volta sulle scene di 
quel Teatro . 

(8) Nella serata dell' enunzlata giovane si por- 
tò la Marchesa al Teatro dopo diciott' anni che 
non sortiva di casa . 

(9} Compagna di canto della Mariani, 
(io) L'Autore allude al sig. co. Domenico 
Manzoni Nipote della Marchesa, ed a se stesso . 



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3s 



(zi) la Famiglia del nominato Man soni e 
quella dell'Autore. 

(12) Promise la Marchesa alle enunciate due 
Famiglie di recar»! nel loro seno per qualche trat- 
to di tempo. 

(13) La Marchesa è da molti anni addietro 
involta in varie cause di grare importanza. 

(14) L'Autore., domiciliato in Treviso., è sa- 
lito a passare il camerale a Venezia. 



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ANACREONTICHE A NINA 



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Mi d'Amor rìdeva un di, 
Ride adesso Amor de mi. 

DKL L' AUTOR B. 



I 



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Bela Nina , co ti movi 

Quela boca che inamora, 
Chi resister poi alora 
A quel semplice to dir. 

Che Tersicore ti fossi 
Co ti bali se disia, 
£ la Musa trovarla 
Nel vardarte da stupir. 

Se po el Cembalo ti soni, 

£ a quel son ti unissi el canto , 
Ne 1* Eliso un tal incanto 
Mai gh' è sta, uè se poi dar. 

Fantasia no gh* è che possa 
Amar a iroaginarse 
Come avesse da trovarse 
Chi te fasse inamora r . 



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4* 



IL 

IVineta, co go visto • 

Quei negri ocbieti bei f 
Trovandoli de quei , 
Che propio fa iazucar, 

M' ò messo a scampar via 
Corendo de galop o ; 
Ma po un momento dopo 
Me son dovù fermar. 

Vo gh' è bisogno dirte , 

Che m' ò trova pentfo , 
E che aon torni indrfo , 
Sema saver de mi. 

Tardarli no doveva ; 

Ma dopo fato questo 
Ze tanto chiaro el resto 
Quanto ti è bela ti. 



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4. 



IH. 

Par tropo *fin sa un mese 
Da rider me v egri ira , 
Quando «he a dir sentiva » 
El ga da sospirar» 

Pur tropo mi credeva , 

Che al cuor se comandasse + 
€he per no amar bastasse 
£1 no voler amar*. < 

Ah ! che yegnù xe '1 tempo , 
Che Amor indkpetio 
Voi che ghe paga el fio 
De sto mio scioco ardir- ~ 

Tanto per Nina adesso 
Fora de mi me troro, 
Che quel che in peto provo 1 
Mi no ghe poéso dir. 



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IV. 



Morfeo i t* inToeo , ascoltìme , 
Ihamorà mi son ; 
Ma dirlo al mio Tesoro, 
Sapi, che no son boti. " 

,Me son ridoto timido, 

Dachè farlo go ci cuor: 
M* acende Amor per Nina , 
E me fa muto Amor* 

Ahi in sogno comparissighe , 
Fandote creder mi 
E dighe: „ el to Gestari 
„ Arde d* amor per Ti ; V 

Ma fa po , che scordandose 
Urna d' aver sogna , 
Creda , che mi , e vegiando, 
€rh' abia cussi paiià • 



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43 



V. 

Qael modo de vardarme j 
Quel io parlar modesto, 
Quel farte rossa presto , 
E quel to impalidir^ 

Ga in mi portà , Nineta , 
Un certo cambiamento , 
Che gusto e che tormento , 
In cuor me fa sentir . 

Come po che se chiama 
Sti efeti che mi provo, 
Sto certo chè de novo 
Che adesso sento in mi , 

Se mai ti lo savessi 
Gara Nineta mia, 
Dime che cossa fi sia , 
No me lassar cussi » 



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VI. 



Che voce , oh Dio ! che musici ì 
Che melodia ! che incanto ! 
Che nove mai delizie 
Me fa provar quel canta] 

In Paradiso st* anima 
▲desso xe portadt ; 
Divina xe 1' imagine 
Che xe da mi adotada , 



Vedendo te , sentindote , 
Tnti con mi diri e 
Che ti dal ciel, certissimo ; 
Diacesa ti xe qua . 

Ah ! come amor da un anzolo T 
Come che ti xe ti , 
Sperar poi .donca un misero 
Mortai come son mi? 



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46 



TU, 

Apena che '1 to riso 

Se xe incontrò col mio 
In bota ni' ó sentio 
El cuor a palpitar • 

IV alora in qua , Nineta , 
Co no te son 6? arente , 
No trovo gusto in gnentt 
Tato me fa stufar; 

X in yece co me vedo 

Yicia a ti un momento, 
Mi provo un tal contento. 
Che in cielo no se da. 

Vicin, lontan in fati 

Che al so bel viso sia . 
Quel che mi dir voria , 
Nineta , ti lo sa. 



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vni. 



Per quanto alegro sia , • 

Me cambio in t' un momento , 
De mal umor d evento , 
Sui lavri go el-velen 

Co penso a quele rose, 
Che la mia cara Mina 
De sera e de matina 
Se mete in mezo al sen: 



JJ ingrata , infin adesso 

Ga trascura ci mio afeto , 
£ ponzerla in tei peto 
Capace no son sta • 

Ahi se podesse in rosa 

Un momentin cambiarme , 
Voràve rendicarme 
De tanta crudeltà. 



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IX. 

X e vero, che se .adesso 
Per Niqa mi sospiro » 
E che se mi deliro 
Ghe a* k la colpa Amor : 

Xe vero , che risparmia 

Quei che no vive amanti 
I tanti afa ni e tanti , 
Ghe prova sto mio cuor; 

Ma sto sofrir che fazzo , 
Ste pene .che mi sento 
Ze causa d'un contento 
Ghe stf altri po no ga . 

Me paga con usura 

Dei mali che mi provo 
El gusto che in mi trovo 
Go Nina m' è vardà • 



Sta Note el fio de Venere 
In sogno a comparirai© 
Go risto, e dopo a dinne 
Lo go sentio cussi? 

,, Cossa voi dir che timido 
„ Ti xe con Nina adesso 
„ Se ardito col bel sesso 
Ti gerì tanto un di? " 

Cossa voi dir? „ Ah perfido* 
Mi go risposto alora, 
„ Ti ga coragio ancora 
„ pe domandarlo a mi? 

Per Nina el cuor ferindome , 
In fin da quel momento 
De sto mio cambiamento 
Ti è sta la causa ti* 



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4$ 



XI. 

A. quel a fra le fiele 

Che bela a mi par -sola t 
Bai cuor partindo, vola 
Ardente mio sospir. 

A quel' union d* incanti » 
A quel celeste viso, 
Dighe, che a 1' improviso 
M* ó '1 cuor sentlo ferir » 

81 , dighe . che più presto 
Esser no poi el lampo 
A illuminar el campo 
In ciel co '1 s' à mostri j 

Be quel che mi m v ò visto 
A deventar amante 
In quel beato is tanta 
Che Nina m' à tardi . 

4 



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io 



Spechiève in mi, superbi > 
Che gavè cuor Yantarve 
De non inamorarve , 
E de sfidar Amor ; 

Yard è come ridoto 

Xe chi un eroe se fava , 
E tanto se fidava 
Nel /debole so cuor; 

No gh' à bastà a Cupido 
In rede de chiaparme , 
Ch* el voi ancora farmc 
Àdessa confessar: 

Che fin un cagnoleto , 

Che ò visto sta ma Una 
A cocolar da Nina , 
Mt *e tocà invidiar . 



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APPENA éTTBNUTA 



LA TANTO 80SPIRATA CONFESSIONE DA NINA 



A. tanto giubilo 
Come bastar? 7 
Me manca i termini , 
No so parlar. 

Un sì adorabile 

Ti à pronunzia . 
No xe possibile , 
Mi go sognà . 

D' am arme un secolo 
Ti poi zurar? L 
V è un incantesimo. 
No se poi dar . 

Nina , perdonile , 
Per carità , 
No sa più st' anima 
Quel che la fa . 



DI ES8B&B AMATO 



XIII. 




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xrr. 



Perchè son sté a Venezia 
Bl muso ti me fa , 
£ in colera li va 

Con chi adora f 

Idolo mio, no merito 
D* esser cussi tralà , 
E più de mi lo sa 

Chi in 1 inamora . 

Son stà a Venezia , è yero? 
Ma el cuor go qua lassa : 
T" astu desmentega 

Che mi go el toof 

No, che.no poi, Nineta, 
De fede aver mancà 
Chi atendo el cuor cambia 
No ga più el so©. 



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53 



XT. 

Come xe mai possibile? 
No , creder mi no v posso 
Che co la freve in dosso , 
Nina , ti sii cossi . 

Xe Y ochio vivacissimo , 
Xe '1 lavro tumideto , 
8i , si , capisso , in leto 
Per scherzo ti xe 11 . 

Oh Dio , che voce languida ! 
Ste man le par de fogo: 
Ah f m' ò ingana , per zogo 
In leto no ti sta . 

Si , m' à inganà quer anima 
Dipinta su quel viso ; 
Chi vede quel soriao , 
Che ti sta ben dii£: 



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.XYI. 



Naturalissimo 

Mi trovo el caso 
* De dar un baso 
Co se toI ben ; 

Ma da Nineta 

Risponder sento : 
„ Xe a tradimento , 
„ Che no convien . 

Si, ò fato un falò , 
£ son pentio; 
Ma tuto mio , 
No, no l'è stà. 

Ghe n' k la colpa 
Quel baroncelo 
Furbo putelo , 
Ghe za ti sa . 



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6à 



XVII. 



Apena òhe t* ò visto , 
Nineta mia vezosa, 
A la più bela rosa 
Paragonà te go. 

Un momentin po dopo 
D* ayer falà credeva ; 
I spini, mi diseva, 
La rosa ga , e ti no ; 

Ma intanto che pensava 
Se rose senza spini 
Ghe fusse in tei zardini, 
E ancora t* ò vardà , 

Ponzerme fin al viVo 
El cuor mi m' ò sentio , 
E alora go capta , 
Che '1 paragon ghe sta . 



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XVIIL 



Per cossa tante amabile 
MI te trovava ui di , 
E po luto in f un atomo 
Più no ti xe cussi? 

Per cessa un gnente in colera 
Te falò adesso andar , 
£ par che fin t' incomodai 
Sentirne a sospirar f 

Se mai cussi trattandone 
Ti me voi far capir, 
Che go fenio de piasertt. 
Che ti la voi fenir » 

Fa che lo sapia, dimelo, 
Sarà quel che sarà •••• 
Ma po'stu eséér -volubile f 
Ah! no per carila! 



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Come' poi esser mai 

Che Nina, con quel riso + 
Nina, con quel soriso 
Se goda far sofrir? 

Qualunque che la Tarda 
Un anaolo la crede » 
E tu ti in eia vede 
Chi mai no «poi tradir* 



Ho, no , la gelosia 

La testa me scombussola » 
Perso mi go la bussola 
E me T k tolta Amor . 



No andar con chi t' adora. 
U colera » mfr sogia , 
No sa quel che se Togia 
Sto povero mio euor » 



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XX. 



Ohi xe quel Bocolo , 
Che senza un spin , 
Fra tanti fiori 
. De sto Zardin (*) 

Ga savù ponzerme 
In bota el cuor, 
Per lu struzendome 
Dopo d' ainor ? 

Mina adorabile, 
A caso TI 
Chi m' à feria 
Sastù cussi? 

Ab? che vardandome 
Come ti fa , 
Chi xe sto Bocolo 
Ti m' a spiega . 

{*) Zar din-Treviso. 



XXI. 



6 9 



Fin da quel primo istante 
Che V ò varda, Ben mio, 
Da la yirlù colpio . 
M' ò visto , e m' ó trova . 

Stima e rispeto a un tempo 
Ti m'.à ispiri in alerà; 
Ma un vivo amor ancora 
Nel cuor ti mLà ispirà . 

Un vivo amor; ma degno 
De chi -me '1 fa sentir, 
E che no poi finir, 
Nina , se no con mi . 

Da la virtù el deriva , 

E se mio Ben -t* adoro * 
Mi donca fin che moro 
La virtù adoro in ti. 



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XTLL 

Sogni me son tU nott 

Che gera. di, e soleto 
Andava in quel boschetti 
£1 fresco a respirar; 

In quel boscheto , Rina , 

Dove che Amor s' a sconto 
Quando che Unto pronto 
£1 ne xe sta a chia'par» 

Apena là me trovo 

Mi sento un' armonia 

Soave melodia 

Da Y alto in zo vegnir . 

Sorpreso, sbalordio, 

Me fermo , ascolto , e sento : 
„ Ho perder sto momento 
Celeste voce a dir. 



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f, De Unti pregi e tanti 

,, Forala xe la to Nina ì 
Che Giove citadina 
Voi che la aia del Ciel : 

„ Genii de vario sesso 

„ Vegli imo a tor sta Dea ; 
„ Te lassa Nina , e rea 
,t No xe , nè xe infedel " . 

Mi come un mato , in bota 

De qua e de là cercandote , 
Andava via zigandote: 
„ Aspeta , per pietà " . 

Cossa po in quel momento 
Gh' abia provi nel cuori 
Per mi te '1 diga Amor," 
Che alora m' è tvegià , 



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XXIII. 



JVineta al solo Tederte 
De ti m' ò inamorà; 
E un altro mi in quel atomo , 
tJn altro m* ò trovà , 

D' amor sto cuor me palpita 
In peto da quel di; 
Ma d' un amor purissime 
Come ti è pura ti.. 

E come le Delissime 

To forme porle far, 

Che un libertin, platonico / 

Gabia da deventar? 

El come impenetrabile 
Confesso che me xe ; 
Ma '1 fato è incontrastabile , 
E dir no so el perchè • 



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(3 



XXIT. 

Dirte mi pur varia 

Quel che per ti mi senta; 
Nìna, fin dal momento 
Primo che t' ó vardà . 

Per ti , che da quel zorno 
A sti ochi ti è presente , 
E in cuor e in tela mente 
Impressa t' ó portà . 

Per ti , che ti è un composto 
De grazia , e de dolcezza , 
D'ingenuità e belezza* 
De verità e candor; 

Ma termini che spiega, 
Idolo mio , no trovo, 
Sto sentimento novo 
Che per ti sento in cuor. 



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SONETTI A NINA 



• 

6 



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I. 

U*a «orti xA* <a4 frésco *e trbVaVa 
Su l' eri» « respiri* fthra s1*ìitsHa 
No avendo Vis* a sora irta tìòr tornava, 
Ponte da «quei' incelo la *e tftaa* . 

In quel tn omento propib mt frtr'ssfeVa 
A quel prà per afaardo ite fatefcaxla , 
E n' o sèntio dir: <tt , <cfce tiri rfaftava 
£1 fosso «he gbe ace tra *1 prà e la strada . 

Apena -go eaveeto quel th* è 'nato -, 

Ab f quanta somegwnifc (*go erfcTauià ) 
Glie trovo in ciò acideirte col "mio ànror f 

A ti, Nineèa 'mia, qyèV ara là fatò 

Quel <tf el dfvin io viso à fato e fà , 
Sensa misericordia Mi rato cuor. 



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MANI DI HOT* 



IL 

Se al mondo gliele 0)10 §be àuse étae 
Aiora che l' umana perfesion 
Gera Togato de Taderaclon, 
Deità le aarla certo deventae . 

Con quanto aelo mi avaria impiegae 
Se me fosse trovàv in quel' ocasion , 
Sacerdote per "vera vocazion , 
In sto culto la note , e le sornae . 

Ma cosse serve che mi vogia andar 
Cercando el tempo de l'idolatria, 
Perchè un culto a ste man s'abia da far. 

Se invece alora le ghe perderla, 

Facendose 4' Amor ancuo adorar, 
Co' adone dai mortali le tarla . 



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BOCCA. DI NIKA 



IP- 

Ohe xe chi disc: scampa le oc* sita 
Se vogia no ti ga da sospirar, 
Questo x* 9 l modo de no delirar, 
E de se stesso de Testar padroa. 

Sii tali gayara sempre resoti, 

E sempre i podarà cussi parlar 
Fin che un asardo no li fasta amar 
Quantunque no i ^avesse 1* intenaion . - 

Credèlo, Amor dei cuori xe ?1 Sovran * 
8otrarse a la so foraa no gh' è caso, 
E dir no poi nissun : ghe son scampa . 

Fava anca mi una rotta el cortesan; 

Ma un di, che Nina in *ogo(*)m^dA un baso, 
Quela boca m*à in bota inamori. 

(♦) Si alluda a un gioco di compagnia . 



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ÒCCHI W TONI 



di *h 4?%» JwA me WlO a comparir 
Amor piangendo come uh àVsperi ; 
Ma in èjotel cne $he domando coissa eì ga , 
Me ««alò 4» U JT«ma in^ce a dir? 

* No '1 xe pra in caso i cuòri de ferir : 
„ Slo *pod*r, che nfrsuh ga contrasti, 
„ I tfcfeMi de Nihela ga róbk 
„ dandole da Velfen cussi morir". 

Tase la Fahra , e afoYa; che portento! 
Peftar davanti àè Kiheta hi viso 
M4 m'ò visto volando come eì vento • 

Ah! che «te» JJtféi OchU ìh fcttadfso 
^ie frtrtfcTh trovarmi ih quel momento: 
Brasa $Wr'l*fcrèo Amor che xe deciso. 



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v. 

Quanto diverso xe sto tempo , Nin* , 

Da quel che a ti passava in compagnia? 
Pai zorno in qua che ti xs andana, vi* 
No go più. ben nè sera ©> matina.. 

Ste viste , sto zardip e, sta colina 
No me produse che malinconia,! 
Qua la Natura tuta inaridii 
A gran passi al so fin la se incamina . 

Ah dove mai xe adesso quei penini 

Che ga tornio quel cocolon d'Amor 
8' un modelo che Tenere gh' i dif 

Torna toma, mio Ben, in sti sardtni, 
Che s'unisse a pregarte col mio cuor 
I fiori e l'erbe che ti ga loca . 



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«TRATTO DI NUCA 



OTTAVA 



e mai , Letor , gavessi da trovar 
Un viso che ponzasse in bota el cuor: 
Man che doveste un «ulto meritar) 
Ochieti che ferisse più d' Amor t 
Uh bochin ebe facesse innamorar : 
E piè che ravivasse 1' erbe e i fior ; 
Sto A n soleto, che par dal ciel casca > 
Xe Niheta che tanto m' à cambia. 



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Googl 



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