'rALMANACCO
ITALIANO
PICCOLA ENCICLOPEDIA POPOLARE
DELLA VITA PRATICA e ANNUARIO
DIPLOMATICO AMMINISTRATIVO
E STATISTICO
Volume XXII
per
rAnno di Guerra
1917
CRONACA ILLUSTRATA DELL* ANXO 1916 ^ CRONISTORIA
DELLA GRANDE GUERRA ITALIANA E EUROPEA ^ LA
(JRANDE GUERRA CONSIDERATA IN TUTTI 1 SUOI ASPETTI
E IN TUTTE LE SUE RELAZIONI CON LA VITA ITALIANA
Con oltre lOOO figtire
disegni di FILIBERTO SCARPELLI
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Copertina di F. MORO
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I PRUimEHTl in CERRmirR
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3
A chi legge.
Aliusqiie et idon, uaacur qiwt annis.
.... Mai noa furo Btrtepiie
Che losscr di piacere a questa u;;uali.
(I)ANTK).
Il XXII volume clell'Almanacco Italiano esce in luce mentre corri-
li ventinovesimo mese del gran conflitto mondiale, mentre l'Italia già
da 19 mesi ha affidato alle armi del suo valoroso esercito le rivendi-
cazioni del suo buon diritto, delle sue aspirazioni nazionali. Esce il
nostro volume quando non è ancora spenta l'eco delle insidiose pro-
poste germaniche di pace, cui le nazioni alleate si accingono a darr
degna risposta apprestando nuove armi per l'offesa e vibrando nuov
colpi all'eterno nemico. Il giorno dell'auspicata pace verrà certamente,
a suo tempo, ed è lecito, ed è umano il voto ch'esso sia prossimo:
ma sia il giorno di una pace vittoriosa, di una pace giusta, di una
})ace rii)aratrice delle sopportate offese, dei sacrifici non inutilmente
durati. Intanto l'Italia, con passo lento ma sicuro, affronta e vince,
non senza sangue, non senza lutti, ma fiduciosa e serena, le asprezze
del combattuto cammino ; e mentre i giovani pugnano sul conteso con-
fine, gli uomini maturi, i giovinetti, le donne lavorano. Con legittimo
orgoglio un ministro del Re pochi giorni sono affermava in Parlamento
che in Italia «dall'inizio della guerra la vita economica si è fatta più
attiva, più rigogliosa, più feconda: si lavora, si produce e si risparmia
di più » (parole dell' on. Carcano, ministro del Tesoro, alla Camera dei
Deputati, nella tornata del 14 dicembre 1916).
Di questa inalterabile compostezza nel lavoro possiamo, senza im-
modestia, citare un esempio nel nostro Almanacco che continua ad
uscire puntuale e sempre uguale, aliusque et idem, non ostante le gra-
vissime difficoltà che 1' ora presente impone alla industria editoriale,
delle quali principalissima è l'enorme rincaro della carta e alle quali
già accennai nelle prefazioni dei due volumi precedenti. Ma le condi-
zioni del mercato librario si sono fatte a mano a mano più gravi e
perciò un aumento del prezzo del volume era inevitabile ; tuttavia
l'editore ha cercato di limitarlo a quella minima cifra possibile, oltre
la quale il sacrificio finanziario diventava insopportabile per la ditta.
Il prezzo è dunque salito di soli 30 cent, e non è stato possibile di
tenerlo in misura così bassa che in grazia della pubblicità la quale
ha compensato una parte delle maggiori spese di produzione. Accolga
dunque il pubblico con sopportazione questa scelta pubblicità, anche
se qualche volta gli sembra un po' ingombrante : in fondo egli pure
n»' profitta pagando solamente 2 lire e 80 quello che senza la pi(b-
Wà^Yà dovrebbe costare parecchio di più.
PREFAZIONE.
Il presente volume dell' Almanacco è presso che tutto dedicato alla
guerra, ai suoi multiformi aspetti, ai suoi influssi — e come potrebbe
essere altrimenti ? come pensare e parlare d' altro oggi mentre la tra-
gica epopea grava su tutti gli spiriti? chi le farfalle cerca sotto Varco
di Tito f — Tuttavia anch' esso conserva, sotto un certo punto di vista,
quel carattere enciclopedico che hanno tutti i precedenti volumi, dap-
poiché il grande fatto della guerra investe ed involge tutte le forme
della vita e dell'attività nazionale.
Imperiose ragioni di spazio ci hanno obbligato all' ultim' ora a
sopprimere, mentre erano già composte, varie cronache del 1916 : le
Notizie di Letteratura, di Scienza ed Arte, le Notizie Teatrali, le
Notizie di Inaugurazioni di Opere pubbliche e monumenti, di comme-
morazioni, esposizioni, congressi ecc. e 1' Enigmistica. Ci usi venia il
lettore ; e stia sicuro che troverà tali notizie nel volume dell' anno
prossimo, in modo che la serie di queste Cronache non avrà nessuna
interruzione. Quanto alla Cronachetta dello Sport, non ho bisogno di
ricordare che essa da quattro anni è svolta più ampiamente in un
volume speciale, l'Almanacco dello Sport, pure in edizione Bemporad.
Ed ora, a tutti i nostri lettori, 1' augurio cordiale dell'Almanacco
Italiano : che i loro voti per se, per le loro famiglie, per la cara terra
nostra natale, possano essere esauditi!
Bologna, 20 dicembre 1916.
G. Ftim agalli.
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della nostra guerra, ha voluto scrìvere un libro che
renderà alla patria nostra servigi non indegni di
([uelli resi dal suo illustre padre.
Il libro è dedicato '* A tutte le anime di fede e
di volontà che più intensamente sentono quest'ora "
e porta come motto queste parole di Mikiewichz :
** Più ingrandirete e migliorerete la vostra anima, più in-
grandirete e migliorerete le vostre frontiere ".
Ed ecco il sommario dell' interessantissimo volume :
INTRODUZIONE - FEMMINILITÀ FORTE - LE FORTISSIME DONNE - LA CEN-
SURA DELLE LINGUE - BENEFICENZA DI GUERRA - PER LA VITTORIA SU
NOI STESSI - I RETROSCENA DELLE GRANDI COSE - OGGI E DOMANI -
IL VALORE DELLE PAROLE NELL'ORA PRESENTE • PAZIENZA DI GUERRA
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^-^ ■ ■■ ■ ,. .
INDICE
Il Calendario.
Avvertenze Pag
Anno tropico e anno ^civile — Conve
nlenza di mantenere 'stabile nel calen
darlo l'epoca dell'equinozio ....
Anno romano — Le intercalazioni . .
La Riforma Giuliana del calendario. .
La Riforma Grojjoriana — Soppressioni
di tre bisestili ogni quattrocento ann
Kipristinamento dell'equinozio di pri-
mavera al 21 marzo — Soppressione
di 10 giorni nel mese di ottobre 1582
Cenni s'^oiici sulla propagazione succes-
siva della riforma gregoriana
L'era cristiana o volgare
Date diverse del principio d'anno —
Principio del Secolo
Nomi romani dei mesi
Divario tra i Cronologisti e gli Astronomi !
nel numerare gli anni avanti Cristo — !
Regole aritmetiche per i bisestili. . . , j
('alendario romano antico 7 j
11 periodo giuliano e le ère principali . , I
Computo ecclesiastico 8
I tementi del computo ecclesiastica. . . V '
alendario cristiano cattolico — Feste d
precetto, feste mobili
t alendario del rito ambrosiano . . .
l'ixlendario repubblicano francese. . .
Calendario civile if aliano
alendario Protestante
ilendario Greco-Russo „
alendario Tsraelitieo .,
I alendario Maomettano 13
Calendario Etiopico „
Articoli generali del calendario por l'anno
comune 1917 „
Effemeride astronomica.
.\bbreviazioni e simboli impiegati ... 17
l'unti cardinali dell'orizzonte „
\ -.petti degli astri „
imboli zodiacali „
• inboli planetari 18
Jasi della luna „
l'rinoipio delle Stagioni astronomiche. . „
Noviluni e pleniluni secondo l'uso eccle-
siastico ,
•issi del 1917 „
ilendario perpetuo Giuliano e Grego-
riano 20
12
Effemeridi del Sole e della Luna per
l'orizzonte di Roma Pag. 23
Il armamento 3;-)
Spiegazione e uso delle eflemeridi ... 47
Riduzione del levare e tramontaro
del Sole dall'orizzonte di 'omaa quello
di un altro luogo qna!unque in Italia
e nelle regioni e rconvicine 50
Riduzione del levare e tramontaro
della Luna dall'orizzonte di Roma a
quello di un altro luogo qualunque
in Italia e nelle regioni circonvicine . 52
Riduzione della culminazione della
Luna 53
Il cielo stellato 54
Elenco delle stelle principali. . . . 55
Crepuscolo civile e astronomico . . 5(5
Visibilità dei pianeti 67
Tavola I.» — Riduzione del levare e
frammentare del Sole dal parallelo di
Roma al parallelo di un altz-o luogo
qualunque in Italia e nelle regioili cir-
convicine ... 60
Tavola II.» — Riduzione d'I levare
e tramontare della Luna dal parallelo
di Roma al parallelo di un altro luogo
qualunque in Italia e nelle regioni cir-
convicine 62
Tempi legali dei principali Sfati del
mondo 64
Calendario Settimanale, con dodici im-
pressioul di Filiberto Scarpelli " Dalla
Venezia Giulia „:
Gennaio 65
Febbraio 70
Marzo 74
Aprile 80
Maggio 84
Giugno 85»
Luglio 94
Agosto 9»
Settembre 104
Ottobre 109
Novembre 114
Dicembre ll«
Memorandum C5-12.3
Tabella dei digiuni e dolio astinenze. . 179
Compendioso indice dei Santi p|ù comuni
ricorrenti nell'anno 124
^
INDICE.
Notizie amministrative, diplomatiche,
statistiche, ec.
La Chiesa cattolica — II Sommo Pon-
tefice — I Cardinali Pag.
Parte della Famiglia e Cappella Pon-
tificia
La Curia romana
Sacre Congi-egazioni
Tribanali
Offici!
Corpo diplomatico. - Nunzi aposto-
lici, iiiternunzi ed inviati straordinari
della Santa Sede
Corpo diplomatico estero presso la
Santa Sede
Famiglia Reale d'Italia
Casa di S. M. il Ile
Casa Militare di S. M
Caa Civile di S. M
Ministero della R. Casa ......
Corte di S. M. la Regina
Corte di S. M. la Regina Madre . .
Case Militavi e Civili e Corti dei RR.
Principi e Principesse
Parlamento Nazionale:
Senato del Regno . .•
Ufficio di Presidenza
Elenco dei Senatori
Camera dei Deputati
Utìicio di Presidenza
«•iunte permanenti e Commissioni .
Elenco alfabetico dei Deputati . . .
Indice dei Collegi Elettorali . . . .
Indicazione delle Legislature, delle
Sessioni e del numero delle sedute pub-
bliche dal 1848 al 1916
Ministeri dal 1848 al 1916
Grandi Ufficiali dello Stato, loro elen-
co nominativo
Ministri di Stato
Presidenza del Consiglio dei Minisiri.
Consiglio dei Ministri
Ministero degli Afl"ari Esteri . . . .
Ministero di Agricoltura
Ministero per l'Industria, il Comm.
e il Lavoro
Ministero delle Colonie
Ministero delle Finanze
Ministero di Grazia e Giustizia e dei
Culti
Ministero della Guerra
MiTiistero dell'Interno
Ministero dell' Istruz. Pubblica . . .
Ministero dei Lavori Pubblici . ,
Ministero per i Trasporti marittimi
e ferroviari
Ministero della Mai-ina
Ministero delle Poste e dei Telegrali.
Ministero del Tesoro
Ministri senza portafoglio
Consiglio di Stato
Corte dei Conti
Gerarchia Cattolica — Arcivescovi e
Vescovi delie Sedi Residenziali italiane.
Amministrazione locale — Prefetti
delle Provincie e Sindaci delle Città
capoluoghi di Provincia
Caincre di Commercio
Cajt^ere di Commercio italiane al-
l'Estero
RR. Enotecnici italiani all'Estero. .
134
141
142
167
191
I Addetti e Delegati Commerciali pres-
so le RR. Rappresentanze d'Italiii al-
l'Estero Pag.
Camere di Commercio estere in Italia
I Ordine giudiziario — Primi Presi-
j denti e Procuratori Generali delle
Corti di Cassazione e di Appello. . .
Amministrazione provinciale scola-
stica
Agenti diplomatici di S. M. il Re d'Ita-
lia presso i Governi Esteri
Ambasciate e Legazioni estere pres-
so 8. M. ...
Consolati Italiani dello principali lo-
calità straniere
Elenco alfabetico dei Cavalieri del La-
voro nominati dall'istituzione dell'or-
. dine fino al 9 gennaio 1916
Gli Stati dell'Intesa; notizie politiche,
statistiche, amministrative:
Belgio
Francia .
Giappone
Gran Bretta.jna.
Italia
Montenegro
Portogallo
Romania
Russia
Serbia
197
200
201
221
222
22 ?
225
228
229
Indice alfabetico annuale delle leggi . . 230
Agricoltura.
L'agricoltura durante e dopo la
guerra 240
La questione viticola-vinicola . . . 246
Corriere femminile. — Un anno di nio.'.a. 250
Lavori femminili 257
Un anno di femminismo 260
Femminismo di guerra in Francia . 270
Le donne inglesi e la guerra. . . . 273
Donne guerriere 276
Asterischi di femminismo 278
I lutti del femminismo 279
Le origini del Tiicolore italiano . . 282
Tra le quinte della Storia 287
Gli Archivi della nostra guerra. . . 299
Le opere di assistenza civile durante
la guerra 336
Come l'Italia .assiste i suoi feriti. . 3o0
I prigionieri della grande guerra. . 374
I bimbi e la guerra 396
Unione generale degli Insegnanti per
la guerra nazionale 402
I libri per i soldati e la pubblica
istruzione 403
La guerra e l'economia nazionale. 404
La lega economica nazionale. . . . 408
L'invasione tedesca in Italia. . . . 410
Gli Italiani all'estero 412
Italia e Inghilterra 418
I Regi Stabilimenti Termali di Sal-
s-omaggiore 420
196
Le grandi imprese italiane.
La Banca di Sconto 424
Istituto Nazionale delle Assicuia-
zioni 4 25
Previdenza e Assic irazioni 427
INDICE.
Navijiazione generale italiana. .Pag.
Società italiana servizi marittimi. .
La Veloce
" Italia
Lloyd italiano
Società (ti Navigazione * Marittima
Italiana ^
Transatlantica Italiana
Lloyd Sabaudo
" Sicilia ,
(Canard Line
Le Macchine nella costruzione delle
case e nelle industrie inerenti al-
l'edilizia
La guerra senza sangue
L'attività italiana oltre l'Oceauo . .
Fiamme di guerra nel cielo di Venezia.
Avvenimenti politici, fatti di cronaca, di-
sastri, fenomeni naturali . . . .Pag.
L'Imperatore Francesco Giuseppe .
480
512
Cronaca della Guerra:
La guerra europea nei due ultimi
mesi del 1915 514
La campagna del 1916 544
Funzioni delle piazze di Salonicco
e Valona 570
La guerra marittima 577
La guerra nelle colonie (1914-15-lC). 579
Le autotraUrici e la guerra .... 5H2
439 Necrologio 592
440 I morti della nostra gueira G18
441 Spiegazioni dei giuochi pubblicati nel-
460 ; VAhnnnacco Italiano 1916 626
NELLE PAGINE PRELIMINARI:
La Vita Politica narrata dalia caricatura nei giornali italiani (Ottobre 1915 • Settembre 1916).
\
izCASEI^I^I e DINDO =
MI LANO - Via Monte di Pietà 1 '»
ARTICOLI TECNICI - Specialità Industriali.
SEGRETO
Vedi pag. 21 negli annunzi.
/
MIELE DEL MONTE ROSA
rrodotto della flora più elevata d'Europa, raccolto col luozzo dell'apicoltura nomHdf dai
fiori che spuntano sulle pendici meridionali del Monte Rosa. - Questo miele purissimo o
naturale, eminentemente igienico, ò raccomandato da celebrità mediche estere e naziunaH,
Kiportò i primi premi in tutte le Esposizioni europee in cui fu presentato. Premiato dal Mi-
nistero d'Agricoltura Industria e Commercio Brevettato da S. M. Umberto I.
Prezzo di un vaso di vetro del peso di un Kg. L. 3,00
» di un vasetto di vetro del peso di '/, Kg di miele liquido o solido. » 1,80
Si spedisce franco a domicilio a pagamento anticipato o contro assegno un pacco po-
stale contenente:
Italia e Colonie
l
vaso
4,00
2
vasi
7,00
3
vasi
11,00
vasetti
6
vasetti
8,00
12,00
Latta
kg 4 Vi
15,00
Le spedizioni in assegno importano una maggiore spesa di Cent. :35 per una somma sino
L. 10, e di Cent. 45 oltre le L. 10; cosicché il modo più economico per dare l'ordiuaziouc
in un col pagamento è con una Cartolina- Vaglia Postale, su cui si scrive la corrispondenza
Rivolgere le domande all'indirizzo BERTOLI GIACOMO, apicultore, VARALLO (Valsesia).
MB. — Diffidare dalie falsificazioni fatte colle imitazioni dei vasetti, eticheiie, vedute
e delle diciture, a. te ad ingannare a prima vista l'acquisitore, clfettuate «la speculatori i qual
non sono apicultori, e non fanno altro che sfruttare il buon nome e la riputazione di chi,
con pazien e studio, perseveranti sacrifici e in defesso lavoro, riuscì a far j accogliere dalle
api il mifle dei fiorellini montani e presentarlo ai consumatori puro e naturale. — Per evi-
tare gli iufjannl, si raccomanda ai sigg. acquisitori di osservare bene che sull'etichetta e sui
va-ett' vi sia sempre impress,, il nom° dp) l'Apicultore BERTOLI GIACOMO unico ei
esclusivo produttore del Miele del Mon::e Rosa, altrimenti è falsificazione.
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INDICE ALFABETICO DELLE MATERIE
Abbreviazioni astroiiom., 17.
Agenti diplomatici di S.M. il
Ke. 198.
Asenzia Internaz, dei Prii,'io-
nierj di guerra, 378.
Agricoltura, 240.
Agiicoltura dopo la guerra,
240.
Agricoltura durante la guer-
ra, 240.
Alessandro di Serbia, 229.
Alessio Giulio, 151.
Alfieri Vittorio, 176.
Alimenta/., del bestiame, 244.
A'Ieaiiza (La Triplice), 299.
Altieri Biagio, 44P,
.\mbasciate estere pi esso S.M.
il Re, 200.
Vmniinistrazioue locale, 1V4.
Amuiiniiitrazione scolast. 198.
.AiK-ona Ugo, 182,
Anni avanti Cristo. 6.
I Anuo (un) di l>uiminismo,261.
Anno (un) di moda, 250.
Anno civile, 1.
\nno romano, 2.
Anno tropico. 1.
\nioniotti Paolo, 893.
Archivi della nostra guerra,
299.
\roliivi della S. Sede, 134.
1 vescovi d'Italia, 191.
Ita Enrico, 182,
ii-o, 550.
esperti degli astri, 17.
Vssicurazioni, 427.
\^sistenza civile durante la
guerra, 3^6.
\>s;s;enza ai mutilati, 363.
asterischi del femminismo, 278
Vstinenze per il 1917, 123.
Viti di coraggio femmin., 268.
iitività italiana oltre Oceano,
441.
kUstria-UngheriafL') e la que-
stione del compensi, 311.
iQtotraitrici (Le) nella nostra
guerra. 582.
.vvenimenti politici, 480.
laceelli Guido, 593.
■•allesio a. B., 594.
anca Italiana di Sconto. 424.
attaglleri Augusto, 183,
[ Battisti Cesare, 619.
Belgio, 221.
I Belgio: Sua invasione, 303.
I Benedet:o XV. 129.
' Be.stiatne: alimentazione, 244.
I Bianehi Leonardo, 188.
i Biblioteca Vaticana, 133.
Bimbi (1) e la guerra, 396.
i Bissolati Leonida, 188.
1 Bl.iserna Pietro, 143.
Bonieelli Giacomo, 177.
i Bonomi Ivanoe, 180.
I Borsareili Luigi. 168.
1 Boselli Paolo, 167.
Calendario civile italiauo, 11.
Calendario copto, 13.
Calendario cristiano cattoli-
co, 10.
I Calendario dei protestanti, 12.
' Calendario di rito ambrosia-
no. 11.
Calendario etiop'co dogli abis
sini cristiani, 16.
' Calendario greco-russo, 12.
' Calendario in generale, 1.
Calendario israelitico, 12 e Ì5.
Calendario maomett.. 13 e 15.
Calendario per l'anno 1917, 13.
Calendario perpetuo giuliano
e gregoriano, 20.
Calendario repubblicano fran-
cese, 11.
Calendario romano ant co, 7.
Calendario settim.. 66 e .segg.
Calze di lana per combatten-
ti, 2.57.
Camera Apostolica, 133.
1 Camera dei Deputati. 150.
I Camere di Commercio, 195.
i Camere di Commercio este-
I re. 196.
, Camere di Commercio italia-
ne all'estero, V-H).
! Camerieri di spada e cappa
j di S. S.. 132.
[ Camerieri segreti di S.S., 131.
, Canipa;4na di guerra 1916, 544.
j Campagna invernale italiana
I di guerra (1916), 546,
( Campi dei prigionieri, 385.
Campo di conccntram. prigio-
nieri, 517.
Cancelleria apostolica, 133.
Canepa Giuseppe, 169.
Cappella puntiflcia, 131.
Cappelli Ilaflaello, 161.
Capuana Luigi, 505.
Carcauo Paolo, 1«6.
Cardinali di S. R. Chiesa, 130.
Cariche (Grandi) della Corte
Poiitilicia, 131.
I Carmen Sylva, 27'.).
Casa Civile di S. M., 140.
Casa di S. M. il Re, 140.
Case Civili e Militari dei IIR.
Principi, 141.
Casement Ruggero, 432.
Cavalieri del Lavoro, 201.
Cavell Edith, 273.
Cefiily Antonio, 143.
Cenni sul calendario, 1.
Chiesa cattolica, 129.
Chiesa Pietro, 597.
Chinotto Antonio, 610.
Cielo (II) stellato, 54.
Collegi elettorali. l.'>7.
Colosimo Gaspare, 171.
Comandini Ubaldo, 188.
Companhia medianica e im-
portadora di S. Paulo, HI.
Compimento (Del) deirunità
nazionale, 324.
Computo ecclesiastico, 8.
Condizioni dell' agricolt., 241.
Congregazioni (Sacre), 132.
Conquiste del femminismo,
269.
Consiglio dei Ministri, 1C7.
Consiglio di Stato, 189.
Consolati ital. all'estero, 201.
Cordelia, 280.
Corpo diplomat. della S. Sede,
134.
Corpo diplomatico presso la
S. Sede. 134.
Corriere femminile, 250.
Corsi Camillo, 183.
j Corte del Conti, 189.
Corte di S. M. la Regina, 140.
Corte di S. M. la R< gina Ma-
dre, 141.
Corti delle RR.Princip.-»», 141.
Crepuscolo astronomico, 56.
: Crepuscolo civile, 47.
! Crepuscolo civile e astrono-
1 mico, 66.
V
l^
INDICE ALFABETICO DELLE MATERIE.
\ Croce di Malta, 358.
Croce Rossa italiana, 353.
Croce Rossa: come funziona,
355.
Cnnai-d Line, 43S,
Curia romana, 13'2.
Da Como Ugo, 180.
Dallolio Alfredo, 176.
Danieli Gualtiero, 172.
D'Annunzio Gabriele, 450.
Dataria Apostolica, 133,
Declinazione del Sole. 57.
De Cristaforis Malachia, 598.
De La Hoz, Giuseppe, 282.
Della Chiesa Giacomo, 129.
De Marchi Attilio, ò9S.
De Nava Giuseppe, 170,
Denunzia del trattato della
Triplice, 317.
De Vito Roberto, 181.
Deputati al Parlamento, 152.
Diaconie cardinalizie, 131.
Digiuni per il 1917. 123.
Disastri, 480.
Donna (La) e il voto, 262.
Donna (La) e le muniz., 263.
Donna (La) neiragricolt. 204.
Donna (La) nell'indust. della
guerra, 272.
Donne (Le) di Ala, 268.
Donne (Le) e la pace, 269.
Donne (Le) guerriere, 276.
Donne (Le) in Danimarca, 279.
Donne (Le) inglesi e la guer-
ra, 273.
Donne (Le) al governo in Nor-
vegia, 278.
Donne (Le) meridionali, 2(35.
Donne tLe) russe contro il
lusso, 278.
Donne tramviere, 263.
Durata del crepuscolo, 57.
Eclissi, 18.
Economia (L') italiana, 403.
Economia nazionale, 404.
Etìfemeride astronomica, 17.
Effemeridi del Sole, 23.
Effemeridi della luna, 23.
Elargizioni femminili, 269.
Elementi del computo eccle-
siastico, 8.
Elena Regina d'Italia, 137.
Enotecnici RR. 196.
Epoca dell'equinozio, 1.
Era cristiana o volgare, 5.
Era volgare, 5.
Ere principali, 7.
Eroine della pietà, 269.
Età della luna, 50.
li^amiglia pontifìcia, 131.
Famiglia Reale d'Italia, 136.
Fasi della luna, 18.
Fritti di cronaca, 480.
Femminismo, 261.
Femminismo: asterischi, 278.
Femminismo di guerra in
Francia, 270.
Femminismo giapponese, 278,
Fepomeni naturali 480
Fenomeni planetari notevoli,
35 e segg.
Fera Luigi, 184.
Fera Saverio, 600.
J'erravilla Edoardo, 601.
Feste di precetto, 10.
Feste fisse, 10.
Feste mobili, 10.
Firmamento (aspetto del), 35.
Foscari Pietro, 171.
Francesco Giuseppe impera-
tore d'Austria, 512.
Francia, 222.
Fi-ancia, suo benessere, 270.
Friuli (il) e la guerra, 460.
Frùhwirth S. E.'- Ai:drea, 484.
I Clerarchia cattolica, 191.
Germ.Tula (La) dichiar-a guer-
ra all.i Russici, 302.
Giappone, 222.
Giuiitti rivela un precedente
storico, 306.
Gio gio V. d'Insjhilterra, 223.
Giovanna (principessa), 139.
Giove (piaiie(a), 59.
Gozzano Guido, 605.
Gran Bretagna, 223.
Grocco Pietro, 603.
Guerra (La) e la economia
na/,ionale, 404.
Guerra marittima, 577.
Kitcheiier (Lord). 535.
Imprese (Grandi) Italiane,
424.
Indice delle leggi, 230.
industrie riunite A. Mata-
razzo, 412.
Industria zootecnica, 241.
Iniziative private per 1 feriti,
370.
Intercalazioni, 2.
Istituto Nazionale delle As-
sicurazioni, 425.
Istituzioni di guerra in Fran-
cia, 270.
Italia, 225.
Italia (L') assiste i suoi feriti,
I 350.
I Italia (L') dichiara la guerra
all'Austria, 328.
I Italia (L') dichi.ira la guena
I alla Bulgaria, 32rt.
I Italia (L') dichiara la guerra
1 alla Turchia, 326.
i Italia dichiara guerra alia
! Germania, 333.
1 Italia e Germania, 331.
I Italia e Inghilterra, 418.
Italia: neniralità, 302.
" Italia „ Soc. di Navigazione
a vapore, 431.
Italiani (Gli) all'estero, 412.
I«ega economica nazionale,
267.
Lega femminile contro il
lusso, 276.
Legazioni estere presso S. M.
il Re, 200.
Leggi: indice annuale, 230.
Lef;islature del parlamento,
162.
Legislazione di guerra, 406.
Levare del sole, 48,
Levare della luna, 49,
Libri per i soldati, 403.
Li-Yuan-Hung, 500.
Lloyd Italiano, 432.
Lloyd Sabaudo, 436.
Lucchini Giovanni, 605.
Luna, riduzione del levare e
tramontare, 62.
Lutti del femminismo, 279.
Lyceum femminili, 266.
Macchine agrarie, 242.
Machado Bernardino, 226.
Mafalda (Principessa), 139.
Manfredi S. E. Giuseppe, 1-13.
Mano d'opera. 242.
Murconi Checco, 607,
Marcora S. E, Giuseppe. 151,
Margherita, Regina madre,
137.
Maria (Principessa), 139,
" Marittima italiana . Soc. di
Navigazione, 4:i3,
Marte (Pianeta), 59.
Matirazzo Francesco, 412,
Meda Filippo, 172,
Mercurio (Pianeta), 58,
Ministero d'Agricoltura. 169,
Ministero degli Affari Esteri.
168,
Ministero dei Lavori Pi b-
blici, 180,
Ministero del Tesoro, 186,
Ministero della R. Casa, 140.
Ministero della Guerra, 175.
Ministero della Istruzione,
179,
Ministero della Marina, l-.J,
Ministero delle Colonie, 171.
Ministero delle Finanze, 172.
Ministero delle poste e dei
telegrafi, 184.
Ministero dell'Interno, 17
Ministero di Grazia e Giusti-
zia e dei Culti, l~i.
Ministero (II) Nazionale. 330.
Ministero per i trasporti ma-
I rittimi e ferr,. Ibi.
Ministero per l'industria, il
comm. e il lavoro, 169.
Ministri, senza portafoglio,
1»8,
Montenegro, 225.
Morpurgo Elio, 170,
Morrone Paolo, 176,
Morti (I) della nostra guerra,
618,
Ilfave (R.) BiiìU,}, 578.
Navigazione generale, italia-
na, 428.
Necrologio, 592.
Nomi romani dei mesi, 6,
Notizie amministrative. 129.
Notizie diplomatiche, 129,
Notizie statistiche, 129.
Noviluni, 18.
Nunzii apostoloci, 134.
Ofl'ensiva austi'iaea nel Tren-
tino, 554.
Offici ecclesiastici, 133,
Opera (L') della Coramissiouo
della Croce Rossa per i
prigionieri di guerrn, 3r0.
Operazioni austriache di guer-
ra (1915), 542,
INDICE ALFABETICO DELLE MATERIE.
i3>
Operazioni bulgare di jjuerra
(1915), 543.
Operazioni belghe di guerra
' !yi5), 536.
•razioni inglesi di guerra
11)16), 534.
'•razioni italiane di guerra
< 915), 616.
operazioni trancesi di guerra
(1915), 5i9.
Operazioni di guerra germa-
niche (1915), 541.
Operazioni inonteuegrine di
guerra (1915), 640.
Operazioni Russe di guerra
(1915), 5-27.
I Operazioni serbe di guerra
(1915). 638.
Operazioni turche di guerra
(1915). 542.
Operazioni austriache 1916,
57:>.
Operazioni belghe di guerra
(1016). 570.
Operazioni bulgare di guerra
a916), 576.
Operazioni t'raiicesi di gueria
(1916), 566.
Operazioni tierrnaniche del a
guerra (1916). 574.
Operazioni inglesi di guerra
(1919), 56«.
Operazioni italiane di guerra
(1916). 54G.
Operazioni montenegrine di
guerra (1916). 571.
Operaz. portoghesi (1916), 571.
Operazioni rumene (1916), 573.
Oper;i/ioni russe 1916, 562.
Operazioni serbe 1916, 570.
Operazioni turche 1916, 575.
Operazioni in Egitto 1916. 581.
Operazioni ne'ije colonie tede
«che 1916, 680.
Opere di assistenza civile dii-
r.'inte la guerra, 336.
Ordiutt giudiziario, 197.
Orfane di guerra. 268.
Parlamento nazionale, 142.
Tatto (II) di Londra, 32i!.
Penitenzeria (.Saera), 133.
Periodo giuliano, 7.
Pleniluni, 18.
j Pontetit-e (Sommo), 129.
Portogallo, 226.
' Prefetti di provincia 194.
Prelati palatini, 131.
Presidenti (Primi) di appello,
197.
Preside nU (Primi) di Cass.i-
zione 197.
Presidanza del Consiglio dei
Ministri, 167,
Prestito nazionale, 309.
Previdanza, 427.
Prigionieri di guerra, 374.
Principio dell'anno, 6.
Principio dello scagioni, 18.
Principio del >ecoio, 5..
i Problf-ma femminile dopo la
I guerra, 273.
Procuratori generali di ap-
pello, 197.
Procuratori genereli di eas-
I sazione, 197.
' Produzioni agrarie. 241.
Propaganda femm. ai guerra,
; 268.
Punti cardinali, 17.
j <^uestione vinicola. 246.
Quinte (Tra le) della storia,
I 2S7.
I »?:iineri Giovanni, 169.
' R va Luigi, 151.
U orma Giuliana. 3.
i Riforma gregoriana, 3.
: Romania, 227.
I Rota Romana, 133.
: RuflSni Francesco, 179.
ì Russia. 228.
Hucfhi Kttore. 174.
Salvini Tommaso. 612.
Sanità militare, 350.
Santi ricorrenti nell' anno.
: 124.
Saturno (Pianeta), 59.
: Scialoia Vittorio, 188.
' Segreteria di Stato di S. San-
tità, 133.
I Senato del Regno, 142.
, Senatori del Regno, 144.
: Serbia, 229.
I Servizi femminili ausiliari ia
Francia, 272.
^iSLSf^5jc\5^3^^^ —
Sessioni del parlamento, 162
* Bioiila , Soc. di Naviga/.io-
ne, 437.
Siciliano Alessandro, 441.
Siluramento dell'" Ancon i „.
326.
Simboli planetari, 18.
Simboli zodiacali, 17.
SlndHCi delle città cap. di
provincia, 194.
Società Ital. Servizi marit-
timi. 429.
Sole, riduzione del levare e
tramontare 60.
Sennino Sydney, 168.
Sovrani (1) del Belgio, 221.
Sovrani (1) di Romania, 2a7.
Stabilimenti termali di Sal-
somaggiore, 420.
Stati dell'Intesa, 221.
I Stelle principali, 55,
Tempi legali dei principali
I' Stati del niondo, 64.
I Tempo medio. 47.
: Titoli cardinalizi. 131.
i Tramonto del sole, 48.
' Tramonto della luna. 49.
j Transatlantica italiana, 434.
' Treves Emilio, 615.
Tribunale della segnatura
apostolica, 133,
Tribunali ecclesiastici, 133.
Tricolore (11» italiano, 282.
Ufficiali delle guardie nobjli
di S. S. 132.
Ufficiali (Grandi) dello Stato,
167.
Unione gener. insegnanti, 402.
Vassallo R. P., 174.
Vaticano (II) e i prigionieri
di guerra, 376.
" Veloce , (La), 430.
Vender L. e C„ 439.
Venere (Pianeta), 58.
Venezia Giulia, 6ó.
Vertoiba (Battaglia di),
Vescovi d'Italia, 191.
Vittorio Emanuele III,
Visibilità dei Pianeti, 57.
XjìT (Lo) di Russia, 228.
Zarina (La) di Russia, 228.
Zone di guerra, 320,
661
i:.!3.
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1. — Le « pressioni > dell' Intes:
sul Re di Grecia.
Che vai ossor feroci oppnr gentili?
Il Imrnttin non è il padroii dei fili.
(GcEKix Meschino, 28 Novcmbio ]9i5).
2.
— L
'eroica impre
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contro la piccola Serbia.
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Uno dei teppisti — Olà ! Ecco la polizia I
(Tua VASO delle Idee della Domknica, 5 Dicenibro 1915),
— 1 —
1 — Almanacco Italiano.
I lupi. — L.'i.si-iaiiKiii) .stale
Dis. (li Boetto [dai tVonte)
ò ferito... noi siamo lupi e non.... Austriaci!
(«NuMEBO» 103, 12 Dicembre 1915).
4. — Verso il paese della « Bella Eleua ».
1 tre Ajaci e il bollente Acliille (occliio al tallone!)
(Il Travaso delle Idee della Domenica, 12 Dicembre 1915),
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elio al pubblico dirà: «sento rumore.... ».
(GrUERiN Meschino, 2 Gennaio 191G).
5. — Il suo Natale.
— E nato nn bimbo? Va bene: insc
snbito alla olas.se del 11)35.
(Il Tua vaso dellr Idee della Doaik''
Dicembre 191.5).
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7. — Augurio.
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•ti) subire ai nostri fratelli specialmente dal 179; ad oggi. In esso infatti sono riassunte,
line in un quadro magnifico che ha per sfondo il nostro RisorRiment 1, le drammatiche
f-nde degl'irredenti, sempre alle prese con gli oppressori, ed insieme tutti i nobili sa-
■ hcii e gli strenui eioisnii di quegli uomini generosi che con i loro averi, la loro opeia
;.i loro vita hanno lottato continuamento per la difesa dell'italianità, preparando cosi
i gloriosa livendicazione degl'imprescrittibili diritti nazionali.
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Spedizione franca di porto nel Regno e Colonie
Immissioni su Cartolina Vaglia agli Editori
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ea Teiiips, Naiitical Aliiiiniac inglese e Berliuer astroiionilscheH Jalii biii-h) « con.^nUando ape-
Imeiite le tre preziose opeìe seguenti :
^^B R. Woi.K. Hantlbiun der Antronoiuic,
^^B rigo. l(ii)0-9-J).
^B' K. K. Gi.vzKL, }Inii(lbm-h '
^H Lipsia, Ì'J0(J-1I-Ì4).
ihrer Gesohichte nnd Litteratur (t« due volumi, %U'
laphische nini Clìronologisohe Tafeln {fApxia, 190S).
. der iiiatliuiiiatischeu und technisolien Chronoldi'ie
loidgie (/n tre volumi,
Ho pure utilizzato, dove mi conveniva, due miei vecchi opuscoli intito'ati :
iHtnixioni e tavola, nuinerii-he per la compilazione del Calendario etc. {,pubblica~ione del R. 0.<«
tervatorio di Brera, Milano, U. Hoepll editore, 18H7).
li'ora esatla dapnfitiitto. ossia modo seniplii-e di rf^yolare gli orologi sul tempo medio del-
'Kuropa centrale in qualunque luogo d'Italia {Milano, Hoepli, 1S97),
Per il levare e tramontare del Sole a Roma ricorsi al Calendario 1913 del H. Osservatorio astro-
ileo al Collegio romano in Roma, arrotondando i numeri nei minuti interi, mentre ivi l'appro<-
azione è spinta fino ai decimi di minuto.
^,'eìV Almanacco del 1910 era stata introdotta per la prima volta una Effemeride per uso nnn-
•'<o. dietro consiglio di tin egregio capitano marittimo. Ma poiché ora l' Istituto idrografico della
'. Marina in Genova ha intrapreso la pubHicazione di una KffemerUte ufficia'e astronomica e tiaii-
(« (I» fast^^icolo — 1916), così è naturale che qui si rinund a contiìiuare la puàOlicazimie di quelle
lyine destinate ad «*»o della Marina italiana.
Ho pure soppresso, per economia di spazio, le 4 pagine del Calenulario perpetuo che pubblicai
,rl volume del 1910. '
CoiCi ìu) potuto estendermi di più. nelle nozioni generali di OrQnologìa e Calendariograffae ntl
capitolo relativo alla visibilità dei pianeJi. argomento qnat' ultimo che nel volume del 1910 dovetti
ìestringere ercessivamenle per causa di ineluttabili necessità di spanio.
Alcuni errori sfwjgiti nel precedente volume relativamente alle feste della Liturgia cattoUcà fu-
-nio gentilmente segnalati dal rev. sue. don G. H. Giacoletti in Re (Ossola) e debitamente corretti
'■l presente volume.
A nome dell' editore e del direttore (fc^/I 'Almanacco, come pure per conto mio. ringra'iio questa
'jregia persona e qualche altra che pure favorì consigli, e ripeto ai lettori l'invito di contribuire
I fferfeùonare la nostra pubblicaiione esprimendo liberamente suggerimenti e proposte.
intorno al
Osservatorio
Ideila R. UnlverHit^ di Bologna
settembre 1916.
;:
Cenni
Calendario
Prof. MICHKLF. RAJNA.
in generale.
uno tropico e anno civile. - Convenienza di man-
tenere stabile nel calendario l'epoca dell'equi*
nozio.
Il ooiiipiito cronologico dello na-
ni civili è fondato, come ognuno hìì,
l'anno solare, che è l'intervallo «li
ipo compreso tra due successivi
mi del Sole a uti medesimo punto
del suo cammiiìo apparente, intorno
alla Terra.
Questa forma di anno è la pi ìi pro-
pria ai bisogni della società umana,
porche adottando l'anno solare si ot-
tiene questo vlsultnfo imjiortnnte. olu*
le stagioni conservano staltilinente lo
stesso posto in tutti gli anni, cioò che,
per esempio, nell'emisfero boreale ter-
restre la stagione più fredda coi-ri-
spon«le semi)re ai mesi di dicembre e
gennaio. Ma aftinché ciò accadesse sem-
pre ed in modo assolutamente sta-
bile, bisognerebbe che la dui-ata del-
l'anno chùle fosse esattamente uguale
a quella dell'anno tropico, che è l'in-
tervallo tra due consecutivi ritorni del
Solo all'equinozio di primavera.
La durata del l'anno tropico, espressa
in tempo medio solare, vale attual-
mente 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e
40 secondi, cioè quasi 365 giorni e un
quai-to; invece è manifesto che l'anno
civile deve necessariamente esser com-
posto di un numero intero di giorni.
Prendendo l' anno di 365 giorni, cioè
facendolo più corto del vero anno so-
lare di \u\ quarto di giorno (come fa-
cevano gli antichi Egizi), si vede che
86 in un dato anno il Sole si trova al
punto equinoziale il 21 marzo, dopo 4
anni vi arriverà soltanto il 22, dopo 8
anni soltanto il 23, e così via dicendo.
A ciascun periodo di 4 anni l'epoca
2 -
1 di'ireqninozio litard.'ià di un giorno,
e per <'onseguenza la temperatura che
originariamente si aveva in un «lato
])aese il 21 marzo (temi>oratura che
dipende dalla jtosizione del Sole sul-
l'eclittica) avià luogo nello stesso paese
successivamente in aprile, poi in mag-
gio, etc.
Così il principio della priiìiavera
verrsi a ca[)itare successivamente in
aprilo, in maggio, in giugno,... in set-
tembre, in ottobre.... in diceml)re. in
gennaio, in febbraio; e uno sposta-
mento correlativo si verificherà per le
altre stagioni.
Dopo 1460 anni (prodotto di 3(i5
per 4) tutti i giorni dell'anno, \ina
volta per ciascuno, avraimo avuto la
stessa temperatura che nel primo anno
del periodo era stata pi*oj>ria del 21
marzo; facendo asti'azione, ben inteso,
dalle circostanze atmosferiche di ca-
rattere accidentale.
Manifestamente ciò è inconciliabile
con i bisogni della società umana, spe-
cialmente nei riguardi dell'agricoltura.
A questo inconveniente si cercò di
rimediare per mezzo di artifizi più o
meno appropriati.
A.i\no romano. • Ive intercalazioni.
Sembra che in origine i Romani,
come succede presso i popoli primitivi,
usassero un rozzo anno naturale, di
lunghezza incerta, diviso in 10 sezioni
di ineguale durata, legate a fenomeni
salienti del mondo vegetale e animale.
Un metodo così grossolano non po-
teva, piti conservarsi di fronte ai pro-
gressi della civiltà. Per dividere il
tempo in sezioni brevi e determinate
il mezzo più semplice era offerto dalla
liUna, le cui fasi sono fenomeni così
eloquenti che ogni popolo all'inizio
della civiltà se ne serve per misurare
il tempo. Così fu introdotto — da Numa
Pompilio, a quanto sembra — im anno
lunare composto di 12 mesi, o di 355
giorni (periodo equivalente press' a
]>oco a 12 lunazioni, che comprendono
354 giorni, in r;igione di 29 giorni e
mezzo ciascuna).
Pare inoltre che presto si ricono-
scesse il divario di ciica 11 giorni tra
l'anno lunare e il periodo annuale del
moto apparente del Sole, per modo
che si pensò a rimediare mediante
l'aggiunta di un n>ose ogni due anni.
Questo mese intercalare, detto volgar-
mente Mercechmhts', \ù\n\i\ sùbito dopo
la f'^sla dei Termhialia (23 f*0»braio), e
la sua durata era alternativamente di
22 giorni o di 23. Così un anno inter-
calare aveva ora 377 giorni, ora 378;
e 4 anni di séguito ne avevano 1465,
ciò che si avvicina alla durata di 4 anni
solari di 365 giorni e un quarto cia-
scuno, che fanno 1461 giorni.
La denominazione data al mese in-
tercalare allude al mercato, perchè nel-
l'ultimo mese dell'anno si pagavano i
debiti.
Sembra che cpiesto sistema d'inter-
calazione venisse poi perfezionato con
l'istituzione di ini ciclo di 20 anni, du-
rante il quale per 4 volte si toglievano
all'anno 5 giorni per A'olta, cosicché
20 anni venivano a comprendere 7305
giorni, che equivalgono appunto al pro-
dotto di 365 e un quarto per 20. Ma la
notizia non è ben sicura.
Invece ciò che pare certo si è che
con l'andar del tempo i pontefici, a
cui era commesso l'ufficio d'intimare
e far eseguire ai tempi debiti le inter-
calazioni, si allontanarono dalle regole
stabilite ed ora i)er favore, ora per
odio di chi esercitava le magistratiu-e
o i pubblici a|)palti, abbreviavano e
allungavano l'anno come loro meglio
accomodava.
n
Lra riforma gi\&liaiia del Calendario.
Fu Giulio Cesare .liU«t(>r.M-ln'|>ensò Ho «letto «he (JiuJi.» L'osare porla
ili |M.iiv rin»t-«li.) jill.i gran e<.nrusi.ìii«5 la durata «l.'llauii.. «««unuiio lU .'tV»
.l.rivaritt» «la siftatti alnisi. l)i««tr«) i giorni a :{«').'). I lo giorni ,la aggiun-
ronsigli (a quanto parel il«'ira!str.»non>o gtu-si vennero ripartiti su 7 mesi e
;ilessj»n<lrino .Sosigene. egli cominiiù luei^isanionto h questo modo: 2 giorni
ilal riniett«'r le eose al loro posto as- furono aggiunti a gtMuiaio. «e«tilo «»
regnando la «lurata «li 445 giorni al- «licenihre, e«l 1 giorno ad aprii»', giù»
lanno 7o.s di Ifonia (4(> avanti (lesii gno, settembre e novembre. Com le
(risto), l'iss.". poi a .'Jlió giorni la «Iti- durate dei me>si mutarono come segue:
rata dell'anno civile («liviso in 12 mesi), p
ma per mettersi d'acconlo con r.inno Cai,em)ari«>
hopi<-o (ritenuto allora di M^^ giorni .. . on oi
L- un quarto «vsattamente, secondo i vul^^^^ 5! 'li
apienti dell' Kgitto), stabil'i che ogni l^^}'];'''' f^ f^
|uattro anni si «lovesse aggiungere un AnHh^ «i *i>
[lorno complementare. M- ^ o SI HI
Questo giorno fu inserito immedi.»- ,1^^^'*^ 2\ ^}
unente dopo la festa dei « Termina- , T" ;/ •' I-.' ; ' S '.>,
IH „ festa «-he ooin.i«leva col .ettiu.o ^.^"«'';^ '^'""V'?* * oi Ì\
iorno avanti 1«> calende di marzo (cioè Agosto (S.rst. le) . . 29 Al
d giorno 2.} febbraio, second«) il no- Se tembre 2t* .W
kro modo moderno di contare i giorni). Ir ■ t\ Ì\
Quindi il giorn.» inteiralare veniva a.l ^ove.nbre 2^ .M
.sere un" dopiuo sesto avanti le ««a- l>>eeml.re 29 M
M.de di marzo {antedie.n U. .erfum j i,,,.,^j aggiunti furono posti alla
.alenda. Afarfia, o c^^^^^ «ne del mese, eccetto che in aprile,
tro 24 i«^»»»>ni'.^ Di qui derivo più ,1,,,.^ . „,,,tivo di feste fu inte-vu-
irdi, nel M«3.1io Kvo, la denominazione ,,,t^ „„ ;^,,,,^ ^^^ j, ^,- ^ j, o^•
annn.t hiiiSf.rlHa per 1 anno avente
giorno ili più. lo«nizione a cui in "~^
MUpi p«)sterÌori si sostituì «(Uell.-l «li iisiVln per la prinuv volLt.!;! .S.mlo Aiii»-li.. A-r»)-
inus ins^tfxium, ui tonoii.i latinu.nw ^„,.,,^ ,,ivj{. :in. Idki.rk «Ik-e t-he U l...n/.l.Mie«li
anuHs bixaextiliH hì iìivoiitr» per l» piìmih vhU»
(1) Secniiilo fìixxKr. (opera citala, v«>l. II, iiMll'<i|>era De temporam ratione iìit\ \ «'iier;»!»!!»
27H) l:i Itieii/.ioiie «li aitim.i h'utsertna si trova Be«la (ir7:{-7:J5).
ra riforma gregoriana. - Soppressione di tve bi-
sestili ogni quattrocento anni.
I^a regola giuliana non raggiunge bolognese dal 1Ò70 al 158'ì. ebbe sta*
jrfott'unente il suo s«opo, perch»"' Slip- bilito nella chiesa di San P«'tronio un
)ne l'anno tro|>ico esattamente uguale grande gnomone, col qu:ile riconobbe
8('>.'i giorni «* (> oi*c. ciò»- lo fa un poco che nel 1.570 il solstizio invernale era
I minuti circa) più lungo del vero, avvenuto il giorno 11 «liceml)re. Sia
pra. «juesta piccola «lift*er«Miza accumu- detto per incidenza, la cel««bre m«>ri-
idosi .1 poco per volta produce il diana di San Petronio fu poi rinnovata,
ivario «li un giorno intero in circa nel Kióó, da Gian Domenico Cassini,
anni, o il divario di circa 3 giorni il quale non solo ne corresse la dire-
400 anni. ziono, che non era esatta, ma accrebbe
La «piestione fu studiata da no- di un terz«> l'altezza del gnomone, por-
uni «•ompetenti imi secoli «lai XllI tandola a 27 metri.
XVI. e nel l.'ìft^ il Concilio di Trento Finalmente il Papa Gregorio Xllf
»caric«"» il Sommo Pontelìce di prov- (Ugo Boncompagui. bolognese) decreti»
jdere a risolv«>rla. (Jli «clementi fon- nel 1ÓS2 la sua «M»lebre riforma «bd
imentali. «'hi! bisognava conoscore«Mi:i «jalendario. adottando le ]>roposte f«»r-
?isione, erano «lue: la «lurata del- mulate alcuni anni avanti da un medico
fanno tropi«*o e l'epoca dell' «'quinozio. ««alabrese. Luigi (tiglio (latinameide l/i»
lovi passi «l«»cisivi furoiK» fatti «lopo Hitx), mort«> nel 1570. Con la Bolla /»»-
le il «loin«Mj:can«» P. lijna'.io D;inH, Ifr f/rnris>tiiii(iM del 24 febbraio 15S2 il
rofoss.ni- «li M:it<'m:iti«h<> M"IIo Studio Papa prescrisse cho ogni 100 anni si
dovo«-JO ti-:i]:ì><ci:ii"c por tro vnllu il
gionro eòiuplomoiilare ilolhi iiilurcala-
ziona giiiliiinn. A taU^ scopo fu slal/i-
lito che dovessero esser coimini (e non
bisestili) qtie;4li anni secolari che non
fossero divisibili i)er 400: tali l■uro^lo
gli anni 1700, 1800 e 1900.
Con questo temperamento appor-
tato alla intercala/ione giuliana il ca-
lendario fu messo d'accordo in ma-
niera f(nasi esatta col moto annuo
apparente del Sole. Inl'aHi 400 anni
civili costituiscono un intervallo di
tempo elle è appena di 2 ore e ine/./.a
più lungo dello spazio di 400 anni
tropici. Cosi gli e<niino/i ed i solsli/i
ritornano ogni anno quasi esattamente
alla medesima epoca, e non vaimo più
soggetti a uno spostamento })rogressivo
nei eorso dei secoli.
Ripristinamento dell* equinozio di primavera al
21 marzo. - Soppressione di IO giorni nel mese
di ottobre 1582.
Al tempo del Concilio di Nicea
(anno 825), quando si trattò di sancire
per tutti i Cristiani una norma unica
riguardo al celebrare la Pasqua, l'equi-
nozio di primavera avveniva il 21 mar-
zo, e alioi-a si ci'edette che l' equi-
nozio dove(Sse conservarsi stabile e
ritornar sempre al 21 jnarzo d'ogni
anno. Ma in causa dell'essere l'anno
tropico un poco più corto dell'anno
giuliano, al tempo di Papa Gregorio
l'epoca dell'equinozio non capitava più
al 21, ma bensì all' Il di marzo. Per-
ciò la riforma gregoriana provvide an-
che a rimetter d'accordo la data ca-
nonica con l'equinozio, mediiinte la
soppressione di lOgiorni neirannolo82.
La Bolla papale ordinò che nel mese
di otto!)re di quell'anno, dopo il gior-
no 4 (festa di San Francesco), si sal-
tj^sseio 10 giorni, cosicché il quinto
giorno di ottobre divenisse il decimo-
quinto.
La riforma di Gregorio (dice il P.
Adolfo Mùller ne' suoi pregevolissimi
Klenitoìli (li Astronomìa) (y) era motivata
l>rinci pai mente dallo spostamento del la
Pasqua e delle altre feste dipendenti
dalla data di questa (le fe.He mohili].
Come si sa, la Pasqua s.i deve cele-
bi-are dai Cristiani nella domenica se-
guente il primo plenilunio che avviene
il 21 di marzo (epoca presunta del-
l'equinozio) o sfibito dopo.
Con la restrizione apportata alla
i-egola giuliana dei bisestili, l'ep.x-a
dell'equinozio fu resa praticamente sta-
bile, e ciò fu un bene. Meno felice —
anzi, per parlare scliiettamente — er-
roneo fu il provvedimento di sopi)ii-
mere lOgioi-ni nel mese di ottobi-e 15vS2,
col semplice scopo di ricondurre la
data dell'equinozio di pi-imavera al 21
<li marzo. Questa sottrazionedi lOgiorni
fu nno sbaglio, perchè ha scompigli;ito
la Cronologia.
(1) Konia, I9il4-9.1C, voi. I, pag. 511.
Cenni storici sulla propagazione successiva
della riforma gregoriana.
Le proscrizioni della Bolla papale
furono obbedite sìibito, o quasi, nella
massima parte degli Stati cattolici. In-
vece la gran maggioranza dei Prote-
stanti rimase fedele al " vecchio stile ,.,
per motivi principalmente politici e
mania protestante e nei Paesi Bassi
l'anno 1700 ebbe undici giorni di meno,
essendosi fatto seguire immediatamente
il V marzo al 18 febbràio.
Seguirono l' esempio i principali
Cantoni protestanti della Svizzera.coine
religiosi. ]Non valse in (Termania che Zurigo^ Berna, Basilea, SciaiFusa e Gi-
SI dichiarasse favorevole alla riforma,
nel l('»l->, un uomo tanto stimato ed au-
torevole come Giovanni Keplero.
Dopo molti anni di disputazioni
non sem]»re sereno riuscì finalmente.
nevra, dove si ])iincìpiò l'anno 1701
col dodicesimo giorno di gennaio. Ma
fu, solo liei 1752 che l'Inghilterra si
uniformò al calendario gregoriano, per
volere specialmente di Lord Chester-
verso la iine del secolo XVll, al ma- fìehl (Filippo Doriner Stanhope, sci'it-
tematico e astronomo Erardo Weigel toro ed uomo di Stato). Lo stesso fe-
(professore all'Università di Jena), aiu- cero nel 1753 la Svezia, nel 1781 paste
tato d;il celebre Goffredo Guglielmo dei Grigionie nel 1798 il rimanente,
licibuitz (suo antico scolaro), di per- come pui'e Glaronae Appenzell esterno,
suadere gli Stati tedeschi evangelici ad per decreto del Direttorio della Repub-
adottare il " nuovo stilo „, e nella Ger- blica elvetica.
- 5 -
Como cnriosità si può notaio cho tlossa, cioò prosso i Riiksì, i Orcci o<\
r.).s(|iiav<i i-imase f«.>dele al cHloinlano
giuliano (ino al 17(>0, o die il Colmino di
.Siis nella liassa Kiigadina tonno tliiro
a iiiantoiKMo il voccliio stilo tino al 1811
o ce*l«»tte solo di tV«»nto a una minaccia
di ÌMt»M-vento punitivo armato.
Ai ttMiipi nostri il calondai'io giu-
liano ó rimasto in vigore, come si sa,
i Cristiani <l*<)rionto. Ita difTiuoMMi è
attiialuKMito di \'ì giorni, cssoiido cre-
sciuta di tre unitii rispetto al suo va»
loro primitivo, ])or CHiisa cIik gli anni
secolari 17()0, 180<) e i«.K)0 furoìio l>ise.
stili iifd cahMulario giuliano p comuni
in quello grogorinno. Tale difYcrcn/.a
rimarrà di ÌH giorni tino al l'S fob-
soltanto presso la Chiesa greca orto- braio 2100 (grog<:»riano).
Lr'èra cristiana o volgare.
C'omo e iu>to, si chiama " èra « una sotto Diocleziano, mentre gli Spaglinoli
iiccossione continua di anni che si partivano dall'epoca della conquista
>-<)ininciano a contaro partendo da del loro paese fatta dai Romani, e nel-
un'origine fissa (" epoca „). l'Imporo d'Oriente era rimasto in uso
Oggi" quasi tutte le nazioni civili il sistema dello Olimpiadi. In conse-
jeguono l'èra cristiana o volgare, cioè guenza di ciò si era determinato a
" intano gli anni a partirò dal 1" gen- jioco per volta, nella numerazione do-
lio immediatamente consecutivo alla gli anni, un corto stato di confusiono.
icita di Gosii Cristo. Secondo il còm- A porvi rimedio pensò l'abate Dio-
ito di Dionisio il piccolo {IMonìsìnti nisio. Verso l'anno 527 del nostro
jtto exiguiis per la sua bassa,statura, còmi>uto attuale egli propose di in-
lonaco scita vissuto in Roma nel se- trodurre un'era cristiaiui, cioè propose
secolo). Cristo nacque il 25 dicem- di numerare gli anni a partirò dal-
doll'anno 753 dalla fondazione di l'epoca della incarnazione di Gesìi Cri-
ima secondo Varrone. Poiché in quo- sto, epoca cho egli credette <li poter
èra romana l' anno principia col (issare al 25 marzo deiranno 75^3 dalla
gennaio, così è manifesto che il pri-
llo anno dell'era cristiana cominciò col
gennaio dell'anno 754 dalla fonda-
rne di Roma. Questo primo giorno
di' èra cristiana, cho è propriamente
[epoca di essa, fu un sabato, come si
fondazione di Roma.
La proposta dionisiana fu accettata
nell'anno 607 dal Papa Bonifazio IV,
o sùbito dopo entrò in uso in Italia
ed in Francia, e poi, a poco por voltai,
anche negli altri paesi del mondo ci-
uò verificare con facile procedimento vile romanizzato; però nel Portogallo
ritmotico.(i)
Nei primi secoli della Chiesa si so-
nito per to più ad usare la numera-
lone romana degli anni, a partire
dia fondazione di Roma {ah Urbe
Utdi/a). Tuttavia avevano corso anche
tardò a essere allottata fino al 1415.
Più tardi fu messo in chiaro dadi-
versi, per es. da Keplero nel Hì(H> e
nel 1618, cho Dionisio aveva sbagliato
di cinque anni nello stabilire la sua
èra, cioè che l'epoca della nascita di
Itro maniere di computo; per esem- Cristo si devo ritenere anteriore «li
Ko, alcuni contavano gli anni a par- cinque anni al principio «Ioli' èra vol-
ìre <l;illa persecuzione dei Cristiani gare. Ma questo fatto ha, i)or fortuna,
un'importanza secondaria, perchè l'e-
poca cho si assume come i)unto di par-
ti) Vc<li per esemplo »pag. 29. Mi' onns.oi»: t j. contare gli anni è por sua
n:toni. e t'ivnle nuìnerichi Dfi- la compilatone , ^ , ., • " • 1
CaUnUario, citato in prhuipio. natura arbitraria e convenzionalo.
Date diverse del
Principio
La data del 25 marzo scolta da
lonisio come principio dell'anno (ab
ìrarnatione) non fu adottata da per
ilto, ma a tale scopo s'introdussero
Itre epoche o per es. si faceva comin-
lar l'anno a Natalo (25 dicombre). nu-
lerando.si cos'i gli anni a Xafirifafc In
ancia e in Inghilterra, poi, dapprima
niucipiù ranno al 25 dicembre, 0
principio d'anno,
del secolo.
più tardi al 25 marzo; mentre in Cor-
mania si foco il mutamento in senso
inverso. In altri paesi restò in viiroiH
l'uso romano, «li cominciar l'anno col
1" gennaio, e a questo sistema si (ini
por ritornare da per tutto, p«'rò » op»».
cho diverso secondo i diversi pa«»si.
In l'raiK'ia il principio dell'anno
col 1" gennaio fu stabilito por log'jy
G
noi JòOO; nei Paesi Bassi nel 1575;
uolla Scozia noi,, 15*^0; in laghilterra
solauiento noi 1752. In altri paesi l'uso
isi stabilì <la sé a. .poco a poco, per os.
in (Jerniania e nella Svizzera nel corso
dei secoli decimoquinto e deciniosesto.
Kelativ amento al principio del se-
colo, si può notare che già alla fine dei
secoli XVil e XVIII, come pure alla
line del secolo XIX, si disputò oziosa-
mente se l'anno secolare (cioè rispet-
livamente l'anno 1700, 1800 e 1900)
fosse l'ultimo del secolo vecchio, op-
pure il primo del secolo nuovo.
Tale questione non dovrebbe sor-
gere (jualora tutti sapessero elio nella
Cronologia gli anni si nuiiieraiio cor'
renfi e non revoluti, e si usano i nu-
meri cardinali invece dei corrispon-
denti aggettivi ordinativi. Cosi si dice
" l'anno 1916 ,, e non " l'anno mille-
simo novecentesimo decimosesto «.pre-
cisamente come si dico, per es., "^ il
giorno 15 ,, del mese e non " il giorno
quindicesimo ., (con la sola eccezione
del primo giorno del mese).
In base a ciò si concluse tutte e
tre le volte che l'anno secolare è 1" ul-
timo del secolo vecchio, e l'anno 1 è
il primo del secolo nuovo.
Nomi romani dei mesi.
Sembra che i)rima di Numa Pom-
pilio l'anno dei Romani comprendesse
solamente 10 mesi, cosi denominati:
Mariius
Aprilis
Ma'ms
Jìiìtius
Qaintilis
Sextilis
Scplemher
Oclober
JVovember
Decemhcr.
I nomi degli ultimi 6 mesi pro-
rano ad evidenza che in quegli anti-
chi tempi l'anno principiava col mese
di marzo. Numa avrebbe aggiunto al-
tri due mesi, Janiiarius e Fehranrlus,
col primo dei quali si iniziò l'anno.
11 nome Qaintilis fu sostituito da
Julius nell'anno 44 av. Cr., in onore di
Giulio Cesare, e più tardi, nell'anno 8
av. Cr., si cambiò nome al mese iS't?-
scHlis, chiamandolo Auffustus dal nome
dell' Imperatore.
Nel Medio Evo pare che i nomi
romani dei 12 mesi siano rimasti sem-
pre rispettati, sebbene Carlo Magno
avesse voluto mutarli con altre deno-
minazioni di radice ;sermanica.
Divario tra i Cronologisti e gli Astronomi nel nti-
nxerare gli anni avanti Cristo. - Regole aritme^
ticKe per i bisestili^
Si è detto sopra che gii anni si
numerano correnti e non revoluti, e si
usano i nunieri cardinali (uno, due,
tre....) invece dei corrispondenti agget-
tivi (primo, secondo, terzo,..,). In con-
formità di ciò i Cronologisti chiamano
menti dell'Aritmetica. Con esso di-
venta facile e sicuro il computo degli
anni compresi tra due epoche date, di
cui una sia anteriore e l'altra poste-
riore al principio dell'era, e inoltre
rimane unica, per gli anni avanti e
*' anno 1 dopo Cristo ,, il primo anno dopo Cristo, la regola aritmetica con
dell'era volgare, anno che corrisponde cui si riconosce se un dato anno giu-
al 754 dalla fondazione di Roma, e chia- liane sia bisestile. '' Sono bisestili tutti
mano "anno 1 avanti Cristo,, l'anno quegli anni di cui il numero d'ordine
immediatamente anteriore, cioè l'anno è esattamente divisibile per 4 „. In-
7.53 di Roma. vece, col metodo dei Cronologisti, que-
Invece quest' ultimo è chiamato sta regola vale soltanto per gli anni
''anno zero „ dagli Astronomi, i quali dopo Cristo, mentre per gli anni avanti
nel contare in senso retrogrado gli anni
anteriori all'anno 0 usano i numeri
negativi — 1, — 2, — 3,... Così gli anni
1, 2, o,... av. Cr. dei Cronologisti coin-
cidono rispettivamente con gli anni 0,
— 1, — 2,... degli Astronomi.
Ne segue che per gli anni av. Cr.
i numeri dei Cronologisti superano
sempre di una unità i numeri degli
Astronomi. Per gli armi dopo Cristo
non c'è discordanza.
Il metodo degli Astronomi è il solo
razionale, essendo conforme ai fonda-
Cristo " i bisestili sono quelli di cui
il numero d'ordine diviso per 4 lascia
per resto 1 ...
Queste regole valgono per il calen-
dario giuliano. Per quello gregoriano
bisogna ricordare l'eccezione introdotta
dalla riforma del 1582 relativamente
agli anni secolari (cioè quelli il cui
mimerò d'ordine ternìina con due zeri).
Ne segue la regola: " gli anni secolari
gregoriani sono l)iscstili solamente nel
caso che il loro numero d'ordino sia
esattamente divisibile per 400 „.
Calendario romano antico.
Rolatlvamente alla domanda: -^ qua- [diis col trodicesiino ; o così umialmonto
1m ora cousideravaiio gli antichi Ro- in fbbhraio e nel mese iiitorcaiare (.Vr/-.
mani coiuo principio della giornata? „. cedonius).
GinzeI conclude, dopo aver esposto i Questa antica disposi/ione fu con-
ri>>idtati d(>lla critica storica od archoo- servata da Giulio Cosare quando ri-
logica su tale argomeuto,choperquauto formò il calendario,
concerne lo pubbliche funzioni reli- Partendo dalle suddetteepoche men-
giose e giuridiclio il giorno cominciava sili usavano i Romani designare gli
a mezzanotte, mentre l'uso popolare lo altri giorni del mese, contando in senso
faceva principiare all'auroia. retrogrado: cioè con un sistema ana-
1 giorni del ^nese venivano contati logo a quello che ancora adesso si usa
dai Romani riferendosi a certe deter- qualche volta quando ci si domanda:
minate epoclie d'ogni mese dette " ca- "che ora è? „ e si risponde per es.:
lende, none e idi „. " sono lo 5 meno un quarto „, inroce
Comesi è giìi visto, in origine l'anno di diro: -sono le 4 e tre quarti „.
romano era semplicemente lunare e Le regole in proposito erano que-
<'omprendeva 12 lunazioni. Il giorno ste: il giorno da cui si parto viene
Ili primo ricomparir della Luna alla senìpre compreso: per es. il omaggio
^era (sotto forma di tenue falce), era è il quinto giorno avanti le none di
il primo giorno del mese (Kalendae). maggio (= 7 maggio); il 28 giugno è
11 giorno del primo quarto della Luna il quarto giorno avanti le calende di
ora detto Nonae, perchè da esso fino luglio; il 9 agosto è il quinto giorno
al plenilunio si contavano 8 gioi-ni. avanti gli idi di agosto (= 13 agosto).
[(his significava il giorno del plenilu- Il giorno che precede le tre epoche si
Ilio. Così si avevano in ogni mese tre
'late principali: Kalendae -"- \\o\'\\\\\\ìo;
Xonae = primo quarto; Idits = pleni-
lunio.
L'anno romano antico (di .355 giorni) le parole "calende, none, idi „ erano
crìi diviso in 12 mesi come segue: 4 usate all'ablativo (ATa/t'/irffV, ^otiiV, /r/»-
nìesi di o\ giorni ciascuno {Martini*, bus) e gli altri giorni erano espressi
Maiuii, QiiUìtilis e Ocioher), 7 n)osi di con ante diem... e con quelle parole al-
2\) giorni {[nnuariu.<f, Apriìis, lunìutf, l'accusativo; per es. «n/e rf/Vw» (oppure
Sej-(i/ift. Septemhtr, Xovember o DecetU' a. d.) sextuin Idti^ Iitnia^ =^ 8 giugno;
ber) e un mese di 28 giorni (Februa- jtridie Kalendas Inliaa ~- 30 giugiìo. ì?i\i
rius). Nei mesi di 31 giorni lo Nonae raramente il numerale ordinativo si
furono collocate al settimo giorno del trova posto all'ablativo e l'epoca di
mese e gli Idtis al quindicesimo; nei j)artenza all'accusativo; per es. tertio
mesi di 20 giorni le Nonae coincide- Kalendas Juniaa --- 30 maggio. E su ciò
vano col quinto giorno del mese e gli basti, i>er brevità.
Il periodo giuliano e le ère principali.
■hiamava pvidie; così per es. pridie
Idiis Aprilis = 12 aprile.
Nel designare una data (cioè rispon-
dendo alla domanda : •* in qual giorno? ,,)
Si chiama '^ periodo giuliano ^ un
Periodo di 7980 anni giuliani propo-
>to dal matematico e filologo Giu-
s.'ppe Giusto Scaligero (1540.1t>09). Il
mimerò 7980 è il prodotto dei tre nu-
meri ciclici 28, 19 e 15, dei quali si
'lira pili innanzi. Il primo anno del-
l'«-ra volgare corrisponde all'anno 4714
il 1 periodo giuliano, la ctii origine è
inindi anteriore a tutto le date dei
lupi storici; per conseguenza questo
>icma di numerazione degli anni
-'•ludo ogni aml>iguità proveniente
il cambiamento dell'era e così con-
ibuisce moltissimo a render chiaro e
• ulinat»^ le computa/.ioni cronologiche,
il s*^5nonte (quadro contiene l' indi-
cazione di alcune fra le principali ère
che fiu'ono in uso nel corso dei secoli.
Gli anni avanti Cristo sono contati col
metodo degli Astronomi.
Relativanìente all'èra nh Urbe roH'
dita, è bene osservare quanto segui* :
L — A tutto rigore la sua epoca
dovrebbe coincidere col 21 aprile del-
l'anno — 752 (XI. Knl. Mai. •■- fegtji
primaverile dei PariHa). epo<'a tradi-
zionale della fondaziotie di Honia. M.»
pei- semplicità si suol trascurare tale
differenzi» di «juasi 4 mesi e si assuim^
che tutto intero il primo anno «/>. 1^. r.
coincida con l'anno — 7.VJ dell'era
cristiana {-- 75-j av. Cr. secofido i Cro-
nologisti).
II. — Nel terzo secolo avanti Cri-
sto, quando fmono ufficialmente re-
datti gli elenclii dei Consoli {Fasti
connulares), divenne generale l'uso di
designare i singoli anni dal nome dei
Consoli in carica. (') Questo computo
8 -
secondo gli " anni consolari „ era quindi
\m surrogato dell'uso di xm'èra e durò
per parecchi secoli, uell'età repubbli-
cana e impru-iale.
(1) Vedi il Dizionario epir/rafico di Antichità
romane di K. 1)k t(L-i;<uKKu (Kunia, 1910), articoli
« Consul » e « ConsulariR »: a cui Bfj;'<<>nf> fili
elenchi alfabetici e cioiioloyiici dei (loiisoli ro-
mani iieuli nudici secoli e nie/zo di duratn il<l
('onsolato (dall' anno — 508 al -•- 6:52 dell'eia
cristiana).
Denominazione dell' èra
Periodo giuliano
Ebi*aica (dalla creazione del mondo) . . .
Delle Olimpiadi (periodi quadriennali) . .
Della fondazione di Roma, secondo Varrone
Di Nabonassar
Cristiana o volgare
Maomettana (dell' Eyir a)
Epoca od originò
o
g
o
'6
i
• Anno
dell'era del periodo
cristiana giuliano
1
Gn.
— 4712
1
Ot.
— 37G0
053
1
Lg.
— 775
3938
1
Gn.
- 752
3901
2G
Fb.
— 740
3907
l
Gn.
+ 1
4714
15
Lg-
+ 022
5335
Computo ecclesiastico.
Si chiama " computo ecclesiastico „
quel complesso di regole che servono
a fissare il calendario ecclesiastico e
specialmente la data della festa di
Pasqua, da cui dipendono tutte le al-
tre feste mobili.
Secondo i decreti della Chiesa la
Pasqua di Risurrezione deve essere ce-
In conseguenza di ciò le date delle
fasi lunari e le età della Luna segnate
nel calendario ecclesiastico possono
differire leggermente da quelle calco-
late nelle effemeridi astronomiche.
A tal proposito bisogna notare spe-
cialmente che mentre il novilunio
astronomico avviene quando la Luna
lebrata nella domenica consecutiva al è in congiunzione col Sole (cioè quando
primo plenilunio di primavera, cioè al i due astri hanno la stessa longitudine),
primo plenilunio posteriore al giorno 20 momento nel quale la Luna è invisi-
marzo. Se il plenilunio e la domenica ca- bile, invece il novilunio ecclesiastico
dessero insieme nel 21 marzo, il giorno corrisponde all'epoca in cui la Luna
di Pasqua sarebbe la domenica seguen- emergendo dai raggi solari diventa vi-
te. Invece se il plenilunio avvenisse il sibile per la prima volta sul cadere del
20 marzo, il prossimo plenilunio verrà giorno sotto forma di una tenue falce,
al 18 aprile, e se questo giorno fosse per In base ad antiche osservazioni si ri-
caso una domenica, bisognerebbe aspet- tiene che ciò non succeda mai prima
tare la prossima domenica, che cadrebbe
nel 25 aprile. Così si vede che la data
di Pasqua è compresa tra il 22 marzo
e il 25 aprile, entrambi inclusi.
Nel computo ecclesiastico si consi-
dera per semplicità una Luna fittizia.
che siano passate 40 ore dall' istante
della congiunzione.
Secondo l'uso ecclesiastico, i giorni
dei noviluni in un dato anno sono
quelli che nel calendario perpetuo sono
segnati dall' epatta di quoll' anno. Il
detta Luna ecclesiastica, le cui fasi si novilunio è il primo giorno della lu-
suppongono succedersi a periodi detei'-
minati e costanti, prescindendo così
dalle ineguaglianze a cui è soggetto il
moto reale della Luna intorno alla Ter-
ra e quello della Terra intorno al Sole.
nazione e le altre fasi, cioè primo
quarto, luna piena e ultimo quarto, cor-
rispondono rispettivamente al settimo,
al (leriwoquarto o al ventiduesimo giorno
doUa lunai^ioiiy.
Elementi del computo ecclesiastico.
Le regole del computo ecclesiastico
mo uso di alcuni eleinonti caratte-
>tici dell'anno, che sono: il numero
foro, VepatUi, il ciclo solare e la lettera
vnenicule. Duo altri clementi che si
Iglion dare no^li almanacchi sono: il
imero (XgW imiizione romana e la /e<-
l'a del Martirologio.
Numero d'oro. — Già nel V secolo
Ulti Cristo l'astroiiomo ateniese Me-
le scoprì che la durata di 235 luna-
)ni equivale quasi esattamente a 19
ini solari. E chiaro quindi che se
19 anni consecutivi sono stati no-
ti i giorni in cui ebbero luogo le
ìverso fasi lunari, ciò permetterà di
ìdire i medesimi aspetti negli anni
iccessivi; e se la serio dei tempi vien
ivisa in periodi di 19 armi {cicli In-
vi), numerandosi gli anni di ciascun
;lo con i numeri progressivi da 1 a
lo medesime tasi lunari cadranno
w medesimi giorni di tutti quegli
mi che occupano lo stesso posto nei
idi a cui rispettivamente apparten-
mo. 11 numero d'oro è appunto il
luniero dell'anno nel ciclo lunare.
>me origine di un ciclo è stato preso
primo anno avanti Cristo. Quindi si
>de, per es.. che il numero d'oro del
)\1 si otterrà prendendo il resto della
ìvisione per 19 del numero 1917-M;
inesto resto è 18.
Epatta. — Il ciclo metonico era il
mez^o di cui si servivano gli antichi
per la predi/Jone delle fasi lunari. Al-
l'epoca della riforma gregoriana fu
immaginato un altro metodo per fis-
■ue preventivamente la data del ple-
uilunio pasquale, senza dover ricorrere
a osservazioni anteriori. Si chiama età
•Iella Luna, a una data epoca, il nu-
mero dei giorni interi che sono tra-
<orsi dall'ultimo novilunio precedente
tino a quell'epoca. Sapendo l'età in
ili dato giorno, si conosco senz'altro
i fase in cui allora la Luna si trova.
Ora è chiaro che per determinare ap-
prossimativamente l'età della Luna in
un giorno qualunque dell'anno basterà
Hioscere questa età al SI dicembre
di' anno precedente. Questo è il nu-
mero a <uii si dà il nome di cpatta
Bhe vuol dire " aggiunta „).
La regola per trovare a una data
OCR l'età della Lima per mezzo del-
cpatta «"' la seguente: se Tanno è co-
nìuuf^ si aggiunge all'epatta il nuniero
dei \\\iìii interi trascorsi dopo il 1" gen-
naio o dopo il 1» marzo .tino al giorno
di cui si tratta, secondo che esso vien»
prima o dopo il l" marzo; al risulUto
si aggiunge il numero che indica la dat«
di quel giorno nel mese a cui appar-
tiene: la somma così òtfenuta. dimi-
nuita di 3<) unità nel caso che sia mag-
giore di 30, esprime 1' età della Kuna.
Se l'anno è bisestili) e si tratta di
una data posteriore al 29 febbraio, hi-
sogna aumentare l' epatta di una unitiu
Ben inteso, il risultato ò sontplico-
monte approssimativo.
Se l'esatt'zza del ciclo metonico
fosse assoluta, le epatte formerebbero
mi ciclo perpetuo di 19 anni, ritor-
nando sempre la stessa epatta ngin
volta che ritorna lo stesso numero
d'oro. Ma la durata di 19 anni giuliani
supera leggermente quella di 236 lu-
nazioni: la differenza vale circa 1 ora
e mezza. No segue che se consideriamo
un determinato novilunio, dopo 19
anni giuliani la Luna ritornerà al no-
vilunio nel medesimo giorno dell'anno,
ma anticipando di circa 1 ora e mezza.
Facendo il calcolo preciso, si trova
che tali piccolo anticipazioni succes-
sive formano .iccumulandosi 1 giorno
intero dopo 300 anni circa, e 8 giorni
dopo 2500 anni circa. Per conseguenz.^
si fanno crescere di altrettanto le epatte
nel corso dei secoli, secondo regolo
che qui si omettono per brevità.
Ciclo solare. — Fu dato questo nomo
a un periodo di 28 anni giuliani «ho
riconduce a corrispondere nello stosso
modo i giorni della settimana con lo
date nel mese. Negli almanacchi si
suol inscrivere sotto quel nomo il nu-
mero d'ordine che l'anno considerato
occupa nel ciclo corrente.
Dai cronologisti fu adottato l'anno
9 avanti Cristo come primo anno di
un ciclo solare. Quindi, per sapere il
numero del ciclo solare relativo al-
l'anno 1917, per es.. basta aggiungerò
9 e dividere la somma per 28: il quo-
ziente 68 esprimo il numero dei pe-
riodi interi trascorsi dall'anno 9av. Cr.
fino al presente, e il residuo
d ica
il posto occupato dal 1917 nel ciclo
solare corrente.
Lettera domenicale. — Nella tavola
del calendario perpetuo i singoli giorni
dell'anno sono accompagnati da una
lettera dell'alfabeto, con questa n*-
gola: il 1" gennaic) portn la lott»»ra A,
poi vengono por ordine le lettere sue*
— 10 —
co.ssive fìin^ alhi G (clié t'^ la settima), col corso degli astri. 11 nunicro d'or-
e poi si ricomincia con A o si prose-
gue sempre nello stesso modo lino al
Si dicembre (1). Ne segue che so un
dato anno comincia, per es., in lunedì,
tutti i giorni segnati con A sono in
(inoli" anno altrettanti liuiodì. La let-
tera domenicale di un dato anno è
(juella elio corrisponde in quell'anno
ai giorni di domenica.
dine di un dato anno nel ciclo corrente
dell'indizione serviva anticamente per
])recisare le date, specialmente negli
atti pubblici. Tale uso ]>rincipiò ;i
lloma nel quarto secolo dell' rra cri-
stiana. Il primo ciclo delle indizioni
si fa cominciare l'anno 3 av. Cr.
Lettera del Martirologio. — Questo
elemento è puranionte ecclesiastico.
(ili anni bisestili hanno due lettere Nel Martirologio, in capo allo storio
domenicali, di cui la prima vale lino dei santi, è inscritta ogni giorno una
al 28 febbraio inclusivamente, e non serie di 30 lettere, tra le quali ve n'è
oltre, per causa dell'intercalazione del una che corrisponde all'anno in corso,
giorno 29 cho non è notato sul calen- Essa serve per tutto l'anno, avanti la
dario perpetuo; per i dieci mesi sue- lettura in coro del Martirologio, a
cessivi subentra un'altra lettera do- enunziare quale sia il giorno corrente
menicalo, cioè quella che nei primi della Luna, e ciò per mezzo di numeri
due mesi corrispondeva al sabato. scritti sotto alle lettere; per ogni giorno
Trascorso un ciclo solare intero, le l'età della Luna è indicata dal numero
lettere domenicali si ripetono manife- che sta sotto alla lettera dell' anno in
stamente con lo stesso ordine. corso.
Indizione romana. — È un periodo La lettera del Martirologio dipende
di 15 anni che non ha alcuna relazione dall' epatta annuale, secondo una ta-
bella di corj'ispondenza che qui non
(1) v.per es. VAiinan. italiano 19 16, v^s-^^-'^O. importa riprodurre.
Calendario cristiano cattolico.
Feste di precetto» fisse e mobili.
Sono feste di precetto tutte le do-
meniche e pochi altri giorni solenni.
Le feste si distinguono in fisse e
ìiiobili. Sono fìsse quelle cho cadono
sempre nel medesimo giorno dell'anno,
e sono mobili quelle che cadono in
(late diverse secondo gli anni, perchè
dipendono dalla Pascjua o dai giorni
della settimana.
Col Molo proprio di Pio X del 2 lu-
glio 1911 le feste di precetto che non
cadono in domenica furono ridotte a 8,
in considei-azione delle mutate circo-
stanze dei tempi e della società civile.
Esse sono : Circoncisione di G. C. (1° gen-
naio), Epifania (6 gennaio), Ascensione
di G. C. (mobile), Ss. A2)ostoli Pietro e
Paolo (29 giugno). Assunzione di M. F.
(15 agosto), Ognissanti (1° novembre).
Immacolata. Concezione di M. V. (8 di-
cembre), Natale (25 dicembre).
Tuttavia i Vescovi possono ottenere
dal Papa di conservare talune delle
f(>ste abrogate. Cosi avvenne in molte
Diocesi per la festa del Corpus Domini.
Le feste dei patroni possono cele-
l'rarsi la domenica successiva al giorno
della ricorrenza.
Le pnn<'ipali ricorrenze che dipen-
dono dalla Pasc^ua ìjouo le seguenti:
3')
• ^0 Tt
o
Prima della Pasqua
Settuagesiniii (domenica) . »>$ giorni
Le Ceneri (mercoledì) . . US ,
\«- dimcnica di qn.ire-;iiiia Al „
Dopo la Pasqua
Ilogazioui (lun?di, martedì
e mercoledì)
AscensioT\e (giovedì) . . ,
Pentecoste (domenica) .
HS. Trinità (domenica) . ,
Corpus Domini (giovedì) .
Inoltre sono mobili le date dei
digiuni dello Quattro Tempora (ossia
delle quattro stagioni), per i quali sono
stabiliti i giorni di mercoledì, venerdì
e sabato rispettivamente dopo la se-
guenti epoche : prima domenica di
quaresima. Pentecoste, 11 settembre
(festa della Esaltazione della Croce) e
terza domenica dell'avvento.
Tra le ricorrenze mobili che dipen-
dono dai giorni della settimana vi è il
periodo dell'avvento (cioè tempo di
preparazione alla venuta del lleden-
tore), che nel rito romano comprendo
le quattro domeniche avanti il Natah;.
La prima di queste domeniche è la
piìi vicina al 30 novembre (festa di
S. Andrea apostolo), e quuidi cade fia
il 27 iiovcmbre e il 3 dicembre.
I
- 11 -
Tavola delle principali feste mobili per il quinquennio I9I7-1Q2I.
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DELL'AVVINTO
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'[-,
(i
4 fobbr.
21 febbr.
25 febbr.
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17 ma^igio
27 n aggio
'J tliioiiibre
ti.»-
F
27 ;;eiiii.
13 febbr.
17 fo'.ibr.
31 marzo 9 ma^),'iu l'J maggio
Idirenibie
.in»
E
16 (Vbbr.
5 niar/.o
'.) ni a I/o
20 aprile 29 maggio 8 ghigno
30 noroDib.
1211
DC
1 febbr.
18 f.bbr.
22 febbr.
4 aprile ! 13 map-io 23 maggio
iS no\ emb.
iji
li
23 gemi.
0 febbr.
13 febbr.
27 marzo 5 maggio 13 maggio
27 notemb.
Calendario del rito ambrosiano
ossia della diocesi di Milano.
Lft diocesi di Milnno lia ima forma
rticolare di rito che si scosta alquanto
quello romano, e prende nome da
Ambrogio, vescovo e patrono di
llauo, benché sia incerto se sia ve-
iidnte istituito da lui o gli sia ante-
re, come sembra più probabile.
Le principali diversità col calon-
»rio romano sono le seguenti :
I. — Il primo giorno di quaresima
ide nella prima domenica di quare-
[u)a, anziché nel precedente merco-
"ì. 11 cosiddetto " carnevalone „ am-
brosiano si fa nei tre giorni susseguenti
al mercoledì delle ceneri secondo il
rito romano.
II. — Le rogazioni dotte " litanie
ambivisiane ., cadono nei giorni di lu-
nedì, martedì e mercole<lì che seguono
immediatamente la prima domenica
dopo l'Ascensione. Nel primo di que-
sti tre giorni si diurno lo ceneri.
III. — L'avvento ha sei domeni-
che invece di quattro, e la prima è
immediatamente successiva nll'll no-
vembre (festa di S. Martino).
Calendario repubblicano francese.
Con decreto della Convenzione iia-
)nale (24 novem. 1793) la Francia
itrodusse durante la rivoluziono un
nuovo calendario, sostituendo un'era
della Repubblica all' èra cristiana o
adottando per origino della nuova èra
il giorno 22 settembre 1792, epoca del-
l'equinozio d'autunno e della fonda-
oiie della Repubblica.
Questo calendario entrò in vigore il
-li nov. 1 793. e fu abolito da Napoleone I
aria fine del 1805; col 1» gennaio 1806 ri-
tornò in vigore il calendario gregoria-
no. Così il calendario repubblicano durò
soltanto 12aimi. 1 mese e 6 giorni.
L'anno repubblicano era diviso in
1-' mesi di 30 giorni ciascuno. Ogni
mese era diviso in tre decadi e ai
giorni che componevano ogni decade
lu dato il nome di primocl), duod), trid),
quartodì etc; il decadi era destinato al
riposo.
Il giorno era diviso in 10 ore, l'ora in
100 minuti e il minuto in 100 secondi.
Per completare la durata dell'anno
solare si aggiungevano dopo il dodice-
simo mese 5 giorni complementari (e 6
negli anni bisestili), dotti «nnsculoitid^s.
Ecco i nomi dei dodici mesi:
i Vendemmiale (Vendèiniaire)
AUTUNNO ' Brumale (Brumain.'i
f (ìliifiale (Frimaire)
! Nevoso (Nivòse)
Piovoso {Pinvlòse)
Ventoso (Ventose)
i (jermile (Germinai)
Primavera < Fiorile (Floreali
{ Pratile (Prairìall
( Messidoro (Messidor)
Estate Ì Termidoro (Thermidur)
f Frultidoro (Fructldor)
Calendario civile italiano-
li calendario dei giorni festivi per dell'Ascensione, doli* Assunzione, del
!i effetti civili, stabilito con decreto 20 settembre, di Ognissanti, di Natalo,
ale del 4 agosto 1913, n. 1027, di- Sono dunque state soppresse, agli
hiaia festivi i sognanti giorni: effetti eivili, le festo della ConcezioMH
Tutte l« domeniche: il primo gior- e della Natività della Mndntnia. quella
ii<> dell'anno; il giorno dell" Epifania, del Corpus Domini, quella dei SS. Fio*
12 -
tro 0 Paolo e tutte le feste patronali
locali.
Nelle feste civili sono chiusi gli
uffici goveinativi amministrativi e giu-
diziari, quelli provinciali e comunali,
le banche e le scuole. Non si possono
fare atti di esecuzione, né protestare
cambiali.
Per la legge 5 maggio 1861, n. 7,
la prima domenica di giugno è fei<la
nazionale, per celebrare l' unità d'Italia
e lo Statuto del Regno.
Si festeggiano civilmente anche al-
tre date, benché non legali, in tutti \i\\
u{!ici, cioè gli onomastici e i natjili/i
delle Loro Maestà (onomastico del h'e,
1° sett.; natalizio del Re, 11 nov.; ono-
mastico della Regina, 18 agosto; nata-
lizio della Regina, 8 genn.); l'anniv.
della morte di Vittorio Eujan. II (0 gen-
naio) e di quella di Umberto I (29 luglio,
ma ufficialmente trasportato al H mar-
zo, natalizio del compianto Re); e altri
anniversari patriottici locali.
Calendario dei Protestanti.
Le diverse confessioni protestanti
seguono il calendario gregoriano in
tutte lo sue particolarità, anche per il
computo della Pasqua e delle princi-
pali feste mobili, delle quali però chi
esclude l'una, chi esclude l'altra; ma
quasi tutto poi, siccome non venerano
né la Vergine né i Santi, escludono
tutte le solennità della Madonna e le
feste dei Santi. Invece festeggiano sin-
golarmente la domenica di Passione,
quella delle Palme e il venerdì santo.
La Chiesa anglicana osserva tutte
le feste cattoliche, escluso naturalmen-
te un gran numero di Santi recenti.
La Chiesa protestante tedesca ha
inoltre le seguenti feste mobili:
Biii^s nnd Betta// (giorno di peni-
tenza e preghiera), il mercoledì dopo
la prima domenica di quaresima, se
quel giorno cade in febbraio; ovvero
il mai-tedì dopo la domenica stessa,
se questo martedì viene in marzo.
Erntefest (festa delle mèssi), la do-
menica immediatamente dopo il 30 set-
tembre, o il giorno stosso se di do-
menica.
La festa della riforma, la domenica
immediatamente dopo il 30 ottobre, o
il giorno stesso se di domenica.
La commemorazione dei morti, la
domenica immediatamente dopo il 20
novembre, o il giorno stesso se di do-
menica.
Calendario ^reco-russo.
Alcune nazioni orientali seguono
ancora il calendario giuliano, vale a
dire non hanno accettato la riforma
gregoriana, e perciò sono in ritardo di
33 giorni rispetto al calendario grego-
riano. Questi lo giorni risultano dai
30 giorni soppressi nel 1582, più i 3
giorni che secondo la regola gregoriana
furono soppressi negli anni 1700. 1800
e ]i)00, anni che furono comuni nel
calendario gregoriano e bisestili in
quello giuliano.
Seguono il vecchio stile i Greci, i
Russi, gli Armeni, i Georgiani, i Si-
riani non uniti, i Copti (Abissini cri-
stiani), i Serbi, i Montenegrini, i Ru-
meni. La Bulgaria ha adottato recente-
mente il calendario gregoriano. Per le
feste ecclesiastiche, i digiuni etc. quasi
tutte le suddette popolazioni osservano
completamente il calendario greco, det-
to della Chùsn f/reca ortodossa. Gli Ar-
meni ed i Copti hanno rispettivamente
un calendario proprio per le feste, ed
anche nomi speciali per i mesi; ma qui
è superfluo occupai'sene.
Calendario israelitico.
Nella sua forma attuale il computo
israelitico riinonta al IV secolo del-
l'era volgare.
l/anno è lunisolare ed i mesi, re-
golati sul corso della Luna, sono di
29 giorni o di 30. L' anno comune com-
prende 12 mesi, e r anno embolismico
ne comprende 13; questa aggiunta di
un mese complcnientare (detto Vca-
(lar) si fa 7 volte in ogni ciclo lunare
di 19 anni. Così dopo 19 anni si rista-
bilisce l'accor<lo con l'anno solare.
L'anno comune può avere 353, 351
o 355 giorni, e l'anno embolismico ne
può avere 383, 381 o 385, secondo che
è defìcienle, rerfolare o abbondante.
Qui non troverebbero posto le re-
gole del computo cronologico degli
- 13 -
El)rei. Bnstorh dire che iì priiuipii) Ogni giorno romincia al trnnìftnto
dell'anno cade sempre nel giorno del del Sole del giorno eivile precedonle,
novilunio piii virino all' equinozio ili e ]>articolarnionte il sabato principili
«titunno, e che la Pasqua, tissata al un'ora prinm di notte (nel ponierigj^io
T, dei mese di Nissan, precedo di IM «lei venerdì > e teriuinn la sera dopo a
-rni il primo dell'anno. Ma anche un'ora e un quarto di notte.
Mfste regole hanno le loro ecco/ioni.
Calendario maomettano.
Per espressa disposizione del Corano mese {Ziìhefffff) inveoe di 29 giorni ne
lino dei Maomettani è puramente In- ha 30 per lì volli) nel corso di un ciclo
IO. Ksso è diviso in 12 mesi, alternati- di 80 anni. Così l'anno comune ha :^*>4
> amente di ;J0 e di 2^ giorni. L'ultimo giorni e l'anno intercalare ne lia 8r>5.
Calendario copto.
In questo calcndai'io, che è usato 11 principio dell'anno è al 29 agosto
lì.i una i>arto «Ielle popolazioni del- del calendario giuliana», o al 30 negli
1 l'gitto e dell'Pitiopia, l'anno è diviso anni bisestili (e quindi all'Ilo 12 set-
in 12 mesi di 30 giorni ciascuno, a cui tembre del calendario gregoriano, ai
piT tre aiuii di seguito si aggiungono teuìpi attuali).
.'> giorni complementari o epagoìtieui. Nel ciclo <lei quattro anni ciascuno
.he «liventano 0 nel quarto aniio. Si di essi prende il uonie da uno dei
\ ('(le che la lunghezza dell'anno e quattro Evangelisti, con questo ordine:
iiteic.'dazione coincidono con quelle (Giovanni, Matteo, Marco e Luca. L'anj)o
I calendario giuliaiìo. Però nella se- di LiuM è il bisestile.
I.' degli anni il bisestile copto prò- h'èra j)iù tisitata è quella di Dio-
(.de di un posto il bisestile gin- cleziano o dei Martiii, avente l'origine
liatio. al 29 agosto 28t dell'era cristiana.
Articoli generali del calendario
per l'anno comune 1917.
Relazioni cronologiclie.
L':inno 1917 corrisMcud.» Jiiraniio:
6330 del )>.riodo giuliano: 2664 d 11' èra di Nrtbona«;sar ;
7-435 dell .1:1 l.i/.aiitina (dalla creazione del 5677 dcHèia isra^litic;i. anno che comln*
inondui; eia il 2.S setleinlire IVIU e tiii sce il Ili
2693 delle olimpiadi (!•• anno della 074» settcinl)re 1917;
olimpiad«>): 1335 dell'egira (èra m.ioinettin»a). anno che
2670 dalla fundazione di Roma, secondo comincia il 28 ottobre 1«I0 e llnis«'e il
Varrone; li> ottobre 1917.
Clementi del computo ecclesiastico gregoriano.
Nnme-o d'ero is Lettera domenicale O
Epatta <J Indizione rommia Ij
Ciclo M)larc TÀ . I-ettcra del marti rolo>;io .... f'
I
Feste mobili.
Settna^je-^im.-i 4 fid)l)r*io .\s«en-iion^ ft:io\edi) . . 17 in «rf 16
Mercoledì delle ceti n . 21 , Pente.N.ste 27 ,
1» domcn. di qiiaiv.'sima. 2.'» - Ws. Tiln t.i 3 ^iu^no
Pasqua di resnrre/.ione . ?• aprile Curpun Itomii'i 7 ,
l(0!<a/.ioni . . . H, l.ì e Iti m.ig>?io !• doineii. dell avvenlu. 2 dic^mb.
Nel rito ambrosiano le Ho„'azioni cominciano il 21 iua;;ó'io « > aTvei to principia
oovembia.
14
DI p>'ma\
Quattro Tempora.
2H febbr.. 1 e ^ iii:,r/o.
:{() niiivfc'io. 1 e 2 giiij,'no.
D'antutina ,
D'inverno .
10, 21 e 22 sptt.^n.bie,
lit. 21 f 21 dic'tMnl.itì.
Anno 1917. - CALENDARIO DELLA CHIESA GRECO-RUSSA.
DATA NK.K (
AT-KNDATtlO
OIOKXO
^^
GREGORIANO
Oiri.IAKO
(Iella
DENOAIINAZ.OXE DELLE FLSTK
(nuoto s-!i,'i>ì
(torchiò Uli'f)
><etMmana
1917
1916
7 f^eiiiìaio
25 (lifembr.;
domen.
Natività di Gesù Cristo.
« „
2»;
lunedi
Festa della Madonna.
y
27
1917
martedì
Santo Stefano.
H
1 gennaio
domen.
Circoncisione. ~ Capo d'a.ino.
i«
<•. .
venerdì
Teofania (Kp faiiia).
20
7
sabato
Adunata del Precursore.
4 febbraio
22 ,
donn'n.
Pomehifu del PuhliUciino e. del Fui-) o.
11
■■^9
domen.
I)niii&iti<a dtì Figliiihl Piodùjo.
12
30
lunedi
HS. Jerarchi Basilio, fìreg. e Giov. ( risostumo.
IS Y)
2 felibiaio
giovedì
Pnriflc.izione.
18 „
5 „
domen.
Domenica del Giudizio unirers de !in Unssiai:
della Carne (in Grecia).
25
12
domen.
Di»»en. del Canterale, o del Form '.(/</"«.
2tj „
1'^ «
lunedi
Principia il difiinno rigarono di Pasqua fqnaros ).
4 muizo
l'J
domen.
J'rimn donien'ca di quaipainia.
2"^
9 marzo
giovedì
Quaranta martiri di Sebaste.
7 aprile
25
sabato
Annunciazione di Maria Vergine. — Festa disila
indipendenza della GrtCia.
8
2f'.
domen.
Doiuenira dt-Ve P.lme.
13
31
venerdì
Venerdì San o.
IS «
2 aprile
domen.
l'dsqiia di resurrezione. — Due giorni di festa.
<5 maggio
2;j
domen.
S. Giorgio.
y «
2»;
in e reo!.
Co'isacr.d n'acqua, in Russia in Grecia il fi genn.).
24
11 maggio
giovedì
Ascensione di O. Cristo.
M giugno
21
domen.
Pentecoste. — Due giorni di festa.
lo ^
•js „
domen.
.«C.Sr. TrinUà.
H
29
lunedì
Principia il digiuno degli Apos'ol! o di S. l'ielro.
7 luglio
24 giugno
sabato
Natività di S. Giovanni Battista.
12
29
giovedì
SS. Pietro e Paolo.
14 agosto
1 agosto
martedì
Principia il digiuno della Madonna.
19 „
•> 1
domen.
Trasfigurazione di G. Cristo.
28
15
martedì
Assunzione di Mnria Vergine.
1 1 settembre
29
martedì
Decollazione di S. Giovanni Battista.
12 ,
30 r,
mercol.
SanfAlessandio Newski.*
iil «
.s settombie
venerdì
Natività di Maria Vergine.
ii'? «
14
giovedì
Esaltazione della Croie.
.s novembre
26 ottobre
giovedì
San Demet io.**
28
15 novembre
mercol.
Principia il digiuno di Natile.
4 dicembre
21
niiirtedì
Presentazione di :\[aria Vergine al tempio.
18
3 dicembre
domen.
Prima dninetiiia dell' Avvento.
19
6 «
mercol.
San Nico'a vescovo di Myra (Lycia), di cui il
corpo si venera a Bari: protett. dil:a Itiisslu.
22
^
sabato
Concezione di Maria Vergii.e.
25
12
martedì
S. Spiridione.**
1918
7 gennaio
25
lunedì
Nativii;à di G. Cristo.
» T)
2<5
martedì
Festa della Madonna.
9
27
mercol.
S. Stefa-to.
NB. — Le feste mob li sono stampate in corsivo. I sej
mente feste speciali della Russia e delta Grec'a.
indicano rispettiva-
CALENDARIO ISRAELITICO e sua
concordanza col calendario g^regorlano.
1>ATA
«ilORNO
DATA
DENOMINAZIONK DKI.LK FKSTK
Ufi caleud.
gregoriano
«lellM
settimana
nel caieiia.
israelltUo
(diro tutti t 8:ib.itl)
1917
5677
fanno comune ie;jrolare).
1 gennaio |
lunedì
7
Tebet
4
•liove lì
Ut
^
Digiuno. Assedio di (ìernsalemine (Nabuiicodo-
24
iiieruui.
1
Seebat
liiosor).
23 f.'M.iaio
yenerdì
1
Adar
7 in:ii/.o
inerool.
VI
^
Digiuno di F.sler.
«
giovedì
14
.
l'rimo Piirim o l'esla dei dadi.
y
venerdì
1.)
-
Secondo l'nriih o l'niim Kfiniiiaii (da Susa, l' mi-
tica città della rersiu).
24
sabato
1
Ni-an
Principio dell'alino religioso.
7 aprile
sa .aio
15
"
J'esa h (Piisquii) o festa-'tlelle Azzime *. Otto
giorni di testa, di cui .solenni i dne primi e
2:j
lunedì
1
Ijnr
|i due ultimi.
li» niag,'io
giovedì
14
resach Sretiì: seconda Pasqua (per chi uon potè
celebrare la prima).
.)■)
martedì
1
Sivan
-'
dunien.
0
«
Sdaniot (renteco.ste) o festa delle sottiinane ♦.
Due giorni di festa *.
•I ìjin/no
giovedì
1
'l'aninz
hi-ho
domeit.
IS
.
Digiur.o. Fjipugnazione del Tempio (Sabuccodo-
venerdì
l
Ab
Inosort.
- '
doraen.
1»
"
l)i;.'inrio. Incendio del Tempio. Prima e seconda
distruzione (Nabttcoodunusor e Tito).
l'J ft-Msto
domen.
1
r.ini
C678
(anno comune abbondante).
17 seltpm1)i-e
lunedì
1
Tl^r^
I{(ut- Ascili ii'\ o Capodanno*. Dne giorni di fe^ta*.
'
mei-col.
a
»
Digiuno di Chediilià (uccisione di (Ibedallà, luo-
gotenente lasciato da Nabnccodonosor nella
conquistata Diudea). .
-'' r
menol.
10
.
Kipur o festa del gran perdono (espiazione! *.
1 oM..l>ie
lunotti
i:.
-
Succot o festa delle capanne *. Otto giorni di fe-
sta, di cui sono solenni i due primi e 1* ultimo.
y f.
martedì
23
,
Sim/iuf Torà o l'allegrez/.à della Legge *.
17
men-ol.
1
Hesviin
Ifi ii<.v.-inl.re
venerdì
1
Chislev
It» dicembre
lunedì
25
^
Ilanucà o festa delle lumiere (dedicazione del
1«
domen.
1
Tebet
(Tempio».
25
martedì
10
„
Digiuno. Asse 'lo di Gerusalemme (Nabuccorto-
nosor".
NB.
Le feste segnate * sono solenni.
CALENDARIO MAOMETTANO e sua concordanza col calendario gres^orlano.
DATA
nel calei d.
;:reg<»r)ano
1917
1 gennaio
fr-bbralo
marzo
a; rile
iiiu.-kìo
OIOKNO
della
settiiiiHir
lunedì
3al»;itu
giovedì
venerdì
mercol.
domen.
luiiedi
lunedì
sabato
uieivol.
DATA
nel calend.
maomettano
DENOMINAZKiNK DKLLK FESTK
(oltre a tutti i venerdì [digiuno] i
(anno comune).
31u'ud-al-Ka''i (nascita del Profeta).
1335
7 Kabi awel
12
1 It.ibi :ikhor
1 (ìiatnad aw.-l !
20 , I Pre.sa di Costantinopoli (29 V u:.3).
t Oinniad akh^r
I 1 Uegeb
11.)
'Ci.ibau
Ltihih-iif-tihii h'fh (notte del mi-tero o la con-
cezione del Profera».
Leiliiìfn'- Minuti (u^cons^uiid del rrofela).
-IG-
DATA
nel CHlend,
CilOKNO
della
DATA
Tit'l ciilend,
DENOMINAZIONE DELLE FESTE
gregoriano
nettlniaiiH
maomettano
(oltre a tutti i venerdì [digiano])
6 giugno
ni e reo 1.
15
Sclaban
Lelhih-fiJ-Derat (festa dell" epurazione).
21
giovedì
1
llamadan
Principia un ri;3'oroso digiuno per tutto il
mese: è permesso mangiare solo durante
la notte.
n luglio
mariedi
27
"
Lei'ah-al-Ciidr Cnotte della potenza, in cui
discese dal cielo il Onranoi,
19 „
giovedì
20
Giorno di duolo e penitenza (disfatta dei Tur-
chi sotto le mura di Vienna, 1(583).
21
sabato
1
Rciawal
A' id-al-fethr (rottura del digiuno). Festa del
grande Beiratn. Tre giorni di fes'a.
6 a;.jo.sto
lunedi
17
„
A' id-Gazat-al-OMlt'l (vittoria al monte Obud).
10
venerdì
21
^
ScÌ!4ce-al-Camar ■ {feata, della scissione della
19
doiuen.
1
Zik-ade
[luna).
18 settembre
martedì
1
Zilhegge
'27
giovedì
lo
TI
Janm- al -Corba n (giorno del sacrifizio o del
piccolo Beiram).
10 ottobre
mercol.
23
1336
A'id-ul-Me.^silehah (festa della pace),
(anno abbonlante).
17
merool.
1
Moarem
Cano d'anno.
2G
venerdì
10
«
A' id-al-Asciiira (digiuno rigoro-o in memo-
lia dell' assassinio di Hussein, nipote di
16 novemlire
venerdì
1
S:ifar
[Maometto).
15 dicembre
sabato
1
Rat)i awel
'ài
lunedi
JL
«
CALENDARIO ETIOPICO (degli Abissini cristiani) e sua concordanza
col calendario gregoriano e giuliano.
DATA
GIOUNO
DATA
DATA
DENOMINAZIONE
'
nel calend.
della
nel calend.
nel calend.
gregoriano
settimana
giuliano
etiopico
DELLE FESTE
1917
19:6
1633
(anno comune, di S. Matteo),
1 gennaio
lunedì
19 dicemb.
23 Thiissas
7
domen.
2;)
29
Natale.
9 ,
martedì
27
1917
1 Ter
19
venerdì
(! gennaio
11
Battesimo di G. Cristo.
8 febbraio
giovedì
2C
1 Jecafit
10 marzo
sabato
25 febbraio
1 Magavit
7 aprile
sabato
25 marzo
23
Annunciazione della Madonna.
8 «
domen.
2l> y,
30
Domenica delle Palme.
9 «
lu edi
27
1 a! ai zia
15
domen.
2 aprile
7
Pasqua di risurrezione.
9 maggio
mercol.
2«
1 Gheubot
21
gi >vedt
11 maggio
1«
Ascensione di G. Cil.-.to.
21
26
Pentecoste.
8
venerdì
26
1 Sanie
8 luglio
domen.
25 giugno
1 Ham'iè
7 acrosto
martedì
25 luKJi )
1 Nahasiò
5 settembre
mercol.
23 agosto
30
6 „
giovedì
24
1 Rpoffom.
1634
(anno comune, di R. Mavco).
11
martedì
29
1 Mascarem
11 ottobre
giovedì
28 settemb.
1 Tekmet
10 iiovembie
sabato
2S ottobre
1 Hèdar
10 dicembre
lunedì
27 novemb.
1 Thàs>as
31
lunedì
18 dicemb.
22
1 Copti («lell'Alto Egitto) e gli Abissini cristiani (Ktiopi) liauno 7 tV.ste grandi, die som» «jiiclle
qui sopra notate; di esse le prime tre sono fìsse. Inoltre nel calendario oo|»to ed etiopico vi è im
gran numero di altri giorni festivi. Le feste piccole principali (tutte relative a G. Cristo) sono le
seguenti : Circoncisione, Primo Miracolo, Presentazione nel Tempio, Venuta in Kgitto, Trasfigu-
razione (queste sono fisse) ed inoltre il giovedì santo e la domenica di S. Toniasn (inoldli).
Abbreviazioni e simboli impiegati
Abbreviazioni
giorno (lial latino die.^)
ora (dal latino fiora)
minuto ( , »„^„^
secondo ) '^' *^"^P«
E.
» fjrado
' minuto ) ,,
" secondo { ^ *'<^°
t. m. e. tempo raedlo clvrte
e. Europa centrale.
li un errore da evitarsi, bencliè sia
(lueiite, quello di indicare i minuti
--ticondi di tempo con gli apici ' e ".
losti segni sono riservati ai minuti e
^.londi d'arco, e conviene sempre evi-
tare le confusioni.
Bisogna poi badare anche alla orio-
ifìn dei numeri. Quando si scrivono
! numeri composti di ore, minuti e
secondi di tempo, oppure di gradi, mi-
nuti e secondi d'arco, bisogna tener
i^!*»sente che la suddivisione non è do-
:nale, ma sessagesimale, e perciò non
• nviene far uso della virgola (o del
jiunto) per separare i diversi ordini
di cifre, bastando all'uopo im po' più
di spazio bianco. Nei libri di Aritme-
tica s'insegna che la virgola è il segno
di separazione tra gli interi e i deci-
mali; quindi è un errore lo scrivere,
per es., oro 2,30 per significare 2»* 80";
il numei-o scritto a quel modo signifi-
cherebbe propriamente 2 ore e 30 cen-
tesimi di ora. Per la stossa ragione, che
la suddivisione è sessagesimale e non
centesimale, è pure un errore di orto-
grafìa lo scrivere per es.: 52». 08'. 03";
quegli zeri non c'entrano, essendo la
suddivisione sessagesimale. Invece bi-
sogna scrivere 52° 8' 8", e leggendo si
pronunzia 52 gradi, 8 primi e 3 secondi.
Volendo scrivere coi numeri " quattro
uomini e un caporale „, si scriverebbe
forse 04 uomini e 01 caporale?
S. . Sud
Punti cardinali dell'orizzonte
W. Ovest N. Nord
E. Est
In un Congresso meteorologico inter-
nazionale tenuto a Vienna nel 1873 fu
deciso di adottare, per i quattro punti
cardinali, le iniziali dei nomi inglesi.
Per conseguenza l'O degli italiani e
francesi {Ovest, Guest) fu sostituito colW
degli inglesi {West), e 1*0 dei tedeschi
{Ost) fu sostituito con l'È comune alle
altre nazioni {Est italiano e francese,
Eust ingl.). Poco a poco questa conven-
zione unificatrice si estese dalla Meteo-
rologia all'Astronomia e alla Geografia.
% stella
© Sole
([ la Luna In generale
Aspetti degli astri
opposizione cP
Congiunzione c^
Quadratura Q
Nodo asi-eadente Q
Nodo discendente ^
Acquario <>»
Pesci X
Ariete Y
Toro
Gemelli
Cancro
Simboli zodiacali
Leone
Vergine
Bilancia
Scorpione l'I
Sagittario ,^
Capricorno 7
2
y ^rF.RCURlO
5 La Tkkra
- 18 -
Simboli planetari
(f Martk
4 «lOVK
t-) SAtCllNO
'i^ Ukano
^ Nki-ì-uno
0 Novilunio
Fasi della Luna
3 Primo Quarto
® rienilunio
ij: Ultimo Quarto.
Anno 1917
Principio delle stagioni astronomicKe
Primavera 21 marzo a
Estate 22 giugno „
51' 37n
1 15
Questi dati valgono per l'intero globo
terrestre, ma naturalmente bisogna ba-
<lare che nell'emisfero australe le sta-
gioni sono contrarie e simmetriche
(Ielle nostre. Quando da noi comincia
la primavera, noli' emisfero australe co-
mincia l'autunno, e così via.
NoUa Meteorologia il principio delle
Autunno 23 settembre a Ifi'' Om
Inverno 22 dicewibre „ lo 40
stagioni si assume al principio dei mesi
di marzo, giugno, settembre e dicem-
bre di ogni anno.
NB. — Gli " ingressi del Scie nei
segni dell'eclittica ,. sono dati piìi avan-
ti, in testa alle effemeridi mensili del
Sole e della Luna per l'orizzonte di
Roma.
Novilx&ni e pleniluni secondo l'tiso ecclesiastico.
L. P. ® 8 gennaio
L. N. # 25
L. P. ® 7 febbraio
L. N. © 23
L. P. (g) 8 marzo
L. N. ^ 25
L. P. (2) T aprile
L. N. • 23 ,
L. P. (g) 6 maggio
L.N. # 23 ,
L. P. © 5 giugno
L. N. # 21
L. P. (2) 4 luglio
L. N. © 21
L. P. (J) 3 agosto
L. N. ^ 19
L. P. ® 1 scttemb.
L, N. 9 18 settembre
L. P, (J) 1 ottobre
L. N. # 17
L. P. ® 30
L. N. ® IC novembre
L. P. ® 29
L. N. Q 15 dicembre
L. P. ® 28
NB. — Le fasi astronomiche della Luna sono date più avanti,
ridi mensili del Sole e della Luna per l'orizzonte di Roma.
testa alle efTeme-
£ dissi.
Nell'anno 1917 si verificheranno tre eclissi lunari e quatti-o solari, tutte
senza importanza per l'Italia, eccettuata la seconda eclisse lunare (4-5 luglio).
I. — Eclisse totale di Luna, 8 gennaio
visibile in parte in Italia.
Opposizione vera della Luna col Sole 8'> 12ra
-, , L LL ( con la penombra 5 36
Primo contatto { „„„ ,. ^' . .„ « -^
V con 1 ombra 6 oO
Principio della fa<e tota'e 8 0
Mezzo dell' eclisse 8 45
Fine della fase totale 9 29
T,,^. . .1 f con r ombra 10 39
Ult.mo contatto I ^^^^ ,^ p^,^^,,,.,^.^ ^^ ,3
Granlezza deirrc'isse: 1,37 dil diametro lun.ire.
Primo contatto
-^ 10 -
A Homn, il dì R gpnnnio 1017, la noni- ovest dell'Africn, nello due Ame»
Luna tramonta a 7'' 41'", oioònl minuti rioho e nelle parti centrali e orientali
dopo il vero principio dell' eclisse (pri- dell'Oceano pacifico. La fine è visibile
nio contatto con roml>rn) «^ 10 minuti nell'America Hettent rionale, n«l nord*
avanti il i)rincipio della fase totale. ovest dell'America meridionale, nel
Il principio dell'eclisse è visibile nord e nord-est dell'Asia o nell'avi
nell'Europa centrale e occidentale, nel dell'Australia.
IL — Eclisse parziale di Soie, 23 gennaio
visibile In parte In Italia.
Congiunzione vera della Luna col Sole S"» 40".
Da per tutto in Italia, il 23 genn. 1917, più occidentali della f'rancia e la pe-
il S^ole sorge già in parto eclissato. nisola iberica occidentale e centrale;
L'eclisse è visibile in Europa, ec- nell'Africa settentrionale, in Arabia e
cettuando la Gran Bretagna, le parti nell'Asia occidentale.
III. — Eclisse parziale di Sole, 19 giugno
invisibile la Itnlla.
Conginnzione vera della Luna col Sole H»" 2".
L'eclisse è visibile nell'ovest del Canada, nell'Alaska, nella Siberia. n«I nord-
ove.st della Russia e nelle parti settentrionali di Scandinavia e (Jrocnlandia.
IV. — Eclisse totale di Luna, 4-5 luglio
vi.sil)ilc in Italia.
Oi)posizione vera della Luna col Sole 22*> 40"»
con la penombra 19 56
con r ombra 20 52 I «If 1 <
Principio della fase totale 21 51 | >"g>i"
Mezzo dell'eclisse 22 39
Fine della fase totale 23 27
TTu:™^ -,^.,f„^f/^ / con l'ombra 0 25 \ del .s
^'*'™« ^°"*^'*° I con la penombra 1 21 / l..«llo
Grandezza deU'ecl'sse: ì.&l del diametro lunare.
A Roma, la sera del 4 luglio 1917, Asia (eccettuato il nord-est), in Austra-
la Luna sorge a 19'' 39'". cioè 73 minuti Ha, in Africa e in Europa (eccettuato il
avanti il vero principio dell'eclisse nord-ovest). La fine è visibile nell'Aii-
(prinjo contatto con l'ombra). stralia occid., nel sud-ovest dell'Asia, in
Il principio dell'eclisso è visibile in Europa, in Africa e nell'America morid.
V. — Eclisse parziale di Sole, 19 luglio
Invisibile in Italia.
Congiunzione vera della Luna col Sole i"» 0».
L'eclisse è visibile sull'Oceano glaciale antartico, a sud dell'Australia e
f.uir(>ec.'ino indiano.
VI. — Eclisse anulare di Sole, 14 dicembre
invisibile in Italia.
Congiunzione vera della Luna col Sole 10»« 17"
L'eclisse è visibile nella parte più a sud dell'America nierid., nell'AustraH.i
cidHnf.ilti ♦' sulle parti più meridionali degli Oceani atlantico e indiano.
VII. — Eclisse totale di Luna, 28 dicenibre
invisibile in Italia.
t'I. posi/ione vera della Luna col Fole 10^ 52»
Grand) zza dell'eclisse: 1,01 del diametro lunate.
20
T)t\ per ttitto in Ifnliji, il 118 dicem-
1)1-6 1917, la Jjunu li-amonta avanti il
vero ])i'ineii)io dell' oclisae (primo con-
tatto con l'ombra), che avviene a 9ii5"'.
Jl principio dell'eclisso ò visibile
nelle due Americhe, snll'Ocenno paci-
fico e nell'estremo nord-est dell'Asia.
].a iìne t' visibile nell'America del nord,
nell'Asia orientale e in Australia.
Calendario perpetuo giuliano e gregoriano.
Nell'Almanacco itah'ano del 1910,
pag. 1()-19, fu riprodotta la tavola del
calendario perpetuo nella forma in cui
è data da U. Bouciikt {Uéméroloffìe,
pag. 524 e seg.). Per difetto di spazio
qui la si omette, limitandoci alle se-
guenti spiegazioni.
Is'el calendario perpetuo sono notati,
uno dopo l'altro, i 365 giorni dell'anno;
il 29 febbraio degli anni bisestili non
è considerato. Vi sono poi tre altre co-
lonne: la I*, intitolata Numero d'oro,
serve a trovare i giorni dei noviluni
(e quindi anche le altre fasi e l'età
della Luna) nel calendai'io giuliano; la
11^ colonna, intestata Epatta, serve al
medesimo scopo nel calendario grego-
riano, e la 111% della Lettera domeni-
cale, è destinata ad indicare la corri-
spondenza tra i giorni del mese e quelli
della settimana.
Fino dai primi secoli della Chiesa
i numeri del ciclo metonico furono in-
scritti nel calendario, come un mezzo
facile di trovare i noviluni di un anno
qualunque. Basta perciò apporre il nu-
mero d'oro 1 a tutte le date dei novi-
luni del primo anno del ciclo, il nu-
mero d'oro 2 a tutte le date analoghe
del secondo anno, e così di seguito fino
al numero 19 che chiude il periodo;
ciò fatto, quando si vogliano sapere i
giorni dei noviluni in un dato anno,
basterà prendere nel calendario i giorni
segnati col numero d'oro di quell'anno.
Ciò vale per gli anni computati secondo
la regola giuliana, tuttora in vigore
presso i Russi, i Greci ed i cristiani di
Oriente.
Nel computo gregoriano lo date dei
noviluni nel corso di un dato anno si
ottengono mediante l'opatta. Nel calen-
dario sono scritte in ordine retrogi*ado
le epatte, di fianco ai successivi giorni
dell'anno, incominciando da 30 (ossia 0)
che corrisponde al 1" gennaio e conti-
nuando così periodicamente fino al ter-
mine dell'anno. Con questo semplice
artifizio si ottiene che / giorni dei no-
viluni in mi dato anno siano quelli che
nel calendario perpetuo sono segnati dal-
l'epatta di quell'anno. Ciò è reso mani-
festo, per la prima lunazione dell'anno.
dal seguente esempio, nel quale si è
supposta r epatta dell'anno =- 23, e
quindi l'età della Luna al 1"» gennirio
- 24:
Ktà (Ifìla
eli mi l.vna Epatte
Gennaio 1 21 30
2 2Ó 29
3 2(> 28
4 27 27
5 28 26
« 29 25
7 30 24
8 1 23 novilunio
9 2 22
10 3 21
La stessa cosa, cioè la coincidenza
dell' epatta annuale col giorno del no-
vilunio, si verifica nel resto dell'anno,
in grazia della ripetizione ciclica delle
epatte scritte in ordine retrogrado nel
calendario. Per effetto di questa dispo-
sizione le date segnate da una mede-
sima epatta si succederebbero a inter-
valli costanti di 30 giorni. Ma poiché
le lunazioni si fanno alternativamente
di 30 e di 29 giorni, in quelle di 29 è
stato necessario accoppiare due epatte
in un medesimo giorno, oppure omet-
terne una del tutto. Per la durata della
lunazione è indifferente che si tralasci
un' epatta piuttosto che un'altra. Tut-
tavia i riformatori del calendario vo-
lendo dare soltanto 29 giorni, secondo
l'uso antico, al mese lunare di Pasqua,
hanno stabilito che 1' epatta accoppiata
sia 25; perciò questa epatta è precisa-
mente quella che è stata omessa nei
mesi lunari cavi, o di 29 giorni, del ca-
lendario perpetuo sopra citato. Per tro-
vare con questo calendario i noviluni
di un anno la cui epatta è 25, bisogna
osservare la seguente regola: si prende
r epatta 25 nei mesi lunari in cui è segna-
ta, e in quelli in cui manca si prende in-
vece l' epatta 24 nel caso che il numero
d'oro sia minore di 12, e l'epatta 26 quan-
do il numero d'oro sia maggiore di 11.
Negli anni in cui concorre il nu-
mero d'oro 19 con l'epatta 19, come
per esempio l'anno gregoriano 1690, il
31 dicembre è considerato come segnato
nel calendario perpetuo dall' epatta 19
21 —
invece che dall' epatta 20: allora si tro-
vano due noviluni in dicembre, l'uno
al giorno 2 (epatta regolare lUj e l'altro
al 31 del mese (epatta eccezionale 11>).
Senza questa procauzione, in un anno
avente il numero d'oro \\) e l'opaltn 1*.),
il calendario perpetuo non avrebbe dato
nessun novilunio dal 2 dicemb. di quol-
lanno al 80 gennaio dell'anno seguente,
ohe ha 1 \n\v numero d'oro ed 1 per
»»patta. Questo caso non si presenterà
l>iij tino all'anno gregoriano 8511. del
(^uale il numero d'oro è 10 e l'epatta l\>.
IJiguardo alh\ lettera domenicale o
alla sua funzione nel calendario per-
petuo, non occorrono altro spiegazioni,
dopo quelle già date nella inti'oduziono
ronologica.
Mediante il calendario perpetuo di-
\enta cosa facilissima il determinare
la data della Pasqua per un anno qua-
lunque, del quale si conosca l'epatta
la lettera domenicale. A partire dal
giorno 8 di marzo si cerca nel calen-
lìario il giorno segnato con l'epatta
dell'anno proposto: questo è il giorno
del novilunio ecclesiastico, o quindi ag-
giungendo 13 unità alln sua data, si ot-
itMie il giorno del plenilunio pasquale;
allora poi, mediante la lettera domeni-
( ale. si trova subito la data della do-
menica susseguente, cioè della Pasqua.
Eseìtipio per l'unno 1917. — L'epatta
è 6, la lettera domenicale è Gr e il nu-
mero d' oro ò 18. Nel calendario per-
))etuo, a partile dal giorno 8 marzo,
s'incontra l'epatta G di fianco alla data
«lei 25 inai'zo: dunque il plenilunio ec-
flesiastico avviene il 7 aprile. Questo
;iiorno è segnato con F nella colonna
<lello lettere domenicali, e a questa let-
tera segue immediatamente la G, cor-
rispondente al dì 8 aprile. Dunque è
<luesto il giorno in cui cade la dome-
nica susseguente alpleuiluniopasqualc,
ossia è il giorno di Pasqua.
Aggiungo qui poche parole intorno
mI'uso antico, anzi antiquato, di dare
alle lunazioni i nomi dei mesi solari
comuni. Quest'uso non ha probabil-
mente altro fondamento allinfuori dello
1 edenze popolari, tuttora vive, intorno
'le supposte influenze della Luna sulle
^ Mende meteorologiche e sulla vita de-
li esseri terrestri. Già piìi d'un se-
>lo fa .1. J. La Landi; si |)ronunziava
"ulro una simile usanza. O Tuttavia
' iclie oggidì molti continuano a dare
alla lunazi(^>ne il nome del mese in cui
(1> i'oiin. itf.1 Tempx. 17*3 e r.14:
ivaiils, Uicvuibre li'<l.
essa ha cominciato. I computisti hanno,
quasi concordemente, seguito sempre
la regola opposta, secondo l'antico pre-
cetto : in quo coinpletur menai lunatio
(letur. Sia nell'una che nell'altra ma-
niera, questa usanza ò puramente con-
venzionale, e l'Astronomia non ci ha
assolutamente nulla a die vedere.
La regola dei computisti è sostentita
dal Clavio (Novi Calendarii Romani Àpo-
loffia, Roma," 1588, lib. II, cap. V), il
quale mostra che essa ha il suo fon-
damento nella distribuzione delle bi-
nazioni nei Vò anni del ciclo metonico.
Nel 1900, por esempio, che fu il primo
anno del ciclo corrente, l'epatta era 2ì),
e quindi la prima lunazione dell'anno
incominciava col 2 gennaio e finiva il
30, come si vede nel calendario perpe-
tuo. Questo era incontestabilmente e
per tutti la Luna di gennaio. La luna-
zione seguente, dal 31 gennaio al 28
feì)braio, doveva quindi essere attri-
buita al febbraio, e così di seguito: cia-
scuna lunazione prende il nome del mese
in cui termina, finché si arriva al mese
di settembre del 111° anno del ciclo
(anno embolismico o di 13 lunazioni).
A questo mese sono da attribuirsi 2
lunazioni, la I' che va dal 4 agosto al
2 settembre, e la 11* dal 3 settembre
al \° ottobre: ciò si desume dal calen-
dario perpetuo osservando che l'epatta
di quell'anno è 21. La lunaziotie se-
guente è quella d'ottobre, e va dal 2
al 31 ottobre; così per effetto dell' em-
bolisriio la Luna è rimessa d'accordo
col mese solare. Andando avanti, essa
ripiglia ad anticipare continuamente,
finché si accumulano tanti giorni quanti
bastano ad una nuova intercalazione, e
così si proseguo fino al termine del ci-
clo metonico.
Bisogna ricordare, a tal proposito,
che una lunazione (intervallo periodico
delle successive congiunzioni della
Luna col Solo o rivoluzione sinodica)
vale in media
2<Jd 12>' 41»» 2',8 = 29',5306,
e che il ciclo metonico è fondato sulla
equivalenza approssimativa tra hi du-
rata di 235 lunazioni
(2'J,5:JO(J X 2;J5 — 693»'.(;»)
e la durata di 10 anni giuliani di 3<')5
gioini e un quarto ciascuno
(365 '.-ij X 19 — «'.irr.) ',".•.).
I\>ichè una lunazione diu'a circa 20
giorni e mezzo, i computisti ni antichi
elle moderni formano i mesi lunari al-
ternativamente di 20 o di 30 giorni, di*
— 22
stinguendoli con le denominazioni di
cavi e pieni. Così se supponiamo che
un novilunio coincida col principiare
del primo giorno di un dato anno, alla
fine di quell'anno si conteranno 12 lu-
nazioni intere, che formano 354 giorni,
con un residuo di 11 giorni se l'anno
ò comune e di 12 giorni se l'anno è
bisestile. In ragione di 12 lunazioni
ogni anno, in 19 anni se ne contereb-
bero 228; ma 19 anni giuliani equival-
gono a 285 lunazioni, dunque ne avan-
zano 7, che sono da intercalarsi nel
periodo dei 19 anni e che perciò son
dette eìnhoìisHiiche.
Supponiamo che il periodo dei 19
anni comprenda 5 bisestili (come suc-
cede se il primo bisestile è imo dei
primi tre anni del periodo); allora 19
anni giuliani comprendono 365 X 19 +
5 = 6940 giorni. D'altra parte le 228 lu-
nazioni alternate di 29 e di 30 giorni
formano 114 X (29 + 30) = 6726 giorni.
Dunque per quelle 7 lunazioni inter-
calari o embolismiche rimangono di-
sponibili 6940 — 6726 = 214 giorni. Sot-
traendo da questi i 5 giorni introdotti
dai bisestili, ne vestano 209, che si pos-
sono formare con 6 lunazioni di 30
giorni e una di 29.
Poiché un anno comune supera di
11 giorni la durata di 12 lunazioni, è
chiaro che trascorsi i primi tre anni
di un ciclo metonico bisognerà inter-
calare la prima lunazione embolismica,
di 30 giorni, e ciò si ripeterebbe ogni
tre anni di seguito, se l'intercalazione
non lasciasse un residuo. Ma appunto
l)er questa ragione gli anni in cui si
contano 13 lunazioni sono distribuiti
irregolarmente nel ciclo metonico.
Anticamente questi erano gli anni
secondo, quinto, ottavo, undicesimo.
tredicesimo, sedicesimo e diciannove-
simo, cioè quelli a cui corrispondono
i numeri d'oro 2, 5, 8, 11, 13, 16 e 19.
Ma nella riforma gregoriana del calen-
dario quest'ordine fu mutato, e per i
7 anni embolismici furono stabiliti
quelli designati dai numeri d' oro 3,
6, 9, 11, 14, 17 e 19.
In conformità di queste regole è fa-
cile formare la seguente tavola, in cui
si parte dal 1900, che è il primo anno
del ciclo metonico attualmente in corso
e pel quale l'ef^atta era 29.
Lmiazioui Luiia/.iuni Etfi (l«-lla
Auuo Numero dopo durante Luna
d'oro il 19 JO l'auuo 0 "«uu.
1900
1
0
12
29
1901
2
12
12
10
1902
3
24
13
21
1903
1
37
12
2
1904
5
49
12
13
1905
6
61
13
24
1906
7
74
12
5
1907
8
86
12
16
1908
9
98
13
27
1909
10
IH
12
8
1910
11
123
13
. 19
1911
12
136
12
0
1912
13
U8
12
11
1913
U
160
13
22
19U
15
173
12
3
1915
16
185
12
14
1916
17
197
13
23
1917
18
210
12
6
1918
19
222
13
17
L'ultima colonna contiene le epatte,
le quali si succedono con un ordine
evidente, determinato dal fatto che
l'anno comune supera di 11 giorni la
durata di 12 lunazioni intere. Pei-ciò si
passa dall' epatta di \\n anno a qviella
dell'anno seguente aggiungendo 1 1 uni-
tà e togliendone 30 quando la somnui
è maggiore di 30.
AVVERTENZA GENERAI^E
relativa ai fenomeni planetari notevoli e alla visibilità dei pianeti.
Poiché Urano è visibile a occhio nudo nolo eccezionalmente e Nettuno non lo è
inai, le nostre effemeridi non contendono indicazioni relative a questi due lontanis-
simi pianeti. Esse considerano solamente i cinque pianeti conosciuti dayli antichi^
cioè Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno.
Le congiunzioni di questi pianeti fra loro, o con qualche stella, o con la Luna,
come pure le epoche delle stazioni, sono relative alla ascensione retta; invece quelle
dei pianeti col Sole sono congiunzioni in longitudine.
Ija congiunzione di 2)i(ineta con pianeta è data solamente quando la differenza
in declinazione non supera 3 gradi; quella di jìianeta con stella solo quando la
differenza in declinazione non supera 10 ^»V7«?.
-^t->-
— 23 -
1917 - GENNAIO
// SOLE 0 entra nel segno dell' AQUARIO ^^ (in longitudine 800» O')
il giui-no 20 a 15*» 37"»
Fani antronomlche S (^ L. P. il giorno 8» 8' 42">
dclU Luna > C U. Q. , IR a 12 43
L. N. il giorno 23 a 8') 4U"
P. Q. , 30 a 2 2
Luna apopea il giorno 10 a G"»
Luna perigea il giorno 23 a 14>>
Effemeride del Sole e della Luna per T orizzonte di Roma
in tempo medio civile dell' Europa centrale
L
ItiKNO
O SOLE (centro) !
pS LUNA
(centro)
3
1
1
ti.
^4
II
e:
11
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2
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1
2
3
h m
7 4
7 4
7 4
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7 40
7 40
7 40
h »n s
12 13 38
14 7
14 35
h m
10 48
16 48
16 49
h m
17 24
17 24
17 25
h m
11 53
12 22
12 56
h »,
18 56
19 45
20 35
h m
1 2
2 10
3 17
8
9
10
1
2
3
G
V
4
6
6
7 4
7 4
7 4
7 40
7 40
7 40
15 2
15 29
15 56
16 60
16 51
16 52
17 26
17 27
17 28
13 35
14 22
15 14
21 26
22 18
23 10
4 22
6 22
6 16
il
4
5
6
7
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L
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7
8
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7 4
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7 40
7 40
7 40
le. 22
16 48
17 13
16 53
16 54
16 55
17 29
17 30
17 31
16 11
17 11
18 13
....
Ò ' Ò
0 48
7 2
7 41
8 14
14
15
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V
10
11
12
7 4
7 4
7 4
7 39
7 39
7 39
17 38
18 2
18 25
16 56
16 57
16 58
17 32
17 33
17 34
19 14
20 14
21 14
1 33
2 15
2 67
8 41
9 5
9 28
17
18
19
10
11
12
s
D
L
13
14
15
7 3
7 3
7 2
7 38
7 38
7 38
18 48
19 10
19 32
17 0
17 1
17 2
17 35
17 36
17 37
22 16
23 17
3 87
4 18
4 69
9 49
10 10
10 32
20
21
22
13
14
15
If.
IT
M
M
16
17
18
7 2
7 2
7 2
7 37
7 37
7 36
19 53
20 14
20 33
17 3
17 4
17 6
17 38
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Per le riduzioni ad altri liio:ihl d'Italia e per la durata del cropuscolo^ astronomico,
. le spiegazioni date dopo le effemeridi.
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1917 - FEBBRAIO
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Luna apopea il giorno 6 a 10''
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Effemeride del Sole e della Luna per T orizzonte di Roma
in tempo medio civile dell' Europa centrale
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Per le ridnzioni ad altri lun}:l\i d'ItaMii e per la dn ata del crepiisco'o a^stronomico,
vedi le spiegazioni date dopo le effemeridi.
Suono del.' Ave Maria (firta mm'*n avanti i! Insrc e dopo il Iramonlo dei Sole)
Mattina
dal giorno 1 al 3
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della Luna ) C ^^- Q- « 16 a 13 33
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Effemeride del Sole e della Luna per T orizzonte di Roma
In tempo medio civile dell' Europa centrale
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per la dui'u;a dui crepuscolo ustronomico,
Per le ridu/ioni ad altri luu^-hi d'Italia
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Suono dell'Ave Maria \iu\ «rzi'tri iTiali il Idirf r dipi il triaoBU it\ Si!r)
dal giorno I al 7 «•• lo»
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il giorno 20 a 17'' 17"»
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vedi le spiegazioni date dopo le efTemcridi.
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dal giorno 1 al 21
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vedi le spiegazioni date dopo le eiì'emei-idi.
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30
Per le riduzioni ad altri luoghi d'Italia e per la durata del ci-epusoo!o astronomico,
vedi le spiegazioni date dopo le effeiueiidi.
Mattina
Suono dell'ave Maria ((irta ifii'ira miti il Ir.m t dtpt il traitnlt del Sili)
(dal giorno 1 al
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- f52 -
1917 - OTTOBRE
Il SOLE ® enfia nel segno dello SCORPIONE ffl^ Un lonyiludine 210<^ u')
il giorno 24 a Qi^ 44"»
Fani astronomiche ) £ U. Q. il giorno 7 a 23'» 14™
della Luna i <d 1>. N. « 16 a 3 41
3) P. Q. il giorno 2J a 15''3fem
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Effemeride del Sole e della Luna per T orizzonte di Roma
In tempo medio civile dell' Europa centrale
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31
Per le riluzioni ad altri luoghi d" Italia e per la durata del crepuscolo astronomico,
vedi le spiegazioni date dopo le effemeridi.
Suono dell' >\ve Maria (tirca ntii'trt ivtoli il le?Br« e dop* il tramont» del Sile)
11 giorno 1 51' 30™ 1 [ dal giorno 1 al 9
dal , 2 al 14 5 45 o_^ I , 10 al 18
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Effemeride del Sole e della Luna per T orizzonte di Roma
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Effemeride del Sole e della Luna per T orizzonte di Roma
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20 n
2 51
10 18
18
16 38
17 14
21 21
3 40
10 50
19
16 3S
17 13
22 22
4 25
11 18
20
16 38
17 13
23 22
5 7
Il 43
21
16 88
17 13
....
5 48
12 6
22
16 37
17 13
0 21
0 29
12 28
23
16 37
17 13
1 21
7 10
12 51
24
16 37
17 13
2 21
7 52
13 16
25
16 37
17 13
3 22
8 36
13 44
26
16 37
17 13
4 26
9 21
14 10
27
16 38
17 14
5 32
10 16
14 56
28.
16 38
17 14
6 30
11 11
15 40
29
16 38
17 14
7 33
12 9
16 44
1
16 38
17 It
8 29
13 7
17 50
2
16 38
17 14
9 14
14 5
19 1
3
16 39
17 15
9 53
15 0
20 15
4
16 39
17 15
10 26
15 53
21 19
5
16 39
17 16
10 55
10 44
22 42
6
16 40
17 16
11 23
17 33
23 55
7
16 40
17 10
Il 51
18 23
8
16 41
17 17
12 20
19 13
1 6
9
16 41
17 17
12 52
20 5
2 18
10
16 42
17 18
13 29
21 0
3 30
11
16 42
17 18
14 12
21 50
4 39
12
16 43
17 19
15 2
22 52
5 44
13
16 44
1/ 20
15 59
23 47
6 42
14
16 44
17 20
17 0
....
7 32
15
16 45
17 21
18 3
0 41
8 14
16
16 46
17 22
19 6
1 31
8 49
17
16 47
17 23
20 8
2 18
9 19
18
Per le ridazioni ad altri luoghi d'Italia e per la durata del crepuscolo astronomico,
vedi le spiegazioni date dopo le effemeridi. |
Suono dell' >\ve Maria (Mns mm'ora «vanti il Imre e dtpi il trinooU drl S«lf)
i dal vi'v.no 1 al 4 fii' 4:r- | j d*'
0 S!-Il\
Mattina
1 al 4
5 Hi 21
25 »l 31 7 i:
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fioi-iio 1 al 6 17''
7 a:r 11 17
ti 31 li U
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GENNAIO-1917
IL FIRMAMENTO - Appetto lo _ Ore 21 - 20.
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Màcch.
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EST
SUD
WEST
Fenomeni planetari notevoli (tempo medio riv. doH'K. e)
Data Ore „„!'-
4 C? <r 4 6"5S'S'2l 17 QcTC'"""' . 2 1»26'N
y masslmn olon-az. IJ» 22 E 22 15 9 iras-iima latit. eIloo.M)tB««»«^N
Dita Ore
1 r.i
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••( 1 -1
7 IH
0 ti rer'geo-
i? nel Q
mattina Eclisse lunare, in parte vlsibl'e
in Kaiia.
C t> J' C t> 0 58 N
2J y stazionarlo,
y y al poriolio,
y 4 D 0
20 t> CP 0
7 y C/'' ii-fer. 0
22 U 5 e/ C y 3 1!J N
23 mattina Eclisse solare, in .part^ visibile
in Italia. < "> ' " ' :*. -
2* 0 e? e/ <r ! cf r, 8 US
27 1 rj* ma-Sima lai It. ell04'entrlc.i R
28 10 5 nel ^j
2'j y 4 y e 4 6 45 S
3.) 17 9 stnztornro.
30 22 ? C^ 2 9 2 62 N
- % --..
FEBBRAIO - 1917
IL FIRMAMENTO — Aspetto 2» — Ore 21 - 20.
Cotn^hu^fre
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1 EST
SUD
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WEST
Data Ore
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12 10
15 3
20 2
20 17
Fenomeni planetari notevoli (tempo medio cìv. dell' E. e.)
t) e/ C t> 0o48'N
y massima e!on<>az. 20 2 W
y nel T)
y (/ C ^ 2 20 S
2 (/ e 2 3 2ó S
Data
Oi-e
20
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S al perielio.
22
1
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25
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y all'afelio.
20
1
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4 6 21 9
28
23
e rj 0
- 37 -
MARZO - 1917
IL FIRMAMENTO — Aspetto 3» — Ore 21 - 20.
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Fenomeni planetari notevoli (tempo motllo civ. dell' E. e.)
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1
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18
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Ti
33
1
Data Ore
2 all'afelio. 1 24 y
t) e/ C "•:> O04TX 23 20
y massima laUt.eliuceatrica S 26 0
^ (/ 2 ?< 0 43 a I 2(5 7
2 </ C 2 0 40 8 29 18
yc/C ^7 13 8(31 9
cT v" \2: ^ 6 13 8 1 3i 17
y C/ cT ? Oor.C'8
4 J' C 4 5 51 8
1) stazioiiarl<ì.
2 massima latit. eliocentrica 3
y 'J super. ©
2 e/ cT 2 0 39 8
38 -
APRILE - 1917
IL FIRMAISIEISTO - Aivr.TTO i" — Ore 21 - 20.
line. ^•^C/-'2t7M^_,5■
WEST
NORD
EST
\ • ^! <\0 -l.mce
\r.
7?i Corv^:-,^ • .'
y ••,.: • ••■ Juan 9.
,i' 10 . '''J^'
EST
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SUD
WEST
Fenomeni planetari notevoli (tempo medio civ. dell' E. e.)
rata Ore
6 IS ? nel Q
10 8 ^ al perielio.
u H -b D ®
H5 20 ? c/ 4 y 30 0' N
20 15 ^ massima latit. eliocentrica N
20 23 d" '/ C (j^ 0 D S
Data Ore
21 17 2 c/ C 2 6o20' S
22 17 4 (/ C 4 S 22 S
23 5 ì? cT € y 1 16 S
24 21 y massima e'ongaz. 20 21 E
26 10 2 c/ super. 0
28 3 t' v'' C tj 1 21 N
8!)
MAGGIO - 1917
IL FIRMAMENTO - Aspktto 5o - Ora 21 - '.0.
<iBr;zu Lince
e-.""/»
^rsj
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WEST
NORD
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r./V ^t r\^^
^ cx,Xan\cr'>
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EST
SUD
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WEST
Fenomeni planetari notevoli (tempo medio civ. t^ellKc.)
Data Ore
O OolG'Nl'iO 17 y (/ C y 5*50-8
21 13 2 nel J,
21 16 2 c/ C 2 2 66 8
^ 0 24 N 24 8 y ull'ifelio.
21 23 ? (/ 4 9 2 7 S
23 16 t> ./ 5; t> 1 49 N
ff 5 2 8 29 3 ^ stazionario,
4 4 5d S
■•t
Ore
3
2 cT 4
4
y stazionarlo.
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21
y e/ Hifor. ©
1 ,
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12
4a''5;
40
GIUGNO - 1917
IL FlilMAMENTO — Aspetto 6 - Ore 21 - 20.
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EST
SUD
WEST
Data
Ore
8
13
12
0
13
17
17
7
17
15
17
4?
Fenomeni planetari notevoli (tempo medio civ- dell' E. e.)
e? cT 4 (? Ooll'N
^1 massima elongaz. 23 31 W
y massima latit. eliocentrii-a S
4 (/ C 4 4 30 S
d' c/ C e? 3 23 S
^ (/ f ^^ C 1 S
Da a
0:e
19
-
Eolisse solare, invisib. in Italia.
20
22
2 c/ C 2 1°25'N
22
G
t> CT C t^ 2 12 N
23
10
cr ni Q
24
6
^ al pcrielip,
- -n -
LUGLIO - 1917
IL FlRMAiliNTO - Aspetto 7» - Ore 21 - 20.
EST
:2
SUD
WEST
Fenomeni planetari notevoli (Lompo medio civ. dell' E. e.)
li.\U Ore
i 17 l? nel Q
-.>!
0 all'apogeo.
4 sera Kollsse luiiaie, visibile in Ita'la.
.-. 1 2 c/ t> 2 1- ^'^
7 8 y al perielio.
12 IS y ^ su:)er. 0
H 21 4 cT €: 4*68
1 2 uiu«.);iua latit. e'-ioc'Jitrica M
IO
Dita Oro
I 16 10 cf a' C cT 1»26' S
'17 14 5f massimi lati». eliocentrica N
18 22 >' C^ t> ^ 1 25 N
19 tnuttina Kclisse solare, iuvisib. in Itilin.
10 20 1> C/ <E 1? 2 33 N
20 0 y c/ C 5 4 10 N
21 10 2 c/ (E 2 5 23 N
27 n V '/ ®
- 42 —
AGOSTO - 1917
11. FimiAMENTO - ASPKTTO 8^ - Ore 21 - 20.
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WEST
NORD
EST
Fenomeni planetari notevoli (tempo medio civ. dell' E. e.)
Data
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Data
Ore
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1
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3o40' S
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2 55 N
20
0
y aU' a fello.
y CT C ? 3e3G'N
2 (/ C . 2 0 33 N
tf massima clongaa. 27 22 li
43
SETTEMBRE - 1917
I'. FIRMAMENTO - Aspetto fo - Ore 21 - ZX
WEST ^S^ NORD \>^ EST
fenomeni planetari notevoli (tempo modio civ, dell' E. e.)
]'a;a
Ore
Data
Ore
11
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^ c/C ^
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y stazionarlo.
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1
4 C/ C 4 3«W' «
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^ mass ma Is'it. clioceutiioa S
17
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y slaxioiiarJo.
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9. nel T)
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d" e/ C d* 2 55 N
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IS
4 sta ionario.
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V (/ ^ V 3 2-J *^
lo31'N
i 5 N
41
OTTOBRE - 1917
IL FIRMAMENTO — Aspetto 10* — Ore 21 - 20.
/J/ jSrcole.
WEST V^ NORD ^>y EST
y?/^
\Atidroni.
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^":-Ì^^>42:
l!i-;t/*^f^-^^-^^/;.--v
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^5.j;t/ì1o
'* > '(•-•---V a / • À •■ *^ y\ Capricorno •-a;-:->;^ / '■•\
EST
:^
SUD
WEST
Fenomeni planetari notevoli (tempo medio civ. dell' E. e.)
Data Ore
1 l'i e? c/ t> e? 0»-J0' N
3 7 5' al perielio.
4 16 y massima elongaz. 17 55 W
5 10 4 CT C 2(. 2 57 S
10 10 tp c/ C 1c? 3 ^'2 N
IJ 21 cf 0'' C J' 5 2 X
Data Ore
13 6 2 e/ "5- Scorpii % Oo 4' S
13 13 y massima lati t. eliocentrica N
U 17 $ all'afelio.
15 G y (/ C y 7 3-2 N
10 21 2 (/ C 2 0 y S
~- 4r, -
NOVEMBRE -1917
IL FIRMA^TENTO - Aspktto 11» — Ore 21 - 20.
A- \'3r.6rA- '' • ;i-V >y /'«•rito -;.,*.;; -ex
r< ^V»' .■•---•.^--5 „, ^■- Lince ^* •:•::•». A
WEST '^V^ NORD Z^ EST
/Tir. »*>^,5l , , , . . ./"'A, '•*■• ^ aK\
Ì2
SUD
Fenomeni planetari notevoli (tempo modio civ. cieli* Re.)
1 a
Oro
Data
Ore
1
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DICEMBRE - 1917
IL riRMAMENTO - Aspktto 12o - 0;e 21 - £0.
Cir^ff<i-
/ / ''••••'•••*-':,V^hi'*'"x ' '■"*' *^'' *' .'X '"'" I2fe' •''
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Fenomeni planetari notevoli (tempo medio civ. dell' E. o.)
Dita
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^ massima latih eliocentriiM S
e? c/ C e? « 0 N
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Eclisse f-olare, invisib. in Italia.
^ CT C t^ 2 65 S
^ mtssim:* elotigaz, 20 10 E
^ -y C ' $ 5 30 S
Data Ore
25 1 y sta?! .rai io.
25 12 e? massima latit.el o cntrica N
25 15 y nel Q
2fi 0 4 c/ C 4 30 20 S
27 reatina Eclisse (un re, iiivi--.ib. in Italia,
yo «i V^ al peiieLo.
31 13 t) o' C t» 4 37 N
- 47
Spiegazione e uso delle effemeridi.
Generalità.
Nelle pngino mensili da 23 a 34 la
nostra effeinerido dà, giorno per giorno,
parecchi elementi astronomici di cui
la conoscenza è utile per la vita ci-
vile. Tali elementi sono calcolati per
lorizzonte di Roma (Osservatorio astro-
nomico del Collegio Komano) e sono
espressi in tempo medio civile dell'Eu-
ropa centrale ('). Essi sono i seguenti :
I. — Principio e fine del crepuscolo
civile. — Questi sono press' a poco i
momenti in cui al mattino si principia
a vederci chiaro nelle abitazioni e in-
vece alla sera bisogna accender i lumi :
latta astrazione, ben inteso, dalle con-
dizioni variabili dell'atmosfera.
Si ammette che il pxincipio e la fine;
d«'l crepuscolo civile corrispondano a
quei momenti in cui rispettivamente
scompaiono al mattino, o diventano vi-
sibili alla sera, le stelle di prinia gran-
(1) Questo è il teiupo iiitern.azioiia'e che fu
ii'ìotttfto iu Ititlift come t»»inpo l«*gale unico, a
l>.>r»ire cl»»l 1° novenibreì lt93, Ei-o ••. il tenii«)
medio polire civile lorrisp. nriente al meridlaiio
•li 1 < gra4li a levante «li Greeinvich. One»to me-
ridiano n»-l noMtro paese passa rer Termoli e
j>er r Ktna. in Boemia per Reicbeuberg e in
l'ruHHin Iter StiirKanl.
Si dU-e «temi.») ••ivile> per d stingnere dal
<temi)o astronomico >. Nepli usi civili la gior-
nata printi))ia a mezzanotte i^cro ore; Invt-ce
aarli aotronomi torna coniodo ili ri«ar<iarne il
prin'i|>io Uno al niezz(Mlì eon'ecntiv»».
La locnrione « tempo dell' Koroj»» centrale »
«• qnella chH è nreviiUa come traduzione del-
re»pr«'!-8Ìou« ted-sca «niitteleuro|iaÌ8clieZeit >.
Il pr(»f. K. ScHKAM di Vienna aveva prnj>o-to,
verso il IIUO. la denominazione di < Adria- ZeU»',
ossia « temjMi dell' Adriat.'co», ma la i^opost :i
non el»l»e tortn a I.a l.»cnzione •• lemjK> del-
IKuropa centrale» trova corrispon'ienza nelle
analoght? di «tempo dell' Knn»pa occidentale ».
e di < teni|>o d^ir Kuropa orientale» (Si veda
il qnadro del «tempi leuaM dei princìi^ali Stati
del mondo» dato il fine dell»- presenti Hp'c;ia-
y.ionl. Ma se st volesse precisar meglio, la «l^*-
noniMiazl««iie più opiKtrtnna sarei l»e qn-lla di
« tempo dell' Ktna». yna'e punto terrestre, su
• pie! meridiano, pnò competere con rRtnai>er
imi»ortan7.a geografica, geologica, ptorica e mi-
tologica ì
Poiché 3tO gradi valgoiu» 24 vol«e 15 gradi,
ne Hejrneche lo grndi equivalgono hi tempo a
un'ora precisa. Sicctune p-t l'Kfna è a levante
(li Greenwich, ne st-'iue che qiiaiuh> (ol nostro
lemi.o lee»l« «i hanno m-t *8 le o'*^* 1^. col
tempo di Green wlch (o dell'Ktiropa occidentale)
ni hanno le or» 12 (mezzodì'.
L'incomoda distin/iimé flelle orf In «anti-
meridiane » e « pomerldiail»' » è evimfft cOTlf On-
dol» tutte ventiquartro (Il seguito % p»riiie
dallo zero (mezzauoi te) Qilesio .HÌ8t*>ina fu adot-
tato In dalia fino dal s«-ttei..lire lm,9, nel ner-
\lzlo telegrafico del Regno di Sarrt*>gna e l>n..
vince annesse; nel H^:» fu extes.i ni servizio
ferri) vlurio e co«i tkwiit nropuga- iIokì wnipr»
\,\tì. aucbe per gli lul unlluatl delia vit» civile.
dozza situate nella parte dell'orizzonte
opposta al Solo. Secondo lo os.serva-
zioni di J. H. Lambert (i7G0) e di J. F.
WuRM (1805), ciò succetle quando il Solo
si trova a 6 gradi e mezzo di prolondità
sotto r orizzonte.
Molto pili lungo è il crepuscolo antro-
vomico, il quale principia, o fìniscc.
quando diventa percettibile, o cessa di
esserlo, l'illuminazione solare nell'at-
mosfera. Secondo antiche osservazioni,
ciò avviene quando il Sole raggiunge
la profondità di 18 gradi sotto l'oriz-
zonte.
II. — Passaggio al meridiano (o cul-
minazione) del Sole e della Luna. —
Tempo medio a mezzodì vero. — Loin
quotidiana «lei passaggio del Sole al
meridiano di Ronìa (Collegio Komano)
è data fino ai secondi interi. Invece per
la culminazione della Luna l'approssi-
niazione è limitata ai minuti primi.
Como si sa. l'interviillo tra due ri-
torni con-jecutivi del Sole a uno stesso
meridiano si chiama gioifiò ftòìare vero
e la sua durata non è costante nel corso
dell'anno. Ciò proviene da due cause
diverse; Y" il moto proprio appan>nte
del Sole sull'eclittica non è uniforme •
II" questo moto annuo apparente d 1
Sole si compie lungo un circolo ma.s-
simo (l'eclittica) che è obliquo rispetto
al circolo dell' eqtiatore celeste (sotto
un angolo di 23° 27 '|.
Il moto proprio del Sole intorno alla
Tetra è, come tutti sanno, una pura ap-
parenza, dovuta al moto annuo di ri-
voluzione della Terra intorno al Sole.
Tale movitnento si effettua in un'or-
bita ellittica (però di piccola eccentri-
cit;i), e ciò che vi è di uniforme in una
similf. specie di moto ò Ift tìencrizionr
delie aree: in tempi uguali la retta [roff-
ffio rettore) congiungente il Sole (fisso)
col i)ianeta (mobile) desRrive aree
tignali (II" legge di Keplel'o). Ma la ve-
locitti ju-opria d«d pianeta varin conti-
nuamente, oscillando tra un Valore mi-
nimo e mi valore massimo. 11 valore
minimo ha luogo quando il pianeta
pnsna lìW afelio (punto dell'Orbita piìi
lontano dal Sole); si ha Ittrète il va-
lore massimo quando il t)ÌAti6t{i passa
al {ìf-rieìio (punto dell' orbith t»iti vicino
al Solo).
Nel caso della nostra Ti*ì*ift l'epoca
del pas.snggio al pendio i* ni princl»
4ft -^
pio di gennaio e quella del passaggio
all'afelio è al principio di luglio. Que-
ste sono le epoche nelle quali recipro-
camente il Sole passa al perigeo e al-
l' apogeo.
Essendo ineguali le durate dei giorni
solari veri, nacque la necessità di ab-
bandonare il tempo solare vero, deter-
minato dalle successive culminazioni
del Sole vero a un dato meridiano, per
sostituirvi il tempo solare medio, de-
terminato dalle successive culmina-
zioni di un Sole fittizio, le quali si suc-
cedono a intervalli di tempo rigorosa-
mente costanti ('). Cosi in ogni dato
luogo il mezzodì medio locale ò deter-
minato dal passaggio di quel Sole fit-
tizio (detto Sole medio) al meridiano
locale, e il moto diurno apparente del
Sole medio determina in ogni luogo il
tempo medio locale.
Ciò premesso, risultano evidenti que-
ste ti-e proposizioni:
I. — Tutti i luoghi terrestri che
sono situati sotto un medesimo meri-
diano contano nello stesso istante fisico
lo stesso tempo locale, vero o medio
che sia, (2)
II. — In uno stesso istante fisico
il tempo locale è differente da luogo a
luogo, quando si tratti di luoghi ap-
partenenti a mei'idiani diversi.
III. — Se di tali luoghi ne consi-
deriamo due, i loro rispettivi tempi lo-
cali nello stesso istante fisico differi-
scono tra loro di una quantità co&t.inte
che è uguale alla differenza di lon-
gitudine tra i duo luoghi, cioè all'an-
golo compreso tra i loro rispettivi me-
ridiani, misurato in tempo invece che
in arco (nella proporzione di l'' ogni
15°, di 1™ ogni 15' e di 1* ogni 15").
Se il luogo À è situato a levante del
luogo B, a ogni istante il tempo di A
sarà uguale al tempo di B piìi la ri-
spettiva differenza di longitudine.
Per farsi un concetto esatto del modo
rapido con cui variano i tempi locali in
proporzione delle distanze dei luoghi
in longitudine, basterà considerare i
seguenti numeri:
Latitudine
geogratìca
38»
42
4G
Arco (11 parallelo
ccrii.spuiKlt'Mle a t"
di rtiir. in lonjsit.
km. 21.06
« 20,71
■r. 10,36
Di qui si vede che nei nostri paesi ;
la variazione del tempo locale arriva j,
già a 1 minuto intero per soli 20 km.,
press' a poco, di distanza nel senso
est-ovest.
Tale discordanza nei tenipi locali,
abbastanza sensibile anche tra paesi
relativamente vicini, non poteva più
rimaner trascurata all'epoca nostra,
dopo l'invenzione delle ferrovie e dei
telegrafi. Essendo cresciute enorme-
mente la rapidità, la frequenza e la
facilità delle comunicazioni, si rico-
nobbe ben presto la necessità di una
unificazione regionale, od anche nazio-
nale, delle ore.U)
Più tardi fu sentito il bisogno di
una unificazione internazionale dello
ore, o almeno di una facile e rapida
conveitibilità dell'ora di uno Stato
nell'ora di un altro. A ciò provvede il
sistema dei fasi orari, detto anche delle
zone orarie, il quale da una ventina
d'anni in qua ha preso una notevole
diffusione.C') Con esso si raggiunge una
specie di unificazione mondiale delle
ore, senza discordanze eccessive dai
diversi tempi locali e quindi senza con-
tradizioni col giorno naturalo e con
le sue parti (mattino, mezzodì, sera e
notte). Ci)
Ritornando alle nostre effemeridi,
è manifesto che per ogni luogo sono
fra loro equivalenti lo due locuzioni :
'•' ora del passaggio del Solo vero al
meridiano, espressa in tempo medio le-
gale ,, e '• tempo medio legale a mezzodì
vero ,,. Dunque, nelle pagine mensili
da 23 a o4, la colonna intitolata " pas-
saggio (del Sole) al meridiano (di Ro-
ma),, dà il tempo medio dell'Europa
centrale a mezzodì vero di Roma.
(1) N»gU nsi civili questa riforma fu intro-
dotta verso la tinti del secolo XV m e nella
prima metà d^-l XIX, secondo i vajì paesi d'Eu-
ropa. Vedi M. RA.1NA, L'ora esatta dappertut'o
(Milano, U. Hoepli, 1897), paff. .52.
(2) Il tempo vero ci è dato immediatamente
dagli orologi solari comuni (le cosid(l*>t te »;ieri-
diane), dove la linea del mezzodì e le a'tre linee
orarie sono ftltiettaute rette. Il tempo medio
ci è dato dagli oroloei meccanici i quali, quanto
pih sono pertVtti, tanto megUo si avvicinano
all'Ideale di un andamento esattamente uni-
torme.
(1) L'esempio fu d:tto nel 184."? dalla Gran
Brelagna, che adottò l'ora unica di Greenwich
pf^r r IngJiil terra e la Scoria, e 1' ora di Dublino
j>er l'Irlanda. L' Italia af^ottf^ nel li;tì6 l'ora di
Konta, e la Francia nel 1891 l'ora di Pari<;i.
(2) Vedi, in fine delle prepenti spiegazioni,
il gi^ citato q'iartro dei tempi legali dei pi lu-
ci l'ali Stati del mondo.
(^) Per maggiori nozioni sulla misura del
tempo e ani sistema dei fusi orari mi permetto
di rimandare al già citato m'o libro L'ora eaatta
d'ppertulio, pag. 47 e seguenti.
49 -
Di qui si pn^ ricavare facilmente
il tempo medio dell'Europa centrale
.1 mezzodì vero di wn altro luogo qual-
siasi, di cui si conosca, naturalmente,
la posizione in longitudine.
Per esempio, il duomo di Como è
situato a 36" 19*, 8 di longitudine orien-
tale da Greenwich, e rOsservatorio del
Collegio Romano in Roma a 49" 55%
1 pure a levante di Greenwich. Dun-
que Como sta a ponente di Roma por
IS" 35% 8, ossia (in numero tondo) per
13" 36", e quindi il Sole passa al me-
ridiano del duomo di Como 13" 3G" f7o;)o
che al meridiano del Collegio Romano.
Basterà dunque aggiungere costante-
mente 13" 36* al tempo legale a mezzodì
vero di Roma, per ottenere il tempo
legale a mezzodì vero di Como;
Se invece si trattasse di un luogo
situato a levante del meridiano di
Roma, l'operazione da eseguirsi sarebbe
una sottrazione, invece di un'addizione.
Per esempio, la longitudine orientale
(da Greenwich) del semaforo di Brin-
disi è uguale a 1^ 11" 51', 5, e quindi
quel punto sta a levante del Collegio
Romano per 21" 56% in numero tondo.
Dunque il Sole passa al meridiano di
Brindisi 21" 56' prùnn che al meridiano
del C. R., e per avere il tempo legale
a mezzodì vero di Brindisi basterà sot-
trarre la quantità costante 21" 56' al
tempo legale del passaggio del Sole
vero al meridiano di Roma (C. R.).
Questo dato, del tempo legale a
mezzodì vero di un luogo qualsiasi,
serve per regolare gli orologi mecca-
nici per mezzo delle " meridiane „ a
tempo vero.
III. — Levare e tramonto del Sole e
della Lana. — Questi dati si riferiscono
al centro dei due dischi e non al lembo
superiore. Essi poi sono apparenti, per-
chè nel calcolo fu tenuto conto della
parallasse (cioè del fatto che l'astro
non è a distanza infinita dalla nostra
Terra) e della rifrazione astronomica.
Quest'ultimo fenomeno è dovuto al-
l' atmosfera che circonda il globo ter-
lestre e produco mi alzamento appa-
rente dagli astri, tanto maggioro quanto
più l'astro ò vicino all'orizzonte. Così
il levare apparente di \\u astro avviene
i^rima che esso sia arrivato realmente
all'orizzonte; in apparenza il fenomeno
avviene quando l'astro arriva a quel
circolo minore (parallelo all'orizzonte)
che sta 35 minuti d'arco più in basso.
Reciprocamente, al tramonto, l'astro
scompare solo quando raggiunge lo
■tesso circolo minore testé definito. E
quindi manifesto che la rifrazione ac»
celerà il levare degli astri e ne ritarda
il tramonto. Per il Sole tale effetto in»-
porta, nei nostri paesi, da 3 a 4 minuti
di tempo, secon<lo le stagioni.
In via generale la Luna può esserci
utile come astro illuminatore nei 7 od
8 giorni che precedono o che seguono
il plenilunio, e meglio d'inverno che
d'estate, per il fatto notissimo che nei
plonihmi invernali la Luna va molto
più alta nel cielo. Il sapere con una
certa esattezza lo ore del levare e del
tramontare della Luna, nel periodo che
va dal primo all'uUinio quarto, può
quindi essere una nozione abbastanza
utile. Naturalmente si dovrà sempre
badare alle circostanze locali, tanto in-
fluenti sotto questo aspetto nei paesi
di montagna.
La rotazione apparente del cielo da
levante a ponente (dovuta, come si sa,
alla rotazione del globo terrestre in
senso contrario), fa descrivere ogni 24
ore a un astro qualunque (supposto
fisso sulla sfera celeste! un jìarallelo
della sfera (circolo minoi'e- parallelo
all'equatore). Di questo parallelo la
parte che sta sopra all'orizzonte si
chiama " arco diurno ... È manifesto
che si ottiene il valore dell'arco diurno
espresso in tempo sottraendo l'ora del
levare da quella del tramonto conse-
cutivo.
Qui si suppone, come fu detto, che
il luogo dell'astro sia fisso sulla sfera
celeste almeno per Irt durata di 24 ore.
Ciò è vero, con un rigore che si può
quasi dire assoluto, per lo stelle (le
cosiddette " fisse „), e con sufficiente
approssimazione anche per il Sole e
per i pianeti. Ma il caso è diverso
per la Luna, perchè questa in circa 27
giorni e un terzo fa un giro completo
sulla sfera stellata, nel senso da po-
nente verso levante, e quindi ogni 24
ore si sposta, in media, di circa 13
gradi (quoziente di 360 diviso per
27,33). Ma per analogia si può usare
la locuzione " arco diurno ,, mnche nel
caso della Luna, per significare sem-
plicemente r intervallo di tempo du-
rante il quale l'astro stt. ^opra al-
l'orizzonte.
Parimente, si chiama " arco semi-
diurno „ r intervallo di tempo che
passa tra il levare di un astro e la stia
culminazione consecutiva; oppure tra
la culminazione e il tramonto conse-
cutivo.
Percorrendo l'effemeride lunare tro-
viamo che a ogni lunazione vi è un
4
^ m ^
giorno in mi mrtnca l'ora del tramonto
(verso l'epoca del primo quarto), evi
è un altro gioino in cui manca l'ora
del levare (verso l'epoca dell'ultimo
quarto). Per esempio, il giorno 28 gen-
naio 1917 la Luna tramonta a Koma a
28*' 59'"; siccome il tramonto consecu-
tivo avviene a P 7'", cioè do2}o la mez-
zanotte, è manifesto che esso non po-
teva inscriversi sotto la data del 29
(altrimenti sai-ebbe venuto appena 1''
8'" dopo il procedente) e che invece
corrisponde alla data del 30.
A partire da ogni caso come questo,
in cui cioè manca l'ora del tramonto,
è chiai'o che volendo calcolare giorno
per giorno gli archi diurni della Luna,
bisogna prendere il diminuendo (cioè
l'ora del tramonto) nella riga di sotto,
aumentandolo jjreviamente di 24 ore.
Ciò vale per una metà della lunazione,
fino al giorno in cui, per luia ragiono
analoga a quella detta sopra, manca
l'ora del levare. Seguitando l'esempio
di, poco fa, arriviamo nella colonna del
levare a 23»' 17™ del 12 febbraio; il le-
vare consecutivo avviene a Oi» 24"* del
giorno 14, e per conseguenza nel giorno
intermedio devo mancare l'ora del
levare.
IV. — Età della Luna. — Questo è
il numero di giorni che a una data
epoca sono trascorsi dall'ultimo novi-
lunio precedente fino a quell'epoca.
L'età della Luna si suol dare in
numeri interi, trascurando le frazioni
di giorno. A tal proposito si segue la
regola di contare il giorno stesso del
novilunio come primo giorno della lu-
nazione, so l'epoca del novilunio astro-
nomico è anteriore al mezzodì medio,
mentre nel caso contrai io è il giorno
seguente quello che si prende come
primo giorno della lunazione.
Ridtiziotie del levare e tramontare del Sole dal-
l' orizzonte di Roma a quello di tii\ altro luogo
qtialtinqxie in Italia e nelle regioni circonvi-
cine.
Come fu già detto, i dati delle no-
stre effemeridi valgono propriamente
per l'orizzonte di Roma. Tuttavia essi
potrebbero servire, in via d'approssi-
mazione, per una notevole estensione
di territorio nell'Italia centrale e me-
ridionale.
Volendo limitalo l'errore a circa
10 minuti di tempo, si potrebbe arri-
vare, nel senso della longitudine, fino
al meridiano di Termoli, che passa a
levante del meridiano di Roma (Monte
Mario) per 2'' 32' 35" — 10™ 10% in nu-
mero tondo. Alla latitudine di Roma
(41° 54') questo arco di parallelo vale
in lunghezza 211 km..
Nel senso della latitudine non ha
estensione fissa la zona geografica en-
tro la quale si potrebbero \isare i dati
delle nostre eiTemeridi — relativamente
al levare e, tram ontai-e del Sole — com-
mettendo Un errore inferiore a 10 mi-
nuti di tempo. L'estensione di quella
zona è variabile secondo le stagioni.
Agli equinozi tale estensione è illimi-
tata: allora il giorno è uguale alla
notte da per tutto, e a tutte le latitu-
dini — fuorché entro le due calotte
glaciali — il Sole leva alle ore 6 e
tramonta alle oi-e 18 di tempo vero
locale. Invece quella zona ha un'esten-
sione minima ai solstizi. Per 10" di
differenza nei tempi del levare e tra-
montare del Sole, tra un luogo alla
latitudine di Roma e un altro situato
sul medesimo meridiano del primo, si
calcola facilmente che i limiti in lati-
tudine sono i due paralleli di 38° 58' e
di 44° 50'; cioè si va press' a poco dal
parallelo di Nicastro a quello di Parma,
per circa 650 km. di estensione nel
senso dei meridiani.
Ciò premesso, vediamo come si pro-
cede per ridurre il levare e tramon-
tare del Sole dall'orizzonte di Roma
a quello di un altro luogo qualunque
(in Italia e nelle regioni circonvicine),
che sia dato mediante le sue coordi-
nate geografiche di latitudine e longi-
tudine.
Per maggior chiarezza facciamo un
esempio. Si cerchi il levare e tramon-
tare del Sole a Firenze per il giorno
21 marzo 1917. La posizione geografica
di Firenze è la seguente: latitudine
boreale = 43" 47'; longitudine orientale
da Greenw^ich (in tempo) = 45'". Roma
è situata a 50'" di longitudine orientale
da Greenwiclì, ossia a 10" di longitu-
dine occidentale dall'Etna; quindi per
passare dal tempo dell' Europa centrale
ai tempo di Roma bisogna sottrarre
10"", e così si ha
„23_ / Levare del © a Roma 6t 5" l^^^^^^fj^^^
1917 \
\ Tramonto
ii5mì in
Ora questi due tempi si possono è prossimo nll'eqnntore rimane anntil-
siileiare con grondo approssima- lata l' influenza della diversità di lati-
- zione cM>mo i tempi fnnifi dol levare e tudine sui tempi del lovaru o del tra-
del tramonto a Firenze. ]/orroro che montare.
cosi si commette è quasi tutto dovuto Ma ò facile tener conto anche del-
alla difforen/.a di latitudine tra i duo T influenza della latitudine; basta far
luoghi e sappiamo che questa causa uso di opportune tavole di correzione.
non influisce mai in misura superiore J^a tavola che diamo qui appresso
ni limite di 10 minuti, essendo Firenze ftav. I). ha per argomento verticale
impresa entro la zona geografica che (cioò nel senso dell'altezza della pa-
pra abbiamo definito. D'altra parte gina) l'arco srmidinvno dol Solo.(l) fs'el
irenzo 6 situata a lo™ di longitudine senso orizzontale la tavola procede per
..loidentalo dall'Etna e quindi si passa gradi interi, da 3(5» a 47° di latitudine
d.il tempo di Firenze a quello dol- boreale.
1 Ktna mediante l'aggiunta di 15"". Così L'uso di questa tavola è reso chiaro
si trova che a Firenze il 21 marzo 1917 dal seguente esempio.
il Sole leva a G'' 20" e tramonta a IS*» Si cerclii il levare e tramontare del
Ji)"', in tejnpo medio civile dell'Europa Sole a Milano per il giorno 8 giugno
'Mitralo. 11)17. La posizione geografica di Milano
In questo esempio bastava eviden- (Osservatorio di Brera) è la seguente:
mente applicare ai dati primitivi latitudine boreale ?= 4o* 27' 59" — 40"
i.'irefTomoride (6'' 15™ e 18»» 21™) la cor- 28', 0 -=■ 4:,°, 47 (riducendo prima i se-
iezione — 10" + 15" = + 5", cioò ag- condi in fraziono decimale del minuto
iriungere 5" (che ò il valore della dif- e poi i minuti in frazione decimale del
torenza di longitudine tra Roma e grado); longitudine orientale da Greon-
rirenze, in tempo). ^vich (in tempo) ?• = 36" 46". Di qui
Avendo considerato l' epoca del- risulta che per passare dal tempo di
l'equinozio di primavera, siamo sicuri Milano al tempo legale bisogna ag-
eho i risultati ottenuti sono esatti, giungere 23" 14', ossia, in numero
perchè sappiamo che quando il Sole tondo, 23".
Ciò posto, si ha, por il gioi'no SOLE
-iugnol917: ^ 7"^^^ ^
l'assaggio .
Levare al Tramonto ■*'^*,'l
meridiano semld.
Palla effemeride, per Roma, in tem-
po lega'e 4»'37m 12h 9ra 19i>41n. 7^32"
riiduzioiie al tuiiipu di Uouiu — 10 — 10
Tempo medio civile di Roma 4 27 19 31
Ora bisogna ricorrere alla tavola di Rimane da interpolare nel senso
riduzione (tav. I). Dapprima conviene della latitudine. La differenza per 1" è :
' onsiderare i due paralleli di 45° e di ih^z — 11™ 3 = ^•"O
10° che comprendono quello di Milano. . ' ',,,,..- ,-,
Per 7»'32" di arco semidiurno la tavola e qumdi per il parallelo di 400,47
dà i seguenti valori della riduzione: avremo:
° ^ra.O X 0,47 = l'n,9
( levare - ll-.S ^ ^ 13 2^
per » =45» , -r , ,
\ tramonto + Il ,3 Dunque il valore definitivo della ri-
. — 15 3 <3u>^ione dal parallelo di Roma a quello
■ or ì> = 46o ' ^^"* ' ^^ Milano è, per il giorno considerato,
l tramonto 4 15 ,3 T 1''^'"» ^ ^^^'^ abbiamo:
Levare Tramonto
Tempo medio civile di roma 4»>27» 19h31m
lUduzione al parallelo di Milai.o — ^3 + 13
Tempo medio civile di Milano 4 1* 19 44
Riduzione al tempo medio civile dell'Euroia
centrale +28 + 23
Tempo dell'Europa entrale 4 87 JO 7
(1) In j;«-inr»le oi iliiamano araowentl delle (avole nume Iche quei numeri con cui li entra
Ha tavola e in corrl8i>oudeu/-a del quali si trovano i valori cercali.
52
Noi caso che si volesse risolvere il
probleiTia per una serie di giorni, in uà
luogo determinato, è manifesto che
priaan converrebbe interpolare mizzon-
talmente tra due colonne della tav. I
e così propararsi una tabella A'alovole
per la latitudine del luogo. Fatto ciò,
rimarrebbe poi soltanto da interpolare
in questa tabella A'orticalniente, cioè
nel senso dell'arco semidiurno.
Riduzione del levare e tramontare della L/una
dall* orizzonte di Roma a quello di un altro
luogo qualunque in Italia e nelle regioni cir-
convicine.
Richiamando le nozioni date sopra,
riguardanti l'estensione variabile della
zona geografica entro la quale lo spo-
stamento dell'osservatore in latitudine
produce sul levare e tramontarG del
!Sole una variazione inferiore a IO"",
passiamo ora a considerare il caso del
levare e tramontare della Ltina.
In questo caso sono due i periodi
da considerarsi, uno breve che è la ri-
voluzione siderale della Luna (27"^ — j
e l'altro molto più lungo, che dura
2
0793'* ossia 18 anni e — (o circa 230 lu-
1
nazioni, di 29'' -- ciascima). Questo se-
condo periodo è la rivoluzione siderale
dei nodi dell'orbita lunare (quei due
punti oijposti in cui l'eclittica è inter-
secata dal piano dell' orbita).
Nel primo pei'iodo la Luna traversa
due volte l'equatore celeste, andando
da un lunistizio all'altro (luoghi di mas-
sima declinazione, boreale od australe,
della Luna), e quindi la variazione che
ora stiamo considerando, dipendente
da imo spostamento dell' osservatore
in latitudine, è soggetta in 27^ -- a
vicende simili a quelle che nel caso
del Sole si compiono nel periodo di
un anno. - „
Nel secondo periodo, di IS'^ „ , i due
lunistizi fanno il giro della sfera stel-
lata, oscillando in declinazione tra i
due limiti di 18» 9' e 28° 45', tanto bo-
reali come australi. Per qiiel che ora
c'interessa il caso più sfavorevole si
verifica quando la declinazione della
Luna arriva al suo valore massimo as-
sohito. e si trova che allora i limiti in
latitudine, per IO" di variazione nelle
epoche del levare e tramontar della
Luna, tra un luogo situato sul paral-
lelo di Roma e un altro luogo sullo
slesso meridiano del priino, sono i due
paralleli di 39" 47' e di 44»!'. Ossia si
va a uti dipresso dal parallelo di Ca-
strovillari a quello di Seravezza, per
un'estensione di cii'ca470km. nel senso
dei meridiani.
La tavola di riduzione (tav. II) è
disposta precisamente come l'altra re-
lativa al levare e tramontar del Sole
(tav. I), e perfettamente analogo ne è
l'uso.
Si cerchi, per es., il levare e ti-a-
montar della Luna a Otranto, per il
giorno 7 gennaio 1917. Posizione geo-
grafica di Otranto (campanile) : 3 = 40°
S' 43" = 40° 8',7 = 40^15; >■ = 1'' 13"» 58»
= 1'' 14"" (in numero tondo) a oriente
di Greenwich. Riduzione del tempo lo-
cale in tempo Eur. cent. = — 14"^, poi-
ché Otranto è per 14" a levante del me-
ridiano dell'Etna.
Dalla nostra effemeride risulta che
a Roma, il giorno 7 gennaio 1917,. la
Luna (calante) tramonta a 7'' 2" e leva
a IC'' 11'". Manca per quel dì l'epoca
della culminazione. Ma è chiaro che la
culminazione anteriore al tramonto è
quella (23'' 10") inscritta sotto la data
del G, e che la culminazione consecu-
tiva al levare è quella {(S^ 0") relativa
al giorno 8. Per calcolare i due valori
dell'arco semidiurno, relativi uno al
Iramonto e» l'altro al levare, è mani-
festo che bisogna aumentare di 24'* in-
tere, in ambedue i casi, il diminuendo,
e così si ha:
A Roma, in tempo Europa centrale
Riduzione al tempo di Roma
Tempo medio civile di Roma
LUNA
nfvola
Tramonto
- 10
6 52
Levare
16hlim
- 10
16 1
Arco seniid. = ^o
al tramonto al levare
7h52m Tté»»
- 53 -
La nostra tavola di riduzione «là, in comspondfnza ai suddetti due valori
JeH'arco seinidiurno, i seguenti nunier'. :
Riduzione per 11 tramonto
per
^ 9 = 40o — G-n.S
U = 71» 52» < per 5 = 4(K,15 — G^.S 4- O-n.S =
( <|) = 41» — 3 ,3
C--.3
diflf. per lo + 3 ,5
id. per 0",15 -f 0 ,5
Riduzione per il levare
^ 9 = 40» + 0^,0
per to - Th 49™ < per :; = 40 .ló
f qj = 41» 4- 3 .2
diff. per 1» — 3 ,4
l'I. per 0»,15 — 0 ,5
Quindi si La:
Tempo medio civile di Roma
Kiduz. al parallelo di Otranto
Tempo medio civile di Otra'ito
Riduz. al tempo medio E, ir. ceiiir
Tempo dell' Eur. t-eiKr
4- C",«; - 0m,5 = -\ C"\ì
Tramoatu
— 6
6 46
— 14
6 32
Levare
16h Im
-f 8
16 7
— 14
15 Ò3
Riduzione della culminazione della I^una dal me*
ridiano di Roma a quello di un altro luogo qua-
lunque in Italia e nelle regioni circonvicine.
La Luna ha, come sappianìo, un
forte moto apparente fra le stelle, nel
senso da ponente verso levante (senso
diretto, che ò quel medesimo del moto
annuo apparento del Sole), con una vc-
lotntà media diurna di circa 13"
0
(uguale quindi a circa 13 volte la v.r-
locità media diurna del moto propri<j
del Sole). Ciò premesso, supponiamo
che in un giorno di novilunio la Luna
passi a un dato meridiano esattamente
insieme col Sole; è chiaro che il giorno
guento la Luna, essendosi spostata
-jI frattempo verso levante, ritornerà
al meridiano in ritardo rispetto al Sol(\
Le forti ineguaglianze a cui è soggetto
il moto della Luna intorno alla Terra
(lo quali son dovuto p ri ncit)al mente al-
l'aziono perturbatrice dèi Solo) fanno
1 che l'intervallo tra due culminazioni
asecutive della Luna non ha una du-
; il a costante, ma può variare tra 24«> 38™
• 25h 0'". Come valor medio si adotta
In virtù della rotazione diurna ap-
l'arento del cielo la Luna dunque fa
"111 giro completo (360") in 24'' 50'",5, in
inedia, e quindi, se consideriamo due
meridiani distanti fra loro
= 15»
(cioè 1'' precisa) nx longitudine, la Luna
iujpiegherà, sempre in media, un tem-
24l»50'n,5 ,, - ,-,
pò = — =- 1»» 2*", 104 per passare
dal meridiano più orientale a quello
più occidentale. Sia A un luogo sul
primo meridiano e B un luogo situalo
sul secondo ; allora, se < è il tempo lo-
cale della culminazione della Luna in A,
sarà in media uguale a < + 2"", 104 il
feiii/,0 locale della culminazione della
Luna in li.
Indicando in generalo con A*/, la dif-
ferenza di longitudine tra i due luoghi,
espressa in ore e frazioni decimali del-
l'ora, sarà in media t + 2™.104 X A"/, il
tetnpo locale della culminazione della
Luna in B, quando sia t il tempo locale
delia culminazione in A.
Invece di adoperare il valor medio
(SO^jS) del ritardo diurno della Luna
rispetto al Sole, sarà più esatfo ado-
perare il valor attua/e, desumendolo d;i
un'ofTemerido astronomica. Si cerchi,
per es., l'ora della culminazione della
Luna a Taranto per il giorno 23 gen-
naio iyi7. Coordinate geografiche di Ta-
— 54 —
ranto (S. Cataldo): ? — 40° 28' 33"; ?■ —
Ih 8™ 55' E. di Greenwich. Riduzione del
tempo locale in tempo Eur. centr., per
Taranto, = — 8™ 55, ossia (in numero
tondo) = — 0'". Differenza di longit.
fra Taranto e Roma (C. R.) = li» 8'" 55"
— Oh 49" 55" = 01» IO-" 0« = 0h,32.
Dalla nostra etfemeride si ha :
Passaggio della ([
al meridiano di lioma
Genn, 1917 Tempo E.C. Tempo loc. Intervallo
22 llh29ra lli'lOt
12 30
13 27
25h Ir
24 57
Come valore attuale del ritardo
diurno della Luna rispetto al Sole pos-
siamo prendere, per il dì 23, la media
aritmetica (59™) dei ritardi relativi ai
due giorni adiacenti. Allora il ritardo
per l** di spostamento dell'osservatore
in longitudine vale -— — = 2'",4G: quindi
il ritardo por 0^,32 vale 2",46 X 0,32
= 0'",8 ossia (in numero tondo) 1™. Poi-
ché Taranto è a levante di Roma, avre-
mo per la c-ilminazione della Luna a
Taranto il di 23 gennaio 1917:
Tempo medio locale... 12^20 — 1» = 12hl9'»
liiduz. iu tempo E. e. . — 9
Tempo med. Eur. e. . . 12 10
Riassumendo, la riduzione della cul-
minazione della Luna si effettua come
segue. Dall'effemeride si desume il va-
lor attuale del ritardo diurno della Luna
l'ispetto al Sole, e di questo valore si
prende la parte proporzionale alla dif-
ferenza di longitudine tra Roma e il
luogo considerato. Questa parte pro-
porzionale va sottratta — o aggiunta —
al tempo locale della culminazione a
Roma, secondo che il luogo è a levante
oppure a ponente di Roma. Cosi si ot-
tiene l'ora del passaggio al meridiano
nel luogo considerato, espressa in
tempo medio locale, e di qui poi si
passa al tempo legale applicando la
rispettiva differenza di longitudine
(espressa in tempo) tra il meridiano
localo e il meridiano dell'Etna, col se-
gno — o col segno +, secondo che il
meridiano locale è a levante oppure a
ponente del meridiano dell'Etna.
Il cielo stellato.
Nelle pagine mensili da 35 a 46 la
nostra effemeride indica graficamente
i diversi aspetti del cielo stellato, quali
si presentano sotto le nostre latitudini
a uno spettatore che si metta a osser-
vare verso le ore 21 di tempo civile
nella 1* metà del mese e verso le ore 20
nella II* metà.
Variando l'ora d'osservazione, va-
ria naturalmente la cartina celeste da
usarsi, come risulta dalla seguente ta-
bella :
Mkse
{j:
Oba d' osservazione
metà... Ì17|19l21|23| Ij
„ ... |16|18|'20|22| o]
5| 7
4i 6
N.o d'ord. della coppia
DI CARTINE CELESTI
Gennaio. .
Febbraio .
Marzo. ...
Aprile
Maggio. . . ,
Giugno
Luglio ...
Agosto
Settembre
Ottobre . - .
Novembre.
Dicembre .
, 1
3
4
5
4
5
6
5
6
7
6
7
8
7
8
9
8
9
10
9
10
11
10
11
12
11
12
1
12
1
2
1
2
3
2
3
4
Tale diversità di aspetto del cielo
stellato nei diversi mesi dell' anno, per
uno spettatore che si metta a osser-
vare sempre a una medesima ora della
notte (per es. alle ore 21), è una sem-
plice conseguenza del moto proprio
apparente del Sole. " Colui che tutto '1
mondo alluma ,,0) si sposta continua-
mente fra le stelle nel senso da po-
nente a levante, con una velocità
media di circa un grado al giorno, in
modo da percorrere il circolo intero
dell'eclittica nel periodo di un anno.
Da ciò deriva che, per es., in principio
di gennaio, alle ore 17, l'aspetto del
cielo è uguale a quello che si ha 6 mesi
dopo, cioè in principio di luglio, alle
ore 5. Come è ben noto, quel moto
proprio del Sole fra le stelle è una
pura apparenza, dovuta alla rivolu-
zione annua della nostra Terra intorno
al Sole.
Nelle nostre cartine la vòlta appa-
rente del cielo è rappresentata in due
metà separate, di cui la prima A-alo
per un osservatore che guarda verso
nord e la seconda corrisponde a lui
osservatore che guarda verso sud.
(l) Dame, Paradiso, XX, 1.
- 55
In quelle figure lo frecce indicano
il senso in cui si vedono girare le
stelle per effetto dolla rotazione diurna
apparente del cielo da oriente in oc-
cidente. Questo grandioso fenomeno è
dovuto, come tutti sanno, alla rota-
zione in senso contrario elio il nostro
globo compie sopra se stesso nel pe-
riodo di 23'» 50" 4", 1 di tempo medio
solare (periodo che si chiama </iorno
siderale), ruotando intorno a un asso
ideale che prolungato in cielo dallo
due parti va a ferire la superficie idealo
della sfera celeste nei due poli. Di
questi il solo visibile sotto le nostre
latitudini è il polo boreale, vicino alla
notissima stella polare; l'altro polo, cioè
il polo australe, è invisibile per gli abi-
tanti dell'emisfero boreale terrestre.
I numeri con cui sono contrasse-
gnate nelle 24 cartine le stelle fisso
nrincipali Corrispondono ai numeripro-
lessivi del seguente quadro. In esso
- >ao date anche le varie " grandezze ,.
delle stelle (splendori relativi) e le
epoche in cui la culminazione avviene
a mezzanotte media locale, sotto i me-
ridiani dei nostri paesi.
Come è noto, le stelle sono classi-
fif^Ue in diversi ordini di splendore,
(ietti " grandezze „, a partire dalla 1''
che comprende le stelle pi il brillanti
(una ventina), fino alla 0'' che com-
)>rende le ultimo stelle visibili a oc-
ciiio nudo. Tale scala fotometrica fu
])oi estesa anche alle stelle telescopi-
che, fino alla 15* o 16" grandezza. .Si
e poi dovuto introdurre in qualche.
(Mso anche una grandezza negativa :
per 68. la stella Sirio ha una gran-
dezza = — 1,4: ciò significa che sulla
scala delle grandezze Sirio occupa il
posto segnato 2, 4 avanti il posto se-
gnato + 1,0.
Si ammette che una stella di gran-
dezza n abbia uno splendore uguale
a 2 volte e mezza quello di una stella
dell' oi'dino n -f- 1.
Nell'elenco che segue le stelle sono
distribuite per ordino decrescente di
splendore. Il quadro è compilato in
base alla Connais-^ance des Temps. Per
la trascrizione dei nomi delle stelle
(nomi che in piccola parte rimontano
all'antichità classica e nel resto sono
di origine araba), seguo l'Annuario del
Bureau des Lonjitiides. Ma a tal pro-
posito conviene avvertire che non bi-
sogna attribuire una grande importanza
ai nomi delle stelle fisse primarie. Ec-
cettuati pochi nomi principali, dive-
nuti in certo modo classici (come i
seguenti : Polare. Algol, Aldebaran,
Capra, Rigel, Betelgeuse, Sirio, Casto-
ro, Polluce, Procione, Regolo, Spica,
Arturo, Antares, Voga, Altair, Deneb,
Fomalhaut), gli altri si possono con-
siderare come antiquati e superflui.
Le stelle sono individuate di ijosizione
in cielo dai rispettivi valori delle due
coordinate sferiche " declinazione „ e
'• ascensione retta „, valori che son
dati nei cataloghi stellari e nelle grandi
ell'emeridi astronomiche. Tali coordi-
nate sono perfettamente analoghe alle
coordinate geografiche di latitudine e
longitudine, che servono a individuare
i luoij;hi terrestri.
Elenco delle stelle pxinripali
corrispondenti ai numeri segn<)ti sulle cartine cel::sti.
LKXrKKA
K
COfTKt.LAr,IO»K
NOMB
Gii.
n
5
Lkttkka
K
COSTKM.AriOXK
NOMB
Gli.
2 e
W ;>
a Canis inaj.
1 Anrigf©
a Booti»
% Lj'r*
:ì Orioiils
a Canis iirn.
a Orioni'}
1 Aquil»
X Tauri
% Virgiiii»
1 Scorpii
3 Gemi:iorum
2 gn.
9 do.
25 ap.
30 gg.
9 de.
15 gn.
19 de.
19 Ig
29 iiv.
12 ap.
2Snig.:
16 ;;ii. 1
1
2
3
4-
6
6
7
8
10
11
12
Sirlo (rf.)
Capra (ti.)
Arturo
Veg*
Ri«el
Procione (</.i
Botelgeus3
Altalr
Aldebaran
Splca (d.)
Antares
Polluce
-1.4
40.1
0,2
0,2
0.3
0,:.
0,9
0,9
1,6
1.1
1.2
i.a
1»
15
16
n
18
ii9
120
'21
'22
■23
y Leo:iis
-/ PiBols austr.
X Cygnl
£ Canis maj.
r Orlonis
i Tauri
i Orionls
73 Gem'norum
^ Orion 8
^ Caiiis m.ij.
a Perdei •
i Urste mij.
Uegolo
Foinalliaut
Deneb
Adhara
Bel'atrix
El Nath
Atnitam
Castore (//.)
Aliiitak (d.)
Weseii
Mlrtak
AliotU
1.8
1,3
1,4
1.5
1.7
1,8
1,9
1,9
1,9
1,9
1.9
22 fb.
4st.
l»g.
5gn.
11 de.
lld.-.
14 de.
14 pn.
16 de.
8 KM.
IO iiv.
4ai>.
N.B. — L' abbreviatura (d.) siguirea che la «t« la fc doppia.
- 56
Se;
Lkitkka
K
COSTKLLAZIONK
NOMK
Gu.
H
a
39
Lkttkha
K
COSTELLAZIONE
NOMK
Gr.
li
25
7j Ursae niaj.
Alka.id
1.9
18 ap.
'■i Ceti
Diphda
2.2
lot.
26
a Uvsae uiaj.
Dut.he
2,0
7 mz
40
7. Cassiopejjp
Schedi!-
2,4
30 st.
27
3 AurigflB
llfflialinau (<ij.
2,0
20 do.
41
V Cassiopejae
Tsih
2,3
4ot.
28
X Gemiiiorum
Allieua
2,0
30 de.
42
V Cygni
Sadr
2.3
27 Ig.
29
3 Canis nuij.
Murzim
2,0
26 de.
43
a Coronae ber.
Gemma
2,3
15 mg.
80
a Andromeda)
Sinah (d.)
2.1
22 .Kt.
44
(5" Orionis
Miatakah 0.)
2,3
13 de.
81
a Arietis
Hamal
2,1
■12 ot.
45
7 Sagittarii
Nunkl
2,3
4 1g.
32
a Hjdrae
Alphaid
2,1
12 fb.
46
3 Persei
Algol {,1.)
1^)
6 nv.
33
6 Sagittarii
Kaus austr.
2,1
26 gg.
47
3 Ursse maj.
Meiak
2.4
6 uiz.
34
a rrs£e mia.
Polaie ((!.)
2.2
14 Ot.
48
X Ursse maj.
Phacd
2,4
20 mz.
35
3 UrsjB iiiiu.
Kochab
2.2
5 mg.
49
i Cassiopejai
Caph
2,4
22 st.
36
3 Andromeda^
Mira^h
2,2
7ot.
50
i Pegasi
Enif
2,4
,17 ag.
37
3 Leonis
Denebola
2,2
19 mz.
51
0 Ceti
Mira
(2)
25 ot.
38
a Ophiuehi
Easaliague
2,2
Hgg.
1
(1) Variabile da 2,3 a 3,5. — (2) Id. da 3,3 a 8,8.
Crepuscolo civile e astronomico.
Eichiamando le no/ioni generali
già date relativamente ai crepuscoli,
qui aggiungo poche ultre notizie.
Come fu già dotto sopra, la rifra-
zione atmosferica accelera il levare
degli astri e rie ritarda il tramonto.
Per il Sole tale effetto importa, sotto
le nostre latitudini, da 3 a 4 minuti
di tempo, secondo le stagioni. Quindi
se si considera l'intervallo di tempo
compreso fra il tramonto del Sole e la
fine del crepuscolo, tale intervallo (du-
rata del crepuscolo vespertino) rimane
diminuito di quei pochi minuti per ef-
fetto della rifrazione. La stessa causa
fa diminuire di altrettanto l'intervallo
compreso fra il principio del crepu-
scolo e il levare del Sole (durata del
crepuscolo mattutino). Por semplicità
questa durata del crepuscolo, dimi-
nuita del corrispondente effetto della
rifrazione sull' arco semidiurno del
Sole, si può chiamare " durata appa-
rente ,.. Sotto le nostre latitudini la
durata del crepuscolo civile è massima
ai due solstizi e minima circa 6 giorni
avanti l'equinozio di primavera e dopo
l'equinozio d'autunno.
Kiguardo al crepuscolo astronomico
la sua durata è pure massima ai due
solstizi ed è minima, per l'emisfero
boreale terrestre, parecchi giorni avanti
l'equinozio di primavera e dopo quello
d'autunno (da 14 a 18 giorni per la
zona da 36 a 48 gradi di la*^^itudine>.
Sotto le alte latitudini il crepuscolo
della «era, nei giorni prossimi al sol-
stizio estivo, si confondo col crepu-
scolo del mattino consecutivo, giacché
il Sole si abbassa fino a 18» di depres-
sione sotto l'orizzonte, al solstizio
d'estate, solamente per latitudini in-
feriori a 48" 33'.
Ecco alcuni dati numerici :
0
Ckepuscolo civile
■
Crepuscolo astronomico
H 5
N
ìi,"^
MINIMUM
MAXIMUM ]
MINIMUM
1 MAXIMUM
^^
Epoca
Durata
invfrnalf
estivo
Epoca
Durata invernale
estivo
marzo \settemb.
tu
m
in
marzo
ottobre
h m 1 h m
7i m
36»
16
28
29
33
3.5
7
7
1 26 1 33
1 51
39
15
28
31
34
37
6
8
1 30 1 38
2 1
42
15
29
32
36
40
5
9
1 34 1 43
2 14
45
15
29
34
39
43
4
10
1 39 1 49
2 35
48
14
29
35
42
48
3
11
1 45 1 56
3 il
Per ulteriori particolarità su questo mandare, per difetto di spazio, all'An-
argomento e sulla varia durata del nuario 191G del Bureau dea longitiides,
giorno a differenti latitudini, devo ri- pag. 52-55.
-bi-
ll seguente quadro contiene i va- Roma a quello di un' altra località,
lori della durata apparente del crei)U- con le regole già spiegate, il nostro
scolo civilo o astronomico, di 3 in 3 quadro fornirà, per via di iuterpola-
gradi di declina/ione del 8oIe e pure zione, la durata del crepuscolo per quel
,di 3 in 3 gradi di latitudine, nella zona luogo e per l'epoca considerata. Oli
geografica che intoi'essa l'Italia. occorrenti valori approssimati della
Quando si abbia ridotto il levare de«linaziono del Sole sono dati più
e tramontar del Solo dall' orizzonto di sotto.
Durata apparente del crepuscolo.
Crepuscolo civile
Crepuscolo astbokomico
*® / ^
36»
39o
42»
45.
48»
*©/^
36.
39»
42*
450
48.
- 23027'
- 21 0
- 18 0
33
32
31
m
34
34
33
m
3(5
35
34
ra
39
37
30
m
42
40
39
- 23» 27'
- 21 0
- 18 0
h m
1 33
1 31
1 30
h m
1 38
l 36
134
h m
1 43
1 40
1 38
h m
l 49
1 46
1 43
b m
1 56
1 62
1 49
- 16 0
- 12 0
- 9 0
30
30
30
82
31
31
33
31
82
35
35
34
37
36
36
- 15 0
- 12 0
- 9 0
127
1 32
1 31
1 30
1 36
1 35
1 34
1 41
1 40
1 89
1 47
1 46
1 45
- 6 0
- 3 0
±00
29
29
29
31
81
32
32
32
31
34
34
35
35
35
— 6 0
! - 3 0
j ± 0 0
1 26
1 26
1 27
1 30
1 30
1 31
1 34
1 34
1 35
1 39
l 39
1 40
1 45
1 45
1 46
+ 30
-t- 6 0
+ 90
29
80
3U
31
81
32
32
32
33
34
34
35
30
36
37
j + 3 0
1 + 60
-r 9 0
1 28
1 29
1 31
1 32
1 33
1 36
1 36
1 38
1 41
1 42
1 45
1 48
1 49
1 52
1 56
+ 12 0
+ 15 0
+ 18 0
31
31
32
3-2
83
84
34
35
36
36
37
39
38
40
42
j- 12 0
+ 15 0
1 + 18 0
1 83
1 37
I 41
1 39
1 43
1 48
1 45
1 50
1 50
1 53
1 59
2 7
2 2
2 10
2 23
+ 21 0
+ 23 27
84
85
86
37
38
40
41
43
45
48
1 + 21 0
j + 23 27
1
1 40
1 51
1 54 1 2 5
2 1 1 2 14
2 20
2 35
2 43
3 21
Anno 1917
. - 1
)eclln
azion<
ì del
i grad
Sole ì
i e d •
1 mezzodì me
rimi di grado.
dio d
eir Europa centrale
Data
*©
Data
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(ieiin. 1
2.3«,0
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4- 4^4
i Oiug.
30
+ 23" ,2
Sett. 28
— 10,9
11
—
21 ,9
» 11
4- 8 ,2
Lugl.
10
+ 22 ,3
Ottob. 8
- 5 .8
21
—
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+ 11 .7
„
20
+ 20 ,7
« 18
- 9 ,5
31
—
17 ,5
Magi'. 1
+ 15 ,0
,
80
+ 18 ,«
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— 13 ,0
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14 ,5
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4- 17 ,8
Ago*.
9
+ 16 ,0
1 Nov. 7
— 16 ,2
20
—
11 ,0
! „ 21
4- 20 ,1
^
1»
+ 12 ,9
1 « 17
— 18 ,9
Marz. 2
—
7 ,3
! , 31
+ 21 ,9
^
29
+ 9 ,5
i . 27
— 21 ,1
12
—
3 ,4
! Giug. 10
+ 23 ,0
Selt.
8
+ 5 ,8
1 Die. 7
— 22 ,6
22
+
0 ,5
„ 20
+ 23 ,4
18
+ 2 ,0
" 17
— 23 ,4
Aprii. 1
+
4 ,4
i " ''
+ 23,2
,
28
- 1.9
! " ''
— 23 ,8
Visibilità dei Pianeti.
Anno 1917. • Effemeride dei pianeti visibili a occhio nudo, per l'orizzonte di Roma
e in tempo medio civile dell' Europa centrale.
Per Mercurio e Venere lo effemeridi Lu datu corrisponde sempre all'epo-
sono date di 10 in 10 giorni, mentre ca dolla culminazione, e le epoche del
}>or Marte, Giovo e Saturno l'intervallo levare e tramontare sono quelle che
• estoso a 14 giorni. compreudouQ in mezzo la culmiuazioue
58
stessa. Il segno *, quando è a sinistra,
significa che per il levare la data va
diminuita di 1, e quando è a destra
significa che por il tramonto la data
va aumentata di 1.
Con d è indicato il diameti-o ango-
lare apparento del pianeta, in secondi
d'arco e per l'epoca della culmina/ione.
Per Giove e Saturno si tratta del dia-
metro polare.
A = distanza del pianeta dalla Ter-
ra, in milioni di km e per l'epoca della
culminazione.
Per ridurre le effemeridi dei pia-
neti dall'orizzonte di Roma a quello
di un altro luogo qualunque in Ita-
lia e nelle regioni circonvicine val-
gono precisamente le stesse regole già
spiegate relativamente alla effemeride
del Solo.
Mercurio.
Venere.
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+ 13,6
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+ 15,6
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+ 5,4
+ 2,6
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0,07
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7 30
+ 17,7
+ 15,0
+ 12,1
+ 9,1
+ 6,1
+ 3,0
0,22
0,18
0,15
0, 12
0,08
0.
7 40
+ 10,0
+ 16,8
+13,6
+ 10,3
+ 6,9
+ 3,4
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0 di un altro luogo qualunque in Italia e nelle regioni circonvicine.
T»Ie per il levare e il se^no Inferiore vale per 11 tramonto.
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0,18
+ 16, 5
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j +0.2
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+ 2,8
0,04
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+ 11.2
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+ 14,2
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0,01
± 2.4
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+ 4.7
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+ 1,0
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0,03
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+ 0,1
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0,01
+ 0,8
0,04
+ 1,5
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+ 2,2
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0,15
± 3,9
0,20
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0,00
+ 0,4
0,04
+ 0,7
0,07
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0,19
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0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,00
+ 0,4
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+ 0,7
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Riduzione del levare e tramontare della LUNA dal parallelo di Roma a;
Avvertenza. — Per ogni valore della riduzione il se^rno :
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37o
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39»
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+ 3,8
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+ 10,5
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+ 6,3
0,07
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4 50
+ 10,2
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if:i3, 6
0,18
+ 11,0
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0,11
+ 5,5
0,08
+ 2,6
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i 0
+ 14,1
0,21
+ 11,9
0,17
+ 9,6
0,14
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0,10
T*.«
0,07
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0,02
0,20
0, 17
0,14
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+ 2,0
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0,10
0,07
o,o;
5 20
+110,1
+ 8,5
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+ 5,2
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0,20
0,17
0,14
0,10
0,07
0,0^
5 30
+ 8,1
+ 6,8
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+ 4,2
+ 2,7
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0,19
0,16
0,13
0,10
0,06
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5 40
+ 6,2
+ 5,2
+ 4,2
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0,19
0,16
0,13
0,10
0,06
0,05
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+ 3,6
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+ 2.,2
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+ 0,7
0,19
0,16
0,13
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+ 2.4
+ 2,0
+ 1,6
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+ 0.8
+ 0,4
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0,09
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6 10
+ 0,5
0,19
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0,13
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0,10
+ 0,2
0,07
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0,0;
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± 1,4
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0,19
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0,13
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0, C6
0,(M
6 30
±3,3
±2,8
+ 2,3
+ 1,7
+ 1,1
+ 0,5
0,19
0,10
0,13
0,10
0,07
0,0.
6 40
±5,2
0,19
± 4,4
0,16
+ 3,6
0,13
+ 2,7
0,10
+ 1,8
0,07
+ 0,9
0,03
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±7,1
0,20
±6,0
0,17
+ 4,9
0, 13
+ 3,7
0,10
+ 2,5
0,06
± 1.2
0,0
7 0
±9,1
± 7,7
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+ 3,1
± 1,5
0,20
0,16
0,13
0,10
0,07
0,0
7 10
+ 11,1
±9,3
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■ + 5, 7
+ 3,8
± 1,8
0,20
0,17
0,14
0,10
0,07
0,031
7 20
+13,1
±11,0
+ 8,9
+ 6,7
+ 4,5
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0,20
0,17
0,14
0,11
0,07
o.oii
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±15,1
±12,7
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7 40
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0,11
+ 6,0
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+ 19,3
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+ 13,2
+ 10.0
+ 6,7
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+ 21,4
0,21
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±14,7
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+ 11,1
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0,23
0,19
0,15
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+ 12,3
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di nn altro luogo qaalanqne in Italia e nelle regioni circonvicine.
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+ 17,4
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0,01
0.06
0,11
0.17
0.24
0,30
±0,4
+ 5.3
+ 10,4
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+ 21.3
+ 27,2
0,00
0,05
0,10
0.15
0,21
0,27
1+0.4
+ 4.8
+ 9,4
+ 14,2
+ 19,2
±24,6
Ih 0.4
0,00
0,05
0.10
0,15
0,20
0,20
+ 4,3
+ 8,4
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+ 17,2
+ 21,9
P
0,00
0,04
0,09
0,14
0,19
0,25
1+0,4
+ 3,9
+ 7,5
+ 11,3
±15,8
±19,4
0,00
0,05
0.09
0.14
0,19
0.24
+ 0,4
+ 3,4
+ 6,0
±9.9
+13,4
±17,0
—
0,01
0.04
0,08
0.13
0,18
0,22
+ 0.3
+ 3,0
+ 6,8
±8.6
+ 11.6
±14,8
0.01
0,05
0,09
0, 12
0,17
0,22
±0.2
+ 2,5
+ 4,9
± 7.4
+ 9,9
±12,6
0.00
0,04
0,08
0,12
0,16
0,21
+ 0.2
+ 2.1
+ 4,1
+ 6.2
+ 8,3
±10, 5
0,00
0,04
0.08
0,12
0,16
±8.4
0,21
+ 0,2
+ 1,7
+ 3,3
+ 6,0
+ 6.7
!
0,01
0,04
0,08
0,12
0,1C
0,20
; +0.1
+ 1,3
+ 2,5
+ 3,8
+ 5.1
±0,4
0,00
0.04
0.08
0.12
0,16
±4.4
0,20
1 +0,1
+ 0,9
+ 1,7
+ 2,6
+ 3.5
0,01
0,04
0,07
0,11
0,15
±2.5
0,19
0,0
+ 0,5
+ 1,0
+ 1,5
+ 2.0
0,00
0.04
0,03
0,12
0,16
±0,5
0,20
0,0
+ 0,1
-^ 0, 2
+ 0,3
+ 0.4
0.00
0,04
0,07
0,11
0, 15
0.19
0,0
:p 0.3
+ 0,5
+ 0,8
+ 1.1
+ 1.4
0,01
0,04
0,08
0,12
0.16
0,20
+ 0.1
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+ 1.3
+ 2,0
T2.7
+ 3,4
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0,00
0,04
0,08
0,12
0.16
0,20
+ 0,1
+ 1,1
+ 2.1
+ 3,2
+ 4,3
+ 5.4
0.00
0,04
0.08
0, 12
0,16
0.20
+ 0,1
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+ 6.9
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0.01
0.04
0,08
0,12
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0.20
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+ 7.5
+ 9.4
0,00
0,04
0,08
0,12
0.16
0.21
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+ 2.3
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0.01
0,04
0,08
0,12
0,16
0,21
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+ 2.7
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+ 8.0
+ 10.7
+ 13.6
0,00
0.05
0.09
0,13
0,18
0.23
• + 0,3
+ 3,2
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0,04
0.08
0,13
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+ 10, C
+ 14.3
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0,01
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+ 16,2
+ 20,6
0.00
0,05
0,10
0,14
0.19
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+ 13.4
+ 18,1
+ 23, 1
0,00
0.05
0,10
0.16
0,21
0,26
1» +0.4
+ 6,1
+ 9.9
+ 14,9
+ 20.2
+ 25,7
0,01
0,05
0,10
0.16
0,22
0,29
i) + 0.6
+ 5.6
+ 10.9
+ 16.6
+ 24,4
+ 28,6
04
Tempi legali dei principali Stati del mondo.
I. — Dipendenti dal meridiano di Greenwich.
Temilo
legale a
mezzodì
di
Denominazione
del tempo legale
Stati
h m
23 30
_
Nuova Zelanda.
22 0
T. dell'Aus'ralia orientale
Victoria, Nuova Galles del Sud, Queensland, Ta-
smania.
21 30
_
Australia del Sud.
21 0
—
Giappone, Corea.
20 0
T. de'le coste cinesi orientali
Coste orientali della Cina, Australia occidentale.
19 0
T. delle coste cinesi raeridionali
Coste meridionali della Cina, Indo-Cina francese.
n 30
-
India orientale.
14 30
—
Africa orientale già tedesca.
14 0
T. dell'Europa orientale
Bulgaria, Rumania, Turchia, Egitto, Africa me-
ridionale.
13 0
T, dell'Europa centrale
Norvegia, Svezia, Danimarca, Germania, Lus-
semburgo, Svizzeia, Austria-Ungheria, Italia,
Serbi:!, Africa sud-occidentale già tedesca.
12 0
T. dell' Europa oecidentiiL' 0 tem-
po di Greenwich
lTi<;hiUe:ra e Scozia, Belgio, Fraioia, Portogallo,
Spagna, Gibilterra, Algeria.
9 0
-
Brasile orientale.
8 0
At'antic Standard Time
Costa del Canada, Brasile centrale.
7 0
Fastern „ „
Canada (Quebec, Ontario fino al merid ano di
8'2<> 30' W), zona orientiile degli Stati Uniti,
Pànama, Perù, Brasile occidentale, Cile.
6 0
Central , ,
Zona centrale del Canada e degli Stati Uniti.
6 0
Mountain „ „
Zona montuosa del Caìiadà e degli Stati Uniti.
4 0
PaolìC r, r,
Columbia britan:iica, coste occidentali degli Stati
Uniti.
1 30
-
Isole Sandwich.
II. — Non dipendenti dal merid'ano di Greenwich.
Stati
Meridiano
Tempo i-kgale
A MEZZODÌ
DI Greenwich
Stati
Meridiano
Tkmpo legale
A MEZZODÌ
di Ghkenwich
Russia
PulkowQ
h m s
14 1 19
Argentina
Cordoba
h m s
7 43 12
Grecia
Atene
13 34 53
Venezuela
Caracas
7 32 Ifi
Olanda
Amsterdam
12 19 32
Colombia
Bogotà
7 3 6
Irlanda
Dublino
11 34 39
Equatore
Quito
6 45 53
Uruguay
Montevideo
8 15 11
Messico
Messico (città)
5 23 33
N.B.— Nel rinnilro non e. tenuto conto, naturalmente, della antiseientiflca. e provvisoria
anticipaziiine di un'ora nel tempo ledale che fn adottata nella primavera del 1916 dagli Stati
belligeranti d' Kuropa, per motivi puramente economici.
- 05 —
DAIvI^A VENEZIA GIUI^IA
roDici IMPRESSIONI DI FIIJBIìRTo'sCARPKLLl
GENNAIO 1917
1 Lunedì I ^^^ Circoncisione di N.S. G.C. (Jorimoniu rcjii^io.sa e oivile dey,V\ ebrei,
^ ofjK a\]'.i quale era soggetto ogni figlio maschio nell'ottavo giorno dopo
la sua naseita. In tale circostanza (lavasi puro un nome al neonato.
S. Concordili, piete, martire a Spoleto, verso l'a. 175. - S. Telemaco, martire a Itoma. l'a. 4n:!.
Memorandum. — Capodanno. Festa civile legale. Sono cliinsi anche i Musei, le (iaUerie.
e le Biblioeche. - I sindaci dei comuni pubblicano i manifesti per l'iscrizione nelle liste
di leva. >!elle ÌMe di leva devono iscriversi tutti i giovani che nell'anno incom-nciante
(omporo il diciottesimo della loro età, — Oggi maturano le cedole annuali o semestrali
del maggior numeio dei valori bancari e industriali.
2 Alartcdl >^^ ss. Nome di Gesù. Festa istituita tino dal l.>00 e fissata per tutta
9-364 I liv Chiesa con d(cr. della S. Comp. dei llili alla domenica tra il 2 e
_ _ ^ jj - .^reiiiiaio, o altrimenti al 2 gennaio. — S. Isidoro, vescovo. Eia
vescovo di Ermopoli piccola (Demenhur), in Egitto, sulla line del sec. IV, e si venera a Nitiia
(Ba.sso Egitto). — S. Martiniaiio, vescovo di Milano dal 423 al 435 circa. — S.Macario, ro-
mano, cont'., ricordato a Piacenza. — Ss. Alverio e comp., soldati tebei, martiii circa gli anni
2.S4-305, patroni di Fossano (prov. di Cuneo), ove furono traslati l'a. 1427.
3 Mercoledì j S. Antere, pp. Circeo di origine, successe l'a. 235 a s. Poliziano, e
3-363 j governò la Chiesa solo per circa quaranta giorni. Sua piima cura
___ j-^^ ^:jj f.^^. i-jt-ei-eare negli ufflTci delia prefettura urbana gli atti d.n
mattili, per custodirli negli archivi della Chiesa. Per questo fu martirizzato sotto Mas
mino i l'anno 23t>. — S.Daniele, levita, martire tra gli anni UJl-lfiU. — S. Geiiovet!':
niart., patrona di Parigi.
4 Giovedì
4-362
S. Gregorio, vescovo. Resse la diocesi di Lan^^res (Francia) dall' a.
507 al 539. — B. Angela da Foligno (prov. di Perugia), francescana del
terz'ordine. Era cosi dotta da dettare al suo confe-i-'ore Arnaldo dei
veri tratlati di teologia, che ancor oggi rimangono e che le pro< urarono il titolo di " m.ae-
stia dei teo'ogi r.- Moi-'i il 10 gennaio 1310 a Foligno, dove è venerata nella chiesa di S. Fran-
cesco. — S. Tito, discepolo di S. Paolo, morto vescovo di Creta a 1)4 anni.
Memorandum. — Oggi a Napoli e in molte altre città dell'Italia meridionale bisogna
riconfermare gli aflfitti annui delle case o date licenza.
JD Venerdì ; S. Simeone Siilita. Nativo di Sisan, paese tra la Cilicia e la Siria:
5-361 [datosi a straordinarie x>enitenze. si condannò a vivere la piti gran
_ — . parte della sua vita sopra un'alta colonna. Visse dall' a. SOI al 4t>0.
— S. Te'esforo, papa dal 125 al 13C. Nacque in Grecia, ed abbracciò con fervore la dottrina
del Vangelo. Riformò i sacri riti e mori martire della fede.
Memorandum. — Stanotte a Roma tradizionale baldoi'ia, e fiera in Piazza Navcna.
6 Sabato »5( Epifania di N. S. G. C. Dal greco, e significa nvmifestaz'one. Essa
6-360 ricorda la visita dei Magi, il battesimo del Salvatore, il miracolo delle
1__ nozze di Cana. e la moltiplicazione dei pani. — S. Basilissa, vcrg., ma;t.,
pat^-ona di Parenzo (Trieste). — B. Paola fior., verg., dell" ordine camald., morta nell'a. 13i)^.
Memorandum. — Festa civile legale. Sono chiusi anche i Musei e le Gallerie del Regno. —
Comincia l'ottavario dell'Epifania nella «hiesa di Sant'Andrea della Valle a Roma per ciiia
dei-S.Tcerdoti delle Missioni (Pallottini'. Dura fino al 13. Ogni giorno prodica italiana alle
ore ('., inesca in rito latino al'e 8 '/-,>, messa in uno dei vari ii!i orien'ali alle 9 ' «, predica in
una lingua estera alle 11, e altre sacre ftinzioiii.
MARZO 1917 _ ^^ ^ 70 - (13» Settimana)
25 DoilICnica! 'fb Quinta di quaresima, o di Tassioiie. — Annuiuva/,. (len'nnnii.',
84-283 rìaLrlole a Mara SS. (iti :>lti «lei .oiK-ilio di Toleilo. tenutosi noi Sr.C.
■ — roi-aiio Ili pili aiilicM l»'stiini>iiiiui/.:i Ai (|iie.-;ti\ lesta di cui idiora fu lls-
sata la data per tutta la t'hiesa. — B. Tommaso da Oostacclaro (Penijia', moiio l'a. 1.S37 —
S. l'inberto di Marollfs. ]»rote 16H>). — S. Ironoo, vescovo di Sirmio. S. lij'iiia, d ituoii
ludici e. crov'ittsso con (ìe^ix che uìi promls»* il paradiso.
Memorandum. - O-'^i novilunio secondo l'uso etcle^insfico. — A Milano, fesla biennale
dt'l l'rì-ilnnii all'Ospedale Maggiore, ove .«•ono osposti i vitrattl di tatti i heiiefatloil. - 1«'.»'Im
di cavalli a Lo.iigo (proviuoia di Vicenza', fro(iuiMUatis«ima.
•{•
l2(» Lunedi S. Teodoro, mait ro. Kra miliie solto f;li imperatori Diocleziano e
85-281 Massimiaitn, ma professava la roll<jione di (tristo. SI oj)pose vlva-
- — nientt> alleditto imperialo, elie toiidannava i soldati olif* porsistes-
s-ro nella religione di Cristo e subì il niarfrio ad Aniasea nel Ponto nel :Um'.. — S. l'ina-
nuele, martire». — S. Felicita, vergine i)a(liwaiia. — B. Marco, <la IJoIofifna, iiiiii.>rlia, ricor-
daio a Tiare. .za: see. XV.
Memorandum. - FiiM-a a Ciriè.
2/ Martedì } S. Marciano, vesc. Ilicordalo a Tortona. (Ales^andrla^seo. ir, (vedi
86-280 y' marzo). — S, Giovanni eremita, vissuto a Nicopoli nell'Egitto, jiior'i
l'a. .391. — S. Augusta v. m., onorata a Serravalle (Treviso. — S. Adal-
l>erto di navenstein, vescovo di Trento, martire presso Rovereto l'a. ll.ìC».
Memorandum. — Oggi pagamento degli stii»endi a.^'li impiegati governativi.
2S Mercoledì S. Speranzo, abate presso Norcia, citato da fìivgorin Magno nel
87-279 ^quarto de'suoi lUaloi/hi. — S. Sisto III, papa dal 4^.2 al 440. -- S. (Jon-
-frano, re del Franchi. — Ss. Castore e Doroteo, martiri a Tarso. —
Ss. Prisco, Malco e Ales-andro, esposti alle fiere por la fede, a Cesarea di Palcstin.i.
-!♦
29 dio vedi S. Eustaslo, monaco, detto anche Eustazio, fu vescovo di Napoli,
88-278 monaco, ver.so l'anno 180. — Ss. Costantino o Simplicio, abati di
Montecassino nel sec. IV. — S. Secondo, martire, patrono di .Asti, —
S. Cirillo, diacono di Eliopuli, martire .sotto l' impilatore Giuliano l'Apostata.
Memorandum. — Oggi a Milano e in molte altre città della Lombaidia si-adono molti
atlitti semestrali e si fanno i traslochi. — I tre ultimi giorni di marzo e i primi tre di aprile
nelle lioniagne sono chiamati i giorni della veci i: e si annettono a questo nome varie
superstizioni.
30 Venerdì S. Quirino, soldato e mart. Visse nel sec. II. - B. Ame>ieo III, duca
89-277 di Savoia, morto l'agno 1742. - S. Zosimo. ve-ic di Siracusa: sec. VII.
'— H. Pastore, vescovo di Orléans. — S. (ìiovanni Climnco. discepolo
di S. Gregorio Nazianzeno e autore di parecchie oj ero ascetiche. S. Regolo, vescovo di
Arles I el Ito.
Memorandum. - ]) P. Q. a ore il. :{;»'.
31 Sabato S. Mauricillo. Fu vescovo di Milano nel (\i\\C(VÌ idaì C57 al Gr.8
90-276 secondo il Sassii. Le sue ceneri riposano nella chiesa di S. Rnt'ro. —
^^ Bnll)lna. vergine. — S. Henlamhio. - R. Amos, profeta minoro,
vi«Ke riroA 800 anni prin.a di Gesù Cristo.
MMlorandum. — Festa i-opolare della Madonna delle Milizie, che si c.-tebra nel Santrario
o:iion;mo presso Scicll (Sin-cii'al con min tinta ha: taglia.
APRILE 1917 T_^- (14^ Settimana)
1 DonieillCa | yr< Domenica delle Palme, <Uiiif miri,-' .leir onro. - s. T. odora, vcr-
91-375 Isine, mova a Umna fi:}2).
Memorandum. — A 11 'ma, mos a solenne alla basilica di S. r:clio loro'.»). Ki caiitaiio al
Passio 1 cnyì di Avila, airOtìertorio lo Sia'ifil di Palestriiia, e dopo l'elevazione II lì*- n •<) Ut u <
di Balni. — Attoiizione ai peaci d' apvle che i bario li danno oggi con tanta facilità a pe-
scare alle persone di buona fede! — Da og,'i fi;io a tutto settembre orario esMvo per gli
iittizi telegratici a oTario di giorno completo e ad orario limitato (per i pr'.mi dalle 7
alle 21; por i secondi dalle 8 alle VI e dalle 15 alle 19). — Da ogi,'i al 30 settembre, agli
t'tì'etti della legje sul lavoro delle donne e dei fanciulli, il lavoro notturno è ti-^saio dalle 21
ali? 5. — Da oggi sino a tutto asosto è vietata la raccolta d'-lle ostriche. Invece è p3rme.ssa
la pesca dei gamberi di acqua dolce. — Sonj vietati la pes-da e il commercio dei gamberi
sino al 30 giurino. — Oggi a Torino si sogliono pagare gli affitti semestrali. — Entrano in
funzione i nuovi capiìani-ìegg^iiti della repubblica di San Marino (fino al 30 settembre).
w Lunedi S. Francesco di Pa-Ja, fondatore dei Minimi, nato in Paola, citt.i
93-274 de:ia Calabria, verso 11 111(5, e morto nel 1507.
3 Martedì
93-373
S. Riccardo, vesc. di Chichester (Inghiltcrri) (1245-1253) — S. P.ui-
orazio, voscovo di Taormina (I sec.?). — S. Eraldo, vescovo.
4 Mercoledì S. Isidoro, vescovo di Siviglia. Il e .ncllio di Toledo lo chiamò iu-
9-4-373 sisne dottore della Chiesa in virtù de' suoi scritti, e Leone IV lo pio-
— — . — _- 'pose quale emulo di Gerolamo e di Agostino. M<.r'i nel 63G.
Memarandum. — Mercoledì Santo. — A Roma, al Vaticano, alle ore 16, cappella papale
per r ufficio delle Tenebre. Vi si cantano al primo notturno una Lame'i'azion'i a 4 voci di
l'alostrina; e, dopo il li.neclidus, deWe 'audi e il Mfserere a versetti alternati di Bai o di Baini.
Alla basilica Vaticana, dopo il Mìsivere, ostensione delle grandi reliquie della Passione: la
lancia, il legno della vera croce i! v. lo di S. Veronica.
O Giovedì I S. Viicenzo Ferreri, nacque in Valenza. A 17 anni entrò neirordine
95-371 I di S.Domenico, e la fama della sua eloquenza corse per la Francia,
~" ~ ~~~ l'Italia, la Germania, l'Inghilterra ed i Paesi Bassi dove predicò pace
e concordia. ]\[orì in età molto avanzata a Vannes, l'anno 1419.
Memorandum. — Giovedì Santo. — Da oggi sino al lunedì di Pasqua inclusi vamente sono
chiuse le Biblioteche governative: e sino al martedì tutte le Scuole. Licei e Istituti tecnici
lianno vacanza per tutta la Settimana Santa. — Al Vaticano, alle ore 10, cappe'la papale. Si
cauta all' offertori 0 il mottetto Fi-atres di Palestrina. Dopo la messa il Papa porta proces-
sionalmente l'Ostia consacrata alla cappella Paolina, illuminila sui disegni del Beraini. A
mezzogiorno lavanda dei piedi a 13 preti stranieri. Alle IG, al Vaticano, uffi io delle Tenebre:
la prima TMmeidazlo'ie è di Palestrina, il Miserere di Bai e di Allegri. A S. Pietro, alle 18 '/o,
dopo il Misereìv, lavanda dell'altare maggiore fatta dal Capitolo, e ostensione delle grandi
reliquie. — Oggi e domani, a Napoli, tx-adizionale passeggiata dello s'iuiscio per Toledo.
}U
6 Venerdì S. celestino l, papa. Romano, successe a S. Bouifacio I nel 423.
96-370 Combattè le erosie dei Pelagiani e dì Nestorio contro il quale indisse
' il concilio ecumenico di Efeso. Morì nel 432.
Memorandum. — Venerdì Santo. — Processione del Cristo Morto in molte parti d'Italia:
In moltissimi paesi, della Sici'ia si riproduce la scena della Cro itissione. — Al Vaticano, alle
9 ['.1, cappel'a papale: canto del P.ss'o con i cori di Avila; adorazione della Croce, con gli
Inpropei-i di Paleslrina; processione a'ia Cappella Paolina ed esposizione della Vera Croca.
Alle 15 '/.> ufficio delle Tenebre: la 1* Lamentazione è dell'Allegri.
7 Sabato S. Amatore, vescovo. Successe, l'anno 388, nel vcs ;ova:lo di Au-
97-369 I xerre, a S. Elladi ; mor'i l'a. 418. — S. A'raate, anacoreta nella Siria,
secolo IV.
Memorandum. — (fi L. P. a ore 14.49'». — Oggi novilunio secondo l'uso ecclesiastico. —
Sabato Santo. — A Roiuii, nella basilica di S. Giovanni in Laterano, alle ore 8. benedizione
del fuoco nuovo, dell'incenso e del cero pasquale fa ta dal Cardinal Vicario. Alle 9, al Va-
ticano e a S.Pietro, ufficio solenne, con musica di Palestrina. Al Gloria in exceisis saoìì:\n)
le trombe d'argento dall'alto della cupola. — Antica cerimonia tradizionale dello scoppio del
cafro a Firenze. — Primo giorno della Pasqua o lesa Ji, israelitica.
APRILE 1917 _ 81 - (15* Settimana)
8 Domeilica >:< Pasqua di Resurrez'one.Rii>or(la{lmi)adolo<topas<ia^}^o dei Mar
98-268 llu-is») couipiiito da 11 F.brt»i sotto la »om lotta del lietrlslatore Mo'^è, e
la co isej{neiit^ liberazione dalla •-.•liirtvifù del Fara >nidl. Fra i (Jrlstlaiil
•• fuiiiineinoiiìt i la (;iorii>sti risiirrt-ziune di Oristo. - S. Dionigi, vcsl-ovo di Corinto. ii:i<>
tra i più illnsirl del I[ soo. Instano per pie'à e dottrina !<• sue Ietterò dl:n>strano come
*-^'\ abbracciasse i-.tlla sua caritA tutu i CrUtlani. — S. Edesio martire, frat dio di S. Afllano,
jiefa o in ma e al Alr-s^aiLlria per aver rimproverato al giudico pa^'ano la sua crudeltà
«Oli r.i iti vorjjrinl cristiano.
Memorandum. — Sole mi à d -Ila Pa<rjna. — 0'^<ii s.»no chiud anche l Musei o le Hai
It'rie. — relle»<riua;.'gio al Santuario della Madona^i del Cont'ortj, al Are/.zo. — 04^1 e do-
mani, a Cafona fprov. di II* g;,'io Calabria), tradi/ioiiae feH!a del patrono 8 Franuesoo di
P.io'rt. — A San i'ataldo (prov. di Calr^inlssetta» la . strania funzione del Supat/ooì elie vanno
mascherati in cerca del Cristo risorta. ~ A Comisi> (prov. di Siracusa», l.i fe.sta detta iif''f.
ì Ufi tra l'Ann uiziata e Cr.st») Risorto, una delle feste locali più caratter stic!ie e curio <e. -
«ir.m pelle^r na;,'.,';o al Santua io di \. S. di r.ourdi's, — Secondo giorno djlla l*a-iqu.i, o
l'i-ya h, israelitica.
9 Lunedi Lunedì dell'Angelo. — S. Giovanni r Elemosiniere, patriarca di Ales-
99-267 ^salldri:l <rEj,'itto, morto 1' am-.o r.i6. SI meritò il tito'o cjI quale è di-
. . _ stin o per la vua inesauribile « arltà verso I poveri. Le sue ceneri ri-
posano a Venezia nella thiesa di S. Giovanni K:ittista in Bragora. — S. Manta di Cleofa,
madre di S. Già -omu il Minore. - S. Veltrude, vedov.».
Memora.ndnm. — Pcllegrlnng^'io all.i :Madoniia dell'Arco i>resso Napoli. — Proces.sione del
ceri al t;im<iso Santuario della Mad..nna di Trapani.
'V
10 Martedì I S. Pompeo, martire, morto iu Africa durante la per.-iecuzione di
10O-266 iDccio CióO-iJl». — S. Fulberto, ve>Civo di Chartres dal 1007 al 1029,
cir. a. - S. Ueda ,1 Giovane, monao mor.o l'a. 8s3, onorato nella dio-
cesi di Genova. — S. Ezecliiele, profeta, lapidato a Bibilo.iia.
Memorandum. — Scade la seoo:-da rata bime-itra'c delle imposte direte erariali e sovrim-
pps'e coniniiaii e provinciali. Non piigaìido entro gli otto giorni successivi alla scadenza,
il contr.bu.'i.te i.icorre iella multa del 4 ", ,.
11 Mercoledì! S. Le.ne Magno, papa. Nato in Toscana, fu arcidiacono di Santa
101-265 n:hle;>a, legato in Airica, poi nel 440 papa, succeden lo a S. Sisto III.
llesistette «allo sterminatore Attila re d.igli Un:ii. che minacciava
Itiinii, persuadendolo a ritirarsi olt e il Danubio; fu dottore della Chiesa ed ebbe dal
l»opo'o il titolo di MiI'jho. Moi'i l'a. 4C>1.
12 Giovedì S. Zenone, vescovo di Verona dal 352 al 380. - S. Angelo Car-
10^-264 ''t'Iti •■«« Chivasso, morto l'a. 1492. - S. Giulio I, papa dal 337 al .'t-Vi.
- 'Coia'>a;t(i contro gli Aiiani e difesi il santo patriarca di Alessandra,
Atanasio, dalle loro \iolen.'.e. — S. D.unian •, vescovo di Pavia.
13 Venerdì S. Giustino, filosofo, nato in Sima>ia nel 103 e convertitosi ul crl-
103-263 stiancsimo a trenfan-ii. Recttosi.i lìuma p esentò di-e apologie del'a
leligione a-!i imptratori Antonino e ^ar.-o Aurelio, per le quali è
considerato il pr mo dei Padri della Chiesa. Accnsato c)nie cristiino, morì martire verso
11 1«7. — S. Krmonogildo, Hglio del ro d.i Visigoti I.«'o\ igildo, fu carccr.ito od ucciso nel-
l'anno ."«sr,.
Memorandum. — Venerdì Santo n 1 calen.lario Giuliano u Greco Uu> so. - Se'timo giorno
(lel'a l'a-!. ina, o l'fiunrh, israelitica. — Pagamento <lenc pen>ioni governative di terz.» cate-
goria (supei-iori a L. 2)00 annnei.
14 Sabato I S. Lamberto, vescDVO diLone dal «so .al 0.»0. - 8s. Valeriane e Ti-
104-262 burzlo, fr.»t-lll. mar. (22'M. consorte l'uno, « {^la'o l'altro di S. Cc-
j.j(|,, pg,. |p ^.„j ,.Kortazi .ni si «'onvcrtirono al cristlanesmo, e fnrono
ba t.v.zatt da p.pi l'rban •. - S. Abbondio, mansionario dell i basilica di S. Pietro in Rom i,
ram;iiei.tato da S. (ircgor.o Ma.no.
MOinorandjm. - <t U. Q. a o-.v -Jl li"'. — llilnio -i>rno della Pa-qua, o l'estoh. i.sra -liilca.
APRILE 1917 82 - J16'* Settimana)
1 r> Domenica I ^•I^ Domenica In albis. o pii'i pr<?clsa-n.'?nle /// a/.',!.-! iì-posàtis, cosi
105-361 |(lett:i y)C'rcli.'' ();,'^i nella primitiva (Miiesa ci-is'iana si depDiievaii.» le
~~"'^ — Vèsti bianclie dui novelli battezzati. - S. Paterno, ve-!.-ovo di Vaii-
nes («iec. V). — S-t. liasilissa e A iasfa>ia, vor^niii romane di nobiMss m*» fa nigiìe, convertile
ala fede dai Ss. .np.istoli l'ietro e Paolo. Qu:ind.> S. Pietro fu crociftiso sul «"ìianit-olo. es e
di notte ne seppellirono le sacre spoglie, e accusate per.'iò comw cristiaiie, subirono il mar-
tirio sotto Nerone.
Menorandum. - Pasqua nel c.ilendarlo Giuliano o Greco-Ku^so. - Pasqua per gli .Vl>is-
si ni ( Ti-nsii-è).
16 Lunedi S. Contardo dei principi Estensi, morto l' a. 1249, onorato a Bro.ii
106-360 [(Pavia'. — S. B 'uedetto Gius-^ppe Labre, mend cinte (1748 17».l) n ito
a Saint-Sulpice d'Amettes, diocesi di Boulo{,'ne, e ca io ii/,z;it.o d.i
Leone XIII nel 1881. — S. Turlbio, vesc. di Astor<,'a. — S. Pat -ruo, vescovo di Avrancli's. ~
S. Jiamberto, martire a Sarragozza.
Memorandum. — Da oggi sono permesse le solennità nuziali sino al sabato clie prece le
la prima domenica dell'Avvento. -- Fiera a Varese.
1 7 Martedì ! S. Aniceto, papa, successo a S. Pio I, morì marti e, al ptincipio della
107-259 persecuzione di Marco Aurelio l'a. lOG. — S. Inn >cenzo, vescovo e pa-
—'trono di Tortona 'sr-c. Ili o IVi. — Ss. Neolita, Isidora e Benedetta,
martiri, onor.ite a Lentini (Siracusa). — S. Roberto, fondatore e primo abate di Clermo.it.
_^ ^ ■ » ■
-In
18 Mercoledì! S. caldino della famiglia Della Sala, arciv. di Milano dal llfìfi al
108-258 11176. Fece risorgere dalle rovine la città, che era stata messa a ferro
" e fuoco dal feroce B:irb:trossa, e sradicò l'eresia che serpeggiava nella
diocesi. Mo;ì sul pergamo, dopo lungo e caldo discorso in difesa della fede. — S. Calocero,
bresciano, martire.
Memorandum. — Fiera a G.avina. Dura 5 giorni.
19 Giovedì S. Leone IX, papa. Segui nel pontificato romano a papa Damaso
109-25*7 |lT, l'anno 104«; fu già vescovo di Toni. — S. Vigilia, vevgme, martire,
~~~ festeggiata a Livorno. — S. Espedi tcf, martire, protettore delle cause
urgenti. — S. Crescenzio, fiorentino, morto l'anno 423.
Memorandum. — Oggi in Inghilterra "festa delle pi*atoline„. Pni»>-ose dq^i/ dedicata dai /u-
riVs- inglesi alla memoria di Lord Beaconsfield, di cui ricorre ranniversa.io della morte (l»»ll.
?H-
20 Venerdì S. Marcellino, vescovo di Embrun, morto l'anno 374. — S.Agnese,
110-256 vergine, nativa di Montepulciano. Consegnata alle Suora dette def sjrri,
■ vi diede l'esempio di ogni virtù. Umile ed obbediente, occnpavasi negli
uffici più bassi. Dormiva sulla nuda terra e digiunava a pane ed acqua. Mori la. 1317. —
Ss. Sulpizio e Serviliano, martiri, convertiti alla fede da S. Domitilla.
Memorandum. — Entra il Sole in Toro.
2 1 Sabato S. Anselmo, vose, che resse la sede di Canterbury. Nacque in Aosta
ltl_355 da nobili genitori. Perduta la madre, si lasciò a lescare dalle vanità
terreu':', ma ben presto se ne disgustò. Tocco dalla grazia, si ritirò in
un moHitstero di Normandia, ove dive me specchio di virtù. Mori nel 1109. — S. Simeone,
vis; ovo di Selenca e Clesifonte, e m irtire. Resse la sede per 26 anni, e nella crudele per-
secuzione di Sapore, re di Persia, fu ucoiso (341) fra atroci tormenti.
Memorandum. — ® L. N. a ore 15,lm. — Natale di Roma (a. 753 av. Cr., se.-oudo V.ir-
ronei. — In ques'o giorno i Comitati della Società Nazionale " Dante AIig!iieri „ celebrano
la festa annuale del Sodalizio, in esecuzione di un voto del Congre'^so di Roma del lall. —
F'era in Lentini (prov. di Siracusa), rinomatissima in Sicilia e nelle IJalabrie. — Pa,'amento
delle pensi mi governative di seconda categoria snperior. a L. óOO ma non a L. 2000 ainu?).
APRILE 1917 - 83 — (17^^ Settimana)
22 Donienical yj< S. Caio, papa (283-2fl0\ dalmata, fn titt ma della persecuzione,
112-354 refjnimdo D.ooleziano e Massiiiiiano. — S. IMiiiele, luait, onorato a
Lodi (s.'c. VIUV). — li. Kg dio da Assisi, mliiorit.k, morto ranno l'iOi»,
Memorandum. — A Itoma nella ihiesa di S. M. d.'l Tiaiito. ha liio;.'o la pnliblica «ara di
i ulf.liisrno Ira l giovanetti romani, e il vincitore e nominato Imperi» (ore ti t Ila hitltvina Cri'
«Udini. - Processione di S. Vigilia compatrona della cit'à di Livorno, in memoria del terre-
moto del 5 aprile 1G42. -- Anniversario in (ìiulianova deirap[>nri/.ione della Vert,'ine HS.
sotto il titolo d Ilo Spli>ndoro. avvenuta nel i:)j7: grande festa e rtsra processione al Snn-
tnario, ec.
23 Lunedi I S. Giorgio, martire (3031. Nacque in Cappadoc'ia da illustre fami-liii,
113-253 ontr») nella milizia sotto Diocleziano, ed ebbe la dignità di tribuno.
Venuto però alla corte, ed udendo con quanta crutlellà erano trat-
tati i Cristiani, confessò apertamente la fede. Sdegnato, l'imperatore oi-dinò venisse in va-
ri»» guise tormentato e quii:di decapitato nell'anno 303. — S. Alessantfio Saull, barnabita
■!iilaiie-e, vescovo di Aleria in Corsica, diede splendide prove di carità, e trasferito al ve-
ovado di Pavia, vi mori l'a. 1502.
Memorandum. — Oggi, novilunio secondo l'uso ecclesiastico.
f^"^ Memorandum. - Owg« per la festa di S. Giorgio, nel Milanese si rinnovano i contratti
• li pasci>li> e di fornitura di lafte e latticini. Il popo'o festeggia il santo odierno, protettore
il.'i lattivi luloli, con g te campestri e scorpacciate di panna e del cosiddetto pan di ntiy'iit.
'1^
2n Mercoledì! S. Marco Evangelista. Scri.sse il secondo tra i vangeli canonici. Fu
115-251 vescovo di Ale.ssandria, ove morì mart. l'a. 08. — Ss. Evodio, Ernio-
gene e Calisto, martiri siracusani nella persecuzione di Diocleziano
Massimiano — S. Fedele, onorato a Spello. — Lituttia Majyìori in tutte le chies».
Memorandum. — Anniver.«aiio della morte di Torquato Tasso (15t)5). Pell«grinagglo al
convento di S. Onofrio di Roma, dove è visibile al pubblico il Museo Tassiano, — Fiera di
oa\aì]i a San Bonifacio (prov. di Verona), detta di San Marco. Dura tre giorni. — Processione
sacra in Itossano Calabro, in memoria del terremoto del IfeSti.
#4 Martedì S. Fedele flOOC) da Sigmaringa. cappuccino, martirizzato dai eal-
114-253 jvinisti ( 1577-lfi22). — 8. Saba, martire con altri .sessanta a Itoma,
'l'a. 272. — *s. Maui-izio e compagni, martiri della' legione tebea, ono-
a Pinerolo (a. 287). — S. Onorio, vesc. di Brescia (sec. VI .
2b (ilOVedl | S. cielo, papa, romano, 7G-88, er.i stato discepolo di S. Pietro, e
116-250 I mori martire. — S. Marcellino pp., romano e martire, 2i)t>-30L — Ss. Gu-
• ' glielmo e Pellegrino d'Antiochia, protettori di Foggia, dove è IVwta pa-
tronale. S. Lucido o Lucilio, vescovo di Verona, tra il 250 e il 35r..
Memorandum. — Fiera di Andria. Dura due giorni. — Pellegrinaggio a Genazzano, presso
Valmontoi.e (prov. di Roma), al Santuario della Vergine del Buon Ccmsiglio.
.U
27 Venerdì i S. Pellegrino Laziosi, dell'ordine de'Serviti, vissuto dalla. 1265 al
117-249 1 131.'). — s. Zita, vergine, vcncratA a Lucca, ove mori l'a. 1282. —
— 'S. Maria Egiziaca (secolo IVi. - S. .\nastasio I, papa dal 3yv( al 401. —
B.Tertulliano, rese, di Bologna (sec. V). — S. Liberale o Liberio d'Aitino, prot. di Treviso,
Memorandum. — Aunivers. della seconda fuj;a dil granduca Leopoldo II da Firenze
df-ò".» . La cttii e iinbandieiata. - ler S. Zita, patrona degli ortolani, festa in Bisagno, sob-
borgo (ti Gfnova. — Fiera a Fran/avilla al .Vlaie (prov. di Chietl», che dura 8 giorni. —
Oggi i).i-a'iU'nto degli st pendi agli impiegati governativi.
28 Subato ! Ss. Vllale e Valeria, martiri. Nacque Vitale a Milano di nobile fanii-
118-848 kI'« *? *•' sposo a S. VaUria e pa Ire del ss. mm. Protaso e G^rvaso. Sa-
putosi che Vit.i'e e a cristiano, ed avendolo egli ste.'iso oonfermato,
fa straziato con pettini di ferro l'anno r,2. Vitale è rico dato a Ravenna, Valeria a Miiano.
^ Ad Al' a ed » Treviso fcst» solenne.
APRILE-MAGGIO_1917 - 84 - (18»^ Settimana)
29 Doilieilica] iv-< Patrocinio di S. Giuseppe, spo^o di Maria Veiijiiie, roiif.. patio io
119-24'? (Iella Oliipsa universale. — H.Pietro, rnaitiie, domenicano, fu inquisi-
j^^^.^ pgj. j^ Loinbai-dia. e come tale ucciso lungo lo stradale che da
Milano conduce a Como U>52 . — S. Llbeiio I, vescovo di Kavei na dal 185 al 2.»t>. — Fe-
sta pàti'ona'e ad Oropa.
Memaraidu.n. — 3) P. Q. a ore «,22'".
oO LllllCCll S. Caterina da Siena, suora domeuicaìa che si rese c^^lebre per la
120-246 I santità della vita ed il sapete. I fio eu fui la scelsero mediatrice iVu
. — _ g^^,; g pjipa Grej^jrio XI. Mentre i)apa Urbano XI la mandava a Gio-
vanna di Napoli, essa morì Jiol 13S0, a soli 83 anai di età.
IMemoraniium. — A Roma le società democratiche commemorano la difesa di lloma co:iinì
i (r incesi del IS-l'J. — A Parigi, ve.rn'ssatje al Ha"o le dei Campi Elisi.
1 Martedì j Ss. Filippo e GiacO-TlO il minore, ap. — S. Geremia, profuta, lapidalo a
131-245 furia di popolo ])resso Tafna in Egitto. — S. Sigismon lo. le d Jior-
. __ gogna e martire' nel .ó24. Fondò il monastero di S. Muuri/.io nel Val-
lese, dove si ritirò a fav penitenza per aver ucciso un proprio tiglio dietro false accuse.
IVIemorandum. — Calendimaggio, festeggialo in molta campagne, specialm3nte in qu 'Ke
lou-ane. — Fe^ta internaz. del lavoro, istituita nel Congresso inter.iaziouale di Parigi del
ISSy. — Fest\ di S. Secondo, patrono di Asti. Corse di cavalli. Al mircoledi successivi
grande fiera. — Fiera ad Ancona: darà otto gior li. — Si apre la fiera di Ravenna, che dura
« giórni; — Fiera di Spi lazzo'a: dura 3 giorni. — Festa in A^idone (Ca'ta \issetta» del xiatrono
H. Filippa. — Festa di S. Elìso, patr. di Cagli.iri. — Da ogi e permessa la pjs^'a con reti od
altri apparecchi a s-rascico, a qualu »que distanza d illa costa del mare. — Da o,'gi è perm-^s-a
la raci'olta dei mitili (cozze nere, peocl, muscoli,; e nel golfo di Napoli aiche quella delle
vongole o arsel'e. — Oggi a Firenze si comincia a cambiare gli alloggi.
2 Mercoledì S. Anton'no, vescovo di Firenze, m. 1' a. 1459. — S. Atanasio, ve.sc.
122-344 I d'Alessandra d'Egitto. Morì l'a. 373 dopo aver molto sofferto per la
fede con irò l'erosia a-iana.
Memorandum. — Fiera di animali a Canicatti, che dura due giorni. — Festa nazionale
de la Spagna.
3 Giovedì Ritrovamento della Santa Croce, segu to por opera di 8. Elena,
123-243 madre dell'imperatole Costantino. — S. Giovenale II, vescovo di Terni
— — e Narni, dal 558 al óoa, e patrono di Fossano (Cuneo). — S. Ursio, ono-
rato a Moiisummano (sec. Villi. — B. Viola, vergine e marcire, festeggiata a Verona.
Memorandum. — A rescia lieia e festa del Crocifisso. — Fiera e festa del Crocifìsso
in Castronuovo di Sicilia.
4 Venerdì
134-242
S. Paolino, vescovo, e patrono di .Senigallia, nel secolo IX. — S. Ci-
riaco, vescoTo, patrono d'Ancona, martire ne^la persecuzione di Giu-
liano l'apostata (3C1-36;). — S. Mo-iica. m-idre di S. Agostino, morta
ad Ostia nel 387. — S. Giacomo, diaco io, venerato a Bergamo.
Memorandum. — Festa di S. Flon'ano martire in Jesi, con fiera e altri festeggiamenti
popolari. — Oggi a Napoli e in molte altre città dell'Italia meridionale scadono gii affliti
annui delle case e si fanno i traslochi.
5 Sabato ! S Pio V, papa, successe a Pio IV, od era nativo di Bosco. Morì
125-241 \V A. 1572. — B. Amedeo, duca di Savoia. — S. Floriano mart., invocato
specialmente negli incendi. — S. Angelo, ebreo C/Uvertito, nativo di
Gerusalemme, i oi religioso carmelitano, trucidato per la fede dagli eretici a Licata n 1 122^
IVÌemorandum. - Annivorsaiio della partenza da Quarto per la Sicilia dell'eroe Gariba'dl
con i Mille (ISC).)). — A Milano, solenne funziono in Duomo, d )ve il Sacro Chiodo è solle-
vato con nna macchina au-oa, insieme a un prete e due c'iierici, lìn sotto la cupola del-
l'aitar maggiore. I.a reiiquia eia stata calata, ed esposta alla venerazione del pubblico,
il 3. fcsta della Invenzione della S. Croce. — Ricoi rendo l'anniversario della morte di Na-
poleone I (1^2n, a Portoferraio me nore del breve regno napoleonico (t m>ggio 1814 -
4 marzo 181.'>i è celebrato un so'enne utficio funebre, per disposizione testamentaria del
princ. Demidjff. È tuiche fatti u la largì distribuzione di pane ai poveri. - Fiera a S.i-
lerno: dura rovo giorni. ~ Festa in Licata Kiirgonti,: del patrono S. Angelo.
- 85 -
T>Ah,h,A VENEZIA GIUI^IA
DODICI iMPRESSiOxNi DI FILIBERTO SCARPELLI
MAQG-IO 1917 - 8() - (19» Settimana)
6 Domenica I t5< S. Protogene, vescovo nella Mesopotamia (sec. IV). — S. Gio-
136-3-40 I vanni Damasceno, ossia da Damasco, dot'Ore della Clucsa greca,
morto l'a. 7ó«). — S. Evodio, eletto da S. Pieiro come primo vescovo
di Antiochia e martiiv, ricordato da S. Ijjiiazio nella sua lettera agli antiochen
Memorandum. — Og^ii pleiiiinnio secondo luso ecclesiastici. — Grande festa civile e re-
ligiosa di S. Nicola a Bari, per l'anniversario della traslazione delle os<ia del Santo da Mira
a Bari. Pellegrinaggio alla basilica, famosa pi-ocessione a mrtre, ecc. — Fera ad Eboli: dura
3 giorni. — Grande e importante fiera di bestiame, detta deffn Schiacoiiea, dal Inogo ove si
tienr>, in territorio di Corigliano Calabro. Dura tre giorni. — Festa del Crocifisso a M()iirc;i!c
con corso di l)arberi e processione caratteristica. Festa di S. Giuseppe alla Bagheria pure
con e >rs ) di barberi. Tiitt'e due attirano grande folla da Palermo. — Festa di S. Giorgio
nel calcMuliuio Giuliano o Greco Russo. — Festa patronale della famiglia reale del Moli-
tene" io.
: ^i
7 Lunedì S. Stanislao vesc, marfc. Eletto alla sede di Cracovia, riprcj^c B(V
13T-239 Ics^ao IT. re di Po'onia, per le sue dissolutezze e lo scomunicò. Bol^*-
■ sao volle enti-ar.^ in chiesa e poiché il santo vescovo troncò la messa
a e lusa della sua presenza, egli lo uccise di sua mano nel 1079. — S. Guglielmo arciv. di
Bourijcs. Mori nel 1209. — S. Flavia Doinitilla, nipote del console Flavio Clemente e martire.
Memorandum. — (g) L. P. a ore 3,43m. — Pagamento delle pensioni governative di prima
c.itogoiia (non oltre le 500 lire annue).
^*-;
8 Martedì S. Acac'o, martire, centurone nell'esercito dell' imperat. Galerio,
138-338 martire l'a. 30(5, patrono di S [uiliace. — S. Metrone, prete, onorato
- a Verona. — S. Amato, patrono di Saludecio (Rimini). App.irtenne al
terzo ordine di S. Francesco e fondò l'ospedale di S. Maria di Monte Ox'ciale.
Memorandum. — Pe'.legrinaggio e fiera al Santuario di San Michele sul Gargano (comune
di IMonte SanfAngelo). — Festa a Valle di Pompei in commemorazione del VI aimivei-sario
dell.i consacrazione djl Tempio dedicato alla Madonna d?l Rosario. — Fiera a Caltanissetta.
— Oggi a Bolog la, si cambiano gli alloggi.
9 Mercoledì S. Gregorio Nazianzeno, patriarca di Costantinopoli. Mori l'anno 389.
139-337 l^'"fi "i^to a Nazianzo. e fatti i primi studi a Cesarea di Palestina
recossi ad Atene con S.Basilio. Eletto vescovo, tutto si adoperò per
•ondurre a salvezza il gregge affidatogli. Morì l'a. 389.
lU
10 Giovedì
130-336
B. Nicolò Albergati, vesc, cardinale. Govornò la Chiesa di Bologna
dal 1417 al 1443. — Ss. Quarto e Quinto, martiri, venerati a Cap-ia. —
S. Cristina, verg., mart., venerata a Pa'ermo el a Padova.
Memorandum. — Festa di SanfAlflo con fiera in Trecastagni (proy. di Catania^. — In
Lentini (prov. di Siracusa), festa dei Ss. fratelli martiri Alfio, Filadeltae Cirino. — Le liste
elettorali politiche ed amministrative approvate diilla Commissione elettorale provinciale
sono, non più tardi di oggi, e fino al 31 maggio, depositate a disposizio. e del pubblico nella
Segreteria Comunale.
'H
11 Venerdì S. Francesco dì Gerolamo. N. l'a. 1642 a Grottaglie (Lecce), morto
131-335 a Napoli l'a. 1716. — Ss. Anastasio e compagni, martiri, onorati a Ca-
merino. — Ss. Primo e compagni, martiri di Trieste (sec. II). — A
Chieti, festa patronale di S. Giustino (vedi 13 aprile).
Memorandum. — Giorno festivo per Livorno, in ricordo dell'eroica resistenza della città,
assediata nel 1849 da 20,000 Austriaci condotti dal gen. d'Aspre.
1^
12 Sabato S. Pancrazio, m., patrono di Albano Laziale (Rom>ì, morto verso il
133-334 303. — Ss. Achilleo, Nereo e compagni, martiri sotto Traiano, l'a. 99.
Furono battezzati da S. Pietro ed erano al servizio di Flavia Domitilla.
Catturati, vennero rcle^-ati nell'isola di Ponza, dove furono decapitati.
Memorandum. — Oggi, domani e d )man l'altro sono detti in Germania i Santi ili ;/hi(ircio,
perchè di solito segua-io un notevole abb.is-aniento di temperatura. — A Bologna, so enne
processione per il trasporto della Madonna di S. Luca dal Monte della Guardia alla Me-
fropolilana di San Pietro. La Sacra immagine è riportala al Santuario il giovedì seguente,
festa delPAscensione. — Anche in Italia da oggi al 18 si ha per i meteoro'ogi un periodo cri-
tico, che i PP. Secjhi e Lais chia narouo burras a dì 6'.m Bonifacio,
MAGGIO 1917 - 87 - (20* Settimana)
13 Oomcnìca' ►!< S. Giovanni il silonziaro. <\i n:i-<citR aniicno. fmpie;.'ò t suoi f.onl
133-233 I ncircii;,e:o una olii(;sa ed un irorasfoio, dove si ritirò a ISantii. L'ar-
r'ivcs.ovo di Sei)astc lo dosso a 2S anni vescovo di Colonia, ma dopo
nove anni si ritirò a S. Saba, dove mori con tonarlo l'anno 559. — Dedioa/.ioiie del tempio
di S. M. i<d Vai-iij.e's in Iloma (Pantheon».
Memorandu n. — Festa d-lla (ìMlcilanza al Brasilo, annivers. dcH'abolizione della .Sv^-hia-
Vitù (l.SSS).
,u .
14- Lunedì S. Bonifacio, mai tiro. Viveva in Roma al principio del IV secolo.
13'4-232 [Visitando lOriontc giunse a Tarso, dove, veduti gli efferati supplizi
" ■ a cui erano so^r^'Ctti i martiri, si Rcttò fra loro aMnacciandoli. Inci-
tato a sacrilicarc agli dèi, vi si rifiutò. Fu decapitato l'anno 307. — Ss. Corora e Viltore,
patroni di Foltre (sec. II). — Pi'hh g'ofiio dtìU rojazioiii iiito ronifi'iio.
Memorandum. — C U. Q. a o.e 2,46". — Festa dell'indipenden/a al l'araguaj-. — Paga-
nionìo dcile pensioni governative di 3» cite^oria (superiori a L. 20d0 annue)
..J.
1d Martedì { S. Gìo. Batista de la Sa!le, istitutore della Conpregaxione dei Fra-
135-231 I telli delle scuole cri>tiano. Nacque a Rtinis nel 1(J51 e mori a Rouen
jjgj ^,jyj j.y canonizzato da Leoi:e Xlll il 24 miggo del 1900. —
S. Donnino diacono, confossoro, venerato a Piacenza (sec. V). — Secomìo giorno de'lé voyn-
cìuni {rio roin mo).
Memorandum. — Festa della Democrazia Cristiana, istituita per coniranposto al Primo
iu;i;.';,'io (iella Democrazia Socale, e in oommenio; azione della data della Enciclica di Leo-
ne MIX lierum ii.naritm, del lo masrgio 18'Jl, sulle condizioni dei lavoratori. — Fiera di San
Bi.rnardino in Altavilla Irpina (Avellino). Dura 4 giorni.
l() IVIcrColedi| S. Giovanni Nepomuceno sacerdote, la'o a Nopomnk, in Boemia,
136-230 iranno 1330, morto martire del se reto s;<cramontale. l'anno 1383. —
— - — S, Pellegrino, che man lato da S. Sisto paia a predicare il Vaiijrelo
nello Gallio, vi dheiitò il primo vescovo di Anxerre e mori martire ni 301. — S. Ubaldo,
vescovo di Gubbio nel 112'.), il cui corpo si conserva incorrotto nel Santuario a lui dedicato.
— Teizo g'orno <UU.i rigazioiti {rito roinim).
Memorandum. — Festa dei ceri a Gubbio.
l / Giovedì ►P Asccns'one di G. C. (a'P-mUn 40 giorni <ì, pò Ut rinurn'zione). —
137-229 S. Pasquiile B,i.vloi), ebbe i natali in Torre llermosa 'Ara;,'onai. Fan-
" ciullo custodiva sii armenti, ma ispirato da Dio si fece rcPgioso e .si
diede ad una straordimiria austerità di vil.i. Dava il proprio cibo ai poveri, dormiva sulla
n.ida terra e llagellavasi a sangue, ilor'i nel 1J'J2.
Memorandum. — Festa civile legale. Sono. chiuse le Biblioteche governativo, le Gallerie,
i .Musei. - Fiera a S( arperii 'provincia di Firenze». — Fiera di San Piisqua'e a Cottone
Ipiov. di Catanzaro). — Fier.i in Castrogiovannt (Calfatiissetta). Dura du ,• giorni. — Gene-
tl.aco del re Alfonso di Spagna (1886'.
^'"^J^"^^ ' S. Venanzio, martire nell'a. 2óO. venerato a Camerino. - S. Teo-
lcJ»-*5fi5» ^^doto, mart. — S. Felice, vescovo di Spello (sec. IIL-IV».
Memorandum. — Anniversario della Conferenza delI'Aja e della istituzione della Corto
permanente di arbitrato. Festa annua'e delle Società per la Pace,... particolarmente rac-
con. andata dopo le bar' aro stragi di questi ann !
*
19 Sabato i S. Pietro Celestino, eletto pa[)a l'anno 1204, prese il nomo di Cele-
139-22'? IsMno V. L'aniìo stesso della elez'one, fece il gran r'fìntn e, lasciò il
- papato a Bonifacio Vili. Mori la imo Ti»'», in fama di santo, k patrono
di Aquila d-';:li .\bruzzi. — S. Pudenz ana, verg., o S. Pudenzio, senatore a Ko.iia (soc. Hf.
- s. s bi'liia, vergine pavese, domeiii.-a a. morta l'a. 13t>7.
Memorandum. — Fo a allA^ui'a; du a 3 Jorni,
MAGGIO 1917 88 - (21-'^ Settimana)
20 Doilienical >^ S. Bernardino ria Siena, fraiicescatio, vissi.t ) dal 1380 al IHI. Kra
140-236 nato a Massa e consacratosi a Dio, diede prova di pietà nella pesto
del 1400. Fu mamìato a predicare in parecchie città d'Italia con
gr;inde successo. Jlorì all'Aquila, ed è latrono della città di Carpi (Modena).
Memorandum. — Fiera a Carpi. — Pellegrinaggio al Santuario di Santa Maria ad Rupos
presso Ronciglione (Viterbo). — Oggi all'Aquila degli Abruzzi si aprono alla venerazione
dei fedeli il mausoleo che racchiude il corpo di San Bernardino dx Siena, e la stanzetta
abitata dal Santo nell'ex e, invento di S.Francesco. — Pellegrinaggio al celebro Saniuario
di Capurso (Madonna del Pozzo), diocesi di Bari. — Festa patronale della Madonna di Mari-
puglia in Crucoli (provincia di Catanzaro), caratttn-istica per i costumi locali. Unr.i tre gioru'.
21 Llllìcdì I S. Felice da Cantalice, laico professo dell' ord. dei minori cippnc-
141_2S5 Icini di S. Francesco. Si distinse spei-ialmenfe per la sua umiltà e la
^^ devozione all'Eucaristia, fu molto amico di S. Filippo Neri, e morto
a Roma nel 1587 venne beatificato da Urbano Vili nel 1625, e canonizzato da Clemente XI
nel 1712. — S. Secondo ma; tire ad Alessandria. — Pi imo giorno de'ìe Jilanìe ambi-nsioti :
Memorandum. — Enti a il Sole in Gemelli. — O L. N. a ore 1,47>". — Oggi e i dne gii-rni
seguenti, litanie del rito Ambrosiano. Corrispondono alle rogazioni del rito romana. Oggi
si danno le Ceneri, che nel rito romano si dauno il primo mercoledì di Qnares ina. — Fiir.i
di Foggia. Dura tutto il meso. — Pagamento delle pensioni governative di 2» categoria 'su-
periori a L. 500 ma non a L. 2000 annue).
22 Martedì S. Giulia, verg., marL Di r;obile famiglia cartaginese, quando Gon-
143-334 1 serico espugnò la sua città, nel 439, fu venduta al mercante siriaco
Eusebio, che la condusse seco alla volta delle Gallie. Sbai-cata in Cor-
sica, per non aver voluto prendere par^e a una festa pagana fu appiccata, e il suo cor.io
fu traspor ato a Bresca da re Desiderio Jiel 7G3. — Ss. Casto ed Emilio, martiri nel 20 i.
— Se' OH hi f/iorno de! 'e litanie ainhvos'ane.
Memorandum. — Anniversario della morte di Alessandro Manzoni (1873'. È aperta alla pub-
blica visita in Milano la casa del Manzoni. — Festa di S. Giulia, patro.ia di Livo.no.
23 Mercoledì
143-333
S. Giovanni Batt. Ce Rossi, ligure, canon, di S. Maria in Cosmedin
a Roma, morto l'a. 17(H. — S. Desiderio, vescovo, venerato a Genova
e Cremonn. — Ss. Eutichio e Fiorenzo, monaci, presso Norcia. —
Terzo gioì no delle litanie amhrosinue.
Memorandum. — Oggi novilunio secondo l'uso ecclesiastico. — Anniversario del suppli-
zio di fi a Girolamo Savonarola (1498). Sul luogo ove sorse il rogo, in Piazza della Signoria
a Firenze, si fa la fiorita, ossia si spargono fiori a cura di ammiratori devoti della memoria
del martire. — Fiera a Viterbo.
24t Giovedì ss. Donaziano e Rogaziano, martiri, inoiti a Nantes, loro putria,
144-333 \ì'^- 287. Donaz'ano si converti r^r primo alla fede di Cristo: Rogaziano
abbr.acciò pure la fede e chiese il battesimo che non potò ricevere
essendo fuggito il vesc, onde togliersi alla persecuzione. — S. Elpidio, vose, di .\versa.
Memorandum. — Festa dell'Ascensione, secondo il calendario Giuliano o Greco-Russo. —
In tutto il Regno Unito e nelle Colonie è festeggiato VEmpire Day,
2{5 Venerdì S. Maria Maddalena de' Pazzi, carmelitana, a. 1(>07. - S.Canio, ve-
145-331 ! scovo, mart., venerato ad Acerenza (Potenza): secolo XI. — S. Dio-
nigi, vesc. di Milano, dal 352 al 307 circa. - S. Zenobio o Za:iobi, ve-
scovo e patrono di Firenze dal 418 al 428.
Memorandum. — In Giugliano (prov. di Napoli) festa della SS. Vergine, col tra lizionalo
i-'i^o dell' Angih). — Festa dei Banderesi o della Ciammai<h<l'a a Bucchianco (Chieti*.
26 Sabato S. Filippo Neri, fondatore dei Filippini. Nacque in Firor.ze il 22 lu-
146-330 I gl'O 1515. Studiò a Roma ed istituì la Confraternita della SS. Trinià
e l'Ospizio dei pellegrini. Fu ordinato prete a 36 anni. Amava la gio-
ventù, istruiva i fanciulletti indirizzandoli alla virtù. Morì nel 1595.
MemO'-andum. — Pellegrinaggio al Santuario di Carav.aggio, presso Treviglio, per l'anni-
versario della apparizione della Madonna. - A Roma, in Vaticano, alle oro 17 ['„, cappella
pa;)a'e per i pr mi Vespri. Si canta:io il I>'.v't e il l'eitus rir di Ca-^ci >lini, scritti nr-Uo
stile di Talestrina. — A Larino (provinci?i di Campobas^^^o), famosa fos'a d^i ci^rri incorati.
MAaa.-GIUGNO 1917 - w - (22«^ Settimana)
27 Domenica' ^ Festa di Pentecoste, r.ioorda la disroa dello S; S. sopra gli Apo-
147-219 jbtoH, ra<r()lti nel Cena. o)o di Oernsaleuime 50 giorni dopo la Risiir-
iTziDiie di Cristo. — S. Itcstltutn, vcrj,'. e mnrt. verso l'a. 290. È vc-
!!i rata a Napoli ed è la principale protettrice di Sora (Caserta). — H. (ìiuvHiini I, papa nel
5'.'3. Difese a Costantinopoli i diritti della Cliiesa. e, tornato in Italia, In da Teodorlco, re
ariano, inc-ar Lucrato a Ravenna, ove morì di fame nel 526. — 8. Liberio, confessore, patrono
di Am-ona (svc. VI Vii'.
Memorandum. - Pelles^rinnugio al sautiuuio di Mont»vergine. I lenegrini partiti 11 ve-
rerdi r'a Napoli o da altri luoghi vicini, passano II sa))Hto a MercogllaMo, e salgono la
mattina ;c;,'ucnte al santuario. Ritorno nei giorni di Innedi e murted'i. ~ Fiera di 8. Ama'o
a Xusco, in proviiìcia di Avellino. Dnra due giorni. - Fiera a Capun. Dura cinque giorni.
— Festa civile a Valle di Pompei, in commemorazione dell'istituzione delle opere di beneh-
cenza sorte a tLujco di quel Santuario. — Palernio festeggia Tanniversario dell'entrata di
(iaribaldi nel 18G0. — Festa di S. Croce in Casfeltermiiii, con «Ine giorni di Aera. —
Festa della Madonna della Medaglia in Rngusa. — Anniveri;irio della incoronazione dolio
zar Nicolò II. — Sdai'ito', o Pentecoste israeli.«tica.
28 Lunedì [ S. Elcónide, mart. - S. Agostino, monaco, apost. deH'Inghiltf rra. —
148-218 Ss. Emilio, Folicia, Prijn-.o, e Luciano, martiri, onora'ti a Cagliari.
Memo.andum. — Fiera di bestiami e merci a Scandiano (prov. di Roggio Emilia). — Fiera
a Pa\ia o_'l;ì, domani e doman l'altro. — Festa del Divino .\mox'e a Castel di Leva, nei din-
torni di Alt ano. Gran concordo di popolo, speoialmenle da Roma, donde si recano al Santu.i-
rio sa vetture riccamente ornate. — A Loreto Aprutino (Teramo) tìera e /e^ta in occisione
«Iella solennità del patrono S Zopito. le cui ossa esumate dalla catacomba di S. Callisto
furono trasportate a Loreto nel 1711. Caratteristica pi-ocessione col bue montato da uu bam-
bino; ]iarata di cavalli bardnti. — Fiera a Piazza Armerina, che dnra sino all'S giugno. —
Secondo giorno di S'-ìavuo', o Pentecoste israelitica. — Oggi pagamento degli stipendi agli
impiegati governativi.
29 Martedì ! S. Massmo, vose, di Clttanova ([stria), sec. IV. -S. Re-itituto uomo
149-21'7 iprudentis-imo e dotto, vissuto in Roma sotto l'imp. di Dioolozinno, e
- — per ordine suo decapitato.
Memorandum. — C !*• Q- * "^'^ 0,33"». — A Firenze, in Santa Croce, commemorazione
funebre d.'i volontari Toscani caduti a Curtatone e Montanara (1848).
— n-
30 Mercoledì' S. Ferdinando III, re di Castiglia (n99-12.v2\ — S. Angela Morici,
150-21© ' ^« Desenztr.o. morta l'anno 1440. — Primo tituno delle tempora d'ettutr.
Memorandum. — Festa militavo p?r l'arma di artiglieria, che commemor.i gli anniversari
t,'loriosi della capitolazione di Peschiera e della vittoria di Gòito (2'.)-3ì inaggio 1H4S). —
Festa di S. Ferdinando, santo patrono di tutta la Spa,'na. - Decoration Dm/, ossia giorno
d'>l!a decorazione delle tombe: festa nazionale negli Stati Uniti di America.
31 Giovedì ! S. Petronilla, verg'ne, fu tra l primi cristiani convcrtiti da S. Pietro
151-215 apostolo (sec. I). — I Ss. Canzio, Canziano e Canzianilla, della stirpe
degli Anicii, martiri ad .\quileia sotto Diocleziano, insieme col loro
p:?dagogo Proto. — S. Lupicino, vescovo di Verona.
_ . Ht
1 Venerdì j S. Giustino, fìlo.sofo e martire. Mori per la fede Fa. Ifi7. - S. Cr^-
152-214 I scentino, martire, l'a. 287. - S. Procolo, soldato sotto Massimiano, mar-
tire a Bo'.ogna. - S. Panti'o, sacerdote a Cesarea in Palestina, che nella
I) rsc'-uzione di Calerlo fa martirizzato col diacono Valente. — I Ss. Gratiniano e Felino,
soldati martiri, venerati a Perugia. — S-coivì') ti'iori o delle femporn.
Memorandum. — Principio della stagione di Estate, secondo l'uso meteorologioo. — P«r
qnesto m-'se e per tutto luglio sono vietati la pesca e il comn e ciò delle tinche e dei
«annetti. — Da oggi è permessa la pe>ica delle aragoste.
V
2 Sabato S. Marciano, vescovo, martire, festeggiato a (ìaeta. — S. Verdiana,
153-213 introna di Casteltiorentin»». — S. Eugenio 1. pp. dal «5.^ al (ì.^7.
- I Ss. Pietro, esorcista e Marcellino, prete, decapitati a Roma nella per-
• en/.iun'' di Diodcziain). - Terzo giorno d'Ile Ifit poni.
Memorandum. -- .\nni versa lo della morie di (ìiu-eppe (ì»r baldi (ISK»». Commeni. a Ca-
|)rer«. e in tutte le principali città d'Italia; a Roma è apcit^ al pubbliio il .Mu!>co Oari-
b.'.li ijo a| Campidoglio,
GIUGNO 1917 - 00 {23^ Settimana)
3 Domenica 1 v La ss. Trinità. Solennità resa di preceUo da papa Giovanni XXII
154-313 l'iel 1333. - S.Clotilde, re','ina, ti^^lia di Cliilpcrico, ancor jrioviiK" t;i
pri'dettc per opera dello zio, bramoso di regnar solo, 1 genitori *■ 'iu''
fr.v'elli. Fatta sposa a Clodoveo. lo converti al cristiai;esin;o. e dietro lui fece battezza -e i
sii'>i sudditi. Mori il 51'.». — S. Paola, vergine e mai tire a Co^^tantlMopoì^
Memorandum. ~ Festa nazionale dello Statuto (Leg^e 3 mag;,'io 1861. n. 7i. In tutlc le
città <;he hanno guarnigione, riviste militari: alla sera ilhiniinazione degli edifici pubblici.
A lloma la tradizionale (;/rfl/i</W« e la seduta pubblica solenne all'Accademia dei Lincei.
dove sono proclamati i vincitori dei Premi Heali. Sono chiu.se le Gallerie e i Musei. — D;i
o„'gi fino all'ultima domenica di ottobre a Napoli ai paga la fa />;/>«;/«« ai portieri dall'una
dopo la mezzanotte in poi. — Fiera ad Afragola, presso Napoli: dura una settiman;i. -
F;era a Venosa. — Fest.i di M. SS. della Lettera, patrona di Messina. È detta pure del Sacro
Capello di Maria, perchè nella processione si reca in giro anche questa reliquia, assicnie
al simulacro d'argento della Madonna. Però le gi-aiidi feste si rimandano a mezzo agosti >.
— Pentecoste, secondo il calendario Giuli ino o Greco-IUisso. — Festa di Pentecoste (/''(/ «-
flifos) per gli Abissini. — Natalizio di S. M. Giorgio V r^- d'Inghilterra (18()5}.
^ Lunedi ! S.Francesco Caracciolo, confondatore dei chierici regolati minori,
1S5-311 ; nato in diocesi di Ch eti nel 1.563, morto nel 1608 e canonizzato da
— — pj^ y£|- jjg[ i,co7. _ s. Marziale, vescovo di Spoleto, morto l'a. 3iO.
Memorandum. — Anniversario della battaglia di Magenta (LSoO). Servizio fuuebre all'Os-
sario. — Fiera a Taggia (prov. di Porto Maurizio). Dura tre giorni.
5 Martedì
156-310
S. Nicànore, martire. Soffri il martirio sotto Massimino II. detto
Daia (313 circa). — Ss. Giitsto, vescovo, e Clemente, prete, patroni
di Volterra. — S. Bonifiicio vescovo di Magonza e ina; tire. Venuto a
Eom.x dall'Inghilterra, fu mandato da Gregor o II ad ev ugelizzaie la Germa lia, di cui
venne chiamato l'apostolo, e coronò le sue fatiche ucciso dai barbari nel 755.
Memorandum. — ® L. P. a ore 14,7'». — Oggi plenilunio secondo l'uso ecclesiastico.
rr:
6 Mercoledì 1 S. Norberto, arcivesc. di Magdeburgo (1134). - S. F.ustorgio II, fu
157-309 vescovo di Milano dal 512 al 518. -- Ss. Lucio e Amanzio, martiri,
-venerati a Corniglio (Parma). — B. Bertrando, patriarca di Venezia.
Memorandum. — Pagamento delle pensioni governative di prima categoria (non oltre le
5U0 lire annue).
7 Giovedì I Corpus Dom'nl. Commemor.izione solenne del Santissimo t^orpo
158-308 |<ii N- ^- Gesù Cristo. Festa istituita da papa Urbano V in onore del
SS. Sacramento. — S. Roberto, abate, fondatore dell'ordine dei Ci-
sterciensl (1159). — S.Claudio, vescovo di Besangon in Francia, morto l'a. 696.
Memorandum. — Non è p-ù festa legale, però di solito sono chiusi anche i Musei e lo
(Gallerie. Anche come festa i-eli<;iosa, è sta a abolita quanto al precetto ecclesiastico dopo
i motupropri di Pio X del 2 e 24 luglio l'.Ul. — In grandissimo numero di città e pae.-i
d'Italia la solennità odierna era celebrata con festeggiamenti e particolarmente con pro-
cessioni, alcune delle quali degne di esser vedute e che avrebbero dovuto Ira-ferirsi alli
domenica seguente, ma che per tradizione cortinuano a esser celebrate come prima. A (ie;i-
zano Vlifì) (l'a, a Campobasso la processone dei Misteri, ec. — Pellegrinaggio ad Orvieto,
nel cui duomo venerasi il Sacro Corporale, sul quale accadde il miracolo di Bolsena. —
Fiera a Lanciano (prov. di Chieti): dura una settimana. — Importante fièra di bestiauio
detta del!a Roma in territorio di Bocchiglione (provincia di Cosenza): dura 3 giorni ed ó
antico uso che durante essa fiera si paghino i fitti dei pascoli nella regione.
; *• ,
8 Venerdì S. Vittorino, martire. Peri sotto i Vandali (sec. V). — S. Medardo,
159-307 vescovo di Noyon (Francia), morto l'a. 345. Dopo avei'C atteso alle
scienze sacre, fu ordinato prete, e divenne ornamento del clero, otte-
nendo gran frutto co' suoi discorsi e colla forza dei suoi esercizi. Sofferse molte persecuzioni
dagli idolatri. — S. Fortunato, vesc. e patrono di Fano (sec. Vi o VII).
Memorandum. — Fiera a Corleonj oggi e domani.
9 Sabato Ss. Primo e Feliciano, martiri. Erano patrizi romani e fratelli. Per
160-206 la loro condizione e la prudenza che li dist iiuMieva, giovarono a nv)\i\
— -cristiani perse::uitati, s )ccirrendoli e rioo velandoli: a.-cusati peroitj
essi medesimi, soffersero crudelis-;imj marlir.o l'aiino 287.
GIUGNO 1917 ZL^^Z (?^* Settimana)
10 Doilieilical ►-< S. Margherita, rejriiia di Scozia, morta l'anno in03. - Ss. Mortc-
161-205 stino, vescovo, e compagni, martiri, ricordati a'.l Avellino (soc. Ili
o IV).
Memorandum. — Vicenza festeggia l'anniversario dell'eroic-a difVsa dola città nel 1R18
contri» u'Ii Austriaci. — Scado la terza rata hiniestnile delle im')03te dirette erariali e so-
vnmp >ste «omunali e provinciali. Non ptg.tndo entro gli otto giorni .succcs->ivi alia .sca-
dMiza, il coiitrib i -ntc incorre nella multa del 1".,.
r.
1 1 Lunedi
162-204 '<i' l'Gvi, si cliianiiiva José o Giuseppe, e fu soprannominato Barn.i-
b;»8, cioè tiglio di consolazione. Di lui parlano gii Atti degli Apo.stoli,
rom'? rollerà di 8. Paolo, e pare che abbia soflerto dai giudei il martirio della lapidazione a
C'ipio. — S. Parisio, da Bologna, monaco camaldolese, morto l'a. 1267.
Memorandum. — In Cliioggia, festa del Santi Felice e Fortunato. — In Toscana si dice
og„'i: •* .\ San Barnaba, la falce al prà „.
12 Martedì ' S. Onofrio, eremita, pass») tra l deserti delia Tebalde neirorar.ione
163-203 e nella penitenza bei sessanfanni (secolo IV), — Ss. Ba.silide e <'onT
pagni. soldati, marf ri a Ilòma (sec. Ut e IV). - Festa patronale di
S. Piótro Celestino (vedi tì apriloi ad A'^uila.
Memorandum. - (g: U. Q. a ore 7,38»". — Comincia la famosa tìera di Padova di animali
bovini e di ia\ai;i. Corse al trotto e altri festeggiamenti.
ri,-
1'^ Mercoledì S. Antonio da Padova. Naciue a Lisbona. Pres^ l abito do'fran-
164-202 j cescani, e divenne protettoie della città di Padova, ove mori a tren-
- tasei anni, l'a. 12U. — S. Gerardo de' Tintori, monzese, vissuto dal
1131 al 1207, benemerito della stia città per le grandi bcneticenze e per avervi fondato uno
dei primi os[>cda'i che duro fino al sec. XIX.
Memorandum. — Nascita della principessa Elena duchessa d'Aosta (1871). — Pagamento
dolio pensioni governative di terza categoria (superiori a L. 2000 annue).
. I
14 Giovedì S. Basilio Magno, vescovo di Cesarea, dott. della Chiesa greca,
165-201 morto l'a. 37*.). - S. Max'ziano, primo vescovo di Siracusa (prima del
sec. IV) e patrono di Trigento. — S. Marco, vescovo di Bovino, vene-
ri'lo anche a Benevento. — S. Proto, martire ad Aquilcia (secolo IlI-IV).
Memorandum. — A. CasacanditeMa e in altri luoghi degli Abruzzi, processione dei carri.
- le>ta dei Quattro Aitai i o del Uiscatto Baronale a Torre del Greco, in memoria del ri-
scatta del Comune dal f» udalismo.
■r '
15 Venerdì ! il ss. Cuore di Gesù. Fes'a decretata da papa Clemente XIII nel
166-200 1 176Ó. — Ss. Vito. Modesto e Crescenzio, m.irtiri. Questi santi diedero
la vita per la fede sul principio del IV .-secolo (303,i. — S. Fortunato,
▼ escovo (li Napoli dal 344 al 35».
Memorandum. — Fiera a Nola: dura 8 giorni. — Oggi devono terminare le lezioni nelle
.Università e altri istituti superiori. Il giorno appresso comincia la prima sessione degli
esanii speciali. — Scade il termine per la presentazione delle domande di iscrizione agli
esami di ammissione, integrazione e licenza delle classi ginnasiali e liceali, per la sessione
estiva. — Ultimo termino per la trasmissione degli elenchi modilicativi delle liste elettorali
commerciali dalle Commissioni comunali alle Camere di commercio e industria. — I (ujiita-
dini toscani credono che se piove oggi, giorno di San Vito, il prodotto dell'uva va a male.
i|-
16 Sabato ! S.Francesco Regls, nativo di Narhon.a. Mori in età di 43 anni,
1_67_199 I nel KMO. — S. Ciro, festeggiato a Portici. — Ss. Feireolo, pret*", e
Ferruzio o Fennccio. diiicono. che. niandiiti da S. Ireneo a predi-
cate il Vangelo nelle (ìallie, moriiono martiri a Bosanzono nel 211. — S. Giulitta matrona,
■col tìglio Quirico, bambino di tre a ini. martirizzali a Tarso nella Cil eia d.il i>rcsidc Ales-
f>and o, sotto 1) oc:eztano. — Ss. Aureo e Giustina, fratelli, martiri a Mayon^a. — b. Au-
reliano, vcscoNo di Arlos, morto a Lione.
Memorandum. — Da u^'^'i e p.-rmessa la pesca fluviale e lacuale;
GIUGNO 1917 92 - (25-^ Settimana)
17 Domenical ^ Ss. Protaslo e Gervasio, martiri. Figli dei sa iti Vitale e Va'eria,
168-198 j furono martirizzati nel seo. II; le loro salmo riposano nella crii)ta di
~~ S. Ambrogio a Milano. — S. Metodio, vesc. di Costantinopoli, feste^,'-
giato a Siracusa. — S. Acjrippino, vescovo di Como dal 607 circa al tìl5.
Memorandum. — Per San Nicand/o, patrono del paese, festa di irò giorni In Veiiatio
(Molise,!.
'*'
. »,
18 Lunedi | Ss. Marco e Marcelliano, martiri. Morti per la fede. l'a. 286. Erano
IGG-l^T* i fratelli, d'illustre famiglia, e, sotto Diocleziano, furono arrestati e coi-
" ■ ' dannati alla decapitazione. — S. Calo.;ero, erem., festeggiato a Sciarci
e a Naro (Girjenti), in Sicilia (secolo IV). — S. Speciosa, vergine pavese, sorella di S. Epi-
fanio (sec. V). — S. Osanna Andreas!, vergine mantovana dell'ordine di S Domenico, morta
l'anno 1505.
Memorandum. — Anniversario della istituzione dei Bersaglieri (1836), festeggiato dal corpo.
- Festa in Naro (Girgenti) del patrono San Caloccro. — Festa nazionale Olandese (Anni-
versario della battaglia di Waterloo, 1815).
ji^—
19 Martedì 1 S. Giuliana Falconieri, fondatrice delleMantellatc, morta ra. 1311. —
IT'O-IQG ! Ss. Gaudenzio, vesc. di .Arezzo, e Coluniato suo diacono, martiri, circa
l'a. 382. — B. Michelina, vedova, pati'ona di Pesaro, morta l'a. IS.'i*).
— Festa patronale dei Ss. Protaslo e Gervasio a Domodossola ed a Sermide (vedi 17 giugnoj.
Memorandum. — @ L. N. a ore lt,2n'.
20 Mercoledì! S. Sllverlo, papa, martire. Segui nel pontificato a papa S. .\gapito.
171-195 ! Eletto pontefice, rifiutò costantemente di accordare all'imoeratrico
^Teodora il ristabilimento di Antimo nella sede episcopale di Costan-
tinopoli. Irritata, l'imperatrice tanto fece che il santo papa fu deposto e caccato in esilio
nella Licia. Si ascrive il suo martirio alla. 538. È patrono di Frisinone.
Memorandum. — Anniversario della presa di Perugia dalle truppe pontiilcie (1850). —
Festa dell' in dipendenza della Colombia.
21 Giovedì S. Lu'gl Gonzaga, di famiglia principesca, entrò nella Compagnia
173-194 di Gesù, e mori a ventiquattr'anni d'età, vittima della carità ntd-
■ — ^l'assistere gli appestati (1591). — S. Demetria, vergine, morta per la
ftde in Koma sotto Giuliano l'Apostata.
Memorandum. — Oggi novilunio secondo luso ecclesiastico. — Oggi e i due giorni se-
Kiif nti. feste nazionali del Belgio, per l'anniversario dell'avvenimento al trono di Leopoldo I
e d Ila proclamazione dell'indipendenza. — Comincia il mese di 11 una km per i mussul-
mani. — Pagamento delle pensioni governative di seconda categoria (superiori a L. 500, ma
no;i a L. 2000 annue).
;;t; ^^_— ___^____^^_^._— —— _
22 Venerdì ! S. Paolino da Nola, nativo tti Bordeaux e vescovo di Nola (Caserta).
IT'S-IQS 1 A 25 anni si fece battezzare e si ritirò nella Spagna, dividendo coi po-
— — — -veri i beni. Venuto in Italia si stabili a Nola, dove il popolo lo eles-c
vescovo e la sua carità arrivò a tal punto da darsi schiavo ai Vandali per libera? e il tìglio
(ii ui:a povera vedova. Moii nel i'òl. — S. Giuliano, martire, patrono di Rimini (s*c. III'.
Memorandum. — Entra il Sole in Cancro, e comincia l'Essate astronomica. — Solstizio
d'e.-.taic. È il gioriio più lungo dell' annu. — Famosa festa dei fj'yli, a Nola.
23 Sabato 1 S. Zenone, martire. Subì il martirio nel sec. III a Filadelfia di Ara-
174_193 bia. — S. Lanfranco de' Beccari, vescovo di Pavia dal 1180 al 119S.
— !_ g_ Giovanni, prete, niartire a Koma sotto Giuliano ["Apostiiti, de-
capitato sulla via Salaria.
Memorandum, — Vigilia di San (ìiovanni. Stanotte, falò per le campagne in tutta Italia.
festa popolare a Roma e concorso di canzoni dialettali romanesche. — Fiera ad Oiieglia.
— Gr.m festa nella Cina. Festa del Dragone (Tuan-iuntj) che ricorre il quinto giorno della
«luinta luna.
GIUGNO 1917 - 93 - (26» Settimana)
24 Domenica' ^ Natività di S. GIo. Batta. Feste patiuaall a F.reuze. a Ferentino, a
175-191 j Formia (Gaetaì. a (leiiova. a Mon/ti. n Nuoro ed a Torino. — 8. Fausto,
— — e altri venti u/urtiii a Itoma. - S. Ajfoardo, niartirl//aro ooii S. Agli-
tic'rto por aver ntt.rrato un tempio rtc^li idoli jirt^sso Parigi nel -KM).
Memorandum. - A questa domenica è trasferita, dopo il motn proprio di Pio X del 2 In-
dillo l*.)l 1, la -olenirtu relii^loiia di S. (ìiova.iMi. che prima la cliiosa ce'eb^axa al 24 del ine<e.
- Aniiiver^aiio della vittoria di Solferino o San Marcino, commemorato ai due Ossari sui
toain delle due battajilie: estrazione di premi in favore di militari Italiani, che pre-;e;o parte
alla battiglia di San Mart.no. — Festa patrona'e dell'Ordine Sovrano di S. (ìiovanni di (ìern-
salemme, ossia dei Cavalieri di Malta. — Fiera a Scarperia (pvov. di Firenze). - Fie;a a
]land;iZ7.o 'prov. di Catania): dura 2 <>ioini. — Fiera di San Giovanni a Venafro 'Molise): dm a
q lattn. tiiorni. — A Palermo i-omincia la passeggiata S( retina alla MaiMna, fhe cessa alla rin-
in Sfata. — Cessilo le lezioni in tutte le scuole m3die fcla-isiche, tecniche, normali e com-
lilomentari): a co:ninciaro dal giorno successivo si adunano le commissioni e-amlnatrici p r
l»r.)cedere agli scrutini liliali e dichiarare quali alunni siano dispensati dalle prove d'esame,
ijua^i vi siano ammessi, quali ne siano esclusi.
rj~
25 Lunedi S. Guglielmo, abate, nacciue a Vercelli, e mon Va. 1149. - S. Pro-
17*6-191) spero, vescovo o patrono di Keggio Emilia, morto l'a. 401». Fu dottor<>
• - - della Chiesa e segretario di S. Leone Magno, i)ai)a. — S. Gallicano,
nonio consol. re romano, convertito dai Ss, Giovanni e Paolo e martirizzato ad Alessindria.
Memorandum. — Fiera a Sansevero (Capitanata) fino .al 2 luglio. — Termine per presen-
tare le donianle di ammissione all'esame di maturità, sessione estiva, per parto dei can-
diditi provenienti da scuole private o paterno.
26 Martedì
177-189
Ss. Giovanni e Paolo, martiri. Erano fratelli e vivevano in Roma,
celebri non meno per ric.-hezze e n.itali, che per zelo ed amore alia
religione cristiana. Giuliano TApo-itata impiegò ogni mezzo per indurre
i due fratelli al suo servizio. Essi però ricusaroni, e Terenziauo, trovatili invincibili nelia
lede, li fece trucidare Tanno 362. — S. Vigilio, vescovo di Trento dal 3SS al 403.
27 Mercoledì! S. Ladlsiao, re d'Unglieria. Sali a questo trono forzato dal voto
178-188 del popolo e tosto si diede a ristabilire le le.i^gi ed a favorire la reli-
gioue. Fu sorpreso dalla morte l'a. 10'.>5. — S. Maggiorino vescovo
d'Acini, prima dell' a. 368. — S.Diodato, o Adeodato, vescovo di Nola dal 442 al -tTIi.
Memorandum. — J) P. Q. a ore 17 8"». — Oggi pagamento degii stipendi agli impiegali
i.'over.)ativi.
. .!:
28 Giovedì I S. Leone II, papa. Itcsse la Chiesa dal 6S2 al CS3. - S. Ireneo,
179-187 (Vescovo di Lione, nato a Smirne ranno 121, morto mart. l'a. 20.'.
'Fu educato da S. Policarpo, vescovo di Smirne, alla cui scuola crebbi»
ornamento della Chiesa. Mandato nelle Gallie a predicarvi il cristi.ineslmo, le sue eminenti
virtù lo fecero eleggere alla sede vescovile — S. Paolo I. papa dal 757 al 7G7.
Memorandum. — Oggi, vigilia di San Pietro; a Torino le società militavi e popolari si
re>'ano a fare onoranza al monnineiito di Pieti-o Micca. — A Roma, nella basilica di
San Pietro, benedizione dei Palili fatta dal Papa o dal Cardinale ofiftciante. — A lloma
Kggi nelle ore pumeridiaiie e domani tutta la giornata, sono aiierte le Grotte Vaticane ai
soli uomini. — Fiera e fes a di San Pie:ro in Castronuovo di Sicilia, importantissima. Dura
due giorni.
.U I ■
29 Venerdì I Ss. Pietro e Paolo. Furono l principali propagatori del cristia-
180-186 incimo. - Fes.'e patronali a Merc.itello, Lecco, e Luino. — S. Cassio,
'vescovo di N'ami, dal 5'H'> al ò:>S. — S. Siro, vescovo di Genova, dal
11:50 circa al 1103. — S. Marcello di Argento^;' martire. — S. Beata di Seni, vergine.
Memorandum. - Sono chiusi i Musei e le Gallerie. — Comincia la llcra di Faenza, che
dura 8 g orni. — Fiera a Gallipoli, tino al ti luglio.
30 Sabato S. Adele, a'jbad. Figlia di Dagoberto li, re d'Austrasia. Mori verso
181-185 l'a- "ì^^- — ^- Enrit o, eromita, morto l'a. 131à, vejerato a Trevi-o, Ve-
— __ rona e altrove. — Ss. Ca o, prete, e Leone, suddiac, mirnri a Roma.
Memorandum. — A Roma, ne.li bad'ica di S. Pa ilo ex'm unir s. si e*pongin") al pub-
blica b' calce deir.\post ilo. - Chiuui-a dcl.'anui) tin» iz nrio per tutte le am-ninistrazionl
g'i\ ernativt!. — Scalo la prima rata sjinestra! ,• de'la tas^a di raioniorfa. Il it.i^M ne.ilo
deve e>!»cre fatto entro i primi 'JO giorni d%l nieso Ciitr. nte di l.iglio.
LUGLIO 1917 94 (27» settimana)
1 Domenica I ^p S. Teobaldo, monaco camaldolese del secolo XI. - S. Kegiiia,
183-184 sposa ad Adelheito conte d'Ostrevaiit. Mori verso la fine del sec. Vili.
— a. Bartolomeo di Bragauza, vesc. di Vii'euza, dal 123Q al 1270.
Memorandum. - A Tioma. o-,'t,'i sono aperte le Grotte Vaticane alla visita delle sole donne.
— Fleia di S. Filomena a Koecella -Ionica (prov. di l{e;,'.iio Calabria): dura 3 t,'Jo -ni. — Festa
di H. Calogero in Girgenti. — Comin<'ia la sessione (sstiva di esami nei Ginnasi e Licei. --
Si pubblieano i moli suppletivi delle imposte dirette, e restano depositati per otto giorni
negli nffie; comunali. - Oggi cominciano i pagamenti del 2» semestre della vendta coni- o-
lidata 3,5(1 "/^ nominativa e del 3" trimestre della rendita coiisoidata i,c>n% netto. — Sono
permessi la pesca e il commercio dei gamberi sino al 30 marzo.
2 Lunedi j La Visitazione di Maria Vergine. La tradizione riferisce l'incontro di
183-183 I Maria Vergine coti la sua cognata S. Elisabetta, vuoisi nella picco'a
città di Ain Karem, poco distante da Gerusalemme. — S. Adeodato,
piete, vene;ato a Galliano (Cantù, pi-ov. di Como).
Memorandum. — Palio a Siena. — Festa di Maria Santissima Incoronata di Pozzano, pro-
tettrice della città di Castellammare di Stabia. — Festa della Madonna della Bruna in M.itcra,
con tìera. - Festa dfs. M. Nuova a Monreale. — Festa patronale di Castrogiovanni.
8 Martedì 1 S. Dato, vescovo di Ravenna dal 175 al 185. - S. Eliodoro, vescovo
184-183 di Aitino (Chieti), dal 381 al 407. - Ss, Ireneo e Mustiola, martiri,
venerati a Chiusi. — S. Lingdano, o Lindano, ab., patrono di Sessa
(Gaet.a^: sec. V-VI?
Memorandum. — A Roma, nella chieda di San Pietro in Vincoli, si espongono al pubblico
le catene di San Pietro.
4 Mercoledì ! S. Ulrico, vescovo di Augusta. Morì dopo 50 anni di episcopato, a
185-181 ottantatrè anni d'età, nel l>72. — S. Gallo, vescovo di Clermont, dal
527 al 553 circa. - S. Alberto Qua IreUi, vescovo di Lodi (1168-1173),
ove è venerato come compatrono della diocesi.
Memorandum. — Eclisse totale di Luna, visibile in Italia. Comincia nelle ultime ore di
oggi, fluisce nelle prime ore di domani. — @ L. P. a ore 22,40"». — Oggi plenilunio se-
condo Tus) ecclesiastico. — In questo giorno si ritiene comiuci il nuovo anno olimpipnico,
cioè il terzo della 673» olimpiade. — Festa dell'indipendenza degli Stati Uniti d'America
(Annivers. della Dichiarazione del 1776).
rn ■ '
5 Giovedì | S. Zoe, martire, romana di nascita (sec. IlI-IV). — Ss. Agatone e
186-180 Trifina o Trifomena, siciliani, martiri, venerati a Minori ( Amalfi). —
— S. Maicelliano, eremita, venerato ad Aitino (sec. IV-Vj. — S. Filomena
de'Clavelli, vergine di Sanseverino Marche (Macerata^. — S. Antonio Maria Zaccaria, fon-
datore dei Barnabiti e delle Angeliche, festeggiato a Milano '1502-1539). Fu annoverato fra
i .santi da Leone XIII nel maggio del 1897.
Memorandum. — Fiera di cavalli a Sa,n Bonifacio (pi'ovincla di Verona), detta di Santa
Giuliana. — A Fiesole, festa di S. Romolo. — Per la festa di S. Vito, patrono del paese,
grandi feste a Forio d'isclua. — Festa naziona'e della Repubblica del Venezuela (Auniver-
^ario della proclamazione dell'indipendenza nel 181QJ.
6 Venerdì S. Lorenzo da Brindisi, cappuccino e celebre predicatore in varie
±S7~'L'79 lingue; predicò con buon esito una crociata contro i Turchi in difesa
dell'Ungheria, mori l'a, 1619. — S. Romolo, martire (sec. I?) patrono
di Fiesole. — S. Domenica, verg., mart., venerata in Tropea (Monteleone di Calabria)
Memorandum. — Pagamento dille pensioni governative di prima categoria (non oltre le
50.» lire annue*.
/ Sabato i S. Claudio, abbate. Nacque nel 521, e, quantunque fi'^'lio del re
ISS-ITS '< Clodomiro, riimnciò al mondo per farsi sacerdote, e ringraziava quoti-
'dianamente il Signore di averlo liberato dalle mollezze della corte. Fu
ordinato nel 551 e si ritirò a Nogent, dove eresse una chiesa. Mori nel ót>0 a soli 38 anni. —
Ss. Crescenzio e compagni, martiri, venerati a Fiesole.
j)r)
DAI^IvA VENEZIA. GIUI^IA
Domci iMPRKSsioNi 1)1 l'ILlBKRTO SCARPiaj;i
Trieste: distt-sa di t«*tti verso il colle »li OpiciiiM,
ultiiiiji propaggino del C'arso.
S. — \a- r.rri.re di Shrohi, sid ;;ollo ili Trirst»
LUGLIO 1917 _ [H] ^ (28^^ Settimana)
— Festa di S. Biagio iii Comiso ;SinitMisa'. — Diijiaiio israelitico di 7'
9 Lunedi B. Giovanna Scopello, cavmelit., nata a Reggio d'Emilia la. 14.J.S,
19Q-176 I moria l'a. I-IOI. - S, Veronica Giuliani, nata a Arercatello d'Urbim.,
da issa, morta a .sessvnt:;sette anni d'età, nella. 1727. - Ss. Eu.saiiicj
e compagni, martiri (secolo I?), venerati a Santo Eusanio Forconese I Aquila de^li Abruz/.i .
Memorandum. — Festa nazionale dolla reimbblica Argnitina 'Annivors. della prucamaz.
d>lla indipendenza nel Con<<re.sso di 'l'ucr.man, l.slrtj.
10 Martedì | S. Felicita e i suoi sette figli, martìri. ì\ladre cristiana del secomlo
lOl-lTS i secolo, hi quale accusata come tale con i ligli. Gennaro. Felice. Fiiipp.».
■ ' ^^ Silvano, Alessandro. Vitale e Marziale, venne con loro maitirizzata a
Roma l'anno 175. — Ss. llulina e Seconda, romane, verg.. martiri l'a. 200.
Memorandum. — rere;,Minag'.^io e fiera al Santuario di Santa Felicita, presso la Meliti
d'.\nsanto, iialTagro di llocoa San Felice (Avellino). — Fiera a Muro Lucano (provincia di
Potenza .
— — . ,i:
1 1 Mercoledij S. Pio l, papa, martire. Successe a S. Iginio, nel 142, e dopo otto
192-174 anni di laborioso pontiUcato mori martire, in una dello parziali perse-
" " cuzioni tollerate da Antonino Pio, l'a. lóO. — Ss. Savino e Cipriano,
bresciani, martiri (sec. III-IV?). - S. Giacomo, ve^-e. di Nisibi nella Meso:>otamia (350). La
sua festa è celebrata secondo 11 rito iu giorni diversi. — S^Giova-mi, vescovo di Ber<:anio,
ucciso per la fède dagli Ariani. — Ss. Gennaro e Pelarla, martiri a Nicopoli iie:rArm?iMa.
Memorandu/n. — ig; U. Q. a ore 13,12">. - Celebri teste in onore di Santa Rosalia a
Palermo. Durano cinque giorni.
12 GlOyedl S. GÌOV. Oualberlo, fondatore dei Vallombrosani, morto a oltantot-
lOS-lTS t'aiini d'e!à, nel 1073. — S. Pao'ino, primo vescovo di Lucca (sec. ['().
^ — S. Ermagora, discepolo di S. Marco evangelista e pi imo vescovo di
Aqni'eia, ove morì n'.artirc. — S. Patorniano, vescovo di Bologna nel secolo IV. — S. Mar-
ciana, verdine e m:irtire a Toedo, nel 302. — A Stozzano (Bergamo), festa delTapparizione
della ìi. V. M. — A Corneto (Roma), festa patronale di S. Litardo.
;;^
13 Venerdì j Ss Nabore e Felice, provenienti dalla :Manritania, n:artiri a :Milan )
194-178 I durante la psrsecuzione di Massimiapo Erculeo, l'a. 304. — S. Giu-
stina, vergine e martire a Trieste T a. 289. — S. Eugenio, vesc. di Car-
tagine, con altri comi)agni, confessori .sotto i Vandali (505). — S. Anacleto, ateniese, che siic-
cosso a S. Clemente nel pontiticato (112) e morì mariirc sotto Adriano nel 121. Fu sepolto
in Vaticano. — S. Sila, uno dei primi cristiani, mandato a predicare il Vangelo dagli Apo-
stoli insieme con Barnaba e Pao'o. — S. Turiano, vescovo in Bretagna.
Memorandum. — Pa.^iimento delle pensioni governa ivo di 3» categoria (superiori a L.20D0
annue).
14 Sabato ! S.Bonaventura, card, e dottore della Chiesa. Nacque nel 1221 a 35a-
195-171 jgnorea in Toscana. Papa Gregorio X lo creò cardina'e e vescovo di Al-
^bano. Al concilio generale di Lione, raccolto allo scopo di facilitare
]' unione della Chiesa latina alla greca, fu il primo che parlò all'assemblea. Dopo la terza ses-
ssior;e del corcilio ?! ammalò, e mori il 14 luglio del 1274. Apparteneva all'ordine dei France-
scani. ~ Festa iiitio'iale di S. Marciano a Trij,ento provincia di Avellino ivedi 14 giugno).
Memorandum. — Festa nazionale della Repubblica Frauce.ie (anniv. della presa della B.i-
st'glia, 17s'J). — Festa nazionale al Brasilo (Giabiloo della rcpubblio.i, delia liboità e dr-!li
indipeuden/a dei p(ìp ili ir.neiicaji).
LUGLIO 1917 _ 07 _ _ (29» Settimana)
15 Domenica! ^ S. Enrico. Era tìglio di Enrico duca di Baviera. Nel 995 snecosse
196-170 Al padre nella reggenza dt Ilo Stato e, morto nel 100*2 l'imperatore
Ottone suo cu;;Jno, fu eletto in suo Inogo imperatore di Germania.
Dopo 22 anni di rc^no, mori a st)li 52 anni, e si meritò il titolo di l'Io. — S. Atanasio I,
vescovo di Napoli (850 87J). — S. Camillo de I.ellis, fondatore dei Ministri de^'li infermi.
Memorandum. — Tradizion:ilc Sagra del Redentore, fostegg'ata tutta la notte a Vene/.ia,
in ricordo della cessazione delia pestilenza del 1578. — Hanno termine le feste di S. Ro-
sal'ia a l'alcrmo, con la processione notturna delle reliquie della Santa.
\
16 Lunedì j B. Verg. del Carmine. La solennità trae la sua origine da!l'ordif.e
197-169 jfiei Carmelitani, cos'i cliiainati dal ■Mo:ite Carmelo nella Siria. È cele-
— — bre la riforma introdottavi nel 1568 da 8. Teresa, che diede origine
al ramo dei Carmelitani Scalzi. Festa patronale a Conccsii. - S. Vitaliario, vescovo di Ca-
pna, molto verso la. 728.
Memorandum. — Feste a Napoli nella storica chiesa del Carmine e nel popolare quar-
tiere del Mercato. — Comincia oggi d'ordinario per le scuole elementari del Regno il pe-
riodo deu'li esami di ammissiono, di promozione, di proscioglimento e di licenza. — Da oggi
sino alla fine del mese le biblioteche governative sospendono il servizio del prestito di libri
a domicilio: le opere già preslatn devoto essere restituite in questa quindicina. — Fiera a
Monteleonc (Calabria Ulteriore) fino al 22 luglio.
1 / Martedì ; S. Alessio, pellegrino, apparlcncnto .ad agiaia famiglia romana, si
198-168 ; senti ispirato a lapidare il mondo per dirsi a vita penitente. R'tornato,
e non riconosciuto dalla famiglia, rimale per parecchi anni in un sot-
toscala della casa, viven lo di car tà. Mori verso l'a. 416. — S. Maivelliiia, verg., sorella ai
Ss. Ambrogio e Satiro, mori sulla fi e del secolo IV.
18 Mercoledì' S. Sinforosa e I suoi seite figli, martiri verso gli anni 117-138,
I patroni di Tivoli, loro patria. — S. Klio, confess., patrono della città
di Capo d'Istria. - S. Materio, vescovo di Milano, dal 282 al 304, o 308
secondo il Sa>si.
Memorandum. - Festa dell' indipendenza della repubblica dell'Uruguay.
19 Giovedì i S. Vincenzo de' Paoli. Fu la personificazione della beneficenza in
200-166 Francia, nel secolo XVII. Divenuto sacer Jote, fondò l'istituto del Preti
della Missione, o Lazzaristi, istitiii ricov» ri per poveri, per vecchi, per
trovatelli; sollevò in ogni maniera i condannati alle galere ed introdusse primo le Suore
di carità. Mori ottuagenario, l'anno 16.VJ. — .S. Pietro' de' Cresci, confess., morto l'a. 13*23.
Memorandum. — Q L. N. a ore 4.
20 Venerdì • S. Gerolamo Emiliani, aiiparlenente a nobile famiglia veneta, dopo
SOl-165 I UKii gioventù spensierata si d (>de al una vita tutta di sierifizio a
- — vantaggio de' fanciulli orfani ed abbandonati, pel quali primo istituì
orfanotrofi o ricoveri. Creò la Congregazione dei Soma-c'ii. co.sì detta da Somasca, paese
vicino a Leccj. Mori l'a. 1537. — S. Margherita, vergine d'Antiochia, m.irtire ver.so l'a. 275.
Memorandum. - Onomastieo di S. M. la Regina Madre Margheriia. — Apertura della
famosa fiera di Sa-ita Mar a Maidalona in Siiiigaglia. Dura 17 giorni. — Finisce il mese di
ItaiHuthin per i mussulmani. Ultimo giorno di d giù io.
^i¥-
21 Sabato S. Prassede, vergine, figlia di Pndente, senatore romano e so-
202-164 ' rella dei Ss. Nevato, Timoteo e Pndenziana. Moriva giovine di anni,
_ jjj^ ricca di meriti nel 158. — 8. Vittore di Marsiglia, martire sotto
l'imperatore Massimiano, dopo la strage della legione tebea (290).
Memorandum. — Oggi novilunio secondo l'uso eccIo>l.istioo. — Ogiil e l due giorni suc-
cessivi glande Hfìram per i mussulmani. — l'ag.imeiito dello pensioni governative di se-
conda categoria (;>upcriori a L. ODO, ma uon a L. 2000 annue).
7
LUGLIO 1917 98 - (30» Settimana)
22 Domenica! >^ S. Mara Maddalena, sorella a Marta (29 luglio) e a Lazzaro. Passò
203-163 trent'aniù in ardue penitenze e pare morisse l'anno 6fi. — S. (ìe-
rolamo, vescovo di Pavia dal 778 al 7.S7. — S. GuiUiero, confessore,
morto Ta, 1224, onorato a Lodi. — S.Platone, martire ad Aiicira in Galazia la cui carità
verso i carcerati fu lodata nel secondo concilio di Nicea.
Memorandum. — Fiera a Biseeglie, fino al 30.
23 Lunedi \ S. Apollinare, v., m., .^postolo e patrono di Ravenna, ove la tradi-
304-162 I zione lo dice maidato dallo stesso S. Pietro. Fu il primo che occupò
la sede di Ravenna, la quale tenne per 20 anni. — Ss. Komula e com-
pagne, vergini romane (fine del sec. VI). — S. Liborio, vescovo di Man-^ dal 348 al 3'J7. —
S. Primitiva, vergine, martire a Roma insieme ai Ss. Apollonio ed Eugenio.
Memorandum. - Entra il Sole in Leone.
24 Martedì j S. Frane, da Solano, francescano, evangelizzatore del Perù, a Lima,
305-161 jTucuman ed a Rio della Piata. Morì a Lima Tanno IGIO. - Ss. Cleo-
nico, Stratonico e compagni, da Lentini, martiri. — S. Giuliano e
compagni, onorati a Lodi (sec. lil-IV). — S. Cristina, vergine e mart., morta per la fede
nel 300. E specialmente venerata a Palermo, dove fu trasoorfcato il suo corpo.
25 Mercoledì! S. Cristoforo, martire della Licia, regione dell'Asia Minore, verso
S06-160 il' a. 250: è patrono della città di Gallarate (Milano). — S. Giacomo
il maggiore, apostolo e fratello di Giovanni, figlio di Zebedeo (se-
colo I). — S. Paolo, martire in Palest na nella persecuzione di Massimiano Galeno. — S. Va-
lentina, vergine e martire. — Ss. Fiorenzo e Felice, martiri negli Abruzzi. — A Mezzojuso
(Corleone), patronale del SS. Crocifisso.
Memorandum. — Festa nazionale della Baviera.
26 Giovedì j S. Anna, sposa di S. Gioachino e madre avventurata di Maria SS.
207-159 I A Napoli festa di precetto. — S. Gei'inano, vescovo, di Auxerre (4i8).
'" — S. Giacinto, mart. a Roma, seppellito dalla matrona Giulia nel pro-
prio cimitei-o. — S. Valente, vescovo di Verona.
Memorandum. — A Firenze, anniversario della cacciata del Duca d'Atene (1343i. AH' an-
tico tempio di Or San Michele sventolano le bandiere delle corporazioni d'arti della Re-
pnbblica fiorentina. — Festa di Sant'Anna (dura tre giorni) a Castelbuono (Pa'ermo), dove
si conserva il cranio della Santa patrona. — In Acireale, festa della patrona Santa Venera.
— In molte parti d'Italia si crede che se piove il giorno di Sant'Anna, pioverà un mese e
una settimana.
27 Venerdì | S. Giuliano, vescovo, martire. — S. Aurelio, martire a Cordova nella
208-158 persecuzione de' Mori, l'a. 852. — - Ss. Pantaleone, o Pantaleo, medico,
^cd Erjuolao, martiri l'a. 303. Festa patronale della diocesi di Crema.
Memorandum. — :$ P. Q. a ore 7,40'>. — Oggi pagamento degli stipendi agli impit gati
governativi.
28 Sabato | Ss. Nazaro e Celso, martiri per la fede. Nazaro era figlio di un
209-157 I pagano che occupava un posto elevato nell'impero. Fu arrestato a
Milano col giovane Celso che lo accompagÉiava, e vennero condan-
nati alla morte verso l'a. 68. Sono festeggiati a Milano.
Memorandum. — Fiera ad .Assisi: dura 4 gioi-ni. — Oggi (15 luglio nel c.ileadario rns^o)
si apre la famosa fiera di SanMicario a Nijni-Novgorod. Si chiude il 7 settembre (25 ago-
sto). — l'osta nazioniilo del Perù (.Vnniversario d^-l giuramonto dell' Indii)endonz.i, 1 21).
LUGLIO-AGOSTO 1917 _ i><» - _^ (31* Settimana)
29 Donieilica! ^ S. Marta. DoIIa fttmi-jUa di Lazzaro fvedi 22 luglio). Secondo le
210-156 ipi» iMob.»l>ili tradiz o.ii inori l'anno 84. — S. Faustino, feste^jglato a
To li (sec. IIl-IV».
Memorandum. — Anniversario dell.i morto del re Umberto I (lOOl). Cerimonia funebre al
rantlu'on di llunui. A Monza, dopo l'uHlclo funebre celebrato nella Cattedrale per fon-
dazione perpetua di un ;^ruppo di s'ynore di Monza e di Milano, è permessa la visita
del Monumento espiatorio, che sorge sul luogo del regicidio. Però la commemorazione ultt-
ciale è stata trasportata al 14 marzo. — Fiera di Sant'Anna a Bovalino (provincia di Hej-
pio Calabria): dura tre giorni.
^ 4-
30 Lunedì S. Rufino, martire onorato ad Assisi. — S. Terenzio, diacono, prò*
211-155 I lettore di Faenza. — Ss. Abdon e Sennon, persiani, martiri a Roma
'ver.^o l'anno 2óO.
31 Martedì S. Ignazio da Loyola. fondatore della Compagnia di ficsù. Nel 15U,
212-154 già sacerdote, fondò a Parigi il celebre suo ordine, approvato soleii-
nemente da Paolo III nel 1540. soppresso da Clemente XIV nel 1773.
e ristabilito da Pio VII nel 1814. Mori 11 31 luglio del 1550, e fu canonizzato da Gregorio XV
n 1 1622. — S. (liovanni Colombini, nobile senese, fondatore dell'ordine del (iesuafl sop-
pr.'sso da Clemente IX nel 1668. — S. Germano, vescovo di Auxerre, che oonìbattè In In-
ghilterra l'eies a del Pelagiani, e morì a Uavenna nel 448.
Memorandum. — Festa al Santuario di Sant'Ignazio, presso Lanzo Torinese. — Fiera a
Saisomiig^'iore iprov. di Parma). — Finisce l'anno scolastico univer^sitario. — Ultimo tar-
mine per iscriversi nelle liste dei giurati presso l'uttìcio comunale, sotto pena di una multa
di L. 60. — Scade il termine utile per le dichiarazioni dei nuovi redditi, delie variazioni e
della cessazione dei redditi già accertati, agli effetti dell'applicazione dell'imposta sulli
Ilicchezza Mobile. Non facondo le dichiarazioni In tempo utile, si può chiedere la rettitioa-
zione del redditi anche durante tutto 11 mese di agosto, ma in tal caso non si può ridurr.)
la soprattassa che della metà.
^ i}^ . ,
1 Mercoledì S. Pellegrino, eremita. Mori a mezzo il secolo IV. - San Pietro in
213-153 viiitnlis. — Ss, vergini Fede, Speranza e Carità.
Memorandum. — Ferragosto (da Feé-iae Attgusli), per antichissima usanza in molti luogìil
d'Italia giorno di mancie, che In altri paesi si danno invece per la Madonna di Feria-
gosto, cioè per l'Assunta, che ricorre 11 15 del mese. — Da oggi agli 8 dol mese sono esposte
al pubblico a Roma nella chiesa di S. Pietro In Vincoli le catene di S. Pietro. — Festa
titolare in I.anzo di Piemonte. — Da oggi .sino al 5 novembre possono essere presentate alle
.segreterie universitarie le domande d'immatricolazione e di iscrizione agii anni di corso. —
Oggi di regola si chiudono le scuole elemenfari, — Festa federale Svizzera, in ricordo del
patto d'alleanza conciuso il 1° agosto 121*1 dagli uomini di Schwyz, Urie Unterwalden. —
Tre anni fa, a Pietro.^rado, l'ambasciatore tedesco rimetteva oggi alle 19,30 la dichiarazione
di guerra della Germania alla Russia scatenando la orribile guerra ohe da allora insanguinò
l'Europa per tanti mesi.
2 Giovedì S. Alfonso de'Liguori, vescovo di S. Agata de' Goti (Benevento),
21-4-153 dottore della Chiesa latina. Scrisse una grande (luantità di opere asee-
tlche e teologiche, e fondò la congregazione dei Redentoristi per le
missioni al popolo di campagna. Morto a 91 anni nel 17.s7 a Nocera del Pagani, fu e cam-
nizzatu da Gregorio XVI nel 1839. — S. Massimo, vescovo di Padova, verso gli anni 139-Hi(i.
Memorandum. — Pellegrinaggio all'insigne Santua io della Porziuncnla, o di Santa Maria
degli Angeli, per il perd»io di Agaisi. — Fiera detta di San Donato in Controne (S.ilerno). —
A Milano oggi ricorre, come dicono, la festa del.... mìmhioni: ciò che dà pretesto a scherzi,
sboccati e a canzonature. Avviso a chi tocca!
.U •
3 \ eiierdl S. As^re.no, vescovo di Napoli, consacrato, ^ècgndo un'antichissimi
215-151 tradizione, da S. Pietro, dopo esserne stato prodigios.imente convcr-
tito, e morto l'anno 89. — Ritrovamento delle reliquie di S.Stefano
protoni , avvetmto sotto Teodosio II. — S. Gregorio, abate di Nonaritola. morto nel 933.
Memorandum. — (^ L. P. a ore e,!!». — Oggi plen lunlo secondo l'uso ccoleslastioo.
. ;
4 Sabato S.Domenico di Guzman, spagnuolo, fondatore dell'ordine de' Prudi-
216-150 eatori. detti d li nome di lui anche Domenicani. Eletto superiore, nulla
' cangiò d.>lla vita di austerità, non usando altro letto che un Irto sa v
e me di bronchi, sul qualf mori a Bologna il 6 agosto del 1221. - S. A^rabio, ve-tcovo di Ve-
rona. — S. P.-rpotua. vedova romana, dlscepola di S. Paolo.
AGOSTO 1917 - 100 ^ __-^i___(32» Settimana)
5 Domenica | f^ Maria ss. delia Neve. Festa in memoria della dedicazione della
217-149 basilica di S. Maria Ma^'giore a Koma, fatta sotto papa Liberio per un
prodigio avvenuto l'a. «52. — «.Paride, vescovo di Teano (Terra di
Lavoroi, dal 333 circa al 346. - S. Virginia, verg. e martire.
Memorandum. — A Roma solenni funzioui nella basilica di Santa Mara Maggiore; du-
ra ito rutfleio, dall'alto delia chiesa si gettano dei fiori bianchi. — La festa della Madoima
della Neve è celebrata con grande solennità e concorso di popolo sulla vetta del Roccia-
melone, al nord di Susi (m. 3537). — Fiera a Vasto (Abruzzo): dura sei giorni. — Fiera a
Matora: dura sei giorin'.
6 Lunedi La Trasfigurazione di 6. C. sul monte. — I Ss. Sisto II papa e com-
218-148 pag»i. mart. sotto Valeriane e Gallieno, sul principio dell'ottava per-
~~ secuzione, l'anno 258. — S. Ormis la, papa dal 514 al 523.
Memorandum. — Festa nazionale della Bolivia (Anniversario della proclamazione dell'in-
dipendenza, 1825). — Pagamento delle pensioni governative di prima categoria (non oltre
le 500 lire annue).
7 Martedì S. Gaetano da Thiene. — Fondò l'ordine dei Teatini, avente per
319-14'J' scopo di dare ui\ modello ai chierici e l'esempio di una perfetta po-
~~ veitrt, di ristabilire la maestà delle cerimonie, di visitare gl'infermi
e di accompagnare i malfattori al supplizio. Morì nel 1517. Festa e fiera a Thiene. — S. Do-
nato, vescovo d'Arezzo dall'anno 349 al ^82, martire.
Memorandum. — Oggi cominciano in tutta Italia, le ferie annuali del Fóro giudiziario.
8 Mercoledì
230-146
Ss. Ciriaco e COmp., martiri sotto Diocleziano, verso la fine del
sec. III. — S. Fatuiano, conf., morto l'a. 1150, patrono di Gallese. —
S. Arturo, martire. ~ S. Emiliano, vesc. nell'Ellesponto. — S. Marino
il vecchio, martire in Cilicia. — S. Severo di Vienna, sacerdote.
Memorandum. — Anniversario della cacciata degli Austriaci da Bologna (1848). La città è
imbandierata. — Cbmmemoraz. della morte di Benedetto Cuiroli (1881)) a Groppello Gairoli.
9 Giovedì Ss. Fermo e Rustico, martiri, cittadini di Bergamo subirono glorioso
231-145 martirio sotto il prefetto Anolino a Verona (sec. III). — S. Romano,
uno dei solda'i che assistetteio al martirio di S. Lorenzo e che, con-
vertitosi a quello spettacolo, fu immediatamente de apifcato. — 1 ss. Secon liano, Marcelliano
e Veriano, martiri in Toscana \jel!a persecuzione di Det-io.
Memorandum. — C U. Q. a ore 20,5Cn>. — Da oggi all' il grande pioggia di stelle cadenti,
detta comuneinente delle lacrime di San Lorenzo, e dagli astronomi sciame delie Perseidi.
10 Venerdì
322-144
S. Lorenzo, diacono, martire, verso il 258 a Roma, e sepolto nella
sua basilica al Campo Veruno. — B, Amadeo, monaco, fondatore a
Milano della congregazione degli Amadeisti, mori l'a. 1582.
Memorandum. — In Udine fiera importaniissima di San Lorenzo. Dura 3 giorni, ma i fe-
steggiamenti si protraggono per tutto il mi se. Rinomata per i cavalli che vi son portati
dalla Croazia. — Da oggi al 15 in Seminara (prov. di Reggio Calabria) feste al Santuario
di M. SS. Madre dei Poveri, che richiamano grandissimo concorso di popolo, con fiera. —
— Scade la quarta rata bimestrale delle imposte dirette erariali e sovrimposte co-nunali e
provinciali. Non pagando enti-o gli 8 giorni succe^sivi alla scadenza, il contribuente incoiare
nella mu'ta del 4%. — Oggi sulle spiagge marittime della l{oma.,'na costuma fare l'ultimo
bagno di mare. — Oggi in Lecce e in altri luoghi delle Puglie terminano le annate locative
e si fanno i traslochi. — Oggi in molte località del Piemonte si pagano i fitti dei terreni. —
In Toscana oggi si dice: " Sant'Antonio gran freddura, San Lorenzo gran caldura, l'una e
l'altra poco dura:, ma ò proverbio comune a tutti i dialetti d'Ita'ia. — Festa nazionale
della repubblica dell'Equatore (proclamazione dell'indipendenza).
— — ;r
S. Tiburzlo, martire, appartenente a famiglia patrizia di Roma. Fa
decapitato verso la fine del secolo III. — S. Rufino, vesc. di .Assisi,
mart. verso l'a. 2G6.
Memorandum. - Fiera a Piacenza, da oggi al 15 agosto.
11 Sabato
223-143
AGOSTO 1917 - 101 (33«> Settimana)
12 Domenica | lii S. Chiara, vergane, ixicqae yei-so il 1273 ai Assisi, Istlta) il primo
a2-4-l-48 monastero delle Clarisse, e mori l'a. 1253, — 8. Cassiano, vescovo di
— — — Benevento verso gli anni 310-344.
Memorandum. — A Slena fiora detta dell'Assunta. Dura due giorni.
4-
13 Lunedì ! S. Ippolito, mart. sotto Valeriano, circa la. 258. Sagra a Casletto
225-141 nPiano d'Erba), dove si conserva la salma.
Memorandum. — A Perugia fiera di Monteluce. Dura otto giorni. — Apertura della ses-
sione ordinaria dei Consigli provinciali. — Pagamento delle pensioni governative di terza
categoria (superiori a L. 2000 annue^
^1^
14* Martedì I S. Eusebio, pr., mart., carcerato dall'imperatore Costanzo, consunto
226-140 \^^'^ malanni, dopo setto mesi morì, l'anno 347. — S. Alfredo martire.
Memorandum. — Fiera ad Altamura (Bari): dura 8 giorni. — Grande festa d.'Ua (irata
del velo in onore della Madonna dei sette veli di Trapani. Le feste durano dal 13 al 16: la
sera del 13 ha luogo una famosa illuminazione. — Festa dei Personn(f<ji a Monte S. Giuliano
(Trapani), In occasione del trasporto della Madonna delle Messi da Custonaci alla cattedrale
Sanginlianese. — Pellegrinaggio notturno in Bisacquino (colonia albanese di Sicilia) al San-
tuario della Madonna del Balzo sul monte Triana.
lo Mercoledì >^ Assunzione di Maria Vergine. E pia ed universale tradizione fra
227-139 l cristiani, fin dai tempi più remoti, che dopo il suo transito, Maria
— ^SS. fosse trasportata dagli Angeli in cielo.
Memorandum. — Festa civile legale. In molti luoghi considerano oggi come il Ferragosto
(vedi 1» agosto). — Natale di Civitavecchia (ossia anniversario della viedilicazione della città,
ohe era stata distrutta dai Saraceni neir889). — Festa alla Madonna di Forno (Valli di
Lanzo, a m. 1340 di altezza». — Pellegrinaggio alla Madonna di Car.ivaggio. — Festa di San-
t'Agape a Chiari. — Grande fiera di bestiame a Cantù in Biianza: dura 4 giorni. — Festa a
Piacenza, col tradizionale Macchinone pirotecnico. — Gran fiera a Cesena, che dura sino alla
fine del mese. — Comincia la fiera di Fermo che ha termine il 6 settembre successivo. — Fiera
a Cosenza. — Festa patr. della Vergine Achirotipa, protettrice di Rossano Calab.ro. — Fiera
a Strongoli (prov. di Catanzaro). — A Messina grandi feste col giro del tradizionale Cumeìlo
e della linrn. — Festa a Randazzo (prov. di Catania): giro della tradizion.ale Bara. — A Sassari
tradizionale processione dei Candelieri,
-r^
16 Giovedì { S. Rocco, pellegrino, nacque a Montpellier; a 20 anni divise il suo
228-138 patrimonio fra lo zio ed l poveri, e pellegrinò a Roma. Servi gli
appestati ad Acquapendente, Rimini e Cesena; indi tornò in patria.
Creduto una spia fu tradotto davanti al governatore, che era il proprio zio, al quale però
non si palesò. Fu imprigionato e mori verso il 1327.
Memorandum. — Paio, ossia Carriera delle contrade, a Siena. — Oggi e domani fiera di
S. Vito a Luzzi (Cosenza), nel fondo Vivacqaa.
17 Venerdì ' S. Mammete, martire. Si segnalò per fervore nella fede, e snbi il
229-137 martirio sotto Aureliano, verso l'a. 274. — 8. Chiara da Montefalco
(Perugia), n. 1266, m. 1308. — I S.s. Liberato abbate, Bonifacio dia-
cono. Servo e Rustico suddiaconi, Rogato e Settimo monaci, e Massimo fanciullo, martiri a
Cartagine nel!» persecuzione di Uniierico re del Vanda i.
Memorandum. — (^ L. N. a ore 19,21.
:Ht
18 Sabato j S. Eiena, imperatrice, madre deirimpr-ratore Cosfantlnoil Grande,
230-136 elibela ventura di ritrovare la Croce di Cristo, stata sepolta sul Cal-
vario mentre per suo ordine si facevano gli scivi per l'erezione di un
Nempio al Redentore. — S. Chiara da Montefalco, agostiniana e abbadessa del suo ordine,
^nata ne) 127.5, morta nel 1308 e ozonizzata da licone XIII nel 1881.
Memorandum. — Onumast a di S. M. la Regia . Eleni.
AGOSTO 1917 _ 102 - (34^ Settimana)
19 Domenica i tì< S. Donato, prete, fiMiicese, morì verso la. 535 ed è venerato ad
231-135 I Avignone, dove si conservano le sue reliquie. — S. Luigi, vescovo.
^ Figlio di Carlo II re di I\apoli, e nipote di S. Luigi re di Francia, ri-
nunciò ai diritti della corona, ricevette gli ordini sacri e fu nominato vescovo di Tolosa.
La morte lo rapi, a soli 23 anni, nel 1297.
Memorandum. — Oggi novilunio secondo l'uso ecclesiastico. — Festa campestre alla Mac-
cliia dell'Antonini euH Appennino pistoiese, con gran concorso di popolo dalla Valdinievole,
da Pistoia, ec. — Fiera a Benevento: dura sino al 27 agosto. — Importante fiera con festa
in onoro di M. SS. delle Grazie a Ga'lico (prov. di Reggio Calabria). Dura quattro giorni.
:\i ■ ^
20 Lunedi 1 S. Bernardo, ab., dottore della Chiesa, fondai tore de' Cistercensi, e
232-134 ! scrittore di molte dotte opere. Sprezzati gli agi, entrò nel chiostro
di Cistercio e fondò l'ordine che prese il nome del luogo. Indebolito
più dalla fatica che dagli anni, mori nel 1153. — S. Lucio, senatore, martire a Cipro.
Memorandum. — Data media della cosiddetta burrasca fìeHe <ìt<e. Madonne, che nna. lunga
espeiienza ha provato accadere fra il 15 agosto (Assunzione) e 1*8 settembre (Nativ. della
Vergine). 11 P. Secchi la constatò 60 volte in 72 anni. Il Ragpna, dalla ricorrenza odierna, la
chiamò invece burrasca di San Bernardo, — Festa di S. Stefano re, nazionale per l'Unghe-
ria. — Anniversario della morte di S. S. Pio X (1914).
)»^ '
21 Martedì { S. Giovanna Francesca Frémiot di Chantal. Nata ad Annecy in
233-133 i Savoia nel 1578 da nobile famiglia e, rimasta, vedova a ventott'anni,
dispose della buona educazione dei suoi quattro figli, e si ritirò in
un chiostro da lei fondato per la congregazione delle monache della Visitazione di Maria.
Mori d'anni G3, l'a. 1641. — S. Paterno, martire, festeggiato a Fondi.
Memorandum. — Fiera del Carmine a Nusco, in provincia di Avellino. Dura tre giorni.
— Fiera a Francavilla di Sicilia: dura sino al sabato. — Pagamento delle pensioni gover-
native di seconda categoria (superiori a L. 500, ma non a L. 2000 annue).
22 Mercoledì; S. Timoteo, martire a Roma, l'anno 312 circa. — S. Antonino, car-
234-132 ineflce de' cristiani, poi martire egli stesso, a Roma (?i, l'anno 183. —
^ S.Andrea, diacono, onorato a Fiesole (secolo IX). — B. Bernardo da
Siena, fondatore degli Olivetani, morto l'a. 134S.
Memorandum. — Fiera a Battaglia: dura tre giorni. — Comincia la fiera di Bergamo.
Dovrebbe chiudersi agli 8 di settembi-e, ma d'ordinario si prolunga fino alla metà del
mcj-e. — Fiera a Viccliio di Mugello, importante per il bestiame. Dura quattro giorni. —
Festa di Sant'Agrippina a Mineo con la corsa dei nudi.
,U ' ■
23 Giovedi 1 S, Filippo Benlzzl, apparteneva all'ordine dei Serviti, e ne fu in
235-131 I seguito anche generale (1233-1285). — S. Ciriaco, o Quirico, vescovo di
-Ostia e Velletri, verso gli anni 229 e 259, mart. coi compagni Massimo,
prete, Archelao, diacono, ed altri.
Memorandum. — Entra il Sole in Vergine. — Festa di San Pellegrino martire in Altavilla
Irpina (Avellino). Dura tre giorni.
24^ Venerdì | S. Bartolomeo, aposl., fu evangelizzatore nelle Indie, nell'Araliia
236-130 i Felice, nella Persia, nelTAbissinia e nell'Armenia, dove converti alla
fg^jg quel re e dodici città, che pi-ovvide di zelanti pastori. Subì il mar-
tirio ad Albanopoli verso l'a. 47. — S. Tolomeo, vesc. di Nepi (sec. I?).
Memorandum. — A Carpi e a Pavullo nel Frignano fiera detta di San Bartolomeo. — Fiera
a Caserta: dura una settimana. — Fiera a Bisceglie. Dura tre giorni.
;.;-' — . :
25 Sabato S. Luigi IX, re di Francia, protettore dei Terziari francescani; fu
237-139 il principale promotore della settima crociata, e mori di peste a Tu-
nisi, nell'età di 44 aani, nel 1270. — S. Genesio, mimo a scherno de'cri-
stiani, poi martire egli stesso, a Roma, l'anno 2r>6 o 303.
Memorandum. — J) P. Q. a ore 20,Sra. — Festa nazi'-'nale dell'Uruguay (anniversario del-
l'in dipendenza).
DAI^I^A VENEZIA GIUI^IA
PODICI i^iPKESSioNi 1)1 I^LlBliRTO SCARPELLI
AGOSTO-SETT. 1917 - 104 - (35^ Settimana)
26 Doilienical ^ S. Alessandro,^ mari., nlfiere della legione Tebea, subì il martirio
838-138 verso l'anno 288. K patrono della città di Bergamo. — Ss. Oronzio
e compagni, martiri, patroni di Lecce. — 8s. Simplicio e compagni, fe-
steggiati a Celano (Abruzzi). — S. Elia, benedettino, vesc. di Siracusa, morto l'a. 660.
Memorandum. — Fiera di Sant' Oronzio a Lecce, che si rinnova per tutti i lunedì e ve-
nerdì di settembre. — Fiera di Santa Rosa a Palermiti (prov. di Catanzaro): dura 3 giorni.
27 I.<UIiedl S. Giuseppe da Calasanzio, istituì la congregazione de' chierici re-
239-137 jgolari delle Scuole Pie (Scolopi). Era nato a Petriilca, in Aragona, nel-
^l'a. 1556, ed abbracciò lo stato ecclesiastico. Andò a Roma e si diede
all'istruzione dei fanciulli, dove morì all'età di 92 anni, nel 1648. — S. Narno, primo vescovo
di Bergamo, sul principio del sec. IV.
Memorandum. — Fiera a Potenza: dura tre giorni. — Oggi pagamento degli stipendi a^^di
impiegati governativi.
28 Martedì S. /sgost no, vescovo, dottore della Chiesa. Nato a Tagaste, in Nu-
240-126 midia di Africa. Fu battezzato da Ambrogio, e divenuto vescovo di
'ippona si mostrò esempio di carità e di abnegazione pel suo gregge.
Morì il 28 agosto del 430, e le sue ceneri riposano in una magnifica arca marmorea a
S. Pietro in Ciel d'Oro di Pavia. — Ss. Fortunato, e compagni patroni di Salerno
Memorandum. — Fiera a Pavia fino a tatto il 5 settembre.
29 Mercoledì Decollazions di San Giov. Battista. Essa avvenne per comando di
341-125 Erode, nell'anno 26 dell'era volgare. — S. Sabina, martire a Roma
(sec. II). — S. Adolfo, vescovo di Metz, verso la fine del sec. IV.
Memorandum. — Fiera di cavalli a S. Bonif.icio (prov. di Verona). — Fiera a Lucerà: dura
tre giorni.
30 Giovedì S. Rosa da Lima, vergine. Fin da giovinetta castigò la sua carne
243-134 con rigorosi digiuni ed aspre penitenze. Entrò quindi nella religione
'di S. Domenico e tanto ne fu osservante, che tornò necessario frenarla
nell'eccessivo esercizio di questo rigore. Morì nel 1617 a soli 31 anni. — S. Barsanofrio
abate, patrono di Oria.
Memorandum. — Fiera di Sant'Egidio presso Montefusco (provincia di Avellino): dura
tre giorni. — Grande fiera e festa della Madonna del Pozzo a Capurso 'prov. di Bari): dura
sino al lunedì. — Grande pellegrinaggio, che dura cinque giorni, al ftlontilto di Aspromonte,
diocesi e circondario di Gerace (prov. di Reggio Calabria', al santuario di M. S-<. dei Polsi,
detto volgarmente "Madonna della Montagna ^ in ricorrenza dell'annuale festa, che c:ide
il 3 settembre.
"h
31 Venerdì l S. Raimondo Nonnato. Si adoperò pel riscatto degli schiavi, nel-
343-133 I r ordine della Mercede. Morì nel 1240. — S. Aristide, filosofo ate-
niese, autore di una dotta apolo;,'ia in difesa della religione cristiana.
Memoandum. — Fiera a Muro Lucano (prov. di Potenza^ Dura due giorni. — Nascita
della Principessa Maria Isabella, Duchessa di Genova (1863).
— ^^
1 Sabato I S. Egidio, abate, nativo di Atene. Fiorì sul declinare del secolo VII.
244_123 — S. Costa-izo, vescovo d'Aquino.
Memorandjm. — Principio della stagione di autunno, secondo l'uso meteorologico. —
® L. P. a ore 13,28™. — Oggi plenilunio secondo l'uso rcclesiastico. — Onomastico di S. INI.
il Re Vittor.o Emanuele III. — A Messina si festeggia l'anniversario della prima rivolu-
zione siciliana contro i Borboni (1347). — Fiera a L.uiciano (provincia di Chieti), fino al 15
del mese. — Fiera di S. Antonino a Sant'Angelo dei Lombardi. — Da oggi è permessa la
ra^'colta delle ostriche. — A Firenze oggi si devono aver già riconfermati o disdetti gli
affitti e pagate le pigio.ii del semestre da novembre a maggio. — Festa di M. SS. della Ca-
tena, pregevole opera d'arte del 151ó, nel restaurato e medieva'e ca tello di Musiomeli,
goj) due giorni di fiera,
SETTEMBRE 1917 _ io6 — (36» Settimana)
2 Domenica | «-I-i S. Stefano, re d'Ungheria, apostolo e padre del sao popolo. La
245-131 sua memoria è tuttor.i in grande venerazione nel reame cb'eyli
^^ governò dui 992 al 1038.
Memorandum. — Seconda festa di S. Gregorio Magno, a Manduria.
; tU —
3 Lunedi 1 S. Seraflna, verg. e mart, verso Ta. 125. — 8. Ansano Crivelli vcso.
246-130 <H Milano, dal 55B al 507. — B. Alberto Besozzi, morto l'anno 1359,
— — onorato a Beso/zo (provinola di Como*.
Memorandum. — Terzo annivers. della elezione a Sommo Pontettoe di S.S. Benedetto XV
i<iiacomo Della Chiesa). — Pellegrinaggio notturno al santuario del Monte Pellegrino presso
l'alenno, in onore di Santa Hosalia. Si è introdotto di recente il costume di fare in questa
occasione il concorso delle canzoni dialettali siciliane. — Fier.i a Cerignola (Terra di Bari)
tino al 7 settembre. — Festa di San Marino, patrono della repubblica omonima. — Festa
della Madonna della Montagna sull'Aspromonte (vedi al 30 agosto). — Labor day, Festa del
lavoro, solennità nazionale agli Stati Uniti d" America.
— — — • :\' — — — — ^— — — — ^— — ^— ^— -
4f Martedì S. Rosalia, verg., nobile palermitana, morta nei liee in una grotta
247*-119 ' sul Monte Pellegrino, ove è venerato 11 suo corpo, scoperto nel 1625.
' — S. Uosa da Viterbo, vergine, morta l'anno 1254.
Memorandum. — Fiera a Crevalcore (Bologna'. Du:a 4 giorni. - Pellegrinaggio a Viterbo,
alla tomba di Santa Rosa.
•Ht-
5 Mercoledì
248-118
S. Lorenzo Giustiniani, primo patriarca di Venezia, dove era nato
nel 1381; nel 1424 fu eletto generale dei canonici regolari di S. Giorgio,
quindi elevato da papa Eugenio IV alla sede patriarcale. Morì nel 1455.
Memcrandum. — Comincia la fiera di Lugo, che ha termine il 30 settembre.
^^ ;i .
6 Giovedì 1 S. TeoctlslO, m., vittima della persecuzione di Decio, presso Ales-
349_117 I sandria d'Egitto, l'a. 24'.t. — S. Settimio, vese. di Jesi (sec. IV), martire.
- — ■ — S. Z:i(earia, padre di S. Giovanni Battista. — S. Frontiniano, mar-
tire, patrono di Albf (Piemonte). — S. Consolata, vergine e m., venerata a Reggio Emilia.
Memorandum. ■ Pagamento delle pensioni governative di prima categoria (non oltre le
500 lire annue).
|-
7 Venerdì ! S. Regina, vergine, martire. Del sec. III. - S. Claudio, abate, morto
250-116 l'anno 560 circa. — S. Anastasio, mart., venerato ad Aquileja (sec. III-
— 'iV). — S. (ìiovanni, benedettino, vescovo di Gubbio Jdal 1105 al 1106.
— Ad Aosta, festf patronale di S. Grato.
Memorandum. — Anniversario della cacciata dei Francesi da Torino (1706). Solenne com-
memorazione nella chiesa di N. S. della Salute con intervento delle autorità. Il giorno ap-
presso la commemorazione si ripete alla Basilica di Superga. — Stasera a Firenze tradizio-
nale costumanza delle riflcolone. — Stanotte a Napoli festa tradizionale della Madonna di
Piedigrotta, ove si cantano le nuove canzoni popolari dell'anno. — Fiera a Copertino (Terra
d'Otranto) fino alla domenica prossima. — Pellegrinaggio al santuario della Madonna della
Consolazione presso Reggio Calabria con veglia e oratteristlche danze notturne. Comin-
ciano le feste in onore della Santa P.itrona, che durano 4 giorni. — Oggi (25 agosto nel oa-
l'jndarlo russo) si chiude la fiera di Nijn.-Novgorod. — Festa dell'indipenilénza del Brasile.
" ,1. ,
S Sabato 1 Natività di Maria Vergine. La più antica e sicura memoria della in-
251-115 j troduzione di questa festa si h.i nel sec. VII. — Festa di Maria S.S.
Bambina, in uno speciale santuario a Milano, nella casa madre delle
Suore della Carità. — Festa patronale della Madonna ad Alzato (Como) con fiera. — S. Adriano,
martire (ved. 4 marzo).
Memorandum. — C U. Q. a ore 8,5»* — Fesla abolita quanto al precetto ecclesiastico,
dopo i motu-propri di Pio X del 2 e 24 luglio 1911. Non è neppure più festa civile. — A
Niniis (Udine), fiera nell'ampia prateria della Madonna delle Mattonelle, cui concorrono tutti
;^ll abitanti delle Prealpi Giulie. — Pellegrinaggio al Santuario di Montenero presso Livorno.
- Fiera a Prat<^) di Toscana: dura quattro giorni. — Secondo pellegrinaggio al Montevtrgliie
in provincia di Avellino. — Fe.sta in Taurasi (prov. di Avellino), con processiono del corpo
del santo martire Benigno. — Fiera a Molfctta: dura 9 giorni. — Fiera della Madonna dello
Grazie a Rossano (prov. di Cosenza): dura 2 giorni. — Festa della Natività a Monreale. —
Gran fiera di bestiame a Paterno. ~ Fiera e festa di Pledlgn.tta In Castronuovo di Sicilia.
SETTEMBRE 1917 _ lob — (37« Settimana)
9 Domenica i i^ Ss. Nome di Maria. Festa istituita da pp. Innocenzo XI, a com-
253-114 , memorjiro la vittoria ottenuta contro i turchi sotto Vienna nel 1(>38.
_ y Claudia, vergine, martirizzata in Ancira di Galizia con S. Teodoto
nel 303. — S. Tnzio, eremita, festeggiato ad Aquila degli Abruzzi. — Ss. Gorgonio e Doro-
teo, soldati, martiri ncira. c)04.
Memorandum. — Festa alla Madonna del Pilone (sobborgo di Torino! in ricordo del mi-
ra^-olo ivi avve:iuto nel 1641. — Festa de'l' Unione Federativa delle Misericordie che ha luogo
ogni anno nella città indicata dal Capitolo generale della Unione stessa, fondata in Pistoia.
— A Loreto Aprutino (Teramo) fiera noi campo di S. M. in Piano. — Festa della Madonna
dell'Indirizzo in Acireale, con fiera. - Festa della Madonna delle Grazie in Castcltermini,
con fiera. — In Tosc.iiìa oggi dicono: " Se piove per San Gorgonio, tutto l'ottobre e un
demonio „.
10 Lunedi S. Nicola da Tolentino. Entrato nell'ordine agostiniano a 15 anni
253-113 i "6l 1260, giunse ad alto grado di santità, tanto che morto nel 1305 fu
beatificato vent'anni dopo da Giovanni XXII, e canonizzato da Euge-
nio IV nel 1446. — S. Pietro Claver, gesuita spagnuolo, consacratosi alla redenzione degli
schiavi africani condotti in America, per il che fu chiamato l'Apostolo dei Negri. Operò
innumerevoli conversioni, e consunto dalle fatiche morì a Cartagena nel 1651,
.L' ___^
1 1 Martedì ^ S. Diomede, m. in Siria. - S. Valentino, mart., sepolto nella basilica
254-113 ' di S. Vittore a Milano. — S. Sperandca, vergine benedettina, festeg-
giata a Cingoli. — S. Emiliano, vesc. di Vercelli, dal 501 al 520 circa. —
S. Pafnuzio, discepolo di S. Antonio, soflerse per la fede, e mori verso il 335.
Memorandum. -- Festa di Maria SS. della Consolazione, patrona di Keggio Calabria. Pro-
cessione notturna con la Santa effigie. — All'albo municipale di ogni comune si pubblica
la tabella dei contribuenti per l'imposta di ricchezza mobile. — Comincia il nuovo anno
in Abissinia. Festa solenne del San Giovanni.
.!;;
12 Mercoledì! S. Guido, sagrestano presso il santuario di S. Maria di Laken (Bru-
355-111 : xelles). Intraprese il pellegi-inaggio in Terrasanta. Ritornato dopo sette
anni, il sottodecano del capitolo di Anderlecht, suo paese nativo, lo al-
loggiò in propria casa, né volle lasciarlo tornare a Laken. Moriva nel 1012. — S. Silvino, ve-
scovo di Verona, dal 440 al 444 circa.
Memorandum. — Fiera a Viterbo, che dura 15 giorni. — Oggi per i Russi è la festa di
Sant'Alessandro Newski.
H: ^
13 Giovedì S. Eulogio, patriarca d'Alessandria d'Egitto. Mori nel 608. —
356-110 S- Mauro, vescovo di Piacenza, dal 422 al 449. — S. Amato abate e
— — S. Amato, vescovo di Sion (627). — S. Filippo di Alessandria, padre
della vergine S. Eugenia.
Memorandum. — Fiera della Santa Croce a Lucca, che dura sino al 21) settembre. — Fiera
a Castrogiovaiini per la festa del SS. Crocifisso. — Pagamento delle pensioni governative
di trcrza categoria (superiori a L. 2000 anuue).
14 Venerdì j Esaltazione della Croce di 6. C. riportata solennemente a Geru-
257_109 salemme da Eraclio in questo stesso giorno. A Lucca festa patronale.
1 _ g_ Crescenzio, martire, protettore di Siena (sec. IlI-IVi.
Memorandum. — A Perugia si festeggia l'anniversario dell'ingresso delle truppe it^i-
liane (1860). — Fiera di San Cipriano a Pontedecimo (Genova). — Festa della Madonna del
Ponte, patrona di Lanciano. Dura tre giorni. — In Toscana si suol dire: " Per Santa Croce,
pane e noce, „ perchè di questo tempo le noci sono mature.
15 Sabato ! S. Caterina da Genova. Della noWle famiglia de* Fieschl (UiS-iólO).
358-108 : — S. Nicomedij, martire (secolo I?j.
Memorandum. — Anniversario della nascita del Principe di Piemonte, ereditario d'Ita-
lia (1904). — Scale il termine utile per la presentazione ai capi d'istituto delle domando
di ammissione alla sessione autunnale degli esami di ammissione, d'integraz. e di licenza
per i ginnasi e i licei. — Festa nazionale nelle repubbliche di Costa Rica, Guatemala, Hon-
duras, Nicaragua (giorno dell'indipendenza).
SETTEMBRE 1917 io7 -• (38« Settimana)
16 Domenica «ì* S. Cipriano, dottore dejla Chiesa, martire. Vescovo di C«rtiicin4,
259-107 martirizzato l'amio 258. — Ss. Marciano e Giovanni, festeggiati a Ci-
viti Castellana. — Si». Lucia e Ueminiano, martiri a Uoinn, venerati
a Lucca (secolo III-IV'.
Memorandum. — # L. N. a ore 11,27'". — Festa del Carro, in onore di M. SS. Addolo-
rata, che si venera nella chiesa di H. Sebastiano in Mirabelle Eolano (Avellino). — In Sviz-
zera digiuno federale, ossia giorno di riposo e di preghiera. — Festa nazionale del Mes-
SCO (anniversario dell» pr >claniazione dell' indipendenza, 1810).
..-
17 Lunedi Le stimmate di S. Francesco d'Assiti. Recida il prodigio avvenuto
260-106 a' Santo mentre si trovava in devoto raccoglimento sul monte del-
l'Alvernia. — S. Colomba, da Cordova, vergine, mart. de' Mori, l'a. 834.
Memorandum. — Pellegrinaggio al monte dell'Alvernia presso Firenze e visita al Sacro
4>eco, dove aocalde il prodigio. — Rtsc-AsciaHÌt, o Capodanno israelitico. Comincia l'a. 5678.
18 Martedì S. Giuseppe da Copertine, nato l'anno 1603, morto ad Osimo l'a. 1863.
261-105 La sua umiltà ed esattezza neir adempiere i bas<i ulttzì, gli pr )cacc)a-
' rono tale venerazione che fu ordinato sacerdote. — Ss. C( stiin/.o e
compagni, martiri, tebei, circa l'a. 287, festeggiali a Dronero (Cuneo).
Memorandum. — l)gi:i novilunio secondo l' uso ecclesiastico. — Festa nazionale del Chili
taiinivorsario della proclamazione dell'indipendenza, 1870).
li) Mercoledì S. Gennaro, vescovo, martire, patrono di Napoli, e vescovo di Bc-
262-104 nnt'iito, martirizzato durante la persecuzione di Massimiano e Diu-
- - cleziano l'a. 305. — Ss. Festo e Desiderio, forse del tempo di 8. Gen-
n:iro, onorati a Benevento. — l'rimo giorno defle tempora di autunno.
Memorandum. — Da oggi tino al 26 settembre, si rinnova in Napoli ogni giorno il mi<
racolo della liquefazione del sangue di S. Gennaro. Pellegrinaggio a Pozzuoli, teatro del
martirio del Santo.
J
20 Giovedì S. Eustachio, SOld., m. — S. (Jandlda, vergine e martire cartaginese
263-103 i^fc. II. Vi, festeggiata a Ventotene (Pozzuoli). — S. Agapito, papa dal
535 al 536. — S. Glicerio, vescovo di Milano dal 436 al 438. — S. Fau-
sta vcr^'inc. uicisa a Cizico nella Propontide sotto l'imperatore Massimiano.
Memorandum. — .\nniversario della caduta del potere temporale e della unione di Roma
all' Italia. Festa civile le„'ale. Commemorazione alla breccia di Porta Pia a Roma. Sono
chiuse \o Biblioteche, le Gallerie, i Musei. — Festa campestre caratteristica alla Madonna
della Rocca a Taormina.
21 Venerdì S. Matteo, ap. ed ev. Da pubblicano chiamato a seguir G. C, ere-
264-102 desi morisse martire in Etiopia. — S. Giona profeta, sepolto in Geth
nella terra di Saar. — S. Iligenia. vergine etiope, convertita da S. Mat-
tt'o apostolo. — Secoiid't ij'orno del'e tempora.
Memorandum. — Fiera ad Este. Dura otto giorni. — Fiera a Frascati. — Fiera di Sati
Matteo a Salerno, ricca di cavalli e bestiame. — In Toscana si dice: "* A San Matte, l'uccel-
Jatoro salta in pie. „ — Pagamento delle pensioni governative di seconda categoria (supe-
riori a L. 500, ma non a L. 2000 annue).
22 Sabato S. Maurizio, soldato, martire. Capo della legione febea, murtirlzzato
265-101 l'anno 287 unitamente ai suol compagni. — Festa patronale a Jesi dt
^ -8. Settimio (vedi 6 settembre). — 8s. Digna ed Emerita, sorelle martiri
Roma verso gli anni 251-260. — 'l\rzo giorno delle frmpìra.
Memorandum. — Principio dell'anno secondo il Calendario repnb'jlicano francese. Oggi,
.Mio Vendommiale, comincia l'a. ri'».
SETTEMBRE 1917 _^ - 108 - (39^ Settimana)
23 Donienical »© S. Lino, papa, martire. Fu l'immediato successore di S. Pietro
366-100 sulla cattedra pontificalo, nel G7 (o 76?}. Elevato alla cattedra ponti
flcia, dettò savie leg^ji, mantenne la disciplina ecclesiastica, e chiuse
la vita col martirio per oid ne di Saturnino. — S. Tecla, venerata come la prima martire
tra le vergini (sec. I).
Memorandum. — Entra il Soie in Libra, e comincia l'Autunno agronomico. — Equinozio
d'autunno. — Oggi il giorno e la notte solare sono di uguale durata. — Annivers.'.rlo della
morte di Frane. Domenico Guerrazzi (1S73). Commemorazione a Livorno per cura delle So-
cietà democratiche.
'2^' LuiiCdi I S.Gerardo, vesc, mari. Nobile veneto, entrò nell'ordine benedettino,
267-99 |6 divenne l'apostolo dell'Ungheria e vescovo di Casnad. Per ordino
del re, fu lapidato l'a. 1046, — S. Terenzio, mart., circa gli anni 244-
249, patrono di Pesaro. — S. Cleto, confessore, venerato a Tivoli.
Memorandum. — 3 P. Q. a ore 6,41'".
25 Martedì
S. Tomaso da Villanova, arcivescovo di Valencia, in Ispagna, nato
l'a. 1488, mo'to l'a. 1555. Dell'ordine degli Eremiti di S. Agostino, fu
detto l'Apostolo della Spagna per la sua eie luenza ed attività nella
predicazione. Distribuiva ai poveri tutte le rendite della mensa episcopale, vivendo egli in
grande mortificazione. Lasciò parecchie op ^re teologiche ed oratorie, e fu canonizzato da
Alessandro VII nel 1658. — S. Anatalone, primo vesc. di Milano dal 51 al 64, o dal 53 al 61
secondo il Sassi.
Memorandum. — Termine per presentare le domande di ammissione all' esame di matu-
rità nella sessione autunnale per parte dei candidati provenienti da scuola privata o paterna.
^ ^ .)^ :
26 Mercoledì S. Guerino, monaco di Corvey in Sassonia; fiorì nel secolo IX. -
869-9*? S. Vigilio, vescovo di Brescia, tra gli anni 480 e 516 circa. — S. Gio-
— vanni Oldrato, da Meda, fondatore dell'ordine degli Umiliati, morto
l'anno 1159. — I Ss. Cipriano e Giustina, martiri a Nicomedia.
Memorandum. — Fiera ad Isernia. Dura tre giorni. — Chipur, ossia giorno dell' espia-
zione per gì' israeliti.
^
27 Giovedì Ss. Euprepio, Cosma e Damiano, mm. Questi ultimi erano fratelli,
370-96 6d arabi di nascita. Educati nel cristianesimo, si applicarono allo
— studio della medicina. Lisia, spedito da Diocleziano ad Egea come
prefetto, li fece torturare. Scampati miracolosamente, vennero fatti decapitare l'a. 303. —
S. Adolfo, martire del seo. IV. Festa patronale di S. Veronica a Binasco.
Memorandum. — Fiera dei Ss. Cosma e Damiano, a Secondigliano, presso Napoli: dura
sino al 1» ottobre. — Oggi pagamento degli stipendi agli impiegati governativi.
— — — ?r
28 Venerdì
371-95
S. Venceslao, re di Boemia, si adoperò nel diffondere la religione
cristiana fra i suoi sudditi. Fu ucciso a tradimento dal fratello Boles!ao,
il 28 settembre 9-39. — S.» Eustochio, figlia di S. Paola e discepola di
S. Gerolamo, morta l'anno 419.
Memorandum. — Fiera detta di San Michele in Oontrone (Salerno).
•-'^
29 Sabato S. Michele, arcangelo. Oggi si festeg^na la dedicazione di un tem-
372-94 pio eretto in suo onore sul monte Gargano.
Memorandum. — Anniv. della liberazione di Ancona (1860), festeggiato in quella città. —
Fiera di San Michele a Tirano in Valtellina. — Fiera di cava'li a S. Bonifacio (prov. di Ve-
rona). Dura due giorni. — Famosa fiera di uccelli a Montopoli nel Valdarno inferiore. —
Fiera di S. Amato a Nusco in provincia di Avellino. Dura due giorni. — Festa dell'Arcan-
gelo San Michele con fiera a Coronata di Cornigliano (Genova). — Pellegrinaggio al Monta
Gargano. — Fiera a Caltanissetta per la festa del patrono S. Michele. - Oggi a Milano, in
molte altre città della Lombardia e nelle Romagne scadono gli affitti annui delle case e si
fanno i traslochi. — In Toscana si dice oggi: * A San Michele il calore va in cielo; „ e
anche: " Quando l'Angiolo [Miclieìe] si bagna l'ale [cioè piove], piove sino a Natale „.
SETT.-OTTOBRB 1917 - loo (40* Settimana)
SODomenical fB S. Gerolamo, dottore. Uno de' più grandi dottori dolla Chiesa
273-93 I latina, mori iionu''eiiario a Betlemme, l'a. 420. — S. Amato, primo ve-
scovo di Nasco dal 91)7.
Memorandum. — (^ L. P. a ore 21,31". — Fiera a VignoJa. — riera e festa dell'Addo-
lorata in Minilfolhi Èdano fprov, di Avellino). Il sabato successivo trasporto del carro in
paese. — Fiera di S. Antonio a Spezzano Albanese fprov. di Cosenza): dura sino alla 1* do-
menica di ottobre.
1^
1 Lunedi S. Remigio, vescovo. Fin dall'adolescenza fece tali progressi nelle
2'74-93 [lettere che fu eletto, sebbon giovane, vescovo di Reims. Si rese cele-
^^bre per la conversione di Clodoveo, re dei Franchi, e della nazione
francese al cristianesimo. Morì nel 533.
Memorandum. — Oggi pleìiihinlo secondo l'uso ecclesiastico. — Comincia la sessione au-
tunnale di esami nei (ìinnasi e Licei. — Oggi di regola si aprono le Scuole element. — Da
ogiji al 31 marzo il lavoro no! turno, agli effetti della legge sul lavoro delle donne e dei
fanciulli, è inteso fra le ore 20 e le 6. — Da oggi fino a tutto marzo orario invernale per
gli uffizi telegrafici a orario di giorno completo e ad orario limitato (per i primi dalle 8
alle 21, per i secondi dalle 9 alle 12 e dallo 14 alle 19). — F.nisco la stagione della pesca
del corallo. Da oggi fino a tutto aprile è anche vietata la pesca delle vongole o aiselle nel
golfo di Napoli. — Oggi a Torino si sogliono pagare gli affitti semestrali. — Oggi cominciano
i pagamenti del 2« semestre della rendita consolidata 3 % nominativa e del 4° trimestre
della rendita consolidata 4,50 % netto. — Entrano in funzione i nuovi capitani-reggenti
della repubblica di San Marino (tino al 31 marzo). — Primo giorno di Snccot, o Festa delle
capanne (per gl'israeliti).
2 Martedì ! I ss. Angeli Custodi. Festa istituita da Paolo V, ed estesa a tutta
S75-91 la Chiesa da Clemente X l'anno 1670.
Memorandum. — Berna festeggia l'anniversario del plebiscito in favore dell' unione al Re-
gno d'Italia (1870). — Fiera ad Oneglia. — Seconio giorno di Siiccof, o Festa dello capaime.
3 Mercoledì \ S. Calimero, vescovo e martire. Morto in Milano sotto Commodo,
376-90 I verso l'a. 191 (Veili anche 31 luglio). — S. Gerardo, abate di Brogne.
S. Candido, martire a Roma.
4 Giovedì S. Francesco d'Assigi, fondat. dell'ordine francescano e de' terziari,
277-89 patrono della sua città natale. Compose cantici religiosi, iisando tra i
primi della lingua it.ilimia. 10 sommamente lodato dall'Alighieri. Visse
dal 1182 al r2-2(5, — S. Petronio, vesc. di Bologna dal 430 al 450, patrono di questa città.
Memorandum. — A Fiesole, fiera di San Francesco: dura 3 giorni. - Festa e fiera a Bran-
cavilla (Catania) per San Placido, patrono del luogo.
5 Venerdì \ S. Placido, mart. Aliate di un monastero benedettino in Sicilia, uc-
278-88 tJ'so da barbari pirati verso il 544. — S. Alarcellino, vescovo di Ravenna,
dal 232 al 28.J. — S. Galla, vedovii, del tempo di Teodorico (457-525). —
S. Renato, vescovo di Sorrento verso gli armi 4J1-I50.
6 Sabato S. Brunone, abate, di Colonia, fondatore del nuovo ordine dei Cer-
279-87 tosini. Di nobile famigliai, dopo aver studiato in patria si portò in
Francia ed alle celebri st^uole di Reims si addottorò in fi'oRofia e teo-
logia. Morì santamente nella Certosa di Squillacc nel liol, e fu canonizzato da Leone X
nel 1514. — S. Magno, vescovo di Oderzo, verso l'anno 640. — 8. Probo, vescovo e mar-
tire, onorato a Gaeta. — S. Francesca delle Cinque Piaghe, terziaria degli Alcantarini scal/i,
di Napoli, canonizz,*ta da Pio IX. - S. Adeli.'iso, vescovo di Novara dair835 air8(i0.
Memorandum. — Pagamento dello pcn.sioni governativo di prima categoria (non oltre le
600 lire anuuo>.
OTTOBRE 1917 i:l_11^A - ("^1* Settimana)
7 Domenica ] >^ ll ss. Rosario di Maria Vergine SS. Festa istituita da Gre?o
280-S6 i l'io XIII, a cominemorazioiie (iella vittoria di Lepanto riportata oontio
i Turchi nell'ottoljre del 1571. Leone XIII nel 1885 presorisse per tutta
la Chiesa la pratica del Rosario durante il mese di ottobre. — S. Brigida, matrona, p
pexsa di Svezia, moglie ad Ulfone; ritirossi per tempo in un monastei-o, dove è fama avesse
t're.iuenti visioni celesti. Mori nell'anno 1173. — S. Giustina da Padova, verg., niart. (sec. IVj.
H. Piilazia, vergine, protettrice di Ancona.
Memorandum. — ig, U. Q. a ore 23,14. — In S. Giorgio a Cremano, presso Napoli, festa
della Madonna del Buon Consiglio.
,H '
O Luneul S. Reparata, vergine, martire, circa l'a. 250, onorata nella diocesi
281-35 'à-i Ajaccio (Corsica), e a Firenze. — S. Pelagia, commediante in An-
^ tiochia. Trovandosi un giorno ad una predica del vescovo Nonno,
fu tocca dalle sue parole e pianse. Si gettò a' piedi di lui, dicendo di voler riparare alle sue
colpe, quindi vendute robe e gioie, distribuiti denaro ai poveri e dopo fervente espiazione,
ottenne il battesimo. Prese il velo delle religiose, e terminò i suoi giorni in una grotta del
monte Oliveto. — S. Simeone, il venerando vegliardo che nella Presenti/.ione di Gesù ai
Tempio tenne tra le sue br.iccia il Divino Fanciullo, profetanJo la sua futura grandezza.
Memorandum. — In Toscana oggi si dice: " A Santa Reparata ogni oliva inoliata „.
-I-
9 Martedì \ S. Dionigi, Areopaglta, vescovo di Atene, poi apostolo di Lutezia fPa-
383-84 i rigi), ove credesi morisse martire nella seconda persecuzione, ratino
%. — S. Donnino, martire, patrono di Borgo San Donnino (secolo III-
IV). — S. Diodato, abate di Montecassino, morto l'anno 834.
Memorandum. — Fiera a Castelfranco nell'Emilia. — Festa nazionale della repubblica
dell'Equatore (indipendenza di Guayaquil).
-,1,
10 Mercoledì! S. Francesco Borgia, duca di Gandia, rimasto vedovo, fu da S. l'^na-
383-83 I zio ascritto alla sua Compagnia, ed ordinato sacerdote a Roma. Venne
più tardi creato generale dei Gesuiti, e morì nel 1572. — S. Cerbo, o
Cerboaio, vose, di Massa Marittima (Populonia), morto l'a. 573 (Baronio).
Memorandum. — Scade la quinta rata bimestrale delle imposte dirette erariali e sovrim-
poste comu ali e provinciali. Non pagando entro gli otto giorni successivi alla scadenza,
il contribuente incorre nella multa del 4*^0.
-Jx —
11 Giovedì ; S. Firmino, vescovo d'Uzès, morto l'a. 553. — S. Placidia, vergine,
384-82 {morta verso l'a. 460, onorata a Vei'ona. — S. Luigi di Bertrando, da
^Valenza in Ispagna, domenicano (1520-1580). — S. Eufredo, martire
presso Alba, onorato atiche a Cherasco.
Memorandum. — Anniversario dello sbarco delle truppe italiane a Tripoli (1911).
ri-
12 Venerdì S. Serafino da Montegranaro. Mori settantacinquenne, l'anno 1604.
385-81 j - S. Pulcheria, imperatrice: 339-453 (Migue: 10 sett.). — S. Edistio,
— . __j^jjj.^ ^gpg m.iV), ricordato a Ravenna. — S. Opilio, diacono, con-
fessore, onorato a Piacenza: fiori verso l'a. 420 (Ferrarlo).
Memorandum. — Fiera di S. Serafino in Montegranaro (Marche). — Anniversario della
scoperta dell'America per opera di Cristoforo Colombo (1492), festeggiato in Spagna e in
molte parti dell'America Latina, specialmente in quella Centrale, e anche in vari stati
dell'Unione nordamericana.
13 Sabato 1 S.Edoardo, re d'Inghilterra, salì al trono ancor giovinetto, ma la
386-8Ò ì matrigna di lui Elfrida si era opposta a codesta elezione, ed aveva
" — — tentato ogni via perchè fosse el t(o il principe Etelredo. Riuscito
varto ogni tentativo, essa dopo tre anni di re<;no lo fece pugnalare da un suo dome-
stico (lOCC) mentre trovavasi a caccia. - S. Chelid.>nia, vergino, morta l'a. 1152.
Memorandum. — Pagamento delle pensioni governative di terza categoria (superiori a.
L. 20i)'> aimue.t.
OTTOBRE 1917 — Ili — (42'^ Settimana)
14- Donieilica >}< S. Callisto l. papa. m. Si nttribuKoe a ( allìsto la erezione della
287-79 chiesa dedicata ulhi Mulonna in Trastevfi-e ed il cimitero snlla via
Applii. Istituì piii-(> il (li(.'iiino delle tempora, e benehè la reli»,'iontf
eristiana fosse allora tollerata, pure vi furono martiri. Lo stesso Callisto fu decapitato sotto
Eliot'a'jwlo nel '221. — S. Fortunato, v.-seovo di Torti, cirea dal 528 al 542.
Memoratldum. - finml l'rix d'Aniomne a Parigi.
1- ;
lr> Lunedi S. Teresa, vergine. Nacque ad Avila Va.. 1515. Fu la rlformatil-e
288-78 dell'ordine de" Carmelitani Scalzi. Scrisse opere ascetlclie di alto valore,
fu una vera martire di penitetiza, e mori nel 1582. — S. Ruggero, vesc
di ("aune (sulla fine del sec. V?i, venerato a Barletta.
Memorandum. — Famosa fiora dell' Impruneta, presso Firenze: dura sino al mercoledì. --
Chiusura delle iscrizioni alle scuole elementari comunali. — All'albo municipale di ciascun
coniuiie si pubblica la lista dei tjlurati, compilata dalla (ìiunta mandamentale. - Oggi in To-
scaitu dicono: " Per Santa Teresa prepara la tesa „. Avviso agli uccellatori ! — Da oggi sino al
15 t;ennaio sono vietati la pesca e il commercio delle trote, dei carpioni e delle bottatrici.
16 Martedì S. Gallo, abate, detto l'apostolo della Svizzera, morì a novantaeln-
289-77 Que anni, nel G46. Era nato in Irlanda dopo la metà del sec. VI, e
fu tra i dodici che seguirono S. Colombano in Inghilterra. Ricuperata
la sanità sul lago di Costanza, vi eresse alcune celle, origine del monastero benedettino
sotto il nome di 8. Gallo. — B. Vittoi-e III, papa, successore nel 10m7 di S. Gregorio VII.
Ammalatosi durante un concilio, si ritirò a Moiiterassino di cui era stato abate e vi morì
dopo soli 4 mesi e 7 giorni di pontificato. Il suo culto (th immetnorabili fu confermato da
Leone XIIL
Memorandum. — Q L. N. a ore 3,4i™. — Comiucia l'anno scolastico unlvei-sitario. Co-
mincia pure la seconda sessione degli esami speciali (che in qualche università maggiore
può essere anticipata al 1» ottobre), ma le leKÌoni principiano di solito molto più tardi. ~
Ogjii cominciano le lezioni nelle scuole secondarie classiche e tecniche del Regno. — In
Toscana, credono che se piove oggi, giorno di S. Gallo, pioverà per cento giorni.
1 / Mercoledì S. Edv'ge, matrona, donna d'illustre lignaggio. Le sue entrate
290-76 venivano consumate nel soccorrere gli infelici, e rimasta vedova,
vestì l'abit») tra le religiose di Frebnitz. Morì nel 12t.'{. — S. Mar-
gherita Maria Alacoque, zelatrice della divozione al S. Cuore di Gesù (1G45-1C90J.
Memorandum. — Oggi novilunio secondo 1 uso ecclesijistico. - Principio dell'anno per
i iniissiilinani (13''i(>i.
-^
18 Giovedì S. Luca, evangelista, discepolo e segretario di S. Paolo, scrisse il
291-75 terzo Vangelo canonico, e gli Alti degli apo><l oli. Si crede morisse mar-
tire a Patrasso 1 anno 86. — S. Giuliano Saba, anacoreta. — S. Mo-
none, anacoreta del VII sec. - 8. Giusto, martire a Beauvais. — S. Paolo della Croce, fon-
d:itore dell'Ordine dei Passionisti. nato ad Ovada nel 1094. morto nel 1775.
19 Venerdì S. Pietro d'Alcantara, uno dei più illustri santi dell'Iberia: f u mo-
292-74 naco francescano, ed a soli 20 anni destinato superiore di Badacos,
esercitò il suo nttìco in modo da attirarsi l'universale ammirazione.
Mori a <>3 anni nel 15(52. — S. Massimo, diacono, patrono d'Aquila dogli Abruzzi, m:irtire
v«rso l'a. 250. — Ss. Procolo e Nlcea, martiri, rammentati h Pozzuoli. - 8. Eusterio o
Asterlo, vesc. di Salerno dal 5.35 al .'>3'.>.
20 Sabato S. Giovanni Canzio o da Kent, polacco, nato verso il 1403. morto nel
293-73 1473 e canonizzato da Clemente XIII nel 1767. — 8. Irene, vergine e
martiiein Portogallo. — S. Caprasio, martire ad Agen nelle Gallie. --
S. Massimo, levita e martire presso A<inila negli Abruzzi. — S. Artemio, uffioiale dell.-, corte
<li Costantino, decapitato ad Antiochia sotto tliuliano l'Apostata, al quale avev^a rimprove-
iMto I.' sue crudeltà conto i cristiani. — Ss. Marta e Saula, martiri con molte altre vergini
' i'olonia. — 8. Feliciaiio, vescovo di Mindo.
Memorandum. — Fiera a Rovigo. Dura 8 g orni.
OTTOBRE 1917 _ 112 — (43» Settimana)
2 1 Doilienicat i^ S. Orsola e compagne verg., mart. II martirio sarebbe avvenuto a
394- "73 Colonia verso l'a 453. Molte let,'<,'endc si formarono in seguito sul nn-
mero e sulla patria di queste vergini. A Colonia si mostrano anclie
presentemente molte reliquie dalle compagne di S. Orsola. — S. Follauo, vescovo, martire,
verso l'anno 383, onorato a Lucca. — S. Bertoldo da Parma, confessore, morto l'a. 1101.
Memorandum. — Fiera a Treviso. Dura 3 giorni. — Fiera di Sant'Orsola a Caulonia fpro-
vincia di Kegyio Calabria), rinomata per gli equini. Dura quattro giorni.
22 Lunedi S. Ilarìone, anac. Mori in tardissima etj, l'a. 371. — S. Verecondo,
395-71 Ivesc. di Verona (a. 522?). — S. Giovanni Buono, eremitano, morto
^l'a. 1249, onorato a Mantova. — S. Filippo, vesc. di Fermo verso gli
anni 251-254, martire. — S. Moderamno, vescovo, morto nel 730, onorato a Beroeto (Parma). —
S. Donato, vescovo di Fiesole dair844 air864.
Memorandum. — Festa della Madonna della Neve a Torre Annunziata, in ricordo della
eruzione del Vesuvio del 1822. — Pagamento delle pensioni governative di seconda cate-
goria (superiori a L. 500, ma non a L. 2000 annue).
ri:
23 Martedì ! S. Giovanni da Capìstrano. Nato nell'Abruzzo, enlrò nell'Ordine
396-70 di S. Francesco, converti molti eretici e contribuì a far togliere 1' as-
— sedio a Belgrado nel 1456 e a dar vittoria ai cristiani contro i Turchi.
Mori lo stesso anno. — S. Vero, vescovo di Salerno (sul principio del sec. V). — S. Severino
Boezio (verso l'anno 470-525), martirizzato presso Pavia da Teodorico.
Memorandum. — 3!) P- Q- * ore 15,38"». — Commemorazione patriottica a Roma, presso
lo storico mandorlo sui colli Parioli, per l'anniversario della morte dei fratelli Cairoli, ca-
duti combattendo contro i soldati pontifici (1867). — Fiera a Potenza: dura tre giorni.
24 Mercoledì S. Raffaele, arcangelo. — S. Maglorio, vescovo in Bretagna, morto
297-69 l''i- 575. — S. Marcio, eremita, ricordato a Mondragone, presso Sessa
— — — ' Aurunca e Carinola (Gaeta). — B. Angelo Porro, servita, morto l'a. 1506,
onorato a Milano, ove noi tempio di S. Carlo se ne conserva il corpo incorrotto.
Memorandum. — Entra il Soie in Scorpione. — Anniversario del matrimonio dcUe LL. MM.
il re Vittorio Emanuele III e la IJegina Elena (1896).
25 Giovedì
398-68
SS. Crispino e Crispin!ano, martiri a Soissins, nella persecuzione di
Massimiano e Diocleziano, l'anno 287., — S. Gavino, protettore di
■Sassari. — S. Miniato, mart., l'a. 254, venerato a Firenze. — Ss. Cri-
santo e Daria, coniugi martiri a lloma, verso l'a. 284.
Memorandum. — Commemorazione patriottica a Roma,-della strade del lanificio Aiani
in Trastevere (1867). — A Par gi sedata pubblica e plenari* dell'istituto di Francia per il
conferimento dei jìremi nei diversi concorsi.
26 Venerdì 1 S. Evar'stO, papa, martire della terza persecuzione, sotto Traiano,
399-67 I l'anno 105. Nacque a Betlemme, fu eletto papa nell'anno 97, e governò
la Chiesa sotto gl'imperatori Domiziano, Nerva e Traiano. Egli p-imo
stabili chèi malrimoni fo sero celebrati pubblicamente colla benedizione de! sacerdote.
S. Grtudisio, vescovo di Salerno (iCC. VI-VIl). — S. Fulco Scotti, vescovo di Pavia dal 1216
al 1229.
27 Sabato 1 S. Frum-mio, vescovo, onorato dagli Abissini come uno degU apo-
300-66 steli dell'Etiopia, di cui fu il pr.mo vescovo, consacrato da S. Atana
— — 'patriarca di Alessandria: sec. IV. — S. Florio, o Fiore, vescovo
vo di
Aemn'a (Gittanova, nell'Istria), verso gli anni 524-54!>, festeggiato a Pola (Istria).
Memorandum. — Fiera a Montecehio nel Reggiano. Dura tre giorni, — Oggi pagamento
degli stipendi agli impiegati governativi.
- UH -
Di^I^I^A VENEZIA GIUI^IA
DODici IMPRESSIONI DI FILIBERTO SCARPELLI
11. — Solitiulini Istriane. Spiaggia «li Caverà ,
presso Psiienzo.
12. — Altro punto dolhi spirg'^ia di Cevtèra.
OTT..NOVEMB. 1917 -^ 114 --. (44» Settimana)
28 Domenica I »?< Ss. Simone, e Giuda Taddeo, apostoli, marti ri zzati la Persia dopo
301-65 javer predicato la fede In Asia. — S. Flrm liane, veso. di Cesarea in
. — Cappadoci;», morto l'anno 272. — S. Cirilla, verj,' ne, martire a Roma,
verso l'a. 2.">0. — S. Fedele, so!dato, mari ire verso l'a. 288, venerato a Milano e a Como.
\ Memorandum. — Da oggi tino alla prima domenica di giugno, a N^ipo^i. si paga la 'v»rt?-
f)'>g,Ki ai portieri dalla mezzanotte in poi. - In Barra, presso Napoli, tosta popolare det;a
ilei Gigli. - Anniversario dtilla nascita di Simone lioìivar detto il Liberatore (17831, leste»-
^iato in molti stati del Snd e del Centro-America.
29 Lunedi S. Ermelina, vergine, onorata a Meld aert, presso Hu^ard. Mori
303-64 i verso l'a. 595. — B. Angelo d'Acri (Calabria), cappuccino, nato l'a. 166»,
____ — jnortò'.nel 1739. — Ss. Giacinto e eomp.agni, martiri, ricordati a Ciig-
giano (? Sa'ert-o^. — S. Ensebia, vergine, martir?, (sec. HI-IV|, ono;-ata a Bergamo.
Memorandum. — Fiera a Varese. — Fiera di c.xvalli a San Bonifacio iprov. di Verona),
iiura due giórni.
30 Martedì j ss. Marcello e Cass'ano. martirizzati l'amo 298. - S. Germano.
303-63 I vescovo di Capn.a, dal 518 al 541 eiroa. — S. Gerardo, vescovo di
~'~ —Potenza, morto verso l'a. 112). - S. Cherubino, martire. — S. .Satur-
nii;o, vesc. e mart. nolia Gallia (250 .
Memo.-andum. — @ L. P. a ore 7,TJ'n. - Oggi plenilunio seco ido 1' usò ecclesiastico.
31 Mercoledì! . S. Alfonso RoJriguez. Nato l'anno 1531, a Segovia in Spagna, fa
304-63 j fratello coadiutore nella Compagnia di Gesù. Insegnò ed ebbe molti
discepoli a Coimbra nel Portogallo, ove poi sorse uno dei primi
coHegi del suo Ordine. S::risse un'opera sulla pra.'^^ica della perfezione c"ist aiia, e mor o
nel 1617 fu beatificato di Leone Xll nel 1825. — S. Antonino, vescovo di Milano, verso gli
anni 655-061,
1 Giovedì t5* Fes'a dì tutti I Santi. Ordinata per tutta la Ciiiesa da papa Sisto IV
305-61 (1475). — Ss. Cesario, diacono, e Giuliano, prete, martiri a Terracina
~ ■ ^(see. I?). — S.Severino, monaco, confessore, onorato a Tivoli.
Memorandum. — Festa civile legale. Sono chiusi atiche i musei e le gallerie. — Si pub-
blicano i ruoli suppletivi delle imposte' dirette, e restano depositati pei* otta giorni negli
uffici comunali. — Da oggi a tiitto marzo è vietata la pesca dei gamberi d'acqua dolce. —
Oggi a Firen/.e si cambiano gli alloggi; e nelle Romagne scadono gli affitti rustici.
. ■ "^- — : , —
3 Venerdì j commemorazione di tutti i Fedeli Defuiti. Fin dal IV secolo erano
306-^60 stabilite orar.ioui Bpeciali pei morti, ma il primo a fissare la comme-
--— morazione generale dei morti fu S. Oddone di Cluny, che volle fos^^a
itel giorno che segue la festa dei Santi. Oggi, por la Costitudoiìe apo-^tolica 10 agosto 1915,
i sacerdoti possono celebrare tre mosse, come nel g orno di Natale. — S. lìiustu, mart,,
l'a. 287, patrono di Trieste.
Memorandum. — Oggi sono chiuse le .scuo'.e e le biblioieclie governative. ~ A Peiiigin.
fiera dei Morti. Dura 8 giorni. — Fiera dotta dei Morti, a Gorigliauo Calabro. Dur.i o gipr.n.
— Festa di precetto nella citKi e territorio di Tr.este, per la ricorrenzi di San Giusto, pa-
trono principale della città; la commemorazione dei Fedeli Defunti è trasportata al 3.
3 Sabato S. Uberto, vescovo. Suc--esse a S. Lamberto nel vescovato di :\Iae-
307 -SJ9 stricht. È invocato come patrono de" cacciatori. Mori l'a. 727. — S. Sil-
_J yjj^ madre di S. Gregorio Magno (sec. Vii, — Ss. Valentino, prete,
e Ilario, diacono, dee ip tati nella pe -secu^ione di .Massimiano. — S. Veneàida, vergine e
marbire in Inghilterra.
Mem3randum. — Anniversario del e Jaibaitiuiento di IMei.tana {l3.i7).
I
NOVEMBRE 1917 - lir, ' (45»^ Settimana)
4 Domenica I vV S. Cario Borromeo. Iiif»Hca1jne arci<^e^o. di Milnno. Nacque nelln
308-58 I rócca xU Àrona il 2 ottobre del 1538. Fnpa Pio TV (Medici) ohe eni suo
— ' zio. lo creò cardinale, gli conferì l'arcivescovado di Milano e la oaricrt
di ••'■""de penitenziere. Fu di una carità sluffolare: e quando infleri iti peste, mise più di una
volta a cimento la sua vita stessa per soccorso dei miseri appestati. Promosse il concilio di
Trento, e fu severo restauratore' della disciplina ecclesiastica. .Mori a 46 anni, nel 1.>H4. —
S. Fin rii'o, coiife-sore, rt;,'lio di S. Sle'aiio re d'Ungheria, morto ad Alha Rea'.c.
Memorandum. — Festa nàziona'c della Svezia. — Oggi fluiscono In tutta Italia le ferie an-
luiaìi (Ifl Fòro ^indiziario. — Fiéia di Sa'i Carlo « Casalmag^crj (Cremona).
. .{- -Ì-L--Ì
r> Lunedì ' S. Magno, vescovo di Milano dai 0I8 ai 530. Fu sepolto in S. F.nstor-
309-57 "'o ^ Milano, sotto la mensa dell' altare ma;f.:lore. — S. Zaccaria,
— ;:' profeta, padre di San Giovanni Battista. — S. Ft-lice, prete, ed EuseMo,
monaco, martiri, ricoidati a Terraolna (sec. I-I£).
Memorandum. - Cumincia Tanno giudiziario. La solenne inaugurazione dell'anno presso
le (tira di Ca-sazione e le Corti d.Appello ha luo>jo nella prima udienza successiva a ogj^i.
ritimo termine per il principio delle lezioni universitarie. Scade pure il termine per
presentazione delle domande d'immatiico'azlone alle università e di Iscrizione agli anni.
corso. Solo per ginstitinati motivi, da r:couc>c>»rsi dal rettoi'e, può l' Immuti ico!aziotie
l'ist-rizione conceder*! tino al 30 novembre.
(> Martedì S. Leonardo da Porto Maurizio, francescano, celebrato per la devo-
310-56 zione della Via n-m'''-t (lt>76-17Cl). — Ss. Felice cm eo, monaco, e .\ndiea,
■ ' vescovo, onorati a Fondi (Gaeta). — S. Emiliano, vescovo, patrono di
Faenza. — S. Felice, martire a Tiinassa in Africa, morto in carcere in attesa del supplizio.
Memorandum. — ^. U. Q. a ore \%fi«>. — Pagamento delle pensioni governative di i^-ima
categoria (non oltre le 600 lire annue).
/ Mercoledì ' Ss. vitale ed Agrìcola, martiri. Morti per la fole nella persecuzione
311-55 ! di Diocleziano e Massimiano. I loro corpi furono rimessi in onore
■- con pompe solenni da S. Ambrogio l'auiio 884. — S. Prosdoclmo, vesc.
di Padova (seo. I-ID. — S. Ercolauo I, vesc. di Perugia sec. III-IV), decapitato per ordine di
Tolila nella presa della città da p:irte degli Ostrogoti.
8 Giovedì I S. Adeodato, papa. Tenne la cattedra di S, Pietro dal 615 al fil'*.
312-54 \ — S. Gotìredo, ves^c d'Amiens dal 1104 al 1115. - 1 Quattro SS. Mar-
— tiri coronati, Severino. Severiano, Carpoforo e Vittorino, fratelli, l cnl
Corpi ripesano n-U* chiesa eretta al'a loro memoria sul monte Celio a Roma.
Memorandum. - Oggi in Grecia S. Demetrio, festa solenne.
9 Venerdì S. Aurelio, vescovo, occupò la sede di Ariats^le, in Cappadocia. Moiì
313-53 l'anno 38.3. K ricordato anche nella diocesi milanese, per avere, ade-
rendo alle preghiere dell'aro. vescovo S. Ambrogio, restituito il corpo
del Tesuuvo 8. Dionigi, morto per la fede appunto nel'a Cappadocia. — S. Agrippino,
vescovo di Napoli (prima del secolo III-IV), patrono di Brindisi, onorato anche a Venezia.
1 0 Sabato S. Andrea Avellino, dell' ordine de: Teatini, fu dottore a^sai eru-
314-52 , dito. Onlinito sacerdote, trattò per molto tempo e <?|n rara fsondia
— - oau«ft nei fòro ecclesiastico. Mori di un copo apoplettico, a 87 anni,
I utre dava principio alla messa, l'anno MOH. — Ss. Trifo..e e c)mp.>gai, mart ri, ri-
id.tt a Konia (sec. Ili .
MemDrandum. l'i-.i ;i Nola: dura sei gornl.
NOVEMBRE 1917 - liG - (46^ Settimana)
1 1 Doilienical >h S. Martino, vescovo di Tours. Era nato a Saba/.fa, ed entrato a
315-51 15 anni nella milizia, vi mantenne tale condotta da essere modello
a' suoi commilitoni. Eletto vescovo di Tours, vi mori nel 400. A Bel-
luno, Novar.i e Treviglio feste patronali. — Ss. Valentino e compa^^ni, martiri.
Memorandum. — Natalizio di S. M. il Re Vittorio Emanuele III, il quale compie 48 anni.
Oggi sono chiuse le scuole, le biblioteche governative, i musei e le gallerie. — Festa del-
l'esercito (ad eccezione dei corpi d'artiglieria e genio che festeggiano Santa Barbara). —
Festa degli AU)eri, rinnovellata per cura della Federaz. Italiana " Pro Montibus „. — Fiera
a Casale Monferrato per la festa del patrono Saiit' Evasio. — Processione dell'Incoronata
a Mantova, in memoria della città votata alla Vergine nel 1640. — Fiera a Barletta; dui-a 12
giorni. — Oggi scadono gli af&tti dei terreni in Piemonte. -- Per tutto il Friuli oggi è la
scadenza delle pigioni e delle affittanze coloniche. — In Toscana, " A San Martino, o;^ni mo-
sto è vino „; e poiché in questi giorni si ha quasi sempre un sensibile rialzo di temperatura,
si dice pure: "L'estate di San Martino duri 3 giorni e un pocolino „.
12 Lunedi S. Martino I, papa. Successore di papa Teodoro. Nacque aToli e
316-50 dopo assidui stiTdì a Koma, fondò a Saintes un monastero di cui fu
___ _ eletto abate. Mori martire l'anno G55. — S. Donato, confessore, solen-
nizzato a Lentini (sec. Xt). — S. Arsnzio Casati, vescovo di Milano (665j, sepolto nella ba-
silic i collegiata di S. Stefano Maggiore.
Memorandum. — Fiera a Belluno, per tre giorni.
^
13 Martedì 1 S. Stanislao Kostka. Eccitato a godere dei vantaggi che offriva il
317»_4.9 I suo stato, diceva: " Io non sono nato per le cose temporali, ma per
le eterne ,. Entrato nella Compagnia di Gesù, divenne in poco tempo
maestro a tutti in santità, e morì a 18 anni nel 1568. — S. Omobono, sarto, onorato a Cre-
mona, morto l'anno 1097.
Memorandum. — Festa solenne ad Asti, e funzione religiosa nella chiesa di S. Secondo,
patrono della città, in memoria della vittoria sul Maramaldo. — Pagamento delle pensioni
governative di 3» categoria (superiori a L. 2000 annue).
14 Mercoledì! S. Giocondo, vescovo di Bologna, verso gli anni 485-490. - S. Lo-
318-48 'ronzo, vescovo di Dublino. Mor'i nella povertà, la. 1180. — S. Andro-
^ nico, vescovo di Verona (secolo VII ?). — S. Verano, vesc, patrono
di Albenga (Genova); visse nel sec. VI. — Ad Acireale, festa di S. Venera.
Memorandum. — |^ L. N. a ore 19,28"'. — Grande pioggia di stelle cadenti (sciame delle
Leoneidii.
lo Giovedì S. Gertrude, vergine, abbadessa benedettina, patrona del Brabante.
319-4'? A. trent'anni fu eletta abbadessa nel monastero di PJinsleben e morì
^^ l'anno 1334. — S. Loterio, vescovo di Verona verso gli anni 700-780. —
S. Leopoldo d'Absburgo, morto l'a. 1136.
Memorandum. — Anniversario della proclamazione della repubblica negli Stati Uniti del
Brasile (1889).
16 Venerdì S. Diego, monaco. Francescano, morto l'anno 1136. — S.Edmondo,
320-46 vescovo di Canterbury, morto l'a. 1242. Era nato ad Oxford e vi
insegnò teologia, meritando grandi elogi: fu creato vescovo da Gre-
gorio IX. — S. Fidenzio, vescovo di Padova (sec. ilV;.
Memorandum. — Oggi novilunio secondo l'uso eccle-iastico.
17 Sabato S. Gregorio Taumaturgo. Scolaro di Origene, divenuto vescovo di
321^_4.5 Neoce-aroa nel Ponto, con la parola e coi miracoli \ì converti molti
' idolatri alla fede. Morì l'anno 270. — S. Eugenio, d acono, confessore,
morto l'anno 422, onorato a Firenze. — S, Dionigi, patriarca di Alessandria.
NOVEMBRE 1917 _ H7 _ (47» Settimana)
18 Domenica] i^ Prima di Avvento nel rito ambrosiano. — S. Oddone, abate. Resse
323-4-4 [l'abbazia di Cliiny, fondata dn S. Bernone. Mori l'anno 91*2. — S. Fn--
" diano, vescovo di Lucca dal óGO al fiss, patrono della stessa olita e
diocesi. — 8. Alfeo e compagni, martiri nella persecuzione di Diocleziano. — S. Jlda o Hilda,
ba lessa injjlese in un monastero del Nurthnmbjriand, ni. nel 680 o 683.
Memorandum. — Nel rito ambrosiano (diocesi di :Mil;ino) oggi prima domonioa doll'Avvonto.
,1-
19 Lunedi S. Elisabetta, regina. Consumò la breve sua vita in continne e gran-
323-43 I diose opere di beneficenza. Morì di 24 anni nel 1231. Era figlia del re
d'Ungheria Andre» II e avea sposato Lodovico IV, langravio di Turii
già. — Ss. Ponzlano, pp. dal 230 al 235, e Ippolito, prete, suo compagno d'esilio in Sardegna.
20 Martedì S. Felice di Valols. Compagno di i«. Giovanni da Matha, fondò con
324-42 lui l'ordine de' Trinitari. Mori a 85 anni, nel 1212. — S. Simplicio,
vescovo, festeggiato a Terranova. — Ss. Ampelo, e Caio, martiri, ri-
cordati a Messina (sce. III-IV). — Ss. Ottavio e compagni, martiri a Torino, verso l'a. 287.
— 8. Edmondo, re d'Inghilterra, morto prigioniero dei danesi neir870.
Memorandum. — Natalizio di S M. la Regina Madre, Margherita la quale compie 66 anni.
— Oggi sono chiuse le ^c^lole, le biblioteche governative, le gallerie e i musei. — F.era
del Cassero a Terni, una delle più importanti dell'Umbria.
ij^ '.
21 Mercoledì I La Presentazione di Maria al Tempio di Gerusalemme. - S. C.lom-
325-41 ibano, autore di una nuova regola monastica e fondatore della cele-
bre abbazia di Bobbio. Mori a 72 anni, nel 615. — S. Gelasio I, papa
dal 492 al 496. — 8. Mauro, martire, verso l'anno 283, patrono di Parenzo (Istria;.
Memorandum. — J) P. Q. a ore 23,20>ii. _ Genetliaco di S. S. Benedetto XV (Giacomo
Della Chiesai, il quale compie i 63 anni. — Festa votiva tradizionale della Salute a Vene-
zia. — Festa dei SS. Arcangeli Michele e Gabriele, nel calendario ortodosso o greco-russo.
— Pagamento delle pensioni governative di seconda categoria (superiori a L. 500, ma non
a L. 2000 annue).
>r
22 Giovedì I S. cecilia, verg. e m., illustro romana del secolo HI. È la protet-
326-40 jtrice delle arti musicali. Pareci-hle rinomate accademie in Italia por-
tano il nome di questa santa. Subì il martirio per la fede, sotto Ales-
sandro Severo, l'a. 230. — SS. Demetrio e Giuliano, martiii, ricordati a Parenzo (Istria).
Memorandum. — Entra il Sole in Sagittario. — Fiera importantissima di Santa Caterina
a Udine. Dnra 5 giorni.
23 Venerdì I S. Clemente I, papa. Convertito da S. Pietro, fu uno dei primi <-ol-
32*7-39 I laboratori degli .\postoll, ed è clti\to da S. Paolo nella lettera ai Fi-
lippesi. Morì martire nel Chersoneso, sotto l'impero di Traiano l'a. 97,
e il suo oorpo fu poi trasportato a Roma. - S. Gregorio, vescovo di Girgenti (a. 560). —
S. Lucrezia, vergine, martire in Spagna.
Memorandum. — Grande piogg a di stelle cadenti.
H^
24 Sabato S. Giovanni della Croce. Nato nel 1524 nella Vecchia Castìgha, a 21
328-38 )i"ii> entro nell'ordine del (Jarmclitani, in cui si distinse per scienza e
austerità di vita. Insieme con S. Teresa si accinse alla riforma del-
l'Ordine stesso, fondando i Carmelitani Sca'zi, approvati nel 1590, e di cui fu eletto primo
deflnitore. Scrisse molti libri di teologa ascetica e mistica, e morto nel I.SOI, fu canonizzato
da Benedetto XIII nel 1726. — S. Firtnina, verg., mart., la. 303, festeggiata ad Amelia.
Memorandum. — S'^conda festa patronale a Giulianova (prov. di Teramoi per la comiue*
murazioue della traslazione del corpo di S. Flaviano, con fiera (v. 18 febbraio).
NQV.-DICEMB. 1917 - 118 - (48^^ Settimana)
25 r)oilieriÌca| i^ Seconda di Avvento nei rito ambrosiano. — S. Caterina, vergine
3S9-37 |e martire, onorata come piotet'rice (lo;,'li studi. Sofferse ad Alessai-
— " dria d'Ej,'itto il crudele inartir o d'essere lacerata da ruoto con un-
cini, laTino 3 17. — S. Mosè, prete, martire a Ironia, verso Tanno 251.
IMemorandum. — Fiera di Santa Caterina a Novi. Dura 3 giorni. — Fiera a Gorgonzola.
— Festa patronale del comune di Scandiano fprov. di Reggio Emilia). — Gran ti n'a di Santa
Caterina a Foggia: dura 3 giorni. — Festa nazionale al l'araguai (giorno della Costi luziono).
-ì^
2b Lunedi j S. Alìpio, stinta, riovì sullo s-orcio dei sec. VI al Adrianopoii di
330-36 Patìagonia, e per cinquant'an.ii dimorò su di una colonna, dando esem-
^_ pj^j della vita più austera. ~ S. Bellino, vesc, di l'adosa, della fami-
glia Bertaldo, patrono di Adria (Kovigo), ucciso l'anno 15-19 (Fei'rara;.
27 Martedì S. Valeriano, vose, di Aquileia, verso g'i anni 36a388. - B. Mar-
331-35 glierita duchessa di Savoia, dettala iucidre (hi ptpo'i, n\orl&VsL Ioli.
_ S.Giacomo, nob le persiano al tempo di Teodosio il Giovane, che
avendo apostatato dal'a fedj si pe^tì del suo fa'lo, e si meritò la palma del ma:tirio.
Memorandum. — O^gi pagamento degli stipendi agli impiegati governativi.
.|; _-— . —
28 JVierCOledìI S. AcacìO, martire a sebaste, in Armenia, co:i molti compagni, l'a.
333-34 303. — S. Giacomo della Ma' ci, francescano, nativo di Montsprandone
—fu compa','no di S. Bernardino da Siena e di S. Giovanni da Capi-
strano in alcune missioni di Germania. IJaviera ed iUngheria.Visse dal 138J al 1479.
Memorandum. — @ L. P. a ore 19,41'".
29 Giovedì \ S. Filomeno, martire di Ancira, condannato, durante la persecu-
333-33 j zione di Aureliano, al supplizio del fuoco, l'anno 274. — Ss. Satur-
nino e compagni, ap. delle Gallie, vi subirono il martirio per la fede
con altri comp. a Tolosa, sotto l'impei'atore Decio. — Ss. Biagio e Demetrio martiri, venerati
a Veioli. — S. Illuminata da Todi, vergine.
Memorandum. — Oggi plenilunio seondo l'uso ccciesiasUL-o.
30 Venerdì I S. Andrea, apostolo. Nacque da un pis^-atore di Betsaida. Dopo
334-33 I l'ascensione di Cris^o al cielo e la discesa dello Spirito Santo sopra
-gli Apostoli, Andrea predicò nella Scizia, nell'Etiopia e nell'Albania.
Da ultimo fu l'apostolo dell'Acaia. Subì il martrio della croce sopi-a due legni incrociati
ad X. Si assegna alla' sua morte l'a. 62. Feste patronali ad Amalfi, dove si conferva il
(.o.po, ed a Sarzana. — S. Maura, vergine e martire a Costa itinopoli.
Memorandum. - In Lentini (Siracusa) festa popolare di S. Andrea nel lUoiei-e di Lentini
(l'antico Lucits lferculeus\ il più grande liigò della Sicilia, ricchissimo di pescagione. - Al-
l'albo njunic. si afiBgge per 10 giorni la lista dei giurati, appr. dalla Giunta distrettuale. —
Thanksff ciiìff dtnj, giorno di preghiera ne^'li Stati- Uniti, stabilito per tutta la Confedera
zione da un proclama del prendente IJousevelt nel 1905.
. . ^fl
1 Sabato I S. Leonzio, vescovo. Nacque a Nìmes e divenne vescovo di Fréju>,
335-31 I Mori verso l'anno 43'i. — S. Ansano, patrono di Siena, martire
-^— ^ ^^l'annoSO'J. ■ '
Memorandum. — Principio della stagione d'Inverno, secondo l'uso nieteorjlo,^ico. - Dì.
oggi lino a tutto aprile è vietata la pesca con reti ed altri apparecchi a strascico, .sino .-i
tre chilometri da qualsiasi punto della costa del mare. - Fiera a Caselle Torinese.—. li
Sindaco invita con pubblico avviso tutti coloro ohe non esseùlo iscritti nelle liste elettorali
politiche e "an)njinistrative poisono aver diritto alla iscrizione, a domandarla entro il 1'>
del mese. ; ; ..-. ^ .•
DICEMBRE 1917 _ 119 — (40» Settimana)
2 Domenica i vp Prima d'Avvento secondo il rito romano, terza di rito ambrosiano.
336-30 | — 5:=. Bibbiaiid. vert;., mart., Appiopriaiio, j:oveinatorc di Roma, fo'di
tutto per indurla all' idolatrix, ma nulla valse ^ rimuovere la giovi-
netta: allora que$!li ordinò che t'osse Iettata ad nna colonna e ))attuta con fruste aruiatc
«l! pionil o, tino a morte «363). — S. Cromazio, vcsl'ovo di A<inilel;t, verso gli anni 388-407.
Memorandum. — Ogiji, 1» domenica dell'Avvento, comincia l'anno ecclesiastico. - Da oRf;i
'.« proibii»' le solennità nuziali sino al giorno se^^uente all'Epifania doll'anno prossimo.
In molte parti d'Italia, p. es. a Koma, credono che se piove og;;i, giorno di Santn Bib-
bia, piove quaranta «.'iorni e una settimana.
3 Lunedi S. Francesco Saverio. Uno do' primi compagni di S. I|s;na/.io da Lo-
337-29 jola. Giovanni III vo di Portogallo lo mandò nelle Indie a predicarvi
1 jj Vangelo. Dopo molti anni, estenuato dalle fatiche, mori nel dlcem-
' t del 1552 nell'isola di Sancìano. — S. Mirocle, vescovo di Milano dal 304 al 315..
4^ ^ — 1
'4- Martedì S. Barbara, vergine, martire. Nacque in Nicomedia, e suo padre
338-28 Dioscoro era mollo devoto degli idoli. Essa trovò modo di farsi iatrairn
nella religione di Cristo e battezzare. Il padre, quindo seppe questo,
iiriato le tagliò la tosta, sotto l'impero di Massimi no I, Va. 235. — S. Clemente d'Ales-
Iria. dottore della Chiesa, morto verso l'anno 210.
Memorandum. — Cg^i festa militare per i corpi di artiglieria, del genio e per la marina.
f •>ta anche per i minatori, per i pompieri, ec. — Festa e fiera di Santa Barbai-a a
Iraiicavilla (Sicilia). — Festa a Paterno per Santa Barbara patrona della città.
-rH-
5 Mercoledì ; S. Pietro Crisologo, fu vescovo di Ravenna (^all'anno 438 all'aii-
33G-27 I "o ■*"*®- "• S- Basso, vescovo di Nizza Marittima, martire, circa l'a, 253.
— — SS. Aureliano e Sempronio, martiri, ricordati a Brindisi (sec. IVj.
Memorandum. — Anniversario della oiicciata dogli Austriaci da GcnoT» (1716).
h Giovedì S. Nicolò, vesc. m. di Mira, la. 313. Vis-o nel IH e IV sec. e pare
340-26 i^he sin morto sotto Diocloziunc). Prima però aveva sofferto l' esilio.
- — .\I<'uni mercanti di Bari, visitando a Mira nel 109.7 le ossa di questo
.'(>, lo tro\arono coVi mal custodite, che pensarono di nietterle in sicUro, portandole nel
■ paese, dove gli fu dedicato un tempio ed è tuttora festeggiato. .Altre foste In kuo
re hanno pure luogo a Lecce ed a Sassari. - S. .Apollinare, suddiacono, martire a Trieste
■ 11', o lorato a Verona,
Me;norandum. — C ^' ^i- « '^^^ 15.14". — Grande festa a Lari flolle Paglie. - P.iga-
iiio delle pensioni governativo di prima ca'egoria (non oltre le 500 lire annue).
I.
7 Venerdì S. Ambrogio, vescovo, patrono di Milano, n. in Treviri l'a. .140, morto
341_25 a Milano l'anno 337. La data che si festeggia oggi è quella della sua
elezione, la quale è tradizione avvenisse miracolo.samente, essendo egli
etto civile dell'alta Ita'la. La sna ba^sillca, una delle più rinomite, ne serba in preziosa
i i la -alma. - S. Gerardo, vesc. di Velletri, dal 1067 al 1077, e patrono d-M'.a stes a <itt.i.
^.
8 Sabato immacolata Concezione «li Maria Vergine, foNta che risala al a*"
3'42-2'4 •■"'•^ ^- l'io 1^ dotini solennemente, l'anno 18.^L il dogma della Imma-
. colata Concezione di Maria Vergine, sempre credutesi nella Chiesa An
A sua origlre. - S. Eutichiann papa, di Lunl. Heppelli di sua mano ben '.iU martiri, e
f'pH vtPsso per la fede nel 283, dopo 8 anni di ponti&uato.
Memorandum. - Non è più festa civiSo \vjskìc. - Fiera della Coticealon«^ a Yeimfro (MO'
Ibej: dura una s-^Uimana. '•><..
DICEMBRE 1917 _ 120 — (50* Settimana)
9 Domenica 1 1^ seconda d'Avvento secondo il rito romano, quarta di rito ambro-
343-23 siano. — S. Siro, vescovo. Patrono della città di Pavia, mori in tarda
età verso l'a. 96. — S. Eracliano, vcdc. di Pesaro (sec. IV?), patrono
della stessa città. — Ss. Martinìauo e compa;^ni, ricordati a Torino, martiri della Legione
t-bea, verso l'anno 287. — S.Valeria, vergine e martire a Limoges.
10 Lunedi S. IMelchiade, papa. Successo a S. Eusebio. Fu il primo papa che
344-33 potesse uscire liberamente dalle catacombe all'esercizio pubblico del
culto cattolico, in forza del decreto imperiale del 314. — Ss. Carpo-
foro, prete, e Abbondio, diaconi, martiri, ricordati a Spoleto (sec. III-IV).
Memorandum. — Festa della Madonna di Loreto, celebrata in tutte le Marche, special-
mente nella notte dal 9 al 10, anniversario della Traslazione della Santa Casa. — Hnutu-à
o Commemorazione della purificazione del tempio, per gli israeliti. — Scade l'ultima rat:*
bimestrale delle imposte dirette erariali e sovrimposte comunali e provinciali. Non pagando
entro gli otto giorni successivi alla scalenza, il contribuente incorre alla multa del 4%.
11 Martedì S. Damaso i, papa. Nacque in Guimavaens nel Portogallo, o come
345-31 altri vogliono, in Roma nel 304. Accompagnò l'esule pontefice S. Li-
— — ——— berlo a Milano, dove fu ordinato prete e fatto cardinale sotto papa
Felice IL Eletto alla sua volta pontefice nell'età di 72 anni, sedò lo scisma mosso dall'an-
tipapa Orsicino, e diedesi con zelo apostolico al governo papale. Morì l'a. 384. — Ss. Tra-
sóne, Ponziano e Pretestato, martire a Roma 'sec. II MV]. — S. Vincenzio, vesc. di Bieda
{Blera: Viterbo) avanti l'anno 287.
12 Mercoledì S. Amalia, reoina. — S. Valerio, abate, discepolo di S. Colombano e
346-20 I istitutore egli stesso di comunità religiose. Morì l'a. 622. — Ss. Geron-
zio e compagni, ricordati a Genova. — S. Sinesio, martire a Roma,
verso gli anni 270-275. — Ss. Epimaco ed Alessandro, martiri ad Alessandria sotto Decio. —
Ss. Massenzio, Costanzo, Crescenzio, Giustino e compagni, mart. a Treviri.
13 Oiovedl S. Lucia, vergine, martire. Accusata come cristiana, protestò davanti
347-19 ai giudici con inaudita fermezza, che nessuno avrebbe potuto co-
- stringerla a lasciare la nuova feie da essa abbracciata. Subì il mar-
stringerla
tirio l'anno 304. È invocata contro le malattie degli occhi. — A Siracusa, festa di pre-
cetto con fiera. — S. Antioco, martire, l'anno 125, veneiafo in Sardegna.
Memorandum. — Fiera a Forlì. — Fiera a Taggia (provincia di Porto Maurizio). Dura tre
giorni. — Pagamento delle pensioni governative di 3» categoria (superiori a L. 20J0 annue).
14? Venerdì S. Giocondo, martire. Ucciso col suo vescovo S. Pascasi©, durante
348_18 una invasione di barbari, l'anno 453. — S. Pompeo, o Pompeio, vcóo.
— di Pavia, verso jjli a. 96 e 100 (Gams).
Memorandum. — (g) L. N. a ore lO.n™. — riera a Siracusa: dura tre giorni.
15 Sabato S. Massimino, abate di un chiostro di Verdun, ove successe nel
349_1'7 [governo dei monaci al santo suo zio Ospizio, fondatore del chiostro
1 stesso. Morì nell'anno 520. — S. Santolo, o Sanotulo, prete, ricor-
dato a Norcia. — S. Valeria;)©, vescovo in Africa, martire contro l'eresia aiiana.
Memorandum. — Oggi novilunio secondo l'uso ecclesiastico. — Term ne entro il quale
gli elettori politici e amministrativi possono fare domanda per essere trasferiti in altre
sezioni; e i cittadini che non essen4o iscritti d'uffico ritengono di aver diritto ad eserci-
tare il mandato elettorale, poòsouo fare domanda per la loro iscrizio ;e.
DICEMBRE 1917 - 121 - (61^ Settimana)
16 Domenica I i^i Terza d'Avvento secondo il rHo romano, quinta di rito ambrosiano.
350-16 — S- Kusebio, vescovo di Voroelli. Al tonipo di papa Liborio, velino
~ — 'esiliafo dall'imperatoi-e Costanzo a Scitopoll nella Tebatde, ove mori
tra orribili stenti verso l'a. 370. — S. Adelaide, imperatrice, figlia di Rodolfo II, re di Bor-
gogna, moglie di Lotario, re d'Italia.
Memorandum. — Anche oggi in Napoli, ricorrendo la festa del Patrocinio di San fìcn-
iiaro. si rinnova il iniiaco'o della liquefazione del sangue di quel Santo. — In Monopoli
(prov. di Bari), festa della venuta dell' imin.igine di Maria SS. della Badia (a. 1117).
17 Lunedi S. Olimp'a, vedova. Ebbe T officio di diaconessa presso la Chiesa
351-15 di Costantinopoli. Mori l'a. 610. — S. Lorenzo, monaco di Subiage (,Vi-
gne: Sollago). — S. Lazzaro di Betania, fratello di Marta e Maria, ri-
suscitato dal Redentore dopo quattro giorni dalla morte.
18 Martedì ' S. Desiderato, monaco dell'abbazia di Fontenelle, ove si santirtcò
35*3-14 nella j)ratica delle più austere virtù. Morì verso la fine del seo. VII.
_ g Eusebio, vescovo di Sutri (anno 465). — S. Graziano, vesc. di
Tours, verso la metà del III secolo.
■ ,1, .
19 Mercoledì! S. Fausta, matrona romana, madre di S. Atanasia fseoolo IIMV).
353-13 Fu celebie la Basilica Fausta, unita presentemente alla basilica di
S. Ambrogio a Milano. — S. Eberardo, o Berardo Paleara, benedett.,
vescovo di Teramo, dal 1115 al 1122. — S. Maria degli Angeli, vergine, fu lustro dell'ordine
carmelit. Mori l'a. 1717. — B. Urbano V, eletto papa ad Avignone nel 13G2. Si trasfein a
Roma nel 1367, ma nel 1370 tornò ad Avignone, ove mori lo stesso anno. — Primo giorno
lìe'le ieinp irti ti' imerno.
Memorandum. — Oggi, secondo il calendario giuliano o greco-russo, festa di S. Nicola di
Bari, protettore della Russia.
20 Giovedì ! S. Giovanni Marinone, prestò preziosi ed eroici servizi durante la
354-13 peste del l.)28. Mori a 72 anni, nel 166-2. Fu benemerito della città di
^^ Napoli, avendovi fondato un monte di pietà. — S. Eilogonio, vescovo
d'Antiochia, morto nel 353 (Migne). — S. Domenico, vescovo di Brescia, circa gii anni 613-017.
Memorandum. — Anniversario del supplizio di Guglielmo Oberdan, eroico assertore della
italianità di Trieste, impiccato nel 1882. — Nascita della Principessa Maria Laetitia, Du-
chessa d'Aosta (1866).
21 Venerdì S. Pietro Canisio, gesuita, fu mandato il Germania per combatterò
355-11 l'eresia di Lutero, e mori a 76 asini nel 1597. — S. Tommaso, apostolo
■ (secolo I). — S.Temistocle, martU-e. — Seco/uìo y torno delle letnpora.
Memorandum. — 3 P- Q- * o^^ 7,7». — Anniversario della vittoria di Agordat sul Der-
visci (18931, festeggiato nella Colonia Eritrea. — Pagmneuto delle pensioni governative di
siconda categoria ^superiori a L, 500, ma non a L. 'iO'M a:inuc).
♦'
22 Sabato i S. Flavlano. martire, (iià prefetto imper., morto in esilio sotto Giu-
356-10 1 liano l'Apostata, patrono di Montetìa-scone. — 8. Ischirione, mart. in
Egitto durante la persecuzione di De;.'io. — S. Gherardo dei cavalieri
di Malta, florent. Fu zelatore della rrdcnzione dei Cristiani, e spese la sua vita nellacuia degli
infermi. Mori uonagenario nel 125S. — 8. Zenone, soldato di Diucleziauo, decapitato a Nl-
cnmedia. — Terzo giorno dille temi ora.
Memorandum. — Entra il Sole in c;ai)ricorno. e uamlucia l'Inverno aUrouomico. — Sulsli->
zio d'inverno. — È 11 giorno più breve dell'anno.
DIGEMBBE 1917 — 122 — (52* Settimana)
23 Domenical >ìì Quarta d'Avvento secondo ii rito romano, sesta di rito ambrosiano.
357-9 I — S. Servolo. Rattratto di corpo, fu obbligato a vivere di inendicitii,
"~ '.'~ e tali furono le suo virtù e in fjrado cosi elevato, che fu poi onorato
c(ual saìito, alla stia morte, avvenuta l'a. 690. — S. Vittoria, vergine, jiiartire, ricordata a
JHiacenza (.sec. IV-Vj. Va una vittima della persecuzione di Decio.
Memorandum. -Oggi «i o'.iiudono gl'istituti tecnici e i licei. Per i i)rimi è vacanza tino
al 2 gennaio inclusive. — In molte città stanotte si ha il curioso spettacolo del mercato
del pesco per la vigilia di domani, ciò che a llouja è chiamato il CotCto.
24 Lunedi j S. Tarsilìa, vergine. - l BB. m;n;iri della Cocincina (183.)-184(1) ri-
358-8 cordati anche a jMilano. — S. Gregorio, prete, mart, ricordato a Spo-
^ _ jg|.Q fj,gp m.iv)^ _ g^ Irma o Irniina, vergine, tìglia di Dagoberto li,
venerata a Treviri.
Memorandum. — Vigilia di Natale. — Oggi sono chiuse le biblioteche governative e tutte
le incuoia. -- Oggi a Bologna si pagano gli affitti e per consuetudine si saldano tutti 1 conti
dell'anno.
25 Martedì | >h Natale di Gesù Cristo. È la festa più .-ara e solenne del cristiaup-
359-7 : Simo, perchè ricorda la venuta del Salvatore del mondo. Secondo i
cronologi, il gran fatto sarebbe avvenuto l'a. 747 di Roma, 3S d-l-
r impero di Augusto, 7 dell'era volgare. — S. Anastasia, romana, mar., V a. '.i'ii).
Memorandum. — Festa civile legale. — Oggi in molte località del Piemonte si pagano gli
affitti dei lenoni. — Oggi in Grecia è S. Spiridione, festa solenne.
26 Mercoledì S. Stefano protomartire. Fu tra i i-r mi sette diaconi eletti dagli
360-6 I Apostoli, ed elbe tanto zelo, che accese di furore i nemici del nume
cristiano, i quali lo condannarono alla lapidazione. Fu il primo mar-
tire I Protomartire) del cristianesimo, l'a. ;J0. Fx*a nato a Gerusalemme, e colla sua predic*-
ziouf operò numerosi miracoli, cosi'chè si suscitò contro di lui l'odio de' primari giud-i
che lo accusarono di bestemmiatore. — Feste" patronali a Biella, Capua e Prato. — S. Dio-
nigi, papa dal 2.50 al 268. — S. Zosimo, papa dal 417 al 418.
Memorandum. — Comincia il Carnevale. — Oggi si aprono, per la stagi'Uie di Carnevalo,
Tin gran uumeio di teatri, e ira essi quasi tutti i teatri massimi d'Italia.
H--
27 Giovedì S. Giovanni, apostolo, ed evangelista. Nativo di Galilea, fu chiamato
361-5 Ida Gesù Cristo a seguirlo. Dopo lar morte del Divin Maestro, lasciatii
la Giudea, predicò nell'Asia Minore, venu'o a Roma fu gettato in una
caldaia d'olio bollente, da cui usci illeso. Mori in tirdissima età, l'a. 101.
Memorandum. - Oggi pagamento rie/li stipendi agli impiegati governativi.
28 Venerdì ! I Sanli innocenti. R corda la stra,'e orribile ordinata da re Erodfl
36S-4 d' fletti i bambini del suo regno al disotto dei due anni, affine di
— -— conprendervi il neonato Messia il quale, invece, scampò in Egitto
TMatt. II, 11-181. - S. Abele, H giusto, tìglio dM progenitoii Adamo ed Eva.
Memorandum. - '^ L. P. a ore 10.r)2'>i. — Oggi plenilunio secondo 1" uso ecclesiastico. —
Doloroso anniver-ario del disastro che distrusse nel 1908 Messina e Reggio Calabria.
■ 29 Sabato i S. Tomaso Becl<et. Vescovo di Cantjrbury, avendo disgustati a!-
363-3 cMwì grandi del regno, perdette la grazia sovrana e in trucidato d.-*
— _ __„ quattro ufficiali mentre (rovavasi in chie>a. l'a. llìO.— S. Davide. r>i
e profeta dell'antico Testamento, a itore di molti doi Salmi adottati dalla Cliiesa nella sa-
cra ufficiatura.
DICEMBRE 1917
— 123 -
(53* Settimana)
30 Domenica ix* S. Eugenio, vesc, onorato a Milano quale difensore del rito am-
364-3 bros'ano, quando al tempo dell' Imperatorp Tarlo Magno si tentò di
- ^ abolirlo (seo. Vili). — S. Gerardo, confessore, minorila, morto la. 1315,
onorato a Valenza (presso Alessandria». — I Ss. Sabino, vescovo, Esuperanzlo e Marcello, dia-
foni; Venustiano preside con la mojjlie ed i figli, m.irtiri a Spoleto sotto Massimiano. —
S. Liberio, vescovo di Ravenna dal 185 al '206. - S. Rainerio, vescovo di Aquila ne^'li
Aliru/./.i. — Festa patronale della diocesi a Barletta.
3 1 Lunedi S. Silvestro I, papa dal 314 al 387. — S. Colomba, vergine, uiarlhe,
365-1 verso gli anni 270-275, patrona di Rimiiil. — Ss. Stefa:io e compa-^nl,
ricordati a Catania isecolo llI-lVi. Cai», prof. O. Pantalixi.
Memorandum. — chiusura dell'anno finanziario delle aziende comunali, degli istituti ban-
cari, delle case commerciali, ec. — Scade la seconda rata semestrale della tassa di mano-
morta. Il i)a;;anier.to dove es^er fatto entro i primi 20 giorni del mese di «enniio en-
trante.
Tabella dei digiuni e delle astinenze.
(Dkckkto dklla suprema S. C. dkl S. U., 17 skttkmbkk 190 >).
1 Disfiuno di stretto magro, ossìa d'OLIO.
1. Venenlì ihlle Tentpora di Qtiaresima.
2. Venerdì franto.
3. Vigilia dell'Asxinita.
i. Viyi ia del Salale.
V. vietata la «-arne •) tutto ciò che ira-
..:lne dalla carne, cior: latte, burro, for-
i.^yigio, uova, e condimento ili grasso di qua-
1 mquu animale.
li Digiuno e astinenza dalle carni.
1. I'. imo giorno del d'giuiio qniiresiniule.
•_'. Vfn'.rdX e Saha'i di Quaresima e di
Accento.
Morcoled), Ven^rd"/ e Sabati delle Tati-
pora.
ì'igilie di Pente o-te, dei Ss. Apt^stoli
Pietro e Paolu e di Oinigaanti.
l
^^B uova e i latticinii; e per coiidimeuto uin-
^^Bie nella piccola retezionci è pe messo lu-o
^^K qualunque grasso, del b'trro, del'a mar-
r ■
III^ Digiuno coir uso delle carni.
Tutti i giorni di Qu>reisiina {escluse. I«
Domeniche), che non s mo compresi
sotto i numeri I" e II".
Le carni sono permesse nella sola refe-
zione principale, per gli obbligati al digiuno;
nella pi<?cola reiezione sono permessi i con-
dimen'i di qualunque j;ras>o, burro, ce.
IV" Astinenza dalle carni senza digiuno.
l'u'ti i Venerd) n.n segnati ai numeri l"
e IJo, eccetiu'ito il giirno di Natale,
e ogì^i altro in cui cada uni fent'i
conservata di precetto, tioè: la Cir-
concisione, VEpifatiin, i Ss. Piftro e
Ptin'it, l'Assunta r V l»tmacoìaUi,
Sono permessi i condimenti di qualunque
grasso e l'nso delle uova e dei latticinii.
V° Avvertenze.
1* La p.oniiviiità «li carne e pesce, nel'a
medesima refezione, è vietata in tutta la Qua-
resijna. comprese le Domeniche, e. nel corso
dell'anno, in tutti i giorni di digiuno.
ii* Quando è vietata la carne s'intende vie-
tato anche il brodo di carne.
b'' Per benigna disposizione del Sommo
l'outetìce l'Ordinario potrà conredere spe-
ciale indulto, sotto determinate o<»ndizioni,
per i giorni di di;,'iuno e di astinenz.i fuori
di Quaresima e di Avvento.
124 -
Compendioso indice dei Santi
più comuni ricorrenti nell'anno.^*)
Abbondio, 2 aprile ; 31 agosto.
Ab-lia, 14 giugno.
Abdon, 30 luglio.
Abele, 28 dicembre.
Abramo, 9, 27 ottobre.
Achille, 15 maggio; 7 nov.
Adalberto, 23 aprile; 20 glug.
Adalgisa, 20 aprile.
Adalgiso, 6 ottobre.
Adamo, 16 maggio.
Adelaide, 16 dicembre.
Adele, 24 dicembre.
Adelfo, 29 agosto.
Adelina, 20 ottobre.
Adeliiida, 28 agosto.
Adelino, 27 giugno.
Adeodata, 14 dicembre.
Adolfo, 17 giugno; 27 sett.
Adone, 16 dicembre.
Adriano, 4 marzo; 8 luglio.
Agnello, 14 dicembre.
Agnese, 21 gennaio; 20 aprile.
Agostino, 28 agosto.
Agostino d'Inghilt., 28 magg.
Agrippina, 23 giugno.
Agrippino, 17 giugno; 9 nov.
Aida, 2 febbraio.
Aimone, 15 maggio.
Alba, 17 gennaio.
Albano, 22 giugno.
Alberico (&), 26 gennaio.
Albertino, 3 settembre.
Alberto, 8 aprile; 7 agosto;
1 settembre; 21 novembre.
Alberto B., 3 settembre.
Albina, 16 dicembre.
Alda, 18 novembre.
Aldegonda, 30 gennaio.
Aldemaro, 24 marzo.
Aldo, 10 gennaio.
Alessandra, 18 marzo.
Alessandrina, 20 marzo.
Alessandro, 11 gennaio; 26 feb-
braio; 3 ma,'gio; 4, 6 giu-
gno; 10 lug'io; 26 agosto;
9 settembre.
Alessandro S., 23 aprile.
Alessio, 17 luglio.
Alfonso L., 2 agosto.
Alfredo, 12 gennaio; 14 agosto.
Alice, 5 febbraio.
Alvaro, 19 febbraio.
Amabile, 19 ottobre.
Amadeo (b), 10 agosto.
Amalia, 10 luglio; 12 dicemb.
Amato, 8 maggio, 13, 30 sett.
Ambrogio, 20 marzo; IC. ago-
sto; 16 ottobre; 7 dicembre.
Ambrogio {Morte di), 4 aprile.
Amedeo (b), 30 mar.; 5 mag;^.
Amelia, 2 giugno.
Amos, 31 marzo.
Anacleto, 13 luglio.
Anastasia, 15 aprile; 28 ott.
Anastasio, 27 aprile; 28 magg.
Anatolia, 9 luglio.
Anatolio, 20 marzo.
Andrea, 26 febbraio; 22 ago-
sto; 6 novembre.
Andrea A., 10 novembre.
Andrea (ap.), 30 novembre.
Andrea {b), 9 genn.; 1 febb.
Andrea C, 14 gennaio.
Andrea G., 19 marzo.
Angela da Foligno, 4 gennaio.
Angela M., 30 maggio.
Angeli custodi, 2 ottobre.
Angelina, 22 dicembre.
Angelo, 5 maggio.
Angelo (6), 25 gennaio.
Angelo (b) d'Acri, 2.) ottobre
Angelo C, 12 aprile.
Angelo P. (&), 24 ottobre.
Anna, 26 luglio.
Annunziazione, 25 marzo.
Ansano, 1 dicembre.
Anselmo, 3, 18 marzo; 21 apr.
Antelmo, 26 giugno.
Antimo, 21 febbraio.
Antonia (6.»), 28 febbraio.
Antonietta, 28 febbr.; 27 ott.
Antonina, 12 giugno.
Antonino, 14 febbraio; 2 mag-
gio; 4 luglio; 22 ag.; 31 ott.
Antonio abate, 17 gennaio.
Antonio da Padova, 13 giugio.
Ant. Maria Zaccaria, 5 lurrl o.
Apollinare, 23 luglio; 6 die.
Apollonia, 9 febbraio.
Apollonio, 16 febbraio; 18apr.;
7, 8 luglio.
Aquilino, 29 gennaio; 4 febbr.
Arcangela, 17 ottobre.
Arcangelo (b), 17 aprile.
Arduino, 9 giugno; 15 agosto.
Arianna, 17 settembre.
Ariberto, 5 maggio.
Aristide, 31 agosto.
Armando, 6 febbraio.
Arnaldo, 10 febbraio.
Arnolfo, 18 lugio; 15 agosto.
Arrigo (A), 13 marzo.
Artemisia, 6 novembre.
Arturo, 8 agosto.
Assalonne, 2 marzo.
Assunz. di Maria SS., 15 a^.
Atala. 3 dicembre.
Atanasia, 14 agosto.
Atanasio, 26 gennaio; 2 mag-
gio; 15 luglio.
Attilio, 22 maggio.
Augusta, 27 marzo.
Augusto, 7 moggio; 7 o4obre.
Aurei ia, 25 settembre.
Aureliano, 22 maggio; ó die.
.\urelio, 27 luglio, 9 novemb.
Avellina, 28 febbraio.
Azaria, 16 dicembre.
Babila, 24 gennaio.
Balbina, 31 marzo.
Baldassarre, 6 gennaio.
Baldovino, 8 gennaio.
Balduino, 21 agosto.
Bambina M., 8 settembre.
Barbara, 4 dicembre.
Barnaba, 11 giugno.
Bartolomeo (&), 28 gennaio;
18 marzo.
Bartolomeo, 24 agosto.
Basilio, 1 genn.; 2, 6, 22 marzo;
14 giugno.
Basso, 5 dicembre.
Battista (Dscoll.di S. G.), 29 ag.
Battista G. Bossi, 23 ma-'gio.
Battista (Nat. di S. G.), 24 gmg.
Beata, 8 marzo.
Beato, 9 maggio.
Beatrice (i»), 19 gennaio; 29 lug.
Benedetto, 17 feb.; 11, 21 mar.
Benedetto G. L., 16 apr.
Benedetto R., 12 febbr.
Benigno, 26 luglio; 1 nov.
Benvenuta (ft), 29 ott.
Benvenuto S., 22 marzo.
Berardo, 16 gennaio.
Berardo P., 19 dicembre.
Bernardina, 21 settembre.
Bernardino da Feltre, 28 set-
tembre.
Bernardino da Siena, 20 mag.
Bernardo, 15 giugno; 20, "22 ag.
Bernardo U., 4 dicembre.
Berla, 24 marzo.
Berto, 24 marzo.
Bertoldo, 21 ottobre.
Biagio, 3 febbraio; 22 giugno.
Bianca, 5 agosto.
Bibiana, 2 dicembre.
Boezio, 23 ottobre.
Bona, 24 aprile.
Bonagiunta, 11 febbraio.
Bonaventura T., 19 marzo.
Bonaventura, 14 luglio.
Bonflglio, 11 febbraio.
Bonifacio, 5 giug.; 14 maggio.
Brigida, 7 ottobre; 1 febbraio.
Brunone, 6 ottobre.
Callisto, 14 ottobre; 28 die.
Callista, 2 settembre.
Camilla, 3 marzo; 6 settemb.
Camillo, 15 luglio.
(^) 11 Diario completo è conii>iir^o ueW Abnanacco del 1915 e anche negli anni precedenti. —
r rettifiche od aggiunte, scrivere al cau, prof. Oreste l'autaliui, Milano, via Cerva, ÌH.
Candida. 4, 20 settembre.
Candido, 11 inurzo, 3 ottobre.
Carlo, 4 novèmbre.
Carlotta, ^ febbraio.
Carmela, Carmelo, IG luglio.
Casimiro, 4 mai-zo.
Cassiano, '20 marzo; 12, 13 ag.
Caterina, 9, 24 marzo; 30 apri-
le; 4, 15 settemb:e; '25 no-
vembre.
Caterina R., 13 febbraio.
Cattedra di S. Pietro, 18 gen-
naio; 22 febbraio.
Cecilia, 22 novembre.
Cecilio, 3 giugno.
Celeste, 14 ottobre.
Celestina, 19 hovembre.
Celestino, pp., 6 aprile.
Celestino P., 19 maggio.
Cesare, 15 marzo.
Cesaria, 25 marzo.
Cesariana, 12 gennaio.
Cesarina, 21 luglio.
Cesario, 25 febbraio.
Cherubino, 30 ottobre.
Chiara, 26 luslio; 12. 17 a?.
Cipriano, 21 aprile; Il luglio;
• 16 settembre.
Circon-isione di G. C, 1 gemi.
Ciriaco, 16 marzo; 4 maggio;
8, 23 ag.
Cirillo, 28 gennaio; 28 marzo;
5 luglio; 28 ottobre.
Clara, 17 aprile.
Claudia, 9 settembre.
Claudiano, 6 marzo.
Claudio, 7 giugno; 7 settemb.
Clelia, 3 settembre.
Clemente, 5 marzo; 5 giugno;
17 ottobre; 23 novembre;
4 dicemlire.
Cleofe M., 9 aprile.
Cleto, 26 aprile.
Clodoveo, 10 novembre.
Clotilde, 3 giugno.
Colomba, 17 settemb.; 31 di-
cembre.
Colombano, 20 novembre.
Concetta, 8 dicembre.
Concordia, 13 agosto.
Concordio, 1 gennaio.
Consiglio, 26 aprile.
Conversione S. Paolo, 23 gena.
Cornelia, 31 marzo.
Cornelio, 2 febbraio; 16 sett.
Corrado, 19 febbraio.
Cosma, 27 settembre.
Costantino, 29 marzo: 21 magg.
Costanza, 18 febbraio.
Costanzo, 14 maggio; 1, 18,
settembre ; 30 novembre.
Crescentino, 1 giugno,
loscenzio, 7 luglio; 14 sett.
rispino. 7 genn.; 25 ottobre.
Cristiano, 28 settembre.
Cristina, 13 marzo; 10 mag-
gio; 24 luglio.
Cristoforo, 25 luglio.
Croce (E«(iltaz. della), 14 sett.
Croce {/iitrut: della), 3 magg.
'unegonda, 3 marzo.
iiilbeito, 12 novembre.
- 125 -
Pabnazio, 5 dicembre.
Damaso, 11 dicembre.
Damiano, 12 aprile; 27 sett.
Daniele, 3 gennaio.
Daria, 20 giugno; 25 ottobre.
Dario, 12 aprile.
Davide re, 29 dicembre.
Dazio, 14 gennaio.
Defunti (Commemorazione di
ttttti i fedeli), 2 novembre.
Delfina, 27 settembre.
Delfino. 24 dicembr-.
Demetrio, 9 aprile; 22 novemb.
Deodato, 27 giugno.
Desiderato, 18 dicembre.
Desiderio, 27 marzo; 23 mag-
gio; 19 settembre.
Diana, 10 giugno.
Didimo, 28 aprile.
Diego, 16 novembre.
Diodoro, 17 gennaio.
Diomede, 11 settembre.
Dionigi, 8 aprile; 2.") maggio;
9 ottobre; 26 dicembre.
Dionisia, 6 dicembre.
Domenica, 6 luglio.
Domenico, 4 agosto; 20 die.
Dominatore, 5 novembre.
Donata, 31 dicembre.
Donato, 4 febbraio; 7, 19 ago-
sto; 1 settembre; 12 nov.
Donnina, 15 aprile; 30 sett.
Donnino, 15 maggio; 7 ago-
sto; 9 ottobre.
Doro, 20 novembre.
Dorotea, 6 febbraio.
Doroteo, 28 marzo; 5 giugno.
Eberardo P., 19 dicembre.
Kdgardo, 8 luglio.
Edmondo, 16,20, 24 novembre.
Edoardo, 13 ottobre.
Edvige, 17 ottobre.
Eftsio, 15 gennaio: 15 febbraio.
Egidio, 1 settembre.
Elena, 18 agosto.
Eleonora, 21 febbraio.
Elia, 20 luglio: 11 settembre.
Eligio, 1 dicembre.
Elio, 18 luglio.
Eliodoro, 3 luglio.
Elisa, 26 giugr.o.
Elisabetta, 8 luglio; 19 nov.
Elisabetta P., 19 febbraio.
Eliseo, 14 giugno.
Jllpidio, 24 maggio; 2 settemb.
Elvira, 27 gennaio.
Emanuele, 26 marzo.
Emelia, 3(^ maggio.
Emerenziana, 23 gennaio.
Emerico, 4 novembre.
Emidio, 5 agosto.
Emilia, 5 aprile.
Emiliana, 5 gennaio.
Emiliano, 27 genr.aio; 6 no-
vembre; 6 dicembre.
Emilio, 22, 28 maggio; 6 ott.
Emma, 28 giugno.
Enea, 9 febbraio.
Enrico, 13 marzo; 15 luglio.
Epifan'a, 6 gennaio.
Epifanio, 21 gennaio; 12 magg.
Eraellde, 28 giugno.
Erardo, 8 gennaio.
Erasmo, 2 giugno.
Erberto, 16 marzo.
Ercole, 5 settembre.
Èrlberto, 16 marzo.
Ermanno, 7 aprile.
Ermelinda, 29 ottobre.
Ermenegilda, 24 marzo.
Ermenegildo, 13 aprile.
Ermete, 4 gennaio ; 28 agosta
Erminia, 26 agosto.
Erminio, 25 aprile.
Ermolao, 27 luglio.
Ernest», 22 novembre.
Ernesto, 12 gennaio; 7 nov.
Ersilia, 11 agosto.
Esdra, 13 luglio.
Espedito, 19 aprile.
Ester, 24 maggio, 1 luglio.
Ettore, 20 giugno.
Eufemia, 16 settembre.
Eufrasia, 13 marzo.
Eufrasio, 14 genn lio.
Eufrosina, 1 gennaio.
Eugenia, 11 settembre; 25 die.
Eugenio, 24 gennaio; 2 giugno;
17 novembre; 30 dicembre.
Eulalia, 27 agosto.
Eulalio, 16 febbraio.
Eurosia, 26 giugno.
Eusebia, 29 ottobre.
Eusebio, 5 marzo; 18 aprile;
21 giug.; 14 ag.; 16, 18 die.
Eustachio, 20 sett.; 12 ott.
Eustorgio, 6 giugno; 18 sett.
Eutichio, 15 aprile; 23 mag-
gio; 5 giugno.
Eutimie, 20 gennaio.
Eva, 8 settembre.
Evaldo, 3 ottobre.
Evaristo, 26 ottobre.
Everaldo, 23 marzo.
Ezechiele, 10 aprile.
Ezelinda, 7 giugno.
Ezio, 14 agosto.
Fabiano, 20 gennaio.
Fabio, 17 maggio.
Fabiola, 27 dicembre.
Faustina, 18 gennaio.
Faustinlano, 26 febbraio.
Faustino 15, 26 febb.; 29 lug.
Fausto, 15 febbr.; 24 giugno.
Fede. 1 agosto.
Fedele, 24 aprile; 28 ottobre.
Federico, 18 Insrlio.
Felice, 13, 14, 16, 30 genn.; 25
febb.; 18, 21 maggio; 23 giu-
gno; 13 luglio; 25 agosto;
21 ottobre; 6, 20 novemb.
Feliciana, 20 giugno.
Feliciano, 24 genn.; 9 giugno.
Felicissima, 5 giugno.
Felicissimo, 15 luglio.
Felicita, 26 mar.; 10 luglio.
Ferdinando, 27 giugno.
Ferdinando re, 30 maggio.
Fermo, 9 agosto.
Ferruccio, 28 ottobre.
Filiberto. 23 agosto.
Filippo, 1 maggio; 32 ottobre
Filippo B., 23 a-o^lo.
Filippo N., 26 maggio.
Filomena, ri lug. ; 29 nov.
Fllonieno, 14 novemhrt-.
Filoteo, 11 gennaio.
Fiore, 27 ottobre.
Fiorentina, 20 giugno.
Fiorentino, 27 settembre.
Fiorenza, 20 giugno.
Fiorenziano, 28 novembre.
Fiorenzo, 14 febbr.; 2:i magg.
Firenze, 30 dicembre.
Firmina, 24 novembre.
Firmino, 11 ottobre.
Flaminia, 2 maggio.
Flavia, 7 maggio.
Flaviano, 27 gennaio; 14, 28
febbraio; 22 dicembre,
Flavio L., 24 maiv.o.
Flora, 11 giugno.
Floriana, 9 luglio.
Floriano, 4 maggio.
Florida, 18 gennaio.
Floro, 27 ottobre.
Folco, 11 ottobre.
Formoso, 15 febbraio.
Fortunata, 14 ottobre.
Fortunato, 9 gennaio; 27 feb-
braio; 8, 13 giugno; 23, 28
agosto; 14, 13 ottobre.
Fosca, 13 febbrr.io.
Fozlo, 4 marzo.
Francesca, 9 marzo.
Francesco, Il maggio, 24 lu-
glio; 4, 10, 27 ottobre.
Francesco C, 4, 16 giugno.
Francesco di P., 2 april(\
Francesco di S., 29 gennaio:
3 dicembre
Frediano, 18 marzo; 18 nov.
Fruttuosa, 23 agosto.
Fruttuoso, 21 gennaio: IC ap.
Fulgenzio, 22 maggio.
Gabriele, 18 marzo.
Gaetano, 7 agosto.
Gallo, 4 luglio; 16 ottobre.
Garlbaldo. 8 gennaio.
Gaspare, 6 gennaio.
Gastone, 24 aprile.
(ìaudenzio, 22 gennaio; 12feb-
braio; 19 giugno; 25 otto-
bre; 26 novembre.
Gedeone, 1 settembre.
Gelasio, 21 novembre.
Geltrude, 17 marzo.
Gemma, 12 maggio.
Generosa, 17 luglio.
Generoso, 17 luglio.
Genesio, 2.t agosto; 22 die.
Gennaro, 19 settembre; 24 ott.
Genoveffa, 3 gennaio.
Gei-ardo, 6 giugno; 24 set-
tembre; 3, 30 ott.; 7, 30 die.
Geremia, 1 maggio.
Gerolamo, 20, 22 luglio; 28, 30
settembre.
Gertrude, 17 marzo; 15 nov.
Gervasio, 19 giugno.
<ìhei ardo, 24 settembre; 7 die.
Giacinta M. {b), 30 geni.
Giaeli'to, 16 agosto; 29 ott.
- ]2(y -
Giacomo, 21 mar.: 4 nia„'g.
(iiacomo(i»l, l giugno; 11 Ingl.
Giacomo, 23 lug.; 28 nov.
(illberto, 4 febbraio.
Gildo, 29 (.'ennalo.
Gioachino, 16 apr.; 20 marzo.
Giobbe, 10 maggio: 23 sett.
Gioconda, 25 novembre.
Giocondo, 14 novembre.
Giordano, 13 febbraio.
Giorgio, 23, 24 aprile.
Giosafatte, 27 novembre.
Giovanna F. F., 21 agosto.
Giovanna S. (h), 9 luglio.
Giovanni, 30, 31 gennaio; 2,
8, 14 marzo; 9 aprile; 13
maggio; 23, 20 giugno; 7,
16 settembre.
Giovanni ap. ev., 27 dicemb.
Giov. Batt. De Rossi, 23 magg.
Giovanni Buono, 22 ottobre.
Giovanni C, 15, 27 gennaio.
Giovanni Capistr., 23 ottobre.
Giovanni Colomb., 31 luglio.
Giovanni eremita, 27 marzo.
Giovanni G., 12 luglio.
Giovanni M., 8 febbr. ; 20 die.
Giovanni N., 16 maggio.
Giovanni III (&), 18 marzo.
Gioviniano, 5 maggio.
Giovlta, 15 febbrsvio.
Giuditta, 10 dicembre.
Giulia, 22 maggio.
Giuliana, 16 gennaio; 7 aprile.
Giuliana F., 19 giugno.
Giuliano, 13 febbraio; 22 giu-
gno; 27 luglio; 7, 31 agosto.
Giulio, 31 gennaio.
Giuseppe, 4 febbr. ; 19 marzo;
18 sett.
Giuseppe C, 27 agosto.
Giustina, ;10 getniaio; 13 lu-
glio; 7 ottobre.
Giustiniano, 23 agosto.
Giustino, 13 aprile ; 1 giugno.
Giusto, 5 giugno; 26 agosto;
2 novembre.
Goffredo, 8 novembre.
Gottardo, 5 maggio.
Grato, 20 marzo ; 7 settembre.
Grazia, 21 agosto.
Graziano, 1 giugno, 18 dicemb.
Gregoria, 23 gennaio.
Gregorio, 17, 23, 28 novembre;
24 dicembre.
Gx-egorio di Langres, 4 genn.
Gregorio Magno, 12 marzo.
Gregorio Nazian., 9 maggio.
Gualberto, 12 luglio.
Gualtiero, 28 febbraio.
Guglielmo, 10 genn.; 10 feb.;
4, 26 api*.; 7 magg.; 25 giug.
Guido, 12 settembre.
Gustavo, 2 agosto.
Ida, 15 gennaio; 13 aprile.
Idelfonso, 23 gennaio,
Igino, 11 gennaio.
Ignazio, 1 febbraio: 31 luglio,
Ilaria, 3 dicembre.
Ilario, 14 gennaio; 16 marzo.
llarione, 22 ottobre.
Ildebrando, 22 agosto.
ILletunso, 23 g<Minaio,
Ildegarda, 17 settembre,
Ildegarde, 11 sette.nbre.
lldegonda, 20 aprile.
Illuminata, 29 novembre.
Illuminato, 11 mag,'io: s In,'].
Immacolata M., 8 dicembre.
Innocenli, 28 dicembre.
Innocenza, 16 settembre.
Innocenzo, 14 marzo; 17 apr.;
7 maggio; 23 luglio.
Ippolito, 30 genn.; 11 Jebi.r.;
13, 22 agosto.
Ippolito Gal. (b), '20 marzo.
Irene, 22 gennaio.
Ireneo, 28 giugno.
Irma o Irmina, 24 dicembre.
Isabella, 22 fe])braio.
Isacco, 25 marzo.
Isaia, 6 luglio.
Isidoro, 2 gennaio: 4 aprile;
15 maggio.
Ismaele, 17 giugno.
Italo, 19 agosto.
Ivetta, 13 gennaio.
Ivone, 28 maggio: 27 ottobre.
Jole (b), 9 giugno.
Ladislao, 27 giugno.
Lamberto, 14 aprile.
Landò, 5 maggio.
Lanfranco, 23 giugno.
Laura, 19 ottobi-e.
Lazaro, 11 febbr.; 17 die.
Lea, 22 marzo.
Leandra, 8 luglio.
Leandro, 27 febbraio.
Lena, 5 novembre.
Leonardo (&), 10 febbraio.
Leonardo, 6 novembre.
Leone, papa, 11, 19 aprile.
Leone, vesc, 20 febbraio.
Leonzia, 15 febbraio.
Leonzio, 13 genn.; 10 marzo;
20 agosto; 1 dicembre.
Leopoldo, 15 novembre.
Letizia, 9 luglio.
Libera, 15 aprile.
Liberale, 28 aprile.
Liberata, 18 genn. ; 29 apr.;
27 maggio.
Liberato, 20 dicembre.
Liberio, 23 settembre.
Liborio, 23 luglio.
Licinia, 15 febbraio.
Licinio, 13 febbraio.
Lidia, 27 novembre.
Liduina, 14 aprile.
Limbania,' 8 aprile.
Lino, 23 settembre.
Livia, 6 novembre.
Livino, 12 novembre.
Lodovica, 31 gennaio;
Lodovico, 19 agosto; 9 ott.
Longino, 15 marzo.
Lorenza, 8 ottobre.
Lorenzo, 3 febbi-aio; 6 lugljo;
10 agosto; 14 nov.; 17 die.
Lorenzo Giustiniani, 8 geiui.
Luca, 18 ottobre.
Luca B. {h), 17 febbraio.
.,>■,... 11. -■,,< Itili.. i:;.li.'.iiil).
nciano, 7 jjfiiTiaiK.
.uolUrt. y9 luglio.
L,((cio, 3 marzo; C tfiugno;
]-i luj?lio.
Liu-rezia, 15 mai-zo; 'i3 iiov.
Ludovico. 24 lu},'lio; 19 a<,'Osto.
Luigi, 19. 25 aurusto.
Luigi O., 21 }?iu;;no.
Luii,'it«, ai geniiiiio.
Maddalonn M., 25 ma^.; 22 lugf.
ifag^iorino, 27 giugno.
Magno, 4 febbraio; li» aprilo;
19 agosto; fi ottobro; :» u<>v.
>hilachia, li novpinbrc.
-Manfredo S., 27 gen uiio.
Manlio, 23 ottol>ro.
Mansueto, 19 febb.: a, fi, seti.
Marcella, 31 gennaio.
Mari-ellina, 18 lu;rlio.
Marcellino, 9 gennaio; 20, \H',
aprile.
Marcello, 16 gennaio; 20 mar-
zo; i'.O ottobre.
:\Iarciai.o, 27 mar.; 2, 17 giug.
Marco, 24 mar.; 25, 2S aprile;
14. IH giugno: 2.'> oJt»>bre.
Margherita, 22 febbraio; 10
1,'iugno; 20 luglio.
Margiierita M. A., 17 ottobre.
.Mar-;l)erita ih), 27 novembre.
Maria Bambina, « settembre.
Maria C, 9 aprile.
Maria degli Angeli, 19diconib.
Maria del Carmine, 10 lu>jlio.
Maria della Neve, 5 agosto.
Maria Eg., 27 aprile.
Maria M. de' Pazzi, 25 maggio.
Maria Maddalena, 22 loglio.
Maria ss. (Nome iti), 9 sett.
Ilaria ss. del Rosario, 7 ott.
Marianna. 17 febbraio.
:Marlano, 1 dic*eml>re.
Mario, 27 gennaio.
Marta, 29 luglio.
Martino, 11, 12 novembre.
Marziale, 4, 30 giugno.
Alarzio, 4 ottobre.
.Massima, 26 marzo.
Alassimiano, 9 giugno.
Massimiliano, 21 feb.; 12 mar.
Massimino, 14 aprile; 29 mag-
gio; 1.» dicembre.
Massimo. 14 aprile: 29 nia--
^•io: 2 agosto; 10, 19 ottobre.
Alatilde, 14 marzo.
-Matteo, 21 settembre.
Mattia, 24 febbraio.
Maurilio, 13 settenibie.
Maurizio, 15 geimaio; 24 apr.;
•-'2 settembre.
>Mauro, 15 gennaio; 18 set»
tembrr; 21 novembre.
Medardo, 8 giugno.
Mt'lania, 8 gennaio; 29 dio.
Mtlchiade, 10 dicembre.
>Ifichiori-c, G gennaio.
.Morcedc, 24 settembre.
.Mercuriale, 1 giugno.
-Motilde, 25 fel)braio.
'■ (odio, 9 marzo; 17 giujno
- 127 -
Michele, R maggio: -^n se.i.
Michelina, 19 gln-^no.
Miniato, 25 ottobre.
.Modesta, J3 mar7(»; 4 nov.
Modestino, 14 febbraio.
Modesto, 12 genn.: 12 febb.:
15 giugno; 2 ottobre.
Moisè, 25 novembre.
Monaldo. 15 marzo.
Monica, 4 maggio.
Mosè, 4 settembi-e; 25 nov.
Muzio, 22 aprile.
Naborre, 12 giugno: 13 luglio.
Napoleone, 15 agosto.
Narciso. 29 ottobre: 2 g.>nn.
Natale, 13 maggio: 21 agosto.
Natale di Q.(\, 25 dicembre.
Natalia, 1 dicembre.
Natalina, 4 aprile.
Natalino, vesc., 8 gennaio.
Nazario, 19 giugno.
Nazaro, 28 luglio.
Nereo, 12 maggio.
Nerea, 25 dicembre.
Niccolò, 9 maggio.
Ntceforo, 9 febbraio.
Nicodemo, 27 marzo.
Nicola, 10 settembre.
Nicolao {b\ 11, 23 febbraio.
Nicolò, 6 dicembre.
Nicolò A., 10 maggio.
Nicomede, 15 setteml»re.
Nilo, 26 settembre.
Nina, 2 giugno.
Nino, 17 ottobre.
Noè, 10 novembre.
Norberto, 6 giugno.
Nunzio, 10 ottobre.
Oildone, 18 novembre.
Odoardo, 5 gennaio.
0 lorico, 14 geimaio.
Ognissanti, 1 novembre.
Olga, 11 luglio
Olimpia, 17 dicembre.
Oliva, 10 giugno.
Oliviero, 27 maggio.
Omero, 9 settembre.
Omobono, 13 novembre.
Onofrio, 12 giugno.
Onorata, 12 gennaio.
Onorato, 8 febbraio: 28 ufi.
Onorina, 27 febbraio.
Onorio, 5, 24 aprile.
Opilio, 12 ottobre.
Oreste, » novembre; 12 die.
Orlando (6), 13 settembre.
O ronzio, 22 gennaio.
Orsola, 11, 21 ottobre.
Orsolina, 27 ottobre.
Ortensia, 11 gennaio.
Ortensio, 11 gennaio.
Osia, 8 novembre.
Osvaldo, 29 febbraio; 5 ag.
Ottaviano, 2 settembre.
Ottavio, 20 novembre
Ottone, 20 marzo; 2 lii;,'lio.
Pacifico, 5 giugno.
Pancrazio, 3 aprile; 12 ma^'g.
Panfilo, 28 aprilo.
Punluleo o Panlaleone, 27 lujf.
Paola. C, 26 gennaio.
Fuollna, 2 dicembre.
Paolino, 1 1, 28 genn.: 4 rnar/o.
22 giugno; laiuolio; 31 ago-
sto: 10 ottobre.
Paolo, 10 genn.; .<< febbraio;
22 m.irzo; 8 acrile; 8 luglio.
Pasquale, 14, 17 maggio.
Pastore, 29 marzo.
Patrizia, 25 agosto.
Patrizio, 17 marzo.
Patroclo, 21 gennaio.
Pelagla, 23 marzo. 8 ottobre.
Pelagio, 25 marzo.
Pellegrino, 27 aprile; 1 agosto.
Perfetto, 18 aprile.
Perpetua, 4 agosto.
Petronilla, 31 maggio.
Petronio, 4 ottobre.
Pia, 19 gennaio.
Pier Dam., 23 febbraio.
Pietro 16), 19 febbraio.^
Pietro, 29 giugno; 10, 19 la-
glio; 1, 7 ago-sto: 19, 2.^ ott.
Pietro (3., 10 sett.; 5. 21 die.
Pietro I., 3, Sgeun.; 11 marzo.
Pietro M., 29 aprile.
Pietro Urs., 10 geimaio.
Pio, 5 maggio; 11 luglio.
Placidia, 11 ottobre.
Plocidio, 5 ottobre.
Placido, 5 ottobre.
Platone, 4 aprile.
Plauto, 29 settembre.
Plutarco, 28 giugno.
Polis.sena, 23 .settembre.
Pompeo, 10 aprile; 14 die.
Pompilio, 27 ottobre.
Pomponio, 14 maggio.
Ponzio, 14 maggio.
Porfirio, 26 febbraio; 2tì a^'.
Prassede, 21 luglio.
Priamo. 28 maggio.
Primitiva^ 24 febbraio ; 23 lu?.
Primitivo, 18 luglio.
Primo, 11 maggio; 9 giugno.
Prisca, 18 gennaio.
Priscilla, 16 gennaio.
PrisciUiano, 4 gennaio.
Prisco, 15 apr.; 9 magg.: Isett.
Probo, 12 gennaio; 10 nov.
Procolo, 14 aprile.
Proeopio, 23 marzo.
Prosdocimo, 7 novembre.
Prospero, 23 giugno.
Protasi(», 17 giugno.
Proto, 14 giugno ; 25 ottobre.
Prudenzio, « aprile.
Publia. 9 ottobre.
Publio, 21 gennaio.
Pudenziana, 19 maggio.
Pulcherla, 12 ottobre.
l'ur.fìcnioxe di M., 2 febb.
Quattro colonati, 8 nov.
Quintiliano, 13 aprile.
Quintiìio, 7 marzo.
Quiutino. 81 ottobre.
Quinto, 19 marzo; IO mag;{iu.
Quirico, 16 giugno: 23 agoslo.
Quirino, 25, 30 marso; 4 giui{.
Radegonda, 13 agosto.
Raffaele, 24 ottobre.
JKaiinondo, 22 K^'in.; 28 lag.
Raimondo N., 31 a^josto.
Ranieri, 17 giugno.
Regina, 1 luglio; 7 settembre.
Remedio, 3 settembre; 1 ott.
Remigio, 1 ottobre.
Remo, 13 ottobre.
Renato, 6 otto))re.
Reparata, 8 ottobre.
Restituta, 17 maggio.
Restituto, 29 maggio.
Riccardo, 7 febbraio; 3 aprile;
9 giugno.
Rinaldo, 9 febbraio.
Rita, 22 maggio.
Roberto, 21, 27 marzo; 7 giug.
Robustiano, 24 maggio.
Rocco, 16 agosto.
Roderico, 13 marzo.
Rodolfo, 26 giugno; 17 ott.
Rodrigo, 15 magi^io.
Roggero, 1 giugno.
Rolando, 16 gennaio.
Romana, 23 febbraio.
Romano, 28 febbraio; 9 ago-
sto; 18 novembre.
Romeo (b), 25 febbraio.
Romolo, 6 luglio; 13 ottobre.
Romualdo, 7 febbraio.
Rosa, 30 agosto; 4 settembre.
Rosalia, 4 settembre.
Rosalinda, 12 dicembre.
Ruggero, 5 marzo; 15 ottob.
Rustico, 9 agosto.
Rustico (fe), 12 marzo.
Rutilio, 2 agosto.
Saba, 24 aprile.
Sabina, 29 agosto; 27 ottobre.
Sabino, 17 gennaio; 7, 11 lu-
glio; 7 dicembre.
Sallustio, 2 febbraio.
Salomone, 28 settembre.
Salvatore, 18 marzo.
Santi {Tutti t), 1 novembre.
Santo, 2 giugno.
Saturnina, 4 giugno.
Saturnino» 7 aprile;- 29 nov.
Savina, 30 gennaio.
Savino, 11 luglio.
Scolastica, 10 febbraio.
Sebastiano, 2, 17, 20 gennaio.
Sempronio, 5 dicembre.
Senatore, 7 gennaio.
Seraftna, 3 settembre.
Serafino, 12 ottobre.
Sergio, 9, 25 settembre.
Servilio, 24 maggio.
Servolo, 26 febbraio; 23 die.
Sesto, 31 dicembre.
Sette (I) fondatori, servi di M,,
11 febbraio.
Settimia, 10 dicembre.
Settimio, 6 settembre.
Settimo, 17 agosto.
Severa, 20 luglio.
Severino, 8 gennaio: 8 giugno.
— 128 —
Severo, 1, 13 febbraio; 6 lu-
glio; 23 ottoltre.
Sigismondo, 1 maggio.
Silvano, 10 febbraio.
Silverio, 20 giugno.
Silvestro, 31 dicembre.
Silvia, 3 novembre.
Silvio, 21 aprile.
Simeone, 5 genn. ; 18 febbr.;
26 luglio.
Simmaco, 15 luglio.
Simone, 24 marzo; 28 ottob.
Simpliciano, 13 agosto.
Siro, 9 dicembre.
Sisto, 6 aprile; 6 agosto.
Sofia, 30 aprile; 23 settembre.
Speranza, 1 agosto.
Spiridione, 14 dicembre.
Sposalizio di M. V., 23 genn.
Stanislao, 7 maggio.
Stanislao K., 13 novembre.
Stefania, 18 settembre.
Stefano, 2 sett.; 26, 31 die.
Sulpizio, 20 aprile.
Susanna, l8 gennaio.
Taddeo, 28 ottobre.
Tancredi, 25 dicembre.
Tarsilla, 24 dicembre.
Taziano, 16 marzo.
Tecla, 10 gennaio; 23 settemb.
Telemaco, 1 gennaio.
Telcsforo, 5 gennaio.
Temistocle, 21 dicembre.
Teobaldo, 1 luglio.
Teodato, 18 maggio.
Teodora, 1, 28 aprile.
Teodorico, 2 febbraio.
Teodoro, 24 gennaio; 7 feb-
braio; 26 marzo; 19 sette m-
bi*e; 2.'» ottob.; 9 novembre.
Teodosia, 2 aprile; 11 sett.
Teodosio, 11 gennaio; 1 ag.
Terenziano, 1 settembre.
Terenzio, 15 luglio ; 24 sett.
Teresa, 15 ottobre.
Tertullia, 29 aprile.:
Tertulliano, 27 aprile.
Tiberio, 24 aprile.
Tiburzio, 11 agosto.
Timoleone, 19 dicembre.
Timoteo, 22 agosto.
Tito, 4 gennaio.
Tiziano, 16 gennaio; 3 marzo;
4 maggio.
Tobia, 2 novembre.
Tolomeo, 24 agosto.
Tomaso d'Aquino, 7 imirzo.
Tomaso, 25 marzo; 25 settèm-
bre; 21 dicembre.
Tomaso B., 29 dicembre.
Torello (7»), 16 marzo.
Torquato, 15 maggio.
Tosca, 10 luglio.
Tranquillo, 15 marzo.
Trasfigurazione di G. C, 6 ag.
Trinità, 7 giugno.
Tullia, 5 ottobre.
Tullio, 19 febbraio.
Ubaldo, 16 maggio,
Uberto, 3 novembre.
Ugo, 1 aprile.
Ugolina, 8 agosto.
Ugolino, 13 ottobre.
Ugone, 29 aprile.
Uguccione R., 11 febbraio; 8
settembre.
Ulderico, 4 luglio.
Ulpiano, 3 aprile.
Ulrico, 4 luglio.
Umberto, 4 marzo; 6 sett.
Umiltà, 22 maggio.
Urbano, 25 maggio.
Valente, 26 luglio.
Valentina, 25 luglio.
Valentiniano, 3 giugno.
Valentino, 7, 14 feb.; 16 mar-
zo; 11 settembr.; 13 novem-
bre; 16 dicembre.
Valeria, 28 aprile.
Valeriano, 15 marzo: 14 aprile
4 maggio; 6 agosto; 27 nov.
Valerio, 16, 29 gennaio; 15
marzo; 12 dicembre.
Valfredo, 15 febbraio.
Venanzio, 18 maggio.
Venceslao, 28 settembre.
Veneranda, 14 novembre.
Venerando, 25 maggio..
Vera, 17 settembre.
Verdiana, 1 febbraio.
Vero, 23 ottobre.
Veronica (6), 13 gennaio; 4 feb-
bi-aio.
Vezio, 2 giugno.
Vigilia, 19 aprile.
Vigilio, 26 giugno; 27 novem.
Villana B., 29 gennaio.
Vincenzo, 22 gennaio; 5 apri-
le; 19 luglio.
Viola, 3 maggio.
Virgilio, 27 novembre.
Virginia, 5 agosto.
Virginio, 22 aprile.
Visitazione di M. V., 2 luglio.
Vitale, 9 marzo; 28 aprile;
7 novembre.
Vitaliano, 27 gennaio; 16 lug,
Vito, 15 giugno.
Vittore, 21, 28 luglio; 17 ott.
Vittoria, 23 dicembre.
Vittoriano, 26 agosto.
Vittorio, 25 agosto; 1 sett.
Viviano, 20 maggio.
Vladimiro, 15 luglio.
Volfango, 31 ottobre.
Zaccaria, 15 marzo; 5 nov.
Zanobio, 25 maggio.
Zetìrino, 26 agosto.
Zenaide, 5 giugno.
Zenobia, 30 ottobre.
Zenobio, 25 maggio.
Zenone, 12 aprile; 23 giugno,
8 dicembre.
Zita, 27 aprile.
Zosimo, 30 marzo; 23 die.
La CHiesa Cattolica,
SOMMO PONTEFICE
CCLX
dopo San Pietro
BENEDETTO XV
>
{Fot. Alinari).
GIACOMO DELLA CHIESA
II. in Genova addì 21 novembre I8.')4
eletto Arcivescovo di Bologna il 18 dicembre 19)7 — creato e pubblicato Cardinale
il 25 maggio 1914.
Seguirono in Roma nel 1914: la sua Esaltazione al Pontificato il d\ 3 settembre,
la sua Coronazione il 6 settembre.
-TERESAH.- Essi e noi=^i
Commemorando Edith Cawell) — Elegante volumetto Lire UNA
a henofirio della CROCE ROSSA
R. B KM FORAI) & FIGLIO — Editori — FIRENZE
GLI £.<"< e R.»i SIGN. CARDINALI
COMPONENTI IL 6ACR0 COLLEGIO
CON IL LXJ090 E LA DATA DELLA LORO NASCITA
ED ELEVAZIONE ALLA POllPOllA
Ordine dei Vescovi.
(1) Vincenzo Vannutelli (Genazzano 1336), Ve-
scovo di Ost a e di Palestrina (1889), De-
cano del Sacro Collegio, eommendatavio di
San Silvestro in Capite, Prefetto della S. (J.
CerTOoniale.
Francesco di Paola Cassetta (Roma 1844), Ve-
scovo di Frascati (1899), commendatario
dei S S.Vito, Modesto e Crescenzio, Prefetto
della S. C. del Concilio.
* Gaetano De Lai (Malo-Vicenza 1853), Ve-
scovo di Sabina (1907), Segretario della S.C.
Concistoriale.
* Diomede Falconio O. F. M. (Pesco-Costanzo,
Badia di Montecassino 1842), Vesc. di Velle-
tri (1911), Prefetto della S. C. dei Religiosi.
* Antonio Vico (Agugliano - Ancóna 1847),
Vescovo di Porto e S. Rufina (1911), Pro-
Prefetto della S. C. dei Riti.
* Genimro Granito Pignatelli di Belmonte
(Napoli 1851), Vescovo di Albano (1911).
Ordine dei Preti.
(1) Giuseppe Sebastiano Netto O. F. M. (Legis
1841), Primo Prete, del tit. dei SS. XII
Apostoli (1884).
Giacomo Gibbons (Baltimora 1834), del titolo
di S. Maria in Trastevere, Arcivescovo di
Baltimora (1886).
Michele Logue (Raphoe 1840), del tit. di
S. Maria della Pace, Arcivesc. di Armagh
(1893).
Andrea Ferrari (Pratopianro 1850), del tit. di
S. Anastasia, Arcivescovo di Milano (1894).
Giuseppe Prisco (Boscotrecase 1833), del tit.
di S. Sisto, Arcivescovo di Napoli (1897).
Giuseppe Maria Martin de Herrera y de la
Iglesia (Aldeadàvila 1835), del tit. di S. Ma-
ria Traspontina, Arcivescovo di Compo-
stella (1897).
Giuseppe Frarcica Nava di Bontifè (Catania
1846), del tit. dei Ss. Giovanni e Paolo, Ar-
civescovo di Catania (1899).
Agostino Riclielmy (Torino 1850), del tit. di
S. Maria in Via, Arcivescovo di Torino (18'J9).
Sebastiano Martinelli O. E. S. A. (S.Anna 18481,
del tit. di S. Agostino (1901), Prefetto della
S. C. dei Riti.
Leone Shrbensky (Hausdorf 1863), del tit.
di S. Stefano al monte Celio, Arcivescovo
di Olmutz (1901).
Giulio Boschi (Perugia 1839), *el tit. di S. Lo-
renzo in Panisperna, Arcivescovo diFerrara
(1901).
Bartolomeo Bacillari (Breonio 1842), del tit.
di S. Bartolomeo all' Isola, Vescovo di Ve-
rona (1901).
* RafTaele Merry del Val [spagnuolo] (Londra
1866), del tit. di S. Prassede (1903), Segre-
1>ario della S. C. del S. Offizio, Prefetto della
i. C. della R. Fabb ica di S. Pietro.
130 -
* Gioacchino Arcoverde de Albuquorque Ca-
valcanti (Pernainbuco 1850), del titolo dei
SS. Bonifacio ed Alessio, Arcivescovo di Rio
de Janeiro (1905J.
*0 ttavio Cagiano de Azevedo (Frosinone 1845),
del tit. di S. Lorenzo in Damaso (1905), Can-
celliere di S. R. Chiesa.
* Aristide Rinaldlni (Montefalco 1844), del tit.
di San Pancrazio (1907).
* Pietro Maffi (Corteolona 1858), del tit. di
S. Grisogoiio, Arcivescovo di Pisa (1907).
* Alessandro Lualdi (Milano 1858), del tit. dei
Ss. Andrea e Gregorio al Monte Celio, Ar-
civescovo di Palermo (1907).
* Desiderato Mercier (Braine l'Alleud 1851),
del tit. di S. Pietro in Vincoli, Arcivescovo
di Malines (1907).
* Pietro Gasparri (Ussita - Norcia, 1852), del
tit. di S. Lorenzo in Lucina, Segietaiio di
Staio di S. S., Prefetto dei SS. PP. AA.
* Ludovico Enrico Lu^on (Maulévrier - An-
gers 1842), del tit. di S. Maria nuova e
S. Francesca al Foro romano. Arcivescovo
di Reims (1907).
* Paolino Pietro Andrieu (Seysses - Tolosa
1849), del tit. di S. Onofrio, Arcivescovo di
Bordeaux (1907).
* Antonio Mendes Bello (Gouvea, dioc. di
Guarda 1842) del tit. dei SS. Marcellino e
Pietio. Patriarca di Lisbona (1911).
* Giuseppe Maria Cos y Macho (Teran di
Santiinder 1838), del tit. di S. Maria del Po-
polo, Arcivescovo di Valladolid (1911).
* Giovanni Maria Farley (Armagh - Irlanda
1842), del tit. di S. Maria sopra Minerva,
Arcivescovo di New-York (1911).
* Francesco Bourne (Chaphan - Southwark
1861), del titolo di S. Pudenziana, Arcive-
scovo di Westminster (1911).
* Leone Adolfo Amette (Douville - Evreux
1850) del tit. di S. Sabina, Arcivescovo di
Parigi (1911).
* Guglielmo O' Connel (Boston 1860), del tit. di
S. Clemente, Arcivescovo di Boston (1911).
* Errico Almaràz y Santos (La Fellés - Sala-
manca 1847), del tit. di S. Pietro in Mon-
torio. Arcivescovo di Siviglia (1911).
* Francesco M. Anatolio de Rovérie de Ca-
brieres (Beaucaire - Nimes 1830), del tit.
di S. Maria della Vittoria, Vesc. di Mont-
pellier (1911).
* Basilio Pompilii (Spoleto 1858), del tit. di
S. Maria in Aracoeli (1911), Vicario gene-
rale di S. S.
* Guglielmo van Rossum C. SS. R. (Zwalle -
Olanda 1854). del tit. di S. Croce in Geru-
salemme (1911), Penitenziere maggiore.
* Carlo de Horning (Buda-Pest 1840), del tit.
di S. Agnese fuori le mura, Vescovo di
Veszprimia (1912).
* Vittoriano Guisasola y Menendez (Oviedo
1852), del tit. dei SS. Quattro Coronati, Ar-
civ. di Toledo e Patriarca delle Indie occi-
dentali (1914).
* Ludovico Nazario Bégin (Levis dioc. di Que-
bec 1840), del tit. dei ^. Vitale, Gervasio
e Protasio, Arciv. di Quebec-Canada (1914).
* Domenico Seratìni O. S. B. (Roma 1852), del
(1) Creati dalla S. M. di Leone XIII. — * Creati dalla S. M. di Pio X.
— i:u —
tit. di S. Cecilia (1914), Prefetto della S. C. non se ne conferiscono che 70. Il Collegio Car-
di Propaganda Fide. dinalizio perciò è oggi cosi composto:
* Francesco de Bettinger (Landsthul. diot\ di n ^ ,i a t -irrTT
Spira), del tit. di S. Marcello, Arciv. di Mo- ^"^''^^ J* J^.^o'lf ^^^ 1^
naco e Frisiuga (1914). " ^"^ J'" ^ *• * 'J «
* Giovanni Csernoch (Szakolcza. are. di Stri- „ " , °* benedetto XV 6
gonia 1S52), del tit. di S. Eusebio, Ardv. Cappelli vacanti J13
di Strigoniii (1914). Pieno del Sacro Colle;jio 70
* Felice de Hartmann CSIiinster ISól). del tit. ==
di S. Qiovaimi a Porta latina, Arciv. di Co-
* Slvo^FedericO Piffl CC. RR. LL. (Lanl- PARTE DELLA FAMIGLIA E CAPPELLA
skron dioc. di Kónnignìtz 1864) del tit. di PONTIFICIA.
S. Marco, Arciv. di Vienna (1914),
** Giulio Tonti (Roma 184 i ', del tit. dei SS. Sii- Card'nalì PalatlnL
vestro e Martino ai Monti.
** Alfonso Maria Mistrangelo S. P. (Savona Em.» Vincenzo card. Vannutelli, Datario.
1852), del tit. di S. M-.irin dogli Angeli alle « Pietro card. Gasparri,5ef/rt;<(rWo (7/ 5/a/o,
Terme (191M, Arcivescovo di Firenze. Prefetto dei Sacri Palazzi ap',gfoUri e
** Giovanni C.igliero D. C. Sales. del V. D. Bo- Presidente della Commissione Cardina-
soo (Castel nuovo d'Asti 1838), del tit. di ''»>'« Amministralric» dei Beni della
S. Bernardo alle Terme (1915). Santa Sede.
'■* Andrea Frùhwirth O. P. (Secovia 1845), del
tit. di Prelati Palatini.
** Raffaele Scapinelli di Lèguigno (Modena
1858), del tit. di Mons. Vittorio Amedeo Ranuzzi dei Bianchi.
** Giorgio Qusiuini (Ga/zaniga - Bergamo Arciv. tit. di Tiro. i»/rt5r5r»orc7omod<.9.Sr.
1855), del tit. di S. Susanna, Arcivescovo « Riccardo Sauz de Samper, Maestro di
di Bologna (1915). Camera.
fl Luigi Misciattelli, Viceprefetto dei Sacri
Palazzi Apostolici.
Ordine dei Diaconi. „ Niccolò Marini, Uditore di S. S.
,n -e» o 1 • j lì tr , ,T, P. M. Alberto Lepidi O. P.. Maestro del Sa-
^ \fZ.f p''° n ^f\\^^^^ Ravemia ,,.^ j^^^J^^ Apostolico.
1844), Primo Di;ico:io di S. Maria in Aquiro ^
(1899), Camerlengo di S. R. Chiesa, Prefetto ^ . . ^
della s. c. dell' Indice. Camerieri Segreti Partecipanti.
* «^eta.ìo Bi^sleti (Veroli 1856) Diacono di Mons. Augusto Sili. Arcivescovo tit. di C.sa-
S. Aga a dei Goti 191 ), Prefetto della S.C. ^ea del Ponto, E/emosiniere sectreto.
dei Seminari e d.^^^le Università degli Stud.. jjons. Aurelio Galli. Segretario dei m-evi ai
* Ludovico Billot S. J. (Gierk - Metz 1840), Principi
Diacono di S Maria in via Lata (1911) Federico Tedeschini. Sostituto della Se-
*lihppoGiustmi(Cineto-Romano 18.2). Dia- .,,„.,•„ ^i Sfato e Segretario della
cono di S. Angelo m Pescheria (1914), Pre- Cifrz
fet:o della S. C dei S ><;i-amentl Franceico Spolverini. Sottodalario.
i'Ti h•"^ ?r.'^P f^ 1800), Diacono di " p^^jA^^ Massella, Segretario delle Lei.
S. Eustachio (1914), Prefe:to del Supremo ^g,.^ in! ine
Tribunale della Segnatura. Camillo Caccia Dominioni, Coppiere.
fidano Gasquet O. S. B. Londra 184G), Dia- " ^i^erto Arborio Mella di S. Ella, Seyre-
cono di S. Mana m Portico (1914). ^„^,.^ d'Ambasciata. ^
y, Rodolfo Gerlach, Guardaroba.
Titoli e Diaconie vacanti. , Giuseppe Migone.
Titoli. — S. Balbina. - Ss. Quirico e Giù-
litta. — SS. Nereo ed Achilleo. — S. Pris -a. — Mons. Agostino Zampini O. E. S. A., Vescovo
S. Maria in Cosmedin. — S. Mara della Scala. tit. di Porflreoue. Parroco dei Saeri
- S. Callisto. — S. Girolamo degli Schiavoni. Palazzi Apostolici.
— SS. Trinità al Monte Pincio. , Nicola Caiiali, Segretario delle S. C. Ce-
Diaconie. — S. Maria ad Marlyrea — rimoniale.
'^. Adriano — S. Giorgio in Velabro — S. Maria , Carlo Respighi, Sottosegretario,
lomnica. — SS. Cosma e Damiano. — 8. Ce-
r^a in Palalo. ^ ,. , . . ^. ^. ^ , Grandi cariche ereditarie di Corte.
La Gerarchia Cardinalizia è distinta nei
ordini: Kp'ScnpaJe, Presbiterale e Diacoit ile. S. E. Don Marcantonio Colon- ^ y,. . .
' appartenenti al primo occupano le Sedi na principe di P.illiano. I ^\***<^P}
scovili snburbicarie, cioè limitrofe a Itonia, 8. A. S. Don Filippo principe ( ^'^^y
• sono 6: gli appartenenti al secondo e al Orsini duca di Gravina. ) 'ioglto.
<o prendono il titolo da diverse delle più 8. E. Don Ludovico principe Chigi-Albani, 3/a-
• che chiese di Roma. 53 per l' uno e 10 resciallo perpetuo di S. li. C. « Custode del
1 l'altro. In tutto 75 titoli, ma di questi Conclave.
•» Creati da S. S. Iteuedotto XV
I
— 132 —
Camerieri segre'l tuni. infine è attribuito a questa Con^roga-
di Spada e Cappa partecipanti. zione il giudizio di competenza su conflitti di
dritto che possono sorgere tra le diverse
Principe D. Alessandro Ruspoli, Gi-an Mae- Congregazioni.
stro del Sacro Ospizio. I,a Santità di Nostro Signore, Pt-ffetto.
March. Clemente Sacchetti, Foriere Miggiore E.">o Gaetano card, de Lai, Segretario.
dei Sacri Palazzi Apostolici. „ „ . ■ *.. . .
March. Francesco Serlupi Crescenzi, Cavai- ^ ^o Congregazione sopra la disciplina dei
lerizzo Maggiore di S. S. Sacramenti. - Le a[.particne l'intiera legi-
Principe D. Camillo Massimo,- S. G. P. slazione circa la disciplina dei sette sacra-
menti, salvo CIÒ che per dritto spetta al Santo
,,„ ... . , Offizio e ai Riti,
. .?^'Ì l"."^"®!. ... . I^« dispense matrimoniali e tutto ciò che
del Corpo delie Guardie nobili- pontificie. ha attinenza alla disciplina matrimoniale,
a-ciT»/-^- •• .iji j-Ait separazione, legittimazione ec. Come nure
S. E. D. Giuseppe principe Aldobrandini, Te- ^„„i a:^^'^ Jt^ i^ ^- „ • .^^""^ .^ ',
. ^ 1 A ■. T , ogni dispensa per le ordinazioni ecclesiasti-
nene Generale, Captano comandane. ^^ ^^^^^ ec, nonché sulla validità dei ma-
Marchese Patrizio Naro Patrizi Montoi-o, Te- ^..^^^^^j. ^ ^^^^^ ordinazioni.
«ente Generale, Vesstlhfero di S. R. C. p „., ^^y^^^^ ^^^.^ Giustini, Prefetto.
---^---v.-— - Mons. Luigi Capoposti, Segretario.
Mons 40 Congregazione del Concilio. — Tratta
Vicecarnerlengo di S. B. V. tutti gli alTari che riguardano il Clero seco-
M'ons. Antonio Sabatucei, Arcivescovo tit. di lare e tutto il popolo cristiano; come l'os-
Antinoe, Uditore Generale della Rev. Cam. servanza del digiuni, astinenze, decime, giorni
Apostolica. festivi; attribuzioni dei parroci, dei soda-
, Tesoriere Generale delia R. C. A. Hzii laicali, pii legati, elemosine di messe ec,
P. Luca da Padova, M. Cap., Predicatore Apa- e ciò che riguarda l'immunità ecclesiastica.
stolico. Le appartiene tutto quanto riguarda la
celebrazione dei concilii e conferenze, e giu-
La. Curia Romana dica, come tribunale competente, in ogni
* materia disciplinare. La Congregazione Lau-
Con la Costituzione apostolica Sapienti l'etana resta fusa in questa.
Consilio, in data 29 giugno 190S, il Sommo ^•'°" Francesco di Paola card. Cassetta,
Pontefice Pio X interamente riformò le Prefetto.
Congregazioni, i Tribunali e gli Ufficii che ^«"S. Oreste Giorgi, Segretario.
compongono la Curia romana, separando 5» Congregazione per gli affari dei sodalizi
completamente gli affari disciplinari dagli religiosi. — Si occupa delle regole di tutti gli
affari contenziosi e dando a tutto ordiua- ordini ed istituti religiosi sia maschili che
mento razionale ed organico. femminili, ne approva gli statuti per le nuove
fondazioni e modifica quelli esistenti qua-
SACRE CONGREGAZIONI. ^^'^"^ occorresse il bis )gno ; giudica in linea
disciplinare le cause tra religiosi, loro supe-
l». Congregazione del Santo Uffizio. — Tu- riori e Vescovi; concede le dispense dal diritto
tela la dottrina della fede e dei costumi; comune agli appartenenti agli ordini e con-
giudica sull'eresia e sui crimini sospetti di gregazioni religiose.
eresia; è devoluta alla stessa l'universale E.»»» Diom de card. Falconio, Prefetto.
materia delle indulgenze come dottrina e Mons. Adolfo Turchi, Sejretario.
come uso; tratta delle dispense matrimoniali 60 Congregazione di Propaganda Fide. -
solamente per disparità di culto e religione Si occupa di quanto riguarda le missioni di
mista e della dottrina dei sacramenti. ogni paese e da essa dipendono tutte le de-
La Santità di Nostro Signore, Prefe'to. legazioni, vicariati e prefetture apostoliche
E.""» Raffaele card. Merry del Val, Segret. nelle parti del mondo ove non vi è costituita
2o. Congregazione Concistoriale. — Prepara gerarchia ecclesiastica. La Congregazione per
tutti gli affari che debbono trattarsi nei Cun- ^''i a^ari di Rito Orientale resta unita a questa
cistori, noiichè la fondazione delle nuove e con essa restano fuse quella della economia,
diocesi e dei capitoli sia cattedrali die col- 1'^ Camera degli spogli e la commissione per
legiali; sdoppia le diocesi già costituite; elegge *« unione delle Chiese dissidenti.
i vescovi, amministratori. apostolici, coadiu- E.™» Domenico card. Serafini, Prefetto.
tori ed ausiliari dei vescovi; formula i prò- Mons. Camillo Laurenti, Segretario.
cessi canonici sopra gli eligendi, spedisce gli Mons. Girolamo Rolleri, Segretario per gli
atti per le nomine, esamina la dottrina. Se «/T»'» orie>.taH.
coloro da eleggere non siano italiani, e se le 7» Congregazione dev'Indice. - Esaminai
dioce-.i fossero fuori d'Italia, tutta la pratica libri che vengono pubblicati, e dove ne è il
vien fatta dalla Segreteria di Stato e sotto- caso, ne proibisce la lettura; accorda la li-
messa alla Congregazione Concistoriale. cenza di leggere i libri proibiti; inquisisce sui
Spettano ancora alia stessa, la vigilanza libri che si pubblicano tradotti avvertendone
sugli oneri che incombono agli Ordinarii; la gli Ordinarli nel caso dovessero censurarsi,
cognizione delle relazioni sullo stato delle E.™» Francesco Salesio card. Della Volpe
diocesi; l'apertura delle visite apostoliche e Prefetto.
l'esame di quelle compite; la relazione di P. M. Tommaso Esser O. P., S gfre^an'o.
queste al Sommo Pontefice con i voti oppor- P. M. Alberto Lepidi 0. P., Assislenie.
Io
O
8» Congregazione del Sacri Riti. - Reeola
tutte le quistiuui liturgiche e coiiiuoniali dolla
Chiesa latina; concessione di privilegi ed iu-
se),'ne ecclesiasti(he; proibizione delle me-
desime per abuso; spetta alla stessa tutto
quanto concerne la Beatificazione e Canoniz-
zazione dei SanW e le Sacre Hellque.
E.»"» Sebastiano card. Martinelli, P. efetto.
E."» Antonio card. Vico, J'ropiefetfo.
Mons. Ales.sandro Verde, Segretario.
90 Congregazione cerimoniale. — Cura
l'integra osservanza del cerimoniale nelle
Cappelle ed Aule Pontificie, nonché quelle
spettanti ai Cardinali fuori l'aula Papale;
tratta sulle questioni di precedenza dei Car-
dinali, Legati, ec.
E.mo Vincenzo card. Vannutelli, Prefetto.
Mons. Nicola Canali, Segretario,
10° Congregazione per gii affari ecclesiastici
Straordinaril. — Esamina gli afifari politico-
religiosi nei rapporti tra la Santa Sede ed i
governi di tutto il mondo, specialmente per
quanto concerne i concordati.
Mons. Eugenio Pacelli, Segretario.
Ilo Congregazione dei Seminarli e delle Uni-
versità degli Studii. — Sopraintende agli stu-
dii generali degli atenei maggiori dipendenti
dalla Santa Sede, alla direzione e vigilanza
di tutti 1 Seminari dell'Orbe; concede lei-e-
zione di nuove Università, e di facoltà atte
a dare i gradi accademici; conferisce le lau-
ree a qualche sommo individuo che emerga
per singolarità di dottrina.
E. «no Gaetano card. Bisleti, Prefetto.
Mons. Giacomo Sinibaldi, Segretario.
12<> Congregazione delia R. Fabbrica di San
Pietro. — Amministra i beni della Basilica
Vaticana ed ha cura della esecuzione di tutti
i lavori per la conservazione e compimento
della stessa.
E.»» Raffaele card. Merry del Val, Prefetto.
Mons. Giuseppe De Bisogno, Segretario.
TRIBUNALI
1« Sacra Penitenziera. — La sua giurisdi-
zione si esercita su quanto concerne il foro
interno anche non sacramentale; elargisce
grazie, assoluzioni, dispense, commutazioni,
sanazioni, condoni: escute ogni questione di
coscienze e le dirime.
E.mo Guglielmo card, van Rossum, Peni-
tenziere maggiore di S tnta Chiesa.
Mons. Carlo Perosi, lieggen'e.
20 Supremo Tribunale della Segnatura Apo-
stolica. — È una vera Corte di cassazione re-
golata da recenti leggi composta di sei Car-
dinali giudicanti.
P:.™o Michele card. Lega, Prefc'to.
Vincenzo card. Vannutelli, Francesco car-
dln. Cassetta, Pietro card. Gasparri, Basilio
card.Porapllii. Filippo card. Giustlni, Giudici.
Mons. Niccolò Marini. Seg.etar'o.
30 Sacra Romana Rota. — Giudica in prima,
seconda e terza istanza, giusta II suo speciale
e nuovo regolamento, tutte le cause conten-
ziose sia civili, sia criminali, sìa spirituali.
Mons. Guglielmo Sebastianelll, Decano.
Mons." Serafino Many, Francesco Helner,
Giovanni l'rior. Luiti biucero. Giuseppe Mori,
Federico CaManl, Ant. Perathoner, fliusoppe
Alberti, Pietro Rossetti, Raffaello Chmenti,
Mas.<-imo Massimi, Uditori.
OFFICII
Cancelleria Apostolica. — S'incarica della
minuta, spedizione 0 registrazione delle Bolle
pontificie per i benefizi! maggiori, nuove
diocesi, capitoli e per i maggiori affari della
Chiesa.
E.™o Ottavio card. Cagiano de Azevedo,
Cancelliere.
Mons. Cesare Spezza, Reggente.
Datarla Apostolica. — S'incarica unica-
mente della idoneità di coloro che optano a
beneflcii non concistoriali ma di pertinenza
della Santa Sede. Trascrive e spedisce le
lettere apostoliche per la collazione di tali
benefizii; dispensa da alcune condizioni re-
quisite e cura le pensioni e gli oneri imposti
nella collazione di tali benefizii.
E.mo Vincenzo card. Vannutelli, Datario.
Mons. Francesco Spolverini, So.todatario.
Camera Apostolica. — Ha cura dell'am-
ministrazione dei beni e dei diritti temporali
della Santa Sede; dato i tempi presenti detto
ufficio è prò forma, solo in sede vacante 11
Camerlengo assume le funzioni attribuitegli
dalla Cost. Ap. Vacane Sede.
E.mo Francesco galesio card. Della Volpe,
Camerlengo di S. R. C.
Mons
Vice Camerlengo.
Mons. Antonio Sabatucci Arciv. tit. di An-
tinoe. Uditore Generale.
Segreteria di Stato. — Si divide In tre
sezioni. La prima tratta degli affari straor-
dinari che sottomette all'esame della speciale
Congregazione; la seconda si occupa degli
atìari ordinarli e tratta di tutte le onorifi-
cenze da conferirsi, sia ad ecclesiastici che
a laici, eccettuate quelle di competenza del
Maggiordomo di S.S.; la terza sopraintende
alla spedizione dei Brevi Apostolici che le si
commettono dalle varie Congregazioni.
E.mo Pietro card. Gasparri, Segretario di
S ao.
Mons. Eugenio Pacelli, Segretario per gli
affari straordinarii.
Mons. Federico Tedeschinl, Soatitu'opergli
affari ordinari e S gretario della Cifra.
Mons. Nicola Sebastiani, Cancelliere dei
Brevi Apostolici.
Mons. Umberto Benigni, Sottosegretario per
gli affari straordinari.
Segreterie del Brevi ai Principi
e delle lettere latine.
Mons. Aurelio Galli, Segretario.
Mons. Pacifico Massella, Segretario
Bollettino ufficiale della Santa Sede.
R.mo P. Pietro Benedetti, del Missionarii
del Saero Cuore, Dire tore.
Biblioteca Apostolica Vaticana.
E.mo Frane, di Paola card. Cassetta, Biblloto-
oario di S. R. C, Protettore.
Moni. Achille Ratti, Prefetto.
134
Archfvii della Santa Sede.
r.mo , Prefetto.
Mons. Mariano Ugolini, Sotto-archivista.
Ecc.""» Corpo Diplomatico
presso la S. Sede.
Corpo Diplomatico.
Nunzi! Apostolici
Internunzii ed Inviati straordìnarii
della S. Sede.
Argentina. — Mons. Alberto Vassallo di Tor-
regrossa, Arciv. Ut. di Tessalonica, Inter-
nunzio Apostolico.
Austìia Uityhevia. — Mons. Teodoro Valfrè
di Bonzo, Arciv. di Trebisonda. Nunzio
Apostolico.
Ballerà. —
Nunzio Apostolico ed Inviato straordi-
nario.
Belgio. — Mons. Achille Locatelli, Arciv. tit.
di Tessalonica, Nunzio Apostolico.
Brasile. — Mons. Giuseppe Aversa, Aiciv. tit.
di Sardi, Nunzio Apostolico.
Chili. — Mon5 , Internunzio Apo-
stolico ed Inviato straordinario.
Colombia. — Mons. Errico Gasparri, Arciv. tit.
di Sebaste, Delegato Apostolico ed In-
viato straordinario.
Costarica, Nicaragua e Honduras. — Mons.
Delegato Apostolico ed Inviato
straordinario.
Ecjuatore. —
Francia. —
Haiti. — Mons. Francesco Cherubini, Arciv.
tit. di Nioosia, Delegato Apostolico ed
Inviato straordinario.
Olanda. — Mons, Achille Locatelli, Arciv. tit.
di Tessalonica, Internunzio Apostolico.
Lussemburgo. —
Perù e Bolivia. — Mons. Angelo Soapardini
O. P. Arciv. tit. di Da. nasco, Delegato
Apostolico e Inviato straordinario.
Portogallo. — Mons
Sin Domingo, —
San Salvador. —
Spagna. — Mons. Francesco Ragonesi, Arciv.
tit. di Mira, Nunzio Apostolico.
Svizzera. —
Uruguay e Paraguay. — ,
Venezuela. — Mons. Car^o Pietropaoli, Arciv.
tit. di Calcido, Delegato Apostolico e In-
viato straordinario,
Argentina. — S. E. Don Daniele Garcia Man-
silla, Inviato strardin;irio e Ministro plo-
nipotenziirio.
Austria Ungheria. — S. A. Serenissima il
princ. Giovanni Sch")nburg-Uartenstein,
Ambasciatore straordinario e plenipo-
tenziario.
Baderà. — S. E. 11 barone Ottone de Ritter
de Gruenstein, Inviato straordinario e
Ministro plenipotenziario.
Be'gio. — S. E. il signor Giulio van den Heu-
wel. Inviato straordinario e Ministro ple-
nipotenziario.
Buliria. — S. E. il signor Gioacchino Caso,
Inviato straordinario e Ministro pleni-
potenziario.
Brasile. — S. E. il signor Carlo Magalhaes de
Azeredo, Inviato straordinario e Ministro
plenipotenziario.
Chili. — S. E. il signor Raffaele Errazuriz
Urmeneta, Inviato straordinario e Mii.i-
stro plenipotenziario.
Colombia. — S. E. il signor Giuseppe Ema-
nuele Goenega, Inviato straordinario e
Ministro plenipotenziario.
Costa Bica. — S. E. il dott. Emanuele M.» de
Peralta, Inviato straordinario e Ministro
plenipotenziario.
Domenicana {Repubblica). —
Equatore. —
Francia. —
Gran Bretagna. — S. E. il sig. Conte di Salis,
Inviato straordinario e Ministro plenipo-
tenziario {missione speciale).
Haiti. —
Honduras. —
Monaco {Principato}. — S. E. il Conte Maggio-
rino Capello.
Nicaragua. —
Olanda. — S. E. il signor Jonkheer O. van
Nispentot Sevenaei-, Inviato straordina-
rio e Ministro plenipotenziario (mis.none
speciale).
Perii. — S. E. Don Giovanni de Goyeneche y
Gamio conte di Guaquì, Inviato straor-
dinario e Ministro plenipotenziario.
Portogallo. —
Prussia. — S. E. il signor dott. Ottone von
Muehlberg, Inviato straordinario e Mini-
stro plenipotenziario.
Russia. — S. E. il signor Nelidow, Inviato
straordinario e Ministro plenipotenziario.
Spagna. — S. E. il signor Don Firmino Calbe-
ton y Blanch ón, Ambasciatore straordi-
nario e plenipotenziario.
Uruguay. — ,
{Stampalo il ii5 settembre 1916).
lo5
{Negativa del Covim.' Mario Svnet-Vais
Rk d'Italia.
13G
Famiglia Reale d'Italia.
Principe TOMMASO
DUCA DI GENOVA
Luogotenente "Generale di S. M.
Re.
S. M. Vittorio Emanuele lll-Feidinando-
Maria-Gennaro, per grazia di Dio e per
volontà della Nazione Re d'Italia, nato a
Napoli ril novembre 1869, figlio del Re
Umberto I (nato a Torino il ] 4 marzo 1844,
t il 29 luglio 1900) e della regina Marghs-
rita nata principessa di Savoia {ved. ap-
presso), ammogliato a Roma il 21 ottobre
1896 con
S. M. Elena, regina d'Italia, nata Petrovic-
Njégos, principessa del Montenegro, nata
a Cettigne 1*8 gennaio 187S, figlia di Ni-
cola I Petrovic-Njégos, Re del Montenegro
e di Milena Petrovna Vucotic.
Figli.
1) Principessa Jolanda-Maic/herita-yi.ileaA-'Eìl-
sabetta-Romana-Maria, nata a Roma il
1° giugno 1901.
2) Principessa iUTv/'aWa-Maria-Elisabetta-Anna
-Romana, nata a Roma il 19 nov. del 1902.
Chiedete il Catalogo della collesione
Volumi popo-
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"I libri d'oggi,,
C"'95
ognuno
VÓI —
< \' • s KKOINA ELENA S. M. la REGINA >fAI)KK
S. A. B. IL PRINCIPE DI PIEMONTE
— 138 —
3) Principe r/irw'^^Wo-NlcoU-Tomaso- Giovan-
ni-Marin, principe di Piemonte, pi-incipe
ereditario del regno, n. a Racconigi il
15 settembre 1901.
4) Principessa G/.'^w.'mMa-Elisabetta -Antonia -
Romana -Maria, nata a Roma il 13 no-
vembre 1« )7.
5) Principessa ^ranV^-Franeesca-Anna-Roma-
na, nata a Roma il 2(i dicembre 1914.
Madre del Re.
S.M. 3f«>-(/7jeri<a-Maria-Teresa-Giovanna, re-
gina madre, nata principessa di Savoia,
nata a Torino il 20 novembre 1851, figlia
del principe Ferdinando, duca di Genova
e della principessa Elisabetta di Sassonia,
maritata a Torino il 22 aprile 1868 col
principe Umberto di Savoia (poi re Um-
berto I), vedova il 29 luglio 1900.
Zii del Re.
A) [t Principessa Maria-Clotilde-Teresa-Luisa,
nata a Torino il 2 marzo 1843, t a Mon-
calieri 24 giugno 1911, maritata a Torino
il 30 gennaio 1859 col Principe Girolamo
Napoleone, vedova 11 17 marzo 1891]. —
Figli: 1) Principe Napoleone-F««or/o-Giro-
lamo Federigo, n. il 18 luglio 1862; 2) Prin-
cipe Napoleone-/^M?5'i-Giuseppe-Girolamo,
nato il 16 luglio 1864; 3) Principessa Maria-
Laetitia {ved. appresso).
B) [t Principe Amedeo, duca d'Aosta, nato a
Torino il 30 maggio 1845, re di Spagna dal
4 die. 1870 all' 11 febbraio 1873, t a Torino
il 18 gennaio 1890; ammogliato: 1» a Torino
il 30 maggio 1867 con la Principessa Maria
Vittoria Dal Pozzo Della Cisterna (nata il
9 agosto 1847, t l'8 novembre 1876); 2o a
Torino l'il settembre 1888 con la nipote]
Maria - Laetitia - Napoleone - Eugenia - Cate-
rina - Adelaide, nata a Parigi il 20 dicem-
bre 1866.
Figli: a) del \° letto: — 1) Principe Ewa-
n!<e?e-i<'j7jòer<o-Vittorio- Eugenio -Alberto-
Genova -Giuseppe -Maria, già duca delle
Puglie, ora duca d'Aosta, nato a Genova
il 13 gennaio 1869, tenente generale, desi-
gnato per il comando di un'armata in
guerra (Napoli), ammogliato il 25 giu-
gno 1895 a Kingston-on-Thames con:
f7ena- Luisa -Enrichetta di Orléans, nata a
Twickenham il 13 giugno 1871, figlia del
princ. Luigi-Filippo, conte di Parigi. Loro
figli: Pi-incipe ^/wet/eo-Umberto-Isabella-
Luigi- Filippo -Maria-Giuseppe-Giovanni,
duca delle Puglie, n.ato il 21 ottobre l^'OS
a Torino, tenente d' artiglieiia: Principe
A /ms/te-Roberto-Margherita-Giuseppe Ma-
ria-Torino, duca di Spoleto, n. il 9 mar-
zo 1900 a Torino.
2) Principe F'»(<or/o- /'J/wrxwwe/g- Torino- Gio-
vanni-Maria, conte di Torino, nato a To-
rino il 24 novemb. 1870, tenente generale
ispettore generalo di Cavalleria (Milano).
3) Principe Z-w/^fi- Anaedeo- Giuseppe -Maria-
Ferdinando-Francesco, duca degli Abruzzi,
nato a Madrid il 29 g«nnaio-1873, viceam-
miraglio nella marina italiana.
h)del secondo letto: — 4) Principe Umberto-
Maria- Vittorio- Amedeo-Giuseppe, conte di
Salemi, nato a Torino il 22 giugno 1889.
C) [t Maria Pia, regina di Portogallo, nata a
Torino il 16 ottobre 1847, t a Stupini^'i
il 5 luglio 1911, maritata per procura a
Torino il 27 settembre e in persona a
Lisbona il 6 ottobre 1862 con Luigi re di
Portogallo; vedova il 19 ottobre 1889] —
Figlio: Princ. -4Z/b«so-Henriques- Maria-
Luigi-Pietro d'Alcantara -Carlo-Umberto-
Amedeo-Fernando-Antonio-Michele-Raf-
faele - Gabriele-Gonzaga-Saverio-France-
sco d'Assisi -Joao-Augusto-Giulio-Volfan.ro
-Ignazio, duca di Oporto, nato il 31 luglio
1865.
Avo materno del Re.
[t Principe Ferdinando, duca di Genova, figlio
del re Carlo Alberto di Sardegna, nato
a Firenze, il 16 novembre 1822, t il 10
febbraio 1855, ammogliato a Dresda il
22 aprile '1850 con la Principessa Maria
Elisabetta, figlia del re Giovanni di Sasso-
nia, nata a Dresda il 4 febbraio 1830, ri-
maritata morganaticamente a Stresa nel-
l'oftobre 1856 col march. Niccolò Rapallo,
nuovamente vedova il 27 novembre 1882,
t il 14 agosto 1912].
Iiigli: 1) Regina Madre Murisi- Margherita-Te-
resa-Giovanna, vedova di Umberto I {ved,
avanti).
2) Principe Towmaso-Alberto-Vittorio, duca di
Genova, nato a Torino il 6 febbraio 1854,
Luogotenente generale del Re per la du-
rata della guerra (dal 25 maggio 1915),
ammiraglio della marina italiana (Roma);
ammogliato a Nymphenburg il 14 aprile
1883 con la
Principessa Maria-isa&eWa-Luisa- Amelia-Elvi-
ra-Bianca-Eleonora, principessa di Bavie-
ra, nata a Nymphenburg il 31 agosto 1863,
figlia del fu principe Adalberto di Baviera.
FigJi: Principe Ferdinando-'Umhevto-YiUp-po-
Adalberto-Maria, principe di Udine, te-
IL TACCO DI
VERA OÒMMA
— iiiii —
Le LL. AA.KH. LK PRINCIPESSE JOLANDA (a «jnt»<ra), MAFALDA {a destra)
GIOVANNA (tu basso) e 3IAUIA (in allo).
140 —
nente di vascello, nato a Torino il 21 apr.
1884; — Princ. i'^;7»7>eWo-Lodovico-Massimi-
liano-Emanuele-Maria, duca di Pistoia, n. a
Torino il 10 marzo 1895, tenente di caval-
leria; — Pi-inc. Maria Bona-Marffherita-AÌ-
bertina- Vittoria, n. ad Agliè il 1» ag. 1896;
— Princ. ylda/&er<o-Luitpoldo-Elena-Giu-
seppe-Maria, duca di Bergamo, nato ad
Agliè il 19 marzo 1898, sottotenente di ca-
valleria; — Princ. Maria Adelaide-Yìito-
ria-Amalla-Elisabetta-Maria, nata a Torino
il 25 aprile 190i; — Princ. Eugenio-Arfonso-
Giuseppe-Maria, duca d'Ancona, nato a
Torino il 13 marzo 1906.
Sono legati di sangue alla Famiglia Reale
di Savoja, ma non godono di nessun privile-
gio né titolo principesco: a) i Conti di Mira-
fiori e Fontanafiedda, nati dal matrimonio
morganatico del defunto re Vittorio Ema-
nuele II, nonno del re attuale, con Rosa Ver-
cellone, nata il 3 giugno 1833, creata con-
tessa di Mirafiori e Fontanafredda l'il aprile
1859, maritata il 7 novembre 1869, t il 27 di-
cembre 1885; b) ì conti di Villafranca-Soissons,
che traggono origine dal matrimonio morga-
natico del defunto principe Eugenio di Savoia
Carignano (nato il li aprile 1816, f i^ 15 di-
cembre 1888) cugino in 6° grado del re at-
tuale, con Felicita Crosio, nata a Torino il
4 maggio 1844, maritata il 25 novembre 1863,
creata contessa di Villafranca-Soissons il
14 settembre 1888.
Casa di S. M. il Re.
CASA MILITARE DI S. M.
Primo Aiutante di Campo generale. — Ugo
Brasati.
Aiutanti di Campo generali. — Giulio Merli
Miglietti — Guglielmo Capomazza di Cam-
polattaro.
Aiutanti di Campo. — Edgardo Guerrieri —
Amedeo Asinari di S. Marzano — Italo
Moreno — Francesco Dogliotti.
Goitmatove di S. A. R. il Principe ereditario —
Attilio Bonaldi.
Comandante lo Squadrone Guardie del Re. —
Giovanni Lang,
CASA CIVILE DI S. M. IL RE
Ministro della R. Casa. — Nob. Alessandro
Mattioli-Pasqualini.
Prefetto di Palazzo Gran Mastro delle Ceri-
monie. — Duca G. B. Borea d'Olmo.
Primo Mastro d'Ile Cerimonie. — Conte Fran-
cesco Giuseppe Tozzoni.
Mas/ri del'e Cerimonie dì Corte. — Miif^simo
MoiitaUo Duca di Fi-agnito — Conte Fran.-.
Avos?adio degli Azzoni — Duca Ferdinando
Cito dei march, di Torrecuso. — Lodovico
dei Duchi Lante della Rovere - Arborio
Mella di Sant'Elia co;ite Luigi, adivposi-
zione - Angelo Marchese Gavotti-Verospi.
Grande Scudiere. — March. Carlo Calabrini.
Gran Cacciatore. — Marchese Giulio Carmi-
nati di Brambilla.
Cappellano Maggiore. — Giuseppe Beccaria.
In-gegnere Architetto a disposizione di S. M. —
March. Achille Majnoni d'Intignano.
Medico di S. M. — Giovanni Quirico.
MINISTERO DELLA R. CASA
Ministro della R. Cast. — Nob. Alessandro
Mattioli-Pasqualini.
Direttore Generale. — Raffaele Lambarini.
Direttore capo divisione a disposizione. —
Ferdinando Comotto.
Divisione 1».
Direttole Capo di Divisione. — Luigi Bcsi.
Divisione 2*.
Direttore Capo di Divisione. — Pietro Gen-
tilini.
Divisione 3».
Direttore Capo di Divisione. — Vittorio
De Sanetis.
Divisione 4*.
Direttore Capo di Divisione. — Ettore La
Monaca.
Divisione 5».
Direttore Capo di Divisione. — Gaetano
Stern,
Ufficio d'obdink ed Economato,
Direttore Capo d' Ufficio. — Goffredo Giorgi.
CORTE DI S. M. LA REGINA
Dame di Corte. — Contessa Francesca Guic-
ciardini ~ Alberta Marnili duch. d'Ascoli,
princ. di Sant'Angelo dei Lombardi —
Contessa Maria Costa Carrù di Trinità —
Contessa Maria Bruschi Falgari — Con-
tessa Guglielmina Campello Della Spii;a.
Gentiluomini di Corte. — Conte Lodovico Guic-
ciardini — Sebastiano Marnili duca d'Ascoli,
princ. di Saiit'Angelo — Conte Paolo Costa
Carrù di Trinità — Conte Luca Bruschi
Falgari — Conte Pompeo Campello Della
Spina.
RO YAL '"Od- 5
la macchina per scri-
vere più indicata per
uffici ^ '^ ^ ^ ^
Agenzia Generale per l' Italia e Colonie
MUDANO — Via Dante, 4 — A. M£I<£ S| C. ==
CORTE DI S. M. LA REGINA MADRE
Duma d' Onore.
N. N.
- Mari
i 1 -
GenPuomini di Corte. — March. Carlo Torri-
giani — Conte Lui«i Kicoa di Oasteh occhio
— Bar. Fernando Perrone di Han Martino.
h. Ferdinando Guic-
Cavalìere d' Onore.
cioli.
Ikime di Corte. — DucliPssaVitforia Sforza Ce-
sarini — Principessa Adelaide Pignatelli
~* roncoli — Principessa Maria di Sant'Elia
Duchessa Teresa Massimo — Marchesa
i iammetta Uitjnon, dei Conti Irene d'Oria.
Casa di S. A. R. il Principe Vittorio Emanuele
Conte di Torino.
Aiutante di Campo. — Federico Bollati.
Ufficiale d' Ordinami. — Aless. Da Porto.
Corte di S. A. R. la Principessa IMaria Lactitia
vedova di S. A. R. il Principe Amedeo Duca
d'Aosta.
Dama d'Onore. — N. N.
Dime di Palazzo. — Contessa Maria Balbis
Bertone di Sambuy.
Cavaliere d'Onore. — March. Carlo Del Car-
retto di Moncrivello e Gorzegno.
Gentiluomini di Corte. — (^onte Giuseppe Fos-
sati Reyneri — Cesare Bonvicino.
Casa di S.A. R. il Principe Emanuele Filiberto
Duca d'Aosta.
Frimo Aiutante di Campo. — N. N.
Aiuifinte di Campo. — Emilio Montasinl.
Ufficiali di Ordinanza. — Antonio Grimaldi
di Serravalle — Mario Tonini.
Core di S. A. R. Elena Duchessa d'Aosta.
" di Palazzo. -. March. Anna Torrigiani-
; ry — Contessa Luisa Ricca di Castelvec-
!iio — Bar. Maria Perrone di San Martino.
Casa di S. A. R. il Principe Luigi Amedeo
Duca degli Abruzzi.
Ufpciijle d' Onjinuiiza. — Luigi Radicati Ta
lice di Passerauo.
Casa di S. A. R. il Principe Tommaso di Savoia
Duca di Genova.
Primo Aiutante di Campo. — Nob. Enrico Ma-
renco di Moriondo.
Aiutante di Campo.
Collobiano.
Filiberto Avogadro di
Ufficiali d' Ordinanza. — Andrea Provana del
Sabbione — Conte Alberto Buiaggi.
Corte di S. A. R. la Principessa IMaria Isabella
di Baviera Duchessa di Genova.
Dame di Palazzo. — March. Silvia Pilo di Boyl
e di Putiligari — Cont. Giulia Radicati di
Brozolo — Contessa Giannina Faà di Bruno.
Gentiluomini di Corte. — Conte Alessandro
Ricardi di Netro — Leonzio nob. Balbo
di Vinadio. — Nobile Luigi Terni Do
Gregori.
(Stampalo il 20 ott óre 1DL6).
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142 —
PARLAMENTO NAZIONALE
Senato del Regno.
XXIV LKGISLATURA - 1» SESSIONE
UFFICIO DI PRESIDENZA
Presidente: Manfredi.
Vicepresidenti: Blaserna, Paterno di Scssa,
Cefaly, Bonasi.
Segretari: Di Prampero, Fabrizi, Melolìa,
Biscaretti, D'Ayala Valva, Torrigiani.
Questori: Colonna, Reynaudi.
Commissione per II Regolamento interno
Presidente: Manfredi.
S^'gretario: Scialoja.
Commissari: Torrigiani Filippo, Colonna
Fabrizio, Bensa, Malvezzi de' Medici.
Commissione di Finanza
Presidente: Pedotti.
Vicepresidenti : Blaserna, Scialoia,
Segretario: Bettoni. Tami.
Commissari: Mariotti, Inghilleri, Dini, Co-
lombo, Mazzlotti, Gualterio, Veronese, Mar-
tuscelU, Dallolio, Sacchetti, Carafa D'Andria,
Gorio, Di Camporeale, Chimini. Marti nez,
Spingardi, Balenzano, Frascara, Del Carretto.
Commissione per la verifica dei titoli
dei nuovi senatori
Pì-es' dente: Bonasi.
Vicepresidente: Colonna Fabrizio.
Segretario: Di Prampero.
C immissari: Bava-Becoaris, Pa<_'ano Guar-
naschelli, Colombo, Frola, Melodia, Malvezzi
De' Medici.
Commissione per le petizioni
Presidente: N. N.
Vice presidiente: N. N.
Commissari: Mele, Bertetti, Arnaboldi Gaz-
zaniga, Fili Astolfone.
Commissione di contabilità interna
Presidente: Levi.
Segretario: Tami.
Commissari: Frascara, Barraoco.
Commissi«ne pei trattati internazionali
Prefiidente: Mal vano.
Segretario: Polacco.
Commiitsari: Bodio, Faina, Di CoUobiano
Arborlo Avoeadro, Carafa d'Andria, Malaspi-
na, Gallina, Pansa.
Comnii»8ione
pei Decreti registrati con riserva
Pre^id*nte: Sa^-chetti.
Segretario: Polacco.
Commissari: Guala, Potrella, De Cupls.
Commissione per la Bijiioteca
Presidente: Villari.
Commiss iri: Tommasini, Bodio.
Commissari di sorveglianza al Debito pubblico
Cencelli, Astengo, Martuscolli.
Commiss, di vigilanza al fonda per l'emigraz.
Bettoni, Reynaudi, Santini.
Commissari per la vigilanza sulla circolazione
e sugli Istituti di emissione
Faina, Franchetti, De Cupis, Veronese.
Commissari di vigilanza sul servizio i
Toi'lonia, Ciamician.
Chinino
Commissari al Consigl'o superiore de! lavoro
Torrigiani Laigi, Pirelli, Concjlli.
Commissari al Consìglio superiore
di Assistenza e Beneficenza pubblica
Dallolio, Astengo, Gui.
Commissari per la diffusione delia istruzione
elementare nel mezzogiorno e nelle isole
Falconi, Del Giudice.
Commissario
per il Comitato talassografico Italiano.
Ciam'cian.
Membri del Consiglio Superiore
delie acque e foreste.
Gorio, Veronese, Cadolini.
Membri del Consigi o Centrale
per le Scuole Italiane all'Estero.
Malvezzi De Medici, Maurigi di Castel
Maurigi.
Commissari di vigilanza
sull'Amministrazione delle Ferrovie dello Stato.
Cadolini, D'Ayala Valva, RiJolfi, SaLnoi-
raghi, Mangili, Tasca.
Membri del Consiglio Superiore
dì Pubblica Istruzione.
Dini, Dalla Vedova, Fadda, Guidi, Mal-
vezzi De Medici, Torrigiani F., Mariotti.
- 143 —
LA PRESIDENZA DEL SENATO
lÌLASERXA
vicepresidente.
Patkrnò di Sessa
vicepresidente.
Cekaly
▼lc«pre8ideut«.
Nuli ablfiunio itutiito prociimrck 11 ritratto
doU'ou. BONA8I.
144
Consiglieri d'Ammlnislrazione del fondo specla'e
per usi di Beneficenza e di Religione nella
città di Roma.
Di Carpegna ralconieri, Turlonia.
Commissari alla Qassa dei depositi e prestiti.
Levi, MartnsccUi, Gorio.
Commissari di vigilanza
all'Amministrazione dei fondo per il Cuta.
D'Andrea, Santini.
Commissione permanente d'istruzione
dell'Alta Corte di Giustizia
Presidente: l'atcrnò di Séssa.
Membri ordinui: Astengo, Falconi, Filì-
Astolfone, (ini, Inghilleri, Petrella.
Commissione permanente d'Accusa
dell'Alta Corte di Giustìzia
rresì'iente: Blaserria.
Membri oniùinri: Gabba, Martuscelli, Pa-
erano-Guarnascbolli.
s.
R
s.
R
s.
R
s.
R
s.
R
s.
R
ELENCO DEI SENATORI
il Principe Tommaso di Savoia, Duca di Genova.
il Principe Emanuele Filiberto di Savoia, Duca d'Aosta.
il Principe Vittorio Emanuele di Savoia-Aosta, Conte di Torino.
il Principe Luigi Amedeo di Savoia-Aosta, Duca degli Abruzzi.
il Principe Ferdinando di Savoia-Genova, Principe di Udine.
il Principe Umberto di Savoia-Aosta, Conte dì Saiemi.
COGNOME E NOME
RESIDENZA
COGNOME E NOME
RESIDENZA
ABITUALE
ABITUALK
A
Beltrami ai-ch. Luca
Milano
Beneventano Giuseppe Luigi.
L'-nfini
Adamoli hìg. Giulio
Aless. d'Fgi'to-
(Siracusa)
Pesoz^o (Cumo)
Bensa j^ro/'. Paolo Emilio, Pro/".
Agnettj doti. Alberto
Firenze
nella R. Uni>\ di Genova . .
Genova
Albertini ave. Luigi
Milano.
Bergamasco Eugenio
Milaio
Albertoni dvU. Pietro, Profesa.
Bertetti avv. Michele
Torino
nella li. Univ. di Boi gna. .
Po'ogna
Bettoni conte dott. Federico. .
Brescia
Amero d'A.ste Stella S.E. war-
Biscaretti di Ruffia conte Ro-
chese Marcello, Viceummira-
Roma
berto
Re co (Genova)
qlio
Blaserna dott. Pietro, Profes-
sore nella R. Univ. di Roma.
Annaratone avv. Angelo, Pre-
Roma
fetto di Provincia a riposo .
Roma
Bodio prof. Luigi, Presidente
Ardigò Roberto, Profess. i,eL(t
onorario di Sezione del Con-
R. Università di Padova . .
Padova
siglio di Stato
Roma
Arnaboldi Gazzaniga to>Ue
taluno
Boito prof. Arrigo .......
Bernardo
Bollati Riccardo, Ambasciato
re di S. M.
Astengo avv. Carlo, 7'>-e.s. ono-
Koftara
rario del Consiglio di Stato.
Roma
Bombrini Giovanni
Genova
Aula ing. Nunzio
T, apani
Bonasi conte Adeodato, Pres.
Avarna Nicolò duca di Gual-
del Cons. di Stato a riposo, .
Roma
tieri
Napoli
Bonin Longare S. E. conte Le-
lio, Inviato straord. e Mi-
B
nistro plenipottmiario, con
cr(de"zìa'i di ambasciato e.
Madrid
Badini Confalonieri avv. Al-
Borghese Felicp, principe di
fonso
Torino
Rossano
Abha ia di F<!S-
Baldissera S. E. Antonio, Te-
sa«om (Roma)
nente Generale di riserva. .
Firenze
Botterini De Pelosi avv. Giu-
Balenzano avv. Nicola
Barbieri Lodoviro, Te /;e«/e Cj?e-
Bari
sennf ....
Si.ndrio
ocpp^ .....
Bozzolo doV. Camillo, Prof.
nerale m posiz. ausli iria. .
Boforjna
nella R. Univ. di Torino. . .
Torino
Barinetti avv. Alt'(>::SO
MHano
BrandoMn c.ne Girolamo . .
Ven zia
Barracco barone Roberto. . .
N.ipoli-R.mi
Brnsati S. E. Roberto, Tenente
Barzellotti Giacomo Prof, nel-
generate a riposo
Milano
la R. Univ. dì Roma . . . .
Roma
Brusati S. E. Ugo, Ten. Gener.
Roma
Bassini dott. Edoardo. Profess.
Buonamici Francesco, Profes-
nella R. Univers. di Pad >va.
Padova
sore nella R. Univ. di Pisa.
Pisa
Bastogi etnie Gioacchino . . .
Vireize
Bava-Beccaris nobile Fiorenzo,
C
Tenente Generale a riposo. .
Ro-»a,Mo>tforte
d'All'a (Cuneo)
Cadolini ing. Giovanni, Colon-
nello a riposo
Beccaria Licisa no"^. Eman. .
B.tixelles
Soma
- 145 —
COGNOME E NOME
RESIDENZA
COGNOME E NOME
RESIDENZA.
ABITUALE
ABITCALR
Cadorna S, E. conte Luigi, Te-
Cocuzza Federico
M.ntèrosso Al-
nente genefule
Roma
mo (Siracusa)
Palermo
Caetani Onorato dura di Ser-
Coflfari bar. Girolamo
moneta
Ruma
Colleoni conte Guardino . . .
Roma- Thient
Calabria (Jiacoino, Fruatra'.
(Vicenza)
gener. di Corte di Caasiizion'
Colombo prof. Giuseppe, Di-
a yiposo . . • ,
NapoH
Faenza
retlore del R. Istituto Tecnico
Supriore di .Milano
Caldesi avv. Clemente
Milano
(Ravenna)
Colonna Fabrizio principe di
Camerano prof. Lorenzo . . .
Torino
Avella, Teoente colonnello
Camerini conte Giovanni. . . .
Ferrara
velLt riserva
Roma
Candiiini Camillo, Viceammi-
Colonna Prospero principe di
raglio nella riserva navale.
alivola (Aless.)
Sennino
Roma
Caneva S. E. dirlo, Cenera'e
Compagna barone Francesco.
Napoli
d' Esercito
Milano
Comparetti prof. Domenico. .
Consiglio Davide
Firenze
Canevaro Felice Napoleone,
Napoli
Viceamm. ntVa rise): nacale.
Venezia
Conti Emilio
Milano
Canzi Luigi
Mi latto
Cordopatri Pasquale
MontelfO:ie di
Capaldo Pietro, Procuratore
Ca'abrla
gen. di C'issazione
Napoli
(Catanzaro)
Capellini Giovanni, Prof, della
Cornalba avv. Giuseppe. . . .
Lodi (Milano)
R. Univ. di Boi igna
Bologna
Corsi Camillo, Viceamiuirag.,
Capotoiti ave. Giov. Pietro,
Minis'ro d'Ila Marina . . .
Roma
Presid. di Sez. di Cassazione
Roma
Corsini Tommaso principe di
Carafa Riccardo, duca d'An-
Sismano
Firenze
dria
Napoli
Cosenza S. E. avo. Vincenzo,
Cardarelli dott. Antonio, Prof.
Primo Pres. di Cassazione. .
Pozzuoli
nella Ji. Univ. di Napoli . .
Napoli
(Napoli)
Carissimo uvv. Gennaro. . . .
Oria (Lecce)
Croce prof. Benedetto
Napoli
Carle prof. Antonio, Proftas.
Cruciani Alibrandi comm. En-
nella B. Univers. di Torino.
Tonno
rico
Roma
Carle prof. Giuseppe, l'rofess.
Cuzzi avv. Giuseppe
Paliamo
nella R. Univers. di Torino.
Torino
(Novara)
Caruso art;. Raffaele
Comi so
D
(Siracusa)
Casalini i>ig. Alessandro, . . .
Roma
D'Alife (Caetani) conte Nicola.
Natoli
Cassis dott. march. Giovanni,
Dalla Vedova prof. Giuseppe.
Roma
Consigliere di Stato
Ro'va
Dallolio dot/. Alberto
h'ologna
CastiglionI m 'rch. Baldass. . .
Brescia
D'Andrea are. (iiuseppe . .
Nap ili
Cataldi comm. Caiio, Prefetto
D'Arco conte Antonio
Mantova
a riposo
Nicasiro
D'Aj-ala Valya cunle Pietro. .
Taranto
(Catanzaro) "
(Lecce)
ravalli dott. Luigi
Vicenz 1
De Amicis dott. Tommaso, Pro-
ivasola S. E. avv. Giannetto,
fess. nella R. Univ. di Napo'i.
Napo'i
Prefetto di Provine, a ripos .
Roma
De Biasio Alfonso, PrimoPres.
Cefalo Enrico, Primo Presi-
dente onorario di Corte di
di (JdSSdZiOHB •
Torino
De Cesare dott. Raffaello . . .
Roma
Cassazione. . . ./.
Roma
De Cupis avv. Adriano, Avv.
«efaly Antonio
Roma
Gen. Erariale a riposo . . .
Roma
Celoria prof. Giovanni, Dire--
De Giovanni dott. Achille, Prof.
tore dell' Ossenatorio as.'ro-
nella R. Univ. di Padova. .
Pidova
nomiio di Hrera
Milano
De-Larderel conte Florestano.
Livorno
Cencelli e-.nte Alberto
Roma
Del Carretto waccA. Ferdinan-
Chiappelli prof. Alessandro .
Firenze
do. Tenente Colonnello del Ge-
Chiesa Michele
Torino
Roma
nio nel'a riserva nivale. . .
Del Giudice dott. Pasquale,
Napoli
Chim ni avv. Bruno
ChironiGianpietro, Prof, nefli
Prof, nulla R. Univ. di Pavia.
Pavia
Regia Università di Tonno.
Torino
Della Noce 8. E. Giuseppe,
Ciamician dott. Giacomo, ['rof.
Tenente Generale
Firenze
nell'I R. Univ. di Hdlo^na . .
Bologna
Della Torre dott. Luigi ....
Milano
ibrario nob. uvv. Giacinto . . Torino
Del Lungo Mw»M.p»-o/". Isidoro.
Firenze
' 1 pelli aiv. Vittorio Piacenza
De Lorenzo prof. Giuseppe .
Napoli
(.'ittadella Vigodarzere conte
De Martino nob. Giacomo . .
Mogadiscio
Gino
Padova
De Novellis doti. Fedele, In-
(Somalia Itul).
CivelU c„mm. Antonio
Firenze
lomento dott. Pasquale . . .
Rima
vu V straordinario e Mini-
jóchitC prof. Enrico
Napoli
stro jtlenip. a riposo
Roma
14G
COGNOME E NOME
RESIDENZA
ABITUALE
De Petra dott. Giulio, Prof.
nella B. Univ. di Knpoli , .
Napoli
De Renzi dotf. Errico, Profes-
sore nella B. Univ. di Napoli.
Napoli
De Riseis bar. (ìiaseppe . . .
Roma
De Seta avv. Enrico
Catanzaro
De Sonnaz (Gerbaix) conte
Carlo Alb., Inviato straor-
dinario e Ministro plenipo-
tenziario a rip.ìso - . .
Torino-Rorni
Di Brazzà (Savorgnan) conte
Filippo
Rninn
Di Brocohetli barone Alfonso,
Vice (mmirag. stella riserva
navale
Di Broglio dott. Ernesto, Pre-
sidente della Corte dei Conti.
Roma
Di Gdim^ore?de principe Paolo.
Roma-Palermo
Di Carpegna Falconieri) conte
Guido Orazio
Roma
Di Casalotto (Bonaccorsi) mar-
chese Domenico
Catania
Di Collobiano Arborio Avo^'a
dio {dei conti) Luigi, Amba-
sciatore a riposa
Torino-Roma
Diena avv. Adriano
Venezia
Di Frasso (Dentice) principe
Luigi . . ....
T/ntiin
Dini dott. Ulisse, Professore
nella E. Università di Pisa.
Pisa
Di Prampero conte Antonino,
colonnello a riposo
Udine
Di Roccagioviue (del Gallo)
marchese Luciano
Roma
Di Rovasenda avr. Alessand
Torino
DiScalea(Lanza-Spinelli)2jWM-
cipe Francesco
Palermo
Di Sirignano (Caravita) prin-
cipe Francesco
Napoli
Di Terranova (Pignatelli) duca
Giuseppe. .
o
Di Trabia (Lanzii) principe
Pietro
Di Vico dott. Pietro, Avvocato
Generale Mli are
Roma
D'Oncieu de la Batic con'e
Paolo, Tenente Gen. a riposo.
Torino
Doria d'Eboli duca Francesco.
Napoli
Dorigo ave. Luigi
Verona
D'Ovidio Enrico, Prof, nella
R. Università di Torino . .
Torino
D'Ovidio Francesco. Profes-
sore ne'la R. Univ. di Napoli.
Napoli
Driquet wo&. Edoardo, Tenente
Genei-ale a riposo
Firenze
Duraiid De La Penne S. E.
march. Luigi, Tenente Gene-
rale di riservi
Bologna
Durante doti. Francesco, Prof.
nella R. Univ. di Roma. . .
Roma
E
Ellero prof. Pietro, Presidente
onorario di Sezione del Con-
Esterle ing. Carlo
Milano
COGNOME E NOME
Fabri avv. Carlo .
Fabrizi dutt. Paolo
Facheris avv. Giovanni . . . .
Fadda piof. Carlo
Faina conte dott. Eugenio, Di-
rettore del R. Istituì 0 agrario
speiimentale ili Perugia. . .
Faina conte Zeflfìrino. . . . . .
Falconi Nicola, Primo Presid.
onor. di Corte di Cassaz, .
Faldella avv. Giovanni
Fano dott. Giulio, Prof, nel
R. Istituto di Studi Super, di
Firenze
Fecia di Cossato S. E. nobile
Luigi, Tenente Generale di
riserva
Ferraris prof. Carlo ......
Ferraris dott. Maggiorino. . .
Ferrerò di Cambiano avv. Ce-
sare
Figoli des Geneys conte Eu-
genio
Fili-Astolfone avr. Ignazio . .
Filomusi Guelfi Francesco,
Professore nella R. Univer-
sità di Roma
Foà dott. Pio, Profe^>.ore nella
R. Università di Torino. . .
Forlanini prof. Carlo
Fortunato dott. Giustino . . .
Fracassi di Torre Rossano
march, dutt. Domenico. . . .
Franchetti dott. Leopoldo. . .
Francica Nava Giovanni .
Frascara avv. Giuseppe . .
Frassati avv. Alfredo . . .
Frizzi avv. Lazzaro ....
Frola avv. Secondo
Gabba Carlo Francesco, Prof,
nella R. Univ. di Pisa . . .
Gallina conte Giovanni, Com-
miss. Gen. dell' Emigrazione.
Garavetti avv. Filippo
Garofalo bar. Raffaele, Presi-
dènte di Sezione di Corte di
Cassazione
Garroni march, avv. Camillo,
Ambasciatore a riposo . . .
Gatti dott. Girolamo, Prof. ìvel
R. Istituto di Studi Super, di
Firenze
Gatti Casazza Stefano
Gattini conte Giuseppe . . . .
Gavazzi comm. Ludovico . . .
RESIDENZA
ABITUALE
Piacenza
Pontedera
(Pisa)
J/j^o^o (Milano)
Napoli
Perugia-Roma
Perugia
Roma
Sa 'uggia
(Novara)
Roma
l adova
Roms
Ar emano
(Genova)
Roma-Naro
(GirgentiJ
Roma
Torino
Paria
NapJi
Torino
Roma -Cita di
Castello (Pe-
rugia)
Siracusa
Roma
Torino
Milano
Torino
Roma
S.tssari
Vaneggia
(Genova)
Firenze
Ferrara
blatera
(Potenza)
MilaHo
- 147
COGNOME E NOME
RESIDENZA
COGNOME E NOME
RESIDENZA
ABITUALE
ABtTUALB
Glierardiiii march. Qlanfran-
Luciani doti. Luigi, Professore
QgSCO
Reggio Emilia
Napo'i
nella R. Università di Roma.
Lustig dot:. Alessandro, Prof.
Roma
Ginistrelli Edoardo
Gioppl ronte aiv. Cesare . . .
Mantova
nel R. Istituto di Studi Super.
Giordani avv. Domenico, Pii-
Napoli
di Firenze
Firenze
mo Vresid. di Corte d'A/>p.
Giordano-Apostoli bop; Gius.
Roma
M
Giunti Leopoldo
lioma
Glasso cn-e Girolamo . . . .
Rjma
Majnonl d'Intignano S.E. conte
Giusti del Giardino con'e
Luigi, Tenente Generale in
Vettor
Padova
posizii/ne ausiliaria
Malaspina S. E. march. Oblzzo,
Milano.
Golgi Camillo, Pro/«S4(o»-« nella
Ji. Univii-aUà di Paria . . .
Pavia
Amhasciatore, a ripoòO . . .
Roma - VoJpedo
Gorio avv. Cai Io
Borgo San Gin-
(Alessandria)
corno (Bresci&)
Malvano S. E. avv. Giacomo,
Grandi S. E. Domenico, Ten.
Pres. del Consiglio di Stato .
Roma
f/eìierale • •
Napoli
Malvezzi de' Medici co/it* dolt.
Nevio
i^issi G. Battista, Irofessue
Bologna
x.iUa R. Università di Roma.
Roma
Manassei conte Paolauo. . . .
Roma- Teliti
! -ppi Mo{».«t>r. Emanuele . .
Milano
(Perugia)
Greppi S. E. co>Ue Giuseppe,
Manfredi S. E. avv. Giuseppe,
Ambasciatore a riposo. . . .
Milano
Procuratore Generale di Corte
Guula avv. Curio, Presidente
di Cassazione a riposo. . . .
Firenze-Roma
onorario di S zinne del Con-
Mangiagalli prof. Luigi ....
Milano
siglio di Stito
Roma
Mangili Cesare
Milano
(Tiialterio march. Luigi Enri-
Manno bar. Antonio
Torino
.0, Vi eammiraglio ne'la ri-
Maragliano d -«. Edoardo, JP^-o-
•^erva navale
Roma
Roma
fessore nella R. Università
di Genova
li avv. Antonio, Presid. di
Genova
"sezione di Corte di Cjss iz.
Marchiafava prof. Ettore. . .
Roma
liccioli march. Alessandro,
Marconi Guglielmo
Roma-Londra
Amlasriatore
Tokio
Marinuzzi avo. Antonio ....
Palermo
lidi Ignazio, Professore nella
Mariotti avv. Giovanni
Parma
li. Università di Roma . . .
Roma
Martinelli prof. Giovanni. . .
Martlnez Ernesto, Tenente Ge-
nerale del Genionella riserva
Ferrara
navale
Roma
Imperiali S. E. m/7rc/j. Gugliel-
Martuscelli avv. Enrico, Pre-
mo, dei princ. di Franca-
sidente di Sezione della Corte
villa, Ainhnsciritoie
Londra
dei conti a rip >ao
Roma
Inghilleri Calcedonio, Pre.^i-
Masci dott. Filippo, Professore
dente onor. del Cons. di Stato.
Roma
nella R. Univers. di Napoli.
Napoli
Massarucci conte Alceo ....
Roma
L
Mattioli Pasqualini noh.dott.
Aless., Min. della R. Casa.
Roma
Lagasi avv. Primo
Bedonia
Maurigi di Castel Maurlgi
(Parma)
march. Ruggiero, colonnello
Lamberti (nobile di Colle) Ma-
rio, Tenente generale nella
a riposo
Bagni di Lucca-
Roma
riserra
Firenze
Roma
Mazza S.E. Francesco, Te ente
generale in pos. aus
Lanciani p'-of. Rodolfo ....
Roma
uiza a. E. cimte Carlo, Te-
Mazzella Paolo, Primo Pre-
'lente Generale di riserva,
sidente di Cassazione . . . .
Firenae
Ambasciatore a riposo. . . .
Torino
Mazzlottl avv. Matteo
Roma
onardl Cattolica S. E. Pa-
Mazzoni Guido, Professore ntl
squale, Viceummi raglio . . .
Napoli
R. Istituto di Studi superiori
ns Adolfo, Presidente di Se-
in Firenze
Firent»
ione della Corte dei Conti.
R ma
Mele firr. Fiances>co
Cosenza
vi nob. Ulderico .
Roma- Reggio
Melodia bar. Nicoolò
Roma
Emilia
Michetti prof. Frane Paolo .
FrancawUa al
vi-Civita avt». Giacomo. . .
Padova
Mare (Chleti)
lodice avv. Vincenzo Ed. .
Napoli
Millo S. B. Enrico, Contrammi-
iacea ing. Pietro
Vercelli
(Novara)
raalio
Roma
Mlnervini Gennaro, J'refetto
T.u.'chinl prof. Luigi, Pres'-
di Provincia a riposa . . . .
Napoli
■ lente di Sezione di Corte di
Molmentl prof. dott. Pompeo.
MonigadéKar.
' asaatione
BunM
da (Brescia)
148
COGNOME E NOME
Monteverde prof. Giulio . . .
Morandi prof. Luigi
Morra di Lavriano e della
Monta S. E. cone Roberto,
Tenente Genei-ale, Amhasc.
onorario, a riposo
Morrone Paolo, Ten. Generale,
Minislro della Guerra . . .
Moitara S. E. prof. Ludovico,
Procurai. Generale di Corte
di Cassazione
Muratori avv. prof. Angelo .
Niccolini Eugenio, marchese
di Camugliano
Niccolini march. Ippolito. .
Novaio Giacomo Filippo, Pro
fessure nella li. Università
di Genova
RESIDENZA
ABITUALE
Pomi
Poma
Viareggio
(Lucca)
COGNOME E NOME
Oliveri Eugenio
Orengo march. Paolo, Viceam-
miraglio a ìiposo
Orsini-Baroni Francesco
Pagano-Guarnasehelli S. E.
Giambattista, Primo Pres.
di Cassazione a riposo . . .
Pagliano avv. Salvatore. . . .
Paladino Giovanni, Pn;/' ss /re
nella P. Unirei s. di Napoli.
Palberti avo. Romualdo. . . .
Palummo avv. Natale, Primo
Presidente di Corte d'Ap
pello . .
Panizzardi doti. Carlo, Prefetto
■ di Protìincia
Pausa S.E. Alberto, Ambascia-
tore a riposo
Papadopoli-Aldobraiid ni con-
te Nicolò
Pasolini conte Pier Desiderio.
Passerini Angelo
Passerini con'e Napoleone. . .
Paterno di Sessa Emanuele,
Professore nella R. Univer-
sità di Roma
Pedotti S. E. Ettore, Tenerne
Gen. in posizione ausiliaria.
Pellerano arv. Silvio
PellouxS E. Luigi, TenenleGe-
nerale di riserva
Perla prof. avo. Raffaele, Pre-
sidente di Sezione del Consi-
glio di Stato
Perrone avv. Emilio
Roma
Roma
Firenzi
Firenze
Firenze
Palermo
Rima e Venti-
miglia (Porto
Maurizio)
Fornacette
(Pisa)
Roma
Napoli
Napoli
Tuìino
Milano-Roma
Milano
Reggio Emilia
Venezia
Roma-Ravenna
Brescia
Firenze
Roma
Genok-a
F'irenze
Bordighìra
(Porto Mauri-
[zio)
Rma
Perrucchetti Giuseppe, 2'e-
nente Generale nella riserva.
Pe carolo dott. MeWom, Prof .
nella R. Univers. di Torino.
Petrella Guglielmo Ugo, Pri-
mo Presidente onorario di
Corte di Cassazione
Piaggio Erasmo
Pigorini prof. Luigi
Pincheile avv. Gabriele, Pies.
di Sezione del Cons. di Stai >.
Pinelli S.E. cow^e Tullio, Pri-
mo Presid. di Corte di Cas-
sazione a riposa
Pini avv. Enrico
Pirelli ing. Giovanni Battista.
Placido avv. Pasquale
Fiutino conte Fabrizio
Podestà n.jb. Luigi
Polacco Vittorio, Profess. nella
R. Università di Padova . .
Ponti march. Ettore
Ponza di San Martino conte
Coriolano, Tenente generale,
nella riserva
Porro Carlo, Ten. Generale,
So to'apo di Stato Maggiore
dell' Esercito
Pozzo art>. Marco
Pullè Frane. Lorenzo, Prof.
neUa R. Univers. di Po'ogua.
Pullè ente Leopoldo
Quarta S. E. avv. Oronzo, Pri-
mo Presidente di Corte di
Cassazione a riposo
Racagni Felice, Tenente Ge-
nerale a riposo
Raccuini avv. Domenico .
Rebaudengo conte doti. Eug.
Resta Pallavicino mtrch. Fer
dinando
Reynaudi Carlo Leone, Vice-
amm. nella riseria navale
Ricotti Magnani S. E. Cesare
Tenen'e Generale a riposo
Ridola dy^.Domenico . ...
Ridolfì march. Carlo
Righi Augusto, Profess. nMa
R. Università di Bologna .
RioloVincenzo, con'edei Piano
Rizzetti Carlo
Rolandi Rirci avv. Vittorio
Ronco ing. prof . Nino. . . .
Rossi barone Giovanni . . .
Rossi avv. Teofilo
Rossi-Martini conte Gerolamo.
Rota avv. Attilio
Ruffini Francesco, Professore
nella R. Univers. di Torino,
Ministro dell' Istruz. Pubbl.
RESIDENZA
ABITUALE
Milano
Torino
Roma
Genova-Roma
Roma
Torino
B logna
Milano
Napoli
ReggioCalabria
Roma
Padova
Milano
Roma
Roma
Torino
Bologna
Milano
Roma
Tirino
Rieti (Perugia)
Torino
[no)
T, ecella (Mila-
Castigliole' Sa-
luzzo (Cuneo)
Novara
Ma ter a
Firenze
Bologna
Roma- Naro
(Girgenti)
Torino
Genova
Genova
Shio (Vicenza)
l'orino
Genova
Bergamo
Torino
- 149
COGNOME E NOME
RESIDENZA
ABITUALE
COGNOME E NOME
RESIDENZA
ABITUALR
Buflfo Fabrizio, principe di
Tamassia Arrigo, Profenore
Motta Bagnara
Roma
nella R. Univ. di Padova . .
Tarai Antonio, Presidente di
Padova
S
Sezione della Corte dei Conti.
Roma
":'s-^a.ri march. Giuseppe . . .
Bologna
Sacchetti ing. Gualtiero. , , .
Bologna
Tasca (Mastroglovanni) conte
Saladini conte Saladino, Pre-
Cesena (Forlì)
Giuseppe
Palermo
fetto di Provincia a riposo .
Tecc'hio avv. Sebastiano. . . .
Venezia
Sa'iuoiraghi ing. Angelo . . .
Milano
Tittoni comm. Romolo
Roma
Salvaiez/a Elvidio. Prefetto .
Genova
Tittoni S. E. avv. Tommaso,
Sandrelli avv. Carlo, Preni-
Ambasciatore
Roma-Parigi
Roma
dente di t^ezione del Consi-
Tivaronl avv. Enrico
glio di Stato
Roma
Todaro doti. Francesco, Prof,
nella R. Univ. di Roma . . .
San Martino di Valperga Ma-
Roma
glione cottte Guido
Torino
Tommasini Oreste
li orna
San Severino conioi. Carlo . .
Marcellinara
Torloiiia dura dott. Leopoldo .
Roma
(Catanzaro)
Torri?iaiii march. Filippo. . .
Firenze
Santamaria-Nicolini S. E. avv.
Toriigiani avv. Luigi
Pai-ma
Francesco, Primo Presidente
Torrigiani marchese Pietro . .
Firenze
di Cor e di Cassaz., a r poso.
Napoli
Trevea De Bontìli barone Al.
Venezia
Santini dott. Felice
Homi
Triani prof. (Jiuseppe
Modena
Scalini dott. Enrico
Milano
Trincherà prof. Francesco . .
Ostimi (Lecce)
Soaramella Manetti Augusto.
Roma
^chinina Giuseppe march, di
Sant'Elia
Ragusa
V
(Siracusa)
Schupfer Francesco, Profeas.
»
Valli avv. Eugenio
Roma
nella R. Università di Roma.
Roma
Venosta nob. Luigi
Roma
Scialoia ftvv. Vittorio, Profess.
Veronese dott. Giuseppe, Prof.
nella R. Università di Rnna,
nella R. Univer. di Padova .
Padova
Ministro sema portafoglio.
Roma
Viale S.E.Leone, Vice amm.
Roma
Scillamà Benedetto, l'rmo
Vidarl avv. Ercole, Professore
Pres. di Corte di Cassazione.
Palermo
nella R. Univertiità di Pavia.
Pavia
Senise Carmine, Prefetto di
Vigano S. E. Ettore, Tenente
Provincia a riposo
Corleto-Pertica-
Generale a riposo
Firenze
ra (Potenza)
Vigoni nobile ing. Giulio . . .
Milano
Sonise Tommaso, Professore
Villa avv. Giovanni, R. Avvo-
nella R. Univer. di Napoli .
Napoli-Roma
cato Generale Erariale . . .
Roma
-^ rristori conte dott, Umberto.
Firenze
VillariS. E. Pro/". Pasquale . .
Firenze
-^iii Cesare
Roma
Spoleto
Firenze-Roma
Visconti di Modrone duca
Uberto
~^ nibaldi avv. Tito
Milano
- )nnino barone Giorgio. . . .
Vittorelli nob. Iacopo, Prefetto
- umani conte Pietro
Milano
Roma
di Provincia
Firenze
^ )ulier rfo«, Enrico
Volterra Vito, Professore nella
-pingardi S. E, Paolo, Tenen-
R. Università di Roma . . .
Rotna
te Geneia'e in posiz. ausil.
Roma
^l)ii;ito avv. Beniamino , . . .
Napoli-Roma
W
T
Wollemborg dott. Leone . . .
Roma
Tabacchi ing. Giovanni ....
Mirandola
(Modena)
Tacconi dott. Gaetano
Pologna
Z
Taglietti avv. Giuseppe, Proc.
Zappi march, dott. Luigi. . . .
Fir0m0
Generale di Corte di Cassa-
Zuccarl S. E. Luigi, Tenente
zione a riposo
Taiani avv. Diego
Torino
Generale
Firenze
Roma- Portici
Zupelli S. E. Vittorio, Tenente
(Napoli)
Generale.
Roma
(Stampato il 20 settembre 191G).
— 150 —
Camera dei Deputati.
IXIV LEGISLATURA - 1» SESSIONE
UFFICIO DI PRESIDENZA
Presidente: Marcora. — Vicepresidenti: Cappelli, Alessio, Eava.
Segretari: Loero, Bignami, Guglielmi, Libertini Gesualdo, Del Balzo, Valenzani, De
Amicis, Miari.
Questori: Negrotto-Cambiaso, Capece-Minutolo.
GIUNTE PERMANENTI E COMMISSIONI
Giunta permanente per le elezioni.
Presidente: Ronchetti.
Vicepresidenti: Romanin-Jacur, De Nava.
Segretari: Montemartini, Scalori.
Baccelli A., Bertarelli, Berti, Bonicelli, Ca-
lisse, Ciccarone, Codacci Pisanelli, Di San-
t'Onofrio, Ferri E., Ferri G., Lucifero, Ma-
gliano, Molina, Morelli E., Nofri, Nuvoloni,
Pacetti, Pala, Prampolini, Sanarelli, Scano,
Stoppato, Zaccagnino.
Giunta permanente per le petizioni. '
Presidente: Solidati-Tiburzi.
Vicepresidenti: Nunziante, Bianchini.
Segretari: Bianchi V., Indri.
Fraccacreta, Abbruzzese, Gerini, Paparo,
"Veroni, Romeo, Gazelli, Sighiei'i, Roberti,
Rossi Eugenio, Rota, Di Robillant, Tovini.
Giunta permanente
per il Regolamento interno della Camera.
Presidente: Marcora.
Baizilai, Bonomi I., Campi, Cermenati, Cir-
meni, Codacci-Pisanelli, Compans, Lucifero,
Rossi L.,
Commissione generale del Bilancio
e dei rendiconti consuntivi.
Presidente: Aguglia,
Vicepresidenti: Morelli-Gualtierotti
Segretari: Camera, Mango, Gallenga.
Aguglia, Morelli-Gualtierotti, Schanzer,
De-Marinis, Giovanelli E., Mango, Maraini,
Suardi, Cao Pinna, Camera, Girardini, Alessio,
Manna, Casciani, Pantano, Nava O., Falletti,
Cotugno, Arlotta, Torre, Gallenga, Facta,
Tedesco, Ancona, Pais Serra, Luciani, Da-
nieli, Corniani, Libertini P., Paratore, Nava C,
Dentice, Callaini, Bonomi I.
Sotto- Commissioni.
Aguglia, presldentp.;
Alessio,
Finanze e Tesoro,
Dentice, segretario.
Morelli - Gualtlerotti, Maraini
Facta, Tedesco, Danieli, Bonomi I.
Lavori puhhlici, Agricotfnra, Indus'iia
Commercio, Poste e Ttiegrif,. — Casciani. pr
sidenle; Cotugno, segreiario.
Camera, Arlotta, Nava C, Ancona, Co
nlani. Libertini P., Callaini.
Interno, Grazia e Giustizia e Istruzione Puh-
hlica. — Cao-Pinna, presidente; Mango, se-
gretario.
Girardini, Mann^, Pantano, Nava O., Gal-
lenga, Luciani, Paratore.
Esteri, Guerra e Marina. — Giovanelli E.,
presidente; N. N. segretario.
Schanzer, De Marinis, Suardi, Falletti,
Torre, Paiis Serra.
Pei conti consuntivi: Aguglia, peaidentf ;
N. N. segretariit.
Cao-Pinna, Giovanelli E. Casciani, Morelli-
Gualtierotti.
Commissione di vigilanza
sulla Biblioteca della Camera.
Luzzatti L., presidente — N. N., segret.
Cirmeni, Sanarelli e i due questori.
Giunta permanente per l'esame dei Decreti
e mandati registrati con riserva dalla Corte
dei Conti.
Cassuto, presidente. Leonardi, segretario.
Mendaia, Pipitene, Leone, Rastelli, Miari,
Valvassori-Peroni, Molina.
Giunta per l'esame del trattati di Commercio
e delle tariffe doganali.
De Marinis, presidente Arton, segretario.
Morpurgo, Luciani, Flambé iti, Montanti,
Lucifero, Materi, Fera, Goglio, Rossi C.
Commissari di vigilanza
sull'amministrazione del Debito pubblico.
Patrizi, Curreno, Arrivabene.
Commiss, di vigilanza sugli Istituti di emissione
e sulla circolazione di Stato e bancaria.
Fumarola, Bellotti, Nunziante.
Commissari di vigilanza
sull'amministrazione del fondo per il culto.
N. N., - N. N., - N. N.
Commissari di vigilanza sull'amministrazione
della Cassa dei Depositi e prestili.
N. N., - N. N., - N. N.
Membri del Consiglio di Amministrazione
del fondo speciale di relig one e di beneficenza
nella Cttà di Roma.
Ciniorclli, N. N.
- 151 —
LA PRESIDENZA DELLA CAMERA DEI DEPUTATI
t
S. E. Marcora
presidente.
Rava
Ticeprettideate.
L'on. Arlotta
nominato Miuttitro del Trasporti
uon è stato ancora sostituito.
152 —
Commissari di vigilanza
sul fondo per l'emigrazione.
Pantano, Morando, Cimorelli. '
Commissari di vig lanza
sul servizio del Chinino di Stato.
Bianchi L., Casciani.
Commissari de! Consiglio superiore
del Lavoro,
Girardini, Turati, Longlnotti.
Commissari del Consiglio di Assistenza
e Beneficenza.
Vaccaro, Caporali.
Membri de'ia Commissione centrale per la dif*
fusione dell'istruzione elementare nel mez-
zogiorno e nelle isole.
Pietra valle, Vcnzi.
Commissari di vigilanza sull'amministrazione
delle ferrovie dello Stato.
Pozzi, Cappelli, Bertarelli,
sio. N. N.
De Nava, Ales-
Commissari del Consiglio superiore
della Pubblica Istruzione.
Ciuflfelll, Pietravalle, Cirmeiii, Capaldo,
Finocchiaro Aprile, Mosca, Stoppato.
Membri del Consiglio superiore delle acque
e foreste.
Cermenati, Cocco-Ortu, Beltrami.
Membro del Comitato Talassografico Italiano.
Agnesi.
Membri del Consiglio Centrale
delle scuole italiane all'estero.
Fradeletto, N. N.
Commissione per l'esame dell'ordinamento
e funzionamento delie ferrovie dello Stato.
De Vito, De Nava, Raineri, Ancona, Pan-
tano.
Elenco alfabetico dei Deputati
Abbruzzese Antonio
Abisso arv. Angelo
Abozzi avii. Michele
Adinolfi avv. Roberto
Agnelli nvv. Arnaldo
Agnesi i>ig. Giacomo
Agnini Gregorio
Aguglia avv. Francesco
Albanese uvv. Giuseppe
Albertelli ing. Guido
Alessio prof. Giulio
Altobelli (wv. Carlo
Amato avv. Stanislao
Araicarelli Matteo
Amici avv. Giovanni
Amici ing. Vences'ao
Ancona hig. prof. Ugo
Angiolini dott. Antonio
Appiani (omm. Gra/.iano
Arca prof. Francesco
Arlotta Enrico
Arrigoni degli Oddi conte
Carlo Ettore
Arrivabene-Valenti -Gonza-
ga co>ite Gilberto
Artom dott. Ernesto
Astengo avv. Giuseppe
Auleri-Berretta avv. Giov.
Baccelli avv. '''ott. Alfredo
Badaloni dott. Nicola
Balsano avi\ Hocco
Barbera Renzo
Palermo III
Barnabei dott. Felice
Atri
M dtigno
Barzilai avv. Salvatore
Rema V
Sciacca
Basaglia avv. Confucio
Carpi
Sassari
Basile avv. Luigi
Jienevento
Napoli XII
Baslini avv. Antonio
B.ivio
Milano II
Battaglieri avv. Augusto
Casal Monferrato
Oneg'ia
Battelli prof Angelo
Urbino
Mirandola
Beghi dott. Galileo
Bovigo
Termini Ime -e se
Bollati do<^ Bartolomeo An
Ger«ce Mirina
tonio
Feltre
Parma II
Belotti avv. Bortolo
Z>gno
l'adova
Beltrami avv. Francesco
Pallanza
Napoli V
Benaglio avv. Giacinto
Martinengo
Verb'caro
Bentini avv. Genuzio
Castelmaggiore
Manfredonia
Berenini avv. Agostino
B >rgo S. Donnino
Poggio Mirt'to
Berlingieri march. Annib.
Spezzano Grande
Città Ducale
Bernardini avv. Ferruccio
Montalcino
Oemona
Bertarelli avv. Pietro
Tortona
Prato in Toscana
Bertesi Alfredo
Pescarolo
Treviso
Berti avv. Silvio
Bocca S. Casciano
Citta nova
Bertini avv. Giovanni
Senigag'ia
(Reggio Calabr.)
Bertolini avv. Pietro
Montebelluna
Napoli III
Bottoni conte Vincenzo
Salò
Bevione avv. Giuseppe
Torino IV
Este (Padova)
Bianchi prof. Leonardo
Montesarchio
Bianchi dott. Vincenzo
San Bartolomeo in
Cologna Veneta
Caldo
Custelnuovo di
Bianchini conte avv. Vittorio
Macerata
Garfagnana
Bignami ing. Paolo
Codogno
Savona
Bissolati-Bergamaschi avv.
Catania I
Leonida
Ro'ua II
Bocconi avv. Alessandro
Jesi- .,
Bonacossa conte Cesare
Maro.'ilica
Bonardi prof. Edoardo
A'f.-sandria
Bonieelli a-v. Giacomo
B escia
Tivoli
Bonino uvv. Lorenzo
Bra
Badia Polesine
Boiiomi prof. Ivanoe
Os ìgHa
Monreale
Bonomi avv. Paolo
Ciusont
— 153
Borromeo d'Adda ron'e Febo
Borsarelli di Rifreddo mar-h.
Luigi
Boselli avv. Paolo
Boavier avv. Alfredo
BoTetti avr. Vincenzo
Brezzi arv Domenico
Brizzolesi Enrico
Brunelli d>tt. Umberto
Bruno di Belmonte avv. Ce-
sare
Baccelli Vittorio
Buonini gf^n. Icilio
Buonvinodo». Michelangelo
Bussi doli. Armando
Cabri ni Angelo
Caocialanza avv. Emilio
Cagnoni Egisto
Calisse prof. Carlo
Callaiiii avv. Luigi
Camagna avv. Biagio
Camera avr. Giovanni
Camerini Vincenzo
Cameroni avr. prof. Agost.
Campi avv. Emilio
Canepa avv. Giuseppe
Canevari arv. Alfredo
Cannavina avv. Vittorio
Cao-Pinna nob. ing. Antonio
Capaldo avv. Luigi
Capece-Minutolo march. Al-
fredo
Capitani© dott. Luigi
Caporali prof. Raffaello
Cappa avv. Innocenzo
Cappelli march. Raffaele
Caputi Ercole
Carboni avv. Vincenzo
Carcano avv. Paolo
Caron avv. Carlo
Caroti Arturo
Cartia b^ir. Giovanni
Casalegno avv. Edoardo
Casaliiii dott. (iiulio
Casciani dott. Paolo
Caso avv. Pasquale
Casolini bar. Antonio
Cassin avv. Marco
Cassuto avv. Dario
Castellino prof. Pietro
Cavagnari avv. Carlo
Cavallari avv. Mario
Cavallera do''. Giuseppe
Cavaz/.a Francesco
Cavina ing. Luigi
Ceci avv. Riccardo
Celesia di Vegliasco avv. Gio-
vanni
Celli avv. Guido
Centurione avv. Carlo
Cermenati prof. Mario
Chiaradia avv. Attilio
Chiaraviglio iw/. Mario
Chidii-himo nvr. Paolo
Chiesa rag. Eugeuio
Vimerrat»
niladeati
Avig'iana
Sit^a
Cevfi
Vu lenza
Capriata d'Orba
BAognci II
Noto
Nizza Monforra'o
Lucca
Conversano
Cento
San Nazaro dei
Burgondi
Lodi
Mortara
Civitavecchia
Colle di Val d'Elsa
Rfggio Calabria
Saia Consilina
Popoli
TrevigHo
Cuggiono
Genova I
Viterbo
Campoha'iso
Serramnnna
Lacedonia
A versa
Monopoli
Lanciano
Corteolona
San Demetrio nei
Vesti ni
Ariano di Puglia
Frjslnone
Como
Varallo
Firenze I
Ragusa Superiore
Ciri>
Torino III
Pistoia I
Altamura
Catanz DO
Borgo Sun Dui-
mazzo
Livorno I
Foggia
Rapallo
l'ortomaggiore
Igìesias
Bdogna IH
Faenza
Andria
Albenga
Teramo
Cairo Montenotte
Lecco
Pordett mi
Città S. Angelo
Cassano at Jon'O
Massa Carrara
Cljiesa avv. Pietro
Chimienti avv. prof. Pietro
Clacci dott. Gaspero
Ciancio gen, Giuseppe
CiappI ing. Anselmo
CicarelU avv. Carlo Vittorio
Ciccarone dott. Francesco
decotti prof. Ettore
Cicogna prof. Giovanni
Cimati Camillo
Cimorelli Edoardo
Cioffrese avv. Domenico
Ciprlani Amilcare
Ciriani avv. Marco
Cirmenl dott. Benedetto
Ciuffelli Augusto
Cocco-Ortu avv. Francesco
Codacci-Pisanelli prof. ave.
Alfredo
Colajanni dott. Napoleone
Colonna di Cosai-ò duca Gio-
vanni Antonio
Colosimo avv. Gaspare
Comandini avv. Ubaldo
Compans manh. Carlo
Congiu avv. Luigi
Corniani co'ite Giuliano
Corsi avv. Carlo
Cottafavi avv. Vittorio
Cotugno avv. Raffaele
Credaro prof. Luigi
Crespi dott. Silvio
Cucca Carlo
Cugnolio avv. Modesto
Curreno avv. Giacomo
Da Como nw. Ugo
Daneo avv. Edoardo
Danieli avv. Gualtiero
Dari avv. Lui^i
De Ambri Alceste
De Amicis Mansueto
De Bellis Vito
De Capitani d'Arzago avv.
Giuseppe
De Felice Giuffrida Gius.
De Giovanni Alessandro
Degli Occhi avv. Adamo
Del Balzo bar. Girolamo
Dell'Acqua Carlo
Della Pietra arv. Gioacchino
Delle Piane avv. Francesco
Dello Sbarba avr. Arnaldo
De Marinis prof. Enrico
De Nava avv. Giuseppe
De Nicola avv. Enrico
Dentice d'Accadia avv. F.
De Rug„'ieri nvv. Nicola
De Vargas di Migliano MaC-
ciucca prìn- pe Michele
De Viti de Marco prof. Ant.
De Vito Roberto
Di Bagno (Guidi) marchese
Giuseppe
Di Campolat taro Capomazza
marchese Emilio
5a« Pttr d'Arena
Brindisi
Scansano
Piazza Armerina
S. Severino Ma>^
Al ripa da [che
Vasto
Napoli VII!
S.hiagiodiCallal-
Pontremoli \ta
I setnia
Bitonto
Milano VI
SpiUmhergo
Militello in Val di
Catania
Todi
Isili
Tricase
Castrogiovanni
) [cilia
Francavi/la di Si-
Serrastretta
Cesena
Caluso
Macomer
Iseo
Firenze IV
Correggio
Minervino Murge
Tirano
Caprino Berga-
masco
Nipoti II
Vercelli
Cherasco
Lonato
Torino I
Tregnago
San Benedetto del
Tron'o
Parma I
Sol mina
Gioia del Colle
Milano I
Catania II
Vigevano
Affori
Bujano
Busto Arsizio
Nola
Novi Ligure
Lari
Salerno
Bagnara Calabro
A fragola
Nocera Inferiore
Matera
Campagna
Gallipoli
Giul-anova
Sint' Arcangelo di
( Romagna
Napoli IX
154 —
Di CapOilaoco eonla Gino
Di Francia march. Lui<?l
Di Frasso-Deiitice e. Carlo
Di Giorgio Antonino
Di Miralìori Guai-nevi conte
Gastone
Di Robilant (f7«t conti Ni-
colis) Stanislao
Di Saluzzo march. Marco
DiSanfOnofrio(delOastillo)
march. Ugo
Di Scalea (Lanza) principe
Pietro
Di Stefano-Napolitani Gius.
Dorè dott. Francesco
Drago ing. Aurelio
Dugoni Enrico
Sin Pamele ttjl
Friuli.
S'erra San Bruno
Ostuni
MistrJtta
Alba
Chivasso
S (luzzo
Castrorea^e
Serradifaìco
Falenno I
Nuoro
Cefalù
Bozzolo
Facchinetti avv. Gaetano
Bimini
Facta avv. Luigi
Finero^o
Faelli Emilio
Borgataro
Falcioni avi'. Alfredo
Domodosso'a
Falconi conte Gaetano
Montegiurgio
Falletti di Villafalletto con-
te Paolo
Possano
Faranda dott. Giuseppe
Naso
Faustini Francesco
Terni
Fazzi doU. Vito
Lecce
Federzoni Lui;,'i
Bontà I
Fera avv. Luigi
Fogliano
Ferri avv. Enrico
Gonzaga
Ferri avv. Giacomo
San Giov nni
Persie ■ito
Fiamberti avv. Massimo
Levante
Finocchiai-o-Aprile prof.
Andrea
Corleone
Fornari Gustavo
Camerino
Foscari N. U. ro'de Piero
Mirano
Fraccacreta prof. Ratlaello
San Severo
Fradeletto prof. Antonio
Venezia HI
Frisoni Luigi
Montevarchi
Frugoni avv. Pietro
Leno
Fumarola avv. Carlo
Castel 'ane'a
Gallenga Stuart (7o7. Romeo
Perugia I
Galli at^p. Roberto
Chi oggi a
Gallini avv. Carlo
Pavuilo nel Fri-
gnano
Gambarotta avv. Guglielmo
Novara
Gargiulo avv. Roberto
Napoli VII
Gasparotto acv. Luigi
Milano IV
Gaudenzi Giuseppe
Forlì
Gazelli di Rossana {de' conti)
Augusto
Villanova d'Asti
Gerini march. Gerino
Borgo S. Lorenzo
Giacobone avv. Ambrogio
Bobbio
Giampietro avv. Emilio
Montecorvino Ro-
vena
Giaracà aui», Enrico
S'racus i
Ginori-Coiiti principe dott.
Piero
Volterra
Giolitti avv. Giovanni
Dronero
Giordano avv. Luigi
Torino V
Giovanelli prin ip ' Alberto
L'.nigo
Giovanelli avv. Edoardo
Asti
Girardi avv. Salvator©
Ntp^li ÌV
Girardlnl avv. Giu«!eppe
Giretti avo. Edoardo
Giuliani Gaetano
Goglio ing. Giuseppe
Gortani pr >f. Michele
Gi-abau cap. Marcello
Grassi avv. Giuseppe
Giaziadei prof. Antonio
Gregoraci Nicola
Grippo avv. Pasquale
Grosso-Campana acv. Gaet,
Guglielmi march. Giorgio
H
Hierschel de Mlneibi conte
Ud'.né
Bricheraslo
Capa -ciò
Cu .rgnè
Tol mezzo
Clip i7in'>ri
Maiduria
Imola
Chiaravalle Cen-
trale
P /lenza
Vig.me
Monteflascone
Lionello
Pahnanova
I J
Indri avv. Giovanni Castelfranco Ve-
Innamorati avv. prof. Fran- [mto
Cesco Peugia II
Joele Francesco Bossano
Labriola prof. Arturo
LaLumia-Aldisio 6a/-.Ignaz.
Landucci avv. Landò
La Pegna arv. Alberto
Lai-izza avv. Bruno
Larussa avv. Ignazio
La Via avv. Mariano
Lembo avv. Paolo
Leonardi di Villacortes©
march. Niccolò
Leone avv. Giuseppe
Libertini dott. Gesualdo
Libertini di San Marco Pa-
squale
Loero avv. Attilio
Lombai-di avv. Nicola
Longinotti dott. G. iVIaria
Lo Piano avv. Agostino
Lo Presti avv. Antonio
Lucchini Angelo
Lucci avv. prof. Arnaldo
Lucernari conte Annibale
Luciani avv. Vito
Lucifero march. Alfonso
Luzzatti prof. Luigi
Napoli VI
Licata
Arezzo
C il tona
Mei ito Porto SjIvo
Trop-a
Nicos'a
Bari delle Puglie
Borgomanero
Palata
Caltagirone
Augusta
Piice di Cadon
Monfeleone Calab.
Verolanu >va
Cn 'tanissetta
C data fimi
Gavirate
Nap>H X
Po dee irvo
Acqiiaviva del.'e
Fonti
C(jtrone
Oderzo
Macchi avv. Luigi
Maffl dott. Fabrizio
Maffioli Osvaldo
Magliano avv. Mario
Malcangi avv. Cataldo
Malliani dott. Gius. Luigi
Mancini prof. Augusto
Manfredi nrch. Manfredo
Mango avv. Camillo
Manna Gennaro
Manzoni macch. G. B.
Maraini Emilio
Marangoni Guido
Maiazzi con' e Fortunato
Marcello conte Girolamo
Marchi sano avo. Giuseppe
Paterno (Catania)
Cresc^ntino
Milano in
Barino (Molise)
Corata
Bergamo
Birgo a trozza no
Fiorenzuola d'Ar-
Lagonegro da]
Aquila
Vìgonza
L'ignag >
C 'macchio
Cr 'ma
Ve lezii II
a>nicutti
— 155 -
Mirclano avv. (Gennaro
Maroora avi: Giusejipe
Mariotti avv. Rng;.'ero
Mirtini prof. Ferdinando
Marzotto Vittorio
Mascìantonio avv. Pasquale
Maslni prof. Giulio
Materi avv. Pasquale
Mauro Tommaso
Maury Eugenio
Mazzarella dott. Basilio
Mazzolani nvv. Ulderico
Mazzoni Nino
Meda avv. Filippo
Medici del Vascello Luigi
Mendaia avv. Vincenzo
Merloni Giovanni
Miari de Cuniani ronte Giac.
Miccichè Giovanni
Micheli ddtt. Giuseppe
Mlglioli avv. Guido
Milano our. Federico
Miliani Giambattista
Mirabelli ffen. Ernesto
Modigliani mv. Gius. Enian.
Molina Rodolfo
Mondello Giacomo
Montauti Giovanni
Montemartini dolt. Luigi
Monti Guarnieri Stanislao
Montrcsor doft. Luigi
Morando conte dolt. Gian
Giacomo
Morelli (ivv. Eurico
Morelli-Gualtierotti ari». Gi-
sraondo
Morgari Oddino
Morisani prof. Teodoro
Morpurgo rat/. Elio
Mosca avv. Gaetano
Mosca (ivv. Tommaso
Murialdi avv. Luij<i
Musatti avv. Elia
Nasi avv. Nnnzio
Nava ing. Cesare
Nava avv: Ottorino
NegrottoCambiaso march.
Pierino
Nitti avv. Francesco
Nofrl Quirino
Nunziante di San Ferdinan-
do march. Ferdinando
Nuvoloni avv. Domenico
Acerra
S^tnJrio
Fan)
l'escia
y\i 'dagno
Oessopalena
Empoli
Tricarico
Alcamo
Cengnola
Sessa Aurnnca
liavenna li
Casti San Gio-
vanni
Bho
Roma IV
Chinromante
Grosseto
Abano Bagni
Giri/enti
Langhirano
Soresina
Sivigliano
Fabriano
Teano
Budrio
Biandrale
Messina II
Pìetr'S nta
S-radella
Pesaro
Bardolino
Chiari
S. Maria Cupua
Veten
Pistoia II
Torino II [/"".
Piedimon'e d' Ali-
ci vidalf nel Friuli
Catramo
Agnone
Acqui
Venezia I
Trapani
Monza
Modena
Voghera
Muro Xucano
Siena
Palmi
Porto Maurizio
Ollandini »n.»« avv. Odoardo Spezia
Orlando ing. S.ilvatore Livorno II
Orlando avv. Vittorio Ema-
nuele Partinico
Ottavi dutt. tedoardo Conegliano
Pa ftii (ivv. i^omenico
PaltUii c,„tf <iiu io
Pttis-Serra Frunceioo
Anconi
Canta
Ozieri
Pala aw. Giacomo
Pallastrelli conte Giovanni
Pansinl avv. Pietro
Pantano doti. Edoardo
Paparo dolt. Raffaello
Paratore ave Giuseppe
Parlapiano-Vella Antonino
Parodi avv. Emilio
Pasqualino-Vassallo «VP. Ro-
sario
Pastore dutt, Alceo
Patrizi march. Ugo
Pavia avv. Angelo
Peano avv. Camillo
Pellegrino Pietro
Pennisi di San: a Margherita
dotf. Giuseppe
Perrone p7'of. Francesco
Pescetti avv. Giuseppe
Petrillo dott. Alfredo
Pezzullo dott. Angelo
Plccinato aiv. Mario
Piccirilli avv. Giulio
Pietravalle prof. Michele
Pietriboni avv. Ernesto
Pipitene prof. Vincenzo
Pirolini Giov. Battista
Pistoia ien. gen. Fraiicesco
Pizzini dott. Gustavo
Porcella avv. Felice
Porzio avv. Giovanni
Pi*ampolini doH. Camillo
Pucci prof. Carlo
Tempio Pauaania
Bettola
Molf'tta
Giarre
Caulonia
Milazzo
Bivona
Pon'.edecimo
Te ra nova di Si-
cilia
Castiglione delle
Stiviere
Città di Castello
Varese
Barge
Amalfi
Acireale
Brienza
Firenze III
Mirabella Sciano
Casoria
Isola della Sca'a
Cercano
Bojano
Belluno
Marsala
Ravenna I
Casalm iggiore
Paola
Oristano
Napoli I
Reggio Emilia
Campi Bisanzio
Quaglino Felice Biella
Quar a avv. Gabriele Campi Salentina
Queirolo prof. Giov. Batt. Pisa
Raimondo avo. Orazio
Raineri dott. Giovanni
Rampoldl prof. Roberto
Rastelli avv. Giovanni
Rattone prof. Giorgio
Rava avv. prof. Luigi
Reggio mai eh. Giacomo
Rellini avv. Annibale
Renda, avv. Salvatore
Restivo prof. Empedo le
Ricci march. Paolo
Riccio avv. Vincenzo
Rindone prof. Santi
Rispoli avv. Rodolfo
RlssetH avv. Giuseppe
Rizza Evangelista
Rizzoue-Tedeschi Corrado
Roberti conte (ìiuscppe
Rodmò avv. Giulio
Roi mirch. Giuse[)pe
Romanln- Jacur dott. ing
Leone
Romeo delle Torrazzo bar.
Giovanni
Ronchetti avv. Scipione
Boudaui avv. Dino
San Remo
Piacenza
Pavia
Limo Torinese
Aosta
Vergato
Genova II
Pontassiere
Nicastro
Palermo II
Recanati
Atessa
Regalbuto
Castellammtre di
di Stahia
Genova III
Comiso
Modica
Bass ino
Napoli XI
7 hiené
Piove di Siteco
Pronte
Ciillarate
Cossuto
15G —
Rosadi avv. Giovanni
Rossi iny. Celare
Rossi doU. Euf,'enio
Rossi coinm. Gaetano
Rossi prof. Luigi
Rota conte doti. Francesco
Roth prof. Angelo
Rubilli avv. Alfonso
Rubini ing. Giulio
Ruini avv. Bartolomeo
Ruspoli Camillo
Sacchi avv. Ettore
Salandra prof. Antonio
Salomone avv. Nicola
Salterio avv. Ferdinando
Salvagnini aov. Gino
Sanarelli prof. Giuseppe
Sandrini avv Amedeo
SanduUi ave. prof. Alfredo
Sanjust di Teulada nobile
ing. Edmondo
Santamaria avv. Agostino
Santollquido dott. Rocco
Saraceni avv. Luigi
Sarrocchi avv. Gino
Saudino avv. Giacomo
Savio avv. Umberto
Scalori pr.if. Ugo
Scano avv. Antonio
Schanzer dott. Carlo
Schiavon prof. Seba&tiano
Sciacca Giardina avv. S.
Scialoia prof. Antonio
Sdorati arv. Cleto
Serra avv. Nico'a
Sichel avv. Adelmo
Sighieri ing. Ettore
Simoncelli avv. Vincenzo
Sioh-Legnami ing. Steno
Sipari ing. Erminio
Sitta prof. Pietro
Sederini conte Edoardo
Soglia prof. Giuseppe
Soleri avv. Marcello
Sondati Tiburzi avv. Anton.
Somaini Francesco
Sennino bar. dott. Sidney
Speranza Alceo
Spetrino avv. Eagenio
Ta-
Firenze II
Carm ignota
Petrulia Sotta,
Schio
Verona II
San Vito al
gli amento
Alghero
Avellino
Me n aggio
Castelnovo nei
Monti (Reggio
Emilia)
Sant' Angelo dei
Lombardi
Cremona
Lucerà
forteto Perlicara
Ahbiategrasso
Adria
Bibbiena
Pi/vtogruaro
Torre Annunziata
Cagliari
Caserta
Acereiiza
Cas'rovillari
Montepulciano
Ivrea
Stnthià
Mtntova
Lanusei
Spoleto
Cittadella
Fa'ti
Pozzuoli
0 viglio
Cosenza
Guastalla
Vicopisano
Sora
Gorgonzola
Peso ina
Ferrara
Osimo
Lendinara
Cunio
Rieti
Appiano
San Casciano
Fermo
Riccia
Stoppato avv. Alessandro Monfagnana
Storoni avv. Emilio Cagli [rm
Suardi conte dott. Gianforte Trescore Balneu-
Talamo avv. Roberto
Tamborino Vincenzo
Tasca Alessandro
Tassara Giovanni
Taverna coide Lodovico
Tedesco avv. Francesco
Teodori Eurico
Teso avv. Antonio
Theodoli march Alberto
Tinozzi dott. Domenico
Todeschini avv. Mario
Torlonia princ. Giovanni
Torre dott. Andrea
Tortorici avv. Niccolò
Toscanelli Nello
Toscano Giuseppe
Tosti di Valminuta con
Fulco
Tovini avv. Livio
Tieves Claudio
Turati avv. Filipj)o
Vallo della 2
cania
Mai^lie
Palermo IV
Voltri
Desio
Oriana a Ma)
Asco'i Piceno
Vice ti za
Foligno
Venne
Verona 1
Avezzano
Torchiara
Castelvetrano
Pontedera
Messina I
Gaeta
Breno
Bìlogna I
Milano V
Vaccaro avv. Michelangelo Aragona
Valenzani avv. Domenico Albano Laziali
Valignani avv. Gian Gabriele Chieti
Valvassori-Peroni avv. An-
gelo Melegnano
Varzi Ercole Oleggio
Venditti avv. Antonio Cerreto Sannita
Venino conte Pier Gaetano Erba
Venzi avv. Giulio
Veroni avv. Dante
Vicini avv. Antonio
Vigna avv. Annibale
Vignolo dott. Attilio
Vinaj avo. Vittorio
Visoochi avv. Achille
Zaccagnino avv. Domenico
Zegretti ng. Raffaello
Zibordi prof. Giovanni
Snbiao
Veìletri
Sassuolo
Vignale
Chiavari
3Iondovì
Cassino
S. Nicandro Gay-'
g ani co
Anagni
Montecchio del-
l'Emilia
*0m0t00t^k^
Sié^ro Todafn Landolfo
wlvTJrU XUU.C&I.VJ lm^'*Iodobrom„
(Nuova forinola DE BENZI)
li miglior depurativo dell'organismo e del sangue.
NAPOLI - Ditta G. SERBALE - Largo S. Domenico Magg., 17 - NAPOLI (leggere Vita pratica).
157
INDICE DBI COLLEGI ELETTORALI DEL REGNO D» ITALIA
col nome dei Deputati che li rappresentano alla XXIV legislatura.
i
COLLEGIO
t
COLLEGIO
m
ELETTOBALE
PROVINCIA
DEPUTATO
ì
ELETTORALE
PROVINCIA
DEPUTATO
1
Abano Bagni
Padova
Miavi
65
Bobbio
Pavia [so
Oiacobone
2
Abbiategrasso
Milano
Salterio
56
Boiano
Campobas-
Pietra valle
3
Acerenza
Potenza
Fant.Uquùìo
57
Bologna I
Bologna
Treves
4
Acerra
Caserta
Mar^vino
58
Bologna II
Bologna
B, untili
5
Acireale
Catania
Pennisi
59
Bologna III
Bologna
Gavazza
6
Acquaviva del-
60lBorghetto Lo-
le Fonti
Bari
Luciani
digiano
Milano
7
Acqui
Alessan-
61
Borgo a Moz-
dria
Murialdi
zano
Lucca
Ma»ci"i
8
Adria
Rovigo
Snlfignini
62|Borgomanero
Novara
Leonardi
9
Aflfori
Milano
Debili Oc hi
63
Borgo S. Dal-
10
Afragola
Napoli
De Xico'a
mazzo
Cuneo
Cassin
11
Agnone
Campobas-
64
Borgo S. Don-
so
Moca T.
nino
Panna
Berenini
12
Alba
Cuneo
Di Mirafio t
65
Borgo S. Lo-
13
Albano Laziale
Roma
Va' emani
renzo
Firenze
Gsrini
11
Albenga
Genova
Celesia di Ve-
66[Borgotaro
Parma
Fae'li
gliasco
67 Bozzolo
Mantova
Ih.gr,ui
15
Alcamo
Trapani
M,uro
68Bra
Cuneo
Bo ino
16
Alessandria
Alessan-
69 Breno
Brescia
Toc ini
dria
B'in xrdi
70 Brescia
Brescia
BonicelH
17
Alghero
Sassari
lìoh
71jBricherasio
Torino
Girelli
18
Altamma
Bari
Caso
7'2iBrienza
Potenza
Terrone
19
Amalfi
Salerno
l'ellegrino
73 Brindisi
Lecce
Oh irnienti
20
Anagni
Roma
Zegretti
74 Brivio
Como
Btslini
21
Ancona
Ancona
l'àcetti
75 Brente
Catania
Romeo
22
Andria
Bari
Ceci
76 Budrio
Bologna
Modigliani
23
Aosta
Torino
Rottone
77 Busto Arsizio
Milano
Dell'Acqua
24
Appiano
Como
S /maini
78
Caccamo
Palermo
M.jsca G.
25
Aquila
Aquila
Manna
79
Cagli
Pesaro e
26
Aragona
Girgenti
Va caro
Urbino
S oroni
27
Arezzo
Arezzo
Landucci
80
Cagliari
Cagliari
Stnji.st
28
Ariano Puglia
Avellino
Caputi
81
Cairo Monte-
29
Ascoli
Ascoli
Teodori
notte
Genova
Centurione
30
Asti
Alessan-
82
Calataflmi
Trapani
Lo Presti
dria
Giovnnelli E.
83 Caltagirone
Catania
Libertini G.
31
A tessa
Chieti
li'iccio
84 Caltanissetta
Caltanis-
32
Atri
Teramo
B.trnabei
setta
Lo Piano
33
Atripalda
Avellino
Cic <reUi
85 Caluso
Torino
Ciiinpnns
34
Augusta
Siracusa
Libertini Pasq.
861 Camerino
Macerata
Fom-'iri
35
Avellino
Avellino
Rubini
87
Campagna
Salerno
De Varg la di
36
Aversa
Caserta
Capece Min. A.
Migliano
37
Avezzaiio
Aquila
Torlonia G.
88
Campi Bisen-
38
Avigliana
Torino
Rosili
zio
Firenze
Pucci
39
Badia Polesine
Rovigo
Biduloni
89
Campi Salen-
40
Bagnara Ca-
tina
Lecce [so
Qujr'a
labra
Reggio C.
D'. N'iva
90
Campobasso
Campobas-
Crinnavintt
41
Baiano
Avellino
Dd BiUo
91
Canicattì
Girgenti
Miinhes nio
42
Bardolino
Verona
Montreòor
92JCantù
Como
P'duUi
43
Barge
Cuneo
Peano
93jCapacc;o
Salerno
Giuliani
44
Bari delle Pu-
94 Capannori
Lucca
Grabau
glie
Bari
Lembo
95!capr;ata d'Or-
Alessan-
45
Bassano
Vicenza
Roberti
1 ba
dria
Brizzolesi
46
Belluno
Belluno
Pietrihoni
96 Caprino Berga-
Bergamo
47
Benefento
Benevento
Da site
masco
Ofexpi S.
48
Bergamo
Mallioni
97 Capua
Caserta
49
Bettola
Piacenza
palasi relli
Molina ,
98 Carmagnola
Torino -.•
Rossi C.
50
Biandrate
Novara
99 Carpi
Modena
Basaglia
51
Bibbiena
Arezzo
Santi relli
100 Casal Monfer-
Alessan-
62
Biella
Novara
Quaglino
rato
dria
Battaglieri
63
Bitonto
Bari
Ciò/frese
101 Casalmaggiore
Cremona
Pistoia
54
Bivona
Girgenti
Parìaplano A.
102
Caserta
Caserta
Santamaria
- 158 -
-
t
^
e
COLLEGIO
_«
COLLEGIO
E
ELETTORALE
PROVINCIA
DEPUTATO
i
ELETTORALE
PROVINCIA
DEPUTATO
103
Casoria
Napoli
Pezzullo
156
Corleto Perti-
104
Cassano al Jo-
Cosenza
Chidichino
cara
Potenza
Salomone
105
Cassino [nio
Caserta
Visocchi
157
Correggio
Reggio di
106
Castelfranco
Emilia
Cottafavi
j Veneto
Treviso
Indyi
158
Corteolona
Pavia
Cappa
107
Castellamare
159
Cortona
Arezzo
La Pegno
1 di Stabla
Napoli
Rispoli
160
Cosenza
Cosenza
Serra
108
Castellaneta
Lecce
Full, ai ola
161
Cessato
Novara
liondani
109
Castelmagg."
Bologna
Dentini
162
Cotrone
Catanzaro
Lucifero
110
Castelnovo nei
Reggio di
163
Crema
Cremona
Murazzi
Monti
Emilia
Ru ini
164
Cremona
Cremona
Sacchi
111
Castelnovo di
Massa e
165
Crescenti no
Novara
Muffi F.
Garfagnana
Carrara
Artom
166
Cuggiono
Milano
Campi
112
Castel San Gio-
167
Cuneo
Cuneo
Solevi
vanni
Piacenza
Mazzoni N.
168
Cuorgnè
Torino
Goglio
113
Castelvetrano
Trapani
Tortorici
169
Desio
Milano
Taverna
114
Castiglione del-
170
Domodossola
Novara
Falcioni
le Stiviere
Mantova
Pastore
171
Dronero
Cuneo
Gioliiti
115
Castrogiovanni
Caltanis-
172
Empoli
Firenze
Masini
setta
Cola Janni
173
Erba
Como
Venino
116
Castroreale
Messina
DiSanJ Onofrio
174
Este
Padova
Ar rigoni Dejh
117
Castrovillari
Cosenza
Saraceni
175
Fabriano
Ancona
Miliani \_Oddt
118
Catania I
Catania
Aut-^ri-Beretta
176
Faenza
Ravenna
Gavina
119
Catania II
Catania
De Felice Giuf-
frida
177
Fano
Pesaro e
Urbino
Mari, tti R.
120
Catanzaro
Catanzaro
Casulini
178
Feltro
Belluno
Sellati
121
Caulonia
Reggio C.
Puparo
179
Fermo
Ascoli Pi-
122
Ceccano
Roma
Piccirilli
ceno
Speranza
123
Cefalù
Palermo
Drago
180
Ferrara
Ferrara
Sitta
124
Cento ,
Ferrara
Bussi
181
Fiorenzuola
125
Ce.ignola
Foggia
Maury
d'Arda
Piacenza
Manfredi M.
126
Cerreto San-
182
Firenze I
Firenze
Caroti
nita
Benevento
Venduti
183
Firenze II
Firenze
Rosadi
127
Cesena
Forlì
Comandi ni
184
Firenze III
Firenze
Pascetti
128
Ceva
Cuneo
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185
Firenze IV
Firenze
Corsi
129
Cherasco
Cuneo
Curreno
186
Foggia
Foggia
Castellino
130
C h i a r a V a 1 1 e
187
Foligno
Perugia
Theodoli
Centrale
Catanzaro
Grego> ari
188
Forlì
Forlì
Gundenzi
131
Chiari
Brescia
Morando
189
Fossano
Cuneo
Falletti
132
Chiaromonte
Potenza
Menda ia
190
Francavilla di
133
Chiavari
Genova
Vignolo
Sicilia
Messina
Col ,nna-Di Ce-
134
Chieti
Chieti
Valiqnani
sarò
135
Chioggia
Venezia
Galli
191
Fresinone
Roma
Carboni V.
136
Chivasso
Torino
Di Rolilant
192
Gaeta
Caserta
Tosti di Vaimi-
137
Ciriè
Tonno
Ctoalegno
193
Gallarate
Milano
Ronrhetti [nuta
138
Cittadella
Padova
Shiaron
194
Gallipoli
Lecce
De Vii
139
CittàdiCastello
Perugia
Patrizi
195
Gavirate
Como
Lucchini A,
140
Cittaducale
Aquila
Ami<i V.
196
Gemona
Udine
■Utcona
141
Cittanova
Reggio C.
Arca /
197
Genova I
Genova
Canepa
142
Città S. Angelo
Teramo
Lhiaraviglio
198
Genova II
Genova
Reggio
143
Cividale del
199
Genova III
Genova
Rissetti
Friuli
Udine
Morpurgo
200
Gerace Marina
Reggio C.
Albanese
144
Civitavecchia
Roma
Calasse
201
Gessopalena
Chieti
Masciantonio
145
elusone
Bergamo
Bonomi P.
202
Giarre
Catania
Pantano
146
Codogno
Milano
Bignami
203
Gioia del Colle
Bari
De Bellis
147
Colle di Val
204
Girgenti
Girgenti
Mirci'hè
d'Elsa
Siena
Callaini
205
Giuiianova
Teramo
De Vito
148
ColognaVeneta
Verona
Ariicahene
206
Gonzaga
Mantova
Ferri E.
149
Comacchió
Ferrara
Marangoni
207
Gorgonzola
Milano
Sioli-Legnani
150
Coinlso
Siracusa
Pizza
208
Grosseto
Grosseto
Merloni
151
Como
Como
Carcano
209
Guastalla
Reggio di
152
Conegliano
Treviso
Odavi
Emilia
Sichel
153
Conversano
Bari
Buoni ino
210
[glesias
Cagliari
Cavallera
154
Corato
Bari
Malcavgi
211
[mola
Bologna
Graziadei
155
Corleone
Palermo
Finocchiaro-
212
[seo
Brescia
Corniani
Aprile A.
213
Isernia
Campobas.
CimorelU
— 159 -
-
^
COLLEGIO
^
COLLEGIO
ì
ELETTO RAfcB
PROVINCIA
DEPUTATO
■
ELETTORALE
PROVINCTA
DEPUTATO
9U
Islli
Cagliari
Cocco-Orfu
275 Molfetta
Bari
rnn»ini
316
IsoladellaScala
Verona
Piccina 'o
276 Mondovi
Cuneo
Vinai
816
Ivrea
Torino
Saudi"0
277jMonopoli
Bari
Capitanio
217 Jesi
Ancona
Bocconi
278|Monreale
Palermo
Bulsano
S!8
Lacednnla
Avellino
Capa 'do
279 Montagnana
Padova
Stoppato
319
Lagone^'ro
Potenza
Mango
280;Montalcino
Siena
Bernardini
330
Lanciano
Chieti
Cu l'Orali
28l!Montebelluna
Treviso
Bertolini
331
Langhirano
Parma
Mirheli
232 Montecchio
Reggio di
222
Lanusei
Cagliari
Scano
nell'Emilia
Emilia
Zibordi
323,LanzoToriaese
Torino
Rasielli
233
Montecorvino
324
Lari
Pisa
Dello Sbarba
Rovella
Salerno
Giampietro
325
Lari no
Campobas.
Magliano
284
Montefiascone
Roma
Guglielmi
226
Lecce
Lecce
Fazzi
285
Montegiorgio
Ascoli Pi-
?27 Lecco
Como
Cer menali
ceno
Falconi
■s Legnago
Verona
Maraiui
286,MonteleoneCa-
.:.} Lendiuaia
Rovigo
^glia
1 labro
Catanzaro
Lombardi N.
•2M Leno .
Brescia
Fruconi
287 1 Montepulciano
Siena
Strr orchi
231 Levante
Genova
Fiamhevti
238 Montesarchio
Benevento Bianchi L.
332 Licata
Girgenti
La Lumia
2S9 Montevarchi
Arezzo
Frisoni
333 Livorno I
Livorno
Cdssuto
290 Monza
Milano
Nava C.
834 Livorno II
Livorno
Orlan lo S.
291|Moitara
Pavia
C'ignoni
235 Lodi
Milano
Carciahima
2ii2 Muio Lucano
Potenza
Nitti
236 Lonato
Brescia
Da Como
293 j Napoli I
Napoli
Porzio
237 Lonigo
Vicenza
Giovanelli A.
294
Napoli II
Napoli
Cucca
238! Lucca
Lucca
Fu mini
295
Napoli III
Napoli
Arìotta
239: Lucerà
Foggia
Salandra
296
Napoli IV
Napoli
Girardi
240 Lugo
Ravenna
297
Napoli V
Napoli
Allobel/i
24l|Mace:ata
Macerata
Bianchini
298
Napoli VI
Napoli
Labriola
342
Macomer
Cagliari
Congiu
299
Napoli VII
Napoli
Gnrg'uo
243
Maglie
Lecce
Tamhorino
300
Napoli Vili
Napoli
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IH
Manduria
Lecce
Grassi
301
Napoli IX
Napoli
Di Campolatt x-
} 5 Manfredonia
Foggia
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; l'i Mantova
Mantova
Scalori
302
Napoli X
Napoli
Lucci
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Vicenza
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303
Napoli XI
Napoli
Rodino
is Marsala
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Pi j) itone
304
Napoli XH
Napoli
Aiinolfl
r.t Martinengo
Bergamo
Biiiagìio
305; Naso
Messina
Farand i
o' Massa
Massa Car-
306 Nicastro
Catanzaro
heyfda
rara
Chiesa E.
307
Nicosia
Catania
La Via
251 'Mate -a
Potenza
De Ruggieri
303
Nizza Monferr.
Alessand.
Buccelli
252 Melegnano
Milano
Valvassori
309
Nocera Infe-
253Ì Melfi
Potenza
riore
Salerno
Dmtiee
954
Melito Porto
Reggio Ca-
310
Nola
Caserta
Dilla Pietra
Salvo
labria
Larizza
31f
Noto
Siracusa
Bruno
-.5
Menaggio
Como
Rubini
312
Novara
Novara
Gambaro'ta
>tj Mercato Sanse-
313
Novi Ligure
Alessan-
verino
Salerno
, •
, dria
Delle Pian»
„ .7 Messina I
Messina
Tottauo
314 Nuoro ,
Sassari
Dorè
258 Messina II
Messina
Monde l»
3 151 Oderzo
Treviso
Lnzzafi
259'Milano I
Milano
Dì Capitemi
3:6.01eggio
Novara
Varzi
260 Milano II
Milano
Aune'li
317 Oncglia
PortoMau-
261 Milano III
Milano
Maffi li
rizio
Arnesi
262 Milano IV
Milano
(iasparotto
318 Oristano
Cagliari
Porcina
263 Milano V
Milano
Turati
319jOrtona
Chieti
Tedesco
■■1 Milano VI
Milano
Cipriani
320 Orvieto
Perugia
. . Milazzo
Messina
Paratore
321 Osimo
Ancona
Soderini
0 Militello in Val
322|Ostiglia
Mantova
fionoini L
1 di Catania
Catania
Cirmeni
323 Ostuni
Lecce
Di F. asso- Den-
".7 Minervino
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! Murge
Bari
Co'ugno
324
Oviglio
Alessand.
Sdorati
268 MirabeilaEcla-
Avellino
Petrillo
325
Ozleri
Sassari
Pais-Serra
369 Mirandola [no
Modena
Agnini
326 Padova
Padova
Alessio G.
270 Mirano
Venezia
Fos ari
327
Palata
Campobas.
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271 Mlstretta
Messina
Di Giogio
328
Palermo I
Palermo
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272 Modena
Modena
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Siracusa
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329
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Palermo
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Palermo III
Palermo
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Palermo IV
Palermo
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383
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Reggio C.
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332'Pallanza
Novara
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384'
Reggio Emilia
Reggio E.
Pra»i^ o'ini
333
Palmanova
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385;
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334
Palmi
Reggio Ca-
386
Riccia
Campobas-
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387
Rieti
Perugia
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335
Paola
Cosenza
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388
Rimini
Forlì
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336
Parma I
Parma
De Amóri
389 Rocca San Ca-
337
Parma lE
Parma
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Firenze
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338
Partiiiico
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Orlando r. E.
390
Rogliano
Cosenza
Fera
339
Paterno
Catania
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391
Roma I
Roma
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340
Patti
Messina
Sciacca Giardl-
392
Roma II
Roma
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341
Pavia
Pavia
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393
Roma III
Roma
342
PavullonelFri-
394
Roma IV
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'M-d'ici L.
gnano
Modena
Gali ini
395
Éoma V
Roma
Birzilai
343
Penne
Teramo
Tinozzi
396
Rossano
Cosenza
JoeU
344
Perugia I
Perugia
GallengaSlitart
397
Rovigo
Rovigo
Beghi
345
Perugia II
Perugia
Innamorati
398
SalaCousilina
Salerno
Cam ra
346
Pesaro
Pesaro e
399
Salerno
Salerno
De Marinis
Urbino
MontiGuarneri
400
Salò
Brescia
Betumi
347
Pescarolo e
401
Saluzzo
Cuneo
Di Saluìzo M.
Uniti
Cremona
Berlesi
402
S. Bartolomeo
348
Pescia
Lucca
Martini
in Galdo
Benevento
Bianchi V.
349
Pescina
Aquila
Sipari E.
403
San Benedetto
350
Petralia Sot-
del Tronto
Ascoli Pi-
tana
Palermo
Bossi E.
ceno
Duri
351
Piacenza
Piacenza
Raineri
404
San Biagio in
352
Piazza Arme-
Callalta
Treviso
Cicogna
rina
Caltaniss.
Ciancio
405
SanCascianoin
353
Piedimonte
Val di Pesa
Firenze
Sonnino
d'Alife
Caserta
Mtrisani
406
SanDanieledel
354
Pietrasanta
Lucca
Montauii
Friuli
Udine
Di Caporiac-o
355
Pieve di Ca-
407
San Demetrio
dore
Belluno
Loero
ne'Vestini
Aquila
Cappelli
356
Pinerolo
Torino
Facta
408
SanGiovanniin
357
Piove di Sacco
Padova
Romanin Jucur
Persiceto
Bologna
Ferri G.
358
Pisa
Pisa
Queiroln
409
San Miniato
Firenze
359
Pistoia I
Firenze
Casciani
410
San Nazzaro
360
Pistoia H
Firenze
Morelli - Guai-
tierotti
411
de'Burgondi
San Nicandro
Pavia
Cabrini
361
Poggio Mirteto
Perugia
Amici G.
Garganico
Foggia
Zaccagniiio
362
Pontassieve
Firenze
Relini
412
S.Pier d'Alena
Genova
363
Pontecorvo
Caserta
Lucernari
413
San Remo
PortoMau-
364
Pontedecimo
Genova
Harodi
rizio
Rui mondo
365
Pontedera -
Pisa
Toscanelli
414
San Severino
366
Pontremoli
Massa e
Marche
Macerata
Ciappi
Carrara
Cimati
415
San Severo
Foggia
Fraccacreta
367
Popoli
Aquila
Camerini
416
SantaMariaCa-
368
Pordenone
Udine
Chiaradia
pua Vetere
Caserta
Morelli E.
369
Portogruaro
Venezia
Sindrini A,
417
Sant' Angelo
370
Portomaggiore
Ferrara
Cavallai i
de'Lombardi
Avellino
Ruspoli C.
371
Porto Maurizio
PortoMau-
418
Sant'Arcangelo
rizio
Nuvoloni
di Romagna
Forlì
Di Bagno
372
Potenza
Potenza
Grippo
419
Saiithià
Novara
Savio
373
Pozzuoli
Napoli
Scialoia A.
420
San Vito al Ta-
374
Prato in To-
gliamento
Udine
Rota F.
scana
Firenze
Angiolini
421
Sassari
Sassari
Abozzi
375
Prizzi
Palermo
422
Sassuolo
Modena
Vicini
423
Savigliano
Cuneo
Milano F.
376
Ragusa Supe-
424
Savona
Genova
Astengo
riore
Siracusa
Cartia
425
Scansano
Grosseto
dacci
377
Rapallo
Genova
Cavagnari
426
Schio
Vicenza
Rossi G.
378
Ravenna I
Ravenna
Pirolini
427
Sciacea
Girgenti
Abisso A.
379
Ravenna II
Ravenna
Maz zolani
428
Senigallia
Ancona
Berlini
380
Recanati
Macerata
Ricci
429
Serradifalco
Caltanis-
381
Recco
Genova
setta
Di Scalea
382
Regalbuto
Catania
Rindone
430
Serramauna
Cagliari
Cao-Pinnof
IGl —
- 1
■E
I»
COLLKOIO
•
COLLEGIO
1
ELETTORALI
PROVINCIA
DEl'UTATO
H
A,ETTORALK
PROVINCIA
DEPUTATO
431
Serra S. Bruno
Catanzaro
Di Fran'-ia L.
471
Treviso
Treviso
Appiani
43-2
Serrastretta
Catanzaro
Co'osimo
472
Tri cari CO
Potenza
Maturi
433
Sessa Aurunca
Caserta
Mazzarella
473
Tricase
Lecce
Codacci-Pi sa-
434
Siena
Siena
NufH
nelli
435
Siracusa
Siracusa
G (ir 'cà
474
Tropea
Catanzaro
La russa
436
Solmona
Aquila
De Amicis
475
Udine
Udine
Girard ini
437
Sondrio
Sondrio
Marconi
470
Urbino
Pesaro e
438
Sora
Caserta .
Simonculli
Urbino
Barelli
439
Soresina
Cremona
MijUoli
477
Val d agno
Vicenza
.Varsotto
440
Spezia
Genova
Ollandi li 0.
478
Valenza
Alessandr.
brt zzi
441
Spezzano Gr.'"'
Cosenza
lierlintjieri
479
Vallo della Lu-
442
Spilimbergo
Udine
Ciriani
cania
Salerno
Talamo
443
Spoleto
Perù ^'i a
Sch'inzer
480
Varano
Novara
Ctron
444
Stradella
Pavia
Montemai tini
481
Varese
Como
Paola A.
445
Subiaco
Roma
Ven i
48-2
Vasto
Chieti
Ciccarone
446
Susa
Torino
Louvier
483
Velletri
Roma
Vtironi
447|Taranto
Lecce
484
Venezia I
Venezia
Musatti
448iTeano
Caserta
MiraheUi E.
435
Venezia II
Venezia
Marcello
449
Tempio Pausa-
486
Venezia III
Venezia
Fradelelto
Dia
Sassari
Pula
487
Verbicaro
Cosenza
Amato
450
Teramo
Teramo •
( el i <?.
488
Vercelli
Novara
Cuijiiolio
451
Termini Ime-
489
Vergato
Bologna
Bava
rese
Palermo
AgujUi
490
Verolanuova
Brescia
Longinofti
452
Terni
Perugia
Faus ini
491
Verona I
Verona
To iesrhini
453
Terranova di
Caltanis-
Pasqualino-
492
Verona II
Verona
Bossi L.
Sicilia
setta
1 ansallo
493
Verrès
Torino
454
Thiene
Vicenza
Eoi
494
Vicenza
Vicenza
Te^ò
455
Tirano
Sondrio
Credaro
495
Vicopisano
Pisa
Sii/h eri
456
Tivoli
Roma
Baccelli A.
496
Vigevano
Pavia
De Giovanni
457
Todi
Perugia
Ciuffelli
497
Vignale
Alessan-
458JTolme7,zo
Udine
Ooì-tani
dria
Viyna
459
Torchiara
Salerno
Torve
498
Vigono
Torino
G''"Sso-''ampf-
460
Torino |
Torino
D ctieo
499
Vigenza
Padova
Manzoni [na
461
Torino H
Torino
Mory^iri
500
Villadeati
Alessan-
462
Torino III
Torino
Casa ini
dria
Borsarelli
463ÌTorino IV
Torino
beiione
501
ViUan. d'Asti
Alessan-
464 Torino V
Torino
Giordano
dria
Gazdli
465 Torre Annun-
502
Vimercate
Milano
Borromen
ziata
Napoli
Sandulli
503
Viterbo
Roma
Canevari
4G6 Tortona
Alessandr.
Bertarelli
604
Vittorio
Treviso
467
Trapani
Trapani
Nasi
605
Voghera
Pavia
Negrotto-Cain-
468
Tregna;,'0
Verona
Danieli
biiiso
469
Trescore Bal-
506
Volterra
Pisa
Ginori-Conti
nearlo
Bergamo
Suardi
507
Voltri
GenovA
Tassar a
470'TrevigUo
Bergamo
Cameroni
508
Zogno
Bergamo
Bellotti
(Stampalo il 20 aeHembre 1916),
AsGoléine Rmer
comprèsse
Piccole dosi - Grandi effetti
Convalescenza
linfatismo
adeniti
anemia
1G2
Parlamento Italiano
Indicazione delle Legislature, delle Sessioni e del numero delle Sedute pubbliche
dal 1848 al 1916.
SESSIONI
DURATA D' OGNI SESSIONE
NUMERO DELLE SEDUTE
lECISLÀTURK
del SeoaU
dellsC&nierB
del Repo
dei Depatftti
I
1848
II
1849
III
1849
IV
1849-53
Unica
1848
Dall' 8 maggio al 30 dicembre 1848.
39
122
Unica
1849
Dal 1» febbraio al 30 marzo 1849.
21
61
Unica
1849
Dal 30 luglio al 20 novembre 1819.
36
87
Prima
1849-50
Dal 20 dicemb. 1849 al 19 novemb. 1850.
72
178
—
Seconda
1850-52
Dal 23 novemb. 1850 al 27 febbraio 1852.
135
244
V
1854-57
Terza
1852-53
Dal 4 marzo 1852 al 21 novembre 1853.
96
259
Prima
1853-54
Dal 19 dicemb. 1853 al 20 maggio 1855.
97
207
_
Seconda
1855-56
Dal 12 novemb. 1855 al 16 giugno 1856.
45
125
VI
1857-59
Terza
1857
Dal 7 gennaio al 16 luglio 1857.
2
145
Pfima
1857-58
Dal 14 dicembre 1857 al 14 luglio 1858.
38
127
VII
1860
Seconda
1859
Dal 10 gennaio al 30 aprile 1859.
24
50
Unica
1860
Dal 2 aprile al 28 dicembre 1860.
3.
73
VIII
1861-65
Prima
1861-62
Dal 18 febbraio 1861 al 21 maggio 1863.
229
407
IX
1865-67
Seconda
1863-65
Dal 25 maggio 1863 al 16 maggio 1865.
223
262
Prima
1865-66
Dal 18 novemb. 1865 al 30 ottobre 1866.
47
132
X
1867-70
Seconda
1866-67
Dal 15 dicemb. 1856 al 13 febbraio 1867.
6
27
Prima
1867-69
Dal 22 marzo 1857 al 14 agosto 1869.
172
463
XI
1870-74
Seconda
1869-70
Dal 18 novemb. 1869 al 2 novemb. 1870.
79
154
Prima
1870-71
Dal 5 dicembre 1870 al 5 novemb. 1871.
73
131
_
Seconda
1871-73
Dal 27 novemb. 1871 al 19 ottobre 18^3.
146
290
XII
1874-76
Terza
1873-74
Dal 15 novemb. 1873 al 20 settemb. 1874.
51
142
Prima
1874-75
Dal 23 novemb. 1874 al 21 febbraio 1876.
97
170
Seconda
1876
Dal 6 marzo al 3 ottobre 1876.
36
73
XIII
1876-80
Prima
1876-77
Dal 20 novemb. 1876 al 23 gennaio 1878.
96
168
_
Seconda
1878-80
Dal 7 marzo 1878 al 1» febbraio ISSO.
146
302
■' _
Terza
1880
Dal 17 febbraio al 2 maggio 1880.
23
56
XIV
1880-82
XV
1882-86
Unica
1880-82
Dal 26 maggio 1880 al 25 settembre 1882.
149
395,,
Unica
1882-86
Dal 12 novembre 1882 al 27 aprile 1886.
211
586
XVI
1886-90
Prima
1886-87
Dal 10 giugno 1886 al 4 settembre 1887.
80
145
_
Seconda
1887-89
Dal 16 novembre 1887 al 4 gennaio 1889.
124
216
_
Terza
1889
Dal 28 gennaio al 20 luglio 1889.
45
112
_
Quarta
1889-90
Dal 25 novembre 1889 al 3 agosto 1890.
63
158
XVII
1890-92
Unica
1890-92
Dal 23 novembre 1890 al 27 settem. 1892.
110
245
XVIII
1892-94
Prima
1892-94
Dal 23 novembre 1892 al 23 luglio 1894.
142
307
_
Seconda
1894-95
Dal 3 dicembre 1894 al 13 gennaio 1895.
5
11
XIX
1895-97
XX
1897-1900
Unica
.1^-^.
^Dàl^] élà^»o 1895 al 3 marzo 1897.
124
232
Prima
1897-98
Dal 5 .aprile 1897 al 12 luglio 1898.
114
187
Seconda
1898-99
Dal 16 novembre 1898 al 30 giugno 1899.
6?„
i, 113
_
Terza
1899-900
Dal 14 novembre 1899 al 17 maggio 1900.
64
. 'y9
XXI
1900-li)01
Prima
1900-902
Dal IG giugno 1900 al 22 dicembre 1301.
13S
194
Seconda
1902-904
Dal 20 febbraio 19U2 ul 18 ottobre 1904.
194
398
- ir,3 -
LEGISLA-
TURE
DURATA D'OGNI SESSIONE
NUM, DELLE SiOOÌi
SE3SI0NI
del SriBif
ddliCueri
del Betni
dei fiepntill
XXII
1904-1909
Unica
1904-909
Dal 30 novembre 1904 all' 8 febbraio 1909
287
673
XXIII
1909-1918
Unica
1909-913
Dal 24 marzo 1909 al 29 settembre 1913
337
687
XXIV
1913-
Prima
1913-. . .
Dal 27 novembre 1913 al
_
Ministeri dal 1848 al 1916.
Balbo, presilente del Consiglio dei Miniatri
fdal 16 marzo al 27 luglio 1848) ; Ricci Y, in-
terno-; Pareto, esteri; Di Revel O., finanze;
Des Ambrois, lavori pubblici ; Sclopis, «/'-a^ia
e giustizia; Boncompagnl, istruzione pubblica;
Franzini, guerra e marina.
Casati, presidente del Consiglio dei Minis'ri
(dal 27 luglio al 15 agosto 1848); Gioberti,
Ministro sema portafogli ; Moffa di Lisio, Mi-
nistro I esiliente presso S. M. al campo; Piazza,
inter'io; Pareto, esteri; Ricci V., finirne; Pa-
leocapa, lavori pubb'ici; Gioia, grazia e giu-
stizia; Rattazzi, GioherU. istruzione pubb'ìca;
CoUegno, guerra e marina; Durinl, Rattazzi,
agrioltura.
Alfieri, presidente del Consiglio dei M nistri
(dal 15 agosto all' 11 ottobre 1848, surrogato
da Perrone sino al 16 dicembre 1848); Colla,
Mi'iis'ro s-'nza p>rtafi)gli; Regis, Ministro re-
sidtnte pi esso S. M. al campì; Pinelli, interno;
Perrone, esteri; Di Revel O., finanze; Santa
Rosa, lavori pubblici; Merlo, gr'(zia e giusti-
zia; Merlo, BoncoTnjia.gnì, istru.ione pubblica ;
Franzini, Dabormida, La Marmerà, g'ierra e
marina; Alfieri int., Santa Rosa in!., Torelli,
agrico/fura.
Gioberti, presidente del Consiglio dei Mini-
stri (dal 10 dicembre 1848 al 21 febbraio 1849,
surrogato da Chiodo sino al 27 marzo 1849)
Sineo, Rattazzi, interno; Gioberti, Colli, De-
ferrari, esteri; Ricci V., finanze; Tecchio se-
niore, lavori pubblici; Rattazzi, Sineo, grazia
« giustizia; Cadorna C, istruzione pubblica;
De Sonnaz, La Marmora, Chiodo, guerra;
BufTa, iigrirollura.
Delaunay, presidente del Consiglio dei Mi-
nis'ri (dal 27 marzo al 7 maggio 1849, sun-o-
gato da D'Azeglio sino al 21 maggio 1852);
Gioberti, Ministro sen.a ptrlafugli ; Pinel,li,
Galvagno, Pernati, l'i^ rno; Delaunay, D'Aze-
glio, esteti; Nigra, Cavour, finanze; Galvagno,
Santa Rosa int.. Paleocapa, larari pubblici;
Cristiani, De Margherita, Siccardi, Galvagno
int.. Deforesta, Galvagno, grazia e giustizia;
Gioberti int., Mameli, Gioia, Farini L. C, is'iu-
tione pu'iblica; Dabormida, Della Rocca, Bava,
La Marmora, guerra e ma rimi (\); GaIvan;no,
Mathieu, Santa Rosa, Cavour, ugricoUuià.
D'Azeglio, presidente del Consiglio dei Mi'
nistri (dal 21 maggio al 4 novembre 1852);
Pernati, interno; D'Azeglio, esteri; Cibrario,
finanze; Paleocapa, lavori pubblici; Boncom-
pagnl, grazia e giustizia; Boncompagnl regr^r,,
isttuzione pubblica; La Marmora, guerra e
marii.a.(\)
Cavour, p esidente del Consiglio dei Ministri
(dal 4 novembre 1852 al 1° maggio 1855);
Ponza di San Martino, Rattazzi regg,, interno;
Dabormida, Cavour, es eri; Cavour, finanze;
Paleocapa, lavori pubblici ; Boncompagui, Rat-
tazzi, gì ozia e giustizia; Cibrario, istruzione
pubblica; La Marmora, Durando, guerra e
marina.
Cavour, p esidente del Consiglio dei Ministri
(dal 4 maggio 1855 al 19 luglio 1859); Paleo-
capa, ministro senza portafogli; Rattazzi, Ca-
vour, m/fr/io; Cibrario, Cavour, esteri; Cavour,
Lanza, finanze; Paleocapa, Bona, lavori pub-
blici; De(orestSL, grazia e giustizia ; Lanza, Ca-
dorna, istruzione pubblica ; Durando, La Mar-
mora, guerra e m trina.
La Marmora, presidente del Cons'glio dei
Ministri (dal 19 luglio 1859 al 21 gennaio 1860);
Rattazzi, »»t<«>r«f>; Dabormida, e.v/e/»/ Oytana,
finanze; Monticelli, lavi ri puiii>lici; Miglietti,
grazia e giustizia; Casati, istruzione pubblica;
La Marmora, guerra e marina.
Cavour, presidente del ConS'glio dei Mini-
stri (dal 21 gennaio 1800 al 6 giugno 1861);
Corsi, Niutta, Ministri s nzn portafogli; Ca-
vour regg., Farini L. C, Minghetti, interno;
Cavour, es'eri- Vegezzi, Bastogi, finanze; 3a.-
Cini, Terazzì, lavori pubblici; Cassinis, g^/aaia
e gius'izia; Mamiani, De Sanctis, is ruzione
pubblica; Fanti, guerra; Cavour, marina;
Corsi, Natoli, agricoHura.
Ricasoll, presidente del Consiglio dei Mini-
stri (dal 12 giugno 1861 al 3 marzo 1862);
Minghetti, Ricasoli, interno; Ricasoli, esteri;
Ba.'itog'ì, finanze; Pcrtizzi, lavori pu'ibliri ; Mi-
glietti, grazia e giustizia; De Sanctis, istru-
zione pubblica; Ricasoli regg., Della Rovere,
guerra; Monabrea. mari/ a, Cordova, agrico't.
Rattazzi, presidente del C<msiglio éei Mi-
nistri (dui 3 marzo aU'8 dicemb. 1862); Poggi,
Min'stro senza portafoj'io; R:\t,t;izzi, interno;
Rattazzi. Durando, esteri; Sella, /lrta/<*«; Do-
(1) Il MiulMtcro della marina rimase unito
con (|UeIlu dflla gnt-rrik fino al 1116», trann»» il
temilo dall' Il otlolirc U).')) al 21> \\m,iiiu* W-i,
durante il quale fu iinuesHo al Mini.sten) lUd-
l'agri<-<>Uura, luduatria e commercio, e pul delle
Uuauze.
(1) Il Mlulatt'ro d'agricoltura, industria e
commercio, crcnto il II ngoslt» liHT, fu sopiuesuo
il Iti iVl.hniio VXsì, licostiluito il 12 luglio llMW
t" uuovaMenL»'»iii>n'88o, beuih<- pt-r pm hi mesi,
a lò dicembre lii77.
^ 164
pretls, lavori pubblici; Cordova., ConforU, gra-
zia e gius'izia; Mancini, Matteucci, istruzione
pubblica; Vetìtiì., guerra ; Di Persane, marina;
Pepoli, agiicoltura.
FtLTÌnì, presidente del Consiglio dei Ministri
(dall'8 dicembre 1862 al 24 marzo 1863); Pe-
ruzzl, interno; Pasolini, esteri; Minghetti, fi-
nanze; Menabrea, lavori pubbliri; Pisanelli,
Amari, istruzione pubblica; Della Rovere, g^wer-
ra; Ricci G., Di Negro, Menabrea int., ma-
rina; Manna, agricoltura.
Minghetti, presidente del Consiglio dei Mi-
nistri (dal 24 marzo 1863 al 28 settemb. 1864);
Peruzzi, interno ; Visconti- Venosta, esteri ;
Minghetti, finanze; Menabrea, lavori pubblici ;
Pisanelli, grazia e giustizia; Amari, istruzione
pubblica; Della Rovere, guerra; Menabrea int.,
Cugia, marina; Manna, agricoltura.
La IVIarmora, presidente del Consiglio dei
Ministri (dal 28 settembre 1864 al 31 dicem-
bre 1865); Lanza, Natoli int., Chiaves, inter-
no; La Marmerà, esieri; Sella, finanze; Jacini,
lavori pubblici; Vacca, Cortese, grazia e giu-
stizia; Natoli, istruzione pubblica ; Petiiti, guer-
ra; La Marmora regg., Angioletti, marina;
Torelli, agriro'tura.
La Marmora, presidente del Consiglio dei Mi-
nistri (dal 31 dicembre 1865 al 20 giugno 1866);
Chiaves, Ministro senza p 'ri a fogli/; La Mar-
mora, interno; Scialoia, esteri; Jacini, lavori
pubblici; De Falco, grazia e giustizia; Bqrti,
istruzione pubblica; Di Pettinengo, guerra;
Angioletti, marina; Berti regg., agricoltura.
RicaSOli, presidente d'I Consiglio dei Mi-
nistri (dal 20 giugno 1866 al 10 aprile 1867);
La Marmora, Min stro senza portafcgli; Ri-
casoli, interno; Ricasoli int., Visconti- Veno-
sta, esteri; Scialoia, Depretis, finanze; Jacini,
De Vincenzi, lavori pubblici; Borgatti, Rica-
soli int., Cordova regg., grazia e giustizili;
Berti, Coi-renti, istruzione pubblica; DI Pet-
tinengo, Cugia, guerra; Depretis, Biancheri,
marina; Cordova, agricoltura.
Rattazzi, presidente del Consiglio dei Mini-
stri (dal 10 aprile al 27 ottobre 1867): Rat-
tazzi, interno; Di Campello, esteri; Ferrara,
Rattazzi regg., finanze; Gìo\&\\o\&, lavori pub-
blici; Tecchio sen., grazia e gius'izia; Cep-
pino, istruzione pubblica; Di Revel I., guerra;
Pescetto, marina; De Blasiis, agricoltura.
Menabrea, presidente del Consiglio dei Mi-
nistri (dal 27 ottobre 1867 al 5 gennaio 1868);
Gualterio, interno; Menabrea, esteri; Cam-
bray-Digny, finanze; Cantelli, lavori pubblici;
Mari, grazia e giustizia; Broglio, istruzione
pubblica; Bertolè-Viale, guen a; Menabrea reg-
gente; Provana, mariMa; Cambray-Digny tM<.,
Broglio regg., agricoltura.
Menabrea, presidente del Consiglio dei Mi-
nistri (dal 5 gennaio 1868 al 13 maggio, 1869);
Cadorna, Cantelli, interno; Menabrea, esteri;
Cambray-Digny, finanze; Cantelli, Pasini, la-
vori pubblici; De Filippo, grazia e ginstizia;
Broglio, istruzione pubblica ; Bertolè-Viale,
guerra; Riboty, maiina; Broglio regg., Cic-
cone, agricoHura.
Menabrea, presidente del Consiglio dei Mi-
nistri (dal 13 maggio al fi dicembre 1869);
Ferraris. Di Radiiii, interno; Menabrea, esteri;
Cambray-Digny. finanze; Mordini, lavori pub-
ll'ci ; De Filippo, Pironti, Vigliani, grazia e
giustizia; Bargoni, istruzione pubblica; Ber-
tolè-Viale, guèrra; Riboty, tnarina; Minghetti,
agricoltura.
Lanza. presidente del Consiglio dei Ministri
(dal 14 dicembre 1869 al 9 luglio 1873); Lanza,
interno; Yisconti-Yenosta,, esteri; Sella, finan-
ze; Gadda, De Vincenzi, lavori pubblici ; Raeli,
De Falco, grazia e giustizia; Correnti, Sella
regg., Scialoia, istruzione pubblica; Govone, Ri-
cotti, guerra; Castagnola re^r^., Acton G., Ri-
boty, marina; Castagnola, agricoltura.
Minglietti, presidente del Consiglio dei Mi-
nistri (dal 10 luglio 1873 al 18 marzo 1876);
Cantelli, interno; Visconti-Venosta, esteri; Min-
ghetti, /ìnan^e; Spaventa, lavori pubblici ; Yi-
gliani, grazia e giustizia; Scialoia, Cantelli reg-
gente. Bonghi, istruzione pubblica; Ricotti, firu«r-
ra; Di Saint-Bon, marina; Finali, agricoltura.
Depretis, presidente del Consiglio dei Mini-
stri (dal 25 marzo 1876 al 25 dicembre ;1877) ;
Nicotera, interno; Melegarl, esteri; Depretis,
finanze; Zanardelli, Depretis int., lavori pub-
blici; Mancini, grazia e giustizia; Ceppino,
istruzione pubblica; Mezzacapo, .^r^erro; Brin,
marina; Majorana-Calatabiano, agricoltura.
Depretis, presiden'e del Consiglio dei Mini-
stri (dal 26 dicembre 1877 al 23 marzo 1878);
Crispi, Depretis int., interno; Depretis, esteri;
Magliani, finanze; Bargoni, tesoroil); Perez,
lavori pubblici; Mancini, grazia e giustizia;
Ceppino, istruzione pubblica ; Mezzacapo, ^«er-
ro ; Brin, marina.
Cn'ìTOÌÌ, presidente del Consiglio dei Ministri
(dal 24 marzo al 19 dicembre 1878); Zanar-
delli, interno; Corti, Caireli, esteri; Seismit-
Doda, finanze(1); Seismit-Dpda regg., tesoro;
Baccarini, lavori pubblici; Conforti, grazia e
giustizia; De Sanctis, istruz. pubblica; Bruzzo,
Bonelli, guerra; Di Brocchetti, Brin, marina;
Gairoìi regg. , Pessina, agricolturaC^).
Depretis, piesidente del Consiglio dei Mi-
nistri (dal 19 dicembre 1878 al 14 luglio 1879);
Depretis, interno; Depretis int., esteri; Ma-
gliani, finanze; Magliani regg., tesoro; Mezza-
notte, lavori pubblici; T&ja,m, grazia e giusti-
zia; Ceppino, istruzione pubblica; Mazè de la
Roche, guerra; Ferracciù, marina; Majorana-
Calat.abiano, agricoltura.
Cairoti, presidente del Consialio dei Ministri
(dal 14 luglio al 25 novembre 1879); Villa,
interno; Caii-eli, esteri; Grimaldi, finanze; Gri-
maldi regg., tesoro; BAcca,rmi,larori pubblici;
Vare, grazia t giustizia; Perez, istruzione pub-
blica; BoneWi, guerra ; Bonelli re^^r., marina;
Caireli regg., agricoltura.
Cairoli, presidente del Consiglio d^i Ministri
(dal 25 novembre 1879 al 29 maggio 1881);
Depretis, intano; Cairoli, cs^é-rt; Magliani, /ì-
nanze; Magliani regg., tesoro; Baccarini, lavori
pubblici; Villa, grazia e giustizi i ; De Sanctis,
Baccelli, istruzione pubblica; Bonelli, Milon,
Ferrerò, guerra; Acton F., marina; Miceli,
agricoltura.
(1) Con decreto 26 dicembre 1877 veniva isti-
tuito il Ministero del tesoro e soppresso quello
di agricoltura, industria e couimercio.
(2) Dal 21 marzo 1878 al 29 <n<iènibrè 1888 i
Ministri delle finanze furouo incaricati della
reggenza del Ministero del tesoro.
(3) Con legge 30 giugno 1878 fu ricostituito
il Ministero di agricoltura, industria e com-
mercio.
- 165 -
Depretfs, preaìdenté d$l Cnnsi'ilio dei Mini'
(dal JiJ maggio 18MI al -lì maggio 1883); De-
pretis, intet-'io; Mancini, f$ eri; Magliani, fl-
name ; Magliani, regg,, tesoro; Baccarini, la-
vori pul'b tei; ZanardellI, grazia e giustizia;
Baccelli, istruzione pubbli< a ; Ferrerò, guerra;
Acton F., marina; Berti, agiiroìtura.
DepretiS, presidente del Consiglio dei Mini-
atri (dal 20 maggio 1883 al 30 marzo 1884);
DepretiS. interno; Mancini, esteri; Magliani,
finanze; Magliani regg., tesoro; Genala, lavori
pubblici; Giannuzzi-Savelli,^ra^ia e gijts izia;
Baccelli, istruzione pi^bl ira; Ferrerò, guerra ;
Acton F., Del Santo, marina; Berti, agricolt.
DepretiS, presidente del Consiglio dei Mini-
siri (dal 30 marzo 1884 al 29 pugno 1885);
DepretiS, interno; Mancini, esteri; Magliani,
finanze; Magliani regg., tesiro; Genala, ^ai-'oH
pubblici; Ferraccia, Pessina, grazia e giusti-
zia; Coppino, istruzione pubblica; Ferrerò,
Ricotti, ^wer/o; Brin, marina; Grimaldi, Agri-
eiltura.
DepretiS. presidente del Consiglio dei M'ni-
siri (dal 29 giugno 1885 al 4 aprile 1887); De-
pretiS, interno; DepretiS, int.. Di Robilant, este-
ri; Magliani, finanze; Magliani regg., tesoro;
Genala, lavori pubblici; Tajani, gniziit e giu-
stizia; Coppino, istruzione pubblica; Ricotti,
guerra; Brii), marina; Grimaldi, agricoltura,
DepretiS, presidente del Consiglio dei Mini-
stri (dal 4 aprile al 29 luglio 1887): Crispi,
interno; DepretiS, Crispi int., esteri; Magliani,
finanze; Magliani regg., tesoro; Saracco, larari
pubblici; Zanardelli, grazia e giustizia; Cop-
pino, istruz. pubblica; Bertele- Viale, guerra;
Brin, marina; Grimaldi, ag>icoìtu a.
Crispi, presidente del Cons gito dei Ministri
(dal 7 agosto 1887 al 9 marzo 1889); Crispi,
Crispi ini., esteri; Magliani, Grimaldi, /?/ia/»2«/
Magliani int. Perazzi, tesoro; Saracco, latori
pubblici; Zanardelli, grazia e giustizia; Cop-
pino, Boselli, istruzione pubblica; Bertolè-
Viale, guerra; Brin, marina; Grimaldi, Mi-
celi, iigricoltura.
Crispi, presidente del Consiglio dei Ministri
(dal 9 marzo 1889 al 6 febbraio 1891): Crispi,
i'it., interno; Crispi int., esteri; Seismit Doda,
Giolitti rcjgr^r., Grimaldi, finame ;' {ìiolitti, Gri-
maldi int,; tesoro; Finali, lavori pubblici; La-
cava, poste e telegrifi;W Zanardelli, grazia e
giui'zia ; Boselli, istruzione pubblica ; Bertolè-
Viale. Brin, marina; Miceli, agricolltira.
Di Budini, presidente del Consiglio dei Mi-
nistri (dal 6 febbraio 1891 al 15 maggio 1892);
Nicotera, i"terno; Di Rudini, esteri; Colom-
bo, Luzzatti int., finanze; Luzzatti, tesoro;
Branca, latori pubblici; Branca int., poste e
telegrafi: Ferraris L., Chimirri, grazia e giu-
stizia; Vlllari, istruzione puhbl'ct; Pclloux,
guerra; Di Budini int.. De Saint-Bon, marina;
Chimirri, DI Budini int., agricoltura.
Giolitti, presidente del Consiglio dei Mini-
stri, (dal 15 maggio 1892 al 28 novembre 1893);
Giolitti, interno; Brin, esteri; Ellena, Grimal-
di int., Gagliardo, finanze; Giolitti int., Gri-
maldi, tesoro; Genala, lavori pubb'ici; Finoo-
chiaro-Aprilp, poste e telegrafi ; Bonacci, Eula,
Siintamaria-Nicolinl, Armò, grazia e giustizia;
Martini F., ÌHtruzione pubblica ; VeWoMX, guer-
(1) Con decreto del 10 marzo 18B9 fu istituito
il uiuistero delle poste e telcgraQ.
ra; De Salnt-Bon, Brin int., Racchla, marina;
Lacava, agricoltura.
Crispi, presidente del Consiglio dei ministri
(dal 15 dicembre 1893 al 4 marzo 1896); Crispi,
interno; Blanc, esteti; Sonnino, Boselli, finan-
ze; Sennino int., Sonnino, tesoro; Saracco, la-
vori publlici; Ferraris M., p'^ste e telegrafi;
Calenda dei Tavani, grazia e giustizia; Bac-
celli, istruzione pubblica; Mocenni, guerra;
Morin. marina; Boselli, Barazzuoli, agricolt.
Di Rudini, presidente del Consiglio dfi Mini-
s'ri (dal 10 marzo 1896 al 14 luglio 1896) ;Co-
dronchi-Argeli (ministro senza portafogli);
Di Rudini, interno; Caetani di Sermoneta,
esteri; Branca, finanze; Colombo, tesoro; Pe-
razzi, lavori pubblici; Carmine, poste e tele-
grifi; Costa G. C, grazia e giustizia; Gian-
turco, istruzione pubblica; Ricotti, guerra;
Brin, marina; Guicciardini, agricoltura.
Di Budini, presidente del Consiglio dei Mi-
(dal 14 luglio 1896 al 14 novembre 1897); Co-
dronclii-Argeli (ministro senza portafogli);
Di Rudlm, interno; Di Rudim int., Visconti-
Venosta, esteri; Branca, finanze; Luzzatti, te-
soro; Prinetti, lavori pubblici; Sineo, poste e
t-legrnfi; Costa G, C, Di Budini int., Gian-
turco, gra:ia e giustizia; Gianturco, Codron-
chi-Argeli, istruzione pubblica; Pelloux, guerra;
Brin, marina; Guicciardini, agricoltura.
Di Budini, presidente del Consiglio dei Mi-
nistri (dal 14 novemb. 1897 al 1» giugno 1898);
Di Rudini. interno; Visconti-Venosta, esferi;
Branca, finanze; Luzzatti, tesoro; Pavoncelli,
lavori pubblici ; Sineo, Luzzatti int., poste e
telegrafi; Zanardelli. ^/•a^»rt e giustizia; Gallo,
istruzione pubblica; San Marzano, guerra;
Brin, marina; Cocco-Oitù, agricoltura.
Di Budini, presidente del Cons'g'io dei Mi-
nistri (dal 1» giugno 1898 al 26 giugno 1898):
Di Budini, interno; Cappelli, esteri; Branca,
Luzzatti, tesoro; Afan de Rivera, lavori pub-
blici ; Frola, poste e telegrafi; Bonacci, grazia
e giustizia; Cremona, istruzione pttbblica ; San
Marzano, guerra; Canevaro, marina; Luz-
zatti 4nt., agricoltura.
PeliOUX, presidente del Consiglio dei Mini-
."tri (dal 29 giugno 189S al 3 maggio 1899);
PellouK, interno; Canevaro, esteri; Carcano,
finanze; Vacchelli, tesoro; Lacava, lavori pub-
b'ici ; Nasi, poste e telegrafi ; Finocchiaro-
Aprile, grazia e giustizia; Baccelli, istruzione
pubblica ; San Marzano, guerra; Palumbo, ma-
rina; Fortis, agricoltura.
PeilOUX, prcsid, del Consiglio dèi Ministri
(dal 14 maggio 1899 al 24 giugno 1900); Pel-
loux, interno; Visconti- Venosta, es'eri; Car-
mine, finanze; Boselli, tesno; Lacava, lavori
pubblici; Di San Giuliano, p>ste e telegrafi;
Bonasi, grazia e giustizia ; Baccelli, ish-tizione
pubblii'a; Mirri, PeHoux int.. San Martino,
guerra; Bettole, marina; Salandra, agricolt.
Saracco, presidente del Consiglio dei Mini-
sri (dal 24 giugno 1900 al 6 febbraio 1901);
Saracco. iMrer»»; Visconti-Venosta, «a/c»-i; Chi-
mirri, finanze; Rubini, Chimirri int.. Finali,
Branca,, lavori pubblii; Pascolato, pose e te-
letrafi; Gianturco, gazia e giustizia; Gallo,
istruzione pubblica; San Martino, (;«*rra; Mo-
rin. marina; Càrcano, agriddtura.
Zanardelli, presidente del Consiglio dei Mi-
nistri (da principio .senza port.) dal 15 feb-
braio lUOO al 21 otttibro 1903; Giolitti, Zft
— IGG —
nardelll, intruo; Prinetti, Morin hit., esteri;
"Wollemborg, Càvcano, fituutze; Di Bro;,'lio,
Giusso, Balenzano, lavori pubblici; Galim-
berti, poste e telegrafi; Cocco-Ortù, grazie^ e
piuslizia; Nasi, istruzione pubblica; San Mar-
tino, Ottolenghi,.(/werra; Morin, Bettolo, Mo-
rin int., marini ; Picardi, Zanardelli int., Bao-
celii, agricoltura.
Giolitti, presidente del Consiglio dei Mini-
s'ri (dal 23 novembre 1903 al 16 marzo l'.)05);
Tittoni interim (dal 16 al 28 marzo 1905); Gio-
litti, Tittoni int., interno; Tittoni, esteri ; Ro-
sane, Luzzatti int., finanze; Luzzatti, tesoro;
Tedesco, lavori pubblici; Stelluti-Scala, poste
e telegrafi; Ronchetti, grazia e giustizia; Or-
lando, istruzione pubblica; Pedotti, guerra;
Mirabello, marina; Rava, agricoltura,
Fortis, presidente del Consiglio dei Ministri
(dal 28 rftarzo 1905 al 24 dicembre 1905); For-
tis, interno; Tittoni, esteri; Maiorana, finanze;
Carcano, tesuro; Ferraris, lavori pub/ilici; Mo-
relli-Guai tierotti, poste e telegrafi; Finocchia-
io-Apri!e, grazia e giustizia; Bianchi Ij., istru-
zione pubblica; Pedotti, guerra; Mirabello,
mai-ina; Rava, agricoltura.
Fortis, presidente del Consiglio dei Mini-
s'r» (dal 24 dicembre 1905 all' 8 febbraio 190G);
Fortis, interno; San Giuliano, esteri; Vac-
chini, finanze; Carcano, tesiro; Tedesco, la-
viiri pubblici; Marsengo-Bastia, poste e telegr.;
Finocchiaro- Aprile, grazia e giustizia ; De Ma-
rinis, istruzione pubblica; Mainoni d' Intigna-
no, guerra; Mirabello, marina; Fortis int..
Malvezzi, agricoltura.
Sennino, presidente del Consiglio dei Mini-
stri (dair8 febbraio 1906 al 28 maggio 1906);
Sonnino, twierMo; Guicciardini, esteri: Salan-
dra, finanze; Luzzatti, tesoro; Carmine, lavori
pubblici; Baccelli A., poste e telegrafi; Sacchi,
grazia e giustizia; Boselli, istruzione pnl>blica;
Mainoni d' Intignano, .^w^rra; Mirabello, wm-
rina; Pantano, agricoltura.
Giolitti^ presidente del Consiglio dei Mini-
stri (dal 29 maggio 1906 al 10 dicembre 1909);
Giolitti, interno; Tittoni, esteri; Massimini,
Majorana, int., Lacava, fidanze; Majorana, Car-
fano, tesoro; Gianturco, Bertolini, lavori pub
hìici; Schanzer, poste e telegrafi; Gallo, Or-
lando, grazia e giustizia; Fusinato, Rava, istru-
zione pubblica ; Vigano, Casana, Spingardi,
guerra; Mirabello, marina; Cocco Or tu, agri-
coltura.
Sonnino, presidente del Cons'glio dei Mini-
stri (dal 10 dicembre 1909 al 31 marzo 1910);
Sonnino, interno; Guicciardini. i^6<«//; Ar'ofta,
finanze; Salaudra, tesoro; B,\ibìni, lavori pub-
blici; Di Sant'Onofrio, poste e telegrafi; Scia-
loja, grazia e gin-tizia; DAiieo, istruzion" pub-
blica ; Spingardi, gwrra ; Bettole, marina;
Luzzatti, agricoltura.
Luzzatti, presidente del Consiglio dei Mini-
stri (dal 31 marzo 1910 al 31 marzo 1911);
LiUZ/catti, interno; Di San Giuliano, esteri;
Faceta, finanze; Tedesco, tesoro; Sacchi, lavori
pubblici ; Ciufifelli, poste e lelejrafi; Y&n'\, gra-
zia e giustizia; Gvedavo, istruzione pni/blica;
SpiagAvdi, guerra ; Leonardi-Cattolica, mari-
na; Raineri, agricoltura.
GiioWiW, presidente del Consiglio dei Ministri
(dal 31 marzo 1911 al 21 marzo 1914); Giolitti,
interno; Di San Giuliano, esteri; Bettolini,
co'onie{X) ; Faota, finanze; Tedesco, tesoro;
Sacchi, lavori pubblici; Calissano, Tedesco, int.,
poste e telegrafi; Finocchiaro Api ile, . graffa «
giustizia; Credaro, istruzione pubblira; Spin-
gax-di, ign*'*r/a; Leonardi- Cattolica, Millo, ma-
rina; "Siiti, agricoltura.
Salandra, presidente del Consiglio dei Mi-
nistri (dal 21 marzo 1914 al 5 novembre 1914);
Salandra, tn^erMo; Di San Giuliano, Salandra
int., esteri; Martini F., colonie; Rava, finanze;
Rnhini, tesoro ; Ciuffelli. lavori pubblici; Ric-
cio, poste e telegrafi; Dari, grazia e giustizia;
Daneo, istruzione; Grandi, Zupelli, guerra;
Millo, Viale, marina; Cavasela, agricoltura.
Salandra, presidente di Consiglio dei Mini-
stri (dal 5 novembre 1914 al 19 giugno 1916 ;
Salandi-a, in'emo; Sonnino, eteri; Martini F.,
co' onte; Daneo, /ì lanze; Carcano, tesoro; Ciuf-
felli, lavori pubblici; B,ÌGCio, poste e telegrafi;
Orlando, grazia e giustizia; Grippo, istruzio-
ne; Zu.pe\lì, guerra; Viale, marma. Cavasela,
agi-icoltura; poi, Barzilai, ministro senza por-
tafoglio
Boselli, presidente del Consiglio dei Mini-
Sri (dal 19 giugno 1916 al . . ! );
Orlando, interno; Sonnino, esteri; Colosime,
colonie; Meda, finanze; Carcano, tesoro; Bo-
nomi, lavori pubblici; Fera, poste e telegrafi;
Sacchi, graz a e giustizia; lluffini, istruzione;
Morrone, .^werra; Corsi, rnirina; Raineri, agri-
i ottura; De Nava, industria, commercio e la-
var ; Arietta, trasporti marittimi e ferroviari;
Bissolati Bergamaschi, Bianchi. Comandini,
Scialoja, ministri senza portafoglio ('i).
(1) Il Ministero delle Colouie fu creato con
legge 6 Inglio Jt912, n. 749.
(2) I Ministri dell'Industria, Commercio e
Lavoro e quello per i Trasi)orti Marittimi, e
Ferroviari furono creati per la durata della
guerra con Decreto 19 giuguo 19i6.
usate il Siero iodato
Gandolfo, marca lodo-
hrom. Guarisce artriti-
srnq, reumatismo, arteriosclerosi, ec. Gratis opuscolo. — Ditta G. SKRSAI^K
— Largo San Domenico Maggiore, 17 — NAPOLI (leggere Vita pratica).
Non più ioduri !
- 1G7
Grandi Ufficiali dello Stato.
Cavalieri dell'Ordine Supremo della SS. An-
nunziata — Presidenti del Parlamento Nazio-
nale — Ministri Se;;retarì di Stato — Ministri
di Stato - Sottese j;retan di Stato - Generali
d'Esercito — Ammiragli — Il Presidente del
Consiglio di Stato — Primi Presidenti delle
Corti di Cassazione — Procuratori.Generali
delle Corti di Cassazione — Il Presidente della
Corte dei Conti — I Tenenti Generali desi-
gnati pel comando di un'armata in guerra —
Il Capo di stato Mag>jiore dell'esercito — Il
Ministro della lloal Casa - Il Prefetto del
Real Palazzo — Il primo Aiutante di Campo
del Re — II primo Segretario del Gran Ma-
gistero dell'Ordine Mauriziano — I Tenenti
Geiieralicomandanti titolari di corpo d'armata
— 11 Capo di Stato Maj^gime della Marina
— I Viceamtnira^'li comandanti in capo tito-
lari di dipartimento marittimo — Il Presi-
deiite d(.l Consiglio superiore di Marina -
I Comandanti in capo titolari delle squadre
navali — Il Tenente (Generale comandante in
capo dell'arma dei carabinieri reali, se assi-
milato di rango ai comandanti di corpo d'ar-
mata — Gli Ispettori Generali di artiglieria e
del genio, se assimilati di rango ai comandanti
di corpo d'armata — Il Presidente del Tribu-
nale supremo di Guerra e Marina — L'Av-
vocato (ìenerale Militare presso 11 Tribunale
supremo di Guena e Marina — I Governa-
tovi delle Colonie.
I Grandi Ufficiali dello Stato godono del
trattamento di Ec-eJUnza. Uguale distinzione
è concessa alle consorti dei Cavalieri dell'Or-
dine supremo della SS. Annunziata, dei Mi-
nistri di Stato, dei Generali d'esercito e de-
gli Ammiragli,
Ministri di Stato.
Luigi Luzzatti, deputato. — Pietro Bertolini, depu'ato.
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
{HOMA^ piazza del Quirintile, palazzo della Consulta).
PAOLO BOSELLI, presid.
(Consiglio dei Ministri —
Relazioni del Gabinetto col
Ministero della Casa Reale
e col primo Aiuj ante di cam-
po di 8. M. — Aflfari riser-
vati politici ed amministra-
tivi. — Studio ed esame di
disegni di leggi e di decreti.
— Ordine supremo della
SS. Annunziata. — Relazio-
ni del Gabinetto col Gran
Magistero dell'Ordine dei
SS. Maurizio e Lazzaro —
Commissioni Reali).
Antenore Cancellieri, se-
gretar'.o capo.
N. N., sejretario
Ufficio stampa. — Ettore
Zoccoli, direttore.
Dalla Presidenza del Con-
siglio dipende la Commis-
sione Reale per il Monu-
mento nazionale in Roma a
Giuseppe Mazzini.
Pasquale Villarl, presi-
dente.
i'Aur.o BosK
Consiglio dei Ministri.
Presidenza Boselli. Interni Orlando.
AlTari Esteri Sonnino. Istruzione Pubblica .... Ruffini.
Agricoltura Raineri. Lavori Pubblici Bonomi.
Colonie . • Colosimo. M|rina ^ . . . . Corsi.
Finanze Meda. rr r -^d»*» frS|elfgratì» .|^. . . . Fera.
Grazia, Giustizia e Culti. . Sacchi. Tesoro . .' Carcano.
Guerra . Morrone. Trasporti inariuiuii e ler-
Indàu4rria,^Cvmm. e Lavoi o. De Nava. roviari Allotta.
) ^ Ministri senza portafoglio :
Bianchi, Bissolati-Bergamaschi, Comandini, Scialoja.
— 1G8
MINISTERO DEGLI APPARI ESTERI
{ROMA, piazza del Quirinale, palazzo della Consulta).
Sydney SONNINO, Ministro.
Luigi BORSARELLI DI RIFREDDO, Sottosey^elario di Staio.
Giacomo De Martino, segretario ffeneru e
Luifil Aldrovaiidi ^iarescotti, capo di yo.'in"ttr> di S. E. il Ministro.
Paolo Bianche li Chiappoli, Francesco B;u-b:i o Casimii-o De Lieto, segretari,
Frank de Morsier, segretario particolari di S. E. il Ministro.
Ubaldo Rochina, sg retarlo.
Uffici alla diretta dipendenza
del Segretariato generale.
Cifra. — Gino Macchioro Vi-
valba, capo d'u/flcio.
Stampa k traduzioni.
N. N., capo d'ufficio.
Corrispondenza. — Gustavo
Zanotti-Bianco, capo d'uf-
ficio.
Divistone I». — Ragioneria
ed Economato.
Lodovico Calvari, capo di
divisione.
Direzione degli affari generali.
Salvatore Contarini, diìellore
generale incaricalo.
Divisione II*. — Personale e
Cerimoniale.
Vittorio Landi Vittorj, capo di divisione,
Archivio Storico. — Guido Meli
Lupi di Soragna, direttore.
Biblioteca. — Loreto Pasqua-
lucci, bibliotecario.
Direzione generale
degli affari politici.
Gaefano dei conti Manzoni,
direttore generale incaricato.
Divisione III».
Luca Orsini Baroni, capo di
divisione.
Divisione IV».
Sabino Rinella, capo di di-
visione.
Sydney Sonxino.
Luigi Borsarelli
DI RiOFUBDDO.
Ufficio dei contenzioso
e delia legislazione.
Arturo Ricci-Busatti, ca^JO
d' ufficio.
Legalizzazione e passaporti.
Claudio Valentini, capo
d'ufficio.
Direzione generale
delle Regie Scuole all'Estero.
(Via Aureliana, 12).
Angelo Soalabrini, diret-
tore ynerale.
S. E. il Ministro riceve il
Corpo diplomatico tutti i mer-
coledì dalle ore 3 alle 6 pom.
Sua Eccellenza non ha ore
fisse per ricevere gli Onore-
voli Membri del Parlamento,
i regi ufficiali diplomatici e
consolari e tutte le altre persone.
Commissariato dell' Emigrazione
(Via Boucompagni, 30).
Giovanni Gallina, incaricato
delle ff. di commissario gener.
Divisione I».
Giuseppe De Michelis, capo
di divisione.
Divisione II».
Egisto Rossi, capo di divis.
Divisione III».
Giovanni Cesare Majoni,
capo di divisione.
Ragioneria.
Alfredo Marconi, Ragioniere
capo.
Direzione generale degli affari commerciali.
Primo Levi, direttore generale incaricato.
Divisione V».
Carlo Pelucchi, capo di divisione.
Divisione VI».
Francesco De Velutis, capo di divisione.
Direzione generale degli affari privati.
Giulio Vaccai, direttóre generale •inoaric.
DlTISIONE VII».
Carlo Serra, capo di divisione.
Divisione Vili».
Cairlo Nagar, e 'pj di divisole.
Consiglio del Contenzioso diplomatico.
Istituito con R. Decreto 29 novembre 1857
e ricostituito con R. Decreto 17 febbraio 1885
n. 1236, presieduto da S. E. il Ministro.
Il Consiglio è chiamato ad emettere il suo
parere sovra le questioni di diritto interna-
zionale, di nazionalità, di leva militare, di emi-
grazione, di estradizione, sovra l'interpreta-
zione dei trattati, ec.
Il Ministro, presidente.
'S.'N. vicepresidente.
Consiglio dell'emigrazione. ^
Luigi Bodio, presidente.
Luigi Rodisi, vic presidente.
— 169 —
MINISTERO PBR L'AGRICOLTURA
MINISTERO PER L'INDUSTRIA, IL COMMERCIO
E IL LAVORO
{ROMA, via XX Settembre).
Giovanni RAINERI, Miuis'ro per V Agricoltura.
(TÌuseppe DE NAVA, Mitiislro per l [ndustria, Commercio e Lavoro.
Giuseppe CANEPA, So'tosegretario di Stato per l'Agricoltiira.
Elio MORPURGO, Sotlosegretariì di Stato per l'Industria, Commercio e Lavoro,
Gabinetto di S. E. il Ministro di Agricoltura
Alessandro Biizzi, capo di gabinetto — Italo Bonardi, segretario particolare
Gabinetto di S. E. il Ministro dell'Industria, Commercio e Lavoro
Vincenzo Camanni, rapo di gabinetto — Ea,'enlo Mercurio, segretario particolare.
Gabinktto di S. e. il Sottosegretario di Stato per l'Agricoltura
Giuseppe Beneduce, cupo di gabinetto — Girolamo Massabò, segretario particolare.
Gabinetto di S. E. il Sottosegretario di Stato per l'Industria, '
Commercio e Lavoro.
Vittorio Stringher, capo di gabinetto — Luigi Buttaino, segretario particolare.
Divisione I». — Pers naie, af-
fari generali.
Ulisse Zanotti, capo di di'
visione.
Economato e Cassa.
Luigi Gizzi, economo.
Natale Saporiti, cassiere.
Biblioteca.
Guido Pardo, biblioteca-
Ragioneria.
Cesare Panfili, capo ra-
gioniere pel Ministero agri-
coltura.
Ugo Casaglia, reggente
capo ragioniere pel Mini-
stero industria, commercio
e lavoro.
Divisione VI». — Servizi zoo-
tecnici.
Nello Fottiochia, Ispet-
. tore incaricato.
Ufficio speciale statisti-
ca agraria.
Giuseppe Zattioni, ispet-
to-e.
Ufficio speciale per la
Sardegna.
Enrifo Camerana, ing.
capo delle miniere.
Direzione Generale
delle Foreste.
Antonio Sansone,
tore generale.
diret-
GiovANNi Raineri.
Direzione
Generale dell'Agricoltura.
B.iitolomeo Moreschi, direttore generale.
L<<pettiire ijeneraìe de'le industrie agrarie, N, N.
Ispe'tore superi ire della viticoltura e malattie
delle piante, Michele Carlucci,
Ispet'ori lìell'iigricaUura e dell'in-
S'gnamento agrario, Giovanni
l'iitanè, Alessandro Brizi, Vin-
cenzo Flores.
ii-ttori del bonificamento aora-
rio e dell'I colonizzazione. Luigi
Monaldi. Agostino Lunardoni,
Pompeo Spinetti.
Divisione III». — Industrie agra-
rie e pa'o'ona vegetate.
Michele Carlucci, cap) di di-
visione, incaricato.
Divisione IV». — Insegnamento Siusrppk
agrario.
Vittorio Stringher, capo di divisione.
Divisione V». — Serviti speciali dell'Agricol-
tura.
Eurico Clerici, capo di divisione.
Ispettore superiore delle ac-
que, foreste, bonifiche, Lo-
renzo Ratto.
Ispettore superiore forestale, Pasquale La
Fauci.
Ispettore dei Demani comunali, ed usi civici,
Giovanni Curls.
Divisione VII». — Affari gene-
rali e personale forestale.
Adelmo Barsanti, capo didi-
visione incaricato.
Divisione Vili». — Foreste dema-
niali.
Gregorio Sforzi, capo di di-
visione inearica'o.
Divis. IX». — Rimboschim'nti.
Vittorio Perona, e ipo di di-
visione incaricato.
Divisione X». — Demani comit-
n li ed usi civici.
Canrpa. Giuseppe Beneduce, ispjtt.
<apo di divisione reggente.
Direzione generale dei credito
e della previdenza. '
Vincenzo Giuffrida, direttore generale.
— 1'
Ispttorato deijli Istituti di Creata e di l'r vi-
d'nza.
Francesco Palumbo-Cn niella, ispeti. rapo.
Edoardo Squatriti e Ascanio Rubino,
ispettori superiori.
Alfredo Salvatore, Oreste Tatoni. Alfredo
Maraldi, Angelo di Nola, Ettore Bianchi,
Aristide Zeiigarini, Giovanni Nicotra, Felice
Barl)arisi, Romolo Jacarti, Michele Tucoi,
Alfredo Vita, ispettori.
Divisione XI». — Credito e
Cooperciziunf.
Gaspare Rodolico, capo
di divisione.
Divisione XII», — Previdett'
za. Assicura: ioni sociali.
N. N. capo di divisione.
Direzione generale
delia Statistica e del Lavoro.
Giuseppe Faloiani, diret-
tore generale.
Ufficio centrale di stati-
stica:
Alessandro Aschieri, ispet-
tore generale.
Divisione XIII». — Statistica
demografica, sanitaria e fi-
nanziaria.
N. N., capo di divisione.
Divisione XIV». — Statistich/', industriali ed
economiche.
Vittorio Nazari, e pò di divisione.
Divisione XV*. — Ufficio del lavoro.
Vincenzo Camanni, capo di divisione.
Ufficio del censimento.
Tullio Bagni, ca^o dell'ufficio.
Ispettoraio delle miniere.
Luigi Baldacci, ispettore supcriore capo.
Lodovico Mazzetti, ispettore supcriore.
Eugenio Perrone, ispet.ore capo del servi-
zio idraulico.
Umberto Oberici, ispetore.
Divisione XVI». — Servizio e le-
gislazione delle miniere.
N. N., caj)0 di divisione.
Ispettorato generale
del commercio.
Oarlo Dragoni, ispettore ge-
nerale.
Giovanni Belli, ispettore.
Italo Bonardi, Michele Ar-
naldi, ispett. dell' insegnamento.
Divisione XVII». — Commercio
interno.
Oarlo Faloci, capo di divi-
sione.
Divisione XVIII». — Commercio este o.
Giovanni Paccanoni, capo di div^s one.
Ispettorato generale dell'industria.
Luigi Belloc, ispettore generale reagente.
GombertG Veroi, j\chil!e Tondi, Pasquale
Contaldi, ispettori dell' insegnamento.
Giuseppe Dis Nava.
Elio Morpurgo
0 —
Divistone XTX». — I.idus'ria.
Giiist'ppe Marmiioli, rapo di divisone.
Divisione XX». — /V prietà intéll ttuale.
Emilio Venezian, cipj di divis. incaricalo.
Divisione XXI». — Pesi, misure e saggio di
ìnetalli preziosi.
Giacomo Battistella, cap> di divisione reg-
gente.
Divisione XXII». — Istì-uzione industriale e
jìrof fissionale,
Melchiorre Zagarese, ra-
po di div'sione.
Economato generale.
Guglielmo Mangili, isp't-
tare generale del Ministro
de' Tesoro, in-arirato.
Cesure Pa opoli, capo di
divisione.
Istituto Nazionale
delle Assicurazioni.
(Via della Stamperia).
Oarlo Tocci, direttore ge-
nerale.
Enrico Scodnik, v cediret-
tore generale.
OONSIGLIO DI amministrazio-
ne. — Bonaldo Stringher,
presidente.
Consigli e commissioni permanenti.
Commissicne cen'rale di revisione dei reclami
sulle privative industriali. — Antonio Gui,-
presidente,
Commissione superiore metrica e del saggio
delle monete e dei metalli preziósi. — Ulisse
Dini, presidente.
Commissione consultiva per il credito agrario,
— N N., presiden'e.
Consiglio superiore del commercio. — Il Mini-
stro, presidente.
C(jn<ì(jlio dell' ordine equestre "al merito del
lavoro,,. — Il Sottosegretario
di Stato, presidente.
Cons'glio superiore delle acque e
foreste. — Il Ministro, presid.
Comitato tecnico del ConsiqUo su-
periore delle acque e foreste. —
Il Direttore generale delle fo-
reste, presiden'e.
Consiglio della pi-evidenza e delle
assicurazioni sociali. — 0. F.
Ferraris, presidente.
Comitato te nico per l'agricoltura.
— E. Faina, presidente.
Consiglio per l' istruzione agraria.
— Il Ministro, presidente.
Consiglio per l'istruzione industriale e commer-
ciale. — Il Ministro, presidente.
li interessi serici. — Oar^p Gprio,
Consiglio per
presidente.
Consiglio ippico. — Il Direttore generale del-
l'Agricoltura, presidente.
— 171 —
Commissione consultiva per la difesa contro l«
maìitttie d'Ile piante. — N. ìf,, presidente.
Commissione consultiva per la pesca. — Il Ml-
uistro, presidente.
Co>i8Ì(/lio d' amministrazione dell' azien in del
Dem m'o forestale di Stato. — Il Direttore
generale delle fores'e, pres:d<fn/e.
Commissione per il bonificamento dell'Agro rO'
mano. — Il Direttore generale dell'Agricol-
tura, presidente.
Consijlio superiore del lavoro e comitato per-
manente dr'l lavoro. — 11 ìilinìsiTO, presidente.
N. N., presidente del comitato permanente.
Consiglio zoo'emico e per le epi^nozi". — Parlo
(ìorio, pres den e.
Consiglio delle miniere,
dente.
Il Ministro, pr^si-
Comitato per il personale del R. Corpo delle
foreUe. — Il Ministro, presidente.
Comitato geologico. — Arturo Issel, presidente.
Consiglio superiore di statistica. — Luigi Bodlo,
presidente.
Commi ss lon' centrile per ali a ^provc>giona-
menti. — Il Miiiistro per l'Ayricoltura, pre-
sidente.
MINISTERO DELLE COLONIE
(ROMA, Corso U'i.berlo T, 262 e 267).
Gaspare COLOSIMO, Miuia'ro.
Pietro FGSCARI, Sottosegretario di Stato.
Edoardo Bncc ui, <-a> o di
gabinetto di S. E. il IUini.stro.
Umberto Giglio, segreta'
rio pai tiiolare di S. E. il Mi-
nit>tro.
Carlo Rossetti, capo dì ga-
binetto di S. E. il So'Aosgreta-
rio di Slato.
Giovanni Rosso, segreta-
ito particolare di S. E. il Sut-
tosegretario di Stato.
Direzione Generale degli affari
politici e del servizi relativi
alle truppe colon ali.
Alberto Corsi, Direttore
generale.
Massimiliano Licastro, ri-
cedirettore ginerale. Gaspark
Ufficio I. — Tripolitania e Cirenaica.
Ufficio II. — Eritrea e Somalia italiana.
Ufficio militabe.
Ufficio CAjBTqaBAFico.
Ufficio tbaduzioni.
Direzione Generale
degli affari economici
e del personale.
Pompeo Bodrero, direttore
gen-rale.
N. N., vicedire tore generale.
Carlo Rossetti, vicedirettore
generale, capo del personale.
Ufficio I. — Personale.
Ufficio II. — Dazi, monopoli, im-
poste.
1 ncio ni. — Espio azioni e
missioni geografiche e scienifiche.
Ufficio IV. — Marina.
Direzione Generale
degli affari civili
e delle opere pubbliche.
Carlo Riveri, direttore ge-
nerale.
Camillo De Camillls, vice-
di lettore generale.
Ufficio I. — Amministrazioni
l icali.
Ufficio II. — Legislazione.
Ufficio III. — Opere pubbli-
che.
Ufficio IV. -
Ufficio V. -
ed elettrici.
Ferrovie.
Servizi postali
Pietro Foscari
.ui^usimu. Ragioneria. — Romolo Mas-
similinno Giandolini, direttore capo di Ra-
gioneria.
Ispettori centrali di Ragioneria, Giacomo Mas-
setti, Enrico Galli.
CONSIGLIO COLONIALE
Gaetano Mosca, presidente.
COLONIA ERITREA
Senat. Giacomo De Martino,
gonernatore.
SOMALIA ITALIANA
Giovanni Cerrina-Ferroni, <70-
vcrnatore.
TRIPOLITANIA
Giova!. ni A'ueg io, governa-
tore. .
Colonn. Giuseppe Vaccaro,
cupo dell'ufficio militare politico.
Ugo Niccoli, segretari j generale pei' gli
affari civiii.
- 172 -
CIRENAICA
Giovanni Ameglio, governatore
cato.
Augusto Villa, capo dell' affi io militare
politico.
Alessandro Salvadori, segretario generale
per gli affari civili.
MINISTERO DELLE FINANZE
{ROMA, vìa XX Settembre e via Cernala — Palazzo del Ministero delle Finanze).
Filippo MEDA, Ministro. — Gualtiero DANIELI, Sottosegretario di Stato.
Guglielmo Fiastri, capo di gabinetto di S. E. il Ministro.
Cesare Sigismondi, segretario particolare di S. E. il Ministro.
Pasquale Troise, capo di gabinetto di S. E. il Sottosegretario di Stato.
Enrico Coutelli, segretario particolare di S. E. il Sottosegretario di Stato.
Segretariato generale. Servizi amministrativi.
Alessandro Lupinaoci,
ispettore generale.
Divisione I», — Personale.
Pasquale Troise, capo di
divisione.
Divisione II». — Affari gene-
rali.
Lodovico Faucher, capo
di divisione.
Ragioneria.
Michele Lombardo, diret-
tore capo della ragioneria.
Ufficio speciale. — Servizi
generali.
~ ' capo
Ettore Tavernari,
sezione.
Filippo Meda,
Divisione I». — Servizi del Se-
gretariato c,enerale e della Direzione generale
del Catasto.
Giuseppe Casapietra, rapo di divisione.
Divisione II». — Servizi della Direzione gene-
rale del Demanio.
Vittorio Bolla, capo di divisione.
Divisione IH». — Servizi della Direzione ge-
nerale delle tasse.
Umberto Vegezzi, capo di divisione.
Divisione IV». — Se -ì izi della Di-
rez. gen. delle Imposte dirette.
Goffredo Tolomei, capo di
divisione.
Divisione V». — Servizi della Di-
rezione generale delle Gabelle,
dell' Ufficio trattati e del Coman-
do generale della Guardia di
finanza.
Demetrio Zanoni, capo di di-
visione.
Divisione VI*. — Servizi della Di-
rezione generale delle Privative.
Giuseppe Colapietro, capo di
divisione.
Divisione I». — Affari gene-
r (li e dazio cmsumo.
Francesco Bossi, capo di
dirisione.
Divisione II». Riparto A. —
Dogane.
Saturno Corradini, capo
di divisione.
Divisione II». Riparto B. —
/ abbricati doganali e perso-
nale.
Raffaele Pulieri, capo di
divisione.
Divisione III». — Tasse di fab-
bricazione e di vendita.
Silvio Mathis, capo di dio.
Servizi tecnici.
Ufficio trattati e lejisluz'one doganale. — Carlo
Pugliesi, capo di divisione e direttore del-
l' ufficio.
Ufficio tecnico delle dogane. — Giovanni Mar-
letta, direttore.
Laboratorio chimico centrale.
Vittorio Villavecchia, direttore.
Ufficio centrale di revisione.
Edoardo Tavassi, direttore.
Comando generale
del Corpo delia R. Guardia
di Finanza.
Achille Borghi, tenente gener
Divisione amministrativa.
Giuseppe Perugini, capo di
divisione.
Direz. generale delle privative.
Vittorio Emanuele Aliprandi,
direttore generale.
Enrico Bonaga, vicedirettore
generale.
Gualtiero Dajsibli.
Servizi tecnici.
Direzione generale delle gabelle.^
Lodovico Luciolli, diret'ore gensrale.
Antonio Dell' Abbadessa e Olindo D'Arien-
zo, vicedirettori generali.
Ufficio I. — Coltivazwne tabacchi.
Leonardo Angeloni, direttore.
Ufficio IL — Manifa'ture t (bacchi.
Ubaldo Raveggi, direttjre.
I
173 -
Ufficio ITI. — S<ili, chinino di Stato.
Giovanni Fabaro, direttore.
SkBVIZI ASCVaNlSTKATIVI.
Divisione I.» — Affari generaci e cnnemioso.
Francesco Quiiita, capo di diviaiu/te.
Divisione II.» — Maya:zini di deposito e tifflH
di V'udita.
Josto Satta, capo di divisione.
Divisione III». — Si rendite.
Francesco De Paola, capo di divisione.
Divisione IV». — Lotto.
Carmine Bruno, capo di divisione.
Direzione generale del demanio pubblico
e patrimoniale.
Luigi Barile, direttore generale.
Francesco Giammarino, vicediret. gener.
Divisione I». — (.\fifari generali, demanio pub-
blico e patrimoniale).
Dante Ser Giacomi, capo di divisione.
Divisione II». — (Demanio patrimoni ile,
compreso l'asse ecclesiastico).
Arturo Salvatori capo di divisione.
Divisione III». — (Leggi eversive dell'asse
ecclesiastico).
Pausini Glovan Angelo, ff. capo di divis.
Divisione IV». — Vendite, permute e acqui-
sti di beni immobili.
Laurora Sante, regg. capo di divisione.
Direzione generale delle tasse sugli affari.
Giuseppe Silvio Benettini, dire!t.gen''rale.
Valerio Marangoni, vicedreUore generale.
Divisione I». R-^parlo À. — (Personale).
Ernesto Bolognini, capo di divisioi.e.
Divisione I». Reparto lì. — ^Personale).
Francesco Scardaccione, e ipo ili divisione.
Divisione II». — (Tasse di registro).
Aniceto (ìiardini, cajto di divisione.
Divisione III». — (Tasse sulle successioni).
Roberto De Carolis, capo di divisione.
Divisione IV». Reparto A. — (Tasse di bollo
e spese di giustizia .
Ernesto Beri:ardoiii De Rìcci, capo di di-
visione. ,.
Divisione IV». — Reparto B.
Torquato Dussonl, //". capo di divisione.
Divisione V». — (Servizi promiscui).
Gesualdo D'Elia, ff. capo di divisione.
Direzione generale delle imposte dirette.
Enrico Abbate, direttore generale.
Libero Renato Villa, vicedirettore gemr de.
Divisione I». — (Affari genorali e personale).
Felicissimo Giauna, cap} di divisione.
Divisione II». — (Imposte fondiarie).
Umberto Fiorasi, capo di divisione.
Divisione III». — (Imposta sulla ricchezza
mobile).
Ausonio Stefanoni, capo di divisione.
Divisione IV». — (Riscossione — Imposte
sul beni rustici e sui lai>bricati — Sovrim-
poste provinciali e comunali).
N. N., capo di divisione.
Direzione generalo dei catasto
• dei servizi tecnici.
Luigi Galata, direttore geremie.
Luigi Princivalle. vicedirettore generale.
Divisione I». — (Afifari generali e personale).
Gennaro Jannarone, ff. capo di divisione.
Divisione II». — (Formazione e conserva-
zione del catasto).
Legnago Gorlni, capo di divisione.
Divistone III». — (Uffici tecnici).
Giovanni Grosso, capo di divisione.
S. E. il Ministro riceve tutti 1 giorni i Se-
natori e 1 Deputati.
S. E.il Sottosegretario di Stato ricevei Se-
natori e i Deputati nei giorni di lunedì, mer-
coledì e venerdì dalle 11 alle 12.
I.e altro persone devono chiedere udienza.
I Direttori Generali e i Capi di Divisione
ricevono tutti i giorni nelle ore libere d'ufficio.
Consiglio del catasto.
Antonino Di Prampero, presidente.
Commissione Censunria cen rale.
Il Ministro, presidente.
Commissione centrile per la risolminne dei ri'
corsi contro hi tassa sul consumo del gaz-luce
e dell'energia elettrica.
Italo Brunelli, presidente.
Commissione centrale per l' attua : ione d^i prov-
vedimenti relativi al dazio consumo.
Carlo Sandrelli, pi-esidenie.
Commissione permanerne pei laro i retativi ai
trattali di lommerc'o ed alle tariffe d gannii.
Il Segretario generale del Ministero de-
gli Esteri, presidente.
Com niss'one permanente per l'esa-ne della si-
tuazione dei capitali del l-ilancio.
Il Sottosegretario di Stato, presidente.
Commissione reale dei fratturi.
Il Direttore Gen. del Demanio, presid.
Commissione centrale di sindurato per l' ammi-
nistrazione e per la vendita dei beni prove-
nienti dall'asse ecclesiastico.
Il Ministro, presidente.
Commissione centrale pei reclami, riguardanti
le imposte dirette.
Calcedonio Inghilleri, presidente.
Collegio consultivo dei periti doganali.
Carlo Schanzer, presidente.
Consiglio d' amministrazione pel fondo della
massa del Carpo delle Guardie di Finanza.
Achille Borghi, presidente.
Commissione centrale pel conferimento dei ban-
chi di lotto e per V amministrazione del
Monte vedovile dei ricevitori del lotto.
Raffaele Perla, presidente.
Consiglio tecnico per l'amministr. dei tabacchi.
Giusoppe Colombo, presid 'ne.
Consiglio le -nuo per Va uminis'nizio /« dei s ili.
Pietro Bertaielli, presidente.
Commissione centrale, di perìzia per la cam-
pagna di coltivazione dei tabacchi.
il Direttore gener. dell'Agricoltura, prea.
174
Commissione dì vigiJama sul sé-vìzio del chi-
nilo di Sialo.
Francesco Todaro, presidente.
Commissione centrale per risolvere in vìa am-
ministrativa ed in appello sui reclami con' ro
le df>rìsioni dei funzionari di cui nlVart. 91
del Regolamento sul Lotto.
Giuseppe Franceschi, presidente.
Commi -^sione centrale dei valori per le dogane.
Il Direttore gener. delle Gabelle, pr«sid.
MINISTERO DI GRAZIA B GIUSTIZIA B DEI CULTI
{ROMA, piazza Firenze).
Ettore SACCHI, Ministro. — Rosario PASQUALINO- VASSALLO, Sottosegretario di Stato.
Gabiketto del Ministbo. —
(Affari dei quali il Ministro
si riserva la trattazione —
Relazioni col Parlamento,
con le Commissioni, ec).
Aristide Bonelli, capo di
gabinetto.
Giovanni Manfredonia,
segretario del Guardasigilli.
Ufficio di traduzione.
(Via dei Prefetti, 46).
Giuseppe Magrini, dirett.
Gabinetto del Sottosegre-
tario DI Stato. — (Ufficio
dell'Ispettorato, Economa-
to e Cassa, Biblioteca, ed
Archivio Generale.
Carmelo Belfiore, capo Ettore Sacchi.
di gahinet'o.
Paolo Franco, segretario particolare del Divisione VII».
Divisione IV». — (Affari ci-
vili). (0
Giuseppe Innocenti, ca-
po di divisione.
Divisione V». — (Notariato).
Francesco Frascani, ca-
po di divisione.
Divisione VI*. — (Spese di
giustizia e locali giudiziari).
Giuseppe Morisani, capo
di divisione.
Direzione generale degli affari
penali, del casellario e del-
la statistica. (Comprende
leDiv.VII,VIII,IX,X).
Filippo Manfredi, diret-
tore generale.
Guido Nozzoli, vicediret-
tore generale.
— (Affari penali).
Marzio De Notaristefani, capo di divistone.
Sottosegretario di Stato).
Ispettorato generale.
Adolfo Antonini, ispettore generale.
Alfredo Farace, Emilio Niccoli, Giovanni
Bartoli Avveduti, Gius. Santacroce, Luigi
Frezzini, Angelo Ippoliti, Luigi Alessan-
droni, Agide Sindici, Giorgio Levi, Ernesto Divisione X». — (Statistica).
Tholesano di Valgrisanche, ispdt. superiori. Girolamo Macchiarelli, capo di divisione.
Divisione Vili». — (Grazie).
Enrico Tonini, capo di divisone.
Divisione IX», — (Casellario giudiz. centrale).
Giovanni Battista Pecorella, capo di divis.
Segretariato generale.
{Comprende le Divisioni I,
II, III).
Giocondo Pa«quinangeli, vi-
cedirettore generale.
Divisione I». — (UfiBcio di studi
legislativi e pubblicazione del
le leggi).
Giuseppe Satta, capo di di-
visione.
Divisione II». — (Personale del
ministero e della magistratura).
Luigi Cannavina, capo di di-
visione.
Divisione III». — (Personale del-
le cancellerie e segreterie giu-
diziarie).
Gennaro De Mpnacoi capo di divisione
Direzione generale degli affari civili
e del notariato.
{Comprende le Divisioni IT-V-VI).
Giuseppa? .Az^olini; lìirettore generale.
Publio Spinetti, vicedirettore generale.
Rosario Pasqualino
Vassallo.
Direzione generale dei Culti.
{Comprende le Divisioni XI, XII
e le (lue Divisioni di Ragioneria).
Alfonso 'dnsca., direttore gene-
rale.
N.N., vicedirettore generale.
Divisione XI». — (Giurisdizione
e polizia ecclesiastica).
Gaetano Palmera, capo di
divisione.
Divisione XII». — (Patrimonio
ecclesiastico).
Gaetano Trigona dei Marche-
si della Floresta, capo di divi-
sione.
Eagionrria centrale dei culti.
Ernesto Vozzi, capo ragioniere.
Ragioneria centr. del Ministero, — Gior-
gio Bigazzi, direttore, capo ragioniere.
(1) Le Divi3. IV e IX sono in Via del Gesù, 62.
175 ^
Consiglio aup» iorr per 1» nomine, promozioni «
trasferimento dei magistrati.
N. N., presidente.
Commissi>ne della statistica giudiziaria e nO'
tarile,
Oronzo Quarta, presidente.
Direzione generale del Fondo per II Culto.
(Roma, salita del Grillo).
Carlo Monti, direttore generale.
Tulio Qisci, vicedirettore generale.
Gabinetto dki. Dikettork Genebale. —
(Personale — Servizio d'ispezione — Con-
siglio di amministrazione — Protocollo e
Archivio).
Luigi Ho mano, capo di gabinetto, inca-
ricato.
Ufficio speciale del Fondo di Beneficenza
e Religione della città di Roma alla
immediata dipendenza del Dirkttore
Generale. — (Erogazione del fondo di be-
neficenza e religione della città di Roma —
Consiglio d'amministrazione).
Ugo Crescentiui, capo dell'ufficio.
Divisione I». — (Applicazione delle leggi di
soppressione).
Luigi Cioffi, direttore capo di divisione.
Divisione II». — (Soppressione dei canoni-
cati e dei beneficii minori — Svincoli —
Devoluzione delle rendite delle chiese ex
ricettizie ai comuni).
Aldo Frizzati, direttore capo di divisione.
Divisione III», — (Gestione mobiliare.- Quar-
to di rendita delle soppresse corporazioni
ai Comuni — Debiti di gestione dei con-
tabili).
Luigi Romano, direttore rapo di divisione.
Divtpiovb IV». — (Gestione Immobiliare).
Angelo Tnretta, dirett. capo 'ti divisione.
Divisione V. — (Congrue e supplementi di
congrua — Assegni per spese di culto —
Assegni agli eoonoml spirituali e alle mense
vescovili).
Eugenio Pettenatl, capo divisione.
Baoionebia. — Giuseppe Fiori, dirtttort capo
di divisione.
Commissione di vigilavza sull' amministrazione
del Fon'lo per V nt'to.
Raffaele De Cesare, presidente.
Consiglio di amministrazione del Fondo per il
Culto.
Nicola Falconi, presidente.
Consìglio d'iimministrazione del Fondo di be-
nefir-'tiza e reìiginne della città di Boma.
Guido Di Ciirpegna Falconieri, presid.
S. E. il Ministro riceve i Senatori e i De-
putati tutti i giorni tranne il giovedì e la do-
menica dalle 11 alle 12, i Magistrati ed Av-
vocati il martedì e venerdì dalle 10 alle 11,
le altre persone, quando ne facciano moti-
vata domanda, nei giorni che di volta in volta
verranno stabiliti dal Ministro.
S. E. il Sottosegretario di Stato riceve i
Senatori e i Deputati, tutti i giorni, meno la
domenica ed il lunedì dalle 11 alle 12, Ma-
gistrati ed Avvocati martedì e venerdì dalle
10 alle Ile tutte le altre persone che ne fac-
ciano domanda motivata, nei giorni e nelle
ore che verranno loro notificati. '
I Direttori generali ricevono dalle 10 alle
12 tutti i giorni i senatori, deputati, magi-
strati e vescovi, martedì e giovedì le altre
persone.
MINISTERO DELLA GUERRA
{ROMA, via XX Settembre).
Paolo MORRONE, tenente generale, Miniatro.
Vittorio ALFIEllI, maggior generale, Sottosegreario di Stato.
Alfredo DALLOLIO, tenente generale, Sottosegr. di S.ato per le armi e munizioni.
Gabinetto del Ministro.
Enrico Corsi, vicedirettore generale.
Segreteria particolare del Sottosegre-
tario di Stato.
Emilio Cetta.
Segreteria particolare del Sottosegre-
tario DI Stato per le armi e munizioni.
N. N., direttore della segreteria.
Segretariato generale.
Augusto Freddi, vicedirettore generale.
Divisioni: St vto Maggiore.
Montanari Unil.erto, incariato.
Divisione Personale del Ministero.
Giùcuuio l'aiiclll, capo di dvialom.
Divisione I». — Jiagioneria.
Eugenio Petruccl, capo di divisione.
Divisione II». — Ragioneria.
N. N., capo di divisione.
Ufficio di ispfzione.
Vittorio Bruschelli, ispettore superiore.
Divisione Tiro a segno.
Annibale Ceresa, capo di div's'on».
Ufficio Ispezione vetkrinaria.
Antonio Cattaui, cipo ufficio.
Direzione generale personale ufficiali.
Pas piale Meomartini, dìreit ire g'nera^e.
Carlo Sourdi, Vii edirtl lori generale.
Divisione I» (Ufficialli. — TorquAto Poggi.
Divisione II» (Ufflcluli). - Alfredo SaochL
— 176 —
Divisione Disciplina. — Francesco Losini. Ufficio ispezioni.
Ufficio MOBiLiTAZioNE.-Girolamo Zambelll. Alfredo Fiory, ispettore superiore.
Direzione generale personali civili
e affari generali.
Guido Rousseau, direttore generale.
Divisione peksonali civili dipendenti.
Pietro Casciani, capo di divisione.
Direzione generale leve e truppa.
Luigi Bombelli, direttore general».
Federico Lippi, vicedirettore f/rnerale.
Divisione I». — (Leve).
Cesare Cipelletti, capo di divisione.
Paolo Morrone.
Divisione pensioni, economato e cassa.
Edoardo Balbis, rapo di divisione.
Direzione generale d'artiglieria.
Giuseppe De Luca, direttore generale.
Divisione artiglieria.
N. N., capo di d'viiione.
Divisione amminist. d'artiglieria.
Vincenzo Bonamico, capo di divisione.
Direzione generale del genio.
Camillo Angelozzi, direttore generale.
Divisione genio.
Augusto Baio, capo di divis.
Divisione demanio militare.
Filippo Fenoaltea, capo di
divisione.
Ufficio d'ispezione del ser-
vizio aeronautico.
Maurizio Moris, ispettore.
Direzione generale dei servizi lo-
gistici ed amministrativi.
Pier Luigi Sagramoso, diret-
tore generale.
Carlo "B&vdAe, vicedirettore ge-
nerale.
Alfkbdo Dalloli».
Divisione II». — fLeve).
Aristide Moriiii, capo di divisione.
Divisione truppa.
Nicola Galardi, capo di divisione.
Divisione matricole.
Paride SabAtini, capo di divisione.
Ufficio Ispezioni.
Andrea Zendrini, ispettore superiore.
Direzione generale revisione dei conti.
Adolfo Nardi, direttore generale.
Divisione I».
Carlo Barbi, capo di divis.
Divisione lì».
Luigi Galletti, capo di divis.
Ispettore generale dell'eser-
cito.
Fiorenzo Aliprindi.
Ispettorato ippico.
Gennaro Salinas.
Comando del Corpo
di Stato Maggiore.
Divisione assegni.
Ugo Monteverde, crpo di divisio e.
Divisione sussistenze.
Augusto Aniiibiili, capo di divisione.
Divisione vestiario.
N. N., capj di divisione.
Divisione casermaggio e trasporti,
Ernesto Piazzoni, capo di divisione.
Vittorio Alfieri. L*uigi Cadorna, capo di Stato
Maggiore.
Carlo Porro dei conti di Santa Maria
e. della Bicocca, sotto capo di Stato Maggiore.
Consiglio d' amministrazione e di disciplina per
i funzionari civili dell' amministrazione della
guerra.
Il Ministro, presidente.
177
Consiglio dell' O dine militare di Savoia.
Ottavio Rag-li. precidente.
Commissione per l'esame delie proposte di ri-
cotnpense al valor militare,
Pietro Marini, presidente.
Commissione consultiva per la navigaz. aerea.
N. N., presidente.
Contmissione permanente per V esecuzione delle
leggi p-i v terani 1848-49 sulla reintegrazione
dei gradi perduti.
Ettore Pedottl, presidente.
Commissione per l'esame dei ricorsi contro le
decisioni dei Consigli di Leva.
Fortunato D'Ottone, presidente.
Comm'sslone p-r il r!eo>w»c'm >'to della Cam-
pagna dell'Agro Romann nel 1867.
Ettore Pedotti, presidente.
Udienze dei Membri del Parlamento:
di S. E. II Ministro: tutti i giorni eccetto
il Giovedì e la Domenica dalle 11 alle 1 >. GII
Ufficiali Generali e Superiori per visite di
dovere tutti i giorni dalle 10 alle 11 eccetto
11 Giovedì e la Domenica.
di S. E. il Sottosegretario di Stato: tutti
i giorni dalle 11 alle 12.
dei Direttori {generali: tutti 1 giorni,
dalle 10 e mezzo alle 11 e mezzo.
MINISTERO DELL'INTERNO
{SO. VA, piazze Navona, di Pasquino e di San Pantaleo — Palazzo Braschl).
Vitt. Emanuele ORLANDO, Ministro. — Giacomo BONICELLI, Sottosegretario di Stato.
Gabinetto, — (Afifari politici
e riservati — Corrispon-
denza particolai-e — Corri-
spondenza telegrafica —
Relazioni del Ministro col
Parlamento — Nomina dei
senatori — Elezioni politi-
che — Circoscrizioni eletto-
rali — Studi e preparazione
di disegni di legge e refro-
lamenti — Onorificenze ca-
valleresche—Funzioni pub-
bliche — Cerimoniale, ec).
Vfpci dipendenti dal Gabinet-
to: Lettura e riassunto som-
mario dei giornali nazionali
ed esteri — Consulta Aral-
dica, medaglie commemo-
rative, e attari relativi agli
atti di valore civile — Se-
greteria del R. Ordine Ci-
vile di Savoia — Direzione della GazzeUa
Ufficiale.
Camillo Corradi ni, capo del gubinefo.
Modestino Petrozziello, segretario purti-
co'are di S. E. il Ministro.
Gabinetto del Sottosegketa-
Rio DI Stato.
Giuseppe Ajrol.ll, capo di
Gabinetto.
Marziale Ducas, segretario
partiiolare.
Ufficio stampa.
Enrico Flores, capo dell' uf'
fici...
Ispettori generali amministrativi
e del. a pubblica beneficenza.
Alfredo Goffredo, Vittorio
Bardesono di Rigras, Domenico
Caruso, Secondo Dezza, Agosti-
no d'Adamo.
V. Eman. Orlando.
Edoardo Cavallo, Giulio Ce-
sale Ferrari, Vincenzo Vitale,
Beniamino Wenzel, Emidio
Ercole D'Alessandro.
Ispettori generali delle carceri
e dei riformatori.
Paolo Cauobblo, Roboa-
mo Codebò, Epaminonda
Querci Seriacopi, Vincenzo
Maldacea.
Ispettori di rag'oneria.
Raffaele Ferri, Paolo Do-
nati, Antonio Zanon, Luigi
Balsamo.
Divistone IvPerwnaZe.— (Per-
sonale del Consiglio di Sta-
to e delle amministrazioni
centrale e provinciale —
Matricola e contabilità — Questioni di na-
zionalità e cittadinanza — Danneggiati po-
litici — Vedove ed orfani di benemeriti
della patria — Mille di Marsala e super-
stiti di Talamone — Affari diversi non at-
tribuiti alle altre divisioni —
Biblioteca del Ministero — Eco-
nomato — Archivio e proto-
collo generale, ec).
Giovannr Bobbio, vicedirettore
generale.
Biblioteca.
Brando Bra.n^\,caposez.incar,
Economato k Cassa.
Emilio Rondini, econo:Mo.
Cesare Rcmlzi, cassiere.
Direzione generale
deir amministrazione civile.
Ispettori generali di pubblica sicurezza.
Giuseppe Alongi, Adolfo Lutrario, Edoar-
do De Domenico, Simone Dante Cbiapello,
Giacomo Bonicki.m.
[Comprende le Divisioni II-HI),
Alberto Pironti, direttore generale.
Mauro Michele Bertone, vicedirettore gf
nerale.
1?
- 178
DivistowE II*. Amministrazioni dei Comuni e
delie l'roi>:nfie. — (Tratta .anche gli affari
relativi ai conlini dello Stato, alle circoscri-
zioni comunali e provinciali, alla liquida-
zione dei danni di guerra, agli Archivi di
Stato).
Sante Franzè, capo di divisione.
Divisione III». Benefii-eyiza pubblica.
PietFO Carpani, capo di divisione.
Ufficio per il CBEorro comunale e pro-
vinciale E PER LA municipalizzazione
DEI PUBBLICI SERVIZI.
Graziani Bonaventura, capo di divisione.
Direzione generale di pubblica sicurezza.
{Comprende le Divisioni IV- V).
Giacomo Vigliani, ff. di direttore generale.
Achille De Giorgio, vicedirettore generale.
Ufficio riservato di pubblica sicurezza.
Giuseppe Siragusa, cajp) sezionai.
Divisione IV». Polizia giudiziaria ed ammitii-
strativa.
Samuele Cantore, capo di divisione.
Divisione V». Personale di polizia.
Vittorio Colli, capo di divisione.
Scuola di polizia.
(Vicolo delle Mantellate, 7).
Salvatore Ottolenghi, direttore
Direzione generale della sanità.
(Comprende le Divisioni VI- VII- Vili).
(Corso Vittorio Emanuele, 209).
Alberto Lutrario, direttore generale.
Alessandro Messea, vicedirettore generale.
Iginio Coffari, capo dell' Uf/ìcio affari gè-
fi rati.
Serafino Ravieini, Francesco Inghillerl,
ispettori generali medici.
Manzo Jatta, ispettore gener. batteriologo.
Pietro Biginelli, ispeftoìe gener. chimico.
Calogero Fradella, ispettore del servizio
celtìC'K
Carlo Bisanti, Telemaco Guerrieri, Giu-
seppe Cosce, ispettori veterinari.
Divisione VI». Tecnica.
Gaetano Basile, capo di divisione.
Divisione VII». Amministrativa.
Mariano Franchetti, capo di divisione.
Divisione Vili». Servizio zooiatrico.
Leonardo Coiucci, cupo di divisione.
Laboratorio di Micrografia
E Batteriologia.
(Piazza Vittorio Einanuele, 13).
Bartolomeo Gosio, direttore.
Laboratorio Chimico.
Emanuele Paterno di Sessa, direttore in-
caricato.
Direzione generale delle Carceri
e dei Riformatori.
{Comprende le Dicisioni IX-X).
(Via Laira).
Gerardo Girardi, direttore generale.
Antonio Martaiii, victdire.tore generale.
Divisione IX». Fabbricati, lavorazioni, man-
tenimento.
Giuseppe Boccalone, capo di divisione.
Divisione X». Personale d'amministrazione e
di custodia e movimen'o dei detenuti e dei gio-
vani corrigendi.
Sebastiano Pignatelli, capo di divisione.
Divisione XI». Ragioneria.
Alfredo Giovannetti, capo di divisione.
S. E. il Ministro non ha giorni né ore fisse
per ricevimenti.
S. E. il Sottosegretario di Stato riceve 1
Senatori, i Deputati e 1 Prefetti tutti 1 giorni
meno i festivi dalle 10 alle 11 Vg; le altre
persone nel giorno e nell'ora Indicati nelle
risposte alle domande di udienza.
I Direttori irenerali e 1 Direttori capi di
divisione ricevono in ufficio nelle ore dispo-
nibili.
Reale Ordine civile di Savola.
Consiglio dell'Ordine.
Attende all'esame dei titoli per il conferi-
mento dell'onorificenza dell' Ordine, ed al-
■ r amministrazione del patrimonio partico-
lare dell'Ordine medesimo.
Il Ministro, presidente.
Consulta Araldica.
Dà parere al Governo In materia di titoli
gentilizi, stemmi ed altre pubbliche ono-
i-ificenze e pel riconoscimento del diritto
di portare titoli gentilizi per successione od
in forza di concessioni od Investiture.
Il Ministro, presidente.
Commissione per esaminare le proposte di ri-
compense al valor civile.
Il Comandante la Divisione Militare di
Roma, presidente.
Il Prefetto della Provincia di Roma, vice-
presidente.
Commissiotie per l'applicazione della legge 8 lu-
glio 1883, relativa ai provvedimenti per i dan-
neggiati politici delle Provincie nupolttane.
Antonio Cefaly, presidente.
Commissione per l'applicazione della legpe 8 lu-
glio 1883, relativa ai provvedimenti per i dan-
neggiati politici delle provincie siciliane.
Ugo Di Sant' Onofrio, presidente.
Commissione consultiva pel risanamento della
città di Napoli.
N. N., presidente.
Commissione centrale pel credito comunale e
provinciale.
Pietro Scamuzzi, presidente.
Consiglio superiore di assistenza
e beneficenza pubblica.
Carlo Astengo, presidente.
Consiglio per gli archivi.
Attende alla compilazione ed interpretazione
delie leggi e dei regolamenti, ordinamento
generale degli archivi e del corrisponderite
servizio; metodo dei lavori di ordinazione
e pubblicazione degli atei; programmi de-
gli esami d'ammissione e promozione de-
179
gli uffì/iali; promozione degli uQìziali per
merito.
Pasquale VilIai-1, presidente.
Consiglio superiore di sanità.
Porta la sua attenzione sul fatti risgnar-
danti l'igiene e la sanità pubblica del Re-
gno, dei quali sia informato dal Ministero
dell' Intorno; pi-opnne i provvedimenti, le
inchieste e le ricerche scientiliche che giu-
dichi convenienti ai fini dell'amministrazio-
ne sanità; ia: dà parere sulle questioni che
gli sono deferite dal Minisio dell' Interno.
N. N., presìden'e.
MINISTERO DELLA ISTRUZIONE PUBBLICA
{liOMA, piazza della Minerva).
Francesco RUFFINI, Ministro. — Angelo ROTH, Sottosegretario di Slato.
Manfredo Tovaiera, capa di gabinetto di S. E. il Minis'ro.
Omero Ranelletti, segretario particolare di S. E. il Min'slro.
Vincenzo De Nobili, capo di gabinetto di S. E. il Sottosegretario.
Amedeo Zi;>oli, segretario di S. E. il Sot/osegreturio.
Ispettorato amministrativo.
Francesco Coppola, is^et-
toì-e generale.
Mario Martini, Alberto
Salvagnini, Alberto Pari-
sotti, Ameri;.'o Namias, Er-
mete Rossi, Aronne Torre,
Giovanni Luccio, ispettori.
SKCnETARlATO GENERALE.
France^co Coppola, ispet-
tore geìierale, direttore.
Divisione I». — Personale del
Miiuslero.
Pietro Pagnanl-Fu^conl,
capo sezione.
Divisione II». — Amminis'r.
Enrico Vallerini, caio se-
zione.
Direzione generale
per la istruzione superiore.
Vincenzo Masi, direttore yenenile.
Divisione I*. — Università e istitidi d' istru
zione auperiote — Personale.
Giovan Battista Cao, capo di divìsone.
Divisione II». — Miteriaìe — Studenti.
Giuseppe Biraghi, U^yettore superiore.
Divisione 111». — l'Ahlioteche, Isti-
tuti « Corpi scientifici e lette-
rari.
N. N., cupo di divisione.
Direzione generale
per la istruzione media e normale.
Vittorio Fiorini, direttore ge-
nerale.
Averardo Casaglia, ispettore
generale.
Ispettori centrali delle Scito'e
inedie.
Giovan Vincenzo Belsani,
Vittore Alemanni, Francesco
Piola, Guglielmo Pa lovan,
(iaetano Co(,'o, Riccardo Truffi Ciro Tia-
bal/.a, Alfredo Perna, Salomone Piazza,
Curio Vincenti, Ettore Patini.
FRANCKSCO RUFKINI.
Divisione I». — Scuole medie
e nor.iiali.
Ettore Marani, capo di
divisione.
Divisione II». — Affari gene-
raii e contenzioso scolastico.
Manfredo Tovaiera, capo
di dicisioiie. [
Divisione III». — Scuole clas-
siche e Convitti Nazionali.
Raflfaele Grazioli, capo di
diviàione.
Divisione IV. — Personale de-
gli Istitu'i tecnici e nautici e
delle Scuole tecnche.
Roberto Cao Pinna, capo
di divisione.
Divisione V». — Istruzione ma-
gistrale. — Edwazione fisica.
— Isiiuti di edwazione fem-
tn ni' e.
Lorenzo Rocea, capo di d visione.
Angiolo Uoth.
Direzione generale
per l'istruzione primaria e popolare.
(Lungo Tevere Sanzio, N. 15).
Antenore Cancellieri, direttore generale.
I.-pettori centrali per l' istruzio^
primaria popolale.
Giovanni Di Giusto, Gabrie-
le De Robl)io, Luigi Friso, Pie-
tro Faudella, Ettore Grazianl,
Enrico Muzi, Alessandro liot-
taro, Alfredo Saraz, Giovanni
Di Tommaso.
Ufficio ©eoli affari generali.
N. N., capi dell'ufficio.
Divisione I».. — Personale.
Giovanni Filippi, rapo di di-
visione.
Divisione II». — Istrmione ele-
mentare e popolare.
Alberto Avena, cipo di divis.
HI», — Asili d' infanzia, affari
Divisione
vani.
Pietro Cavazzuti
capo di divisione.
— 180 —
DivisiONK IV», — Fon'iaììoni sc-lastiche.
Giovanni Rossi, cupo di divisione.
Divisione V». — Contabilità.
Francesco Testoni, capo di divisione.
Direzione generale
delle antichità e belle arti.
(Piazza Venezia).
{Palazzo delle Assicu*: genpìa^i).
Corrado Ricci, direttore generale.
Riparto I. — Silvio Raule, capo di divisione.
Riparto II. — Colombo Crivellari, capo di di-
visione.
Riparto III. — David Levi, capo di ditisione.
Consiglio superiore della pubblica istruzione.
Il Ministro, presidente,
Ulisse Dini, vicepresidente.
Commissione permanente per le aiti musicale
e drammatica.
Il Ministro, presidente.
Sezione per V arte musicale.
Arrigo Boito, presidente della sezione.
Sezione per l'arte drammatica.
Enrico di San Martino Valperga, presi-
dente della sezione.
Comitato Nazionale per la Storia del Risor-
gimento.
Paolo Boselli, presidente.
Commissione centrale j^er la diffusione dell'istru-
Divisione I*, — Monumenti, musei, srarì, eco.
Riccardo Artom, capo di divisione.
Divisione Iì.». — Personale delle aallerie, delle
belle arti, delle arra/lem e ed i-^titnti.
Ottavio Marini, capo di divisione.
Ragioneria Centrale.
Vitt. Castellani, dirett. capo di ragioittia.
Ufficio degli affari geneeali.
N. N., capo dell' uffljio.
zione elementare nel mezzogiorno e nelle
isole.
Leonardo Bianchi, presidente.
Giunta consultiva per le biblioteche, presieduta
dal Direttore Generale dell'Istruzione su-
periore.
S. E. il Ministro riceve i Senatori e i De-
putati tutti 1 giorni dalle 11 alle 12 eccetto
il Giovedì e la Domenica. Coloro che hanno
chiesto e ottenuto udienza, nel giorno e nel-
l'ora indicati nella lettera d'invito. Riceve i
Professori di Università ed i Capi d'Istituti
dipendenti dal Ministero il Lunedi, Mercoledì
e Sabato dalle 10 alle 11.
S. E. il Sottosegretario di Stato riceve l
Senatori e i Deputati tutti i giorni nelle ore
d' ufficio, i Professori d' Università ed i Capi
d'Istituti dalle 11 alle 12.
I Capi servizio ricevono i Senatori e i
Deputati tutti i giorni durante l'oi-ario d'uf-
ficio.
MINISTERO DEI LAVORI PUBBLICI
(ROMA, via della Mercede).
Ivanoe BONOMI, Ministro. — Roberto DE VITO, Sottosegretario di Stato.
Guido Petrocchi, capo di gabinetto del Ministro.
N. N., capo di gabinetto del Sottoseg. di Utato,
Segretariato generale.
Carlo Marzolle, direttore
generale.
Divisione I». — (Aflfarl gene-
rali — Personale del Mini-
stero, dei Circoli ferroviari
di ispezione e del Genio Ci-
vile).
Filippo AUemand, capo
di divisione.
Divisione II». — (Questioni di
massima e studi di legisla-
zione — Edilità - Opere di
Roma, Napoli e Torino. —
Contratti — Servizi di eco-
nomato e cassa — Biblio-
teca).
Ezio Affini, C'po di di-
, segret. part del Ministro,
Benedetto Mauro, segret. particolare.
Giuseppe Oreste Leoni,
N. N., ispettori centrali di
ragioneria.
IVANOB BONOM
Ragioneria centrale.
Giacomo Barberi, direttore capo di ragio-
neria.
Direzione generale di ponti
e strade.
N. N., direttore generale.
Carlo Isacco, vicedirettore
generale.
Divisione III». — (Costruzio-
ne delle strade nazionali e
provinciali — Classificazio-
ne, miglioramento e polizia
delle strade nazionali —
Trazzere demaniali — Clas-
sitìtazione consorzi e poli-
zia delle strade provin-
ciali).
Romualdo Vetrari, capo
di divisione.
Divisione IV». — Manutenzione delle strade
nazionali — Cantonieri — Cassa di M. S.
Francesco Potenza, capo di divisione.
— 181 —
Divisione V». — fStrade ed opere comutiali: Divisione XII*. — (^TanutenzIone, mlgliora-
eseouzione e polizia — Sussidi — Strade mento, esoavazione dei porti — Costru-
vicinali). zione dei fari e fanali — Polizia).
Carlo Cheir;isco, capo di divisione. N. N., capo di divisione.
Direzione generale delle opere idrauliche.
Alfredo Mazza, direttore generale.
Francesco Ettore De Gregorio, vicediret'
tore gfnerale.
Divisione VI». — (Opere idrauli-
che di I» e II» categoria — Te-
vere).
Luigi Ricci, capo di divisione.
Divisione VII». — (Navigazione
interna. — Personale idraulico
subalterno — Polizia idraulica
— Concessioni — Classificazio-
ni — Contributi — Consorzi e
perimetri — Sussidi — Idro-
grafìa fluviale).
N. N., capo di divisione.
Divisione Vili». — Derivazioni
— Acquedotto Pugliese — Ope-
re idrauliche di III», e IV» ca-
tegoria — Consorzi — Bacini
montani.
N. N., capo di divisione.
Direzione generale delle bonifiche.
Adolfo Ramasso, direttore generale.
Divisione IX». — Questioni di massima —
Classifiche - Consorzi — Concessioni —
Opere di Sardegna, del Vesuvio e dell'Agro
Romano.
Giuseppe Fusinato, c«j o di divisione.
Divisione X». — (Bonifiche delle tabelle 1» e
2» della legge 2*2 marzo 1900 n.» 195 — Per-
sonale — Polizia).
Pier Luigi Serra, capo di divisione.
Direzione generale delle opere marittime.
Angelo Paulucci, direttore generale.
Francesco Joele, vicedirettore generai*.
Divisione XI». — (Affari generali — Costru-
zione e sistemazione dei porti — Classitì-
ficazioni — Consorzi — Concorsi e sussìdi
— Liquidazioni di contributi — Difesa di
spiagge).
N. N., capo di divisione.
Roberto Db Vito
Direzione generale dei servizi speciali.
Alessandro Guglielmine^ti,ff;■»•«/^(7cnera?«.
Divisione XIII». — (Strade nazionali, provin-
ciali e comunali, costruzione di condutture
di acqua potabile in Basilicata
e Calabria).
Nicola De Gregorio, capo di
divisione.
Divisione XIV». — (Opere idrau-
liche, di bonifica e marittime
in Basilicata e Calabria, spo-
stamenti, risanamenti e conso-
lidamenti di abitati — Conso-
lidamenti di frane in Basilicata
e Calabria — Bonifica della zo-
na bassa di Pozzuoli).
Vir£?lnio Camponeschl, capo
di divisione.
Divisioni-; XV». — (Provvedimen-
ti a favore delle regioni colpite
da terremoti o nubifragi).
Ernesto Capellina, capo di divisione.
Consiglio superiore dei Lavori Pubblici.
Nicola Coletta, presidente.
Sezione I». — (Viabilità ordinaria e fabbri-
cati).
Alberto Rocco, presidente.
Sezione II». — (Opere idrauliche terrestri e
marittime).
Ignazio Inglese, presidente.
Sezione III». — (Strade ferrate e tramvie).
Rafi'aele De Come, presidente.
S. E. il Ministro riceve i Senatori e i De-
putati tutti i giorni, tranne il giovedì e la do-
menica, dalle 11 alle 12, Tutte le altre per-
sone saranno ricevute nei giorni di martedì
e venerdì dalle 10 alle 10 '/o.
S. E. il Sottosegretario di Stato riceve i Se-
natori e i Deputati tutti i giorni esclusi l
festivi dalle 11 alle 12. Tutte le altre persone
saranno ricevute nei giorni di lunedì e gio-
vedì dalle 10 alle 11.
MINISTERO PER I TRASPORTI MARITTIMI B FERROVIARI
{SOMA, via dell'Umiltà, 43).
Enrico ARLOTTA, Mini.-itro. — Ugo ANCONA, Sottosegretario di Stato.
Antonio Schiavon, rapo di gabinetto di S. E. il SMosegi
Luigi Galletti, segretario particolare.
di Staio.
Amministrazione delle Strade Ferrate.
Collegio arbitrale. — Giambattista Pagano
Guarnasctielli, presidente; Adeodato Bona-
8i, vieepreaidente.
Ufficio speciale delle ferrovie e tramvie
e degli automobili.
An.1r' a Vieti i, direttore general».
Domeuioo Abbati, vicedirettore generale.
— 182 —
Ispezioni tecniche, Incarichi speciali.
Emanui le Bracco — G. B. Quaglia —
Augusto De Fretto — Giulio Siroui — Bal-
dassarre Omboni, is-pettori su/ieriori.
Omero Gerardi, ispettore capo.
Divisione I». — (Affari generali).
Vittorio De Benedetti, ispettore capo.
Divisione II*. — (Concessio-
ne di pubblici servizi auto-
mobilistici, tranviari e di
navigazione interna).
Armando Suarez, capo di
divisione.
Divisione ITI». — (Concessio-
ni di ferrovie).
Frane. Saverio De Rossi,
capo di divisione.
Divisione IV». — (Costruzio-
ni di ferrovie a cura diretta
dello Stato).
Filippo Cesano, is^ye'tore
cctpj.
Divisione V». — (Vigilanza
tecnica sull'esercizio).
Ferruccio Celeri, ispettore
capo.
Divisione VTa. — (Liquida-
zione di sovvenzioni e sus-
sidi — Contributi nelle spese
glianza governativa).
N. N., capj di divisione.
Servizi > P rsnnale (vinlc dM roliclinlco).
Carlo Cavalli, capo sei vizio.
Servizio Sanitario (via Venti Settembre, 40).
Teobaldo Ricchi, capo servizio.
Servizio Legale (via Porta Salaria, 6G).
Adriano Mengoni, capo servizio.
Servizio Commerciale (viale del Policlinico).
Francesco De Roberto,
capo servizio.
S'rt izio Approvvigionamenti
(Corso d'Italia, 88).
Francesco Simone, capo
servizio.
Servizio Ragioneria (via Ligu-
ria, 26).
Nicola Amoroso, capo ser-
vizio.
Servizio Costruzioni (Corso
d'Italia, 83).
Emilio Ovazza, capo ser-
vile io.
Ufficio stralcio.
Severino Redini, ispettore
superiore, direttore.
Enrico Aklotta
di sorve-
Direzione generale delle Ferrovie dello Stato.
(Viale del Policliuico).
Consiglio d'amministrazione.
Raffaele De Cornò, presidente.
Luigi Cagnetta — Camillo Corno — Fa-
brizio Laviano — Gaetano Riccio — Corra-
dino Sella — Giuseppe Tanari, consiglieri.
Direzione Generale.
Raffaele De Cornè, direttore generale.
Rinaldo Rinaldi, Mosè Berrini, vicediret-
tori generali.
Ispettori Superiori.
Guido Nuti, Severino Rodini,
Ferdinando Samuelli.
Direzione generale
della marina mercantile.
(Via dell' Umiltà, 43).
Carlo Bruno, direttore generale.
Divisione gente di mare, proprietà navale e PO'
tizia della navigazione.
Francesco Chianea, capo di divisione.
Divisione amministrazione dei porti del dema-
nio marittimo e servizi relativi alla pesca,
Emanuele Piperno, capo di divisione.
Divisione pro'ezione della Marina mercantile e
trattati internazionali.
Ercole Lenzi, capo di divisione.
I-pettorato delle capitanerie di porto.
Francesco Mazzinghi, capo dell' ispettorato.
Reparto tecnico.
Pirro Santini
Servizi d'Esercizio.
Servizio Movimento (viale del Po-
liclinico;.
Giuseppe Accomanzl, capo
servizio.
Servizio Trazione (Firenze, viale
Principe Amedeo, 21).
Alfredo Pogliaghi, capo ser-
vizio.
Servizio Veicoli (Firenze, Porta
al Prato).
Ampelio Calderini, capo servizio.
Servizio Lavori (viale del Policlinico).
Edoardo Gariieri, capo servizio.
Servizi Centrali.
Servizio Segretariato (viale del Policlinico)
Andrea Alessandri, capj serviiio.
^^m ^
apo del reparto.
Reparto amministrativo,
Giulio Fusignani, capo del
reparto.
Ispettorato dei servizi marittimi.
Eugenio Pinzanti, capo del-
l' ispettorato.
Reparto amministrativo,
Giovanni Bernardi, capo del
reparto.
Reparte commerciale.
N. N. ca2}0 del reparto.
Ragioneria centrale,
Adolfo Ramadoro, direttore
ragioneria centrale (rejg-nte).
Divisione ragioneria.
Adolfo Ramadoro, predetto, capo di divis.
Divisione revisione dei conti,
Pietro Acquaroni, incaricato capo di di-
Ugo Ancona.
della
- 183 —
U/JÌ. >o speciale per in liquidciiione dei conti d'i ConsìffUo sup'riore della yfnrlna mérenntìfe.
piroscafi requisiti e iiolt-ggiai in o.-casiom ìi. ^.. pre-zidentc
della guerra italo-turca. Commissione centrale di tnfflco marittimo.
Armando Romanelli, capo dell'ufficio. Il Sottosegretario di Stato, presidente.
MINISTERO DELIBA MARINA
{ROMA, piazzetta di Sant' Antonino de'Portogheai),
Camillo CORSI, Ministro. — Augusto BATTAGLIERI, Sottosegr. di Stato.
Enrico Nicashro, Segretario generale.
Lenniero Galleani, capo Divisione reclutamento, mutri-
di guhinetto del Ministro. tìSSS^&^^&^SS^Xli '^'*^'^' ^^^^'J"* ^ servizi vari.
Mario Comandù, Segret. WTJBBKèA^ d»4^on«. ^*''*'°''*'''' '"'^'' ***
Vittorio Cionnl, capo di jD^M^^HP'* ^^^^ KH ni.A,t/>n* «ar.mI.
Giuseppe Regard, Segre- g ^^m^^ -"«sJIH^ Agostino Carpi, direttore
torio particolare del Sottese' ff I^^L«ite'-''',^^Hly generale,
gretario. 9 • ^^^CK^^^^^^HS Divisione manutenzion» del na-
Ufficio % ^K^- AMcI Enrico Martinez, capo di
delle Uggì e dei Decreti. f^, ^^ ^ - ^^ÈBM^ divisione.
Mario Comandu, capo j^ jt^ÉÈÈ^^^BwL Divisione nuove costruzione.
d'ufficio. *M f^^l^^^l^m^^^^'ìkWr Gioacchino Russo, capo
Uffici
di divisione.
. ,, „ . „.,.. un^Enaa^SMRSBCM^flh Ufficio amminiatraiivo.
della Marma Militare. «WSSSiè^iS^^Jt^^^P pj^pp^ Martinengo, capo
Serviz'o dei personali civili » Camillo Corsi, d'ufficio,
degli affari generali.
Rio. ardo Marcelli, direttore capo di divi- Direzione generale di artiglieria e armamenti.
sione incaricato. ^.^^^^ Bertolini, direttore generale.
Divisione pert^onali civi'i. Pino Pini, vice direttore generale.
Riccardo Marcelli, predett». j;-^^,-^ j,^,,^,-
Divisione affari generali. Guido Segrè, capo d'ufficio,
Antonio Edoardo Pranza, direttore capo Divisione artiglieria e armimenti.
di divisione. Salvatore Nicastro, capo di divisiona.
Uffi io di economato e cassa. Divisione Torpedini, Elettricità, Aereon antica.
Agostino Meneghini, capo d'ufficio. Bernardo Nicohiurdl, f. f. di capo di divi».
Oirerione generale degli ufficiali e del servizio ^'^tmTe'zt Siti,' capo d'ufficio.
militare e scientifico. ^
Silvio BeMeni, diretore tjene- Direzione generale
raie. — rrzr-.,. del Servizi amministrativi.
Divisione ufficiali e servizio mili- , " * -^^^ Francesco Pages, direttore
tare. / ^(jÈS^^' -fl^^Kv generale.
lt&\o JXiccU capo di divisione. ^^h|||||||^h\ j)ji,isione liquidazioni epagamenti.
Divisione naviglio 4 servizio scien- m^^^^^^^KÙi Umberto Yigolo, capo di di-
Battista Tanca, capo di di- ^^^^^^^Hl Divisione contratti,
visione. ^ . g^^^^^^^ml Pasquale Orlandini, capo di
Ufficio amministrativo. V^KIH'iV^I^^B/ divisione.
N. N., capo d'ufficio. V^^Hl^^^^^B/ Ispettorato per l'esercizio delle
Direzione generale ^^HBlfl^^ Raffaello Goffi, capo d«;r/«p(;N
del Corpo RR. Equipaggi. UASM^ ^ tarato.
(Via <l.-lla s. rota, ST). Auoi sro Dati.ujlibiu. N. N., sotto capo dell' ispetto-
Paolo Martini, dirett. gener. rato.
Divisione mohiltazione, avanzamento, raffer- !• Reparto. — A. Marcorini, capo del reparto,
me 0 disciplina. H» Repabto. — Luigi GaVnbardella, capo di
Carlo Do Luca, capo di divisione. reparto.
Divisione mov menti e scuole. Ufficio amministrativo.
Giuseppe Bertettl, capo di divisione. Alfredo Curdo, eajao .dell' ufficio.
184
Ispettorato di sanità.
Beniamino Calcagno, capo dell' ispettorato.
Io Reparto. — Salvatore Melardi, capo del re-
parto.
Il» Repaeto. — Saverio Buonamici, f.f. di
capo reparto.
Ufficio amministrativo.
Achille Barberls, capo d'ufficio.
Ispettorato di commissariato militare marittimo.
Giulio Galante, capo dell'ispettorato.
Reparto sussistenze.
Carlo Gerbino, capo del reparto.
Reparto vestiario.
Arturo Silvagnl, capo del reparto.
Reparto amministrativo.
Arturo Consiglio, capo del reparto.
Ispettorato del genio militare.
Giovanni Moneta, capo d'ufficio.
Reparto tecnico.
Oreste Leoncini, /■./". di capo del reparto.
Reparto amministrativo.
Giovanni Mossini, capo del repaìto.
Ufficio di Stato {Maggiore.
Paolo Thaon Di Revel, capo di Sta'o Mag-
Pino Pini, sottofccipo di Sta'o Maggiore.
Consiglio d'amministrazione e di disciplina per
i funziona i civili dell' amministr. mirittima.
Il Ministro, presidente.
Comitato degH Ammiragli.
S. A. R. Tommaso di Savoia, presidente.
Consiglio supei-iore di Marina^
Marcello Amero d'Aste Stella, presidente.
Comitato per l'esame dei progetti di navi.
Edgardo Ferrati, presidente.
Commissione per manen' e per l'illuminazione e
il segnalamento delle coste.
Gaetano Chierchia, presidente.
R. Comitato Talassografico italiano.
Il Ministro, presidente.
Istituto radiotelegrafico militare.
Giulio Bertolini, presidente.
Commissione dei ricorsi per la leva di mare.
Marcello Amero d'Aste Stella, presidente.
I
S. E. il Ministro riceve i Senatori e i De-
putati tutti i giorni eccetto il Giovedì e la
Ispettorato dei fari e del segnalamento mariti. Domenica dalle 11 alle 12.
Arturo Costantino, capo dell' ispettorato. g. e. il Sottosegretario di Stato riceve 1
Reparto tecnico. Senatori e i Deputati tutti i giorni dalle 11
Gino Fanelli, capo del reparto.
Reparto amministrativo.
Alfonso Pesce, capo del reparto.
alle 12.
I Direttori Generali ricevono i Senatori
e i Deputati tutti i giorni dalle 10 e mezzo
alle 11 e mezzo.
MINISTERO DELLE POSTE E DEI TELEGRAFI
{ROMA, via del Seminario).
Luigi FERA., Ministro. — Cesare ROSSI, Sottosegretario di S:ato.
Gabinetto. — Lui<,'i Saler-
no, capo di gabinetto di S. E.
il Ministro.
Carlo Colombo, capo di
gabinetto dì S. E. il Sottose-
gretario di Stato.
Amerigo Bartolini. se^ce-
tario particolare di S. E. il
Miniatro.
Ottavio Gabetti, segre' a-
rio particolare di S. E. il
Sottosegretario.
Biblioteca del Ministero.
Emilio Diena, bibUote-
cario.
CONOMATO DEL MINISTERO.
Amato Sepe, economa.
Direzione generale
del Segretariato. "'"'"''
Giuseppe Greborio, direttore generale.
Segreteria e Consiglio d'amministrazione.
Emanuele Correa d' Oliveira.
Divisione 1». — (Carriera e disciplina).
Luigi Venezia, capo di divisione.
Divisione II». — (Movimen-
to ed applicazione).
Socrate Berardi, capo di
divisione.
Divisione III». — (Personale
subalterno).
Giovanni Tavoluccini, ca-
po di divisione.
Divisione IV». — (Ricevitori
ed agenti rurali).
Francesco Sessini, capo
di diiisione.
Divisione V», — (Locali —
Mobili — Spese d'ulficio
— Economato).
Antonio Liverani, capo
di divisione.
Divisione VI». — (Servizio
d'ispezione).
Emanuele Franco.
Direzione generale delle Poste.
Ernesto Scotti, direttore generale.
Divisione I». — (Corrispondenze e commis-
sioni).
Giovanni Blengini, capo di divisione.
185
Divi«inNE IT». — ^Pacchi).
Ettore Fontana oiiii, f. f. di capo di di-
visionf.
Divisione III*. — f Movi mento postale).
N. N., capo di divi'iione.
Divisione IV». — (Trasporti postali sulle fer-
rovie, sulle acque e sulle vie ordinarie^.
Giovanni Pascoli, caiJO di divisione.
Direzione generale del Telegrafi.
(Piazza San Bernardo, lo ).
Gaspare Duran, direttore generale.
Divisione I». — (Servizio dei te-
legrammi ed esercizio ammi-
nistrativo degli Ufficili.
Guglielmo De Cursu, capo
di divisione.
Divisione II». — (Impianto ed
esen-izio tecnico degli Uffici —
Radioteletrrafla).
Mario Enrico Mirabelli, capo
di divisione.
Divisione III». — (Costruzioni
telegrafiche e telefoniche).
Oreste Zuccolinl, capu di di-
visione.
Direzione generale
dei Vaglia e Risparmi.
(Piazza Dante).
Luigi Salerno, direttore generale.
Ufficio speciale d'ispezione.
Pietro Stettiner, capo di divisione.
Divisione I». — (Servizio amministrativo dei
vaglia interni — Titoli di credito — Riscos-
sioni).
Torquato Giannini, capo di diiisione.
Divisione II». — (Contabilità dei vaglia in-
terni).
" Nicola Calò, capo di divisione.
Divisione III». — 'Servizio dei vaglia inter-
nazionali).
Cesate Conti, capo di divisone.
Divisione IV». — (Ca<?<!e di risparmio. — Ser«
vizio amministrativo — Economato).
Alessandro Delle Pere, cupo di dioixione.
Divisioni V». — (Casse di risparmio — Ser-
vizio contabile).
Gaetano Bonolls, capo di divlsions.
Ragioneria centrale.
Romeo Pavesi, capo ragioniere.
Istituto superiore
POSTALE telegrafico E TELEFONICO.
(Viale del Re, 131).
Giovanni Di Pirro, direttore.
Direzione generale del Telefoni.
Gaspare Duran, direttore ge-
nerale reggente.
Giuseppe Angelini, ispettore
generale
Giacomo Magagninl, ispet-
to-e centrale.
Divisione I». — (Personale di 1»,
2» e 3» categoria).
Pietro Cipollaro, capo di div.
Divisione II». — (Servizio tec-
nico).
Cesare Rossi. Gaetano Marchesi, capo di
division».
Divisione III». — (Servizio amministrativo).
Antonio Frajese, capo di divisione.
Ragioneria.
Ottavio Bolzoni, capo ragioniere.
S. E. 11 Ministro riceve i Senatori e i De-
putati, tutti i giorni, meno il giovedì e la
domenica, dalle ore 11 alle VI, ì privati che
hanno chiesto e ottenuto udienza, nel giorno
e nell'ora indicati nella lettera d'invito.
S. E. il Sottosegretario di Stato riceve
1 Senatori e i Deputati tutti i giorni meno
la domenica dalle 11 alle 12.
I signori Ispettori generali e Centrali ed
1 signori Capi di divisione ricevono tutti i
giorni nelle ore dulficio.
DISPEPTICI - OBESI
0 2 grani prima dei pranzo
Regola le funzioni digettlie
Scatola 105 «rani L. 3.—
f:
1/2 Scatola L. 1.50
186
MINISTERO DEL TESORO
(ROMA, via XX Settembre « via Cemaia, palazzo del Ministero delle Finanze).
Paolo GARGANO, Ministro. — Ugo DA COMO, Sottosegretario di Stato.
Gabinetto del Ministro
e del Sottosegretario di Stato.
Giovanni Cigliana, capo
gabinetto di S. E. il Ministro.
Giovanni Borga, S''gieta-
rio partictlare.
Amanto Di Fausto, capo
della segreteria del Sottose-
gretario di Stato.
Amedeo Paoletti, segre-
tario particolare del Sotto-
segretario.
Segretariato generale.
(Personale — Economato —
Biblioteca).
Vittorio Benedetti, capo
di divisione.
Paot.o Carcano
Direzione generale
per la vigilanza sugli Istituti di emissione.
Achille Padoa, direz.gen.
Galileo Grivellari, ispettore generale.
Ragioneria generale dello Stato.
Paolo Bernardi, ragioniere generale.
Ennio Grasselli, Federico Zapelloni, ispet-
tore generale.
Divisione I». — (Affari generali e personale).
Cesare Maiorca, direttore capo di ragio-
neria.
Divisione II*. — (Bilanci).
Vito De Bellis, f. f. direttore capo di ra-
gioneria.
Divisione: III». — (Vigilanza sulle contabilità
delle amministrazioni centrali).
Giuseppe Failla, direttore ca-
po di ragioneria.
Direzione generale del tesoro.
Federico Broflferio, direttore
generale.
Giov. Cigliana, Felice Cre-
spo, ispettore generale.
Divisione I». — (Portafoglio).
Munari Antonio Virginio, ff.
di direttore capo di divisione.
Divisione II». — (Preparatone
dei bilanci e conti consuntivi
dello Stato in linea ammini-
strativa).
Bartolomeo Enrici, direttore capo di di-
visione.
Divisione III.» — (Entrate speciali del Te-
soro).
Buggero Eossi, direttore capo di divisione.
Ugo Da Como,
Divisione IV». — (Ammissio-
ne a pagamento dei man-
dati e degli altri titoli di
spesa a carico dello Stato).
Luigi Mainardi, direttore
capo di divisione.
Divisione V». — (Affari gene-
rali e riservati).
Roberto Bocchi, direttore
capo di divisione.
Divisione VI». — (Applicazio-
ne di leggi speciali, dota-
zione della Corona, ecc.).
Angelo De Francesco, f.f.
di direttore capo di divisione.
Divisione VII». — (Credito
agli impiegati).
G. B. Dall' Oppio, direttore
capo di divisione.
Divisione VIII». — (Ufficio centrale delle
pensioni).
Olimpio Zincone, direttore capo di divis.
Divisione ragioneria.
Luigi Pirovano, capo di divisione.
Tesoreria centrale del Regno.
Innocente Carnevale, tesoriere cen'rale,
Giovanni Rossi, controllore capo.
Commissione permanente per la vigilanza sulla
circolazione e sugli istituti di emissione.
Il Ministro, presidente.
Direzione generale del Debito Pubblico.
Giuseppe Garbazzi, direttore generale.
Valerico Caputo, ispettore generale.
(Ufficio affari generali e ufficio di
ricevimento delie d*om;uide).
Ettore Gambi, c-ipo ufficio.
Divisione I». — (Operazioni sulle
rendite al portatore).
Giovanni Ambroso, direttore
capo di divisione.
Divisione II». — (Iscrizioni ed
altre operazioni su rendite no-
minative).
Marco Baronj direttore capo
di divisione.
Divisione III». — (Iscrizioni ed
altre operazioni su rendite no-
minative).
Daniele Scaini, direttore capo di divisione.
Divisione IV». — (Traslazioni e tramutamenti
di rendite nominative).
Luigi Tonino, capo di divisione.
Divisione V». — (Conversione della rendita).
Scipione Cassina, dirett. capo di divisione.
187 -
Divisione VI*. — (Conservazione del Gran
Libro dei consolidati e debiti redimibili),
(iiovanni Enrici, //". capo di divi.^ione.
Divisione VII». — (Ragioneria e Contabilità
cetitrali).
òiiiseppe De Flaminii, direttore e-ipo di
divisione.
Divisione Vili». — (Ragioneria — Pagamento
rendite).
Francesco Carta Gavino, direttore capo.
Ufficio dell'Agente contabile dei titoli del De-
bito l^ibblico.
£lmireno Prevogna, agente contabile.
Ufficio di controllo.
Luigi Baldini, controllore capo.
Commissione di vigilanza sul Debito Pubblico.
Carlo Astengo, presidente.
Direzione generale
degli istituti di previdenza.
Filippo Rninaldi, direttore generale.
Riccardo Orsi, ispettore generale.
Divisione VII». — (Ufficio tecnico^
Giuseppe Gianturco, direttore capo di di-
visione.
Divisione Vili». — (Monte pensioni per gli
insegnanti).
Ugo Raimondi, direttore capo di ditta.
Divisione IX». — (Casse pensioni pei sanitari).
Luigi Masslnl, capo di divisione.
Divisione X». — (Cassa pensioni pei segre-
tari comunali e impiegati opere pie).
Tullio Zoppellarl, direttore cupo di divi-
sione.
Cassa Depositi e Prestiti e Istituti di previdenza. D^^/s^one XI». - (Cassa pensioni per gli uffl-
K o ^ ^ ,_ ,, „> *^ Qiah giudiziari e per gli impiegati del ca-
tasto e degli archivi notarili).
(Via Goito, N. 2).
Luigi Venosta, amministr .tore generale.
Divisione I», — (Afifari generali).
Gaspare Russo, capo di divisione.
Direzione generale della Cassa Depositi
e Prestiti.
Lino Galli, direttore generale.
Ernesto Melis, ispettore generale.
Divisione II». — (Depositi).
Achille Bruno, direttore capo di divisione.
Divisione III». — (Prestiti ordinari In con-
tanti).
Ettore Da Valle, direttore capo di divi-
sione.
Ambrogio Rizzi, direttore capo di divi-
sione.
Divisione XII». — (Conti individuali).
N. N., direttore capo di divisione.
Divisione XIII». — (Ragioneria della Cassa
depositi e prestiti).
Tito Puccioni, direttore capo.
S. E. il Ministro riceve tutti i giorni nelle
ore d'ufficio, cosi pure S. E. il Sottosegreta-
rio di Stato.
DF^'isiONE IV». — (Sezione autonoma di cre-
dito comunale e provinciale).
Ettore Mossolin, direttore capo di divi-
sione.
Divisione V». — (Ragioneria).
1. Felice Garbazzi, direttore capo di ra-
gioneria.
2. Cantù Umberto, direttore capo di ra-
gioneria.
DnisiONE VI». - (Ragioneria della Sezione Commissionepermanente per l'esame dei bilanci
autonoma di credito comunale e piovin- '«'^»'" « '« proposte legislative risguardanti
gjj^jgi gli is'.ituti di previdenza amministrati dalla
Giuseppe Piancastelli, direttore capo di <^«*«« depositi e prestiti,
ragioneria. Vito Volterra, senatore, presidente,
Commissione parlamentare di vigilanta sulla
cassa depositi.
Enrico MartusccUi, senatore, presidente.
Consiglio permanente di amministrazirme della
cassa depositi e prestiti e degli istituti di pre-
videnza.
Luigi Venosta, presidente.
(S^
— - .- "I bimbi d' Italia si chiaman Balilla „ (/ ragaz-
yf 8lIT\Jl3£l ^* M^^Z/rt Storia del Risorr/ittìento). Voi. con 100 incisioni
— .i— L. 2,50. - R. BEMPORAD & FIGLIO, Editori • FIRENZE
.J^
Q/»r-
■vi>
— 188 -
MINISTRI SENZA PORTAFOGLIO
Lkonakdo Bianchi.
Ubaldo Comandini.
Leo>'ida Bissolati
VjTTOKIO SCIALOJA.
Leonardo BIANCHI, Ministro. — Arturo Lepore, capo di gabinetto,
(Via Arenula, 53).
Leonida BISSOLATI-BERGAMASCHI, Ministro. — Eusebio Alamandola, segret. partic.
{Via Nazionale, 200).
Ubaldo COMANDINI, Ministro. — Giuseppe Botti, capo di gabinetto.
{Via Nazionale, 200).
Vittorio SCIALOJA, Ministì-o. — Andrea Galante, capo di gabinetto.
Gaetano Azzariti, segretario particolare.
{presso il Ministero della I. P.).
- 189
CONSIGLIO DI STATO
(SOMA, piazza Capodiferro, palazzo Spadai.
Giacomo MALVANO, presidente. — Pietro CAGNI, segretario genera^».
Sezionk I». — (Affari dei ministeri dell'In-
terno, dell'Istruzione, delle Poste e dei Te-
legrali .
Gabriele Pincherìe, presiden'e.
BxzioKE II*. — (Affari dei ministeri di Grazia
^ e Giustizia, dei Lavori Pubblici, degli Af-
fati Esteri e delle Colonie).
Pietro Bertarelli, presidente,
8KZ10NK III». — (Affari dei ministeri delle Fi-
nanze del Tesoro, dell'Agricoltura, della
Gueria e della Marina).
Carlo Schanzer, presiden'e.
Sezione IV». G iirisdiiionnl'^.
Rarfaele Perla, presidente.
Sezione V». Giurisdizi nia'e.
Carlo Saiidrelli, presi. lene.
Adunanza Plkxauia.
Raffaele Perla, presidente.
CORTE DEI CONTI
{ROMA, via Pastrengo, palazzo del Ministero dello Finanze).
Antonio TAMI, presidente — Angelo BUGGERI, procuratore generale.
Carlo VICARIO, vice procuratore generale — Carlo MELOGRANI, segretario gener de.
Sezione I». — (Riscontro degli atti risguar-
danti 1 ministeri del Tesoro, delle Finanze,
dell'Interno, degli Esteri, delle Colonie, di
Grazia e Giustizia (e Fondo per il Culto ed
EconoraaH dei benefici vacanti), dei Lavori
Pubblici, Trasporti marittimi e ferroviari.
Rilancio attivo; Vigilanza sulle entrate: De-
bito Pubblico; CHsse Depositi; istituti di
Previdenza; Contabilità di portafoglio; Fon-
do per l'emigrazione; Buoni del tesoro; Offi-
cina larte valori ; Cassa speciale pei biglietti
a debito dello Stato; Spese tisse e debito
vitalizio — Ferrovie di Stuto, Servizi in-
terni ed Economato I.
Antonio Tami, presidente.
Carlo Melograni, segretario.
Sezione II». — (Riscontro degli atti ris^uar-
daiiti 1 ministeri della Guerra, della Ma-
rina, della Istruzione pubblica, dell'Agri-
coltura, dell'Industria, commercio e lavoro
e delle Poste — Magazzini di Stato).
Fortunato Rostagno, presi len'e.
Arturo Coppi, segretario.
Sezione III». — (Revisione definitiva e giudi-
zio dei conti dei contabili dello Stato —
Giudizi speciali e di responsabilità dei pub-
blici funzionari — Ricorsi in appello dalle
de<'isioni dei consigli di prefettura in ma-
teria di conti comunali e di conti delle
Opere Pie — Esame e visto di decreti re-
lativi all'accettazione e svincolo delle cau-
zioni dei contabili dello Stato).
Domenico Le Pera, presidente.
Savino Maghelli, segretario.
Sezione IV». — (Esame e visto di tutti i de-
creti reali e ministeriali di collocamento
a riposo, dispensa dal servizio e destitu-
zione dall' impiegp — Liquidazione delle
pensioni e delle indennità per una volta
tanto — Pensioni privilej,'iate di guerra —
Giudizio in prima istanza sui conti dei te-
sorieri provinciali e degli istituti dipendenti
e sulle responsabilità degli amministratori
delie Provincie. — Conti consuntivi del
R. Politecnico di Torino).
Adolfo Leris, presidente.
Gustavo Verneau, segretario.
Gabinetto di S. E. il Presidente.
Fabio Pedoja, capo di divisione, capo del
gahinetlo.
Uffici della Corie dei Conti.
Segretariato generale. — (Personale della Cor-
te dei Conti — Affari riservati e d'ordine ge-
nerale — Corrispondenza ufficiale — Cor-
rispondenza telegrafica — Apertura della
— Per divertire i soldati
(liftontiete il volume di A. VALORI
Le Mirabili Avventure di Ferrantino^
FIRENZE
con illustrazioni di NAf^OI — Lire '/2,75.
R. BEMPORAD & FIGLIO - Editori
FIRENZE
190
corrispondenza — Protocollo generale —
Copisteria — Segreteria della 1» Sezione
della Corte — Funzioni di cancelleria giu-
diziaria davanti le Sezioni riunite dellìa
Corte — Archivio Generale — Biblioteca —
Doppio del G. Libro Economa oì.
Carlo Melograni, segret. generale.
Divisione I». — (Conti dello Stato, dei Co-
muni e delle Opere Pie — Funzioni di can-
celleria in aflari contenziosi contabili presso
la III» Sezione della Corte}.
Savino Maghelli, capo di divisione.
Divisione II». — (Pensioni civili e conti pro-
vinciali - Segreteria della IV» Sezione).
Fiancesco Drago, capo di divisione.
Divisione III». — (Pensioni militari e per-
sonale assimilato),
Eugenio Torracca, capo di divisione.
Ufficio speciale per le pensioni privi' egiale di
guerra.
Rodolfo De Paolis, referendario.
Divisione IV». — (Riscontro degli atti dei
Ministeri degli Esteri, delle Colonie e del
Commissariato d' emigrazione).
Aristide Lesen, capo di divisione.
Divisione V». — (Riscontro degli atti del Mi-
nistero dell'Interno).
Gaetano Tagliamonte, capo di dioisione.
Divisione VI». — (Riscontro degli atti del
Ministero di Grazia e Giustizia)
Gustavo Balsamo, capo di divisione.
Divisione VII». — (Riscontro degli atti del
Fondo culto e degli Economati dei benefici
vacanti).
Gustavo Balsamo, capo di divisione (reg-
gente).
Divisione Vili». — (Riscontro degli atti del
Ministero delle Finanze).
Giulio Franceschi, capo di divisione.
Divisione IX». — (Riscontro degli atti del
Ministero del Tesoro).
Arturo Pelosi, capo di divi.^ione.
Divisione X». — (Riscontro degli atti del Mi-
nistero della Guerra).
Ernesto Tavassi, capo di divisione.
Divisione XI». — (Riscontro degli atti del
Ministero della Marina e Trasporti marit-
timi).
Francesco CapuU, capo di division»..
Divisione XII». — (Riscontro degli atti del
Ministero dell'Istruzione Pubblica).
Vittorio Targioiii, capo di divisione.
Divisione XIII». — (Riscontro degli atti del
Ministero dei Lavori Pubblici e Trasporti
ferroviari),
Arturo Gisci, capo di divisione.
Divisione XI V». — (Iliscontro degli atti dei
Ministeri per l'Agricoltura, pel Commercio,
industria e lavoro).
Arturo Coppi, capo di divisione.
Divisione XV». — (Riscontro degli atti del
Ministero delle Poste, dei Telegrafi e dei
Telefoni).
Enrico Invernizzi, capo di divisone.
DiivisioNE XVI». — (Riscontro e contabilità
delle Spese fisse e del Debito vitalizio).
Luigi Antolini, capo di divisione.
Divisione XVII». — (Riscontro degli atti re-
lativi alle Entrate — Vigilanza sulle riscos-
sioni — Buoni e Vaglia del Tesoro — Of-
ficina carte valori — Cassa speciale per i
biglietti di Stato).
Vincenzo Cajani, capo di divisione.
Ufficio di riscontro p)-esso la Direzione Generale
del Debito PubMico.
Giovanni Vaglieco, referend irto, direttore
capo d'ufficio.
Ufficio di riscontro presso la Cassa Depositi e
Prestiti.
Severino Pizzi, referen iario, dire'.tore cupo
d'ufficio.
U/ficio di riscontro pressi !a Direzione gene-
rale degli Isfituti di Pr-^v denza.
Luigi Tacchi-Venturi, direttore superiore.
Ufficio di riscontro pi-esso l'i Direzione g-'ne-
ra'.e dMe ferrovie di Stato.
Gennaro Perrino, direttore superiore.
Ufficio di delegazione presso la cassa speciale
del Tesoro in Roma.
Pompeo Righetti, delegato.
{Stampato il 1" ottolyre 1916).
IBWHilBI
1 0 2 grani prima dei pranzo
purifica il sangue
evita emicranie e disturbi
gastro'intestinali
Scatola 105 grani L. 3.—
1/2 Scatola L. 1.50
purg^ativi depurativi
— 191 —
GerarcHia cattolica.
Arcivescovi e Vescovi delle Sedi Residenziali italiane. (*)
PIEMONTE E LIGURIA
Inim. Sogg. — Vesc. Luni-Sarz:\na (Unito
con Brugnato).
Genova. - Me r. - Ludovico GavotH.
Sifffr. Albenga - Ang'^lo Cambiaso.
Bobbio - Pietro Calchi Novati.
Brugnato — Giovanni Carli.
Chiavari — Giovanni Gamb. ronl.
Savona e Novi - Giuseppe Sc.vttl.
Tortona — Simon Pietro Grassi.
Ventimiglia — Ambrogio Daffra.
Torino. - 3/tfr. — Agostino Richelmy, card.
Suffr. Acqui — Disma Marchese.
Alba — Giuseppe Francesco Re.
Aosta — Giov. Vincenzo Tasso C. M.
Asti — Luigi Spandre.
Cuneo — Gabriele Natale Moriondo 0. P.
. Tossano — Giosuè Signori.
Ivrea — Matteo Filipello.
Mondov'i — Giovanni Battista Resòia.
Pinerolo - G. B. Rossi.
Saluzzo — Giovanni Oberti, S. P.
Susa — Giuseppe Castelli.
Vercelli. - Mev. - Teodoro Valfrè di Bonzo.
Suffr. Alessandria della Paglia — Giuseppe
Capecci, O. E. S. A.
Biella — Natale Serafino.
Casale — Albino Palla.
Novara — Giuseppe Gambn..
Vigevano — Pietro Berruti.
LOMBARDIA E VENETO
Imm. Soijg. - Arciv. Udine — Antonio Ana-
stasio Rossi.
Milano. - Me:r. — Andrea Ferrari, card.
Suffr. Bergamo — Luigi Marcili.
Brescia — Giacinto Gaggia.
Como — Alfonso Archi.
Crema — Dalmazio Minorettl.
Cremona — Giovanni Cazzani.
Lodi — Pietro Zanoliiii.
Mantova - Paolo Origo.
Pavia — Francesco Ciceri.
Venezia iratriar^a!o). • Metr. — Pietro La-
fontaine.
Suffy. Adria — Anselmo Rizzi.
Belluno e Feltra — Giosuè Cattarossl.
Ceueda — Rodolfo Caroli.
Chioggia — Antonio Bas-iani.
Concordia — Francesco Isola.
Padova — Luigi Pelizzo.
Treviso — Andrea Giacnt> Longhin,
M. Cap.
Verona — Bartolomeo B.iciliori, card.
Vicenza — Feràiuando Rodolfi.
ANTICHI STATI DELLA CHIESA
Imm. Sogg. - Ancrv. Ancona ed Umana —
Giovan Batt. Ricoi.
Camerino — Pietro Paolo Camillo More-
schini C. P.
Ferrara e Comacchio — Giulio Boschi,
card.
Perugia — D. Beda G. Cardinale 0. S. B.
Spoleto — Pietro Pacifici, CC. UR.S.
Vesc. Acquapendente — Gisleno VenerL
Alatri — Michele Izzi.
Amelia — Francesco M. Berti M. C.
Anagni — Silvio Gasperini.
Ascoli Piceno — Apollonio Maggi».
Assisi — Ambrogio Luddi O. P.
Bagnorea — Emilio Poletti.
Città di Castello — Carlo Liviero.
Città della Pieve — Giuseppe Angelucol.
Civita Castellana, Orto e Gallese — Gia-
como Ghezzi, O. F. M.
Corneto e Civitavecchia — Pacifico Fio-
rani.
Fabriano e Matelica — Andrea Cassulo.
Fano — Giustino Sanchinl.
Ferentino — Pomenico Bianconi.
Foligno — Carlo Sica.
Gubbio — Giov. Bat. Nasali! Rocca.
Jesi — Giuseppe Gandolfi.
Montefiascone — Giovanni Rosi.
Narni e Terni — Francesco Moretti.
Nocera — Nicola Cola.
Norcia — Vincenzo Migliarelli.
Orviéto — Salvatore Frattocchl.
Osimo e Cingoli — G. B. Scotti.
Poggio Mirteto - Bartolomeo Mirra.
Recauati e Loreto — Alfonso Andreoll.
Rieti — Francesco Sidoli.
Segni — Angelo Filippo Siniba^di.
Sutri e Nepi — Luigi Olivares d. S. d. V.
D. B.
Terracina, Sezze e Piperno — D«meuico
Ambrosi.
(♦) Imm. Sogg. Sedi Immediatamente so-gette alla Santa Sede. - Metr. Sede arcivesco-
vile metropolitana. - Suffr. Sedi vescovili surfrajanee alla metropolitana immediatamente
precedente. — Arciv. Arcivescovato. — Veac. Vescovato.
hf* opera d' italianità della Ditta
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per la giusta guerra - Catalogo di pubblicazioni patriottiche.
Gratis a richiesta — 7, Via Proconsolo — FIRENZE
*
192 —
Tivoli — Luigi ZafTaranl.
Todi -
Treja — (Sotto l'anim. perp. di Cimerino).
Veroli — Luigi Fantozzi C. P. S.
Viterbo e Toscanella — Emidio Trenta.
Bologna. - Metr. — Giorgio Gusmiiii, card.
Suffr. faenza — Vincenzo Bacchi.
Imola — Paolino Giov. Tribioli, M. Gap.
Fermo. - Metr. — Carlo Castelli.
Suffr. Macerata e Tolentino — Romolo Mo-
lavo ni.
Montalto — Luigi Ferro.
Ripatransone — Luigi Boschi.
San Severino — Adamo Bor^'hinl.
Ravenna e Cervia. - Meir. — Pasquale Mor-
ganti.
Suffr. Bertinoro — Federico Polloni.
Cesena — Fabio Bordini.
Forlì — Raimondo Jaffei.
Rimini — Vincenzo Scozzoli.
Sarsina — Ambrogio Riccardi.
Urbino. - Mefr. — Giacomo Ghlo.
Suffr. S. Angelo in Vado e Urbania. — Luijl
Giacomo Baccini, M. Gap.
Cagli e Pergola — Ettore Fronzi.
Fossombrone — Pasquale Righetti.
Montefeltro — Raffaele Santi.
Pesaro —
Senigallia — Tito Maria Cucchi.
TOSCANA ED EMILIA
Jmni. Sogg. - Arciv. Lucca — Arturo Marchi.
Vesc. Arezzo — Giovanni Volpi.
Borgo S. Donnino — Giuseppe Fabbrucci.
Cortona — Michele Balde tti.
•Montalcino — Alfredo del Tomba.
Montepulciano — Giuseppe Batignani.
Parma — Guido M.» Conforti.
Piacenza — Giovanni M.» Pellizzari.
Firenze. - Merr. — Alfonso M. Mistrangelo,
S. P., card.
Suffr. Borgo S. Sepolcro. — Pompeo Ghezzi.
Colle di Vai d'Elsa — Massimiliano No-
velli.
Fiesole — Gioacchino Fossa.
S. Miniato — Carlo Falcini.
Modigliana — Ruggero BoveUi.
Pistoia e Prato — Gabi-iele Vettori.
Modena. - Metr. — Natale Bruni.
Suffr. Carpi — Andrea Righetti.
Guastalla — Agostino Cattaneo.
Massa di Carrara — Giov. Marengo d. S.
Reggio — Eduardo Brettoni.
Pisa. - Metr. — Pietro Maffl, card.
Suffr. Livorno — Sabatino Giani.
Pescia — Angelo Simone Iti.
Pontremoli — Angolo Fiorini, M. Cap.
Volterra — Emanuele Mignone.
Siena. - Metr. — Prospero Scaccia.
Suffr. Chiusi e Pienza — Giacomo Bellucci.
Grosseto — Ulisse Bascherini.
Massa-Marittima — G. B. Boracchia.
Sovana-Pitigliano — Riccardo Cariati.
PROVINCIE NAPOLETANE
Imm. Sogg. - Anciv. Amalfi — Ercolano Ma-
rini.
Aquila — Pellegrino Stagni, 0. SS. M.
Cosenza — Tommaso Tiusaoni.
Gaeta — Francesco Niola.
Rossano — Orazio Mazzella.
Vesc. Aquino — Antonio Jannotta.
Pontecorvo e Sora (Antichi domini della
S. Sede) — Antonio Jannotta.
Aversa — Settimio Caracciolo di Torchia-
rolo.
Cava e Sarno — Luigi Lavitrano.
Foggia — Salvatore Bella.
Gravina e Montepeloso — Nicola Zima-
rino.
S. Marco e Bisignano — Salvatore Scanu.
Marsi (Sede in Pescina) — Marcello Pio
Bagnoli O. C. D.
Melfi e Rapolla — Alberto Costa.
Mileto — Giuseppe Morabito.
Molfetta, Terlizzi e Giovinazzo — Pa-
squale Picene.
Monopoli — Nicola Monterisi.
Naidò — Nicola Giannattasio.
Penne e Atri — Carlo Penza.
Teramo — Alessandro Beniamino Zaneo-
chìa Ginnetti, O. C. D.
Trivento — Antonio Lesa.
Troia — Domenico Lancellotti.
Valva e Sulmona — Nicola Jezzoni.
Acerenza e Matera. - Metr. — Anselmo Pecci
O. S. B.
Suffi: Anglona Tursi — Giovanni Pul virenti.
Potenza e Marsico Nuovo. — Roberto
Achille Razzoli, O.F.M.
Tricarico — Giovanni Fiorentino.
Venosa — Angelo Petrelli.
Bari. - Metr. — Giulio Vaccaro.
Suffr. Conversano — Antonio Lamberti.
Ruvo e Bitonto — Pasquale Berardi*
Benevento (Antichi Stati della Chiesa) - Metr.
Alessio Ascalesi.
Suffr. Sant'Agata dei Goti — Giuseppe de
Nardis.
Alife — Felice del Sordo.
Ariano — Cosimo Agostino.
Ascoli Satriauo e Cerignola — Giovanni
Sodo. '
Avellino — Giuseppe Padula.
Bojano —
Bovino — Uberto M» Fiodo.
Larino — Antonio Lippolis.
Lucerà — Lorenzo Chieppa.
S. Severo — Gaetano Pizzi.
Telese e Cerreto Sannita — Angelo Mi-
chele Jannacchino.
Termoli — Rocco Caliandro.
Brindisi ed Ostuni. - Metr. — Tommaso Va-
leri, O. F. M.
Capua. - Me'r. — Gennaro Cosenza.
Suffr. Caiazzo — Luigi Ermini.
Calvi e Teano — Calogero Licata.
Caserta — Miirio Palladino.
Isernia e Venafro — Nicola Rotoli, O.F.M.
Sessa Aurunca — Fortunato De Santa.
193 —
ChIetI e Vasto. - Metr. — Gennaro Costagllola,
C. M.
Coma e Campagna. - Metr. — Nicola Piccirilli.
Suffr. S;iiifAnt,'elo dei Lombardi e Bisaccia
— Giulio Tominasi.
Laccdonia — Francesco Maffei.
Muro — Vincenzo Scarlata.
Angelo della
Lanciano e Ortona. - Meti
Cioppa.
Manfredonia e Viesti. - Metr. — Pasquale Ga-
gliardi.
Napoli. - Me;r. Giuseppe Prisco, card.
Suffr. Acerra — Francesco de Pietro.
Ischia — Pasquale Ragosta.
Nola — Agnello Renzullo.
Pozzuoli — Michele Zezza.
Otranto. - Metr. -
Suffr. Gallipoli — Gaetano Mulier.
Lecce — Gennai-o Trama.
Ugento — Luigi Pugliese.
Reggio Calabria. - Metr. — Rinaldo Camillo
Rousset, 0. C. D.
Suffr. Bova — Paolo Albera.
Cassano all'Ionio — Giuseppe Rovetta.
Catanzaro — Pietro di Maria.
Cotrone — Saturnino Pari.
Gerace — Giorgio Delrio.
Nicastro — Eugenio Giambro.
Oppido — Domenico Scopelliti.
Nicotera e Tiopea — Giuseppe Leo.
Squillace — Eugenio Tosi.
Salerno e Acerno. - Metr. — D. Cailo Gregorio
Grasso, O. S. B.
Capaccio- Vallo — Paolo lacuzio.
Diano e Tegijlano — Oronzo Caldarola.
Nocera dei Pagani — Giuseppe Romeo.
Nusco — Luigi Paulini.
Policastro — Giovanni Vescia.
Severina (Santa). - Metr. Carmelo Pujia.
Suffr. Canati — Giova ini Scotti.
Sorrento. - Metr. — Giuseppe Giustiniani.
Suffr. Castellammare di Stabia — Michele
de Jorio.
Taranto. - Metr. — Giuseppe Cecchini 0. P.
Suffr. Castellaneta — Agostino Laera.
Oria — Antonio di Tommaso.
Trani e Barletta. - Metr. — Giovanni Regine.
Suffr. Andria — Giuseppe Staiti di Branca-
leone.
Bisceglle — Amministratore perpetuo,
l'aicivoscovo di Trani.
SICILIA
Imin. Sogg. • Auciv. Catania. — Giuseppe
Franolca Nava di Bontiiè, card.
Vesc. Acireale — G. B. Arista Vi^o, C. O.
Messina. - Metr. — Littorio d'Arrigo Ramon-
dini.
Suffr. Lipari — Angelo Palna.
Nlcosia — Agostino Felice Addjo, O.E.3.A.
Patti — Ferdinando Fiandaoi.
Monreale. - Metr. — Dom. Gasp. Lancia di
Brolo, O. S. B.
Antonio Augusto Intreccialagli, O. 0. D.
coadiu'ore con successione.
Suffr. Caltanissetta —
Girgentl — Bartolomeo Laguinlna.
Palermo. - Metr. — Alessandro Lualdi, card.
Suffr. Cefalìi — Anselmo Evangelista San-
sone, O. F. M.
Mazzara — Nicola Andino.
Trapani — Francesco M.» Raiti, O. 0. 0.
Siracusa. - Metr. — Luigi Bigiiami.
Suffr. Caltagirone — Damaso Pio De Bono.
Noto — Giuseppe Vizzini.
Piazza Armerina — Mario Stux'zo.
SARDEGNA
Cagliari. - Metr. — Francesco Rossi.
Suffr. Galtelli-Nuoro — Luca Canepa.
Igleslas — Giuseppe Dalleplane.
Ogliastra — Emanuele Virgilio.
Oristano. - Metr. — Ernesto Piovella.
Suffr. Ales e Terralba — Frano. Emma-
nU-'Ui.
Sassari. - Me'r. — Emilio Parodi, 0. M.
Suffr. Alghero — Francesco d'Errico.
Ampurias e Tempio — Giovanni M.» Sau-
na, O. M. C.
Bosa — Giambattista Vinati.
Ozieri — Carmine Cesarano, C. SS. R.
(Slam^>a{u il 25 settembre 1915).
ÀsGoléine Rivier
compresse
Piccole dosi - Grandi offettl
1 cucchiaio da caffè o 5
compresse equivalgono a
1/2 litro di olio di fegato
di merluzzo
194
1
Amministrazione locale.
Prefetti delle Provincie e Sindaci delle Città
capoluoghi di Provincia.
PROVINCIA
NOME E COGNOME
DEL PREFETTO
NOME E COGNOMB
DEL SINDACO DEL CAPOLUOGO
Alessandria .......
Cesare Poggi
Paolino Taddei
Giustino Pera
Costantino Taranto
Luigi Zazo
Filoteo Lozzi
Angelo Pesce
Pietro Cioia
Nicola De Bernardi nis
Luigi Molinari
Vincenzo Quaranta
Giuseppe Sci ce
Gennaro Bladier
Felice Cassone
Nicola Bellini
Diodato Sansone
Riccardo Lualdi
Alfredo Ferrara
Tito Bacchetti
Carlo Olivieri
Giuseppe Masi
Cesare Galletti
Rinaldo De Pieri
G. G. Chiericati Salvioni
Iacopo Vittorelli
Camillo Da Fabritiis
Provvido Montani
Mario Rebucci
Francesco Gay-
Giuseppe Palumbo Cardella
Domenico Caruso
Giovanni Gasperini
Celidonio Errante
Ettore Bertagnoni
Girolamo Baiardi
Giulio Rosai
Angelo Buganza
Filiberto Olgiati
Benedetto Scelsi
Vittorio Menzinger
Giovanni Muflone
Luigi Marcialis
Vincenzo Pericoli
Adolfo Cotta
Almerindo Rinaldi
Zosimo Seri
Enrico Gerboni
Caio Dalmazzi
Claudio Musi
Gaspare Focaccetti
Giovanni Urbani de Gheltof
Gaetano Crivellari
Ernesto Pistoia
Aquila
Vincenzo Speranza
Camillo Lelli
Arezzo ....
Ascoli Piceno
Avellino
Bari
Giuseppe De Marzi
Aster Vetroni
Giuseppe Bottalico
Belluno. . . . . .
Benevento
Bergamo
Bologna
Brescia
Achille Isernia
Sebastiano Filioli
Francesco Zanardl
Dominatore Mainetti
Cagliari
Caltanissetta
Campobasso
Caserta
0. Bacaredda
Giuseppe Scarlata
Domenico Pistilli
Vincenzo Cappiello
Gaetano Maiorana
Francesco Spe '.zini
Catania
Catanzaro
Chieti
Cosenza
Cremona
Ambrosio Arabia
Attilio Botti
Luigi Fresia
Ettore Magni
Ferrara
Raflfaele Vat-carella
Forlì
Giuseppe Bellini
Girgenti
Grosseto
Emanuele Costa
Egidio Bruchi
Sebastiano Apostolico
Rosolino Orlando
Livorno
Macerata
Mantova
Massa
Diomede Amodei
Arnaldo Cerato
Mai-«ello Betti
Milano
Emilio Caldf\ra
Gius. Gambigliani Zoccoli
Pasquale Del Pezzo
Luigi Giuliett!
Leopoldo Ferri
Salvatore Tagliavia
Erminio Olivieri
Modena
Napoli
Novara
Padova
Palermo
Parma
Pavia
Pisa
Vittorio Frascani
Porto Maurizio
Potenza
Ravenna
Filippo Airenti
Domenic' Antonio Padula
Fortunato Buzzi
Biogenina
^ Ditta G. SERBALE ^
NAPOLI - Largo San Domenico
ricostituente rapido e sicuro. Con-
tiene fosforo, ferro e arsenico in for-
ma organica; è priva di stricnina.
Gocce da 20 a 50 al giorno ; per via
ipodermica: una fiala prò die. i
Maggiore, 17 — NAPOLI
^^*M*^tfWn^MflM
195
PBOVTNCIA
I Reggio Calabria.
il Regalo Emilia
! Roma ,
IJ Rovigo ....
Salerno .
Sassari .
Siena. .
Siracusa
Sondrio.
Teramo,
Torino .
Trapani
Treviso •
Udine .
Venezia.
Verona .
Vicenza.
NOME K OOONOMK
DEL PREFETTO
Orazio Giuflfrida
Saverio Bonomo
Faustino Aphel
Michele Darbesio
Michele Spirito
Felice Oreglia di S. Stefano
Ildebrando .Mei lo
Eugenio lte-gia:ii
Oreste Scamoiii
Idelfonso Lazazzera
Edoardo Verdinois
Giulio Moscarella
Nunzio Vitelli
Carlo Vittorio Luzzatto
Casimiro Rovasenda
Riccardo Zoccoletti
Giuseppe Griguolo
NOMK E COONOMK
DEL SINDACO DEL OAPOI.ror.O
Pasquale Andiloro
Luigi Roversl
Prospero Colonna
Ugo Manco
Francesco Quagliarello
Antonio Pitzo'a
Livio Socini
Alessandro Specchi
Antonio Longoni
Luigi Paris
Teotìlo Rossi
Eugenio Scio
Zac'.'aria Bricito
Domenico Pec*ile
Filippo Grlmani
Tullio Zanella
Licino Muzani
{Stampato il 1" ottobre 191C).
Camere di Commercio.
Camere di Commercio ed Arti delle Città capoluoghi di Provincia.
CAMERA
PRESIDENTE
CAMERA
PRESIDENTE
DI COMMERCIO
Alessandria . . .
Carlo Michel
Lucca
Giovanni Silvestrlni
Ancona
Rafifaele Jona
Macerata ....
Vittorio Bianchini
Aquila
Virginio De Martinis
Mantova . . . .
Alberto Guidetti
Arezzo
Francesco Nenci
Messina
Francesco Sacc.^
Ascoli Piceno . .
Francesco Luigi Merli
Milano
Angelo Salmoiraghl
Avellino ....
Modestino Romagnoli
Modena
Fermo Corni
Bari
Antonio De Tullio
Napoli
Giovanni Mauro
Belluno
Giuseppe De Lago
Novara
Giuse{)pe Rossi
Bergamo ....
Alessandro Tacchi
Padova
Romeo Mion
Bologna ....
Giuseppe Franchi
Palermo . . . .
Emanuele Graziano
Brescia
Dominatore Mainetti
Parma
Giuseppe Mantovani
Cagliari
Benvenuto Pernis
Pavia
Angelo Lanzonl
Caltanissetta . .
Angelo Amato
Pesaro
Teodoro Spongia
Campobasso . .
Antonio Grimaldi
Piacenza . . .
Leonardo Rizai
Carrara
Alessandro Giorgini
Pisa
Vittorio Supino
Caserta
Ernesto Bern isconi
Porto Maurizio .
Vincenzo Maglione
Catania
Concetto Fichera
Potenza
Giovanni Janora
Catanzaro . . .
Luigi Bianchi
Ravenna . . . .
Roberto Guhnanelli
Chiavenna . . .
Carlo De (ìiacomi
Reggio Calabria.
Antonio Vilardl
Chieti
Biase Mezzanotte
Reggio Emilia. .
Giacomo Namias
Civitavecchia . .
Gualtiero Marsanich
Rimini
N. N.
Como
Enea Brambilla
Roma
Romolo Tittonl
Cosenza ....
Adolfo Berardelli
Rovigo
Achille Bombardi-Lavezzo
Cremona ....
Remo Lanfranchi
Salerno
Domenico Scaramella
Cuneo
Marco Cassi n
Sassari.
Gervasio Costa
Fermo
Luigi Ruggieri
Savona
Giovanni Migliardi
Ferrara
Cesare Pirani
Siena
Enrico Righi
Firenze
Giorgio Niccollnl
Siracusa . . . .
Francesco Boccadlfuoco
Foggia
Emilio Perrone
Spezia
Carlo Vaccarl
Foligno
Forlì
Pietro Mancini
Teramo
Giuseppe d'Alessio
Leonida Bonavita
Torino
Ferdinando Bocca
Genova
Zacciria Obeiti
Trapani
Antonio D'AU
Girgenti . . . .
Ignazio Cararaazza Gangi-
Treviso
Isidoro Alberto Coletti
Grosseto . . . ,
Talete Ooslrnini [lano
Udine
Elio Morpurgo
Lecce
Eugenio Calili!
Varese
Pietro Mazzoli
Lecco
Giuseppe Badoni
Venezia
Vittorio Ment'ghelli
Livorno
Luigi Orlando
Verona
Achille Cuzzeri
Lodi
G. B. Rossi
Vicenza
Giuseppe Marchetti
-- 196 —
CAMERE DI COMMERCIO ITALIANE
ALL'ESTERO
(sussidiate dal Ministero di A. 1. e C]
Buenos Aires (Calle Sulpacha,
Argentina.
768).
Argentina. — Rosario di Santa Fé (Cordoba,
9il).
Belgio. — Bruxelles.
Brasile. — San Paolo (Travessada Sé, 11).
Cina. — Shanghai (Dubling Well Read, li:).
Egitto. — Alessandria (Stamboul, 3),
Francia. — Parigi (Rue Matlgnon, 28).
Francia. — Marsiglia (Rue de Belloi, 8).
Germania. — Berlino (Kaiser Willelmstias-
se, 1).
Gran Bretagna. — Londra (Queen Street Pa-
lace, 4).
Messico. — Messico (6» Calle Bolivar, 58).
Russ'a. — PiETROGRADo (Via Gorokpcvaia, 4).
Stati Uniti d'America. — Chicago (State Street,
159).
Stati Unili d'America. — New York (Bioad-
way, 203).
Slati Uniti d'America. — San Francisco di Ca-
lifornia (Montgomery Street, 601).
Svizzera. — Ginevra (Grande Rue, 3).
Tunisia. — Tunisi (Rue de Portugal, 30).
Turchia. — Costantinopoli (Pologne Sok-
ak, 25).
Turchia. — Smirne (presso il R. Consolato
generale d' Italici).
Uruguay. — Montevideo (Via Colon, 1395).
Serbia. — Comitato Italo-Serbo. Belgrado
(casella postale 186).
RR. ENOTECNICI ITALIANI ALL'ESTERO
Argentina. —
Brasile. — Rio Janeiro, Cav. Tommaso Chia-
romonte (Rua Pirapitings, 19).
Stati Uniti (Nord- America). — New York, cav.
Guido Rosgati (Lafayette Street, 236).
Svizzera. — Zurigo, Cav. Alessandro Flotti
(Bodmerstrasse, 6).
ADDETTI E DELEGATI COMMERCIALI
PRESSO LE RR. RAPPRESENTANZE D'ITALIA
ALL'ESTERO
Spagna. — Mahrid, Cav. Salvatore Glannò,
R. Ambasciata d'Italia.
Egitto. — Alessandria, dott. Virgilio Panel-
la, R. Consolato generale d'Italia.
Francia. — Parigi, conte Candido Sabini,
R. Ambasciata d'Italia.
Germania. — Berlino, Comra. Alberto La-
briola, R. Ambasciata d'Italia.
Giappone. — Tokio, dott. Costantino de Ca-
vazzani, R. Ambasciata d'Italia.
Grecia. — Atene, dott. Giuseppe De Martino
R. Legazione d'Italia.
Rumania. — Bucarest, dott. Donato Sibilla,
R. Legazione d'Italia.
Stati Uniti (Nord America). — Washington
(D. C), Dott. Giovan Battista Ceccato, R, Am-
basciata d'Italia.
Turchia. — Costantinopoli, Cav, Prof. Car-
melo Melia.
CAMERE DI COMMERCIO ESTERE IN ITALIA
FRANCESI
Milano. — Francesco Gondrand, presidente.
Roma. — Raoul Sauvage, presidente.
Napoli. — N. N., presidente.
INGLESI
Genova. — Evan Mackenzie, presidente.
Milano (Sezione di). — W. P. Churchward,
presidente.
DEGLI STATI UNITI D'AMEBICA
Napoli. — N. N., presidente.
ITALO-RUSSA
Roma. — Emilio Maraini, presidente.
CINESE
Napoli. — Carnei a di Commercio italo-cine-
se. — Federigo Pavoncelli, presidente.
(Stampato il 1<> ottobre 1916).
Siero lodato
ArtritÌ8ino, reumatltinio, eotta, arte-
riosclerosi, ecc. — Gratis opuscolo. —
= GANDOLFO =
Marca '* lodobrom „
(N\*ova formala DE JtEN»I)
Ditta G. SEKSALE, Larpo S. Domenico Magg. 17.
-. NAPOLI
(leggere Vita pratica).
- 197 -
Ordine giudiziario
Primi Presidenti e Procuratori Generali
delle Corti di Cassazione e di Appello.
Ancona
Aquila
Bologna
Brescia
Cagliari
Casale Monferrato
Catania
Catanzaro
Firenze
•
Genova
Lucca
Messina
Milano
Napoli
Palermo
1»
Parma
Roma
Corte d'Appello
Torino
Tranl
Venezia
Corte di Cassazione
Corte d'Appello
Corte d'Appello
Corte di Cassazione
Corte d'Appello
Corte di Cassazione
Corte d'Appello
Corte di Cassazione
Corte d'Appello
Corte di Cassazione
Corte d'Appello
Primo J'residen'e
Fi-ocuratore Generale
Primo Presidente
Procura' ore Generale
Primo Presidente
Procuratore Generale
Primo Presidente
Procuratore Generale
Primo Presidente
Procuratore Generale
Primo Presidente
Procuratore Generale
Primo Presidente
Procui-atore Generale
Primo Presidente
Procuratore Generale
Primo Presidente
Procuratore Generale
Primo Presidente
Procuratore Getterale
Primo Presidente
Procuratore Generale
Primo Presidente
Procuratore Generale
Primo Presidente
Procuratore Generale
Primo Presidente
Procuratore Generale
Primo Presidente
Procuratore Generale
Primo Presidente
Procuratore Generale
Primo Presidente
Procuratore Generale
Primo Presidente
Procuratore generale
Primo Presidente
Procuratore Generale
Primo Presidente
Procuratore Generale
Primo Presidente
Procuì-atore Generale
Primo Presiden'e
Procuratore Generale
Primo Presidente
l'rocurato! e Generale
Primo Presidente
Procuratore Generale
Primo Presidente
Procuratore Generale
Antonio Coppola
Carlo Stuart
Eugenio Cufinelli
Rodrigo PiUitiileono
Pietro Ranieri
Pier Eugenio Frola
N. N.
Vittorio Muttoni
Luigi Scotti
Carlo Avenati B issi
Luigi Berla d'Argentina
Saverio Bolognini
Luigi Compagnone
Cesare De Seta
Giuseppe Conti
Giacomo Jona
Paolo Mazzella
N. N.
Ottorino Pianigiani
Pasquale Scafalti
Pietro Milano
Augusto Setti
Edoardo Cimorelli
Enrico Mazzola
Michele Landolfi
Alberto Chapron
Natale Pa!ummo
Girolamo Nicora
Vincenzo Cosenza
Pietro Capaldo
Domenico Gioi-dani
Salvatore Pagliano
Benedetto Scillamà
Capotoiti Giovanni Pietro
Filippo Ricoobono
Mondio Giuseppe
Eustachio GoMolla
Cosare Colombo
Lodovico Mortara
Alfonso De BImsìo
Giovanni Andreucoi
Cataldo Schiralli
N. N.
Raffaele Garofalo
Cesare Martinelli
Giuseppe Liperi Pais
Giuseppe Tom masi
Francesco Saverio Bjrrelll
Vincenzo Mendaia
Dionisio Vitelli
198 -
Amministrazione provinciale scolastica.
Province
Pbovveditori agli studi
Province
Provveditori agli studi
Alessandria
Alberto Manaira
N. N.
Francesco Guardabassi
Pasquale Papa
Pietro Vigoni
Vincenzo Spaziante
Calogero Lietta
Ernesto BariUi
Francesco MeroUi
Umberto Renda
Rocco Murari
Carlo Corsi
Giuseppe di Fede
Vincenzo Scaglione
N. N.
G. Berengario Amorosa
Giuseppe Menotti De Fran-
cesco
N. N.
Gaetano Gasperoni
Antonio Moretto
M. Ferrari d'Epaminonda
Antonio Pizzini /f.
Gregorio Nardi
Luigi Comeiicini
Federigo Casa
Paolo Roseti
A\erardo Matteucci
Augusto Porchiesi
N. N.
Gaspare Antonietti /f.
Antonio Messeri
Giovanni Marradi
Ugo Brilli
Gaetano Baglio
Mantova
Massa Carrara. .
Messina
Giorgio Rossi
Giuseppe Brizzolara
Calogero Lietta
Pasquale Aldinio
Umberto Ror ca
Ascoli Piceno . , .
1 Modena. ...
Avellino
1 Napoli
Bruno Cotronei
Bari
Novara
Padova
Palermo
Parma . . .
Eugenio Can> strini
Benevento
Bergamo
Giovanni Melodia
Giuseppe Fuà
Pavia
Bresii i
Perù 'ili .
Alfredo Saviotti
Cagliari
Pesaro
Paolo Am ad ucci
Caltanissetta
Campobasso
Caserta
Piacenza
Pisa
Demetrio Valeri
Porto Maurizio.
Potenza
Ravenna
Reggio Calabria.
Reggio Emilia. .
Agostino Eman. Peverelli
Giuseppe Aliani
Francesco Bravi
Lorenzo Gatta
Giovanni Crocioni
Catania
Catanzaro
Chleti
Cremona
Cuneo
Salerno
Sassari
Siena
Vittorio Graziadei
Lorenzo Sferra-Carini
Ferrara
Annibale Campani
Enrico De Donato
Firenze
Siracusa
Sondrio
Teramo
Torino.
Fo^'gìa
Francesco Pirotta
Forlì
Nazzareno Dati
Genova . . .
Augusto Lizier
Girgenti
Grosseto
Trapani
Treviso
Udine
Antonio Marette
Augusto Serena
Venezia
Verona
Vicenza
Lucca
Guglielmo Toniazzo
Giuseppe Bruzzo
Macerata
Agenti diplomatici di S. M. il Re d'Italia
presso i Governi esteri.
Albania (Durazzo). — Carlo Allotti, inviato
sti-aordinario e ministro plenipotenziario.
Argentina [Buenos-Ayres). —Vittore Cobianchi,
inviato straordinario e ministro plenipoten-
ziario.
Austria Ungheria [Vienna). —
Baviera {Monaco). —
Belgio [Bruxelìes). — Francesco Cnrignani dei
duchi di Novoli), inviato straordinario e
ministro plenipotenziario.
Bolivia. — R,uffillo Agnoli, inviato straordi-
' nario e ministro plenipotenziario (residen-
te a Lima).
Brasile (^>o Janeiro). — Luigi Mercateflfrin- "
viato straordinario e ministro plenipoten-
Bulgaria (Sofia). —
Ciiilì [Santiago). — Marchese Paolo di Monta-
gliari, inviato straordinario e ministro ple-
nipotenziario.
Cina [Pechino). — Carlo Sforza, inviato straor-
dinario e ministro plenipotenziai-io.
Colombia [Bogotà). — Enrico Durand de la
Penne, ministro residente.
Costarica. — Giosuè Notari, ministro residen-
te (residente a Guatemala).
Cuba [Avanci). — Conte Annibale Raybaudi
Massiglia, inviato straordinario e ministro
plenipotenziario.
Daninfarca {Cojaeno^hen). — Vittorio Sacerdoti
conte di Carrobio, inviato straordinario e
jninistro plenipotenziario.
199
Equatore. — Rufailo Agnoli, inviato straor-
dinario e ministro plenipotenziario (resi-
dente a Lima).
Etiopia (-4. /rfi« Abeba). — Conte Giuseppe Colli
di Felizzano, inviato straordinario e mini-
stro plenipotenziario.
Francia (Parigi). — Tommaso Tittoni, sena-
tore del Regno, ambasciatore.
Paraguay (Assunzione). — Adolfo Rossi, mlnl-
htro residente.
Persia (Teheran). — Conte Carlo Arrivabene-
Valenti-Gonzaga, inviato straoitlinario e
ministro plenipotenziaiio.
Fausto Cucchi Boasso,
Perù (Lima). — Ruffino A-noli, inviato stra-
ordinario e ministro plenipotenziario.
Portogallo (Lisbona). — Attilio Serra, inviato
straordinax-io e ministro plenipotenziario.
Rumania (Bu arest). — Barone Carlo Fasciotti.
inviato straordinario e ministro plenipoten-
ziario.
principi di Franoavilla, se- Russia (Pietroburgo). - Andrea Carlottl mar-
chese di Riparbella, ambasciatore-
Salvador. — Giosuè Notali, ministro resi-
dente (residente a Guatemala).
San Domingo. — Conte Ann. baie Raybandl
Massigli.v, inviato sti-aordinario e ministra
plenipotenziario (residente all'Avana).
Serbia (Belgrado). — Bar. Nicola Squitti, in-
viato straordinai-io e ministro plenlpoten-
Germania {Berlino)
Giappone [Tokio).
ambiisciatore.
Gran Bretagna (Londra). — March. Guglielmo
Imperiali, d
natore del Regno, ambasciatore,
Grecia (Atene). — Conte Alessandro De Bo-
sdari, inviato straordinario e ministro ple-
nipotenziario. '
Guatemala. — Giosuè Notarl, ministro resid.
Haiti. — Conte Annibale Raybaudi Massif^lia,
inviato straordinarie? e ministro plenipo-
tenziario (residente all'Avana).
Honduras. — Giosuè Notari, ministro resi-
dente (residente a Guatemala).
Lussemburgo. — Conte Giulio della Torre di
Lavagna, inviato straordinario e ministro Spagna (Madrid). — Conte Lelio Bonin Lo»
^i«.,i,r,^*«.,..io-i^ (..^^iA^r^^^ »ii'A,„\ gare, ambasciatore.
Siam (Biingkok). — N. N., inviato sti*aordina-
rio e ministro plenipotenziario.
plenipotenziario (residente all'Aja),
Messico (Messico). — Silvio Cambiagio, Inviato
straordinario e ministro plenipotenziario.
Monaco. — Ferdinando Mazzini, console ge-
nerale.
Montenegro (Cettigne). — Lazzaro Nei,rotto
Cambiaso, inviato straordinario e ministro
plenipotenziario.
Nicaragua. — Giosuè Notarl, ministro resi-
dente (residente a Guatemala).
Norvegia. — Giulio Cesare Montagna, inviato
straordinario e ministro plenipotenziario.
Paesi Bassi (Aja). — Nob. Giuseppe Sallier
de la Tour, duca di Calvello, inviato stra-
ordinario e ministro plenipotenziario.
Pànama. — Caiio Ranuzzi, incaricato d'affari.
Stati Uniti d'America (Washington). — Nob. Vin-
cenzo Macchi, dei conti di Céllere, amba-
sciatore.
Svezia (Stoccolma). — Francesco Tommasinl,
inviato straordinario e ministro plenipo-
tenziario.
Svizzera (Berna). — Raniero Paolucoi de' Col-
boli, inviato straordinario e ministro pie nl-
potenzi:irio.
Turchia (Costantinopoli). —
Uruguay (Montevideo). — March. Francesco
Maestri Molinari, inviato straordinario e
ministro plenipote.iziario.
Venezuela (Caracas).
nistro residente.
Carlo Filii)po SeiTa, nii-
(Siampato il 1" ottobre 1016).
liirMfìiiniiir il
STITICHEZZA ABITUALE
1 0 2 grani prima del pranzo
Effetto sicuro
Seat. 105 grani L. 3.—
1,2 Scatola L. 1.60
purgativi ^' depurativi
— 200 —
Ambasciate e L^egazioni estere
presso S. M.
Argentina (Repubblica). — Ayarra Garay, in-
viato straordinario e ministro plenipotenz.
Austria-Ungheria. —
Baviera. —
Belgio. — W. Van den Steen de .Tehay, Inviato
straordinario e ministro plenipotenziario.
Bolivia. — L. Salinas Vega, inviato straordi-
nario e ministro plenipotenziario.
Brasile. — D. Fedro de Toledo, inviato straor-
dinario e ministro plenipotenziario.
Bulgaria. —
Chili. — Santiago Aldunate Bascunan, inviato
straordinario e ministro plenipotenziario.
Cina. — Keng-Kia-Ky, inviato straordinario
e ministro plenipotenziario.
Colombia. — Giuseppe Marceli n Hurtado, in-
viato straordinario e ministro plenipotenz.
Costarica — Raffaele Montealegre, ministro
residente.
Cuba. — Antonio Martin Rivera, inviato
straordinario e ministro plenipotenziario.
Danimarca. — , inviato
straordinario e ministro plenipotenziario.
Equatore. — Agostino Norero, incaricato d'af-
fari (residente a Parigi).
Francia. — Camillo Barrère, ambasciatore.
Germania. —
Giappone. — Jutu Hiko-kichi, ambasciatore.
Gran Bretagna. — James Rennell Rodd, am-
basciatore.
Grecia. — Lambros Coromilas, incaricato
d'affari.
Guatemala. — Giuseppe Maria Lardizabal, in-
caricato d'affari (residente a Parigi).
Messico. — Gonzalo A. Esteva, inviato straor-
dinario e ministro plenipotenziario.
Monaco. — Conte Enrico de Maleville, inviato
straordinario e ministro plenipotenziario.
Norvegia. — Joergen Brunchoist, inviato
straordinario e ministro plenipotenziario
(residente a Berlino).
Paesi Bassi. — Bar. Van Welderan Rengers,
inviato straordinario e ministro plenipoten-
ziario.
Persia. — Mlrza Chafl Khan Moghtaderel-
Molk, inviato straordinario e ministro pleni-
potenziario.
Perù. — N. N., inviato straordinario e mini-
stro plenipotenziario.
Portogallo. — Eusebio Leao, inviato straor-
dinario e ministro plenipotenziario.
Rumania. — Demetrio Ghika, inviato straor-
dinario e ministro plenipotenziario,
Russia. — Michele de Giers, ambasciatore.
Salvador. — Gustavo Guerrero, inviato straor-
dinario e ministro plenipotenziario.
Serbia. — Michele Ristic, inviato straordina-
rio e ministro plenipotenziario.
Siam. ~ Kesha Phya Bibadh, inviato straordi-
nario e ministro plenipotenziario (residente
a Parigi).
Spagna. — Ramon Pina y Millet, ambascia-
tore.
Stati Uniti (America del Nord). — Thomas Nel-
son Page, ambasciatore.
Svezia. — Bar. Carlo Nils Daniele de Bildt, in-
viato straordinario e ministro plenipotenz.
Svizzera. — Alfredo do Pianta, inviato straor-
dinario e ministro plenipotenziario.
Turchia. —
Uruguay. — Rufino T. Dominguez, inviato
straordinario e ministro plenipotenziario.
[Stampato il 1° ottobre 1916).
OLIO PER AUTOMOBILI
Soc. An. EiìNESTO REINACH • MILANO.
— 201 —
Consolati italiani
delle principali località 8traiiiere.(i)
Argentina.
Buenos Aires — David de Gaetani, e. g.
Cordoba — Lodovico march. Gavotti, e.
La Piata — Massimiliano Tornielli, e.
Mendoza — , r.
Rosario — Ettore Gazzaniga, e. g.
Austria-Ungheria.
Durante la guerra la tutela degl'Italiani
è affidata agli Stati Uniti.
Belgio.
Bruxelles — Leone Cassel, e. g.
Anversa — Alberto H. de Bary, e. g.
Liegi — Carlo Thouet, e.
Congo.
Boma — Iginio Badolo, e,
Matadi — Ettore Villa, e.
Colombia.
Bogofà — Enrico Dnrand de la Penne,
ministro plenipotenziario.
BarranquiUa — Antonio Pacini, e.
StJosè di Cuouta — Lui;»! Faccini, e.
Corea.
Seul
Costarica.
San José
Cuba.
Avana —
glia, e. g
Danimarca.
Copenaghen
Henry Bonar, végg. il consolalo
Felice Scagliettl, e.
Annibale Raybandi Massar
Valdemar Qlùckstadt,c.^.
Possedimenti danesi in America.
Saint-Thomas — Aurelio Leviti, e.
Boiivia.
La Paz
Giovanni Torti, e.
Brasile.
Rio Janeiro — Giulio Ricciardi, e.
Bahia — Battista Scaldaferri, e.
Bello Horizonte — , e,
Campinas — Ugo Tommasi, r. r.
Curitiba — Carlo Umiltà, e.
Floiianopolis (già Desterro) — Ferraccio
Franzoit^ e.
Juiz de Fora — Massimo Goffredo, v. e.
Manaos — N. N., e.
Para (o Belem) — Lodovico Manzini, e.
Pernambuco (o Recife) — Pietro Spanò, e.
Porto Alegre — Giov. Batt. Beverini, e.
Ribeirào Prete — Mario Zanetti Bian-
co, r. e.
San Paolo — Pietro Baroli, e. g.
Santos — Domenico Levrero, regg.
Vittoria - ,c.
Bulgaria.
Durante la guerra la tutela degli italiani
è affidata all'Olanda.
Equatore.
Guayaquil
Francia.
Parigi
Alfonso Roggiero, <J.
Chili.
Santiago — Domenico Schiaffino, v. e.
Valparaiso — Riccardo Monzani, v. e.
Cina.
Canton — Eu;,'enlo Zanoni-Volpicelli.c. jjr.
Hankow — Girolamo De Rossi, e.
Shanghai — Girolamo De Rossi, e.
Ticntsin — Vincenzo Fileti, e.
Conte Ferdinando Lucchesi
Palli, c.g.
Besan9on — N. N., e.
Bordeaux — Ernesto Ugo Grimm Pro-
vence, e.
Cannes — Massimo Goffredo, v.c.
Cette — Raffaele Pompei, e.
Chambéry — Bar. Ugo Carutti di Canto-
gno, e. g.
Havre — Lodovico Centurione, e.
Lione — Leonardo Mordini, c.g.
Marsiglia — Cesare Biancheri, c.g.
Nancy — Enrico Ciapelli, e. g.
Nizza — Enrico Acton, e. g.
Reims — Emilio Giuseppe Mazzucchl.c.
Tolone — Paolo Apollinare Burdese, v.c.
Corsica.
Bastia — Ignazio Randaccio, e, g.
Fosaedim. francesi in Africa, Asia ed America.
Algeri — Lorenzo Anielli, e. g.
Bona — , e. g.
Cajenna — Ippolito Edoardo Antler, e.
Dakar — Andrea Clavières, v. e.
Diego Suarez — Claudio Mario Babri-
quand, e.
Fort de France — Leone Duplan, e.
Point-à-Pitre (Guadalupa) — Leopoldo
Petrelluzzi, e.
Ruflsque (Senegambia) — Ernesto Hor-
tala, e.
(l) C g., Console, generale — e, coasole, — v. e., vlceconaole.
— 202 —
' Saigon — Luciano Ogliastro, regg. il cotta.
Baint-Denis (Riunione) — Giuseppe Pan-
cera, e.
Tunisia.
Biserta — Arturo Maffel, ». e.
Susa — Publio Landucci v. e.
Tunisi — Carlo Caccia Dominioui di Sil-
lavengo, e. g.
Marocco.
Tangei-i — Mario Lago, e. g.
Casablanca — Ugo Sabetta, e.
Germania.
Durante la guerra la tutela degl'Italiani
è stata affidata alla Svizzera.
Gran Bretagna.
Londra — Alessandro Faà di Bruno, e. g.
Cardifif — Vittore Agostino Tattara, e.
Dublino — Lorenzo Salazar, e.
Glasgow — Eugenio Lagorara, e. g.
Liverpool — Angiolo Dall'Aste Brando-
lini, e. g.
Possedimenti inglesi nel Mediterraneo.
Gibilterra — Salvatore Luciano Eocca, e.
Malta — Stefano Carrara, c.g.
Possedimenti inglesi in Africa.
Johannesburg — Francesco Medici di
Mari guano, e. g.
Freetown — Giuseppe Tommaso Zolla, e.
Mah è — Enrico Alfredo Pare, regg. il e.
Mombasa — Luigi Frigerio, regg. il cons.
Port Louis — Federico Giacomo Elyard, e.
Egitto.
Alessandria — Felice Maissa e. g.
Cairo — Aroldo Manacorda, c.g.
Porto Said — Guglielmo Vivaldi, e.
Possedimenti inglesi in Asia.
Aden — Gino Cecchi, c.g.
Bombay — Giovanni Gorio, e.
Calcutta — Giuseppe Saint-Martin, e. g.
Colombo — N. N., e.
Hong-Kong — Eug. Zanoni-Volpicelli, c.g.
Rangoon — Giacomo Meikle, e.
Singapore — Carlo Ambrosoli, regg. il cons.
Pos&edhnenti inglesi in America.
Brid .-etown — Vittorio Parravicino, e.
Georgetown — Carlo Wieting, e.
Kingston — Federigo Cohen Henriques,c.
Montreal — Gualtiero Chilesotti, e.
Porto Stanley — Guglielmo A. Harding, e.
Trinità — De Montbrun, regg.
Possedimenti inglesi in Australia.
Melbourne — Emilio Eles, e.
Sydney — Vincenzo Marano, a. e.
Grecia.
Canea — Antonino D'Alia, e. »
Corfù — Silvio Milkzzo, g.
Gianina — Domenico Nuvolaii, regg.
Patrasso — Felice Beauregatrt,c.
Pireo — Carlo Mancinelli Scotti- c.g.
Salonicco — G. B. Dolfini, e.
Guatemala.
Guatemala — Giosuè Notar!, e. g.
Haiti.
Porto Principe — Alfredo de Matteis, e.
Honduras.
Amapala — Teodoro Kòhncke, e.
Lussemburgo.
Lussemburgo — Giulio Della Torre di
Lavagna, e. g.
Messico.
Messico — Ezio Cu^i e.
Monterey — Michele Ferrara, e.
Veracruz — Emilio Gonzales de Castillo,';.
IMonaco.
Monaco — Ferdinando Mazzini, e.
{Montenegro.
Antivari — Corrado Niocolini, regg. il vicec.
Nicaragua.
Managua — Davide Campari, c.g.
Norvegia.
Cristiania — Emilio Hallager, e. g.
Paesi Bassi.
Amsterdam —Antonio Bernardo Henny,c.
Rotterdam — Giovanni Hudlg, e.
Possedimenti olandesi in Asia.
Batavia — Guglielmo van Hensden, e.
Possedimenti olandesi in America.
Cura^ao — Gomez Haim Da Costa, e.
Paramaribo — Enrico Benjamins, e.
Panama.
Panama — Carlo Raguzzi, e.
Colon — Lodovico Delpiano, regg. il e.
Paraguay.
Assunzione — Adolfo Rossi, e. g.
Persia.
Teheran — N, N., e. g.
Bender Bouchire — Carlo Maro'obio, e.
Perù.
Lima — Ruffino Agnoli, c.g.
Arequipa — Tito Costa, og. cons.
Callao — Camillo Francia, ag, cons.
Portogallo.
Lisbona — Rodrigo De SouzaMonteiro.c.flr.
Funchal — Carlo De Bianchi, e.
Oporto — Ruy De Brito e Cunha, e.
Possedimenti portoghesi in Africa.
Lourengo Marques — Abraham Cagi, e.
Possedimenti portoghesi in Asia.
Macao — Eugenio Zanoni-Volpicelli, e
Rumenia.
Braila — Giuseppe Serpi, e.
Ga'atz — Alessandro Leoni, regg. cons.
Russ'a.
Pietrogrado — N. N., e. g.
Abo — Adolfo Doepel, e.
Helsingfors — Martinez Sanchez, regg.
cons.
Kiew — Carlo Fischmann, e.
Mosca — Adelchi Gazzurelli, e.
Odessa — Giuliano De Vìsart c.g.
Riga — N. N. e.
Tiflis — Lorenzo Vulerj.
203 —
Varsavia — Andrea Rothwand, r.
Vladivostok — Alfredo Albers, e.
Bartolomeo Daglio, e.
Angelo Porcella, r. g.
Salvador.
San Salvador
San Domingo.
San Domingo
San Marino.
San Marino — Giuseppe Gori, e.
Serbia.
Monastir — Romano Lodi Fé, tegg. rons.
Prizzend — Bruno Zuooliu, e.
Uskub — Vincenzo Galanti, e.
Siam.
Bangkok — N. N., e. g.
Spagna.
Madrid — Leone Medina Said, e. g.
Barcellona — Ricciirdo Motta, e. g.
Cadice — Riccardo Santasilia, e.
San Sebastiano — Emanuele Martinez
Anibarro, e.
Santandcr — March. Giusto Sarabia y
Pardo, e.
fttasedimenti spagnuoU in Africa.
Santa Croce di Teneriflfa — Jacob Ahlers,
reggente.
Stati Uniti d'America.
Washington — Emanuele Fronanl, e.
Boston — Gustavo Di Rosa. e.
Chicago — Giulio Bolognesi, c.g.
Denver — Oreste Da Velia, e. g.
Filadelfia — Gaetano Poccardi, e.
Honolulu (Hawal) — Federigo Augusto
Schaefer, e.
Manilla (Filippine) — N. N., e.
Nuova Orléans — Giuseppe Gentile, e.
Nuova York — Giacomo Fara Forni, e.
Pittsburg — Giuseppe Natali, v. e.
San Francisco — Ferdinando Daneo, e.
San Giovanni (Portorico) — Alessandro
Bozzo, e.
Seattle — N. N., e.
Svezia.
Stoccolma —
Gothenburg
Carlo Gustavo Thulln,
— Giacomo Keiller, e.
cg.
Svizzera.
Basilea — Vittore Siciliani, e. g.
Briga — Attilio Carnelutti, v. e.
Coirà — Publio Landucoi, v. e,
Ginevra — Conte Luigi Gaetiini di Lau-
renzana, e. g.
Lugano — Conte Gerolamo Marazzi, e.
San Gallo — Antonio Tamburini, v. e.
Zurigo — Filippo Rogeri di Villano va, e. ^.
Turchia.
Durante la guerra la tutela degli Italiani
è stata affidata agli Stati Uniti.
Uruguay.
Montevideo
N. N., V. e.
Venezuela.
Caracas — Lionello Scielsi, e. g.
Maracaibo — Luigi Fossi Ferrini, e.
Puerto Gabello — Giuseppe Umberto Lu-
pii re(,g.
(Stampato il 1» ottobre 1916).
AsGoIéine Rivier
rompresse
principio attivo delVoUo
di fegato di merluzzo
100 VOLTE PIÙ POTENTE
Piccole dosi - Grandi effetti
— 204 —
Elenco Alfabetico
dei Cavalieri del Lavoro
nominati dall'istituzione dell'Ordine fino al g gennaio 1916.
Un Decreto Reale del 9 maggio 1901, su proposta del Presidente del Consi-
glio dei 3Iinistri on. Zanardelli, ministro ad interim ^cr l'Agricoltura, V Industria
e il Commercio, istituiva un Ordine cavalleresco al inerito agrario, industriale e
commerciale, destinato a premiare coloro che abbiano acquistato titoli di singolare
benemerenza nelV agricoltura, nell'industria e nel commercio. La decorazione di
quest' ordiìie conferisce il titolo di Cavaliere e consiste in una croce d'oro piena,
smaltata in verde, caricata di uno scudo di forma tonda, il quale da un lato
presenta la cifra del Sovrano fondatore e dall'altro la scritta: Al merito del
Lavoro 1901. La croce si appende sul lato sinistro del petto con un nastro listato
di una banda di color rosso fra due bande verdi: il nastro può essere portato
senza la decorazione. Per mantenere alto il j^restigio dell' ordine fu stabilito che
il numero delle nomine da farsi annualmente non dovesse superare gli ottanta.
Il presente elenco comprende i nomi di tutti i Cavalieri dell' Ordine, creati
dalla prima nomina (che fu il 6 marzo 1902, di sei soltanto: Vincenzo Boero,
Emidio Ilele, Pietro Milesi, Anselmo Oldrini, Giuseppe Savettiere, Antonio Tosi)
fino al 9 gennaio 1916. Esso è redatto su documenti tijfficiali, completati quando
ci è stato possibile con altre fonti: ove altre informazioni mancavano, la indicazione
della professione e della residenza è tratta dal decreto di nomina e quindi, grazie
alla nostra burocrazia, non è sempre precisa ne completa.
L'Elenco naturalmente comprende anche i Cavalieri morti dopo la nomina.
COGNOME E NOME
Abbagnano Giovanni
Acerboni Gervasio
Aducco Adriano
Aggazzotti dott. Stefano
Agnelli Giovanni
Agostinelli Federico
Aimone Marsan Marco
Ainis Gaetano
Alberti Vincenzo
Aletti Francesco
Allodi Carlo
Almerici Lodovico
Alterocca prof. Virgilio
Amato Francesco
Andrioli Giovanni
Angeleri Carlo
Antico Ercole
Antoniazzi Enrico Luigi
Antonini cav. Andrea
Antonini Giovanni
Antoniotti sac. Paolo
Professione
Conciatore di pelli
Industriale agronomo.
Industriale.
Agricoltore.
Amm. della labbr. di auto-
mobili Fiat.
Agricoltore.
Industriale.
Stampatore di stoffe di co-
tone.
Fabbricante di liquori.
Fabbr.te di mobili in metallo.
Armatoi'e.
Agricoltoi-e e industriale.
Proprietario di stabilimento
litografico.
Dolciere.
Agricoltore.
Enoioso.
Residenza
Salerno
Corte (Bergamo)
Milano
Casalgrande
(Reggio Emilia)
Torino
Bonefro
(Campobasso)
Torino
Messina
Benevento
Milano
Livorno
Cesena (Forlì)
Terni
Catania
San Pietro Incartano
(Verona)
Valenza
(Alessandria)
Cagliari
Torino
Imprenditore di lavori.
Industr. metallurgico.
Comproprietario e direttoi*e
Canapificio Veneto. Crocetta Trevigiana
Commerciante in carboni. Vocca (Novara)
Agronomo e presidente del
Comizio agrario di Biella. Sostegno
— 205
princ. Sebastiano
Agricoltore.
Lecce
Appiani Graziano
Fabbr. di ceramiche.
Treviso
Aprile Pasquale
Già presidente della Società
meridionale dei Mag. ge-
nerali e Punto Franco.
Napoli
Arduini Carlo
Agricoltore ed enologo.
Roncoferrato (Mant.)
Arizzi Orazio
Industriale.
Messina
Armanino Adolfo
Proprietario di stabilimento
tipo-litografico.
Genova
Ascarelli Pacifico
Negoziante di tessuti.
Napoli
Asproni ing. Giorgio
Coltivatore di miniere.
Iglesias
Audisio Zaverio
Fondatore dello Stabilimento
per la saldatura elettrica
dei tubi di acciaio.
Cogoleto (Genova)
Aula Domenico
Industriale.
Trapani
Avogli Trotti conte Ales-
Direttore della Casa Sapo-
Pontelagoscuro
sandro
niera Chiozza e Turchi.
(Ferrara)
Babinl Emilio
Allevatore ed esportatore di
pollame.
Russi (Ravenna)
Balacco Vito
Esportatore di vini ed olii.
Molfetta
Banfi Edoardo
Industriale.
Milano
Banfi Febo
Già proprietario di stabilim.'o
di tessitura e filatura.
Legnano
Barbe Pietro A.
Comproprietario di zucche-
rificio.
Massa Lombarda
Barbon Luciano
Fabbricante di conterie.
Murano
Barenghi Francesco
Capo tecnico principale del
cantiere navale di Mug-
giano.
Spezia
Barnabò Angelo
Agricoltore e albergatore
iS. Stefano Cxidore
\ Misiirina
Barracano Luigi
Industriale.
Salerno
Bassani Menotti
Tipografo.
Milano
Bassi Maurelio
Esportatore di vini.
Padova
Bastanzetti cav. Donato
Proprietar. fonderia di cam-
pane e bronzi artistici.
Arezzo
Battaglia Francesco
Agricoltore enologo.
Cingoli
Battaglia Giuseppe
Proprietario di fonderia e
officine meccaniche.
Luino (Como)
Battaglia Giuseppe
Industriale.
Messina
Battista Pasquale
Proprietario di molino elet-
trico.
Lai-ino
Battistoni Rodolfo
Industriale.
Venezia
Bauchiero Fortunato
Consigliere deleg. della Soc.
industriale Bauchiero.
Torino
Bauer Carlo
Comproprietario di stab. di
tessitura di cotone.
Nocera Inferiore
Bazzano Enrico .
Proprietario stab. di tessito-
ria meccanica.
Ronco Scrivia
(Genova)
Bazzichelli cav. Arnaldo
Agricoltore.
Viterbo (Roma)
Bebi Nazzareno
Agricoltore.
Gubbio (Perugia)
Beccaria Attilio
Industriale metallurgico.
Torino
Beccaro Giovanni
Enologo.
Acqui
Bellavita Daniele
Fabbricante maglierie.
Milano
Belila Celestino
Proprietario di stabilimento
per maglierie di cotone.
Vercelli
Beltrame Antenore
Industriale.
Canada de Gomez
(Rep. Argentina)
Beltrame Zampiero dott.
Bonificatore di terreni.
5'. Michele al Taglia
Erminio
mento
— 20G —
Beluffi Luigi
Benelli Ignazio
Ceretta Francesco
Bernocchi Antonio
Bertarelli Giulio
Bertolaso ing. cav. Bortolo
Bertoldo Giambattista
Berzia Pietro
Besana cav. uff, Riccardo
BianchelH Federico
Bianclii Edoardo
Bianchi cav. rag. G. Battista
Bianchini Enrico
Bicocchi Emilio
Bigliani Romolo
Bilancioni Luigi
Binetti Edgardo
Biondo Salvatore
Bisinotto Carlo
Bocci Sisto
Bocconi Ferdinando
Boero Vincenzo
Boggio Antonio
Boldetti Paolo
Bolge Carlo
Bombrini Giovanni, sena-
tore del Regno.
Bona Basilio
Bona Eugenio
Bonaca Serafino
Bonacossa Pietro
Bonavita Leonida
Bonavoglia Pasquale
Bondi Camillo
Bonelli ing. Michelangelo
Bonfichi Paolo
Bonsignori sac. Giovanni
Bonucci Lucio
Bonvicini Adolfo
Borghi Francesco
Borrelli Luigi
Borsaiino Teresio
Industriale.
Canneto sull'Oblio
(Mantova)
Proprietario agricoltore e bo-
nificatore di terreni.
Bologna
Fabbr. di giocattoli.
Milano
Compropriet. stab. di tessi-
tura, filatura e tintoria.
Legnano
Industriale meccanico.
Milano
Industriale meccanico.
Zimella (Verona)
Proprietario stabilim. metal-
lurgico.
Fot-no Rivara (Torino)
Fabbr. di pompe per incendi.
Torino
Fabbricante di mobili.
Meda (Milano)
Enologo.
Sirolo (Ancona)
Fabbricante di cicli e auto-
mobili.
Milano
Industriale.
Padova
Operaio capo lùparto della
Manifattura di Doccia.
Doccia (Firenze)
Proprietario e bonificatore di
terreni.
Follonica (Grosseto)
Enologo.
Montegrosso di Asti
(Alessandria)
Agricoltore e allevatore di
bestiame.
Forlì
Industriale.
Palermo
Editore.
Palermo
Direttore tecnico delle pro-
prietà Papadopoli.
Loreo
Proprietario di lanificio.
Soci (Arezzo)
Industriale e commerciante.
Milano
Fabbric. di biancheria.
Torino
Impresario di lavori.
Roma
Agricoltore e allevatore di
bestiame.
Cagliari
Brillatore di riso.
Milano
Comproprietario del Cantie-
re navale e stabilimento
meccanico.
Sampierdarena
Fabbric. di tessuti.
Caselle Torinese
Fabbric. di tessuti di lana.
Carignano
Proprietario di molino.
Trevi (Perugia)
Agricoltore e industriale.
Vigevano
Gerente Ditta Gr. Bonavita e
figli, fabbr. di feltro.
Forlì
Proprietario di molini.
Grumo Appula (Bari)
Comproprietario della mani-
fattura di Signa.
Signa (Firenze)
Agricoltore.
San Valentino e Monte
Bonificatore di terreni nel-
l'Agro romano.
Fondatore di una Colonia
agricola.
Fabbricante di panni.
Frutticultore.
Agricoltore.
Commerciante di- coralli.
Fabbricante di cappelli.
Castello (Perugia)
Roma
Remedello (Brescia)
Ponte Felcino
(Perugia)
Massalomharda
.(Ravenna)
Praduro e Sasso
(Bologna)
Torre del Greco
Alessandria
— 207 —
Borsetti Giuseppe
Bosca Luigi
Bosctii Modesto
Boscoio Lisetto Angelo
Bosso Giacomo
Bottazzi Ettore
Breda ing. Ernesto
Buccico Rocco
Bucco Beniamino
Bttffoli comm. Luigi
Buitoni Giovanni Battista
Busclietti conte Carlo
Cacace Carlo
Caimmi Lamberto
Calamai Brunetto
Calderai Michele
Calissano Luigi
Callegari Aurelio
Calore Domenico
Calzone Ettore
Calzoni ing. Annibale
Cambiaghi Giuseppe
Camerini dott. Paolo
Camona Bartolomeo
Campiteli! Bocci G. B.
Candiani comm. Giuseppe
Canti Antonio
Cappelleri Giuseppe
Cappelli march. Raffaele
Cappellini Ambrogio
Carabba Rocco
Caravita Agostino
Carcano Giuseppe
Cargnel Ulisse
Carissimo Gennaro
Caroli Antonio
Carrera Lui^i
Caragati Egildo, deputato
al Parlamento.
Caruso Raffaele
Casadio Ol'impio
Casali Angelo
Casalini Giovanni Battista
Carnati Carlo
Fabbr. di catene preziose.
Cer Varese Santa Croce
(Padova)
Enologo.
Canelli (Alessandria)
Proprietario di yetreria.
Milano
Negoziante di derrate ali-
mentari.
Chioggia
Proprietario di cartiera.
Barella (Torino)
Industriale.
Napoli
Fabbr. di locomotive.
Milano
Direttore tecnico della tenuta
Monticchio.
Potenza
Industriale.
Pescara
Fondatore dell' Unione coo-
perativa.
Milano
Fabbr. di paste alimentari.
S. Sepolcro
Industriale.
Firenze
Commei'ciante e fondatore
dei Magazzini generali di
Taranto.
Taranto
Agricoltore.
Boina
Tessitore.
Prato (Firenze)
Impresario costruttore.
Poma
Enologo.
Alba '
Fabbricante di materiali fer-
roviari.
Parma
Fabbricante di carrozze.
Padova
Proprietario di stabilimento
arti grafiche.
Poma
Proprietario di officina e fon-
deria meccanica.
Bologna
Fabbricante di cappelli.
Monza
Agricoltore industriale.
Padova
Industriale.
Sesto S. Giovanni
(Milano)
Tipografo.
Foligno
Fabbr. di prodotti chimici.
Milano
Proprietario di molini.
Saranno (Milano)
Industriale.
Roccella Jonica
(R. Calabria)
Presidente Società degli A-
gricoltori italiani.
Roma
Industriale di tessuti di juta
e cordami.
Bruzzano (Milano)
Editore tipografo.
Lanciano (Chieti)
Fabbricante di carrozze.
Bagnacavallo
Industriale.
Como
Direttore di fabbrica di oc-
chiali.
Pieve di Cadore
(Belluno)
Proprietario agricoltore. ,
Oria (Lecco)
Produttore di olì e vini.
S. Pietro in Lama
(Lecce)
Fabbr. di motwi a gas.
Torino
Industriale di cotoni.
^
Villa d'Alme (Borg)
Agricoltore e industriale.
Comiso (Siracusa)
Agricoltore e industriale.
Ravenna
Propriet. di stabil. meccani-
co con fonderia.
Suzzara
Bonificatore di terreni nel
Polesine.
Rovigo
Industriale in sete.
Como
— 208 —
Cassanello Tommaso
Castagna Cesare
Castellani Augusto
Castellani Giovanni
Castellano Pasquale
Castelli Egisto
Castelli Ettore
Catella Oreste
Cattaneo Giuseppe
Cavaciocchi Ciro
Cavadini Noemi
Cavalli Aristide
Cavessago Federico
Caviglia Bonaventura
Ceccacci Francesco
Ceccacci Rodolfo
Cecchi Gustavo
Cecchini Giuseppe
Cederna Antonio
Centenari Adriano
Centurini Alessandro
Ceretti Ignazio
Ceribelli ing. Francesco
Cerrano Giuseppe
Cerquetti Giovanni
Certani ing. Annibale
Chayes cav. Adolfo
Chiesa cav. Edoardo
Chiesa Michele, senatore
del Regno.
Cìaburri Antonio
Ciccolo Giuseppe
Ci nel li Oreste
Cipriani Ernesto
Citterio Giuseppe
Clemente Pasquale
Clemente Pasquale
Cocuzza Salvatore
Coduri Fermo
Coen Giulio
Colombo Carlo
Comi Antonio
Conedera Raimondo
Conigliaro Giuseppe
Conti ing. Romolo
Conti Ugo
Contini Diego
Contratto Alberto
Coppedè Mariano
Coppola Catello
Fabbr. di farine e paste
Genova
Industriale in sete
Como
Orafo.
Roma
Rappresentante e dirett. gen.
della Compagnia Venezia-
Murano.
Venezia
Commerciante.
Napoli
Industriale.
Roma
Fabbr. ed esportatore di for-
maggi.
Roma
Industriale in marmi.
Torino
Industriale in sete.
Como
Fabbricante di tessuti.
Prato (Firenze)
Industriale in seterie e filan-
diere.
Milano
Liutaio.
Cremona
Tipografo.
Belluno
Industriale e agricoltore.
Montevideo
Fabbr. di carta.
Guarcino (Roma)
Industriale.
Ancona
Proprietario di legatoria di
libri.
Firenze
Tipografo.
Roma
Industriale.
Milano '
Fabbricante tessuti elastici.
Milano
Proprietario di jutificio.
Terni
Proprietario di ferriera.
Villadossola
Bonificatore di terreni nel-
l'Agro romano.
Roma
Industr. in calce e cementi.
Casale Monferrato
Agricoltore.
Gubbio (Perugia)
Agricoltore.
Bologna
Industriale in coralli.
Livorno
Fabbricante di birra.
Varese
Industriale in cotoni.
Rivarolo Canavese
(Torino)
Fabbric. di prodotti chimici.
Cerreto Sannita
Proprietario agricoltore.
Villaggio Casino
(Messina)
Fabbr. di cappelli di paglia.
Signa (Firenze)
Esportatore di frutta.
Verona
Industriale.
Rho (Milano)
Fabbr. di mobili artistici.
Sassari
Bacologo.
Notaresco (Teramo)
Proprietario agricoltore.
Marineo (Siracusa)
Propriet. stabil. per la lavo-
Gardone Val Trompia
raz. dei cascami di seta.
(Brescia)
Procuratore generale della
Banca Treves
Venezia
Tipografo.
Roma
Industriale meccanico.
Milano
Dirett. delle miniere e stabi-
Fenice Massetana
limenti metallurgici.
(Massa Marittima)
Industriale.
Palermo
Agricoltore.
Ravenna
Fabbricante di saponi.
Livorno
Industriale.
Cagliari
Enologo
Canelli (Alessandria)
Fabbr. ed esportatore di mo-
bili artistici.
Firenze
Industriale meccanico.
Castellammare di ^Sta-
hia (Napoli)
Corni cav. Fermo
(.orsi Adolfo
Corti Giuseppe
j Costa Gervasìo
I Costa Raffaele
I Costantino Giovanni
Graverò Enrico
Crespi Cristoforo Benigno
Crespi Rodolfo
Criste Francesco
Croce Andrea F.
Dainelli ìa^. Guido
D'Alessandro Rocco
r D'Aiife (Gaetani) Nicola,
r Uopiitato al Parlam.
Danesi Cesare
D'Anna Giuseppe
Day Salvatore
De Andreis Menotti
De Angeli Ernesto, s<':i;i-
toft! del Regno
De Asarta Vittorio, depu-
tato ni l^u-lani-nto
De Bellis Saverio
De Bernardi tav. Luigi
De Biasio Francesco
De Caria Gabriele
De Cecco Filippo
De Gaetano Filomeno
De Larderei conte Flore-
stano, sen. del Re-.-iio
De Leonardis Donato
Del Gaizo Luigi
Dell'Acqua Enrico
Dell'Acqua Gaetano
Dell'Armi cav. Tommaso
Della Torre Ernesto
De Luca Salvatore
De Luigi Gius. Enrico
Del Vitto Emesto
De Magistris Emilio
De Marco Vincenzo
De Martino Carlo
Deretti ing. cav. Cesare
— 209 —
Industriale.
Industriale in marini.
Industrialo in set»'.
Comproprietario di una con-
ceria di pelli.
Industriale.
Industriale in cotoni.
Costruttore navale.
Industriale in cotoni.
Propriet. stabil. per lilatura
e tessitura delcoiojie.
Industriale meccanico.
Propr. di filatura di cotone
Direttore tecnico dello stai»
metallurg. di Piombino.
Proprietario di mulino e pa
stificio.
Produttore di olii e liqui
rizia.
Industriale in arti grafiche
Proprietario agricoltore.
Conciatore di pelli e viticul
tore.
Proprietario dello stabili
mento per la cromolito
grafia su latta.
Proprietario di stamperia d
cotoni.
x\.gronomo.
Fabbr. di tessuti.
Fabbricante di saponi.
Industriale meccanico.
Proprietario di cartiera.
Proprietario di pastifìcio.
Industriale.
Proprietario degli Stabili-
menti del borace.
Dirott. propriet. stabil. per la
fabbric. candele steariche.
Direttore di fabbrica di con-
serve alimentari.
Rappresentante Società di
esportazione.
Industriale.
Proctiratore gen. dell' azien-
da agraria del Conte di
Collalto.
Tipografi».
Fabbr. di ferramenta.
Capo operaio nello stal»il.
" La Filotecnica „.
Albergatore.
Industriale in carta.
Agricoltore.
Industriale.
Fabbricante di latcri/.i.
Modena
Carrara
Milano
Sassari
Agordo (Belluno)
Bari
Genova
Capriate d'Adda
S. Paolo (Brasile)
Genova
Piaggione (Lucca)
Piombino
Ortonn a Mare
(Chieti)
Cosenza
Roma
Sperone (Avellino)
Sassari
Sampierdarena
Milano
Udine
Castellana (Bari)
Torino
Bari
Camello (Caserta)
Fara S. Martino
(Chieti)
Giovino zzo (Termoli)
Livorno
Bari
S. Giovanni a Teduccio
(Napoli)
Milano
Cerro Maggiore
(Milano)
Treviso
Portici
Napoli
Milano
Roma
Bagnolo Cremnsco
(Cremona)
S. Pietro Verno.'ico
(Lecce)
Monopoli (Bari)
Torbole Casaglia
(Brescia)
14
De Risi Nicola
De Roberto comm. Fran-
cesco
De Salvo cav. Placido
De Vecchis Ineo
De Villa Gomez Francesco
De Vincenzi Giuseppe, se-
natore del Kegno
Devoto Antonio
Dì Bagno dei conti Guidi
march, comm. Ales-
sandro
Di Bella Pasquale
Di Frasso Dentice principe
Luigi
Di Giacomo Gennaro
Di Mauro Rosario
Di Rovasenda dei conti
Giuseppe
Di Scalea (Lanza Spinelli)
princ. Francesco, se-
natore del Regno
Dolara Arturo
Donati Alessandro
Donati Salvatore
Donvito Davide
Dorigo Francesco
Dossi Giuseppe
Ducrot Vittorio
Durazzo Pallavicini march.
Giacomo Filippo
Duretti Pasquale
Escoffier cav. Alessandro
Fabbricotti Carlo
Faccanoni Pietro
Fagioli Sisinio
Faina conte Eugenio, se-
— 210 —
Industriale.
Agricoltore.
Enologo.
Industrialo.
Esportatore di derrate ali-
mentari.
Enologo.
Industriale e proprietario di
terreni.
Presidente del Consiglio di
bonifica del Polesine.
Industriale.
Proprietario
rricoltore.
Bari
Montalto Uffugro
(Cosenza)
Riposto (Catania)
Roma
Bisceglie (Bai'i)
Teramo
Buenos Aires
Ferrara
Castelvetrano
(Trapani»
S. Vito de' Nor marini
(Lecce)
Napoli
Industriale meccanico.
Agricoltore e fabbr. di ci-
trato di calce.
^Vmpelografo e presid. della
Commissione centrale di
viticoltura e di enologia.
Coltivatore di latifondi in
provincia di Caltanissetta. Caltanii<setia
Giarre (Catania )
Verzuolo
Fabbri e. di damaschi.
Direttore della cartiera di
Serravalle Sesia.
Industriale in cuoio e pellami.
Eabbr. di carta da parati.
Scultore in marmo e intra-
prend. di opere artistiche.
Industriale.
Fabbr. di mobili artistici.
Proprietario agricoltore.
Conmierciante in artifioli di
moda.
Produttore di oli.
Industriale in marmi.
Imprenditore di opere pub-
bliche.
Fabbr. di lateri/à.
Como
SerravalU Sesia
Modena
Napoli
Venezia
Viserba (Forlì)
Palermo
Genova
Napoli
S. Remo
(Porto Maurizio)
Carrara
Sarnico (Bergamo)
Osimo (Ancona)
natore del Eegno
Benemerito dell' agricoltura.
Perugia
Falck Giorgio Enrico
Proprietario di laminatoi.
Malavedo (Lecco)
Falerni Giovanni
Fabbr. di calce e cementi.
Incisa Valdarnu
Federici Gualtiero
Tipogi'afo.
Pesaro
Feo Vincenzo
Industriale in filati di co-
tone.
Catania
Ferrara Vincenzo
Meccanico.
Avellino
Ferrari Carlo
Tipografo editore.
Venezia
Festi Fiovanni
Comproprietai'io delhx mani-
fattura Festi e Kasini.
Milano
Fichera Antonio
Fabbricante di con-serve ali-
mentari.
Catania
Fichera Concetto
Industriale.
Catania
Figliodoni Francesco
Tessitore.
Barzano (Cuneo)
Fiorazzo Antonio
Proprietario di segherie.
Vìgodarzere (Padova)
Fiorazzo comm. Vittorio
Fioroni Federico
Fioruzzi Emilio
Fogli Jacopo
Folonari Francesco
Folonari Italo
Forlani Fortunato
Forti Alfredo
Fossati comm. Rodolfo
Franchetti bar. Raimondo
Franchi Attilio
Franchini Albano
Franci Pasquale
Franzi Felice
Frua comm. Giuseppe
Furgiuele Carlo
Gabola Isaia
Gagliardi Paolo
Galimberti Angelo
Galimberti Antonio
Galimberti Luigi
Galliano Andrea
Gandolfi Remigio
Gangitano on. Cesare
Garolla Giuseppe
Gasparettl ing. Italo
Gatta Ferdinando
Gatti dott. Francesco
Gavazzi comm. ing. Pio
Gerii Carlo
Ghezzi Giuseppe
Ghilardi ing. Sigismondo
Ghizolfi Pietro
Giacobini Francesco
Giani Giovanni
Giannini Giuseppe
Giannotta Niccolò
Giavazzi Giovanni
Gibelli Antonio
Gioia Giacomo
Giorgi Erasmo
Giorgi Giorgio
Giorgioni Pietro
Qioseffi cav. dott. France-
sco Saverio
Giuliani Giovanni
Giulmi Pietro
Giunti Leopoldo, senntoro
del Kegno
Giara Vincenzo
Gola Francesco
— 211 —
Proprietario stabil. lav«.i.i/.
del legno.
Albergatore.
Propriet.'irio agricoltore.
Fabbr. di paste alimentali.
Produttore di vini.
Produttore di vini.
Agricoltore.
Fabbr. tessuti di lana.
Fabbricante di mobili.
Proprietario agricoltore.
Industriale.
Proprietario di stabilinniito
tipo-litogralìco.
Fabbro-ferraio.
Fabbr. articoli per viaggio.
Proprietario di stamperia di
cotoni. .
Industriale.
Proprietario di mulini e pa-
stifici.
Enologo.
Capo-mastro.
Impresario lavori pubblici.
Tessitore di lino.
Fabbr. di liquori.
Agricoltore e industriale.
Industriale.
Fabbricante di macchine
agrarie.
Bonificatore di terreni palu-
dosi.
Direttole gener. delle Ferrie-
re piemontesi.
Agricoltore.
Industriale.
Industriale in sete.
Mercante di campagna.
Costrutt. di opere in ceraori'^o.
Proprietario di fabbrica di
laterizi.
Enologo.
Industriale.
Tipografo.
Editore tipografo.
Bachicultore.
Bonificatore di terreni tmì-
l'Agro romano.
Fabbr. di scatole di latta.
Agricoltore.
Fabbr. di scatole di latta.
Agricoltore.
Enologo.
Proprietario o agricoltore.
Fabbricante di calzatura.
Bonificatore di terreni.
Gioielliere.
Fabbr. di pizzi e ricami.
l'adofd
Genova
S. Antonio Treìiìi, /
(Piacenza)
Pontedera
Brescia
Brescia
Perugia
Pr«<o,( Firenze)
IjUtsone (Milano)
ìlegfiio Emilia
Brescia
Verona
.Siena
Milano
Milano
Amanteu (Cosenza |
Noeera Inferiore
Lugo (Ravenna)
Milano
Scarno (Bergamo)
Osnago (Como)
Ottaiano (Napoli)
Asinara
Canicatti (Girgenti/
Lìmena (Padova)
Mantvi^a
Torino
Castelnuovo nei Xf^uH
(Roggio Emilia)
Milano
Milano
Roma
Bergamo
Sarzana (Genova)
Altonionte (Cosenza)
Roma
Napoli
Catanitt
Verdello (Bergamo)
RottKi
Firenze
Viterbo (Roma)
Lucca
Ravenna
Barile (Potenza)
Ravenna
Vigevano (Pavia)
Strangoli K '.'■ ' -^ " "♦ » • •
Napoli
Milano
Gorio avv. Carlo, senatore
del Regno
Grasso Giacomo
Grazi Francesco
Grazioli Antonio
GHgolon Giovanni
Grimaldi dott. Clemente
Grio Vincenzo
Guacci Luigi
Gualerzi dott. Francesco
Guazzone cav. Giuseppe
Gt^fi Gaetano
Gaglielmina Giuseppe
Gui4i Giuseppe
Guiso Gailisai Francesco
Gj^lì Matteo
Gttltsano Salvatore
Gùssoni Gaspare
Hirsch Carlo
Hiigony avv. Augusto
Jannuzzi cav. Antonio
Imberti Gio. Batta
Imparato Vincenzo
Ingegnoli Francesco
Invernizzi cav. Ernesto
Isola comm. G. Battista
Jammy Edoardo
Jesurum Michelangelo
Kpristka Francesco
Kossler Ermanno
Lacapria Raffaele
bacava Egidio
Lacchin Giuseppe
Lampertico Domenico
Lanari Ubaldo
Laudi cav. Salvatore
Lanza Domenico
Laterza Giovanni
Lauro Agostino
Lavagetto Luigi
Lavarello Elia
Laverda Pietro
Laviano comm. Fabrizio
Lazzara Giovanni
Lazzaroni Luigi
— 212 —
Agi'icoltore.
Industriale.
Fabbr. di vetrerie.
Industriale.
Esportat. di uova e pollarli i.
Benemerito dell' agricoltura.
Produttore di olii.
Scultore in cartapesta.
Agricoltore e promotore di
opere pubbliche.
Propriet. di aziende agraìùe.
Fabbr. di biscotti.
Fondatore di albei*ghi alpini.
Industriale.
Industriale.
Confetturiere.
Conciatore.
Amministratore del Cotoìii-
ficio bergamasco.
Industriale in maglierie.
Industriale.
Costruttore.
Bacologo agricoltore.
Agricoltore.
Orticoltore.
Fabbr. di strumenti chirur-
gici.
Industriale.
Agricoltore e Presidente del
Comizio agrario.
Fabbr. di merletti.
Fabbr. di strumenti ottici.
Industriale in lane.
Industriale.
Agricoltore.
Industriale.
Agricoltore.
Direttore della Società La-
nari e C.
Tipografo.
Agricoltore.
Editore tipografo.
Tappezziere in stoffe.
Commerciante di derrate a-
limentari.
Fondatore dell'Impresa ar-
gentina di navigazione.
Fabbr. di macchine agricolo.
Agricoltore.
Industriale in coralli.
Fabbr. di biscotti e amaretti.
Brescia
Riposto (Catania)
Torrita (Siena)
Milano
Padova
Modica (Siracusa)
Polistena
(Reggio Calabria!
Lecce
Reggio Emilia
Repubblica Argentina
Navacchio (Pisìi)
Alagna (Novara)
Pistoia
Nuoro (Sassari)
PalerìHo
Acireale (Catania)
Ponte di Nossa
(Bergamo)
Ferrara
Palermo
Rio Janeiro
Racconigi
Nusco (Avellino)
Milano
Roma
Lima (Perù)
Castellammare di Sta-
bia
Venezia
Milano
Prato
Foggia
Bernalda (Potenza)
Sacile (Udine)
Montegaldella
(Veneto)
Monticchio (Potenza)
Firenze
Roma
Bari
Torino
Alessandria
Buenos Aires
Br aganze (Vicenza)
Pescopagano (Potenza ì
Livorno
Saronno
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Lepri Filippo
Lippi Pietro
Lissone Sebastiano
Lombardi Felice
Lucchini Angelo, deputato
al Parlaiiionto.
Luciani Giovanni
Luisi Antonio
Luzzatti eav. in^. Giuseppe
Maccaferri Ermete
Macchi Cesare
Madella Giacomo
Maggi Enrico
Magiiola Emilio
.Magnacavallo cav. y.v^. Al-
berto
Magni Giuseppe
Magni ing. Magno
Magnino Bernardo
Magrini ing. Luigi
Maino Alessandro
Malignani Arturo
Manfredi Nicola
Mannozzi Ubaldo
Mantovani cav. Giuseppe
Maraini Emilio, deputato
al Parlamento
Marchiori cav. Dante
Marchisio Felice
Marconi coinm. Guglielmo
Marelli Ercole
Mari Erasmo
Mariani Livio
Marinai Evelio
Marra Luigi
Martelli Giulio
Martina Giovanni
Martinelli Luigi
Martini Alessandro
Marzoli Francesco
Marzoli Pietro
Marzotto Gaetano
Masi cav. Antonio
Massara Giuseppe
Matarazzo comm. Fran-
cesco
Materi Francesco Paolo,
deputato al Parlam.
Maucci Emanuele
Mazza Bartolomeo fu Cre-
scenzo
Mazzonis Ettore
— 213 —
Industriale.
Proprietario di fonderia ar-
tistica.
Agronomo.
Brillatore di riso.
Industriale in vetri.
Fabbr. di bin-a.
Industriale.
Esercente miniere di zolfo.
Industriale.
Industriale.
Agi-icoltore.
Industriale.
Fabbr. di automobili.
Industriale elettrotecnico.
Direttore di una manifattuia
di lana.
Fabbr. di prodotti chimici.
Proprietario stabilimenti me-
tallurgici.
Elettrotecnico.
Cotoniere.
Elettrotecnico.
Enologo.
Industriale in paglia.
Industriale.
Industriale in zuccheri.
Presidente dell'Associazione
agraria.
Orefice.
Inventore del telegrafo senza
fili.
Elettrotecnico.
Bacologo.
Agricoltore e bonificatore di
terreni in Rosarno.
Fabbr. biscotti.
Propriet. di filande di seta.
Proprietario fonderie e offi-
cine meccaniche.
Industriale meccanico.
Fabbr. coperte.
Fabb. di vermouth e liquori.
Industriale meccanico.
Propiùetario di molini.
Industriale in lane.
Proprietario di segherie.
Industriale.
CoUeVald'Elsa (Siena)
Pistoia
Govone (Cuneo)
Vercelli
Porto Valtramglia
Pedavena (Belluno)
Torre del Greco
(Napoli)
Caltanissetta
Bologna
Gallarate (Milano)
Mantova
S. Paolo (Brasile)
Biella (Novara)
Brescia
Borgosesia (Novara)
Vicenza
Cuorgnè (Torino)
Bergamo
Gallarate (Milano)
Udine
Napoli
Hrenze
Parma
Rieti
Lendinara (Rovigo)
Torino
Londra-Roma
Sesto S. Giovanni
(Milano)
Ascoli Piceno
Rosarno
(Reggio Calabria)
Firenze
Villa S. Giovanni
(R. Calabria)
Lecco (Como)
Torino
Leffe (Bergamo)
Torino
Palazzolo (Brescia)
Varese (Como)
Valdagno (Vicenza)
Spresiano (Treviso)
Palermo
Industriale e commerciante. S. Paolo (Brasile)
Agricoltore.
Industriale.
Industriale in coralli.
Fabb. di tessuti di cotono.
Iricarico (Potenza)
Barcellona (Spagna)
Torre del Greco
Torino
Mazzuchelli Pompeo
Mazzucotelli cav, prof. A-
lessandro
Meda Paolo
Melan Giuseppe
Melchiorre Vincenzo
Mele Emidio
Menada Giuseppe
Mencarelli cav. Pietro
Mendola barone Antonio
Micheli Giovanni
Michelucci Giuseppe
Migliori Ernesto
Milella Saverio
Milesi Pietro
Miliani G. Battista
Miliani Pietro
Mirto Sergio Pietro, de-
putato al Parlamento.
Mollo Sebastiano
Monneret de Villard inge-
gnere Ugo
Monti Angelo Vittorio
Monti Enrico
Monticelli Vincenzo
Moreno Ottavio
Moretti Giuseppe
Moretti cav. Venceslao
Moriondo Ettore
Mortellaro Francesco
Murari cav. Guglielmo
Musa Pompeo
Mussi cav. ing. Luigi
Muzii Giulio
Nannucci Oreste
Nannucci Pilade
Nardi Giuseppe
Naretto Giovanni
Narice Giovanni
Nasturzio Silvestro
Necchi Ambrogio
Niccolini march. Giorgio
Nodari ing. Corrado
Noè Alessandro
Norsa Giuseppe
Novi Giuseppe
Oderò Attilio
Oldrini Anselmo
Orlando Giuseppe
Orsini Domenico
Ottavi dott. Edoardo
— 214 —
Fabbricante di pettini.
Industriale in ferro. .
Industriale.
Fabbr. di cappelli di paglia.
Orefice.
Commerciante.
Pi-esid. delle Officine mecca-
niche reggiane.
Agricoltore e bacologo.
Viticoltore.
Commerciante in latticini.
Proprietario stab. per lavori
di ferro battuto.
Fabb. di oreficerie.
Pres. Società di navig. Puglia.
Armatore.
Fabb. di carta.
Fabb. di carta.
Enologo.
Enologo.
Comproprietario di fabbrica
di turbine.
Gerente della Società ani
grafiche Bertarelli.
Industriale.
Tessitore di seta.
Direttore delle Officine nazio-
nali di Savigliano.
Industriale in ferramenta.
Industriale.
Fabbr. di cioccolato.
Fabbr. di citrato di calcio.
Fabbr. di carte da gioco.
Industriale in sete.
Industriale.
Industriale e agricoltore.
Industriale.
Tintore.
Agricoltore ed allevatore.
Fabbr. di maglie.
Industriale.
Fabbr. di letti.
Fonditore.
Fabb. di tele incerate.
Direttore delle cartiere Von-
vviller.
Esportatore di riso.
Industriale in cuoi artistici.
Industriale e commerciante
in mai-mi.
Proprietario di cantiere na-
vale.
Capo modellista dell' officina
- Tosi.
Comproprietario del Cantie-
re navale.
Fabb. di paste.
Commerciante di macchine e
di attrezzi per enologia.
Castiglione Olona
Milano
Monza (Milano)
Milano
Valenza (Alessandria)
Napoli
Reggio Emilia
Chianciano (Siena)
Favara (Girgenti)
Codogno (Milano)
Pistoia
Giulianova (Teramo)
Bari
Genova
Fabriano (Ancona)
Pioraco
Palermo
Sommariva Perno
(Cuneo)
Milano
Milano
Milano
Portici (Napoli)
Savigliano
Caronno Milanese
Perugia
Torino
Siracusa
Bari
Como
Milano
Castellammare Adriat.
Capetown (Sud Africa 1
Firenze
Roma
Torino
Canelli (Alessandria)
Genova
Pavia
Firenze
Romagnano Sesia
Pavia
Venezia
Genova
Genova
Legnano
Livorno
Torre Annunziai ((
Casale Monferrato
Ottolenghi Bel Ioni
Ozzota Giovanni
Pacchetti Carlo
Radula Francesco
l^aieari <av. Ambrogio
Palli Giovanni
Panzera Enrico
Panzera Francesco
Paolino Raffaele
Pappone Francesco
Parisi Giuseppe
Parodi Angelo
Parvis Giuseppe
Pasquale Antonio
Pasqualin Adriano
Pastore Baldassarre
Patanè Carmelo
Patriarca Marco
Pavoncelli Giuseppe, de-
putato al Parla m.
Pecile Gabriele Luigi, se-
natore del Kegiìo
Pedersoli Alessandro
Pellizzoni d<>tt. Giovanni
Peluso Giuseppe
Penotti Giovanni
Pepe Michelangelo
Peretti Giuseppe
Perfetti Pietro
Peroni Giovanni
Perugia Arturo
Perussia Leon Augusto
Pesenti Carlo
Petrobelli Eugenio
Petrucciani Lorenzo
Peyron cav. Angelo
Piacenza Felice
Piana Giuseppe
Piatti rag. Annibale
Picchiotti ing. cav. Giulio
Piccinelli doti. Giuseppe
Piccinelli dott. Pietro
IMccinini Girolamo
Pichetto Giuseppe
Commerciante di stoffe e
drapperie.
Commerciante di formaggi.
Industriale in crine animale.
Agricoltore.
Fahh. di cappelli.
Falli), di laterizi.
Industriale.
Propriet. di stab. meccanico.
Diret. Soc. " Appula „ per l'e-
straz. e fabbric. di acidi.
Fabb. di fiori artiticiali.
Proprietario di cereria.
Industriale.
Fabb. di mobili artistici.
Agricoltore ed esportatore d 1
vini ed olii.
Industriale in legno.
Viticultoro ed enologo.
Industriale in 'ferro.
Industriale in cementi.
Acqui (Alessandri;!)
Panna
Afilano
Moìiterno (l'oton/a)
Monza
Voghera
Catania
Palermo
Barletta (Bari)
Napoli
Roma
Genova
Cairo (Egitto)
Biscpglie (Bari)
Venezia
Alcano (Trapani)
Catania
Catania
Benemerito dell'agricoltura. Cerignola (Foggia
Benemerito dell'agricoltura.
Fabb. di letti.
Agricoltore.
Mosaicista.
Propriet. di una officina por
iuipianti idroterapici.
Fabbr. di pasto alimentari.
Commerciante.
Prop. di salnitriere.
Fabb. di ghiaccio e birra.
Fabb. di orologi.
Direttore della Cooperativa
agricola italiana.
Fabb.* di cementi.
Benemerito dell' agricQltura.
Fabb. di lavori in cemento.
Industriale.
Industriale in lane.
Fabb. di macchine ed attrez-
zi agrari.
Comproprietario e gerente di
cal/aturiticio.
Prop. di un cantiere navale.
Dirett. della Soc. ital. per la
fabb. di cementi.
Fabb. di grès ceramico.
Filandiere in seta.
Proprietario stab. costnizioni
in ferro.
Udine
Napoli
Roma
Tricase (Lecco)
Torino
Casagiove (Caserta)
Milano
Chili
Roma
Firenze
Milano
Alzano (Bergamo)
Lendinara (Rovig<»)
Ripnìimosani
(Campobasso)
Roma- Firenze
Pollone (Novara)
Badia Polesine
(Rovigo)
Milano
Limite (Firenze)
Bergamo
Bergamo
Reramifi (Macerata)
Taritio
" PETROLIKA L0H6EGA T?;:™" t
..^_^_^^^^^^_^...i.,i_ii..._i._ la caduta dei capelU.
Chiederla a tutti i profumieri, parrucchieri, fannacisti, droghieri
alla Ditta ANTONIO I^ONGEGA — Venezia.
216
Pierro Luigi
Pieruccettì Ernesto
Pietra Vittorio
Pino Giuseppe
Pìntacuda ing. prof. Carlo
Pintus Maurizio
Pirelli ing. G. Battista
Pisani Daniele
Pisani Eustachio
Pitigliani Giuseppe
Pizziran! Carlo
Pizzoli Riccardo
Poesio Giuseppe
Poggio cav. uff. Candido
Polenghi comm. Paolo
Polenghi Pietro
POrnini Luigi
Pompili Guido, deputato
al Parlamento
Pontecorbolì Àbramo
Pontecorvo Pellegrino
Ponti Ettore, senatore del
Regno
Pontiggia Uberto
Porazzi G. Battista
Porcheddu ing, Giovanni A.
Pozzi Giuseppe
Prina Ferruccio
Proto Pasqualantonio
Protti Gustavo
Pruneri Antonio
Pucci Boncambi conte Ro-
dolfo
Puglìsi Michelangelo
Puglisi Carbone Leonardo
Puletti Orazio
Pulifici Emilio
Quartara Giuseppe
Quarti Eugenio
Querena Francesco
Raffaeli Domenico
Ragonesi Luciano
Raineri prof. Giovanni
Rasini Cesare
Ravegnani Riccardo
Ravera Antonio
Reda Gregorio
Editore.
Napoli
Industriale.
Gallicano
(Massa Carrara)
Enologo.
Milano
Inventore e costruttore di
apparecchi sottomarini.
Genova
Prop. di miniere solfifóre.
Castelterntini
(Girgenti)
Agricoltore.
Sassari
Industriale in guttaperca.
Milano
Dirett. tecnico delle Cartiei-e
Isola del Liri
meridionali.
(Caserta)
Industriale.
Isola del Liri
(Caserta)
Fabbricante di buste.
Roma
Industriale in vetri.
Bologna
Fabb. di fiammiferi.
Bologna
Fabb. di casse forti.
Torino
Agricoltore.
Livorno Vercellese
(Novara)
Commerciante.
Londra
Comhierciante.
Codogno (Milano)
Prop. di officina maccanica.
Castellanza (Milano)
Benemerito della bonifica del
Lago Trasimeno.
Perugia
Industriale.
Napoli
Fabb. di tessuti.
Pisa
Pi'esidente del lanificio e ca-
napificio nazionale.
Milano
Fabb. di pompe.
Cremona
Benemerito dell'enologia na-
zionale.
Novara
Costruttore.
Torino
Prop. di una fabbrica di viti
e bolloni.
Milano
Industriale.
Genova
Commerciante derrate ali-
mentari e filati.
Catanzaro
Industriale in cartonaggi.
Longarone (Belluno)
Fonditore di campane.*
Sondrio
Bacologo.
Perugia
Fabb. di sti'umenti musicali.
Catania
Industriale elettrotecnico.
Biposto (Catania)
Fabb. di seta.
Arezzo
Fabb. macchine agricole.
Magliano Sabino
(Perugia)
Fabb. di mobili artistici.
Torino
Fabb. di mobili artistici.
Milano
Commerciante in legnami.
Torino
Capo-mastro, imprenditore
di lavori edilizi.
Catanzaro
Industriale.
Cosenza
Dirett. della Federazione ita-
liana dei Comizi agrari.
Piacenza
Industriale in colori.
Villa d'Ogna
(Bergamo)
Industriale.
Bimini
Industriale.
S. Biase
(Comune di Ceraso)
Proprietario di lanificio.
Valle Inferiore Mosso
(Novara)
Reina Achille
Industriale.
Milano
Ricci Carlo
Fabb. di cappelli.
Monza
Ricci Domenico
Bonificatore di terreni.
Ravenna
Rinaldi cav. Francesco
Prop. di officina meccanica.
Battaglia (Padova)
Rinella Giuseppe
Industrialo in vini, olii, al-
cool.
Canosa di Puglia
Ripandelli Menotti
Agricoltore.
Candela (Foggia)
Riva comm. Alberto
Prop. di officina meccanica.
Milano
Rivetti Giovanni
Industrialo in lane.
Biella (Novara)
Rizia Evangelista, deput.
al Parlanionto
Agricoltore.
Fegotto (Siracusa)
Rizzani Leonardo
Impresario di lavori.
Udine
Rizzetti Carlo
Commerciante in panni e
sete.
Milano
Rizzi Ettore
Industriale fonditore.
Modena
Robbiani Giuseppe
Proprietario agricoltore.
Soresina (Cremona)
Roberto Santi
Commerciante industriale.
Messina
Rocco Antonio
Industriale.
Napoli
Rocco Emanuele
Ingegnere.
Napoli
Rodio Francesco
Agricoltore e allevatore di
bestiame.
Ostimi (Lecce)
Rognone Carlo
Fabbricante di preparati an-
tisettici.
Torino
Romanin Jacur Eman.
Agricoltore.
Verona
Romei Giovanni
Industriale meccanico.
Siena
Ronzani Alessandro
Fabbricante di birra.
Casalecchio di Reno
(Bologna)
Rossi Giovanni, senatore
del Regno
Industriale.
-S'erto
Rossi G. Battista
Brillatore di risi.
Novara
Rossi avv. Teofilo, sona-
tore del Regno
Fabb. di vermouth e liquori.
Torino
Rosso Carlo
Dirett. di una fabb. di mobili.
Torino
Rostain Alfredo
Dirett. delle officine elettri-
che.
Torino
Rotondi eav. Giovanni
Industriale in cotoni.
Novara
Rovere Cirillo
Industriale in pellami.
Abbiategrasso (Milano)
Rubino Emesto
Industriale.
Netro (Novara)
Ruggeri Cesare
Industriale in carta.
Fraduro e Sasso
(Bologna)
Catania
Russo Venerando
Agricoltore e industriale.
Sacerdoti cav. Carlo
Bonificatore di terreni.
Modena
Salmoiraghi ìng. Angelo
Fabb. di strumenti di preci-
sione.
Milano
Salvador! conte Luigi
Proprietario agricoltore.
Porto S. Gioryio
(Ascoli Piceno)
Sangiorgi Mario
Fabb. di letti in ferro.
Catania
Sanguineti G. Battista
Commerciante in carboni e
Terranova Pausania
sugheri.
(Sassari)
Santagostino Paolo
Proprietario di calzificio.
Niguarda (Milano)
Santini Silvio
Fabb. di lampade e chinca-
glierie.
Ferrara
Santini cav. Tullio
Industriale fabbricante cap-
Lastra a Signa
pelli fli paglia.
(Firenze)
Toilette K^pTfTTi TT^lM I Ti 111 y I Profumo
dei l^ff ■ É I i k Mài I li 1 1 I k ■
bambini i^J^l M.*! I aTJ I U l.^J I ■ delizioso
Puro ed untuoso, rende la pelle fine e vellutata.
Saraceno cav. Giuseppe
Sarauw Carlo
Sarica Giuseppe
Sartori cav. Giovanni
Savettiere Giuseppe
Sbertoli Augusto
Sbuelz Giovanni
Scannapicco Miciieie
Scannapicco Vincenzo
Scaramella Domenico
Schiapparelli Emilio
Seghetti Carfratelli Giu-
seppe
Selve Federico
Serantoni Costantino
Serono Cesare
Serra Raffaele
Sgaravatti Benedetto
Siani Leopoldo
Sicher Andrea
Signorini Pietro
Silvestrini Giovanni
Simonis Giuseppe
Sindici Stanislao
Sinibaldì Augusto
Solari Stanislao
Soleri Emanuele
Somaini cav. Francesco
Soprani Paolo
Sosso Giovanni
Spada Nicola, deputato al
Parlamento.
Spadaccini Luigi
Spadaro Giorgio
Spinelli Giorgio
Spinelli Oreste
Stabilini ing. Carlo
Staderini Aristide
Stanga march. Idelfonso
Starace Michele
Strada Ercole
Strafurini Giuseppe
Strucchi cav. Arnaldo
Stucchi Edoardo
Stucchi Enrico
Susanna Antonio
Tamburi Alessandro
— 218 —
Agricoltore e bonificatore.
Commerciante.
Commerciante in agrumi e
, filandiere.
Proprietario di lanificio.
Fabbricante di fanali.
Dii'ett. della Soc. Fabbriche
unite di biacche e colori.
Agricoltore.
Industriale.
Industriale.
Proprietario di stab. di sfari-
nato e pastificio.
Fabb. di prodotti chimici.
Orticoltore e allevatore di
bestiame.
Prop. di stab. metallurgico.
Fabb. di impianti di illumi-
nazione e riscaldamento.
Fabb. prodotti farmaceutici.
Esercente miniere di zolfo.
Orticoltore.
Proprietario di tessitoria.
Bonificatore di terreni.
Amministratore della Soc. di
conserve alim. Cirio e C.
Esportatore di olio e for-
maggio.
Comproprietario di fabb. di
bottoni.
Agricoltore.
Agricoltore.
Agricoltore.
Agricoltore.
Fabb. di filati di cotone.
Fabb. di armonici.
Fabb. di calce e cementi.
Agricoltore e direttore della
Banca popolare.
Fabb. corde metalliche.
Fabbricante di mobili.
Dolciere e commerciante.
Comproprietario di oleificio.
Agricoltore.
Legatore di libri e fabb. di
cartonaggi.
Agricoltore.
Commerciante.
Bonificatore di terreni e a-
gricoltore.
Fabb. di macchine agrarie.
Enologo.
Fabb. di tessuti in seta.
Industriale.
Agricoltore.
Industriale.
Spinazzola (l'ari)
Messina
Reggio Calabria
Stia (Arezzo)
Palermo
Cogoleto (Genova)
Savorgnano (Udine)
Viesti (Foggia)
Catania
Salerno
Torino
Ascoli Piceno
Donnaz (Torino)
Bologna
Roma
Valguarnera Caropepe
Saonara (Padova)
Cava de' Tirreni
(Salerno)
Musile (Venezia)
Napoli
Lucca
Candiolo (Torino)
Ceccano (Roma)
Osimo (Ancona)
Mar or e di Parma
Cuneo
Lomazzo (Como)
Castelfidardo (Ancona)
Casale Monferrato
Cosenza
Sesto S. Giovanni
(Milano)
Reggio Calabria
Reggio Calabria
Belvedere Mariti i tuo
(Cosenza)
Melegnano (Milano)
Roma
Grotta d'Adda
(Cremona)
Castellammare di Sta-
bia (Napoli)
Pralboino (Brescia)
Castelleone (Cremona)
Canelli d'Asti
Como
Lurate Caccivio
(Como)
Catanzaro
Bologna
— -21^ —
anzi Enrico
Distillatore.
f'iiinia
i edeschi Vittorio
Fabh, di cavi elettrici.
l'orino
Tempini Giovanni
Proprietnrio di stab. metal-
lurgico.
Brescia
Tempioni Giovanni
Aicliitetto costruttore.
Ravenna
Tensi Federico
Fabb. carte patinate.
Milano
Thaulero Giovanni
Enologo e bonificatore di tei-
reni.
Roshiivgo (Teramo)
Tobler «lott. Oscar
Agricoltore.
Pisa
Togni cav. Giulio
Fabb. tubi in ferro.
Brescia .
Tomba Domenico
Agricoltore ed enologo.
Beìgrano di Mendozn
(Argentina)
Tonelli ciìv. Giuseppe
Industriale in cartonaggi.
Torino
Toni Carlo
Enologo.
Montefalco (Perugia)
Torchi Pompeo
Agricoltore.
Conselice (Ravenna)
Torrlgiani march. Luigi
Fabbricante conserve alimen-
tari.
Firenze
Tosi Antonio
Meccanico nel cantiere Or-
lando.
Livorno
Tosi Leopoldo
Agricoltore.
S. Mauro di Romagna
(Forlì)
Tosi Roberto
Filandiere.
Busto Arsizio
Tortora Giuseppe
Industriale.
Pagani (Salerno)
Tranquilli Giovanni
Bacologo.
Ascoli Piceno
Tricarico Domenico
Commerciante in olii.
Palo del Colle (Bari)
Trlfonl Serafino
Agricoltore.
Giulianova (Teramo)
Trimarchi Carmelo
Coltivatore di agrumi.
-S". Teresa in Riva
(Messina)
Tripodi cóiiini. Francesco
Industriale.
Gioia l'auro
(Reggio Calabria)
Trossi Carlo
Industriale in lane.
Biella (Novara)
Turri Cristoforo
Industriale.
Pioppe di Salvaro
(Bologna)
Ugliengo Fortunato
Industriale.
Santhià (Novara;
Vaccari Carlo
Industriale in ceramica.
Ponzano (Genova)
Vacchelli Pietro, sen.itore
Presidente del Consorzio Ca-
<lt'l Regno
nale Marzano.
Cremona
Vaili Candido
Agricoltore, enologo.
Xarni (Perugia)
Valli Federico
Enologo.
Lago (Ravenna)
Vanzetti Cesare
Proprietario di distilleria.
Padova
Varzi Ercole
Industriale in cotoni.
Roìnentino (Novara >
Vasena Pietro
Proprietario di officine nioo-
caniche.
Buenos Aires
Vaudetto Giuseppe
Costruttore e propr. molini.
Asmara
Velia Enrico
Industriale.
Cottagi rone (Catania)
Venchi Silviano
Fabb. di confetti.
Torino
Vendittelli Giovanni
Industriale.
Castel di Sangro
(Aquila)
Venegoni Ercole
Fabbr. di passamanerie.
Milano
Ventura Vittorio
Industriale in pellami.
Varese (Como)
Ventura Gregorini Andrea
Industriale metallurgico.
Lorere (Bergamo)
Venzaghi Achille
Industriale.
Busto Arsizio
(Milano)
Vergani Vittorio
IikIiinIi'ÌmIi'.
Canta (Como)
ARTRITE
MNOHI DI
GUARITA RADICALMENTE
CON I CELEBRI
VEDI ANNUNCtO Di FRONTE
-r> •;;> AUL- INDICE GENERALE
Verni Angelo
Vianini Guido
Viglienzoni Angelo
Villoresi ing. Luigi
Violante Gennaro
Visetti Carlo
Visocchi Francescantonio
Vitale Cesare
Vlvarelli dott. Guido
Vivarelli Jader
Volpe G. Battista
Voltan cav. Giovanni Luigi
Vozzi Andrea
Winspeare Antonio duca
di Salve
Zabban cav. Alessandro
Zabban Vittorio
Zagarese Tommaso
Zago Angelo
Zambelll Andrea Cesare
Zancani Giovanni
Zanetti Antonio
Zanichelli comm. Cesare
Zavanella cav. uff. ing. A-
chille
Zavattari Pietro G.
Zavoianni Nicola D.
Zerioli Ernesto
Zehender ing. Rodolfo
Zotti Lorenzo
Zuccoli Giuseppe Antonio
— 220 —
Bonificatore di terreni.
Industriale.
Industriale e armatore.
Dirett. delle opere della boni-
fica mantovana-reggiana.
Commerciante e armatore.
Costruttore.
Industriale agricoltore.
Fabbr. di calzature.
Agricoltore.
Proprietario agricoltore.
Fabb. di mobili di legno cur-
vato a vapore.
Industriale.
Albergatore.
Cattolica (Forlì)
Roma
Savona (Genova)
Mantova
Torre del Greco
(Napoli)
Torino
Atina (Caserta)
Alessandria
JTalamone (Grosseto)
Talamone
Udine
Stra (Venezia)
Cava de' Tirreni
(Salerno)
Enologo.
Industriale.
Commerciante di biancherie
e stoffe.
Produttore di olio di sanse
di olivo.
Fabb. di mobili artistici.
Fabb. d'apparecchi per illu-
minazione e riscaldamento.
Capo tecnico nello stabili-
mento Ansaldo.
Fabb. di mobili artistici.
Editore.
Industriale.
Presidente dell'Associazione
dei facchini nella Stazio-
ne centrale.
Negoziante e commissionario
Esportatore di uve da tavola.
Industriale elettrotecnico.
Esportatore di frutta e fabb.
di conserve alimentari.
Industriale.
Salve (Lecce)
Bologna
Palermo
Rende (Cosenza)
Verona
Torino
Sampierda ren a
Vicenza
Bologna
Mantova
Milano
Bari
Castel S. Giovanni
(Piacenza/
Reggio Calabria
Bari
Milano
OLIO I>ER AUTOMOBILI
Soc. AlL ERNESTO REINACH ■ MILANO.
- 221 —
GLI STATI DELL'INTESA
Notizie politicHe. statisticHe, amministrative, ecc.
Sovrani del Belgio con 1 loro figli :
Lbopoldo-Carlo-Maria.
BBI^GIO
Monarchia costituzionale.
Vn,ninlia reananle: Caaa di Sassonia-Coburgo e Gotha (cattolii'u).
nrinrin. ™Sas8oiSa-Cobuigo e Gotha, n. Bruxelles 8 aprile 187o, figlio àrìpru-
òr Filiimo coX di Fiand^ succ. il 23 dicembre 1909 a suo zio re Leopoldo II.
«^n i KtoUrflBio c-on - Elisabetta, nata duchessa di Baviera, n. Possenho-
;;r25 lugiri876. _ Figli: Leopoldo, duca di Bramante, principe ereditarlo,
n. Bruxelles :J novembre 1901 ; Carlo ; xMana-Josò.
— 222 —
Ministero: Barone de Broqueville, presidenza e guerra \ Berrvev, interno;
Van de Vy vere, finanze ; Carton de Wiart, giustizia ; Barone Beyens, affari esteri ;
Helleputte, lavori pubblici e agricoltura ; Segors, ferrovie, marina, poste e tele-
grafi; Renkin, colonie; Poullet, scienze ed arti; Hubert, industria e lavoro:
Emilio Vandervelde, conte Goblet d'Alviela, Paolo Hymans, ministri senzff, por-
tafogli. (La sedo del governo h provvisoriamente a Le Hàvre).
Popolazione: 7,571,387 (1912), pari a 257 ab. per km.q., la media più ele-
vata che in qualunque stato europeo.
Superficie: km.q. 29,451.
Colonia: Congo belga (ab. 15,000,000, di cui nel 1912 soli 54G5 bianchi:
km.q. 2,382,800).
Bandiera nazionale (di guerra e di commercio) : tre .stri.scie verticali, nera,
gialla e rossa.
2. — FRANCIA
J{(',pubhlica.
Capo dello Stato: Raimondo Poincaré, Presidente (n. Bar-le- Due 20 ago-
sto 1860, uce. 18 feì.braio 1913. — Scade il 18 febbraio 1920).
Ministero: Briand, presidenza e affari esteri; Jules Cambon, ambasciatore.
segretario generale degli affari esteri ; Viviani, giustizia ; generale Roques, guerra :
Albert Thomas, sottosegret. di stato alle munizioni; Thierry, sottosegret. aW in-
tendenza : Godart, sottosegret. alla sanità ; amm. Lacazc, m,arina ; Nail, sotto-
segret. alla marina mercantile ; liibot, finanze ; Clémentel. commercio ; Metili,
lavoro; Meline, agricoltura; Doumergue, colonie; Heuihat, lavori pubblici ; V-aìu-
levé, istruzione pubblica, ^-'— ~—~>w^ .se. Africa equatoriale IVan-
belle arti e invenzioni clic y'^^^^^^^^'^^ cese, Riunione, Madaga-
interessano la difesa nazio- /^^/J^^i^. ■ ^ 8car, Mayotte e Comorie,
naie ; Daliniier, sottoscgr. f^m^^^ »- N^^ Costa francese dei Somali ;
alle belle arti ; De Freyci - / / , Stabilimenti francesi dei-
net, Denys Cochin, Boui - / L^ \ l'India; Indocina; St.
geois, Jules Guesde, E;mil(i 1 ^^ ^* \ Pierre e Miquelou, Giia-
Combes, ministri senz<: \ ^S^ ì dalupa, Martinica, Guijt-
portafogli. iìl^^^B^Pik ^^^Éì '^f^' ? ^ii^^a Caledonia, Sta-
Po^o/..- 39,500,000 (ca:- l^^^^^^R^' '' JSjSK/ bilimenti francesi dell' ()-
colata al 31 dicembre ^jmB^KKm^ [JB^^mi ceania (ab. 53,376, 00 (>:
Sup. : km.q. 536,461. y^^Iì jÉ^^^^ly .Bandiera nazionale {<ìi
Colonie e protettorati : ^^B^^^^^^B^^ guerra e di commercio) :
Algeria, Tunisia, Marocco, ^^<S///B^^ ^^'^ striscio verticali, tui -
Africa occidentale france- china, bianca e. rossa.
' II Presirtente Poixcahì:.
3. - Gì APPONE
Monarchia costituzionale.
Ta miglia reale: Yo-
shihito, imperatore (teli-
no) del Giappone, n. Tokio
31 agosto 1879, figlio e succ
dell' imperatore Mutsuhito,
m. il 30 luglio 1912; anan.
il 10 maggio 1900 con —
Sadako, n. Tokio 25 giugno
1884. — Figli: Hirokito,
principe ereditario, n. Tokio
2f* aprile 1901 ; Yasuhito ;
Nobuhito.
Ministero: maresciallo
Teraoutsi, presidenza e in-
terni ; bar. Motono, esteri ;
Sapako
imperatrice <lol Giappone.
OlOROIO V.
.seffvita il Giappone):
luir. Goto, esteri \ gcn.
Oka, guerra ', viceauim.
Tomosaburo Kato, ma-
rina : Okada, istrtizione ;
Matsuinuro, giustizia;
bar. Def). comunicazioni ;
Nakasciuli, agricoltura.
Popolas.: 53,696,884
a9U).
Sup.: kin.q. 382,416,
Colonie: Formoisa,
Il PriiH'ipft (li Gai
Titt B^Q» Vittoria.
(srguita il Giapitone):
isola Sakhaline (i)arte
nieriflion.), Kuang-tiing,
isole Volcauo, Corea (ab.
19,687,666 nel 1914; km.
q. 291,266).
Bandiera di guerra:
bianca, caricata nel me^.-
/o di un disco rosso da
(!ui partono a ragjjiera
16 striscie rosse sino agli
orli ; la bandiera di com-
mercio non ha i*aggi.
4.
GRAN BRETAGNA
Monarchia costituzionale.
Famiglia regnante: Casa di Sassonia-Coburgo e Gotha (anglicana).
Giorgio V-Federico-Ernesto-Alberto, re del Itegno Unito della Gran Bretagna
e di Irlanda, e dei domini britannici d'oltre mare, difensore della Fede, imperatore
delb' Indie, n. a Marlborongh House 3 giugn(» 186.5, tìglio e successore del re Edoar-
«lo VII, morto il 6 maggio 1910; amm. it 6 luglio 1893 con — Vittoria-Mahia,
nata princip. di Teck, n. al Kcnsiugton Palace 26 maggio 1867. — Figli: Edoardo*
Alberto, principe di Galles e conte di Chester, n. a White Lodge 23 giugno 18!il ;
Alberto; Vittoria; Enrico; Giorgio; Giovanni. — Madre del re: AlE8Hani>ra,
regina madre-, nata princip. di Danimarca, n. Copenaghen 1° dicembre 1844.
Ministero: Herbert Asquitb, primo ministro: Lord Buckmaster, Lord Alto
f'a)irtlliere; march, di Lausdownc, minititro senza portafoglio; mare, di Crewe,
l-or^l presidente del Consiglio ; Earl Cur/.on ol" Kc<lleston. ministro del Sigillo
firirttto: Herbert Asquitb. primo Lord ilella Tesoreria; Arthur lìalfour, primo
Lord dell'Ammiragliato; John Simon, interni; visconte Grey, esteri; Bonar Law,
nìonie; Lloyd (ieorge, guerra; Austen Chamberlain, ministro per l'India; R«-
I Me Kenna, cancelliere dello Scacchiere: Kdwin Montagn, ministro delle mu-
i ; Walter Rnnciman. presidente dell' uffici'» del Commercio; Walter lyonj:.
'jjLiiii del governo locale ; Arthur Ucnderson, ufficio dell'educazioni ; Earl <»f Sd-
bourn, ufficio dell'agricoltura ; Frederick Smith, procuratort generale.
224 —
I figli dei Sovrani a' Inghilterri)
Popolazione: 46,407,037 (1° luglio 1914). — Superficie-: km.q, 314,504.
Possedimenti coloniali : Gibilterra, Malta, Cipro ; Aden e Perini con Socotra
e le isole Kuria Mui-ia, isole Bahrein, Borneo sett., Ceylan, Hong-Kong, India
e dipendenze, Labuan, Straits Settlements, Federazione degli Stati Malesi, Uei-
hai-uei, Egitto, Federazione Sud Africana, Protettorato del Niassa (già dell'Af-
frica centrale inglese), JBritish East Africa, costa dei Somali, Uganda, Zanzibar.
Gambia, Lagos, ISfigeria, Sierra Leone, Costa d' Oro, Sant' Elena, Ascensione,
ìsole Tristan d'Acunha, isole Maurizio, isole Seychelles, isole Bermude, Canada,
isole Falkland, Guiana inglese, Honduras inglese, Indie occidentali, Terranova
e Labrador, Australia, isole Figi, Nuova Zelanda, Papua (già Nuova Guinea in-
glese), isole Salomone, isole Tonga, isole Gilbert, ecc. comi^lessivamente
in Europa (compreso Cipro ab. 517,451; km.q. 9,590
in Asia (comprese le Indie) > 324,369^000 » 5.250,000
in Affrica (compreso V Egitto e la Fe-
derazione sud-aftricana > 50,967,684 » 9,219,600
in America (compreso il Canada) , . . »■ 9,545,000 * 10,499,600
in Oceania (compresa l'Australia) ...» 6,547,000 * 8,270,000
ah. 391,946,135 km.q. 33,248,790
Bandiera di guerra : bianca alla croce rossa, accantonata all' angolo superiore
della triplice croce dell' Union Jack, doppia croce rossa orlata di bianco su fondo
turchino (è la combinazione deUa croce di S. Giorgio dell' Inghilterra con la croce
di S. Andrea della Scozia e quella di S. Patrizio dell'Irlanda) ; la bandiera di
commercio è rossa con lo stesso Union Jack.
_ 5. - ITAI^IA
Monarchia coslitiaionale.
Famiglia regnante. Ved. a pag. 135-141.
Ministero. Ved. a pag. 167.
Popolazione (presente) : 35,597,784 (al 31 dicembre 1913), piil 5,557,743 resi-
denti all' estoro (1911).
Superficie: km.q. 286,682.2 ± 0,96 secondo le rilevazioni fatte dall'Istituto
Geografico Militare negli anni 1884-1891; km.q. 286,610.37 secondo le valuta-
zioni dell'Ufficio di Statistica Agraria (1913).
Possed ini enti coloniali e territori occupali: A) Libia (posta sotto la sovranità
piena od intera del Re d'Italia col R. Decreto 5 novembre 1911, convalidato con
logge 25 febbraio 1912(. — Popolazione: ab. e. 1,000,000: nella Tripolitania pro-
priamente detta, secondo il censimento turco del 3 luglio 1911, ab. 523,176 piìl
circa 5000 stranieri, nel Fezzan e nelle oasi della Sirtica, 80,000 ; nella Cirenaica
e nelle oasi del Deserto libico 350,000. — Supeificie: km.q. 1,484,218, secondo
recenti calcoli planimetrici, dei quali circa km.q. 250,000 coltivabili. Divisa in
due governi, Tripolitania e Cirenaica. — B) Colonia Eritrea (ab. e. 300,000 dei
(luali 2800 Europei, s^lp. km.q. 118,609). — C) Somalia italiana [ab. e. 300,000,
sup. km.q. 357,000; è divisa in Somalia meridionale o Benadir, colonia di di-
retto dominio, sup. km.q. 189,000; e in Somalia settentrionale, ossia protetto-
rato sul sultanato di Obbia, sul territorio del Nogal (riservato al Mullah) e sul
sultanato dei Migiurtini : sup. km.q. 168,000). — D) Concessione di Tientsin in
Cina (occupata dallo tnipi>e italiane il 21 gennaio 1901; ab. 10,017 (1914), cioè ci-
nesi 9887, italiani 51, altri ounqx'i 79; sup. km.q. 0,46). — £) Isole dell'Egeo
occupate temporaneamente nel 1912, Rodi e quelle che impropriamente sono dette
il Dodecancso, cioè Stampalia, Scarpanto, Casso, Piscopia, Nissari, Calamo, Lero,
Palmosa o Patmo, Lip.'^o. Lango o Cos, Le Simie e Carchi con Limonia {ab. e.
89,000; sup. e. km.q. 2750). — F) Buia di Valona e isola di Sàseno, occupate
il 30 ottobre 1914 quest'ultima e il 25 dicembre la prima, non tenendo conto del-
l' entroterra albanese occupato posteriormente in più riprese per ragioni militari.
lìandicra nazionale: di guerra, tre strisele verticali, verde, bianca e rossa ;
quella di mezzo caricata delle armi di Savoia cioè uno s»iido di rosso alla croce
bianca, orlato di turchino e coronato d' oro ; la bandiera di commercio non ha
la corona sullo scudo.
6. — MONTENEGRO
Monarch ia costituzionale.
Fnmifilia regnante: Potrovich Niogosc (ortodossa).
Nicola I, io del Montenegro, n. Niogosc 25 settembre 1841, figlio di Mirko
P<trovic, succ. il 13 agosto 1860 a suo zio principe Danilo I, ]>roclanuito re il
15 agosto 1910, amm. il 27 ottobre 1860 con — Milkxa Vucotic, n. a Cevo il
22 aprile 1847. — Figli: Militza ; Stana (Anastasia); Danilo, n. Cettigno 17 giu-
Pi lucilie Ua.mi-o
He;;ilia MlI.R.NA
rrlucli>e Mirko
— 2'2G —
gno 1871, amm. il 15 Inolio 1$09 fon Militza, nata (Inrliessa <li lMo(loniLnrj;o ;
Elena (regina «l'Italia); Anna; Mirko; Xenia ; Vera; Pietro.
Presidenic del Coììs'kjHo: Kadovic. (La sede del governo h provvisoriamente
a Lione).
ropolazionc : 470,000.
Siqìerficie : km . q . 15,087.
Bandiera nazionale : tre strisele orizzontali, liianca, turcliiua, rossa.
7. — PORTOGAI^IvO
liepnhhliea (dal 5 ottobre 1010).
Capo delio Slato: Ber-
nardino Machado («.
eh 7 ao-o-
sto 1915. — Scade il 21
agosto 1919).
Mi nistcro : Antonio
José d'Almeida, presi-
denza e eolonic ; eolonn.
Monsinho d'Albnquer-
que, interno ; Mesqnita
Carvalho, giustizia ; Al-
fonso Costa,^n«)i2;e; Nor-
ton de Matos,^»crra; Aze-
vedo Coutinlu), marina;
Augusto Soares, affari
esteri; Fernandes Costa,
lavori jmbblici ; Antonio
Maria da Silva, lavoro ;
Fedro Martins, istrusionc
pubblica.
Popolas.: 5,960,05»)
(comprese le Azzorre e
]\[adera ; censimento del
1° dicembre 1911) ; calco-
lata al 31 dicembre 1915.
6,100,000.
Super/.: km. q. 91,918
(comprese le A«zorre e
ÌMadera).
Colonie: Isole del Ca-
])0 Verde, Guinea, Isole
ti, Thomé e del Princijìc,
A n g o 1 a . Monzambicco ;
Inclie Portogbe.si, Ma-
cao, Timor e Kambing
(ab. 9,800,000; km. <{.
2,096,070).
Bandiera nazionale :
])artita verde e rossa, ca-
ricata sulla partizione di
uno scudo con le armi di
l*ortogallo (d' argento a
5 scudetti turchini posdati
in croce, con bordura di
guentes caricata di 7 ca-
stelli a tre toi-ri d' oro)
sopra una sfera armillaie
d' oro.
Eeunardino Machado.
8. — ROMANIA
3[onarchia costituzionale.
Famiglia regnante: IlobenzoUern (ortodossa).
Ferdinando -Vittorio -Alberto - Meiurad, re di Romania, principe di Hohen-
zollern, n. Sigmaringen 24 agosto 1805, figlio del princ. Leopoldo di Holienzol-
lern, succ. a suo zio re Carlo I il 28 settembre 1914, amm. il 10 gennaio 1893
con — Maria, nata principessa reale di Gran Bretagna e d'Irlanda, n. 29 ot-
tobre 1875. — Figli: Carlo, n. Pelescb 3 ottobre 1893, principe ereditario ; Eli-
sabetta ; Maria ; Nicola ; Elena.
Ministero: Giov. I. C. Bratiano, presidenza; Porumbaro, affari esteri; Costi-
nesco, finanze; V. G. Mortzun, interno; Al. Constantinesco, agricoltura e dcma-
_ ') >7 _
I SoTKANi DI Romania.
Ilio: Al. Radt)vifi, indttsfria e rommereio\ dott. C. Angolefroo, lavori pnbblid ',
Vittorio Antono.'iro, f/insfizi(i ; I. (}. Dium, ridli e isfntzione ])t<hhlir(i ; Vintila 1.
C Hi'iitiiino, f/iiemi.
l*<>poIfi=i<»ie : 7,231,919 (coiis. <1(>1 1" gomiiiio 1913).
^Superficie: kiu.<i. 1.'{.S,9;}5.
Bandiera na-ionalc : tre striscio vortit'iili, turcliiiia, gialla e ressa.
11 Ruuiauiu.
Il Fri nei ne Ca ki.o
e la Principessa u!aku di Koiuauin.
128
I figli dello Zar:
Taziana - Maria - Anastasia - Olga - Lo Zarevic.
0. - RUSSIA
Monarchia costituzionale con un zar autocrate.
La Zarina.
Famiglia regnante: Ro-
manoff - Holstein - Gottkorp
(ortodossa).
Nicola li Alessandro-
vie, imperatore di tutte le
IJussie, zar di Mosca, Kief,
Vladimir, Kazau, Astracan,
Polonia, Siberia, ecc., n. Pie-
trogvado 6 maggio 1868,
figlio e successore dell' im-
l)eratore Alessandro III,
morto il 20 ottobre 1894;
a min. il 14 novemb. 1894
con — Alessandra Feodo-
rovna, nata principessa Ali-
ce di Assia e del Reno, n.
Darmstadt 6 giugno 1872. — Figli: Olga; Taziana; Maria; Anastasia; Alessio,
etmanno di tutti i cosacchi, granduca ereditario, n. Peterhof 30 luglio 1904. —
Fratello e sorelle dell'imperatore: Xenia ; Michele Alessandrovic, n. 22 novem-
bre 1878; Olga. — Madre dell'imperatore: Maeia Feodorovna, imperatrice ma-
dre, nata principessa Dagmar di Danimarca, n. 14 novembre 1847.
Ministero : De Sturmer, presidenza e affari esteri ; conte Frédériksz, mini-
stro della Corte ; generale Chouvaiew, guerra ; amm. Grigorovitch, marina ;
Protopopoflt", interno ; Makaroff, giustizia p de Bark, finanze ; conte Ignatieft',
istruzione ptibblica ; Trcpoff, strade e coìnunic azioni ; princ. Clinkliovskoy, com-
mercio e industria ; conte Bobrinsky, agricoltura ; Ilaìeff, procuratore generale
del S. Sinodo ; Pokrovsky, controllore generale ; Koulomzine, presidente del Con-
siglio deir Impero; Rodzionko, presidente della Duma dell' Impero.
Popolazione: 174,099,600 (al 1° gennaio 1913, comprese la Polonia e la Fin-
— 22i» —
liiutlia. i noverai del Caucaso, della Siberia, doUW v , ri:vnscnRpi;mi ;
176,39!>,000. t'ompi-esi anche i Caiiiiti «lì llucara e ( iu\;ii — li ronsim. del 1915,
seeoudo notizie dei <jioruiiH jyolitici, li;i dato uu;i {topolazioue di 182,101,088 per
tutto r Impero, eselusii i Cauati di Bueara e Cliiva.
Superficie: kui.q. 22,285,660 (compresi i paesi suddetti e le acquo intcrDe :
22,556,520 con Bueara e Chiva).
Bandiera nazionale, di commercio : tre striscio orizzontali, nera, gialla e
bianca ; bandiera di guerra, bianca alla croce di S. Andrea turchina.
IO. — SERBIA
Monarchia costihizionale.
Faìniylia regnante: Kara-Georgevic (ortodossa).
Pietro I, re di Serbia ecc., n. a Belgrado 29 giugno 1841, figlio del prin-
cine Alessandro I, proci, re di Serbia il 2 giugno 1903, amm. il 30 luglio 1883
Re Pietro I.
Princ. Alessandro di Serbia.
con — Zorka Lioiibitza Petrovic Niegosc prineipossa del Montenegro, ved. il
4 marzo 1890. — Figli : Elena; Giorgio (ha rinunziato ai diritti di principe ere-
ditario) ; Alessandro, n. Cettigne 4 dicembre 1888, principe ereditario.
Presidente del Consiglio: Pasic. (La sede del governo è provvisoriamente a
Corfìi).
Popolazione: 4,000,000,
Sìiperficie: km. q. 86,664.
Bandiera nazionale: tre strisele, rossa, turchina e bianccì.
TALMANE
Ak bATTE
A) — Principali disposizioni, su argomenti vari, emanate con
l'aggi, Decreti, Regolamenti, Circolari, ecc., dal i" luglio 1915
al 30 giugno 1916.
Agricoltura: 28 giugno 1016, D. L. n.° 795. —
Provvedimenti per la lotta contro le ar-
vicole.
Amnistia: '27 aprile 1916, L. n.» ó2f;. — Pro-
roga ed estensione del D. E. 15 ottobre
1914, 11.0 1127, concernente amnistia e con-
dono sopratasse e pene pecuniarie.
Arvicole (ved. Agrioliiira).
Assicurazioni: \d lu<riio 1915, D. L. n.» 11G7.
— Imprese di assicurazioni estere.
Avvocati (ved. Professioni legali).
Avvocatura erariale: 1" luglio 1915, D. L. n.»
1044. — l'uolo organico del personale su-
balterno della R. Avvocatura erariale.
13 febbraio 191C., D. L. n.» 223. — Approva-
zione del Regolamento per il personale
subalterno deila R. Avvocatura f rariale.
Biglietti di Stato: 17 ottobre 1915, D. L. n.»
1524. — Il limite massimo dell'ammo;:-
tare dei biglietti di Stato viene aumen-
tato di somma non eccedente cento mi-
lioni di lire.
30 gennaio 1916. I). L. n.» 232. — Approva-
zione dei segni distintivi e cavai teristici
del nuovo biglietto di Stato da L. 10.
Buoni del Tesoro: 19 settembre 1915, d. L.
n.o 1394. — Buoni speciali del Tesoro e
buoni ordinali.
19 settembre 1915, D. L. n.o 143Ò. — Emis-
sione di buoni del Tesoro quinquennali
per provvedere a spese relative alle Fer-
rovie dello Stato.
7 novembre 1915, D. L. n.o 1598. — Emis-
sione di cento milioni di lire in Buoni
del Tesoro quinquennali, consentiti col
D. L, 19 settembre 1915, n.» 1436.
30 giugno 1916, D. L. n.» 786. - Limite mas-
simo del valore totale dei Buoni del Te-
soro.
Capitoiazionì: 10 marzo 1916, D. L. n.» 480.
— Abo'izione del regime capitolai-e nella
zona di protettorato francese al Marocco.
Cirenaica (ved. Libia).
Condono (ved. Amnistia).
Dazii: 23 dicembre J915, Legge n.^ 1795. —
Modilìcazioici ed aggiunte al repertorio
per l'applicazione della tariffa generale
dei dazi doganali, (D. R. 8 magg'o 1913,
n.o 421;.
Dogane (ved. Dazii).
Eritrea: 22 giugno 1916, D.L. n.o 759. -- Prov-
vedimenti per la sistemazione economico-
finanziaria dell'Eritrea.
Fattorini (ved. Foste, Telegrafi, Telefoni).
Ferrovie dello Stato (ved. Impiegati governa-
tivi).
Fornai: 14 ottobre 1915, D. L. n.o 1586. — Ap-
pi-ovazione dello Statuto orgànico del So-
dalizio dei fornai italiani, in Roma.
Igiene: l» agosto 1915, D. L. n." 1188. — Prov-
vedimenti per sollecitare l'esecuzione
delle opere igieniche.
Impiegati governativi : i» agosto 1915, D. L.
11." 11:96. — Trattamento di pensione agli
impiegati di ruolo dell'Amministrazione
dello Stato che passano al servizio dello
Ferrovie delio Stato.
Impiegati locali : il giugno 1916, Legge n.o 720,
— Provvedimenti per il trattamento di
pensiot^e a favore dei salariati dipendenti
dai Comuni, dalle Provincie, dalle istitu-
zioni pubbliche di beneficenza e dalle .
aziende speciali di servizi municipaliz-
zati. ,
.imposta fondiaria: 31 dicembre 1915, D. L.
n.o 1991. — Modificazione del Regola-
mento i)cr la esecuzione delle leggi sul
riordinamento dell'imposta fondiaria, ap-
provato con D. R. 26 gennaio 1905.
Ispettori scolastici: 3 febbraio 1916, D. L.
n.o 330. — Modificazioni al Regolamento
approvato con D. R. 1° febbraio 1912,
riguardanti le attribuzioiii, la nomina e
la carriera degli ispettori scoJastici.
Istruzione elementare: 13 febbraio I9i6, D.L.
n.o 200. — Norme per la scelta dei libri
di testo nelle scuole elementari per l'anno
scolastico 1916-1917.
Istruzione media: 15 luglio 1915, D. L. n.o 1230
— Norme di Regolamento per la Giunta
Provinciale per le scuole medie.
15 luglio 1915, D. L. n.o 1725. - Regola-
mento per i macchinisti dei RR. Licei,
per i bidelli e gli aiuti-bidelli delle scuole
medie.
17 luglio 1915, D. L. n.o 1195. — Modifica-
zione all' art. 20 del Regolamento sui
■ provvedimenti per l'istruzione classica,
231 —
tocn'ra, nautica e no: malo (D. U. 3 sct-
tenil.il} l'.Mò, n.o 117«i.
25 luglio 1915. D. L. n." 1327. — Sospen-
sione o proroga dell" applioazione di al-
cune lilsposJzii ni delle legjil sullo stato
giuridico ed ev-ononiico degli inse;,'nanti
medi (L. 8 aprile 19:)fi. n.i 1*1 e 142. -
L. 16 Int-lio 11)1 J, H » (579'.
12 dicmbre iyi:>. D. L. n.» 1985, - Modi-
licazione d 1 D. R. 26 maggio 1901, n." 21fi,
recante norme per il coulVrimento del-
l'abilitazione airinsPtinainento del dise-
gno nelle scuole tecniche e normali.
30 gennaio l'-HH, D. L. n." 7.52. — Rojjola-
mcnto per il personale di segreteria del
licei-ginnasi, delle scuole normali e dogli
istituti di magistero per l'educazione
fisica.
13 febbraio 1916, D. L. n.» 321. — Regola-
mento in esecuzione di alcuni articoli
della Legare concernente piovvedimenti
per l'istru/ione miedia, nauti -a e normale.
(Legge 10 luglio 1914. n.» 679).
Istruzione nautica (ved. I^trmione media).
Istruzione normale (ved. IstntJone mediai
Istruzione pubblica : 22 agosto 1915, D. L.
n." 19'J3. — Approvazor.e del Regola-
mento per le .«-cuole itaiiane all'estex-o.
31 dicembre 1915, D. L n.» 1957. — Modi-
ficazioni al Regolamento del Consiglio
superiore dell'istruzione pubblica (D. K.
4 maggio 1911, n.o 422'.
— — Ved. anche: [spettini srohisticì.
Istruzione superiore: si dicembre 1915, D. L.
n." l'.tóS. — Modificazioni al T. IJ. delle
Legìji sull'istruzione superiore (D. R. 2
agosto 1910, n.o 795).
31 dicembre 1915, D. L. n.o 1959. — Modi-
ficazioni al Regolamento generale uni-
ver.-itario (D. R. 9 agosto 1910, n.» 796).
Libia: 17 ottobre 1915, D. L. n.o 1809. — Ap-
provazione del Regolamento scolastico
per la Tripolitania e Cirenaica.
Libri di testo (ved. iKiruz'one elementare).
Marocco (ved. Capitolazioni).
Ministeri: 22 giugno 1916. D. R. n.» 756. -
Istituzione del Ministero dei trasporti
marittimi e ferroviari.
22 giugno 1916, D. R. n.o 755. — Istituzione
del Ministero dell'industria, del commer-
cio e del lavoro.
26 giugno 1916, D. L. n.» 830. — Riparti-
zione dei servizi tra il Ministero dei tra-
sporti marittimi e ferroviari ed il Miui-
stero della Marina.
Misuratore automatico: 15 luprlio 1915, D. L.
n.o 1147. — Ammissione alla veiificazione
ed alla legalizzazione di un misuratore
automatico di liquidi.
Navigazione: 27 gennaio 191«, D. L. n.o 202. —
Regolamento contenente le norme per la
stazzatura delle navi.
Navigazione aerea : 16 aprile 1910, D. L. n.» 429.
Conversione in legge del D. R. 3 set-
tenilne 1914, n." 100f<, c'.ie vieta la navi-
ga7.io:!e arrca in qualunque punto d»!
territorio dello Stat.», nel!» Colonie e ual
maie territoriab».
Notai (ved. Professioni legi.li).
Pensioni (ved. impiegati goveriinfin\
Periti ragionieri (ved'. Pròfen^ioui legali)
Pos'.e Telegrafi Telefoni: 25 luglio 1915. D, L.
n." 1403. — Regolamento speo'ale deil'Am-
ministrazlone delle po8^e e del teleg art
e quello del persona e ilei telefoni.
18 novembre 1915, D. li. n.o 1653. — Abo-
lizione del Cou-iglio super, dei telefoni.
27 febbr.ilo 1916, D. L. n.o 290. — Vari.i-
zloni nel ruolo organico doli' Ammini-
strazione delle poste e telegrafi.
' 11 maggio 1916. D. L. n.o 610. — Elevazione
dei limiti mas.stiui di età per la nomina
ad allievi fattorini telegrafici ed a fa'to-
rini telefonici.
11 maggio 1916, D. L. n.o 647, — Viene ele-
vato il limite massimo di età per la no-
mina a telefonista avventizia.
Procuratori (ved. Frofessioni legali).
Professioni legali : 9 aprile 1916, D. L. n.o 440.
— Esercizio delle professioni legali degli
italiani non rcg.iicoli.
Ricompense: 8 agosto 1915, D. L. n.» 1339. -
Istituzione di una medaglia per i bene-
meriti per ope.a di soccorso in occasione
del terremoto del 13 gennaio 1915.
■30 ottobre 1915, D. L. n.o 1649. — Modifica-
zione allo noni;e di cui sopra.
25 novembre 1915, D. L. n.» 1711, — Confe-
rimento delle ricompense ai benemeriti
d la salute pubblica.
Sahlte pubblica (ved. Igiene; Ricompense).
Scuole all'estero: (ved. Js'rmione pubblica).
Tasse di bollo : 23 dicembre 1915, D. L. n.o 1883.
— Bollo sulle quietanze di stipendio dc-
gìi Insegnanti elementari e dei direttori
didattici.
Tasse di registro : 21 maggio 1916, D.L. n.o62i.
— Proroga di un anno a termini di pre-
scrizione stabiliti dagli articoli 126 e 127
della, ieg^'e sulle Ta.sse di registro.
Tasse sugti affari : 15 luglio 1915, D. L. n.» i I5:j.
— Dilazioni di pagamento in "materia di
tasse sugli affari.
Telefoniste (ved. Poste, Telegrafi, Telefoni).
Terremoto (ved. Ricompense^.
Trasporti ferroviari: 12 settembre 1915, D. L.
n.o 18S8. — Approvazione delle norme rl-
guardaiili le tarllTe e condizioni di tra-
sporto o dei servizi cumulativi delle Fer-
rovie dello Stato.
20 febbraio 1916. D. L. n.o 222. — Modifica-
zioni e semplificazioni delle tar iVe ferro-
viarie.
18 maggio 1916, D. L. n." 689. - Modifica-
zioni alle tariffo del trasporti ferroviari.
Tripolltan'a (ved. Libia).
Veicoli: 22 agosto 1915, D. L. n.o 1453 - Ap-
provazione delle norme per discipUnara
la larghezza dei cerchioni dei veicoli nelld
Sirade pubbliche.
wsMo il Siero iodato
Qandolfo, marca lodo-
hroin. (4uftriscp artrìti-
smo, rcìimittismo, arteriosclerosi, oc. Gratis opitsrolo. — Ditta G. S£RSALB
— Largo Suu Domouico Maggiore, 17 — NAPOLI (leggi re Vita pratica).
Non più ioduri !
232 —
B) — Principali disposizioni emanate con Leggi, Decreti, Rego-
lamenti, Circolari, ecc., in dipendenza dello stato di guerra,
dal 1° luglio 1915 al 30 giugno 1916.
Adriatico (ved. Navigazione; Pesca).
Agricoltura: 30 maggio 1916, D. L. n.» 645. —
Provvedimenti straordinari per il lavoro
agricolo.
Agrumi: 26 agosto 1915, D. L. n.» 1388. — Di-
sposizioni a favore del commercio degli
agrumi e loro derivati.
Amministrazioni dello Stato: 18 novemb. 1915.
D.-Leg^'e L. n.° 1625. — Economie nelle
spese delle varie amministrazioni dello
Stato.
— — Ved. anche : ^onrorsi.
Assicurazioni (ved. Marina mercantile).
Assistenza civile: 25 luglio 1915, D, L. n.olU2.
— Riconoscimento ai Comitati ed Asso-
ciazioni per l'assistenza civile durante la
guerra della capacità di compiere tutti i
negozi giuridici necessari per il raggiun-
gimento del loro line e stare in giudizio
per le azioni che ne e )nseguono.
Austria (ved. Importazio i e Proprietà inìu-
slriide).
Avventizi: 9 aprile 1916, D. L. n.» 400. — Am-
missione di avventizi in luogo di funzio-
nari ed agenti chiamati alle armi.
Avvisi al pubblico (ved. Tsse di bullo).
Bidalli (ved. Istruzione media).
Buoni del Tesoro: 18 ottobre 1915, D. L. n.»
1498. — Emissione dei Buoni del Tesoro
in pagamento di somme dovute per
acquisti o provviste occo.renti al'e Am-
ministrazioni della Guerra e della Ma-
rina.
5 maggio 1916, D. L. n.» 505. — Emissione
di Buoni del Tesoro triennali e quinquen-
nali.
Calmiere: 27 aprile 1916, D. L. n.o 472. —
Prezzi massimi di vendita al pubblico
per le merci di comune e ^argo con-
sumo.
Cambiali: 12 giugno 1916, D. L, n.o 736 -
^ L' esercizio delle azioni cambiarie contro
i debitori domiciliati nei Comuni sgom-
brati per ordine dell'autorità militare, è
sospeso fino a nuova disposizione.
Casse postali: 21 ottobre 1915, D. L. n.o 1507.
— Provvedimenti a favore delle famiglie
dei correntisti delle Casse di risparmio
postali morti in guerra.
Centesimo dì guerra: 17 febbraio 1916, D. L.
n.o 242. — Applicazione del contributo del
centesimo di guerra di cui al D. R. 21 no-
vembre 1915, n.o 1643.
— — Ved. anche Proviedimenti finanziari.
Cereali (ved. Gra^o, ecc.^.
Cinematografi (ved. Proviedimenti finanziari).
Cittadinanza: 25 luglio 1915, D. L. n.o 1144. —
Ammissione dell'acquisto della cittadi-
nanza italiana durante la guerra.
Cloroformio: 8 a-iosto 1915, D. L. n.o 1269. —
Fino al termine della guerra, all'indu-
stria della fabbricazione del cloroformio
vengono concesse le agevolezze consen-
tite all'alcool adulterato.
Colombi viaggiatori: io luglio 1915, D. L. n.o
1051. — Divieto dei viaggi e sospensioue
degli addestramenti dei colombi di tutte
le colombaie civili del Regno o apparte-
nenti a privati, fino al termine dello
stato di guerra.
Commissione delle prede: lo agosto 1915, D. L.
n.o 1234. — Nuove competenze della Com-
missione delle prede.
Concorsi: 23 febbraio 191,6, D. L. n.o 182. —
Le amministrazioni dello Stato dovrann >,
dopo trascorsi non meno di quattro mesi
dalla cessazione dello'stato di guerra, bau-
dire gli esami di idoneità e gli esami di
concorso per merito distinto per promo-
zioni ai gradi di primo segretario e di
primo ragioniere e ai gradi corrispon-
denti.
Contrabbando: 15 luglio 1915, D. L. n.o usi.
— MoJiflca/.ione del D. L. 3 giugno 1915,
n.o 839, che stabilisce gli oggetti che ven-
gono considerati contrabbando di guerra.
2 settembre 1915, D. L. n.o 1334. — Sono
considerati contrabbando assoluto il co-
tone greggio, le filacele, i cascami di co-
tone ed i filati di cotone.
27 febbraio 1916, D. L. n.» 266. — Stabilisce
gli elenchi degli oggetti e dei materiali
che sono considerati contrabbando asso-
luto e condizionale.
Contratti: 8 agosto 1915, D. L. n.o 1280. —
Proroga di un anno dei contratti agrari
con scadenza dal 1» agosto al 31 dicem-
bre 1915.
2 settembre 1915, Comando Supremo del
R. Esercito. — Viene dichiarato privo di
qualsiasi efficacia giuridica oj;ni genere
di contratti esistenti nei territori occu-
pati dal R. E.sercito.
30 settembre 1915, D. L. n.» 1444. — Prov-
vedimenti per la proroga dei contratti
agrari.
11 novembre 1915, D. L. n.» 1593. — Ter-
mini per la proroga e rescissione dei con-
tratti agrari.
23 marzo 1916, D. L. n.o 354 — Per la du-
rata della guerra sono proibite le con-
trattazioni concernenti rottami o torni-
ture di ferro, acciaio, ghisa, piombo, ec.
24 febbraio 1916, D. L. n.» 270. — Proroga
dei contratti agrari.
— — Ved. anche: Operazioni a termine.
— — Vedi anche: Turchia.
Correntisti (ved. Cas-se postali).
Cotone greggio (ved Contrabbando).
Credito agrario: 26 settembre 1915, D. L.
n.o 1433. — Provvedimenti per il cred to
agrario.
Danni di guerra: 14 novembre 1915, D. L.
n.o 1642. — Indennizzo ed accertamento
dei danni sofferti da cittadini italiani in
seguito a bombardamenti del nemico.
10 febbraio 1916, D. L. n.» 163. - Modifi-
cazioni .Tlle disposizioni per l'accerta-
mento dei danni soflferti da italiani in
conseguenza di bombardamenti del ne-
mico.
— — {Procedura sulle domande di risarei'
— 233
rtìrn'o. Ypier-" 11 Jf"/) Imnento i»t^rnn 'ìeìf<$
VoniìnUsio-e dtlie pi'td'i in data 1" tipi ile
1916).
28 gennaio 1910. D. M. — Risaicimflnto del
danni prodotti dai sinistri su cose inte-
rissanti la difesa dello Stato. (D. \,. 28
novembre l'Jló, n.» 1720).
10 febbraio 1916, D. L. n o 163. — Modifi-
cazione del D. L. 14 nov. 1016, n.» 1(542,
relativo all' accertamento dei danni sof-
ferti da italiani in conseguenza dei bom-
bardamenti del nemico.
Oazii : 31 ottobre lyió, D. L. n.» 1549. — Prov-
Évedimenti in materia di dazi interni di
consumo e delle tasse locali di esercizio
e rivendita e sui domestici.
— Vedi anche: Grano.
fesa nazionale: i» maggio 1916, D.L. n.o498.
— Divieto d'affissione e distribuzione, di
fotografie, schizzi, disegni e modelli di
anni, munizioni e posizioni Inilitari.
ritti catastali (ve>l. rrovrecììinenti finanziari).
ettrlcità: 21 maggio 1916, B. L, n.» 670. -
Proroga fino al 31 dicembre 1916 dello
agevolezze tributarie per dllTondere l'im-
piego della energia elettrica a scopo di
riscaldamento (D. L. 14 novembre 1915,
n.o 1626).
Emigrazione: 23 di. emlire 1911, D.-Leggo L.
— l'roroga sino alla fine della guerra, del
termine di validità circa l'espatrio per
ragioni di lavoro (D. R. 2 maggio 1915,
n.o 635).
Esenzioni: 23 dicembre 1915, D. L. n.» 1894.
— Approvazione del Regolamento per
l'applicazione della imposta sulla esen-
zione del serzizlo militare.
— — Vedi anche: l'rootedi menti finanziari.
Esercito (Allan'a): 2« febbraio 1916. D. R.
n o 189. — Attribuzioni del Comandante
del Corpo speciale italiano in .Mbania.
— — (Amnistia): 15 agosto 1915, D. R. n.»
1259. — Amnistia a militari disertori an-
teriormente al 24 maggio 1915.
— — (Armi), (ved. Eserc, Munizionamento).
— — {Aspiranti): 11 luglio 1915, D. L. n.»
1084. — Riduzione della permanenza nel
grado di sottotenente ed istituzione di
una categoria speciale di Aspiranti uflfi-
ciali di complemento per la durata della
guerra.
— - 25 luglio 1915, D. L. n.<> 1183. - Ele-
vazione dei limiti d'età per gli aspiranti
sotto tenenti commissari di complemento
della R. Marina.
— — (At'i dello Stalo Civile): Z0%Q\\n&\o\9\6.
D. L. n.o 109. — Istruzione intorno agli
atti di morte, di nascita ed ai testamenti
in gueria.
— — (Avamamenii): 11 luglio 1915, D. L.
n.o 1062. — Disposizioni per l'avanza-
mento degli ufficiali in congedo richia-
mati in servizio per ragioni di guerra.
8 ago to 191.-., P. L. n.o 1104. - Modiflc.v
zioni suir avanzamento del R. esercito
durante il tempo di guernu
12 settembre 1915, D. L. n.o 1382. - Avan-
zamento dei m litari delle Comp.-ign e di
Sanità provenienti dayli studenti di me-
dicina.
12 settembre 1915, D. L. n.o 1396. - Avan-
zamento degli ufficiali in servizio attivo
permanente o di complemento.
14 novembre 1915, D. L. n.» 1C46. — Prov-
vedimenti concernenti l'avanzament» de-
gli ufficiali del R. Esercito.
18 novembre 1916, D. L. n.o 1762. — Avan-
zamento nel corpo della R. Guardia di
Finanza.
27 aprile 191«, D. L. n.o 499. — Avanza-
mento di soti ufficiali appartenenti al-
l'esercito operante.
18 maggio 1916, D, L. n.o 666. - Avanza-
mento degli ufficiali in servizio attivo
permanente ed in congedo.
- — Mr»a/or/j: 11 giugno 1916, D.L. n.o 777.
— Trattamento economico dei volontari
aviatori e motoristi.
- — (Bombai di eri) (ved. Esen-ilo, Ufficiali).
- — (Cirenaica) (ved. Esercito, Libia).
- — (Croce Azzurra): Il luglio 1915, D. L.
n.o 1092. — Esenzione dalle tasse postali
al car;egglo dell'Associazione nazionale
della Croce Azzurra.
- - (Croce Rossa): 25 luglio 1915, D. L.
n.o 1162. — Gli iscritti al personale del-
l'Associazione italiana della Croce Rossa
vengono provvisoriamente assimilati ai
gradi del R. Esercito.
31 ottobre 1915, D. L. n.» 1659. — Autoriz-
zazione dell'emissione di francobolli spe-
ciali con sopraprezzo a beneficio della
Croce Rossa.
- — (Disertori), (ved. Esercito, Amnistia).
- — (Dispersi), (ved. Esercito, Militari).
- (Esonerazioni), (ved. Esercito, Frodi;
GiusUzià militare).
- — (Ipriti), (ved. Esercito, Pensioni; Uffi-
ciali).
- — (Fi ancobolli), (ved. E errilo. Croce
Rossa).
- — (Frodi): 12 marzo 1916, D.L. n.o 307.
— Provvedimenti per evitare frodi nella
prestazione del servizio efl'ettivo sotto le
armi.
- — {Giustizia militare): 2 luglio 1915, Or-
dinanza del Comando Supremo. — Dispo-
sizioni per l'amministrazione della giu-
stizia nei territori austriaci occupati.
21 ottobre 1915, D. L. n.o 1513. — Norme
di procedura per 1 giudizi dinanzi ai Tri-
bunali Militari.
14 novembre 1915, D. L. n.« 1622 — Pro-
cedimento per citazione diretta nei Tri-
bunali miliari.
14 novembre 1915, D. L. n.».1683. - Viene
NEVRAL * CachetS e compresse a base di Nevralteina.
Rimedio di elezione nelle Emicranie • Nevralgie • Coliche periodiche
Reumatismi - Influenza.
LEPETIT FARMACEUTICI - MUDANO
^^0>0*^^mft
234 —
deferila ai Tiibunali Tuilitari Iv cogni-
zione dei reati rigu.iv tanti esontriiz oni
teuiporanee dal servizio dei militari ri-
ch amati sotto le armi.
'J dicembre l'J15, D. L. n <> 1729. — Ricorsi
per nullità contro le sentenze pronun-
ziiite dai Tribunali militari del R. Eser-
cito e della R. Marina.
2/ aprile l'Jie, D. L. n.o idi. — Militariz-
zazione del pessonale della giustizia mi-
litare per la durata della guerra.
- — {Giuifdie di Fina za,: H luglio 1915,
D. L. 11.0 10(51. _ Provvedimenti per la
R. Guardia di Finanza riflettenti il ri-
chiamo di ufficiali; riammissione di sot-
tuflBciali, appuntati e guardie : dui-ata dei
corsi d'istruzione; aumenti nel ruolo or-
ganico di ufficiali.
19 mai/O 19U), D. L. n.o 419. — Provvedi-
menti per la R. Guardia di Finanza.
- — Vedi anche: E-^erdto, Avanzamejiti.
— (IiiceUa), (ved. Esordio, Requisizioni).
- — (Info tutu ntd lavoro;: 9 .--ettemb. 191ó,
D. L. n.o 139(5. — Indennità in caso d'in-
fortunio sul lavoro agli ope ai in servi-
zio \^ev conto dell' Araministrazione mi-
litare nel'a zona di gu ira.
27 ap i e 1916, D. L. n.^ 594. — Assicura-
zione dei militari addetti come operai
negli stabilimenti privati contro gl'infor-
tuni sul lavoro.
- — {Indennità): 11 luglio 1915, D. L. n.»
1091. — Indenutà per servizio speciale
e di cai-ic.i degli ufficiali r'chiamati in
congedo
22 agosto 1915, D. L. n.o 1274. — Indennità
di guerra ed altri provvedimenti a favore
dei militari in campagna.
22 agosto 1915, D. L. n." 1316. — Modifica-
zioni al D. R. 19 aprile 1907, n.o 201, che
stabilisce le indennità eventuali per il
R. Esercito.
2 settembre 1915, D. L. n.o 1399. — Inden-
nità d'alloggio e spese d'uffioLo agli uf-
liciali dei Rl{. Carabinieri.
12 settembre 1915, D. L. n.» 1393, - Inden-
nità giornaliere da assegnarsi agli uffi-
ciali richiamati dal congedo il lo agogto
1914.
12 settembre 1915, D. L. n.o 1429. - Inden-
nità di missione all'estero agli ufficiali
del R. Esercito.
26 settembre 1915, D. L. n.o 1438. — Inlen-
nità spettanti al personale civile asse-
gnato a servizi presso le forze operanti
del R. Esercito e della R. Marina
30 settembre 1915, D« L. n.o 1458. — Inden-
nità di guerra ai personali del R. Eser-
cito e della R. Marna.
14 novembre 1915, D. L. n.o 1613. — Inden-
nità ad uffici di di complemento, di mi-
lizia territoriale e della riserva richia-
mati in servizio all'atto del loro rinvio
in congedo.
27 gennaio 1916, D. L. n.o 80. — Indennità
giornaliera spettante ai sottufficiali ri-
chiamati dal congedo.
— Ved. anche: Esercito, Infortuni sul la-
voro.,
- — (Istituti militari), {yed. Esercito, Oi {ani
militari).
- - (Libia): 30 gennaio 1916, D. L. n.o 17S.
— Indennità spe ia'i por le truppe me-
tropolitane in Libia.
— — (Miilr.'moni di i niilitari), (ved. Esercito,
Militari.)
^ — (Me Lei): 21 aprile 1916, D. L. n.o 4(Ì9.
— Estensione, durante la guerra, ai cit-
tadini nati negli anni dal 1875 al l,s7i)
inclusivi, laureati in medicina e cliiiur-
g a, dell'obbligo del servizio militare.
— — [M-rUo di ffuerra); 17 febbraio 19T(),
D. L. n.o 172. — Proposte di promozione
per merito eccezion ile durante la guerra.
— — (Mlit'iri): 22 ag.)sto 1915, D. L. n.»
1273. — Provvedimenti a favore delle fa-
miglie dei militari prigioni ri o dispersi.
Il ottobre 1915, D. L. n.o 1496. — Nuove
disposizioni relative ai matrimoni dei mi-
litari sotto le armi.
29 dicembre 1915, D. L. n.ol866. — Resti-
tuzione mediante la Croce Ro.ssa delle
reliquie dei militari morti sul e mipo o
piigionieri e legalizzazione delle firme
negli atti dei militari prigionieri.
2 gennaio 1916, D. L. n.o 2. — Tes amento
dei militai i in licenza di e )nva!escjiiza.
_ _ Ved. anche: E^ei e io, Indennità; Ob-
bligazioni; Successoni.
— — (Milizie roìonti.ie): 1° l'iglio 1915, D.
L. n.o 1036. — Riconoscime. to ufficiale
dei rep:irti di milizie volontarie costi-
tuitici con le denominazioni di volontari
alpini, volontari guide a cavallo e volon-
tari costieri.
lo luglio 1915, D. L. n.o 1038. — Trattamento
da farsi in guerra e liquidazione delle
pensioni privile:jiate al personale appar-
tenente alle milizie volon arie.
23 dicembre 1915, U. L. n.o lfc87. — Asse-
gni agli arruolati nelle milizie volon-
tarie.
7 maggio 1916, D. L. no 571. — Assimila-
zione a grado militare del personale del
Corpo nazionale volontari mutonaatici.
18 maggio 1916, D. L. n.o 630. — Il limite
massimo di età per l' arruolamento vo-
lontario nel R. Esercito, per la durata
dela guerra, è lidotto da 18 a 17 aimi.
— — Ved. anche: E-ercilo, Aviatori.
— — (Munizionamenti): 9 luglio 1915, D. R.
n o 1065. — Provvedimenti per i riforni-
menti di armi e munizioni.
31 ottobre 1915, D. L. n." 1677. - Provve-
dimenti atti ad assicurare la produzione
degli esplosivi.
— — (Obbligazioni): 25 noyerahveVMò.D.Ij.
11.0 1908. — Kseroizo di diritti e adem-
pimen'o di obbligazioni da parte dei ri-
ch amati alle armi.
— — (Onorificenze): 21 maggio 1916. n.o 640.
— Istituzione di uno speciale distintivo
d'onore per i militari nell'attuale guerra.
21 maggio 1916, D. R. n.o 641. — Istituzione
di un distinti\o .speciale per i militari ed
assimilati che sonporlano le fatiche del-
l'attuale guerra.
— — (Oidine di Malia): 23 dicembre 1915,
D. L. n.o 1950 — Il persona e dell'" Asso-
ciazione dei cavalieri italiani del sovrano
militare Ordine di Malta pel servizio sa-
nitario in guerra „ chiamato in servizio,
viene considerato militare.
— — (0 fani mdiiarij : 29 ottobre 1915. D.L.
n.o lóùó. — rrocidonza n su'.iitn ai Agli
dei iiiiliiuri tuo ti in ^lU'rni, iii'Ilc am-
iiiis.-ioni alle scuole ed ai collotji n iiitari.
. _ (/« rf,i mUiKiri): lo luglio 1915. D.L.
n.o Uó». — Istituzione di un tipo spoi ialo
di paci'o postale diretto ai militari di
terra e di mare cMmibattentl.
9 dicembre l'JlS, D. L n." 17at>. — Spedi-
zione dei pacchi po.^itiili contenenti ge-
neri alimentari diretti a militari.
- — {rens'oni): 22 ago to 1915, D. L. n.»
1324. — ModiQcazioni al D. L. 27 giugno
1915, n.o 1103 per la coiicessiono dogli ac-
conti sulle pensioni privilegiato di guerra.
10 febbraio lOlfi, D. L. n.o 161. — Conces-
sione di a'«coiiti sulle pensioni privile-
giate di guerra spettanti ai militari fe-
riti od inabilitati a causa di servizio.
lo maj:gio 1910, D. L. n.o 497. — Semplifi-
cazione alla procedura per la liquida-
zione delle pensioni privilegiate di guerra.
- — (l'ersunaìe cirile): 26 S;.tteinbre 1915,
n.o I4r>ò. — Militarizzazione del perso-
nale operaio degli stabilimenti militari.
- — (ved. F.^erciio, Inlortuni sul lavoro;
Indennità!.
- — [Pi-evidemu): 28 febbraio 1916, D. L.
n.o 261. — Iscrizione alia Cassa nazio-
nale di previdenza degli operai chiamati
alle armi.
- — (l'romo:ioni), (ved. Esercito, Uificiali).
- — (l'riff'onieri), (ved. Ksei\it<>, Militari).
- — {Requisizioni): Il lu-clio 1915, D. L.
n" 1053. — Organiz/azione per l'incetta
metodica di animali bovini nel territo-
rio nazionale durante la guoira.
8 ago.sto 1915. D. L. n.o 1228. — Prezzi d'ob-
bligo dei bovini por i rifornimenti delie
Amministi-az. militari durante la guerr.i.-
29 agosto 1915, D. L. n.o 1352. - Obbliga-
torietà del prezzo dogli acquisti del fieno,
dell'avena e della legna da ardere per
le Amministrazioni militari dur.inte la
guerra.
30 ottobre 1915, D. L. n.o 1570. — Norme
per le requisizioni ordinate dalle Auto-
rità militari e civili.
21 novembre 1915, D. L. n,o 1662. — Pro-
cedura per 1 ricorsi od azioni in mate-
ria di re luisizioni di quadrupedi e di
veicoli per il R. Esercito.
23 giugno 1916, 1). M. — Prezzo massimo
del grano di produzione nazionale nelle
requisizioni disposte dall'Autorità mili-
tare.
- - iRinhilitazione): 11 luglio 1915. D. L.
n.o 1074. — Norme relative alla riabili-
tazione per merito di guerra.
23 diCL'inbre 1915, D. L. n.o 1853. - Ria-
bilitazioue per merito di guerra anche
fuori dei casi o <lei termini preveduti dal
Codice pejialo e di procedura panale.
ARTRITE
F/^NOHI DI
■ - (i:i.oiup''iia'): lo luglio 191.V D. L.
n.o 107J. — Concessioni di ricompenso
al valore milit.ire.
12 seitt-mbre 1915, D. L. n." 1374. - Co-
stituzione di una Commissione incaricata
di esprimere il proprio parere sulle pro-
poste di r:coini»ense a militari dellE-sor-
uito e della Marina.
— {SoUu,'firi(iii,, Ved. anche : t^ercito,
Avanzamenti; Indennità.
■ — (Studenti in melicina), (ved. Esercito,
Avanzamenti).
- — {Siucetiaii ni): 17 febbraio 1916, D. L.
n.o IHO. — Successione dei militati morti
o dispersi in guerra.
- — (Tfipolitania), (ved. Esercito, Libia).
- — ( Ufficiali): 11 luglio 1915, D. L. n.o 1083.
— Riassunzione in servizio degli ufficiali
dimissionari, degli eliminati dai ruoli e
dei revo<'ati.
11 luglio 1915, D. L. n.o 1085. - Termino
per le promozioni degli ulUciali in tempo
di guerra.
8 agosto 1915, D. L. n.o 1217. — Facoltà al
Comando supremo dell'esercito di fare
promozioni provvisorie in tut^i i gradi
di ufficialo.
22 agosto 1915, D. L. n.o 1293. — Aumenti
alla tabella XV del T. U. delle Leggi sul-
l'ordinamento dell' esercito o disposizioni
per le promozioni degli uaicialt di com-
l)leraento.
19 seltembro 1915, D. L. n.» 1156. — Ti-
tolo di studio per la nomina a sottote-
nente della milizia territoriale nelle armi
di artiglieria e genio.
3 febbraio 1916, D. L. n.« 216. - Equipa-
razione a grado militare, limitatamente
al periodo della guerra, dei farmacisti
militari.
17 febbraio 1916, D. L. n.o 218. — Conferi-
mento del grado di ufficiale a rimossi o
dimessi che se ne rendono meritevoli in
guerra.
2 aprile 1916, D. L. n o 486. — So^ttuzione
della dichiarazione di congodo assoluto
al Decreto di collocamento a riposo per
gli ufficiali di complemento e di milizia
territoriale, per i militari di truppa di
terra e di mare e del'a R. Guardia di
Finanza, resi permanentemente inabili al
servizio.
18 maggio 1916, D. L. n.» 649. — Media nu-
merica per l'anno 1916 delle promozioni
in ciascun grado e ruolo degli ufficiali
del R. Esercito.
25 maggio 1916, D. L. n." 690. — Norme
per la piomozione dogli ufficiali fcr.ti in
guerra, limitatamente al giado immedia-
tamente superiore.
1" giugno 1916, D. L. n o 719. — Autoriz-
zazione a dosti.iare, per la durata del!»
GUARITA RADICALMENTE
CON I CEUEB R I
VEDI ANNUNCIO DI F R O ^4 T E
-:::- -Hr ALL INDICE GENERALE
— 23G
gueir.'i, capitani di cavalleria allo batle-
lie bombai-dieri ed a trasferire nel ruolo
dell'amia d'artiglieria tenenti efl'ettivi e
di complemento di cavaileiia.
— — Vedi anche: Esercì o, Avanzamenti;
Indennità.
— — (Università co sti-ense): 9 gennaio 1916,
D. L. n.o 38. — Istituzione in S. Giorgio
di Nogaro di corsi di medicina e chirur-
gia per gli studenti di 5» e 6» anno i
quali si trovino sotto le armi.
— — (Voìontari), (ved. Esercito, Milizie vo-
lontarie).
Esoneraz'oni (ved. Marina mercanti'e).
Esportazioni: 2 gennaio 1916, D. L. u.» 15. —
Elenco delle merci di vietata esporta-
zione.
Ferrovie dello Stato (ved. Buoni del Tesoro).
Fiammiferi (ved. Frovveìimenii finunziari).
Filati (ved. Conlrabbando).
Fitti: 22 agosto 1915, D. L. n.o 1254. - Ag-
giunte alle norme stabilite dal D. L. 3
giugno 1915, n.o 788, per agevolare il pa-
gamento dei fitti.
29 dicembre 1915, D. L. n.o 1852. — Pro-
roga sino a tutto il 31 dicembre 1916 delle
norme di cui sopra.
Fotografìe (ved. Difesa frazionale).
Germania (ved. Importazioni e Pro^Ji ielà indu-
striale).
Giustizia militare (ved. Esercito, Giustizia mi-
litare).
Giustizia penale: il luglio 1915, D. L. n> 1117.
— Estensione alle colonie del D. L. 10
giugno 1915, n.o 814, per l'esercizio della
giustizia penale durante la guerra.
31 ottobre 1915, D. L. n.o 1599. — Sospen-
sione durante lo stato di guerra di pro-
cedimenti penali e di esecuzioni di con-
danne per alcuni reati commessi da mi-
litari del E. Esercito e della E. Guardia
di Finanza.
Grano e altri cereali: 21 novembre 1915, D. L.
n.'^ 1664. — Proroga dell'abolizione tem-
poranea del dazio sul grano, sugli altri
cereali e sul semolino (D. It. 31 genna-
io 1915, n.o 50).
eo febbraio 1916, D. L. n.» 145. - Obbligo
di denunzia da parte dei detentori di
avena ed orzo.
11 marzo 1916, D. L. n.o 247. — Provvedi-
menti per i prezzi del grano e granturco.
30 maggio 1916, D. L. n.o 654. - Censi-
mento del grano.
lo giugno 1916. D. L. n.o 684. — Proroga
della sospensione del dazio sul grano,
altri cereali e loro farine a tutto il 31 di-
cembre 1916.
— — Ved. anche: Es'i-cito, Requisizioni.
— — Ved. anche: 2'r i sporti ferrouuiri.
Idraulica: 25 gennaio 1916, D. L. n.o 57. —
Provvedimenti eccezionali per agevolare
la produzione e la distribuzione delle
forze idrauliche.
impiegati governativi: 11 luglio 1915. D. L.
n.o 1064. — Provvedimenti per i funzio-
nari o impiegati dello Stato richiamati
alle armi.
Impiegati locali: 31 agosto 1915, D. L. n.o 1420.
— Provvedimenti per il personale delle
Amministrazioni degli Enti locali iu caso
di richiamo alle armi.
28 l'.ovcmbre 1915, D. L. ii.» 17 ìq. - So-
snensiune, per la durata dello stato di
guerr.i, degli esami per il conscgìiinieiito
della patente di Se^'retario comunale e
delle rinnovazioni dei Consigli di disci-
plina.
21 maggio 1916, D. L. n.» 682. — Norme
per la concessione di patenti provviso-
rie par l'abilitazione alle funzioni di Se-
gretario comunale finche duri lo stato
di guerra.
Imp'egati privati: lo maggio 1916, D. L. n.o
490. — Provvedimenti a favore degli im-
piegati delle aziende private richiamati
in .servizio.
Importazioni: 4 febbraio 1916, D. L. n.o 93. —
Divieto d'importazione dall'Austria e
dalla Germania.
30 aprile 1916, D. L. n.» 477. — Proibizione
dell'importazione nel Regno e nelle Co-
lonie dei titoli commei-ciali e di ogni atto
o lettera attinenti ai trattici vietati ia
forza dei D. L. 24 maggio 1915, n.o 697
e 4 febbraio 1916, n.» 93.
21 maggio 1916, D. L. n.o 655. — Divieto
d'introduzione nel Regno di merci in-
gombranti o destinate ad usi di lusso o
voluttuari.
Imposte (ved. Esenzion').
— — (ved. Profi ti di guerra).
Indennità (ved. Danni di guerra).
Industria: 17 febbraio 1916, D. L. n.o 197. —
Provvedimenti a favore dell'industria na-
ziona e.
30 marzo 1916, D. L. n.o 396. — Norme per
r applicazione dei provvedimenti a favoi e
dell'industria nazionale.
Insegnanti: 2 marzo 1916, D. L. n.o 313. --
Esenzione dalle tasse postilli, per la du-
rata della guerra, al carteggio dell'Unione
generale degli insegnanti italiani.
Ipoteche: 9 aprile 1916, D. L. n.o 441. — Au-
torizzazione della proroga dei mutui ipo-
tecari durante la gu a-ra a favore di al-
cune categoi-ie di creditori.
Istruzione elementare: io giugno 1916, D, L.
n.o 731. — Modificazioni ed aggiunte al
D. L. 20 giugno 1915, n." 1006 concer-
nente la sospensione dei concorsi ai po-
sti di magistero nelle scuole elementari
maschili.
Istruzione media: 14 ottobre 1915, D.-Legge L.
n.o 1655. — Provvedimenti per il prose-
guimento negli studi delle scuole secon-
darie del Regno dei giovani italiani pio-
venienti dalle .scuole dell'Austria-Unghe-
ria o immigrati dai paesi stranieri, a causa
della guerra,
lo giugno 1916, D. L. n.o 750. — Rinvio fino
a nuova disposizione delle elezioni per
la nomina dei rappiesentauti dei capi
di istituto e degli insegnanti delle scuole
pareggiate nella sezione per l'istruzione
media della Giunta del Consiglio supe-
riore della Istru/.ione pubblica,
lo giugno 1916. D. L. n.o 828. — Modifica-
zione durante lo stato di guerra del-
l'ar. 7 del Regolamento approva 0 con
D. R. 16 febbraio 1913, n.o 202, riguar-
dante i pareggiamenti di scuole medio
e normali.
237 -
Istruzione superiore: 'jìó settembre 1015, D. L.
n.o 14!>y. — Iscrizioni d'ulicio de^H stu-
denti presentemente sotto le armi per
l'anno aocadein co 1913-16.
SI ottobre 1915, D. L, n.o 1592. — Provve-
dimenti per gli studenti chiamati allo
armi degli Istituti superiori d'insegna-
mento agrario e commerciale.
Macchinisti (ved. Istiuzione media).
Maestri (ved. Impìfifu i lo'-aìi).
Magistero (ved. l^truzion- eìemenlare'^.
Marina da Guerra : 14 ma^'^Mo 191G, D. L.
n.» :">(;i. — Vienu mod'tìcata la costitu-
zione delle forre navali dello Stato.
— — {AMpiraKti): 28 novembre 1915, D. L.
n.o 1709. — Estensione ay;li allievi della
R. Scuola superiore politicnica di Napoli
della facoltà di poter esser nominati
• Aspiranti del genio navale „.
— — (Assegni d' bordo), (ved. Marina da
guerra, Indennità).
— — (Atan:am nti): 23 dicembre 1915, D.L.
n.o 1848. — Proroga per la durata della
guerra, delle disposizioni contenute nel-
Part. 1 del D. R. 26 novembre 1914.
n.o 1309 relative all'avanzamento deg'i
ufficiali subalterni della II. Marina.
23 dicembre 1915, D. L. n.o 1858. - Modi-
ficazione all'art. 134 dal Regolamento di
cui sopra.
8 marzo 1916, D. L. n.» 241. - Modifica-
zioni all'avanzamento degli ufficiali della
R. Marina.
14 marzo 1916, D. L. n.o 284. — Modifica-
zioni al Regolamento di avanzamento per
i corpi militari della R. Marina.
23 marzo 1916, D. L. n.o 379. — Afigiunte
alla Legge 6 marzo 1898, n." 59 sull'avan-
zamento dei corpi militari della R. Ma-
rina.
23 marzo 1916, D. Lj. n.» 380. — Aggiunte
al Regolaraanto di avanzamento dei corpi
militari della K. Marina (D. R. 4 settem-
bio 1898, n.o 4441.
18 maggio 1916, D. L. n.o 617. — Modifica-
zione del Regolamento per l'avanzamento
dei corpi militari della R. Marina.
— — { Far inaciHti militari), (ycA. M ,rina,\5i'
ficìali).
— — (Genio natale), (veri. Marina da guerra,
Aspiranti).
— - (InUnnità): 15 luglio 1915, D. L. n."
1134. — Indennità da corri.spondersi a;:li
ufficiali ed ai militari del Corpo R. Equi-
paggi, l quiili abbiano perduto il coriedo
in tempo di guerra per naufragio o per
altro infortunio.
18 luglio 1915, D. L. n.o 1192. — A-giunte
al Regolamento sugli assegni speciali di
bordo.
18 lutili.)» 191Ó, D. L. n.o 1235. — Aggiunta
al Regol. sugli assegni speciali di bordo.
8 agosto 1915. D.L. n.» 1381. - Estensione
dell'indennità vestiario ed Ind nnltà glor-
n:ili<M-a agli nniciali de'la R. Marina che
non appartengono al ruoli di riserva na-
vale od a quello di complemento.
n ottobre 1915, D. L. n.o 1497. — Soppres-
sione dell'indennità agli ufficiali in con-
gedo della R. Marina richiamati In ser-
vizio d' autori. à.
31 ottobre 1915, D. L. n.o 1582. — Inden-
nità agli ufficiali della R. Marina Imbar-
cati su na\l requisite adibite al trasporto
del carbone.
31 ottobre 1915, D. L. n.» 1583. - Indennità
spettante al militari del Corpo R. Equl-
pag:,'l Imbarcati su navi" requisite adibite
al trasporto del carbone.
2 gennaio 1916, D. L. n.o 23. — Indenflità
da corrispondersi agli ufficiali del Corpo
R. Equipaggi radiotelegrafisti destinati
presso stazioni radiotelegrafiche In qua-
lità di capo-posto.
8 giugno 1916, D. L. n.o 753. — Variante
al Regolamento sugli assegni speciali di
bordo.
— — (Miìitari): 12 settembre 1915, D. L.
n.o 1400. — Disposizioni sul'e. promozioni
straordinarie per merito di guerra del
militari del Corpo R, Equipaggi.
— — (Parsona'e civile): 12 .-ettembre 1915,
D L. n." 1401. — Militarizzazione del per-
sonale civile della R. Marina.
— — {Sdtuffìciali): 15 luglio 1915, D. L. n.o
1132. — Richiamo d'autorità del sottuf-
ficiali del Corpo R. Equipaggi collocati
a riposo.
— — (Stato Maggiore): 8 febbraio 1916, D.R.
n.o 99. — Attribuzioni del Capo di Stato
Majjgiore della R. Marina.
— - (Ufficiali): 15 luglio 1915, D. L no 1133.
— Provvedimenti concernenti la posi-
zione degli ufficiali de'.la R. Marina du-
rante il tempo di guerra.
13 agosto 1915, D. L. n.o 1305. — Regola-
mento per il personale dei farmacisti mi-
litari della R. Marina.
9 dicembre 1916, D. L. n.o 1764. - Noi-roe
per la nomim», durante lo stato di guerra,
al grado di tenente medico nel Corpo sa-
nitario militare marittimo.
23 dicembre 1915, D. L. n.o 1^57. — Il Mi-
nistro della Marina è autorizzato ad eser-
citare fino al termine della guerra, le fa-
coltà concessegli di nominare sottote-
nenti medici di omplemento e sottote-
nenti commissaii di complemento (D. L.
13 giupi o 1915, n.o 900 e 23 luglio 1915,
n.o 1183).
30 aprile 1916, D. L. n." 578. - Provvedi-
menti per gli ufficiali , ammiragli e capi-
tani di vascello.
^ — Ved. anche: Marina, Indennità,
i00m
90^t0m
ALMATEINA • Astringente e disinfettante intestinale.
SPECIFICO IN OGNI FORMA DI DIARREA
LEPETIT FARMACEUTICI - MUDANO
2B8 —
Marina mercantile: 10 'Iil'IIo 101 0. P. T,.ti."114'>.
— Assii'uiMzioiio del pcrsona'e ileVe navi
nierciviit 11 reriuisite dallo Sia o.
n ottobre 191Ó, D. L. n.» 1515. — Assicu-
razione deyll Eiuipat,'LCÌ della Marina
meroatitlle contro yli inlortuni sul la-
vo i-o.
18 novembre 19!5, D. L, n.» 1811. — Ap-
provazione del llogolamento per l'eie-
euzione della Legge sulla Cassa invalidi
della Marina mercantile.
y dicembre 1915, D. L. n." 1756. — Esone-
razioni dal servizio militare dei richia-
mati dal congedo appartenenti alla Ma-
rina raercanHle ed al pilotaggio.
23 gennaio IBlti, D. L. n.^' 70. - Vi^ne vie-
tato Il passaggio a baidiera straniera di
' navi di bandiera italiana.
10 febbraio iyi6, D. L. v.o 165. - E jevcizio
della navigazione delle navi mercantili
nazionali.
17 febbraio 1916, D. L. n.° 204. - Condi-
zione giuridica degli equipapgi delle navi
requisire per servizi di Stato.
2 aprile 1916, D. L. n.» 396. — È vietata la
vendita di navi mercanMli italiane e stra-
nie) e, e disciplinata l'esercizione della
navigazione mercantile nazionale.
Metalli: 30 marzo 1916, D. L. n « 370. - Ven-
gono stabilite, per la durata della guerra,
speciali limitazioni alla produzione e ven-
dita dell'acciaio, del ferro, della ghisa e
di altri metalli.
Mobilitazione industriale: 22 agosto 1915, d.L.
n." 1277. — Regolamento per la mobili-
tazione industria'e.
Navigazione: 4 luglio 1915, D. D. n." 1000. —
Restrizione della navigazione nel ma e
Adri dico per le navi di qualsiasi ban-
diera.
— — Ved. anche: Marina mercantile.
Notai: 2 marzo 1916, D. L. n." 267, — Sospen-
si-^ne del termine in favore dei notai ri-
chiamati in servizio militare per la presa
di possesso della sode di nomina o tras-
ferimento.
Olii minerali: 0 oKo" re 1915, D. L. n.» 1459.
— Tassa di vendita sugli olii minerali.
Operazioni a termine: 28 ottobre 1915, D. ì,.
n.o 1523. — l'roroga delle obbligazioni
derivanti da operazioni a termine. (D. U.
28 marzo 1915, n.» 316; D. L. 26 giugi;o
1915, n.o930).
30 gennaio 1916, D. L, n." 62. — Proroga
delle disposizioni ciria le obbligazioni
derivanti da operazioni a termine su va-
lori mobiliari, da riporti e proroghe gior-
naliere.
Ora legale: 25 mnggio 1916, D. L. n.» 631. —
Adozione per l'Italia dell'ora estiva.
Oro: 28 febbrao 1916, D. L. no 224. - Dis-
posizioni relative ai pagamenti da far i
in oro.
Pacchi postali: 12 settembre 1915, D. L. n."
1439. — "S'evazione del peso dei pacchi
postali.
— - Ved. itnc'ie: rrnvedìme'iti fman^i'ir'i.
Panificazione: 23 agosto 1915, D. M. - Pro-
duzione di un tipo unic > di [)ane.
13 otubre 1915. D. M. — Noruie sulla pa-
niàcazione.
Passaporto: 2 geiinaio 1910, D. L. n.« 40. —
Concessione del pa-s^.p.irto a:?li italiani
non legnicoli.
Pesca: 25 lu-lio 1915, D. L, n» ili.). - Di-
vieto dulia {)esca neirAdriatico.
Poste Telegrafi Telefoni: 23 dicetnbre i.M.,
D. L. n." 1S18. - Fa-oltà al Ministra
delle Poste e Telegrafi p-;r la dm ala
de'la guerra, di limitare e sospendere il
servizio telefonico sia nelle reti e linee
dello Stiito, sa in quelle affiliate all'in-
dustria privata.
~ — Ved. anche: P<tcJii pos'ali.
— \ed. anche: Procedi me idi fìnan^'d 1.
Prestito nazionale: 22 dicembre 1915. d. it.
n." 1800. — Emi slone di un Prestito na-
zionale a novautas-tttì e e n lU.inta al
cinque ",/)•
23 gennaio 1916, D. L. n." 41. - Prorogi
del termine fissato per la sottosci-izione
al Presti :o n izionale nel Keguo.
17 gennaio 1916, D. L. n." 58. — Segni ca-
ratteristici dei ceriitìcati nominativi del
nuo.o Prestito n izionale.
Produzioni alimentari: 22 agosto 1915, D. L.
n.o 1288. — Penali à comminate per i
contravventori alle disposiz.oni che re
golano la produzione el il commercio
dei generi alimentari,
Profiiti di guerra: 23 dicembro 1->15, D. L.
n.o 1893. — Disposizioni r. latice all'ap-
plicazione del D. 11. 21 novembre 1915,
n.o 1643, riguardante l'imposta sui pro-
fitti dipendenti dalla guerra.
15 gennaio 1916, D. M, — Disposizioni per
l'applicazione della imposta sui profitti
dii>endenti daHa guerra.
17 febbraio 1916, D. L, n,» 243, - Impo-
sta sui prolìtli dipendenti dalla guer.a
di cui al D. R, 21 novembre 1915, n," 1643,
— — Ved, anche: Provvedi ni enti finanziari.
Proprietà industriale: 5 febbraio 1916, D, M.
— Reciprocità di trattamento ai cittiidini
austriaci in materia di proprietà indu-
striale. '
19 febbraio 1916, D. M. - Reriproeità di
trattamento ai cittadini germanici in ma-
teria di proprietà industriale.
Provvedimenti finanziar?: 15 settembre 1915,
R. D.-Legge n." 1373. — Provvedimenti
linanziari riguardanti: lo Ja tassa per le
concessioni di esportazione ; 2» g'i au-
menti sulle tarifle di vendita dei tabac-
chi; 30 la tassa di vendita sugi olii mi-
nerali escluso il petrolio; 4" la riforma
alla legislazione sugli spiriti, e speciali
provvedimenti per la Sardegna; 5^ la
modificazione al regime fiscale della bir-
ra; 60 la sopratassa di fabbricazione sugli
zuccheri.
12 ottobre 1915, D. R. n." 1510. — Provve-
dimenti finanziari rifiettenti": 1» l'impo-
sta sulle esenzioni dal servizio militare;
2" imposta sui p'oventi deg'i ammini-
stratori dc>lle Soeietà anonime e di quelle
in accomandita per azioni; 30 modilìca-
zioni alle leggi per le ta>se sugli affari;
. 4" modificazioni alla tariffa dei diritti
catastili; 5» tasse postali, telegrafiche e
telefoniche.
21 novembre 1915, D. R. n.» li-43. — Prov-
vedimeiifi finan/.iari riguardanti : 1" con-
tributo del " centesimo di guerra „ .
2o Imrosfa sni profitti dJponilenll tl.iU.i
guerra: .i" riMflirt.-az'onf alla Leinre sulle
tasse (li o'I > ; !■ mo li.h a' o ti alla l.e^;,'e
per le ta-se sui velocipedi; 5» abn)^i-
zioue di pr vile^i in materia di tassH di
reyistio; D" itioditieas'.iuiii ala Leg^'e sulla
tassa di fa'ibricarioiie dei tìatumiferi ;
7" niodirt a/.i -Ili alla tar ffa del prezzi di
vendita dai sali; S" moflittraz=o;il alla ta-
ritTa postale sulle corrispondenze ordi-
narle.
31 majrg o 1916, D, R. n.» C95. — Provve-
dimenti finanziari riflettenti; 1^ Aumento
del contributo del "centesimo di guerra,;
2» provvi/dimeati in materi;i di tasse su-
gli atTari; U" aumento d Ile* la?so dei pac-
chi postali.
Sali i\ed. rrovveilìmenti fi>iu>izi.n i).
Soar;catari: 2 gennaio 1910, D. L. n.» 8. —
Facoltà al (ìoverno di sottoporre alla
giurisdiz'one militav gii addc:ti ai la-
vori ed aMo imprese di ca.ico o s.arioo
nei porli del llegno.
Schizzi (vod. Difesa umionale).
Segretari comunali (ved.- Impiegati locali).
Società anonime (ved. l'i-ovcedimenti finan-
ziai i\.
Società commerciali: 7 febbraio I9ir,, n.» 123.
— Distribuzione dei dividendi delle So-
cietà commerciali.
Stampa: 23 dicembre 1915. D. L. n.» 1801. -
Proro^'ii per tutt;i la durala della guerr;i
delle disposizioiìi violanti la pubbliea-
ziono di notizie sulla guerra (D. 11. 28
marzo 1915, n," 313).
16 gennaio IHIG, ì). L. n.» 82. — Estensione
della proroga dei divieti di pubblicazione
di noizie militari alle Colonie.
Stranieri: 23 d cembro 1915, D. L. n.» 1824.
— Il termine di validità relativo al sog-
giorno degli stranieri nel Kegno è pro-
rogito tino alla tìne della guerra (D. li.
2 maggio 1915, n." 634l.
Studenti (ved. Istruzione siip^n'or ).
Tariffe postali {woA. l'rovied imnli fniauzav'i).
Tasse (ved. Amnistia).
- — Vedi anclie: Dizii.
Tasse di bollo: 23 dicembre 1915, D. L. n.»
Hr2. — Abbuoni per i manifesti alBssi
al i)nbblico.
— Ved. anc'ie; Provred-nienti fliiaiuiarì).
Tasse di registro (ved. rroivedimenti finan-
TaJS9 postali (ved. Inscgnan'i).
Tasse scolasticiie: 2 marzo 1»1«, D. L. n.^aió.
— F.sonoro dall^ tasse scoVistl.lie af flg'l
di rieli'ani iti o di sul. Imi morii, dispersi,
inabilitati e pr<gì<>n'ori.
11 giugno rJiC. 1>. li. n." 820. — Esono-o
dal pa-amenlo delle tasse scolastiche agii
altimii (le li Istituti di arte e di musica.
Tasse 8.i(ih aXari: 2? aprile i9ir,, i,. n.- 4!s3.
— Dilazioni di iKigtmento in materia di
tasse su,!7li a'fari.
— — Ved. anche: l'rorvediint-nti finnnziarì.
Territori occupati: 25 "ingno 1915. Ordinanza
d.*l Comai'do Supremo. - Norme oryanl-
che sulla gcsiioiie provvisoria dei servizi
civili tei teiritori de la Monarcbiaaustro-
nn^arii a ocelli ati dalle nostre truppe.
31 agosro 1915, Ordinanza del Comando Su-
premo. — Inalienabilità delle cose mobili
. ed immobili nei le reni occupati.
— — Ve.l.iinche: Kg,'i\i.i^ Giustizia mili-
tale.
Trasporti ferroviari: 23 dicembre 1915, D, L.
n." 1885. — Kstensior.e di provvedimenti
di tarila ferroviaria per trasporti di mer-
ci, adottati a favore delliv. regione adriii-
tiea.
29 ^-iugno 191C), D, L. n.» 858. — Proroga
a'ia validiià del provvedimento relativo
ali i riduzione di taiift'e per i trasporti di
frumento, granturco e farina (D. L. 24
giugno 1915).
Trasporti marittimi (ved, Proi redimenti fitan-
ziaiìK
Turchia: 25 novembre 1915, D. L. n.° 1755.
— Estensione nel Regno ai sudditi del-
l' Impero ottomano delle disposizioni de-
gli art. 1 e 2 del D. L. 24 giugno 1915,
n.<'902, col quale vengono dich arate nef-
ticaci le vendite i,umol)iliari, ed è vietato
l'esercizio delle azioni giudiziarie ed al-
tre operazioni ai sudditi dell'Impero ot-
tomano.
30 gennaio 1916. D. L. n.« 103. — Sequestro
di beni mobili contro i sudditi ottomani
dtirante lo stato di guerra.
12 marzo 191<i, D. L. n." 320. — Disposl-
z Olii relativo ai sudditi ed agli enti del-
l'Impero ottomano, di na/.ion:klilù non
turca, durante le guerra.
Velocipedi (ved. Tasse di hol/o).
Zuccheri: lU febbraio 191G, D. L. n.» 121. —
Provvedimenti sugli zuceheri.
12 mnrzo 191G, D. L. n." 272. — Prezzo e"'
vendita per consumo ed estrazioni di
zucchero dalle fabbriche.
AVV. PlKTKO ROUI.KTO MEI.I.IN .
OLIO PER AUTOMOBILI
Soc. An. ERNESTO REINACH • MILANO.
Xv' agricoltura durante e dopo
la guerra.
1
1
H
s
I. - Condizioni generali.
A guerra lia dimostrato
come il produrre in
I)aese quanto occorra
ai bisogni dei consu-
mi costituisca una su-
prema necessità, un
vero munizionamento
d' importanza non in-
feriore a quello dei
mezzi bellici. Vera-
mente non è una di-
mostrazione nuova di trinca : la guerra^
r ha messa nella maggior evidenza. È
per questo clie, prima e durante la guer-
ra, si considerò l' agricoltura nostra po-
ter essere la salvezza della Patria, e le
si cliiese di fare ogni sforzo per assicu-
rare tale salvezza. E, bisogna ricono-
scerlo, la nostra agricoltura fece del suo
meglio per assolvere il compito clie le
veniva chiesto. Ma non si trovò certo
su un letto di rose ! Attraverso a quante
difficoltà ha dovuto procedere ! Di fronte
a quanti problemi nuovi si è trovata di
dover risolvere, e quante difficoltà nuove
ha trovato da dover superare !
I critici faciloni, dagli alti prezzi di
vendita dei prodotti del suolo, credet-
tero poter giudicare della floridezza di
cui r agi'icoltura nostra poteva godere
grazie alla guerra ! Ma non riflettevano
alle condizioni che pure per l' irldustria
agraria si fecero più aspre ed alle dif-
flcoltà che in particolare le furono create
dalla guerra, sia limitando, e perfino
sopprimendo alcuni inezzi della ì>rodu-
zione, sia aumentandone grandemente
i prezzi : lo che, mentre veniva a creare
nuove difficoltà per l' esercizio dell' in-
dustria agraria, rialzava anche sensibil-
mente i prezzi di costo dei prodotti.
In j)rova vediamo qualche cifra : il
perfosfato minerale da 37-38 centesimi
r unità prima della guerra, salì a 70, il
nitrato di soda da L. 28 rialzò a L. 60
il quintale, il solfato di rame da L. 50
a L. 160 ; una falciatrice da L. 350
rialzò a 550 ; una mietitrice da L. 1000
a 1600; un aratro da L. 100 a 200 e
300 ; il carbone da L. 48 la tonnellata
a L. 240 ; la mano d' opera, oltreché
rara, rialzò non meno del 25 per cento ;
il bestiame da lavoro, scarso, raddoppiò
di prezzo, ecc. Questi forti rialzi furono
in parte la conseguenza delle condizioni
create dalla guerra, ed in i)arte dalla
diminuita disponibilità dei mezzi di pro-
duzione ed anche della diminuita o sop-
j)ressa importazione. Orbene, in questi
rialzi troviamo una delle ragioni del
maggior i)rezzo dei prodotti del suolo
ed una dimostrazione delle difficolta tra
le quali si è dovuto i)rocedere per ot-
tenerli.
Ed anche col terminare della guerra
non finiranno certo tutte le difficoltà
sorte da essa ! Per anni ed anni ci tro-
veremo ancora alle prese con difficoltà
dirette ed indirette derivate da essa, e
con altre niiove non peranco intravi-
ste ! Anche senza pensare al domani,
prossimo o lontano, pur pensando per
ora soltanto all' oggi, a grandi impe-
riosi bisogni immediati abbiamo tut-
toiM da provvedere: e quindi non solo
DIAMALTINA ■ Estratto secco d'orzo tallito.
Ricostituente sovrano sostituisce l'olio di fegato di merluzzo
e derivati.
I^EPETIT FARMACEUTICI - MIIvANO
'2!1 —
Unii »■ i<>.^.ii.i il |»«'ri»tilo tifila ni,i,>.->ima
nostra attivit;"!, ma ò ancora <li tiilta
nf^cessitil perfezionarla, intensilìcarla,
8j>ingerla al massimo dell'umana possi-
bilità, per superare Io difficolti\ cbe
ancora incombono e per i)rc|)ararci a
superare rapidamente e vittoriosamente
quelle cbe dalla guerra proseguiranno
e ancora scaturiranno. E nessuno vorrà
certo venirvi meno, sia per l' interesse
proprio sia p(;r un i)rotbndo sentito do-
vere verso la Patria, la quale anebe
ora, pili ebo mai, attende cbe ciascuno
faccia il proprio dovere. E 1* agricoltore
è in ])rima linea!
II. • Coltivazioni
e produzioni agrario
dopo la guerra.
A guerra finita, si render?t necessa-
rio fare la revisione delle nostro colture
per vedere quali si potrebbero intro-
durre e quali intensificare. È un'inda-
gine fatta dall' onor. prof. Poggi, se-
gretario generale della Società degli
agricoltori italiani. Egli premette però, e
ben a r«agione, cbe l' agricoltura non può
svolgersi indipendentemente dalle con-
dizioni in cui versa il paese, e, in altri
termini, dall' ambiente economico cbe
la circonda, subordinato a questioni
politicbe finanziarie, commerciali, indu-
striali, demograficbe, ecc. Tale am-
biente va profondamente modificandosi,
Tììi ò oggi facile prevedere quale sarà
il suo assetto futuro, dopo la guerra.
Occorre tuttavia evitare, quanto è pos-
sibile, delu8Ì«mi all' agricoltura, pensa il
Poggi. Egli distingue due periodi. L'at-
tuale immediato cbe reclama il massimo
sviluppo delle coltivazioni alimentari :
cereali tutti, patate, civaie; l'altro a
pace fatta, cbe considera un problema
vastissimo, alla cui soluzione converrà
anzitutto concorrere col mettere in evi-
<lenza quali siano le veccbie colture da
intensificare e quali lo nuove da intro-
durre.
Il concetto da cui bisogna partire
— non possiamo a meno di convenirne
tutti — ò (lucilo di produrre in casa no-
stra il più cbe si possa. Il frumento
anzitutto, r orzo da malteria di cui era-
vamo tributarii all'Austria, le civaie in
genere: le piante tubcrifere tra cui le
patiite da fecoleria, il cbe potrebbe dare
inìjiulso alla industria della fecola: le
piante industriali e specialmente le olei-
fere : le piante tessili, le piante zucche-
rine, quelle tintorie, quelle aromatiche,
il tabaicn. il uiaLii;i(»io: iiitif if piante^
da j>rolumeria, medicimili, otìicinali, suc-
cedanee da ctift'b, ecc. Sono cpieste le
coltivazioni dello quali il prof. Poggi
metto in evidenza la convenienza di un»
più larga e intensa coltivazione a guerra
finita. Però ritiene debbasi ])ure chie-
dere ed ottenere condizioni doganali, di
trasporto e fiscali onde sopravvivano e
sorgano lo vero industrie rurali, quali
zuccherifici, fecolerie, distillerie di pro-
fumi, cicoria da caJft'ò, conserva di po-
modoro, fabbrica di pasta di legno, ecc.
Bisogna industrializzare bene le no-
stro produzioni, couchiudo l'on. Poggi,
organizzare il commercio, fissare i tipi,
o dan; la garanzia di genuinità. Un' Ita-
lia i)iù grande e povera, sarebbe un
controsenso : sia grande e ricca mercè
una savia, razionale, intensa agricol-
tura !
III. • ly' industria
zootecnica.
La guerra richiede un enorme con-
sumo di equini : la nostra disponibilità,
già insufficente in tempo di pace, non
poteva certamente bastare ai bisogni
della guerra. Del resto, anche l' Inghil-
terra e la Francia, che pure hanno una
])roduziono ippica assai fiorente, hanno
dovuto ricorrere, oltre alla requisizione
all' interno, a forti acquisti all' estero.
E così si ò fatto anche da noi.
Da principio la requisizione dei ca-
valli provocò grandi lagnanze, special-
mente dove i cavalli avevano larga
parte nei lavori agrarii ; ma jìoi, per
gli accordi intervenuti tra il Afinistro
dell'Agricoltura e quello della Guerra,
la requisizione dei cavalli e muli si fece
coi\ più opportune direttive intese a
salvaguardare la iiroduzione dell'avve-
nire: e per i bisogni della guerra si
fecero grandi acquisti all' estero. Ora,
necessita intensificare gli allevamenti
per colmare i vuoti, che, nonostante la
anzidetta mitigazione della requisizione,
sono certamente grandi.
Si sta meglio quanto ai bovini. A
questo riguardo abbiamo una accurata
indagine fatta dal ministro dell' agricol-
tura on. Raineri.
Egli, risalendo al censimento del be-
stiame del 1908, aggiungendovi le cifro
che si riteneva potessero rappresentare
l' aumento del bestiame dall' anno in
cui la statistica venne eseguita al lu-
glio 1915, suppone la esistenza di un
numero di capi bovini in Italia, allo
in
- 242
fecopijio della guerra, di sette milioni.
Vi fu clii ritenne il numero elevato, e
nei calcoli della Commissione centrale
per r approviglonamento delle carni
air esercito, si dice, abbia prevalso, e
fu bene esagerare di prudenza, l'idea
di un milione di meno.
Gli ordini venuti dalla Amministra-
zione della guerra furono che le Com-
missioni locali provvedessero alla pre-
cettazione del dieci per cento del bestiame
esistente nelle stalle; il die ammette-
vasi dovesse bastare, con sufficiente
larghezza, ai bisogni dell' esercito per
circa sei mesi.
All' atto pratico si trovò che le di-
sponibilità erano cospicue. Invero la pre-
cettazione del dieci per cento mise a
disposizione dell'Amministrazione della
guerra, teoricamente, 700 mila capi: effet-
tivamente meno, per il bisogno di rispet-
tare la integrità delle piccole aziende,
dove non vi erano che pochi animali
bovini e perchè alcune regioni non fu-
rono messe a contributo. L' on. Rai-
neri riduce quindi la cifra a 500 mila
capi: è il conto quale, non vi ha dub-
bio, è stato impostato dalla Ammini-
strazione militare, che aveva il dovere
di sottrarsi al pericolo di sorprese do-
lorose. Fatto è che la anzidetta pre-
cettazione del dieci per cento bastò ai
bisogni militari per quasi un anno. Fu
soltanto nel giugno 1916 che si ordinò
una seconda requisizione. Bisogna però
tener calcolo che si limitò la macella-
zione dei bovini supplendo in parte al
fabbisogno colle carni congelate, spe-
cialmente durante 1' inverno ; e con al-
tre materie alimentari pratiche fra cui
notevole il foi-maggio.
Diminuì anche il consumo da parte
della popolazione civile per gli alti
prezzi e per il richiamo alle armi di
tanti consumatori di carne.
Tutto ciò contribviì alla conserva-
zione del patrimonio zootecnico che si
impoverì meno di quanto si temeva.
Oltreché la buona annata foraggera
1915-1916 favorì l' allevamento, spronato
dagli alti prezzi dei mercati. Si prov-
vide così alla ricostituzione del patri-
monio zootecnico.
Riassumendo la situazione, l'onore-
vole Raineri afferma che il patrimonio
zootecnico nazionale al primo preleva-
mento, al quale fu soggetto per i bi-
sogni deU' esercito, ha corrisposto vit-
toriosamente alle speranze, che nella
sua entità e forza di ricostituzione erano
state poste. L'industria zootecnica, dice,
è dunque buona e saldamente poggiata
su basi che 1' hanno fortemente rinvi-
gorita con i)rogressione, negli ultimi
tempi, che le congetture, fatte sul cen-
simento del 1908, per determinare il
numero del bestiame, esistente allo scop-
])iar della guerra, hanno dimostrato su-
periore a quella supi)osta.
Compiacciamoci di queste afferma-
zioni. Molti jjrevedevano, causa la guer-
ra, un avvenire fosco e preoccupante
per r industria zootecnica : come vedete,
fortunatamente non si presenta tale.
IV. - I^a mano d'opera
e le maccHine agrarie.
Questo è stato uno dei maggiori
problemi che abbiano affaticato durante
la guerra, e che continuerà a dar da
jiensare molto anche a guerra finita,
ma, a dire il vero — considerando la
nostra situazione generale — in misura
meno preoccupante che per gli altri
paesi europei. Per taluni lavori jjerò è,
e sarà pur giocoforza chiedere anche
noi largo contributo alle macchine agra-
rie. L' ing. Morandi in una sua rela-
zione assai pregevole presentata nella
Settimana agraria della primavera scorsa
a Roma, ha fatto, a tale riguardo, que-
sti interessanti raffronti. La popolazione
agricola italiana è del 56 per cento ri-
spetto alla totale con sessantanove abi-
tanti e mezzo per chilometro quadrato,
mentre l'Austria ha il 52 per cento con
poco pili di quarantasette abitanti per
chilometro quadrato; e la Francia ha
rispettivamente il 42 per cento con poco
più di trenta abitanti e mezzo e la
Germania ha soltanto il 28 per cento
con trentadue abitanti per chilometro
quadrato.
Specificando poi quali, nelle nostre
condizioni, sarebbero i lavori per i quali
possa essere maggiore 1' influenza della
macchina agraria, l' ingegnere Morandi
considerò principalmente questi : fal-
ciatura, mietitura, aratura. E sulla base
di dati statistici cercò di stabilire il
fabbisogno di lavoro uomo e la parte
che può essere sostituita dal lavoro
meccanico.
Per la parte del lavoro uomo venne
a queste cifre riassimtive:
nella campagna del 1915 occorsero
per la falciatura 695.000 uomini e per
la mietitura 2.054.000;
nel 1916 si calcolava potessero oc-
correre 671,000 uomini per la falciatura,
2,043,000 per la mietitura. Intensifi-
candosi l' introduzione delle falciatrici
243 -
e deUe mietitrici, e ritenuto possibile,
data la giacitura e situazioue dei iit)-
stri terreni coltivati a prati ed a ce-
rcali, dati i sistemi di conduzione delle
nostre aziende, si sarebbe potuto arri-
vare a ridurre la niano d' opera a
49;"), 000 uomini per la falciatura e a
1,543,000 per la mietitura.
Per quanto riguarda le maccbine,
r ingegnere Morandi valutò in 45,000
falciatrici ed in 12,500 mietitrici l'esi-
stenza in paese, con cui nel 1915 si
poterono falciare a macchina 1,620,000
ettari sui 4,220,000 coltivati a prato; e
mietere 500,000 ettari sui 5,635,000 col-
tivati a cereali, esclusi il granturco e
il riso. Con l' importazione che si at-
tendeva nel 1916 non senza difficoltà
di inìbarchi e di aiTivi, fatto luogo alla
sostituzione delle macchine da passarsi
in disuso, si calcolava di poter esten-
dere il lavoro delle macchine ad altri
110,000 ettari di prati e 32,000 ettari
di cereali. Piccola economia di lavoro
umano, perchè ancora occorrevano i)er
la falciatura 670,000 opere e per la mie-
titura 1,965,000 opere.
L' ingegnere Morandi esaminò la po-
tenzialità di assorbimento di dette mac-
chine nelle nostre campagne, in ragione
della giacitura e sistemazione dei ter-
reni, e dei siatemi di conduzione delle
aziende, calcolando che per arrivare ad
una apprezzabile economia di mano
d' opera, si dovrebbe portare la dota-
zione delle falciatrici a 70,000 e quella
delle mietitrici a 45,000; il che potrebbe
ottenersi in cinque anni, se V importa-
zione annua delle prime si elevasse da
6000 a 9000 e delle seconde da 1900 ad
8000, raggiungendosi così un' economia
totale di 850,000 opere.
Fatto un parallelo tra la qualità
della mano d' opera impiegata nella
falciatura e di quella impiegata nella
mietitura, e considerati i prevedibili
effetti dell'emigrazione, l' ing. Morandi
conelude consigliando la i)recedenza
nella utilizzazione delle macchine da
mietere.
L' ingegnere Morandi trattò ])ure
dell'aratura meccanica, ma consideran-
dola non solo ne' suoi riflessi sulla
mano d' opera, bensì anche nei rapporti
importanti dell' ellevamento del bestia-
me, non perchè ci sovravsti il pericolo
dtlla deficenza della forza animale pei
bisogni della nostra agricoltura, ma
perchè gli attuali e i)ros8Ìmi futuri
prezzi della carne inducono a spostare
la destinazione del bestiame per il suo
pili razionale sfruttamento.
L' aratura meccanica fe da noi an-
cora al suo inizio. L' ing. Morandi cal-
cola come esistenti:
200 apparecchi di aratura a tra-
zione diretta;
20 apparecchi di aratura a due
locomotive (sistema Fowler) ;
500 apparecchi di aratura diversi,
nella quasi totalità costituiti dai tipi
funicolari ad una sola macchina.
Con questi 720 apparecchi si lavo-
rano annualmente circa 91,000 ettari,
attribuendosi agli apparecchi a trazione
diretta, ed a quelli funiculari semplici
una produttività di 120 ettari per sta-
gione e a quelli tipo Fowler di 350. Si
ara quindi meccanicamente in Italia
meno del 3 per cento dei terreni desti-
nati annualmente a colture di rinuovo,
che si calcolano in 3,500,000 ettari, po-
tendosi ritenere che altrettanti siano
quelli richiedenti annuali colture leg-
gere o secondarie.
Se si volesse considerare fino a quale
massimo punto si potrebbe spingere in
Italia r aratura meccanica, l' ing. Mo-
randi crede che si possa ammettere
grossolanamente che tutti i terreni ara-
tori possono, ora o poi, trovare l' ap-
propriato mezzo di aratura meccanica,
ed allora, anche limitando il calcolo ai
soli tre milioni e mezzo di ettari a col-
tura di rinnovo, e largheggiando nello
attribuire mediamente ad ogni appa-
recchio, grosso, medio, piccolo, un la-
voro, praticamente impossibile, di cento
ettari, noi dovremmo vedere in funzione
35,000 apparecchi.
È questo un problema che deve in-
teressare maggiormente i nostri agri-
coltori ; ed in verità è quanto, per for-
tuna, va verificandosi.
Tenuto calcolo delle nostre condi-
zioni, circa il tipo di aratui-a meccanica
più convenienti per l' Italia, l' ing. Mo-
randi ritiene, dove prevale per impor-
tanza il lavoro dell'aratura, ivi debba
adottarsi la motoaratrice; mentre il
trattore potrà ancora convenire dove
r economia del lavoro dell' aratura ab-
bia un valore secondario rispetto alla
necessità degli altri lavori. Questo per
la piccola azienda. La grande azienda
ha la soluzione più semplice, perchè
troverà la sua convenienza nell' adot-
tare in pari tempo la moto-aratrice ed
il trattore.
Si astiene però dal fare delle pre-
visioni tassative su quello che sarà il
tipo prevalente di macchina per moto-
coltura in Italia. All' ing. Morandi sem-
bra che il più rapido hp'z/.o «li jirepnrarei
244 —
alla soluzione definitiva del complesso
problema sia quello di iiromuovere una
jjronta e vasta esperienza nelle nostre
campagne, tanto più che sino ad ora
poco abbiamo fatto nel campo dell' aj)-
plicazione pratica, poco nel campo stesso
degli studi, benché non siano mancati e
non manchino arditi e benemeriti indu-
striali che si sono cimentati alla ricerca
di soluzioni del difficile ijroblema.
V. - I^e difficoltà
per 1* alimentazione
del bestiame.
Le ripercussioni della guerra si fe-
cero sentire assai fortemente anche nella
tecnica dell' allevamento del bestiame.
Se da una parte gli agricoltori i)oterono
realizzare alti prezzi nella vendita dei
loro prodotti, dall'altra si trovarono
create condizioni ben difficili, partico-
larmente riguardo ai foraggi, sia per
eftetto della requisizione, sia per il mag-
gior carico loro imposto per il manteni-
mento dei bovini precettati e ritirati con
ritardo, e anche per l' api^licazione piii
rigorosa del provvedimento che inibiva
la macellazione dei vitelli di peso infe-
riore ai 200 chilogrammi : fatto è, che
1' alimentazione del bestiame, o per una
ragione o per l'altra, presentò delle
difficoltà quasi ovunque ; e quindi dap-
pertutto è stata viva insistente la rac-
comandazione di tener ben da conto i
mangimi disponibili, di farne il miglior
uso possibile, e di sostituire i foraggi
superiori, diciamo così, fieno e avena,
con altri onde lasciare quelli, nella mas-
sima quantità, disponibili per i bisogni
dell'esercito. Questo si fece in Fran'-ia,
e altrettanto si fece pure da noi. È a
confidare che il frutto di una tale pro-
paganda non abbia ad andare perduto
e si abbia invece a trarne jjrofitto an-
che in avvenire, in condizioni normali
considerati i buoni risultati conseguiti.
Vediamone qualcosa.
Il Ministero di agricoltura francese
aveva proposto come alimento di sosti-
tuzione del fieno, la crusca, le barba-
bietole, panelli, la melassa, ecc. Ma è
ovvio che questi mangimi non possono
servire nello stesso modo. A tale pro-
posito il dottor La Marca faceva oi)por-
tunamente osservare che se la compo-
sizione di alcuni di essi rende la
sostituzione possibile dal punto di vista
nutritivo, è necessario esaminare la
questione anche dal punto di vista del
volume dell' alimento. Infatti, per gli
erbivori, i quali hanno il tubo gastro-
intestinale assai sviluppato, occorrono
razioni alquanto voluminose. La rumi-
nazione non avviene con una razione
di volume ridotto. Il cavallo non dige-
risce gli alimenti concentrati che riem-
piono incompletamente l' intestino gras-
so. I pratici sanno bene che un bue
nutrito con patate cotte non ha, con
esse, una razione di volume tale che
1' animale possa ruminare normalmente.
È allora necessario di comi)letare que-
sta alimentazione concentrata con ma-
teriale grossolano e voluminoso. Come
norma generale 5 chilogrammi di iieno
possono essere nella razione rimpiazzati
da 5 chilogrammi di paglia, i quali
forniscono per così dire la stessa za-
vorra; ma converrà allora elevare il
tenore della razione in principii nutri-
tivi, per cui l' aggiunta di alimenti
concentrati (grani e panelli) diverrà
necessaria come complemento nutritivo.
Dato ciò, secondo il dottor La Marca,
5 chilogrammi di fieno possono essere,
teoricamente, sostituiti da 5 chilogrammi
di paglia, e, per es., 800 grammi di fave
oppure di inanelli di lino o di sesamo.
Seguendo le istruzioni di Sarazin in
Francia si consigliarono queste razioni.
Equini: per ogni 5 chilogrammi di
fieno, dare 4 kg. di paglia con kg. 1
di panello ; oppure kg. 5 di paglia con
kg. 0,800 di semi di fave (od altro seme
di leguminose). Inoltre i cavalli possono
alimentarsi con barbabietole aftettate
in ragione di 6 kg. al giorno ; tale
quantità di barbabietole equivarrebbe
a kg. 2 di fieno circa.
Bovini: in genere più facilmente si
possono privare di fieno, e preparare
loro convenienti razioni a base di rape
o di barbabietole con paglia e panelli.
Una miscela ottima per bovini può es-
sere costituita da paglia trinciata, con
barbabietole affettate dopo aver fatto
loro subire in mucchio una fermenta-
zione di circa 36 ore.
Nelle plaghe oleifere gli allevatori
possono disporre di un eccellente man-
gime, ancora non apprezzato quanto
merita, le sanse d'oliva: Chilog. 2 a
2 e mezzo di sansa disossata possono
sostituire mezzo chilogrammo di pa-
nello di sesamo, e con un forte rispar-
mio di spesa. La quantità di sansa da
adoperarsi è di kg. 2 a 4 per i buoi
e le vacche; 1 a 2 per i vitelli; 0,800
a 1,500 peri maiali all'ingrasso; 0,200
a 0,300 per pecore e capre.
Il dottor Todaro della Cattedra am-
bulante di Novara raccomandò l' uti-
245 —
lizzaziono della farinetta di riso, da non
confondere colla ciuaca di riso e col
palone. La farinetta di riso risulta co-
stituita dagli involucri sottostanti alle
glume, cioè dello straterello esterno te-
gumentale delle cariossidi di riso, dagli
embrioni ecc. mescolati insieme con
grani frantumati. Costituisce un forag-
gio eccellente che sta quasi a pari colla
crusca di frumento. Come media di
principi nutritivi digeribili si può rite-
nere che la farinetta di riso contenga:
albiuninoidi 9,53; grassi 9,53; idrati di
carbonio, 31,05. Lo ceneri rivelano un
alto contenuto in elementi fosfatici. Nel
Novarese si adopera la farinetta di riso
per le vacche da latte e per i buoi da
lavoro in unione con altri foraggi con-
centrati, come i panelli, per correggere
e completare foraggi di minor valore
nutritivo. Di solito se ne dà chili uno
o due per capo grosso ; e per i buoi si
arriva anche a 3 kg. per capo.
Il modo migliore di somministrare
la farinetta di riso al bestiame è in
pastoni lievissimamente inumiditi; se
asciutta, provoca la tosse degli animali;
se soverchiamente bagnata è poco di-
gerita e poco utilizzata.
Dati gli alti prezzi a cui sali il fieno
(il maggengo toccò le L. 18 e 20), il
professore Cecchetti, della Cattedra am-
bulante di Padova, pose agli allevatori
il quesito molto opportuno, se fosse più
conveniente acquistare foraggio o, in-
vece, provvedere con mescolanze di
mangimi concentrati e poveri affinchè
il costo dell' unità nutritiva fosse più
basso. Egli naturalmente riteneva clic
questa dovesse essere la via da segui-
re. Infatti raffrontando l'elevato valore
commerciale dei fieni con quello dei
mangimi concentrati (panelli, giani, cru-
sche) si trovava una sproporzione a van-
taggio dei primi, siuoporziono ancora
più manifesta a chi calcoli il valore
delle rispettive unità nutritive. Quindi
ne deduceva che più che mai conve-
niva valersi di mescolanze di foraggi
poco concentrati, (paglia di frumento,
strame, canne, tutoli di granone fran-
tumato ecc.) con altri concentrati (pa-
nelli, semi ecc.) e colle quali — pur som-
ministrando al bestiame un alimento per
potere nutritivo equivalente al fieno —
si conseguiva una sensibile economia.
Inoltre, dati i piezzi assai elevati
del bestiame bovino, conveniva, sotto
tutti i rapporti, fare qualche sacrificio,
ma utilizzare tutti i residui alimentari,
completati con foraggi concentrati, onde
ricavare dalla stalla i massimi benefici.
Ben 8' intende che nel fare le me-
scolanze si deve cercare di fornire un
margine completo ed adatto ai vari
animali, ricco cioè di quella determinata
quantità dei vari alimenti nutritivi che
stanno poi fra loro nella dovuta pro-
porzione, variabile naturalmente secondo
le diverse età ed attitudini (da latte,
da lavoro, da ingrasso).
Per tali intenti il prof. Cecchetti
consigliava -queste mescolanze :
I
li
III
IV
V
VI
VII
Vili
I
II
III
IV
V
VI
VII
vili
JVr vacche:
Paglia di frumento . . . .
PaiioUo di lino
Paglia di frumento . . . ,
Panello zuccherino . . . .
Paglia di frumento . . . .
Polpe secche di bietola .
Paglia di frumento . . . .
Crusca
Canne di granoturco trine.
Panello di lino
Canne di mais trinciato. .
Panello zuccherino . . . .
Carfne di granoturco trine.
Polpe secche di bietola. .
Canne di granoturco trine.
Crusca
Per buoi:
Paglia di frumento . . , ,
Panello di lino
Paglia di frumento . . . .
Panello zuccherino . . . .
Paglia di frumento . . . .
Polpe secche di bietola .
Paglia di frumento . . , .
Crusca
Canne di granoturco trine.
Polpe secche di bietola. .
Canne di mais trinciato .
Panello zuccherino . : . .
Canne di granoturco trino.
Polpo .secche di bietola. .
Canne di granoturco trino.
Crusca
Kg.
Cuato
liiro
12,66
12,25
13,50
14,50
11,40
9,75
12,10
15r-
11,50
11,50
12,20
13,-
10,-
».-
10,80
11,50
Il professore Cecchetti raccoman-
dava pure vivamente che, trattandosi
di materiali disugualmente appetiti, se
ne facesse una mescolanza ben intima,
uniforme, completa, onde impedire al
bestiame la scelta dei più graditi. Inol-
tre, a questo scopo, raccomandava pure
come utilissima, anzi quasi indispensa-
bile, la trinciatura della paglia e delle
Ciicine e la trasformazione della mesco-
lanza in zuppe condite con un pò di
sale pastorizio, rendendosi con ciò an-
che più digeribili gli clementi : zuppo
da prepararsi nelle stalle la sera per la
mattina onde anche acquistino la tem-
— 246 —
peratiira dell' ambiente : se fossero fred- La quantità di zuppa da sommin'-
de, i bovini lo digerirebbero con difft- strar.sì col pasto del mattino è di 1.' a
colta. 20 kg. por capo.
La questione viticola-vinicola.
Per V Italia vi è anche una questione
viticola-vinicola. Non avrà tutta l' im-
portanza della questione granaria, quale
abbiamo esaminata neW Almanacco ita-
liano dell' anno scorso, ma certamente
ne ha moltissima, sia per sé stessa, sia
per i suoi rapporti coli' economia gene-
rale del paese, per le ripercussioni che
questa ne può risentire dall' instabilità
delle condizi )ni in cui si svolgono la
viticoltura e l' industi-ia enologica, con-
dizioni che possono essere diversissime
da un' annata all' altra, ed anche nel-
r annata stessa. Esempio eloquente l'an-
nata 1915-916.
L' importanza delle prodiizione del-
l' uva possiamo desumerla da queste ci-
fre relative al sessennio 1909-914 :
COMPAKTl-
SUPKRKICIB
COLTIVATA
Pro-
DUZIONB
MENTI
Coltura
pro-
miscua
Coltura
specia-
lizzata
in
quintali
d' uva
Piemonte . . .
Liguria ....
Lombardia .
Veneto
Emilia
Toscana ....
Marche ....
Umbria ....
Lazio
Abruzzi e Mo-
lise
Campania . . .
Puglie
Basilicata . . .
Calabria ....
Sicilia . . . ,
Sardegna . . .
Ettari
210.100
46.300
203.400
617.700
838.700
585.700
377.300
219.300
83.890
69.700
228.300
20.300
11.400
200
1.200
Ettari
77.600
6.300
42,900
31.900
21.300
16.700
5.700
3.700
38.200
58.100
48.100
245.600
19.200
40.400
171.200
46.100
9.218.000
1.0S7.000
3.369.000
4.801.000
8.585.000
6.136.000
3.447.000
1.865.000
3.557.000
2.784.000
7.577.000
7.722.0D0
707.000
1.363.000
7.110.000
1.144.000
Regno .
3.543.400
873.000
70.472.000
Se la produzione media annuale da
questa statistica — degna di fede por-
cile è dell' Ufficio di statistica agraria
del nostro Ministero di agricoltura —
risulta in quintali d' uva 70,472,000, da
un anno all' altro presenta delle grandi
variazioni, come possiamo rilevare da
queste cifre (mi limito a riferire le pro-
duzioni a cominciare dal 1909, perchè
è soltanto da queir anno che cominciò
a funzionare il nuovo servizio di stati-
stica agraria e quindi è soltanto dal
1909 che si hanno dati più attendibili) :
Procliizioue
in quintali d'uva
1909
96.138.000
1910
46.736.000
1911
65.140.000
1912
66.836.000
1913
79.992.000
1914
68.084.000
1915
30.122.000
Vedete quale enorme differenza di
produzione si dia da un anno all' altro,
da quint. 96,128,000 nel 1909 si preci-
pitò a 46,736,000 nel successivo 1910:
poi per quattro anni consecutivi la
produzione si mantiene ad una buona
quota: quindi da un buon prodotto di
68,084,000 quintali nel 1914 si precipita
a 30,122,000 nel 1915, che è la più
bassa produzione non solo del settennio,
ma di oltre un buon ventennio. Natu-
ralmente i prezzi di vendita seguono
siffatte oscillazioni.
E se poi le indagini dalla media
generale del Paese si estendessero ai
singoli compartimenti, si troverebbero
delle oscillazioni anche maggiori: e se
dai compartimenti, si passasse alle zone
particolari, ed ai poderi singoli, risul-
terebbero oscillazioni ancora più forti.
Ce ne dà un ÌdcI saggio il profes-
sor Voglino nella sua interessante re-
lazione fatta r anno scorso al Congrosso
della Società degli agricoltori italiani.
Vi ha riferite 1q oscillazioni presentate
durante una lunga serie di anni della
IL TACCO DI
VERA GOMMA
mmmo
- '21'
produzione di lina azienda vitata con
430,000 piante del Senatore Frascara in
Piemonte. Sono queste:
Annate
Per ogni
100 viti
Vino
prodotto
Prezzo
ettolitro
Imp"kto
Qiiiut.
Ettol.
Lire
Lire
1893. . .
10,94
7,70
14,-
107,80
1894. . .
7,07
5,40
22,50
121,50
1895. . .
8,77
5,90
21,75
120,32
189Ò. . .
3,77
2,40
2,30
55,20
1897. . .
8,46
6,04
13.—
78.44
1898. . .
8,40
6,01
26,75
160,»0
1899. . .
8,43
6.01
21,-
126,21
1900...
12,40
8,50
15,50
131,75
1901. . .
10,53
7,60
1-^-
91,60
190-2. . .
15,22
10,80
15,-
162,-
1903. . .
4,09
2,90
35,-
101,50
1904. . .
8,83
6,30
23,75
149,4.)
1905. . .
6.53
4,60
2^,—
128,.s0
190*-.. . .
7,71
5,40
27,-
143,80
1907. . .
17,71
11,70
10,-
117,-
1908. . .
16,50
11,10
11,50
127.65
1900. . .
11,04
8,20
15,50
127,10
1910. . .
5,64
4.20
34,-
142,80
1911...
8,38
6,06
40,-
242,-
1912...
7,92
5,81
38,-
220,78
1913...
12,41
9,69
18,-
174,42
1914...
11,98
9,23
16,-
147,68
Nel lungo periodo considerato la
produzione ragguagliata a 1000 ceppi è
passata da un minimo di quintali 3,77
ad un massimo di quintali 17,71, e cioè
da un numero indice di 100 a quello
di 516; ed il valore del prodotto lordo
da un minimo di L. 55,2 ad un mas-
simo di L. 242 coi numeri indici di 100
e 434.
Sono oscillazioni che si rendono ine-
vitabili nella grande instabilità di condi-
zioni della viticoltura, instabilità che non
può a meno di far risentire una forte
ripercussione sulla economia generale
del paese, sia per la vastità della su-
perfìcie di terreno coltivato a vite che
è circa un quarto del terreno coltiva-
bile, sia per essere la coltivazione sud-
divisa (juasi in tutto il paese e frazio-
nata in più compartimenti, esercitata
da molti piccoli proprietarii. Tanto che
bene a ragione fu detto che hi viticol-
tura ha un grande potere colonizzatore.
Lo surrilevato oscillazioni, o varia-
zioni nelle produzioni hanno per con-
seguenza r instabilità nelle condizioni
economiche della viticoltura, l' irrego-
larità del reddito, quali forse non tro-
viamo in altre coltivazioni. Da ciò
nascono le crisi, e che per la viticol-
tura sono crisi dell' abbondanza, poiché
alle annate dello grandi vendemmio
corrispondono i prezzi piti bassi e le
maggiori difficoltà di smaltire il pro-
dotto. E le regioni che hanno nell'ur»
la pili importante produzion«, sono
quelle che più risentono le conseguenze
di siffatto continuo variare del reddito.
È per questo che le cosidette crisi del
vino sono ormai frequenti in Italia, e
ricorrono a brevi intervalli.
È possibile mutare questo stato di
cose?
È il problema che è stato discusso
nel Congresso agrario dell'anno scorso
a Roma promosso dalla Società degH
agricoltori italiani, su relazione del
prof. Voglino.
Le cause dello stato di cose che ho
qui lumeggiate sono parecchie, ma il
professor Voglino pone come principali
queste due, 1. il clima, 2. le malattie
crittogamiche e specialmente la pero-
nospora. Sul clima, dice il Voglino, non
è possibile agire, bisogna subirlo.
L'agricoltura è stata chiamata una
industria, ed è verissimo, ma occorreva
aggiungerci una industria senza tetto. -
Per quanto riguarda la lotta contro le
malattie della vite, sono possibili dei
miglioramenti, ed ogni perfezionamento
nella lotta contro le malattie tende a ren-
dere più regolare il reddito delle vigne.
In complesso però l'uomo ha scarsa
influenza nel modificare uno stato di
cose che dipende da fattori su ciù non
può esercitare che limitata azione. Se
però, nota il Voglino, 1' uomo non può
agire siU clima, sarebbe teoricamente
possibile rendere meno oscillanti i prezzi
del vino, qualora si riescisse a sottrarre
al consumo una parte del vino nelle
annate buone per aggiungerlo a quello
prodotto nelle annate di scarso raccolto.
A questo riguardo l'on. Camillo Man-
cini propugnò r istituzione dei cosidetti
■€ Monti vinarii *. Certo è un' iniziativa
che se fosse coltivata dappertutto, po-
trebbe eflettivamente moderare le oscil-
lazioni dei prezzi, ma ha pienamente
ragione il Voglino di osservare che è
un'idea di assai difficile attuazione. In-
vero, basta pensare alle difficoltà che
vi sono per far sorgere le cangine so-
ciali, per comi>rendere quelle che si
presentano per l' istituzione dei mofiti
vinarii.
Kiteuuto che, come fu considerato
fin <iui, la causa fondanien-tale della
cosidetta crisi vinicola stia nelle enormi
oscillazioni della produzione, queste
perturbazioni sono specialmente risen-
tite nei paesi dove la vite costituisco
r unica coltivazione, dove vi è la mo-
nocoltura della vite, o vi è predomi-
nante. Un primo miglioramento della
— 248 —
situazione, o diciamo piti propriamente
un primo rimedio della crisi che tanto
preoccupa, sarebbe quello di moderare
la monocoltura introducendo altre col-
tivazioni. È manifesto, osserva a questo
proposito il Voglino, che se si potesse
diminuire in Italia la produzione del
vino, il prezzo ne aumenterebbe: è la
conseguenza della nota legge economica,
che trova la sua dimostrazione speri-
mentale nelle annate di scarse vendem-
mie. Vediamo infatti allora crescere il
prezzo del vino. Ma il produttore può
badare fino ad un certo punto all' au-
mento del prezzo del vino : egli deve
badare invece al reddito, rileva acuta-
mente il Voglino. Se al prezzo elevato
corrisponde la scarsa prodiizione, è evi-
dente che il reddito lordo è assai poco
modificato. Il produttore godrà di un
prezzo elevato, ma la vendemmia sarà
scarsa e quindi si troverà presso a jjoco
nelle condizioni di prima.
Questa della crisi vinicola è in so-
stanza una questione complessa che non
può trovare una soluzione sola, o una
seduzione d' indole unilaterale : occor-
rono soluzioni parecchie e di diverso
genere. E qui il Voglino passò in ras-
segna quelle che si presentano più effi-
caci e più consigliabili. Si oltrepas-
serebbero troppo i limiti di questa
rubrica esaminarle tutte singolarmente
qui. D' altra parte per il nostro scopo
mi pare sufflcente accennare ai criterii
ai quali dovrebbe indirizzarsi la risolu-
zione della questione vinicola ed ai prov-
vedimenti, che il prof. Voglino ritiene
consigUabili e che, in massima, vennero
approvati dal Congresso. Sono:
1° NeUe grandi oscillazioni che
avvengono nella i)roduzione delle vigne,
si trova la causa principale delle pe-
riodiche crisi vinicole.
2° Per moderare gli inconvenienti
causati dall' irregolarità della produ-
zione delle vigne è consigliabile di ab-
bandonare la monocoltura della vite,
impiantando alberi fruttiferi, olivi, ec,
introducendo ovunque è possibile, col-
tivazioni erbacee negli interfilari, e di-
stanziando convenientemente i filari dei
nucvi impianti.
3° La diffico t\ in cui trovaci la
LIQUORE
TONICO DICESTIVO
DITTA ALBERTI
BENEVENTO
viticoltiira sono inasprite dagli ostacoli
che sono posti al consumo, special-
mente nelle grandi città, dove gli ec-
cessivi dazii rialzando i prezzi, restrin-
gono il consuino. Possono i)erò essere
inasprite dalle sofisticazioni, e i)erciò ò
necessario venga creato un servizio
contro le frodi, dotato di mezzi ade-
guati, e collegato colle associazioni vi-
ticole.
4° L' esportazione dell' uva e del
vino sia agevolata in occasione della
rinnovazione dei trattati di commercio.
5° La Società degli Agricoltori
Italiani perseveri nella campagna intra-
presa a favore del consumo dell' uva
fresca e conservata.
6° Le industrie che si propongono
di utilizzare 1' uva per farne prodotti
destinati all' alimentazione umana, siano
incoraggiate.
7° Constatata la grande diffusione
che regna ancora nelle campagne, di
pregiudizi e di cattive pratiche empi-
riche relative aUa preparazione e con-
servazione del vino, occorre che le
Cattedre ambulanti di agricoltura delle
zone viticole abbiano i mezzi necessarii
per assumere almeno un enotecnico
che funzioni come * ispettore delle
cantine ».
8" Venga aumentato il numero
delle razioni di vino che sono concesse
attualmente ai soldati ed ai marinai.
9'' Lo Stato accordi le maggiori
preferenze e facilitazioni alle opere di
irrigazione da eseguirsi nelle pianure
vitate, al fine di ridurre economica-
mente la coltivazione della vite.
10° Riconosciuto che uno dei prin-
cipali ostacoli al diftondersi dell' uso
dei preparati non fermentati di uva e di
frutta, è la concorrenza che loro fanno
gli sciroppi cosidetti sintetici e a base
di glucosio aromatizzato con preparati
in gran parte derivati dal catrame,
vengano tali prodotti vietati in Italia
e sopratutto sia proibito di venderli
come sciroppi genuini di uva o frutta.
Certo la questione è grossa e si im-
pone i)cr una soluzione a non lontana
scadenza. Si pub andare perfettamente
d' accordo col prof. Voglino che il fe-
nomeno conosciuto sotto il nome di
i
— 249 —
crisi viticola, contrariamente a quanto zo, ed altri di «carBO prodotto e di
vanno dicendo studiosi di questioni di prezzo elevato. I provvedimenti pro-
conomia rurale, non è affatto eccezio- posti ed approvati dal Congresso po-
nile, ma costituisce un fenomeno perio- tranno dare la soluzione della questione"?
lieo che trova la sua origine nelle gravi Sarebbe forse troppo crederlo! Ma so
scillazioiii che avvengono nella produ- non daranno la soluzione complets», po-
ione delle vigne, e nell'essere il mer- tranno sicuramente attenuare gli effetti
.ito del vino un mercato chiuso. FincliìS- della critica situazione. Certo è che que-
lon si troverà il modo di eliminare sta va affrontata risolutamente e occorre
[ueste oscillazioni e di modificare il senza indugio cominciare a mettere in
11 creato, le cosidette crisi sussisteranno azione quanto può migliorarla ed avviar-
• inprc. Vi saranno cioè dei periodi di la alla risoluzione piìl pratica ed effìcaco
ibbondante produzione e di basso prez- possibile. Giovanni M.mkmiksk.
Presso la Casa editrice R. BEMPORAD & F.
Via del Proconsolo, 7 - FIRENZE
Crolas D. - Vermorel V. — Guida del vignaiuoio per
r applicazione del solfuro di carbonio nei vigneti fllosse-
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Corriere*
FeM MIMILE
Questo Corriere femmiuile che da sette anni usciva sotto la direzione di Cor-
delia, reca quest' anno per l'ultima volta il caro nome della simpatica scrillrice.
Virginia Treves -Tedeschi che tanta popolarità si era acquistata sotto il dolce
pseudonimo di Cordelia, è morta la mattina del 7 luglio 1916, circondata e
seguita dal rimpianto di quanti la conobbero, anche solo attraverso le sue opere,
e tra i ])rimi in questo unanime senso di cordoglio sono l'editore e il direttore
dcZr Almanacco Italiano, addolorati per la perduta cooperatrice preziosa. Il
primo capitolo di questo Corriere è ancora da lei firmato: le poche cartelle che
ne contenevano l' originale, furono dettate da lei pochi giorni prima che la ma-
lattia le togliesse la parola; ed è con profonda melanconia che noi licenziamo
queste pagine, forse le ultime da lei pensate e eh' Ella non vide stampale.
Un anno di moda.
TTRAVEBSO le emozioni
gli entusiasmi, i dolori,
le ansie, le preoccupa-
zioni di quest' annata
solenne, memoranda, la
nostra moda anziché ar-
restarsi timorosa e im-
j)aurita, seppe colla sua bella indipen-
denza acquistata negli ultimi tempi,
procedere trionfante, ed imporsi tra le
più restie delle nostre signore colle nuove
Ibggie recenti che pur possedendo l' im-
pronta originale della novità, sanno però
essere pratiche e intonarsi alle ore tristi
e liete che stiamo attraversando.
Innegabilmente 1' eleganza italiana
trionfa ora al pari di quella della sua
grande sorella latina, e neppure i ne-
mici nostri piti accaniti, possono ne-
garne r evidenza. Gale, trine, gonne
drappeggiate, gonne sbuffanti, tutto ciò
continua a trionfare al di qua e al di
là delle Alpi, ove talora per eccesso
d' imitazione si giunge persino all' esa-
gerazione ; mentre la suprema eleganza
consiste nella saggia misura. Quanta
via ci divide omai dal succinto gonnel-
lino dell' anno passato ! Che direbbero
i nostri bravi guerrieri tornando dalle
trincee della metamorfosi subita dalle
loro donnine? Essi che dettero il bacio
del congedo a delle esili figurine dal
vestito attilato che suggestivo lasciava
vedere, anziché intra v vedere, tutta
1' armonia delle linee sinuose, come ri-
marranno intimiditi impacciati nell'ab-
bracciare questa nuova figura conica
che ad essi prepara l' alloro del ritorno !
L' anno in corso ha completamente tra-
sformato la figura muliebre di prima
della guerra in una figura muliebre tutr
t' afl'atto diversa.
Fra le stoffe, il civettuolo taffetà
rumoroso, eh' era stato gli altri anni
messo alquanto in disparte, quest' anno
parve invece voler cantare le glorie
italiane; tutte le tinte ci furono con-
sentite; il crema, il grigio, D turchino
e il rosato.
Le gonne corte del 1915, divennero
ancor piìi corte nel 1916, e ancor più
ampie, e, anziché un abisso, come si
diceva per 1' addietro, un breve i)asso
ci divide dall' odiata crinolina delle no-
stre nonne, e chissà quindi che il 1917
non ci prepari su questo punto qualche
poco grata sorpresa.
Per sostenere 1' ampiezza di queste
Ascoléine Rivier
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L'Olio è senza gusto sgradevole. Le compresse sono dei
veri bomboni. Sì può prendere in tutte le stagioni.
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Sede della Società:
Milano
Via Leopardi, 5.
La F.I.R.S.T., nata sotto gli auspici delle due grandi Case
musicali italiane G. Ricordi & C. ed E. Sonzogno, dalle quali
ebbe il diritto di riproduzione per la musica di loro edizione,
è stata la prima fabbrica di rulli per autopiani in Italia.
La sua produzione ebbe costantemente, sin dall'inizio, due
direttive essenziali : il rispetto massimo al pensiero musicale
degli autori e la cura di oiFrire un repertorio completo per le
composizioni dei Maestri italiani — cosi poco e male rappresen-
tati nei cataloghi delle fabbriche estere.
E tale produzione è divenuta, in breve tanto importante
— sia per merito artistico, sia per accurata confezione — da
rispondere in tutto alle richieste degli autopianisti italiani ;
non solo, ma si è posta in grado di gareggiare con le fabbri-
che più importanti dell' estero, e viene esportata particolarmente
nell'America latina, dove i nostri fratelli possono trovare nelle
riproduzioni della musica d' Italia 1' eco della patria lontana.
Allo scopo di far conoscere anche ai lettori deìV Almanacco
Italiano i rulli della F.I.R.S.T. offriamo — a titolo di saggio —
alcuni numeri del suo repertorio, accuratamente scelti e tutti
di autori italiani.
{Vedi apposito annuncio nel fascicolo BUONI).
Abiti da passeggio.
— 252
brevissime gonne, ci limitiamo per ora
ad una speciale armatura ; né crinolina,
né < tournure », né cuscinetto, né molle ;
il modesto apparecchio che dj\ alle no-
stre gonne 1' aspetto oggidì voluto dalla
moda, é ben più discreto e leggiero.
Si fa cioè la sottogonna di seta; sul-
l' alto si applica una gala in forma,
alta circa trenta centimetri, che ai lati
ha una 8i)ecie d' imbuto molto pronun-
ciato, e per darle la
dovuta rigidità, la si
fa contornare da
quattro giri di gal-
lone sostenuto, quale
usiamo i)ure nel fon-
do dei pantaloni, e la
rigidità per tal modo
ottenuta non riesce
punto dura all' oc-
chio, ma abbastanza
morbida e piacevole
a vedersi. La nota
più fantastica e più
esistente della moda
dell' anno, ci venne
data dal capriccio dei
•« panieri » e delle tu-
niche che guernisco-
no buon numero dei
nostri vestiti. Adat-
teremo noi definiti-
vamente tali compli-
cati drappeggi, op-
pure rimarremo
fedeli ad una linea
più diritta, e meno
tormentata ? Ecco
una questione che il
capriccio femminile
soltanto risolverà, e
di cui per ora non
possiamo prevedere
la soluzione.
E tale comi)licazione di panieri ci
riporta alla moda del più puro secolo
XVIII, come pure le piccole pellegrine
di seta, i mantelli drappeggiati, le lun-
ghe giacche di seta guernite di ruche,
che le ore meno calde rimisero in voga.
E tale pratico indumento si adopera e
si adoperò con ogni genere di vestiti,
e si adattarono al leggiero abbiglia-
mento di velo e a quelli di lana o di
velluto.
Qualunque sia la stoffa usata, si
portano molto gli abiti composti di due
stofie diverse, come il broccato, lo spi-
gato, lo scozzese e la stoffa di colore
misto.
In quanto ai eappellini, non si pub
dire certo che la moda abbia peccato
in quest' anno di troppo esclusivismo.
Le forme in voga sono innumerevoli e
lasciano campo alle signore di sbizzar-
rire il loro gusto e le loro inclinazioni.
Il tocco alto e stretto vide però dimi-
nuire la sua sovranità che pareva as-
soluta; ora si ritornò ad una •« toque *■
più bassa, forma Impero, colla penna
lunga e morbida; questo magnifico or-
namento ancora in voga dà grazia e ri-
salto al nostro volto
e noi non ci lagne-
remo certo della sua
ricomi)ar8a mentre i
pennacchi duri e su-
perbi vennero ricac-
ciati nel fondo. Si
usano e si usarono
sempre le ampie ca-
nottiere guernite di
ali : e non esitiamo
a mescolare alla pa-
glia, e ai velluti l' a-
moerro eia seta. I fio-
ri si puntano a maz-
zolini doppi ai due
lati opposti dei nostri
ca})pelli, e colle am-
pie velette ricamate
ne formano il com-
Xdemento più simpa-
tico ed attraente.
Si portarono tut-
to l' anno, e si)ecial-
mente durante l' in-
verno, gli stivaletti
alti, di stofla chiara
e scura, circondati
di vernice lucida, o
colla sola punta di
cuoio, allacciati o ab-
bottonati ad un lato
o dinanzi. L'estate
poi consentì di far
uso delle scarpe basse e specialmente di
quelle mordorè ritornate in gran favore,
di forma Carlo IX, colla fibbia sormon-
tata da un grosso nodo di seta che rag-
giunge la caviglia e fa apparire il piede
eminentemente vezzoso e minuscolo, giac-
ché é inevitabile il doversi preoccupare
della grazia e dell' eleganza del piedino,
dappoiché la brevità delle nostre gonne
ne lascia audacemente e indiscretamente
vedere tutta la forma.
Molto in voga i guanti di pelle la-
vabili bianchi o gialli; per serate ele-
ganti invece i soliti guanti lunghi bian-
chi e lucidi; molte signore però prefe-
riscono lasciar ammirare la bella mano
bianca e affusolata, adorna di splendide
gemme. Poco di nuovo per quanto cou-
Abbigliamento da passeggio.
- 253 -
%^<^
'l 1^ f !' ^ 5
rapiiellini nioderni.
cerne i paiasoli se non la forma a cu-
pola molto pronunciati ; se ne videro
molti di seta a righe di colori diversi,
col bordo di seta di colore unito ; col
manico di una forma rustica; trattasi
cioè di un legno rozzamente tagliato,
ad uso dei bastoni campestri che si
preparano all' improvviso durante le
passeggiate per servire d' appoggio ; at-
taccati al braccio da un braccialetto di
cuoio anch'esso del tutto primitivo,
elegante appunto per la sua eccentri-
cità.
Certo si è che in qualsiasi genere
d' indumenti e d' accessori, il nostro
capriccio muta colla moda, ed è inte-
ressante constatare quanto poco noi
teniamo ai nostri gusti speciali, giacché
dall'oggi al domani il nostro apprezza-
mento varia secondo la fantasia del
momento.
Parlando degli accessori della moda
che aggiungono non poca eleganza e
seduzione alla persona, non dobbiamo
dimenticare il posto importante tenuto
dalla posa della veletta. Certe si ai)pli-
cano quasi a foggia di una gala; sono
in tal caso tagliate in forma, lunghe
davanti, corte di dietro ; il piede diritto
h increspato e il velo ricade poi attorno
al capo a forma di abat-jour, che si
rialza, riversando sul cappellino. Si por-
tano pure le velette brevissime che non
oltrepassino la punta del naso e lascino
libera la parte inferiore del volto. È que-
sta una riesumazione dall' antico, e in-
fatti ce ne convinceremo sfogliando dei
numeri di moda di tempi addietro. In
quanto alle acconciature del capo, non
troppe modificazioni v' ha portato la
volubile dea; si dice che si ritorni ora
alla pettinatura greca e alle sue linee
classiche e regolari, e infatti tale tra-
sformazione era a prevedersi, confron-
tando la durata abituale della moda di
una pettinatura sj)eciale, e la cosidetta
Ditta G.
esplica l'azione bromica senza })resentare gli
iiicon venienti dei bromuri; è i)riva di azione
tossica. Indicatissima contro tutti gli eccita-
menti del sistema nervoso.
/>rt due a tre currhiaini al {/torno
SERSALE — Largo San Domenico Maggiore, 17 — NAPOLI
Ghelenina
- 254
Biancheria elegante moderna.
« acconciatura di guerra * è resistita
abbastanza perchè non si dovesse pen-
B!ire da un po' di tempo a niodificiula.
Anche nella biancheria non vi sono
a constatare importanti moditicazioni ;
un giornale di mode americano annun-
ciava alle sue let-
trici, mesi or sono
la voga della bian-
cheria nera; cami-
cie di cres])0 della
China nere, busto
di raso nero ; pan
taloni neri. Ora noi
italiani, non adot
temo certo tali in
.unenti macabri, e
non ci sogneremo
neppure lontana-
mente di cambiare
le nostre vaporosi
e candide batiste
con simili lugubri
rivestimenti ! Sr
non fileremo e tes-
seremo la tela coni»
le nostre antenate.
sappiamo però cu-
cire le batiste lej,'-
giere, sappiamo ri-
camare il finissimo
lino, sappiamo in-
somma conservale
le sane tradizioni
della biancheria
bianca e bella, sen-
za averne gran me-
rito giacché tratta-
si d' una voga ben
più seducente, ben
più pratica e meno
costosa della bian -
cheria originale e
fantastica annunciatasi da oltreTOceano.
Per i nostri cari piccini la moda non
mutò gran che; ad accompagnare le
vestine leggiere di velo e di linon, e,
meglio ancora, le graziosissime vestine
di tulle che sono destinate alla massima
eleganza, si fanno dei cappelloni di ta-
gale greggio, o bianco argentato, sem-
plicemente ornati d' un nastro di velluto
colorato i cui capi s' allacciano da un
lato e raggiungano morbidamente la
i
Caiuicette novità.
tesa ami)ia; nella loro assoluta sempli-
citfl raggiungono così la massima ele-
ganza.
I soliti colli di batista, di trina, di
tulle ricamato, di mussolina di velo
continuano a rallegrare al<iuanto la mo-
notonia uniforme
dei nostri costumi
seri dell' epoca at-
tuale.
Abbiamo annun-
ciato tra gli altri
certe bianche e leg-
giere corolle for-
manti delle grazio-
sissime rnches at-
torno al collo. I
])etali di tulle pie-
ghettato sono mon-
tati su due giri
alternati attorno
ad un collaretto
pure di tulle, soste-
nuto da leggiere
balenine.
Disgraziatamen-
te però gli infiniti
lutti che si molti-
plicano hanno ob-
bligato ed obbliga-
no la nostra moda
ad occuparsi piuc-
chè mai degli abbi-
gliamenti da lutto,
cercando di variar-
ne l'uniformità; vi
hanno però dei lut-
ti profondi di cui
non si riuscirebbe
giammai ad atte-
nuare la severità,
nuv ve n' ha pure
altri che i)ur obbli-
gandoci al nero, tuttavia non annientano
completamente il nostro desiderio d' apj
parire eleganti. E in tali costumi di lut-
to, la mussolina di seta rappresenta una
parte importante, mitigando dolcemente
la severità del crespo.
Noi vediamo adunque volentieri, su
dei costumi detti di grave lutto, appa-
rire della mussolina di seta o del tulle,
per r addietro proscritti da ogni mo-
dello, durante il prijuo periodo di lutto.
ROYAL mod.5
Agknzia Generale per l' Italia e Colonie
== MUDANO — Via Dante, 4 — A. MEI^E «i C.
la macchina per scri-
vere più indicata per
uffici ^ ^ ^ ^ '^
256
V ha in generale maggior iauLasia, mag-
gior tolleranza.
Niun innovazione importante pcgli
abbigliamenti delle cerimonie nuziali;
come sempre, anche ora, sul verginale
vestito bianco, si stacca il niveo velo,
appuntato coi cerei 8Ìu:bolici fiori che
sbocciati sotto il bacio -ardente del sole,
sono destinati a morire sull'ara d'un'al-
tra divinità possente come i raggi d'oro
che ad essi diedero la vita. Le pr;>fu-
mate zagare che nel loro poetico lin-
guaggio portano l' augurio della felicità
ci vennero dal lontano Oriente, ma ora,
per desiderio di novità,^ e per seguire
r uso invalso in America e in Inghil-
terra, molte sposine sostituiscono i tra-
dizionali fiori d' arancio con rose, car-
denie ed orchidee bianche, mentre la
poesia simbolica di quelli, niun altro
fiore la possiederìi mai. Abbiano rose
tra le mani le amiche della sposa, olezzi
il dolce loro profumo nella chiesa se-
vera, mettendo nell' aria un alito di spe-
ranza, e un fremito d' illusioni, ma non
ornino la pura fronte della sposa le bian-
che rose tanto fredde; non feriscano e
non lacerino il leggiero velo le pungenti
spine del gambo verde. Sul capo della
sposa, tra la ricchezza dei capelli, non
si posino le cardenie, le strane orchidee
simili ad anime i)assionali e bizzarre,
fiori orgogliosi e superbi che il lusso
sfrenato di miliardari ha jjotuto sce-
gliere e preferire, ma che non hanno
jjoesia di i^assato e non sanno ridire
alla giovanetta, che si turba al raggiun-
gimento dell' ideale vagheggiato, l' ineb-
b riante parola d'amore.
Cordelia.
■^ PEriTERT PE REirS& -
'""" ClOCCOLATO'ni 6r5COTTO
--MTALMOnE
Ricamo su rete.
L/avori femminili*
ARDKNTK Softìo <li
guerra che da «lue
anni persiste a
sconvolgere il
mondo, intìiiì ))ro-
londanicnte a<l ar-
restare lo slancio
nei vasti campi
dell' industria, ad
inaridire le fecon-
de ispirazioni in
quelli dell' arte. 1
vaghi lavori mu-
liebri risentirono
anch' essi il coljto
brutale ed in quc-
Cnlzp <11 lana per conihattcìiti.
sto periodo di do<lici mesi si nota una
vera penuria di novità artistiche nel cam-
po gentile del ricam<j. e in genere in
tutti i i»a/.i<Miti lavori d'ago.
Coir animo iiifcrvoratt) iicll i fede di
una prossima vittoria, nessuna di noi
ha mai potuto ancora ahItan<lonare ru-
mile lavoro di'lla calza <• degli indumenti
militari di lana, indispensaldli ai nostri
prodi 'li'- \':\i<i!ii 1 i-vi; .li.v,. l;i loi men-
ta si alterna colla fredda nebbia anclie
nella stagione che nelle nostre città l' afa
ci oj>prime.
Si continuò ingegnosamente a ]»erfe-
/ionare molti oggetti per renderli semj)re
l)iù pratici e rispondenti allo scopo. Al )»as-
samontagna abihnente lavorato all'unci-
netto in varie forme, s'aggiunse ciucilo
confezionato in morbido panno grigio-
nero, raccolto attorno al collo da uua fa-
scia che s' incrocia davanti fermata con
bottoni di frutto. Utilissimo e festeggiato
fu il sottocorjjctto in tessuto di lana f«'l-
pata munito di pettorina interna, imbot-
tita di diversi strati di carta che fornuin-
do tante camere d'aria calda, proteggono
dal freddo e dall' uraid<> gli organi della
respirazione. A (juesta si unisce una fa-
scia comi)osta di lana a nuiglia }»esante
per la parte anteriore aderente all'adib»-
me, e di tela invece lo i)arti lateiali
che circondano il corj>o, passano per una
spaccatura sul fianco e si alla<'ciano per
nu'zzo di una fettuccia sul davanti,
L(' piecide mani gemmate, le jxivere
mani dell'umile ])opohina e della sem-
jdice contadina abituate ai j)iù rozzi la-
vori domestici e campestri unite in uu
solo i>al])ito, affratellate nel dolore, ma.
lideiili nel trionfo della giustizia unuma,
hanno i)ro<lotto scmza tregua, rinnovan<lo
sing(di esempi di meravigliosa attività
e <li eroisnu» collettivo.
L'oilierna foggia degli abiti am|>i ha
portato una radicale trasf«»rmazione an-
ehe negli ttggetti della liianeberia )Mr-
25B —
m^mf^'w^-^'-tj.
Pauciotto e passamontagne per soldati.
rtonnlfi. Cousiderando elio l' eleganza «li-
stinta non consisto nel lusso di trino
f ricami, con lodevole raziocinio si slVon-
ilò «lei sni)crllni fronzoli dando la ])r<'fc-
rcnza alla hiancbcriai seni-
jilico eseguita con accura-
tezza e buon gusto.
Le candide e vaporose
sottovesti, le brevi mutan-
de, le camicie da giorno e
tiuelle da notte, dalle am-
pie manicbe alla religiosa,
si fauno oggi «li un tessuto
di cotone line, «'ascante «•
juir soliilo. guernite con
molta sobrietri. Qualsiasi
ritaglio di merletto abil-
mente applicato con gusto,
costituisce un prcgevtde
ornamento utilizzato per
biancheria personale o da
tav«da. Ai fragili pizzi Va-
lencennies, ai nu»ravigliosi
merletti «li Bruges, di Ma-
lines e «li Bruxelles costosi
e delicati, in omaggio al-
l'econ«)mia e«l alla sempli-
cità, vengono sostituiti «la
bellissimi e più s<di«li tra-
mezzi e ]>izzi su rete o a
punto Irlanda alternati da
mazzetti «li finissime pie-
goline e completati da me-
raA'igliose rivieres punto a
giorno, ricavan«lo nell' in-
sieme un effetto ricco, «li-
stinto e i)oco costoso. Oggi
i corredi sono ri<l«)tti al
puro necessario evitan«lo
ragionevolmente le solite
esagerazioni tradizionali
per «quantità e per lusso,
così vennero chiamati cor-
redi «li guerra.
Quale miglior distra-
zione per lo spirito agitato
dalle giovani spose che
hanno l'adorato compagno
alla fronte, «li pensare ad
abbellire il ni«lo che acco-
glierà fra ](oe«» l'eroe vin-
citore che t«)rna c«d forte
p«'tto fr»-giato. E con un
fremito «li piacer»; esse ri-
])ren«lono 1' ago i)er qxivì
genere di lav«>ro che con-
«•«•«le alle operose manine
s«iuisite c«>mpiac«!nze, int<'ssendt) com-
posizioni g«;niali ch«! aumentano 1' iu-
«auto neir«)asi serena delle pareti do-
mestiche.
Pei* stretta ailìuità, V arte decora-
;i» —
tiva ormai s'impono anche nel canipO
artistico del ricanu» meditando l'intr»»»-
eio capriccioso di un «lisegno, l'unione
soav<^ ed armonica di motivi o di tinte
«lisposte con arte come il pittore fa «lei
suoi c«dori.
L' abile e sapiente lavoratrice ora
uou più si appaga dei comuni disegni
pei suoi ricami, ma istiutivumente va
— 2Ì5(.>
attingendo le pfopHe Ispirazioni alla vera
scuola dell' arte, ricercando con gioia in-
tima fra le vestigia degli ornati floreali
dai tempi anticlii ai nostri giorni le in-
cantevoli decora-
zioni coi)iate dalla
fiora esotica d'ogni
paese.
Originali e pioni
di genialità si ani-
niirano mosaici la-
boriosi e ])azieuti (li
ricami per cuscini,
per Stores, per to-
vagliette e per tul 1 i
qiiei piccoli acces-
sori inerenti al'.ii
tavola elegante. In
tutto (pianto è i)os-
sibile, rispettauilo
semi)re la delica-
tezza e il buon gu-
sto dell'oggetto ri-
camato, predomina
la nota i)atriottiea.
V e n n e ammirata
una tovaglietta da tliè contornata da un
alto bordo contesto a gru])pi di ciliege
clie col vivace colore del irutto e delle
foglie simboleggia-
va i colori naziona-
li. Grande successo
ebbero i cestini di
forme strane e di-
verse rivestiti di
Incrostazioui lliehelieu e reticella.
i^^^^smi
Ani ricami o formati di motivi a iiìet
stesi su scheletri di filo di feiTO, adorni
di ciudi di nastro tricolore adatti per
offrire dolci, o ad usi delicati.
Il ricamo su re-
te venne largamen-
te adottato per i
paralumi, j)ei co]u-i
piatti sotto i quali
le frutta tentano la
gola arida dal eal-
do estivo con le lo-
ro fresche e rosee
tinte.
Con molto en-
tusiasmo fu accolto
fra le operose'rica-
matrici il ricamo
Baldur 'di Lind-
borst a punto reti-
cella XVII secolo,
di grande etìctto e
di non difficile ese-
cuzione benché a
|)rima vista non
sembri così.
Ed ora lavorate, compagne, lavorate
con lena instancabile, lavorate aiu-he
per chi lotta contro l' impotente sforzo
di barbari, alto va-
ticinando alla ful-
gida grandezza
d' Italia <'t>mijleta-
mente redenta.
I
Lia Tedeschi.
.••:::::::f;it{t::::Bti::::r:. j- S,
^ iiilililii
5:5i«"
:&:.<n=*
IfHUimEHTl ìnrERHmiCB
acHo STfìBiLimento e. bppirhi - treuiso
HflnnO FFimB mOHQIRLE
esiBERe SUI PAOoorn tn mn^rn oi rns^Ricn • rnrniQGMi n Rirr^iESTA
Uu' < ala materna >, asilo per I figli dei richiamati.
Un anno di femminismo.
1/ Italia ha dato alla guerra
un forte e generoso contributo
di energie femminili.
K la donna, in (iuesto in-
ilinientic-Hlnle perioclo iu
cui si realizzano le \nh
ulto aspirazioni della Pa-
tria, potesse con occhio
sereno misurare il passo
che la sua causa compie,
un po' ]M T voler suo, un i>o' per la forza
stessa degli eventi clie fatalmente la 80-
sjiingono, al comi)iacimento disinteres-
sato di giovare al ])aese nel momento
(Iella necessità estrema, i)otrebbe ag-
giungere il giusto ed indicibile orgoglio
di chi non si h sentito mai tanto vicino
alle mJ'ta.
La donna oltre che intensificare fino
al ]»rodigio la sua attività nelle sfere di
carità e di assistenza tradizionali al suo
>'-sso, oflrì pure il suo contributo ad
nitri uthei o si avventurò con mirabile
' oraggio in molti campi a lei finora ge-
losamente ]»reclusi ; e questo massimo
.-forzo di tutte le sue energie, la donna
dovette compierlo in un'ora di ango-
scia, quando il j)adre, il marito, il figlio,
il fratello abbau<lonavano il foc(»lare do-
nie.siieo per coi-rere alla frontiera mi-
nacciata, quando all'augia tcrribilo di
sapere i suoi cari esposti al continuo
]tericolo, si univa lo sbigottimento di
una, situazione economica incerta. Di ciò
bisognerà pur tener conto uu giorno, al-
lorché al nembo che oscura ora gli oriz-
zonti d' Europa succederà la calma e,
riconosciuti i diritti accpiihtiiti col san-
gue, col coraggio e col lavoro dalle na-
zioni come dagli individui, si ricompen-
serà ognuno come si merita: la donna
italiana, non meno della donna degli altri
jiitesi belligeranti, y)otrà presentarsi al
solenne tribunale della Pace coli' animo
sereno, certa di molto poter raccogliere
perchè molto, moltissimo avrà seminato
nei campi del dolore e della fatica: in
altre i)arole le conquisto della donna a
guerra finita sembreranno così logiche,
così naturali, così definitivamente sue
che nessuno vorrà contestargliele. Le
circostanze eccezionali in cui viviamo
da uu anno e nu*zzo, la bella febbre di
lavoro che risveglia m^lle città e nello
campagne le sopite energie, ha dato an-
che alla donna italiana la rivelazione
della sua ca])acità e della sua forza. A
jiacc ristabilita essa non vorrà piìi ri-
trarsi nell'ombra delle i)areti domesti-
che; una savia su<ldivisione dello ore,
la rinuncia a futili passatempi, l'orrore
dell'ozio, le avranno insegnato fra lo
altro una cosa preziosa : che 8i i>uò ar-
262 -
figli dei richiamati all' Ospizio di S. Michele a Roma.
{Fot. Porri/ Paste
livare a tutto, dirigere la propria casa
e rendersi utili alla società, dedicarsi
alla l^iuiglia propina e alla granile fa-
miglia umana, lavorare al ménage ed
iippartenere ad un' utile organizzazione
pubblica o far parte dell' ingranaggio di
una grande azienda commerciale o in-
dustriale. Dopo la guerra la donna, non
più timida, saprà lottare, se occorre, jjcr
conservare i nobili privilegi acquistati
e quando l'esercito maschile deporrà
iinalmente le ai'mi, chiederà di dedicarsi
con vero e profondo amore a restaurare
nella nuova Europa tutte le forme più
alte e inù. perfette della civiltà e del
XU'ogresso.
Chiederà il voto la donna
dopo la guerra?
Chiederanno il voto le donne dopo
la guerra? È difficile qualunque previ-
sione in proposito. Il pericolo di portare
nelle lotte i)olitiche l'eccessività, V im-
])ulsività che le si rimproveravano in
l)assato, dovrebbe consigliar loro la mas-
sima prudenza. Sarà tanto grandioso e
gravoso il lavoro che le attende a i)ace
ristabilita, da non lasciar tempo jjer una
combattiva campagua in favore del suf-
fragio; lo studio delle riforme sociali,
la creazione di nuove istituzioni di be-
neficenza, di opere atte a proteggere i
deboli ed a rimediare alle ingiustizie, re-
clameranno intera l'attività femminile.
Il voto, caso mai, vei'rà da sé, per
evoluzione, per riconosciuto diritto, sen-
za lotte e dimostrazioni volgari; il la-
voro silenzioso, la diguità, lo spirito di
sacrificio daranno col tempo anche que-
sto risultato, mettendo la donna in grado
di ijortare a compimento la grande opera
ora iniziata di rigenerazione sociale.
È molto difficile fare un esame scru-
])oloso e dettagliato di ciò che la donna
italiana produce nel camj)o pratico e nel
campo delle idealità; parecchi raccol-
gono documenti e statistiche x»er riu-
nire in un' opera completa gli aspetti
molteplici della sua attività, dall'assi-
stenza ai feriti, agli orfani ed ai pro-
fughi, alla produzione dei proiettili ; ma
i voluint sulla donna quale la foggiò la
IGIENE DEI CAPELLI
PROFUMERIA SATININE
lJ5ELUN:EC?-MILflriO
= Z^A 5 ROGGI 23 -
— 2(i3 —
unerra vorranno ]>oi, colla storia retro-
spettiva (li'lle aspre l)att ig'ie sulle Al[)i
1 oeeiuse. Per ora doltbiann» limitarci a
<()<f|iere ([Uaielie si)raz/.o di (jucsta nie-
vavigliosa atì'erujazion»^ del lavoro mu-
liebre clic, «la un capo all'altro della
penisola, 8epj)e seonijiurare il ])erieolo
«li un i)arziale arresto della sua vita eco-
nomica, a'^rieola ed iulu.striale.
ft gran conforto
ltli;-,o si condusse
Un miracolo di energia.
Sembra ancor oggi un miracolo ! lina
nuova valvola <li forza e di energia si
aggiunse al <lelieato congegno dell'orga-
nismo nazionale, paralizzato dalla bru-
sca sottrazione di centinaia di migliaia di
giovani lavorattu'i, e la
grandiosa macchina si
rimise in moto i)ortando
iivuuiiue la sicurezza del
doniani, il conforto del
la voro continuato, la S](e-
ranza e la fede nei de-
stini della Patria: le
donne italiane compiro-
no il i)rodigio di non la-
sciare nemmeno i)er un
attimo arrestarsi il cuore
}»ulsante dell'Italia, nel
momento in cui tutto il
suo miglior sangue af-
tluiva lassfi coi frementi
e baldi soldati, incontro
al secolare invasore.
Di questa complessa
e vastissima opera com-
]»resa sotto il nome di
«Assistenza civile»' i)arla
con sicura cognizione di
causa un altro collabo-
ratore dell' Almanacco.
Ci limiteremo quindi a
cogliere <iualche ])unto
saliente, di fissare fra gli aspetti i)iù sin-
golari «pielli che mutarono radicalmente
la fisionomia della nostra vita sociale,
imi>rimendovi, come le fiammelle azzur-
rognole delle lamjtade e dei fanali nel
l)UÌo notturno, il temj)oraneo ma carat-
t«*ristico suggello di guerra. Rileveremo
inoltre nel granile fervore di lumtà e di
aiuto reciproco che solleva tutta la fem-
iiiinilitìl italiana, alcune iniziative ohe,
non pretendendo schierarsi fra le princi-
pali, esercitano tuttavia nel raggio della
loro attività un benefico influsso nello
-convcdgimento dell' ora presente.
Donne tramviere.
l'uà (b'Ilc ])iiì originuli appaiizioui
che ci abbi.a dato la gu<'rra <> certo la
donna tramvicra; nui, diciamolo subito,
Milano. — Le donne comincl.ano
a prestare servizio sui tranis
cittadiui il 22 maggio 1916.
dei moralisti, il i)ub.
lai primo giorno verso
«li essa con impeccabile correttezza ; «li
numero sul i)rincii)io assai limitato, le
ti-amviere tanto a Roma (punito a Milano
andarono raiiidamente auuientand«> ed
oramai si può attermare che il bigliet-
tario mascliio <> quasi una rarità. Sia
dal lato della resistenza che della dili-
genza, le donne diedero in questo campo
ottima prova e non pochi fra gli as-si-
dui frequentatori dei trams dichiarano
di preferirle per garbatezza di modi e
riservato contegno, ai loro pretleceasori.
Una vittoria dunque non grandiosa, uou
claiuorosa, ma assai significativa.
La donna
nelle munizioni.
Un altro fenomeno
«Iella nuovji vita sociale
italiana è la partecipa-
zione «Iella mano d'opera
femminile nella i)rodu-
zione delle munizioni.
Non siamo ancora arri-
vati al grande movi-
mento intlustrialc «Ielle
donne francesi e inglesi,
ma possiamo dirci sulla
buona strada. Le nostre
operaie, nelle enormi fu-
cine ove si preparano
armi e proiettili, sono
esperte nel maneggiare
trai)ani e torni e «lisim-
pcgnauo mansioni deli-
catissime di precisione;
nella sola Torino, nello
industrio metallurgiche
e meccaniche pel rifor-
nimento «Iella guerra,
sono occujiate migliaia
di «lonne ; Milano le sta quasi alla pari
e benché queste cifre non illustrino che
un fatto temporaneo destinato a sce-
mare d'importanza coli' avvento della
pace, non«limeno la valida cooperazione
femmiìiile all'industria «Ielle munizioni
starà a testinmniare, con tutte le altre
manifestazioni muli<',bri di forza e di
costanza, a «juanta gratitudine avrà di-
ritto la donna italiana nel giorno della
vittoria finale.
La gran«le jiartecipazione della donna
all' in«lustria bellica ha 8uggerit«> alla
nota rivista J)onn(t, l'idea' «li un refe-
rendum fra le maggiori jicrsonalità. ma-
schili e fcniminili, i)er «'ouoscj'rv il loro
schiett«) ])ensicro siili' imp«u"tjuiza e sul-
l'utilità di tale fenomeno..! jiarefi i"u-
rono «liscordi. Rossana, uno competenz:» :
2G4 —
in lutto «li statistiche sul lavoro uiii-
liehre, risjjoso che a paragone «Iella l'ran-
cese e «Iella tedesca, la donna italiana
ha dato alla {guerra una minima parte
«Iella sua attività. Gina Lombroso Fer-
rerò dichiara invece ottinu) e suflì«'iente
il nostro contributo femminile alla i)ro-
iluzione d(!i rilornimenti. Il senat. Gabba
non trova che esso raggiunga la stessa
efficacia nelle diverse regioni d'Italia.
11 deputato Bevione esprime la cei'tezza
che senza l'aiuto della donna la guerra
avrebbe s^iezzato la nostra vita civile.
Tutti, pur facendo qualche appunto, <iual-
che naturale riserva, riconobbero la stra-
ordinaria utilità, l'aiuto provvidenziale
l>ortato in questa erisi dalla nosti-a donna
nei diversi rami dell' industria e «lei com-
mercio.
La donna nell'agricoltura.
Altre benemerite della nazione sono
le lavoratrici dei campi, che con nobile
spirito di sacritìcio, con operosità ine-
stimabile sostituirono nelle cam])agne
gli agricoltori assenti. Fra tutti i pro-
digi, questo, delie nostre contadine che
luanteunero feconde e rigogliose le no-
stre zolle, che ne raccolsero il prodotto
prezioso, è torse il ])iù commovente.
Scrittrici autorevoli come la Serao e la
compianta Cordelia ne sentirono la pro-
fonda bellezza e ce la comunicarono in
pagine toccanti. Dice la Serao in un ca-
pitolo del suo recente libro di guerra,
Parla una donna :
* I contadini d' Italia sono partiti per
la guerra, dai ventenni ai trentano venni ;
folle, folle di contadini hanno lasciato le
loro case, i loro campi, le loro fattorie,
le loro masserie, i loro fondi, le aie del
grano ed i mulini «Ielle ulive; tutti, man
mano sono stati chiamati, hanno dovuto
andare, sono andati e si sono battuti,
i contadini italiani, con un impeto e con
una tenacia così mirabile, che ì loro co-
mandanti ne fanno, ancora e sempre,
gran lode. E allora le c«)nta«ìine italiane,
in estate e in autimno, hanno raddop-
piato, triplicato il loro lavoro quotidiano;
le i)iù pesanti, le più dure, le più este-
nuanti fatiche degli uomini, esse le hanno
assunte, con tanto coraggio, con muta
fermezza, chiudendo nel loro grande cuo-
re — sì, gran«le e semplice cuore ! — la
tristezza e lo sgomento, per l'assoitc,
jK'r il lontano. Sono mancati gli uomini,
alla falciatura, alla trebbiatura, ai bo-
schi, alle ulive, ai mast<'lli dell' uva :'lc
«loiine han falciato e trebbiato, le «lonne
hau fatto Tedio e han fatto il vino. In
nessuna regione italiana, la più difficile,
ove il lavoro fosse il più complesso, il
]»iù vasto, in nessun i>aese agricolo, vi
faticassero gli uomini o le macchine, è
rimasto iiu palmo di terreno, ove non
si fosse fatto il raccolto, ove non si
fosse seminato ; lo contadine han fatto
tutto questo, dalle bimbe di otto anni
alle vecchie di settanta ».
E Cor«lelia nel suo libro così fia-
tcrno, così sereno. Le donne che lavo-
rano, Gonìpone nell'ultimo «capitolo so-
])ra lo stesso soggetto una scenetta di
soavità virgiliana.
« Vedo già disegnarsi un bel quadro.
In un giorno «li pace, e pieno di sole,
ecco ritorna il marito un po' zoppicante
col petto fregiato da una metlaglia ; si
guarda intorno e ve«le i campi coltivati
e ricchi di messi, gli alberi carichi di
IVutti, come quando li aveva lavorati
colle sue braccia, e commosso dalla sor-
])resa pel nuovo miracolo, si volge alla
«lonna con un' occhiata interrogativa e
vedendone il volto sparuto, la persona
stanca e il sorriso buono. conij)rende e
dice prendendola per mano :
« — Tu hai fatto questo? Io che
jvensavo di trovare un deserto, mi hai
fatto trovare l' abbondanza ! Sei stata
l)iù brava di me, a te devo cedere la
medaglia ».
E ben fece il Ministero di Agricol-
tura di riconoscere il valore delle con-
tadine italiane distribuendo premi in
oggetti e in danaro alle più bisognoso
e medaglie d'oro e d'argento alle capi
azienda, proprietarie di fattorie ecc.
Laboratori femminili.
Senza peccare di esagerazione si può
dire che tutta l' Italia ò diventata <lu-
rante la guerra un alacre laboratorio,
ove incessantemente ari'ivano e partono
indumenti i)er soldati e per feriti, capi
IL TACCO DI
VERA GOMMA
^ r
fh'^f- ^m*^.
Come Bl lavora la lana per i nostri soldati in una scuola in Prati, a Roma.
{Fot. Porry Pastorel).
di vestiario per bimbi di ricbiamati e
j»or profughi ; l'organizzazione di «luesto
iuiiuenso s»'rvi/,io di rifornimento, ove
Jiiigliaia di disoccupate trovarono la-
voro, sotto la direzione di instancabili
volontarie, avrj\ nelle future opere di
statistica uno dei j)osti d'onore. Qui ri-
corderemo di sfuggita il benemerito Co-
mitato della « Pro P^sercito » che nel
giugno scorso aveva già mandato alle
tiupi)e combattenti ben 215.000 capi di
lana ; i Laboratori delle Bende composte,
promossi da una attiva signora inglese
di Bordighera e da un eletto grupi)o di
dame milanesi ; la i>reparazioue tlegli
indumenti antii)ara88itari assunta dal-
l'Unione Femminile Milanese e le eccel-
lenti iniziative per combattere il freddo
I)atrocinate dall'Assistenza pubblica mi-
lanese. Milano e Bologna, le due città
che tradussero per le jn-ime in azione i
loro nobili sentimenti di patria e di ca-
nta, furono seguite in breve da tutti i
principali centri d'Italia, dalle province,
«lai lontani capoluoghi di campagna, «lai
liifi spenluti villaggi per i monti, ove
donne di tutte le età ripresero 1 patriar-
cali ferri della calza fra le mani ab-
bronzate.
II contributo
delle donne meridionali.
Ma l'opera di assistenza icmniinilo
jier la guerra si atìermc) in modo vera-
mente insperato nel mezzogiorno, ove si
crede la donna schiava di falsi e ipocriti
l)reconcetti antiquati. Bari, Lecce, Tra-
ni. Foggia, Catania, Siracusa, istituirono
i'orsi d'infermiere e comitati di soccorso
che tutti funzionarono con regolarità per-
letta. La guerra distrusse quel torpore
un po' scettico nel quale si era cullata
lin (jui la donna meridionale e ne rivelò
le straordinarie attitudini di ordine e di
energia. La Duchessa d'Aosta, quando
fu a Bari, rimase addirittura stupita che
in <iuella città si fosse fatto tanto per
i richiamati e i)er le loro famiglie; l'alto
sentimento di jiatriottismo di quelle don-
ne non ha bisogno di venire esaltato, ma
degno di ammirazione ò l'episodio di
<iuella madre l)arese che con scnii»Iice
RI^GlOVaCI I Rp VOU&TEo??
usfnrt Lfi
LOILMONE
COHTR.O LA CANIZIE «"X^
JH VENDITA DA TUTTI I PROFUMIERI DITALIA
£X€£LS/OR=
"ÒlÓiriGCR JUMIOR.
5)E.POSlT.U5ELUNIl.C?^tlUANO-VlABro(
pesto, per intimo conviucimcuto, con-
dusse il figlio esente dal servizio n»ili-
tare a l'arsi iscrivere come volontario
nell'esercito : inchiniamoci a quella ma-
dre eroica e vediamo in essa il simbolo
- 266 -
lanese disimpegnarono presso a poco lo
stesso lodevole lavoro, dedicandosi alla
sovraintendenza dei sette laboratori fem-
minili per le forniture militari, ove in-
numerevoli operaie equamente retribuite
del coraggio e dell' abnegazione di tutte sfuggono alla triste speculazione di gros-
le donne italiane. sisti poco scrupolosi, j) restando il i)ro-
Nella Campagna Romana. — Donne che hanno i mariti al fronte
e che lavorano per i soldati.
(Fot. Forry Pastorel).
M lavoro
dei Lyceum femminili.
Floridissimo è l'annuale bilancio di
lavoro dei Lyceum femminili di Firenze,
Milano, Koma. Modestamente, quasi con
umiltà, quello fiorentino si adoperò a mi-
tigare le sofferenze dei nostri valorosi
soldati; macelline da cucire invasero le
sale e muccbi di biauclieria, di oggetti
di lana, di mascbere contro i gas asfis-
sianti si accatastarono ovunque; agli
ospedali fiorentini vennero mandati mol-
ti libri, bastoni per convalescenti e una
si)eciale sezione si occupò dei x)i"igionieri
di guerra.
Le 200 e piìx socie del circolo Mi-
prio concorso nei posti di ristoi'o, all' uf-
ficio notizie ed ai profughi. Un gruppo
di volenterose, sull' esempio delle donne
francesi, diede vita alla simpatica isti-
tuzione delle Madrine dei prigionieri di
guerra, per cui una signora prende sotto
il suo patrocinio un prigioniero di po-
vera famiglia e lo sovvenziona di quanto
gli è necessario, sopratutto del pane. Le
Madrine verranno iscritte in un albo
d'onore, che il Lyceum conserverà quale
ricordo di una patriottica offerta e come
omaggio alle socie, che presero a cuore
le sorti dei soldati caduti feriti o esau-
sti nello mani del nemico rivelatosi
sempre barbaro e inumano verso gli
inermi. Il Lj^ceum milanese promosse
. - 2G
infine In vi'ndita di duo cinhlemi di
'guerra: T ìiim'IId «per l:i patria» e il
traccialo di lorro, dostiuandoiie il ri-
< avt» alla Croce Rossa e ad altri enti
(li lioneticoiiza.
Suo non ultimo titolo di benemerenza
ò di aver lanciato il ])rinjo ai)])ollo ])or
la prcparazioiui Icniniinilo iVa la citta-
dinanza, (piando ancora l'intervento ita-
liano era <la molti discusso e da iiarec-
( Id ritenuto in)i)roì>al»ilo. In una seduta
del novonjliro 1!I14 furono) convocate al
Lvi-oum lutto le Presidenti delle Asso-
t ia/.inni lomininili con un l)ij;lietto d'in-
\ ito clic rimarrii memorabile; eccolo:
« Illustre Signora,
« L'ora che volge deve ispirare a
tutte lo donne d' Italia vivifssimo il de-
.«-idorio di unirsi e convergere ogni loro
energia verso un' unica e santa idea :
« La Patria nostra! »•.
* Per affidamenti ricevuti abbiamo
ragione di credere die il Governo sa-
rebbe ben lieto e grato del nostro con-
tributo nella triste eventualità in cui il
nostro Paese fosse travolto nella eon-
llagrazione europea.
•« E noi fervidamente pregbiamo la
S. V. di trovarsi sabato 7 novembre
alle ore 15.30, nella sala del Lyceum,
in via Borgonuovo, 20, por una comune
inte.^a sull'azione che intendiamo svol-
gere, assai confidando nel Suo autore-
vole con.siglio ».
Il convegno riuscì dei più solenni per
(jualità e numero di intervenute, e vi
si gettarono le basi di <iuel programnui
di lavoro che doveva comprendere una
grandiosa e sintetica linea d' azione e
l'organizzazione sistematica di tutte le
ibrze fenuuinili in caso di mobilitazione
e di guerra.
Anche il Lyceum romano rivolse gran
parte delle proprie iniziative ai prigio-
nieri sparsi nei campi di coucentramento
e negli osi)odali austriaci; ad essi, col-
r autorizzazione ministeriale, inviò in-
cessantemente pacchi, ricordi, doni : così
«lalla capitale pervenne di continuo ai
l»overi esuli un po' di bontà, di amore
<• di pietà fraterna. I soldati non furono
dimenticati <' alcune salo, d(dla sede del
più olott(t foniniinismo romano si tra-
sformarono in laboratori i)er la confe-
zione di indumenti e di scaldaranci.
Il Lj'ceum di Roma riprese il suo
aspetto di solennità e di signorilità in-
tellettuale, in occasione della cerimonia
in onore di Miss Cavell, l'infermiera
martire inglese; la sui)jdiziata sorse dal-
l'ajtpassionata parola delle sue comme-
iiioratrici nella rossa aure(da del mar-
tirio, come un segnacolo, una meta del-
l'opera di giustizia ver.so cui ci condurrà
r auspicata vittoria delle bandiere al-
leate.
La Lega Economica
Nazionale.
Le signore italiane intrapresero poi
una cami)agna economica che si acquistò
subito le generali simpatie ; esse ai)i)ro-
tìttarono delle circostanze favorevoli por
l)roteggere meglio la nostra produzione^
industriale e boicottare con energia l'in-
vadente mercato tedesco. L'allarme fu
gettato da Laura Orvieto sul Marzocco
in un chiaro e forte articolo intitidato:
* Ciuifetti tedeschi in una i)asticceria
italiana », ove la scrittrice narrava di
aver veduto in piena guerra in una jìa-
sticceria fiorentina dei dolci recanti l'eti-
chetta « Heller- Wien », Chiestone spie-
gazione alla proprietaria del negozio, si
intese ri.spondere che molta merce au-
striaca passava ancora e trovava sempre
compratori. Alti'i articoletti significativi
comparvero in seguito sul battagliero
giornale di Firenze, che denunziavano
ora (questa ora quell' importazione di
merce nemica ; si scoprì che financo
molte piante del celebre mercato dei
fiori venivano prima della guerra dalla
Germania. Il momento era duncpie i)ro-
l)izio per formare un comidotto, una
salutare congiura contro questa specu-
lazione senza freno, non arginata nem-
meno dall'inimicizia politica, ed ecco le
donne milanesi, sotto gli auspici della
Dante, formare la Lega economica na-
zionale che si propone di fare un'attiva
difesa del commercio interno, troppo
s])es80 sacrificato a quello estero, con
evidente danno della prosperità italiana.
Nella Galleria Vittorio Emanuele venne
aperto un ufficio di recapito per la Lega,
FOtlDM SIMON
Purezza |ajMXI I !{ ÌB^V Zì!éI iffV '^'^°'^^
assoluta %BMBHLMBULiHÙBiUUMlHr aderente
Incomparabile per la frescKezza del colorito.
21 ks
iiu'iitre conferenze od oimscoli ilifluso-
ii) la lodevole iniziativii iu tutta la ])e-
nisola.
Propaganda femminile
di guerra.
\Jn altro grnpjìo di donne intelli-
.m^nti dell' Unione Insegnanti volle dif-
tondere fra le classi femminili meno
colte le ragioni che fanno sacra ed ine-
luttabile la nostra guerra. Allo sco])o
composero e fecero pubblicare una serie
di lùtidi e brevi volumetti, nei quali in
forma piana ma pura ed elevata, viene
spiegata al popolo la necessità della no-
stra partecipazione all'immane conflitto
europeo e ridestato l'amor patrio e l'amor
civile nei cuori più egoisti. La stessa pro-
])aganda ricorse anche alle proiezioni ci-
nematogratiche, alle letture, alle carto-
ilne. ottenendo ovun<iue lusingliieri ri-
sultati.
Il problema delle orfane
di guerra.
Il ])roblema delle orfane di guerra
angustia molte generose anime femmi-
nili.
La Direttrice del grande Orfanotrofio
milanese, nel convegno nazionale delle
Opere di educazione tenutosi quest' anno
iu Roma, propose di istituire presso ogni
Orfanotrofio femminile una casa-pensio-
ne ove le orfane potrebbero rimanere
qualche tempo, iiu anno per esempio,
dopo aver terminato gli studi dell' Isti-
tuto. Tale casa dovrebbe essere diretta
e amministrata dalle orfane stesse che
vi imparerebbero la scienza diificile della
vita. Altre generose benefattrici vorreb-
bero fondare delle colonie agricole per
raccogliervi le povere ed innocenti vit-
time della guerra. Una nobile signora,
Stefania Tiirr, figlia del prode garibal-
dino, fondò un' apposita rivista : Le Ma-
dri italiane, approvata e incoraggiata
dalla nostra Regina e da personalità
illustri, ove è sostenuto il nuovo prin-
cipio che 1' orfano non deve venir tolto
al suo paese nativo e nemmeno alla fa-
nuglia, per quanto ridotta essa possa
essere. La signora Tiirr in altre parole
vorrebbe che il problema degli orfani
venisse risolto dalle donne unicamente,
e allo scopo diftnse uno stiituto in ogni
città e in ogni comune, per l'Associa-
zione delle madri italiane, ad uso di
(1 nelle signore caritatevoli che intendes-
sero sostenere le idee e i i)ropositi espressi
])ella sua Rivista. Le adesioni furono nu-
merose e il generoso progetto della fon-
datrice potrà forse mutarsi iu realtà.
L'attività delie donne
di Ala.
Le donne irredente, che la no^tia
guerra ha liberate, hanno voluto pron-
tamente portare il loro contributo alla
grande azione rivolta conti'o il nemico
secolare; prime fra tutte le donne di
Ala chiesero ed ottennero di venir ac-
cettate come dame della Croce Rossa
nei locali ospedaletti da campo e rac-
colsero fondi per preparare indumenti
di lana ai prodi soldati, loro liberatori.
Atti di coraggio femminili.
Gli atti di coraggio e di eroismo fem-
minile nelle regioni mai'tirizzate ove ]»iù
infuriò crudele la battaglia, non si con-
tano; molte donne ancora oppresse dal
giogo austriaco non si trattennero dal lan-
ciare fiori alle nostre truppe di avanguar-
dia e dal fornire loro informazioni tal-
volta preziose. Due signorine goriziane,
Giulia Bianchini e Maria Arcani, scor-
gendo ai limiti della città alcune nostre
pattuglie volanti, issarono entusiaste sul
tetto della casa un bel drappo tricolore,
I)reparato in segreto pel gioi-no dell'ago-
gnata riscossa. I soldati italiani lo vi-
dero e lo salutarono con un colpo di
cannone; ma subito dalle trincee nemi-
che partì una granata che colpì e sven-
trò la casa amica, e la sera stessa le
coraggiose signoi-ine vennero tratte in
arresto. Un'altra eroica imprudente, Ma-
ria Vallini, trentina, per aver scritto ad
un suo cugino, militare nel nostro eser-
cito, una lettera ove esi)rimeva l' augu-
rio che la bandiera italiana sventolasse
al i)iìi presto dal Castello, venne arre-
stata e, invitata a chieder perdono del
suo colpevole desiderio ■« Non chiedo
perdono a nessuno — rispose — ma mi
pento di non aver detto di piti, perchè
nelle mie vene scorre sangue italiano » .
Condannata a morte, venne graziata,
essendo minorenne.
Le telefoniste e le telegrafiste delle
città pili prossime al confine, non la-
sciarono il loro posto di responsabilità
e di lavoro, nemineno quando intesero
il minaccioso rombo del cannone ; il Bol-
lettino del Ministero delle Poste pubblicò
un alto encomio alla telefonista avven-
tizia dell'ufficio di Verona, signorina
Bice Pangoni, per il perfetto contegno
tenuto durante l'incursione degli aero-
plani nemici del 27 Marzo scorso. Mal-
grado l' impressionante spettacolo della
caduta delle bombe, essa non abban-
donò un solo istante il suo tavolo di
lavoro, pur trovandosi sola in servizio
— -A^ìi —
DoetitT'è Ub Contatto ùOh una linea ad
alta tensione producev» una fonnidubile
scarica ed un priucipio d'incendio.
Eroine delia pietà.
Auche il generoso e silenzioso esercito
delle infenniere volontarie conta giìiqual-
chc vittinin. hi cui memoria è circon-
fusa di un' aureola di ful<jida gloria.
Tutte queste dolci consolatrici dalla
pietà .sempre uguale, dall' infinita abne-
gazione esercitata da nu\si e mesi nella
rinunzia completa della loro per.sonalitù,
brillano come stelle nel cielo tragico
della guerra. Fiiu)ra nessuna i)ubblica-
zi(»ne rese noto il nome di tante oscure
eroine, nui ad essa si i>rovvederi\ indub-
biamente col teuìpo. Una giovinetta di
20 anni nel oirare i tifosi contrasse la
stessa malattia, fu sul punto di morire,
uni, guarita, volle ri])rendere servizio
nel medesimo ospedale. Una signorina
giovanissima offrì, spontaneamente, di
farsi o])erare ])er degli innesti neces-
sari ad un soldato gravemente ferito; il
Presidente di'lla Croce Rossa la decorò
della medaglia <1' argento. Alcune infer-
nnere dell' osi)edale territoriale di Par-
nui .si .sottojìosero anche esse alla d(»lo-
rosa operazione.
La principessa Luisa Corsini di Fi-
renze, nel curare i suoi feriti con atfetto
materno, contrasse: una grave infezione
che, fra il compianto di tutta la città, la
condusse alla tomba. Due giovani infer-
miere V(dontarie, Eugenia Gui e Bianca
di Prampero imnu)larono le promettenti
vite per malattia contratta curando i sol-
dati feriti. A (lueste tre nobili vittime del
dovere, il Ministro dell'Interno conferì la
medaglia d' argento <lei benemeriti della
salute pubblica.
Generose elargizioni
femminili.
Nel libro d'oro dell.-i * pietà femmi-
nile » verranno inscritti ])ure i nomi <li
non poclu! generose che profusero il loro
denaro ]>cr lenire i terribili mali, le mi-
serie crudeli portate dalla guerra. Il
primo istituto italiano di rieducazione
dei mutilati ^ dovuto ad una illuminata
benefattrice, a Donna Fanny Finzi Ot-
tolenghi; il suo Jiifwjio sorge a Goi'la
pre&so Alilano 6 in MflO i Aoldati muti*
lati ritrovano la dignità e la gioia di
una vita produttiva ed operosa; ft)rnito
di tutti gli ultin)i trovati della chirur-
gia e di una scuola professionale vera e
])ropria, l' Istituto ])uò accoglierò 200 al-
lievi. Il Ministro della Pubblica Istru-
zione conferì ad un'altra eletta dona-
trice, signorina Adelma De Marchi di
Milano, la grande medaglia d' oro dei
benemeriti della salute pubblica ; ella
offrì alla città una clinica pediatrica
improntata ai piìi moderni dettami della
scienza e dotata di (piel senso artistico
che già caratterizza un suo precedente
e muniiico dono : l'Ospedale Victor De
Marchi con l'annessa scuola delle infer-
miere. Una signora di Torino ricand)i?)
una scatcdetta di cerini Pro-Mutilati con
UTu> chò(iue di .')0,000 lii-e. Gli esempi
della nobile filantro]>ia delle donne ab-
bienti italiane, che fanno il bene quasi
alla chetichella, con uno squisito senso
di pudore e di modestia, potrebbero
riempire molte colonne.
Conquiste del femminismo.
Il femndnismo intellettuale segnò, a
malgrado dei tempi eccezionali che at-
traversiamo, quah'he notevole conqui-
sta. L' Università di Bologna conferì
per la i)rima volta in Italia la libera
docenza in pedagogia ad una donna, la
Signora Gilda Chiari Allegretti; essa
tenne una lezione i)ubblica sul tema :
/ priìtripaìi problemi dell' iiiseynamcnlo
(/eo(/rafiro. La Commissione approvò la
candidata con voto unanime.
Una signorina genovese, Bice Da-
uco, conseguì la laurea in giurispru-
denza all'Università, con un'elaborata
e dotta tesi sulla difesa dell'onore. K
non meno ammirevole delle precedetiti
ò la cieca signorina Maria Simoniui che
ottenne con licenza d'onore il dii>loma
nuigistrale, nella scuola normale di Reg-
gio Emilia.
La pace auspicata
dalle donne d'Italia.
Vogliono la i)ace le donne d' Italia ?
Certo il loro cuore anela ni giorno be-
nedetto in cui i tigli, i mariti e i frati-Ili
faranno ritorno alle mute case ove da
FTA ■ L'ideale dei la.ssativi per adulti e bambini. -ff^
Non irrita, non provoca coliche.
In tutte le farttiaric in scatole da HJÌ discoidi,
I^EPETIT FARMACEUTICI - MILANO
^^»00^0i>it0^0m
270 —
tanto tonii>o attendono ansiose. Ma mai
e.sse accoglierebbero con animo lieto una
pace che non realizzasse tutte le nostre
aspirazioni nazionali, che non compen-
sasse il sangue sparso e le lagrime sof-
focate di tante povere madri in lutto.
Al Comitato interventista di Roma, la
Professoressa Bice Sacchi a nome delle
numerose aderenti disse che le donne
italiano contrarie per sentimento e per
istinto alla violenza, considererebbero
come 1.1 pih grande iattura una pace la
quale, lasciauilo^ impunita la delinquenza
e invendicate le sotterenze cru<leli inflitte
a coloro {;he di questa delinquenza fu-
rono travolti, ad altro non servisse che
ad incoraggiare la feroce violenza au-
stro-tedesca ed a rinnovarne le orribili
gesta.
Le donne d' Italia invocano dunque
la i)ace, ma ima pace alata che ha nome
•« Vittoria ».
Femminismo di guerra in Francia.
Il benessere della Francia
prima della guerra.
La guerra sorprese la Francia in un
floridissimo periodo economico che per-
metteva a tutte le classi sociali di go-
dere largamente la vita ; le donne della
borghesia si procuravano l' illusione del
lusso spendendo spensieratamente i guii-
dagni dei mariti ; 1' oi)eraia dava fondo
al ricavo della settimana senza pensare
al domani e la dama, come la giunàr
attrice, si abbandonavano ai ca[)ricci
più eccentrici e costosi. Sono della vi-
gilia della guerra questi frammenti di
cronaca mondana che sembrano ripor-
tarci ai fasti della decadenza romana:
* La Signora X, portava una veste di
broccato d' argento con parrucca azzur-
ra »• ; ■« La Signora Y, comparve nella
sala coi piedi nudi calzati di sandali di
lacca ».
Mutamento di scena.
Erano i temjji corrotti dell' impaccio,
delle gonne spaccate fino al ginocchio,
del tango, della matchiche. E ad un
tratto la fatale diana di guerra sveglia
dal loro sogno sibarita queste incoscienti,
le richiama alla realtà dell' esistenza,
alla necessità del dovere e del sacrifì-
cio. Come in una grandiosa produzione
teatrale, la tela cala sui resLaurants il-
luminati, sui cabarels notturni, ove si-
gnore di tutte le età ballano danze eso-
tiche e si rialza sopra un quadro tragico
sul cui fondo dell' invasione nemica, le
stesse donne oi'ganizzano soccorsi, rin-
cuorano bimbi, improvvisano per mi-
gliaia di disoccupati nuovi mezzi di sus-
sistenza.
Pareva che in uno slancio così gran-
dioso e subitaneo di tutte le loro forze,
in ima così terribile tensione dei loro
nervi, le donne francesi dovessero pre-
sto esaurirsi ; invece dopo due ;uiui e
mezzo di guerra, esse si trovano ancora
tutte al loro posto di lavoro, allenate
meglio alla fatica e decise di resistere
come i loro eroici poilus fino al giorno
della vittoria.
Provvide istituzioni
di guerra.
Sono francesi molte provvide istitu-
zioni divenute in seguito popolari anche
da noi ; lo scaldaranció che tanto con-
forto diede e dà tuttavia ai soldati è
stato patrocinato da un Comitato di
signore parigine ; l' iniziativa delle Ma-
drine dei prigionieri di guerra fu ideata
dalla direttiùce della rivista * Les An-
nales > signora Brisson. La Madrina
del soldato ò anch' essa un' iniziativa
prettamente francese, che fa scoiTcre
di continuo verso i combattenti le onde
incoraggianti della sìnix^atia e della ri-
conoscenza femminile. Non ogni soldato
ha una madre, una sposa, una sorella
che gli rendano meno dura la vita di
trincea con lettere aftettuose e qualche
piccolo dono; a questi orfani, a questi
dimenticati, la gentile e briosa donnina
d'oltr'Alpe scrive parole di conforto, in-
via spesso regalucci e offre l' ospitalità
della sua casa durante i brevi congedi.
Sulle originali e talvolta idilliche si-
tuazioni che nascono dalla personale
conoscenza delle madrine coi loro rispet-
tivi figliocci, hanno già ricamato con
garbo alcuni scrittori ed autori dram-
matici di grido. La Visitatrice s' inca-
rica allo stesso modo dei soldati feriti
non allietati da nessuna api^arizione
amica nelle grigie corsie dell' ospedale ;
fa la lettura dei giornali, sbriga la loro
corrispondenza, i)orta sigarette, dolci e
quando i malati entrano in convale-
scenza li conduce a spasso, accoglien-
doli magari in casa sua, se la famìglia
non li reclama.
Per agevolare i rapporti fra le si-
gnore volonterose ed i combattenti, la
direttrice della rivista settimanale Lei
^^o^^e t\nuVò la MutualUé féminine, che
lacfolso hir'jlnssiint' adosionì. Il con-
corso dato dalla donna francese di ofitii
. ti\ e di o^ni ceto alla Croce Kossa «"^
-tato veramente nuijjuitìco. •« Da nu capo
all'altro della nazione si ripete, come
immagine rillcssa da specclii innumere-
voli, lo stesso quadro commovente : una
sala d'ospedale, dei letti allineati, dei
teriti coricati, altri che camminano ])e-
nosamente, appoggiati su stampelle e
bastoni, e delle signoro vestite di bianco
col velo sulla fronte segnato d' una cro-
ce rossa ». Sono parole dell.a signora
«r Ulmès, che sulla Kevnc Ilebdomadaire
tracciò un efficace schizzo dell' operositi^
femminile in Francia. La scrittrice so-
stiene che (luesto quadro non è del tutto
triste, giacch^ la carità e la grazia mu-
liebre vi difl»>ndono tiori, libri, ninnoli
e giuochi. Ella si chiede con lodevole
sincerità se nell' abbracciare con tanto
fervore la professione di infermiera,
molte signore non seguano una moda ;
ma tutti rispondei-ebbero con la natu-
rale conclusione che una moda austera,
fatta di abnegazione ;ion s' impone senza
ini motivo sui)eriore.
Parallelo fra l'intervento
femminile del 70
e l'odierna guerra.
Certo la «lonna francese moderna
dalla sua stessa vita attiva di sijorts e
di nu>lteplici occupazioni mondane, era
ben agguerrita per le nuove fatiche, pro-
fondamente diversa in ciò dalla donna
del 70, romantica e soguatrice. La si-
gnora Siegfried, una delle più elette rap-
presentanti del femminismo francese, fa
un giusto i)arallelo fra l'intervento della
donna nelle due guerre con la Germa-
nia. Nel 70 esse non chiesero di lavo-
rare, sapendo a prioi*i che nessuno avreb-
be preso sul serio la loro collaborazione,
allora iin numero relativo di uomini
partì per il campo, di modo che molto
famiglie restarono intatte. Nel l'Jlt tutta
la nazione partecipò al conflitto e le
donne dovettero sostituire gli uomini
lu'i servizi civili e allestire quelle mol-
teplici forme di assist^^nza e di cariti^
che le circostanze imperiosamente ri-
chiedevano.
Non meno delle infermiere volonta-
rie, le suore compiono prodigi di al-
truismo, e il Presidente della Repub-
blica volle egli stesso decorare Suor
Lui.sa, l'angolo tutelare di Nancy, della
croce di guerra.
Le seminatrici del coraggio.
Una fanciulla lorenese ebbe l' idea
di fondare tra lo suo giovani coetanee
la Lega delle seminatrici del coraggio
l)er combattere il pessimismo e la sH-
«lucia sotto qualunque forma; il motto
della lega ò quello di S. Caterina « Non
bisogna piangere, ma agire ».
Ottime iniziative
femminili francesi.
Ora r industria della moda si è qiiasi
normalmente ristabilita a Parigi, ma sul
princiino, quando il nemico s'avvici-
nava minaccioso alla capitale, era del
tutto paralizzata; circa 100,000 operaie
si trovarono disoccupate e ])rovviden-
ziali furono allora i diversi laboratori
che fornirono a queste infelici i^u digni-
toso guadagno. Una ben m)ta amica
delle midincUes parigine, la signorina
Quentin, ebbe l' idea di aggruppare i
diversi laboratori in una associazione
unica che prese il iu)me di Fédération
d'organisme de Iravail col doppio scopo
di sopprimere gli intermediari e di al-
leggerire le spese troppo pesanti della
carità, mettendo le lavoratrici in grado
di sostenerlo »lii sole.
Altre signore intelligenti pVocurarono
lavoro alle abili lavoratrici dell' ago col
promuovere esposizioni di bambole sto-
riche e regionali, e siccome dal bene
nasce bene, così si formò di lì a poco
la Lega del giuocattolo francese e (jnella
,I)iù importante ancora delle Compratricl
francesi, lo cui socie s' impegnaiu) di
acciuistare unicamente i prodotti na-
zionali.
Fu a torto rimproverato alla donna
francese di potersi occupare ancora di
cose frivole, di non aver rinunciato del
tutto alla « toilette ». Ma l' industrin «lei
lusso ò uno dei maggiori cespiti delle,
entrate francesi ed è un <lovere patriot-
tico di non lasciarla languire. L' essere
eleganti, il mutare alcune vesti durante
™'^."^ Mil ?/l1 } MM l Ti f lì y I Profumo
dei 1^ f 1 É I i k IWl ikiilik ■
bambini ^|^^J^^^|l^^^^H^^^^^^^^^^^^H delizioso
Puro ed untuoso, rende la pelle fine e vellutata.
272
la «tajulone, non iTiipedisoè alle parigiue
(li l'oudare V Uìiion fralernelle cìxe hov-
venzioua gli oi-tani la>«ciandoU nella loro
città e in Beno alla famiglia, e V Assi-
st ance mutuelìe dts Vetives de la guerre,
che si i)ro])Oiio di procurare alle vedove
incapaci di assumere un lavoro fuori di
casa ])er educazione e per abitudini so-
ciali contratte iu ])assato, un mezzo siui-
pati<'o di aumentare le loro risorse eco-
nomiche ; esse vengono istruite nell' arte
di fare scatole, j)aralunii, gingilli gra-
ziosi, articoli di toeletta infantile, men-
tre sale di vendita organizzate dalle
socie dell'assistenza, mettono questi og-
getti alla portata del pubblico.
Servizi femminili ausiliari.
La Francia, maestra d' eroismo sui
campi di battaglia, ha dato pure V esem-
pio delle ])iù geniali api)licazioni del hi-
voro femuìinile nei servizi militari au-
siliari. Il Tenente Colonnello Giuffrav
fu il primo a sostituire con donne tutti
i soldati occupati nelle retrovie. La sua
iniziativa ebbe ])ieno successo; mogli,
madri e sorelle di soldati uccisi vi tro-
varono un ini])iego rimunerativo.
Il fenomeno della mano .d'opera
femminile assume in Francia
vaste proporzioni.
Per dare un" idea della vastità che
assume in Fiuncia il fenomeno della
mano d' opera femminile chiamata a di-
simj)egnai'e il lavoro di -ben 4,300,000 uo-
mini attualmente sotto le armi, daremo
alcune cifre già di per sé molto eloquenti.
Nelle sole ferrovie francesi sono occu-
pate 40,000 donne e negli uffici relativi
lavorano 100,000 impiegate. Parigi conta
27,400 fattoriue commerciali e TOOtram-
viere.
Nell'Amministrazione delle poste vi
sono 2000 doime di cui una metà fa il
lavoro notturno; altrettante se ne tro-
vano nei Telefoni. Nelle Banche si cal-
colano pili di 5000 le donne entrate dopo
la guerra. Nei diversi Ministeri ve n' è
presso a, poco un migliaio e future sta-
tistiche stabiliranno quante donne sono
sparse nelle aziende i)rivate, nelle fab-
briche, negli uffici e nelle manifatture
dello Stato.
La donna nelle industrie
della guerra.
Ma ore la partecipazione femminile
al lavoro collettivo si afternia maggior-
mente in Francia è nelle industrie della
guerra. La nostra alleata, assalita di
sorpresa dal brutale nemico germanico,
dovette compiei-e uno sforzo immane p<'r
allestire i suoi mezzi di difesa, chia-
mando nelle officine già esistenti e iu
quelle improvvisate, uAn solo tutti gli
uomini non validi alle armi, ma un osci--
cito di donne, che corrisj)ondono a circa
un terzo della totale mano d' opera im-
piegata. Duecentomila donne nelle as-
sordanti e fumose fabbriche del tjreu-
sot, di Parigi e di llartieur rinunziano
a tutti i privilegi del loro sesso i)er ren-
dere pili sicura e piìi grande la vittoria
della patria. Molte sono incaricate della
verifica e del controllo dei pezzi, special-
mente degli obici; una buona operaia ne
esamina 2000 al giorno e ogntino x>esa 7
chili ; le differenti parti della spoletta ri-
chiedono un occhio esj)erimentato come
quello di un fabbricante di cronometri.
Altre compiono sempre lo stesso movi-
mento ammirevolmente calcolato presso
macchine turbinose e possenti: un mil-
limetro di spostamento sarebbe suffi-
ciente per perdere la mano. Altre an-
cora fondono le jìsille per i shrapnell
a contatto del metallo incandescente o
conducono torni siu'uzzanti senza posa
il loro liquido oleoso. In questi rejjarti
la donna sacrifica quanto possiede di
I)iìi prezioso, la sua femminilità; ep-
pure quanti poterono avvicinarla, la tio-
vai'ono sempre lieta e sorridente, soste-
nuta dall' intimo conforto di aiutare c(d
suo lavoro il marito e i fratelli in trin-
cea. Le forniture militari sono quasi in-
teramente affidate alle donne, che so-
vraintendono alla fabbricazione delle
maschere 'conti-o i gas asfissianti, dei
sacchi per la terra e degli elmetti pro-
tettori. Le donne francesi risposero in
modo davvei'o meraviglioso all' ai)pello
della patria in guerra, dimostrando ili
possedere doti singolari d' intelligenza
e di attività in tutti i rami dell' indu-
stria e del commercio; ma chiuso il
periodo delle ostilità e ripristinate lo
IGIENE DEI CAPELLI
PROFUMERIA SATININE
USELLm:EC?-MILflrtO
= Z^A 5 ROGGI 23 =
— 278
iiiiliziiiui ili vita uonnalr. che avverrà
; tutte queste lavoratnei allcniite or-
i.ù alla fatica, abituate a gustare le
boddistazioiii del lavoro e d<'ir indipen-
denza ? Vorranno nuovamente sottomet-
tersi alla tutela del matrimonio e pie-
garsi air inferiorità del codice?
li problema femminile
dopo la guerra.
(Tnivc problema che agita ora in
lancia parecchi pensatori eminenti, i
;i;ili vedono j)rofìlar8Ì nel futuro la mi-
naccia di una esacerbata lotta <lei sessi.
Maurizio Donna j, dopo tanta distru-
ione, tanta rovina, spera che vi sarji
.voro per tutti. L'equilibrio si ri.sta-
iiìin\ da s^, senza scosse: la donna si
persuaderà di cedere all' uomo più forte
incarichi poco piacevoli e questi non le
• )iiten<lerà piìi impieghi essenzialmente
■luminili, come il vendere nastri e piume
1 un negozio di modo. Marcel Prévost
>!ina l'augurio che la vita di famiglia,
i cura dei figli sembrino in seguito alla
•)uua francese un destino invidiabile.
^••condo Brieux il femminismo avrà fatto
• iopo la guerra passi da gigante ; 1' uomo
non sarà più un essere privilegiato di
fronte alla donna ; tutti i grandi e giu-
<ì movimenti che si erano disegnati in
• issato s'accentueranno dopo la vitto-
ria. Alle donne che domanderanno più
giustizia e più eguaglianza, gli uomini
ìion potranno più rispondere che la forza
superiore al diritto, perchè avranno
imbattuto appunto per aftermare il di-
i tto sopra la forza.
I ccnbattenti nel deporre le armi
dovranno riconoscerti nella loro conij)a-
gna diritti e doveri eguali e dividere
con lei, che se ne sarà mostrata degna,
le gioie e le pene della vita.
Nobile risposta
delle madri francesi
al Comitato della pace.
Il ('omitato internazionale della pa*o
avendo fatto circolare i)er la Francia n
speciahnente. fra le donne i suoi mani-
festi sos])ctti, V Unioìi sarrcc (ics mère x
inviò dal giornale La Fran<^ui8e un i
fiera risposta ai sostenitori di quel mi)-
vimento a base di intrighi germanici.
< Le madri francesi — dice (j nella let-
tera — non hanno alcuna ragione <'i
interporsi fra i belligeranti fnio a clu»,
vi saranno territori nazionali invasi da-
gli aggressori. Tutti gli orrori di questo
terribile conflitto sono sopportati dalle
francesi con una forza d'animo che è
uguagliata soltanto dal valore eroico dei
loro figli. Nulla potrà rompere r unione
sacra della Francia per la difesa del
suolo nazionale : in questo stato d' animo
incoercibile nessun movimento pacifista
sarà compreso né sostenuto dalle donne
di questo paese che pure allevano i loro
figlioli per la pace, la luce e il hivoro,
senza odio, come senza paura verso lo
straniero >.
Nobili parole che rispecchiano il c«>-
raggio e il i^atriottismo delle donne fran-
cesi, pronte a sacrificare quanto hanno
di più caro e prezioso, la vita d<!Ì loro
figli, per la grandezza e il i)re8tigio della
nazione.
Lre donne inglesi e la guerra.
Le donne inglesi nell' organizzare i
' >ro servizi di guerra si valsero di quel-
ordine, di quella disciplina che carat-
•enzzano tutte le iniziative femminili
ù' oltre Manica. Squadre militarizzate
• li nurses, degne discendenti per zelo
'I abnegazione della grande Nightin-
.ile, la prima iufenuiera fondatrice deUa
ì^ed Cross inglese, si suddivisero pei
diversi teatri della guerra europea por-
tan«lo ovunque la loro instancabile atti-
'• \\h, V intelligenza delle loro cure esperto
la dolcezza soave, la distinta educa-
zione dei loro modi.
Zelo e abnegazione
delle nurses inglesi.
Fino sulle aspre montagne d«>l!a Ser-
bia, nelle stermiiiate pianure della Po-
lonia, ueir infelicissimo lìelgio juesso a
ferro e a fuoco dalla barbarla l ed esca,
esse impiantarono minuscoli ma per etti
ospedaletti da campo, ove con sollecite
medicazioni migliaia di giovani vennero
strappati alla morte. Ai soldati esposti
per giornate intere alla micidiale luitn:-
glia, storditi, annientati dal fragore del
cannone e minacciati dalle insidie mor-
tali dei gas asfissianti, le bianche cuf-
fiette delle nurses inglesi sembrano 1' u
iiica ancora di salvezza, un piccolo pro-
digio di bontà e di amore nell' odio
spietato della guerra ; essi le venerano
come sante.
Il martirio di Edith Cavell.
K sante qualche volta lo sono dav-
vero, come quella sublime Miss Edith
274 —
Corpo di pompiere volontar'e che spegne nii piccolo incendio
in un ospizio di vecchie di una cittadina inglese.
Ca\"ell, uccisa a revolverate nel Belgio
(la un ufficiale tedesco per aver favorito
la fuga di alcuni prigionieri inglesi. Ella
ora r angelo tutelare non solo dei feriti
inglesi e belgi, ma anche dei soldati
«icrmanici che curava con eguale fer-
vore ; alcuni connazionali, ufficiali insof-
ferenti del giogo della prigionia teuto-
nica, la supplicarono di aiutarli nella
tuga attraverso 1' Olanda ; ella aderì e
[ìagò colla vita l'eroico atto fraterno.
I particolari della condanna e dell' ese-
cuzione sono noti ; Miss Cavell non cercò
di negare, anzi confessò uniilmente ma
senza tracotanza il suo delitto e ne ac-
cettò le conseguenze senza vacillare. La
luemoria di questa infermiera-martire
non impallidirà col tempo ed il suo nome
»^ degno di figurare accanto a quello
(U'ile più ijure eroine della carità.
L'intervento della donna inglese
nel lavoro.
Una grandissima importanza ebbe
anche in Inghilterra l' intervento della
donna in tutte le manifestazioni del la-
voro, intervento facilitato e incorag-
giato dallo stesso Governo. Questo aiutò
sopratutto la partecipazione femminile
ni lavori agricoli, concedend» premi e
certificati di benemerenza alle più co-
stanti. Le donne che si dedicano alla
I • a mpagna per tutta la durata della guerra
.^ ono autorizzate a portare un bracciale
verde con ricamata in rosso la corona
reale, simile al bracciale kaki degli uo-
mini arruolati nell' esercito.
Nel Norfolk, la regione tipicamente
agricola dell' Inghilterra, ove molte vo-
lontarie si assumono un' infinità di pic-
cole fatiche, 400,000 donne lavorano a
turno la campagna, assicurando il corso
regolare di tutte le operazioni dei campi.
Il Ministro delle munizioni Lloyd
George ha dal canto suo apprezzato in
tutto il suo valore il contributo della
donna nell'industria delle munizioni;
sono almeno mille le fabbriche del Re-
gno Unito che preparano armi e i^roiet-
tili e ciascuna impiega da 2000 a 4000
operaie, con una mercede che va tal-
volta a tre sterline per settimana.
Professioni e mestieri femminili
inglesi.
Le donne inglesi presero sin dal prin-
cipio della guerra ima parte tanto più
larga nella vita attiva della nazione, in
quanto che esercitavano già in i)assato
professioni e mestieri maschili. Londra
possiede da anni agenti femminili di po-
lizia, postine, automobiliste, fattorino,
donne controllore nei trams e negli om-
nibus.
La diminuzione della mano d'ojK'ra
maschile ha notevolmente ampliato (]ue-
sto già esteso campo d'azione: le donne
ora invadono anche le ferrovie, ove si
— 275 —
occupano della pulizia dei treni e dello
stazioni, attendono alla vendita dei l»i-
>;lietti, trasportano le valigie e lavorano
negli uffici telegratìci. Alcune lurono
persino ammesse nelle cabine di segna-
lazione. I risultati dell'assunzione su
larga scala del personale femminile nello
ferrovie inglesi, diede risultati così sod-
disfacenti, che parecchie compii guie fon-
darono scuole speciali nelle quali ra-
gazze dai 17 ai 20 anni vengono istruito
gratuitamente nelle mansioni piìi tardi
loro affidate. Il direttore di una impor-
tante società ferroviaria dichiarò in una
intervista che bastano tre mesi per pre-
parare una ragazza di mediocre intelli-
genza, mentre ce ne vogliono almeno
sei i)er portare allo stesso grado di abi-
lità un giovane di età corrispondente.
Anche il lavoro eseguito dalle squa-
dre di polizia femminile ò dei i)iù lode-
voli. L' Unione delle Madri riceve di
continuo preziose testimonianze sidl'ope-
ra utilissima di 1000 e più poliziotti in
gonnella. Nei sobborghi a loro affidati
r ubbriachezza è diminuita e l'ordine
nelle strade regna perfetto.
Negli uffici di arruolamento sono re-
golarmente iscritte 6000 donne ; esse di-
simpegnano tutti i servizi ausiliari, ag-
guerrite alle fatiche del campo da eser-
citazioni militari e da lunghe marcie.
Le fabbriche di indumenti militari
utilizzano 11,000 operaie e varie ditte
di costruzioni edilizie si servirono di
«lonne per terminare i lavori in corso».^
Questa necessaria invasione femminile
nel dominio del lavoro maschile, ha, fra
le altre conseguenze, prodotto non lievi
cambiamenti estetici nel vestito e nel-
l'acconciatura. La gonnella è ridotta ai
minimi termini o soppressa addirittura;
una lunga giacca scende sino ai ginoc-
chi, nascondendo i pantaloni stretti nei
gambali. I capelli vengono cojierti da
un berretto di tipo militare, e la donna
così abbigliata perde quasi comi)leta-
mente il suo aspetto femminile, senza
cadere per questo nell' eccentricità di
un travestimento da operetta.
Le banche londinesi rimaste a corto
d'impiegati, accettarono un forte con-
tingente di donno nei loro uffici ; esso
ammonta ormai a 150,000 donne.
Alcuno banche con lo<levole discer-
nimento diedero nell'assegno dei posti
la i)referenza alle mogli e alle sorelle
dei giovani partiti in guerra.
La metamorfosi
delle suffragette.
Uno dei fenomeni sociali più rinuir-
chevoli dell' attuale vita inglese e la
metanu)rfosi della suffragetta, anzi della
suffragista militante che, appena scop-
]»iata la guerra, smise di sforbiciare
»iuadri, incendiare ville, assalire in di-
mostrazioni feroci ministri e policcmeii,
per organizzare servizi di assistenza nei
«piali ritrovò tutta la <lolcezza, tutta la
grazia immolate suU' altare della riven-
dicazione politica. A Londra le ex-suf-
fragiste fondarono un ospedale capace
di 500 letti, dove tutto il personale dalle
cucine alle sale operatorie e radiografi-
che è esclusivamente femminile ; i feriti
sono curati da dottoresse, chirurghe,
dentiste, oculiste, farmaciste e masseu-
ses, le quali formano un corpo sanitario
di primo ordine. Bastei-à dire che le
dottoresse adibite al gabinetto batterio-
logico riuscirono a scoprire un microbo
nuovo proveniente dai Dardanelli.
Si racconta che fra gli ospiti del-
l' Ospedale delle Suffragiste capitò un
giorno un ex-poliziotto, che, operato e
riavuto dall' anestesia, riconobbe nella
sua infermiera una suffragista militante,
da lui arrestata poco prima della guerra
in circostanze emozionanti. Il povero
diavolo si trovava quindi alla mercè del-
l' antica nemica, ma essa rispose all' im-
barazzo del suo ferito con una bonaria
risata rassicurante. Fra le molto fecondo
iniziative femminili inglesi, sorte dall'im-
mane contlitto, questa dell'Ospedale dello
suffragiste è una delle piìi insigni e nes-
suno vorrà negare alle politicanti infe-
rocite trasformate in angeli di pietà, il
perdono delle loro tristi gesta d' un
tempo. Probabilmente esse non torne-
ranno mai più ai metodi di lotta vio-
lenta, consapevoli come anche la causa
del suffragio abbia fatto progressi molto
A1Hk^l%
— 27C> —
piti rapidi ora ohe non in passato, quando
un manipolo di esaltate si abbandonava
ad ogni genere di pazzie.
Geniali forme
di filantropia.
Lo HÌgnorc inglesi dotnte di un sin-
golare senso pratico, organizzarono clubs
d' ogni specie per soldati e marinai, cir-
roli di riunioni per mogli dei militari,
ove piacevoli passatempi addolciscono
la solitudine di tante donne scoraggiate
o stanche della guerra. Ai le principali
stazioni funzionano buffets provvisti di
quanto può confortare i soldati di pas-
saggio e il servizio viene fatto con al-
legria e squisita amabilità dalle pili ari-
fitocraticlie signorine di Londra. Una
grande benefattrice, Lady Arthur Pagct
è alla testa di una nobilissima impresa,
che intende offrire ad ogni soldato ac-
ciecato in guerra una sua propria ca-
setta con giardino. Ella calcola che oc-
corrano 20 milioni per tradurre in realtà
il suo bel sogno, ma essendo ricchis-
sima e godendo l' amicizia personale
della Regina Alessandra e di molte dame
largamente generose, spera di riuscirvi.
La Lega femminile
contro il lusso.
La guerra fece nascere in Inghil-
terra uno sport nuovo : lo sport del-
l'economia. L'economia per patfiotti-
fimo tende a divenire laggiù una specie
di culto. I primi passi furono difficili,
giacché la donna inglese è molto attac-
cata alle sue abitudini di agiatezza, ma
ora la via è trovata e di mortificazione
iu mortificazione la donna britannica
corre davvero incontro alla santità.
Lady Julia Dxift" per es., una delle
donne piìi ricche dell'alta società inglese,
dichiarò ad un giornalista di aver ridotto
il suo ]>ranzo a pane e formaggio ; un' al-
tra signora di coraggio fondò la I/egu
economica delle donne per la guerra, i
cui membri s' imi)egnano a non fare ve-
stiti nuovi, a non prendere automobili
per le jjasseggiate, a non invitare nes-
suno a casa propria nò al restaurant,
a non comperare oggetti di lusso ed a
licenziare tutti i domestici, ad eccezione
di una sola persona di servizio. Questa
lega si è acquistata subito una popola-
rità straordinaria.
Un corteo di collaboratrici
della guerra.
Nemmeno la i)arte migliore delle
donne inglesi desidera la pace a qua-
lunque costo, senza il castigo esemplarci
del maggior responsabile di questa guerra
e dei suoi mali. In occasione di una fe-
sta nazionale un corteo di 10,000 donne
percorse le strade di Londra allo scopo
di celebrare la più intensa prosecuzione
della guerra e la collaborazione femmi-
nile alla lotta. Il successo ]ni\ vivo toccò
alla sfilata delle donne che disimi)egnano
il lavoro degli uomini chiamati a com-
battere. Il pubblico aj)plaudì le raiipre-
sentanti delle donne postine, condut-
trici di omnibus, chauffeuses, lattaie,
giardiniere, infermiere, fattorine e con
maggior ardore le donne addette alla
fabbrica delle munizioni che cooperano
alla difficile ed aspra vittoria sui campi
di Francia. Sembrava che il pubblico
di Londra volesse, col suo applauso,
sanzionare la nuova femminilità corag-
giosa e diligente sorta dalla guerra, ac-
corsa di slancio ai posti di avanguardia,
ed anticipare un poco della gratitudine
che largamente le saprà dimostrare nel
giorno della vittoria.
Donne guerriere.
La donna moderna pareva esclusa
dalla partecipazione attiva alla guerra ;
le amazzoni, le guerriere ci riconducono
col pensiero alle remote eijoche selvag-
gie, alle leggende mitologiche, quando
schiere -femminili scendevano in campo
aperto su frementi corsieri, munite di
elmo, di scudo e di laneiè. Invece il
fenomeno delle donne che combattono
6i ò rinnovato su abbastanza larga scala
anche in questa guerra, da parte spe-
cialmente delle serbe e delle russe, me-
glio addestrate delle donne occidentali
all' uso delle armi. Le serbe animate da
un grande fervore patriottico, posseg-
gono veramente l' istinto della guerra ;
esse non esitarono a sostituire fra le
file decimate dei loro soldati, i mariti
ed i fratelli caduti. La vedova del Te-
nente Schlats, un eroe dell'infelice ar-
mata serba, costituì un battaglione di
400 donno, armate di rivoltella e di baio-
netta, decise a morire j>ur di cacciare
dalla frontiera l' odiato invasore ; esso
si chiamò appunto il Battaglione della
morte. Fra i militari serbi rifugiati iu
Italia, vi fu anche una donna soldato,
la signora Groich, che partecijiò alla ter-
ribile odissea della ritirata su Durazzo.
Anche nella Russia, pur così ricc-a
— 'J < ( —
Uu ftccaiuparaento di ragazze esploiatricl.
di uomini, molte donne si lasciarono at-
trarre dall' avventurosa vita del campo.
I giornali più seri riferirono che nel se-
sto reggimento dei cosacchi dell' Ural,
un quarto degli eftettivi era formato «la
donne. Il Times, le ciu corrispondenze
sono sempre attendibili, narrò le gesta
veramente epiche di una sedicenne gio-
vinetta russa, che con undici compagne
riuscì a penetrare sino alle file più avan-
zate delle linee russe, in l'accia al ne-
mico ; essa si chiama Zoya Smirnow e
partecipò a battaglie tremende. Una delle
fanciulle trovò la morte sui Carpazi ;
ferita anche la Smirnow, venne ricove-
rata in uno ospedale di guerra, ove ri-
cevette la croce militare. Ora tutte le
eroiche giovinette hanno deposto Uuni-
forme militare per la bianca veste del-
l' infermiera.
Nella Bucovina, un caporale russo,
riconosciuto poi ])cr una giovanissima
donna, tagliò in una pericolosa missione
i reticolati nemici e tornò carponi, ferita
ad una gamba, alle proprie linee. Venne
]>romoHsa ufficiale.
Lo Czar decorò della Croce di San
Giorgio una giovinetta allieva del gin-
nasio che, travestita da uomo, combattè
valorosamente e rimase ferita tre volte.
Una contadina russa, per sostituire il
marito che aveva indegnamente eluso
l'appello, ne indossò lo vesti e trovò la
morte, combattendo, aGumbinnen. Una
signorina di 20 anni, figlia di un colon-
nello russo, arruolata nell'esercito <lel
padre, rese preziosi servizi come esplo-
ratrice e telegrafista; in quest'ultima
qualità riuscì ad intercettare un tele-
granmia dello Stato Maggiore tedesco
in cui si ordinava una manovra per sfon-
dare il centro russo.
In Austria e«l in Germania si sono
pure avuti casi isolati di donne che com-
battono ; qualche inmutginoso corrispon-
dente tedesco ha previsto non lontano
il giorno in cui tutte le valide donno
germaniche parteciperanno alla lottai. I
giornali inglesi aiMrolsero la predizione
<jon molti*, calma, annuncian<lo come lo
donne britanniche non intendessero in
<iuel caso rimanere inoperose. Esse, che
IL TACCO DI
VERA GOMMA
— 278 —
nelle battaglie per il suffragio lianuo delle loro competitrici, agguerrite alle
dimostrato di possedere qualità belliche fatiche e alle astuzie di una guerra a<l
e strategiche non disprezzabili e una oltranza,
buona dose di energia, sono forse meglio
A.steriscKi del femminismo.
Feniminismo giapponese.
Fra le sorprese delle ultime elezioni
politiche nel Giappone, va compresa la
])artecipazione fonnnìuile alla campagna
elettorale ; a Tokio le donne organizza-
rono pubbliche riunioni i)er i)re8entare
i proin-i candidati. Gli europei, gli ame-
ricani residenti colà videro con sorpresa
le giapponesi abbandonare la casa e
scuotere la loro indolenza leggendaria
por diventare donne moderne, attive ed
evolute. Le maestre hanno molto con-
tribuito a questo movimento femmini-
sta, a questo risveglio della coscienza
e della personalità della donna giappo-
nese.
Il Giappone è entrato tardi noli' or-
bita delle innovazioni sociali, ma ora
saprà ricupei-are il tempo perduto. I^c
sue donne hanno voluto lavorare anche
]»er la nostra guerra ed un forte con-
tingente di infermiere della Croce Rossa
giapponese è venuto in Russia a pre-
stare servizio ; le ambulanze e gli ospe-
daletti da campo affidati alle loro cure
funzionano con tanto ordine, che lo Czar
stesso concedette uno speciale elogio al-
l'opera delle suddite del Mikado, suo
alleato.
Non sono poche le giovani che la-
sciano la i)atria per comjjletare la loro
istruzione nei collegi americani. Le pri-
vilegiate sono guardate con rispetto ed
ammirazione dalle compagne al loro ri-
torno ed esercitano una grande influenza
sulle altre donne.
Negli Stati Uniti si contano ogni anno
non meno di 100 studentesse giappo-
nesi, molte delle quali abbracciano poi al
loro i)aese la j)rofessione di insegnjinte ;
alcune laureate in medicina sono alla
testa di primari ospedali.
Anche le donne russe
organizzano una campagna
contro il lusso.
In Russia l' iniziativa della lotta con-
tro il lusso, non fu presa come in In-
ghilterra dalle dame dell'aristocrazia,
ma dalle artiste, considerate a torto
come l'elemento frivolo per eccellenza.
Le attrici migliori, pensando con ragione
che le donne, sempre pronte ad imitarle
nelle peggiori eccentricità, vorranno se-
guirle egualmente anche sulla via della
modestia, decisero di diffondere una spe-
cie di uniforme femminile di taglio sem-
])lice, che non esige troj^pa stoffa, il cui
prezzo non eccede mai i cento rubli. In
<iuest' abito le aderenti alla lega devono
comi)arire dappertutto, anche al teatro
ed ai concerti. Per elaborare il tipo della
nuova uniforme femminile, gli artisti di
Mosca fecero appello alla coUaborazione
dei pittori piìi rei)utati del paese.
Le donne al Governo
in Norvegia.
Lo Storthing di Kristiania approvò
con novantun voti contro soli quattor-
dici un emendamento alla Costituzione
per cui le donne potranno far parte del
Governo. Ecco una notizia che pur giun-
gendo in tempo di guerra, quando altri
ideali assorbono in un gi^ande sforzo
comune uomini e donne, farà certo pia-
cere a tutte le apostole del suffragio
femminile.
La supremazia delle donne
in Danimarca.
Le donne vanno acquistando in Da-
nimarca, anche negli uffici pubblici un
incontestabile sopravvento. Si prevedono
colà po^'sibili donne-deputati e donne-
UN BUON CONSIGLIO
Se conoscete un asmatico, g^li renderete servigio indicandog^li
il Rimedio d'Abissinia Exibard, senza oppio né morfina, in
Polvere e Sigarette, rimedio che e prescritto da tutti i medici,
reca sollievo istantaneamente a migliaia di ammalati ogni anno.
6, Rue Dombasle, Paris. — In tutte le Fat^macie.
270 —
uuuistd. Il motivo di (iiic3ta suiiroina-
y.'m va ricercato nel «iraiide amore allo
studio e nella varia attiviti! dellu douua
danese, capace nei mestieri ])iìi ardui
come nelle piofessioni più noliili di im-
porre il proprio valore. Gli uomini nou
j»f*nsano più di farle la guerra, anzi sono
( osi compresi del ]U'incipio dell' iigua-
jilianza dei sessi, clic si meravij;liano
come al mondo i)oss:ino esistere indivi-
dui e popoli convinti del contrario. In
Danimarca e' è nel febbraio di ogni anno
bisestile una curiosa nsanza, la quale
confernui le tradizioni evolute di quel
]iaese in fatto di femminismo. Le donne
imnno in cpieir ejioca diritto di doman-
dare senza ambagi la mano dell' uomo
che amano. Per ora tale liberti! si li-
mita ad un breve periodo d'eccezione,
ma poct) a i)oco entrerìi nelle abitudini
dt'lla gioventù danese^ invertendo le
parti dei jjcrsonaggi nell' eterna com-
media dell' amore e del matrimonio.
Docente di filosofia.
Una giovane donna portata fin dal-
l' adolescenza ai più nobili ed alti studi,
la siguorina Zaute, conseguì il titolo di
docente di filosofìa alla Sorbona, il mag-
giore e più comjdeto istituto classico e
scientitìco che conti Parigi.
La tesi svcdta dalla signorina Zau^e
davanti ad un' imponente pubblico di
ascoltatori e al cospetto di es;iminatori
severissimi, fu la seguente: // rinasci-
mento della filosofia storica.
Le scrittrici americane.
Gli americani sono lettori appassio-
nati di romanzi. Se un libro incontra
favore, se ne spacciano rapidamente pa-
recchie diecine di migliaia di co])ie. K
talvolta si arriva alle 100,000 edizioni.
Nell'ultimo triennio non meno di 1^
romanzieri anglo-.sassoni ebbero la sod-
distazione di sapere che (jualche loro
0[)era era entrata nella lista dei * ro-
manzi a 100,000 esemplari ». Nell'elenco
figurano sei scrittrici. Il romanzo ame-
ricano \nh fortunato del triennio è < 11
rosario » della Signora Florence L. Bar-
clay, di cui si sono vendute non meno
di 500,000 copie. Questo straordinarii»
successo fu una sorpresa per gli stessi
editori del libro.
I Ititti del feiTimii\i8ino.
La morte
di Carmen Sylva.
Il 2 marzo si
si)ense a BudajM-st
la Regina Elisa-
betta di Rumania.
nota nel mondo
letterario sotto lo
jtsfudonimo di Car-
men Sylva. Fu una
notissima figura di
sovrana e di scrit-
ti-ice. Appartenen-
te Iter nascita ad
una delle maggiori
famiglie aristocra-
ticlfe della Germa-
nia, ai Princijti di
WitMl.amò con tra-
sporto la sua se-
conda ]iatria e no
accompagnò trepi-
dante lo alterno
fortune. Ma la ri-
gida e comi>assata
vita di Corte non
appagò la sua ar-
dente anima di so-
lila niacohtua da scrivere.
gnatrice, ed ella di-
vi'utò artista, con-
fidando alla musi-
ca ed alla penna le
melanconie di un
( iiore mistico, nu-
trito di roniautici-
snio. I suoi libri di
novelle, di rifies-
>ioni, le sue liriche
(Ubero un grande
successo, e jiiù di
un critico eminen-
I e dichiarò la uuo-
\ a autrice una per
sonalità letteraria
di primo ordine.
Tradotta in tutte
le lingue, divenne
]»resto popolare
ovulKjue ; i Pen-
sieri (li nna liegi-
vu, tradotti in it i-
liano da un'intima
amica della Sovra-
na, da Elena Va-
caresco, sono fra le
sue innumerevoli
opere, foi'se la i>Ì5i
— 280
•lifiCiisa: nelle massime che la compongo-
no emerge l'infinita bontà, il i)rotbndo
intelletto e quella pietosa indulgenza per
gli errori e le ingiustizie del mondo che
caratterizzano tutta la sua eletta produ-
zione.
Carmen Sylva volle degnamente ono-
r:irc la sua patria d'adozione, raccoglieu-
•ìo le leggende della Runiania in alcuni
voluu)! pregevolissimi; dedicò qualche
d'^lizioso libro di fiabe ai bimbi. Ella,
< ilo ebbe la terribile sventura di perdere
in tenera età l'adorata figliuola, scrisse
li(-r i poveri, ])cr gli umili pagine squi-
-ite; in tutte h; nianil'estaziojii del suo
Europa fu quel suo straordinario os})i-
zio dei ciechi da essa chiamato * Città
della luce >, ove fanciulli e fanciulle
prive del bene della vista sono tuttora
da una lunga e paziente assistenza por-
tati ad un alto grado d' istruzione, lag-
giunto il quale una nuova luce, «luclla
dell'arte, viene a confortarli. Al suo
istituto prediletto Carmen Sylva h-gò
morendo tutta la sostanza privata.
La morte di Cordelia.
Colei che ha firmato ancora una par-
te importante di questo quaderno feni-
COKDKLIA.
(VlKfilNIA TrKVKS TkDKSCIII).
Spirito pose la stessa innata nobiltà di
pensiero, giacché se Carmen Sylv.i depo-
neva scrivendo il suo scettro di Regina,
non si dipartì jìcrò mai dalla dignità e
dalla illibatezza troppo spesso sacrificate
dalle scrittrici moderne.
Dedicò gran parte della sua vita a
opere di beneficenza e celebre in tutta
minile, Cordelia, la feconda scrittrice,
l'educatrice gentile dei bimbi, non è
più. Un morbo crudele la sijense il 7 lu-
glio fra il compianto di quanti la conob-
bero e la stimarono per le sue alte virtìi
di donna e di autrice. Andata sposa gio-
vinetta dalla nativa Verona a Giusepx)e
Treves, uno dei fondatori della Casa
Igiene I Éi 'c 9 i i 1 1&^ I k i ! I i k^ I ^'^^
Bellezza VaUlHUMl^^C^^H^Hl^H^ Glicerina
Unica per la toilette e la bianchezza della pelle.
— 281 —
FIditrice, sentì subito nell' intellettuale di lavoro e in questo senso scrisse pu-
jiniliiente milanese, prepotente il desi- chi mesi prima di morire il suo ultimo
dj'rio di dedicarsi alla letteratura. De- libro Le donne che lavorano, ove si af-
huttò con un libro «li sentit^i poesia fa- fermano ancora una volta le schietto
miliare. Il re(/no dvUtt donna, a cui seguì qualitìl del suo pensiero e del suo stile,
lina limila collana di romanzi e di no- Tutte le i)rofessioni della donna moderna
velie. Ma j»ur raccojilicndo anche «con vi stmo equamente ])as8ate in rassegna,
nuesti ]trimi lavori, lusinghiei'e lodi ed con gran copia di consigli e di avvcr-
ini'oraggiamenti dai critici più eminenti, timenti per le neofiti. Il libro termina
Cordelia non aveva ancor trovato la sua con un bellissimo capitolo sul Lavoro
vera via: essa le fu d'un tratto rivelata della donna durante la guerra.
collaborando <-<)l fratello Achille Tede- Cordelia, gentile pseudonimo che na-
pelli a <iuel giornale dei fanciulli che scondeva il nome di Virginia Treves Te-
t'ormò la delizia di varie generazioni di deschi, fu anche una dama squisitamente
liimbi. Esordì con alcune fiabe, raccolte ospitale; nella sua casa di Milano e nella
l»oi sotto il XìXo\o ài Racconti delle fate, villa di Pallanza accoglieva col marito,
che possono stare alla pari coi cai)ola- fine animo di artista anch'egli, le più
vori stranieri del genere e da (juel j)rimo alte personalità nel mondo delle lettere,
successo non abbandonò più il suo pie- della musica, della pittura e della scien-
colo j)ubblico ])laudente, al quale donò II za. Rimasta vedova da 12 anni, non si
Castello di Barbanera, I nipoti di Barba- circondava più che di i>ochi intimi, tutta
bianca e altri )>cllissimi racconti ricchi dedita alla memoria del diletto consorto
<li fantasia e i)uri <li forma. Impose una ed ai jireferiti lavori letterati; ora an-
sosta alla fervida innnaginazi(me per seri- che la sua penna è muta, e tutti i bimbi,
vere i Piccoli eroi, libro educativo eccel- tutte le sue innumerevoli ammiratrici,
lente che alimenta nei cuori dei ragazzi sentiranno certamente la grande tristez-
le pure fiamme del coraggio e dell'ai- za di questo imi)rovviso silenzio.
truismo; esso è giunto ormai alla 69* „
,. . ' ^ Giulietta.
edizione.
Ultimamente Cordelia, così giovine . . ____,_^_
semi)re di sjiirito, si convertì al femmi-
nismo, ma non si lasciò trasportare agli
iccessi del ])artito ])iù avanzato; sognò
per la donna un avvenire di rlignità e
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282
Le origini del Tricolore Italiano*
Il maggior poeta latino, Virgilio, nel riiii, fu aggiunto il verde della sua mi-
libro XI dell'Eneide, quando dice che a lizia urbana.
Fallante venne improvvisata una barella Anche nell'uniforme della Legioni*
d'arbuto (ossia corbezzolo) la qual pianta il tricolore ebbe la sua parte : verde in-
hu bianchi 1 fiori, rosse le bacche e sem- fatti era la giubba con risvolti rossi :
pre verdi le foglie, e mille scelti fra le bianchi i pantaloni con alte uose nere ;
schiere — numero fatidico ! — seguirono il cai)pello tondo, coli' ala rijiiegata a.
sinistra, era sormontato da un pennac-
chio tricolore. I bottoni avevano la leg-
genda : •«Legione Lombarda, Libertà,
Uguaglianza » e sid cappello una jìiastra
di ottone lecava inciso il motto : •« Li-
bertà italiana ». Tale abbigliamento fu
dato alla Legione il 19 agosto l'/iX". ;
essa era forte di circa 4500 uomini ed
ebbe la sorte di portare per la i)rinia in
cami)0 il tricolore italiano. La coman-
dava il giovane e prode mantovano ge-
nerale La Hoz, i»recursore dell' Indipen-
denza d' Italia dallo straniero, ferito poi,
nell'ottobre 179 9
sotto le mura -di
Ancona, e morto
poco dopo a Vara-
no i>roferendo pa-
role di alta italia-
nità. È 8ei)pellito
nel Santuario di
Loreto.
Fra gli ufficiali
della Legione era
anche Pino, dive-
nuto celebre gene-
rale.
Il 6 ottobre
1796, nella inazza
del Duomo di Mi-
lano, e con grande
solennità, il gene-
rale francese Bara-
guay consegnò la
I)rima b a n d i e r a
italiana alla prima
la tricolorata bara, divinò il tricolore
italiano. E ne fu i)rofeta Dante, nel ven-
tinovesimo canto del Purgatorio :
Tre donue in giro dalla destra rota
Venlau danzando, l'uua tanto rossa
Ch'apjìeua fora dentro al fnoco nota;
L'altr'era come se le carni e l'ossa
Fossero state di smeraldo fatte;
La terza parea neve testé mossa ».
E nel trentesimo :
Sovra candido vel cinta d'oliva
Donna m'apparve sotto vei'dc manto,
Vestita di color di fiamma viva....
Dalla profezia
all' api)arizione del
tricolore corsero
molti secoli, fino
cioè al 1796. Fino
a poco fa si credeva
che la bandiera ita-
liana fosse nata in
Bologna nel 1794,
durante la congiu-
ra Zamboni, dalto-
landis. Ma è erro-
le, nel quale cadde
il D'Aglebert. « I
colori della congiu-
ra — scrisse il Bar-
rili — furono quel-
li di Bologna :
bianco e rosso »•.
Nuovi docu-
menti hanno stabi-
lito che il tricolore
italiano fu adotta-
(tiuseppe dk La IIoz
generale della Legione Italiana che ebbe pri-
ma il Tricolore. — Morto a ^■arano nel 1799.
{r>a uno schizzo del tempo a viatita nella col-
lezione del Doti. A. emiliani).
to nel 1796 dalla Legione Lombarda e coorte della Legione Lombarda.
Bonaparte ne dette annunzio al Diret- Scrisse Cesare Cantìi nella sua Cro-
torio così : Les coiiletirs nationales que nistoria (voi. I, pag. 98) che il bianco.
les patriotes ont adoptées soni le veri, le il rosso e il verde erano, ancora prima
hlanc et le rouge. Erano i colori di Mi- del 1789, i colori di alcune segrete so-
lano, ai quali, come scrisse Vittorio Go- cietà massoniche e specialmente degli
IL TACCO DI
VERA GOMMA
283
« Ilhuuinati » <h'l rito ('jòziiH'o <^i f'»-
;iliostro.
Può darsi quindi cbo, nel 1796, i mas-
soni, trionfanti in Italia ]ìor la prima
volta, adottassero i colori della loro
setta come segnacolo del nuovo ordina-
mento sociale. E tale supposizione ò av-
valorata dal fatto che non mancarono
cese e vi sostituirono il giallo, che è il
colore municipale ».(•) Allo stesso modo
i Carbonari, sostituendo al bianco fran-
cese il nero della loro setta, crearono
la bandiera, che sventolò nel 1820-21
nel Napolitano e, nel 1)S21 in Piemonte.
E qui debbo osservare che i piil er-
rano ritenendo che nelle rivoluzioni del
lU'jiu > /./.MM,. — .;ula del Congresso Cispadauo tlove nel 1796
ii Tricolore lit proclamato bandiera iiaziouale. Oggi è ^edo
del Cousiglio Conuinale.
in allora bandiere tricolorate italiane
con su ricaniati emblemi di massoneria,
come il tiianjiob» coli' occhio di Jehova.
che vedevasi nella bandiera del batta-
glione Viadana, Dipartimento del Po.
Ma non ])uò nemmeno escludersi che
I)er creare il tricolore italiano i patriotti
milanesi abbiano semplicemente levato il
bleu dalla l»andiera francese sostituen-
dolo col verde delle milizie urbane di Mi-
lano. Lo stesso fecero gli anconitani quan-
do dovettero inalberare l' in.segna «iella
loro repu1>blica nel novembre 17l>7: «Tol-
sero il color bianco dalla ban<liera fran-
1820-21 siasi inalberato il tricolore ita-
liano. Anche il senatore Cadolini, scri-
vendo due anni or sono nella Xnora
Antologia, cadde nello stesso eciuivoc»».
Erano rivoluzioni carbonare ed inal-
berarono il nero, il rosso e 1* azzurro
della Carboneria. '
Nel 1831 il tricolore italiano risorse
perchè la Riv(duzione scojjpiò * nelle
citt»i che appartenevano all' ex-Kegno
italico » il «juale aveva avuto il bianco,
rosso e verde come bandiera.
(1) Cronaca dell'abate A. Le.
284
11 16 ottobre 1796 si apriva in Mo-
dena il congresso dei deputati dejfJi
stati di Ferrara. Bolof^na, Modena o
Reggio. Due giorni dopo il Congresso
stabiliva di adottare per le milizie le
stesse uniformi e bandiera ■« dei con-
fratelli lombardi » ossia i nostri tre co-
lori. Il disegno del modello della ban-
diera venne concretato dal pittore bo-
lognese Maure Gandolfi. I colori ersmo
disposti orizzontalmente con il verde in
basso.
Era il primo passo all' Unità. Così
l' Italia Centrale rispondeva ai lombardi
i quali, due mesi innanzi, dopo una vit-
toria dei reggiani contro gli austiiaci
usciti da Mantova, avevano diffuso <ìue-
sta canzone, di grande importanza sto-
rica percbè vi si accenna all' unità :
Vieui in seuo ai tuoi fratelli
Bravo popolo reggiano;
Una madre, un suolo istesso
Ci die vita e ci sostiene.
È nemico al comun bene
Chi è nemico all' unità.
Il 7 gennaio 1797, in Reggio, il Con-
gresso decretava: •« Cbe sia universale
lo stendardo e bandiera cispadana di ti e
colori, verde, bianco e rosso col tur-
casso. Che li predetti tre colori s'usino
nella coccarda cispadana da portarsi da
tutti *.
Caduta la fortuna dei francesi, cadde
anche il tricolore italiano. Ma tredici
mesi dopo riappariva, e il comandante
militare della Lombardia, VignoUe, pub-
blicava da Milano 1' 8 giugno 1800 :
* Cittadini di Bologna, di Reg-
gio, di Modena.... il primo Console vi
ordina di prender 1' armi, d' inalberare
nelle vostre torri il tricolore italiano ».
Pili tardi il Regno d' Italia, dalla
Lombardia alle Marche, ha il nostro
tvicolorato vessillo, ed esso sventola a
Gorizia, a Raab, a Wagram nella guerra
del 1809; sventola nelle guerre di Spa-
gna, alle due battaglie di Lissa (1810-11)
in Russia a Malojaroslavetz, splendida
vittoria italiana. Sventola, dal 1809 al
1813, a Trento, lo si vede nell' Istria
e in Dalmazia. (^)
Ma ecco nuovamente gli austriaci in
Lombardia e allora Crovi di Modena fa
ardere il tricolore e le ceneri vengono
trangugiate, nel vino, dai soldati. Poi-
ché, come la fenice, da quelle ceneri i
bei colori debbono risorgere. E risor-
geranno nel 18.S1 a Modena, a Reggio,
(»ve li alza Giuditta Sidoli, l'amata <ì:t
Mazzini, a Bologna, sulla torre degli Asi-
nelli, e giù, giù, fino ad Ancona, dove
ne. trapunta una bandiera, alla vigilia,
Clementina Pulini, di patriottica fami-
glia e, tra le cannonate, la pianta primo,
a Porta Pia, un maresciallo dei gendai-
mi. Martelli, anconitano, che pochi giorni
appresso salverà la vita al futuro Naj)o-
leone 111.(2)
Jesi riadotta il bianco, rosso e nero
della repubblica Romana del 1798, ma
i romagnoli sopraggiunti li avvertono
che la bandiera della Rivoluzione è
bianca, rossa e verde.
Berchet canta i tre colori.
Sorge la * Giovane Italia » e Maz-
zini Jo assegna il tricolore, che appare
nella spedizione di Savoja, nella spedi-
zione dei fratelli Bandiera, ove le di-
vise hanno anch' esse i colori italiani.
Mameli, nel decembre 1846, pianta in
Genova il tricolore al cospetto di una
immensa folla delirante; a Roma, il
1° gennaio 1848, in una dimostrazione
capitanata da Ciceruacchio, sventola
pure il tricolore. Il 12 gennaio dello
stesso anno brilla a Palermo e quindi su
tutta la Sicilia : Giuseppe Bensaia muore
a Messina mentre lo sventola nel sole.
Il 27 gennaio 1848 i napoletani ac-
corrono alla reggia con coccarde trico-
lori ; il giorno in cui si inaugurò a Fi-
renze la concessione dello Statuto, il
Gonfaloniere e i Priori intervengono de-
corati con fascie tricolori.
Luigi Mercantini, il 2 marzo 1848,
in un pranzo cittadino al Teatro Con-
(1) Murat, nel 1815, stabilì che i colori del-
l'Indipendenza fossero il verde e l'amaranto.
(2) Garibaldi e Napoleone ITI, fattori del-
l'Unità italiana, ebbero salva la vita da due
anconitani. Martelli ed Augusto Elia.
L' UNICA
tintura istantanea in castano e nero per
capelli e barba. — 2 sole applicazioni al
mese. Invio franco ovunque anticipando
Lire 3,75 alla Ditta ANTONIO LONGEGA — Venezia.
■ Chiederla a tutti i profumieri, parrucchieri e farmacisti. ==
(•ur<!i;i tii .Tosi, così iiinogjjfii» al tiifo-
* Ma r insogna che l'arrovellato Au-
>tnaco vedm eternamente sorgersi in-
routro nella destra degl' Italiani sarà la
liandiera Trieolore.
* Questa Bandiera ^ santificata nel
-angue di tutti gli eroi, che sono morti
i^loriosamente per la gran causa d' Ita-
lia! Sì, o signori, quel sangue, che i
codardi e paurosi tiranni hanno fatto
spargere ai generosi Italiani sopra i pa-
; iboU quasi ad infamia, quel sangue rae-
r.)lto dalle mani degli Angoli, folgora
ora dal sanguigno colore di questa Ban-
diera, ed io vi leggo: «Vendetta».
«Questa Bandiera è santa pei -Sici-
liani che sotto essa hanno combattuto
da eroi per la Libertà! Questa Bandiera
sia in mezzo al cuore degli sventurati
Lombardi, che aspettano l' ora di strin-
i^erla in pugno per sbalestrarla in faccia
;il sanguinario straniero! Questa Ban-
tliera è suprema delizia agli occhi ed al
<uore di quanti qui siamo perchè al-
l'ombra sjià noi ci stringiamo fraterna-
mente la destra e gridiamo l' evviva a
quella Libertà, e a quella Uguaglianza,
che un giorno, in nome del Cristo, era
anatemizzata sulle labbra di chi la pro-
nunziava e punita coi ceppi e con le
mannaie: oggi, in nome del Ciisto, gri-
data dal suo stesso- Vicario, dal glo-
rioso inizia toi-e del risorgimento d'Italia,
scende nel cuore, infino a qui combat-
tuto, di tre milioni di uomini, come ap-
punto la parola di Dio Creatore dentro
gli abissi del Caos, per farne uscire le
bellezze meravigliose dei mondi ! » (i)
Pochi mesi dopo i volontari cante-
ranno il suo inno:
Tricolore, trieolore
li' Italian cantando va.
Il 18 marzo 1848 il ministro dell' In-
terno C. Recchi emanava da Roma l'or-
dinanza per la quale la bandiera pon-
tifìcia bianco-gialla veniva fregiata di
cravatte di colori italiani.
(1) Riuveuui quetito discorso util Archivio
ef- Delegatizio di Ancona.
Due giorni dopo, sulla sommità del
Duomo di Milano, per opera di Luigi
Torelli, garriva il tricolore, Vin hoc si-
gno rivres della libertà ; la notte del 23
marzo, a Torino. Carlo Alberto, tra i
due figli, appare al balcone della Gal-
leria d'anni agitando, sovra l'immenso
l)opolo acclamante, una fascia tricolore.
Kd entrando in Lombardia, sostituiva
al secolare bianco-turchino, la bandiera
italiana.
L' 11 aprile anche la marina sarda
elevava il tricolore.
Gabriele Uosa, che per aver svento-
lato i colori italiani ad Isi'o aveva do-
vuto riparare a Torino, alle notizie di
Milaìio .si)iega il tricolore e tra gli ap-
plausi della folla parte per la capital-:
lombarda.
Mameli canta:
O l»eUa, da .secoli
Attesa band!(^^» ...
Segnai di vittoria, .
Aniiuu'/ia alle genti
Da spenta tirannide;
Dei prodi redenti
Annunzia la gloria.
I soldati del Papa, avviati a com-
lìattere contro l'Austria, recavano nel
petto, ad iniziativa del D'Azeglio, una
croce tricolore; Garibaldi, apprendendo
a Palo, presso Alicante, gli avvenimenti
italiani, fa calare la bandiera di Mon-
tevideo e ne improvvisa una sarda con
mezzo lenzuolo, una camicia rossa e il
resto delle mostreggiature verdi delle
tiniformi di bordo.
Mazzini è portabandiera del trico-
lore in Lombardia.
Ovunque, su tutti, sventola come
un iride di bellezza e d' augurio, il tri-
colore.
Nel 1849 splende sulle glorie di Ve-
nezia e della Repubblica romana e il
friulano Antonio Zamboni, i)ortaba!i-
diera dei lancieri Marina, muore eroi-
camente al Casino dei Quattro Venti
agitandolo contro i francesi.
A Fusiua pre.S80 Venezia il ragazjio
Pietro Zorzi, vedendo da una cannonata
gettato in mare il tricolore, si lancia tra
le onde, l' atterra e arrampicatosi sul-
r albero della * Penìchc » gri<la agitan-
Àscoléine Rivier
comprèsse
MADRI DI FAMIGLIA
Non più ragazzi delicati
KX) volte più potente
dell'olio di legato di merluzzo
— 286
dolo : Viva l'Italia/ Attorno a lui fischia-
vano le cannonate austriache.
Ma i tempi volgono infausti : la giu-
stizia è opin-essa dalla tirannide : il tri-
colore cade, si nasconde, diviene nuo-
vamente delitto. Guai chi sarà trovato
con quei colori ! I fucilati non si con-
tano : una coccarda manda alla morte.
I sacri colori s' inzuppano di sangue e di
lacrime. Tentano di risorgere con Ben-
tì-.egna, con Pisacane, ma ricadono e
Pisacane muore avvolgendoseli nel cuore.
V.ii giunge il 1859, giunge il '60 e tutta
Italia s'illumina dei tricolorati vessilli ;
r Italia è fatta, il tricolore ha vinto.
I suoi vessilliferi si chiamano Schiaffino,
Nullo !
Nessuna bandiera ebbe mai tanto
sangue di martirio e tanta luce di glo-
ria nei suoi colori.
* Sii benedetta » diceva Carducci,
* benedetta nella immacolata origine,
benedetta nella via di prove e di sven-
ture per cui immacolata ancora proce-
desti, benedetta nella battaglia e nella
vittoria ora e sempre nei secoli. Non
rampare di aquile e leoni, non sormon-
tare di belve rapaci nel santo vessillo ;
ma i colori della nostra primavera e del
nostro paese, dal Cenisio all'Etna; le
nevi delle alpi, 1' aprile delle valli, le
fiamme dei vulcani. E subito quei co-
lori parlarono alle anime generose e
gentili, con le ispirazioni e gli effetti
delle virtù, onde la patria sta e si au-
gusta: il bianco, la fede serena alle
idee, che fanno divina l'anima nella
costanza dei savi ; il verde, la perpetua
rifioritura della speranza a frutto di
bene nella gioventù dei poeti ; il rosso,
la passione ed il sangue dei martiri e
degli eroi. E subito il jmpolo cantò alla
sua bandiera che Ella era la più bella
di tutte e che sempre voleva Lei e con
Lei la libertà; onde è che Ella, corno
là {nella lapide posta ìieW aula del Con-
gresso di He (/(/io) dice la scritta, ^?cwa di
fati mosse alla gloria del Campidoglio ».
Scrisse uno storico del Risorgimento
italiano : « I giovani che non possono
ricordare di aver veduto nei tempi deUa
dominazione straniera un cencio trico-
lore conservato fra le memorie più care
e segrete, mostrato fra un sospiro di
rimpianto e una sjjeranza, e non videro
più tardi quei medesimi colori splen-
dere liberi nella gloria del sole e" sor-
gere quasi per incanto dietro ai passi
dei fuggenti austriaci, e rivestire le
città d'un iride festosa, non possono
comprendere il fremito segreto che pro-
vano quolli che hanno i capelli grigi
all'apparire della nostra bandiera».
_^ vero ; noi non proveremo mai quei
fremiti che provano oggi i vecchi su-
perstiti, che non soffrimmo la domina-
zione austriaca o papale.
Ma anche nei petti degl' italiani
d' oggi s' accendono gioia e orgoglio per
il tricolore, che spiega al vento le ali,
e ricorda il martirio e la gloria dei
padri.
Anch' essi, tramutati i cuori in ali
e le fronti in raggi di sole, sulle Alpi
contese, davanti e oltre Gorizia saera,
sanno morire avvolti nel tricolore come
nell' amplesso di una sposa.
Ancona, 12 Agosto 1916
Palermo Giaxgiacomi.
I PRUimEHTl in TERRmirR
dtllo STHBILUnEnTO B. RPPIHHI - IREUISO
Hflnno FamR moHDiRLE
— •J.^i
Tra le quinte della Storia,
O NON credo che in
ulcuna oi)Oca della
storia del iiioudo la
diplomazia sia stata
mai come ora ogget-
to di intensa atten-
zione e di critiche
vivaci. Certo poche
volte alla diplomazia
può essere toccato
un compito così ar-
duo come nella pre-
sente guerra. Bnsti pensare che nelle
guerre precedenti, per lo piìi di rapida
soluzione, si può «lire che il lavoro della
diplomazia si arrestasse con la dichia-
razione per ricominciare quasi automa-
ticamente con r armistizio.
Questa volta invece, sopratutto per
il carattere di sorpresa che la guerra ha
avuto, si può dire che il compito della
diplomazia sia cominciato con la stessa
guerra. L' Intesa, colta alla sprovvista
nella sua imjìreparazione, doveva nei
primi tempi rii)arare alle detìcienze mi-
litari con un intenso lavorio diploma-
tico. Si trattava innanzi tutto di pen-
sare ai neutrali, di coinvolgerli nel
conflitto o invece di tenerneli lontani
ad ogni costo ; ma si ti*attava anche di
dare alla coalizione — che aveva un
carattere puramente negativo di difesa
contro r aggressione tedesca — un con-
tenuto positivo fondato sulla concilia-
zione degl' interessi dei vari stati coa-
lizzati, di giungere insomma alla pratica
altuazione del fronte unico, militare ed
economico, che si è ormai rivelato il
più forte coefficiente di successo. È
stata questa una vittoria che non bi-
sogna negare alla diplomazia dopo averle
fatto carico di tanti errori, foi'se in
gran jtarte inevital)ili.
Oggi insomma tutti sentono che le
sorti della gxierra non sono affidate sol-
tanto al senno dei condottieri che com-
•Itattono in cospetto della libera natura
a volte favor(^vole, spesso nemica, ma
anche all'abilitìi di coloro che lottano
nell'ombra con armi incruente n)a non
meno micidiali a volte di (incile altre.
Ma tutto (juesto mondo della diploma-
zia l'imane come un sacrario misterioso
e inaccessibile alla curiosith. del gran
]>"bblico. e il mistero accresce da una
parte il rispetto, dall' altra la diffidenza.
('Ili .s<TÌ\i' !• ti:i i iiim tnolti ]iinf':mi
che, dovendo seguire da vicino per
comi>ito professionale le vicende della
politica estera, ha occasione spesso di
violare 1(5 soglie del sacrario. Lo farà
<»ra per accompagnarvi i lettori in unti
visif;i ni]ii(l:i e discrctu.
Il centro di tutto il lavorio diplo-
matico della capitale è naturalmente il
ministero degli Esteri. Per il x>ubblico
nostro esso ò la Consulta, così come a
Parigi il Quai d'Orsay, a Vieima la Ball-
platz, a Costantinopoli il Divano.
Per quanto gli si adatti veramente
bene, il nome esso 1' ha ereditato dal-
l' inquilino i)recedente del palazzo, cioè
il Tribunale della Consulta e SegrelcHa
dei Brevi, per il quale Clemente XII
lo fece costruire dal Fuga nel 1759.
Un'origine recente dun(iue; pure il pa-
lazzo per la ricchezza delle sale, e so-
pratutto per la posizione che domina la
città, è tra i più imponenti della capi-
tale. Non e' è da meravigliarsi quindi se
dopo la presa di Roma esso sia stata
vivamente conteso. Il Senato lo recla-
mava per la x)ropria sede, data la vici-
nanza al Quirinale che si veniva tra-
sformando in reggia ; ma il Visconti
Venosta, che era allora ministro degli
Esteri, si ostinò a reclamarlo per il suo
dicastero, rifiutando il Palazzo Valen-
tin! che gli era stato offerto e che ora
ospita la Prefettura. Il Visconti Veno-
sta la spuntò, e il palazzo fu arredato
con un certo gusto fastoso che non è
senza effetto nelle grandi serate di ri-
cevimento.
Il piano nobile ospita a destra il
ministro e i saloni dei ricevimenti, a
sinistra, verso il Quirinale, il sottose-
gretario <U Stato e il segretario gene-
rale, e dal giugno 1916 ancjie il ga-
binetto dell' on. Boselli, presidente del
Consiglio senza portafogli. Il visitatore
entrando nelle anticamere ha subito
un' impressiono diversa dagli altri mi-
nisteri, i)er il silenzio rcligi(»so che vi
regna, per 1' aria di distinzi<nie dei fun-
zionari anche minori, per l'aspetto stilè
degli stessi uscieri, fra cui popolaris-
simo tra diplomatici e giornalisti Gia-
como Grosso, un interessante tipo di
piemontese (the ha un po' del militare
ini po' del diplomatico.
288
L' organizzazioue stessa differisce da
quella degli altri ministeri. Intanto qui
e' è un alto funzionario che negli altri
uiancii, il Segretario generale, che h
r alter ego del ministro e ne fa le veci
di fronte ai rappresentanti esteri, rima-
nendo al Sottosegretario delle funzioni
di ordine interno, politico-parlamentaro.
Il Segretario generale — che in fondo è
un vice-ministro tecnico, come il Ciun-
bon in Francia col ministero Briaud —
ha un certo carattere di continuità e
perciò spesso ha inh influenza dello
stesso ministro. È un posto che mena
a una grande ambasciata, come fu per
il sen. Bollati, o al Consiglio di Stato,
come per il suo predecessore sen. Mal-
vano. L' attuale Segretario generale è
il comm. Giacomo De Martino, di una
nota famiglia di diplomatici napoletani
(l'omonimo governatore dell'Eritrea ò
suo zio), un profondo conoscitore dei
problemi dell'Oriente specialmente mu-
sulmano. Egli reggeva nel 1911 F am-
basciata di Costantinopoli e in tale sua
qualità fu latore dell' ultimatum del Go-
verno italiano alla Porta.
Quanto all'ordinamento degli uffici,
essi si dividono in divisioni e sezioni,
a guisa d' ogni altro dicastei'o, e sono
sottoposti a cinque direzioni generali :
affari generali, affaì'i politici, affari
commerciali, affari privati, scuole ita-
liane all'estero.
Gli affari generali comprendono tutti
i rapporti col personale diplomatico e
consolare. Il direttore generale — che
ò attualmente uno dei migliori nostri
diplomatici, il comm. Salvatore Conta-
^ rini — si occupa delle ammissioni del
personale, dei concorsi, delle nomine,
della consegna di credenziali e pieni
poteri, delle immunità degli agenti ita-
liani all' estero ed esteri in Italia.
A questa direzione sono annessi l'Ar-
chivio storico e la Biblioteca. L'Archi-
vio, sottratto in grandissima parte alle
ricerche del pubblico, contiene del ma-
teriale preziosissimo, e specialmente gli
originali degli atti conclusi dal regno
d'Italia o dagli Stati soppressi. È di-
retto dal comm. Giacomo Gorrini. La
Biblioteca, dovuta quasi tutta all' at-
tuale suo direttore, comm. Loreto Pa-
squalucci, una vera competenza in fatto
di biblioteconomia, h una raccolta di ol-
tre 60,000 volumi attinenti al diritto e
alla politica internazionale, ed è corre-
data di uno schedario tra i più perfetti.
Gli affari 2>olitici sono, per lo iiieno
oggi, il reparto più importante. Essi
sono divisi in sezioni, diremo, territo-
riali (Eurojìa, Levante e Africa, Estremo
Oriente e America, Colonie) e compren-
dono lo studio e l'interpretazione d» i
trattati politici, la raccolta delle notizie
in base al carteggio e allo spoglio dei
giornali, e durante la guerra anche
tutte le questioni in materia di preth;
e di contrabhando, d' accordo e a volte
magari in disaccordo coU' Amministra-
zione della Marina. Il Direttore gene-
rale, conte Gaetano Manzoni, gode fama
di uno dei più colti e geniali diploma-
tici italiani.
Gli affari commerciali riguardano lo
studio e l'interpretazione dei trattati
di commercio, le questioni doganali, i
servizi postali e marittimi, le ferrovie
d'interesse internazionale, la sanità pub-
lica. I lettori apprenderanno con vera
curiosità il nome del Direttore generale
degli affari commerciali ; è il commen-
datore Primo Levi, noto tino a pochi
anni fa sotto lo pseudonimo L'Italico
come uno dei più brillanti giornalii^ti
italiani.
Gli affari privati riguardano que-
stioni di nazionalità, protezione conso-
lare, stato civile e trattati relativi, e i
passaporti speciali. Sono diretti dal
comm. Giulio Vaccaj. Una curiosità (è
ridotto a questo ormai) di questo re-
parto è dato dal Contenzioso diploma-
tico, che è dh'ctto appunto da uno dei
migliori studiosi di diritto internazionale
privato, il comm. Arturo Ricci-Busatti.
Delle scuole italiane all'estero non
occorre parlare, tanto più che durante
la guerra esse sono state ridotte enor-
memente di numero. Il Direttore gene-
rale ò il comm. Angelo Scalabrini, il
quale è coadiuvato da un pedagogista
insigne, il prof. Aurelio Stoppoloni, e
da altri tre ispettori centrali.
Dipendono direttamente dal Segreta-
rio generale la ragioneria, l'economato
e altri tre uffici da cui si può dire che
Purezza i^ 1 f I Z 1 1 !{ ^L^ { k^i 2 I Z^^l '^^^'"'^^
assoluta UkJkJli^UUSiaJJuULdtV aderente
Incomparabile per la frescKezza del colorito.
— 281)
1. La Consulta. - 2. Il CJonimiHsarlato dell'Emigrazione. — X Palazzo Farnese, sede del-
Aniliasilata di Francia: la facciata anteriore. — 4. Palazzo Famt-se: la parte posteriore. —
Palazzo Venezia, jjlà sede dell'Ambasciata Ai
eellerla dell'AnibaHciata i)re88o il Re d' Itaii;t.
*tro-rii}rii
p.M.f^fio.v f lìfWix Cali-
- 200 -
irradi tutto il lavoro del ministero : cor-
rispondenza e spedizione, cifra, stampa
e traduzioni. L' ufficio Corrispondenza,
diretto dal comm. Carlo FiU])po Serra,
fa lo spoglio della corrispondeuza in ar-
rivo e la dirama ai vari uffici, accentra
quella in partenza e provvede ai cosid-
detti •« coiTieri di gabinetto > di cui par-
leremo in seguito. L' ufficio Cifra prov-
vede a sciogliere i telegrammi cifrati,
che giungono a fasci da ogni parte del
mondo, tranne quelli che siano diretti
personalmente al ministro e che vanno
invece al Gabinetto. Il capo-ufficio Ci-
fra è il conte Girolamo Naselli, un gen-
tiluomo d'antico stampo, d'una corte-
sia perfetta.
L' Ufficio stampa compie con scarsi
mezzi un lavoro enorme, che natural-
mente ha assunto un' importanza ecce-
zionale con la guerra. Si tratta dello
spoglio dei maggiori giornali del mondo
e del riassunto quotidiano o traduzione
degli articoli o notizie che presentino
un particolare interesse. Non sono tra-
scurati i giornali dei paesi nemici, ai
quali volge particolari e personali cure
lo stesso capo-ufficio comm. Luca Or-
sini Baroni, un colto diplomatico che
rese già a Vienna e BudaT)est notevoli
servigi al nostro paese.
Alle dipendenze del ministero degli
Esteri, ma autonomo e in sede propria
(in via Buoncompagni, 70) è una delle
più utili e geniali creazioni degli ultimi
anni, il Commissariato dell' Emigrazione.
Una particolare importanza è venuta
dalla guerra al Servizio I, al quale
spetta il rilascio dei passaporti comuni,
subordinati ora naturalmente alle esi-
genze dell'Amministrazione militare. Il
Direttore del Servizio I ò il comm. Giu-
seppe De Michelis, una mente forte,
uno spirito equilibrato.
Con un ministro accentratore come
l' on. Sennino, il Gabinetto ha assunto
naturalmente una funzione più larga
che sotto i precedenti ministri. Il capo
è il conte Luigi Aldrovandi Marescotti,
che ha potuto mettere a disposizione
del ministro la sua jìratica di cose au-
striache acquistata al posto di consi-
gliere dell'Ambasciata di Vienna, che
egli tenne sino alla vigilia della guerra,
così come V es.- attaché militare col. Al-
bricci, ora generale, potè rendere pre-
ziosi servigi al Comando Supremo.
Tra i segretari del Gabinetto è il
cav. Paolo Augusto Biancheri Chiap-
pori al quale il 23 maggio 1915 toccò
r alto onore di recare al barone Mac-
chio, ambasciatore austriaco, la comu-
nicazione della nostra dichiarazione di
guerra.
Il ministro Sonnino ha poi un suo
segretario particolare, che è un fido
amico suo, il comm. Franz de Morsier,
ben noto nelle lotte agrarie emiliane.
Da quanto abbiamo esposto parrebbe
che in fondo la Consulta fosse un mi-
nistero organizzato come tutti gli altri,
salvo particolari esigenze. Ma ciò che
lo distingue, che ne fa il meno buro-
cratico fra tutti i ministeri, è la mobi-
lità del suo personale. Pochi anni ad-
dietro infatti si venne alla fusione del
personale interno ed estero della Con-
sulta, fra la carriera centrale e quella
dijjlomatica e consolare, e si stabilì il
servizio alternato come indispensabile
ad ogni i)romozione. Così oggi ogni fun-
zionano del ministero ha viaggiato e
viaggerà, e ogni console o ministro ple-
nipotenziario deve prestare di tanto in
tanto servizio al ministero. Il vantag-
gio che dal nuovo sistema si ricava ò
enorme. I consoli e ministri non cor-
rono pericolo di fossilizzarsi nelle loro
sedi e di perdere la visione degl' inte-
ressi generali, e d' altra parte i funzio-
nari dell'Amministrazione centrale sono
in grado di tener conto di lontani in-
teressi locali, di giudicare e decidere
con un criterio di sana obbiettività e
relatività.
Il risultato è che, tranne che nella
ragioneria, nelle scuole all' estero e nel
commissariato dell' emigrazione, i più
alti funzionari sono ministri o consoli
generali, il personale cosiddetto di con-
cetto è costituito da consiglieri o segre-
tari d' ambasciata, da consoli, da ad-
detti. Sono ministi'i plenipotenziari ap-
punto il De Martino, il Contarini, il
Manzoni, l'Orsini Baroni, il Ricci Bu-
satti; sono consoli generali il Gorrini,
il Naselli, il Serra, il Levi, il Vaccaj.
Certo la preparazione di tutto co-
desto personale lascia ancora molto a
desiderare. Gli scarsi mezzi che lo Stato
italiano offre ai suoi funzionari all'estero,
allontanano dalla carriera i migliori in-
gegni quando non siano largamente
provvisti di proprio. Quindi la cernita
avviene in una classe molto ristretta e
la selezione ne è naturalmente danneg-
giata. Tuttavia anche in questa stessa
classe ristretta la preparazione è mi-
gliorata di molto negli ultimi anni,
prima di tutto per la maggiore serietà
— 6. Palazzo ChlRl, già 8ed« dell'Ambasciata d'AiiBtrla. — 7. Palazzo Caffarelll, ««de dell' Am-
Msciata OermaDica. — 8. Villa Malta, proprl*»tà del Principe BiUow. — 9. Inerewo alla Legi».
•ione portoghese. — IO. Palazzo Barberiul (Ambasciata di Spagna e Legazione di Oreola).
- 292 -
ohe la sapiente direzione del prof. Rio-
cardo Dalla Volta ha saputo dare a
queir Istituto di Scienze Sociali di Pi-
renze che nell' intenzione del fondatore
Cesare Alfieri di Sostegno doveva es-
sere la fucina dei diplomatici, e poi per
gli esami veramente rigorosi d' ammis-
sione al ministero. Così negli iiltimi
anni è venuta fuori tutta una schiera
di giovani che in circostanze anche
difficili ha saputo tener alto il nome
del proprio paese. Ricorderemo, fra gli
altri, Carlo Galli, Renato Piacentini,
Domenico De Faccendis, Giovanni Vi-
sconti Venosta, Cesare Lori, Lodovico
Manzini, Luigi Gabbrielli, Marcello Rod-
dolo, Mario Zanetti Bianco, Natale
Labia, Paolo Indolii.
Della Consulta si è detto molto male,
specialmente durante la guerra europea.
Certo a volte si è avuto l'impressione
che la diritta volontà di Sidney Sennino
incontrasse molteplici ostacoli nel mec-
canismo del suo ministero. Ma non si può
dimenticare che il meccanismo aveva da
trent' anni una sua forza d' inerzia, che
era avvezzo a lasciarsi rimorchiare dalla
politica germanica e a un tratto ha do-
vuto trarre da sé stesso il movimento,
ha dovuto disfare la vecchia tradizione
e rifarne una nuova. Si comiirende come
chi non fosse assistito da un sufficiente
senso di dignità nazionale si sentisse al-
quanto a disagio. Si tratta per fortuna
di eccezioni.
I rapporti della Consulta con l'estero
si svolgono sopratutto mediante le rap-
presentanze diplomatiche dei vari Go-
verni. Roma sotto tale aspetto è consi-
derata oramai una sede di prim' ordine,
ciò che attesta dell' importanza del po-
sto che la nuova Italia ha saputo pren-
dere nel mondo. Basti pensare che da
Roma sono passati uomini che hanno
avuto una parte notevole nella storia
dei rispettivi paesi e che spesso hanno
lasciato l'ambasciata o la legazione di
Roma per salire al governo.
Ricordiamo così degli ultimi anni il
Biilo-w, il Jagow, il Flotow, il Rizoff,
lo Stancioff e Hakki pascià che ap-
pena lasciata Roma per il granvisirato
ebbe la dolorosa sorpresa di ricevere
la nostra dichiarazione di guerra. An-
che fra i diplomatici residenti attual-
mente a Roma ce ne sono parecchi no-
tissimi : Camillo Barrère, il decano del
corpo diplomatico (egli è a Roma da
diciotto anni) e il principale fattore del
ravvicinamento italo-francese ; air Ren-
nell Rodd, simpatica figura di genti-
luomo inglese, che oltre ad essere un
abilissimo diplomatico è uno studioso
di storia e uno scrittore tra i più ap-
prezzati; e poi gli altri rappresentanti
dei nostri alleati, il barone Michele de
Giers, ambasciatore russo, il barone Ha-
yashi, ambasciatore giapponese, il conte
van den Steen, ministro del Belgio, il
principe Ghika, ministro rumeno, il si-
gnor Eusebio Leào, ministro del Por-
togallo, il signor Michele Ristic, mini-
stro di Serbia.
Anche fra i neutri ci sono dei di-
plomatici di gran nome: il ministro di
Grecia sopratutto, Lambros Coromilas,
che da ministro degli Esteri fu prezioso
collaboratore di Venizelos durante le
guerre balcaniche ; e poi 1' ambasciatore
degli Stati Uniti, Thomas Nelson Page,
un benemerito amico dell' Italia, 1' am-
basciatore di Spagna, Ramon Pina y
Millet, il ministro svizzero, Alfredo de
Pianta.
Spesso anche fra i collaboratori de-
gli ambasciatori o ministri ci sono delle
personalità notevoli; come Roberto de
Billy, consigliere dell'Ambasciata fran-
cese, il colonnello Enckell, addetto mi-
litare russo, il comm. Capei Cirre, ad-
detto commerciale inglese. Quest'ultimo
è ben noto in ItaUa per la sua opera
indefessa spiegata in nostro favore a
tempo della guerra libica, che gli valse
i ringraziamenti personali del nostro
Re, e per la sua attività letteraria. In-
fatti il Capei Cure, che conosce l' Ita-
lia e la lingua italiana come pochi
stranieri, è anche un elegante scrittore
di romanzi italiani, sotto il nome di
Gian della Quercia.
In tutto in Italia le ambasciate sono
nove: Austria- Ungheria, Francia, Ger-
mania, Giappone, Gran Bretagna, Spa-
gna, Stati Uniti, Russia e Turchia.
Naturalmente la guerra ne ha sospese
tre: Austria, Germania e Turchia. Le
legazioni (rette da ministri o incaricati
d' aft'ari) sono ventuna, compresa quella
di Bulgaria soppressa dallo stato di
guerra. Ma il numero può variare da
un momento all' altro. Ci sono le pic-
cole repubbliche americane, per esempio,
che vanno e vengono. Nel luglio scorso
anzi, mentre andavamo attorno per far
eseguire le fotografie qui riprodotte, ci
scomparve da un giorno all' altro sotto
gli occhi la legazione dell' Uruguay, che
risiedeva in un villino di via dei Grac-
chi, 305. Il ministi'o partì quasi all' im-
203
— 11. Palazzo Caprauica (Legazione di Svezia). — 12. Palazzo Torlonia (Legazione (If.li Paesi
Bassi). — 13. Palazzo Altieri (Atiibam;iata del Giappone). — 14. Palazzo Santacroce, lato meri-
dionale {lA>K&7Aone rumena). — 15. Palazzo Santacroce, lato orientale (Antica lef^zione di Ba-
Tiera). — 16. Ambasciata degli Stati Uniti.
— 294 —
IT. AmVjasciata britaiin
20. Ambasciata russa.
•a.— 18. Legazioue della Cina. — 19. Antica ambasciata di Turchia.
- 21, Legazione serba, — 22. Consolato generale del Montenegro.
295
— 23. Lfijfazione bulgari. - :,. l..^,.i,, u.l Siam. — 'io. Lt-ira/.inuf dwl CUt^. — 26. Legaz. di Mouaco
il. Lega^iuue di Cuba, — 23. Legasiout) di iMiiiiiiurca.
— 2y6 —
j)rovviso coi suoi impiega ti e hi sna roba
il 15 luglio, e il i)adroiie del villiuo si
affrettò ad affiggere uno di quei carat-
teristici cartelli rouiaui : Est locanda.
Le sedi dei rappresentanti esteri a
Roma hanno gli aspetti pivi strani. Al-
cuni stati hanno acquistato o costruito
ai)i)Osta palazzi o villini, altri hanno
preso in affitto per i propri rappresen-
tanti dei palazzi o semplici quartierini,
magari in albergo; alcuni ministri ri-
siedono in grandi palazzi storici, altri in
modesti appartamenti nascosti.
La lìiù bella residenza estera ò senza
dubbio quella di Francia, Palazzo Far-
nese. Fu iniziato per commissione di
Paolo III da Antonio da Sangallo il
(Giovane, il quale costruì la tacciatii
sino al cornicione e il cortile sino al
secondo ordine ; fu compiuto da Miche-
langelo. In seguito subì alterazioni per
opera di Giacomo della Porta, che ag-
giunse il terrazzino nella facciata jmn-
cipale e costruì la facciata posteriore
che guarda il Gianicolo. L'interno —
sebbene privo di tutti gli ornamenti
archeologici che i Farnese avevano
s])arsi con grande profusione e i Bor-
l)oni, che a quelli succedettero, porta-
rono al Museo di Napoli — è veramente
piincipesco, per gli affreschi dello Zuc-
cari, del Domenichino, del Salviati, del
Vasari, del Caracci e suoi scolari. Il
])alazzo fu dato in affitto da France-
sco II di Borbone al Goyerno francese,
e poi dai suoi eredi addirittura venduto ;
ciò che dette luogo a una lunga contesa
col demanio italiano.
Subito dopo per importanza storico-
artistica viene, o meglio veniva, il Pa-
lazzo di Venezia, che fu fatto costruire
nella metà del Quattrocento dal cardi-
nale Barbò (poi Paolo II papa) e fu
lungamente dimora di pontefici finché
Pio IV non lo donò alla repubblica ve-
neta. Da questa passò col trattato di
Campoformio all' Austria che io serbò
abusivamente anche dopo il 1866. Il Pa-
lazzo Venezia, addossato alla chiesa di
San Marco e privo del Palazzetto, che
fu demolito per dare aria al Monumento
a Vittorio Emanuele II, avanti d' essere
rivendicato all' Italia nell' agosto 1916,
era la sede dell' ambasciata austriaca
presso il Vaticano. L'ambasciata presso
il Quirinale vi teneva solo la Cancelle-
ria, perchè l'ambasciatore occupava il
primo piano del sontuoso palazzo CUigi,
iniziato, nella prima metà del Cinque-
cento da Giacomo della Porta, finito da
Carlo Maderna e \)o\ da Felice della
Greca, per incarico degli Aldobrandini.
1 Chigi 1' acquistarono nel 1659. L' ubi-
cazione del palazzo — angolo tra Piazza
Coloniui e il Corso — è stata causa con-
tinua di dimostrazioni anti-austriache
per trent' anni, tanto che l' ambasciatore
non aveva mai potuto tenere esposto lo
stemma abborrito.
La Germania scelse per il proprio
ambasciatore, e non senza intenzione,
un i)alazzo sul Campidoglio, anzi tra il
Campidoglio propriamente detto e la
Rupe Tarpeia.
Un tempo nessuna famiglia poteva
abitare sul Campidoglio, ma Carlo V
ne dio speciale concessione al suo pag-
gio Ascanio Caffarelli. Passato in pos-
sesso del governo tedesco, Guglielmo II
ne fece decorare le sale dal pittore Er-
mando Prell di Dresda e vi fece instal-
lare \\\\ trono, simbolo dell' invadenza
tedesca in Italia. È noto che nei tìiesi
che precedettero immediatamente la
guerra la sede vera dell' ambasciata era
divenuta la meravigliosa Villa Malta,
detta anche delle rose dalla profusione
di rose d' ogni varietà nel suo stupendo
giardino. Villa Malta, che il principe di
Biilow acquistò dal Bobrinski, nel 1789
assistette alle misteriose adunanze del
Cagliostro; non era nuova dunque ai
conciliaboli quando nel 1915 il Biilow vi
congiurò con pochi sciagurati italiani ai
danni dell' Italia. Nel secolo scorso la
Villa ospitò anche Lodovico I di Ba-
viera e Guglielmo Humboldt.
Una sede storica è anche quella della
legazione portoghese, nei locali di un an-
tico ospizio pei pellegrini e infermi por-
toghesi, annessi alla chiesa di Sant'An-
tonio dei Portoghesi, nella via omonima.
La facciata della legazione è ridotta a
una modesta porticina quasi schiacciata
daUa chiesa che nel Seicento i re di Por-
togallo fecero costruire su disegno di
Martino Longhi e i loro successori fe-
cero restaurare nel 1868.
Alle Quattro Fontane un celebre pa-
lazzo romano, quello che Carlo Maderno
iniziò per incarico di Urbano VIII Bar-
berini e Gian Lorenzo Bernini terminò
costruendo il grande scalone, ospita al
primo piano l' ambasciata di Spagna, al
secondo la legazione di Grecia.
La Svezia occupa in piazza Sant'An-
drea della Valle (n. 16) il palazzo Ca-
pranica, attribuito al Sangallo, poi re-
staurato nel 1879 ; da non confondere
col pili noto palazzo Capranica, l' edifi-
— 207
— 29. Legazione del Belgio. — 30. legazione della Rejiiibblica Argentina. — 31. Lesazione del
Brasile. — 32. Legazione della Svizzera. — 33. Palace Hotel, sede della Legazione di Persia. —
34. Urand Hotel, sede della Legazione di Norvegia.
— 298 —
ciò di stile romantico con la sua carat-
teristica torre onoi-aria fli piazza delle
Orfanello. I Paesi Bassi occui)ano le
splendide sale del primo piano del pa-
lazzo barocco dei Torlonia in via Bocca
di Leone 78. decorato di recente da Pro-
spero Piatti. Il Giappone ha sede al pa-
lazzo Altieri, in piazza del Gesti 49, che
Clemente X fece costruire da Giovanni
Antonio de Rossi e decorare da Carlo
Maratta. Fino a pochi anni fa vi risie-
deva la Corte di Cassazione. Un altro
palazzo barocco, quello dei Santacroce
in piazza Benedetto Cairoli, nell'ala sud,
meglio conservata (numeri 3 e 4), con-
tiene la legazione rumena, nell' ala est,
rifatta di recente (n. 6), accoglieva la
legazione di Baviera, la quale — come
si sa — ha tenuto ad essere distinta
dalla Germania. Gli Stati Uniti — che
un tempo erano al secondo piano del
palazzo Barberini — occupano un mo-
desto pianterreno al palazzo Amici in
piazza S. Bernardo alle Terme, lo stesso
che al primo piano ospita il Gran Magi-
stero dell' ordine Mauriziano.
Molti stati hanno via via fatto co-
struire degli edifìci moderni nei migliori
quartieri di Roma, come l' Inghilterra
con la sua suntuosa sede a Porta Pia
(via Venti Settembre, n. 80 e 81). Porta
Pia si può dire il quartiere delle am-
basciate. A pochi x)assi da quella Tjri-
tannica, in via Palesti'o 32, è la lega-
zione della Cina ; più in là, al n. 36, sulla
cantonata di via Gaeta, V ambasciata
ottomana ; in via Gaeta 3 è l' amba-
sciata russa, nel villino che fu dell'ono-
revole Di Rùdinì. Più in là, verso la
stazione, in juazza Indipendenza 6, è
la legazione di Serbia ; in via Volturno 7
il consolato del Montenegro, che ha fun-
zioni diplomatiche. Fuori Porta Pia, in
via Nomentana 10, è la legazione bul-
gara; e in fondo, al n. 70, quasi a
Sant'Agnese, il civettuolo villino Thei,
cioè la legazione del Siam, che per un
curioso contrasto è assicurato a una
società cattolica.
Parecchie legazioni sono nei vicini
quartieri Ludovisi: il Cile in un ele-
gante e ricco villino moderno in via
Collina 21, il principato di Monaco in
un modesto terzo piano al n. 39 della
vicina via Aureliana. Cuba in un pa-
diglione interno di una villa di via
Piemonte 127, la Danimarca in via di
Porta Pinciaua 36, quasi in cospetto di
Villa Borghese, il Belgio nel vicolo San
Nicolò da Tolentino 27, a ridosso della
chiesa fatta innalzare nei primi del Sei-
cento dai Pam})hily.
La Repubblica Argentina si è co-
struita un palazzo in jiiazza dell' Esqui-
lino n. 2, il Brasile ha il palazzo Ban-
dini sul corso Vittorio Emanuele n. 116,
la Svizzera sta nel i)alazzo del Credito
fondiario in via Piacenza 6, all'ombra
della Consulta. Il rappresentante della
Persia risiede al Palace Hotel in via
Veneto e il nuovo ministro di Norvegia
al Grand Hotel alle Terme ; un albergo
ormai storico quest'ultimo, perchè ha
ospitato tutti i . ministri dett' Intesa ve-
nuti a Roma durante la guerra, da Pa-
sich a Briand. Finalmente il ministro
di Columbia risiede.... a Bologna, in via
Giuseppe Petroni 15. Ciò non deve stu-
])ire, visto che altri risiedono addirit-
tura all'Estero! Fino a poco tempo fa
infatti il ministro di Norvegia risiedcYa
a Berlino perchè era accreditato anche
presso quel governo ; e tuttora i rappre-
sentantj di varie repubbliche americane
risiedono a Parigi di dove devono tu-
telare i loro interessi nazionali presso
tre o quattro stati europei. Prima della
guerra anzi essi avevano l' abitudine di
lare spesso un giro per le varie capi-
tali, veri commessi viaggiatori della di-
plomazia.
Un' altro mezzo d' azione per la
Consulta è costituito dalle ambasciate
italiane all' Estero, e specialmente oggi
da quelle di Parigi, Londra e Pietro-
grado. Esse sono unite non solo dal
telegrafo ma sopratutto dai cosiddetti
corrieri di gabinetto. Sono degli ex-sot-
tufficiali dell' esercito, di provata fidu-
cia, che tre volte al mese partono da
Roma recando a Parigi, a Londra e a
Pietrogrado la valigia diplomatica, che
a volte è costituita da numerosi pacchi
a volte ridotta davv^ero a una borsetta
da viaggio, tutto sugellato alla partenza
all' ufficio di spedizione.
Così per mille fili da alti personaggi
e da umili impiegati, si tesse l' orditura,
invisibile al i)opolo, della storia d' Italia.
Giuseppe A. Andkiulli.
Nelle pagine che seguono abbiamo inteso di dare una breve storia cronologica
documentata della nostra guerra, quale può farsi col materiale conosciuto finora.
Vi sono alcune pubblicazioni che danno la storia documentala di questa grande
epoca (basti citare i due bei libri del nostro egregio collaboratore Andriulli in-
titolati I doc'umeuti della grande guerra e I documenti della guerra italiana, dei
quali ci siamo valsi). Tuttavia il lettore troverà qualcosa di nuovo anche in que-
sta piccola raccolta redatta con altri criteri che speriamo saranno apprezzati.
La raccolta nostra e disposta in modo che la composizione in carattere grande co-
stituisce una continuata cronistoria degli avvenimenti. In carattere piccolo è dato
il testo dei documenti nella loro forma integrale salvo per alcuni che abbiamo
dovuto riassumere per necessità di spazio. Sempre per la necessità di spazio ab-
biam dovuto sopprimere i comunicati Hassuntivi emanali a quando a quando dal
Comando Supremo per render conto delle operazioni di gxierra: ma ne abbiamo
lasciata l'indicazione e la data, per facilitarne la ricerca nelle raccolte dei bollet-
tini della guerra che molti possiederanno. Del resto i nostri fedeli lettori sanno
già dall'anno scorso che rAlnianaeco contiene ancora la Cronaca della nostra
liuerra, compilata con molta diligenza dal nostro cortese collaboratore militare, alla
</uale ricorreranno per le notizie militari, mentre in questi Archivi troveranno altre
notizie di indole diplomatica, politica e legislativa.
Bologna, 25 ottobre 1916.
ROMEO MONARI.
I. • I/a Triplice Alleanza.
(Il patto della Triplice Alleanza fu fir-
mato il 20 ma-rg io 1882, all'indomani di Tu-
nisi, essendo Presidente del Consiglio Ago-
stino Depretis e Ministro degli Esteri P. 8.
Mancini. Fu rinnovato nel ló87 dal Depretis
e dal Robilant, che ottennero d' introdurvi
moditicazioni e aggiunte, le quali, fu detto,
miglioravano notevolmente l'alleanza per noi ;
poi nel 1891 e nel 1902, sempre prima della
^cadenza, e pare, senza cambiamenti; proro-
_Mto tacitamente nel l'JOT, e rinnovato un'ul-
tima volta il 18 dicembre 1912, pure anticipa-
tamente, auspici Giovanni Giolitti e il Mar-
chese Di San Giuliano, dopo i malaugurati
incidenti del Carthuge e del Manouba. Fu,
dopo trentatrò anni di vita, il 3 maggio 1915
dichiarato irrito e nullo, almeno nei rapporti
doli'Anstria-Ungheria, dall'on. Sonnino, come
sarà detto al numero 60.
Fu affermato che la Triplice Alleanza non
f')Sse in realtà un solo trattato, ma constasse
fli due trattati distinti: uno fra Austria e
(iermanla, concluso fin dal 1879, l'altro fra
1 Italia e 1 due imperi. Certo è che il primo
fu pubblicato in Germania nel 1888 e che
il secondo non fu mal conosciuto, finché In
occuione delle presenti difficoltà diploma-
tiche, non vennero in luce alcuni articoli del
quali diamo il testo qui appi-esso) :
Art. 1. Le Potenze conti aeriti si promet-
tono scambievolmente pace ed amicizia e non
contrarranno alcun rapporto di alleanza o
p itto diretto contro uno dei loro Stati. Esse
si obbligano allo scambio reciproco dei loro
punti di vista sulle quistioni po.irlche ed eco-
nomiche di carattere generale che potessero
sorgere; oltre a ciò si promettono appoggio
reciproco nel limite dei loro interessi parti-
colari.
Art. 3. Qualora una o due delle Potenze
contraenti, senza diretta provocazione per
parte loro, fossero attaccate e si trovassero
in guerra con duo o più grandi potenze non
tirmatarie del presente trattato, il casus foé-
de'-is sorge immediatamente per tutte le po-
tenze contraenti.
Art. 4. Qualora una grande Potenza non
firmataria del presente trattato minacciasse
la sicurezza nazionale di una delle Potenze
contraenti, e che la nazione minacciata fosse
per tal modo costretta a dichiarare la guerra,
le altre due si obbligano a mantenere verso
la loro alleata una neutralità amichevole.
Ognuna si riserva il diritto di partecipare
alla guerra ove ritenga oonveuiente di fare
causa comune con l'alleata.
— 300 —
Art. 7. L'Austria- Ungheria e l'Italia nel-
l'intento di mantenere per quanto è possi-
bile lo sfa'u quo in Oriente, si obbligano a
adoperarsi con tutta la loro influenza pej." evi-
tare qualsiasi mutamento territoriale dannoso
all'una o all'altra delle Potenze contraenti.
Esse si scambieranno tutte le informazioni
atte a chiarire le intenzioni reciproche come
pure quelle delle altre Potenze. Se però si
desse il caso che nel corso degli avvenimenti,
il mantenimento dello statu quo nel territo-
rio de' Balcani, delle coste e delle isole otto-
mane dell'Adriatico e dell'Egeo divenisse im-
possibile, e che, o in conseguenza dell'azione
di una terza Potenza o per qualsiasi altra
causa, l'Austria e l'Italia fossero costrette a
mutare lo s'ahi quo con un'occupazione tem-
poranea o permanente per parte loro, que-
sta occupazione potrà avvenire soltanto dopo
precedenti accordi fra le due Potenze basati
sul principio del reciproco compenso per tutti
i vantaggi territoriali o d'altra specie che l'una
o l'altra venisse a conseguire oltre al presente
statu quo e in modo da soddisfare gl'interessi
e le pretese giustificate di ambe le parti,
2. - Il delitto di Serajevo.
28 giugno 1914. — In Serajevo, capi-
tale della Bosnia sono uccisi l'Arci-
duca Francesco Ferdinando d'Austria
Este e sua moglie Duchessa Sofia di
Hohenberg per opera di congiurati
panserbi.
3. - L'ultimatum alla Serbia.
23 luglio 1914. ^- L'Ambasciatore Au-
stro-Ungarico trasmette al Governo
Serbo una Nota-ultimatum nella quale
ricbiede dichiarazioni umilianti, scio-
glimenti di società politiche, arresti,
processi e tutta una serie di misure
tendenti ad ottenere la completa sot-
tomissione della Serbia all' Austi'ia
Ungheria.
Il 31 marzo 1909 il R.Ministro Serbo presso
la Corte di Vienna, faceva per ordine del suo
Governo, la seguente dichiarazione al Gover-
no imperiale e reale: La Serbia riconosce che
non è stata colpita nei suoi diritti dal fatto
compiuto in Bosnia ed Erzegovina e che per
conseguenza si conformerà a quelle decisioni
che le Potenze prenderanno In base all'arti-
colo 25 del Trattato di Berlino. Rimettendosi
ai consigli delle Grandi Potenze, la Serbia si
impegna ad abbandonare l'atteggiamento di
protesta e di resistenza che essa aveva adot-
tato di fronte all'annessione fin dall'autunno
scorso e si impegna anche a modificare le di-
rettive della sua politica attuale verso l'Au-
siria-Ungheria per vivere onnai con questa
su di un piede di buon vicinato.
La storia di questi ultimi anni e special-
mente i dolorosi avvenimenti del 28 giugno,
hanno dimostrato l'esistenza in Serbia di un
movimento sovversivo, scopo del quale è il
distacco dalla Monarchia austriaca di certe
parti del suo territorio. Questo movimento,
sorto sotto gli occhi del Governo Serbo, è
giunto a manifestarsi oltre il territorio del
regno con atti di terrorismo, con una serie
di attentati e assassinio
11 R. Governo Serbo, lungi dall' adempiere
i formali impegni assunti con la dichiarazione
31 marzo 190», nulla ha fatto per reprimere
questo movimento. Ha tollerato l'attività cri-
minosa delle varie associazioni e sètte ostili
alla Monarchia Austro-Ungarica, il linguaggio
sfrenato della stampa, la glorificazione degli
autori degli attentati, la partecipazione di
ufficiali e funzionari agli intrighi sovversivi,
una propaganda malsana nell' istruzione pub-
blica: ha infine permesso tutte le manifesta-
zioni che potevano eccitare la popolazione
serba all'odio contro la Monarchia ed al di-
sprezzo contro le sue istituzioni.
La tolleranza colpevole del Governo Reale
Serbo non era cessata nel momento in cui gli
avvenirnenti del 28 giugno ne hanno dimostra-
to al mondo le funeste conseguenze.
Dalle deposizioni e dalle confessioni dei
criminali autori dell'attentato del 28 giugno
è risultato che gli uccisori hanno ricevute le
armi e le bombe di cui erano forniti, da uffi-
ciali e da funzionari serbi appartenenti alla
Nat-adita OdLruna e infine che il passaggio in
Bosnia di questi malfattori e delle loro armi
è stato organizzato ed effettuato dai capi del
servizio di frontiera serbo.
I risultati ottenuti dall'istruttoria non per-
mettono al Governo i. e r. di mantenere più
a lungo l'atteggiamento di longanimità e di
attesa che ha tenuto per anni di fronte agli
intrighi che hanno a Belgrado il loro centro
e di là si dittbndono nei territori della Mo-
narchia. Questi risultati impongono anzi il
dovere di mettere fine a questi intrighi che
rappresentano una minaccia perpetua per la
tranquillità della Monarchia. Per raggiungere
questo scopo il Governo i. e r. si vede co-
srretto ad esigere dal Governo Serbo una di-
chiarazione ufficiale di condanna della pro-
paganda diretta contro la Manarchia Austi-o-
Ungarica cioè di tutti gli sforzi tendenti a
stacc;ìre dalla Monarchia i territori che le ap-
partengono e che esso si impegni a reprime-
re con tutti i mezzi questa propaganda ci-i-
minosa e terroristica.
Allo scopo di dare un carattere solenne
a questi impegni il Governo R. Serbo pubbli-
imballaggio.
Infallibile contro la forfora,
calvizie e la caduta dei ca-
pelli. Prezzo L. 2,50 la boccia,
spedisce 1 boccia L. 2,75 - 6
boccia L. 15 - franco di porto ed
Rivolgersi Farmacia del Cervo — AREZZO
Tricogeno Sardini i
301 —
oherà nella prima pagina del suo Oiornal»
ufficiai* del 26 luglio 1914 la seguente dlohia-
razlone : Il R. Governo Serbo condanna la pro-
paganda diretta contro l'Austria- Ungheria cioi
tutte quelle tenderne che hanno per iacopo di
staccare dalla Monarchia austro-uncjarica ter-
rito'i che ne fanno parte e deplora nel modo
il più sincero le conseguenze funeste di quelle
gesta criminose. Il Ji. Governo Serbo deplora
eh* ufficiali e funzionari serbi abbiano parie-
•ipato a questa propaganda e compromesso in
d modo le relazioni di buon vicinato alle quali
ti K. Governo si è solennemente impegnato colli
sua dichiarazione 31 marzo 1909. Il Governo
Iteale disapprova ogni idea ed ogni tentativo
di ingerénza sulla sorte degli abitanti di qital-
siisi parte dell' Austria- Ungheria, considera suo
proprio dovere di far noto agli ufficiali, ai fun-
zionari e a tutta la popolazione del Kegno che
esso agirà con estremo rigore contro coloro che
ai rendessero colpevoli di simili mene, e che farà
tutù gli sforzi per prevenir e e reprimerle.
Tale dichiarazione sarà contemporanoa-
mente portata a conosctMiza dell'esercito reale
con un ordine del giorno di S. M. 11 Re e pub-
blicato nel Bollettino nCQciale dell'esercito.
Il Governo Reale si obbliga inoltre: 1« a
sopprimere ogni pubblicazione che tenda a
eccitare odio e disprezzo contro la Monar-
chia 0 la cui tendenza generale sia* diretta
contro la integrità territoriale della medesi-
ma; 2» a sciogliere immediatamente la Società
Xarodna Olhrana, a confiscarne tutti i mezzi
di propaganda, e a procedere nello stesso modo
contro tutte le altre società e sètte in Serbia
che hanno scopo di propaganda contro la
Monarchia Austro Ungarica. 11 Governo Reale
prenderà le misure necessarie per impedire
che le società di^ciolte continuino la loro atti-
vità sotto un altro nome o sotto un'altra for-
ma; 3° ad eliminare senza ritardo dall'Istru-
zione pubblica in Serbia, tanto nel corpo in-
segnante, quanto nei mezzi d'insegnamento,
tutto ciò che può servire a fomentare la pro-
paganda contro TAustria Ungheria: é» ad al-
lontanare dal servizio militare e dall'ammini-
strazione in generale tutti gli ufficiali e fun-
zionari che sono colpevoli di propaganda con-
tro la Monarchia Austro Ungarica, per ognuno
dei quali 11 Governo Austro Ungarico si ri-
serva di comunicarne i nomi e l'accusa al Go-
verno Reale; 5» ad accettare la collaborazione
in Serbia di organi del Governo Austro Un-
garico per la repressione del movimento sov-
versivo diretto contro l'integrità territoriale
della Monarchia Austro Ungarica; 6^ ad aprire
un'inchiesta giudiziaria contro tutti <iuelli
che ebbero parte nei complotto del 28 giugno
che sono in territorio Serbo. Alle ricerche
parteciperanno gli organi delegati dal Go-
verno Austro-Ungarico; 7° a ordinare con ogni
possibile sollecitudine l'arresto del maggiore
Voia Tankoslo e del nominato Milan Ciga-
novich, funzionario serbo, compromessi dal
risultati dell'istruttoria; 8» a impedire con
misure efficaci il concorso delle autorità serbe
noi contrabbando di armi ed esplosivi di là
della frontiera; a Ucenzliire e a )>unire se-
vframente 1 funzionari che essendo in ser-
:i!la frunti.-ra di So'ahatz e a Loznica,
lavorilo il j)as.sagg:o agli autori del de-
1.: j '-A Sorajevo; 9» a fornire all'L R. Qoverno
Austro Ungarico spiegazioni sulle espressioni
Ingiustificabili di alti funzionari serbi In Ser-
bia e all'estero, ohe non ostante la loro pò*
sizione ufficiale non hanno esitato a espri-
mersi In interviste in termini ostili alla Mo-
narchia dopo l'attentato del 28 giugno; IO» Ad
informare senza ritardi il Governo Austro-
ungarico dell'esecuzione delle misure richie-
ste coi paragrafi precedenti.
Il Governo Austro-Ungarico attende ri-
sposta dal Governo Reale Serbo non più
tardi di sabato 25 corrente alle 6 pomeri-
diane.
(Segue una memoria sul risultati dell'in-
chiesta di Serajevo latta dalle autorità au-
striache, dalla quale risulla che il complotto
sarebbe stato organizzato a Belgrado, che le
bombe e le pistole sarebbero state conse-
gnate al oongiuiatl da funzionari e militari
serbi, e che il passaggio degli autori dell'at-
tentato sarebbe avvenuto con la complicità
delle autorità di frontiera serbe).
25 luglio 1914. — La Serbia risponde
accettando quasi tutte le richieste
dell' Austria - Ungheria facendo sol-
tanto qualche riserva per le piìl umi-
lianti e dichiarando di essere pronta
a rimettere la questione al Tribunale
internazionale dell' Aj a o alle grandi
Potenze firmatarie della dichiarazione
sei'ba 31 marzo 1909 riguardante l' an-
nessione della Bosnia e dell' Erzego-
vina all' Impero Austriaco.
27 luglio 1914. — Un comunicato del
Governo Austro-ungarico dichiara in-
sufficienti e prive di sinceritìt le rispo-
ste della Serbia, le quali contengono
tali riserve e limitazioni che anche
le concessioni realmente fatte perdono
ogni importanza.
6. • La dichiarazione di g^uerra
alla Serbia.
28 luglio 1914. — L'Austria dichiara
la guerra alla Serbia.
Il Governo reale di Serbia non avendo ri-
sposto in modo soddisfacente alla nota che
gli era stata rimessa dal Ministro di Austria-
Ungheria a Belgrado alla data del 23 luglio
1914, il Governo Imperiale e Reale si trova
nella necessità di provvedere esso stesso alla
tutela del suoi diritti ed Interessi e di ricor-
rere a tale scopo alla forza delle armi. L'Au-
stria-Ungheria si considera adunque da que-
sto momento in Istato di guerra con la Serbia.
— Il ministro degli Esferi: conte Bkuchtold.
7. - Le riserve dell' Italia.
29 luglio 1914. — Il governo italiano
dichiara all' Ambasciatore d' Austri;i
che uua delle basi della Triplico Al-
— 302 —
leanza è per 1' Italia 1' art. 7 che ri-
guarda la penisola balcanica e che un
questo articolo è urgente un accordo.
8. - La Germania dichiara guerra
alla Russia.
i agosto 1914. — Il Governo Imperiale
Tedesco dichiara alla Russia che
avendo questa ordinata la mobilita-
zione generalo 1' Impero tedesco si
trovò di fronte a un pericolo grave
e imminente; perciò fu costretto di
chiedere al Governo russo la cessa-
zione della mobilitazione. Avendo la
Russia rifiutato di accogliere tale do-
manda e avendo manifestato con tale
rifiuto che la sua azione era diretta
contro la Germania, questa raccoglie
la sfida e si dichiara in istato di
guerra con la Russia.
9. - Un telegramma di France-
sco Giuseppe al Re d'Italia.
1 agosto 1914. — L' Imperatore d'Au-
stria telegrafa al Re d' Italia cIh;
conta sul suo ai)poggio.
La Russia, che si arroj;a il diritto d'im-
rnij-chiarsi nei nostro conflitto con la Serbia,
ha mobilitato il suo esercito e la sua flotta
e minaccia la pace d'Europa. D'accordo con
la Germaii a, sono deciso a difendere i diritti
della Tiiplit-e Alleanza ed ho avdinato la mo-
bilitazione delle mie forze militari di terra
e di mare. Noi dobbiamo trent' anni di pace
e di benessere al trattato che ci unisce e la
cui identica interpretazione da parte dei no-
stri governi è da me accolta con soddisfa-
zione. Sono felice in questo momento solenne
di poter contare sull'appoggio dei m.iei al-
leati e dei loro potenti eserciti ed esprimo i
voti più calorosi per il successo delle nostre
armi e per il glorioso avvenire dei nostri
paesi. — Fr4ncesco Giuskppe.
IO.
S agosto 1914. — Il Re d'Italia ri-
spondo all' Imperatore d'Austria pro-
mettendo un atteggiamento cordiale
ed auiichevole rispondente al trattato
della Triplice e ai sentimenti e inte-
ressi italiani.
Ho ricevuto il telegramma di V. M Non
ho bisogno di assicurare la M. V. che l' Ita-
lia la quale ha fatto tutto ciò che si poteva
per mantenere la pace e farà tutto quel che
è in suo potere per ristabilire al più presto
possibile la pace, osserverà verso i suoi al-
leati un attitudine cordialmente amichevole,
rispondente al trattato della Triplice Allean-
za, ai suol sinceri sentimenti ed al grandi in-
teressi che deve tutelare. — • Vittorio Ema-
nuele.
II. - La neutralità dell' Italia.
2 agosto 1914. — Dichiarazione di nexi-
tralità pubblicata nella Gazzetta Uf-
ficiale.
Trovandosi alcune potenze di Europa
in istato di guerra, ed essendo l' Italia in
istato di pace con tutte le parti belligeysnti,
il Governo del Re ed i cittadini e sudditi
del Regno hanno l'obbligo di osservare i do-
veri della neutralità secondo le leg«4Ì vigenti
e secondo i principi del diritto Internazio-
nale. Chiunque violi questi doveri subirà le
conseguenze del proprio operato ed incor-
rerà, quando sia il caso, nelle pene dalla
legge sancite.
2 agosto 1914. — Il Presidente del
Consiglio on. Salandra invia ai Pre-
fetti del Regno una circolare conte-
nente istruzioni a complemento della
dichiarazione di neutralità.
La neutralità verso gli stati belligeranti
decisa dal Governo in sicura conformità dei
sentimenti del Paese, impone al Governo
stesso ed ai cittadini obblighi che devono
essere rigorosamente osservati. Il Consiglio
dei Ministri ha quindi deliberato che siano
vietati arruolamenti e pubbliche manifesta-
zioni favorevoli od ostili a qualsiasi Stato
belligerante. I contravventori a tale divieto,
al quale Ella sotto la sua responsabilità darà
piena esecuzione, saranno denunziati per
l'applicazione dell'art. 113 del C. P. Nelle
gravi circostanze presenti la tutela dei legit-
timi interessi del Paese dev'esser lasciata
esclusi'^amente al Governo il quale posse-
dendo r elemento per determinare in ogni
eventualità la sua condotta politica con la
consapevolezza della sua piena responsabi-
lità non può permettere che l'azione sia co-
munque turbata.Il Governo confidanel seimo
e nel patriottismo degli ifaliani di ogni par-
tito, alfinchè le disposizioni preventive e pe-
nali non abbiano ad essere applicate e l'Italia
sia pari alle altre nazioni nel dare prova di
calma e concorde fermezza nella devozione
al bene della Patria. Voglia dare alla pre-
Anno
IV
(LA GUERRA E LO SPORT)
500 pagine — 500 vignette — Copertina a colori — I^ire 1,60
Almanacco dello Sport imi
n. BEMTOMAn & FIGLIO - Editori
FIRENZE
— 303 —
ente cirL'o!ar0 la massima pubblicità e te-
Morla come precisa e sicura norma alla su» , jni i
•indotta. — Il Presidente del Consiglio ^ei «^ agosto lUl-i
-Minisfrl e Ministro dell'Interno: Salandra. invadono il Belgio.
17.
Gli eserciti tcJcsclii
13. - Nuove insistenze
del nostro Ministro degli esteri.
2 agosto 1914, — Il nostro Ministro
de^li Esteri ripeto all' Ambasciatore
d'Austria che condizione essenziale
della Triplice è che la politica balca-
nica delle due nazioni sia identica e
che è necessario chiarire subito la
portata dell' art. 7.
14.
• Appello alla pace
di Papa Pio X.
2 agosto 191 i. — II Sommo Pontefice
Pio X pubblica un appello alla pa|||»
Mentre 1' Europa quasi tutta è trascinata
Tiei vortici di una funestissima guerra ai cui
pjTico'i, alle cui stragi e alle cui conseguenze
nessuno può pensare senza sentirsi oppri-
mere dal dolore e dallo spavento, non pos-
siamo non preoccuparci anehenoi e non sen-
tirci straziare l'animo dui più acerbo dolore
per la salute e per la vita di tanti cittadini
0 di tanti popoli che ci stanno sommamente
a cuore. In cosi gravi angustie sentiamo e
comprendiamo bene che questo da noi ri-
chiede la carità di paire e la l.-ontà dell' apo-
'^toMco ministero, di iar cioè innalzavo gli
animi a Colui da cui solo può venirci aiuto,
a Cristo principe della pace e mediatore po-
tentissimo degli uomini appresso Dio. Esor-
tiamo pertanto i cattolici di tutto il mondo
a ricorrere fiduciosi al suo Trono di grazia
e di misericordia, ed agli altri vada innanzi
con il suo esempio il clero, indicendo nelle
rispettive parrocchie dietro l'ordine dei Ve-
scovi pubbliche preci per ottenere che Iddio,
mosso a pietà allontani quanto prima le fu-
neste faci di gneria ed ispiri al supremi
reggitori delle nazioni pensieri di pace e non
di afflizione. — Pio PP. X.
15. • "V invasione del Belgio.
2 agosto 1914. — Il Ministro di Ger-
mania consegna al Governo belga una
Nota-ultiniatum nella quale afferma
constargli che forze francesi marce-
ranno contro la Germania attraverso
il Belgio e quindi h dovere di conser-
vazione per la Germania di prevenire
questo attacco del nemico.
16.
3 agosto 1914. — Il Governo Be'ga ri-
spiMide all' ultimatum che essA è fer-
manu-nte deciso a respingere con ogni
mezzo qualsiasi attentato ai suoi di-
ritti di Stato neutro.
18-20. • Dichiarazioni di guerra.
,5 agosto 1914. — La Germania di-
chiara alla Francia che in seguito ad
atti di ostilità, commessi da aviatori
militari francesi su territorio tedesco,
essa si considera in istato di guerra
con la Francia.
4 agosto 1914. — L' Inghilterra di-
chiara la guerra alla Germania che ha
violato la neutralitù, del Belgio.
6 agosto 1914. — L'Ambasciatore d' Au-
stria-Ungheria notifica al Ministro de-
gli Affari Esteri di Russia che essa si
considera in istato di guerra con la
medesima a causa dell' attitudine mi-
nacciosa <lella Russia nel confiitto fra
la monarchia Austro-ungarica e la
Serbia e a causa del fatto che in se-
guito a tale conflitto, la Russia, se-
condo un comunicato del gabinetto
di Berlino, credette di dover aprire
le ostilità contro la Germania.
ai. - La questione dell' art. 7".
23 agosto 1914. — L'Austria dichiara
all'Ambasciatore Tedesco a Roma cho
essa accetta l' interpretazione italiana
dell' articolo 7° del trattato e che
quindi essa è pronta, in caso di oc-
cupazioni definitive o temporanee nei
Balcani, ad entrare in trattative con
r Italia sulla questione dei compensi.
22. - V appello della Massoneria
Italiana.
6 settembre 1914. — La Massoneria
italiana che fin dai primi giorni del
conflitto (31 luglio 1914) aveva after-
mate lo sue direttive, riafterma che
l'Italia male provvederebbe a so stessa
se rimanesse assento dal tragico ci-
mento poichJi il comidetamento del-
l' unità nazionale sarebbe compro-
messo forse per sempre.
Italiani! Egregi e cari Fratelli Venorabill!
Carissimi Fratelli!
Nell'ora in cui già si addensavano minac-
ciose le nubi sul cielo d'Europa, ma (luando
non era perduta ogni speran/.a che potesse
evitarsi una guerra sciagurata ed immane,
io mi rivolsi a Voi promettendovi ohe se 11
grande evento si fo.■^se niatuiato. non vi 's i-
rebbero mancate nuove parole di <'onslgl:o
e di esortazione. Gli eventi precipitarono e
l'Europa è ormai ?traz aa dal gi.antesco
contlltto che divide, suiirema lotta impegnata
fra un imperialismo di razza cupida di uou*
804
qiilsta e di egemonia e la difesa dell'Indi-
pendenza del popoli, del prlnoipio della na-
zionalità e delle supreme ragioni del diritto.
In questo conflitto l' Italia è ancora spetta-
trice, ma tale atteggiamento non può signifi-
care che essa voglia apparire od essere neutra
timida o dimeirlca dei suoi ini eressi, delle
sue aspirazioni, delle sue tradizioni, dei prin-
cipii essenziali della sua vita civile e politica,
in nome dei quali si ricompose a nazione ed
intese per mezzo secolo ad opera pacifica di
consolidamento e di progresso.
Una alleanza, più consigliata dal freddo
esame delle ragioni diplomatiche che rispon-
dente al sentimento ed all'impulso dell'anima
popolare, consentì all' Italia di vivere per
trent' anni in pace e di essei*e in Europa
elemento di pace.
Lealmente fedele al trattato concluso dal
suo Governo, tale sarebbe ancora rimasta
l'Italia anche se ciò doveva continuare a co-
starle la compressione delle sue legittime
aspirazioni per la rivendicazione dei suoi con-
fini naturali, che le consigliarono una pru-
dente misura nell'affermazione delle sue ra-
gioni di vita, di espansione, di difesa nel mai-e
che conobbe in tutte le sue coste la gloriosa
dominazione di San Marco.
Ma gli imperi alleati solleciti soltanto della
loro particolare finalità intesa soltanto al
soddisfacimento delle proprie cupidige e dei
propri interessi, dimenticarono ogni altra
considerazione, ogni altro impegno e si as-
sunsero la terribile responsabilità di gettare
l'Europa nella più tremenda e sciagurata
lotta che sia stata vis'-a nei secoli.
Noi, nella tragica ora, non rinunciamo
alle idealità che sono fondamento della Isti-
tuzione nostra e conserviamo intatta la no-
stra fede nel divenire dell'umanità e nel-
r imporsi, agli odii cruenti ed alle ambizioni
sfrenate, di una fraterna armonia di coesi-
stenza civile delle nazioni libere, redente e
pacificate. E non appena le armi fratricide
siano state deposte, riprenderemo, artefici
pazienti e tenaci, a riallacciare ed a ritessere
la tela faticosa che la malvagità e la cecità
umana sta così miserevolmente dilaniando.
Ma in quest'ora, italiani sovratutto e forti
nell'antica fede, ereditata dai padri, che per
essere buoni cittadini nella città universale
occorre prima essere figli ardentemente amo-
rosi della propria terra nativa, ci domina
sopra ogni altro il pensiero e 1' afi"etto della
patria.
E poiché certe ore non si rinnovano ne'la
storia, ed è follia e sciagura lasciarle tra-
scorrere senza intenderne e senza afferrarne
la opportunità che esse offrono, noi crediamo
che l'Italia male provvf derebbe a sé stessa
se rimanesse assente dal tragico cimento nel
quale si decidono per più e più generazioni
le sorti di Europa.
LIQUORE
TONICO DICESTIVO
DITTA ALBERTI
BENEVENTO
Vitali interessi della patria sono grande-
mente minacciati: il completamento dell'uni-
tà nazionale, così a lungo sospirata, se ora
non si conseguisse sarebbe dlflerita chissà a
quando, compromessa forse per sempre; la
difesa del diritto contro la forza richiede da
noi, per omaggio" alle nostre più fulgide tra-
dizioni, cooperazione né pavida, né tarda.
Ragioni pratiche e ragioni Ideali concor-
rono dunque, agli occhi nostri, perchè l'Ita-
lia aftronti con decisione consapevole rischi
e sacrifici per essere degna, in questa ora,
della sua riimovata esistenza di nazione e
della sua missione storica fra le genti. •
Ma — e queste sono le nostre aspirazioni
ed i nostri pensieri — intendiamo bene che
non mai, come in questo momento, la disci-
plina è la prima fra le virtù di un popolo.
Riconosciamo dunque che al governò del
paese soltanto spetta di raccogliere le voci
diverse che dal paese si levano, di valutare
tutte le difficoltà, di pesare tutti i diversi
aitoienti del formidabile problema, di cono-
scere, nella sua piena e libera responsabilità,
l'opportunità più propizia per decidere con-
formemente ai più alti interessi della patria.
Frattanto la Massoneria Italiana prosegua
ed intensifichi secondo le sue tradizioni l'ope-
ra educatrice della coscienza nazionale. Nelle
Loggie e fuori ciascun Fratello comprenda e
diffonda la persuasione che è suonata per
l'Italia un'ora di gravissime responsabilità
e di aspri sacrifici e che nell' affrontare quella
e nel sostenere questi deve impegnarsi fra
tutti i cittadini, nell'ambito eccelso od umile
delle proprie mansioni, la più nobile delle
gare.
Sarebbe stoltezza pnei-ile il credere che
l'Italia possa adempiere in quest'ora ciò che
noi reputiamo suo interesse e suo dovere di
nazione senza essere pronta a compiere con
abnegazione, con perseveranza, con ardi-
mento, sacrifici di ogni genere. Il governo
del paese può intendere, come certamente
vi intende, alla preparazione militare ed a
quella diplomatica; ma non meno necessaria
è la preparazione morale alla quale ogni cit-
tadino può e deve contribuire temprando sé
stesso e tutti coloro sui quali può esercitare
influenza di consiglio e di esempio.
La Massoneria, che è orgogliosa delle sue
nobili tradizioni di istituzione patriottica ed
educativa, e che ricorda con gratitudine quelli
fra i suoi che dettero fulgido esemplo di
eroismo, di saggezza, di sacrificio, operando
per la resurrezione della patria, deve mo-
strarsi in questa ora degna del suo passato,
pienamente meritevole della fiducia e della
simpatia della parte migliore della nazione.
Abbiate dunque, o Fratelli, chiara la vi-
sione dei vostri doveri; ricordatevi l'impe-
gno preso entrando nell'Ordine, di sacrare
ogni vostra migliore energia al bene ed alla
— ;ju5 —
fortuna della patria: siate i primi, quando
l'ora sia giunta, al sacrificio ed all'opera. E
nell'attesa, con prudenza, con generosità, con
tolleranza adoperatevi infaticabilmente a di-
1 mere dissensi, a fare dimenticare contra-
ri, a creare insomma quel flusso di intenti
di volontà che permette ad un paese, nei
cimenti supremi, di difendere validamente la
propria fortuna. E vi conforti e vi infiammi
la coscienza che i più vitali interes>i d* Ita-
ha coincidono con la causa della civiltà e del
li ritto.
Tale è il pensiero, tale 11 dovere mio e del
(ioverno dell'Ordine. — Il Gran Maestro
Ettore Ferbabi.
23. - La morte del Ministro deg^li
Esteri d'Italia e l'interim del-
l'on. Salandra.
16 ottobre 1914. — Muore il Miuistro
degli Esteri d' Italia, Antonino Pa-
terno-Castello, marchese di San Giu-
liano.
24.
18 ottobre 1914. — Il Presidente del
Consiglio dei Ministri, on. Salandra,
assumendo l' interim degli Affari E-
steri pronunzia un discorso ai fun-
zionari della Consulta, nel quale è la
frase rimasta famosa del * sacro egoi-
smo per 1' Italia ».
Assumo quest'alto ufficio con l'animo
compreso di profonda mestizia e soltanto per
sentimento di dovere. L' uomo, la cui salma
e uscita stamane da questa casa, era per ogni
rispetto pari al suo compito. Lo riconoscono
italiani e stranieri. Ed egli il suo compito as-
- viveva con insuperabile competenza, con un
ardore che aveva sopravvissuto, fino agli ul-
timi giorni, alle sue energie fisiche.
All'ufficio egli posponeva la vita; poiché
vivere egli voleva, intensamente voleva, sol-
tanto per il suo ufficio. Della tragica lotta
fra la morte invadente e la volontà di vivere
per operare, che le resisteva, io sono stato
testimone quasi quotidiano; e ne serberò in-
delebile la memoria. Al suo paese egli ha
dato, fino all'estremo, tutto quello che poteva,
e molto egli poteva. Pertanto la sua perdita
e stata pel paese una vera grave sventura.
Ma noi passiamo. La patria, lo Stato devono
vivere perenni. Ed io sono qui, per un tempo
ohe spero assai breve, poiché non é lecito
presumer troppo delle proprie forze, a con-
titmare da solo nella via che abbiamo in
questi memorabili ultimi mesi percorsa in-
sieme in perfetta comunanza d'intendimenti
e di metodi. La mia presenza qui é sopra-
tutto motivata dall'affermazione di tale^onti-
nuità. Le direttive supreme della nostra po-
litica internazionale saraiuio domani quelle
i-he erano ieri. A proseguire In esse occorre
incrollabile fennezza di animo, serena visione
<iel reali interessi del paese, maturità di ri-
fiessione che non escluda, al bisogno, pron-
tezza di azione, occorre ardimento non di
parole ma di oneri', occorre animo scevro
da ogni preconcetto, da ogni pregiudizio, da
ogni sentimento che non sia quello dell'esclu-
siva e illimitata devozione alla Patria nostra,
del sacro egoismo per l'Italia. Queste qua-
lità ebbe il mio predecessore. Queste qua-
lità Iddio conceda, per il bene d' Italia, a me
e a ohi mi succederà. Esse saranno avvalo-
rate dalla nostra collaborazione, che io con-
fido ottenere fervida, concorde, disciplinata,
disciela, quale si richiede in ogni pubblk-a
amministrazione, ma specialmente in questa
e nei momenti ohe attraversiamo.
25. - La Russia offre all' Italia i
prig^ionieri delle provinole ita-
liane irredente.
S3 ottobre 1914. — L'Ambasciatore di
Russia offre al nostro Governo, a
nome dello Zar, di liberare tutti i
prigionieri austriaci di nazionalità ita-
liana, purché il Governo stesso s' im-
pegni a custodirli per tutto il tempo
della guerra. Il Presidente del Con-
siglio risponde che ai)prezza altamente
le simpatiche intenzioni dello Zar, e
fa presente all'Ambasciatore che se-
condo il nostro diritto pubblico in-
terno qualunque italiano o straniero
tocchi il nostro suolo e non abbia com-
messo reati, è libero. Il Presidente
del Consiglio si riserva di approfon-
dire 1' esame delle questioni di diritto
che potrebbero eventualmente sor-
gere.
26. - Una missione sanitaria
italiana a Valona.
:26 ottobre 1914. — Sotto la protezione
di navi italiane sbarca a Valona una
missione sanitaria- e di 8occ(\i*8o in-
viata dal Governo per alleviare le
misere condizioni dei profughi del-
l' Epiro. Altre navi italiane in servi-
zio di crociera compiono attiva vigi-
lanza per impedire il contrabbando
di armi e munizioni e lo sbarco di
uomini armati.
27. • La discussione alla Camera.
3 dicembre 1914. — Alla riapertura
della Camera il Presidente del Con-
siglio on. Salandra annuncia le dimis-
sioni del precedente gabinetto da lui
presieduto e comunica la costituzione
del nuovo. Legge po.scia le comuni-
cazioni del Governo, dove si dichiara
che r Italia * ha vitali interessi da
tutelare, giuste aspirazioni da affer-
mare e sostenere ».
Onorevoli Deputati! Al Ministero ohe si
presenta oggi al vostro giudizio 11 programma
dell'immediato lavoro è imposto dalla ne-
cessità delle cose: poiché gli spetta reggere
— 80G
il paese e guidarne le sorti in questo critico
momento della sua storia. Mentre, confor-
tato dalle ripetute attestazioni della nostra
fiducia, il Governo si accingeva a preparare
utili riforme amministrative, tributarie e so-
ciali, scoppiò senza alcuna nostra partecipa-
zione od intesa, improvviso e rapidissimo il
conflitto che invano per la tutela della pace
e della civiltà ci adoperammo a scongiurare.
Dovè il Governo considerare se le clausole
dei trattati e' imponessero di parteciparvi ;
ma lo studio più scrupoloso della lettera e
dello spirito degli accordi esistenti, la no-
zione delle origini e le manifeste finalità del
conflitto, ci indussero nel sicuro e leale con-
vincimento che non avevamo obbligo di pren-
dervi parte. Sciolti così da ogni altra consi-
derazione il libero e sereno giudizio di ciò
che esigesse la custodia degli interessi ita-
liani ci consigliò a dichiarare senza indugio
la nostra neutralità. Tale risoluzione fu, come
era da attendersi, argomento di passionati
dibattiti e obbietto di giudizi disparati. Ma
più tardi, a grado a grado, in Italia e fuori,
prevalse la salda e generale persuasione che
noi esercitammo il nostro diritto e rettamen-
te giudicammo di quanto meglio convenisse
agli interessi della nazione. Tuttavia la neu-
tralità liberamente proclamata e lealmente
osservata non basta a guarentirci dalle con-
seguenze dello immane sconvolgimento che
si fa più ampio ogni giorno e il cui termine
non è dato ad alcuno di prevedere. Nelle
terre e nei mari dell' antico continente, la
cui configurazione politica si va forse tra-
sformando, l'Italia ha vitali interessi da tu-
telare, giuste aspirazioni da alfermare e so-
stenere, una situazione di grande potenza da
mantenere intatta, non solo, ma che da pos-
sibili ingrandimenti di altri stati non sia re-
lativamente diminuita. Non dunque inerte e
neghittosa, ma operosa e guardinga, non dun-
que impotente ma poderosamente armata e
pronta ad ogni evento doveva e dovrà essere
la neutralità nostra. Pertanto suprema cura
del Governo fu ed è tuttora la compiuta
preparazione dell'esercito e dell'armata. A
conseguirla, non esitammo ad assumerci gravi
responsabilità di spese e di alcune modifica-
zioni agli ordinamenti railitari. L'esperienza
che ci viene dalla storia e più dai casi pre-
senti, deve ammonirci che ove cessi l'im-
pero del diritto, alla salute di un popolo ri-
mane unica garanzia la forza, la forza umana
organizzata e munita di tutti i perfezionati
e costosi strumenti tecnici della difesa. L'Ita-
lia che non ha propositi di sopraffazione deve
tuttavia organizzarsi e munirsi quanto più
le sia consentito e col massimo vigore pos-
sibile, per non rimanere essa stessa prima o
poi sopraffatta. A questo che reputiamo no-
stro primo dovere, si aggiunge la cura non
lieve di attenuare gli effetti della crisi che,
nella complessa unità del mercato internazio-
naie e della economia universale, ha paraliz-
zate le industrie, sconvolti i traffici, restituiti
aila patria prima dell'epoca consueta, mi-
gliaia di validi lavoratori e rincarati sensi-
bilmente gl'indispensabili prodotti alimen-
tari. A tal fine occorrono pure provvedi-
menti eccezionali, temporanee deroghe al
diritto comune, acceleramento di pubblici
lavori, larghe disponibilità di mezzi finan-
ziari. Di tutti questi provvedimenti vi chie-
diamo la immediata approvazione. Possiamo
intanto con soddisfazione constatare che le
generali condizioni economiche del nostro
paese sono venute via via migliorando, che
il lavoro e il credito vanno riprendendo il
loro normale funzionamento, che rinasce la
fiducia pubblica. Ma sarebbe pericolosa illu-
sione il credere che altri straordinarii prov-
vedimenti non occorreranno. Il Governo sa
bene che ogni sforzo deve essere fatto per
assicurare al paese una sufficiente disponibi-
lità dei generi di prima necessità. Dove e
quando non basti 1' attività privata non man-
cherà il suo intervento integratore. Così la
pace interna dovrà essere a qualunque costo
assicurata. Lungi del i-esto da ogni dubbiezza
che possa turbare il popolo nostro, il quale
sente che oggi la Patria, per la propria sa-
lute e grandezza, impone concordia di animi
pronti ad ogni sacrifizio. Ad altri tempi le
competizioni politiche ed economiche; ad al-
tri tempi le gare fra i partiti, i gruppi, le
classi. Oggi è necessario che si affermi so-
lennemente con le parole e con gli atti la
solidarietà di tutti gli italiani. Il primo e più
alto esempio di solidarietà nazionale sarà
dato di certo, nelle discussioni che segui-
ranno, dalle supreme assemblee rappresen-
tative. Il Governo al quale ogni criterio e
intendimento di partito parrebbe oggi un
sacrilegio, fa appello alla patriottica coope-
razione di tutto intiero il Parlamento, Dal
Parlamento soltanto potrà attingere la vigo-
ria necessaria ad assolvere l'arduo suo com-
pito. L' ora che scorre domanda un governo
forte e sicuro. Se forza e sicurezza avremo
dal vostro voto potremo sostenere il grave
peso delle nostre responsabilità; potremo pro-
seguire nel lavoro intenso e continuo cui
diamo tutte le energie dell' anima nostra,
nella efficace difesa degli interessi presenti
della Patria e nella vigile cura delle sorti
avvenire dell'Italia nel mondo.
28. - Un precedente storico
rivelato dall' on. Giolitti.
4-5 dicembre 1914. — Parlarono appog-
giando le dicliiarazioni del Governo o
incitando all' azione a fianco dell' In-
tesa, i deputati Labriola, Bissolati,
Cavagnari, Eugenio Chiesa, Vaccaro,
Alft-edo Baccelli, Colajanni, Tedesco,
. J^^
Per i medici alla fronte!
FRONTALI G. — Il medico di battaglione. Manualetto pratico Cent. 50
WRIGHT A. — Le ferite settiche e loro trattamento con metodi fisiologici. !<. 1,50
Indispensabili voluiietti editi da R. BEMPORAD «fe FIGLIO - FIRENZE
<^-'
ì»x9
ìMU
De Felice, Bettole, Ciccotti, Alto-
belli, Barzilai, E. Ferri, Sacchi, Ar-
ietta, Calissc, Finocohiaro Aprile,
Torre e Giolitti il quale affermò che
1' interpretazione data dall' on. Salau-
dra al trattato della Triplice è la vera
e ammessa come vera in nn caso iden-
tico quando l' Austria voleva attac-
care la Serbia nel 1913 (seduta del
5 dicembre 1911).
Giolitti: Il Presidente del Consiglio, par-
lando della dichiarazione di neutralità, fatta
dall'Italia quando scoppiò la guerra, ricordò
che tale risoluzione fu argomento di passio-
nati dibattiti, di giudizi disparati, ma che
più tardi a grado a grado in Italia e fuori
prevalse la persuasione che noi esercitavamo
un nostro diritto. Poiché ritengo necessario
che la lealtà dell'Italia nell'osservanza dei
patti internazionali sia tenuta al di sopra e! i
qualsiasi discussione cosi sento il dovere di
ricordare un precedente, il quale dimostra
come r interpretazione data dal Governo al
trattato della triplice alleanza sia l'interpre-
tazione vera, e sia stata ammessa come vera
in un caso identico anche dalle Potenze al-
leate.
Durante la guerra balcanica, il 9 agosto
1913, circa un anno prima che scoppiasse la
guerra attuale, essendo io assente da Roma,
ricevetti dal collega onorevole Di San Giu-
liano il seguente telegramma: ** L'Austria ha
comunicato a noi e alla Germania la sua in-
tenzione di agire contro la Serbia, e definisce
tale azione come difensiva, sperando appli-
care casus foederis della triplice alleanza, che
al contrario io credo inapplicabile. Io cerco
concertare con Germania sforzi per impedirò
tale azione austriaca, ma potrà essere neces-
sarìo dire chiaramente che noi non consi-
deriamo tale eventuale azione come difen-
siva e perciò non crediamo esista casus foederis.
Prego telegrafarmi Roma so approvi ,. Risposi
" Se Austria interviene contro la Serbia è
evidente che non si verifica il castm foederis ;
è un'azione che essa compie percento pro-
prio, perchè non si tratta di difesa, nessuno
pensando ad attaccarla. È necessario che ciò
sia dichiarato all'Austria nel modo il più
formale ed è da augurarsi azione della Ger-
mania per dissuadere Austria dalla perico-
losissima avventura,,.
Cosi fu fatto, e l'interpretazione da noi
sostenuta è stata riconosciuta cosi giusta,
che la nostra azione non ha turbato in alcun
modo i rapporti con le due potenze alleate.
La dichiarazione di neutralità fatta dal Go-
verno attuale è dunque conforme pienamente
ai precedenti della politica italiana, ed è con-
forme ad una interpretazione del trattato di
alleanza già accettata daf^U alleati. Questo
ho voluto ricordare perché ritengo utile che
agli occhi di tutta 1' Europa appaia che l'Ita-
lia è stata completamento leale nell'osser-
vanza dei suoi impegni. Vengo ora ad una
brevissima dichiarazione del mio voto. Io
approvo il programma del Governo di una
neutralità armata e vigile per la tutela dei
vitali interessi dell' Italia. Disse a ragione
l'on. Presidente del Consiglio ohe l'umano
sconvolgimento si fa più ampio ogni giorno
e non è dato ad alcuno di prevederne il ter-
mine: Tenormità dello forze militari e finan-
ziarie delle quali dispongono le Potenze com-
battenti esclude la possibilità di una non
lontana fine del confiitto. Finche non sorga
la necessità di scendere in campo per la tu-
tela dei nostri vitali interessi noi dobbiamo
tutti osservare lealmente la neutralità, per-
chè soltanto questa leale osservanza ci lascia
in tutta quella grande forza, cho è la libertà
d'azione.
In questo conflitto, che non ha precedenti
nella storia, può essere messa in giuoco la
vita politica dell'Italia; opperò s'impone a
tutti la massima prudenza; e s'impone so-
pratutto, non solo al Governo e al Parla-
mento, ma anche a quella grande forza, che
è la stampa, il dovere di avere di mira uni-
camente i grandi interessi dell' Italia o di
ricordarsi unicamente di essere italiani. Ter-
mino augurando dal più profondo del cuore
agli uomini, che hanno in questo momento
la responsabità del Governo, di poter meri-
tare tutta la riconoscenza del Paese.
29. - La votazione.
5 dicenibre 1914. — Votazione sulle co-
municazioni del Governo avvenute su
un ordine del giorno di fiducia del-
l'on. Bettole: Votanti 462, favorevoli
413, contrari 49.
30. - L* invasione della Serbia.
Dicembre 1914. — Dopo alcuni me»!
di guerra durante i quali la Serbia
aveva conseguito i-ilevanti vantaggi
sugli austriaci, questi cominciano una
vigorosa controffensiva e avanzano
nei Balcani.
31. • Le riserve dell' Italia.
9 dicembre 1914. — 11 Ministro degli
Esteri d' Italia on. Sennino manda
all' ambasciatore italiano a Vienna
una nota nella quale in base all'ar-
ticolo 7" del trattato della Triplice,
si afferma il diritto dell' Italia a com-
pensi per l'avanzata militare austriaca
in Serbia.
Prego V. E. di fare al Conte Berohtold la
seguente comunicazione verbale :
L'attuale 'avanzata militare dell'Austria-
Ungheriu in Serbia costituisce un fatto che
non può a meno di formare oggetto di esame
da parte dei Governi italiano ed austro-un-
garico sulla base delle stipulazioni contenute
nell'articolo VII della Triplico Alleanza. Dal-
l'articolo stesso deriva al Governo austro-
ungarico, anche per occupazioni temporanee,
l'obbligo del previo accordo con l'Italia e
l'obbligo dei compensi. Il Governo Imperiale
e Reale avrebbe pertanto dovuto interpellarci
e mettersi con noi d' accordo prima di far
passare la frontiera serba al suo es rcito.
Nell'occasione, e per far meglio risaltare la
— BOB —
nostra attitudine, dobbiamo rammentare al
Governo Imperiale e Reale che esso, fondan-
dosi appunto sul disposto dell'articolo VII
ci impedì, durante la gueri-a nostra contro
la Turchia, di compiere diverse operazioni
militari che avrebbero certo abbreviato la
durata della guerra stessa. Le operazioni na-
vali ai Dardanelli dettero pure luogo a for-
mali riserve del Governo Imperiale e Reale.
L'Italia ha un interesse di prim'ordine alla
conservazione della piena integrità e dell'in-
dipendenza politica ed economica della Ser-
bia. Il Governo austro-ungarico ha bensì a
varie ripi-ese dichiarato di non avere inten-
zione di fare acquisti territoriali a danno
della Serbia, ma una dichiarazione così for-
mulata non costituisce un impegno stabile,
e le stesse assicurazioni generiche fatteci
dal Governo Imperiale e Reale in occasione
della entrata in guerra della Turchia lasciano
prevedere come possibili eventuali modifica-
zioni politiche nella penisola Balcanica. D'al-
tra parte la sola invasione della Serbia, an-
corché dovesse poi risultare soltanto tem-
poranea, è già bastata a turbare seriamente
l'equilibrio della penisola Balcanica e a darci
diritto a compensi. Deve pure essere notato
che la stipulazione del predetto articolo VII
dà all'Italia il diritto a compensi anche per
vantaggi di carattere non territoriale che il
Governo austro-ungarico avesse a conseguire
nella regione dei Balcani. Il Governo italiano
ritiene che sia necessario di procedere senza
alcun ritardo ad uno scambio d'idee e quindi
ad un concreto negoziato col Governo Impe-
riale e Reale circa una situazione complessa
che tocca da vicino vitalissimi interessi po-
litici ed economici dell'Italia. Segni non dub-
bi di inquietudine si notano nel Parlamento
e nella pubblica opinione italiana la quale
manifesta chiaramente la tendenza delle aspi-
razioni nazionali italiane. Di questa inquie-
tudine e di queste aspirazioni il Regio Go-
verno è costretto a tener serio conto. L'in-
tesa da me invocata, su questa base, ti-a i
due Governi avrebbe per risultato di elimi-
naie per l'avvenire ogni occasione di incre-
sciosi incidenti, attriti e difiBdenze, che oggi
sono cosi dolorosamente fx-equenti, e rende-
rebbe invece possibili e naturali fra i due
popoli quelle relazioni di cordiale e costante
amicizia che sono nei comuni desideri e sen-
za le quali ogni accordo ufficiale resta for-
zatamente monco e sterile. Nel far rilevare
pertanto al conte Berchtold lo spirito ami-
chevole che ha ispirato questo passo, voglia
Vostra Eccellenza pregarlo di farci conoscere,
colla sollecitudine richiesta dal caso, il modo
di vedere del Governo Imperiale e Reale. —
SONNINO.
32. - 1/* Austria si schermisce.
13 dicembre 1914. — L' ambasciatore
italiano a Vienna comunica al nostro
ministro degli Esteri clie l'Austria si
<5^
schermisce aiTermando che l' occupa-
zione della Serbia ha carattere mo-
mentaneo.
L'argomento principale che il Conte Berch-
told addusse per schex-mirsi dall' abboccarsi
col Regio Governo circa l'applicazione delle
stipulazioni dell' articolo settimo del trat-
tato di alleanza in relazione alle occupazioni
di parte del territorio della Serbia per opera
delle truppe austro-ungariche, fu che l' oc--
cupazione stessa non aveva carattere né tem-
poraneo, né peiTnanente, bensì momentaneo,
giacché non era che la conseguenza inevita-
bile ed immediata delle operazioni militari e
poteva pertanto cessare da un momento al-
l' altro, in seguito ai mutamenti che avve-
nissero nella situazione militare della Serbia.
Credo, pertanto, utile, a sostegno della
nostra tesi, di informare Vostra Eccellenza
che il foglio rt' ordine dell'esercito austro-
ungax-ico, pubblica nella dispensa 342, la no-
mina del maggior generale Oscar a Coman-
dante della città di Belgrado. — Avakna.
33. - TJ* on. Sennino replica.
16 dicembre 1914. — L' on. Sonnino
rei)lica, che il solo fatto dell' avanzata
austriaca in Serbia costituisce per
l'Austria un obbligo di accordarsi pre-
ventivamente con r Italia sulla base
dei compensi, e che il governo ita-
liano non ha avuto risposte soddisfa-
centi sull' integrità e sull' indipenden-
za della Serbia.
La tesi sostenuta dal Conte Berchtold mi
reca sorpresa. Approvo le risposte dategli da
Vostra Eccellenza. Non possiamo accettare la
distinzione del Conte Berchtold fra occupa-
zioni temporanee e occupazioni momentanee
risultanti da operazioni di guerra.
Questa distinzione è contraria allo spirito
e alla lettera dell'articolo 7».
Pel fatto dell'avanzata delle truppe au-
stro-ungariche in Serbia e della occupazione
di quel territorio essendosi nominato perfino
un Governatore militare di Belgrado, deriva
a codesto Governo l'obbligo dell'accordo col-
r Italia sulla base dei compensi.
Neppure possiamo accettare l'argomenta-
zione del Conte Berchtold riguardo il pre-
cedente della guerra libica. Allora l'Austria-
Ungheria, sulla base dell'articolo 7°, ci im-
pedi non solo occupazioni temporanee e mo-
mentanee, ma anche semplici operazioni di
guerra, come bombardamenti, senza occupa-
zione. Questa attitudine dell' Austria-Unghe-
ria ci recò gravissimo danno sia dal punto
di vista militare, sia da quello politico, poiché
incoraggiò alla resistenza la Turchia che si
sentiva indirettamente appoggiata e protetta.
Non vale l'argomento che durante la guerra
libica lo statu quo era minacciato da noi. L'ar-
— — -^ "I bimbi d* Italia si chiaman Balilla „ (J ragaz-
zi SlTTÌl hSl ^^ nella Storia del Bisorgimento). Voi. con 100 incisioni
—i-^-i— L. 2,50. - R. BEMPORAD & FIGLIO, Editori - FIRENZE
(i^— — — — — — . ^^
— sm —
ticolo 7» parla espressamente dello «tatù quo
in Oriente e nella regione dei Balcani e non
<;ià dell'Impero Ottomano come tale. E la
spedizione militare dell'Austria in Serbia ha
precisamente turbato lo statu quo e l'equili-
brio previsti dall'articolo 7". Ripeto che noi
non abbiamo dato all'articolo 7» l'applica-
zione proibitiva sostenuta da codesto Go-
verno durante la guerra libica, ma non ab-
biamo inteso, né intendiamo con ciò rinun-
fiare ai diritti che dall'articolo stesso ci sono
assicurati.
È bene, in proposito, ricordare i termini
stessi usati da codesto Governo nelle sue co-
municazioni durante la guerra libica.
Col telegramma del 6 novembre 1911 Vo-
stra Eccellenza informava averle il Conte
Aehrental dichlanito che " una nostra azione
sulle coste ottomane della Turchia Europea
come sulle isole del mar Egeo non avrebbe
potuto essere ammessa nò dall'Austria nò
dalla Germania perchè contraria al trattato
di Alleanza ^. Tale dichiarazione fu fatta a
Vostra Eccellenza in seguito alla voce corsa
che navi da guerra italiane avrebbero fatto
proiezioni elettriche nelle vicinanze di Salo-
nicco. Col telegramma del 7 novembre 1911,
Vostra Eccellenza informava che * 11 Conte
Aehrental considera bombardamenti dei porti
della Turchia Europea quali Salonicco, Ca-
valla, ecc., come contrari all'articolo 1° ,. Nel-
l'aprile 1912 (teleg. di V.E., in data 21 aprile)
il Conte Berchtold mosse vive lagnanze per-
chè la squadra italiana davanti ai Dardanelli,
rispondendo ai colpi di cannone di quei forti,
11 danneggiava; in quella occasione il Conte
Berchtold Le dichiarò che " se R. Governo
desiderava riprendere la sua libertà d'azione
Governo Imperiale e Reale avrebbe potuto
fare altrettanto. Però egli non avrebbe potuto
ammettere che noi avessimo fatto in avve-
nire operazioni simili e qualsiasi azione in
opposizione al punto di vista manifestato nei
colloqui precedenti. Se una operazione slmile
fosse stata da noi eseguita, avrebbe potuto
avere conseguenze gravi ,.
Alla osservazione di Vostra Eccellenza che
il R. Governo aveva ripetutamente dichiarato
di non poter ammettere fosse intaccata l'in-
tegrità e l'indipendenza politica ed econo-
mica della Serbia, giacché ciò era contrario
al nostri Interessi e al disposto del Trattato,
il Conte Berchtold replicò che il Governo Im-
periale e Reale non aveva affatto l'intenzione
di " annientare ^ la Serbia. Non posso consi-
derare questa risposta come soddisfacente.
Tra il mantenimento dell'integrità e dell'in-
dipendenza politica ed economica da un lato,
e l'annientamento dall'altro, vi è un grande
margine che appunto deve formare oggetto
e base di negoziato e d'accordo fra noi e l'Au-
stria conforme le disposizioni del Trattato,
(occupazioni territoriali anche parziali per-
manenti o temporanee, oppure qualsiasi van-
taggio di carattere non territoriale, e anche
di sola influenza politica o di privilegi eco-
nomici debbono formare argomento di previi
accordi. Quindi non basta che il Conte Ber-
chtold Le abbia dichiarato esser disposto ve-
nire ad accordi in caso di vere occupazioni
anche temporanee.
£ mi rfncresce che il Conte Berchtold non
creda che sia il caso di venire per oia ad uno
scambio di idee con noi. Prego Vostra Eccel-
lenza insistere con lui sostenendo il nostro
punto di vista. L'accordo, a mente dell'arti-
colo 7°, devo essere preventivo, e non con-
temporaneo o consecutivo al fatto o ai fatti
che danno luogo al negoziato o all'accordo
medesimo.
Voglia l'Eccellenza Vostra tener presente
ohe consideriamo come gravemente dannosa
ai nostri interessi l'eventualità di prolungate
conversazioni con Vienna circa la interpre-
tazione di massima dell'articolo 7°, mentre
maturano gli avvenimenti che ci facciano tro-
vare di fronte a fatti compiuti.
Nel colloquio che Ella avrà col Conte Ber-
chtold voglia confermargli quanto le comu-
nicavo col mio telegramma del 9 corrente
circa le tendenze che si constatano nel Par-
lamento e nella opinione pubblica, e circa la
somma opportunità, nel comune interesse, di
stabilire le relazioni fra i nostri due paesi
sopra una solida e permanente base di fidu-
cia e di costante amicizia. — Sonnino.
34. - Il primo prestito nazionale.
19 dicembre 1914. — Il Re fiinia un
decreto per 1" emissione di un prestito
nazionale di un miliardo al 4,50''/() netto
con rimborso entro venticinque anni.
La sottoscrizione al prestito si chiuse
il giorno 11 gennaio con circa .380 mi-
lioni in pili del miliardo richiesto.
35. - B&low in Italia.
20 dicembre 1914. — L'on. Sonnino
informa il nostro ambasciatore a Vien-
na della prima conversazione avuti»
col Principe di Biilow, e di un' altra
avuta con l' ambasciatore d'Austria
barone Macchio il quale insista su la
distinzione tra occupazione t<?nipora-
nea e momentanea.
Ho ricevuto ieri per la prima volta il Prin-
cipe di Bulow. Egli mi ha detto che era ve-
nuto in Italia col proposito di ineglio faro
intendere a Berlino la mentalità ed il punto
di vista nostro nell'attuale periodo, e di me-
glio spiegare qui i punti di vista della Ger-
mania. Si proponeva di lavorare a migliorare
le buone relazioni e le intese fra i due Paesi.
Prima di lasciare Berlino aveva avuto no-
tizia del passo da noi fatto a Vienna, invo-
cante una discussione a proposito dell'ar-
ticolo 7» del Trattato dell» Triplice. Egli
aveva detto a Berlino che eravamo nel vero
e avevamo tutte le ragioni di volere quella
discussione intorno ai compensi che sareb-
bero consentiti quando l'Austria avesse con-
seguito alcuni dati risultati. E riteneva che
questo suo apprezzamento avesse avnto il
suo effetto anche a Vienna.
Osservai al Principe di Bùlow la situa-
zione in Italia potersi riassumere In pochis-
sime parole. La maggioranza del Paese es-
sere favorevole alla conservazione della neu-
tralità ed a sostenere per questo il Governo,
ma col presupposto che con la neutralità si
BIO
potesse conseguire la soddisfazione di alcune
aspirazioni nazionali. Questo compito, di cui
riconoscevo tutte le diflicoltà pratiche, es-
sere quello che il Governo si era proposto.
La sua soluzione poteva implicare riper-
cussioni dannose oltrepassanti la sola sorte
di un Ministero, che sarebbe cosa ben tra-
scurabile. La Monarchia Sabauda prende la
maggior sua forza dalla rappresentanza del
sentimento nazionale. E il Principe di Bù-
low che conosceva il nostro Paese si sarebbe
potuto ben presto render conto della verità
di queste nostre asserzioni.
Egli aveva detto un giorno al Reichstag
che la Triplice Alleanza fosse il miglior mezzo
di impedire una guerra tra l'Austria-Unghe-
ria e l'Italia.
A questo il Principe di Biilow osservò che
egli aveva citato un detto del Conte Nigra,
che l'Austria-Ungheria e l'Italia non pote-
vano essere che alleate o nemiche. Risposi che
in ciò vi sarà un po' di esagerazione, ma
che c'è molto di vero. L'alleanza però non
poteva essere utile e feconda se mancava la
perfetta cordialità tra le parti e se bisognava
ad ogni pie sospinto andare a verificare la
lettera dei patti firmati. Bisognava preve-
dere e provvedere per l'avvenire, anche al
di là della presente guerra e dovevamo met-
tere le cose sopra una base più sicura e
costante. Per lo che occorreva togliere di
mezzo tutto un fomite di malintesi e di at-
triti, di modo che le relazioni future con
l'Austria, la cui esistenza era pure necessa-
ria nell'interesse dell'Italia, potessero diven-
tare cordiali e naturali al pari di quelle che
esistevano tra noi e la Germania.
Il Principe di Bùlow mi ringraziò della
mia franchezza e riconobbe la necessità di
lavorare in questo senso. Egli desiderava che
i rapporti tra Germania ed Italia divenissero
sempre più cordiali.
Oggi poi ho veduto il Barone Macchio.
Egli mi ha detto ohe, avendo dovuto la-
sciare Vienna improvvisamente nell'agosto
per venire a Roma a sostituire il signor di
Merey, egli profitta di questi giorni di festa
per fai-e una breve gita a casa sua. Risposi
che mi faceva piacere il pensare che avrebbe
potuto maglio informare il Conte Berchtold
intorno alla situazione in Italia ed ai nostri
punti di vista ed accennai ai passi da noi
fatti a Vienna relativamente all'applicazione
dell'articolo T» del Trattato della Triplice
Alleanza.
Il Barone Macchio disse di sapere del passo
da noi fatto, e risultai-gli che ora il suo go-
verno si rende conto della opportunità di
entrare in una discussione sul tema, salvo
poter meglio precisare e fissare le cose, via
vìa, secondo l'andamento della guerra. Tornò
ad accennare che nei movimenti austriaci in
Serbia non si riscontravano gli elementi di
una " occupazione temporanea „ agli effetti
dell'articolo 7°.
Replicai che ciò non mi pareva giusto. Si
era perfino già nominato un Governatore alla
città di Belgrado. E se si paragonava l'in-
vasione della Serbia a quanto era avvenuto
durante la guerra libica, quando l'Austria
ci metteva il veto al cannoneggiamento di
Salonicco e dei Dardanelli, non vi poteva
essere dubbio sulle nostre ragioni attuali di
invocare l'applicazione dell'articolo 7°. Mio
desiderio essere di creare una situazione che
ponesse le relazioni tra l'Italia e l'Austria
sopra una base di maggiore cordialità, in
modo che si avessero ad evitare i quotidiani
incidenti che ora tendono ad inasprirle, in-
cidenti che ingrossano per effetto dello stesso
stato di diflidenza reciproca. — Sonnino.
36. - I/* occupazione di Valona.
35 dicembre 1914. — A Valona sbar-
cano dalla nave Sardegna marinai ita-
liani che occupano senza contrasto la
città. Il 29 dicembre i marinai sono
sostituiti dal 10° reggimento bersa-
glieri accompagnato da piccoli reparti
di artiglieria, genio e carabinieri a
cavallo.
37. - Per la difesa dei monnmenti
della civiltà.
11 gennaio 1915. — La Società < Leo-
• nardo da Vinci > di Firenze vota, in
plenaria assemblea, un ordine del
giorno col quale chiede che i monu-
menti artistici e stoi'ici, le gallerie e
i musei, le biblioteche e gli archivi,
siano con ogni sforzo risparmiati da-
gli eserciti belligeranti. A quest' or-
dine del giorno si associano in Italia
quasi tutte le accademie, le univer-
sità, le gallerie, le biblioteche e i mu-
sei, tanto dello Stato, quanto dello
Provincie e dei comuni, e i resultati
di questo consenso plebiscitario sono
comunicati all' assemblea della -« Leo-
nardo » nella seduta del 29 marzo.
Per iniziativa della " Società Leonardo da
Vinci fl le Accademie, le Università, le Bi-
blioteche, le Società, gli Istituti d'Arte e di
cultura d' Italia afferm.ando che la nostra ge-
nerazione ha il dovere di custodire il patri-
monio d'arte e di cultura che le è stato tra-
mandato e afi&dato, e che di questo deposito
sajro essa è responsabile di fronte alle età
future, ricordando le disposizioni dell' arti-
colo 27 del Regolamento dell' Aja, riveduto
UfHJHIIjf'l]
ÙiSPEPTICI - OBESI
1 0 2 grani prima del pranzo
Regola le funzioni digestive
Scatola 105 grani L. 3.—
1/a Scatola L. 1.50
purg:ativi depurativi
— Hiì -
nel 1907 e accettato da quarantaquattro Stati, l'articolo VII del Trattato della Triplice Al-
obiedono che i monumenti artistici e storici, leanza.
le gallerie e i musei, le biblioteche e gli ar- Prego V. E intrattenere il Barone Bnrian
ohivi, tutte insomma le sedi e le raccolte di su quanto precede appena egli ritorni a
documenti d'arte e di cultura, siano dagli Vienna e telegrafarmi. — Sonnino.
39. - La lettera al < Caro Peano ►.
:t^4 gennaio 1915. — L'on. Giovanni
(Tiolitti, ex-presidente del Consiglio,
scrive da Cavour all' onor. Camillo
Peano già suo capo di gabinetto, una
lettera nella quale chiarisce i suoi
rapporti col pi'incipe di Billow 0 af-
ferma che forse •« parecchio > si po-
trebbe ottenere senza la guerra.
Caro Amico. È stranissima la facilità con
la quale parte in buona, e parte in mala fede,
si formano leggende. Ora due tendono a for-
marsi : una di pretesi miei rapporti col Prin-
cipe di Bùlow, l'altra l'opinione che mi si
attribuisce che si debba mantenere in modo
assoluto la neutralità in qualunque caso....
La mia adesione al partito della neutra-
lità assoluta: altra leggenda. Certo io censi-
eserciti belligeranti risparmiate, con ogni
sforzo, durante e dopo l'azione guerresca,
come quelli che sono, per l'avvenire, testi-
moni gloriosi del passato, e che non soltanto
all'una o all'altra nazione, ma appartengono
a tutto il mondo civile.
38. - Il Ministro italiano
degli Esteri insiste.
33 gennaio 1915. — Nuove insistenze
del nostro ministro degli Esteri presso
il Governo austro-ungarico per otte-
nere la cessione di territori posseduti
dall'Austria e non di quelli posseduti
dai suoi avversari. Nuove insistenze
in favore dell' indipendenza della Ser-
bia che r on. Sonniuo dichiara \in in-
teresse di primo ordine per 1' Italia.
Quanto alla richiesta fatta a Vostra Ec-
cellenza dal Barone Burian nel colloquio del
18 corrente, per maggiori schiarimenti ri- clero la guerra non come una fortuna, ma
guardo a quella mia esclusione di territori come una disgrazia, la quale si deve aflfron-
po.sseduti da un terzo belligerante e all'os- tare solo quando sia necessario per l'onore
servazione del Barone Burian che anche Au- o per grandi interessi del paese. Non credo
stria-Ungheria è uno Stato belligerante, parmi sia lecito portare il paese alla guerra per
quasi superfluo spiegare che all'Austria-Un- un sentimentalismo verso altri popoli. Per
gheria chiediamo la cessione di territori da sentimento ognuno può gettare la propria
lei già posseduti in proprio, mentre codesto vita, non quella del proprio paese.Ma quando
(ioverno vorrebbe discutere della cessione necessario non esiterei ad affrontare la guei-
di territori oggi posseduti da un suo avver- ra, e l'ho provato. Potrebbe essere, e non
sario, e che in ciò sta tutta la differenza. apparirebbe improbabile, che nelle attuali
Belligerante o no, qualunque Stato può condizioni dell'Europa, parecchio possa ot-
dure una cosa propria art un neutrale oscam- tenersi senza una guerra: ma su di ciò chi
biaila con lui, senza che l'accettazione per ,]on è al governo non ha elementi per un
parte di questi possa costituire una menoma giudizio completo. Quanto alle voci di co-
violazione della neutralità; ammenoché (e spirazioni e di crisi non le credo possibili,
non sarebbe oggi il caso) la cosa trasferita Ho appog^'iato ed appoggio il Governo, nulla
fosse l'oggetto preciso della contesa tra il importandomi delle insolenze di chi gli si
donatore o i terzi; ma non si può dire lo professa amico ed invece è forse il suo peg-
stesso quando si tratti di dare un territorio gior nemico. Gradisca i più cordiali saluti. —
che lo Stato concedente non possiede in prò- Aff.mo Giovanni Giolitti.
prlo e che appartiene invece ad un suo av-
versario belligerante: in questo caso l'accet-
tare tale offerta di territorio per parte dello
Stato neutrale, come corrispettivo ad una
qualunque azione o prestazione sua, appa-
risce evidentemente come un atto non ami-
chevole e di parteggiamento di fronte al pro-
prietario attuale del terrirorio stesso.
Da ogni parte si annuncia og<,'i una nuova
spedizione militare austro-ungarica contro
la S.^rltia. Siffatta spedizione tende a turbare
la condizione politica dei Balcani, avvantag-
giandovi da un lato l'influenza e gl'interessi
dell'Impero austro-ungarico e mettendo in
pencolo dall'altro le condizioni «Iella Serbia,
la conservazione della cui piena indipendenza
politica ed economica rappresenta un Inte*
resse di prim'ordine per l'Italia.
In queste condizioni giova oggi richia-
mare l'attenzione di codesto Governo sulla
singolare importanza ed urgenza che assume
la discussione prelimina<e intorno ai com-
pensi da stipularsi per l'Italia ai sensi del-
40. - Controproposte deir Au-
stria-Ungheria sulla questione
dei compensi.
12 febbraio 1915. — L'Austria rileva
che r azione italiana in Albania si è
pia^j piano modificata e intensifioatai
al punto di sbarcare truppe di vari»-,
armi con molto materiale da guerrti
e di impadronirsi dell' amministra-
zione civile politica e finanziaria di
Valona. L'Austria aftVrma che le con-
versazioni tra essa e V Italia sul tema
dei compensi per l'avanzata austriaca
in Serbia pro8eguirebl)ero più util-
mente se esse riguardassero anche i
compensi da darsi all'Atistria per le
occupazioni italiane uell' Kgeo e in
Albania.
— 312
41. - L' Italia dichiara di ritirare
ogni sua proposta di discus-
sione.
12 febbraio 1915. — Il ministro Son-
niiio insiste ribattendo gli argomenti
opposti dall' Austria e dichiara che
avrndo questa mostrato di tirare in
lungo le cose senza venire a risposte
decisive, il Governo italiano ritira
ogni proposta ed iniziativa di discus-
sione trincerandosi nel semplice di-
sposto dell' art. 7 e considera d' ora
innanzi contraria all'articolo stesso
«lualunque azione militare dell'Austria
nei Balcani.
Quanto alle occupazioni temporanee del
Dodecanneso e di Valona, le quali, secondo
il Barone Burian, imponevano all'Italia l'ob-
bligo di un accordo preventivo con l' Austria-
Ungheria basato sul principio del compenso,
debbo rilevare quanto segue:
1." L-iole del Dodecanneso. — Col telegram-
ma 20 maggio 1912 si informava V. E. che le
isole già occupate dalle truppe italiane erano
le seguenti: Stampalia, Rodi, Caso, Scarpanto
e Calchi, e che sarebbero subito occupate Si-
mi, Piscopi, Nisero, Calimno, Lero, Lipso e
Patmos.
Col telegramma gabinetto del 21 maggio
1912 si informava V. E. che si procedeva su-
bito alla occupazione di Cos.
Coi telegramma gabinetto 23 maggio V. E.
informava di aver fatto a Berchtold la rela-
tiva comunicazione. Il Conte Berchtold ri-
spose " che tale decisione era in opposizione
non solo alle dichiarazioni fatteci in prece-
denza, ma anche agli impegni che avevamo
assunto coli' articolo 7» del Trattato di Al-
leanza „, e che " egli avrebbe avuto il diritto
di domandare in base dell'articolo suddetto
dei compensi per quelle occupazioni. In vi-
sta pei-ò delle considerazioni espostegli e per
dimostrare il suo buon volere, come il suo
desidei-io sincero di non mettere per il mo-
mento' e nella misura del possibile ostacoli
alla nostra libertà d'azione, il Conte Berch-
told non avrebbe sollevato opposizione con-
ti o le occupazioni suddette e " non si sarebbe
jìrevalso in questa occasione il diritto a com-
pensi che gli spettavano „. Egli doveva però
dichiarare in modo formale che se noi pro-
• cdessimo all'occupazione ulteriore di isole
dell'Egeo non sarebbe stato in grado di con-
sentirvi, a cagione delle gravi conseguenze
che potevano risultare, e nel lasciarci la piena
responsabilità di queste eventuali occupa-
zioni, si sarebbe riservato il diritiio di com-
pensi di cui potrebbe all'occorrenza pi-eva-
lersi.
Da quanto procede risulta che il Conte
Berchtold dichiarò a Vostra Eccellenza la sua
rinunzia a prevalersi della clausola dei com-
pensi per quanto riguarda Rodi ed il Dode-
canneso. Con ciò resta assorbita la questione
di accertare se e quante isole occupate dal-
l'Italia facciano parte del Mare Mediterraneo
e del Mare Egeo, in relazione al tenore del-
l' art. 70 che contempla solo il Mare Egeo.
Ma d'altra parte, in seguito appunto alla
opposizione dell'Anstria e in seguito alla pre-
detta dichiarazione che "ulteriori occupazioni,,
avrebbero fatto entrare in azione la clausola
dei compensi, il Regio Governo prese la grave
decisione di astenersi dalla occupazione di
Chio e Mitilene, mentre dalle notizie avute
e dagli accertamenti fatti risultava che pre-
cisamente la occupazione di Chio e Mitiiene
avrebbe recato al nostro nemico il colpo
necessario a fiaccarne la resistenza e atto a
costringerlo ai negoziati di pace per porre
un termine alla guerra.
L'Italia ha dunque rispettato gli obblighi
sanciti nell'articolo 70 e da ciò derivo il grave
danno del prolungamento della guerra.
L'occupazione di Rodi e del Dodecanneso
fu prolungata per due ordini di ragioni:
1.0 Lo sgombero delle Isole è suboi'di-
nato allo adempimento da parte della Tur-
chia delle clausole del Trattato di Losanna,
mentre a questo obbligo la Turchia non ha
tuttora ottemperato. Né ha ancora oggi ot-
temperato all'obbligo, da essa Turchia rico-
nosciuto, di compensare l'Italia, mediante
concessioni in Asia Minore, per le spese so-
stenute in seguito al prolungamento della
occupazione militare italiana delle isole.
2.0 Con l'occupazione delle isole l'Italia
ha reso un servizio segnalato alla Turchia,
in quanto le isole stesse sarebbero inevita-
bilmente state conquistate dalla Grecia, al
pari di Chio, Mitilene e altre isole ora in pos-
sesso della Grecia. E ci risulta che la Tur-
chia era assai ansiosa di vedere continuata
l'occupazione italiana, né ci ha mai fatto sol-
lecito di sgomberare, ben rendendosi conto
ohe nella attuale incerta situazione politica,
e di fronte alla precarietà dei rapporti greco-
turchi, grave sarebbe il pericolo ohe corre-
rebbero le isole qualora restituite alla Tur-
chia, militarmente incapace di difenderle.
L'occupazione delle isole, durante le guerre
balcaniche e durante il presente conflitto eu-
ropeo, cui partecipa la Tui-chia, ha costituito e
costituisce pertanto un servizio reso dall' Ita-
lia all'alleata dell'Austria-Ungheria.
3.° Occupazione di Valona. — L'occupa-
zione italiana di Valona trae la sua origine
e la sua base dalla situazione di fatto nella
quale, per effetto del conflitto europeo, si
sono trovate le Potenze firmatarie della con-
ferenza di Londra. In quella conferenza fu
creata l'Albania e ne furono determinate le
DIAMALTINA ■ Estratto secco d'orzo tallito.
Ricostituente sovrano sostituisce l'olio di fegato di merluzzo
e derivati.
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l<WI|^IW^»l<l^l
\M.\ —
frontiere nei riguardi degli Stati Balcanici
continanti.
Il Governo Italiano, sin daU'odjjine della
presente guerra, ha sostenuto che le delibe-
razioni di Londra per l'Albania oontinuassero
a rimanere valide e obbligatorie.
Solo l'Italia, come Potenza neutrale, era
in grado di provvedere alla tutela delle de-
liberazioni di Londra e ciò spiega e giustitioa
trome da nessuna parte ci vennero mosse ob-
biezioni allorché occupammo Sasseno e Va-
lona in via provvisoria allo scopo di preser-
vare quelle importanti località albanesi da
avvenimenti che avrebbero^ avuto grave ri-
jiercussione internazionale. È noto intatti che
Valona si trovava sotto la imminente minac-
cia di disordini per effetto delle ambizioni
contrastanti dei gheghi e degli epiroti. Gli
epiroti erano sconfessati dal Governo d'Atene,
ma nessuno può illudersi sulle conseguenze
i-he sarebbero derivate da una occupazione
epirota di Valona.
Se per Valona fu indispensabile procedere
ad una provvisoria occupazione militare, per
il resto dell'Albania bastò l'azione diploma-
tica a tener In rispetto le ambizioni degli
stati Balcanici confinanti. Le vive insistenze
-■seguite presso i Governi di Belgrado, di
Atene e di Cettigne. hanno ottenuto il felice
risultato di trattenere, lino ad ora quei Go-
verni da incursioni e da operazioni militari.
È dunque grazie al fermo atteggiamento del
(ioverno Italiano che l'Albania, quale fu vo-
luta dalla Conferenza di Londra, non ebbe
a soffrire radicali menomazioni nella sua esi-
stenza e nella sua compagine.
Dopo aver risposto cos'i alle " contropro-
poste , formulate dal Barone Burian, le quali,
come ho dimostrato, non hanno ragione di es-
sere nel presente negoziato, osservo quanto
segue:
Son trascorsi due mesi e più dacché po-
nemmo dinanzi al Governo Austro-Ungarico
la questione dell'articolo 7° del Trattato
della Triplice Alleanza, invitandolo ad una
amichevole discussione intorno ai compensi
da darsi all'Italia pel turbamento da lui pro-
vocato nell'equilibrio Balcanico.
Per quanto non ci si sia mai opposto un
reciso rilìuto a trattare, passano le settimane
e i mesi, e non si è riusciti mai ad avere una
risposta nemmeno sul primo quesito di mas-
sima, se cioè codesto Governo Imperiale e
Reale f<isse disposto ad accettare la discus-
sione sul terreno della cessione dei territori
già oggi posseduti dall' Austria-Ungheria.
Invece, mentre da un lato si propongono
nuove questioni e argomenti di dibattito, che
hanno il manifesto scopo di eludere ogni di-
scussione sul tema da noi proposto e di con-
durre le cose in lungo, dall' altro si vanno In-
tanto allestendo nuove spedizioni militari nei
Balcani.
Di fronte a questo contegno persistente-
mente dilatorio a nostro riguardo non è pos-
sibile ormai nutrire più alcuna illusione al-
l'esito pratico delle trattative. Onde il Regio
Governo si trova costretto, a salvaguardia
della propria dignità, a ritirare ogni sua pro-
posta o iniziativa di discussione e a trince-
rarsi nel semplice disposto dell' articolo 7°,
dichiarando che considera coree apertamente
contraria all'articolo stesso qualunque azione
militare che volesse muoverò da oggi in poi
l'Austria-Ungheria nei Balcani, sia contro la
Serbia sia contro 11 Montenegro o altri, senza
che sia avvenuto il preliminare accordo ri-
chiesto dall'articolo 1".
Non ho bisogno di rilevare che se di que-
sta dichiarazione e del disposto dell'articolo
7" il Governo Austro -Ungarico mostrasse ool
fatto di non voler tenere il dovuto conto, ciò
potrebbe portare a gravi conseguenze, delle
quali questo Regio Governo declina fin da
ora ogni responsabilità.
AI quale proposito giova ricordare le in-
timazioni fatte in varie occasioni dal Governo
Austro-Ungarico all'Italia durante la guerra
Libica.
Il Conte Aehrenthal dichiarava il 5 no-
vembre l'.»ll a Vostra Eccellenza che " una
nostra azione sulle coste ottomane della Tur-
chia euro[iea come sulle isole del mare Egeo
non avrebbe potuto essere ammessa né dal-
l'Austria-Ungheria né dalla Germania, perche
contraria al Trattato di Alleanza „ (telegram-
ma di Vostra Eccellenza 6 novembre 1911).
E il 7 novembre dello stesso anno Vostra
Eccellenza telegrafava: "Aehrenthal considera
i bombardamenti dei porti della Turchia di
Europa quali Salonicco, Cavala, ecc., come
contrari all'articolo 7» „.
Nel 1912 trovandosi la nostra squadra al-
l'imboccatura dei Dardanelli ed essendo stata
bombardata dai forti di Kum Kalessi, essa ri-
spondeva danneggiando 1 forti stessi. Il Conte
Berchtold si lamentò dell'accaduto ed ag-
giunse che " se il Governo desiderava ripren-
dere la sua libertà d'azione, il Governo Im-
periale e Reale direbbe potuto fare altrettanto „.
berciò egli non avrebbe potuto ammettere
che noi avessimo fatto in avvenire operazioni
simili a quelle ora compiute o un'azione
(lualsiasi in opposizione al punto di vista
manifestato nei colloqui precedenti. Se una
operazione simile fosse stata da noi eseguita
es8a avrebbe potuto avere roufteguenze gravi ,.
V. E. vorrà comunicare quanto sopra a
codesto Governo. — Sonnino.
42. - Il veto dell* Italia.
17 febbraio 1915. — Il Governo ita-
liano <lopo ripetuta diffide circa qual-
siasi azione militare austriaca nei
Balcani senza preventivo accordo, di-
chiara che la diffida ha il preciso si-
gnificato «li un veto opposto da noi
tino a che non si sia ]»rima verificato
r acconto sui compensi voluto dal-
l'art. 7° del Tratt^ito.
Dalla risposta data dal Barone Burian alla
comunicazione fattagli dall'Eccellenza Vostra
riguardo alla diffida di qualunque azione mi-
litare austro-ungarica nei Balcani senza pre-
ventivo accordo col Regio Governo, traspare
evidente l'intenzione di far preco<lere even-
tualmente siffatta aziono militare alla discus-
sione dei compensi di cui all'art. 7. Approvo
la risposta datagli da Vostra Eccellenza. K rao-
comandole valersi della primissima occasione
per ripetere chiaramente al Barone Burian
B14 —
ohe, a scanso di incresciosi e pericolosi equi*
voci, l'interpretazione palese dell'articolo 7
impone che l'accordo sia precedente all'azio-
ne, salvo il consenso dell'altra parte ad un
procedimento diverso. Nelle presenti circo-
stanze il Regio Governo non può prestare
tale consenso; onde la comunicazione da noi
fatta al Governo Intiperiale e Eeale ha il si-
gnitìcato preciso di un veto opposto da noi
ad ogni azione militare dell' Austria-Ungheria
nei Balcani fino a tanto che non si sia verifi-
cato in antecedenza l'accordo sui compensi
voluto dall'articolo 7. Occorre mettere bene
in chiaro che ogni diverso procedere di co-
desto Governo non potrebbe da noi interpre-
tarsi ormai senonchè come una aperta vio-
lazione di patti del trattato, e come segno
manifesto della intenzione da parte sua di
riprendere la sua libertà d'azione: nel qual
caso dovremmo ritenerci pienamente giusti-
ficati a riprendere anche noi la nostra piena
hberta d'azione per la salvaguardia dei no-
stri interessi. — Sonnino.
43. - L* Austria vuol continuare
a discutere.
9 marzo 1915. — Il ministro degli
Esteri Austro-ungarico dichiara clie il
suo Governo consente a discutere la
questione dei compensi sulla base
stessa proposta dal Governo Italiano,
e mostra il desiderio di comunicare
al pubblico che i due Governi sono
già in ■« j)ourparlers »• circa la que-
stione dei compensi.
44* - I^e condizioni dell* Italia
per arrivare a una conclusione.
10 marzo 1915. — Il Governo italiano
che aveva già ritirato ogni sua pro-
posta di discussione acconsente an-
cora a discutere ma non intende fare
nessuna comunicazione intorno all'av-
viamento dei negoziati. Questi deb-
bono farsi direttamente tra i due Go-
verni senza intervento di terzi con le
seguenti condizioni: 1° Assoluto segre-
to ; 2" Esecuzione immediata ; 3" L'ac-
cordo deve investire tutta la durata
della guerra.
Il Regio Governo aveva ritirato ogni sua
proposta di discussione sui compensi di cui
all'articolo 7°, ma la situazione generale è
troppo seria e la materia troppo importante
per fare oggi questioni di pura forma e ac-
cettiamo la discussione sulla base oramai am-
messa dal Governo Imperiale e Reale. Non
intendiamo fare nessuna comunicazione al
Parlamento e al pubblico intorno all'avvia-
mento dei negoziati.
Tolta di mezzo la divergenza di massima
sulla base da darsi ai negoziati, spero che
si voglia addivenire sollecitamente alle trat-
tative 0 condurle innanzi rapidamente per
pervenire all'accordo, la cui conclusione deve
assolutamente precedere, secondo mie x-ipe-
tute dichiarazioni, a qualsiasi azione mili-
tare austro-ungarica nei Balcani.
Tali trattative debbono farsi direttamente
tra i due Governi, senza intervento di terzi.
I punti di partenza da mettersi preven-
tivamente in chiaro sono:
lo assoluto segreto dei negoziati. Ogni
indiscrezione riguardo esistenza e andamento
loro forzerebbe Regio Governo a ritirare le
sue proposte e a rompere le trattative;
2o quando l'accordo sia concluso esso
dovrà portarsi immediatamente ad effetto.
Altrimenti il Regio Governo mancherebbe
della forza politica necessaria per ottenex-e
dal paese quella ratifica morale che sarebbe
indispensabile per l'attuazione dell'accordo
concluso ;
3° per eliminare nuove questioni ed at-
triti ed il ripetersi di incidenti incresciosi,
e per lasciare insieme la necessaria liberta
di movimenti a codesto Governo nella con-
dotta della guerra, occorre che l'accordo- in-
vesta la intera durata della guerra stessa in
quanto riguardi la possibile invocazione del-
l'articolo 70, ,
Quando codesto Governo accetti queste
basi, ci dichiariamo pronti a specificare le
nostre domande restringendoci a quel mi-
• nimo di compensi che riteniamo indispensa-
bile per raggiungere gli scopi stessi dell'ac-
cordo invocato, cioè di eliminare durevol-
mente tra i due Stati le occasioni di attriti
creando tra essi una situazione normale di
cordialità e di possibile cooperazione verso
comuni intenti di politica generale.
E pel grande e comune interesse di ad-
divenire rapidamente ad un accordo, elimi-
nando fin da principio ogni sospetto di vo-
lute dilazioni e lungaggini, proporrei che si
stabilisse un termine di un paio di settimane
per la durata delle trattative, trascorso il
quale senza che si sia arrivati ad una con-
clusione, ogni proposta fatta ad una delle
parti s'intenderebbe ritirata e come non av-
venuta e si tornerebbe allo stata quo ante di
reciproca libertà. — Sonnino.
45-46. - Preoccupazioni
e garanzie della Germania.
17-20 marzo 1915. — L'on. Sonnino
comunica ai nostri ambasciatori a
Berlino e a Vienna le preoccupazioni
del principe Biilow che le trattative
austro-italiane abortiscano. Garanzie
Piccole dosi - Grandi effetti
Convalescenza
linfatismo
adenìti
anemia
— :U5 —
del Governo germanico e dell' impe-
ratore Guglielmo per resecuzione del-
l' accordo dopo la guerra.
17 marzo 1915.
Il Principe di Bùlow venuto oggi a ve-
dermi ha cominciato col rilevare il grave
pericolo che le trattative tra rAnstrla-Un-
i^heria e l'Italia abortiscano per effetto della
condizione da noi apposta della immediata
esecuzione. Ha detto poi che l'Impeiatore
di Germania potrebbe anche garantire l'ese-
cuzione dell'accordo per dopo la guerra.
Risposi svolgendo le varie ragioni per cui
dobbiamo insistere nella nostra domanda:
ragioni che tengono conto dello condizioni
generali dell'opinione in Italia, così come di
quelle austriache. Gli ho fatto osservare come
sia difficile fissare un terreno fermo sul quale
negoziare col Governo austriaco ; rilevan-
dogli le parole dette il 15 corrente dal Ba-
rone Burian al Duca Avarna con cui egli
sembra voler far sempre dipendere la ces-
sione di territori austriaci all'Italia dall' ef-
fettivo conseguimento di vantaggi per parte
dell'Austria alla fine d'una guerra vittoriosa.
Il Principe di Bùlow ha appuntato quanto
segue:
• Il Barone Sennino mi fa osservare che
il vantaggio che realizzerebbe l'Austria-Un-
gheria fin da ora mediante l'accordo consiste
nella garanzia che otterrebbe dalla neutra-
lità dell'Italia durante tutta la guerra. Il Ba-
rone "Burian invece sembra subordinare ogni
cessione effettiva di territorio all'Italia alla
condizione che l'Austria realizzi effettivamen-
te degli acquisti territoriali e altri vantaggi
alla fine della guerra.
" Il modo di vedere del Barone Burian
rende impossibile un accordo quale verrebbe
inteso dal Barone Sennino, cioè un accordo
avente la natura di un forfait: cessione di
territorio attualmente austriaco da un lato,
contro garanzìa di neutralità per la durata
della guerra dall'altro, quale che sia per es-
sere l'esito della guerra stessa „.
Dissi al Principe di Bùlow che io non in-
tendevo precipitare nulla, ma che non pren-
lorei più alcuna iniziativa né fftrei proposte;
1 he se il Governo austro-ungarico desiderava
che si venisse a qualche conclusione facesse
lui delle proposte nette e chiare, le più larghe
l>09sibili perchè ci fosse una probabilità di
riuscita.
Il Principe di Bùlow disse che avrebbe
riferito quanto sopra a Berlino. — Sonnino.
20 marzo 1915.
Il Principe di Bùlow mi annunzia, dietro
l-truzioni del Cancelliere Bethmann HoUweg,
lopo udienza avuta dall'Imperatore Qugliel-
iiio, " di essere stato incaricato di dichiarare
che il Governo Imperiale Germanico assume
di fronte al Governo Reale d'Italia la piena
ed intiera garanzia che la convenzione da
coiiclu<1ersi tra l'Italia e l'Austria-Ungheria
sarà messa in esecuzione fedelmente e leal-
mente appena che la pace sarà conclusa „.
Inoltre il signor von Ja;,'ow gli comunica:
essere corsa voce che l'Austria-Ungheria au-
- Cora oj:gi -lon vorrebbe l'accordo con 1" Ita-
lia e desideri tirare in lungo i relativi ne-
goziati. Il signor von Jagow è convinto non
essere in questa voce nulla di vero. L'Im-
peratore Francesco Giuseppe dopo aver presa
la grave risoluzione la manterrà lealmente.
L'Ambasciatore signor di Tchirsky telegra-
favagli da Vienna che il Barone Burian ha
la seria intenzione d'arrivare il più presto
possibile, sulla base di una cessione di terri-
torio, a un accomodamento con l'Italia, come
base di rapporti da ora in poi fiduciosi e
amichevoli tra i due paesi.
Quanto alle garanzie da dare all'Italia per
una fedele esecuzione del Trattato egli è pron-
to a discutere ancora col Duca Avarna. Il si-
gnor von Jagow ritiene * essere incontestabile
che il Barone Burian è disposto alle cessioni
di territorio, e come corrispettivo (Gegen-
leistung) non domanda che la rinunzia del-
l'Italia alle domande basate sull'art. VII „•
Jagow aggiunge che con ciò gli sembra che
si sia trovata la base ai negoziati, restando
chiarito * che l'Austria-Ungheria consente a
far cessione di territorio austro-ungarico, e
che essa non chiede all'Italia altra cosa che
il mantenimento della neutralità assoluta du
rante la guerra „.
Egli ha l'impressione che le parole del
Barone Burian relative al Dodecanneso e le
altre sue frasi di tenore incerto erano intese
piuttosto a spiegare i suoi punti di vista ri-
guardo al passato, e che non hanno un va-
lore pratico. Il Principe Bùlow ci esortava
a far riprendere le conversazioni tra il Ba-
rone Burian ed il Duca Avarna a Vienna.
Risposi riaccennando ad alcune tra le prin-
cipali ragioni, già espostegli nella nostra ul-
tima conversazione che rendono indispensa-
bile la immediata attuazione dell'accordo ohe
venisse concluso. — Sonnino.
47. - Preparazione militare.
:?1 marzo 1915. — Il Re promulga uua
legge che contiene provvedimenti per
la difesa economica e militare dello
Stato e divieti di esportazione, di
riproduzione di carte, disegni, foto-
grafie ecc. concernenti la preparazione
militare.
48.
28 marzo 1915. — Il lie promulga uua
legge con la quale vieta la pubblica-
zione di notizie concernenti la forza,
la preparazione e la di lesa militare
delU) Stato.
49. - Concessioni politiche e ter-
ritoriali richieste dall' Italia
per il mantenimento della neu-
tralità.
8 aprile 1915. — Il ministro degli Esteri
espone il minimo delle concessioni po-
litiche e territoriali ricbieste duU' Ita-
lia, cioè il Trentino, una striscia al di
\ìi del confine orientale, lo Curzolari,
l'elagosji ecc. dovranno essere cedute
all' Italia. Trieste e il suo territorio
BIG
l'ormeranno uno stato autonomo. L'Au-
stria Ungheria dovrà riconoscere la
sovranità italiana sa Valona e disin-
teressarsi deir Albania, ecc.
Per soddisfare al desiderio espressole dal
Barone Burian formulo qui di seguito le con-
dizioni che II R. Governo ritiene indispensa-
bili per poter creare tra i due Stati una si-
tuazione normale e stabile di reciproca cor-
dialità e di possibile cooperazione futura verso
intenti comuni di politica generale.
Vostra Eccellenza spiegherà più distesa-
mente al Ministro Burian le ragioni che suf-
fragano le singole proposte, nel formulare le
(luali ho tenuto nel massimo conto le varie
osservazioni espostemi in passato riguardo
alle necessità dell'Impero austro-ungarico.
Spero che il Governo imperiale vorrà farci
avere con la maggiore sollecitudine possibile
una risposta che auguro sia di accettazione.
L' articolo I si ispira ad un importante
precedente storico oltreché ad evidenti ra-
gioni di ordine militare pel tracciamento del
nuovo confine.
Anche l'articolo II si giustifica militar-
mente oltreché per ragioni etnografiche.
L'articolo IH rappresenta l'unico com-
promesso possibile tra le proclamate esigenze
dell'Impero austro ungarico e quelle del prin-
cipio nazionale.
L' articolo IV mira ad attenuare in piccola
parte le condizioni dolorose di inferiorità in
cui si trova l'Italia nel mare Adriatico.
L'art. V rappresenta la condizione sine
qua non perchè un qualunque accordo possa
oggi concludersi, non potendo altrimenti nes-
sun Governo in Italia prendere seriamente
per tutta la durata della guerra gli impegni
di cui è parola negli ultimi due articoli X
e XI.
Gli articoli VI e VII tolgono di mezzo
pel futuro un argomento di attriti e di dis-
sidio tra i due Stati, dando una legittima tu-
tela agl'interessi italiani nell'Adi-iatico senza
ledere quelli austro-ungarici.
Gli articoli Vili e IX si spiegano da se.
Segue il testo degli articoli.
Art. I. L'Austria-Ungheria cede all'Italia
il Trentino coi confini che ebbe il Regno ita-
lico nel ]811, cioè dopo il Trattato di Parigi
del 28 febbraio 1810.
Nota all' articolo I.
Il nuovo confine si stacca da quello attuale
a monte Cevedale; segue per un tratto il con-
traftorte tra Val Venosta e Val Del Noce; poi
scende all'Adige a Gargazone tra Merano e Bol-
zano, risale sull'altipiano di riva sinistra, ta-
glia la Val Sarentina a metà, quella dell' Isarco
alla Chiusa e per il territorio dolomitico della
destra dell' Avisio, escludendo le valli Gardena
e Badia, e includendo l'Ampezzano, raggiunge
poi l'attuale confine.
Art. II. Si procede ad una correzione a
favore dell'Italia del suo confine orientale,
restando comprese nel territorio ceduto le
città di Gradisca e di Gorizia. Da Troghofel
il confine nuovo si stacca oall' attuale vol-
gendo ad oriente fino all'Ostering e di là
scende dalle Gamiche fino a Saifniz. Indi pel
contrafforte tra Seisera e Schliza sale a Wir-
sehberg e poi torna a seguire il confine at-
tuale fino alla sella di Nevea, per scendere
dalle falde del Rombone fino all'Isonzo pas-
sando ad oriente di Plezzo. Segue poi la li-
nea dell'Isonzo fino a Tolmino, dove abban-
dona l'Isonzo per seguire una linea più orien-
tale la quale passando ad est dell'altipiano
Fregona-Planina e seguendo il solco del Chiap-
povano, scende ad oriente di Gorizia ed at-
traverso il Carso di Comen termina nel mare
tra Monfalcone e Trieste nella prossimità di
Nabresina.
Art. III. La città di Trieste col suo ter-
ritorio, che verrà esteso al nord fino a com-
prendere Nabresina, in modo da confinare
con la nuova frontiera italiana (articolo II)
e al sud tanto da comprendere gli attuali
distretti giudiziari di Capo d'Istria e Pirano,
saranno costituiti in uno Stato autonomo e
indipendente nei riguardi politici ititernazio-
nali, militari, legislativi, finanziari e ammi-
nistrativi, rinunziando l' Austria-Ungheria ad
ogni sovranità su di esso. Dovrà restare porto
franco. Non vi potranno entrare milizie né
austro-ungariche né italiane. Esso si assu-
merà una quota parte dell'attuale Debito
pubblico austriaco in ragione della sua po-
polazione.
Art. IV. L'Austria-Ungheria cede all'Ita-
lia il gruppo delle Isole Curzolari, compren-
dente Llssa (con gli isolotti vicini di Sant'An-
drea e Busi), Lesina (con le Spalmadori e
Torcola), Curzola, Lagosta (con gli isolotti e
scogli vicini). Cazza e Meleda, oltra Pelagosa.
Art. V. L' Italia occuperà subito i territori
cedutile (articoli I, II, IV) e Trieste e suo
territorio (art. Ili) saranno sgombrati dalle
autorità e dalle milizie austro-ungariche, con
congedamento immediato dei militari di terra
e di mare che provengono da quelli e da
questa.
Art. VI. L'Austria-Ungheria riconosce la
piena sovranità italiana su Valona e sua baia
compreso Sassone, con quanto territorio nel-
Vhinterland si richieda per la loro difesa.
Art. VII. L'Austria-Ungheria si disinte-
ressa completamente dell'Albania compresa
entro i confini tracciatile dalla Conferenza
di Londra.
Art. VIII. L'Austria-Ungheria concederà
completa amnistia e l'immediato rilascio di
tutti i condannati e processati per ragioni
militari e politiche provenienti dai territori
ceduti (art. I, II e IV) e sgombrati (art. IIII.
Art. IX. Per la liberazione dei territori
Biogenina
^m Ditta G. SERSALE ^-
NAPOLI — Largo San Domenico
ricostituente rapido e sicui'O. Con-
tiene fosforo, ferro e arsenico in for-
ma organica; è priva di stricnina.
Gocce da 20 a 50 al giorno; per via
ipodermica: una fiala prò die.
Maggiore, 17 — NAPOLI
— ;U7 -
ceduti (articoli I, II e IV) dalla loro quota
parte di obbligazione nel Debito pubblico
austriaco o austro-ungarii-o, nonché nel De-
bito per pensioni ai cessati funzionari impe-
riali e reali, e contro l'integrale ed imme-
diato passaggio al Regno d'Italia di ogni pro-
prietà demaniale immobile o mobile, meno
le armi, trovantisi nei territoi'i stessi e a
compenso di ogni diritto dello Stato riguar-
dante detti territori in quanto vi si riferi-
scano sia pel presente sia per l'avvenire, sen/.a
eccezione alcuna, l'Italia pagherà all'Austria-
Ungheria la somma capitale in oro di 200
milioni di lire italiane.
Art. X. L'Italia s'impegna a mantenere
una perfetta neutralità durante tutta la pre-
sente guerra nei riguardi dell'Austria-Unghe-
ria e della Germania.
Art. XI. Per tutta la durata della presente
guerra l'Italia rinunzia ad ogni facoltà di
invocare ulteriormente a proprio favore le
disposizioni dell'art. VII del Trattato della
Triplice Alleanza: e la stessa rinunzia fal'Au-
stria-Ungheria per quanto riguardi l'avvenuta
occupazione italiana delle Isole del Dode-
: nneso. — Sonnino.
50. - La denunzia del trattato
della Triplice.
J maggio 1915. — L'on. Sonnino de-
nunzia il trattato della Triplice e
proclama che l' Italia riprende la sua
libertà d' azione.
Prego Vostra Eccellenza fare a codesto
ministro degli affari esteri la seguente co-
municazione della quale ella gli rilascerà co-
pia per iscritto:
" L'allìance entre l'Italie et l'Autrlche-
Hongrie s'alfirma, dès son origine, comme
un élément et une garantie de paix et visa,
d'abord, au but principal de la défense com-
mune.En présence des événements ultérieurs
et de la situation nouvelle qui en résultait, les
Gouvernements des deux Pays durent se pro-
poser un autre but non moins essentiel, et
au cours des renouvellements successifs du
traité, s'appliquèrent à sauvegarder la con-
tinuité de leur alllanop, en stipulant le prin-
cipe des accords préalables relativement aux
Balkans, en vue de concilier les intéréts et les
tendaiices divergentes des deux Puissances.
„ Il est de tonte evidence que ces stipu-
lations loyalement observées, auraient suffi
a fournir une base solide pour une action
immune et feconde. Par contre l'Autriche-
) ongrie, au cours de l'été 1914, sans prendre
leun accord avec l'Italie, sans mrme lui faire
a-venir le moindre avertissement, et ne fai-
uit aucun cas des consells de modération
4ui lui étaient adressés par le Gouvernement
Koyal.notitlaàla Serbie l'ultimatum du 23 juil-
let qui fut la cause et le point de départ de
la présente conflagration européenne.
, L'.Autriche-Hongrie, en négUgeant les
ohiigations découlant du traité, troablait pro-
fnndénient le ala^u quo balcanique et créait
une situation dont elle seule étaìt appellce à
proflter, au détriment des intéréts, de la plus
grande importance, que sou alliée avait tant
de foia aflìrmés et proclamés.
„ Une vfolation aussi flagrante de la let-
tre et de l'esprit du traité non seulement ju-
stifla le refus de l'Italie de se ranger du coté
des alliés dans une guerre provoquée sans
son avis, mais enleva du mème coup à l'al-
linnoe son contenu essentiel et sa raison
d'étre.
r, Le pacte mpme de la neutralité bien-
veillante prévue par le traité se trouvait com-
promis par cette violation. La raison et le
sentiment s'accordent en eflfet à exclure que
la neutralité bienveillante puisse ótre main-
tenue lorsq'un des alliés prend les armes
pour la réalisation d'un programme diamé-
tralement oppose aux intéréts vitaux de l'au-
tre allié, intéréts dont la sauvegarde oonsti-
tuait la raison principale de l'alliiince méme.
„ Ce nonobstant, l'Italie s'est etforcée, pen-
dant plusieurs mois, de créer uno situation
favorable au rétablissement entre les deux
états de ces rapports amicaux qui constituent
le fondement essentiel de toute coopération
dans le domaine de la politique génf^rale.
„ Dans ce but et dans cet espoir le Gou-
vernement Royal se déclara dispose à se pré-
ter à un arrangement ayant pour base la sa-
tisfaction, dans une misure équitable, des
légitimes aspìration nationales de l'Italie et
qui aurait servi en méme temps à reduire
la disparite existante dans la situation réci-
proque des deux États dans l'Adriatique.
y, Ces négociations n'aboutirent toutefois
à aucun resultai appréciable.
fl Tous les efforts du Gouvernement Royal
se heurtèrent à la resistance du Gouverne-
ment I. et R., lequel après plusieurs mois,
s'est seulement décide à adniettre des inté-
réts spéciaux de l'Italie à Valona et k pro-
mettre une concession non suffisante de ter-
ritoires dans le Trentin; concession qui ne
comporte aucuuement le réglement normal
de la situation, ni au point de vue politique
ou inilitaire.
, Cette concession, en outre, ne devait
avoir son exécution qu'à une epoque indé-
terminée, c'est à dire seulement à la fin de
la guerre.
„ En cet état de choses le Gouvernement
italien doit renoncer à l'espoir de parvenir
à un accord et se voit contraint de retirer
toutes ses propositions d'arrangement.
„ Il est égaleraent inutile de maintenir à
l'alliance une apparence formelle, qui ne se-
rait destinée qu'à dissimuler la réallté d'une
méfìance continuelle et de contrastes quoti-
diens.
, C'est pourquoi l'Italie, contìant dans son
bon droit, affirme et predarne qu'elle re-
prend dès ce moment son entiére liberté
d'action, et déclare annullé et désormais sans
etfets son traité d'alliance aveo l'Autrlche-
Hungrie ,. — Sonnino.
51. - Il telegramma del Re
per la festa di Quarto.
5 maggio 1915. — Il Re, impedito dallo
cure di stato a partecipare all' inau-
gurazione del monumento ai Mille sul-
lo scoglio di Quarto, invia un tele-
— 318 —
gramma in cui riafferma la ^ua fede
nell'avvenire della Patria.
Se cure di stato, mutando il desiderio in
rammarico, mi tolgono di partecipare alla ce-
rimonia che si compie costà, non si allontana
però oggi dallo Scoglio di Quarto il mio pen-
siero. A. cotesta fatale sponda del mare Li-
gure, che vide nascere Chi primo vaticinò
l'unità della Patria e il duce dei Mille sal-
pare con immortale ardimento verso le im-
mortali fortune, mando il mio commosso sa-
luto. E, con lo stesso animoso fervore di
affetti che guidò il mio grande Avo, dalla con-
corde consacrazione delle memorie traggo la
fede nel glorioso avvenire d'Italia. — Vit-
TOBio Emanuele.
52. - Le dimissioni del Ministero.
13 maggio 1915. — Il Consiglio dei
Ministri, considerando che intorno alle
direttive del Governo nella politica in-
ternazionale, manca il concorde con-
senso dei partiti costituzionali che
sarebbe richiesto dalla gravità della
situazione, delibera di presentare a
S. M. il Re le proprie dimissioni. S. M.
il Re si riserva di deliberare.
S3-54. - I*' intrigo.
10 maggio 1915. — L'ambasciatore au-
striaco barone Macchio che aveva ri-
cevuto dal suo Ministro le estreme
e pur sempre irrisorie concessioni del-
l'Austria all' Italia, concorda col prin-
cipe di Biilow e con alcuni parlamen-
tari tedeschi a Roma un nuovo schema
di concessioni, le quali sono comuni-
cate ad alcuni giornali e a uomini
politici italiani in forma di gran lunga
pili ampia della realtà, allo scopo evi-
dente di far apparire incontentabOe
il gabinetto Salandra e di farlo cadere.
1.0 Tutto il Tirolo che è di nazionalità
italiana.
1." Tutta la riva occidentale dell' Isonzo
che è di nazionalità italiana con Gradisca.
3.0 Piena autonomia municipale, univer-
sità italiana e porto franco per Trieste che
sarà una città libera.
4.» Valona.
5.0 Disinteressamento completo dell'Au-
stria in Albania.
6.0 Salvaguardia per gli interessi nazio-
nali dei sudditi italiani in Austria.
7.0 Esame benevolo dei voti che l' Italia
emettesse ancora su tutto l'insieme delle
questioni che formano l'oggetto dei nego-
ziati.
8.0 L' impero di Germania assume ogni
garanzia per l'esecuzione fedele e leale del-
l'accordo che verrà concluso tra l'Italia e
r Austria.
15 maggio 1915. — Sempre d'accordo
col principe di Biilow il barone Mac-
chio compila un nuovo progetto mo-
dificato e rettificato poi dal ministro
Burian,
(Il documento è riassunto. Le rettifiche
e le modificazioni del Burian sono fra paren-
tesi in corsivo).
1.0 L'Austria-Ungheria, accedendo al de-
siderio espresso dall'Italia di entrare in pos-
sesso delle parti del Tirolo i cui abitajiti
sono di nazionalità italiana, accetta una nuoxa
frontiera che si staccherà dalla frontiera at-
tuale presso Zufallspitze.... passerà all'ovest
di Proveis, raggiungerà il torrente Pescara....
Seguirà h ialweg del Noce.... salirà sul corno
di Ti-es.... raggiungerà l'Adige a sud di Sa-
lurn.... Salirà sul Geiersbeg, seguirà la line.i
dello spartiacque tra le vallate dell'Aviijia
e dell'Adige.... girerà quindi a sud e risalirn
sino al colle di S. Lugano ecc. (.... in guonto
la popolazione è puramente di nazionalità ita-
liana),
2.0 L'Austria-Ungheria consente inoltre
a cedere all'Italia i territori posti sulla riva
occidentale dell'Isonzo in quanto essi abbiano
abitanti di nazionalità italiana....
3.0 II titolo " Città libera imperiale „
sarà conferito alla città di Trieste. Sarà prov-
veduta di università e avrà un nuovo sta-
tuto municipale....
4.0 L'Austria-Ungheria riconosce la piena
sovranità italiana su Valona e la sua baia
nonché sulla sfera d' interessi che vi facesse
capo {L'Austria- Ungheria è disposta, per quel
che la riguarda, a riconoscere....).
5.0 L'Austria-Ungheria si disinteressa
completamente della sorte futura dell'Alba-
nia.... {L'Austria- Ungheria dichiara il suo di'
sinteressamento politico riguardante l'Ambii-
MIO....).
6.» Il Governo I. R. provvederà in modo
tutto particolare alla tutela degli interes-i
nazionali dei suddidi di nazionalità italiana,
i quali in seguito a questo accordo vengooa
a trovarsi in una sensibilissima minoranza.
7.0 L'Austria-Ungheria concederà amni-
stia completa e immediata messa in liberta
a tutte le persone originarie dei territori oe-
duti all' Italia e condannate o processate per
motivi militari o politici.
8.0 L'Italia assume l'impegno di man-
tenere la neutralità durante tutta la guerra
" PETROLINA LONGEGA " ef:;:,r"
Chiederla a tutti i profumieri, parrucchieri, farmacisti, droghieri (
alla Ditta ANTONIO I^ONGEGA — Venezia. =
;u;>
presente nei riguardi della Germania. del-
l'Austria e della Turchia.
9.0 L'Italia rinunzia per tutta questa
guerra alla facoltà di invocare stipulazioni
ohe regolavano lu politica Balcanica ad ec-
cezione dell'Albania.
10.0 L' Austiia-Dngheria rinunzia a tali
invocazioni per quanto riguarda l'occupa-
zione italiana del Dodecanneso.
ll.o L' Italia si dichiara pronta a pagare
una somma globale come indennità d'ogni
genere derivante dalla cessione....
12.0 Saranno istituite sopra luogo delle
commissioni miste autorizzate a prendere
decisioni ohe saranno eseguite da esecuzione
ile decisioni saranno sottoposte a ratifica dei
Governi).
13.» I militari originari dei territori ce-
dati non prestei anno più servizio sul fronte (!)
dell' esercito austro-unj,'arico.
14.0 L'impero germanico assume ogni
garanzia per l'esecuzione fedele e leale del-
l'accordo.
15.0 Manifestazione solenne del Governo
Austro-Ungarico subito dopo la conclusione
dell' accordo.
55. • Le dimostrazioni in tutta
Italia. L'accusa pubblica pro-
nunziata da Gabriele D'An-
nunzio.
12-16 maggio 1915. — Manifestazioni,
dimostrazioni e tumulti in tutta Ita-
lia provocati dall' atteggiamento neu-
tralista di Giolitti e de' suoi amici.
A Roma, Gabriele D'Annunzio parla
pili volte ai cittadini. Nel suo ispirato
discorso del 14 maggio, che è un vero
atto d' accusa contro Giolitti e i suoi
complici, egli proclama la patria in
pericolo e invita il popolo ad armarsi
j»er salvarla dalla vergogna.
Udite, udite. Gravissime cose io vi dirò,
Ja voi non conosciute. State in silenzio. Ascol-
tatemi. Poi balzerete in piedi, tutti.
Noi siamo qui adunati per giudicare un
delitto di alto tradimento e per denunziare
al disprezzo e alla vendetta dei buoni citta-
dini il colpevole, i colpevoli.
Queste ohe proferisco non sono enfiate
parole, ma sono la netta determinazione di
un fatto avvenuto.
Il governo d'Italia, quello che iersera ras-
segnò il suo ufficio nelle mani del Re, aveva
abolito il 4 di maggio, alla vigilia della Sagra
di Quarto, il trattato della Triplico Alleanza.
Lo aveva dichiarato, nei riguardi dell'Austria
decaduto e nullo. Della formula stessa io
posso affermare l'esattezza. Ripeto: decaduto
e nullo.
Il governo d'Italia, quello che iersera raf<-
segnò il suo ufficio nello mani del Re, aveva
In conseguenza preso accordi precisi con un
altro gruppo di nazioni, impegni gravi, de-
finiti, rafforzati da uno scambio di piani stra-
tegici, da un disegno di azione militare com-
binata.
Questo è vero, questo è Inoppagabile. Di
questo io ebbi comunicazione certa, prima di
lasciare la Francia, dove ufficiali del nostro
Stato maggiore e della nostra marina erano
giunti e operavano. Dunque, da una parte
trattato abolito, dall'altra accordo definito.
Rivendicato l'onore del paese da una parte,
vincolato l' onore del paese dall' altra. La
" fusione magnanima „ la quale fu augurata
a Quarto, era per compiersi. I dissidii si pa-
cificavano. La necessità ideale aveva ragione
d'ogni naiscria politica. L'esercito era volon-
teroso e fidente. Esempi di virtù civica co-
minciavano già a splendere sul tumulto se-
dato. Il buon fermento faceva già levare la
massa inerte.
Ed ecco lo sforzo doloroso di mesi e mesi
interrotto da un'aggressione improvvisa e
ignobile. Voi tutti conoscete le cause e i pro-
cedimenti. Questa aggressione è inspirata, in-
stigata, aiutata dallo straniero. È fatta da un
uomo di governo italiano, da membri del Par-
lamento italiano, in commercio con lo stra-
niero, in servizio dello straniero, per avvilire,
per asservire, per disonorare l'Italia a van-
taggio dello straniero.
Questo è palese, questo è inoppugnabile.
Udite. Il capo dei malfattori, la cui anima
non è se non una gelida menzogna articolata
di pieghevoli astuzie in quella guisa che il
tristo sacco del polpo è munito d'abili ten-
tacoli, il conduttore della bassa impresa co-
nosceva l'abolizione del primo trattato, co-
nosceva la definizione del nuovo, l'una e
l'altra compiute col consenso del Re.
Egli dunque tradisce il Re, tradisce la Pa-
tria; contro il Re, contro la Patria serve lo
straniero. Egli è colpevole di tradimento, non
per un modo di dire ingiurioso, non per ec-
cesso di frase polemica, ma in realtà, ma in
verità, secondo la figura nota di esso delitto.
Questo noi dobbiamo dimostrare al paese,
questo dobbiamo stampare nella coscienia
della nazione.
Udite, udite. La Patria è in pericolo, la
Patria è in punto di perdimento. Per sal-
varla da una mina e da una ignominia Ir-
reparabili, ciascuno di noi ha il dovere di
dare tutto sé stesso e d' armarsi di tutte le
armi.
Un ministero formato dal signor Bùlow
sembra non avere l'approvazione del Re
d'Italia. Ma i grassi e magri domestici del
signor Bùlow non si rassegneranno. Finché
non Siene murati nelle lor basse cucine e
cantine, essi cercheranno di intossicare la
vita italiana, di contaminare fra noi ogni
cosa bella e potente.
Per ciò, ripeto, ogni buon cittadino è sol-
dato contro il nemico interno, senza tregua,
senza quartiere. Se anche il sangue corra, tal
sangue sia benedetto conie quello versato
nella trincea.
Sarà il Parlamento d'Italia riaperto il 20 di
maggio?
Il 20 di maggio è l'anniversario della por-
tentosa marcia garibaldina sul Parco.
Celebriamolo precludendo l'ingresso agli
sguatteri di Villa Malta e ricaociandoli verso
il lor dolciastro padrone.
Nel Parlamento italiano gli uomini liberi,
senza laide mescolante, proclameranno la H-
bertà e l'integrazione della Patria.
I32(J
56. - Il Ministero riconfermato.
16 maggio 1915. — 11 Ke. dopo aver
invitato successivamente gli onorevoli
Giolitti, Marcora e Boselli a costitui-
re un uuovo gabinetto decide di non
accettare le dimissioni del ministeio
Salandra.
57. - Il conferimento dei poteri
straordinari al governo del Re.
22 maggio 1915. — Legge clie confe-
risce al governo del Re i poteri straor-
dinari in caso di guerra.
Il Governo del Re ha facoltà, in caso di
guerra e durante la guei-ra medesima, di ema-
nare disposizioni aventi valore di legge per
quanto sia richiesto dalla difesa dello Stato,
dalla tutela dell'ordine pubblico e da urgenti
o straordinari bisogni dell' ecotiumia nazio-
nale. Restano ferme le disposizioni di cui
agli articoli 243 a 251 del Codice Penale per
r esercito.
Il Governo del Re ha facoltà di ordinare
le spese necessarie e di provvedere con mezzi
straordinari ai bisogni del tesoro.
Il Governo del Re è autorizzato a eser-
citare provvisoriamente, in quanto non siano
approvati per legge e non oltre il 31 dicem-
bre 1915, i bilanci per le amministrazioni
dello Stato nell'esercizio 1915-16. secondo gli
stati di previsione dell' entrata e della spesa
e i relativi disegni di legge con le susseguite
modificazioni già proposte alla Camera dei
Deputati, nonché a provvedere i mezzi straor-
dinari per fronteggiare le eventuali deficenze
del bilancio derivanti da aumenti di spese o
da diminuzioni di entrale.
La presente legge andrà in vigore il giorno
stesso della sua pubblicazione.
58. - Le zone di guerra.
22 maggio 1915. — Il Re con un de-
creto dichiara in istato di guerra i
territori di alcune provincie del Regno.
A decorrere dal 23 corr., è considerato in
istato di guerra il territorio delle provincie di
Sondrio, Brescia, Verona, Vicenza, Belluno,
Udine, Venezia, Treviso, Padova, Mantova,
Ferrara, e quelle delle isole e dei comuni co-
stieri dell'Adriatico, nonché di tutte le fortezze
che siano dichiarate in istato di resistenza per
ordine dei ministri della guerra e della ma-
rina.
59. - La dichiarazione di gfuerra.
23 maggio 1915. — L' Italia dichiara
guerra all'Austria-Ungheria.
Secondo le istruzioni ricevute da S. M. il
Re, suo augusto Sovrano, il sottoscritto ha
l'onore di partecipare a S. E. il Ministro de-
gli Esteri dell'Austria-Ungheria la seguente
dichiarazione: Già il 4 del mese di maggio
vennero comunicati al Governo I. e R. i mo-
tivi per i quali l'Italia, fiduciosa del suo buon
diritto, ha considerato decaduto il trattato
d'alleanza con l'Austria-Ungherla, che fu vio-
lato dal Governo Imperiale e Reale, lo ha di-
chiarato per l'avvenire nullo e senza effetto
ed ha ripreso la sua libertà d'azione. 11 Go-
verno del Re, fermamente deciso di assicu-
rare con tutti i mezzi a sua dispo>izione la
difesa dei diritti e degli interessi italiani, non
trascurerà il suo dovere di prendere contro
qualunque minaccia presente e futura quelle
misure che vengano imposte dagli avveni-
menti per realizzare le aspirazioni nazionali.
S. M. il Re dichiara che l'Italia si consideri
in istato di guerra con l'Austria-Ungheria da
domani. Il sottoscritto ha 1' onore di comu-
nicare nello stesso tempo a S. E. il Ministro
degli Esteri Austro-Ungarico ohe i passaporti
vengono oggi consegnati all' ambasciatore I.
e R. a Roma. Sarò grato se vorrà provvedere u
fargli consegnare i suoi. — Duca d'Avarna.
60. - Le ragioni della nostra guer-
ra notificate a tutte le Potenze.
23 maggio 1915. — Il ministro degli
Affari Esteri invia a tutti i nostri rap-
presentanti air Estero una nota con
la quale il Governo italiano spiega i
motivi che giustificano lo stato s^ di
guerra esistente fra V Italia e 1' Au-
stria-Ungheria, e notifica tale stato di
guerra a tutte le potenze.
Il carattere eminentemente conservativo
e difensivo della Triplice Alleanza risulta evi-
dente dalla lettera e dallo spirito del Trat-
tato e dalle intenzioni chiaramente manife-
state e consacrate in atti utficiali dei mini-
stri che fondarono l'Alleanza e ne curarono
i miglioramenti. *
Agli intenti di pace si è costantemente
ispirata la politica italiana. Provocando la
guerra europea, respingendo la risposta re-
missiva della Serbia che dava all'AustriaUn-
gheria tutte le soddisfazioni che essa poteva
legittimamente chiedere, rifiutando di dare
ascolto alle proposte conciliative che l' Italia
aveva presentato insieme ad altre Potenze
nell'intento di preservare l'Europa da un im-
mane conflitto che avrebbe sparso sangue ed
accumulato rovine in proporzioni mai veduto
e neppure immaginate, l'Austria-Ungheria la-
cerò colle sue stesse- mani il patto di alleanza
con l'Italia, il quale, sino a che era stato leal-
mente interpretato non come strumento d'ag-
gressione, ma solo come difesa contro possibili
aggressioni altrui, aveva validamente contri-
buito ad eliminare le occasioni o a comporre
le ragioni di conflitto, e ad assicurare ai po-
l)oli per molti anni i benefici inestimabili della
pace.
L'articolo 1 del Trattato consacrava una
norma logica e generale di qualsiasi patto di
alleanza: cioè l'impegno di procedere ad uno
scambio di idee sulle questioni politiche ed
economiche di natura generale che potessero
presentarsi. Ne derivava che nessuno dei con-
traenti era libero di intrapr'^ndere, senza
previo comune concerto, un'azione le cui
conseguenze potessero produrre agli altri
alcun obbligo contemplato dall'alleanza o
comunque toccare i loro più impoi-tanti in-
\S2i
t eressi. À questo dovere cóntravvesme l'Au-
-tria-Ungheria con l'invio alla Serbia delia
uà nota in data '2;i inolio l'.tU, senza previo
■ incerto con l'itulia. L'Aushia-Ungheria violò
•OSI inilisciitibilinente in una delle sue claii-
-o!e fondamejitali il Trattato.
Tanto niajfj-'iore eia l'obbliyo dell'Austria-
1 ngheria di previamente ooncertiirsi con l'Ita-
lia, in qnaiito dal!a sua azione intrunsljjen'e
( intro la Serbia derivava una situazione di-
rt-ttamente tendente a provocare una jruerra
eu opea: e sino dal piincipio del ln>;lio lltl4
li R. Cìoverno, preoccupato dalle tendenze
prevalenti a Vienna, aveva fatto giungere al
«ìoverno Imperiale e Reale ripetuti consigli
di moderazione ed avvertimenti sugli incom-
benti pericoli di carattere europeo.
I/a/.ioTie intrapresa dall'Austia-Ungheria
contro la Serbia era inoltre direttamente le-
siva degli interessi generali italiani, politici
ed economici, nella Penisola Balcanica.
Non era lecito all'Austria p^Misare che
l'Italia potesse restare inditì'ei-ente alla me-
nomazione dell'indipendenza della Serbia.
Non e' ano mancati a questo pr.iposito i no-
stii mon ti. Da molto tempo l'Italia aveva
più volte, in termini amichevoli ma chiari,
avvertito 1' Austria-Ungh'»ria che l'indipen-
d'^nza del'a Seibia era considei'ala dall'Ita-
lia come elemento essenziale dell'equilibrio
i alcanico. che l'Italia stessa non avrebbe
mai potuto ammettere fosse turba' o a suo
daimo. Né ciò avevano detto soltanto nei pri-
vati colloqui i suoi diplomatici; ma dalla tri-
lìuna parlamentare lo avevano aMam^n'e e
pubblicamente pi-oclamato i suoi uomini di
Stato.
L'Austria adunque, aggredendo la Serbia
con un • ultimatum „ non preceduto, con di-
sdegno di ogni consuetudine, daqualsiasi mos-
sa diplojnatica verso di noi e preparato nel-
l'ombra con si gelosa cura da tenerlo celato
»ir Italia, che ne ebbe notizia insieme al pub-
blico dalle Agenzie te'egratiche prima che per
via diplomatica, si pose non solo fuori dell'Al-
leanza coir Italia, ma si eresse a nemica degli
intere>si italiani. Risultava intatti al R. Go-
verno, per sicure notizie, che tutto il com-
plesso piogramma di azione dell'Austria Un-
;,'heria nei Balcani portava nd una gravissima
'iiminuzione politica ed economica dell'Italia,
])■ rchè a ciò conducevano, direttamente od
indirettamente, l'asservimento della Serbia,
i isolamento politico e territoriale del Mon-
tenegro, l'isolamento e la decadenza politica
della Romania. Questa diminuzione dell'Ita-
lia nei Balcani si sarebbe verificata anche am-
mettendo che l'Austria-Ungheria non avesse
avuto proposito di compiere nuovi acquisti
torritoriali.
Giova osservare che il Governo Austro-
Ungarico aveva esplicito obbligo di previa-
mente coticprtarxi con l'Ttal a in forza d'uno
speciale articolo 7 dei Trattato delta Triplica
Alleanza, che stabiliva il vincolo dell'uccordo
preventivo ed il diritto a compensi fra gli
alleati in caso di or-cupazionl tempoianee o
permanenti nella regione dei Balcani. In pro-
posito il R. fJoverno iniziò conversazioni col
Governo Imperlale e Reale sino dall'apertura
delle ostilità austro-ungariche contro la Ser-
bia, ritrae. ulo dopo qualche riluttanza un'ade-
sione di massima.
Queste conversazioni erano state iniziate
subito dopo il 23 luglio, all.5 scopo di rendere
al trattato violato, e quindi annullato per
opera dell'Austria-Ungheria, un nuovo ele-
mento di vita, quale poteva derivargli sol-
tanto da nuovi accordi. Le conversazioni fu-
rono riprese con più precisi intenti nel mese
di dicembre 1914.
Il R. Ambasciatore a Vienna ebbe allora
istruzioni di far conoscere al conte Be.chtold
ohe 11 Governo italiano riteneva necessario
procedere, senza alcun ritardo, ad uno si-am-
bio di idee, quindi ad un concreto negoziato
col Governo I. e R., circa la situa/ione com-
plessi derivante dal conflitto provocato dal-
l'Auslria-Ungheria. Il Conte Berchtold risposo
da prima con ripulse, concludendo che non
riteneva il caso di venire per questo ad al-
cun negoziato. Ma in seguito alle nostre re-
pliche, alle quali si associò il Governo germa-
nico, il conte Berchtold fece poi conosf-ere di
essere disposto ad entrare nello scambio di
idee da noi propos'e.
Esprimemmo allora subito un dato fon-
damentale del nostro punto di vista: e cioè
gli dichiarammo che i compensi contemplati,
sui quali doveva intervenire l'accordo, do-
vevano riflettere territori trovantisi sotto 11
dominio attuale tiell'Austr a-Ungheria.
Le discussioni proseguirono per mesi, dai
primi di dicembre al marzo. E solamente alla
fine di marzo dal Barone Burian ci venne
oflerta una zona di territorio compresa in li-
miti lievemente a nord della città di Trento.
Per questa cessione il Governo Austro-Unga-
rico ci richiedeva a sua volta numerosi im-
pegni a suo favore, fra cui i)iena ed Intera
libertà d'azione nei Balcani.
È da notarsi che la cessione del territo-
rio nel Trentino non doveva, nel pensiero del
Governo austro-ungarico, effettuarsi imme-
diatamente .«ei'ondo noi chiedevamo, ma so-
lamente alla fine dell'attuale conflitto.
Rispondemn:o che l'offeita non poteva
soddisfarci; e formulammo il minimo delle
cessioni che potevano corrispondere in parte
alle nostre aspirazioni nazionali, migliorando
equament? la nostra situazione strategica nel-
l'Adria-ico.
Tali richieste comprendevano: un confine
più ampio nel Trentino; un nuovo confine
sull'Isonzo; una situazione speciale per Trie-
ste: la ooss'oii'» di talune tsido dell'Arcipe-
Siero lodato
ArtrttlMmo,
rioMc-leroiil,
rt-umatUmo, cotta, arto-
eco. — (Jralix opìiHcolo. —
GANDOLFO =
Marca *' lodobrotn „
(Nuova formala DE liENZI)
Ditta G. 8EK8ALE, Lorgo 8. Domenico &I»gg. 17.
(leggere Vita pratica).
n22 —
Ingo Cnrzolare; il disinteresse dell'Austria
nell'Albania: il ricoiiosoimento dei nostri
possessi di Valona e del Dodefann.so.
Alle nostre richieste furono oj. posti da
prima dinieghi categorici. Solo dopo un al-
tro mese di conversazioni, l'Austria-Ungheria
sjndusso ad aumentare la zona di territorio
da cedere nel Trentino, limitandola a Mezo-
lombardo, ma escludendone territori italiani,
come un lato intero della vallata del Noce,
la Val di Fassa e la Val d'Ampezzo; o la-
sciandoci una linea non rispondente nem-
meno a scopi strategici. Restava poi sempre
ff rmo il Governo Austro-Ungarico nel negare
qualsiasi etfettuaxione di cessione prima del
termine della guerra.
I ripetuti dinieghi dell'Austria-Ungheria
risultarono esplicitamente confermati in un
colloquio che il Barone Burian tenne col R.
Ambasciatore a Vienna il 2i) aprile u. s., nel
quale risulto che il Governo austro-ungarico,
pur ammettendo la possibilità di riconosci-
mento di qualche nostro prevalente interesse
a Valona e l'anzidetta cessione territoriale
nel Trentino, persisteva a pronunziarsi in
modo negativo circa tutte le altre nostre ri-
chieste, e precisamente quelle che riguarda-
vano la linea dell'Isonzo, Trieste e le isole.
Dall'atteggiamento seguito dall' Austria-
Ungheria dai primi di dicembre alla fine di
aprile risultava chiaro il suo sforzo di tem-
poreggiare. In queste condizioni l'Italia si
trovava di fronte al pericolo che ogni sua
aspirazione avente base nella tradizione e
nella nazionalità e nel suo desiderio di si-
curezza nell'Adriatico si perdesse per sem-
pre ; mentre altre contingenze del conflitto'
europeo minacciavano i suoi maggiori inte-
ressi in altri mari. Da ciò derivavano all' Ita-
lia la necessità e il dovere di riprendere la
sua libertà d'azione, cui aveva diritto e di
ricercare la tutela dei suoi interessi all' in-
fuori dei negoziati condotti inutilmente per
cinque mesi, ed all' infuori di quel patto di
alleanza che per opera dell'Austria-Ungberia
era virtualmente cessato sino dal luglio 1914,
Non sarà fuori luogo osservare che ces-
sata l'Alleanza, è cessata la ragione dell'ac-
quiescenza determinata per tanti anni nel
popolo italiano dal desideiio sincero della
pace, mentre rivivono le ragioni della do-
glianza per tanto tempo volontariamente re-
pressa per il trattamento al quale le popo-
lazioni italianie in Austria furono assoggettate.
Patti formai a tutela della nostra lingua,
della tradizione e della civiltà italiana nelle
regioni abitate dai nostri connazionali, sud-
diti della Monarchia, non esistevano nel Ti-at-
tato. Ma quando all'Alleanza si fosse voluto
dare un contenuto di pace e di armonia sin-
cera appariva incontestabile l'obbligo mo-
rale dell'alleato di tenere in debito conto,
anzi di rispettare con ogni scrupolo, il nostro
vitale interesse costituito dall'equilibrio et-
nico nell'Adriatico. Invece la costante poli-
tica del Governo austro-ungawci mirò per
lunghi anni alla distruzione della nazionalità
e della civiltà italiana lungo le coste del-
TAdriatico. Basterà qualche sommaria cita-
zione di fatti e di tendenze, ad ognuno già
troppo noti: sostituzione progressiva dei fun-
zionari di razza italiana con funzionari di al-
tra na7lona1it:\; Immigrazione artlflciosa di
centinaia di famiglie di na/,ionalità diverse;
assunzione a Trieste di Cooperative di brac-
cianti estranei; decreti Ilohenlohe diretti ad
e-^ludere da! Comune di Trieste e dalle in-
dustrie del Comune impiegati regnicoli; sna-
zionalizzazione dei principali servizi del Co-
mune di Trieste e diminuzione delle attri-
buzioni municipali; ostacoli di ogni sorta
all'istituzione di nuove scuole na'.ionali;
regolamento elettorale con tendenza anti-ita-
liana: snazionalizzazione nell'Amministrazio-
ne giudiziaria; la questione del!' Università
che formò pure oggetto di tra:t;itive diplo-
matiche; snazionalizzazione delle compagnie
di navigazione; azione di polizia e processi
politaci tendenti a favorire le altre naziona-
lità a danno di quella italiana; espulsioni
metodiche ingiustificate e sempre più nume-
rose di regnicoli.
La costante politica del Governo Impe-
riale e Reale riguaiJo alle popolazioni ila-
liane soggette non fu unicamente dovuta a
ragioni interne, oi attinenti al giuoco delle
varie nazionalità contrastanti nella Monar-
chia : essa invece apparve inspirata in grau
parte da un intimo sentimento di ostilità e
di avversione riguardo all' Italia, dominante
in alcuni circoli più vicini al Governo Au-
stroungarico ed avente una determinante
influenza sulle decisioni di questo.
Fra i tanti indizi che si possono citare,
basterà ricordare che nel 1911, mentre l'Ita-
lia era impegnata nella gue;ra contro la Tur-
chia, lo Stato Maggiore a Vienna si apparec-
chiava intensivamente ad un'aggressione con-
tro di noi ; ed il partito militare proseguiva
attivissimo il lavoro politico inteso a trasci-
nare gli altri fattori responsabili della Mo-
narchia. Contemporaneamente gli armamenti
alla nostra frontiera assumevano carattere
prettamente offensivo.
La crisi fu allora risolta in senso pacifico
per l'influenza, a quanto si può supporre,
di fattori estranei; ma da quel tempo siamo
rinaasti sotto l' impressione di una possibile
inattesa minaccia armata, quando, per cause
accidentali, prendesse sopravvento a Vienna
il partito a noi ostile.
Tutto questo era noto all' Italia ; ma come
si disse più sopra, il sincero desiderio della
pace prevalse nel popolo ita!iano.
Nelle nuove circostanze l'Italia cercò di
vedere se e quanto, anche per tale riguardo,
fosse possibile dare al suo patto con l'Au-
stria Ungheria una base più solida ed una
garanzia più duratura. Ma i suoi sforzi, con-
dotti per tanti mesi in costante accordo con
la Germania, che venne con ciò a riconoscere
la legittimità dei negoziati, riuscirono vani.
Onde l'Italia si è trovata costretta dal corso
degli eventi a cercare altre soluzioni. E poi-
ché il patto dell'Alleanza coH'Austria-Unghe-
ria aveva già cessato virtualmente di esistere
e non serviva ormai più che a dis^^imulare
la rva'tà di sospetti continui e di quotidiani
contrasti, il R. Ambasciatore a Vienna fu in-
caricato di dichiai-are al Governo austro-un-
garico che il Governo italiano era sciolto da
ogni suo vincolo decorrente dal Trattato
della Triplice Alleanza nei riguardi dell'Au-
stria-Ungheria.
— 823 —
Tale comunicazione venne fatta a Vienna
il 4 ma'^gio cnrienle.
Sui'cessivaiiieiite a tale nostra di.hiara-
zione, e dopo che noi avevamo già dovuto
provvedere alla legittima tutela dei nostri
Interessi, il Governo Imperiale e Ueale pre-
sentò nuove ofierte di concessioni, insuttì-
cieoti in sé, e nemmeno corrispondenti al
minimo delle nostre antiche proposte; of-
ferte che ad ogni modo non potevano più
essere da noi accolte.
11 R. Governo, tenuto conto di quanto è
sopra esposto, confortato dai voti del Parla-
mento e dalle solenni manifestazioni del Pae-
se, ha deliberato di rompere gli induci; ed
ha dichiar.ito Oi,'gi stesso in nome del Ile al-
l'ambasciatore austio-un^:arico a Roma di
considerarsi da domani 24 maggio in ìstato
di guerra coU'Austria-Ungheria.
Ordini analoghi sono stali telegrafati ieri
al R. Ambasciatore a Vienna, l'rogo V. E. d'i
render noto quanto precedo a codesto Go-
verno.
6i. - Il proclama
di Francesco Giuseppe.
23vHigyio 1915. — 1/ imperatore Frau-
cesoo Giuseppe indirizza ai suoi popoli
un proclama uel (juale accusa l' Italia
di tradimento e dichiara di non avere
mai minacciato l' Italia e di non averla
toccata né nel suo onore nh nei suoi
interessi. Evoca i ricordi delle passate
guerre dal 1849 al 1866 e dichiara di
confidare nel .suo esercito e nel suo
popolo.
Ai miei popoli! Il Re d'Italia mi dichiarò
la guerra! Un tradimento di cui la stor'a non
conosce l'esempio fu consumato dal re<,Mio
d'Italia contro I due alleati, dopo un'alleanza
di più di trent'anni, durante la quale l'Ita-
lia potè aumentare i suoi possessi territoriali
e svilnpi arsi ad impensata floridezza. L'Ita-
lia ci aldiandonò nell'ora del peri< olo e passa
colle lìat.diere sjiie^ate nel campo dei nostri
nemici. Noi non minacciammo l'Italia; non
minacciammo la sua autori:à; non toccam-
mo il suo onore e i suoi In tei essi. Noi ab-
biamo sempre fedelmente corrisposto ai no-
stri doveri di alleanza; e la abbiamo assicurata
della nostra protezione quando essa è scesa
in campo. Abbiamo fatto di più: quando l'Ita-
lia diresse i suoi sguardi bramosi verso le
nostre frontiere, eravamo decisi, per conser-
vare le nostre relazioni di alleanza e di pace,
a grandi e doloi-osi sacrifici che toccavano in
modo particolare il nostro paterno onore. Ma
la cupidigia dell'Italia, che ha creduto di
poter sfruttare il momento, non era tale da
poter essere calmata. La sorte devo cosi cam-
biarsi. Durante dicci n;esi di lotte gigante-
sche nel più fedele affratellamento d'armi
del miei eserciti con quello del miei augusti
alleati, abbiamo vittor osamente tenuto fermo
contro il potente nemico del nord. Il nuovo
perfido nemico del sud non è un avversario
sconosciuto; i grandi ricordi di Novara, Mor-
tara, Custoza, Lis^a, che formano la gloria
della mia gioventù, lo spinto di Radetzky,
dell'arciduca Alberto, di Tegethof, che con
le forze di terra e di mare vivono eterna-
mente, ci sono garanzia che noi difenderemo
vittoriosamente le frontiere della monarchia
anche veiso il Sud. Io saluto le mia truppe
vittoriose e agguerrite e conlido in esse e nei
loro condottieri. E confido nel mio popolo il
cui spirito di sacrifizio senza esempio merita
la mia più profonda gratitudine. Prego l'On-
nipotente che benedica le nostre bandiere
e prenda la nostra giusta causa sotto la sua
benigna protezione. — Francksco Giuseppe.
62. — Il manifesto
della " Dante Alighieri ,,.
S5 maggio 1915. — La Società « Dante
Alighieri » sorta nel 1889 per difen-
dere la lingua e il sentimento della
nazionalità italiana puhblica un no-
bilissimo manifesto ai suoi 60,000 ade-
renti esortandoli a cooperare in que-
st' ora solenne in cui si maturano i
fati di una piìl grande Italia.
La Dante Alighieri nei giorni del dolore
e delle speranze tenne alta la fede nei de-
stini d'Italia e i nostri frntelll italianissimi
d'-l Trentino, della Regione Giulia, della Dal-
mazia, credettero nella nostra missione pre-
corritrice e invocatrice della sospirata libe-
razione.
Oggi l'azione nostra diuturna, costante,
ardente ed ardita deve rispondere alla gran-
dezza dell' intento, ai doveri dell'ora: ora di
calde ispirazioni, di opere forti e generose.
Fratelli della Dante, nel nome d'Italia e
con cuore di Italiani, stringete, stringete il
popolo nostro fatto concorde e sempre va-
loroso intorno al \\e che sente altamente
tutte le glorie e tutti i voti della Patria.
Unite l'opera di tutti intorno all'Eserciio
e all'Armata. Essi non falliranno alla ma-
gnanima prova, e poco monta per il loro
coraggio se surà ardua e pericolosa. Ma sarà
coronata dalla vittoria!
Diffondete, quando occorra e dovunque
occorra, l'esempio del sacrificio per la Pa-
tria,*ohè il sacrificio è virtù supremamente
italiana.
Qualunque po.ssa essere la fortuna di
tintura istantanea in castano e nero per
capelli e barba. — 2 sole applicazioni al
mese. Invio franco ovunque anticijìando
Lire 3,75 alla Ditta ANTONIO LONGEOA — Venezia.
== Chiederla a tutti i profumieri, parrucchieri e farmaciati. ■
L' UNICA
1324
eventi passe^gieri, fate ohe si serbi sereno
e t,'agliar<lo l'animo del Popolo nostro e di-
tegli, ditegli sempre che 1 grandi spiriti, come
fu Dante, sono profeti: ed e^li segnò con
immortale dticreto le soni de'la Patria.
Dite ogni giorno nelle nostre città e per
le nost'p c.impiiijrne la paro'a clie, innalzando
i onori, li rassicura
Li gnerra di oggi previene, in nome del
diritto nazionale, una guerra che ci avrebbe
costretti domani a difetidere i focolari del
nostro lavoro e della nostr.i civiltà, le terre
fecondate dal sudore dei nostri agricoltori,
E il nostro animoso inteivento vairà ad ab-
breviare la durata del cìntlìtto immane.
Sorelle della Dtn'e dite alle madri, alle
spose, alle sorelle, che se è crudele cosa la
guerra, peu'giore danno è la servitù d' un
popolo ad un popolo straniero, e che il do-
minio straniero sigiifìca oppressione delle
anime, dispersione delle energie nazionali,
rovina del lavoro lazionale. Aiutate le fa-
miglie, consolatele in ogni ansia, contortatele
in ogni evento.
I lavoratori della campagna pensino ai
fratelli che lavorano in terre lontane. Una
Patria forte è il loro sospiro, una Patria vit-
toriosa è la loro difesa, la loro elevazione.
Giovani della Dan'e ascoltate il vostro
cuore e operate. A voi si appartiene essere
sempre i primi nei giorni della pi-eparazione,
i primi nei giorni delle vitturirf. — ir Pre-
sidente: Paolo Boselli.
63. - Altre zone di guerra.
25 maggio 1915. — Un altro decreto
del Re dichiara in istato di guerra il
territorio delle provincie di Bologna,
Ravenna e Forlì.
64. - Il proclama del Re d'Italia
pel compimento dell'unità na-
zionale.
26 maggio 1915. — Il Re d' Italia as-
.suniendo il comando supremo delle
forze di terra e di mare rivolge ai
soldati un i)roclama nel quale è detto
che l'ora delle rivendicazioni nazio-
nali è suonata.
Soldati di terra e di mare !
L'ora solenne delle rivendicazioni nazio-
nali è suonata. Se^mendo l'esempio del mio
Grande Avo assumo oggi il comando supremo
delle forze di terra e di mare, con sicura
fede nella vittoria, che il vostro valore, la
vostra abnegazione, la vostra disciplina sa-
pranno conseguir '. Il nemJco che vi accingete
a combattex-e è agguerrito e degno di voi.
Favorito dal terreno e dai sapienti appresta-
menti dell'arte, egli vi opporrà tenace resi-
stenza, ma il vostro indomito slancio s-aprà,
di certo, superarla. So'dati, a voi la gloria
di piantare il tricoloie d'Italia sui termini
sacri che natura pose a confine della Patria
nostra, a voi la gloria di compiere, lina'men'^^ >,
l'opera con tanto eroismo iniziata dai nostri
padri.
Gran Quartiere Generale, 26 maggio 1915,
Vittorio Emanuele.
65. - Dichiarazione di blocco.
26 maggio 1915. — L'Italia dichiara
il blocco effettivo del litorale austro-
ungarico estendentesi a nord dal con-
iinc italiano sino al confine montene-
grino a sud, e del litorale all>àncse
estendentesi dal confine montenegrino
a nord sino a capo Kiephali compreso
a sud. ^
Il R. Governo Italiano: Visto lo stato di
guerra esistente fra l'Italia e l'Austria-Un-
gheria: Considerato che alcuni porti della
costa albanese servono alle autorità navali
austro-ungariche per il rifornimento clande-
stino (iel loro naviglio sottile da guerra, di-
chiara: A datare dal giorno 26 maggio 1915
sono tenuti in istato di blocco effettivo da
parte delle forze navali italiane: 1° il lito-
rale austro-ungarico estendentesi a nord dal
confine italiano sino al contine montenegrino
a sud, con tutte le sue isole, porti, seni, rade
e baie; 2° il litorale dell'Albania, estenden-
tesi dal confine montenegrino a nord fino a
Capo Kiephali compreso a sud. I limiti geo-
grafici dei territori bloccati sono: Per il li-
torale austro-ungarico: limite nord 45o 42' 50"
di latitudine N. e 13° 15' 10" di longitudine
E. Greenwioh: limUe sud 42» 06' 25" di lati-
tudine N. e 19» 05' 30" di longitudine E. Gree-
nwioh. Per il litorale albanese : limite nord
410 0-2' di latitudine N. e 19° 22' 40" di lon-
gitudine E. Greenwich: limite sud 39» 54' 15"
di latitudine N. e 19» 35' 50" di longitudine
E. Greenwich. Le navi di potenze amiche e
neulrali avranno un termine ciie sarà stabi-
lito dal comandante in capo delle forze na-
vali italiane, a cominciare dal giorno della
dichiarazione di blocco, per uscire libera-
mente dalla zon^ì bloccata. Contro le navi
che in violazione del blocco tentassero di
attraversare o avessero attraversato la linea
di sbarramento, costituita dalla congiungente
Capo d'Otranto-Capo Kiephali, saràprocelnto
in conformità delle regole del diritto inter-
nazionale e dei trattati in vigore.
Con dichiarazione 30 maggio 1915 il
blocco del litorale albanese fu limitato
dai confini del Jlontenegro sino ad
Igiene
CRÈME SIMON
Alla
Bellezza ^j^^^jL^^^^^^^^^^^^^M^^ Glicerina
Unica per la toilette e la bianchezza della pelle.
325 —
Aspii Riijjji (Stijuli' Biainhc) : e con
decreto legge del 4 litylio 1915, u. 1000
fu esteso a tutte le z<»ue del mare
Adriatico a nord della linea ()tranl(»-
At*i>ri-Kuga (Strade liianclie). con di-
vieto di navigazione nell'Adriatico i>er
le navi mercantili <li qualsiasi ban-
diera.
66. - Un documento pontificio.
C?J ìiìdfjtjio 1913. — Il Papa scrive al
Decano del Sacro ("ollcgio dei)lorando
gli orrori della guerra e dolendosi che
il terriliile incendio si sia esteso alla
•« diletta Italia ».
67. - Discorso dell' on. Salandra
in Campidogflio.
2 fjiìKjiìo 1915. — L'on. Salandra, alla
seduta del Comitato romano ]>er la
preparazione civile- i)ronuucia un fiero,
elevato discorso in risi)osta alle in-
giuriose ciance di Bethniann-Hollweg.
Noi siamo entrati, a tutela delle più an-
tiche e più alie aspi; azioni, dei più -vitali
interessi della Fatila iiostra, in una guerra
più grande di qua'unque altra la storia ri-
cordi, in una guerra la quale investe e tra-
sporta nel suo turl)iiie non soltiin;o i com-
battenti, ma tutti coloro che re->tano. Nes-uno
so ne può sottrorre; chi alla Patria roa dà
il br.toe-io, deve dare la mento, i beni, il
cuore, le rinunzi(\ i sacrifizi. E tutta una
elevazioue, tutta una sublimazione di un po-
polo che deve essere volutii e compiuta.. .
Parlerò con la serena compostezza della
quale ha dato nobilissimo e.-empio il Re
d" Italia chiamando alle armi i suoi soldati
di terra e di mare. Parlerò come debbo, os-
servando il rispetto dovuto al mio grado 0
al luogo onde parlo. Potrò non curare Io
ingiurie scritte nei proclami imperiali, reali
e arciducali. Poiché parlo dal Campidoglio e
i-appresento, in quest'ora solenne, il Popolo
e 11 Governo d' Italia, io, modesto borghese
mi sento di gran lunga più nobile del capo
degli Absburgo-Lorena.
I mediocri uomini di St.ito, i quali, con
temeraria leggerezza, errando in tutte le loro
previsioni, appiccarono nel luglio scorso il
fuoco all'Europa intera ed alle stesse loro
case, accorgendosi ora del nuovo colossale
errore, rei Parlamenti di Budapest e di Ber-
lino si sono sfogati con brutali parole con-
tro l'Italia e contro il suo Governo col fine
evidente di farsi perdonare dai loro concit-
tadini, ubriacandoli di trm-i visioni di odio
e di sangue....
Sarebbe facile domandare se abbia il di-
ritto di pari. re di alleanza e di rispetto ai
trattati chi, rapprehentando con tanto mi-
nore genialità di mente ma con uguale iii-
difTerenza morale la tradizione di Federiro
ili Glande e di Ottone di Bismarck, ha pro-
c amato che ** necessità non ha legge „ ed
ha consentito che il suo Paese calpestasse.
bru iasse, seppellisse in fondo all'Oceano tutti
i documenti e tutte le civili consuetudini del
diritfo pubblico internazionale'....
(L'on. Salandra poi si dilTynde a dimo-
stiare crii i documenti pubblicati nel Libro
Verde ital.a.io. i;el I^ibro Rosso austriaoo ecc.
che le nostre aspirazioni erano note da ;iran
tempo e ci e fin dal principio del conflitto
il G.iverno Italiano giudicò severamente lag-
gre sione dell'.\ustria alia Serbia e ne pre-
vide le terribili conseguenze. Accennato al-
l'azione sulidola dei nostri alleati durante la
guerra di Libia, Tou. Sa'andra parla dello
trattative con l'Austria, dei pretesti da que-
sta posti avanti per mandare le coso in lungo,
e dell'azione del Principe di Bùlow che su-
scitò l'indignazione di tutta Italia, e termina
inneggiando all'unità mora'e del popolo ita-
liano).
Entrati nella gi-ande cri-i, noi non dol)-
biamo essere da meno degli aitri popoli al-
leati e nemici: dal Re che, interprete, come
sempre i Savoia, del sentimento popolare e
delle aspirazioni nazionf.li è là, al campo,
affidando alla c'islodia del iio; olo di Roma
l'Augusta Sovrana e i teneri tì>;li, fino ai più
umili lavoratori delle città e delle, campagne,
alle donne, ai giovanetti, tutti per ciascuno,
tutti fidanti che col nostio sforzo supremo
consegneremo alla generazione ventura una
Itilia ! iù completa, più forte, più onorata,
un'italia che si assida nel consesso delle Po-
tenze non vassalla o protetta, ma sicura nei
suoi termini naturali e che ritorni alle feconde
gare della pace, propugnatrice quale è sem-
pre stata, di libertà e giustizia nel mondo....
68.
Il secondo prestito
nazionale.
lo yiuf/no 1915. — 11 Re firma uu de-
creto che stabilisce le modalità per
un nuovo prestito nazionale al 4,50%
netto di ogni imposta presente e fu-
tura e rimborsabile entro venticinque
anni. 11 prezzo di emissione delle ob-
bligazioni h di L. 95 per cento e di
L. 93 per i sottoscrittori del prestito
precedente.
69. - La mobilitazione industriale.
^6" giugno 1915. — Un regio Decreto
dispone provvedimenti per assicurare
gli approvvigionamenti re.si necessari
dalla guerra e per organizzare la nu)-
bilitazione industriale per V intensiva
produzione dei materiali necessari al-
l' esercito e all' armata.
70. - Altre zone di guerra.
15 luglio 1915. — Un decreto reale di-
chiara in istato di guerra il territorio
delle Provincie di Cremona e di Pia-
cenza e la parte della provincia di
Rovigo non ancora posta in istato di
guerra col precedente decreto del 2'2
maggio.
32G —
71. " Dichiarazione di guerra
alla Turchia.
21 agosto 1915. — Il Governo italiano
dirige alle Regio rappresentanze al-
l'estero una circolare nella quale elenca
i soprusi della Turchia e le ripetute
violazioni del trattato di Losanna, in
conseguenza delle quali il R. Governo
ha spedito ordino al R. Ambasciatore
a Costantinopoli di presentare dichia-
razione di guerra alla Turchia.
(Dalla circolare si rileva che il nostro Go*
verno aveva richiesto:
1° che gli italiani potessero liberamente
partire da Beirut;
2» che gli italiani di Smirne, essendo
impraticabile il porto di Vurla, fossero la-
sciati partire per la via di Sigagig ;
3° che il Governo ottomano lasciasse
imbarcare liberamente gli italiani da Mar-
sina, Alessandi-etta, Caiffa e Giaffa;
4" che le autorità locali dell'interno de-
sistessero dall'opposizione alla partenza dei
BK. sudditi che si dirigono al litorale e pro-
curassero invece di facilitare loro il viaggio.
Il 5 agosto, innanzi ohe scadesse il ter-
mine di 48 ore posto dal nostro ultimatum,
il Governo ottomano, con nota a firma del
Gran Visir, accoglieva punto per punto le
nostre domande. In seguito a tale solenne
dichiarazione, il nostro Governo provvide a
spedire due navi per andare a imbarcare i
cittadini italiani che da tempo erano rima.^ti
in attesa di rimpatrio nei predetti porti del-
l'Asia Minore. Invece dalle autorità consolari
americane cui era stata affidata la tutela dei
nostri interessi, pervenne la notizia che a
Beirut e a Mersina l'autorità militare revocò
il permesso di partenza. Venne dichiarato an-
cora che le autorità militari avrebbero fatto
impedimento all' imbarco degli altri nostri
connazionali nella Siria).
72. - Dichiarazione di guerra
alla Bulgaria.
19 ottobre 1915. — Avendo la Bulgaria
iniziato le ostilità contro la Serbia,
alleandosi coi nemici d' Italia e com-
battendone gli alleati, il Governo Ita-
liano, d' ordine di S. M. il Re, ha di-
chiarato esistere stato di guerra tra
r Italia e la Bulgaria.
73. ■ Il patto di Londra
firmato dalP Italia.
30 novembre 1915. — Le potenze al-
leate con r adesione dell' Italia, rin-
novano il Patto di Londra col quale
si impegnano a non concludere la pace
separatamente.
Il Governo ita'iano, avendo deciso di ade-
rire alla dichiarazione fatta a Londra il 5 set-
tembre 1914 dai Governi francese, britannico
e russo, dichiarazione alla quale ha ugual-
mente aierito il Governo giapponese in data
19 ottobre 1915, i sottoscritti, debitamente
autorizzati dai loro rispettivi Governi, fanno
la dichiarazione seguente :
/ Governi francese, britannico, ita'iano,
giapponese e rus.w si impegnano a non concludere
pace separata nel corso della presene guerra.
I cinque Governi (ouvengono che quando sarà
il caso di discutere i termini della pace nes-
suna delle Potenze alleate potrà porre dt-Ue
condizioni di p ire senza il prev ntivo accordo
con ciascuno degli altri alleati.
In fede di che i sottoscritti hanno firmato
la presente dichiarazione e vi hanno apposti
i loro sigilli.
Dato in Londra in quintuplo oi-iginale,
30 novembre 1915. — Imperiat^t, Inuye,
Benckendoiiff, Paul Cambon, Grey.
74. - Una protesta del Papa.
6 dicembre 1915. — Il Papa Benedet-
to XV nel Concistoro segreto iironun-
cia una allocuzione nella quale accenna
a condizioni della S. Sede lesive della
sua libertà pel fatto del trovarsi l'Ita-
lia in guerra.
75. - La pronta smentita
del Governo italiano.
6 dicembre 1915. — Un comunicato uf-
ficioso smentisce le ailermazioni con-
tenute nell' allocuzione pontificia.
Le parole del Pontefice relative agli am-
basciatori e ministri accreditati presso la
Santa Sede, i quali sarebbero stati costretti
a partire per tutelare la loro dignità perso-
nale, debbono derivare da inesatte int'orma-
zioni da'e a Sna Santità. Sta invece dì fatto
che i rappresentanti degli imperi centrali,
malgrado le più esplicite e prec se assicura-
-zioni del governo per la tutela della loro si-
curezza personale e dei diritti e privilegi loro
spettanti giusta le leggi, vollero, di loro spon-
tanea volontà, allontanarsi da Roma.
76. - Il siluramento
dell' "Ancona,,.
7 dicembre 1915. — Il Governo degli
Stati Uniti dirige all'Austria-Unghe-
ria una vivacissima nota chiedendo
di sconfessare la distruzione del va-
pore italiano Ancona che qualifica
come ■♦ un brutale assassinio *. '
Informazioni degne di fede, ottenute da
americani e da altri superstiti ohe si trova-
vano fra i passeggeri àeWAucona, provano
che il 7 novembre un sommergibile, battente
bandiera austriaca, tirò un colpo a granata
contro Y Ancona, il quale cercò allora di fug-
gire; che, dopo un breve intervallo di tempo
e prima che l'equipaggio ed i passeggeri
avessero potuto rifugiarsi nei canotti, il som-
mergibile tirò parecchie granate contro la
nave, che poi torpedinò e afl'ondò, mentre
numerose persone erano ancora a bordo; che
un grande numTo di persone, fra le quali
cittadini americani, perdettero la vita o ri-
- 327
masero ferite gravemente In seguito al can-
noneggiamento ed alla distruzione.
11 comunicato pubblicato dall'Ammira-
gliato austro-ungarico conferma nella so-
stanza la principale dichiarazione dei super-
stiti, poiché esso ammette ohe r^n<'0'io, dopo
essere stato cannoneggiato, fu silurato ed
affondato mentre aveva ancora persone a
bordo.
Il Governo austro-ungarico fn messo al
corrente della corrispondenza scambiata fra
gli Stati Uniti e la Germania, dell' aHeggia-
mento del Governo americano circa l'uso dei
sommergibili p^-r altacc;ire le navi mercan-
tili e del rie noscimento da parte della Ger-
mania di tale atteggiiiinento. Nondimeno,
malgrado la cognizione ben netfa, da parie
del Governo austro-ungarico, delle vedute
del Governo amei jcano, espresse in termini
non equivoci all'alleata dell'Anstria-TInghe-
ri», il <omaiidanfe del sommergibile che at-
taccò VAncont trascurò di .porre al sicuro
l'equipaggio ed i passeggeri della nave che
aveva l'intenzione di distruggere, perchè era
verosimilmente nella impossibilità di con-
darla come preda di gu< rra.
11 Governo americano considera die il
comandante vidò i principi delle leg^i in-
ternazionali doli" umanità cannoneggiando e
silurando l'Ancona prima che le persone che
aveva a bordo si fossero rifugiate in luot,'0
sicuro e senza che fosse dato loro il tempo
sufficiente per lasciare la nave.
La condotta del comandante può sol-
tanto essere qualificata come un brutale as-
sassinio di non combattenti senza difesa,
poiché nel momento in cui la nave fu can-
nonéj-'giata e silurata, non semì)ra che resi-
stesse o tentasse di fuggire e nessun' altra
ragione costituisce una scusa sufficiente per
un tale attacco e nemmeno la possibilità che
si avvici lasserò soccorsi.
Il Governo americano è perciò costretto
a concludere che: o il comandante del som-
mergibile ha agito violando le proprie istru-
zioni o il Governo imperiale e reale ha tr.i-
scurato di dare ai comandanti dei suoi som-
iner;;ibili istruzioni conformi alle leggi in-
ternazionali ed ai principi dell'umanità. Il
Governo americano si rifiuta di ammettere
l'ultima ipotesi e di porre a carico del Go-
Terno austro-ungarico l'intenzione di per-
mettere ai suoi sommergibili di uccidere uo-
mini, donne e fanciulli senza difesa. Esso
preferisce che il comandante del sommergi-
bile abbia commesso questo delitto senza
ordini, contrariamente alle istruzioni gene-
rali 0 speciali ricevute.
Siccome le buone re'azioni dei due paesi
debbono basarsi sopra il mutuo rispetto delle
leggi e dell' umanità, il Governo americano
si vede restretto a chiedere che il Governo
imperiale e reale qualifichi la distruzione
deir.-l^'r na come un atto illegale Ingiustifl-
oabile. ohe l' ufficiale che perpetrò il delitto
sìa punito e ohe una riparazione pecuniaria
venL,'a accordata ai cittadini americani uccisi
e feriti.
Il Governo americano spera che 11 Go-
verno austro ungarico, riconoscendo la gra-
vità del caso, accoglierà queste domande ra-
pidamente e b&sa questa sua attesa sulla
fiducia che 11 Governo austro-ungarico non
sanzionerà o non scuserà un atto, condannato
dal monpo intero come inumano, barbaro ed
aborrito da tutte le nazioni civili e ohe causò
la morte di cittadini americani innocenti.
(Già fin dal 14 novembre il nostro Mini-
stro degli Esteri aveva inviato ai Governi neu-
trali a mezzo delle proprio rappreseitanze
diplomatiche una comunicazione di energica
protesta per questo aftondamento nel qualo
perdettero la vita più di 200 persone fra cui
donne e bambini. La comunicazione del Go-
verno ita'iano terminava esprimendo la pro-
pria sicurezza che i sentimenti di giustizia
e di umanità degli Stati neutrali " giudiche-
ranno senza dubbio come merita la condot a
di un nemico che agisce cosi patentemente
in modo contrario ai principii del diritto delle
genti e ad ogni sentimento di civlità).
77. - Il terzo prestito nazionale.
:22 dicembre 1915. — Il Re firma un
decreto jjer V emissione di un nuovo
prestito nazionale al 5 % netto da ogni
imposta e tassa presento e futura. Il
prezzo di emissione è fissato in lire
97,50 "/o pagabile anche a rate.
78. - Denunzia italiana contro i
metodi barbarici e sleali deg^li
Austriaci.
25 dicembre 1915. — Alla denuncia
presentata al Comitato della Croce
Rossa di Ginevra dall'Associazione
Austriaca della Croce Rossa, accu-
sante il nostro esercito di aver tirato
sopra un ospedale di Gorizia contras-
segnato dalla bandiera di Ginevra, il
Comando Supremo italiano risponde
con un memorandum contro le calun-
nie dell'Austria e denunciandone i
barbarici metodi di guerra.
Proiettili su Gorizia.
Con s'cura coscienza il Comando Supremo
dell'esercito italiano contesta anzitutto al
Comando Supremo dell'esercito austro un-
garico ogni diritto di appellarsi alla Conven-
zione di Ginevra, da esso sistematicamente
violata in onta alle leggi elementari dell'urna-
PLASMON
Pastine glutinate - Cacao
- Cioccolato - Biscotti al
alimenti dieci volte più nutrienti dei con-ispondenti prodotti co-
muni e più digeribili. — Per ammalati • convalescenti - organismi deboli.
328
nità, nonché della lealtà e della cavalleria.
Certe proteste, per la fonte da cui proven-
gono, non meriterebbero neppure una rispo-
sta. Ma per la dovuta defei-enz i alla bene-
merita Croce Rossa e per impedire che uno
sdegnoso silenzio possa essere non rettamente
interpretafo, il Comando Supremo dell'eser-
cito Hliliano fa noto che il reclamo rivolto
dal presidente federale dell' assooiazione au-
striaca al Comitato internazionale della Croce
Rossa è fondato su asserzioni artificiose e
mendaci.
Apposita rigorosa inchiesta ordinata da
questo Comando ha provato In modo asso-
lutamente indiscutibile che giammai nostre
artiglierie aprirono il fuoco sull'ospedale di
Gorizia, come su qualsiasi altro stabilimento
sanitario nemico lungo tutta la fronte.
Poiché, nelle operazioni in corso, le arti-
glierie italiane stanno bombardando le alture
del Sabotino e del Podgora, antistanti a Go-
rizia, potrà forse essere avvenuto che qual-
che proiettile, sorpassando il ciglio di dette
alture, sia fortuitamente caduto sullb città
di Gorizia e fors' anco suU' ospedale, che sono
dalle alture stesse sottratti completamente
alla vista degli osservatori delle batterie.
Analogamente, dalle artiglierie austriache,
che tii-ano continuamente sulle nostre posi-
zioni lungo l'Isonzo, act^ade spesso che vengo-
no colpiti nostri stabilimenti sanitari con per-
dite fia i ricoverati e nel personale di cura.
In simili casi fortuiti, nonostante i fre-
quenti atti sleali in cui incorre il nemico, il
Comando italiano non accusa il Comando
austro-ungarico di violazione della Conven-
zione di Ginevra.
Il metodo italiano
e quello nemico.
Datarie degli italiani, furono fino ad oggi
rigidamente e scrupolosamente osservate le
leggi e gli usi di guerra; ed a p:ova di ciò
basti ricordare che ai ripetuti bombarda-
menti di città indifese, effettuati fino ad oggi
con malvagia pervicacia da aereoplani ne-
mici si è risposto da noi col bombardamento
di campi di aviazione e di accampamenti
militari, astenendoci fino ad ora dallo spai-
gere — come facilmente si potrebbe — la
morte e il terrore nelle popolose città au-
striache a portata dei nostri velivoli.
Questo Comando Supremo coglie l'occa-
sione di tale gratuita accusa incautamente
i-ivoita all'esercito italiano, per richiamare
l'attenzione delComitato Internazionale della
Croce Rossa in Ginevra su fatti assai gravi
commessi sistematicamente dall'esercito au-
stiO-ungarico non soltanto contro la Conven-
zione di Ginevra, ma anche contro qualsiasi
elementare norma di umanità.
Molte volte nei nostri bollettini ufficiali
o nelle nostre comunicazioni alla stampa de-
nunciammo tali atti, che non poterono es-
sere smentiti.
Ricorderemo i principali episodii di tale
metodica e persistente azione sleale e feroce
dei nostri nemici, richiamando sugli episodi
stessi l'attenzione del Comitato Internazio-
nale della Croce Rossa, a disposizione del
quale teniamo i documenti comprovanti la
rigorosa verità del nostro asserto.
Ci astenemmo fin qui dal d?nunciare al
Comitato suddetto le violazioni della Con-
venzione di Ginevra e delle le;-'gi di uma-
nità di lealtà e di civalleria commesse dal-
l'esercito austro ungarico, .sembrandoci suffi-
ciente sanzione il denunciai-li alla i^ubljlica
opinione del mondo civile. Ma poiché il Co-
ma ido dell'esercito nemico ha tentato di
trarre in inganno, con false asserzioni, quella
benemerita istituzione, obliando l'intìnita se-
rie delle proprie colpe, ci permettiamo di
rifare brevemente la storia delle m ilei'aite
austro-ungariche.
Chi rilegga i nostri bollettini di gnerca,
troverà molte vo'.te accennato il fatto chrs
dall' esercito austro-ungarico si fa uso di
granate dalla cui esplosione emanano gas
asllssianti o ìa^'rimogeni. È stato pure pub-
blicamente denunciato l'uso di proiettili da
fucile esplodenti, i quali producono impres-
sionanti lacei aàoni di tessuti e che sono as-
solutamente condannati da tutte le conven-
zioni internazionali. Tali pallottole conten-
gono del fulminato di mercurio e scoppiano
all'a'to che colpiscono.
Non poche volte richiamammo ^at^enzione
del mondo civile, per mezzo dei nostri co-
municati sullo slealissimo contegno di truppe
austro-ungariche le quali, nel momento in
cui ferve il combattimento, alzano le mani si-
mulando la resa onde far avvicinare i nostri
i-iparti e poterli agevolmente massacrare.
Frequenti sono stati e sono tuttora i bom-
bardamenti che il nemico inflicrge dall'alto,
o mediante artiglierie, a località indifese, con
stragi specialmente di donne e bambini, e
ciò senza alcun obbiettivo militare.
E ciò senza parlare dei bombardamen!:i
di città aperte sull'Adriatico, con numerosa
vittime fra gli abitanti, allo stolto scopo di
impressionare o terrorizzare popolazioni le
quali si sono dimostrate invece inxx che mai
fiere e patriottiche.
Il beigantaggio
DEGLI AUSTIUACI.
Non va neanche dimenticato che l'Austria
lasciò, in taluni fi-a i territori occupati dalle
nostre truppe, suoi emissari col mandato di
esercitare il brigantaggio onde molestare le
nostre operazioni e provocare dolorosi atti
di repressione a danno delle popolazioni.
Tali banditi sparano alle spalle delle no-
stre truppe, contro isolati, contro ufficiali,
contro saimerie. Seguendo felinamente le
colonne di attacco sopratutto nelle zone bo-
scose che prcitansi agli agguati, quei sicari
furono capaci di tirare sul melici mentre
curavano feriti e persino sui feriii stessi e
sui portaferiti.
Non le popolazioni, ma gli agenti del Go-
verno austriaco debbono ritenersi responsa-
bili degli atti di ostilità e di brigantaggio
compiuti a nostro danno.
Tutto ciò col ripugnante intento di in-
durci ad esercitare dolorose rappresaglie.
In questo modo il paterno governo au-
striaco giucca con fredda ferocia la vita e i
beni delle popolazioni già ad esso s ggette,
che d'altra parte l'esercito imperiale conti-
nua aseviziare bombardandone spietatamente
le abitazioni.
320
Atroce fu il caso avvenuto a Mestar. Sem-
bra che ^'li austriaci nel ritirarsi al di là
dell'Isonzo avessero in<;iuiìto alle popolazioni
della riva destra, e specialmente a tiuelle che
tro\ansi nelle vicinanze del tìunio, di non
allontanur^ì dai loro paesi. Una contadina di
Mostar, malgrado il divieto, cercò ra<Tj,Mun-
gere le truppa italiane, onde ottenere del
pane e della farina necessari all' alimento dei
suoi quattro bambini, ma fu presa a fucilate
che gravemente la ferirono. Un nostro uffi-
ciale medico ed infermieri tentarono rag-
giungere il paese per curare la donna ferita,
iHa non vi riusciruno causa un violento fuoco
di fucileria e di artiglieria, cui vennero fatti
segno.
La povera feri'a, priva di cure, dopo cin-
que giorni mori.
Gli abitanti di Mostar, che cercarono di
trasportare le spog'ie della morta al cimi-
tero comune di Ronzina, furono pure i)resi
a fucilate dalle sentinelle austriache. Perciò
la povera morta fu seppellita dai terroriz-
zati compaesani in un campo adiaconte la
sua casa.
Il tibo sci feriti.
Per quanto particolarmenle riguarda le
violazioni della Convenzione di tìinevra, ri-
cordiamo i seguenti fatti, resi noti al pub-
blico da nostri comunicati ufficiali.
Nella notte tra il 17 e il 18 giugno tre
dei nostri ufficiali medici uscirono dalle trin-
cee nella regione di Piava con quattro por-
taferiti, perchè oliiamati dai lamenti di alcuni
feriti; ma si trovarono in breve accerchiati
da pattuglie nemiche, composte i)crò in gran
pare di personale di sanità.
I nostri e gli austriaci si accordarono di
attendere alla cura dei rispettivi feriti senza
reciproche molestie, ma due nostri portafe-
riti rientrarono nelle trincee per dare avviso
di quanto era avvenuto.
Non essendo poi tornati nò 1 tre ufficiali
medici nò gli altri due portaferiti, venne in-
viato al nemico un parlamentare onde otte-
nere la restituzione del personale sanitario
arbitrariamente trattenuto.
Nò gli ufficiali medici, nò i due portafe-
riti, nò il parlamentario ritornarono più.
In quello stesso torno di tempo l'arti-
glieria nemica tirò presso Piava su un re-
parto di sanità visibilmente munito di ban-
diera neutrale, sicché vi furono due infer-
mieri uccisi ed uno ferito.
Personale sanitario
catturato.
I nostri nemici commisero il 3 luglio un
atto gravissimo che dimostrò il massimo di-
spregio della Convenzione di Ginevra. Nei
pressi di Mo;ifalcono U'i capitano medico,
niei'tre inccoL'lie\ a i n»^mici i)re-.so i retico-
ARTRITE
F/1/SOHI DI
lati nemici sotto la protezione della bandiera
internazionale, venne catturato a tradimento
con 13 portaferiti. Uno degli ultimi giorni
di luglio, mentre verso la fine della azioua
in una delle giornate di battaglia sull'alto-
piano del Carso, una colonna di nostri feriti
discendeva la collina per prendere posto nei
e nnioiiM della sanità, un aeroplano nemico si
abba.ssò a circa 300 metri sopì ai feriti aprendo
contro di essi un vivo fuoco di mitragliatrice.
Gli aviatori austriaci si indugiarono a lungo
nella cava'leresca bisogna volteggiando sui
nostri feriti e continuando a sparare.
Dai feriti e dai sanitari si levò un coro
di proteste contro l'atto sleale ed inumano.
E da escludere che gli aviatori austriaci non
avessero visto trattarsi di feriti, perchò da
300 metri di altezza erano indubbiamente
visibili le barelle, le fasciature e i segnali
della Croce Rossa.
Tipico addirittura è il caso dell'ospedale
di Pieve di Liviiiallongo, bombardato e di-
strutto dagli austro-ungarici.
L'occupazione di Pieve di Llvinallongo
e là sistemazione della nostra linea avanzata
a nord ovest di tale località avvenne nella
notte dal '26 al 27 luglio. Il paese fu trovato
intatto ma abbandonato dalla popolazione;
solo nell'ospedale furono trovati e furono
mantenuti: 1 prete, 3 suore, 67 donne rico-
verate, in gran parte vecchie, 10 nomini quasi
tutti vecchi, 50 bambine.
L'ospedale è un gran fabbricato che tro-
vasi a S. E. dell'abitato, distarne da questo
cir«a 400 metri ben visibile e nettamente
separato e distinto; ad esso fu lasciata la
grande bandiera di neutralità che le truppe
vi avevano trovato.
Dal giorno dell'occupazione il Comando
si astenne delibei-a»amente dal colpirò coi
tiri dell'artiglieria gli abitati della valle del
Cordevole allo scopo preciso di evitare che
il nemico, per rappresaglia, dirigesse i pro-
pri colpi su Pieve, s fbbene fosse a cono-
scenza che neg'i abitati di Varda e di .^.rabl.a
si notavano movimenti di truppa e concen-
tiamenti di materiali.
Un ospedale bombardato.
Ciò nonostante nel pomeriggio del giorno
18 agosto. Pieve, con alcuni precisi colpi di
granate incendiarie, venne completamente
devastala e bruciata, ad eccezione dell'ospe-
dale.
L'indomani fu dal nemico aperto e con-
centrato ti fuoco anche sull'ospedale ed esclu-
sivamente su di esso. Una donna ed una
bambina furono uccise, due suore ed una
donna furono ferite, di cui ur.a suora grave-
mente.
È da notare che l'ospedale non era stato
assolutamente adibito a scopi militari; solo
in esso si era ricoverato il Commissario ci-
GUARITA RADICALMENTE
CON I CELEBRI
VEDI ANNUNCIO Oi FRONTE
^- ■?!> ALI-- INDICE GENERALE
330
vile, doiìO l'incendio di Pieve, più por fave
opera di assistenza ai ricoverati che per ra-
gioni di altra indole.
Il bombardamento dell'ospedale di Pieve
fu adunque un atto di pura e semplice bar-
barie, scientemente compiuta senza motiva-
zione e giustiticazione di sorta, a danno de<,'li
steissi abitanti di origine austriaca e che noi
avevamo accolti e benevolmente protetti.
Assii frequenti sono i casi in cui l'in-
transigenza del nemico vieta di addivenire
a quei momentanei accordi che vairebbero
a soccorrere feriti d'ambo le parti o a dare
pietosa sepoltura ai caduti o ad attuare pra-
tiche i^'ieniche. Ogni qualvolta i nostri me-
dici ed infermieri hanno issato sul campo di
battaglia il sacro vessillo delia Croce Rossa
per adempiere alla loro missione sanitaria
sono stati ripagati dal nemico o colla morte
o colla prigionia.
Questa è l'esatta verità fàcilmente con-
trollabile da ogni persona di buona fede.
Ciò posto, il Comando Supremo italiano,
non soltanto respinge sdegnosamente la falsa
accusa rivoltagli dal Comando austro-unga-
rico, ma eleva contro questo le più vive pro-
teste per i metodi barbarici, disumani e sleali
in uso dell'esercito imperiale, affida tali pro-
teste al Comitato Internazionale della Croce
Rossa in Ginevra ed invoca sui fatti denun-
ciati nel presente memorandum il giudizio del
mondo civile.
79. - I risultati della guerra
sino alla fine del 1915.
29 dicembre 1915. — Uu comunicato
ufficiale riassume le vicende deUa no-
stra guerra fino alla fine del 1915.
80. - Divieto d» importazione
dall'Austria e dalla Germania.
4 febbraio 1916. — Un decreto luono-
tenenziale estende al commercio fra
l' Italia e la Germania le disposizioni
del R. D. 24 maggio 1915 riguardanti
l'introduzione nel Regno e colonie
delle merci di produzione o d' origine
dell'Austria-Ungheria, da qualunque
paese provengano.
81. - Organizzazione
della campagna invernale.
2 8 febbraio 1916. — Un comunicato fa
noto quanto fu fatto dal Comando
per dare alle molte centinaia di mi-
gliaia di uomini che compongono il
nostro esercito il mezzo di svernare
in condizioni di jiiena efficienza bel-
lica e di perfetta salute, anche in zone
montuose che spesso sorpassano i 2000
metri e talvolta raggiungono i 3000
metri di altitudine.
82. - Rappresaglie
contro gli Stati belligeranti.
13 aprile 1916. — Un decreto luogo-
tenenziale dà facoltà al Governo del
Re di adottare in determinate circo-
stanze alcuni x>rovvedimenti a titolo
di ritorsione o di rappresaglia a ca-
rico dei sudditi di Stati nemici, e di
persone o di enti che risiedono in ter-
ritorio di paesi nemici.
83. - L'offensiva italiana dai pri-
mi di marzo alla fine d'aprile.
il maggio 1916. — Un comunicato uf-
ficiale riassume le operazioni compiute
dal nostro esercito in marzo e aprile.
84. - Il Ministero Nazionale.
19 giugno 1916. — Il Re firma un de-
creto che dichiara costituito il Mini-
stero sotto la presidenza dell' onorev.
Paolo Boselli. Q^^esto Ministero sorto
in seguito alla caduta del gabinetto
Salandra (avvenuta il 10 giugno per
voto della Camera su le dichiarazioni
del Presidente del Consiglio sulla si-
tuazione generale) è stato chiamato
il Ministero Nazionale perchè compo-
sto di uomini politici di parte diversa
sotto la presidenza dell' autorevole e
venerando parlamentare on. P. Boselli.
85. - Come falli la " spedizione
punitiva,, attraverso il Tren-
tino.
17 luglio 1916. — Un comunicato del
Comando Sui>remo riassume il risul-
tato delle operazioni dal 1° maggio
al 15 giugno.
86. - Rappresaglie verso i nemici
e alleati dei medesimi.
20 luglio 1916. — Un decreto luogo-
tenenziale estende per tutta la durata
della guerra le disposizioni dell'arti-
colo 1° del decreto luogot. 24 giu-
gno 1915 ai sudditi ed enti degli Stati
nemici e degli Stati alleati di paesi
Sali purgativi di Saint Vincent
(la Karlsbad italiana)
Sovrani nella cura delle malattie di stomaco, intestino, fegato
del ricambio specialmente della diatesi urica.
- 331 -
nemici; e dà facoltà al Governo di
applicare ai detti Stati l'art. 2" del
Decreto stesso nonché altri provve-
dimenti a titolo di ritorsione o di
rappresarjlia.
87. - Perchè l'Italia ha rotto
gli accordi colla Germania.
27 luglio 1916. — Un comunicato uf-
ficioso dell'agenzia Wollì" accusa l'Ita-
lia di avere, sotto la pressione delle
Potenze alleate, violato il trattato di
commercio e 1' accordo concluso il 21
maggio 1915 fra i due Governi per la
protezione dei sudditi dei due paesi
e delle loro proprietà in caso di guerra.
Il Governo italiano risponde ristabi-
lendo la verità.
Il comunicato " Wolflf „ il quale insinua
ohe la stampa italiana possa mali^'uamente e
grossolanamente fuorviare l'opinione pubbli-
ca d'Italia, fa per suo conto evidenti insinua-
zioni tendenziose, attribueudo provvedimenti
legislativi italiani a supposte pressioni stra-
niere che vorrebbero far apparire provate da
coincidenze di date.
Non seguiremo l'agenzia germanica in que-
sti metodi, ma ci limiteremo a distruggere le
sue asserzioni circa supposti fatti positivi, di-
mostrando che esse mani-ano di qualsiasi b:ise
di verità. U Agenzia Wolff muove fia l'altio
colpa al Regio Governo di avere negato il pa-
gamento per i piroscafi requisiti e per il ca-
rico a bordo dei medesimi, lasciando ai pro-
prietari dei carichi non requisiti la scelta tra
la vendita forzosa all'asta e la vendita a
prezzi irrisori. A questo proposito giova os-
servare che la requisizione dei piroscafi fu
fatta, come già fu pubblicato, in bnse all'ac-
ooi-do italo-germanico del '21 maggio 1915 ed
alla 6.» convenzione dell' Aja. Questa non con-
tiene, sia per le navi, sia per il carico, alcun
obbligo di pagamento immediato dell'inden-
nità di requisizione, la quale può dunque
essere corrisposta quando le navi saranno
restituite. Tale contegno adottato dal Regio
Governo è del resto conforme ad opinioni
manifestate, in materia, dalla stessa delega-
zione tedesca, alla conferenza dell' Aja del
1907, durante i lavori preparatori della se-
sta convenzione.
Per quanto concerne l'accusa mossa al
R. Governo nella seconda parte del comuni-
cato sulla scelta imposta ai proprietari delle
merci non requisite, fra una vendita forzosa
all' incanto e una vendita a prezzi irrisori,
basii at-cennaro al fatto che le requisizioni
delle navi germaniche e dfi loro carichi co-
minciarono nell'ottobre 1915, mentre il ter-
mine utile stabilito per il rilascio delle men-i
non requisite, rimaste a bordo o sbarcate
da quei piroscafi, venne a stadere il 7 gen-
naio 1916. I proprietari ebbero peroiò, nor-
malmente, poco meno di sette mesi per pro-
ci dere al ritiro delle loro merci, ma questo
termine, nonostante l'inconveniente del pro-
lungalo ingombro dello calate e del magaz-
zini, nei porti nei quali aveva luogo Io scarico,
Ingombro che ostacolava non liev»mci te le
ordinarie opei anioni di commercio, tu in vari
casi prolungato, perfino di tre mesi, lasciando
così ai pi'oprietari ancora più ampio margine
per provvedere nel modo più conveniente al
loro interessi.
Da sitTatfe facilitazioni furono esc'uso sol-
tanto alcune merci le quali, o perche depe-
ribili, o perchè di natura povera, quindi gra-
vate di spose non facilmente rimborsabili,
vennero, a cura delle Regie Autorità, poste
in vendita all'afta pubblica.
Giova altresì notare come il Regio Go-
verno, premuroso di coiioiliaro il sno inte-
resse legittimo di procedere allo j-cirioo dei
piros -atì e allo sgombro delle calate con gli in-
teressi particola; i altrui, non mancò lo scorso
giugno, accogliendo un desiderio espresso
dalla rappresentanza estera, prolettrice de-
gli interessi germanici in Italia, di autoriz-
zare sotto determinate condizioni t proprie-
tari delle merci non ritirate entro i termini
prescritti ad immettere le medesime in ma-
gazzini privati, ed infine non è molto il R. Go-
verno aderendo ad una nuova proposta fat-
tagli a nome del Governo germanico dalla
stessa rappresentanza diplomat.ca ha con-
sentito ohe l'alienazione delle merci sbarcate
dai piroscafi requisiti non richieste entro i
termini prefissi e non immesse in depositi
privati avvenisse a mezzo di un curatore de-
signato dall'autorità giudiziaria. Questi fatti
che non ammettono smentite provano la ine-
s stenza dell'accusa contenuta nelle asser-
zioni dell' Agenzia Wolf.
In risposta a un altro passo di quel co-
municato occorre ricordare quanto segue :
Il contegno assunti) dalle autorità germani-
che nella questione del rimpatrio degli Ita-
liani costituì fin da l'inizio una aperta e con-
tinuata violazione dell'accordo del 21 mag-
gio 1915. Da prima si ricorse ad ogni sorta
di impedimenti ostruzionistici frapposti al-
l'accoglimento delle domande di rimpatrio.
Si arrivò in seguito al sistematico rifiuto del
permesso di rimpatrio così da indurre molti
nostri connazionali o a ritirare la domanda
già presentata o ad asteneisi dal presentarla.
Fu anche affacciata dal Governo imperiale la
pretesa inaudita di subordinare l'ingresso
degli italiani in tei-ritorio tedesco alla condi-
zione di non uscirne ner tutta la durata della
guerra; questa condizione contraddiceva in
modo assoluto a quella libertà di cui si era
voluto con l'accordo del 21 maggio garantire
il mantenimento.
La pretesa tedesca era contraria alla let-
tera stessa dell'accordo che contemplava
espressameiite il caso del rimpatrio, dichia-
rando che i sudditi delle due parti sarebbero
stati; " JÀbres de quitter le p'iys <ìans lea de-
lais et par !es endroita que ìea autor it^a com-
petenles trouveront utile de fixer a cet égard „.
Quello che doveva essere una semplice
limitazione temporanea di movimenti deter-
minata da chiare esigenze militari si trasfor-
mava così In un divieto assoluto di rimpatrio,
cioè in una vera e propria dete-izione larvata.
A tale pretesa 11 Governo del Re non poteva
non opporsi. Ciò nonostante prima di denun-
ziare un patto di cui appariva l'inefficacia
pratica rispett* agli interessi Italiani che
— 332 —
avirbho dovuto tu!elir-e, si vo1lo fornire al
(Toverno tedesco opportunità di provare con
fatti e con formali dichiarazioni il suo leale
proposito di rispettare quella libertà di rim-
patrio che era parte intejirante dell'accordo
del 21 maggio. A tale fine fu prefisso un breve
termip.e entro il quale le autorità germaniche
avrebbero dovuto dar segni di ravvedimento.
Ma le i-ispo-te del Governo germanico a'.le ri-
mostra-ize italiane e l'attei^'giamento diqneUe
autorità dimostravano palesemente il propo-
sito di non recedere dalla propria linea di
condotta: le protese giustitìcazio li del di-
vieto, nei singoli casi, risultavano categoii-
oamente smentite da circostanze inoppugna-
bili giunte da sicure fonti a notizia del Go- -
verno italiano, consapevole delle sofferenze
a cui la vana attesa degli invocati permessi
di rimpatrio esponeva i uostii operai e le
loro famiglie; l'asserito ossequio ai contratti
impegni assumeva l'aspetto di una mistifica-
zione che aggravava la violazione del patto.
Un elementare sentimento di dignità in-
dusse pertanto il Governo italiano a dichia-
rare senz'altro che non poteva ritenersi più
oltre vincolato da un accordo che il Governo
germanico rinnegava sistematicamente coi
fatti.
Quanto al decreto 4 febbraio 191G, cin-a
il divieto di tiafQci con la Germania si os-
serva che l'Italia non poteva ne doveva per-
mettere che i propri mercati fossero invasi
dalla saperpx'oduzione germanica, ciò che ve-
niva a fa\ orire gli interessi anche dell' Austria-
Ungheria alleata della Germania. Non era
concepibile che l'Italia alimentasse indiret-
tamerte i traffici di uno stato nemico.
Le disposizioni contenute nell'art. 1 del
decreto 30 aprile 1916 non costituiscono che
una legittima conseguenza di quelle conte-
nute nel deci-eto del 4 febbraio. Vietati i traf-
fici, era logico che si dovessero proibire le
corrispondenze e tutte le operazioni inerenti
ai medesimi, senza di che i provvedimenti
adottati col primo decreto avrebbero potuto
essere in gran parte facilmente elusi.
Il comunicato Wolff parla di avvertimenti
fatti pervenire dal Governo italiano alle grandi
banche. C rea questo punto possiamo dichia-
rare in modo esplicito non esservi banca ita-
liana che abbia mai avuto dal regio Governo
il suggerimento di non pagare. Il regio Go-
verno si a^enne sempre dal prendere inge-
renza in aflfari privati riguardanti cittadini
italiani nei loro rapporti con sudditi tedeschi.
Per valutare invece il contegno subdolo del
Governo imperiale in questa materia, basta
leggere la circolare diramata dall'Associazione
delle banche e dei banchieri di Berlino a
tutte le banche della Germania. Ne diamo la
traduzione letterale :
" Per espresso desiderio del dipartimento
imperiale degli Affari Esteri, vi proponiamo
di trattare in avvenire i sudditi ilaMani rome
stranieri jiemici. Un divieto legale di paga-
menti non sarà tuttavia preso in considera-
zione, fino a che l'Italia non abbia emanato
un provvedimento siniilu. Noi dunque ci pro-
poniamo di sopprimere, a pagina 12, delle
deliberazioni a stampa dell'associazione delle
banche e dei banchieri berlinesi circa il traf-
fico coir estero e cogli stranieri durante la
guerra (adottate il 25 febbraio 1916) le de-
cisioni 26 maggio 1915, 22-25 febbraio 1916,
concernenti l'Italia, e di sostituirle con la
decisione seguente: " A senso delle decisi( ni
trascritte alle lettere a) b) e), i sudditi ita-
liani sono da trattarsi come .'tranieri nemici
e precisamente come i sudditi serbi ,. Men-
tre vi pi-eghiamo di farci sapeie se accettate
la nostra proposta, ci permettiamo di sog-
giungere che il dipartimento imperiale degli
Aftari Esteri ha manifestato il desiderio che
non abbiano luogo in pubblico discnssioni
sopra questa materia „.
88. - La presa di Gorizia.
9 agosto 1916. — Gorizia è redenta
dalle armi italiane.
89. - Nuovo proclama del Re.
10 agosto 1916. — Il Ke riA'olge un
proclama di caldo elogio ai soldati che
dopo avere tanto valorosamente arre-
stata la minacciosa avanzata nemica
del Trentino, hanno con rinnovato ai-
dimento e con più salda fede conse-
gniti brillanti successi e conquistata
Gorizia alla madre Patria.
So' dati d'Italia!
Breve tempo è trascorso da quando con
valore e tenacia, più che ammirevoli, sape-
sre opporre insuperata barriera alle poderose
forze che dal Ti-entino tentavano di sboc-
care nelle ubertose pianure d'Italia. Oggi,
con rinnovato ardimento e con più salda fede,
avete brillantemente conquistato possenti ba-
luardi dal nemico tanto a lungo contesi. Mei ce
Vostra, la patria festante accoglie al suo seno
Gorizia; mercè Vostra un nuovo e grande
passo è stato fatto sull'arduo e glorioso cam-
mino che ci conduri-à al compimento delle
nostre sante aspirazioni.
Soldati d'Italia! La vittoria già si mostra
all'orizzonte e Voi saprete certamente rag-
giungerla. Vi sia incitamento la memoi-ia dei
fratelli tanto gloriosamente caduti, vi siano
costante esempio gli eroi del risorgimento
nazionale che, con ardore e con entusiasmo
pari al vostro, lottarono in passato, contro
lo stesso secolare nemico. Fiero di essere il
Vostro Capo, Vi ringrazio in nome della Pa-
■w-^ 'm n_ • solubile Desanti e Zm
ll^I110filOJ3in£l "a"^ (^^^'^^ organico na-
>-a»»—»a-»a» ^^^i«^^^^^BBi>a^.^^^ turale). Specifico razio-
nale di sicura efficacia, di rapido effetto nella cura delle anemie.
«i^^W^«MM«
m0^i^0iwm^m
— ;i;i;;
trfa che vi guarda con ammirazione, con amo-
re, con rtconoscen a.
Dal Comando Supremo, 10 agosto 1016.
ViTTonio Emanuklk.
90. - Dalla controffensiva italiana
nel Trentino all'offensiva sul-
l' Isonzo.
Pi agosto 19i6. — l'n comunicato del
Comando Supremo riassume le ope-
razioni svoltesi dalla uu^tà di «giugno
ai ])rinji di agosto.
91. - Le dichiarazioni di Tisza
sulle trattative con l'Italia.
23 agosto 1916. — Il Presidente del
Consiglio ungherese confessa al Par-
lamento che le trattative eoli' Italia
furono fatte al solo scopo »li gua<la-
gnar tem])o.
Senza scendere in particolari potrei in
proposito ricliiamare l'attenzione della Ca-
mera sul fatto che se nell'ultima fase delle
trattative noi non avessimo, lo confesso, espo-
sto alla più dura prova il nostro sentimento
di dignità e se non avessimo osservare, di-
ciamo pure una forma umiliante, la dichia-
razione di guerra dell'Italia sarebbe venuta
o prima delia vittoria di Gorlice o nei giorni
seguenti.
Ripensando adesso alle conseguenze che
da ciò sarebbero potute venire, per non par-
laro di altro, desidero solo accennare al fatto
che per trattenere l'attacco italiano il con-
tine serbo fu sguernito. E se io penso quali
avrebbero potuto essere le conseguenze dello
sguarnimento della fronte serba nel caso in
cui ratt:;cco fosse avvenuto prima o subito
dopo di Gorlice, credo di jiotere assumere a
testa alta la responsabilità di esserci spinti
in quelle ultime penose settimane fino al-
l'estremo r.e! rinnegare la nostra dignità per
potere guadagnare settimane, i;iorni e ore
e rimandare cosi la dichiarazione di guerra
dell'Italia fino a quando non avessimo po-
tuto disporre delle forze necessarie per trat-
teii'ie l'attacco.
Tn deputato: Tre settimane!
Tiszn: Il sig. deputato ha gridato tre set-
timane? Non so se egli intenda dire che que-
sto .sia stato un termine lungo o breve, giac-
ché a mio parere tre settimane sono state
un tempo abbastanza corto: se fosse stato
possibile avremmo guadagnato ancora una
quatta e una quinta settimana, perchè era
nostro dovere guadagnare tempo quanto più
avessimo potuto.
92.
Dichiarazione di guerra
alla Germania.
27 agosto 1916. — Il Ministro degli
Esteri ha fatto rimettere al Governo
federale svizzero a mezzo del Mini-
stro d' Italia a Hei-na. una eonninica-
zione dichiarante che in seguito a
frequenti atti di ostilità del Governo
germanico verso l' Italia questa si eo!i-
sidera in i.stato di guena dal 28 agosto.
Gli atti di ostilità da parte del Governo
germanico verso l'Italia si succedono sempre
più frequenti. Basti accennare alle nume.ose
persistenti premiazioni di armi e distrumenri
bellici di terra e di mai e fatte dalla Germa-
nia .iirAustria-Unght-ria: alla partecipazione
costante di ufficiali e di soldati e marinai
germanici nelle varie operazioni di guerra
contro l'Italia. Solamente grazie all' a.ssisten-
za prodigata dalla Germania sotto le forme
più diverse, l'Austria-Ungheiia potè recen-
temente concentrare il suo massimo sforzo
contro l'Italia.
Si aggiungano la riconsegna fatta dal Go-
verno germanico al nostro nemico dei pri-
gionieri italiani evasi dai campi di concen-
trazione austro-ungarici e rifugiatisi in ter-
ritorio tedesco; l'invito diramato agli istituti
di credito ed ai banchieri tedeschi, per inizia-
tiva del dipartimento imperiale degli affari
esteri, di considerare ogni e ttadino ita'iano
come uno straniero nemico sospendendo ogni
pagamento dovutogli; la sospensione del pa-
gamento agli opei-ai italiani delle pensioni
dovute loro in seguito a formali disposizioni
della legge germanica. Sono questi altrettanti
elementi rivelatori delle reali disposizioni si-
stematicamente ostili che animano il governo
imperiale verso l'Italia.
Non è ulteriormente tollerabile per parte
del R. Governo un tale stato di cose che ag-
grava a tutto danno dell'Italia quel profondo
contrasto fra la situazione di latto e la si-
tuazione di diritto già risultante dall'idleanza
dell'Italia e della Germania con due gruppi
di Stati in gueira tra loro.
Per le ragioni qui sopra annunziato il go-
verno italiano dichiara in nome di S. M. il
Re, che l'Italia si considera, a partire dal 28
agosto corrente, in istato di guerra con la
Gei-mania e prega il Governo federale sviz-
zero di voler portare quanto precede a co-
noscenza del Governo imperiale germanico.
93. - Come venne espugnata
Gorizia.
14 settembre 1916. — Un comunicato
ufficiale riassume le operazioni mili-
tari compiute dal nostro esercito dai
primi di agosto ai primi di settembre.
94. - La giustificazione della no-
stra dichiarazione di guerra
alla Germania.
SS settembre 1916. — Alla riapertura
del Keichstag il Cancelliere dell' im-
j)ero Bethniann-IIollweg espone le cir-
costanze di fatto che durante la guerra
italo-austriaca portarono alla dichia-
razione di guerra dell'Italia alla Ger-
mania.
.... Quando, dopo che l'Italia dichiarò la
guerra all'Austria-Ungheria, il nostro amba-
sciatore lasciò Roma, noi comunicammo al
334 -
Governo Italiano che l'Italia si urterebbe nella
lotta contro le truppe austro-ungaviolie an-
che contro truppe tedesche. Quindi i soldati
tedeschi coinbacierono uniti con i soldati au-
stro-ungarici alla fronte italiana. Cosi si pro-
duceva di latto lo stato di guerra. Tuttavia
non ne segui la formale dichiarazione di guer-
ra. Ceito a Roma, si sarebbe voluto volen-
tieri addossare a noi l'iniziativa della dichia-
razione, ma noi non avevamo motivo alcuno
per fare il gioco dell'Italia.
Che la nostra tattica fosse giusta lo dimo-
strarono gli ininterrotti sforzi dell'Intesa per
oonvinceie l'Italia a dichiarare la guerra.
Per oltre un anno il Governo italiano re-
sistette. Al'a fine diventò troppo forte la pres-
sione della morsa che l'Inghilterra Impone,
ci.n pari mancanza di riguardo, così ai neu-
trali come agli alleati. L'Italia dipende nella
condotta della sua guerra dal cr.rbone inglese
e dal denaro inglese. La coercizione inglese
diede certamente il colpo detìnitivo, ancor-
ché le aspirazioni balcaniche dell'Italia vi
possano aver cooperato.
Come è noto, l'Italia desidera estendersi
nei Balcani, pur su regioni comprese nella
sfera naturale degli interessi della Grecia.
Per non essete lasciata completamente in di-
sparte, parve all'Italia desiderabile parteci-
pare alla spedizione di Salonicco. Ciò con-
dusse ad un nuovo scontro delle truppe
italiane e tedesche in Macedonia. Cosi venne
la dichiarazione di gueria. ...
95. - Un altro precedente storico
rivelato dalPon. Luzzatti.
19 ottobre 1916. — L' on. Luigi Liiz-
zatti commemorando a Venezia il cin-
quantenario della liberazione del Ve-
neto ricorda un precedente storico
(avvenuto durante il suo governo) che
è una nuova dimostrazione delle ag-
gressive intenzioni dell'Austria e del
subdolo contegno della Germania.
L'Austria spiava il momento opportuno
per assalirci, e intanto c'inquieta\a in ogni
modo. Non è qui il luogo né il momento di
dimostrarlo, ne è nel'a mia indole politica gio-
varnii degli uffizi soste:iuti per inopportune
rivelazioni. Ma questo credo conveniente e
utile dire per rispondere a quei diarii tede-
schi e ungheresi! 1 quali anche di questi giorni
asserivano che la Gei mania, ohe l'Ungheria
bastavano a difenderci dalle mene nuz ona-
Hate dell'Austria; e questo ripetono a sazietà
per rendere più evidente il nostro traìimento,
come essi qua'ificano l'attitudine dell'Italia,
la quale ritìnto la sua complicità alle a^'gres-
sioni militari più brutali, più selvagge, più
contrarie al piùncipio delle libere nazioni ohe
la storia registri. Io volli ragionare a chi rap-
presentava la Germania quando poteva e do-
veva farlo, delle minacce dell'Austria, non
più segrete ma palesi, petulanti, e che cul-
minarono poi nei tentativi iniziati da essa
per orrotondaysi i suoi cjnfini, quasi che non
si fossero tutti segnati a nostro danno nel
trattato di pace del 1867; feci appello alla
Germania perchè parlasse chiaro all'Austria-
Ungheria.
il rappresentante della Germania mi ri-
spose (e gli ho sempre saputo grado della sua
franchezza) che la Germania avrebbe fatto il
possibile per dissipare gli equivoci fra Ita-
lia e Austria ; ma se non riuscisse in questo
intento, e l'Austria volesse dichiarar guerra
all'Italia, la Germania non avrebbe potuto
impedirlo, perchè tutta cinta in Europa da
Potenze militari nemche, non aveva che l'Au-
stria-Ungheria decisamente favorevole; per-
ciò doveva esser solidale con essa. Lascio ai
miei uditori il commento su questa risposta
rudemente sincera, e sulla quale qualunque
smentita sarebbe vana poiché io appartengo
a quella schiera sempre più sottile di uomini
politici in Europa che non credono lecite le
bua-ie neppur quando si dicano nell'interesse
dello Stato; un termine molto comodo per giu-
stificare anche quelle che nuocciono allo Stato.
OLIO PER AUTDOMOBILI
ìoq, Ail. EK.NESTO REINACH • MILANO.
335
UN DOCUMENTO STORICO
Fsiesiniil*^ di i)ai'te (IpH' autogralb «lei Manifesto ai Soci ilcUa Società Dctule
Alif/liieri (lomlata nel 1889) iml»l»li«at(> all'indomani dalla dichiarazione di gnerra
dal Presidente della Società, S. E. Paolo lioselli, decano del Parlaiuento ita-
liano e oggi Presidente del Ministero Nazionale.
RA tutte lo guerre olio
lianno iusauguiuato il
globo priuia del 1914
nessuna ha avuto mai
la somma di effettivi in
campo come quella che
da olti-e due anni si com-
batte in Eurox)a.
Nelle conflagrazioni precedenti di due
o piìjL paesi era sempre una piccola
porzione dei maschi validi che prendeva
le armi o volontariamente per la difesa
del territorio, o per mestiere e per mer-
cede, o, più tardi, per coscrizione ob-
lughilterra, Italia, Bulgaria e Romania,
il fiore della gioventù e della virilità fu
chiamato intto sotto le armi, toglien-
dolo alle industri e feconde opere della
pace, sottraendo immensi forze fisiche
e intellettuali all' attività quotidiana di
quasi tutta 1' Europa.
Si presentava quindi formidabile il
problema : come non arrestare il mec-
canismo economico e sociale dei poj)oli
europei ; come sostituire le energie chia-
mate alle armi con quelle meno valide
o disusate al lavoro ; come provvedere,
mancando i redditi del lavoro presente
Milano. — I profughi e l disoccupati vaium n ritirare i « Buoni > aTimentari
e i sussidi ad uua delegazione maudamentale.
bligatoria, per modo che, anche quando
la durata della guerra fosse eccezional- ,
mente lunga e le campagne durassero
mesi ed anni, se ne togli il territorio
contrastato o invaso ed occupato dal
nemico, nel resto del paese il danno
diretto e il contraccolpo dell'urto cruento
fra le milizie era relativamente lieve.
Invece, in quest' epoca nostra, dal-
l'agosto 1914, in sei paesi, Germania, Au-
stria-Ungheria, Serbia, Russia, Francia
e Belgio, ai quali si univano più tardi
degli assenti, ai mezzi necessari ad ali-
mentare la guerra ; come assistere la
popolazione rimasta a casa in modo da
non compromettere la saldezza e la
resistenza della generazione futura?
Interrotti di colpo i rapporti com-
merciali fra importanti paesi, chiuse ad
alcuni di essi le vie del mare e rese
esse, jier tutti, malsicure; riservate le
materie prime fondamentali dell' indu-
stria, come il carbone ed il ferro ed i
mezzi di trasporto ai bisogni della guer-
- 337 -
i:i. SÌ prcsentavauo imminenti, ingenti iu formf> moltopliei che qui cerelioremo
«■ giravi i iK'rii'oli della disoccupazione, eompeniliosamente di illustrare,
della carestia dei generi alimentari, Intanto, un primo effetto della tre-
(|nin<li della sotto-alimentazione, del de- menda orisi fu questo : riconosciuta
]»iUiperamento tisico della ixtjiolazioue l' impossibilità e 1' assurdità di lasciarla
civile e della più intensa mortalità in- fronteggiare «lalla libera iniziativa in-
Uu laboratorio a Milano dove le donue dei Boldatl richiamati
cucioao indumenti per i miUtari.
finitile. Si minacciava, cioè, un grave dividuale, le collettività di cittadini co-
pericolo presente che, nei suoi effetti, in- stituite volontariamente o coattivamen-
taccava la consistenza qualitativa e te, cioè Società coo])erative, Comuni e
«juantitativa dei figli nati e nascituri Stati si assunsero immediatamente fuu-
«iella generazione che ora combatte. zioni di Tina arditezza e di una ampiezza
Vapore frigorifero Resurrezione
per il trasporto delle carni congelate del comune di Milano.
Ad affrontare <iuesti danni e questi
pericoli, energie nu(»ve, individuali e
collettive, scaturirono in ogni paese e
con sforzi più o meno adeguati e con
accorgimenti più o meno savi operarono
che s(do qualche giorno prima dello
scoppio della guerra erano considerate
d»)ttrinariameute eresie, praticamente
follie.
Ordinamenti sociali da decenni pro-
ai
338 -
pugnati (la minoranze pervicaci e sem-
pre resitinti dalle maggioranze o adot-
tati a spizzico in via d' esperimento,
fiiron trovati d' un tratto congrui e
adeguati a rinsaldare i ])rol)l('nii gravis-
Innanzi tutto, adunque, si trattò di
parare ai danni della di-s()Cciii»nzione.
Chiamati alle armi colla dichiara-
r.lmg,. — L'Asilo di Santa Saba accoglie figli dei richiamati
e bambini poveri del quartiere. (Fjt. Porry Pastorel).
simi dell' alimentazione, della disoccu- zione di guerra milioni di uomini dai
pazione, dell' assistenza materna. 20 ai 35 anni, i traffici, le industrie i
E sarà questa una delle conseguenze lavori d' ogni genere furono d' un tratto
meno desolanti della guerra : di aver arrestati, paralizzati, e, quelli neces-
Figlì del richiamati che partono per le Colonie marine.
(Fot. Porry Pastorel).
fatto entrare nella pratica realtà, dando sari, volti immediatamente alle opere
loro la sanzione del buon risultameli- della guerra.
to ottenuto, riforme che avrebbero at- Così, ai milioni di non piti occupati
teso decenni jìcr maturare nella ere- forzatamente nelle opere della pace, se
denza pubblica e nella azione dei go- ne aggiungevano per necessità logica
Ycrnanti. altri milioni ])er il turbamento e la
— 339 -
disorganizzazione clic in ogni azienda nilaria di Milano) a integrare gli sforzi
apiiortava la mobilizzazione.
Mancando del lavoro, come avreb-
licro trovato alimento questi milioni di
jKTSone rimaste a casal E alla ripresa
della vita civile, qnali e quante ener-
delle organizzazioni operaie, essere adot-
tai te da qualche Comune (Milano), poscia
dallo Stato ; ecco i Buoni di sussidio ])er
alimenti, ecco le cucine econoniiclie per
i più poveri; ed ecco pure gli L'iìici di
Una colazione dei figli dei richiamati (Fot. Porry Pantorel).
nell'Asilo Per la più grande Italia in Trastevere a Roma.
gie fisiclie sarebbero state in grado di collocamento prima sporadici e operanti
ric()minciare1 ciascmio per sé, moltii)licarsi, collegarsi
Si trattava dunque di impedire il fra loro ed essere riconosciuti e sussi-
depauperamento tisico di questi milioni diati dallo Stato, per dare alla merce-
: ^fiighi ospitati a Milano
dall' Aaeociazioue >a/.iuualc per la diitsa della fanciullezza abbandonata.
di esseii, e T esaurimento del capitale lavoro, la mobilità di cui manca per
Lavoro. insipienza e per mezzi, e favorirne lo
Ed ecco le Casse di sussidio alla spostamento secondo le epoche dai luo-
disoccupazione esperimentate in Italia ghi di disoccupazione a quelli nei quai;
da qualche istituzione privata (1' Unta- o' è riceroa di mano d' opera.
840
Ma il fenoinono, pure ieri pauroso,
«Iella disoccupazione ebl)e carattere tran-
sitorio e decrescente. A mano a mano
fabbricazione di merci di trasporto, di
armi, di proiettili, nei laboratorii, per
la preparazione di indumenti, di ali-
cbe gli ordigni e gli strumenti della menti per i soldati e nei campi era oc-
pace si foggiavano e si mettevano in cupata tutta la popolazione attiva del
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Asili istituiti a jjoioj;ua uai i (jinitato di Azione Civile
per i figli dei richiamati. — Scuola di cauto uell' asilo di via Barberia.
movimento per la guerra, 1' attività ge-
nerale riprese, si fece anzi, in alcuni
campi, più febbrile, ingigantì e assorbì
non solo la mano d' opera maschile di-
sponibile, ma ancbe quella femminile e
paese come non lo era stata mai prima
d' ora.
Di conseguenza anche i traffici por
i consumi usuali, non esclusi quelli
superflui, ripresero con una certa viva-
Asill istituiti a Bologna per i fijrli del richiamati
Esercizi di ginnastica nell'asilo di via SafH.
poscia i vecchi, e poi ancora, purtroppo,
i fanciulli.
Cosicché dopo alcuni mesi dall' en-
trata in guerra, nelle officine, jier la
cita essendo ritornato a circolare, at-
traverso i salari pagati, il denaro.
Ma intanto il periodo più acuto della
crisi era stato superato, la inopia e la
— ìill —
filino orano stMto ovviato lnor(•^ i prov- tori dei nioxzi di trasporto profittarono
vt'dimoiiti snciali innncdiataniouto at-
tuati.
Altr«) p<'rìo(do jnìx gravo era quello
doUa carestia d(à viveri. Nessun paese,
si sa, basta a se stesso; nessuno ])ro-
diico da solo tutte lo derrate alimen-
tari delle quali abbisogna, data la
dell' oceasione per i)ai-are ai rischi even-
tuali o trattenendo le derrate in ma-
gazzino per far elevare i prezzi o i-in-
crudendo i noli.
Tutte qtieste causo concomitanti,
concorsero a far salire dojx) nn mese
appena dalla guerra, i prezzi di tutti i
generi alimentari e «l'uso e a rincarar*',
come non mai il costo dell' esistenza
materiale.
lioma. — Studenti In piro di qnestna per
una lotteria a beneficio del figli dei ri-
chiamati.
\,Fot, l'ori- tf l'astorel).
molteplicità doi bisogni, e «lei gusti da
sod<lisfare : ogni i)aese (juindi è, ])er
alcuni i>rodotti, tributario dell' altro e
lo scamlda con esso grazie alla enorme
imp(»rtanza assunta dai mezzi «li tra-
sporto «li ogni genere.
Arrestati «luesti scambi, un princi-
pio di ansia invas»*, i consumatori che
si ])recii>itarono nei negozi a far i)rov-
viste straor«linarie ])rocnran«lo un jtrimo
iirime«liato rialz«> dei i)rezzi, ]>oscia i
profluttori, gli interme«liari, e i «leten-
A fr<'nare il rincaro. 1' ingordigia
«logli si)«'culatori, il )>ànico «lei consu-
n)at«>ri, le c«)llettività sentirono 1' imi)e-
riosa necessità «li intervenire c«)n la
pot«'nte biro azione.
L«) Stato se i)ure tanli e frammen-
tariamente fece gran«li ac«juisti «li grano
in America, da riven«lere ai consorzi
dei Comuni e infi tanli impose il cal-
miere dei pr«'zzi all' ingr«)sso e al mi-
nuto «li diverse derrate: grano, farina
e pane; zucclu'ro ecc.
alimento specifico per malati anche al-
tamente febbricitanti - ipernutritivo ri-
costituente insuperabile per convalescen-
ti, flf'boli, bauìbini, ecc. Aumenta sor-
prendentemente la secrezione Ifattea.
I0*0*i00m^^tm0tm>*^^m»^
— 0-12 —
T comuni più forti come Milano, To-
rino, Bologna, Genova, Roma compra-
rono direttamente carbone, grano, carni
congelate, ec, acquistarono o affittarono
])iroscafi per trasportali e rivenderli a
l)rezzo di costo ai cittadini consuma-
tori ; le cooperative, da sole o alleate
ai comuni, come a Milano, fecero larghi
acquisti di ogni genere di derrate, ven-
dendo a piccole quantità, per impedire
l'incetta e il rialzo artificiale dei prezzi,
e dando ad essi una relativa stabilità,
e tranquillizzando le ansie penose dei
clienti.
divenne difficile per molta parte della
popolazione, specialmente quella più
debole per sesso o per età. L' occupa-
zione industriale di donne fin qui casa-
linghe le costrinse a disagi più gravi e
ad abbandonare i figliuoli che alleva-
vano per parecchie ore della giornata ;
i salari, anche se migliorati, non corri-
sposero mai al rincarimento dei prezzi
dei generi di consumo e di uso, d'onde
la necessità di integrare con servigi
congrui le deficenze che la crisi portava
nelle famiglie, sopratutto in vista, ripe-
tiamo, della crescente generazione. Sì
L'opera dell'Ufficio Doni dell'Intendenza Generale della II Armata, uno dei
quattro uffici (Geuova-Bologna-Milano-Roma) istituiti dall'Autorità mi-
litare per raccogliere e distribuire i doni che la cittadinanza offre ai
soldati al fronte. — I magazzini in zona di guerra.
In tal modo fu, se non impedito, ma
certamente attenuato il rincaro che sa-
rebbe arrivato a cifre iperboliche e in-
tollerabili ove fosse stato lasciato campo
aperto alla sfrenata concorrenza indi-
viduale.
Ciò varrà a dimostrare come l'ocu-
lato e previdente intervento di potenti
organismi finanziari come il Comune e
lo Stato nel fornimento di alcuni ge-
neri alimentari di jìnma assoluta ne-
cessità, sia più che utile, necessario
anche in condizioni normali della vita
sociale.
Ma nonostante 1' attenuazione della
disoccupazione e del rincaro, la vita
sa, infatti, che ogni guerra provoca un
turbamento profondo nei fenomeni de-
mografici non solo per le innumeri gio-
vani valide vite che miete o che mutila
e quindi riduce nella loro efficienza
produttiva, ma pev la diminuzione dei
matrimoni e delle nascite e per 1' au-
mento della mortalità generale, anche
fra i non combattenti, e in particolare
della mortalità infantile. Sommate que-
sti diversi coefficienti, unitevi l' influsso
morale dello shoc nervoso nei combat-
tenti superstiti, nelle famiglie orbate
dei loro cari, nelle vedove in periodo
di gestazione e vedrete come le jjro-
spcttive per la generazione prossima
siano tutt' altro che liete. Senza contare
il gravissimo fardello dei pesi tributari
che, per un numero di anni non cal-
colabile oggi, essa dovrà sopportare
313
:><T far fronte air onornic «Icbito iw'oit't-
;.ito nel futuro dallt? fonuidabili ucces-
\th di questo periodo.
Di qui sgorga la neeessitA di tutto
un {(uuph'sso di j)i)ere di assistenza di-
l'ette e indirette all(> laniiglie dei ri-
cliianuiti alle «luali attesero Enti nnli-
l)liei e eittadini, eou eoutrihutì di fondi,
con otìVrte di deìiaro, cou consigli, con
lirestazioni personali.
I jdcciui furcuio raccolti in aj)positi
■« Nidi » o in * Ali materne » dove ri-
trovavano niainnie volontarie non meno
amorevoli e alimenti, o vesticciuole o
«iiuoeattoli.
I più grandicelli ebbero la refezione
V. V assistenza sccdastica anche nella
stagione delle vacanze, e i più cagio-
nevoli furono inviati alle cure marino
e climatiche, e tutti, o (piasi tutti fu-
Innanzi tutto occorse integrare il rono portati a godere almeno per un
l'ilancio economico delle famiglie alle giorno la gioia di un prato verde, di
(inali veniva a mancare uno dei prin- una collina o di un bosco,
cipali sostegni, spesso r unico. Stabilito Anche qui l'azione di collettivitii
il fabbisogno indispensabile per 1' ali- piccole o grandi, opportunamente coor-
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(Iella luCtsudtt i/.u ueu'eii
lu montaj^aa.
mentazione e jier metfi della spesa d' af-
fitto (l'altra nu'tà dovni essere pagata
a rate al ritorno del richiamato) i Co-
muni e i Comitati locali j)rovvidero a
formarlo sia aggiungendo un idteriore
sussidio a (pu'Uo dello Stato, sia i)rov-
' ('«lendo lavoro alle donne in casa o in
i]tpositi laboratori i)cr' la fabbricazione
(li indumenti militari.
Alle, ma<lri gestanti si pi'ovvidero
ospitalità e cure negli aiq)«>siti ricoveri
e ai neonati latte e alinu-nti adegnati.
ARTRITE
/yf /VCr#// Dt
dinata dagli Enti pubblici, precipua-
mente dal Comune, potè etlondersi be-
neficanu'nte là dove l'azione indivi«lual(^
sarebbe riuscita monca, i)arziab' e ina-
deguata.
Ma oltrechò in (pieste forme dirette,
j nc'ie indirettamente alla i)op(daziono
c.v.le si volse l'assistenza sociale. Si
sa che chi ha un figlio, il marito, un
GUARITA RADICALMENTE
CON I CELEBRI
VEDI ANNUNCIO DI FRONT, E
-:rr -:;> ALL' INDICE GENERALE
I
B44
fratello che corre ogni moiiicnto peri-
colo di morte e dura una vita di aspri
disagi, si trova in uno stato continuo
di ansia o di trepidazione, e si sa an-
che come ogni conforto usato, al suo
caro sia un conforto recato a lui stesso. .
Ecco quindi come sorsero moltei)lici
le opere per attenuare i disagi della
vita di trincea ai soldati, e si costitui-
rono Comitati per fornir loi*o abiti di
pelliccia, indumenti di lana, piccole
torcie i)er scaldare il rancio, miscele di
polvere per uccidere i parassiti che li in-
festano e poi ancora mezzi di ristorarsi
quando, malati o feriti convalescenti,
interamente perdute, parassitarie ed
anzi riuscirebbero fastidiosi a se stessi,
perchè inoperosi.
Ecco «luindi la necessità di reinte-
grare gli arti mutilati con appositi or-
digni meccanici sapientemente studiati,
ed ecco sorgere appositi istituti e la-
boratori dove monchi e storpi trovano
— per (pici tanto che l' artifìcio può s(t-
stituire la natura — le mani, le bi-accia
e le gambe, e si addestrano ad adojie-
rarle utilmente, o dove nelle tenebre
che li avvolgono i ciechi riprendono col
tatto il senso delle cose e tornano a im-
parare r uso degli strumenti del lavoro.
La preparazion« delle pelliccie per i soldati
nel laboratorio del Comitato di Assistenza di Milano.
sono di passaggio per le stazioni, e li-
bri e periodici da leggere negli ospe-
dali e al fronte.
Ed altri attesero a far sì che le fa-
miglie non mancassero di notizie dei
loro combattenti, organizzando un aj)-
posito servizio di informazioni presso i
comandi d' armata e presso gli ospedali ;
ed altri ancora raccolsero mezzi per
inviare ai soldati prigionieri il i)aue che
scarseggia, colà, anche x)er la popola-
zione civile.
Mutilati e ciechi sono così messi in
grado di riacquistare parte della loro
efficienza produttiva.
Infine a ricevere, ospitare, nutrire
e riconfortare le migliaia di connazio-
nali i)rofughi dalle terre dove si com-
batte, furono predisposti e nelle stazioni
di arrivo e di smistamento e nelle città
luoglii di ricovero, e modi e mezzi di
sostentamento.
Ma non basta ancora.
Tra i combattenti che ritornano,
moltissimi, quanti non se ne videro mai
in guerre precedenti, perchè nessuna
agguaglia la presente, sono o accecati
o mutilati degli arti, cioè degli organi
indispensabili a lavorare, a produrre.
Sono per la più parte giovani incapaci
di riprendere la loro antica occupazione,
o che, per riprenderla, debbono lare
daccaj)© il loro tirocinio, altrimenti le
loro energie anche parziali, sarebbero
Questa, nelle sue linee essenziali è
r azione di Croce Rossa civile e sociale
che il flagello della guerra ha suscitato
I>erchè anche la vita dietro il fronte non
avesse a spengersi, perchè le energie
vitali per la ripresa dell' attività nor-
mali non avessero a isterilirsi, azione
che abbiaino segnato nelle sue forme
pili caratteristiche avendo sott' occhio
come essa si è svolta in un grande
centro quale è Milano.
Siflatta opera fu svolta — e si svol-
ge — analogamente in tutti gli altri
centri italiani, e a dare un'idea della
Ilio —
ampiezzii «li tuie opora, non bastuiulo
r analisi qualitativa, occorre aggiungere
qualche cifra spigolan<lo dalle relazioni
l)ubblicate per Milano, Torino e Genova.
A Milano dal 28 maggio al 31 dicem-
bre l!>ir) erano state raccolte ])er pub-
blica sottoscrizione L. 6.271,(503 che, ac-
cresciute con gli interessi a L. H,317.0!M),
vennert) assegnate come segue: il 20%,
L. 1.2«J3.nS alla Pro L'srrcilo ; ì\ 10%,
L. 631,709 alla Croce Rossa; il 10%,
di pellicce per i soldati al fronte L. 40,883 ;
])er la tutela morale ai convalescenti
L. 8868, per altri sussidi a persone escluso
dalle altre forme di soccorso L. 6693.
Inoltre, dai laboratori erano stati ta-
gliati e cuciti N. 1,733,405 ca|»i di in-
<lumenti militari per un imj)orto, in sa-
lari di L. 745,831 delle quali 598,803 a
donne che lavoravano in casa.
Ora, alla fine del mese di luglio 1916,
cioè dopo 14 mesi, la sottoscrizione pub-
blica era salita a L. 11,018,831 alle quali
va aggiunta la somma di un milione
stanziata dal Comune nel bilancio 1916
Il riparto Pellicrie per i soldati del Comitato di Assistenza di Mil ino.
cioè altrettante, al Comitato di raccolta
dei fondi, i' al Comitato centrale per la
erogazione L. 3,794,916, Queste ultime
somme vennero spese agli scopi seguenti:
Per l'assistenza alle famiglie dei mili-
tari L. 2,124,877; per l'assistenza alla
fanciullezza L. 118,935; per l'assistenza
ai disoccupati in contanti o in buoni
alimentali L. 182,764, o in razioni di
minestra, i)ane o latte L. 165,000 e ai
profughi L. 121,112; per la preparazione
e le erogazioni, precipuamente per l'as-
sistenza alle famiglie dei richiamati si
aggiravano intorno alle 150,000 lire alla
settimana.
Si può, da (piesta cifra, arguire l'am-
l)iezza delle forme di assistenza fornita
a Milano senza contare le altre centi-
naia di migliaia di lire raccolte ed ero-
gate per la rieducazione dei soldati mu-
tilati neir Istituto dei rachitici, e degli
accecati nelF Istituto dei ciechi.
Per divertire i soldati
ditlondete il volume di A. VALORI
:^Le Mirabili Avventure di Ferrantino^
con illustrazioni di NARDI — Lire 5J.75.
FIRENZE - R. BEMPORAD & FIGLIO - Editori - FIRENZE
;40
A L. 8,8(56,044 ascesero le somme
raccolte a Torino dal Comune e' dai
molteplici comitati, nel i>rimo anno di
guerra.
Il Comune sottoscrisse una in-ima
somma di L. 1,900,000 e raccolse nella
prima sottoscrizione altre L. 1,91:(),704;
ne aperse una seconda nel marzo 1916,
vi concorse con altre L, 100,000, e rac-
colse 2,064,601 lire, clie fanno con le
prime, quattro milioni di lire.
Fu così possibile sussidiare le fami-
12,000 operaie in laboralorio e ad altre
7000 a domicilio. Altre imprese di for-
niture militari assunte dal Comitato fem-
minile d' assistenza avevano a tutto giu-
gno 1916 raggiunto una cifra d'affari,
per oltre 500,000 lire.
A molteplici altre forme di assistenza
provvidero raccogliendo fondi come si
ò detto ed erogandoli, numerosi altri
comitati privati e i)er 1' Ufficio notizie
(Lire 11,404), per le minestre gratuite
(L. 184,656), per le cucine economiche
(L. 6637), per i pranzi di guerra (L. 6885),
per lo scaldarancio (L. 15,365), per gli
L' Ufficio Notizie alle Famiglie dei Militari.
di Bologna. — ¥na delle sale di corrispondenza.
glie dei richiamati salite a circa 12,000
con una spesa di oltre 200,000 lire al
mese.
Inoltre, vennero raccolte N. 270,389
capi di vestiario vecchio e nuovo, j)e-
ritati i)er un valore complessivo di
L. 323,851; e oltre 251,000 volumi; fu-
rono eseguiti lavori militari che impor-
tarono una massa di compenso di oltre
L. 900,000 e dettero occupazione a circa
ospedali di riserva, dei convalescenti,
per le biblioteche (L. 62,030), per l'assi-
stenza ai profughi (L. 43,000), ec. ec.
A Genova tìn dal 17 maggio 1915
la Giunta comunale si costituiva in Co-
mitato Esecutivo di organizzazione ed
assistenza civile che due mesi dopo
IL TACCO DI
VERA GOMMA
\wmmQ\
347 -
l.itboratorio di calzolerift
(lei soldiiti mutilati nell'Istituto dei Rachitici a Milano.
voniva eretto in ente morale e che creatori, 1200 figli dei soldati di cth in-
ai 31 marzo 1916, epoca nella quale fei-iore ai sei anni si spesero 74,128 lire;
dava c<mto dell' o]>era sua, aveva rac- altro 40,407 furono spese i»or accogliere
colto L. 1.939,138,27 e ne aveva erogato negli asili da 880 a 1200 bambini al
L. 1,379,708,55 nei modi seguenti. giorno, fra i tre ed i sei anni; altro
dei soldati
11 laboratorio fla falegname
lutilati uell' iBtituto dei Rachitici di Milano.
La più parte come è facile intuire,
vennero assegnati come sussidi conti-
nuativi, o tcmiioranei a 8159 famiglie di
soldati, per un ammontare di L. 1 ,014,598.
Poscia, per ospitare od assisterò du-
rante la chiusura delle scuole, in 17 Ri-
L. 30,716 occorsero per assistere 648
bambini sotto i tre anni, 7577 per 48
figli di soldati abbandonati, e altro 5500
lire i>er colonie alpine, cura eliotera])ica
o indumenti. Alle famiglio dei richia-
mati fiirou dati du eseguirò forniture
- 348
I soldati ciechi iiuparaiio a fubbrioare sp.i/.zole
ueir Istituto dei Cicchi a Milano.
iiiilitai'i per r importo di circa 100,000 stribuiti ai soldati feriti, prigionieri o
lire in salari, mentre furono provvisti combattenti.
indumenti da mandare in dono ai sol- Né mancarono altre iniziative i)er
dati al fronte per un importo che su- raccolta di fondi a favore della Croco
pera le L. 215,000. Rossa (L. 800,000), per le famiglie dei ri-
irrivo dei i)rofuj;lii alia Casa defili Kiiii.^^rauti
della Società Uiuauitaria di Milano.
Agli ospedali furono donati suppel-
lettili del valore di oltre 25,000 lire; per
il i)Osto di ristoro ai soldati malati o
feriti convalescenti di passaggio si spe-
sero ])ure 25,000 lire; i)er l'ufficio noti-
zie militari lire 1845 ; mentre a 7740
ascese il numero dei libi'i raccolti e di-
■cliiaraati, lavoratori del porto (L. 800,000)
per i mutilati, storpi e ciechi (L. 200,000)
per materassi e guanciali per i combat-
tenti (L. 40,000), per l'invio di indu-
menti e doni al fronte (L. 100,000) e al-
tre somme offerte e messe a disposizione
del Ministero iu'lloma L. 500,000 circa,
|»or modo elio nei primi «liori mesi <li
"iueiTu Genova ha dato oltre L. },")()() 00 '.
E, in pi'oporzione, altrettanto feeero
R40 —
rizzavo le iniziative loeali, partieolar-
mente (jnelle elie avranno un compito
l)ermanente anehe «lopo la guerra cioè
la viedueazione e la tutela dei soldati
mutilati ed accecati, e l'educazione e
r assistenza desili orfani dei militari, ma-
]>ifi o meno, le altre eittìl maggiori e teria questa delicatissima che vuol es-
sere sottratta alle troppe e troppo i)e-
ricolose iniziative private per quanto
mosse da uno slancio di buon cuore e
di fraterna simpatia.
Certo ci vorranno gli sforzi e le amo-
d in misura adeguata ai bisogni, il Go- . rose intelligenti cure di due generazioni
minori. Ma le spese continuando e cre-
«emlo, specialmente ])cr l'assistenza
'ile famiglie dei richiamati. <lubbio es-
M'ìido se il contributo volontario locale
ntttessc continuare con la stessa costanza
verno ha consentito ai Comuni di ap])li-
care una speciale imposta limitata nel
Tem{>o, i)er questa specitii^a necessità
dell'assistenza civile.
Frattanto gli orgaiù centrali hanno
cominciato a intervenire con istituti na-
zionali adeguati per coordinare e iudi-
rimarginar le ferite e a riparare le
conseguenze della presente guerra, ma
che ciò sarà fatto compiutamente per
questa nostra umanità dolorante dà aflì-
(lamento l'opera tìn (pii svolta mentre
ancora dura la carnelicina.
Alessandiio Schiavi.
St noia (li iiiiissaKglo per i soldati ciechi
nell'Istituto dei Ciechi di Milano.
OLIO PER AUTOMOBILI
Soc. 4a. ^i<NESTO REINACH • KILANO.
'l^f^.
Medaj^lia dei benemeriti
della Croce Rossa.
Come l'Italia assiste i suoi feriti.
È
la prima volta, dal
giorno in cui venne co-
stituita in unità, che
r Italia si trova impe-
gnata in una guerra
veramente grandiosa,
ed è la prima volta,
quindi, eli' essa poi'ta
al massimo di efficien-
za la sua organizza-
zione sanitaria. Lo
sforzo enorme clie lia saputo compiere,
in pochi mesi, per mettere sul piede
dell' arme un esercito numeroso, giova-
ne, ben discijilinato, bene istruito e bene
equipaggiato, l' ha compiuto, altresì, per
assisterlo, confortarlo e curarlo, a mano
a mano che il jnombo nemico lo mette
fuori di combattimento. Accanto alla
milizia che combatte con la spada, se
n' è andata formando un' altra, non
meno vasta, non meno eroica, non meno
votata ad ogni sacrificio, che combatte
col suo inesaurabile spirito di abnega-
zione e carità per la salute dei fratelli
reduci dal fronte malati o feriti. E tutto
il paese ha dato, in ciò, prova tangibile
del suo ardente patriottismo, della no-
biltà del suo cuore.
La Croce Rossa ha visto stringersi
improvvisamente intorno alla sua santa
bandiera ogni classe sociale, ed è riu-
scita a diventare un organismo pode-
roso, ricco di personale e di materiale,
un elemento integrante della Sanità
Militare, L' Ordine di Malta, che si
regge con mezzi proprii, ha avuto of-
ferte cospicue dai suoi numerosi Cava-
lieri, ed ha potuto, sebbene in pivi mo-
desta misura, istituire un servizio di
assistenza che non lascia nulla a desi-
derare sotto ogni punto di vista.
Ed i cittadini piìì facoltosi hanno
voluto dare somme ingenti perche nuovi
ospedali sorgessero nella penisola, al-
cuni ofl'rendo le loro stesse ville com-
pletamente arredate. Queste ville, di-
venute luoghi di cura, vennero tutte,
o quasi tutte, affidate alla Croce Rossa
o alla Sanità Militare che ne curano hi
gestione, e per ciò il loro funzionamento
rientra nell'attività spiegata da esse e
di cui discorreremo piii oltre.
Sanità militare.
La Sanità militare è nata con gli
eserciti. Gli antichi romani non ebbero,
sul principio, alcun riguardo pei feriti,
che mancavano di medici e di chirurgi,
sicché, dopo la battaglia di Sutri (309),
per mancanza di cure, essi morirono a
migliaia. Ma, quando 1' esercito romano
divenne permanente, fu dotato dei suoi
medici, assunti col grado di legionari.
In quest' epoca, dunque, già troviamo
piccole compagnie di sanità, comi)oste
di soldati speciali scelti nelle coorti e
messi sotto la direzione del prefetto del
campo. Nella eventualità d' una rapida
ritirata, si affidavano i feriti agli abi-
tanti delle città attraversate, che do-
vevano l'isponderne, pena la vita, ma
che venivano, poi, indennizzati per il
loro disturbo.
Ai tempi di Cicerone, sorsero, siil
campo, tende speciali pei feriti, con in-
fermieri e con un « medicus castrensis ».
Sotto r Impero, Tiberio metteva a di-
sposizione dei soldati degenti le sue
lettighe, i suoi medici, la sua Casina,
e perfino il suo bagno portatile ; Ger-
manico li visitava e confortava ; Traiano
una volta giunse a spogliarsi delle pro-
prie vesti per approntare bende. Nel VI
secolo, Maurizio imjieratore d' Oriente
organizza un corpo di cavalieri •« depu-
351 --
Un ospedale di guerra attendato della Croce Rossa, da 50 letti.
tati » per la ricerca dei feriti. E così sor-
gono le prime ambulanze volamti.
Con r invasione dei barbari, scom-
pare ogni traccia di servizio sanitario.
Ma nel l'ylMi esso risorge, ed alfine, coi
temiti napoleonici, assume aspetto quasi
moderno.
Tuttavia non si può dire die le con-
dizioni dei feriti fossero allora molto con-
fortanti. Non esistendo ancora l'asepsi
e non essendo convenuta la loro neu-
tralitù, le cure riuscivano dittìcili ed il
nemico era ben lungi dal rispettare le
ambulni!Z<>. Nrlla guerra di (rimeii. su
ma anche alla penuria dei medici e dei
locali. Basti dire che in Crimea, nel
maggio 1855, soi)ra un esercito di 108,000
uomini si contavano api>ena 78 medici
di ambulanza, cioè 0,72 per ogni 1000
soldati. In Italia, nel 1859, sopra 100,000
uomini, 'non c'erano che 132 medici di
j)rima linea, vale a dire 0,82 per ogni
1000 uomini di truppa. A Magenta cia-
scun medico di ambulanza era costretto
a curare, in media, 170 feriti o infermi,
e a Solferino 500!
Dopo la convenzione di Ginevra, di
cui discoiieiT'uio ])iù ap])resso. la nostra
Servizi della Croce Rossa in prima linea.
500,000 uomini, la Francia ne perdette
95, fi ir», di cui ben 75,000 per infezioni
di carboiu-hio, di scorbuto e di tifo.
Su 100 ami)utati di coscia, in Crimea
ne morirono 91, in Italia 7H. Negli am-
l)utati di braccia, i decessi raggiungono
la cifra del 55 per cento. Tale morta-
lità si deve non solo alla mancanza di
raT)idi e sicuri mezzi di disinfczione,
Sanità militare — come <iuella di tutti
gli altri i)ae8Ì — cominciò ad assuuuu-e
un organismo veramente vasto e com-
patto. I sempre crescenti progressi «Idia
scienza, che permettevano di combat-
tere lo epidemie e di sterilizzare le fe-
rite, che mettevano mezzi meccanici
eccellenti a disposizione dei medici, e
la sicurezza della neutralità dei feriti,
— 352 —
1. Tenda tipo Croce Eossa, per accpttazione infermi e «lepocito loro corredo. — 2. 3. Tende
tipo -Bai'wiarin per infermerie con 21 letti. — 4. Tenda tipo Croce lìossa per alloggio personale
direttivo. — 5. Tenda i)er la farmacia e il personsile. — 6 Tenda per il magazzino. — 7. 8. Tende
jier alloggio personale d'assistenza. — 9. Tenda tipo Indiano per alloggio direttore, — 10. Tenda
per la Direzione e l'Amminiatrazione. — 11. Tenda ]jer infermeria con due ufficiali. — 12. Te-ula
di isolamento per due infermi. 4. Tenda tijìo Gnida i)er operazioni chirurgiche. — B. Cucina.
Ospedale di guerra attendato da 50 letti. ^ Scala 1:250.
aòiì -
Treno ospedal» e dame della Croce Rossa.
diedero il uecessario sviluppo a queste
pietose legioni che seguono gli eserciti
combattenti.
Oggi la nostra Sanità militare è così
costituita :
1. Treni attrezzati, cioè treni com-
posti di comuni vetture di terza classe.
ai cui lati si trovano tre ordini di ba-
relle. In questi treni, che al ])rinci])i()
della guerra presente non erano inter-
comunicanti ed ora lo sono, si raccol-
gono i feriti dalle prime linee ])er tra-
sportarli nel territorio e distribuirli nei
varii ()S])edali.
2. Posti di medicazione, con me-
dici reggimentali.
3. Sezioni di sanità, che seguono
la divisione.
4. Osjìedaletti di ;'0 letti.
.'). Ospedali di 200 letti.
6. Ospedali da campo, con 100,
150 o 200 letti, air occorrenza someg-
uiabili.
7. Ospedali territoriali di riserva.
Tale la ììsonomia della nostra Sanità
niilitare. che ha medici, infermieri, por-
taferiti ed inservienti proi)rii. Ma sic-
come le sue funzioni si esplicano al
modo stesso di quelle della Croce Rossa,
dicendo di (luesf ultima — che ha una
storia anche interessante ed uno svi-
hip])o di poco inferiore — verremo, im-
l)licitamentc, a dire di essa juire.
La Croce Rossa italiana.
La Croce Rossa integi'a i servizii
della Sanità militare e jìrcsta l' opera
sua, altresì, in pubbliche calamità. È,
anzi, «luesto suo secondo scopo che la
differenzia e la caratterizza.
Nel 1901 accorse a Napoli per com-
battere r epidemia di tifo e ])este bub-
bonica ; nel 1905 inviò molti ufficiali,
120 militi, 108 grandi tende da osjjodale
e varie auibulanze da montagna in Ca-
labria per assistere i coIj)iti dal terre-
moto ; nel 1907 si portò in aiuto delle
vittime dell' eruzione d<d Vesuvio ; nel
1908 ju'estò opera validissima alle vit-
time del terribile terremoto calabro-
siculo, inviando sul posto 252 ufficiali,
k««W^rfV>«^'%MM
Per gli OMNIBUS dei Servizi Pubblici Automobilistici
l'KKFERITE LK
Gomme Piene "WALTER MARTI1JY„
'WALTER MARTINY„ Sic. intoini Cip. L. 4,000,000 ioter. Teriite - Via Verolengo, 379 - TORINO
— 354 —
781 militi, 260 dame iiifo.rmiore con 10
08pe(lali da guerra, 10 ambulanze da
montagna, 30 infermerie attendate, due
treni ospedali, una nave ospedale, tende,
baraecke e 10 tonnellate di cotone,
luterno di un treiio-ospeilale
della Croce Rossa.
54,000 metri di garza, 60,000 bende,
1000 letti, 12,760 vestiti completi, 38,000
effetti di vestiario, 10 vagoni di legname;
nel 1910-11 mobilitò 105 medici e 518
inlermieri per accorrere, specie nel Mez-
zogiorno, a combattere T exndemia co-
lerica, imj)iantando lazzaretti, tre grandi
ospedali da guerra, 300 tende, ambu-
lanze, barelle, ecc. ; nel 1915 assisto i
reduci del terremoto della Marsica con
90 medici e 290 infermieri, e costruì,
poi, a sue spese, molte baraccbe per i
superstiti. Ma in tempo di pace la Croco
Rossa ha anche servizii regolari: essa
ha fatto, dal 1900 in. poi, tutta una
campagna antimalarica nell' Agro Ro-
mano, nelle Paludi Pontine ed in Sici-
lia, inij)iantando 12 stazioni, con un
medico, un infermiere e un conducente
per l'Agro e le Paludi; impiantandone
87, con 62 medici e 105 militi, per la
Sicilia ; ha, poi, istituito, ancora in Si-
cilia, un vero servizio di assistenza per
gli infortunii degli operai che lavorano
nelle zolfatare.
Il vero precursore della Croce Rossa
fu il grande chirurgo napoletano Fer-
dinando Palasciano- (1815-1891), nel
senso che si deve a lui se potè essere
convenuta fra gli stati d'Europa quella
neutralità dei feriti senza la quale una
istituzione come questa non avrebbe
mai potuto sorgere su basi così larghe
e così solide. Nel 1846 egli pubblicava
una Guida medica del soldato, e nel 1848,
all' assedio di Messina, prodigava le
stesse, amorevoli cure, tanto ai soldati
borbonici, quanto ai rivoluzionari, ri-
spondendo, con nobile coraggio, al ge-
neralo Filangieri, che lo minacciava di
fucilazione : •« Non è nemico un ferito >.
Durante la campagna del 1859, colpito
dall' eccessivo numero dei morti in rap-
porto a quello dei feriti, ne cercò e
scoprì la causa nella deficienza di per-
sonale e materiale sanitario. Nel 1860
si ebbe la medaglia d' oro jjer 1' opera
sua di chirurgo i)restata sul cami)0 di
battaglia, e, l' anno seguente, il 15
aprile 1861, in una memoria all' Acca-
demia Ponta^iana, mentre bandiva un
concorso a premio per la comi>ilazione
di un Manuale di cMrurrjia militare,
scriveva : -« È necessario che le Potenze
belligeranti riconoscano, reciprocamente,
il princ-ipio della neutralità dei combat-
tenti, feriti o malati, i>er tutto il tempo
delle cure ; ed è necessario aumentare
illimitatamente il personale sanitario
durante tutto il tempo della guerra *.
La memoria del Palasciano, pubbli-
cata in 1000 esemplari — tiratura fa-
volosa per quei tempi — venne diffusa
noli' esercito, nel corpo dei volontarii
e trasmessa al Governo italiano e a
quelli stranieri. E * questa nobile ini-
ziativa — osserva, in una sua recente
conferenza, il prof. Postempski — si
fece strada dopo la gloriosa battaglia
La cucina di uu treno-otsptsdale
delia Croce Rossa.
di Solferino. Fu allora che il francese
Arnault e lo svizzero Dunant, invoca-
rono la costituzione di grandi associa-
355 -
«ioni volontarie, lo quali supplissero
alla deficionzH numerica del servizio
sanitario di {guerra ».
Ma la neutialitiV caldeggiata dal Pa-
lasciano non venne pro]K)8ta alle Po-
tenze europee ])rinia del 1864, a^no,
a|)punto, in cui a Ginevra fu <liscuasa
ed appr«)vata la nota convenzione. Da
allora data la nascita della Croce Rossa.
La sua bandiera — inversione di quella
elvetica — simboleggia tregua, jiace,
cariti\ cristiana.
L' Italia 6 tra le primissime nazioni
che la istituirono. Nello stesso anno
1804 sorse a Milano il Comitato Cen-
trale. Era ]>iccola cosa, ma gij\ orga-
nizzata abbastanza se potò agire tin
dal ISOr. a Monterotondo, nel 1867 a
Mentiina e nel 1870 a Roma. Tuttavia
essa cominciò ad assumere una forte
base nel 1882. (juando venne eretta in
ente morale (leggo del 30 Maggio). In
quest' epoca il Prestito Nazionale a
premii, e molte elargizioni cospicue di
italiani residenti all' estero, le dettero
quei mezzi economici che, a poco a poco,
dovevano ]>ermetterle di svolgere, in
maniera vasta e seria, il nobile suo
apostol;jto.
Vellllia lii MiiiKiiiiin ni-,if. iraui vie iiilllliiip;ili
di Roma, traafurmata 1d vetture purtaieriti.
Come funziona
la Croce Rossa.
La Croce Rossa italiana vive del con-
tributo di socii ordinarli, perpetui e be-
Aiiibulauze fluviali della Croce Rossa.
Sul Sile.
ncm eriti. I primi si impegnano a versare
la tenue somma di L. 5 all'anno, per un
triennio ; i secondi versano L. 100 una
volta sola, e i terzi L. 500, ancbe una
sola volta.
La Croce Rossa è retta da un Co-
mitato Centrale, che risiede a Roma
ed lia un Presidente nominato i)er de-
creto reale. A questi spetta la 8ui)rema
direzione e la rappresentanza giuridica
dell' ente.
Posta sotto il patronato delle LL.
MM. il Re, la Regina, e la Regina Ma-
die, la Croce Rossa ha diviso il terri-
torio nazionale in circoscrizioni e di-
])artimenti marittimi, sedi dei Comitati
Regionali, da cui dipendono i Comitati
di Sezione, di Distretto e gli altri uf-
tici minori (Comitati e Delegazioni Co-
muiuili con Sezioni femminili). Ogni
Comitato Regionale ba in dote da 3
a 4 ospedali da guerra e da 3 a 5 am-
bulanze, treni, ecc. I Comitati di Di-
stretto dispongono di ambulanze.
La Croce Rossa ba personale «liret-
tivo (medico, farmaceutico, amministra-
tivo, religioso) e personale d' assistenza
(infermieri, portaferiti, automobilisti,
inservienti). Nel 1906, come gih in Russia
e in Francia, cominciò a costituirsi
quella schiera di infermiere volontarie
che — presieduta dalla I^tichessa d'Aosta
— doveva, in breve temi)o, estendersi
miracolosamente, raccogliendo tutte lo
classi sociali, dalle ])iù elevate alle ])iù
umili, e i>ortar tanto sollievo nuiteriale
e morale ai reduci delle più sanguinose
battaglie, a coloro per cui, dopo gli
stenti ft le sofferenze sopportate, il 1 . Gli ospedali da guerra someg-
dolce vqlto della donna e la bonti\ del giahili, che sono 63, e clic contengono
da 50 a 150, e pei-lino a 200 letti. Essi
suo cuore rappresentano, i)er sé stessi,
il maggiore fattore della guarigione.
Alle dame volontarie si aggiungono i
soldati infermieri, scelti fra coloro che
non abbiano impegni militari o li ab
servono ad a<'cogliere feriti e malati
provenienti dalle zone piìi avanzate del
servizio sanitario.
2. Le aitto-amhulanzc, che sono 91,
biano già compiuti o appartengano alla leggerissime e mobilissime, per il rico-
terza categoria. Questi ultimi, se già vero temporaneo dei feriti in prossimità
iscritti alla Croce Rossa, sono dispen- alla prima linea. Esse si arricchiscono
sati dal rispondere ad eventuali chia- di due tende e — queste escluse — pos-
sono, all' occorren-
mate alle armi, sia
]nire i)cr semplice
istruzione.
La Croce Rossa
fino al 1915 posse-
deva un materiale
valutabile in 3 mi-
lioni e mezzo di
lire, ed aveva un
l)ersonale di 2975
ufficiali (medici,
farmacisti, conta-
bili), di 4000 militi
e molte infermiere
volontarie. Oggi, a
\\u anno di distanza
dalla nostra entra-
ta in guerra, que-
ste cifre sono piìì
e h e raddopj)iate.
Essa si è arricchita
di un mateinale di
I)rimo ordine, sjje-
cialmente per ciò
che si riferisce agli
strumenti chirur-
gici, agli apparec-
chi radiografici, ai
mezzi atti a qua-
lunque ricerca chi-
mica e batteriolo-
gica, ed accoglie
intorno a sé eccellenti chirurgi, in gran
parte provenienti dagli ospedali civili.
Lo stesso dicasi dei socii. L' anno
scorso ve ne erano 30,000 : pochi, in
verità, i)er un paese che conta 30 mi-
lioni e mezzo di abitanti. Oggi si è
fatto, anche da questo lato, un salto
innanzi ])rodigioso, portando il loro nu-
mero a 190,000.
La Croce Rossa possiede attual-
mente :
Ospedale terzi toiiale della Croce Rossa
a Vijrevano.
za, trasportarsi
anche a 8i)alla
d' uomo.
3. Le sezioni
sanitarie automo-
bili, che sono 25 e
non vanno confuse
con le precedenti.
Esse constano di
un auto-carro (pel
trasporto del per-
sonale e del mate-
riale) e di auto-
ambulanze per il
trasporto dei ma-
lati o feriti. Fun-
zionano come se-
zioni di sanità mi-
litare.
4. Le ambu-
lanze fluviali e la-
ytmari, ohe sono 2,
e servono quando
si rende più ojjpor-
tuno il trasporto
per via acquea.
Constano di 5 bar-
coni e 3 piccole
barche, tutte re-
quisite, che navi-
gano a vapore, a
vela o a remi. Ogni barcone può conte-
nere da 40 a 46 malati, su letti-barelle.
5. Le navi-ospedale, che sono 2, e
vengono requisite fra quelle mercantili
addette, in tempi normali, al trasporto
degli emigranti, i)erchè più capienti. Il
loro interno ò trasformato in modo da
contenere gi-an numero di letti-barelle,
una sala operatoria e quant' altro oc-
corra alle assistenze dei ricoverati.
6. I treni-ospedali, ciie sono 21, e
Sali purgativi di Saint Vincent
(la Karlsbad italiana)
Sovrani nella cura delle malattie di stomaco, intestino, fegato
del ricambio specialmente della diatesi urica.
- 357 -
servono a trasportare i feriti dalle unità 7. I potti di soccorso, che sono 66,
di seconda linea nel territorio nazio- e si trovano lungo le linee di tappa
naie. Si compongono di vetture di 3' della seconda zona, nelle principali sta-
classe di un modello combinato per la zioni ferroviarie della terza zona — ove
rapida trasformazione. Ogni treno — il transito dei treni militari ò continuo
fornito dalle ferrovie — consta di 14 — e agli scali marittimi. Sono di 1» 0
Ospedale della Croce Rossa a Siena.
vetture e un bagagliaio. Tredici di que- di 2» classe, secondo la maggiore o mi-
ste vetture sono intercomunicanti ed nore loro dotazione, e servono per rico-
hauno infermerie per ufficiali e soldati, verare malati o feriti di passaggio, che
camera operatoria, farmacia, cucina, appaiano bisognosi di cure urgenti. A
U.ii>«dale territoriale della Croce Rossa a Siracusa. — Una iafermeria.
dormitorio per il personale^ ufficio am-
ministrativo. Ciascun treno può portare
206 malati tutti coricati, e 352 qualora
309 di questi possano star seduti e sol-
tanto 43 restino u letto.
tale scopo hanno sempre un certo nu-
mero di letti-barelle. Colui che non può
proseguire il viaggio, viene, quindi,
sceso al posto di soccorso, con tutta la
sua barella-letto, e, nel treno, il suo
posto viene occupato dalla barella vuota
tolta alla stazione stessa di soccorso.
Vi sono, poi : 148 tende da ospedali
1 lancia a benzina; 8 stazioni di rifor-
ninionto ])er ambulanze fluviali ; 8 ma-
j:;azziiii di rifornimento (Torino, Cuneo,
Milano. Verona, Bologna, Firenze, Ro-
ma, Palermo).
- 358 -
Lra Croce di Malta.
Alla Croce Rossa, si accoppia, come
abbiamo detto, sebbene in proporzioni
assai piti esigue, nell' assistenza ai fe-
riti, la Croce di Malta, nome sotto cui
la maggioranza designa l'Associazione
dei Cavalieri Italiani del Sovrano Mi-
X-
Scuola per i militi della Croce di Malta.
Il Priucipe Lelio Orsini dirige uua lezione.
Un comj)]esso, dunque, di 245 unità
osiìcdaliere mobili, senza contare i nu-
merosi ospedali territoriali sorti in tutte
le città nostre.
La Croce Rossa italiana apparve
per la i)rinia volta, ufficialmente orga-
nizzata, nella campagna d'Africa del
1895. Dopo la battaglia di Adua, essa
inviò una spedizione in Abissinia per
litare Ordine di Malta, forse perchè 1
militi, da essi istruiti al pietoso scopo,
portano, per distintivo, le stellette con
la croce ad otto punte, proi)ria di quel-
r Ordine.
Come la Croce Rossa, così questa,
equiparata all' esercito fino alla sec(mda
metà dell' anno scorso, venne militariz-
zata con decreto in data 23 Decenibre
Scala 1 : 225 circa.
Tipo di carrozza ridotta ad infermeria di nn treno ospedale
dell'Associazione dei Cav. It. del S. M. Ordine di Malta pel servizio sanitario in guerra.
andare a riprendere i nostri soldati
prigionieri del Negus, e, a scaglioni, li
ricondusse in Patria, Nella inn vicina
guerra italo-turca, svolse una alacre,
fervida attività. Si rese pure utile in
Cina, partecii)ò alle ultime guerre bal-
caniche, assistendo, con fraternità, la
Serbia, la Bulgaria, la Grecia e il Mon-
tenegro.
1915. I militi di entrambe, quindi, hanno
smesso le divise sj)eciali, proprie ai loro
enti, e hanno indossate quelle grigio-
verdi, che ne migliorano 1' estetica ma
ne aumentano le responsabilità.
L' Ordine di S. Giovanni di Gerusa-
lemme, detto anche di Rodi, e, più tardi,
di Malta, ebbe, fin dalle sue origini, ca-
rattere ospedaliero, religioso, militare,
- ^51)
ariatocrati(M) o nionarcbico. Ospedaliero,
}»o^c•h^ fonduto i»er ricevere nell' Ospe-
dale di Geriisalemine i pelle^irini clic ivi
si recavano e gli infernii di t>;ini nazio-
nalità ; relijiioso, perdio i suoi compo-
nenti fanno voti di castità, povertà ed
obbedienza; militare i)ercbò tutti coloro
cbe vi appartensiono, secondo lo si)irito
d'origine, debbono combattere gli infe-
deli per proteggere i cristiani; monar-
chico, perchè è retto da un capo inamo-
vibile, con potere sovrano; aristocratico,
dall' immaginare che dalla loro mode-
sta iniziativa dovesse sorgere un giorno
l'Ordine cavalleresco più potente e più
glorioso d' Europa ; o che, malgrado le
contrarie vicende, dopo circa nove se-
coli, esso, fedele alla tradizione, avrebbe
continuato l'opera dei i)ii promotori ed
ampliata la sua sfera d'azione.
Sull'esempio dei Cavalieri di ISIalta
sorsero istituzioni ospedaliere del ge-
nere non solo in Italia, ma anche in In-
ghilterra, in Boemia, nella Slesia, nella
Nel IV treno-ospedale della Croce di Malta.
infine, perchè, negli aflF;iri più importanti,
il Gran Maesjtro ed il Consiglio eserci-
tano un' assoluta autoritit.
Il Sovrano Militare Ordine di Malta
è il più antico ordine cavalleresco d' Ita-
lia, risalendo le sue origini alla prima
metà dell' XI° secolo. Fu precisamente
nel 1048, che alcuni mercanti amalfitani,
i quali trafficavano in Oriente, fonda-
rono in Gerusalemme la piccola associa-
zione e 1' osi)edale sopra ricordato. Que-
gli uomini caritatevoli erano ben lungi
Westfalia ed altrove, dando ovunque i
più splendidi risultati.
Mediante l'opera ed il denaro dei
Cavalieri di S. Giovanni di Gerusa-
lemme sono state alleviate molte soffe-
renze dei malati e dei feriti durante lo
guerre combattute nel secolo XIX : od
allorquando, dopo la famosa conven-
zione lirmata a Ginevra il 22 agosto 1861:,
nel 18C9 si tenne a Berlino la confe-
renza per meglio definire ed organizzare
il servizio sanitario jìcr i malati e feriti
Per gli OMNIBUS dei Servizi Pubblici Automobilistici
PREFERITE I.K
^^^"^^ P'^"^ "WALTER MARTIHY,,
WALTER MARTINY. tu. inioimi Cap. L. 4,000,01» iitir. leruU - Via Verolengo, 379 • TORINO
im^^00*0^*mm
■■^■KHi^Ki^l^l
- 360
in guerra, l' Ordine di Malta, rappre-
sentato da uno dei suoi membri, si di-
chiarò pronto a cooperare con le asso-
ciazioni di soccorso nell'opera di carità
a beneficio dei feriti.
E fu appunto in seguito a tale ade-
sione che, a somiglianza di quanto venne
operato in Austria dai Cavalieri della
Lingua di Alemagna ed in Prussia dai
Cavalieri delle Associazioni di Slesia e
Westfalia, si costituì anche in Italia,
dietro iniziativa del Gran Magistero,
V Associazione del Sovrano M'dllare Or-
dine di Ifalta per il soccorso dei malati
e dei feriti in guerra, associazione di cui
è, ora, capo supremo il Bali conte Ber-
nardo Lambertenglii, gran Cancelliere
del Magistero e Luogotenente del Gran
Maestro dell' Ordine.
Questa Associazione, retta da appo-
sito Statuto, ai)provato dal suo Comi-
tato direttivo nella seduta del 9 gen-
naio 1877, in seguito alla convenzione
• concliiusa col Ministero della Guerra il
20 febbraio 1884, estese notevolmente
la sua sfera d' azione oltre i limiti fìs-
sati dallo Statuto stesso ; ed ora, fedele
alla sua missione di carità, concorre
con tutti i suoi mezzi a lenire le soffe-
renze di quanti combattono per la gran-
dezza della patria.
Come la Croce Rossa, così anclie
questa ha personale direttivo e di as-
sistenza. Soltanto la sua direzione (Pre-
sidente, Rappresentante Generale, Di-
rettore Cai)o del Personale, Delegati
Regionali, Direttori e Vicedirettori di
unità ospedaliere) è riserbata ai Cava-
lieri dell' Ordine, che nei tempi passati
sfoggiavano il loro inttoi-esco costume
iu velluto, con galloni, spada crociata,
croce dell' Ordine al lato sinistro del
petto, e capi)ello a piume bianche, men-
tre oggi vestono in borghese o con la
divisa di ufficiali superiori dell' esercito
italiano.
Gli arruolamenti del personale si
compiono con le stesse norme e moda-
lità da noi già viste nell' esaminar la
Croce Rossa. Essi — che, per i giovani
appartenenti alle terze categorie, danno
del pari diritto alla esenzione dal ser-
vizio militare — sono obbligatori per
due anni, e, in tempo di guerra, per
tutta la durata della guerra stessa. La
istruzione delle reclute si compie a Roma,
nella villa dei Cavalieri, a Santa Sabina,
e con esemplare rigore. Il delegato re-
gionale di Roma, Principe Don Lelio
Orsini, è il primo a dare esempio di
j)untualità e disciplina. Egli vuole che
si apprenda a perfezione ogni cosa, dal
pili semplice passo militare alla più
elementare manovi-a di cai'ico di l)a-
rella. Poiché i corsi di istruzione sono
due : il primo, di carattere tecnico, con-
siste in 1 Oiihe esercitazioni militari e
nella conoscenza ju-ecisa, esatta di tutto
il materiale, diremo così, rotabile ; il se-
condo, di carattere scientifico, consiste
in una serie di lezioni sulle fasciature
pili comuni, sui disinfettanti ecc. Ter-
minati i due corsi, gli infermieri aspet-
tano di essere — a mano a mano se ne
presenti il bisogno — chiamati in ser-
vizio attivo.
La Croce di Malta che si regge —
come abbiamo già detto — con mezzi
])roprii e con le offerte dei Cavalieri
dell' Ordine — non i)otendo, per con-
venzione col Governo, accettare altri
aiuti — ha attualmente un effettivo di
500 infermieri e di molti ufficiali. Il
numero non parrà esiguo quando si
sarà d-etto che il suo servizio è quasi
limitato ai treni-ospedali. Essa, infatti,
possiede ;
1. Quattro ambulanzette da cam-
po — che oggi non funzionano perchè,
trattandosi di un tipo abolito dall' orga-
nizzazione sanitaria, il Ministero della
Guerra — da cui 1' Ordine dipende in
tempo di guerra — non le ha richiest©.
2. Un ospedale da campo accan-
tonato, con 100 letti (in zona di guerra).
3. Un solo ospedale territoriale :
quello di Santa Marta, a Roma, messo
a sua disposizione da Benedetto XV e
contenente 300 letti che sono in con-
tinuo aumento. Questo ospedale, vero
modello di organizzazione, è diretto dal
nob. Pio Franchi dei Cavalieri, com-
mendatore dell' Ordine.
4. Quattro treni-ospedali, ciascuno
composto di 14 vetture, compreso il
bagagliaio. Ogni vettura contiene 24
letti-barelle, disposti in due ordini ; la
lunghezza totale del treno — macchina
esclusa — è di 300 metri ed il suo peso,
quando è carico dei feriti, raggiunge le
400 tonnellate.
5. Otto posti di soccorso in zona
di guerra. Per il momento ne funzio-
nano due.
La Croce di Malta, dal giorno in cui
venne fondata (1877), è entrata in azione
militare per la prima volta nella guerra
italo-turca, disi»onendo, in quella circo-
stanza, anche di una nave-ospedale. In
tempi di i)ace, essa esplica la stessa
opera caritatevole della Croce Rossa,
e, dopo il terremoto del 1908, accorse
in Sicilia ove costruì una magnifica ba-
racca-ospedale, che donò, poi, al Co-
- 361 -
mune di Messina. Dol pari fii pronta Iniziative privato.
a prestarsi l' anno scorso, nell' assistere j nostri Sovrani.
e curare i superstiti del grave movi-
ujonto tellurico della Marsica. La Croce Rossa, a differenza della
La sua bella caratteristica è nella sua sorella minore, ha un grandissimo
esemplare disciplina che mantiene in numero di ospedali territoriali. Ma se
e del Quirinale. — Nel giardino.
tutto il personale e nella istruzione questi, nella massima loro parte, sono
inappuntabile che gli impartisce. A ciò sorti in pubblici locali forniti dal Go-
provvedono, don Lelio Orsini e don verno, dalle prefetture e da comimi del
Aspreno Brancaccio che, cooperati dal- Regno (scuole, collegi, accademie ecc.),
Ospedale l'iiliizzu Margherita. — Soldati feriti uel giardino
r alacre segretario, avvocato Nataletti,
dal Palazzo dell'Ordine in via Condotti,
muovono sapientemente i fili della pic-
cola ma perfetta or{;auizzazioue.
in parte anche vennero impiantati in
ville e i)alazzi che il cuore di ricchi
cittadini cedette all'ente benemerito.
Ed ecco come le non poche iniziative
- 362
private rientrano nell'ambito dell'atti-
vità della Croce Rossa italiana. Quante
t<ono? E chi potrebbe tutte numerarle?
Ricorderemo e illustreremo le ma j;^ ori.
I nostri Sovrani, primi in ogui slancio
di carità, apersero subito le loro di-
Rey;!iaute vollero portare il loro valido
tributo nell'assistenza che 1' Italia fa
ai feriti.
Il Palazzo del Quirinale, per lo zelo
infinito della stessa Regina Elena, e
del Duca d'Oporto, è stato trasformato
Ospedale Palazzo Margherita. — Sala per la
cura elettri
J
m
*
W^'
Ospedale Palazzo Margherita. — La mensa degli ufficiali.
more regali al riposo e alle cure dei
soldati reduci dal fronte: dalla Regina
Elena alla Regina Margherita, dalla
Duchessa d'Aosta alla Principessa Le-
tizia, tutti i componenti della Casa
in modo da diventare uno dei più or-
ganici ospedali moderni. Nella •« Sala
del Trono », in quella degli ■« Amba-
sciatori » e in quella da ballo, si sono
stabilite le condutture d' acqua e l' im-
- 803 -
])ianto dei bajiTii, mediante un itige- RIin*jtl»erita, e, per esaere precisi, nella
mioso rialzo dt-l livello del ])aviniento ; palazzina così detta dei Principini e
le stesse ^aile sono state divise in ani- nell' ap]>artamento nn tempo abitato
bienti ragionevoli, mediante tramezzi ; dalla marchesa di Villumarlnii. Esso
nelle stanze attijiue si sono istituite comprende 120 letti e una (luantiiri di
sale di medicazione, operatorie e di ra- poltrone a rotelle ])er il facile trasporto
diogratìa, guardarobe, reiettorii, far-
Ospe.'lnle Palazzo Marj^herita. — L'u mutilalo
the si prova ali' arti omttro dell' Amar.
macia e cucina. L'ospedale, destinato
ad accogliere soltanto soldati semplici,
conijìrende l'intero a])p!irtamento del
prijHO ])iano e consta di undici cor-
sie, con 206 letti. I guardaroba o; cu-
pano quattro stanze, senza coi. tare
«jUello centrale (i)er la bianclier .i da
letto) che si trova allogato noli' :i;;tica
Cappella Paolina. Un lato dell' :»i'par-
tamento ospita le 24 damo infermiere
che, dirette dalla Principessa di Paterno
e coadiuvato da 5 Figlie di S. Vincenzo,
portano agli ospiti il continuo conforto
della loro delicata assistenza. La far-
macia si è installata nella sala d' armi
ed il gabinetto radiologico nel salottino
del Don Chisciotte. Cappellano è mon-
signorr Beccaria. I ricoverati hanno ot-
timi j)asti, sono allietati dal suono di
inni patriottici, che un grammofono,
offerto dai Principini, intona di conti-
nuo, e, oltre a ricevere in lettura i
giornali quotidiani e le riviste, posseg-
gono anche una piccola biblioteca, messa
insieme j»er loro dalla stessa Regina.
Naturalmente, ai convalescenti sono
aperti i viali dei giardini por qualohe
passeggiata ristoratrice.
Non meno delizioso è 1' opj)edale isti-
tuito dalla Regina Madre nel Palazzo
dei convalescenti attraverso i viali della
villa. Tutto è ìiitido ed elegante qua
dentro, ed ogni cofnodità h offerta agli
ospiti : sale di lettura e di scrittìira,
giornali e riviste, perfino ac<iue mino-
rali. In ogni camera spiccano, sullo
l)areti, massime dettate dalla stessa
Regina : e sono massime che stimolano
fortemente lo virtù civili e militari dei
ricoverati. L'Augusta Signora — come
la Regina Elena — ogni giorno, accom-
pagnata dal medico capo, prof. Marga-
rucci, fa il giro delle sale, fermandosi
letto per letto e lasciando in tutti il
ricordo della sua infinita bontà.
Alla Regina Elena — che ha offerti
pure i palazzi Reali di Genova, Caserta
e Firenze — e alla Regina Margherita,
si sono unite la Duchessa d'Aosta, col
mettere a disposizione della Croce Rossa
il palazzo della Cisterna di Torino, e la
Principessa Letizia, con 1' offrire il ca-
stello di Moncalieri.
Lr' Assistenza
ai mutilati.
Nel castello di Moncalieri sono stati
raccolti 1 mutilati, o, per meglio dire,
un certo uuniero di essi, giacch^ — come
ora vedremo — molti sono gli ospedali
sorti (tutti per iniziativa privata) allo
-VHW^
n Castello di Moncalieri.
scopo nobilissimo di rieducare coloro
che tornarono dal fronte con qualche
arto di meno.
La rossa e massiccia costruzione
settecentesca, che tante memorie custo-
disce della Casa Sabauda, ò, oggi, di-
venuta la pietosa dimora di 120 ir» i
pili eroici soldati d' Italia, perchè fra i
364
più provati. Con una serie di adatta-
menti, il vetusto castello che oggi al-
levia le sofferenze fisiclie e morali di
tanti infelici, si è trasformato e adattato
ad ogni esigenza dell' igiene moderna.
La Principessa sorveglia di persona la
non 8Ì rieducano i mutilati, (l) Questo
comi)ito, importantissimo e delicatissi-
mo, spetta ad altri ospedali. Comin-
ceremo a dire dell' Istituto Ortopedico
Rizzoli, di Bologna, che, già esistente
prima della guei-ra, si trova, come quello
^ISKi™
Ospedale di Moncalleri. — iSala di lettura.
convalescenza di ciascuno, fino al giorno
in cui, debitamente munito del suo arto
posticcio, possa uscire dal castello e
tornare in seno alla famiglia. Un egre-
gio professore si incarica di insegnare
a leggere e a scrivere agli analfabeti,
e, due volte la settimana, in brevi con-
dì JMilano, in condizioni specialmente fa-
vorevoli a svolgere, con larghezza e ric-
chezza di mezzi scientifici, la sua sfera
d' azione. L' Istituto Rizzoli, almeno pel
momento, è senza rivali in Italia, e com-
pete con onore con i migliori dell'estero.
Sito in San Michele in Bosco, prcvssc»
San Michele in Bosco, Bologna. — Istituto Ortopedico Rizzoli.
ferenze, si spiegano ai soldati gli ultimi
eventi della guerra. Poche suore e dame
volontarie coadiuvano l'Augusta Signora
nella sua non semplice nò lieve opera
di carità.
Nel Castello di Moncalieri, tuttavia.
Bologna, fino dal giugno 1915, sotto la
direzione del maggioro medico prof. Vit-
(1) Mentre correggo le bozze del presente
articolo, apprendo che si è provveduto, nel Ca-
stello di Moncalieri, anche a questo. (N.D.A.).
- n05 -^
torio Pnttì, cominciò ad agire con que-
sto nubilissimo scopo. Esso contiene 250
letti, di cui 150 sono ])er i mutilati o
100 per gli 8tor])i ; altri IGO lotti ha,
jioi. in uno 8i)ecialc padiglione annesso.
Possiede salo di ginnastica kiuesitera-
kinesiterapici ed elettroterapici, riceìii
di aippareccliì modernissimi, costruiti
tutti in Bologna, sono i pili completi
e ])eiretti che esistano in Italia. Quan-
do i mutilati hanno avuto, ed hanno
appreso ad usare, il loro ai)parucchi«»
Istituto Ortopedico Rizzoli. — Infermeria nell' antico Retettorio.
pica, scuola di rieducazione fisica e
scuola di cultura generale. Inoltre, ha
due siucnrsali : una — i)er gli ufficiali
— a Villa Favorita, a mezza costa dal
ortopedico, vengono mandati a casa in
licenza di quattro settimane. A licenza
finita, possono, se lo desiderano, t<»r-
nare nella Casa di rieducazione di IJo-
Istituto Ortopedico Rizzoli. — Infermeria nella Sala del Museo.
colle di S. Michele in Bosco ; l' altra
— j)or i soldati — nelle scuole Pascoli,
in città. Nella sua officina, 70 esperti
operai lavorano costantemente a pro-
durre arti artificiali. I suoi impianti
logna, che contiene dai (50 ai 70 letti.
Qui trovan(» scuole elementari, superiori,
commerciali, agrarie ecc. e scuole di
mestieri (calzolai, sarti, falegnami, ce-
stai, intagliatori, legatori e disogiiatori)
- 366 -
ove sono messi in prrado di tornare dodici soltanto. Questo numero, è in
utilmeute nella vita civile. Opii muti- breve molto aumentato, e non pare loii-
lato, oltre al soldo clie gli spetta come tano il giorno in cui, compiuti i lavori di
ferito, riceve una lira al giorno: L. 0,30 ampliamento, già assai innanzi, l'ospe-
alla mano e L, 0,70 sopra un libretto dale sarà capace di 600 posti.
Istituto Ortopedico Rizzoli. — Sala della kinesiterapia.
della Cassa di Risparmio clie gli viene
consegnato quando esce dall' Istituto.
Il rifugio Ottolenghi ha un giardino
di circa 11,000 m. q., a cui conduce un
Anche Milano ha il suo ospedale per viale alberato, lungo 150 m. e largo 20.
i mutilati a Gorla Primo, nel Rifugio
Fanny Finzi Ottoleiisilii. L' osncdah
L' edificio consta di un vestibolo terreno
l'elio soivo miche ronir- s;il.i da L-inoco) d.i
Istituto Ortopedico Rizzoli. — Ofìicina delle protesi.
in cui presta assistenza la Sanità Mi- un refettorio, di varii dormitori, di una
litare. è diretto dal maggiore medico sala operatoria, di due laboratorii, di
prof. Galeazzi, contiene circa 200 letti, una cappella per le funzioni religiose,
e iniziò la sua attività bellica racco- di cucine ed impianti pel riscaldamento
gliendo un esiguo numero di mutilati : e il sollevamento dell' acqua. Numerosf
— 807 —
scuole di educazioBe morale e tìsica lo < stanza di orientamento » ove i model-
equipiiniTio al procedente. Esso possiede nisainii aj)par('('clii dell'Amar (cielo ergo-
pure i modcrnissinù apparecchi per mi-
surare la capacità funzionale dei muti-
lati, apparecclii di cui discorreremo più
oltre.
Roma non ha voluto rimanere estra-
nea a questa nobile gara di carità. E
a Villa Miratìori, siiUa via Nomentana,
generosamente otìerta dal Governo degli
Stati l^^niti, essendo, come tutti sanno, la
sede del Pensionato artistico nord-ame-
ricano, ha essa j)ure ai>erto il suo Isti-
tuto ortopedico. Diretto dal Prof. Della
Vedova, accoglie 80 storpi e mutilati in
grafo, cardiografo, purìunografo, chiro-
grafo, artrometro, luarlcllo scrivente o
pialla dinamografìca) gli misurano la
forza costituzionale, l' energia delle sin-
gole membra sane o monche. Mentre
il mutilato si ])rova nei diversi mestieri
(alla pialla, alla lima ecc.), una lanc<'tta
segna sopra un cilindro di carta allumi-
cata. i diagrammi che mostrano ([uale
sforzo gli costi quel lavoi'), (juale sia la
sua energia residuale e a [uale mestiere,
per la nniggiore o minoi e regolarità dei
suoi movimenti, sia \à\\ atto. Questi ap-
Neir Ospedale di Pescia pei mutilati. — La Scuola elementare.
un ambiente che non manca di nessuna
comodità, che ha ottimi ietti, ampie
stanze per il bagno e i)er la doccia, sala
di lettura, ecc. La maggior parte dei
letti sono dono della Croce Rossa; la
camera operatoria ò im regalo dell' In-
vernizzi, e due ettaiù di terreno annessi
alla villa sono dono del comm. E. Ma-
raini. Appena un mutilato giunge dal
Policlinico a Villa Mirafiori, entra nella
parecchi dell'Amar — che il dott. Gnaldi,
sostituto dell' illustre Della Vi'dova nella
«lirezione, ha voluto studiare per un mese
intero a Parigi, ove, a conto di S. M. la
Regina Elena, ha acquistati anche i mo-
dernissimi bracci Canet, modello Amar,
a mani movibili — sono di una evidente
utilità, e credo non siano in uso in altri
os])edali ortopedici italiani. Per virtù di
essi, si può avviare il mutilato nel me-
Per gli OMNIBUS dei Servizi Pubblici Automobilistici
PRKFEKITK LE
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stiere TPrainntite adatto ad essere bene
ayjpreso da lui. Naturalmente Villa ]Mi-
raiiori — che si è ai)erta appena nel mag-
gio lyiG — contiene numerose scuole di
cultura e di rieducazione fisica. Ricor-
deremo quella elementare i)er gli anal-
fabeti, diretta dal maestro Adolfo Paris,
quelle commerciali, ed i laboratorii di
calzoleria, con 20 iscritti ; di legatoria,
con 6 allievi ; di ebanisteria, con 10 ap-
prendisti ; di saitoria con un alunno ; di
ortopedia con 11 iscritti ; oltre alle se-
zioni di giardinaggio (in cui i mutilati
coltivano pomodori, pntate, cavoli, ecc.)
e di apicultura, con 5 alveari, ai quali
teatrino ali* aperto, ove il « Circolo del
Soldato » — che ne è donatore — tiene
spesso qualche divertente recita. Si
tratta di soldati filodrammatici che con-
corrono ad alleviare la sventura dei loro
camerati.
Alle spese di Villa Mirafiori prov-
vede il * Comitato Pro Mutilati > (che
ha forniti gli apparecchi Amar) con
l'aiuto di alte personalità ed Enti. La
Regina Elena, infatti, ha offerti i co-
stosissimi bracci Canet e la Provincia
ha, nel luglio, votate 20,000 lire. I sol-
dati ricevono dal Governo una diaria
giornaliera, corrispondente a quanto si
Nell'Ospedale di Pescia
mutilati. — Il Laboratorio ortopedico.
ha provveduto il prof. Costantini, diret-
tore dell'Osservatorio ai)istico di Roma.
In questo Istituto, che in poco tempo
ha assunto uno sviluppo notevolissimo,
sono in uso i sistemi più moderni di or-
tu])edia e le macchine pifi delicate e ])in
perfette. 11 prof. Della Vedova vuole
che gli osjìiti di Villa Mirafiori, possano,
alla loro uscita definitiva, trovare quel-
r onesto e ben retribxiito lavoro cui
hanno diritto. E per questo non li li-
eenzia se non d()])o averli bene collocati
in ofl^icine o in laboratorii. Finora due
di essi sono già a posto.
I mutilati di Roma — in gran parte
vittime del congelamento degli arti in-
feriori — vengono assistiti, con amore
e zelo, dalle Samaritane gi-igie, dirette
dalla signora Tosi, ed hanno perfino un
dà a tutti i feriti di guerra. Al resto
pensa il Comitato suddetto.
Un altro istituto ortopedico degno
di ogni elogio è quello sorto a Pescia
nella villa offerta — con completo arre-
damento — da Gino Calderai. Aperto,
suir inizio, per la cura di 40 ufficiali
mutilati, o feriti negli arti e nelle ar-
ticolazioni, e bisognosi, quindi, di cure
fisiche, ortopediche e di protesi, venne,
in seguito, adibito all'assistenza dei mi-
litari tutti, mutilati o storpi.
Questo ospedale, eh' è un vero mo-
dello del genere, ha, per le cure chi-
rurgiche, una sala operatoria fornita di
tutti i corredi necessarii alle piiì co-
muni operazioni (plastiche, resezioni,
amputazioni, suture tendinee e di ner-
vi, eco.) occorrenti agli storpi e muti-
- 3G9 -
lati ; li.a un gabinetto fisioterapico, cor-
redato (li ajiparecchi elettrici completi,
di ]»iesidi di inass;i<i<;io, di ginnastica
medica e di kinesiterapia, per provve-
dere alla rieducazione funzionale degli
arti lesi ; ha, infine, un completo labo-
ratorio per la produzione degli appa-
recchi di ortopedia e di protesi. Il labo-
ratorio, composto di 4 vasti ambienti,
e fornito di tutto il macchinario e gli
utensili occorrenti alla lavorazione del
ferro, del legno e del cuoio, è diretto
dal tenente medico dott. Alessandri,
specialista in ortopedia, U quale ha ai
suoi ordini un capo ofiìcina, un nicc-
tenente dott. Sansoni, ai occtipa anche
della rieducazione monde e i)rofe88Ìo-
nale dei mutilati, anzi dh largo svilu^tpo
a questa parto della sua attività, ch'ò,
poi, la più interessante e la piìl impor-
tante. Per la rieducazione morale, ha
istituita una scuola obbligatoria che si
propone tre scopi : istruire gli analfabeti;
addestrare gli alfabeti, mutilati di brac-
cio destro, a scrivere col sinistro ; com-
pletare r istruzione dei più intelligenti,
per addestrarli, poi, alla scritturazione
a macchina e metterli, così, in grado
di poter conseguire un posto di scrit-
turale. Quanto alla rieducazione jtro-
Neir Ospedale di Peecia pei mutilati. — Officina di valigeria.
canico, un aggiustatore, un falegname,
un fabbro e im montatore. Nel jabora-
torio si costruiscono tutti i pezzi oc-
correnti alla fabbricazione degli appa-
recchi di jirotesi e degli arti artificiali,
studiando sempre nuovi modelli perfe-
zionati. L' attuale produzione media del
laboratorio ò di 15 apparecchi al mese
(18, se si tiene conto dei modelli di
prova).
L'ospedale di Pescia, diretto con
molto amore e grande comi)etenza dal
dottorcapitaiio Gusmitta, coadiuvato dal
fessionale, i mutilati, dopo che si sono
capito le loro diverse attitudini, ven-
gono addetti ciascuno al lavoro ad esso
più coufacente. All' uopo esistono spe-
ciali sezioni di giardinaggio, orticultura,
pollicultura e coniglicultura, lavorazione
in paglia e vimini, lavorazione in zoc-
coli, calzoleria e sartoria. I più intelli-
genti, poi, vengono istruiti alla datti-
lografia — su tre tipi diversi di macchine
— alla telegrafia ed alla lavorazione
degli apparecchi ortopedici. L' Istituto
di Pescia, cbe si ò aperto il 14 agosto
IL TACCO DI
VERA.GOMMA
mmmo
- 370
1915 ed lia accolto, fino al giujjno 1916,
cento infermi, di cui 80 mntiliiti e 20
storpi, oltre ad incoraggiare moralmente
ài lavoro i suoi ospiti, mostrando loro
1 vantaggi che otterranno nella vita
imparando qualche mestiere, assegna
pure un premio mensile di L. 50 da
dividersi fra i tre mutilati che mostrino
maggiore volontà di apprendere e di
produrre.
In tal modo, esso è riuscito ad
avere finora un attivo di 57 apparecchi
completi e di molti provvisorii (grucce,
strumenti da lavoro ecc.),
tutti interamente costruiti
nelle sue officine.
In ultimo — ed è la parte
destinata a coronare i suoi
nobilissimi sforzi — esso si
occupa pure di collocare i
mutilati allorché lasciano la
sua sede : ed a tale scopo
Neil' Ospedale
di Pescia.
Mutilato
del braccio
con arto
artificiale
da lavoro.
interessa direttamente i sindaci dei loro
rispettivi Comuni ed i privati.
Ma neir assistenza ai mutilati non
v' è grande città nostra che voglia ri-
manere dietro alle altre. A Palermo,
nella magnifica villa alla Noce, ofl^erta
generosamente dal Principe di Belmonte,
si accolgono 100 degenti, .che vengono
curati e rieducati. E, siccome il loro
numero va aumentando, anche la Prin-
cipessa di Baucina ha ceduta la sua
casa di Piazza Olivazza allo scopo pie-
toso. Ma, non bastando ancora, il ge-
nerale Piacentini ha requisito un gran-
dioso stabile, in via S. Lorenzo, capace
di contenere 400 persone, destinandolo
alla sede centrale dell' istituto palermi-
tano, che contiene i laboratorii e le
scuole-officine. Villa Belmonte, diviene,
dunque, sede provvisoria dei nuovi ri-
coverati, i quali vi passeranno il primo
periodo, necessario a stabilire le loro
attitudini : quindi, saranno trasferiti a
S. Lorenzo per addestrarsi nel lavoro.
Un altro istituto ortopedico italiano
degno di essere ricordato h quello di Fi-
renze, posto a Villa Bondì, con 150 letti
e con le sue brave scuole di rieduca-
zione professionale. Infine si sta lavo-
rando a Napoli, a Modena, a Venezia,
a Padova, a Verona e in tutte le mag-
giori città nostre, perchè nuove case di
cura sorgano per gli storpii e i mutilati
della guei-ra.
Ma se i mutilati meritano questa ca-
tena di sforzi, cui non è nessuno che ri-
fiuti di partecipare, anche altre catego-
rie di combattenti debbono interessarci
alla medesima maniera. I
ciechi, i sordi, i muti, i tu-
bercolotici, non sono, forse,
del pari bisognosi di cure
permanenti, non rappresen-
tano forse, essi pure, tante
classi di autentici invalidi?
Ed ecco il ■« Comitato Na-
zionale per gli invalidi della
guerra » sorto in Roma nel
luglio di quest' an-
no. Grazie all' ope-
ra sua si è inaugu-
rato 1' Istituto di
assistenza per gli
invalidi dell'udito,
che cura i militari
affetti da trauma
acustico ; si è aper-
to, nella splendida
villa offerta al Gia-
nicolo dall' amei-i-
cano comm.Wurtz,
r Istituto per i ne-
vropatici, capace di oltre 60 letti ; sono
per aprirsi, infine, l' ospedale pei muti
e quello pei tubercolotici. Ai nevropatici
è preposto il prof. Tamburini ; ai tuber-
colotici, il prof. sen. Marchiafava ed ai
sordomuti, il prof. Mancioli, tre scien-
ziati, cioè, di fuma mondiale.
A.ltre iniziative
private.
Fra le altre iniziative private occorre
dire, innanzi tutto, dell' offerta fatta
dal Principe Aldobrandini di un' ala
della sua splendida villa romana di via
Magnanapoli. La Croce Rossa vi ha rico-
verati i soldati ciechi, sotto la direzione
del maggiore medico, prof. Alfonso
Neuschiiler, l'insigne oculista. (i) Triste
gruppo di abitatori, che non hanno
(1) Mentre correggo le bozze del presente
articolo si annunciano le dimissioni del prof.
Neuschiiler a cui succede il prof. Augusto Ro-
magnoli, 11 celebre cieco nato, che vive e pro-
duce come veggente. (N.D.A.).
- 371 -
noppiire il conforto di poter godere la
visione dei mngnifiei giardini di questo
delizit)so soggiorno; ma assistiti e con-
fortati, e, sojmitiitto, educati dai me-
dici e dalle danu' volontarie, con tanto
amore, con sì atìettuosa i)remura, che
ad essi stessi paro meno cruda la gra-
vità della loro disgrazia. La Villa è
capace di ospitare 30 persone ; ma per
ora non ne accoglie piìl di 20. Nello
infermerie — di cui una pei feriti gravi
che hanno poca speranza di salvezza —
tutto è lindo ed ordinato. Né mancano
sale in cui pietosi assistenti leggono i
giornali ai ricove-
rati o fanno loro
ascoltare della mu-
gica. Ma ciò eh' è
davvero importan-
te è la rieducazione
dei ciechi, forse piìl
dithcile che non sia
quella degli stessi
mutilati. Un esper-
to maestro insegua
loro a scrivere, ol-
ti*e che col metodo
Braille, anche a
macchina. Qualcu-
no, in meno di un
mese, ha potuto ad-
destrarsi in modo
da scrivere corren-
temente. Appositi
laboratori! servono
a fare apprendere
ai ciechi anche un
mestiere : e già, nel
Padiglione della
villa, e' è chi lega
libri, chi impaglia
sedie, chi intesse
ceste di vimini. Vi
è fra gli ospiti an-
che un nemico : un
soldato austriaco
fatto prigioniero
quando aveva già
perduta la vista.
Raccolto e curato, ora egli lavora insie-
«me agli altri. Sul principio i compagni
lo schernivano : poi, ai)prcsosi che era
un dalmata e che la sua famiglia era
stata tutta distrutta dall'Austria, fini-
rono per volergli bene.
A Roma i Fratelli delle Scuole Cri-
stiane hanno offerto al Governo il loro
Istituto De Merode, che accoglie gli
ufiiciali feriti, jìcr le cure di convale-
Bcenza. Esso ^ caj»nce di 150 posti. Sito
in luogo ceutralissimo, a via Alibert,
presso piazza di Spagna, è provvisto
Roma.
di tutto quanto si possa desiderare in
fatto di comodità e di igiene. A Torino,
l'Ordine^ ^Slaiuiziano, ha istituito, inesso
il suo ospedale civile — eh' (> rimasto
intatto — un ospedale militare di ri-
serva con 300 letti per soldati e 50 per
ufficiali. L'Ordine ha provveduto, a sue
spese, al completo impianto ed all'al-
lestimento dei letti e so ne ne è riser-
vata anche la direzione. Non solo: ma
l'Ordine ha offerto all' autorità militare
pure gli altri suoi quattro ospedali di
Aosta, Valenza, Luserna e Lanzo per
quella maggiore disponibilità di letti che
si potesse, d'accor-
do, concertare. A-
Genova 1' educan-
dato delle Suore
Ravasco, ha messo
una parte del suo
maguilico edilìcio
che sorge sul colle
di Carignano, a di-
sposizione del Co-
mando militare.
Nelle numerose sa-
le hanno potuto es-
sere disposti ben
1000 letti, presso
cui 50 suore adem-
piono amorevol-
mente il compito
di infermiere. Di-
retto dal maggiore
medico G. B. Ra-
moino, l'educan-
dato ospita, per
ora, 300 feriti. An-
che il Seminario Ar-
civescovile di Ge-
nova ha offerti am-
pli locali dove già
si accolgono molti
infermi.
A Milano l' in-
dustriale Felice Bi-
sleri ha istituito, iu
una sua villa, com-
pletamente arre4a-
ta, un ospedale che oggi accoglie i feriti
e un giorno accoglierà gli orfani dei ca-
duti. Nelle sue due sale maggiori, che
misurano metri 32 X 16, sono disposti
150 letti ; ma, come si vede, e' è tutto
lo spazio per aumentarli, all'occorren-
za. Le due figlie del donatore sono le
più zelanti infermiere di questo arioso e
comodo ospedale.
Ma non è jiossibile dire di tutte le
iniziative, di tutte le offerte della carità
jirivata. Ne ricorderemo solo qualche
altra, senza la pretesa di essere com-
Villa Al(ii)t>ranaii)i. - La grande
fontana dell' ingresso.
- 372
pleti. Presso Bologna, per esempio, il
marcliese Pizzardi mantiene a sue spese
nel!' antico castello di Bentivoglio un
ospedale completo ; a Milano il senatore
Mangili, a nome della •« Società Nord Mi-
lano», ha offerto le ville della Bicocca
e di Mirabello ; sempre a Milano, il Pio
Istituto Bassini lia messo a disposizione
della Croce Rossa 50 letti per malati e
feriti. A Roma, il Principe Torlonia lia
aperto un ospedale da 40 letti nel Con-
servatorio che si intitola al suo nome,
pel ricovero di feriti non gravi o conva-
lescenti. A Pavia, la ditta Vacchetti ha
istituito, nei locali del proprio stabili-
mento, un ospedale di 100 letti con tutti
gli impianti neces-
sarii; nella stessa
città il comm. Qui-
rico Quirici ha fon-
dato un altro ospe-
dale con 150 letti.
A Torino 1' Opera
Pia Barolo ha stan-
ziate 50,000 lire,
mettendo a dispo-
sizione del Gover-
no 100 letti nella
propria casa di
Moncalieri, e la
Contessa Caterina
Caterano d'Osasco
ha offerto il suo
magnifico castello
con relativo parco.
A Milano la società
Carlo Clerici ha
organizzato un
ospedale di 150 letti
neir opificio di Al-
pigiano. A Chivas-
so la ditta Emilio
Gallo ha donato un
ospedaletto di 90
letti, mentre un al-
tro di 60 veniva of-
ferto dalla Pia So-
cietà femminile
ismaelitica di To-
rino.
E, ancora: l'Asilo Evangelico e la
Lega femminile della Chiesa Valdese di
Milano hanno dati 150 letti ; il sig. Bo-
nomi di Milano ha offerto uno ospedale
di 200 letti, le cui spese di funziona-
mento sono state assunte tutte dalla
Banca Commerciale Italiana ; la con-
tessa Peon de Regis Serristori ha offerta
la sua villa di Gonfienti (Prato) ; la si-
gnora Anna Maria Babington ha aperta,
del pari, la sua viUa di Conegliano.
Altre ville e palazzi hanno messi a di-
Villa Aidobrandini.-
riceve una lezione
della Croce Rossa.
sposizione dei foriti, il cnv. Giovanni
Agnelli di Torino (due ville), il cav. Re-
nato Piovanelli di Roma (una villa sul
lago di Garda), il sig. Piaggi di Imola
(i locali vastissimi del suo zuccherificio),
il maestro Giacomo Puccini (villa di
Chiatri), il sig. Enrico Alpi di Faenza
(il suo palazzo, assumendo le spese di
arredamento). E anche gli alleati ed
amici hanno voluto concorrere all' assi-
stenza dei nostri feriti con la fonda-
zione e 1' esercizio di magnifici ospedali
nelle varie città d'Italia. La Croce
Rossa americana con un ospedale com-
pleto ; la signora Ines Pullinini di Bue-
nos-Aires mettendo telegraficamente a
disposizione del
Comitato di Arona
il suo magnifico
I)alazzo in riva al
lago; l'industriale
fi'ancese Michelin
aprendo a Torino
un ospedale per
cure chirurgiche,
capace di 50 a 60
letti, assumendone
intere le spese di
esercizio che som-
mano ad 8000 lire
al mese, oltre quel-
la di impianto che
si aggira sulle
50,000 lire; le Suo-
re di Nancy, dan-
do, all' inizio della
guerra, la loro casa
di Roma ove, sotto
la protezione del
Governo di Fran-
cia, sono raccolti
buon numero di
nostri soldati feri-
ti ; la colonia fran-
c e 8 e , regalando,
del pari, alla città
di Milano — che
gode pure di un
ospedale inglese e
di un altro russo —
una casa di cure per feriti, che dispone
di 250 letti.
Altre offerte private si riferiscono
ad ambulanze automobili (due date
dalla colonia italiana di Parigi, una
donata dall'Automobile Club di Torino,
una quarta ofierta dalla Fiat, una quinta
dall' ing. Carones di Milano). Infine
moltissimi hanno devolute ingenti som-
me alla Croce Rossa: il comm. Bruz-
zone, delle Raflìnerie di Genova, si è
fatto promotore di una iniziativa per-
- Il capitano Folliero
tattile da una dama
373
che ogni società anouima del Regno
rilasci, questo anno, una percentunle
sul proprio dividendo, il che dovrebbe
assicurare all' ente benemerito circa 4
milioni di lire; la Cassa di Risparmio
A villa Aldobrandlni. — Un prigiouiero
austriaco cieco.
di Milauo ha elargite 400,000 lire; il
comm. Alberto Marone, di Torino,
100,000 lire; il comm. Matarazzo di
San Paolo, auch'egli 100,000; il comm.
Carlo Sarauw di Catania, 10,000; il
comm. Segr?^ di Trieste, la ditta Mar-
tini e Rossi di Torino, ciascuno, altret-
tanto; la Fiat, 20,000 lire; la Banca
Commerciale Italiana 30,000; la fami-
glia Figari, di Genova, 40,000; il signor
(Jamba di San Paolo, 30,000. E le of-
ferte di simile entità non si ^rmano
qui : esse sono \nh numerose di quello
che si possa pensare ed a me duole non
aver lo spazio per dare di ciascuna di
esse il- ricordo.
Tutti, dunque, illustri ed oscuri,
ricchi e i)ovcri, connazionali ed alleati
si uniscono in un solo, grande slancio
di carità, accanto a quelli che combat-
tono, per l' onore dell' Italia, per la
salvezza della civiltà d' Europa. Che i
loro magnifici sforzi siano coronati dal
successo completo delle armi latine e,
a guerra finita, affratellino gli animi
sempre più saldamente.
Roma, agosto 1916.
Arturo Lancellotti.
Accampamento inglese per feriti e convalescenti dell' impresa di Gallipoli,
cominciato alla Real Favorita ai Palermo a metà di febbraio 1916, spiantato a mezzo marzo.
(Fot, del sig. Halvatore Dagnino, Palermo).
2000!
La Villa Napoleonica di San Martino presso Portoferraio dove furono alloggiati
prigionieri austriaci.
I prigionieri della grande guerra.
Inter arma charitas.
A storia della terri-
bile guerra europea
non registrerà sol-
tanto inaudite bar-
barie e crudeltà
spaventose. Essa
tram an d er à anche
alle generazioni fu-
ture non poclie pa-
gine davvero sublimi
di fratellanza e di
solidarietà di gran lunga migliori di
quelle che si ebbero durante le piìi tre-
mende calamità che funestarono il ge-
nere umano nei precedenti conflitti ar-
mati e quando la j)ace regnava sovrana
nel mondo.
La guerra moderna non ci ha portato
soltanto i mortai da 420 che distruggono
i migliori capolavori dell' arte ; gli -« zep-
pelin »• e gli -« aviatik *■ che bombardano
le città inermi ed uccidono donne, vec-
chi e bambini; i sottomarini e le mine
che affondano le pacifiche città galleg-
gianti; i liquidi infiammabni; i gas
asfissianti e lacrimogeni e tante altre
cose piiì o meno orrende: essa ha an-
che perfezionato e fatto sorgere non
poche istituzioni umanitarie che riusci-
rono a mitigare, in un modo davvero
considerevole, le conseguenze più dolo-
rose delle stragi più orribili.
Il patriottismo strappò a molte fa-
miglie i padri, i figli, gli sposi, i fratelli,
ma l' affetto più sacro continuò a strin-
gere, con vincoli sempre più indissolu-
bih, i parenti e gli amici partiti per
la frontiera con quelli rimasti a casa
per meglio collaborare al conseguimento
della vittoria. Le madri, i bambini, le
spose e le sorelle, grazie alle suaccen-
nate istituzioni, poterono sempre comu-
nicare, con tutta la possibile rapidità,
coi loro cari soldati, tanto quando pu-
gnavano eroicamente nelle trincee, come
quando giacevano feriti in un ospedale
da campo, o si trovavano prigionieri in
terra nemica.
L' accanimento della lotta ed i mezzi
di distruzione aumentarono in ragione
diretta coli' affetto e 1' ausilio della pa-
tria e della famigUa per i militari vicini
— 375 —
Le alture di Genova corouate di forti, ove furouo ricoverati molti prigiouìeri austriaci.
è lontani ; prigionieri, invalidi, mutilati
o feriti. I soldati cercarono sempre di
nascondere i proi)ri disagi e le proprie
sofferenze ai parenti e agli amici, e que-
sti fecero sempre a gara per inviare in-
dumenti di lana, scaldaranci ed altro ai
con>])attenti ; per affrettare la gviarigione
dei feriti e degli ammalati ; j)er facili-
tare la rieducazione dei mutilati; per
assicurare il necessario alle Ciniglie dei
caduti: per far pervenire notizie con-
fortatrici, pane, denai'o e eoccorsi ai
prigionieri lontani.
Tutti fecero qualche cosa
per i prigionieri di guerra.
È superrtuo dimostrare che tutta
quest' opera, oltremodo patriottica ed
umanitaria, dovrebbe essere, lin d' ora,
ampiamente illustrata. Il bene, sotto
quahuKiue forma si manifesti, dovrebbe
sempre essere posto nella maggiore evi-
denza, mentre il male, qualuniiue siano
le sue cause e le sue conseguenze, do-
vrebbe essere fatto conoscere il meno
possibile alla grande maggioranza del
pubblico....
L'umanità risente ormai il bisogno
della concordia, della fratellanza, della
cooperazione nella lotta contro i mali
inevitabili, ma i)er affrettare, per quanto
è possibile, il conseguimento di que-
ste aspirazioni, converrebbe soprattutto
obliare il male e richiamare maggior-
mente r attenzione sul bene. Chi potesse
metterò in piena luce tutti gli episodi
LIQUORE
TONICO DICESTIVO
DITTA ALBERTI
BENEVENTO
sfavillanti di bontìl e fratellanza che si
ebbero durante lo svolgimento del più
tremendo conflitto che registri la storia
farebbe indubbiamente un' opera santa.
Fra le pagine \nìi belle di questo
lavoro occuperebbero, senza dubbio,'
uno dei posti migliori quelle dedicate
ai prigionieri di guerra, anche perchè
essendo il numero di costoro, data l' im-
mensitìl del conflitto, di gran lunga
superiore a (piello dei catturati nelle
guerre dei tempi che furono, la bontà
umana potò maggiormente esplicare in
loro favore tutte le sue molteplici e
svariate manifestazioni.
In tutte le nazioni belligeranti sor-
sero infatti numerose iniziative e si co-
stituirono non pochi comitati per assi-
curare e facilitare le comunicazioni coi
valorosi che, dopo aver pugnato come
leoni, dovettero arrendersi; per atte-
nuare le loro sofferenze; per procurar
loro un equo trattamento da i)arte del
nemico' durante il divampare dell' odio
provocato dall' acuirsi e dal i)rolungar8Ì
dell' immane conflitto.
In tutti i paesi sorsero vasti campi
di concentrazione ove i medici curarono
generosamente i nemici di ieri ed i sol-
dati diedero magnifiche prove di came-
ratismo verso coloro che forse avranno
ucciso un loro amico, un loro compagno,
un loro parente
Anche i governi neutrali fecero tutto
il possibile per facilitare gli accordi e
per chiarire i malintesi fra le Commis-
sioni per i prigionieri di guerra dello
i
— 376 —
nazioni nemiche; per affrettare lo scam- armi. La proposta venne, com'è noto,
bio dei ritenuti incapaci di riprendere accettata dall' Inghilterra, dalla Ger-
le armi; per prodigare le migliori cure mania, dall'Austria-Ungheria, dalla Ser-
a quelli caduti ammalati. Anche nei tri- bia, dal Belgio, dalla Russia, dalla
sti tempi in cui, i)urtroppo, comanda il Turchia e dal Giappone. Il primo scam-
cannone, 1' amore appare adunque più bio si effettuò il 25 gennaio 1915 : quat-
ibrte dell'odio e la potenza del bene trocento prigionieri francesi furono scam-
supera la potenza del male. biati con altrettanti tedeschi attraverso
la Svizzera, e 90 jjrigionieri tedeschi
L'onera del Vaticano. con altrettanti inglesi attraverso l'Olan-
da. Altri scambi si succedettero, a breve
Le istituzioni che si occuparono, in distanza l' uno dall' altro, colla più per-
un modo o nell' altro, dei prigionieri di fetta regolarità.
guerra delle varie nazioni sono, come Questi felici risultati contribuirono
già si disse, assai numerose, ma quelle a far accrescere enormemente il numero
che poterono maggiormente esplicare delle lettere dirette al Papa dalle fa-
r opera loro, anche perchè, per la loro niiglie degli scomparsi e dei supposti
natura, riuscirono a mantenersi al diso- prigionieri per pregare il capo spiri-
pra della spaven-
tosa tragedia, fu-
rono, evidente-
mente, il Vatica-
no e la Croce
Rossa.
L' opera del
Vaticano merita
senza dubbio i
più vivi elogi e
la più viva rico-
noscenza di tutti
i parenti e gli
amici dei prigio-
nieri, compresi,
ben s'intende,
quelli che non
appartengono al-
la religione cat-
tolica. Sin dal-
li Museo Rath a Giuevra, sede del Comitato
laternazionale della Groce Rossa che fun-
ziona da Agenzia per i prigionieri di guerra.
Fuori dell'edificio i 1200 impiegati volou-
tuale di tutti i po-
poli in armi ad
interessarsi della
sorte dei loro ca-
ri. Benedetto XV
I)re8e sempre tut-
te queste lettere
nella migliore
considerazione.
La Segreteria di
Stato fu incari-
cata di fare tutte
le indagini neces-
sarie e di riferir-
ne i risultati alle
famiglie al più
presto possibile.
Ma il lavoro au-
m e n t a V a enor-
memente di gior-
r inizio della spaventosa conflagrazione no in giorno. Un eminente cattolico
furono infatti esortati i vescovi ed i sa- americano, il signor Bellamy-Storer, ex
cerdoti a prodigare a tutti i prigionieri ambasciatore degli Stati Uniti, offerse
i conforti della carità cristiana, senza la sua cooperazione in quest' opera urna-
distinzione di religione e di nazionalità, nitaria e la sua offerta venne immedia-
Soltanto i feriti e gli infermi dovevano tamente accolta dalla Santa Sede. Il
essere oggetto di maggior cura. E la benemerito diplomatico si incaricò dei-
parola del capo della religione cattolica l' esame della corrispondenza — che di-
venne subito presa nella migliore censi- veniva sempre più numerosa — e della
derazione, tanto è vero che fino dal richiesta di tutte le informazioni del caso
18 ottobre 1914 Benedetto XV non esi- ai rappresentanti della diplomazia pon-
tava a lodare l' arcivescovo di Colonia tificia nei diversi paesi, a nome della
per 1' opera svolta. La stessa lode venne Segreteria di Stato del Vaticano,
da lui tributata, il giorno otto del sue- Il lavoro procedette di questo passo
cessivo novembre, all' arcivescovo di An- sino al marzo del 1915, cioè sino a
tivari. quando Bellamy-Storer dovette ritor-
NeUa seconda quindicina di dicem- nare in America. La Segreteria di Stato
bre si prendeva 1' iniziativa — annun- affidò allora l' incarico al padre Dome-
ciata dallo stesso Pontefice al Sacro nico Ruyter, capo dei penitenziari di
Collegio dei Cardinali, nel solenne ri- San Pietro. L' idea non avrebbe potuto
cevimento della vigilia di Natale — di essere migliore poiché questi frati, ap-
proporre ai belligeranti lo scambio de-' partenendo a diverse nazioni, potevano
gli internati civili e dei prigionieri mi- evadere, colla massima facilità, la cor-
Utari ritenuti incapaci di riprendere le rispondenza che giungeva alla Segrete-
- 877 -
N» 18. 20 mal 1916.
COMI.TÉ INTERNATIONAL DE LA CROIX-ROUGE
qenéve:
' NOUVELLES
DE L'AGEIMCE IIMTERNATIONALE
DES PRISOIMNIERS DE GUERRE
Le N« 10 cent Abonnement : 5 fr. par an.
Allemands.
En Angleterre. — L'Agence intèrnalionale a reca le 12 rhal la 86™«
liste de prisonniers en Angleterre. Nous y relevon.s des noms de militai-
II Bollettino Settimanale dell'Agenzia dei Prigionieri di Guerra.
ria di Stato nelle diverse lingue. Venne carico per la ricerca dei dispersi fra i
così istituito un vero e proprio * Uffi- prigionieri germanicr in Francia. L'uffi-
cio di informazioni per i prigionieri di ciò di Padei-bona e la missione catto-
guerra presso la Segretei-ia di Stato del lica di Friburgo non tardarono a rice-
Vaticano », del quale fu nominato se- vere importanti notizie che permisero
gretario padi-e Huisman, olandese. di stabilire le note corrispondenti alle
Per meglio facilitare il lavoro Be- indagini fatte e di inviarne un dupli-
nedetto XV propose al vescovo di Pa- cato all'ufficio del Vaticano,
derbona, monsignor Schultze, di fon- Dopo l' intervento dell' Italia nel
dare nella sua città un ufficio destinato conflitto europeo Benedetto XV si af-
a raccogliere le notizie dei francesi, frettò a proporre alla Nunziatura di
degli inglesi, dei belgi e dei russi pri- Vienna di fare indagini analoghe a
gionieri in Germania ; come pure di quelle dell' ufficio di Paderbona per la
stampare gli elenchi degli scomparsi, ricerca degli italiani dispersi nei campi
compilati in base alle richieste perve- di concentrazione austriaci. In qiiesti
nute all' ufficio di Roma e di inviarli in campi, come in quelli esistenti in Italia,
tutti i campi di concentrazione tedeschi non tardarono infatti ad essere affissi
affinchè le autorità ed i capi)ellani mi- i nomi di tutti i dis})er8Ì. È superfluo
litari dei campi stessi potessero fave dire che l' ufficio del Vaticano continuò
le opportune ricerche. La missione cat- ad occuparsi, col più vivo interesse, di
tolica di Friburgt) ebbe un analogo iu- tutti gli altri prigionieri di guerra e
ALfflA TEINA ■ Astringente e disinfettante intestinale.
SPECIFICO IN OGNI FORMA DI DIARREA
I^EPETIT FARMACEUTICI - MUDANO
— 378 —
che ottenne, quasi sempre, dei risultati tali da poter funzionare. Anchel'Agen-
oltremodo soddisfacenti, fra i quali me- zia luternazionale lasciava molto a de-
ntano uno dei primi i)Osti quelli rela- siderare, ma il buon volere di tutti i
tivi alle ricerclie degli anglo-francesi membri della Croce Eossa non tardò ad
catturati dai turchi durante le opera-
zioni dei Dardanelli e dei serbi cattu-
rati dall'Austria. Chi volesse enumerare
tutti i casi più curiosi che si verifica-
rono durante queste ricerche dovrebbe
scrivere xm grosso volume il quale non
potrebbe a meno di essere letto colla più
viva soddisfazione anche dalle famiglio
dei prigionieri delle guerre future, poi-
ché alimenterebbe sempre nelle stesse
la dolce speranza di rintracciare un
loro ca*"o, anche dopo di esserne rima-
sti per mesi e mesi senza notizie.
L'Agenzia Internazionale
dei Prigionieri di Guerra.
L' opera della Croce Rossa non è
meno lodevole di quella del Vaticano.
La benemerita istituzione che mise in
piena luce tutte le sue molteplici bene-
merenze mentre si definivano i trattati
semplici * pezzi di carta >, si occupò se-
riamente della sorte dei prigionieri di
guerra sino dal 1907. Nello stesso anno
la Convenzione dell' Aj a previde la crea-
zione di uffici d' informazione incaricati
di trasmettere le liste dei catturati a
ciascuna delle nazioni belligeranti per
via diplomatica e la Conferenza di Lon-
dra decise di interporsi presso i vari go-
verni onde ottenere notevoU lenimenti
per i prigionieri di guerra.
Nel Congresso tenuto a Washington
nel 1912, su proposta della Croce Rossa
francese, venne deliberata * V organizza-
zione, sin dal tempo di pace, di Com-
missioni speciali incaricate di racco-
gliere, in tempo di guerra, i soccorsi
destinati ai militari in cattività e di
affidarli alle cure del Comitato inter-
nazionale della Croce Rossa, fondato
a Ginevra nel 1863, il quale li avrebbe
fatti giungere a destinazione pel tramite
dei delegati neutri accreditati presso i
Governi interessati ». Il Comitato In-
ternazionale della Croce Rossa doveva
a sua volta fondare, pure a Ginevra,
r « Agenzia Internazionale dìi Prigio-
nieri di Guerra *■.
Lo scoppio della guerra balcanica e
non poche altre cause, che forse non è
il caso di enumerare, impedirono di
completare l'organizzazione ideata a
Washington prima dello scoppio della
conflagrazione europea. Allorquando si
scatenò l' uragano, le varie commissioni
speciali non erano ancora in condizioni
eliminare trvtte le piccole deficienze ed
a provvedere a quanto mai ca .'a.
L'Agenzia incominciò a funzionare
il 21 agosto 1914 in un modesto localo
di via dell'Ateneo. Il lavoro, per quanto
abilmente diretto, preso in breve delle
proporzioni così impressionanti che gli
uffici non tardarono a divenire insuffi-
cienti. Ciò implicava, senza dubbio,
non pocbi inconvenienti che satebbero
di sicuro divenuti assai gravi se il mu-
nicipio di Ginevra, conscio dell'impor-
tanza dell'Agenzia, non avesse posto
gratuitamente a sua completa disposi-
zione gli splendidi locali del Museo
Rath.
L'Agenzia, fedele al programma sta-
bilito, tentò di fare da intermediaria
per le domande di informazioni prove-
nienti da tutti gli Stati belligeranti, e
ternazionale della Croce Rossa di Gine-
vra, attraverso la Rumenia; che il Co-
mitato di Copenaghen istituisse un'agen-
zia secondaria nella capitale danese, la
quale doveva occuparsi esclusivamente
dei russi prigionieri in Germania e dei
tedeschi i)rigionieri in Russia.
La maggior parte dell' attività del-
l'Agenzia Internazionale dei prigionieri
di Guerra venne così dedicata ai pri-
gionieri francesi e belgi catturati dai
tedeschi ed ai prigionieri tedeschi cat-
turati dai francesi. Il lavoro continxiò
ad ogni modo ad essere enorme, anche
perchè tutte le varie Commissioni con-
Sanatorio di Leysìu nella Svizzera, dove furono curati i prigionieri francesi
malati di tubercolosi.
vi sarebbe pienamente riuscita se si
fosse trattato di una guerra fra due
nazioni e non già di un cataclisma che
involse nella lotta (juasi tutte le potenze
d' Europa e' le loro importanti colonie
sparse in tutte le parti del mondo. Una
divisione del lavoro apparve quindi ne-
cessaria, anche per evitare i ritardi de-
terminati dalle eccessive distanze. Venne
quindi stabilito che la Croce Rossa in-
glese e quella tedesca corrispondessero
per via diplomatica; che le Commis-
sioni per i prigionieri dell' Austria, della
Serbia e della Russia si scambiassero
le notizie, d'accordo col Comitato In-
(^ .
tinuarono a dipendere, più o meno di-
rettamente, dall' Agenzia.
Per averne un' idea chiara e precisa
basterà ricordare che al j^rimo gen-
naio 1916 r Agenzia aveva già consu-
mato 5,530,000 circolari ed altri stam-
pati del costo di 39,000 lire ; aveva
spedito ai prigionieri 15,850,000 colli e
tanti vaglia i)er 1,534,000 lire. Il nu-
mero delle famiglie che si erano rivolte
direttamente all'Agenzia per avere no-
tizie dei loro cari e che avevano rice-
vuto dalla medesima una risposta con-
creta era di 348,469. Le persone elio
si erano recato a Ginevra sperando di
,_..,. -,._ --_-. . -/«^
BibliotecMna BEMPORAD illustrata F^Jolda^tr^e"' ìì To-
polo. — Ogni volumetto Cent. 20. — Catalogo a richiesta.
JR. BEMPORAD & Fidi. IO - Editori - VIJIENZE
QW'
■vi^
380 —
conoscere con maggiore rapidità la sorte
dei loro parenti, prigionieri o disperei,
ascesero a 65,344. I telegrammi spediti
erano 20,500 ed avevano implicato una
spesa di 59,536 lire. Le lettere ricevute
oscillavano fra le 1500 e le 2000 al giorno
e queUe spedite fra le 3000 e le 4000.
Tutto questo enorme lavoro, oltremodo
fecondo di ottimi risultati, venne com-
piuto con una sjjesa di sole 432,000 lire
e con soli 160 impiegati stipendiati.
Tutti gli altri offrirono l' opera loro
gratuitamente.
L'Agenzia riuscì a classificare tutte
le richieste di informazioni e tutti i
risultati delle indagini fatte in modo
da poter fornire qualsiasi schiarimento
al più presto possibile. Le difiìcoltà
incontrate in questo lavoro non furono
poche, sopratutto per le alterazioni dei
nomi di difficile ortografia e per l'iden-
tificazione dei numerosi prigionieri che
portano lo stesso nome e cognome.
Basta pensai'e quanto siano diffusi
gli Smith ed i Brown in Inghilterra ;
i Martin, i Durand ed i Lefebvre in
Francia; gli Schultz ed i Muller in
Germania — dei cognomi italiani non
è neppure il caso di parlare — per com-
prendere quanto sia difl&cile evitare gli
equivoci che possono derivare dall' omo-
nimia.
Un ufficio speciale venne dedicato
ai cittadini borghesi internati nei paesi
nemici o trattenuti nei paesi invasi.
La * sezione sanitaria » dedicò la mag-
gior parte delle sue cure allo scambio
dei prigionieri permanentemente inva-
lidi al servizio militare ed aU' interna-
mento dei tubercolosi nella Svizzera.
Furono pure eseguite non poche in-
chieste speciali circa la morte e le ma-
lattie dei prigionieri dei quali si ave-
vano notizie meno frequenti, e furono
mandati appositi incaricati nei campi
di concentrazione dei vari paesi allo
scopo di stabilire la verità sidle voci
allarmanti che correvano spesso, anche
sui più autorevoli quotidiani, circa il
trattamento dei prigionieri. I risultati
di tali visite, nelle quali le autorità
militari di tutti i belligeranti, lascia-
rono la più ampia libertà ai delegati
dell'Agenzia, furono pubblicati in fran-
cese e nella Lingua più conosciuta daUe
famiglie dei prigionieri. Fra queste pub-
blicazioni, che dovrebbero essere mag-
giormente conosciute ed apprezzate,
meritano di essere in particolar modo
ricordate quelle dei signori Naville,
Van Berchem, Marval ed Eugster sulla
visita ai campi di concentrazione del-
l' Inghilterra, della Francia e della Ger-
mania; dei signori Ador, Ferrière e
Schulthess-Schindler sulla visita ai
camjn dell' Austria-Ungheria; del pro-
fessor D'Espine a quelli dell'Italia; di
Blanchod e Speiser a quelli del Ma-
rocco ; di Vernet e Richard de Muralt
a quelli della Tunisia; di Schatzmann
e Cramer de Muralt a quelli dell'Alge-
ria e di Thormeyer e Ferrière a quelli
della Russia e della Siberia.
L'Agenzia iniziò anche, nel gennaio
del 1916, la pubblicazione di un bollet-
tino settimanale in francese — « Les
Nouvelles de l' Agence Internationale
des prisonniers de guerre » — nel quale
sono accuratamente raccolte e raggrup-
pate per nazionalità, le notizie più in-
teressanti per le famiglie dei prigionieri.
Per assecondare al vivo desiderio espres-
so da molte autorevoli personalità l'Agen-
zia fece eseguire numerose fotografie di
quasi tutti i campi di concentrazione ;
le fece riprodurre in cartoline illustrate
e le mise in vendita a soli dieci cente-
simi, affinchè tutti i parenti e gli amici
dei prigionieri potessero vedere ove co-
storo alloggiavano e rintracciassero nei
vari gruppi le immagini dei loro cari.
L'opera della Commissione
della Croce Rossa Italiana.
Allorquando fu deciso il nostro in-
tervento nel conflitto europeo, l'Agenzia
Internazionale dei prigionieri di guerra,
era già sopracarica di lavoro. Il Comi-
tato Internazionale della Croce Rossa
ritenne quindi opportuno di consigliare
la Commissione dei Prigionieri di Guerra
della Croce Rossa Italiana e le Com-
missioni della Croce Rossa di Vienna e
di Budapest di comunicare direttamente.
Questo consiglio non poteva a meno di
essere accolto con piena soddisfazione
da ambo le parti. Le Commissioni au-
striache infatti funzionavano da quasi
un anno regolarmente : quella italiana
si era già costituita in modo definitivo
da qualche tempo, dietro invito dei mi-
nisteri degli Affari Esteri e della Guerra,
e dello stesso Comitato Internazionale
della Croce Rossa di Giaevra, tenendo
il massimo conto delle prescrizioni con-
tenute negli articoli 14 e 15 della IV Con-
venzione dell' Aj a e dell'articolo VI della
Conferenza di Washington.
I nomi dei suoi membri non pote-
vano a meno di ispirare la più completa
fiducia. Essa era infatti così composta :
Presidenti: on. senatore Giuseppe Fra-
scara, on. comm. Emilio Maraini, de-
381
pittato al Parlamento; Membri: on. don
Leone Caetani principe di Teano, dott.
comm. Decio Samuele Cantore diret-
tore della Polizia Giudiziaria al mini-
Stero dell'Interno, on. avv. Giovanni Ci-
raolo, marchese Giuseppe Della Gandara,
comm. Ferdinando Passati dei Marchesi
di Balzola ministro plenipotenziario a
riposo, conte Pietro Macchi di Cellere,
conte comm, Gaetano Manzoni mini-
stro plenipotenziario e direttore gene-
rale degli Affari Politici al Ministero degli
Esteri, principe Ferdinando Monroy di
Belmonte, comm. Giorgio Blount Page,
on. gen. comm. Francesco Pistoia, de-
putato al Parlamento, principe Antonio
Ruffo della Scalot-
ta; Segretario Ge-
nerale: ten. Ugo
Baracchi; Diretto-
re dell' Ufficio : ten.
Ugo Baracchi; Vi-
cesegretario : ten.
avv. Lamberto
Marchetti.
I primi rapporti
diretti fra le com-
missioni dei due
Stati nemici si ini-
ziarono nell'agosto
del 1915 e continua-
rono sempre in mo-
do corretto. Le tre
istituzioni si scambiarono infatti le liste
dei prigionieri e degli internati civili ;
si fornirono reciprocamente informazioni
e spiegazioni; provvidero alla spedi-
zione dei soccorsi, dei denari, delle re-
lique dei prigionieri defunti, ecc. Le
Commissioni austriaca ed ungherese in-
viarono a tutto il 30 giugno 1916 ben
35 liste di prigionieri, delle quali fu im-
mediatamente trasmessa copia al Mini-
stero della Guerra ed al Comando Su-
premo.
La Commissione Italiana si affrettò
a comunicare le notizie che giungevano
dall'Austria alle famiglie dei prigionieri
ed ai sinda<i dei loro comuni. Per tutti
i prigionieri od internati vennero for-
mate le debite schede: quello relative
alle domande rivolte dalle famiglie erano
di color bianco e quelle contenenti le
informazioni giunte dall'Austria di co-
Prigionieri francesi
guariti dalla tubercolosi a Leysin.
lor rosso. Le schede furono, lìaan mano,
disposte con ordine nello schedario, il
quale ]ìiiò considerarsi come la base di
tutto il lavoro della Commissione e
rapi)resonta la storia completa dell'opera
compiuta dalla stessa per ciascuno in-
dÌYÌduo.
L'opera vasta e multiforme della Com-
missione — che stabili la propria sedo
a Roma in piazza Montecitorio n. 116,
negli splendidi locali offerti in parte dal
presidente on. Maraini ed in parte dal
Conte Macchi di Cellere, nostro am-
basciatore agli Stati Uniti — assorbì
quotidianamente il lavoro assiduo ed
accui'ato di cinque ufficiali, di una set-
tantina di sottuffi-
ciali e militi e di
oltre un centinaio
di signorine, delle
quali settanta vo-
lontarie.
La corrispon-
denza, che divenne
di giorno in giorno
sempre più nume-
rosa, si aggirava,
ai primi dello scor-
so luglio, suUe 3000
lettere e 90 tele-
grammi al giorno.
Le lettere, prove-
nienti dai ministe-
ri, dagli uffici governativi, dai Comitati
di Soccorso sparsi per tutta l' Italia ;
dagli enti pubblici, dai privati, dalle
Commissioni di Vienna e di Budapest,
venivano distribuite dalla Segreteria Ge-
nerale ai vari uffici della Commissione
affinchè si i)otes8ero sbrigare colla mas-
sima rapidità i molteplici affari ai quali
lo stesse si riferivano.
Gli uffici più importanti della Com-
missione per i prigionieri di gxierra fu-
rono precisamente quello che si occupa
della TRASMISSIONE DELLE LETTERE dei
prigionieri italiani ed austriaci alle loro
famiglie; 1' Ufficio della Tesoreria e
quello dei Soccorsi. Dal primo di que-
sti uffici transitarono giornalmente circa
60,000 corrispondenze semplici ed oltre
200 fra raccomandate ed assicurate. Dal
principio della guerra italo-austriaca a
tutto il 30 maggio 1916 le lettere rao-
ROYAL mod. IO
Agenzia Generale per l' Italia e
== MILANO — Via Dante, 4 — A.
la migliore
maccKina
per scrivere.
E Colonie
MELE & C. ==
382 —
comandate ascesero a 16,000 e le cor-
lisiiondeuze ordiuai-ie a sei milioni e
centomila! Questo importante servizio
venne affidato ad impiegati competenti,
scelti fra il personale della Croce Rossa
Italiana, i quali lo disimpegnarono sem-
pre colla massima sollecitudine e rego-
larità e meritarono quindi i più vivi
elogi dal Ministero. Le lettere, prima di
essere consegnate all' ufficio della Com-
missione, venivano esaminate dalla Cen-
sura, appositamente istituita presso il
ministero delle Poste, alla quale erano
addetti circa ottanta ufficiali dell' eser-
cito.
L' ufficio in parola fece tutte le pra-
tiche necessarie per affrettare, in tutti
i modi possibili, l' arrivo della corrispon-
denza dei nostri prigionieri dall'Austria.
Le difficoltà da superarsi. non furono po-
che, ma, col buon volere, si vinsero
quasi tutte. Si riuscì infatti ad ottenere
che le lettere giungessero anche in meno
di 15 giorni, termine tutt'altro che lungo,
se si considera che tali lettere dovevano
essere censurate nei campi di concen-
trazione, a Vienna ed a Roma, e non
potevano giungere in Italia che attra-
verso la Svizzera.
L' Ufficio di Tesoreria si occu-
pava anzitutto della trasmissione del
denaro inviato ai prigionieri dalle loro
famiglie. Questa trasmissione si faceva
dapprima mediante vaglia postali inter-
nazionali, ma poscia, per eliminare gli in-
convenienti derivanti dal dover lasciare
all' estero l' applicazione del cambio, per
il tramutamento della valuta, e per ri-
sparmiare una perdita di tempo consi-
derevole, si decise di ricorrere all'opera
delle banche italiane, svizzere ed au-
striache.
La Banca Commerciale Italiana, a
mezzo del suo direttore in Roma comm.
Page, membro della Commissione, si of-
ferse di provvedere a quest' importante
servizio i)er il tramite della Banca della
Svizzera Italiana di Lxigano, la quale
fissò 9,nche il prezzo per il cambio della
moneta italiana in moneta austriaca e
viceversa. Nei. primi giorni dello scorso
luglio cento lire italiane erano equiva-
lenti a corone 121,70.
Le famiglie italiane si preoccuparono
dell' invio di denaro ai prigionieri itìag-
giormente di quelle austriache. Alla fine
dello scorso giugno gli italiani avevano
già fatto ai loro prigionieri in Austria
ben 42,000 rimesse di denaro per l'im-
porto complessivo di un milione di lire ;
mentre gh austriaci non avevano fatto
ai loro prigionieri in Italia che 5000
rimesse per il salo importo di 200,000
lire. Questa considerevole differenza fu
da molti spiegata col miglior tratta-
mento IVitto dall' Italia ai prigionieri
austriaci e colle condizioni economiche
dell' Austria, molto più gravi di quelle
dell' Italia. L' una e l' altra ragione sono
abbastanza attendibili: forse contribuì
anche ad accentuare la differenza la
maggior aftezione delle famiglie italiane
per i loro cari. Basta considerare che,
sebbene la media delle rimesse per i
nostri prigionieri eia stata di lire 25,
ve ne furono moltissime inferiori ad
una diecina di lire, per avere un'idea
chiara e precisa dei sacrifici che furono
fatti dai nostri connazionali per inviare
anche una piccolissima somma ai pa-
renti ed agli amici caduti in mano al
nemico.
L' Ufficio di Tesoreria si occultò an-
che della consegna delle reliquie dei
pi'igionieri italiani ed austriaci alle ri-
spettive famiglie. Il nostro governo e
(quello austro - ungarico consegnavano
queste reliquie alla Croce Rossa di Roma
e di Vienna, le quali se le scambiavano
immediatamente. La spedizione veniva
fatta colla massima cura ed era semiire
accompagnata da opportune note, nelle
quali erano minutamente descritti tutti
gli oggetti. Non appena le reliquie dei
prigionieri italiani giungevano a Roma,
venivano depositate prèsso il cassiere
della Commissione e si iniziavano le
relative pratiche per effettuarne la con-
segna ai parenti, secondo le norme sta-
bilite dal decreto luogotenenziale del
due gennaio 1916. All' inizio dello scorso
luglio la Commissione di Roma aveva
già consegnato circa 400 reUquie. Tutti
i verbali di consegna furono firmati dal
Segretario Generale, dal Tesoriere e da
un ufficiale. Le lettere scritte dalle fa-
miglie per esprimere il desiderio di avere
al più presto qualche ricordo dei loro
cari morti in terra nemica furono, senza
dubbio, le più commoventi.
L' Ufficio di Tesoreria può adunque
essere considerato come uno dei più
importanti, e le persone che ne fecero
parte meritano la più viva lode di tutti
per r esattezza e la quantità del lavoro
compiuto ed avranno sempre diritto alla
più viva riconoscenza da parte delle fa-
miglie dei. prigionieri.
L'Ufficio Soccorsi si occupò so-
pratutto dell' invio del pane e dei generi
alimentari ai nostri prigionieri ed in-
ternati in Austria. Il bisogno del pane
fu senza dubbio quello che maggior-
mente si fece sentire nei campi di con-
nas -
CPTiTi;i7.ioiir por i^ii ii,iii;im lu-H' Austria-
Unglicria. I nostri j)rij^ioiiieri trovarono
mille mozzi, 1' uno più curioso doli' al-
tro, per far capire ai loro parenti, mal-
•jrado la vigilanza della censura, che
desideravano un poQo di pane. Non ap-
pena si fu a conoscenza del loro desi-
derio si fece tutto il possibile per sod-
tUsfarlo. Dapprima 1' invio del pane non
si poteva eftVttuare che attraverso la
Svizzera, per mez-
zo di un uflìcio spe-
ciale istituito a
Berna, prima in via
dea Cygnes n" 8, e
poi in via Laupen
n» 5. Un abbona-
mento per quattro
pacchi al mese, dd
peso di due chilo-
grammi ciascuno,
costava L. 8,50. La
Commissione, allo
scopo di facilitare
e miglioriKre il ser-
vizio, studiò il mo-
do di effettuarlo,
se non del tutto,
almeno in massima
])arte, dall' Italia.
E, nonostante le
difficoltà incontra-
te, riuscì nel suo
intanto e ridusse
i n 1 ni ed i a ta m ente il
prezzo degli abbo-
namenti mensili di
una lira e mezza.
1/ importante ser-
vizio prese in breve
vaste proporzioni e
fu quindi necessa-
rio istituire .appo-
siti uffici anche a Torino, a Milano, a
Firenze ed a Bologna. Ai primi dello
scorso luglio gli abbonamenti fatti in Ita-
lia dalle famiglie superavano i 16,000.
Non bisogna però dimenticare che non
pochi Comitati Regionali, sorti presso le
varie sezioni della Croce Rossa Italiana,
contribuirono ad accrescere considere-
volmente la quantità di pane destinata
agli italiani catturati od internati dal-
l' Austria.
L' UnTicio Soccorsi della ( onniiisHiono
di Roma non si occupò soltanto del-
l' invio del i>ane, ma spedì anche (b'Ila
pasta, del riso, dell' olio, del buiTo, del
formaggio e della conserva di pomodoro.
La maggior parte delle spedizioni si fe-
cero mediante pacchi ])ostali, trasmessi
in franchigia od a tariffa ridotta del
50 per cento. Dai primi dell' ottobre 1915
ai primi del giugno 1916 risultarono
giunti ai nostri pri-
gionieri del solo
campo di Mauthau-
sen ben 105,000
jiacchi postali. Sol-
tanto nel maggio
del 1916 se ne in-
viarono 32,000. Fu-
rono pure spediti in
Austria numerosi
vagoni completi di
commestibili del
valore approssima-
tivo di 5000 lire
ciascuno. Nei primi
giorni dello scorso
luglio partirono da
Roma ben cinque
vagoni diretti ai
vari campi di con-
centrazione austro-
ungarici. Molti uf-
ciali ottennero di
farsi mandare dei
commestibili per la
loro mensa, pagan-
doli, naturalmente,
con denari propri.
L' Ufficio pose
sempre la miglior
cura nel far sì che
la distribuzione dei
soccorsi agli inter-
nati ed ai prigionieri venisse fatta con
la massima ecpiità e riuscì ad ottenere
che ciascuno avesse la propria parte.
La Commissione si occupò anche di
migliorare, per quanto le fu possibile,
le condizioni morali dei i)rigionieri ; ot-
tenne che i soldati potessero scrivere
quattro volte al mese alle loro famiglie
e che agli ufficiali fosse permesso di
corrispondere colle medesimo senza li-
mitazione alcuna, e conseguì risultati
Pattuglia di nostri carabinieri che scorta
alcuni prigionieri austriaci presi du-
rante una ricognizione.
Ghelenina
Ditta G.
esplica l' azione bromica senza presentare gli
inconvenienti dei bromuri; è i)riva di azione
tossica. Indicatissima tontro tutti gli eccita-
menti del sistema nervoso.
J>n due a tre cncchiaini al (/iorno
SERBALE — Largo San Domenico Maggiore, 17 — NAPOLI
— 384 —
oltremodo favorevoli nella quistìone
degli stii^endi e degli assegni ai nostri
militari catturati. Le Commissioni di
lioma e di Vienna si occuparono anche
della redazione delle procure di matri-
monio per i prigionieri. Ai primi dello
scorso luglio 65 prigionieri austriaci e
15 prigionieri italiani avevano già sen-
tito il bisogno (o, meglio ancora, il do-
vere) di contrarre matrimonio, ed ave-
veno ottenuto la relativa procura.
La Commissione di Roma non avrebbe
adunque potuto fare di piìl. Tutti i suoi
componenti possono rievocare con no-
bile e legittimo orgoglio l'opera loro,
oltremodo feconda di ottimi risultati
per il nostro paese, il quale saprà cer-
tamente serbare la piìi illimitata grati-
afifermarono nel loro tanto accreditato
rapporto che una delle principali caratte-
ristiche di quelle città improvvisate era
precisamente 1' uniformità della costru-
zione, del funzionamento e del tratta-
mento materiale e morale fatto ai pri-
gionieri. Questa constatazione dispensa
dal fare una descrizione particolareg-
giata dei vari campi. Basterà infatti
limitarsi a parlare di quelli che ospi-
tarono la maggioranza dei nostri con-
nazionali.
Il campo di Mauthausen fu visitato
l'otto settembre 1915 dai delegati del
Comitato Internazionale di Ginevra ed
il 18 gennaio 1916 dal Cardinale Scapi-
nelli di Legnigno, allora Pro-Nunzio a
Vienna, in seguito al desiderio espres-
Colonna di prigionieri austriaci in un paese del Friuli orientale.
tudine a tutti colorò che mitigarono
tante amarezze ed attenuarono tanti
dolori.
I prigionieri italiani
in Austria.
La maggior parte dei prigionieri
italiani catturati dagli austriaci fu al-
loggiata nel campo di Mauthausen, sito
nelle vicinanze di Enns, e la maggior
parte degli internati civili in quello di
Katzenau, nei dintorni di Linz. Se ne
invaiarono però anche nei campi di
Sigmundsherberg, di Osfti - Asszonyfa
presso Vas ; di Duna-Szerdahely presso
Presburgo ; di Sormoja nell' Ungheria
e di Ober-Gerspitg, presso Brunn, in
Moravia.
Il presidente del Comitato Interna-
zionale della Croce Rossa di Ginevra,
Gustavo Ador ed i Dottori Ferrière e
Sohultess-Schindler che, nel settembre
del 1915, visitarono la maggior parte
dei campi di concentrazione austriaci,
sogli da Benedetto XV. Il Cardinale Sca-
pinelli scrisse nel suo rapporto al Car-
dinale Segretario di Stato — rapporto
apparso alla grande maggioranza degli
italiani un po' troppo ottimista — che il
campo di Mauthausen, sito a tre ore di
ferrovia e mezz'ora di vettura da Vienna,
costituiva una grande città di baracche
occupante una superficie di circa 24 Km^.
Le baracche erano solidamente costruite,
ben ordinate, separate le une dalle al-
tre da larghi viali e vaste piazze per
passeggio e giuochi sportivi. Erano ri-
scaldate e illuminate a luce elettrica.
Le regole igieniche erano strettamente
osservate. Vi erano baracche per disinfe-
zioui e bagni, e baracche di quarantena,
dove dovevano passare qualche setti-
mana quelli che arrivavano dal campo
di battaglia. Per gli ufficiali le abita-
zioni prendevano l'aspetto di eleganti
villini, aventi ciascuna una veranda o
portico, ove, nei glorili di cattivo tempo,
essi potevano intrattenersi e respirare
r aria libera.
m:
I CAMPI DEI PRIGIONIERI IN AUSTRIA-UNGHERIA
SARAJEVO
Dulia carta pubblicata dallf Xouxelles de l'Ayence Internalionale
de.s Prinonniera de (riierre, uel «ettembre 1916).
- 386 -
Il rapporto dei delegati del Comitato, della Guerra, uno speciale trattamento
di Ginevra aggiungeva a questo propo- e 1' autorizzazione di celebrare la Messa.
sito altri particolari. Esso faceva sa- Più tardi li munì delle facoltà neces-
jiere che le baracche erano ricoj)erte di sarie per esercitare il S. Ministero in
(cartone bitumato, con doppie finestre favore dei nostri compatriotti. 11 Cai--
ed una porta ad ogni estremità. Ogni dinaie chiese (e ciò gli fu subito con-
prigioniero ])()teva disporre di uno spa- cesso) che potessero vestire 1' abito di
'zio libero variante da due a due e mezzo cai)pellano invece della divisa militare,
metri (juadrati e di un volume d' ai'ia p]ssi furono inoltre autorizzati a cir(M)-
nou inferiore ai cinque metri cubi. Il lare liberamente nei diversi reparti del
pavimento era separato dal suolo da uno campo, a visitare i i>rigionieri ' e spe-
spazio vuoto, onde evitare 1' umidità, cialmente i malati. Un altro sacerdote
Quando si effettuò la loro visita (otto era destinato all' ospedale speciale per le
settembre 1915) il campo di Mauthau- malattie infettive. Vi erano anche tra i
sen, organizzato per ricevere ben 30,000 prigionieri una diecina di chierici, che fu-
prigionieri, non ospitava che 3000 sol- rono caldamente raccomandati dal Car-
Prigìonierl austriaci fatti dai Russi presso Cz^ernovitz e arrivati
al campo di conceutramento dietro il fronte.
dati e 98 ufficiali italiani e circa 3006
serbi. La maggior parte dei i)rigionieri
era occupata nei lavori agricoli. Ogni
prigioniero aveva il suo pagliericcio, un
guanciale e due coperte.
All'epoca della visita di Monsignor
Scapinelli era in costruzione una gran-
diosa baracca destinata a servire da
chiesa, sebbene vi fossero già diverse
baracche nelle quali si celebrava la
messa. Il servizio l'eligioso nulla lasciava
a desiderare. Il curato del campo era
un tirolese, che conosce bene la lingua
italiana, serio e zelante. Era coadiuvato
da due sacerdoti italiani i^rìgionieri di
guerra (uno di essi era cappuccino). Il
Vicario Castrense se ne prese subito
cui'a ottenendo per essi, dal ministero
dinaie alle cure del parroco e dei due
sacerdoti italiaiù.
Il Cardinale Scapinelli visitò anche
il cimitero nel quale erano già stati se-
polti 53 italiani, ed i diversi ospedali
ove potò constatare che il ■« trattamento
dei malati nulla lascia a desiderare » .
Il Colonnello comandante si interessavii.
•« visibilmente con amore dei poveri
malati e feriti ». I medici austriaci erano
coadiuvati dai medici italiani prigionieri,
che godevano di ampia libertà in tutto
il campo. Gli ambienti erano luminosi,
ben arieggiati e riscaldati. Il vitto per
i malati si preparava in cucine spe-
ciali.
Il Pro-Nunzio parlò con tutti i ma-
lati e feriti ad uno ad uuo e chiese
B87 —
loro se fossero 1)on trattati e se niillii
desiderassero. Tutti risposero di essere
soddisfutti, lodandosi spocialnieiite del
capo medico che si occupava — sono
parole di Mniisijrnor Scai>inelli — « coii-
tinuauieute «li lon) come mi padre ».
Visit?» quindi molte baracche di S(d-
dati e si intrattenne con parecchi libe-
ramente e senza testimoni. Qualcuno
si lagnò della insufficienza del cibo. Il
prelato fu jirescntt^ alla distribuzione
del rancio, lo gustò, e ne trovò la qua-
lità buona. La quantità era normale
per soldati. Esaminò la distinta della
settimana, e constatò che al mezzo-
giorno avevano la carne tutti i giorni,
meno il martedì e il venerdì, nei qnali
era proibita in tutto l'Impero la vendita
ritJl ». ma spiegò la medesima col.... buon
appetito determinato dall' « età dei pri-
gionieri * e -coir « ariii fine e pura che
scend<^ sul cam])o, dalle, montagne cir-
costanti coperte di neve». I soblati ri-
cevevano tutte le settimane anche nn
pacchetto di tabacco e della carta per
farsi le sigarette. In ogni reparto del
campo vi erano dei botteghini ove, a
tariffe stabilite dal comando, si vende-
vano commestibili, vini e altre cose oc-
correnti. Qualcuno, specialmente tra i
meridionali, disse di soffrire il freddo
nella notte, e desiderò altre coperte.
Il Cardinale Scapinelli visitò anche
il reparto destinato ai nostri ufficiali e
l»arlò a lungo, anche * a quattro occhi *■
con alcuni raccomandati dal Cardinale
Lazzaretto ycv i i us>i [n i^^ionierl nel campo di Guben.
I soldati erano sotto la vigilanza di medici russi e di sottufficiali sanitari.
della carne. Allora invece della carne
ricevevano pesce.
La carne, nella misura di 150 grammi
netti, aveva come contorno .SóO grammi
di legumi, patate, i)olenta, riso, ecc. ; e
ciò oltre la minestra. Alla mattina ave-
vano del the o del brodo ; alla sera la
ziipi)a e una porzione di legumi, patate,
polenta, fagioli, ecc. Anche il pane era
sufficiente e della stessa qualità adope-
rata per tutti in Austria. Nono.stante
tutto questo il Pro-Nunzio dovette am-
mettere che la lagnanza dell' insufficien-
za di cibo rispondeva < un poco alla ve-
Gasparri, fra i quali nominò nel rap-
porto il Tarquini, il Della Porta, il
Lombardi, il Sanfelice ed il Ronca. Si
trattenne in particolar modo col colon-
nello Riveri, il quale, pur mostrandosi
* naturalmente un po' avvilito per lo
stato di cattività » affermò che gli uffi-
ciali, in molte cose, nidla avevano « da
domandare o desiderare ». Le loro abi-
tazioni — sempre secondo il Pro-Nun-
zio — erano « ottime, ben riscaldate,
ben pulite ed arredate per fino con certa
eleganza ». Da capitano in su, ciascuno
aveva una stanza; gli ufficiali inferiori
SALUSANI
supposte a base di Almateina, per il trat-
tamento specifico delle
EMORROIDI e loro conseguenze =====
LEPETIT FARMACEUTICI - MUDANO
»i^*»ii^iii»»^i
ì^^m0^0^^>0*t0'^
mm0^^nam0^0i0tm
388
erano in duo. per ramerà; avevano meiiiia
propria, diretta e ordinata da loro. Tlice-
revauo lo stipeudo dovuto al loro grado.
Il minimo era di 4 corone al giorno. Po-
tevano uscire a passeggio nel paese, fuori
del campo, una o due volte la settimana.
Il colonnello Riveri si lamentò dei
modi usategli nei primi gioi-ni della sua
prigionia, avanti di venire a Mauthau-
sen, ma fece sinceri elogi del Colonnello
e degli altri ufficiali austriaci del campo,
pei modi cavalleresclii con cui trattano
gli ullìciali italiani. Si lagnò della in-
sufficienza del latte per i malati.
Il Pro-Nunzio fece osservare, chela
mancanza del latte non era da, impu-
tarsi che alla deficienza del bestiame,
in gran parte macellato per 1' esercito,
e alle difficoltà dei mezzi di trasporto,
i quali erano adibiti ad usi di guerra.
Il Riveri reclamò ancora per essersi
verificati alcuni casi di maltrattamenti
l>ersonali di prigionieri, da parte dei
soldati austriaci che custodivano il
Campo. Il Colonnello Dini, che ei-a pre-
sente, rispose che se era avvenuto qual-
che abuso, egli aveva punito severa-
mente i colpevoli ed era sempre pronto
ad accogliere favorevolmente tutti i
giusti reclami che gli venissero fatti in
proposito. Il Pro-Nunzio concluse affer-
mando che, in tutto 1' assieme, il trat-
tamento dei prigionieri era buono, e che
il Governo, da parte sua, faceva tutto
il possibile per non dar motivo a la-
gnanze. Quanto alle manchevolezze no-
tate, bisognava tener conto che l'Austria
aveva a suo carico, in diverse parti, un
immenso numero di prigionieri, e che
anche sul regime di questi si rifletteva
necessariamente quello stato di disagio
che era conseguenza dolorosa della ter-
ribile guerra che travaglia l' Europa.
Egli non mancò di esporre al Coman-
dante quei reclami e desideri che aveva
rilevato dalle osservazioni fatte nella
visita e dai colloqui avuti con ufficiali
e soldati, e gli fu assicurato che se ne
sarebbe tenuto conto nella misura del
possibile.
Queste conclusioni non discordano
in fondo da quelle della Delegazione
del Comitato Internazionale della Croce
Rossa, la quale visitò anche due campi
di internati civili: quello di Katzenau
e quello di Tapio-Siily. In questi campi
i delegati notarono però * una grande
tristezza » sebbene * le condizioni ma-
teriali fossero sufficienti e la direzione
nettamente umanitaria ». La maggior
Ijarte degli internati di Katzenau — che
all' ex)oca della visita ascendevano a
40UU — era come già si diise, costituita
da italiani delle provincie irredente. Essi
erano incaricati della direzione del cam-
po. Una comitiva sufficiente doveva an-
che recarsi quasi tutti i giorni a Linz per
i'iire gli acquisti necessari. La spesa au-
torizzata dal governo austriaco era di
due corone al giorno per ogni internato.
La cucina era fatta dagli stessi internati
e non dava luogo ad alcuna lagnanza.
Le baracche erano divise in vari scom-
partimenti con delle tende ed ammini-
strate da un capo scelto fra gli uomini
più anziani. Alcune erano riservate sol-
tanto alle donne. Nel campo si trovava
pure un bazar nel quale si potevano
fare dei piccoli acquisti ad un prezzo
prestabilito, un restaurant, una piccola
infermeria ed una baracca destinata alle
funzioni religiose.
Come si vede, all' epoca della visita
di Mons. Scapinelli e della Delegazione
del Comitato intemazionale della Croce
Rossa — i cui rapporti ho qui riassunti
colla massima fedeltà — sembra che i
nostri prigionieri in Austria fossero, re-
lativamente, trat'lati bene. La stessa con-
clusione si i>otrebbe anche dedurre dalle
notizie inviate dalla Commissicme dei
prigionieri di guerra della Croce Rossa
di Vienna, notizie che — secondo quanto
fece osservare la Commissione di Roma
nella sua Relazione del 30 giugno 1915 —
* per la loro natura e per i molti det-
tagli devono ritenersi attendibili » . Ma,
in seguito all' accentuarsi dell' inaspri-
mento del conflitto italo-austi'iaco e di
tutta la guerra europea, ed all' aggra-
varsi, in modo davvero impressionante,
della situazione interna dell'Austria, le
condizioni ed il trattamento dei nostri
prigionieri andarono assai peggiorando.
Si verificarono persino non pochi inci-
denti assai dolorosi dei quali ci giunse
più volte r eco, nonostante la severità
della censura, attraverso la stampa.
L'Austria commise anzi dei veri e
propri delitti verso alcuni nostri prigio-
nieri di guerra. Basterà ricordare a que-
sto proposito r impiccagione del grande
patriota trentino. Cesare Battisti, avve-
mita, coni' è noto, il 12 luglio 1916, nel
Castello di Trento. Tutti i più valenti
cultori del diritto internazionale furono
concordi nel definire 1' operato austriaco
un vero e proprio' assassinio. Il Batti-
sti non poteva essere trattato come un
ribelle e giudicato secondo 11 diritto in-
terno dell' Austria. Egli faceva parte,
come ufficiale, di un esercito regolare
e, per conseguenza, .una volta caduto
in mano al nemico, non era che un pri-
380
1 CAMPI DEI PRIGIONIERI AUSTRIACI
IN ITALIA
Riduzione della carta pubblicata dall'Agenzia Internazionale
dei Prigionieri di Guerra a Ginevra.
— BOO -
gioniero di guerra come tutti gli altri,
e, come tale, doveva essere trattato se-
condo gli accordi internazionali.
Bisogna infine considerare che, no-
nostante il buon volere di tutti, sia per
il modo con cui si compiono anche le
inchieste più diligenti, sia per 1' oppor-
tunità di attenuare o rafforzare le tinte
a seconda dei casi, in certi rapporti, la
verità conii)leta sul trattamento ordina-
rio dei prigionieri di guerra non si potrà
conoscere se non doi>o la pace, quando
glj stessi ritorneranno in grembo alle
loro famiglie e potranno * dir tutto »
Corpo d'Armata di Alessandria:
Casale Monferrato, Vinadio, Gavì, Vi-
gevano, Fossano, Castel Rocchero, Staz-
zano, Frinco d'Asti, Voltaggio.
Corpo d'Armata di Genova: Ge-
nova, Finalmarina, Cremona, Casalmag-
giore, Pizzighettone, Savona, Taggia,
Borgo S. Donnino, Scandiano.
Corpo d'Armata di Verona: Bor-
goforte.
Corpo d'Armata di Bologna: Forlì,
Carpi, Cento, Cesena.
Corpo d'Armata di Ancona: Aqui-
la, Sulmona, Cittaducale.
Serbi prigionieri dell'Austria.
ai parenti ed agli amici che fecero tanto
per loro e che li attesero invano per
tanto tempo....
I prigionieri austriaci
in Italia.
I cami)i di concentrazione istituiti
in Italia per alloggiarvi i pri^^ionieri
austro-ungarici furono assai numerosi.
Alla fine dello scorso maggio erano così
ripartiti fra i diversi corpi d'armata:
Corpo d'Armata di Torino: Pine-
rolo, Luserna S. Giovanni, Bardonec-
chia, Monceuisio, Venaria Reale.
Corpo d'Armata di Firenze: Por-
toferraio, Volterra, Porto Ercole, Ca-
praia, Bibbiena, C^istel di Trebbio, Fi-
renze, S. Gimignano.
Corpo d'Armata di Jioma: Xarui,
Orvieto, Viterbo, Amelia, Asinara, Mon-
tenarba.
Corpo d'Armata di Napoli: Mad-
daloni, Casagiove, Caserta, Baronissi,
Napoli, Nola, Campagna, Radula, S. Ma-
ria Capua V etere.
Cor2m d'Armata di Bari: Potenza,
Melfi, Venosa, Ostuni, Bitetto, Castel-
lana, Barile, Matera, Conversano, Muro
Lucano. »
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Corpo d'Armata di Palermo: Ca-
rini, ^rdnreale, Torrasini, Cefalìi, Mar-
sh1;i, Noto, Milazzo, Adornò, Catania,
Tra]>ani.
Quasi tutti questi camin furono vi-
sitati «lai prof. D'E.spine, doloojiito del
Comitato Iiitcrnazionilo d<'lla Croce
Kossa neirotto1)ro del V.ìI'ì; dai vescovi
«Ielle varie re^jioui nella primavera del
191G e dall' Amlvasciatore di Spajjiia
])resso il Quirinale, incaricato della pro-
tezione degli austriaci in Italia duranti^
la guerra. Tutti i visitatori ebbero pa-
role oltreniodo lusingliiere per il trat-
tamento usato dall' Italia ai prigionieri
di guerra.
Il prof. \y Espine iniziò le sue visite
ad Alessandria il 4 ottobre, assieme
air on. Maraini, al cap. Tonini ed al
tenente Baracchi. Dopo aver fatto i
convenevoli al Generale Massone — che
allo scop})io della guerra lasciò la ca-
rica di sindaco di Genova e divenne
comandante del Corpo d'Armata d'Ales-
sandria — il D'Espine visitò il « Campo
Contumaciale * sito snlla riva del Ta-
naro; la cittadella e l'ospedale Ardigò
ove gli italiani e gli austriaci erano cu-
rati dal dott. Castelli e dal prof. Bosso.
Il benemerito visitatore afferma nel suo
rapporto * <li non aver raccolto ad Ales-
sandria alcuna lagnanza, nò dagli uffi-
ciali, nò dai soldati: tutti si dichiara-
rono soddisfatti del modo con cui erano
trattati ». Il D'Espine visitò quindi la
caserma di cavalleria Vittorio Emanuele
di Voghera, che ospitava 503 prigionieri
e la trovò in * buone condizioni igie-
niche * ; passò alle caserme Colli e Vit-
torio Emanuele di Asti, e si convinse
che, contrariamente a (pianto si affermò
in Austria, l'acqua del Tanaro, specie
nelle vicinanze d'Asti, non è affatto
malsana, e riportò dalla visita un'ottima
impressione.
L'egregio delegato si trasferì (juindi
a Genova e visitò i 1321 prigionieri del
forte di Begato ed i 562 del forte dei
Ratti. In (jucir epoca non vi erano an-
cora prigionieri austriaci nel forte dello
Sperone, posto sotto il comando del va-
loroso capitano Valerio Chiossone, dojjo
che (piel jìrode ufficiale, già segretario
del Consorzio Autonomo del Porto di
Genova, dovette lasciare il servizio at-
tivo essendo rimasto gravemente ferito
al braccio sinistro, il 12 settembre 1915
sulle trincee di S. Lticia.
Il D'Espine si recò poscia all'ospe-
dale del Seminario — ove dal 20 luglio
al 6 ottobre 1915 guarirono ben 264 pri-
gionieri austriaci — ; alla fortezza «li Ca-
— 301 —
stelfrauco a Fiualmarina — che giudicb
* sotto tutti i rapporti, un de]»osito mo-
dello », nel quale si dava anche ai pri-
gionieri « caffo e latte tutte le mattine » ;
e<l alla caserma dei bersaglieri Lamar-
mora di Taggia ove i prigionieri •« non
formularono alcun reclamo».
Il D' Espine visitò pure i ricoverati
nelle caserme d'Aldifredo e di Casa-
giove a Caserta ; nella caserma Annun-
ziata, di Maddaloni e di Baronissi, presso
Salerno, ove i prigionieri, comandati dal
cai)itano Carlo Zingaropoli, ricevevano
« caffè nero tutte le mattine e vino due
volte alla settimana». Passò infine in
Sicilia e si recò al dejìosito di Carini,
comandato dal capitano Gaetano Noja ;
a <iuello di Terrasini diretto dal capi-
tano Crisafulli; a quello di Monreale,
ove trovò un' ottima cucina fatta dagli
austriaci secondo i loro gusti, sale da
bagni per gli ufficiali e doccie i)er lo
truppe ; ed all' ospedale Rosolino Pilw
di Palermo, ove erano giù, stati guariti
57 prigionieri austriaci.
La Segreteria di Stato del Vaticano
non pubblicò i rapporti delle visite com-
\nnte dai vescovi nei vari depositi di
prigionieri austro-ungarici. Essi vennero
però riassunti in un articolo evidente-
mente isj)irato dalla Segreteria stessa,
api)arso hiiW Osservatore Romano del 26
dello scorso giugno. In esso, dopo di
aver dimostrato che « l' identità dello
scopo caritatevole di queste visite, e la
somiglianza degli ambienti nei quali si
svolsero, rendcrcbbei'O monotona la pub-
blicazione di tutti i rapporti », si aff'enua
che i Vescovi sono stati accolti ovun-
que colle * dovute manifestazioni di os-
sequio e di riverenza dalle autorità mi-
litari ; hanno avuto agio di visitare
minutamente i luoghi delle varie resi-
denze d(à ])rigionicri ; d' intrattenersi li-
beramente con essi, interrogandoli sulle
loro condizioni, sui loro desideri ; ado-
perandosi ad ottenerne il giusto sod«li-
sfacimeuto, tanto per l' esigenze della
vita fisica, se in qualche cosa lasciavano
a desiderare, quanto, e più specialmente,
per quelli della loro vita spirituale».
« Dove r assistenza religiosa non la-
sciava nulla a desiderare, i vescovi
hanno potuto api)rendere dalla stessa
bocca della maggior parte dei prigio-
nieri la loro piena soddisfazione e com-
piacersi con essi della loro pietà ; dove
questa assistenza presentava ([ualche
involontaria lacuna, il provvido inter-
vento del vescovo, subito volonterosa-
mente assecondato dalle autorità mili-
tari, ha provveduto a colmarla, assicu-
392 -
rando così, auclie per questa parte, il
maggiore i en^-sscre dei prigionieri, per
quanto ])o.es-*e consentirlo l'anorma-
lità stessa e la durezza della loro cou-
dizione ».
Tutti i vescovi furono poi piena-
mente d* accordo nell' affermare che le
notizie e le impressioni che in tali vi-
site poterono attingere * tornano ad
onore dei sentimenti di civiltà ed uma-
nità i)er i (piali il popolo italiano giu-
stamente si vanta di non essere ad al-
cun altro secondo » .
Le dichiarazioni più lusinghiere fu-
rono però quelle dell' ambasciatore di
Spagna presso il Quirinale, Ramon Pina
Che co^a si potrebbe desiderare di
più? L'Italia ha dunque tutti i diritti
di occupare uno dei posti migliori — o
forse il ])rimo — fra le nazioni che usa-
rono il migliore trattamento ai prigio-
nieri di guerra. E di ciò non può a
meno di andare giustamente orgogliosa.
Il popolo italiano, per affermarsi degno
del suo glorioso passato e capace di rea-
lizzare le sue sacrosante aspirazioni, non
<loveva dimostrarsi soltanto imi)aziente
di volare sulle trincee per conquistare
i suoi naturali confini e per difendere
la civiltà minacciata dai barbari, ma
doveva essere oltremodo generoso coi
prigionieri e coi vinti....
Austriaci prigionieri dei llussi a Tomsk in Siberia.
j Millet. L' egregio diplomatico visitò i
prigionieri austriaci in Italia e riferì i
risultati delle proprie indagini al go-
verno viennese, che gli aveva conferito
la tutela degli interessi austriaci in Ita-
lia durante la guerra, ed al proprio So-
vrano, il quale volle farsi un dovere di
incaricarlo di esprimere il suo •« vivo
compiacimento > al Generale Spingardi,
presidente della Commissione per i pri-
gionieri dipendente dal Ministero della
Guerra * per le condizioni, ottime sotto
ogni rapporto, in cui si trovano i pri-
gionieri austriaci, e per il buon tratta-
niento che, senza eccezione, viene loro
usato dalle autorità italiane ».
LIQUORE
TONICO DIGESTIVO
DITTA ALBERTI
BENEVENTO
Prigionieri italiani irredenti
in Siberia.
Non tutti gli italiani prigionieri nella
guerra del 1914-16 furono catturati dal-
l'Austria, e non tutti gli austriaci che
attesero la conclusione della pace «^ul
suolo italico furono presi dagli italiani.
La vastità e la durata dello spaventoso
conflitto determinarono anche questi
due fatti davvero assai curiosi. All'ini-
zio delle ostilità l'Austria cercò di in-
viare sul fronte russo il maggior numero
possibile dei suoi sudditi di nazionalità
italiana. È superfluo dire che i russi
catturarono anche una buona parte dei
— 393 -
nostri fratelli irredenti. Il governo dello sere jiernino l)eii lieti di coinlcittere come
Zar. prevedendo inevitabile il nostro volontari a fianco dei loro fratelli cou-
intervento a fianeo delle nazioni del- tro gli austriaci, non si fossero infiltrati
r Intesa, si aflrettò ad impartire tutte dei traditori e delle spie. I risultati
le disposizioni necessarie par assicurare delle primo indagini aut(ulzzarono al-
un trattamento s])e(iale a tutti i i)ri- cuni seri sospetti. Fu quindi necessario
gionieri di nazionaliti\ italiana, e, dopo ])rendere energiche dis]»osizioni che non
tjualche temi)o. non esitò a farci sapere j)oterono a meno di arrecare qualche
ufficialmente, ]>er mezzo del suo amba- dispiacere anche ai patrioti più sinceri
sciatore a lìoma, barone Krupenski, che e che finirono per impedire che la con-
erà anche disposto a farcene regolare segna assumesse il carattere di una so-
oonsegna. Non poche diftìcoltA ci inipe- lenne manifestazione di fratellanza italo-
dirono di accettare la generosa oflerta. russa, capace di influire notevolmente
Soltanto dopo l' inizio della nostra sull' avvenire delle relazioni dei due
guerra coU'Austria il ])roblema p()t^ es- i)aesi, le quali — non sarà nialii met-
Dov'er.ino alloggiati 1 prigionieri austriaci di nazionalità Italiana
a Onisk in Siberia.
Bere considerato da un punto di vista
concreto. I prigionieri d'origine italiana
che erano sparsi nei canii)i di concen-
trazione di Merv ; Batiali (Sinibirsk) ;
Kuznek (8aratof) ; Orlow; Kirsanof;
Poltava : Petropol ; Novinikolaie^vsk ;
Paulodar; Irkusk; Omsk: Krasnojarsk :
Kasolin e Tasckeu furono radunati a
Kii-sanof ove si iniziarono al piìi i»resto
le pratiche necessarie per accertare che
fi'a coloro che dicevano di non vedere
il momento di recarsi in Italia e di es-
terlo iu evidenza — non tralasceranno
certamente di essere i)er questa eirct)-
stanza — abilmente provocata dai no-
stri nemici — delle pivi cordiali.
Un monumento austriaco
alla generosità italiana.
Quando l' Italia contribuì tanto ef-
ficacemente alla salvezza ed alla rior-
ganizzazione dell'esercito serbo, il nostro
govei'no prese in consegua anche i pri-
<'* PETROLINA L0N&E6A
distrugge la forfora
ed arresta
la caduta dei capelli.
Chiederla a tutti i profumieri, parrucchieri, farmacisti, droghieri e
alla Ditta ANTONIO I^ONGEGA - Venezia. —
— 804
gioaicri austriaci catturati dai prodi e
valorosi soldati di Re Pietro. Questi
prigionieri furono trasportati all' Asi-
nara, piccola isola a nord-ovest della
Sardegna. Il trattamento avuto in quel-
l'isola fu davvero superiore ad ogni
aspettativa. Uno di essi, certo Giorgio
Nensen, ne riinase così ammirato clie
chiese ed ottenne di erigere un monu-
mento alla generosità italiana. Su que-
sto lavoro — del quale la nostra i^atria
lia tutti i diritti di andare altera — si
legge la seguente dedica : * I prigionieri
di guerra austriaci — bene auguranti —
alla ft'atellanza dei popoli». Da una
parte si notano due gruppi che, nella
fantasia dell'autore, vogliono simboleg-
giare la fame e le sofferenze da lui pa-
tite assieme ai propi-i compagni nell'Al-
bania, quando la Serbia attraversava
uno dei pivi tristi periodi della sua sto-
ria ; a tergo una testa di Cristo, sim-
bolo della fede e della speranza che so-
stenne quei disgraziati nei giorni della
via crucis; più in alto un angelo, la
nostra Italia, nell' atto di tendere le
braccia ai miseri che lo circondano,
chiedendo di essere tratti in salvo ; in
cima una gigantesca figuril — 1' uma-
nità — che si eleva al disopra di tutte
le barbarie e di tutte le ingiustizie, ed
incita i popoli, stanchi delle guerre e
delle lotte fraterne, a riprendere trion-
falmente il cammino verso le grandi
conquiste della civiltà e del progresso ;
ad affrettare l' evento di quell' èra in
cui le guerre non saranno che un ri-
cordo dei tempi che furono e nessuno
sarà più strappato alla famiglia ed alla
patria per essere condotto lontano, lon-
tano, prigioniero in terra nemica....
Il da farsi
per r avvenire.
La concezione del prigioniero au-
striaco che volle rendere un così gra-
dito omaggio al nostro paese è anche
il sogno di tutte le persone di cuore, a
qualunque partito, a qualunque nazione
appartengano. Ma, disgraziatamente,
questo sogno non sarà tanto j^resto tra-
dotto in un fatto compiuto. Per secoli
e secoli vi saranno ancora delle guerre
j)iù o meno orrende, con prigionieri,
morti e feriti ; con tutte le più forti
manifestazioni d' odio e d' amore. Tutti
i volenterosi devono adunciae studiare
fin d' ora qualche cosa di pratico per
rendere meno dolorosa la sorte di co-
loro che dovranno jjartecipare, in un
tempo i>iù o meno lontano, alle guerre
future.
Per quanto si riferisce ai prigionieri
di guerra il collega Gastone Cotelle ha
lanciato sulla Gazzette de Lausanne del
1° maggio 1916 un progetto che merita
di essere convertito in una legge inter-
nazionale al più presto possibile. Pre-
messo che ormai si ammette da tutti
che il i>rigioiuero non è iH"oprietà del
vincitore, ma un individuo trattenuto
dal belligerante al solo scopo di dimi-
nuire la forza combattente del proprio
nemico, il Cotelle dimostra colla mag-
giore evidenza che non deve essere la-
sciato alla dipendenza diretta del vin-
citore, ma posto sotto la salvaguardia
delle potenze neutrali. I cami)i di con-
centrazione dovi-ebbero sorgere in isole
neutralizzate od in nazioni estranee al
conflitto ed essere amministi'ati e sor-
vegliati dai neutri. I belligeranti do-
vrebbero rinviare ai campi coloro che
riuscissero ad evadere. Le spese non
dovrebbero essere a carico del vincitore,
ma della patria dei catturati. Le fanii-
glie i)otrebbero essere ammesse, colle
dovute precauzioni, a visitare i lt)ro
cari. I prigionieri dovrebbero lavorare
umanamente ed il loro guadagno do-
vrebbe contribuire alle spese di man-
tenimento ed alla riparazione dei danni
determinati dalla guerra. Commissioni
sanitarie, composte di medici neutri e
di medici del paese dei prigionieri, do-
vrebbero curare l' igiene del campo, le
malattie e hi ferite dei catturati.
Ciò facendo sarebbe eliminata la pos-
sibilità di qualsiasi rappresaglia a danno
dei prigionieri ; le condizioni finanziarie
del nemico non influirebbero sul loro
trattamento e la corrispondenza colle
loro famiglie non incontrerebbe alcuna
limitazione. Ma soi)ratutto sarebbero
FIAT
Carri per trasporto della portata
- — da 500 Kg. a 7000 Kg.
Omnibus per servizi pubblici a
12, 16, 24 posti.
Carri alpini — Omnibus da Albergo, ecc.
!»,')
o!iini:i;ito (lucllo soflVrcnzt' morali elio
si noturono aiiclic nei nii^iliori faiiijn di
iducpiitraziouc : il piij^ioiiiero non sa-
roltbe i)iù a contatto col i>roprio nc-
iiiic«» ; lavorerebbe, sia pure indiretta-
mente, per il suo i)aese, potrebbe rive-
dere i suoi cari anche prima <lella pace ;
cont)scerebbe le notizie «legli amici clie
continuano a lottare valorosamente nelle
trincee ; potrebbe insomma attendere,
calmo e sereno. 1' «)ra dalla sua c<»m-
p'.cta liberazione.
Il projietto del CotcUc non potrebbe
adun(iue essere migliore. Non si tratta
di un sogno di un idealista, ma d' una
cOv<<a di pratica ed immediata attuazione.
Il Comitato Internazionalo della Croce
Kossa dovrebbe farlo suo ed adoperarsi
])er tarlo accettare da tutti i governi,
percll^ i benelici che se ne avrebbero
nelle guerre lutiire sarebbero veramente
«legni di nota sotto tutti i ]>iù svariati
punti <li vista. Speriamo bene....
B. Ma inerì.
Furie (lui Sangallo a Civit» Castellana
dove sono lOOO prigiouieri austriaci.
^ PEriFERT PE REJISEr -
" CiOCCOLATO'ni Biscotto
MTALMOME
wm.
^^.mmmm^m
Esercitazioni dei Giovani Esploratori Italiani. — A MLlauo, al Velodromo del Seiupioue.
I bimbi e la guerra.
La guerra", la graude guerra euro-
pea, che ha sconvolto tutto e tutti così
profondamente, non poteva lasciare im-
muni delle sue conseguenze or dolorose
or liete, .sempre gravi, neppure "Il in-
dellc particolari conseguenze, le piìi tri-
sti, suir anima e sul carattere dei bam-
bini, i quali dagli eseni])i di ferocia non
possono trarre quegli elementi di edu-
cazione che dovrebbero renderli, col
noceuti. I bambini, anzi, per una legge tempo e con lo sviluppo della coscien-
fatale, la quale dovrebbe ammonire i
grandi ad evitare fin dove è possibile
il terribile i>erturbam^uto, ne risentono
più (leali al-
za, desiderosi ricercatori della giustizia,
generosi elargitori del proprio ai povei-i,
affettuosi collaboratori dell'eguaglianza
di tutti, otti-
mi cittadini,
buoni figli e
padri di fti-
miglin. labo-
riosi e infati-
cati e onesti
lavoratori.
E su que-
s t o p u n t o
iimo intratte-
nere il lettore
più che su
tutti perchè
il problema
delle conse-
guenze della
guerra sul-
r anima e sul
carattere del
fanciullo è as-
sai più grave
del proble-
so, desideroso di imparare, tendente alla ma, più diretto forse e più grossolana-
conoscenza di tutto quanto lo circonda, mente impressionante, delle conseguenze
Ed è api)unto questa sua curiosità che la guerra apporta a un determinato
bambina, potentissima che rappresenta numero di bambini per quanto riguarda
il suo maggiore pericolo di fronte alle la loro vita fisica. Bimbi periti tragi-
tri per le loro
facoltà gio-
vani, deboli e
tenere, perla
ricchezza e la
vivacità della
vergine fan-
tasia, per
tutto quel
complesso di
facoltà sensi-
tive e intel-
lettive, le
quali del bim-
bo ignaro del
mondo e dei
misteri della
natura, fa
provviden-
zialmente un
essere curio-
so air ecces-
Un territoriale
tu — è quello col cap-
pello di paglia — porta i suoi tre bambiui al reg^lmeuto,
a FontaiueDleau, non avendo a casa la moglie, che e morta,
uè altra persona che possa incaricarsi di loro.
impressioni troppo vive della guerra,
fenomeno d' odio, di rivalità, di discor-
die, nel quale sempre un forte prepo-
teiite tenta di schiacciare un debole.
Questo inno alla forza bruta dei mu-
scoli e delle armi non può non avere
caniente nel bombardauiento e nell'in-
cendio delle lor case; bimbi uccisi, stra-
ziati, mutilati dalla soldatesca briaca
di furore e di stragi; bimbi il cui s\-i-
luppo sarà arrestato dalla visione ter-
rificante di qualche scena' spaventosa
;ill:i quale O.sói o lo Inn
assistere, non foriuan»
in ijrand»' iinnn-ro. rìv
iiiiidii (lovcttrro
, auelie se )»r<'si
una i>arte, unii
wktfiLS
■jqgpiiriTfij
Fiitìut noldtiti d' Ttaìia. — In uno del paesi redenti.
])i('ssi()ui e jii-outa ad acoo<;lievle, inoo-
niincia con tiejtida/ionf u trmiove, la sua
•irand»' opera ciealiva di una t-oscieuza,
l»ierola parte di iiuellu quasi totalitti del Ibrniatrice di un uonn». C^uest" opera
viene invere, lin <Iaj;li inizi,
ostacolata e delVu-nnita dalle
impressioni esterne. L;i
jiuerra eon tutto il .suo bagu-
«ilio fantasioso, pittoresco,
terribile, avventuroso para-
lizzerà nella piccola menta-
lità dell' innocente ogni al-
tra idea e finirà i)er divenire
la curiosità insaziata ed in-
saziabile di tutti i momenti ,
il sogno agitato ed irreciuieto
di tutte le notti, l'onte sem-
])ro di sentimenti men che
nobili e umanitari, ravviva-
trice, se \nir anche del co-
raggio, ma anche, e forse
più, lidia ferocia, dell' indir
vidualismo. della concezione
mondo infantile rimasto colpito dalla della giustizia personale, del valor»; in-
_:iierra. • discusso e risolutivo della forza brutale.
Percliè se il jierturbamento fisico non della licenza di fare anche quanto nella
-i ripercuote <he sul numero dei geni- vita normale dei popoli e degli individui
lori e de' bimbi \nh direttamente tra- non ò lecito fare,
volti iuquesta immane tragedia di fuoco,
di lacrime e di sangue, l'altro per-
lurbanuMito, (|uello intellettuale e mo- ^*^
rale. non ò chi noi veda, si ripercuote
invece sulla totalità del mondo infan-
tile che, presente o lontano, eolla vi-
sione diretta o mercè i discorsi dei
grandi, per mezzo delle vedute dei
giornali od altro assiste ign.i-
ro, nnv fortemente coljjito. al
(«irso degli avvenimenti.
È <iuesto il j)crturbamento
più pericoloso e più grave non
soltanto perchè più generale e
diffuso; ma anche, e princi-
palmente. i>ei'clu> riesce a <le-
formare tutt<» il fondamento
educativo di (juella tenera
pianta la «luale, ceduto una
volta sotto la spinta del vento
furiosi» e della ))aurosa tem-
pesta, finirà per piegarsi ver-
so t»'rri»> Tutti i sentimenti
egoisti<*i di'lla conservazimie,
della i»ropria difesa a costo
dell'offesa altrui, questo in-
neggiare alla forza ed al nnis-
saero, rajìologia di-lla malizi»
e dell'agguato, un non so che
di fortemente avventuroso fi-
niranno per colpire la fantasia del bimbo
appunto nel momento i>iù pericoloso :
(luello durante il quale l'educatore, po-
sto «li fronte ad un'anima vergine «li im-
Questo perturbamento non attende
molto a rivelarsi; ma subito si mani-
festa con , la profonda modi lìcazione
delle prime manifestazioni della attività
1 plil l>u
fisica ed intellettuale dei bimbi; con la
modificazione dei giochi.
Il progrosso moderno, ipiel senso
dignitoso del lavoro che è forse la più
- 398
preziosa conquista della sociotà ino- 1
deiiia, accauto alle burnitole e ai pul-
cinella, alle pecorine e agli orsacchiotti,
aveva creato tutto un mondo di .tiio-
cattoli intesi alla istruzione inlantilo.
liin 1 i fermi, impietriti, davanti alle
granai vetrine dei grandiosi negozi.
La guerra lia indirizzato le giovani
menti verso altri canij)! di ricerche, di
curiosità e di desiderio. Così il com-
Giuochi di (juerra dei ragazzi. — Fuoco!
tutti dirotti a soddisfai'e (piella curio- mercio e 1' uso dei giocattoli si ^ orien-
sità bambina che è il primo aiuto alla tato diversamente. Navi corazzate e
formazione della cultura del futuro uo- siluri, trincee e cannoni, soldati in atto
mo. Così, dalla vaporiera alla macchina di uccidere e in atteggiamenti d' uccisi,
elettrica, dalla ratti gurazione de' vari fucili e baionette, sciabole e cai)x>(dli
Giuochi di guerra dei ragazzi, — La fiicilazioue della spia.
mestieri all' automobile perfetta pur se piumati : ecco 1' unico bagaglio e l' unica
minuscola, dalle costruzioni rudimcn- chincaglieria che il bimbo del 1914, del
tali all' aeroplano di seta, tu^to un 1915, del 1916 conserverà gelosamente
mondo meraviglioso e promettente si nel segreto degli angoli della casa con-
offeriva davanti agli occhi estatici dei cessigli per il suo divertimento, rice-
- 399 -
vendone in coni])OT)so tutte lo iiii]»it\s- dei buiìibini, opoorrcva coltivare in essi
^^ioni di cui abbiamo luiigaun'nte parlato anche l'idea della distruzione, lacen-
jiiù sojjra. do.uliela accogliere come una cosa inte-
Quasi tutto ciò non bastasse ecco 7'CiA(nj?e. una cosa prodotta dalla guerra,
la speculazione, (piesta i^juobile meorera inevitabile, necessaria, meritoria.
slVuttiitiice a sc4»po di lucro tanto dei
più alti che dei più bussi sentimenti che
riescano ad albj'rgare nell' animo unia- ^*^
no. ecco la s]»eculazione imi)adionirsi
anche di (piesto eam])0 e contribuire, Da tutto ciò che più sopra sono an-
ratìbrzandola, all'opera moralnjeute d<'- dato modestamente sottoponendo al-
Ictcria che sid lanciulh» i»uò aver latta 1" esame dei lettori, si capisce come la
la inu-rra. guerra possa essere diventata per i
i (jii)v;iiii Ks] doratori di Frauda mobilizzati
i servizi siauitari.,
Ed ecco (luindi annunciare conu' in
Gernuinia, fra le costruzioni otierte alla
]>azienza intelligente d«'i costruttori in
erba, vi siano anche degli interi villaggi
bombardati, con tanto di camiianile
col])ito dalle bombe, tanto di nmnici]>io
e di chiesa sfondati dalle granate, tanto
di case sventrate dalle es])losioui od in
liamme in conseguenza del bombarda-
mento. Non bastava eccitare la fantasia
bimbi ed i giovanetti l'unico jjonsiero.
Di (jui il risveglio del sentimento av-
venturoso, il quale si manifesta a tutta
jtrima colla imitazioìie della vita mili-
tare in tutte le sue più curiose nnini-
festazioni. Il bimbo vede il soblato
all'osteria, lo osserva in piazza d'armi,
lo ammira quando sfila, fiero e gagliar-
do. i)er le vie «Iella eittiì. Quan<lo l' imi-
tazione non serve più, supplisce la fan-
IL TACCO DI
VERA GOMMA
— 4()() —
tasia già fortemente eccitata. Ed ecco
la rappresentazione del combattimento,
tal quale esso la figura non per sua
conoscenza diretta, ma per qufd poco
clie ha potuto comprender»; dai discorsi
dei grandi e dalle illu.strazioiù degli
ebdomadari. C!osì dal fuoco degli in-
nocui scbioi^petti di legno si può arri-
vare alla trincea, al cannoncino, all' as-
salto, alla conquista della bandiera, alla
fucilazione dei traditori. Come lato edu-
i-ativo quest' ultimo episodio è discre-
altro manifestazioni altro _non sono elio
la dimostrazione delle impressioni clie
le fantasie infantili possono ricevere
dalla guerra e da tutto quautu |)repara,
conduce, fa la guerra.
Qualcuno dirà che, in rapporto al
])roblema della educazione giovanile,
nel considerare l' influsso della guerra
Mssmm
[.!i Sociftù niovanile Unione Militare di Francia organizza nna festa alle
Tnileries per il 21" anniversario della sua fondazione. La sfilata davanti al Pre-
sidente della Repubblica.
tnmente rivelatore. Il i)iccin() che si
adatta a far la parto del traditore,
<luello che si accontenta della parte di
giustiziere ricevono indubbiamente una
tal scossa morale che' non potrà non
intìuii'e sinistramente sul corso ulteriore
della loro esistenza.
Da questo primo passo, secondo 1' età
e le forze, si può in seguito giungere
alla fuga. La smania dell' avventuroso
spinge il giovanetto verso la gloria e
verso il combattimento. Non son r;iri,
anche perchè riferiti dai giornali, i
quali a x>arer mio, colla ditìusione di
siftatte notizie non riescono ad altro
che ad influire sinistramente su altre
giovani fantasie prontissime a ricevere
i' idea cattiva, non son rari i casi di
giovinetti fuggiti di casa per recarsi a
combattere. I cosidetti fi{/ìi dei regf/l-
mcnii, i giovanissimi colonlurl, e tante
sono stato eccessivamente severo ed
esclusivista ed obbietterà come la guerra,
se fa tanto male — come tutte le cose
umane — produce anche talune volte
un poco di bene, anche in questo campo
infantile, nel (juale, a ben considerare,
parrebbe così difficile, per non dire im-
l)ossibile, ottenere in così difficili circo-
stanze, qualcosa di diverso.
Si, ò vero, che la guerra, suscitando
r attenzione e l' interessamento dei gio-
vani, sviluppa in loro la curiosità per
le regioni maggiormente colpite dal fla-
gello. Nozioni storiche e, massimamente,
nozioni geografiche condite dall' insolito
sapore, riescono a penetrare y)rolbnda-
mente nella memoria bambina dalla
quale, qualunque cosa avvezza, non si
distaccheranno mai più. Inoltre il gio-
vinetto a])prende una quantità di co-
guizioni scientifiche, che, senza il sus-
401
sidio dell' avrenturoso, non avrebbe
appreso che più tardi e con grandis-
sima fatica.
L' imitazione degli esercizi militari
sviluppa il fisico dei bambini con una
giuuastica che, appunto perchè libera,
Scouts, giovinette che vigilano nei JVidi
i bimbi dei richiamati o prestano la loro
opera negli ospedali, tutta una magni-
fica fioritura di verde primavera si agita
e vive in mezzo al caos terribile della
guerra.
Giovani Esploratori tedeschi che trasportano ferit
è forse pili razionale e piii utile allo
sviluppo del bimbo di tutti i metodi
ragionati e bislacchi dei nostri moder-
nissimi pedagoghi.
Infine, la guerra sviluppa il coraggio
e, in molti, il sentimento del dovere e
della carità. In tutte
le nazioni i giovani
volontari hanno ap-
prestato opere di col-
laborazione civile
alla guerra, opere
che vanno dal soc-
corso ai feriti, alla
sostituzione di colo-
ro che, partiti per la
fronte, non attendo-
no più, in patria, ai
lavori professionali.
Esploratori e Boy
Ma tutto questo, che è pur bello,
che è pur utile, che è meraviglioso, ba-
sta forse, in coscienza, a pareggiare la
partita?
Di fronte agli effetti deleteri che la
guerra apporta a tutti i bimbi del mondo,
questo bene, innega-
bilmente esistente, è
tale da compensarci
dell' enormità del
male?
Francamente, no
e poi no.
Chi ha scatenato
questo uragano fu-
rioso, fra le tante re-
sponsabilità tragi-
che, ha pur questa.
Non ultima e gra-
vissima.
Stefano Conio.
Una If/.ione ulle Klovuiiette inferiniure
- 402 -
L'Unione generale degli Insegnanti
per la guerra nazionale.
Allo scoppio della guerra un gruppo di
professori dell'Università di Palermo si ri-
volgeva al prof. Vittorio Scialoja, insegnante
• di diritto romano all'Università di Roma e
gli esponeva l'idea di raccogliere tutti gli
insegnanti d'Italia, di ogni ordine e grado,
in un'associazione unica per il conforto e
r assistenza morale al popolo e per dare aiuto
a mezzo della scuola a tutte le opere di as-
sistenza civile, necessaria non meno della
preparazione bellica all'Italia per vincere la
grande prova. Cosi, sotto la presidenza di
Vittorio Scialoja sorgeva il grande fascio de-
gli Insegnanti italiani, dall' università alle
scuole elementari, coli' adesione di rappre-
sentanti di tutte le tendenze politiche che
trovò subito un larghissimo consenso e che
dimostrò l' importanza della Scuola come
elemento morale efficacissimo della nazione.
Dovunque sorsero Sezioni dell' Unione ge-
nerale degli Insegnanti, con piena autono-
mia e con una svariata e multiforme atti-
vità, diversa a seconda dei luoghi e dei bi-
sogni.
Con spirito di vera abnegazione, oon sa-
crifici personali, colla parola, colle opere, col
consiglio, gli insegnanti di ogni parte d' Ita-
lia concorsero volonterosamente a tener alto
lo spirito del popolo, a confortarlo nei suoi
dolori, ad aiutarlo in mille modi nelle nuove
contingenze create dalla guerra.
Così gli insegnanti crearono in molti luo-
ghi i Segretariati del popolo per la corri-
spondenza coi soldati e il disbrigo delle pra-
tiche legali, tennero conferenze illustranti le
ragioni morali e storiche della guerra, e or-
ganizzarono 1 contributi delle scuole alla
Croce Eossa, la lavorazione della lana e de-
gli oggetti di conforto ai soldati, l'assistenza
ai figli dei richiamati eco. In molte città fu-
rono tenute conferenze ricreative ai soldati
convalescenti specialmente, illustrate con
proiezioni. In oltre gli insegnanti si occupa-
rono delle '^ Case del Soldato „ e dapper-
tutto, col fervore delle opere, col consiglio
colla parola, vennero in soccorso al popolo,
compiendo un'opera che resterà memorabile
negli annali della Scuola Italiana.
Con numerose pubblicazioni di opuscoli
e di foglietti furono spiegate in forma pre-
cisa e popolare le ragioni morali della guer-
ra, i suoi precedenti storici, le necessità che
con essa vanno congiunte e così furono il-
lustrate le questioni igieniche, sociali ed eco-
nomiche congiunte colla guerra stessa.
In molti luoghi ancora gli Insegnanti spie-
garono ed illustrarono nelle scuole i comu-
nicati del Comando supremo, illustrandoli e
commentandoli, compiendo così opera effi-
cacissima per illuminare il popolo sulla guerra
e sul modo con cui procede.
E ancora oon conferenze, cerimonie sco-
lastiche ecc. gli insegnanti ebbero modo di
rivolgersi alle famiglie degli alunni e di por-
tar loro consiglio e conforto, affermando o
sempre più il valore della Scuola come ele-
mento morale della nazione.
Fra le pubblicazioni dell'Unione gen. de-
gli Insegnanti è particolarmente notevole la
Antologia storica del valore italiano, diretta
dal prof. Camillo Manfroni, a cui collabora-
rono numerosi insegnanti di ogni grado, che
è una documentazione preziosa e al tempo
stesso di varia e interessante lettura degli
atti più insigni di valore della storia italiana
dal 1787 al 1913.
La Presidenza generale dell' Unione gene-
rale degli Insegnanti è così composta:
Presidente generale : S. E. l' on. prof. Vitto-
rio Scialoja, Ministro senza portafoglio.
Membri della Giunta esecutiva : on. profes-
sore Luigi Credaro, profess. Gustavo Canti,
on. prof. Vincenzo Simonoelli, on. Andrea
Torre, Sen. prof. Vito Volterra; Segretari ge-
nerali: prof. Andrea Galante, prof. Francesco
Orestoro.
La sede dell'Unione è presso la R. Uni-
versità (Istituto giuridico), Roma.
La Presidenza generale e le Sezioni go-
dono della franchigia postale colle autorità
scolastiche e coi sindaci.
Le Sezioni possono costituirsi anche dove
sia un solo insegnante e ciò allo scopo di
diffondere l'opera dell'Unione nelle cam-
pagne.
Ora l' Unione si propone di far proiettare
in tutta Italia una serie di bellissime proie-
zioni illustranti la guerra tratte da fotografie
del Comando supremo e si accinge col nuovo
anno ad un'opera anche più intensa ed effi-
cace, opera che è tanto più notevole in quanto
tutte le grandi associazioni nazionali fra gli
insegnanti, di ogni grado, non solo, ma delle
più diverse tendenze politiche fanno parte
dell'Unione generale degli Insegnanti e danno
ad essa contributo di pensiero e di opere.
FIAT
GARAGES RIUNITI FIAT
Sedi di vendita in Italia : ROMA -
TORINO - NAPOLI - FIRENZE - GE-
NOVA - BOLOGNA - MILANO - PA-
DOVA - SIENA - PISA - LIVORNO -
= BIELLA =
403 —
I libri per i soldati
e la pubblica istruzione.
Quando nei primi mesi, anzi nelle prime
settimane della nostra guerra, sorsero in pa-
recchie città principali e secondarie del Re-
gno, comitati che si proponevano di racco-
gliere libri per i soldati, non mancarono gli
' amabili scettici che trovavano l'impresa al-
quanto oziosa.
— Libri per i soldati? — Mai soldati hanno
altro da fare che leggere! —
Oli amabili scettici, come ^esso accade,
argomentavano con estrema superficialità. Di-
menticavano, fra altro, che le guerre mo-
derne hanno un loro singolare carattere per
coi imponenti masse di uomini sono, a pe-
riodi, obbligate ad un regime di inazione
snervante che può trovare nella lettura il più
efficace conforto. Dimenticavano che l'eser-
cito di una nazione in guerra oggi si con-
fonde con la stessa nazione, ne accoglie in
misura proporzionale rappresentanti di tutte
le classi sociali e ne ha proporzionalmente
gli stessi bisogni di ogni ordine più diverso.
Dimenticavano che la guerra porta con sé
fra le conseguenze più tristi, una popola-
zione ospitaliera, soggetta talvolta a lunghe
degenze negli stabilimenti sanitari, dove il
libro può essere l'amico migliore. E, final-
mente, dimenticavano che la guerra d'anni
come si fa ora, chiede provvidenze che do-
vevano apparire superflue e perfino assurde,
per le guerre di mesi. Se gli date i mezzi
adeguati, oggi il soldato analfabeta hall tempo
di imparare a leggere e scrivere prima ohe
la guerra finisca. E non pochi sono quelli
che hanno imparato. Per la gioia di poter
mandare una parola di saluto alla famiglia
lontana, per il piacere di decifrare la carto-
lina che arriva.
Ma gli scettici mostravano soprattutto di
ignorare una verità che gli spiriti più acuti
fra le più alte autorità militari intuirono su-
bito: il valore ricreativo, piuttosto che istrut-
tivo, della lettura. La possibilità offerta me-
diante la lettura, di uscire da dure e penose
e magari tormentose condizioni reali per par-
tecipare delle illusioni benefiche di un'at-
mosfera irreale che riesce ad annullarle mo-
mentaneamente: una specie di alibi morale
fatto per ritemprare non soltanto l'anima
ma anche il corpo.
Per tutte queste eccellenti ragioni, la rac-
colta e la distribuzione dei libri ai soldati
non soltanto fu continuata, contro il parere
degli scettici, ma acquistò una coordinazione,
una disciplina, una complessità di programmi
e di attuazioni che renderebbero oggi grot-
tesca piuttosto che vana la discussione teo-
rica. Com'è noto 1'" Opera del libri ai sol-
dati „ partecipa del caratted del servizio pub-
blico e dell' iniziativa privata. La distribuzione
del materiale librario non è monopolio né
dello Stato ne di qualche Comitato. Anohe
1 Comitati che riuniti costituiscono l'ideale
organismo dell' " Opera , (ricordiamo fra 1
principali: il Comitato di Milano ohe fa capo
alla Biblioteca di Brera e al suo direttore
oomm. Carta, il Comitato veneziano che ha
la sua sede nella Marciana sotto la guida
del bibliotecario .dott. Coggiola, il Comitato
bolognese presieduto dal comm. Fumagalli,
direttore della Biblioteca Universitaria di
quella città, il Comitato del Lyceum di Fi-
renze presieduto dalla contessa Ginevra De
Nobili, il Comitato genovese presieduto dal
prof. Nurra di quella Biblioteca Universita-
ria, 1 Comitati per le Bibliotechine agli Ospe-
dali da Campo — Milano — e per i Ricreatori
dei Comitati al fronte — Firenze — 1 due ultimi,
come é detto dal nome, di un carattere parti-
colare) anche questi Comitati, ripetiamo, con-
servano intera la loro autonomia. Il Mini-
stero della Pubblica Istruzione, mediante un
suo Delegato speciale, nominato fino dall'ago-
sto del 1915 nella persona dell' avv. Adolfo
Orvieto, si è riserbato il compito dell'inte-
grazione e del coordinamento. Il Ministero
tratta e risolve le questioni di massima,
prende gli accordi opportuni con le autorità
militari, provvede alla nomina delle Ispettrici
per la lettura negli ospedali, indica provve-
dimenti di segnalata urgenza e utilità ai Co-
naitati facendovi concorrere, ove sia neces-
sario, le loro forze riunite. Appunto all'ufficio
della Delega ministeriale si deve l'istituzione
dei depositi librari posti in zona di retrovie
avanzate, talvolta nella stessa zona delle ope-
razioni, che affidati alle oure di Incaricati di
fiducia scelti dal Ministero hanno compiuto
un imponente lavoro di distribuzione ed han-
no, qua e là, dato luogo a sale di lettura, a
vere e proprie Case del soldato, a bibliote-
che circolanti senza formalità, a piccoli corsi
di scuola elementare per analfabeti. Ma se
da una parte il Ministero dava ai Comitati
prescrizioni di rifornimenti, era equo dal-
l'altra che li aiutasse mettendoli in condi-
zione di procurarsi, con acquisti, quel più
adatto materiale librario, ohe i doni anche
generosi degli editori e del privati si erano
dimostrati insuflìcenti a provvedere. La ci-
fra etfettlvamente spesa o soltanto ImpegnìEita
dal Ministero a questo scopo e fino al 30 giu-
gno 1917, non arriva nel suo complesso alle
ventimila lire. Eppure, poiché si trattava di
persone praticissime del mercato librario, e
poiché anche qui assistè la buona volontà
degli editori, ha consentito acquisti larghis-
simi, capaci, per ora, di fronteggiare le ri-
chieste che tendono ad aumentare piuttosto
che a diminuire.
L' " Opera dei libri ai soldati „, a cui an-
che società benemerite, come la Dante Ali-
ghieri o istituzioni nazionali di carattere li-
brarlo come la Federazione delle Biblioteche
popolari, hanno dato considerevoli aiuti, si
é dimostrata suscettibile di uno svolgimento
progressivo a cui 1 privati possono e debbono
concorrere col mezzo più semplice ed effi-
cace: offrendo quei buoni e piacevoli libri,
magari soltanto quelle buone e piacevoli ri-
viste illustrate di cui, nonostante la raccolta
fatta con qualche larghezza in alcune città al
principio della guerra, le riserve disponibili
devono essere tuttavia assai ampie nel paese.
404 -
L/a guerra e T economia nazionale.
Prima dell'agosto dell' anno clie la
Germania ha reso nefasto nell'eternità,
non era nelle previsioni degli umani una
guerra come quella che oggi si combatte,
così come — scoppiato il tremendo con-
flitto — non si poteva supporre una re-
sistenza economica che si prolunga e par
talora si rafforzi nel tempo.
Sopra tutto l' Italia, paese non equa-
mente considerato nel mondo, offre —
anche sul terreno economico — una pro-
va magnifica, disvelando non sospettate
energie produttrici.
L/e incognite
dell' economia
italiana.
Nella vigilia della sua neutralità, chi
studiava, con animo sereno, l'eventualità
della sua partecipazione aUa guerra, non
poteva dissimularsi le gravi incognite
che presentava 1' economia italiana.
Il nostro commercio internazionale,
quantunque salito negli ultimi anni ai
5 miliardi, era tuttavia ben poca cosa
in confronto al commercio degli altri
paesi; il suo aumento non comparabile
alla proporzione con cui si era accre-
sciuto nelle altre nazioni, anche se si to-
glie lo sviluppo singolarissimo del traf-
fico tedesco.
La cifra Umitata denudava una debo-
lezza dell'economia italiana, aggravata
poi da alcuni fatti sintomatici.
Noi abbiamo sempre saldata la dif-
ferenza fra le nostre importazioni supe-
riori alle nostre esportazioni con due ce-
spiti che la guerra doveva inevitabil-
mente falcidiare : le rimesse degli emi-
granti e il consumo del forestiero entro
i nostri confini. Non avevamo alcun pro-
vento di capitali investiti all' estero,
come la Francia e l' Inghilterra, e lo
squilibrio si doveva ripercuotere inevi-
tabilmente sui cambi.
Ancora. Le importazioni sarebbero
accresciute in valore, per 1' aumento dei
prezzi e per le maggiori provviste ca-
gionate dalla guerra. Dovevamo per con-
tro diminviire le esportazioni, non tanto
per maggior consumo interno, quanto
per i divieti di esportazione, per la per-
dita di alcuni mercati, per le^ difficoltà
di conquistarne dei nuovi.
L' Italia ha risentito ripercuotersi,
durante la guerra, le deficienze della
sua economia lamentate invano da ta-
luni solitari:
— la produzione limitata del grano,
nonostante l' alta protezione doganale ;
— la produzione hmitatissima dello
zucchero, nonostante il sistema piiì unico
che raro di privilegi goduti da questa
industria ;
— la mancanza di una potente in-
dustria idro-elettrica, nonostante la ric-
chezza dei corsi d' acqua della penisola ;
— la deficenza della sua marina mer-
cantile, nonostante i premi, le sovven-
zioni, di cui godeva;
sono alcuni tra i principali problemi che
durante la guerra piìl sentiamo pesare.
Problemi essenziali alla vita di un po-
polo che domandano una lunga prepa-
razione, e che — in condizioni anormali
come quelle che attraversiamo — non
si possono certo risolvere.
Di contro l'esportazione italiana fu
viziata da due cause : politiche ed eco-
nomiche.
Seguì il vario orientarsi della nostra
politica internazionale e fu assai primi-
tiva nella penetrazione dei mercati stra-
nieri. Primitiva per ragioni tecniche, per-
chè il prodotto si esportava senza quella
preparazione di cui la Germania ci ha
dato così stupefacente esemplare, pri-
mitiva per insufficienza di organi (per-
sonale viaggiante, tariffe "di trasporto,
forme di credito, accordo fra importa-
tori ed esportatori di uno stesso mercato)
indispensabili ad una feconda esporta-
zione di merci.
Come 1' emigrazione dei nostri lavo-
ratori, così 1' esportazione delle nostre
merci, sentirono l' abbandono in cui
paese e governo lasciarono troppo a lun-
go questi problemi, a cui il disamore
marca di
gafan-z^ia
Ct-Gce
405
delle classi così detto dirigenti fu vera-
mente esiziale.
Si capisco che questa esportazione
soffra oggi il disagio della guerra e sia
pavida del suo domani, nonostante il
favore delle alleanze politiche che do-
vrebbe dischiuderle i nuovi mercati.
Qui invero tutto è a rifare sulla
base degli insegnamenti che il tenibile
flagello della guerra deve aver cacciato
nel cervello anche dei piil tetragoni.
L/e rivelazioni
deli' economia
italiana.
Per contro l' economia italiana ha ri-
velato forze inaspettate e provviden-
ziali.
Prima tra queste, le disponibilità del
risparmio nazionale.
Noi avevamo seguito anche in que-
sto recinto una politica errata. Il Luz-
zatti credeva di poter vantare come
un trionfo della economia nazionale (ol-
tre che come un successo personale) il
riscatto che si era compiuto della ren-
dita italiana dall' estero. Quello fu in-
vece un grosso errore prima di tutto
perchè assorbì una parte considerevole
del risparmio italiano, che molto più
utilmente si sarebbe impiegato nell'agri-
coltura e nella industria ; poi perchè re-
cise i rapporti fra l' Italia e i suoi grandi
banchieri.
A torto il Luzzatti ravvisò in questo
riscatto una forma di indipendenza eco-
nomica nazionale. Non vi è invece nes-
sun rapporto di soggezione tra il credi-
tore e Ù debitore che fa onore ai suoi
impegni. Il primo tiene al secondo assai
più di quanto si possa credere, e l'Italia
era cliente ambito nei mercati interna-
zionali, ove larghe partite della sua ren-
dita avrebbero spinto quei ceti finan-
ziari ad essere anzi più solleciti e i)iù
desiderosi delle nostre fortune. I proge-
nitori del Luzzatti non furono mai pa-
droni del mondo benché avessero di-
mestichezza col commercio del denaro,
nonostante le innegabili virtù della raz-
za. Il 3,50% della nostra rendita, frutto
alto pei titoli i)ubblici in mercati ricchi
come Londra e Parigi, toglieva invece
in Italia il risparmio da impieghi più
produttivi, i)iù capaci di aumentare
la ricchezza nazionale. Si rompevano
così relazioni di affari che non si sareb-
bero poi potute riallacciare nel momento
di un più crescente bisogno. E lo ab-
biamo avvertito durante la guerra.
Lo Stringher valuta a oltre 2 miliardi
i debiti precedentemente contratti al-
l'estero o da noi riscattati negli anni
buoni, ma soggiunge che ciò ci impedì
di accumulare tesori in titoli pubblici
forestieri.
Perciò al danno che abbiamo accen-
nato si è aggiunto durante la guerra
questo : che l' Italia, avendo bisogno di
provvedere ad urgenti acquisti di merce
all' estero, mentre vicevysa diniinuiva
la già magra contropartita della sua
esportazione (oltre le rimesse degli emi-
granti e il consumo dei forestieri che si
possono ritenere cessati) doveva ricor-
rere a prestiti all' estero, ad emissioni di
buoni del tesoro in sterline e in dollari.
Naturalmente per lo cagioni suespo-
ste, ciò doveva avvenire a condizioni
più gravose per noi ; non avevamo ti-
toli pubblici esteri, come l'Inghilterra,
da riversare su quei mercati. E così
mentre il prestito americano fatto al-
l' Inghilterra o alla Francia fu di ben
500 milioni di dollari (circa 2 miliardi
e 600 milioni di franchi) e fu concluso
a 96 col Sindacato dei banchieri che fe-
cero capo alla casa Morgan e a 98 jjor
il pubblico, e all' interesso del 5 %, che
potrà essere convertito alla scadenza in
titoli al 4 Vz %, il prestito italiano fu
stipulato con le casse Lee, Higginson
Company e Guaranty Trust Company
per soli 125 milioni di lire, ed importa
un interesse del 6 % convertibile alla
scadenza in un 5 Vz %•
E si noti che il mercato americano
era interessato come esportatore di merci
a favorire questi prestiti di somme che
sarebbero state spese interamente nel
mercato americano.
Da ciò la importanza, relativamente
maggiore per noi, dei prestiti all'interno.
Il paese ha risposto all' appello dello
Stato con un crescente fervore: sogno
confortante per la politica seguita dal
governo, ma segno rivelatore altresì di
una non sospettata ricchezza nazionale
che i calcoli più comunemente citati non
avvertirono mai, ragione j)er cui è sem-
pre bene conservare con la statistica una
amicizia alquanto diffidente.
Fu chiaro per tutti che l'Italia ali-
mentava coi suoi risparmi anche quegli
istituti di credito che erano diretti da
stranieri : onde ne consegue non l' ostra-
cismo al capitale straniero, ma l'ostra-
cismo a quella ignoranza, incapacità,
ignavia nostra che ci fanno abdicare a
funzioni delicatissime ed importanti,
contro cui nessuna inettitudine nazio-
nale può esistere, nepi>ure nel lugubro
cranio degli autodenigratori in<ligeni.
406
Sononcliè il paese lia fatto di più:
vale- a dire ha ])residiato il suo credito
all' interno e all' estero, come chi non
vuole ini]josizioui oltre i patti libera-
mente concordati, di proventi finanziari
che non si supponeva neppure si potes-
sero concei)ire.
L' Italia (aveva detto il console di
una nazione straniera all' on. Nitti che
ci narra il singolare giudizio) un tempo
museo di tutte le arti belle, era dive-
nuta il museo di tutte le imposte.
E invero tutte le -avevamo sperimen-
tate, e contro tutte l' opposizione demo-
cratica ed economica si era levata.
Ma questo sistema di molteplici tri-
buti, molti dei quali si sovrapponevano
e creavano sperequazioni innegabili, ed
altri erano tali da impedire la forma-
zione di nuova ricchezza e il sorgere di
nuove industrie, è stato tuttavia capace
di offrire allo Stato cespiti di ben mag-
giori risorse per i bisogni straordinari di
guerra.
Noi abbiamo diritto perciò di porre
il nostro sistema finanziario tra quelli
che meglio hanno risposto alle esigenze
dell' ora.
I^a legislazione
di guerra.
Non si potrebbe, brevemente, esa-
minare la legislazione di guerra. Anche
in questa materia, l' Italia stessa — che
pure ha partecipato piìl tardi al con-
flitto — sente il peso della sua impre-
parazione : impreparazione che fino ad
un certo limite si comprende e si giu-
stifica, perchè ormai è dimostrato, con
esuberante ricchezza di prove, che solo
la Germania preparò e volle la tragedia
che insanguina V Europa, contro la ten-
denza pacifista e la impreparazione degli
stati della Intesa.
Parte di questa legislazione di guerra
è nuir altro che un omaggio ai pregiu-
dizi economici delle masse, e non può
essere giudicata in sé intrinsecamente,
per quello che apparentemente vuole ot-
tenere, ma bensì come mezzo di p' 3zia
interna.
Poiché è risaputo che per ottenere
un calmiere, il popolo ha spesso fatto
lo barricate, si può talora comprendere
che un governo possa indulgere al seco-
lare errore per evitare sommosse interne.
L' Einaudi consiglia — a questo pro-
posito — la lettura di alcuni brani dei j
Promessi Sposi, piti eloquenti invero di j
molti trattati economici ; ma il romanzo '
manzoniano non avrebbe pili efficacia
degli eloquentissimi risultati negativi e
contrari che sono tuttora i trionfi del
calmiere, tanto è inveterato il convin-
cimento che lo Stato possa correggere
e dominare i prezzi del mercato.
Risultati negativi, poiché la quoti-
diana esperienza di ognuno ci insegna
in quali e quanti modi si viola un cal-
miere. Il consumatore di uova, che vede
rarefarsi il jjrodotto fino a temerne l'as-
soluta carestia, non esiterà un istante
a pagarle volentieri il dopi)io e il triplo
di quello che stabilisce la legge ; si guar-
derà bene dal denunziare il fatto perché
all' indomani sarebbe immediatamente
privato del i^rodotto; e la solidarietà
degli interessi tra compratore e vendi-
tore, favorita dal segreto e dalla sem-
plicità della contrattazione, relega una
volta di più il calmiere tra i ferri vec-
chi del solaio economico.
Risultati contrari alla produzione da
un lato e alla costrizione dei consumi
dall' altro.
È chiaro difatti che la diminuzione
artificiale, coatta dei prezzi ed anche
ogni pericolo di turbamento del mer-
cato, diminuisce l' interesse del produt-
tore, ne sopisce lo stimolo a produrre,
ne aumenta i rischi. Ne consegue una
diminuzione di produzione proprio nel
momento in cui si dovrebbe portarla al
massimo sviluppo.
Non solo, ma il calmiere volendo fa-
vorire i consumi, contrasta con le dispo-
sizioni di polizia e gli incitamenti del
governo a contenere i consumi stessi.
Il ministro Orlando nella sua circo-
lare con cui patrocina una maggior con-
tinenza del comi)ratore, non si appoggia
ai vieti errori dei pseudo economisti, ma
si fortifica delle ragioni morali politiche
nazionali che debbono indurre ad una
più parca vita mentre alle frontiere si
combatte e si muore. Senonché la pa-
rola dell' eminente uomo di stato é li-
m0tt^0m^>^^f*0m^^mt^^t0>0^0m^00i^0*mii^>m0m
NEVRALTEINA' ^^P^^ energico ed innocuo
ANTINEVRALGICO ed ANTIREUMATICO
nell'uso dei rimedi contro la febbre ed il dolore
RISPARMIATE IL CUORE!
IvEPETIT FARMACEUTICI - MUDANO
- 407
Magata dalla politica dei calmieri e da
osini forma di interveuto governativo a
I •reteso favore del consumatore.
E si potrebbe scrivere a lungo su
([uesto argomento; ma l'umanità ricade
uri suoi vecchi errori e pare che a nulla
i;i()vi r esperienza dei secoli, anche se
u ronda di lagrime e di sangue.
II domani economico
dell'Italia.
Giova tuttavia sperare che tra gli
rrori consumati, l'Italia abbia tratto
da questa prova decisiva, lumi e forze
per il suo ])rossimo domani.
Essa avrà constatata la necessità per
un popolo che voglia vivere, di non rin-
chiudersi nel suo mercato interno. Una
economia come la nostra, che dà un così
forte contingente alla emigrazione, la
cui densità di popolazione è altissima,
devo avere una forte politica marinara
ed esportatrice.
Non si assicura l'indipendenza eco-
nomica del paese senza questo dominio
del mjvre.
Non si può sperare accrescimento di
ricchezza senza una crescente esporta-
zione di jirodotti.
Non si avrà influenza sui mercati stra-
nieri senza una falange di uomini esperti
e preparati che sappiano far conoscere
ed apprezzare il prodotto italiano, fog-
giandolo secondo il gusto e le esigenze
dei piil lontani e dei piìi differenti con-
sumatori, a cui deve essere direttamente
offerto e portato.
La guerra è stata, attraverso i suoi
lutti e le sue perdite colossali, un grande
lavacro di molti errori passati.
Centinaia e migliaia di aziende i)e-
ricolanti si sono sistemate, depositi in-
genti di merci hanno accresciuto il loro
valore, impianti industriali mal conce-
piti e peggio attuati hanno trovato una
feconda utilizzazione.
Tutta l'industria meccanica e me-
tallurgica ne è stata enormemente av-
vantaggiata.
L' Italia può prepararsi perciò al dojio
guerra, come chi ha convenientemente
liquidato i suoi errori passati, con ri-
serve non indifferenti per molte indu-
strie, con una esperienza assai apprez-
zabile in ogni campo, e con un largo
consenso di simpatie politiche, per aver
essa salvata la Francia prima e la Qua-
druplice poi, simpatie che le renderanno
meno ardua la via. Meno ardua, ma sem-
pre difficile.
I soli problemi finanziari dello Stato
saranno assai complessi. Le questioni
agricole gravissime. Gli interessi indu-
striali aggrovigliati, onde bisognerà se-
cernere dai veri interessi nazionali altri
che fossero, per avventura, solo inte-
ressi particolari.
Noi non dovremo avere dalla guerra
ipoteche dannose al nostro domani, ma
solo il senso che ogni problema sa^Th
studiato guardando l' interesse della Pa-
tria come por ossa combattono e muoio-
no i nostri figli, i nostri fratelli.
A. GlOVANNINI.
ASMATICI
ScoraggiatijprendeteilRimediod'AbissiniaExibord,
senza oppio né morfina, in polvere, sig'arette, ta-
bacco da fumare, e sarete sollevati istantaneamente.
6, Rue Dombasle, 6, Paris. — In tutte le Farmacie.
- 408 -
La Lega Economica Nazionale.
A Milano, centi'o della vita commer-
ciale e industriale d' Italia, si è in que-
sti ultimi mesi, diremmo quasi per ge-
nerazione spontanea, costituito un nuovo
organismo di notevole importanza civile
e sociale nella Lega Uconomica nazio-
nale, emanazione della Dante Alighieri.
Sembrerebbe a tutta prima che gli
scopi ideali dell' oramai antico sodalizio
non dovessero avere alcuna attinenza
con un' associazione apparentemente de-
stinata a favorire e secondare il miglio-
ramento economico, il quale si fonda
sopra un positivo bisogno di regolare e
svolgere il benessere materiale de' cit-
tadini : ma nel caso della Lega si tratta
appunto di coordinare gli sforzi di tutti,
governo e privati, per dare impulso alle
latenti energie della nativa ricchezza,
spingendo il paese a emanciparsi in modo
durevole e permanente dalla preminenza
straniera.
Le potenze centrali, e in specie la
Germania, dal 1890 in poi avevano eser-
citato sopra i nostri commerci e le no-
stre industrie una sistematica e implaca-
bile pressione, invadendoci grado grado
i mercati con prodotti a buon prezzo, che
noli di rado vincevano la concorrenza
de' prodotti interni e li scacciavano o
soffocavano, offrendo al cliente generi
d'incomparabile convenienza, spesso con
proprio danno momentaneo (applicazione
del dumping), pur d'assicurarsi la pre-
ferenza dell'acquirente per l'avvenire.
La Germania in ciò era maestra e se
ne accorsero, insieme con noi, anche
tutti gli altri popoli d' Europa, comprese
r Inghilterra e la Francia, che un bel
giorno si sentirono dominati e soggio-
gati dall' immensa superiorità de' Tede-
schi anche nel campo delle produzioni
una volta loro monopolio in modo as-
soluto ed esclusivo.
Allo scoppiare della conflagrazione
europea le condizioni del nostro mercato
erano precisamente divenute intollera-
bili. Non ce ne turbavamo ancora, ma
la nostra vita economica era insidiata
dallo straniero, che penetrava sempre
piìl con le sue banche e col suo oro,
co' suoi commessi viaggiatori e con la
inondazione de' suoi prodotti in tutto il
globo terraqueo e, per conseguenza, an-
che nella penisola.
Se si fosse continuato ancora un
ventennio di quel passo, l' Italia, come
forse la stessa Francia, la Gran Bret-
tagna e la Russia, oltre agli Stati mi-
nori dell' Europa mediana, si sarebbe
trovata alla mercè del danaro e quindi
dell' arbitrio teutonico e un orribile vas-
sallaggio politico avrebbe avuto prin-
cipio per noi, aprendoci la via alle piìi
amare delusioni.
Per buona sorte la Germania, im-
paziente e stanca di mordere il freno e
gettando la maschera, provocò il con-
flitto, in cui è tuttora impegnata dopo
più di due anni, e le genti, che prima
essa considerava come inferiori e con-
dannate fatalmente al servaggio, si sono
sciolte dall'iniqua soggezione col pro-
posito di non ricadérvi mai piìl.
Tra le molte associazioni, suscitate
dalla guerra, è dunque anche la Lega
Economica Nazionale, che si prefigge di
studiare e possibOmente di risolvere i
complicati e svariati problemi del com-
mercio e dell' industria in relazione,
come dicemmo, con l' indipendenza spi-
rituale e materiale del Regno. E non è
da nascondere che siffatti problemi sono
molto ardui, perchè includono 1' analisi
delle più dilsattute dottrine intorno alla
protezione e al libero scambio. Uzza di
perpetue contestazioni e discussioni, non
peranco vicine al loro termine. L' opi-
nione pubblica, infatti, invoca ad alta
voce una più fìtta e salda rete di cautele
e difese intorno a quanto si fabbrica nel
paese, con altrettante misure d'inibi-
zione per la merce d' origine straniera :
ma i professori di diritto, gli economi-
sti di professione e gì' ideologi cultori
delle scienze sociali sono spesso d' altro
avviso tra noi proprio nell' ora che la
libéralissima Inghilterra si accosta con
risolutezza (abbandonando le vecchie vie)
al principio de' forti dazi protettori.
In mezzo alle due opposte correnti
sta forse il meglio, ove si consideri che
nessuno stato è in ugual modo produt-
tore di tutto e di tutto imiiortatore, o,
viceversa, produttore e importatore d'un
bel niente; alcuni producono o impor-
tano di più, altri di meno, senza una
legge comune e costante per luogo e
per tempo, epperò è officio della Lega,
uscita dal vivo seno della Nazione, d' ar-
w^
iMonizzaro secondo le contingenti e mu-
tevoli necessiti^ 1 criteri da instillarsi
nel Governo (juanto al regime de' dazi
lìrotettori. affinchè esso venga in be-
nefico aiuto alla floridezza universale
della nazione stessa.
Non san\ dunque, soltanto, una lotta
contro la sopraffazione della Germania,
ma in genere un tentativo d' elevazione
sopra tutte le funeste tradizioni italiane
di asservimento.
Ciò premettiamo perchè, effettiva-
mente, presso il Comitato promotore
milanese della Lega il dibattito è sta-
to abbastanza vivace, pur trattandosi
d'un'azione in particolar modo determi-
nata da mera idealità : e gli uomini, che
saranno chiamati a dirigere la giovine
istituzione, avranno il cammino spia-
nato dalle precedenti dispute, non già
d' eruditi e scienziati amanti delle astra-
zioni, ma di gente pratica e seria, al-
leatasi in iin unico proposito, quello di
ricavare il massimo profitto dalla con-
dizione disastrosa, in cui versa la pro-
duzione germanica, proprio in causa della
guerra, ch'essa ha voluto e scatenato.
Ma intanto una cosa è certa: che
la Lega Economica Nazionale si è su-
bito affermata, dopo un mese di vera
esistenza, mettendo insieme nella sola
INIilano un primo nucleo di circa qua-
ranramila lire per i primi lavori di di-
vulgazione, che possiamo chiamar sen-
timentale, e raccogliendo una prima
mostra d' oggetti accessori e sussidiari
d' elettricità, tutti di fabbricazione ita-
liana : mostra che, improvvisata su lo
scorcio del passato giugno, fruttò un
incasso netto di circa quattromila lire
in cinque o sei giorni soltanto.
Altre mostre si faranno nella mede-
sima Milano o altrove : saranno pub-
blicati annuari de' produttori ne' diversi
rami e prontuari di consultazione per i
consumatori; saranno banditi concorsi e
gare ; saranno creati premi, incoraggiati
gli esportatori e fabbricatori nostrani,
predisposte razionalmente conferenze e
fondate riviste intese a far conoscere e
apprezzare i fini della Lega: si cercherà
insomma di persuader gli allievi delle
scuole popolari e medie a farsi nelle loro
famiglie apostoli del mercato italiano,
acciocché cessi la malvagia prevenzione
delle moltitudini ignare o superficiali,
che per snobismo e scetticismo, per iner-
zia mentiilc e leggerezza o stupidità, per
capriccio e indifierenza, ne' propri acqui-
sti, di regola, antepongono la merce di
provenienza transalpina o transoceanica.
Sarà.... non sarà.... sarà....
Tutto in tempo futuro, evidente-
mente. E speriamo, auguriamo che sia
un futuro semplice e un futuro pros-
simo, non già un futuro.... anteriore o
di pio desiderio.
Intanto possiamo aggiungere che
hanno dato mano alla costituzione della
Lega Economica Nazionale principal-
mente la signora Luisa Fontana Gog-
gia, che fino dall' inverno del 1914 vi
si accinse, chiedendo 1' appoggio della
Dante Alighieri di Milano: il comm.
ing. Carlo Tarlarini con un suo opu-
scolo nella primavera del 1915, che con-
vinse il grande uf&c. Tommaso Berta-
reUi a farsi iniziatore della propaganda
col segretario della suddetta Dante Ali-
ghieri dottor Avancinio Avancini, e in
seguito r ing. prof. Giacinto Motta, il
sen. G. B. Pirelli, il comm. avv. Fi-
lippo Mazzi, l' avv. cav. uff". Angelo
Barzilai, il senat. Carlo Esterle, Mario
Alberti ecc. È bene poi aggiungere che
contemporaneamente alla Lega si fon-
dava a Milano nn^ Alleanza Industriale,
rivolta allo scopo di favorire l'incremento
delle fabbriche e della produzione in-
terna, e nasceva, crediamo per impulso
di Piero Giacosa, un' istituzione per l'ap-
plicazione delle scienze alla nostra ind»-
stria. Notevole è che S. E. Paolo Boselli
nella sua dimora a Milano (8, 9, 10, 11 ot-
tobre) abbia spesso fatto allusione al-
l'azione della Lega Economica Nazionale,
elemento prezioso di .riscossa per l'Ita-
lia. Ai soci della Dante Alighieri, che lo
festeggiavano affollatissimi nelle aristo-
cratiche sale del Cova, egli disse aper-
tamente che, se la grande istituzione
patriottica prima deUa guerra doveva
tendere a salvare gì' interessi italiani
fuori del confine politico, oggi, durando
la guerra, essa ha 1' obbligo d' intensi-
ficare le sue sante propagande all' in-
terno : e la propaganda economica è la
più vitale, la piti importante, la più utile.
I tempi sono maturi e il Governo in-
coraggia le oneste e generose intenzioni
de' cittadini.
Avancinio Avancini.
— 410
L* invasione ted^esca in Italia.
M\&sicaL e musicisti.
L' invasione tedesca si riscontra
purtroppo anche nel campo editoriale
musicale. Chi non conosce infatti, per
averle ripetutamente viste sul piano-
forte di casa o facenti bella mostra
di sé nelle vetrine dei negozianti, le
edizioni didattiche e classiche di Pe-
ters, Litolff, Breitkopf & Haertel, Bote
& Bock ecc. ? Esse avevano ormai invaso
indistintamente tutti i mercati, imponen-
dosi ovunque per il loro •« buon mer-
cato *, rendendo vano, anzi impossibile,
ogni e qualsiasi tentativo di concorrenza
atto ad arginare e combattere la straor-
dinaria loro diffusione. Nessuno certo
pu() negare che il largo consenso di cui
godettero le edizioni te-
desche non fosse dovuto
a pregi intrinseci e reali
nelle stesse : la incredi-
bile modicità del prezzo
s' accoppiava alla niti-
dezza della stampa, ad
una certa eleganza nella
veste che le rendeva su-
bito bene accette al pub-
blico. Esse occupavano
un posto ragguardevole
in ogni casa, modesta o
cospicua, in cui si stu-
diasse musica ; esse era-
no state adottate da
tempo in tutti i Conser-
vatorii di musica ed in
tutti gli Istituti, ed il
loro uso era tanto inval-
so presso i professori
e presso gli insegnanti
che questi, per la dimestichezzit^iu oai
avevano quei testi, li preferivano a
qualsiasi altro, accogliendo non senza
diffidenza ogni tentativo fatto allo scopo
di spingere una nuova edizione italiana.
Epperò, senza forse neppure avveder-
sene, essi boicottavano — ci si conceda
l'espressione — la produzione del loro
paese, giacché erano lasciate in disparte
ottime edizioni nazionali, degne di stare
a pari delle migliori estere.
Ma, se è già una teoria erronea quella
di attribuire a dei musicisti tedeschi una
competenza speciale, quasi privilegiata,
per la interpretazione e il commento dei
testi dei loro grandi autori, da Bach e
Beethoven a Chopin, a Sohumann, a
Brahms, è senza dubbio un vero as-
surdo quello di accettare, senza il do-
vuto beneficio d' inventario, o di prefe-
rire addirittura, delle edizioni tedesche
di grandi classici nostri del '600 e del
'700 (per non citare che quelli), rivedute
e corrette da tedeschi, e nelle quali,
spesso e volentieri, l'intimo e geniale
pensiero dell' autore si trova trasfor-
mato, deformato, nell' interpretazione
fattane dal revisore d'oltralpe!
Non è questa una inammissibile ano-
malia? Di fronte alla stessa, il senti-
mento di dignità nazionale non può non
insorgere e non chiedere che si faccia di
tutto per affrancarci dalla soggezione in
cui — anche in questo campo — ci aveva
tenuti l'alleato di ieri, il nemico di oggi.
Una Casa Editrice mondiale e bene-
merita, di cui non è certo
il caso di tessere qui
l'elogio — la Casa Ri-
cordi — si è coraggiosa-
mente prefissa di rag-
giungere lo scopo, e ei
è messa alla testa di una
nobile iniziativa che me-
rita tutto l'interesse e
tutto l'appoggio del pub-
blico. Porte della con-
vinzione che r Italia sa,
può e deve fare da sé,
sin da alcuni mesi or
sono essa si era già ac-
cinta a un' altra impre-
sa, nella sfera di un' al-
tra fra le sue importanti
attività artistico - indu-
striali. Provvistesi di
nuovi e speciali impian-
ti, le Officine litografi-
cito della Ditta Ricordi — celebri quali
produttrici di grandi avvisi a colori —
si eran messe subito in grado di pro-
durre migliaia e migliaia di cartoline illu-
strate, così perfette per disegno e per ri-
produzione, da vincere immediatamente
il confronto di tutte quelle che ogni
giorno ci piovevano dalla Germania. Con
quello stesso animo, con quella stessa
fede, la Casa Ricordi oggi ha intrapreso
un'opera ben pivi vasta e importante : la
revisione, reintegrazione e ristampa di
tutta la musica classica e didattica, na-
zionale ed estera. Essa ha incominciato
con le opere per pianoforte e per istru-
menti a corda, e proseguirà man mano,
con quelle per ogni altro ramo della let-
teratura musicale. Il delicato lavoro di
revisione è stato affidato a professori di
grido e di larga esperienza, insegnanti
411 -
nei varii R. Conservatorii del Regno ; il
testo delle varie note esplicative circa
r origine delle composizioni, l' interpre-
tazione di alcuni passi, ecc., sarà redatto
in tre lingue : italiana, francese, inglese ;
r edizione verrà poi curata in ogni suo
particolare in modo da potere vantag-
ramente disposto a favorire ed incorag-
giare ogni manifestazione nazionale, vor-
rà anche in seguito ricordare gli sforzi
che, con nobili intendimenti e non lievi
sacrificii, compie una Casa italiana, per
un alto ideale ; e che non tornerà, a pace
conchiusa, a chiedere, per forza d' abi-
giosamente e completamente soppian-
tar© le edizioni tedesche ed estere in
genere. AH' opera Casa Ricordi si è ac-
cinta con l'amore, con l'entusiasmo che
dà r intima convinzione di fare cosa
utile e buona e civile. È sperabile che
il pubblico, che sembra oggi così eince-
tudine, le edizioni Peters, Litolli', ecc.
Queste debbono essere messe al bando,
una volta per sempre, dalle persone che
professano sentimenti patriottici, che
realmente hanno a cuore l' avvenire, la
grandezza, il lustro della nobile nazione
cui appartengono.
- 412 -
GLI ITALIANI ALL' ESTERO
Lfe industrie riunite F. MA.TARAZZO in S. Paulo
del Brasile.
Fra gli italiani che, onorano la pa-
tria air estero, uno dei primissimi posti
spetta al Commendator Francesco Ma-
tarazzo fondatore dell' Industrie Riunite
F. Matarazzo in S. Paulo del Brasile.
Francesco Matarazzo appartiene a
quella categoria di lavoratori che lo
Smiles illustrò col suo potente libro
Self-lÈelp ossia Storia degli uomini che
dal nulla seppero
innalzarsi ai più
alti gradi in tutti
i rami della uma-
na attività.
Giova seguire
r opera di questo
uomo nel suo gra-
duale svolgimento.
In Patria.
Le condizioni
del Mezzogiorno
d'Italia verso il
1881 non erano lie-
te: il disagio eco-
nomico e lo scon-
forto morale, che
da lunga data eran
venuti aggravan-
dosi per tutta la
nazione, vi si ri-
percuotevano più
profondamente. La
gravezza dei bal-
zelli e le idee avan-
zate, che principia-
vano ad agitare le
popolazioni, rende-
vano insopportabi-
le quello stato di cose alla media e pio-
cola borghesia, la quale si dibatteva in
una vita stentata, coperta dall' orpello
di una falsa agiatezza.
A tali condizioni generali si aggiun-
geva nella famiglia Matarazzo, numero-
sissima, quella peculiare della immatura
perdita del i)adre. A 25 anni, dopo aver
studiato molto latino, molta aritmetica
e molto catechismo in Salerno, dopo
aver cacciato per tutte le selve di Ca-
stellabate, e fatta qualche scappatella,
il primogenito di casa Matarazzo, stanco
di quella vita improduttiva, cercò scru-
Comm. Francesco Matarazzo.
tare le tenebre del futuro e la propria
coscienza, e sentendo in sé la tenacia
dell' uomo d' azione abbracciò la deso-
lata madre e prese la via del Brasile,
allora poco nota e poco sicura.
Sbarcato a Santos con buona Salute
e tenace volontà ma ricco di sole spe-
ranze e senza nessuna raccomandazione
od appoggio dovette subito affrontare
il problema della
vita.
I primi
passi.
Dopo una som-
maria ispezione a
San Paulo, Fran-
cesco Matarazzo
pianta la sua ten-
da in un botteghi-
no a Sorocaba.
Il suo acuto
spirito ihdagatore
gli aveva fatto
comprendere che
nella capitale, cen-
tro distributore del
commercio, avreb-
be dovuto sotto-
stare ad un padro-
ne, o soccombere
ben presto nella
gara delle concor-
renze.
Al principio l'a-
sprezza del luogo,
la promiscuità del-
le razze, la man-
canza dei comodi,
la dimessa mansione lo accorano; ma
ben presto l' ardore della volontà lo
prende e le quattro pareti della capanna
diventano testimoni di un poema di
umili gesta.
La pulizia più rigorosa, la gentilezza
dei modi, la bontà delle merci, l'onestà
nel contrattare, gli attirano la fiducia
dei clienti; in breve da tutte le parti
gli abitanti del Sertdo accorrono al suo
piccolo emporio, già ingrandito ; ne ap-
I)rofitta egli e diventa intermediario del-
l' intercambio fra San Paulo e Sorocaba.
Intanto aveva osservato che alcuni
- 413 -
luoiìotti arrivavano deteriorati : per
-tempio il grasso, ohe costituiva il prin-
;>ale condimento dell'alimentazione,
stretta al consumo dei fagiuoli, del
liso e della mandioca. Il grasso arri-
vava il più delle volte rancido, nausea-
bondo, in modo da dar luogo a delle
gravi quistioni, ed egli ne approfittò per
incorajfgiare i contadini all' allevamento
del porco, che poi comprava e conver-
tiva in grasso odoroso e appetitoso. Così
vide la radiosa aurora di sua fortuna...
E spiccò il volo per nuovi lidi.
L'anno 1890 lo ritrovava in San Paulo
in una maggiore elevazione di vita e dì
lavoro.
Il re delle farine.
A San Paulo il commercio intima-
mente legato alla grande proprietà era
allora esercitato da pochi, e si riduceva
Mata RAZZO. — La Sede Centrale.
nacque la lavorazione dello strutto che
doveva poi estendersi anche agli Stati
viciui.
Ma già l'abolizione della schiavitii
dava nuovo impulso all'agricoltura pan-
lista, le coiTcnti immigratrici ingrossa-
vano, nuove strade ferrate seguivano i
piantatori, Sorocaba perdeva il vantag-
gio di stazione terminale, e da lungi ba-
lenavano i crepuscoli della Repubblica
fissando lo sguardo ai quali egli intra-
ai generi alimentari di produzione na-
zionale. Esso era fiduciario e i paga-
menti venivano fatti a fin d' anno, com-
pletata la vendita del cafi'è. Ma colla
corrente immigratrico (nel 1891 gli im-
migrati furono ben 180,000 !) andavano
graduatamente mutandosi le usanze e i
consumi.
La farina di granturco, il riso, l' ac-
quavite, che colle mandioca e i fagiuoli
oostàtuivano il sistema alimentare delle
- 414 -
Santos. — Gli uffici Matarazzo.
popolazioni rurali, non appagano lo sto-
maco del colono italiano che invece ama
il pane, le paste con il formaggio loro
naturai condimento, e, quando la borsa
glie lo permette, il vino. Crescono per-
ciò le importazioni e con esse la neces-
sità degli affari a contanti: il vendere
a credenza va trasformandosi in quello
a danaro. In questo pericoloso periodo
di transazione Francesco Matarazzo, da
rivendugliolo in Sorocaba, passa ad eser-
citare in San Paulo il commercio al-
l' ingrosso. Nel frattempo aumentava il
consumo della farina, prodotto che era
allora importato dal Nord America e
dall'Argentina e il cui commercio si pre-
sentava difficilissimo sia perchè trattasi
di un prodotto facilmente deperibile, e
la navigazione era allora incerta e insuf-
ficente, sia perchè il suo valore era le-
gato alle vicende dei raccolti, all' insta-
bilità dei cambi, dei noU, ecc. Ma egli
vi si dedicò con tutto 1' entusiasmo,
perchè 1' accoglienza fatta al pane da-
gl' indigeni gli faceva prevedere l' altez-
za a cui ne sarebbe arrivato lo smer-
cio. In breve fu primo fra gì' impor-
tatori del genere e glie ne divenne tal
fama, che gli valse il titolo di ■« re della
farina ». Curioso paese questo d'Ame-
rica che bandisce i re di corona e crea
l'ordine dei re del lavoro!
Più tardi egli impianta in San Paulo
il primo grande mulino che divenne il
nocciolo al quale si sono aggruppate le
successive industrie della futura Società
F. Matarazzo.
Difatti pensando subito che avrebbe
potuto battere i concorrenti di. Rio Ja-
neiro, e d' altrove, qualora gli fosse riu-
scito insaccare la sua farina in cotonine
di tal qualità da mutarsi in capi di bian-
cheria da casa e personali pel colono,
le cui esigenze di vestiario sono ben
poche in questo mitissimo clima, fonda
in faccia al mulino, la sua fabbrica di
tessuti che dal nome dell' adorata mam-
ma, intitola Mariangela; fabbrica che
da modesta origine assurge ad altissima
importanza, e prosperando emette una
prima propaggine dappresso con un ca-
scamificio e una seconda più lungi, nel
rione del Belemzinho, per la stamperia
delle cotonate ; opifìcio questo che sorge
di botto nella piana efficienza dei suoi
mille telai. Il seme del cotone è ripreso
neli' ingranaggio dell' industria dei grassi
alimentari: alia produzione di quello
animale, ohe seguendo l' allevamento del
porco è passato da Itajjetininga al Pa-
ranà, si aggiunge ora quello degli olii
di cotone. Così è completa la lavora-
zione dei grassi alimentari i cui residui
danno presto luogo all' altra dei grassi
industriali: sapone, steariche, vaselina,
lubrificanti, olio di ricino e tanti altri.
Attorno a tutte queste costellazioni d' in-
dustrie di prima grandezza si aggrup-
415
pano molte altre secondarie, come la procura l' amicizia dei buoni e degli in-
btillatura del riso, la macinazione del telligenti, e alle volte non isdegna as-
sale, la raflBneria dello zucchero, la tor-
i«' fazione del caffè, la segheria, la fab-
brica dell'amido e della fccula.
In pieno
sviluppo.
Finita nel 1908 la crisi che il Bra-
sociare all'opera sua propria personale
quella degli altri. Di evoluzione in evo-
luzione diventa industriale, banchiere,
armatore, facendo pure una puntarella
in campagna, dove coltiva radici e tu-
beri per la lavorazione dell' amido e della
fecula. L' organizzazione dei suoi stabi-
limenti ò meravigliosa per la perfezione
sile aveva attraversato particolai*mente dei macchinari, per l' abilità del perso-
per r invilimento del prezzo del caffè, naie tecnico, che ha associato con libe-
la Casa Matarazzo aumenta a dismisura rali concessioni nei guadagni,
le sue importazioni, le produzioni delle L' operaio è ben pagato, non lo si
sue industrie, e ne impianta delle nuove : sforza, e può contare sull' animo buono
così il mulino, che nell' inizio macinava e la gentile educazione del padrone, che
mille sacchi di frumento al giorno, ne assicurano la giusta distribuzione dei
macina 6000 nel 1912: il cotonificio da benefici fra capitale e lavoro.
5000 fusi e 200 telai
arriva a 60,000 fusi e
1800 telai; incomincia
a funzionare la fabbri-
ca di tessuti stampati :
i frantoi producono
2000 quintali di olio al
mese e la produzione
dei grassi industriali
sale a quaranta ton-
nellate al giorno.
A tutte queste in-
dustrie necessitano
220 mila tonnellate di
materia prima e impie-
gano 5000 operai. Il
giro degli affari, che
era nel 1907 di 30 mi-
lioni, monta nel 1912
a 140.
Ad una prima suc-
cursale a Rosario si ag-
Cav. Uff. Ermkijno Matarazzo.
Come privato cit-
tadino, Francesco Ma-
tarazzo è presto de-
scritto: tutto per la
famiglia e sempre pri-
mo nelle opere patriot-
tiche e di beneficenza.
È membro di molte
Società e di tutte le
commissioni che ebbe-
ro per scopo promuo-
vere il commercio,
l' istruzione, la benefi-
cenza e il credito. A
tutte contribuì con la
borsa, e a molte anche
col lavoro. L' Ospeda-
le Italiano < Umber-
to I )► 1' ebbe presiden-
te per parecchio tempo,
e la sua amministra-
zione fu ritenuta esem-
giungono quelle di Buenos Aii-es, Rio piare. Per tempo tutte le mattine era
de Janeiro, Santos, Cuxitiba ed An- alla casa dei malati, ispezionava le cor-
eie, la farmacia, la cucina, seguiva l' an-
damento dei servizi, interrogava le suo-
re, i medici, gl'infermi, provvedeva ai
bisogni, e non rare volte, dopo aver vuo-
tato le scarselle, andava via per rico-
minciare r indomani.
Una di quelle improvvise tempeste,
solite a scatenarsi nella Colonia, per un
tonma.
Lf* industriale
e il cittadino.
Nei commerci come nell* industria,
nei grandi come nei piccoli affari, Fran-
eesco Matarazzo ha portato sempre un'at- nonnulla, l'indignò; si dimise e fu un
tivìtà senza pari, una organizzazione danno. Ma se abbandonò la carica non
perfetta del lavoro, l'impero della vo- sospese le elargizioni, e l'anno scorso
lontà che non si spossa. Commerciante, offrì la somma necessaria per edificare
tiene molto all' onestà e allo scrupoloso ed addobbare il padiglione destinato a
adempimento della parola e degli im- casa di salute; piìl che un padiglione,
pegni: ^calcolatore, avvezzo alla disa- un palazzo addirittura, la cui costru-
mina minuta dei singoli clementi, non zione è in corso, e la spesa prevista in
si lascia sorprendere dagli eventi e se- 400 mila lire sorpasserà certamente le
gue passo a passo le circostanze, quando 600 mila. Presidente della commissione
derogano dalla serie dei fenomeni usuali, per la raccolta dei soccorsi ai daimeg-
Nuu cerca alleati e compagni, ma giati del terremoto delle Calabrie, per
416
Antonina. — Il nuovo molino Matarazzo, inaugurato il 16 agosto 1916.
un intero mese vi dedicò tutte le sue
ore di riposo dalle 7 alle 12 di notte:
fa parte del Comitato permanente del-
l' Istituto Pasteur, opera quasi interna-
zionale ; è socio fondatore deD' Istituto
Medio, e contribuì largamente a tutte
le sottoscrizioni aperte per soccorrere
alle necessità della Patria.
Quale rappresentante del Banco di
Napoli, mentre la Ditta sollecitava ovun-
que adesioni ai due prestiti di guerra,
raccogliendo più di cinque milioni, ri
concorreva per proprio conto con un mi-
lione di lire. Mecenate di artisti, profes-
sionisti, artefici, a tutti sovviene di con-
siglio e di danaro, e molti compaesani
e connazionali trovano applicazione ed
impieghi presso di lui. Italiano, ama il
Brasile e in special modo San Paulo, e
nessuno piii di lui e con pivi devoto
animo 1' ha esaltato all' estero nelle in-
terviste coi giornali, nelle conversazioni
con uomini di commercio e di politica.
Il Municipio di San Paulo gli propose
la compera di un esteso terreno da lui
posseduto all'Avenida Paulista per adi-
birlo a pubblico ritrovo, e gli offerse un
prezzo inferiore alla metà dell' effettivo
valore ; accettò e perdette quasi un mi-
lione.
La casa è la sua felicità; la sera
rientrando depone sul limitare i pen-
sieri, le lotte, i disgusti della giornata :
è quasi una purificazione ; è, mi sia per-
messo il paragone, il credente in Allah,
che lascia sulla soglia della moschea le
scarpe, e fa le abluzioni di rito. Sono
le sole ore della giornata in cui è ilare
e sorridente ; la sua attenzione è rivolta
a tutti, prima ai più deboli, la vecchia
mamma e il più giovane dei figli, poi
su su gradatamente fino al più anziano ;
e la scala non è piccola, poiché conta
tredici figliuoli. Utilizza il tempo del
pranzo indagando i desideri d' ognuno ;
siano vesti o cappelli, automobili vere
o.... da giuocattoli ; sì anche i giuocat-
toli diventano argomento di discussione ;
prima lo erano pei figli, ora lo sono pei
nipoti.
Tale è il ritratto di Francesco Ma-
tarazzo, Commendatore della Corona
d'Italia, Cavaliere del Lavoro.... Ma
sarebbe ingiustizia non nominare, ac-
canto al padre, il figlio terzogenito Car-
valiere Uflciale Ermelino che dirige la
grande azienda ora che il padre, da circa
un lustro, si è ritirato in patria nella sua
bella villa di Resina, che domina il golfo
di Napoli, e non fa più che rare appari-
zioni in San Paulo.
Il figlio.
Ermelino Matarazzo compì i suoi
studi a San Gallo, a Zurigo ed a Lon-
dra. Tornato in Brasile a 19 anni si
417
motte subito allo sbaraglio della \iti
(•((lunicrciiib' sotto l'abile guida paterna.
Lavoratore ordiuato, mente lucida,
parla e scrive diverso lingue, è adden-
tro nella legislazione commerciale, e ne-
gl'ingranaggi delle banche dei più. grandi
iiercati del mondo. Avvezzo ad esami-
nare gli eventi nelle cause e negli ef-
fetti, ogni sua decisione è presa con
«l nella calma, colla quale i marinai della
uà Salerno scrutano l'orizzonte prima
li avventurarsi nel golfo insidioso. Buo-
no e semplice, 1' alto ufficio non gli vela
la schiettezza e la semplicità dei modi ;
ascolta, se utile, il consiglio dei subal-
terni, i pili solerti dei quali conoscono
che ninno gli è pari nel graduare il pre-
mio al merito, mentre i piti negligenti
1 tossono sempre contare sulla sua bontà ;
però a questa bontà d' animo si accoppia
energia e tenacia, che sa far valere op-
portunamente. Costretto dall' assenza
«lei genitori ad esercitare le funzioni di
capo di famiglia, abbraccia con rasse-
gnazione la croce, pesante per uno sca-
polo giovane e occupatissimo, e compie
con tatto le molteplici convenienze della
vita di relazione di una famiglia civile.
Patriota, e di buona lega, è in questo
terribilissimo momento Presidente del
Pro Patria, Comitato costituito per la
tutela delle famiglie dei richiamati, il
jiiìi importante di quanti sono esistiti
finora in Colonia, che distribuisce cento
mila lire mensili di sussidio e ammini-
stra un fondo di un milione, al quale
ha contribuito con sessanta mila lire del
proprio, e cinquantamila della Ditta,
conservando inoltre agli impiegati sog-
getti al servizio delle armi il loro posto
e corrispondendo loro metà dello sti-
pendio. Delegato generale della Croce
Ro.'Jisa per gli Stati del Brasile del Sud,
ha raccolto e spedito in patria, finora,
duecentomila ùancM, e la sottoscrizione
conf nua non solo, ma le si h aggiunto
ora un'appello fervoroso ai connazionali
d' inscriversi soci perpetui delhv pia isti-
tuzione, appello che ha suscitato un' eco
simpatica nei nostri cuori, mentre le li-
ste si van coprendo di centinaia e cen-
tinaia di nomi.
Il telegrafo e la posta funzionano
ininterrottamente fra San Paulo e Re-
sina ; gì' incitamenti e le idee s' incro-
ciano, di qui parte la proposta e di là
arriva il consiglio, il progetto che si
amplia o si restringe secondo le circo-
stanze. Tra padre e figlio è un conti-
nuo scambio di idee.
Quando l' Euroita avrà cessato di
versare sangue umano, e il brigantaggio
dei mari sarà soppresso, allora non solo
dalle città marinare, che custodiscono
r avito secolare retaggio di gloria, ma
dai cento i)orti del triplice mare salpe-
ranno le navi d' Italia in cerca di nuovi
sbocchi all' esuberante ju'oduzione. E
quelle che drizzeranno le prore al Bra-
sile la prima cosa che avvisteranno con
la terra di Santos, di Rio, di Antonina
e di altre, forse, sarà la bandiera ita-
liana fluttuante suU' emporio di Casa
Matarazzo; e da terra e da mare cor-
reranno neir aria i saluti, le speranze e
gli auguri che noi fin d' ora formuliamo
nel voto, che Casa Matarazzo possa es-
sere 1' im])ulso per una piii intima unione
fitl r Italia e il Brasile verso un piìl in-
tenso intercambio.
Sia dato a Francesco Matarazzo di
preparare quest' opera, ed al figlio di
continuarla.
San Faulo [Brasile) Maffgio i9i6.
PlKATINGA.
27
Zanzibar dalla terrazza del Consolato inglese.
{Saggio delle illustrazioni del libro del Paladini. — Fot. di air John Kirk).
Italia e Inghilterra.
(A proposito di una recente pubblicazione sulle Colonie inglesi).
Un volume di recente pubblicazione, che
reca il titolo suggestivo: Impero e Libertà
nelle Colonie inglesi, i'^) è uscito in un mo-
mento particolarmente opportuno per chi
voglia studiare e capire le origini più recon-
dite della alleanza politico-militare esistente
fra due popoli cosi diversi per temperamento
e così lontani uno dall'altro quanto sono l' ita-
liano e l'inglese. Che una reciproca simpatia
si sia verificata tra le due razze da lunghi
secoli, è una cosa che è diventata una specie
di tradizione ; e forse, come tante altre, essa
alle volte ha corso il pericolo di vedersi mi-
nacciata della sopp-'issione, e della distru-
zione per causa, di av /enimenti sociali e po-
litici, di malintesi o di invidie che sono cose
comuni nella storia di tutte le nazioni euro-
pee. Eppure questa tradizionale simpatia tra
la razza italica, latinu, e quella britannica,
anglo-sassone, ha perdurato ed ha saputo
mantenersi nonostante tutte le prove cai è
stata sottoposta dalle p'eripezie umane; men-
ti-e oggidì essa si manifesta non più come
una gi-aziosa teoria di indole piuttosto este-
tica e sentimentale, ma come un fatto di su-
prema importanza per la salvezza della civiltà
latina da quelle perverse e corrotte forme
di neo-paganesimo che mirano ad annien-
(1) Di Carlo Paladini, R. Bemporad & F.
Editori.
tarla. La vecchia amicizia platonica, e, se vo-
gliamo, alquanto superficiale per ciò che con-
cerne gli interessi pratici delle due nazioni,
si è trasformata quasi all' improvviso in una
alleanza per salvaguardare l'interesse più vi-
tale che possono avere nazioni civili; quello
cioè, di mantenere intatta una comune e sa-
cra civiltà.
A prima vista, la tradizionale amicizia esi-
stente da tanti secoli tra l'Italia e l'Inghil-
terra potrebbe essere considerata come pu-
ramente sentimentale, basata più su ragioni
estetiche che non su cause più profonde e
recondite : e non credo di errare dicendo che
la maggior parte tanto degli italiani quanto
degli inglesi non abbia pensato a cercare al-
tre spiegazioni delle loro reciproche simpatie
se non nell'ammirazione dimostrata da que-
sti ultimi per l'arte e le bellezze naturali
dell'Italia, ed in una simile ammirazione per
le tradizioni liberali e la potenza nazionale e
politica inglese manifestata dai primi. Pochi,
credo, hanno pensato a studiare il perchè di
una tale simpatia tra le due razze; benché
chiunque avesse apportato nella questione
una considerazione seria e non superficiale,
avrebbe dovuto persuadersi che ci vorrebbe
una spiegazione assai più logica del fenomeno
ohe non il mero fatto di una ammirazione
reciproca intellettuale.
Dove, dunque, dobbiamo ricorrere per
— 419
trovare le vere oause di quella amicizia In-
tellettuale, e perciò .sentimentale, che è stata
COSA tradizionale nelle relazioni italo-inglesi
per oltre mille anni? Una certa amicizia in-
tellettuale si è verificata da quasi un secolo
tra italiani e tedeschi, ed ognuno sa che i
tedeschi si vantano non soltanto di avere
scoperto l'Italia artistica e storica, ma anche
di aver insegnato a^^li italiani a conoscere e
ad apprezzare il loro proprio patrimonio.
Sappiamo bene che gli intellettuali italiani di
oggidì, gli scienziati, gli storici, gli economi-
sti, professano una grande ammirazione per
i loro colleghi tedeschi, dai quali credono di
aver molto imparato, e sappiamo purtroppo
che la mostruosa e perversa arte germanica
ha potuto invadere l'Italia, deturpando non
solo il gusto artistico popolare, ma anche le
bellezze naturali del paese, con quella " arte
nuova „, COSI tipica della degenerazione mo-
rale e psichica della Germania moderna e che
costituisce una cosi profonda ofifesa allo spi-
rito della civiltà latina.
Ma (e qui, credo, possiamo trovare la stra-
da che ci condurrà a scoprire le vere cause
della secolare amicizia italo-inglese) le rela-
zioni intellettuali italo-tedesche non hanno
mai portato seco quella simpatia reciproca
che è sempre stato elemento così importante
nei rapporti sociali e politici tra l' Italia e
l'Inghilterra; né ha saputo resistere alla pri-
ma scossa politica e sociale alla quale è stata
esposta come conseguenza inevitabile del-
l'attuale conflitto mondiale, provocato dalla
stessa Germania. Nessuno può ormai dubi-
tare ohe questa guerra, voluta dalla Germa-
nia dopo lunghi anni di premeditazione e di
preparazione, sia prima di tutto una guerra
a morte dichiarata dalla perversa e degene-
rata civiltà teutonica alla civiltà latina; e chi
insiste nel vedere nell'immane conflitto sol-
tanto una lotta di interessi commerciali ed
economici, non ne ha capito le vere origini
né 1 reconditi scopi. L'istinto italiano, che
sarebbe anche l'istinto della civiltà latina,
indovinava subito il pericolo, come ugual-
mente l'aveva subito indovinato l'istinto bri-
tannico. Abbiamo qui, dunque, una prova
innegabile di una comunità di ideali civili e
morali esistente nelle due razze in questione;
e abbiamo visto che, appena rivelatasi per la
civiltà latina la minaccia di una supremazia
definitiva e finale della cosidetta civiltà ger-
manica, queste due razze si sono riunite a
difenderla dal nemioo che ambedue hanno ri-
conosciuto come nemico comune, il cui trion-
fo avrebbe significato e apportato la rovina
della libertà europea e la distruzione com-
pleta degli ideali della grande civiltà ro-
mana. Ora, io non so perchè si dovrebbe
stentare di ammettere come logica e natu-
rale questa azione comune intrapresa dalle
no.stre due razze contro una nazione per la
quale anche gli inglesi hanno avuto una
certa ammirazione intellettuale, pur non am-
mettendo nessuna supremazia scientifica, e
certamente nessuna supremazia artistica —
salvo nel campo musicale — della Germania.
Klemento massimo della civiltà latina era la
giustizia e la libertà. Ninno può ne-are ohe
la civiltà sia stata portata in Bretagna dai
Romani, e ohe per quasi quattrocento anni
le isole britanniche abbiano avuto e provato
il dominio diretto di Roma; né che anche
dopo l'abbandono della Bretagna dai Romani,
l'Jus romanum abbia continuato ad essere il
sistema giurìdico adoperato dai loro succes-
sori, e che r evoluzione della teoria della li-
bertà dell'individuo, ohe è stato il principio
capitale di tutta la politica interna od esterna
inglese, abbia avuta la sua origine nei pria-
oipii della civiltà romana, ossia latina. Ab-
biamo dunque sotto mano la prova suffi-
ciente per stabilire il fatto che, por quanto
possa diff"erire in altre caratteristiche la razza
anglo-sassone da (quella italica, gli ideali bri<
tannici della civiltà sono quelli stessi della ci-
viltà latina; mentre non mi pare troppo ar-
dito opinare che la occupazione di un paese
per quattrocento anni da parte di una razza
conquistatrice, non avrebbe potuto non la-
sciare nelle vene della razza dominata una
proporzione considerevole del suo proprio
sangue. Infatti, sappiamo che non pochi ro-
mani di alto grado militare e sociale si uni-
rono in matrimonio con donne britanniche,
ed è lecito supporre che il loro esempio sia
stato seguito assai più spesso dai loro subor-
dinati, senza contare altre relazioni.... men
durature!
A mio avviso, dunque, bisognerebbe cer-
care le ragioni originali delle secolari simpa-
tie italo-britanniche non già negli ideali intel-
lettuali, e neppure nel sentimentalismo, ma
bensì in quella consonanza di umane aspira-
zioni che soltanto una comune civiltà può
portare. Una volta che riconosciamo per vero
il fatto che la civiltà britannica non è che
una evoluzione della civiltà latina da cui ri-
pete la sua origine, l'amicizia italo-inglese
che ha durato da oltre dieci secoli, e che
durerà fin tanto che duri la civiltà latina,
diventa non più un fenomeno o una cosa
dovuta al sentimentalismo, ma un fatto psi-
cologico ed inevitabile. Ne vediamo la con-
seguenza logica nella alleanza politico-mili-
tare attualmente esistente tra le due grandi
nazioni, campioni di quella civiltà il cui com-
pito è sempre stato, e sempre sarà il portare
la libertà e la vera cultura alle parti del globo
ancora barbare o semi-barbare, il proteggere
le nazioni oppresse e il salvaguardare i di-
ritti dell'umanità. Può darsi che nell'avve-
nire, come nel passato, abbiano a nascere tra
noi delle differenze politiche, o dei malintesi
passeggieri di indole economica o commer-
ciale; mentre per quanto possa ridursi al-
l' impotenza il comune nemico, ci troveremo
sempre esposti ai tentativi ch'esso farà per
seminare fra noi disaccordi ed ingiustificati
sospetti. Ma chi può dubitare ohe la secolare
amicizia italo-inglese saprà resistere e man-
tenersi intatta di fronte a tutti gli intrighi
per distruggerla? Nessun dubbio: perocché
essa poggia su b.asi incrollabili di una comu-
nità di ideali civili, nei quali il sentimenta-
lismo non è che un elemento d'importanza
assai secondaria.
SlOHASD BàOOT.
- 420 —
I Regi Stabilimenti Termali
di Salsomaggiore.
TRA le acque curative di cui il suolo nuovo centro termale si affermò rapi-
ti' Italia è ricchissimo, godono di damente e solidamente ; la fama delle
rei)utazione mondiale per le loro prodi- cure di Salsomaggiore si estese a tut-
giose proprietà le acqìie salso-bromo-iodi- V Italia e ne sorpassò ben presto i con-
che di Salsomaggio-
re. Grazie ad esse,
la elegante cittadina
che sorge in amenis-
sima posizione fra i
colli ubertosi del-
l' Appennino par-
mense, è oggi sulla
via di un grandioso
sviluppo che le con-
sente già d' essere
noverata fra le più
riputate stazioni bal-
neoterapiche euro-
pee. Non più di 80
anni sono un modesto medico condotto, fini, richiamandovi ogni anno contin-'
il dottore Lorenzo Berzieri, divinando genti sempre maggiori di ammalati,
le nascoste virtù di quelle acque, che Nel 1913 una provvida Legge votata
da secoli servivano semplicemente al- dai due rami del Parlamento cònsen-
l' estrazione del sale comune, iniziava tiva allo Stato di riscattare le conces-
le prime fortunate cure coli' acqtia ma- sioni in corso : ad esso così ritornava
dre, quella cioè che rimane ancora nei ciò che è il patrimonio della Nazione, e
recipienti ove 1' acqua salsoiodica na- l' industria statale si sostituiva a quella
privata nello inten-
to di meglio "sfrut-
tare, a vantaggio
dei sofferenti, le
risorse curative
delle acque di Sal-
somaggiore senza
la preoccupazione
immediata di fina-
lità specvdative.
Panorama di Salsomaggiore.
Viale dei Colli.
turale vien concentrata per ottenerne
la precipitazione del sale; e da allora,
per opera di persone benefiche e di
indu^striali accorti, si m.oltiplicarono
i pozzi artesiani di grande profondità
per r estrazione intensiva delle acque,
e sorsero . gli stabilimenti di cura. Il
I prodotti na-
turali del sottosuo-
lo di Salsomaggio-
re vengono alla
luce mediante poz-
zi artesiani assai
profondi, rivestiti
con tubi di ferro,
da cui scaturisco-
no acqua salso-bromo-iodica, gas illumi-
nante (metano) e petrolio.
In certi pozzi l' acqua salso-iodica
ed il petrolio sono spinti alla superficie
del suolo dalla forza espansiva del gas,
dando origine alle così dette eruzioni
dei pozzi; in altri si estrae l'acqua, e
— 421 —
con essa il j^as e il petrolio, a mezzo di
poinpc sfiii|iUci <) ad aria coinprossa;
colla soia differenza che, invece dell'aria,
si adopera il gas stesso dei pozzi per
non provocare miscele tonanti e perchè
altrimenti 1' acqua salsa, mescolata con
forti quantità di aria compressa, po-
trebbe alterarsi.
Alla bocca dei pozzi il gas è sepa-
rato dall' acqua salsa e dal petrolio in
camerette e da queste condotto ai ga-
sometri; il petrolio viene separato dal-
l' acqua decantandolo da vaschette in
muratura ; intine l' acqua salso-iodica la
«piale, essendo più pesante, si riduce
nella parte inferiore delle vaschette,
viene condotta nei serbatoi, d' onde poi
viene estratta secondo il bisogno.
Il petrolio è utilizzato per usi di-
versi ed anche per forza motrice ; il gas
in parte viene distribuito agli abitanti
di Salsomaggiore, ed in parte adope-
rato per forza motrice per il servizio
nei H.R. Stabilimenti Termali.
L' acqua salso-iodica, secondo le più
recenti analisi, ha la composizione chi-
mica seguente:
do borico non è snporata se non dal-
l' ac(pia dei Lagoni Boraciferi della To-
scana.
Altra sua particolare prerogativa è
pure l'assenza del potassio, ma la su-
periorità, ormai indiscussa, dell' acqua
salso-iodo-bromo-litiosa di Salsomag-
giore, rispetto alle congeneri, non sta
solo nella ricchezza degli elementi mi-
neralizzatori, <xuali risultano dai dati
già esposti, ma pure nella loro felice
combinazione e nella presenza in essa
di (quantità notevoli di idrocarburi, che
certo rappresentano un importante fat-
tore nella terapia.
L'acqua salsa naturale ha vari im-
pieghi: essa viene anzitutto usata di-
rettamente per le cure nei Regi Stabi-
limenti, ove viene condotta contempo-
raneamente alle acque dolci, calda e
fredda, in tubazioni metalliche; perciò
in ogni camerino da bagno vi sono sem-
pre tre rubinetti : uno per 1' acqua salso-
iodica, un altro per l'acqua dolce fredda
ed un terzo per l' acqua dolce calda.
Una parte invece serve alla prepa-
razione della così detta acqua madre,
Sostanze disciolte in un litro d'acqua di Salsomaggiore
espresse in sali.
Cloruro di Sodio Na 01
„ di Litio Li CI
, di Ammonio .... NH, CI
, di Calcio Ca Clj
, di Stronzio Sr Clg
„ di Magnesio .... Mg Cl2
, Ferroso Fé Clj
„ di Alluminio. ... Al CI3
„ Maiiganoso .... Mn Clj
Bromuro di Magnesio . . . Mg Brj
Ioduro di Magnesio .... Mg Ij
Borato di Ammonio acido . (NH,)2 O.6B2O3
Bicarbonato Ferroso .... Fé (HCO^)^
Solfato di Stronzio Sr SO4
Silice Si O2
Acido Borico libero H3 BO3
Anidride Carbonica libera . COj
RT.
163,99003
0,73469
0,58341
15,84798
0,25565
5,59063
0,00786
0,06884
0,00567
0,30374
0,06632
0,23605
0,04121
0,60384
0,02304
2,22793
0,00887
180,61516
Il cloruro di sodio è il principale
mineralizzatore dell' acqua di Salsomag-
giore, nella quale si trovano, ad esso
felicemente associati in quantità cospi-
cua, iodio, bromo, litio, stronzio, ed
acido borico. Si può quindi affermare
che r acqua di Salsomaggiore è una delle
più ricche, fra quelle conosciute, per
quanto riguarda la presenza di cloruro
sodico, di iodio e di bromo ed è poi
Benza dubbio la più litiosa e la più
Btromianifera di tutte, mentre per l'acl-
neir apposito saliflcio ove è prodotto
anche il sale comune. Inacqua madre
nei Regi Stabilimenti è adoperata per i
bagni curativi o semplicemente diluita
con acqua dolce ovvero mescolata ad
acque salso-iodica. Essa è pure usata
per i bagni a domicilio, come pure per
le inalazioni e le irrigazioni tanto negli
Stabilimenti ohe a domicilio. Nel Labo-
ratorio chimico degli Stabilimenti si pre-
para il sale per bagni curativi: esso è
venduto in pani i quali, conveniente-
422
mente diluiti, danno un' ac«|ua per ba-
^no che contiene tutti i principi salini
(leir acqua salso-iodica naturale. Final-
mente negli Stabilimenti si fanno anche
cure di fanghi salso-iodici pure prepa-
rati nel laboratorio chimico.
Gli Stabilimenti riscattati dallo Stato
sono due : lo Stabilimento Vecchio e lo
Slabilimento Nuovo. Il primo — il più
antic(t — è in via di demolizione e sta
sorgendo al vsuo posto un grandioso sta-
bilimento di cui un' ala è stata inaugu-
rata nella stagione 1916, mentre una se-
conda lo sarà in quella del 1917: nel-
r anno successivo esso verrà completato
con una terza ala e con il corpo fron-
tale. Trovano posto in esso numerosis-,
simi camerini da ba-
gno, eostruiti secon-
do i più moderni
concetti d' igiene e
di comfort ; reparti
por inalazion"f a sec-
co {inalatorio Stefa-
nini-Gradenigo), per
inalazioni ad umido,
reparti per i fanghi
e un reparto per le
cure sussidiarie di
terapia fisica.
Come annessi allo
Stabilimento, oltre
al grande fabbricato
delle macchine già
in funzione, trove-
ranno posto il nuovo
salificio ed il labo-
ratorio chimico, un riparto di disinfe-
zione per tutta la biancheria degli Sta-
bilimenti, e una lavanderia.
Lo Stabilimento Nuovo, cui fra breve
saranno apportati opportuni abbellimenti
ed ingrandimenti, oltre ai camerini da
bagno comprende anche dei riparti di
inalazione.
Non è qui possibile tracciare un qua-
dro completo delle varie affezioni che
grandemente si giovano delle cjire di
Salsomaggiore, onde riferiamo solo al-
cune indicazioni sommarie di quelle, in
cui V uso di tali acque vanta, per espe-
rienza quasi secolare, 1 suoi maggiori e
sicuri successi.
Anemia dell'accrescimento ; (bagni a
densità moderata).
Diatesi artritica dell' infanzia in tntio
le sue manifestazioni (polverizzazioni e
bagni moderati).
Forme croniche tubercolari a carico
delle ossa, delle articolazioni, delle sie-
rose in genere: (bagni, inalazioni, ta-
lora applicazioni locali).
Forme gineologiche infiammatorie;
metriti catarrali semplici ed ulcerose,
salpingiti, ovariti, celluliti pelviche, es-
sudati i^arametritici, ecc. ; (bagni a den-
sità media o forte ed a temperatura co-
stante, di regola piuttosto alta ; spesso
irrigazioni fuori bagno, talora inalazioni).
Forme reumatismali ; muscolari, ar-
ticolari, tendinee, nevralgie da causa
reumatica (bagno, talora fanghi).
Malattie croniche degli intestini; en-
terocoliti, enteriti mucomembranose, en-
teriti croniche, stitichezza abituale, ecc.
.ajfflkft^
"
4 -- - . À
_i^5fB
^HHl •!.*'
j^^""'* ■ i
1
Ala destra del nuovo Stabilimento.
(doccie intestinali, enteroclismi con ac-
qua deferrizzata, ipertoniche quando lo
stato irritativo della mucosa è piuttosto
forte, ipotoniche quando il processo è
singolarmente torpido; bagno).
Malattie dell'apparato respiratorio:
laringiti, tracheiti, bronchiti croniche,
esclusa la tubercolosi polmonare (ina-
lazioni, polverizzazioni con o senza
bagno).
Malattie del faringe: ipertrofie ton-
sillari, faringiti croniche (bagni, polve-
rizzazioni ; inalazioni a densità elevata,
4-7 gradi Beaumé, nelle faringiti iper-
trofiche granulose; a densità poco ele-
vata, 2-3 gradi, nelle forme esistenti in
soggetti cardiopatici ed iperestesici).
Malattie del naso: rinite cronica sem-
plice, rinite cronica ipertrofica, rinite
atrofica, etmoidite cronica, sinusite fron-
tale (inalazioni, irrigazioni, doccie na-
sali, nebulizzazioni).
423
Malattie dell' organo visivo: cheratite
parenchiinatosa, dopo supcnito il pe-
riodo dell'acme; pauno corneale uebii-
I08O, dopo la definitiva guarigione delle
alterazioni congiuntivali; opacità cica-
tnziali della cornea i)er progresse ulceri
corneali ; infiammazioni dell' iride e del
tratto uveale, dopo cessato lo stadio
acuto deir aftezione ; diverse forme di
corioretinite ecc. (bagno a debole den-
sità e svariate pratiche di vaporizza-
zione).
Malattie dell' orecchio: otiti medie,
otiti interne, forme catarrali rino-farin-
ge<' croniche, con diffusione all'orecchio
(inalazioni, irrigazioni auricolari, talora,
in considerazione dello stato generale,
bagni a bassa densità).
3falatt te del ricambio: obesità, gotta,
renella, artritismo, alcune forme di asma,
specie se da catarro piìi o meno diffuso
dei bronchi con enfisema piìl o meno
notevole (bagni, polverizzazioni).
Malattie del sistema nervoso: forme
neurotiche e neurasteniche in genere,
neuriti, Ì8<-hialgie, ecc. (bagno, fanghi,
l)olverizzazioni ; densità e temperatura
del bagno varie a seconda dei casi;
spesso bagno raffreddato nelle forme
asteniche).
Rachitismo associato o meno a spa-
smofilia (bagni di brevissima durata,
inalazioni).
Scrofolosi tanto ghiandolare che m\-
sale, oculare, cutanea, ecc. (bagni mo-
derati, sia per densità e temperatura,
che per durata, inalazioni).
Per le varie malattie, e secondo le
intlicazioui proprie a ciascun'^ di esse,
nei Regi Stabilimenti di Sa aiaggiorc
si praticano dunque diverse cure; Ba-
gni di acqua salso-iodica e bagni di
OAiqua madre, a densità (misurata in
gradi Beaumé), temperatura e durata
differenti; inalazioni e polverizzazioni
di acqua madre, inalazioni secche; irri-
gazioni varie; doccie intestinali; fanghi.
L'ammissione alle differenti cure ò
fatta mediante prescrizione da compi-
larsi da qualunque medico abilitato in
Italia all' esercizio della professione, su
appositi moduli di cui vengono ogni anno
provveduti tutti i medici italiani.
Negli Stabilimenti si trovano i)erma-
nentemente dei medici incaricati dal-
l' Amministrazione del controllo delle
prescrizioni, nonch^ della sorveglianza
dell' andamento delle cure e del funzio-
namento igienico-sanitario dell'Azienda.
Api)osito utHcio h incaricato della
vendita e della spedizione dei prodotti
terapeutici dei Regi Stabilimenti.
Viale Uuniagaonl.
— 42'1 —
LE GRANDI IMPRESE
ITALIANE
La Banca Italiana di Sconto.
Questo grande Istituto, costituitosi sione di 10,000, nuove azioni che furono
tra l' infuriare del conflitto europeo, ed tutte collocate, malgrado le eccezionali
ingranditosi per efl:etto della fusione con condizioni del mercato. Il detto capitale
la Società Bancaria Italiana e la So- di L. 70,000,000 è ormai interamente
cietà Italiana di Credito Provinciale, ha versato.
svolto in eccezionali condizioni d' am- Un' altra prova deUa simpatia e della
biente la sua opera veramente italiana, fiducia della quale gode il nuovo Istituto,
La Banca, oltre ad aver dato un vi- sta nel fatto che i depositi ed i conti cor-
goroso sviluppo ai suoi affari ordinari, renti si accrebbero con graduale e rapido
contribuì ai Prestiti di Guerra con effì- moto così da raggiungere nel settembre
cace e calorosa opera, sia partecipando 1916 la cospicua cifra di L. 513,285,757,
I ai consorzi appositamente costituiti, sia mentre il 31 dicembre 1915 erano di
stimolando alla sottoscrizione la sua nu- lire 345,847,201.
merosa clientela, la quale rispose con La Banca dà un valido ed efficace
memorabile slancio di patriottismo al- appoggio alle industrie nazionali che la-
l' appello del Governo. Mentre la Ban- vorano per la. guerra, cerca di assecon-
caria ed il Credito Provinciale, quando dare le buone iniziative nel campo com-
erano disunite, avevano raccolto soltanto merciale e industriale ed ha contribuito
52 milioni del secondo Prestito di guerra, e contribuisce in ogni modo alla grande
la Banca Italiana di Sconto ne ha rao- opera del rinnovamento dell' economia
colto 208 di quello ultimo. Questo risul- nazionale italiana.
tato, quattro volte superiore al prece- È ben noto poi che del suo consiglio
dente, sta lì a dimostrare l' importanza d'Amministrazione fanno parte uomini di
del nuovo Istituto e giustifica le piìl gran valore e vere competenze del com-
liete previsioni per l' avvenire. Il capi- mercio e dell' industria presieduti da
tale della Banca da L. 65,000,000, fu quella illustrazione mondiale che è il
portato a L. 70,000,000, mediante emis- Senatore Guglielmo Marconi.
OPERAZIONI DEI^I^A BANCA
Sconto ed Incasso di cambiali, assegni, note di pegno (warrants), titoli
estratti, cedole, ecc.
Sovvenzioni su titoli, merci e warrants.
Riporti su titoli.
Aperture di Credito libere e documentate per l' Italia e per 1' Estero.
Conti Correnti di Corrispondenza, in lire italiane ed in valute estere.
Depositi Liberi in conto corrente e Depositi su Libretti di Risparmio e
di Piccolo Risparmio.
Depositi Vincolati e Buoni Fruttiferi a scadenza determinata (di un
mese ed oltre).
Servizio Gratuito di Cassa ai Correntisti (pagamento di imposte, riscos-
sioni), ecc.
Assegni Bancari e Versamenti Telegjrafici sulle principali piazze d' Italia.
Tali assegni vengono rilasciati immediatamente, senza alcuna spesa per
bolli, provvigioni, ecc. e pagati alla presentazione dalle Filiali e dai Corri-
spondenti della Banca.
Lettere di Credito sull'Estero.
Assegni (chèques), Versam. Telegprafici ed Accreditam. sul!' Estero.
Compra-Vendita di divise estere (consegna immediata od a termine), di bi-
glietti di Banca esteri e di valute metalliche.
Compra -Vendita di titoli e valori.
Assunzione di ordini di Borsa sull' Italia e sull' Estero.
Custodia ed Amministrazione di titoli. I titoli possono essere vincolati a
favore di terzi.
425 —
Istituto Nazionale delle Assicurazioni.
(Legge 4 aprile 1912 - n.° 305j.
Jj' Istituto Nazionale delle Assicura-
zioni ha personalitii giuridica e gestione
autonoma ed è posto sotto la vigilanza
del Ministero di Agricoltura, Industria
e Commercio.
Le polizze dell' Istituto Nazionale,
oltre la garanzia delle ordinarie riserve
matematiche e delle altre riserve che
l'Istituto è obbli-
gato a costituire
a norma di legge,
hanno la garanzia
dello Siato.
Le somme assi-
curate presso r Isti-
tuto Nazionale so-
no esenti da tassa
di successione e so-
no insequestrabili.
I tipi di con-
tratto oflFerti dal-
l'Istituto Naziona-
le sono adattabili
a tutti gli stati
sociali ; all' umile
operaio, al ricco in-
dustriale, al gran-
de professionista,
al modesto impie-
gato, al pili alto
funzionario.
L'Istituto ha
contratti e condi-
zioni di favore spe-
ciali per assicura-
zioni collettive di
operai di Associa-
zioni di Mutuo Soc-
corso, di Associazioni professionali, di
impiegati presso Amministrazioni pub-
bliche e private.
Le tariffe adottate dall' Istituto Na-
zionale sono le più convenienti per ogni
forma di assicurazione.
Fra le diverse forme assicurative
sdottate si trovano le seguenti :
Assicurazione sulla vita intera : Un
padre di famiglia può assicurare a fa-
vore dei suoi un capitale di L. 10.000
(supponendo che egli si assicuri all' etj\
di 30 anni) pagando un premio annuo
di L. 198,50. In qualsiasi tempo egli
venga a morire dopo il perfezionamento
della polizza, la sua famiglia ritirerà il
capitale assicurato di L. 10,000.
Assicurazione mista : (Un uomo di 30
anni panando un premio annuo di L. 288,
H
— ^^
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♦
w^ '
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1
iP
r
W
"iSTlTVTO
-.niiiF A
s^\
NAZIONALE
Da nna cromolit. dello Stab. G. Ricordi Si C.
assicura a sé stesso un capitale di L. 10,000
por r epoca in cvii avrà raggiunto l' età
di 60 anni. Qualora egli venga a morire
entro il periodo di differimento l' Isti-
tuto corrisponderà immediatamente agli
eredi il capitale assicurato.
Assicurazione di famiglia: È una
forma speciale adottata dall'Istituto Na-
zionale con la qua-
le un padre di fa-
miglia, ad esempio
dell'età di 30 anni,
assicurandosi per
25 anni durante
i quali paga un
premio annuo di
L. 359,50, garan-
tisce :
L. 10,000 im-
mediatamente alla
morte, se questa
avviene durante i
25 anni, ed al com-
piere di tale perio-
do, senza ulteriore
pagamento di pre-
mio, il diritto di
scegliere una delle
seguenti opera-
zioni :
a) rimanere as-
sicurato in caso di
morte per L. 10,000
e percepire inoltre
una rendita vitali-
zia di L. 395,50 ;
6) riscattare il
contratto ritirando
un capitale di L. 11,000 ;
e) rimanere assicurato in caso di
morte a favore degli eredi per un capi-
tale di L. 17,690.
Assicurazione a termine fisso : com-
binata con r assicurazione di un capi-
tale e di una rendita temporanea, in
caso di morte: Questa nuova forma di
assicurazione è offerta dall' Istituto Na-
zionale con due tipi di contratto.
Con il tipo A un individuo di 30 anni,
pagando al massimo per 25 anni un pre-
mio annuo di L. 397,50, assicura al ter-
mine del contratto, sia egli o no in vita,
L. 10,000. Qualora egli venisse a morire
prima di tale epoca, egli avrebbe assi-
curato inoltre agli eredi :
un capitale di L. 1,000 pagabili im-
mediatamente ;
426
una rendita annua di L. 1,000 pa-
gabile anticipatamente fino al termine
del contratto.
Con il tipo B invece lo stesso indi-
viduo, pagando al massimo per 25 anni
un premio annuo di L. 419,50, assicura
al termine del contratto; sia egli o no
in vita, L. 10,000.
Qualora egli venisse a morire prima
di tale epoca, avrebbe assicurato inol-
tre agli eredi:
un capitale di L. 1,000 pagabile
immediatamente ;
una rendita di Lire 100 mensili
pagabili fino alla scadenza del con-
tratto.
Assicurazione mista a premio decre-
scente: Tipo A. Il premio decresce an-
nualmente del 2,50 "Vo per cinque anni a
decorrere dal 4°, del 3 % per altri 5 anni
a decorrere dal 9° e poi del 4 % sino alla
scadenza.
La somma assicurata è pagabile im-
mediatamente dopo la morte dell' assi-
curato se essa avviene entro il periodo
di anni convenuto, oppure all'assicurato
stesso se in vita alla scadenza di questo
periodo. In quest' ultimo caso verranno
ancora corrisposti per i tre anni conse-
cutivi alla scadenza, tre abbuoni pari
al 5 % del capitale assicurato.
Per un contratto di diecimila lire
con una durata di 25 anni, una persona
dell' età di 35 anni pagherebbe un pre-
mio medio annuo di L. 271,29.
Tipo B. Il premio decresce del 3 %
per 5 anni a decorrere dal 6°, del 4 %
per altri 5 anni a decorrere dall'll" e
così via sino alla scadenza con decre-
scenze che di 5 in 5 anni aumentano
del 1 %.
La somma assicurata è pagabile, come
è stabilito pel tipo A, e se l' assicurato h
in vita alla scadenza del contratto, gli
vengono ancora corrisposti a decorrere
da tale scadenza, cinque abbuoni pari
alle ulteriori decrescenze del premio cui
1' assicurato avrebbe avuto diritto se il
contratto fosse durato ancora un quin-
quennio.
Per un contratto di 10,000 lire con
dui'ata di 25 anni, una persona dell' età
di 35 anni, pagherebbe un premio me-
dio annuo di L. 235,12.
Assicurazione di educazione e di ri-
sparmio : Un assicurato trentenne pren-
de impegno di pagare al massimo per
25 anni, o fino alla morte, un premio
annuo di L. 311,50. Col pagamento di que-
sto premio egli assicura a se stesso, se in
vita al termine del difl:'erimento, 25 an-
nualità di lire 400 ciascuna (L. 10,000),
o agli eredi — premorendo — una ren-
dita anntia di L. 400 pagabile anticipa-
tamente a ciascun anniversario della po-
lizza a partire da quello immediatamente
successivo alla morte dell' assicurato e
fino alla scadenza del contratto ; e, alla
scadenza del contratto, una somma pari
a tante annualità di L. 400 per quanti
furono i premi annui pagati dall' assi-
curato.
Altre forme di assicurazione sono
adottate dall' Istituto Nazionale :
per assicurazioni vita intera e mi-
sta a premio unico;
per assicurazione ad eftetti multi-
pli, a capitale difterite con o senza con-
troassicurazione a premio annuo ed a
premio unico ;
per rendite differite con o senza
controassicurazione a premio annuo od
a premio unico;
per rendite vitalizie immediate ;
per assicurazione di doppia mista ;
per assicurazione mista a capitale
raddoppiato ;
per assicurazione decrescente men-
sile a garanzia di cessione del quinto, ecc. ;
per assicurazione temporanea spe-
ciale a garanzia del rischio di guerra.
Per tariffe e chiarimenti rivolgersi
alle Agenzie Generali, o alle Agenzie
locali, o alla Direzione Generale del-
Vlsiituto Nazionale delle Assicurazioni,
Via della Stamperia — Roma.
427
Previdenza e Assicurazioni.
La previdenza, questa funzione che
on è ancora giunta in Italia a quel
lado di sviluppo che è lecito sperare,
una specie di piccola benefica prov-
idenza per il maggior numero delle
lussi sociali.
Nessuna istituzione di risparmio in-
itti, nessuna costituzione finanziaria
'^nsente, come l'assicurazione sulla vita,
..1 possessore di un capitale di raddop-
piarlo dall'oggi al domani col solo im-
piego dei frutti di esso.
Un capitale di 10,000 lire investito in
rendita italiana procura oggi un reddito
di 350 lire nette; e con lire 350 all'anno
si assicurano, vale a dii'e si rendono di-
sponibili immediatamente dopo la propria
morte in qualunque tempo avvenga:
L. 18,500 circa all'età di 25 anni
„ 16,200
„ 14,000
„ 12,000
„ 10,000
„ 8,200
„ 6,700
„ 5,300
30
35
40
45
50
55
60
Non importa possedere material-
mente un capitale per destinarne i
frutti ad opera di risparmio.
L'uomo che lavora rappresenta di
per se stesso un capitale. Ma il capi-
tale uomo non è eterno, né si può tra-
smettere agli eredi: esso cessa colla
vita. È l'assicurazione, che permette
di consolidarlo e di cambiarlo da capi'
tale in potenza, in ricchezza patrimoniale.
Ognuno vede di qui la convenienza
di premunirsi per il futuro assicurando
la propna vita ad una Compagnia di
Assicurazione che offra serie garanzie
morali e materiali.
Non ostante la fondazione dell'Isti-
tuto Nazionale di Assicurazioni, alcune
Compagnie hanno continuato l'eserci-
zio ael ramo vita; e fra queste anno-
veriamo la Compagfnia df Assicurazione
di Milano, che a ciò fu autorizzata con
R. Decreto del 22 dicembre 1912.
La Compagnia di Assicurazione di Mi-
lano, fondata nel 1826, è il più antico
istituto italiano di assicurazioni. Essa
offre garanzie morali e materiali senza
eccezioni, e la piena sicurezza dei patti :
garanzia morale, infatti, perchè è un
istituto nazionale che conta 91 anni
di vita e un passato memorabile per
lealtà, rettitudine e correttezza; garan-
zie materiali, perchè il capitale sociale
(L. 5,200,000) e le forti riserve accumu-
late (L. 57,451, %9) sono di non comune
importanza; la piena sicurezza, perchè
i patti, i più liberali e vantaggiosi che
si conoscano, sono osservati lealmente
e scrupolosamente.
Tre sono i rami di assicurazione di
cui la Compagnia di Milano si occupa
presentemente: il ramo Vita, il ramo
Incendi e il ramo Vitalizi.
Nell'anno 1913 la Compagnia ha
iniziato l'esercizio del ramo Infortuni,
in relazione alle disgrazie accidentali,
alla responsabilità civile e oW invalidità .
E chi considera con quanta frequenza
la tumultuosa e intensa vita moderna
conduce a tali dolorose eventualità non
tarderà a riconoscere quali benefizi
pòssa largamente diffondere questa
forma di assicurazioni. D' altra parte
sembra che già il pubblico si renda
conto dell'importanza di questo più
moderno aspetto della previdenza, per-
chè anche nei primi 3 anni di esercizio
il ramo Infortuni ha dato resultati ol-
tremodo soddisfacenti.
Per il ramo Vita offre agli assicu-
rati le condizioni più liberali e più
vantaggiose, la garanzia gratuita è am-
messa anche per i rischi di guerra, di
servizio in marina, di viaggi, di duello.
In caso di suicidio sono restituiti i
premi e gli interessi.
Stipula inoltre, ad eccellenti condi-
zioni, contratti di vitalizio. Essa ne ha
in corso per L. 1,632,851 di rendita,
con una riserva di L. 13,261,503.
I capitali in corso per assicurazioni
Vita ammontano a L. 144,712,000; e le
somme pagate per sinistri e rendite
vitalizie L. 74,956,209.
Avendo agenzie in tutte le città del
regno, ai nostri lettori riuscirà facile
procurarsi nella loro sede abituale
tutte quelle notizie e quei preventivi
che desiderassero: noi ci siamo limi-
tati ad esporre brevemente alcuni dati,
che attestano la solidità e la floridità
di questo antico ed apprezzato Istituto
italiano di assicurazioni.
— 428 —
Salone da pranzo
Classe di lusso
Uno dei saloni della
classe di lusso del
Piroscafo "DUILrlO,, della
NAVIGAZIONE
GENERALE ITALIANA
I nuovi piroscafi " DUILIO „ e " GIULIO CESARE „ saranno i
più grandi, i più rapidi ed i più sontuosi vapori, non solo della
Marina mercantile italiana, ma delle Marine estere esercenti
linee pel SUD AMERICA. Le loro caratteristiche sono: 200 me-
tri di lunghezza, 38 di altezza, 24 di larghezza, 27000 tonnel-
late di dislocamento ed una stazza di 22000; avranno motori
a turbine di 23000 H-P, 4 eliche e 20 nodi all'ora di velocità.
— 420 —
C
OClETAITÀLIANADiSERVlZlMARITIl
SOCIETÀ AnOMlMA-DIREZIOME GEMERALE-ROMA
Alla Società Italiana di Servizi Ma-
rittimi, Anonima con Sede in Roma,
vennero, con Leggi 22 dicembre 1912
n° 1316 e 30 giugno 1912 n' 685 e 686,
affidate dal R. Governo le linee postali
marittime dai porti dell'Adriatico e del
Tirreno per la Dalmazia, il Levante e
r Egitto.
La Società iniziò i suoi servizi il
1° luglio 1913 adibendo alle linee ce-
leri per Alessandria d' Egitto e Costan-
tinopoli, piroscafi di lusso muniti di
tutto il « confort » moderno, ed a quelle
della Grecia, Turchia, Soria, Carama-
Bia. Anatolia, Bulgaria, Libia, Egeo e
Asia Minore, piroscafi di tipo misto con
coiM'wii ..,i-,tt;iTnoTiti per ))!isseggeri.
Lo scoppio dell' immane guerra eu-
ropea, impedì la messa in linea dei
nuovi grandiosi piroscafi della velocità
di 21 miglia orarie, destinati ai ser-
vizi celeri dell' Egitto, uno dei quali,
V Ausonia, venne varato il 15 mag-
gio 1915.
Dall' inizio della guerra per part«
dell' Italia, la Società ha contribuito
con diverse delle migliori unità della
sua flotta, alle necessità logistiche del-
l'Armata e dell' Esercito, non senza per
altro rinunciare alla regolare esecuzione
dei servizi mantenuti in vigore, traspor-
tando, dopo la chiusura dell'Adriatico,
le sue basi di partenza nei porti del
Tirreno.
430
4€
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LA VELOCE
Navigazione Italiana a Vapohe — SEDE IN GENOVA
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À: ('., Piazzalo della Stazione.
Firenze : Savino Del Bene, Via Porta
Rossa, 11. Telefono 25-22. Indirizzo
Telegrafico " Delhene. ,,
Gallarate: Pozzi Oddone, Piazza Ga-
ribaldi, 8. Telefono 107.
Ivrea: Andeborgo Albino Luigi, Corso
Cavour (Palazzo Cassa Risj)armio).
Livorno: Luigi Pasquini, Via Vittorio
Emanuele, 17. Telefono 107. Indi-
rizzo Telegrafico " Pasquini. .,
Lecco: Dell'Oro Silvio, Via Nizza.
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Novara: Cardonetti Luigi, Via Monte
Ariolo, 5.
Padova: Agenzia Carlo Mezzacapo.
Telefono 12-48. Indirizzo Telegrafico
" Mezzacapo. ,,
Parma: Sartorio Biagio, Via Univer-
sità, n.
Pesaro: Betterelli Solindo.
Pinerolo: Ferrerò Francesco, Piazza
Montebello, 2 e Portici Nuovi, (5.
Pisa: Agenzia Pierini, Piazza (Jari-
baldi, 1. Indirizzo Telegi. •'/'<>'/•//»/. .,
Portomaurizio: (Jiribaldi Domenico.
Rimini: Lancia Valerio.
Rovigo: Greggio Alvise, Via Um-
berto I, 2»
Salilzzo: Agenzia Catalano, Corso
Alfieri. Ifi.
San Remo: Alfredo Crémienx, Via
Vittorio Emanuele.
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Betoniera da 500 litri su carro.
LE MACCJilNE
nella costruzione delle CA.SE e nelle Industrie
inerenti all' Edilizia.
Forse in nessuna Industria come
quella Edilizia, il progresso è stato sol-
lecitato dalla persuasione che il rispar-
mio del tempo e della mano d' opera è
fonte di guadagno.
Infatti le costruzioni moderne hanno
per caratteristica la grande rajuditù di
esecuzione. Neil' edilizia moderna, col-
r ausilio delle macchine, si sono fatti
miracoli ; costruzioni mastodontiche sono-
sorte con rapidità vertiginosa !
Inoltre le ap])licazi»)ni del cemento
hanno ])reso parte i)rincipalissima in
ogni moderna costruzione.
Ed è jìcrciò che la Ditta L. Vender
Si, C. di Milano, via Domodossola 11,
specializzatasi nella costruzione di tutte
le macelline inerenti lìW Eilillzia, di tipo
e brevetto proprio eonipletamente ita-
liano, ha saputo imporsi sul mercato
non solo d' Italia, ma anche estero, ])er
la fornitura di (pialsiasi macchina atta
alla costruzione delle Case e per l' In-
dustria Edilizia.
Essa costruisce infatti Blocchiere,
Mattoniere, Tegoliere perfette per la pro-
duzione dei materiali in cemento; Jìc-
Inniere a mano e meccaniche di jirodu-
ziniK» giornaliera fino a 300 e più me.
Argani ed Elevatori di qualsiasi por-
tata. Presse e Pompe ad alta j)ressione
e«l Impianti idraulici completi per la
fabbricazione delle mattonelle da pavi-
mento, mosaico, granitoidi di grande re-
sistenza. Frantoi e Laminatoi per pic-
ti-isco e sabbia, sia fissi che su carro,
nonché Vagli e Lavatrici per sabbia e
ghiaia. Insomma tutte le macchine ne-
cessarie all' edilizia.
Ma ancora la Ditta L. Vender & C.
di Milano, il cui Stabilimento è ormai
uno dei primari d' Italia e la cui fab-
bricazione di macchinario completamente
Italiano ntui teme il confronto e la con-
correnza di qualsiasi altro macchinario
estero, si è specializzata per tutte le
Macchine stradali e per 1' aj)plicazi(uie
kWW Asfalto compresso. Nonchò per V Im-
pianto i\\ fabbriche complete di cemento,
coir ap])licazione dei suoi speciali Mvlini
ad anelli Ciclope Vender che producono
cadauno fino a 2 Tonn. di cemento im-
palpabile all'orai
La Ditta, glil favorevolmente cono-
sciuta anche prima della guerra, era gi:\
stata segnalata come fra le i)iii iuii)or-
tanti del ramo sul mercato mondiale,
ed infatti lo «limostrano le importantis-
sime onorificenze asseguat-cle in ogni
Esposizione Internazionale e Utficiulo
alle quali concorse: a Milano nel 1906
con Gran Diploma d'Onore; a Bruxel-
les nel 1910 ]>»rro col Gran Dipltuna
d'Onore; a Torino nel 1911 col (»ran
Premio; a Oand nel 1913 col Grand
Prix; a Genova nel 1914 col Gran Premio.
Nonché con la Medaglia d'oro del Mini-
stero d'Agr. Ind. e Comm. nel 190S.
La Ditta L. Vender & C. di Milano,
manda a richiesta cataloghi, prercnliri.
La Guerra senza sangue
devesi combattere da tutti gli italiani d'ambo i sessi, dando
incremento alle nostre vecchie industrie, facendo affluire i
risparmi alle nuove, preferendo sempre le merci di manifat-
tura nazionale, ed in ogni modo non acquistando mai quelle
tedesche.
Le Statistiche dimostrano che in Italia si ha una sovra-
importazione annua di 260 MILIONI di prodotti manu-
fatti che vengono fabbricati altrettanto bene, e qualche volta
meglio, in casa nostra. Se questi 260 MILIONII, di
cui il nostro paese viene impoverito, circolassero fra noi,
si potrebbe dare lavoro stabile a 100-120 mila opeir.aJi„
che sono ora costretti ad andare a cercarlo all'estero.
La Casa Editrice U. MARUCELLI & Co., per faci-
litare una intensa campagna prò industrie italiane, ha oppor-
tunamente pubbliiate delle Marche-Francobollo *' MAR-
CHE NAZIONALISTE ,, le quali applicate sulle
buste, sulle fatture, sui pacchi, ecc , hanno l'ufficio di far circolare nel gran pubblico
i moniti: *' Italiani!: Preferite sempre le merci di manifattura
nazionale. - Date incremento alle nostre industrie - rifiutate le
merci tedesche. *'
Fanno veramente opera patriottica tutti coloro
che con qualsiasi mezzo, quello delle *♦ Mar-
che Nazionaliste ,, compreso , coopere-
ranno alla più sollecita redenzione economica
del nostro paese.
Molti Industriali convinti che la colla-
borazione di tutti per la nazionalizzazione degli
affari è necessaria e deve essere attiva e continua,
appoggiando l'iniziativa della Casa Editrice me-
desima, hanno messe in circolazione delle Marche
{collezione MarucelU), colla veduta panoramica
dei loro stabilimenti, colla riproduzione delle loro marche di fabbrica, o dei loro artistici
_ cartelloni, tutte portanti uno dei moniti suddetti.
Le '* MARCHE NAZIONALISTE MARU-
CELLI «, divise in 30 serie (Italiani Illustri — Fondatori
di grandi industrie — Benemeriti dell'industria e dell'agricol-
tura — Città manifatturiere — Grandi città d'Italia, ecc.),
tutte varie per soggetti e colori, hanno incontrata 1' approva-
zione generale, sono largamente usate, e costituiscqno già
una bella collezione che avrà un lungo seguito.
La tasa Editrice MARUCELLI & Co., (Milano - Via Aldo
Manuzio, 8-10), ha anche pubblicata una ricchissima collezione
di e Marche Patriottiche» intese a mantenere viva la
eco della odierna epopea nazionale; un grande
Album per collezioni (L. 3. SO), ed un Catalogo che spe-
disce gratis a richiesta.
Verso rimessa di L. 4.-, la Ditta stessa invia le 5 colle-
zioni (400 marche, 128 soggetti), pubbl. a tutto Ottobre 1916.
IN PREPARAZIONE! Altre 5 Collezioni, circa 150 «oggetti.
ItaHani, date incremento alle industrie nazionali*
- 411 -
L'attività italiana oltre T Oceano.
Il Comm. Alessandro Siciliano e la "CompanKia
MecKanica e Importadora di San Paulo (Brasile).
CoDipanhia Mcchamca e Importadora
de San Paulo nel mondo iu)litic(» e nelle
sfere finanziarie ò ancor i)iù noto e te-
nuto in eonsiderazioue come l'autore «lei
progetto sulla valorizzazione del caft'ò.
L' emi<jrazi(»no
italiana al Brasile
in continuo au-
mento dal 1889 al
1!M)3 e rivolta 8j>e-
cialiiiente alle fa-
zendas dello Stato,
alla coltivazione
del caffft, causò un
aumento tale di
(jnesta deliziosa
rubi acca che il
mercato interna-
zionale si trovò ben
presto saturo, cau-
sando così un forte
ribasso di prezzi e
(luiiidi quella crisi
caficil'era che tra-
vagliò specialmen-
te lo Stato di San
Paulo, il più gran-
de produttore di
caftò di tutto il
mondo.
Dal 1888 al 1895
si vendette il caffè
a prezzi soddisfa-
centi e fu quello il
periodo veramente
l)rospero perl'agri-
coltura i>aulistana.
I i»rezzi eraiu» cor-
rentemente di 70
fraudi i ])er sacchi
di 50 chilogr. (,'ol
1895, causa un ab-
bon«lante raccolto,
sidla valorizzazimie del caffè che, adot- si ebbe un ribasso notevole dei prezzi
tato dal Governo dello Stato di San che durò sino al 1900, con lieve mi-
Paulo, salvò «juesto Paese dalla rovina glioramento negli anni seguenti, aumen-
fcononiica, il nostro connazionale, il ])ic- lamio però scmju-e lo stock mondiale
colo ealabresc «li San Nicola d'Arc<'lla. del caffè e quindi le i)reoeciipazi()ni dei
Poiché 80 in generale. i>er tutto il prodiittori, lino u provocare un vero
Brasile e fuori, il comm. Alessandro Si- panico dinanzi alle notizie sulla fiori-
ciliano è comuncmento conosciuto come tura del 1905 che annunziavano per
il fondatore e capo della potentissima l' anno seguente un raccolto abbondau-
Molti sono gli ilaliani che traspor-
tatisi in paesi nuovi o ricchi come lo
Stato di San Paulo, hanno latto fortuna
e messo as>icme un
ingente patrimo-
nio, e si sono di-
stinti nelle indu--
trie e nel corn-
er ciò.
Ma uomini che
giunti in un gran-
«le paese, senza
mezzi di foituna,
senza appoggi, .sen-
za nulla, arrivino
non solo a costi-
tuirsi un patrimo-
nio, od imi»iautaro
un' azienda colos-
sale, ma ancora ad
assumere una posi-
zione rilevante di
fronte al (governo
stesso del Pae.se,
sì da dare l'indii iz-
ze alla più impor-
tante e \)\n origi-
nale impresa del-
l' economia moder-
na, non solo del
Brasile, ma forse
di tutto il mondo
intero, è cosa che
si può dire del
comm. Alessandro
Siciliano, il fon-
datore della Conì-
pan/tia Mechanica
e I il) por t adora,
V autore del grau-
dioso progetto
Comm. .^r.KssA.NPRO Sicii.i.i.vo.
- 442 -
lug.
Alkssanuko SIClLlA^;o
junior.
Cav. Biagio Altibki
gerente della « Companhif
Mechauiea e Importadera. :
lug. Paolo Siciliano.
te, quale mai erasi visto a ricordo
d' uomo.
Fu allora che le discussioni animate,
le proposte che da anni si andavano
facendo nella stampa, in conferenze e
congressi, diventarono più vive, j)iù in-
sistenti ed occuparono quasi esclusiva-
mente l'opinione pubblica, tanto da in-
durre nel 1906 il Governo dello Stato
ad iniziare la grandiosa operazione nota
sotto il nome di Valorizzazione o difesa
del caffè.
Fra le innumerevoli proposte e pro-
getti messi innanzi quello che tenue
sempre il primo posto e che fu poi se-
guito dal Governo nella sua a})plicazione
fu quello del coraniendator Alessandro
Siciliano. Già fin dal 1903, in un suo
lavoro pubblicato in San Paulo, egli
aveva dimostrato che l'unico mezzo per
salvare lo Stato di San Paulo dalla ter-
ribile crisi che lo stava travagliando e
che minacciava farsi più grave travol-
gendo le finanze del Paese, fosse quello
di ritirare dal mercato mondiale lo stock
risibile che si andava facendo sempre
maggiore e proibire le nuove piantagioni
con le quali il prodotto sarebbe aumen-
tato ogni anno.
Una prima soddisfazione si ebbe il
nostro connazionale nel vedere accolta
una parte delle sue proposte, poiché
nello stesso anno 1903 fu dal Parla-
mento statale approvata la legge per
la quale si proibivano nuove piantagioni
di cafl'è in tutto lo Stato di San Paulo.
Ma ciò non era sufiiciente a sanare
la profonda crisi, dovuta all' immenso
stock già esistente ed alle grandi pian-
tagioni fatte negli anni precedenti de-
stinate esse pure a fi'uttificare dopo
qualche anno. Per cui il comm. Sici-
liano poco dopo pubblicava nel Diario
Officiai la sua projìosta concreta intorno
ai jnodo di difendere il caffè contro la
crisi che lo travagliava.
Il progetto era grandioso quanto sem-
plice nelle suo linee generali. Il ribasso
nei prezzi del caft'è era dovuto alla ple-
tora di questo prodotto da cui orano
travagliati i mercati, specialmente a
quello stock visibile di cui abbiamo par-
lato sopra. Occorreva quindi eliminare
la causa ])er sopprimere il male stesso,-
fare scomparire dal mercato lo stock,
afiìnchè il caft'è ri])rendesse i suoi ]U'('/,/,i
regolari. E ciò non poteva essere fatto
se non da un sindacato sussidiato dal
Governo o dal Governo stesso, che com-
prando tutto il caft'è dello stock liberasse
il mercato da questo ingombro che im-
Ijediva il libero giuoco della domanda
e dell' oft'erta e quindi la normalizzazione
dei prezzi.
Il Governo paulistano adottò la se-
conda soluzione, cioè, invece di sussi-
diare un sindacato, preferì eseginro per
proprio conto 1' operazione, coiitraendo
un prestito per fare fronte agli acquisti ;
e questa fu l' unica modificazione ap-
jiortata al progetto Siciliano. Questa so-
luzione, del resto, era già pure stata
accennata dal comm. Siciliano stesso,
quando nel febbraio 1905 in una sua
conferenza diceva: ■« Se poi non si vo-
lessero ammettere capitalisti stranieri
per attuare un j)rogetto in queste con-
dizioni, io suggerirei l' idea di contrarre
■■■■k^^^Vp-^^ÌI^^^^H
lAHV^
f^.
Kepaito dei t )mi.
Altro reparto dello Stabiliuieiito Siciliano.
Ili
un piC'tiMto «Ti 10 milioni di stovliue clie
potià o.s.seic ccnicliiiiso (lidio Stato allo
scopo di ritirare dal mercato tanti sacchi
di caft'è (juanti sono necessari per ob-
bligare i compratori a pagare \in i)rezzo
più conveniente. E se 1 10 niilioni di
sterline non fossero suiFicienti a rag-
giungere il nostro fine, si potrebbe por-
tare il prestito sino al limite massimo
di 20 milioni, somma più cbe sufficiente
ad acquistare tutto lo stock del caffo
esistente ».
In tanta discussione, fra un vero di-
luvio di proteste o di progetti, j)arec-
chi pure di brasiliani, il Groverno si at-
tenne sti'ettameute a quello Siciliano e
su di esso iniziò la grandiosa operazione
di difesa del caffè, operazione colossale
che meravigliò tutto il mondo. Il che
non è lieve onore per il suo autore e
per il nome italiano !
II.
Ma chi è quest' uomo piccolo di sta-
tura quanto modesto nella sua vita clie.
dopo avere ideata una grandiosa impresa
decisiva delle sorti di un grande e ricco
paese, e colla forza della sua convin-
zione, trascinato dietro dì sé un governo
ed un i)opolo, ritorna modestamente alle
sue occupazioni, colla solennità classica
di un antico romano, senza nulla chie-
dere, senza nulla in-etendere? È il figlio
delle proijrie opere, V uomo che non
deve nulla a nessuno che non sia a sé
stesso.
Giunto in America all' età di 9 anni,
nel 1868, venendo a raggiungere il fra-
tello maggiore che l'aveva preceduto,
a 21 anni sposatosi con una distinta si-
gnorina di famiglia brasiliana, iniziava
la sua vita nel mondo degli affari che
doveva segnare un continuo crescendo
di trionfi.
Non bisogna però dimenticare un
fatto importante nella vita di Alessandro
Siciliano, che dimostra come egli in
mezzo agli affari sax)esse esercitare una
azione ])rofondamente civile ed umani-
taria. Esisteva in quel tempo, ed esi-
stette ancora per venti anni dopo l' ar-
rivo di Alessandro Siciliano al Brasile,
la schiavitù. Viva però era la campagna
abolizionista mossa da tutti quei gene-
rosi che non sapevano tollerare che il
loro paese fosse coi>erto di tale infamia,
campagna che doveva chiudersi al 23
maggio 18S8, in cui fu dichiarata abo-
lita definitivamente la schiavitù al Bra-
mile.
Per quanto stranieri, i fratelli Sici-
liano presero parte attivissima a questa
campagna, e la loro casa diventc) in breve
ritrovo, centro del movimento abolizio-
nista in Piracicaba, città ove si trova-
vano; ed essi con svantaggio grande;
dei loro interessi non mancarono mai
di accogliere nella loro casa gli schiavi
fuggitivi, aiutarli a porsi in salvo e fa-
cilitarne la fuga. Pagina gloriosa que-
sta nella vita del comm. Siciliano, per
quanto modestamente nascosta, essendo
da esso considerata come il semplice
compimento di un dovere.
Intanto mil 1888 i fratelli Siciliano
trasjjortavano la loro sede da Piracicaba
a San Paido, e nell' agosto del 181)0 Ales-
sandro Siciliano organizzava il Banco
Italo-Brasiliano con un cai)itale di 5001)
cantos di reis, pari a circa 8,000,000 di
lire italiane, ed un mese dojto, nel set-
tembre dello stesso anno fondava la
Companhia Mcchanica e Impórtadora,
che doveva poi diventare il colosso che
è oggigiorno, tuttora sotto la direzione
del suo fondatore.
III.
La Companlda Mcchanica e Impór-
tadora h una società anonima con un
capitale interamente versato di cinque-
mila cantos di reis, diviso in 25,000
azioni da 200 % 000 (320 lire circa) ca-
dauna, con un fondo di riserva che alla
fine di dicembre 1914 ammontava a
4,585 : 529 $ G80.
Questa Compagnia occupa coUe sue
officine ed i suoi magazzini un'area di
32,200 m. q., dove passa un braccio
speciale della fei-rovia San Paulo Rail-
way, la principale arteria che pone in
comunicazione San Paulo col porto di
Santos. Questo grandioso stabilimento
trovasi nel quartiere del Pary, il più
industrioso di San Paulo, ed è diviso
nelle seguenti sezioni:
Fonderia. — Questa sezione è instal-
lata in uu ampio edificio che occupa una
superficie di 1800 mq. Quivi trovansi due
grandi forni per la fusione dei metalli,
uno colla capacità di 3000 chilogrammi
all'ora, l'altro di 5000. Ambedue i forni
sono alimentati da im grande e potente
ventilatore Root della capacità di 10,000
chilogrammi all' ora.
Annesso alla fonderia trovasi un com-
pressore d' aria che fornisce V aria com-
pressa necessaria agli apparecchi pneu-
matici della fonderia. Due poderose gru,
con una forza sospensiva dai 5000 agli
8000 kgr., estese linee di treni Decau-
viUe, elevatori, altre gru, accessoi'ì elet-
m W 1
MI, fi ''
P
Fabbrica di chiodi, viti, bulloni.
Kip.irti della costru/.ioii»' di uiaccUiuaii per la prepaia/.iouc del Cafl'è.
- 44G -
trici, a mano e ad aria compressa, fa-
cilitano il tia sporto ed il sollevamento
delle enormi casse, colonne, vagonet-
ti, ecc. Annessi pure alla fonderia sono
vasti deportiti di sabbia, grandissima
quantità di casse per modelli, di ferro
fuso, forni per bronzo, depositi di model-
li, di metalli e tutte le altre installazioni
richieste dall'industria metallurgica.
Questa attualmente è la maggiore
fonderia dello Stato di San Paulo, con-
tatapure quella delle ferrovie dello Stato,
e nelle condizioni presenti può fondere
sino a 350 tonnellate al mese, con due
infornate per settimana. Lo stabilimento
ha già fuso pezzi di peso superiore ai
5000 chilogrammi, e fia gli innume-
revoli lavori sparsi per tutto il Brasile
ricorderemo le artistiche colonne per
r illuminazione dell'Avenida Rio Branco
(li#Rio de Janeiro, i grandi candelieri
che servono all' illuminazione del giar-
dino del Teatro Municipale di San Paulo,
e quel fine lavoro d' arte che sono le
cariatidi del palazzo della Societé Fi-
iiancière et Comvierciale Franco- Brési-
lienne sito a rua di San Bento di que-
sta calatale.
Officine agricole. — Questa sezione
è destinata alla fabbricazione di mac-
chine agricole, essendole annessa una
sezione per grandi e piccoli lavori in
legno. Apj)artengono a questa sezione
una segheria completa col macchinario
jdìi perfezionato nel genere, potendo ese-
guire qualsiasi lavoro. Tiovasi puro qixivi
una fabblica di chiodi, di viti e bulloni,
come una sezione per rii)arazioni di au-
tomobili, fornita d'apparecchi moder-
nissimi ad elettricità o ad aria com-
pressa.
In questa sezione si fabbricano le
macchine destinate all' agricoltura che
costituiscono una Specialità della Com-
panhia Mechanica e Importadora. Si di-
stinguono fra le altre quelle per bonifi-
care il caft'ò, le pili ijcrfette del genere,
come è dimostrato dalla loro grande
dift'usione in tutto il Brasile; sovratutto,
]>oi, le cosidctte macchine combinate,
pure per la bonifica del caffè, che sono
una delle più splendide conquiste della
meccanica moderna.
Le macchine fabbricate in questo sta-
bilimento conseguirono i maggiori premi
in tutte le esposizioni alle quali ])resero
jiarte, s[)ecialmente in quella di San Luigi
dcirAniorica del Nord, dove ottennero
il gi'an piix, colla classificazione di hors
conrours.
Officine meccaniche. — Importantis-
sima ^ questa sezione, fornita di mac-
chine perfette e costosissime, come tornii
e pialle ])er ferro, macchine da forare
metalli, punzoni, cesoie, martelli a va-
pore, installazione completa di api)arec-
chi pneumatici, ecc. In (jueste officine
si fabbrica ogni specie di macchine i)er
r indxistria, come seghe, torchi, turbine,
l)ompe, mulini, bonificatori di riso, torchi
I)er macinare la canna da zucchero, la-
vori i)er costruzione e lavori in ferra-
menta artistica, come grate, portoni,
elevatori.
In questi ultimi anni la Companhia
Mechanica ha fornito diverse sujierstrut-
ture metalliche per costruzioni, come
qvielle della Casa Alemanna, del gran-
dioso padiglione del Giardino d'Infanzia,
ponti i)er le ferrovie di Araraquara e
della Mogyana, fornitura e montaggio
della superstnittura metallica dei teatri
Sant' Anna, San José e Municipale di
San Paulo, nonché le macchine di molte
fabbriche fra le principali di San Paulo.
Tutte queste sezioni, con linee Decau-
ville e gru elettriche e ad aria compressa,
occupano un' area di 46000 mq. Attigni
alle officine, e costeggiando la ferrovia,
sorgono i uuigazzini dello stabilimento,
dove si vedono immense pile di ferro di
tutte le qualità e forme, tubi di ferro
galvanizzato, grandi depositi di olio,
caldaie, carbone, cemento ecc. Le ma-
terie infiainmabili si trovano in un solido
edificio completamente isolato i cui edi-
fici occupano una area di 6000 mq., dove
funziona pure un macchinario completo
per la brillatura del riso.
Fatto notevole ò che tutte questo
sezioni sono tenute colla maggiore cura
per quanto si riferisce all' igiene, essendo
dotate di tutti i più moderni requisiti igie-
nici. Illuminazione e ventilazione com-
pleta, installazioni moderne di fognature
e api^arecchi sanitari si trovano in tutte
le dipendenze dell' edifìcio.
Laterizi e ceramiclie. — Le fornaci
della Companhia Mechanica danno una
produzione quotidiana di 30000 mattoni
e tutto il materiale pei lavori di risana-
mento di Santos fu provvisto da questa
Compagnia, materiale superiore a qual-
siasi altro per la qualità e resistenza,
avendo sopportato j)ressioni superiori a
quello famoso di Dulton.
Gli operai adibiti a questa sezione
raggiungono il numero di 850, compresi
«incili addetti alla fabbrica di prodotti
di ceramica nel sobborgo di Agua Bran-
ca, presso la ferrovia Paidista. In que-
sta fabbrica è impiantato un granile
forno HofliDan della capacità di 500000
mattoni, oltre ad altri forni meccanici
- 41
per la fabbricazione di tubi e maniglie,
che sono i più a]ii)rezzati del jiaese i)el
macchinario conipictanieiite moderno di
cui è dotata «ine.sta fabbrica e per la
i*upeiior;t;\ dt'i suoi prodotti, essa è la
più importante di San Paulo e del Bra-
sile intero.
Sezioni costruzioni. — È questa una
specialità della (.'oiiipajrnia, poiché es-
sendo essa fornita di ofììciue ben prov-
viste ed in condiziono di sopperire a
armato di Ara^fi e della Mooca, della
capacità di 6,000,000 di litri, i granili
acijnedotti della Varzea do C'armo ed
altri.
Oltre a queste princi])ali rami d'in-
dustrie la Companhia Mcchanica estendi^
la sua azione a molti altri campi, sp»--
cialmente all'importazione di molti pro-
dotti, all' esecuzione di lavori edilizi,
alcuni importantissimi, essendo stata
pure la Companhia òlechanica la prima
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é^^usf^r .^^^^1
I^H^H^^^H
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Sede Centrai? della Companh'a.
ijw.iii,.. , necessario ])er h; costruzioni,
la Compagnia ha compiuto i più impor-
tiinti lavori di San Paulo, fra essi l'in-
ranahuneiito dell' aecpia del Cabuyù, co-
struito in cemento aimato. con un p(M-
corso di oltre liO chilometri fra acque-
dotto e sifoni.
Questi lavori sono emblema di gloria
per la Compagnia, data la perfezione,
l'impoitanza e la ia]»idità con cui fu-
rono eseguiti. Dello stcH.so genere, poi,
sono i due grandiosi serbatoi in cemento
a intiodurre in San Paulo le costruzioni
in cemento armato.
La Compagnia estende per tutto il
Brasile il suo vasto circolo d'azione;
ess» h ra])presentaiite di importantissimi^
fiihbnche nazionali e straniere, fra esso
la rinomata fabbrica di automobili Fiat,
e mantiene relazioni commerciali colle
jùù forti case congeneri dell' Europa e
dell'America <lel N<ird.
Il suo uflìcio centrale è posto nel va-
sto palazzo «li \iu 15 Novembre N. 8G,
- 448 -
noi ciiore clella oìHh, «love trovasi pure
una Hvaviatissinia e8[)Osizione di uiac-
cliiue agricole, fabbricate dalla conipa-
giiia od importate.
Possiede inoltre una filiale in Kio de
Janeiro, affidata al dott. Jay me Sniitb
de Vascoucellos, genero del connn. Si-
ciliano.
Gerente della Compagnia è il cav.
Biagio Altieri, nipote del conim. Sici-
liano, giovane ricco d'attività e d' in-
telligenza, che ha dato all'azienda tutto
lo slancio della sua eneigica intrapren-
denza dedicandosi ora specialmente al-
l' incremento degli uffici centrali die si
l)OSSono ritenere modelli del genere.
Fanno pure parte dell' azienda, da
qualche tem])o, i due figli del comm. Si-
ciliano, iug. Paolo e Alessandro Siciliaiio
Junior, ritornati da poco dall' Europa
dove haìiuo compiuto i loro studi nella
eelcibre Università di Cambridge e nel
Politecnico di Karlsruhe ; due giovani
colti e distintissimi che formano l'orgo-
glio del loro fortunato genitore.
IV.
Il comm. Alessandro Siciliano, con
alta intelligenza, con forza di volontà
non comune è così riuscito a realizzare
i suoi desideri in tutti i campi della sua
attività, (!reando una poderosa azieiula
nel Brasile, unendo od educando una
famiglia modello, acquistandosi, in un
])acse che non è suo. la ]tiù alta stimar
e considerazione, al punto ilic la sua ojii-
nione h rieeroata e seguita dagli uomini
cui 9on« affidate le redini della cosa inili-
blica, e mantenendo fra i suoi connazio-
nali quell'alto prestigio, fatto d' aflV;tto
e di ammirazione, che semjìre lo ha se-
guito in tutta la sua carriera, e che lo
ha portato da parecchi anni alla pre-
sidenza della Camera Italiana di Com-
mercio ed Arti di San Paulo, la piii
alta manifestazione dell' attività econo-
mica degli italiani in questo paese.
Fa parte attualmente di vaiie società
anonime industriali, e trova ancora tem-
po ed energia da dedicare a molte isti-
tuzioni sociali, benefiche e i)atriottiche.
Egli infatti h stato uno dei i)iù f<;r-
vidi piomotori di «quella umanitaria e
filantroi)i<a iniziativa da cui ^ sorto
r Ospedale Umberto I, che sjyande la sua
luce così caritatevolmente pioficua sulle
miserie e sulle sventure, non solamente
fisiche, della Colonia italiana di San
Paulo.
In meszo a tutte queste venture, fra
gli agi economici e le soddisfazioni mo-
rali, il comm. Alessandro Siciliano non
ha dimenticato mai di essere italiano,
anzi di esser figlio della forte quanto
calunniata Calabria, dandone ju-ove in
ogni evenienza, specialmente con larghe
opei'e di beneficenza che ne resero il
nome benedetto quando, qualche anno
addietro, si ree?), doi)o lunga assenza, ,
al paese natio. Parlano anche per lui le
generose elargizioni e sottoscrizioni
com])iute in faxore della Patria nell'ora
del suo su[)i('nio cimento.
449 -
Venezia e la Guerra.
Fiamme di guerra nel cielo di Venezia.
ui.i.A mia. aitami, la jiiù bella e la
l»iù alta di tutta Venezia — quella
ehe tlomiua il mare e la laj;nna
e la cittìl — il i)rim() e viglile orec-
chio antiaereo jìroteso incontro al nemico
arrivante tra Adriatico e cielo — sulla
mia altana <xniìv-
data da marinai,
un po' cliiacchitro-
ni e irrequieti ma
buoni e devoti, cIk;
mi amano — io spe-
ro — e elio io amo
jier questi lun<ilii
mesi che abbiamo
vissuto insieme
ebiusi in pocbi me-
tri quadrati di 8i>a-
zio, ma con tutto il
cielo aperto sul no-
stro capo, ma eoa
tutto il mare sotto
di noi, sulla mia al-
tana che non scor-
der?) più, sono ve-
nuti or i)iù or meno
parecchi ospiti tra
italiani e stranieri.
Di stranieri — al-
leati, se occorre dir-
lo — non molti, ma
ci sono venuti Bar-
thou, riehon e Rei-
nach di ritorno da
quella nostra fron- „ y^.^i^^,^ uarth"
te di rocce e di nevi di \i
Urbis tutamen
/(lutti/ ium i Imbelle
della (juale nessun di loro e dei loro
aveva sospettato la tra;iica gravità do-
mata e ]ioi travolta — {>iorinite del jriii-
gno I — «lai meraviglicsi soldati del Ivc
d'Italia. Vennero qui e salirono tuttc^
le scale che fanno meritare il grande
premio che si ri-
ceve air arrivo.
Quando sbuca-
rono su — sulla
piattaforma di le-
gno gettata ancora
al di so])ra della cu-
j)ola di questo enor-
me orrendo fabbri-
cato che una volta
accoglieva un anti-
patico miscuglio di
austriaci, di magia-
ri e di tedeschi e
oggi (in omaggio
— ])arrebbe — alle
I)arole di Salandra- :
* meno alberghi e
più officine ») espia
col più rigoroso
vuoto la njala com-
pagnia di allora, i
tre illustri ospiti
miei — guitlati dal
Comandante Rom-
bo e da Ugo OJetti
— non aijrirono più
bocca e si abban-
u visita l'Autiaerea »lox.arono alla vo-
iin-./À»,. lutt'i del silenzu».
Per divertire i soldati
diffondete il volume di A. VALORI
=Le Mirabili Avventure di Ferrantino^
con illustrazioni di NARDI — Lire 2,75.
FIRENZE - R. BEMPORAD & PIGLIO - Editori - FIRENZE
29 ""
- 450 -
dinanzi alla grande vooe trionfale che
Terso loro hì levava diìì trono bianco e
azzurro della Dominante,
Non chiesero dettlìgli, non presero
appunti : guardarono, jjunrdnrono, guar-
darono.... e vi era negli occhi di tutti,
specie negli occhi di Barthou — mi
parve — una gioia giovanile fresca,
tutta umana. Vedevano quegli occhi,
popolani artisti, di nobili dal nome so-
nante di crÌ6tia!ie battaglie, di donne
ostinate nella storia a rÌ8j)ondere fiera-
mente ad ogni nemico, di fanciulli in
corsa sotto Marghera a recar munizioni
e pane agli eroi della sublime difesa
(e uno ancora — venerando, dalla bella
testa patriarcale — legge nella saletta
di Florian i bollettini di Cadorna e
In altana, d'inverno.
capivano quei cuori, quale bellezza e
quale grandezza militavano con Venezia
nelle file alleate. E se qualcuno di loro
aveva dubitato un istante — nn tempi
di nostra neutralità — che Italia non
si sarebbe mossa, certo in quell'ora
egli chiedeva tacitamente perdono a
Venezia — per l' Italia — di aver du-
bitato.
Di aver i)ensato un istante che men-
tre i barbari dalla scienza feroce lassù
al Nord tra Santa Gudula e le torri di
Reims distruggevano con sistema e per
ordine tutta una regione di bellezza, la
gemma adriatica si sarebbe acconciata
a tale distruzione e il suo i)opolo di
neppur di soppiatto si asciuga gli oc-
chi), di aver pensato che tutto questo
pojjolo sospeso nella storia tra l' innata
elegjinza e l' innata fierezza avrebbe
potuto non insorgei'e all' appello dispe-
rato della gente latina, avrebbe potuto
non chiedere il suo posto di vedetta e
di eroe contro i barbari riaftacciati dalle
loro foreste, dalle nostre montagne a
guatare la bella preda di Italia e di
Francia.
Volavano giusto nel nostro cielo i
velivoli francesi venuti dalla fronte di
Argonne e di Fiandra a suggell.are nella
difesa aerea di Venezia il patto latino
e gli osijiti francesi sentivano piena-
FTA ■ L'ideale dei lassativi per adulti e bambini. -ff^
Non irrita, non provoca coliche.
In tutte le farmacie in scatole da 25 discoidi.
I^EPETIT FARMACEUTICI - MUDANO
-iji—wujj ^jrjj j_frj'j~rir'ii~.ri — i ii nr^^"""* ^ ,.,..^^^^,.^.>.^^,^^
- 451 -
mente che P asflenza italiana sarebbe VennPiro anche — tarlssimi — (li
stata una dispriione iticouoepi'^'le.C*) porno pieno ma la prova non fn felice
E uno di loio uii disse: Ih espe- e non la ritt^ururMuo pirt. Si è cb^ Ve-
raient d'avoir fa...?!? Sentiva egli, come nezia era già pronta a riceverli tiu dalla
noi sentiamo, clie allo stesso modo che prima alba di guerra e quando la notte
certe industrie sono innaturali ad un del 22 maggio il primo stonilo di bom-
popolo, così ad un altro popolo è inna- bardieri alati venne su S. Marco a ron-
turule il possesso di certo bellezze e di zare, il Leone aveva gi:\ chiuso il suo
certe grandezze che esso non sa né co- libro santo e impugnata la spada leg-
Btruire né intendere né amare. E ohe gendaria. Avevano ali i nemici ma di-
1' unico modo che
esso ha di avvi-
cinarle è quello
di distruggerle.
Hanno distrutto
Saint-Rombaut e
le IlallesdiYpres,
hanno sfigurato la
cattedrale di
Reims, distrug-
geranno certo il
Beffroi di Bru-
ges, Salute Gudu-
le. tutto ciò cbe
nella fatale riti-
rata sul Reno ca-
piranno di non
riavere piìi mai :
hanno tentato eo.sì
di distruggere Ve-
nezia.
Non hanno avu-
to l'agio di piaz-
zarle contro lo
grosse artiglierie
che decapitarono
il corteo delle v«r-
gini e dei santi di
Reims, non hanno
potuto cospargere
di petrolio le sue
porte sante, i suoi
palazzi superbi co-
me baniu> l'atto a
Lo vani o con la
triste menzogna d
tadina.
Hanno dovuto limitarsi
austriaci del sire tedesco —
sopra di nòtte, navigando Ira nuvola e
nuvola col favore del idenilunio che
acceca i proiettori a difesa oj)pure nel-
r alba «piando la foschia invernale fa-
scia tutta la cittJi «lai basso ma le cu-
spidi dei campanili ne emergono come
guida ai pirati dell' aria.
menticavano che
aljì,to ò anche il
Leone di Venezia.
Non se ne eraui)
mai accorti e.ssi
elio ne subivano
ogni giorno lo
sguardo, fiam-
meggiante nell'at-
tesa, dallo colon-
ne, dai portali,
dalle chiese, dai
municipii delle
cento cittadelh^
d'Italia tenute —
suir altra riva —
in schiavitù ?
E il Leone era
pronto alla difesa
e alla otìesa.
Difesa statica
e difesa dinamica.
Maurizio Bar-
ròs era arrivato
un poco au.sioso in
Piazza S. Marco,
Aveva temuto
che, per non dar
motivo di gioia
sozza ai nemici,
Venezia avessi^
nascosto qualche tremenda ferita, qual-
che irreparabile strazio. Sapeva del erollo
-i servitoli irreparabile agli Scalzi (21 ottobre 1915);
a piombarlo ebbe paura di ai)i>rendere <li più. Si ras-
li cap. De Challoii;;. . , Mi,,:ni.!. I , i
aviatori franc«38l (a deatia) e il buù. K/.i> M
Gray comaudaute di uua utazioue antiaerea.
Ha provocazione cit-
(1) f.a H(|iia<lrlj:lia th"^\\ aviatori fraticos
coniittiilata dal «•«|iiiaiH» ÌU- C'lialli>nK«'H riva
lej;;;iò <-oit le 8qiiadri;;lift iiostrM di audacia t
di aitivit.^ aerea, !iv(Miin|iai;naiido 8]>e-4H<i i no
siri liei fortuiioMi raidn miiIIm ronte istriani- t
triesilne e In uno di essi el>lte mia nutrie -^U}
riuaa il baruue Ituulier teueule di vaouellu.
sicuro subito : Venezia sorrideva intatta
air artista che 1' aveva tanto amata.
Certo, Venezia ò tale città di ecce-
zione che qualunque colpo lo sia sfer-
rato può diseastonarne una gemma, ii
se ti dicessero di scegliere ciò che fosso
necessario sacrilìcare non sottViresti mi-
nore angoscia che la vera madre di-
nanzi a Salomone. 'Sin i monumenti
maggiori — quelli che segnano conio
pietre miliari il grande cammino <li Ve-
nezia nei secoli — la sua fortuna ma-
rinara e la sua saggezza politica, hanuQ
452
una veste di guerra che li renile pres-
soché iu vulnerabili. Caduta è veramente
ma non del tutto (9 agosto 1919) Santa
Maria Formosa (e i barbari nou vi tro-
varono né la Santa Barbara del Sanso-
vino, né la tela dei due Palma) ; moz-
zata è la cupoletta veneranda di San
.2:elo che riluceva, fu occultato io sfarzo
dei mosaici esterni alla Basilica, furono
calati i cavalli dell' Ippodromo, furono
sgombrati delle tele più rare i palazzi
e le chiese.
L' elenco non è lungo, le parole a
segnarlo son facili, ma 1' opera non fu
I Cavalli di San Marco verso la scuderia.
Pietro in Castello (10 agosto 1916), de-
turpato è il Pantheon in cui dormono
i grandi condottieri veneti caduti sul-
l'Isonzo e sul Carso!, ma sono intatti
San Marco, i Dogi, il Colloonc, i Fraii,
la Loggotta tutti blindati e difesi come
elementi di trincea. Fu imbiancato l'An-
ne breve né uguale. Bisognava non esa-
gerare nella difesa, sicché la difesa stessa
non costituisse un pericolo sopra e in-
torno a quelle vecchiezze gloriose che
r acqua lentamente già insi<lia ; biso-
gnava risolvere problemi di statica e di
resistenza ; bisognava anche non detur-
— 453 —
pare troppo hi città che ha uoiuc Ve- coinnne — prepararono l'altra difesa,
uezia e potrebbe chiamarsi Bellezza. quella civile, che a Venezia — inari-
Lavorarono febbrilinente in paree- «lite le sue due fonti di ricchezza, il
chi. Ujro Ojetti diresse 1' opera con la i)orto e, ahinifc ! i forestieri — fu mira-
misura e r am(»re e la comi)etenzìi che colosa. Kicordiamo tra uli organizzatori
in suo confronto nessuno osa ncij[argli il generale Kmilio Castelli, l'on. Orsi,
e se taluno imi)rovvidamente — come Maria Pezzo Pascolato, Sono nomi che
il Molmeuti — cercò di criticarlo in sua — senza far torto ad ogni altro — tutto
La protezione interna della Basilica di San Marco.
assenza, i tecnici e la prova jìratica die- il popolo conobbe ed amò come si co-
•lero ragione all' Ojetti e non al critico noscono e si amano quelli del nostro
tiirdivo. Intorno ail' Ojetti, il Fogolari, sangue piìl vicino.
il IJordiga, 1" Ougaro ; i migliori artisti E pari alla loro amorosa saggezza
veneziani collaborarono all'opera ur- alimentata dalla generosità di quei che
gente. Intanto tutti gli altri — i j)opo- potevano, fu la pazienza severa silen-
lani. i nobili, le donne, i rcciritori del ziosu di chi attese di essere soccorso e
La protezione del Palazzo Ducale.
delle propi'ie miserie — velate di di-
gnità — fece omaggio alle tradizioni
antiche e all' ora solenne della Patria.
Così sorretti, i)rotetti, amati ed
amanti, gli uomini e le pietre di Vene-
zia attesero il nemico. Furono pronti
ad ogni sacrifizio, ma sapevano già clie
tutto quello ohe si doveva preparare
])er limitare i sacrifizi stessi era j>repa-
rato e pronto.
Non è tempo, ancora, di rivelazioni
diffuse su ciò che è stato ed ò, mentre
scriviamo, la dilesa antiaerea di Vene-
zia, ma le sue vicende e i suoi uondni
(D'Annunzio, il ]\Iiraglia, il Bologna, il
Bresciani, per citare in confuso i ca-
duti ed i superstiti tra i più audaci....)
e i suoi risultati sono noti ad ognuno.
Diflìcilissima a difendersi, Venezia è
uscita fino ad ora quasi immune dalle
numerose aggressioni. Si h che hi sa-
pienza tecnica degli organizzatori fu di-
ligentissima e critici italiani e stranieri
riconoljbero che ad epigrafe dell'opera
antiaerea si potrebbe ben scrivere : quid
mar/is potui.
Può darsi che a Vienna si illudano
di averne deturpato il divino volto
o recise le più vitali difese ; ciò può
darsi perchè jjroprio nei giorni in cui
la spada italiana tastava le reni degli
invasori oltre il Cengio e il Mattassone,
il bollettino austriaco annunziava la
presa sanguinosa di Cittadella Vigodar-
zere che fino a prova contraria.... è un
venerando e libero Senatore del Regno.
A noi importano i fatti, non le auto-
consolazioni platoniche del nemico e Ve-
nezia, nei fatti, è ancora la forte e divina
e inespugnabile regina del suo Golfo.
FIAT
Dopo la presa di Gorizia, centinaia
di autocarri FIAT, traversando i
ponti sul!' Isonzo, si riversarono
nella zona conquistata recando ai
vincitori viveri, munizioni e rin-
forzi. ==rrr=:rrr=zrrr=zrr=r==z=i=r=r=r=:
— 455
N<* avpva pr^^parato 1» difef-a antiae-
rea uno dei enoi cùo oggi e al Governo
e che fu in Venezia tino dei piìl osti-
nati e vivaci e inventivi odiatori di Au-
stria quando ciò ancora appariva pazze-
sco e sconveniente a quasi tutti.
E intorno a lui erano accorsi rico-
noscendo volentieri per sui)eri()re qucfili
che il giorno innanzi era un piacevole
amico, giovani e non giovanissimi bal-
zati volontariamente dalle libere arti
nelle file dell'eser-
cito in una im- ""
jn-ovvisa discipli-
na di volontà e
di atti che avanti
guerra (luasi a
(»gnnno di loro sa-
rebbe apparsa dif-
cile a concepire e
imjiossibile poi a
subire.
Appartenne
così alla dilesa an-
tiaerea—sulla mia
stessa altana —
Sem Benelli e nei
vari mesi di suo
comando la sua
agile mente — tra
una pagina e l'al-
tra di poesia —
studiava e api>li-
cava ingegnosi
congegni di osser-
vazione ottica e di
difesa. E fu con
lui Crispolto Cri-
spolti, lo studioso
<li politica Vati-
cana e condirettore della Rasscff^ìia Con-
temporanea, il cui direttore Vincenzo Pi-
rardi prestava servizio in una batteria
della stessa zona, mentre alla direzione
fb'i tiri era assegnato il filosofo Luigi
N'alli. Nella stazione eentrale di osser-
vazione aerea prestavano servizio Um-
berto Fraccbia il vigoroso scrittore del-
l'/(/ca Nazionale e il pittore fTcnua di
Ii«)ma e Alberto Musatti 8ensil)ile poeta,
rude politico ed espertissimo ufficiale e
con loro Gabrieliino d'Annunzio uscito
fresco fresco di Modena, as])irante uffi-
ciale di artigli(^na. In un'altana eccen-
trica si pot<rva ravvisare in un sotto-
tenente d'artiglieria un j)o' solenne ma
zelante e stu<lios<», un noto scrittore
«r arte, Roberto Papini, al (juale gli
amici di passaggio davano sovente il di-
Kj>iacere di chiedergli se egli era il Pa-
llini della Voce di Firenze. Un bel giorno
8i annunziò anche l'arrivo di Umberto
Bruuelleschi, l'elegante e originale pit-
tore residente a Parigi, ma poi si seppo
che si era enlitté a Chioggia e lo si vide
8(>b> di sfuggita, tutto rannuvolato per
r iae&'plicabile ostracismo dato al suo
buon volere di trasmutare il servizio un
po' patriarcale di Chioggia con quello
più attivo di Venezia.
Così gli artisti, i letterati, 1 politici,
i filosofi — quelli che avevano adorato
Venezia ]»er la sua grazia molle e immu-
tevole, quelli che
"^ l'avevano studia-
ta nella sapienza
del suo inji)eriali-
smo marittimo e
dei suoi reggi-
menti municipali,
«luelli che l'aveva-
no cantata e quelli
<'be l'avevano ri-
tratta, quelli che
rievocarono il suo
] lassato e <iuelli
elle proclamarono
il suo avvenire si
erano radunati in
sua difesa, dimen-
tichi di ogni altra
( osa che non il do-
vere di salvarla ad
ogni eosto. Par-
ve veramente così
che r arte e il
pensiero si fosse-
ro simbolicamente
stretti in mani-
polo, eleggendo a
proprio posto di
combattimento
quello in cui il pensiero e 1' arte e la
divina bellezza italica inìi direttamente
erano minacciati.
In realtà il compito della difesa an-
tiaerea non era nò breve né facile.
Ogni giorno «lei mese, ogni ora del
gi«>rno ])oteva segnare un attacco. La
vastit}\ deserta del mare era un j>eri-
colo quanto una difesa. Contro le navi
nemiche si era fermanunite sicuri ; con-
tro gli aliscalì neniici la certezza era
momentanea, affiliata ai capricci del
vento, alla complicit.'i della luna, al-
l'audacia dell' avversario.
Si poteva non vedere ed essere ve-
duti, si poteva 8oi»ratutto non udire
mentre 1' udire era il segreto principale
di una i)ronta difesa. Molti furono gli
attacchi di cui la cittadinanza ebbe av«
Seiu Bcuelli in serviziu antiaereo,
456
viso dal rauco urlo delle sirene e dal
rombare del cannone d' allarme, ma in-
numerevoli furono gli attacchi sventati,
gli aUarmi dissipati, dei quali Venezia
non aveva sentore. Chi vorrà consul-
tare i libri di bordo delle altane di
guerra, non troverà un giorno solo di
requie assoluta, troverà ben i)oehe ore
non contrassegnate da appelli martel-
lati in ansie, da risposte dubitose, da
])roblenn aerei incrociantisi, elidentisi,
riposanti infine in unii tregua conqui-
stata attraverso scrutini implacabili di
altana in altana,
di isola in isola, di
laguna in Ingiina.
Collegata a
tutto il litorale e
l)oi anche al suo
entroterra da una
complicata rete di
comunicazioni te-
lefoniche, telegra-
fiche, e ottiche la
Venezia costiera
era come un gran-
de orecchio in
ascolto continuo.
INIessaggi dal
mare e messaggi
dalla terra. Un
posto di vedetta
sperduto in una
remota malsana
liiguna annimzia-
va d'un tratto ru-
mori sospetti nel
suo ciclo i)iù pros-
simo. Uno scher-
zo del vento? una
illusione acustica
creata dal mare? Venezia interrogava.
Interrogava la vedetta del primo
allarme, interrogava le altre finitime,
avvertiva le meno prossime, ne rice-
veva risposte, le vagliava, intuiva gli
errori, colmava le lacune, ritornava la
calma alla vedetta in orgasmo. Non fa-
cile dunque nei)pure il compito del Co-
mando centrale.
Bisognava avere nervi solidi, intui-
zione acuta, decisione rapida ; preve-
dere gli errori senza vederne la causa,
valutare il pericolo di lontano, stimarne
la rotta, le intenzioni, la rapidità di av-
vicinamento.
Il Comando era così un poco nella
posizione di chi guida le sorti di un sot-
tomarino : difendersi, offendere, aspet-
tare, decidere senz' altro ausilio che la
propria volontà, senz'altri elementi fuor-
die quelli imprecisi, giungenti di lon-
tano, coordinati da presso sul calcolo
arrischiato di ipotesi fondate al di fuori
della ignota realtà.
Il pubblico a Venezia q lesto non
vedeva e non sapeva : ignorava che il
rombo delle artiglierie e il crepitio della
fucileria e delle mitragliere non erano
se non V ultima conseguenza di tutto
un i)redisposto e preattuato lavoro, e
che r efficacia della difesa dipendeva
sopra tutto dalla scrupolosità di segna-
lazione delle vedette lontane e dalla
acutezza immediata del Comando nello
sceverarle e nel
MW
Gabriele d'
di ritorno da una
comunicarne le il-
liizioni pili logi-
che.... che talvol-
ta erano le più
illogiche.
Il vento, la lu-
na, la nebbia, il
mare erano volta
a volta i nostri
ausiliari o i com-
plici del nemico.
Sopratutto quan-
do la luna era
nella sua pienezza
la vigilanza aerea
doveva farsi piìi
intensa. Da Gra-
do fino a Chiog-
gia le vedette
erano in continuo
rapporto. In Ve-
nezia gli uomini
delle altane — sol-
dati o marinai —
al posto di com-
battimento ; gli
ufficiali in mezzo
a loro, silenziosi, curvi sul parapetto
dell' altana per discernere dal rumore
del vento il ronzio del motore aereo.
Passavano così i quarti e le ore in
una immobilità e in un silenzio, rotti
soltanto dal tinnire fre(piente del tele-
fono o dalle osservazioni sommesse della
vedetta : * Tenente, si sente rumore »
— •« Dove ?» — « Verso gli Alberoni »
— < Zitti ! no, era un motoscafo lon-
tano » — « Una luce verso il Caval-
lino » — -« Un proiettore da .... »■ — « At-
tenzione, verso .... sparano.... ».
Le ore passavano, la tensione dei
nervi si esasperava. La notte è piena di
rumori, 1' oscurità è x>iena di luci.
Aggiungete, a questi due elementi
di ansia, l' inganno teso dai sensi. Ri-
cordo che una bella notte stellata era-
vamo in quattro in altana — Crispolto
Crispolti, io e due sottufficiali di ma-
Annuuzlo
spedizione aerea,
— 457
rin», oltre la vedetta — a traguardare
iinu luce alta rossiccia sul cielo. Ave-
vamo tardato il possibile a considerarla
di natura.... terrestre. Ci eravamo det-
to : «È un'illusione; non si muove,
'itno essere una stella ». Poi uno ad
I) piegammo all' ipotesi rilìutata. «Si
love, si muove distint-imente ; ?* uno
(i. i fuochi di via di un dirigibile ». Prima
di segnalare la cosa al Comando ripe-
ta unno l'indagine. E più si guardava e
]>i!i si vedeva la luce — al traguardo —
muoversi dall' alto in basso e da po-
nente ad oriente. Ci decidemmo. Au-
dio un' altra stazione aveva segnalato
la stessa luce. Dopo niezz' ora ci per-
Non sempre passavano invano. Molte
volte gli assalitori sfioravano scdtanto il
cielo di Ven<^zia. Se ne luliva. il ronzio
metallico di lontano, ci si ten<leva tutti
neir attesa, quasi desiderosi che essi ve-
nissero a noi e trovassero sopra il San
l\Iarco e le isole il castigo immediato.
Ma poi il rumore aereo si allontanava
a tangente, si sperdeva e la città rii)reu-
deva il suo sonno. Non noi, perchè sa-
I)evanio clic alla nostra quiete rispon-
devano l'ansia e il lutto di qualche città
sorella : Verona, Treviso, Padova, Vi-
cenza sentivano sulle loro case, sugli
Cannone Deport antiaereo.
suademmo che il pianeta Marte e la ri-
frazione si facevano giuoco di noi. Un'al-
ira volta — nel giugno ora scorso —
tutte le stazioni di una data zona giu-
rarono di un razzo misterioso salito da
una precisa località, fiorito nel ciclo, rica-
duto in mare. Xa cosa era grave perchè
ni'ssiui Comando Militare aveva lanciato
lille razzo. \Zi\ segnale di conv(uizione,
dunque, a qualche sommergibile nemico
iipjjiattato a! largo. Appunto (luelhi vtdta
venne poi un att!),cco aereo che costò
qualche vittima: la coincidenza ribadiva
r ij)Ote8Ì dello spiomiggio. Si trattava in-
vece di un neutralissimo bolide i>iovuto
«lai cielo stellato con la scìa luminoifa e
la luce vivissima centrale che ogni one-
sto bolide trascina con so.
E i (quarti e le ore passavano....
ospedali, sulle chiese (preziosi obicttivi
militari....) il tonfo sordo delle bombe
austriache e vedevano la vampata ros-
signa di (jualche incendio. E (juaudo i
bombardieri ripassavano per riguada-
gnare il bieco nido ])rofanante le costo
istriane aiu-ora eravamo là a sorvegliare
il ronzio beftardo, soddisfatto — i)areva,
nello strido — delle stragi comi)iute.
Ma pili spesso facevano di Venezia
la loro mèta. Sul principio i loro raids
s(^guivano certe regole di orario e di
luna. Al plenilunio, nelle ore tarde «Iella
sera o nelle ore ultime della notte. Poi
alibahdonarono tali norme, vennero a
notti bu.je, vennero a vento forte, ven-
nero — uni ben di rado e se ne penti-
rono — anche di giorno.
Non bisogna negare valore né abi-
- 458
lità aficli aggressori. Lo slancio latino
dei nostri era compensato in loro dalla
disciplina durissima di cui ebbimo prove.
Osavano e sapevano.
Arrivavano a quote altissime, scen-
devano di balzo per sviare i calcoli delle
batterie, tentavano sulle opere militari
certe rotte conccntricbe simili a quella
della poiana sui pulcini, certe rotte che
li riconducevano quasi ritmicamente dal
mare alla laguna e dalla laguna al mare
per vie quasi segnate, con itinerari quasi
monotoni.
Ma se essi erano sparvieri, quei di
sotto non erano pulcini, che tremassero
triiti ael campo di tiro della costa e alla
città normsilìiieute oscura era -tolta di
botto ogni luce anche nelle case, dalla
curva dolce che la sponda Adriatica di-
spiega da Grado a Cortellazzo a Vene-
zia, alla foce del Brenta, si levavano
nel cielo i primi scoppi della nostra ar-
tiglieria antiaerea. Man mano che lo
stormo nemico si approssimava, la no-
stra difesa si risvegliava chiamata dal
rombo ormai noto, confermata nell' al-
lai-me dagli avvisi telefonici, guidata
nelle linee generali della lotta dai razzi
colorati che si levavano dalla città. Poco
a poco tutto entrava in azione : i forti,
I diri;jil)ili 31 2 e P 4 volano sulla Piazzetta.
o si rannicchiassero. Il duello era ac-
cettato quasi prima che offerto ; spesso
era rifiutato.... ma dagli aggressori, se
api)ena una nostra squadriglia si alzava
a inseguirli. In caso contrario il duello
si apriva tra la terra e il cielo. Ricordo
d' aver assistito sul fronte isonzico al
bombardamento intenso, dalle posizioni
nostre, del Cosich e di Doberdò : la fio-
ritura mostruosa delle granate e dogli
shrapnclls. lo sbocciare più tranquillo
ininterrotto, fulgidissimo, dei razzi illu-
minanti facevano sulla pianura veneta
uno scenario meraviglioso. Ebbene, il
cielo di Venezia in certe notti di at-
tacco in forza, non aveva nulla da in-
vidiare artisticiimente al cielo di Iledi-
puglia o di Monfalcone.
Appena i velivoli neinici erano en-
le batterie isolate, le navi, le altane.
Certe isole lontane abbaiavano al-
l' improvviso come mastini ridesti dai
ladri. Salve di fucileria laceravano l'aria,
le mitragliatrici chiocciavano precipi-
tose, i cannoni tuonavano con varia
voce, nel cielo gli shrapnells battevano
certe zone con una sicurezza d' inter-
dizione che sbarrava la via aerea anche
al più audace dei corsari nemici.
Poi d'un tratto ogni rumore cessava :
pause necessarie per controllare la rotta
dei velivoli, individuarne il numero, la
vicinanza. E subito l' infernale frastuono
ricominciava, i tiri si aggiustavano piii
precisi, il roteare nemico allungava sfi-
duciato le sue spire, guadagnava il mare,
s' innalzava a quote più rassicuranti.
Nel baccano della battaglia, il cader
— 459
delle bombe tuttavia si distingueva net-
tamento. Dire che nessuno dei difen-
sori pensava a sé ò dire cosa superllua.
Chi avrebbe pensato a sé stesso (juantlo
Venezia, la preziosissima, ora li\ distesa
mi chiarore lunare o raccolta nella pe-
nombra d'una notte stellata?
Di ojrui bomba che solcava il cielo
e scoppiava nel perimetro della città si
calcolava con angoscia il punto di ca-
li uta, si ragionava — ognuno nel suo
( iiore — dei danni che avrebbe pro-
tlotto, si attendeva ansiosi l'incendio
( li(! avrebbe suscitato. Dell' animo della
jiopolazione si ora certi: razza stupe-
r.i conte di motteggiatori incorreggibili
(li fronte a ogni rischio.
Una tentazione ;- questa : chiedere
jxr telefono subito a qualcuno, l'in-
dicazione e la misura del danno, quanto
furia sistematica della difesa. Un dopo
l'altro i ronzii metallici si allontanavano
verso Nord-Est, si affievolivano, si spe-
gnevano a maro largo. E la difesa di
Venezia smorzava poco a poco il suo
ardore.
Ancora dei colpi lontani sulla costa,
il fascio bianco di un proiettore sul
mare, le volute di fumo denso di qual-
che nave leggera. Poi nulla : il divino
tremolio dell' alba alle porte di Trieste,
il sonno tranquillo di Venezia chetata,
i difensori delle batterie e delle altane
ritornati al riposo. E di altana in al-
tana, noli' ultima ora notturna, il grido
alto dello vedette: Per l'aria, buona
guardia !
' Soli restavano a vegliare, con la ve-
detta, i comandanti delle vario stazioni
antiaeree. Suonava allora per essi l'ora
le vittime. E non si poteva chiedere dei rapporti dettagliati al Comando Cen-
iilla, e soltanto alla difesi» si doveva trale.
];i'nsare, a creare continue zone di in-
tiidizione 80i)ra e intorno ai punti vi-
'aii della città silenziosa. Si i)rovava,
:>"lora, la costrizi(me stossa di chi at-
i;icca il nemico alla baionetta e indo-
\ ina che un amico,
un fratello è caduto
m1 suo fianco e deve
t uttavia sorpassar-
lo e continuare l'as-
salto, negandosi al
1 iconoscimento e al
.-occorso.
E i quarti e b;
ore passavano
:ii:i l'insistenza del
nemico, le sue eva-
sioni sul n)are, i
>noi ritorni alla co-
>ta dovevano poco
a i)oco cedere alla
Perchè tutto, ahimè !, che è bello o
eroico o doloroso, tutto finisco così : in
un foglio di carta emarginato, timbi-ato,
l)r(ytocollato. E questa ò V unica batta-
glia — la battaglia contro la carta —
che nessuna difesa
terrestre od aerea
ha mai x)otuto vin-
cere nò vincerà
mai. Ma di lì, poi,
si ricostruirà la sto-
ria, di Venezia fer-
missima.
E i quarti e le
ore passavano....
Ezio M. Grav.
L'unimlra^rlio Tliaim de Revel, «comandante
in cijK) delli» plazzafor*^» di Venezia.
»^^»m^^^m
QATITQAUT si-^ppo-'^te a base di Almatcina, per il trat-
OAllUDAni tamento specilico delle ■
EMORROIDI e loro conseguenze
LEPETIT FARMACEUTICI - MUDANO
La conca di Gorizia (Salcaiio e. Gorizia)
vista dai colli soprastanti al ponte della ferrovia transalpina ora distrutto.
Il Friuli e la guerra.
luoglii, severi e pacati:
dalle montagne non al-
tissime, né coi)cite da
gliiac't'iai, ma aspre,
impervie, ignude nel
Canal del FeiTO, sem-
preverdi del verde in-
tenso degli abeti nella
Caiiiia ; dalle colline
piene di pace, coronate
di castelli, macelliate
qua e coli\ da residui di vecclii boschi,
sin giù all' ampia melanconia della pia-
nura di Pordenone e alla piana acqui-
trinosa che cinge di canali, d' acque
morte, di canneti le solitudini di Aqui-
leia e di Marano. Gli abitatori piutto-
sto duri e angolosi, ma forti, riflessivi,
decisi ; non tacili, ma cordiali e costanti ;
ì)resi, sotto la maschera del viso un
po' duro e quasi freddo, da un' intima
e pacata melanconia, che talora la ri-
gata dissimula. Di bel sangue, sode, for-
1
*. —
I
m
^M^
LIQUORE
TONICO DiCESTrVO
DiTTA. ALBERT!
BENEVENTO
mose, sensuali le donne ; ma di una loro
si)eciale sensualità franerà, aperta ; senza
dotte riserve o precauzioni ; che si nega
interamente o interamente si dà. Ignota
al paese e agli abitatori la facilità e
r agilità veneta, toscana, marchegiana.
Tócchi non di rado gli uomini da quella
intima e non confessata inquietudine,
che il nostro paese della Bassa dà a
chiunque si avventuri solo nella pia-
nura ghiaiosa, che i larghi fiumi- tori*enti
invadono cogli ampi letti, o le acque, i
pioj)X)i, i vimini popolano di accorata soli-
tudine. Udine — la capitale — seria, com-
posta, e, non ostante la laboriosità de-
gli abitanti, « morta »: senza chiasso e
senza dimostrazioni ; solitaria nelle sue
vie troppo larghe per i suoi abitanti o
troppo memori dei vici medievali; soli-
taria sin nel suo centro : la serena, pura,
pacata piazza Coutarena, che il Castello
in alto vigila colla sua enorme mole
rettangolare e alla quale il cinquecen-
tesco angelo del campanile castellano
sembra accennare una serena plaga lon-
461 -
Paesaggio del medio Friuli.
tiina. I centri secondari, Civiilale, Pal-
manova, Liitisana, S. Vito, Maniago,
Pordenone, S. Daniele, Geniona, Tol-
mezzo, anche nei giorni di grande af-
fluenza, con un' aria di cittadine per
le quali la vita più adatta sia la rac-
colta vita niuniri-
jtale d' un teni])o.
K <'on ciò, in con-
fronto di altre re-
gioni d' Italia, l'as-
senza, quasi, di
vitilitia munieipa-
lls ; un badare di
ciascuno ai fatti
inopri; un atten-
dere senza chiasso
air economia della
inopiia casa ed al
j.ioprio lavoro ;
senza fanatismi per
i partiti ; senza so-
verchi criticismi ;
spettando gli al-
i. e l'autorità ct>-
ituita; ma cer-
iid») ciascuno,
luMÙni e paesi, di
bastare a sé e di
non chiedere, uc))-
pure al governo.
Una propria ])ar-
lata ; una iiro]irìa
cultura ; un pio-
Pae»agKlu delia
un»
prio commercio : il tutto modesto, ma
proprio. \Jn po' di isolamento non cer-
cato, ma tollerato con disinvoltura e
senza rimorsi; ])oichè l'Italia e il go-
verno avevano dimenticato questo estre-
mo lembo d' Italia, ed erano — al con-
trario del Ile nel
famoso discorso
d' «annunziano —
«presenti, ma as-
senti ». Onde pas-
savano anni senza
che, non dico un
uomo di valore, ma
un uomo celebre, o
un ministro, venis-
se tra noi, o si oc-
cupasse delle cose
nostre ; ma no n
passava giorno che
i mediocri sballas-
sero sul Friuli er-
rori^ curiosissimi,
che furono anche
recentemente ri-
cordati.
Tale il paese,
che era destinato
a diventare, con
lo 8copi>io della no-
stra guerra, il jiun-
to di concen tra-
mento della vitai,
del movimento, del
piauuia iriulaiia;
ro^gi».
— 462 —
tumulto italiano; e, ancora, il cervello
e il cuore della nazione, la mèta verso
cui 8' appuntavano tuiie le ansie — e
tutte le speranze.
II.
Poiché dal 21 Maggio, l' Italia intera
s' è incamminata verso il Friuli, coi suoi
carriaggi, collo sue artiglierie, col suo
«produttori», con la sua plebe. Regnanti
di tutto il mondo, uomini politici, cele-
bri Capitani, scienziati e letterati, quelli
che l'abitudine del giornale ci rendeva
ogni giorno familiari e pur ci appaiavano
lontanissimi, da Kitchener, da Joffire, a
Hervé, a Marconi, a D'Annunzio, tutti
si son dati qui convegno d' ogni parte,
almeno per qualche giorno, almeno x^er
visitare la fronte. Il Friuli ha vissuto
Uu Castello friulano.
ferro, colle sue bi:idc; con tutte le sue così in pochi mesi di guerra una vita
armi e tutti i suoi uomini. Il •« lembo intensa quale non viveva da secoli ; una
dimenticato » di ieri è divenuto l'accaiu- vita stranamente in contrasto colla pic-
l)amento della nazione, e sulla solitaria colezza del paese e degli abitanti, col-
pace è passato il gran rombo della guerra l'operosità silenziosa dei suoi uomini,
moderna, che vive di strade ferrate, d'au- colla solitudine cara del suo passato.
Chiuse dell' Isouzo a Saj'ra<lu ove esce il canale di
Moufalcoue. Con queste j>li ausiriaci allagarono la pia-
nura per tentare d'impedire l'avanzata italiana^
tomobili, dì parchi di ogni sorta, di in-
numerevoli uomini, di iimumerevoli vite.
Qui veramente oggi è l'anima del paese,
col suo Re, coi suoi soldati, coi suoi cit-
tadini migliori, coi suoi commerci, coi
suoi trasporti, col frutto delle sue terre ;
e, ancora, con i suoi scrittori, con i suoi
Fino i piiì remoti paesèlli hanno mu-
tato — d' allora — la loro lìsonomia ; e
chi torni dopo lunga assenza, ha l'im-
pressione di trovarsi in un' altra terra,
che dell' antica non conservi che la so-
miglianza dei luoghi.
Epjt •', no. Chi ben osservi, tant«^
- 463 -
Gorizia e dintorni.
Scala 1:38.500 circa.
- 464 -
onda di uomini e di cose ha lasciato
quasi intatta la vecchia, riflessiva pa-
catezza friulana : la gente del paese,
con un' agilità di cui pochi la credevano
capace, s' è adattata, sì, rapidamente al
nuovo stato di cose, dando prova di una
disinvoltura tutt' altro che provinciale,
e di quel senso della realtà che le è
proprio ; ma essa stessa, in questo adat-
tamento, ha dettato le sue leggi. Accet-
tando il tumulto ed il flusso della guerra,
il paese e gli iiomini pacati, sin dai primi
giorni, hanno istintivamente impresso,
chiamò Udine, rilevando questa sua tni-
Bura serena, questa sua serietà fattiva
e modesta) armonizza mirabilmente, e
costringe gli altri ad armouiz^Hrc, coi
sobri bollettini di Cadorna, colle sem-
plici e severe abitudini dei Generalis-
simi e del Re.
III.
I\Ia in due circostanze, anche negli
anni della pace, Udine dimenticava di
essere la « città senza biiiuliere » ; nei
Il castello e parte della Piazza Graude di Gorizia il domani dell' occu-
pazione italiana. (Si osservi come si sia cercato in "gni modo di rispar-
miare gli editici). {Fot. del Comando Supremo).
e continuano a mantenere, a tutto questo
sforzo tumultuoso, un carattere di se-
rietà, di misura, di pacatezza, che su-
bito si manifesta. Fatta eccezione per
qualcuno dei soliti commercianti-vam-
piri, i friulani non hanno cambiato per
nulla il loro buon regime di vita ; sono
rimasti ai loro posti, se pericolosi, senza
turbamenti e senza iattanze; se felici,
senza esibizionismi, senza ambizioni per
le nuove fortune ; senza fobie semijre,
e senza invidie ; senza cercar di salire
— o di nascondersi. E * la città senza
bandiere » (come Massimo Bontempelli
grandi lutti cittadini o nazionali — e
allora hi folla usciva non si sa di dove,
non si sa quanta, in lunghe intermina-
bili file, commossa e conimovente, tutta
un solo animo, tutta un solo dolore —
e nei giorni delle nefandezze austriache
contro i fratelli irredenti.
Le nota irredentista ha squillato qui
ben j)iù forte che in ogni altra regione
d' Italia, sino a provocare, come ho
detto, vivaci dimostrazioni esteriori, per
quanto il sodo positivismo friulano ben
sapesse valutare tutte le improbabilità
che, negli atteggiamenti politici del-
S. A. Chocolat TOBLER
SVIZZERA
di TOBLER Si C.
SVIZZERA
Agente Generale ADOLFO GALJBPI'I
MILANO
via Vaiteli! ' ' 10 — Telefono 60-»5r
iMDiRiizo Tble(vIi za *o ;
Il »-' ; » ui «.•
TOBIiERI — MILANO
- 40.') -
r KnrDpu «r :i!loiji, !«■ (ervr non redeute. acclaui») in Udine nel 1903, (juaiido rulle
1(11 uassfio nostre. Per quesito lu sezione venire a salutare la città « marchigiana »,
udinese della •« Dante » divenne la i»iù il cui rai>presentante, non molti anni in-
tUuida d'Italia; jtor questo l'irredenti- nanzi, era stato destituito da ministro,
ilio meglio fattivo ebbe qui un recapito perchè aveva osato auspicare al giorno,
GorUia. — La Piitzza Gì amie, occui>aJ-a daHa cavallai ia itaUaua
dinanzi 1» ohif-sa di Sant' l};nazio. A sinistra la caserma austriaca di
l'unteria, a destra «via Scuole»,
sicuro ed immutato per deccunt, e apo-
st<di ardenti come Komeo Battisti o Giu-
sto Muratti. Per ([ucsto la Maestà del
terzo Vittorie» mai «ibbc un saluto ujjuale
a quelb», con cui 1' uno e l'alti-o Friuli lo
in cui h' truppe italiane sarebbero en-
trile vittoriose a Gorizia e a Trieste.
iAIa i friulani avevano un' altra, ])iù
l)arti('olare ragione per anelare ai con-
tini, (! tener desto il fuoco «lell' Italia-
N E V R A L ' Cachets e compresse a base di Nevralteina
Rimedio di elezione nelle Emicranie • Nevralgie - Coliche periodiche
Reumatismi - Influenza.
LEPETIT FA.RMACEUTICI - MUDANO
- im -
Gorizia. — La piazzetta del Castello.
iiità non redenta : il Friuli stesso, non-
ché la .tiraiKlc patria italiana, era eomt;
spezzato dai veeeliì termini. Di l?i dal
.Tiidrio v'erai nn altro Korosiiulio. più
])iccolo, ina pifi lìdio e l'crare. pia liceo.
])iii. jiandioso ; e. do\ e la lìcUcz/.a- dei
luo.nlii cedeva all'aria malsana, un tJi-
nniìtiios
rieorcii, tntto nn
])assato di .gloria
per la latinità di
nostra gente : il
Friuli orientale. In
<ltiel lenilto estre-
mo della « Patri.i »
colli nieglit) c(dti-
vati, terra piti ric-
ca di humus, pia-
nure irrigue e fera-
cissime, e lo stesso
carattere degli alti-
tanti — fa vori t o
dalla dol<-czza del
luogo e del clima —
])ÌTX incliiu' alle co-
modità ed al i)Ì!J
nata dal suo castello alto sul colle, ci
sorgi! isolato, come (luello di Udine, u
cuore della città, e guarda la città ve
chia e la nuova estendentesi da og
1>artc colle sue AÌlle-giardino ; la ma se
(hadisca, col suo ca-^ttello veneziano, t
stimone di assedi famosi nel cintino
tormentoso sormontare di nel seicento, qtiando sotto le sue njin
Veneti e Austi ia
si disputava n(
])ossesso della
gione; e Capo re
to, Cormons, (
vignano, deliz
])aesotti del niojit
del colle, del j
no, centri seco
darì di urhanc
modità, met;
commercio dei vi
costanti i)aesi. ci
vi affluivano i
dei doni della
e delle piccole i
dustrie locali
fine nella sua p
II ponte di falcano, presso Gorizia, per la
ferrovia transalpina (diametro dell'arco cen-
trale, 111. 80), ora diatriitto dagli anstriiui.
cere. A si»eccìiio del bellissimo Isonzo, ludosa Sfditixdine, popolata di fantasi
Iten arginato o copioso, luoghi ricchi e la storica Aqnileia, l'antico cuore del
po])olosi; paesini lindi e sereni: e * la Patiia. la nuulre comune, figlia di Roni
Nizza (ahiniò!) dell' Aus-tria », Gorizia, onde il Forogiulio fu a iìoma <|uasi
in una tepida, rerdissima conca, domi- potè, e, ultima, Grado, la eittadiua m
LIQUORE
TONICO DIGESTIVO
DITTA ALBERTI
BENEVENTO
i
467
La Rocca Veneziana di Monfalcoue.
{Fot. del Comando Supremo).
rinura, ardente «li bellissimi tramonti, I friulaui tornavano d' oltre il vee-
lu cui stoiia nel Icjsso medio-evo si ei- cliio eonfine con un' aria di mestizia: la
menta colla storia «li Aquileia e di Ve- parte migliore della casa paterna era iu
uezia e hi eguaglia; meta lino a due mano del nemico ereditario di lor gente.
II ponte sull'Isonzo tra liucinico e Gorizia nel 1915.
anni ta, con Abbazia, alla società gan- l>i qua o di \h «lei Judrio, le stesse
«lente «Icir Austria intcriore e <l«'ll' l'n- antichissinu' trailizioni: A(iuileia, il du-
.irlicria ; già avan/,;ita sulla via «li litàr.si cato lorogiuli«'se, il ])atriarcato ; la. stessa
ili r'vf\n'//£ii ciò che aveva perduto iu parlata bulina, «die «lift'eren/.ia i due pat'si
jiotcn/.i. da tutti gli altri contermini; lo sU\ss«>
QATTTQAWT supposte a base di Almateina, per il trat-
ualjUuA.ni tamento specifico delle
EMORROIDI e loro conseguenze —
I^EPETIT FARMACEUTICI - MILANO
- ir;R
Aquileja vista dal campanile.
carattere, per quanto più o meno gio-
condo, a base di riflessione, di misura,
di lealtà ; ma sopratutto la stessa cul-
tura italiana, la stessa italiana forma
mentis, ed ora e nei secoli. Era insomma
la « Patria del Friuli » — una nella sua
etuogralia e nella sua storia, nella sua
disinteressate battaglie fra neutralisti e
interventisti, il Friuli attendeva in un
angoscioso silenzio, certo delle neces-
sità della guerra, pieno di speranza
che si sarebbe fatta, e più* riserbato
ed apparecchiato a quelle qualsiasi de-
cisioni che fosse per prendei'e il governo,
psicologia 0 nella sua geografia, ferita •« elio solo a\cva in mano gli elementi
profondamente dal vecchio conlìne, — ])cr giudicare se la guerra fosse utile,
che lisurgcva nel cm>re di tutti, lo rlem- e il quando di essa ed il come > ; ma
)>ivii di raccolta tristezza e })opolava quando si udì del ■« pareecliio » — un
i s;tii<('ti <lel -ludiio di desideri e di «parecchio» che metteva in forse per-
sperauze. CNisì, mentre in Italia si di- sino Gorizia! — fu un grido solo di
battevano le rumorose e non sempre indignazione ! Né forse animo d' italiano
k;'.» —
icconipagiiò c'oji maggior ansia, eou più
3onmii)/i()iir ]«' truppe piirtiMiti airaìbu
iol 21 maggio vorso i vocclii confini o
rogliò nelle tragiche notli delle off«Misive
3on eguale trepidazione. ])rote.>*o Taninia
IV.
Il Friuli orientale, partp eospieua dei-
agro aqnileiese sotto i Romani, fu tjel-
ilto medioevo pai-te integrante del l)u-
B loreeeliio versoi rombi lontiini, (juaut<» eato del Frinii, prima, del l'atriarcato
; Iriulaui d'ogni cih, d'ogni sesso, e, d'Aquileia. poi; ma verso il L'OO coiuin-
orei dire, di ogni partito. Così <]uaudo eih a far j»:iite da Re atesso, per opera
nnse ad Udine la prima notizia della dei Conti di Gorizia, di diritto ancor
L« LL. AA. RR. le Principesse Jolanda e ììavalda nel Museo Romano di AquileJ».
(Fot. 0. Pozzar).
presa dì Gorizia — ancor tuonando ad
oriente il cannone — un sus.siilto sedo,
grande for.se (juanto quello degli Ita-
liani uniti, fece balzar»' il cuore di tutti,
e la citUi 8Ì sfrenò iu una di ({uelle
grandi ore di gioia, clie la Taciturna ba
dopo le lunghe e silenziose vigilie.
soggetti al Patriarca, ma di fsitto indi-
pendenti, e sempre pronti a combattere
il loro Signore. Più tardi, ({uando nel
1420 il Friuli occidentale combattuto fi-»
Venezia e 1' Imperatore, si diede ai Ve-
neziani, il lembo orientale resth ai si-
gnori tedc-ichi, i)as.saudo definitivamente
GANDOLFO
«arca "lodobrOltl „
Siero lodato
t Suova forinola />/; HKNZl)
il miglior depurativo dell'organismo e del sangue.
>Ar«»M IMtta». «ti.KSALE- L.igoS. DomeDlco Magg., 17 - >AI»OLI (leggere Vita pratica).
470
' J ì ^
La casa dove fu arrestato Oberdan.
{Fot. liei Comando Suorema).
a Cai*a d'Austria nel 1500; e tale fu con
hveri intervalli sino al 24 maggio 1915;
— trovandosi l' uno e l' altro Friuli riu-
niti inaila scrviti'i agli A1)s1»iitoo, dalla
Friuli orientale al dominio straniero,
come non si debbono dissimulare le in-
cuneazioni slave cìie nell' alto medioevo
s'f'ldKM'o in tutto il tciTitorio friulano,
paee di Campoformio. con breve inter-
mezzo, sino alla liberazione <lel VcihIo
nel 186(>.
Non convien celare né dimiir.r.!.- V im-
portan/ca di questo lungo servaggio del
l.SDUZO.
(Fot. del Comando Supremo).
])erelAè questa apimnto h la suprema lode
(leMii friiilanilà elie é latinità : aver re-
spinto e ridotto lo slavismo, disceso per
forze diverse sin nel cuore della nostra
)»ianura. liei suoi i)rimi confini, assimi-
Per gli OMNIBUS dei Servizi Pubblici Automobilistici
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471
laiulo, per così «ìtrp, sino a<l fimnillarlo,
quanto ne ivstava incapsulalo nella. Pa-
tria ; avfr conservato con padroni od
armi completaniont^ tedesche, attraver-
Ho otto secoli, impronta, mentalità, lin-
j»u:i;ijIio latino, non ostante i molteplici
interessi che portai vano il paese a tede-
whizzarsi o a sla-
vizzarsi; aver ser-
J i..to r {minio e la
ina italiana,
!ie quando la
1 contro di essi
diventata un
lucipio di gover-
e per resistere
assalto occorre-
volontii ferma,
rito di sa e riti -
, e non soltanto
ntivo, ma vijjilo
eosciente attac-
meuto alla pro-
1 nazionalità.
Questa ò la pro-
va più bella della
latinitìi del Friuli
iirientale contro
audacie jugo-slavo
»■ i»anjcermanisti-
<he; latinità che
f ingenuo j)uutel-
!;u-e <on attenua-
zioni storiche e f'an-
THSticlu' «'timologie
.l'italianissima Go-
rizia ha niuue. sla-
ve», ch«- sijinitica
ninnticello. ni* i>uò
derivar da y'ori-
Hti ; mentre, a farlo
a jiosta, lo slavo
Sah'ano, :i quattri»
• •hilometri da Gori-
zia, ha nome jìret-
Tamente hitino, -SV-
Hcanxim), quando
vi son tante i>iù ve-
re, ]»iù .aravi e j»iii
Tiobili ra;rif)ni per
«iimostrarla. Lati-
nità è conquista
della civiltà sulla
barbarie, del-
1 « umanità » sui
lijzzi uomini e sui rozzi tempi: <• assi-
iniiarione e trasformazione feconda per
forza di mente e di c<dtura stjperiore;
e il ridurne il valore a una continuità
gretta e uieschina di pochi uomini su
di uno stesso territori*», a dispetto an-
obe della glottulogiu e della storiu, è uu
non comprenderne la ftirz.'i es])ansivn, ^
uu fraintenderla ed abbassarla.
Per Gorizia, o per il Friuli tutt«),
sarà invece suprema lode che Impera-
tori ecl Arcitluohi, scendendo nella Con-
tea respirassero, nell' arisi, per così dire,
l'italianità, no confessassero il fascino
e riscrivessero ajili
uomini ilei Nord di
sentirsi j;ìh come
sforzati a parlare
italiano. K con
qnant.'i sai)ienza.
con ([unnto anime,
l)iù tardi, quando
il governo si fece
)»iù vigile contro
l'italianità, gli spi-
riti migliori veglia-
rono a conservare
il fuoco sacro! Bi-
sognerebbe richia-
mare tutta l'ope-
ra svolta da Cario
Favetti ; bisogne-
rebbe leggere, per
averne un* idea,
una almeno dello
tante pubblicazio-
ni po])olari in dia-
letto friulano che
Gorizia stampò
dopo il '48 : // me
pais, strenna ])opo-
lar pai 1853. un
libretto di 112 pp.,
che è i)iù cln' uno
scritto di i)ropa-
uauda, un' aninuv
]tarlante, con sem-
]ilicità profonda, le
l»iù alte e nobili pa-
role dell' umanità
1^ del patriottismo.
Siiu» gli austria-
canti i-i vendicaro-
no allora l'italia-
nità etnica e col-
turale del i»aese,
contro tedeschi e
slavi: G. L. Filli, in
uno «li questi alma-
nacchi, ribellando-
si anche a chi vole-
va fare dei friulani
d'idtre.Iudrio una «nazituialità » a parte,
e a chi volevai considerarli come una mi-
stura di Alavi, di tedeschi o d' italiani,
invitava i lettori a farsi dare il rcsp<»n»o
«lai morti, poich^ lutle le iscrizioni del
cimitero di Goriria parlavauo una »<»l.i
lingua: l'italiana. «Quei tali poi (tra
Pswsarelle militari
(Fot. del t'umanUu ^myn-nn
Ponte in legno suU' Isonzo costruito dalle not»tre tr"])pe.
(Se ne Tede la iuet?i). {Fot. del Comando Supremo).
(luco dal fiiulauo) che ci conteudouo
la nostra nazionali là o per stupidità o
per interesse, sono dojfui, i primi, di
couipatiniento, i sik'ondi, del nostro di-
sju'fzzo, por la ragione che sono essi i
Acri nemici del nostro svilu[»i)o intel-
lettuale ». Così a Gorizia, nel 1819, un
austriacante, tra gli evviva all' impera-
tore, identificava 1' italianità collo svi-
lui)po intellettuale del paese. Meminissc
juvahit.
E ben se ne ricordarono i piìi nobili
si>iriti di Gorizia, che in ogni fornui con-
tribuirono a tener viva la fiamma at-"
traverso difficoltà e sacrifici, sino alla
grande vigilia; ben lo sentì istintiva-
mente il ceto operaio e la parte più
istruita del contado. Certo anche nel
Friuli orientale ci fu qualche debole e,
sopratutto, molti illusi, massime fr.i. i
contadini piìi rozzi, che il clero, ligio
l)er mille blandizie all' accorto governo,
seppe aftezionare alla persona del Vec-
chio implacabile, dipingendolo accasciato
sotto il peso dei dolori domestici, pio,
])ietoso. odiato dall'orco governo ita-
liano, che l'aveva spogliato dei suoi
l)ossedimenti più belli, e voleva la di-
struzione di Casa d'Austria, perchè mi-
rava ad annientare la Chiesa del Dio
vivente. Effetto d' tina propaganda in-
tensa, continua, sapientemente organiz-
zata e soccorsa, — ^ella (piale noi ab-
biamo veduto qualche frutto, avaiizau<l<>
in alcuni paesi redenti, ])iivati ormai de-
gli abitanti migli(4ii, internati, in oiìinm
Italiac, negli orribili campi di concentra-
mento. Ma quanta fede, in qitesti buoni.
e quanta dolorosa espiazione! Né posso
ricordare senza commozione i versi chi;
un poeta friulano, scampato per mira-
colo alle vendette dell'Austria, mi man-
dava dai posti più avanzati del Colilo,
durante la battaglia di Gorizia, quando
la città, ancor tenuta dal nemico, di-
vampava sotto i suoi occhi qua e colà
per le granate italiane e la sua casa
stessa, forse, era in fiamme; versi ve-
ramente eroici, poiché nell' offrire al-
l' italianità il sacrificio della sua Gorizia
guardava senza lamenti il fuoco purifi-
catore che la mondava da ogni scoria
del ])assato :
La fiume 'e jc de puvifwuziòn.'
TALMANE
Ab bATTE
I
(I.a mucchi II
.'. "Mi !i: <> «^.^.ic I ne chf nua pi
del Comando Hvpremo).
•oli.ssima parte).
V.
Fede aniiiiirahilf. poiché qncsta so-
londa •» iVilrlo di Roma». «,' i»iù ancora
uH altri pat'si del Friuli orientalo, lianno
])agata la loro redenzione eoi sacrifici
])iìi duri. La {^uerra — la jiuerra mo-
derna — vi è pa.ssata con tutte le sue ro-
vine: i bei paesini ridenti lunj;o l'Isonzo
I- alle falde del Carso, distrutti: di (lual-
clie villa<;«ii() ne ]>ur i)ietra sojjra ])ietru;
i bei eidli ridenti devastati da bufere
d'artiglieria; i munti, sconvolti; Gra-
disca rovinata, e Gorizia in procinto
di esserlo dalle artiglierie austriache,
che non cercano, come le nostre, di ri-
"Itarmiarla. E con ciò 1' odissea di tutti
Mei poveri abitanti, o trascinati dalle
1 1 iijìpe nemiche fuggenti il primo im-
peto nostro, o accanitamente attaccati
;i]le loro rovine, <». per necessità di cose,
latti sgombrare da noi. e tratti, in Ita-
lia sì, ma fuor d<'lle loro case, e senza
-peranza di trovarvi al ritorno altro che
- , I ssi ,
Ora il mai ti rio di <juei paesi è finito:
la guerra, nella inagi^ior pa ite del fronte,
ha varcato il limite del Friuli, e s' ft
arraimpicata sul C'arso triestino. Ciucilo
che era ])rima e seconda linea, è diven-
tato sicura n'trovia ; ma ehi vi può
giungere, di tanta tranciuilla festa di
l»ae8Ì non ritr()va che una triste maceria.
Tale il nuirtirio del Friuli redento, chn
domani dovrà ricostruire le sue città, i
suoi j)aesi, le sue case, e lo fari» i-on friu-
lana tenacia, ripromettendosi giorni mi-
gliori nella libertà e nell' unione coi fra-
telli d' Italia.
Pili fortunato, il Friuli occidentale
s'è trasformato in uu grande emporio
di guerra. Soldati in ogni luogo, a mi-
gliaia, nei baraccjimenti ii\ aperta cam-
pagna, nelle città, nei paesi, dal monto
al mare; vastissimi autoparchi, che sfer-
rano lungi» h» grandi vie ptdveroso tilo
leggendarie di caniions; campi d'avia-
zione, dove (.'a]»r<»ni, Voisin. Farmau,
Newport si ])reparano ai raids e alle di-
fese, (lualche volta lungo b* stesse lineo
ferrate, audacemente, sotto gli occhi del
viaggiatore stupiti»; eampi provvi.sort di
conoentrament<» j»er i prigionieri, dovo
nei giorni «li avanzata flusso e lillusso
ASMA
Carte Azotate
e Sigarette BalsamicKe
= del Dott. S. ANDREU di BARCELLONA =
Caimnno VAtma • VA/fanno p«r qa«nto sia
forte l'attacco a permettono all'aamatioo di
riposare. =^^-= In tutte le Farmacie, «■■i»»
Farmacia VALCAMONICA& INTROZZI • MIUNO
ITI
è costante; pnrclii enormi di buoi e di
cavalli; euoniii depositi di biade, di vet-
tovaglie, di legnami, di vesti, di armi :
e via via, prima nel Frinii già Tent;to,
ora anche nel Friuli redento, poderosi
ammassamenti rott;ingolari di casse di
Deposito fli foraggi
lungo una linea ferroviaria.
(Fot. del Comando Sv.premo).
bello di per sé, aggiunge una nota pos-
sente il paesaggio selvoso della monta-
gna; e, più in alto, le teleferiche tese fra
picco e picco, come mostruosi lìli di ra-
gno d'epoche geologiche scomparse; e
più lontano ancora le prime trincee, sca-
vate nel tango, nella ghiaia, nella roccia,
rafforzate con sacchi di terra e con alberi,
con muri, terrapieni, lastre di ferro; *«
enormi piramidi di iieuo. . . .
(Fot. del Comando Supremo).
proiettili, e piramidi aperte di shrapnel
e di granate ; appostamenti ben studiati
di cannoni di grosso calibro, nascosti
da velari di frasche, «la sbarramenti di
tronchi d' albero, da muri improvvisati,
da terrapieni di sacchi; bellissimi spe-
cialmente nella Carnia e nell'alto Isonzo,
dove allo spettacolo, già terrìbilmente
presso e lontano, dovunque, profuse con
pietosa ricchezza sezioni di sanità, am-
bulanze, ospedaletti da campo, primi
ospedali territoriali, tutta l' organizza-
zione della Sanità Militare e della Croce
Rossa, pronta al soccorso e al conforto.
E i>er animare tutto questo mondo, ac-
campatosi in pochi njesi nella vecchia
FIAT
La mobilità tedesca dinanzi a Verdun, dove undici linee
ferroviarie congiuravano contro due sole linee francesi,
è stata vittoriosamente neutralizzata mercè il concorso
di centinaia di autocarri FIAT, che con rapidità me-
ravigliosa eseguirono brillanti spostamenti di truppe
portando rinforzi nel punti più minacciati. ■ -/.ir
- 475
Campo di prii;iouieri nella pia:inra ttiulauH.
{Fot. del Ckunando òtipmuo).
Patria
mulattiere scavate nel rcbbe gl'Italiani rimasti sompre. dicia-
isso, splendiilf strade carrozzabili, niio-
\r ferrovie sorte rapidamente per ibi-
sogni della gueira : e giù nel bass«) Friuli,
(hi Monlalcon<; a Caorle, eanali di nuovo
resi navigabili o uovaniente scavati; ar-
;;ini ; dighe. E un
fervore di vita spa-
Muodica, e le solitu-
dini rotte da tutte
14'^ voci della guerra
e il paese dell' ope-
ra tenace e pacata
trasformato in un
•'■rvido, mostruuro
intiere di gueria.
Qui, insomma,
palese e sonante,
io sforzo immane
della nazione: mi-
rabilmente orga-
nizzato, sensibile
' He sue mille ar-
; I olazioni, potente
ii'-lla sua multifoi-
Hie uniti»; rpii il i» r-
\ elio della guerra,
.icrolto, sereno.
'iiza pompe e.sfii-
I esteriorità ; qui
Ila mirabile niol-
:«l)liriHi dei s< r-
• /A e dei bisogni,
i.'lla folla degli uomini e d^'lle cosp, quel-
l'ordiiic. «luell' organizzazione chr stnpi-
mo, territoriali. imi)acciati a far pro-
eedere a m<»do un modesto Comitato di
Mobilitazione o un Ospeilale della Croce
Ki.ssa.
VI.
Mi
anche, il pae-
se ha .sajmto colla-
borare a quest'ope-
ra, il paese, — co-
me .ni e detto —
serio, composto,
tenace, pieno di
spirito di adattu-
nicuto alle neces-
sità della guerra;
che s» operare e
tacere ; che, non
amante d(>l tumid-
to onde la lotta
s'accompagna, si
com])iaee <leir or-
«line, delia juìten-
te organÌ7.zazi(Uie,
della severità e
della misura co-
sciente onde i capi
l;i volb'ro impron-
tala, e s' imiscp
istintivaniente ìhI
e!>8Ì, coir intlu-«Ho
inafferrabile dell'ambiente r con opere
certe, per iraprimerl» qu«l suo auda-
«•spf «Diletto <l < runipo
•lU val'*^ <1<1 NatiiM>ue.
{Fot del Comando òupremo)
11 Fodgora dopo il boui bardameli to.
(Fot. del Comando Supremo).
mento fattivo e conii)osto, «senza re-
torica » .
Certo il Friuli lia anche molto gua-
dagnato dalla guerra: voglio dire hanno
guadagnato i piccoli commercianti (di
molteplice e incondizionata del compra-
tore militare d'occasione, che, dopo aver
« rovinato la piazza », scemate le inden-
nità di guerra e aboliti i doppi stipendi,
invano se ne lagna. Ma gli altri friulani,
Rovine a Gra<lisca.
grandi ve n' ha ])oclii.>simi, o sono fo- i più, che non vendono ma consumano,
restieri) e i contadini-proprietari più he- hanno dato l'esempio nel sopportare,
nestanti; nò soltanto per la quantità della con raro senso della realtà e con vero
merce venduta, nui anche per i pi-ezzi, spirito di sacritìcio, questo stato di cose,
fatti rapidamente salire dalla richiesta, come una conseguenza inevitabile della
NEVRALTEINA ' ^^ P^^^ energico ed innocuo
antinevralgico ed antireumatico
nbll' uso dei rimedi contro la febbre ed il dolore
RISPARMIATE IL CUORE!
I^EPETIT li^ARMACEUTICI - MUDANO
■%i^%
giiriTii e «l«ll:i spcfiule pu»I//iune goo^ijj-
tico-inilitare. del Friuli. couscj^Ufnza pre-
ve«luta 111 aiM'f'ttiita sin «la (|uuudu Al
voluta imI accettata la gucriii.
Ma, e chi ha >;ua<lai;natc), e chi più
dcj;Ii alni ha pcr.luto econoniicftniente,
ftuciilictirutio scii/a lÌMpnruiio. Nel pi ì
eh»u,'o di ricoìiipciisi- al va Imo, ri<'(«i
vai-ic t'ciitiuaia tli nomi, ui iViulani tuci<>
uu numero di nicduglic triplo di iiuuUo
toccato a tre fra le più generose e popo-
lose Provincie d'Italia, che tenevano il
Roviuc pressi) Odlavia.
(Fot. del Comando Svpremo)
sono stati nj;uali nel dare uu grande, secondo posto; e. per le medaglie ai ca-
graudissinio coutrihuto di sangue all'ini- duti, un numero oscillajate fra un terzo
presa : maggiore di tinello tornito da e la metà delle ricompense concesse ui
qualsiasi altra regione d' Italia; special- combattenti di tutta Italia. E ancora il
(l-of.
Vnm •mio Svprr.Dio).
monte con gli alpini, mirabili difensori
delle loro Alpi, abituati a nulla ritcnori!
intentabile, temprati alle fatiche, alle
intemi)erie, alla fame, che nei primi mesi
«li guerra quasi soli sostonneio l'urto
nemico dal Cadore al Moiitenero, e si
Friuli è al priuìo posto; come e al piiinM
posto, secondo miei assaggi statisti
por contributo di morti gloriosi.
11 soldato friulano, veramente, non
^ uno di quelli «-he richiami su di so
r attenzione dei più ; difhcilmente sa tra-
S. A.
MVIZZKKA
Chocolat TOBLER
dì TOBLER Se C
aVlZZKUA
MILANO
Agente Generale ADOLFO GALEPPI
VI. Yaltelllns, 10 - t^Utw «OMT
IHDIBIUO TBLBQRArico: TOBLBRI — HJLANO
muluitìi ili «diavolo», trasfigurarsi ter-
ribile nell'esnltazione della pugua ; ri-
petere, con siililime aflerDiazioue ideale,
l'atto eroico del Toti. Mu serio, ealiiio,
con prudenza e iennezza ad un tern})0,
non verrà lìicno al siu» dovere; non ee-
«lerà d' un ])ass(» (piando importi non
cedere; andrà, di sua iniziat+va, ini-on-
tro alla morte, serenamente, quando 1>i-
sogni andare; pronto a far brillare i
retieolati, a salire i juechi a cordate,
sotto il Inoeo nemico, ser-ainente, senza
(pierele ; a sopportare le l'atielie, i disagi,
le fami, senza mormorare; e a rimpro-
verare gli altri se
mormorano, * poi-
ché son cose neces-
sarie ».
Né miiu»re è l'a-
iuto dato dal Fiiull
alla guerra con il
conservare nelle re-
trovie un ainliieatc
favorevole alla guer-
ra stessa ; con 1' af-
fermare, che tutti
fanno, la necchsilà
dell' impresa, appun-
to 2}erchè il iiciniro
s'è dimostrato tanto
forte; col tenere viva
la fiamma che diede
origine e is])irazione
all'impresa; col non
lasciarsi turbare da
pericoli imminenti o
jiresenti, continuan-
<lo serenamente a vi-
vere la vita normale,
come <pnindo, incal-
zando nel Trentino
l' oftensiva austriaca, se ne coni])rese,
se riusciva, la p(utata per le armi ita-
liane combattenti sull" Isonzo: ma poclii
ne parlai-ono, nessuno ne tremò.
Nò UdiiMi e il Friuli hanno n>ancato
a un altro compito buono: il soldato
d' Italia, ])iù frequente, i>iù vario qui
che nel resto della fronte, non ha tro-
vato, nelle ore della prei»arazione e del
riposo^ dillìdenza o ostilità ; lum è ri-
masto isolato; ma il friiiìauo gli lia dato
com'è costuuu* <lel luogo, ospitalità !U)u
sùbita, ma cordiale; gli ha fatto non
■ di rado sentire il caldo
dei suol ampi <»
La piazza della Chiesa a Mariano.
Così tutte le opere di assistenza sono
state all'altezza della sorte toccata al
Friuli di essere il luìi importante hinter-
land della guerra. Un giornalista non
ret(»rico, Giao Piva, lia già illustrato de-
gnamente i lati, diciamo così, più locali
di ((uesta assistonz'a ; ma ancora di i)iù
e di meglio si ò fatto per le istituzioni
cbe ridondano a beneiicio di tutti i coJ-
l)iti (Iella guerra: e va almeno ricordata
l'opera, vei'amonte degna di lode, della
Croce Kossa friulana, del «Corredo del
soldato », dell* Utii-
cio Notizie di Udine,
cui spetta, per gli
oneri, il i»rimo posto
fra gli uffici del ge-
nere ; ma, so]>ra tat-
to non va taciuto di
<iuel mirabile uilicio
per i ])rofugbi e gli
irredenti, che ha le-
nito tanti dolori,
confortate tante fe-
di; che ha, anche,
mandato alla fronte
tanti eroici volonta-
ri. Né manca, ma
non è all'altezza del-
le istituzioni che ho
nominato, la Casa del
soldato: il luogo dove
chi viene dal fronte
o s' avvia ad esso
l)ossa trovare tiual-
che stanza bene ar-
redata, in cui racco-
gliersi, scrivere, fan-
tasticare; dove gli
sorrida un A'(dto amico; dove trovi un
consiglio, un'indicazione non venale:
un ^>c»r/r//<J! spiritu.ile, e anche pratico,
meno burocratico e soldatesco, più ami-
chevole e famigliare, del rigido « Co-
mando di tappa ». E la necessità di
<l uesta Casa in nessun luogo ho sen-
tito (luauto a Udine, incontrando a
ogni ora per le vie — ineleganti, stinti,
come un po' spcirsi e storditi — color<»
che domani morranno, discesi per poche
ore dalle trincee, colla visicuic della loro
famiglia, cui potranno iinalmente scri-
la migliore
xnaccKixia
per scrivere.
Agexzia Generale pek l' Italia e Colonie
MILANO — Via Dante, 4 — A. MELE & C. ==^=
RO YAL mod. IO
- 4
vere iiiiu lettera più lunga, pih sereim,
più riposata. Gir» ut) molte volte in cnr-
rttzzu, come trasojiuiiti. giKinlaut) la vita
della l'itlà. che ])ulsa del suo ritmo imr-
iiiak*. alzano jili o<'i'hi ali»* linestre dt-lie.
cast- tranquiilt'. e ripartono in t'rt-tta.
doi>o aver mandato l* ultima cartolina e
aver lutto 1' ultimo acquisto per i giorni
severi.
Così (piesto Friuli, jriìl terra di pas-
sajiiiio i>cr g\i eserciti <lel noni, e caini»»
di lotte feroci fra i turbolenti feudatai i
del Patriarcato, campo ancln*, più tardi.
deJle estreme invasioni tnrcliesche e delle
lotte austro-venete del cimjue e del sei-
cento, tornato, dopo tanta itace e tanto
raccolti» isolamento, ad essere teatro di
nuerra. ha portato, nella sua parte più
ri»lente e feconda, le prime piaghe della
lotta, serenamente, compreso della tie-
eessitii di quanto atioade, fiducioso noi
l'immancabile trionfo della (rausa it
liami. Così, senza recriminazioni eaeii.
rimpianti, annato tli forza tran<iuillu «•
di non mutabili^ speranza, attende ohe
i suoi sacrilici, e quelli dell'Italia, siun<»
compiuti nella pace dignitosa e viti
riosa.
« Il cuoie (concluderò con parole
stanijnite in IViulano a G(»rizia nel 1805,
(juando l'eco di Novara non era ancor
spenta) il cuore ha un desiderio, la mente
un i)ensiero, la jiarola un dovere, l'azione
una volontfì, la fede una meta. Il pelle-
grino non cammina invano — e anche
la croce j)uò essere una palma ».
BiXDO CmiKi.o.
L' inverno nella pianura frlulaua.
Plasinon
alimento specifico per
febl
malati anche al-
tamente febbricitanti - ipernutritivo ri-
costituente insuperabile per convalescen-
ti, deboli, bambini, ecc. Aumenta sor-
prendentemente la secrezione lattea.
(Ottobre 1915 - Settembre 1916).
OTTOBRE 1915
1. Londra. — Accordo fra il Govèrno In-
trlese e i rappresentanti delle Trade Unìons:
il primo soprassiede al proposito di presen-
tare un progetto di legge sul servi/ io mili-
tare obbligatorio, gli altri 3'impe;^nano di
favorire il reclutamento dei volontari.
2. Runa, — Dimissioni del Presidente della
Società Geogralìi-a Italiana, on. Cappelli.
4. Sofia. — 11 ministro russo a nome di
tntti l governi dell'Intesa consegna al go-
verno bulgaro una nota che invita la Bulga-.
ria a rompere apertamente entro 24 ore con
i nemici deLa c;iusa slava e della Russia e
ad allontanare gli uSiciali tedeschi ed au-
striaci. Tntaiito i primi distaccamenti di trup-
pe inglesi e francesi che muovono in aiuto
della Serbia, sbarcano a Salonicco. La Gre-
cia protesta contro questa violazione de la
sua neutralità.
4. Atene. — Venizelos dichiara alla Ca-
mera che la Grecia osserverà il trattato di
alleanza con !a Serbia, anche se questo do-
vesse condurla a p end^re posizione coatro
la Germani.i. Queste dichiarazioni sono ap-
provate con 112 voti contro 102 no e 13 aste-
nuti, fra i qna'.i 9 ministri.
5. ^ofia, — Il Governo bulgaro risponde
alle ultime proposte dell'Intesa (anteriori i\\-
VuUhu'itum del 4 e che del resto erano già
state ritirate dall' Intesa medesima) che an-
che la Bulgaria ha diritto di realizzare i suoi
ideali nazionali e chiede alla Serbia la ces-
sione incondizionata della zona contestata
della Macedonia.
5. Sofia, — Risposta recisamente negativa
del Governo bulgaro ^ÌVultiiniituni. russo cui
avevano alerito i rappresentanti delle altre
potenze dell'Intesa, compresa rita:ia.
5. Alene. — Il Re Costantino dichiara al
Presidente del Consiglio, Venizelos, di non
poter approvare la sua politica lino alle ul-
time couseguetize. In se;:uito a ciò Venizelos
presenta le sue dimissioni.
5. Wushhig on. — L'ambasciatore della
Germania dichiara al governo americano chtj
il suo governo sconfessa l'afifonclamento àeX-
VArahic e si dichiara pronto a pugare una
indennità.
7. Roma. — 11 ministero. degli Esteri ri-
mette i passaporti al minisi x*o di Bulgaria.
7. Milano. — La sottoscrizione inibì nese
per i bisogni della guerra raggiunge e su-
pera i sei. milioni.
7. Londra. — Festa del tricolore italiano.
7. Aten". — Costituzione di un ministero
di coalizione in cui entii\uo cinque ex presi-
denti del Consiglio, escluso Venizelos. Lo
presiede Zaimis che si riserba il portafoglio
degli esteri.
8. — Le truppe atistro -tedesche al co-
mando del feldmaresciallo von Mackensen
varcata la Sava e il Danubio occupano Bel-
grado.
8. Atene. — 11 governo gre o dichiara che
manterrà un'attitudine di neutmlità bene-
vola verso l'Intesa. ^
9. — Decreto che applica con catenaccio
la tassa di vendita sugli oli minerali, escluso
il petrolio illuminante.
9. TripoJi. — Violento nubifragio che reca
gravi danni alla città: vari soldati sono fe-
i-iti dalla grandine.
10. — I Bulgari aprono le ostilità contro i
Serbi, attaccando improvvisamente sul fronte
di Knjazevaz.
10. Xew-Yorh. — La conferenza dei rap-
presentanti degli Stati Uniti e dei principali
stati dell'America centrale e meridioiiiile de-
cide di riconoscere il governo del ^jenerale
Carranza come governo di fatto del Messico.
11. — Nuove disposizioni che rego!a-io
lacces.'-o, il transito, la circolazione e il sog-
giorno dei non militari nel tnriforio d'ope-
razioni e rei territorio delle retrovie.
11. Vienna. — Il governo austriaco pro-
testa contro il dazio del 100 ^/g sull esporta-
zione delle granaglie applicato in RoinaniH.
12. — Decreto reale che sancisce nuovi
provve limenti liiai/iari : sono istituite l'im-
posi a militare. •) nella sui proventi itegli am-
ministratori d'Ile società anonime e sono
ritoccate le lasse di bollo, le tasse sui cine-
NEVRALTEINA"^lpi^ energico ed innocuo
ANTINEVRALGICO ed ANTIREUMATICO
nell'uso dei RIMEDI CONTRO LA FEBBRE ED IL DOLORE
RISPARMIATE IL CUORE!
I^EPETIT FARMACEUTICI - MUDANO
- 481 -
matoprr fi. i diritti oatìstali eie tariffe telii^rta-
liflie, tolefoiiiclie e posali 's .piMttas-a sulle
corri>p<ii '.eiize ferii e in postai.
21. /'<(».(/■. — Ditiussiuiii del ministro Dei-
casse: il presidente Vivinni iissiime uflirial-
mente Vintfrim degli este'i, che deteneva da
vari priorni a titolo provvisorio.
12. A'ene. — 11 governo greco risponde
uHIìcialmente alla Serbia che aveva richiesto il
suo aiuto in base al trattato di alleanza, che
l'atta, co bulgaro non implica il < asns fo'id ris.
12. Tiiriìiiit fisiniirn. — SI aiiiinu/iano
nuovi spaventosi massacri degti Armeni.
14. h'uni'i. — La Corti? di Cassazione pe-
nae a sezioni riunite dicliiara la competenza
'sc'usiva dei tribunali militari a conoscere
III tempo di guerra, delle frodi commesse
ne le forniture militari.
14. t'iirigi. — Al Senato* Viviani, annun-
ziando la partecipazione della Francia, del-
1 Inghilterra e della Ru>sia all'iniiresa bal-
ni<a, ag,'innge che anche l'Italia non ri-
arra e-ìlranra all'a/Jonc co^iune.
si era rifiutato di ribassare 11 prezzo delle
farine.
19. Posii in- Erzegovina. — Un decreto im-
per'ale sOjiprime la Dieta provinciale.
19. — Il g .verno del fìiappone aderisce
formalmente al patto di Londra del 6 set-
tembre iyi5.
20. l'arigi. — Scoppio In una fabbrica di
prodotti chini ci, in via Tolbiac: 43 morti e
57 feriti gravi.
23. Bontà. - Con cerimonia privatissima, è
consegnato in Campidoglio al Presidente del
Ministri Oli. Salan<lra il diploma della citta-
din.Miza onoraria romana votatagli per accla-
mazione dal Consiglio Comunale.
23. Jngh'l'erra. — Re Giorgio rivolge un
caloroso appello al popolo ing ese eccitan-
dolo a iscriversi volontariamente nell'ejer-
cito combatten|p.
24. — IjOsservutoyé Romano annwncìa, che
il S. Padre h;i oMenuto da tutti i governi
delle nazioni belligeranti che i prigionieri di
guerra possano g'odore del riposo domenicale.
II Principe ereditario presta gluranieuto come Giovane
Ksploratore sul monumento a Vittorio Kiuauuele. —
11 Cfimmlssario generale Colombo legge la formula del
giuramento.
15. Stmmntlno (Sicilia). — Nella zolfara
alide Trab:a si sviluppa un incendio e 14
';>';rai restano asfissiati.
16. Roma. — I probiviri dell'Associazione
liella Stampa periodica italiana, al quesito
oi )sso loro dall' on. Oliva, direttore deir/ie t
tzionale, rispondono deplorando che Co-
nzo Chauvet, dirett. proprietario del Po-
!■-> Romano, abbia sporto querela per diiTa-
Azìone contro l'Idea negando la facoltà di
■>va.
17. — Il Governo francese dichiara esi-
le lo stato di guerra fra la Bnl^raria e la
I ancia dalla mattina del IG ottobre.
18. Ahi. — Inaugurato il Ginnasio ita-
iio. Prununcia il discorso inaugurale il pro-
sor Manfroni, della università di Padova.
19. — Anche l'Italia si d. chiara in istato
uucrra con la Bulgaria. L la venticinque-
:ia d c!iia razione di guerra, dacché è scop-
i o l'attuale conHilto.
19. Palermo. — li prefetto ordina la re-
v^u sizione del vasto molino Pecoraino ohe
24. F.irV. — Solenne consegna alla fami-
glia delleroico tenente Decio Rag?!, deil' 11»
regg. fanteria della medaglia d'oro al valor
militare decretata alla memoria di lui, la
prima collces^a in questa guerra,
24. Pie'ro/rado. — Un ukase imperiale
autorizza la emissione di prestiti all'estero
per 14.850.000 000.
27. Seriii. — Pasio dirige ai giornali in-
glesi un disperato appello invocando il sol-
lecito aiuto delle truppe inglesi se non si
vuole che la Serbia sia annientata dagli au-
stro tedeschi e dai bulgari.
28. — Re Giorgio d'Inghilterra, passando
in ispeziono le suo truppe al fronte frances;?,
cade col cavallo impaurito dalle acclsma/ioiil
e rip'-r.:a gravi contusioni.
29. — i:>ecreto L. T. ohe proroga di a' tri
4 mesi la chiusura dello Borse.
29. l'arigi. — Dimissioni del ministero
Viviani. Briaiid è inoa.icati di formare 11 nuo*
Vo gabinetto.
29. Vechino, — Il rappresentante del Giap-
— 4S2 -
pone cui si a socianc» qiielli della Gran Ere-
tti,'! a e rtella ItussiiV difìidano il }:o\ eriio ci-
nese a non x)rovoc'are disordini tintando la
restaurazione do! rcyime inonarchieo.
30. Pai- f/i. - Nuovo ministero presieduto
da Briand. Ne fanno parte otto ex-presidenti
di Consiglio, compreso il nona-renano Frey-
cinet die è ministro senza portafoglio Vi rien-
tra Viviani come vice-presidente del Consi-
glio e ministro della (Giustizia: il generale
(iallieni assume il dicastero della Guerra.
30. Bomn. — Fanno ritorno alla capitale,
vivamente acclamate, le due Itegine e i Prin-
cipini.
Tri'Ste. — Il Commissario imperiale clie
regge il Comune, ordirà la chiusura del Gin-
Cadorna. Una missione milit.ire captanafa
d.il generale G our.iud 'xnu iuito ai Barda-
li.-Ili) piirte il giorno stesso per recargliene
le it'segne.
3. Paiigi. — Il presidente del Consiglio
Briand legge alla Camera il programma del
nuovo minislero.
3. Londra. — Al'a Camera dei Comuni
il Primo Ministro Asquith fa le sue dichia-
razioni sulla politica del Governo.
3. Lord Kitchener, ministro della guerra,
parte per il teatro orientale della guerra:
il primo ministro Asquith a-sume Vinierim
del dicastero.
6. Neic-York. — Una bomba è gettata di-
nanzi al Consolato italiano. Nessun danno.
Il popolo di Roma commemora i caduti per la. patria recandosi in pio pel-
legrinaggio .1 gettare fiori sul Monumento di Vittorio Kmanuele. — 2 no-
vembre 191.5.
nasio comunale " Dante Alighieri „ e di altre
scuole italiane.
— Delle enoi-mi frane, dovute allo slitta-
mento dei terreni cretacei delle Colline del-
l'Oro e delle Colline di Culebra, ostruiscono
il canale di Panama per lunghissimo tempo.
Si calcola che dovranno es-ere asportati al-
meno 10 milioni di m. e. di materiale prima
di poter riaprire un piccolo passaggio per
le navi di piccolo tonnellaggio.
NOVEMBRE
3. Milano. — Arrivo del Pre-sidente del
Consiglio on. Salandra per visitare gli ospe
dali e le opera di assistenza civile. Riparte
il 6 salutato da un' imponente dimostrazione
popolare.
L'ultimo giorno, duran'e un ricevimento
al Cova, pronunzia un discorso ass:ii co'u-
meatato, nel quale esalta la m.issione di
partito liberale.
3. Il governo francese conferisce 11 Gran
Cordone della Legiou d'Onore al generale
7. Un sommergibile che batte bandiera au-
.striaca, cmnoiifg^na e poi silura nel Mediter-
raneo fra Marettiino (isola delle Egadi) e il
capo Bon il piroscafo Awona diretto a New-
York: su 517 persone a bordo .si salvano 299.
7. Att-ne. — Nuovo ministero presieduto
da Sculudis.
9. Il piroscafo Fii-finze, diretto iid Ales-
sandria, a 37 mif^lia da Siracusa, è atì'ondato
da un sommergibile con bandiera austriaca.
Vittime, 2G persone dell'equipaggio e 6 pas-
seg,'eri.
10. T.ikio. — Incoronazione del Mikado.
Il triplice /'amai gridato per tre volte dal
pres dente del Consiglio al'e ore 1.5.30 è ripe-
tuto alla stessa ora da tutti i giappoi.esi in
tutio l'impero.
l'I. IT Re, U'^l telegramma di risposta agli
auguri inviatigli dal Consiglio Comunale di
Roma per il suo genetliaco, afferma che la
pace onorata e vantaggiosa per il paese è la
meta alla quale tendono gli sfoi'zi dell'Esci •
cito e dell'Armata, assecondati dalla volen-
terosa cooperazioiie di tutti 1 cittadini.
•18:5
! -'n-e-ni fp;in ■
ilano iin prostlto di 4i
• li (li fran-
ili alla (Jrecii.
12. Limdrii. - Dimissioni del ministro
^\ ins ou «Jlinri'hlll,
13. — I/AssoL' az'one Nazion;ile fra i pro-
■s-ori università: i invia a tutte le università
laniere una protesta contro la vile ferocia
uMl'Aiis'r:.» che con raflonilamento dell'^/*-
na h.t fatti Inutile massacro di vecchi, di
ionno, di fanciulli.
13. — 11 piroscafo Pnsniit è affondato da un
Tuuicryibile con bandiera austriaca pres-so
i-olotto di Gando. al sud di Candia. Nessuna
a ti ni a.
13. Hall-, — K ratificato 11 trattato che
pone la repnbhllca di Haiti sotto II protetto-
rito degli Stati IJniti.
14. — Protesta diploma'lca del Governo
liatio presso le potenze neutrali per il cru-
it,'!e affondamento deW Ancona.
14. IVroHrt. — Tre ae-oplani austriaci lan-
riivno bombe sulla cit;à. In piazza dell' Er' e
1 -stano uccise 30 persone e ferite 48: in tutta
i città 35 morti.
15. Brescia. — Incursione di a-i'roplanl au-
-triacl che lanciano bombe: 8 morti e una
diecina di feriti.
16. Fers:(ì. — Le truppe russe entrano a
Teheran.
17. — Il Re che ha ricevuto da ogni parte
ir Italia per il suo genetliaco circa 150,000
. utoline di augurio, telegrafa al Presidente
•'I (Jonsi^lio perchè f;»ccia noti 1 suol rin-
; raz'anifnti.
27. linssia. — Il p verno a'iloriz/a ?li
israeliti ad esercltiire il coinm*roio in tutte
le rc;,'ioni ove hanno reccnieìnente ottenuta
la lilierta di 80>;giorno.
18. — Decreto L. T. che Introduce grandi
' -oiiomie nelle ammìnlstra/.ìoni dello Stato :
. ininuzlone ti impiegati, soppressione di nuo-
>'■ nomine e di promozioni, riduzione delle
;iese d'ufficio e delle spese per commissioni.
20. Il contrammiraglio Camillo Corsi, mi-
stro della guerra, è nominato Senatore del
i;c^no.
20. Palermo. — Arrivo dei ministri Salan-
I a e Orlando, accolti con grande entusiasmo.
20. liomani't. — 11 governo rumeno ri-
;iondf a una formale r. chiesta dei governi
istiiaco e germanico rifiutando alle navi da
• lerra dei due alleati il passaggio sul Danubio
Itre Rusciuk nelle acque territoriali rumene.
20. Atftte. ->— Arrivo di Lord Kitchener
che il giotno ste.'so è ricevuto dal he Co
tmtlno.
21. — D. R. che stabilisce nuovi oneri
li lanziari, cioè il contributo siraordiiuirio
'1 1 centesimo di guerra, l'Imposta sul pro-
litti dipendenti dalla guerra, aumento delle
tiisse di bo;lo sugli avvisi e altre forme di
pub).! ci I : i
t IH- a SII) liuiunifiMi, ilei pro/.'.o dei sa'e dfil-
tariffa.' pestili Ifranu.itir i dell» let:ere ordì
narie elevata a 2Ì) oont-sinii).
21. l'ilfrino. — Al Teatro Massimo II Mini-
stro Orlando pronuncia un Importante di-
scorso nel quale analizza le origini, le fina-
lità, il carattere della nost a guerra: espoii-
1 criteri che regoleranno la condotta del
l'Italia ne„'ll affari balcanici: giustifica il con-
tegno del Governo verso il Pontettce. 11 di-
scorso dà occasione a una m.inifestazlone Im-
p mente d'itaimita e di plauso all'oratore e
al Presidente del Consiglio.
21. Atene. — La Legazione Britannica an
nuiic a che le potenze alleate, in considi ra-
zione della condc>tta incLrta del Governo
greco, hanno proclamato il blocc > commer-
ciale della Grecia.
22. < 'litania. - Violenta alluvione. Gravi
diniii nella cosiddetta Pia 'a di Catania.
22. Stocolma. — Conferenza del rappre-
sen'antl delle Croci Rosse austriaca, tedesca
e russa.
23. Caltanisoettft. — Grandi alluvioni eli''
recano gravissimi danni alle strade e alu
miniere di zolfo.
23. Atene. — Passo collettivo del ministri
delle quattro potenze alleate presso il Go-
verno greco sulla questione dell'ingresso
delle truppe alleate in Macedonia.
24. Atene. — lì governo greco risponde in
tono amichevole al passo delle quattro po-
tenze dando .assicurazioni soddisfacenti. 11
blocco economico è sospeso.
25. J>«ma. — Arriva per conferire col
Sommo POMielice il card. Hartmann, arcive-
scovo di Colonia.
21. Noma. — Ai riva, di ritorno dall'Orien-
te, lord Kitchener ed ha lunghi colloqui con
Sal.mdia e Sonnino: la sera stessa parte por
il Grande Qtiaitier (ienei ale Italiano, per vi-
sitare Il nostro fronte e per rimetti re ai ge-
li, r.ili Cadorna e Porro due alte onoritlcenzo
i iglesi.
28. Atene. — Nuovo passo collettivo delle
quattro potenze alleate presso II governo
greco per appoggiare nuove richieste di ca-
rattere militare.
28. — Un comunicato ufficiale tcUsc >
annuncia la hne delle ' grandi operazioni .,
contro l'esercito serbo 1 cui resti sono in
fuga nelle montagne albanesi. Le comunica-
zioni dirette fra la Germania, la Bulgaria e
la Turchia sono raggiante.
28. Albania. — il ministero serbo ripara
a Scutarl.
29. Ini/hillerra. — Vanno In vigore da
oggi severissimo limitazioni alla vendita delle
bevande alcooliche. ' ''
29. Londra. — Un comizio paHflsta in-
detto da'la Unione del controllo democratici)
FIAT
Sojira un totale di 12 mila km ciron di nviluppo
«•oinplpssivo d«"Iln lineo antomobiliHtirhp italiano,
oltre 7 mila km hoiio dotati di niatcriulc rotabile
'F I A T
NUOVI CARDINALI ELETTI NEL CONCISTOKO DEL tì DICEMBRE lUlS
1, Tonti — 2. Gusmini — 3. Scapinblli — 4. FuiunvuiTu — 5. Cagheko — 6. Mistrancblo.
1-
!■ disperso dalla folla che organizza iuipu-
ueuti diiuostriizioni per hi guerra,
30. — Un de -reto L. T. proro;,'a al 30 giu-
gno 191» la sospensio.ie dei dazi sul praiio,
>ui tereali e sulle farine, estendendola al se-
inoliiio.
30. Loti ira. — Nuovo trattato sottoscritto
d;ii jjovenii francese, britanico, italiano, ylap-
pmese e russo «-he s'inipcgnano a non cnn-
liudere pare separata nel corso della pr..'-
seiite guerra.
30. HuciveM. — L' Inaugurazione della C:i-
lueia romena è turbati da violenre ni;iiiife-
siazioni interventiste e antitedesche della iiù-
nurauza.
DICEMBRE
1. A' ma — Itiapertura d.UIa Cambra fra
uTaiidi dimostrazioni patriotriclie. ilministio
'{ '^W Esteri Sonnino annuncia clie l'Italia hn
il derito al patto di Londra e che farà quanto
dipende da lei per portare aiuto all'eroico
esercito sorbo.
2. Washington. — Il presidente Wilson
legi-e al Congresso un messaggio che svi-
luppa il piano ;,'enerale di i»rrpa;azione e
riordinamento dell esercito e della marin:i
e coiuieiie aspre parole contro le mene e i
complotti tedeschi in America.
4. Rima. — Alla Camera dei Deputati chiu-
sa la discussione snlL- diohiar.izioni del Go-
verno. L'ordine del giorno del decano d 1 a
Camera, on. boaelli. che plaude alle dichia-
razioni medesime, è approvato con 405 voti
contro 48 e un astenuto.
4. Furifjì. — Arriva il g9nerale Porro per
parte -ipare alie conferen/.e di guerra degli
alleati
0. Vaticano. — Concistoro segreto nel
(jnale il Papa pubblica sei nuovi cardinali,
cioè: mons. Giulio Tonti, nunzio apostolico
in Portogallo; mons. Alfonso Mistrange o,
ari'iv. di Firenze; mons. Giovanni Cagliero,
delegato apost. nell'America Centrale; An-
drea Frùhwirth, nunzio apostolico in Bavie-
ra: mons. Kafifaele HcipinelU di Legulnno,
nunzio apost .lieo in Austria Un!.'heria; mons.
Giorgio Gus.iiini, arciv. di Bologna.
6. Vaticano. — Nell'anzidetto concistoro
segreto il Papa pronuncia un'allocuzione nella
quale esprime il suo dolore per i lutti di cui
la guerr.i ha coperto l'Europa, espone i suoi
sforzi, sinora non fortunati, per indurre l
belligeranti a una pace giusta, duiatura, e
non profittevole a una parte sola e rinnova
l lamenii per la condizione materiale fatta
alla Santa Sede, osservando fra altro che ta-
luni degli ambasciatori o ministri accredi-
tati presso di lui furono costretti a partire
per la tutela della loro dignità personale e
delle prerogative del loro ufficio.
llll^»*M^I
Il giorno stesso una nota uTl -Iosa del-
r.\.Kenzia Stefani corregge le atVerniazioni dot
Ponietìce, dichiarando che i rapprosentanfl
degli Imperi centrali vollero allontanarsi «li
loro spontanea volontà malgrado le più espli-
cite dichiarazioni del Governo.
6. Pirigi. — Primo consiglio di guerra
con la partecipazione dei rappresentanti di
tutte le potenze dell'Intesa e sotto la presi-
denza di Jofifre.
6. Siiangai (Cina). — Movimento rivolu-
zionario per la ribellione dell'equipaggio di
una nave-scuola, immediatamente represso.
7. — Il Comando Supremo dell'Esercito
Italiano fa pubblicare un elogio pe:- le mi-
lizie volontarie di vario specialità (automo-
bilisti, ciclisti ecc.) che sono state tutte eoi-
gedate.
7. H'a«/i(HSf^oM. — Energica nota degli Stati
Uniti all'Austria per il siluramento del va-
pore Ancona che condanna come atto " inu-
mano, barbaro ed aborrito da tutte le na-
zioni civili e che causò la morte di cittadi::.
americani innocenti „ e chiede la puiiizioiu
del coma idante il sommert^iblle colpevole
di un brutale assassinio.
8. lioma. - Alla Camera il ministro C'ar-
cano nella sua es|iosizione finanziaria rileva
la saldezza del Tesoro italiano, spcciiica il
0 )s:o della g terra (2 hiiliardi e mezzo nei
primi ciii(]ue mesi dell'esercizio, luglio-no-
vembre) e preannuncia un nuovo prestito.
8. li«ma. — L'on. Andrea Torre è elet'o
presidente dell'Associazione della Stampa Pe-
riodica Italiana.
8. Gfiioca. — Grande incendio in porto,
alla calata Boccardo.
9. Malrid. — Romanones costituisce un
nuovo ministero.
10. JRoma, — In un'assemblea in Camp
doglio si costituisce l'Opera nazionale de il
colonie agricole per gli orfani dei contadini
caduti in guerra.
11. liouia. — Alla Camera il ministro Ra-
landra dà assicurazione che tutti gì' internai :
delia zona esterna e delle retrovie potrai: n
tornare liberamente, e ohe saranno acooi .•
con larghezza le domande di rimpatrio an-
che per la zona delle operazioni.
11. Le Hiìvre. — Violenta esplosione, che
.sembra dolosa, nello stabilimento pirotecnie
del governo belga. 140 morti, circa un mi
gii Ilo di feriti.
11. Wash'nijton. — Si annuncia ufficia
mente il richiamo dell'addetto militare V<.
Papen e dell'addetto navale Boyd-Ed di
l'ambasciata tedesca chiesto dal governo d'
gli Stati-Uniti perchè ispiratori di una can
pagna di corruzione tentata fra gli opei^
delle fabbriche americane di ihunizioni.
12. liumt. — La Camera in tre successi \ •
votazioni sul progotti di legge finanziari rlu-
Emoglobina
ile di sicura elHcacia, di
solubile Desanti e Zu-
lianl (ferro organico na-
turale). Specifico razio-
rapido eli'etto nella cura delle, anemie.
f^^t»m0m^0»t^*mm
^mmtm^i^mt^mtmmm^i0m0t^^0i
— 480
Roma. — Il Principe ereditario a. Piazza di Siena (Villa Umberto I)
consejfuii le medaglie al valore alle famijtUe dei t-adnti. — 23 dicenilire 1915.
nova la fiducia all'oii. Salandra. Lordine dol
g.orno Bava accettato dal Governo è appro-
vato con 391 voti, contro 40 e un astenuto.
12. Fechhio, - Il presidente Yuan-sbi-kni,
sollecitato d;il Consij^'lio di Stato ad aece:-
tare la nomina d'imperatore della Cina, ac-
cetta, con riserva per altro di rin%'iare il
mutamento di regime al momento opportuno.
13. Roma. — La Camera dopo aver de-
gnamente commemorato per iniziativa del-
l'on. Altobelli la atroce esecuzione di Miss
Cavell, e aver convalidato la elezione del-
l'on. Cipriani, si proroga al 1" marzo.
16. Berna. — Camillo Decoppet, avvocato,
del cantone di Vand, capo del Dipartimento
della Guerra, è nominato presidente delia
Confederazione svizzera per il 1910.
16. — L'Austria risponde evasivamente
alla nota americana per l'affondamento del-
V Ancona.
17. Roma. — Il Senato, dopo recise di-
cTiiarazioni dell' on. Salandra, approva alla
unanimità con 221 voti un ordine del giorno
Muratori di piena fiducia nel Governo.
18. Washington. — 11 presidiente Wilson
si sposa, in forma assolutamente privata, con
la signora Galt.
19. Roma. -^ Il Senato prende le vacanze
dopo aver auspicato alla grandezza d'Italia.
19. Grecia. — Eie/ioni generali con la
vittoria delle lista ministeriale appoggiata
da Gunaris. Ma vota soltanto un quarto de-
gli elettoi-i, avendo il partito venizelista pro-
clamato r astensione completa.
19. Wash'nqtoH. — Nuova nota americana
all'Austria: insiste sulle prime richieste di
soddisfazione per l'affondamento dell' -4 «-
cona.
20. Varsavia. — Convenzione fra la Ger-
mania e l'Austria Ungheria che ammette dei
rappresentanti del ^overi.o au-t'o-uiisrarico
presso il governatore tedesco a Varsavia, e
fissa varie nonne per là tutela degli interessi
comuni in Polonia e determina i confini fra
le zone assegnate alle due potenze.
20. .Joh-ynnei^bwr/ (Afrir-a Australe). - Il
generale Dewet e altri 118 boeri che erano
stati arrestati per alto tradimento, sono posti
in libertà.
21. Berna. — Al Consiglio Federale Sviz-
zero il Capo del Dipartimento Politico di-
chiara di litenere inopporSuno per il mo-
mento ogni tentativo d' intervento per la
pace.
21. Londra. — T>a Camera inglese vota
l'aumento di un milione di uomini nell eser-
cito. Intanto i giornali annunciano che la cam-
pagna di lord Derby in favore del recluta-
mento volontario fruttò in nove settimane
circa due milioni e mezzo di arruolamenti.
21. Londra. — Il generale William Ro-
bertson è eletto capo del riorganizzato Stato
Maggiore inglese.
22. Decreto Reale per la emi.ssione di un
terzo prestito nazionale 5 % a L. 97,50.
24. Il Comando Supremo dell' Esercito
Italiano, ad una stolta protesta presentata
contro di lui al Comitato Internazionale della
Croce Rossa di Gii-evra dairAssoeiazione Au-
striaca della Croce Rossa, risponde con un
vibrrtto mem^^a^duin denunciando le co':ti-
nue violazioni alle leggi dell'umanità e della
lealtà e alle convenzioni internazionali cum-
mes?"? dall'esercito austriaco.
25. A'.e<ie. — Un comunicato del governo
ellenico annuncia che essendo state chieste
Roma.
Comraeiuoruzionp di Vittorio Kniauuele I( al Moiiiinieiito
(9 «e II ti aio J916).
^piepazi jnl sn alcune operazioni militari i'om-
I iute d:u'li italiani nella rogione di Valona, il
.; )verno italiano de te le migliori assli-iira-
/i-»ni.
28 Bnìoffni. — Grave disastro ferroviario
a S. Lazzaro di Saveiia, a 7 km. della città,
sulla linea di Ancona. IS morti e 71 feriti.
28. Pnrigi. — Il governo annuncia che
l'ultimo prestito nazionale francese ha frut-
tato 14 miliardi e 274 milioni.
28. Bombay. — .Congresso Nazionale in-
diano. Vi si discute, col consenso del governo
ingles;>. dei mezzi per preparare T autonomia
politica dell'India.
29. Roma. — Il general Castelnan viene
a conferire brevemente col governo italiano.
30. Il piroscafo Persin della P. k O. Co.,
in rotta per Bombay, è silurato senza preav-
viso nel Mediterraneo, a sud dell'isola di
Creta, da un sottomaiino di nazionalità In-
certa. Affonda in cinque minuti, e su 501
persone, fra passeggicri ed equipa-^gio, ne
periscono 33.'», in gran parte donne e bam-
bini.
LIQUORE
TONICO DICESTIVO
DITTA ALBERTI
BENEVENTO
30. — L'Austria cede parr.liUmente alle
richieste americane per l'aflòndamento del-
VAn-onn: dichiara di aver punito il comnn-
f'ante del .so umergibile per aver trasgreilito
allo isiiuzioni ricevute e di essere disposta
a indennizzare le vittime americane.
30. Salon rf>. — Il Comando delle forze
alleate fa arrestare i con.soIi d<>lle quattro
potenze nemiche e le loro famiglie. Il fa tra-
sportare su navi francesi e perquisisce 1 Con-
solati.
31. — Il Re conferisce il Collare dell'An-
nunziata all'on. Paolo Boselli.
31. R-ini. — Costanzo Cliauvet, direttore
del F'ip Jo Uomuni), accusato dalla Id'a Su-
zintinl: di aver accettato danari da governi
nemici dell'Italia, è assolto in istruttoria.
GENNAIO 1916
1. — Nella se le del Comando Supremo
in zona di guerra il He riceve le rappreaea-
tauze del S«Mi:ito e della ('ameni che gli pie-
santano indirizzi di omai:gio e di augurio.
488
PIOOl
*•»!.'
.• f r
1 funerali dell' on. Baccelli a Roma.
2. — Decreto L. T. che autorizza il Go-
verno a militarizzare il personale addetto al
carico e allo scarico delle iiieici nei porti.
1. Londrn. — 11 Con;,'re.sso delle Trado
Unions delibera di opporsi al progetto di
legrge per la cosoiizione con 1,715.000 voti a
favore e 934 eoitrari.
7. Londra. — La Camera dei Comuni ap-
prova in prima lettura il progetto di coscri-
zione dei celibi presentato dal Governo con
403 voti contro 105. Il giorno stesso tre mem-
bri del ministero inglese appartenenti al par-
tito del Lavoro, cioè Henderson, ministro
della Pubblica Istruzione, Brace, sottosegre-
tario di stato per l'interno e Koberts, lord
junior della Tesoreria, presentano le dimis-
sioni.
7. Washington. — L'ambasciatore tede-
sco dichiara che il suo governo pagherà una
indennità per gli americani periti nelT affon-
damento del Lusitania e che i sommergibili
tedeschi nel Mediterraneo non attaccheranno
senza preavviso navi non combattenti.
8. ~ Decreti luogotenenziali che obbli-
gano chiunque deten<:a grano o granturco a
farne la denunzia per il 25 gennaio e disci-
plinano le requisizioni militari dei due ce-
reali.
8. Mitilene. — Anche qui distaccamenti
di truppe alleate arrestano i consoli delle
potenze nemiche e molte persone sospette.
9. Milano. — Convegno parlamentare per
la discussione dei provvedimcn;i da sugge-
rite al Governo per la maggiora utilizzazione
delle forze idrauliche.
9. ~ Le forze franco-inglesi sgomberano
improvvisamente la penisola di Gallipoli e
rinunziano a ogni azione militare contro i
Dardanelli.
10. — Aprendosi oggi la sottoscrizione al
Prestito Nazionale, il Presidente del Consi-
glio si rivolge con circolare ai senatori e ai
deputati invitandoli a fare propaganda per
il prestito stesso.
12. B'ima. — Solenni funerali dell'on. Bac-
celli (morto il 10).
13. Moina. — In Campidoglio, riunione
promossa dal Comitato di Propaganda per il
prestito nazionale. Parlano Carcano e Luz-
zatti.
13. Montenegro. — Gli Austriaci occupano
Cettigne: la famiglia reale ripara a Scutari,
quindi s'imbarca per Brindisi.
13. Berlino. — Liebknecht è espulso dal
gruppo par'auK^ntaresocialistaacagione della
sua condotta al Keichstag.
13. Tol-in. — Attentato contro il Primo
Ministro Giapponese, conte Okuma. Gli sono
lanciate contro due bombo senza colpirlo.
14. Jìoina — Arrivo del card. Mercier ac-
colto con grandi ovazioni.
14. Bol'tgna. — Il ministro Barzilai, alla
sede del Comitato " Pro Patria „, fa impor-
tanti dichiarazioni sulla vera portata della
caduta del Lovcen, sulle ragioni che hanno
impedito all'Italia di prestare maggiore aiuto
al Montent^firo e alla Se. bla o sulla co, -.cor-
di;! di v(>di4te e di azione della Quadruplice.
16. DecMcto L. T. che chiama a >iui)\a
tH militare i rifurinati delle cln>-si dall' 8B
■1.
IG. DeiTi>to L T. i-he riduce alla metà
iiniiiiazione iiubblica in tutti i conuini.
16. Vksita del He a Taranto. 11 giorno ap-
>^o si reca a Brindisi, dove riceve Pasio
sidente dei ministri di Serbia e gli a tri
iiibri del governo serbo.
16. UritKÌi.si. — Arrivo dei membri del go-
110 serbo, inùt-mo ai rapprestMitanti delle
t'iize alleate accreditati presso Re Pietro.
■ giorni dopo pai tono per Corfu.
16. Jiolofjna. — Convegno ni/ionale dei
numi e delle l'rovincie co!i amministra-
1.0 soc alis'ii. Vi aderiscono 230 comuni e
i'iovincic.
goiij II cifre mai ra-.'giunte. O'.'gi » Newcastle
il carico per Genova -alea 107,50 latoii'iellnla.
18. NÌ8C (Se;biaj. — Incontro dell' impe*
rator." Guglielmo di Germania e del Ro l'Or-
dinando di Rui^aria.
19. Fiffme. — Arrivo dei ministri Salan-
dra e Martini accolti entusiasticamente. Nel
palazzo dell'Arte della Lana, sede del Comi-
tato di Preparazione Civile, l'on. Ualandra
pronuncia un breve discorso.
19. Ancona. — Visita del ministro Barzllal.
19. Il Re del Montcne^rio e il i1-esidente
del Consiglio montenegrino dichiarano di non
aver accettato lo condizioni pioposte dagli
austriaci e di avere organizzata l'ultima difesa.
19. Londra. — Altra seduta'del Consiglio
di Guerra deli Alleati, vi prende parte Briand.
presidente del (^o^isiglio francese.
20. Provenienti da Brindisi e dirette a
*"h-J«»<^;.,,,,^;^
Neil" anniversario del terremoto de..ill -\bruz/.i del Vi gennaio 1915.
Le baracche u Corvaro.
16. Bei'gen, la seconda città della Xorve-
,. è semidistrutta da un incendio,
17. Decreto L. T. che agevola le conces-
li di aumenti di derivazione d'acqua per lo
i uppo delia produzione di energia elettrica.
17. Gabriele d'Annunzio vola su Trieste
tando sulla città molte copie di un mes-
:,'io ai Triestini.
17. Il Montenegro depone le armi senza
dizioni e chiede d'intavolare negoziati di
•i con r Austria, la quale impone il disarmo
lerale e il concentramento di tutti gli uo-
i atti alle armi.
17. I noli dei carboni dall'Inghilterra sal-
Llone, passano da Roma per una sosta di una
sola notte, salutate dai Sovrani d'Italia, la
Re^'lna Milena del Montenegro e le figlie Prin-
cipesse Vera e Xenla.
20. Firema. — In Palazzo Vecchio, nel
Salone dei Cinquecento, discorsi politici di
Ferdinando Martini e di Antonlq,Salandra.
20 Atene. — Parte per l'Italia II comm. Fe-
derico Zapelloni, ispettore generale del Te-
soro italiano, che dal lUll era In Grecia per
il riordinamento della contabilità generale del
governo ellenico.
21. Scontro ferroviario presso Vigodar-
zere a 4 km. da Padova, \ morti e 10 feritL
\J UNICA
tintura istautanca in castano e nero per
capelli e barba. — 2 solo applicazioni al
mese. Invio franco ovunque anticipando
Lire 3,75 alla Ditta ANTONIO LONGEOA — Venezia.
Chiederla a tutti i profumieri, parrucchieri e farmacisti. ====
— 490 —
22. Mllinio. — Arriva la rappvesentnnza 1. Torino. — L'on. Siilandro, a un rlcfi-
fianccsc, ciipit:n\ata da Baitliou e riclioii. viiiieiito offertot,'li dall' rniune Aiui^a cìii-a
22. Il governo iiustr.>-unj,'aiMco iiifoiina " Urnb-rto I ., nella sede del Circolo deyli Ar-
l'ambasciatore degli Stati Uniti che il Pcrs/a tisti, pronunzia un vivace discorso, noi quale
non fu affondato da un .soinmer„'iljile au- afferma che " la guida del paese in questo
striaco. La Germania aveva già escluso che momento spet'a al partito liheiale monar-
si trattas e di un sommergibile tedesco. chico: esso inizio l'unità d'Itilia, esso deve
22. Pechino. — 11 g ivenio cinese annun-
cia ufficialmente il rinvio indefinito della re-
staurazione monarchica, a causa dei disor-
dini interni.
23. l!a chiusura della sottoscrizione al
Prestito Nazionale già fissata pel 10 febbraio,
è prorogata al 1" marzo.
23. Jìoina — Arriva da Brindisi il re Ni-
cola del Montenegro col figlio Pieiro e una
piccola scorta di sol-
dati. Dopo una sosta
di poche ore ripaite
per Lione, dove la
Corte e il Governo
Montenegrino fissa-
no provvisoiiamen-
te la loro residenza,
e dove arriva la sera
dopo.
24. Londra.- La
Camera dei Comnni
aF)prova definitiva-
mente la legge per
la coscrizione dei ce-
libi, con voti 383 con-
tro 36.
24. ^/ene.— Ria-
pertura della Came-
ra. Vi sono ammessi
a prestar giuramen-
to con gli altri anche
16 deputati dell' Is-
piro albanese che
non erano stati am-
messi nella prec>-
dente legislatura
per r opposizior.e
dell'Italia.
25. Celiigne. — I
delegati del gover-
no provvisorio mon-
tenegrino firmano la capitolazione con l'Au-
stria, benché sconfessati dal Re e dai ministri
che l'hanno seguito in esilio.
, 29. Farigi. —Incursione di uno Zeppe'in
tedesco sulla cit-.tà, 13 bombe lanciate in 2 mi-
nuti, 9 case distratte, 27 morti e 32 feriti
gravi.
31. Torino. — Arrivo del ministro Salan-
dra, accolto da entusiastiche ovazioni. Rice-
vimento in Municipio dove il ministro pro-
nuncia un breve discorso.
31. Incursione notturna di Zeppelin te-
deschi in Inghilterra. Sono lanciate '220 bombo
esplosive ed incendiarie su varie città e lo-
calità d'importanza militare e industriale,
con gravi danni, .'li morti e 67 feriti.
— Commovente lettera dell'Episcopato
Belga ai vescovi della Germana e dell'Au-
stria-Ungheria.
FEBBRAIO
1. Torino. — L'on. Salandra visita 1' Uni-
versità o rivolge acelaniat;ssime paiole di
plauso per la gioventù italiana,
Arrivo di Briaud a Roma (10 febbraio 1916)
Briaud e Salmdra escono dalla stazione.
comp eria „. La sera p;irto per Genova salu-
tato da Uiia imponente dimostrazione.
1, CdKtantinopo'i. ~ .Suicidio, secondo i piii
non volontario, del pr ncipe ereditario di Tur-
chia, Jiissuf Izzfd'ii.
2. Geiiora. — Visita dell' on. Salandra sa-
lutato da calorose dimisi azioni.
2. rietrogrado. — Dimissioni di Goremikin,
presidente del Consiglio, per motivi di sa-
lute. Gli è sostituito
^turmer.
3. Ottawa. — Un
incendio, che si ri-
tiene doloso, di-
strugge il palazzo
del Parlamento ca-
nadese.
7. Un decreto !..
T. stabiii>ce 1 limiti
massimi dei divi-
dendi che possono
essere distribniii
dalle Società com-
merciali di qitalnn-
que specie dui-ante
la guerra: e tono
dell' 8% per alcune
società, del 10 per
altre.
7. Pi'sen (Boe-
mia). — La famosa
officina Skoda che
fabbrica per l'Au-
stria le grosse art^i-
glierie — e sprcial-
mente i pezzi da 305
e da 4'20 — è parzial-
mente distrutta da
un incendio, dolosa-
mente appiccato da-
gli czechi.
8. Con decreto L. T. odierno è costituita
una Comtn. centrile per il traffico marittimo.
8. Parigi. — Dimissioni di Besnard sotto-
segretario di Stato per l'aeronautica in con-
seguenza del malcontento per la insufficiente
difesa della capitale dalle incursioni degli Zep-
pelin. Non gli è nominato nessun successore
e il suo ufficio è soppresso.
10. Sono vietate la introduzione e il tran-
sito nel Regno e nelle colonie delle merci di
produzione o di origine dell'Austria-Ungheria
e della Germania.
10. Ji iiHd. — Arriva Briand. pi-esidente
del Consiglio d-'i Ministri francese, entusia-
sticamente aiolto. Alla sera banchetto uffi-
ciale alla Consulta: l'on. Sennino beve alla
" incrollabile unione „ degli Alleati.
10. Il Governo tedesco comunica agli stati
neutrali il suo proposito di trattare quind' in-
nanzi come navi combattenti le navi mercan-
tili armate di cannoni.
10. Atene. — La Camera greca approva
con 2iiG voti su 272 votanti 11 programma e
le dichiarazioni del Governo.
Sain 11(1 in e Briniul escono «lalla Galleria Borghese
rUipo la colazione ofl'erta al Ministro francese (12 febbraio 1316).
B 10. Waahìitfit-n. — TI segretario di sta*o
B il sottosejjro ario per la (ì narra si dimet-
Bono a causa delle opposizioni della iua;,'L;io-
Ban/.a parlamentare al pro<?t-tto di aiiiplia-
B*^>i^<) dell'esercito permanente americ a o.
B^ H.Roinfi. — Bancliotro all'ambasc aa di
Trancia. Importanti brindisi politici di Briaiid
1 Salandra.
12. lìomn. — Un comunicato ufficiale an-
inirioia ohe nella riunione tenuta stamani alia
Consulta fra il Presidente del Consiglio di
Francia, Briand, il ministro di Stato Bour-
peols, l'ambasciatore Barrère e i ministri Sa-
iandra e Sennino si è riconoscinta la neces-
sità di coordinare più strettamente gli sforzi
degli alleati e di riunire a tale scopo pros-
simamente a Parigi una conferenza dei rap-
presentanti politici e dei delegati militari di
tutti gli Stati alleati.
12. lioma. — Colazione offerta ai ministri
t Micesi ntd grande salone della Galleria Bor-
^e a Villa Umberto. Brindisi coi-dialissimi
li onor. Salandra e Briand.
12. Milano. — Il Comitato Milanese per
tccolta dei fondi per i bisogni della guerra,
>tatato che l fondi raccolti, 6,920,000, soii.»
i^i completamente esauriti con le eroga-
li fatte a tutto gennaio, fa un nuovo »p-
1 ai cittadini perchè rinnovino le loro
• iscrizioni. La prima lista non ufficiale
M>licata due giorni dopo dal Corriere della
I registra ofierte per oltre un milione.
13. Il Presidente Briand e la missione
gendarmeria italiana in missione in Grecia
che il governo gr.-co considera terminata la
sua missione.
14. Decreto L. T. che autorizza il seque-
sti-o dei beni mobili appartenenti a sudditi
ottoniiini.
14. Milano. — Due aeroplani austriaci ver-
so le 9 del mutino lanciano bombe sulla città:
13 morti e una quarantm.i di feriti, di cui 3
morirono più tardi.
14. Snnpierda-enft. — L'onor. Thoma's,
sottosegretario francese per le munizioni, con
una speciale missione di ufficiali superiori
francesi, visita accompa„'nato dal generale
Dallolio i principali sfabilimonti per la p:o-
duzione di materiale di guerra. Ripartono in
giornata per Torino per vi>itare pure là le
principali fabbriche militari e la sera fanno
ritorno a Parigi.
14. Arrivano in Itilia 34 auto^mbulanz-*
in^ilesi che vanno a prestar servizio alla fronte
italiana.
14. Corfìi. — Venti carabinieri ital'ani
sbarcano nell'isola, non ostante le proteste
del governo greco. Alla Camera ellenica due
giorni dopo (16 febbraio) il deputato di Corfù
pronuiicia villane parole contro l'Italia, senza
che i ministri protestino. Il governo italiano
con una nota del 18 esprime il suo vivo ri-
sentimento per l'incidente.
14. Le nane. — I ministri di Francia.
d'Inghilterra e di Russia presso il Re dei
Belgi si presentano al ministro degli Esteri
Mv^se arrivano iti zona di guerra per una del Belgio per dichiarare a nome delle tre
la al fronte italiano. Sono trattenuti a co- potenze garanti dellin<1ipendenza del Belgio
une dal Re. ch'esse non porranno rtne allo ostilità senza
13. Atene. — Il ministro greco degliyln- che II Belgio sia ristabilito nella sua indipen-
11 informa il colonnello Aulislo capo della denza e largamente indennizzato dei dani\i
wt0i0^^>ma^^
Per gli OMNIBUS dei Servizi Pubblici Automobilistici
l'HKKKHITK I.K
Gomme Piene "WALTER MARTINI,,
■WALTER MARTINY„ S«r. immh lap. !.. ».fl«ii.»0(l inlfr. unt\* - Via Verolengo, 379 - TORINO
— 4i)2 —
subiti. L'Italia e il Giappone approvano fune-
sta dichiarazione.
14. Jnr/hi'ierva. — Un proclama del Re
chiama tutti 1 celibi sotto le armi.
14. ScMnhrunn. — Re Ferdinando di Bul-
garia è ospite dell'Imperatore d'Austria.
15. Il marchese Camillo Garroni, {jià ara-
bast'iatore italiano a Costantinopoli, è rein-
tegrato nel suo primiero giade di prefetto e
contemporaneamente collocato a disposizione
del ministero dell'Interno per essere fra po-
chi giorni collocato a riposo.
15. Le tiamvie Berganio-Sarnlco e Ber-
gamo-Lovere sospendono il servizio por man-
canza di carbone.
15. Stati- Uniti. —
11 presidente Wilson
ai'oetta di riproporre
la sua candidatura
nelle prossime elezio-
ni presidenziali.
16. Decreto L. T.
che concede riduzio-
);e di dazio alia im-
portazione degli Zuc-
cheri, stabilisce un
calmiere e sottopone
a obbligo di denuncia
gli zuccheri esistenti
nel paese.
17. Un decreto L.
T. concede larghi eso-
neri di dazi e tasse
alle nuove industrie.
17. /t'orna. — Nella
causa di ditìamazione
promossa da Costun-
zo Chauvet contro
Videa Nazional". chtì
lo aveva accusato rM
aver posto il suo gior-
nale a disposizione
degli imperi centrali,
il tribunale assolve
gl'imputati per non
aver commesso il rea-
to e condanna lo
Chauvet alle spese
del giudizio.
17.11 governatore
di Fernando Po tra-
smette al governo te-
desco un telejramma dell'ex-governatore del
Camerun che informa di aver dovuto sgom-
berare la colonia.
18. Fai-iyi. — Alla Camera france.-,e è pre-
sentata una mozione per invitare il governo
a far rispettare il diritto del Parlamento di
controllo su tutte le forze nazionali. Il Mi-
nistro si opppoiie al'a discussione e la Ca-
mera aderisce con voti 394 contro 169.
21. h'onia. — il processo per le malver-
sazioni nella costruzio le del Palazzo di Giu-
stizia finisce ni'seramente in nulla, dichiaran-
dosi estinta ogni azione penale per alcuni
per la prescrizione, per altri per amnistia.
22. Il GoveiMio montenegrino dichiara che
non aprirà per nessuna ragione trattative di
pace e che i ministri rimasti nel paese non
sono stati atitorizzati a fare nessun negoziato.
22. Li.ndrri. — La Camera dei Comuni ap-
pio- a i crediti per la guerx'a di 10 miliardi
Partenza del Card. Mercier da Roma (23 feb-
braio). — Alla stazione il Cardinale si acco-
miata dal Rettore del Collegio Belga.
e mezzo. Il totale delle spese votate dal Par-
lamento britanico a questo titolo è di 5^ m.i-
liardi e 50 milioni, somma senza precedenti.
23. — Decreto che rende obbligatoria la
denuncia dell'avena e dell'orzo.
23. lioiini. — Partenza del card. Metcier
che fa ritorno alla sua diocesi di Malines.
23. Zogno (Bergamo) — Un iucetidio di-
strugge la Centrale elettrica Conti che for-
nisce da 0 a 8000 cavalli di forza ngli stabi-
limenti industriali di Monza e della finanza.
23. Valona. — Il governo italiano concede
un prestito di L.400,000 al municipio per prov-
vedere ai lavori urgenti di risanamento.
23. P i et rogi-ad: ■-
Inaugurazione della
Duma. Prima della
seduta, lo Zar recasi
a rivolgere parole
d'incoraggiamento e
di fiducia ai deputati.
23. Lisbona.— il
Portogallo requisisce
3G navi tedesche in-
ternate nel Tago.
24. Venezia. —
Trasportano ad uno
ospedale Gabriele
d'Annunzio il qua e
ritornato da una
escursione aerea, cui
aveva partecipato co-
me ufficiale ossei va-
tore, per il brusco
atterramento dell'ap-
parecchio, riporti)
una scossa violenta
che gli cagionò il par-
ziale distacco della
retina dell'occhio de-
stro. La lesione peri-
colosa lo obbliga ad
una lunga immobili-
tà. Il poeta infine
guarisce ma l'occhio
è quasi perduto.
24. Washington.—
Il px-esidente Wilson
dichiara che non ac-
consentirà mai, come
vorrebbero alcuni
fautori della Germa-
nia, a vietare ai cittadini americani di viag-
giare su piroscafi mercantili armati.
25. Gravi inondazioni in Olanda per la
grande abbondanza di neve caduta. Ad Am-
sterdam le acque salgono a 137 cm. al diso-
pra del livello normale.
26. Il Governo colloca a riposo d'ufficio
Luigi Cosenz, direttore generale del Banco
di Sicilia, e scioglie il Consiglio d'Ammini-
strazione del Banco.
26. lioina. — Arriva Essad pascià che ha
abbandonato Durazzo con le nostre truppe.
26. Cortona. — Deviamento di un treno
àitridMa militare: 21 morti, e un' ottantina
di feriti, tutti solda'l che venivano dal fronte
e andavano in " licenza invernale „.
26. Milano. — La Cassa di Risparmio delle
Provincie Lombarde fa un unovo stanziamen-
to di un milione e mezzo per i bisogni della
guerra.
l!)o
iSci (leserii (U'i Glossico. — Ciivaiiena ut-gu Mail l ir.ti.
•6. Cirenaica. — Le truppe in^'lesi scori-
no pres-o Balani, non lontano dalla fron-
i tra l'Et,'itto e la Cirenaica, le truppe
he comaiirìate da Nuri bey, fratello di
i- paso à. rimasto dopo la partenza di
>1 f ornando de^cli arabo turchi, libelli di
Mai<a. Nuri bey è ucciso.
2.1 . Dtiriizso, s^rombrata dalle truppe Ita-
iiiuie die vi si er;ino recate per prote.'pere
l'imbarco delle truppe serbe e in-uitenegi lii'^,
oltre •200,000 uomini, trasportati a Corlù, è
occnpata d.ifrli austriaci.
28. Un decreto L. T. stabilisce le attii-
bnzioni del corpo speciale italiano in Alban a
e dispone la sua dipendenza per le oper i-
r.ioni militari dal Capo di Stato Mag},'iore
dell" Esercito.
20. Zurif/o. — Finisce 11 processo contro
1 colonnelli Kyli e Wattenwyll dello Stato
MagLjiore svizzero, colpevoli di avere comu-
nicato alla Germania e all'Austria notizie
mil tari che pervenivano loro dalle potenze
i' Intesa. II Tribunale assolve i due co-
cUi ma li rinvia all'autorità militare per
i punizione disciplinare, la quale è inflitta
lorno appresso e consiste in 20 giorni di
■^ti di rigore. In seguito a tale misu-a
ilonnello E;,'li si dimette. 11 caso aveva
rato granile impressione in Svizzera e
- ilnzione provoca violente dimostrazioni,
„.._c.almente nei cantoni francesi.
MARZO
1. Jioma. — La Camera, riprendendo lo
ute. dà principio ai lavori con una im-
ente dimostrazione di solidarietà con la
rancia che lotta eroicamente a Verdun.
1. Chiusa la sottoscrizione in Italia al
terzo Prestito Nazionale. Senza lesottosori-
Kioni delle colonie; si sono raccolti due mi-
liardi e 933 milioni.
3. Roma. — Alla Camera dei Deputati
l'Immediata discussione del bilancio dej-'ll
Esteri, chiesta dai socialisti, è re-spinta con
2(>s voti contro 40 e 3 astenuti.
3. Washìtìfftoiì. — Il Senato americino rin-
via Kìne die la mozione che intendeva vietare
agli americani di imbarcarsi sulle navi mer-
Ciint li armate. Anclie la Camera dei Rappre-
sentanti, cui era stata presentati un'analoga
moziore. la respinge 1*8 marzo,
4. Il Papa in una lettera diretta al Car-
dinal Vicario Pompili in o -casione dell'im-
minente Quaresima, riassume l'opera da lui
spiegata per porre termine al conflitto eu-
r ipeo o mitigarne le conseguenze e racco-
manda le preghiere e il digiuno per ottone' e
la cessazione degl'immane tlagello.
4. liinna. — Alla Camera dei Deputati
un'altra proposta dei socialisti sull'ordine
delle di-cussioni è respinto con 223 voti,
contro 38 e uno astenuto.
4. P.fdaso (Fermo). — Stazione sulla linea
Ancona- Foggia. Scontro fra un treno via<_'
giatori e una tradatta miMtare, 12 morti e
una trentina di feriti, qu si tutti militari.
4. San Marino. — La lleg:jenza comuni'-a
al Consiglio della Repubblica che r.\nstra
rifinta di rilasciare i Sammarinesi internati
in Austria, accusandola Repilhb'ica di avere
gravemente violato la neutralità.
5. Bologna. — Congresso dei gruppi na-
zionali-liberali.
6. Decreto L. T. che porta modificazioni
e aumenti delle tariffe ferroviarie.
6. Bnma. — Alla Camera dei Deputnti,
perdurando le manovre ostruzionistiche del
socialisti che l'on. Cicco'ti qualitlea come un
sa'iiiltaggio delia guerra, il Presidente del Con-
siglio pronunzia severe parole, minacciando
di sottoporre alla Corona le risoluzioni ohe
dovrebbero essere prese. Intanto I socialisti
chiedono la verifica del numero legale e la
Camera resalta non essere in numero
7. Il Re torna improvvisamente a Roma
e ne riparie la notte successiva.
FIAT
Anche a Salonicco gli autocarri FIAT
hanno accompagnato i nostri bravi
soldati, e vanno confermando le bril-
lanti qualità dimostrate su tutti gli
altri fronti degli eserciti alleati.==
4\lì
7. lìo'vn, — A'l;\ Ciun ra (lei Fé >ntafi la
mo/.ioiitì proposta d li sofinlisii in line delhi
seduta proced'Mite, do[)o le spie;,'a!5ioiii de-
l'on. Salaudra, è rinviata a sei mesi come il
ministero chiedeva, con voti 281 contro 25 e
nn astenuo.
7. V >luiì>(. — Il generale Settimio Piacen-
tini, nominato comandanfe del corpo speciale
italiano in Albania, assume il coniando d»^lle
tiuppe.
8. Berna. — Al Consiglio Nazionale il Pre-
sidente della Confederazione, De-oppet, a
nome del Consiglio federa'e, dichiara che
ritiene i due colonnelli puniti giu-<taniente.
9. Koma. — Riunione dei deputati inter-
ventisti appartenenti a varie parti della Ca-
ricnt'a co i gravssiine perdle. In seguito a
ciò le trunpe deg i Sta i Uniti ricevono l'or-
dine di entrare nel Messio per impossessarsi
del Villa.
11. Decreto L. T. che tìssa nuove norme
per la macinazione della farina di cui fi^sa
le resa alTSó'Vo e autorizza le m.scele con
faina di riso e altri surrogati,
11. Borni. — La Giunta Generale del Bi-
lancio approva la relazione Alessio sul bi-
lancio del Tesoro 1915-16 dalla quale resulta
ctie la spesa effettiva della guerra a tutto
gennaio 1916 è di 5778 milioni.
11. Berlino. — Tvlritrimonio del Principe
Ginacchino di Prussia, figlio dell'Imperatore
con la Principessa Maria Augusta di Anhalt'^
Alessandro principe ered. di Serbia esce dalla stazione di Roma
(IG marzo 1916).
mera per esaminare l'opera del Governo.
L'on. Bissolati è incaric.ito dai onvenuti
di esporre al Presidente del Consiglio le con-
siderazioni fatte.
9. La Germania dichiara la guerra al
Portogallo.
10. Boma. — Alla Camera dei Deputati
l'on. Salandra dichiara recisamente all'on. Tu-
rati che non ci saiaimo crisi axtrapariamen-
tari. L'onorevole Arietta è eletto vicepresi-
dente della Camera.
10. Stoccolm'i. — Conferenza dei ministri
delle tre potenze scadinave neutrali. Dura
tre giorni.
10. Stati Unii!. — Una banda di ribelli
messicani com indata d il generali Villa varca
la frontiera anieiicana e assale la città di
Columbus ma è respinta dalla cavalleria ame-
13., Decreto L. T. che determinali pi*ezzo
massimo di vendita dello zucchero, all'in-
grosso e al minuto. Le fabbriche non po-
tranno venderlo più di 148 lire al quintale.
13. Boma. — Airivo di Pasic, presidenti)
dei ministri di Serb;a.
14. L'Austria rompe i rapporti diploma-
tici col Portogallo.
14. Eijitto. — Le truppe inglesi, vinta la
resistenza senussita, rioccupano Solum.
14. Washigton. — Accordo fra il governo
degli Stati Uniti e Garienza, pi-esidente del
Messico, per permettere reciprocamente alle
truppe me -sicane e nordamericane di pas-
sare la frontiera per inseguire i banditi.
15. Berlino. — Dimissioni di Von Tirpitz,
segretario di Stato per la marina.
15. Washington. — Il Parlamento ame-
4'.»:) -
22. r.r ttodeldoT.rn
annnn/ìa i-h « o n iwvatnéiite soppre-iso ii re-
ni.ne luoiimvhico e ripreso quello repub»
b;ic:i-io.
23. Roma. — L'<>ii. S;il udrà, pre«tldeiite
iIpI l'on-diflio, si reca al fronte per conferire
col U' prima di re. arsi a Parij,'» per parteci-
II ) te ìesco nel mare del Nor i, di fronte a pare alla conferenza degli Alleati.
senda. fio ehe dà origline a un lunsfo e 23. lioina. — La Camera si a^^giorni al
ispro incidente diploma Ico fra Oland.v e (ier- « aprile a ca^onj dell'assenza dei ministri
iiaiiin. Salandra e Sonnlno ohe si recano a Farl-^l.
17. Ritmi. — Alla Camera dei Deputiti 23. Il tenen'e di eumplemento di caval-
lisoorso del ministro Cavasola in difesa della l<»ri.i Gabrie e d Wnnnnzio, ò dee irato della
opria opera, accolto con uua grandiosa di- medaglia d'argento al valore per il sangue
ti ano approva a'ia unanimità mono un voto
r.iiimento dell'cseicito a 120,001) uomini.
16. linint — Arrivo del Principe Ales-
s indio principe ercd ta:io di Serlìi.i.
16. Il transathuit.co Tnhnn'iii, la n ivo
1 ili uratide e più mo teina della marina mer-
' a itile olande-e, è silurato da un sottoma-
niostrazioiie di plau-
so e di simpatia.
17. Fiirigi. - Il
; enerale Roquos de
Marselllan è noniina-
lu ministro della
L'uerra in sostituzio-
ni di (Jal ieni, dimis-
-onarlo per motivi
(li salute.
18. R Mi/i. — Par-
t ■ per una visita al
•'lite il principe
-Sandro di Serbia
iitatoentusiastica-
nte dalla popola-
ne romana. La vi-
X occupa il giorno
^'iiente.
18. Cini. — La
ovincia f'.el Kuan;.;-
mng — che ha qu si
li mdioni di abitami
— si proclama iudi-
peiiilente dalla Ee-
publ>!ica cinese.
19. Accrli ita^o-
britannici le alivi al-
1 r.gitto. L'iialia ade-
risce alla proroga dei
tribunali misti, a con
«ti/.ioieche sia noni
ito un alro ma;::
at% italiano press
I ilmnali medesimi,
t-risco pure alla
••ntuale soppres-
iie delle capitola-
ili purché siano
i.amente tutelati i
>tri interessi.
19. Torino. — SI
[jord Asquith a Konia.
Da sinistra a deatra: Bonmno • Asyrixi
SALANnKA.
freddo e l'ardimenti
dimostrati parteci-
pando volontaria-
m-nte come uttìciale
osservatore a varie
inissioni oonipiute in
territorio nem'co da
idrovolanti della K.
Marina.
24. Roma. - Par-
tono per il Quartler
Generalo anche l'on.
Snniiino e il sottose-
gretario di Stato pe."
le munizioni gen.
Dallolio.
25. Glion. Silan-
dia, Sonnlno e Dal-
lolio lasciano la zona
di guena diletti a
Pari;;!, dove arrivano
la mattina dopo ac-
oolti con entusiasti-
eie ovazioni.
25. Milano.— As-
sen.blea della Banca
Commerciale. Dopo
vivace dlscu>sione
sono rieletti a gran-
dissima ma','2Ìoran^a
i tr ! consiglieri «-he
scadevano e che era-
no stati più aspr.a-
niente attaccati, cioè
il Presidente Cesare
Mangili e i Vicepresi-
denti Federico w eli
e Otto Joel i «luall
però avevano dichia-
rato e confermano il
giorno appresso che
se rieletti non avreb-
r« la seconda sottoscrizione municipale a bero accettato la nomina alle cariche prima
ore delle famiglie dei soldati e 11 primo tenute.
rico sale a 1.104.!Si)0. La prima sottoscri- 26. Firenze. — VI Congresso dell'Unione
ne aveva fruttato 1.6%.000. Nazionale degli impiegati ferroviari.
19. Persia. — I russi entrano ad Ispahan. 26. l'arici. — Banchetto In onore del ml-
20. Parigi. — Arriva il generale Cadorna nistri italiani e dei generali Cadorna e Dal-
r pirteclpare alla conferenza militare de- lollo. Brindisi signlttcatlvl di Briand e di Sa-
Alieati. landra.
21. Parigi. - Arriva il Principe Aìessan- 28. Pariffi. — Un comunicato ufficiale sul
o di Serbia. lavori dejla Conf'-renza degli Alleati, afferma
21. Atene. - Le potenze dell' Intesa fanno l'Intiera comunanza di vedute e la solida-
passo collettivo pr..sso il governo greco rietà degli Alleati, tanto nel campo politico
"ileiulo spie-a-.H)iii sulle operazioni fatte e militare, quanto In lineilo economie») e con-
ia Grecia iieir Epiro. ferma le misure prese per realizzare l' un l.i
22. Londra. — Arrivo del generale Ca- d'azione sull'unico fr-.nte.
rna che è ricevuto in udienza da Ke Giorgio. 28. Pn-gi. — ttolenne ricevimeuto al Mtt*
— 490
nlciplo in Olio; e di Salandra, Sonni; o e Ca-
dorna.
29. Rimin. — Movimentata as^^eniblea del
Banco di Roma: il Consiijlio propone un»
nuova liduz one di 75 milioni al capitale che
<:ià l'iinno passato era stato ridotio da 200 mi-
lioni a 150.
29. l'iivi'ji. — Chiusura della Conferenza.
Briand saluta i de egati delle nazioni alleate
e a nome di tutti i-isponde l'amliasciatore
Tittoni. La sera stessa Salundia e Sonnino
ripartono per l'Italia: Cadorna si reca in
breve visita al fronte francese.
30. Eoma. — Ritoi'no dei ministri Salan-
dra e Sonnino.
30. lìpma. — As"^emblea generale ordina-
ria della Banca d' Italia la quale approva p!an-
dendo l'opera della Direzione in aiuto della
pubblica tìnaiiza.
31. Jioma. — Arriva il Primo Minif^tro in-
glese lord Asquith salutato da iinponenti di-
mostrazioni. Alla sera pranzo ntficiale alta
Consulta con brindisi dei ministri Sonn no e
Asquith.
3. Olanda. — Comunicazioni n(H<ia'i del
governi olandese e inglese calmano la po-
po'azione turbata dal panico artitìciosamenie
sollevato, a'^sifuramio che non vi sono com-
plicazioni diplomatiche fra l'Inghilterra e
r Olanda e che gli Alleati non preparano
nessun' azione ostile contro i Paesi Bassi.
4. Dimissioni da ministro della guerra del
generale Zuppelli. Gli è nominato a succes-
sore il tenente generale Paolo Morrone.
4. Deci eto L. T. che chiama a nuova vi-
sita i riformati di alcune leve.
4. Londra. — Alla Camera dei Comuni il
Cancelliere dello Scacchiere nel'a esposizione
tiiianziaria annuncia che il debito pubblico
del Regno Unito è salito a 54 miliardi e mezzo
e fra un anno toccherà gli «« miliardi ; che
il getto delle imposte, in grafia delle nuove
tasse, dovrà crescere di oltre quattro miliardi
air anno.
5. Ruma. — Il Governo decide di antici-
pare la discussione del bilancio degli Atla; i
Esteri.
5. Loiidia — La Camera di Oommer, io
Roma. — A Villa Savoia, 24 aprile 1916. — Accampamento
di Giovani Esploratori.
APRILE
1. Roma. — Visita di lord Asquith al Pon-
tefice. Più tardi, ricevimento solenne in Cam-
pidoglio in onore del Primo Minis ro inglese
che vi pronuncia un eloquente discorso.
2. Roma. — Banchetto offerto dal Piesi-
dente Salandra a lord Asquith : solenni ed
alte parole dei due ministri. Dopo il pranzo
il Primo Ministro ingles-e ta una rapidissima
corsa a Tivoli per vedere la calcata del-
l'Aniene e Villa Adriana: quindi parte ria
Roma salutato da una imponente manifesta-
zione.
3. Lord Asquilh giunge a Udine per una
visita al fronte italiano: è ricevuto dal Re.
3. Alta Vai Caniunicd. — Una valanga presso
al lago d'Arno travolge una caserma: circa
70 soldati morti e altrettanti feriti.
dopo oreve discussione, approva le r.u:;ve
tasse proposte dal Governo.
6. Berlino. — lì Consiglio Federale del-
1 Impero adotta un progetto di legge per
l'anticipazione legale dell'oia durante Mestate
del 1916.
7. Dimissioni del ten. generale Elia da
da sottosegretario per la guerra, al quale
posto è Invece chiamato il tenente generale
Vittorio Alfleii.
7. Con decreto L. T. gli stabilimenti me-
tallurgici italiani sono posti per tutta la du-
rata della guerra sotto il controllo governa-
tivo.
12. Roma. — Alla Camera, a proposito della
questione del rincaro del solfato di rame, un
ordine del giorno ikhi aec^^ttato dal Governo ò
respinto con voti 204 contro 41 e un astenuto.
13. Roma. — Alla Camera, un ordine del
q;^^^ t^^«^4/^ gandolfo
\Ji.drKJ M.KJ%JLa.\\J tmi."Iodobrom„
(Nuova formola DE MENZI)
Il miglior depurativo dell'organismo e del sangue.
NAPOLI - Ditta G. SERBALE - Largo S. Domenico Magg., 1" - NAPOLI (leggere Vita pratica). '
piorno à pr<»posito della tutela deglMmpfe-
v.itì privati in temjìo di guerra, non accettato
i: Governo, è respinto con voti •^;>4 contro
>> 4 astenuti.
16. lioma. — La Camera, dopo tin di-
scorso dell' on. 8onnino, vota un ordine del
piomo che approva le dichiarazioni del Go-
^rno sulla politica estera, con voti 362 con-
■ 36 e un astenuto. Quindi si aggiorna sino
t'. giU}.'no.
16. Milrtnn. — Un impiegato ferrovl.Trio,
-are Inple*;i, fu?ge dopo aver ruba'o alla
i/.one Feiroviuiia .^44.000 lire. È poi. dopo
•hi giorni, arrestato in Svizzera, ma lasom-
! non è ritrovata.
16. Sofia. — Attentato fullifo contro Ra-
-lavoft", presidente del Consiglio bul^'aro.
chiari immedintamente l' abbandono dei snol
metodi presenti di )?«erra n>»rittlm». La nota
che contiene questa di -hiararione fu presen-
tata il giorno precedente.
21. Vetìeeia. - Dinanzi al Tribunale Mi-
litare ha fine 11 processo per l'assassinio a
soopo di furto dell'impiegato ferroviario Ma-
rio Conte, commesso II 29 marzo alla stazione
di "Venezia. L'omicida Eiloard«»P<.llosel è con-
dannato alla pena di morte medianu- la lucl-
lazione nella schiena, altri tre imputati a IS
e 20 anni di reclusione. Il Pollesel ottiene poi
la grazia 'Sovrana, e la pena di morto è com-
mutala nell'ergastolo.
21. Una nave ausiliare tedesca, masche-
rata da nave norvegese, tenta di sborcare
armi e munizioni sulla costa d'Irlanda. La
)
La iusurrezioue di Dublino. — Le rovine
del Palazzo della Posta e dell' Uòtel Métropule.
17. Messaggio di simpatia per le nazioni
alleate, sottoscritto daoltie 500 fra 1 più il-
lustri cittadini degli Stati Uniti.
18. Fariyi. — La Camera Francese ap-
prova la legge che autorizza il governo a
modificare con decreto l'ora legale: questo
allo scopo di anticipare l'ora medesima di
cu minuti durante l'estate.
18. Lishona. — Grave incendio, forse do-
', nell'Arsenale.
19. Roma. — In un'adunanza promossa
"on. Magciorino Ferraris, dall' on. Gal-
_,'a o dell' on. Canepa e lìresleduta dal-
I. Luzzattì si costitnlsce un Comitato aii-
italiauo allo scopo di intensilicare I rap-
r| economici fra l'Italia e l'Inghilterra.
19. New-York. — La polizia americana
i sta il luogotenente WolfT \on Igei, ad-
to. all'ambasciata germanica e sequestra
umenti che provano la partecipazione dei
zionnri dell'ambasciata stessa a numerosi
ntati turroristici commessi agli Stati Uniti.
20. Wufhiugton. — lì Presidente WlLson
ì'',:giì al Congresso il suo nie3sa;:gio sulle re-
I /..oni con la Germania a proposito della
rra con 1 sotnmerglbill. Dichiara che II
erno americano rompe) à i rapporti di-
iiiatici con la Germania be questa non di-
i.ave è afifondata e l'equipaggio fatto prigio-
niero; intanto un sommergibile tedescosbarca
presso Tralee alcuni irlandesi che dovreb-
bero capitanare la imminente rivolta, ma
sono quiisi tutti arrestati, compreso il loro
duce, Ruggero Casement, già agente conso-
lare britannico in Africa.
23. Bologna. — Il Congr. Naz. d( 1 Maestri
approva con v. 7333 contro 3C48 un ordine
del giorno che accetta le dimissioni della
Commissione Esecutiva, compreso 11 presi-
dente on. Soglia, ritenendo eh" esso non ab-
bia compiuto nei riguardi della guerra quello
che la maggioranza avrebbe desiderato.
23. Lilla. — Un Incendio distrugge 11 Pa-
lazzo di Città e gran parte delle preziose col-
lezioni cho vi erano contenute.
24. Dullitio. - Scoppia un'insurrezione,
organizzata dal Sinn Feinet-s I quali s' impa-
droniscono di gran parte della città e resi-
stano vari giorni alle truppe che li hanno eh*
rondati. Altri tentativi insurrezionali scop-
piano in vari luoghi dell'isola, speoialmeiite
nelle contee occidentali, ma sono pronta-
mente repressi.
27. Fifigi. — Conferenza Interparlamen-
tare economica degli stati alleati.
27. Il goviruu Inglese pi-uu.ama la Irg^;»
33
498 —
marziale in tutta l'IrVindn, e a leprimere
r iiisurrezione vi manda con pieni poteri il
generale Maxwell.
28. Madriil.- Convenzione llalo-spagnuola
con la quale 1' Italia rinunzia al regime delle
capitolazioni nella zona d':nllueuza spagnuola
nel Marocco.
29. Un decreto L. T. autorizza le rappre-
saglie a carico dei sudditi di stati nemici.
29. Milano. — Il Consiglio d'Araministra-
zlone della Banca Commerciale Italiana elegge
presidente il sonatore Luigi Ganzi e vicepre-
sidente ring. Cesare Saldini.
30. Largo movimento di prefetti trasfe-
riti, collocati a disposizione o a riposo.
30. Dublino. — il governo provvisorio dei
rivoltosi, capitanato da Pear-e, presidente
della effimera repubblica irlandese e Con-
noUy, comandante militare delle for^e re-
pubblicane di Dublino, delibera la resa in-
condizionata. La libellione nella sola Dublino
ha costato 188 vittime, cioè 66 soldati e 122
insorti 0 borghesi.
MAGGIO
1. Un decreto L. T. concede garanzie agli
impiegati privati richiamati sotto le armi.
1. La giornata odierna passa tranquillis-
sima in tutta Italia.
1. Berlino. — Gravissimi disordini con di-
mostx-azioni conti o la guerra, disperse dalla
pulizia. Numerosi arresti, fra i quali quello
del deputato Liebknecht.
2. Altro decreto L. T. che obbliga al ser-
vizio militare tutti i medici sino al 40» anno
di età, chiamando a nuova visita a ohe quelli
riformati nelle precedenti leve.
2. Bucarest. — Il Sindacato romeno dei
proprietari di molini delibera di vendere al-
l'Inghiltena per 15 milioni tutta la farina
disponibile per l'esportazione, rifiutando le
oderte tedesche.
3. Londra. — La Camera inglese approva
in prima lettura il progetto di legge per la
C()scri7:ione, estesa a tutti i maschi dai 18 ai
41 anni.
3. Londra. — Alla Camera dei Comuni, il
Segretario di Stato per l'Irlanda Birreil ohe
occupava quella carica da un decennio, an-
nunzia di essersi dimesso, confessando con
dignità di avere errato non apprezzando a
sufficienza la gravità dell'agitazione dei Sinn
Feiners.
3. Dublino. — La Corte Marziale condan-
na a morte Pearse, presidente della repub-
blica irlandese e altri insorti, i quali sono
fucilati.
3. Pietrogrado. — Il generale Sukomlinoff,
già ministro russo della guerra, accusato di
abuso di potere, di negligenza e di alto tra-
dimento, è arrestato.
4. Venezia. — Breve visita dell'on. Salan-
dra 11 qnale in mnnciplo pronuncia un di-
scorso nel quale liconos e le angustie della
città e pieannuneia provvedimenti. Arrivato
in lancia-automobile, riparte la sera stessa
in dirigibile.
4. Cirenaica. — Le nostre truppe occupano
Marsa Moresa e il giorno appresso Porto Bar-
dia (Burgi Suleiman , due punti sulla costa
Marmarica verso il confine egiziano che erano
centri di rifornirne ito per i somn:ergibili ne-
mici e di conti abbando verso l' interno.
4. 11 governo tedesco lisponde al governo
americano di aver dato istiu/.i' ni alle forze
navali tedesche che anche dentro la zona di
guerra marittima noi siano allondate navi
mercantili senza preavviso e salvataggio delie
vite umane, ma invita gli Stati Uniti a rin-
novare le pressioni sull' Inghilterra perchè
sia ristabilita la libertà dei mari, minaccian>io
ove non riuscissero di riprendere la sua li-
bertà d'azione.
5. 11 Principe di Galles, reduce da un
viaggio in Egitto, fa una visita al fronte ita-
liano: riparte il 9 direttamente per l'Inghil-
terra.
5. Genova. — Discorso politico dell'ono-
revole Bi^rzilai che rievoca le origini e le fina-
lità della guerra attuale.
8. Londra. — La Camera dei Comuni ap-
prova l'anticipo dell'ora legale per l'estate
a cominciare dal 21 magjiio. Questa stessa
proposta era stata fatta otto anni fa da un
deputato nazionalista, William Willett, e ac-
colta con derisione.
9. Londra. — Alla Camera dei Comuni
lord Asquith dichiarai non ritenere oppor-
tuno di applicare all'Irlanda la legge sulla
coscrizione.
9. Berlino. — Dimissioni di Delbrùck, se-
gretario di stato per l'interno, che d oonsi
imposte dall'imperatore in seguito ai disor-
dini di Berlino.
9. Il governo americano risponde al go-
verno tedesco ctie accetta l' impegno preso
dalla Germania di muditìcare la sua politica
sottomarina ma che non può ammettere che
quest'iVope^no d penda comunque dalle tiat-
tative fra l'America e il governo britannico.
10. 1 ÌKtrogrado. — Un comunicato uffi-
cioso annunzia che il Presidente del Consi-
glio serbo Pasic nel suo recente viaggio in
Italia è riuscito a raggiungere un accordo
fra le x'ivendieazioni dell'Italia e le aspira-
zioni della Serbia.
11. Londra. — » Alla Camera dei Lordi è
approvala una mozione che esprime il pro-
fondo malcontento della Camera per gli af-
fari dell'Irlanda.
12. Dublin >. — Proseguono le fucilazioni
in Irlanda dei rivoltosi. Oggi è giustiziato,
fra altri, James ConnoUy che fu comandante
generale dei ribelli.
13. Roma, — Arriva il ministro francese
Siero lodato
Artrltlsmo, reumatismo, sotta, arte-
riosclerosi, ecc. — Gratis opuscolo. —
= GANDOLFO =
Marca " lodobrom „
(Nuova forinola I>E HENZI)
Ditta G. SEKSALE, Largo S. Domenico Magg. 17.
NAPOLI
(leggere Vita pratica).
— 499
<\p] commerclD Clémentel ed ha Innubi col-
lo ^ui oon i ministri italiani.
13. Aonain. — In seguito alla solleva-
ne de>la città di Kiian^-ngai facilmente re-
e-!sa dalle truppe traneesi, il governatore
libralo dell' Iuilocin;i destituisce il re iJay-
1 e nomina in suo luo;,'o il tìglio primo^e-
: > Dongkhang che sale al trono il lbm:'g'^io.
14. 11 generale Morrone, ministro delia
Olia e il generale Porro. s(ittoc:ipo di stato
;,'^ioie, sono nominati Senatori.
16. RoiH'i. — Paiten/.a del ministro fran-
-e del corame; ciò, Clémentel.
17. K annunziata una n-iova emissione
buoni del Tesoro con scadenza di tre e
cinque anni, all'interesse del S'o-
17. Fortissimo scoss» di tarremo^o sulla
^'^a adriatica. Danni lilevaiiM a liimini ipiii
UKM) case danneggiale), a Pesaro, ad Au-
la, a Cesena.
17. Lomha. - La
miera dei Comuni
prova in terza let-
la il progetto del
vizio militare ob-
_'atorio.
17. Addia Aheba
vbissiniaj. — Nella
Ite ignoti BRgies-
li attaccano la Le-
gazione italiana a fu-
cilate. Alla mattina
Ligg -lassù si reca in
persona accompa-
gnato dai suoi mini-
stri dal ministro d'I-
talia C Ili di F>li/.za-
no a esprimere il suo
rammarico.
19. È istituita 1 !
carica di ispettoi<
straordinario dell'e-
sercito, per la durata
della guerra e con
rango di comandante
d' armata. Tale uffl-
II Principe di Conuaught esce dall' aniba-
sciata Britauuica » Roma per recarsi al
Quirinale.
23. Affrica Centrale. — Un» colonna di
truppe britanniche, sotto gli ordini d»-! oo-
lonnello Kelly, «configge 11 Sultano del Dar-for,
Ali Dinar, ohe da qualche tempo aveva as-
sunto un contegno minaccioso verso il governo
del Sudan e aveva accuniulato truppe sulla
frontiera del Cordoian. Le truppe Inglesi occu-
pano la citta di E!-Fasher, il sultano è ;n fuk-a.
24. Compiendo l'anno dalla nostra dicliia-
razione di guerra. 11 Ile dirige un ordine di l
giorno all'esercito e nll'armat.!. In tatto le
città d'Italia, dimostrazioni e cerimouie pa-
triottiche.
24. Reggio Emili». — Una dlmosti azione
popolare al canto degli inni patriottici, per
l'anniversario della dichiarazione di guerra,
issa la bandiera tricolore dal bilcone del
municipio socialista.
24. 11 Ke Nicola del Montenegro con una
lettera al presidente
del Consiglio Rado-
vio sconfessa il figlio
Mirko che si sarebbe
recato a Vienna per
curarsi e i ministri ri-
masti nel Montene-
gro e che nou hanno
autorità di parlare
per il governo.
24. Messico. - 11
governo del gen. Car-
ranza chiede con nota
utficiale * per l'ulti-
ma volta . al governo
degli Stati Uniti l'im-
mediato ritiro delle
truppe americana dal
territorio messicano
e manda contempo-
raneamente 3 0,0 00
uomini alla frontiera
americana.
25. Decreto L. T.
che dalla mezzanotte
del 3 giugno fino a
nuova disposizione
ciò è dato con decreto del 21 successivo al anticipa di 60 minuti l'ora legale,
generale Fiorenzo Aliprindi. 25. i?o«m. — All'ambasciata d'Inghilterra
19. Una missione francese, composta del II Principe di Connanght, cugino del Ke Glor-
doputati Barthou e Barrès, del sen. Pichon
e di Giuseppe Reinach H'o'uhe). dopo aver
visitato tutto il fronte italiano e la difesa an-
tiaerea di Venezia, fa ritorno in Francia.
19. Biella. — Grandissima frana nell'alta
valle del Cervo. La strada ])rovinciale e l.i
t-rrovia Biella-Balme sono distrutte; sei co-
muni sono completamente bloccati. ,
20. Un decreto L. T. aumenta le tariffe
e impone alcune sovra'tas-e sui trasporti fer-
roviarie.
21. Un decreto L. T. stabilisco d «posi-
zioni eccezionali per gli scrutini e per gì
e^ami delle due sessioni del 1916 nelle scuole
medie.
21. Bn-lino. — La Germania nomina <?iV^/-
toì-e per i viveri. Von Baiocki. già presidente
della Prus.sia O.ientale. Helfferich da mini-
stro del Ti «oro passa ministro dell' Interno.
22. T-ipnhiatia. — Le truppe italiane
rioo<-upano Znnra e fugano i ribelli die nii-
nnociavano qn>lla nopolaziouo riinastu iedele
»1 dominio italiano.
gio. distribuisce di sua mano delle alte ono-
rificenze a molti ufficiali della maiina italiana
che si distinsero nel salvataggio dell'esercito
serbo.
25. Tnghilterra. — Re Giorgio, sanzionando
la nuova legge della coscrizione militare, di-
rige un messaggio al popolo inglese lodan-
dolo per il patriottismo e l' abnegazione, in
grazia de' quali dal principio dellt» guerra
furono arruolati 5.041,000 volontari.
26. Le truppe bulgare, con riparti tede-
schi, varcano la frontiera greca ed entrano
in Ma.-edonia, occupano il forte di Rupel e
Demir-Hissir e minacciano da una parto
Seres, dall' alti a Cavala. Il governo grjco pro-
testa ma non troppo.
27. Si annunziano conclusi gli accordi
anglo-francesi per fornire la Francia di uar>
bone a prezzi ragionevoli.
29. I^ieti o^railo. — Il N'toié Vrrtnia pub-
blica che il pre.sidente del Consiglio serbo,
Paslc, In un collo (uio poi tlco avrebbe an-
uimziato l'aouurdu dell' iulla • dalla Serbif
^ 500 -
nella questione adriatica, poiché la Serb'a
riconosce l'egemonia dell' It.illa nell'Adrlu-
tico e si contenta di av^re in questo mare
uno sbocco per ragioni economiche, uon un
porto militare.
Il Principe ereditario fregia della medaslia
d'oro la bandiera dei Giovani Esploratori
di Verona. -^ Roma, 28 maggio 1916.
31. Il ministro del Tesoro diminuisce ni
5% lo sconto legale e l'interesse sulle anti-
cipazioni.
31. Il ministro inglese del commercio,
Knnciman, si ammala, cede provvisoriamente
l'ufficio a un collega e fa annunziare che do-
vrà rinviare la progettata visita in Italia.
GIUGNO
1. Torino. — Arrivo della delegazione
parlamentare russa, che qui fa la prima tappa
del suo giro in Italia.
2. Decreto L. T. che rende obbligatoria
la denuncia della produzione e delle vendite
del grano.
2. Sono istituiti un distintivo speciale per
i mutilati della presetite guerra e altro di-
stintivo per tutti coloro che hanno soppor-
tato fatiche di guerra nell'attuale campagna.
3. Alla mezzanotte in tutta Italia l'ora
legale viene anticipata di 60 minuti.
3. Un decreto L. T. stabilisce che potrà
essere vietata durante la presente guerra la
introduzione nel Regno di determinate merci
ingombranti o destinate a usi di lusso o vo-
luttuarie.
3. Salonicco. — Gli Alleati si impadroni-
scono dei pubblici servizi e proclamano lo
stato d' assedio nella parte della Macedonia
da essi occupata.
5. Rottia. — Arrivo della missione russa.
5. La nave inglese Hampshire che tra-
sportava ad Arcaigelo in Eussia lord K t-
chener, ministro deila guerra, col suo Stato
Maggiore, è all'ondata da una mina ad ovest
delle isole Orkney (a nord della Scozia). Il
ministro, e tutti i componenti il suo sfguito
e quasi tutto l'equipaggio (meno 12 persone)
perii^oouo nelle ondo.
5. Berlino. — Al Reichstag 11 cancelliere
Bethmann - Hollweg pronunzia una appas-
sionata autodifesa delle accuse mossegli da
vari partiti.
5. rechino. — Muore Yuan-shi-kay, pre-
sidente della Repubblica cinese.
6. Grecia. — (ìli Alleati, per eser-
citare una pressione sul governo elle-
nico, bloccano 1 porti della Grecia e
impediscono tutta la navigazione mer-
cantilo.
6. Pechino. — Li-yuan-hung, vice-
presidente della Repubblica cinese, è
eletto presidente provvisorio.
7. H^ma. — Alla Camera il trattamento
degli internati dà occasione a una tumultuosa
discussione. Scenate provocate dai socialisti.
Una mozione dell' on. Turati non ai-c:-ttata
dal governo è respinta con voti 216 conti o
45 e 13 astenuti.
7. Roma. — La missione parlamentaie
russa è solennemente ricevuta alla Camera.
7. Copenaghen. — Sciopero genera'e cui
partecipano 120,000 operai, poi altri 80,000.
Tutte le industrio e tutti i servizi, meno le
ferrovie sono colpiti.
8. Un deci eto L. T. raddoppia dal 1" lu-
glio la tassa del centesimo di guerra ed au-
menta alcune tasse di bollo e le tasse sui
pacchi postali.
8. Parigi. — La Camera approva il pro-
getto, già approvato dal Senato, per 1' anti-
cipazione dell'ora h^f^ale dalla notte dal 14
al 15 giugno sino al 1" ottobre.
Ll-TUAN-HUNG
nuovo presidente della Repubblica Cinese,
8. Berlino. — Il Reichstag approva i nuovi
crediti di guerra per 12 miliardi.
9. Poma. — Alla Camera gì' intrighi oc-
culti parlamenlari fomentano la s gn^ta op-
posizione al governo, il bilancio dell' interno
- 501
approvato Ieri per alzata e seduta, è votato
o><f?i per Scrutinio segreto, ed è ancora up-
provato ma con 120 voti contrari e soli lyi
lavorevoli.
9. Arabi,,. — Il Grande Sceriflfo della
Mecc^ III-,), lama rindipeudenza d"gli arabi
16. Forte terremoto a Rlmlnl, Cenena •
Forlì.
17. Budapest. — Alla Ciimera ungherese
11 presidente del Oonsi);lio Tisza rispon<lendo
al conte Apponyt conferma che dopo la guerra
lit posi/.loua dell" Ungheria nella monarchia
dualistica, dopo i servigi resi,
dovrà esserti valutato in ben
a;tro modo.
18. L'on. Il selli che già dal
pr.mo giorno dtjjlacrisi lavorava
a costituire il nuovo (;a^>ii)etto,
ne riceve dal Ke T incarico ulR-
ciale.
19. È costituito il nuovo Mi-
nistero nazionale, di cui tiono
la presidenza l'on.Boselli, senza
portafogli. Sono costituiti due
nuovi ministeri, per la durata
della guerra: Tiuaporti maritti-
mi e ferroviari, staccati dai La-
vori Pubblici e Industria, Com-
mercio e Lavoro, staccati dal-
l'^Sf/-iVo/<M> a. Restano al loro
posto tre ministri, gli ou. Son-
ni no, Morrone e Corsi, rispet-
tivamente titolaci degli Affari
Est», i, della Guerra e della .l/a-
rina; ed anche l'on. Orlando
che nel precedente ministero
.la domMiazlone ottomana. Le su"' truppe era alla Grazia e Giustizia e in questo passa
cup;ir.o rapidamente la Mecca, Geddah e M'Ltterno. Vi son poi (luattro ministri senza
aif. facendone prigionieri i presidi. portafogli (oltre il Presidente), cioè Bianchi
10. Mom'i. — Alla Camera una coalizione (Leonardo), Bissolati, Comandinl e S«-iiiloia.
non di partiti ma di persone, nella votazione In tutto sono 19 ministri. Lssi prestauo ijlu-
La Missione Russa a Roma,
membri della Missione (il primo a sinistra è il Vice-
[>realdente della Duma) depongono una corona di fiori alla
I del monumento di Garibaldi sul Qlanicolu.
di un ordine del giorno di fiducia nel go
verno, pone in m inora n a il Ministero con
l'.KS voti contrari, 158 favorevoli e 2 astenuti.
Dopo di ohe la Camera vota l'esercizio prov-
visorio dei bilanci per un solo mese, anzi cho
per sei come chiedeva il governo.
12. 11 He arriva a Roma chiamato dalla
crisi ministeriale. Riceve subito l'on. Salandi a
che gli presenta le dimissioni del gabinetto.
12. lioDt <. — Alla Camera l'on. Salandia
a iiiunzia le dimissioni del Ministero. La se-
duta e leva a dopo non degne scenate pro-
vocate dai socialisti.
13. Koimi. — Il Senato approva senza
discnssione il progetto di ley;,'e sull'esercizio
provvisorio dei bilanci.
14. l'ariyi. — È aperta la Conferenza ec'-
iiomica dei delegati delle potenze alleate.
14. Atene. — Tumulti popolari contro lu
potenze dell'Intesa e le loro legaziojii, con
il concorso della polizia e la complicità del
Governo.
15. Rornn. — Una riunione di senatori
afferma il diritto del Senato a una più attiva
:ùirtecipazione ai lavori parlamentari.
rameuto oggi stesso.
19. S. M. il Re riparte per il campo.
19. L'on. Boselli come suo primo atto
assumendo la presidenza del Consiglio manda
un tele;;ramma di saluto fidente al generala
Cadorna.
TALMANE
Ab bATre
— 502
21. Parigi. — La Ccnferenza economica cordate per non osservare più la dichiara-
cbiude i suoi lavori pv( .sentando al'ap[) o-
vazione dei governi alle. .ti un grnpfio di
misuro per il tempo della guerra e di altre
sia transitorie per il periodo della ricostitu-
zione comnieroiale. iudustiiale, agricola e
marittima degli Stati alleati, sia permanenti
di aiuto reciproco e di collaborazione.
21. Atene. — I rappresentanti dele tre
potenze protettrici, Francia, Inghilteria e
Kussia, chiedono al governo ellen co la im-
mediata smot)ilizzazione, le dimissioni del
gabinetto Skuludis, lo scioglimento della Ca-
mera, la sostituzione
di alcuni funzionari.
L'Italia si associa alle ^-
]ichieste dei suoi al-
leati, estendendo la
domanda della smo-
bilitazione all'Alba-
nia in quella p.irte
che è stata occupata
dai greci. Una squa-
dra delle tloite allea-
te incrocia davanti al
Pireo per appoggiare
l'azione diplomatica.
21. Atene. - Il
ministero Skulitdis si
dimette. 11 Re accetta
le dimissioni e inca-
rica di comporre il
nuovo ministero Zai-
mis il quale comuni-
ca ai rappresentanti
delle quattro potenze
Alleate che la Grecia
accede alle loro ri-
chieste.
21. Messico. —
Combattimento fra la
cavalleria americana
e le truppe americane
a Garrizal. Il gene-
rale messicano Go-
mez resta ucciso.
22, Decreto Reale
che istituisce per la
durata della guerra
i nuovi ministeri dei
Trasporti ferroviari e
marittimi e dell' In-
dustria, Commercio e
Lavoro.
22. Nomina dei nuovi sottosegretari di
stato.
22. Atene. — Zaimis costituisce il nuovo
ministro che si presenta essenzialmente come
un ministero d' affari.
24. A/eìf^. — Il presidente Zaimis con-
ferma al ministro d'Italia che la Grecia met-
terà il suo esercito sul piede di pace anche
nell'Epiro settentrionale.
26. Rmia. — In Consiglio dèi Ministri il
presidente Boselli consegna con acconcie pa-
role all'on. Bissolati la medaglia al valor mi-
litare recentemente conferitagli.
28. Hiima. — Alla Carne, a dopo entusia-
stiche dimostrazioni all'esercito l'on. Boselji
espone il programma del nuovo ministero.
28. Il governo inglese dichiara in Parla-
mento che Francia e Inghilterra si sono ac-
II nuovo Presidente del Consiglio, on. Boselli
esce da casa sua.
ziou'? di Londra che regola il diritto di preda
in mare.
28. Berlino. — Il Tribunale Militare con-
danna il deputato socialista Liebknecht per
le dimostrazioni del 1° maggio da lui pro-
vocate e capitanale a 2 anni e G mesi di re-
clusione.
29. Londra. — Il cospiratore irlandese Ca-
sement è condannato alla morte per imijicca-
gione. È giustiziato il 3 agosto.
29. Atene. — Il Giornale Ufficiale pub-
blica il decreto di smobilitazione generale.
LUGLIO
1. Itoma. — La
Camera approva con
voti 3'Jl contro 45 le
dichiarazioni del Go-
verno, dopo violenti
scenate provocate da
nn'ofle.sa all'esercito
lanciata da un depu-
tato socialista.
2. Roma. — La Ca-
mera vota a grandis-
sima maggioranza
l'esercizio provviso-
rio dei bilanci sino al
31 dicembre, quindi
prende le vacanze.
2. Piefrogrado. —
La Duma approva la
legge che accorda ai
contadini della Rus-
sia tutti i diritti ci-
vili.
3. Spezia. — Pres-
so il porto esplodono,
si crede per dolo, tre
carri ferroviari cari-
chi di esplosivi. Al-
cune centinaia di vit-
time fra soldati e
borghesi.
3. Pietrogrado. —
Convenz. russo-giap-
ponese per una co-
mune azione politica
in Estremo Oriente.
4. Casleltermini
(Girgenti). — Scoppio
di grisou nelle mi-
niere Serralunga e Cozzodisi. Circa un cen-
tinaio di morti.
5. Il conte Giangiacomo Della Somaglia
è riconfermato, con decreto L. T., nella ca-
rica di presidente generale della Croce Rossa
Italiana.
5. lioìiia. — Il Senato vota all'unanimità
un ordine del giorno di fiducia nel governo,
dopo che l'on. Carcano ];a fatto dichiarazioni
rass curanti sull'aumento dell'entrate, sen/a
tacere al tempo stesso che le spese di guerra
che inizialmente erano di 450 milioni al mese,
sono oggi salite ad 800 milioni e non è da
escludersi che presto superino il miliardo.
Quindi il SiMiato aporova l'esercizio provvi-
sorio fino al 31 dicembre e prende le va-
canze. La seduta, durata 5 ore, è la più lunga
seduta del Senato che si x-icordi.
503
e. Pfflinn. — Un'ordlnanr.a dol Cancel-
liere dell' imiero documenta (.-lie nella gue' ra
italo-turoa (1911-12), non o^taute ohe la tii-
ice alleanza fonse in viu'ore, utiiciuli tede-
hi servivano ne resero. tu e nella marina
turca e presMO parto alla guerra.
9. Di e eto L. T. elie nomina una coiu-
niissioue iìicari.ata di determinare 1 prezzi
massimi ai quali deve ess'T venduto il gaz
illumiiiante nelle vario id.tà d'itilia.
9. Veneza. — In piazza S. .Marco sono
solennemente con*;ey::a'e le inediglie al va-
lore a sette aviulon italiani o traticesi. Fra
i primi è compreso Gabriele d'Annunzio.
9. Con decreto luogotenen/iae è confe-
rita la m!da}:lia d'ar<,'eiito dei benemerai
della salute pubblica a tre dame della Croce
Kossa perite mentre a! tendevano, con am-j-
rosa sollecitudine, all'assisten/a dei soldati
ammalali e feriti. Le tro generoso vittime
del dovere sono Luisa dei prinoipi Corsini
Mata Fenzi, Bianca di Prampero (figlia del
Benatore) ed Eugenia Guy.
9. Parigi. — Al Sen;ito, dopo lunga di-
scussione segreta durata sei giorni e una
breve seduta pubSdica, un ordine del giorno
' di piena fiducia nel Governo è approvato quasi
•alla unanimità, con voti 251 fav. e G coatro.
10. Un violento uragano devjusta Wiener-
Neustadt (pi esso Vienna); 39 morti e più di
cento feriri.
10. Il sommergibile tedesco Deu! schland ,
con un carico di 1000 tonn. di materie co-
loranti e medicinali, e la valigia postale, par-
tito da Helgoland il 23 giugno, arriva u Nor-
folk sulle coste del Virginia.
10. Buevot Aire-''. — Un anarcbico tira
un colpo di rivoltella contro il presidente
della RepubMica che resta illeso.
12. ì'ene^i'i. — Un incendio distrugge com-
pletamente l Hotel (ìes I ains, il più grande e
il più lussuoso degli alberghi del Lido.
12. IWnto. — Il deputato della città, dot-
tor Cesare Ballisti, che combatteva come
tenente degli alpini nell'esercito italiano per
la liberazione della sua patria, caduto pri-
gioniero de,'li austriaci in Vallars* il 10, è
tradotto a Trento, sottoposto a processo som-
mario e condannato alla impiccagione. La
s<'ntenza è eseguita oggi nelle fosse del Ca-
stelltn La notizia non è conosciuta in Italia
che il 18, suscitando compianto e indigna-
zione enorme.
14. La (ìermania proibisce alle banche di
eiTettuare pagamenti a cittalini italiani e so-
spende le pens oni op' raie dovute a italiani.
14. J'anyi. — La festa nazionale ò cele-
brata con entusiastno (iignitoso. A una grande
rivista militare partecipano le ranpresentanzo
di tutti gli eserciti che combattono sul ter-
ritorio francese.
14. At«ne. — Un Incendio dlstrufr^e la re-
sidenze leale di Ta oi e circa 10,000 ettari
di bo.soo. il re Costantino si salva a stento,
ferito a un piede: ma alcuni ufficiali del suo
seguito restano carb mizzati.
15. Il governo italiano, in seguito alla so-
s.^ensione del pa,'araenti delle pensioni agli
opo. ai italiani, annunzia che provvedera esso
al i>agamento delle somme dovute ai ti olari.
15. l'ietrofjralo. — Accordo russo -svedese
per il collegamento delle fenovie dei aue
p.iesi con la costruzione di un pome sul
fiume Tornea. La Germania vi si era oppo-
sta con ogni arte.
15. \Vashin,jion. — Il Dipartimento di Stato
dichiara che considerali ."-ottomarino Urutsch-
lau'l come nave mercantile.
15. WashiinitO't. — Il presidente accetta la
proposta del gen. Carranza di deferire a una
commissione arbitrale di tre americani e tre
messic:ini tutte le questioni pendenti fra gli
Stati Uniti e il Messico.
18. Una nota u liciale del governo ita-
liano dimostra come la Germania abbia ri-
corso ad atti di evidente ostilità verso l'It i-
lia e ribatte i sofismi e le false atTermazioni
dell' utficiosa Agenzia Woltf.
19. Decreto L. T. che estendo a tutti gli
stati nemici o alleati di stati nemici (intendi
alla Germania) le disposizioni del decreto 2 4
giugno 191.') col quale si autorizza il governo
a enianaie provvedimenti di rappresaglie.
23. Decreto L. T. che fissa norme più
precise e restrittive per il passaggio della
frontiera da e per l'Italia durante lo stato
di guerra.
23. Pi«trojrado. — Lo Zar accetta le di-
missioni di Sazonoff, ministro degli Esteri,
Sturner presidente del Consiglio e ministro
dell' Interno passa agli Esteri, conservando la
presidenza.
27. Il senatore Giacomo de Martino, go-
vernatore della Somalia, e nominato governv
tore della Colonia Eritrea; e il capitano di va-
scello Giovanni Cerrina-Feroni ohe reggeva
il governo dell'Eritrea, è nominato governa-
tore della Somalia.
27. Nuova risposta ufficiosa del governo
italiano, a un altro comunicato dell'agenzia
Wolff che contiene la i-epl.oa del governo
germanico.
29. Il piroscafo Le.'imhro, partito da Beu-
gasi per Siracusa, è silurato da un sottoma-
rino austriaco, il quale tira granate anche
contro le imbarcazioni dei passeggieri fran-
tumandone una. Più di 100 vittime. Altri ap-
prodano sulla costa libica ma cadono prigio-
nieri degli arabi ribelli di Misurata,
29, l'artifi. - Il governo francese dirige
alle potenze centrali una nota per protestare
contro le crudeltà commesse dalle autorità
5fttf PErFERT PE REINE-
''"^ CioccotATO-Ai Biscotto
MTALMOHE
- 504 -
Il Couveguo di Pallauza (v. <) agosto). — I delegati in gita sul Lago Maggiore.
tedesche sulle popolazioni civili dei diparti-
iiienli francesi occupati dal neinie-o.
29. Sciaiiijai. — I ribolli cinesi assediano
la città.
30. Tripolitanin. — Gli arabi ribelli di
Tarliuiia acconsentoro a rilasciare i prigio-
nieri italiani caduti in loro mani il 18 giu-
gno lyió, cioè 23 uttìclali e 700 uomini di
truppa, i quali «ono os,'gi messi in libertà e
scambiati con arabi che era-
no in nostre mani.
31. Roma. — Concluso
\u\ accordo fra It:ilia e In-
ghilterra per una comune
azione dei due governi in
rapporto ai Senussi.
AGOSTO
1. Nel secondo anni\ ei--
sario dello scoppio della
gnerr-a, Guglielmo II e
Francesco Giuseppe dirigo-
no due messaggi ai loro po-
poli.
1. Pechino. — Apertura
del parlamento cinese: il
nuovo presidente della Ke-
pubblica presta giuramento
di fedeltà alla costituzione.
2. 11 Ministero della
Guerra stabilisce di utiliz-
zai e i Giovani Esploratori,
di età superiore ai 15 anni,
in squadre mobiiitato, per
servizi di vigiian/.a costiera.
2. Un decreto L. T, incarica il Ministero
deli'Agricoltuia di provvedere a facilitare gli
approvvigionamenti dei generi alimentari e
4eUe merci di oon^un? e l&rgo consumo.
Ruggero
giustiziato il 3 ;
2. Taranto. — A bordo della nave Leo-
nardo da Vinci ancoi-ata nel Mar Piccolo si
manifesta un incendio appiccato do'o-amente.
Si allau'ano le Sante Bart)are, ma essendosi al
t^mpo stesso per una esplosione aperta una
falla, la nave si rovescia e va a fondo, a poca
profondità. Sopra llò6 uomini di equipagi:io
e 34 utliciali, periscono 227 uomini e 21 uffi-
ciali, compi esi il comandante e il vioecoman-
dante.
3. Il Re concede la me-
daglia d'oro al valore alle
bandiere dei reggimenti
delle brigate Regina (tì» e
lOo), Casale (11» e 12o), Sas-
sari (151 elS.i"», e molte ban-
diere d'argento alle bandie-
re di altri re.Ljgimenti.
3. FrVtiryu (Svizzera). —
Il Capitolo «generale dell'or-
dine dei Domenicani elegge
a nuovo supcriore generale
dell'ordine il padre Luigi
Ttieissling. oland>^se.
3. Ldììdrd. — Ruggero
Casement è impiccato.
4. Convenzione danese-
americana per la vendita
I)er 25 milioni di dollari
delle Antiile Danesi agli
Stati Uniti. Le Antiile Da-
j-.esi sono tre isolotti, San
Tommaso, San Giovanni e
Santacroce, della superficie
totale di appena 350 km. q.
ab) rate da ci rea 30. 000 )iegri.
Nel secondo anniversario
della dichiarazione di guerra dell'Inghilterra
alla Gel-m,ania, Re Giorgio dirige un telegram-
ma ai capi de;jli slati alleati, confermando
Cashmrnt
igosto a Londra,
5 . Lori'h-a.
- 505 -
•w^ «^^ 'I.
%••.
U^A
Bimini dopo il terremota. — Tende o 1>ar;icche in l'ia/z.i Miil;
111 luiido lu Huci-ii Malatestiaua. (t'ut. (J. GÌ
(■sta.
vaiiardi).
loro l'incrollabile decisione di continuare la
guerra finché la m-na desiderata non è rag-
tliuiifa; e al Re del Belgio telet,'rafa, as-;ica-
raiido che gli sforzi degli Alleati renderanno
al Bel-^io la sua indipendenza.
6. Russia. — Uà Oggi, per una legge vo-
tata dalla Duma, è vietato il consumo della
carne per 4 giorni della settimana, durante
la guerra.
7. Londra. — Al Congresso il ministi-o de-
gli Esteri annuncia che l'Inghilterra ha chie-
sto al Poitogallo la sua cooperazione militare
sui campi dell'Europa e il Congresso accorda
al potere esecutivo alla unanimità, meno un
voto socialista, la laroltà per corrispondere
all'invito inglese.
8. Decrero L. T. che sottopone a seque-
stro e liquidazione le aziende esercitate in
Italia da sudditi di stati con i quali l'Italia
è in guerra o di stati lo;o alleati. Altio de-
creto stabilisce il divieto assoluto di commer-
cio con nemici, ovunque ri>iedano e con ditte
ibcritte in apposita lista.
8. Roiha. — Nel Consiglio dei Ministri il
presidente annuncia che in 48 giorni sono
stati collocati per un miliardo e 600 milioni
di buoni del Tesoro.
8. Rottura dogai'ale fra Italia e Germania.
9. Le truppe italiane, dopo quatt rd.cl
mesi di assedio, entrano finalmente in Gu-
rizia. La notizia è accolta con grande entu-
siasmo in tutta Italia.
9. Palln >za. — Convegno fra il ministro
inglese del Commercio Runciman e i ministii
italiani de Nava e Arlotta. Il ministro iitg'eso
arrivato ieri con l'ambasciatore e vari fun/i
nari, è ospite del sig. Capcl-Cure alla vi
della Montagnola: i ministri italiani so:
ospiti dtl march. Della Valle di Casanova.
10. ProcLima del He ai soldati. Dice ti.
dopo avere respinta la oflfensiva austriaca
nel Trentino, espugnata Gorizia, la vittoria
già si mostra all' orizzonte.
11. Un corpo italiano di spedizione, co-
mandato dal gen. Petitti di Roreto, arriva a
Salonicco ed inizia lo sbarco.
11. Rema. — Il dipartimento politico sviz-
zero comunica che le trattative dei negozia-
tori a Parigi per regolare i rapporti econo-
mici della Svizzera con le potenze bellij'
ranti hanno avuto un completo insuccesso
11. Buenos Aires. — La delegazione Argr
tina della Croce Rossa Italiana, per festeggia
la liberazione di Gorizia, invia in Italia !'<'
ferta di lOO.TOt) lire.
12. Un decreto L. T. stabilisce disposisi,
a favore degli orfani di guerra.
12. Milano. - Visita dei ministri Run> i-
FIAT
Automobili militari — Vetture fotoelettriche — Carri
per radiotelegrafia — Carri per parchi aeronautici —
Carri cisterna — Carri officina — Carri trattori —
Carri ambulanza — Carri per radioscopia — Motori
Marini — Gruppi elettrogeni — Motori per dirigibili
Motori per aviazione — Aeroplani, ecc. ==
- 506 -
man, Arietta e Pe Nava. Al ricevimento dato tinue scosse abbandona per alcuni giorni la
dalla Camera di Coinmeioio il mìi isfro n-
plestì Ruiiciman preannniKsia gli accoidi con-
clusi fra Italia e Inghilterra In molte que-
stioni economiche e specialmente in quelle
dei carboni e dei noli.
12. Vt'H'zia. — Nozze, in forma intimis-
sima, di Renata d'Annunzio, figlia del poeta,
col tenente Silvio Montanarell;i.
13. Vaticiino. — Solenne cerimonia perla
lettura del decreto di beatifii-azione del Yen,
Gius. Ben. Cottoleugo (Bra 1786 - Ghieri 1842),
f-n datore della Piccola Casa della Divina Prov-
videnza in Torino.
13. In risposta a una impu lente comuni-
cazione del Comando Supremo austriaco che
minaccia la fucilazione a quei nostri soldati
che fossero trovati in
possesso di eartuccie
esplodenti o vestiti di
uniformi austriaclie,
il Comando nostro
con suo ordine del
giorno dispone siano
passai per le armi
tutti gli austriaci sor-
presi in atto di com-
mettere qualcuna
delle molte e gravi
violazioni delle leggi
e degli usi di guerra
che i nemici sogliono
commettere.
13. Da'mazia. —
Da ogLji tutte le città
d.almate, per ordine
del Coniando Supre-
mo austriaco, devo-
no negli arti ufficiali
essere indicate col
ni>rae oroato: Zad")-,
Split, Duhrovnih-, Ko-
tor, ecc., invece di
Zara, Spalato, Ragu-
sa, Cattare, ecc.
14. Hanno termi-
ne le conversazioni
a Pallanza nella vii a
Capei Cure fra il mi-
nistro inglese Runci-
man, l'ambasciatore Rennell Rodd e i mini-
stri Arietta e De Nava. Un comunicato uffi-
ciale constata il pieno accordo raggiunto su
tutti i punti. Runciman parte il giorno dopo
per Toi-ino dove s'incontra con l'on. Boselli.
14. Inaugurandosi in tutta Italia le ses-
sioni ordinarie dei Consigli Provinciali, si
hanno manifestazioni patriottiche e discorsi
importanti di uomini politici. Parlano l'on.
Boselli a Torino, l'on. Giolitti a Cuneo, l'ono-
revole Meda a Milano.
15. Fortissime scosse di terremoto in Ro-
magna e nelle Marche che durano tutto il
giorno appresso. L'epicentro è approssimati-
vamente nell'Alto Adriatico alla latitudine di
Ravenna. Danni gravissimi, specialmente a
Rimini, dove moltissime case e palazzi crol-
lano (fortunatamente i monumenti della in-
.'iigne città restano intatti) e si hanno anche
4 morti; pure a Cattolica e a Riccione mol-
tissime rovine. Danni minori a Pesaro, dove
tuttavia la popolazione terrorizzata dalle cou-
liimini. — Chiesa di S. Bernardino.
I pompieri demoliscono il soiìitto pericolante.
(Fot. O. Giovanardi).
oi'ta. La notte del 1« arrivano sui luo^^hi più.
danneggiati i sottosegretari Bonlcelli e De
Nava e vi si trattengono alcuni giorni.
15. liologna. — Adunata di s luadre di
Giovani Esploratori convenute da ogni re-
gione d' Italii per salutare i compagni pre-
scelti ad un esperimento di mobilitazione.
Partono nei riorni appresso due squadre, la
prima va a Bari, quindi a Grottaglie (Lecce)
per servizi di vigilanza costiera, la seconda
ala Berretta per la vigilanza della linea fer-
roviaria. Tornano il '21 settembre.
16. 'Torini. — L'on. Boselli pronuncia un
discorso politico al ricevimento dato in onore
dell'Associazione Subalpina della stampa.
16. L sauna. — Alla stazione si scoprono
in una valigia deiìo-
sila'a da un diser Ole
italiano 3rt bombe di
provenienza austria-
ca e destinate a far
saltare le officine elet-
triche dell'Italia set-
tentrionale.
16. Londra. —
Alla Camera dei Co-
muni lord Asquith
dice che il governo
è deciso a non ripren-
dere dopo la guerra
le relazioni diploma-
tiche con la Germa-
nia se prima non darà
adeguate riparazioni
per le atrocità com-
messe.
17. Nubifragio
che devasta il terri-
torio tra Sestocalen-
de e Solbiate Arno.
Più gravi danni a Val-
darno, frazione del
comune di Albizzate
e a Ponte Albiate,
frazione di Triuggio.
Dodici morti.
20. lioma. - Si
ricostituisce l'Unione
economica nazionale
che già ebbe vita a Trieste, con lo scopo di
studiare l'assetto futuro delle terre reden-
te, in special modo dal punto di vista eco-
nomico.
21. Decreto L. T. che sanziona molte utili
provvidenze a vantaggio degli invalidi (mili-
tari mutilati, storpi, ciechi, ecc.) della gueri-a.
23. Jhi/apest. — Rottosi l'accordo fra il
governo ungherese e i capi dell'opposizione
comincia alla Camera una serie di sedute tu-
multuose. L'opposizione or;.'atiizza l'ostru-
zionismo. Discutendosi sulla guerra con l'Ita-
lia, il ministro Tisza confessa che le trattative
con noi non ebbero altro scopo che di gua-
dagnar tempo.
23. 11 grande sceriffo della Mecca dirige
ai maomettani di tnlto il mondo un mani-
festo nel qnale spiega le ragioni della sna
rivolta e afferma che al Comitato "Unione
e Progiesso „ è dovuta la rovina dell'impero
ottomano.
25. 11 governo italiano configca il palazzo
- 507 -
di Venezia In Roma, sede dell' ambasci»' a au- 29. Ancona. — Il Tribunale di Hnerra oon-
stiiiica presso la d. Sede. danna alla fu.ila«lone certo Ulusepi.e Larefle
27. Il governo italiano prega il governo di Egna (Alto Adige) e all'ergastolo due suoi
iterale svizzi^ro di notifli-ure al ROvernog(»r-
.aiuco che a partire da domani l'Italia si con-
terà in stiito di guerra con la <ìermania,
27. Bucarest. — (Consiglio della Corona,
ove si decide che la Romania scenda in
ler.a a fianco dell'Intesa. La sera stessa il
)verno romeno dichiara la guerra all'Au-
i-iii-IiiL'licria. T^a (Germania ri-.ponde imme-
complioi convinti di spionag .-io. di aver pro-
vocato per mandato dello Stato Maggiore
austriaco un incendio nel porto di Genov.i
e ano seO(>pio nel dinamitifìcio di Cen;:io <'
di aver tentato di distru„'gere le Acclalen»»
di 'lY'rni e 1 ponti sulla Brenta e sulla Piave.
Il proces«io era cominciato il li».
29. Milano. — Disborso politico del mi-
_i -v*!
^^
1
Rimini. — I pompieri, prima di demolire 11 campanile
di S. Beruardino, pericolante nel terremoto, calano
a terra le campane. (Fot. G, Giovanardi).
diatamente con la dichiarazione di guerra
alla Romania.
27. Copenaghen. — La Camera danese è
sciolta perchè ritìnta di approvare la vendita
delle Antille danesi a:,di Stati Uniti.
28. ItoiH'i. — Il giornale La OmroHia,
fondato da T. Pal;»meni,'hl Crispi con pro-
gramma fllo-germanico, sosmc ide le pubbli-
cazioni, eh'.! risult.mo meno opportune dopo
la di<hiarazlor.e di gii'-rra alla Germania.
28. liMun-es'. — Il Re Ferdinando ordina
la luobilitazioi.e generale.
nistro Meda, in un banchetto al caffè Cova
29. La Svizzera, in seguito alla dicliia
razione di guerra dell'Italia alla Germania
ed all'entrata in campo della Romania, con-
ferma la sua neutralità.
29. Vienili. — Il ministro degli Interni
conte Uohenlohe chiede un lungo congedo per
salute.
29. Oermania. — L'Imperatore esonera
dalle funzioni di capo dello Stato Maggiore
il generale \on Falkenhiyn e gli sostltolsce
U feldmaresciallo vou Ulndouburg.
508
A PaUizzo Venezia sventola il t ricali
aliano (v. 25
29. Dichiarazione di guerra de'.la Turchia
alla llomania.
30. Stoccolma. — I ministri delle quattro
poten7,e alleate Italia, Francia, Inghilterra e
Hnssia conseyrnaiio al governo svedese una
nota identica dolendosi di alcuni provvedi-
menti presi dalla Svezia in fatto di naviga-
zione del mar Baltico che sono parziali verso
la Germania.
31. Decieto luogotenenzia'e che dispone
nuovi aggravi tributari per la durata della
guerra: fra gli altri ci sono l'imposizione di
un contributo straordinario per le spese del-
l'assistenza civile e il monopolio di vendita
dei lianiniiferi.
31. Un decreto luogotenenziale dichiara
nulle e prive di efficacia giuridica le cessioni
di beni e di diritti pubblici, le esportazioni
di oggetti di pregio artistico o storico, le con-
fische ordinate dal nemico nei territori già
occupati e in quelli rivendicati dall'Italia.
31. Decreto luogotenenziale che alza da
5 lire a 17 la soprattassa di fabbricazione
dello zucchero e ne lissa il prezzo massimo
di vendila.
31. Il generalissimo Cadorna con una vi-
brata circolare stigmatizza 1' uso delle de-
nunzie anonime e dispone che d'ora in avanti
non ne sia teimto conto alcuno.
31. Salonicco. — Moti insurrezionali. Una
parte dell'esercito costituisce un Comitato
di difesa nazionale. Le truppe che si oppon-
gono al movimento, depongono le armi per
intervento del generale Sarrail e delle truppe
francesi.
SETTEMBRE
1. La Bulgaria dichiara la guerra alla Ro-
mania.
2. Il Governo decide di concedere per
miglioramenti di stipendi ai ferrovieri ci;ca
K; milioni e altre indennità ai postelegratici :
inoltre autorizza il ministro dei trasporti a
riammettere in servizio i ferrovieri dimessi
in seguito agli scioperi del 1907 e 1914.
2. Il Ministero della Marina cambia nome
ai piroscafi austriaci requisiti ribattezzandoli
con nomi di personaggi del Risorgimento e di
vittime de'.'a ferocia austriaca, cominciando
dal Capitano Sauro.
2. ^!<sr/a- t7nu72er»a. — Un'ordinanza im-
periale aumenta le ta-;s3 per circa 750 mi-
lioni di corone.
2. Atene. — 42 navi dell'Intesa incrociano
dinanzi al Pireo. Ne sbarca un distaccamento
che sequestra 20'navi tedesche ancorate nel
porto e s'impadronisce della stazione radio-
tele^rrafica nell'Arsenale.
2. Ateìie. — I rappresentanti delle Po-
tenze protettrici presentano un ultimatum
nel quale chiedono il controllo delle poste
e dei telegrafi, la espulsione deg'i agenti ne-
mici e la punizione dei sudditi ellenici col-
pevoli di spionaggio.
POUDRESIMON
Purezza E fi I f .1 f I f f J ?&^ i k % f I f i'Il Igienica
assoluta '^ i^iii1lfliii<thiiiÌlhMwiWftì#iiffB^^^ aderente
Incomparabile per la frescHezza del colorito.
— 5()9 -
3. Decreto luogotenenziale ohe antoiizKa
il sequestro delle attività uel'e sodetii cotn-
inerciHli che tentano danneggiare l'ErHno
lue.te.idosl artifìoiosamente in stato di liqui-
dazione. Al provvedimento ha dato oooaslone
il fatto che la Società di Navigazione Alta
Italia ha dclilterato lo sciOi-'Umento. mentre
in un si^Io esercizio ha realizzato con 6 mi-
lioni di capitale circa 12 milioni di utili.
3. KMro decreto luogotenenziale che esi-
me dall'imposta l'energia elettrica usata per
riscaldamento.
3. Formidabile attacco di 13 Zeppelin te-
deschi sull'Inghilterra, il ma,i,'glore tentato
finora. Uno solo di essi giun<^e su Londra,
ma è incendiato da un aeroplano Inglese.
Danni re.ativamente non gravi.
3. Atene. — 11 aoverno },'reoo accetta In-
tegralmente le richieste della Intesa.
4. Dar-es-Salam, capitale della colonia te-
desca dell' Affrica orientale, si arrende alle
truppe biitanniche, coadiuvale dai soldati
belgi del Congo.
5. Il Re dona 100.000 lire por 1 danneg^jiaii
dal terremoto delle proviifcie di Forlì e di
Pesaro, destinandole specialmente alle cucne
economiche nelle campagne.
6. Venezia. — Ari-iva il ministro Scialo.ja,
nominato Oi>mmissario civile per avvisare i
provvedimenti da prendersi nelle presenti
condizioni della citta. Il giorno appresso e;;li
si reca a deporre a nome del Governo ima
corona di tiori sul sarcofago di Daniele Ma-
nin, in piazzetti dei Iaconi, come tributo di
ammirazione dell'Italia alla città che perla
causa nazionale sopporta nobilmente tanti
saeritici.
6. Venezia. — Continuano le selvaggie in-
cursioni di aerei austriaci sulla città. Delle
molte bombe lanciate senza grave danno una
ca lo in piazza S. Marco a breve distanza dalia
Basilica.
7. Un decreto luogotenenziale assegna
delle pensioni annue alle vedove e ai tìgli
degli italiani periti sul pa*:ibo'o austriaco per
ragioni politiche durante la presente guerra.
8. Atene. — Il bar. Schenk, ministro di
Germania e gli agenti austro- tedeschi lasciano
la Grecia espulsi per volontà dell'Intesa.
9. ÌVa^hiftfft'm. — Il Senato ratifica il trat-
talo con la Danimarca per l'acquisto delle
Indie Occidentali Danesi, per II prezzo di
2.5 milioni di dollari e la rinunzia ad alcuni
dii-itti dell'America sulla Groenlandia.
10. Il Governo comunica soltanto oggi il
disastro della Leonardo da Vinci (v. 2 agosto)
e annun/.Ia che escluso ogni sospetto di si-
luramento nomina una commissione di sena-
tori, deputati, e altre autorevoli persone,
presieduta dal viceammifaglio Canevaro, per
rhìarire le circostanze nelle quali si è pro-
dotto il doloroso avvenimento.
10. Roma. — La poliEla sorprende alcuni
sociattsti che preparano un manifesto anti-
militarista al paese, d'accordo con l'I'tfloio
Internazionale giovanile socialista di Zurigo.
10. Corfà. — Riprende i suoi lavori In
terra d'esilio la Scupclna serba.
11. Atene. — Dimissioni del mliiLstro
Zaimìs.
12. Va:ieano. — Il Papa sostituisce II
card. ScapinelU nunzio in AustrlaUagheria
con mons. Teodoro Valfrè di Bonzo, già ar-
civéscovo di 'Vercelli.
12. Il ministro de;;!! Affari Esteri on. Son
nino respinge perchè redatta in termini voi
gari e ingiuilosi una protesta del govern-
Austriaco contro la confisca del Palazzo V>.-
ue/.ia presentata per uiezzo dall' ambasolat.i
spaglinola.
12. Cvrtla. — Il l'V corpo d'armata o'io
difendeva Cavala e la regione si arrende alle
truppe bulgaro-tedesche senza combattere ed
è internato in Germania.
12. Berna. — Il Consiglio Federale fa noto
che le trattative iniziate con la Germania il
21 agosto por un accordo circa le itriporta-
zioni e le esportazioni delle merci neoessai ie
ai due paesi, si avviano a u:ia favorevole so-
luzione,, mentre le analoghe trattative con
l'Intesa ebbero esito negativo.
13. Ritma. — Fondato l'Istituto Nazionale
di credito navale, con 190 milioni di capitali
14. Roma. — Il Corriere d' Italia sconfes^ t
a non>e delle organizzazioni cattoliche l'ono-
revole Miglioli di cui si diceva essersi recato
a Zurigo per partecipare a un convegno so-
cialista neutralista e smentendo la voce di
altro convegno cattolico con le medesime ten-
denze, aft'erma che nessuno potrebbe avervi
rappresentato lo organizzazioni cattoliche ita-
liane.
14. Verdun. — Il Presidente della Repub-
blica si reca nella città eroica per consegnare
al sindaco della città le alte decorazioni mi-
litari che per iniziativa dello Zar tutte le na-
zioni alleate le hanno decretato per onorarne
la strenua difesa.
15. Avendo il conte Tisza. presidente del
Consiglio d'Ungheria, affermato allaCameia
dei Deputati fra altre cose constargli che il
ministro Sonnino non aveva comunicato fe-
delmente al Re nò ai colleghi le orterte del-
l'Austria-Ungheria, un comunicato uflicialo
dell'Agenzia Stefani dichiara che tale affer
mazione è non meno scioec » che menzognoi :>
16. Due decreti del Ministro dell' Agricol-
tura ordinano la denunzia dei formaggi e del
granturco.
16. Stoccolma. — Risposta evasiva della
Svezia alle proteste degli alleati contro 1
misure prese per la navigazione nelle acqu'
territoriali svedesi.
17. San Marino. — Sono eletti nuovi Ca-
RO YAL mod. IO
la migliore
m&ccKina
per scrivere.
Agenzia Gknerale per l' Italia e Colonie
MILANO — Via Dante, 4 ~ A. MELE & C.
510 -
Dimostrazione per Cesare Battisti a. Napoli, nella via che ora porta il suo
nome (30 luglio 1916). — L'on. Altobelli parla dal balcone d'angolo.
{Fot. a. D. Buffa, Napoli).
pitani Reggenti ter il semestre oitobre-aprile
l'avv. Gustavo Babboni e il sig. Giovanni
Arzilli.
17. Parigi. — Arrivo dei ministri italiani
De Nava e Arietta per trattare col Governo
francese questioni economiche e commerciali.
17. Atene. — Dopo inutili tentativi di vari
uomini politici preci, un nuovo ministero è
formato da Calogeropulo-i.
18. Oporto. — Giavi disordini provocati
dai socialisti per protestale contro gli acca-
parratori di viveri. Il Governo portoghese li
reprime con pronta energia, fa numerosi ar-
resti e scioglie le federazioni socialiste.
20. La festa nazionale odierna è celebrata
in tutta Italia con cerimonie patriottiche e
di carità: consegna di medaglie ai decoiati,
trattenimenti negli ospedali per i feriti e per
1 mutilati, cortei, conferenze, ecc. A Roma la
inaugurazione della lapide in oiioi-e di Cesare
Battisti collocata sul palazzo Venezia, a Mi-
lano la festa del " Ventino „ a beneficio della
Croce Rossa.
20. Parigi. — Un comunicato ufficiale con-
stata l'accordo avvenuto fra i ministri itiiliani
e francesi nelle questioni discusse in una con-
ferenza durata tre giorni per sviluppare gli
scambi, le comunicazi:)ni e i trasporti tra i due
paesi, con l'Inghilterra, con l'Oriente e con
la Russia meridionale e su altri argomenti.
20. Parigi, — Alla Camera francese Briand
pronuncia una fiera invettiva contro i socia-
listi pacifisti. La Camera lo approva con una
ovazione indescrivibile e delibera con 421 v.
contro 26 l'affissione del discorso.
20. Alen". — La Grecia con una nota ener-
gica chiede alla Germania la liberazione delle
truppe fatte prigioniere il 12 a Cavala.
20. Cristiania. — Terza conferenza dei
ministri dei tre stati neutrali scandinavi.
24. Il Corriere della Sera pubblica un ar-
ticolo del suo redattore Bettazzi che rivela
il trattamento esageratamente fiacco e «con-
veniente u-<ato ver.<o i prigionieri austriaci
nei vari campi di concentramento. A dissi-
pare la penosa impressione destata nel paese,
il Governo con un comunicato ufficioso men-
tre cerca di attenuare i fatti, annunzia che
sta provvedendo severamente.
25. Crefa. — 1/ insurrezione venizelista che
da vari idiomi dilaga qui come in tutte le isole
della Grecia, ha il sopravvento. Gl'insorti
s'impadroniscono senza incontrar resistenza
della Canea.
L' UNICA
tintura istantanea in castano e nero per
capelli e barba. — 2 sole applicazioni al
mese. Invio franco ovunque anticipando
Lire 3,75 alla Ditta ANTONIO LONGEGA — Venezia.
== Chiederla a tutti i profumieri, parrucchieri e farmacisti. ===
•Il
27. Voji^ra. — Oràve (nofn'Ho x\p\ m^-
razzi Ili del Consorz o del porto di Genova.
y^\\&<\ due milioni di danni.
27. Nftpoli. — Fnner:\!i d «1 ministro d«
ato prof. Enrico Pessina (morto il 24) a
•ese dolio Stato. V'intervengono il Presi-
ente del Consiglio Boselli che all'università,
ì >ve la salma era stuta portata, pronunz'.'t
orazion» funebre e i ministri Orlando, Co-
simo, Ratfinì, Scialoia, Mo:rone, Succhi e
Arlotta.
27. KapoJi. — Fervido discorso dell'ono-
revole Boselli al ricevimento in Municipio
delle rappresentanze degli enti di organizza-
zione civile.
27. Addis Aheha. — Il giovane impera-
tore Ligg -lassù è solennoinon e deposto da-
l'Abun e dai capi abissini; ed è proclamata
imperatrice di Etiopia, la l'oizpvò Zoaditu,
figlia terzogenita di Monelik, e il deg-acc Ta-
farè. governatore dell' Harrar, figlio di ras
Maconnen, è nomi-
nato erede al trono
e capo del jroverno.
28. Grecin. - Ve-
nizelos, pattilo fur-
tivamente da Atene
per mettersi alla te-
sta del movimento
rivoluzionario, e ac-
colto a Creta con
grande entusiasmo,
pubblica nel Giorna-
le ufTlc'nle del Governo provvisorio che esce
alla Canea, un proclama al popolo trroco.
28. Berlino. — Inaugurandosi II Kelchsfa?,
il Cancelliere Bftlimann-Hollweg pronuncia
un discorso politico, nel quale fra altre cose
ammette die anche i)rima della dichiarazione
di guerra dell'Italia i soldati te <e>cbi combat-
tevano accanto al soldati anstriao ul fronte
italiano. Si scaglia contro l'Inghilterra, e dice
che un uomo di stato tedesco che esitasse a
far uso di qualunque mezzo contro tale ne-
mico meriterebbe di issere impiccalo.
29. Budapent. — Alli Camera un;,'herese
dei deputati il presldeite Tisza ammette che
la situazione alimentare è diftìclle, che i ce-
reali di cui rUn;,'ht'ria può disporre sono in-
sufficienti, ma confida che non vi sarà care-
stia essendosi il popolo già abituato a mangiar
meno che in tempo di pace.
30. Un decreto luogo. enenziale eleva im-
provvisamente, a datare da domani 1" ot o-
bre, i prezzi di alcnne
qualità di tabacchi,
comprese lesigar. tie
Macedoiiia.
30. Alla mezza-
notte di og^'i, per
disposi/ione ministe-
riale del y corrente,
gli orologi sono ri-
portati all'ora osti-o-
nomica.
Takb JoNBscn
uomo politico rumeno, capo del partito
luterveatisla e luteaofilo.
Contro l'ASMA
Rimedio d'Ahissinia Exibard
SENZA OPPIO NÉ MOIiFINA
In. Polvere ed In. Sigarette
sollievo immediato.
6, Rue Dombasle, Paris. — Tutto le Farmacie.
oi-J
L' Imperatore Francesco Giuseppe.
NABRANO le cronache che Francesco Giu-
seppe, quando, diciottenne, fu procla-
mato imperatore in luogo dell'imbelle Fer-
dinando, scoppiò in lacrime pensando alla
libertà giovanile perduta ed al grave fardello
che si caricava sulle spalle. Mai lacrime usci-
rono più giustamente da occhi umani! 11
lunghissimo regno doveva dare al giovane
principe una serie spaventevole di lutti, di
ristrettezza di vedute che fu carattere fon-
damentale della sua politica tutta racchiusa
in due direttive: l'idea ohe soltanto la forza
potesse dfctìnii-e le grnndi questioni interna-
zionali e mantener saldala potestà interiore,
e la bramosia di conservare i caratteri an-
cora medievali della monarchia Danubiana.
Al culto per la forza brutale si dovette nel
1859 queW uKimatum Austriaco al Piemonte
dolori, d'angoscio e la sua condotta politica cosi infausto all'impero e cosi benefico a noi,
gli doveva suscitiir contro tanta ira di pò- per il quale si scatenò la guerra fra Austria,
poli che non si plnca neppure dinanzi al- ITrancia e Sardegna, mentre le cose stavan per
l'avello. 11 tragico destino che lo fece ascen- essere aggiustate
de re al trono in mezzo
al!a rivoluzione più va-
sta che abbia minaccia-
io, nei setoli, la domina-
zione d'Absburgo, lo fa
scomparire ora fra il di-
vampare d-lla maggior
contlagrazione che bisto-
rta ricordi. Ed in queste
terribili vicende egli non
figura come una vittima,
ma come l'attore prin-
cipale: l'alba del suo re-
gno fu insanguinata dai
supplizi dei generosi pa-
trioti Ungheresi immo-
lati in onta allo capito-
lazioni più regolari, al
tramonto egli compie
con ferma mano l'atto
decisivo desinato a far
divampare la guerra Eu-
ropea. Fu fatalità? Le
tragiche sventure che
si scatenarono sulla sua
casa, con frequenza cosi
terribile, nei 62 anni di
regno, posero sul capo
del Cesare canuto un'au-
reola di martirio che si proiettò a poco a poco
anche sugli atti del suo impero, ed egli ap-
parve agli occhi di coloro, almeno, che non
avevano sentita la stretta naortale del suo
pugno di ferro, come un irresponsabile tratto
dal destino a subire ed a produrre, per ne-
cessità, le più grandi catastrofi: tale la leg-
genda formata intorno a lui in Francia, in
Inghilterra e nelle stesse popolazioni tede-
sche e slave dell'impero. E di certo, nes-
e catene di servitù dei
Lombardo -Veneti riba-
dite dalla mediazione in-
glese. A quello stesso spi-
rito fu dovuto il diniego
opposto a Napoleone ili
nel '66, di cedere paci-
ticamente il Veneto, ciò
che avrebbe forse sal-
vata l'Austria dalla cata-
strofe di Sadowa, e cosi
la dichiarazione di guer-
ra alla Serbia nell'ago-
sto 1914, quando questa
aveva già accettata la
sostanza delle richieste
Austriache, e mentre il
mantenimento della pa-
ce avrebbe consacrato il
maggior trionfo diplo-
matico delle potenze
centrali. Queir ossessio-
ne di violenza eresse le
forche di Belfiore ed in-
tessè prigionie, seque-
stri, perqui.sizioni così
da formare fra l'Italia e
l'Austria un tale semen-
zaio d'odi che soltanto
i secoli varranno a so-
pire. Egli tali odi non solo non si curò d'at-
tenuare, ma sfidò con manifesto dispregio
anche dopo il '66, in tempi d'alleanza, colle
persecuzioni contro i municipi Italiani a Ini
soggetti, in tempi di guerra, coli' esecrabile
esecuzione degli irredenti caduti prigionieri!
L'altra concezione domina pure, a volta,
a volta, la politica interna e l'esteriore. Nega
in quest'ultima la restitU7ione della visiti
all'alleato a Roma in omaggio alla buse teo-
L' Imperatore Francesco Giuseppe I
nel 1858.
(Da un quadro di Schrotzbcry).
suno può disconoscere le immense difficoltà cratica della sua monai chia ben più che al
fra le quali il vegliardo ebbe a dibattersi,
posto com'era, col suo impero, fra il dila-
gare della marea "Slava ed i flutti della Ger-
manica, segno dell'odio di Napoleone III
ansioso di vendicare lo zio, e poi dei Prus-
siani bramosi di acquistare la supremazia
sulle genti tedesche, costretto a lottare con-
papato; nega l'università a Trieste per pu-
nire la città delle poco oneste accoglienze
fatte alla sua augusta persona, sempre ispi-
rato dal concetto di sovranità divina e quasi
patrimoniale che gli faceva conservare con
gelosa cura ogni cerimonia di corte ed ogni
antiquato privilegio della aristocrazia, sia
tro i diplomatici più geniali del secolo XIX pure sotto la vernice del sufi'ragio universale.
Cavour e Bismark, ed a guidare uno Stato
scosso continuamente da interni conflitti. È
innegabile, però, d'altra parte, che egli pre-
cipitò sovente a soluzioni disperate, pravi e
delicate situazioni, con danno irrimediabile
dello Stato Austriaco e dell' umanità, per la
Certamente, non conviene disconoscere
al vegliardo sconiparso fra le folgori della
tempesta, come un re del Walhalla, un'abi-
lità non comune nella politica quotidiana, nel
sapersi dirigere fra 1' armeggio tortuoso ed
irrequieto dei partiti nazionali e delle ca-
irlile ihe s'flsitavanó nel nmltifonne ini- gua!e sarà In figura c-he si perpetuerà
ro. In questa iilchiniia era maestro. K i.o.i nella storia? Quella d<l niuldestro <lipK.ma-
nancava d' una qi;alobe supeift<'iale bona- tloo che per leite allAustria la supremazia
» j:._i..- 11 X . nella confederazione Oerinanica ed in Italia,
età che non fece difetto, dol resto, anche
;t Bernabò Viscont ! Sovente ft(?care7.zava il
popolino delia capitale e questo lo rimeri-
tava di simpatia, mentro tutto il vasto or-
ganismo del c!ero che da un capo all'altro
dal vasto impe o ripeteva dal favore Cesareo
la saldezza della
sua situa/.ione pri-
\lle);iata. ng tava il
turibolo delle lodi
fra le plebi rurali e
fra i tanti giovani
affidati alle sue cu-
re. Cosi, il sovrano
canuto, colpito i.el-
la cerchia più inti-
ma della famiglia
da atroci sventuro,
carico d'anni come
na patriaica bibli-
co.era divenuto per
una parte, alme-
no, della popola'.io
ne una figura quasi
■L simbolica nella
^k quale potere reli-
IP gioso e civile si
r-onfondevano nel-
t mistica aureola
ielle tradizioni so-
culari.
che ni»u sepp ? mal misurare le conseu'U»Mize
df^gll orribili flagelli che scu citava nel mon-
do, quella del politico brutale e cinico che,
senza esitare, mandava alla forca legioni di
patrioti crcden lo di rinsaldare il suo trono
e faceva e dlsfaoe-
vamlnistrl con pari
disprezzo per (inci-
li che cadevano co-
me per quelli che
li sostituivano, che
i-Infocolava odi e
gelosie fra le razze
a lui so;,'gette per
meglio dominarle,
prodigo d'os.soquio
esteriore alla Cliie-
sa, ma pronto a so-
verchiare col dirit-
to di reto la libera
volontà del Con-
clave? Oppure sarà
la rtgiira fattizia del
loioii pastore di
uopoli? La risposta
non appare dubbia,
1 oichè nella storia
1 vero finisce sem-
iM-e per aver ragio-
ne del falso.
P. 8. Leicht.
l'KAJrCF.SCO OlURKPPB 1.
imperatore d'Austria, re apostolico d'Ungheria, re di
Uremia, di Dalnoi/.ia, di .Sciiiavonìa, di Galizia, di Lo-
domiria e d'illiria, re di fìcrusaleinnie, ecc.; nato a
Sch«»nl>runn il 18 agosto IB.TO; fìjjllo dell'arcuine» Fran-
c<*.sco Carlo; sncceduto nell' impero allo zio inip«'ratoie
Ferdinando 1 per l' abtlicazione di costui il i dicem-
bre 1848 e la rinuncia del padre alla successione al
trono; ammogliato il 24 aprile 18.'>4 con Klisahotta du-
chessa di Baviera; veilovo 11 lo )>ettembre 1898; merlo
» SchunbruDu il 21 novembre 1916.
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33
CROMACA
D^LA GUERRA
^
La guerra europea
nei due ultimi mesi del 1915.
N
Premessa.
EL precedente resoconto, del 1915, ab-
biamo lasciato la esposizione delle
opeiazioiii dei singoli eserciti alla
fine del mese di ottobre.
Per esaurire l'an-
naia, prima di passa-
re .il 1916, ci restano
dunque da trattare i
mesi di tiovenibre e
dicembre del detto
1915.
Pi-ima però di pas-
sare al dettaglio, ci
sia lecito di anticipa-
re le conclusioni alle
quali a nostro avviso
si può veniie relati-
vamente a tntre le
operazioni belliche
svoltesi nel 1914-15,
conclusioni che do-
vevano poi ripercuo-
tersi nello ulteriore
andamento e svilup-
] o della guerra, come
diremo più innanzi.
E concretiamo il
nostro pensiero come
segue:
1° - Dal somma-
rio esame delie ope-
razioni compiute a
tutto il 1915 sui due
teatri principali, del-
l'ovest e dell'est, ri-
salta chiaramente
che se gli imperi cen-
trali sono riusciti ad
ottenere dei successi
contro le potenze del-
l'Intesa, si è perchè
queste inavvedutamente si prestarono alls
loro manov a per linee interne, cioè nel la
sciarsi assalire separatamente.
SuW Isonzo. — Costruzione di trincee
in cemento.
20 - Questa manovra non ha mai portato
ad altro che a risultati parziali e si è sempre
svolta contro il nemico che pel momento si
faceva più minacc:oso.
3° - 11 disegno tedesca» è stato favorito
non soltanto da un complesso di circostanze
che hanno immobiliz-
zato ora la Russia, ora
la Francia, ora l'In-
ghilterra, occupate
com'erano in un feb-
brile lavoro di prepa-
razione e di riattiva-
menti per cui si do-
vettero improvvisa e
i mezzi, ma anche dal
grande sviluppo del-
le ferrovie tidesclse
che ha permesso alla
Germania di traspor-
tare rapidamente e
con facilitai suoi eser-
citi dal fronte russo a
quello francese, e vi-
ceversa.
4» - Condizione
essenziale di vittoria
per l'Intesa sarebbe
stata la concordia nel-
l'azione che fu sem-
pre il punto debole di
tutte le coalizioni re-
gistrate dalla storia.
5» - Buon prov-
vedimento in propo-
sito fu la creazione
del sinedrio a cui fu-
rono chiamati rap-
presentanti di tutte
le potenze coalizzate
contro il blocco au-
stro-tedesco al fine di
coordinare verso lo
scopo comune tutti gli sforzi.
6° - Se fino a poco tempo fa gli imperi
centrali hanno riportato successi, è perchè
FTA ■ L'ideale dei lassativi per adulti e bambini. -p^P^
Non irrita, non provoca coliche.
In tutte le farmacie in scatole da 25 discoidi.
IvEPETIT FAÌRMACEUTICI - MUDANO
515
SULL'ISONZO
— 516
banuo trovato l'Iute a poco compatt.i. 111916
dovrà trovare tutti preparati alla grande ri-
.Sl■os'^a e l'azione dDvià essere contemporanea
su tutti i fronti, russo, Iraiico-inglpse e ita-
liano. A questa sola condizione
la superiorità dei Cjalizzati po-
trà pie valere.
Ricordiamo perciò che nella
prima settimana di dicembre
1915 un importante Consiglio di
guerra fu tenuto a Parigi. Durò
tie o quattro giorni. Vi assi-
stettero i rappresentanti della
Francia, della Russia e dell'In-
ghilterra: e cioè, i geneiali Jof-
fre, Glinsky, Porro e French,
con altri. Vennero discussi i
principali problemi strategici e
furono prese decisioni della più
alta importanza, con assoluta
iiuanimità, riconfermando il pat-
to di non concludere una pace
separata.
Si può arguire che i divisa-
menti dello sgombero dei Dar-
danelli e dell'allestimento del campo trince-
rato di Salonicco, sul fianco della linea Ber-
lino-Vienna-Costantinopoli-Bagdad, con de-
rivazione al Mar Rosso, scaturirono da quel
lo - La conquista italiana di Col di T.ai
(2-l(;i) avvenuta l'8 novemb., nonché di tjh.ii
Sief (2426) nel giorno 9 novembre.
20 - La espugnazione della terza e qun
l'iuppe italiaue che
lutine.
Atteud;
li del M.
Consiglio di guerra, con vantaggio delle ul-
teriori operazioni belliche.
L<e operazioni italiane
(1015).
Nella precedente rassegna
analizzammo le operazioni ita-
liane sino al 1» novembre del
1915.
I mesi di novembre e dicem-
bre, per piogge insistenti o per
nevi cadute nelle montagne,
non potevano consentire ope-
razioni di grande stile, e tutto
si ridusse a duelli di artiglierie
con operazioni di piccola guer-
]a ed attacchi e contrattacchi
locali.
Fra gli episodi più notevoli
spiccano i seguenti fatti :
ta cima del monte San Michele sul Carso (20
novembre) mantenute malgrado violenti con-
trattacchi.
3° - L' avanzata delle truppe italiane
presso San Martino sul Carso
(lo dicembre) e sul colle di
Santa Maria innanzi a Tolmino
(3 dicembre).
4°- Lo allestimento diun
corpo di spedizione italiana per
l'Albania in soccorso dei sorbo-
montenegrini (5 dicembre).
5° - La conquista dei trin-
ceramenti austriaci sul monte
Calvario (13 dicembre).
6° - Lo sbarco a Valona
di un corpo di spedizione ita-
liano di 50,000 uomini, avvenuto
sotto la protezione della flotta
il 16 dicembre e seguito da al-
tro sbarco il 29 dicembre.
Ciò premesso, affinchè il let-
tore possa farsi un'idea, sia pur
• • ■ • sommaria ma chiara, delle dif-
ficoltà che — a differenza del
passato — presentarono le operazioni della
nostra guerra, crediamo opportuiìo di por-
gere alcune dilucidazioni le quali non tro-
varono posto nell'antecedente scritto sulle
operazioni italiane. Soltanto dopo tale let-
Ol ( —
SULL'ISONZO
— 518 —
tur» esso potrà apprezzare a se^no l'Impor- vano, riconoscevano la presenza e le dispo-
tanza degli atti di guerra compiuti dal no- siziotii d^l nemico ; ed i servizi logistici assi-
stro esercito. cuiavano rifornimenti por gli uomini e per
Laguerra italo-austriaoaè unagra ide ope- le armi. Tutto (luesto, fa.t> col più alto sen-
razioue di assedio ad una estesa fortezza com- timento di otleusività per giungere all'urto
posta dal complesso di tanti gruppi fortificati, con la baionetta, che sanzionali successo,
Mortaio italiano da 210.
fra loro collegati, e intervallati da tratti inac-
cessibili di terreno.
È un grande assedio nel quale l'assalitore
non può totalmente investire la fortezza, e
deve forzatamente attaccare fiontalmeute ri-
manendo aperte al difensore le linee di ap-
provvigionaraento e
rifornimento.
Natura ed arte ' ' ~
hanno fatto a gara nel
rendere formidabil-
mente resistente la
cintura di monti e di
trincee con la quale
l'Austria aveva ser-
rata l'Italia. L'azio-
ne italiana ha avuto
sempre carattere de-
cisamente offensivo e
massima è stata la
cooperazione fra le
varie armi concorde-
mente sfidanti il ne-
mico. Mentre le fan-
terìe penetravano
nelle trincee avanza-
te, il genio costruiva
ponti e strade, e l'ar-
tiglieria portava i
suoi pezzi fino sulle
nevi per fianchi di-
rupati.
L' artiglieria stes-
sa apriva poi il passo
alle ulteriori azioni
di fanteria afferman-
ti il successo con l'oc-
cupazione, ed il genio
afforzava le posizio-
ni; e gli aviatori os-
servavano, segnala-
Grosso mortaio italiano.
quale non può mat essere conseguito stabil-
mente dalle azioni le più violente di sola
artiglieria.
Prima di chiudere questa premessa, dob-
biamo rilevare che ai sistemi sleali e poco
valorosi delle finte rese, dei gas lacrimogeni,
i nostri hanno sem-
pre risposto con la
_„,, _-^ baionetta ed espo-
nendo il loro petto
col valore che infon-
de il combattere per
la propria pairia, il
vero sentimento ele-
vato di civiltà che
nobilita gli uomini
con gli alti ideali.
Il quadro genera-
le delle nostre ope-
razioni è formato di
tanti quadretti delle
azioni che si sono
svolte nei varii scac-
chieri dai quali è for-
mato il nostro teatro
di guerra.
Le azioni in essi
svoltesi, ohe a prima
vista possono sem-
brare slegate, hanno
invece un legame fra
loro nel cooperare
allo scopo finale de;la
guerra e nell'aver
preceduto in base ad
un piano organico
coordinatore.
Tuie piano rende
omogenee fra loro le
azioni sì da togliere
al nemico la possi*
- oli» -
LA NOSTRA ARTIGLIERIA
520
bfifà di poter sfondale in un punfo o nel-
r Mitro le nostre linee avanzate di investi-
mento.
Menlre la nostra azione è sempre stata
ricca di otfensività anche nel respingere i
contrattacchi nemici, l'azione nemica si è li-
ne logi-tica in ba^e allo schÌpramf>nto fatto
sopra un frunto di oltre GOO km. avvenuto in
territorio nemico.
Così luns^o la Un' a di rifornimento e vet-
tovngliameiito già prestabilita, per giungere
al a linea di combattimento, quale si era de-
velata tenacissima, ma con scarsa reazione
offensiva; ed infaiti essa non è mai riuscita
a ritoglierci le posizioni da noi occultate e
solidificate. Non è lirruzione momentanea di
sorpresa in una trincea appena occupata che
può costituire un saccesso offensivo, e il ne-
mico può appena refjistrare di tali nomen-
taiici sncceshi. nei quali però noi abbiamo
subito r p.e.^e b.; po-
sizioni momentanea-
mente abbandonate. -—
Infine la tenacia
della resistenza ne-
mica più che dalla
comoda difesa delle
trincee da par;:e del-
le fanterie austriache,
devesi ascrivere alle
formidabili difese ac-
cessorie predisposte
avanti alle posizi(uii
e intensamente pro-
tette dalle numero e
artiglierie nemiche,
ditlìcili ad individuar-
si per poterle contro-
battere e che percon-
V(n'su pDssegsiono la
]irocisa indi vid nazio-
ne dei bersagli jio-
siri, ;^iù individuati
liii dal tempo ;nite-
riore alla ^juerr.i.
(Jomo era. natura-
le l'esordio doveva
necpssariamente es-
ser Inngo. Tuia ti du-
rante il suo svolgi-
mento, pur co n ti-
iiuando le a/ioni che
chiameiemo di com-
bnttimento, si impo-
neva di procedere a
tutla r organizzazio-
Grosso mortaio italiano iu posizione.
lineata per le occupazioni fatte dagli ita-
liani, intercedeva una zona montai;a in gran
parte priva di comunicazioni speciaimente
con le posizioni di alta montagna. Primo pro-
blema dunque da eliminare per porre le
truppe in condizioni di vincere, si fu quello
di risolvere la questione logistica.
Inoltre, dopo le prime occupazioni, le no-
stre trupije si trova-
rono dinanzi alle po-
-- -— .- ~— sizioni nemiche for-
tiflciite come contro
i l'orti di Ve/zana,
' Luserna, Sexten eic.
Perciò dovettero es-
sere incominciati i la-
voii di approccio che
associavano alla zap-
pa le azioni di fucile
e di artiglieria.
Infine occorreva
saldamente premu-
nirsi contro qualsiasi
ritorno offensivo ne-
mico facilitato dalla
ricca rete costruita
dagli austriaci dietro
le lo IO linee di dife-
sa per legarle con le
basi retrostanti e col-
lega, le fia loro. Le
nostre operazioni di
approccio e investi-
mento furono perciò
diverse nei vaiii set-
tori della nostra
gueira, e non fi.cili
ne brevi, in tutii i
mesi.
Nel l'irolo- Tren-
ti'nu per l'asperità del
terreno con limitate
linee d'attacco, gner-
nito solidameoLe dal
— 522
Il Monte Nero.
{Fot. del Comando «-«..-.-__
nemico; sul fronde dell'Isonzo per la inelutta-
bilità di procedere per attacchi frontali di-
nanzi a numerosissime fortiticazioni (che vi-
cendevolmente si completano, specialmente
riguardo all'azione delle artiglierie) volendo
avanzare, necessitò soverchiare col nostro
fuoco quello nemico.
fortificati nemici, in modo da toglier loro le
posizioni avanzate e restringere sempre mag-
giormente lo spazio attorno ad ogni gruppo
riducendo cosi la possibilità di manovra delle
batterie nemiche e delle sue truppe mobili
di presidio ai singoli gruppi.
A line dicembre avevamo esteso le occu-
Vednta di Sagrado (Basso Isonzo),
col ponte fatto saltare dagli au-
striaci.
Né sarebbe stato possibile senza un tiro
prevalente di aprii si il varco fra le difese
accessorie, e di afforzarsi in modo che le no-
stre truiipe potessero resistere e sostare an-
che in tratti battuti eflBicaoemente dalle ar-
tiglierie nemiche.
In tale guisa venne investita la intiera li-
nea del fronte, e questo si è fatto pui e sin-
golarmente per i singoli gruppi e capisaldi
pazioni sulla direttiva del Tonale e dello Stel-
vio chiudendo tutti i passi di alta montagna e
occupando le alti valli che sboccano in ter-
ritorio nemico. In vai Giudicarla oltre le
nostre posizioni sul versante destro di vai
Daone, avevamo occupato il monte Melino
e tutta la valle del Ledro e le alture a nord
di essa compresi i due versanti di vai Con-
cei. Avevamo così insinuate le nostre occu-
So
- 524 -
pazioni isolando 11 fjruppo del forti austriaci sinistra alle falde del San Michele e la destra
di vai Giiidicai-ia da quelli di Kiva. In vai a Monte Sei Busi completò l'in vestimento
d'Adige con le occupazioni sulla siionda est della fronte suU' Isonzo e ci permise libera
del Garda e con quelle sulle due sponde manovra su'le due sponde del basso suo torso.
dell'Adige, spinte fino verso Mo-
ri, si eiano isolati i forti di I{i\a
da quelli che formano la dife>a
est di Rovereto. Queste trova-
vansi strette da vicino dalle no-
stre occupazioni di Ztigna Torta
e dalle sue pendici nord, nonché
dal nostro possesso dell'altipia-
iio di Arsiero che stiMnge Doss
di Sommo e Doss Alto.
In vai Sugana le posizioni
nostre di Armentara-Salubio-
Valpiai a e quelle del torrente
Maso che si stendono fino a Col
San Giovanni strinsero 1 forti
clic formano il fronte est di
Trentp fino oltre Borgo. E così
col guadagno di breve spazio
ma di forti posizioni (ognuna
delle quali co.-tò la fatica di un
assedio» la nostra linea di fronte
progredì anche nella conca del-
la Fiera di Primiero, e conqui-
stò tutta la conca Ampezzana con le strade
delle Dolomiti fin verso Ai-abba e la via d'Ale-
Casa bombardata nella piazza di Moufalcone.
L'occupazione totale della conca di Plezzo
completò il possesso delle falde settentrio-
nali dfel Monte Nero e l'inve-
stimento del gruppo del Predil
da sud.
Però se già nel dicembre con
le operazioni contro Tolmino,
dal Monte Nero versoli Mrzli e
Santa Lucia, con quelle contro
Osla\ ia e Monte Calvario, non-
ché con quelle contro San Mar-
tino al Carso, poteva dirsi che
il periodo di approccio e di in-
vestimento era terminato e po-
teva sul fronte dell'Isonzo inco-
miiìciare la fase della espugna-
zione; per il settore Trentino,
invece, data la e uà più aspra
conformazione e le difese ne-
miche sparse a gruppi lungo le
principali sue arterie, il periodo
di approccio e di investimento
trovavasi assai arretrato.
Occorre inoltre spiegare il
magna fino all'altezza del monte Cristallo. In fatto spesso verificatosi nella nostra guerra
pari tempo la strada di Alemagna (ohe seen- di posizioni bensì occupate ma non tot<il-
de da Toblach) venne sbarrata
dalle occupazioni nostre in valle
di Sexten e di Eienz fino contro
ai forti di Sexten e di Landro.
Intanto si reiteravano le
nostre azioni sulla fronte del-
l' Isonzo.
L'occupazione del massiccio
del Monte Nero fatta nell'esor-
dio ci permise di passare l'Ison-
zo e di manovrare sulle due
rive del suo alto corso.
Così interrompemmo la li-
nea di difesa austriaca fra il
gruppo del PrédiI e quello di
Tolmino, nonché quello di Go-
rizia-Carso. Infine l'occupazio-
ne del margine del Carso fra * l'rofughi che lasciano
Gradisca e Monfalcone con la Moufalcone durante il
bombard. austriaco.
Ricoveri a Monfalcone.
(Fot. del Comando sup^-emo).
''Ite. Ciò proviene dalle molteplici linee di
esa allestite dal difensore, le quali insi(>ine
linee naturali obblit,'nno l'attaccante a
:i lulstare pezzo a pezzo una posizione.
Impedito l'attaccante di investirla com-
pletamente, dovendo limitarsi ad assalirla
frontalmenie e non potendo perciò cosi in-
tercettare (nel periodo precedente all'attacco)
e sulla sinistra dell' Isonzo, che ha permesso
a^'ll austriaci, con lavori precedenti alla guer-
ra, di disporre batterie retro«tat>ti che bat-
tono ogni piega, ogni rientrante, non lasciando
angoli morti, ma ihe specialmente concen-
trano 1 loro fuochi sul sommo delle ponlElonl.
Per questa situazione di fatto è (.vvonato
ed avviene, che varie volte, le snninittà e cui-
{Fot. del Vom. iiupr.).
le retroTle di rifornimento di munizioni o
riserve, né giungere a spezzare 1 colie^-a-
menti che per mezzo di Ciimmini coperti ed
in trincea collegnno le vaiie difese antistanti
con quelle immediatametit** seguenti, la resi-
stenza può contrastare pas!-o passo la con-
quista.
Alla detta ragione si ag;;iuiiga la confi;;u-
razione del terreno, specialmente sul Carso
mini siano sgombrate dal nemico mentre i;on
possono da noi essere occupate perchè trop-
po Intensamente battute. Ma una volta sgom-
brato dal nemico e occupatine 1 fianchi da noi,
permettono di sboccare avanti, e le nostre ri-
serve non sono più soggette al fuoco del ne-
mico che operava in precedenza dalle vette
che la nostra azione Io ha obbligato a sgom-
brare.
" PETROLMA LOHBEGA ."Tir":
..,_^^..i.^_.^^_.....^_. la caduta dei capelli.
Chiederla a tutti i profumieri, panurcliipri, farmacisti, droghieri e
alla Ditta ANTONIO I^ONGEGA - Venezia.
- B26 -
- 527
Ciò detto, si potrà conve-
iiiiMitt'mente appre/.zari' lu no-
stra situazione che a tine <li-
Ct'ml.re era la se;,'uei)te:
Padroni dello Stelvio e del
naie.
- Illa direttiva di vai Giudi-
i, padroni delle posizioni
u destra di vai Daoiie, il
111 lite Melino, Palone, monte
-s e le alture a nord di vai
dro. Ad est del Garda, le
Uci dell'Altissimo, quelle di
la Torta ohe degradano su
ana ed il paese di Marco.
alle Arsa e fra questa e vai
agnolo Un- a di ocoupazio-
; 'T Colpiano Malj>a. Hardo,
i Magé,Mo, Mal;ia Campari,
'iie d'Arsiero. In vai Suga-
nlla grande direttiva che
ostro confine porta a Tren-
idroni dell'Ameiitara, della
1 del torrente Maso. e vai Campelle, fino
Ile San Giovanni (passo di Cinque Croci)
ano alla sella che divide Cnmpelle da
Ciisetle costruite dal nostri soldati sulle montagne
ilei Cadore per servire di ricovero agli utllciall. .
sotto le punte del Mrzli e del Vodll, e la testa
di ponte di Piava con Canale, Llga e Zagcra.
Infine di fronte a Gorizia e sul Carso al tliiire
del 1915 possedevamo la cortina
formata dalle alture di quota
188 di Oslavia e Peuma e Cal-
vario e gran parte del monte
San Michele e monte Sei Busi
con nna linea di trincee fra que-
sti due punti Nel basso Isonzo
erano già in nostro potere Gra-
do e Monfjilcone e tette e due
le rive dell'Isonzo fin sotto il
ciglione del Carso verso Duino.
L' Imouzo e il 1 onte veduti da Sagradu,
|,val di Cià. Dinanzi a questa linea tenevamo
monte Salubio e monte vai Piana in vai di
[Calamento. In Cadore col possesso di Col di
^Lana e monte Sief 8-9 (novembre) e con
uelle di Sasso di Stria e monte Piccolo La-
usei possedemmo tutta la valle di Livlnal-
ongo e la strada delle Dolomiti fino a Pordoi.
bell'alta Kienz e in vai di Sexten stringemmo
lol possesso di monte Piana e di Croda Rossa
Sei Koffel gli sbarramenti delle strade che
al Cadore vanno in vai Pusterla a Toblach.
In Carola la nostra linea corre sulla linea
li displuvio che passa per il Paralba, Pai
iwolo, monte Croce, Pai Grande, monte
.vostano con il completamento della occu-
azlone di posizioni avanzate quali il Zel-
jnkoff e il Lodln. Lungo la fronte est teniamo
e posizioni della valle Pontebbana, di valle
>ogna che stringono la strada di Tarvis :
niemo tutte le posizioni mo ntane ohe nella
>nca di Plezzo fronteggiati oV Javorcek e 11
ombou e stringono i forti d el Pr«dil. Rulla
manente fronte dell'alto Isonzo occupiamo
monte Ne o con le sue falde nord e fino
Operazioni
rtisse 1915.
I russi nella loro gloriosa e
manovrata ritirata, pur rintuz-
zando con parziali azioni le pre-
tese di un inseguimento tede-
sco, non si erano mal più la-
sciati ades<-are ad accettare battaglie di
grande stile.
Lo scopo era evidente. I russi tenevano
a riordinarsi e non Intendevano sciupare forze
inutilmente in battaglie lontane da quella
base ohe volevano assumere.
/n Oalizia. — Una tomlia dov«i nono i>f polti
5» auittriacl «• Il ruiwl.
~ 52H
Soldati russi in trincea presso Kolki.
Dinai'zi allultina mitiacc.'a tedesca sui
nodi di Mdlocleschiio e Baianowitzki, il fronte
russo si era piegato ancora lievemente sotto
r immane sforzo tedesco, quindi aveva resi-
stito alle masse nemiche, e poscia, a poco a
poco, i russi avevano costretto i nemici a ri-
piegare a loro volta, tinche il pericoloso sa-
liente offensivo che avevano abbozzato i te-
deschi finì per dileguarsi come per incanto
sul finire di ottobre.
I tedeschi e con essi gli austriaci si arre-
starono allora sopra un fronte che, salvo effi-
mere azioni locali, nosi doveva più, sino :il
maggio del 1910, subire alcun mutamento.
Fin dall'ottobre — ci»»è per otto mesi di
tempo — i russi tentarono qua e là qualche
rettifica parziale del loro fronte; accennarono
anche a qualche movimento in avanti per al-
lej-'gerire l'offensiva contro Verdun; ma in
definitiva essi non dimostrarono un' ampia
etìettiva attività.
Perchè?
Precisamente perchè una gì andissima at-
tività sei;uiva invece dielio la loro fronte.
Invero I russi profittarono del'a trc,t,'U.'\
per iniziare netiii ultimi mesi del U>15 eeom-
j)ire poscia nei primi cin ine nitsi del l'.tlC),
la riorganizzazione del loro materiale che
aveva tanto sofferto nel corso della lunga e
dura ritii-ata dalla linea del Dunajetz a quella
del Pripet; per riforniie ed accrescere i pro-
pri reggimenti; per chiamare nuove leve ed
istruirle; per reclutare una massa di nuovi
ufficiali col fine di surrogare quelli semi-
parsi ed ampliare altresì i quadri; perdere
vita a numerose fabbriche di armi e di mu-
nizioni, raccogliendone pure ingenti quantità
dall'estero; insomma per rendere 11 proprio
esercito più grande, più forte, più omogeneo,
più irresistibile, più temibile.
Intanto imn mancarono armeggi parziali
e terribili, ad esporre i quali occorrerebbero
volumi.
Fra i vari episodi ricordiamo però le fa-
mose scorrerie dei cosacchi del Don i quali
a Jakobstadt ed altrove presero in questi
mesi, ad irrompere e seminare il terrore lar-
dellando a colpi di lancia i nemici che riu-
scivano a sorprendere, e poscia — fatto il
colpo — ritornavano alle loro linee. Manca-
rono le grandi operazioni ; ma 11 fronte russo
fu difeso tenacemente ed assunse verso il
nemico e fece onore al noto motto latino:
Usque huc venies et von procedes u tra.
Né mancarono operazioni di piccola guerra
nel Caucaso, o sul Mar Nero, od In Persia,
sempre con la pegjio dei turco-tedeschi, o
del bulgari i cui porti furono reiteratamente
bc mbardati e molti loro veliei-i carichi di
merci o carboni, quando sorpresi, sempre
ine-orabi!mente affondati dalle navi o dalle
torpediniere russe,
Pochi hanno parlato della efficienza delle
forze navali russe del Mar Nero e nessuno
ha messo in rilievo il compito importantls-
ciali (li un soldato ru«.s
caduto in battaglia.
Toilette [diti f il IV^Il^if^ll ^1 Profumo
dei IWi ■ É I i k IWl 1 Li i I i k ■
bambini ^^ftilULABÉLuKZ^lJy^HZJULP <lelizioso
Puro ed untuoso, rende la pelle fine e vellutata.
-Simo chelp navi russe
l.anu'j ivi e-"iv>tato.
sia r>nn operazioni di
sbarco, sia di «Tociera
o vi{?orosa vigilanza,
sia coi freciuentl at-
toridauienti di tra-
.sporri ottomani vi\
a II che d i navi da
-iKM'ra turche non aj»-
l)<-na Osarono nsfin
dal Bosforo.
Forte di 11 lora/
zate di s(jnadra: <'..
3 incrociatori protei
ti: di 4 canuunieri'
di 0 cacciatorpedini.;
re; di 11 torpedinii
IP: di 10 soiTirneri:;
bili; e di altre r> n;i\ i
peciali fra cui alcune
osa-mine, questa
lotta coinplessiva-
ien<e di oltre .">o
avi. destinata ad
pera re esclusiva-
ente uri mare dove
chiusa, e contro uji
nemico non in
I di compotere
essa, esercitando
Mar Nero un incontra.stato dominio, ha
ibbi:ìm>/nte pluvato alla causa della In-
ta^jliejjgiando i rifovnimonti d>Ala. Tur-
f della Bulgaria.
• ■iMieralc (ial
Dobbiamo pur no-
t:ne il fatto ohe il 21
dicembre la Duma
approvava una mo-
zione in «-ui si procla-
mò altamente l-i iie-
«e.^sità per la Kus^ia
di continuare la ijutr-
ra fino a che In forza
militnre ledmra tfon
rf>n;ia iiìfru fi'i .
Operazioni
francesi
1915.
Dopo ;
Soissons, di Lijart,'t.s,
dflla grande liatta-
^'lia di Arras e del sa-
liente di Noyan,de!le
quali parlammo nel-
la precedente rasse-
L'iia, tutto il front"
francese dal mare a
Belfort rimase impe-
netrabile ai tedeschi.
Sebbene non siano
mancati n.?l trime-
stre ottobre-dicembre da parte di questi ul-
timi rinnovati tentativi di attacco special-
mente nei Vosgi, nella Champagne, sull' Yser
e ad Ypres.
Dopo la ricoi-data puKua del 7 ottobre a
Loos — in Artols — si ebbero nella prima meta
di novembre 1 famosi combattimenti al La-
birinto (notevoli quelli del 14 novembre), a
Berry au Bac e nelle Aryonne. nei quali i
francesi ottennero alcuni prof,'ressi.
Duelli di artiglieria e di velivoli si alter-
narono a piccole fazioni di pura importanza
locale, che non ebbero perù nessuna iuHuenzu
nel modificare su questo fronte il svilito asiietro
della guerra di trincea.
n lAuclalmmite.
.1 n.xuii.-.f ili lutitiu linea
lu'lla ChaoipÀgue.
84
530 —
Tiratore trjnicese che spara col
fucile a calcio periscopico da
una feritoia di un parapetto di
sacchi di sabbia.
Nella Maina, salendo alle trincee.
Ma naturalmente si iu benìo itimi da Oj e-
razionl offensive su larga ^c'ala.
Il 21 dicembre, masse francesi attaccarono Dobbiamo nscriveie però a merito della
i.\ posiziona dirH:irima'in\veilerkopf(l) e vi Franfia l'iniziativa di u?;s )ciiir<i :ill'In:_'hil-
Balestrieri francesi.
fecero 1300 prigionieri oltre al danno arre-
cato ai tedeschi di numerosi tei-iti e morti.
(1) Questa montagna alsaziana del cosi detto
Vecchio Aiinando fu conquistata dai francesi il
26 marzo 1915: poi ])erdnta il 25 aprile e rii>resa
il 26: indi riattaccata il 21 dicembre.
terra per ocoupure saldamente Salonicco, tar-
divo ma ancora valido rimedio agli errori
commessi dall'Intesa nella politica balcanica.
Al 31 dicembre del 1915 le forze franco-
inglesi fino allora sbarcate a Salonicco e af-
tidate al comando del generale Sarrail con-
sistevano in 210.000 uomini dei quali 'JO.OOO
inglesi. Altri convogli erano in viaggio.
YM
Il fronte tede.Htd nell'Ar^-tiune voilnlo da una trincea fraucoso
di ])rima lin«-a.
XfUu Chainpagnc. — Triuce» iiHiit-f»*' di «burrai
5B-_>
La cHtteflrjile di Keiiiis.
Veduta presa da un aeroplano.
Trattandosi di ni)u lin.S'' offensiva di spie- partii quali siano le sue difese, parlandone
CRtissima importanza o di prunissimo ordine in apposita rubrica,
costituita dalla Intesa sul tini re del 191." per E intanto oi è pur- doveroso di rilevare
A Reims Ì<'
S(U(>1<' si sono r:
jK-r rii>arare
e iiellf famose cantine dello Champagne
■iulli dal boniliardameuto.
la eventualità di una a/ioiie verso il eentro come per ogni verso la Francia sul finire di
dello aeacchiere balcanico, azione imperniata dicembre del 1915 presentava l'aspetto ma-
altresi nei capisaldi di Vallona e del basso gnifioo di una giande na/.ione nella quale
Diinubio, riteniamo opportuno di chiarire a tutti i cittadini si erano riconciliati; tutti si
534
troviivano accomunati nelle stesse prove;
tutti ascoltavano con rispetto la maschia le-
zione di coraggio, di pazienza, di volontà, di
calma, di firìucia e di serenità necessaria a
** In totale, durante le nove sottimnii
** della campagna di lord Derby, si sono ai
" rnolnti circa due milioni e mezzo di soldati
Un" altx-a pubblicazione viene ora a co:
La f:tttoria dei Wa<(iues nella Champagne,
teatro di tei'oci combattimenti.
risolvere il teiribile prol)li>ma (Lìirimlipci
(lenza, nazionale o del vassnllnggio con 1
straniero.
Operazioni
inglesi 1915.
Nella precedente rassegna esponemmo che
l'Inghilterra più che rilevanti foi-ze terrestri,
aveva dato all'Intesa eccf>l lente cooperazione
di capitali per l'azione, ed insieme molti con-
tingenti di volontari che si diportarono assai
valorosamente in Francia, in Asia, in Africa,
lici Dardanelli e — ciò che più monta —
diede l'Inghilterra la tutelare azione marit-
tima. ^
Il nostro lavoro — pei* ineluttabili ne-
cessità tipografiche — era già pubblicato,
(juando \\ DniU/- Sketch, in data 22 dicembre,
USCI con un articolo di O' Grady (membro
liiboufista della Camera dei Comuni) il quale
avendo aiutato lord Derby nella sua campa-
gna per il reclutamento, forni sui risultati
oitenuti, le seguenti notizie :
" Le prime settimane diedero poca resa;
" pili in un giorno gli arruolamenti salirono
" da 74.000 a 330.000.
" Il 12 dicembre (191.5) ultimo giorno della
'• iscrizione, si presentarono 325,000 uomini;
'" m nire nell'ultima settimana si erano ar-
" molati 1.5.*?9.000 uomini.
fortare il nostro studio sulla entità della coo-
perazione inglese nella guerra in corso, ed è
un libro dovuto alla penna di René Puau^
col titolo : " L'armée -anylaiae sur le conti-
netìt ^.
Sulla scorta di documenti è dimostrata
la parte brillante ed eroica che ebbero ini-
zialmente cinque divisioni di fanteria con una
divisione di cavalleria (cioè le prime forze in-
glesi sbarcate in Francia) e poscia l'esercito
coloniale e l'altro di lord Kitchener succes-
sivamente accorse, nelle operazioni di guerra
dei vari scacchieri.
Occorre rilevare che si trattò di iniziare
alla guerra battagrlioni inesperti e di inqua-
drare nuovi reggimenti e nuove brigate nelle
antiche divisioni.
Inoltre, mentre si allenavano alle prove
del fuoco i nuovi soldati, fu necessario di
organiz'',are il funzionamento dei servizi di
ogni specie, avuto i-iguardo alle tendenze del
soldato inglese che non ri nn noia a nulla. E
questi servizi furono allestiti con tanta per-
fezione da fare persino sorgere dalla terra
nuove città, stabilendovi reti elettriche, do-
tandole di acqua, e creandovi fabbricati ampi
e spaziosi, con \in servizio sanitario dei più
completi.
Con rudi sforzi si costituirono così quelle
salde fanterie e quelle potenti artiglierie che
fecero scuola di tiro sulla fronte a spese dei
tedeschi, mostrandosi tutte tanto brave al-
ROYAL mod. IO
la migliore
xnaccKina
per scrivere.
A<^KNZIA GfC^EKALH PKll L' ITALIA K Coi.OXlE
MILANO
Dante, 4 — A. MELE & C.
opera, snidate da esperti umciall tratti da
iella jjrande riserva che le j,'iierre <'(d<)iiiali
ivevuiio fortunatamente consentito aU'lngliil-
terra di formarsi.
N'>?i due ultimi mesi del 1915 si può dite
che nun m tu giorno in <-ui lo t uppe inglesi
non si misurassero col nemi.-o comportandosi
con lo stesso valore spie^iito già nelle pre-
cedenti operazioni sulla ^laina, sali' Yser, in
Mesopotamia, a Suez. ecc.
Co-ii il nostro diario ci mostra gl'inglesi
al 1'^ novembre resistenti ad est di Ypres;
il 6, respiuijenti i te-
deschi alla Bassée; il
10, solleciti a rintuz-
zare bombardamenti
aerei; il 16 ancora a
lottare presso la Bas-
sée; il ly di nuovo ad
Ypres; il -21. a Loos;
il ;ìO, a (ìomniecoui t.
Gì ve neh y, Neuvo
Chapelle ed Anuen-
tieres.
Ed in dicembre :
il 2, ancora a lottare
a Givenchy: il 12 a
Miraumont: il 17. ad
Armentières, dove m
impadioni>cono del-
le trincee tedesche :
il 18, respin>;enti un
attacco nemico a
nord di Loos: il 1'.'.
incordi con belgi e
: aiicesi a tenere tc-
•a ai tedeschi nelle
no raffiche di arti-
, iier a: il 21, fieri nel
•iierli a bada - da
il - ad Ypres, Saint-
lean: ed il 22, presso
l.uosed .Armentières.
Infine vediamo gl'in-
;.'lesi il 27 moltiplicarsi in una lotta a sud
iU;lla Bassée, all'est di Armentières, a nord
della Somma e ad oriente di Albert: ed il
;J1 dicembre salutare il trapasso del l'.»15
bombardando raerodioino tedesco di Her-
villy.
Mentre ferveva la lotta ringhili erra il 14
dicembre chiese al Parlamento i fondi per
portare le suo forze a quattro milioni di uo-
mini: e la Camera dei Comuni il giorno 22
dicembre, senza dincusaione, approvò il pro-
getto.
Nella prima settimana di dicembre, il Con-
siglio di guerra dell'Intesa, tenuto a Parigi,
deciso lo sgombero della penisola di Galli-
poli e lo alleni imento della p:uzza-base di
Salonicco. Tuttavia le truppe franco-inglesi
cotitinraronn a lott.nre coi turco-tedeschi fino
Tx)rd KirrHKjTKR,
al 20 dicembre, giorno in oul potè tradursi
in atto lo sgombero.
Circa la costituzione della b.is > di Salo-
nicco, rimandiamo il lett^^re a la apposita ru-
b ica alla seguente pa;{ina.
Non mancarono acerbe critiche sala po-
litica militare degli anglo-francesi ai Darda-
nelli.
Ashmead BartlettJI) nel Sumhnj Timnt del
27 dicembre lMir>, biasimando t'Intesa perire
errori commessi: (l» aver lasciato prevedere
gli avvenimenti al nemico: 2» avere agito sle-
gatamente ad oriente
ed occidente : -io ave-
re disperse le pro-
prie forze!; in quanto
alla guerra nei Dar-
dane.li esce più spe-
cialmente in questo
giudizio :
' La spedizione dei
Dardanelli è Costata
all' Inghilterra fra
uccisi, feriti, prigio-
neil e malati, 200.dO<i
uomini, mentre ha
causato un consumo
enorme di armi e di
munizioni, proprio
nel momento in cui
queste scarseg<^ì ava-
llo sul fronte occi-
dentale.
* Se r Inghilterra
si fosse decisa a sa-
criticare (juesti due-
centomila uomini in
Fiandra, con una of-
fensiva contro i te-
deschi quando questi
erano impegnati nel-
la loro grande offen-
siva contro la Ru.ssi:i,
il risultato avi ebbe
potuto essere enorme. Forse ne sarebbe de-
rivata la liberazione di buona parte delia
Francia settentrionale e del Belgio „.
Sembra a noi che lo scrittore abbia pie-
namente ragione. Ala siamo sempre a (indio
che gli avvenimenti umani non si possono
prevedere: «-he errare hmnunHm etit ; e che
del senno di poi son piene le fosse.
Le perdite inglesi, dall'esordio della guerra
al 9 novembre 1915, quali vennero ufficial-
mente annunziate al Parlamento inglese nel
successivo dicembre, ammontano a 610.230
uomini, cos'i ripartiti :
In Fi ancia, morti 69.732: feriti, 260.037:
mancanti 66.029. Nelle terre mediterranee.
(1) Corrispondente di guerra dell'Agensi»
Renter.
LIQUORE
TONICO DIGESTIVO
DITTA ALBERTI
BENEVENTO
580 —
morti 23.055: feriti 73,1 MS;
mancanti 10.5ft7. Su<,'li altri
teatri della guerra, uccidi
■2 '279; feriti 5,924 ; mancanti
'■} 301 uomini.
Perdite navali: uccisi
10.517; feriti, 1.211; 3iia!i-
eanti, 362.
Operazioni
belgHe 1915.
Non si iKuiiio dati pre-
cisi sulla ricostituzione,
senza dubbio avvenuta, del-
lo eroico quanto sfortunato
esercito belga.
Tuttavia ò da presumere
che le sue unità ricostituite,
siansi fuse con quelle an^lo-
trancesi che si battono nel-
l'Artois e nella Champagne.
Che 1 quadri e gli nitri
elementi onde esso si coin-
pone aiàiyo preziosi i\o prova
il tatto che le autorità tedesche nel dicemlire,
arrestarono a Bruxelles e poscia deportarono
ui Germania i generali a riposo Jausseiia, \nx^
L/a piazza-base
di Salonicco
costituita stil
finire del 1915.
La linea franco-inglese
si stende dal golfo di Orfano
alia foce del Vardar. chiu-
dendo dentro le sue trince-'
e i suoi ridotti tutta la pe-
nisola Caloidica che si spin-
ge nell'Egeo con i suoi tr<-
Iiromontori a guisa di tri-
dente. E si approva questui
inclusione osservando che
la penisola Calcidica può di-
ventare una vera " piazz,
d'armi,,, una eccellen:
ìjase di concentramento p<ji
f Intesa. Si pensa che i suoi
due golii, quello di Cassaii-
dia e quello di MonteSan-
to, e segnatamente il primo,
possono essere buoni punri
di sbarco sussidiari a quei-
ntatti ai tre o quattro ancu-
raggi del golfo di Cassandra fa capo una rei»
abbastanza fìtta di strade, non eccellenti, n.t
Il generale Sakkau.
unauil^nte le forze Alleate
a Salonicco.
lo di Salonicco.
Sprang, Fauconval ed il colonnello Brassive,
senza neppure permettere loro di porgere un
saluto alle proprie famiglie I
Oh bontà del motto: Tiies les pìentitrefi '
degli antichi cavalieri di Fontenoyl
suscettibili di miglioi-amento. E d'altra parte
si sa che l'automobile, opportunamente co-
struita e attrezzata, può percorrere anche
strade cattive.
Ma la inclusione di tutta la penisola Cai-
SE
conoscete un asmatico, gli renderete servigio indi-
candogli il Rimedio d'Abissinia Exibard, senza
oppio né morfina, in Polvere e Sigarette, rimedio
che e prescritto da tutti i medici, reca sollievo
istantaneamente a migliaia di ammalati ogni
anno. 6, Rue Dombasle, Paris. — In tutte le Farmacie.
ciilicd entro le linee franeu-in^'Iesi era con-
sigliata anche dalla necessità ili appoggiai'^
-ulidamente 1" ala destrii, la ijuale in verità
non pot' ebbe essere me;,'lio protetta che dalle
:ie(iue del golfo d'Orfano, dal niarc. Dal vil-
laggio costiero di Stravos, luii^io la riva de-
stra del Reudiha, la linea degli Alleati rag-
^•inn-je il vastissimo lago di Bcsik o di Limnis,
segue l'Ili Deré e il p^sa Azniak che con-
^'iungoiio il lazo di Kesik con quello di Lan-
;raza, va lutilo la riva meridionale di questo
largo specchio d'act]ua. si dirige a nord-ovest
t c-an.io Kivatli e Daicia, piega di qui a oc-
groppe del Kai-dasli (»»»J56»,del San Ella {»*• 7hf.),
del UorUsc {ih lOW», per ridiscendere a mi-
nori altezze a mezzogiorno do! lago di Pes k ;
all'estrema destra, sopra SUvros. il bo^c.s.,
Siu'l.jaiii (m 5:)4i è una ina;:nitic.i posi/.i..n •
militare.
La gola del (ialiko tra le alture del V«r-
dar e 1 monti di Daut dei quali il Kardasli è
la ma;.'},'ior vetta: la depressione iDeilMurli
dove passa la strada che per Kivatli comi i. •■
da Salonicco a Seres, un sottile istmo tra :.li
acquitrini che si stendono dal lago di L;ui-
gaza e quella di Bosik : la striscia di t<iireuo
U'
La chiusa di Deniir-Kapiir presso Saloni
cidente fino a raggiungere Topsin sul Vardar,
donde con un * risvolta) , lunga la riva sini-
stra del liume scende al mare. 11 mare, la
foce e le paluii del Vardar sono un ewel-
lente appoggio per l'ala sinistra de^'M Alleati,
he i>aludi riducono considerevolmente l'am-
piezza della zona più vulnerabile della linea,
il varco di Topsin, dove passano la ferrovia
<• la strada di Monastir, e la ferrovia del Var-
dar. Dal nord di Topsin al golfo Orfano lo
trincee del franco inglesi corrono su alture:
prima sulle lente ondulazioni della vallata
•tei Viud;ir, i)oi sulle più massiccie ed erte
pianeggiante tra il lago di Besik e il monte
Huljani e la angusta zona costiera di Stavros,
costituiscono. Insieme col vajrco di Tospin, le
poche linee naturai di penetrazione nella
barriera franco-Inglese.
Questa barriera si estende tra i due mari
per circa 120 A-m, ma la sua lunghezza effet-
tiva e assai ridotta, sotto l'aspetto della di-
fesa, dall'esistenza dei dtic grandi laghi di
Beslk e di I.anga/a, lungo '24 km il primo «
10 il secondo, e delie varie zone paludose sa
accennate, bistenti tra i due laghi e alla foce
«lei Vardar. I>i tratta complessivamente di una
NEVRAL ■ C^^^*^^'' ^ compresso a baso di Novraltcina.
(Rimedio di elezione nelle Emicranie • Nevralgie • Coliche periodiche
f^eumatismi • Influenza.
I^EPETIT FARMACEUTICI - MILANO
— 53o —
cinquantina di chilometri impraticabili, ciò
che riduce la lunghezza reale delhi fronte da
difendere a una settantina di chilometri. E
la ■* zona pericolosa ,, la zona pruticiibile per
un attacco in forze è anche più ristretta; si
estende per una quarantina di chilometi-i sol-
tanto d;il vai'co di Topsin al lago di Langaza.
A chiudere questa breccia, a munire questa
zona di pericolo, si concentra lo sforzo dei
frunco-inulesi. E par certo che essi abbiano
forze adeguate alla necessita della difesa, non
solo in uomini, ma sopratutto in artiglierie.
Operazioni
serbe 1Q15.
Ricordiamo che fin dal 5 ottobre 1915
grandi masse di truppe tedesche eransi con-
centrate sulla riva sinistra del Danubio, men-
tre a levante e ponente di queste truppe
bulgare ed austriache erano pure piente ad
invadere la Serbia.
Dopo le prime avvisaglie sul Dainibio e
sulla Sava il 9 ottobre le truppe tedescjie,
previo bombardamento di Belgrado, passa-
Àccampameuto francese a Mudros, nell'isola di Lemno.
Questa fronte di battaglia è partita ugual-
mente tra i francesi e gli inglesi: quelli in-
fatti guardano il varco di Topsin e le alture
del Vardar fino alla gola del Galiko; questi
sono schierati dal Galiko fino al lago di Lan-
gaza, provvedendo pure alla difesa della re-
gione dei laghi e dellazona costieradi Stavros.
Tre ferrovie, tutte le linee che partono da
Salonicco, due rotabili e una discreta rete di
strade minori servono la fronte franco-inglese:
le ferrovie son quelle già accennate di Mona-
stir e del Vardar e la linea di Doiz-an-Seres-
Dede Agac: una delle rotabili è quella che
per Topsin si dirige a Jenigé Vardar, Vodena
e Monastir; l'altra è la strada di Seres.
L'ulteriore svolgimento della guerra ci
dira tutta l'importanza di questo formidabile
baluardo e perno di manovj-a.
rono il Danubio a Semendria, ed espugna-
rono la cittadella. Gii austriaci tniversaroio
la Sava a Yaruk, all'isola Pozarska, in faccia
a Mitrovitza, a Zabrez, ed alla grande isola
Sangalla. Sul fronte della Drina gli austriaci
bombardarono Visegrad.
Dapprima i s?rbi resistettero vittoriosa-
mente, malgrado i potenti calibri spiegati
contro di essi. Ma poscia essendo penetrati
nella valle del Titnok anche i bulgari (12 ot-
tobre) la difesa si rese a mano, a m.mo ditli-
cile. Né potevasi sperare aiuto dai montene-
grini, pur essi assaliti su vari punti della loro
frontiera.
Tuttavia per un certo tempo ancora (lino
al 28 ottobre) i serbi tennero ei-oicamejite
testa, specialmente attorno a Belgrado, che
cadde soltanto il 16 ottobre.
Sali purgativi di Saint Vincent
(la Karlsbad italiana)
Sovrani nella cura delle malattie di stomaco, intestino, fegato
del ricambio specialmente della diatesi urica.
— y.v.i
Premendo d;i o'^ui lato, ti^rtizie alla loro
-^nte artiglieria, le truppe di Mackensen
1 bulgari, i serbi pur lottando, presen> a
^<re terreno, mentre austriaci, tedeschi e
^ari commettevano nel territorio invaso
' -.'HI sorta di atiocitù.
In breve, tagliate le comunicazioni da Sa-
lonicco, occupata l'skub dai bulgari la si-
tuazione dei serbi divenne critici.s-.lma, ed
impresero sul finire di ottobre a ritirarsi sulla
linea Valievo-Moradi-Docolii.
Intanto i franco-inglesi giungevano ad oc-
cupare Strumitza, dal ùanco sud dei bulgari
(29 ottobre). Ma T aiuto, valido per la situa-
zione gener.ilc degli alleati, era tardivo per
la sorte doi serbi.
Le cose precipitarono. I bulgari occupa-
rono Pirot, e marciarono su Nissa. I tede-
schi puntando con vigore a sud di Svilae-
natz, sospinsero i Serbia Kralievo it> novem-
bre). Gli austriaci si collegarono a Ciaciak
con i tedeschi, e «luesti, passai.'* la Morava,
si impadronirono di Kru.sevaz i.s i ovembre»
e proseguirono la marcia incendiando citta,
villaggi, sobborghi, e niassacrando abitanti.
I bulgari progrediscono su Krivolak e Stru-
mitza. I serbi si riducono a meta novembre
sulla riva sinistra della Morava meridionale,
e quindi, attraverso alla regione dei monti
Kapaonik, prendono a ritirarsi verso il Mon-
tenegro e l'Albania.
Ciò malgrado, per lo addensarsi dei ne-
ici da nord e da oriente, in grandi forze.
' ' -;itn:»zione non cessa di divenire sempre
grave, tanto per le reliquie dell' esercito
lo quante p.^r le popolazioni abbandonate,
• gnachè le atrocità commesse dai bulgari
Strbia sorpassano di gran lunga quelle
tedeschi nel Belt;io ed in l' rancia. Scrive
I.arousse che tutti i prigionieri dei due
SI e di qualsiasi età fai ono inesorabilmente
ssacrati o bruciati vivi,
(ìli austro-tcde.schi-biilgari invasero il san-
S kr-cato di Novi-Ba/ar i2'2 novembre) e spin-
lo truppe sulle creste del Favor, e nella
ione al nord di Kaska. Tuttavia un corpo
: bo di retroguardia con un ritorno otfen-
>) riesce a battere i bulgari nella regione
; Leskovatz sulla Morava e ad aprirsi, nel-
I anzidetto giorno, la via a nord di Monastir.
Ma sono vani sebbene gloriosi sforzi. Sul
.:e di novemb.e gli austro-tedeschi en-
wio a Mitrovitza, a Pristina ed incalzano
1 >erbl su Ypek. La ritirata .serba è nel de-
stino. 11 governo s^rbo si tra.sporta a Scu-
tari di Albania. Ai primi di dicembre la Ser-
bia era interamente caduta in potere degli
fiustro-tedeschi-buluari. meno la parte del
territorio sud orientale la quale era occupata
dal corpo di spedizione franco-inglese, non
■incora molto oonsistente e perciò in attesa
di rinforzi.
Ff!'
L'ultimo corpo serbo ohe oc»?npav» M'v
nastir lasciò questa città il 2 dicembre ed I
tedeschi vi entrarono il 3, raggiunti d il bai*
gari nel giorno successivo.
Cosi nella prima settimana di d cemb e
il dramma era pervenuto al suo epilogo. Le
truppe serbe in numero di '2()0.(Mj<ì uonitm,
conducendo seco 40,0(K) pri;iionleri austriiici,
nonché numerosi profughi nazionali avevano
raggiunto il suolo di Albania.
Sopraffatti da forze decuple, quei serbi
non erano tuttavia demoralizzati. Vinti ma
non domi essi, aiutati dall' Ita'ia. si diedero
subito a riorganizzai-p le loro tt'e per intra-
prendere non più soli ma al fianco degli al-
leati, una nuova campagna contro l'abborrito
nemico.
li' Italia tutta, col cuore e con afTetto com-
mos.so si diede ad aiuterà e lenire i dolori
del valoroso popolo serbo, ojìpre^so d i una
rinnovata tragedia di esodo biblico dovuto
alla crudeltà di una guerra di sopraffazione
condotta con metodi degni di animali felini
e non di esseri umani.
A far comprendere come e quanto fu druda
la ritirata di taluni corpi sorbi, diamo qui
appresso alcune notizie tratte dal diario di
un ufiBciale serbo riparato in Italia.
L'ultima resistenza da pai te dell'esercito
serbo fu fatta a Prizreud, dove più di cento
cannoni, per la maggior j.arte del tipo fran-
cese a 7.') erano disposti in enorme semicer-
chio e puntanti contro i bulgari. Dopo avere
spara'o l'ultimo colpo, i serbi tolsero gli ot-
turatori dei cannoni e fuggirono in disordine
lungo un sentiero dove la Drina s'apre la
via fra le montagne albanesi.
Dei 70,(K)0 e più serbi che presero parte
alla battaglia di Prizreud, la metà circa fu
fatta prigioniera. Nelle solitudini delle nevose
montagne albanesi rimasero bande serbe com-
battenti una gloriosa eroica guerriglia la
quale, però, non poteva essere efficace con-
tro la regolare, precisa e meravigliosamente
rapida avanzata delle forze bulgaro-tedesche.
Una descrizione della fuga delle forze
serbe spiegherà perchè gli avanzi di uno dei
più valorosi eserciti del mondo non furono
in grado di combattere.
Dopo la disfatta di Prizrend, alP esercito
serbo rimanevano aperte tre vie di ritirat.t
assolutamente impraticabili peri veicoli, sem-
plici sentieri o mulattiere attraverso preci-
pizi, su alte montagne.
L'ultimo ordine era di rifilarsi Inngo le
tre vie, ma gli austro-bulgaro- tedeschi, e spe-
cialmente i bulgari, avanzarono cosi r.ipid ••
mente che 1 serbi furono incapaci di coprire
la ritirata. Infatti, invadendo all'impiovvlso
il Montenegro, le truppe austriache conqui-
starono Gia»-ova, chiudendo la via di Ip» k
COSI rapidamente ohe appena tremila serbi
Per gli OMNIBUS dei Servizi Pubblici Automobilistici
PREFERII X I f:
GomtTìe Piene "WALTER MARTINI,,
"WALTER MARTINY. fìit. kttamt ftp I. \M6.m iiirt. uruU - V'a Verolengo. 379 - TORINO
540 —
furono in grado di ritirarsi in quella dire-
zione. L'invasione di Dibra da parte di bande
bulgare armate con un;i batteria da monta-
gna chiuse la strada di Dibra, cosicché ri-
mase una sola sl-rada. quella di Lumkulus,
per la ritirata di 70,000 serbi.
Per oirca 40 km. sulla, via del Drin, non
possono passare neppure tre uomini. L'eser-
cito si ritirò dunque in una doppia ftla sten-
dendosi i)er chilometri e chilometri. Jn que-
sto corridoio, cinque giorni dopo la disfatta
di Prizrend, erano penetrati 35,000 serbi,
quando l'artiglieria bulgara aggiustò il suo
quando il pane fu finito, dovettero vivere di
quello che trovavano lungo la strada. Quando
un cavallo elideva esausto, lo scnoiavaiio e
mangiavano a brani la carne cruda.
Operazioni
montenegrine 1Q15.
Mentre la terribile lotta infuriava sulla
Serbia, il Montenegro, che nel 1914, al pari
della sua sorella slava aveva visto più volt't
gli austriaci fuggire dinanzi ai suoi eroici u .
nipoli, erasi nel rniglior modo apparecchi
Un traino bulgaro in Macedonia.
tiro sull'ingresso a da allora fu impossibile
usare la via. Per cinque ore l'artiglieria fece
macello tra le file dei serbi che erano lungo
la strada. Quindi i serbi gettarono i fucili e
i bulgari ne fecero prigionieri 46,000 che ri-
condussero a Prizrend.
Quelli che scamparono, iniziarono a Lum-
kulus una lotta per la vita anche più dispe-
rata. La ritirata di Napoleone da Mosca do-
vette esseie simile a questa dei serbi. Gran
parte dei contingenti serbi che marciavano
all'avanguardia era composta di feriti. Con
i piedi straziati e sanguinanti, sfidando la
fame, giunsero a Scutari tredici giorni dopo
la partenza da Prizrend, dopj aver, soppor-
tate sofferenze atroci, che nessun altro fuor-
ché questi magnifici eroi avrebbe potuto sop-
portare. Erano partiti con pane per tre giorni :
alla nuova bufera che lo addensarsi degli
austi-o-tedeschi-bulgari sulla Sava e sul Jjn-
nubio lasciava nettamente prevedere.
Alla fine di ottobre gli austriaci passando
la Drina presso Visegrad, riuscirono ad im-
padronirsi delle posizioni di monte Gora e
di Toglar con la coopcrazione di truppe ger-
maniche. I bravi montenegrini però se ne ri-
valsero presso^Angora, prendendo ai tedeschi
un centinaio di prigionieri con quattro can-
noni ed una mitragliatrice (2 novembre) e
riconquistando Troglar (3 novembre).
Bentosto si fu alle preso verso Grahovo
e Novi-Bazar, nel tempo medesimo che le
truppe serbe iniziavano il loro ripiegamento
verso il Montenegro e l'Albania.
Al 21 novembre i montenegrini affronta-
rono un attacco austriaco sulle rive del fiume
Toilette
dei
bambini
SAVON SIMON
Profumo j
delizioso J
Puro ed untuoso, rende la pelle fine e vellutata. l
— r,4i
Ltrn. e vi si soitonnero vaìorosnitiento tanto
ciu? re Nioula n»> prese ai)iiTio per emanare
iiu nrnoJatiiu nnnuiiciaiite cho e^li avrebbe
l ti'ii'o xitnt filili morte (28 novonibre».
Al 2 diof-mbre gli austriaci dtressero i
loro attacchi su Priboi o Pleulif, dove tiiron>.
lespiiìti (4 direinbre». La rabbia austriaca s<-
ne vendico con biìmbardamenti aerei su Cet-
tigno. lanciando bombe eziandio sui conso-
liti di Francia e di Inghilterra (7 dicembre».
K furono pure respinti a Mataroje nella
seconda settimana di dicembre; ed anche al-
lora se ne vendicarono con «li aeroplani su
oculari. Antivari, e Dulciguo.
Crescendo la bufera per il sopraggi unprere
di sempre nuove forze austriache, i monte-
negrini »■ videro obbligati a ripiegare a nord
di Cahove e Bielo (Itì dicembre) pur rintuz-
zando le offese austriache dalla parte del-
l'Krzegovina, nonché sulla propria via di ri-
tirata a Berana (19 dicembre).
.Ma la vera tutela del Montenegro stava
sul baluardo del Lovcen. dove alla vigìlia di
"Natale crasi iniziara una violenta lotta di ar-
ti <j;!ieria. Né il Natale pas^^ò liscio per gli au-
striaci che in quel giorno toccarono a Bie-
li»poli una sconfitta che costò loro numerosi
morti e feriti si che devettero tosto retro-
cedere. inal;:rado l'accorrere dei bulgari in
iiiarcia su Sciitari ed Elbassan f'is dicembre).
Né miglior fortuna ebbero gli atastriaci a Le-
pouutz, dove furono battuti e respinti la-
sciando 2000 morti sul terreno (29 dicembre).
L'anno si chiudeva sotto il frastuono dello
.•.•ssante duello di artiglieria dal Lovcen,
:rgendo il i]uale, la sorte della Czeriuigora
r bbe potuto ripromettersi migliore de-
mo, specialmente se .soccm-sa dagli alleati.
Ma vedremo nella rassegna del 1910 che
i»er trascuratezza o per tr.idlmento i giorni
' i Montenegro, erano ormai contati.
E vedremo altresì che tutta 1:ì scampa
•ir Intesa si meraviglio ed espresse acerbe
litiche perchè non si era prevista in tempi>
. .ivan/.ata austriaca nei Montenegro, laminale
doveva poi inbreve (11 gennaio; reiiden? TAu-
.Nrria padrona del Lovcen e per es^o riuscire
alla invasione ed occupazione di tutto il Mon-
tenegro, che diveniva co.si con la Serbia un
secondo pegno nelle mani degli Imperi cen-
trali. Tre giorni dopo veniva anche occupata
Cetti.'ne e l'Austria ergeva tosto una forca
sulla piazza principale della piccola capitale,
come simbolo nefasto del suo etTeratissimo
scellerato dominio I
Operazioni
germanicKe 1915
In ottobre l'otTensiva tedesca, dopo cin-
que mesi di C'imbattiniento, si arresto. Mere»-
tali combattimenti le linee russo dallo fron-
l^«i«H^^M«^^K«'%^*M'M^^W^^MMIHII^%
tiero della Prussia orientale, della Bzura.
della Kilitza, del Dunajetz, dei Carpazi, ven-
nero di mano in mano a retroced'-re sin si.fc
Kiga, alla sinistra della Dwina, ii Dwin^k.
Smorgon. Zartorisch. Tarnopol e alla >Str> i-a.
Il risultato fu per il nemico certani'iit>'
grandioso. Ma non poteva essere duraturo!
Stanchi del lungo sforzo che aveva ncliif >to
ai tedeschi la conquista della Polonia ed agli
austriaci il ricupero della perduta Galizia,
gli uni e gli altri .si fermarono e si fortitt-
carono.
Queste fortificazioni improvvi.sate. sorte e
rafi'orzate .sempre più, fra l'ottobre e il di-
cembre del 1915, meritano di essere ricor-
date .sotto il triplice aspett > della immane
estensione geografica; del problema dello
sverno: e delia tecnica difensiva.
L'estensione geografica può fissarsi con
una linea approssimativa che partendosi dai
pressi di llagu'ezem sul golfo di Kiga seguiva.
a distanza di tiro di cannone, la riva sinistra
(iella Dwina fino all'altezza di Dwinsk e quindi
jiressapoco lungo il meridiano di Czernowitz,
sfiorando Baraiiowiczi, Pinsk e Itowno, rag-
giungeva il contin? galiziano ad Alexinez,
donde scendendo nel terreno còm;ireso fra
le valli della Strypa e del Sercth — non var-
cato - arrivava al Dniester.
Il problema dello .sverno in aporta cam-
pagna venne risoluto con l'adozione di ri-
coveri in metallo leggero, smontabili e prov-
visti di caloriferi; oppure con grandi tende,
o ripari, a telaio, atte altre-'i a coprire hi
artiglierie; od — infine — con profonde trin-
cee scavate mediante mine. Il tutto era i>ro-
tetto da reticolati di grosse corde metalliche,
ed altre difes-j acces.sorie, ad imitazione di
quanto praticarono puro i francesi.
Senonchè gli austro-tedeschi non solo imi-
tarono ma esagerarono, ed a segno tale che
(come nel l'JlO dovea pori'e In luce l'offen-
siva russai le loro trincee espugnate in Vo-
linla e Galizia vennero trovate signorilmente
airedate con pianoforti, grammofoni, qu.idr«
ornamentali, servizi di lusso, cucine econo-
miche, grandi quantità di combustibili, ecc.
In q,uauto poi alla difensiva tecnica, è or-
mai provato che gli austro-tedeschi conti-
nuarono per tutto il novembre e dicembre
a Trlncerar.si potentissimamente lungo l'an-
zidetia fronte geografica, cercando di sup-
plire alla diminuzione degli elettivi sempre
con nuove fortificazioni e con montagne di
artiglieria.
Naudau. .'.ni-.;. ..niente del 7o »r»«a7 dal
campo r ;!!.:e. COsl :
* Le 1 IMO assunto
una ntnii ' o. Tutto il
paese fra lii Limiuu e l>vviusk ti irto di trin-
cee e di fortili/.i. Tutta la linea del Bug, il
grande aMuente della Vistola è protetta da
tre file parallelo di trincee, con piattaforme
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542
in cemento destinate a ricevere f^rossi can-
noni.
Per supplire alla scarsezza degli uomini,
i tedeschi moltiplicano, },'cneralizzano, con
stiaordinai-ia abbondanza, luso delle mitra-
gliatrici e del fucile automatico. Ma la qua-
lità del soldato tedesco ha subito un de-
terioramento. Nò gli austriaci liescono ad
avanzare in Galizia „.
Ed il 12 dicembre aggiungeva:
" Sulla fronte della Dwina, nel triangolo
fra questo fiume l'alta Wilija e l'alto Nie-
men, il gelo dei più stretti corsi d'acqua co-
mincia a permettere qualche colpo di mano
attraverso la Dwiiia.,.. „.
Ma la questione è di sapere se a gelo
totale i tedeschi tenteranno una nuova otten-
siva verso il nord. Chi consideri l'indeboli-
mento dei loro eflettivi, l'insufficienza delle
riserve e la mediocrità dei combattenti — in
gran parte adolescenti — sostiene di no; ma
resta l'esempio del 1914 quando proprio du-
rante il maggior freddo, balzarono dalla Prus-
sia orienlale al Niemen.
I tedeschi sono provvisti di pellicce e di
cappe bianche per confondersi con la neve.
D'altra parte continua alacremente la co-
struzione di ferrovie allaccianti la Dwina al
Niemen e alla Prussia orientale.
Ma il gelo crebbe e le grandi operazioni
languirono, non solo in novembre e dicem-
bre, ina anche oltre.
Soltanto nella regione di Riga, di laoob-
stadt e Dwinsk, non ebbero mai tregua i
duelli di artiglieria; neppure nel giorno di
Natale malgrado la visione del precetto cri-
stiano rievocatore del pax hominibus bonae
voluntatis.
Operazioni
axistriacKe 1Q15
Le operazioni dell'Austria si potrebbero
riassumere cosi:
Bombardamenti di località indifese. Stragi
di donne e bambini. Abusi di insegne della
Croce Piossa, Uccisione di feriti. Uccisione di
prigionieri. Colpi di mazze ferrate sulla testa
di combattenti svenuti per i gas astissianti.
Confetti avvelenati. Fucilate a m.edici e cap-
pellani militari che si spingono verso i ca-
duti. Violazione di ospedali, o di convogli di
feriti, o di parlamentari. Diaboliche vessa-
zioni contro cittadini irredenti. Rapine ed in-
famie di ogni specie. Ecc.. ecc.
Attenendoci peraltro strettamente al titolo
di operazioni militali, ricorderemo che la più
misera azione austriaca negli ultimi mesi del
19l5 fu coctamente la vile aggressione con-
certata in tre sulla eroica piccola Serijia e
sul più piccolo Montenegro, facendosi seguire
dal boia e dalla forca che veiuie immancabil-
mente innalzata in tutte le città ed in tuiti
i villaggi serbo-montenegrini non appena oc-
cupati. '
Nella marcia aggressiva gli austriaci ten-
nero la destra; i tedeschi, il centro; i bulgari,
la sinistra.
Fu loro facile pervenire (a metà novem-
bre) sull'altopiano di Savor contro i serbi,
che da soli a soli li avevano più volte cla-
morosamente scontitti, nel 1914 (allo Jadar
ed a Eoudnik) e rivolgersi poscia contro i
montenesrrini, il 2 dicembre, attaccandoli a
Priboi e Peuliè, mentre i tedeschi occupavano
Monastir, tosto raggiunti dai bulgari.
Ma se vollero forzare il baluardo monte-
negrino dove 150.000 serbi avevano potuto
malgrado la valanga nemica ripiegare con
armi e munizioni, dijvettero attendere che
altre forze tedesche si rovesciassero sulla pic-
cola Czernagora affiancate per giunta da co-
lonne bulgare precipitantesi in Albania (21 di-
cembre) alla quale epoca già da quattro giorni
tutto il territorio serbo era ormai caduto sotto
il pugnale degli ignobili congiurati.
Dovettero gli austriaci attendere tale aiuto,
perchè nella giornata del 19 dicembre a Li-
povax e Berana, erano stati battuti e respinti,
sia pure in secondaria azione.
Eziandio non erano riusciti in novembre
e dicembre a guadagnare terreno in Galizia,
rimanendo ivi più specialmente scontitti a
Trembovla e Boutchach.
Ed — infine — per reiterati scacchi su tutti
i fronti della rosa dei venti (da lunghi mesi
sopportati) si sentivano tanto depauperati di
forze da aver subita la necessità di chiamare
alle armi, per il gennaio 1916, i nati negli
anni 1865, 1866, 1867 assieme alla seconda ca-
tegoria del laridsturm degli anni 1870- "Jl.
Né vogliamo tralasciai-e di annotare che
1 frammenti dell'esercito serbo ripiegati in
.\lbauia, avevano trascinato con se ben 40.000
prigionieri austriaci.
Ricordiamo poi che a riprova delle forze
disintegrati-ici dell'Austria, minata dal dua-
lismo e dal trialismo, sta l' apostrofe pronun-
ziata nel dicembre 1915 dal deputato Stephan
Rakovsky alla Dieta di Budapest il quale
disse: " Dichiaro nettamente che si è già ver-
sato molto sangue e che bisogna fare la pace;
non importa a qnal prezzo ,.
Operazioni
turcHe 1Q15
Già dicemmo nella precedente rass«/gna,
sembrarci che la Turchia sotto l'irrefutabilo
dominio russo del Mar Nero, e sotto le di-
sfatte più salienti subite specialmente a Sary-
kamysch (7 gennaio 1915), ad Ismailia (4 feb-
braio), a Nasirwych (30 luglio) e sul lago di
Van (17 ottobre) nel Kurdistan — contro i
la macchina per scri-
vere più indicata per
uffici ^ -^ ^ ^ ^
Agk>zia Gbnekale pek l' Italia e Coloxik
MUDANO — Via Dante, 4 — A. MEI^E £) C. ==
RO YAL mod.5
i>sl — dovesse ormni considerarsi sulla pa-
iola discenueiite dello sfacelo.
Oggi per quanto si è veritlcato nei rima-
nti due mesi del 1915 (e per quanto me-
o vodremo nel trattare delle operazioni
el iyi6) !nì ratì'enna in noi l'opinione che la
rabola della Turchia vada avvicinandosi
mpro più al suo estremo punto di discesa.
L'azione turca in Europa oftVe ben poco
interesse. Essa culmina invece sul Can:ilo di
Sue/:; e i>iù in Armonia, dove in un paese or-
ribilmente dirticile, montagnoso, senza st.ade,
con un freddo intenso — fra montagne che
raggiungono sp^^sso i 3000 metri di quota —
contavano i turchi sul rtniro del 1915 poco
metio di mezzo milione di uomini fuori com-
battimento (secondo il i>«i7y Miil) fra morti,
feriti e prigionieri, senza contare t^li invalidi
e i malati.
Oh, la Turchia ha scontato e sta scon-
tando a caro prezzo il brindisi famoso di Da-
masco, nel litoti, quando il Kaiser i)er at-
trarla al suoi fini in onr.i ai massacri armeni
si dichiarò: " auùo per aeiupte di ^'. M. il
SuJ/aHO e dei trecento mi/iotii lìi innuinet-'anì
che venerano in lui il loro califfo .' „.
Ma se in Europa la Turchia rappresenta
nella odierna guerra uè più né meno che
una testa di legno, a disposizione deg'i im-
peri centrali, non si può disconoscere che
essa — a parte le forze dirette a lottare sul Ca-
nale di Suez, di cui parleremo più innanzi —
organizzò e mantenne nel rettore armeno e
persiano ben quattordici divisioni, oltre agli
irregolari turchi, cioè una forza di quasi due-
centomila uomini, cui si aggiunsero anche qua-
dri e gregari tedeschi.
Fra le operazioni svoltesi sempre sfavo-
revoli ai turchi ricordiamo principalmente:
La marcia ru.ssa su Teheran il4 novembiel:
la disfatta di blinde curde al lai^o di Trmia
Ut; novembre): lo afifondamento di un tra
;v-irto nel mar Nero per cui annegarono 500
Idati turchi: una nuova disfatta dei fu rc<>-
urdi ancora al lago di Urmia (29 novembre)
ou succe.ssiva occupazione da parte del russi
Ielle città di Enghiman e Keredi (nella re-
ione di Teheran) nonché del colle di Sultan-
• mld a mezzavia fra Teheran e Haniadan
• duembre) e poscia di questo stesso punto
1^ dicembre, con che i russi .si impadroni-
no di tutto il paese fra HuiMudan e Teheran.
N. 1 Caucaso finoiio i turchi ancora bat-
ui dai russi nella regione di Olty e del lago
; Vau (20 dicembre»; ed altre orde turco
iirde Vennero quattro giorni dopo sloggiate
dal \illaggio di .\il)arik (al nor.l-est di Ha-
iiiadani dopo di che i russi occuparono il
.olle di Assabaliad (24 dicembre^ e Kabat-
Kerim {2H dicembre).
Cosi l'annata bellica contro i turchi ohiu-
deva.si e >l pieno suroei-so dei russi.
In quanto alla impresa contro il Canale di
i4;^ -
Suez e l'Egitto già ne parlammo nella prece-
dente rassegna — però esclusivamente sotto
l'aspetto della pura azione bellica.
Ora dobbiamo aggiungere che tra 1 pre-
]>arativi per una nuova impresa cx>ntro l'an-
zidetto Canale e l'Egitto (per la <|uale Un dalhi
meta di dicembre andavansi atnmnssando
truppe turco-tede'.chei auspice la (»»rmanla,
si addivenne fra altri preparativi alla costru-
zione di uuii linea ferroviaria attraverso la
Palestina fino quasi alla penisola del Sinai.
(ìli ingegneri tedeschi Impiegarono a co-
struirla là maggior parte dell'anno 1915. Per
riuscire al loro scopo e>si migliorarono le fer-
rovie già esistenti, sia raddoppiandone i bi-
nari, sia moltiplioandone i depositi od i punti
di siiiistanieato; quindi con le luic'nrine ac-
cumulate per la ferrovia dello Hedja/., co-
struss'-ro una nuova linea attraverso la Pa-
lestina.
Per con.seguenza, ad eccezione di due la-
cune comprendenti insieme una cinquantina
di kiloinetri attraverso i passi del Tauris. ta
linea è completa dalla riva asiatica del Ho-
sforo tino alle vicinanze della penìsola del
Sinai.
Il secondo settore, fino a Damasco, é for-
nito dalla rete francese, il terzo da Damasco
a Deraa, è preso sui binari della ferrovia
dello Hedlaz.
Da Deraa a Bir-£ssaba, testa di linea unita
al deserto siriaco da un marciapiede di cento
chilometri, la via che passa fra Giaffa e Ge-
rusalemme è interamente nuova, dopo aver
lasciato la diramazione antica di Calfa-9an
Giovanni d'.Vcre.
È evidente che simili lavori non sono stati
efl'ettuati in piena guerra senza uno scopo
strategico più o meno prossimo, ma che non
va i>erduto di vista tinche dura la guerra.
Eli e sotto tale visione che abbiamo rit*^
nuto opportuno di indugiarci alquanto nel
mettere in luce l'esistenza ed il valore di
questa ferrovia tedesca di carattere strate-
gico e quindi insidiosa agli interessi dell' In-
tesa.
Il 1916 dirà.
Operazioni
btilgare 1915
Rinunciamo a descriverle perchè esse n-
sultano di ridesso da quelle esposte per la
Serbia.
Dobbiamo però fare i seguenti commenti:
lo - Che la Bulgaria attaccò la Set bla
nella valle del Timok •' 1'^ „;f>hie, cioè due
giorni prima della dichiarazione di gueria
proclamata il 14.
'i" - Che i bulgari condussero la gaeria
con una ferocia verso i fratelli serbi di ginn
lunga più felina ed atroce di quella già abbo-
Igieoe I ÉI 'J 9 i i I 9^^ ! k i S Ili I • "^"^
Bellezza ^^JXULiLhEÌ^UiAIa^ Glicerina
Unica per la toilette e la bianchezza della pelle. —
544
minovole e scellerata dei teieschi e degli au-
sfriaci.
:ì" - Che il dissidio tra la parte sana del
popolo bulgaro e re Fc^rdinando non è più
un segreto per nessuno; foine non è un se-
greto il fatto che molti ufficiali e f,'regarì bul-
{^ari sdejrnatl passarono alla Russia.
4» Che la Bulgaria non è più libera di
se. Le sue finanze sono sotto il controllo te-
desco. E cosi le sue ferrovie strategiche.
5" - Che la Macedonia più che liberati
dai buli,Nari. fu da essi i}iassa<u-atu. Invano i >
Ferdinando, visitando la regione (sul finire
di dicembre! vestito da fontadino macedon(
tento di galvanizza'-e in tnl guisa i superstiti
Immersi nel dolore essi, al suo passaggio, i<
schivarono come un maledetto da Dio!
«io - Tutto port:i a credere ode al tiadi-
tore della Slaviasia riservata la sorte, :» gitei i :
finita, di dovere leccare i vasi dal di fuori.
Iva campagna del 1916.
sguardo complessivo alla sittiazioTie
dei combattenti.
All'esoi-dio del 191G, l'Eui'opu tra morti,
feriti, invalidi, mutilati e prigionieri aveva
già oltre dieci miìiotii di tiomini fuori dalle
iiie dei combattenti.
In lìussia i tedeschi i^on avevano potuto
condui-re a compimento la meditata impresa
di Riga e di Dwinsk, per la quale avevano
sperato di giovarsi di quartieri d;i inverno.
I franro-inylesi, al comnndo del generale
Sarrail, ripiegatisi su Salonicco, avevano ini-
provvisa'^e foimidabili difese su questo puntn.
Ti'J'ulia continuava la sua eroica marcia,
alla conquista dei propri contini, a pass,
lenti sì, ma c^stanteinetite vittoriosi, fra i
micidiali reticolati di un nemico cui manca
la coesione e la fiere^Jia per eumbattere in
Ln Francia, i tedeschi avevano adottato
Io stesso sistema difensivo, retrostantemente
alle posizioni perdute lino dal 25 settembre
u. s. nell'Artois e nella Champagne.
La Serbia era tutta invasa da la ingloriosa
etì'eratezza austro-tedesco-buigara.
L'e.sercito serbo ripiegato in Albania, sor-
retto dai montenegrini e dai rinforzi e ri-
fornimenti italiani snerava nella riscossa.
LIQUORE
TONICO DICESTIVO
DITTA ALBERTI
BENEVENTO
campo aperto, dove il soldato italiano in-
vece affronta e supera insidie a petto sco-
perto.
Incerto era il contegno della Boviania ;
equivocissimo quello della Grecia,
Gli Stati Uni'J pareva fossero stanchi de-
gli eccessi di ogni specie commessi dui hi
Germania e dall'Austria, e sembravano de-
cisi ad assumere un atteggiamento avverso
I
5-J5 -
af^ll Imperi e nt.al;. ficS o*ie poi no-i av-
\.iin '.
In so»;tanz:i rimioviinii iito r.»(i:oa e por-
t.ìto dilla R'ierri :i ba-e «li tri;ic-'e «oo^rall-
ihe non aveva ila'o aiicma sul i-anip», comi»
in pa-tsato, (topo qiiMsi un amo f tne/./o ttl
lotti. ìli- vincitori né vinti. (ìli antichi Vm-
tng^'i de la mobilità a|>paionopor<luti: i;.'iandi
niovinienti eh»' brillavano per sap'enz:», pre-
•^tezza e precisione, e rendevano la ^n^rra
tanfo pili e:li a -e e terminativa, qui to m <i!-
V'Oie crii il y.'iiio dol couvlottieii, e qnau o
più rapidi i me/./.i i oi qrali si n^iva, sono
' ian;oirali. Il r.' ico'ato geox:r.»JU'o, scoma
iiizi pur.iliz7a le mu se, moltip'ica yll assedi;
snna grande capllale; nò di trtifto Pe«-<'in
j r.indee^or. ito r emi o; uè e^scdo per nulli
in ;;ra lo di imporre, a cMivhrs in, la pace
COI la spala ull.i ^«la!
Questa sitnazion .■ dopo JaUo sangue spre
rato prova che gli uomini per quanto granili
(-l;iiio. o si reputino tali) non possono arre-
stare il tempo, uè mutale il fato, né impor i
alla umanità!
Si ohi iniino pure Alessandro, Cesare, Car-
lomas-no. Carlo V, Napoleone, o (ìu^'lielmo,
Il o rso (le;?li umani o.isi. da e.ssi vlol-niato
o scorso,» devierà, o si rip;e;;hera indietro, <>
potrà a-iche per breve (enii-o smarrirsi; ma
inline si ilme:t.rii sulla via della virm, del
La Mis^ioiit- Iianceae al Irmite italiauo.
Da ginistra a drxtra : GtMiPrale EH»; Dervlllé, direi tore della
P»rls-byon-Mi-<llterran<''c: IMchon, «^x-ministro degli Ksleri;
Bitrthou, «x-Preaidente del Conslfilio del Ministri: Generale
Ciancio: Culounello (Joiidrcconr; R«'inaoli, deputato; Mau-
rice Bnrrès.
iituplioa le cfTusioni di sangae; perpetua
1 lotta all' infinito, e né allontana la solu-
;()iift sino all'esaurimento.
La Tribune di New York, esaminando «otto
ijiii aspet o la situazione, scriveva elio la
M'rmuiiia nella quale si impernia tutta la
erra, era \i\i\ battuta e che la sua disfatta
iteva divenire un vero disastro nazionale,
ielle p'^rdemìo il ctntroflo lì^i mari, essa
tea periliitu una hatfnglia più s^-ria di quella
' la Mima. Indi, a^iu'lungeva ohn la Ger-
i mia è nel!e condizioni di un marinolo ohe,
iitrato in una casa, quandi ha raccolto il
buttino, non può più uscirne.
Ma noi ci sentiamo in dovere di ri'evare
che peggio a-wora la (Je manìa non ha rac-
colto nessun bottiiol Es-a invero, si pre-
sentò al l'Jltj senza avere conquistato ues-
LIQUORE
TONICO DICESTIVO
DITTA ALBERTI
BENEVENTO
diritto e della giustizia divina, la quale non
può certamente cedere il passo ad una po-
litica bellica fatta di tradimenti, di menzo-
g le, di barbarie, di alterigie e di passioni
egoistiche.
Ecco perchè roi i^enslamo <-he la Germa
nla se non ha già perduto non può vincere.
E non lo può non tanto per li va»fragaliì
roiiroHn dei nutrì, ma «inanto porche la lotta
da Cxsa scatenala in Europa è spoglia di
ideali puri.
K tale è, per avere essa nel prepararla pri-
ma e neir Iniziarla dopo, disconosciuto ogni
criterio di vera sapien/.ae di glustl/.la a danno
dei popoli: perchè ima falsa interpretazione
della civiltà le Iniettò un proteso primato
di sue genti sopra tulte le altre, per cui essa
poi sostenne t dL-liri della conquisa, r.ejò il
_ 'y\(\ -
diritto nazionale, romba: ;è la libertà : perchù
iiitine la (ìeruumia credette, stoltamente, la
forza materiale prevalenti» alla forza morale,
e cioè prevalonte a (niello s.iirito occulto
onde muovesl e dillo. '.desi l'odierno pro-
gresso mondiale, si clie clii lo ne^'hi pade
iiell'a-tsurdo.
Cosi alla aberrazione intorettnale di rin-
negare il comp to e finteli o della sooetà
tntta quanta come principio e tin .' della più
bella espressione di-l creato, non potrà clie
set^uire la dissoluzione del fallimento poli-
t.co, economico e morale.
Se un trono [tiù fulgido di tutti gli altri
della terra dovesse essere il premio di una
majr-ior da-ino degli altri eleni n'i stor'cl
dell'Impero.
Cacciati dalla Confederazione germanica,
cacciata <lair Uiig'icrla. caccia'a. come vu )lsi,
da'Ia Ko.Mnia; p.-us-<ima ad essere ca •ciala
totalmente dall'Italia; (juale capacità di vita
può rimanere iill'Austria?. .
1/ In<,'hi terra consapevole della propria
inesaiiribtle potenza e delle pr.iprie illimi-
tate risorse, è risoluta più die mai a non
dare quartiere alla (ìerma lia, lincile questi
non abbia risarcito 1 danni di cui fu capric-
ciosa autrice.
Ciò premesso passiano a trattare delle
operazioni compiute dai singoli eserjiti.C)
Piazzamento di un nostro grosso cannoue.
guerra oselnsivamente materiale, tale sarebbe
stato appunto quello che Napoleone avrebbe
meritato; e tuttavia lo perdette!
Anche oggi tutti i sovrani di Europa sono
seesi, personalmente in campo. Senon^hè i
frutii dell'umano inge^'no sono relativi alle
ragioni, all'indole, ed alla natura delle varie
epoche; ma procedono mer.o dalle facoltà
degli individui che dallo influs-io delle con-
dizioni soeiaM. K poiché i grandi fatti col-
lettivi suscitano gli interessi di tutte le classi,
scemano vieti ed ingiusti privilegi, spargono
lumi di indirizzo comune, chiariscono i veri
bisogni, affermano la coscienza delle forze
nazionali, acclamano diritti, e delinearo quella
mèta che prima appariva appena distinta, od
era confusa, cosi una Germania sospinta uni-
camente da folle aspirazione di capricciosa
supremazia, non può vincere!
E tan o meno può vincere un'Austria che
vive in agonia da d'Heine di ami, mal sor-
retta dagli etlìmeri fattori de la sua scric-
chiolante costruzione governativa (he pi"e-
tende brutalmente di sacrificare razze, geo-
grafia, storia, diritti di natura, moti irresi-
stibili nazionali e tendenze politiche, ad in-
teressi di uno sdncito mantello in;periale,
il quale, già rammendato col dnal.^mo un-
gherese, si vorrebbe ora tentare di liparare
e conservare ancora col trial ismo czeco, a
Operazioni
italiane 1916
Dal i" gennaio alla fine febbraio.
Organizzazione
della campagna invernale.
Un problema imponente, presentato i al-
l'esercito italiano tin dall'inizio della guerra
e che venne in tempo e folic?mente risolto,
fu quello dell" organizzazione per la campa-
gna invernale. Dare a molte ceuMnaia di mi-
gliaia di uomini il mezzo di svernare in con-
dizioni di piena effieienza bellica e di perfet a
salute, anche in zone montuose che spesso
sorpassano ì 2000 m di altitudine e fa'volta
(1) Se v dessimo sbrig irci in poche parole
per tutta, |)Otremiiio dira che l'intero i»erioil(»
iuveruale, e per la massirn» parte anche il pe-
riodo primaverile, sino alla irruzione austriaca
nel Treuii'U) ed allo iiil'io «iella siisseitneiite
ripresa oflensiviì. russa, nitro non fu die un
sempre piìi accelerato ritmo di (merra di posi-
zione rivolto ,t spreco di vite imiaTie e di ma-
teriale t>ellico senza ta-igitiili conclusioni.
Vedremo poi nella lidli s'agione la guerra,
rinvigorirsi p-r r ''utrnta di nuovi eleineiiii di
ii/.ionc e. riaosuiiiere il carattere di guerra di
ìnoviinento.
- 'A'
rnTginngnno i ronn. cpnzn cV.o nn sol.» pahno
«lei tpiiviu» conqui^t:» o tline-'<e »ss".e ce-
«luto ili iietiiico. «• stala i»er ti r;iio uii'opeia
grandiosa cht.' il pat»s« deve considerare con
le^ittiiun or-jo-jllo.
Prima cu a di comandi fn quella di ren-
dere non SII lanto salde ina anclie piotai te
dalle intemperie !e liut-e di ditesa lungo tutta
ri' orse <H ponibili no-i or 'no mrdt\ sia pCr
la scfir ezza in uhit.rl propria «Ielle resrloni
montuose, sia per la sistematica distrn/iuiie
lattane dn^li auNtrlaci col l)..n\l»ardare i vil-
la^rgl a port Ila di cannone. 'rntlavia.niediHiit.»
nn disclplinatt» lavoro di rict>strnz one e di
risauanienfo, si rese possibile di allog>;iartf
non poca parte delle trnjjpe in easegjfiatl.
efesissima fior. te, in modo che esse potes-
o t'urniie un sufficiente riparo alle truppe
stinate. per turno, ad oocnparle. I,e pareti
i tilnceranienil vennero a tale scopo lico-
1 te di stuoie, il tondo lastricato e piovvi-
I di tavoiaio. Lungo le trincee, mediantt^
•ava/.ioni iih-roccie o con copertine e blin-
II' nti vari, furono inoltre ricavati speciali
oveii per aìi uomini non imi egnati nel
vizio di vigilanza. .\iicl:e perle vedeste e
iti Covi. Siipyi'iiio),
Ma il mezzo principale di ricovero fn co-
stituito dai bar.iccaoienti, che sorsero a "lie-
cine di migliaia, d'ojjni tipo, doj>ni' dimen-
sione e forma, in niaftoni, in blocchi di ce-
mento, in legi o, a doppia rete nelle zone p lì
ri^jide. In e.-si le truppe hanno potuto tro-
vare sano e comodo alloggio e l etiicace di-
fes.i dal freddo e dall' umidità.
A dare idea dell in<>eiite raovimeiito di
n.aterliili e della somma di energie richieste
\el Trf,ttiiut. — l'iit inulta ili alpini in csploro/.ione huI «hiaccinlo
deVl'Ortler a piit «H :«):)» metri.
pli oss-rvatori. spinti oltrelelii.ee di difesa, dalla costruzione di baraccamenti, .si puo 'l-
tur. mi» alleatili appositi piccol rlpa-l con s«c- cordar-* che per un solo corpo d' armata, di^lo.
chi a terra o in le^^name, prole ti da ostaoo!i caio in 70i a montuosa, furono inviale ;Jo ».(K)0
na'utali
Nelle I o-i-'ioni arretrate, per le truppe In
r. serva e a r |m>so, ^l cere»» mnan/.i tutto di
trirre il mag.ior protitto dayli accantona-
li enti, s•|]^a di>tu lo delle popolazioni. J.r-
tavole, di CUI un buon ter/o dovette en-ere
tr.ispor^ito a soma e ne^li ultimi natii a
spalla d nomo, in zone ns; re e fa'vidla vio-
it'Mt. MM'iite I attuto dall'artiglieria nemicu.
o luKiotie di ma.-alt • tavole e .1
548
mrttoni e Mo^'ihi di crripnto n^ce^^sari, si
dc)vettovoiinp::iiitai-o ap ositeso-rhorie idrau-
liclie, fornaci e t'.ibhi- che di iii:i eri.ili ce-
nifiiti'i.
La dove il t-rr 'iio udì c iismui il e illo-
PMTiU'iitd di harucche o (jaesro non coìiveiii-
va:io per ragioni militari, furono scavate gal-
lerie in roccia o si tra sì par ito dille caverne
iiatnia'i, ada (a-idole a ricoveri.
In Ho larpamen'-e l'ainto ùet
Concoi
paese.
Parlico'aro afe izione fu rivolta alle cal-
zature e il numero de'le conyiel.iziuiii a-H
arti, grandemente lidotto dimostra che il
tr.blema potè esser a-isai bene riso'uto. SI
distribuirono stivaletti di montagna: zoccoli
in legno di vario tipo, p-r ser\ ire (', a sopra-
scarpa o per so-titiiire le scarpe stess;e nei
imm
» tm*iihm»utt
'<%»'.;/,
Alpini slcLa'^oi
(l-'<it. del Com. Supremo).
Larghissima, adeguata ai bisogni, fu la di-
stribuzione degli indumenti invernali; cami-
c e di flanella, mutande, calze, cravatte e
guanti di lana, cappucci, gambali.
A seconda delle altitudini, alle quali i ri-
parti soggiornano, furono distribuiti cappotti
invt'iiiali o con iielliccia o interamente fode-
rati di pelliccia., pettorali dop])i, cappucci con
momenti di riposo; trle speciali impermea-
bili, da sovrapporre alle calze di lana, per
impedire il pass iggio dell'umidità; grassi per
ungere la pelle; scarpe con suola resi im-
permeabile mediant" fo iera interna ricavata
dalla vescica dei bovini, ere.
Cure speciali furono dedicate all'alimen-
tazione del soldato, a fine di renderla varia,
Alpini che vanno ai lavori di àiie.-,a.
pelliccia, sacchi a pelo. Furono aumentate,
a seconda della necessità, le dotazioiii di co-
perte.
I/abbondanza delle distribuzioni lisi'ta
evi lente quando si dica che ad un solo co.-po
d'armata, dislocato in zona montuosa, fur )no
date circi 280.000 coperte ed un mimtro cor-
lis; ondente di mutande e carnee di lana o
cotone i'elp.ito, caze di lan i. s:i.O-')0 c.pp i. ti
invernali. tìO.OOL) pettorali in pelliccia, lU. iOO
sacchi a pelo.
abbondante e adatta alle eccezionali condi-
zioni climatiche.
Un problema importantissimo, stretta-
mente connesso all'igiene dell'alimentazione,
fu quello di assicurare l'acqua potabile noKa
ingente quantità neces-aria alle truppe. In
previsione che essa nelle zone piii elevate
potesse mancai-e.per !o aggliiaceiauento delle
xirg nti, tu!Ono inipian'ati po'abiKz;',atori e
di.stribuiti alle trui)pe tìlti-i tipo Borki'uld. Là
dove l'a.-qua mancava allatto, come sul Carso,
si provvide- con appositi impiaiiti jxl solleva-
uiento niec aiik'o od h1 trasporto di ossa da
lontane s •r^tiiti sino al'.e line' più avanzate,
risparmiando co-i il lento e tatlcobo servizio
(li Milmeiie e di porta:ori.
Mercè questo ins emo di piovvedini.nti,
truppe paM-anu l'inviTno. pur su zone
..i)n(Ui)se a rigala toinporatiira o in pianure
note per l' alil(unda:i e uniiditìi. in ottiiut:
condizioni ijiieniohf, in piena efficienza hel-
lic.i e con luo a'e elevatis'-inio. Con iustan-
caliile attività. e>se a'ten lotio ni! i propria
is ru/Joiie tattica, al ralVorx.amento lolla fron-
te di difesa e a I airi u'ili lavori, matjtonendo
penipie alto !•> -i) rita olìensivo ed inalterato
il tradizioiia'e buon umore.
Il periodo in\eroa"e non costituisce per-
ciò una sosta U'-tla guerra, ma un'alace pre-
par.iziuiic a maggiori o; era?:ioiii oflonhivc.
Un primo notevole episodio si ebbe nel-
r occupazione dola zona del Collo (Valle Su-
L'anal cui scguiroi^o qualolie attacco nella zona
del Monte 8. Miclu-ie (Carso), l'ainpìiamento
àell'ociUpazioue nel massiccio della Marmo-
lad'J> (alto Avisio), e una sensibile a\anzat.i
nelfa zona di Plava(medio Isonzo) oltre Globna
e Za gora.
Ma sullo scorcio del fel»l>raio stesso le
e •ndi/.ioni a'mosferiche rima^-te tino allora
cicezioimlnieiite favorevoli si invertirono bru-
scamente. Nella zona montuoBa caddero in
grand. SSima e «pia le nevi, dando origine a
Ircqiieiiti e grossi va'aughc e talvolta a ^lil-
taiiioiiti di estcs. cinipi nevosi.
Le comunicazioni di ogni sj.e -ie subirono
gravi iiiterruziv-ni: numerosi furono i tra-
volgimenti di ricoveri, di ha acche e di co-
lonne di uòmini e dì sahuerie in ma eia.
pi-
k
.Sulle riine '/e' l'/eft^iiio. — Ti ii
alpino di seutiiiella: ricovero kc(
gresso si legge : Abbasiio VAvstric
>u fcri)<»ie:
. e : >n\\' iii-
1 . 1,1 ijiiale si mantiene saldo il morale
le tiuppe. .se ne sviluj'jiano le virtù guer-
re e la ostinata volo- tà di superare, a co-
I di ogni sacrilicio e di o;.'ni privazione, le
istenze opposte dal nemico.
La campagna invernale.
I ondotto a termino il complesso lavorio
la organiz/a/.ioiie d<-lla cainpagna ìiivcr-
•. il nostro esercito, che pure nel cuoie
inverno non aveva niai di si-itito dai me-
1 V, approivi nel passato febbraio ripreii-
\a con imi>nls<i gradatamente cieseente le
• i". 17. Olii otTcn>i. e.
1/ iliru->aii.e li.nollit M-e ..-s,u .lìQicile
e in qualche caso, forlunatamenfe raro, ad-
dirittura impossibile r opera di soioor^o. Que-
sta pero, già organi/zita con saggia previ-
denza, potè nel mag-'ior numero dei oasi,
svolgersi :imi>ia, .sollecita, efficace.
Ma ciò ciie più ini poi ta rilevare è che
l'opera avversa, in molti casi funesta, degli
elementi intralciò ma non impedì T'altuazioiie
delle attività militari del nostro e.-eroitn.
Da marzo alla fine di aprile.
Sul finire della prima decade di marzo,
inciisifieaiidi.si gli a tacchi dei tedeschi con-
tro Verdun, il Comando italiiino \olle, per
NEVRALTEINA"
ed innocuo
pili energico
ANTINEVI^ALGICO ed ANTIREUMATICO
nell'uso dei HIMKIH ( ONTHl) L.V KKHHRH ED IL DOLORE
RISPARMIATE IL CUORE!
LEPETIT FARMACEUTICI - MILANO
^^fttm^^m
— .)./}
Sulle alte cime del Trentino. — Ricovero di soklati scavato JiolU»
I fili t»^U'f;rivfìci e t clelouici .sono il solo legame col iiioiulo. Sull'in;
un soldato con un ci ne di iiucrra.
s ilidarietà di alleato, es^icitiire a sua volta
una torto pressione offensiva u 1 nostro tea-
tro di operazioni, per impedire al nemico
eventuali spostamenti di for;;e, esopiatutio
di artiglierie, contro la
fronte francese. Così,
dopo la lunga sosta in-
'vernale. la nostra atti-
vità militare riprese
nuovo vigore, benché
gravemente ostacolala
da nu periodo di forti
i;itemperie.
I primi fortunati at-
tacchi si svolsei'o il (■) di
marzo nella Tofana
(alto Boiteì: il 7, nel set-
tore di Z;igora (medio
Isonzo); il !•>, sul llom-
bon (conca di Plezzo) e
sull'altura di Lucin'co
(Gorizia). Nella stessa
giornata del 13 si com-
butte con ac-animeuto
lungo tutta la fronte
del basso Isonzo e del
Carso, dalle falde del
Sabotino alle posizioni
ad est di Monfalcono,
con risultati particolar-
mente felici nella zona
di San Martino del
Car.-o. Vi furono espu-
gnate forti ridotte e fa
SvJle alti
ini': rlrl Tr
conquistato un capo- scavala a l r:i\( rso
saldo della dite a ne-
mica detto "Dente del Groviglio _.
Il 14, nuovi progressi suli'altnia di Lu-
ciuico; il 15, sulla To a a; il 17, sull'alto
Sabotino, dove fu occupato il cos'i detto Ijo-
sco Quadrato. I.o stesso giorno 1.7, fu con-
quistata dalle nostre truppe alpine la for-
midabile ijosizioue del (ielbwand. a noi d est
del Jof di. Montasio,
nell'alto Dogna. Il 21,
fu inflitto uno scacco
al nemico sul Mrzli e
sullo Siene (IMonto
Nero); il 22, fu comple-
tato nell'alto CordevoU'
il possesso dell'aspro
contrafforte a nord-est
del Sasso di Mezzodì
sino al K. Pesto rt.
Sorpreso dalla ina-
spetta: a nostra offensi-
va, il nemico, mentre
chiamava in fretta rin-
forzi dalle ijltre fronti,
tentava violenti con-
trattacchi allo scopo di
rii)renderci quanto noi
gli avevamo volta a
vol'acoiiquistato. e piti
ancoia, di paralizzare
il nostro slancio attac-
candoci in quelle* posi-
zioni, per noi meni
felici, sulle quali,aU"iiii
zio dell'inverilo, era-
dovuta arrestare la no-
stra offensiva. Di qui
gli a-caniti combi :ti-
menti a sud-ovest di
San Martino del Carso
dal 14 al 10 marzo: sull'altura di Satila Maria
di Tolmino, il 17 e 18 marzo; in valle .""Ugaiia
contro la fronte di Ma. ter-Tesubbo, il 22 mar-
•ntiìio. — Una galli-ria
ma valanga di neve.
nr,!
70. Ovunqno le no-;tre truppe si s'enncro «^al-
d imeiife l'nto rtt ll'avviT-ar o, pur icttift-
c.iiHlo la fronte in qniiiclie tratto niug'-ior-
mente esposto alle otìese delle aitiglioiie
m-inic'he.
Siiccessivumeute. il Comando austriaco,
ri.ovnti in;;enti rinforzi dalle fronti balca-
nica e Illesa, [a sava a'Ia risco-isa. Il '2ii mar-
zo, lon l'apiioL'g 0"li iuiensa a ione di "arti
: iena il nemico pionunziava nu iniprovxiso
\ :'>lo.ifo afta-<o conto le nostre importante
l>osi/ioni dell'alto but (('^rn'ii) costriu;;eii-
doci in un primo innme ito ad aljh.mdonire
il l'ai Ticcolo. Prontamente fu dis';osto pc.- il
nostro ooit attacco,
'stcndfi dolo il uiit.i
la fronte da ^Fonto
Croce a Pa! (ìrandc.
Dvipo un violento
comLattimen:o, du-
ra o 30 ore, i nnst.i
espu;:narono le for-
m:d iliili po^i/ ioni
della selle, ta Freiko-
frl e del P...s>o d.l Ca-
vallo e ricon>|Ul.si; ro-
llo completamente il
Pai licci .
Nella stes-a ginr-
kiiata del -if.. t;li Au-
striaci att iicavai o
anche sulle a'ture tra
l'odio: a e Pcuma, a
Il -id- ove-t di <T..r:-
la. Qui pur.' il iiemi-
1 cl>be una littizia
i Ver.» a ione iulzia'c,
che il "27 marzo ve-
niva t a-jforiiia:a in
uia.'nitica vittoria
delle nostre armi. Lo
scontro si protrastic
per 40 ore,, durnuf-»
la quale fu salda la
) esistenza au-iiriaca
quanto f.rtc e teiiac ! ^
la nostra offesa. Al
tramonto pero, dopo
vi^;oro^i sforzi, le nostre fan^eri" osp;i;,'na-
vano tutu i contesi trincerainenil. Ka lunati
nuovi rinfor/.i, l'avver.«;ario il i^ior.o 2'J ri-
tentava la prova sulle aitine dal Ppdyora al
Sabotino, a nordo\e.-t di (ìoiiz.ia.
Più volte respinto dall' iicr.-llabilc resi-
stenza dei nostri, fu iutìiie contrattaccato,
^baraglia^o. volto in fu;,'a lasciando numerosi
cadaveri sul terreno.
In questo primo periodo delle opcrazioiii
prendemmo al nem.co circa .«00 prigion eri,
dei «inali ui;a trentina di utTicialt. t mitra;^lla-
trici. armi e munizioni in gr.ni numero, ma-
teriali da j^uerra di ogni sifcic.
Pa quel giorno, Il Cimando .-Austria -o rl-
nun<la\a ad ulteriori sf)r/.i offen-.iTi ed ini-
ziava invece, nella zo ia niMidioiìale del 'l'ren-
lino, un in-enso concentrainento di truppe e
di artii-lierie.
Ne l'aspra e Khlaccia^a zona dell'.Xdaraello
(VaV.imoiiIcai. nelle giornate dell'Ile 12 apu-
le, imperversando forte tormenta, i nostri
aliiini espu^-navano le pt>sizioni neni'che >u'la
vetta di Lobb a Al'a e lun;,'o la cresta del
Doss m di <Je::ova. emergenti d.il ghiacciai
ad olire 330) m. di altitudine. Il 17, i meile-
siini rii>.Tr i occupavano il passo di Monte
ruiu) i:Jl02m.j. Il 'J'J, superate lo d Itici li
vette d" i:a Lobbia <■
di Fumo e 1 aspro
burro ne dell' alt .
Chiese, dopo due
g o; ni di accanita lot-
ta ^ni ghiacci, espu-
gna' ano le posizioni
del «ir.i/.zon di Far-
gorida (30S2 mi, del
(Jozzon di Lares
(•')354 mi, dei passi di
I,ares C.iljò m) e ili
Cavi n o 3)J>ó m).
In valle di Daone
e nelle Giudieaiie,
sempliii azioni dimo-
strative ci davano, il
;,'io: no 5, il possessij
di una pi»s zioiie ne-
mica a iiitrd ovest di
Praeul, del pae.so di
riaz e di un'altura,
fortemeute m unita
dal nemico, tra il
ponte di Plubega e
Cima Pa'one.
In valle di Ledro,
metodi«he operazio-
ni otTensive miranti
ad assicurare il pos-
sesso del fondo \alìe
con la conquista del-
lo alture che ne for-
mano il versante sot-
t nt.ionale, ini.'.iate il .5 aprile, portavano, il
giorno K.), alla eoiniuista di ur.a forte linea
di trinceramenti nemici luti;:»» le l'aldo mcii-
dioiiali di .Monte Puri e di Cima d'Oro e sullo
ripide roeoie di Monte Sperone. Pespinli nu-
merosi V olenti contrattacchi nemici, le no-
stre truppe, superando ^'ravi dilTìcoltà di ter-
reno, espugnavano, nel j.;ioriii 1« e l.H, nuovi
trinceramenti verso la vetta di Monte Spo-
re ne.
In va'le Sugana lo prime avvisaglie si eb-
bero r.eile gio/nate del J, 5. e t di aprile: no-
stri ripa- ti in rico^'niziono assalivain> e d •
«perdevano truppe nemiche sulla fronte del
-i_r~.i-i~ r •- i- I — ^ — .^-^^^^-p^^-
Un aecainpaineiii
in alta muutagn
FIAT
Su ogni fronte alleato le vet-
ture FIAT fanno splendida
prova della loro resistenza e
solidità, -^^.-r- r:.:- -- .^:^ _
^^■^^^^^■l^N
m*0i0^0»0m
552 -
Xel Trentino redento.
Strada scavala in brevissinio tonipo dai nostri alpiui
sulla costa di un monte.
torrente Larganza. Il giorno 12, i nostii con-
(luistavaiio il gradino di S. Osv^il lo a mezza
costa delia formidabile posiziono nemica dol
Panarotta. L'avversario preoccupato di tali
nostri progressi, il giorno 10 pronunziava con
torti colonne di tanleria (14 llat^aglioni) un
violentissimo aitacctì. llt'si)into con gravis-
sime perdite. concentra\a su le nostre posi-
zioni intenso fuoco di artiiiler.a di ogni ca-
libro.
Nelle giornate del 17, 18 e 21, nuovi at-
tacchi nemici si infr:ingevaiio contro la salda
l'esistenza delle nostre truppe; ma l'iulenso
ed ininterrotto bersagliare delle artiglier.e
nemii-he consigliava a noi di sgombrare le i o-
sizioni più avanzate, che non si eia avn'o
tempo di i-aiforzae conti o il tiro delle arti-
glierie. 11 ripiegamene venne effettuato a
brevissimi sbalzi, col massimo ordine e al-
l'infuori di quasiasi pressione nemica.
Nel massiccio di Marniolada falto Avisio).
un nostro riparto di fanteria, superando giavi
ditìicoltà di terreno ed accanita resistenza ne-
mica, il giorno 30 conquistava la punta Se-
rauia a 2:M5l m di aliitudine.
NelfaUoCo devoie, la notte sul IS. fatta
brillare una poderosa mina sotto la ciesta del
Col di La ui, ripa ti di fanteria della brigata
Calabria conquis'avano a la baionetta le ul-
time posi/ioni rimaste al remico. Inaudii^i fu-
rono uli sf.irzi tentati dall'avversario per ri-
pi endere la perduta posizione. Dal 19 aprile,
artiglierie nemiche di ogni calibi-o concentra-
rono sui nostri trinceramenti fuoco violen-
tissimo, intenolto so'o da bievi sos'e, du-
rante le qua'i truppe s«inp;e rinnovaiitisi
sferravano impetuosi attacclìi, costantemente
infranti da'la salda resistenza dei nostri.
Nel ma-sic>'io del Cristallo (alfa llienz) la
notte del 1" aprile, nn nosiro ardito riparlo
di fanteria, agg rate le forti posizioni nemi-
che sul IJauchkotl. cadeva a tergo di esse e
dopo aspra lotta ^e w^. impadroniva. Riuscito
vano ojni tentativo di contratti co, l'avver-
snio iniziò intenso ininteirotio bombarda-
mento del a posizione, che ad evitare inutili
I)erdi.e, fu da noi ordinata;iiente sgombrala
il 7 a;)rile.
Alla tostata del!a valle di Sextcn, la notte
sul Iti, nn nostro riparto conquistava il passo
della Sentinella a 2717 m. di altitudine.
I combattimenti svoltisi in questo periodo
nella zona dell'alto Isonzo furono dovuti al
consueto metodo nemico di attacca;ci in talu-
ne posizioni più avanzate e più esposte nella
speranza di arrestare cos'i la no'^tra minac-
ciosa attività negli altri scacchieri.
1/8 aprile, l'avversario assaliva di sor-
pres.i una nostra lune.ia sul Vodil (Alontc
Ni ro), riuscoiiilo in i arte ad irrompervi. Pron-
t unente contraccato, fa res[)ii!to con gravis-
sime perdite.
Miri tentativi nemci contro le nostre po-
si/.io.ii di Kavnilaz e sullo Javorcek nella Con-
S. A. Chocolat TOBLER
di TOBLER Se C
SVIZZERA
Agente Generale
MUDANO
SVIZZEKA
ADOLFO GALEI'PI
Telefono GO-aST
— Via Valtellina, 10
Indirizzo Tet.).'.(tRafico : TOBLERI — MILANO
il l'ii zzo, turi ti 1 i;ii;ii:eiit I rii)uit;i:i iciic
I alo dtl 12 e 13.
L'ili violoiit» tu razione svolta dal nemico
Mr/.li (Monto Ntio, il giorno 13. L'attacco
iato nella tot e si prutiasso per tutto il
(on intenso vl;;ore e oo.i alterna v cetida.
Si ra, ravvorsario era intiiie contrattaccato
respinto e Lisciava tiuuioiosi cadaveri sul
terreno.
Nuovi sforzi nemici contro le nostre i>o-
sizìoni ^ul C'tikla e sullo lavo:cek. la notte
sul 27, e contro Kavuilaz. il g.orno 2», falii-
vaio per l'assidua vigil.mza e la salda resi
fetenza dei nostri.
Uril!antis>inie fu-
ror.o le operazioni
offensive nel settore
ad est di J-elz. Tni-
ziate il 27 n- arzo,
esse ci davano nel
.giorno 2 il possesso
[completo di un pri-
[nio e brn muu to
ItrincerA!! e to ne-
fmicu, esteso 150 me-
ntri. La notte sili pri-
di aprile, con
movo sta'zo o.Veii-
Ivo, le nostre lau-
\evie conqui.-tavauo
nitro triineia-
'luonto, dio mante-
vano i)oi contro
d-essi\i violenti
r .;itrattac<'hi ne-
l;i i-i.
Le oi erazioni fu-
rono dai nostri so-
spese sino al 22. per
ralVor/are le li iie<!
conquisi ate. 1 a not-
te sul 22, con nuovo
iiiipeiuoso attacco,
veniva esjiujjnato
un ancor più mu-
nito trliueramento,
estendendosi per .'JóO metri a nord e a sud
del vallone dì S Iz. Anche qui, come al Col
di Lana, l'avveisaiio aiìii con battere di
oyni cilibro un Violento bombardamonto.
fintramezzato da brevi soste, dui auto le quali
lune ava sempre nuove fanter e al.'atti'.cco.
le nostre trupi e, .sgombrato il (riorno 22
Il breve tratto del trinceramento a no d
il vallone di Selz, mantenevano saHamento
resto, infliggendo og li volta perdite san-
linosissime all'avversario, che dovette iti-
ne ia8»egniM>l a desistere «'a ogni sforzo.
Nel complesso delie azioni «Il questo se-
)ndo periodo, pr. lulemmo al nonilco a tri
|300 prigionieri, dei quali una qnarantii a di
IJBIciali, 2 cannoni, 13 milra;,'llatrici, qualche
route Eilfel sull'alto Isonzo
miglino ai iiiciii, irrmde «l'-nntità di muni-
zioni e di bombe, abbondante materiale di
guerra di ogni specie.
In questo per odo la guon* aerei rag-
giunse un notovoc svilu|ipo.
Il pi imo attacco min co si ebb5 il gior o
26 marzo: 4 velivoli n-mic furono abl>atiuti.
l^A notte del 2 aprir, infur.aii lo lotte
vontb, un di igili:lc it:il.:ino si por ava su
Oliicina, importante nodo feri'oxìario sulla
linea di Trieste, e vi rovesciava «00 ch.lo-
grammi di esplosivi, .«convol-endolo, provo-
caiido anche l'incendio di grandi depositi di
viveri. Nella giorn.i-
ta, poi, sei • Capro-
ni „ ra-giungevatio
la città di Adol-
sl.erg, grande sta-
ziono ferroviarl.i e
sede di alti oonr n .1
austriaci, e vi Lin-
ci iviqio 40 granate-
mi! a. di'v:is'aiido"a.
Il ma tiiiodeli'8,
mi idrovolante au-
strhuo era abbattu-
to dal tuo. o di una
batteria mar.na,
presso la fo..*e del
Ti.g.iamet.to.
La no te sul 10
un nostro dirigìbile
navigava ar liia-
mente sul gì uppo
Ibrtilica'o di Itiva e
vi lanciava 40 grana-
te-torpodini, bom-
bardando gli im-
pianti e gli eJilicl
militari. I ('anni
prodotti furono ri-
levantissimi. L'aeriv
nave rientrò inco-
lume.
Di rimando, il ne-
mico tentò duo In-
oursioni notturne con idrovolanti: la prima
nella notte sull'll. contro Grato. Unita con
un completo Insuccesso: la .seconda, nella
rotte sul 18, contro Treviso, Motta di Li-
vetiza ed altre minori località della pianura
veneta.
11 nostro Comando, infi rinato che le ag-
gressioni eraro t-tate perpetrate d;i Idrovo-
latit', di cui il nemico avev.t tlssata la sede
in Trieste, nel poim-ng-lo d« i 20 ìnvi.i>a colà
tina nostra squ.idr.gl a di "Cipro:!! „ che n'g-
glungeva. nel porio di Trieste, l'arscuiile del
I>loyd austriaco, ridotto a stazione di avia-
zione, e lo bombardava, disti uggcn<lolo.
Nel complesso di <iu -sto pej-lodo di guerra
dell'aria, il nen:ioo perdette 13 velivoli o'.tre
Per gli OMNIBUS dei Servizi Pubblici Automobilistici
rKi:iM;iiK i.i
Gomme Piene
"WALTER MARTINY. Ut. iKiiiint (ip. L. I.oo*
"WALTER MARTINI,,
iBtff. inMIi - Via Verolengn, Ji9 ■ TORINO
551
Piiren/.o, pih volle bombardata dalla uoatra macina.
a. li idrovolanti (tisliu ti ixr ctre'io ■ìc! a un-
si ra incursione su Trieste. Ha parie uus.ra
nessuna pmdita.
Dal I ' mag^gio a metà giugno.
L' offensiva austriaca
nel Trentino.
'Ragioni polite' e e morali, (jltre che nii-
lilari, sembrano avere spinta l'Aust i i a ten-
tare un'azione decisiva contro di noi: l'olio
di razza, aggravato da' risentimento per il
preteso nostro tradimento; il disprezzo per
j;li antichi sudditi ; la lunga preparazione ma
teriale e morale del tempo -di pace; il no-
stro vanto di tare guerra in territorio ne-
mico. La paventa'a offeu^^iva generale del-
l'Intesa spingeva poi gli austri- tedesctii a len-
tare di logorare in ^irecedenza taluni degli
avversari. J^a nostra graduale avanzata in
Trentino, con lo str ngerne sempre più da
vicino i capisaldi di difesa, provocava nel
jiemico il desiderio di liberarsi dalia nosta
crescente minacciosa pressione. Infine l'Au-
stria faceva grande as-eg.iamento sulla ri-
percu-sione morale che nell'esercito e rei
paese nostro avi ebbe prodotto uni inaspet-
tata poderosa irruzione nemica tendente a
sbociare nella pianura veneta e a tagliare
l'esercito italiano dalle sue retrovie.
Per queste ragioni fu scelto a teatro del-
l'offensiva il Trentino, non ostante le evi-
denti sfavorevoli caratteristiche geogratico-
iBi^litari della regione e la grande eccentricità
rispetto al rimanente terxùtorio della mo-
narc-hia.
Furono perciò costituiti vasti depositi per
vi\eri, vestiari, e-iuipaggianienti. medicinali,
e sopiatutto poi per munizioni, delle quali si
coprirono intere e vaste aree prative; si ac-
cumularono materiali del genio d'ogni spe-
cie ]ier il rapido i iipianto di dire-.e accessorii',
si adattarono numerosi ed ampi locali a rico-
ve i per malati e feri i, sgombrandone la po-
polazione; si organizzò un ric>'o Servizio di
trasporti, a soma, con carri e sopratutto poi
aii oni'ibilistico, miglior nd ) e sv lunpando
ab"" uopo la refe str.i.ale, si studiarono in-
lì'ie provvedimenti i)iù atti a rimedi ire a'ia
scarse/.za o mancmza d'acqua in taluna delle
y.ov.e montuose dello scacchiere d^lle opera-
zioni.
Nella seconda mela di marzo, cominciò la
le ita radunala delle unità desiinate airoHen-
siva. Esse v nnero tolte dalla fronte russa,
(la ([iiella balcanica e dalla rimaiiente fi onte
italiana ; alcune furono foi-mate ex-novo me-
diante elementi vari (battaglioni di l imhta m,
di volontari, di maicia campa'i ecc.). A ra-
du-iata compinta, a me'à di nia;.'gio. si tio-
vavano in Trentino 18 divisioni di tru pe
scelte tra le più allenate alla guerra di mon-
tagna: una massa di circa 400 mila uomini
compresi i batta;:lioni di complemento die
ogni reggimento aveva portato ài seguito. Si
calco'a olle tali truppe disponessero di non
meno di •200U bocche da fuoco, di cui la met.'i
di medio calibro, alle quali vanno aggiunte
20 batte ie da 305, a due pezzi l'una, quattro
pezzi da 3.S i, quattro da 4'2Q.
Oltre che la pie])a azion ^ materiale, l'av-
vei-sario curò con speciale attenzione qucl'a
moi-ale. Mezzi prescelti: l'odio e la lusinga.
Alla otì'ensiva in Trentino, si diede il ca at-
tere di spedizione punitiva contro l'Italia e
fu perciò chiamala la " Strafe.vpedition „. Tra
le truppe austroung.r'che, sta; che dalla lun-
ga guerra e desiderosissime di pace, fu abil-
mente dift'usa in tufi i modi la persuasione
che il jirotrarsi delle ostilità in Europa si
dovesse al cos'i detto tradimento dell'Italia.
Questa battuta, l'Intesa si .sarebbe rotta o
la guerra avrebbe subito avuto fine.
Opu coli di propaganda, discorsi dei co-
mandanti, parale con intervento di alti uffi-
ciali e di arciduclii e chiudentisi sempre con
arringhe alle truppe, proclami del coman-
dante in capo dell'esercito, arciduca Federico,
con accMini all'odiato nemico, al nostro per-
fido tradimento, all'or.i delia vendetta final-
mente scoccata, tutto concorse a preparare
Tanimo dei soldati.
Si cercò anche di infondere nelle truppo
ROYAL ««^d. 5
la macchina per scri-
vere più indicata per
uffici '^ ■;!; ^ '4? ^
Ageazi.^ Gknkk.vi.i; rii; i.' Iimia f. ('<)I-o>-ik
MUDANO — A^ia Dante, 1 — A. MELE &) C.
Velo d'Astii-o. (/•'<»^ del Comando >'itipre,iu>).
iinrei'iali ).» ni.igj»ior fidiu-ia nel bnun esiti
dell'impresa t.ccjaiido di vili e d.-ippoi-o le
^^losire taii«*»iie, desi-riveudo l'eseroito itiiliii-
pieda alla >tanflie7./a o allo scora;if{;ia-
»'<>nto. il popolo esaurito dalla lun,'a guerra
a.itato dal'a i iToluzioiie.
L'attacco austriaco fra Adijje e Brenta,
•M'cduto da azioni delle artiglierie neila
u-iiata dei H iuagt:io, si inamfesto il inat-
lo del !.'> con intenso liOMitiardamento lungo
'.tta la fionte. Il fnoco di preparazione durò
!i media dalle tre alle sei i>ie e {;eiiei alinente
assalto delle fanterie eblie inizio insieme al-
illungamento del tiro delle arti!.'llerie; tal-
■ in più punti le nohtre truppe si trovarono
; improvviso stretto contatto con l'avvei-sa-
• > pi ima ancora die avessero potuto rendersi
iito die il bombardamento fosse fluito: in
laiche lucal'tii furono nssaìite mentre erano
iicora ricoverate in caverne.
(ìli effetti furono diversi nei vari settori
Ila nostra fronte.
Ma non ostante qualche inevitabile rJpie-
Muento dovuto alla preva'eiiza delle arii-
■lie avversarie numerose e polenti, la no-
:\ difesa tenacissima arresto il nemico in
1 d'Adige, suKPos.na. ai Setle Comuni, in
(1 Sugana, e fece crollare la sua possente
T'Usi va.
In complesso t risultati territoriali con-
•_'iiiti. a nostro danno e In via affatto tem-
oianea, dall'offrusiva austriaca si possono
i'>i riassumere :
nella zona di vai d'Adige, ripiegammo
dalle posi/ioni avanzate di /ii-na Torta, Poz-
zacchio e Col Santo, '-estando pfrò a noi la
linea principale di difesa, da Coni Zugna al
Pasnbio;
in vai dWstifo, sgombrammo Tallo ba-
cino del liume. cioè il terrei-.o a lUìrd della
linea passo della Boi cola, torrente Posiiia;
sull'allopiano dei Sette Comuni, abban-
donammo la valle dAssa< ol pianoro di monte
Cengio. la conca di Asiago e il t>M-i eno ad o\ est
della valle di Campomulo e della Maruesina;
in vallo Sugana, intìiie, dalle posizioni
av.'tii/ate di monte Armentera-monte Collo ci
rit ramino sulla linea principale di difesa, ad
est del monte CnUron e sulla sinistra del
torrente Maso.
La zona da noi al)bandonata era tutta
montuosa, aspra, boschiva; i centri abitati,
di modesta Importanza, si riducevano u quat-
tro: Tonezza, Arsiero, Asiago e Borgo. In
valle Lagarina e in valle Sugana ci mante-
nemmo sempre in territorio di conquista;
in valle d'Astico e nel Sette Comuni, sgom-
brammo anche una ristretta superfieie del
terri:orio entro la vecchia frontiera.
Per otteni'ie questi limitali successi un
esercito di 4im) mila uomini di truppe scelte,
provviste di "ììKKì bocche da fuoco, tra Io
(lUall (luasi tulle le arti^Mitrie di grosso ca-
libro da e<so pos-edute, dovette sostenere
trenta giorni di penosi e sanguinosi combat-
timenti, subì un comple«so di perdite certa-
^>' FETROLINA L0N6EGA
distrugge la forfora
ed arresta
la caduta dei capelli.
( 'hipilf'ihi a tutti i )iiot'uiiiifMÌ. pai-niccliicri, tarnmci.sti, drogliieri e
alla Ditta ANTONIO I^ONGEGA — Vonoxia. -
550 -
Uu proiettile austriaco d.i 3()ó su Asiago.
(Fot. del Comando òuprento).
ment;^ superiori a 100 mila uomini tra morti
e feri'.i, consumo er.ormi qnaiitità di muni-
zioni e di materiali ed anche di armi e di
quadrupedi. I risultati perciò l'urijiio assiii
modesti ed in ogni modo assolutamente spro-
porzionati alia eiiiit.i degli sforzi durali e
sopratutto poi ai vasti obiettivi ed agli scopi
d.^cisivi che l'ollensiva si proponeva di rag-
giungere.
Il nemico si ti-ovò cosi inchiodato su tulta
la linea.
Immediatamente il Comando italiano de-
cideva di riprendere l'iniziativa delle opera-
zioni per attacc.ue il nemico e ricacciarlo,
destinando a tale scopo le t'or/e di una nuova
armata; la quale, allontariata definitivame..te
l'eventualità di dovere affrontare il nemico
nel piano, si rendeva disponibile per la ma-
novra conti o3'ensiva.
Gli ordini per questa manovra contiof-
fensiva furano emanati il 2 giugno. Essa do-
veva svilupparsi con due vigorosi attacclii
contro le ali dello sciiieramento avversario,
sussidiati d;i una energica pressione lungo
tuttala fronte; e doveva essere preceduta da
una fase di consolidamento sullo posizioni
raggiunte, durante la quale si sarebbero com-
piuti anche gli indispensabili spostamenti di
grosse art glierie e i complessi preparativi
lo.^istici per far vivere suU'alio dei monti le
numerose truppe che vi sarebbero alliute.
Per dare una idea delle ditììcoUà, vit'o-
riosamente superate dalla Intendenza Gtne-
r.Uc, che si dovettero aiTroiitaro per assicu-
rare il fiinziouameuto dei servizi sull'alto
della Z(Mia montana, sprovvista di buona rete
stradale, [)riva di risorsa, in gi-au patte maii-
ca;it^e tli acqua, basterà a 'cennare a lo sfi^r/.o
prodigioso compiuto, di fare arrivare siiUal-
tp ano, con trasporti iu parte con autocarri
e iu parte a soma, non me. io di 430 mila litri
d'acqua al giorno.
Fu dnr.iiite la -cannato periodo di oonso-
lidamenio e di preparazione duiato sino al
15 di giugno, che si ebbc;ro qua e là e special-
mente sull'altopiano di Asi.ngo, isolate azioni
dell' avvOiSario, condotte ancora con grande
violenza e dirette ad impadronirsi di det( i--
minati punti delle nostre linee di difesa. Ma
la sporadicità di questi attacchi, la diversità
e la lontananza degli obiettivi cui miiavatio,
la s:essa improvvisa e quasi disperata vio-
lenza dello alcioni, cui succedevano periodi
di stasi, rivelavano chiaramente come a que-
ste residue manifestazioni dell'attività offen-
siva nemica non presiedesse più un concetto
organico e complessivo di m..ujvra. L'av-
versario, informato oimai dei nostri appre-
stamenti e paventando una vigoiosa controf-
fesa, tentava di impedirla o almeno di ri-
tardarne il corso. Ma ogni suo sforzo valeva
solo ad aggravarne il logor o e, per converso,
ad accrescere lo slancio e l'ardiménto delle
nostre valorose trup{)e, ansiose di vendicare
i primi insuccessi e di recuperare il terreno
perduto.
ALMATEIliA * Astringente e disinfettante intestinale.
SPECIFICO IN OGNI FORMA DI DIARREA
I^EPETIT FARMACEUTICI - MILANO
^tfMM«W*«^#«^«N^^^W«
«i#<Ml^iMW«^N
Dalla metà di giugno
alla presa di Gorizia
(9 agosto).
("oinpiuti Rii a-'pL'iinati lavori di prepnra-
zione e coti-oliilamento. nella ;,'lornata ^el It?
l'offeiisiva veniva risoltitanieiite iniziala sul-
l'ala destra della iiostia linea siiUaliipiano
sul 25: nifi non sfuggì alla vi^-fanzi delle
nostre truppe. Queste si lanciavano tosto al-
l'in-e;,Miiniento e nella stessa ;.'iorna a del 25,
superata in più punti la reislenza di'retro-
ts'uaidie neni clie, ra^'giun>?evano ed occupa-
vano suir altopiano di Asia;.'o la linea segnata
dalla valletta di Canipon.ulo, dallo località
di Càa lio ed Asiago e dalle 'poi "dici setten-
l'a.sscirlla .li (Jia.hs,.! >iiU' Is.iu/.o
con veduta del 3Ionte San Mielielo e di S<lranssina.
di Asiago. Fat-enimo ivi fiìX) prigionieri e lat-
iiir.inimo « cannoni e 12 mitragliatrici.
Ali iniprovvi>a miMccia di aggiramento
al nord, l'avversario reagiva eoi moltiplicare
violenti attae-hi nelle giornate dal H> al 2o,
contro 11 tratti) centrale della nostra fronte
lungo il margino raer.di.inale della conca di
Asiago: ma età ogn: volta ributtato con p( r-
dite sanguinose.
Successivamente, tra il 22 e il 24 di giu-
gno, si manifestava l'azione otfensiva anche
della nostra ala sinistra.
trionali dei M. Belmonte, Barco e Cengio.
Sul fronte del 'V. Positia, si ìnipadionirono
del M. Pria Fora ed iniziarono la discesa
verso il t'oiulo valle. Nell'alta Vallarsa oc-
cuj>avauo Raossi e le pendici del M. Menoile.
Ovun.itie furono trovate tracce evidenti della
frettolosa ritirata nemica; trincci» piene di
cadaveri, armi, munizioni, viveri e materiali
abhandoiiati in grande copia.
Nel successivo giorno 20, pur crescendo
l.i resistenza delle retrognaidie nemiche, an-
uidate nei punti più dittic-ili dell' itjtricaio
iluviue di guerra a Gradisca.
DI contro alla duplice minaccia alle ali ed
all.i Vigo, ©'•a crc'CMite pre-stone sulla fronte,
il nemloo, persuaso ormai del completo fai-
llm-Mito del S'io plano otlens vo. deci leva di
s.)ttrarsl al n>-i'r» iminine it» attacco ripie*
gan<to le proprie linee sullo nIMpiauo di
Asia.;u e mila /o.ia d I t'.>si<ia-Astico,
Il m >vlmeiito di ritinta fu in /.i.iL> cau-
ta otutc e coUuvorL" dolk- teu.-bre uclla outiO
terreno e provviste di numerose m'tra<;Ua*
trici, la no.stra incalzante avaiixatA potè con-
tinuare ra:)Ma e felice. Furono onstitate
iu:iumcrevoli prova del'A Imi&ti liarbarle ne-
mica: Arsier.) devastata da in.^endi; .\siugo
ed altre ri. le iti locilit i ridotte a firn mti
rovine, su'le pejid.oi di M. .Maui-ah^schl mi
centinaio di non ri c*drt/<rl. d<»nn'l iti vvuio
it.aU g..ltu.i uu.le i;o^^a i^'lie.tf.
Gori::ìa. — Via ^[orellu
Poscia, persistendo con tenacia neyli at-
titcchi, i nosfri poterono nel successivo pe-
riodo sino a metà Inglio compiere a:.e.>ra
sensibili proj^'ressi.
Ri<aci-iata i'in\'asione nemica bn i.dd.^ii
Irò nella zona montuosa triden-ina e vico i-
quistati i più importanti cenfri di Aisioro e
di Asiago, si veniva per n >i delineando la
necessità di un ri^orno alla oftVnsiva sulla
fronte dell'Isonzo di cui gli avvenimenti nel
Trentino ci avevano indotto a sospendere lo
svolgimento, non però a rinunciarvi come
l'avversario si lusingava invece di avere ot-
tenuto. Perciò nella seconda quindicina di
luglio le nostre operazioni tia Adige e Bi-enta
assunsero gradatamente il carattere di at-
tacchi metodici anche allo scopo di evitai e
soverchio logorio di truppe e di mozzi nel a
conquista di posizioni fortissime per natura
e potentemente munite.
Tali operazioni furono essonzlalraenie di-
r. tte ad allargare la no-;tra occupazione nella
zona della liorcol-a, alla testata del Posiiia; ad
assicurarci il possesso di M. Cimone, in valle
Astice; ad ititaccare la forte linea di difesa
dell'avversario di M. Interrotto a M. Zinga-
rella, sullaltopiano di Asiago-
Mentre si svolgevano le operaz:ioni testò
accennate, più a nord si iniziava una vigo-
rosa offensiva nell'aspra zona montuosa com-
presa tra le valli di S. Pellegrino e di Tra-
vignolo (Avisio) e quella del Cismon (Brental.
L'utilità per noi del possesso di questa zona
deriva sa dalla necessità di eliminare la mi-
naccia che il nemico poteva esercitare da
essa, per i passi di Valles e di KoUe, contro
le conche di Auordo e di Fonzaso: sia dal
fa to che da tale zona piti o meno diretta-
mente si irradiano buo.ie coniunicazionl, clie
conducono ad iuìpoi tanti cbbiettivi militari
nemici: la s rada ddl'ANisio, che scende a
]ja\is in vai d'Adi^^e: quel a di S. Lugano,
elio va da Egna, parimente in vul d'Adige;
la strada del p:isso dl^ Costalunga, che mena
a Bol/.ano: quella d>i passi di Pordoi e di
Canipolungo, che conduce nella valle della
liienz. Per tale suo cospicuo valore olfensivo
e difensivo la zona era stata potentemente
fortificata dair.\ustrja.
Ricevuti i rinforzi, il nemico iniziò 1 con-
sueti violenti contrattacclii diretti a scac-
ciarci da!le posizioni da noi comiuistale; m.i
fu sempre respinto con gravi perdite.
Nel periodo considerato ebbero luogo an-
che in altri scacchieri del nostro teatro di
guerra imiiortauti operazioni di ca'-attere di-
versivo, tentate per iniziativa dell'avversa-
rio o nostra.
Fra le prime merita particolare rilievo il
violento attacco compiuto dal r.emico con
Tainto dei gas astissianli, nel settore di San
Michele e di San Marti iio del Ca:so. Scopo
di tale operazione era quello di ricacciare
le nostre truppe sino sulla linea dell'Isonzo.
L' attacco preparato di lunga mano, con
grande cura e con la maggiore sé^-etezza,
fu pronunciato la matlina del 2'.) giugno. Col
favoie di un lieve vento spirante in dire-
zione del piano, l'avversario lanciava pi ima
coi;tro le nostre posizioni dense nubi di gas,
che investivano tutte le nostre linee fi a il
M. R. Ivlichele e S. Martino. In un primo mo-
mento sotto l'intlnsso dei fulminei efl'etli,
letali o di annichilimento dei gas, fu pos<i-
TALMANE
Ab bATTB
ille colonne l'.emlolip, <ipin(c '.ubito dopo
iia-co, (lì piu-'irae in alouni nostii (ria-
menti.
la ui-corsi prontrtujente rineal/.i sfldando
11. tri dfl gi-i con iinme liuto violento
at;;;cco s!o'.';.ia\a:io 4>vuni|ue l'avversa-
liriMidendogll più di 4i)o pi-i>:ionlei-l. Al-
NeiraUo But, furono espugniti trlnrori-
menti e ridotte dc'Havvfi-vaiio nella zo ':i
del Fi-pikolel ('27 ;,'iii^'no) e o.ni luistam l;i
cima d«'llo ZeMerikotcl (2.» giuynOK luroiM
prosi ciixM 2(H> piljjion'eri.
Sul Car^o le nosire truppe si impadronlron.
il 28 giugno di alcuni trino 'laiuenti ne.uin
Maiiaiio. uno dti ]■
,ato il 1>oiiilt:ird:iniento ausii
Pimi di ossi furono trova'i in possesso di
mazze ferrate e ntunite di numerose punto,
liit.rrogat! coiifes-jarom di avere avuto l'in-
oarico di tiuiro a e 'Ipi di mazza 1 no-trl sol-
dati t' ovati tranioj-
titi. I/i{,'nobile attac-
co tini col cotupleto
Insufc.sso delle trup-
pe avversarie.
Tra le operazioni
offensive di nostra
iniziativa, ebbero
111 aggio re iiu portanza
quello compiute nelle
alte valli del IJoite e
dr'l li ut e alle ali
• streme delle nostre
posizioni sul Car^o.
Neir alto «oite,
mia serie di brillanti
at:a.ohi, condotti dai
nostii alpini nella
zoia della Tofana, ci
di'de il possesso del
vi'louc tra la Tofana
).i lina e sei-onda "la
' 'A: d.il forni ili a-
loirione del Ca-
tto al est del
(e I <ti Uojs e delia te-
stata del vallone di
Tiaveiianz's (21» lu-
Kliio. Numoiosl, vio-
lenti e Hitrattacclii
tentati d il iieni ìco
fui>>no cns'antenien-
to lespinli dai nostri,
e IO presi r o alfav-
Versaiio più di 300
prigionieri, due c.nnnoni e sei mitragl alricl.
( I.
del settore di S. Michele e di S. Martino e
in quello di Monfalcone. Nella successiva
;:iornata, nrentro tra S. Miohelo e K. Martino
i nostri rospingevano l'attacco nemico col
gas astKsianti. nella
zona di Monfalcone
una brillante opera-
zione offensiva ci da-
va il possesso didl'al-
tnra di quota 70, al
ovest di M. Cosich, o
di (inota 104. ad est
della Rocca di Mon-
fal-one. Pr nderamo
al nemico un migliaio
di pri^'ionleri. Nelle
su'ces-ive giornate
dui 1° al 7 Ing'.io fu-
rono re-pIntl violenti
contrattacchi d -U'av-
xersario, che lasciò
nelle nostre mani al-
tre centinaia di pri-
;.'ionlerl.
In numerosi com-
battimenti abbai fo-
rono 8 velivoli nemi-
ci. Noi ne perdoni -
tuo 4.
Ma ro[>eraziono
di tjncr.a aerea più
brll'a'ite p< r il nu-
mero dei ve:iv(di ih*
vi pa. tccip.iiono. p 1
l.i lungho/za della
traversati, in gran
parte sul ma' e. e per
, ; ...,,... 1 formltlibill effeitl
ra 'viuiHi fu ri l'w -
sior.e sul golfo di Fiume e che ebbe per obiot-
500 ^
tivl il sllnriflclo e la fa'obrica di torpelini e
di s )tto:)inrini Whit»liead, rimasti quasi o ):u-
pletarneiite distrutti.
I risultati delie nostre operazioni da metà
giugno ai primi di agosto sono da ritenersi
assai pii imporfa-iti di quel iha possa ap
parile da un ra[iiilo cenno sui principali
avvenimenti militari in tale periodo. L'otfen-
Al bottino di guerra più sopra Indicato,
venner» per la conquista di Gorizia ad a;»-
giungersi i seguenti trofei: Priglo!iie:i '■i'Xi
ufììciaU e is,:5i>ó soldati: t enta cannoni d.i
c.xmpo; 92 mitragl ati ici; tJ3 lauciabombe;
12.2'25 tncili; ciìique milioni di cartucce; se -
sautamila bombe: 44 casse di rajchette o
razzi: 12,0J0 strumenti da lavoro; alcuno
Rovine di Palazzo.
siva austriaca in Tr.'iitino, che era già stata decine di km. di filo telegrafico e telefonico;
precedentemente arrestata, fudefinitivamente nonché oggetti di vestiario, buffetterie, Gi-
rotta e ricacciata nelle alte valli onde era di- perte e moltissimi altri materiali.
scesa.
Nel complesso d,iileoperazioniconsiderate p^ua dei ])iìi oscuri tempi della piìi nefanda
furono presi al U'^ìnico r>'M'A prigionieri, dei Ijarbarie. (ìas asfissianti, granate lacrinio<rene,,
quali 102 ufficiali, e
un ricco bottino di
guerra comprenden-
te 10 cannoni, una
cinquantina di mitra-
gliatrici, lanciabom-
be, fucili, munizioni
e materiali da guerra
di ogni specie.
Finalmente espu-
gi ati dal valore ita-
liano il monte Sabo-
tino ed il San Miche-
le, le nostre truppe
nel mattino del 9 ago-
sto con un audacissi-
mo assalto prendeva-
no effettivo possesso
di (lorizia, conqui-
s t a n d o uno degli
obiettivi immediati
delie nostre rivenJi-
cazioni nazionali e
ottenendo così una
delle vittorie decisive
(Iella guerra. Tutta la
stampa delle nazioni
alleate esultò per la
vittoria italiana, frut-
to di paziente corag-
gio noncliè di gravi e
sublimi saciifici.C)
(1) Allo schietto
eroismo italiano, frut-
to di niMfr'aninii kpusì, l'Austria ha opixisto
i più abbietti e vili diporiauieuti debili ap-
Laneiabambe austriaci
n una trincea .sul Carsi
iquidi infiammabili,
]>allot ole espb»deuti
ilie dilaniano i feriti,
mazze ferrate che tiui-
scono i tramortiti,
confetti a-^velenati,
uncini nascosti nelle
s'-atole di carne iu
conserva, aghi nii-
siihiati nelle biade, f e.
A colmare la crimino-
sa misura, stanno le ri-
velazioni del proces.'io
d'Ancona ^28 settem-
bre) dal quale risultò
che a mezzo di prez-
zolati sicari lo Stato
maggiore austriaco
riuscì a far saltare il
nostrodinamit'ftcio di
Cencio ligure (con no-
stro daimo di due mi-
lioni) e sarehbe riusci-
to a far saltare i ponti
sul Brenta e sul Piave
durante i trasporti
per la difesa trentina,
nonché a rovinare la,
fabbrica d'armi di
'remi e togliere la lu-
ce elettrica a Roma, se
l'atrocissimo piano
non fos.se stato sven-
tato, miraeolo.'sanipn-
t", dalla nostra poli-
zia.. .'<'a effrini infa-
mia all'.^nstria ed .".1
suoi vili.ssimi sicaiì
Giuseppe r-arpse che
ho pasntocon la yUa
l'abietto tradiirento e
ai suoi due complici Dante Pegazzani e Re-
nato Gatti.
r)f;i -
Dalla presa di Gorizia
alla battaglia di Vertoiba.
I.» offensiva italiana venne ripiega il d'i
16 settembre. Era aspettata. II noinico la
presentiva, ri si preparava, lavorava giorno
e notte a fortificarsi sempre pin, ;i iucaver-
narsi, ad accumulare nuovi ostacoli per sper.-
r»re l'impeto dei nostri assalti. L'attacco
vittorioso della te>>t;i di ponte di Gorizia
-veva avuto il vantaggio di una sorpresa
f" non poteva ripetersi. Gli austriaci vede-
:; > nella logica della situa/:ione il nostro
lu'ramma. (,'erciivano di creare degli argini
>porzioi«Hti alla mai'ea. Erano in guardia —
ino pronti. Non si videro mai delle posi-
!ii apprestate rapidamente alla difesa, tra-
rmarsi cosi, giorno por giorno, ora per
a. in formidabili barriere.
Quelle opere di consolidamento e di pro-
'e -.one che erano costate un anno di lavoro
sulle prime pendici del Carso, stavano sor-
gendo egua'i sulle nuove linee con m.agica
rapidità. Dopo un mese, la fronte creata dalla
bait.tglia di Gorizia non si riconosceva p l'i.
Il nemico aspettava la ripresa dell'otTen-
•iva e nf>gli ultimi giorni tentava di preve-
nirci e di paralizzarci con degli attacchi suoi.
Mentiva vicino il colpo che si preparava, e
diveniva irrequieto.
Aveva ricevuto ampi rinforzi, e ne profit-
tava per c^'rc1re quuiclie punto debole della
noiktra fro-tt-, per obbligarci ad una difesa
•he imbarazzasse i nostri piani. Non ha tro-
vato giuntare nella corazza. O^ni attacco era
res{»i(ito al suo inizio. Ora avanti a Gorizia,
or* Inngo il Vertojbirza, ora sul Carso, di
notte, dopo una preparazione di artiglieria,
gli au>triaci gettavano all'assalto i loro fanti,
con qnella tattica che aveva avuto qualche
mi<-cesso in passato nel vallone di Oslavia.
l>ue notti prima del 14 sferrarono un colpo
più forte nella zona di Oppacchiasella. L'at-
taco > raggiunse un elemento di trii-cea no-
stra: il nemico credette venuto il monieiito
di ailargire l'azione e amniJiS'^ù dell».- truppe
per sviluppare il successo all'alba; ma l'alha
porto un cantratiacco che sorprese le truppe
ammassate e le annientò.
Ques*» battaglia ohe per ti e giorni con-
tinuo, dopo una bieve sosta di preparazione,
l:i l<'tta vittorl-'sa che ci diede il possesso di
Gorizia e del Carso oltre il Vallone, non reco
al tinhhlico il clamore di grandi nomi. I coni-
ha: Cimenti bau ;o per obiettivi immediati trin-
ceramenti traccia»! in re„'ioni deserte o nelle
vicinan.'e di poveri villaggi che la guerra di-
strugge nell'atto di affidarne il nome alta
s'oria. Prima otie la nuova off.iisiva si Ini-
ziasse, la nostra fronte del (arso, pa' tendo
dai'.e pendici occidentali della <-ollina di San
tl:ado di Merna. scavalcava a oriente del
>Iad Logem l'aspro ciglione settentrionale dei
Carso, fioendeva diritta, verso mezxog'omo
tagliando a qualche centinaio di metri dm
Oppacohiasella la grande strada di Kust;u»je-
vlca; s'incurvava a occidente di Villano va
(Nova Vas) e «Ielle due quote "itife; raggiun-
geva di qui il l>ebeli e le alture l'Jl e 86
presso Monfalcone. Seguiva da vicino il trac-
ciato dei trinceramenti austriaci, era in con-
tatto con essi in molti punti, li inventiva ag-
gressivamente con gli approcci. Varie linee
(li questi trinceramenti furono espugnate e
circa 4000 prigionieri caddero in nostra mano.
Era sembrata un miracolo la manovra per
linee interne, eseguita in otto giorni, che sca-
gliò dal Trentino le nostre masse su Gorizia,
ma se si conoscessero i particolari della pie-,
paraziono per la nostra nuova otlensiva ini-
ziata, si trcjvcrebbe che es^a in non meno
mirabile. Noi attaccammo posizioni ben m'i-
nite. sopra un terreno assai piìi aspro e piò
dithcile di quello del primo altipiano carsico
che ci fermò per un anno, e ci difese da on
nemico prevenuto, esperto in tutte le aril
della lotta di resistenza. I>a preparazione, re-
golare, intensa palpitò su tutte le vie della
guerra.
Il successo che le nostre valoros-etrupi.-e
avt-vano così ottenuto il 14 settembre con )a
risoluta olVcnsiva sulla fronte Giulia, fu 111
ottobre vigorosamente intensifl-ato ed am-
pliato.
.Mio sbalzo innanzi che ci ave\a a.ssica-
r.ito il possesso di gran parte della linea ne-
micii, -seguirono il complet:»mento dell' ocen-
pazione di es-^a e l'avanzata nel terreno aii-
tis ante tra la linea espugnata e la succes-
siva che .«ul Carso venne tracciata con anda-
iiu-nto lievemen e iliver-enfe ris; etto u!la
prima e a dìstan/a variabile da un ohib me-
tro a due. In ab-uni punti le nostre <n>p|ia
impresero ad intac<-are addirittura i capisaldi
della nuova linea.
Sotto tale aspetto, doppiamen e impor-
tante appare il progres.so avvenuto sulle pen-
dici del Veliki Hriliach laltura 34.3} che col
Fecinka costituiva il cardino settentrionale
del secondo sistema difensivo austriaco, ton-
tinuaii'e poi per Hudilog e Lucatic.
Anche a noni del Vippaceo nella zona di
Gorizia, si ampliò la nostra conquistA ad
oriente del'a Vertojbizza, dove vennero in
nostro saldo potere .ilcune alture a .siul-ext
della staziona' di S. Pietro dominante in qiel
tratto il corso del tlume.
1 progressi ottenuti l'il ottobre sn tutta
l'estensione d< Pa fronte furono tanto più
notevoM in quanto il nemico chiamando a
raccolta tutte le riserve e concentran-1o nel
settore minac«'iato il fnoco delle numerosis-
sime artiglierie, schierate da Duino ad'orieni*
di Gorizia, tento con disperati sforzi di^rigu*-
da.'iiare il terreno perduto «di impedire «)froi
ulteriore successo italiano.
solubile Desantfc n Zu-
Hani (ferro organico na-
turale). Specifico razio-
nale di sicura efficacia, di rapidi) ettKto nella ciira dello duemie.
Emoglobina
5(?2
tiopo aver pei: circa 24 ore quasi inces-
sanféinente sostenuti e ributtati violeiiK con-
trattacchi le nostro instaìUMV>ili truppe ri-
prendevano con rinnovato vigore 1' offea-jiva
e vi persistevano lino a notte inoltiata ì.e
dichiarazioni dei prigionieri eaitura'i concor-
dino ne 11" affermare che le perdite sotferie
('.alle loro ntiità sono stati^ piii s.nfjninose
che in ogni ali;ra precedente nostra oftensivii.
Un calcolo anche modesto ci porta a rite-
nere che se 8000 furono i prigionieri caduti
nelle nostre mani in questi due giorni di
vittoriosa battaglia di Vevtoil)a, a 24,030 do-
vettero almeno ascendere le perdite com-
plessive dell' avvei'sario in morti, feriti e pii-
gionieri. Insultato questo già di per sé assai
cospicuo rispetto alle co udizioni di forza del
tiendioo e tenuto conto che le nostre per-
dite furono di gran lunfja minori, per la effi-
cace preparazione del nostro fuoco d'arti-
glieria e di bombarde, nonché per la perizia
acquistala dalle nostre fanterie nella pur
a-ipra e penosa guerra di trincea.
Riassumendo gli sforzi compiuti nell'ul-
tim,> offensiva sul Carso, lo inviato speciale
del 'Malia al fronte italiano rileva che dal
Carso alla Somma non solo l'unità del fronte
è divenuta una realtà ma anche l' unita di
tattici e sotto più di un «ispHto la conqui-
sta di Novavilla ricorda quella di Thiepval
attaccata ai primi di luglio e presa verso la
fine di settembre come la formidabile opera
difensiva di Novavilla attaccata in agosto e
presa dal 9 all' 11 ottobre. Le battaglie dei
francesi, degli inglesi e quelle degli italia.ìi
si rassomigliano sempre più. Gli italiani si
perfezionano anche essi senza posa nell'in-
dustria della guerra. I.a loro pratica mi-
gliora ad un tempo col loro materiale. Essi
pesano con esattezza sempre più severa ogni
elem^^nto della lotta, calcolano il tempo, le
munizioni, le provvigioni; misurano lo slan-
cio del soldato, analizzano insomma la loro
oftensiva che ad ogni ripresa aumenta di re-
golarità e sicurezza.
Al nprd di Novavilla l'esercito italiano ha
organizzato intorno a Loquizza e verso Tt--
ciuka le sue linee per offensive future ed ha
cominciato ad ascendere quell'immensa sca-
linata di cui il primo gradino è costituito
dal Veliki Hriback e che culmina nello Stol.
Ivi l'azione non può esser che lenta contro
un nemico il quale si ritiia a grado a grado
risalendo il declivio e trova ad ogni indie-
treggiamento per un pf^rcorso di sette chi-
lometri in linea di aria, una specie di p c-
colo altipiano dove può riprendere fiato, dei
fo'ti boschi, die facilitano il groviglio delle
difese, e può infine ad ogni sconfitta raggiun-
gere posizioni sempre più favorevoli.
L'ultima offensiva ha pei messo ai nostri
soldati di accostarsi notevolmente alla cresta
del Veliki Hribac. Si può esser certi che essi
proseguiranno la dura ascesa nietodi<amente
fino al suocesbo. Cosi le battaglie del Carso
riTestono lo stesso carattere delle battaglie
della Somma. Il comando, la fanteria e T arti-
glieria, vi spiegano quelle qualità che ad ogni
ollensiva incutono al nemico m.iggiore tin\ore.
fn complesso, dal 6 agosto al 5 novern-
bre 1916 il numero dei prigionieri austriaci
catturati sulla fronte OHulia, sali a 40.363.
I^e operazioni
rtisse 1916.
Sul fronte russo la guerra di movimento
si poteva dire cessata sin dall'ottobre 1915
per il f:itto che nel settembre l'offensiva tede-
sca (procedente dalla Prussia orientale, dalla
Bzura, dalla Pilitza, dal Dunajet/. e dai Car-
pazi) erasi arrestata sulla linea da Riga alla
Strypa.
Sul fronte europeo i russi, salvo episodi,
profittarono della lunga stasi invernale e pri-
maverile per riorganizzarsi poderosamente e
rìprendtTe poscia (come diremo più innanzi]
roftVnsiva in giugno.
Nel Caucaso, invece, la Russia continuò ail
armeggiare, ripoi'tandovi successi ohe ebbero
ripercussione sul teatro balcanico e perciò
su tutta Ifv guerra europea. Per tali successi
la Turchia non fa più un valore per la (Ger-
mania sul campo di battaglia europeo. \''X
essi tramont irono le anche lontane e gà
molto problematiche minacele contro l'In-
ghilterra in Egiito e nelle Indie, e venne a
mancare la base di un movimento islamico.
Pt-r il teatro balcanico le conseguenze fu-
rono anche più gì avi. La Buliiaria si vide
priva di ogni possibililà di appoggio per purte
della Turchia, mentie le vicende della lott.i
in Francia, Italia e Russia richiamarono sem-
pre più gli austro-tedeschi a dover impiegare
tutte le loro forze su tali sctcchieri. In ]iari
tempo alle truppe alFeate di Salonicco do-
veva unirsi il riordinato esercito serbo.
Saremmo infiniti se volessimo soffermarci
su tutti i successi anzidetti, p ri quali l'eser-
cito turco fu messo fuori questione e ven-
nero ostruite alla Turchia le arterie alimen-
tari dell'Asia Minore.
Ci limitereaio perciò a ricordare:
lo L'espugnazione di Erzerum (18 feb-
braio).
2» L'espugnazione di Bitlis (3 marzo).
3° La conquista di Riza sul litorale
(7 marzo).
40 L'espugnazione di Trebisonda (18
aprile) bloccita tino dal 29 febbraio.
5° La sconfitta turca sulla via di Bagil::d
(10 maggio).
6' La presa dì Gumuschane in Armenia
(21 luglio) che completa pei russi il possesso
del setto-re di Trebisonda.
7° La presa di Erzindiian (28 luglio) clie
completa la conquista dell'Armenia.
80 E tutta quella lunga serie di successi
ad ovest di Erzind.jian che nei mesi Siioces-
sivi hanno attraverso all' Asia Minore avvici-
nata sempre più la Russia all'obbiettivo di
Costantinopoli.
Non possiamo dispensarci dal fare rile-
vare in modo speciale, l'importanza della con-
quista di Eizerum e di Trebisonda.
Erzerum, piazzaforte dell'Armenia turca,
al centro di un altipiano di ori^rine vulcaiie*
aperto soltanto a nord-est. è circondati da
altissime montagne di circa 3000 metri, è una
città abitata da circa qiiarunlamiìa abitanti;
e si compone della città propriamente det-
ta, e della cittadella, <jliiusa da doppia ii;u-
raglia. La città è abbastanza industrializzata
e produce pelli, tiniure: ha distillerie, fab-
briche d'armi e di gioielli. Ess.i e uu'impor-
óm -
tante stazione di carovane tra il ;;oiro Per-
sico, il Mar Olimpio e il Mar Nero. L'origine
di Erzerum è molto antica: essa fu verso
ii 413 sotto il iii>me di * Thcodosiopolis , cit-
tadella romana contro t barbari dell'est. I
sultani iti Iconio l.i presero verso il 1241,
Tanierlano verino il 1387, Maometto linei l4fK).
Nel 1430 cadde in mano ai persiani «hi' la
cedettero ai turchi nel 1514. Nel 1S2» i russi
la presero, ma per il trattato di Adrìanopoli
dovettero lasciarla. La ripresero nel 1878, col
trattato di Santo Stefano, ina col trattato
di Berlino la restituirono un'altra volta al
sultano.
Erzeium comanda a tutta la valle del-
l'Euirate superiore e fa sentire i suoi effetti
oaiio If! derrate che la Porsia spedisce in oo-
cltlente.
Infine, o;,'(,'i, Trebisonda rappresenti pei
russi la padronanza di tutta la costa del Mar
Nero e dell'unico può dirsi centro di n'or-
nimento dell'Armenia; mentre, l'altro cen-
tro pili lontano, ma non meno ìmportanto
di Bagdad gioverà a dare la mano a^il'injf esi
e completare il cerchio che deve avvoli,'ere
la Tnrchia Asiatica Invero è chiaro che dita
la mancanza di vie di e miunicazione attra-
verso l'Asia Minore, verso l'Armenia e il
(^aucaso, Trebisonda costituisce 1' unica ver»
linea che unisce dette province al rimane-ite
dell'impero per la via del mare, che renda
le distanze molto più brevi. Non sarebije
Al fronte ruago. — I^o Zar che ascolta le spiejiazionl del Granduca Nicola.
i!i tutto il settore orientale dall'.Armenia in
(;in, fino in Persia e Mesopotamia.
Trebi.sonda è l'antica Tiapezos dei greci,
il Tirabzon degli Osmanli; è una delle an-
tiche città dell'Asia Minore. Sono più di ven-
tisei secoli che una colonia di Sinope sì sta-
bili in quel punto. Essa fn la capitale del
Ponto e nel medio-evo diventò la capitale di
un impero. Ivi in principio del secolo deci-
nioNT/o Alessio Comneno fondò il ropno,
Ktacato da Bisim/io che contenne per oltre
due secoli e mezzo la flotta dei maomettani
vincitori e la cui «loria fu ci^ebrata nei poemi
cavallereschi. Treblsonda^rappresenta inoltre
il pili importante mercato di sbocco alla Per-
sia sui Mar Nero. In o;»ni tempo, poi, è stata
il porto^dove sbarcano 1 pt-,se!Jt»eri eie merci
desrinaTi per l'Iran e duve le caiovane re-
r)uindi possibile alcun fermo dominio del-
l'Armenia e di tutte le ie<jioni circostanli,
senza il sicuro e forte possesso di questa
città e del .suo sbocco sul mare, che ne è la
chiave.
Ai primi di ;,'iu;,'!io. mende gli austriaci
proseginxano la loro offensiva nel Trentli:o
fattcosaniPUM' rattenuta dall'eroismo italiano,
la Russia, riorgani/./.ata. irruppe vljjorosa-
monte in ma.ssa contro il tratto meridlona'e
del fronte austro-tedesco, iniziando in Voll-
nia e (ìaliz^a quella serie di successi, per cui
fra il Prlpet e>l il Prnth, sopra una distesa
di ben 40ì km. sfondarono per un.» esten-
sione di 140 km. il fronte fortificalo degli an-
striaci. del»el!andone tre armate, le qu ili sol-
tanto fra morti e feriti ebf>pro cfutomitn uo-
mini fnon combatt mento e lasciarono l.i
N E V R A L * Cachets e compresse a base di Nevralteina.
Rimedio di elezione nelle Emicranie • Nevralgie • Coliche periodiche
Reumatismi - Influenza.
LEPETIT FARMACEUTICI - MILANO
134
La prima pattuglia di cosacchi entrati In (
mano russa cenlo^eunila prigionieri con 1C50
ufficiali di ogni <jr:ido ed arma.
olneciò gli austriaci perdettero ingente
quantità di rmiteriali fra cui 121 cannoni,
ISO ii!itr:ipliatrici, ecc.
LolJensiva russa «guidata dal generale Brii-
silotì Tu così improvvisa, quanto inattesa, che
treni carichj di tnij-pe anstriaehc con molte
2467 ufficiali; 1«3 cannoni; 2(5 '. mitraglia-
trici: ecc.
Teùtavano i tedeschi una diversione sulla
Dwina ma non vi ri osci rn no.
Il 18 <,nuiino i russi occuparono Czeniowitz,
passarono il Pruth e si diressero ;il Sereth,
tagliando in due l'armata di Plìanzer.
Al 7 luglio le perditi? austriache perTof-
Un» delle automobili blindate messe dai belgi
a disposizione dei russi.
munizioni caddero nelle maui dei russi senza
colpo ferire.
In progresso di tempo e di spazio essendo
accorse in aiuto degli austriaci anche truppe
(ed^sche, i russi, dal Pripet ai sud-i^st dell.i
Galiziii, pro-o;.'U<'ndo la loro ofV.nsiva vitto-
riosa a ni'^ti giugno trovavausi ad axere eat-
tur;iti lóo'OOO prigionieri au.->tro-tédeschi cou
fensivà russa sono valutate ascend re a lutizo
milione di uomini dei quali la metà prigio-
nieri.
Ai 10 luglio i russi furono ad una maJeia
da Kowel. A questa data il nomerò de-i pri-
gionieri austriaci era salito a 2t;6.00<i solda-ti
con ó-2S'i ufficiali ed il materia'e catturato a
312 c.iunoui ed tJ6G ini ragliatrici.
;}♦;:)
Sul fronte francese. — Fanteria che aranza Botto il fuoco tedesco.
Il 19 luglio le truppe russe del Kenerale
Lfctehiisky dalla conquistata Bucoviua avan-
zano al di la dei Carpazi.
Nell'ultima dt-t-arte di lujrlio ferve i)iù che
mai la lot'n, ;;iii accesa in antecedenza, at-
torno a l'iiraiiowiczi. In Volinia i nissi tra
U It; v(i il 2'i hi-lio. fanno pri-jioiiifri altri
17l.M)0 austro-tede-rhi, e prn<^Medlsc()iio tanto
In Voliuia ijuanto in Galizia, dove sfondando
le linee germaniche, penetrano a nord-est <1i
Ij.»<>poli. ed avanzano a pochi chilometri da
Brody (25-20 luglio). A quest'epoca già si no-
tavano accanto alle schiere austro-tedesche
truppe turche vnute in loro aiuto.
D.il 1« al 25 lusjlio le schiere di Sakharow
precedenti ad est di Brody in Galizia ave-
vano fatti a4.0CK) prigionieri e presi 45 can-
noni .• 71 mitragliatrici. 11 30 Ingllo Brody
fu occupati.
A tal giorno i russi avevano fatto .345.000
prit»ioniori o le perdite austro-tedesche in sei
settimane a.sccsero a 750.0'K> uomini.
In agosto i russi avanzano ancora ener-
gicamente sulla Zlota Lipa, sulla Bistryza e
■Kirliìiuha.
Da IMI computo esatto risulta che la cifra
totale del trofei prosi dai russi dal 4 giugno
al 14 agosto durante le operazioni pei la con-
quista ilclln linea organizzat^i austro-tedesca
(Ani l'rfpct alla frontiera romena) è In coni-
pli'v^i per i quattro eserciti del ;.'en>-rali Ka-
lodiu, Letohitsky, Sakharow, e Tcherbasdow,
comandati d.t! lirussilow. di 7757 nOiciali:
3.'>J>.H»5 Hold.iti; 4'>.'» cannoni: 133A mitragiia-
tr:c'i: rMi lan.laboiul.o; '.'»'_' cassoni: 30 ktn.
dt ferrovia a scartamento ridotto; ed altri
nam'*n»sl materiali.
Proseguendo l'ofTensiva. nel combattl-
me::to attorno a Vladlmir-Volynski i russi
fecero prigionieri altri 2S9 ufficiali; 15.789 uo-
mini di truppa (di cui 2.'>00 tedeschi) 6 can-
noni e 55 mitragliatrici.
Sul f'on<e galiziano, la caduta di Stani-
slau a meta agosto. co:-ona un seguito di
operazioni e riveste una grande iniportanzi
militare, essendo Stanisiau mi centro note-
volissimo delle terrovie che vanno verso Lci'
poli e verso l'Ungheria, per cui perduto tal
punto le comunicazioni attraverso i C«rpa;'.i
fra l'Ungheria e la Bu(*ovìna e la (ìalizia do-
vranno eJettuarsi per Lcopoli.
Ad oriente di Halicz (sul Dniester) i russi
espugnarono la posizione organizzata di Ho-
lodenka (3 settembre) e nella regione del Car-
pazi e quella superiore del Sereth (Galizia
catturarono nei primi di settembre altri li
iittìciall con 6000 uomini di truppa e C c.m-
nonl e 40 ȓltra;;llatrici, ricacciando gli au-
striaci su Leopoli, oppressi da est e da sud.
Il progressivo aumento di prigionieri f
di bottino fatto dai russi dimostra lo stat
di disorganizzazione dell'esercito austriaco
Le altre operazioni russe nelle regioni di
Dwinsk e di Barunowiczi non ebbero né po-
tevano «vere altro scopo che quello di im-
pedire lo accorrere di rinforzi tedeschi sul
tratto meridionale del fronte di battaglia.
Nel rimanente del mese di settembre l'im-
peto russo si è abiaauto allentato, sia per i'
progressivo allontanarsi dalla sua ba^e in
ziale, e .xia per il naturale logorio della loti >
Ma allaoontìnuHzione della otTeusiva rns .
dovevano poi porgere buona cooperazion
da Ticino, la Uoniaiiia entrata in astone i
2 settembre, e da lunui i franco ijigle^i Tit
toriOHi sulla Somma il '2.'> .settemliie.
Il 1» ottobre 1 russi riporta-ono un Im
portante successo fra Leopoli e Tarnopol ta
— 566
Gli ultimi abitanti di Verdun allontanati dalla città
durante il bombardamento.
cendo prigionieri 171 ufficiali e 4300 soldati.
Per tutto il mese si è combattuto qua e là
sempre < on violenza. Senonchè i russi pur
vittoriosi a Halicz non sono ancora a Kowel
e la situazione sul fronte orientale al mo-
mento ncn è ancora definita.
IfG operazioni
francesi 1Q16.
Sin dal tVbbraio la guerra in Francia prese
a concenuai.si attorno al campo trincerato
(l;i A'^ordun.
Il Kioiipriiiz dettò alle sue truppe la sen-
tc!ìza che " la guerra del 1870 erasi decisa
a Parigi e quella attuale si deve decidere a
Verdun. , I francesi dal canto loro dissero
che Verdun se anche cadesse non farebbe
deporre le armi alla Francia: ma che tuttavia
< ssi avrebbero tenuta questa fortezza fino
agli estremi.
Ed hanno tenuto la parola. La difesa del
canipo trincerato di Verdun costituisce or-
mai per i francesi un'opera hninortale!
Non escludiamo che in qua' che modo
possa avere concorso a tanto risultato la coo-
pcrazione del fronte unico, con quella pres-
sione esierna che induceva di tratto in tratto
i tedeschi a rallentare la loro azione contro
Verdun.
E vi concorse altresì il progressivo au-
mento in terraferma del'e forze inglesi che
permise ai francasi di restringere il loro
fronte.
Al px'iticipio dell'offensiva su Verdpn (fe]>-
braio) i tedeschi con la loro cieca alterisi ia
dicevano: rer conquislitre Verdun noi non
acremo ''he da marciure al passo l'i parata .'...
Ed i francesi, col loro superbo valore, hanno
risposto : S), se non ci fossimo noi a difen-
devi a!. J^)
Dovremmo qui ripetere tutta una serie
di episodi di guerra di posizione fatta di
(X) Sulla immortale difesa di Verdun, ha
scritto uno splendido commorente volumetto
il tenente r<ouis Madelin, sotto il titolo: L'Aren
— Labataillede Verdun et l'opinion allemande.
Libreria Plon — Pari.tji.
tintura istantanea in castano e nero per
capelli e barba. — 2 sole applicazioni al
mese. Invio franco ovunque anticipando
Lire 3,75 alla Ditta ANTONIO LONGEGA — Venezia.
== Chiederla a ttttti i jìvofumieri, parrucrhiefi e farmacisti, .
L' UNICA
~ 567
Truppe russe che sfilano davanti al palazzo della l'rolVltiii a
u Mai-Hii^ia, ii 6 aprile 191G.
{Fot. del $ùj. E. Armao, Maraiglia).
mine, di approijci, ii ooutro'approcci, di bom-
hardanaenti, eoe Ma a che varreb'.e? Badi
il lettore ai risultati.
La Germania nella sua ostiiiaziouo con-
tro Verdun ha inoonlrat) sempre più gravi
perdite senza serie speranze di riuscire a
dobel'are la Fr.mciu.
ruztone. Essi cont naann a praticare ìa stra-
tegia della carta di Kuiopa che panidolai-
mente a Verdun è la slru'^gìa deìln rumt't
deUe otniià la quale non ha che un valoio
superficiale calcolato sui chiloutetri quadrati. „
I francesi, a tutto maggio, abbatte; ono
dinanzi a Verdun 415,000 tedeschi. L'u/lone
Il Gomitato Americano-Spaguuolo di MH-corso sul fronte
ncrideutale dintribuiiice viveri alle popolazioni dei pa«*M
occupati dai Tedeschi.
a
11 u'iudl/.io non è nostro ma del coluu
nello Feyler il quale tln dal 2U giugno (mo-
mento in cui la battaglia dt Verdun er» per-
venuta al suo eent'.treiitenwo giorno di durata)
scriveva:
* I tedeschi hanno inaugurato da una set-
timana il quinto mese deMa battaglia di Ver>
don con un nuovo tentativo violento di ir-
nulla Champagne fu associata a qnoli.i in-
glese nell'Artois.
Ci resta a parlare dell'azione francrtir a
Saloniooo la quale, assieme a qncli.
altri alleati, pervenne nel settembre ;>
dare I bulgari a nord di tutta la lin* .. .
da Fiorini per Kaimakcialan, Geugell. ]jc.<
ran, Monte Belai tocca lo Struma.
508
Caui della SauiLà Militare iu Francia.— Medicazione di uu cane ferito.
SI 24 ottobre i francesi mevcù una incrol-
labilo .vbnegazione uscirono vincitori dal più
formidabile duello svoltosi dinanzi a Verdun.
Otto »/!«>! di conquiste tedesche furono (ìistrutie
in un ffiorn-).'
Quattro ondate di violentissimi asfalti te-
A.'>fhi si fransero invano sperando di ripren-
dere il perduto baluardo di Douauniont, e
las lamio il suolo coperto di morti i; di fe-
riti, oltre alla perdita di 6000 prigionieri.
Il generale Nivel-
le^auoiò un proclama
noi quale acclaman-
do olle truppe vitto-
riose del generale
Mingili disse loro:
" fti. ipi'iUfo or'', con
u<5 magnifico assalto,
avete tolto di un sol
coT'po al vostro po-
tente nemici», il terre-
no cosparso di osta-
coli e di fortezze, a
n>;d-est di Verdun,
c-Ne esso vi aveva
strappato a brandelli
durinte otto mesi a
p- '^'7o di uceaaiti sforzi e di rilevant
A Paridi. — Allt
parazioiif inilirai
dai cani.
Mentre scriviamo fi» novembre) la lotti
di ariig'.i M-ia a distanza ha ripreso voce.
Ive operazioni
ij^glesi 1916.
Sul fronte inglese dalla Somma al mare,
I.\ guerra parve nei primi mesi di quest'anno
limitata a quotidiani bombardamenti di po-
sizioni, sempre restaurate, con inserzioni di
quì'jj'hs episodio di lotta aerea.
Preme però di ricordare che dallo sooroio
del 1915 ai primi mesi del ltU6, l'aumenta
l>rogressivo delle forze britanniche consenti
ai francesi di restringeie la loro fronte.
Fino all'autunno del 1915 la front* in-
2:lese non abhraceiava che una piccola zona
del settore di Ypres a mezzodì di La Bassée
dove però i tedeschi
avevano ammassato il
fiore delle loro t -up-
pe anelanti a Cala s.
Sucoessivamen te
gl'inglesi surrogare
no completamente i
francesi nella zona di
Arras, si che la loro
fronte venne a costi-
tuire un tutto conti-
nuo dal nord di Ypres
a sud della Somuta
presso Amiens per u:;
buon quinto dal fron-
te totale franco- in-
glese.
Risultato davvero
degno di essere meri-
tamente apprezzato
per intensità ed importanza, tanto per la
difesa dire'tn di questo tratto, quanto per
l'appoggio Indiretto dato alla resistenza di
Verdun.
lUnunziamo a citare date e sintetizzando
i fasti di quella epica lotta noi vediamo in
un terreno che esige continuo e vigile im-
piego di forze moltiplicarsi l'attività inglese
nelle esplorazioni, nei lavori di mina, nelle
offese e nelle difese, rievocando in cento e
cento episodi la fisonomia classica delle guerre
di Luigi XIV e dei teni[>i del Vauban e del
Montalambort.
Ile Società di pre-
lia Ilice trainata
r)(;i)
^=«=^^^5i2fj
Dirigibile ingl
Solo i flemmatici soldati di Ingliiltena
con mezzi, equipaggiannenti ed urtigliene
adatte alle (■.-«igt'n/e, potevano per mesi e
mesi tfiu-ro teriiiu contro i reiterati pode-
rosi attacchi liemici a Suuohez, al Labirinto,
a Nótie-Daniede Lorette, ecc.. e scrivere pa-
gine di i»';,'.'endaiio eroismo, accanto ai glo-
riosi soldati ili Francia
L'Inghilterra oltre airanzideito tributo
dato alla guerra europea, nonché a (luello,
potentissimo, di insuperabile di>niinatrìoc dei
mari, portò anche le sue armi nella lotta in
Mesopotamia in uoncorso con le schiere russe
in marcia su Bagdad. Subì — è vero — l'In-
},'hilterra un insucvcssu a Kut-el-Aniain, sul fi-
nire d'aprile; ma il fatto dovuto alle dilticoltà
Non pa^:;i di ciò r Inghilterra dava il mas- degli approvvigi^^namenii, oltreché rappre-
simo impulso ad ac-
vrescere sempre più
l propri armamenti
per passare dalia </»-
fenitvu »{\' o/f't:nsiva ;
ed allorché nel fjiu-
gno infieriva l'offensi-
va tedesca su Verdun
e quella austria<-a nel
Trentino, l'Inghilter-
ra, sebbene avesse
preferito dì attendere
ancora i»ercbè tinis-
sero di allestii .-.i i mi-
lioni di fucili e le mi-
gliaia di cannoni che
lia in costruzione, pu-
re ruppe gì' indugi
per impedire che sui francesi e sugli italiani
noii si riversassero rinforzi nemici-
Cosi il 1» luglio 1»16 se<:no l'inizio di
quella offensiva an^lo-francesr i-lie lutremesi
oiionue sulla Honinia il rl8ult:ito di ritogliere
ai tedeschi trecento chilometri quadrati di
terreno fortilieuiissìmo, liberare quarantasei
paesi, espugnare C'orables e Thiepval che
e rano divenute fortezze tedesche avanzate
sulla Somma, e di catturare in. complesso
(iai 1> luglio al 2ó Kettt'inbre, ;!Ìorno delia
<:..nse;'Ui»a ■ * — ■ 'tr
t'.(itì.sv.hi.
sentare un episodio
di guerra coloniale di
fronte u forze cinque
volte superiori (gii
an^'Io-indiani al co-
mando di Townshend
erano diecimiin.i tur-
co-arabi, al comando
di Von der Goltz, cin-
quantamila) non im-
pedì una successiva
riscossa vi;;orosa
mercè la quale ha
potuto mantenere la
propria marcia asso-
ciandola alla attività
russa cui il sacriflcio
inglese, distraendo le
forze del Von der (ioliz, ro-^e più agevoli le
vittorie di Erzerum, di Trebisonda, ecc.
L'azione sulla Somma in prosie;;uo di tem-
po, come ha avvicinato i francesi aPéroniie, ha
porti\to Kl'ingle.si di .>.ucces«.o in succos.so di-
nanzi aBapaiimc. La coiiquist;t di «luesto pun-
to, quando avverrà, (tra pendo nt con t'cs|(u
;:nazionedi Conibles ed implicherà l'abbaiid.
no furzatodei tedeschi diana ventina di kilom
di fronte, lungo la riva meridionale dell' Anoie
Il T'irne* del 17 ottobie ammoniva di rad
50,000 prigionieri doppiare sempre più i colpi sulla s. : . ■
per aiutare 1 romeni nnsìri alleati.
La grande nare^Mpedale ingleee Mauretania
nel porto di Napoli (27 marso 1916).
Fot. a. D. Bufa, Napoli.
- 570
Le operazioni
belgKe 1910.
Come jfiiV espotiommo prepodenlemenfe,
non si hanno notizie precise sulla ricostitn-
zione, seii/.a dubbio avvenuta, dell'eroico
•liiaoto stortunato esorciito b"lt;a.
Senza dubbio quelle unità elio poterono
ri'ostituirsi, hanno coml)attuto o stanno com-
) atteu'io fuse con le schiere anglo-francesi
che pugnarono o pugnano nel Belgio special-
mente all'est di Ypres, Saint-Eloi, Ramscap-
fielie. Beerst, Dixraude, Maniuissart, Stees-
traete, Wylschaete, Pervyse, Hooge, Menin,
Nieuport, Boesinge, ecc.
Ciò che si sa di positivo sono le sopraf-
fazioni tedesche di ogni specie verso la popo-
lav;ioiie civile belga,
ABiuxelles, Gaiid,
Liegi ecQ., estorsioui ^^'P
che vanno dal denaro
a. le cattare umane di
intere contrade, di
in r ere città, forzate
ad esulare per lavo-
rare in Germania.
Ter uti nonnulla fìoc-
c aro no e fioccano,
mentre scriviamo,
condanne ed esecu-
zioni capitali, contro
civili di ogni sesso.
Guai a protestare ! A
G a n d e Termonde
parecchi cittadini fu-
rono fucilati (n gen-
naio) per essersi di-
fesi contro gli attac-
chi di, soldati tede-
schi ubbriachi.
fi pietoso caso di
mi-s Edith Cawell
tiene ancora com-
mossi gli animi tut-
toché il 14 gennaio lo
spione belga Cels (al
soldo della Germa-
nia) che l'aveva de-
nunciata, sia stato
trovato ucciso col
corpo attraversato da
due proiettili di ri-
voltella.
Oltre alle operazioni cai parteciparono le
schiere belghe, fuse con gli eserciti franco-
ingle.se, meritano di essere segnalate quelle
nell'Africa orientale, esposte nella rubrica
della Guerra coloniale.
Funzione delle piazze
di Salonicco
e Valona.
L'offensiva iniziata in ottobre dal gene-
rale Sarrail in Mace:ionia contro ' bulgari,
rii-acciandoli dinanzi a se; ed il fatto del-
l'avve luto collegamento in Albara nel mese
slesso dell'esercito anglo-franco italo-serbo
con un corpo di ca\a!leria italiana, prove-
niente da Valona, provano l'importa'iza tanto
di queta testa di ponte quanto di quella di
Il Tenente Generale Settimio Piackntin
già comandante delle truppe italiane
in Albania.
Salonicco, mercè le quali l'Intesa potè riu-
nire, con front u-t'<c; l'E^^eo all'Adriatico, e
precluderne ^'ii acce- si agli austro-t.^de.schi,
da nord a sud e vici versa per traslazioni di
forze, d rifornimenti, ecc.
In quanto a Salonicco l'azione che si va
svolgendo non ha bisogno di spiegazioni.
In quanto a Valona le stesse MI cTtencr
Xeueste Na>hrì.htfin mettono in rilievo il fatto
della sua breve distanza (100 km.) dalla co-
sta italiana e ricordano la marcia iniziata da
Kovess per impadronirsene, dappoiché da
questo punto, con poche siluranti e pocìii
sommergibili, si può impedire l'accesso nel-
l'Adriatico non solo a navi mercantili ma
anche a navi da guerra. Senonchè la marcin
austro-tedesca fu di breve durata peroiiè
gl'italiani avevano
occupata e fortificata
-" Valona sì da sven-
tare ogni insidia.
L/e opera-
zioni serbe
1Q16.
Già dicemmo che
nel dicemb. del 1915
le reliquie dell'eser-
cito serbo avevano
laggiunto il suolo di
Albania, donde, aiu-
tati dall'Italia, si die-
dero a. riorganizzare
le loro li le per intra-
prendere non più soli
una campagna contro
i suoi felini nemici.
La rior^ranizzazio-
ne certo non at;evole
fu tuttavia rapida
tanto, che già il 30
maggio successivo
ben 100,000 uomini
completamente ar-
mati ed equipaggiati
si trovavano a Salo-
nicco pronti ad en-
trare in campo.
Tra i fatti più rile-
vanti ricordiamo spe-
cialmente il brillante
combattimento del 24 luglio sulla frontiera
serbo-greca presso Vodena, nel quale i bul-
gari furano battuti e ricacciati indietro fino
a tutto il 26 luglio; giorno in cui i serbi so-
starono a nord di Pozar e di Strnpino.
L'esercito serbo distribuito in quattro di-
visioni tra Vodena, Florina, la valle di Po-
steiza ed il passo di Gola di Lupo (che ad-
duce a Koritza) ebbe quindi per obiettivo di
libe'rare dai bulgari i villaggi greci lungo il
confine, nonché di interrompere le loro co-
municazioni con gli austriaci operanti in Al-
bania^ In loro aiuto, a metà agosto, sbarcava
a Salonicco pure una brigata russa di 8000 uo-
mini imbarcatasi a Marsiglia.
Allorché (22 agosto) i bulgari attaccarono
invano con duplice movimento offensivo alle
ali il fronte di Salonicco, i s< rbi all'ala sini-
stra (al centro e alla destra erano inglesi e
571 —
irAnce:^) non solo respinsero i btiljjari ma
aicontuarono II loro progresso sulle i)endlfl
boscose di Eukuruz (a nord di Strupino) av-
vicinandosi cosi al pas.*o che non lun^'i di
lù attraversa la catena montagnosa di Mo-
glena. Il 2Ó i serbi consolidarono il successo
combattendo dal mezzodì alle cinque d<M
giorno snccc3>ivo e respingendo nella valle
di Moijleni<'a tutti i contrattacchi bulgari,
finche l'avan/.ata nemica fu interamente ar-
restata dalla destra della Cerna alla sinistra
dello Strania.
11 12 settembre i serbi ad ovest di O.^trovo
con azione prevalente di arM.'lierla provoca-
rono un nuovo arretramento delle forze bui
gare, battute altresì su tutto il rimanente d.M
fronte tino ad orit-ute dello Struma.
Nei eoinbattimenti del 13 e 14 corrente
un corpo (divisione) di volontari serbi, seon-
presa la posizione di Bo^ieevitch (4 gennaio) ;
avevano espugnata Berana (9 gennaio) e si
ditendevano bene ad Ipek ed al Lovcen quan-
do quest'ultimo baluardo, chiave del i)i<('olo
regno, cadde — non si sa ancora bene come
— nelle mani degli austriaci (11 g.nnalo).
Lo spirito d'Italia e di tutta 1' Europa li-
beralo era posola colpito dolorosamente dalla
notizia che il Montenegro il 13 si era arreso
a discrezione al generale austriaco Ko •wess.
e che il suo esercito stava per consegnare
le armi.
Il lat'o inilitarnieiite non aveva unagrande
importanza. Ma non vi era nessuno ohe non
rammaricasse d&l punto di vista morale que-
sta che sembrava sia pure minima defezione.
Quando poi ragionata la situazione e ricor-
datine i complicati precedenti, l'avvenimento
era ormai scontato e registralo nel conto
Concentramento delle truppe serbe a Corffi
]<ur la spedizione a Salonicco.
li-se in Dobrugior quattro regi^imenti bul-
gari e cioè il !«.», 'i5.o, 33.0 e 3«.<>.
Nella notte del 29 settembre i serbi ri-
buttarono a <inattro riprese gli assalti dei
bulgari sulle «•ollnic di Kaimakoialan a nord
del lago di Ostrovo, inttiggendo loro gravi
perdete. E cos: ugualmente più a sud nella
regione di Brod, nel mentre che aeroplani
tiancesi bombardavano il presidio bulgaro
di Monastir.
Nell'ottobre l'avanzata serba progredì ol-
ir.; il liume Brod, ed i serbi penetrarono per
più di 30 km. lungo e oltre la frontiera serba,
sfondando nel biclno della Cerna il fronte
li ilgaro, e facendo un bottino enorme.
L^e operazioni
montene^rine 1916.
Già accennammo nella precedente rasse-
„'iia delle operazioni montenegrlne al ter-
ribile fato che sovrastava a qnesto eroico
popolo.
Nei primi giorni di gennaio i montene-
t,'iiiii avevano occnpata Vloka; avavano ri-
temporaneo nel nostro passivo, un* uotlBi»
ancora più inaspettata, ancora più impres-
sionante, venne di nuovo a capovolgere la
situazione ed i relativi giudizi. All'ultimo
mumento il Montenegro rifiutò tutte le con-
dizioni dell'Austria e la lotta rlpr.'se per po-
co in un'ultima difesa, convertita poscia in
guerriglia ohe non ha impedito l'occupa-
zione austriaca a base di forche scellerate.
Diciamolo francamente: noi non ci sen-
tiamo in grado di commentare in modo de-
finitivo quesf ultimo colpo di scena e di
trarne tutte le conclusioni che vorremmo.
Vi. è, in questo secondario dramma balca-
nico che si svolge allo sfondo della ip.aggiore
tragedia europea e moudiale, qualche cosa
di complicato, di oscuro, ohe ci sfugge ...
L'aveeniie dirà.
Operazioni
portogKesi 1916.
Il 10 marzo del 1916 11 Portogallo entrò
in guerra.
Il Portogallo avrebbe avuto ragione an-
Rasinoli
alimento specifico per malati anche al-
tamente febbricitanti - iperniitritivo ri-
costituente insuperabile per co n vai ♦'h<'p ri-
ti, deboli, bambini, ecc. Aumenta sor-
prendentemente la secrezione lattea.
ti^0tmj^^t0t^t
N^**«M^^^«M
- 572
che prima di partecipare aììa <j«erra, non
soltanto in forza del trattato che lo le^a al-
l'lughilierra il quale tanto contribuì a lo-
gorare ijli eserciti napoleonici sull'alba del
S'^culo scorso, quanto per le mal celate aspi-
razioni dell'imperialismo germanico verso lo
colonie porioghesi dell'Africa.
Tuttavia l'iniziativa dalla dichiarazione
di guerra fu presa dalla Germania etpoiir
Perchè — a parte le anzidette sue aspi-
razioni — vi fu altresì dal canto tedesco la
spinta di fare balenare dinanzi alla opinione
pubblica spagnuola il miraggio di realizzare
a guerra finita la conquista del Portogallo e
cioè l'agognata unità iberica qualora la Spa-
glia nella guerra si fosse legata alla Germania.
Ragione deterniinanto della dichiarazione
di guerra della Glermania fu il sequestro (av-
venuto il 24 febbraio 1916) di 71 navi tede-
sche nel porto di Lisbona per ordine del go-
verno portoghese.
Dichiaiata la guerra, tutti i sudditi tede-
schi dimoranti nell'Afi-ica orientale porto-
ghese vennero internati.
Non abbiamo dati precisi circa le forze
ofce il Portogallo mise a disposizione dell'In-
tesa; ma secondo un comunicato del mini-
stro portoghese accreditato presso il governo
svizzero e pubblicato nel Jierner Tagblatt del
13 marzo u. s. sarebbe da ritenere che il
Portogallo abbia allestiti subito oltre 100.000
uomini (sui seicentomila che costituiscono la
sua forza mobilitabile) facendoli espatriare
nelle colonie inglesi e francesi per combat-
tere accanto ai franco-ing'esi e belgi. Altre
forze furono poi mandate a presidio delle
proprie colonie le quali come è noto com-
prendono, in Africa, la Guinea, le isole di
S. Thomè, del Principe e del Capo Verde,
l'Angola, il Mozambico, ecc.; e nell'Asia,
Macao, Goa, Damao, Din, Timor e Kambing.
In quanto a forze navali le ultime stati-
stiche assegnerebbero al Portogallo una flotta
di sei piccoli incrociatori, due cacciatorpedi-
niere, due o tre sonimergil)ili, alcuni posa-
mine e lanciasiluri, ec(^
Ignorasi fino a qual punto la detta flotta
portoghese abbia potuto risentire incremento
dalle settantuna navi catturate nei propri
porti alla Germania. Ma è risaputo che il
trasporto di truppe nella colonia africana
orientale portoghese (coniinante, da sud, con
quella tedesca) fu mirabilmente eflettuato
con la flotta mercantile sequestrata ai te-
deschi.
Ci corre debito di rilevare che il Porto-
gallo per provocare la guerra scelse il mo-
mento in cui le forze tedesche coloniali del-
l'Africa orientale erano impegnate altrove
contro belgi ed inglesi e non potevano quindi
concentrarsi contro la coniinante colonia del-
l'Africa orientale portoghese.
Ci sembra opportuno di ricorderò che al-
l'esordio della gut-rrii 1 impero coloniale te-
desco comprendeva in Africa il Togo; il t'a-
merun e le tre colonie dell'Africa orientale,
sud orientale, sud-occidentale: poi la Nunva
Guinea: l'arcipelago di Bismark; le isole Ca-
roline; le Marianne; le Marshall; le isole Sa-
moa; e il territorio di Kiao-Ciao.
Si trattava complessivamente di un do-
minio di territorio più che quintuplo di quello
della Germania, con una popolazione collet-
tiva di circa venti milioni di abitanti e con
un movimento commerciale, che sebbene da
poco tempo avviato, già aveva raggiunto fra
importazione ed esportazione la cifra di ol-
tre 150.000.000 di mai-chi, con ogni promessa
di splendido avvenire.
Come è esposto nella rubrica della Guerra
coloniale i tedeschi dopo di avere perduto
una dopo l'altra tutte queste colonie si tro-
vano nell'ora che scriviamo ridotti a difen-
dere l'ultima colonia superstite che è quella
dell'Africa orientale.
In questa si trovano minacciati: ad oriente
dal mare; a nord-est dall'Africa orientale in-
glese; a nord dall'Uganda; ad ovest dal Congo
belga; a sud-ovest dalla Ehodesia; ed a sud
chiude il cerchio l'Africa orientale portoghese
dove il Portogallo mandò gran parte del suo
corpo di spedizione, col plauso non solo del
l'Intesa ma anche del Brasile.
I combattimenti fra portoghesi e tedeschi
con la peggio di questi ultimi, ebbero a tea-
tro le località di Nhica sulle i-ive del Rovumu
(8 e 12 maggio 1916); il settore di Khon-a
(maggio) ecc., dopo che già gl'inglesi ave-
vano quasi conquistato il Camerun (gennaioi
ed iniziate le operazioni in marzo con trupi e
al comando del generale boero Smuts. il quale
aveva prima battuti i tedeschi il 7 marzo sul
fiume Lumi (all'est di Moschi e sud di Ki-
limangiaro) e poscia fng.ti nei giorni dall' 8
al 12 marzo ad ovest di Taveta, oonrinuando
a batterli sempre nei mtsi successivi con la
cooperazione dei portoghesi nonché dei belgi
penetrati dal Congo. Probabilmente — tut-
toché non se ne abl)ia notizia precisa — i
portoghesi concorsero anche con gl'iugle-i
e boeri alla cacciala dei tedeschi dall'Africa
sud-occidentale e delle altre colonie minori.
L'ultimo fatto d'armi che riguarda i por-
toghesi nell'Africa orientale tedesca, si ve-
rificò nella località di Nakatala. Ivi una co-
lonna todesca fu sorpresa il 21 ottobre e
costretta a ripiegare fino a Nevala, dove riat-
taccata il 22 ed il 26 ottobre dai portoghesi,
fu vòlta in precipitosa ritirata abbandonando
armi, cannoni, granate a mano e grandi quan-
tità di dinamite.
Certamente le truppe portoghesi hanno
contribuito non poco a determinare quel
crollo dell'impero coloniale tedesco che, nel-
l'ora in cui scriviamo, appare imminente.
FIAT
I^'Axitomobile militare cui
toccò 1* oi\ore di entrare
per prima in Gorizia Ita-
liana fu una FIAT -
t0^tf0>m0^ > «jiMBi^^i i»*^^i»w>
Cavalleria rumena (Ufutari russi) con iiiilra;(liiitrici. — L'esercito rumeno
ò il Bolo esercito che abbia la cavalleria armata di mitra;;liatrivi.
I^e operazioni
rximene 1916.
Il 'i settimi)!-.' l:i Komani» entrava nel
pon'.itfi). ^a^'(.•iJ^nl•. ;;razia ai leit'tri delle ra-
gioni poMtich»* che ve la indussero. In sintesi
si potrebbe dire che come la Russia aspira
ad avere Costantinopoli; la Francia a riavere
rAl.^azia-LorenH ; ritmila, Trento e Trieste:
cosi la IJomania aspira a far sna la Transil-
vaiiiii. e lorse la Bucovina.
Non si tosto la H< mania entrò in cair])0
con me/Z(ì iiiilion»' di uomini pnntando snlhi
i'raiisilTania. i ImlL'ari-tedeschi pavcniando
ui.a iiru/one rus.-u- rumena sull'altipiano
«itila ìlesiH con <>bn ttlvo a Sofia si gittarono
a cori»*, perduto in Dolirupia per far ardine
a t\\e ipotetica invasione, non solo, ma por
tentare anche, se possibile, un diversivo su
li'icar. st attraverso il Dannbio.
\ (jnanto afTertna^i i bulgari impe(;nati in
M:i.vdonia mandarono in Dobrugia 132 bat-
tii;.'ll<.ni ai quali ^e ne unirono 4 tedeschi e
J turcli».
IVr essere brevi diremo che il risultato
'\v\W operazioni rumene di settembre fu
,l..e«to:
.V line mese I romeni trovavansi ad avere
ooci pato elica un terzo della Trunsiixania ;
e noè la loro linea di occupazione qua.sl
SUI listando il saliente di contine passava ad
ov. st di Toopliza e dei monti Hargitta p< r
r.i_%;iuiigcin d: la per Szcckcli. fi.Kara>, se-
tjuire la valle dell'Alute passare pie-so hibiu
siijire la uiesta dei monti fJaiszoru e correre
da Petioseny fino al passo del Vnikan raK*
tjirngendo poscia il Danubio a monte di
l 'rsova.
In quanto alla marcia dei bulgari-tedesclii
tra il Danubio «d d Mar Nero essa fa cffet»
tuat» ron diverse vicende.
Essi presero Turtukai a caro prezzo, e Si-
listria volontariamente abbandonate dai ru-
meni per ragioni di difesa, jierchè, a vero
diro, i russi-romeni erano iniprepaiafi.
r bulg»ri-turchi-tedi.schi al oonn.ndo di
>lackens« n potevano anche risalire il corri-
doio della Dobnigia itVa Daìiubio e mate»
quasi tino alla ferrovia da C"stauza a Cer-
navoda. Senonchèqui (giunti irma ono forze
russo-rumene in numero bastevole da iiifti?-
gci- loro uno scacco tale da indur.i a ripie-
gare in freita indietro ad oltre nti.i ^'lornata
di marcia. La bat aglia della D brucia duro
dal 16 al 20 settembre. I bul;'ar,-furchitede-
schi lasciarono sul campo .')00.» n^orti e per-
dettero otto cannoni e varie mitragliatrici.
Nel ritirarsi essi compirono o^-ni sorta di
atrocità, tiucidando prigioui-rl. incendiand»
villaggi^ e gettando nel Danubio vecchi, donne
e fanciulli romeni con mani •■ piedi legati. Il
governo rumeno fece fotografare le vittime
per la compilazione di apposito rapporto «i
neutri.
.\.llu battaglia di Dobrugia ii:ese pure part^
< oi romeni un corpo di >olontari h rbi i quali
sconfissero quattro re;.-g menti bulgari, e cioè
il 16», il 2.-.», il ar.» e 3««.
Fallita la punta su fernavod» e. più, su
Co-tau'/u, rniiHne\ano tuttavia per poco in
matio loro, Tur.nkal e Sili^tria. Non è inop-
portuno il riHeitere «-he il teatro di opera-
zioni del Danubio può coiisidera-«.| sec<'nda-
rio e principale, quello della Transilvania.
L'occupazione «lei Sibtu (Hermann^r^lt)
priva r Woglierla di cospicue quando lun s-
sarle miniere di carbone <4ic rendono -.'JO/^-O
vagoni all'ainio.
Avevamo .«ppena scritte qtiente noi»» quan-
do uoiitro-tedeschl-bulgari e turchi, coalis-
zatl, facendo mussa, costriiiM'ru i rumeni a
ripiegare sui passi delle alpi transllvane da
- 574 —
nn lato, e dall'altro invasero la Dobrn2'a,
respintieudo i russo-rumeni oltre il vallo di
Traiano ed occupando tutta la linea di Co-
stanza a Cernavoda dopo di essei>i in pie-
fcdeit/a impadroniti di Tertukìii a Silistna
(soconda quindicin.i di ottobre).
Mercè accorrere dei rinforzi russi pur
troppo insufficienti al bisogno e per il grande
valore spiegato dal romeni, specialmente al
passo di Fredeal, la situazione dei romeni
che prima pareva essersi di un tratto ab-
buiata potè i)er qualche tempo considerarsi
migliorata (fine di ottobre) tanto da non per-
mettere più ai nemici i vantaL'Gi di sorpresa
su cui contavano ma per breve tempo dinanzi
all'irrompere delle forze nemiche. Mentre
questi fogli vanno in macchitia l'eroica Ro-
mania si trova ancora a mal partito. Spe-
riamo che le sue sorti volgano al meglio.
I^e operazioni
germaniicHe 1916.
La podei-osa marcia oft'ensiva iniziata dalla
Russia nel giugno menti-e ferveva dal feb-
braio l'uragano germanico attorno a Ver-
dun, pose lo stato maggiore tedesco nella
condizione di dovere provvedere simultanea-
mente ad azioni decisive su due fionti : quella
sulla Dvvina e Prinet; e quello della Somma
e Mosa, oltre alle rimanenti operazioni com-
plementari di frontiera.
Al'a data del 31 maggio il numero dei ca-
duti tedeschi dinanzi a Verdun (secondo i
computi esposti dal colonnello Feyler nel
.Innrnul ile Génèce) ammontava già a 415.000
uomini.
E quale ne era il risultato? I^Iiente altro
che la stasi sui progressi dei primi otto giorni !
Invero a sud della linea di battaglia tede-
sca si notavano avanzate da Ornes a Donau-
mont, da Manconrt a Mongeville a Vaux e
Damioup, cioè qualche chilometro, dal 20 al
28 febbraio; e poscia dal 28 febbraio ai primi
di giugno verso Champ, Vacherauville, Dou-
aumont, Vaux e Damlup, la linea di occu-
pazione restò immutata.
L'esaurimento tedesco in uomini, armi e
munizioni incominciava a farsi palese.
È stato fatto rilevare, in ispecie, come i
tedeschi abbiano cercato di nascondere le
loro immense perdite, con un sistema di per-
manenza sugli stessi punti del fronte, degli
stessi elemeuti: e delle stesse unità, via via
rinnovate e rinsanguate per mezzo dei depo-
siti, sia dell'occidente, sia anche dell'oriente,
oramai vuotati, di combattenti anziani e prov-
visti solo di reclute perfino della classe 1917
e di feriti mal guariti, o di mediocri rifor-
mati riveduti.
La infeconda ostinatezza tedesca coiUro
Verdun fu la principale causa che favorì la
ripresa oft'ensiva russa nel 1916, cominciata
contro gli austriaci dalla Bucovina e dalla Ga-
lizia, con r assennato concetto di cadere po-
scia, per Kowel e Brest-Litosvski, verso le
più profonde retrovie germaniche, ed avvol-
gere, cosi da sud, l'ala meridionale tedesca.
E inutile il diario. Questa è la sintesi delle
operazioni tedesche seguite alle infelici gior-
nate della Marna. La Germania sprecò no-
mini, munizioni, miliardi, sognando le espu-
gnazioni di Riga per cadere su Pietrogrado;
di Verdun, per conquistare Parigi: e di Ca.-
lais per dominare dai cieli Londra... Ed i;i-
vece essa in settembre del 1916 già sanguina
da tutti i pori dopo di avere denunciata da
sé stessa una perdita di tre milioni di uo-
mini tra morti e feriti senza contare gl'in-
validi, i mutilati, i malati ed i prigionieri.
In questa situazione di cose i miirliori
critici militari tedeschi, nell'atto che il ge-
nerale Hindenbui-g sostituì Falkenhayn nella
carica di capo di stato maggiore, discussero
l'opportunità di raccorciare il fronle ie<ì''sro
di uno 0 dup centimetri sulla cayia.
Senonchè dinanzi alla entrata in campo
della Romania (2 settembre) el ai rapidi pro-
gressi da essa l'atti in Transilvania (tanto c\\(ì
ne aveva tagliato lungo il meridiano tutto il
saliente di confine) la Germania per e- rrc e
in aiuto dell'Austria non solo non raccorcio
il fronte ma lo ampliò lìortando per ferro-
via numerose truppe alla nuova frontiera
minacciata.
E poiché malgrado il noto leclutamento
dei sediceimi e dei vecchi il logorio tedesco
non lasciava altro margine per provvedfre
alla costituzione delle necessarie nuove unità,
così da Hindenburg venne tolto un reg,'i-
mento (sui quattro) a ciascuna divisione, e
queste forze con gli altri mezzi tecnici ven-
nero mandati al sud.
In tal gai«a Hindenburg schierò 06 di-
visioni tedesche sulla fronte orientale di Rus-
sia e di Romania; e r,\ustria, 44 divisioni.
Più, si dislocarono su tale fronte 21 divisioni
di cavalleria austro-tedesche. La dislocazione
nei settori fu varia. Ma si può aftermàrc che
])iù dei due tex'zi di tali forze furono dislo-
cate dallo Stochod (Pripet) in giù.
Con quale esito definitivo?
Ce lo dirà l'avvenire.
Intanto mei ita di essere rilevato il fatto
che al Reich.si:ag tutti i deputati socialisti
nella seduta di fine ottobre stimmatizzarono
a gran voce l'inutilità della guerra conrro
gl'inermi. Bernstein i-icordò Sofocle che nel
suo Ajare scrisse ohe si aveva da combattere
l'avversario in modo ohe egli possa poi ritor-
nare ad essere amico.
APPARECCHIO-THERMO-EIvETTRO FOTO-TE-
RA.PICO per la cura dei Bagni di Luce e di aria ealda secca nelle seguenti
malattie: reumatismi, artriti, sciatiche, lombaggini, catarri bronchia'i, influenza, tutte le
maiattie del ricamt)io (gotta, nefrite), indisposizione delle donne, cicatrizzazioni delle ferite,
congelamenti. Il detto apparecchio è stato adottato dai principali Ospedali Civili e Militari, l
Chiedere opuscolo con prezzi alla Ditta Cav. G. ACHILLINi, Via Porpora. 22 — R/IILANO
(Vedi articolo nella rubrica Vitn Pratica).
Le operazioni
austriacKe 1Q16.
Le operazioni austriache dell'ambo 191C
i possono tinoru compendiale nei s-^gnenti
;attJ:
1^ L'ociupa/.i.»ne del Montenegro (14-1}>
-,:>nuaio).
2^ L'oB'ensiva dal Troi-tino (15 inaggiu-
2 giugno).
3> La difesa della «ucuvina e della Ga-
lizia.
4-> La dife&a della frontiera carpatica.
Analizziamo qne.<«ti vari punti.
J.'occup<ii,i »!(• <1*l Montenegro.
Il piccolo Moiifeuefjro resisieva vittorio-
. amente quando la flotta anstriaca di Cat-
UiO, rinforzata, si divisH in due squadre:
runa composta esspnzi.iliuente di due dr€< d-
uoughiH lìonibaido da Cattaro il sistema del
Lovct-n; lalfra, di uu incrociatore e di navi
minori caiiiioneggiù le posizioni montene-
grine. Inoltr-i gli austriaci riattivarono da
t^rra (a Vurneatz) alcune batterie che erano
btrtto distrutte dai tiri iaontene>:riui. «
M» il Lovcen resisteva e senza intrigìii
i;on sar<'bhe caduto. Da ciò l'occupazione
del Montenegio di cui è eetiiio nell'apposita
nota.
L'offenniia nel Trentino.
A vero dire l'Austria vi si era andata ap-
parecchiando tino dal novembre 1916, racco-
gliendo gradualmente nel Trt-ntino oltre ^waf-
tri.cen'unuli uomini ripartiti in 3S divisioni
con circit àOO battaglioni e il.teihila cannoni
dei quali meta di medio ca ibro, venti bat-
terie da 305; quattro pezzi da 380; e quattro
da 420.
11 14 maggio le batterie au'-tiiacbe apri-
vano il fuoco con una violenza senza prece-
denti. Il lo niag>;io le masse di fanteria ini-
ziarono gli assalti alle nostre posizioni. Il 2
giugno il Comando supremo italiano era riu-
-ioito ad arrestare l'impeto del nemico, e
determinare l'iuimane sacriticlo dell'esercito
au.striaco sugli altipiani italiHiìi con tanta
leggerezza aggrediti, nella folle speranza di
pervenire al ])iano attraverso di es6i.
Per ulteriori dettagli vedasi la rubrica
delle opera/icni italiane.
La dife.jta della Bucuvina e della Galizia.
(ili austro-tedeschi infierivano contro Ver-
dun e(f il Trentino, persuasi di nulla avere
a temere ('.» tergo, quando ai primi di giu-
gno, «splws.- gagliarda ed Irresistibile l'offen-
siva rus-a preparata da lunga mano.
Gli austriaci specialmentn erano cosi con-
vinti che la Russia non si sarebbe mossa che
allorquando il torrente delle schieie russe
iiifraiise le linee di difesa avanzate trovarono
le trincee austriache lussuosamente arrodiite
con pianoforti, grammofoni, quadri, cucine
economfohe. rrti attigni, eoe. GII sfessi iifli
ciali tedeschi si diedero subito a bifcslniar.'
gli austriaci chiamandoli miaerahi'i nl/eali e
rinfacciando il danno da essi i isentito per la
fa'lita improba del Trentino.
Nella rubrica delle opei azioni russe il let-
tore troverà altre notizie che perciò non oc-
corre qui ripett n>.
La difmi della fnmliern ctfputicn.
L'entrata in guerra della Romania ha c<>
stretto l'Austria ad estendere il suo front*-
di ope; azioni dalla Galizia e Bucovina lung .
i Carpazi Uno al Danubio.
1 romeni, avanzando rapidamente, nel set
terabi e occuparono circa un terzo della Tran
silvania con una linea che partendosi ad occi
dente di Taplica per Fogaras ed Hermannstadi
raggiunge Orsova.
Nella recentissima ripresa dalla lotta con-
tro la Russia. 1 .• perdite subite dall'Austria,
oltrepa.s.sano 11 milione dì uomini, o tre a mi
gliaia di cannoni e di mitragliatrici catturai.-
dal giugno all'ottobre r.»lf>.
N Ha lotta contro l'Italia le per.lite fu-
rono ;^ravi>sime ne'. 1915-16. Addizionate tutte
con quelle soflerte precedentemente (negli
anni 191415| contro i serbi e nicnitonegrini,
sì ha un totale che si avvicina ai quatti o mi-
lioni, o più. di morti. In quanto al numero
dei feriti e degli invalidi, non abbiamo dati
precisi; ma poco su, poco giù, sì può rite-
nerlo proporzionale a quello esposto per l.i
(ìermania.
Alla dilla che scriviamo <1> novembre) si
può riterere che avendo l'.^ustria sfrutrat»-
tutte le leve, di oyni specie, dal l"» al ò5» anno
di etii, le sue risei ve nono eaaurite.
L'assassinio del ministro i>tùrgkh a Vienn i
(21 ottobre) tradisce indabbiam^nte il pro-
fondo srato di turbamento in cui. inalgiad^
i rigori di una intlessibìle polizia, si tro\.i
oggi la vita politica interna deirAusirin.
A noi perciò non sembra pos.-ibile di'
^Au9tri^^ sia pure sorretta dalla Germana
possa averla vinta sulla Romania ussisti a
dalle altre potenze dell' Intesa.
Lre operazioni
t\ircKe 1Q16.
La gravita delle sconfitte turche in Ai
nienia e nell'Asia Minore (delle quali abbiati
parlato trattando delle operazioni russe i
tale da far tacere molte e molte I.-^
sulla pretesa efficienza e sul numei'
eserciti del Sultano cosi bene istni ■
scuola tedesca.
La pedanteria teutonica. 1" alterigia-di «hi
.si crede superiore e non lo na.scoude, l' esi-
genza ferrea •; minuta della disciplina, non
erano mezzi per rendete solidi e capaci a
resistere all'urto degli evonti, dei legami
S. A. Chocolat TOBLER
HVIZZEUA
di TOBLER Se C.
HVIZZEKA
Agente Generale AltOLRO GALEPPI
MUDANO
VI. Valtelltiia, IO — Telefoa» eO-S&r
iMDtBtuo Tklkukakico: TOBLERI — MILANO
- 576 -
tattici, sporadici, ottenuti senza fondamento
profondo in tempi tranquilli. La mentalità
differente dei capi tedeschi e del soldato tui-co
non potevano capirsi e oonipenetraisi, né i
tedeschi tentavano di ragfjjiunsere tale scopo.
Essi si linaitavano ad impoisi con mano di
ferro, non colla persuasione e il convinci-
mento. Tutto il castello eretto in anni ed
anni di lavoro da Von der Goltz e dai suoi
coadiutori tedeschi è per la seconda volta
crollato, la prima nella guerra balcanica, la
seconda oggi nel Caucaso, e l'esercito turco
si è mostrato quale è, cioè il prodotto di uno
stato sociale tramontato, non evoluto alle
nuove esigenze e ai metodi moderni e per
di più con capi che non facevano una sola
cosa coi loro gregari, ma anzi esisteva fra
soldati ed ufficiali un latente stato di ani-
mosità come fra padroni e sjhiavi.
Oggi la Turchia non può più rappresen-
tare un valore bellico nella guerra europea
e dovrà volgersi a parare le minacce vitali
alle quali è andata incontro colla sua sotto-
missione alla Germania, impotente ormai ad
aintarla efficacemente.
Se gli errori della Quadruplice produs-
sero la crisi balcanica, sta di tatto che è pure
fallito il tentativo tedesco di portare la de-
cisione della giierra europea in Oriente.
La notizia più interessante, ed anche ral-
legrante in ques' a opprimente atmosfera di
guerra, degli ultimi giorni, fu che la Turchia
accorse in soccorso dell'Austria, per la di-
fesa della Galizia.
Questo fatto può essere considerato da
diversi punti di vista: militari, politi<'i e Mo-
rali. Moralmente fa senza dubbio onore, e
grande onore, alla Turchia la circostanza che,
mentre i suoi eserciti vengono definiti va-
men*^e travolti nell'Armenia, essa, invece di
pensare ai soccorsi proprii, sia corsa così ge-
nerosamente al soccorso altrui.
indubbiamente la diplomazia tedesca, che
possiede quella contadinesca furberia che
Ville sopratutto presso i b;trbari avrà dorata
a Costantinopoli la pillola, con la solita pro-
fusione di quattrini.
Ma la situazione militare, anche per la
Turchia, non è limitata all'Armenia. Vi è la
Mesopotamiae la ribellione nell'Arabia men-
tre l'esercito di Salonicco e la minaccia della
Romania e della Russia nei Balcani consi-
glieebbe di non indebolire tropio le posi-
zioni da que'la parte, e di non lasciare tutto
il carico sulle spalle dei Bulgari. Al che si
aggiunga che le poche divisioni che la Tur-
chia preste» à all'Aus'wa per la difesa del
froHte giliziano e dei Carpazi non peseranno
troppo nella bilancia, anche se il loro arrivo
non sarà .'•contato preventivamente dai russi
con una ulteriore cattura di troppe austria-
che, rapprt sentante una sottrazione che equi-
pari e compensi la nuovissima add'rxion's
turca agli eserciti di Francesco Giuseppe.
Ma questa chiamata di soccorsi turchi e
la trepidante soddisfazione con cui il suo
annunzio viene accolto nella stampa vien-
nese, ha ben altri e più profondi significati.
Siamo a questo; che Vienna deve rivolgersi
per aiuto e sostegno nientemeno che a Co-
stantinopoli, e che Berlino lascia fare e deve
lasciar fare, se pure, come è più probabile,
la idea e la mossa non viene direttamente
da Berlino. E se li Kaiser, air.\ustria che
domanda aiuto, ofifre il misero surrogato co-
stantinopolitano, bisogna dire, che nei depo-
siti militari tedeschi non regni più la so-
vrabbondanza che permise gli sfoggi passati,
e che l'epoca delle strette economie sia co-
minciata.
Infine, la (ihiamnta di troppe tnrche nel
centro d'Europa, alla difesa della più bigotta
delle monai-chie cattoliche, è un facto nuovo
politico che l'Austria non potrà a meno di
scontare in avvenire.
Così dal giorno in cui per il nuovo irrom-
pere delle falangi russe i turchi si sono spar-
pagliati qua e là per accorrere dove li chia-
mavano i loro sfruttatori, non fu più possibile
di individuare le loro azioni, avvegnaché si
trovarono turchi con austriaci, contro alba-
nesi; turchi con austro-tedeschi in Transil-
vania, conti-o rumeni; turchi con austro-te-
deschi-bulgari in Dobrngia, contro russo-ru-
meni; ed infine turcW con bulgari contro
l'esercito internazionale del Sarrail.
I^e operazioni
bulgare 1916.
Costituita sul finire del 1915 la piazza-base
di Salonicco presidiata dai fianco-inglesi, come
è da arguire, bulgari e tedeschi, ma princi-
palmente i primi si schierarono contro di
esi.t, e moiri mesi passarono in scarauiuc*^'e
a cavaliere del Vardar le quali non inette
conto di rilevare, salvo eccezione per i se-
guenti episodi;
Il 22 apiile velivoli francesi bombarda-
rono Sofìa.
11 25 aprile fu abbattuto a Salonicco un
aeroplatio tedesco, il 20 gli aviatori francesi
bombardarono i campi bulgari a Gengeli e
Deiran; ed il 2J maggio gettano bombe an-
cora su questi punti, e, più su Uslcnb e
Veles.
Il 27 m:iggio i bulgari si ialina Irouiscono
senza colpo ferire del fort- Kupel sullo
Struma, ed avanzano su Demir Hissar mas-
sacrando e torturardo gli abitanti, ed occu-
pando tutti i villaggi greci di frontiera.
Il generale Sa rail dal canto suo decretò
lo stato di a.ss'idio (3 giugnol in tutta la zona
macedone occupata dagli alleati, occupando
DIAMALTINA ■ Estratto secco d'orzo tallito.
Ricostituente sovrano sostituisce l'olio di fegato di merluzzo
e derivati.
I^EPETIT FARMACEUTICI
MUDANO
577
le poste, 1 tel<»;rv«ft. le dojrai-e, bcc. cathi-
r;tiitl.) le nuvi j^r c'ie iit'l p"it<> »Jo yiu;,'!".)
0(1 impossessandosi dell' i-juLi di Tasso (12 g;u-
^ IO) dìnan/.i a Cavula. <
W Italia (i.-he doveva poi dichiarare guerra
l'.la (ie. mania ti 27 a-, osto) iiivki sul linire
i giugno aiuti a Saluiiicoo ptr so.ida ifta
'i fianco-inglesi, e ciò rende — natural-
: unte — più critica la sitna/.ior.e dei bui-
tri che Ira'^taiito nve\ain5 occupato il forte
:ì Nca Pana.
A «l'iesfaito gli aviatori alleati risposero
incendiaeido i raccolti bulgari neidn toni di
Monastir.
11 22 a^iosto i bulgari attaocaioiio le po-
; ioni di SaloniC'O con duplice movimento
..iVcnsivo, ad ovest verso il lago di Ostrovo,
e a l est sullo Strunia. Tale attacco venne
(oiiiiiletamente dominato o respinto, al «en-
' !■ ) dalle forze britaindche fra i monti di
; elas (ad est del lago Doiraii) e la Mo.,';cn ci
Ulne parallelo al Vardar); ad est dai fraii-
ce-.i contro il villag;,'io di Pa mis «opra un
contraiorre d-l Belas; e ad ovest ilai serbi
i quali ricacciarono anclie il ujuiico a nord
di Strnpino.
A complemei'to della dis'atfa terrestre,
i bulgari sotto il bombardamento della t'otta
alleata furono costretti a sgombrare i forti
di Cava' a ohe impacciavano l'estrema destra
della linea di difesa assunta dal iSarrail a
nord della piazza di iSalonicco fra la Cerna
e la Mesta. E poiché questo tiume sfocia di-
nanzi all'isola di Tasso, anche questa venne
occupata.
Nella rubrica dell'azione bulgara dob-
biamo pure segnalare il fatto che qua ido
agli italiani giunti a Salonicco venne asse-
gnato uu tratto del fronte prima tenuto dai
Serbi, molti bulgari vennero a costituirsi nelle
mani degli italiani.
Il 12 settembre i S"rbi all'ala sinistra pro-
vocarono un nuovo arretramento delle forze
bulgare, mentre queste venivano pure can-
iioncggate fra il Ingo Doiran ed il Vard:ir
d.ilie batterie fiancesi e ricacciate (dinanzi
a Seres) dagli i"ulesi. Ad ovest del Vardar
tutte le t.incf'O bulgaro furono -pr. se .-«opra
un fronte di 3 km. e su una profondità di
hOO metri. Ad o\e-it del lago di Ostrovo l'ar-
ti^dieria serba intlis-e ai liuL-ari danni rile-
vantissimi. Le trincee bulgare dola riva
orientale delo Strnma cidd.ro {)uri; tutte
sotto r impelo di as.sa ti franco-inglesi.
SnI'o score o di s tfembie aviatori fran-
cesi volaiKio da a.i'onicco bombardai onoSotia
utt nati lo poscia a Bucarest.
Nella not:e del 29 settembre i bnlg«ri
assalirono per ben quattro reiterae voli»' le
trincee serbe di Kaimakcialan (h nord del
lago di Ustrov •) ma sempre furono respinti
CUI! gravi perdite. Nò migliore fortuna ebbe
nello stesso giorno un attnceo tenta'^o più ft
sud nella re^rione di Brod. K provato ohe i
bnlgari si sono battuii e i.attono soto il co-
mando di numerosi ntflc ali tedeschi.
Al momento in cui licenziamo queste note
i bnl;;ari in Macedonia sono in ritirala su
tutta la linea dallo Struma oltre il lago l>oi-
ntu ed oltre Biod snM» Cerna. Jfou però da
>ioiias'ir, do\e tedeschi e luil;,'arl questi ul-
timi ili previde. izai si apiiarei-cliiano a con-
tendere la città, ma dal a qua'c però si riti-
reranno fra pochi giorni.
Lra guerra
marittima
Ecco i dai di una statistica del più gr inde
interesse: la lista cioè di tutti i bastimenti
all'ondati o catturati per fatti di guerra dal
principio delle o til ta, lino alla line aprdo
19l!>. Questa statistica considera due [ler odi:
il primo si esteiule d-AÌVaf/osto lUH algidi-
cernire 1915; il secondo va dal 7" i/oiunin al
HO oprile 1!)1C>. (irazie ad es>a, ci si può ren-
dere conto delle perdite imposte a'Ia naviga-
zione commerciale dalla guerra attu.iie, per-
dite che si elevano a più dtl 6 per cento dei
toiììteUttugio complessilo della iiav'g.icioiie nton-
diitle, se si calcola tutfo il ma'eriale d Ha ma-
rina mercanti. e, tinto vap ri quanto velieri,
alla cifra globale di .50 milioni di tomiellat-'.
Ecco le cifre totali date dalla sta'istica:
Irimo p^'ri.do: 9s0 bastimenti d«lla cap:i-
cità di 2.560.508 tonnellate, - 2.8 velieri della
capacità di 15G.388 tonn.
Secondo periodo: 224 bastimenti della c.a-
paeità di 574.222 tomi. - 43 velieri della ca-
pacità di 33.5t7 tonn.
A'obiamo dunque un totale di 1.475 ba-
stimenti e 3.324.72."> tonnellate. Le perdile
non toccarono solamente le marine mercan-
tili dei belligeranti; i inutii hanno dovuto
( onslatarcdei vuoi numerosi nelle loro fotte
commerciali. Secondo la statistica, essi hanno
perdite 180 bastimenti d Ila capacita di
2^7.427 tonnellate. Queste perdite sono con-
siderevoli perchè le flotte neutre non rap-
presentano che il 30-35 per cento circa della
navigazione mondiale.
Per i'\ò che riguaida i belli;:erinti. l'cco
come si dividono le pei dite pe^' "gni bandiera:
htyle.se: 543 piroscali jicr 1.422."J5:{ ton-
nellate; 98 velieri per 2tj.34() tonn. — Fnin-
rese: 45 piioscali per 121. «12 tonn.; 18 vi lieri
p< r 26.375 tomi. — Nkus a : 18 piroscaii p r
at).255 tonn.: 10 velieri per 9 33S tomi. -
lid'iuna: 18 piroscati per 50.372 tonn.; 3 ve-
lieri per 2.725 tonn. — li .'<j(t: 11 pii osoali,per
22.938 tonn.; 1 veliero per 2.208 tonn. — Giup-
pontse: 3 jiiroscifl per 9.428 tonn. — I orto-
yhese: 1 piroscafo per 623 tona.
PILLOLE E SCIROPPO BLAHCARD
(approvazione dell'Accademia di Medicina di Parigi)
Lo specifico per la Cloro-anemia e per la Convalescenza
■ • --• Il più potente ricotstitucnte del sanane -t— '■ ' ' — :
37
- 578 -
Totale: 769 bastimenti della capacità di
1.730.573 tonnellate,
lieiicliè la iirivitrazione commerciale dei
nemici sia quasi interamente sospe-ia (essa
è completamente thiasa per l'Austria, ma
pvissiste ancora in parte per la Germania nel
Baltico e per la Turchia nel Mar Nero e nel
173.317. tonn. - Turchia: 36 bastimenti pflr
46,851 tomi.
Totale 526 bastimenti per 1.326 625 torni.
Da ciò si può considerare quanto, e spe-
cialmente per la Germania la perdita sia pe-
sante, perchè se l'Inghiltena ha perduto
1.4Ò0.O00 tonnellate, questa perdita non rap-
Mar di Marmaia), ragione per cui non forma
che un bersaglio minimo per le nost.enavi
operanti nei suddetti mari quasi impenetra-
bili, le perdite sono in proporzione molto più
considerevoli pe*- i nosni nemici che per noi.
Ecco come esse si dividono:
Germnnia: 441 basiimenti per 1.104.4,"7
tonneila.e. — Aust>ia: 49 ba timerìti ptr
presenta per lei che il 7 per cen/o del suo
tonne lai:gio totale, che sorpa-i-;a i 21 milioni di
tonnellate, mc-ntre la Germania, con 1.10(5.477
tonnellate di perdita, ha visto diininnire in
tutto di un (punto qu isi il suo materiale, poi-
ché prima della guerra il tonnellag;,'io totale
delhi sua marina mercantile era di circa
(; iìiilinti di ioumllute. Ma tutta la differenza
579 -
Il risiede soltanto in ciò, perchè se 1 basti-
...iiti silurati dai sottotunriiii tedesi-hi sono
1 tMsl, seuz.i jjua'latjiU) per lii^-gressorp, una
j;rau parte dei basiiineiiti perduti dalia (>ei-
niatii» sono venuti ud aumentare le tiutte
mercantili d^'^;!! Alleati.
Qiwsie perdite sono specialmente sen 1-
ì>ili per alcune linee di navigazi.ine tedesche.
I.ii " Hauiburg-Amerika ,, per esempio, nou
conta più L'he 157 bn-
sti nienti sopì a 305 che
jHissedeNa prima del-
li ;;uerra; il " Nord-
"itscher Lloyd. lia
-:o diminuire il suo
"*"i»Ie di 28 ba-
e la line:v
ann, ha per -
1.IH.U (>jtH}isainente \a
metà di quelli cli«
jiossfdeva» oioè '2\
su 42. In tota'
1.343 bastimeli
seduti dalie €.■
{jiiie di NavlyazKiue
tede<5ohe, non ne in-
stano loro che i>3ó;
k1i altri sono stati di-
strutti O sono pas-ati
sotto altre bandiere.
Iva guerra
nelle
colonie
(1Q14-15-16)
La guerra scoj)-
piata in Kuropa. non
poteva non ripercuo-
si nelle colonie, sia
I che le imprese co-
liali tedesche, alle
: :il i la Germania
isi di recenie de-
anglo-ltaliano per l'Egitto: ed un accordo
coloniale italo franco-inglese.
Pensif-ro comune fu «li mantenere 1 bere
le vie del mare; di tutelare l'ii-tun;. ibilità
delle proprie colonie, anche per atting rne
forze; e per converso di abbattere l'impero
coloniale tedesco.
Questo — come è noto — all'esoido del a
guerra comprendeva,
Manovra a bordo di una coriizzata inglese
per inalzare uu palloue^rago »hft servirà
di osservatorio per 1^. «coperta dt-i aoiLo-
mariui.
n Àf'-ica : il Togo; il
Cameruii; le tre co-
lonie or cu ale, sud-
orientale, e sud oc. i-
dcntale; in O.eitnia:
la \uova G uinea; l'ar-
cipelago di Bismurk ;
le isole Caroline: Ih
isole Mari an ne; le
Marshalk. le isole Sa-
moa; ed in As'a: il
territorio di Ki ao-
Ciao, ora caduto in
mano del Ginppone.
Complessiv.tmen •
te, un dominio più
che quintuplo di
quello della Germa-
nia, con circa venti
milioni di abitami,
con un movimento
commerciale di un
ceutiuaio e mozzo <li
milioni di marchi
fra importazione ed
esportazione cou se-
rie speranze di più
ricco avvenire.
Orbene diciamo
subito che non solo
nou riusci ai tedeschi
di vulnerare alle po-
tenze dell' intesa le
vie alimentari del
mare o di danneg-
giare le loro colonie,
ma si trovarono essi
medesimi a perdere
da un lato tutta la flotta del Pa. ilùo e dal-
l'altro lato ad essere espulsi dii tutte le loro
ita con lo sviluppa del suo commercio
ai iitimo, troppo avevano urtato la suscet-
lilità e l'interesse dell'Inghilterra: e sia colonie salvo da quella dellAfrica orientale
' qualora la Germania con l'assistenza che ancora resiste.
.iiismo fosse riuscita a vulnerare il
àf\ mare all'Intesa e specialmente
.1 iche tutto liceve dal di fuori)
>^ risentito, di colpo, l'inaridi-
nn veMe alimentari, e per riper-
cu^siui.e se ne sarebbero risentite le potenze
Ide'.rintesn.
Anche l' Italia e la Francia, sebbene in mi-
Ipor grado che l'Inghilterra, nou potevano non
preoccui arsi della S'irte <lelle loro colonie.
Natuiaimcnte da questa situazione di coso
ituriscauo due accordi, e cioè: uu accordo
Ma anch'essa secondo l'opiniore del ge-
nerale Botha non tarderà a soccombere inte-
ramente, perchè è accerchiata da ogni pane.
Invero è minacciata: ad oriente, dal mare;
a nord-est, .dair.\frica orientale ing ese: a
nord, dall' Uganda; ad ovest, dui Congo belga;
a sud-ovest falla Khodesia: ed a sud dui*
r.\frica oriei*alc porloghese.
Troppo ci vorreiibe a <iar confo di tutti
i c«mibattimenti che ebbei-o iuo>,'o sui tein-
torl delle colonie tcdesci e. od inglesi od
italiane. Ci limiteremo pei ciò a se^'ualaro,
2 000I
^«»^f'"«'^??%n>ilMONE
— 580 —
ppr sonimi capi, i fatti principali riforentisi
u ciascuno dei tre titoli .sopraccennati.
X. Operazioni
nelle colonie tedesche.
Alfesordiudblla friierra i tedeschi di T,in;:fa
Invasero il territorio .di contine injjlcse e vi si
mantenevano malgrado una disfatta subita a
Ga/.i il 7 ottobre 1914. 11 ì gennaio 1915 non
solo gl'inglesi li ricacciarono, ma invasero a
loro volta la colonia doll'Africa orientale tede-
sca occupando Jassin. 1 tedeschi, ricevuti rin-
forzi, ricuperarono ma per poco (juesto punto
nel giorno suc<'essivo il9 gennaio) a quello in
cui gl'inglesi avevano orcnpata l'isola di Mafia.
Successivamente, una nave tedesca sul
lago Vittoria venne fatta arenare dagli in-
glesi, e nel giorno istesso (19 marzo) i tede-
schi furono l)at nti a Ulteg Karunga.
Feguirono numerosi episodi di scaramucce
dei quali non mette conto di iiarlai-e, per. he
sebbene i tedeschi le riportassero le teste
insanguinate pure la loro tenace difesa lmovò
a protrarne la caduta delle c^'onie. Com nel
gennaio 191t) il Camerun quantunque foite-
men'^e percosso resisteva ancora.
Si fu appunto nel 191G che la lotta si i-av-
vivò per ogni verso.
Nel marzo truppe ang!o-boerc al comando
del generale boero Smuto, batterono il 7, i te-
deschi sul tìume Lumi (ad est di Moschi e
sud di Kilimangiaio) e poscia fugaronli in
j)ngne successive ad ovest di Taveta. diU'S
al 12 marzo.
Nei primi di aprile, molte forze tedesche
vennero cicond'ate rial genera'e boero \ un-
denventer nella regione di .Aruska e custretie
a capitolare con armi e munizioni. Vi erano
fra esse 404 sold;itI indigeni ed una ventina
di europei.
Nei primi di ma'Tsrin. truppe belghe a' co-
mando del generale Timbeur, provenienti dal
Congo, sbarcarono sulla riva tedesca del lago
Kivu e favoriti dal tiro di cannoniere, co-
strinsero i tedeschi a sgombrare le posizioni
sul fiume Rusisi e di Dangugu. Il 10-11 ma.,'-
gio truppe ted 'sche al comando di von Let-
tow Vorbeck le quali tentarono un attacco
daKiliamantideìji direzione di Kondoa Frangi
contro gli inglesi furono battute con gravi
perdite. Intanto le truppe bclghe dal lìuinda
jienetravano fino a Kigari senza incontrare
resistenza.
Nel 22-31 magdo, i tedeschi riportavano
altra sconfitta sui fiunie Pangani e suo affluen-
te Mkomasi.
Nel gitigno gl'inglesi occuparono l'isola
tedesca di Ukerewe, importante posizione
strate^^ica sul lago Victoria Nyansa. Il gene-
rale 'l'imbeur dopo di avere battuto i tede-
schi (il (i) a Kiwitawo, li inseguì e sbaragliò
(il 12) a Kiteg, presso il fiume Agokoma.
Nel luglio fu completala la conquista del
Cainei un per opera dei generali Smut.s,' Vàu-
denventcr, Hoskine, e Noithey.
A metà me>e un contingente inglese s' arcò
a Kungaro (sulla riva meridioniile del lago
Vittoria! ed i tedeschi fuggirono abbando-
iVando armi, cannoni da marina, ecc. Il 24
v- une p re dal generale Northey cicci:ito da
M ilangani (a .'}5 miglia da Neu-Laigenbur-àr),
un forte corpo tedesco. Il governatole della
regione dottor Spencer venne iatlo prigio-
niero.
11 4 agosto Bonar Law annimziava alla
Camera dei Comuni c'^ie l'Africa oricntaltì
tedesca (cioè l'ultima colonia rima ta ai te-
deschi) htava per essere detìnitivanieute con-
quistata.
Intanto Northey avanzò fino a Madibira
a trenta miglia dalla strada verso Iringa, e
poco tempo dopo Smuts, sul tiuTue Likigara
disfece i tedeschi a Mataniondo e T.-ichu igo
ins 'gnendoli lungamente. Il geu ra!e Van
denventer dopo occupata Inpaqna avanzò a
me'-à agós'o ver o Kilossa.
I risult Iti erano già tali che Botha, primo
ministro del Sud-Africa, dopo un colloquio
con Smuts, dichiarò prossima la vittoria
fina'e.
Intanto nella prima quindicina di agosto
le truppe belghe si contr issegnarono per
nuovi progressi, l.a brigata Molitor occuy^ò
Saint, Michael (a sud del lago Vittoria) e si
cbn.'iniise così con le-truppe britan-^iche del
generale Ciewe provenienti da Muansa.
II Molitor eia partito alla fine di aprile
da Luntobe (Uganda ; e la sua marcia, in
terreno montuoso ed aspro, durante la quale
in cinque combattimenti debellò sempre i
tedeschi costituì un brillante raid di 500 km
in territorio tedesco.
Nel settembre la conquista di Dar-es-
Salam capitale de TAfiica orienta'e tedesca,
segnò con una brillante ooeraz one, la solu-
zione radicale dela camiag a del generale
Smuts.
Duemila tedeschi, qu ittordicimila indi-
geni, otfanta cannoni, ot anta mitragliatrici
si trovano circondati da ogni parte e la loro
capitolaz one non è che questione di tempo.
Nel a [)rima metà di ottobre una colonna
belga ha ancora sbaragliato a Skomre fruiipe
superstili nemiche facendo precipitare la loro
ritirata verso Iringa. Nella seconda metà del
detto mese i poitoyhesi hanno pure sbara-
gliato avanzi di truppe tede-che a Nakatnla
e Nevala, facendo grande bottino di armi e
munizioni.
Oi'mai si può ritenere crollato l' impero
coìoniale tedesco e le operazioni dirette dal
genera'e Smuts rimarranno un modello di
guerra coloniale, avvegnaché eirli dallo scorso
febbraio fino ad oggi è pas.'^ato di vittoria in
vittoria, superando inaudite difficoltà di ogni
Ascoléine RiviéF
Piccole dosi - Grandi effetti
1 cucchiaio da caffè o 5
compresse equivalgono a
1/2 litro di olio di fegato
di merluzzo
— r)Si -
r— — - i....y,L.ii^^.«v..wy'iy.;^a;» iiiMiiM.»i.i..ii ,u^ ^Ijipwy ii^.faifi f- ^; '. i ■
Aiiibiiliiiizn inglese moutata su cammelli nella zona del Canale di Suez.
(;ome si trasportano l feriti.
si.pcio', lo}»isHche, sfrategiche, tatti; he, meteo-
riche, igieniche, ecc.
Fra altro e da notare che og'.ì dovette far
--trarre strade e feirovic; attraversare de-
.;i, lungo i qnali fece depone nnnierose
diitture d'ac<]U;i; ed infine dovette attra-
r-<ave ref^ioni in. e- tale dalla terribile nio-
i u>-ts>, tra paludi pAstilenzinli. le cui ema-
liiizioni provoc;ino leblui mortali.
2. Operazioni
in Egitto.
Invano i turoo-tedesclii si sforz irono di
pervenire ad ostruire il Canale di Sue/.
Quante volte marciarono contro di esso, al-
trettante volte furono sbaras^liati. Nel mar-
zo mio vista la soddisfacente sitnazione mi-
litare in E;;itio dopo le tanre sconfitte toc-
tate dai turco-tede.schi,si piottttò della tregua
r rioriiaiiizzare l'eser.ifo egiziano al co-
v'ido del generale Munay, richiamando in
_'hil;eira il gentr;tle Maxwell che coman-
va l'eseicito britannic>>.
(Josi riorganizzato lesercito etjlziano battè
' nra i tnreo-tedeschi in moltt-pllii fa(.tl
irmi del 11)16. Merita speciale menzione
.elio di El-llnman (.3 agosto) presso Katia
il est di Porto Said, nel quale combatti-
ìiuntu l I ureo-tedeschi con forze valutate a
1 t,iM»o uomini perdettero 2.")()0 prigionieri ed
• 'leio nnmerosi.ssimi morti e feriti. Iito'.trft
■ Ite mitragliatrici e quattro cannoni di
■brica tede.sca caddero in mano inglese,
questa battaglia della penisola del Sinai
listinst ro specialmente le troppe montate
-traliane e neozelandesi. Fra i prigionieri
coiiiarono ben trtnasei uflBciali tedeschi
loro gre^-ari.
Dopo la disfatta di El-Rnman i turco-te-
schi non poterono, o non ebbero tempo
ìMO'lo sinora, di passare alla rl>icos-a. Ma
iighiltena vigila sempre! Perchè è age-
<• comprendere non solo lo .'icacco bellico
i anche quello econonjlio che gl'inglesi
iitirtbl)eio qualora i tedeschi, sfruttando
tiri'hi. riusciss'ìio a distruggere il Canale
i Suez, od almeno a renderne la traver-
>;t(a per lun;,'0 tempo impraticabile. Anche
av\tiueudo ia pace, «e I« via di Suez riiiia-
1 esse per qualche anno ostruita, si pno mi-
surare il danno che ne avrelbe l'In^'hilterra
\ isto che il suo traffico piel cana'e nel ]'.tl3
fu in cifra toi:da di d diri milioni di ton-
nellate di meici, contro Ire milioni soltanto
della Germaniii.
Preme intine di e.'sere rilevato, per Inci-
denza, che il primo ministro della Nuova
Zelanda "Sir Massey) trovandosi a Londra
il 13 ottobre ebbe a dic!ii;.r;ire clie /'/ ^uova
Zelamla è itl/rettanto d ci-'a qu<into l'i madre
patria a lontinuare la guerra sino ad un es.to
ussoluianìent» tiionfaU; ed agginr.se:
" Dobliiaino continuare la lorta tino a che
la potui/.a della Germania e .«noi al- ati, non
sia infianla e stritolata; finché ,</// Unni ri-
cacciati nel proprio pa"se non abbiano ab-
I aiidon;ita ogni particella rtoi territori oggi
occup:iti; ftncl;è la rinnovazione di questa
guerra non sia stala resa impossibile per
generazioni e geneiazoni, per sempre „.
3. - Nella Libia.
L'estate del 1014 con l'occupazione di
Ghat, ci aveva fatto portare la nostra ban-
diera tino allo estremo limite sud della co-
lonia libica. Nel Fez/an però sotto l'appii-
rente calma covava la rivolta, da che il 9»^-
nusso di Tripolitania si era irritato per certo
lettere dell'autorità militare italiana ed era^i
d sinlere.>»ato dal ratlrenaila.
Infatti nel novembre si ebbe la tragica
sorpresa che n;er< è il tradimento della guar-
dia fezzanese diede in mano ai ribelli il forte
di Sebka caposaldo di difesa dell'intero Fi z-
zan. Indi la rivolta si propagò, e lo sgom-
bero della regione si impose.
Fu 8<>ombrata Socna, fu sgombrato il ter-
ritorio di Bungeim in una ritirata contrasta-
tissima che ebbe i suol eroi. La colonna che
nel suo percorso aveva raccolto tutti i pre-
sidi raggiungeva finalmente lleni Ulid. /Or-
fella) col XV battaglione eritreo In testa al
ornando dell'eroico colonnello Bllliu clic do-
veva po.«-cia a Tarhuna lasciare con la vita
il suo battaglione ridotto a meno di cento
uomini.
Cosi terminò nel feb'bralo de' loi,^ (] no-
stro »j{ombro del Fezzao • della biitica.
582 -
Passò la primavera in quieto.
Intanto l:i colonna Giannini dopo quaran-
tadue giorni di marcia riocc;ipava Ghadamès,
Altre colonne rioccupavano pure le oasi di
frontiera di Mezezem e di Sinaum. Questa
linea difensiva avreiibe potuto essere man-
tenuta ove alla nostra volontà non fossero
inancaM i mezzi per affermarsi e se da aj,'enti
esterni non fosse sfato aizzato contro di noi
il fanatismo della ribellione seuussita. Si ri-
piegò quindi J^lla costa.
Si pensò allora ad una spedizione puni-
tiva di cui ebbe il comando il valoroso'co-
lonnello IMiaiii. Ma i tempi erano mutati in
confronto a quelli che avevano resa possi-
bile la sua conquista del Fezzan. Da Sirte,
il Miani mosse contro i ribelli conoe.iti-ati a
Kasr-Bu-Hadi con 4000 grep:ari racco;,'liticci,
più due compa-juie di fanter a, un batta-
Ktione bersa^ilieii, due batt;i!,'iioni libici, un
battaglione eritreo, uno squadrone di savari,
un plotone di cavalle^geii Lucca, due bat-
terie sompjrgiate e relativi servizi.
Si sa che co.-a accadde. Emissari del Se-
nusso suggerirono il tradimento. Le bande
racco^'liticci:?, ad azione iniziala. pas'^aroTio
al nemico raddoppiandone la forza. I nostri
battaglioni bianchi e di colore si difesero
eroicamente. Ma ogni valore fu inutile ed a
sera 1 resti della colonna Miani, decimata e
sanguinante, rientravano a Sirte.
L'infausta giornata di Kas-Bu-Hadi diede
il tracollo. I ribelli imbaldanzirono. Si dovet-
tero sgombrare Misurata, Slitcn, Zuara. ecc.
Taihuna e Peni-Ulid rimasero assediati, e
sebbene il maggiore Brighenti si fosse vo-
tato ad estrema epica resistenza, ebl)e or-
dine perentorio, in nome del Ile, di cederj
le armi per evitare inutile spreco di sangue.
I ribel'i preparavansi ad assalire an -he
Tripoli quando il generale A meglio fu as-
s-uiwo ni governo della Colonia. Egli rianimò
gli si)auriti. Fortiticò Tripoli per un cerchio
di quaranta chilometri. Zuara fu rioct-upata.
Homs fu alle-itita a difesa come Tripoli. In
breve fu organizzalo a difesa il tj-iangolo
Gargaresch-Ain Zara-Tagiura. 11 dominio ter-
ritoriale della parte più importante della Co-
lonia fu saldamente restituito alla madre Pa-
tria ed ai suoi migliori destini.
Onore a Giovanni Ameglio, indiscusso, in-
discutibile, salvatore della Colonia libica,
A. Tbagni.
I^e autotrattrici nella nostra guerra.
Le autotrattrici impiegate dal nostro eser-
cito al fronte non devono confondersi e per
l'impiego e per la organizzazione colle se-
zioni dei reparti automobilistici in genera'e.
Le autotrattrici hanno il compilo speciale
di preparare le grandi azioni col trasportare
in posizione i grossi e medi calibri con grande
rapidità e sono utili anche durante le azioni
stesse per cambiare di posizione con celerità
sorprendente, a secon ia dei concetti tattici
dei comandi, le bocche da fuoco, lo artiglie-
rie. Esse costituiscono l'applicazione più mo-
derna e più utile dell'automobile o meglio
del motore nell'azione guerresca.
Ad esse st deve se in breve spazio di tem-
po nuove azioni possono susseguirsi ad altre
azioni, dato che naturale corollario di ogni
avanzata sia la necessità di portare più avanti
le artiglierie, orgauiz anici della vittoria. Alle
autotrattrici si deve se in alta montagna, in
luoghi impraricabili, nelle posizioni più sfa-
vorevoli al traino si è potuto portare il m.as-
simo dei nostri obici, il 305 ed i suoi fratelli
grandi e piccini come il 2S0. il 2(50, il 149. ecc.
Il nostro esercito ha adottato tre ti]>i di
trattrici: le Fiat, le Pavesi-Toletti, ambedue
di brevetto e costruzione italiana, e le Soller
costruite pur es^e in Italia ma di brevetto
straniero.
Sono macchine potentissime che hanno
dispositivi speciali adatti al traino e creati
unicamente per h" impiego guerresca con -e-
pite per nuove difficoltà, per imprevedute ne-
cessità sorte tutte ad un trat'o ed afl'acciatesi
allo studio dei nostri tecnici.
I primi due t pi sono muniti di una spe-
cie di argano chiamato comunemente verri-
cello che agisce per mezzo d.A motore stesso
e che serve a far superare alle b )cche da
fuoco più mastodontiche, le pendenze pia
forti, le asperità magg.ori e le posi/^ioni più
impervie.
Per dare poi maggiore aderenza alle mac-
chine, aderenza necessaria dovendosi traspu*-
Traino di un pezzo
di marina con niacchiue FIAT.
(Fot. eseyuita dal G» reparto autotrattrici).
- 58;^
Manovra col verricello per dÌ8Ìiiipp<c'iTe in terreno laiigoso e ili lor.e peiideuza
un» bocca ili medio cnlibio.
(B'ot. eseguita dal 0° reparto atttotrattrici).
tare siffatti pesi, tutti e tre questi ti])! hanno
!.■ ruote motrici munite di apparecchi ditTe-
icuti l'uno dall'uUr». ingegnosi tutti e tre e
che servono miraiìiimente ali" importantis-
simo scopo sopr;iennnc a o.
Le Fiat e le Soller lanno applicato alle
ruDte motrici una sorta di cremagliera svol-
-•Mitesi cui la ruota per cosi ilire si abbriinca.
f.Miella delle prime, facilmente ai)piicab:|p.
iliiamasl "cinijoìo,, e dato appunto che si
pilo mettere e toglierò rapidamonte, per-
ette lilla maccliina di spostarsi facilmente,
s;i questa nti issima per la rapida disloca-
j le delle bocche da fuoco.
L'apparecchio delle Seller chiamasi in-
1 •• " apparcci'hio a piastre , ed ha qualche
.1 di simi'e al sistema di movimento delle
1 chine blindile che ora gli inglesi adope-
lo sul loro fronte per abbattere la resi-
nza ncm ca e che essi chiamano " serb i-
i , e " dread.iwUi,'ht terrestri -. Le l'avesi-
Toletti hanno invece un apparecchio a pattini
che pur e so risponde ejregiamente allo scopo
e che ò solidale alla ruota motrice.
Le Pavesi-Toletfi inoltre sono fornite di
una gru che facilmente si può arma' e e che
serve a sollevare coli' aiuto del cavo del ver-
ricello pesi grandiosi come lo sono le nostre
bocche da fuoco. Si comprenderà di leggieri
li loro utilità »pec:almente nelle manovre di
batteria,
I parchi e reparti di autotrattrici dipen-
dono direttamente e unicimentc dai comandi
d'arma a e di corpo d'armata d'artiglieria.
Bisogna poi riconoscere che accanto alle
macchine si e creato un per-ona'e oitimo e
sfìecial Z7ato che ha acquistato unii grande
pratica e che con spirito di vacriticio mira-
bile ha saputo lavorare intensamente quando
necessità di < ose lo richiedevano e soppor-
talo 0;jni di' agio con un solo pensiero supe-
rbo! e, la vittoria delle nostre armi gloriose!
limi iiiiiiiiiniiiiiiiiniiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiitittiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
Imperiose necessità di spazio ci obbligano a ri-
mandare all'anno prossimo le Cronache dì Lettera-
tura, Scienza ed Arti - del Teatro - delle Inaugu-
razioni, Commemorazioni, Congressi, ecc.
584
L'Automobile e la Guerra.
S. M. il Re Vittorio Emanue'e III col generalissimo francese JofFre.
La FIAT e la Guerra mondiale.
Quando si scriverà la storia dt'll' ini- importanza e lia sconvolto così coni-
mane conflitto, die lia mutato la carta lìlctamente, col sut) deciso intervento,
del mondo sul pi'ineipio del secolo XX norme e sistemi di liattagliii.
(e lo storico futuro, per
poter serenamente esal-
tare tutte le cose buone
e grandi e utili che la
guerra avr?» rivelato o
messo in rilievo, dovrà
non aver veduto, come
noi, col propri occhi,
tutti gli orrori, le car-
nefìcine e le barbarie di
([uesta terribile guerra)
un capitolo speciale do-
vrà essere risei'vato al-
l' automobilismo, il nuo-
vo e geniale mezzo di lo-
como/Aone, che se non
era al suo debutto nel
cruento cami»() delle
guerre, lia jierò in que-
sta occasione spiegato ujja trattrice FIAT traina uno dei più pesanti mortui
tutta la, sua immensa dell'artiglieria italiana.
5S5 -
È oniiai scienza acciuisita ih-i |tiii che
uno dei toetììcijMiti «Umìsìvì della vittoria
della Mania — che ha salvato Parij^i dal-
l' orde liarbariehe ehe erano alle sue
porte — IKT il iiiii'Mcoloso tras]t()it») «li
l iia colon r a di autocairi FI Al' destinata al Governo tran
nieatre sta per passare la frontiera.
un corpo d'annata, tatto in una notte
• lujjli untohiiit di Parijii, come la nioriosa
(Onanista di Gorizia da parte dell' eser-
cito italiano tu possibile per 1' aiuto jjran-
dissinn) «lato dai trasporti antoniobili clic
lianno ])ennesso il lul-
niineo trasloco <lal Tren-
tino all'Isonzo <li inii>or-
tanti masse il' nomini e
di numerosi pezzi d' ar-
ti jilieria.
Come jnire ^ stato
il»etnto da ojrni corri-
spondente di guerra —
clic ha visitato il nostro
as])ro fronte — ohe ai
miracoli d'eroismo del
soldato italiano, corri-
siHiudono altri miracoli
ni-i servizi logistici e
di ai)provviponamento
pei quali r automobile
iiil»presenta la soluzione
di i»r<ddemi inijutrtantis-
sind e ditticilissimi, in
rejjioni di alta monta«;na
e in zone sprovviste di
servizi ferroviari.
vizi di guerra — rai)presenta «no dei
l)iù alti coefficienti di vittoria per un
esendto in cami)agmi, una nuova valu-
tazione ed un' importanza che esorbita
dal cam]>o commerciale e<l industriale,
va. ri<'ono8ciuta all' in-
dustria automobilistica
rivelatasi nei diversi
paesi come la migliore
aUeata del suo governo
pel successo tinaie.
Secondo (piesta nuo-
va valutazione dell'au-
tomobilismo, risulta che
tanto \n\\ efìieace fu
l'aiuto ladflove ]>ii"i pro-
gredita e forte era l'in-
<lustria i' là «love il buon
volere e il i)atri«)ttismo
dei suoi capi nidla ha
risi>armiat«) perchè il
coneor.'O fosse ju'onto,
largo, v«d«'nteroso e po-
t«'nte «pianto possibile.
2s'iun dubbio, anclie
a giudizio degli stranie-
ri, «'he in questa gara
«li aiuti e «li aj)i)oggi al
))ro])rio i>aes<' «la ]>ai1('
le.ir industria autom«>bilistica. l'Italia e
itata uini «Ielle nazioni tra le più favo-
•orite e fra tutte tiene un meritato ])ii-
uato di benenn-renze e «li ammirazioni
a FIAT, la gran.b> «■ già vittoriosa lab-
Trattrici FIAT ohe hanno trascinato nella zona C'amica
un pesante cannone dell'artiglieria Italiana.
S<', «luiMjue. r automobilismo — colle
sue svariate appliea/iuui ai diverbi ser-
bri«'a t«)rinese «1
in tcni]>o «lì pac«
l»iù i>«>tcnti e p«'rf<'tti
striali e che ha sapiit
lutoniobìli. «-1
rap|>r«'sentavii
an
uno «I
nismi imi
Il una ra|
(litÀ e un ceru^jgiu degni d'usui plauou,
- 5BG —
prontamente e genialmente trasfurinarHl Aa una vettura FIAT toccò api)unt.>
e completarsi per dare al governo del 1' puore di entrare prima in Gorizia. In
suo paese e anche a quelli degli Alleati ogni fronte alleato lo vetture e gli an-
— una i)roduzionc miracolosa per quan- tocarri FIAT segnano quotidianamente
tità e (jualità di i)rodotti
— acquistando sicuri ti-
toli alla riconoscenza del-
l' esercito e della marina
italiana e (quindi dell' in-
tevii nostra i)ati'ia.
Dal]*' in(>lli]iljcautesi
oflìcine di Corso Dante
(che avranno ben presto
una degna filiazione nei
grandiosi nuovi stahìli-
nienti del Lingotto) sono
usciti ed escono giornal-
mente, dall' inizio della
guerra euroj)ea, centinaia
e migliaia di carri e di
vetture, di caini ons e
d' ambulanze, che costi-
tuiscono una forte per-
centuale del nostro eser-
cito rotabile, clic ?■ il com-
pagno fido, r aiuto sicuro
di queir altro meraviglioso esercito no
stro che diuturnamente compie (juei mi
Una colonna sanitaria FIAT.
un trionfo dell'industria italiana e ac-
quistano titoli di riconoscenza pel nome
Gruppo di autocarri FIAT in servizio
racoli d'eroismo che sono ]o scalate d'Italia; dietro ogni colonna^ in ìnarcia
deUe Dolomiti, la conquista del Carso, corrono centinaia di autocarri FIAT i)or-
r assalto di Gorizia! tanti viveri, munizioni e rinforzi, tanto
— 587 —
t
ìBBfi^^
isni
m
■
m
i
\
1
.1
1:
i
Le trattiici_FIAT rendono preziosi servizi all' esercito francese
che combatte sulla Mosn.
tlic pel soldato coiubattcnite ormili il vetture fotoelettriche, i carri officina, i
nome di FIAT etiiiivale a ([uello d' iiu curri cisterua, ecc.
amico e d'un aiuto. E tutto (piesto la FIAT lia fatto e
A Salonicco, come a Verdun, nelle continua a fare (senza contare tutti «ili
Fiandre come a Vallona. sulle Alpi come altri rami della sua meravigliosa atti-
Torpedo modello 70 -= 15-18 HP.
in Russia ad alcuni dc<;li c])isodi più
gloriosi della grande guerra europea h
legato indissctliiltilniente il nome vilt(»-
rioso «Iella FIAT, i più p<'saii1i «•ol«)ssi
«Iella nostra artiglieria raggiungono le
l»iii alt»' v«-tte alpin»'. spess«' volte, gra-
zie alle potentissime trattri«i FIAT,
come FIAT sono 1 carri ambulanza, le
vita) — i>ur conservan«lo la sua abituale
ed a«-curata i>ro«lu/-ione jud i>uld»lico -
anzi stu«liando un tipo unico, prati«'o i
«•«»nveni«Mitissiino «die sta ]mm' essere laii
ciaf»» in eomniercio e «-Ik- pr«im«'tte su
pei-are 1* indimeiiticaltile success») th'lla
sua vettun'ttji tipo Zero.
Peusandu a questo culuasalo orgaui-
588 -
La produzione di un giorno della FIAT.
sino, c-lic uu lavoro tenace e una fede rol;i mh'aeolo ])erde ogni suo astratto
ancor ])iìi tenace luinuo sa])uto creare, signiticato, mentre T ammirazione si con-
sostenere, accrescere e ingrandire 1iiu> fonde con la soddisfazione del nostro
all'attuale inijxìrtanza niondiale. la i)a- orgoglio d'italiani!
Un'autoambuliinzii FIAT che ha reso preziosi servizi.
FIAT
Su ogni fronte alleato le vetture e
gli autocarri FIAT segnano quoti-
tidianamente un trionfo dell' Indu-
stria italiana. ■■■■■■■
t0ta0>0*t^mm0m0m^^0»0ti0^0m0
58!)
L/' Acquedotto Pugliese.
DI questa colos^alo ope ;i, rt-'i^iia ilo,'li ar-
duneiiti romani, l'Almanacco Italiano ilei 1*J15
pariò a lungo (pag. 291 e spgg.l. In grazia di
cortesi coniiinicazioni deirUrtioio Speciale del
(leni»» Civile per l'Acciuedotto Pugliese con
sede in Bari, possiamo a.'giungere alt-uni pre-
ziosi dati teeuici conxplementaii snllo stato
attuale degli importanti lavo:i, e al tempo
stes-o ci è porla occasione di i iparare a u.'ia
non lieve omissione del primo articolo. Poi-
cliè non tu allora dftlo c!ie il progetto dofini-
tivo, presentato nell'ottobre ly02. dall' niicio
HpeciiWe, per disposizioni date dal ministro
Giusso, progetto nuovo e affatto diverso dai
precedenti, e che servi di base alla costrn-
zione dell'opera, fu compilato dall' Ingegnere
Capo coinm. Michele M;igliotta, a'tnale diret-
tore dei lavori per conto dello Srato.
Mentre scriviamo (settembre l'JlO) le parti
dell'opera sinora costruito sono le seguenti:
l.fl Canale principale da Caposole a Villa Castelli, collau-
dato nel marzo 191') con l'elici risultati chi!.
2.0 Diramazioni hella Puovincia di Foggia:
Diramazione primaria, costituita da canale praticabile
in muratura per cliil. ii2 e da sifoni per chil. 14. — È co-
struita la parte muraria per «
Diramazione per Ceriguola, col serbatoio in muratura
della capacità di (JOUD me „
In uno chil.
3/ Diramazioni hella Piiovincta m Bari :
Otto diramazioni, per le quali l'acqna del Sele è for-
nita a 32 centri al)itati, che contano più di 530 mila abi-
tami, Ira cui Bari, Barletta, Adria, Corato, ecc „
Sono in costruzione altre cinque diramazioni, dello
sviluppo complessivo di chil. 44. — I traiti costruiti uii-
suraiic - .
In uno
chil.
3r Serbatoi in muratura nella provincia di Bari, della
capacità utile complessiva di 74 mila metri cubi di acqua
(Ira i;ui quello di Bari della capacità di me. 12000, quello
di Barletta della capacità di me. 6400, di Adria me. 6000).
Diramazioni della Provincia di Lecce:
Diramazioni per Grottaglie e Taranto, che sono già for-
nite dell'acqua del Sele, e per S. Gi<u-gio sotto Taranto. ,
4 Serbatoi in muratura per Taranto (mo. 16000), per
Grottaglie (me. 1930), S. Giorgio (me. 800) e .Martina Fran-
ca (me. 5300).
Sono in costruzione LE brevi condotte per Calitrl, in
Provincia di Avellino e per Venosa in Provine. a di Potenza.
lETi DI Tubolature pe:i le di.stribuzioni urbane:
Nella provincia di Bari „
Per Grottaglie e S. Giorgio ncila provincia di Lev ce. . .
In uno chil.
LUNGIIKZ/K
parì^iali totali
244 244
22
38
16.-
3
168
I
^^B Restano da costruire circa 120) chilometri di diramazioni diverse, di cui 2->0 nel Fo
^^B^'ano e 710 nel Leccese, nonché (130 <'hiloiuetri di tubolature nel centri abitati, per poi'
^^Klistribuire l'acqua del Sele ad altri 222 centri, oltre i 34, ai quali è .stata fornita dai in.::
^^f^io 1915 sino ad ora.
La popolazione, che lia finora il bcnelieio dell'acqua del Sele, conta più di 600 mila abi-
tanti; dovranno averla circa 1,400,000 aliitanM.
LU.N'CiUK/ZA
chi!.
305
800
Diverse circostanze, nonché le dlt!ico't:i
dipendenti dallo stato di guerra bau fitto
r llentare la e )striizione, che ora piio dirsi
sospesa, attendendosi soltanto al coiuph'ta-
monto ed alla sistemazione delle parti co-
stui ite.
È in corso una grave e complessa ver-
tenza fra lo Stato e la Società concessiona-
ria per il rita: do nello sviluppo dei lavor
e spec'al nente di quelli che interes*<ano !
Provincie di Foggia e di Lecce, poiché, g ■'.
sta la convenzione ui>provata con la Leg;^'
21 luglio 191 1, una parte rilevante doveva es-
sere compiuta il 31 dicembre l'.»14 ed il resto
non pia tarili del 6 ugosio l'.ilt>.
JL.'Almanacco Italiano.
- 590 -
I LAVORI DELL'ACQUEDOTTO PUGLIESE
t LAVORI DELL'ACQUEDOTTO PUGLIESE
^^'^^
poS^^-«1^'---^;:--^^.^..u^^^^^
per la luaghezza totale di circa sette ki
Ferrovia .li servizi,, p^^r la costruzioue della galleria
galleria delle Murgie.
ottobre 1915 - Settembre 1016.
(NB. — I caduti nella nostra giiena sono riuiiili nelle iilti/ne pigine).
Abbate dott. Onofrio pascià, ri, Palermo
1820, paitecipò alla livolnzioiie siciliana
del 1848 e alla spedizione dei Mille, emi-
grato in Egitto fu medico di vari Kedlve,
era presidente della Società Geografica Khe-
diviale. t Cairo, ottobi-e.
Abignente avv. Giovanni, di Sarna (Abruzzi',
di a. 01, da quattro legisbiture deputato del
col agio di Mercato Saiì Severino, fu pre-
sidente della Giunta del Bilancio, era li-
bero docente di storia del diritto nell'univ.
di Napoli, t Roma, 24 febbraio.
Alexander Lucia nata Southite, di a. 105, mi-
lionaiia americana, che da 47 anni viveva
in un albergo a Firenze, t ivi, 20 maggio.
Alli Mao 'urani march, avv. Claudio, di a. 86,
già deputato al Parlamento e deputato pro-
vinciale di Firenze, t Gambassi (Firenze),
3 marzo.
Allodi Aldobrandino, tenente generale neTla
riserva, fu a capo dell'istituto Geogralico
Militare, t Pozzuoli, 5 marzo.
Aloisi Cesare, di a. 90, venerando patriota,
uno degli ultimi superstiti del battajrlione
tiorentino che partecipò alle campagne del
'48 e '49. t Firenze, 12 gennaio.
Altichieri dott, Bartolomeo, presidente del-
l'ordine dei medici della prov. di Porto
Maurizio, t Ospedaletti Ligure, 1 7 .settembre.
Amoretti Carlo, viceammiraglio a riposo, t San
Remo, 4 aprile.
Andrade (D'j Alfredo, di a. 76, n. Lisbona,
ma ormai italiano per affetto e per lun^a
dimora, pittoie e architetto valoroso, au-
tore di felicissimi restauri di monumenti
in Piemonte e in Lianria, fra i quali i ca-
sielli di Fenis e di Verrès che rega'ò allo
Sta'o; era dal 1885 soprintendente dei mo-
numenti del Piemonte e della Liguria, t Ge-
nova, 30 novemiire.
Anti ing. G.. aurore di importanti opeie pub-
bliche nel ]"()!es'ne. t Verona, ottobre.
Antico Vico, d' a. 40, libero docente e assi-
stente pies-o la Clinici patolou'ii a di Pisa,
piestava servizio coiu' l)atierii)lo':o negli
ospedali militari, t Cremona, 2 gennaio.
Antona Alfonso, ingegner cnpo del GcJiio Ci-
vile, t Piacenza, 11 dicembre.
Antoiiiotti don Paolo, n. Casa del Bosco, fiaz,
di Sostegno (Biella) 1840, parrojo nel suo
paese natale dove aveva fatto prosperare
l'apicoltura e l'isi-ruzione; scrisse di eco-
nomia, di agrar-a, di cose sociali: fu fatto
cavaliere del lavo o, ed ebbe molte alt e
onoiificenze e puhbliche cariche, frale quali
quella di presidente del Comizio Agrario
di Biella t Casa del Bosco. 9 marzo.
Antony Ubaldo, prof.-^ord. di chimica gene-
rale inorganica al R. Politecnico di Milano.
t Milano, 6 gennaio.
Aprile bar. avv. Pietro, fu deputato di Re-
galbuto per 6 legislature, dalla Itì» alia 23».
t Catania, giugno.
Arnolson. vincitore del premio Nobel per la
pace nel l'.)U8. t Stoccolmi, 21 febbraio.
Arrighi nob. Giacomo, generale, t Desenzauo,
7 settembre.
As inith avv. Raimcnido, di a, 37, fi,'Ho pri-
mogenito del Primo ministro ingles.;, de-
putato al Parlamento; si era arruolato coinè
semplice solda'o, ora era tenente dei gra-
natieri della guardia, t in combattimento
in Francia, settembie.
Avarna (D') Giuseppe, dei ducili di Gualtieri,
11. Palermo 18 j3, vecchio diploJiiatico ita-
liano, fu ambasciatore a Vienna dopo il ri-
tiro di Nigra e fino allo scoppio della no-
stra guerra; era senatore dal 1909. t Roma,
31 marzo.
Ayra Giovanni, di St ambino C'anav^se 'To-
rino), direttore della sede di Genova del
Banco di Napoli, f (Genova, 20 agosto.
Baccelli Guido, n. Roma 25 novembre 1832.
clinico illustre, meritamente famoso per
i suoi stuili sulla patolo„'ia del cuore e del-
l'aorta, sulla malaria, sulla cura di varie
malattie con iniezioni endovenose ecc.: pro-
fesso! e all'università di Roma dal ls.i7 ;
deputato di Homi dal 1874 per 13 legisla-
ture, quattro volte ministro dell' Istruzione,
e una di Agricoltura, Imlustria e Gomimr-
cio; promotore del Policlinico, de'la Pas-
seggiata Archeologica, della Festa degli Al-
beri, della bonifica dell'Agro Romano, t Bo-
jua, 10 gennaio.
- 503 -
Alfredo d'Andradb
Paolo Axtoniotti
Guido Baccelli
Baccon Carlo, di a. 66, generale nella riserva.
t Chioiuonte (Torino), 14 aprile.
Bagnnsi'O Coardi di Carpeiietto mai-ch. Ema-
nuele, che fu rappreseiifaiite di Cuor<;iiè
nelle XX e XXI le;,'is!. t Torino, 4 niagf^io.
l'-aldanza dott. Andrea, maggiore generale
medico a riposo t Napoli, '1 maggio.
l'.allesio Giauibartista, n. Chieri 1813, dirt^t-
tore delia (ìaz^ftla Ufpcinle del Regno, di-
resse per nioltis-imi anni il Diritto di Ro-
iia. compose pregiate opere storiche e let-
t( raiie, fra le quali la Fia^eoloytfi tn'iana.
1 Roma, 19 a,'osio. improvvisamente.
Billestrino march. Carlo, di a. 75, console
_'euerale del Guatemala a Uenova e decano
lei corpo consolare, t Genova, novembre,
ilzani conte Ugo, n. Roma 1847. storico, ler
molti anni presidente della Società Homana
di Storia Patri.i, noto per i suoi studi sul
monast-ro di Farfa. t Roma, 27 febbraio.
l'anrt Ftbo, n. Legnano 1852, industriale, ca-
valiere del lavoro, gerente delle Manifat-
ture di Legnano, t Milano, 31 gennaio,
]ia agioa prof. Emilio, condirettore dell'Isti-
tiifo jn ernaziorale lìa; agiola. t Riva San
Vita*«*(Cauton Ticinn), 6 ago.sto.
Barcsani Carlo, industriale.t Brescia, 16 luglio.
Barnabò Angelo, di a. .59, cavalie:e del lavoro,
agricoltore, fonda! ore del Grand Hotel di
Misurina e di altri grandi alberghi del Ca-
dore, t AnroMzo. 20 marzo,
loncini dott, Raffaele, n. Imola 1S.')0, va-
•nte psichiatra, direttore del Manicomio
'leir Osservanza, t Imola, 17 aprile.
li.iione Stefano, tenente colonnello a riposo,
presidente della Cassa di Risparmio della
Spezia, t ivi, 4 settembre.
r.artocclni avv. Nicola, t Roma, 1° settembre,
li.i' tolini mons. Agostino, di a. 79, canonico
di S. Pietro in Vaticano, letterato e poeta,
custode generale d' A rcadia. t Roma, 3 nnir/.o.
Barucci Pio, romano, npoitma», giii appa.ssio-
nato canottiere: fece con nn com[iagn(i il
viaggio da Ripetta a Paiigi in due * bat
tane „ romanesche, t Roma, dicembre.
Bassani Francesco, n, Thieno (Vicen/ai l.S.">3,
prof, di geologia nella nniv, di Napoli, f Ca-
pri, aprile.
Battigelli Valentino, di a. 97, superstite del
300 difensori della ero ca O.soppo nel 1848.
t 03opi)0, ai>ri!e.
Battistella Arrigo, di Palmanova, di a, 38, ca-
pitano degli alpini, residente civile e mi-
litare a Buio Burti, nella Somalia, t ivi,
27 marzo.
Bazzichelli Arnaldo, di Viterbo, cavaliere del
lavoro, bonificatore di Castel d'Asso nel Vi-
terbese, t Viterbo, 10 agosto.
Bollati Giuseppe, n. Chiavenna 1841, tenente
generale a riposo, volontario garibaldino
nel 1859 e 1860, fu comar.dante generale
dell'arma dei RR. <3C. t Como, 11 luglio.
Bellini Ferruccio, genovese, di a. 62, grande
artista del tf atro dialettale veneziano che
aveva cominciato a interpretare entrando
nella compagnia di Giacinto (Tallina, t lio-
nia, 2y febbraio, improvvisame:ite.
Benini Vittorio, prof, di lìlosotia al Liceo
Dante di Firenze, t Verona, 8 dicembre.
Bereita .\ngelo, di a. 5J<, consigliere di corte
d'appello, t Milano, 19 aprile, improvvisa-
mente per una cadu'a.
Bernagozzi Federico, n. Portom.aggiore 1860,
pittore ritrattista valorosissimo, t Ferrara,
1° febbraio.
Beitanino Micliele, di a. 86, vecchio patriota:
egli col padre condnceva un'osteria a Ge-
nova dove tennero le loro si grete radunate
i Mille prima di partire, t Genova, 27 di-
cembre,
Berrini ing. Angelo, di Milano, di a. 58, di-
■ rettore generale della Società elettrica Edi-
son sin dalla fondazii^ne. t Roma, 8 dicem-
b:e. improvvisamente.
Bertola:'.zi Carlo, notaio, scrittore dramma-
tico applaudito pel teatro italiano, mila-
nese e veneziano, f Milano, 2 giugno.
Bertolini Gino, di :i. 43, scr.ttore di psicologia
sociale, t .\ndorno, 8 giugno, per suicidio.
Bertolotti Adolfo, ten. colonn. di cavalleria,
direttore del Deposito Allev. Cavalli del
Lazio, t Montemaggiore (Roma), 14 marzo.
Bettoli Lino.maggior generale, t Parma, 15 no-
vembre.
Rettolo conte Giovanni, n. Genova 2.'! mag-
gio 1846, viceammiraglio della riserva, de-
putato d alla XVIl logisl,, prima del coli, di
(ìenova, poi di quello di Recco, tre volte
ministro della marina, capo di .><tato mag-
giore della marina lincile nel 1911 non dovè
lasciare il servizio per l limiti d'età, bene-
merito del rinnovamento deila flotta ita-
liana: ade-<só era presidente generale della
Lega Navale Italiaini. t Roma, 7 aprile.
Biagio (P.t, dei Fratelli della Dottrina Cri-
stiana, grande organizzatore di ni^uadre
— 5f)4
G. B. l>Ai.r.Ksio
Fkukuccio Bk.nix
LO Bl'.KTOLAZZI
ginnastiche cai turche, t Boidighera. no-
vembre.
15)<,'iiami iiig. Lui;^M, di a. SO. padre doll'oii.
l'aolò deputato: veterano delle guerre del-
l'indipendenza, fu coiisjgliere provine ale e
presidente di diverse opeie pie. t C'odogno
(Mdanoj, aprile.
Bignami Kodoìf'o, diretto' e della do<:ana e
del dazio consumo della città di lloma.
t ivi, 10 settembre.
Blzzozero nob. avv. Carlo, che fu pt r due
legislature depu-^ato di Varese, t Milano,
dicembre.
Boari Videlino, finaresc, ultimo super^-itite
del Battaglione ilei Ber-iagleri del lo or-
ganizzato -nel IS-l.s dal march. Tancredi
Mosti Estense, t Ferrara, (5 mi;r/.o.
Boasi Stefano, uno dei Mille, fu con Gari-
baldi anche nel Trentino e a Mentana, t Ge-
nova, 12 settembre.
Bobba Andrea, di a. 23, n. Ca a'e Monf. ma
da anni residente in Framia. aviatore no-
tissimo, pilota aviatore volontario nel.'t >er-
cito francese, ucciso in un combattimento
aereo presso Verdun, nel maggio.
Bocci ing. Davide, ispettore del Genio Civile
a riposo, presidente onorano del Consij^lio
Superiore dei Lavori Pubblici, t Boma,
22 novembre.
Boggio Antonio, n. Oriomono (Piemonte) 1848,
cavaliere del lavoro. cost:uttore di grande
operosità, eo>trnì molte case a Torino, a
Genova, a Na;>oli, a Roma, la galleria del
Borgallo sulla Pai ma-Spezia, la ferrovia
Busca-Dronero, ecc. t Koma. .'2 mazo.
Bo Hot Giorgio, di a. 33, fanniso campione
automobilista, ora sottotenente aviatore,
decorato delia Legion d'Onore per i suoi
coraggiosi succe.ssi. 1 in un combattimento
aereo sopra Belfort, maggio.
Bonafini Edoardo, di a. 50, attore caratteri-
sta, da sette anni nel'a compagnia Bug-
geri, t Torino, 0 febbraio.
Bonanno Antoiììo, di a. 90, veterano del '48-'49,
caro a Garibaldi, a Crispi, a Rosolino Pi-
lo, ecc. t Lucca, 4 aprile.
Bondi Maria Domenica, di a. 103. j Bilibiona
(Arezzo), luglio.
Bonet i Adrasto, mantovano, di a. 82, tenente
g-ineraie nt 11 1 riserva; aveva fatto tutte le
campagne dell'Indipenden/a nell'csercno
reg o e nel e milizie garibaldin.e. t S. .Alar-
gherita Ligure, 24 maggio.
Uoii'.iovanni Ambrogio, n. Lugo 1848, en-
dito. bibiio^-rafo, già per molti anni bildio-
t( cario della Comunale Trisi di Lugo. t Bo-
logna, 1(5 luglio.
Eomicini Adolfo, n. Ma-salorabarda 1851, i a-
valieie del lavoio, tìglio del senatore Euge-
nio Bonvicini: promosse lo sviluppo in-
dnstr ale delle aziende agricole nella sna
regione e particolarmente la Borente espor-
tazione delle pecche, t Massalombarda (llii-
venua), 8 gennaio.
Bouker Washiujjton, di a. 56, mulatto, nato
da una schiava negra in una piaìitagione
della Virginia, dedicò la vita alla lediii-
zione e alla elevazione dei ne^ri. per i qvi;ili
creo e diresse un grande istituto industriale
a Tuskegee nell'Alabama, t ottoU^.
Borgetti ing. Giu-<eppe, tenente generale a
riposo, t Ivrea, 23 marzo.
Bosio avv. Angelo, di Alessa'.dria, di a. 8rt,
dires-e priira l'ufficio legale del Credito
Fondiario della Banca Nazionale, poi quello
dell'Islituto Italiano di Credito Fondiario,
t Roma, 14* marzo.
Bosio Pietro Angelo, di a. 65, noto scenografo,
t Torino, giugno.
Bosio (Ved.) Rosa nata Venturi, di a 102;
lascia il suo palazzo di via Pradovallo e
una villa all' Aecad-^mia di Pittura e Seul-
tura in Verona, t Chiero (Veronal, agosfo.
Bossola Giuseppe, n. Vercelli 1829, maestro
di musica, visse molto a Genova dove fu
per 12 anni direttore della banda munì i-
pale. t Torre ((Jubbio), 7 luglio.
Bossotto Domenico, di a. IT, già famoso giuo-
STITICHEZZA ABITUALE
1 0 2 grani prima dei pranzo
Effetto sicuro
Seat. 105 grani L. 3.—
1/2 Scatola L. 1.50
505
CiIOTAXNI BkTTOI.O
GUGLIRLMO CaLDKKINI
Luigi Capuana
patere di pallonp, celebrato da De Aniicis
nel libro " I Rossi e i Neri „. t Torino, di-
cembre, nell'Ospizio dei Poveri, dove er;i
riooverMto.
Braniliilla .Maria, di a. 87, già celebre balle-
rina sotto lo i;seudonini<) di Sofia Fuoco,
t Carate Lario (Como), gia;;iio.
Drandts Vittorio, sociolo^jo cartolico, profes-
sore alla università di liovanio, rip;irato
in Francia dopo la distruzione di quella
univeisità. t Le Ilàvre, dicembre.
Bi-pnnan Tomma-o. vescovo amerlcnno, da
circa 20 anni d morante nel' abbazia di
(ìrottafeirata. t ivi, marzo.
Biicoli avv. Enrico, primo presidente onora-
rio di Corte d'appello. I Milano, 14 gennaio.
BiiiTheati Costantino, mag>,More di fanteria,
t Boni Ulid (Tripolitani.ij, suicidatosi il 16
maggio perchè prigioniero dei ribelli: la
mobilie Maria Br.ni Paruiif^giani Brighenti
era morta a Tarhuna il 18 ^ringno l'Jla
combattendo eroicamoii'.e contro i ribelli
medesimi.
Brindejono de Moulinais, uno dei più noti
aviatori fruicesi. t presso Verdun, in un
accidente di aviazione, agosto.
Brockett Ma. gher.ta, di a. 105. t Bordighera,
genna o.
BrugnoH Annibale, p. Perugia 1843, valente
pittore dt co; atore ; affrescò il teatro lirico
a Milano e il Costan/.i a Uoma, il Duomo
d'Aquila, ecc. t Perugia, 11 dicembre.
Bruno Luigi, già ministro plenipotenziario
d'Italia a Rio Janeiro e a Stoccolma, ora
a riposo, f San fiior^io a Cremano (Napoli),
ti gennaio.
Bruschi Onofrio. n<.to fabbricante d'organi.
t Loro Ciuffenna (Arezzo), 2 agosto.
Brusomini ing. Eugenio, di a. Vi. di ettore
delle Assicura/ioni (ìenerali, i educe delle
battaglie patrie, filantropo, lascio 1.2.")0.000
lire in be:iettceuza. t Venezia, 1» maggio.
Bnck Edoardo, delegato dell'India all'Istituto
Internaz. di Jig. icoltnra. t Roma, ó luglio.
Buffetti Berardi «vv. Arturo, da 19 anni di-
rettore della Cassa di Risparmio di Foligno.
t ivi, 2 febbraio.
BoTì^atti Rembra kU, scultore milanese, resi-
dente a Parigi: si ora fatto conoscere per
i suoi grup;>i di aniuiali. t Parigi, b gen-
naio, suio da.
Burnham (Lord), di a. 82, proprietario del
Daily Telcgraph, decano del giornalismo
inglese, t Londra, 9 gennaio.
Buschetti conte Alessandro, di a. 74, tenente
^enerae nella ri erva. tre volte decorato
al va'i'r militare, i Firenze, 9 gennaio.
Bnzzi-tjibcrto Lni>.i. scui.ore, di Viggiù. t Mi-
lano, 12 dicembre.
Caetani duca Livio, n. Roma 1873, t^rzo-
;.eiiito di D. Onorato principe di Kernm-
ncta: addetto di legazione, si era distinto
a l'echino nel 1900 orgauizzanio. con un
pugno di mai inai italiani la difesa doila
Legazione italiana assediata dai boxer»; ora
sottotenente volontario del genio, t Pudtj-
va, 11 diceiiibro.
Cacati dott. Lu gi. di a. 52, medico dei Sa-
cri Palazzi Apo tolici. t Roma, in Vaticano,
improvvisamente, mentre era di servizio
notturno, 14 di -enibre.
C.ilabrese avv. (J o. Batt sta, sostituto avvo-
ca'o generale era iale. t Roma, febbraio.
Calderai Franco, costruttore e iinprendiUirc
di lavori, t Roma, 4 giugno.
Calderlni Gu;j;lieImo, n. Perugia 1840, archi-
tetto illustre, autore del Palazzo di Giu-
stizia a Roma, del Quadriportico di S. Paolo
fuori le Mura e di altre opere monumen-
tali, t Roma. 12 febbraio.
Cali Edoard><, di a. 70, niagi,ior generale nella
riserva navale, t Napoli. 4 luglio.
Callegari ing. Giovanni, di a. 35, noto in lu-
striale: aveva coperto impoi tanti cariche.
t Pavia, 22 genn do, per suicidio.
Callegari avv. Paolo, di a. 7ó. uno dei più
g aiidi avvocati penalisti del Foro geno-
vesi?, t Genova, '26 settembre.
Camilli Nicola Giuseppe, di Monterubblano
(I ermo), arcivescovo di Jassy (Romania)
t ivi, gennaio.
Camjiani Annibale, di Modena, di a. 63, prov
veditore agii studi a Siena, t Ivi, 10 wpnic
Campelo 'Conte di) Solone, fondatore e pr. -
sideiite perpetuo del Circolo letterario ita
lano Società Dante Alighieri in Boston,
t Montefalco (f'mbria). Il febliraio.
C;tndiani dott. Cesare, notaio, presliiente del
Consiglio Notarile di Mila<i(j. 'ivi, 21 agosto,
Canepa Giovanni, industr ale. t Bl Ila. gemi.
Cantù Giuseppe, n. Casorate Pruno IStlt.
scultore di merito, va'ente nuotatore, e
propagandista di questo spott, fo.datoie
51)G
dol Jìfiri Xnìi'fn e dei cimenti invernnli di
i.uioto. ! 3 s.•ttom^'e, aiinogMtd nel Ticino,
a l'onte Ticino presso N(»v;ir;i.
Ciiìi/ia li Odoardo, industriale, t Caliate (Gal-
laraie), ina<jgio.
Gabellano Al)ele, di Colle<rno (Piemonte), di
a. tj2, già professore di lettore a Lunario e
Torino, ora imni'^<,'ato al Minist. delle Fi-
nan/.e, pubblicista di fede mazziniana, fondò
e dire-se giornali e riviste, t Konoa, 28 tet-
tiMubre.
Ca;)nana Luigi, n. Mineo (Catania) 27 mag-
gio 1839, illustre scr ttore, uìio dei capi
della scuola naturalista, fecondo autore di
romanzi, novelle, drammi, lino all'anno
scorso prof, di lessigiafia e stile italiano al-
l'univ. catanese. t Ciiania, 20 novembre.
Carabelli avv. Coi rado, milanese, che fu con-
sij^'liere comunale ed assessore nella giunta
Mussi, t Milano, 12 ai>ri!e.
Cardani rag. Paolo, di a. 79. già val.nte pro-
fessionista, t Milano, 20 novembre.
Cardella mons. Fraiicesoo, vescovo di Ro-
vana e Pitigliano. t Pitigliano (Firenze),
febbraio.
Cardone Gaetano Ferdinando, piimo presi-
deiite di Cassazione a riposo, t Torino, 23
febbraio.
Carotti (Jiacomo, n. Chivasso (Torino), di a. 62,
noto commerciante romano in liquori e
vini di lusso: coprì numerose cariclie cit-
tadine e fu prosindaco e asses-;()re del e
finanze nell'amministrazione Nahan. t Ro-
ma. 1" settembre, improvvisamente.
Carini Giuseppe Fedele, di a, 74, colonnello
a riposo, dei Mille di Marsala, reduce delle
campagne del '59, 'GO, '(il, 'OG e 70. t Milano,
16 aprile.
Carocci Guido, n. Firenze 1851, pubblicista,
sciittore d'artt', direttore del Museo di
S. Marco e dei Cenacoli di Firenze, autore
di moltissimi volumi nell'arte e la storia
fi'.r.ntina, fondatore e direttore per 35 anni
del periodico A, le e Storia, t Firenze, 20
settembre.
Carpi avv. Tito, di a. SO. intendente di fi-
nanza a riposo, culoì-e di studi letterari
e storici, t Roma, febbraio.
Casaccia Vincenzo, editore di libri popolari.
t Milano, 12 gennaio.
Gasagli Emilia vedova Tommasi, di a. 100,
t Lucca, 2G aprile.
Casanuova p. Cristoforo, parroco di S. M.
Novella, valente predicatore, t Firenze,
2 febbraio.
Casarteìli avv. Guido, t Torno (Como), 18 no-
vembre.
Casini Pietro, fabbricante di cornici, noto
per la sua straordinaria rassomiglianza con
Teodoro Roosevelt, t Firenze, 24 ottobre,
suicida.
Cassanello Tonnnaso, n. Genova 1842, uno dei
Mille di Marsala, cavalienì del lavoro, indu-
gi riale, fu uno dei promotori dell'industria
dei molini in It.ilia. f Genova, 4 l'eMn-.d >.
Cassiani li, goni ing. Luigi, coloni. elio del
(ionio a riposo, t Casinalbo (Modena', 17 ot-
tobre.
Castagnola ing. Luigi, di a. 81, tenente ge-
nerale a riposo: pioveniva ('al!' arliglieiia
e nel 1870 comandò le batterie che apri-
rono la brcciia di Porta Pia. f Santa Giu-
litta (Pavia), Il dicembre.
Cavalieri Alfonso, di Cento, di a. 67, già re-
da tore della Gazzetta di Turino e colla-
borato! e per molti anni nell'antico Fincìiiei'.o
e nel 'l'ii squillo e m lo pseudonimo di Fra
Stregone, t Torno, agosto.
Cavalli Pio, n. Sa'e (Aless mdria) 1847, procu-
r.itore t>enerale presso la Corte d'Appello
di Firenze, t ivi, 6 no\embre.
Cav.dlo Giovanna vedova Bronzo, di a, 102.
t Sussi (Torino^ 27 dicembre.
Cavell Editta, n. S\varde~ton (contea di Nor-
folk) 1881, infermiera inglese, dirigeva una
scuola di infermiere nel Belgio, t Bruxel-
les, fucilata dai tedeschi, 12 ottobre.
Ceccherel i Andrea, n. Firenze 1850, chirurgo
valenti>ssimo, direttore della Clinica chirn -
gica d -Ha Università di Parma, pre-id.nte
del locale Comit. della Croce Rossa, t Par-
ma, 9 dicembre.
Cecchini Cesare, che fu tenente garibaldino,
pr sidente della Camera di Commercio e
della Congi-egazione di Cnrità ed ora con-
sole di Russia, t Ancona, 29 giugno,
Centaro nob. Roberto, lu Roma 1881, primo
segretario di legazione a Londra, già a
Washington, t Londra, 14 febbraio, suicida.
Centenari Ambrogio, di Milano, di a. 71, in-
cisore in le^no. t Cusano-Milanino, 5 aprile.
Centurini Alessandro, di Genova, di a 85,
senatore del Regno, cavaliere del lavoro,
operoso industriale: era s'ato 10 anni al
Marocco, avviandovi traffici importanii:
aveva fondato la Metallurgica Italiana di
Livorno, la Società per condotte d' acqua
e il grande jutiticio di Terni, t Roma, 20
gennaio.
Cerza Giuseppe, primo presidente di Coite
d'Appello a riposo, t Roma, 1» gennaio.
Cervi Luigi, maestro di musica, professerò
al Conservatorio di Milano e maestro di
cappella a Varese, t ivi, 21 giugno.
Cesarotti Rosita, romana, mezzo soprano.
t nell'affondamento del Snst!ex, silura o
nella Manica, '24 marzo.
Cesena Carlo, maggior generale nella riser-
\a. t Bari, lujio.
Charrey avv. Giu'iano, di a. 39, deputato cat-
tolico di Vcrrès dal 1913, già sindaco di
Aosta, t ivi, 24 gennaio.
Chierichetti Carlo, di a. 88, che fu per molti
ani proprietario del cafle Cova, f Milano,
maggio.
Chiesa Pietro, n. Casal Monferrato 1856, de-
CATTTQA'KrT supposte a base di Almateina, per il trat-
uALUuiirli tamento specifico delle
EMORROIDI e loro conseguenze
I^EPETIT FARMACEUTICI - MILANO
A.NnilKA CE(CHKKELI
PiKTKO CHIKSA
Alberto Cougnet
putato di San Pier d'Arerà dal 1900, già
operaio verniciatore, abilissimo organizza-
tore delle masse operaie, membro e poi
vicepresidente del Consiglio Superiore del
Lavoro sin dalla costituzione, t San Pier
d'Arena. 14 dicembre, per un attacco d'in-
tossificiizione satuinica contratta nell'eser-
ciz o dell'arte sua.
Cliile>otti Oscar, di a. 68. noto per i suoi studi
sull'arte museale t Roma, luglio.
Chiozzi Milklire nob. Francese o. colonnello
commissario nella Riserva Navale, t Vene-
zia, 10 settembre.
ina Stefano, di a. 85, milanese, patriota,
jtartecipò alle Cin(ine Giornate, all'assedio
di Roma, fu dei Cr.cciatori delle Alpi, tra-
via, gennaio.
t lutti Pompeo, già uno dei più noti agita-
tori del partito socialista italiano, t Fireizc,
11 ottobre.
I il torio liiuseppe, cavaliere del lavor-i. t Mon-
doiiico al Colle (Stradella), 5 luglio.
1 litio dott. Giuseppe, aiuto della clinica der-
nosiflioiiatica della università di Pavia e
capitano medico, t Pavia. 5 marzo,
(leleoncini Franiesco, di a. 57, proprieta-
lio del Cantiere Lodigiano. t 7 ottobre, per
infortunio.
L olii pardo (Da) p. Serafino, consultore di Pro-
paganda, profondo conoscitore dell'Eritrea,
della lingua e dei costumi abissini, t Rima,
maggio.
Ili rag. Giacomo, industriale milanese in
^eta, fu consigliere comunale di parte de-
mocratica e assessore nella Giunta Mus>,i.
I Genova, 10 marzo.
imelli ing. Giambattista, vice-presidente
Iella Cassa di Risparmio di Bologna, stu-
llJioso di cose storiche, t Bargi (Bologna),
-25 agosto.
Comi ing. Antonio, n. Varese 1845, direttore
generale delle Oftic. Meccaniche Grondona,
Comi k (;., cavaliere del lavoro, t Milano,
7 gennaio.
Conti Dernetr o. n. Loreto 1837, uno dei Mille,
già nostromo de' piroscafo Loniiaido. t Aii-
coi a, 15 fcbbra.o.
L'origliano nvv. .Alessandro, vicepresidente
del Consiglio Provinciale di Cosenza, i re-
sidente dell'ordino dei Procuratori, t Co-
senza, 29 agosto.
Coronare Gelilo Benvenuto, di Vicenza, di
■a. i)&, maestro di mugica e compositore:
fra le sue opere la più nota è la Fe.f'a a
Marma che vinse il premio Son/.ogno. t Mi-
lano, 2(> luglio.
Corsini (De' Principi) Luisa, nata Fenzi, n.
Firenze 1848. t J'ireiize, 8 gennaio, di ura
infezione presa in un ospeda'e della Croce
Rossa mt^d cando un soldato ferito.
Cossa p. Lorenzo, già lettore del Collegio
degli Orfanelli di Roma, poi generalo d< l-
r ordine dei Somaschi. t Roma, 5 a„o to.
Costa Giacomo di a. 81, da oltre un venfen-
nio presidente del Rowing Club Genovese.
■f Genova, <> aprile.
Costantino do't. Giulio, rettore del Collego
degli Artigianelli, dove era entrato nel 18.'>3
come alunno calzolaio. \ Torino, ottobre.
Congnet dott. Alberto, di Nizza, di a. 65,
schermitore, scrittore e pnbbMci.sta spor-
tivo, pubblicò nnmerosi \olrmi di scherma,
di boxe, di lutia, di ta-tronomia, in cui
era una vera competenza; viveva a Milano;
era stato collaboratore a molti volumi del-
VAhnaìKtcco Ita/vnio. t Morcoto (Lago di
Lugano), £ settembre.
Crosti avv. Alessandro, noto professionista
milanese, fu per 18 anni consulente lej. ale
della Federazione degli Esercenti, t Can ù
(Como', 17 luglio
Cuneo Ciro, disegratore italiano di giornali
inglesi e americani, t Londra, luglio.
Dalbono Edoardo, n. Napoli 1814, il decano
e il più lilUNtre dei pittori napoli ta: i.
t Napoli, 23 agosto.
D'Ali Antonio, già deputato d'Alcamo, figlio
del senatore Giuseppe, t Tra])ani, 7 agosto.
Davignon Giulio, già ministro degli esteri del
Belgio : si era ritirato per salute nella estate
11)16. t Nizza, 12 marzo.
De Baldini nob. Vittorio, colonnello di fan-
teria, t Turro Milanese, 5 agosto.
De Crlstoforls nob. dott. Malachia, n. Milano
1^35 da famiglia famosa nei fasti del pa-
triottismo, senatore del Regno dal 19(5.
già depu'ato di-Milmo per tre Icgisl . ga-
ribaldino valor<).so nel IS.V.», 1860 è 18t;«,
ostetrico valente, gran macstio onora' io
della Massoneria irallana. i Milano, 28 di-
cembre.
lecuriins Gaspare, del Cantone Grigioni.pro-
fe.ssore all'Università di Friburgo, fi a le
personalità più note del cattolici^mo so-
ciale, t Roma, giugno.
bi)S
KUOARDO DaLBO.XO
Mai.acuia De Cuistofouis
Attilio De Marc
De Giory^io avv. Giovanni, prefetto di Ra-
venna, t Pistoia, 18 a<,'osto.
Dcf,'!' Innocenti Annido, di Firenze, propu-
f,'natore infaticabile de-rli sporfs atletici,
fonda'ore e cooperatore di moìtis-<ime as-
sociazioni sportive toscane, spezialmente
di pod smo e gintiistica. t Franoaviila Fon-
tana (Lecce), luglio.
te (ìiandi avv. Kinuldo, di Milano, di a. 50,
stimato professionista, t Calolzio (Bergamo),
15 agosto.
L'e.iob Carlo, prof, di lingua e letteratura ira-
liana alla Sorbona, fondatore e presidente
della So:ieté d'éludes italiennes. t Parigi,
8 aprile.
Dellachà Ambrogio, industrialo, fabbricante
di fiammifeii. t Torino, 6 aprile.
Dell'Acqua Lorenzo, di a. «"i, libraio anti-
(in.irio. successore nella proprietà della
libieria Komagnoli, editrice delle pubbli-
cazioni della Commissione dei Testi di Lin-
gua, t Bologna 2ti fiennaio.
Dcila Giovainia Ildebrando, n. Piacrenza 1857,
prof, di lettere italiane ni Liceo E. Q. Vi-
sconti di Ruma da 24 anni, autore di pre-
t:iati sludi di storia letteraria. 1 Roma,
21 luglio.
Della Porta dott Paolo, chirurgo primario
de l'Ospedale M;iggiore di Milano, ispetto. e
del Hovrano Mil tare Ordine di Malta, f Mi-
lano, 16 novembre.
Dellepiiuie Mariano, industiia'e e tìlantr.rp.),
anche di r.ce'ite aveva elargito più di
300,000 lire a un ospedale: era padre del-
l'on. Franco, deputato del collegio, t ^"ovi
Lifiure, settembre.
Dell'Isola Molo conte Luigi, n. Voghera 1846,
gioinalista di pane repubblicana, combattè
con Gaiibaldi nel 1866, '67 e '70, t Genova,
11 febbraio.
De Luigi Enrico, di a. 70, vecchio patriotta.
garibaldino, cavaliere del lavoro, impiegato
alla Filotecnica, t Milano, 19 gennaio.
De Marchi Attilio, n. Milano 1855, presidi
dell'Accademia scientilico letteraria dove
insegnava antichità classiche, presidente
della Sezione Lombarda della Soei'Hà Atene
e Roma, autore di prt-giati studi nelle an-
tiche istituzi. ni greche e romane, t Milano,
29 dicembre.
De Marco Gustavo, presidente dell'ordine
degli avvocati, t Teramo, 9 febbraio.
De Michelis Pietro, di a. 75, già professore
di storia e geografia al liceo e ail'i.-iti n o
tecnico di Ravt una di cui era stato anche
preside, anfore di appi^^ezzati lavori storie;,
t Ravenna, 14 febbraio.
De Nava avv. Pietro, consigliere di stato.
t Roma, 8 marzo.
Dentice conte Massimiliano, princ. di Frasso,
n. Venezia 1887, figlio dei principi diFrass»»,
cavaliere e dama d'onore della Regima;
tenente aviatore dei Cavalleggeri Padova,
t al campo di aviazione di Coltano, pesso
Pisa, per un ine dente aviatorio, :iO magg o.
De Rosa Gustavo, consigliere della Corte dei
Conti, d rettore della rivisti La Coite dei
Conti, t Roma, 29 novembre.
De Rossi Filippo, direttore generale dei ponti
e delle strade al Ministero dei L.ivori Pub-
blici, t Roma, mar/.o.
De Sanctis Cesare, n. Albano 1830, musici-
sta, prof, di armonia al Liceo di S. Cecilia
dal 1876 tino a pochi anni fa, autore di
una classica opera sulla Polifonia f Roma,
28 gennaio.
Devoto conte Antonio, di Lavagna, di a. 84,
di modesta famiglia, anlato {iiovani-isimo
in Argentina vi aveva fatto un'enorme for-
tuna nell'agricoltura, poi nelle specula-
zioni di banca, aveva fondato il Banco de
Italia y Rio de la Paté: per le sue ben.'-
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fplibr.i'o l.!ir>. t B lenos Aiip-'. r,l Ihl'Uo.
P) riixitiiio Ge.olamo, n. Pnlerin-) ISCO, se-
llo e d .1 19or>. sindaco di P..lent>o per
ni anni, t ralermo, 5 ott >l>re.
>[ar7.a Ciaiilio nions. Gionccliino, di Pa-
lino, di 8. 7('., bibliofe ario d >llii Bil.lio-
ca Coinuii:>'e di Palenno, del' g-to rofjio
.'i'a C;ippel'ania M-j^-iìro del Ke in Sifi-
I a. a.j'^ore di nume. oso piibblicazicni sto-
II i:e e letter.i: io. t l'aleinio. 4 aprile.
l 'alma Federico, n. (ìrottiglie (r.ecoe) 18G0,
:a t.e legislatni'e deputato di Taranto, pro-
letario e direttore dc!la lìivista ymaJ-^.
lìoiua, 13 aprile.
bbingr mons. Giuseppe Ber. .ardo, n. Mùn-
r 1855, pà vescovo di Nepi e Sutri, ac-
isato nel l'Mi dal Mes^^ftgye o di nutrire
ontimenti antiitaliani, dovè allontanarsi
.alla diocesi, t Uoma. 14 marzo,
l'.cieu de la Bàtie conto GngiMmo, te-
-nte di ca\ allena in ritiro, aiutante di
impo del fu Princijie Amedeo Duca d'Ao-
fa. t Vignale (Alessandria», 18 settenibie.
.;hi Angelo, di a. 85, editore-libraio in Pa-
.')va. t Èste, 10 novembre,
.iikev Car'o. di Vei'ona, di a. 74, libraio-
• ditore. t Pad(>\a 27 nia^/.o.
l'ufuur-Berle nata Bombrini marcljesaMari.T,
di a. o2. fiizlia del senato, e Boinbrini. Ca-
duta ('.al trono in corsa nella galleria del'e
ilrazie iì^ Zoa^li e (Miiavari, ricoverata
>!i giavissinie fer te all'ospedale di Ka-
; allo, vi muore il 2^ Rt;osto.
linoni Gì ivanni. di a. 77. economo del Col-
legio Beale delle ranoiulle, t^ia giornalista
e antoic drammatico in dialetto milane.se:
la stalo tamburino degli insorti nello Cin-
,ue Giornate, t Milano, 2ò novembre.
i'iliem Pietro, n. Parigi 1861, fisico, t Pa-
rigi, l.s settembre.
Diro rasijnale, ispettore super ore al mi-
ni tero del Lavoro, t Bagnorca, 10 set-
tembre.
Ecbegaray Jo-è. n. Madrid 1835, ingegnere,
matematico, deput. al Parlamento sp.i-
gnuoìo, già ministro delle Finanze, rìratu-
maturgo fra i primi, vincilor.j di un premio
^olel. t Mj-drid. 15 settembre.
Ehret F-milio, diretto; e delUi Fiatura Beni-
gno Crespi, t Crespi sull'Adda. 30 agosto.
Elisabetta re;;ina di Bomaiia. nata princi-
jessa di Wied a Neuwied il 2» dieembie
1843, vedova del re Carlo che aveva .spo-
sato nel 1S60, zia dell' attnale re Ferd-
uando, scrittrice e poetessa geniale nota
K >tto lo psend, di Carmen Si/ha. \ Buca-
rest, 2 marzo.
Ellero l'io, rii a. 68. tenente colonnello a ri-
poso, fratello d ll'ex deputato prof. Ellero,
garibald.no nel lt66. f Treviso, febbraio.
EmUin ^fno,-), al secolo Co'ombrt T5f Ferr.Trl,
genovese, di a '.)>. aveva seguito il c:iipo
sardo ili s;ìe(l.zione in Cr.mea e meritata la
medaglia d'ar^'ento al valore: fu per olire
60 amii suora di carità nell'Ospedale Civile
di Sassari. 1 Tvirino, giugno.
I^abbii Attilio, di a. 64, già applaudito at-
tore diamma^^ico. t hlìlano. gennaio.
Fabbri Giovanni, di Codigoro (Ferrara i, di
a. 46. maggioro di artiy:i:eria, capo de. li
missiou'i italiana di aviazione in Francia,
cjmpetentissimo in quesiioi.i aeronauli-
c!ie. t Parigi, 8 mar/.o.
Fabbricotti nobile Bernardo, f Livorno, 21
aprile.
Fabie Fnrico, n. 1823 in un villaggio delle
Ceveime, famoso entomologo francese: i
suoi lavori sul'a vita degli insetti gli val-
sero un premio Nobel nel 1012. 1 Serignan
in Valchius.i, 11 ottobre
Faccioli Kadacle, n. Bologna 1846, pittore
paesista e rit attista, presidente dell'Acoa-
demia di B. A. t Bologna, 2 giugno.
Facheris Kinaldo, di a. 65, vicepresidetìte
della Banca Lombarda, fu uno degli orga-
iiizza'oii della Esposizione Internaziona'e
del li)06. t Milano, !<> maggio.
l'agnet Emdio, n. La Koche-sur-Yon 1847,
membro dell'Accidemia Francese, autore
di numer.)si volumi di critica letteraria,
prof, di letteratura poetica alla So. bona,
t Parigi. giu;-no.
Faìioon (Renami di) e di Santo Stefano conte
Emilio, contrammiraglio «ella R. M. t To-
rino, 3 giugno.
Fuure Teresa, ved. Sibille, di a. 102. t Chio-
inonte (Torino), settembre.
Federici Gualtiero, tipografo, cav. al mcri:o
del lavoro, t Pesaro, 5 ottobre.
Fonoglio conte Vittorio, capitano di caval-
leria Piemonte Leale, cavallciizzo abilissi-
mo, vi ne tote di un gran numero di premi,
i.struttore a Tor di Quinto, t Uoma. 24 di-
cembre, ucciso a revolverate da un D'Alcs-
sandii per g losia.
Fera Clari.ssa, nata Anaclerio, moglie del mi-
- iiistro delle Poste, di a. 41. t Boma, 9 set-
tembre.
Fera Saverio, calubrese, di a. 65, pastoie
e\angelieo, ex-garibaldino, capo della Mas-
soneria dissidente di rito scozzese, Sovrano
<4ran Commeiutatore del Ulto simbolico,
t Firenze, 29 dicembre, improvvisamente.
Forni Angelo, noto concertista di violino, pro-
fessore da circa 3u anni al Consi rvatorio.
t Napoli, dicembre.
Ferrar! ing Filippo, n. Reggio Emilia 1829,
di fanjiglia patriottica che el'be il sopran-
nome di " Cairoliri'tjyiani „, mutilato a San
Martino, per molti anni .as.>e-sore r. consl-
glicie comunale, ebbe in patria molto t.v
Anno
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1917
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Gerolamo Di Martino
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riche, fu presidente del Comitato por la
commemorazione del Tricolore, t Kpggio
Emilia, 7 novembre.
Fei-ravilla Edoardi), n. Milano 1840. famoso
attoi-e del teatro milanese, t Milano, 2ó
ottobre.
Feirero don Giuseppe, di Cuneo, di a. 64,
superioie della Pia Casa della Divina Prov-
videnza, t Gassino (Torino), 2 luglio.
Fignoni cav. Gerolamo, eoiisigliere provin-
ciale, t Àlgheio, 27 ottobre.
Filangieri di Candida conto AntOTiio, di a. 48.
studioso d'arte nello univer.sità di Napoli,
t Massa Lubrense (Napoli^, 6 aprile.
Filippini Giulio, di a. 57, da n:i ventennio
chirurgo piimario degli Spedali Civili e à.i^i
Fatebenefratelli di Brescia, t ivi, 14 set-
tembre.
Filon Agostino, n, Parigi 1841, letiera'o, eru-
dito francesp. t maggio.
Filonardi VincouTio, già viceconsole italiano
a Zanzibar, a lui si deve il primo tentativo
di penetrazione italiana nel Benadir. | Eoma,
6 maggio.
Finoccliiaro-Aprile avv. Camillo, n. Palermo
1851, uomo politico, fu deputato di Pa-
lermo nelle legislature 15^ 16-^ e 17» e poi
del collegio di Frizzi, comm-ssario regio a
Catania nel 1887 e a Boma nel 1890, mini-
stro delle poste e dei telegrati, e per ti-e
volte ministro guardasigilli, t Roma, 20
gennaio.
Finzi avv. Achille, valente penalista: parte-
cipò alla vita politica militando nella purte
radicale, t Mantova, 8 marzo.
Fiorese Costantino, da poco tempo nominato
direttore generale dei poni e de'le strade
al ministero dei Lavori Pubblici: già capo
di gabinetto del ministro Ciuffelli. t Capri,
3 settembre.
Fioruzzi Emil o, n. Piacenza 1835, agricoltore,
cavaliere del lavoro, t Piacenza, 11 maggio.
Fisauli nob. Difgo, di a. 54, colonello briga-
diere, già ufficiale di artiglieria, t Randazzo
(Catania», 19 settembre.
Florena Filippo, n. 1840, senatore dal 1900,
già deputato pel collegio di Mistretta dal-
l'Ila alla 18* legislazione, con qualche in-
terru7;ione. t Santo Stefano di Camastra
(Mistretta), 28 ottobre.
Fogazzi Giovanni, n. S. Stefano della Badia
(Milano) 1838, emigrato giovauissimo in
America, dopo molti stenti vi fece una
grande fortuna in California con un'agen-
zìa di trasporti marittimi e varie banche
da lui fondate, t San Francisco Cai., 4 giugno.
Fontanelli marchesa Elisabetta, vefl. Majnoi.i
d'Intignano, di a. 90, figlia del modenese
conte Achille Fontanelli, che fu generale
e ministro del Regno Italico, t Milano, 31
gennaio.
Frariceschini mons. Vincenzo, n. Grottamare
1844, vescovo di Fano, f ivi, marzo.
Franchetti bar. Eugenio, fratello del sena-
tore bar. Leopoldo. 1^ Roma, 3»mar/!o.
Fr. inchini Pilade, di anni 82, antico cospira-
tore, partecipò in gioventù ai moti della
" Giovane Italia „. t Livorno, marzo.
Frigerio Edoardo, n. Milano 1830, tenente
generale delia riserva, t Brescia, 30 giugno.
Fiyatt Carlo, capitano della marina mercan-
tile inglese, il 24 marzo 1^16 sul piroscato
liritxeUes, assalito da un sottomarino tede-
sco che voleva silurarlo, tentò di speronarlo
e riuscì a sfuggirgli: caduto più tardi nello
mani dei tedeschi, fu>per questo tatto sot- -
toposto a una parodia di processo e vigliac-
camente assasinato a Binges'il 27 luglio.
Fumo Donato, di a. 70, antico giornalista, fu
tra i fondatori del liersciyliere prima, del
Ctiintun Fraciissa poi : quindi fondò con
Orazio Contadino 1'" Agenzia italiana d' in-
• formazioni „. t Roma, 28 ottobre.
Fusco .Mfonso, ex-deputato, t Caste'lammaie
di Stabia, 27 maggio.
Fusetti Antonio, di a. 20, incisore calcografo,
t Milano, 3 febbr.aio.
Gabba Luigi, di Milano, di a. 75, profess.
emerito di chimica tecnologica all'Isti-
tuto Tecnico Superiore, t Milano, 2 agosto.
Gacrgiotti Augusto, capo ufficio dell'anagrafe
di Ancona: lasciò il suo patrimonio di circa
200,000 lire all'ospedale civile Umber.^o I.
t Ancona, marzo.
Gagliardi Edoardo, viceammiraglio in posi-
zione ausiliaria: aveva comandato il dipar-
timento marittimo di Taranto e diretto le
opere per la fortificazione di Brindisi, t Li-
vorno, 17 giugno.
Galanti Ferdinando, di a. 77, preside di liceo
a riposo, letterato, poeta, t Venezia, 21 feb-
braio.
Galitzin principe Boris Borisovic, noto sismo-
GOl —
Camillo Fixo( tMiiAuo-ApiULK Domenico Gianmtk.'
logo e meteorologo, istituì ed ovgan'zzù la
stazione sismolofrira di Pulcova.poi divento
direttore dell'Ufficio Meteorologico russo,
t settembre.
Galliani Michele, di a. 50. pubblici.s(a. diret-
tore del llisvsglio Cittadino di Acqui, da 15
anni sindaco di Moibfllo. t ivi, 13 novembre,
liiillieni Giuseppe, n. Saint-Beat (Haute Ga-
ronne) 24 api ile 1849 di padre milanese,
uno dei migliori generali francesi, iiveva
servito nelle colonie rivelando doti milit.iri
e organizzati i.-i miiabli, conquistò l'alto
Niger, pacitìf'ò il Toncliino e il Madaga-car
ove depo.s<» la Regina IJanavalo, e fu j:o-
vernatole generale dal IS'.m; al 1905; allo
scoppiare di qu-vti guerra fu governatore
militare di Parigi (juando la città temeva
imminente l' investimento dell'esercito te-
desco, e la salvò con la vittoria dell' <.)iircq,
assunse poi il portafogli della guerra cbe
lasciò nel marzo per salute, t Versailles, 18
maggio.
Gallo avv. Giuseppe, di Mezolombnrdo, una
delle personalità più distinte del partito
nazionale trent no. t di paralisi cardiaca in
uno dei campi di concentrazione dell'Au-
srriu superiore, iinvemlue.
GaUotti Vincenzo, di Milano, direttore del-
l' Orlanotrofio lombardo per gli orfani del
terremoto, t Messina, 15 gennaio, suicida.
Gandolli KafTaele, già parrucchiere, ora se-
^^^irretariò della Società Democratica Lom-
^^^Hbarda, del ( ìrolo per gli Interessi Indu-
^^^Bptriali, Commerciali ed Agricoli e di parec-
^^^Hchio altre istituzioni di spirito radicale.
^^^■t Milano. 21 luglio.
^^HRirau liUigi, tenente generale, proveniente
dall'artiglieria, t Sassari, 19 gennaio,
i iidin Fontana avv. Giuseppe, da (juattro
.inni prefetto di Belluno, t Ivi, 2G gi-nnaio,
ili aneurisma poco dopo essere stato ope-
rato della cataratta.
Garone avv. Paolo, intendente di finanza a
Venezia, t lionia, 3 g ugno.
Gastinelli nob. Giovanni, tenente generale
nella riserva \ Parma, luglio.
Gatti Carlo, di a. 74, volon'ario delle campa-
gne doli' indipendenza dal 1859 al 1870 e
della campagna garibaldina di Francia, an-
tiio giornalista fiorentino, da oltre 40 anni
resisore della Xazione t Firenze, (5 marzo.
Gatti Della Gatta dott. Francesco, di a. 86,
cavaliere del lavoro, patriota, t Gatta (Reg-
gio Emilia), 25 settembre.
Gaudcnzi avv. Augusto, n. Bologna 18.'>7, pro-
fessore di storia del diritto italiano alla uni-
versità di Bologna, eruditissimo indagatore
del medioevo italico, t Modena, "25 marzo.
Gavotti Vpi-ospi marchese Angelo, di a. 81,
maestro di cerimonia di Corte a disposi-
zione, t Albano (Roma) "19 febbraio.
Gazzola Piet'o, barnabita dottissimo, già pre-
vosto nella chiesa di S. Alessandro a Mi-
lano, confìiiato a Livorno per sospetti di
modernismo, t Livorno, 6 novembre.
Geha Cirillo Vili, patriarca d'Antiochia, di
Alessandria, di (ìerusalemme e di tu'^t»
l'Oriente uli rito Mdòhita), u. a Aleppo 1840.
t Alessandria d'Egitto, 11 gennaio.
Gentili Guido, prof, al Liceo italiano del Cairo,
t ivi, 0 at'osto.
Genliloni conte avv. Vincenzo Ottorino, n. Fi-
lottrano 18'?5,fu presidente dell'Unione elet-
torale cattolica durante le elezioni generali
del 1913. t Roma, 2 agosto.
Gerard Eric, n. Liegi 1856, elettrotecni-o il-
lustre, dirigeva d,illafondazione(1823i l'Isti-
tuto Elettrotecnico Montetìo. e di Liegi, t Pa-
rigi, dove aveva riparato dopo l'occupa-
zione tedesca della sua patria, 28 marzo.
Ghigi Eutimio, di Ravenna, di a. 68, già
deputato di S. Giovanni in Persioeto per 4
legislature; uscito dalla cla^^se dei segretari
comunali, promosse in Parlamento le nuove
AUTOTHERMOCUCINE
legna, a gas e a vapore,
tevctti Capitano ACHIL-
LIN^I — Loro particolarità: cuociono ogni genere di cibo funzionaudo com-
pletanieute kr;(^c« fuoco e senza cura alcuna, dal momento in cui il contenuto
delle caldaie ?• portato all'ebollizione. Si costruiscono tipi di ogni dimen-
sione e capacità ))er grandi comiiuitsi. Kivolgersi alla Ditta Cav. ACHILLINI,
Via Porpora 22, MILANO — (Ved. articolo nclbi rubrica l'ila Pnitirn).
— GOl
l^fgi in loro favori^; avpva comi ai'nto a
■Miiiiinia. t Oriolo IJoitiiin.j, 6 febbiiiio.
G.aochi Alfonso dei conti Giucchi, tenente {ge-
nerale della riserva. | Scpino (Novara), 10
ago to.
Gjanlelii'O nions. Felice, di Cittaducale, ve-
scovo di Boi.'U ) (Campobasso), t i\ i, g ugno.
Giannitia. ani iiig. Doruenico, ii. Trapuni l«3t),
colonnello a riposo, veterano garibaldino,
cultore di studi geogratìci ed autore di dif-
lusissimi manuali scula^tici. t Firenze, IV»
marzo.
Giorgi Pierfrancesclii nob. Alfredo, deputato,
provinciale della prov. di Siena, t Roma,
27 die mbre.
Giovaniiini Giuseppe, che rappresentò per
varie legislature alla Camera il collegio di
Borgo a Mozzano, fu presidente del Consi-
glio pr vinciale di Lucca e coprì molte al-
tre cariche, t Viareggio, 5 aprile.
Gnacoiirini Agostino, di a. 58, già acclamato
baritono, t Bologna, maggio.
Gnudi Giuseppe, n. Budrio 1826, ultimo su-
per-lite del processo per la cospirazioiie
del febbraio IS.^.'l, condannato alla pena di
mòrte, commutata nella galera che sconto
per 6 anni, comb itt^nte nel 1848, nella di-
fesa di Roma, nella guerra del 1860.- 1 Bo-
logna, 24 apr.le.
Goltz (Von der) Cohnar, n. nell.x rru.<sia
Orientale 1843, feMniaresciatlo prussiano,
dal 1883 al 18'J5 riorganizzò l'esercito turco,
nella presente gucria fu governatore dil
Belgio, poi torno in Turchia e prese il co-
mando dell'armala mandita contro gli In-
glesi in Me.sopotamia. t Kut-f^l- Amara, sul
Tigri, 21 aprile, per tifo, altri dicono ucciso.
Gonfalonieri Cesart^ tenente generale a ri-
poso, t Boma, 21 maggio.
Gonzaga pjiticipe Ferrante, di a. 69, ultimo
della sua storica famiglia, t Mantova, 2J
maggio.
Gcrgcy Arturo, di a. 99, che nel 1849 fu capo
dell'esercito rivoluzionario ungherese, l'uni-
co dei geneiali unghen'si che dopo la resa
di Villagos ebbe salva la vita, t Budapest,
maggio.
Gotti Gerolamo Maria, n. Genova 1834, di
padre facchino del porto, carmelit. scalzo,
cardinale del tit. di S. Mar;a della Scala dui
1895, prefetto di Propaganda Fide; era stato
internnnzio al Bra-ile e durapte il pontitì-
cato di Leore XIII amministrò con abililà
e fortuna le finanze vaticane; nel conclave
del 1903 fu competitore temuto del cardi-
nale Sarto, t Roma, 19 m-arzo.
<3 0Zzano (Ju do, n. Agliè (Torino", di a. 32,
jioeta lirico, t Torino, 9 agosto.
Grandi Paola, n. 1829, aveva preso parte ai
moti rivv.lu ionari del 1848 e ] eiciò eia
s'ata anturizzata a fregiarsi delia medaglia
eommemorativa ed era iscritta al Comizio
dei Veterani lombardi, t M lano, 23 maggio.
Grivina Celare, l'apo'et.mo, di a. 60, artista
bullo di opi-rettc, ira nipote di un prefelto,
e fu delegato di P. S.: e .t ò in arte pi-r
sposare un'artista di operette, la Elodia
Ma esca, t Montevileo, felbiaio.
Grazzini Giuseppe, di a. 51, i>ubblic. redatt.-
capo per oltre 20 anni del l-'itruiìio.i.fi di
Firenze, poi rcdittore-capo o diretto e di
altri quotidiani a Livorno, a Reggio Emil a,
a Modena, ora al Xuoio Giornale. ] Firenze,
14 febbraio.
Greppi ing. Filippo, t Milano, 30 marzo.
Grocco Pietro, clinico illustre, t Courmaycui-
(Val d'Aosta), 12 febbraio (led. di contro .
Groiidona Alfonso, di a. 66, industriale mila-
nese, già proprietario di una fabbrica di
carrozzerie, assorbita dalle Officine Mecca-
niche, r Milano, 15 geitsiaio.
Guanella don Luigi, di a. 73, benefieo sacer-
dote valtellinese, foiidatoi-e degli ansili pc-
deScenti sorti in tutto il mondo e condotti
dalle suore di S. Maria delia Provvidenza.
t Como, 24 ottobre.
Guglielmi march. Giulio, n. Roma 1845, ric-
chissimo patrizio, zio del deputato mar-
chese Giorgio: aveva fatto parte della de-
putazione che nel 1870 reco il plebi.si'ito
di Roma al le Vittorio Emanuele II. f Kg-
ma, 31 lu:;;lio.
GugLelmino ing. Pietro, prof, nella K. Scn la
Navale Superiore, ispettore del Bureau Vc-
ritas. t Genova, 1^^ luglio.
Guiccioli march. Alessandi'o, di Ravenna^ di
anni 72, da molti anni cavaliere d'onore
de'la Regina Margherita, t Bordighera, 16
settembre.
Guillaume Rodolfo, di Bresci:i, di a 66, già
noto auiinaestratore e proprietario di un
circo equestre, t Milano, dicembre.
Harpignies Enrico Giuseppe, n. Va'encien-
nes 1819, valente paesista, decano dei
pittori francesi, t Parigi, arrosto.
Helhig Volfango, n. Dresda l.*^39, archeologo,
da più di luezio secolo stai.ilito a Roma,
per molti anni segretario delTlslituto .Ar-
cheologico Germanico, f l'ioma. 7 ottobre.
Hervien Paolo, di Parigi, di a. 57, illustre
drammaturgo, accademico frauceiC. t Pa-
rigi, 25 ottobre.
Hill James, di a. 7.-^. detto " il re delle fer-
rovie -, aveva ac luistato una grande for-
tuna da umilissimi principii. t San Paolo
nel Minnesota, 30 maggio.
Horne He; beri, inglese, di lungo tempo sta-
bilito a Firenze, scrittoio d'arte, t Firenze,
lo aprile, lasciando allo Stato Italiano il suo
antico palazzo e le sue ricchissime colle-
zioni d' arte.
Horsley Vittorio, di a 59, uno dei più emi-
nenti fisiologi e chirurghi inglesi, apprez-
zato specialmente com.e neurologo e clii-
rurgo dei centri nervosi, t in Mesopotamia,
FIAT
Su ogni fronte alleato le vetture e
gli autocarri FIAT segnano quoti-
tidianamente un trionfo dell' Indu-
stria italiana, b ■ ■ ■ ■ ■ ■
N^mM^il^^A«^«MM>
^^^Mi^^lWn^
t0*0mi00*am0m*m
— 003 -
Pietro Crocco.
Nei primi fine mesi riel 1<.)1(> la scuola nie-
italia a ha sui>ito due },'ravi.ssim<? i)er-
.1 lu gennaio moriva a Roma un maC-
dtl più alto valor.\ il prof. (tuìiIo liac-
i i:i ; e p ICO d -pò, cioè il 12 lebbra o, moriva
;i Courmayeur un altro grand»; uiaesMo. il
P Mt. l'ietro (irò. -co, iinn ancora sessanleiine,
i>pento da tìeris-ima ma attia che da tempo
minava la sua salu-
♦ «^ mentre egli volc-
lare ancora alla
a, alla Scienza e
.1 umanità sotlercn-
•• tutta l'attivià e
t i: IO l'amore che aiii-
111 ivano il suo cuore
buono e gentile.
Il nome di Pietro
G rocco era conosciu-
to non solt4»nt<)in Ita-
lia ma anche all'est»'-
ro per il suo grand >
valore e per le suo
' '"blicazioui. I suoi
iti scientilici. K>
i icerclie origina-
i >ua pron.ezza di
rvazione, la sua
-incacia nelle dia-
g Misi più diCBcili lo
avevano messo alla
paii con i som ni i
clinici italiani e g'i
avevano procaccato
Una fama mondiale
e una fortuna rile-
vante.
Il prof. Pietro
Crocco era nato il 27 giu;:no I85t) ad Albo-
ncst', piccolo e m ine in quel di Moilara (Pa-
via), nella ridente Lomellina.
Laureatosi nA luglio isTD fu, subito no-
minato assistente del prof. Fr^ancesco Orsi
direttore dilla Clinica medica generale del-
l'Universit-T di Pavia (n. 182S, m. 31 die. ìbW)
clinico illU". re e di molto valore. C<dà inco-
minciò la sua vita di insegnante col suo primo
insegnamento di propedeutica medica: e fu
anche a Parigi dallo Chan-ot e a Vienna dal
llosenthal e dal Nothna^el. Nel 1884 fu in-
caricato dell'insegnamento dela pitolo^a
six c;ale medica e della e inica nicdica pro-
•utica nell'Ujiiversiià di l'eiu„'ta, poi nel
fu cliiamat» allTniversnà di Pisa e ne 1
- aHIstituto di Studi superiori di Firenze.
li: tutti questi istituti svolse la suamera\i-
f:! osa attività riorgani/.z ind(Uie le Cliniclie o
Ii'iiioiidole in grado di valersi di tutti i pro-
tr ssi della soicn/.a me li'-a. La Clinica di Ti-
ren/e diveinie un vero modello. Da qcando
giunse in quella ciità. atrcse con paitiolar
passione a la costruzione dei nuovi loiall,
m'jntre la sua scuola dava valentissimi cul-
tori delle scienze mediche e notevole contri-
buto di pubblicazioni e di ricerche in ogni
ramo del'a medicina.
Fin da assislente rivelava già quello qua-
lità eccezionali di stu-
dioso e di scienziato*
che dovevano por-
tarlo al sommo della
sua carriera.
Dotato di intelli-
genza supeiiore, di
altissimo sen-o ciiti-
l'O, di memoria pro-
digio a. di profondo
spir to di osservazio-
ne, egli seppe trar o
il massimo profitto
dagli insegnamenti
dei suoi maestri. Cli-
nico valentissimo,
seppe tenersi nel giu-
sto mezzo tra la cli-
nica e il laboratorio,
valendosi spesso an-
che dell'aiuto che il
gabinetto dello scien-
ziato oft'io al diagio-
sticatore.
Cos'i seppe dedi-
carsi a studi e ricer-
(;he di anatomia pa-
tologica, di patologia
generale, di chimica,
di lisica e di altre di-
scipline che egli liti dai suoi primi anni di
studio odi preparatone scientifica riteneva
indispensabili a raggiungere nella scienza cll-
nica l'alta mèta che si era prefisso.
Parecchi segni utilissimi per la diagnosi
di molte malattie port ino il suo nome. Basti
ricordare il nome di Ffint-irraccii dato ad un
caiatte.istico rumore presistolico alla punta
del cu ire, in casi di insufficienza d'aorta, o
il iiomj di Orsi-Grocco dato alla proiezione
deM'or^cchiella sinistra sulla terza cartila-
gine eostale. E e >si polipo ven 'so-capilìare di
Grocii si chiama il sintomo del polso venos.)
di reflusso nell.' malattie di cuorv» per insuf-
ficienza della tricuspidale, mentre Irinnijnlorii
Gracco indica un'area speciale del torace che
si suol es iminare ii: ispecial modo per la dia-
gnosi della pleurite essudativa.
La sua produzione scientifica abbraccia 'o
molteplici discipline in cui si distingue !a
scici)z.i me<tica. Oltre le riceich'^ s«meiotic!.o
IHHfflffll
1 0 2 grani prima dei pranzo
puriTIca il sangue
evita emicranie e disturbi
fla^tro-intestlnall
Scatola 105 grani L. 3.-
1/2 Scatola L. 1.50
purgativi depurativi
— (304
dell' appareccli in respiratori.) e circolatorio,
rivolse i suoi studi clinici sul morbo di Erb-
Goldllain, sul reumatismo tubercolare, sulla
calcolosi epatica, snl'.a isteria, sulla febbre
sitìlitica, sulla febbre maltese, ecc. Meritano
particolare menzione anche gli studi che egli
fece principalmente negli anni di prepaia-
zione su la peptouuria, su la i reatinina, su
la pentosuria, su l'emogìobinuria da chinino
nei maialici, su l'albumiiiuria nelle urine
degli itterici e su la determinazione del glu-
cosio nelle urine.
premiando memorie .scientifiche popolari e
contribuendo con molta larghezza ad opere
di beneficenza e di assistenza.
Nel suo paesello nativo di Albonese eresse
nel 19% alla memoria del padre un Asilo
infantilo: e nelle sue disposizioni di ultima
volontà non dimenticò i poveri di Albonese
e di Collesalvetti. Istituì ancora un premio
annuo per la migliore tesi di laurea in Cli-
nica medica nell'Istituto di Firenze.
Fu per molti anni direttore sanitario delle
RR. Terme di Montecatini. Di questa celebre
Si occupo molto e con particolare amore stazione termale volle radicalmente trasfor-
della patologia nervosa, come attestano molti
suoi lavori clinici ed ana* omo patologici pub-
blicati sin dal 1880: noicvolissirae le sue ri-
cerche sulle polinevriti e nevriti ascendenti
pubblicate nel 1888.
Del morbo di Basedow si occupò moltis-
simo riu>^cendo anche per questa malattia a
s'abilire vari sintomi per cui ne è agevolata
la diagnosi anche in istiidio poco avanzato.
Nel 1896 pubblicò interessanti osserva-
zioni cliniche ed anatomiche e considerazioni
svilì' otifj/in a pectoits.
Le sue Lezioni di clinica medica delle quali
nel 1906 fu pubblicato il jn-imo volume, sono
un prezioso saggio della sua lunga esperienza
clinica, ed è sommamente a deplorarsi che
un'opera cosi importante e durai uia rimanga
incompiuta, troncata dalla morte.
Abbiamo detto che egli fece della sua Cli-
nica di Firenze un isMtuto modello: vi or-
ganizzò infatti una sezione idro elèttrica, una
sezione radiologiea, ecc. Nel 1898 essendo i
lavori della nuova clinica pressoché compiuti,
pensò di istituii vi una sezione per la cura
antirabica, che allora non veniva esegui! a in
alcuna città della Tosca a. Un munifico si-
gnore di Firenze, Leopoldo liuJiiii, costruì
ed arredò a sue spese i loc;ili. S. M. il Re
con cospicua elargizione, il Comune e laPio-
vincia di Firenze, e molti municipi di To-
scana con opportuni stanziamenti, altre isti-
tuzioni ospitaliere, di beneficenza e piùvati
cittadini con generose oblazioni, a sicurarono
la vita alla nuova sezione cl;e fu aperta nel
1899 dando subito ottimi risultati. E la Fa-
coltà Medico-Fisica fiorentina volle che l'Isti-
tuto Antirabico fos^:e intitolato al nome del
prof. Crocco, il suo illustre fondatore.
Fu strenuo propugnatore di molte istitu-
zioni ed iniziative umanitarie, e fu special-
mente dei primi e più tenaci assertori della
lotta contro la tubercolosi ed altre malattie
sociali.
Fu uomo di cuore e molto diede del suo
alla beneficenza, sussidiando studenti poveri,
mato l'indirizzo e 1*8 luglio 1911 parlò in
Senato propugnando le nuove convenzioni
che ponevan fine al dualismo fra terme de-
maniali ed acque private, dualismo che ap-
portava una cerla sfiducia nell'efficacia cu-
rativa delle acque stesse. E al Senato parò
ancora sul diseguo di legge per la protezione
del bacino idrologico di Montecatini. Era stato
nominato senatore il 3 dicembre 190Ó.
Nell'agosto 1915 ammalò gravemente di
bronco-polmonite, per cui appena possibile
fu trasportato alla sua villa di Nugola (da Ini
acquistata una decina d'anni or sono) presso
Collesalvetti (Pisa) dove la sua salute trascorse
in una continua alternativa di miglioramenti
e di peggioramenti. Negli ultimi giorni di sua
vita si era recato a Courmayeur a comi)iervi
una cura speciale in cui egli riponeva molta
fiducia. Sperava di limette: si presto per ri-
tornare alla sua scuola, ai suoi studi, alla sua
professione. Non voleva più oltre negare il
sollevo della, sua scienza alle numerose ri-
chieste che gli giungevano da ogni parte. Il
cambiamento di cima, troppo tardivo, non
ebbe alcuna etficac.a, ed il prof. Grocco do\è
soccombere.
La sua vita fu una vita di studio e di at-
tività meravigliosa. Visse por i suoi malati
e per i suoi studenti che lo ricambiarono di
rispettoso e deferente afl'etto e di fiducia il-
limitata.
L'Accademia medico-fisica fiorentina della
quale fu membro illustre e venera^^o e che
lo ebbe anche Presidente, consacrò una si>e-
ciale seduta in commemorazione di lui. E
nell'adunanza pubblica del 16 marzo 1916
presieduta dal presidene prof. Guido Banii,
parlarono del Maestro .^comparso due esimii
cultori delle scienze me Jiche, cioè il prof. Fer-
ruccio Schupfer e, più ditl'u araente, il prof. Ce-
sare Baduel g^à suo allievo e poscia suo as-
sistente, che lo segui da Perugia a Pisa e a
Firenze e che trascorse trenfc'anni di de\ota
ammirazione e di intima amicizia col vene-
rato Maestro. Dott. C. 11. Foìslasi.
Toilette
dei
bambini
SftVON SIMON
Puro ed untuoso, rende la pelle fine e
Profumo
delizioso
vellutata.
005
Guido Gozzano
Giovanni La Farina
GlOTANNI IjDCCHINI
al seguito dell'esercito inglese, per una in-
solazione, IG ln<rlio.
I urlies Leone, noto campione ciclista fran-
se di velorità, ora pil.'ta aviatore mili-
te t vittima di un accidente di aeroplano
I Lisso Chàlons-sur-Marne, ottobre,
lineria Vit'oriano, -.'ià presidente del Messico
Uri iyi3 e'ì4. t El l'avo (Messico), gennaio.
Ticonls suor Eufemia, di a. 40, superiora
I itfirOspeda'.e Italiano di Buenos Aires,
*■ iondatrice e generalessa della Congrega-
zi. ne di Carità delle Figlio dell' Inunaco-
l.ita. t Buenos Aires, agosto.
J.iiiies Knrico, di a. 72, famoso romanziere
anglo-americano. fratello del filosofo, t Lon-
dra, 2'J febbraio.
Jai e Giuseppe, rabbino maggiore, t Ferrara,
ly novembre.
Ilg ing. Alfredo, di Turgovia, di a. G2, per
niMlti anni niinisrro e coiitìdeute del Negus
Menelik. t Zurigo, 6 genn^iio.
Imperatori Camillo Edoardo, di a. 70, capo-
divisione del Ministero della Marina a ri-
poso, t TagHacozzo, 11 ot;obro.
Juel Otto, di Danzica, di a. 60, uno dei fon-
datori, e per lungo tempo consigliere dele-
gato della Bai-.ca Commerciale Italiana: era
tato prima direttole della sede di Genova
■la Baiu'à Generale, t Milano, 25 aprile.
ofT, generale bul„'aro, capo dello Stat«>
iggiore. t 11 agosto.
berti (iirolamo, di a. 61, presidente del
Imiiale di Bassano Veneto, t Isola Rizza
I Verona), 24 agosto.
J uigHeisch Em Iìd, n. Parigi 1839, prof, di
himica generale al Collegio di Francia,
olaro e collaboratore di Berthelot, noto
, r i suol lavori di chimica organica, t Pa-
rigi, 23 aprile.
I^amlnu'a, ammiraglio giapponese, di a. 66,
\ uno degli eroi della famosa battaglia di
/iiscima. t Tokio. H agosto.
1 ■ ;py Guglielmo F., di a. 51, console degli
rati Uniti d'America a Roma, t ivi, 7 marzo,
hener lord Orazio Herbert, n. Bally Long-
i..rd (Irlanda), 24 giugno lb50, il maggior
uomo di guerra inglese, dal 18tH) sirdar egi-
ziano, sconfisse i Dervisci a Omdu i man 1 1 8U8)
e occupò Cbartum, dal 1900 cap-' il. Ilo stato
maggiore di lord Boherts n.l 'l' ansvaal e
nell'anno stesso genera « in capo, vinse de-
finitivamente i Boeri e nel 1902 li obbligò
a firmare la pace in Pretoria; fu poi per
7 aniii comandante supremo delle forze
britanniche nell'India, quindi comandante
in capo e alto commissario nel Mediterra-
neo, poi agente britannico in Egitto e final-
mente allo s oppio della guerra ministro
della guerra e in tale qualità creò il nuovo
poderoso esercito inglese, t afl'ogato nel-
i'aftondamonto della nave Hampshire col-
p.ta da una mina a ovest delle isole Ork-
ney, 5 giugno.
Kowalewski Massimo, n. Kharkow 1851. noto
psicologo ed economista russo, t Pietro-
grado, aprile.
Kowalski, famoso pianista e compositore,
t Bordeaux, 10 luglio.
La Farina avv. Giovanni, n. Palermo 1843,
distinto professionista, consigliere co-
mun.ile e provinciale di Palermo, assesso-
re, prosindaco, presidente per 28 anni della
Game a di Commercio e Industiia, fonda-
tore della Cassa di Soccorso per i pesca-
tori poveri che da lui prese il nome, t Pa-
lenno, 8 novembre.
Lamola Antonio, di a. 79, prefetto a riposo.
I Napoli, 5 febbraio.
Lanoellotti principe Filippo Massimiliano Mas-
simo, da lloma, di a. 72, noto come cle-
ricale intransigentissimo. t Roma, 30 die.
Lancerotto Egisto, pittore veneziano, t Ve-
nezia. 31 maggio.
Largo Francesco, industriale, t Cagliari, 2 feb-
braio.
La/zò Giuseppe Pietro, mantovano, giornalista
d'idee avanzatissime e di vita avventurosa;
aveva fondato succes-ivamente un gran nu-
mero di giornale. ti perdonali, fra i quali il
Mendico, col quale raccoglieva fondi per il
Ricovero di Mendicità di Mantova, istituito
mcroè la sua propaganda e di cui fu il
primo direttore, t Mantova, maggio.
Lemojne sac. (ì. B.. n. (jenova'183U, saio-
alano, uno dei 1 rimi seguaci di Don Bo-co
di cui fu intimo e di cui scrl'-se la vita vo-
himltiosa. t Torino, 15 .settembre.
Leonardi Michelangelo, conte di Casal no e
di Pisnengo, capitano di vascello, t Vene-
zia. 3.0 marzo.
Lerco Roberto, che per molti anni fu diret-
tore della Compagnia di AutlvarL f To-
rino, IV dioembrei
- m] -
Le en avv. Tito, stimato professionista, mem-
1)1-0 del Ooiisiglio di discipiiiia dei Prut'U-
ratoii. t Rima, li) luglio.
Lesino Oailo, di a. 63, industi-ia'e, fu per
12 anni i-onslgliere camunale. t Milano,
26 dicembre.
Levi rag. Emilio, di a. 46, procuratore e ra-
gioniere-capo della Società Alti Forni di
Piombino e della Uva di Genova, t Vili i
Turro (Milano^ 31 dicembre.
Levi Eu,'en.a, prof, di tedesco nell'Istituto
Superiore di Magistero femminile, auti-ice
di molte pregiate opere di comijilazione
erudita, t Firenze, dicembie.
Llman Paul, giorna'ista tede-^co. redattore
delie Leip:i/er Neneste Nui-hrir/it- n, awev-
sario del Kaiser, f Berlino, gennaio.
Lippi Andrea, di Pistoia, di a. 28, s^'Ultore.
t Pistoia, 26 geiinaio.
Lippi ing. Giuseppe, tenente dei ^Vlille di
Marsala, t Oderzo, 28 luglio.
Lodi Oiloardo, già sindaco di S. Giovanni in
Persiceto, socialista fervente, noto per la
sua devozione all'ijn. Giacomo Ferri, con-
vertitasi in fiera inimicizia, t Imola, ai Ma-
nicomio Provinciale, 22 novembre.
Longhi Alessandro, bolognese, pittore, scrit-
tore d'arte, t Bologna, 5 marzo.
Longoni sue. Angelo, n. Seregno 1866, fondò
e resse in patria il Collegio Ballerini, da
molti anni assessore della istruzione, t Se-
regno, 3 ago te.
Lorenzoli Angelo, di a. 80, pittore deooratort^,
da oltre 50 anni prof, di ornato all'Acca-
demia di Brera, t Milano, 22 agosto.
Lorenzoni dott. Pietro, di a. 86, il più vec-
phio avvocato- del Trentino: fino a SO anni
fu depatrto di Cles-Fondo alla Camera dei
Deputati e alla Dieta provinciale; era pa-
dre del prof. Giovanni, della II. Unversità
di Macerata, f Cles (Trentino), a^'o^to.
Lovatelli Giovanni, n. Roma 18.59, capitano
di vascello in posizione ausiliaria: si era
distinto in molte missio li, e in un com-
battimento ontro i Som:ili a Kisimayo
nel 1873. t Friburgo, 24 luglio.
Lovisato Domenico, n. Isola d'Istria, di a. 74,
prof, di mineralogia nell'univ. di Cagliari,
accompagnò Bove nella spedizione alla Ter-
ra del Fuoco, aveva combattuto nel 1H6(»
a Condino ed era sbandito dall'Austria pei-
i suoi sentimenti d'italianitii. t Cagliari
23 febbraio.
Lucchini avv. Giovanni, n. Vicenza 1840, so-
natore dal 1892: era stato deputato di Lo-
nigo per due legislature e per altre due
di Vicenza, t ivi, 15 gennaio.
Luigi Salvatore di Toscana, arciduca d'Au-
stria, n. Firenze 4 agosto 1847, cng'n > e
nipote dell'imperatore Francesco Giusep-
pe, archeologo, storico e geografo di qual-
p><e valore, aveva pubblicato parecchi to-
Innii a illustr.iz'one di varie iso'e d 1 ■^re-
diierraneo: viveva gra;i p.u'te dell'a ihu a
]Maiorv!a nelle Bale.ui.t Brendels-sur-l'F,ibt>,
12 ottobre.
Luzzatto dott. Moisè, di a. 92. era consi.le-
rato co;iie il capo del partito lilìcrale na-
zionale a Trieste di cui per 30 a. fu vice-
potestà, t Trieste, ottobre.
Mac Donagh Tommaso, prof, dell' urtiver-
sità di Galway, fu uno dei firmatari del
manifesto che proclamava la repubblica
irlandese, condannato a morte dalla Corto
Marz'ale di Dublino e fucilati il 3 mai;gio.
MadoUa dott. Giacomo, n. Campiteljo di Mur-
cavia (Mantova) 1850, cavaliere al merito
del lavoro, agionomo, da oltre 40 anni am-
ministratore dei vasti tenimenii dei mar-
chesi di Bagno Guidi, t Vivaldina di Gra-
zie (Mantova), 14 agosto.
Magini Giuseppe, prof. ord. di istologia e
fisiologia generale e incaricato di zootecnica
alla univ. di Roma, t Roma, 21 febbi-aio.
Mainonl avv. Giulio, di a. SO, fu sergente nei
Cacciatori delle Alpi con Garibaldi nel '5't,
padre del dott. Fabio segretario generae
della L, A. N. t Be lagio, 17 febbraio, im-
provvisamente.
Maldura Giulio, uno dei più vecchi giorna-
listi romani, di parte cattolica, t Roma,
febbraio.
Ma'ugani Paolo, n. 1831, veterano delle bat-
taglie dell'Indipendenza, aveva combattuto
syilo Stelvio nel 1848. t Gortabbio (Vaisas-
sìna), 19 dicembre.
Maluta Giovanni. 1 Padova, 10 agosto.
Manca Stanisbio. di nobile famiglia sassarese,
da 23 anni critico drammatico della 'J'i i-
l una-, autore di vari volumi sul teatro, t Mi-
lano, 23 settembre.
M,nìt':-edi dott. Nicola, n. Boscomarens-o 18;'6,
pr.jf. emerito di clinica oculistica delle univ,
di Modena e di Pisa, t Boscomarengo (Ales-
s;ndria), 20 settembre.
Mangano Fortui-.ato, tenente genarale di oa-
val'eria a riposo, f 8 novembre.
Marazlo bar. avv. Annibale, n. Alba 1830, se-
natore del Regno dal 1900, dal 1864 al l.s97
deputato per vai-i col'egi del Piemonte, g à
pubblicista, proprietario del Diritto di Ro-
ma, t Torino, 23 gennaio.
Marchetti Carlo, di a. 72, industriale, presi-
dente della Società Elettrica Alto Lario.
t Cremia (Lago di Como), 28 marzo.
Marchetti Giulio, di Ancona, di a. ti3, artista
di operette e capocomico: il suo vero co-
gnome era Ascoli, t FirtMizo, 21 aprile.
^larchetti Lucrezia, ved. Roscito, di a. 101.
t Roma, 13 ottobre.
Mar oni Francesco, romano, famoso tenore,
ora ritirato dalle scene dopo 30 anni di
carriera gloriosa, t Roma, 5 febbraio.
"^r Almanacco dello Sport
(LA GUERRA E LO SPORT)
500 pagine — 500 vignette — Copertina a colori -
1917
I^ire 1,60
Ji. BEIUPOBAD & FIGLIO - JEdltoH - FIUENZE
r;()7 _
Cinico Mai;. ,iM
Elia Metchnikoff
Giusto Murati
iraielli Ferdinando, di a. 17, studente, fifrlio
del noto industriale elettrotecnico di Se-
sto San riiovanni. 1 14 majri'io, caduro in
nn tiar.itro d>'i;a <ave:iia detta " Vecchio
Alberfjo „ snl monte Tre Croci, presso Va-
rese, cli'pgli voleva esplorare.
?« argotti Stefano, di a. S4, fratello e ooadin-
rore del leolngn Giacomo Jlargotli. Ur.ì-
liatore delITz/i <ì Cattolica, t San Kenio,
maggio.
.Miirkham Alberto Hastings, ammiraglio a ri-
p<)so, famoso esploratore delle terre artl-
he: comandò VAIert nella spedizione po-
ire del l,S75-7f.. t Londra, ao gennaio.
.irkham (demente, di a. 8(i, nno dei mag-
L'iori geografi inglesi, t febbraio.
M;iiro in;,'. Marco, n. Limone (Como) 1847,
già prof, di economia agraria e di estimo
rurale nella Scuola d'applicazione per gli
ingegneri in liomn. t ivi. 30 marzo.
>::u tii.eili avv. Cesare, primo presidente della
Corte d'.Xppelio di Torino, t Pozzolo sul
Mincio (Mantova I, 20 settembre.
iliutinez Ani<>lia ved. Tibaldi, aveva tenuto
per vari anni hi gestione del Teatro Na-
zionale, t Lorna, 26 dicembre.
llàspero Gastone, n Parigi 1H40 da genitori
lombardi, dottissimo egittologo, per oltre
:!o arili fu in Egitto come direttore del mn-
' o di Bulaq e deyli scavi archeologici d^ lìii
•erra dei Faraoni: era segretario perpetuo
lell'Accademia delle Iscriz oni e Leile Let-
tre, t Parigi. 30 giugno, improvvisamente
turante una seduta delfAccademia.
i/zinl ing. Carlo, già amministratore dei
'ina'i Cavour, t Torino, 13 gennaio, per
-^nicidio.
Mazzoli avv. Gerardo, di Pesaro, stimato ci-
vilista del foro bolognese, diie.-se la liiri-
8 a Giuridica e la Vrdetla Giudiziuvia. t Bo-
logna, 2S settembre.
Melisnrgo Michelangelo, già direttore capo
di ragioneria al Ministero di .Agrieoltuia,
Industria e Commercio, t Konui, 21) giugno.
Melli.ii avv, Camillo, di a. 43, segretario del
Consiglio dell'Unione Cooperativa e diret-
tore del periodico L'Idea Oopeia iva. t Mi-
Inno. 2 giugno, improvvisamente.
Morello Luigi, n. Zoag'.i iGenoval 1849, tra-
steritosi giovane in Sardegna ai era dato
al commercio dei i-ereali. deputilo dalla
17» alla 21» legisl. prim i per Cagliari I, jioi
l'Or Lanusei, ritirato dalla vita politica nel
ll»«;. t Genova. 10 gennaio.
Morizzi mons. Kniico, arcivescovo titolare di
ilocesso. t Tirano (Sondrio), marzo.
Metchnikotì' LIìm, n. Ivanavka (presso Khar-
kofii 1845. famoso biologo, già professore
di zoologia a Odessa, ora condavttore del-
l'Istituto Pa^teur a Par.tji, no:o per la sco-
perta della fagocitosi, t Parigi, 15 luglio.
Mézières Alfredo, di a. 00. accademico di
Trancia, untore di' apprezzate opere lette-
ra ie su Dante. Petrarca, Shakespeare e
(ìoethe. t ottobre, ostaggio dei tedeschi
nella Menrthe-et-Moselle.
Miari conte dott. Augusto. 1 Belluno, 29 feb-
braio.
Micl»el Carlo, di a. 73, fabbricante di birra,
precidente della Camera di Commercio di
Alessandria, t ivi, 8 dicembre.
Michieli dott. Marino, direttore dell' 0-pedale
Civile di Bassano. t ivi, 27 febbraio.
Miegge iiig. Mario, di a. 53, ditettore tecn co
delle officine Servettaz: fu assessore ai la-
vori pubblici di Savona, e copri altre pub-
bliche cariche, t Savona, 5 gennaio.
Milesi Gaetano, milanese, di a. 82, uno del
Mille, t Bergamo, marzo.
Mirabella Giovanni, artista e maestro di canto,
t Firenze, 21 febbraio.
Mirabelli Savino, capitano di vascello nella
H. N. t Amantea, 15 giugno.
Moltnarl Alfonso, gen^ rale a riposo, f Napoli,
15 luglio.
Molliiari Tito, fondatore dell' Unione Milita e,
direttore centra'e della Bar;ca Italiana di
Seoiito. \ Roma, 29 gennaio.
Ascoléiiìè Rivier
compresse
principio attivo dell'olio
di fegato di merluzzo
100 VOLTE PIÙ POTENTE
Piccole dosi - Grandi effetti
G08
Molli Ing. Stefano, architetto, diresse le oo-
strrzioiii de.l'Es] osizioue turiiiese dei l'Jll.
t Tur. no, 27 aprile.
Moltke (Voii) Helmuth, n. Gersdorf (Meclen-
burgo) 1848, {generale tedesco, nipote del
famoso feldmaresciallo, dal 1906 ai primi
mesi di'lla presi r.te guerra capo dello Stato
Maggiore, ritiratosi dopo la batraglia della
Marna, t Beri no, 18 giugno, improvvisa-
mente al Rei< hstag.
Momo Carlo Francesco, tenente generale.
t Firenze, 22 ottobre.
Mongiardini-ltembadi Gemma, scrittrice di
romanzi, novelle e libri di storia per la
gioventù, -f Firenze, 30 maggio.
Moore rev. Edoardo, di Oxford, noto danti-
sta inglese, t 2 settembre.
Mori Ernesto, di a. CO, forte esportatore di
vini nelle Americhe, f Firenze, 10 ottobre.
Moroder ing. Carlo, di a. 7.3, giù sindaco d'An-
cona, già presidente della Deputazior.e Pro-
vinciale, parte principale di ogni manife-
stazione della vita cittadina.! Ancona. 2ij die.
Morpuigo Eugenio, t Milano, 12 agosto.
Morra ing. Anacleto, a'^^sesore municipale
di Torino, capitano del Genio, t Torino,
18 agosto.
Mosso Carlo Alessandro, di Vercelli, di a. 55,
di! et ore del periodico II 'lahacco. t Koma,
1« ottobre, improvvisamente.
Mounet-Sully Giovanni, n. Bergerac 1841, il-
lustre attore tragico, decano della Comédie
Fratii^aise. t Parigi, l» marzo.
MuUer ing. Ernesto, direttore della Scuola
Sommeiller di Torino, t Grosseto, 28 gennaio.
Muratti Giusto, triestino, già volontario del
2° Battaglione Bersaglieri di Garibaldi e
dei Settanta di Villa Glori, t Udir e, 8 marzo.
Mutti Eosa, di a. 104. f Vicofertile, presso
Parma, 1° aprile.
Nascimbeni Francesco, di a. 65, giornalista,
scrittore drammatico: tentò risuscitare
il teatro drammatico friulano, t Udine, no-
vembre.
Necchi Ambrogio, cavaliere del lavoro, fon-
datore e comproprietario di una fonderia
che porta il suo nome, t Pavia, 18 aprile.
Nesci bar. Francesco, consigliere e deputato
provinciale, t Palizzi, 14 marzo.
Nitti Vincenzo, di a. 80, padr-e dell' on. Fran-
cesco Nitti, già ardente mazziniano, volon-
tario garibaldino al Volturno, t Napoli,
giugno.
Noberasco Vincenzo Maria, di a. 91, maestro
di musica, già direttore del Civico Istituto
Musicale di Genova, t Cornigliano Ligure,
28 novembre.
Nobili Vitelleschi marchesa Santina, di a. 61,
dama coltissima ed erudita, vicepresidente
dell'Associazione delle Donne Cattoliche
Italiane e dell'Associazione per la Cultura
della Donna, t Roma, 11 agosto.
Nocle Andrea, di a. 84, famoso per le sue ri-
cerche sugli esplosivi, t dicembre.
Nodari Pietro, di a. 59, colonnello medico, di-
rettore dell'Ospedale Militare di Padova.
t ivi, 20 marzo.
Noseda Aldo, n. Milano 1852, critico musica-
le, che per molti anni fu redattore del Cor-
riere della Sera firmando " 11 Misovulgo „.
t Stresa, 9 agosto.
Nevati Francesco, n. Cremona IO genn. 1859,
letterato insigne, storico medievullsta. pro-
fessore dal li58;{ di storia delle letteratnie
neolatine a'ia li. Accademia sciaiititico let-
teraria di Milano, di cui per vail anni tu
anche preside-rettore; fondò nel 1883 con
Giaf e Renif r e ora era rimasto solo a di-
rigere il Giornale stanco dtl a Lett^ralura
Jialiana; presiedeva la Soc'etàStoricaLom-
barda e la Società Bibliografica Italiana.
t S. Bemo, 27 dicembre.
Novellis nob. Carlo M., dei baroni diCoarazze,
contrammiraglio della R. N. t Roma, 23
nìarzo.
Nurisio Saverio, già diiettore della segre-
to ia di S. M. il Re Umberto I, letterato,
poeta, t Bagni di Lucca, 18 ago-to.
Oldofredi conte avv. Ferdinando, di a. 63,
fu tra i campioni bresciani di tiro a
segno, t Brescia, novembre.
Ordine Luigi, consigliere d'appello, giudice
istruttore, capo al Tribunale di Roma, stu-
dioso valoroso delle discipline penali, t Ro-
ma, 15 giugno.
OrtVi Orfeo, n. Ravenna 1835, pittore di ge-
nere, valente restauratole, f Bologna, 20
novembre.
Orioli dott. Emilio, n. Pjacchiola di Pontre-
ir.oli 1860. primo archivista nell'Archivio di
Stato di Bologna, insegnante di paleogra-
fia, autore di importanti pubblicazioni eru-
dite, t Bologna, 5 settembre.
Orsi Bertolini conte SLef'ano, generale di ca-
valleria nella riserva t Viareggio, 21 agosto.
Oseulati Emilio, promosse e o ganizzò in Mi-
lano il servizio degli omnibus e poi quello
dei tram a cava'P. t Milano, 31 dicembre,
Ostermann prof. Manlio, di Gemona (Udinei,
di a. 85, patriota, uno dei condannati nei
pro('essi di Mantova, poi datosi all'insegna-
mento, t Avellino, agosto.
Pacchierotti Ubaldo, di Padova, di a. 38,
compositore di musici (L' Albati o, EiJel-
hergamia, Il Santo, t Milano, 21 aprile.
Paggi Giannetto, fondatore e da 40 anni di-
rettore della Siuola italiana di Tripoli, pre-
sidente del Comitato locale della Dante
Alighieri, venerando patriota, t Tripoli, 15
maggio.
Palazio Ernesto, di a. 83, capitano marittimo,
patriota, veterano, t Genova, aprile.
Palazzi Elmo, di anni 44, di Città di Castello,
scultore di ii erito, t Città di Castello, 9
dicembre.
Palladino Pietro, direttore della farmacia de-
gli Ospedali Civili di Genova, t ivi, 29 ott.
Palmucui Fernando, di anni 81, campagnuolo,
già dei Mille, t Cartoccio (Fano), 7 febbraio.
Pandolflni Francesco, di Palermo, di a. 79,-
già famoso baritono, t Milano, 15 febbraio.
Panizzaidi Luigi Carlo, n. Torino 1857, pre-
sidente della Società Italiana e Francese del
VactmiH OH. t Cardina (Como), 31 maggio.
Parisini rag. Faustino, professionista assai re-
putato, copri molti uffici politici e ammi-
nistiativi, insegnò ragioneria nell'Istituto
Tecnico, fu presidente dell'Associazione ra-
dicale bolognese, f Bologna, 25 dicembre.
Parodi-Delfino Umberto, di a. 27, banchiere
reggiar.o, di origine genovese, f annegato
- 609 -
i^.t^*
Francksco Notati
£:fKicu Pk^sina
GlUSKPPB PlTKK
nel Crusfolo, a Castelnuovo Sotto, presso
lt( ggiu Emilia, 21 sittenibro.
Par^a^lia nob. avv. Saivature. di a. 85, sena-
tore del Kef-'no; lappresento per 9 legisla-
ture prima il cui :e« io d' Oristano, poi quello
di Cagliali II. t Oiisraro (CugUarl', giugno.
la raviclni r.ob. llaimondo, piiuio segietario
della Legazione della Repiibblica^Argentiiia
I)re5SO la tSai.ta Sede. 1 Koina, Td niarj.o.
l'urvoyassu Guido, geutrale. t Torino, 12
giugno.
Pa-.quale Antonio, n. Bisceglio 1843, cavaliere
del lavoro, esportatore di olii e vini, t 8 - t-
tobre.
ratti-Struko.sih Amalia, di a. 84. pia cantante,
sorella U]ag,'iori- di-l a famosa Adelina, t Pa-
rigi, dii-embre.
l'aty (Dui de Ciani, tenente colonnello, com-
pronie-sso noU'iitraie Dreyfus; dimesso-i
Iter prender p:.r e come semp.ice soUlaio
alla presente j,Mieria. si di tiii>e per la sua
intiepidezza, lu lerito due volte, e riebbe
il con-ando di un re-ginieuto. t 3 bettem-
bre. di malattia contratta al fronte.
l'ennaecliietti Giovanni, n. Arievia i.\ncona)
18ii0, prof. ord. di meccanica ra/.iuiiale al-
l'università ni (Catania, au.oro di numerosi
' ivori di fisiea matemaliea. t 21 a;,osto.
;)>li uiaicli. Paolina, n. Casalecoliio di U^no
liolugiiai 1S31, ni(iote di ciioaccliino Mu-
lat. vedova eonressa Zucchiiii Sulimei. e
imcora vedova del venerando jiatiiota ui ir-
tbese TaiK-redi 'Irotti Estette Mi>s!i e ma-
dre dell'on. Ereole Mosti, morto nel r.il5:
Garibaldi ebl e per lei sinocia, devota ami-
tizia, t Ferrara. 20 maggii<.
l'erfumo (ìiusepjie, primo presidente di Corte
d'Appello, t Pietramelara(C«.4cru), 7 lutr'.iu.
P'roda Uaimoiuio. di a. 75, scultore, t Lu-
ano. otiobre.
rotti (ìaetano. pubblicista. 1 Piacenza, im-
provvisamente nel novembre.
LIQUORE
TONICO DIGESTIVO
DITTA ALBERTI
BENEVENTO
Perrone Emilio, senatore del Regno, t Fog-
gia, 24 agusto.
Perusiui dott. Giacomo, veterinario, capitano
della Croce az/.urra. t Udine, 16 novembre.
Pessina avy. Enrico, n. Nai'oli 7 ottobre lSi2S,
senatore del lleguo dai i>s09, ministro di
stato dal iyi5, uno dei i>iu illustri maestri
del diritto penale, in cui rappresentava la
scuola classica; professore appella ventenne
all'università di Napoli, esule perchè so-
spetto al governo borbonico, poi nel lS(jO
prole.ssortì per breVe tempo all'università
di B log.ia, poi ancora a quella di Napoli,
deputato dulia VII alla XIII legislatura,
ministro di agricoltura con Cairolì, guarda-
sigilli con Depretis. t Napoli, 24 settembre,
Petteruti Gennaro, dal 1675 piof. lil ero do-
cente di patologia speciale medica nell'uni-
versità di Napoli, t ivi. marzo,
Pinotti llenzo. di a 30, stenografo, segretario
della Federazione italiana fra le S.-c età
stei.ograliche, direttore del perit)dico " La
Stenojjrajia „. t Roma, dlcemhie.
Pisani Silvestio. maggior generale, t Marina
di Campo (Elba;, dove era venuto in breve
liccn/a <lal fronte, dicembre.
Pitrè dott. Giuse[ipe, n. Palermo 23 dicem-
bre 1843, senatore dal 1914, medico, mae-
stro degli studi di demopsicologia, fond.i-
tore dei Museo etnogralico siciliano, t 1 a-
lermo, 10 aprile.
Pittori Rei ardo, n. Trleslc 29 maggio 1803,
poeta e serittore di st ria, ardente e te-
naee (autore dell' italianità delle sue terre,
presidente della Leg.i Nazioiiae; al.o seop-
piar della guerra aveva riparato in Ital.a:
pochi giorni innanzi la morte di lui, gli
austr ad prima di abbandonare Farra siil-
r isonro ove egli aveva una villa con una
ricca biblici eea e collezioni d'arte, la sac-
cheggiarono besiiaimcnte. t Roma, 24 ot-
tobre.
1
(UO -^
Pininftti (rlovaniii, di Toiino, studioso dei
jiiaiio-Oriiti di Leonardo da Vinci. ì Col
San Giovanul (TurinòJ, 7 ottobre.
Podrerca avv. Curio, n. Civirìa'e ìi^'ó'), siorna-
lista, antico garil aUiiiio, i^ad e dtll'ex-de-
initato Guido, t Konia, il) gennaio.
Poerio baronessa Rina, vedova di Giovanni
Nicotera, n. a Malta dnir esule geiiera'e
Raffaele Poerio, di a. SC. t Fresinone, 24
dicembre.
PoggtnpoLl (De) Nico'a, con^^igliere dellAm-
basoiata Russa a Ro:i a, yO maggio.
Poli Gueriini Aristide, colonnello, t Padova,
18 aprile.
Pomini Luigi, n. Milano 1853, industriale mec-
canico, cavaliere del lavoro, f Oastellauza
(Milano), 19 febbraio.
Portela Epifanio, inviato straordinario e mi-
nistro plenipotenziario dell'Atrgentina.! Ro-
ma, 11 aprile.
Pdnchain ing. Adolfo, n. Avellino 1S36, che fu
per oltre 69 anni presidente e poi diret-
lox-e della Società Anglo-Romana per il gas
e promotore del trasporto della energia
elettrio.i a dis^nn^;a. t Roma, 7 settembre.
Pouchain ing. Allon.so, capo del servizio gas
della Società Anglo-Koinana. t Roma, 2
luglio.
Po/,«l avv, Domenico, n. Pavia 184B, dalla
XIX legislazione deputato di BorghettoLo-
d-giano: era stato sottosegretario ai Lavori
Pubblici negli anni 1903-5. t Milano, 10
luglio, improvvisamente.
fozzoli Felicita, già ins? gnante di scuola nor-
male, scrittrice di buone opere didattiche,
conferenziera, fondatrice e direttrice di pe-
riodici educativi per l'infanzia, f Milano,
27. gennaio
Preti Gu.ylielmo, n. Reggio Emilia 1831, fa-
moso burattinaio, t Modera, aprile.
Professione Alfonso, prof, di storia al liceo
Minghetti di Bologna, t ivi, 0 giugno.
Quarta Giuseppe, senatore del Regno, già
procuratore generale della Corte di Cas-
sazione di Roma, t Castellammare Adria-
tico, 21 novembre.
Quartara Giuseppa, n. Alassio Ligure 1841,
cavaliere del iiierito del hivoro, fondatore
e propr. in Torino di una fabbrica di mo-
bili artistici, t Torino, 1" aprile.
Radicati Tali«'e di Passerano conte Enrico,
tenente generale a riposo, t Torino, 2
magt'io.
Raffaeli Domenico, n. Catanzaro 1851. cava-
liere al merito del lavoro, costrutt;ore. t Ca-
tanzaro, 19 febbraio.
Ragonésl p. Francesco di Paola, n. Terranova
di Sio:lia'1833. preposito generale dei Ohif-
rici Regolari Teatini, rettore della chii sa
di S. Andrea della Vallo, per sua lni;^:ativa
mirabilnirn e restunr.ta. t Roma, 27 genn.
Ramssy Guglielmo, n. (alasgow 2 ottobre 1«.",2,
chinr ico illustre, lanioso speciaìmente per
la so )perLa dell'argon, dell'elio e di altri
gasi riri: dal 188/ era professore di chi-
mica iiU'uiiivers. di Londra; vincitore del
pren.io Nobel nel 1904. t High Wycombe
23 luglio.
Rango Kaimondo, di a. 63, ten. colonnell'
fanteria, t Monza, 29 settembre.
Raqueni Ralìaello, n. Firenze 1849, pubblici-
sta, da molti anni residente a Parigi, dove
aveva assai lavorato pel i :avvicinamento
det!a Francia e dell'Italia e aveva fondato
con altri la Lega franco italiana; aveva
combt^ttuto a Mentana, f Parigi, 21 gennaio.
Rasponi conte Giulio, pronipote di Gioachino
Muiat, già deputato di Kavennii. presidente
della sezione raveniiate della Croce Rossa.
t Ravenna, 7 gennaio.
Rassaval Giuseppe, di Sassari, tenente gene-'
rale a riposo, superstite di tutte le guerre
dell'indipendenza Uno al 1866. t Livorno,
febbraio.
Ratti rìott. Luigi, di a. 78, noto raccoglitore
di memorie napoleoniche, f Milano, 30 no-
veuibie.
Ratti Viroonzo. già preside del liceo-ginnasio
e direttore della scuola normale femminile
di Asti, t ivi, 2 ottobre.
Ravà Aris'lde. n. Reggio Emilia 1836. gli
ispettore delle scuoio municipali di Bo-
lo;.'na, pubblicista, scrittore di cose econo-
nomiche, promotore della Mutualità sco-
iHSt^ica. t Bologna, 7 marzo.
RaViilIini ing. Felice, filantropo, lascia mezzo
milione all'asilo infantile di Borgo Vercelli,
già da lui fondato e più di altre 4lXi.OO')
lire in opere di benelicenza. t Vercelli, 1 ;
dicembi-e.
Ravasco suor Maria Eugenia, superiora del-
l'Istituto di educazione che porta il suo
nome e che fu fondato da una sua con-
giunta, t Genova, 10 aprile.
Reclus Onesimo, n. Arthy nei Bassi Pirenei
1837, fratello di Eliseo Reclus, geografo e
anaivhiio come lui. f Parigi, luglio.
Regirl Fritz, n. Tenneberg i Sassonia Coburgo
Gotha) 1883, geog;af<). t Wùrzburg. 2 die.
Rcgout mons. L. H. W., inviato straordinario
ili missione speciale dell'Olanda px-esso la
S. Sede, t l'Orna, 27 ottobre.
Rczzonico dott. Giulio, notissimo tanto ne!
«•ampo medico quanto in quello sportivo :
era presidente del Keiniel Club Italiano,
t Milano, 9 novembre.
Ricca di Castelvecchio-Andrels contessa Lui-
sa, dama di palazzo della duchessa Elena
d'Aosta, t Torino, 15 novembre.
Rickenbach Roberto, proprietario di parec-
La pili interessante pubblicazione del momento!
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Ylax-siu-kai
chle fi'ande di set», t Castelnuovo Sorivia,
19 (feiinalo, per suiciilio.
Ricotti Giovanni, ooiitrumrairaglio nella R. N.
t Milano, 22 aprile.
Righi dott. Alessandro, prof, di storia nel li-
neo di Mantova, t Firenze, 29 aprile.
RiRhlnl dott. Pio Ettore, colonnello medico.
t :\Iantova. 10 settembre.
Klva Alberto, di a. 72, direttore dell'Istituto
di clinica medica generale della univer-
sità di Parma, f ivi, 20 maggio.
Rizzi avv. Ct-sare, vecchio patriota, volonta-
rio garibaldino del 1859 e 1860, bersa-lit-re
nel 'C6. marito della scrittrice nota sotto
lo pseudonimo di Ladi/ Wuterproof. f Mi-
lano, 31 marzo.
}ti/.zi Pietro, già presidente della Camera di
Commercio di Cremona, e della Couire-
i,'a/.ioMe di Carità, poi sindaco della città.
t Cremona, 23 aprile.
Rizzotto Salvatore, di a. 45, ^rià slimato ur-
lisi a drammatico, t Roma, 3 ajjosto.
Itoirier Francesco, tene nte gpner;ile nella ri-
serva, f Torino, IG gennai»».
Uomagiioli Fanny, t-gregla Insegnante, scrit-
tnce di molte opere educative. 1 Bologna,
7 gennaio.
Romairone Natale, n. Sampierdarena 1.H34,
fu pt-r -10 a. direttore della Cassa Generale,
ora vicepresidente, dalla fondazione, del
Ct<nsorzio Autonomo del Porto, presidente
«Iella Deputaz. della Borsa Valori, t Sam-
pierdarena, 26 aprile.
Ilninanì Uouiolo. di a. 30, pittore e disegna-
tore singolarissimo, t Bre-cia. ngosto.
Itoniunin Jacnr Knuimieie, t'a\aliere del lavo-
ro, vicepresidente dd Consiglio Provincriale
di Veron:u t Padova, 2 aprile.
Romeo Enrico, apprezzato maestro di music.i.
dirett. dei cori alla Scala, f Pro.Mda, sett.
Rossi Aldo, <li a. «7, tenenle u'encrale a ri-
poso, presidente del Circolo degli utiiciali a
riposo e in congedo a Torino, t ivi, 18 di-
cembre, improvvl!*amente men're rivol-
geva all'assemblei dei ^ooi un patriottico
di-<oorso.
Rossi avv. Luigi, da 15 anni procuratole di
stato del Conijo Belga, t Nian^-ara. fl marzo.
Rostain Alfredo, n. Torino 1863, da ope aio
elettricista divenne direttore delle più im-
portanti aziende elettriche d'Itala, cava»
liere del lavoro, t Torino, 15 febbraio.
Ryser Fritz, n. Hattwili (Berna) 1872, noto
podista, nel 1908 campione del mondo sul
100 km. t Berlino, 13 marzo.
Saccenti Ulisse, fiorentino, da moltissimi
anali impresario del teatro Nicoolini di
Firenze, t Tresplauo (presso Firenze), 19
agosto.
Sacchi Emilio, n. Slena 1848, maggior gene-
rale lìella riserva, f Siena. 4 ottobre.
Sacerdoti avv. Vittorio, di Panna, di a. 3',
prof, di diritto commerciale alla univ. di
Ferrara, t Alodena, 2? febbraio.
Saldarini ing. Eugenio, di a. 83, veterano
del 1806, autore di parecchi edifici s -ola-
stici di Milano e di altre costru/.ioni pub-
bliche. 1 Milano, 7 maggio.
Salomone Marino Salvat<»re, capo dell'ufficio
' sanitario oomunale di Palermo, lib. doc. di
patologia speciale medica, studioso di /WA-
l'ife, fondatore, col Pitrè, dell'.fl /•'/». peri-'
trudiiioni popolrtri. f Palermo, marzo.
SalustrI Galli Pietro, idpote di Angelo (ialli.
ministro delle finanze sotto Pio IX: fu per
circa '.iO anni <'onsiglie>e comunale di Roma
e anche assessore, t Ruma, 27 aprile.
Salvarezza Cesare, n. Savona 1819, senatore
del Regno dal 1908. consi<,'liere di stato,
fu regio commissario a Torino e poi a
Roma, e assessore nell'amministraziomt
bloccarda presieduta dal Nathai.. f Noli.
12 novembre.
jin-piirazione .spt'cink' di IjUICìI D' l'iJlII^IO
Fanimii.sta di S. M. il Ke — NATOLI
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Cura del diabete, debolezza, fosfaturia, neurastenla. rachitismo, ecc. — Uso interno per
adulti e bambini. — Iniezioni ipodermiche. — Pillole. — Per i diabetici proibito il li-
quido per uso interno. — Indistintamente Ij. )S.50. Concessionari per tutta l'Italia
X>. LANCE L LOTTI X C. - NAPOLI — — - - —
- 612 -
Tommaso Salvini.
Con Tommaso Salvini, morto in Firenze
il 31 dicenjlire 1915, l'Italia ha perduto, dopo
il Modena, il suo più grande artista dram-
inatic'o, che riassumeva, nel suo non\e qua-i
un secolo di storia del nostro teatro di jìrosa,
il secolo che annovera una p'eiide glor osa
di eletti interpreti del pensiero umano, crea-
tori essi stessi di ligure e di anime.
E sono spaliti con ini, nel primo anno
tristissimo, ma pur glorioso della nostra guer-
ra, Edoardo Ferravilla, Flavio Andò, Oreste
Calabresi, Gennaro
Pantalcna, Alberto
Giovannini e uno
scrittore e comme-
diogiaf'i) insigne, il
Capuana e due cri-
tici fi a i più dotti
e brillanti, il gio-
condissimo J a r r o
edÈdoardoBoutet.
L' Italia ricor-
dava il Salvini con
amo^e e con vene-
lazicne e attorno
alla sua lorte ve -
chiezza, che sfidava
da gigante gli anni,
form ava tratto
tratto altari di lau-
ri e di fiori rpe rei è
fosse sempre pre-
sente a noi nelle ore
del gaudio o (111
pianto. E si fesley-
giò con entusiasmo
nel l'juv» l'ottante-
simo suo com-
pleanno e lo si voi le
sempre Vicino nelle
eommemorazio i
degli avvenimenti
patriottici e artisti-
ci, simbolo del a nostra forza e della nostra
grandezza. Volumi, opuscoli, migliaia di gior-
nali ci ricordano i primi suoi anni, le prove
difficili, i trionfi in Italia, nelle capitali d'Eu-
ropa, nelle Americhe; rievocazioni del sno
jìatiiottismo, dell'anima sua che senti e ri-
])rodusse come nessun altro sulla scena, il
liensiero dei grandi autori.
Nasceva in Milano il 1» gennaio del 1829
in una ca-a di via Porta Orientale, oggi
Corso Venezia, da Ginsep)ie Salvini e da Gu-
tilielmina Zot chi. Figlio di attori non sentì
da ragazzo una speciale attrattiva per il tea-
tro e ceicuva tutti i mezzi per non assistere
alle recite. Costretto qualche volta a parte-
ciparvi in veste di fattorino o di comparsa,
s<i sentiva, dinanzi al pubblico, oome vinto
da una specie di terrore. Ma una volta a
Forli, nella parte di una maschera veneziana
fu applaud to e ne prese baldanza; sicché
poi, entr.ito nel 1843 insieme col padre nella
compagnia di Gustavo Modeta, il giain'.e at
tore patriota, si cimentò con foriuiia nelle
parti trai>iche, favorito dall'alta staluia e
dal'a voce poderosa. In quella cOmpai^ijfa re-
citavano Adelia Arrivabene, la Sadowsky, la
Botteghini. Gaetano Vestri, il Lancetii, il
Mayer, Carlo Romagnoli.
Si staccò dal Modena a cagione di una
parrucc.i, ricordo di suo padre, che vide sulla
testa di u;i attoie. Gliela strappò con una
ciocca di cipelli. Fu il primo ma non l'ul-
timo sno tratto impulsivo. A jiroposito delle
sue avventure jjalauii, interr.)garo (luarnlo
già veccliio viveva di ricordi, soleva dire:
" Fino all'età di
venti anni ho ama-
to poeticamente ;
dai venti ai qua-
ranta praticnmen-
le; dai quaran a ai
sessanta ponderi-
tainente; e dai ses-
santa in poimlsono
limitato ad amare
il bello, ad ammi-
rare il buono, a
compatire il me-
dioore „.
Discepolo di Gu-
stavo Modena, il
Salvinl non poteva
mostrarsi tepido
patriota. Quando si
costituì in Roma il
governo di forma
repubblicana, con-
soli Mazz i ni. Ar-
mellini, Sattì, il S;'l-
Tiiii apparteneva
alla Guardia Nazio-
nale di Roma, S"
battaglione. Ai bat-
taglioni di volonta-
ri, nei quali era
entrato il Salvini fu
commessa la difesa
delle mura ai giardini Vaticani, tra porta
Cavalleggeri e porta Angelica. Il 30 aprile,
quando i Irancesi giunti da Civitavecchia si
presentarono in vista di Roma capitanati dal
generale Oudinot, il primo colpo di cannone
fu sparalo sovra il punto ove si trovava il
Salvini. Nominato caporale sul campo, diresse
due bari-leale a porta del Popolo e si ebbe
la medaglia e il grado di ufficiale.
Imbarcatosi a Civitavecchia col Saffi e col
Dall' Ongaro, fu arrestato a Genova. Sfrattato
da Genova l'u ai restato a Livor. o e poi a
Firenze col Guerrazzi, Uscito di caicere si
dedicò per un intero anno allo studio dei
classici d'ogni paese. A venticinque anni eia
già famoso in Italia. Visse coi più grandi ar-
tisti del suo tempo coi quali d.vise onori
trionfali: col Domeniconi, 11 Bellotti-Boa, il
Vestri, il Dondini, la Ristori, la Fumagalli, la
Cazzola, la Pezzana, il Pieri. Ernesto Rossi, il
jVìajeroni. Fece parte di molte compagnie e
altre diresse per conto suo. Nel 188s sostituì
la celebre Cazzola, già consnnta dal ma e che
doveva condurla ben presto alla ton.ba, con
G13
Virpltila Marini. Nel isr,9 rec-ltò in Ispa;jrna;
nel '72 e '73 poroorse le du'^ Amerli'h» : n 1 '7.')
fu a JiOiidr.i ove uonolib • u i i uentiU- iiiìms,
che divenne sii;» mo;;lie. e mori poco dopo.
Ritorno a lion Iim l'anno si^gnente e nel 77
andò in Austria e in Germaa a e nel '78 a
Parigi; poi passj in Russia o altre tre volt.;
in America.
Fn col Morell tra I primi a proranovere
fra noi il culto di Sluiki>.speax-e. WO'ello in-
terpreiato da lui parve una rivelazione e fu-
rono trionfi in tutte le città. Pa -i:,', lo salutò
con frenps a nGÌVAni/ff i, nell'Off/). I>)no la
Morte civ !« Emilio Zola scriveva: " Non ho
mai veduto morire cosi suUa scena „. V, Victor
Hu;,'0 gii invi.iva queste parolef " Le vostre
inttìipietazioni dello Shake-speare sono su-
blimi: la vostra ci eazione della Morte civile
è inimitabile „.
Bello, di una bellezza di sta'ua. il Salvini
giovane ci viene descritto ('a,'U scritlori del
suo tempo come l'Apollo della mitologia: oc-
chio vivissimo, penetrante, portamento re-
gale, imponente; voce meravigliosa che si
adattava a una grande va-ietà «li inflessioni.
La natura sM aveva donato tutti : suoi te-
sori con un'anima fremente all' luci del bello.
Noi l'abbiamo conosciuto vecchio ormai; ma
la scena Io trasformava e lo rendeva ancoia
a settant anni un mirabile interprete del
Sditi, dell O ?«v. d.-iroe^/,,, tlella Morte ci, i e.
E non soltanto nella grande tragedia, nel
dramma e,'li aveva saputo avvincere il pub-
blico « la critii-a, ma nel peri.) lo del suo
massimo splendore fu ricordalo appassionato
" Armando , della S itn<>rn dille Oimrlie, ele-
gante ■* Oliviero di Jalin , del Dumi-monde
e interprete delizioso del repertorio del Gol-
d >ni. dello Scribe, del Torelli e dei briosi
proverbi del Martini e del De Ren/.is. Per
mez:^o s' colo la folla lo segni nella interpre-
tazione del teatro tragico italiano e furono
Alfieri, Monti, Pellico, Niccolini, Re'ere, Brof-
ferio Dall' Oiigaro che gli fornirono i lavori
per le sue interpretazioni. Poi, con Shake-
spsare, vennero Kacine e CorneiUe e Molière.
Tutti i più grandi artisti del mon lo .<?tudin-
rono e imitarono il Salvlni. Irving ripeteva
alcune sue trovate; l'americano Booth lo
co'isiderò maestro; i tragici francesi lo se-
guirono. Le sue interpretazioi dello Shake-
speare non si ponevano nemmeno a confronto
con quelle dei migliori artisti inglesi e twta
la criiica britannica lo innalzò agli onori di
primo int»irprete del mondo. A Londra, dai
giorni della Ricliel e di Edmondo Kean, non
si era avnto un entusiasmo pari a quello cho
salutò le recite del Salvini.
Ques o gigan e della scena vivrà peren-
nnnente nelle memorie dei teatri di tutte li!
nazioni, esempio di probità artistica e di vera
grandezza. .-Vntoni.) Ckuvi.
I
Salvini Tommaso, sommo attore tragico, t Fi-
renze, 31 dicembre {led. pnj. di contro).
Samaritani ing. (iiacinto, idraulico e pisci-
cultore, c'ie ebbe gran parte nella vita
pubblica della nativa Coni.icchio e della
p:ovincia di Ferrara, t Bologna, settpuibre,
Sangalefti Generoso, conserva'ora delle ipo-
teche a riposo, assessore del comune di
Modena, t IMilaiio, 27 luglio.
• mgiorgi Mario, n. Catania 1.S('.2, cavaliere del
lavoro, industriale opeios.ssimo. t Catania,
IO gennaio.
.^.m Martino (Di) di Strambino conto Carlo,
di a. «5. geneiale a riposo, veterano delle
cimpagne dellindipendenzi e della Crimea,
t Strambino (Torino , 17 aprile.
^in Martino (Dii di Valperga Maglione conte
(ìuido. 11. Torino 1834, senatore del Regno
dal 1886, già deputato di Cuorgnè, poi di
Torino per 3 legisl.; aveva fatto la campa-
gna di Crimea e quel e del '59 e '60 gua-
dagnandosi la Croce Militare di Savoia e
(Ige medaglie al valore, t Sestri Levante,
13 agosto.
ntasilia (Dei Mar.hesi) Nicola, ministro
plenipotenziario a riposo, t 4 maggio.
J-' amari mons. Raniero, n. Macerata 1845, ve-
scovo di Macerata e Tolentino, t Macerata,
gennaio.
Sarrien, senatore e uomo politico francese,
che fu presidente del Consiglio dal marzo
a:r ottobre 1906. t Parigi, 28 novembre.
Sarti Andrea, n. Rontaiio (Moissa) 1«4'.>, ve-
scovo di Pistoia e Prato dal 1909. t Pistoia,
7 novemt)re.
Sarto Angeli, di a. 79. tltf.lare di una rioe-
vitoi la postale, cou pr.vativa e suliuueria,
fratello del defunto pontefice Pij X. t Lo
Grazie (Mantova', 9 gennaio.
Sartori Luigi, culunnello a vip>so della R.
Guardia di Fman-^a. t Rom i, 2» luglio.
Savio Fedele, gesuita, di a. 58, prof, di sto-
ria ecclesiastica alla università Gregoriana,
t Roma, febbraio.
Savùldi ing. arch. Angelo, di a. 71, professore
nell'Istituto Tecii(0 Superiore di Milano,
t ivi, 16 gennaio.
Sayno ing. Antonio, prof, emerito di costru-
zioni e geometria descrittiva nell'Istituto
Tecnico Super, di Milano, fondò nel 1896
il laboratorio sperimentale dei materiali da
costruzione: era stato garibaldino nel 1866;
fu anche sindaco di Monza, t Milano, 16 febb.
Scagnolari avv. Achille, consigliere di cas-
.<-azione a riposo, t Bologna, 11 ottobre.
Scala Luigi Ernesto, di Genova, di «. 35, se-
gietario-cassiere dell* Unione Velocipedl-
stì<-a Italiana, f Genova, 9 mar/o.
Scalabrini Pietro, da 50 anni domiciliato nel-
l'Argentina, per 30 prof, di pedagogia e di
seienze naturali alla «cuoia normale di
P.iranà, studiò con passione la paleonto-
lo;,'ia argentina; era fratello del defunto
vescovo di Piacenza e del comm. Angelo,
direttore generale delle scuole ialiane al-
l'estero, t Buenos Aires, 24 aprile.
Sohaumburg-Lippe (bi) piincipe Adolfo, co-
gnato dell'Imperatore di cui aveva spo-
sato la .sorella Federica Vittoria, t ln;:lio.
Schiapparelli Cesare, n. 1H21, maggior gene-
ralo a riposo, il piti anziano per età dei
generali italiani a riposo, f«tcrano di (atte
Io uuerre driH'iii tipendonza. \ Ucchicppo
luferiore (Biella), 6 febbraio.
— GU
Schuiihoicl» (Buone Von), generale austriaco
a riposo, (li ii,- 72; lu ministro della litesa
comune e creo i reggimenti a'i^ini auslriaci.
t Vienna, gennaio, improvv isamcnt(\
Scotoni dott. Giovanni, di Trento, ispettore
amministrativo del Minist>u-o della Istru-
zione, t Rona. 21 luglio.
Scotton mons. Andrea, n. Bassano 183ì?, ar-
ciprete di Breganzp, dirigeva col fratello
Gottardo il giornale cattolico intransigente
La Biscoss I. t Breganze (Vicenza). 27 no-
vembre.
Scotton snor Anna, di a. 6'.), sorella degli
Scotton di Breganze, fondatrice del Col-
legio degli Angeli di Treviglio. 1 ivi, feb-
braio.
Ségur (Di) march. Maurizio, di a. C.3; distinto
storico, membro dell'Accademia di Fran-
cia, t agosto.
Serret, di a. 4S, generale francese, già ad-
detto militare all'ambasciala di Berlino,
t llemix-emont, tt gennaio, dopo l'amputa-
zione di Tina gamba fattagli in seguito alle
gravi ferite riportate nelle operazioni sul-
r Hartmannsweilerkopf.
Sertoli conte dott. P'rancesco, veterano della
campagna del 18()(j. 1 Milano, 7 marzo.
Sevin littore Iieneo, n. Simaidre 1S52, card.
del tit. della SS. Trinità al m. Pinolo dal
1011, arcivescovo di Lione, primate delle
(iallie. t Lione, 3 maggio.
Sgargi ved. Picrioli P^nrichetta, di a. 85, già
e.simia cantante, t Galliera (Bologna), luglio.
Siolier Kniico, trentino, prof, di storia iihìu-
rale e vicepreside del liceo Scipione Maffei.
t ucciso durante il bombardamento aereo
di Verona, H novembre.
Simonetti Stefano, di Ozzano Monferrato, te-
nente generale nella riserva, richiamato in
servizio come conjanrìanfe la divis. territ.
di Catanzaro, t ivi, ottobre.
Sinico France co, di a. 110, nito in Val Pol-
cevera. aveva vi ;suto per moltissimi anni
da eremita sullo aUme boscjse sopra Vado
IJgure. t Savona, nel!" ospizio del Santua-
rio, 21 marzo.
Sur Jelli Ferdinando, milanese, di a. 79, natu-
ralista, direttore della .sezione di zoologia
e anatomia comparala del Museo Civico di
Milano, autore fra altri pregevoli lavori di
una FI lira fossile insuhrica (1896). t Milano,
17 gennaio.
Spagnolo don Antonio, di a. 54, bibliotecario
della Biblioteca Capitolare di Verona, su-
periore degli Istituti D. N. Mazza, dotto
paleografo, t Verona, 30 luglio.
Spairani sac. Luigi, di a. 4'.), cultore degli
studi s'orici, direttore del periodico L'ora
il famiglia, fondatore di una biblioteca cir-
colare, t Voghera, maf;gio.
Siiazzi Attilio, veronese, apprezzato scultore,
autore, col fratello, di diverse opere d'arte
fra le quali il monumento a Cavour nella
sua città, t vittima di una boiu.ia lanciata
dagli aeroplani austriaci nell'incursione su
Verona il 14 novembre.
Spensley Jami;s 11. — Era già stato annunciato
nell'/l/m in treo del 19lfi come moito nel sel-
tembre, ai Dar lanelli. corno er i corsa voce :
si sa ora che ferito e faito prigioniero nella
battaglia de La Bassée il 2(5 settembre, mori
in un ospedale di Magonza il 10 novembre.
Stangoìini ing. Francesco, n. Bolo«ina 1841,
giovanissimo prese parte alle campagne
del 1859 CO-tìl-UG, e fu anche a Mejitaua,
costruì con rara abilità tecnica tronchi fer-
roviari di gran le importanza; ricopri varie
cariche amministrative; fu negli ultimi anni
dedito all'agricoltura, t Gubbio, 9 luglio.
Stigler ing. Massimo, di a. 57. noto ingegnere
lueccanico. t Milano. 29 novembre.
Stocchino dott. Virgilio, consigliere provin-
ciale, medico valente, t Cagliari, 11 agosto,
ucciso per privati rancori dal prof. Antonio
De Cortes, della univ. di Cagliari e dirett.
dell'Ospedale territ. della Croce Ros.'^a.
Story T. Waldo, scultore americano, nato in
Roma a palazzo Barberini, dove suo padre,
\Yilliam Westmore Story, poeta e scultore,
abitò da' 1847 sino al 1895, annodi sua mor-
te ; Waldo S!:ory lasciò l'Italia nel lWi>.
t New York, ottobre.
Strada Domenico, di a. 83, emerito bibliote-
cario e conservatore dell'Accademia d-i
Concordi, alla quale lasciò un legato di
10,000 lire, t Rovigo, 18 dicembre.
Tacchetti Gaetano, colonnello medico nella
R. Marina, direttore di sanità militare del
dipartimento marittimo di Taranto, t ivi,
14 dicembre.
Tac -Olii dott. Gaetano, n. Bologna 1829, se-
natore del Regno dal 1910, aveva com-
battuto per la patria già nel 1848, parte-
cipando poi alla difesa di Venezia, fu de-
putato da! 1874 per varie legislature per
Bologna e per Castelmagg'oie. sindaco di
Bologna per olti-e un ventennio, t Bologna,
5 settembre.
Taddeucci Pietro, prefetto a riposo, t Via-
reggio, 24 aprile.
Talamo ing. Edoardo, n. Cava dei Tirreni
18G9, senatore dal 1913, da parecchio tempo
diret. dell'Istituto dei Beni Stabili. fRoma,
3 febbraio.
Tarquini (ìiuseppe, già cronista della Caiii-
talee ora reporterfotografo.tRoma. giugni>.
Tauscky Sigismondo, di a. 74, ungherese, da
circa 40 anni donaiciliato a Napoli, pittore
miniaturista, t Napoli, 4 marzo.
Tavallini avvocato Vincenzo, presidente della
stagione speriment. di risicoltura, t Vercelli,
24 febbraio.
Taverna Baudolino, di a. 82, maggiore a ri-
Anno
IV
Almanacco dello Sport ìqii
(LA GUERRA E LO SPORT)
500 pagine — 500 vignette — Copertina a colori — I^ire 1,60
n. lìE3IPORAI> & FIGLIO - Editavi - IIliBNZE
C15 —
Emilio Treves.
Il grande e litore milanese, spentosi » Mi-
hino n.jUa n )tte del 30 ^'eunaio 19lfi. era n vt >
a Trieste, di famigl a oriunda di Vei-oel!i, il
31 dicemhre 1834.
Di preco'-e e vivacissimo ingegno, con
sHi'Oate inoliuazioni letterarie, esordì a se-
; anni con un dramma, R'ufhezra e Mise-
, al q lalt; fere sul)ito seguire un secondo
111 carat ere storico: // Duca D' h' y\ien, che
fu proiltito dalla cen-
sura austriaca.
In qufl tempo il
Lloyd Triistino ave-
va fondato nn'arion-
da tipograflco-edito-
rialf dirotta da un
lPtt«^r.ito di vran va-
lore, Antonio Il:ici\eli.
Si era intrapresa la
«elpbro colle/ione dei
Classici (circa 600 vo-
lumi di autori italiani,
latini, e greci, ricor-
dati ancora diiy:li stu-
liiosi) e al giovane
'" oves ne fu afiBdata
ovisione. Ciò tem-
il suo ingej,'no ed
rgò la sua cultura.
'n<-hè Tirrequie-
Kiiiilio (c)ii I' hv.
isciuto vecchio
I facilmente im-
-;inare quel che
!■ t.^va essere da gio-
\ ne !) non s'accon-
M^ava di spulciale
'i di classici: scrl-
. a anche in giorna-
le, ti umonsti'-i, con
tendenze tali che un
'el giorno gli fu fatto
•ndere i-he l'aria
i rieste non gli con-
va più. Fu il suo
ìlio urto con la dn-
\ ita, e fu il {irinci-
'iella sua fortuna.
lijro a Parigi, dove visse alla meglio inse-
iido l'italiano, e allargò gli orizzonti del
spirito. Concesso^'li. dopo qualche tempo,
.entrare negli I. e It. Stati, andò a J'iumo,
■ e diresse una tinogratti. l'ol fu a Udine,
qualità di precettore, e quindi a Milano.
Teneva allora il campo nel giornalismo
iiiilanese Giuseppe liovanl, che lo chiamò
alla Gazzetta di Mi'uno. In breve il giovane
triestino si fece notare come uno d 1 più
brillanti e vivaci giornalisti, sia noi quoti*
diano politico, come nel settimanale umori-
stico L' Co'i'o di pigra Er.vtio gli antd che
preparavano il '59. Per una polemica intorno
a una Gmietta d'Iia'ia. il cui primo numero,
già pronto, non venne alla luce per divieto
di Vienna, il Treves si battè in duello con
un altro grande giornalista, il sjo a-nico ed
«mulo Leone l''orti:j ; col quale subito si ri-
{Da un qiui'b-o 'li l'. Corroa).
conciliò e tenne poi amicizia, non spezzata
che dalla morte.
Noi l.sr;9 si arruolò tra i * Cacciatori de-
gli Appennini .. Liberata Milano, riprese il
suo lavoro giornalistico, ma per poco, poiché
n?l 1861 riesoiva Analmente a realizzare il
suo antico sogno farsi elitore. Abbattute le
barriere interne, cost.tuitosi il nuovo liegno
d' Italia, il memento non poteva essere più.
propizio: e può dirsi
veramente che Emi-
lio Treves fu il nuo-
vo editore che alla
nuova Italia occorre-
va. I principi tnroJO
assai modesti: un pic-
colo ufficio In viaDu-
rini, una rivista di.sa-
doma, // Museo di fa-
nti,! m.
A vederne oggi la
collezione, quella
vecchia rivista appa-
re assai romantica e
iircaica; ma allora era
mia novità, e le illu-
strazioni rappresen-
tavano uno sfarzo no-
tevole. Fu quello il
])riino nucleo della
grande Casa editrice;
il t tiro sciittori g à
j.oti, ne rivelò di sco-
nosciuti. Accanto al
Jnaeo .sorsero altre
pubtilicazioni : ( B i-
f/lio/e-fi Utile, Annua'
rio Scienlifico, Illii-
>tt' a rione J'opolare); e
subito da quei primi
anni la produzione li-
braria si sviluppò, si
al>belli,con tendenze
prevalentimiente let-
terarie e di divulga-
zione scientifica, ar-
ricchendosi di opere
del De Amioi.s, del
Barrili, del Lessona, del Lioy, del Besso eco.
Fra tanto lavoro editoriale Kmilio Treves
trovò modo di fondare e diriger» un giornale
quotidiano: e dal '6J al '74 vi profuse giorno
per giorno Ingegno scintillante, acuto spirito
politico operosit^i multiforme. Nel 1873, dopo
vari tentativi suoi e di altri, il Treves ebbe
l'ardimento di fondare un settimanale illu-
strato sul tipo dei grandi giornali inglesi e
fiaic'si; e ben presto con molta attività e
geniale organizzazione della parte illustra-
tiva, riii-scì a metterlo a pari con quelli. Al-
lora le illustrazioni s'incidevano In legno
(Ceilenari. Cinta;.'alli, Mancastroppa furono
veri artisti del genere): e i mag;ilori pittori
del tempo, da F. P. Miche! ti, a Tranquillo
Cremoia, a Edoar lo Dalbono offrivano lo
opere loro p-»r la riproduzione nell' f '/iw'rrt-
iiotie linl.a iu. Cosi 1 nm^'i;lori selettori maU'
GIG
davano i 1. ro scritti. Eiuilo Tieves d.ie.->se
quosto g ornale che — fra t:inte oceiipa/.ioni
diverse, fu la sua più e u a sollei-iludliie d'ogni
giorno, dog li ora — lino alla morte. Per
molti anni, lino ni 1903, e^li stesso scrisse
ogni settima -a (talvolta in collabornzione con
iiltri) il ciiìi-^Uco Covvif>ie, firmato collo pseu-
donimo sbarazzino di " Cicco e Cola ,: erano
vivaci note di commenti ai fatM del giorno,
spigliate, scinMllaiiti di brio. Il collaborare
al proprio giornale era per lui come \\n ri-
poso da cure più gravi.
Dire di Ila fortuna della casa editrice f nella
quale egli -ebbe a e jndirettor? p r 34 anni il
fratello (^inseppo, morto nel 1004) e delle soe
benemere ize verso le buone lettere e la cul-
tura nazional'% ci sembra inutile, c-sendo cose
ben note. VA basta aver accennato sommaria-
mente, alla lunga e fccotida vita di questo
grande lavorafoie cIk» sostenne sino ala più
fa '(la età il più intenso lavoro, con spirito
leggeio, la barzelletta e la risata pronte, il
cervello sempre in attività, e il virginia ia
bocca.
poso, veterano delle battaglie dell'indi-
pendenza e della Crimea, t Lobbi, iiresso
Alessandria, 31 agosto.
Tedeschi Oreste, romano, ultimo superstite
del glorioso episodio di casa Tavani-Ar-
quati: ebbe salva la vita per miracolo e
fu condannato alla galera donde fu libe-
rato nel 1870: aveva taito l.i campairna ga-
ribaldina del 1;SG6. t Koma, mvenibre.
Tedeschi liinublo, di a. 28, no^o co;nmer-
ciante, fspoi tatoro in tessuti, dire t. della
Società Commissionaria Orientale. I Milano,
14 marzo, per suicidio.
Tei mons. Paolo Marco, dei Min. Cappncc,
n. Bagni di Lucca l.S4(), dal 1904 vescovo
di Pesaro, t ivi, 29 aprile.
Tesi Clemente, di a. 74, industriai?-, per ol-
tre 25 auTii dette l'operii sua alia vita pub-
blica cittadina: era padre del sindaco av-
vocato Arrigo, t Pisto a, Ifi giugno.
Testa (t. B., di a. 76, uno dei Mille, t Torri-
glia ,'Genova), 10 lug.io.
Theotokis Giorgio, n. Corfù 1843, deput.nti
della sua isola, ministro delle comunica-
zioni: era stato anche president'3 del Con-
siglio prima di Veuizelos. 1 Atene, 25 gen-
naio.
Theotokis Michele, presidente della Camera
greca, t Coriù, 20 agosto.
Tocci avv. Guglielmo, di a. 89, già deputato
al Parlamento, t Cosenza, 7 genna o.
Tofani Osvaldo, di Firenze, di a. 66, decano
degli artisti italiani a Parigi dove risiedeva
da 35 anni, pittore e illustratore, t Parigi,
4 dicembre.
TocoUa dott. Francesco, bolognese, di a. 56,
depurato provinciale e consigliere comu-
nale di Bologna, di parte soi-ialista: gior-
nalista, fu tra i fondatovi del Resto del
Carlino, e poi della Seva di Milano; mo'to
competente come critico musicale, f Bolo-
gna. 21 gennaio.
Torelli Tito, consigliere provinciale, presi-
dente della Cassa di Risparmio di Livorno,
console d'Olanda, t Livorno, 12 maggio.
Torri dott. Giuseppe Silvio, medico primario
dfir Ospedale Maggiore, t Milano, 25 aprile.
T'-;-.M>on+ini Lucia, di a. 100. f Pogallo (Udine),
12 luglio.
Trcves iilnnlio, grande editore, letterato, t Mi-
lano, 30 gennaio (ved. pag. precedente).
Treves Tedeschi Virginia (Coi-delia), scrit-
trice, t Milano, 7 luglio (ced. a pag. 2S0).
Tringali-Mangano Emanuele, astronomo del
Collegio Romano, versato nella conoscenza
dei feoomeni solari, t Roma, i lu^'Iip,
Truzzi Carlo, di a. 42. giorna'ista, direttore
da 15 anni del giornale All'erta, organo
dell'Associazione monarchica, t Voghera,
maggio.
Turner Guglielmo, n. rei Lancaster 1S32,
anatomista illustre, rettore della univer-
si! à di Edimburgo, t 15 febbraio.
Uboldi ing. Luigi, socio dello stab. Larin'
Nathan di costruzioni nieocaniche e fer-
roviarie, t Milano, ftbbraio.
Ughi Odoordo, i)r'>f. ord. di patologia spe-
ciale medica e chimica propedéutica nella
univ. di larma. f ivi, 5 novembre.
Vacca Guglielmo, n. Eboli 1819, senatore
dal 1911, procuiatore generale presso la
Corte di Cassazioun di Palermo; ebbe gran
p.irte n^i lavori delìiuovo codice di pro-
cedura penale, t Homa, 1» febbraio.
Vaiilant Edoardo, di a. 76, di'cano d'I par-
tito socialista francese, a più ripiese can-
didiio del partirò alle presidenze della
Camera e deila Repubblica, t 18 dicembi-c
Valente Candido, gener.ile a riposo, di a. 88.
t Genova, 14 novembre.
Vallardi Giuseppe, editore, comproprietario
della dieta Antonio Vallardi. t Milano, 24
maggio.
Viilletta Nicola, n. Lecce 1829. antico cospi-
latore, ultimo superstite della spedizion*
di Sapri: aveva preso parte a tutti i moti
rivoluzionari dal 1848 in avanti, finche fu
condannato a morte fon Nicorera e com-
mutatagli la pena rinchiuso con lui nell'er-
gastolo di S. Stefano; liberato nel 1860,
com atte al Volturno, t Gallipoli, 10 no-
vembre.
Val vas-iori Peroni Baldino, agricoltore intel-
ligente, fratello del deputato dlMelegnano,
t Carpiauo (Milano), luglio.
Vanotti ing. Alessandro, n. Milano 1852, pit-
tore ritrattista, t Bollate (Milano), 11 aprile.
Vela Melchiorre, musicista, t Firenze, 19 a-
prile.
Venanzio Venzo, n. Vicenza 1838, antico ga-
ribaldino, già di Cacciarori dede Alpi, poi
dei Mille, t Roma, 1» mai'zo.
Ventura G. B. di Uov;go, di a. 81, uno dei
Mille, ferito e decorato a Calatafimi. t Cre-
ma, 31 gennaio.
Verna Francesco, maggior generale nella ri-
serva, t Cimaripa di Mariano al Brembo
(Bergamo), 8 novembre.
Verro Bernardino, di a. 43, noto agitatore
sajialista, processato e gundauftato dopj i
GIT —
moti siciliiini del l.SiU, ora s nd.'.co di i.u>v-
lei>n;> e co; sig i»rfi prcviiu-iale. t C«>iI<Hiiie.
'■i novcinb:H, uciiso p^r voridetta privata.
Ve:ze^'ii:issi EngMiio, n. T feste iNfi'j. tenente
■ooloiinelìo macchiiiisla della lì. Marina,
t Venezia, aprile, improvvisanieiite.
Vetroni Achille, di a. 65. già depurato per 5
le^'islatnre di Avellino, t ivi, aprile.
Viui-hl Leone, di Fnsignano (Ravenna), già
provveditore agli studi, autore di piege-
voli studi sul Mon'i. t Firenze, 'il ottobre,
ViPa dott. Ettore, console itall.mo a Matadi,
nel Congo Belga, dove da oltre 25 anni
l'seioitava la professione medica, t Matadi,
16 maggio.
Vincenti dott. Camillo, n. Alfonsino (Ravenna),
di a. .72, medico molto noto, fondatore o,
direttore del giornale L'Avr-nire Saiiitnrio,
.speciale per argomenti d'i^;iene pubblica
e legislazione .sanitaria, t Milano, 21 ot-
tobre.
Vi.sca suor Rosa, di a 8.i, superiora delle
suore della (Carità nell'ospedale di marina
di S. Anna, monaca da fi4 anni: .^i era di-
.stinta in Crimea, nelle campagne del 1859-
r>0-6G, nelle epidemie coleriche del 188J-
SG-!S7; aveva la medaglia d'oro dei bene-
meriti della salute pnbblica. t Venezia,
12 aprile.
Vi ^conti di Modrone duchessa Ida, nata Rensi,
vedova del duca Guido, di a. 65, veronese,
dama benefica e instancabile nelle opere
di civi'.e assistenza, t Milano, 28 dicembre,
improvvisamente.
Vitale Speranza, di a. 100 t Torino, 17 aprile.
Vitali (iiulo, romano, di a, 40, caposezione
al ministero de'l' istruzione, buono scrit-
tore e cultore della pedagogia, t Roma,
23 marzo, suicida.
Vitali Vittore, valoroso garibaldino, già dei
MìIIp. prof. ord. di procedura civile nel-
r universi: à di Genova, autore di opere re-
putate di diritto, t Genova, marzo.
Vlacovich ine Cirio, di Padova, di a. 50, in-
gegner capo del Genio Civile a l'adova,
fi^ilio dell'anatomico Vlacovich che fu an-
che rettore dell'università patavica.t presso
Mira (Padova). 11 febbraio, suicida.
Voglino Enrico, di a. 37, direttore della Cat-
t<'dra Ainhnlaiite di Agricoltnra di .\lc->-
sandria. t 17 ajio.sto, vittima di mi dovia-
monio femviario del treno di Torino nei
pre.'-si della staz. di .\lejs mdria.
Yuan-shi-kai. di a. 57, presidente del!a Re-
pubblica Cinese, preconizzato nnpera-
tore. era nato nello Honan da umili r>i.
r.'nt.i,f.'co rapida carriera politica, viceré del
Ci-li nel lOOl, ministro degli esteri nel 11)06,
presidente della Rppnblilica da. 15 febbraio
1!U2. t Pechino, ó giugno
Ynssuf Izzeddin elfendi, n. Coslantinop. 18.")7,
figlio primogenito del defunto sultano Ab-
dal-Aziz, principe ereditario di Turchia.
t Costantinopoli, 1» febbraio, per suicidio,
secondo lo notizie ufficiali: trutidato dai
Giovani Turchi, secondo altri.
ZaflFrani Francesco, intraprenditore di la-
vori, in Egitto aveva eseguito importanti
opere per gli argini del Nilo, le dighe di
Assuan ecc. t Casalzuigno (Varese), 20 ot-
tf>bre.
Ziinimatto dott. Alessandro, rabbino mag-
giore, t Padova, 15 aprile.
Za''c!ii conte Ltiigi, maggior genei'ale coman-
dante dellabrigata .Alessandria, n.Berg.imo
1.S58, aveva comandato a lungo la S.uol i
(li Applicazione a Parma; era il primo ge-
nerale decorato con medaglia d' argenti)
in questa guerra, t Pai ma, 23 marzo, per
improvviso malore mentre era ia breve
licenza dal fronte.
/'umbini Bonaventura, n. Pietrafttta di Co-
senza 1836, senatore del RegTio dal 1905,
letterato, critico, già prof, di letteriit. ital.
alla univ. di Napoli, t Bellavista, presso
Portici, 21 marzo.
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I morti della nostra guerra.
(1)
(Settembre 1915 - Ottobre 1916).
A ceti iiigr. Lodovico, di a. 36, valente pro-
•"• fessionista, c.ipUaiio degli alpini, t com-
battendo sul Car80, 14 novembre.
"Daj dott. Piero, di Milano, direttore prò-
■*-' prietario del Pensiero Medico, ora teninte
medico di un o'<pedaletto da campo, t Bre-
scia, air ospediile militare, 28 novembre.
Bailo Luigi, n. Rapallo 1882, capitano avia-
tore, si era molto distinto in Libia, dove fu
il primo dei nostri aviatori aprendeie fo-
tografie dall'aeroplano, f 18 febbraio, in una
incursione di velivoli italiani su Lubiana,
ferito a morte dalle mitragliatrici austriache.
Barbieri Alfredo, di Roma, di a. 4(5, tenente
colonnello d'artiglieria, comandante il bat-
taglione squa Iriglie a\iaturi. t 18 febbi'aio,
in una incursione di \elivoli italiani su Lu-
biana, ferito dalla mitragliatrice di un ve-
livolo austriaco.
Bati isti Cesare, n. a Trento 4 fe'.braio 1875,
addottoratosi a Firenze in geografia, illu-
sirò la propria legio e con volumi, opu-
scoli, aiticoii che ebbero meritamente il
plauso degli stuliosi, fondò e diresse a
Trento la rivista di studi loc.ili Trldentnin,
a Firenze La CuUnra Gengra/ìca che ebbe
breve vita; entrato nella vita politica e
ascrittosi al pariito socialisia, diresse a
Trento d.il 1900 il quotidiano socialista //
J'opolo, nel 1911 fu eletto deputato al Par-
lamento di Vienna e nel 1914 anche alla
Ditta di Innsbrac-k; riparò nel Regno ap-
pena scoppiata la guerra per fare attivis-
sima propaganda con la parola e con gli
scritti per le ]ivendicazioni nazionali del
Trentino; arruolatosi come so'dato negli
Alp ni, poi promosso tenente, si distinse
in molti combattimenM: gravemente ferito,
a qnanto si crede, sulle pendici di Monte
C'orno in Vallarsa e cadendo prigioniero
degli Austriaci il 10 luglio, fu portato a
Trento e vilmente impiccato il 12,
Bazzi Carlo, n. Milano ISSi, capitano di com-
plemento di fanteria, t San Martino del
Carso, 13 marzo. Il Re gli concedeva di
motuproprio la medaglia d'oro.
Berardi Francesco, n. a Dusino (Alessandria;
1856. maggior generale comandante di bri-
gata, t conducendo i suoi soldati all'assalto
sul Munte Zebio, 6 luglio. Il Re gli con-
cedila di motuproprio la medaglia d'ori>.
B- lardi Gabriele, n. Sant'Angelo dei Lom-
bardi 1861, maggior generale comandante
dell' eroica brigata Sassari, t in un ospe-
da'e da tatupo presso Villesse, per le fe-
rite riportate sul Carso il 1.5 dicembre.
Beruotti Pietro, di Gasalmonferrato, capitano
di fanteria, t Sella San Martino, 22 ottobre,
difendendo strenuam?nte una posiziono;
il Uè gli concesse di "motuproprio la me-
daglia d'oro.
B^rozzi Adelino, di Crespellano fBologna). di
a. 29, poeta, scrittore di novelle, prof, di
lettere italiane albi Scuola tecnica di Loaro
((ìenovai, sottotenente di artiglieria, t ot-
tobre.
Berta dott. Luigi, medico torinese, dire«.so
Il Grido del Popolo, periodico socialista e
L' Educazione sessual", rivista da lui fon-
data: ora fra tenente medico, t al fronte,
settembre.
Bocchialini Fabio, di Roma, di a. 32, diret-
tore della Sez. della Cattedra Ambulante di
Agricoltura di Langhirano, sottotenente
volontario di fanteria, t combattendo sul-
r Isonzo, novembre.
Boccioni Um',er;:o, di Cattolica, di a. 34, p t-
tore e scultore della scuola futurista, ora
soldato d'artiglieria, t Verona, 17 agosto,
vittima di una caduta da cavallo.
Bonistabile Giuseppe, di a. 44, tenente co-
lonnello degli Alpini, t sull'altipiano di
Asiago, giugno.
Bononii Giovanni, da Brissago (Como), capo-
ral maggiore di fanteria, t Oslavia, 6 ogo-
sto, in un attacco, dopo avere con pochi
animosi catturato 130 austriaci. Decorato di
medaglia doro di moto proprio del Ite.
Bordonari Luigi, di Siracusa, tenente colon-
nello, i nel Trentino, luglio.
Borro Giulio, n. a Pietra Ligure CAlbenga)
1867. tenente colonnello di fanteria : aveva
fatto la guex-i-a dell' Eritrea, ferito, prigio-
(1) AbV»iaino compreso in qne.sto glorio.so elenco tutti coloro alla cui memoria fu assegnata
la uieda^ilia d'oro o d' argento al valore uiilitare.
- 019 —
Grsark Battisti
Antonio Chinotto
NAZAnio Sauro
IO (per 14 me-iii e decorato ad Adua,
-u! Carso. 3 novemiire.
! Giosuè, II. Livorno 18»M, scrittore, notis-
Mio nel {jiornalismo tostano, sottotenente
.il fanteria, figlio di Averardo Borsi. t in
iiM assalto alla baionetta a me^.7.\ costa del
monte Cucco, grosso Zaj?ora 10 novembre.
Buz/.ano Ettore, n. Genova 1.'!<C.8, colonnello
dc-li Alpini, t Genova. all'Ospedale Mili-
tare Ravasco, per ftrite riportate in com-
battimento alla fronle del Trentino.
Brandolini dWdda conte Brandolino, di a. 38,
tiglio del senatore conte Annibale e della
iMiitessa Leopoldina d'Adda, dnmi di pa-
lazzo della Regina Madre: deputato al Pai-
lamonto pel col :e;;ij di ^ it'nrio, consigliere
provinciale di Treviso, o. a sottoten'>nte vo-
ìt^ntario. Ferito sul ponte di Ar.-icro il 20
giugno, morto il 28. È il primo deputato
italiano morto sul campo.
Brignone dott. Ferdinando, tenente colon-
nello medico, t H febbraio, in zona di
gnerr», per improvvido niao;e.
Brunialti avv. Giovanni, n. Tliiene ISSI, figlio
dell'un. Attilio, già i ampione it.tliano di ca-
nottngg o per vari anni, vincitore di nu-
merose gare in skiff, g a tre vote feriio
in questa guerra, promosso capitano degli
alpini per merito di guerra. 1 sugli alti-
p ani vicentini nell'ass-ilto del m. Magari,
17 giugno.
BrHunnr Guido, n. Trieste 1897, di famiglia
friulana, sottotenente di cavalleria nell'e^ci-
cito italiano; era stato arruolato iti prin-
cipio della guerra come ufficiale automo-
bilisti neir esercito austiiaco e inauilato
nei Carpazi, dove riuscì e )n grande slento
• pass ire il confine e raggiungere l'Italia,
un'altipiano di Asiago, giugno.
Limici Luigi Alfonso, n. a Fireuze 186"},
onncllo di fanteria, t combattendo alla
ta del suo reggimento, 28 ottobre.
os-Iiianchis di Pomarè conte Camillo,
ir-nte colonnello di artiglieria: er.i gè-
;o del senatore conte Biscarotti di Ruf-
i. t ucciso in un osservatorio al fronte,
vembrc.
/'"iinisa Alfredo, tenente colonnello, coman-
^ dante un reggimento di fanteria, t nel
Trentino, lugl o.
Cimo /UH t'ari >. di V. rona, maggiore di fan
Sun .Michele ad Carso, '26 ottobre,
in un attacco. Decorato di medaglia d'oro
por molti atti di distinto valore.
Cùulari dott. Enrico Francesco, di Torino,
di a. 3G, presidente dell'Associa?:. Italiana
Arbitri (di football, e ipitano di fanteria,
t sul Carso, novembre.
Cantù Arnaldo, pubblicista, critico d'arte, col-
lab >rato: e artistico del Giornale d'Italia,
impit>gato alla Direzione Gen. di Bolle Arti:
era stato vivace neutralista, f sul Carso,
ottobre.
Capasse Paolo, da Agerola (Napoli), tenente
di complemento, t vittima dei gas asfis-
.'•ianti a Gr.jvig!io sul Carso, 28 giugno. Il
Re gli concedeva di motuproprio la meda-
glia d' oro.
Capelli rag. Enrico, di a. 38, ginnasta e ca-
nottiere, già campione italiano della " Ca-
noiieri Milano „, ora capitino, t in un as-
sa to presso Moiil'aloone, 7 agosto.
Ca;jelli dott. Pietro, direttore dell'Ospedale
italiano di Lugano, ora capitano medico.
1 Milano, all'ospelale militare, per ferita
riportala prestatilo l'opera sua in primis-
sima linea nel Trentino, 13 luglio.
Capri Giovanni, n. Bologna 1SG9, capitano dei
b^rs.iglieri, era stato residente italiano a
Mogadiscio; era illustratore e cartografo
valente e anche ì'Almanacco Italiano si
valse più vQlfce dell'opera di lui. t sul
Carso, pres'^o Oppacchiasella, 21 settembre.
Caroncini A.b rto, n. a Roma 18S.?, prof, di
economia pol.t ca nella Hciio'a di Commer-
cio di Torino, duettore amministrativo del
Hf.aio dfrl Carlino, .•crittore apprezzato di
materie ccok miche, f combattendo sul
Calvario, 3 no\embie.
Carcclla Tancredi, n. Messina 1861, maggior
generale comandante della brigata Pescara,
già ferito a S. liUcia sul <!arso; coma te-
nente colonnello si era molto distinto in
Lit)ia e spoclalmente alla battaglia di Ain
Zara, t in un assaito sul monte 8. Gabriele,
12 a^'osto.
Catteri Plinio, di a. 21, campione italiano cicli-
sta pei dilettanti su pista, bersa,'here cicli-
sta, t scomparso in una esplorazione presso
Oslavia, la notte fra il 24 e il 2ò gennaio.
Cassoli Al turo, da Ferrara, colonnello di fan-
teria, t sul Carso, negli attacchi alle posi-
zioni di Bo>co Cappuccio, ottobre. Deco-
rato di medaglia d'oro.
Cavallo Felice, u. Vercelli 18D1, leueute co-
— G20
lonnello, comaii'lante di un ret,'gimento di
faiit.eiia, buon <,'t^o<,'i-afo. t sull';iltipia io di
Asiago. 28 giugno.
Chiarie Felice, da l'ino Toiine-;e, maggioie
d'artigl. t Trambilleno, 18 maggio, in nn
assiilto alla baionetta. Insignito di meda-
glia d'oro di moto proprio del Ile.
Chiesa Damiano, di Ko\ ereto, di a. 23. volon-
tario nell'esercito italiano; caduto prigio-
niero degli Austriaci il 18 ma;.'gio presso
Castel Dante fu condannato a morte per
■ impiccagione e in via di grazia l'ucihito a
Trento il 19 maggio.
Chinotto Antonio, n. Arona 1858, tenente ge-
nerale, da pochi giorni promosso coman-
dante di corpo d' armata per merito di
guerra per le operazioni sotto Mon:a cone
da lui dirette; già fei-ito gravemente quat-
tro volte, sempre rientrato in servizio,
t Udine, 25 agosto, in un ospedale, di ma-
lattia aggravata dagli strapazzi della guerra.
Condulmer nob. dott. Pietro, di a. 40, ispet-
tore medico municipale scolastico di Bo-
logna, ora capitano medico, direttore del-
l'(3sped. milit. contum. di iordenone. t ivi,
16 febb.. per infezione contratta in setvizio.
Corcos Massimiliano i:g io t^iovanissim ) d 1
noto pittore Vittorio Coroos, pittore egli
pure e architetto, t nel marzo in un ospe-
dale da campo sul Monte Nero.
Corridoni Filippo, marchig ano, di a. 27. sin-
dacalista inttammato, o ganizzatore di scio-
peri specialmente a Milano, poi convinto
interventista, t combattendo al fronte, dove
era andito voloniario, ottobre.
Cotronei Vittorio, redattore del Matlino di
Napoli, sottot. volontà io. t njvenibre.
Curti Fausto, n. Pieve di Ca ro 186 i, colon-
nello comandante di un reggimento di lan-
cieri, t Costa Alta nel Trentino, 19 giugno.
I^a Rios Pietro, n. Conegliano Veneto 1866,
■^ tenente colonnello di fanteria, promosso
tale per merito di guerra, comandante di un
reggim'nito di fanteria, era stato molti anni
all'istituto Geogr. Milit., dove aveva com-
piuto importanti lavori topografici, t presso
Gorizia, 10 agosto.
De Bacci Venuti conte avv. Tomaso, di Sas-
suolo, di a. 28, autore di pregiate opere di
diritto, di storia, d'arte, promotore del-
l'Assucia/Jone nazionale "Pro Dalmazia ita-
liana „, ora sottotenente volontario al fronte,
t in un ospedali-tto da campo nell'alto Asti-
co, per ferite, 9 luglio.
De Camillis Domenico, n. Napoli 18<)2, colon-
nello del Genio, t colpito da proiettile ne-
mico mentre sorvegliava sotto il fuoco la
posa di un pò ite sull'Isonzo, 29 ottobre.
De Gaetani avv. Enrico, n. Sivejie (Dalmazia)
1880, membro del consiglio direttivo del
Gruppo Nazionali ita llomano, stenografo
al Senato, capitino di compi, di fanteria.
t in un ospedaletto a Sagrado, 15 niarzo.
De Gasperi G. B., dott. in scienze economi-
che, appassionato degli studi geolog ci, aveva
studiato per incarico della Società Geogra-
fica i ghiacciai delle Alpi Lombarde e quelli
della Terra del Fuoco, ora tenente di fan-
teria, t nel Trentino, maggio.
De Luigi (Gregorio, n. Ma'^^sa Superiore 1862,
colonnello di fanteria, j Torino, all'ospe-
da'e militare, 12 giugno, per ferite ripor-
tate in guerra.
De Prosperi Luigi, n. Padova 1882, fervente
nazionalista; già socialista, si era conver-
tito al nazionalismo in Libia dove aveva
combattuto sotto Ameglio prima alle Due
Palme, poi a Psithos, guadagnandovi la me
daglia ili va'ore, ora capitano di fanteria.
t presso iMo.italcone, maggio.
Diana-Grispi Secondo, capitano dei Cavalleg-
geri Guide: si era distinto nella guerra li-
bica, formando a Bengasi nel 1912 una
banda indigena che prese il suo nome e
ch'egli condusse più volte al fuoco, t sul
Carso, luj,'lio.
Di Maria Eugenio, nob. dei bsr. di Alleri, di
Pale ino di a. 51, già colonnello dei beraa-
glieii, ora colonnello brigadieie, coman-
dante della eroica brij^ata Sassari, succe-
duto al generale Berardi pur e-so caduto
valorosamente, t a Casera Zebio nel Tren-
tino, 27 giugno, mentre guidava i suoi sol-
d iti all'assalto. Insignito di medaglia d'oro
di moto proprio del Re.
Diigliotti avv. Ac lille; noto professionista to-
rinese, primeggiava nel partito radicale e
fu ardente interventista, t febbraio.
"C*mbabi Ismail, egiziano, naturalizzato ita-
■^ liane, maggiore di fanteria, aveva fatto
con onore e campagne di Eritrea e di Li-
bia, t sul Cai-»o, 21 ottobre.
"C^acta Giovanni, di Pinerolo, volontaiio aria-
•'■ tore, figlio dell' on. Luigi Facta, ex-mini-
stro, t ferito a morte mentre volava con
un Caproni sull'altipiano dei Sette Comuni,
30 giugno.
Fadda Francesco, da Tempio Pausania (Sas-
sari), sottoten. di compi, di fanteria, t ui--
ciso, dopo luminosi atti di valore, all'attacco
del Dente del Sief, 21 maggio. 11 Ile gli
concesse di moto proprio la medaglia d'oro.
Fasoli di Ca' di David Giuseppe, veronese,
col mnello di fanteria, t in un ospedale iu
zuna di guerra, 17 marzo.
Ferrari Marcello, di a. 25, capitano dei grana-
tieri, promosso tale per avere per il primo
inalzato il tricolore nella conquistata Mont
falcone, t suU'I-sonzo, novembre.
Ferrerò, capitano di fregata, comandante in
seconda (ìeWa, Ltonardo d<t. T'/hc/'. t Taranto,
3 agosto, vittima dell'incendio delia nave.
Anno
IV
/Vlmanacco dello Sport mz
(LA GUERRA E LO SPORT)
500 pagine — 500 vignette — - Copertina a colori — Lrire 1,60
R. BEMPOHAI) & FIGLIO - ISditori - FIRENZE
621 -
Fi.'llolia Pelice, di Fo^pla, di a. 30. memb »
'tM Comitato centrale del Patito Mazzi-
imo Italiano, sergente, t sul Col di Lana,
oveinhre.
lii/.i avv. Fabio, di Rovereto, sottotenente
volontirio degli alpini, t impici'ato nel ca-
stello di Trento insieme con Cesare Batti-
tisti. 12 luglio.
Fiorini Mario, n. Mas^a Mnrlitim\, di a. '2S,
giornalista, re'iattore del M'u-'tiniero di Ro-
ma, già del Ntioco Ciovnnle di Firenze, fer-
vido interventista: era anche apprezzato
''iricaturista e collaboratore as.siiluo del
' mero di Torino 1 sul Calvario, 7 a,'o-:to.
ati Vir;,'ilio, n. Milano 1SS9, va'eiite toot-
oallista, più volte capitano dell.i squad-a
nazionale e dell'Internazionale F. C, ora
tenente di fant. t sulla cresta del Pod;,'Ora,
In u:i assalto ai reticolati nemici, 23 giugno.
G araci Vincenzo, di Messina, sottotenente
di fant. t alle Cave di Selz, 21 ottobre in
un assalto a' reticolati nemici. Decorato di
medaglia d'oio.
Gilettl Edoardo, n. Masserano (Novara) ISfi."^,
colonnello di lantena, decorato di meda-
glia d'argento al valore nella guorr.i Italo-
turca, t ZaRora, 23 ottobre.
Giordana Carlo, di Monoalìeri, di a. 4'>, mag-
gior generale comandante di brigata, si era
distinto come colonnello del 4» alpini sul»
l'Adamello, portando pezzi di grosso cali-
bro a grandissime altpzze. t in una rico-
gnizione sull'altipiano di Asiago. 23 giugno.
Olili iati Mario di Milano, suttoten. di compi.
il fanteria, t Santa Caterina. 11 agosto. De-
li ato di medaglia d'oro per la sua eroica
indotta.
(iuretti dott. Guid'>, caliere d^gli studi pa-
t ilogici, assistente della università di Bo-
logna, sottotenente medico, t Firenze, di
malattia contratta al fronte.
Gozzi conte Carlo, veneziano, di a. 27, mu-
sicisia valente, sotloteiìente d^i Cavalleg-
geri Huide. t sul Carso, luglio.
Gregoretti Pier Antonio, da Latisana (Udine),
cap. di fanteria, t Monlalcone. 22 ottobre.
Decorato di medaglia d'oro per la sua eroxa
cr)ndotta.
Grion Giovanni, di Pola. fervido interventi-
sta, processato e condaniiiitu altre volle in
Austria, poi emi;;rato e arruolatosi volon-
tario nell'arma dei bersaglieri, ora sottote-
nente, t sull'altipiano di Asiago, luglio.
Gna'a Krnesto, u. Brà (Cuneo) IbOl, colon-
•llo di fanteria, f al Monte S. Michele, alla
■sta del suo reggimento, che guidava ai-
assalto, 3 novembre: per la sua eroica
'iidotta fu premiato di moto proprio del
iie con la meda^'lia d'oro al valore.
iiiiastoni Carlo, colonnello comumlante di un
reggimento (Granatieri, t condiicendo il suo
reggimento all'assalto, giugno.
Gnat'a Ettore. brp«!clano, .•pnrtma'i e pub-
blicista, volon.ario ndl' esercito belga par-
tecipò alla difesa di Liegi, passato nell'eser-
cito nostro come sottotenente del Genio,
t sulle alture di Monfalcone. uccis ) da una
granata nemica, 4 luglio.
Laoe Ettore, tenente colonn. comandante di
un regirim Mito di fanteria. \ in un assalto
pre.sso Gorizia, airosto.
Lubatti Ernesto, maggiore di fanteria, insi-
gnii o della medaglia doro in occasione del
terremoto del lOOó.t combattendo al fronte,
ottobre. ,^
Lucchesi Vezio, nato al Cairo, di a. 32, cria
pubblicista, fu direttore dell'esercizio delle-
traiuvie del Cairo, poi di quelle di Napoli,
sottotenente aviatore volontario, t 13 set-
tembre.
Luccio Alfredo, colonnello d'artiglieria, t Bari,
all'ospedale militare, 13 luglio, per ferite
riportate in Albania.
Manfrln Aristide, tenente colonnello di fan-
teria, t combattendo, alla testa di un reg-
gimento di cui aveva il coniando novembre.
Manzini Guido, n. S. Vittoria presso Gua-
stalla, capitano de^li alpini, promosso per
merito di guerra e decoi-ato in Libia, era
uno dei più ferventi e capaci ufficiali skia-
tori e diresse per vario tempo la scuola di
Limone Piemonte; era fratello dell'avia-
tore Piero, perito in mare pres.so Tripoli,
t in combattimento suU'Adamello, ma-gio.
Mariani rag. Teodoro, di Como, poco pin che
trentenne, canott ero, campione europeo di
nkiff (Parigi 15)09), sottotenente, t nel Tren-
tino, 2 agosto, vi;timadi una bomba amano.
Marocco Pietro, da Milano, aspirante ufficiale
di complemento, t Durer, 22 ottobre. De-
corato di medaglia d'oro per l'andac.a con
la quale aveva incontrato la m<^rte distrug-
gendo i reticolati nemici.
Matti r Edmondo, da Mestre (Venezia), capi-
ta:iu di complemento di fant. t comb.it-
teido eroicamente alla presa di Oppacchia-
sella, 16 settembre. Decorato di medaglia
d'oro.
Muz/.aresi Carlo, da Roma, sottotenente di
compi, di fanteria, t al Monte Rosso, 21 ot-
tobre. Decorato di medaglia d'oro per la
sua eroica condotta.
Mazzuoli Edmondo, di Firenze, soldato vo-
lontario di fanteria, t Monfalcone, 21 ot-
tobre. Decorato di medaglia d'oro per la
sua eroica coihlotta.
Melloni Mario, di Firenze, valente sportinan,
notissimo anche come or;:anizzatoie. t Za-
gora, ottobre.
Milano Felice H, di Vercelli, popolare cam-
pione di football; sergente nella brig,\ta
Ravenna, ucciso nel novembre digli au-
striaci, mentre fatto prigioniero in un as-
DIAMALTINA
Estratto secco d'orzo tallito.
Ricostituente sovrano sostituisce l'olio di fegato di merluzzo
e derivati.
I^EPETIT FARMACEUTICI - MUDANO
(V2-2
salto sul moi'te Knk corcava di fug^'ire
verso lo linee ituiuine.
Mina Luigi, di a. 40. primo capitano del ge-
nio, uno dei pion eri dell' aoronaufica mi-
litare in Italia fu per parecchio tempo s(^-
gretario dell'Aeroclub d'itulia, conquistò
nel 1907 il record nazionale d'altezza in
sferico (m. 9240), collaborò con Usuelli nella
costruzione del suo dirigibile, t per l'esplo-
sione di una mina, ottobre.
Miraglia Giuseppe, di Napoli, di a. 33, te-
nente di vascello, uno dei più provetti uf-
ficiali aviatori, aveva ripetutamente volato
con Gabyele dAnnunz.o: eia tiglio del di-
rettore del Banco di Napoli, f Venezia. 23 di-
cembre, vittima di un accidente aviatorio.
Montanari Carlo, n. Moncalvo Monf. 1863,
maggior generale comandante della bri<;at.i
Folli, finora addetto come colonnello di
S. M. al Comando Supremo, Ufficiale di
grandissimo valore, t 9 novembre, in un
ospedale di guerra per una ferita riportata
sul campo nella regione di Piava il 6. S. M.
il Re gli oonces-e di moto proprio la me-
daglia d'oro.
Morandi Giovanni Battista, di a. 42, profes-
sore di belle lettere e direttore dei Museo
Civico di N()^ara, capitano degli alpini,
t combattendo sul Carso, novembre.
Morelli Camillo, sottotenente volontario de-
gli alpini, valente latinista: avpva per t e
volto riportato la may^a lau^ al c>)i\i or^o
Hoeufftiano di Amsterdam, f 2i settembre,
in un ospedale della Croce Rossa austriaca
dove era stato portato ferito in un com-
battimento nel Trentino.
Morii! Carlo, maggior generale comandante
l'artiglieria di un corpo d'armata, t in zona
di guerra, i)er malattia, febbraio.
/^llearo Ulderico, di S. Salvatore Monferrato
^^ (Alessandria , eapitano di fanteria, t nella
conquista di una trincea austriacasul Monte
S. Michele, 21 ottobi-e: il Re gli concesse di
motu proprio la medaglia d'oro.
"Dalagano avv. P^rberto, membro del Consi-
*• glio direttivo del Gruppo nazionalista ro-
mano, capitano di complemento, t in un
ospedaletto da campo per ferita riportata
sul Carso, marzo.
Pannilunghi Arturo, di Siena, capitano aiu-
tante maggiore di un re^'gimento di fan-
teria: in un attacco nemico con gas vele-
nosi a S. Martino del Carso il 19 giugno,
riasci a trarre in salvo il colonnello astìs-
siato e la bandiera del reggimento, ne volle
esser curato fincliè non vide riprese le po-
sizioni perdute, ma ne mori quattro giorni
dopo. 11 Re gli concesse di moto proprio
la medaglia d'oro.
Pastine Giovanni, di Spezia, di a. 42, raag-
gioie dirigibilista; era pilota di sferici siu
dal 1907 e con sferici italiani aveva parte-
cipato a molti concorsi; diresse la scuola
di Vigna di Valle, t vittima della caduta
del dirigibile da lui comandato, col quale
aveva bombardato il campo nemico di Go-
rizia, n a gio.
Pelili e oli .\le^sandro, tenente colouiieUo, co-
mandante di un re^'ifim. di fanteria, t Kste,
all'ospedale militare, per forlfe riporiate
neir assalto del m. Sabotino, agosto.
Pericoli Luigi, di a. 18, guardiamarina, tìglio
del ooinm. Vinciiizo, prefet o di Paeruio
e nipote dell' ex-ministro Cavasola. t Ta-
ranto, nel disastro della Leonardo da yi^ci,
2 agosto.
Perussini Gaetano, n. Udine 1870, medico nel
manicomio di Momt)ello, Ubero docente di
clinica delle mala tie nervose e meniali,
psichiatra valente, t Co nions. 8 dii emiire,
in seguito alle ferite riportate mentre pre-
stava servizio come capitano medico in un
ospedale bombardato dagli Austriaci.
Petrelli Francesco, di Gallipoli (Lecce), sot-
totenente di fanteria, t in un a-salto sul
Monte Sei Busi, 21 ottobre: la sua eroi -a
condotta gli val>e la medaglia d'oro di
motuproprio dal Re.
Piano Ernesto, di Castagnole Lanzo (Asti),
di a, 40, colonnello, t neirafloiidamento
del Principe U'nberto, silurato nel basso
Adriatico 18 giugno, mentre egli dall'Al-
bania faceva ritorno in Italia.
Fichi nob. Mario, di Conegliano Veneto, di
a. 25, autore di buone novelle e di lavori
drammatici, t sul Carso, 17 dicembre'.
Pigliene Luigi, da Corsione (Alessandra^ te-
nente colonnello degli alpini, t in un as-
salto al monte Kukla, 10 maggio. Il Re gli
concesse di motuproprio per la sua eroica
condotta la medaglia d'oro.
Pizzorni Ettore, tenente colonn. di fanteria.
t alla tosta del suo battaglione, 19 marzo.
Pozzi Anselmo, colonnello di fanteria, t 7 gen-
naio, in un ospedale da campo per ferita
riportata in combattimento.
Prampero (Di) Bianca, di Udine, vicepresi-
dente della Crooe Rossa, figlia del Senatore
Antonino, t 8 ottobre, vittima di un'infe-
zione contratta nel curare i feriti.
Prampero (Di) Bruno, n. Tavagnacco (Udine)
1892, sottotenente d artiglieria, altro ligi o
del Senatore Antonino, uppa.ssionato alpi-
nista, aveva esplorato tutto le cime car-
niehe e tridentine, t presso Podgora, 15 di-
cembre.
Prestinari Marcello, di Casalino (Vercelli),
di a. 70, maggior generale, nel 1906 con
una compagnia di bersaglieri in Eritrea
aveva eroicamente difeso il forte di Adi-
grat, consigliere comunale di Torino t ca-
ricando il nemico alla testa della sna bri-
gata nella regione Portecche, 10 giugno: il
Re gli concesse la medaglia d'oro al va-
lore; lasciò erede di tutta la sua sostanza
i poveri di Casalino.
Pi nnas iùirico, di Sassari, di a. 29, capitano
del genio navale, aviatore, t per un inci-
dente aviatorio nella Laguna di Venezia,
febbraio.
"Da-zini Pilade, n. Pavia 18C3, tenente co-
■'^ lonnello dei bersaglieri ciclisti: aveva
due medaglie al valore e una pi-omozione
per merito di guerra, t in un ospedaletto
da campo sul Carso, di fer.te riportate nel-
l'assalto della quota 144 oltre Monfalcone,
16 settemb e. Fu proposto per la meda-
glia d oro.
Riccoinaniii nob. Elena, infermiera volonta-
ria della t^rocd iìossa. t Udine, 5 setten»-
— r,28 —
Scu'io Slatapkr
ri;KKUCcio Tkombi
Giacomo Vexrzian
bre, di mal;ittia contratta nell'esercìzio
della sua (generosa inis^ione.
Bipari Arnaldo, Loloiinello di fanteria, t con-
daeendo 11 suo reggimento nll'aspa'to, ot
tobre.
Bisniondo Frnnoesco, di Spalalo, fuggito a
Venezi V nell'agosto 1912, arruolatosi vo-
lontario n H'estTOito italiano, fra 1 be;s»-
glleri; ferito e fatto prigioniero nell'otto-
bre ani Carlo, impiccato nel castello di
Gorizia nel noTenibie: secon io altri arso
vivo dalla ferocia austriaca. È il primo mar-
tire irredento in questa guerra.
Roaslo Cristoforo, colonnello comandante del
10" artlgl. d'a-jsed o a Piacenza, t Genova,
2(3 aprile, all'Ospedale Militare, di malattia
contratta al fronte.
domano Guido, uno del più noti jLrinnastl
italiani, premiato nelle Uiìnipladi di Lon-
dra e di Stocvolma. t piugno.
H'iichi Francesco, di a. 52, culonnello di fan-
teria, t 3 luj.'lio, in un osppt1a!etto da eampo,
(l<ive era stato trasportato per grave intos-
kraz one di <,'az velenu.-i ass rbiti il 2^ gin-
^Miu, a\endo riUutato ogni .soccorso ft'chè
il ueuticu non era volto in fn^:i. Il lU ap>i:e
era morto al fronte anche il tìglio ca ;it»uo
Mario.
lluffini avv. Ferdinando, di Modena, di a. 35,
sottopref. di Pavullo nei Frignano, t com-
battendo sull'Isonzo, (5 novembre.
Sauro Nazailo, n. Capodistria, 20 sett. 1880
già capi' ano mercantile della Società di
navig. Istna-Tricste, entiato alio scoppiar
della t^uerra nella marina italiana, rese se-
gnalati servizi con la sua < onos<-cnza del
litorale e partecipo a tutte le auddci scor-
rerie sulle coste istriane: era .stalo pro-
mosso alfiere di vascello ina cadd*; prigio-
niero con un sommergibile catturato dagli
Au-itriaol 11 -1 a;josto. t impiccato a Polu,
In seLMiito a (.'indìzio statario, il 18 agosto,
genetliaco d< 11' Imperatore.
Scarano «ìiuseppe, colonnello di arMglieria,
comandante di un reggimento di bomb ir-
dieri. t nell'assalto alla testa di ponto di
Gorizia, agosto.
Scotti Luigi, colonnello di fanteria, f nel Tren-
tino, giugno.
Sdrin conte Giorgio, n. Prevesa (Epiro) 188S,
ultimo discendente del ramo primogeniti)
di una nobile famiiflla veneziana residente
in Grecia da secoli: era presidente della
Dante Alighieri di Corfù. t all'assalto di
Oslavia, 23 rovemhre.
Serrani Gae;auo, di Arosio, di a. 35, pubbli-
cista, già dell'.4t>aw 1, poi del Fopo'o d'Ita'
Ha, sottotenente volontario, t in un ospe-
dale da campo, 17 marzo, di ferite ripor-
tate due giorni prima.
Sinigaglia Giuseppe, n. Como 1884, uno del
più forti canottieri dei mondo, cam[iiond
mondiale di ski/f alle re;ja'^e di Uenley nel
luglio iyi2. sottotenente dei granatieri,
t agosto, in nn ospedale da campo, delle
ferite ripor ate nell'assalto del Monte di
S. Michele.
Sa'aper Scipio, n. Trieste 1888, profugo ulI
llegno, giornalista, scrittore, poeta, sotto-
tenente voiontaiio dei jfranatleri. già fe-
rito nei primi giorni della guerra, f sul
Podgora, 3 dii-embie.
Sommi Picenardi march. Galeazzo, di Cie-
mona, capitano di vascello, comandante in
prima della Leonardo da Vinci, t Taranto,
3 a;fosto. vittima dell'incendio della nave.
. Spozio Arturo, di Varese, redattore sin d:il
1906 dei giornale italiano La l'oe de' yv
pi)lo di San Francisco di Cai., capitano di
fanteria, t ma^igio.
Slennio Achille, colonnello di fanteria. I sul
Carso, aH'ass.ilto di una trincea a Deve-
taki. 17 settembre; S. M. il Ile gli conferì
di moto proprio la medaglia d'oro.
Suarez nob. Eduardo, di Napoli, colonnello
di fHnl< ria. 1 alla difesa del l'usubio, nel
vallor.e di Fa\i, 29 giugno, ti. M. il Ke per
la su» troica condotta gli concesse la me-
daglia d'oro.
AsGOléiJìe Rivier
comprèsse
MADRI Di FAMIGLIA
Non più ragazzi delicati
1(K) volle più potente
dell'olio di fegato di merluzzo
— 624
'T'amanti In?, Giovanni, n. MontalcJno 1S81,
■*• costruttore ferroviario, sottoteuen e del
Genio, t nell'alto Cadore, di ferita ripor-
tata durante una Ispezione ai lavori in
prima linea, febbao.
Tosi Bellucci avv. Luca Antonio, n. Modena
l»b3, libero docente di diritto intein. prima
all'università di Torino poi a quella di Bo-
logna, assessore per le tìnair/e ne la giunta
sofialistu di Bologna, f luglio, in zona di
guerra, per io scoppio di un proiettile au-
striaco da 305.
Toti Eiiiit-o, ) ornano, mutilato di una gamba
per un accidente fen-oviario, ma nondi-
meno forte ciclista e nuotatore (aveva ti a-
veisato l'Europti in bicicìf^tta): volontario
in questa guerra, si eri dij^tinto in nume-
rose occasioni, t combattendo coragfjiosa-
mente nella pi esa di una trincea oltre Mon-
falcone, 6 agosto; decorato di medaglia
d'oro di motuproprio del Re.
Trombi conto Fei-'uocio. n. Modena lf58,
maggior geiier le delia riserva, richiamato
in servi7lo per questa gneri-:i: si era di-
stinto al Benidir poi nel. a campagna di
Libia, dove comandò pi r vario tempo li
piazza di Tohruk, quindi prese parte alla
presa di Eodi e alla battaglia di Psithos;
anche in questa puer.'ii era già stato fe-
rito alrra volti, j O-^lavia, 28 novembre:
per la sua eroica condotta «.'li fu assegnata
la medaglia d'oro di motuproprio del Re.
U
merini Umberto, di Livorno, di a. 25 già,
edattore del Sole, sottoten. dei Volontari
Esploratovi, reduce dalle campagne di Al-
bania, della Libia e delle Ar;;oiine. f San-
t'Osvaldo in Val Sugana, 5 aprile.
"freccili nob. A<:amennone, di Cr;.'mona, ca-
" pifano di fanteria, t in un attacco preso
Gorizia, dopo aver espugnato te oidini di
trinceramenti, G a'^osto : il Re gli co .cesse
diinotuproprio la medaglia d'oro.
Velici Siiiibaldo. da Asco'i Piceno, maresciallo
di fant. t al Monte Sei Busi, 21 ottobre.
Decorato di medaglia d'oro per la. sua eroica
con dot a.
Veneziun avv. Giacomo, u. Trieste 7 dicem-
bre ISCl. va1oro.so civilista, prof, di dfr?f to
olv. alla unlv. di Bologna: più volte proces-
sato dall Austria per ragioni politiche, e co-
stretto ad emigrare, fu ira i fondato i della
Dante Alighieri, presidente della Sezione
nazionalista di Bologna, fervente intervetr^
tista, ora volontario maggiore di fanteria,
t in combat timento sul Carso, 20 novem-
bre; il Re gli assegnò la medaglia doro
al valore.
Verdinois Alberto, da Trapani, sottoten. di
fant. t Settsass, 28 ottobre. In un attacco
alle trincee nemiche, ferdo tre volte, doj o
una lunt;a serie di atti di ei'olco valore.
Decorato ai medaglia d'oro.
Vezzani Faliero, da l'irc-nze maggiore di fan-
teria, t Monfalcone, 21 ot.obre, in un as-
salto ai trinceramenti nemici alla testa del
s-^o battaglione. Decorato della medaglia
d'oro,
Vicinan a Glacnt-». da Salerno, capitano di
fant, t San Mar i' o del Carso, 'li giugn >.
Decorato di medaglia d'oro per la sua
eroica condot a.
Viola G. B. Adolfo, di Flnalmarina, di a. 50,
coloni;el!o di lanter a. t in combattimento,
22 novenilne.
Vitali Miche, e, da Parma, sottoten. di coni-
plemenro dei bersaglieri, t sul Monte Pai
Piccolo, 27 marzo. Decorato di medaglia
d'oro per la sua eroica condot'a.
Vizzotto Carlo, di Buloyna, pubblicista, cri-
tico teatrale appr. z/atissimo, autore di nu-
n.erosi libretti opei'ettistici, tenente volon-
tario, t nel Trentino, i» seltemlire.
'V'ydias avv. Tipaldo Spiro, n. Trieste 18S7,
"^^ di orijjine greca, uno fia i più fuitivf o
stimati del partito nazionale tr. estino, pio-
fugo nel Regno allo scopi) ar del a gue ra,
ora sottotenente volontario. I sul Carso,
agosto.
^uflai di di tt. Pietro, di a 31, libero doente
^-* alla nniv. di Torino ed assistente pie^so
l'i-tituto di geologia. ca[>i ano giù feri; o a
(;ima Paloi e. t Verona, airosjiedale mili-
tare. 28 luglio, per !e .te riportale in com-
battimento alla Zuiiua Torta.
Contro l'ASMA
Rimedio d'Abissinia Exibard
SENZA OPPIO NÉ MORFINA
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sollievo immediato.
Dombasle, Paris. — Tutte le Farmacie.
62Ó
Spiegazione dei Giuochi
pubblicati nell'ALMANACCO ITALIANO 1916 da pag. 589 a 592.
1. l loppo, oppio. - 2. ConsuiUo, consulto.
- 3 Bisonte, bestln,,. - 4. Conventicola (<.o.i
vout. c-ola). - ;>. Giulio Cesare. - C. Fauno,
luuna. - 7^ E sì zia le. - «. NA samo NI J
9. I A VKU NA. - 10. CAN xo NA ta
11. 3^^ SOL
PltO LE
CA PA CI
CA STI (ìa ta
PRO PA (J V MKX TO
SOL LF CI TA TO BK
12. Bara onda.
13. -m^ VKit
KI SA
soD ni xr
RI 1>I co LI
VEB SA TI LI TÀ
n. .Moda natura. - 15, Veneradone(Vtìi.a. ne a
r.i/.ione). - in. can cella TA. - 17 L-àniore
della lede, la fede dell' amor.'. - is. Malizia
milizia. - VX MONUMENTI. - 20. Lama non
fra, la mano nera. - 21. Il p.into. - 22. Cor
..'... " ^■'" •'^'^'^'^'o- stocco, stecco, stucco. -
2i. 1- ranco Sacchetti. - 25. SA l .\I eguI O. -
26. SUO
O N T A N
8 a O L \
PER
I
?he'e'Mn.^f«!f"""°"^ "^"^ principali rubri-
(ne e ^riornall eniuim stici
.'en^.|-.hri..r'*"''* «''"" '''t<^ pervenne il 13
gennaio l'JK, per espresso.
Al Sijj. (i. Ba-tria spett i quindi il promesso
premi.) di 50 lire di libri
e^Kne\'Zl.^'T\''' ^"^'^'•••"> «p:e,'u.ioni
Piero PiS' " ■^"'''"'° ^'^ avvocato
Elenco Spiegatori (1» Seri
e).
(Sospirano un gelai»).
Appunti alle Soluzioni.
In primo luogo mi j.iace notare la sfraor-
dmana alHuenza di spiegatori, in gran parte
nuov. alle edipic-he gare, .he volle onorare
«iuesta nosfra palestra. Ciò dimostra che l'arte
enmin.istica può conseguire s^mip: e dei pro-
seliti e attirare dei nuovi cultori quando ven-
gano offerti al loro acnme dei giuochi esatti
accompagnati da norme opportune di nomen-
c-la ura. e quali possano servire di guida nel-
1 intricato lab riiito.
E mi compiaccio altresì di non aver tro-
va o nei moduli delle soluzioni, che qual-
nasi (N.o 17i, un gmoio che per sua natura
da sempre luogo a diverse interpretazio;.i
quando la fnu,e non sia basata su bisensi io
chi tentativi rivelanti più che altro la fretta
Ho tenuta valida la spiegazione fercm'.
mlT. ?" " ■■■ "'''"'1'»»'' fl«> Sii?. Catalano
ma non ho ammesso:
/>ew „^,V„„, ,,e,. n u, la quale variante
■ len;!"'!?" " «'"^r difettoso Ver l'equipol!
len/a del pruno col lutto.
liei letto poi per lo stesso giuoco è una
spiegazione.... t-he non si spiega, come Ve-
rfe-tta per il 19 e X.o per il 21. o passero,
passeri per il «. '
GARA DI VEI.OCITÀ
Il Sig. CiiiMippe Bagfiin di l-os.^ano fu jj Inviarono soluzioni nel niim*.r> i» »•.,„*
t'u Im .M.r.':'"M If -^^''«r'^'-" «^«tte di entro 11 30 giugno, I gnor ' '"'""'"•
tutti i giuochi p.ibbllcatf, ch-e:..|I assevera di io i„ ♦. . .i .
^inV . , •'"" '^ «Pi'^^ai^ioni esatte dei
giuochi pubblu-ati, nel prescritto termine
pr.ma cioè del 31 marzo l»!,} i signori;
1. Accinelli dott. Francesco. '^
ii. Accordi dott. Uljs-e.
a. Ailara F. To:nniaso.
4. Antonibon dott. (iiulio.
ó. Argentana Fi ippo.
6. Arnold Martini Amalia
7. Bartelli Emilia.
8. Boiigi prof. Vieri,
a. Borsetti Achille.
10. Bossi Pierina.
11. Calastri Nello.
i'2. Camaiori prof. Ora'.io.
13. Cambiaggio <an<»n. Giuseppe.
14. Camerino Foitniiato.
15. Campolmi Gino.
16. Cataliotti Delgrano Giusepp;n.i.
17. Devalle Angelo.
18. Di Bona Emanuele.
19. Domini-Ciani (Ij-Grup-ìo
20. Ferro dott. Giovanni.'
121. Fiorini Ezio.
22. Fraschetti Romano.
23. Giannelli Assunto.
21. Guasconi Maia.
23. Luciit prof. Onorino.
26. Mariani Tulio.
27. iMarfini Federico.
28. Masi ni prof. Antonio.
23. Michellui Clorinda.
30. Ollino Saittina.
31. rapanti in^». Lorenzo.
32. Pedrola avv. Mario.
33. Provenzal Din»).
34. Pucci avv. Pietro.
35. Reviglio Paolo.
36. Riccardi Riccardo.
37. Rindi Rina.
38. Romei nob. Dom. Antonio.'
39 Rubntto Antonio.
40. Trenti Armando.
41. Zuliani Archimede.
2* Serie Solutori.
— G2G —
Ai-màni in;'. t)avide. 2È.
Aspani Imca dei liessoii, 18,
Biii'oaìii (ìiovai'cliiìio. 23.
BiidiJio rag. (illido, 10.
Baibala^o Lui^'i, 10.
Basso Elvira, 13.
Bafctaylini Alfea, 12.
Bol9lei-i Emilio, 25.
Hent'i Camillo, 18.
Birardi niai-cli. E. l'aolo, 22.
Bozza Gino, 12.
Brignoiie avv. Gins'ppo, 25.
Bassi Armando, 16.
Caltìf fiiorgio, 13.
Caunstriiii Arpali-e, 16.
Caaiyli.i sm-tìlli', 13.
Carbone Vincenzo, 12.
Catalano Giuseppe, 17.
Celeste Maria, 25.
Ceratogli doit. Gino, 25.
Ceva march. Alessandro, 18.
Gevasco prof. Giuseppe. 23.
Ciani dott. Corrado, 19.
Cremonini Giuseppe, 24.
Cricelll Nicola, 21.
Goccoui I., 19.
Conti An^'elina, 12.
Catrona liosario, 13.
De Bella l'aride, 11.
De Franciscis Maria. 24.
Delfino Ematuiele. 23.
De Sanctis; G. B., 16.
Doneddu cav. Lorenzo, 11.
Donnini prof. dott. Paolo, 23.
Faccio Emilio, 25.
Fa<:n!ini prof. Francesco, 25.
Farinetti-Nava Enrichefta, 19.
Farneschi dott. lliccardo, 16.
Fava Onorato, 25.
Federici avv. G. B., 25.
Ferrara prof. Giovanni, 24.
Ferrucci prof. Gennaro, 12.
Festa Corrado di Eug., 11.
Filocanevo A.. 10.
Filicori \nf^. Ugo, 24.
Fonl-ana Enrichetta, 24,
Franzino Giovanni, 21.
Gaeta Guido, 20.
Gennaro Aldo, 15.
Ghirlanda An^'usto, 20,
Girardi Annlna, 12.
Grablovitz Paolina, 23.
97.
98.
99.
lOO.
101.
102.
103.
104.
10.-5.
106.
107.
108.
10.1.
110
111.
112.
113.
114.
115.
116.
in.
118.
119.
120.
121.
122.
123.
124.
125.
12(5.
127.
128.
129.
130.
131.
132.
133.
134.
135.
136.
137.
138.
139.
140.
141.
142.
143.
144.
145.
146.
147.
148.
Grilli Gioacchino, 19.
Grilli Giuseppe, 19.
Grizzuti avv. Giuseppe. 24.
■Taci prof. Giuseppe, 19.
Jannarelli Miclielangdo, 15.
Jannuzzi Alessio. 25.
Limentani Luciano, 25.
Lomi)ardi Bice, 25-
Lombardi Foscolo, 11.
Maccio sorelle, 25.
Malagoli cap. Giovanni, 12.
Manici araci na c.jI. Seba^t., 22.
Marinelli Matilde, 12.
Marogna dott. (Taetauo, 25.
Marrocco .\nt:e!o, 21.
Mazò Tancredi, 23.
Ma/.zanti Pietro, 25.
Meani Saturnino, 12
Mezzetta dott. (ìiuseppe, 19.
Miraglia cav. dott. Lorenzo, 23.
Mo'inari Tjarina, 21.
Monetti Roberto, 22.
Moroni rag. Primo, 17.
Nespoli Gabriele, 11.
Novarese geom. Guido, 15.
Orlandi dott. Durante, 19.
Paganini Gius. Lorenzo, 12.
Parolin prof. Giovanni, 24.
Peccbioli Carlo, 10.
Petroni less, 12.
Pisarri rag. Frane, 17.
liaimondi dott. Raimondo, 25.
Riccardi Goffredo, 16.
lligonelli Giuseppina. 17.
Rossetti D., 15.
Sanguineti Tina e Maria, 22.
Sanvenero Lino, 10.
Scalas dott. Tommaso, 20.
Schieppati Vittoria, 25.
Serratore dott. Michele, 24,
Setta Zaccaria, 23,
Severino Gandolfo, 13,
Spadoni cap. Fiorino, 25,
Succi Antonio, 14.
Tagliacozzo Leo, 23.
Tomasuolo Maria. 16.
Tortarolo B. Gino, 25.
Ubertis dott. Carlo. 18,
Varini Ermanno, 22,
Volpi Ines, 10.
Zappia Fortunato, 25.
Zucchini Giovanni, 21.
ESTRAZIONE DEI PREMI
Il 22 ottobre 1916 in Torino (Pilonetto)
si è proceduto all'estrazione dei premi pre-
senti i sottoscritti: Luciani cav. Giulio, Cec-
Ghetti prof. Arrigo, Gai Aigentina, Rubatto
Antonio, Sambrotto Giuseppe Maria.
Imbussolati i 41 numeri assegnati ai con-
coi'renti della 1'^ Serie, disposti nell'ordine
alfabetico, il bambino Enrico del prof. Ar-
rigo Cecchelti, estrasse il numero 15 appar-
tenente al sig. Gino Campolmi.
Imbussolati nuovamente questi numeri
(meno il iì.° 15) ed aggiuntivi quelli della
2a Serie il bambino medesimo ne estrasse i
seguenti:
73. Cut (IONA Rosario
6. Arnold Martini Amai.ia
115. Mezzetta dott. Giuseppe
82, Farinetti-Nava Enrichetta
143, Tortarolo B, Gino
139, Spadoni cap. Fiorino
70. Cricelli Nicola.
133. Sanvenero Lino
100. Jaoi prof. Giuseppe
51. Basso Elvira
Torino, 22 ottobre 1916.
F.ti Cav. Giulio Luciani (lu'ins).
Prof. Arrigo Cecchetti {C. NautUiis)
G.ai Argentina {Liìli/ì.
Antonio Rubatto {(^a-nharino).
G. M. Sambrotto (Italinis).
— *« ^^'3^:^-
La Vita Pratica
Chiacchiere utili intorno alle cose di tutti i giorni.
<
Sommario.
lìaiira Coniiiioreifilc Italiana . Pag. i
Industrie Nazionali.
Le (^aiticif Meridionali il
('avtiei'a \'alvass«)n-Fvanco . . . in
Caiticia IJiiKla iv
La pagina della Moda v
La penna stilografica Parker .... vi
La Salute e l'Igiene
Una. scoperta sensazionale . . . vili
Dell' iodio IX
Il Siero iojkito Gandolfo .... ivi
Applicazioni tcrapeuticlie .... ivi
Dobbiamo essere economi x
Pel dopo guerru xi
Ne bo piena la testa xiv
Bellezza della donna ivi
Gli ocelli XV
" Unico! ,, XVI
Le vene varicoso. . . . Pag. xvi
Aiitotbermocncine ivi
Mutamento d' aria.... non c'ò
altro xvil
Acijua d' Olmitello ivi
Ai>parecebio-Tliermo-El<'ttro-
Foto-Tcrapico ivi
Il primo sanatorio italiano
per ammalati di petto. . . xviii
È impossibile! xxii
I Nervi! ! ! ! ! xxiii
Per la salute! xxvi
Ventriere igienicbc Sigurini. ivi
Laboratorio Chimico Orosi. di
^Milano xxvii
Emoglobina — Plasmon —
Sali purgativi XXVIII
Repertorio delle Specialità ... xxix
Banca Commerciale Italiana
Società Anonima
Capitale Lire 156,000,000 versato
Fondo di Riserva Oki>ixaui<> L. 31,200,000 — SntAOKDiXAUio L. 27,000,000
Direzione centrale: MILANO. — Filiali: Alessandria - Acireale - An-
«•ona - IJari - lìerj^amo - liiclla - Bologna - Brescia - Busto Arsizio -
Cagliari - Caltaiiissetta - Carrara - Catania - Como - Cremona - Ferrara -
Firenze - Genova - Ivrea - Lecce - Lecco - Livorno - Lucca- Milano - Mes-
sina - Na|)oli - Novara - Oneglia - Padova - Palermo - Parma - Perugia -
Pescara - Piacenza - Pi.«;a - l'rato (To.scana) - Reggio Emilia - Ivonni - Saluzzo
- Sassari - Savona - Sab-rno - Sami)ierdar«!na - Sclii<» - Scstri Ponente - Sira-
cusa - Termini Imerese - Torino - Trapani- Udine -Venezia -Verona -Vicenza.
Filiale a LONDRA E. C. 1 Old Broad Street.
La Banca, per incarico ufficiale avuto dalla CS'Oct Itossa, riceve sommo
«la trasmettere rapidamente ai prigi<miori italiani in Austria, rilasciando appo-
site ricevuto su moduli della Croce /fossa stessa, esj'nti «la b«)llo.
IJ
LA VITA PRATICA.
INDUSTRIE NAZIONALI
Veduta delle Cartiere ISIeridionili.
Le Cartiere Meridionali.
La Società delle Cartiere Moridio-
nfili costituita da circa mezzo secolo
è lina delle più importanti d'Italia in
qiiesto ramo d' industria. Possiede quat-
tro Stabilimenti fra i piti moderni e
perfezionati del genere con una pi'o-
duzione complessiva di circa quattro
vagoni al giorno di carte le più sva-
riate. Una sua specialità sono le carte
per sigarette finissime (anclie di posi
minimi come 9 grammi per mq.) e le
carte per edizioni conosciuto sotto il
nome di India paper o carta bibbia,
coi quali tipi la Società Cartiere Me-
ridionali tiene alto all'estero il nome
dell' industria Italiana. Apprezzatissimi
sono infatti tali articoli di sua produ-
zione su molti mercati dell'Europa e
dell'America. Oltre questi generi so-
praffini essa produce su vasta scala ogni
altro articolo cartario: per giornali, per
cataloghi, per edizioni e simili, articoli
scolastici, per cancelleria, buste, sca-
tole di lusso di carta da lettere, lavori
industriali, ecc.
Oltre mille operai trovano lavoro
nei suoi stabilimenti che hanno me-
ritato le massime onorificeuije per le
disposizioni prese per prevenire gli
infortuni e che dedicano costantemente
ogni sforzo per il benessere della classe
opel'aia con istituzioni di previdenza,
di assistenza in caso di malattie, case
operaie, e simili.
Ben 5000 HP idraulici sono utiliz-
zati dagli stabilimenti suddetti, esem-
pio notevole del modo con cui il no-
stro paese deve valersi delle proprie
risorse naturali per rendersi indipen-
dente dall'estero.
LA VITA PRATICA,
III
\ e tuta della Cartiera V. Vai.vassori liianco.
V. Valvassori Franco.
Cartiera di Germagnano - Sede: Via Arsenale, 19 - TOTMNO
LAVORAZIONE carte a ^laccliiua - CARTONCINI bianclii o i-oloiali por
l'.iiiii.lic <• Colorate da iscrivere. <la tutti .ì;Iì usi; assorbenti; per Co-
btauipa, (la Registri, per Musica, line, portine; Bristol sopra!ìiui.
Allacciamoiito cn la ferrovia.
inez/e fine e<ì onlinarie, da Impacco, CARTOTECNICA: earte da lettere
da (fiornali ; di puro .straccio per atti in genere ; cu le e «puiderni da seiiola.
da conserva ve, docuinenti, ec. ; Fili-
granate fìjiissinie ; p<'r la (roino; per SPECIALITÀ: tipi lini da sliinipa;
Car.-ini- in-; .\<s<>rl>e!iti; per('M])ertitie. earte per la (lomct.
PABBRICA propria di PASTA MECCANICA a GERMAGNANO (Torino).
DEPOSITI - 'r<»r:ix<>: alla Sode. — Fiur.xzK: Signor Kinaldo Benaglia, Via
(iiiiori. li. — Mudano: Sig. l'Muardu S<»niinarugu, Piazz i StJi/.iouc t'cnirale. 11.
- Ko.ma: Sig. Kinaldo Bcuuglia, Via dcirArcbetto, 18-iy.
IV
LA VITA PRATICA.
Cartiera di Conca Fallata.
L/a Cartiera Binda.
Parlando delle cartiere italiane, dob-
biamo necessariamente ricordare la car-
tiera Ambrogio Binda & C, la quale, fon-
data nel 1855, deve considerarsi fra le
più importanti d'Italia per l'eccellenza
dei suoi prodotti e per la forte espor-
tazione nell'Estremo Oriente e nelle
Americhe.
La Ditta Binda possiedo due Car-
tiere, una alla Conca Fallata presso
Milano, che occupa oltre mille operai,
l'altra a Vaprio d'Adda, che occupa
circa 600 operai.
La Ditta Ambrogio Binda & C, pro-
duce annualmente 7 milioni di kg. di
carte finissime e fine da lettere, da stam-
pa, da registri, da disegno, da ciano-
grafia, da scuola.
Speciali riparti sono destinati alla
confezione delle carte in scatole, dalle
più eleganti alle più economiche, ai
biglietti da visita, quaderni, ec.
Nella fabbricazione delle buste la
ditta di cui parliamo tiene uno dei
primi posti, producendo circa un mi-
lione al giorno.
Il merito principale del signar Am-
brogio Binda e dei suoi successori con-
siste, non solo nella importanza della
loro prodn '.ione, ma anche nel fatto di
aver introdotto molti rami di lavoro, il
cui fine è la trasformazione della carta,
e che ognuno di essi costituisce una
vera industi-ia che, o non esisteva in
Italia, oppure vi si trovava allo stato
rudimentaN'
Trattasi v 'inque di una delle più
importanti ca °> nazionali, non solo
per la quantità, ma anche per la qua-
lità e la speciahi ' dei suoi prodotti,
che sono altamente apprezzati sui prin-
cipali mercati del m -ndo, e come tale
abbiamo voluto farne n onzione in que-
sta rubrica, nella quale seguiamo con
interesse i continui progi -^ssi dell'in-
dustria nazionale.
LA VITA PKATICA.
(0
0
X
T3D
I
^5
n
LA VITA PRATICA.
■i^ì
La Penna Stilografica
=^^= PARKER ====:
La ])('iuui Parker costrui-
ta dalla- The Parker Pen
Co. di Janesville (Stati
Uniti) e stata iutrotlotta
da ])oco in Italia. Essa è
c()iisid«n-ata oggi la lacuna
pili perfetta essendo costrui-
ta cou princii)i rigidaineiitc
scieiititici. La tlui<lità del-
l' iuchiostro, così rara a tro-
FiG. 2.
-bì" rimuove il piccolo cappuccio, l'remcndo
una valla il bottone la perni i si riempie.
varsi nelle altre penne, h stata resa
perfetta apjdieando il i)riucipio del-
l' assorbimento per capillarità per
mezzo di un alimentatore a curva
clic ò in contatto colla parete in-
terna del serbatoio. Le gocce d' in-
FiG. 4.
Indi si lascia il bottone e la
penna si riempie all' istante.
Per riempirla s'immerge la penna
nell'inchiostro e si preme il bottone.
cbiostro dovute alla pressione
dell'aria nel serbatoio sono evi-
tate con una geniale disi>osi-
zione di incapa e denti nelP ali-
mentatore aventi lo scopo di
trattenere 1' eccesso di inchio-
stro. Questi due dispositivi
sono stati brevettati in tutto
il mondo. La fortuna rancidissima ottenuta dalla i>enna Parker è
tale clie la fabbrica non può sopperire a tutte le ricliieste pur la-
vorando 23 ore al giorno. La Fig. 1 indica il tipo J. K. {Safcly o
di sictirezza) a riempimenlo comune, le Fif/. 2, .9, 4 rapi)resentano
invece il funzionamento del tipo J. K. S. F. (ò'afefij Self Filici- a
riempimento automatico. La Fig. 5 rap[»resenta il tipo Safety la-
vorato. La difteronza nel ])rezzo a seconda dei numeri è dovuta alla
grossezza del i)enniuo e dei serbatoi.
I i)eunini d'oro garantiti a 14 carati sono forniti a scella cou
punta line, media o grossa e in ogni grado di llessibilità.
Fig. 1.
LA VITA PRATICA.
VII
La Parker Safety Self Filler ò l'unica pcìina a
ricìììpiììieìito autoììiatico al mondo che non avendo
fori o fessure nel serbatoio si può ridtirre a rieinpi-
luento coniuìie in caso di i^uasto.
I prezzi di vendita delle
PARKER FOUNTAIN PENS
Modello Safety di
sicurezza a neiu-
}ii mento comune
o automatico :i
scelta
sono i seguenti:
N. 20 N. 23 N. 21 N. 20 N. 26
1^.16 I^.20 1^.25 1^.31 1^.40
Lo stesso Modello
con anello d'oro. I^. 20 1^.23 ly. 29 1^.35 —
Lo stesso Modello
con 2 anelli d'oro. Lr. 23 I^. 25 L. 31 I^. 39 —
Trasparente (Bake-
lite) 1^.23 1^.25 1^.31 1^.37 —
Tutte le penne sono fornite lisce o lavorate
e di lunghezza normale o corte a scelta, que-
ste ultime specialmente adatte per i militari.
Inchiostro Parker finissimo: Flaconi da L. 0,45;
L. 0,70; L. 2. — (astuccio da viaggio con contagocce).
CATALOGO A RICHIESTA =
In VENDITA PKESSO TUTTE LE PRINCIPALI CakTOLE-
KiE E Negozi di Ottica del Regno, e presso i
Concessionarii Generali
per r Italia e Colonie :
Ing. E. WTEBBER &: C.
(Casa inglese).
-Via Petrarca, 24- MILANO
vili
LA VITA PRATICA.
LA SALUTE E L' IGIENE
Una scoperta sensazionale.
/'Q-IO\ Rimedio contro le
luiU/ malattie tubercolari.
Avevamo sentito accennare vaga-
mente a voci relative agli studi ed alla
conseguente scoperta di un rimedio spe-
cifico contro la terribile malattia del se-
colo, che tante vite miete nel fiore degli
anni e tanti lutti apre nelle famiglie.
Desiderosi di poter favorire i nostri
assidui lettori con una primizia vera-
mente eccezionale, ci siamo fatti pre-
mura di portarci in persona a fai-e una
visita al fortunato inventore. E vera-
monte siamo stati ben previdenti, avan-
ti tutti, perchè proprio possiamo chia-
marci i primi ad aver potuto appren-
dere qualche cosa circa tale scoperta.
Abbiamo trovato l' inventore in
mezzo ad una quantità di fiale, storte,
in un ambiente lontano da ogni i-u-
moro, intento al suo lavoro.
L'accoglienza fredda ma cortese che
abbiamo subito inconti'ato, ci ha al-
quanto imbarazzati: pressato dalle no-
stre preghiere di parteciparci qualche
notizia in merito alle voci raccolte, no-
tizie che i nostri assidui lettori certa-
mente avrebbero gradito meglio di qual-
siasi altra comunicazione, egli dapprima
si è schermito dicendo di non potersi
ancora pronunciare.... Ma alloi-a, abbia-
mo soggiunto noi, è proprio vero che
la notizia avuta ha una base di verità
e se non fosse nitro, proseguimmo, ci
sarebbe dimostrato dal lavoro che fervo
qui dentro.
Ottenuta la prima parola — rotto
come dicesi il ghiaccio — e senza quasi
accorgersene il preparatore si è lasciato
andare a qualche fuggevole confidenza
die qui brevemente trascriviamo!
'• La morte di tante e tante migliaia
di persone nell'età più giovane e me-
dia, prodotta dal male che non per-
dona " etisia 0 tubercolosi „ mi aveva
da molti anni spronato a tentare di
poter ottenere vin rimedio veramente
efficace a tante sofferenze. Avendo avuto
occasione di avere alle mie dipendenze
un garzone di circa 20 anni, cheatcnijio
perso mi faceva pure da giardinici .-,
questi purtroppo era affetto da etisia
con frequenti spurghi di sangue. Oi-
))ene, di quando in quando si avvei-ava
questo fatto molto strano: nelle epoche
cioè in cui maneggiava grandi quantità
di bulbi (specialmente di tulipani e gia-
cinti) dei quali ero appassionato cul-
tore, egli non aveva quasi o nessuno
spurgo di sangue: e non solo, ma anzi
rifioriva in salute come una pianta da
lungo tempo assetata e quasi morente
riprende vita novella per una buona
annaHintura.
" Questo fatto, allora senza plausi-
bile spiegazione, mi fece intuire della
misteriosa potenza che dovevano eser-
citare sopra il suo debole corpo le ema-
nazioni prodotte dai principii attivi dei
bulbi che egli tagliava, puliva, acco-
modava ecc.; da questo primo passo
— sono circa 9 anni ora — mi misi ri-
solutamente sulla via ed Ella mi trova
ora qui, fiducioso e pronto per allenire
tanti dolori „,
Altro non volle dirci e noi rispet-
tammo il suo riserbo: però tentammo
di cogliere la palla al balzo e non senza
fatica e abbiamo potuto ottenere un
favore insperato per i nostri lettori.
Il preparatore in dicembre metterà
in vendita il proprio pi'odotto e ha ri-
serbato a noi i primi lOW flaconi ai
primi 1000 che ne faranno a lui ri-
chiesta ed a prezzo eccezionale.
Grati di questa preferenza lo la-
sciammo col cuore pieno di speranze
e grati pure coloro che vedranno ri-
fiorire la loro vita alle gioie, alla pa-
tria e all'amore.
PlRANTO.
Per ottenere il 2»'odotto inviare carto-
lina vaglia di L. 10,70 al laboratorio chi-
mico .Sigismondo Allegretti — GUA-
STALLA (Emilia).
LA VITA PRATICA
IX
Dell' Iodio
proprietà terapexiticKe — inconvenienti
dei ioduri alcalini.
Fra i rimodi, che col progredire della
medicina acquistano importanza mag-
giore, trovasi in prima linea il Iodio.
Mix la somministrazione di un me-
dicamento così utile non può in alcun
modo praticarsi col metalloide in na-
tura ed f> necessario ricorrere a com-
binazioni pili o meno complesse; la
piìi generalmente adottata è rappre-
sentata dagl'ioduri alcalini; ioduro di
potassio, di sodio, d'ammonio.
Ma purtroppo si dovè rilevare ben
presto che la loro notevole azione aveva
conio contrapposto un molesto inconve-
niente che consiste noi fenomeni d'in-
tolloranza che seguono all'uso degl'io-
duri, e specialmente in quel complesso
di fenomeni tossici gravi, che son noti
sotto il nome d'iodismo.
I fenomeni d'iodismo sono cosi fre-
<iuenti e talora così gravi (die impedi-
scono alla terapeutic^a iodica d'essere
applicata in un gran numero di casi.
In altri ammalati, per evitare queste
serie complicanze, si è costretti a li-
mitarsi a dosi di prodotto iodico infe-
riori a quelle che sarebbero in realtà
necessarie, od a ridurre la lunghezza
della cura, o per lo meno, ad imporre
delle interruzioni sempre frequenti.
Per ovviare agli inconvenienti di
questo genere, ò indispensabile di-
sporre di un metodo di somministra-
zione dell'iodio che elimini completa-
mente l'uso degl'ioduri e che non
possa dare origine ad una intossica-
zione simile a quella che ossi deter-
minano.
" Orbene — scrive il chiarissimo
clinico prof, senatore Enrico De Renzi
— /(i formala indìcaUi da me dìoUì anni
addietro col nome di Siero iodato cor-
risjìondeva abbastanza a ta/i intenti.
" Sembrami perì) elidente c/te il mio
Siero iodico siasi perfezionato e di molto,
mediante V ar/f/iunta del bromo, fatta dal
doti. Gandolfo. Si è assicurata ed esal-
tata per tal modo V azione efficacissima
del metalloide, spogliandola di fenomeìii
irritanti ed effetti nocivi „.
Il Siero iodato Gandolfo (marca lodohrom).
11 Siero iodato Gandolfo è una riscontrano in tutti gli altri preparati.
- 'luzione iodo-iodurata, già dal Bamp Può chiamarsi la preparazione far-
>!isigliata per attenuare l'azione irri- maceutica piii completa, perchè da una
Mute dell' iodo. parte non riesce tossico ed è perfetta-
II De Renzi ne ha formulata la com- mente tollerato, anche dagli stomachi
posizione e largamente ne ha speri- più deboli, dall' altra perchè viene ad
montato l'efficacia. offrire la maggiore quantità di iodio
Contiene una quantità di iodo e di attivo di tutti gli altri preparati cnn-
ioduro superiore alle quantità che si simili.
Applicazioni terapexiticlie.
il De Renzi ha ottenuto i migliori
risultati nella cura della tubercolosi con
il Siero iodato (rivista clinica e tera-
peutica 1802) e lo raccomanda calda-
mente in tutte le manifestazioni tuber-
colari.
Riesce assai efficace nelle alterazioni
del ricambio materiale (gotta, diabete,
ossaluria. uricemia) perchè attiva for-
temente lo scambio nutritivo generale,
eccita tutti gli organi della elimina-
zione, rinnova i tessuti invecchiati, pro-
muovendo lo sviluppo di elementi gio-
vani.
Nella scrofola, nelle atfezioni ter-
ziarie della sifilide, nell'arterio scle-
rosi, nella nefrite cronica, nell'asma
bronchiale, nell'angina di petto, negli
aneurismi, nei catarri bronchiali cro-
nici, nelle affezioni reumatiche, nello
vegetazioni adenoidee, manifesta la sua
efficace azione, specialmente so la cura
è prblungatft.
Riesco effictice finalmente in tutte le
affezioni morbose dei bambini (linfa-
tismo, tubercolosi, poliomielite ecc.)
che richieggoiiu una cura iodica i>ro«
lungata od intonsa.
LA VITA PRATICA.
Ili coiiclussioiie il Siei-o ùxlnlo (Jan-
(loìf'o, .sonzìi timore di smoatito, può
dirsi lu preparazione migliore di quelle
iodii-lie.
Il prof, scn. De Renzi dice che il
Preparato C4andofo presenta:
l"* Tolleranza completa del far-
maco.
2" Azione curativa senza i comuni
fenomeni irritativi dell' lodo.
8" Purezza dei singoli componenti.
-i" Efficacia del rimedio nei così
dotti morbi artitrici (adiposi, gotta,
reumatismo articolai'e cronico, ecc.).
5" È il rimedio delle sofTei-enzc
nervose ed organiche dipendenti da
imperfetta funzione della glandola ti-
roide : del)olezza generale, depressione
psichica, diminuzione della termoge-
nesi, squilibri nervosi, altera/ioni tro-
fiche della cute, del sistema capelluto.
Alcuni (/indizi sul " Siero iodato Gau-
dolf(t ,, marca *. lodohrom. >
Ou. Prof. Cacciapuoti (Napoli). — ....
riid eftperiine>'t<Uo nella mia propria famiglia
e posso afi'eimaie di averlo trovato efficacia-
siliiO.
])ott. A. ClPRiANi f^I;Uid;is). — non
mancherò di prendere nella considerazione
e nella stima die inerita l'otHin» suo pio-
parato larmaceutico: Siero lodalo G un :<,l fa.
Dott. ENnico Mele (Biiri). — .... l'Ho
esperimentato di sicura efficacia terapeutica
da fur'o preferire i (ìuhbiai)iente " moltinnimi
altri preparali iodici, ancora per la sua pei-
fetta tolleranza.
Dott. Vincenzo Pancabo (Acri). — ....
Non lo niaiiclierò mai di prescrivere, sempro
quando debba ricorrere a delle cui e iodiche,
perchè di facile tolleranza o di pronta e si-
cura azione terapeutica, specie nelle mnni-
l'estazioni artritiche, nelle quali è stato rì:i
me sperimentato con splendido risultato. I,a
prego inviarmene un flacone per mio «<vo.
Prof. Giordano Alfonso (Palermo). —
. . . . È nn eccellente preparato, dà risultati
lapidi ed insperati di guarigione e non dà
iodismo ed altri comuni disturbi.
Prof. Egidio Guehuikki (Brasile). — . . . .
acouselhei aos meos doentos, sempre C(jm
admiravel vantagem o precioso Soro .lodalo
G-'cndolfo, à nova formula do nosso illustre
arthrilistno, e/^crofula, rlieiimatisrno ijoloso e
mormente come depurativo o mais provei-
toso na siiphilis ein suas muftiformfS e lardins
manifesta^ùes, todas as veres que os mesmos
ioduretos nào fossem t)em tolerados per us
no activar o mefcubolismo organico.
Gratis opuscolo — Ditta G. SERSALE
— Largo S. Domenico Maggiore, 17 —
NAPOLI.
Dobbiamo essere economi,
In questi due lunghi anni di guerra
che il nostro popolo sopporta con tanta
fortezza e con risultati cosi belli e
grandi in cui si devono sopportare,
specie nel menarle famigliare, degli sbalzi
di prezzi in tutto e per tutto, dalla no-
stra guardaroba.... alla cucina, l'usare
economia entra nelle virtù domesti-
che. Parliamo in genere della classe
borghese che è la maggiore: quella
che lavora e lavorando conosce il va-
iolo delle economie.
Anche quest'anno ci sarà la cam-
pagna, ci sarà il mare, i monti, preco-
nizzati come curativi in tanti malanni!
I nostri bimbi sono gracili, linfa-
tici, pallidi; la Signora è un po' ane-
mica: la zia nevrastenica ci ojiprime
colla sua melanconia.... Hanno bisogno
di ricostituirsi.
La campagna, il mare, i monti fa-
ranno un gi-an bene, nui come si po-
trebbero risparmiare so si cominciasse
a somministrar loro un buon rimedio,
vero ricostituente dei tessuti, del san-
gue, delle ossa, del cervello! Vedremmo
rifiorire ottimamente le nostre donne,
i nostri bimbi senza spostarci di casa,
crearci delle noje.
Se la cura che noi indichiamo gra-
tuitamente nel nostro libretto: Perla
Salale! la si volesse unire al mut;i-
mento d'ambiente, fate robis^ ma ìv^h
è strettamente necessario....
Vogliamo farvi realizzare delle eco-
nomie.
ChicMlete il libretto alla Ditta: In-
selvini A: (J. di Milano, Via VanvitelIioS,
Ve lo spedirà gratis.
LA VITA PRATICA.
XI
Pel dopo guerra.
— E ìuHì ti sembra piemaluro e«j-
minciare già a pensarci ila ora?
— Koii a ino soltanto, ma a chi ha
I responsabilità della cosa pubblica, è
■inbrato opportuno gettare fin d'ora
IO. basi delTorganizzazione commerciale
per quan<lo saremo tornati in pace. La
guerra ha rivelato tante coso ignorate,
ha scoperto tante manovre subdole, ha
messo in luce tante ingenue deficienzo,
«he sarebbe colpa non prevedere eprov-
N edere pel futuro.
— Già! specialmente nelle industrio
noi siamo tanto indietro! 11 nostro av-
^ enire è proprio nel risveglio indu-
' riale nazionale.
— Non esageriamo! è vero che nel
campo industriale la nostra patria pre-
senta delle deficienze, ma non è tutta
colpii nostra, né bisogna credere che la
nostra salvezza stia nell" industrializza-
zione ad oltranza del nostro Paese.
— ^la se tutto ci veniva dalla Ger-
mania! dalle ispille alle macchine
l»erfino le statuine dei santi!
— Tu accetti troppo facilnieiite corno
dogma indiscutibile le asserzioni cor-
renti, non sottoposto al controllo di
una .inche superficiale critica, fondata
sulla quotidiana es{)erienza. Se i nostri
commercianti si rivolgevano in gran
l)arte all'industria tedesca, ciò avve-
niva non perchè la merce acquistata
si producesse unicannuite in Germania,
ma perchè l'organzziazione industriale
e commercialo tedesca, che aveva lo
S(;opo preciso di conquistare comple-
tamente il moi'cato italiano, aveva sa-
puto accaparrarsi con tutti i mezzi i
clienti del nostro Paese. Cataloghi mi-
nuziosi, ben pj'osentati e largamente
distribuiti; prezzi bassi, spesso artifi-
cialmente conseguiti; larghezza nelle
condizioni di pagamento, specie ai clien-
ti che si valevano di determinato ban-
che per le loro operazioni finanziarie;
captazione a mezzodì manovre di borsa
o distruzione a colpi <li irresistibile
concorrenza di stabilimenti industriali
o di aziende commerciali nostro o di
altri paesi produttori, sol che incep-
j)assero o minacciassero lo sviluppo
delle case concorrenti tedesche, e cosi
via. Ora, con questi metodi, la supre-
mazia è presto stabilit;i e facilmente
conservata; ma fra questa supremazia
e la reale superiorità c'è ima differenza
sostanzialo ed enorme.
— Intanto per»), se di qualcuno do-
gli articoli che prima venivano dalla
Germania, si è cercato di fart* la sosti-
tuzione da noi, so ne vede subito l'in-
feriorità: spille di sicurezza che si ])ie-
gano, bottoncini a pressione che non
stanno chiusi.... e vedi che ini limito
ad oggetti di uso comune.
— Verissimo! Ma perchè? perchè
si tratta di sostituzione aff'rettata, di
produzione lanciata più con lo scopo
di speculare sulla mancanza momen-
tanea dell*. articolo, anziché con la no-
bile idea di atìVaneare l'industria da
monopolii esotici ; cosa che non può
ottenersi se non si mira anzitutto al
conseguimento di una condizione indi-
spensabile: l'eccellenza della qualità.
Allora si hn dirittto di ])roclamarsi
superiori, od almeno eguali ad altri,
quando si vuole e si sa produrre qua-
lità superiori od almeno eguali di una
data merce, a condizioni di prezzi pro-
porzionali.
— Con ciò, vieni a dar ragione a
quello che dicevo pocanzi: che cioè è
necessario sviluppare le nostro attitu-
dini e fi^re della nostra Italia una gran-
de potenza industriale.
— Piano! Sviluppare le nostre in-
dustrio sarà cosa ottima, specialmente
se si avrà il buon senso di fare una
cernita di quelle più indispensabili ai
nostri bisogni e più adatte* ai nostri
mezzi tecnici o finanziaiii. Ma non ve-
dere la salvezza del nostro Paese se
non nella industrializzazione sistema-
tica e progressiva è un eccesso che,
come tutti gli eccessi, è vizio, e con-
tro il quale dovrebbe insorgere chiun-
que ha vista acuta e voce da farsi
udire.
Se noi abbiamo sopportato con re-
lativa facilità e tranquillità i disagi, i
sacrifizii di umi guerra come l'attuale,
lo dobbi.imo al fatto di essere im po-
polo più agricolo che industriale. La
situazione del nostro P»iose, la natura
della sua terra e del suo clima, l'ab-
bondanza delle acque, la secolare pe-
rizia e la innata frugalità dei nostri
contadini ci mettono in prima linea
fra i produttori agricoli. (Conserviamo
gelosamente questo inestimabile toso-
io! Non è solo questione di ricchezza
nazionale, ma soprattutto di salute della
nostra bella razza!
— Come si vede che sei sopra ogni
altra cosa, modico!
XII
LA VITA PRATICA.
— E me ne vanto ! Modico non vuol
dii-o artefice di complicate ricette. V'ò
un compito più alto elio non la seni-
)>lico terapia occasionale dell'indivi-
duo: v'è la cura profilattica della fa-
miglia, della nazione, della razza.
— Ma tra questo e l'industrializza-
zione corre una distanza immensa.
— Non quanto credi! L'aria libera,
il sole, il moto, gli scarsi raggruppa-
menti ^di persone, la frugalità della
vita, l'assenza quasi totale dei bisogni
artificiali creati dalla vita cittadina,
come il vino, il tabacco, il giuoco, sono
tutti elementi di maggior vig(U'e e di
miglior salute nei contadini, in con-
fronto agli operai. Invece l'officina rac-
coglie e tiene a contatto immediato e
continuo numerose persone in ambienti
chiusi, non sempre proporzionati alla
densità della loro popolazione quoti-
diana, non sempre aerati ed illuminati
a sufficienza: e così le malattie si tra-
smettono con maggiore facilità, e gra-
vità maggiore. I rumori continui, le
esalazioni, le polveri speciali, il fumo
dei camini, la luce artificiale, sono tante
cause che minano l'integrità di funzioni
sensorie importantissime, quali la vista,
l'udito, l'olfatto ed influiscono sul gene-
rale dell'organismo, anche senza ai'ri-
vare alle intossicazioni dirette provo-
cate da alcune lavorazioni (piombo, fo-
sforo, mercurio, ecc.) Poi il lungo tempo
trascorso al lavoro delle officine crea
il bisogno dello svago, ed ecco la bet-
tola, ecco i liquori, ecco la dissolutez-
za; mentre il lavoro dei campi chiede
il compenso della casa, del focolare,
del letto. Aggiungi le pessime condi-
zioni igieniche della massima parte
delle abitazioni operaie in città, sempre
inferiori per ai'ia e per sole a quelle di
ogni povero contadino, e vedrai se non
ho ragione io, se non hanno ragione
coloro che si preoccupano dell'ecces-
siva tendenza alla industrializzazione^
del nostro bel paese aprico e solatìo*
— Georgica, Bucolica, Arcadia com-
pleta....
— Tu fai dello spirito per tutta ri-
sposta.
— Scherzavo ; ma pensavo pure che
così non ci emanciperemo mai dal do-
minio straniero.
— Anche questa è una frase fatta!
I paesi che per la loro ubicazione non
possono produrre derrate indispensa-
bili debbono necessariamente sottosta-
re al dominio di quelli ove tali der-
rate abbondano ; ma per tutto ciò che
è prodotto di manifattura nel senso
più vasto della parola, si ha una lati- j
tudine di scelta assai maggiore. E quan-
do la Germania vinta sarà messa in con-
dizione, dalle misure protettive di noi
alleati, di non i)oter fare più la con-
correnza sleale che foceva prima della
guerra; quando le energie di ogni ge-
nere, di cui sono ricchi e paesi e uo-
mini della nostra razza, saranno gui-
date e regolate così che nulla se ne
disperda; quando sagaci accordi per-
metteranno a ciascuno di noi di prov-
vedersi in casa dell'amico di ciò che
ci occorre, dandogli in cambio ciò che
a lui manca, l'equilibrio tornerà, ci sa-
ranno produttori ed acquirenti, non più
sfruttatori e sfruttati e la leggenda
della Germania maestra e donna, in-
fallibile ed indispensabile, sarà defini-
tivamente seppellita.
— E la Germania lascerà fare?
— Che ingenuità! farà di tutto per
reagire, per sfuggire alla minacciosa
muraglia della Cina che le verremo
costruendo intorno. Ma gli anni tra-
scorsi dall'agosto 1914 ci hanno inse-
gnato a conoscerla meglio di prima,
ed a sventare le sue mene. Non ba-
sterà tener d'occhio lei: ci sono tutti
i neutri d'oggi che sono quanto lei
pericolosi ed assai più che non i suoi
pedissequi alleati d'occasione.
— Non pretenderesti di sottoporli
al medesimo l'egime?!
— Non dico questo; ma bisogna
pure aspettarsi di veder sorgere in
questi paesi una fioritura di case coni-
merciali che sotto l'egida dei nomi e
delle marche indigene nasconderanno
industrie ed aziende amministrate o
finanziate da Tedeschi. E quindi non
staremo mai abbastanza ad occhi aperti
contro le ditte apparentemente anche
le più ortodosse, munite di aggettivi
come Italiana, AnglO'Stviss, ecc., o na-
scoste sotto acrostici fantasiosi : C. I...,
A. G..., A. E...., piuttosto astrusi, ma
non indecifrabili....
— E come si fa a sapere se vera-
mente nascondono un'origine tedesca?
— Questo è compito delle organiz-
zazioni ufficiali: Ministeri, Consoli, Ca-
mere di Commercio, ecc., ed è anche
dovere di ogni buon cittadino, intelli-
gente e diligente, appena possa avere
qualche fondato sospetto.
— Poi c'è anche un altro mezzo a
parer mio.
— Cioè?
— Quello di attingere, per quanto
è possibile, alle vecchie fonti note e
provate,...
LA VITA PRATICA.
XI I
Purch»i non sinno tedcscho.
Umie intnsol... Ma, a i)ro|M)s:(o,
la lita Casa non ha mica nulla di teu-
tonico?
— La min Casa? Chi, Robin? Mau-
rizio Robin ù del più i»uro sangue la-
tino, poiché ha vista la luco nell'an-
tica Avaricnni. che fu, sotto Augusto,
la metropoli dell'Aquitania. Gli abbon-
danti ruderi delle sue mura romane
attestano ancor oggi la sua nobile ori-
gine. C'è di più: 5laurizio Robin ò una
persona, e non una ditta; ha nella sua
famiglia un generale che tutti cono-
scono, il quale, giovane si è battuto
nel 70 da eroe, lasciando sul campo
brandelli della sua carne, ed ora è uno
dei più fidi e saldi aiuti di Joffre. E
in Italia sono italiani che lavorano
l>or la sua Casa, che davvero può van-
tarsi di essere una Casa liatina.
— Anch'essa avrà sofferto per la
guerra ?
— E chi non ne ha sofferto ? Ma
se ne ha materialmente risentito gravi
«Ianni, moralmente ha guadagnato as-
^^.•u. Incitato, an/ichè depresso dalle vi-
cissitudini del momento, Maurizio Ro-
bin; attraverso difficoltà di ogni genero,
non solo non ha interrotta la produ-
zione ordinaria, non solo non ha au-
mentati i prezzi dei suoi medicinali,
appunto perei»»' rimanessero accessibili
ai clienti come prima, ma ha impiati-
tata ab iitiis una nuova produzione im-
portantissima di tutti i medicamenti
ipodermici, immediatamente inipegnata
dagli ospedali militari e civili, cui la
marca Robin è bastata come garanzia
assoluta ed ha proseguito lo studio e
la preparazione di nuovi jìrodotti, sem-
pre secondo le direttive fondamentali
della sua Casa.
— Ammirevob; davvero! E questi
nuovi prodotti, >>o è argomento com-
j)rensibile da un prof;\no, quali sono?
— Sono due: uno, lo Strychnarsitol,
in fialette per iniezioni, è un derivato
del Nucléatol, che è già tanto favore-
volmente noto. Dal Nucléatol (nucleo-
fosfato di soda di provenienza vegetale)
-i è fatto il Nucléarsitol, aggiungendo
rsenico in forma organica; ma siccome
i>esso nelle affezioni nervose con de-
lessione intensa è necessario l'ausilio
'ii un eleuìcnto pili energico, si ò asso-
«lata ai principii del Nucléarsitol un'op-
portuna dose di stricnina, in forma as-
similabile ed innocua, o si è avuto lo
Strychnarsitol, che, come i suoi prede-
' «'ssori, non provoca n»"' <lolori né rea-
ioni.
L'altro preparato nuovo è lo lodar-
shytone, j)ept<)Mnto triplo jodo-arseno-
idrargirico: (piindi è un nuovo discen-
dente della orniai beneinerita lamigli.a
dei peptonati, a cui è indissolubilmiMito
legato il nome di Mauri/io Robin.
Le indicazioni di questo medicamen-
to sono fornite dalla sua composizione,
chiarissima pel medico. Senza scendere
a particolari più minuti, ti dirò che lo
lodarshytone riunisce in sé, sotto foima
attiva e benissimo tollerata, i tre ele-
menti più efficaci per combattere una
malattia diffusissima, per quanto gelo-
samente celata da chi ne è affetto. Duo
di questi elementi son noti ed usati da
tempo immemorabile: lo jodo e l'idrar-
girio; il terzo, l'arsenico, è di uso rela-
tivamente recente, e purtroppo non in-
nocuo nelle forme sotto cui è stato spe-
rimentato. Ma siccome la sua efficacia
contro l'agente causale della malattia
è ormai uaiversalmente riconosciuta,
lo studio dell'autore è stato di ridurlo
innocuo. Tanto la ferina da prendersi
per bocca (globuli gliitinizzati) quanto
quella da iniettarsi (fialette sterilizzate
alla Tyndall) sono immuni da qualsiasi
inconveniente.
— Allora il problema è completa-
mente risoluto.
— Risoluto con semplicità e genia-
lità tutta latina,, senza la grancassa co-
/ossale che ha accompagnato il famoso
('()6 tedesco, il quale ha fatto molto ru-
more, ma i)oco bene, ed è tramontato
oramai come la leggenda della perfe-
fezione universale d(>l suo paese di ori-
gine.
-— Certo, una fitta benda ci è caduta
dagli occhi!
- È stato, in mezzo a tante rovine,
a tante stragi, uno dei benefizi della
guerra. Ora che le cause di artificiosi
malintesi sono scomparse, ora che ab-
biamo libera la vista e serena la mente,
possiamo procedere uniti sulla via mae-
stra che le nostre comuni origini, le no-
stre identiche tradizioni, il genio fulgido
della razza ci designano lunga, dritta,
radiosa!
Dott. C. Lamo.v.vca.
I predotti Robin sono ben noti a
tutti i Modici che no fimno continuo
esperimento, e si trovano in tutte lo
buone Farmacie. La Filiale Italiana
della Casa Maurice ROBIN: Milano (via
Monto Napoleone, 16) è a disposizione
di chiunque lo richieda schiarimenti,
catahighi, ecc.
XIV
LA VITA PRATICA.
Ne Ho piena la testa.
E lo stoninc'o, si potrol)l)o nggiun-
gero. Tutti vogliono dire la loro. Per
. hi sua dispepsia prenda questo, prenda
quest'altro. Por i miei bruciori di sto-
uiaco, inappetenza, mi hanno indicato
questo, quando già aveva pi-eso tanto
e tant' altro. Lo prenda anche Lei. si
sentirà rinato! Non digerisco più ! escla-
ma quel signore allami)anato dal viso
scarno, dagli occhi infossati.... Peccato!
E come si è ridotto! Provi a prendere
quel i-imedio, lo decantano tanto!
E cosi di seguito nella sequela dei
malanni gastrici che sono quelli clie
pili toruìenlano l' umanità. Consigli a
destra, consigli a sinistra, prove e ri-
prove.
Dobbiamo vivere: quindi mangiare
e purtroppo delibiamo anche digei-ire
bone se vogliamo che il cibo si assi-
mili e ci renda in cambio forza, vigore
e.... salute completa.
Questa salute del vostro ventricolo
la volete?
Nell'opuscoletto: Per la Salute, edito
dalla Ditta Inselvini & C. di Milano.
Via Vanvitelli. 58, troverete preziosi
consigli al riguardo. Con un semplice
biglietto chiedete l'opuscolo che vi sarà
mandato gratuitamente.
Bellezza della donna,
Mammilarium.
Che conta per la donna avere le for-
me pili i>erfette se (piaste non posseggono
quel brillante che è la perfezione d'una
bella forma?
Nes.suno troverà meraviglioso un bi-ac-
cio modellato divinamente, se non sarà
accompagnato da una pelle vellutata.
Attraverso alla storia sono giunte a noi
le descrizioni delle IMatrone della Gre-
cia antica e di lionia, ammirabili per lo
splendore e la trasparenza della loro
pelle, ed esse clic certamente volevano
(e volevano fortemente) primeggiare
nella bellezza, mai trascuravano i mezzi
per renderla tale e vi riuscivano per
r uso di bagni e frizioni stimolanti.
Se questo era possibile 20 secoli or
sono, non lo sarà oggi colle scoperte im-
portanti della chimica ?
La dama moderna giunta ad una*
certa età, vede e osserva con crescente
rammarico che al sodo tessuto delle
forme, subentra una impressionante ri-
lassatezza: la pelle sua, bella un tempo,
assume un carattere di rigidezza palli-
da : cerca rimedio nelle quinte \»agine dei
grandi giornali, ma nulla giova a nulla.
Che fare? Non sijlisperi no, v' è chi
ha pensato a lei.
Il colore naturale, la lucentezza gio-
vanile della pelle riapparirà in breve
volger di tempo, solo che si faccia uso
del Mammilarium (principio attivo con-
centrato, estratto dal latte) e si adottino
i consigli uniti alle istruzioni annesse.
Il prodotto, innocuo per se stesso, ò
garantito tale assolutamente e di efl'etto
sorprendente e se noi, in questa rubrica
di Vita Pratica, lo raccomandiamo alle
nostre lettrici specialmente, h perchè lo
possiamo fare. Vi ricorrano pure con
tutta fiducia e 1' esito sarà insuperabile.
Mauchesa M.
Per avere il prodotto bene suggellalo
e colla massima segretezza basta inviare
cartoliìia vaglia di L. 10,30 a^^ Lahora-
torit» chimico S. Allegkbtti — GUA-
STALLA (Emilia),
LA VITA PRATICA.
XV
GLI OCCHI
L'Ohìen (Iella ilitta V. Lagula ili Na-
ixili è il miglion- doi rimedi moderni
conosciuti sino ad oggi: il rimedio in-
tallil>i4o p«»r lo infermità deUavista ed
in |>arti«-olar modo per conìhattere la
Miopid, la Presbiopia, la fatica e la de-
bolo/za degli organi visivi.
È il rimedio per eccellenza, il più
sicuro, il più semplice, il più econo-
mico ed inoffensivo. Inastano pochi
giorni di questo trattamento, perchè
si eviti la necessità di portare le lenti
anche alle persone di settant'anni. Pos-
siamo affermai lo. Ce lo dice la scien-
/;i. e ce lo dimostra una pratica costan-
temente vittoriosa di questo prodotto
eccezionale che sta facendo una vera ri-
voluzione trionfatrice, lasciando piena-
mente soddisfatti di ammirazione tutti
quanti ebbero occasione di provarlo.
La virtù provata deU'Oideit non si
basa su di supj)osizioni sperimentali,
né su misteri di ciarlatani o piccoli
venditori. Il procedimento della sua
azione è molto seuiplice, chiaro sotto
il punto di vista scientitico e clinica-
mente razionale. L'Oideu è il risultato
di tenti anni di studio odi esperienza;
la sua efficacia per ogni età e per ogni
caso d' infermità della vista è indiscu-
tibile. L'Oideu, sperimentato nei più
celebri gabinetti ottici, dimostra pos-
sedere ed esercitare un'azione speciale
sopra il sistema nervoso otti(;o; aziono
attivissin)a che rinforza il potoi*e vi-
sivo e dà una vista iìicidiaìÀlr. Perciò
V Oideu si acquistò rapidamente ini
Posto d'Onore nella moderna terapia.
L'Oideu, in tutto il Mondo, lia otte-
nuto tin' esito straordinario, è stato
adottato negli Ospedali e venne sot-
tomesso, in alcuni casi particolari, a
delle prove. Ebbe però un sucresso sem-
pre crescente e si acquistò la iidiu:ia
nella sfora medica di ogni nazione.
I ccrtitìcati numerosi di guai-igioni, ne
costituiscono la provala più eUxnuMite.
Ma le, .prove che desideriamo por la
tranquillità della nostra coscienza sono
<luello che ci possono attcstare che i
clienti delì'Oiden. siano veramente sod-
disfatti del iime«lio.
Arriv.ni". lettere e dichiarazioni in
quantità con cui unanimamente e spon-
taneamente conformano la efficacia del
preparato.
Ed a che cosa servirebbero altre
parole? L'Oideu si raccomanda da se
stesso purché i pazienti lo vogliono
onorare per pochi giorni della loro
fiducia.
La Miopu. -^ 80 nella lotta della
vita tutti gli organi del corpo umano
sono adoperati, quello della vista lo ù
a preferenza. Oggi l'umanità inclina
alla Miopia, che bisogna prevenire e
curaro. La vista del miope si crede co-
munenjente forte, e preferibile ad ogni
altra. In verità, se la miopia si mante-
nesse sempre ad un grado mite, avreb-
be il vantaggio su gli altri difotti della
vista; ma se essa si eleva per se stes-
sa, rappresenta una malattia che può
diventar seria e minacciar totalmente
la facoltà visiva. Consigliamo a tutte
le persone miope di usare V Oideu.
Ipermetropia. — L'occhio Imperme-
tropo ha maggiormente bisogno del-
l'Oideu, dovendosi necessariamente cu-
rale con più celerità che non occorre
al Miope ed al Presbite. Poiché, quando
l'impermetropia é di grado njolto avan-
zato il soggetto deve fare anche lui
uso di una doppia lente, la quah?, an-
che se ben adottata, può di rado far
migliorare la vista. In tal caso neuì-
meno un valente ottico può tale con-
forto arrecargli, scegliendo un occhiale
anche perfetto e linamente lavorato.
1/ ipermctropia si manifesta nella pri-
ma giovinezza. Molti, appmito in gra-
zia di questa giovinezza, e per voler
tollerare l'uso degli occhiali, arrecano
il peggior danno alla loro vista; e col
c(»ntinno sforzarsi a guardare acqui-
stano il difetto dello strahismo. E dire
che questi mali vengono per non adot-
tare o per non ricorrere presto all'uso
dvW'Oideu. C^iutnti fanciulli. i)rovveduti
in tempo. eviterebl)ero il brutto e tre-
mendo difetto d(dlo strulùsnio!...
Un interessantissimo opuscolo sul*
ì'Oideu, che riassume tutte le malattie
di vista, è spedito Gratis a richi«'sta. e
domandatelo subito alla Ditta V. Lavala,
Via Xuovn Monteolit'eto, Q9, Napoli.
XVI
LA VITA PRATICA.
" Unico !
Si proprio unico e possiamo dire
inipjiregyijibilo.
Dalla' Ditta inglese William Clark
e (;. di Birmingham no abbiamo as-
sunta ia concessione esclusiva di ven-
dita per l'Italia appunto per gli ottimi
elfetti, più che curativi, distruttivi.
Unico è il nem'co giurato dei calli,
duroni, occhio di pernice, ecc. anche
di vecchia data, recalcitranti ad altri
rimedi. Un'applicazione di Unico vuol
dire la scomparsa, a breve scadenza,
di quei piccoli triboli sopra nominati,
eppuie così giandi, insopitortabili i»*3r
la sofferente umanità.
Unico calma il dolore al momento
ed intanto.... lavora lavora ad espelliir
il nemico.
Tutte le buone farmacie ne soik.
provviste, richiedetelo ad esse op[)ure
al nostro deposito.
Inselcini e C. Milano, Via Vanvi-
telli, 58.
L/e Vene Varicose
loro unica cura scientifica.
Se in alti'i tempi il nostro Almanacco
ha voluto seguire e render noto al pub-
blico quanto di buono nel campo scien-
tifico e pratico si fa in Italia, tanto più
ne sente oggi l'imprescindibile dovere.
Nel caso speciale a questo dovere
adempie con vivo compiacimento, poi-
ché si tratta di segnalare una vittoria
alla quale esso ha in certo qual modo
collaborato, richiamando spesso l'at-
tenzione del pubblico intelligente e
progressista su un prodotto italiano di
eccezionale importanza e valore; in-
tendiamo parlare àeW Esixìa del Dot-
tor Stefano Bolognese, di Napoli, per
la cura delle vene varicose nelle loro
svariate forme, specie varici alle gambe,
varicocele, emorroidi e complicanze.
Oramai l'Esixìa in Italia e fuori ha
già conquistato una ben meritata no-
torietà e diffusione, fondata unicamente
sulla sua reale meravigliosa efficacia.
Oggi si può assiomaticamente affer-
mare che chiunque soffra di vene va-
ricose è sol vittima di sé stesso e della
sua negligenza, poiché la cura senì-
plice, innocua, ideale è alla portata di
tutti e non esige aleun sacrifizio dei
propri gusti, delle proprie abitudini,
delle proprie occupazioni.
Alti'O gran merito — last nost least
— del Dottor Bolagnése è quello di
aver voluto mantenere invariato il
prezzo iniziale, da 20 auni, dell' Esixìa,
malgrado tutti i rincari e le vessazioni
dell'ora presente; e di tal merito gli va
data lode specialissima in un periodo
in cuitutti sanno qual ributtante com-
mercialismo bottegaio predomini nel
nostro paese e fuori.
Gl'interessati si rivolgano quindi
pure con piena fiducia al Dottor Bo-
lognese — fondatore e Direttore del-
l'Istituto Varicologico Internazionale
(unico Istituto del g-enere al mondo),
Mezzocannone 31, Napoli — per con-
sultazioni ed opuscoli illustrativi e la
loro attesa non rimarrà delusa.
AUTOTHERMOCUCINE a le-
gna e a gas: Brevetti Gap. AciiiLLiNr.
Loì'o particolarità: cuociono ogni ge-
nere di cibo funzionando completamente
senza fuoco e senza cura alcuna, dal
momento in cui il contenuto delle cal-
daie è portato all' ebollizione. — Si co-
struiscono tipi, , di ogni , dimensione e capacità per grandi Comunità.
Rivolgersi alla Ditta
=,:,_^.:s= Cav. G. ACHILLINI ~ Via Porpora, 22 - MILANO =^-=
LA VITA PRATICA.
XVII
Mutamento d'aria.... non e* è altro....
K la tosso canina è vinta in bi'ove
u-nìjK): consi}j;Iia quolla mamma all'al-
tra, forte della sua esperk^nza, cho la
campagna (dopo averne provate tante I)
col suo mutamento d'aria abbia sanato
il figliuolo.
Ohe questo sia nn ottimo fattore di
guarigione, non vi ha dubbio; ma non
basta.
Il mandare poi un piccino alla cam-
pagna sconvolge, se, in periodo anor-
male, le nostre regolari abitudini. La
mamma deve seguirlo o la /.ia o altri
(dio abbiano con lui domestidiozza.
Allidarlo solo, a mani mercenarie, non
parliamone!
E se invece vi si consigliasse un
rimedio che fa miracoli e che, in cnsa
vostra, tra i vostri comodi, vi dess«j
modo di curare seriamente il vostro
piccino, non sarebbe meglio?
E il rimedio c'è, e buono per di i)iii.
lungamente esperimerjtato. Lo troverete
nella Guida: Per la Sa/ntc, che gratis,
a richiesta, vi spedirà la Ditta Insel-
vini oc C. di Milano, Via Van vitelli, óS.
AcQiia d* Olmitello.
Chi dei nostri lettori non ha visitato,
0 almeno non ricorda per averla tro-
vata spessissimo menzionata nei nostri
classici latini e itali.'ini, risola d' Ischia
]»resso Napoli, cosi da tutti decantata
per lo splendore del suo mare che la
circonda, per la purezza del cielo, per
lo sue innumerevoli bellezze? Ma essa,
oltre luogo delizioso e incantevole è
pur dotata «laila natura di ricchezze
utili ed indispensabili per il genere
umano sotteronte. In fondo ad una re-
mota valle, circondata da secolari aboti
dal lianco del monte ha origino una
Sorgente di acipia minerale denominata
Olnutello. ve: amente miracolosa, poi-
ché pcjssiede la ilote jjrodigiosa di dis-
solvere l'acido urico così dannoso al-
l'organismo umano,
lialTacqua Olmitello mediante pro-
cessi chimici i più perfetti si estraggono
1 Sali Olmitello che lianno la virtù di
curare e guarire radicalmente la Gotta,
la lleneììa, la SlUiclKzza, VOhe.sitù, le
Eniorrokìl e tutte lo n»imerose manife-
stazioni dell'alterato ricambio. Questi
Sali Olinitello sono usati e i)rescritti
dui.più illustri clinici dei nostri atenei,
i quali hanno potuto coH'impiego dei
detti Sali ottenere guarigioni così por-
tentose, da aver essi clinici confei-ito
all'acqua Olmitello il i)redicato di mi-
racolosa. E della soddisfazione dei cli-
nici più insigni nostri ne fanno fede lo
numerose lettere e gli innumerevoli
attestati che esaltano le doti curative
e benefiche dei Sali Olmitello,
Questi si ti'ovano in tutte le buono
farmacie e presso il concessionai'io ge-
nerale L. Co::ce, Napoli, Via S. Arcan-
gelo a Baiano 28, al prezzo di L, 2 al
flacone.
Pacco di 0 flaconi Umlici lire franco
a domicilio.
inculi
Civili
APPARECCHIO-THERMO-ELETTRO-
FOTO-TERAPICO pi la ( uni dei Ba-
gni di luce e di aria calda secca nelle
seguiinti malattie; reumatismi, artriti^
sciatiche, Ifrmhaygini, catarri bronchiali,
influenza, tutte le malattie del ricambio
(gotta, nefrite), inclisposizioue delle don-
ne, cicatrizzazioìii delle ferite, conifola-
' Il detto apparecchio è stato adottato dai priiicipali (ospedali
Militari, — Chiedere opuscolo con prezzi alia
Ditta Cav. G. ACHILLINl — Via Porpori
MILANO
'\
^^sMà-
Pauorama.
Il Primo Sanatorio Italiano
per ammalati di petto
nella Pineta di Sortenna saprà Sondalo (Alta Valtellina).
Viaggiavo sulla li-
nea Veuo/ia-Milano,
diretto a quest' ulti-
ma città, assorto nei
miei tristi pensieri,
indifferente ai bel-
lissimi panorami che
mi offrivano le uber-
tose vallate e i ri-
denti |>aesi attraver-
sati dalla ferrovia,
all'incantevole e me-
ravigliosa veduta del
Lago nostro di Garda
e delle non lontane
Alpi Trentine, senza
dai-e ascolto ai di-
scorsi che fra loro
scambiavano i miei
compagni di viaggio.
Illa strada del ^auatorio.
Alla stazione di
Brescia il mio cupo
assopimento venne
ad un tratto risve-
gliato da ima voce a
me nota ed amica
che frettolosamente
andava domandando
un «posto neir affol-
latissimo convoglio
per partire. Era
l'iimico mio Luigi....
valentissimo medi-
co - condotto di un
grosso comune del
Bresciano, che non
aveva veduto da
qualche tempo.
Egli prese posto
vicino a me, ed il
LA VITA TRATICA,
XIX
Mvcriara pniivipme.
SUO incontro fu i)er
me una vera fortii-
nn. poiché mi ri-
donò la serenità o
la paco come sen-
tirete in seguito.
Dopo i convene-
voli di rito e le di-
mostrazioni di nmi-
eizin. Luigi, notando
in me lo stato di
preoccupazione e di
ansietà nel quale
mi trovavo, si foco
cautamente e corte-
semente a doman-
darmene il motivo.
Singhiozzando gli
risposi che mi tro-
vavo in viaggio di-
retto a Milano per
consultare un fa-
moso specialista
dello malattie degli
organi respiratori
cirra un ottimo saiialorio dove rieove-
i*aro una mia figlia sedicenne, cì"»o eM
stata affetta da lunga e grave pleurite,
l'-Maziiiiiv nuova
e che dava segni di
predisposizione alla,
tubercolosi.
Luigi, allegra-
mente e battendo-
mi su una spalla,
esclamò :
— Ma io stesso,
carissimo amico, ti
posso indicare co-
se ien zi osa mento
quello che fa al caso
tuo, ciò che può ri-
donare alla tun ado-
rata figlia la co«n-
pietà e perfetta sa-
lute, e a te la paco
e la serenità.
A pocìie ore <l;i
Milano, circondato
da una splendida o
balsamica pineta,
sorgo un Sanatorio,
del «luale in segui»"
ti dirò il noujo, di-
retto da Uff Uomo henefuo, ehe ha li-
donato A tanti o tanti infelici il luti"
più prezioso, la saluto.
XX
LA VITA PRATICA.
Si parte da Milano per la linea di
Sondrio, che costeggia le incantevoli
rive del Lago di Conio, reso famoso
dall' immortalo scrrittoro dei Promessi
Veranda di cura.
Sposi. A Sondrio fiiìisce il servizio delle
Ferrovie di Stato: «i prende il treno del-
l'Alta Valtellina, e, dopo nn'oi-a circa
di viaggio, si arriva a Tirano, dove trovi
pronto l'automobile del Sanatorio che,
preavvisato, ti aspetta e comodamente,
per una magnifica strada, ti trasporta
al Sanatorio di Sondalo (AltaValtellina).
Sorge in mezzo alla folta e balsamica
Pineta di Sortenna, sul versante meri-
dionale delle Alpi Retiche, in una splen-
dida posizione, dalla quale l'occhio spa-
zia su quasi tutta l'Alta Valtellina. Fu
inaugurato nell'ottobre 1903, e acqui-
stò in breve tale rinomanza, che il
numero sempre maggiore dei clienti
attratti dagli splendidi resultati
conseguiti rese necessario il suo
ingrandimento, avvenuto nel 1910.
I grandiosi fabbricati, costruiti
secondo i dettami dell'ingegneria
sanitaria moderna, contengono
tutto il comfort possibile ed im-
maginabile, ed entro lo stabili-
mento ha pur sede un ufficio go-
vernativo postale e telegrafico: il
telefono di Stato unisce lo Stabi-
limento a Milano.
Mentre l'amico Luigi ripren-
deva fiato ed i miei pensieiù inco-
minciavano a rischiararsi e a ren-
dermi più tranquillo, mercè la
sua interessante narrazione, gli do-
mandai il nome dell'uomo prepo-
sto alla direzione di sì importante
e benefico Stabilimento, attendendone
con ansia la risposta.
— Lo Stabilimento ò diretto — pro-
sci^uì il mio cortese amico — dal dot-
tor Ausonio Zubiani, nome benedetto
da centinaia e centinaia di persone,
che a lui debbono la ricuperata salute,
fonte di ogni bene; egli è un uomo di
sodo sapere, di pi-odigiosa
attività, di coraggio, d'in-
telligenza e di patriotti-
smo. Dico anche patriotti-
smo perchè mercè l'opera
sua l'Italia è dotata di un
Sanatorio, che difficilmen-
te uguale può trovarsi al-
l'estero, ed i nostii malnti
italiani non hanno bisogno
di recarsi fuori della pa-
tria per la cura che loro
abbisogna; qui in casa loro,
in questa terra benedetta
da L)io, ricca di monti, di
foresto balsamiche e di in-
canti naturali, essi trovano
ristoi o alla loi'o malandata
salute, circondati dalle cure
affettuose e sapienti di medici valen-
tissimi che parlano la loro lingua ;
sono nutriti con cibi che conoscono ed
ai quali sono abituati ; infine si sen-
tono come in casa propria, nelle loro
famiglie, nella grande famìglia, che
forma la nostra cara Italia.
— Ma, osservai io, il Sanatorio che tu
mi proponi e così ben mi descrivi po-
trà sanare completamente mia figlia? Tu
sai che la tubercolosi non perdona....
— Codesto è un vero e proprio pi-e-
giudizio popolai'e — m'interruppe Lui-
gi; — la tubercolosi si può guarire be-
nissimo seguendo una cui-a razionale
e metodica. Tua figlia intanto non è
Sfilo da conversazione.
nelle condizioni cattive che tu credi;
essa, dopo la pleurite sofferta, sarol)be
solo predisposta alla tisi e quindi non
ha bisogno che di una buona cura di
I.A VJTA PRATICA.
XXI
il <->.Mi:^iiiiiiiil... lulalli il intslro .S'(//<//.
torio di Souiidlo, dirotto dal tlott. Zii-
l)iani, accoglie due v;uii>t;i. diciamo
così, di aniiunlati; quelli affetti da
tubercoloìii, e quelli elio lianno
bisogno d' iiTobustiuieuto, peichè
predisposti, come nel caso tuo,
alla tisi.
E il Sanatorio Zubiani è spe-
rialniente indicato per i predi.spot:ti
alla tubercolosi e per i malati «/-
r inizio, senza escludere cbo gran-
de giovamento e vantaggi consi-
«lerevoli possano conseguire an-
cbe coloro che abbiano lesioni
pili avanzate ed estese.
— E quanto, — replicai, —
può durare la cura, che renda
mia figlia perfettamente guarita?
— La risposta non è facile, —
proseguì liuigi. — perchè essa va-
ria secondo gli individui, secondo il
grado della malattia stessa, e va da un
minimum di 3-4 mesi (come credo sarìi
nel caso di tua figlia) a 1-2 anni, se-
guendo il metodo di cura che viene
tassativamente proscritto ad ogni am-
malato dal doti. Zubiani, il quale nella
sua sapiente, attiva ed intelligente
missione, è coadiuvato da tre distinti
medici; tra essi una valente dotto-
ressa si occupa specialmente delle si-
gnore e delle signorine.
Il clima del Sanatorio, che lia si
grande influenza in tali malattie, è
asciuttissimo, tonico, fresco in estate,
assai mito noli' inverno, balsamico sem-
pre, perchè il Sanatorio è circondato
da ogni lato da una folta e vastissima
pineta. -
— E la spesa? — domandai io.
la pensiono, tutte le visite mediche, i
bagni, le frizioni, le inalazioni, ecc., ecc.
Il prezzo delle cam«Mo varia da lire 1,50
a lire ('», per quelle ad un lotto e da
Sal.-i «la nuinirn.
— Modica e accessibile anche .ilio
medio borse, mi rispose l'amico: la
diaria è di lire 11 e comprendo, oltre
Sala (litr ptiui/.u.
lire 5 a lire 8,50 per quelle a due
letti.
Si pagano a parte le bevande alcoo-
lidie e tutto le bevande e gli alimenti
che non siano elencati nelle distinto
giornaliei-e dei pasti, il servizio dei
pasti in camera invece che alla tavola
comune, i medicamenti, la lavatura, la
stiratura, il riscaldamento invernale.
Ogni ammalato paga una tassa di lire '20
por l'entrata nel Sanatorio e di lire 10
all' uscita per la disinfezione della ca-
mera; si obbliga a rimanere almeno
15 giorni, e fa alla Cassa un deposito
di l'ire 800.
Come vedi questo moderno Sana-
torio risponde a tutti i dettami della
scienza medica, è accessibile anche
alle persone non molto agiate, che
con spesa relativamente lieve e cer-
tamente inferiore a quella che si
richiedo in consimili stabilimenti
dell' estoro, possono prevenire o
curare una malattia, la quale, pur
troppo, abbandonata a sé, miete
ogni anno migliaia e migliaia di
vite umane.
Le benemerenze di questo Sa-
natorio son dovute all' energica
ferrea volontà e pertinacia del
dott. Zubiani, il quale seppe vin-
cere mille e mille dil!icoltà, e vollo
e fortemente volle che l'Italia no-
stra potesse offrirò ai numerosi
suoi tìgli ammalati di tubercolosi
o predisposti a tale ilagello mi
Sanatorio modem') nel vero senso
«Iella parola, che corrisi)on<lesse
ad <^>gni osigonz.i della ni'Mlicina e
dell' igiene e potcsso eguagliare e su-
perare quelli esistenti all'estero.
XXII
LA VITA PRATICA.
E le cure e fatiche diutui'ne e ze-
lanti del dott. Zubi.iiii furono coronate
di felice successo, jioichò i malati ac-
corrono attratti dalla sua fama e dai
risultati ottenii'ii in sì gran numero
che per poter trovar posto nel Sana-
torio occorre prenotarsi qualche giorno
o t-ilora qiiah-he settimana prima. Nu-
merose onorificenze furono concesse
al Sanatorio Italiano deila Pineta di
Sortenna alle Esposizioni di Milano
(1906), di Spa (1907), di Buenos Ayres,
di Torino, di Roma. S. M. il Re su
proposta del Ministro della Pubblica
Istruzione, insigniva della Croce di Ca-
valiere di S. Maurizio e Lazzaro il be-
nemerito Direttore dott. A. Zubiani.
Intanto il trono si fermava sotto
la tettoia della Stazione Centralo di
Milano; io salutai ed abbracciai l'ot-
timo amico, ringraziandolo delle pre-
ziose indicazioni datemi, le quali mi
avevano fatto riaprire l'animo alla spe-
ranza circa la sorte dell'adorata juia
figlia. Presi il treno per Sondrio, volai
al Sanatorio della Pineta di Sortenna,
l*ochi mesi dopo il mio viaggio,
mia figlia usciva completamente gua-
rita e fiorente di salute dal Sanatorio
Zubiani.
Dicembre, 1915.
A. Culli.
£ impossibile!.
Sì, è impossibile che, anche una
sola volta in vita nostra, non abbiamo
sofferto di emicrania, di un semplice
doloretto di testa! Un cibo indigesto,
uno strapazzo sia corporale che men-
tale, un dispiacere, un dolore, un pen-
siero fisso, la rabbia che ci ha scon-
volti un poco, affievoliti, il' caldo, odori
troppo forti e mille altre cosuccio....
vanno a finire in un malessere, nel mal
di capo. Roba passeggera che in poco,
come è venuta, se ne va e buona notte!
In quei momenti in cui ci ha tormen-
tato, ci è sembrata grande, fastidiosa,
tanto fastidiosa!
Che si dovi-ebbe pensare di quegli
infelici che dell'emicrania sono tribu-
tari perioditjamente: alti-i che la 1 anno,
si può dire, di continuo e per un nu-
mero infinito di cause e di nuilanni.
Mentre cercano di curare la catisa, il
malanno, cercano sempre afìannosa-
mente qualche cosa che li sollevi tem-
poraneamente, subito da quel do ore
e malessere insopportabili.
11 buon rimedio c'è, e i)ro:ito, si-
curissimo.
Nella guida. Per la Salii e, che la
Ditta Inselvini & C. di Milano, Via Van-
vitelli 58, vi spedirà, a richies a, gra-
tis, lo troverete indicuLo.
Sten O S^G n 0 1 ' Ricostituente ideale perfetto. — Fra i preparati modonii code la mi-
•mmmmmmmm^t,.,mmm^m^mmm glior fiducia. Prescritto dalle primarie autorità mediche. — Indica-
zioni : Aneini'i, Ci'iro,si, Neorasleiùa, Debolezze, Esaurimenti da ubuni sessuali e inlellettiiaìi.
Molto utile dopo le convalescenze in special modo per i militari convalescenti reduci dalle
latiche di guerra. — Si può fare la cura in qualsiasi stajjione dell'anno. — Risultati seni-
pre meravigliosi. Per avere la cura compir ta franca in casa veda^d inserzione a pagina
ultima copertina, — Indirizzo telegratico:
Stenoffenol DB-MAIiCHl - SALXTZZO - (Piemonte).
I.A VITA PRATICA.
XXIJI
I Nervi!!!!!
Scenetta famip^liare in due atti di Gippi Negrellt.
inseparabili personaggi: Lid e Lei....
Atto Primo
I due soliti in-
Li:i. Nfn c*^ sicuro ni mondo e forse
non c'è mai stato chi r>iìi di me sofFrji
(li quello che i mortali cliiamano " il
nervoso ... Per mio corto nlKa teoria
che vuol attribuire ttitto il diavolerio
che mi tornar iita a quei miseri bianchi
filetti di cui il mio corpo è irretito, non
credo per nul-
la, ma sta di
fatto che la vita
di un " nervo-
so „ è tale che
sono ben com-
prensibili quei
disgraziati coe-
tanei i quali si
decidono a svel-
lersi con il mez-
zo j>iii sollecito
l'anima dal cor-
po.... E se non
sono arrivato a
questo estremo
rimedio non è
già per man-
canza di corag-
gio, ma perchè
ho.... una paura
maledetta. In-
tanto cosi non
si va avanti ! TI
menomo fasti-
dio che ad al-
tri passerebbe
inosservato, mi
esaspera al
jtunto da farmi
])erdere* com-
pletamente la
tramontana. È
l'esagerazione
della sensibili-
tà normale il malanno mio e di lutti
miei compagni di sventura!
Sentite questa I lori mattimi perchè
il laccio di una scarpa non si decideva
ad infilare l'occhiello, ho frullato lo
stivale fuori della finestra. Js'on l'avessi
nuli fatto! Cadde in istrada; si adunò
gente «ho forse sperava di veder se-
guire il resto: la S'>rva andò a racco-
glierò l'arnese; un aj^ente municipale
i\ì\ intimò la contravvenzione.
È orribile non sapersi dominare! K
pensato che ho famiglia e che quan<l<»
rientro in casa i mici piccoli, che puro
adoro, scappano con»e tanti leprotti spa-
ventati, mentre mia moglie contrae i li-
neamenti del viso dallo spasimo di ve-
dermi così e di non saper più che faro
por sollevarmi!
C'è da impazzi-
re [lunga pau-
sa.... shi(ffanie).
I medici?
Bella razza di
gente ! Tra vi-
site e consulti
m'hanno man-
giato un patri-
monio,e.... sem-
pre con lo stes-
so risultato:
Andare in cam-
jiagua, lasciare
le proprie occu-
pazioni; ripo-
sare nel modo
j)iù assoluto;
mangiar bene;
l)ore meglio;
far delle lunghe
gite in carroz-
za.... Una vera
cuccagna, ma i
quattrini chi
me li fornisco ?
Nessuno. E al-
lora? Allora....
si prendono Io
j)olveri miraco-
lose di S. Pro-
copio; i cachete
del dott. Tizio,
l'elixir del pro-
ft;ss<>r Caio, e tutte le porcherie possi-
fnli ed immaginabili; ci si guasta lo
stomaco, si perde quel poco d'appetito
che si aveva o si finisce per numdaro
un accidente con tutti i fiocchi ai me-
dici, alle medicine ed a quella porche-
ria che si chiama "sisteuìa nervoso!... „
In vei'ità c'è da impazzire!!! (ìhi(trri.si
fii tirriH lo rofffir e. coinùtfid a tjridttre e
gesticolare a più nonjìosso, mentre lemme,
lemme cala la tela).
XXIV
LA VITA PRATICA.
Atto Secondo
Due mesi dopo Iaù e Lei siedono a tavola sorridendo alla zuppiera
fumante che li attende. (I bimbi sono.... fuori a pranzo).
Lui. Sono le 8 passate; È mai pos-
sibile pranzare in orario ? Due mesi fa
alla mezza in punto, immancabilmente
la zuppa era in tavola! Un ritardo, un
solo minuto di ritardo sarebbe bastato
a farmi diventare una bestia!
Lei. Sì, caro! Hai tutte le ragioni!
Solo che allora non avevi nessunissimo
bisogno di diventarlo poiché lo eri in
permanenza!
Lui. (pensoso). Già. È proprio vero
ed è così meravigliosa la sparizione dei
miei malanni
che sarei in do-
vere, per il be- , .-■' •
ne dell'uma- '
nità sofferente
di pubblicare il
metodo che mi ; . "^'
ha completa-
mente ristabi-
lito!
Lei. Non ci
mancherebbe
altro! Ne ande-
rebbe di mezzo
la tua ripiita-
zione e faresti
un solennissi-
mo fiasco....
Lui (estere'
fatto). Un solen-
nissimo fiasco?
Ma dici sul se-
rio? Tu che con
i tuoi stessi occhi hai seguito passo,
passo il mio miracoloso miglioramen-
to, tu che, sapendo quanto aboi-rissi da
ogni medicina, hai voluto prepararmi
ogni sera con pazienza santa l'acqua
calda per il pediluvio? Vorrai scher-
zare non è vero ?
Lei. Matutt'altro caro ! Me ne guai-do
bene! Quello che ho detto lo sostengo
e con tutta l'anima!... Del resto ormai
queste sono discussioni inutili e non
parliamone più !
Lui. Ah! no, tesoro mio! Parliamone
pure e subito! Qui gatta ci cova! Non
vorrai mica farmi credere che la mia
guarigione la devo alle tue preghiere
o alle.... benedizioni di quella buona
donna di tua madre.
Lei. Quanto a mia madre, ossa non
e' entra por nulla e ti prego di lasciarla
stare {concitata). Sai bene che su que-
sto argomento non tollero osservazioni.
Lui. e così sia! Ti faccio osservare
però che ora sei tu che hai bisogno dei
pediluvi, edouna cura collettiva con la
mia amabile suocera non potrebbe farvi
che un gran bene.
Lei. Povero sciocco! Eiu credi che
i tuoi bagni innocenti di acqua calda
ti avrebbero fatto passare i nervi ?
Quanto sei ingenuo! E se io ti dicessi
che a mia madre, proprio a lei tu devi
la salvezza? Se
nti dessi le pro-
ve che tua suo-
cera, colei coji-
tro la quale sca-
gli ogni giorno
con furore le
tue frecce spun-
tate m'ha pri-
ma consigliata
e poi obbligata
a curarti, a tua
insaputa e con
un preparato
meraviglioso,
nuovo che po-
chi a^icora co-
noscono?
Lui. Eh! No,
mia cara! Que-
sta non la bevo
proprio ! Non
pretenderai
delle volte di avermi somministrato
mentre dormivo, il tuo stupefacente
rimedio! No! Tu stessa ammetti che
ciò è impossibile. Scimunito ancora
non lo sono. "
Lei. Eccoti in poche parole: Tutti i
giorni, mattino e sera nella tua zuppa
ho fatto sciogliere prima di portartehi,
un dado di Bkodonervolo F. L. (1). ;
l'unico alimento cui-ativo pei nervosi,
(1) La " Sezione Medica „ della Fabbrica
Lombarda dì Prodotti Chimici (Società Anoni-
ma per Azioni! Capitale L. 3,000,000 — Via
Tortona, 31 — iVIILANO, invia ;i chiunque ne
l'accia richiesta e completamente </iafi,s, un
elej,'ante opuscolo illustiato contenente in
uno schematico riassunto la descrizione di
tutte le vecchie e nuove specialità F. L., ed
una serie di eccellenti consi^'li i^j'ienici e sa-
lutaci.
LA VITA PRATICA.
XXV
rimedio dovoluto nitMìleineiio elio al
Prof. A. Tanil)uriju dell'Università di
Roma. 0 che il nostro medico lia fatto
venire appositamente dalla Farmacia
della Fabbrica Lombarda di Prodotti
Chimici.
Si tratta di una importantissima so-
cietà anonima, che, appena scoppiata
la guerra s'è messa coraggiosamente
alla testa del movimento di liberazione
industriale, giungendo in pochi mesi a
risultati promettentissimi ed insperati
0 dotando in breve l'Italia di quasi
tutti i prodotti che Austria e Germa-
nia ci avevano
finora fornito
in quantità
enoruìe.
I dadi di Bro-
donervolo si
possono para-
gonare in certo
qual modo al
brodo concentrato Maggi; essi aggiungo-
no a'-oma e gusto alla zuppa, ma nello
stesso tempo contengono nella quan-
tità dovuta il sovrano tra i calmanti.
Questo è quanto. Altro che pedi-
luvi, e, come ti ripeto, di tutto devi
ringraziare tua suocera! Capirai che,
anche per lei, la cosa aveva la sua im-
portanza ed il riduiti in una settimana
un agnellino l'ha riempita d'immensa
gioia e. diciamolo, pure d' orgoglio I...
Lui {die non sa credere ancora a quanto
ha appena adito, in un impeto di grati-
tudine esclama:) Che Dio la benedica!
Dille che d'ora
in poi, la vo-
glio, capisci? la
voglio, a cena
con noi.... una
volta al mese.
{Tutta giuHva
cala la tela).
si
^^1
w
■'.'■■* w
Morini &j Bossi — via Manzom, 31 -
MACCHINE UTENSILI per lavorazione metalli e legno.
Motori a ben/ina " Ncw-Way „ con raffreddamento ad aria ==
an.isipi jtKPosrTf in uti.ssi i.i:i<i t
■u--r_-^~.--,~.-."-~ j Tu" — - -• - ■ i^-->^'»i ■■ ^« ■« ■■ a^t**^^
XXV
LA VITA PRATICA.
Per la salute!...
Un vero successo — non librario per
carità! — Un successo di innumerevoli
richieste avute l'anno scorso e che ci
hanno spinto a ristampare il libriccino.
Nome fatidico: Per la Salute!... E chi,
anche fiorententissimo non teme di do-
ver mancare da un momento all'altro
da questo mondo birbone (che ci s piace
pur sempre abbandonare) e di dover
soffrire tanto alla prima parvenza di
male?! Non parliamo poi dei vei*a-
mente ammalati, degli acciaccosi, dei
vecchi ecc. Tutti possono trovare quello
che fa per loi'o e, se non per loro pro-
priament'j, pei- altri. Non spendete nul-
la!... Il libriccino si ah gralìs et aìuorc
Dei. — Approfittatene.
S'inizia con alcuni consigli sullo
malattie cardiache e vi si indica una
cura certa, sicura che lia giovato a mi.
gliaia e migliaia di persone: una cura
che ha fatto il giro del mondo, non in
ottanta giorni, ma nel periodo di mol-
tissimi anni e sempre con cresconte
successo.
La Ditta Inselvini «fe C. di Milano,
Via Vanvitelli, 58, si farà un dovere
•di spedirvene una copia appena la ri-
chiederete.
Ventriere Igieniclie Sigurini,
Tutti conoscono il significato della
parola " Venti-iera„: pochi sanno però
quali requisiti debba possedere una
ventriera per corrispondere perfetta-
mente agli scopi curativi e igienici,
per non essere cioè inutile o danno-
sa: anche qui vale il precetto fon-
damentale della Medicina " Primo non
nocere „ .
Quando si parla di " Ventriera „
s'intende tuttora un oggetto costruito
in parte o in totalità con tessuto ela-
stico di caucciù e in parte o in tota-
lità armato di stecche e di allacciatiire
metalliche: l'idea che di elastico ci sia
soltanto il caucciù e che la ventriera
debba possedere delle stecche per non
raggrinzirsi è diffusa anche nella mag-
gioranza della stessa Classe Medica,
presso la quale hanno potere sugge-
stivo le costruzioni stereotipe di tipi
dozzinali stranieri ai quali l'Industria
Italiana del genere è completamente
asservita, sia per l'importazione di-
retta, sia per l'imitazione eseguita più
o meno bene da Noi.
Le Ventriere Igieniche Sigurini (In-
ventore e Costruttore Dott. GiuMeppeSi-
gm-ini, Medico-Chii-urgo, Via Plinio 10,
Milano) hanno lo scopo preciso di se-
gnare ima emancipazione completa da
tutto ciò che in questo campo si ebbe
finora di irrazionalo, di non corrispon-
dente agli scopi curativi e igienici.
Le Ventriere Igieniche Sigurini sono
costruite in tela e maglia, senza stec-
che, senza elastici di caucciù, senza
allacciature metalliche: si lavano, si
stirano, si sterilizzano: sostengono per-
fettamente qualunque ventre, sia obeso,
sia deformato da sventramenti, ernie
ventrali, postumi di operazioni, ecc.
Uniche esistenti per dare alla donna un
mezzo curativo efficace con un abbi-
gliamento veramente igienico nella ge-
stazione e nel puerperio.
Chi desidei'a maggiori schiarimenti
su questo nuovo Metodo di origine au-
tenticamente italiana^ chieda l'Opuscolo
Illustrativo al Dott. Giuseppe Sigurini,
Medico -Chiiurgo, Via Plinio 10, Mi-
lano. {Invio gratis).
Anno
IV
1917
Almanacco dello Sport
(LA GUERRA E LO SPORT)
500 pagine — 500 vignette — Copertina a colori —- Lrire 1,60
R. r.BMrORAI) & JH>IG1jIO - Bdltot
VTMBNZE
LA VITA PRATICA.
XXVll
Iviqtiori, Rosolii, Creme
Sciroppi, ecc.
Siiu» a poclii anni fa,
die dei J^iquori e degli
fubbrica-
■ oppi ri-
la
/ione uei J^iquon e aegii .Sf
ihiedeva tale \\u coinplesso di cogni-
zioni, uuile a lunga pratica, che diffi-
<il mente si sarebbero imparate con la
sola lettnia di un manuale. — Oggidì,
invece, grazio agli Estratti concentrati
a vapore (assolutamente a basi vegetali,
sia per la parta aromatica che colorante,
e quindi garantiti innocui), tale fabbri-
cazione è possibile a chiunque, anche
digiuno delle più elementari nozioni
tecniche, giacche gli Estratti han sop-
presso ad un tratto le tante manipo-
lazioni d*un tempo. Basti il dire che
tutta r abilità del fabbricante di liquori
deve consistere in questo: sciogliere da
una parte fa nectòsaria quantità di zuc-
fihero nella nereitsaria quantità di acqua,
fredda, dall'altra versare l'Estratto nella
A-cque da toeletta,
I^ozìoni ed aceti»
Estratti tripli d'odore.
La profumeria, è constatato dai più
eminenti igienisti, tendo alla pulizia
del corpo ed alla freschezza, alla morbi-
de/za ed alla conservazioiTe della pelle.
Ma provvedersi di buoni e vei*ament«^
igienici jirodotti è cosa assai difficile.
E stato per ciò, che il Premiato
Laboratorio Chimico Orasi, di Milano,
dopo lunghi e profondi studi, è potuto
riuscire a mettere in vendita dei pro-
dotti veramente ottimi, coi quali chiun-
que, da sé, può facilmente fabl>ricare
qualunque profumo, sicuro di avere
un genere di tutta soddisfazione che
gli venga a costare circa 80 per cento
di meno dei prezzi dei profmnieri.
Tale è la baso del nuovo prodotto
Profumerìa Istantanea, che il Laboratorio
Chimico Orasi di Milano, 14 Via Felice
necessaria quantità di spirito (alcool) Casati, mette in vendita, il solo ed uni-
agitando ^;érr bene, ed indi unire le due co in Italia, fabbricante di ottimi pro-
Uiiscele, versando la seconda nella 2>}'i ma. dotti concentrati, che furono premiati
11 liquore è fatto, e a seconda dell'E- nelle più importanti Esposizioni,
stratto usato, si avrà un Alkermes, una La Profumeria Istantanea più che ai
Benedectine, una Chartense, un Fernet, privati (i quali hanno un gran torna-
un Fet^-o-China, ecc. — se non migliore conto ad usarla) si dirige a tutti i pro-
— per colore, per sapore, per abboccato, fumieri, parrucchieri, chincaglieri, far-
e per graduazione alcoolica e zucche-
rina, alle più accreditato marche in
commercio, col vantaggio di costare
dal 50 air 80 per cento di meno.
Come vedesi, qualunque modesto
Caffettiere o Droghiere, qualunque ma-
dre di famiglia, qualunque persona,
può diventare un eccellente fabbricante
ili ottimi Liquori. Kosolii, Sciroppi, ecc.
Come ciò possa essere, riesce facih;
spiegarselo, quando sappiasi che gli
Estratti pei" Liquori quelli almeno
fabbricati <lal Treni iato Laboratorio
Chimico Orosi di Milano, 14 Via Felice
Casati, altro non sono che Liquori (sen-
za alcool e /Aicchero) concentrati nel
vuoto, contenenti tutti la necessaria
quantità di colore.
Gli Estratti del Laboratorio Chimico
Orosi di Milano, sono conosciuti ormai
macisti, ecc.
Prendendo per base il costo di un
nostro flacone di Profumeria Istantanea
per esempio: Estratto triplo d'odore di
violetta, il prezzo del flacone è di L. 9,
più costo dello spirito L. 15, forma un
totale di L. 24, per 2 litri di vero estratto
d'odore triplo.
Con 2 litri d'Estratto triplo d'odore,
si possono riempire circa ben SO fla-
coni eleganti piuttosto grandi; un fla-
cone di Estratto d'Odore, confezionato
e pronto alla vendita, viene a costare
circa L. 1, mentre il prezzo <li vendita
in commercio è dalle 8 alle 4 lire.
Quello che dicesi per gli Estratti
di Odore, può ripetersi per l'Acqua di
iliinina, Acqua di Colonia, Acqua di
Felsina, Acqua Dentifricia, Lozioni, ecc.
con la assoluta garanzia di un buono
in tutto il mondo, e questo slabilimonto ed ottimo prodotto, una pronta ed im-
in vista dei numerosi ordini dell'Estero,
è stato obbligato a impiantare, per l'E-
sportazione, una succuisale a Mendrisio
(Svizzera) alla quale possono rivolgersi
i fommittenti dell'Estero e riceveranno
i cataloghi nella lingua desiderata.
Recentemente anche Premiato all'Esposizione di Bruxelles 1910
mediata fabbricazione facile, che
richiede né lambicchi né storte.
Questo prodotto si raccomanda an-
che per l'Esportazione nelle Americhe,
riducendo enormemente i gravttsi dazi
doganali.
XXVJIl LA VITA PRATICA.
EMOGLOBINA
solubile
DESANTI e ZULIANI
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effetto, nella cura delle anemie e della clorosi,
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L'Emoglobina solubile Desanti e Zuliani in tutte le sue prepa-
razioni, ha sapore assai gradito ed è perfettamente tollerata anche
dai sofferenti di stomaco, nei quali anzi migliora la digestione.
=^PLASMON^^^
volume ffliniino - valore nutritivo massiino - digeribilità perfetta.
Specifico per la nutrizione degli ammalati anclie altamente febbricitanti
r ipernutrizione e ricostituzione dei convalescenti, dei bambini
dei vecchi e dei deboli in genere.
L'unica sostanza che aumenta la secrezione lat-
tea, con sicurezza, con rapidità, e in proporzioni
sorprendenti, rendendo in pari tempo floride le
condizioni delle nutrici e quelle dei lattanti • • •
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SALI PURGATIVI
di SAINT VINCENT (fons salutis)
- la Karlsbad italiana -
CURANO LE MALATTIE
dello stomaco (atonia
(catarro - atonia - stitichezza - emor-
roidi, ecc.).
dell* intestino
del fegato . . .
del ricambio.
(catarro delle vie biliari - itterizia - cal-
colosi - epatiti, ecc.).
(obesità - uricemia - arbitrismo - calcolosi
**«-x AA^a.«»uAv renale^). .
( ,c — ■ ■ . . _ . — ^^ . — ~'>3i)
La rubrica della Salute.
Repertorio delle Specialità
MEDICHE ed IGIENICHE
(per ordine alfabetico).
Da ogni parte d'Italia ci pervenivano dai nostri innumerevoli let-
tori, lagnanze perchè l'Almanacco non registrava, in una rubrica
a se, tutte quelle specialità farmaceutiche ed igieniche che sembras-
sero degne di essere segnalate, per la loro ottima riputazione, univer-
salmente ammessa. Oggi poi che i prodotti tedeschi debbono essere
sostituiti da surrogati italiani o provenienti dalle nazioni alleate, tale
rubrica era anche più necessaria. Ci siamo quindi dati premura di
colmare questa lacuna e così il nostro A.linaiiacco sarà un fido
e ascoltato consigliere anche per quanto riguarda la salute. Arricchi-
remo e completeremo nei venturi anni quest' importante rubrica, si-
curi che i nostri lettori ce ne saranno riconoscenti.
yVC£mthl.6Sl ViriliS liquida composita. Sotto il nome di Acauthm
^^^t^tm^^m^mmmmma^mmm^^mt^m^mm^ l-iri/is, si è lliesSO (1:1 pili Ulìlli ili L'OIlimeiCiO UH
composto coricante d'ini'Oiitesl abile ed iiuinediata etlicaciii. L'Aoanthea è orifjiiiari.-i dulia
Ainerii-a, ove è dett;i !a jtinnta ile/i' ainoi-e. Vi è inoltre unita la Damiana o Tiiiuera afro-
disiaca, il lohinibelie, d;i t-ui si estrae la joimbina, ed altre sostanze simili, come la vanilla,
lo zenzero, la ca-<carilla. Costa L 10 il Hacone, spedito raccomandato in tutto il mondo. —
J. ^'aranti;a iniiucu i, ed pili ace. - Necessaria per gli sposi.
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tei tem|>i celebrata coi varii nomi di Aoi m Santa, Acuita vert/ine, Acqua bianca, Acqua An-
i-lica. — k il prototipo «l.-Iie vere aciiue da tavola ciie può bersi in gran «luantltà
• nza mo'.e^tìa alcuna. - K>er<'ita un vero lavaggio dcH'organismo attraverso ai reni e
u'ilita la digestione.
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^mm^^^m^a^im^mm^i^ammmmmimmm^ agli OUUhi Salute 6 bclIeZZa. GuarlSCe i bruc'iori O Itì gOU-
liezze delle palpebre; fa scompiriru i dlamenti sanguigni, prevunen.lo oftalmie, blefariti, ec.
Balsamo impareggiabile per calmare la penosa sensazione di siauchczza agli ocelli atl'aticati
dopo le lunghe veglie. K un prodotto assolutamente innocuo non contcn»Mido cocaina,
atropina o qualsiasi altro alt-aloide. L'occhio diventa più linipiMo. (a pupilla più luminosa
© lo sguai\to acquista ma.'gtor grazia e H'duziono. T.a scatola 1*1 re 5.
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XXX ==- - La rubrica della Salute.
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tario naturale con aria calda, secca, respirabile. — Apollo acqua al-
calina carbonica, bicarbonato sodica, diuretica, digestiva.
Indicazioni: Reumatismi articolari e muscolari. — Periostiti ed
osteoperiostiti. — Sinoviti. — Artrite deformante. — Nevralgie. —
Gotta, — Polisarcia. — Neuroartritismo. — Postumi di lesioni trau-
matiche e di operazioni chirurgiche. — Malattie della sfera genitale
della donna. (Ved. pag. 16).
AiClt*GnofCf Scl3.VO. N"<^^'*> comiìosto scientifico di estratto di capsule
lini mimili ■! libili suvi-eu.ili, l'crio, niangauose, contro le anemie
primitive e socoiidaiie. Si dà por bocca da 20 a 50 "occe al giorno, prima dei
pasti. — Istituto Sieroterapico e Vaccinogeno Toscano, diretto diil Prof. A. SCLAVO
ELIA COLI, concessiuniuio per la vendita dei prodotti — SIENA.
Agli indeboliti Agli sfiniti che a corpo sia indebo-
I I 1— — . I I 111^^——— lito hi seguilo a malat-
tia o manchi di t'orza, di resistenza per tutL' altra eausa, la via da seguirsi è sempre la
stessa il sangue è esaurito, i nervi sono come spezzati. Un rigeneratore del sangue, tonico
dei nervi, è necessario. Pi eudendo le Pito-e Lagala, economizzerete tempo e danaro. Esse
guariscono i casi di iineini<t, di ne frante ni a. Ai debolazìci generale, e j)iù le indisposizioni pas-
segyiere che tengon dietro ad una malattia acuta. Sono in vendita al Deposito V. LAGALA —
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linfatismo, la debolezza di stomaco — è preziosissimo dnpo le convalescenze mediche e
chirurgiche e negli esaurimenti da abusi sessuali e intellettuali. — (Cura completa di 4
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21 gradi non è soggetto a restrizioni alla libera vendita nei pubblici esercizi agli effetti
della legge contro l'alcolismo. — Raccomandato e diffuso come febbrifugo nelle zone
malariche, preferito agli altri amari per le sue proprietà legijcrmente Ins-taiire e lermifitghe.
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calcolosi renale eà epatica, dermatosi teczema, orticaria, eritema), nevralgie (emicrania, scia-
tici), arteriosclerosi. — Una cara ordinaria dura 100 giorni e si fa con i due flaconi N." I e
N." II. — . Col 1° si fa una cui-a intensiva eliminatrice della matena peccuns (acido urico)
e si vince la violenza e il doloie dell'accesso gottoso; col 2° si moditìra il ricambio e si
impedisce il ripristinarsi dell'acido urico In eccesso.
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dell'intestino, comprese le febbri di autointossicazione. Cura la stitichezza abitualo ed osti-
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atonica (con stitic!iez'/.al costa L.36; per la forma putiida (con duvrrea) costa L. 24; per
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fja rubrica della Salute. xxxi
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belli a qualsiasi altro trattamento.
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casi anche gravissimi di manifestazioni ossee, ribelli per molto tempo a qualsiasi altro
trattamento sia iodico che mercuriale, non escluso le tanto decantate iniezioni di calome-
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XXXIV - La rubrica della Salute. -■---
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lassativa quella dell' iodo contenuto in dose o forma del tutto tollerabili. Una bottiglia costa
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Cura della tubercolosi. Ji^Ti'^tfnft
morte e la sventura mietendo vittime in tutto il mondo ha trovato
finalmente il suo nemico implacabile nel nuovo siero anorganico de-
nominato Jo<lotio.colarsiniaai che un Istituto Italiano ha il merito
di avere creato e lanciato in tutto il mondo prima alla osservazione
dei clinici e poi alla cura degli infermi. I risultati pratici ottenuti sono
positivi e migliaia di tubercolotici sono stati restituiti alla vita dal
mirabile medicamento. Il farmaco ha condotto alla guarigione quando
V inizio della cura è stato precoce, prima cioè, che da una parte le de-
vastazioni del polmone e dall'altra l'avvelenamento di tutto l'orga-
nismo rendevano illusoria qualunque speranza di successo, ma anche
in questi stadii avanzati ha giovato diminuendo la febbre, sollevando
le forze organiche, migliorando la nutrizione. Quanto diciamo è atte-
stato da spontanee relazioni di ammalati e di medici italiani ed esteri
e la documentazione si offre allo esame degli increduli dall'Istituto,
ove mai venga richiesta. La cura giova nella tubercolosi polmonare in
ispecie, in ogni stadio del morbo, ma è ugualmente indicata con sicu-
rezza di successo positivo in qualunque localizzazione del bacillo di
Koch: pleura, peritoneo, articolazioni, ossa, ecc. E giova tanto più
quanto maggiormente vengono curate le regole della igiene generale e
della razionale alimentazione. L' amministrazione del farmaco è per la
via sottocutanea ed è fatta in tre periodi. L' Istituto è a disposizione
dei medici e dei malati per qualunque chiarimento e delucidazione.
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cia degli Anglo-American-Stores MILANO (Italia) Cur-.o P.'* Nuova, 17. L. 6 franco nel Regno
XL La rubrica della Salute ■ —
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fondersi con altri prodotti similari. Ricetta scoperta in un manoscritto
antichissimo conservato da una preziosa Biblioteca, che si ha tutta ra-
gione di ritenere fosse quella dello specifico usato dalle Antiche Matrone
Romane. ( Yed. anche articolo in questa stessa rubrica " Vita pratica ,,ì.
;ji .
^^Sltllè dellB. F^lorida.* Rimedio naturalp., fisiologico, contro hi
mmmam^^^^mmmm^^^mmmammmmmimm^^mmmm^^^^^ StiticlieSEZa. E COmpOStO di SOli vege-
tali, originari dalle feraci regioni dell'Amerioa, resi secchi con metodo speciale che fa con-
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"- ■ ■ ■ ■ ' ■ ■■ ■ ■ ■ ' — ^— — ,—
INDICE DEI PRINCIPALI COLLABORATORI
Andriulli Giuseppe A., redattore del " Se-
colo „, Roma — (Tra le quinte della Storia).
Arancini cav. prof. Arancinio, Milano —
(La Lega Economica Nazionale).
Bagot lUceardo, Londra — (Italia e In-
{jhilterra).
C'erri Antonio, redattore del " Resto del
Carlino „ Bologna — (Tommaso Salvini).
Chiurf4) prof. Jiindo, del E. Istlt. Tecnico
di Udine — (Il Friuli e la gueiTa).
Conio cav. Stefano, redatt. dell' " Italia „,
Milano — (I bimbi e la guerra).
t Cordelia (Virginia Tkeves-Tkdkschi, con
la collaborazione di Lia Tedeschi e di
Giulietta), Milano — (Corriere femminile,.
Giangiaeomi Palermo, vicedirettore della
Biblioteca Comanale di Ancona — (Le ori-
gini del Tricolore italiano).
Oiorannini prof. cav. Alberto, direttore
del R. Istituto Commerciale di Bologna —
(La guerra e l'economia nazionale).
Gray Ezio Maria, Firenze — (Venezia e
la guerra).
Jjnncellotti avv. Arturo, Roma — (Come
l'Italia assiste i suol feriti).
Leieht prof. Pier Silverio, della R. Univ.
di Modena — (L'imperatore Francesco Giu-
seppe).
Malnerl prof. B., redattore del " Caffaro^,
Genova — (I prigionieri di guerra).
Marchese prof. cav. G-iovanni, direttore
del " Corriere del Villaggio „, Milano —
(Agricoltura).
Mellini avv. Pietro Roberto, Bologna —
(Indice delle leggi).
Monarl Hotneo, Bologna — (Gli Archivi
della nostra guerra).
Pantalini cav. prof. Oreste, Milano —
(Diario sacro).
Jiajna prof. dott. Michele, direttore del
11. Osservatorio Astronomico di Bologna —
(Parte astronomica).
Schiari dott. Alessandro, Milano — (Le
opere di assistenza civile).
Tragni oolonn. A., Marcelliae (prov. di Ve-
rona). — (Cronaca della guerra).
Si omettono 1 nomi di altri collaboratori
che in misure diverse hanno prestato l'ope-
ra loro e taluni dei quali non desiderano di
essere nominati. Fra questi va specialmente
ricordato il nostro antico, valente e cortese
c<>llaboratoi-e, funzionarlo della Corto Pon-
tificia.
lAt proprietà artistica e letteraria di questo volume, per tutti i paesi, è ri-
servata esclusivamente agli editori R. Bemporad & Figlio, ed è vietata a ter-
mini di legge la riproduzione anche parziale degli articoli in esso contenuti.
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INDICE DEGLI ANNUNZI
Afciiillini Cav. G., Milano. Apparecchio
tlierraoclettro-fototerapico, 574 e pas.
Acque di Vichy^ 418».
Agenzia innuicipale per le Affis ioni, Mi-
lano, av, front.
Alberti (Ditta), Benevento. Liquore Stre-
ga, 248 e passim.
Aintiario Toscai o, Firenze, 45.
Appiani G., Stabilimento in Treviso. Ta-
vinienti in ceramica, 3 e pasiim.
Ariani (Ditta Eniieo), Tipografia editrice,
Firenze, 45.
Ascoléine Eivier compresse, 161 e passim.
Banca Italiana di Sconto, Eonia, i'2i ab.
Baratti Benvenuto, Laboratorio di Fale-
gname, Firenze 42.
Baussano L. (Ditta*, Vestrini e Ugolini
Successori, Fabbrica registri, i^iren-
ze, 35.
Bemporad E. & Figlio, Librai editori,
Firenze, 5, 47-48, 127 e passim.
Bercigli Angiolo, Fabbrica di apparecchi
in vetro soffiato, 26.
Eertocchini F., Premiata fabbrica di ver-
mouth, 13.
Berteli G., Varallo. Miele del Monte
Kosa, 8.
Blancard. Pillole, 577.
Bouicelli G. &. C, Salumi, Alessandria,
34.
Brogi Giacomo, Fotografie artistiche, Fi-
renze, 40.
Bnftct Zamboni, Firenze, 10.
Cabatuiificio Lombardo, Boni & Vitale,
Milano, 23.
Caselli & Dindo, Milano, Articoli tecnici,
17, 7 e passim.
Castagnoli Giuseppe (Ditta), Telerie, to-
vaglierie, filati, Firenze, 38.
Cijuiani A., Casa di mode e confezioni
per signora, Firenze, 43.
Conte Giulia, Napoli, Cura per far cre-
scere barba, capelli, baffi, 21.
CoMìere diNapoli, Giornale della Sera, 33.
('raveio Eni., Modena. Alchebiogeno, 2.
Dauesi, Arti Fotomeccaniche, Eoma, 35.
De Lucchi Cav. Uff'. Italo, Premiata Fat-
toria vini Chianti) Panzane ^€Jftlanti)
e F i-enze, 8;
Desauti e Zuliani, Emoglobina, 332 e pas-
sim .
Dorando, Tacco di gomma, 138 o passim.
Ebanisteria Casalini, Società An. Coope-
rativa, Faenza-i olognaFerrara, 9.
Exibard, Il rimedio d'Abissinìa : per gli
asmatici, 27?, e passim.
Fabbrica Italiana rulli sonori. Milano,*
250 6.
Farmacia del Cervo, Arezzo, Tr cogeno
Sardini, 300.
Farmacia Eraldo Taverna, Firenze, 13.
« Favorite », prodotti di beltà, Pai-is, 20.
Federici Dott. P. e Speriudeo G. Napoli, 4.
Fiat, Torino, Carri per trasporto, 394 e
passim,.
Finetli E. & C, Indirizzi, M lano, 31.
Irank (Dott.), Grani dì sanità purgativi,
depurativi, 185 e passim.
Giani G., Figlio e C", Stabilimento auto-
tipico, zincograflto e fotografico, Fi-
renze, 42.
Giornale Utile, Milano, 44.
Hahn Pétr. le. Presso F. Vibert. Lione,
272-a.
Hotel Eegina e Eebecchino, Milano, 12.
Igiene e consci vazione dei denti col « Dol »,
Napoli, 21.
Illustrazione (L') Italiana diretta da E.
e G. Treves, Milano, 7.
Indicatore Generale della Città e Provin-
cia di Firenze, 45.
Industria Nazionale dei Giocattoli, Fi-
renze, 36.
Istituti (I più rinomati^, Collegi e Coù-
vitti d' Italia, 5.
Ist.tuto d'Arti Grafiche, Bergamo, 31.
Laboratorio Chimico Orosi, Milano, 35 e
• 44. '■■
Lagaìa V, (Ditta), Napoli, Oideu, 3.
Lapini (Ditta A.), Grande emporio rausi-
. cale,. Firenze, 26.
Larousse librairie, Paris, 14-15.
Latte, ai t. teli co o latti© Cand«-8, 256-a.
Lepetit Farmaceutici, Milano, Nevral, Al-
vmateina, Diamaltina, 233 e passim.
Libreria Claudiana, Firenze, 39.
LongQga Ajitqnio (Ditta), Venezia, Fe-
troìina Lougega, 215 e passim.
Lorilleux C. H. e C, Milano. Fabbrica
di neri, colori, ecc., 272-0.
:M.ig«;i. Brodo in dadi, 16 o 404.
iilantovani (iirolamo, Tintura acquosa
d'assenzio, Venezia, 29.
Marinoni. Premiato Stabilimento Farma-
centico. Savona, 448 6.
Matteucci L.* &. F. Francesco, Faenza,
Lavori artistici in ferro battuto, 19.
Mattino (II', Giornale di Napoli, 33.
Maury Arturo, Paris, B'rancobolli per col-
lezioni, 4.
Mele A. <fc C, Milano, macchine da scri-
vere, 140 e passim, 27 e 30.
Menarini A. Napoli, 5.
Milani e C, Verona. Eustomaticus, Pol-
veri gras.'-e, 272 b.
Monti (Ditta A.) & C.«, Prodotti di gom-
ma elastica, Firenze, 24.
Mori ni & Ho8.si, Mi 'ano, Maccbine e uten-
sili 8-prel. XXV.
Navigazione Generale Italiana, Koma,
428a
Niccolini Giorgio & C.°, Premiata fabbrica
incerati, Firenze, 25.
Piccbianti Gnido, Officina di stereotipia,
Firenze, 43.
Pagliano Prof. Girolamo, Sciroppo Pa-
gliano, Firenze, 19.
Pagniui, (.'artoloria e libreria, Pistoia, 32.
Pastine glutinatu, cacao, cioccolato, bi-
scotti al Plasmon, 327.
Pillole e sciroppo Blancard, Parig-, 20.
Phusmon, alimento specifico per malati,
341 e passini.
« Kegin» >>, rivista ideale delle Signore e
delle Signorine, Napoli, 33.
Relnach Ern., Milano, Oleoblitz, olio per
automobili, 141 e pauftim.
Ricliard, Vérascope, av. font.
Kicqlès, Alcool di Menta, 2.'>6-a.
Kobin M., Milano, Sulfoidol, l-o.
Sali purgativi di Saint- Vincent, 330 e
passim.
Sanntoriuiii (Grande) To.scano per malat-
tie nervose, del ricambio e mentali.
Firenze «Ville Casamiova), Collegi-
gliato (Villo Sbertoli), 17.
Sersale G. (Ditta), Napoli, Siero iodato
Gandolfo, Biogtnina, Chelenina, l.')6
e passim,
Simon. Savon, itoudre, crème, 217 e pas-
sim.
Società Anonima Foitiacl alTrTSTccl, 464 -a.
Società Anonima « Fno» », Fabbricazione
paste alimentari. Firenze, 11.
Società cementizia Val di Marina V. Te-
descbini e C, Calenzano, Firenze, 29.
Società S. A. F. T., Torino, Crime de la
Czarina, frontespizio.
Società Italiana di Servizi, Marittimi,
Koma, 428 6.
Società Tipografica Fiorentina, Firenze,
44.
Société de la Gaitè Fran^aise, Catalogli
curiosi, 22.
^'onzogno (Casa Editrice), Giornali e rivi-
. sto, Milano, 37.
Stabilimenti grafici Martino Martini, Pra-
to, 39.
Stabilimenti (Premiati^ Tipografici Cap-
pelli, Poggibonsi- Firenze, 41.
Stabilimento (Premiato) Indu.striale Fio-
rentino per la lavo» azione del legno,
Firenze, 6.
Stabilimento Tipografico « Aldino », Fi-
renze, 39.
Stabilimento Ti pò litografico A. Gambi,
Firenze, 40.
Stabilimento Tipografico Cainesoccbi e
Figli, Firenze, 39.
Stabilimento (Premiato) di Arti Graficbe
Pellas, Firenze, 41.
Talmone, Torino, Cioccolata, cioccolato al
biscotto, cioccolato fondante, 229 e
passim .
Telese (Benevento) Bagni Sulfurei carbo-
nici. Grand Hotel Telese, 272-b carta
colorala.
Terme x\ guano, Nnpoli, 12.
Tipografia Editrice if. Kicci, Firenze, 43.
Tobler «fc C, Berna-Milano, CliocolatTo-
bler, 404 e passim.
Usellini e C.»*, Milano, Loiione Fxcelsior,
Scbampooing, 212 e passim.
Valcamonica & Introzzi, Farmacia, Mi-
lano, Carte azotato e sigarette balsa-
micbo contro l'asma, 473.
Vencbi, Torino, Caramelle, 231 e passim.
Vicby, Vere acque purgative, 448-a,
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e Prontoario per gli Uffici
Comunali "'
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SILVIO MOLINARI
Questa utilissima pubblicazione, veramente originale, e
giunta al suo terzo anno di vita, accolta trionfalmente in tutti
i Comuni. - Quest'anno abbiamo voluto renderla ancor più
preziosa e indispensabile, raddoppiandone la mole che rag-
giunge ora le 650 pagine - Contiene oltre l'Agenda per
gli uffici comunali, le indicazioni dei lavori d'ufficio giorno
per giorno, le tabelle relative a tutti i servizi, prontuari cal-
coli e riassunto di tutte le disposizioni legislative. Moltissimi
(^omuni hanno giti prenotato copie di questa indispensabile
Agenda per distribuirle in tutti gli uffici e a tutti i membri
deir Amministrazione Comunale.
Possiamo affermare che l' AGENDA-PRONTUARIO
per il 1917 è una guida completa, ordinata e prati-
cissima per tutti gli uffici comunali, ammiuivstrativi, conta-
bili e tecnici.
Nitidissimo ed elegante volume di oltre 600 pagine,
stampato su ottima carta, rilegalo so- . ,.. f C
lidamente in piena tela, in formato 16° ^^ veiiaita [j^ g
Straordinarie facilita-
zioni ai nostri lettori!
I nostri lettori valendosi dei talloncini qui uniti potranno
avere l'Agenda alle seguenti condizioni:
Per una copia sole L. 4 \ agenda rviunicipale [
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Per dieci copie L. 30 ]
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Per un numero maggiore di copie, prese ' Agenda Municipale
in una sol volta L.2,50 per copia ^ ". copie a L 2,50 la copia
Agenda IVlumcipale
5 copie L. IW
Agenda Municipale
10 copie L. 30
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Incollare i talloncini su cartolina-vaglia da indirizzare agli
Editori
R. BEMPORAD & FIGLIO - FIRENZE
Biportiamo il sommario delle Indicazioni utili e del Prontuario per
gli Uffici comunali che fanno parte (Ze/?' AGENDA I9I7:
Indicazioni utili ''
Indicaz. relative al Comune - Sindaco ed assessori com. - Consiglieri coni. - Personale
dipend. dal Comune - Ripaitiz. degli Uffici com. - Giudice conciliat. ed Esattoie-tesoiiere
- Revisori del conto cons. 1916 - Autorirà govern. -Commiss, mandament. per le imposte
dirette - Commiss, elettorale com. - Commissioni per le tasse com. - Altre conìmi.s.«. di
nomina com. - Patron, scolastico - Congregaz. di carità - Consorzi diversi - Assembleo
consorziali - Rappresentanti del Comune nelle varie Amministraz. -Forniiori del Comune
- Comnnicaz. telef. più in uso - Indirizzi da conservarsi - Kegolam. com. vigenti.
Sedute del Con», coni. - Sedate della Ginnta com. - Adunante della Commiss. elett. com.
- Adunanze delle Commiss, per l'accertam. e l'appIioaK. delle tasse com. - Adnnanxe delle
varie altre Commiss. di nomina com. - Adunanze del Cons. di amministraE. del Patron,
scolastico - Adnn. delle ass. consorz. - Udienze del Conciliat. - Operaz. di leva -Tabella
indio, il torno festivo di riposo degli impiegati mun. - Tabelle mena, per le licenze e tra-
sferte - Tabelle raen». per le tpese di posta - Kiass. aun. delle spese di posta - Tabelle
mens. pet i diritti di Secret., stato civ., conciliaz., catast., ecc. - Tabella riass. dei detti
diritti - Tabella riass. della ripartiz. dei diritti - Carte estratte dall' arch. coni. - Memo-
randum per la compilaz. del bìl. prev. dell'anno 1918 - Elenco dei registri da tenersi al
corr. e delle pratiche da sbrigarsi giornalm. - Eco. ecc.
Prontuario degli Cffici comunali
L'archivio - Categorie e classi dell' arch. coro. - Ripartiz. degli Uffici com. - Ripartiz.
degli Ullìc! di Prefett. e di Sotto-prefett. - Minist. e loro siiddiv. - Corte dei conti e Cons.
di Stato: loio competenza - Precedenze a Corte e nelle pubbliche innzioni - Ordini ca-
vali, e medaglie - Inserz. nella Gazz. JJffic. e nel Foglio degli annunzi giudiz. - AiiTWmz.
del Cons. com. - Attribuz. della Giunta com. - Attribiiz. del Sindaco - Deliberaz. da pren-
dersi con una speciale maggioranza di consielieri - Deliberaz. da prendersi in doppia let-
tura - Deliberaz. che devono approvarsi dalla Ginnta prov. amm. - Competenza in sede
giorisdiz. della Giunta provine, amm. - Contenuto dell'atto notarile - Clausole soc. negli
appalti dei Com. - Iut«rpretaz. dei contratti -«Trasmissione agli Arch. notar, delle con-
venz. stipulate dai Segretari com. - Dispensa dai pubbl. incauti - Trascrizione- Proscri-
zioni - Valntaz. dei titoli nei concorpi a Segr. com. - Classificaz. dei beni com. - Gestione
flnanz. e p.atrtmon. - La gestione del bil.incio ed i diversi casi che si possono presentare
- Eserc. provv. del bilancio - Avanzo e disav. di amminìstraz. e cojiteggio per determi-
narli - Formule relat. alla sovrimposta com. sui terreni e sui fabbricati - Formule per
calo, le alìquote com. e prov. con o senza aggio - Prospetto delle entrate com. - Classi-
ficaz. del bilancio passivo - Mandato di pagani, sistema Acciiini - Jlesiilt. finale del con-
sunt. - Formule relat. agli interessi - Tabella dei montanti di una lira impieg. all' inte-
resse composto - Interesse comp. di un capitalo di lOJ III e per un periodo frazion. d'anno
- Form, relat. alle annualit.\ anticip. - Calcolo del valore doli' usufrutto - Forni, relat. agli
ammoitam. - Tavola dei co^ftìc. per le rate di ammortam. - Annualìt.4 posticip. e rate di
delegaz. per il prestito di lire 100 - Pront. del dividendi (issi per il calcolo delle rate delle
delegaz. - Dociimentaz. delle rìi»maude per concessione di mutui a Com. e Prov. - Diritti
ili Segret. - Dir. di st. civ. - Dir. cat. - Dir. del cancoll. del Conciliat. - Dir. dell'usciere
del Conciliat. - Dir. nelle cause avanti i Conciliat. - Tasse di bollo - Tassodi bollo sullo
cambiali - Tasse di reg. - Tasse ipoteo. - Er.iolum. dovuti al Conserv. delle ipot. - Con-
cess. gov. - Tasse di concess. e d' ispf z. per l'apertura ed eserc. di una farmacia - Tasse
relat. alla caccia - Tasse araldiche - Compensi dovuti agli Esatt. per gli atti e.<!ec. a ca-
rico dei contrib. morosi - Imposta di riodi. u.ob. - Coiilrib. del centesimo di guerra -
Tassa sulle eseiiz. dal serv. niil. - Dir. da pagarsi per la prima verifica delle mis., pe»i,
contatoli e manometri - Tasse da pagarsi per la verifica period. dei pefi e mis. - Porto
d'arnii - Tarilfa mass, dei dazi di cons. - E<enz. dal darlo cons. com. -Tassa di e.» ere. e
riveii'i. - T.asse di lic. p« r alberghi, osterie, caft'è, ecc. - Tassa sulle vetture priv. - Tassa
sui domestici - Ta.ssa sul valore locativo - Ti».s3a sulle fotogr. - Impedimenti al matrimonio
- Gradi di parentela firo al 10" grado - Riparti del tiro a segno - Liste di leva - Leva
mil. - Docnmentnr.. delle domand» per l'assegnaz. alla 2* od alla 3* cat. - Leva maritt.
- Tabella <legli a loggi che competono agli n(lij. dell'esercito - Tabella delle indenn. di
ullognio spettami ai Com. dopo i primi tre giorni - Con ispettivi da pagt^rM \ht i mezzi
di tra.sp. forniti dai priv. o dai Com. alle truppe - Soccorso giornal. ai congiunti dei mil.
trattenuti o richiam. alle armi - Prestaz. peison. - Docum. per ottenere la dichiaraz. di
pubbl. utilit.'i - Classificiz. delle strade - Polizia stradale - Larghezza dei cerchimi dei
veicoli nelle straile pubbl. - Classifitaz. delle opere intorno alle acque pubbl. - Polizia delle
acque pubbl. - Classificaz. del poi ti - Spese jer i porti - Bonifiche - Ricusazione dei giu-
dici - Casell. gindiz. - Liste dogli eleggibili a Conciliat. - Conipet. del Conciliat. - Termini
per comparire «lavanti i Giud. conc. - Orario per la notifica delle cifaz. e degli alti di ese-
cuz - Notifica della citnz. - Pignorab. Tei mobili - Redditi non pignorabiH - Registi i da
tenersi dal canrell. del Giud. conc. - Registri da tenersi dal cancell. del C«dl. del probi-
viri - Tnd. insalubri - Dist. dei depositi di esplosivi dagli abitati - Lavoro delle donneo
dei fanc. - Fanc. abband. - Riposo settiin. - Infoit. ani lav. - Denunzia delle iropre^e -
Misura delle indenn. dovute agli operai in caso d'infort. snl lav. - Rilascio di passaporti
- Douiio. di aocc. - Elett. polit. - Elelt. amm. - Elett. comm. - Termini per 1» revis. delle
liste alelt. - Inelegg. a consigl. com. - Tnelegg. a merabio della Congreg. di carità - Eh z.
dei probiviri - Indein. giornal. di trasferta agli impieg. com. - Seroplificaa. di «le. servili
dur. il tempo della guerra - THriff« |>ofct. e t«l. - Tar. del pacchi ferr. - Aotomobili -
.\pppndlco (Xnovi provved. tributali 9 novembre 1916) - Ecc. eco.
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della goerra. Scritto con una straordinaria verve da uno dei nostri più valorosi ufficiali,
ferito mentre conduceva all'assalto i suoi soldati, costituisce la vera fotografia della vita
vissuta nelle trincee, in faccia al nemico, mista di scene terrorizzanti e di aneddoti umo-
ristici. — È insomma un libro divertente e di alta educazione morale.
« È un'opera scritta palpitando e soffrendo in trincea o dopo un combattimento sullo
contese balze di là dall'Isonzo; e descrive le impressioni di vita vissuta, reale, di un sol-
dato della territoriale alla guerra, attraverso le quali si apprendono descrizioni della lotta
asprissima che il nostro glorioso esercito sta sostenendo per restituire alla Patria i suoi
naturali confini ». « Nuova Antologia », 16 Agosto.
« A parer mio quel suo stile semplice, quella sua forma narrativa senza pretese, è più
piacevole ed efficace che se fosse piena di paroloni e di grandi frasi a grandi effetti. Egli
ha tale uno spirito di osservazione, una facilità e naturalezza di narrativa, che ben ci
fanno sperare di lui come scrittore ». 21 Settembre « Nazione », Prov. Avv. Carlo Lessona.
« È un libro d'ideale, di fervore, di passione, d'ardore guerriero e di gentilezza umana.
Altri libri destano in noi maggioro ammirazione, ma pochi una commozione paragouabile
a quella suscitata da ogni pagina di qviesto libro del Boggèro ».
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