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Full text of "Almanacco Italiano"

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'rALMANACCO 
ITALIANO 

PICCOLA  ENCICLOPEDIA  POPOLARE 

DELLA  VITA  PRATICA  e  ANNUARIO 

DIPLOMATICO    AMMINISTRATIVO 

E    STATISTICO 

Volume     XXII 

per 

rAnno  di  Guerra 

1917 

CRONACA  ILLUSTRATA  DELL*  ANXO  1916  ^  CRONISTORIA 
DELLA  GRANDE  GUERRA  ITALIANA  E  EUROPEA  ^  LA 
(JRANDE  GUERRA  CONSIDERATA  IN  TUTTI  1  SUOI  ASPETTI 
E    IN  TUTTE   LE   SUE   RELAZIONI    CON   LA  VITA   ITALIANA 

Con    oltre    lOOO    figtire 

disegni  di  FILIBERTO  SCARPELLI 
una  scelta  di  caricature,  ecc. 
Copertina  di  F.  MORO 


DONO  AGLI  ABBONATI  7^ 

DEL  GIORNALE  \^ 


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Il  Popolo  Romaiio 


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MODENA  -  Via  Emilia,  N.  44. 


m 


m 


I5i^[g]^i5]^[gj^i5]^[g]^[iì 


I  PRUimEHTl  in  CERRmirR 

dello    STRBIUmenTO    e.    RPPlfìHl    -     TREUISO 

HRnnO  FRinR  mOHQIRLE 

3 

A  chi  legge. 

Aliusqiie  et  idon,  uaacur  qiwt  annis. 


....  Mai  noa  furo  Btrtepiie 
Che  losscr  di  piacere  a  questa  u;;uali. 

(I)ANTK). 

Il  XXII  volume  clell'Almanacco  Italiano  esce  in  luce  mentre  corri- 
li ventinovesimo  mese  del  gran  conflitto  mondiale,  mentre  l'Italia  già 
da  19  mesi  ha  affidato  alle  armi  del  suo  valoroso  esercito  le  rivendi- 
cazioni del  suo  buon  diritto,  delle  sue  aspirazioni  nazionali.  Esce  il 
nostro  volume  quando  non  è  ancora  spenta  l'eco  delle  insidiose  pro- 
poste germaniche  di  pace,  cui  le  nazioni  alleate  si  accingono  a  darr 
degna  risposta  apprestando  nuove  armi  per  l'offesa  e  vibrando  nuov 
colpi  all'eterno  nemico.  Il  giorno  dell'auspicata  pace  verrà  certamente, 
a  suo  tempo,  ed  è  lecito,  ed  è  umano  il  voto  ch'esso  sia  prossimo: 
ma  sia  il  giorno  di  una  pace  vittoriosa,  di  una  pace  giusta,  di  una 
})ace  rii)aratrice  delle  sopportate  offese,  dei  sacrifici  non  inutilmente 
durati.  Intanto  l'Italia,  con  passo  lento  ma  sicuro,  affronta  e  vince, 
non  senza  sangue,  non  senza  lutti,  ma  fiduciosa  e  serena,  le  asprezze 
del  combattuto  cammino  ;  e  mentre  i  giovani  pugnano  sul  conteso  con- 
fine, gli  uomini  maturi,  i  giovinetti,  le  donne  lavorano.  Con  legittimo 
orgoglio  un  ministro  del  Re  pochi  giorni  sono  affermava  in  Parlamento 
che  in  Italia  «dall'inizio  della  guerra  la  vita  economica  si  è  fatta  più 
attiva,  più  rigogliosa,  più  feconda:  si  lavora,  si  produce  e  si  risparmia 
di  più  »  (parole  dell' on.  Carcano,  ministro  del  Tesoro,  alla  Camera  dei 
Deputati,  nella  tornata  del  14  dicembre  1916). 

Di  questa  inalterabile  compostezza  nel  lavoro  possiamo,  senza  im- 
modestia, citare  un  esempio  nel  nostro  Almanacco  che  continua  ad 
uscire  puntuale  e  sempre  uguale,  aliusque  et  idem,  non  ostante  le  gra- 
vissime difficoltà  che  1'  ora  presente  impone  alla  industria  editoriale, 
delle  quali  principalissima  è  l'enorme  rincaro  della  carta  e  alle  quali 
già  accennai  nelle  prefazioni  dei  due  volumi  precedenti.  Ma  le  condi- 
zioni del  mercato  librario  si  sono  fatte  a  mano  a  mano  più  gravi  e 
perciò  un  aumento  del  prezzo  del  volume  era  inevitabile  ;  tuttavia 
l'editore  ha  cercato  di  limitarlo  a  quella  minima  cifra  possibile,  oltre 
la  quale  il  sacrificio  finanziario  diventava  insopportabile  per  la  ditta. 
Il  prezzo  è  dunque  salito  di  soli  30  cent,  e  non  è  stato  possibile  di 
tenerlo  in  misura  così  bassa  che  in  grazia  della  pubblicità  la  quale 
ha  compensato  una  parte  delle  maggiori  spese  di  produzione.  Accolga 
dunque  il  pubblico  con  sopportazione  questa  scelta  pubblicità,  anche 
se  qualche  volta  gli  sembra  un  po' ingombrante  :  in  fondo  egli  pure 
n»'  profitta  pagando  solamente  2  lire  e  80  quello  che  senza  la  pi(b- 
Wà^Yà  dovrebbe  costare  parecchio  di  più. 


PREFAZIONE. 


Il  presente  volume  dell' Almanacco  è  presso  che  tutto  dedicato  alla 
guerra,  ai  suoi  multiformi  aspetti,  ai  suoi  influssi  —  e  come  potrebbe 
essere  altrimenti  ?  come  pensare  e  parlare  d'  altro  oggi  mentre  la  tra- 
gica epopea  grava  su  tutti  gli  spiriti?  chi  le  farfalle  cerca  sotto  Varco 
di  Tito  f  —  Tuttavia  anch'  esso  conserva,  sotto  un  certo  punto  di  vista, 
quel  carattere  enciclopedico  che  hanno  tutti  i  precedenti  volumi,  dap- 
poiché il  grande  fatto  della  guerra  investe  ed  involge  tutte  le  forme 
della  vita  e  dell'attività  nazionale. 


Imperiose  ragioni  di  spazio  ci  hanno  obbligato  all'  ultim'  ora  a 
sopprimere,  mentre  erano  già  composte,  varie  cronache  del  1916  :  le 
Notizie  di  Letteratura,  di  Scienza  ed  Arte,  le  Notizie  Teatrali,  le 
Notizie  di  Inaugurazioni  di  Opere  pubbliche  e  monumenti,  di  comme- 
morazioni, esposizioni,  congressi  ecc.  e  1'  Enigmistica.  Ci  usi  venia  il 
lettore  ;  e  stia  sicuro  che  troverà  tali  notizie  nel  volume  dell'  anno 
prossimo,  in  modo  che  la  serie  di  queste  Cronache  non  avrà  nessuna 
interruzione.  Quanto  alla  Cronachetta  dello  Sport,  non  ho  bisogno  di 
ricordare  che  essa  da  quattro  anni  è  svolta  più  ampiamente  in  un 
volume  speciale,  l'Almanacco  dello  Sport,  pure  in  edizione  Bemporad. 

Ed  ora,  a  tutti  i  nostri  lettori,  1'  augurio  cordiale  dell'Almanacco 
Italiano  :  che  i  loro  voti  per  se,  per  le  loro  famiglie,  per  la  cara  terra 
nostra  natale,  possano  essere  esauditi! 

Bologna,  20  dicembre  1916. 

G.  Ftim agalli. 


i 


Brevett.  Farmacia  e  Drogheria  Cav.  Dott.  P.  FEDERICI  e  G.  SPERINDEO 


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dato, Debolezze  nervose 
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Tripsiaasterasi    ..     Dispepsia,  Digestioni 
(Tripsina  -Taka  diastasi)               stentate,  Atonia  delle 
Preparazione  speciale  del  Dott.  FEDERICI       vìe  digerenti. 


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Utilissimi  nelle  Debolezze  Fisiologiche,  Fosfaturie,  ecc.  Flac.  Lire  3. 


GliceroMatl 


Telefono  15-86  -  STAPOIil  -  Tla  San  C^iacomo,  n.«  51. 


Un  litro  elle  lotti  i  nostri  lettori  ilejiliDnD  acnHìstare! 

A  TOTALE  BENEFICIO  DEL  COMITATO  NA- 
ZIONALE  PRO   INVALIDI  DELLA  GUERRA 

CARLA  CADORNA        ^ 

LA  GUERRA 

NELLE  RETROVIE 

VOLUME    01  CIRCA  150  PAGINE  IN  8« 

CON  ARTISTICA  COPERTINA  DI  A.  DE  KAROLIS 

Prezzo  DUE  LIRE 

(FRANCO  DI  PORTO  NEL  REGNO  E  COLONIE) 

Carla  Cadorna,  la  colta  figlia  del  duce  supremo 
della  nostra  guerra,  ha  voluto  scrìvere  un  libro  che 
renderà  alla  patria  nostra  servigi  non  indegni  di 
([uelli  resi  dal  suo  illustre  padre. 

Il  libro  è  dedicato  '*  A  tutte  le  anime  di  fede  e 
di  volontà  che  più  intensamente  sentono  quest'ora  " 
e  porta  come  motto  queste  parole  di  Mikiewichz  : 
**  Più  ingrandirete  e  migliorerete  la  vostra  anima,  più  in- 
grandirete  e  migliorerete  le  vostre  frontiere  ". 

Ed  ecco  il  sommario  dell'  interessantissimo  volume  : 

INTRODUZIONE  -  FEMMINILITÀ  FORTE  -  LE  FORTISSIME  DONNE  -  LA  CEN- 
SURA DELLE  LINGUE  -  BENEFICENZA  DI  GUERRA  -  PER  LA  VITTORIA  SU 
NOI  STESSI  -  I  RETROSCENA  DELLE  GRANDI  COSE  -  OGGI  E  DOMANI  - 
IL  VALORE  DELLE  PAROLE  NELL'ORA  PRESENTE  •  PAZIENZA  DI  GUERRA 
-  PER  GLI  ORFANI  DEI  NOSTRI  PRODI  -  DISCIPLINA  E  LIBERTÀ  -  TI- 
TOLI   E    ILLUSIONI    -   LA   NUOVA    COSCIENZA    FEMMINILE.     ===== 


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A.  MENARINI,  Farmacia  Intemazionale  -  Napoli 


I  PRUimEHTl  in  CERRmiCH 

dello  sTfìBiumenTO  e.  rppirhi  -   treuiso 

HRnnO  FRCnR  mOHQIRLE^ 

esieene  sui  ppooorn  la  mnRrn  oc  rna^f^un   •   rnrniQ6Hi  n  Rir^Esr<^ 

^-^  ■      ■■  ■      ,. . 


INDICE 


Il  Calendario. 

Avvertenze Pag 

Anno  tropico  e  anno  ^civile  —  Conve 
nlenza  di  mantenere 'stabile  nel  calen 
darlo  l'epoca  dell'equinozio  .... 

Anno  romano  —  Le  intercalazioni  .    . 

La  Riforma  Giuliana  del  calendario.    . 

La  Riforma  Grojjoriana  —  Soppressioni 
di  tre  bisestili  ogni  quattrocento  ann 

Kipristinamento  dell'equinozio  di  pri- 
mavera al  21  marzo  —  Soppressione 
di  10  giorni  nel  mese  di  ottobre  1582 

Cenni  s'^oiici  sulla  propagazione  succes- 
siva della  riforma  gregoriana 

L'era  cristiana  o  volgare 

Date  diverse  del  principio  d'anno  — 
Principio  del  Secolo 

Nomi  romani  dei  mesi 

Divario  tra  i  Cronologisti  e  gli  Astronomi  ! 

nel  numerare  gli  anni  avanti  Cristo  —  ! 

Regole  aritmetiche  per  i  bisestili.    .    .       ,  j 

('alendario  romano  antico 7  j 

11  periodo  giuliano  e  le  ère  principali  .      ,  I 

Computo  ecclesiastico 8 

I  tementi  del  computo  ecclesiastica.    .   .      V  ' 
alendario  cristiano  cattolico  —  Feste  d 
precetto,  feste  mobili 

t  alendario  del  rito  ambrosiano    .    .    . 

l'ixlendario  repubblicano  francese.    .    . 

Calendario  civile  if aliano 

alendario  Protestante 

ilendario  Greco-Russo „ 

alendario  Tsraelitieo ., 

I  alendario  Maomettano 13 

Calendario  Etiopico „ 

Articoli  generali  del  calendario  por  l'anno 
comune  1917 „ 

Effemeride  astronomica. 

.\bbreviazioni  e  simboli  impiegati    ...  17 

l'unti  cardinali  dell'orizzonte „ 

\ -.petti  degli  astri „ 

imboli  zodiacali „ 

•  inboli  planetari 18 

Jasi  della  luna „ 

l'rinoipio  delle  Stagioni  astronomiche.   .  „ 
Noviluni  e  pleniluni  secondo  l'uso  eccle- 
siastico     , 

•issi  del  1917 „ 

ilendario  perpetuo  Giuliano   e  Grego- 
riano    20 


12 


Effemeridi  del   Sole   e  della  Luna  per 

l'orizzonte  di  Roma Pag.     23 

Il  armamento 3;-) 

Spiegazione  e  uso  delle  eflemeridi    ...    47 
Riduzione   del    levare  e  tramontaro 
del  Sole  dall'orizzonte  di  'omaa  quello 
di  un  altro  luogo  qna!unque  in  Italia 

e  nelle  regioni  e  rconvicine 50 

Riduzione   del  levare   e  tramontaro 

della  Luna  dall'orizzonte   di   Roma  a 

quello  di  un   altro   luogo  qualunque 

in  Italia  e  nelle  regioni  circonvicine  .     52 

Riduzione   della  culminazione  della 

Luna 53 

Il  cielo  stellato 54 

Elenco  delle  stelle  principali.    .    .    .    55 
Crepuscolo  civile  e  astronomico   .   .    5(5 

Visibilità  dei  pianeti 67 

Tavola  I.»  —  Riduzione  del  levare  e 
frammentare  del  Sole  dal  parallelo  di 
Roma  al  parallelo  di  un  altz-o  luogo 
qualunque  in  Italia  e  nelle  regioili  cir- 
convicine       ...     60 

Tavola  II.»  —  Riduzione  d'I  levare 
e  tramontare  della  Luna  dal  parallelo 
di  Roma  al  parallelo  di  un  altro  luogo 
qualunque  in  Italia  e  nelle  regioni  cir- 
convicine     62 

Tempi  legali  dei  principali  Sfati  del 
mondo 64 

Calendario  Settimanale,  con  dodici  im- 
pressioul  di  Filiberto  Scarpelli  "  Dalla 
Venezia  Giulia  „: 

Gennaio 65 

Febbraio 70 

Marzo 74 

Aprile 80 

Maggio 84 

Giugno 85» 

Luglio 94 

Agosto 9» 

Settembre 104 

Ottobre 109 

Novembre 114 

Dicembre ll« 

Memorandum C5-12.3 

Tabella  dei  digiuni  e  dolio  astinenze.    .  179 
Compendioso  indice  dei  Santi  p|ù  comuni 
ricorrenti  nell'anno 124 


^ 


INDICE. 


Notizie  amministrative,  diplomatiche, 
statistiche,  ec. 


La  Chiesa  cattolica  —  II  Sommo  Pon- 
tefice —  I  Cardinali Pag. 

Parte  della  Famiglia  e  Cappella  Pon- 
tificia  

La  Curia  romana 

Sacre  Congi-egazioni 

Tribanali 

Offici! 

Corpo  diplomatico.  -  Nunzi  aposto- 
lici, iiiternunzi  ed  inviati  straordinari 
della  Santa  Sede 

Corpo  diplomatico  estero  presso   la 

Santa  Sede    

Famiglia  Reale  d'Italia 

Casa  di  S.  M.  il  Ile 

Casa  Militare  di  S.  M 

Caa  Civile  di  S.  M 

Ministero  della  R.  Casa    ...... 

Corte  di  S.  M.  la  Regina 

Corte  di  S.  M.  la  Regina  Madre    .   . 

Case  Militavi  e  Civili  e  Corti  dei  RR. 

Principi  e  Principesse 

Parlamento  Nazionale: 

Senato  del  Regno  .    .• 

Ufficio  di  Presidenza 

Elenco  dei  Senatori 

Camera  dei  Deputati 

Utìicio  di  Presidenza 

«•iunte  permanenti  e  Commissioni  . 

Elenco  alfabetico  dei  Deputati  .   .    . 

Indice  dei  Collegi  Elettorali   .    .    .    . 

Indicazione  delle  Legislature,  delle 
Sessioni  e  del  numero  delle  sedute  pub- 
bliche dal  1848  al  1916 

Ministeri  dal  1848  al  1916 

Grandi  Ufficiali  dello  Stato,  loro  elen- 
co nominativo 

Ministri  di  Stato 

Presidenza  del  Consiglio  dei  Minisiri. 

Consiglio  dei  Ministri 

Ministero  degli  Afl"ari  Esteri  .   .    .    . 

Ministero   di   Agricoltura 

Ministero  per  l'Industria,  il  Comm. 
e  il  Lavoro 

Ministero  delle  Colonie 

Ministero  delle  Finanze 

Ministero  di  Grazia  e  Giustizia  e  dei 
Culti 

Ministero  della  Guerra 

MiTiistero  dell'Interno 

Ministero  dell' Istruz.  Pubblica  .    .    . 

Ministero  dei  Lavori  Pubblici        .    , 

Ministero  per  i  Trasporti  marittimi 
e  ferroviari 

Ministero  della  Mai-ina 

Ministero  delle  Poste  e  dei  Telegrali. 

Ministero  del  Tesoro 

Ministri  senza  portafoglio 

Consiglio  di  Stato 

Corte  dei  Conti 

Gerarchia  Cattolica  —  Arcivescovi  e 
Vescovi  delie  Sedi  Residenziali  italiane. 

Amministrazione  locale  —  Prefetti 
delle  Provincie  e  Sindaci  delle  Città 
capoluoghi  di  Provincia 

Caincre  di  Commercio 

Cajt^ere  di  Commercio  italiane  al- 
l'Estero   

RR.  Enotecnici  italiani  all'Estero.   . 


134 


141 


142 


167 


191 


I  Addetti  e  Delegati  Commerciali  pres- 
so le  RR.  Rappresentanze  d'Italiii  al- 
l'Estero   Pag. 

Camere  di  Commercio  estere  in  Italia 

I  Ordine   giudiziario   —    Primi   Presi- 

j      denti    e    Procuratori    Generali     delle 

Corti  di  Cassazione  e  di  Appello.    .   . 

Amministrazione  provinciale  scola- 
stica  

Agenti  diplomatici  di  S.  M.  il  Re  d'Ita- 
lia presso  i  Governi  Esteri 

Ambasciate  e  Legazioni  estere  pres- 
so 8.  M.     ...        

Consolati  Italiani  dello  principali  lo- 
calità straniere    

Elenco  alfabetico  dei  Cavalieri  del  La- 
voro nominati  dall'istituzione  dell'or- 

.  dine  fino  al  9  gennaio  1916 

Gli  Stati  dell'Intesa;  notizie  politiche, 
statistiche,  amministrative: 

Belgio 

Francia  .  

Giappone   

Gran  Bretta.jna. 

Italia 

Montenegro 

Portogallo 

Romania 

Russia 

Serbia 


197 


200 

201 


221 
222 


22  ? 
225 


228 
229 


Indice  alfabetico  annuale  delle  leggi  .    .  230 
Agricoltura. 

L'agricoltura    durante    e    dopo    la 

guerra 240 

La  questione  viticola-vinicola    .    .    .  246 
Corriere  femminile.  —  Un  anno  di  nio.'.a.  250 

Lavori  femminili 257 

Un  anno  di  femminismo 260 

Femminismo  di  guerra  in  Francia  .  270 
Le  donne  inglesi  e  la  guerra.    .    .    .  273 

Donne  guerriere 276 

Asterischi  di  femminismo 278 

I  lutti  del  femminismo 279 

Le  origini  del  Tiicolore  italiano  .    .  282 

Tra  le  quinte  della  Storia 287 

Gli  Archivi  della  nostra  guerra.  .  .  299 
Le  opere  di  assistenza  civile  durante 

la  guerra 336 

Come  l'Italia  .assiste  i  suoi  feriti.  .  3o0 
I  prigionieri  della  grande  guerra.    .  374 

I  bimbi  e  la  guerra 396 

Unione  generale  degli  Insegnanti  per 

la  guerra  nazionale 402 

I   libri   per   i   soldati  e  la  pubblica 

istruzione 403 

La  guerra  e  l'economia  nazionale.  404 
La  lega  economica  nazionale.  .  .  .  408 
L'invasione  tedesca  in  Italia.    .    .    .  410 

Gli  Italiani  all'estero 412 

Italia  e  Inghilterra 418 

I  Regi  Stabilimenti  Termali  di  Sal- 

s-omaggiore 420 


196 


Le  grandi  imprese  italiane. 

La  Banca  di  Sconto 424 

Istituto     Nazionale    delle    Assicuia- 

zioni 4  25 

Previdenza  e  Assic  irazioni 427 


INDICE. 


Navijiazione  generale  italiana.  .Pag. 
Società  italiana  servizi  marittimi.   . 

La  Veloce 

"  Italia 

Lloyd  italiano 

Società   (ti  Navigazione  *  Marittima 

Italiana  ^ 

Transatlantica  Italiana 

Lloyd  Sabaudo    

"  Sicilia  , 

(Canard  Line 

Le  Macchine  nella  costruzione  delle 

case  e  nelle  industrie  inerenti  al- 
l'edilizia   

La  guerra  senza  sangue 

L'attività  italiana  oltre  l'Oceauo  .  . 
Fiamme  di  guerra  nel  cielo  di  Venezia. 


Avvenimenti  politici,  fatti  di  cronaca,  di- 
sastri, fenomeni  naturali     .    .   .    .Pag. 
L'Imperatore  Francesco  Giuseppe  . 


480 

512 


Cronaca  della  Guerra: 

La  guerra  europea  nei  due  ultimi 

mesi  del  1915 514 

La  campagna  del  1916 544 

Funzioni   delle   piazze   di  Salonicco 

e  Valona 570 

La  guerra  marittima 577 

La  guerra  nelle  colonie  (1914-15-lC).  579 
Le  autotraUrici  e  la  guerra  ....  5H2 

439  Necrologio 592 

440  I  morti  della  nostra  gueira G18 

441  Spiegazioni   dei   giuochi   pubblicati  nel- 
460  ;       VAhnnnacco  Italiano  1916 626 


NELLE  PAGINE  PRELIMINARI: 
La  Vita  Politica  narrata  dalia  caricatura  nei  giornali  italiani  (Ottobre  1915  •  Settembre  1916). 


\ 


izCASEI^I^I   e   DINDO  = 

MI  LANO  -  Via  Monte  di  Pietà  1  '» 
ARTICOLI  TECNICI  -  Specialità  Industriali. 


SEGRETO 


Vedi  pag.  21  negli  annunzi. 


/ 


MIELE  DEL  MONTE  ROSA 


rrodotto  della  flora  più  elevata  d'Europa,  raccolto  col  luozzo  dell'apicoltura  nomHdf  dai 
fiori  che  spuntano  sulle  pendici  meridionali  del  Monte  Rosa.  -  Questo  miele  purissimo  o 
naturale,  eminentemente  igienico,  ò  raccomandato  da  celebrità  mediche  estere  e  naziunaH, 
Kiportò  i  primi  premi  in  tutte  le  Esposizioni  europee  in  cui  fu  presentato.  Premiato  dal  Mi- 
nistero d'Agricoltura  Industria  e  Commercio  Brevettato  da  S.  M.  Umberto  I. 
Prezzo  di  un  vaso  di  vetro  del  peso  di  un  Kg.  L.  3,00 

»        di  un  vasetto  di  vetro  del  peso  di  '/,  Kg   di  miele  liquido  o  solido.  »  1,80 
Si  spedisce  franco  a  domicilio  a  pagamento  anticipato  o  contro  assegno  un  pacco  po- 


stale contenente: 


Italia  e  Colonie 


l 
vaso 


4,00 


2 
vasi 


7,00 


3 

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11,00 


vasetti 


6 

vasetti 


8,00 


12,00 


Latta 

kg  4  Vi 


15,00 


Le  spedizioni  in  assegno  importano  una  maggiore  spesa  di  Cent.  :35  per  una  somma  sino 
L.  10,  e  di  Cent.  45  oltre  le  L.  10;  cosicché  il  modo  più  economico  per  dare  l'ordiuaziouc 
in  un  col  pagamento  è  con  una  Cartolina- Vaglia  Postale,  su  cui  si  scrive  la  corrispondenza 

Rivolgere  le  domande  all'indirizzo  BERTOLI  GIACOMO,  apicultore,  VARALLO  (Valsesia). 

MB.  —  Diffidare  dalie  falsificazioni  fatte  colle  imitazioni  dei  vasetti,  eticheiie,  vedute 
e  delle  diciture,  a. te  ad  ingannare  a  prima  vista  l'acquisitore,  clfettuate  «la  speculatori  i  qual 
non  sono  apicultori,  e  non  fanno  altro  che  sfruttare  il  buon  nome  e  la  riputazione  di  chi, 
con  pazien  e  studio,  perseveranti  sacrifici  e  in  defesso  lavoro,  riuscì  a  far  j  accogliere  dalle 
api  il  mifle  dei  fiorellini  montani  e  presentarlo  ai  consumatori  puro  e  naturale.  —  Per  evi- 
tare gli  iufjannl,  si  raccomanda  ai  sigg.  acquisitori  di  osservare  bene  che  sull'etichetta  e  sui 
va-ett'  vi  sia  sempre  impress,,  il  nom°  dp) l'Apicultore  BERTOLI  GIACOMO  unico  ei 
esclusivo  produttore  del  Miele  del  Mon::e  Rosa,  altrimenti  è  falsificazione. 


ÌxirXi»~iuriXii-i'i~<Mi~rTi~» — 
Merini  ^  Bossi 

l 


MII^i^NO 

Via  Manzoni,  31 

MACCHINE  UTENSILI  per  lavorazione  metalli  e  legno 
=  Motori  a  benzina  "  New-Way  „  con  raffreddamento  ad  aria 
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IPRUimEHTI  inCERRmiCR 

ò^Wo    STRBIUmEnTO    e.    RPPIRHI    •     TREUiaOv 

HRnnO  FRCnR  mOHQIRLE 

csteeRE  SUI  ^«oooTn  c«  m«Rr«  oi  rne^Ricn  •   rRrnLQ6Hi  «  RifFuEST;^ 


INDICE  ALFABETICO  DELLE  MATERIE 


Abbreviazioni  astroiiom.,  17. 

Agenti  diplomatici  di  S.M.  il 
Ke.  198. 

Asenzia  Internaz,  dei  Prii,'io- 
nierj  di  guerra,  378. 

Agricoltura,  240. 

Agiicoltura  dopo  la  guerra, 
240. 

Agricoltura  durante  la  guer- 
ra, 240. 

Alessandro  di  Serbia,  229. 

Alessio  Giulio,  151. 

Alfieri  Vittorio,  176. 

Alimenta/.,  del  bestiame,  244. 

A'Ieaiiza  (La  Triplice),  299. 

Altieri  Biagio,  44P, 

.\mbasciate  estere  pi  esso  S.M. 
il  Re,  200. 

Vmniinistrazioue  locale,    1V4. 

Amuiiniiitrazione  scolast.  198. 

.AiK-ona  Ugo,  182, 

Anni  avanti  Cristo.  6. 
I  Anuo  (un)  di  l>uiminismo,261. 

Anno  (un)  di  moda,  250. 

Anno  civile,  1. 

\nno  romano,  2. 

Anno  tropico.  1. 

\nioniotti  Paolo,  893. 

Archivi   della   nostra  guerra, 
299. 

\roliivi  della  S.  Sede,  134. 
1  vescovi  d'Italia,  191. 
Ita  Enrico,  182, 
ii-o,  550. 

esperti  degli  astri,  17. 

Vssicurazioni,  427. 

\^sistenza  civile  durante   la 
guerra,  3^6. 

\>s;s;enza  ai  mutilati,  363. 

asterischi  del  femminismo, 278 

Vstinenze  per  il  1917,    123. 

Viti  di  coraggio  femmin.,  268. 

iitività  italiana  oltre  Oceano, 
441. 

kUstria-UngheriafL')  e  la  que- 
stione del  compensi,  311. 

iQtotraitrici  (Le)  nella  nostra 
guerra.  582. 

.vvenimenti  politici,  480. 
laceelli  Guido,  593. 

■•allesio  a.  B.,  594. 

anca  Italiana  di  Sconto.  424. 

attaglleri  Augusto,  183, 


[  Battisti  Cesare,  619. 

Belgio,  221. 
I  Belgio:  Sua  invasione,  303. 
I  Benedet:o  XV.  129. 
'  Be.stiatne:  alimentazione,  244. 
I  Bianehi  Leonardo,  188. 
i  Biblioteca  Vaticana,  133. 

Bimbi  (1)  e  la  guerra,  396. 
i  Bissolati  Leonida,  188. 
1  Bl.iserna  Pietro,  143. 

Bonieelli  Giacomo,  177. 
i  Bonomi  Ivanoe,  180. 
I  Borsareili  Luigi.  168. 
1  Boselli  Paolo,  167. 

Calendario  civile  italiauo,  11. 

Calendario  copto,  13. 

Calendario   cristiano   cattoli- 
co, 10. 
I  Calendario  dei  protestanti,  12. 
'  Calendario  di  rito  ambrosia- 
no. 11. 

Calendario  etiop'co  dogli  abis 
sini  cristiani,  16. 
'  Calendario  greco-russo,  12. 
'  Calendario  in  generale,  1. 

Calendario  israelitico,  12  e  Ì5. 

Calendario  maomett..  13  e  15. 

Calendario  per  l'anno  1917, 13. 

Calendario  perpetuo  giuliano 
e  gregoriano,  20. 

Calendario  repubblicano  fran- 
cese, 11. 

Calendario  romano  ant  co,  7. 

Calendario  settim..  66  e  .segg. 

Calze  di  lana  per  combatten- 
ti, 2.57. 

Camera  Apostolica,  133. 
1  Camera  dei  Deputati.  150. 
I  Camere  di  Commercio,  195. 
i  Camere  di  Commercio   este- 
I      re.  196. 

,  Camere  di  Commercio  italia- 
ne all'estero,  V-H). 
!  Camerieri  di  spada   e  cappa 
j      di  S.  S..  132. 
[  Camerieri  segreti  di  S.S.,  131. 
,  Canipa;4na  di  guerra  1916,  544. 
j  Campagna  invernale   italiana 
I      di  guerra  (1916),  546, 
(  Campi  dei  prigionieri,  385. 

Campo  di  conccntram. prigio- 
nieri, 517. 

Cancelleria  apostolica,  133. 


Canepa  Giuseppe,  169. 
Cappella  puntiflcia,  131. 
Cappelli  Ilaflaello,  161. 
Capuana  Luigi,  505. 
Carcauo  Paolo,  1«6. 
Cardinali  di  S.  R.  Chiesa,  130. 
Cariche  (Grandi)  della  Corte 

Poiitilicia,  131. 
I  Carmen  Sylva,  27'.). 
Casa  Civile  di  S.  M.,  140. 
Casa  di  S.  M.  il  Re,  140. 
Case  Civili  e  Militari  dei  IIR. 

Principi,  141. 
Casement  Ruggero,  432. 
Cavalieri  del  Lavoro,  201. 
Cavell  Edith,  273. 
Cefiily  Antonio,  143. 
Cenni  sul  calendario,  1. 
Chiesa  cattolica,  129. 
Chiesa  Pietro,  597. 
Chinotto  Antonio,  610. 
Cielo  (II)  stellato,  54. 
Collegi  elettorali.  l.'>7. 
Colosimo  Gaspare,  171. 
Comandini  Ubaldo,  188. 
Companhia  medianica   e  im- 

portadora  di  S.  Paulo,  HI. 
Compimento  (Del)   deirunità 

nazionale,  324. 
Computo  ecclesiastico,  8. 
Condizioni  dell' agricolt.,  241. 
Congregazioni  (Sacre),  132. 
Conquiste    del    femminismo, 

269. 
Consiglio  dei  Ministri,  1C7. 
Consiglio  di  Stato,  189. 
Consolati  ital.  all'estero,  201. 
Cordelia,  280. 
Corpo  diplomat.  della  S.  Sede, 

134. 
Corpo  diplomatico   presso  la 

S.  Sede.  134. 
Corriere  femminile,  250. 
Corsi  Camillo,  183. 
j  Corte  del  Conti,  189. 
Corte  di  S.  M.  la  Regina,  140. 
Corte  di  S.  M.  la  R<  gina  Ma- 
dre, 141. 
Corti  delle  RR.Princip.-»»,  141. 
Crepuscolo  astronomico,  56. 
:  Crepuscolo  civile,  47. 
!  Crepuscolo  civile  e  astrono- 
1     mico,  66. 


V 


l^ 


INDICE   ALFABETICO   DELLE   MATERIE. 


\     Croce  di  Malta,  358. 

Croce  Rossa  italiana,  353. 

Croce  Rossa:  come  funziona, 
355. 

Cnnai-d  Line,  43S, 

Curia  romana,  13'2. 

Da  Como  Ugo,  180. 

Dallolio  Alfredo,  176. 

Danieli  Gualtiero,  172. 

D'Annunzio  Gabriele,  450. 

Dataria  Apostolica,  133, 

Declinazione  del  Sole.  57. 

De  Cristaforis  Malachia,  598. 

De  La  Hoz,  Giuseppe,  282. 

Della  Chiesa  Giacomo,  129. 

De  Marchi  Attilio,  ò9S. 

De  Nava  Giuseppe,  170, 

Denunzia  del  trattato  della 
Triplice,  317. 

De  Vito  Roberto,  181. 

Deputati  al  Parlamento,  152. 

Diaconie  cardinalizie,  131. 

Digiuni  per  il  1917.  123. 

Disastri,  480. 

Donna  (La)  e  il  voto,  262. 

Donna  (La)  e  le  muniz.,  263. 

Donna  (La)  neiragricolt.  204. 

Donna  (La)  nell'indust.  della 
guerra,  272. 

Donne  (Le)  di  Ala,  268. 

Donne  (Le)  e  la  pace,  269. 

Donne  (Le)  guerriere,  276. 

Donne  (Le)  in  Danimarca,  279. 

Donne  (Le)  inglesi  e  la  guer- 
ra, 273. 

Donne  (Le)  al  governo  in  Nor- 
vegia, 278. 

Donne  (Le)  meridionali,   2(35. 

Donne  tLe)  russe  contro  il 
lusso,  278. 

Donne  tramviere,  263. 

Durata  del  crepuscolo,  57. 

Eclissi,  18. 

Economia  (L')  italiana,  403. 

Economia  nazionale,  404. 

Etìfemeride  astronomica,  17. 

Effemeridi  del  Sole,  23. 

Effemeridi  della  luna,  23. 

Elargizioni  femminili,  269. 

Elementi  del  computo  eccle- 
siastico, 8. 

Elena  Regina  d'Italia,  137. 

Enotecnici  RR.  196. 

Epoca  dell'equinozio,  1. 

Era  cristiana  o  volgare,  5. 

Era  volgare,  5. 

Ere  principali,  7. 

Eroine  della  pietà,  269. 

Età  della  luna,  50. 

li^amiglia  pontifìcia,  131. 

Famiglia  Reale  d'Italia,   136. 

Fasi  della  luna,  18. 

Fritti  di  cronaca,  480. 

Femminismo,  261. 

Femminismo:  asterischi,  278. 

Femminismo  di  guerra  in 
Francia,  270. 

Femminismo  giapponese,  278, 

Fepomeni  naturali  480 

Fenomeni  planetari  notevoli, 
35  e  segg. 

Fera  Luigi,  184. 


Fera  Saverio,  600. 

J'erravilla  Edoardo,  601. 

Feste  di  precetto,  10. 

Feste  fisse,  10. 

Feste  mobili,  10. 

Firmamento  (aspetto  del),  35. 

Foscari  Pietro,  171. 

Francesco  Giuseppe  impera- 
tore d'Austria,  512. 

Francia,  222. 

Fi-ancia,  suo  benessere,  270. 

Friuli  (il)  e  la  guerra,  460. 

Frùhwirth  S.  E.'-  Ai:drea,  484. 
I  Clerarchia  cattolica,  191. 

Germ.Tula  (La)  dichiar-a  guer- 
ra all.i  Russici,  302. 

Giappone,  222. 

Giuiitti  rivela  un  precedente 
storico,  306. 

Gio  gio  V.  d'Insjhilterra,  223. 

Giovanna  (principessa),  139. 

Giove  (piaiie(a),  59. 

Gozzano  Guido,  605. 

Gran  Bretagna,  223. 

Grocco  Pietro,  603. 

Guerra    (La)    e    la   economia 
na/,ionale,  404. 

Guerra  marittima,  577. 

Kitcheiier  (Lord).  535. 

Imprese    (Grandi)     Italiane, 
424. 

Indice  delle  leggi,  230. 

industrie    riunite    A.    Mata- 
razzo,  412. 

Industria  zootecnica,  241. 

Iniziative  private  per  1  feriti, 
370. 

Intercalazioni,  2. 

Istituto   Nazionale   delle   As- 
sicurazioni, 425. 

Istituzioni  di  guerra  in  Fran- 
cia, 270. 

Italia,  225. 

Italia  (L')  assiste  i  suoi  feriti, 
I      350. 
I  Italia  (L')  dichiara  la  guerra 

all'Austria,  328. 
I  Italia  (L')  dichi.ira  la  guena 
I       alla  Bulgaria,  32rt. 
I  Italia  (L')  dichiara  la  guerra 
1      alla  Turchia,  326. 
i  Italia    dichiara     guerra    alia 
!      Germania,  333. 
1  Italia  e  Germania,  331. 
I  Italia  e  Inghilterra,  418. 

Italia:  neniralità,  302. 

"  Italia  „  Soc.  di  Navigazione 
a  vapore,  431. 

Italiani  (Gli)  all'estero,  412. 

I«ega     economica    nazionale, 
267. 

Lega     femminile     contro     il 
lusso,  276. 

Legazioni  estere  presso  S.  M. 
il  Re,  200. 

Leggi:  indice  annuale,  230. 

Lef;islature    del   parlamento, 
162. 

Legislazione  di  guerra,  406. 

Levare  del  sole,  48, 

Levare  della  luna,  49, 

Libri  per  i  soldati,  403. 


Li-Yuan-Hung,  500. 

Lloyd  Italiano,  432. 

Lloyd  Sabaudo,  436. 

Lucchini  Giovanni,  605. 

Luna,  riduzione  del  levare  e 
tramontare,  62. 

Lutti  del  femminismo,  279. 

Lyceum  femminili,  266. 

Macchine  agrarie,  242. 

Machado  Bernardino,  226. 

Mafalda  (Principessa),  139. 

Manfredi  S.  E.  Giuseppe,  1-13. 

Mano  d'opera.  242. 

Murconi  Checco,  607, 

Marcora  S.  E,  Giuseppe.  151, 

Margherita,  Regina  madre, 
137. 

Maria  (Principessa),  139, 

"  Marittima  italiana  .  Soc.  di 
Navigazione,  4:i3, 

Marte  (Pianeta),  59. 

Matirazzo  Francesco,  412, 

Meda  Filippo,  172, 

Mercurio  (Pianeta),  58, 

Ministero  d'Agricoltura.   169, 

Ministero  degli  Affari  Esteri. 
168, 

Ministero  dei  Lavori  Pi  b- 
blici,  180, 

Ministero  del  Tesoro,  186, 

Ministero  della  R.  Casa,  140. 

Ministero   della   Guerra,  175. 

Ministero  della  Istruzione, 
179, 

Ministero  della  Marina,  l-.J, 

Ministero   delle  Colonie,  171. 

Ministero  delle  Finanze,  172. 

Ministero  delle  poste  e  dei 
telegrafi,  184. 

Ministero  dell'Interno,  17 

Ministero  di  Grazia  e  Giusti- 
zia e  dei  Culti,  l~i. 

Ministero  (II)  Nazionale.  330. 

Ministero  per  i  trasporti  ma- 
I      rittimi  e  ferr,.  Ibi. 

Ministero  per  l'industria,  il 
comm.  e  il  lavoro,  169. 

Ministri,  senza  portafoglio, 
1»8, 

Montenegro,  225. 

Morpurgo  Elio,  170, 

Morrone  Paolo,  176, 

Morti  (I)  della  nostra  guerra, 
618, 

Ilfave  (R.)  BiiìU,},  578. 

Navigazione  generale,  italia- 
na, 428. 

Necrologio,  592. 

Nomi  romani  dei  mesi,  6, 

Notizie  amministrative.  129. 

Notizie  diplomatiche,  129, 

Notizie  statistiche,  129. 

Noviluni,  18. 

Nunzii  apostoloci,  134. 

Ofl'ensiva  austi'iaea  nel  Tren- 
tino, 554. 

Offici  ecclesiastici,  133, 

Opera  (L')  della  Coramissiouo 
della  Croce  Rossa  per  i 
prigionieri  di  guerrn,  3r0. 

Operazioni  austriache  di  guer- 
ra (1915),  542, 


INDICE  ALFABETICO  DELLE   MATERIE. 


i3> 


Operazioni  bulgare  di  jjuerra 

(1915),  543. 
Operazioni   belghe  di  guerra 

'  !yi5),  536. 
•razioni  inglesi  di    guerra 
11)16),  534. 

'•razioni  italiane  di  guerra 

<   915),  616. 
operazioni  trancesi  di  guerra 

(1915),  5i9. 
Operazioni  di  guerra  germa- 
niche (1915),  541. 
Operazioni   inonteuegrine   di 

guerra  (1915),  640. 
Operazioni   Russe   di  guerra 

(1915),  5-27. 
I     Operazioni   serbe   di   guerra 

(1915).  638. 
Operazioni   turche  di  guerra 

(1915).  542. 
Operazioni    austriache    1916, 

57:>. 
Operazioni  belghe  di  guerra 

(1016).  570. 
Operazioni  bulgare  di  guerra 

a916),  576. 
Operazioni  t'raiicesi  di  gueria 

(1916),  566. 
Operazioni  tierrnaniche  del  a 

guerra  (1916).  574. 
Operazioni   inglesi  di  guerra 

(1919),  56«. 
Operazioni  italiane  di  guerra 

(1916).  54G. 
Operazioni   montenegrine  di 

guerra  (1916).  571. 
Operaz.  portoghesi  (1916),  571. 
Operazioni  rumene  (1916), 573. 
Oper;i/ioni  russe  1916,  562. 
Operazioni  serbe  1916,  570. 
Operazioni   turche  1916,  575. 
Operazioni  in  Egitto  1916.  581. 
Operazioni  ne'ije  colonie  tede 

«che  1916,  680. 
Opere  di  assistenza  civile  dii- 

r.'inte  la  guerra,  336. 
Ordiutt  giudiziario,  197. 
Orfane  di  guerra.  268. 
Parlamento  nazionale,  142. 
Tatto  (II)  di  Londra,  32i!. 
Penitenzeria  (.Saera),  133. 
Periodo  giuliano,  7. 


Pleniluni,  18. 
j  Pontetit-e  (Sommo),  129. 

Portogallo,  226. 
'  Prefetti  di  provincia    194. 

Prelati  palatini,  131. 

Presidenti  (Primi)  di  appello, 
197. 

Preside  nU  (Primi)   di   Cass.i- 
zione  197. 

Presidanza  del  Consiglio  dei 
Ministri,  167, 

Prestito  nazionale,  309. 

Previdanza,  427. 

Prigionieri  di  guerra,  374. 

Principio  dell'anno,  6. 

Principio  dello  scagioni,  18. 

Principio  del  >ecoio,  5.. 
i  Problf-ma  femminile  dopo  la 
I      guerra,  273. 

Procuratori    generali    di   ap- 
pello, 197. 

Procuratori   genereli  di  eas- 
I      sazione,  197. 
'  Produzioni  agrarie.  241. 

Propaganda  femm.  ai  guerra, 
;        268. 

Punti  cardinali,  17. 
j  <^uestione  vinicola.  246. 

Quinte  (Tra  le)   della  storia, 
I       2S7. 

I  »?:iineri  Giovanni,  169. 
'  R  va  Luigi,  151. 

U   orma  Giuliana.  3. 
i  Riforma  gregoriana,  3. 
:  Romania,  227. 
I  Rota  Romana,  133. 
:  RuflSni  Francesco,  179. 
ì  Russia.  228. 

Hucfhi  Kttore.  174. 

Salvini  Tommaso.  612. 

Sanità  militare,  350. 

Santi    ricorrenti     nell'  anno. 
:      124. 

Saturno  (Pianeta),  59. 
:  Scialoia  Vittorio,  188. 
'  Segreteria  di  Stato  di  S.  San- 
tità, 133. 
I  Senato  del  Regno,  142. 
,  Senatori  del  Regno,  144. 
:  Serbia,  229. 

I  Servizi  femminili  ausiliari  ia 
Francia,  272. 


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Sessioni  del  parlamento,  162 

*  Bioiila  ,  Soc.   di  Naviga/.io- 
ne,  437. 

Siciliano  Alessandro,  441. 

Siluramento  dell'"  Ancon  i  „. 
326. 

Simboli  planetari,  18. 

Simboli  zodiacali,  17. 

SlndHCi    delle    città    cap.    di 
provincia,  194. 

Società    Ital.    Servizi    marit- 
timi. 429. 

Sole,  riduzione  del  levare  e 
tramontare    60. 

Sennino  Sydney,  168. 

Sovrani  (1)  del  Belgio,  221. 

Sovrani  (1)  di  Romania,  2a7. 

Stabilimenti   termali   di  Sal- 
somaggiore, 420. 

Stati  dell'Intesa,  221. 
I  Stelle  principali,  55, 

Tempi   legali   dei    principali 
I'     Stati  del  niondo,  64. 
I  Tempo  medio.  47. 
:  Titoli  cardinalizi.  131. 
i  Tramonto  del  sole,  48. 
'  Tramonto  della  luna.  49. 
j  Transatlantica  italiana,  434. 
'  Treves  Emilio,  615. 

Tribunale      della    segnatura 
apostolica,  133, 

Tribunali  ecclesiastici,  133. 

Tricolore  (11»  italiano,  282. 

Ufficiali  delle  guardie  nobjli 
di  S.  S.  132. 

Ufficiali  (Grandi)  dello  Stato, 
167. 

Unione  gener.  insegnanti,  402. 

Vassallo  R.  P.,  174. 

Vaticano    (II)   e   i  prigionieri 
di  guerra,  376. 

"  Veloce  ,  (La),  430. 

Vender  L.  e  C„  439. 

Venere  (Pianeta),  58. 

Venezia  Giulia,  6ó. 

Vertoiba  (Battaglia  di), 

Vescovi  d'Italia,  191. 

Vittorio  Emanuele  III, 

Visibilità  dei  Pianeti,  57. 

XjìT  (Lo)  di  Russia,  228. 

Zarina  (La)  di  Russia,  228. 

Zone  di  guerra,  320, 


661 


i:.!3. 


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dello    STflBICMTlEnTO    G.    RPPIRHI    -     TREVISO 

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VISTA  ATTRAVERSO   IiE  CARICATURE  DEI  GIORNALI  ITAlilAfil 
(1916-1916) 


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1.   —  Le  «  pressioni  >  dell'  Intes: 
sul  Re  di  Grecia. 

Che  vai  ossor  feroci  oppnr  gentili? 
Il  Imrnttin  non  è  il  padroii  dei  fili. 

(GcEKix  Meschino,  28  Novcmbio  ]9i5). 


2. 

—  L 

'eroica  impre 

sa 

contro  la  piccola  Serbia. 

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Uno  dei  teppisti  —  Olà  !  Ecco  la  polizia  I 

(Tua VASO  delle  Idee  della  Domknica,  5  Dicenibro  1915), 

—  1  — 


1  —  Almanacco  Italiano. 


I  lupi.  —  L.'i.si-iaiiKiii)  .stale 
Dis.  (li  Boetto  [dai  tVonte) 


ò  ferito...  noi  siamo  lupi  e  non....  Austriaci! 

(«NuMEBO»  103,  12  Dicembre  1915). 


4.    —  Verso  il  paese  della  «  Bella  Eleua  ». 


1  tre  Ajaci  e  il  bollente  Acliille  (occliio  al  tallone!) 

(Il  Travaso  delle  Idee  della  Domenica,  12  Dicembre  1915), 

_  2  — 


^ì 


NON    PIÙ' 

MIOPI  -  PRESBITI 

VISTE  DEBOLI 


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V^. 


->. 


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6. 


Pronostico  infallibile. 


Finirà  il  draniina  con  l' Inipeiiitore 

elio  al  pubblico  dirà:  «sento  rumore....  ». 

(GrUERiN  Meschino,  2  Gennaio  191G). 


5.  —  Il  suo  Natale. 

—  E  nato  nn  bimbo?  Va  bene:    insc 
snbito  alla  olas.se  del  11)35. 

(Il  Tua  vaso  dellr  Idee  della   Doaik'' 
Dicembre  191.5). 


JEK^=:3EI 


7.  —   Augurio. 

—  Abbia  un  po'  pazienza  !   Non   solo 
la  barba,  ma  le  darò  pure  il  contropelo. 

(Il  Travaso  delle  Idee  della  Domenica, 
naio  19 IG). 


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Ai  lettori  dell'  ALMANACCO  ITALIANO  si  raccomandano,  per 
r  istruzione  dei  propri  figrli,  i  seguenti  ottimi  Istituti  privati, 
Collegi,   Convitti,  Educatòri  e  Conservatòri,  Scuole  Superiori  ecc. 


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Premiato  con  medaj^lia  d'oro  alla  Esposizione  d'Igiene  tenuta  a  Napoli  nel  1900,  con 
grande  medaglia  d'a;-.  ento  del  Ministero  della  Pubblica  Istruzione  nel  Convegno  ginna- 
stico regionale  ch'ebbe  luogo  a  Firenze  nel  1909,  con  targa  d'onore  e  corona  d'alloro 
in  argento  nel  Congresso  ginnastico  regionale  di  Pisa  nel  1913.  —  Comprende  Scuoio 
Elementari,  Scuole  Tecniche,  Ginnasiali  e  Liceali.  -  Può  vantarsi  uno  dei  primi  d'Italia 
sia  per  l'amena  positura  sul  declivio  della  Collina  P'ieso'ana,  sia  per  l'aria  salubre  e  per 
la  vista  amenissima,  sia  per  la  grandiosità  dell' Ediflzio,  già  Villa  dei  Granduchi  di  To- 
scana. Capace  di  150  Convittori,  ciascuno  con  la  sua  camera  e  di  130  Esterni  e  Semi- 
convittori; ha  12  grandi  saloni  per  lo  studio  camerale  d'igli  Alunni,  sorvetillati  da  ap- 
positi Prefetti  e  serviti  ciascuno  da  speciale  Cameriere.  -  Vi  è  Cappella  e  Teatro  eleuantJ, 
tanti  Piazzali  quante  sono  le  camerate  per  una  superficie  di  7000  mq.  -  Palestre  di  gin- 
nastica e  Cavallerizza,  Sale  di  Scherma,  Osservatorio  Sismico  e  Magnetico,  Gabinetti  di 
Storia  Naturale,  ecc.  —  Pei  bignl  di  mare  e  la  villeggiatura,  il  Collegio  possiede  un  ampio 
villino  con  ombroso  parco  all'Ardenza  di  Mare  presso  Livorno.  —  Temporaneamente 
essendo  il  locale  di  Via  della  Piazzola,  30  adibito  ad  uso  di  Ospedale  militare, 
il  Convitto  è  stato  trasportato  nella  villa  suburbana  del  Lorctino  presso  Rovez- 
zano.  Vi  si  accede  col  tram  di  Rovezzano  N.  10  che  parte  da  Piazza  dei  Duomo 
ogni  20  minuti.  Richiedere  i  Programmi  <il  Rettore  Prof    Giovanni  Mantica,  B.* 


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Q  r  1IVC«1«X#E«  (Palazzo  proprio  appositan  ente  costruito),  con  Convitto  mo- 
derno, Semiconvltto  e  Esternato,  fondato  nel  1859,  premiato  con  medaglie  d'ar-^ento 
e  d'oro,  diretto  dal  Proprietario  Prof.  Cav.  V.  Rossi.  —  Ginnasio  e  Liceo  -  Istituto  tecnico 
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scienze  sociali  e  alle  Scuole  straniere  —  È  l'Istituto  che  ha  il  migliore  e  il  più  numeroso 
Collegio  di  Professori  delle  Regie  Scuole.  —  Si  concede  al  Convittori  di  frequentare  le  RR. 
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moderno  appositamente  ordinato  -  Luce  elettrica -Bagni  -  Ampie  Palestre  di  ginnastica,  di 
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vitto  fiMiimlnile  fu  fondato  nel  1850  da  Maiuanna  Mojolarini  e  comprende:  Corsi 
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11 


10.   —  L'ora  del3a  passeg-gfiata  sul  Corso  monetario. 


(Il  Travaso  uicllk  Idee  della  Domenica,  16  Geuuaia  I3i0,. 


11.  —  Wilson  è  in  Inna  di  miele.. 

....  e  la  Germania  ^li  fa  i  doni  di  rito.... 
(«Numero»  108,  16  Geimaio  ]910). 


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cardi. Questo  ricorda  una  iscrizione  che  si  legge 
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12.  —  La  sorpresa  russa. 


1  Ire:  —  E  dire  clie  credevau.o  che  fosse  uu  piccolo  giuocaltolo  ! 

(L'ASINO,  10  Genuaio  19 IG). 

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13.  —  ^Passegfgfiaia  per  i  ISalcanl. 

Guglielmo  :  —  Ed  ora  i>ercl)è  ti  formi? 
Ferdinando:  —  Sor  ita«lione,  la  corsa  e  finita. 
Guglielmo:  Vai  innanzi,  ebeti  prometto  dop' 
pia  mancia. 

(«]SUME1J0»  112.   ]3  Febbraio  ILIC). 


li.    —   Tutto   è    appianato     (Comnni- 
oazione  sigli  intcrrssuti). 

--  Ilo  il  {(iaccre  <li  annunziar  loro  l'incidente 
(■  stato  fi  li  ceni  ente  risolto.  Lor  .signori  po8.sono 
(!;iiiidi  tomaie  soddisfatti  donde  sono  vennti. 

(11.  Travaso  delle   Idee  della  Domenica,   20 
Febbraio  l'.tlG/ 


15.    —    La    soddisfazione    del   Kron- 
prinz. 

—  11  papà  mi  doveva  questa  soddisfazione! 
L'Illustrazione  Italiana,  5  Marzo  191G). 

Variazioni  di  Biagio. 


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16.  —  La  «  Conferenza  »  di  quegli  altri. 


—  «  Guai  se  agli  ordini  mìei  qualcun  fa  il  sordo  » 
giida.  Guglielmo....  e  tutti  sou  d'accordo. 


(GuEKiN  Meschino,  2  Aprile  191C). 


C=^ 


17.  —  Il  tempo  pa£52c 

È  un  anno  clic  ci  battiamo..,. 
E  sembra  un  mese.... 

(«Numero»  124,  7  Maggio  1916). 
(Disegno  di  Serralto  . 


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i  polpacci  troppo  voluminosi .   flac    4,2- 

Pomata  Ungherese  per  far  crescere,  rendere  pieghevoli  e  fissare  i  baffi  .   .  flac    1,2' 

Un  piccolo  trattato  sulla  beltà  "La  Beante  par  1' Hygiène  "  viene  unito  a  eli 

scuna  commidsioxie.    — — ■     "■ 

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mondiale,  esso  deve 
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indubbiamente  il 
migliore  pe^  curare 
i  denti  e  la  bocca 
perchè  l'unico  ve- 
ramente antiset 
fico. 


Non  pulite  i  denti 
con  polveri  grasse 
0  paste,  esse  tol- 
gono lo  smalto  e 
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20.  —   Poesia. 


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(Il  Ti;  a  vaso  delle  Idee  della  Domenica, 
5  Giiiguo  191C  , 


—    i'j    (JUc.iiuM    .-uLllc    ili    liJiiifii     \1    Jliilllilcrò 

lo  rose....  le  lo.su  puiimree  ch'io  educo  ne  lo  uiole 
del  mio  giaidiuo.... 

—  Grazio....  ma  gradirei  uuclie  qualche  pezza 
per  i  i)iedi.... 

(«  Kui.Eito  »  129,  11  Giugno  191G). 

(Disegno  di  iSto). 


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La    mia   Maestà  s' 


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(GuEEiN  Meschino,  27  Agosto  liUd) 


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(GlOENALE  d'Italia,  29  Agosto  191Cj. 


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31.   —  Le  nuove  dichiarazioni 
di  guerra. 

Ad  udirò  che  Italia  e  Komaiiia 
Contro  i  tedeschi  il  gladio  avevan  tratto, 
Chiamò  iliudenburg,  Guglielmo  e  disse  :  —  Or  ' 
ammazzateli  tutti  ! 

—  È  presto  fatto! 

(GuERiN  Meschino,  3  Settembre  1916  . 


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32.  —  Lo  spaventapasseri  HindonburcT. 


Ma,  0  Kiiisor,  questa  intesa  è  proprio  un  merlo 
pei  elio  abbia  da  fu;:^ir  al  sol  \  cdi'i  lo  ? 


(GUERix  JlESCiiii^o,     10  Sotteuibro  1310). 


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La  botte  dà  il  vino  che  ha. 

(Travaso  delle  Idee  della  Domenica,  15  Ot- 
tobre 1916). 


33.   —  L'ultimo  spauracchio 

(L'AsiJiO,  15  Ottobre  191G). 


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^ir^m  Ii-S^^^^^  ^/p^i^''?'iQ^' 

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35.   —    Situazione  gfreca. 

(LAsiNO,  29  Ottobre  191( 


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tjliono  aveie  notizie  precise  delle  nostre  tetre  irredente,  delle  i  ause  remote  e  prossjnte 
.-.la  nostra  >;ucrra  contro  l'Austria,  e  delle  sopraffazioni  continue  che  questa  potenza  ha 

•ti)  subire  ai  nostri  fratelli  specialmente  dal  179;  ad  oggi.   In  esso  infatti  sono  riassunte, 

line  in  un    quadro    magnifico    che    ha   per   sfondo   il  nostro  RisorRiment  1,   le  drammatiche 

f-nde  degl'irredenti,  sempre  alle  prese  con  gli  oppressori,  ed  insieme  tutti  i  nobili  sa- 

■  hcii  e  gli  strenui  eioisnii  di  quegli  uomini   generosi  che  con  i  loro  averi,  la  loro  opeia 

;.i  loro  vita  hanno  lottato  continuamento  per  la  difesa  dell'italianità,  preparando  cosi 
i   gloriosa  livendicazione  degl'imprescrittibili  diritti  nazionali. 

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guerra. 
MARGHERITA  FAZZINI  (Marca)  -  I  ragazzi  e  la  guerra. 
A.  CUMAN  FERTILE  -  Il  trionfo  dei  piccoli. 


ut/t>- 


Avvertenze. 


T/ introiìiiiìoììf  l'.ioìwloiii'^n  e  la  parte  antronomica  ff<  ir  Almanacco  Italiano  per  Tanno  1917 

Olio  compilate  da  tue  .sott--nciiit  >.  iu  itane  alle  principali  Effemeridi  aatronoiniche  H'o\ìì\.t\f*Hnuc« 
ea  Teiiips,    Naiitical   Aliiiiniac  inglese  e  Berliuer  astroiionilscheH  Jalii  biii-h)  «  con.^nUando  ape- 
Imeiite  le  tre  preziose  opeìe  seguenti  : 


^^B  R.  Woi.K.    Hantlbiun   der   Antronoiuic, 
^^B    rigo.  l(ii)0-9-J). 

^B'  K.  K.  Gi.vzKL,  }Inii(lbm-h    ' 
^H    Lipsia,  Ì'J0(J-1I-Ì4). 


ihrer  Gesohichte  nnd  Litteratur  (t«  due  volumi,  %U' 

laphische  nini  Clìronologisohe  Tafeln  {fApxia,  190S). 
.  der  iiiatliuiiiatischeu  und  technisolien  Chronoldi'ie 


loidgie  (/n  tre  volumi, 

Ho  pure  utilizzato,  dove  mi  conveniva,  due  miei  vecchi  opuscoli  intito'ati  : 

iHtnixioni  e  tavola,  nuinerii-he  per  la  compilazione  del  Calendario  etc.  {,pubblica~ione  del  R.  0.<« 
tervatorio  di  Brera,  Milano,   U.  Hoepll  editore,  18H7). 

li'ora  esatla  dapnfitiitto.  ossia  modo  seniplii-e  di  rf^yolare  gli  orologi  sul  tempo  medio  del- 
'Kuropa  centrale  in  qualunque  luogo  d'Italia  {Milano,  Hoepli,  1S97), 


Per  il  levare  e  tramontare  del  Sole  a  Roma  ricorsi  al  Calendario  1913  del  H.  Osservatorio  astro- 
ileo  al  Collegio  romano  in  Roma,  arrotondando  i  numeri  nei  minuti  interi,  mentre  ivi  l'appro<- 
azione  è  spinta  fino  ai  decimi  di  minuto. 

^,'eìV Almanacco  del  1910  era  stata  introdotta  per  la  prima  volta  una  Effemeride  per  uso  nnn- 

•'<o.   dietro  consiglio  di  tin  egregio  capitano  marittimo.  Ma  poiché  ora  l' Istituto  idrografico  della 

'.  Marina  in  Genova  ha  intrapreso  la  pubHicazione  di  una  KffemerUte  ufficia'e  astronomica  e  tiaii- 

(«  (I»  fast^^icolo  —  1916),  così  è  naturale  che  qui  si  rinund  a  contiìiuare  la  puàOlicazimie  di  quelle 

lyine  destinate  ad  «*»o  della  Marina  italiana. 

Ho  pure  soppresso,  per  economia  di  spazio,  le  4  pagine  del  Calenulario  perpetuo  che  pubblicai 
,rl  volume  del  1910.  ' 

CoiCi  ìu)  potuto  estendermi  di  più.  nelle  nozioni  generali  di  OrQnologìa  e  Calendariograffae  ntl 
capitolo  relativo  alla  visibilità  dei  pianeJi.  argomento  qnat' ultimo  che  nel  volume  del  1910  dovetti 
ìestringere  ercessivamenle  per  causa  di  ineluttabili  necessità  di  spanio. 

Alcuni  errori  sfwjgiti  nel  precedente  volume  relativamente  alle  feste  della  Liturgia  cattoUcà  fu- 
-nio  gentilmente  segnalati  dal  rev.  sue.  don  G.  H.  Giacoletti  in  Re  (Ossola)  e  debitamente  corretti 
'■l  presente  volume. 

A  nome  dell'  editore  e  del  direttore  (fc^/I 'Almanacco,  come  pure  per  conto  mio.  ringra'iio  questa 
'jregia  persona  e  qualche  altra  che  pure  favorì  consigli,  e  ripeto  ai  lettori  l'invito  di  contribuire 
I  fferfeùonare  la  nostra  pubblicaiione  esprimendo  liberamente  suggerimenti  e  proposte. 


intorno  al 


Osservatorio 

Ideila  R.  UnlverHit^  di  Bologna 
settembre  1916. 
;: 


Cenni 
Calendario 


Prof.  MICHKLF.  RAJNA. 


in  generale. 


uno  tropico  e  anno  civile.  -  Convenienza  di  man- 
tenere  stabile  nel  calendario  l'epoca  dell'equi* 
nozio. 


Il  ooiiipiito  cronologico  dello  na- 
ni civili  è  fondato,  come  ognuno  hìì, 
l'anno  solare,  che  è  l'intervallo  «li 
ipo  compreso  tra  due  successivi 
mi  del  Sole  a  uti  medesimo  punto 


del    suo   cammiiìo  apparente,  intorno 
alla  Terra. 

Questa  forma  di  anno  è  la  pi ìi  pro- 
pria ai  bisogni  della  società  umana, 
porche  adottando  l'anno  solare  si  ot- 


tiene  questo  vlsultnfo  imjiortnnte.  olu* 
le  stagioni  conservano  staltilinente  lo 
stesso  posto  in  tutti  gli  anni,  cioò  che, 
per  esempio,  nell'emisfero  boreale  ter- 
restre la  stagione  più  fredda  coi-ri- 
spon«le  semi)re  ai  mesi  di  dicembre  e 
gennaio.  Ma  aftinché  ciò  accadesse  sem- 
pre ed  in  modo  assolutamente  sta- 
bile, bisognerebbe  che  la  dui-ata  del- 
l'anno chùle  fosse  esattamente  uguale 
a  quella  dell'anno  tropico,  che  è  l'in- 
tervallo tra  due  consecutivi  ritorni  del 
Solo  all'equinozio  di  primavera. 

La  durata  del  l'anno  tropico,  espressa 
in  tempo  medio  solare,  vale  attual- 
mente 365  giorni,  5  ore,  48  minuti  e 
40  secondi,  cioè  quasi  365  giorni  e  un 
quai-to;  invece  è  manifesto  che  l'anno 
civile  deve  necessariamente  esser  com- 
posto di  un  numero  intero  di  giorni. 
Prendendo  l' anno  di  365  giorni,  cioè 
facendolo  più  corto  del  vero  anno  so- 
lare di  \u\  quarto  di  giorno  (come  fa- 
cevano gli  antichi  Egizi),  si  vede  che 
86  in  un  dato  anno  il  Sole  si  trova  al 
punto  equinoziale  il  21  marzo,  dopo  4 
anni  vi  arriverà  soltanto  il  22,  dopo  8 
anni  soltanto  il  23,  e  così  via  dicendo. 
A   ciascun   periodo  di  4  anni  l'epoca 


2  - 

1  di'ireqninozio  litard.'ià  di  un  giorno, 
e  per  <'onseguenza  la  temperatura  che 
originariamente  si  aveva  in  un  «lato 
])aese  il  21  marzo  (temi>oratura  che 
dipende  dalla  jtosizione  del  Sole  sul- 
l'eclittica) avià  luogo  nello  stesso  paese 
successivamente  in  aprile,  poi  in  mag- 
gio, etc. 

Così  il  principio  della  priiìiavera 
verrsi  a  ca[)itare  successivamente  in 
aprilo,  in  maggio,  in  giugno,...  in  set- 
tembre, in  ottobre....  in  diceml)re.  in 
gennaio,  in  febbraio;  e  uno  sposta- 
mento correlativo  si  verificherà  per  le 
altre  stagioni. 

Dopo  1460  anni  (prodotto  di  3(i5 
per  4)  tutti  i  giorni  dell'anno,  \ina 
volta  per  ciascuno,  avraimo  avuto  la 
stessa  temperatura  che  nel  primo  anno 
del  periodo  era  stata  pi*oj>ria  del  21 
marzo;  facendo  asti'azione,  ben  inteso, 
dalle  circostanze  atmosferiche  di  ca- 
rattere accidentale. 

Manifestamente  ciò  è  inconciliabile 
con  i  bisogni  della  società  umana,  spe- 
cialmente nei  riguardi  dell'agricoltura. 

A  questo  inconveniente  si  cercò  di 
rimediare  per  mezzo  di  artifizi  più  o 
meno  appropriati. 


A.i\no  romano.  •  Ive  intercalazioni. 


Sembra  che  in  origine  i  Romani, 
come  succede  presso  i  popoli  primitivi, 
usassero  un  rozzo  anno  naturale,  di 
lunghezza  incerta,  diviso  in  10  sezioni 
di  ineguale  durata,  legate  a  fenomeni 
salienti  del  mondo  vegetale  e  animale. 

Un  metodo  così  grossolano  non  po- 
teva, piti  conservarsi  di  fronte  ai  pro- 
gressi della  civiltà.  Per  dividere  il 
tempo  in  sezioni  brevi  e  determinate 
il  mezzo  più  semplice  era  offerto  dalla 
liUna,  le  cui  fasi  sono  fenomeni  così 
eloquenti  che  ogni  popolo  all'inizio 
della  civiltà  se  ne  serve  per  misurare 
il  tempo.  Così  fu  introdotto  —  da  Numa 
Pompilio,  a  quanto  sembra  —  im  anno 
lunare  composto  di  12  mesi,  o  di  355 
giorni  (periodo  equivalente  press'  a 
]>oco  a  12  lunazioni,  che  comprendono 
354  giorni,  in  r;igione  di  29  giorni  e 
mezzo  ciascuna). 

Pare  inoltre  che  presto  si  ricono- 
scesse il  divario  di  ciica  11  giorni  tra 
l'anno  lunare  e  il  periodo  annuale  del 
moto  apparente  del  Sole,  per  modo 
che  si  pensò  a  rimediare  mediante 
l'aggiunta  di  un  n>ose  ogni  due  anni. 
Questo  mese  intercalare,  detto  volgar- 
mente Mercechmhts',  \ù\n\i\  sùbito  dopo 
la  f'^sla  dei   Termhialia  (23  f*0»braio),  e 


la  sua  durata  era  alternativamente  di 
22  giorni  o  di  23.  Così  un  anno  inter- 
calare aveva  ora  377  giorni,  ora  378; 
e  4  anni  di  séguito  ne  avevano  1465, 
ciò  che  si  avvicina  alla  durata  di  4  anni 
solari  di  365  giorni  e  un  quarto  cia- 
scuno, che  fanno  1461   giorni. 

La  denominazione  data  al  mese  in- 
tercalare allude  al  mercato,  perchè  nel- 
l'ultimo mese  dell'anno  si  pagavano  i 
debiti. 

Sembra  che  cpiesto  sistema  d'inter- 
calazione venisse  poi  perfezionato  con 
l'istituzione  di  ini  ciclo  di  20  anni,  du- 
rante il  quale  per  4  volte  si  toglievano 
all'anno  5  giorni  per  A'olta,  cosicché 
20  anni  venivano  a  comprendere  7305 
giorni,  che  equivalgono  appunto  al  pro- 
dotto di  365  e  un  quarto  per  20.  Ma  la 
notizia  non  è  ben  sicura. 

Invece  ciò  che  pare  certo  si  è  che 
con  l'andar  del  tempo  i  pontefici,  a 
cui  era  commesso  l'ufficio  d'intimare 
e  far  eseguire  ai  tempi  debiti  le  inter- 
calazioni, si  allontanarono  dalle  regole 
stabilite  ed  ora  i)er  favore,  ora  per 
odio  di  chi  esercitava  le  magistratiu-e 
o  i  pubblici  a|)palti,  abbreviavano  e 
allungavano  l'anno  come  loro  meglio 
accomodava. 


n 


Lra  riforma  gi\&liaiia  del  Calendario. 

Fu  Giulio  Cesare  .liU«t(>r.M-ln'|>ensò  Ho    «letto    «he  (JiuJi.»   L'osare  porla 

ili  |M.iiv  rin»t-«li.)  jill.i  gran  e<.nrusi.ìii«5  la    durata    «l.'llauii..    «««unuiio   lU    .'tV» 

.l.rivaritt»    «la    siftatti    alnisi.    l)i««tr«)    i  giorni    a    :{«').').    I    lo  giorni  ,la  aggiun- 

ronsigli  (a  quanto  parel  il«'ira!str.»non>o  gtu-si    vennero    ripartiti    su    7    mesi  e 

;ilessj»n<lrino   .Sosigene.    egli    cominiiù  luei^isanionto  h  questo  modo:  2  giorni 

ilal  riniett«'r  le  eose  al  loro  posto  as-  furono    aggiunti    a    gtMuiaio.   «e«tilo  «» 

regnando   la   «lurata   «li   445  giorni  al-  «licenihre,    e«l   1  giorno  ad  aprii»',  giù» 

lanno   7o.s  di    Ifonia   (4(>  avanti  (lesii  gno,    settembre   e    novembre.    Com  le 

(risto),   l'iss.".   poi  a  .'Jlió  giorni  la  «Iti-  durate  dei  me>si  mutarono  come  segue: 

rata  dell'anno  civile  («liviso  in  12  mesi),  p 

ma  per  mettersi  d'acconlo  con  r.inno  Cai,em)ari«> 

hopi<-o   (ritenuto   allora  di  M^^  giorni  ..          .                           on          oi 

L-   un    quarto   «vsattamente,    secondo    i  vul^^^^ 5!  'li 

apienti  dell' Kgitto),   stabil'i  che  ogni  l^^}'];'''' f^  f^ 

|uattro  anni  si  «lovesse  aggiungere  un  AnHh^ «i  *i> 

[lorno  complementare.  M- ^    o SI  HI 

Questo  giorno  fu  inserito  immedi.»-  ,1^^^'*^ 2\  ^} 

unente  dopo  la  festa  dei  «  Termina-  ,     T"  ;/ •'  I-.'  ;  '      S          '.>, 

IH  „    festa   «-he  ooin.i«leva  col  .ettiu.o  ^.^"«'';^  '^'""V'?*  *      oi           Ì\ 

iorno  avanti  1«>  calende  di  marzo  (cioè  Agosto  (S.rst. le) .  .      29          Al 

d  giorno  2.}  febbraio,  second«)  il  no-  Se  tembre 2t*  .W 

kro  modo  moderno  di  contare  i  giorni).  Ir  ■ t\  Ì\ 

Quindi  il  giorn.»  inteiralare  veniva  a.l  ^ove.nbre 2^  .M 

.sere   un"  dopiuo   sesto  avanti  le  ««a-  l>>eeml.re 29  M 

M.de   di    marzo  {antedie.n  U.  .erfum  j     i,,,.,^j  aggiunti  furono  posti  alla 

.alenda.  Afarfia,  o  c^^^^^  «ne    del    mese,    eccetto  che  in  aprile, 

tro   24    i«^»»»>ni'.^    Di    qui    derivo   più  ,1,,,.^         .  „,,,tivo    di  feste  fu  inte-vu- 

irdi,  nel  M«3.1io  Kvo,  la  denominazione  ,,,t^  „„     ;^,,,,^  ^^^  j,  ^,-  ^  j,  o^• 
annn.t   hiiiSf.rlHa   per   1  anno  avente 

giorno  ili    più.  lo«nizione  a  cui  in  "~^ 

MUpi     p«)sterÌori    si    sostituì    «(Uell.-l    «li  iisiVln  per  la  prinuv  volLt.!;!  .S.mlo  Aiii»-li..  A-r»)- 

inus  ins^tfxium,  ui  tonoii.i  latinu.nw  ^„,.,,^    ,,ivj{.  :in.  Idki.rk  «Ik-e  t-he  U  l...n/.l.Mie«li 

anuHs  bixaextiliH  hì  iìivoiitr»  per  l»  piìmih  vhU» 

(1)   Secniiilo   fìixxKr.  (opera  citala,   v«>l.    II,  iiMll'<i|>era  De  temporam  ratione  iìit\  \  «'iier;»!»!!» 

27H)  l:i  Itieii/.ioiie  «li  aitim.i  h'utsertna  si  trova  Be«la  (ir7:{-7:J5). 

ra   riforma  gregoriana.  -   Soppressione  di  tve  bi- 
sestili ogni  quattrocento  anni. 

I^a    regola   giuliana   non  raggiunge  bolognese  dal  1Ò70  al  158'ì.  ebbe  sta* 

jrfott'unente  il  suo  s«opo,  perch»"' Slip-  bilito  nella  chiesa  di  San  P«'tronio  un 

)ne  l'anno  tro|>ico  esattamente  uguale  grande  gnomone,  col  qu:ile  riconobbe 

8('>.'i  giorni  «*  (>  oi*c.  ciò»- lo  fa  un  poco  che  nel  1.570  il  solstizio  invernale  era 

I  minuti   circa)    più  lungo  del  vero,  avvenuto    il    giorno    11   «liceml)re.  Sia 

pra.  «juesta  piccola  «lift*er«Miza  accumu-  detto    per  incidenza,    la  cel««bre  m«>ri- 

idosi    .1    poco    per  volta  produce  il  diana  di  San  Petronio  fu  poi  rinnovata, 

ivario   «li  un    giorno   intero    in  circa  nel    Kióó,  da  Gian    Domenico  Cassini, 

anni,  o  il  divario  di  circa  3  giorni  il  quale  non  solo  ne  corresse  la  dire- 

400  anni.  ziono,  che  non  era  esatta,  ma  accrebbe 

La  «piestione  fu  studiata  da  no-  di  un  terz«>  l'altezza  del  gnomone,  por- 
uni    «•ompetenti    imi  secoli  «lai  XllI  tandola  a  27  metri. 

XVI.  e  nel  l.'ìft^  il  Concilio  di  Trento  Finalmente   il  Papa  Gregorio  Xllf 

»caric«"»  il   Sommo  Pontelìce  di  prov-  (Ugo  Boncompagui.  bolognese)  decreti» 

jdere  a  risolv«>rla.  (Jli  «clementi  fon-  nel    1ÓS2    la    sua    «M»lebre    riforma  «bd 

imentali.  «'hi!  bisognava conoscore«Mi:i  «jalendario.  adottando  le  ]>roposte  f«»r- 

?isione,   erano  «lue:   la  «lurata  del-  mulate  alcuni  anni  avanti  da  un  medico 

fanno  tropi«*o  e  l'epoca  dell' «'quinozio.  ««alabrese.  Luigi  (tiglio  (latinameide  l/i» 

lovi  passi  «l«»cisivi  furoiK»  fatti  «lopo  Hitx),  mort«>  nel   1570.  Con  la  Bolla  /»»- 

le    il    «loin«Mj:can«»    P.   lijna'.io   D;inH,  Ifr  f/rnris>tiiii(iM  del  24  febbraio   15S2  il 

rofoss.ni- «li  M:it<'m:iti«h<>  M"IIo  Studio  Papa    prescrisse   cho  ogni   100  anni  si 


dovo«-JO  ti-:i]:ì><ci:ii"c  por  tro  vnllu  il 
gionro  eòiuplomoiilare  ilolhi  iiilurcala- 
ziona  giiiliiinn.  A  taU^  scopo  fu  slal/i- 
lito  che  dovessero  esser  coimini  (e  non 
bisestili)  qtie;4li  anni  secolari  che  non 
fossero  divisibili  i)er  400:  tali  l■uro^lo 
gli  anni   1700,  1800  e  1900. 

Con  questo  temperamento  appor- 
tato alla  intercala/ione  giuliana  il  ca- 
lendario   fu    messo    d'accordo   in  ma- 


niera f(nasi  esatta  col  moto  annuo 
apparente  del  Sole.  Inl'aHi  400  anni 
civili  costituiscono  un  intervallo  di 
tempo  elle  è  appena  di  2  ore  e  ine/./.a 
più  lungo  dello  spazio  di  400  anni 
tropici.  Cosi  gli  e<niino/i  ed  i  solsli/i 
ritornano  ogni  anno  quasi  esattamente 
alla  medesima  epoca,  e  non  vaimo  più 
soggetti  a  uno  spostamento  })rogressivo 
nei  eorso  dei  secoli. 


Ripristinamento  dell*  equinozio  di  primavera  al 
21  marzo.  -  Soppressione  di  IO  giorni  nel  mese 
di  ottobre  1582. 


Al  tempo  del  Concilio  di  Nicea 
(anno  825),  quando  si  trattò  di  sancire 
per  tutti  i  Cristiani  una  norma  unica 
riguardo  al  celebrare  la  Pasqua,  l'equi- 
nozio di  primavera  avveniva  il  21  mar- 
zo, e  alioi-a  si  ci'edette  che  l' equi- 
nozio dove(Sse  conservarsi  stabile  e 
ritornar  sempre  al  21  jnarzo  d'ogni 
anno.  Ma  in  causa  dell'essere  l'anno 
tropico  un  poco  più  corto  dell'anno 
giuliano,  al  tempo  di  Papa  Gregorio 
l'epoca  dell'equinozio  non  capitava  più 
al  21,  ma  bensì  all' Il  di  marzo.  Per- 
ciò la  riforma  gregoriana  provvide  an- 
che a  rimetter  d'accordo  la  data  ca- 
nonica con  l'equinozio,  mediiinte  la 
soppressione  di  lOgiorni  neirannolo82. 
La  Bolla  papale  ordinò  che  nel  mese 
di  otto!)re  di  quell'anno,  dopo  il  gior- 
no 4  (festa  di  San  Francesco),  si  sal- 
tj^sseio  10  giorni,  cosicché  il  quinto 
giorno  di  ottobre  divenisse  il  decimo- 
quinto. 

La  riforma   di  Gregorio  (dice  il  P. 


Adolfo  Mùller  ne' suoi  pregevolissimi 
Klenitoìli  (li  Astronomìa) (y)  era  motivata 
l>rinci  pai  mente  dallo  spostamento  del  la 
Pasqua  e  delle  altre  feste  dipendenti 
dalla  data  di  questa  (le  fe.He  mohili]. 
Come  si  sa,  la  Pasqua  s.i  deve  cele- 
bi-are  dai  Cristiani  nella  domenica  se- 
guente il  primo  plenilunio  che  avviene 
il  21  di  marzo  (epoca  presunta  del- 
l'equinozio) o  sfibito  dopo. 

Con  la  restrizione  apportata  alla 
i-egola  giuliana  dei  bisestili,  l'ep.x-a 
dell'equinozio  fu  resa  praticamente  sta- 
bile, e  ciò  fu  un  bene.  Meno  felice  — 
anzi,  per  parlare  scliiettamente  —  er- 
roneo fu  il  provvedimento  di  sopi)ii- 
mere  lOgioi-ni  nel  mese  di  ottobi-e  15vS2, 
col  semplice  scopo  di  ricondurre  la 
data  dell'equinozio  di  pi-imavera  al  21 
<li  marzo.  Questa  sottrazionedi  lOgiorni 
fu  nno  sbaglio,  perchè  ha  scompigli;ito 
la  Cronologia. 

(1)  Konia,  I9il4-9.1C,  voi.  I,  pag.  511. 


Cenni  storici  sulla  propagazione  successiva 
della  riforma  gregoriana. 


Le  proscrizioni  della  Bolla  papale 
furono  obbedite  sìibito,  o  quasi,  nella 
massima  parte  degli  Stati  cattolici.  In- 
vece la  gran  maggioranza  dei  Prote- 
stanti rimase  fedele  al  "  vecchio  stile  ,., 
per   motivi    principalmente   politici   e 


mania  protestante  e  nei  Paesi  Bassi 
l'anno  1700  ebbe  undici  giorni  di  meno, 
essendosi  fatto  seguire  immediatamente 
il  V  marzo  al  18  febbràio. 

Seguirono    l' esempio    i    principali 
Cantoni  protestanti  della  Svizzera.coine 


religiosi.   ]Non   valse  in  (Termania  che    Zurigo^  Berna,  Basilea,  SciaiFusa  e  Gi- 


SI  dichiarasse  favorevole  alla  riforma, 
nel  l('»l->,  un  uomo  tanto  stimato  ed  au- 
torevole come  Giovanni  Keplero. 

Dopo    molti    anni    di    disputazioni 
non  sem]»re   sereno  riuscì  finalmente. 


nevra,  dove  si  ])iincìpiò  l'anno  1701 
col  dodicesimo  giorno  di  gennaio.  Ma 
fu,  solo  liei  1752  che  l'Inghilterra  si 
uniformò  al  calendario  gregoriano,  per 
volere   specialmente  di  Lord  Chester- 


verso  la  iine  del  secolo  XVll,  al  ma-  fìehl  (Filippo  Doriner  Stanhope,  sci'it- 

tematico   e  astronomo  Erardo  Weigel  toro  ed  uomo  di  Stato).  Lo  stesso  fe- 

(professore  all'Università  di  Jena),  aiu-  cero  nel  1753  la  Svezia,  nel  1781  paste 

tato    d;il    celebre    Goffredo   Guglielmo  dei   Grigionie   nel  1798  il  rimanente, 

licibuitz    (suo   antico  scolaro),  di  per-  come  pui'e  Glaronae  Appenzell  esterno, 

suadere  gli  Stati  tedeschi  evangelici  ad  per  decreto  del  Direttorio  della  Repub- 

adottare  il  "  nuovo  stilo  „,  e  nella  Ger-  blica  elvetica. 


-  5  - 
Como  cnriosità  si  può  notaio  cho    tlossa,  cioò  prosso  i  Riiksì,  i  Orcci  o<\ 


r.).s(|iiav<i  i-imase  f«.>dele  al  cHloinlano 
giuliano  (ino  al  17(>0,  o  die  il  Colmino  di 
.Siis  nella  liassa  Kiigadina  tonno  tliiro 
a  iiiantoiKMo  il  voccliio  stilo  tino  al  1811 
o  ce*l«»tte  solo  di  tV«»nto  a  una  minaccia 
di  ÌMt»M-vento  punitivo  armato. 

Ai    ttMiipi  nostri   il  calondai'io  giu- 
liano ó  rimasto  in  vigore,  come  si  sa, 


i  Cristiani  <l*<)rionto.  Ita  difTiuoMMi  è 
attiialuKMito  di  \'ì  giorni,  cssoiido  cre- 
sciuta di  tre  unitii  rispetto  al  suo  va» 
loro  primitivo,  ])or  CHiisa  cIik  gli  anni 
secolari  17()0,  180<)  e  i«.K)0  furoìio  l>ise. 
stili  iifd  cahMulario  giuliano  p  comuni 
in  quello  grogorinno.  Tale  difYcrcn/.a 
rimarrà    di    ÌH   giorni   tino  al  l'S  fob- 


soltanto   presso  la  Chiesa  greca  orto-    braio  2100  (grog<:»riano). 


Lr'èra  cristiana  o  volgare. 

C'omo  e  iu>to,  si  chiama  "  èra  «  una  sotto  Diocleziano,  mentre  gli  Spaglinoli 
iiccossione   continua    di    anni    che  si  partivano    dall'epoca   della    conquista 
>-<)ininciano    a    contaro    partendo    da  del  loro  paese  fatta  dai  Romani,  e  nel- 
un'origine  fissa  ("  epoca  „).  l'Imporo  d'Oriente  era  rimasto  in  uso 
Oggi"  quasi   tutte    le   nazioni    civili  il  sistema  dello  Olimpiadi.  In  conse- 
jeguono  l'èra  cristiana  o  volgare,  cioè  guenza   di    ciò    si    era    determinato  a 
"  intano  gli  anni  a  partirò  dal  1"  gen-  jioco  per  volta,  nella  numerazione  do- 
lio immediatamente  consecutivo  alla  gli  anni,  un  corto  stato  di  confusiono. 
icita  di  Gosii  Cristo.  Secondo  il  còm-  A  porvi  rimedio  pensò  l'abate  Dio- 
ito  di   Dionisio  il  piccolo  {IMonìsìnti  nisio.    Verso    l'anno    527    del    nostro 
jtto  exiguiis  per  la  sua  bassa,statura,  còmi>uto    attuale    egli    propose    di  in- 
lonaco  scita  vissuto  in  Roma  nel  se-  trodurre  un'era  cristiaiui,  cioè  propose 
secolo).  Cristo  nacque  il  25  dicem-  di    numerare    gli    anni   a   partirò  dal- 
doll'anno  753  dalla  fondazione  di  l'epoca  della  incarnazione  di  Gesìi  Cri- 
ima  secondo  Varrone.  Poiché  in  quo-  sto,  epoca  cho  egli  credette  <li  poter 
èra   romana   l' anno    principia  col  (issare  al  25  marzo  deiranno  75^3  dalla 


gennaio,  così  è  manifesto  che  il  pri- 
llo anno  dell'era  cristiana  cominciò  col 
gennaio  dell'anno  754  dalla  fonda- 
rne di   Roma.   Questo  primo  giorno 
di' èra  cristiana,  cho  è  propriamente 
[epoca  di  essa,  fu  un  sabato,  come  si 


fondazione  di  Roma. 

La  proposta  dionisiana  fu  accettata 
nell'anno  607  dal  Papa  Bonifazio  IV, 
o  sùbito  dopo  entrò  in  uso  in  Italia 
ed  in  Francia,  e  poi,  a  poco  por  voltai, 
anche  negli  altri  paesi  del  mondo  ci- 


uò  verificare  con  facile  procedimento    vile  romanizzato;  però  nel  Portogallo 


ritmotico.(i) 

Nei  primi  secoli  della  Chiesa  si  so- 
nito per  to  più  ad  usare  la  numera- 
lone  romana  degli  anni,  a  partire 
dia  fondazione  di  Roma  {ah  Urbe 
Utdi/a).  Tuttavia  avevano  corso  anche 


tardò  a  essere  allottata  fino  al  1415. 

Più  tardi  fu  messo  in  chiaro  dadi- 
versi,  per  es.  da  Keplero  nel  Hì(H>  e 
nel  1618,  cho  Dionisio  aveva  sbagliato 
di  cinque  anni  nello  stabilire  la  sua 
èra,  cioè   che  l'epoca  della  nascita  di 


Itro   maniere  di  computo;  per  esem-  Cristo    si    devo   ritenere    anteriore  «li 
Ko,  alcuni  contavano  gli  anni  a  par-  cinque  anni  al  principio  «Ioli' èra  vol- 
ìre  <l;illa    persecuzione   dei   Cristiani  gare.  Ma  questo  fatto  ha,  i)or  fortuna, 
un'importanza  secondaria,  perchè  l'e- 
poca cho  si  assume  come  i)unto  di  par- 
ti) Vc<li  per  esemplo  »pag.  29. Mi' onns.oi»:  t  j.  contare  gli  anni  è  por  sua 
n:toni.  e  t'ivnle  nuìnerichi  Dfi-  la  compilatone          ,         ^     ,  .,        •         "  •         1 
CaUnUario,  citato  in  prhuipio.  natura  arbitraria  e  convenzionalo. 


Date  diverse  del 
Principio 

La  data  del  25  marzo  scolta  da 
lonisio  come  principio  dell'anno  (ab 
ìrarnatione)  non  fu  adottata  da  per 
ilto,  ma  a  tale  scopo  s'introdussero 
Itre  epoche  o  per  es.  si  faceva  comin- 
lar  l'anno  a  Natalo  (25  dicombre).  nu- 
lerando.si  cos'i  gli  anni  a  Xafirifafc  In 

ancia  e  in  Inghilterra,  poi,  dapprima 
niucipiù  ranno  al  25  dicembre,  0 


principio  d'anno, 
del  secolo. 

più  tardi  al  25  marzo;  mentre  in  Cor- 
mania  si  foco  il  mutamento  in  senso 
inverso.  In  altri  paesi  restò  in  viiroiH 
l'uso  romano,  «li  cominciar  l'anno  col 
1"  gennaio,  e  a  questo  sistema  si  (ini 
por  ritornare  da  per  tutto,  p«'rò  »  op»». 
cho  diverso  secondo  i  diversi  pa«»si. 

In    l'raiK'ia   il    principio  dell'anno 
col  1"  gennaio  fu  stabilito   por  log'jy 


G 


noi  JòOO;  nei  Paesi  Bassi  nel  1575; 
uolla  Scozia  noi,,  15*^0;  in  laghilterra 
solauiento  noi  1752.  In  altri  paesi  l'uso 
isi  stabilì  <la  sé  a.  .poco  a  poco,  per  os. 
in  (Jerniania  e  nella  Svizzera  nel  corso 
dei  secoli  decimoquinto  e  deciniosesto. 

Kelativ  amento  al  principio  del  se- 
colo, si  può  notare  che  già  alla  fine  dei 
secoli  XVil  e  XVIII,  come  pure  alla 
line  del  secolo  XIX,  si  disputò  oziosa- 
mente se  l'anno  secolare  (cioè  rispet- 
livamente  l'anno  1700,  1800  e  1900) 
fosse  l'ultimo  del  secolo  vecchio,  op- 
pure il  primo  del  secolo  nuovo. 

Tale  questione  non  dovrebbe  sor- 


gere (jualora  tutti  sapessero  elio  nella 
Cronologia  gli  anni  si  nuiiieraiio  cor' 
renfi  e  non  revoluti,  e  si  usano  i  nu- 
meri cardinali  invece  dei  corrispon- 
denti aggettivi  ordinativi.  Cosi  si  dice 
"  l'anno  1916  ,,  e  non  "  l'anno  mille- 
simo novecentesimo  decimosesto  «.pre- 
cisamente come  si  dico,  per  es.,  "^  il 
giorno  15  ,,  del  mese  e  non  "  il  giorno 
quindicesimo  .,  (con  la  sola  eccezione 
del  primo  giorno  del  mese). 

In  base  a  ciò  si  concluse  tutte  e 
tre  le  volte  che  l'anno  secolare  è  1" ul- 
timo del  secolo  vecchio,  e  l'anno  1  è 
il  primo  del  secolo  nuovo. 


Nomi  romani  dei  mesi. 


Sembra  che  i)rima  di  Numa  Pom- 
pilio l'anno  dei  Romani  comprendesse 
solamente  10  mesi,  cosi  denominati: 


Mariius 

Aprilis 

Ma'ms 

Jìiìtius 

Qaintilis 


Sextilis 

Scplemher 

Oclober 

JVovember 

Decemhcr. 


I  nomi  degli  ultimi  6  mesi  pro- 
rano  ad  evidenza  che  in  quegli  anti- 
chi tempi  l'anno  principiava  col  mese 
di  marzo.  Numa  avrebbe  aggiunto  al- 


tri due  mesi,  Janiiarius  e  Fehranrlus, 
col  primo  dei  quali  si  iniziò  l'anno. 

11  nome  Qaintilis  fu  sostituito  da 
Julius  nell'anno  44  av.  Cr.,  in  onore  di 
Giulio  Cesare,  e  più  tardi,  nell'anno  8 
av.  Cr.,  si  cambiò  nome  al  mese  iS't?- 
scHlis,  chiamandolo  Auffustus  dal  nome 
dell'  Imperatore. 

Nel  Medio  Evo  pare  che  i  nomi 
romani  dei  12  mesi  siano  rimasti  sem- 
pre rispettati,  sebbene  Carlo  Magno 
avesse  voluto  mutarli  con  altre  deno- 
minazioni di  radice  ;sermanica. 


Divario  tra  i  Cronologisti  e  gli  Astronomi  nel  nti- 
nxerare  gli  anni  avanti  Cristo.  -  Regole  aritme^ 
ticKe  per  i  bisestili^ 


Si  è  detto  sopra  che  gii  anni  si 
numerano  correnti  e  non  revoluti,  e  si 
usano  i  nunieri  cardinali  (uno,  due, 
tre....)  invece  dei  corrispondenti  agget- 
tivi (primo,  secondo,  terzo,..,).  In  con- 
formità di  ciò  i  Cronologisti  chiamano 


menti  dell'Aritmetica.  Con  esso  di- 
venta facile  e  sicuro  il  computo  degli 
anni  compresi  tra  due  epoche  date,  di 
cui  una  sia  anteriore  e  l'altra  poste- 
riore al  principio  dell'era,  e  inoltre 
rimane    unica,    per    gli    anni  avanti  e 


*'  anno  1  dopo  Cristo  ,,  il  primo  anno  dopo    Cristo,  la  regola  aritmetica  con 

dell'era  volgare,  anno  che  corrisponde  cui  si  riconosce  se  un  dato  anno  giu- 

al  754  dalla  fondazione  di  Roma,  e  chia-  liane  sia  bisestile.  ''  Sono  bisestili  tutti 

mano    "anno  1  avanti  Cristo,,  l'anno  quegli  anni  di  cui  il  numero  d'ordine 

immediatamente  anteriore,  cioè  l'anno  è    esattamente   divisibile   per  4  „.  In- 

7.53  di  Roma.  vece,  col  metodo  dei  Cronologisti,  que- 

Invece    quest'  ultimo    è     chiamato  sta   regola   vale   soltanto  per  gli  anni 

''anno  zero  „  dagli  Astronomi,  i  quali  dopo  Cristo,  mentre  per  gli  anni  avanti 


nel  contare  in  senso  retrogrado  gli  anni 
anteriori  all'anno  0  usano  i  numeri 
negativi  — 1,  — 2,  — 3,...  Così  gli  anni 
1,  2,  o,...  av.  Cr.  dei  Cronologisti  coin- 
cidono rispettivamente  con  gli  anni  0, 
— 1,  — 2,...  degli  Astronomi. 

Ne  segue  che  per  gli  anni  av.  Cr. 
i  numeri  dei  Cronologisti  superano 
sempre  di  una  unità  i  numeri  degli 
Astronomi.  Per  gli  armi  dopo  Cristo 
non  c'è  discordanza. 

Il  metodo  degli  Astronomi  è  il  solo 
razionale,  essendo  conforme  ai  fonda- 


Cristo  "  i  bisestili  sono  quelli  di  cui 
il  numero  d'ordine  diviso  per  4  lascia 
per  resto  1  ... 

Queste  regole  valgono  per  il  calen- 
dario giuliano.  Per  quello  gregoriano 
bisogna  ricordare  l'eccezione  introdotta 
dalla  riforma  del  1582  relativamente 
agli  anni  secolari  (cioè  quelli  il  cui 
mimerò  d'ordine  ternìina  con  due  zeri). 
Ne  segue  la  regola:  "  gli  anni  secolari 
gregoriani  sono  l)iscstili  solamente  nel 
caso  che  il  loro  numero  d'ordino  sia 
esattamente  divisibile  per  400  „. 


Calendario  romano  antico. 

Rolatlvamente  alla  domanda:  -^  qua-  [diis  col  trodicesiino  ;  o  così  umialmonto 

1m  ora  cousideravaiio   gli   antichi  Ro-  in  fbbhraio  e  nel  mese  iiitorcaiare  (.Vr/-. 

mani  coiuo  principio  della  giornata?  „.  cedonius). 

GinzeI  conclude,  dopo  aver  esposto  i  Questa  antica  disposi/ione  fu  con- 
ri>>idtati  d(>lla  critica  storica  od  archoo-  servata  da  Giulio  Cosare  quando  ri- 
logica  su  tale  argomeuto,choperquauto  formò  il  calendario, 
concerne  lo  pubbliche  funzioni  reli-  Partendo  dalle  suddetteepoche  men- 
giose  e  giuridiclio  il  giorno  cominciava  sili  usavano  i  Romani  designare  gli 
a  mezzanotte,  mentre  l'uso  popolare  lo  altri  giorni  del  mese,  contando  in  senso 
faceva  principiare  all'auroia.  retrogrado:   cioè  con  un  sistema  ana- 

1  giorni  del  ^nese  venivano  contati  logo  a  quello  che  ancora  adesso  si  usa 

dai  Romani  riferendosi  a  certe  deter-  qualche  volta  quando  ci  si  domanda: 

minate  epoclie  d'ogni  mese  dette  "  ca-  "che    ora  è?  „  e  si    risponde  per  es.: 

lende,  none  e  idi  „.  "  sono  lo  5  meno  un  quarto  „,  inroce 

Comesi  è  giìi  visto,  in  origine  l'anno  di  diro:  -sono  le  4  e  tre  quarti  „. 

romano    era    semplicemente    lunare  e  Le  regole    in  proposito  erano  que- 

<'omprendeva    12    lunazioni.  Il  giorno  ste:    il   giorno   da   cui    si  parto  viene 

Ili  primo  ricomparir  della  Luna  alla  senìpre  compreso:  per  es.  il  omaggio 

^era   (sotto  forma  di  tenue  falce),  era  è  il    quinto    giorno  avanti  le  none  di 

il    primo   giorno  del  mese  (Kalendae).  maggio    (=  7  maggio);  il  28  giugno  è 

11  giorno  del  primo  quarto  della  Luna  il  quarto  giorno   avanti  le  calende  di 

ora    detto   Nonae,  perchè  da  esso  fino  luglio;    il  9  agosto  è  il  quinto  giorno 

al    plenilunio    si    contavano    8  gioi-ni.  avanti  gli  idi  di  agosto  (=  13  agosto). 

[(his  significava  il  giorno  del  plenilu-  Il  giorno  che  precede  le  tre  epoche  si 
Ilio.  Così  si  avevano  in  ogni  mese  tre 
'late  principali:  Kalendae -"- \\o\'\\\\\\ìo; 
Xonae  =  primo  quarto;  Idits  =  pleni- 
lunio. 

L'anno  romano  antico  (di  .355  giorni)  le  parole  "calende,  none,  idi  „  erano 

crìi  diviso   in  12  mesi  come  segue:  4  usate  all'ablativo  (ATa/t'/irffV,  ^otiiV, /r/»- 

nìesi    di    o\    giorni  ciascuno  {Martini*,  bus)    e  gli   altri   giorni  erano  espressi 

Maiuii,    QiiUìtilis  e  Ocioher),  7  n)osi  di  con  ante  diem...  e  con  quelle  parole  al- 

2\)    giorni    {[nnuariu.<f,    Apriìis,    lunìutf,  l'accusativo;  per  es.  «n/e  rf/Vw»  (oppure 

Sej-(i/ift.  Septemhtr,  Xovember  o   DecetU'  a.  d.)  sextuin   Idti^   Iitnia^  =^  8  giugno; 

ber)    e   un  mese  di  28  giorni  (Februa-  jtridie  Kalendas  Inliaa  ~- 30  giugiìo.  ì?i\i 

rius).  Nei   mesi  di  31  giorni  lo  Nonae  raramente    il    numerale   ordinativo  si 

furono  collocate  al  settimo  giorno  del  trova   posto    all'ablativo    e  l'epoca  di 

mese    e  gli  Idtis  al  quindicesimo;  nei  j)artenza   all'accusativo;   per  es.  tertio 

mesi  di  20  giorni   le   Nonae  coincide-  Kalendas  Juniaa  ---  30  maggio.  E  su  ciò 

vano  col  quinto  giorno  del  mese  e  gli  basti,  i>er  brevità. 

Il  periodo  giuliano  e  le  ère  principali. 


■hiamava  pvidie;   così    per   es.  pridie 
Idiis  Aprilis  =  12  aprile. 

Nel  designare  una  data  (cioè  rispon- 
dendo alla  domanda  :  •*  in  qual  giorno? ,,) 


Si    chiama  '^  periodo  giuliano  ^  un 
Periodo   di  7980  anni  giuliani   propo- 
>to    dal    matematico    e    filologo    Giu- 
s.'ppe  Giusto  Scaligero  (1540.1t>09).  Il 
mimerò  7980  è  il  prodotto  dei  tre  nu- 
meri  ciclici   28,    19  e  15,  dei   quali   si 
'lira    pili    innanzi.  Il  primo  anno  del- 
l'«-ra  volgare  corrisponde  all'anno  4714 
il  1  periodo  giuliano,  la  ctii  origine  è 
inindi    anteriore   a   tutto   le  date  dei 
lupi  storici;  per  conseguenza  questo 
>icma    di    numerazione    degli    anni 
-'•ludo    ogni    aml>iguità    proveniente 
il  cambiamento   dell'era  e  così  con- 
ibuisce  moltissimo  a  render  chiaro  e 
•  ulinat»^  le  computa/.ioni  cronologiche, 
il  s*^5nonte  (quadro  contiene  l' indi- 


cazione di  alcune  fra  le  principali  ère 
che  fiu'ono  in  uso  nel  corso  dei  secoli. 
Gli  anni  avanti  Cristo  sono  contati  col 
metodo  degli  Astronomi. 

Relativanìente  all'èra  nh  Urbe  roH' 
dita,  è  bene  osservare  quanto  segui*  : 
L  —  A  tutto  rigore  la  sua  epoca 
dovrebbe  coincidere  col  21  aprile  del- 
l'anno —  752  (XI.  Knl.  Mai.  •■-  fegtji 
primaverile  dei  PariHa).  epo<'a  tradi- 
zionale della  fondaziotie  di  Honia.  M.» 
pei-  semplicità  si  suol  trascurare  tale 
differenzi»  di  «juasi  4  mesi  e  si  assuim^ 
che  tutto  intero  il  primo  anno  «/>.  1^.  r. 
coincida  con  l'anno  —  7.VJ  dell'era 
cristiana  {--  75-j  av.  Cr.  secofido  i  Cro- 
nologisti). 


II.  —  Nel  terzo  secolo  avanti  Cri- 
sto, quando  fmono  ufficialmente  re- 
datti gli  elenclii  dei  Consoli  {Fasti 
connulares),  divenne  generale  l'uso  di 
designare  i  singoli  anni  dal  nome  dei 
Consoli    in    carica.  (')  Questo  computo 


8  - 

secondo  gli  "  anni  consolari  „  era  quindi 
\m  surrogato  dell'uso  di  xm'èra  e  durò 
per  parecchi  secoli,  uell'età  repubbli- 
cana e  impru-iale. 


(1)  Vedi  il  Dizionario  epir/rafico  di  Antichità 
romane  di  K.  1)k  t(L-i;<uKKu  (Kunia,  1910),  articoli 


«  Consul  »  e  «  ConsulariR  »:  a  cui  Bfj;'<<>nf>  fili 
elenchi  alfabetici  e  cioiioloyiici  dei  (loiisoli  ro- 
mani iieuli  nudici  secoli  e  nie/zo  di  duratn  il<l 
('onsolato  (dall' anno  —  508  al  -•-  6:52  dell'eia 
cristiana). 


Denominazione  dell'  èra 


Periodo  giuliano 

Ebi*aica  (dalla  creazione  del  mondo)  .  .  . 
Delle  Olimpiadi  (periodi  quadriennali)  .  . 
Della  fondazione  di  Roma,  secondo  Varrone 

Di  Nabonassar 

Cristiana  o  volgare 

Maomettana  (dell' Eyir a) 


Epoca  od  originò 


o 

g 

o 

'6 

i 

•   Anno 

dell'era        del  periodo 
cristiana          giuliano 

1 

Gn. 

—  4712 

1 

Ot. 

—  37G0 

053 

1 

Lg. 

—    775 

3938 

1 

Gn. 

-     752 

3901 

2G 

Fb. 

—     740 

3907 

l 

Gn. 

+         1 

4714 

15 

Lg- 

+     022 

5335 

Computo  ecclesiastico. 


Si  chiama  "  computo  ecclesiastico  „ 
quel  complesso  di  regole  che  servono 
a  fissare  il  calendario  ecclesiastico  e 
specialmente  la  data  della  festa  di 
Pasqua,  da  cui  dipendono  tutte  le  al- 
tre feste  mobili. 

Secondo  i  decreti  della  Chiesa  la 
Pasqua  di  Risurrezione  deve  essere  ce- 


In  conseguenza  di  ciò  le  date  delle 
fasi  lunari  e  le  età  della  Luna  segnate 
nel  calendario  ecclesiastico  possono 
differire  leggermente  da  quelle  calco- 
late nelle  effemeridi  astronomiche. 

A  tal  proposito  bisogna  notare  spe- 
cialmente che  mentre  il  novilunio 
astronomico  avviene  quando  la  Luna 


lebrata  nella  domenica  consecutiva  al  è  in  congiunzione  col  Sole  (cioè  quando 
primo  plenilunio  di  primavera,  cioè  al  i  due  astri  hanno  la  stessa  longitudine), 
primo  plenilunio  posteriore  al  giorno  20  momento  nel  quale  la  Luna  è  invisi- 
marzo.  Se  il  plenilunio  e  la  domenica  ca-  bile,  invece  il  novilunio  ecclesiastico 
dessero  insieme  nel  21  marzo,  il  giorno  corrisponde  all'epoca  in  cui  la  Luna 
di  Pasqua  sarebbe  la  domenica  seguen-  emergendo  dai  raggi  solari  diventa  vi- 
te. Invece  se  il  plenilunio  avvenisse  il  sibile  per  la  prima  volta  sul  cadere  del 
20  marzo,  il  prossimo  plenilunio  verrà  giorno  sotto  forma  di  una  tenue  falce, 
al  18  aprile,  e  se  questo  giorno  fosse  per  In  base  ad  antiche  osservazioni  si  ri- 
caso una  domenica,  bisognerebbe  aspet-  tiene  che  ciò  non  succeda  mai  prima 


tare  la  prossima  domenica,  che  cadrebbe 
nel  25  aprile.  Così  si  vede  che  la  data 
di  Pasqua  è  compresa  tra  il  22  marzo 
e  il  25  aprile,  entrambi  inclusi. 

Nel  computo  ecclesiastico  si  consi- 
dera per  semplicità  una  Luna  fittizia. 


che   siano  passate  40  ore  dall'  istante 
della  congiunzione. 

Secondo  l'uso  ecclesiastico, i  giorni 
dei  noviluni  in  un  dato  anno  sono 
quelli  che  nel  calendario  perpetuo  sono 
segnati    dall'  epatta  di    quoll'  anno.  Il 


detta   Luna  ecclesiastica,  le  cui  fasi  si    novilunio   è   il  primo  giorno  della  lu- 


suppongono  succedersi  a  periodi  detei'- 
minati  e  costanti,  prescindendo  così 
dalle  ineguaglianze  a  cui  è  soggetto  il 
moto  reale  della  Luna  intorno  alla  Ter- 
ra e  quello  della  Terra  intorno  al  Sole. 


nazione  e  le  altre  fasi,  cioè  primo 
quarto,  luna  piena  e  ultimo  quarto,  cor- 
rispondono rispettivamente  al  settimo, 
al  (leriwoquarto  o  al  ventiduesimo  giorno 
doUa  lunai^ioiiy. 


Elementi  del  computo  ecclesiastico. 


Le  regole  del  computo  ecclesiastico 
mo  uso  di  alcuni  eleinonti  caratte- 
>tici  dell'anno,  che  sono:  il  numero 
foro,  VepatUi,  il  ciclo  solare  e  la  lettera 
vnenicule.   Duo   altri   clementi  che  si 
Iglion  dare  no^li  almanacchi  sono:  il 
imero  (XgW  imiizione  romana  e  la /e<- 
l'a  del  Martirologio. 
Numero  d'oro.  —  Già  nel  V  secolo 
Ulti  Cristo  l'astroiiomo  ateniese  Me- 
le scoprì  che  la  durata  di  235  luna- 
)ni  equivale  quasi  esattamente  a  19 
ini    solari.   E  chiaro    quindi    che  se 
19  anni  consecutivi  sono  stati  no- 
ti  i   giorni   in   cui   ebbero   luogo  le 
ìverso   fasi  lunari,  ciò  permetterà  di 
ìdire  i  medesimi  aspetti  negli  anni 
iccessivi;  e  se  la  serio  dei  tempi  vien 
ivisa   in    periodi  di  19  armi  {cicli  In- 
vi), numerandosi  gli  anni  di  ciascun 
;lo  con  i  numeri  progressivi  da  1  a 
lo   medesime  tasi  lunari  cadranno 
w    medesimi    giorni  di    tutti    quegli 
mi  che  occupano  lo  stesso  posto  nei 
idi   a  cui    rispettivamente  apparten- 
mo.    11    numero   d'oro   è    appunto    il 
luniero    dell'anno    nel    ciclo    lunare. 
>me  origine  di  un  ciclo  è  stato  preso 
primo  anno  avanti  Cristo.  Quindi  si 
>de,  per  es..  che  il  numero  d'oro  del 
)\1  si  otterrà  prendendo  il  resto  della 
ìvisione  per  19  del  numero  1917-M; 
inesto  resto  è  18. 

Epatta.  —  Il   ciclo  metonico  era  il 
mez^o   di  cui  si  servivano  gli  antichi 
per  la  predi/Jone  delle  fasi  lunari.  Al- 
l'epoca   della    riforma   gregoriana    fu 
immaginato  un  altro    metodo  per  fis- 
■ue  preventivamente  la  data  del  ple- 
uilunio  pasquale,  senza  dover  ricorrere 
a  osservazioni  anteriori.  Si  chiama  età 
•Iella  Luna,   a  una  data  epoca,  il  nu- 
mero dei   giorni   interi   che  sono  tra- 
<orsi  dall'ultimo  novilunio  precedente 
tino   a   quell'epoca.   Sapendo   l'età  in 
ili  dato   giorno,  si  conosco  senz'altro 
i  fase  in  cui  allora  la  Luna  si  trova. 
Ora  è  chiaro  che  per  determinare  ap- 
prossimativamente l'età  della  Luna  in 
un  giorno  qualunque  dell'anno  basterà 
Hioscere   questa   età  al  SI  dicembre 
di' anno  precedente.  Questo  è  il  nu- 
mero   a  <uii    si  dà    il  nome    di    cpatta 
Bhe  vuol  dire  "  aggiunta  „). 

La   regola  per   trovare  a  una  data 
OCR  l'età  della  Lima  per  mezzo  del- 
cpatta  «"'  la  seguente:  se  Tanno  è  co- 
nìuuf^  si  aggiunge  all'epatta  il  nuniero 
dei  \\\iìii  interi  trascorsi  dopo  il  1"  gen- 


naio o  dopo  il  1»  marzo  .tino  al  giorno 
di  cui  si  tratta,  secondo  che  esso  vien» 
prima  o  dopo  il  l"  marzo;  al  risulUto 
si  aggiunge  il  numero  che  indica  la  dat« 
di  quel  giorno  nel  mese  a  cui  appar- 
tiene: la  somma  così  òtfenuta.  dimi- 
nuita di  3<)  unità  nel  caso  che  sia  mag- 
giore di  30,  esprime  1'  età  della  Kuna. 

Se  l'anno  è  bisestili)  e  si  tratta  di 
una  data  posteriore  al  29  febbraio,  hi- 
sogna  aumentare  l' epatta  di  una  unitiu 

Ben  inteso,  il  risultato  ò  sontplico- 
monte  approssimativo. 

Se  l'esatt'zza  del  ciclo  metonico 
fosse  assoluta,  le  epatte  formerebbero 
mi  ciclo  perpetuo  di  19  anni,  ritor- 
nando sempre  la  stessa  epatta  ngin 
volta  che  ritorna  lo  stesso  numero 
d'oro.  Ma  la  durata  di  19  anni  giuliani 
supera  leggermente  quella  di  236  lu- 
nazioni: la  differenza  vale  circa  1  ora 
e  mezza.  No  segue  che  se  consideriamo 
un  determinato  novilunio,  dopo  19 
anni  giuliani  la  Luna  ritornerà  al  no- 
vilunio  nel  medesimo  giorno  dell'anno, 
ma  anticipando  di  circa  1  ora  e  mezza. 
Facendo  il  calcolo  preciso,  si  trova 
che  tali  piccolo  anticipazioni  succes- 
sive formano  .iccumulandosi  1  giorno 
intero  dopo  300  anni  circa,  e  8  giorni 
dopo  2500  anni  circa.  Per  conseguenz.^ 
si  fanno  crescere  di  altrettanto  le  epatte 
nel  corso  dei  secoli,  secondo  regolo 
che  qui  si  omettono  per  brevità. 

Ciclo  solare.  —  Fu  dato  questo  nomo 
a  un  periodo  di  28  anni  giuliani  «ho 
riconduce  a  corrispondere  nello  stosso 
modo  i  giorni  della  settimana  con  lo 
date  nel  mese.  Negli  almanacchi  si 
suol  inscrivere  sotto  quel  nomo  il  nu- 
mero d'ordine  che  l'anno  considerato 
occupa  nel  ciclo  corrente. 

Dai  cronologisti  fu  adottato  l'anno 
9  avanti  Cristo  come  primo  anno  di 
un  ciclo  solare.  Quindi,  per  sapere  il 
numero  del  ciclo  solare  relativo  al- 
l'anno 1917,  per  es..  basta  aggiungerò 
9  e  dividere  la  somma  per  28:  il  quo- 
ziente 68  esprimo  il  numero  dei  pe- 
riodi interi  trascorsi  dall'anno  9av.  Cr. 


fino  al  presente,  e  il  residuo 


d  ica 


il    posto   occupato  dal    1917   nel   ciclo 
solare  corrente. 

Lettera  domenicale.  —  Nella  tavola 
del  calendario  perpetuo  i  singoli  giorni 
dell'anno  sono  accompagnati  da  una 
lettera  dell'alfabeto,  con  questa  n*- 
gola:  il  1"  gennaic)  portn  la  lott»»ra  A, 
poi  vengono  por  ordine  le  lettere  sue* 


—  10  — 
co.ssive  fìin^  alhi  G  (clié  t'^  la  settima),    col  corso   degli  astri.  11  nunicro  d'or- 


e  poi  si  ricomincia  con  A  o  si  prose- 
gue sempre  nello  stesso  modo  lino  al 
Si  dicembre (1).  Ne  segue  che  so  un 
dato  anno  comincia,  per  es.,  in  lunedì, 
tutti  i  giorni  segnati  con  A  sono  in 
(inoli" anno  altrettanti  liuiodì.  La  let- 
tera domenicale  di  un  dato  anno  è 
(juella  elio  corrisponde  in  quell'anno 
ai  giorni  di  domenica. 


dine  di  un  dato  anno  nel  ciclo  corrente 
dell'indizione  serviva  anticamente  per 
])recisare  le  date,  specialmente  negli 
atti  pubblici.  Tale  uso  ]>rincipiò  ;i 
lloma  nel  quarto  secolo  dell' rra  cri- 
stiana. Il  primo  ciclo  delle  indizioni 
si  fa  cominciare  l'anno  3  av.  Cr. 

Lettera  del  Martirologio.  —  Questo 
elemento    è    puranionte    ecclesiastico. 


(ili  anni  bisestili  hanno  due  lettere  Nel   Martirologio,  in    capo  allo    storio 

domenicali,  di   cui  la  prima  vale  lino  dei  santi,   è  inscritta  ogni  giorno  una 

al   28  febbraio    inclusivamente,  e  non  serie  di  30  lettere,  tra  le  quali  ve  n'è 

oltre,  per  causa  dell'intercalazione  del  una  che  corrisponde  all'anno  in  corso, 

giorno  29  cho  non  è  notato  sul  calen-  Essa  serve  per  tutto  l'anno,  avanti  la 

dario  perpetuo;  per  i  dieci  mesi  sue-  lettura    in    coro    del    Martirologio,    a 

cessivi   subentra  un'altra   lettera   do-  enunziare  quale  sia  il  giorno  corrente 

menicalo,    cioè    quella  che    nei    primi  della  Luna,  e  ciò  per  mezzo  di  numeri 

due  mesi  corrispondeva  al  sabato.  scritti  sotto  alle  lettere;  per  ogni  giorno 

Trascorso  un  ciclo  solare  intero,  le  l'età  della  Luna  è  indicata  dal  numero 

lettere  domenicali  si  ripetono  manife-  che  sta  sotto  alla  lettera  dell' anno  in 

stamente  con  lo  stesso  ordine.  corso. 

Indizione  romana.  —  È  un  periodo  La  lettera  del  Martirologio  dipende 
di  15  anni  che  non  ha  alcuna  relazione  dall' epatta  annuale,  secondo  una  ta- 
bella  di   corj'ispondenza  che    qui  non 

(1)  v.per  es.  VAiinan. italiano  19 16,  v^s-^^-'^O.  importa  riprodurre. 


Calendario  cristiano  cattolico. 
Feste  di  precetto»  fisse  e  mobili. 


Sono  feste  di  precetto  tutte  le  do- 
meniche e  pochi  altri  giorni  solenni. 

Le  feste  si  distinguono  in  fisse  e 
ìiiobili.  Sono  fìsse  quelle  cho  cadono 
sempre  nel  medesimo  giorno  dell'anno, 
e  sono  mobili  quelle  che  cadono  in 
(late  diverse  secondo  gli  anni,  perchè 
dipendono  dalla  Pascjua  o  dai  giorni 
della  settimana. 

Col  Molo  proprio  di  Pio  X  del  2  lu- 
glio 1911  le  feste  di  precetto  che  non 
cadono  in  domenica  furono  ridotte  a  8, 
in  considei-azione  delle  mutate  circo- 
stanze dei  tempi  e  della  società  civile. 
Esse  sono  :  Circoncisione  di  G.  C.  (1°  gen- 
naio), Epifania  (6  gennaio),  Ascensione 
di  G.  C.  (mobile),  Ss.  A2)ostoli  Pietro  e 
Paolo  (29  giugno).  Assunzione  di  M.  F. 
(15  agosto),  Ognissanti  (1°  novembre). 
Immacolata.  Concezione  di  M.  V.  (8  di- 
cembre), Natale  (25  dicembre). 

Tuttavia  i  Vescovi  possono  ottenere 
dal  Papa  di  conservare  talune  delle 
f(>ste  abrogate.  Cosi  avvenne  in  molte 
Diocesi  per  la  festa  del  Corpus  Domini. 

Le  feste  dei  patroni  possono  cele- 
l'rarsi  la  domenica  successiva  al  giorno 
della  ricorrenza. 

Le  pnn<'ipali  ricorrenze  che  dipen- 
dono dalla  Pasc^ua  ìjouo  le  seguenti: 


3') 

•         ^0                   Tt 

o 

Prima  della  Pasqua 
Settuagesiniii  (domenica)    .     »>$   giorni 
Le  Ceneri  (mercoledì)     .   .    US        , 
\«-  dimcnica   di   qn.ire-;iiiia     Al         „ 

Dopo  la  Pasqua 
Ilogazioui  (lun?di,  martedì 

e  mercoledì) 

AscensioT\e  (giovedì)    .    .    , 
Pentecoste  (domenica)     . 
HS.  Trinità  (domenica)    .    , 
Corpus  Domini  (giovedì)  . 

Inoltre  sono  mobili  le  date  dei 
digiuni  dello  Quattro  Tempora  (ossia 
delle  quattro  stagioni),  per  i  quali  sono 
stabiliti  i  giorni  di  mercoledì,  venerdì 
e  sabato  rispettivamente  dopo  la  se- 
guenti epoche  :  prima  domenica  di 
quaresima.  Pentecoste,  11  settembre 
(festa  della  Esaltazione  della  Croce)  e 
terza  domenica  dell'avvento. 

Tra  le  ricorrenze  mobili  che  dipen- 
dono dai  giorni  della  settimana  vi  è  il 
periodo  dell'avvento  (cioè  tempo  di 
preparazione  alla  venuta  del  lleden- 
tore),  che  nel  rito  romano  comprendo 
le  quattro  domeniche  avanti  il  Natah;. 
La  prima  di  queste  domeniche  è  la 
piìi  vicina  al  30  novembre  (festa  di 
S.  Andrea  apostolo),  e  quuidi  cade  fia 
il  27  iiovcmbre  e  il  3  dicembre. 


I 


-  11  - 

Tavola  delle  principali  feste  mobili  per  il  quinquennio  I9I7-1Q2I. 


r 

< 

UJ  .— 

cu  ■ 

SEITUAGE- 
SIMA 

mercoledì 

dell*. 
CENERI 

1»  DOMENICA 

•li 
QUARESIMA 

PASQUA 

ASCENSIONE 



PENTECOSTE 

1*  DOMrN:CA 

DELL'AVVINTO 

tRCMAND) 

'[-, 

(i 

4  fobbr. 

21  febbr. 

25  febbr. 

8  apvUe 

17  ma^igio 

27  n  aggio 

'J  tliioiiibre 

ti.»- 

F 

27  ;;eiiii. 

13  febbr. 

17  fo'.ibr. 

31  marzo     9  ma^),'iu   l'J  maggio 

Idirenibie 

.in» 

E 

16  (Vbbr. 

5  niar/.o 

'.)  ni  a  I/o 

20  aprile     29  maggio     8  ghigno 

30  noroDib. 

1211 

DC 

1  febbr. 

18  f.bbr. 

22  febbr. 

4  aprile  !  13  map-io  23  maggio 

iS  no\  emb. 

iji 

li 

23  gemi. 

0  febbr. 

13  febbr. 

27  marzo     5  maggio   13  maggio 

27  notemb. 

Calendario    del    rito   ambrosiano 

ossia  della  diocesi  di  Milano. 


Lft  diocesi  di  Milnno  lia  ima  forma 
rticolare  di  rito  che  si  scosta  alquanto 
quello  romano,  e  prende  nome  da 
Ambrogio,    vescovo    e    patrono   di 

llauo,  benché   sia  incerto  se  sia  ve- 
iidnte  istituito  da  lui  o  gli  sia  ante- 
re, come  sembra  più  probabile. 
Le    principali  diversità   col   calon- 

»rio  romano  sono  le  seguenti  : 

I.  —  Il  primo  giorno  di  quaresima 

ide  nella  prima  domenica  di  quare- 
[u)a,  anziché  nel  precedente  merco- 

"ì.  11  cosiddetto  "  carnevalone  „  am- 


brosiano si  fa  nei  tre  giorni  susseguenti 
al  mercoledì  delle  ceneri  secondo  il 
rito  romano. 

II.  —  Le  rogazioni  dotte  "  litanie 
ambivisiane  .,  cadono  nei  giorni  di  lu- 
nedì, martedì  e  mercole<lì  che  seguono 
immediatamente  la  prima  domenica 
dopo  l'Ascensione.  Nel  primo  di  que- 
sti tre  giorni  si  diurno  lo  ceneri. 

III.  —  L'avvento  ha  sei  domeni- 
che invece  di  quattro,  e  la  prima  è 
immediatamente  successiva  nll'll  no- 
vembre (festa  di  S.  Martino). 


Calendario  repubblicano  francese. 


Con  decreto  della  Convenzione  iia- 
)nale  (24  novem.  1793)  la  Francia 
itrodusse  durante  la  rivoluziono  un 
nuovo  calendario,  sostituendo  un'era 
della  Repubblica  all'  èra  cristiana  o 
adottando  per  origino  della  nuova  èra 
il  giorno  22  settembre  1792,  epoca  del- 
l'equinozio d'autunno  e  della  fonda- 
oiie  della  Repubblica. 

Questo  calendario  entrò  in  vigore  il 
-li  nov.  1 793.  e  fu  abolito  da  Napoleone  I 
aria  fine  del  1805;  col  1»  gennaio  1806  ri- 
tornò in  vigore  il  calendario  gregoria- 
no. Così  il  calendario  repubblicano  durò 
soltanto  12aimi.  1  mese  e  6  giorni. 

L'anno  repubblicano  era  diviso  in 
1-'  mesi  di  30  giorni  ciascuno.  Ogni 
mese  era  diviso  in  tre  decadi  e  ai 
giorni  che  componevano  ogni  decade 
lu  dato  il  nome  di  primocl),  duod),  trid), 


quartodì  etc;  il  decadi  era  destinato  al 
riposo. 

Il  giorno  era  diviso  in  10  ore,  l'ora  in 
100  minuti  e  il  minuto  in  100  secondi. 

Per  completare  la  durata  dell'anno 
solare  si  aggiungevano  dopo  il  dodice- 
simo mese  5  giorni  complementari  (e  6 
negli  anni  bisestili),  dotti  «nnsculoitid^s. 

Ecco  i  nomi  dei  dodici  mesi: 

i  Vendemmiale  (Vendèiniaire) 
AUTUNNO     '  Brumale  (Brumain.'i 
f  (ìliifiale  (Frimaire) 

!  Nevoso  (Nivòse) 
Piovoso  {Pinvlòse) 
Ventoso  (Ventose) 
i  (jermile  (Germinai) 
Primavera <  Fiorile  (Floreali 
{  Pratile  (Prairìall 
(  Messidoro  (Messidor) 
Estate        Ì  Termidoro  (Thermidur) 
f  Frultidoro  (Fructldor) 


Calendario  civile  italiano- 
li  calendario  dei  giorni  festivi  per  dell'Ascensione,    doli* Assunzione,  del 
!i   effetti   civili,  stabilito  con  decreto  20  settembre,  di  Ognissanti,  di  Natalo, 
ale    del    4    agosto  1913,    n.  1027,  di-  Sono  dunque  state  soppresse,  agli 
hiaia  festivi  i  sognanti  giorni:  effetti  eivili,  le  festo  della  ConcezioMH 
Tutte  l«  domeniche:  il  primo  gior-  e  della  Natività  della  Mndntnia.  quella 
ii<>  dell'anno;   il  giorno  dell"  Epifania,  del   Corpus  Domini,  quella  dei  SS.  Fio* 


12  - 


tro  0  Paolo  e  tutte  le  feste  patronali 
locali. 

Nelle  feste  civili  sono  chiusi  gli 
uffici  goveinativi  amministrativi  e  giu- 
diziari, quelli  provinciali  e  comunali, 
le  banche  e  le  scuole.  Non  si  possono 
fare  atti  di  esecuzione,  né  protestare 
cambiali. 

Per  la  legge  5  maggio  1861,  n.  7, 
la  prima  domenica  di  giugno  è  fei<la 
nazionale,  per  celebrare  l' unità  d'Italia 
e  lo  Statuto  del  Regno. 


Si  festeggiano  civilmente  anche  al- 
tre date,  benché  non  legali,  in  tutti  \i\\ 
u{!ici,  cioè  gli  onomastici  e  i  natjili/i 
delle  Loro  Maestà  (onomastico  del  h'e, 
1°  sett.;  natalizio  del  Re,  11  nov.;  ono- 
mastico della  Regina,  18  agosto;  nata- 
lizio della  Regina,  8  genn.);  l'anniv. 
della  morte  di  Vittorio  Eujan.  II  (0  gen- 
naio) e  di  quella  di  Umberto  I  (29  luglio, 
ma  ufficialmente  trasportato  al  H  mar- 
zo, natalizio  del  compianto  Re);  e  altri 
anniversari  patriottici  locali. 


Calendario  dei  Protestanti. 


Le  diverse  confessioni  protestanti 
seguono  il  calendario  gregoriano  in 
tutte  lo  sue  particolarità,  anche  per  il 
computo  della  Pasqua  e  delle  princi- 
pali feste  mobili,  delle  quali  però  chi 
esclude  l'una,  chi  esclude  l'altra;  ma 
quasi  tutto  poi,  siccome  non  venerano 
né  la  Vergine  né  i  Santi,  escludono 
tutte  le  solennità  della  Madonna  e  le 
feste  dei  Santi.  Invece  festeggiano  sin- 
golarmente la  domenica  di  Passione, 
quella  delle  Palme  e  il  venerdì  santo. 

La  Chiesa  anglicana  osserva  tutte 
le  feste  cattoliche,  escluso  naturalmen- 
te un  gran  numero  di  Santi  recenti. 

La  Chiesa  protestante  tedesca  ha 
inoltre  le  seguenti  feste  mobili: 


Biii^s  nnd  Betta//  (giorno  di  peni- 
tenza e  preghiera),  il  mercoledì  dopo 
la  prima  domenica  di  quaresima,  se 
quel  giorno  cade  in  febbraio;  ovvero 
il  mai-tedì  dopo  la  domenica  stessa, 
se  questo  martedì  viene  in  marzo. 

Erntefest  (festa  delle  mèssi),  la  do- 
menica immediatamente  dopo  il  30  set- 
tembre, o  il  giorno  stosso  se  di  do- 
menica. 

La  festa  della  riforma,  la  domenica 
immediatamente  dopo  il  30  ottobre,  o 
il  giorno  stesso  se  di  domenica. 

La  commemorazione  dei  morti,  la 
domenica  immediatamente  dopo  il  20 
novembre,  o  il  giorno  stesso  se  di  do- 
menica. 


Calendario  ^reco-russo. 


Alcune  nazioni  orientali  seguono 
ancora  il  calendario  giuliano,  vale  a 
dire  non  hanno  accettato  la  riforma 
gregoriana,  e  perciò  sono  in  ritardo  di 
33  giorni  rispetto  al  calendario  grego- 
riano. Questi  lo  giorni  risultano  dai 
30  giorni  soppressi  nel  1582,  più  i  3 
giorni  che  secondo  la  regola  gregoriana 
furono  soppressi  negli  anni  1700.  1800 
e  ]i)00,  anni  che  furono  comuni  nel 
calendario  gregoriano  e  bisestili  in 
quello  giuliano. 

Seguono   il  vecchio  stile  i  Greci,  i 


Russi,  gli  Armeni,  i  Georgiani,  i  Si- 
riani non  uniti,  i  Copti  (Abissini  cri- 
stiani), i  Serbi,  i  Montenegrini,  i  Ru- 
meni. La  Bulgaria  ha  adottato  recente- 
mente il  calendario  gregoriano.  Per  le 
feste  ecclesiastiche,  i  digiuni  etc.  quasi 
tutte  le  suddette  popolazioni  osservano 
completamente  il  calendario  greco,  det- 
to della  Chùsn  f/reca  ortodossa.  Gli  Ar- 
meni ed  i  Copti  hanno  rispettivamente 
un  calendario  proprio  per  le  feste,  ed 
anche  nomi  speciali  per  i  mesi;  ma  qui 
è  superfluo  occupai'sene. 


Calendario  israelitico. 


Nella  sua  forma  attuale  il  computo 
israelitico  riinonta  al  IV  secolo  del- 
l'era volgare. 

l/anno  è  lunisolare  ed  i  mesi,  re- 
golati sul  corso  della  Luna,  sono  di 
29  giorni  o  di  30.  L'  anno  comune  com- 
prende 12  mesi,  e  r  anno  embolismico 
ne  comprende  13;  questa  aggiunta  di 
un   mese   complcnientare    (detto    Vca- 


(lar)  si  fa  7  volte  in  ogni  ciclo  lunare 
di  19  anni.  Così  dopo  19  anni  si  rista- 
bilisce l'accor<lo  con  l'anno  solare. 

L'anno  comune  può  avere  353,  351 
o  355  giorni,  e  l'anno  embolismico  ne 
può  avere  383,  381  o  385,  secondo  che 
è  defìcienle,  rerfolare  o  abbondante. 

Qui  non  troverebbero  posto  le  re- 
gole   del    computo    cronologico   degli 


-  13  - 

El)rei.   Bnstorh    dire    che    iì   priiuipii)  Ogni   giorno  romincia  al  trnnìftnto 

dell'anno  cade  sempre  nel  giorno  del  del  Sole  del  giorno  eivile  precedonle, 

novilunio   piii  virino  all' equinozio  ili  e   ]>articolarnionte    il    sabato  principili 

«titunno,    e  che    la  Pasqua,   tissata  al  un'ora  prinm  di  notte  (nel  ponierigj^io 

T,  dei  mese  di  Nissan,  precedo  di  IM  «lei  venerdì >  e  teriuinn  la  sera  dopo  a 

-rni    il  primo    dell'anno.  Ma   anche  un'ora  e  un  quarto  di  notte. 
Mfste  regole  hanno  le  loro  ecco/ioni. 

Calendario  maomettano. 

Per  espressa  disposizione  del  Corano  mese  {Ziìhefffff)  inveoe  di  29  giorni  ne 

lino  dei  Maomettani  è  puramente  In-  ha  30  per  lì  volli)  nel  corso  di  un  ciclo 

IO.  Ksso  è  diviso  in  12  mesi,  alternati-  di  80  anni.  Così  l'anno  comune  ha  :^*>4 

>  amente  di  ;J0  e  di  2^  giorni.  L'ultimo  giorni  e  l'anno  intercalare  ne  lia  8r>5. 

Calendario  copto. 

In  questo  calcndai'io,  che  è  usato  11  principio  dell'anno  è  al  29  agosto 
lì.i  una  i>arto  «Ielle  popolazioni  del-  del  calendario  giuliana»,  o  al  30  negli 
1  l'gitto  e  dell'Pitiopia,  l'anno  è  diviso  anni  bisestili  (e  quindi  all'Ilo  12  set- 
in  12  mesi  di  30  giorni  ciascuno,  a  cui  tembre  del  calendario  gregoriano,  ai 
piT  tre  aiuii  di  seguito  si  aggiungono  teuìpi  attuali). 

.'>   giorni    complementari  o  epagoìtieui.  Nel  ciclo  <lei  quattro  anni  ciascuno 

.he   «liventano   0  nel  quarto  aniio.  Si  di    essi    prende   il    uonie    da  uno    dei 

\  ('(le    che    la    lunghezza    dell'anno   e  quattro  Evangelisti,  con  questo  ordine: 

iiteic.'dazione  coincidono  con  quelle  (Giovanni,  Matteo,  Marco  e  Luca.  L'anj)o 

I  calendario  giuliaiìo.  Però  nella  se-  di  LiuM  è  il  bisestile. 

I.'   degli   anni    il  bisestile   copto  prò-  h'èra   j)iù  tisitata  è  quella  di  Dio- 

(.de    di     un    posto    il    bisestile    gin-  cleziano  o  dei  Martiii,  avente  l'origine 

liatio.  al  29  agosto  28t  dell'era  cristiana. 

Articoli   generali   del   calendario 
per  l'anno  comune   1917. 

Relazioni  cronologiclie. 

L':inno   1917  corrisMcud.»  Jiiraniio: 

6330  del  )>.riodo  giuliano:  2664  d  11' èra  di  Nrtbona«;sar ; 

7-435  dell  .1:1  l.i/.aiitina  (dalla  creazione  del  5677  dcHèia  isra^litic;i.  anno  che  comln* 

inondui;  eia  il  2.S  setleinlire  IVIU  e  tiii  sce  il   Ili 

2693  delle  olimpiadi  (!••  anno   della  074»  settcinl)re  1917; 

olimpiad«>):  1335  dell'egira  (èra  m.ioinettin»a).  anno  che 

2670  dalla   fundazione   di  Roma,  secondo  comincia  il  28  ottobre  1«I0  e  llnis«'e  il 

Varrone;  li>  ottobre  1917. 

Clementi  del  computo  ecclesiastico  gregoriano. 

Nnme-o  d'ero is  Lettera  domenicale O 

Epatta <J  Indizione  rommia Ij 

Ciclo  M)larc TÀ  .       I-ettcra  del  marti rolo>;io  ....       f' 


I 


Feste  mobili. 

Settna^je-^im.-i 4  fid)l)r*io  .\s«en-iion^  ft:io\edi)    .   .  17  in «rf  16 

Mercoledì  delle  ceti  n   .    21         ,  Pente.N.ste 27        , 

1»  domcn.  di  qiiaiv.'sima.    2.'»         -  Ws.  Tiln  t.i 3  ^iu^no 

Pasqua  di  resnrre/.ione .      ?•  aprile  Curpun  Itomii'i 7        , 

l(0!<a/.ioni    .    .    .    H,  l.ì  e  Iti  m.ig>?io  !•  doineii.  dell  avvenlu.  2  dic^mb. 

Nel  rito  ambrosiano   le  Ho„'azioni   cominciano   il  21   iua;;ó'io   «  >  aTvei  to   principia 
oovembia. 


14 


DI  p>'ma\ 


Quattro  Tempora. 


2H  febbr..  1  e  ^  iii:,r/o. 
:{()  niiivfc'io.  1  e  2  giiij,'no. 


D'antutina  , 
D'inverno    . 


10,  21  e  22  sptt.^n.bie, 
lit.  21  f  21  dic'tMnl.itì. 


Anno  1917.  -  CALENDARIO  DELLA  CHIESA  GRECO-RUSSA. 


DATA    NK.K    ( 

AT-KNDATtlO 

OIOKXO 

^^ 

GREGORIANO 

Oiri.IAKO 

(Iella 

DENOAIINAZ.OXE  DELLE  FLSTK 

(nuoto  s-!i,'i>ì 

(torchiò   Uli'f) 

><etMmana 

1917 

1916 

7  f^eiiiìaio 

25  (lifembr.; 

domen. 

Natività  di  Gesù  Cristo. 

«           „ 

2»; 

lunedi 

Festa  della  Madonna. 

y 

27 

1917 

martedì 

Santo  Stefano. 

H 

1  gennaio 

domen. 

Circoncisione.  ~  Capo  d'a.ino. 

i« 

<•.        . 

venerdì 

Teofania  (Kp  faiiia). 

20 

7 

sabato 

Adunata  del  Precursore. 

4   febbraio 

22         , 

donn'n. 

Pomehifu  del  PuhliUciino  e.  del   Fui-)  o. 

11 

■■^9 

domen. 

I)niii&iti<a  dtì  Figliiihl  Piodùjo. 

12 

30 

lunedi 

HS.  Jerarchi  Basilio,  fìreg.  e  Giov.  (  risostumo. 

IS                    Y) 

2  felibiaio 

giovedì 

Pnriflc.izione. 

18           „ 

5         „ 

domen. 

Domenica  del  Giudizio  unirers  de  !in  Unssiai: 
della  Carne  (in  Grecia). 

25 

12 

domen. 

Di»»en.  del  Canterale,  o  del  Form  '.(/</"«. 

2tj            „ 

1'^         « 

lunedi 

Principia  il  difiinno  rigarono  di  Pasqua  fqnaros  ). 

4  muizo 

l'J 

domen. 

J'rimn  donien'ca  di  quaipainia. 

2"^ 

9  marzo 

giovedì 

Quaranta  martiri  di  Sebaste. 

7  aprile 

25 

sabato 

Annunciazione  di  Maria  Vergine.  —  Festa  disila 
indipendenza  della  GrtCia. 

8 

2f'. 

domen. 

Doiuenira  dt-Ve  P.lme. 

13 

31 

venerdì 

Venerdì  San  o. 

IS            « 

2  aprile 

domen. 

l'dsqiia  di  resurrezione.  —  Due  giorni  di  festa. 

<5  maggio 

2;j 

domen. 

S.  Giorgio. 

y       « 

2»; 

in  e  reo!. 

Co'isacr.d  n'acqua,  in  Russia  in  Grecia  il  fi  genn.). 

24 

11  maggio 

giovedì 

Ascensione  di  O.  Cristo. 

M  giugno 

21 

domen. 

Pentecoste.  —  Due  giorni  di  festa. 

lo           ^ 

•js        „ 

domen. 

.«C.Sr.   TrinUà. 

H 

29 

lunedì 

Principia  il  digiuno  degli  Apos'ol!  o  di  S.  l'ielro. 

7  luglio 

24  giugno 

sabato 

Natività  di  S.  Giovanni  Battista. 

12 

29 

giovedì 

SS.  Pietro  e  Paolo. 

14  agosto 

1  agosto 

martedì 

Principia  il  digiuno  della  Madonna. 

19            „ 

•>        1 

domen. 

Trasfigurazione  di  G.  Cristo. 

28 

15 

martedì 

Assunzione  di  Mnria  Vergine. 

1 1  settembre 

29 

martedì 

Decollazione  di  S.  Giovanni  Battista. 

12            , 

30            r, 

mercol. 

SanfAlessandio  Newski.* 

iil             « 

.s  settombie 

venerdì 

Natività  di  Maria  Vergine. 

ii'?            « 

14 

giovedì 

Esaltazione  della  Croie. 

.s  novembre 

26  ottobre 

giovedì 

San  Demet  io.** 

28 

15  novembre 

mercol. 

Principia  il  digiuno  di  Natile. 

4  dicembre 

21 

niiirtedì 

Presentazione  di  :\[aria  Vergine  al  tempio. 

18 

3  dicembre 

domen. 

Prima  dninetiiia  dell'  Avvento. 

19 

6         « 

mercol. 

San  Nico'a  vescovo  di  Myra  (Lycia),  di  cui  il 
corpo  si  venera  a  Bari:  protett.  dil:a  Itiisslu. 

22 

^ 

sabato 

Concezione  di  Maria  Vergii.e. 

25 

12 

martedì 

S.  Spiridione.** 

1918 

7  gennaio 

25 

lunedì 

Nativii;à  di  G.  Cristo. 

»                      T) 

2<5 

martedì 

Festa  della  Madonna. 

9 

27 

mercol. 

S.  Stefa-to. 

NB.  —  Le   feste  mob  li  sono  stampate  in  corsivo.  I  sej 
mente  feste  speciali  della  Russia  e  delta  Grec'a. 


indicano  rispettiva- 


CALENDARIO  ISRAELITICO  e  sua 

concordanza  col  calendario  g^regorlano. 

1>ATA 

«ilORNO 

DATA 

DENOMINAZIONK   DKI.LK  FKSTK 

Ufi   caleud. 
gregoriano 

«lellM 
settimana 

nel  caieiia. 
israelltUo 

(diro  tutti  t  8:ib.itl) 

1917 

5677 

fanno  comune  ie;jrolare). 

1     gennaio      | 

lunedì 

7 

Tebet 

4 

•liove  lì 

Ut 

^ 

Digiuno.    Assedio  di  (ìernsalemine   (Nabuiicodo- 

24 

iiieruui. 

1 

Seebat 

liiosor). 

23    f.'M.iaio 

yenerdì 

1 

Adar 

7      in:ii/.o 

inerool. 

VI 

^ 

Digiuno  di  F.sler. 

« 

giovedì 

14 

. 

l'rimo  Piirim  o  l'esla  dei  dadi. 

y 

venerdì 

1.) 

- 

Secondo  l'nriih  o  l'niim  Kfiniiiaii  (da  Susa,  l' mi- 
tica città  della  rersiu). 

24 

sabato 

1 

Ni-an 

Principio  dell'alino  religioso. 

7      aprile 

sa  .aio 

15 

" 

J'esa  h  (Piisquii)  o  festa-'tlelle  Azzime  *.  Otto 
giorni  di  testa,  di  cui  .solenni  i  dne  primi  e 

2:j 

lunedì 

1 

Ijnr 

|i  due  ultimi. 

li»    niag,'io 

giovedì 

14 

resach  Sretiì:  seconda  Pasqua  (per  chi  uon  potè 
celebrare  la  prima). 

.)■) 

martedì 

1 

Sivan 

-' 

dunien. 

0 

« 

Sdaniot  (renteco.ste)  o  festa  delle  sottiinane  ♦. 
Due  giorni  di  festa  *. 

•I      ìjin/no 

giovedì 

1 

'l'aninz 

hi-ho 

domeit. 

IS 

. 

Digiur.o.  Fjipugnazione  del  Tempio  (Sabuccodo- 

venerdì 

l 

Ab 

Inosort. 

-  ' 

doraen. 

1» 

" 

l)i;.'inrio.  Incendio  del  Tempio.  Prima  e  seconda 
distruzione  (Nabttcoodunusor  e  Tito). 

l'J           ft-Msto 

domen. 

1 

r.ini 

C678 

(anno  comune  abbondante). 

17  seltpm1)i-e 

lunedì 

1 

Tl^r^ 

I{(ut- Ascili ii'\  o  Capodanno*.  Dne  giorni  di  fe^ta*. 

' 

mei-col. 

a 

» 

Digiuno  di  Chediilià  (uccisione  di  (Ibedallà,  luo- 
gotenente lasciato  da  Nabnccodonosor  nella 
conquistata  Diudea).    . 

-''                r 

menol. 

10 

. 

Kipur  o  festa  del  gran  perdono  (espiazione!  *. 

1     oM..l>ie 

lunotti 

i:. 

- 

Succot  o  festa  delle  capanne  *.  Otto  giorni  di  fe- 
sta, di  cui  sono  solenni  i  due  primi  e  1* ultimo. 

y       f. 

martedì 

23 

, 

Sim/iuf   Torà  o  l'allegrez/.à  della  Legge  *. 

17 

men-ol. 

1 

Hesviin 

Ifi  ii<.v.-inl.re 

venerdì 

1 

Chislev 

It»   dicembre 

lunedì 

25 

^ 

Ilanucà  o   festa  delle  lumiere  (dedicazione  del 

1« 

domen. 

1 

Tebet 

(Tempio». 

25 

martedì 

10 

„ 

Digiuno.  Asse 'lo  di  Gerusalemme  (Nabuccorto- 

nosor". 

NB. 


Le  feste  segnate  *  sono  solenni. 


CALENDARIO  MAOMETTANO  e  sua  concordanza  col  calendario  gres^orlano. 


DATA 

nel    calei  d. 
;:reg<»r)ano 


1917 

1      gennaio 


fr-bbralo 
marzo 


a;  rile 
iiiu.-kìo 


OIOKNO 

della 
settiiiiHir 


lunedì 

3al»;itu 

giovedì 

venerdì 

mercol. 

domen. 

luiiedi 

lunedì 

sabato 
uieivol. 


DATA 

nel   calend. 
maomettano 


DENOMINAZKiNK  DKLLK  FESTK 
(oltre  a  tutti  i  venerdì  [digiuno] i 


(anno  comune). 

31u'ud-al-Ka''i  (nascita  del  Profeta). 


1335 

7  Kabi  awel 
12 

1  It.ibi  :ikhor 

1  (ìiatnad  aw.-l    ! 
20  ,  I  Pre.sa  di  Costantinopoli  (29  V  u:.3). 

t   Oinniad  akh^r 


I     1       Uegeb 
11.) 


'Ci.ibau 


Ltihih-iif-tihii  h'fh  (notte  del  mi-tero  o  la  con- 

cezione  del  Profera». 
Leiliiìfn'- Minuti  (u^cons^uiid  del  rrofela). 


-IG- 

DATA 

nel  CHlend, 

CilOKNO 

della 

DATA 

Tit'l  ciilend, 

DENOMINAZIONE  DELLE  FESTE 

gregoriano 

nettlniaiiH 

maomettano 

(oltre  a  tutti  i  venerdì  [digiano]) 

6     giugno 

ni  e  reo  1. 

15 

Sclaban 

Lelhih-fiJ-Derat  (festa  dell" epurazione). 

21 

giovedì 

1 

llamadan 

Principia  un  ri;3'oroso  digiuno  per  tutto  il 
mese:  è  permesso  mangiare  solo  durante 
la  notte. 

n      luglio 

mariedi 

27 

" 

Lei'ah-al-Ciidr  Cnotte  della  potenza,  in  cui 
discese  dal  cielo  il  Onranoi, 

19           „ 

giovedì 

20 

Giorno  di  duolo  e  penitenza  (disfatta  dei  Tur- 
chi sotto  le  mura  di  Vienna,  1(583). 

21 

sabato 

1 

Rciawal 

A' id-al-fethr  (rottura  del  digiuno).  Festa  del 
grande  Beiratn.  Tre  giorni  di  fes'a. 

6      a;.jo.sto 

lunedi 

17 

„ 

A'  id-Gazat-al-OMlt'l  (vittoria  al  monte  Obud). 

10 

venerdì 

21 

^ 

ScÌ!4ce-al-Camar  ■  {feata,   della  scissione   della 

19 

doiuen. 

1 

Zik-ade 

[luna). 

18  settembre 

martedì 

1 

Zilhegge 

'27 

giovedì 

lo 

TI 

Janm- al -Corba  n  (giorno  del  sacrifizio  o  del 
piccolo  Beiram). 

10    ottobre 

mercol. 

23 

1336 

A'id-ul-Me.^silehah  (festa  della  pace), 
(anno  abbonlante). 

17 

merool. 

1 

Moarem 

Cano  d'anno. 

2G 

venerdì 

10 

« 

A'  id-al-Asciiira  (digiuno  rigoro-o  in  memo- 
lia   dell'  assassinio  di  Hussein,  nipote  di 

16  novemlire 

venerdì 

1 

S:ifar 

[Maometto). 

15   dicembre 

sabato 

1 

Rat)i  awel 

'ài 

lunedi 

JL 

« 

CALENDARIO  ETIOPICO  (degli  Abissini  cristiani)  e  sua  concordanza 
col  calendario  gregoriano  e  giuliano. 


DATA 

GIOUNO 

DATA 

DATA 

DENOMINAZIONE 

' 

nel   calend. 

della 

nel   calend. 

nel   calend. 

gregoriano 

settimana 

giuliano 

etiopico 

DELLE  FESTE 

1917 

19:6 

1633 

(anno  comune,  di  S.  Matteo), 

1     gennaio 

lunedì 

19  dicemb. 

23   Thiissas 

7 

domen. 

2;) 

29 

Natale. 

9           , 

martedì 

27 

1917 

1      Ter 

19 

venerdì 

(!  gennaio 

11 

Battesimo  di  G.  Cristo. 

8    febbraio 

giovedì 

2C 

1    Jecafit 

10      marzo 

sabato 

25  febbraio 

1   Magavit 

7       aprile 

sabato 

25    marzo 

23 

Annunciazione  della  Madonna. 

8           « 

domen. 

2l>                    y, 

30 

Domenica  delle  Palme. 

9           « 

lu  edi 

27 

1    a!  ai  zia 

15 

domen. 

2     aprile 

7 

Pasqua  di  risurrezione. 

9     maggio 

mercol. 

2« 

1  Gheubot 

21 

gi  >vedt 

11   maggio 

1« 

Ascensione  di  G.  Cil.-.to. 

21 

26 

Pentecoste. 

8 

venerdì 

26 

1     Sanie 

8      luglio 

domen. 

25    giugno 

1    Ham'iè 

7     acrosto 

martedì 

25      luKJi  ) 

1   Nahasiò 

5  settembre 

mercol. 

23    agosto 

30 

6           „ 

giovedì 

24 

1   Rpoffom. 
1634 

(anno  comune,  di  R.  Mavco). 

11 

martedì 

29 

1  Mascarem 

11     ottobre 

giovedì 

28  settemb. 

1   Tekmet 

10  iiovembie 

sabato 

2S   ottobre 

1    Hèdar 

10  dicembre 

lunedì 

27  novemb. 

1   Thàs>as 

31 

lunedì 

18  dicemb. 

22 

1  Copti  («lell'Alto  Egitto)  e  gli  Abissini  cristiani  (Ktiopi)  liauno  7  tV.ste  grandi,  die  som»  «jiiclle 
qui  sopra  notate;  di  esse  le  prime  tre  sono  fìsse.  Inoltre  nel  calendario  oo|»to  ed  etiopico  vi  è  im 
gran  numero  di  altri  giorni  festivi.  Le  feste  piccole  principali  (tutte  relative  a  G.  Cristo)  sono  le 
seguenti  :  Circoncisione,  Primo  Miracolo,  Presentazione  nel  Tempio,  Venuta  in  Kgitto,  Trasfigu- 
razione (queste  sono  fisse)  ed  inoltre  il  giovedì  santo  e  la  domenica  di  S.  Toniasn  (inoldli). 


Abbreviazioni  e  simboli  impiegati 

Abbreviazioni 


giorno  (lial  latino  die.^) 
ora  (dal  latino  fiora) 
minuto    (   ,    »„^„^ 
secondo  )  '^'  *^"^P« 


E. 


»     fjrado 
'     minuto    )    ,, 
"    secondo  {  ^  *'<^° 
t.  m.  e.  tempo  raedlo  clvrte 

e.    Europa   centrale. 


li  un  errore  da  evitarsi,  bencliè  sia 
(lueiite,  quello  di  indicare  i  minuti 
--ticondi  di  tempo  con  gli  apici  '  e  ". 
losti  segni  sono  riservati  ai  minuti  e 
^.londi  d'arco,  e  conviene  sempre  evi- 
tare le  confusioni. 

Bisogna  poi  badare  anche  alla  orio- 
ifìn  dei  numeri.  Quando  si  scrivono 
!  numeri  composti  di  ore,  minuti  e 
secondi  di  tempo,  oppure  di  gradi,  mi- 
nuti  e   secondi   d'arco,  bisogna  tener 
i^!*»sente  che  la  suddivisione  non  è  do- 
:nale,  ma  sessagesimale,  e  perciò  non 
•  nviene   far   uso   della  virgola  (o  del 
jiunto)   per   separare    i   diversi   ordini 
di  cifre,  bastando  all'uopo  im  po' più 
di  spazio  bianco.  Nei  libri  di  Aritme- 


tica s'insegna  che  la  virgola  è  il  segno 
di  separazione  tra  gli  interi  e  i  deci- 
mali;  quindi  è  un  errore  lo  scrivere, 
per  es.,  oro  2,30  per  significare  2»*  80"; 
il  numei-o  scritto  a  quel  modo  signifi- 
cherebbe propriamente  2  ore  e  30  cen- 
tesimi di  ora.  Per  la  stossa  ragione,  che 
la  suddivisione  è  sessagesimale  e  non 
centesimale,  è  pure  un  errore  di  orto- 
grafìa lo  scrivere  per  es.:  52». 08'. 03"; 
quegli  zeri  non  c'entrano,  essendo  la 
suddivisione  sessagesimale.  Invece  bi- 
sogna scrivere  52°  8'  8",  e  leggendo  si 
pronunzia  52  gradi,  8  primi  e  3  secondi. 
Volendo  scrivere  coi  numeri  "  quattro 
uomini  e  un  caporale  „,  si  scriverebbe 
forse  04  uomini  e  01  caporale? 


S.  .  Sud 


Punti  cardinali  dell'orizzonte 

W.    Ovest  N.     Nord 


E.     Est 


In  un  Congresso  meteorologico  inter- 
nazionale tenuto  a  Vienna  nel  1873  fu 
deciso  di  adottare,  per  i  quattro  punti 
cardinali,  le  iniziali  dei  nomi  inglesi. 
Per  conseguenza  l'O  degli  italiani  e 
francesi  {Ovest,  Guest)  fu  sostituito  colW 


degli  inglesi  {West),  e  1*0  dei  tedeschi 
{Ost)  fu  sostituito  con  l'È  comune  alle 
altre  nazioni  {Est  italiano  e  francese, 
Eust  ingl.).  Poco  a  poco  questa  conven- 
zione unificatrice  si  estese  dalla  Meteo- 
rologia all'Astronomia  e  alla  Geografia. 


%     stella 

©     Sole 

([     la  Luna  In  generale 


Aspetti  degli  astri 

opposizione       cP 
Congiunzione     c^ 


Quadratura  Q 

Nodo  asi-eadente    Q 
Nodo  discendente  ^ 


Acquario  <>» 

Pesci  X 

Ariete  Y 


Toro 

Gemelli 

Cancro 


Simboli  zodiacali 


Leone 

Vergine 

Bilancia 


Scorpione  l'I 

Sagittario  ,^ 

Capricorno  7 
2 


y    ^rF.RCURlO 

5  La  Tkkra 


-  18  - 
Simboli  planetari 

(f  Martk 

4    «lOVK 


t-)    SAtCllNO 

'i^   Ukano 
^  Nki-ì-uno 


0    Novilunio 


Fasi  della  Luna 


3     Primo  Quarto 


®    rienilunio 


ij:     Ultimo  Quarto. 


Anno  1917 

Principio    delle   stagioni   astronomicKe 


Primavera 21  marzo  a 

Estate 22  giugno  „ 


51'  37n 
1   15 


Questi  dati  valgono  per  l'intero  globo 
terrestre,  ma  naturalmente  bisogna  ba- 
<lare  che  nell'emisfero  australe  le  sta- 
gioni sono  contrarie  e  simmetriche 
(Ielle  nostre.  Quando  da  noi  comincia 
la  primavera,  noli'  emisfero  australe  co- 
mincia l'autunno,  e  così  via. 

NoUa  Meteorologia  il  principio  delle 


Autunno 23  settembre  a  Ifi''    Om 

Inverno 22  dicewibre    „  lo    40 

stagioni  si  assume  al  principio  dei  mesi 
di  marzo,  giugno,  settembre  e  dicem- 
bre di  ogni  anno. 

NB.  —  Gli  "  ingressi  del  Scie  nei 
segni  dell'eclittica  ,.  sono  dati  piìi  avan- 
ti,  in  testa  alle  effemeridi  mensili  del 
Sole  e  della  Luna  per  l'orizzonte  di 
Roma. 


Novilx&ni  e   pleniluni   secondo   l'tiso  ecclesiastico. 


L.  P.  ® 8  gennaio 

L.  N.  # 25 

L.  P.  ® 7  febbraio 

L.  N.  © 23 

L.  P.  (g) 8  marzo 

L.  N.  ^ 25 

L.  P.  (2) T  aprile 

L.  N.  • 23         , 


L.  P.  (g) 6  maggio 

L.N.  # 23        , 

L.  P.  © 5  giugno 

L.  N.  # 21 

L.  P.  (2) 4  luglio 

L.  N.  © 21 

L.  P.  (J) 3  agosto 

L.  N.  ^ 19 

L.  P.  ® 1  scttemb. 


L,  N.  9 18  settembre 

L.  P,  (J) 1  ottobre 

L.  N.  # 17 

L.  P.  ® 30 

L.  N.  ® IC  novembre 

L.  P.  ® 29 

L.  N.  Q 15  dicembre 

L.  P.  ® 28 


NB.  —  Le  fasi  astronomiche  della  Luna  sono   date  più  avanti, 
ridi  mensili  del  Sole  e  della  Luna  per  l'orizzonte  di  Roma. 


testa  alle  efTeme- 


£  dissi. 

Nell'anno  1917  si  verificheranno  tre  eclissi  lunari  e  quatti-o  solari,  tutte 
senza  importanza  per  l'Italia,  eccettuata  la  seconda  eclisse  lunare  (4-5  luglio). 

I.  —  Eclisse  totale  di  Luna,  8  gennaio 

visibile  in  parte  in  Italia. 

Opposizione  vera  della  Luna  col  Sole 8'>  12ra 

-,  ,  L  LL      (  con  la  penombra 5  36 

Primo  contatto  {  „„„  ,.  ^'  .  .„  «  -^ 

V  con  1  ombra 6  oO 

Principio  della  fa<e  tota'e 8     0 

Mezzo  dell'  eclisse 8  45 

Fine  della  fase  totale 9  29 

T,,^.  .    .1     f  con  r  ombra 10  39 

Ult.mo  contatto  I  ^^^^  ,^  p^,^^,,,.,^.^ ^^  ,3 

Granlezza  deirrc'isse:   1,37  dil  diametro  lun.ire. 


Primo  contatto 


-^  10  - 

A   Homn,   il   dì   R  gpnnnio  1017,  la  noni- ovest  dell'Africn,  nello  due  Ame» 

Luna  tramonta  a  7''  41'",  oioònl  minuti  rioho  e  nelle  parti  centrali  e  orientali 

dopo  il  vero  principio  dell' eclisse  (pri-  dell'Oceano  pacifico.  La  fine  è  visibile 

nio  contatto  con  roml>rn)  «^   10  minuti  nell'America  Hettent rionale,  n«l  nord* 

avanti  il  i)rincipio  della  fase  totale.  ovest    dell'America    meridionale,    nel 

Il    principio   dell'eclisse   è  visibile  nord   e   nord-est  dell'Asia   o   nell'avi 

nell'Europa  centrale  e  occidentale,  nel  dell'Australia. 

IL  —  Eclisse  parziale  di  Soie,  23  gennaio 

visibile  In  parte  In  Italia. 
Congiunzione  vera  della  Luna  col  Sole S"»  40". 

Da  per  tutto  in  Italia,  il  23  genn.  1917,  più  occidentali  della  f'rancia  e  la  pe- 

il  S^ole  sorge  già  in  parto  eclissato.  nisola  iberica   occidentale  e  centrale; 

L'eclisse   è  visibile  in  Europa,  ec-  nell'Africa  settentrionale,  in  Arabia  e 

cettuando   la   Gran  Bretagna,  le  parti  nell'Asia  occidentale. 

III.  —  Eclisse  parziale  di  Sole,  19  giugno 

invisibile  la  Itnlla. 
Conginnzione  vera  della  Luna  col  Sole H»"  2". 

L'eclisse  è  visibile  nell'ovest  del  Canada,  nell'Alaska,  nella  Siberia.  n«I  nord- 
ove.st  della  Russia  e  nelle  parti  settentrionali  di  Scandinavia  e  (Jrocnlandia. 

IV.  —  Eclisse  totale  di  Luna,  4-5  luglio 

vi.sil)ilc  in  Italia. 

Oi)posizione  vera  della  Luna  col  Sole 22*>  40"» 

con  la  penombra 19  56 

con  r  ombra 20  52     I    «If  1  < 

Principio  della  fase  totale 21  51     |  >"g>i" 

Mezzo  dell'eclisse 22  39 

Fine  della  fase  totale 23  27 

TTu:™^  -,^.,f„^f/^  /  con  l'ombra 0  25     \   del  .s 

^'*'™«  ^°"*^'*°  I  con  la  penombra 1  21     /  l..«llo 

Grandezza  deU'ecl'sse:  ì.&l  del  diametro  lunare. 

A  Roma,  la  sera  del  4  luglio  1917,  Asia  (eccettuato  il  nord-est),  in  Austra- 

la  Luna  sorge  a  19''  39'".  cioè  73  minuti  Ha,  in  Africa  e  in  Europa  (eccettuato  il 

avanti    il    vero    principio    dell'eclisse  nord-ovest).  La  fine  è  visibile  nell'Aii- 

(prinjo  contatto  con  l'ombra).  stralia  occid., nel  sud-ovest  dell'Asia,  in 

Il  principio  dell'eclisso  è  visibile  in  Europa,  in  Africa  e  nell'America  morid. 

V.  —  Eclisse  parziale  di  Sole,  19  luglio 

Invisibile  in  Italia. 
Congiunzione  vera  della  Luna  col  Sole i"»  0». 

L'eclisse  è   visibile   sull'Oceano  glaciale  antartico,  a  sud  dell'Australia  e 
f.uir(>ec.'ino  indiano. 

VI.  —  Eclisse  anulare  di  Sole,  14  dicembre 

invisibile  in  Italia. 

Congiunzione  vera  della  Luna  col  Sole 10»«  17" 

L'eclisse  è  visibile  nella  parte  più  a  sud  dell'America  nierid.,  nell'AustraH.i 
cidHnf.ilti  ♦' sulle  parti  più  meridionali  degli  Oceani  atlantico  e  indiano. 

VII.  —  Eclisse  totale  di  Luna,  28  dicenibre 

invisibile  in  Italia. 

t'I. posi/ione  vera  della  Luna  col  Fole 10^  52» 

Grand)  zza  dell'eclisse:  1,01  del  diametro  lunate. 


20 


T)t\  per  ttitto  in  Ifnliji,  il  118  dicem- 
1)1-6  1917,  la  Jjunu  li-amonta  avanti  il 
vero  ])i'ineii)io  dell' oclisae  (primo  con- 
tatto con  l'ombra),  che  avviene  a  9ii5"'. 

Jl   principio   dell'eclisso   ò  visibile 


nelle  due  Americhe,  snll'Ocenno  paci- 
fico e  nell'estremo  nord-est  dell'Asia. 
].a  iìne  t'  visibile  nell'America  del  nord, 
nell'Asia  orientale  e  in  Australia. 


Calendario  perpetuo  giuliano  e  gregoriano. 


Nell'Almanacco  itah'ano  del  1910, 
pag.  1()-19,  fu  riprodotta  la  tavola  del 
calendario  perpetuo  nella  forma  in  cui 
è  data  da  U.  Bouciikt  {Uéméroloffìe, 
pag.  524  e  seg.).  Per  difetto  di  spazio 
qui  la  si  omette,  limitandoci  alle  se- 
guenti spiegazioni. 

Is'el  calendario  perpetuo  sono  notati, 
uno  dopo  l'altro,  i  365  giorni  dell'anno; 
il  29  febbraio  degli  anni  bisestili  non 
è  considerato.  Vi  sono  poi  tre  altre  co- 
lonne: la  I*,  intitolata  Numero  d'oro, 
serve  a  trovare  i  giorni  dei  noviluni 
(e  quindi  anche  le  altre  fasi  e  l'età 
della  Luna)  nel  calendai'io  giuliano;  la 
11^  colonna,  intestata  Epatta,  serve  al 
medesimo  scopo  nel  calendario  grego- 
riano, e  la  111%  della  Lettera  domeni- 
cale, è  destinata  ad  indicare  la  corri- 
spondenza tra  i  giorni  del  mese  e  quelli 
della  settimana. 

Fino  dai  primi  secoli  della  Chiesa 
i  numeri  del  ciclo  metonico  furono  in- 
scritti nel  calendario,  come  un  mezzo 
facile  di  trovare  i  noviluni  di  un  anno 
qualunque.  Basta  perciò  apporre  il  nu- 
mero d'oro  1  a  tutte  le  date  dei  novi- 
luni del  primo  anno  del  ciclo,  il  nu- 
mero d'oro  2  a  tutte  le  date  analoghe 
del  secondo  anno,  e  così  di  seguito  fino 
al  numero  19  che  chiude  il  periodo; 
ciò  fatto,  quando  si  vogliano  sapere  i 
giorni  dei  noviluni  in  un  dato  anno, 
basterà  prendere  nel  calendario  i  giorni 
segnati  col  numero  d'oro  di  quell'anno. 
Ciò  vale  per  gli  anni  computati  secondo 
la  regola  giuliana,  tuttora  in  vigore 
presso  i  Russi,  i  Greci  ed  i  cristiani  di 
Oriente. 

Nel  computo  gregoriano  lo  date  dei 
noviluni  nel  corso  di  un  dato  anno  si 
ottengono  mediante  l'opatta.  Nel  calen- 
dario sono  scritte  in  ordine  retrogi*ado 
le  epatte,  di  fianco  ai  successivi  giorni 
dell'anno,  incominciando  da  30  (ossia 0) 
che  corrisponde  al  1"  gennaio  e  conti- 
nuando così  periodicamente  fino  al  ter- 
mine dell'anno.  Con  questo  semplice 
artifizio  si  ottiene  che  /  giorni  dei  no- 
viluni in  mi  dato  anno  siano  quelli  che 
nel  calendario  perpetuo  sono  segnati  dal- 
l'epatta  di  quell'anno.  Ciò  è  reso  mani- 
festo, per  la  prima  lunazione  dell'anno. 


dal  seguente  esempio,  nel  quale  si  è 
supposta  r  epatta  dell'anno  =-  23,  e 
quindi  l'età  della  Luna  al  1"»  gennirio 
-  24: 

Ktà  (Ifìla 

eli  mi          l.vna  Epatte 

Gennaio  1                 21  30 

2  2Ó  29 

3  2(>  28 

4  27  27 

5  28  26 
«                 29  25 

7  30  24 

8  1  23  novilunio 

9  2  22 
10                   3  21 


La  stessa  cosa,  cioè  la  coincidenza 
dell' epatta  annuale  col  giorno  del  no- 
vilunio, si  verifica  nel  resto  dell'anno, 
in  grazia  della  ripetizione  ciclica  delle 
epatte  scritte  in  ordine  retrogrado  nel 
calendario.  Per  effetto  di  questa  dispo- 
sizione le  date  segnate  da  una  mede- 
sima epatta  si  succederebbero  a  inter- 
valli costanti  di  30  giorni.  Ma  poiché 
le  lunazioni  si  fanno  alternativamente 
di  30  e  di  29  giorni,  in  quelle  di  29  è 
stato  necessario  accoppiare  due  epatte 
in  un  medesimo  giorno,  oppure  omet- 
terne una  del  tutto.  Per  la  durata  della 
lunazione  è  indifferente  che  si  tralasci 
un' epatta  piuttosto  che  un'altra.  Tut- 
tavia i  riformatori  del  calendario  vo- 
lendo dare  soltanto  29  giorni,  secondo 
l'uso  antico,  al  mese  lunare  di  Pasqua, 
hanno  stabilito  che  1'  epatta  accoppiata 
sia  25;  perciò  questa  epatta  è  precisa- 
mente quella  che  è  stata  omessa  nei 
mesi  lunari  cavi,  o  di  29  giorni,  del  ca- 
lendario perpetuo  sopra  citato.  Per  tro- 
vare con  questo  calendario  i  noviluni 
di  un  anno  la  cui  epatta  è  25,  bisogna 
osservare  la  seguente  regola:  si  prende 
r epatta  25  nei  mesi  lunari  in  cui  è  segna- 
ta, e  in  quelli  in  cui  manca  si  prende  in- 
vece l' epatta  24  nel  caso  che  il  numero 
d'oro  sia  minore  di  12,  e  l'epatta  26  quan- 
do il  numero  d'oro  sia  maggiore  di  11. 

Negli  anni  in  cui  concorre  il  nu- 
mero d'oro  19  con  l'epatta  19,  come 
per  esempio  l'anno  gregoriano  1690,  il 
31  dicembre  è  considerato  come  segnato 
nel  calendario  perpetuo  dall' epatta  19 


21  — 


invece  che  dall' epatta  20:  allora  si  tro- 
vano due  noviluni  in  dicembre,  l'uno 
al  giorno  2  (epatta  regolare  lUj  e  l'altro 
al  31  del  mese  (epatta  eccezionale  11>). 
Senza  questa  procauzione,  in  un  anno 
avente  il  numero  d'oro  \\)  e  l'opaltn  1*.), 
il  calendario  perpetuo  non  avrebbe  dato 
nessun  novilunio  dal  2  dicemb.  di  quol- 
lanno  al  80  gennaio  dell'anno  seguente, 
ohe  ha  1  \n\v  numero  d'oro  ed  1  per 
»»patta.  Questo  caso  non  si  presenterà 
l>iij  tino  all'anno  gregoriano  8511.  del 
(^uale  il  numero  d'oro  è  10  e  l'epatta  l\>. 
IJiguardo  alh\  lettera  domenicale  o 
alla  sua  funzione  nel  calendario  per- 
petuo, non  occorrono  altro  spiegazioni, 
dopo  quelle  già  date  nella  inti'oduziono 
ronologica. 

Mediante  il  calendario  perpetuo  di- 
\enta  cosa  facilissima  il  determinare 
la  data  della  Pasqua  per  un  anno  qua- 
lunque, del  quale  si  conosca  l'epatta 
la  lettera  domenicale.  A  partire  dal 
giorno  8  di  marzo  si  cerca  nel  calen- 
lìario  il  giorno  segnato  con  l'epatta 
dell'anno  proposto:  questo  è  il  giorno 
del  novilunio  ecclesiastico,  o  quindi  ag- 
giungendo 13  unità  alln  sua  data,  si  ot- 
itMie  il  giorno  del  plenilunio  pasquale; 
allora  poi,  mediante  la  lettera  domeni- 
(  ale.  si  trova  subito  la  data  della  do- 
menica susseguente,  cioè  della  Pasqua. 
Eseìtipio  per  l'unno  1917.  —  L'epatta 
è  6,  la  lettera  domenicale  è  Gr  e  il  nu- 
mero d' oro  ò  18.  Nel  calendario  per- 
))etuo,  a  partile  dal  giorno  8  marzo, 
s'incontra  l'epatta  G  di  fianco  alla  data 
«lei  25  inai'zo:  dunque  il  plenilunio  ec- 
flesiastico  avviene  il  7  aprile.  Questo 
;iiorno  è  segnato  con  F  nella  colonna 
<lello  lettere  domenicali,  e  a  questa  let- 
tera segue  immediatamente  la  G,  cor- 
rispondente al  dì  8  aprile.  Dunque  è 
<luesto  il  giorno  in  cui  cade  la  dome- 
nica susseguente  alpleuiluniopasqualc, 
ossia  è  il  giorno  di  Pasqua. 

Aggiungo  qui  poche  parole  intorno 
mI'uso  antico,  anzi  antiquato,  di  dare 
alle  lunazioni    i   nomi  dei  mesi  solari 
comuni.    Quest'uso   non    ha   probabil- 
mente altro  fondamento  allinfuori  dello 
1  edenze  popolari,  tuttora  vive,  intorno 
'le  supposte  influenze  della  Luna  sulle 
^  Mende  meteorologiche  e  sulla  vita  de- 
li   esseri   terrestri.   Già   piìi   d'un  se- 
>lo  fa  .1.  J.  La   Landi;  si  |)ronunziava 
"ulro   una  simile  usanza.  O   Tuttavia 
'  iclie  oggidì  molti  continuano  a  dare 
alla  lunazi(^>ne  il  nome  del  mese  in  cui 


(1>  i'oiin.  itf.1  Tempx.   17*3  e  r.14: 
ivaiils,  Uicvuibre  li'<l. 


essa  ha  cominciato.  I  computisti  hanno, 
quasi  concordemente,  seguito  sempre 
la  regola  opposta,  secondo  l'antico  pre- 
cetto :  in  quo  coinpletur  menai  lunatio 
(letur.  Sia  nell'una  che  nell'altra  ma- 
niera, questa  usanza  ò  puramente  con- 
venzionale, e  l'Astronomia  non  ci  ha 
assolutamente  nulla  a  die  vedere. 

La  regola  dei  computisti  è  sostentita 
dal  Clavio  (Novi  Calendarii Romani  Àpo- 
loffia,  Roma,"  1588,  lib.  II,  cap.  V),  il 
quale  mostra  che  essa  ha  il  suo  fon- 
damento nella  distribuzione  delle  bi- 
nazioni nei  Vò  anni  del  ciclo  metonico. 
Nel  1900,  por  esempio,  che  fu  il  primo 
anno  del  ciclo  corrente,  l'epatta  era  2ì), 
e  quindi  la  prima  lunazione  dell'anno 
incominciava  col  2  gennaio  e  finiva  il 
30,  come  si  vede  nel  calendario  perpe- 
tuo. Questo  era  incontestabilmente  e 
per  tutti  la  Luna  di  gennaio.  La  luna- 
zione seguente,  dal  31  gennaio  al  28 
feì)braio,  doveva  quindi  essere  attri- 
buita al  febbraio,  e  così  di  seguito:  cia- 
scuna lunazione  prende  il  nome  del  mese 
in  cui  termina,  finché  si  arriva  al  mese 
di  settembre  del  111°  anno  del  ciclo 
(anno  embolismico  o  di  13  lunazioni). 
A  questo  mese  sono  da  attribuirsi  2 
lunazioni,  la  I'  che  va  dal  4  agosto  al 
2  settembre,  e  la  11*  dal  3  settembre 
al  \°  ottobre:  ciò  si  desume  dal  calen- 
dario perpetuo  osservando  che  l'epatta 
di  quell'anno  è  21.  La  lunaziotie  se- 
guente è  quella  d'ottobre,  e  va  dal  2 
al  31  ottobre;  così  per  effetto  dell' em- 
bolisriio  la  Luna  è  rimessa  d'accordo 
col  mese  solare.  Andando  avanti,  essa 
ripiglia  ad  anticipare  continuamente, 
finché  si  accumulano  tanti  giorni  quanti 
bastano  ad  una  nuova  intercalazione,  e 
così  si  proseguo  fino  al  termine  del  ci- 
clo metonico. 

Bisogna  ricordare,  a  tal  proposito, 
che  una  lunazione  (intervallo  periodico 
delle  successive  congiunzioni  della 
Luna  col  Solo  o  rivoluzione  sinodica) 
vale  in  media 

2<Jd  12>'  41»»  2',8  =    29',5306, 

e  che  il  ciclo  metonico  è  fondato  sulla 
equivalenza  approssimativa  tra  hi  du- 
rata di  235  lunazioni 

(2'J,5:JO(J  X  2;J5  —  693»'.(;») 

e  la  durata  di  10  anni  giuliani  di  3<')5 
gioini  e  un  quarto  ciascuno 

(365 '.-ij  X  19  —  «'.irr.) ',".•.). 

I\>ichè  una  lunazione  diu'a  circa  20 
giorni  e  mezzo,  i  computisti  ni  antichi 
elle  moderni  formano  i  mesi  lunari  al- 
ternativamente di  20  o  di  30  giorni,  di* 


—  22 


stinguendoli  con  le  denominazioni  di 
cavi  e  pieni.  Così  se  supponiamo  che 
un  novilunio  coincida  col  principiare 
del  primo  giorno  di  un  dato  anno,  alla 
fine  di  quell'anno  si  conteranno  12  lu- 
nazioni intere,  che  formano  354  giorni, 
con  un  residuo  di  11  giorni  se  l'anno 
ò  comune  e  di  12  giorni  se  l'anno  è 
bisestile.  In  ragione  di  12  lunazioni 
ogni  anno,  in  19  anni  se  ne  contereb- 
bero 228;  ma  19  anni  giuliani  equival- 
gono a  285  lunazioni,  dunque  ne  avan- 
zano 7,  che  sono  da  intercalarsi  nel 
periodo  dei  19  anni  e  che  perciò  son 
dette  eìnhoìisHiiche. 

Supponiamo  che  il  periodo  dei  19 
anni  comprenda  5  bisestili  (come  suc- 
cede se  il  primo  bisestile  è  imo  dei 
primi  tre  anni  del  periodo);  allora  19 
anni  giuliani  comprendono  365  X  19  + 
5  =  6940  giorni.  D'altra  parte  le  228  lu- 
nazioni alternate  di  29  e  di  30  giorni 
formano  114  X  (29  +  30)  =  6726  giorni. 
Dunque  per  quelle  7  lunazioni  inter- 
calari o  embolismiche  rimangono  di- 
sponibili 6940  —  6726  =  214  giorni.  Sot- 
traendo da  questi  i  5  giorni  introdotti 
dai  bisestili,  ne  vestano  209,  che  si  pos- 
sono formare  con  6  lunazioni  di  30 
giorni  e  una  di  29. 

Poiché  un  anno  comune  supera  di 
11  giorni  la  durata  di  12  lunazioni,  è 
chiaro  che  trascorsi  i  primi  tre  anni 
di  un  ciclo  metonico  bisognerà  inter- 
calare la  prima  lunazione  embolismica, 
di  30  giorni,  e  ciò  si  ripeterebbe  ogni 
tre  anni  di  seguito,  se  l'intercalazione 
non  lasciasse  un  residuo.  Ma  appunto 
l)er  questa  ragione  gli  anni  in  cui  si 
contano  13  lunazioni  sono  distribuiti 
irregolarmente  nel  ciclo  metonico. 

Anticamente  questi  erano  gli  anni 
secondo,    quinto,    ottavo,   undicesimo. 


tredicesimo,  sedicesimo  e  diciannove- 
simo, cioè  quelli  a  cui  corrispondono 
i  numeri  d'oro  2,  5,  8,  11,  13,  16  e  19. 
Ma  nella  riforma  gregoriana  del  calen- 
dario quest'ordine  fu  mutato,  e  per  i 
7  anni  embolismici  furono  stabiliti 
quelli  designati  dai  numeri  d' oro  3, 
6,  9,  11,  14,  17  e  19. 

In  conformità  di  queste  regole  è  fa- 
cile formare  la  seguente  tavola,  in  cui 
si  parte  dal  1900,  che  è  il  primo  anno 
del  ciclo  metonico  attualmente  in  corso 
e  pel  quale  l'ef^atta  era  29. 

Lmiazioui    Luiia/.iuni    Etfi  (l«-lla 
Auuo  Numero      dopo  durante         Luna 

d'oro       il  19 JO  l'auuo        0  "«uu. 


1900 

1 

0 

12 

29 

1901 

2 

12 

12 

10 

1902 

3 

24 

13 

21 

1903 

1 

37 

12 

2 

1904 

5 

49 

12 

13 

1905 

6 

61 

13 

24 

1906 

7 

74 

12 

5 

1907 

8 

86 

12 

16 

1908 

9 

98 

13 

27 

1909 

10 

IH 

12 

8 

1910 

11 

123 

13 

.  19 

1911 

12 

136 

12 

0 

1912 

13 

U8 

12 

11 

1913 

U 

160 

13 

22 

19U 

15 

173 

12 

3 

1915 

16 

185 

12 

14 

1916 

17 

197 

13 

23 

1917 

18 

210 

12 

6 

1918 

19 

222 

13 

17 

L'ultima  colonna  contiene  le  epatte, 
le  quali  si  succedono  con  un  ordine 
evidente,  determinato  dal  fatto  che 
l'anno  comune  supera  di  11  giorni  la 
durata  di  12  lunazioni  intere.  Pei-ciò  si 
passa  dall' epatta  di  \\n  anno  a  qviella 
dell'anno  seguente  aggiungendo  1 1  uni- 
tà e  togliendone  30  quando  la  somnui 
è  maggiore  di  30. 


AVVERTENZA    GENERAI^E 

relativa  ai  fenomeni  planetari  notevoli  e  alla  visibilità  dei  pianeti. 

Poiché  Urano  è  visibile  a  occhio  nudo  nolo  eccezionalmente  e  Nettuno  non  lo  è 
inai,  le  nostre  effemeridi  non  contendono  indicazioni  relative  a  questi  due  lontanis- 
simi  pianeti.  Esse  considerano  solamente  i  cinque  pianeti  conosciuti  dayli  antichi^ 
cioè  Mercurio,   Venere,  Marte,  Giove  e  Saturno. 

Le  congiunzioni  di  questi  pianeti  fra  loro,  o  con  qualche  stella,  o  con  la  Luna, 
come  pure  le  epoche  delle  stazioni,  sono  relative  alla  ascensione  retta;  invece  quelle 
dei  pianeti  col  Sole  sono  congiunzioni  in  longitudine. 

Ija  congiunzione  di  2)i(ineta  con  pianeta  è  data  solamente  quando  la  differenza 
in  declinazione  non  supera  3  gradi;  quella  di  jìianeta  con  stella  solo  quando  la 
differenza  in  declinazione  non  supera  10  ^»V7«?. 


-^t->- 


—  23  - 

1917  -  GENNAIO 


//  SOLE  0   entra  nel  segno  dell'  AQUARIO  ^^    (in   longitudine  800»   O') 
il  giui-no  20  a  15*»  37"» 


Fani  antronomlche  S  (^  L.  P.  il  giorno    8»    8' 42"> 
dclU  Luna  >    C  U.  Q.  ,        IR  a  12    43 


L.  N.  il  giorno  23  a  8')  4U" 
P.  Q.  ,        30  a  2      2 


Luna  apopea  il  giorno  10  a  G"» 


Luna  perigea  il  giorno  23  a  14>> 


Effemeride  del  Sole  e  della  Luna  per  T  orizzonte  di  Roma 

in  tempo  medio  civile  dell'  Europa  centrale 

L 

ItiKNO 

O   SOLE  (centro)         ! 

pS  LUNA 

(centro) 

3 

1 

1 

ti. 

^4 

II 

e: 

11 
l    i 

il 

2 

1 

si 

*  - 

I-i 

e  « 

Ktà 

< 

L 
M 
M 

1 

2 
3 

h  m 

7     4 
7     4 
7     4 

'  h  m 

7  40 
7  40 
7  40 

h     »n    s 

12   13  38 

14     7 

14  35 

h    m 

10  48 
16  48 
16  49 

h    m 
17  24 

17  24 
17  25 

h    m 

11  53 

12  22 
12  56 

h    », 

18  56 

19  45 

20  35 

h    m 

1  2 

2  10 

3  17 

8 

9 

10 

1 

2 
3 

G 

V 

4 
6 
6 

7     4 
7     4 
7     4 

7  40 
7  40 

7  40 

15     2 
15  29 
15  56 

16  60 
16  51 
16  52 

17  26 
17  27 
17  28 

13  35 

14  22 

15  14 

21  26 

22  18 

23  10 

4  22 
6  22 
6  16 

il 

4 
5 
6 

7 

e 

L 
M 

7 
8 
9 

7     4 
7     4 
7     4 

7  40 
7  40 
7  40 

le.  22 

16  48 

17  13 

16  53 
16  54 
16  55 

17  29 
17  30 
17  31 

16  11 

17  11 

18  13 

.... 
Ò  '  Ò 

0  48 

7     2 

7  41 

8  14 

14 
15 
16 

7 

8 
9 

11 
IJ 

M 
V 

10 
11 
12 

7     4 
7     4 
7     4 

7  39 
7  39 
7  39 

17  38 

18  2 
18  25 

16  56 
16  57 
16  58 

17  32 
17  33 
17  34 

19  14 

20  14 

21  14 

1  33 

2  15 
2  67 

8  41 

9  5 
9  28 

17 
18 
19 

10 
11 
12 

s 

D 

L 

13 
14 
15 

7     3 
7     3 
7     2 

7  38 
7  38 
7  38 

18  48 

19  10 
19  32 

17     0 
17     1 
17     2 

17  35 
17  36 
17  37 

22  16 

23  17 

3  87 

4  18 
4  69 

9  49 
10  10 
10  32 

20 
21 
22 

13 
14 
15 

If. 
IT 

M 
M 

16 
17 
18 

7     2 
7     2 

7     2 

7  37 
7  37 
7  36 

19  53 

20  14 
20  33 

17     3 
17     4 
17     6 

17  38 
17  39 
17  40 

0  21 

1  2S 

2  38 

5  43 

6  31 

7  23 

10  57 

11  27 

12  4 

23 
24 
25 

16 
17 
18 

l'.i 

V 
3 
D 

19 
20 
21 

7     1 
7     0 
7     0 

7  36 
7  35 
7  34 

20  52 

21  10 
21   28 

17     6 
17     8 
17     9 

17  41 
17  42 
17  44 

3  49 

4  56 

5  57 

8  20 

9  22 
10  26 

12  50 

13  48 

14  58 

26 
27 
28 

10 
20 
21 

L 
M 
M 

22 
23 
24 

G  69 
6  58 
G  58 

7  34 
7  33 
7  32 

21  45 

22  1 
22  16 

17  10 
17  11 
17  13 

17  45  ; 
17  46 
17  47 

6  49 

7  31 

8  6 

11  29 

12  30 

13  27 

16  16 

17  38 

18  69 

29 
2 

22 
23 
24 

G 
V 

s 

25 
26 
27 

G  57 
«  56 
6  56 

7  32 
7  31 
7  30 

22  30 
22  44 

22  57 

17  14 
17  15 
17   16 

17  48 
17  50 
17  51 

8  35 

9  2 
9  29 

14  21 

15  12 

16  2 

20  18 

21  34 

22  48 

3 

4 
6 

25 
26 
27 

li 

M 

2H 
29 
30 

G  53 
6  64 
6  63 

7  29 
7  28 

7  27 

23     9 
23  20 
23  30 

17  18 
17  19 
17   20 

17  52 
17  63 
17  64 

9  86 
lo  25 
10  68 

16  51 

17  40 

18  31 

23  59 
*  1  *  7 

6 

7 
8 

28 
29 
30 

31 

M 

31 

6  52 

7  26 

23  39 

.17  22 

17  65 

11  33 

19  23 

2  14 

9 

31 

Per  le  riduzioni  ad  altri  liio:ihl  d'Italia  e  per  la  durata  del  cropuscolo^  astronomico, 
.  le  spiegazioni  date  dopo  le  effemeridi. 

Suono  dell'  Ave  Maria  (irei  erti' tri  iviili  il  Irurr  «  dtpe  il  Irminli  irì  Siif) 

no 


)    dal  giorn. 


.1    15 


71'    15" 
7       0 


(   dal  gioii 


1  al     6 

17'' 

l.Mn 

7  al  19 

17 

30 

20  al  31 

17 

43 

24 


1917  -  FEBBRAIO 


Il  SOLE  0  entra  mi  segno  dei   PESCI      V/     {in  lougVudinc  3:i0o   u') 
il  giorno  19  a  6  '  5™ 


Fani  astronomiche 
(Iella  Luna 


)  (^  L.  P.  il  giorno    7  a     4"  2 
)   C  U-  Q-         r,         15  a     2     5 


©  L.  N.  il  giorno  21  a  19"'    fm 
S  P.  e,).  «         2»  a  17    44 


Luna  apopea  il  giorno  6  a  10'' 


Luna  pcrigea  il  giorno  21  a  2^ 


Effemeride  del  Sole  e  della  Luna  per  T  orizzonte  di  Roma 

in  tempo  medio  civile  dell'  Europa  centrale 


GlCRK 

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0   SOLE  (centro) 

U  LUNA 

(centro) 

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6  50 
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7  24 
7  23 

12  23  48 

23  50 

24  3 

17  23 
17  24 
17  25 

17  57 
17  58 
17  59 

12  19 

13  10 

14  5 

20  15 

21  6 
21  56 

3  16 

4  11 

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18  3 

15  4 

16  5 
1  17  6 

22  45 

23  30 

5  41 

6  16 
6  45 

13 
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15 

4 
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6 

38 
39 

40 

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7  19 
7  18 
7  16 

24  22 
24  25 

24  27 

17  31 
17  32 
17  33 

18  4 
18  6 
18  6 

1  18  7 

19  7 

20  8 

0  14 

0  56 

1  37 

7  11 
7  33 
7  54 

16 

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7 
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9 

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42 
43 

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11 
12 

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6  41 
6  40 

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7  14 
7  13 

24  28 
24  19 
24  29 

17  34 
17  3H 
17  37 

18  8 
18  9 
18  10 

21  9 

22  12 

23  17 

2  17 

2  58 

3  41 

8  16 

8  38 

9  2 

19 
20 

21 

10 
11 
12 

44 
45 
46 

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G 

13 
14 
15 

6  38 
6  37 
6  36 

7  11 
7  10 
7  9 

24  28 
24  26 
24  23 

17  38 
17  40 
17  41 

18  11 
18  12 
18  14 

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1  32 

4  27 

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6  9 

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10  2 
10  43 

22 
23 
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13 
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24  12 

17  42 
17  43 
17  44 

18  15 
18  16 

18  17  1 

2  39 

3  41 

4  35 

9  9 

11  33 

12  35 

13  47 

25 

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27 

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50 
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7  0 

24  7 
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23  54 

17  46 

17  47 
17  48 

18  18 
18  20 
18  21 

5  20 

5  58 

6  31 

10  9 

11  8 

12  3 

15  5 

16  26 

17  46 

28 
29 
30 

19 
20 
21 

53 
54 

55 

G 
V 

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22 
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6  26 
6  25 
6  23 

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6  57 
6  56 

23  47 
23  39 
23  31 

17  50 
17  51 
17  52 

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18  23  1 
18  24 

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7  27 
7  55 

12  57 

13  48 

14  39 

19  5 

20  22 

21  36 

1 

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3 

22 
23 
24 

68 

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•25 
26 
27 

6  22 
6  20 
6  19 

6  54 
6  53 
6  51 

23  22 
23  12 
•23  2 

17  53 
17  54 
17  56 

18  25 
18  27 

18  23 

8  24 

8  57 

9  34 

15  31 

16  23 

17  16 

22  49 

23  59 

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6 

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22  51 

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10  16 

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1  5 

7 

28 

Per  le  ridnzioni  ad  altri  lun}:l\i  d'ItaMii  e  per  la  dn  ata  del  crepiisco'o   a^stronomico, 
vedi  le  spiegazioni  date  dopo  le  effemeridi. 

Suono  del.' Ave  Maria  (firta  mm'*n  avanti  i!  Insrc  e  dopo  il  Iramonlo  dei  Sole) 


Mattina 


dal  giorno  1  al  3 

7''  0 

\              ^             4  a!  15 

6  45 

j     ^           16  al  26 

6  30 

(     „     27  al  28 

6  15 

dal  giorno 

1  al 

12  18h 

Ora 

^ 

13  ili 

•'4  18 

15 

« 

25  al 

26     18 

ao 

—  'Jò  — 


1917  -  MARZO 

//  SOLE  0  enfru  nel  segno  d.l'  ARIETE    V   ("»  ìongitudhie  0"  0') 
il  giorno  21  a  5'»  37>" 

Fasi  •stronomleke  i  (?)  L.  P.  11  giorno     8  a  22'»  68» 
della  Luna         )  C  ^^-  Q-           «         16  a  13   33 

O  L.  N.  11  giorno  23  a    5h     5>» 
^P.Q.         ,        30  a  11     3«5 

Luna  apogea  il  giorno  5  a  16''                 Luna  pertgpa  li  giorno  21  a  10»> 

Effemeride  del  Sole  e  della  Luna  per  T  orizzonte  di  Roma 

In  tempo  medio  civile  dell'  Europa  centrale 


Giorno 

0   SOLE  (centro) 

m  LUNA  (centro) 

3 

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19  52 

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6  45 

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20  41 

3  40 

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3 

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4   17 

11 

4 

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5 

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21   49 

18     3 

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4  48 

12 

5 

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6     8 

6  40 

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18     4 

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22  54 

5  14 

13 

6 

66 

M 

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6  38 

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18     5 

18  37 

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23  35 

5  38 

14 

7 

67 

G 

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6     5 

6  37 

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18     6 

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6     0 

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6  22 

16 

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10 

6     2 

6 

33 

'20  3«5 

18     9 

18  40 

20     5 

0  58 

6  44 

17 

10 

70 

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11 

6     0 

6 

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11 

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M 

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M 

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IS  45 

.... 

4     6 

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9  28 

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75 

V 

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5  51 

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18  16 

18  47 

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5  58 

10  25 

23 

16 

76 

B 

17 

5  50 

6  22 

18  40 

18  17 

18  48 

2  25 

6  57 

11   31 

24 

17 

77 

D 

18 

5  48 

6  20 

18  22 

18  18 

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3  13 

7  56 

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25 

18 

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19 

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IS     5 

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26 

19 

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6  16 

17  47 

18  20 

18  52 

4  27 

9  48 

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M 

21 

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18  21 

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5  41 

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11  33 

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5  39 

6  11 

16  53 

18  23 

IS  55 

5  52 

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5  36 

6     8 

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6  53 

14     9 

21  37 

3 

25 

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L 

26 

5  34 

6     6 

15  58 

18  27 

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7  29 

15     3 

22  47 

4 

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86 

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27 

5  32 

6     4 

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8  10 

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23  52 

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10  52 

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5  27 

6  59 

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lU     3 

10  48 

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1  35 

8 

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31 

fi  25 

5  58 

14  27 

18  32 

19     4 

11  48 

.19  '23 

2  15 

9 

31 

per  la  dui'u;a  dui   crepuscolo   ustronomico, 


Per  le  ridu/ioni  ad  altri  luu^-hi  d'Italia 
Tedi  le  spifgi/.ioiii  date  doi)o  lo  crt'cnieridi. 

Suono  dell'Ave  Maria  \iu\  «rzi'tri  iTiali  il  Idirf  r  dipi  il  triaoBU  it\  Si!r) 
dal  giorno     I   al     7       «••  lo» 
8  al  16       6     0 
17  id  2->       5    45 
.  HO  al  31       5   30 


Mattina 


d.l 


Skka 


Ionio     1   ;d     9 

I  S)i  .lOw 

„            10  hI  22 

18    4-. 

,           23  al  31 

l'J      0 

-  26 


1917  -  APRILE 


Il  SOLE  ©   entra  lul  tserjno  del    TORO     ^     (m  longitudine  30»  0') 
il  giorno  20   a    17''  17"» 


FaM  astronomiche  \  (^  L.  P.  il  giorno    7  a  U"  IO™ 
della  Liinn         '^  C  U.  Q.          „         U  a  21    12 

9  L.  N.  il  giorno  21  a  15'    l™ 
3  P.  Q.          ,         29  a     G   2-2 

Lnna  apogea  il  giorno  2  a  8'^ 


Luna  perigea  il  giorno  18  a  4 
„      apogea  ,        30  a  3 


Effemeride  del  Sole  e  della  Luna  per  l'orizzonte  di  Roma 
in  tempo  medio  civile  dell'  Europa  centrale 


Giorno 

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V 

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111 

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12  39 

19  28 

1  43 

9 

30 

Por  le  riduzioni  ad  altri  luogbi  d'Italia  e  per  la  duri'a  del  crepuscolo  astronomico, 
vedi  le  spiegazioni  date  dopo  io  effemeridi. 

Suono  dell'Ave  Maria  (firn  mn'm  mnii  il  Insrp  e  ('♦  »  il  tramonto  del  Sole) 


Seka 


'   dal  -riorno     l  al    2 

5" 

30m 

\             ,             3  al  12 

15 

^^■'•^'^^                 :           13  al  21 
(             ,           22  al  30 

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dal  giorno    1  al     4 

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-  27  - 

1917  -  MAGGIO 


//  aOLE  ©   entra  nel  sejìio  dei 

GEMELLI     tì     ('■'»  longitudine  60"  0') 

il  giorno  21  a  16  '  59™ 

FaKi  astronomiche  J  @  L.  P.  il  giorno     7  a    3''  4J"  |  ( 

i  L.  N.  Il  giorno  21  a    1*^  47m 

dcllu  Luna         )   C  U.  Q.            „ 

14  a  2  48        9  P.  Q.         •        29  a    0 

31 

Luna  peri.:,'ea  il  giorno  13  a  20 

•                Luna  apogoa  11  giorno  27  a  2i: 

« 

Effemeride  del  Sole  e  della  Luna  per  l'orizzonte  di  Roma 

in  tempo  medio  civile  dell'  Europa  centrale 

Giorno 

©SOLE  (centro)         | 

^  LUNA  (cent 

ro) 

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13 

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L 

14 

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23 

14 

135 

M 

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1  27 

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24 

15 

136 

M 

16 

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14  33 

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16 

137 

G 

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19  23 

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2  20 

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15  45 

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17 

138 

V 

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4  11 

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G  21 

19  25 

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3  20 

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140 

D 

20 

4   10 

4  48 

6  24 

19  26 

20     3 

3  56 

11  32 

19  16 

29 

20 

141 

L 

21 

4     9 

4  47 

6  27 

19  27 

20     4 

4  39 

12  27 

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21 

142 

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144 

G 

24 

4     7 

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6  41 

19  30 

20     7 

7  23 

15     7 

22  43 

4 

21 

145 

V 

25 

4     6 

4  44 

6  46 

19  30 

20     8 

8  25 

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25 

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8 

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19  31 

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16  40 

23  41 

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26 

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27 

4     5 

4  42 

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19  32 

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10  27 

17  23 

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29 

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29 

M 

30 

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20  14 

14  29 

20    8 

1   15 

11 

31 

Per  le  riduzioni  ad  altri  Ino^jhl  d'Italia  e  per  la  durata  del  orepusoolo  a«»tronomiou, 
il  le  spiegazioni  date  dopo  lo  effemeridi. 

Suono  dell'Ave  Maria  (rirn  mtii'm  miti  li  Imre  t  itpi  il  triatito  M  Silr) 
l   dal  giorno 
Mattina  ' 


1   al     2 

41.  ^3m 

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4    30 

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4    15 

(  dal  ;;iorao     1  al     2 

19' '30 

Seua  . . . 

.  \             ,             3  al   16 

19   4.> 

(              ,            17  al  ai 

20     0 

-  28  - 

1917  -  GIUGNO 


//  SOLE    0    entra  nel  segno  del  CAUCBO    (^    {In  ìongUudine  90"  0') 
il  giorno  22  a  1''  15"» 

~i 

F«*l  astronomiche  )  ©  L.  P.  il  giorno     5  a  14'>    7» 
della  Luna          )  C  U.  Q.           „         12  a     1    38 

O  L-  N.  il  g:oi  uo  19  a  14»'    2» 
3  P.  Q.          ,          27  a  n      « 

Ialina  perigea  il  giorno  8  a  21'>                 Luna  appgea  il  giorno  24  a  16*» 

i 

Effemeride  del  Sole  e  della  Luna  per  T  orizzonte  di  Roma 

in  tempo  medio  civile  dell'  Europa  centrale 


Giorno 

0   SOLE  (centro 

) 

(§  LUNA 

(centro) 

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L 

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M 

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M 

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6 

158 

G 

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159 

V 

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10 

162 

L 

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19  43 

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11   12 

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11 

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M 

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12  24 

23 

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164 

M 

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13 

165 

G 

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19  44 

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166 

V 

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19  45 

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S 

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19  45 

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27 

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168 

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29 

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M 

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19  46 

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19 

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M 

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19  46 

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20  40 

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172 

G 

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Il  30 

19  47 

20  26 

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21 

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V 

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3  57 

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19  47 

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14  35 

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3 

22 

174 

S 

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19  47 

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175 

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176 

L 

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19  47 

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25 

177 

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7 

26 

178 

M 

27 

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19  48 

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27 

179 

G 

28 

3  59 

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13     0 

19  48 

20  27 

13  18 

18  45 

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28 

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V 

29 

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19  47 

20  27 

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181 

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4  39 

13  24 

19  47 

20  27 

1   13  30 

20  21 

0  33 

11 

30 

Per  le  riduzioni  ad  altri  luoghi  d'Italia  e  per  la  durata  del 
vedi  le  spiegazioni  date  dopo  le  effemeridi. 


repuscolo    astronomico, 


Suono  dell'Ave  Maria  (N:ea  nim'ora  manti  il  levare  e  dopo  il  triin«nle  del  S»!e) 


L  da 

Mattina  < 

g'orno    1  al     5 

4h 

lo 

6  al  2.i 

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4 

15 

Seka 


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iorno      1  a!     2 
.  3  al  30 


1917 


2!)  — 

LUGLIO 


//  SOLE  ®  entra  nel  segno  del  LEONE   ^    (in  longitudine  120»  O') 
a  gi.wno  23  o  12»»  8» 

Fu»l  ««tron«»micke  )  (g)  L.  p.  il  giorno     4  a  22'«  4t>"« 
della  L»ii«.        1  d  U.  Q.          ,         11  a  13  12 

•  L.  N.  il  giorno  19  a  4»»   0- 
^  P.  Q.          ,          27  a  7    40 

Lana  perlgea  11  giorno  6  a  17h                  Lnna  npogea  11  giorno  22  a  7»» 

Effemeride  del  Sole  e  della  Luna  per  T  orizzonte  di  Roma 
in  tempo  medio  civile  dell'  Europa  centrale 


G 

lORXO 

O  SOLE  (centro) 

U  LUNA 

(centro) 

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19  47 

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12 

1 

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L 

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M 

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19  47 

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18  45 

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3 

185 

M 

4 

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19  47 

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15 

4 

186 

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5 

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14   20 

19  46 

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5     2 

16 

6 

187 

V 

C 

4     3 

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19  46 

20  25 

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1   19 

6  20 

17 

6 

188 

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7 

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7 

189 

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8 

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8 

190 

L 

9 

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20 

9 

191 

M 

10 

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21 

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192 

M 

11 

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i:>  17 

19  44 

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23  25 

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12  37 

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11 

193 

G 

12 

4     8 

4  46 

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19  44 

20  2-2 

23  57 

6  30 

13  48 

23 

12 

194 

V 

13 

4     9 

4  47 

15  32 

19  43 

20  22 

.... 

7  22 

14  57 

24 

13 

195 

8 

14 

4  10 

4  48 

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19  43 

20  21 

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8  14 

16     2 

25 

14 

196 

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15 

4   11 

4  49 

15  46 

19  42 

20  20 

1   13 

9     8 

17     2 

26 

16 

197 

L 

16 

4  12 

4  50 

15  52 

19  42 

20  20 

2     8 

10     2 

17  55 

27 

16 

198 

M 

17 

4   13 

4  50 

15  58 

19  41 

20  19 

3     3 

10  54 

18  39 

28 

17 

199 

M 

18 

4  13 

4  51 

16     3 

19  40 

21)  18 

4     3 

11  44 

19  16 

29 

18 

200 

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19 

4   14 

4  52 

16     8 

19  40 

20  17 

5     4 

12  31 

19  48 

1 

19 

201 

V 

20 

4  15 

4  53 

16  12 

19  39 

20  16 

6     6 

13  16 

20  15 

2 

20 

202 

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21 

4  16 

4  54 

16  16 

19  38 

20  16 

7     7 

13  58 

20  38 

3 

21 

203 

» 

22 

4  17 

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16  19 

19  37 

20  15 

8     6 

14  39 

21     0 

4 

22 

204 

L 

23 

4  18 

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16  21 

19  36 

20   14 

9     5 

15  19 

21  22 

6 

23 

205 

M 

24 

4  19 

4  57 

16  23 

19  30 

20   13 

10     5 

15  69 

21  44 

6 

24 

206 

M 

25 

4  20 

4  58 

16  24 

19  35 

20  12 

11     6 

16  41 

22     7 

7 

25 

207 

G 

26 

4  21 

4  58 

16  25 

19  34 

20  11 

12     9 

17  25 

22  34 

8 

26 

2«>8 

V 

27 

4  22 

4  59 

10  25 

19  33 

20  10 

13  13 

18  12 

23     6 

9 

27 

209 

S 

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4  24 

5     0 

16  24 

19  32 

20     9 

14  19 

19     3 

23  43 

10 

23 

210 

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29 

4  25 

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16  23 

19  31 

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15  25 

19  58 

.... 

11 

29 

211     L 

30 

4  26 

5     2 

16  21 

19  30 

20     6 

16  28 

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12 

30 

212     U 

31 

4  27 

5     3 

16   18 

19  29 

20     5 

1   17  25 

21  59 

1  28 

13 

31 

f 

*•         Per  le  ridazioni  ad  altri  luoghi  d'Itnlia  e  per  la  durata  del  orepusoolo  astronomioo, 
vedi  le  spiegazioni  date  dopo  le  efTemcridi. 


Suono  dell'Ave  Maria  (riria  itu'm  atuU  il  Irrin  i  itf*  il  trilliti  lei  Silt) 

Mattina  /  ^^^  »'°''"°     ^  »'  ^*      *'  ^^'      I         Skba  / 

PIATTINA  ^  ^  20  al  31       4  30         I         *****  '  '  '  *  \ 


dal  giorno     1  al  21 
.  22  al  31 


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-  80  - 

1917  -  AGOSTO 


Il  SOLE  0  fM/.o  ntl  segno  della  VÉRGINE  \[V  (in  htiyluìine  150'»  0') 
il  giorno  23  a  18'i  54"» 


Vu»l  astronomiche  ^  (g)  L,  P,  il  oionio  3  a     6'>  11™ 
della  Luna  j   C  U.  Q.  „  9  a  20    56 


9  L.  N.  il  giorno  17  a  19' -il" 
J)  F.  Q.  r,  25  a  20     8 


Luna  pei-lgea  il  giorno  3  a  23^» 


Luna  apogea  il  giorno  18  a  13*» 


Effemeride  del  Sole  e  della  Luna  per  T  orizzonte  di  Roma 
in  tempo  medio  civile  dell'  Europa  centrale 


GlOKNO 

0   SOLE  (centro) 

@  LUNA 

(centro) 

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M 

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M 

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G 

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V 

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L 

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13 

226 

M 

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227 

M 

15 

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228 

G 

10 

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V 

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17 

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19  7 

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4  49 

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L 

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M 

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21 

234 

M 

22 

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22 

235 

G 

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19  32 

11  2 

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6 

23 

236 

V 

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4  54 

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12  6 

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18  45 

19  18 

17  56 

23  33 

4  2 

14 

31 

Per  le  riduzioni  ad  altri  luoghi  d'Italia  e  per  la  durata  del   crepuscolo   astronomico, 
vedi  le  spiegazioni  date  dopo  le  eiì'emei-idi. 

Suono  dell'Ave  Maria  (circa  niozj'tra  avaali  il  levare  e  h\*  il  (rrnonU  del  !;tl() 


Mattina  à 


dal  giorno 


1  al     4 

5  al  18 

19  al  31 


4h30n 

4  45 

5  0 


Seka 


giorno  1  al  5 

201'  0 

6  al  16 

19  45 

17  al  26 

19  30 

giorno  27  al  31 

19  16 

31 


1917  -  SETTEMBRE 

Il  SOLE  ®  entra  nel  segno  dalla  LIBRA    £i    {in  longitwUne  ISO*  O') 
il  giorno   23   «   le*»  0» 

Fusi  a«tr»iiomlelte  )  ®  I,.  p.  Il  giorno  1  a  13  '  'i%«^ 
della  Luaa          ^   C  U.  Q.          „           8  a     8      5 

#  li.  N.  il  giorno  10  a  lli"2.S»' 
»  P.  Q.        ,         24  a    0    41 
®  L.  P.         „         30  a  21    :u 

Luna  pcg..  1.  g,o,„o  1  .  9^                   J--»  ;P°^'  "  «l»;"»  1*  *  Jg' 

Effemeride  del  Sole  e  della  Luna  per  T  orizzonte  di  Roma 
in  tempo  medio  civile  dell'  Europa  centrale 


GlOBKO 

©SOLE  (centro) 

@  LUNA 

(centro) 

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L 

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M 

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11 

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M 

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12 

256 

G 

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257 

V 

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15 

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16 

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L 

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M 

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M 

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17  22 

23  57 

5  29 

15 

30 

Per  le  riduzioni  ad  altri  luoghi  d'Italia  e  per  la  durata  del   ci-epusoo!o   astronomico, 
vedi  le  spiegazioni  date  dopo  le  effeiueiidi. 


Mattina 


Suono  dell'ave  Maria  ((irta  ifii'ira  miti  il  Ir.m  t  dtpt  il  traitnlt  del  Sili) 

(dal  giorno     1  al 
Q     al 


3  al  10 
17  al  30 


5'  0" 
5  15 
5    SO 


Seba  . 


dal  giorno     1   al     4  19i>  15" 

,  8  al    13  19      0 

14  al  21  18    48 

,  22  al  80  18   30 


-  f52  - 

1917  -  OTTOBRE 


Il  SOLE  ®  enfia  nel  segno  dello   SCORPIONE    ffl^  Un  lonyiludine  210<^  u') 
il  giorno  24  a  Qi^  44"» 


Fani  astronomiche  )   £  U.  Q.  il  giorno     7  a  23'»  14™ 
della  Luna         i  <d  1>.  N.         «  16  a     3    41 


3)  P.  Q.  il  giorno  2J  a  15''3fem 
©  L.  P.  „  30  a     7    19 


Luna  apogea  il  giorno  12  a  1»»  Luna  perigoa  il  giorno  28  a  Oi» 


Effemeride  del  Sole  e  della  Luna  per  T  orizzonte  di  Roma 
In  tempo  medio  civile  dell'  Europa  centrale 


Gì  ORNO 

0   SOLE  (centro) 

U  LUNA 

(centro) 

o 
a 

1 

o 

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274 

L 

1 

5  36 

6  7 

11  ó'.}  54 

17  52 

18  21 

17  63 

.... 

6  46 

16 

275 

M 

2 

5  37 

6  8 

59  34 

17  50 

18  22 

18  28 

0  52 

8  3 

17 

276 

M 

3 

5  38 

6  10 

59  15 

17  48 

18  20 

19  8 

1  47 

9  13 

18 

277 

G 

4 

5  39 

6  11 

58  57 

17  47 

18  18 

19  54 

2  44 

10  29 

19 

278 

V 

5 

5  40 

6  12 

58  39 

1^  45 

18  17 

20  46 

3  41 

11  32 

20 

279 

S 

6 

5  41 

6  13 

58  21 

17  43 

18  15 

21  42 

4  37 

12  27 

21 

280 

» 

7 

5  42 

6  14 

58  3 

17  42 

18  13 

22  42 

5  31 

13  13 

22 

281 

L 

8 

5  43 

6  15 

67  46 

17  40 

18  12 

.:3  44 

6  21 

13  51 

23 

282 

M 

9 

5  44 

6  16 

57  30 

17  38 

18  10 

7  8 

14  23 

24 

283 

M 

10 

5  45 

6  17 

67  13 

17  36 

18  8 

0  43 

7  53 

14  51 

23 

284 

G 

11 

5  46 

6  13 

56  58 

17  35 

18  7 

1  45 

8  35 

15  15 

26 

285 

V 

12 

6  48 

6  20 

56  43 

17  33 

18  5 

2  44 

9  16 

15  38 

27 

286 

S 

13 

5  49 

6  21 

56  28 

17  32 

18  4 

3  43 

9  57 

16  0 

28 

287 

1> 

14 

5  50 

6  22 

56  14 

17  30 

18  2 

4  43 

10  38 

16  23 

29 

288 

L 

15 

5  51 

6  23 

66  0 

17  28 

18  1 

5  44 

11  20 

16  47 

30 

289 

M 

16 

5  52 

6  24 

55  47 

17  27 

17  59 

0  47 

12  4 

17  14 

1 

290 

M 

17 

5  53 

6  25 

5ó  31 

17  25 

17  58 

7  50 

12  51 

17  46 

2 

291 

G 

18 

5  54 

6  26 

55  22 

17  24 

17  56 

8  54 

13  41 

18  23 

3 

292 

V 

19 

5  55 

6  28 

55  11 

17  22 

17  54 

9  57 

14  33 

19  8 

4 

293 

S 

20 

5  56 

6  29 

55  1 

17  21 

17  63 

10  56 

15  28 

20  1 

6 

294 

» 

21 

5  57 

6  30 

54  51 

17  19 

17  52 

11  50 

16  25 

21  2 

6 

295 

L 

22 

5  59 

6  31 

61  41 

17  18 

17  50 

12  36 

17  21 

22  10 

7 

22 

296 

M 

23 

6  0 

6  32 

54  32 

17  16 

17  49 

13  16 

18  15 

23  22 

8 

23 

297 

M 

24 

6  1 

6  34 

64  24 

17  15 

17  47 

13  50 

19  8 

.... 

9 

24 

298 

G 

25 

6  2 

6  35 

54  17 

17  13 

17  46 

14  21 

20  0 

0  36 

10 

26 

299 

V 

26 

6  3 

6  36 

64  10 

17  12 

17  45 

14  óO 

20  51 

1  50 

11 

26 

300 

S 

27 

6  4 

6  37 

54  4 

17  10 

17  43 

15  18 

21  43 

3  5 

12 

27 

301 

1> 

28 

6  6 

6  38 

53  59 

17  9 

17  42 

15  48 

22  36 

4  20 

13 

28 

302 

L 

29 

6  7 

6  40 

63  54 

17  8 

17  41 

16  22 

23  31 

6  36 

14 

29 

303 

M 

30 

6  8 

6  41 

53  50 

17  6 

17  39 

17  0 

6  52 

16 

30 

304 

M 

31 

6  9 

6  42 

53  47 

17  38 

17  43 

0  27 

8  6 

16 

31 

Per  le  riluzioni  ad  altri  luoghi  d" Italia  e  per  la  durata  del  crepuscolo   astronomico, 
vedi  le  spiegazioni  date  dopo  le  effemeridi. 

Suono  dell' >\ve  Maria  (tirca  ntii'trt  ivtoli  il  le?Br«  e  dop*  il  tramont»  del  Sile) 

11  giorno     1                  51'  30™       1  [  dal  giorno     1  al     9 

dal       ,           2  al  14       5    45  o_^            I              ,           10  al  18 

15  al  27       6     0         \  "^*^  '  '  '  *  ì             ,           19  al  29 

28  al  31       6   15         1  [            ,          30  ai  31 


Mattina 


18»>15m 
18     0 
17  45 
17  30 


1917  -  NOVEMBRE 


Jl  SOLE  ®  entra  nel  a^ytio  dei  SAQìTTARìO    ^    (ìn  lonyitudÌMe  i40»  0') 
il  giorno  22  a  21*^  45» 

Ftt«l  u-tronoiiilclte  S   (f  V.  Q.  il  giorno     «  a  \S^  4» 
dell*  Luna          )   é  L.  N.           „           14  a  19  28 

H)  P.  Q.  li  glorntf  21  a  23^  29« 
®  L.  P.          ,        28  a  19    41 

Luna  apogea  il  {giorno  8  a  18  <                   Luna  porlgea  il  giorno  24  a  7^ 

Effemeride  del  Sole  e  della  Luna  per  T  orizzonte  di  Roma 
in  tempo  medio  civile  dell'  Europa  centrale 


Giorno 

0  SOLE  (centro) 

U  LUNA 

Ccentro) 

! 

2 

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1      Tramonto 
apparente 

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53  44 

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2  23 

10  13 

18 

2 

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8 

3 

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6  43 

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20  29 

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11     4 

19 

3 

■ 

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4 

6  14 

6  47 

53  43 

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21  31 

4  12 

11  47 

20 

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L 

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0  15 

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17  32 

22  31 

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12  22 

21 

6 

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M 

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6  16 

6  49 

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16  58 

17  31 

23  34 

5  48 

12  62 

22 

6 

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M 

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6  51 

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10  50 

17  30 

6  31 

13  18 

23 

7 

812 

G 

8 

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16  55 

17  29 

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13   U 

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8 

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V 

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17  28 

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9  15 

14  30 

27 

11 

Slò 

I, 

12 

6  23 

6  57 

54  15 

16  51 

17  25 

4  33 

9  59 

15  16 

28 

12 

«17 

M 

13 

C  24 

6  58 

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16  50 

17  24 

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10  4) 

15  46 

29 

13 

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M 

14 

6  25 

6  59 

54  32 

16  49 

17  24 

6  43 

Il  34 

16  21 

30 

14 

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O 

15 

G  26 

7     0 

54  42 

16  48 

17   23 

7  47 

12  27 

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1 

13 

320 

V 

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6  27 

7     2 

54  52 

16  48 

17  22 

8  49 

13  23 

17  56 

2 

10 

321 

S 

17 

6  2i) 

7     3 

55     3 

16  47 

17  21 

9  46 

14  20 

18  56 

3 

17 

322 

1> 

18 

C  30 

7     4 

55  15 

16  46 

17  20 

10  3*5 

15  16 

20     2 

4 

18 

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L. 

19 

6  31 

7     5 

63  28 

16  45 

17  20 

11    17 

16  12 

21   13 

5 

19 

1 

M 

20 

C  32 

7     7 

55  42 

16  44 

17   19 

11   52 

17     3 

22  26 

6 

20 

::. 

M 

21 

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7     8 

53  57 

16  44 

17   13 

12  23 

17  66 

23  33 

7 

21 

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22 

6  34 

7     9 

50  12 

16  43 

17   18 

12  52 

18  46 

.... 

8 

22 

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56  28 

16  42 

17  17 

13  20 

19  36 

0  31 

9 

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6  39 

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14  53 

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4  30 

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26 

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M 

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6  40 

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16  40 

17    13 

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27 

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M 

28 

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6  42 

7  17 

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16  39 

17   13 

17  13 

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7  57 

15 

29 

* 

V 

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7  18 

58  41 

16  39 

17  14 

18  13 

1     4 

8  52 

Hi 

30 

Ptr  lo  riduzioni  ad  altri  lno„'hi  d'Italia  e  per  la  durata  djl  crepuscolo  Mtronomioo, 
li  le  spiegazioni  date  dopo  le  effemeridi. 


Suono  deii^Ave  Maria  (lina  icu'm  liuti  il  Itiirt  1 1*^  Il  trtiiiU  lei  tilf) 


Mattina 


i  dal  giorno  1  all'  3  C'  15" 
^  ,  ,  9  al  20  C  30 
'     .         .       21  b1  30      0   43 


Srra 


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17    13 


-  3i  - 

1917  -  DICEMBRE 


.  lì  SOLE  0  e,..>ra  n  l  segio  del  CAPRICORNO     ^     (in  longitudine  210'  0') 
V  g-orno  22  «  10  '  4Cm 

Fasi  ustronomlolie  ^   £  JT.  Q.  il  giorno     0  a  TSf»  14"' j  J)  P.  Q.  il  giorno  21  a     7' 
della  Luna          ^  @  L,  N.          «           11  a  10    17        ®  L.  P.           „          28  A  10 

62 

Luna  apogea  il  giorno  6  a  15''                 Luna  perigea  il  giorno  18  a  23*» 

Effemeride  del  Sole  e  della  Luna  per  T  orizzonte  di  Roma 
in  tempo  medio  civile  dèli'  Europa  centrale 


GioKxo 

0    so 

% 

ce 

1 
1 

Principio 

del  crepuscolo 

civile 

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0  37 

1  2 

1  28 

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2  20 

2  47 

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9  36 

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17  13 

22  22 

4  25 

11   18 

20 

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21 

16  88 

17  13 

.... 

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12     6 

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16  37 

17  13 

0  21 

0  29 

12  28 

23 

16  37 

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1   21 

7  10 

12  51 

24 

16  37 

17   13 

2  21 

7  52 

13  16 

25 

16  37 

17  13 

3  22 

8  36 

13  44 

26 

16  37 

17  13 

4  26 

9  21 

14   10 

27 

16  38 

17  14 

5  32 

10  16 

14  56 

28. 

16  38 

17  14 

6  30 

11   11 

15  40 

29 

16  38 

17   14 

7  33 

12     9 

16  44 

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16  38 

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8  29 

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9  14 

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17  16 

10  55 

10  44 

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17  16 

11  23 

17   33 

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5  44 

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23  47 

6  42 

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17     0 

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7  32 

15 

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18     3 

0  41 

8  14 

16 

16  46 

17  22 

19     6 

1  31 

8  49 

17 

16  47 

17  23 

20     8 

2  18 

9  19 

18 

Per  le  ridazioni  ad  altri  luoghi  d'Italia  e  per  la  durata  del  crepuscolo   astronomico, 
vedi  le  spiegazioni  date  dopo  le  effemeridi.  | 

Suono  dell' >\ve  Maria  (Mns  mm'ora  «vanti  il  Imre  e  dtpi  il  trinooU  drl  S«lf) 
i  dal  vi'v.no     1  al     4     fii'  4:r-       |  j   d*' 

0  S!-Il\ 


Mattina 


1  al     4 
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7  a:r  11      17 


ti    31      li    U 


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GENNAIO-1917 

IL  FIRMAMENTO   -    Appetto  lo  _  Ore  21   -  20. 


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Fenomeni  planetari  notevoli  (tempo  medio  riv.  doH'K.  e) 

Data    Ore  „„!'- 

4  C?  <r  4     6"5S'S'2l         17  QcTC'"""'      .     2     1»26'N 

y   masslmn  olon-az.       IJ»  22  E    22         15  9  iras-iima  latit.  eIloo.M)tB««»«^N 


Dita  Ore 

1  r.i 

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i?  nel  Q 

mattina     Eclisse  lunare,  in  parte  vlsibl'e 
in  Kaiia. 
C  t>  J'  C  t>    0  58  N 

2J  y  stazionarlo, 

y  y  al  poriolio, 

y       4  D  0 

20  t>  CP  0 

7  y  C/''  ii-fer.  0 


22  U  5  e/  C  y     3  1!J  N 

23  mattina  Eclisse  solare,  in  .part^  visibile 

in  Italia.  <    ">  '     "  '  :*. - 

2*  0  e?  e/  <r  !        cf r,   8  US 

27  1  rj*  ma-Sima  lai It.  ell04'entrlc.i  R 

28  10  5  nel  ^j 

2'j  y  4  y  e  4     6  45  S 

3.)  17  9  stnztornro. 

30  22  ?    C^    2  9     2  62  N 


-  %  --.. 
FEBBRAIO  -  1917 

IL  FIRMAMENTO  —  Aspetto  2»  —  Ore  21  -  20. 


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Data  Ore 

5  8 

12  10 

15  3 

20  2 

20  17 


Fenomeni  planetari  notevoli  (tempo  medio  cìv.  dell' E.  e.) 


t)  e/  C  t>    0o48'N 

y   massima  e!on<>az.      20     2  W 
y  nel  T) 

y  (/  C  ^     2  20   S 

2  (/  e  2    3  2ó   S 


Data 

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20 

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S   al  perielio. 

22 

1 

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e?   r.oio's 

25 

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y  all'afelio. 

20 

1 

4  ere 

4    6  21  9 

28 

23 

e   rj   0 

-  37  - 

MARZO  -  1917 


IL  FIRMAMENTO  —  Aspetto  3»  —  Ore  21  -  20. 


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Fenomeni  planetari  notevoli  (tempo  motllo  civ.  dell' E.  e.) 


4 

1 

4 

11 

18 

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_J 

18 

2-2 

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33 

1 

Data  Ore 

2   all'afelio.                                      1  24  y 

t)  e/  C                        "•:>     O04TX     23  20 

y   massima laUt.eliuceatrica   S     26  0 

^  (/  2                  ?<    0  43  a  I  2(5  7 

2   </   C                        2     0  40    8     29  18 

yc/C                        ^7  13    8(31  9 

cT  v"  \2:                       ^     6  13    8  1  3i  17 


y    C/  cT  ?     Oor.C'8 

4   J'  C  4     5  51   8 

1)  stazioiiarl<ì. 

2  massima  latit.  eliocentrica  3 

y  'J  super.  © 

2  e/  cT  2     0  39  8 


38  - 


APRILE  -  1917 

IL  FIRMAISIEISTO  -  Aivr.TTO  i"  —  Ore  21  -  20. 


line.       ^•^C/-'2t7M^_,5■ 


WEST 


NORD 


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y    ••,.:  •  ••■  Juan  9. 


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SUD 


WEST 


Fenomeni  planetari  notevoli  (tempo  medio  civ.  dell' E.  e.) 


rata  Ore 

6  IS  ?   nel  Q 

10  8  ^  al  perielio. 

u  H  -b  D  ® 

H5  20  ?    c/    4                         y     30  0'  N 

20  15  ^  massima  latit.  eliocentrica  N 

20  23  d"  '/  C                       (j^     0     D    S 


Data  Ore 

21  17  2   c/  C  2      6o20'  S 

22  17  4   (/  C  4     S  22  S 

23  5  ì?  cT  €  y     1  16  S 

24  21  y  massima  e'ongaz.       20  21  E 
26  10  2  c/  super.  0 

28  3  t'  v''  C  tj     1  21  N 


8!) 


MAGGIO  -  1917 

IL  FIRMAMENTO  -   Aspktto  5o  -  Ora  21  -  '.0. 


<iBr;zu      Lince 


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WEST 


Fenomeni  planetari  notevoli  (tempo  medio  civ.  t^ellKc.) 

Data  Ore 

O     OolG'Nl'iO  17  y    (/  C                       y      5*50-8 

21  13  2  nel  J, 

21  16  2    c/  C                       2      2  66   8 

^     0  24  N     24  8  y  ull'ifelio. 

21  23  ?  (/  4                        9      2     7    S 

23  16  t>  ./  5;                        t>      1   49  N 

ff    5     2   8     29  3  ^   stazionario, 
4     4  5d  S 


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Ore 

3 

2  cT  4 

4 

y  stazionarlo. 

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1  , 

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GIUGNO  -  1917 

IL  FlilMAMENTO  —  Aspetto  6    -  Ore  21  -  20. 


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Data 

Ore 

8 

13 

12 

0 

13 

17 

17 

7 

17 

15 

17 

4? 

Fenomeni  planetari  notevoli  (tempo  medio  civ-  dell' E.  e.) 


e?  cT  4  (?    Ooll'N 

^1  massima  elongaz.      23  31  W 

y  massima  latit.  eliocentrii-a  S 

4  (/  C  4     4  30  S 

d'  c/  C  e?     3  23  S 

^  (/  f  ^^     C     1  S 


Da  a 

0:e 

19 

- 

Eolisse  solare,  invisib.  in  Italia. 

20 

22 

2   c/  C                      2     1°25'N 

22 

G 

t>  CT  C                      t^    2  12  N 

23 

10 

cr  ni  Q 

24 

6 

^   al  pcrielip, 

-  -n  - 
LUGLIO  -  1917 

IL  FlRMAiliNTO  -  Aspetto  7»   -  Ore  21  -  20. 


EST 


:2 


SUD 


WEST 


Fenomeni  planetari  notevoli  (Lompo  medio  civ.  dell'  E.  e.) 


li.\U    Ore 
i        17  l?  nel  Q 


-.>! 


0  all'apogeo. 


4       sera  Kollsse  luiiaie,  visibile  in  Ita'la. 

.-.        1  2  c/  t>  2    1-  ^'^ 

7  8  y  al  perielio. 

12         IS  y  ^  su:)er.  0 

H         21  4   cT  €:  4*68 

1  2  uiu«.);iua  latit.  e'-ioc'Jitrica  M 


IO 


Dita     Oro 

I  16  10  cf  a'  C  cT     1»26'  S 

'17  14  5f   massimi  lati». eliocentrica  N 

18  22  >'    C^  t>  ^     1  25  N 

19  tnuttina    Kclisse  solare,  iuvisib.  in  Itilin. 
10  20  1>  C/  <E  1?     2  33  N 

20  0  y   c/  C  5     4    10  N 

21  10  2   c/  (E  2     5  23  N 

27  n  V  '/  ® 


-  42  — 

AGOSTO  -  1917 

11.  FimiAMENTO  -   ASPKTTO  8^  -   Ore  21   -  20. 


<? 


e    "i        "  \  '  /  ■^        V»  ..,•  li' •'?'••.•    •          «.Ali,?-     \ 


V       6  3 


^:v7^    36 


s: 


WEST 


NORD 


EST 


Fenomeni  planetari  notevoli  (tempo  medio  civ.  dell' E.  e.) 


Data 

Ole 

Data 

Ore 

10 

1 

?  nel  ^ 

20 

7 

11 

13 

4  ere 

n 

3o40'  S 

20 

10 

14 

5 

c^c/  C 

d 

0  42  N 

20 

21 

lij 

y 

t>c/e 

V 

2  55  N 

20 

0 

y  aU' a  fello. 

y   CT  C                      ?  3e3G'N 

2    (/  C    .                   2  0  33   N 

tf   massima  clongaa.  27  22    li 


43 


SETTEMBRE  -  1917 

I'.  FIRMAMENTO  -  Aspetto  fo  -  Ore  21  -  ZX 


WEST        ^S^  NORD  \>^         EST 


fenomeni  planetari  notevoli  (tempo  modio  civ,  dell' E.  e.) 


]'a;a 

Ore 

Data 

Ore 

11 

4  0® 

k; 

22 

^  c/C                ^ 

9 

y  stazionarlo. 

19 

1 

v   e/  interiore  ® 

- 

1 

4  C/  C                       4     3«W'  « 

19 

23 

2  ere             2 

;• 

10 

^  mass  ma  Is'it.  clioceutiioa  S 

17 

« 

y  slaxioiiarJo. 

h) 

a 

9.   nel  T) 

28 

IG 

9   nel  Q 

12 

1 

d"   e/  C                         d*     2  55   N 

30 

IS 

4  sta  ionario. 

U 

22 

V  (/  ^                       V    3  2-J   *^ 

lo31'N 


i     5  N 


41 


OTTOBRE  -  1917 

IL  FIRMAMENTO  —  Aspetto  10*  —  Ore  21  -  20. 


/J/  jSrcole. 


WEST     V^  NORD  ^>y  EST 


y?/^ 


\Atidroni. 


i36 


^":-Ì^^>42: 


l!i-;t/*^f^-^^-^^/;.--v 


»^--9>r"      i;K  ^-ki   •        •••--•-;•*..•  V---. -.' 


^5.j;t/ì1o 


'*   >    '(•-•---V       a  /     •  À     •■  *^         y\  Capricorno  •-a;-:->;^    /    '■•\ 


EST 


:^ 


SUD 


WEST 


Fenomeni  planetari  notevoli  (tempo  medio  civ.  dell' E.  e.) 


Data  Ore 

1  l'i  e?  c/  t>  e?     0»-J0'  N 

3  7  5'  al  perielio. 

4  16  y  massima  elongaz.      17  55  W 

5  10  4  CT  C  2(.  2  57  S 
10  10  tp  c/  C  1c?  3  ^'2  N 
IJ  21  cf  0''  C  J'     5     2  X 


Data  Ore 

13  6  2  e/    "5-  Scorpii          %     Oo  4'  S 

13  13  y  massima  lati t.  eliocentrica  N 

U  17  $  all'afelio. 

15  G  y  (/  C                        y      7  3-2  N 

10  21  2  (/  C                      2     0    y   S 


~-  4r,  - 
NOVEMBRE  -1917 

IL  FIRMA^TENTO  -  Aspktto  11»  —  Ore  21  -  20. 


A-  \'3r.6rA-  ''     •  ;i-V      >y  /'«•rito -;.,*.;;  -ex 

r<  ^V»'  .■•---•.^--5     „,      ^■-  Lince        ^*    •:•::•».  A 

WEST         '^V^  NORD  Z^  EST 


/Tir.  »*>^,5l        ,  ,  ,    .  .    ./"'A,   '•*■•       ^   aK\ 


Ì2 


SUD 


Fenomeni  planetari  notevoli  (tempo  modio  civ.  cieli* Re.) 


1  a 

Oro 

Data 

Ore 

1 

17 

4  ere 

4    2'óò'a 

15 

10 

^  ^  € 

9     lolS'N 

.{ 

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2  (/  super. 

(S) 

1» 

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9   ftllnfclio. 

'. 

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2   massiiiiii  1 

itit. 

B;iijC..*n;rira  S 

18 

IG 

2  cr<r 

2      4     4   8 

1 

y  nel  ?^ 

2C 

17 

^  sfa'.on.'irio. 

21 

1^  '/  (t 

b    4   19  S 

2S 

VI 

4  ere 

4     3     7    8 

7 

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i>  n  ^ 

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G     C/C 

cT     C  40  X 

3) 

10 

2  luas-iim*  eJongar.      47  18  £ 

-  4(1  - 

DICEMBRE  -  1917 

IL  riRMAMENTO   -  Aspktto  12o  -  0;e  21  -  £0. 


Cir^ff<i- 


/  /       ''••••'•••*-':,V^hi'*'"x        '      '■"*'    *^''    *'  .'X         '"'"  I2fe' •'' 


aé. 


WEST        ^^v^ 


INORD 


EST 


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V'......       V    :    »«A  /  ,  /r~--.^' 


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-VV*-e« 


EST  ^>^ 


SUD 


WEST 


Fenomeni  planetari  notevoli  (tempo  medio  civ.  dell' E.  o.) 


Dita 

Ore 

4 

7 

0 

15 

7 

5 

12 

<; 

14 

_ 

IG 

i 

17 

7 

Ib 

2 

t)  C^  C                        t>     4036  N 

^  massima  latih  eliocentriiM  S 

e?  c/  C                        e?     «     0  N 

cTG  ® 

Eclisse  f-olare,  invisib.  in  Italia. 

^    CT  C                          t^      2  65  S 

^   mtssim:*  elotigaz,     20  10  E 

^    -y  C                '      $     5  30  S 


Data     Ore 

25  1  y    sta?!  .rai  io. 

25  12  e?  massima  latit.el  o  cntrica  N 

25  15  y  nel  Q 

2fi  0  4   c/  C                          4     30  20    S 
27    reatina     Eclisse  (un  re,  iiivi--.ib.  in  Italia, 

yo  «i  V^    al  peiieLo. 

31  13  t)  o'  C                      t»    4  37  N 


-  47 


Spiegazione  e  uso  delle  effemeridi. 

Generalità. 


Nelle  pngino  mensili  da  23  a  34  la 
nostra  effeinerido  dà,  giorno  per  giorno, 
parecchi  elementi  astronomici  di  cui 
la  conoscenza  è  utile  per  la  vita  ci- 
vile. Tali  elementi  sono  calcolati  per 
lorizzonte  di  Roma  (Osservatorio  astro- 
nomico del  Collegio  Komano)  e  sono 
espressi  in  tempo  medio  civile  dell'Eu- 
ropa centrale  (').  Essi  sono  i  seguenti  : 

I.  —  Principio  e  fine  del  crepuscolo 
civile.  —  Questi  sono  press' a  poco  i 
momenti  in  cui  al  mattino  si  principia 
a  vederci  chiaro  nelle  abitazioni  e  in- 
vece alla  sera  bisogna  accender  i  lumi  : 
latta  astrazione,  ben  inteso,  dalle  con- 
dizioni variabili  dell'atmosfera. 

Si  ammette  che  il  pxincipio  e  la  fine; 
d«'l  crepuscolo  civile  corrispondano  a 
quei  momenti  in  cui  rispettivamente 
scompaiono  al  mattino,  o  diventano  vi- 
sibili alla  sera,  le  stelle  di  prinia  gran- 


(1)  Questo  è  il  teiupo  iiitern.azioiia'e  che  fu 
ii'ìotttfto  iu  Ititlift  come  t»»inpo  l«*gale  unico,  a 
l>.>r»ire  cl»»l  1°  novenibreì  lt93,  Ei-o  ••.  il  tenii«) 
medio  polire  civile  lorrisp.  nriente  al  meridlaiio 
•li  1  <  gra4li  a  levante  «li  Greeinvich.  One»to  me- 
ridiano n»-l  noMtro  paese  passa  rer  Termoli  e 
j>er  r  Ktna.  in  Boemia  per  Reicbeuberg  e  in 
l'ruHHin  Iter  StiirKanl. 

Si  dU-e  «temi.»)  ••ivile>  per  d  stingnere  dal 
<temi)o  astronomico  >.  Nepli  usi  civili  la  gior- 
nata printi))ia  a  mezzanotte  i^cro  ore;  Invt-ce 
aarli  aotronomi  torna  coniodo  ili  ri«ar<iarne  il 
prin'i|>io  Uno  al  niezz(Mlì  eon'ecntiv»». 

La  locnrione  «  tempo  dell'  Koroj»»  centrale  » 
«•  qnella  chH  è  nreviiUa  come  traduzione  del- 
re»pr«'!-8Ìou«  ted-sca  «niitteleuro|iaÌ8clieZeit  >. 
Il  pr(»f.  K.  ScHKAM  di  Vienna  aveva  prnj>o-to, 
verso  il  IIUO.  la  denominazione  di  <  Adria- ZeU»', 
ossia  «  temjMi  dell' Adriat.'co»,  ma  la  i^opost  :i 
non  el»l»e  tortn  a  I.a  l.»cnzione  ••  lemjK>  del- 
IKuropa  centrale»  trova  corrispon'ienza  nelle 
analoght?  di  «tempo  dell' Knn»pa  occidentale  ». 
e  di  <  teni|>o  d^ir  Kuropa  orientale»  (Si  veda 
il  qnadro  del  «tempi  leuaM  dei  princìi^ali  Stati 
del  mondo»  dato  il  fine  dell»-  presenti  Hp'c;ia- 
y.ionl.  Ma  se  st  volesse  precisar  meglio,  la  «l^*- 
noniMiazl««iie  più  opiKtrtnna  sarei  l»e  qn-lla  di 
«  tempo  dell' Ktna».  yna'e  punto  terrestre,  su 
•  pie!  meridiano,  pnò  competere  con  rRtnai>er 
imi»ortan7.a  geografica,  geologica,  ptorica  e  mi- 
tologica ì 

Poiché  3tO  gradi  valgoiu»  24  vol«e  15  gradi, 
ne  Hejrneche  lo  grndi  equivalgono  hi  tempo  a 
un'ora  precisa.  Sicctune  p-t  l'Kfna  è  a  levante 
(li  Greenwich,  ne  st-'iue  che  qiiaiuh>  (ol  nostro 
lemi.o  lee»l«  «i  hanno  m-t  *8  le  o'*^*  1^.  col 
tempo  di  Green wlch  (o  dell'Ktiropa occidentale) 
ni  hanno  le  or»  12  (mezzodì'. 

L'incomoda  distin/iimé  flelle  orf  In  «anti- 
meridiane »  e  «  pomerldiail»'  »  è  evimfft  cOTlf  On- 
dol»  tutte  ventiquartro  (Il  seguito  %  p»riiie 
dallo  zero  (mezzauoi  te)  Qilesio  .HÌ8t*>ina  fu  adot- 
tato In  dalia  fino  dal  s«-ttei..lire  lm,9,  nel  ner- 
\lzlo  telegrafico  del  Regno  di  Sarrt*>gna  e  l>n.. 
vince  annesse;  nel  H^:»  fu  extes.i  ni  servizio 
ferri) vlurio  e  co«i  tkwiit  nropuga-  iIokì  wnipr» 
\,\tì.  aucbe  per  gli  lul  unlluatl  delia  vit»  civile. 


dozza  situate  nella  parte  dell'orizzonte 
opposta  al  Solo.  Secondo  lo  os.serva- 
zioni  di  J.  H.  Lambert  (i7G0)  e  di  J.  F. 
WuRM  (1805),  ciò  succetle  quando  il  Solo 
si  trova  a  6  gradi  e  mezzo  di  prolondità 
sotto  r  orizzonte. 

Molto  pili  lungo  è  il  crepuscolo  antro- 
vomico,  il  quale  principia,  o  fìniscc. 
quando  diventa  percettibile,  o  cessa  di 
esserlo,  l'illuminazione  solare  nell'at- 
mosfera. Secondo  antiche  osservazioni, 
ciò  avviene  quando  il  Sole  raggiunge 
la  profondità  di  18  gradi  sotto  l'oriz- 
zonte. 

II.  —  Passaggio  al  meridiano  (o  cul- 
minazione) del  Sole  e  della  Luna.  — 
Tempo  medio  a  mezzodì  vero.  —  Loin 
quotidiana  «lei  passaggio  del  Sole  al 
meridiano  di  Ronìa  (Collegio  Komano) 
è  data  fino  ai  secondi  interi.  Invece  per 
la  culminazione  della  Luna  l'approssi- 
niazione  è  limitata  ai  minuti  primi. 

Como  si  sa.  l'interviillo  tra  due  ri- 
torni con-jecutivi  del  Sole  a  uno  stesso 
meridiano  si  chiama  gioifiò  ftòìare  vero 
e  la  sua  durata  non  è  costante  nel  corso 
dell'anno.  Ciò  proviene  da  due  cause 
diverse;  Y"  il  moto  proprio  appan>nte 
del  Sole  sull'eclittica  non  è  uniforme  • 
II"  questo  moto  annuo  apparente  d  1 
Sole  si  compie  lungo  un  circolo  ma.s- 
simo  (l'eclittica)  che  è  obliquo  rispetto 
al  circolo  dell' eqtiatore  celeste  (sotto 
un  angolo  di  23°  27 '|. 

Il  moto  proprio  del  Sole  intorno  alla 
Tetra  è,  come  tutti  sanno,  una  pura  ap- 
parenza, dovuta  al  moto  annuo  di  ri- 
voluzione della  Terra  intorno  al  Sole. 
Tale  movitnento  si  effettua  in  un'or- 
bita ellittica  (però  di  piccola  eccentri- 
cit;i),  e  ciò  che  vi  è  di  uniforme  in  una 
similf.  specie  di  moto  ò  Ift  tìencrizionr 
delie  aree:  in  tempi  uguali  la  retta  [roff- 
ffio  rettore)  congiungente  il  Sole  (fisso) 
col  i)ianeta  (mobile)  desRrive  aree 
tignali  (II"  legge  di  Keplel'o).  Ma  la  ve- 
locitti  ju-opria  d«d  pianeta  varin  conti- 
nuamente, oscillando  tra  un  Valore  mi- 
nimo e  mi  valore  massimo.  11  valore 
minimo  ha  luogo  quando  il  pianeta 
pnsna  lìW afelio  (punto  dell'Orbita  piìi 
lontano  dal  Sole);  si  ha  Ittrète  il  va- 
lore massimo  quando  il  t)ÌAti6t{i  passa 
al  {ìf-rieìio  (punto  dell' orbith  t»iti  vicino 
al  Solo). 

Nel  caso  della  nostra  Ti*ì*ift  l'epoca 
del  pas.snggio  al  pendio   i*   ni  princl» 


4ft  -^ 


pio  di  gennaio  e  quella  del  passaggio 
all'afelio  è  al  principio  di  luglio.  Que- 
ste sono  le  epoche  nelle  quali  recipro- 
camente il  Sole  passa  al  perigeo  e  al- 
l' apogeo. 

Essendo  ineguali  le  durate  dei  giorni 
solari  veri,  nacque  la  necessità  di  ab- 
bandonare il  tempo  solare  vero,  deter- 
minato dalle  successive  culminazioni 
del  Sole  vero  a  un  dato  meridiano,  per 
sostituirvi  il  tempo  solare  medio,  de- 
terminato dalle  successive  culmina- 
zioni di  un  Sole  fittizio,  le  quali  si  suc- 
cedono a  intervalli  di  tempo  rigorosa- 
mente costanti  (').  Cosi  in  ogni  dato 
luogo  il  mezzodì  medio  locale  ò  deter- 
minato dal  passaggio  di  quel  Sole  fit- 
tizio (detto  Sole  medio)  al  meridiano 
locale,  e  il  moto  diurno  apparente  del 
Sole  medio  determina  in  ogni  luogo  il 
tempo  medio  locale. 

Ciò  premesso,  risultano  evidenti  que- 
ste ti-e  proposizioni: 

I.  —  Tutti  i  luoghi  terrestri  che 
sono  situati  sotto  un  medesimo  meri- 
diano contano  nello  stesso  istante  fisico 
lo  stesso  tempo  locale,  vero  o  medio 
che  sia,  (2) 

II.  —  In  uno  stesso  istante  fisico 
il  tempo  locale  è  differente  da  luogo  a 
luogo,  quando  si  tratti  di  luoghi  ap- 
partenenti a  mei'idiani  diversi. 

III.  —  Se  di  tali  luoghi  ne  consi- 
deriamo due,  i  loro  rispettivi  tempi  lo- 
cali nello  stesso  istante  fisico  differi- 
scono tra  loro  di  una  quantità  co&t.inte 
che  è  uguale  alla  differenza  di  lon- 
gitudine tra  i  duo  luoghi,  cioè  all'an- 
golo compreso  tra  i  loro  rispettivi  me- 
ridiani, misurato  in  tempo  invece  che 
in  arco  (nella  proporzione  di  l''  ogni 
15°,  di  1™  ogni  15'  e  di  1*  ogni  15"). 
Se  il  luogo  À  è  situato  a  levante  del 
luogo  B,  a  ogni  istante  il  tempo  di  A 
sarà  uguale  al  tempo  di  B  piìi  la  ri- 
spettiva differenza  di  longitudine. 

Per  farsi  un  concetto  esatto  del  modo 
rapido  con  cui  variano  i  tempi  locali  in 
proporzione  delle  distanze  dei  luoghi 


in  longitudine,  basterà   considerare   i 
seguenti  numeri: 


Latitudine 
geogratìca 

38» 
42 
4G 


Arco  (11  parallelo 

ccrii.spuiKlt'Mle  a  t" 

di  rtiir.  in  lonjsit. 

km.  21.06 
«  20,71 
■r.      10,36 


Di  qui  si  vede  che  nei  nostri  paesi  ; 
la  variazione  del  tempo  locale  arriva  j, 
già  a  1  minuto  intero  per  soli  20  km., 
press'  a  poco,  di  distanza  nel  senso 
est-ovest. 

Tale  discordanza  nei  tenipi  locali, 
abbastanza  sensibile  anche  tra  paesi 
relativamente  vicini,  non  poteva  più 
rimaner  trascurata  all'epoca  nostra, 
dopo  l'invenzione  delle  ferrovie  e  dei 
telegrafi.  Essendo  cresciute  enorme- 
mente la  rapidità,  la  frequenza  e  la 
facilità  delle  comunicazioni,  si  rico- 
nobbe ben  presto  la  necessità  di  una 
unificazione  regionale,  od  anche  nazio- 
nale, delle  ore.U) 

Più  tardi  fu  sentito  il  bisogno  di 
una  unificazione  internazionale  dello 
ore,  o  almeno  di  una  facile  e  rapida 
conveitibilità  dell'ora  di  uno  Stato 
nell'ora  di  un  altro.  A  ciò  provvede  il 
sistema  dei  fasi  orari,  detto  anche  delle 
zone  orarie,  il  quale  da  una  ventina 
d'anni  in  qua  ha  preso  una  notevole 
diffusione.C')  Con  esso  si  raggiunge  una 
specie  di  unificazione  mondiale  delle 
ore,  senza  discordanze  eccessive  dai 
diversi  tempi  locali  e  quindi  senza  con- 
tradizioni col  giorno  naturalo  e  con 
le  sue  parti  (mattino,  mezzodì,  sera  e 
notte). Ci) 

Ritornando  alle  nostre  effemeridi, 
è  manifesto  che  per  ogni  luogo  sono 
fra  loro  equivalenti  lo  due  locuzioni  : 
'•'  ora  del  passaggio  del  Solo  vero  al 
meridiano,  espressa  in  tempo  medio  le- 
gale ,,  e  '•  tempo  medio  legale  a  mezzodì 
vero  ,,.  Dunque,  nelle  pagine  mensili 
da  23  a  o4,  la  colonna  intitolata  "  pas- 
saggio (del  Sole)  al  meridiano  (di  Ro- 
ma),,  dà  il  tempo  medio  dell'Europa 
centrale  a  mezzodì  vero  di  Roma. 


(1)  N»gU  nsi  civili  questa  riforma  fu  intro- 
dotta verso  la  tinti  del  secolo  XV m  e  nella 
prima  metà  d^-l  XIX,  secondo  i  vajì  paesi  d'Eu- 
ropa. Vedi  M.  RA.1NA,  L'ora  esatta  dappertut'o 
(Milano,  U.  Hoepli,  1897),  paff.  .52. 

(2)  Il  tempo  vero  ci  è  dato  immediatamente 
dagli  orologi  solari  comuni  (le  cosid(l*>t  te  »;ieri- 
diane),  dove  la  linea  del  mezzodì  e  le  a'tre  linee 
orarie  sono  ftltiettaute  rette.  Il  tempo  medio 
ci  è  dato  dagli  oroloei  meccanici  i  quali,  quanto 
pih  sono  pertVtti,  tanto  megUo  si  avvicinano 
all'Ideale  di  un  andamento  esattamente  uni- 
torme. 


(1)  L'esempio  fu  d:tto  nel  184."?  dalla  Gran 
Brelagna,  che  adottò  l'ora  unica  di  Greenwich 
pf^r  r  IngJiil  terra  e  la  Scoria,  e  1'  ora  di  Dublino 
j>er  l'Irlanda.  L'  Italia  af^ottf^  nel  li;tì6  l'ora  di 
Konta,  e  la  Francia  nel  1891  l'ora  di  Pari<;i. 

(2)  Vedi,  in  fine  delle  prepenti  spiegazioni, 
il  gi^  citato  q'iartro  dei  tempi  legali  dei  pi  lu- 
ci l'ali  Stati  del  mondo. 

(^)  Per  maggiori  nozioni  sulla  misura  del 
tempo  e  ani  sistema  dei  fusi  orari  mi  permetto 
di  rimandare  al  già  citato  m'o  libro  L'ora  eaatta 
d'ppertulio,  pag.  47  e  seguenti. 


49  - 


Di  qui  si  pn^  ricavare  facilmente 
il  tempo  medio  dell'Europa  centrale 
.1  mezzodì  vero  di  wn  altro  luogo  qual- 
siasi, di  cui  si  conosca,  naturalmente, 
la  posizione  in  longitudine. 

Per  esempio,  il  duomo  di  Como  è 
situato  a  36"  19*,  8  di  longitudine  orien- 
tale da  Greenwich,  e  rOsservatorio  del 
Collegio  Romano  in  Roma  a  49"  55% 
1  pure  a  levante  di  Greenwich.  Dun- 
que Como  sta  a  ponente  di  Roma  por 
IS"  35%  8,  ossia  (in  numero  tondo)  per 
13"  36",  e  quindi  il  Sole  passa  al  me- 
ridiano del  duomo  di  Como  13"  3G"  f7o;)o 
che  al  meridiano  del  Collegio  Romano. 
Basterà  dunque  aggiungere  costante- 
mente 13"  36*  al  tempo  legale  a  mezzodì 
vero  di  Roma,  per  ottenere  il  tempo 
legale  a  mezzodì  vero  di  Como; 

Se  invece  si  trattasse  di  un  luogo 
situato  a  levante  del  meridiano  di 
Roma,  l'operazione  da  eseguirsi  sarebbe 
una  sottrazione,  invece  di  un'addizione. 
Per  esempio,  la  longitudine  orientale 
(da  Greenwich)  del  semaforo  di  Brin- 
disi è  uguale  a  1^  11"  51',  5,  e  quindi 
quel  punto  sta  a  levante  del  Collegio 
Romano  per  21"  56%  in  numero  tondo. 
Dunque  il  Sole  passa  al  meridiano  di 
Brindisi  21"  56'  prùnn  che  al  meridiano 
del  C.  R.,  e  per  avere  il  tempo  legale 
a  mezzodì  vero  di  Brindisi  basterà  sot- 
trarre la  quantità  costante  21"  56'  al 
tempo  legale  del  passaggio  del  Sole 
vero  al  meridiano  di  Roma  (C.  R.). 

Questo  dato,  del  tempo  legale  a 
mezzodì  vero  di  un  luogo  qualsiasi, 
serve  per  regolare  gli  orologi  mecca- 
nici per  mezzo  delle  "  meridiane  „  a 
tempo  vero. 

III.  —  Levare  e  tramonto  del  Sole  e 
della  Lana.  —  Questi  dati  si  riferiscono 
al  centro  dei  due  dischi  e  non  al  lembo 
superiore.  Essi  poi  sono  apparenti,  per- 
chè nel  calcolo  fu  tenuto  conto  della 
parallasse  (cioè  del  fatto  che  l'astro 
non  è  a  distanza  infinita  dalla  nostra 
Terra)  e  della  rifrazione  astronomica. 
Quest'ultimo  fenomeno  è  dovuto  al- 
l' atmosfera  che  circonda  il  globo  ter- 
lestre  e  produco  mi  alzamento  appa- 
rente dagli  astri,  tanto  maggioro  quanto 
più  l'astro  ò  vicino  all'orizzonte.  Così 
il  levare  apparente  di  \\u  astro  avviene 
i^rima  che  esso  sia  arrivato  realmente 
all'orizzonte;  in  apparenza  il  fenomeno 
avviene  quando  l'astro  arriva  a  quel 
circolo  minore  (parallelo  all'orizzonte) 
che  sta  35  minuti  d'arco  più  in  basso. 
Reciprocamente,  al  tramonto,  l'astro 
scompare  solo  quando  raggiunge  lo 
■tesso  circolo  minore  testé  definito.  E 


quindi  manifesto  che  la  rifrazione  ac» 
celerà  il  levare  degli  astri  e  ne  ritarda 
il  tramonto.  Per  il  Sole  tale  effetto  in»- 
porta,  nei  nostri  paesi,  da  3  a  4  minuti 
di  tempo,  secon<lo  le  stagioni. 

In  via  generale  la  Luna  può  esserci 
utile  come  astro  illuminatore  nei  7  od 
8  giorni  che  precedono  o  che  seguono 
il  plenilunio,  e  meglio  d'inverno  che 
d'estate,  per  il  fatto  notissimo  che  nei 
plonihmi  invernali  la  Luna  va  molto 
più  alta  nel  cielo.  Il  sapere  con  una 
certa  esattezza  lo  ore  del  levare  e  del 
tramontare  della  Luna,  nel  periodo  che 
va  dal  primo  all'uUinio  quarto,  può 
quindi  essere  una  nozione  abbastanza 
utile.  Naturalmente  si  dovrà  sempre 
badare  alle  circostanze  locali,  tanto  in- 
fluenti sotto  questo  aspetto  nei  paesi 
di  montagna. 

La  rotazione  apparente  del  cielo  da 
levante  a  ponente  (dovuta,  come  si  sa, 
alla  rotazione  del  globo  terrestre  in 
senso  contrario),  fa  descrivere  ogni  24 
ore  a  un  astro  qualunque  (supposto 
fisso  sulla  sfera  celeste!  un  jìarallelo 
della  sfera  (circolo  minoi'e- parallelo 
all'equatore).  Di  questo  parallelo  la 
parte  che  sta  sopra  all'orizzonte  si 
chiama  "  arco  diurno  ...  È  manifesto 
che  si  ottiene  il  valore  dell'arco  diurno 
espresso  in  tempo  sottraendo  l'ora  del 
levare  da  quella  del  tramonto  conse- 
cutivo. 

Qui  si  suppone,  come  fu  detto,  che 
il  luogo  dell'astro  sia  fisso  sulla  sfera 
celeste  almeno  per  Irt  durata  di  24  ore. 
Ciò  è  vero,  con  un  rigore  che  si  può 
quasi  dire  assoluto,  per  lo  stelle  (le 
cosiddette  "  fisse  „),  e  con  sufficiente 
approssimazione  anche  per  il  Sole  e 
per  i  pianeti.  Ma  il  caso  è  diverso 
per  la  Luna,  perchè  questa  in  circa  27 
giorni  e  un  terzo  fa  un  giro  completo 
sulla  sfera  stellata,  nel  senso  da  po- 
nente verso  levante,  e  quindi  ogni  24 
ore  si  sposta,  in  media,  di  circa  13 
gradi  (quoziente  di  360  diviso  per 
27,33).  Ma  per  analogia  si  può  usare 
la  locuzione  "  arco  diurno  ,,  mnche  nel 
caso  della  Luna,  per  significare  sem- 
plicemente r  intervallo  di  tempo  du- 
rante il  quale  l'astro  stt.  ^opra  al- 
l'orizzonte. 

Parimente,  si  chiama  "  arco  semi- 
diurno „  r  intervallo  di  tempo  che 
passa  tra  il  levare  di  un  astro  e  la  stia 
culminazione  consecutiva;  oppure  tra 
la  culminazione  e  il  tramonto  conse- 
cutivo. 

Percorrendo  l'effemeride  lunare  tro- 
viamo che  a  ogni  lunazione  vi  è  un 
4 


^  m  ^ 


giorno  in  mi  mrtnca  l'ora  del  tramonto 
(verso  l'epoca  del  primo  quarto),  evi 
è  un  altro  gioino  in  cui  manca  l'ora 
del  levare  (verso  l'epoca  dell'ultimo 
quarto).  Per  esempio,  il  giorno  28  gen- 
naio 1917  la  Luna  tramonta  a  Koma  a 
28*'  59'";  siccome  il  tramonto  consecu- 
tivo avviene  a  P  7'",  cioè  do2}o  la  mez- 
zanotte, è  manifesto  che  esso  non  po- 
teva inscriversi  sotto  la  data  del  29 
(altrimenti  sai-ebbe  venuto  appena  1'' 
8'"  dopo  il  procedente)  e  che  invece 
corrisponde  alla  data  del  30. 

A  partire  da  ogni  caso  come  questo, 
in  cui  cioè  manca  l'ora  del  tramonto, 
è  chiai'o  che  volendo  calcolare  giorno 
per  giorno  gli  archi  diurni  della  Luna, 
bisogna  prendere  il  diminuendo  (cioè 
l'ora  del  tramonto)  nella  riga  di  sotto, 
aumentandolo  jjreviamente  di  24  ore. 
Ciò  vale  per  una  metà  della  lunazione, 
fino  al  giorno  in  cui,  per  luia  ragiono 


analoga  a  quella  detta  sopra,  manca 
l'ora  del  levare.  Seguitando  l'esempio 
di, poco  fa,  arriviamo  nella  colonna  del 
levare  a  23»'  17™  del  12  febbraio;  il  le- 
vare consecutivo  avviene  a  Oi»  24"*  del 
giorno  14,  e  per  conseguenza  nel  giorno 
intermedio  devo  mancare  l'ora  del 
levare. 

IV.  —  Età  della  Luna.  —  Questo  è 
il  numero  di  giorni  che  a  una  data 
epoca  sono  trascorsi  dall'ultimo  novi- 
lunio precedente  fino  a  quell'epoca. 

L'età  della  Luna  si  suol  dare  in 
numeri  interi,  trascurando  le  frazioni 
di  giorno.  A  tal  proposito  si  segue  la 
regola  di  contare  il  giorno  stesso  del 
novilunio  come  primo  giorno  della  lu- 
nazione, so  l'epoca  del  novilunio  astro- 
nomico è  anteriore  al  mezzodì  medio, 
mentre  nel  caso  contrai  io  è  il  giorno 
seguente  quello  che  si  prende  come 
primo  giorno  della  lunazione. 


Ridtiziotie  del  levare  e  tramontare  del  Sole  dal- 
l' orizzonte  di  Roma  a  quello  di  tii\  altro  luogo 
qtialtinqxie  in  Italia  e  nelle  regioni  circonvi- 
cine. 


Come  fu  già  detto,  i  dati  delle  no- 
stre effemeridi  valgono  propriamente 
per  l'orizzonte  di  Roma.  Tuttavia  essi 
potrebbero  servire,  in  via  d'approssi- 
mazione, per  una  notevole  estensione 
di  territorio  nell'Italia  centrale  e  me- 
ridionale. 

Volendo  limitalo  l'errore  a  circa 
10  minuti  di  tempo,  si  potrebbe  arri- 
vare, nel  senso  della  longitudine,  fino 
al  meridiano  di  Termoli,  che  passa  a 
levante  del  meridiano  di  Roma  (Monte 
Mario)  per  2''  32'  35"  —  10™  10%  in  nu- 
mero tondo.  Alla  latitudine  di  Roma 
(41°  54')  questo  arco  di  parallelo  vale 
in  lunghezza  211   km.. 

Nel  senso  della  latitudine  non  ha 
estensione  fissa  la  zona  geografica  en- 
tro la  quale  si  potrebbero  \isare  i  dati 
delle  nostre  eiTemeridi  —  relativamente 
al  levare  e,  tram ontai-e  del  Sole  —  com- 
mettendo Un  errore  inferiore  a  10  mi- 
nuti di  tempo.  L'estensione  di  quella 
zona  è  variabile  secondo  le  stagioni. 
Agli  equinozi  tale  estensione  è  illimi- 
tata: allora  il  giorno  è  uguale  alla 
notte  da  per  tutto,  e  a  tutte  le  latitu- 
dini —  fuorché  entro  le  due  calotte 
glaciali  —  il  Sole  leva  alle  ore  6  e 
tramonta  alle  oi-e  18  di  tempo  vero 
locale.  Invece  quella  zona  ha  un'esten- 
sione minima  ai  solstizi.  Per  10"  di 
differenza  nei  tempi  del  levare  e  tra- 


montare del  Sole,  tra  un  luogo  alla 
latitudine  di  Roma  e  un  altro  situato 
sul  medesimo  meridiano  del  primo,  si 
calcola  facilmente  che  i  limiti  in  lati- 
tudine sono  i  due  paralleli  di  38°  58'  e 
di  44°  50';  cioè  si  va  press' a  poco  dal 
parallelo  di  Nicastro  a  quello  di  Parma, 
per  circa  650  km.  di  estensione  nel 
senso  dei  meridiani. 

Ciò  premesso,  vediamo  come  si  pro- 
cede per  ridurre  il  levare  e  tramon- 
tare del  Sole  dall'orizzonte  di  Roma 
a  quello  di  un  altro  luogo  qualunque 
(in  Italia  e  nelle  regioni  circonvicine), 
che  sia  dato  mediante  le  sue  coordi- 
nate geografiche  di  latitudine  e  longi- 
tudine. 

Per  maggior  chiarezza  facciamo  un 
esempio.  Si  cerchi  il  levare  e  tramon- 
tare del  Sole  a  Firenze  per  il  giorno 
21  marzo  1917.  La  posizione  geografica 
di  Firenze  è  la  seguente:  latitudine 
boreale  =  43"  47';  longitudine  orientale 
da  Greenw^ich  (in  tempo)  =  45'".  Roma 
è  situata  a  50'"  di  longitudine  orientale 
da  Greenwiclì,  ossia  a  10"  di  longitu- 
dine occidentale  dall'Etna;  quindi  per 
passare  dal  tempo  dell' Europa  centrale 
ai  tempo  di  Roma  bisogna  sottrarre 
10"",  e  così  si  ha 

„23_  /  Levare  del  ©  a  Roma  6t  5"  l^^^^^^fj^^^ 


1917    \ 


\  Tramonto 


ii5mì  in 


Ora  questi  due  tempi   si   possono  è  prossimo  nll'eqnntore  rimane  anntil- 

siileiare    con    grondo    approssima-  lata  l' influenza  della  diversità  di  lati- 

-    zione  cM>mo  i  tempi  fnnifi  dol  levare  e  tudine  sui  tempi  del  lovaru  o  del  tra- 

del  tramonto   a  Firenze.  ]/orroro  che  montare. 

cosi  si  commette  è  quasi  tutto  dovuto  Ma  ò  facile  tener  conto  anche  del- 

alla  difforen/.a  di  latitudine  tra  i  duo  T  influenza  della  latitudine;  basta  far 

luoghi  e  sappiamo   che   questa  causa  uso  di  opportune  tavole  di  correzione. 

non  influisce  mai  in  misura  superiore  J^a    tavola    che    diamo    qui   appresso 

ni  limite  di  10  minuti,  essendo  Firenze  ftav.   I).   ha   per   argomento  verticale 

impresa  entro  la  zona  geografica  che  (cioò   nel   senso   dell'altezza  della  pa- 

pra   abbiamo  definito.  D'altra  parte  gina)  l'arco  srmidinvno  dol  Solo.(l)  fs'el 

irenzo  6  situata  a  lo™  di  longitudine  senso  orizzontale  la  tavola  procede  per 

..loidentalo  dall'Etna  e  quindi  si  passa  gradi  interi,  da  3(5»  a  47°  di  latitudine 

d.il    tempo    di    Firenze    a    quello  dol-  boreale. 

1  Ktna  mediante  l'aggiunta  di  15"".  Così  L'uso  di  questa  tavola  è  reso  chiaro 

si  trova  che  a  Firenze  il  21  marzo  1917  dal  seguente  esempio. 
il  Sole  leva  a  G''  20"  e  tramonta  a  IS*»  Si  cerclii  il  levare  e  tramontare  del 

Ji)"',  in  tejnpo  medio  civile  dell'Europa  Sole  a  Milano  per  il  giorno  8  giugno 

'Mitralo.  11)17.  La  posizione  geografica  di  Milano 

In  questo  esempio  bastava  eviden-  (Osservatorio  di  Brera)  è  la  seguente: 
mente  applicare  ai  dati  primitivi  latitudine  boreale  ?=  4o*  27' 59"  —  40" 
i.'irefTomoride  (6''  15™  e  18»»  21™)  la  cor-  28',  0  -=■  4:,°,  47  (riducendo  prima  i  se- 
iezione —  10"  +  15"  =  +  5",  cioò  ag-  condi  in  fraziono  decimale  del  minuto 
iriungere  5"  (che  ò  il  valore  della  dif-  e  poi  i  minuti  in  frazione  decimale  del 
torenza  di  longitudine  tra  Roma  e  grado);  longitudine  orientale  da  Greon- 
rirenze,  in  tempo).  ^vich   (in   tempo)  ?•  =  36"  46".   Di   qui 

Avendo    considerato    l' epoca    del-  risulta  che  per  passare  dal  tempo  di 

l'equinozio  di  primavera,  siamo  sicuri  Milano    al    tempo    legale   bisogna   ag- 

eho    i    risultati    ottenuti    sono    esatti,  giungere    23"    14',    ossia,    in    numero 

perchè   sappiamo   che  quando  il  Sole  tondo,  23". 

Ciò  posto,  si  ha,  por  il  gioi'no  SOLE 

-iugnol917:  ^ 7"^^^  ^ 

l'assaggio  . 
Levare                   al                 Tramonto              ■*'^*,'l 
meridiano                                       semld. 
Palla  effemeride,  per  Roma,  in  tem- 
po lega'e 4»'37m              12h  9ra                19i>41n.              7^32" 

riiduzioiie  al  tuiiipu  di  Uouiu —  10  —  10 

Tempo  medio  civile  di  Roma 4  27  19  31 

Ora  bisogna  ricorrere  alla  tavola  di  Rimane  da  interpolare  nel  senso 
riduzione  (tav.  I).  Dapprima  conviene  della  latitudine.  La  differenza  per  1"  è  : 
'  onsiderare  i  due  paralleli  di  45°  e  di  ih^z  —  11™ 3  =  ^•"O 

10°  che  comprendono  quello  di  Milano.  .        '  ',,,,..-    ,-, 

Per  7»'32"  di  arco  semidiurno  la  tavola    e    qumdi    per    il    parallelo    di    400,47 
dà  i  seguenti  valori  della  riduzione:      avremo: 

°  ^ra.O  X  0,47  =  l'n,9 

(  levare  -  ll-.S  ^  ^  13    2^ 

per  »  =45» ,     -r       ,  , 

\  tramonto     +  Il  ,3  Dunque  il  valore  definitivo  della  ri- 

.  —  15    3    <3u>^ione  dal  parallelo  di  Roma  a  quello 

■  or  ì>  =  46o  '    ^^"*  '      ^^  Milano  è,  per  il  giorno  considerato, 

l  tramonto     4   15  ,3    T  1''^'"»  ^  ^^^'^  abbiamo: 

Levare  Tramonto 

Tempo  medio  civile  di  roma 4»>27»  19h31m 

lUduzione  al  parallelo  di  Milai.o —  ^3  +  13 

Tempo  medio  civile  di  Milano 4  1*  19  44 

Riduzione   al   tempo   medio   civile   dell'Euroia 

centrale +28  +  23 

Tempo  dell'Europa  entrale 4  87  JO    7 

(1)  In  j;«-inr»le  oi  iliiamano  araowentl  delle  (avole  nume  Iche  quei  numeri  con  cui  li  entra 
Ha  tavola  e  in  corrl8i>oudeu/-a  del  quali  si  trovano  i  valori  cercali. 


52 


Noi  caso  che  si  volesse  risolvere  il 
probleiTia  per  una  serie  di  giorni,  in  uà 
luogo  determinato,  è  manifesto  che 
priaan  converrebbe  interpolare  mizzon- 
talmente  tra  due  colonne  della  tav.  I 


e  così  propararsi  una  tabella  A'alovole 
per  la  latitudine  del  luogo.  Fatto  ciò, 
rimarrebbe  poi  soltanto  da  interpolare 
in  questa  tabella  A'orticalniente,  cioè 
nel  senso  dell'arco  semidiurno. 


Riduzione  del  levare  e  tramontare  della  L/una 
dall*  orizzonte  di  Roma  a  quello  di  un  altro 
luogo  qualunque  in  Italia  e  nelle  regioni  cir- 
convicine. 


Richiamando  le  nozioni  date  sopra, 
riguardanti  l'estensione  variabile  della 
zona  geografica  entro  la  quale  lo  spo- 
stamento dell'osservatore  in  latitudine 
produce  sul  levare  e  tramontarG  del 
!Sole  una  variazione  inferiore  a  IO"", 
passiamo  ora  a  considerare  il  caso  del 
levare  e  tramontare  della  Ltina. 

In  questo  caso  sono  due  i  periodi 
da  considerarsi,  uno  breve  che  è  la  ri- 
voluzione siderale  della  Luna   (27"^  —  j 

e   l'altro   molto  più  lungo,  che  dura 

2 
0793'*  ossia  18  anni  e  —  (o  circa  230  lu- 

1 
nazioni,  di  29''  --  ciascima).  Questo  se- 
condo periodo  è  la  rivoluzione  siderale 
dei  nodi  dell'orbita  lunare  (quei  due 
punti  oijposti  in  cui  l'eclittica  è  inter- 
secata dal  piano  dell'  orbita). 

Nel  primo  pei'iodo  la  Luna  traversa 
due  volte  l'equatore  celeste,  andando 
da  un  lunistizio  all'altro  (luoghi  di  mas- 
sima declinazione,  boreale  od  australe, 
della  Luna),  e  quindi  la  variazione  che 
ora  stiamo  considerando,  dipendente 
da  imo   spostamento   dell'  osservatore 

in   latitudine,   è   soggetta   in  27^  --   a 

vicende  simili  a  quelle  che  nel  caso 
del  Sole  si  compiono  nel  periodo  di 
un  anno.       -  „ 

Nel  secondo  periodo,  di  IS'^  „  ,  i  due 

lunistizi  fanno  il  giro  della  sfera  stel- 
lata, oscillando  in  declinazione  tra  i 
due  limiti  di  18»  9'  e  28°  45',  tanto  bo- 
reali  come  australi.  Per  qiiel  che  ora 
c'interessa  il  caso  più  sfavorevole  si 
verifica  quando  la  declinazione  della 
Luna  arriva  al  suo  valore  massimo  as- 


sohito.  e  si  trova  che  allora  i  limiti  in 
latitudine,  per  IO"  di  variazione  nelle 
epoche  del  levare  e  tramontar  della 
Luna,  tra  un  luogo  situato  sul  paral- 
lelo di  Roma  e  un  altro  luogo  sullo 
slesso  meridiano  del  priino,  sono  i  due 
paralleli  di  39"  47'  e  di  44»!'.  Ossia  si 
va  a  uti  dipresso  dal  parallelo  di  Ca- 
strovillari  a  quello  di  Seravezza,  per 
un'estensione  di  cii'ca470km.  nel  senso 
dei  meridiani. 

La  tavola  di  riduzione  (tav.  II)  è 
disposta  precisamente  come  l'altra  re- 
lativa al  levare  e  tramontar  del  Sole 
(tav.  I),  e  perfettamente  analogo  ne  è 
l'uso. 

Si  cerchi,  per  es.,  il  levare  e  ti-a- 
montar  della  Luna  a  Otranto,  per  il 
giorno  7  gennaio  1917.  Posizione  geo- 
grafica di  Otranto  (campanile)  :  3  =  40° 
S'  43"  =  40°  8',7  =  40^15;  >■  =  1''  13"»  58» 
=  1''  14""  (in  numero  tondo)  a  oriente 
di  Greenwich.  Riduzione  del  tempo  lo- 
cale in  tempo  Eur.  cent.  =  —  14"^,  poi- 
ché Otranto  è  per  14"  a  levante  del  me- 
ridiano dell'Etna. 

Dalla  nostra  effemeride  risulta  che 
a  Roma,  il  giorno  7  gennaio  1917,.  la 
Luna  (calante)  tramonta  a  7''  2"  e  leva 
a  IC'' 11'".  Manca  per  quel  dì  l'epoca 
della  culminazione.  Ma  è  chiaro  che  la 
culminazione  anteriore  al  tramonto  è 
quella  (23''  10")  inscritta  sotto  la  data 
del  G,  e  che  la  culminazione  consecu- 
tiva al  levare  è  quella  {(S^  0")  relativa 
al  giorno  8.  Per  calcolare  i  due  valori 
dell'arco  semidiurno,  relativi  uno  al 
Iramonto  e»  l'altro  al  levare,  è  mani- 
festo che  bisogna  aumentare  di  24'*  in- 
tere, in  ambedue  i  casi,  il  diminuendo, 
e  così  si  ha: 


A  Roma,  in  tempo  Europa  centrale 
Riduzione  al  tempo  di  Roma 

Tempo  medio  civile  di  Roma 


LUNA 

nfvola 

Tramonto 

-  10 

6  52 

Levare 
16hlim 
-   10 

16     1 

Arco  seniid.  =  ^o 

al  tramonto      al  levare 
7h52m               Tté»» 

-  53  - 

La  nostra  tavola  di  riduzione  «là,  in  comspondfnza  ai  suddetti  due  valori 
JeH'arco  seinidiurno,  i  seguenti  nunier'.  : 


Riduzione  per  11  tramonto 


per 


^    9  =   40o         —   G-n.S 

U  =  71»  52»   <  per  5  =  4(K,15      —  G^.S  4-  O-n.S  = 

(  <|)  =  41»      —  3   ,3 


C--.3 


diflf.  per  lo        +  3  ,5 
id.    per  0",15  -f  0  ,5 


Riduzione  per  il  levare 

^  9  =  40»       +  0^,0 
per  to  -  Th  49™  <  per  :;  =  40  .ló 

f  qj  =  41»      4-  3  .2 

diff.  per  1»        —  3   ,4 
l'I.   per  0»,15  —  0   ,5 

Quindi  si  La: 

Tempo  medio  civile  di  Roma   

Kiduz.  al  parallelo  di  Otranto 

Tempo  medio  civile  di  Otra'ito 

Riduz.  al  tempo  medio  E, ir.  ceiiir 

Tempo  dell' Eur.  t-eiKr 


4-  C",«;  -  0m,5  =  -\   C"\ì 


Tramoatu 
—      6 


6   46 
—    14 

6   32 


Levare 
16h    Im 
-f     8 
16     7 
—   14 

15   Ò3 


Riduzione  della  culminazione  della  I^una  dal  me* 
ridiano  di  Roma  a  quello  di  un  altro  luogo  qua- 
lunque in  Italia  e  nelle  regioni  circonvicine. 


La  Luna  ha,  come  sappianìo,  un 
forte  moto  apparente  fra  le  stelle,  nel 
senso  da  ponente  verso  levante  (senso 
diretto,  che  ò  quel  medesimo  del  moto 
annuo  apparento  del  Sole),  con  una  vc- 

lotntà    media    diurna    di   circa    13" 

0 

(uguale  quindi  a  circa  13  volte  la  v.r- 

locità  media  diurna  del  moto  propri<j 

del  Sole).  Ciò  premesso,  supponiamo 

che  in  un  giorno  di  novilunio  la  Luna 

passi  a  un  dato  meridiano  esattamente 

insieme  col  Sole;  è  chiaro  che  il  giorno 

guento   la  Luna,  essendosi  spostata 

-jI  frattempo  verso  levante,  ritornerà 
al  meridiano  in  ritardo  rispetto  al  Sol(\ 
Le  forti  ineguaglianze  a  cui  è  soggetto 
il  moto  della  Luna  intorno  alla  Terra 
(lo  quali  son  dovuto  p ri ncit)al mente  al- 
l'aziono perturbatrice  dèi  Solo)  fanno 

1  che  l'intervallo  tra  due  culminazioni 

asecutive  della  Luna  non  ha  una  du- 

;  il  a  costante,  ma  può  variare  tra  24«>  38™ 

•  25h  0'".   Come  valor  medio  si  adotta 

In  virtù  della  rotazione  diurna  ap- 
l'arento  del  cielo  la  Luna  dunque  fa 
"111  giro  completo  (360")  in  24'' 50'",5,  in 
inedia,  e  quindi,  se  consideriamo  due 


meridiani  distanti  fra  loro 


=  15» 


(cioè  1''  precisa)  nx  longitudine,  la  Luna 
iujpiegherà,  sempre  in  media,  un  tem- 

24l»50'n,5  ,,  -     ,-, 

pò  = — =-  1»»  2*",  104  per  passare 

dal  meridiano  più  orientale  a  quello 
più  occidentale.  Sia  A  un  luogo  sul 
primo  meridiano  e  B  un  luogo  situalo 
sul  secondo  ;  allora,  se  <  è  il  tempo  lo- 
cale della  culminazione  della  Luna  in  A, 
sarà  in  media  uguale  a  <  +  2"",  104  il 
feiii/,0  locale  della  culminazione  della 
Luna  in  li. 

Indicando  in  generalo  con  A*/,  la  dif- 
ferenza di  longitudine  tra  i  due  luoghi, 
espressa  in  ore  e  frazioni  decimali  del- 
l'ora, sarà  in  media  t  +  2™.104  X  A"/,  il 
tetnpo  locale  della  culminazione  della 
Luna  in  B,  quando  sia  t  il  tempo  locale 
delia  culminazione  in  A. 

Invece  di  adoperare  il  valor  medio 
(SO^jS)  del  ritardo  diurno  della  Luna 
rispetto  al  Sole,  sarà  più  esatfo  ado- 
perare il  valor  attua/e,  desumendolo  d;i 
un'ofTemerido  astronomica.  Si  cerchi, 
per  es.,  l'ora  della  culminazione  della 
Luna  a  Taranto  per  il  giorno  23  gen- 
naio iyi7.  Coordinate  geografiche  di  Ta- 


—  54  — 


ranto  (S.  Cataldo):  ?  —  40°  28'  33";  ?■  — 
Ih  8™  55'  E.  di  Greenwich.  Riduzione  del 
tempo  locale  in  tempo  Eur.  centr.,  per 
Taranto,  =  —  8™  55,  ossia  (in  numero 
tondo)  =  —  0'".  Differenza  di  longit. 
fra  Taranto  e  Roma  (C.  R.)  =  li»  8'"  55" 
—  Oh  49"  55"  =  01»  IO-"  0«  =  0h,32. 
Dalla  nostra  etfemeride  si  ha  : 

Passaggio  della  ([ 
al  meridiano  di  lioma 


Genn,  1917  Tempo  E.C.    Tempo  loc.  Intervallo 
22  llh29ra  lli'lOt 


12  30 

13  27 


25h    Ir 
24    57 


Come  valore  attuale  del  ritardo 
diurno  della  Luna  rispetto  al  Sole  pos- 
siamo prendere,  per  il  dì  23,  la  media 
aritmetica  (59™)  dei  ritardi  relativi  ai 
due  giorni  adiacenti.  Allora  il  ritardo 
per  l**  di  spostamento  dell'osservatore 

in  longitudine  vale  -— —  =  2'",4G:  quindi 

il  ritardo  por  0^,32  vale  2",46  X  0,32 
=  0'",8  ossia  (in  numero  tondo)  1™.  Poi- 
ché Taranto  è  a  levante  di  Roma,  avre- 


mo per  la  c-ilminazione  della  Luna  a 
Taranto  il  di  23  gennaio  1917: 

Tempo  medio  locale...  12^20  —  1»  =  12hl9'» 
liiduz.  iu  tempo  E.  e. .  —     9 

Tempo  med.   Eur.  e. . .  12  10 

Riassumendo,  la  riduzione  della  cul- 
minazione della  Luna  si  effettua  come 
segue.  Dall'effemeride  si  desume  il  va- 
lor attuale  del  ritardo  diurno  della  Luna 
l'ispetto  al  Sole,  e  di  questo  valore  si 
prende  la  parte  proporzionale  alla  dif- 
ferenza di  longitudine  tra  Roma  e  il 
luogo  considerato.  Questa  parte  pro- 
porzionale va  sottratta  —  o  aggiunta  — 
al  tempo  locale  della  culminazione  a 
Roma,  secondo  che  il  luogo  è  a  levante 
oppure  a  ponente  di  Roma.  Cosi  si  ot- 
tiene l'ora  del  passaggio  al  meridiano 
nel  luogo  considerato,  espressa  in 
tempo  medio  locale,  e  di  qui  poi  si 
passa  al  tempo  legale  applicando  la 
rispettiva  differenza  di  longitudine 
(espressa  in  tempo)  tra  il  meridiano 
localo  e  il  meridiano  dell'Etna,  col  se- 
gno —  o  col  segno  +,  secondo  che  il 
meridiano  locale  è  a  levante  oppure  a 
ponente  del  meridiano  dell'Etna. 


Il  cielo  stellato. 


Nelle  pagine  mensili  da  35  a  46  la 
nostra  effemeride  indica  graficamente 
i  diversi  aspetti  del  cielo  stellato,  quali 
si  presentano  sotto  le  nostre  latitudini 
a  uno  spettatore  che  si  metta  a  osser- 
vare verso  le  ore  21  di  tempo  civile 
nella  1*  metà  del  mese  e  verso  le  ore  20 
nella  II*  metà. 

Variando  l'ora  d'osservazione,  va- 
ria naturalmente  la  cartina  celeste  da 
usarsi,  come  risulta  dalla  seguente  ta- 
bella : 


Mkse 


{j: 


Oba  d'  osservazione 

metà...  Ì17|19l21|23|  Ij 
„  ...  |16|18|'20|22|  o] 


5|    7 
4i    6 


N.o  d'ord.  della  coppia 

DI    CARTINE   CELESTI 


Gennaio. . 
Febbraio . 
Marzo. ... 

Aprile 

Maggio.  . . , 

Giugno 

Luglio  ... 

Agosto 

Settembre 
Ottobre  .  - . 
Novembre. 
Dicembre  . 


,  1 


3 

4 

5 

4 

5 

6 

5 

6 

7 

6 

7 

8 

7 

8 

9 

8 

9 

10 

9 

10 

11 

10 

11 

12 

11 

12 

1 

12 

1 

2 

1 

2 

3 

2 

3 

4 

Tale  diversità  di  aspetto  del  cielo 
stellato  nei  diversi  mesi  dell'  anno,  per 
uno  spettatore  che  si  metta  a  osser- 
vare sempre  a  una  medesima  ora  della 
notte  (per  es.  alle  ore  21),  è  una  sem- 
plice conseguenza  del  moto  proprio 
apparente  del  Sole.  "  Colui  che  tutto  '1 
mondo  alluma  ,,0)  si  sposta  continua- 
mente fra  le  stelle  nel  senso  da  po- 
nente a  levante,  con  una  velocità 
media  di  circa  un  grado  al  giorno,  in 
modo  da  percorrere  il  circolo  intero 
dell'eclittica  nel  periodo  di  un  anno. 
Da  ciò  deriva  che,  per  es.,  in  principio 
di  gennaio,  alle  ore  17,  l'aspetto  del 
cielo  è  uguale  a  quello  che  si  ha  6  mesi 
dopo,  cioè  in  principio  di  luglio,  alle 
ore  5.  Come  è  ben  noto,  quel  moto 
proprio  del  Sole  fra  le  stelle  è  una 
pura  apparenza,  dovuta  alla  rivolu- 
zione annua  della  nostra  Terra  intorno 
al  Sole. 

Nelle  nostre  cartine  la  vòlta  appa- 
rente del  cielo  è  rappresentata  in  due 
metà  separate,  di  cui  la  prima  A-alo 
per  un  osservatore  che  guarda  verso 
nord  e  la  seconda  corrisponde  a  lui 
osservatore  che  guarda  verso  sud. 


(l)  Dame,  Paradiso,  XX,  1. 


-  55 


In  quelle  figure  lo  frecce  indicano 
il  senso  in  cui  si  vedono  girare  le 
stelle  per  effetto  dolla  rotazione  diurna 
apparente  del  cielo  da  oriente  in  oc- 
cidente. Questo  grandioso  fenomeno  è 
dovuto,  come  tutti  sanno,  alla  rota- 
zione in  senso  contrario  elio  il  nostro 
globo  compie  sopra  se  stesso  nel  pe- 
riodo di  23'»  50"  4",  1  di  tempo  medio 
solare  (periodo  che  si  chiama  </iorno 
siderale),  ruotando  intorno  a  un  asso 
ideale  che  prolungato  in  cielo  dallo 
due  parti  va  a  ferire  la  superficie  idealo 
della  sfera  celeste  nei  due  poli.  Di 
questi  il  solo  visibile  sotto  le  nostre 
latitudini  è  il  polo  boreale,  vicino  alla 
notissima  stella  polare;  l'altro  polo,  cioè 
il  polo  australe,  è  invisibile  per  gli  abi- 
tanti dell'emisfero  boreale  terrestre. 

I  numeri  con  cui  sono  contrasse- 
gnate nelle  24  cartine  le  stelle  fisso 
nrincipali  Corrispondono  ai  numeripro- 
lessivi  del  seguente  quadro.  In  esso 
-  >ao  date  anche  le  varie  "  grandezze  ,. 
delle  stelle  (splendori  relativi)  e  le 
epoche  in  cui  la  culminazione  avviene 
a  mezzanotte  media  locale,  sotto  i  me- 
ridiani dei  nostri  paesi. 

Come  è  noto,  le  stelle  sono  classi- 
fif^Ue  in  diversi  ordini  di  splendore, 
(ietti  "  grandezze  „,  a  partire  dalla  1'' 
che  comprende  le  stelle  pi  il  brillanti 
(una  ventina),  fino  alla  0''  che  com- 
)>rende  le  ultimo  stelle  visibili  a  oc- 
ciiio  nudo.  Tale  scala  fotometrica  fu 
])oi  estesa  anche  alle  stelle  telescopi- 
che, fino  alla  15*  o  16"  grandezza.  .Si 
e  poi  dovuto  introdurre  in  qualche. 
(Mso   anche    una   grandezza    negativa  : 


per  68.  la  stella  Sirio  ha  una  gran- 
dezza  =  —  1,4:  ciò  significa  che  sulla 
scala  delle  grandezze  Sirio  occupa  il 
posto  segnato  2, 4  avanti  il  posto  se- 
gnato +  1,0. 

Si  ammette  che  una  stella  di  gran- 
dezza n  abbia  uno  splendore  uguale 
a  2  volte  e  mezza  quello  di  una  stella 
dell' oi'dino  n  -f-  1. 

Nell'elenco  che  segue  le  stelle  sono 
distribuite  per  ordino  decrescente  di 
splendore.  Il  quadro  è  compilato  in 
base  alla  Connais-^ance  des  Temps.  Per 
la  trascrizione  dei  nomi  delle  stelle 
(nomi  che  in  piccola  parte  rimontano 
all'antichità  classica  e  nel  resto  sono 
di  origine  araba),  seguo  l'Annuario  del 
Bureau  des  Lonjitiides.  Ma  a  tal  pro- 
posito conviene  avvertire  che  non  bi- 
sogna attribuire  una  grande  importanza 
ai  nomi  delle  stelle  fisse  primarie.  Ec- 
cettuati pochi  nomi  principali,  dive- 
nuti in  certo  modo  classici  (come  i 
seguenti  :  Polare.  Algol,  Aldebaran, 
Capra,  Rigel,  Betelgeuse,  Sirio,  Casto- 
ro, Polluce,  Procione,  Regolo,  Spica, 
Arturo,  Antares,  Voga,  Altair,  Deneb, 
Fomalhaut),  gli  altri  si  possono  con- 
siderare come  antiquati  e  superflui. 
Le  stelle  sono  individuate  di  ijosizione 
in  cielo  dai  rispettivi  valori  delle  due 
coordinate  sferiche  "  declinazione  „  e 
'•  ascensione  retta  „,  valori  che  son 
dati  nei  cataloghi  stellari  e  nelle  grandi 
ell'emeridi  astronomiche.  Tali  coordi- 
nate sono  perfettamente  analoghe  alle 
coordinate  geografiche  di  latitudine  e 
longitudine,  che  servono  a  individuare 
i  luoij;hi  terrestri. 


Elenco  delle  stelle  pxinripali 

corrispondenti  ai  numeri  segn<)ti  sulle  cartine  cel::sti. 


LKXrKKA 

K 

COfTKt.LAr,IO»K 

NOMB 

Gii. 

n 

5 

Lkttkka 

K 

COSTKM.AriOXK 

NOMB 

Gli. 

2    e 

W     ;> 

a  Canis  inaj. 
1  Anrigf© 
a  Booti» 

%  Lj'r* 
:ì  Orioiils 
a  Canis  iirn. 

a  Orioni'} 
1  Aquil» 
X  Tauri 

%  Virgiiii» 
1  Scorpii 
3  Gemi:iorum 

2  gn. 

9  do. 

25  ap. 

30  gg. 
9  de. 

15  gn. 

19  de. 
19  Ig 
29  iiv. 

12  ap. 
2Snig.: 

16  ;;ii.  1 

1 

2 
3 

4- 
6 
6 

7 
8 

10 
11 
12 

Sirlo  (rf.) 
Capra  (ti.) 
Arturo 

Veg* 
Ri«el 
Procione  (</.i 

Botelgeus3 

Altalr 

Aldebaran 

Splca  (d.) 

Antares 

Polluce 

-1.4 

40.1 

0,2 

0,2 
0.3 

0,:. 

0,9 
0,9 
1,6 

1.1 
1.2 

i.a 

1» 

15 
16 

n 

18 

ii9 

120 
'21 

'22 

■23 

y  Leo:iis 

-/  PiBols  austr. 

X  Cygnl 

£  Canis  maj. 
r  Orlonis 
i  Tauri 

i     Orionls 

73  Gem'norum 

^    Orion  8 

^  Caiiis  m.ij. 
a  Perdei  • 
i  Urste  mij. 

Uegolo 

Foinalliaut 

Deneb 

Adhara 
Bel'atrix 
El  Nath 

Atnitam 
Castore  (//.) 
Aliiitak  (d.) 

Weseii 
Mlrtak 
AliotU 

1.8 
1,3 
1,4 

1.5 

1.7 

1,8 

1,9 
1,9 

1,9 
1,9 
1.9 

22  fb. 

4st. 

l»g. 

5gn. 
11  de. 
lld.-. 

14  de. 
14  pn. 
16  de. 

8  KM. 

IO  iiv. 

4ai>. 

N.B.  —  L' abbreviatura  (d.)  siguirea  che  la  «t«  la  fc  doppia. 


-  56 


Se; 

Lkitkka 

K 
COSTKLLAZIONK 

NOMK 

Gu. 

H 

a 
39 

Lkttkha 

K 
COSTELLAZIONE 

NOMK 

Gr. 

li 

25 

7j  Ursae  niaj. 

Alka.id 

1.9 

18  ap. 

'■i  Ceti 

Diphda 

2.2 

lot. 

26 

a  Uvsae  uiaj. 

Dut.he 

2,0 

7  mz 

40 

7.  Cassiopejjp 

Schedi!- 

2,4 

30  st. 

27 

3  AurigflB 

llfflialinau  (<ij. 

2,0 

20  do. 

41 

V  Cassiopejae 

Tsih 

2,3 

4ot. 

28 

X  Gemiiiorum 

Allieua 

2,0 

30  de. 

42 

V  Cygni 

Sadr 

2.3 

27  Ig. 

29 

3  Canis  nuij. 

Murzim 

2,0 

26  de. 

43 

a  Coronae  ber. 

Gemma 

2,3 

15  mg. 

80 

a  Andromeda) 

Sinah  (d.) 

2.1 

22  .Kt. 

44 

(5"  Orionis 

Miatakah  0.) 

2,3 

13  de. 

81 

a  Arietis 

Hamal 

2,1 

■12  ot. 

45 

7  Sagittarii 

Nunkl 

2,3 

4  1g. 

32 

a  Hjdrae 

Alphaid 

2,1 

12  fb. 

46 

3  Persei 

Algol  {,1.) 

1^) 

6  nv. 

33 

6   Sagittarii 

Kaus  austr. 

2,1 

26  gg. 

47 

3  Ursse  maj. 

Meiak 

2.4 

6  uiz. 

34 

a  rrs£e  mia. 

Polaie  ((!.) 

2.2 

14  Ot. 

48 

X  Ursse  maj. 

Phacd 

2,4 

20  mz. 

35 

3  UrsjB  iiiiu. 

Kochab 

2.2 

5  mg. 

49 

i  Cassiopejai 

Caph 

2,4 

22  st. 

36 

3  Andromeda^ 

Mira^h 

2,2 

7ot. 

50 

i  Pegasi 

Enif 

2,4 

,17  ag. 

37 

3  Leonis 

Denebola 

2,2 

19  mz. 

51 

0  Ceti 

Mira 

(2) 

25  ot. 

38 

a  Ophiuehi 

Easaliague 

2,2 

Hgg. 

1 

(1)  Variabile  da  2,3  a  3,5.  —  (2)  Id.  da  3,3  a  8,8. 


Crepuscolo  civile  e  astronomico. 


Eichiamando  le  no/ioni  generali 
già  date  relativamente  ai  crepuscoli, 
qui  aggiungo  poche  ultre  notizie. 

Come  fu  già  dotto  sopra,  la  rifra- 
zione atmosferica  accelera  il  levare 
degli  astri  e  rie  ritarda  il  tramonto. 
Per  il  Sole  tale  effetto  importa,  sotto 
le  nostre  latitudini,  da  3  a  4  minuti 
di  tempo,  secondo  le  stagioni.  Quindi 
se  si  considera  l'intervallo  di  tempo 
compreso  fra  il  tramonto  del  Sole  e  la 
fine  del  crepuscolo,  tale  intervallo  (du- 
rata del  crepuscolo  vespertino)  rimane 
diminuito  di  quei  pochi  minuti  per  ef- 
fetto della  rifrazione.  La  stessa  causa 
fa  diminuire  di  altrettanto  l'intervallo 
compreso  fra  il  principio  del  crepu- 
scolo e  il  levare  del  Sole  (durata  del 
crepuscolo  mattutino).  Por  semplicità 
questa  durata  del  crepuscolo,  dimi- 
nuita del  corrispondente  effetto  della 
rifrazione    sull'  arco    semidiurno     del 


Sole,  si  può  chiamare  "  durata  appa- 
rente ,..  Sotto  le  nostre  latitudini  la 
durata  del  crepuscolo  civile  è  massima 
ai  due  solstizi  e  minima  circa  6  giorni 
avanti  l'equinozio  di  primavera  e  dopo 
l'equinozio  d'autunno. 

Kiguardo  al  crepuscolo  astronomico 
la  sua  durata  è  pure  massima  ai  due 
solstizi  ed  è  minima,  per  l'emisfero 
boreale  terrestre,  parecchi  giorni  avanti 
l'equinozio  di  primavera  e  dopo  quello 
d'autunno  (da  14  a  18  giorni  per  la 
zona  da  36  a  48  gradi  di  la*^^itudine>. 
Sotto  le  alte  latitudini  il  crepuscolo 
della  «era,  nei  giorni  prossimi  al  sol- 
stizio estivo,  si  confondo  col  crepu- 
scolo del  mattino  consecutivo,  giacché 
il  Sole  si  abbassa  fino  a  18»  di  depres- 
sione sotto  l'orizzonte,  al  solstizio 
d'estate,  solamente  per  latitudini  in- 
feriori a  48"  33'. 

Ecco  alcuni  dati  numerici  : 


0 

Ckepuscolo  civile 

■ 

Crepuscolo  astronomico 

H  5 

N 

ìi,"^ 

MINIMUM 

MAXIMUM         ] 

MINIMUM 

1          MAXIMUM 

^^ 

Epoca 

Durata 

invfrnalf 

estivo 

Epoca 

Durata  invernale 

estivo 

marzo    \settemb. 

tu 

m 

in 

marzo 

ottobre 

h  m    1     h  m 

7i  m 

36» 

16 

28 

29 

33 

3.5 

7 

7 

1  26         1  33 

1  51 

39 

15 

28 

31 

34 

37 

6 

8 

1  30         1  38 

2     1 

42 

15 

29 

32 

36 

40 

5 

9 

1  34         1  43 

2  14 

45 

15 

29 

34 

39 

43 

4 

10 

1  39         1  49 

2  35 

48 

14 

29 

35 

42 

48 

3 

11 

1  45         1  56 

3  il 

Per  ulteriori  particolarità  su  questo  mandare,  per  difetto  di  spazio,  all'An- 
argomento  e  sulla  varia  durata  del  nuario  191G  del  Bureau  dea  longitiides, 
giorno  a  differenti  latitudini,  devo  ri-    pag.  52-55. 


-bi- 
ll seguente  quadro  contiene  i  va-  Roma  a  quello  di  un'  altra  località, 
lori  della  durata  apparente  del  crei)U-  con  le  regole  già  spiegate,  il  nostro 
scolo  civilo  o  astronomico,  di  3  in  3  quadro  fornirà,  per  via  di  iuterpola- 
gradi  di  declina/ione  del  8oIe  e  pure  zione,  la  durata  del  crepuscolo  per  quel 
,di  3  in  3  gradi  di  latitudine,  nella  zona  luogo  e  per  l'epoca  considerata.  Oli 
geografica  che  intoi'essa  l'Italia.  occorrenti  valori  approssimati  della 
Quando  si  abbia  ridotto  il  levare  de«linaziono  del  Sole  sono  dati  più 
e  tramontar  del  Solo  dall' orizzonto  di  sotto. 


Durata  apparente  del  crepuscolo. 

Crepuscolo  civile 

Crepuscolo  astbokomico 

*®  /  ^ 

36» 

39o 

42» 

45. 

48» 

*©/^ 

36. 

39» 

42* 

450 

48. 

-  23027' 

-  21     0 

-  18     0 

33 
32 
31 

m 
34 
34 
33 

m 
3(5 
35 
34 

ra 
39 
37 
30 

m 
42 
40 
39 

-  23» 27' 

-  21     0 

-  18     0 

h  m 
1  33 
1  31 
1  30 

h  m 
1  38 
l  36 
134 

h  m 
1  43 
1  40 
1  38 

h  m 
l  49 
1  46 
1  43 

b  m 
1  56 
1  62 
1  49 

-  16     0 

-  12     0 

-  9     0 

30 
30 
30 

82 
31 
31 

33 
31 
82 

35 
35 
34 

37 
36 
36 

-  15     0 

-  12     0 

-  9     0 

127 

1  32 
1  31 
1  30 

1  36 
1  35 
1  34 

1  41 
1  40 
1  89 

1  47 
1  46 
1  45 

-  6     0 

-  3     0 
±00 

29 
29 
29 

31 
81 

32 
32 
32 

31 
34 
34 

35 
35 
35 

—     6     0 
!      -     3     0 

j      ±     0     0 

1  26 
1  26 
1  27 

1  30 
1  30 
1  31 

1  34 
1  34 
1  35 

1  39 
l  39 
1  40 

1  45 
1  45 
1  46 

+     30 
-t-      6     0 
+     90 

29 
80 
3U 

31 
81 
32 

32 
32 
33 

34 
34 
35 

30 
36 
37 

j      +     3     0 

1      +     60 

-r     9     0 

1  28 
1  29 
1  31 

1  32 
1  33 
1  36 

1  36 
1  38 
1  41 

1  42 
1   45 

1  48 

1  49 
1  52 
1  56 

+   12     0 
+   15     0 
+    18     0 

31 
31 
32 

3-2 
83 
84 

34 
35 
36 

36 
37 
39 

38 
40 
42 

j-   12     0 

+   15     0 

1     +   18     0 

1  83 
1  37 
I   41 

1  39 
1  43 

1  48 

1   45 
1   50 
1  50 

1  53 

1  59 

2  7 

2  2 
2  10 
2  23 

+   21     0 
+   23  27 

84 
85 

86 

37 

38 

40 

41 
43 

45 

48 

1      +   21     0 

j     +  23  27 

1 

1  40 

1  51 

1  54  1  2     5 

2  1  1  2  14 

2  20 
2  35 

2  43 

3  21 

Anno  1917 

.   -   1 

)eclln 

azion< 

ì  del 

i  grad 

Sole  ì 

i  e  d  • 

1  mezzodì  me 

rimi  di  grado. 

dio  d 

eir  Europa  centrale 

Data 

*© 

Data 

io 

Data 

*© 

DATA 

^© 

(ieiin.     1 

2.3«,0 

1 

;  Aprii,     1 

4-     4^4 

i  Oiug. 

30 

+    23"  ,2 

Sett.    28 

—       10,9 

11 

— 

21  ,9 

»       11 

4-      8  ,2 

Lugl. 

10 

+    22  ,3 

Ottob.   8 

-       5  .8 

21 

— 

20  ,0 

-        21 

+    11  .7 

„ 

20 

+    20  ,7 

«       18 

-       9  ,5 

31 

— 

17  ,5 

Magi'.    1 

+    15  ,0 

, 

80 

+    18  ,« 

n          28 

—     13  ,0 

r\b'..  10 

— 

14  ,5 

!    .     11 

4-    17  ,8 

Ago*. 

9 

+    16  ,0 

1  Nov.       7 

—     16  ,2 

20 

— 

11  ,0 

!      „       21 

4-   20  ,1 

^ 

1» 

+    12  ,9 

1       «        17 

—     18  ,9 

Marz.      2 

— 

7  ,3 

!       ,        31 

+    21  ,9 

^ 

29 

+      9  ,5 

i       .       27 

—     21  ,1 

12 

— 

3  ,4 

!  Giug.   10 

+    23  ,0 

Selt. 

8 

+      5  ,8 

1  Die.        7 

—     22  ,6 

22 

+ 

0  ,5 

„       20 

+    23  ,4 

18 

+      2  ,0 

"         17 

—     23  ,4 

Aprii.      1 

+ 

4  ,4 

i      "        '' 

+    23,2 

, 

28 

-      1.9 

!   "    '' 

—     23  ,8 

Visibilità  dei  Pianeti. 

Anno  1917.  •  Effemeride  dei  pianeti  visibili  a  occhio  nudo,  per  l'orizzonte  di  Roma 
e  in  tempo  medio  civile  dell'  Europa  centrale. 

Per  Mercurio  e  Venere  lo  effemeridi  Lu  datu  corrisponde  sempre  all'epo- 

sono   date   di  10  in  10  giorni,  mentre  ca  dolla  culminazione,  e  le  epoche  del 

}>or  Marte,  Giovo  e  Saturno  l'intervallo  levare   e   tramontare   sono  quelle  che 

•   estoso  a  14  giorni.  compreudouQ  in  mezzo  la  culmiuazioue 


58 


stessa.  Il  segno  *,  quando  è  a  sinistra, 
significa  che  per  il  levare  la  data  va 
diminuita  di  1,  e  quando  è  a  destra 
significa  che  por  il  tramonto  la  data 
va  aumentata  di  1. 

Con  d  è  indicato  il  diameti-o  ango- 
lare apparento  del  pianeta,  in  secondi 
d'arco  e  per  l'epoca  della  culmina/ione. 
Per  Giove  e  Saturno  si  tratta  del  dia- 
metro polare. 


A  =  distanza  del  pianeta  dalla  Ter- 
ra, in  milioni  di  km  e  per  l'epoca  della 
culminazione. 

Per  ridurre  le  effemeridi  dei  pia- 
neti dall'orizzonte  di  Roma  a  quello 
di  un  altro  luogo  qualunque  in  Ita- 
lia e  nelle  regioni  circonvicine  val- 
gono precisamente  le  stesse  regole  già 
spiegate  relativamente  alla  effemeride 
del  Solo. 


Mercurio. 


Venere. 


Data 

Levare 

Ciiliui- 
11  az. 

Tra- 
moulo 

d 

A 

Data 

Levare 

Culmi- 
uaz. 

Tra- 
monto 

d 

A 

1917 

h  m 

h  m 

Ij  m 

" 

1917 

h  m 

h  m 

h  m 

« 

Gn.  1 

«  n 

«  21 

8  56 
8  22 
7  0 

13  37 
13  19 
11  58 

18  17 
18  15 
16  55 

6.5 

8.7 
10,1 

1.^4 
116 
99 

Gn.  1 
.  11 

r   21 

5  31 

5  51 

6  7 

10  13 
10  27 
10  42 

14  5.) 

15  3 
15  16 

11,8 
11,4 
11,1 

213 
220 
226 

.  31 
Fb.  10 

,  20 

6  3 
5  52 
5  57 

10  53 
10  38 
10  47 

15  43 
15  24 
15  3G 

8,6 
7,0 
6,1 

116 
142 
165 

.  31 
Fb.  10 

r,      20 

6  18 
6  23 
6  23 

10  56 

11  10 
11  21 

15  34 

15  56 

16  20 

10,8 
10,6 
10,4 

232 
238 
242 

Mz.  2 

r,       12 

«  22 

6  3 
6  fi 
6  G 

11  5 
11  27 
11  54 

IG  7 

16  49 

17  43 

5,4 
5,1 
4,9 

183 
196 

202 

Mz.  2 

,  12 

1  «  22 

6  18 
6  10 
5  69 

11  31 
11  40 
11  47 

16  45 

17  10 
17  34 

10,2 
10,0 
9,9 

247 
2.->0 
253 

Ap.  1 

-  11 
„  21 

G  5 
6  5 
6  2 

12  26 

13  1 
13  24 

18  47 

19  ;-^6 

20  45 

5,0 
5,7 
7,1 

198 
176 
140 

Ap.  1 
«  11 
«  21 

5  48 

5  36 

6  25 

11  53 

11  ,59 

12  5 

17  58 

18  22 
18  46 

9,8 
9,8 
9,7 

253 
257 
258 

Mg.  1 

T.          Il 

«  21 

6  48 
5  16 
1  35 

13  18 
12  38 
11  40 

20  49 
20  0 
18  45 

9,4 
11,5 
12,0 

107 
87 
83 

:Mg.  1 

i  .,  11 

m      21 

5  16 
5  10 
5  8 

12  13 
12  23 
12  34 

19  11 

19  36 

20  0 

9,7 
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AvvKRTEKZA.  —  Per  ogni  valore  della  riduzioue  II  segnq^,|,f 


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0,07 

+  1,3 

0, 

5  30 

+  5,7 

0,19 

+   4,8 

0,16 

+  3,9 

0,13 

T  2, 9 

0,09 

'■'■" 

0,06 

+  0,9 

0. 

5  40 

X3,8 

0,19 

T3,2 

0,16 

T2.6 

0,13 

T2,0 

0,10 

+  1,3 

0,07 

+  0,6 

0, 

6  iO 

+   1,9 

0,19 

T  i,fi 

O.IG 

+  1,3 

0,13 

+  i.o 

0,10 

+  0,6 

0,06 

+  0,3 

0, 

G     0 

0.0 

0,19 

0,0 

0,16 

0,0 

0,13 

0,0 

0, 10 

0,0 

0,06 

0,0 

0, 

6  10 

+   1,9 

+  re 

+  1,3 

+    1,0 

+   0,6 

+  0,3 

0,19 

+   3,2 

0,16 

+   2,6 

0,13 

+  2,0 

0,10 

0,07 

+   0,6 

0, 

G  20 

+  3,8 

+   1,3 

0,19 

0,  IG 

0,13 

0,C9 

0,00 

0, 

6  30 

+   5,7 

+   4,8 

+  3,9 

+   2,9 

+   1,9 

+  0,9 

0,20 

0,17 

0,13 

0,10 

0,07 

0, 

G.40 

+  7,7 

+  C,5 

+   5,2 

+  3,9 

±2,6   i 

+   1,3 

0,19 

0,16 

0,13 

0,10 

0,07 

0,( 

G  50 

+  9,6 

+  8,1 

+  6,5 

+   4,9 

+  3,3 

+   1,0 

0,20 

0,17 

0.14 

0,11 

0,07 

o.( 

1     0 

+  11,  G 

+  9,8 

+  7,9 

+  0,0 

+  4,0 

+   1,9 

0,20 

0,17 

0,14 

0.10 

0,07 

o,( 

7  10 

+  13,6 

+11,5 

+  9,  3 

+  7,0 

+   4,7 

+  2,3 

0,20 

0,17 

0,14 

0,11 

0,07 

0,( 

7  20 

+  15,6 

+  13,2 

+  10,7 

+  8,1- 

+   5,4 

+  2,6 

0,21 

0,18 

0,14 

0,10 

0,07 

0, 

7  30 

+  17,7 

+  15,0 

+  12,1 

+  9,1 

+  6,1 

+  3,0 

0,22 

0,18 

0,15 

0,  12 

0,08 

0. 

7  40 

+  10,0 

+  16,8 

+13,6 

+  10,3 

+  6,9 

+  3,4 

-  GÌ  - 

k  la 

0  di  un  altro  luogo  qualunque  in  Italia  e  nelle  regioni  circonvicine. 

T»Ie  per  il  levare  e  il  se^no  Inferiore  vale  per  11  tramonto. 

42«           1 

43.          1 

44.          1 

45.          1 

46« 

47- 

2 

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1 

m 
+  14,9 

111 
0,19 

S 

1 

1 

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+  18.9 

1^ 

m 

+  0.3 

— 

m 

0,00 

m 

+   3,7 

m 
0.04 

III 

+   7,3 

tu 

0,09 

m 
+  11.0 

m 
0,14 

m 

0,24 

±0.3 

0,01 

+  3,3 

0,05 

+  6.4 

0,09 

+  9,G 

0,13 

+  13,0 

0,18 

+  16,  5 

0,23 

j     +0.2 

0,00 

+  2,8 

0,04 

+   5,5 

0,08 

+  8,3 

0,  Il 

+  11.2 

0.17 

+  14,2 

0,21 

+  0,2 

— 

0,01 

±  2.4 

0,03 

+   4.7 

0,09 

+  7,1 

0, 13 

+  9,5 

0.17 

+  12.1 

0.21 

'      +0.1 

j     — 

0,00 

+   1,0 

0,04 

+   3,8 

0.08 

+  5,8 

0,12 

+  7,8 

0,  IG 

+  10.0 

0,21 

+   0,1 

- 

O.lO 

+    1,5 

0,03 

+  3,0 

0,07 

+    4,0 

0,  1 2 

+  fi,  2 

0,16 

+   7,9 

0,20 

+   0.1 

— 

0,03 

+   1,2 

0,04 

+  2,3 

0,08 

+  3,4 

0,12 

+  4,6 

0,16 

+  5,9 

0,20 

+  0,1 

- 

0,01 

+   0,8 

0,04 

+  1,5 

0,08 

+   2,2 

0,11 

+   3,0 

0,15 

±  3,9 

0,20 

0,0 

0,00 

+  0,4 

0,04 

+   0,7 

0,07 

t  1.1 

0.11 

+   1,5 

0,15 

+  1,9 

0,19 

0,0 

0,0 

0,0 

0,0 

0,0 

0,0 

0,0 

0,00 

+  0,4 

0.01 

+  0,7 

0,07 

+   1.1 

0,11 

+   1,5 

0,15 

Ti.» 

0.19 

To.i 

0,01 

T0,8 

0,04 

Tl.5 

0,08 

T  2,2 

0,11 

T"3,o 

0,15 

T3.9 

0.20 

To.i 

0,00 

+    1.2 

0,04 

+   2,3 

0,08 

'+  S,i 

0,12 

+  4,6 

0,16 

+  5.9 

0,23 

+  0,1 

0,00 

T  1.5 

0,03 

+  'à,0 

0,07 

+   4,G 

0,12 

+   6,2 

0,16 

T  7.» 

0,20 

•      +0,1 

0,00 

Ti.» 

0,04 

T  3,  8 

0,08 

Ts.s 

0,12 

+  7,8 

0,16 

Tio.o 

0,21 

»     4    0, 2 

0.01 

+  2.4 

0,05 

+   4.7 

0,00 

T-^.i 

0,13 

+  9,5 

0,17 

T12.1 

0,21 

»     '+  0.2 

0.00 

-f   2.8 

0,04 

T  5,ó 

0,08 

T8,8 

0,12 

TU.  2 

0,17 

+!*.« 

0.21 

j 

1)      +0,3 

0,01 

+  3.3 

0,05 

To,4 

0,09 

+  »,6 

0,  13 

T13.0 

0,18 

Ti  6,  6 

0,23 

•      +  0,3 

0,00 

T3.7 

0,04 

+  7,3 

0,09 

+  11,0 

0,14 

Ti».» 

0,19 

+  18.» 

0,24 

)     +0,3 

0.00 

+  *.2 

0,06 

T8.2 

0,09 

+12.4 

0,14 

Tl«,8 

0.19 

T2I.4 

0.26 

~  ce  - 

T  A  V 

Riduzione  del  levare  e  tramontare  della  LUNA  dal  parallelo  di  Roma  a; 

Avvertenza.  —  Per  ogni  valore  della  riduzione  il  se^rno  : 


il 

2  ° 

36» 

37o 

33 

39» 

40 

41o 

S^ 

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4     0 

+27,3 

+  23,  1 

Tl8,7 

T14.2 

+  9,5 

+   4,0 

0,24 

0,21 

0,17 

0,13 

0.09 

0.0 

4  10 

^72),  9 

+  21,0 

+  17,0 

+  12,9 

+  8,6 

+   4,2 

0,23 

0,  19 

0,16 

0,12 

0,08 

0,0 

4  20 

+  22,  6 

+  19,1 

+  15,4 

+  11,7 

T7,8 

+  3,8 

0,22 

0,19 

0,15 

0,12 

0,08 

0,0 

4  30 

+  20,4 

+  17,2 

q:i3,9 

+  10,5 

T^.o 

+  3,4 

4  40 

+  18,3 

0,21 

+  15,4 

0,18 

+  12.4 

0,  15 

+  9,4 

0,11 

+  6,3 

0,07 

+  3,0 

0,0 

4  50 

+  10,2 

0,21 

if:i3, 6 

0,18 

+  11,0 

0,14 

+  8,3 

0,11 

+  5,5 

0,08 

+  2,6 

0,0 

i     0 

+  14,1 

0,21 

+  11,9 

0,17 

+  9,6 

0,14 

T7,3 

0,10 

T*.« 

0,07 

+  2,3 

0,02 

0,20 

0,  17 

0,14 

0,11 

0,07 

o,o; 

5  10 

T12.1 

+  10,2 

T8,2 

+  6,2 

T4,l 

+  2,0 

0,20 

0,17 

0,13 

0,10 

0,07 

o,o; 

5  20 

+110,1 

+  8,5 

T6.9 

+  5,2 

T3,4 

Ti.7 

0,20 

0,17 

0,14 

0,10 

0,07 

0,0^ 

5  30 

+  8,1 

+  6,8 

+  5,5 

+  4,2 

+  2,7 

+   1,3 

0,19 

0,16 

0,13 

0,10 

0,06 

o,os 

5  40 

+  6,2 

+  5,2 

+  4,2 

T3,2 

T2.1 

+  1,0 

0,19 

0,16 

0,13 

0,10 

0,06 

0,05 

5  50 

+  4,3 

+  3,6 

T2,9 

+   2.,2 

Ti-5 

+  0,7 

0,19 

0,16 

0,13 

0,10 

0,07 

O.Oi 

6     0 

+  2.4 

+  2,0 

+  1,6 

Ti.2 

+  0.8 

+  0,4 

0,19 

0,16 

0,13 

0,09 

0.06 

o,a 

6  10 

+  0,5 

0,19 

+  0,4 

0,16 

+  0,3 

0,13 

T0.3 

0,10 

+  0,2 

0,07 

+  0,1 

0,0; 

6  20 

±  1,4 

±  1.2 

+  1,0 

+  0,7 

+  0,5 

±0,2 

0,19 

0,  16 

0,13 

0,  10 

0,  C6 

0,(M 

6  30 

±3,3 

±2,8 

+  2,3 

+  1,7 

+  1,1 

+  0,5 

0,19 

0,10 

0,13 

0,10 

0,07 

0,0. 

6  40 

±5,2 

0,19 

±  4,4 

0,16 

+  3,6 

0,13 

+   2,7 

0,10 

+  1,8 

0,07 

+  0,9 

0,03 

fi  50 

±7,1 

0,20 

±6,0 

0,17 

+  4,9 

0,  13 

+  3,7 

0,10 

+  2,5 

0,06 

±  1.2 

0,0 

7     0 

±9,1 

±  7,7 

+  6,2 

+  4,7 

+  3,1 

±  1,5 

0,20 

0,16 

0,13 

0,10 

0,07 

0,0 

7  10 

+  11,1 

±9,3 

+  7,5 

' 

■  +  5,  7 

+  3,8 

±  1,8 

0,20 

0,17 

0,14 

0,10 

0,07 

0,031 

7  20 

+13,1 

±11,0 

+  8,9 

+  6,7 

+  4,5 

±  2,1 

0,20 

0,17 

0,14 

0,11 

0,07 

o.oii 

7  30 

±15,1 

±12,7 

+  10,3 

±  7,8 

+  5,2 

±2,5 

0,21 

0,18 

0,14 

0,11 

0,08 

o,oa 

7  40 

±17,2 

0,21 

+  14,5 

0,18 

+  11,7 

0,15 

+  8,9 

— 

0,11 

+  6,0 

0,07 

+  2,9 

o.ol 

7  50 

+  19,3 

+  16,  3 

+  13,2 

+  10.0 

+   6,7 

±  3,2 

8     0 

+  21,4 

0,21 

+  18,1 

0,18 

±14,7 

0,1> 

+  11,1 

0,11 

±7,4 

0,07 

±3,6 

o,oB 

0,23 

0,19 

0,15 

0,12 

0,08 

o,al 

8  10 

+  23,7 

+  20,  0 

±16,2 

+  12,3 

+  8,2 

±4,0 

0,24 

0,20 

0,16 

0,12 

0,08 

o.M 

8  20 

+26,1 

f22,0 

±17,8 

±13,5 

±9,0 

+  4,4 

____ 

-  G3  - 


Ila 


di  nn  altro  luogo  qaalanqne  in  Italia  e  nelle  regioni  circonvicine. 

▼«le  per  11  levare  e  11  segno  Inferiore  Yale  per  il  tramonto. 


42 

0 

43» 

44» 

45» 

46« 

47. 

« 

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m 

m 

m 

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m 

m 

m 

m 

m 

+   0.5 

+  6,9 

+  11,5 

+  17,4 

+  23,7 

+30,2 

0,01 

0.06 

0,11 

0.17 

0.24 

0,30 

±0,4 

+  5.3 

+  10,4 

,+15.7 

+  21.3 

+  27,2 

0,00 

0,05 

0,10 

0.15 

0,21 

0,27 

1+0.4 

+  4.8 

+  9,4 

+  14,2 

+  19,2 

±24,6 

Ih  0.4 

0,00 

0,05 

0.10 

0,15 

0,20 

0,20 

+   4,3 

+  8,4 

±12.7 

+  17,2 

+  21,9 

P 

0,00 

0,04 

0,09 

0,14 

0,19 

0,25 

1+0,4 

+  3,9 

+   7,5 

+  11,3 

±15,8 

±19,4 

0,00 

0,05 

0.09 

0.14 

0,19 

0.24 

+  0,4 

+  3,4 

+  6,0 

±9.9 

+13,4 

±17,0 

— 

0,01 

0.04 

0,08 

0.13 

0,18 

0,22 

+   0.3 

+   3,0 

+  6,8 

±8.6 

+  11.6 

±14,8 

0.01 

0,05 

0,09 

0,  12 

0,17 

0,22 

±0.2 

+   2,5 

+   4,9 

±  7.4 

+  9,9 

±12,6 

0.00 

0,04 

0,08 

0,12 

0,16 

0,21 

+  0.2 

+  2.1 

+   4,1 

+  6.2 

+  8,3 

±10,  5 

0,00 

0,04 

0.08 

0,12 

0,16 

±8.4 

0,21 

+  0,2 

+  1,7 

+  3,3 

+  6,0 

+  6.7 

! 

0,01 

0,04 

0,08 

0,12 

0,1C 

0,20 

;    +0.1 

+   1,3 

+  2,5 

+  3,8 

+   5.1 

±0,4 

0,00 

0.04 

0.08 

0.12 

0,16 

±4.4 

0,20 

1      +0,1 

+  0,9 

+  1,7 

+  2,6 

+  3.5 

0,01 

0,04 

0,07 

0,11 

0,15 

±2.5 

0,19 

0,0 

+  0,5 

+  1,0 

+  1,5 

+  2.0 

0,00 

0.04 

0,03 

0,12 

0,16 

±0,5 

0,20 

0,0 

+  0,1 

-^    0,  2 

+  0,3 

+  0.4 

0.00 

0,04 

0,07 

0,11 

0,  15 

0.19 

0,0 

:p  0.3 

+  0,5 

+  0,8 

+  1.1 

+   1.4 

0,01 

0,04 

0,08 

0,12 

0.16 

0,20 

+  0.1 

7  0.7 

+   1.3 

+  2,0 

T2.7 

+  3,4 

: 

0,00 

0,04 

0,08 

0,12 

0.16 

0,20 

+  0,1 

+   1,1 

+   2.1 

+  3,2 

+  4,3 

+  5.4 

0.00 

0,04 

0.08 

0,  12 

0,16 

0.20 

+  0,1 

+   1.5 

+  2,9 

+   4,4 

+  6.9 

+  ■^.* 

0.01 

0.04 

0,08 

0,12 

0.16 

0.20 

+  0,2 

+  1,9 

+  3,7 

T6.6 

+  7.5 

+  9.4 

0,00 

0,04 

0,08 

0,12 

0.16 

0.21 

To.2 

+  2.3 

+   4,5 

T6.8 

+  9,1 

+  11.6 

0.01 

0,04 

0,08 

0,12 

0,16 

0,21 

.      +  0,3 

+  2.7 

+  6,3 

+  8.0 

+  10.7 

+  13.6 

0,00 

0.05 

0.09 

0,13 

0,18 

0.23 

•     +  0,3 

+  3,2 

T6,2 

+  9,3 

+  12.5 

+15.9 

0,00 

0,04 

0.08 

0,13 

0,18 

0,23 

»     T  0,3 

+  3,6 

+  7,0 

+  10,  C 

+  14.3 

+  18,2 

0,01 

0,05 

0,09 

0,14 

0.19 

0.24 

»      +0,4 

+  4,1 

+  7,9 

+  12,0 

+  16,2 

+  20,6 

0.00 

0,05 

0,10 

0,14 

0.19 

0.25 

»      +  0.  4 

T4.6 

+  8.9 

+  13.4 

+  18,1 

+  23,  1 

0,00 

0.05 

0,10 

0.16 

0,21 

0,26 

1»      +0.4 

+  6,1 

+  9.9 

+  14,9 

+  20.2 

+  25,7 

0,01 

0,05 

0,10 

0.16 

0,22 

0,29 

i)      +  0.6 

+  5.6 

+  10.9 

+  16.6 

+  24,4 

+  28,6 

04 


Tempi  legali  dei  principali  Stati  del  mondo. 

I.  —  Dipendenti  dal  meridiano  di  Greenwich. 


Temilo 

legale  a 

mezzodì 

di 

Denominazione 
del  tempo   legale 

Stati 

h    m 

23  30 

_ 

Nuova  Zelanda. 

22     0 

T.  dell'Aus'ralia  orientale 

Victoria,  Nuova  Galles  del  Sud,  Queensland,  Ta- 
smania. 

21  30 

_ 

Australia  del  Sud. 

21     0 

— 

Giappone,  Corea. 

20     0 

T.  de'le  coste  cinesi  orientali 

Coste  orientali  della  Cina,  Australia  occidentale. 

19     0 

T.  delle  coste  cinesi  raeridionali 

Coste  meridionali  della  Cina,  Indo-Cina  francese. 

n  30 

- 

India  orientale. 

14  30 

— 

Africa  orientale  già  tedesca. 

14     0 

T.  dell'Europa  orientale 

Bulgaria,  Rumania,  Turchia,  Egitto,  Africa  me- 
ridionale. 

13     0 

T,  dell'Europa  centrale 

Norvegia,  Svezia,  Danimarca,  Germania,  Lus- 
semburgo, Svizzeia,  Austria-Ungheria,  Italia, 
Serbi:!,  Africa  sud-occidentale  già  tedesca. 

12     0 

T.  dell' Europa  oecidentiiL' 0  tem- 
po di  Greenwich 

lTi<;hiUe:ra  e  Scozia,  Belgio,  Fraioia,  Portogallo, 
Spagna,  Gibilterra,  Algeria. 

9     0 

- 

Brasile  orientale. 

8     0 

At'antic  Standard  Time 

Costa  del  Canada,  Brasile  centrale. 

7     0 

Fastern          „             „ 

Canada  (Quebec,  Ontario  fino  al  merid  ano  di 
8'2<>  30'  W),  zona  orientiile  degli  Stati  Uniti, 
Pànama,  Perù,  Brasile  occidentale,  Cile. 

6     0 

Central            ,              , 

Zona  centrale  del  Canada  e  degli  Stati  Uniti. 

6     0 

Mountain       „              „ 

Zona  montuosa  del  Caìiadà  e  degli  Stati  Uniti. 

4     0 

PaolìC                  r,                   r, 

Columbia  britan:iica,  coste  occidentali  degli  Stati 
Uniti. 

1  30 

- 

Isole  Sandwich. 

II.  —  Non  dipendenti  dal  merid'ano  di  Greenwich. 


Stati 

Meridiano 

Tempo  i-kgale 

A    MEZZODÌ 

DI  Greenwich 

Stati 

Meridiano 

Tkmpo  legale 

A    MEZZODÌ 

di  Ghkenwich 

Russia 

PulkowQ 

h      m      s 
14       1     19 

Argentina 

Cordoba 

h    m      s 
7     43     12 

Grecia 

Atene 

13     34     53 

Venezuela 

Caracas 

7     32     Ifi 

Olanda 

Amsterdam 

12     19     32 

Colombia 

Bogotà 

7       3       6 

Irlanda 

Dublino 

11     34     39 

Equatore 

Quito 

6     45     53 

Uruguay 

Montevideo 

8     15     11 

Messico 

Messico  (città) 

5     23     33 

N.B.—  Nel  rinnilro  non  e.  tenuto  conto,  naturalmente,  della  antiseientiflca.  e  provvisoria 
anticipaziiine  di  un'ora  nel  tempo  ledale  che  fn  adottata  nella  primavera  del  1916  dagli  Stati 
belligeranti  d' Kuropa,  per  motivi  puramente  economici. 


-  05  — 

DAIvI^A  VENEZIA  GIUI^IA 

roDici  IMPRESSIONI  DI  FIIJBIìRTo'sCARPKLLl 


GENNAIO  1917 


1  Lunedì  I  ^^^  Circoncisione  di  N.S.  G.C.  (Jorimoniu  rcjii^io.sa  e  oivile  dey,V\  ebrei, 
^    ofjK  a\]'.i  quale  era  soggetto   ogni  figlio   maschio  nell'ottavo  giorno  dopo 

la  sua  naseita.  In  tale  circostanza  (lavasi  puro  un  nome  al  neonato. 

S.  Concordili,  piete,  martire  a  Spoleto,  verso  l'a.  175.  -    S.  Telemaco,  martire  a  Itoma.  l'a.  4n:!. 

Memorandum.  —  Capodanno.  Festa  civile  legale.  Sono  cliinsi  anche  i  Musei,  le  (iaUerie. 
e  le  Biblioeche.  -  I  sindaci  dei  comuni  pubblicano  i  manifesti  per  l'iscrizione  nelle  liste 
di  leva.  >!elle  ÌMe  di  leva  devono  iscriversi  tutti  i  giovani  che  nell'anno  incom-nciante 
(omporo  il  diciottesimo  della  loro  età,  —  Oggi  maturano  le  cedole  annuali  o  semestrali 
del  maggior  numeio  dei  valori  bancari  e  industriali. 


2    Alartcdl  >^^  ss.  Nome  di  Gesù.  Festa  istituita  tino  dal  l.>00  e  fissata  per  tutta 

9-364  I  liv  Chiesa  con  d(cr.  della  S.  Comp.  dei  llili  alla  domenica  tra  il  2  e 

_ _ ^  jj    -  .^reiiiiaio,  o  altrimenti    al   2  gennaio.  —  S.  Isidoro,  vescovo.   Eia 


vescovo  di  Ermopoli  piccola  (Demenhur),  in  Egitto,  sulla  line  del  sec.  IV,  e  si  venera  a  Nitiia 
(Ba.sso  Egitto).  —  S.  Martiniaiio,  vescovo  di  Milano  dal  423  al  435  circa.  —  S.Macario,  ro- 
mano, cont'.,  ricordato  a  Piacenza.  —  Ss.  Alverio  e  comp.,  soldati  tebei,  martiii  circa  gli  anni 
2.S4-305,  patroni  di  Fossano  (prov.  di  Cuneo),  ove  furono  traslati  l'a.  1427. 


3    Mercoledì  j        S.  Antere,  pp.  Circeo  di  origine,  successe  l'a.  235  a  s.  Poliziano,  e 
3-363  j  governò   la   Chiesa   solo   per   circa  quaranta  giorni.  Sua  piima  cura 

___ j-^^   ^:jj   f.^^.  i-jt-ei-eare   negli   ufflTci   delia  prefettura  urbana  gli  atti  d.n 


mattili,  per  custodirli  negli   archivi  della  Chiesa.   Per  questo  fu  martirizzato  sotto  Mas 
mino  i  l'anno  23t>.  —  S.Daniele,  levita,  martire  tra  gli  anni  UJl-lfiU.  —  S.  Geiiovet!': 
niart.,  patrona  di  Parigi. 


4  Giovedì 

4-362 


S.  Gregorio,  vescovo.  Resse  la  diocesi  di  Lan^^res  (Francia)  dall' a. 
507  al  539.  —  B.  Angela  da  Foligno  (prov.  di  Perugia),  francescana  del 
terz'ordine.  Era  cosi  dotta  da  dettare  al  suo  confe-i-'ore  Arnaldo  dei 
veri  tratlati  di  teologia,  che  ancor  oggi  rimangono  e  che  le  pro<  urarono  il  titolo  di  "  m.ae- 
stia  dei  teo'ogi  r.-  Moi-'i  il  10  gennaio  1310  a  Foligno,  dove  è  venerata  nella  chiesa  di  S.  Fran- 
cesco. —  S.  Tito,  discepolo  di  S.  Paolo,  morto  vescovo  di  Creta  a  1)4  anni. 

Memorandum.  —  Oggi   a  Napoli  e  in   molte  altre  città   dell'Italia  meridionale  bisogna 
riconfermare  gli  aflfitti  annui  delle  case  o  date  licenza. 


JD   Venerdì      ;        S.  Simeone  Siilita.   Nativo  di  Sisan,  paese  tra  la  Cilicia  e  la  Siria: 
5-361  [datosi  a  straordinarie   x>enitenze.   si   condannò   a   vivere  la  piti  gran 

_ — . parte  della  sua  vita   sopra  un'alta  colonna.  Visse  dall' a.  SOI  al   4t>0. 

—  S.  Te'esforo,  papa  dal  125  al  13C.  Nacque  in  Grecia,  ed  abbracciò  con  fervore  la  dottrina 
del  Vangelo.  Riformò  i  sacri  riti  e  mori  martire  della  fede. 

Memorandum.  —  Stanotte  a  Roma  tradizionale  baldoi'ia,  e  fiera  in  Piazza  Navcna. 


6    Sabato  »5(  Epifania  di  N.  S.  G.  C.  Dal  greco,  e  significa  nvmifestaz'one.  Essa 

6-360  ricorda  la  visita  dei  Magi,  il  battesimo  del  Salvatore,  il  miracolo  delle 

1__ nozze  di  Cana.  e  la  moltiplicazione  dei  pani.  —  S.  Basilissa,  vcrg.,  ma;t., 

pat^-ona  di  Parenzo  (Trieste).  —  B.  Paola  fior.,  verg.,  dell" ordine  camald.,  morta  nell'a.  13i)^. 

Memorandum.  —  Festa  civile  legale.  Sono  chiusi  anche  i  Musei  e  le  Gallerie  del  Regno.  — 
Comincia  l'ottavario  dell'Epifania  nella  «hiesa  di  Sant'Andrea  della  Valle  a  Roma  per  ciiia 
dei-S.Tcerdoti  delle  Missioni  (Pallottini'.  Dura  fino  al  13.  Ogni  giorno  prodica  italiana  alle 
ore  ('.,  inesca  in  rito  latino  al'e  8 '/-,>,  messa  in  uno  dei  vari  ii!i  orien'ali  alle  9  '  «,  predica  in 
una  lingua  estera  alle  11,  e  altre  sacre  ftinzioiii. 


MARZO  1917        _        ^^  ^  70  -  (13»  Settimana) 

25  DoilICnica!       'fb  Quinta  di  quaresima,  o  di  Tassioiie.  —  Annuiuva/,.  (len'nnnii.', 
84-283  rìaLrlole  a  Mara  SS.  (iti  :>lti  «lei  .oiK-ilio  di  Toleilo.  tenutosi  noi  Sr.C. 

■ — roi-aiio  Ili  pili  aiilicM  l»'stiini>iiiiui/.:i  Ai  (|iie.-;ti\  lesta  di  cui  idiora  fu  lls- 

sata  la  data  per  tutta  la  t'hiesa.  —  B.  Tommaso  da  Oostacclaro  (Penijia',  moiio  l'a.  1.S37  — 
S.  l'inberto  di  Marollfs.  ]»rote  16H>).  —  S.  Ironoo,  vescovo  di  Sirmio.  S.  lij'iiia,  d  ituoii 
ludici  e.  crov'ittsso  con  (ìe^ix  che  uìi  promls»*  il  paradiso. 

Memorandum.  -  O-'^i  novilunio  secondo  l'uso  etcle^insfico.  —  A  Milano,  fesla  biennale 
dt'l  l'rì-ilnnii  all'Ospedale  Maggiore,  ove  .«•ono  osposti  i  vitrattl  di  tatti  i  heiiefatloil.  -  1«'.»'Im 
di  cavalli  a  Lo.iigo  (proviuoia  di  Vicenza',  fro(iuiMUatis«ima. 


•{• 


l2(»    Lunedi  S.  Teodoro,  mait  ro.  Kra  miliie  solto  f;li  imperatori  Diocleziano  e 

85-281  Massimiaitn,   ma  professava   la   roll<jione  di  (tristo.  SI   oj)pose   vlva- 

- —    nientt>   alleditto  imperialo,   elie   toiidannava   i  soldati  olif*  porsistes- 

s-ro  nella  religione  di  Cristo  e  subì  il  niarfrio  ad  Aniasea  nel  Ponto  nel  :Um'..  —  S.  l'ina- 
nuele,  martire».  —  S.  Felicita,  vergine  i)a(liwaiia.  —  B.  Marco,  <la  IJoIofifna,  iiiiii.>rlia,  ricor- 
daio a  Tiare. .za:  see.  XV. 

Memorandum.  -   FiiM-a  a  Ciriè. 


2/    Martedì    }       S.  Marciano,  vesc.  Ilicordalo  a  Tortona.  (Ales^andrla^seo.  ir,  (vedi 
86-280  y'  marzo).  —  S,  Giovanni  eremita,  vissuto  a  Nicopoli  nell'Egitto,  jiior'i 

l'a.  .391.  —  S.  Augusta  v.  m.,  onorata  a  Serravalle  (Treviso.  —  S.  Adal- 

l>erto  di  navenstein,  vescovo  di  Trento,  martire  presso  Rovereto  l'a.  ll.ìC». 

Memorandum.  —  Oggi  pagamento  degli  stii»endi  a.^'li  impiegati  governativi. 


2S  Mercoledì         S.  Speranzo,  abate  presso  Norcia,  citato   da   fìivgorin  Magno  nel 
87-279  ^quarto  de'suoi  lUaloi/hi.  —  S.  Sisto  III,  papa  dal  4^.2  al  440.  --  S.  (Jon- 

-frano,  re  del  Franchi.   —  Ss.  Castore  e  Doroteo,  martiri  a  Tarso.   — 

Ss.  Prisco,  Malco  e  Ales-andro,  esposti  alle  fiere  por  la  fede,  a  Cesarea  di  Palcstin.i. 

-!♦ 


29    dio  vedi  S.  Eustaslo,  monaco,  detto  anche  Eustazio,  fu  vescovo  di   Napoli, 

88-278  monaco,   ver.so   l'anno    180.   —  Ss.  Costantino   o   Simplicio,  abati    di 

Montecassino  nel  sec.  IV.  —  S.  Secondo,  martire,  patrono  di  .Asti,  — 

S.  Cirillo,  diacono  di  Eliopuli,  martire  .sotto  l' impilatore  Giuliano  l'Apostata. 

Memorandum.  —  Oggi  a  Milano  e  in  molte  altre  città  della  Lombaidia  si-adono  molti 
atlitti  semestrali  e  si  fanno  i  traslochi.  —  I  tre  ultimi  giorni  di  marzo  e  i  primi  tre  di  aprile 
nelle  lioniagne  sono  chiamati  i  giorni  della  veci i:  e  si  annettono  a  questo  nome  varie 
superstizioni. 


30  Venerdì  S.  Quirino,  soldato  e  mart.  Visse  nel  sec.  II.  -  B.  Ame>ieo  III,  duca 

89-277  di  Savoia,  morto  l'agno  1742.    -  S.  Zosimo.  ve-ic  di  Siracusa:  sec.  VII. 

'—  H.  Pastore,  vescovo  di  Orléans.  —  S.  (ìiovanni  Climnco.  discepolo 

di  S.  Gregorio  Nazianzeno  e  autore  di  parecchie  oj  ero  ascetiche.       S.  Regolo,  vescovo  di 
Arles  I  el  Ito. 

Memorandum.  -   ])  P.  Q.  a  ore  il. :{;»'. 


31     Sabato  S.  Mauricillo.    Fu    vescovo  di   Milano    nel  (\i\\C(VÌ   idaì   C57   al  Gr.8 

90-276  secondo  il  Sassii.  Le  sue  ceneri  riposano  nella  chiesa  di  S.  Rnt'ro.  — 

^^  Bnll)lna.   vergine.   —   S.  Henlamhio.    -    R.   Amos,   profeta  minoro, 

vi«Ke  riroA  800  anni  prin.a  di  Gesù  Cristo. 

MMlorandum.  —  Festa  i-opolare  della  Madonna  delle  Milizie,  che  si  c.-tebra  nel  Santrario 
o:iion;mo  presso  Scicll  (Sin-cii'al  con  min  tinta  ha: taglia. 


APRILE  1917 T_^- (14^  Settimana) 

1    DonieillCa  |       yr<  Domenica  delle  Palme,  <Uiiif  miri,-'  .leir  onro.  -  s.  T.  odora,  vcr- 
91-375 Isine,  mova  a  Umna  fi:}2). 

Memorandum.  —  A  11  'ma,  mos  a  solenne  alla  basilica  di  S.  r:clio  loro'.»).  Ki  caiitaiio  al 
Passio  1  cnyì  di  Avila,  airOtìertorio  lo  Sia'ifil  di  Palestriiia,  e  dopo  l'elevazione  II  lì*- n  •<) Ut u  < 
di  Balni.  —  Attoiizione  ai  peaci  d'  apvle  che  i  bario  li  danno  oggi  con  tanta  facilità  a  pe- 
scare alle  persone  di  buona  fede!  —  Da  og,'i  fi;io  a  tutto  settembre  orario  esMvo  per  gli 
iittizi  telegratici  a  oTario  di  giorno  completo  e  ad  orario  limitato  (per  i  pr'.mi  dalle  7 
alle  21;  por  i  secondi  dalle  8  alle  VI  e  dalle  15  alle  19).  —  Da  ogi,'i  al  30  settembre,  agli 
t'tì'etti  della  legje  sul  lavoro  delle  donne  e  dei  fanciulli,  il  lavoro  notturno  è  ti-^saio  dalle  21 
ali?  5.  —  Da  oggi  sino  a  tutto  asosto  è  vietata  la  raccolta  d'-lle  ostriche.  Invece  è  p3rme.ssa 
la  pesca  dei  gamberi  di  acqua  dolce.  —  Sonj  vietati  la  pes-da  e  il  commercio  dei  gamberi 
sino  al  30  giurino.  —  Oggi  a  Torino  si  sogliono  pagare  gli  affitti  semestrali.  —  Entrano  in 
funzione  i  nuovi  capiìani-ìegg^iiti  della  repubblica  di  San  Marino  (fino  al  30  settembre). 

w    Lunedi  S.  Francesco  di  Pa-Ja,  fondatore  dei  Minimi,  nato  in  Paola,  citt.i 

93-274  de:ia  Calabria,  verso  11  111(5,  e  morto  nel  1507. 


3  Martedì 

93-373 


S.  Riccardo,  vesc.  di  Chichester  (Inghiltcrri)  (1245-1253)    —  S.  P.ui- 
orazio,  voscovo  di  Taormina  (I  sec.?).  —  S.  Eraldo,  vescovo. 


4  Mercoledì  S.  Isidoro,  vescovo  di  Siviglia.  Il  e  .ncllio  di  Toledo  lo  chiamò  iu- 

9-4-373  sisne  dottore  della  Chiesa  in  virtù  de'  suoi  scritti,  e  Leone  IV  lo  pio- 

— — . — _- 'pose  quale  emulo  di  Gerolamo  e  di  Agostino.  M<.r'i  nel  63G. 

Memarandum.  —  Mercoledì  Santo.  —  A  Roma,  al  Vaticano,  alle  ore  16,  cappella  papale 
per  r ufficio  delle  Tenebre.  Vi  si  cantano  al  primo  notturno  una  Lame'i'azion'i  a  4  voci  di 
l'alostrina;  e,  dopo  il  li.neclidus,  deWe  'audi  e  il  Mfserere  a  versetti  alternati  di  Bai  o  di  Baini. 
Alla  basilica  Vaticana,  dopo  il  Mìsivere,  ostensione  delle  grandi  reliquie  della  Passione:  la 
lancia,  il  legno  della  vera  croce    i!  v.  lo  di  S.  Veronica. 


O    Giovedì      I        S.  Viicenzo  Ferreri,  nacque  in  Valenza.  A  17  anni  entrò  neirordine 
95-371  I  di  S.Domenico,  e  la  fama  della  sua  eloquenza  corse  per  la  Francia, 

~"     ~     ~~~      l'Italia,  la  Germania,  l'Inghilterra  ed  i  Paesi  Bassi  dove  predicò  pace 
e  concordia.  ]\[orì  in  età  molto  avanzata  a  Vannes,  l'anno  1419. 

Memorandum.  —  Giovedì  Santo.  —  Da  oggi  sino  al  lunedì  di  Pasqua  inclusi vamente  sono 
chiuse  le  Biblioteche  governative:  e  sino  al  martedì  tutte  le  Scuole.  Licei  e  Istituti  tecnici 
lianno  vacanza  per  tutta  la  Settimana  Santa.  —  Al  Vaticano,  alle  ore  10,  cappe'la  papale.  Si 
cauta  all' offertori  0  il  mottetto  Fi-atres  di  Palestrina.  Dopo  la  messa  il  Papa  porta  proces- 
sionalmente  l'Ostia  consacrata  alla  cappella  Paolina,  illuminila  sui  disegni  del  Beraini.  A 
mezzogiorno  lavanda  dei  piedi  a  13  preti  stranieri.  Alle  IG,  al  Vaticano,  uffi  io  delle  Tenebre: 
la  prima  TMmeidazlo'ie  è  di  Palestrina,  il  Miserere  di  Bai  e  di  Allegri.  A  S.  Pietro,  alle  18  '/o, 
dopo  il  Misereìv,  lavanda  dell'altare  maggiore  fatta  dal  Capitolo,  e  ostensione  delle  grandi 
reliquie.  —  Oggi  e  domani,  a  Napoli,  tx-adizionale  passeggiata  dello  s'iuiscio  per  Toledo. 

}U 

6  Venerdì  S.  celestino  l,  papa.   Romano,   successe   a   S.  Bouifacio  I   nel  423. 

96-370  Combattè  le  erosie  dei  Pelagiani  e  dì  Nestorio  contro  il  quale  indisse 

' il  concilio  ecumenico  di  Efeso.  Morì  nel  432. 

Memorandum.  —  Venerdì  Santo.  —  Processione  del  Cristo  Morto  in  molte  parti  d'Italia: 
In  moltissimi  paesi,  della  Sici'ia  si  riproduce  la  scena  della  Cro  itissione.  —  Al  Vaticano,  alle 
9  ['.1,  cappel'a  papale:  canto  del  P.ss'o  con  i  cori  di  Avila;  adorazione  della  Croce,  con  gli 
Inpropei-i  di  Paleslrina;  processione  a'ia  Cappella  Paolina  ed  esposizione  della  Vera  Croca. 
Alle  15  '/.>  ufficio  delle  Tenebre:  la  1*  Lamentazione  è  dell'Allegri. 


7    Sabato  S.  Amatore,  vescovo.   Successe,  l'anno  388,  nel   vcs  ;ova:lo   di   Au- 
97-369           I  xerre,  a  S.  Elladi   ;  mor'i  l'a.  418.  —  S.  A'raate,  anacoreta  nella  Siria, 
secolo  IV. 

Memorandum.  —  (fi  L.  P.  a  ore  14.49'».  —  Oggi  novilunio  secondo  l'uso  ecclesiastico.  — 
Sabato  Santo.  —  A  Roiuii,  nella  basilica  di  S.  Giovanni  in  Laterano,  alle  ore  8.  benedizione 
del  fuoco  nuovo,  dell'incenso  e  del  cero  pasquale  fa  ta  dal  Cardinal  Vicario.  Alle  9,  al  Va- 
ticano e  a  S.Pietro,  ufficio  solenne,  con  musica  di  Palestrina.  Al  Gloria  in  exceisis  saoìì:\n) 
le  trombe  d'argento  dall'alto  della  cupola.  —  Antica  cerimonia  tradizionale  dello  scoppio  del 
cafro  a  Firenze.  —  Primo  giorno  della  Pasqua  o  lesa  Ji,  israelitica. 


APRILE  1917  _  81  -  (15*  Settimana) 

8  Domeilica  >:<  Pasqua  di  Resurrez'one.Rii>or(la{lmi)adolo<topas<ia^}^o  dei  Mar 

98-268  llu-is»)  couipiiito  da  11  F.brt»i  sotto  la  »om lotta  del  lietrlslatore  Mo'^è,  e 

la  co  isej{neiit^  liberazione  dalla  •-.•liirtvifù  del  Fara  >nidl.  Fra  i  (Jrlstlaiil 

••  fuiiiineinoiiìt  i  la  (;iorii>sti  risiirrt-ziune  di  Oristo.  -  S.  Dionigi,  vcsl-ovo  di  Corinto.  ii:i<> 
tra  i  più  illnsirl  del  I[  soo.  Instano  per  pie'à  e  dottrina  !<•  sue  Ietterò  dl:n>strano  come 
*-^'\  abbracciasse  i-.tlla  sua  caritA  tutu  i  CrUtlani.  —  S.  Edesio  martire,  frat  dio  di  S.  Afllano, 
jiefa  o  in  ma  e  al  Alr-s^aiLlria  per  aver  rimproverato  al  giudico  pa^'ano  la  sua  crudeltà 
«Oli  r.i  iti  vorjjrinl  cristiano. 

Memorandum.  —  Sole  mi  à  d -Ila  Pa<rjna.  —  0'^<ii  s.»no  chiud  anche  l  Musei  o  le  Hai 
It'rie.  —  relle»<riua;.'gio  al  Santuario  della  Madona^i  del  Cont'ortj,  al  Are/.zo.  —  04^1  e  do- 
mani, a  Cafona  fprov.  di  II*  g;,'io  Calabria),  tradi/ioiiae  feH!a  del  patrono  8  Franuesoo  di 
P.io'rt.  —  A  San  i'ataldo  (prov.  di  Calr^inlssetta»  la  . strania  funzione  del  Supat/ooì  elie  vanno 
mascherati  in  cerca  del  Cristo  risorta.  ~  A  Comisi>  (prov.  di  Siracusa»,  l.i  fe.sta  detta  iif''f. 
ì  Ufi  tra  l'Ann  uiziata  e  Cr.st»)  Risorto,  una  delle  feste  locali  più  caratter  stic!ie  e  curio  <e.  - 
«ir.m  pelle^r  na;,'.,';o  al  Santua  io  di  \.  S.  di  r.ourdi's,  —  Secondo  giorno  djlla  l*a-iqu.i,  o 
l'i-ya  h,  israelitica. 


9    Lunedi  Lunedì  dell'Angelo.  —  S.  Giovanni  r Elemosiniere,  patriarca  di  Ales- 

99-267  ^salldri:l  <rEj,'itto,  morto  1' am-.o  r.i6.  SI  meritò  il  tito'o  cjI  quale  è  di- 

. .  _ stin  o  per  la  vua  inesauribile  «  arltà  verso  I  poveri.  Le  sue  ceneri  ri- 
posano a  Venezia  nella  thiesa  di  S.  Giovanni  K:ittista  in  Bragora.  —  S.  Manta  di  Cleofa, 
madre  di  S.  Già  -omu  il  Minore.   -   S.  Veltrude,  vedov.». 

Memora.ndnm.  —  Pcllegrlnng^'io  all.i  :Madoniia  dell'Arco  i>resso  Napoli.  —  Proces.sione  del 
ceri  al  t;im<iso  Santuario  della  Mad..nna  di  Trapani. 

'V 

10   Martedì    I       S.  Pompeo,    martire,  morto   iu   Africa  durante  la  per.-iecuzione  di 
10O-266  iDccio  CióO-iJl».  —  S.  Fulberto,  ve>Civo  di  Chartres  dal  1007  al  1029, 
cir.  a.  -  S.  Ueda  ,1  Giovane,  monao  mor.o  l'a.  8s3,  onorato  nella  dio- 
cesi di  Genova.  —  S.  Ezecliiele,  profeta,  lapidato  a  Bibilo.iia. 

Memorandum.  —  Scade  la  seoo:-da  rata  bime-itra'c  delle  imposte  direte  erariali  e  sovrim- 
pps'e  coniniiaii  e  provinciali.  Non  piigaìido  entro  gli  otto  giorni  successivi  alla  scadenza, 
il  contr.bu.'i.te  i.icorre  iella  multa  del  4  ",  ,. 


11   Mercoledì!        S.  Le.ne  Magno,  papa.   Nato  in  Toscana,  fu  arcidiacono   di  Santa 
101-265  n:hle;>a,  legato  in  Airica,  poi  nel  440  papa,  succeden  lo  a  S.  Sisto  III. 

llesistette  «allo  sterminatore   Attila    re  d.igli    Un:ii.   che   minacciava 

Itiinii,   persuadendolo  a   ritirarsi   olt  e  il   Danubio;    fu  dottore  della  Chiesa  ed  ebbe  dal 
l»opo'o  il  titolo  di  MiI'jho.  Moi'i  l'a.  4C>1. 


12    Giovedì  S.  Zenone,  vescovo    di  Verona   dal   352   al   380.   -  S.  Angelo  Car- 

10^-264  ''t'Iti  •■««  Chivasso,  morto  l'a.  1492.  -  S.  Giulio  I,  papa  dal  337  al  .'t-Vi. 

-  'Coia'>a;t(i  contro  gli   Aiiani  e  difesi  il  santo  patriarca  di  Alessandra, 

Atanasio,  dalle  loro  \iolen.'.e.   —  S.  D.unian  •,  vescovo  di  Pavia. 


13  Venerdì  S.  Giustino,  filosofo,  nato  in  Sima>ia  nel  103  e  convertitosi  ul  crl- 

103-263  stiancsimo  a  trenfan-ii.  Recttosi.i  lìuma  p  esentò  di-e  apologie  del'a 

leligione  a-!i  imptratori  Antonino  e  ^ar.-o  Aurelio,  per  le  quali  è 

considerato  il  pr  mo  dei  Padri  della  Chiesa.  Accnsato  c)nie  cristiino,  morì  martire  verso 
11  1«7.  —  S.  Krmonogildo,  Hglio  del  ro  d.i  Visigoti  I.«'o\  igildo,  fu  carccr.ito  od  ucciso  nel- 
l'anno ."«sr,. 

Memorandum.  —  Venerdì  Santo  n  1  calen.lario  Giuliano  u  Greco  Uu> so.  -  Se'timo  giorno 
(lel'a  l'a-!. ina,  o  l'fiunrh,  israelitica.  —  Pagamento  <lenc  pen>ioni  governative  di  terz.»  cate- 
goria (supei-iori  a  L.  2)00  annnei. 

14    Sabato     I       S.  Lamberto,  vescDVO  diLone  dal  «so  .al  0.»0.  -  8s.  Valeriane  e  Ti- 
104-262  burzlo,  fr.»t-lll.  mar.  (22'M.  consorte  l'uno,  «  {^la'o  l'altro  di  S.  Cc- 

j.j(|,,    pg,.  |p  ^.„j  ,.Kortazi  .ni  si  «'onvcrtirono  al  cristlanesmo,  e  fnrono 

ba  t.v.zatt  da  p.pi  l'rban  •.  -  S.  Abbondio,  mansionario  dell  i  basilica  di  S.  Pietro  in  Rom  i, 
ram;iiei.tato  da  S.  (ircgor.o  Ma.no. 

MOinorandjm.  -  <t  U.  Q.  a  o-.v  -Jl  li"'.  —  llilnio  -i>rno  della  Pa-qua,  o  l'estoh.  i.sra -liilca. 


APRILE  1917 82  - J16'*  Settimana) 

1  r>  Domenica I       ^•I^  Domenica  In  albis.  o  pii'i  pr<?clsa-n.'?nle  ///  a/.',!.-!  iì-posàtis,  cosi 
105-361  |(lett:i  y)C'rcli.''  ();,'^i  nella  primitiva  (Miiesa  ci-is'iana  si   depDiievaii.»   le 

~~"'^ — Vèsti  bianclie  dui  novelli  battezzati.  -  S.  Paterno,  ve-!.-ovo  di  Vaii- 
nes  («iec.  V).  —  S-t.  liasilissa  e  A  iasfa>ia,  vor^niii  romane  di  nobiMss  m*»  fa  nigiìe,  convertile 
ala  fede  dai  Ss.  .np.istoli  l'ietro  e  Paolo.  Qu:ind.>  S.  Pietro  fu  crociftiso  sul  «"ìianit-olo.  es  e 
di  notte  ne  seppellirono  le  sacre  spoglie,  e  accusate  per.'iò  comw  cristiaiie,  subirono  il  mar- 
tirio sotto  Nerone. 

Menorandum.    -    Pasqua  nel  c.ilendarlo  Giuliano  o  Greco-Ku^so.   -  Pasqua  per  gli  .Vl>is- 

si  ni  (  Ti-nsii-è). 


16    Lunedi  S.  Contardo  dei  principi  Estensi,  morto  l' a.  1249,  onorato  a  Bro.ii 

106-360  [(Pavia'.  —  S.  B 'uedetto  Gius-^ppe  Labre,  mend  cinte  (1748  17».l)  n  ito 

a  Saint-Sulpice  d'Amettes,   diocesi   di   Boulo{,'ne,   e   ca  io  ii/,z;it.o    d.i 

Leone  XIII  nel  1881.  —  S.  Turlbio,  vesc.  di  Astor<,'a.  —  S.  Pat -ruo,  vescovo  di  Avrancli's.  ~ 

S.  Jiamberto,  martire  a  Sarragozza. 

Memorandum.  —  Da  oggi  sono  permesse  le  solennità  nuziali  sino  al  sabato  clie  prece  le 
la  prima  domenica  dell'Avvento.   --   Fiera  a  Varese. 


1 7    Martedì    !       S.  Aniceto,  papa,  successo  a  S.  Pio  I,  morì  marti  e,  al  ptincipio  della 
107-259  persecuzione  di  Marco  Aurelio  l'a.  lOG.  —  S.  Inn  >cenzo,  vescovo  e  pa- 

—'trono  di  Tortona  'sr-c.  Ili  o  IVi.  —  Ss.  Neolita,  Isidora  e  Benedetta, 
martiri,  onor.ite  a  Lentini  (Siracusa).  —  S.  Roberto,  fondatore  e  primo  abate  di  Clermo.it. 

_^ ^ ■  »  ■ 

-In 

18  Mercoledì!        S.  caldino  della  famiglia  Della  Sala,  arciv.  di  Milano  dal    llfìfi   al 
108-258  11176.  Fece  risorgere  dalle  rovine  la  città,  che  era  stata  messa  a  ferro 

"  e  fuoco  dal  feroce  B:irb:trossa,  e  sradicò  l'eresia  che  serpeggiava  nella 

diocesi.  Mo;ì  sul  pergamo,  dopo  lungo  e  caldo  discorso  in  difesa  della  fede.  —  S.  Calocero, 
bresciano,  martire. 

Memorandum.  —  Fiera  a  G.avina.  Dura  5  giorni. 


19  Giovedì  S.  Leone  IX,  papa.  Segui  nel  pontificato  romano   a  papa  Damaso 

109-25*7  |lT,  l'anno  104«;  fu  già  vescovo  di  Toni.  —  S.  Vigilia,  vevgme,  martire, 

~~~ festeggiata  a  Livorno.  —  S.  Espedi tcf,  martire,  protettore  delle  cause 

urgenti.  —  S.  Crescenzio,  fiorentino,  morto  l'anno  423. 

Memorandum.  —  Oggi  in  Inghilterra  "festa  delle  pi*atoline„.  Pni»>-ose  dq^i/  dedicata  dai /u- 
riVs-  inglesi  alla  memoria  di  Lord  Beaconsfield,  di  cui  ricorre  ranniversa.io  della  morte  (l»»ll. 


?H- 


20  Venerdì  S.  Marcellino,  vescovo  di  Embrun,  morto  l'anno  374.  —  S.Agnese, 

110-256  vergine,  nativa  di  Montepulciano.  Consegnata  alle  Suora  dette  def  sjrri, 

■ vi  diede  l'esempio  di  ogni  virtù.  Umile  ed  obbediente,  occnpavasi  negli 

uffici  più  bassi.  Dormiva  sulla  nuda  terra  e  digiunava  a  pane  ed  acqua.  Mori  la.  1317.  — 
Ss.  Sulpizio   e   Serviliano,   martiri,  convertiti  alla  fede  da  S.  Domitilla. 

Memorandum.  —  Entra  il  Sole  in  Toro. 


2  1    Sabato  S.  Anselmo,  vose,  che  resse  la  sede  di  Canterbury.  Nacque  in  Aosta 

ltl_355  da  nobili  genitori.  Perduta  la  madre,  si  lasciò  a  lescare  dalle  vanità 

terreu':',  ma  ben  presto  se  ne  disgustò.  Tocco  dalla  grazia,  si  ritirò  in 

un  moHitstero  di  Normandia,  ove  dive  me  specchio  di  virtù.  Mori  nel  1109.  —  S.  Simeone, 
vis;  ovo  di  Selenca  e  Clesifonte,  e  m  irtire.  Resse  la  sede  per  26  anni,  e  nella  crudele  per- 
secuzione  di  Sapore,  re  di  Persia,  fu   ucoiso  (341)  fra  atroci   tormenti. 

Memorandum.  —  ®  L.  N.  a  ore  15,lm.  —  Natale  di  Roma  (a.  753  av.  Cr.,  se.-oudo  V.ir- 
ronei.  —  In  ques'o  giorno  i  Comitati  della  Società  Nazionale  "  Dante  AIig!iieri  „  celebrano 
la  festa  annuale  del  Sodalizio,  in  esecuzione  di  un  voto  del  Congre'^so  di  Roma  del  lall.  — 
F'era  in  Lentini  (prov.  di  Siracusa),  rinomatissima  in  Sicilia  e  nelle  IJalabrie. —  Pa,'amento 
delle  pensi  mi  governative  di  seconda  categoria  snperior.  a  L.  óOO   ma  non  a  L.  2000  ainu?). 


APRILE  1917 -  83  —  (17^^  Settimana) 

22  Donienical       yj<  S.  Caio,  papa  (283-2fl0\  dalmata,  fn  titt  ma  della  persecuzione, 

112-354  refjnimdo   D.ooleziano  e  Massiiiiiano.  —  S.  IMiiiele,  luait,   onorato  a 

Lodi  (s.'c.  VIUV).  —  li.  Kg  dio  da  Assisi,  mliiorit.k,  morto  ranno  l'iOi», 

Memorandum.  —  A  Itoma  nella  ihiesa  di  S.  M.  d.'l  Tiaiito.  ha  liio;.'o  la  pnliblica  «ara  di 
i  ulf.liisrno  Ira  l  giovanetti  romani,  e  il  vincitore  e  nominato  Imperi»  (ore  ti  t  Ila  hitltvina  Cri' 
«Udini.  -  Processione  di  S.  Vigilia  compatrona  della  cit'à  di  Livorno,  in  memoria  del  terre- 
moto del  5  aprile  1G42.  --  Anniversario  in  (ìiulianova  deirap[>nri/.ione  della  Vert,'ine  HS. 
sotto  il  titolo  d  Ilo  Spli>ndoro.  avvenuta  nel  i:)j7:  grande  festa  e  rtsra  processione  al  Snn- 
tnario,  ec. 


23  Lunedi  I  S.  Giorgio,  martire  (3031.  Nacque  in  Cappadoc'ia  da  illustre  fami-liii, 
113-253  ontr»)  nella  milizia  sotto  Diocleziano,  ed  ebbe  la  dignità  di  tribuno. 
Venuto  però  alla  corte,  ed  udendo  con  quanta  crutlellà  erano  trat- 
tati i  Cristiani,  confessò  apertamente  la  fede.  Sdegnato,  l'imperatore  oi-dinò  venisse  in  va- 
ri»» guise  tormentato  e  quii:di  decapitato  nell'anno  303.  —  S.  Alessantfio  Saull,  barnabita 
■!iilaiie-e,  vescovo  di  Aleria  in  Corsica,  diede  splendide  prove  di  carità,  e  trasferito  al  ve- 
ovado  di  Pavia,  vi  mori  l'a.  1502. 

Memorandum.  —  Oggi,  novilunio  secondo  l'uso  ecclesiastico. 

f^"^  Memorandum.  -  Owg«  per  la  festa  di  S.  Giorgio,  nel  Milanese  si  rinnovano  i  contratti 
•  li  pasci>li>  e  di  fornitura  di  lafte  e  latticini.  Il  popo'o  festeggia  il  santo  odierno,  protettore 
il.'i  lattivi  luloli,  con  g  te  campestri  e  scorpacciate  di  panna  e  del  cosiddetto  pan  di  ntiy'iit. 

'1^ 

2n  Mercoledì!       S.  Marco  Evangelista.  Scri.sse  il  secondo  tra  i  vangeli  canonici.  Fu 
115-251  vescovo  di  Ale.ssandria,  ove  morì  mart.  l'a.  08.  —  Ss.  Evodio,  Ernio- 

gene  e  Calisto,  martiri  siracusani  nella   persecuzione   di   Diocleziano 

Massimiano    —   S.  Fedele,  onorato  a  Spello.  —  Lituttia  Majyìori  in  tutte  le  chies». 

Memorandum.  —  Anniver.«aiio  della  morte  di  Torquato  Tasso  (15t)5).  Pell«grinagglo  al 
convento  di  S.  Onofrio  di  Roma,  dove  è  visibile  al  pubblico  il  Museo  Tassiano,  —  Fiera  di 
oa\aì]i  a  San  Bonifacio  (prov.  di  Verona),  detta  di  San  Marco.  Dura  tre  giorni.  —  Processione 
sacra  in  Itossano  Calabro,  in  memoria  del  terremoto  del   IfeSti. 


#4    Martedì  S.  Fedele  flOOC)  da  Sigmaringa.  cappuccino,  martirizzato  dai  eal- 

114-253  jvinisti   (  1577-lfi22).    —    8.  Saba,  martire  con   altri  .sessanta  a  Itoma, 

'l'a.  272.  —  *s.  Maui-izio  e  compagni,  martiri  della'  legione  tebea,  ono- 

a  Pinerolo  (a.  287).  —  S.  Onorio,  vesc.  di  Brescia  (sec.  VI  . 


2b    (ilOVedl    |        S.  cielo,  papa,  romano,  7G-88,  er.i  stato  discepolo  di  S.  Pietro,   e 
116-250  I  mori  martire.  —  S.  Marcellino  pp.,  romano  e  martire,  2i)t>-30L  —  Ss.  Gu- 

• '  glielmo  e  Pellegrino  d'Antiochia,  protettori  di  Foggia,  dove  è  IVwta  pa- 

tronale.      S.  Lucido  o  Lucilio,   vescovo  di  Verona,  tra  il  250  e  il  35r.. 

Memorandum.  —  Fiera  di  Andria.  Dura  due  giorni.  —  Pellegrinaggio  a  Genazzano,  presso 
Valmontoi.e  (prov.  di  Roma),  al  Santuario  della  Vergine  del  Buon  Ccmsiglio. 

.U 

27    Venerdì   i       S.  Pellegrino  Laziosi,  dell'ordine  de'Serviti,  vissuto  dalla.  1265  al 
117-249  1 131.').  —  s.  Zita,  vergine,  vcncratA  a  Lucca,   ove  mori  l'a.  1282.  — 

— 'S.  Maria  Egiziaca  (secolo  IVi.    -  S.  .\nastasio  I,  papa  dal  3yv(  al  401.  — 

B.Tertulliano,  rese,  di  Bologna  (sec.  V).  —  S.  Liberale  o  Liberio  d'Aitino,  prot.  di  Treviso, 

Memorandum.  —  Aunivers.  della  seconda  fuj;a  dil  granduca  Leopoldo  II  da  Firenze 
df-ò".»  .  La  cttii  e  iinbandieiata.  -  ler  S.  Zita,  patrona  degli  ortolani,  festa  in  Bisagno,  sob- 
borgo (ti  Gfnova.  —  Fiera  a  Fran/avilla  al  .Vlaie  (prov.  di  Chietl»,  che  dura  8  giorni.  — 
Oggi  i).i-a'iU'nto  degli  st  pendi  agli  impiegati  governativi. 


28    Subato      !       Ss.  Vllale  e  Valeria,  martiri.  Nacque  Vitale  a  Milano  di  nobile  fanii- 
118-848  kI'«  *?  *•'  sposo  a  S.  VaUria  e  pa  Ire  del  ss.  mm.  Protaso  e  G^rvaso.  Sa- 

putosi che  Vit.i'e  e  a  cristiano,  ed  avendolo  egli  ste.'iso  oonfermato, 
fa  straziato  con  pettini  di  ferro  l'anno  r,2.  Vitale  è  rico  dato  a  Ravenna,  Valeria  a  Miiano. 
^  Ad  Al' a  ed  »  Treviso  fcst»  solenne. 


APRILE-MAGGIO_1917      -  84  - (18»^  Settimana) 

29  Doilieilica]        iv-<  Patrocinio  di  S.  Giuseppe,  spo^o  di  Maria  Veiijiiie,  roiif..  patio  io 
119-24'?  (Iella  Oliipsa  universale.  —  H.Pietro,  rnaitiie,  domenicano,  fu  inquisi- 

j^^^.^  pgj.  j^  Loinbai-dia.  e  come  tale  ucciso  lungo  lo  stradale  che  da 
Milano  conduce  a  Como  U>52  .  —  S.  Llbeiio  I,  vescovo  di  Kavei  na  dal  185  al  2.»t>.  —  Fe- 
sta pàti'ona'e  ad  Oropa. 

Memaraidu.n.  —  3)  P.  Q.  a  ore  «,22'". 


oO    LllllCCll  S.  Caterina  da  Siena,  suora  domeuicaìa  che  si  rese  c^^lebre  per  la 

120-246  I  santità  della  vita  ed  il  sapete.  I  fio  eu  fui  la  scelsero  mediatrice  iVu 

. — _  g^^,;  g  pjipa  Grej^jrio  XI.  Mentre  i)apa  Urbano  XI  la  mandava  a  Gio- 
vanna di  Napoli,  essa  morì  Jiol  13S0,  a  soli  83  anai  di  età. 

IMemoraniium.  —  A  Roma  le  società  democratiche  commemorano  la  difesa  di  lloma  co:iinì 
i  (r  incesi  del  IS-l'J.  —  A  Parigi,  ve.rn'ssatje  al  Ha"o  le  dei  Campi  Elisi. 

1    Martedì      j        Ss.  Filippo  e  GiacO-TlO  il  minore,  ap.  —  S.  Geremia,  profuta,  lapidalo  a 
131-245  furia  di  popolo  ])resso  Tafna  in  Egitto.  —  S.  Sigismon  lo.  le  d    Jior- 
. __ gogna  e  martire'  nel  .ó24.  Fondò  il  monastero  di  S.  Muuri/.io  nel  Val- 
lese,  dove  si  ritirò  a  fav  penitenza  per  aver  ucciso  un  proprio  tiglio  dietro  false  accuse. 

IVIemorandum.  —  Calendimaggio,  festeggialo  in  molta  campagne,  specialm3nte  in  qu 'Ke 
lou-ane.  —  Fe^ta  internaz.  del  lavoro,  istituita  nel  Congresso  inter.iaziouale  di  Parigi  del 
ISSy.  —  Fest\  di  S.  Secondo,  patrono  di  Asti.  Corse  di  cavalli.  Al  mircoledi  successivi 
grande  fiera.  —  Fiera  ad  Ancona:  darà  otto  gior  li.  —  Si  apre  la  fiera  di  Ravenna,  che  dura 
«  giórni;  —  Fiera  di  Spi  lazzo'a:  dura  3  giorni.  —  Festa  in  A^idone  (Ca'ta  \issetta»  del  xiatrono 
H.  Filippa.  —  Festa  di  S.  Elìso,  patr.  di  Cagli.iri.  —  Da  ogi  e  permessa  la  pjs^'a  con  reti  od 
altri  apparecchi  a  s-rascico,  a  qualu  »que  distanza  d  illa  costa  del  mare.  —  Da  o,'gi  è  perm-^s-a 
la  raci'olta  dei  mitili  (cozze  nere,  peocl,  muscoli,;  e  nel  golfo  di  Napoli  aiche  quella  delle 
vongole  o  arsel'e.  —  Oggi  a  Firenze  si  comincia  a  cambiare  gli  alloggi. 


2   Mercoledì  S.  Anton'no,  vescovo  di  Firenze,  m.  1' a.  1459.  —  S.  Atanasio,  ve.sc. 

122-344         I  d'Alessandra  d'Egitto.  Morì  l'a.  373  dopo  aver  molto  sofferto  per  la 

fede  con  irò  l'erosia  a-iana. 

Memorandum.  —  Fiera  di  animali  a  Canicatti,   che  dura  due  giorni.  —  Festa  nazionale 
de  la  Spagna. 


3  Giovedì  Ritrovamento  della  Santa  Croce,  segu  to  por  opera  di  8.  Elena, 
123-243            madre  dell'imperatole  Costantino.  —  S.  Giovenale  II,  vescovo  di  Terni 
— — e  Narni,  dal  558  al  óoa,  e  patrono  di  Fossano  (Cuneo).  —  S.  Ursio,  ono- 
rato a  Moiisummano  (sec.  Villi.  —  B.  Viola,   vergine   e   marcire,  festeggiata  a  Verona. 

Memorandum.  —   A  rescia  lieia   e   festa   del    Crocifisso.   —  Fiera   e  festa   del  Crocifìsso 
in  Castronuovo  di  Sicilia. 


4  Venerdì 

134-242 


S.  Paolino,  vescovo,  e  patrono  di  .Senigallia,  nel  secolo  IX.  —  S.  Ci- 
riaco, vescoTo,  patrono  d'Ancona,  martire  ne^la  persecuzione  di  Giu- 
liano l'apostata  (3C1-36;).  —  S.  Mo-iica.  m-idre  di  S.  Agostino,  morta 
ad  Ostia  nel  387.  —  S.  Giacomo,  diaco  io,  venerato  a  Bergamo. 

Memorandum.  —  Festa  di  S.  Flon'ano  martire  in  Jesi,  con  fiera  e  altri  festeggiamenti 
popolari.  —  Oggi  a  Napoli  e  in  molte  altre  città  dell'Italia  meridionale  scadono  gii  affliti 
annui  delle  case  e  si  fanno  i  traslochi. 


5    Sabato        !        S   Pio  V,  papa,  successe   a  Pio  IV,  od  era  nativo   di   Bosco.  Morì 
125-241  \V A.  1572.  —  B.  Amedeo,  duca  di  Savoia.  —  S.  Floriano  mart.,  invocato 

specialmente  negli  incendi.  —  S.  Angelo,  ebreo  C/Uvertito,  nativo  di 


Gerusalemme,  i  oi  religioso  carmelitano,  trucidato  per  la  fede  dagli  eretici  a  Licata  n  1  122^ 
IVÌemorandum.  -  Annivorsaiio  della  partenza  da  Quarto  per  la  Sicilia  dell'eroe  Gariba'dl 
con  i  Mille  (ISC).)).  —  A  Milano,  solenne  funziono  in  Duomo,  d  )ve  il  Sacro  Chiodo  è  solle- 
vato con  nna  macchina  au-oa,  insieme  a  un  prete  e  due  c'iierici,  lìn  sotto  la  cupola  del- 
l'aitar maggiore.  I.a  reiiquia  eia  stata  calata,  ed  esposta  alla  venerazione  del  pubblico, 
il  3.  fcsta  della  Invenzione  della  S.  Croce.  —  Ricoi rendo  l'anniversario  della  morte  di  Na- 
poleone I  (1^2n,  a  Portoferraio  me  nore  del  breve  regno  napoleonico  (t  m>ggio  1814  - 
4  marzo  181.'>i  è  celebrato  un  so'enne  utficio  funebre,  per  disposizione  testamentaria  del 
princ.  Demidjff.  È  tuiche  fatti  u  la  largì  distribuzione  di  pane  ai  poveri.  -  Fiera  a  S.i- 
lerno:   dura   rovo  giorni.    ~  Festa  in  Licata  Kiirgonti,:  del  patrono   S.  Angelo. 


-  85   - 

T>Ah,h,A  VENEZIA  GIUI^IA 

DODICI  iMPRESSiOxNi  DI  FILIBERTO  SCARPELLI 


MAQG-IO  1917 -  8()  - (19»  Settimana) 

6  Domenica  I        t5<  S.  Protogene,  vescovo  nella  Mesopotamia  (sec.  IV).  —   S.  Gio- 
136-3-40  I  vanni   Damasceno,    ossia    da   Damasco,    dot'Ore   della   Clucsa   greca, 

morto  l'a.  7ó«).  —  S.  Evodio,  eletto  da  S.  Pieiro  come  primo  vescovo 


di  Antiochia  e  martiiv,  ricordato  da  S.  Ijjiiazio  nella  sua  lettera  agli  antiochen 

Memorandum.  —  Og^ii  pleiiiinnio  secondo  luso  ecclesiastici.  —  Grande  festa  civile  e  re- 
ligiosa di  S.  Nicola  a  Bari,  per  l'anniversario  della  traslazione  delle  os<ia  del  Santo  da  Mira 
a  Bari.  Pellegrinaggio  alla  basilica,  famosa  pi-ocessione  a  mrtre,  ecc.  —  Fera  ad  Eboli:  dura 
3  giorni.  —  Grande  e  importante  fiera  di  bestiame,  detta  deffn  Schiacoiiea,  dal  Inogo  ove  si 
tienr>,  in  territorio  di  Corigliano  Calabro.  Dura  tre  giorni.  —  Festa  del  Crocifisso  a  M()iirc;i!c 
con  corso  di  l)arberi  e  processione  caratteristica.  Festa  di  S.  Giuseppe  alla  Bagheria  pure 
con  e  >rs  )  di  barberi.  Tiitt'e  due  attirano  grande  folla  da  Palermo.  —  Festa  di  S.  Giorgio 
nel  calcMuliuio  Giuliano  o  Greco  Russo.  —  Festa  patronale  della  famiglia  reale  del  Moli- 
tene" io. 
: ^i 

7    Lunedì  S.  Stanislao  vesc,  marfc.  Eletto  alla  sede  di  Cracovia,  riprcj^c  B(V 

13T-239  Ics^ao  IT.  re  di  Po'onia,  per  le  sue  dissolutezze  e  lo  scomunicò.  Bol^*- 

■ sao  volle  enti-ar.^  in  chiesa  e  poiché  il  santo  vescovo  troncò  la  messa 

a  e  lusa  della  sua  presenza,  egli  lo  uccise  di  sua  mano  nel  1079.  —  S.  Guglielmo  arciv.  di 
Bourijcs.  Mori  nel  1209.  —  S.  Flavia  Doinitilla,  nipote  del  console  Flavio  Clemente  e  martire. 

Memorandum.  —  (g)  L.  P.  a  ore  3,43m.  —  Pagamento  delle  pensioni  governative  di  prima 
c.itogoiia  (non  oltre  le  500  lire  annue). 

^*-; 

8    Martedì  S.  Acac'o,  martire,  centurone  nell'esercito  dell' imperat.   Galerio, 

138-338  martire  l'a.  30(5,  patrono  di  S  [uiliace.  —  S.  Metrone,  prete,  onorato 

- a  Verona.  —  S.  Amato,  patrono  di  Saludecio  (Rimini).  App.irtenne  al 

terzo  ordine  di  S.  Francesco  e  fondò  l'ospedale  di  S.  Maria  di  Monte  Ox'ciale. 

Memorandum.  —  Pe'.legrinaggio  e  fiera  al  Santuario  di  San  Michele  sul  Gargano  (comune 
di  IMonte  SanfAngelo).  —  Festa  a  Valle  di  Pompei  in  commemorazione  del  VI  aimivei-sario 
dell.i  consacrazione  djl  Tempio  dedicato  alla  Madonna  d?l  Rosario.  —  Fiera  a  Caltanissetta. 

—  Oggi  a  Bolog  la,  si  cambiano  gli  alloggi. 


9    Mercoledì  S.  Gregorio  Nazianzeno,  patriarca  di  Costantinopoli.  Mori  l'anno  389. 

139-337  l^'"fi  "i^to  a  Nazianzo.    e   fatti   i   primi   studi   a   Cesarea   di   Palestina 

recossi  ad  Atene  con  S.Basilio.    Eletto  vescovo,  tutto  si  adoperò  per 

•ondurre  a  salvezza  il  gregge  affidatogli.  Morì  l'a.  389. 

lU 


10  Giovedì 

130-336 


B.  Nicolò  Albergati,  vesc,  cardinale.  Govornò  la  Chiesa  di  Bologna 
dal  1417  al  1443.  —  Ss.  Quarto  e  Quinto,  martiri,  venerati  a  Cap-ia.  — 
S.  Cristina,  verg.,  mart.,  venerata  a  Pa'ermo  el  a  Padova. 

Memorandum.  —  Festa  di  SanfAlflo  con  fiera  in  Trecastagni  (proy.  di  Catania^.  —  In 
Lentini  (prov.  di  Siracusa),  festa  dei  Ss.  fratelli  martiri  Alfio,  Filadeltae  Cirino.  —  Le  liste 
elettorali  politiche  ed  amministrative  approvate  diilla  Commissione  elettorale  provinciale 
sono,  non  più  tardi  di  oggi,  e  fino  al  31  maggio,  depositate  a  disposizio.  e  del  pubblico  nella 
Segreteria  Comunale. 

'H 

11  Venerdì  S.  Francesco  dì  Gerolamo.  N.  l'a.  1642  a  Grottaglie  (Lecce),  morto 

131-335  a  Napoli  l'a.  1716.  —  Ss.  Anastasio  e  compagni,  martiri,  onorati  a  Ca- 

merino.  —  Ss.  Primo  e  compagni,   martiri   di   Trieste  (sec.  II).  —  A 

Chieti,  festa  patronale  di  S.  Giustino  (vedi  13  aprile). 

Memorandum.  —  Giorno  festivo  per  Livorno,  in  ricordo  dell'eroica  resistenza  della  città, 
assediata  nel  1849  da  20,000  Austriaci  condotti  dal  gen.  d'Aspre. 

1^ 

12    Sabato  S.  Pancrazio,  m.,  patrono  di  Albano  Laziale  (Rom>ì,  morto  verso  il 

133-334  303.  —  Ss.  Achilleo,  Nereo  e  compagni,  martiri  sotto  Traiano,  l'a.  99. 

Furono  battezzati  da  S.  Pietro  ed  erano  al  servizio  di  Flavia  Domitilla. 

Catturati,  vennero  rcle^-ati  nell'isola  di  Ponza,  dove  furono  decapitati. 

Memorandum.  —  Oggi,  domani  e  d  )man  l'altro  sono  detti  in  Germania  i  Santi  ili  ;/hi(ircio, 
perchè  di  solito  segua-io  un  notevole  abb.is-aniento  di  temperatura.  —  A  Bologna,  so  enne 
processione  per  il  trasporto  della  Madonna  di  S.  Luca  dal  Monte  della  Guardia  alla  Me- 
fropolilana  di  San  Pietro.  La  Sacra  immagine  è  riportala  al  Santuario  il  giovedì  seguente, 
festa  delPAscensione.  —  Anche  in  Italia  da  oggi  al  18  si  ha  per  i  meteoro'ogi  un  periodo  cri- 
tico, che  i  PP.  Secjhi  e  Lais  chia  narouo  burras  a  dì  6'.m  Bonifacio, 


MAGGIO  1917 -  87  - (20*  Settimana) 

13  Oomcnìca'       ►!<  S.  Giovanni  il  silonziaro.  <\i  n:i-<citR  aniicno.  fmpie;.'ò  t  suoi  f.onl 
133-233  I  ncircii;,e:o  una  olii(;sa  ed  un  irorasfoio,  dove  si  ritirò  a  ISantii.  L'ar- 

r'ivcs.ovo  di  Sei)astc  lo  dosso  a  2S  anni  vescovo  di  Colonia,  ma  dopo 

nove  anni  si  ritirò  a  S.  Saba,  dove  mori  con  tonarlo  l'anno  559.  —  Dedioa/.ioiie  del  tempio 
di  S.  M.  i<d  Vai-iij.e's  in  Iloma  (Pantheon». 

Memorandu  n.  —  Festa  d-lla  (ìMlcilanza  al  Brasilo,  annivers.  dcH'abolizione  della  .Sv^-hia- 

Vitù    (l.SSS). 

,u . 

14-    Lunedì  S.  Bonifacio,  mai  tiro.  Viveva  in  Roma  al  principio  del  IV  secolo. 

13'4-232  [Visitando  lOriontc  giunse  a  Tarso,  dove,  veduti  gli  efferati  supplizi 

"    ■  a  cui  erano  so^r^'Ctti  i  martiri,  si  Rcttò  fra  loro  aMnacciandoli.  Inci- 

tato a  sacrilicarc  agli  dèi,  vi  si  rifiutò.  Fu  decapitato  l'anno  307.  —   Ss.  Corora  e  Viltore, 
patroni  di  Foltre  (sec.  II).   —  Pi'hh  g'ofiio  dtìU  rojazioiii  iiito  ronifi'iio. 

Memorandum.  —  C  U.  Q.  a  o.e  2,46".  —  Festa  dell'indipenden/a  al  l'araguaj-.  —  Paga- 
nionìo  dcile  pensioni  governative  di  3»  cite^oria  (superiori  a  L.  20d0  annue) 


..J. 


1d    Martedì    {       S.  Gìo.  Batista  de  la  Sa!le,  istitutore  della  Conpregaxione  dei  Fra- 
135-231  I  telli  delle  scuole  cri>tiano.  Nacque  a  Rtinis  nel  1(J51  e  mori  a  Rouen 

jjgj  ^,jyj    j.y   canonizzato   da  Leoi:e  Xlll  il  24  miggo  del  1900.  — 

S.  Donnino  diacono,  confossoro,  venerato  a  Piacenza  (sec.  V).  —  Secomìo  giorno  de'lé  voyn- 
cìuni  {rio  roin mo). 

Memorandum.  —  Festa  della  Democrazia  Cristiana,  istituita  per  coniranposto  al  Primo 
iu;i;.';,'io  (iella  Democrazia  Socale,  e  in  oommenio;  azione  della  data  della  Enciclica  di  Leo- 
ne MIX  lierum  ii.naritm,  del  lo  masrgio  18'Jl,  sulle  condizioni  dei  lavoratori.  —  Fiera  di  San 
Bi.rnardino  in  Altavilla  Irpina  (Avellino).  Dura  4  giorni. 


l()  IVIcrColedi|       S.  Giovanni  Nepomuceno  sacerdote,  la'o  a  Nopomnk,  in   Boemia, 
136-230  iranno  1330,  morto  martire  del  se  reto  s;<cramontale.  l'anno  1383.  — 

—  -         —  S,  Pellegrino,   che   man  lato   da  S.  Sisto  paia  a  predicare  il  Vaiijrelo 

nello  Gallio,  vi  dheiitò  il  primo  vescovo  di  Anxerre  e  mori  martire  ni  301.  —  S.  Ubaldo, 
vescovo  di  Gubbio  nel  112'.),  il  cui  corpo  si  conserva  incorrotto  nel  Santuario  a  lui  dedicato. 

—  Teizo  g'orno  <UU.i  rigazioiti  {rito  roinim). 

Memorandum.  —  Festa  dei  ceri  a  Gubbio. 


l  /    Giovedì  ►P  Asccns'one  di  G.  C.  (a'P-mUn  40  giorni  <ì, pò  Ut  rinurn'zione).  — 

137-229  S.  Pasquiile  B,i.vloi),  ebbe  i  natali  in  Torre  llermosa 'Ara;,'onai.  Fan- 

" ciullo  custodiva  sii  armenti,  ma  ispirato  da  Dio  si  fece  rcPgioso  e  .si 

diede  ad  una  straordimiria  austerità  di  vil.i.  Dava  il  proprio  cibo  ai  poveri,  dormiva  sulla 
n.ida  terra  e  llagellavasi  a  sangue,  ilor'i  nel  1J'J2. 

Memorandum.  —  Festa  civile  legale.  Sono. chiuse  le  Biblioteche  governativo,  le  Gallerie, 
i  .Musei.  -  Fiera  a  S(  arperii  'provincia  di  Firenze».  —  Fiera  di  San  Piisqua'e  a  Cottone 
Ipiov.  di  Catanzaro).  —  Fier.i  in  Castrogiovannt  (Calfatiissetta).  Dura  du  ,•  giorni.  —  Gene- 
tl.aco  del  re  Alfonso  di  Spagna  (1886'. 


^'"^J^"^^  '        S.  Venanzio,  martire  nell'a.  2óO.  venerato  a   Camerino.  -  S.  Teo- 
lcJ»-*5fi5» ^^doto,  mart.  —  S.  Felice,  vescovo  di  Spello  (sec.  IIL-IV». 

Memorandum.  —  Anniversario  della  Conferenza  delI'Aja  e  della  istituzione  della  Corto 
permanente  di  arbitrato.  Festa  annua'e  delle  Società  per  la  Pace,...  particolarmente  rac- 
con. andata  dopo  le  bar'  aro  stragi  di  questi  ann  ! 

* 

19    Sabato     i        S.  Pietro  Celestino,  eletto  pa[)a  l'anno  1204,  prese  il  nomo  di  Cele- 

139-22'?  IsMno  V.  L'aniìo  stesso  della  elez'one,  fece  il  gran  r'fìntn   e,  lasciò   il 

-       papato  a  Bonifacio  Vili.  Mori  la  imo  Ti»'»,  in  fama  di  santo,  k  patrono 

di  Aquila  d-';:li  .\bruzzi.  —  S.  Pudenz  ana,  verg.,  o  S.  Pudenzio,  senatore  a  Ko.iia  (soc.  Hf. 

-  s.  s  bi'liia,  vergine  pavese,  domeiii.-a  a.  morta  l'a.  13t>7. 

Memorandum.  —  Fo  a  allA^ui'a;  du  a  3  Jorni, 


MAGGIO  1917 88  - (21-'^  Settimana) 

20  Doilienical       >^  S.  Bernardino  ria  Siena,  fraiicescatio,  vissi.t  )  dal  1380  al  IHI.  Kra 
140-236  nato  a  Massa  e  consacratosi  a  Dio,  diede  prova  di  pietà  nella  pesto 

del    1400.   Fu   mamìato   a   predicare   in   parecchie   città   d'Italia  con 

gr;inde  successo.  Jlorì  all'Aquila,  ed   è  latrono  della  città  di  Carpi  (Modena). 

Memorandum.  —  Fiera  a  Carpi.  —  Pellegrinaggio  al  Santuario  di  Santa  Maria  ad  Rupos 
presso  Ronciglione  (Viterbo).  —  Oggi  all'Aquila  degli  Abruzzi  si  aprono  alla  venerazione 
dei  fedeli  il  mausoleo  che  racchiude  il  corpo  di  San  Bernardino  dx  Siena,  e  la  stanzetta 
abitata  dal  Santo  nell'ex  e, invento  di  S.Francesco.  —  Pellegrinaggio  al  celebro  Saniuario 
di  Capurso  (Madonna  del  Pozzo),  diocesi  di  Bari.  —  Festa  patronale  della  Madonna  di  Mari- 
puglia  in  Crucoli  (provincia  di  Catanzaro),  caratttn-istica  per  i  costumi  locali.  Unr.i  tre  gioru'. 

21    Llllìcdì     I       S.  Felice  da  Cantalice,  laico  professo  dell' ord.  dei  minori  cippnc- 
141_2S5  Icini  di  S.  Francesco.  Si  distinse  spei-ialmenfe  per  la  sua  umiltà  e  la 

^^  devozione  all'Eucaristia,  fu  molto  amico  di  S.  Filippo  Neri,  e  morto 

a  Roma  nel  1587  venne  beatificato  da  Urbano  Vili  nel  1625,  e  canonizzato  da  Clemente  XI 
nel  1712.  —  S.  Secondo  ma;  tire  ad  Alessandria.   —  Pi  imo  giorno  de'ìe  Jilanìe  ambi-nsioti  : 

Memorandum.  —  Enti  a  il  Sole  in  Gemelli.  —  O  L.  N.  a  ore  1,47>".  —  Oggi  e  i  dne  gii-rni 
seguenti,  litanie  del  rito  Ambrosiano.  Corrispondono  alle  rogazioni  del  rito  romana.  Oggi 
si  danno  le  Ceneri,  che  nel  rito  romano  si  dauno  il  primo  mercoledì  di  Qnares  ina.  —  Fiir.i 
di  Foggia.  Dura  tutto  il  meso.  —  Pagamento  delle  pensioni  governative  di  2»  categoria  'su- 
periori a  L.  500  ma  non  a  L.  2000  annue). 


22    Martedì  S.  Giulia,  verg.,  marL  Di  r;obile  famiglia  cartaginese,  quando  Gon- 

143-334  1  serico   espugnò  la  sua  città,  nel  439,  fu  venduta  al  mercante  siriaco 

Eusebio,  che  la  condusse  seco  alla  volta  delle  Gallie.  Sbai-cata  in  Cor- 
sica, per  non  aver  voluto  prendere  par^e  a  una  festa  pagana  fu  appiccata,  e  il  suo  cor.io 
fu  traspor  ato  a  Bresca  da  re  Desiderio  Jiel  7G3.  —  Ss.  Casto  ed  Emilio,  martiri  nel  20  i. 
—  Se' OH  hi  f/iorno  de! 'e  litanie  ainhvos'ane. 

Memorandum.  —  Anniversario  della  morte  di  Alessandro  Manzoni  (1873'.  È  aperta  alla  pub- 
blica visita  in  Milano  la  casa  del  Manzoni.  —  Festa  di  S.  Giulia,  patro.ia  di  Livo.no. 


23  Mercoledì 

143-333 


S.  Giovanni  Batt.  Ce  Rossi,  ligure,  canon,  di  S.  Maria  in  Cosmedin 
a  Roma,  morto  l'a.  17(H.  —  S.  Desiderio,  vescovo,  venerato  a  Genova 
e   Cremonn.  —  Ss.  Eutichio  e  Fiorenzo,   monaci,    presso  Norcia.  — 
Terzo  gioì  no  delle  litanie  amhrosinue. 

Memorandum.  —  Oggi  novilunio  secondo  l'uso  ecclesiastico.  —  Anniversario  del  suppli- 
zio di  fi  a  Girolamo  Savonarola  (1498).  Sul  luogo  ove  sorse  il  rogo,  in  Piazza  della  Signoria 
a  Firenze,  si  fa  la  fiorita,  ossia  si  spargono  fiori  a  cura  di  ammiratori  devoti  della  memoria 
del  martire.  —  Fiera  a  Viterbo. 


24t  Giovedì  ss.  Donaziano  e  Rogaziano,  martiri,  inoiti  a  Nantes,  loro  putria, 

144-333  \ì'^-  287.  Donaz'ano  si  converti  r^r  primo  alla  fede  di  Cristo:  Rogaziano 

abbr.acciò   pure  la  fede  e  chiese   il   battesimo  che  non  potò  ricevere 

essendo  fuggito  il  vesc,   onde  togliersi  alla  persecuzione.  —  S.  Elpidio,  vose,  di  .\versa. 

Memorandum.  —  Festa  dell'Ascensione,  secondo  il  calendario  Giuliano  o  Greco-Russo.  — 
In  tutto  il  Regno  Unito  e  nelle  Colonie  è  festeggiato  VEmpire  Day, 


2{5    Venerdì  S.  Maria  Maddalena  de' Pazzi,  carmelitana,  a.  1(>07.   -    S.Canio,  ve- 
145-331           !  scovo,  mart.,  venerato  ad  Acerenza   (Potenza):  secolo  XI.  —  S.  Dio- 
nigi,  vesc.  di  Milano,  dal  352  al  307  circa.  -  S.  Zenobio  o  Za:iobi,  ve- 
scovo e  patrono  di  Firenze  dal  418  al  428. 

Memorandum.  —  In  Giugliano  (prov.  di  Napoli)  festa  della  SS.  Vergine,  col  tra  lizionalo 
i-'i^o  dell'  Angih).  —  Festa  dei  Banderesi  o  della  Ciammai<h<l'a  a  Bucchianco  (Chieti*. 


26    Sabato  S.  Filippo  Neri,  fondatore  dei  Filippini.  Nacque  in  Firor.ze  il  22  lu- 
146-330          I  gl'O  1515.  Studiò  a  Roma  ed  istituì  la  Confraternita  della  SS.  Trinià 
e  l'Ospizio  dei  pellegrini.  Fu  ordinato  prete  a  36  anni.  Amava  la  gio- 
ventù, istruiva  i  fanciulletti  indirizzandoli  alla  virtù.  Morì  nel  1595. 

MemO'-andum.  —  Pellegrinaggio  al  Santuario  di  Carav.aggio,  presso  Treviglio,  per  l'anni- 
versario della  apparizione  della  Madonna.  -  A  Roma,  in  Vaticano,  alle  oro  17  ['„,  cappella 
pa;)a'e  per  i  pr  mi  Vespri.  Si  canta:io  il  I>'.v't  e  il  l'eitus  rir  di  Ca-^ci  >lini,  scritti  nr-Uo 
stile  di  Talestrina.  —  A  Larino  (provinci?i  di  Campobas^^^o),  famosa  fos'a  d^i  ci^rri  incorati. 


MAaa.-GIUGNO  1917        -  w  - (22«^  Settimana) 

27  Domenica'       ^  Festa  di  Pentecoste,  r.ioorda  la  disroa  dello  S;  S.  sopra  gli  Apo- 
147-219  jbtoH,  ra<r()lti  nel  Cena.  o)o  di  Oernsaleuime  50  giorni  dopo  la  Risiir- 

iTziDiie  di  Cristo.  —  S.  Itcstltutn,  vcrj,'.  e  mnrt.  verso  l'a.  290.  È  vc- 

!!i  rata  a  Napoli  ed  è  la  principale  protettrice  di  Sora  (Caserta).  —  H.  (ìiuvHiini  I,  papa  nel 
5'.'3.  Difese  a  Costantinopoli  i  diritti  della  Cliiesa.  e,  tornato  in  Italia,  In  da  Teodorlco,  re 
ariano,  inc-ar Lucrato  a  Ravenna,  ove  morì  di  fame  nel  526.  —  8.  Liberio,  confessore,  patrono 
di  Am-ona  (svc.  VI  Vii'. 

Memorandum.  -  Pelles^rinnugio  al  sautiuuio  di  Mont»vergine.  I  lenegrini  partiti  11  ve- 
rerdi  r'a  Napoli  o  da  altri  luoghi  vicini,  passano  II  sa))Hto  a  MercogllaMo,  e  salgono  la 
mattina  ;c;,'ucnte  al  santuario.  Ritorno  nei  giorni  di  Innedi  e  murted'i.  ~  Fiera  di  8.  Ama'o 
a  Xusco,  in  proviiìcia  di  Avellino.  Dnra  due  giorni.  -  Fiera  a  Capun.  Dura  cinque  giorni. 
—  Festa  civile  a  Valle  di  Pompei,  in  commemorazione  dell'istituzione  delle  opere  di  beneh- 
cenza  sorte  a  tLujco  di  quel  Santuario.  —  Palernio  festeggia  Tanniversario  dell'entrata  di 
(iaribaldi  nel  18G0.  —  Festa  di  S.  Croce  in  Casfeltermiiii,  con  «Ine  giorni  di  Aera.  — 
Festa  della  Madonna  della  Medaglia  in  Rngusa.  —  Anniveri;irio  della  incoronazione  dolio 
zar  Nicolò  II.  —  Sdai'ito',  o  Pentecoste  israeli.«tica. 

28    Lunedì     [       S.  Elcónide,  mart.  -   S.  Agostino,  monaco,  apost.  deH'Inghiltf  rra.  — 
148-218  Ss.  Emilio,  Folicia,  Prijn-.o,  e  Luciano,  martiri,  onora'ti  a  Cagliari. 

Memo.andum.  —  Fiera  di  bestiami  e  merci  a  Scandiano  (prov.  di  Roggio  Emilia).  —  Fiera 
a  Pa\ia  o_'l;ì,  domani  e  doman  l'altro.  —  Festa  del  Divino  .\mox'e  a  Castel  di  Leva,  nei  din- 
torni di  Alt  ano.  Gran  concordo  di  popolo,  speoialmenle  da  Roma,  donde  si  recano  al  Santu.i- 
rio  sa  vetture  riccamente  ornate.  —  A  Loreto  Aprutino  (Teramo)  tìera  e  /e^ta  in  occisione 
«Iella  solennità  del  patrono  S  Zopito.  le  cui  ossa  esumate  dalla  catacomba  di  S.  Callisto 
furono  trasportate  a  Loreto  nel  1711.  Caratteristica  pi-ocessione  col  bue  montato  da  uu  bam- 
bino; ]iarata  di  cavalli  bardnti.  —  Fiera  a  Piazza  Armerina,  che  dnra  sino  all'S  giugno.  — 
Secondo  giorno  di  S'-ìavuo',  o  Pentecoste  israelitica.  —  Oggi  pagamento  degli  stipendi  agli 
impiegati  governativi. 


29  Martedì    !       S.  Massmo,  vose,  di  Clttanova  ([stria),  sec.  IV.  -S.  Re-itituto  uomo 
149-21'7  iprudentis-imo  e  dotto,  vissuto  in  Roma  sotto  l'imp.  di  Dioolozinno,  e 

- —      per  ordine  suo  decapitato. 

Memorandum.  —  C  !*•  Q-  *  "^'^  0,33"».  —  A  Firenze,  in  Santa  Croce,  commemorazione 
funebre  d.'i  volontari  Toscani  caduti  a  Curtatone  e  Montanara  (1848). 

— n- 

30  Mercoledì'        S.  Ferdinando  III,  re  di  Castiglia  (n99-12.v2\  —  S.  Angela   Morici, 
150-21©  '  ^«  Desenztr.o.  morta  l'anno  1440.  —  Primo  tituno  delle  tempora  d'ettutr. 

Memorandum.  —  Festa  militavo  p?r  l'arma  di  artiglieria,  che  commemor.i  gli  anniversari 
t,'loriosi  della  capitolazione  di  Peschiera  e  della  vittoria  di  Gòito  (2'.)-3ì  inaggio  1H4S).  — 
Festa  di  S.  Ferdinando,  santo  patrono  di  tutta  la  Spa,'na.  -  Decoration  Dm/,  ossia  giorno 
d'>l!a  decorazione  delle  tombe:  festa  nazionale  negli  Stati  Uniti  di  America. 

31    Giovedì    !        S.  Petronilla,  verg'ne,  fu  tra  l  primi  cristiani  convcrtiti  da  S.  Pietro 
151-215  apostolo  (sec.  I).  —  I  Ss.  Canzio,  Canziano  e  Canzianilla,  della  stirpe 

degli  Anicii,  martiri  ad  .\quileia  sotto  Diocleziano,  insieme  col   loro 

p:?dagogo  Proto.   —  S.  Lupicino,  vescovo   di  Verona. 

_ . Ht 

1  Venerdì      j       S.  Giustino,  fìlo.sofo  e  martire.  Mori  per  la  fede  Fa.  Ifi7.  -  S.  Cr^- 
152-214  I  scentino,  martire,  l'a.  287.  -  S.  Procolo,  soldato  sotto  Massimiano,  mar- 

tire  a  Bo'.ogna.  -  S.  Panti'o,  sacerdote  a  Cesarea  in  Palestina,  che  nella 

I)  rsc'-uzione  di  Calerlo  fa  martirizzato  col  diacono  Valente.  —  I  Ss.  Gratiniano  e  Felino, 
soldati  martiri,  venerati  a  Perugia.  —  S-coivì')  ti'iori  o  delle  femporn. 

Memorandum.  —  Principio  della  stagione  di  Estate,  secondo  l'uso  meteorologioo.  —  P«r 
qnesto  m-'se  e  per  tutto  luglio  sono  vietati  la  pesca  e  il  comn  e  ciò  delle  tinche  e  dei 
«annetti.  —  Da  oggi  è  permessa  la  pe>ica  delle  aragoste. 

V 

2  Sabato  S.  Marciano,  vescovo,  martire,  festeggiato  a  (ìaeta.  —  S.  Verdiana, 
153-213            introna   di    Casteltiorentin»».  —  S.  Eugenio  1.  pp.   dal   «5.^  al  (ì.^7. 

-  I  Ss.  Pietro,  esorcista  e  Marcellino,  prete,  decapitati  a  Roma  nella  per- 

•  en/.iun''  di   Diodcziain).    -     Terzo  giorno  d'Ile  Ifit  poni. 

Memorandum.  -- .\nni versa  lo  della  morie  di  (ìiu-eppe  (ì»r  baldi  (ISK»».  Commeni.  a  Ca- 
|)rer«.  e  in  tutte  le  principali  città  d'Italia;  a  Roma  è  apcit^  al  pubbliio  il  .Mu!>co  Oari- 
b.'.li  ijo  a|  Campidoglio, 


GIUGNO  1917 -  00 {23^  Settimana) 

3  Domenica   1        v  La  ss.  Trinità.  Solennità  resa  di  preceUo  da  papa  Giovanni  XXII 
154-313  l'iel  1333.  -  S.Clotilde,  re','ina,   ti^^lia  di  Cliilpcrico,  ancor  jrioviiK" t;i 

pri'dettc  per  opera  dello  zio,  bramoso  di  regnar  solo,  1  genitori  *■  'iu'' 

fr.v'elli.  Fatta  sposa  a  Clodoveo.  lo  converti  al  cristiai;esin;o.  e  dietro  lui  fece  battezza -e  i 
sii'>i  sudditi.  Mori  il  51'.».  —  S.  Paola,  vergine  e  mai  tire  a  Co^^tantlMopoì^ 

Memorandum.  ~  Festa  nazionale  dello  Statuto  (Leg^e  3  mag;,'io  1861.  n.  7i.  In  tutlc  le 
città  <;he  hanno  guarnigione,  riviste  militari:  alla  sera  ilhiniinazione  degli  edifici  pubblici. 
A  lloma  la  tradizionale  (;/rfl/i</W«  e  la  seduta  pubblica  solenne  all'Accademia  dei  Lincei. 
dove  sono  proclamati  i  vincitori  dei  Premi  Heali.  Sono  chiu.se  le  Gallerie  e  i  Musei.  —  D;i 
o„'gi  fino  all'ultima  domenica  di  ottobre  a  Napoli  ai  paga  la  fa />;/>«;/««  ai  portieri  dall'una 
dopo  la  mezzanotte  in  poi.  —  Fiera  ad  Afragola,  presso  Napoli:  dura  una  settiman;i.  - 
F;era  a  Venosa.  —  Fest.i  di  M.  SS.  della  Lettera,  patrona  di  Messina.  È  detta  pure  del  Sacro 
Capello  di  Maria,  perchè  nella  processione  si  reca  in  giro  anche  questa  reliquia,  assicnie 
al  simulacro  d'argento  della  Madonna.  Però  le  gi-aiidi  feste  si  rimandano  a  mezzo  agosti >. 
—  Pentecoste,  secondo  il  calendario  Giuli  ino  o  Greco-IUisso.  —  Festa  di  Pentecoste  (/''(/ «- 
flifos)  per  gli  Abissini.  —  Natalizio  di  S.  M.  Giorgio  V  r^-  d'Inghilterra  (18()5}. 

^   Lunedi       !       S.Francesco  Caracciolo,  confondatore  dei  chierici  regolati  minori, 

1S5-311  ;  nato  in  diocesi  di  Ch  eti  nel  1.563,  morto  nel  1608  e   canonizzato  da 

— — pj^  y£|-  jjg[  i,co7.  _  s.  Marziale,  vescovo  di  Spoleto,  morto  l'a.  3iO. 

Memorandum.  —  Anniversario  della  battaglia  di  Magenta  (LSoO).  Servizio  fuuebre  all'Os- 
sario. —  Fiera  a  Taggia  (prov.  di  Porto  Maurizio).  Dura  tre  giorni. 


5  Martedì 

156-310 


S.  Nicànore,  martire.  Soffri  il  martirio  sotto  Massimino  II.  detto 
Daia  (313  circa).  —  Ss.  Giitsto,  vescovo,  e  Clemente,  prete,  patroni 
di  Volterra.  —  S.  Bonifiicio  vescovo  di  Magonza  e  ina;  tire.  Venuto  a 
Eom.x  dall'Inghilterra,  fu  mandato  da  Gregor  o  II  ad  ev  ugelizzaie  la  Germa  lia,  di  cui 
venne   chiamato   l'apostolo,   e   coronò   le  sue  fatiche  ucciso  dai  barbari  nel  755. 

Memorandum.   —  ®  L.  P.  a  ore  14,7'».  —  Oggi  plenilunio  secondo  l'uso  ecclesiastico. 

rr: 

6  Mercoledì  1        S.  Norberto,  arcivesc.  di  Magdeburgo  (1134).  -  S.  F.ustorgio  II,  fu 

157-309  vescovo  di  Milano  dal  512   al   518.   --  Ss.  Lucio  e   Amanzio,  martiri, 

-venerati  a  Corniglio  (Parma).  —  B.  Bertrando,  patriarca  di  Venezia. 

Memorandum.  —  Pagamento  delle  pensioni  governative  di  prima  categoria  (non  oltre  le 
5U0  lire  annue). 


7  Giovedì      I        Corpus    Dom'nl.    Commemor.izione   solenne  del    Santissimo   t^orpo 
158-308  |<ii  N-  ^-  Gesù  Cristo.  Festa  istituita  da  papa  Urbano  V  in  onore  del 

SS.  Sacramento.   —  S.  Roberto,  abate,   fondatore   dell'ordine  dei  Ci- 

sterciensl  (1159).  —  S.Claudio,  vescovo  di  Besangon  in  Francia,  morto  l'a.  696. 

Memorandum.  —  Non  è  p-ù  festa  legale,  però  di  solito  sono  chiusi  anche  i  Musei  e  lo 
(Gallerie.  Anche  come  festa  i-eli<;iosa,  è  sta  a  abolita  quanto  al  precetto  ecclesiastico  dopo 
i  motupropri  di  Pio  X  del  2  e  24  luglio  l'.Ul.  —  In  grandissimo  numero  di  città  e  pae.-i 
d'Italia  la  solennità  odierna  era  celebrata  con  festeggiamenti  e  particolarmente  con  pro- 
cessioni, alcune  delle  quali  degne  di  esser  vedute  e  che  avrebbero  dovuto  Ira-ferirsi  alli 
domenica  seguente,  ma  che  per  tradizione  cortinuano  a  esser  celebrate  come  prima.  A  (ie;i- 
zano  Vlifì)  (l'a,  a  Campobasso  la  processone  dei  Misteri,  ec.  —  Pellegrinaggio  ad  Orvieto, 
nel  cui  duomo  venerasi  il  Sacro  Corporale,  sul  quale  accadde  il  miracolo  di  Bolsena.  — 
Fiera  a  Lanciano  (prov.  di  Chieti):  dura  una  settimana.  —  Importante  fièra  di  bestiauio 
detta  del!a  Roma  in  territorio  di  Bocchiglione  (provincia  di  Cosenza):  dura  3  giorni  ed  ó 
antico  uso  che  durante  essa  fiera  si  paghino  i  fitti  dei  pascoli  nella  regione. 

; *• , 

8  Venerdì  S.  Vittorino,  martire.  Peri  sotto  i  Vandali  (sec.  V).  —  S.  Medardo, 
159-307            vescovo  di  Noyon  (Francia),  morto  l'a.  345.  Dopo  avei'C   atteso  alle 

scienze  sacre,  fu  ordinato  prete,  e  divenne  ornamento  del  clero,  otte- 
nendo gran  frutto  co' suoi  discorsi  e  colla  forza  dei  suoi  esercizi.  Sofferse  molte  persecuzioni 
dagli  idolatri.  —  S.  Fortunato,  vesc.  e  patrono  di  Fano  (sec.  Vi  o  VII). 
Memorandum.  —  Fiera  a  Corleonj  oggi  e  domani. 


9    Sabato  Ss.  Primo  e  Feliciano,  martiri.  Erano  patrizi  romani  e  fratelli.  Per 

160-206  la  loro  condizione  e  la  prudenza  che  li  dist  iiuMieva,  giovarono  a  nv)\i\ 

— -cristiani  perse::uitati,   s  )ccirrendoli  e  rioo velandoli:  a.-cusati   peroitj 

essi  medesimi,  soffersero  crudelis-;imj  marlir.o  l'aiino  287. 


GIUGNO  1917 ZL^^Z (?^*  Settimana) 

10  Doilieilical        ►-<  S.  Margherita,  rejriiia  di  Scozia,  morta  l'anno  in03.  -  Ss.  Mortc- 
161-205  stino,    vescovo,   e   compagni,  martiri,   ricordati   a'.l  Avellino  (soc.  Ili 

o  IV). 

Memorandum.  —  Vicenza  festeggia  l'anniversario  dell'eroic-a  difVsa  dola  città  nel  1R18 
contri»  u'Ii  Austriaci.  —  Scado  la  terza  rata  hiniestnile  delle  im')03te  dirette  erariali  e  so- 
vnmp  >ste  «omunali  e  provinciali.  Non  ptg.tndo  entro  gli  otto  giorni  .succcs->ivi  alia  .sca- 
dMiza,  il  coiitrib  i -ntc  incorre  nella  multa  del  1".,. 


r. 

1 1  Lunedi 

162-204  '<i'  l'Gvi,  si  cliianiiiva  José   o  Giuseppe,   e  fu  soprannominato  Barn.i- 

b;»8,  cioè  tiglio  di  consolazione.  Di  lui  parlano  gii  Atti  degli  Apo.stoli, 
rom'?  rollerà  di  8.  Paolo,  e  pare  che  abbia  soflerto  dai  giudei  il  martirio  della  lapidazione  a 
C'ipio.  —  S.  Parisio,  da  Bologna,  monaco  camaldolese,  morto  l'a.  1267. 

Memorandum.  —  In  Cliioggia,  festa  del  Santi  Felice  e  Fortunato.  —  In  Toscana  si  dice 
og„'i:   •*  .\  San  Barnaba,  la  falce  al  prà  „. 

12  Martedì    '        S.  Onofrio,  eremita,  pass»)  tra  l  deserti  delia  Tebalde  neirorar.ione 
163-203  e  nella  penitenza  bei  sessanfanni  (secolo  IV),  —  Ss.  Ba.silide  e  <'onT 

pagni.  soldati,  marf  ri  a  Ilòma  (sec.  Ut  e  IV).  -  Festa  patronale  di 
S.  Piótro  Celestino  (vedi  tì  apriloi  ad  A'^uila. 

Memorandum.  -   (g:  U.  Q.  a  ore  7,38»".  —  Comincia  la  famosa  tìera  di  Padova  di  animali 
bovini  e  di  ia\ai;i.  Corse  al  trotto  e  altri  festeggiamenti. 


ri,- 


1'^   Mercoledì         S.  Antonio  da  Padova.   Naciue   a  Lisbona.   Pres^   l  abito   do'fran- 

164-202  j  cescani,  e  divenne  protettoie  della  città  di  Padova,  ove  mori  a  tren- 

-   tasei  anni,  l'a.  12U.  —  S.  Gerardo   de' Tintori,   monzese,  vissuto  dal 

1131  al  1207,  benemerito  della  stia  città  per  le  grandi  bcneticenze  e  per  avervi  fondato  uno 

dei  primi  os[>cda'i  che  duro  fino  al  sec.  XIX. 

Memorandum.  —  Nascita  della  principessa  Elena  duchessa  d'Aosta  (1871).  —  Pagamento 
dolio  pensioni  governative  di  terza  categoria  (superiori  a  L.  2000  annue). 
. I 

14  Giovedì  S.  Basilio  Magno,   vescovo  di    Cesarea,   dott.   della  Chiesa  greca, 
165-201            morto  l'a.  37*.).   -  S.  Max'ziano,  primo  vescovo  di  Siracusa  (prima  del 

sec.  IV)  e  patrono  di  Trigento.  —  S.  Marco,  vescovo  di  Bovino,  vene- 

ri'lo  anche  a  Benevento.  —  S.  Proto,  martire  ad  Aquilcia  (secolo  IlI-IV). 

Memorandum.  —  A.  CasacanditeMa  e  in  altri  luoghi  degli  Abruzzi,  processione  dei  carri. 
-  le>ta  dei  Quattro  Aitai i  o  del  Uiscatto  Baronale  a  Torre  del  Greco,  in  memoria  del  ri- 
scatta del  Comune  dal  f»  udalismo. 

■r ' 

15  Venerdì   !       il  ss.  Cuore  di  Gesù.  Fes'a  decretata  da  papa  Clemente  XIII  nel 
166-200  1 176Ó.  —  Ss.  Vito.  Modesto  e  Crescenzio,  m.irtiri.  Questi  santi  diedero 

la  vita  per  la  fede  sul  principio  del  IV  .-secolo  (303,i.  —  S.  Fortunato, 
▼  escovo  (li  Napoli  dal  344  al  35». 

Memorandum.  —  Fiera  a  Nola:  dura  8  giorni.  —  Oggi  devono  terminare  le  lezioni  nelle 
.Università  e  altri  istituti  superiori.  Il  giorno  appresso  comincia  la  prima  sessione  degli 
esanii  speciali.  —  Scade  il  termine  per  la  presentazione  delle  domande  di  iscrizione  agli 
esami  di  ammissione,  integrazione  e  licenza  delle  classi  ginnasiali  e  liceali,  per  la  sessione 
estiva.  —  Ultimo  termino  per  la  trasmissione  degli  elenchi  modilicativi  delle  liste  elettorali 
commerciali  dalle  Commissioni  comunali  alle  Camere  di  commercio  e  industria.  —  I  (ujiita- 
dini  toscani  credono  che  se  piove  oggi,  giorno  di  San  Vito,  il  prodotto  dell'uva  va  a  male. 
i|- 

16  Sabato     !       S.Francesco  Regls,  nativo  di   Narhon.a.   Mori   in   età  di    43  anni, 
1_67_199  I  nel  KMO.  —  S.  Ciro,   festeggiato   a   Portici.  —  Ss.  Feireolo,   pret*",  e 

Ferruzio  o  Fennccio.  diiicono.  che.  niandiiti  da  S.  Ireneo  a  predi- 
cate il  Vangelo  nelle  (ìallie,  moriiono  martiri  a  Bosanzono  nel  211.  —  S.  Giulitta  matrona, 
■col  tìglio  Quirico,  bambino  di  tre  a  ini.  martirizzali  a  Tarso  nella  Cil  eia  d.il  i>rcsidc  Ales- 
f>and  o,  sotto  1)  oc:eztano.  —  Ss.  Aureo  e  Giustina,  fratelli,  martiri  a  Mayon^a.  —  b.  Au- 
reliano, vcscoNo  di  Arlos,  morto  a  Lione. 


Memorandum.  —  Da  u^'^'i  e  p.-rmessa  la  pesca  fluviale  e  lacuale; 


GIUGNO  1917 92  - (25-^  Settimana) 

17  Domenical       ^  Ss.  Protaslo  e  Gervasio,  martiri.  Figli  dei  sa  iti  Vitale  e  Va'eria, 
168-198  j  furono  martirizzati  nel  seo.  II;  le  loro  salmo  riposano  nella  crii)ta  di 

~~         S.  Ambrogio  a  Milano.  —  S.  Metodio,  vesc.  di  Costantinopoli,  feste^,'- 
giato  a  Siracusa.  —  S.  Acjrippino,  vescovo  di  Como  dal  607  circa  al  tìl5. 

Memorandum.  —  Per  San  Nicand/o,  patrono  del  paese,  festa  di  irò  giorni  In  Veiiatio 
(Molise,!. 

'*' 

.  », 

18  Lunedi     |       Ss.  Marco  e  Marcelliano,  martiri.  Morti  per  la  fede.  l'a.  286.  Erano 
IGG-l^T*  i  fratelli,  d'illustre  famiglia,  e,  sotto  Diocleziano,  furono  arrestati  e  coi- 

"    ■  '  dannati  alla  decapitazione.  —  S.  Calo.;ero,  erem.,  festeggiato  a  Sciarci 

e  a  Naro  (Girjenti),  in  Sicilia  (secolo  IV).  —  S.  Speciosa,  vergine  pavese,  sorella  di  S.  Epi- 
fanio (sec.  V).  —  S.  Osanna  Andreas!,  vergine  mantovana  dell'ordine  di  S  Domenico,  morta 
l'anno  1505. 

Memorandum.  —  Anniversario  della  istituzione  dei  Bersaglieri  (1836),  festeggiato  dal  corpo. 

-  Festa  in  Naro  (Girgenti)  del  patrono  San  Caloccro.  —  Festa  nazionale  Olandese  (Anni- 
versario della  battaglia  di  Waterloo,  1815). 

ji^— 

19  Martedì    1       S.  Giuliana  Falconieri,  fondatrice  delleMantellatc,  morta  ra. 1311. — 
IT'O-IQG  !  Ss.  Gaudenzio,  vesc.  di  .Arezzo,  e  Coluniato  suo  diacono,  martiri,  circa 

l'a.  382.   —  B.  Michelina,  vedova,  pati'ona  di  Pesaro,  morta  l'a.  IS.'i*). 

—  Festa  patronale  dei  Ss.  Protaslo  e  Gervasio  a  Domodossola  ed  a  Sermide  (vedi  17  giugnoj. 

Memorandum.  —  @  L.  N.  a  ore  lt,2n'. 

20  Mercoledì!       S.  Sllverlo,  papa,  martire.  Segui  nel  pontificato  a  papa  S.  .\gapito. 
171-195  !  Eletto  pontefice,   rifiutò  costantemente  di   accordare    all'imoeratrico 

^Teodora  il  ristabilimento  di  Antimo  nella  sede  episcopale  di  Costan- 
tinopoli. Irritata,  l'imperatrice  tanto  fece  che  il  santo  papa  fu  deposto  e  caccato  in  esilio 
nella  Licia.  Si  ascrive  il  suo  martirio  alla.  538.  È  patrono  di  Frisinone. 

Memorandum.  —  Anniversario  della  presa  di  Perugia  dalle  truppe  pontiilcie  (1850).  — 
Festa  dell' in  dipendenza  della  Colombia. 

21  Giovedì  S.  Lu'gl  Gonzaga,  di  famiglia  principesca,  entrò   nella  Compagnia 
173-194            di  Gesù,  e  mori   a  ventiquattr'anni  d'età,  vittima  della  carità   ntd- 

■ — ^l'assistere  gli  appestati  (1591).  —  S.  Demetria,  vergine,  morta  per  la 

ftde  in  Koma  sotto  Giuliano  l'Apostata. 

Memorandum.  —  Oggi  novilunio  secondo  luso  ecclesiastico.  —  Oggi  e  i  due  giorni  se- 
Kiif  nti.  feste  nazionali  del  Belgio,  per  l'anniversario  dell'avvenimento  al  trono  di  Leopoldo  I 
e  d  Ila  proclamazione  dell'indipendenza.  —  Comincia  il  mese  di  11  una  km  per  i  mussul- 
mani. —  Pagamento  delle  pensioni  governative  di  seconda  categoria  (superiori  a  L.  500,  ma 
no;i  a  L.  2000  annue). 
;;t;  ^^_— ___^____^^_^._— —— _ 

22  Venerdì    !       S.  Paolino  da  Nola,  nativo  tti  Bordeaux  e  vescovo  di  Nola  (Caserta). 
IT'S-IQS  1  A  25  anni  si  fece  battezzare  e  si  ritirò  nella  Spagna,  dividendo  coi  po- 

— — — -veri  i  beni.  Venuto  in  Italia  si  stabili  a  Nola,  dove  il  popolo  lo  eles-c 

vescovo  e  la  sua  carità  arrivò  a  tal  punto  da  darsi  schiavo  ai  Vandali  per  libera? e  il  tìglio 
(ii  ui:a  povera  vedova.  Moii  nel  i'òl.  —  S.  Giuliano,  martire,  patrono  di  Rimini  (s*c.  III'. 

Memorandum.  —  Entra  il  Sole  in  Cancro,  e  comincia  l'Essate  astronomica.  —  Solstizio 
d'e.-.taic.  È  il  gioriio  più  lungo  dell' annu.  —  Famosa  festa  dei  fj'yli,  a  Nola. 

23  Sabato     1       S.  Zenone,  martire.  Subì  il  martirio  nel  sec.  III  a  Filadelfia  di  Ara- 
174_193  bia.  —  S.  Lanfranco  de' Beccari,  vescovo  di   Pavia   dal   1180  al  119S. 

— !_  g_  Giovanni,  prete,  niartire  a  Koma  sotto  Giuliano  ["Apostiiti,  de- 
capitato sulla  via  Salaria. 

Memorandum,  —  Vigilia  di  San  (ìiovanni.  Stanotte,  falò  per  le  campagne  in  tutta  Italia. 
festa  popolare  a  Roma  e  concorso  di  canzoni  dialettali  romanesche.  —  Fiera  ad  Oiieglia. 
—  Gr.m  festa  nella  Cina.  Festa  del  Dragone  (Tuan-iuntj)  che  ricorre  il  quinto  giorno  della 
«luinta  luna. 


GIUGNO  1917  -  93  - (26»  Settimana) 

24  Domenica'       ^  Natività  di  S.  GIo.  Batta.  Feste  patiuaall  a  F.reuze.  a  Ferentino,  a 
175-191  j  Formia  (Gaetaì.  a  (leiiova.  a  Mon/ti.  n  Nuoro  ed  a  Torino.  —  8.  Fausto, 

— —    e  altri  venti  u/urtiii  a  Itoma.     -  S.  Ajfoardo,  niartirl//aro  ooii  S.  Agli- 

tic'rto  por  aver  ntt.rrato  un  tempio  rtc^li  idoli  jirt^sso  Parigi  nel  -KM). 

Memorandum.  -  A  questa  domenica  è  trasferita,  dopo  il  motn  proprio  di  Pio  X  del  2  In- 
dillo l*.)l  1,  la  -olenirtu  relii^loiia  di  S.  (ìiova.iMi.  che  prima  la  cliiosa  ce'eb^axa  al  24  del  ine<e. 
-  Aniiiver^aiio  della  vittoria  di  Solferino  o  San  Marcino,  commemorato  ai  due  Ossari  sui 
toain  delle  due  battajilie:  estrazione  di  premi  in  favore  di  militari  Italiani,  che  pre-;e;o  parte 
alla  battiglia  di  San  Mart.no.  —  Festa  patrona'e  dell'Ordine  Sovrano  di  S.  (ìiovanni  di  (ìern- 
salemme,  ossia  dei  Cavalieri  di  Malta.  —  Fiera  a  Scarperia  (pvov.  di  Firenze).  -  Fie;a  a 
]land;iZ7.o  'prov.  di  Catania):  dura  2  <>ioini.  —  Fiera  di  San  Giovanni  a  Venafro  'Molise):  dm  a 
q  lattn.  tiiorni.  —  A  Palermo  i-omincia  la  passeggiata  S(  retina  alla  MaiMna,  fhe  cessa  alla  rin- 
in  Sfata.  —  Cessilo  le  lezioni  in  tutte  le  scuole  m3die  fcla-isiche,  tecniche,  normali  e  com- 
lilomentari):  a  co:ninciaro  dal  giorno  successivo  si  adunano  le  commissioni  e-amlnatrici  p  r 
l»r.)cedere  agli  scrutini  liliali  e  dichiarare  quali  alunni  siano  dispensati  dalle  prove  d'esame, 
ijua^i  vi  siano  ammessi,  quali  ne  siano  esclusi. 


rj~ 


25    Lunedi  S.  Guglielmo,  abate,  nacciue  a  Vercelli,  e  mon  Va.  1149.  -  S.  Pro- 

17*6-191)  spero,  vescovo  o  patrono  di  Keggio  Emilia,  morto  l'a.  401».  Fu  dottor<> 

•      -         -  della  Chiesa   e   segretario  di  S.  Leone  Magno,  i)ai)a.   —  S.  Gallicano, 

nonio  consol.  re  romano,  convertito  dai  Ss,  Giovanni  e  Paolo  e  martirizzato  ad  Alessindria. 
Memorandum.  —  Fiera  a  Sansevero  (Capitanata)  fino  .al  2  luglio.  —  Termine  per  presen- 
tare le  donianle  di  ammissione  all'esame  di  maturità,  sessione  estiva,  per  parto  dei  can- 
diditi  provenienti  da  scuole  private  o  paterno. 


26  Martedì 

177-189 


Ss.  Giovanni  e  Paolo,  martiri.  Erano  fratelli  e  vivevano  in  Roma, 
celebri  non  meno  per  ric.-hezze  e  n.itali,  che  per  zelo  ed  amore  alia 
religione  cristiana.  Giuliano  TApo-itata  impiegò  ogni  mezzo  per  indurre 
i  due  fratelli  al  suo  servizio.  Essi  però  ricusaroni,  e  Terenziauo,  trovatili  invincibili  nelia 
lede,  li  fece  trucidare  Tanno  362.  —   S.  Vigilio,  vescovo  di  Trento  dal  3SS  al  403. 

27  Mercoledì!       S.  Ladlsiao,  re  d'Unglieria.  Sali  a  questo  trono  forzato  dal  voto 
178-188  del  popolo  e  tosto  si  diede  a  ristabilire  le  le.i^gi  ed  a  favorire  la  reli- 

gioue.   Fu   sorpreso  dalla  morte   l'a.  10'.>5.  —  S.  Maggiorino   vescovo 

d'Acini,   prima  dell' a.  368.  —  S.Diodato,  o  Adeodato,  vescovo  di  Nola  dal  442  al  -tTIi. 

Memorandum.  —  J)  P.  Q.  a  ore  17  8"».  —  Oggi  pagamento  degii  stipendi  agli  impiegali 
i.'over.)ativi. 
. .!: 

28  Giovedì    I       S.  Leone  II,   papa.   Itcsse  la  Chiesa  dal  6S2   al   CS3.  -  S.  Ireneo, 
179-187  (Vescovo  di   Lione,   nato   a   Smirne  ranno  121,  morto   mart.  l'a.  20.'. 

'Fu  educato  da  S.  Policarpo,  vescovo  di  Smirne,  alla  cui  scuola  crebbi» 

ornamento  della  Chiesa.  Mandato  nelle  Gallie  a  predicarvi  il  cristi.ineslmo,  le  sue  eminenti 
virtù  lo  fecero  eleggere  alla  sede  vescovile   —  S.  Paolo  I.  papa  dal  757  al  7G7. 

Memorandum.  —  Oggi,  vigilia  di  San  Pietro;  a  Torino  le  società  militavi  e  popolari  si 
re>'ano  a  fare  onoranza  al  monnineiito  di  Pieti-o  Micca.  —  A  Roma,  nella  basilica  di 
San  Pietro,  benedizione  dei  Palili  fatta  dal  Papa  o  dal  Cardinale  ofiftciante.  —  A  lloma 
Kggi  nelle  ore  pumeridiaiie  e  domani  tutta  la  giornata,  sono  aiierte  le  Grotte  Vaticane  ai 
soli  uomini.  —  Fiera  e  fes  a  di  San  Pie:ro  in  Castronuovo  di  Sicilia,  importantissima.  Dura 
due  giorni. 
.U I      ■ 

29  Venerdì    I        Ss.  Pietro   e   Paolo.    Furono    l    principali    propagatori  del   cristia- 
180-186  incimo.    -  Fes.'e  patronali  a  Merc.itello,  Lecco,  e  Luino.  —  S.  Cassio, 

'vescovo  di  N'ami,  dal  5'H'>  al  ò:>S.  —  S.  Siro,  vescovo  di  Genova,  dal 

11:50  circa  al  1103.  —  S.  Marcello  di  Argento^;'  martire.  —  S.  Beata  di  Seni,  vergine. 

Memorandum.     -  Sono  chiusi  i  Musei  e  le  Gallerie.  —  Comincia  la  llcra  di  Faenza,  che 
dura  8  g  orni.  —   Fiera  a  Gallipoli,  tino  al  ti  luglio. 


30    Sabato  S.  Adele,  a'jbad.  Figlia  di  Dagoberto  li,  re  d'Austrasia.  Mori  verso 

181-185  l'a-  "ì^^-  —  ^-  Enrit  o,  eromita,  morto  l'a.  131à,  vejerato  a  Trevi-o,  Ve- 

— __       rona  e  altrove.  —  Ss.  Ca  o,  prete,  e  Leone,  suddiac,  mirnri  a  Roma. 

Memorandum.  —  A  Roma,  ne.li  bad'ica  di  S.  Pa  ilo  ex'm  unir  s.  si  e*pongin")  al  pub- 
blica b' calce  deir.\post  ilo.  -  Chiuui-a  dcl.'anui)  tin»  iz  nrio  per  tutte  le  am-ninistrazionl 
g'i\  ernativt!.  —  Scalo  la  prima  rata  sjinestra!  ,•  de'la  tas^a  di  raioniorfa.  Il  it.i^M  ne.ilo 
deve  e>!»cre  fatto  entro  i  primi  'JO  giorni  d%l  nieso  Ciitr.  nte  di  l.iglio. 


LUGLIO  1917 94 (27»  settimana) 

1  Domenica  I       ^p  S.  Teobaldo,  monaco  camaldolese  del  secolo  XI.  -  S.  Kegiiia, 
183-184  sposa  ad  Adelheito  conte  d'Ostrevaiit.  Mori  verso  la  fine  del  sec.  Vili. 
—  a.  Bartolomeo  di  Bragauza,  vesc.  di  Vii'euza,  dal   123Q  al  1270. 

Memorandum.  -  A  Tioma.  o-,'t,'i  sono  aperte  le  Grotte  Vaticane  alla  visita  delle  sole  donne. 
—  Fleia  di  S.  Filomena  a  Koecella  -Ionica  (prov.  di  l{e;,'.iio  Calabria):  dura  3  t,'Jo -ni.  —  Festa 
di  H.  Calogero  in  Girgenti.  —  Comin<'ia  la  sessione  (sstiva  di  esami  nei  Ginnasi  e  Licei.  -- 
Si  pubblieano  i  moli  suppletivi  delle  imposte  dirette,  e  restano  depositati  per  otto  giorni 
negli  nffie;  comunali.  -  Oggi  cominciano  i  pagamenti  del  2»  semestre  della  vendta  coni- o- 
lidata  3,5(1  "/^  nominativa  e  del  3"  trimestre  della  rendita  coiisoidata  i,c>n%  netto.  —  Sono 
permessi  la  pesca  e  il  commercio  dei  gamberi  sino  al  30  marzo. 


2    Lunedi       j       La  Visitazione  di  Maria  Vergine.  La  tradizione  riferisce  l'incontro  di 
183-183  I  Maria  Vergine   coti  la  sua  cognata  S.  Elisabetta,  vuoisi  nella  picco'a 

città  di  Ain  Karem,  poco  distante  da  Gerusalemme.  —  S.  Adeodato, 

piete,  vene;ato  a  Galliano  (Cantù,  pi-ov.  di  Como). 

Memorandum.  —  Palio  a  Siena.  —  Festa  di  Maria  Santissima  Incoronata  di  Pozzano,  pro- 
tettrice della  città  di  Castellammare  di  Stabia.  —  Festa  della  Madonna  della  Bruna  in  M.itcra, 
con  tìera.    -  Festa  dfs.  M.  Nuova  a  Monreale.  —  Festa  patronale  di  Castrogiovanni. 

8    Martedì      1        S.  Dato,  vescovo  di  Ravenna  dal  175  al  185.  -  S.  Eliodoro,  vescovo 
184-183  di  Aitino   (Chieti),   dal  381    al  407.  -  Ss,  Ireneo  e  Mustiola,  martiri, 

venerati  a  Chiusi.  —  S.  Lingdano,  o  Lindano,  ab.,   patrono   di  Sessa 

(Gaet.a^:  sec.  V-VI? 

Memorandum.  —  A  Roma,  nella  chieda  di  San  Pietro  in  Vincoli,  si  espongono  al  pubblico 
le  catene  di  San  Pietro. 

4   Mercoledì   !       S.  Ulrico,  vescovo  di  Augusta.  Morì  dopo  50  anni  di  episcopato,  a 
185-181  ottantatrè  anni  d'età,  nel  l>72.   —  S.  Gallo,  vescovo  di  Clermont,  dal 

527  al  553  circa.  -  S.  Alberto  Qua  IreUi,  vescovo  di  Lodi  (1168-1173), 

ove  è  venerato  come  compatrono  della  diocesi. 

Memorandum.  —  Eclisse  totale  di  Luna,  visibile  in  Italia.  Comincia  nelle  ultime  ore  di 
oggi,  fluisce  nelle  prime  ore  di  domani.  —  @  L.  P.  a  ore  22,40"».  —  Oggi  plenilunio  se- 
condo Tus)  ecclesiastico.  —  In  questo  giorno  si  ritiene  comiuci  il  nuovo  anno  olimpipnico, 
cioè  il  terzo  della  673»  olimpiade.  —  Festa  dell'indipendenza  degli  Stati  Uniti  d'America 
(Annivers.  della  Dichiarazione  del  1776). 

rn ■ ' 

5    Giovedì      |       S.  Zoe,  martire,  romana  di  nascita  (sec.  IlI-IV).  —  Ss.  Agatone  e 
186-180  Trifina  o  Trifomena,  siciliani,  martiri,  venerati  a  Minori  ( Amalfi).  — 

—  S.  Maicelliano,  eremita,  venerato  ad  Aitino  (sec.  IV-Vj.  —  S.  Filomena 

de'Clavelli,  vergine  di  Sanseverino  Marche  (Macerata^.  —  S.  Antonio  Maria  Zaccaria,  fon- 
datore dei  Barnabiti  e  delle  Angeliche,  festeggiato  a  Milano  '1502-1539).  Fu  annoverato  fra 
i  .santi  da  Leone  XIII  nel  maggio  del  1897. 

Memorandum.  —  Fiera  di  cavalli  a  Sa,n  Bonifacio  (pi'ovincla  di  Verona),  detta  di  Santa 
Giuliana.  —  A  Fiesole,  festa  di  S.  Romolo.  —  Per  la  festa  di  S.  Vito,  patrono  del  paese, 
grandi  feste  a  Forio  d'isclua.  —  Festa  naziona'e  della  Repubblica  del  Venezuela  (Auniver- 
^ario  della  proclamazione  dell'indipendenza  nel  181QJ. 


6    Venerdì  S.  Lorenzo  da  Brindisi,  cappuccino  e  celebre  predicatore  in  varie 

±S7~'L'79  lingue;  predicò  con  buon  esito  una  crociata  contro  i  Turchi  in  difesa 

dell'Ungheria,  mori  l'a,  1619.  —  S.  Romolo,  martire  (sec.  I?)  patrono 

di  Fiesole.  —  S.  Domenica,  verg.,  mart.,  venerata  in  Tropea  (Monteleone  di  Calabria) 

Memorandum.  —  Pagamento  dille  pensioni  governative  di  prima  categoria  (non  oltre  le 
50.»  lire  annue*. 


/     Sabato        i        S.  Claudio,   abbate.   Nacque   nel   521,   e,  quantunque  fi'^'lio   del  re 
ISS-ITS  '<  Clodomiro,  riimnciò  al  mondo  per  farsi  sacerdote,  e  ringraziava  quoti- 

'dianamente  il  Signore  di  averlo  liberato  dalle  mollezze  della  corte.  Fu 

ordinato  nel  551  e  si  ritirò  a  Nogent,  dove  eresse  una  chiesa.  Mori  nel  ót>0  a  soli  38  anni.  — 
Ss.  Crescenzio  e  compagni,  martiri,  venerati  a  Fiesole. 


j)r) 


DAI^IvA  VENEZIA.  GIUI^IA 

Domci  iMPRKSsioNi  1)1  l'ILlBKRTO  SCARPiaj;i 


Trieste:  distt-sa   di  t«*tti  verso  il  colle  »li  OpiciiiM, 
ultiiiiji  propaggino  del  C'arso. 


S.  —  \a-  r.rri.re   di   Shrohi,  sid   ;;ollo  ili   Trirst» 


LUGLIO  1917  _  [H]  ^  (28^^  Settimana) 


—   Festa  di  S.  Biagio  iii  Comiso  ;SinitMisa'.  —  Diijiaiio  israelitico  di  7' 


9    Lunedi  B.  Giovanna  Scopello,  cavmelit.,  nata  a  Reggio   d'Emilia  la.  14.J.S, 

19Q-176  I  moria  l'a.  I-IOI.     -  S,  Veronica  Giuliani,  nata  a  Arercatello  d'Urbim., 

da  issa,  morta  a  .sessvnt:;sette  anni  d'età,  nella.  1727.  -  Ss.  Eu.saiiicj 

e  compagni,  martiri  (secolo  I?),  venerati  a  Santo  Eusanio  Forconese  I Aquila  de^li  Abruz/.i  . 

Memorandum.  —  Festa  nazionale  dolla  reimbblica  Argnitina  'Annivors.  della  prucamaz. 
d>lla  indipendenza  nel  Con<<re.sso  di  'l'ucr.man,  l.slrtj. 


10   Martedì    |       S.  Felicita  e  i  suoi  sette  figli,  martìri.  ì\ladre  cristiana  del  secomlo 
lOl-lTS  i secolo,  hi  quale  accusata  come  tale  con  i  ligli. Gennaro.  Felice.  Fiiipp.». 

■  '  ^^  Silvano,  Alessandro.  Vitale  e  Marziale,  venne  con  loro  maitirizzata  a 

Roma  l'anno  175.  —  Ss.  llulina  e  Seconda,  romane,  verg..  martiri  l'a.  200. 

Memorandum.  —  rere;,Minag'.^io  e  fiera  al  Santuario  di  Santa  Felicita,  presso  la  Meliti 
d'.\nsanto,  iialTagro  di  llocoa  San  Felice  (Avellino).  —  Fiera  a  Muro  Lucano  (provincia  di 
Potenza  . 

— — . ,i: 

1  1  Mercoledij        S.  Pio  l,  papa,  martire.  Successe  a  S.  Iginio,  nel  142,  e  dopo  otto 
192-174  anni  di  laborioso  pontiUcato  mori  martire,  in  una  dello  parziali  perse- 

"  "  cuzioni  tollerate  da  Antonino  Pio,  l'a.  lóO.  —  Ss.  Savino  e   Cipriano, 

bresciani,  martiri  (sec.  III-IV?).  -  S.  Giacomo,  ve^-e.  di  Nisibi  nella  Meso:>otamia  (350).  La 
sua  festa  è  celebrata  secondo  11  rito  iu  giorni  diversi.  —  S^Giova-mi,  vescovo  di  Ber<:anio, 
ucciso  per  la  fède  dagli  Ariani.  —  Ss.  Gennaro  e  Pelarla,  martiri  a  Nicopoli  iie:rArm?iMa. 

Memorandu/n.  —  ig;  U.  Q.  a  ore  13,12">.  -  Celebri  teste  in  onore  di  Santa  Rosalia  a 
Palermo.  Durano  cinque  giorni. 


12  GlOyedl  S.  GÌOV.  Oualberlo,  fondatore  dei  Vallombrosani,  morto  a  oltantot- 
lOS-lTS             t'aiini  d'e!à,  nel  1073.  —  S.  Pao'ino,  primo  vescovo  di  Lucca  (sec.   ['(). 

^  — S.  Ermagora,  discepolo  di  S.  Marco  evangelista  e  pi  imo  vescovo  di 

Aqni'eia,  ove  morì  n'.artirc.  —  S.  Patorniano,  vescovo  di  Bologna  nel  secolo  IV.  —  S.  Mar- 
ciana, verdine  e  m:irtire  a  Toedo,  nel  302.  —  A  Stozzano  (Bergamo),  festa  delTapparizione 
della  ìi.  V.  M.  —  A  Corneto  (Roma),  festa  patronale  di  S.  Litardo. 

;;^ 

13  Venerdì    j        Ss   Nabore  e  Felice,  provenienti  dalla  :Manritania,  n:artiri  a  :Milan  ) 
194-178  I  durante  la  psrsecuzione   di  Massimiapo  Erculeo,  l'a.  304.  —    S.  Giu- 

stina,  vergine  e  martire  a  Trieste  T a.  289.  —  S.  Eugenio,  vesc.  di  Car- 
tagine, con  altri  comi)agni,  confessori  .sotto  i  Vandali  (505).  —  S.  Anacleto,  ateniese,  che  siic- 
cosso  a  S.  Clemente  nel  pontiticato  (112)  e  morì  mariirc  sotto  Adriano  nel  121.  Fu  sepolto 
in  Vaticano.  —  S.  Sila,  uno  dei  primi  cristiani,  mandato  a  predicare  il  Vangelo  dagli  Apo- 
stoli insieme  con  Barnaba  e  Pao'o.  —  S.  Turiano,  vescovo  in  Bretagna. 

Memorandum.  —  Pa.^iimento  delle  pensioni  governa  ivo  di  3»  categoria  (superiori  a  L.20D0 
annue). 


14   Sabato     !      S.Bonaventura,  card,  e  dottore  della  Chiesa.  Nacque  nel  1221  a  35a- 
195-171  jgnorea  in  Toscana.  Papa  Gregorio  X  lo  creò  cardina'e  e  vescovo  di  Al- 

^bano.  Al  concilio  generale  di  Lione,  raccolto  allo   scopo  di  facilitare 

]' unione  della  Chiesa  latina  alla  greca,  fu  il  primo  che  parlò  all'assemblea.  Dopo  la  terza  ses- 
ssior;e  del  corcilio  ?!  ammalò,  e  mori  il  14  luglio  del  1274.  Apparteneva  all'ordine  dei  France- 
scani. ~  Festa  iiitio'iale  di  S.  Marciano  a  Trij,ento  provincia  di  Avellino  ivedi  14  giugno). 

Memorandum.  —  Festa  nazionale  della  Repubblica  Frauce.ie  (anniv.  della  presa  della  B.i- 
st'glia,  17s'J).  —  Festa  nazionale  al  Brasilo  (Giabiloo  della  rcpubblio.i,  delia  liboità  e  dr-!li 
indipeuden/a  dei  p(ìp  ili  ir.neiicaji). 


LUGLIO  1917  _  07  _  _  (29»  Settimana) 

15  Domenica!        ^  S.  Enrico.  Era  tìglio  di  Enrico  duca  di  Baviera.  Nel  995  snecosse 
196-170  Al  padre  nella   reggenza  dt  Ilo  Stato  e,  morto  nel  100*2  l'imperatore 

Ottone  suo  cu;;Jno,  fu  eletto  in  suo  Inogo  imperatore  di   Germania. 


Dopo  22  anni  di  rc^no,  mori  a  st)li  52  anni,  e  si  meritò  il   titolo  di  l'Io.  —  S.  Atanasio  I, 
vescovo  di  Napoli  (850  87J).  —  S.  Camillo  de  I.ellis,  fondatore  dei  Ministri  de^'li  infermi. 

Memorandum.  —  Tradizion:ilc  Sagra  del  Redentore,  fostegg'ata  tutta  la  notte  a  Vene/.ia, 
in  ricordo  della  cessazione  delia  pestilenza  del  1578.  —  Hanno  termine  le  feste  di  S.  Ro- 
sal'ia  a  l'alcrmo,  con  la  processione  notturna  delle  reliquie  della  Santa. 

\ 

16    Lunedì     j       B.  Verg.  del  Carmine.    La  solennità  trae  la  sua  origine  da!l'ordif.e 
197-169  jfiei  Carmelitani,  cos'i  cliiainati  dal  ■Mo:ite  Carmelo  nella  Siria.  È  cele- 

— —  bre  la  riforma  introdottavi  nel  1568  da  8.  Teresa,  che  diede  origine 

al  ramo  dei  Carmelitani  Scalzi.  Festa  patronale  a  Conccsii.  -  S.  Vitaliario,  vescovo  di  Ca- 
pna,  molto  verso  la.  728. 

Memorandum.  —  Feste  a  Napoli  nella  storica  chiesa  del  Carmine  e  nel  popolare  quar- 
tiere del  Mercato.  —  Comincia  oggi  d'ordinario  per  le  scuole  elementari  del  Regno  il  pe- 
riodo deu'li  esami  di  ammissiono,  di  promozione,  di  proscioglimento  e  di  licenza.  —  Da  oggi 
sino  alla  fine  del  mese  le  biblioteche  governative  sospendono  il  servizio  del  prestito  di  libri 
a  domicilio:  le  opere  già  preslatn  devoto  essere  restituite  in  questa  quindicina.  —  Fiera  a 
Monteleonc  (Calabria  Ulteriore)  fino  al  22  luglio. 


1  /     Martedì    ;       S.  Alessio,  pellegrino,  apparlcncnto  .ad   agiaia  famiglia  romana,  si 
198-168  ;  senti  ispirato  a  lapidare  il  mondo  per  dirsi  a  vita  penitente.  R'tornato, 
e  non  riconosciuto  dalla  famiglia,  rimale  per  parecchi  anni  in  un  sot- 
toscala della  casa,  viven  lo  di  car  tà.  Mori  verso  l'a.  416.  —  S.  Maivelliiia,  verg.,  sorella  ai 
Ss.  Ambrogio   e  Satiro,  mori  sulla  fi  e  del  secolo  IV. 


18  Mercoledì'       S.  Sinforosa  e  I   suoi  seite  figli,   martiri  verso  gli  anni   117-138, 
I  patroni  di  Tivoli,  loro  patria.  —  S.  Klio,  confess.,  patrono  della  città 
di  Capo  d'Istria.   -  S.  Materio,  vescovo  di  Milano,  dal  282  al  304,  o  308 
secondo  il  Sa>si. 

Memorandum.   -  Festa  dell' indipendenza  della  repubblica  dell'Uruguay. 


19    Giovedì    i       S.  Vincenzo  de'  Paoli.    Fu  la  personificazione  della  beneficenza  in 
200-166  Francia,  nel  secolo  XVII.  Divenuto sacer Jote,  fondò  l'istituto  del  Preti 

della  Missione,  o  Lazzaristi,  istitiii  ricov»  ri  per  poveri,  per  vecchi,  per 

trovatelli;  sollevò  in  ogni  maniera  i  condannati  alle  galere  ed  introdusse  primo  le  Suore 
di  carità.  Mori  ottuagenario,  l'anno  16.VJ.  —  .S.  Pietro' de' Cresci,  confess.,  morto  l'a.  13*23. 

Memorandum.  —  Q  L.  N.  a  ore  4. 


20    Venerdì    •       S.  Gerolamo  Emiliani,  aiiparlenente  a  nobile  famiglia  veneta,  dopo 

SOl-165  I  UKii  gioventù  spensierata  si  d  (>de  al  una   vita   tutta   di   sierifizio   a 

- —  vantaggio  de'  fanciulli  orfani  ed  abbandonati,  pel  quali  primo  istituì 

orfanotrofi  o  ricoveri.  Creò  la  Congregazione  dei  Soma-c'ii.  co.sì  detta  da  Somasca,  paese 

vicino  a  Leccj.  Mori  l'a.  1537.  —  S.  Margherita,  vergine  d'Antiochia,  m.irtire  ver.so  l'a.  275. 

Memorandum.  -  Onomastieo  di  S.  M.  la  Regina  Madre  Margheriia.  —  Apertura  della 
famosa  fiera  di  Sa-ita  Mar  a  Maidalona  in  Siiiigaglia.  Dura  17  giorni.  —  Finisce  il  mese  di 
ItaiHuthin  per  i  mussulmani.  Ultimo  giorno  di  d  giù  io. 


^i¥- 


21    Sabato  S.  Prassede,   vergine,    figlia   di    Pndente,    senatore   romano   e  so- 

202-164  '  rella  dei  Ss.  Nevato,  Timoteo  e  Pndenziana.  Moriva  giovine  di  anni, 

_ jjj^  ricca  di  meriti  nel  158.  —  8.  Vittore  di  Marsiglia,  martire  sotto 

l'imperatore  Massimiano,  dopo  la  strage  della  legione  tebea  (290). 

Memorandum.  —  Oggi  novilunio  secondo  l'uso  eccIo>l.istioo.  —  Ogiil  e  l  due  giorni  suc- 
cessivi glande  Hfìram  per  i  mussulmani.  —  l'ag.imeiito  dello  pensioni  governative  di  se- 
conda categoria  (;>upcriori  a  L.  ODO,  ma  uon  a  L.  2000  annue). 

7 


LUGLIO  1917 98  - (30»  Settimana) 

22  Domenica!        >^  S.  Mara  Maddalena,  sorella  a  Marta  (29  luglio)  e  a  Lazzaro.  Passò 
203-163  trent'aniù   in   ardue   penitenze   e  pare  morisse   l'anno  6fi.  —  S.  (ìe- 

rolamo,  vescovo  di  Pavia  dal  778  al  7.S7.  —  S.  GuiUiero,  confessore, 

morto  Ta,  1224,  onorato  a  Lodi.  —  S.Platone,  martire  ad  Aiicira  in  Galazia  la  cui  carità 
verso  i  carcerati  fu  lodata  nel  secondo  concilio  di  Nicea. 

Memorandum.  —  Fiera  a  Biseeglie,  fino  al  30. 


23    Lunedi     \       S.  Apollinare,  v.,  m.,  .^postolo  e  patrono  di  Ravenna,  ove  la  tradi- 
304-162  I  zione  lo  dice  maidato  dallo  stesso  S.  Pietro.  Fu  il  primo  che  occupò 

la  sede  di  Ravenna,  la  quale  tenne  per  20  anni.  —  Ss.  Komula  e  com- 
pagne, vergini  romane  (fine  del  sec.  VI).  —  S.  Liborio,  vescovo  di  Man-^  dal  348  al  3'J7.  — 
S.  Primitiva,  vergine,  martire  a  Roma  insieme  ai  Ss.  Apollonio  ed  Eugenio. 

Memorandum.  -  Entra  il  Sole  in  Leone. 


24  Martedì    j       S.  Frane,  da  Solano,  francescano,  evangelizzatore  del  Perù,  a  Lima, 

305-161  jTucuman  ed  a  Rio  della  Piata.  Morì  a  Lima  Tanno  IGIO.  -  Ss.  Cleo- 

nico,  Stratonico   e  compagni,   da   Lentini,   martiri.    —    S.  Giuliano   e 

compagni,  onorati  a  Lodi  (sec.  lil-IV).  —  S.  Cristina,  vergine  e  mart.,  morta  per  la  fede 

nel  300.  E  specialmente  venerata  a  Palermo,  dove  fu  trasoorfcato  il  suo  corpo. 


25  Mercoledì!        S.  Cristoforo,  martire  della  Licia,  regione   dell'Asia  Minore,  verso 
S06-160  il' a.  250:   è  patrono  della  città  di  Gallarate  (Milano).  —  S.  Giacomo 

il  maggiore,  apostolo  e  fratello  di  Giovanni,  figlio  di  Zebedeo  (se- 
colo I).  —  S.  Paolo,  martire  in  Palest  na  nella  persecuzione  di  Massimiano  Galeno.  —  S.  Va- 
lentina, vergine  e  martire.  —  Ss.  Fiorenzo  e  Felice,  martiri  negli  Abruzzi.  —  A  Mezzojuso 
(Corleone),  patronale  del  SS.  Crocifisso. 

Memorandum.  —  Festa  nazionale  della  Baviera. 


26  Giovedì    j       S.  Anna,  sposa  di  S.  Gioachino  e  madre  avventurata  di  Maria  SS. 
207-159  I  A  Napoli  festa  di  precetto.  —  S.  Gei'inano,  vescovo,  di  Auxerre  (4i8). 

'"  —  S.  Giacinto,  mart.  a  Roma,  seppellito  dalla  matrona  Giulia  nel  pro- 

prio cimitei-o.  —  S.  Valente,  vescovo  di  Verona. 

Memorandum.  —  A  Firenze,  anniversario  della  cacciata  del  Duca  d'Atene  (1343i.  AH' an- 
tico tempio  di  Or  San  Michele  sventolano  le  bandiere  delle  corporazioni  d'arti  della  Re- 
pnbblica  fiorentina.  —  Festa  di  Sant'Anna  (dura  tre  giorni)  a  Castelbuono  (Pa'ermo),  dove 
si  conserva  il  cranio  della  Santa  patrona.  —  In  Acireale,  festa  della  patrona  Santa  Venera. 
—  In  molte  parti  d'Italia  si  crede  che  se  piove  il  giorno  di  Sant'Anna,  pioverà  un  mese  e 
una  settimana. 


27    Venerdì    |       S.  Giuliano,  vescovo,  martire.  —  S.  Aurelio,  martire  a  Cordova  nella 

208-158  persecuzione  de'  Mori,  l'a.  852.  — -  Ss.  Pantaleone,  o  Pantaleo,  medico, 

^cd  Erjuolao,  martiri  l'a. 303.  Festa  patronale  della  diocesi  di  Crema. 

Memorandum.   —  :$  P.  Q.  a  ore  7,40'>.  —  Oggi  pagamento  degli  stipendi  agli  impit  gati 
governativi. 


28    Sabato      |        Ss.  Nazaro   e  Celso,  martiri  per  la   fede.  Nazaro  era   figlio   di    un 
209-157  I  pagano   che  occupava   un  posto  elevato  nell'impero.  Fu  arrestato  a 

Milano  col  giovane  Celso  che  lo    accompagÉiava,   e   vennero  condan- 
nati alla  morte  verso  l'a.  68.  Sono  festeggiati  a  Milano. 

Memorandum.  —  Fiera  ad  .Assisi:  dura  4  gioi-ni.  —  Oggi  (15  luglio  nel  c.ileadario  rns^o) 
si  apre  la  famosa  fiera  di  SanMicario  a  Nijni-Novgorod.  Si  chiude  il  7  settembre  (25  ago- 
sto). —  l'osta  nazioniilo  del   Perù  (.Vnniversario  d^-l  giuramonto  dell' Indii)endonz.i,  1  21). 


LUGLIO-AGOSTO  1917      _  i><»  -  _^ (31*  Settimana) 

29  Donieilica!       ^  S.  Marta.  DoIIa  fttmi-jUa  di  Lazzaro  fvedi  22  luglio).  Secondo  le 
210-156  ipi»  iMob.»l>ili  tradiz  o.ii  inori  l'anno  84.  —  S.  Faustino,  feste^jglato  a 

To  li  (sec.  IIl-IV». 
Memorandum.  —  Anniversario  dell.i  morto  del  re  Umberto  I  (lOOl).  Cerimonia  funebre  al 
rantlu'on  di  llunui.  A  Monza,  dopo  l'uHlclo  funebre  celebrato  nella  Cattedrale  per  fon- 
dazione perpetua  di  un  ;^ruppo  di  s'ynore  di  Monza  e  di  Milano,  è  permessa  la  visita 
del  Monumento  espiatorio,  che  sorge  sul  luogo  del  regicidio.  Però  la  commemorazione  ultt- 
ciale  è  stata  trasportata  al  14  marzo.  —  Fiera  di  Sant'Anna  a  Bovalino  (provincia  di  Hej- 
pio  Calabria):  dura  tre  giorni. 

^ 4- 

30    Lunedì  S.  Rufino,  martire  onorato  ad  Assisi.  —  S.  Terenzio,  diacono,  prò* 
211-155           I  lettore  di  Faenza.  —  Ss.  Abdon  e  Sennon,  persiani,  martiri  a  Roma 
'ver.^o  l'anno  2óO. 


31    Martedì  S.  Ignazio  da  Loyola.  fondatore  della  Compagnia  di  ficsù.  Nel  15U, 

212-154  già  sacerdote,  fondò  a  Parigi  il  celebre  suo  ordine,  approvato  soleii- 

nemente  da  Paolo  III  nel  1540.  soppresso  da  Clemente  XIV  nel  1773. 

e  ristabilito  da  Pio  VII  nel  1814.  Mori  11  31  luglio  del  1550,  e  fu  canonizzato  da  Gregorio  XV 
n  1  1622.  —  S.  (liovanni  Colombini,  nobile  senese,  fondatore  dell'ordine  del  (iesuafl  sop- 
pr.'sso  da  Clemente  IX  nel  1668.  —  S.  Germano,  vescovo  di  Auxerre,  che  oonìbattè  In  In- 
ghilterra l'eies  a  del  Pelagiani,  e  morì  a  Uavenna  nel  448. 

Memorandum.  —  Festa  al  Santuario  di  Sant'Ignazio,  presso  Lanzo  Torinese.  —  Fiera  a 
Saisomiig^'iore  iprov.  di  Parma).  —  Finisce  l'anno  scolastico  univer^sitario.  —  Ultimo  tar- 
mine per  iscriversi  nelle  liste  dei  giurati  presso  l'uttìcio  comunale,  sotto  pena  di  una  multa 
di  L.  60.  —  Scade  il  termine  utile  per  le  dichiarazioni  dei  nuovi  redditi,  delie  variazioni  e 
della  cessazione  dei  redditi  già  accertati,  agli  effetti  dell'applicazione  dell'imposta  sulli 
Ilicchezza  Mobile.  Non  facondo  le  dichiarazioni  In  tempo  utile,  si  può  chiedere  la  rettitioa- 
zione  del  redditi  anche  durante  tutto  11  mese  di  agosto,  ma  in  tal  caso  non  si  può  ridurr.) 
la  soprattassa  che  della  metà. 
^ i}^ . , 

1    Mercoledì  S.  Pellegrino,  eremita.  Mori  a  mezzo  il  secolo  IV.  -  San  Pietro  in 

213-153  viiitnlis.  —  Ss,  vergini  Fede,  Speranza  e  Carità. 

Memorandum.  —  Ferragosto  (da  Feé-iae  Attgusli),  per  antichissima  usanza  in  molti  luogìil 
d'Italia  giorno  di  mancie,  che  In  altri  paesi  si  danno  invece  per  la  Madonna  di  Feria- 
gosto,  cioè  per  l'Assunta,  che  ricorre  11  15  del  mese.  —  Da  oggi  agli  8  dol  mese  sono  esposte 
al  pubblico  a  Roma  nella  chiesa  di  S.  Pietro  In  Vincoli  le  catene  di  S.  Pietro.  —  Festa 
titolare  in  I.anzo  di  Piemonte.  —  Da  oggi  .sino  al  5  novembre  possono  essere  presentate  alle 
.segreterie  universitarie  le  domande  d'immatricolazione  e  di  iscrizione  agii  anni  di  corso.  — 
Oggi  di  regola  si  chiudono  le  scuole  elemenfari,  —  Festa  federale  Svizzera,  in  ricordo  del 
patto  d'alleanza  conciuso  il  1°  agosto  121*1  dagli  uomini  di  Schwyz,  Urie  Unterwalden.  — 
Tre  anni  fa,  a  Pietro.^rado,  l'ambasciatore  tedesco  rimetteva  oggi  alle  19,30  la  dichiarazione 
di  guerra  della  Germania  alla  Russia  scatenando  la  orribile  guerra  ohe  da  allora  insanguinò 
l'Europa  per  tanti  mesi. 

2  Giovedì  S.  Alfonso   de'Liguori,   vescovo  di   S.  Agata   de' Goti  (Benevento), 
21-4-153            dottore  della  Chiesa  latina.  Scrisse  una  grande  (luantità  di  opere  asee- 

tlche  e  teologiche,  e  fondò  la  congregazione  dei  Redentoristi  per  le 
missioni  al  popolo  di  campagna.  Morto  a  91  anni  nel  17.s7  a  Nocera  del  Pagani,  fu  e  cam- 
nizzatu  da  Gregorio  XVI  nel  1839.  —  S.  Massimo,  vescovo  di  Padova,  verso  gli  anni  139-Hi(i. 

Memorandum.  —  Pellegrinaggio  all'insigne  Santua  io  della  Porziuncnla,  o  di  Santa  Maria 
degli  Angeli,  per  il  perd»io  di  Agaisi.  —  Fiera  detta  di  San  Donato  in  Controne  (S.ilerno).  — 
A  Milano  oggi  ricorre,  come  dicono,  la  festa  del....  mìmhioni:  ciò  che  dà  pretesto  a  scherzi, 
sboccati  e  a  canzonature.  Avviso  a  chi  tocca! 

.U • 

3  \  eiierdl  S. As^re.no,  vescovo  di  Napoli,  consacrato,  ^ècgndo  un'antichissimi 
215-151             tradizione,  da  S.  Pietro,  dopo  esserne  stato  prodigios.imente  convcr- 

tito,  e  morto  l'anno  89.  —  Ritrovamento  delle  reliquie  di  S.Stefano 
protoni ,  avvetmto  sotto  Teodosio  II.  —  S.  Gregorio,  abate  di   Nonaritola.  morto  nel  933. 

Memorandum.   —  (^  L.  P.  a  ore  e,!!».  —  Oggi  plen  lunlo  secondo  l'uso  ccoleslastioo. 

.  ; 

4    Sabato  S.Domenico  di  Guzman,  spagnuolo,  fondatore  dell'ordine  de' Prudi- 

216-150  eatori.  detti  d  li  nome  di  lui  anche  Domenicani.  Eletto  superiore,  nulla 

'  cangiò  d.>lla  vita  di  austerità,  non  usando  altro  letto  che  un  Irto  sa  v 
e  me  di  bronchi,  sul  qualf  mori  a  Bologna  il  6  agosto  del  1221.  -  S.  A^rabio,  ve-tcovo  di  Ve- 
rona. —  S.  P.-rpotua.  vedova  romana,  dlscepola  di  S.  Paolo. 


AGOSTO  1917  -  100  ^  __-^i___(32»  Settimana) 

5  Domenica  |        f^  Maria  ss.  delia  Neve.  Festa  in  memoria  della  dedicazione  della 
217-149  basilica  di  S.  Maria  Ma^'giore  a  Koma,  fatta  sotto  papa  Liberio  per  un 

prodigio  avvenuto  l'a.  «52.  —  «.Paride,  vescovo  di  Teano  (Terra  di 

Lavoroi,  dal  333  circa  al  346.  -    S.  Virginia,  verg.  e  martire. 

Memorandum.  —  A  Roma  solenni  funzioui  nella  basilica  di  Santa  Mara  Maggiore;  du- 
ra ito  rutfleio,  dall'alto  delia  chiesa  si  gettano  dei  fiori  bianchi.  —  La  festa  della  Madoima 
della  Neve  è  celebrata  con  grande  solennità  e  concorso  di  popolo  sulla  vetta  del  Roccia- 
melone,  al  nord  di  Susi  (m.  3537).  —  Fiera  a  Vasto  (Abruzzo):  dura  sei  giorni.  —  Fiera  a 
Matora:  dura  sei  giorin'. 


6    Lunedi  La  Trasfigurazione  di  6.  C.  sul  monte.  —  I  Ss.  Sisto  II  papa  e  com- 

218-148  pag»i.  mart.  sotto  Valeriane  e  Gallieno,  sul  principio  dell'ottava  per- 

~~  secuzione,  l'anno  258.  —  S.  Ormis la,  papa  dal  514  al  523. 

Memorandum.  —  Festa  nazionale  della  Bolivia  (Anniversario  della  proclamazione  dell'in- 
dipendenza, 1825).  —  Pagamento  delle  pensioni  governative  di  prima  categoria  (non  oltre 
le  500  lire  annue). 


7    Martedì  S.  Gaetano  da  Thiene.  —  Fondò  l'ordine  dei  Teatini,   avente  per 

319-14'J'  scopo  di  dare  ui\  modello  ai  chierici  e  l'esempio  di  una  perfetta  po- 

~~  veitrt,  di  ristabilire  la  maestà  delle  cerimonie,  di  visitare  gl'infermi 

e  di  accompagnare  i  malfattori  al  supplizio.  Morì  nel  1517.  Festa  e  fiera  a  Thiene.  —  S.  Do- 
nato, vescovo  d'Arezzo  dall'anno  349  al  ^82,  martire. 

Memorandum.  —  Oggi  cominciano  in  tutta  Italia,  le  ferie  annuali  del  Fóro   giudiziario. 


8  Mercoledì 

230-146 


Ss.  Ciriaco  e  COmp.,   martiri  sotto   Diocleziano,   verso   la   fine  del 
sec.  III.  —  S.  Fatuiano,  conf.,  morto  l'a.  1150,  patrono  di  Gallese.  — 
S.  Arturo,  martire.  ~  S.  Emiliano,  vesc.  nell'Ellesponto.  —  S.  Marino 
il  vecchio,  martire  in  Cilicia.  —  S.  Severo  di  Vienna,  sacerdote. 

Memorandum.   —  Anniversario  della  cacciata  degli  Austriaci  da  Bologna  (1848).  La  città  è 
imbandierata.  —  Cbmmemoraz.  della  morte  di  Benedetto  Cuiroli  (1881))  a  Groppello  Gairoli. 


9    Giovedì  Ss.  Fermo  e  Rustico,  martiri,  cittadini  di  Bergamo  subirono  glorioso 
231-145            martirio  sotto  il  prefetto  Anolino  a  Verona  (sec.  III).  —  S.  Romano, 
uno  dei  solda'i  che  assistetteio  al  martirio  di  S.  Lorenzo  e  che,  con- 
vertitosi a  quello  spettacolo,  fu  immediatamente  de  apifcato.  —  1  ss.  Secon  liano,  Marcelliano 
e  Veriano,  martiri  in  Toscana  \jel!a  persecuzione  di  Det-io. 

Memorandum.  —  C  U.  Q.  a  ore  20,5Cn>.  —  Da  oggi  all' il  grande  pioggia  di  stelle  cadenti, 
detta  comuneinente  delle  lacrime  di  San  Lorenzo,  e  dagli  astronomi  sciame  delie  Perseidi. 


10  Venerdì 

322-144 


S.  Lorenzo,  diacono,  martire,  verso  il  258  a  Roma,  e  sepolto  nella 
sua  basilica  al   Campo  Veruno.  —  B,  Amadeo,   monaco,   fondatore  a 
Milano  della  congregazione  degli  Amadeisti,  mori  l'a.  1582. 

Memorandum.  —  In  Udine  fiera  importaniissima  di  San  Lorenzo.  Dura  3  giorni,  ma  i  fe- 
steggiamenti si  protraggono  per  tutto  il  mi  se.  Rinomata  per  i  cavalli  che  vi  son  portati 
dalla  Croazia.  —  Da  oggi  al  15  in  Seminara  (prov.  di  Reggio  Calabria)  feste  al  Santuario 
di  M.  SS.  Madre  dei  Poveri,  che  richiamano  grandissimo  concorso  di  popolo,  con  fiera.  — 
—  Scade  la  quarta  rata  bimestrale  delle  imposte  dirette  erariali  e  sovrimposte  co-nunali  e 
provinciali.  Non  pagando  enti-o  gli  8  giorni  succe^sivi  alla  scadenza,  il  contribuente  incoiare 
nella  mu'ta  del  4%.  —  Oggi  sulle  spiagge  marittime  della  l{oma.,'na  costuma  fare  l'ultimo 
bagno  di  mare.  —  Oggi  in  Lecce  e  in  altri  luoghi  delle  Puglie  terminano  le  annate  locative 
e  si  fanno  i  traslochi.  —  Oggi  in  molte  località  del  Piemonte  si  pagano  i  fitti  dei  terreni.  — 
In  Toscana  oggi  si  dice:  "  Sant'Antonio  gran  freddura,  San  Lorenzo  gran  caldura,  l'una  e 
l'altra  poco  dura:,  ma  ò  proverbio  comune  a  tutti  i  dialetti  d'Ita'ia.  —  Festa  nazionale 
della  repubblica  dell'Equatore  (proclamazione  dell'indipendenza). 

— — ;r 

S.  Tiburzlo,  martire,  appartenente  a  famiglia  patrizia  di  Roma.  Fa 
decapitato  verso  la  fine  del  secolo  III.  —  S.  Rufino,  vesc.  di  .Assisi, 
mart.  verso  l'a.  2G6. 

Memorandum.   -  Fiera  a  Piacenza,  da  oggi  al  15  agosto. 


11  Sabato 

223-143 


AGOSTO  1917 -  101 (33«>  Settimana) 

12  Domenica  |      lii  S.  Chiara,  vergane,  ixicqae  yei-so  il  1273  ai  Assisi,  Istlta)  il  primo 
a2-4-l-48  monastero  delle  Clarisse,  e  mori  l'a.  1253,  —  8.  Cassiano,  vescovo  di 

— — —  Benevento  verso  gli  anni  310-344. 

Memorandum.  —  A  Slena  fiora  detta  dell'Assunta.  Dura  due  giorni. 

4- 

13    Lunedì     !       S.  Ippolito,  mart.  sotto  Valeriano,  circa  la.  258.  Sagra  a  Casletto 
225-141  nPiano  d'Erba),  dove  si  conserva  la  salma. 


Memorandum.  —  A  Perugia  fiera  di  Monteluce.  Dura  otto  giorni.  —  Apertura  della  ses- 
sione ordinaria  dei  Consigli  provinciali.  —  Pagamento  delle  pensioni  governative  di  terza 
categoria  (superiori  a  L.  2000  annue^ 

^1^ 

14*  Martedì    I       S.  Eusebio,  pr.,  mart.,  carcerato  dall'imperatore  Costanzo,  consunto 
226-140  \^^'^  malanni,  dopo  setto  mesi  morì,  l'anno  347.  —  S.  Alfredo  martire. 


Memorandum.  —  Fiera  ad  Altamura  (Bari):  dura  8  giorni.  —  Grande  festa  d.'Ua  (irata 
del  velo  in  onore  della  Madonna  dei  sette  veli  di  Trapani.  Le  feste  durano  dal  13  al  16:  la 
sera  del  13  ha  luogo  una  famosa  illuminazione.  —  Festa  dei  Personn(f<ji  a  Monte  S.  Giuliano 
(Trapani),  In  occasione  del  trasporto  della  Madonna  delle  Messi  da  Custonaci  alla  cattedrale 
Sanginlianese.  —  Pellegrinaggio  notturno  in  Bisacquino  (colonia  albanese  di  Sicilia)  al  San- 
tuario della  Madonna  del  Balzo  sul  monte  Triana. 


lo  Mercoledì        >^  Assunzione  di  Maria  Vergine.  E  pia  ed  universale  tradizione  fra 
227-139  l  cristiani,  fin  dai  tempi  più  remoti,  che  dopo  il  suo  transito,  Maria 

— ^SS.  fosse  trasportata  dagli  Angeli  in  cielo. 

Memorandum.  —  Festa  civile  legale.  In  molti  luoghi  considerano  oggi  come  il  Ferragosto 
(vedi  1»  agosto).  —  Natale  di  Civitavecchia  (ossia  anniversario  della  viedilicazione  della  città, 
ohe  era  stata  distrutta  dai  Saraceni  neir889).  —  Festa  alla  Madonna  di  Forno  (Valli  di 
Lanzo,  a  m.  1340  di  altezza».  —  Pellegrinaggio  alla  Madonna  di  Car.ivaggio.  —  Festa  di  San- 
t'Agape a  Chiari.  —  Grande  fiera  di  bestiame  a  Cantù  in  Biianza:  dura  4  giorni.  —  Festa  a 
Piacenza,  col  tradizionale  Macchinone  pirotecnico.  —  Gran  fiera  a  Cesena,  che  dura  sino  alla 
fine  del  mese.  —  Comincia  la  fiera  di  Fermo  che  ha  termine  il  6  settembre  successivo.  —  Fiera 
a  Cosenza.  —  Festa  patr.  della  Vergine  Achirotipa,  protettrice  di  Rossano  Calab.ro.  —  Fiera 
a  Strongoli  (prov.  di  Catanzaro).  —  A  Messina  grandi  feste  col  giro  del  tradizionale  Cumeìlo 
e  della  linrn.  —  Festa  a  Randazzo  (prov.  di  Catania):  giro  della  tradizion.ale  Bara.  —  A  Sassari 
tradizionale  processione  dei  Candelieri, 
-r^ 

16    Giovedì    {       S.  Rocco,  pellegrino,  nacque  a  Montpellier;  a  20  anni  divise  il  suo 
228-138  patrimonio  fra  lo  zio   ed  l  poveri,  e  pellegrinò  a  Roma.  Servi  gli 

appestati  ad  Acquapendente,  Rimini  e  Cesena;  indi  tornò  in  patria. 

Creduto  una  spia  fu  tradotto  davanti  al  governatore,  che  era  il  proprio  zio,  al  quale  però 
non  si  palesò.  Fu  imprigionato  e  mori  verso  il  1327. 

Memorandum.  —  Paio,  ossia  Carriera  delle  contrade,  a  Siena.  —  Oggi  e  domani   fiera  di 
S.  Vito  a  Luzzi  (Cosenza),  nel  fondo  Vivacqaa. 


17    Venerdì    '       S.  Mammete,  martire.  Si  segnalò   per  fervore  nella  fede,  e  snbi  il 
229-137  martirio  sotto  Aureliano,  verso  l'a.  274.  —  8.  Chiara  da  Montefalco 

(Perugia),  n.  1266,  m.  1308.  —    I  S.s.  Liberato  abbate,  Bonifacio  dia- 


cono. Servo  e  Rustico  suddiaconi,  Rogato  e  Settimo  monaci,  e  Massimo  fanciullo,  martiri  a 
Cartagine  nel!»  persecuzione  di  Uniierico  re  del  Vanda  i. 

Memorandum.  —  (^  L.  N.  a  ore  19,21. 

:Ht 

18  Sabato  j  S.  Eiena,  imperatrice,  madre  deirimpr-ratore  Cosfantlnoil  Grande, 
230-136  elibela  ventura  di  ritrovare  la  Croce  di  Cristo,  stata  sepolta  sul  Cal- 

vario  mentre  per  suo  ordine  si  facevano  gli  scivi  per  l'erezione  di  un 

Nempio  al  Redentore.  —  S.  Chiara  da  Montefalco,  agostiniana  e  abbadessa  del  suo  ordine, 
^nata  ne)  127.5,  morta  nel  1308  e  ozonizzata  da  licone  XIII  nel  1881. 

Memorandum.  —  Onumast  a  di  S.  M.  la  Regia .  Eleni. 


AGOSTO  1917  _  102  -  (34^  Settimana) 

19  Domenica  i        tì<  S.  Donato,  prete,  fiMiicese,  morì  verso  la.  535  ed  è  venerato  ad 
231-135  I  Avignone,  dove  si  conservano  le  sue  reliquie.  —  S.  Luigi,  vescovo. 

^ Figlio  di  Carlo  II  re  di  I\apoli,  e  nipote  di  S.  Luigi  re  di  Francia,  ri- 
nunciò ai  diritti  della  corona,  ricevette  gli  ordini  sacri  e  fu  nominato  vescovo  di  Tolosa. 
La  morte  lo  rapi,  a  soli  23  anni,  nel  1297. 

Memorandum.  —  Oggi  novilunio  secondo  l'uso  ecclesiastico.  —  Festa  campestre  alla  Mac- 
cliia  dell'Antonini  euH  Appennino  pistoiese,  con  gran  concorso  di  popolo  dalla  Valdinievole, 
da  Pistoia,  ec.  —  Fiera  a  Benevento:  dura  sino  al  27  agosto.  —  Importante  fiera  con  festa 
in  onoro  di  M.  SS.  delle  Grazie  a  Ga'lico  (prov.  di  Reggio  Calabria).  Dura  quattro  giorni. 

:\i ■ ^ 

20  Lunedi    1       S.  Bernardo,  ab.,  dottore  della  Chiesa,  fondai  tore  de' Cistercensi,  e 
232-134  !  scrittore  di  molte  dotte  opere.   Sprezzati  gli  agi,  entrò  nel  chiostro 

di  Cistercio  e  fondò  l'ordine  che  prese  il  nome  del  luogo.  Indebolito 

più  dalla  fatica  che  dagli  anni,  mori  nel  1153.  —  S.  Lucio,  senatore,  martire  a  Cipro. 

Memorandum.  —  Data  media  della  cosiddetta  burrasca  fìeHe  <ìt<e. Madonne,  che  nna.  lunga 
espeiienza  ha  provato  accadere  fra  il  15  agosto  (Assunzione)  e  1*8  settembre  (Nativ.  della 
Vergine).  11  P.  Secchi  la  constatò  60  volte  in  72  anni.  Il  Ragpna,  dalla  ricorrenza  odierna,  la 
chiamò  invece  burrasca  di  San  Bernardo,  —  Festa  di  S.  Stefano  re,  nazionale  per  l'Unghe- 
ria. —  Anniversario  della  morte  di  S.  S.  Pio  X  (1914). 
)»^      ' 

21  Martedì   {       S.  Giovanna   Francesca   Frémiot   di   Chantal.   Nata  ad  Annecy  in 
233-133  i  Savoia  nel  1578  da  nobile  famiglia  e,  rimasta,  vedova  a  ventott'anni, 

dispose  della   buona   educazione  dei  suoi  quattro  figli,  e  si  ritirò  in 

un  chiostro  da  lei  fondato  per  la  congregazione  delle  monache  della  Visitazione  di  Maria. 
Mori  d'anni  G3,  l'a.  1641.  —  S.  Paterno,  martire,  festeggiato  a  Fondi. 

Memorandum.  —  Fiera  del  Carmine  a  Nusco,  in  provincia  di  Avellino.  Dura  tre  giorni. 
—  Fiera  a  Francavilla  di  Sicilia:  dura  sino  al  sabato.  —  Pagamento  delle  pensioni  gover- 
native di  seconda  categoria  (superiori  a  L.  500,  ma  non  a  L.  2000  annue). 


22  Mercoledì;       S.  Timoteo,  martire  a  Roma,  l'anno  312  circa.  —  S.  Antonino,  car- 
234-132  ineflce  de' cristiani,  poi  martire  egli  stesso,  a  Roma  (?i,  l'anno  183.  — 

^ S.Andrea,  diacono,  onorato  a  Fiesole  (secolo  IX).  —  B.  Bernardo  da 

Siena,  fondatore  degli  Olivetani,  morto  l'a.  134S. 

Memorandum.  —  Fiera  a  Battaglia:  dura  tre  giorni.  —  Comincia  la  fiera  di  Bergamo. 
Dovrebbe  chiudersi  agli  8  di  settembi-e,  ma  d'ordinario  si  prolunga  fino  alla  metà  del 
mcj-e.  —  Fiera  a  Viccliio  di  Mugello,  importante  per  il  bestiame.  Dura  quattro  giorni.  — 
Festa  di  Sant'Agrippina  a  Mineo  con  la  corsa  dei  nudi. 

,U ' ■ 

23    Giovedi    1       S,  Filippo   Benlzzl,   apparteneva  all'ordine  dei  Serviti,  e  ne  fu  in 
235-131  I  seguito  anche  generale  (1233-1285).  —  S.  Ciriaco,  o  Quirico,  vescovo  di 

-Ostia  e  Velletri,  verso  gli  anni  229  e  259,  mart.  coi  compagni  Massimo, 

prete,  Archelao,  diacono,  ed  altri. 

Memorandum.  —  Entra  il  Sole  in  Vergine.  —  Festa  di  San  Pellegrino  martire  in  Altavilla 
Irpina  (Avellino).  Dura  tre  giorni. 

24^    Venerdì    |        S.  Bartolomeo,  aposl.,  fu  evangelizzatore   nelle   Indie,   nell'Araliia 
236-130  i  Felice,  nella  Persia,  nelTAbissinia  e  nell'Armenia,  dove  converti  alla 
fg^jg  quel  re  e  dodici  città,  che  pi-ovvide  di  zelanti  pastori.  Subì  il  mar- 
tirio ad  Albanopoli  verso  l'a.  47.  —  S.  Tolomeo,  vesc.  di  Nepi  (sec.  I?). 

Memorandum.  —  A  Carpi  e  a  Pavullo  nel  Frignano  fiera  detta  di  San  Bartolomeo.  —  Fiera 
a  Caserta:  dura  una  settimana.  —  Fiera  a  Bisceglie.  Dura  tre  giorni. 

;.;-' — . : 

25    Sabato  S.  Luigi  IX,  re  di  Francia,  protettore   dei  Terziari  francescani;  fu 

237-139  il  principale  promotore  della  settima  crociata,  e  mori  di  peste  a  Tu- 

nisi,  nell'età  di  44  aani,  nel  1270.  —  S.  Genesio,  mimo  a  scherno  de'cri- 

stiani,  poi  martire  egli  stesso,  a  Roma,  l'anno  2r>6  o  303. 

Memorandum.  —  J)  P.  Q.  a  ore  20,Sra.  —  Festa  nazi'-'nale  dell'Uruguay  (anniversario  del- 
l'in  dipendenza). 


DAI^I^A  VENEZIA  GIUI^IA 

PODICI  i^iPKESSioNi  1)1  I^LlBliRTO  SCARPELLI 


AGOSTO-SETT.  1917         -  104  - (35^  Settimana) 

26  Doilienical       ^  S.  Alessandro,^  mari.,  nlfiere  della  legione  Tebea,  subì  il  martirio 
838-138  verso  l'anno  288.   K   patrono  della  città  di  Bergamo.  —  Ss.  Oronzio 
e  compagni,  martiri,  patroni  di  Lecce.  —  8s.  Simplicio  e  compagni,  fe- 
steggiati a  Celano  (Abruzzi).  —  S.  Elia,  benedettino,  vesc.  di  Siracusa,  morto  l'a.  660. 

Memorandum.  —  Fiera  di  Sant' Oronzio  a  Lecce,  che  si  rinnova  per  tutti  i  lunedì  e  ve- 
nerdì di  settembre.  —  Fiera  di  Santa  Rosa  a  Palermiti  (prov.  di  Catanzaro):  dura  3  giorni. 


27    I.<UIiedl  S.  Giuseppe  da  Calasanzio,  istituì  la  congregazione  de' chierici  re- 

239-137  jgolari  delle  Scuole  Pie  (Scolopi).  Era  nato  a  Petriilca,  in  Aragona,  nel- 

^l'a.  1556,  ed  abbracciò  lo  stato  ecclesiastico.  Andò  a  Roma  e  si  diede 


all'istruzione  dei  fanciulli,  dove  morì  all'età  di  92  anni,  nel  1648.  —  S.  Narno,  primo  vescovo 
di  Bergamo,  sul  principio  del  sec.  IV. 

Memorandum.  —  Fiera  a  Potenza:  dura  tre  giorni.  —  Oggi  pagamento  degli  stipendi  a^^di 
impiegati  governativi. 


28   Martedì         S.  /sgost  no,  vescovo,  dottore  della  Chiesa.  Nato  a  Tagaste,  in  Nu- 
240-126  midia  di  Africa.  Fu  battezzato  da  Ambrogio,  e  divenuto  vescovo  di 

'ippona  si  mostrò  esempio  di  carità  e  di  abnegazione  pel  suo  gregge. 

Morì  il   28  agosto   del  430,   e  le  sue  ceneri  riposano  in  una  magnifica  arca  marmorea  a 
S.  Pietro  in  Ciel  d'Oro  di  Pavia.  —  Ss.  Fortunato,  e  compagni  patroni  di  Salerno 

Memorandum.  —  Fiera  a  Pavia  fino  a  tatto  il  5  settembre. 


29  Mercoledì        Decollazions  di  San  Giov.  Battista.  Essa  avvenne   per  comando  di 
341-125  Erode,  nell'anno   26  dell'era  volgare.  —  S.  Sabina,  martire  a  Roma 
(sec.  II).  —  S.  Adolfo,  vescovo  di  Metz,  verso  la  fine  del  sec.  IV. 

Memorandum.  —  Fiera  di  cavalli  a  S.  Bonif.icio  (prov.  di  Verona).  —  Fiera  a  Lucerà:  dura 
tre  giorni. 


30    Giovedì  S.  Rosa  da  Lima,  vergine.  Fin  da  giovinetta  castigò  la  sua  carne 

243-134  con  rigorosi  digiuni  ed  aspre  penitenze.  Entrò  quindi  nella  religione 

'di  S.  Domenico  e  tanto  ne  fu  osservante,  che  tornò  necessario  frenarla 

nell'eccessivo  esercizio  di  questo  rigore.  Morì  nel   1617  a  soli   31   anni.  —  S.  Barsanofrio 
abate,  patrono  di  Oria. 

Memorandum.  —  Fiera  di  Sant'Egidio  presso  Montefusco  (provincia  di  Avellino):  dura 
tre  giorni.  —  Grande  fiera  e  festa  della  Madonna  del  Pozzo  a  Capurso  'prov.  di  Bari):  dura 
sino  al  lunedì.  —  Grande  pellegrinaggio,  che  dura  cinque  giorni,  al  ftlontilto  di  Aspromonte, 
diocesi  e  circondario  di  Gerace  (prov.  di  Reggio  Calabria',  al  santuario  di  M.  S-<.  dei  Polsi, 
detto  volgarmente  "Madonna  della  Montagna  ^  in  ricorrenza  dell'annuale  festa,  che  c:ide 


il  3  settembre. 


"h 


31    Venerdì    l       S.  Raimondo  Nonnato.  Si  adoperò  pel  riscatto  degli  schiavi,  nel- 

343-133  I  r  ordine  della  Mercede.   Morì   nel    1240.  —  S.  Aristide,   filosofo  ate- 

niese,  autore  di  una  dotta  apolo;,'ia  in  difesa  della  religione  cristiana. 

Memoandum.  —  Fiera  a  Muro  Lucano  (prov.  di  Potenza^  Dura  due  giorni.  —  Nascita 
della  Principessa  Maria  Isabella,  Duchessa  di  Genova  (1863). 

— ^^ 

1    Sabato       I       S.  Egidio,  abate,  nativo  di  Atene.  Fiorì  sul  declinare  del  secolo  VII. 
244_123  —  S.  Costa-izo,  vescovo  d'Aquino. 


Memorandjm.  —  Principio  della  stagione  di  autunno,  secondo  l'uso  meteorologico.  — 
®  L.  P.  a  ore  13,28™.  —  Oggi  plenilunio  secondo  l'uso  rcclesiastico.  —  Onomastico  di  S.  INI. 
il  Re  Vittor.o  Emanuele  III.  —  A  Messina  si  festeggia  l'anniversario  della  prima  rivolu- 
zione siciliana  contro  i  Borboni  (1347).  —  Fiera  a  L.uiciano  (provincia  di  Chieti),  fino  al  15 
del  mese.  —  Fiera  di  S.  Antonino  a  Sant'Angelo  dei  Lombardi.  —  Da  oggi  è  permessa  la 
ra^'colta  delle  ostriche.  —  A  Firenze  oggi  si  devono  aver  già  riconfermati  o  disdetti  gli 
affitti  e  pagate  le  pigio.ii  del  semestre  da  novembre  a  maggio.  —  Festa  di  M.  SS.  della  Ca- 
tena, pregevole  opera  d'arte  del  151ó,  nel  restaurato  e  medieva'e  ca  tello  di  Musiomeli, 
goj)  due  giorni  di  fiera, 


SETTEMBRE  1917  _  io6  —  (36»  Settimana) 

2  Domenica  |       «-I-i  S.  Stefano,  re  d'Ungheria,  apostolo  e  padre  del  sao  popolo.  La 

245-131  sua  memoria   è  tuttor.i   in   grande  venerazione    nel  reame  cb'eyli 

^^  governò  dui  992  al  1038. 

Memorandum.  —  Seconda  festa  di  S.  Gregorio  Magno,  a  Manduria. 

; tU — 

3    Lunedi      1       S.  Seraflna,  verg.  e  mart,  verso  Ta.  125.  —  8.  Ansano  Crivelli  vcso. 
246-130  <H  Milano,  dal  55B  al  507.  —  B.  Alberto  Besozzi,  morto  l'anno  1359, 
— —  onorato  a  Beso/zo  (provinola  di  Como*. 

Memorandum.  —  Terzo  annivers.  della  elezione  a  Sommo  Pontettoe  di  S.S.  Benedetto  XV 
i<iiacomo  Della  Chiesa).  —  Pellegrinaggio  notturno  al  santuario  del  Monte  Pellegrino  presso 
l'alenno,  in  onore  di  Santa  Hosalia.  Si  è  introdotto  di  recente  il  costume  di  fare  in  questa 
occasione  il  concorso  delle  canzoni  dialettali  siciliane.  —  Fier.i  a  Cerignola  (Terra  di  Bari) 
tino  al  7  settembre.  —  Festa  di  San  Marino,  patrono  della  repubblica  omonima.  —  Festa 
della  Madonna  della  Montagna  sull'Aspromonte  (vedi  al  30  agosto).  —  Labor  day,  Festa  del 
lavoro,  solennità  nazionale  agli  Stati  Uniti  d"  America. 
— — — • :\'  — — — — ^— — — — ^— — ^— ^— - 


4f    Martedì  S.  Rosalia,  verg.,  nobile  palermitana,  morta  nei  liee  in  una  grotta 
247*-119          '  sul  Monte  Pellegrino,  ove  è  venerato  11  suo  corpo,  scoperto  nel  1625. 
'  —  S.  Uosa  da  Viterbo,  vergine,  morta  l'anno  1254. 


Memorandum.  —  Fiera  a  Crevalcore  (Bologna'.  Du:a  4  giorni.  -  Pellegrinaggio  a  Viterbo, 
alla  tomba  di  Santa  Rosa. 


•Ht- 


5  Mercoledì 

248-118 


S.  Lorenzo  Giustiniani,  primo  patriarca  di  Venezia,  dove  era  nato 
nel  1381;  nel  1424  fu  eletto  generale  dei  canonici  regolari  di  S.  Giorgio, 
quindi  elevato  da  papa  Eugenio  IV  alla  sede  patriarcale.  Morì  nel  1455. 
Memcrandum.  —  Comincia  la  fiera  di  Lugo,  che  ha  termine  il  30  settembre. 

^^ ;i . 

6  Giovedì  1  S.  TeoctlslO,  m.,  vittima  della  persecuzione  di  Decio,  presso  Ales- 
349_117  I  sandria  d'Egitto,  l'a.  24'.t.  —  S.  Settimio,  vese.  di  Jesi  (sec.  IV),  martire. 

- — ■ —  S.  Z:i(earia,  padre  di  S.  Giovanni  Battista.  —  S.  Frontiniano,  mar- 
tire, patrono  di  Albf  (Piemonte).  —  S.  Consolata,  vergine  e  m.,  venerata  a  Reggio  Emilia. 
Memorandum.     ■  Pagamento  delle  pensioni  governative  di  prima  categoria  (non  oltre  le 
500  lire  annue). 
|- 

7  Venerdì  !  S.  Regina,  vergine,  martire.  Del  sec.  III.  -  S.  Claudio,  abate,  morto 
250-116  l'anno  560  circa.  —  S.  Anastasio,  mart.,  venerato  ad  Aquileja  (sec.  III- 

— 'iV).  —  S.  (ìiovanni,  benedettino,  vescovo  di  Gubbio  Jdal  1105  al  1106. 

—  Ad  Aosta,  festf  patronale  di  S.  Grato. 

Memorandum.  —  Anniversario  della  cacciata  dei  Francesi  da  Torino  (1706).  Solenne  com- 
memorazione nella  chiesa  di  N.  S.  della  Salute  con  intervento  delle  autorità.  Il  giorno  ap- 
presso la  commemorazione  si  ripete  alla  Basilica  di  Superga.  —  Stasera  a  Firenze  tradizio- 
nale costumanza  delle  riflcolone.  —  Stanotte  a  Napoli  festa  tradizionale  della  Madonna  di 
Piedigrotta,  ove  si  cantano  le  nuove  canzoni  popolari  dell'anno.  —  Fiera  a  Copertino  (Terra 
d'Otranto)  fino  alla  domenica  prossima. —  Pellegrinaggio  al  santuario  della  Madonna  della 
Consolazione  presso  Reggio  Calabria  con  veglia  e  oratteristlche  danze  notturne.  Comin- 
ciano le  feste  in  onore  della  Santa  P.itrona,  che  durano  4  giorni.  —  Oggi  (25  agosto  nel  oa- 
l'jndarlo  russo)  si  chiude  la  fiera  di  Nijn.-Novgorod.  —  Festa  dell'indipenilénza  del  Brasile. 
" ,1. , 

S  Sabato  1  Natività  di  Maria  Vergine.  La  più  antica  e  sicura  memoria  della  in- 
251-115  j  troduzione  di  questa  festa  si  h.i  nel  sec.  VII.  —  Festa  di  Maria  S.S. 

Bambina,  in  uno  speciale  santuario  a  Milano,  nella  casa  madre  delle 

Suore  della  Carità.  —  Festa  patronale  della  Madonna  ad  Alzato  (Como)  con  fiera.  —  S.  Adriano, 
martire  (ved.  4  marzo). 

Memorandum.  —  C  U.  Q.  a  ore  8,5»*  —  Fesla  abolita  quanto  al  precetto  ecclesiastico, 
dopo  i  motu-propri  di  Pio  X  del  2  e  24  luglio  1911.  Non  è  neppure  più  festa  civile.  —  A 
Niniis  (Udine),  fiera  nell'ampia  prateria  della  Madonna  delle  Mattonelle,  cui  concorrono  tutti 
;^ll  abitanti  delle  Prealpi  Giulie.  —  Pellegrinaggio  al  Santuario  di  Montenero  presso  Livorno. 
-  Fiera  a  Prat<^)  di  Toscana:  dura  quattro  giorni.  —  Secondo  pellegrinaggio  al  Montevtrgliie 
in  provincia  di  Avellino.  —  Fe.sta  in  Taurasi  (prov.  di  Avellino),  con  processiono  del  corpo 
del  santo  martire  Benigno.  —  Fiera  a  Molfctta:  dura  9  giorni.  —  Fiera  della  Madonna  dello 
Grazie  a  Rossano  (prov.  di  Cosenza):  dura  2  giorni.  —  Festa  della  Natività  a  Monreale.  — 
Gran  fiera  di  bestiame  a  Paterno.  ~  Fiera  e  festa  di  Pledlgn.tta  In  Castronuovo  di  Sicilia. 


SETTEMBRE  1917  _  lob  —  (37«  Settimana) 

9   Domenica  i        i^  Ss.  Nome  di  Maria.  Festa  istituita  da  pp.  Innocenzo  XI,  a  com- 
253-114  ,  memorjiro  la  vittoria  ottenuta  contro  i  turchi  sotto  Vienna  nel  1(>38. 

_  y  Claudia,  vergine,  martirizzata  in  Ancira  di  Galizia  con  S.  Teodoto 

nel  303.  —  S.  Tnzio,  eremita,  festeggiato  ad  Aquila  degli  Abruzzi.  —  Ss.  Gorgonio  e  Doro- 
teo,  soldati,  martiri  ncira.  c)04. 

Memorandum.  —  Festa  alla  Madonna  del  Pilone  (sobborgo  di  Torino!  in  ricordo  del  mi- 
ra^-olo  ivi  avve:iuto  nel  1641.  —  Festa  de'l' Unione  Federativa  delle  Misericordie  che  ha  luogo 
ogni  anno  nella  città  indicata  dal  Capitolo  generale  della  Unione  stessa,  fondata  in  Pistoia. 
—  A  Loreto  Aprutino  (Teramo)  fiera  noi  campo  di  S.  M.  in  Piano.  —  Festa  della  Madonna 
dell'Indirizzo  in  Acireale,  con  fiera.  -  Festa  della  Madonna  delle  Grazie  in  Castcltermini, 
con  fiera.  —  In  Tosc.iiìa  oggi  dicono:  "  Se  piove  per  San  Gorgonio,  tutto  l'ottobre  e  un 
demonio  „. 


10  Lunedi  S.  Nicola  da  Tolentino.  Entrato  nell'ordine  agostiniano  a  15  anni 
253-113  i  "6l  1260,  giunse  ad  alto  grado  di  santità,  tanto  che  morto  nel  1305  fu 
beatificato  vent'anni  dopo  da  Giovanni  XXII,  e  canonizzato  da  Euge- 
nio IV  nel  1446.  —  S.  Pietro  Claver,  gesuita  spagnuolo,  consacratosi  alla  redenzione  degli 
schiavi  africani  condotti  in  America,  per  il  che  fu  chiamato  l'Apostolo  dei  Negri.  Operò 
innumerevoli  conversioni,  e  consunto  dalle  fatiche  morì  a  Cartagena  nel  1651, 

.L' ___^ 

1  1    Martedì    ^       S.  Diomede,  m.  in  Siria.  -  S.  Valentino,  mart.,  sepolto  nella  basilica 
254-113  '  di  S.  Vittore  a  Milano.  —  S.  Sperandca,   vergine  benedettina,  festeg- 

giata  a  Cingoli.  —  S.  Emiliano,  vesc.  di  Vercelli,  dal  501  al  520  circa.  — 

S.   Pafnuzio,   discepolo   di  S.  Antonio,  soflerse  per  la  fede,  e  mori  verso  il  335. 

Memorandum.  --  Festa  di  Maria  SS.  della  Consolazione,  patrona  di  Keggio  Calabria.  Pro- 
cessione notturna  con  la  Santa  effigie.  —  All'albo  municipale  di  ogni  comune  si  pubblica 
la  tabella  dei  contribuenti  per  l'imposta  di  ricchezza  mobile.  —  Comincia  il  nuovo  anno 
in  Abissinia.  Festa  solenne  del  San  Giovanni. 

.!;; 

12  Mercoledì!  S.  Guido,  sagrestano  presso  il  santuario  di  S.  Maria  di  Laken  (Bru- 
355-111  :  xelles).  Intraprese  il  pellegi-inaggio  in  Terrasanta.  Ritornato  dopo  sette 
anni,  il  sottodecano  del  capitolo  di  Anderlecht,  suo  paese  nativo,  lo  al- 
loggiò in  propria  casa,  né  volle  lasciarlo  tornare  a  Laken.  Moriva  nel  1012.  —  S.  Silvino,  ve- 
scovo di  Verona,  dal  440  al  444  circa. 

Memorandum.  —  Fiera  a  Viterbo,  che  dura  15  giorni.  —  Oggi  per  i  Russi  è  la  festa  di 
Sant'Alessandro  Newski. 

H: ^ 

13   Giovedì  S.    Eulogio,    patriarca    d'Alessandria    d'Egitto.    Mori    nel    608.    — 

356-110  S-  Mauro,  vescovo  di   Piacenza,  dal  422  al  449.  —  S.  Amato  abate  e 

—    —     S.  Amato,  vescovo  di  Sion  (627).  —  S.  Filippo  di  Alessandria,  padre 

della  vergine  S.  Eugenia. 

Memorandum.  —  Fiera  della  Santa  Croce  a  Lucca,  che  dura  sino  al  21)  settembre.  —  Fiera 
a  Castrogiovaiini  per  la  festa  del  SS.  Crocifisso.  —  Pagamento  delle  pensioni  governative 
di  trcrza  categoria  (superiori  a  L.  2000  anuue). 


14   Venerdì    j       Esaltazione  della  Croce  di   6.  C.  riportata  solennemente    a  Geru- 
257_109  salemme  da  Eraclio  in  questo  stesso  giorno.  A  Lucca  festa  patronale. 

1  _  g_  Crescenzio,  martire,  protettore  di  Siena  (sec.  IlI-IVi. 

Memorandum.  —  A  Perugia  si  festeggia  l'anniversario  dell'ingresso  delle  truppe  it^i- 
liane  (1860).  —  Fiera  di  San  Cipriano  a  Pontedecimo  (Genova).  —  Festa  della  Madonna  del 
Ponte,  patrona  di  Lanciano.  Dura  tre  giorni.  —  In  Toscana  si  suol  dire:  "  Per  Santa  Croce, 
pane  e  noce,  „  perchè  di  questo  tempo  le  noci  sono  mature. 


15   Sabato     !       S.  Caterina  da  Genova.  Della  noWle  famiglia  de*  Fieschl  (UiS-iólO). 
358-108  :  —  S.  Nicomedij,  martire  (secolo  I?j. 

Memorandum.  —  Anniversario  della  nascita  del  Principe  di  Piemonte,  ereditario  d'Ita- 
lia (1904).  —  Scale  il  termine  utile  per  la  presentazione  ai  capi  d'istituto  delle  domando 
di  ammissione  alla  sessione  autunnale  degli  esami  di  ammissione,  d'integraz.  e  di  licenza 
per  i  ginnasi  e  i  licei.  —  Festa  nazionale  nelle  repubbliche  di  Costa  Rica,  Guatemala,  Hon- 
duras, Nicaragua  (giorno  dell'indipendenza). 


SETTEMBRE  1917 io7  -•  (38«  Settimana) 

16  Domenica        «ì*  S.  Cipriano,  dottore  dejla  Chiesa,  martire.  Vescovo  di  C«rtiicin4, 
259-107  martirizzato  l'amio  258.  —  Ss.  Marciano  e  Giovanni,  festeggiati  a  Ci- 

viti  Castellana.  —  Si».  Lucia  e  Ueminiano,  martiri  a  Uoinn,  venerati 

a  Lucca  (secolo  III-IV'. 

Memorandum.  —  #  L.  N.  a  ore  11,27'".  —  Festa  del  Carro,  in  onore  di  M.  SS.  Addolo- 
rata, che  si  venera  nella  chiesa  di  H.  Sebastiano  in  Mirabelle  Eolano  (Avellino).  —  In  Sviz- 
zera digiuno  federale,  ossia  giorno  di  riposo  e  di  preghiera.  —  Festa  nazionale  del  Mes- 
SCO  (anniversario  dell»  pr  >claniazione  dell' indipendenza,  1810). 


..- 


17    Lunedi  Le  stimmate  di  S.  Francesco  d'Assiti.  Recida  il  prodigio  avvenuto 

260-106  a'  Santo  mentre  si  trovava  in  devoto  raccoglimento  sul  monte  del- 

l'Alvernia.  —  S.  Colomba,  da  Cordova,  vergine,  mart.  de' Mori,  l'a.  834. 

Memorandum.  —  Pellegrinaggio  al  monte  dell'Alvernia  presso  Firenze  e  visita  al  Sacro 
4>eco,  dove  aocalde  il  prodigio.  —  Rtsc-AsciaHÌt,  o  Capodanno  israelitico.  Comincia  l'a.  5678. 


18  Martedì  S.  Giuseppe  da  Copertine,  nato  l'anno  1603,  morto  ad  Osimo  l'a.  1863. 

261-105  La  sua  umiltà  ed  esattezza  neir adempiere  i  bas<i  ulttzì,  gli  pr  )cacc)a- 

'  rono  tale  venerazione  che  fu  ordinato  sacerdote.   —   Ss.  C(  stiin/.o  e 

compagni,  martiri,  tebei,  circa  l'a.  287,  festeggiali  a  Dronero  (Cuneo). 

Memorandum.   —  l)gi:i  novilunio  secondo  l' uso  ecclesiastico.  —  Festa  nazionale  del  Chili 
taiinivorsario  della  proclamazione  dell'indipendenza,  1870). 


li)  Mercoledì        S.  Gennaro,  vescovo,  martire,  patrono  di  Napoli,  e  vescovo  di  Bc- 
262-104  nnt'iito,  martirizzato  durante  la  persecuzione  di  Massimiano  e  Diu- 

-  -  cleziano  l'a.  305.  —  Ss.  Festo  e  Desiderio,  forse  del  tempo  di  8.  Gen- 

n:iro,  onorati  a  Benevento.  —  l'rimo  giorno  defle  tempora  di  autunno. 

Memorandum.  —  Da  oggi  tino  al  26  settembre,  si  rinnova  in  Napoli  ogni  giorno  il  mi< 
racolo  della  liquefazione  del  sangue  di  S.  Gennaro.  Pellegrinaggio  a  Pozzuoli,  teatro  del 
martirio  del  Santo. 

J 

20    Giovedì  S.  Eustachio,  SOld.,  m.  —  S.  (Jandlda,  vergine  e  martire  cartaginese 

263-103  i^fc.  II.  Vi,  festeggiata  a  Ventotene  (Pozzuoli).  —  S.  Agapito,  papa  dal 

535  al  536.  —  S.  Glicerio,  vescovo  di  Milano  dal  436  al  438.  —  S.  Fau- 
sta vcr^'inc.  uicisa  a  Cizico  nella  Propontide  sotto  l'imperatore  Massimiano. 

Memorandum.  —  .\nniversario  della  caduta  del  potere  temporale  e  della  unione  di  Roma 
all' Italia.  Festa  civile  le„'ale.  Commemorazione  alla  breccia  di  Porta  Pia  a  Roma.  Sono 
chiuse  \o  Biblioteche,  le  Gallerie,  i  Musei.  —  Festa  campestre  caratteristica  alla  Madonna 
della  Rocca  a  Taormina. 


21    Venerdì  S.  Matteo,  ap.  ed  ev.  Da  pubblicano  chiamato  a  seguir  G.  C,  ere- 

264-102  desi  morisse  martire  in  Etiopia.  —  S.  Giona  profeta,  sepolto  in  Geth 

nella  terra  di  Saar.  —  S.  Iligenia.  vergine  etiope,  convertita  da  S.  Mat- 
tt'o  apostolo.  —  Secoiid't  ij'orno  del'e  tempora. 

Memorandum.  —  Fiera  ad  Este.  Dura  otto  giorni.  —  Fiera  a  Frascati.  —  Fiera  di  Sati 
Matteo  a  Salerno,  ricca  di  cavalli  e  bestiame.  —  In  Toscana  si  dice:  "*  A  San  Matte,  l'uccel- 
Jatoro  salta  in  pie.  „  —  Pagamento  delle  pensioni  governative  di  seconda  categoria  (supe- 
riori a  L.  500,  ma  non  a  L.  2000  annue). 


22    Sabato  S.  Maurizio,  soldato,  martire.  Capo  della  legione  febea,  murtirlzzato 

265-101  l'anno  287  unitamente  ai  suol  compagni.  —  Festa  patronale  a  Jesi  dt 

^ -8.  Settimio  (vedi  6  settembre).  —  8s.  Digna  ed  Emerita,  sorelle  martiri 

Roma  verso  gli  anni  251-260.  —   'l\rzo  giorno  delle  frmpìra. 

Memorandum.  —  Principio  dell'anno  secondo  il  Calendario  repnb'jlicano  francese.  Oggi, 
.Mio  Vendommiale,  comincia  l'a.  ri'». 


SETTEMBRE  1917      _^    -  108  - (39^  Settimana) 

23  Donienical        »©  S.  Lino,  papa,  martire.   Fu  l'immediato  successore  di  S.  Pietro 
366-100  sulla  cattedra  pontificalo,  nel  G7  (o  76?}.  Elevato  alla  cattedra  ponti 

flcia,  dettò  savie  leg^ji,  mantenne  la  disciplina  ecclesiastica,  e  chiuse 

la  vita  col  martirio  per  oid  ne  di  Saturnino.  —  S.  Tecla,  venerata  come  la  prima  martire 
tra  le  vergini  (sec.  I). 

Memorandum.  —  Entra  il  Soie  in  Libra,  e  comincia  l'Autunno  agronomico.  —  Equinozio 
d'autunno.  —  Oggi  il  giorno  e  la  notte  solare  sono  di  uguale  durata.  —  Annivers.'.rlo  della 
morte  di  Frane.  Domenico  Guerrazzi  (1S73).  Commemorazione  a  Livorno  per  cura  delle  So- 
cietà democratiche. 

'2^'  LuiiCdi     I       S.Gerardo,  vesc,  mari.  Nobile  veneto,  entrò  nell'ordine  benedettino, 
267-99  |6  divenne  l'apostolo  dell'Ungheria  e  vescovo  di  Casnad.  Per  ordino 

del  re,  fu  lapidato  l'a.  1046,  —  S.  Terenzio,  mart.,  circa  gli  anni  244- 

249,  patrono  di  Pesaro.  —  S.  Cleto,  confessore,  venerato  a  Tivoli. 

Memorandum.  —  3  P.  Q.  a  ore  6,41'". 


25  Martedì 


S.  Tomaso  da  Villanova,  arcivescovo  di  Valencia,  in  Ispagna,  nato 
l'a.  1488,  mo'to  l'a.  1555.  Dell'ordine  degli  Eremiti  di  S.  Agostino,  fu 
detto  l'Apostolo  della  Spagna  per  la  sua  eie  luenza  ed  attività  nella 
predicazione.  Distribuiva  ai  poveri  tutte  le  rendite  della  mensa  episcopale,  vivendo  egli  in 
grande  mortificazione.  Lasciò  parecchie  op  ^re  teologiche  ed  oratorie,  e  fu  canonizzato  da 
Alessandro  VII  nel  1658.  —  S.  Anatalone,  primo  vesc.  di  Milano  dal  51  al  64,  o  dal  53  al  61 
secondo  il  Sassi. 

Memorandum.  —  Termine  per  presentare  le  domande  di  ammissione  all'  esame  di  matu- 
rità nella  sessione  autunnale  per  parte  dei  candidati  provenienti  da  scuola  privata  o  paterna. 

^ ^ .)^ : 

26  Mercoledì        S.  Guerino,  monaco   di  Corvey  in  Sassonia;  fiorì  nel  secolo  IX.  - 
869-9*?  S.  Vigilio,  vescovo  di  Brescia,  tra  gli  anni  480  e  516  circa.  —  S.  Gio- 

— vanni  Oldrato,  da  Meda,  fondatore  dell'ordine  degli  Umiliati,  morto 

l'anno  1159.  —  I  Ss.  Cipriano  e  Giustina,  martiri  a  Nicomedia. 

Memorandum.  —  Fiera  ad  Isernia.   Dura  tre  giorni.  —  Chipur,  ossia  giorno  dell'  espia- 
zione per  gì'  israeliti. 

^ 

27    Giovedì  Ss.  Euprepio,  Cosma  e  Damiano,  mm.  Questi  ultimi  erano  fratelli, 

370-96  6d   arabi   di   nascita.   Educati   nel   cristianesimo,  si   applicarono   allo 

— studio  della  medicina.   Lisia,  spedito   da  Diocleziano  ad  Egea  come 

prefetto,  li  fece  torturare.  Scampati  miracolosamente,  vennero  fatti  decapitare  l'a.  303.  — 
S.  Adolfo,  martire  del  seo.  IV.  Festa  patronale  di  S.  Veronica  a  Binasco. 

Memorandum.  —  Fiera  dei  Ss.  Cosma  e  Damiano,  a  Secondigliano,  presso  Napoli:  dura 
sino  al  1»  ottobre.  —  Oggi  pagamento  degli  stipendi  agli  impiegati  governativi. 


— — — ?r 

28  Venerdì 

371-95 


S.  Venceslao,  re  di  Boemia,  si  adoperò  nel  diffondere  la  religione 
cristiana  fra  i  suoi  sudditi.  Fu  ucciso  a  tradimento  dal  fratello  Boles!ao, 
il  28  settembre  9-39.  —  S.»  Eustochio,  figlia  di  S.  Paola  e  discepola  di 


S.  Gerolamo,  morta  l'anno  419. 

Memorandum.  —  Fiera  detta  di  San  Michele  in  Oontrone  (Salerno). 

•-'^ 

29    Sabato  S.  Michele,  arcangelo.  Oggi  si  festeg^na  la  dedicazione  di  un  tem- 

372-94  pio  eretto  in  suo  onore  sul  monte  Gargano. 

Memorandum.  —  Anniv.  della  liberazione  di  Ancona  (1860),  festeggiato  in  quella  città.  — 
Fiera  di  San  Michele  a  Tirano  in  Valtellina.  —  Fiera  di  cava'li  a  S.  Bonifacio  (prov.  di  Ve- 
rona). Dura  due  giorni.  —  Famosa  fiera  di  uccelli  a  Montopoli  nel  Valdarno  inferiore.  — 
Fiera  di  S.  Amato  a  Nusco  in  provincia  di  Avellino.  Dura  due  giorni.  —  Festa  dell'Arcan- 
gelo San  Michele  con  fiera  a  Coronata  di  Cornigliano  (Genova).  —  Pellegrinaggio  al  Monta 
Gargano.  —  Fiera  a  Caltanissetta  per  la  festa  del  patrono  S.  Michele.  -  Oggi  a  Milano,  in 
molte  altre  città  della  Lombardia  e  nelle  Romagne  scadono  gli  affitti  annui  delle  case  e  si 
fanno  i  traslochi.  —  In  Toscana  si  dice  oggi:  *  A  San  Michele  il  calore  va  in  cielo;  „  e 
anche:    "  Quando  l'Angiolo  [Miclieìe]  si   bagna  l'ale  [cioè  piove],  piove  sino  a  Natale  „. 


SETT.-OTTOBRB  1917       -  loo (40*  Settimana) 

SODomenical       fB  S.  Gerolamo,  dottore.  Uno  de' più  grandi  dottori  dolla  Chiesa 
273-93  I  latina,  mori  iionu''eiiario  a  Betlemme,  l'a.  420.  —  S.  Amato,  primo  ve- 
scovo  di  Nasco  dal  91)7. 

Memorandum.  —  (^  L.  P.  a  ore  21,31".  —  Fiera  a  VignoJa.  —  riera  e  festa  dell'Addo- 
lorata in  Minilfolhi  Èdano  fprov,  di  Avellino).  Il  sabato  successivo  trasporto  del  carro  in 
paese.  —  Fiera  di  S.  Antonio  a  Spezzano  Albanese  fprov.  di  Cosenza):  dura  sino  alla  1*  do- 
menica di  ottobre. 


1^ 


1    Lunedi  S.  Remigio,  vescovo.  Fin  dall'adolescenza  fece  tali  progressi  nelle 

2'74-93  [lettere  che  fu  eletto,  sebbon  giovane,  vescovo  di  Reims.  Si  rese  cele- 

^^bre  per  la  conversione  di  Clodoveo,  re  dei  Franchi,  e  della  nazione 

francese  al  cristianesimo.  Morì  nel  533. 

Memorandum.  —  Oggi  pleìiihinlo  secondo  l'uso  ecclesiastico.  —  Comincia  la  sessione  au- 
tunnale di  esami  nei  (ìinnasi  e  Licei.  —  Oggi  di  regola  si  aprono  le  Scuole  element.  —  Da 
ogiji  al  31  marzo  il  lavoro  no! turno,  agli  effetti  della  legge  sul  lavoro  delle  donne  e  dei 
fanciulli,  è  inteso  fra  le  ore  20  e  le  6.  —  Da  oggi  fino  a  tutto  marzo  orario  invernale  per 
gli  uffizi  telegrafici  a  orario  di  giorno  completo  e  ad  orario  limitato  (per  i  primi  dalle  8 
alle  21,  per  i  secondi  dalle  9  alle  12  e  dallo  14  alle  19).  —  F.nisco  la  stagione  della  pesca 
del  corallo.  Da  oggi  fino  a  tutto  aprile  è  anche  vietata  la  pesca  delle  vongole  o  aiselle  nel 
golfo  di  Napoli.  —  Oggi  a  Torino  si  sogliono  pagare  gli  affitti  semestrali.  —  Oggi  cominciano 
i  pagamenti  del  2«  semestre  della  rendita  consolidata  3  %  nominativa  e  del  4°  trimestre 
della  rendita  consolidata  4,50  %  netto.  —  Entrano  in  funzione  i  nuovi  capitani-reggenti 
della  repubblica  di  San  Marino  (tino  al  31  marzo).  —  Primo  giorno  di  Snccot,  o  Festa  delle 
capanne  (per  gl'israeliti). 


2    Martedì     !       I  ss.  Angeli  Custodi.  Festa  istituita  da  Paolo  V,  ed  estesa  a  tutta 
S75-91  la  Chiesa  da  Clemente  X  l'anno  1670. 


Memorandum.  —  Berna  festeggia  l'anniversario  del  plebiscito  in  favore  dell' unione  al  Re- 
gno d'Italia  (1870).  —  Fiera  ad  Oneglia.  —  Seconio  giorno  di  Siiccof,  o  Festa  dello  capaime. 


3  Mercoledì   \       S.  Calimero,  vescovo  e  martire.  Morto  in  Milano  sotto    Commodo, 
376-90  I  verso  l'a.  191  (Veili  anche   31  luglio).  —  S.  Gerardo,  abate  di  Brogne. 


S.  Candido,  martire  a  Roma. 


4    Giovedì  S.  Francesco  d'Assigi,  fondat.  dell'ordine  francescano  e  de' terziari, 

277-89  patrono  della  sua  città  natale.  Compose  cantici  religiosi,  iisando  tra  i 

primi  della  lingua  it.ilimia.  10  sommamente  lodato  dall'Alighieri.  Visse 

dal  1182  al  r2-2(5,  —  S.  Petronio,  vesc.   di   Bologna  dal  430  al  450,  patrono  di  questa  città. 

Memorandum.  —  A  Fiesole,  fiera  di  San  Francesco:  dura  3  giorni.   -  Festa  e  fiera  a  Bran- 
cavilla  (Catania)  per  San  Placido,  patrono  del  luogo. 


5    Venerdì      \       S.  Placido,  mart.  Aliate  di  un  monastero  benedettino  in  Sicilia,  uc- 
278-88  tJ'so  da  barbari  pirati  verso  il  544.  —  S.  Alarcellino,  vescovo  di  Ravenna, 

dal  232  al  28.J.  —  S.  Galla,  vedovii,  del  tempo  di  Teodorico  (457-525).  — 

S.  Renato,  vescovo  di  Sorrento  verso  gli  armi  4J1-I50. 


6    Sabato  S.  Brunone,  abate,  di  Colonia,  fondatore  del  nuovo  ordine  dei  Cer- 

279-87  tosini.   Di  nobile  famigliai,  dopo  aver  studiato  in   patria   si   portò  in 

Francia  ed  alle  celebri  st^uole  di  Reims  si  addottorò  in  fi'oRofia  e  teo- 
logia. Morì  santamente  nella  Certosa  di  Squillacc  nel  liol,  e  fu  canonizzato  da  Leone  X 
nel  1514.  —  S.  Magno,  vescovo  di  Oderzo,  verso  l'anno  640.  —  8.  Probo,  vescovo  e  mar- 
tire, onorato  a  Gaeta.  —  S.  Francesca  delle  Cinque  Piaghe,  terziaria  degli  Alcantarini  scal/i, 
di  Napoli,  canonizz,*ta  da  Pio  IX.  -   S.  Adeli.'iso,  vescovo  di  Novara  dair835  air8(i0. 

Memorandum.  —  Pagamento  dello  pcn.sioni  governativo  di  prima  categoria  (non  oltre  le 

600  lire  anuuo>. 


OTTOBRE  1917 i:l_11^A  - ("^1*  Settimana) 

7  Domenica  ]       >^  ll  ss.  Rosario  di  Maria  Vergine  SS.  Festa  istituita  da  Gre?o 
280-S6  i  l'io  XIII,  a  cominemorazioiie  (iella  vittoria  di  Lepanto  riportata  oontio 

i  Turchi  nell'ottoljre  del  1571.  Leone  XIII  nel  1885  presorisse  per  tutta 


la  Chiesa  la  pratica  del  Rosario  durante  il  mese  di  ottobre.  —  S.  Brigida,  matrona,  p 
pexsa  di  Svezia,  moglie  ad  Ulfone;  ritirossi  per  tempo  in  un  monastei-o,  dove  è  fama  avesse 
t're.iuenti  visioni  celesti.  Mori  nell'anno  1173.  —  S.  Giustina  da  Padova,  verg.,  niart.  (sec.  IVj. 
H.  Piilazia,  vergine,   protettrice  di  Ancona. 

Memorandum.  —  ig,  U.  Q.  a  ore  23,14.  —  In  S.  Giorgio  a  Cremano,  presso  Napoli,  festa 
della  Madonna  del  Buon  Consiglio. 

,H ' 

O    Luneul  S.  Reparata,  vergine,  martire,  circa  l'a.  250,  onorata  nella  diocesi 

281-35  'à-i  Ajaccio  (Corsica),  e  a  Firenze.  —  S.  Pelagia,  commediante  in  An- 

^  tiochia.  Trovandosi  un  giorno  ad  una  predica  del  vescovo  Nonno, 
fu  tocca  dalle  sue  parole  e  pianse.  Si  gettò  a' piedi  di  lui,  dicendo  di  voler  riparare  alle  sue 
colpe,  quindi  vendute  robe  e  gioie,  distribuiti  denaro  ai  poveri  e  dopo  fervente  espiazione, 
ottenne  il  battesimo.  Prese  il  velo  delle  religiose,  e  terminò  i  suoi  giorni  in  una  grotta  del 
monte  Oliveto.  —  S.  Simeone,  il  venerando  vegliardo  che  nella  Presenti/.ione  di  Gesù  ai 
Tempio  tenne  tra  le  sue  br.iccia  il  Divino  Fanciullo,  profetanJo  la  sua  futura  grandezza. 

Memorandum.  —  In  Toscana  oggi  si  dice:  "  A  Santa  Reparata  ogni  oliva  inoliata  „. 

-I- 

9    Martedì     \       S.  Dionigi,  Areopaglta,  vescovo  di  Atene,  poi  apostolo  di  Lutezia  fPa- 
383-84  i  rigi),  ove  credesi  morisse  martire  nella  seconda  persecuzione,  ratino 

%.  —  S.  Donnino,  martire,  patrono  di  Borgo  San  Donnino  (secolo  III- 

IV).  —  S.  Diodato,  abate  di  Montecassino,  morto  l'anno  834. 

Memorandum.  —  Fiera  a  Castelfranco  nell'Emilia.  —  Festa  nazionale  della  repubblica 
dell'Equatore  (indipendenza  di  Guayaquil). 

-,1, 

10  Mercoledì!        S.  Francesco  Borgia,  duca  di  Gandia,  rimasto  vedovo,  fu  da  S.  l'^na- 
383-83  I  zio  ascritto  alla  sua  Compagnia,  ed  ordinato  sacerdote  a  Roma.  Venne 

più  tardi  creato  generale  dei  Gesuiti,  e  morì  nel  1572.  —  S.  Cerbo,  o 

Cerboaio,  vose,  di  Massa  Marittima  (Populonia),  morto  l'a.  573  (Baronio). 

Memorandum.  —  Scade  la  quinta  rata  bimestrale  delle  imposte  dirette  erariali  e  sovrim- 
poste comu  ali  e  provinciali.  Non  pagando  entro  gli  otto  giorni  successivi  alla  scadenza, 
il  contribuente  incorre  nella  multa  del  4*^0. 

-Jx — 

11  Giovedì    ;       S.  Firmino,  vescovo  d'Uzès,  morto  l'a.  553.  —  S.  Placidia,  vergine, 
384-82  {morta  verso  l'a.  460,  onorata  a  Vei'ona.  —  S.  Luigi  di  Bertrando,  da 

^Valenza  in  Ispagna,   domenicano   (1520-1580).  —  S.  Eufredo,  martire 

presso  Alba,  onorato  atiche  a  Cherasco. 

Memorandum.  —  Anniversario  dello  sbarco  delle  truppe  italiane  a  Tripoli  (1911). 

ri- 

12  Venerdì  S.  Serafino  da  Montegranaro.  Mori  settantacinquenne,  l'anno  1604. 

385-81  j  -  S.  Pulcheria,  imperatrice:  339-453  (Migue:  10  sett.).  —  S.  Edistio, 

— . __j^jjj.^   ^gpg   m.iV),  ricordato   a   Ravenna.  —  S.  Opilio,  diacono,  con- 
fessore, onorato   a   Piacenza:   fiori   verso   l'a.  420  (Ferrarlo). 

Memorandum.  —  Fiera  di  S.  Serafino  in  Montegranaro  (Marche).  —  Anniversario  della 
scoperta  dell'America  per  opera  di  Cristoforo  Colombo  (1492),  festeggiato  in  Spagna  e  in 
molte  parti  dell'America  Latina,  specialmente  in  quella  Centrale,  e  anche  in  vari  stati 
dell'Unione  nordamericana. 


13    Sabato     1       S.Edoardo,  re  d'Inghilterra,  salì  al  trono  ancor  giovinetto,  ma  la 
386-8Ò  ì  matrigna  di  lui  Elfrida  si  era  opposta  a  codesta  elezione,   ed  aveva 

"  — —  tentato  ogni   via   perchè   fosse   el  t(o   il   principe   Etelredo.   Riuscito 

varto  ogni   tentativo,   essa   dopo  tre   anni   di   re<;no  lo  fece  pugnalare  da  un  suo  dome- 
stico (lOCC)  mentre  trovavasi  a  caccia.  -  S.  Chelid.>nia,  vergino,  morta  l'a.  1152. 

Memorandum.  —  Pagamento  delle  pensioni  governative  di  terza  categoria  (superiori  a. 
L.  20i)'>  aimue.t. 


OTTOBRE  1917    —  Ili  — (42'^  Settimana) 

14-  Donieilica       >}<  S.  Callisto  l.  papa.  m.   Si  nttribuKoe  a  (  allìsto  la  erezione  della 

287-79  chiesa  dedicata  ulhi  Mulonna  in   Trastevfi-e  ed  il  cimitero  snlla  via 

Applii.  Istituì  piii-(>  il  (li(.'iiino  delle   tempora,   e   benehè   la   reli»,'iontf 

eristiana  fosse  allora  tollerata,  pure  vi  furono  martiri.  Lo  stesso  Callisto  fu  decapitato  sotto 

Eliot'a'jwlo  nel  '221.  —  S.  Fortunato,  v.-seovo  di  Torti,  cirea  dal  528  al  542. 

Memoratldum.  -   finml  l'rix  d'Aniomne  a  Parigi. 

1- ; 


lr>    Lunedi  S.  Teresa,  vergine.   Nacque  ad  Avila  Va..  1515.  Fu  la  rlformatil-e 

288-78  dell'ordine  de"  Carmelitani  Scalzi.  Scrisse  opere  ascetlclie  di  alto  valore, 

fu  una  vera  martire  di  penitetiza,  e  mori  nel  1582.  —  S.  Ruggero,  vesc 
di  ("aune  (sulla  fine  del  sec.  V?i,  venerato  a  Barletta. 

Memorandum.  —  Famosa  fiora  dell' Impruneta,  presso  Firenze:  dura  sino  al  mercoledì.  -- 
Chiusura  delle  iscrizioni  alle  scuole  elementari  comunali.  —  All'albo  municipale  di  ciascun 
coniuiie  si  pubblica  la  lista  dei  tjlurati,  compilata  dalla  (ìiunta  mandamentale.  -  Oggi  in  To- 
scaitu  dicono:  "  Per  Santa  Teresa  prepara  la  tesa  „.  Avviso  agli  uccellatori  !  —  Da  oggi  sino  al 
15  t;ennaio  sono  vietati  la  pesca  e  il  commercio  delle  trote,  dei  carpioni  e  delle  bottatrici. 

16    Martedì  S.  Gallo,  abate,  detto  l'apostolo  della  Svizzera,  morì  a  novantaeln- 

289-77  Que  anni,  nel  G46.  Era  nato  in   Irlanda  dopo  la  metà  del   sec.  VI,  e 

fu  tra  i  dodici  che  seguirono  S.  Colombano  in  Inghilterra.  Ricuperata 
la  sanità  sul  lago  di  Costanza,  vi  eresse  alcune  celle,  origine  del  monastero  benedettino 
sotto  il  nome  di  8.  Gallo.  —  B.  Vittoi-e  III,  papa,  successore  nel  10m7  di  S.  Gregorio  VII. 
Ammalatosi  durante  un  concilio,  si  ritirò  a  Moiiterassino  di  cui  era  stato  abate  e  vi  morì 
dopo  soli  4  mesi  e  7  giorni  di  pontificato.  Il  suo  culto  (th  immetnorabili  fu  confermato  da 
Leone  XIIL 

Memorandum.  —  Q  L.  N.  a  ore  3,4i™.  —  Comiucia  l'anno  scolastico  unlvei-sitario.  Co- 
mincia pure  la  seconda  sessione  degli  esami  speciali  (che  in  qualche  università  maggiore 
può  essere  anticipata  al  1»  ottobre),  ma  le  leKÌoni  principiano  di  solito  molto  più  tardi.  ~ 
Ogjii  cominciano  le  lezioni  nelle  scuole  secondarie  classiche  e  tecniche  del  Regno.  —  In 
Toscana,  credono  che  se  piove  oggi,  giorno  di  S.  Gallo,  pioverà  per  cento  giorni. 


1  /    Mercoledì         S.  Edv'ge,    matrona,    donna   d'illustre    lignaggio.  Le   sue  entrate 

290-76  venivano  consumate    nel    soccorrere  gli   infelici,   e  rimasta  vedova, 

vestì  l'abit»)  tra  le  religiose  di  Frebnitz.  Morì  nel  12t.'{.  —  S.  Mar- 
gherita Maria  Alacoque,  zelatrice  della  divozione  al  S.  Cuore  di  Gesù  (1G45-1C90J. 

Memorandum.  —  Oggi  novilunio  secondo  1  uso  ecclesijistico.    -  Principio  dell'anno  per 

i  iniissiilinani  (13''i(>i. 

-^ 

18  Giovedì  S.  Luca,  evangelista,  discepolo  e  segretario  di  S.  Paolo,  scrisse  il 
291-75             terzo  Vangelo  canonico,  e  gli  Alti  degli  apo><l oli.  Si  crede  morisse  mar- 
tire  a    Patrasso  1  anno  86.  —  S.  Giuliano  Saba,  anacoreta.  —  S.  Mo- 

none,  anacoreta  del  VII  sec.    -  8.  Giusto,  martire  a  Beauvais.  —  S.  Paolo  della  Croce,  fon- 
d:itore  dell'Ordine  dei  Passionisti.  nato  ad  Ovada  nel  1094.  morto  nel  1775. 

19  Venerdì  S.  Pietro  d'Alcantara,  uno  dei  più  illustri  santi  dell'Iberia:  f u  mo- 
292-74            naco  francescano,   ed  a  soli  20  anni  destinato  superiore  di  Badacos, 

esercitò  il  suo  nttìco  in  modo  da  attirarsi  l'universale  ammirazione. 
Mori  a  <>3  anni  nel  15(52.  —  S.  Massimo,  diacono,  patrono  d'Aquila  dogli  Abruzzi,  m:irtire 
v«rso  l'a.  250.  —  Ss.  Procolo  e  Nlcea,  martiri,  rammentati  h  Pozzuoli.  -  8.  Eusterio  o 
Asterlo,  vesc.  di  Salerno  dal  5.35  al  .'>3'.>. 


20    Sabato  S.  Giovanni  Canzio  o  da  Kent,  polacco,  nato  verso  il  1403.  morto  nel 

293-73  1473  e  canonizzato  da  Clemente  XIII  nel  1767.  —  8.  Irene,  vergine  e 

martiiein  Portogallo.  —  S.  Caprasio,  martire  ad  Agen  nelle  Gallie.  -- 
S.  Massimo,  levita  e  martire  presso  A<inila  negli  Abruzzi.  —  S.  Artemio,  uffioiale  dell.-,  corte 
<li  Costantino,  decapitato  ad  Antiochia  sotto  tliuliano  l'Apostata,  al  quale  avev^a  rimprove- 
iMto  I.'  sue  crudeltà  conto  i  cristiani.  —  Ss.  Marta  e  Saula,  martiri  con  molte  altre  vergini 
'  i'olonia.  —  8.  Feliciaiio,  vescovo  di  Mindo. 

Memorandum.  —  Fiera  a  Rovigo.  Dura  8  g  orni. 


OTTOBRE  1917  _  112  —  (43»  Settimana) 

2 1  Doilienicat       i^  S.  Orsola  e  compagne  verg.,  mart.  II  martirio  sarebbe  avvenuto  a 
394- "73  Colonia  verso  l'a  453.  Molte  let,'<,'endc  si  formarono  in  seguito  sul  nn- 

mero  e  sulla  patria  di  queste  vergini.  A  Colonia  si  mostrano   anclie 

presentemente  molte  reliquie  dalle  compagne  di  S.  Orsola.  —  S.  Follauo,  vescovo,  martire, 
verso  l'anno  383,  onorato  a  Lucca.  —  S.  Bertoldo  da  Parma,  confessore,  morto  l'a.  1101. 

Memorandum.  —  Fiera  a  Treviso.  Dura  3  giorni.  —  Fiera  di  Sant'Orsola  a  Caulonia  fpro- 
vincia  di  Kegyio  Calabria),  rinomata  per  gli  equini.  Dura  quattro  giorni. 


22  Lunedi  S.  Ilarìone,  anac.  Mori  in  tardissima  etj,  l'a.  371.  —  S.  Verecondo, 
395-71            Ivesc.   di   Verona   (a.  522?).  —  S.  Giovanni   Buono,  eremitano,   morto 

^l'a.  1249,  onorato  a  Mantova.  —  S.  Filippo,  vesc.  di  Fermo   verso  gli 

anni  251-254,  martire.  —  S.  Moderamno,  vescovo,  morto  nel  730,  onorato  a  Beroeto  (Parma).  — 
S.  Donato,  vescovo  di  Fiesole  dair844  air864. 

Memorandum.  —  Festa  della  Madonna  della  Neve  a  Torre  Annunziata,  in  ricordo  della 
eruzione  del  Vesuvio  del  1822.  —  Pagamento  delle  pensioni  governative  di  seconda  cate- 
goria (superiori  a  L.  500,  ma  non  a  L.  2000  annue). 

ri: 

23  Martedì    !       S.  Giovanni  da  Capìstrano.   Nato  nell'Abruzzo,   enlrò  nell'Ordine 
396-70  di  S.  Francesco,  converti  molti  eretici  e  contribuì  a  far  togliere  1'  as- 

—  sedio  a  Belgrado  nel  1456  e  a  dar  vittoria  ai  cristiani  contro  i  Turchi. 

Mori  lo  stesso  anno.  —  S.  Vero,  vescovo  di  Salerno  (sul  principio  del  sec.  V).  —  S.  Severino 
Boezio  (verso  l'anno  470-525),  martirizzato  presso  Pavia  da  Teodorico. 

Memorandum.  —  3!)  P-  Q-  *  ore  15,38"».  —  Commemorazione  patriottica  a  Roma,  presso 
lo  storico  mandorlo  sui  colli  Parioli,  per  l'anniversario  della  morte  dei  fratelli  Cairoli,  ca- 
duti combattendo  contro  i  soldati  pontifici  (1867).  —  Fiera  a  Potenza:  dura  tre  giorni. 


24  Mercoledì        S.  Raffaele,  arcangelo.  —  S.  Maglorio,  vescovo  in  Bretagna,  morto 
297-69  l''i-  575.  —  S.  Marcio,  eremita,  ricordato  a  Mondragone,  presso  Sessa 

— — — '  Aurunca  e  Carinola  (Gaeta).  —  B.  Angelo  Porro,  servita,  morto  l'a.  1506, 

onorato  a  Milano,  ove  noi  tempio  di  S.  Carlo  se  ne  conserva  il  corpo  incorrotto. 

Memorandum.  —  Entra  il  Soie  in  Scorpione.  —  Anniversario  del  matrimonio  dcUe  LL.  MM. 
il  re  Vittorio  Emanuele  III  e  la  IJegina  Elena  (1896). 


25  Giovedì 

398-68 


SS.  Crispino  e  Crispin!ano,  martiri  a  Soissins,  nella  persecuzione  di 
Massimiano    e   Diocleziano,    l'anno    287.,  —  S.  Gavino,  protettore  di 
■Sassari.  —  S.  Miniato,  mart.,  l'a.  254,  venerato  a  Firenze.  —  Ss.  Cri- 
santo  e  Daria,  coniugi  martiri  a  lloma,  verso  l'a.  284. 

Memorandum.  —  Commemorazione  patriottica  a  Roma,-della  strade  del  lanificio  Aiani 
in  Trastevere  (1867).  —  A  Par  gi  sedata  pubblica  e  plenari*  dell'istituto  di  Francia  per  il 
conferimento  dei  jìremi  nei  diversi  concorsi. 


26   Venerdì    1       S.  Evar'stO,  papa,  martire  della  terza  persecuzione,  sotto  Traiano, 
399-67  I  l'anno  105.  Nacque  a  Betlemme,  fu  eletto  papa  nell'anno  97,  e  governò 

la  Chiesa  sotto  gl'imperatori  Domiziano,  Nerva  e  Traiano.  Egli  p-imo 


stabili  chèi  malrimoni  fo  sero  celebrati  pubblicamente  colla  benedizione  de!  sacerdote. 
S.  Grtudisio,  vescovo  di  Salerno  (iCC.  VI-VIl).  —  S.  Fulco  Scotti,  vescovo  di  Pavia  dal  1216 


al  1229. 


27    Sabato     1       S.  Frum-mio,  vescovo,  onorato  dagli  Abissini  come  uno  degU  apo- 


300-66  steli  dell'Etiopia,  di  cui  fu  il  pr.mo  vescovo,  consacrato  da  S.  Atana 

— — 'patriarca   di   Alessandria:  sec.  IV.  —  S.  Florio,   o   Fiore,   vescovo 


vo  di 


Aemn'a  (Gittanova,  nell'Istria),  verso  gli  anni  524-54!>,  festeggiato  a  Pola  (Istria). 

Memorandum.  —  Fiera  a  Montecehio  nel  Reggiano.  Dura  tre  giorni,  —  Oggi  pagamento 
degli  stipendi  agli  impiegati  governativi. 


-  UH  - 

Di^I^I^A  VENEZIA  GIUI^IA 

DODici  IMPRESSIONI  DI  FILIBERTO  SCARPELLI 


11.  —  Solitiulini   Istriane.   Spiaggia  «li   Caverà , 
presso  Psiienzo. 


12.  —  Altro  punto  dolhi  spirg'^ia  di  Cevtèra. 


OTT..NOVEMB.  1917         -^  114  --.  (44»  Settimana) 

28  Domenica  I        »?<  Ss.  Simone,  e  Giuda  Taddeo,  apostoli,  marti  ri  zzati  la  Persia  dopo 

301-65  javer  predicato  la  fede  In  Asia.  —  S.  Flrm  liane,  veso.  di  Cesarea  in 

.  — Cappadoci;»,  morto  l'anno  272.  —  S.  Cirilla,  verj,' ne,  martire  a  Roma, 

verso  l'a.  2.">0.  —  S.  Fedele,  so!dato,  mari  ire  verso  l'a.  288,  venerato  a  Milano   e  a  Como. 

\  Memorandum.  —  Da  oggi  tino  alla  prima  domenica  di  giugno,  a  N^ipo^i.  si  paga  la 'v»rt?- 
f)'>g,Ki  ai  portieri  dalla  mezzanotte  in  poi.  -  In  Barra,  presso  Napoli,  tosta  popolare  det;a 
ilei  Gigli.  -  Anniversario  dtilla  nascita  di  Simone  lioìivar  detto  il  Liberatore  (17831,  leste»- 
^iato  in  molti  stati  del  Snd  e  del  Centro-America. 


29    Lunedi  S.  Ermelina,  vergine,   onorata  a  Meld  aert,  presso  Hu^ard.  Mori 

303-64  i  verso  l'a.  595.  —  B.  Angelo  d'Acri  (Calabria),  cappuccino,  nato  l'a.  166», 

____     —  jnortò'.nel  1739.  —  Ss.  Giacinto  e  eomp.agni,  martiri,  ricordati  a  Ciig- 
giano   (?  Sa'ert-o^.   —    S.  Ensebia,   vergine,   martir?,   (sec.   HI-IV|,   ono;-ata   a  Bergamo. 

Memorandum.  —  Fiera  a  Varese.  —  Fiera  di  c.xvalli  a  San  Bonifacio  iprov.  di  Verona), 
iiura  due  giórni. 


30    Martedì    j        ss.  Marcello  e  Cass'ano.  martirizzati  l'amo  298.   -  S.  Germano. 
303-63  I  vescovo   di   Capn.a,   dal   518   al   541   eiroa.  —  S.  Gerardo,  vescovo  di 

~'~  —Potenza,  morto  verso  l'a.  112).  -  S.  Cherubino,  martire.  —  S.  .Satur- 

nii;o,  vesc.  e  mart.    nolia  Gallia  (250  . 

Memo.-andum.  —  @  L.  P.  a  ore  7,TJ'n.   -  Oggi  plenilunio  seco  ido  1' usò  ecclesiastico. 


31   Mercoledì!     .  S.  Alfonso  RoJriguez.  Nato  l'anno   1531,  a  Segovia  in  Spagna,  fa 
304-63  j  fratello  coadiutore  nella  Compagnia  di  Gesù.  Insegnò  ed  ebbe  molti 

discepoli  a  Coimbra  nel  Portogallo,  ove  poi  sorse  uno  dei  primi 
coHegi  del  suo  Ordine.  S::risse  un'opera  sulla  pra.'^^ica  della  perfezione  c"ist  aiia,  e  mor  o 
nel  1617  fu  beatificato  di  Leone  Xll  nel  1825.  —  S.  Antonino,  vescovo  di  Milano,  verso  gli 
anni  655-061, 


1    Giovedì  t5*  Fes'a  dì  tutti  I  Santi.  Ordinata  per  tutta  la  Ciiiesa  da  papa  Sisto  IV 

305-61  (1475).  —  Ss.  Cesario,  diacono,  e  Giuliano,  prete,  martiri  a  Terracina 

~     ■  ^(see.  I?).  —  S.Severino,  monaco,  confessore,  onorato  a  Tivoli. 

Memorandum.  —  Festa  civile  legale.  Sono  chiusi  atiche  i  musei  e  le  gallerie.  —  Si  pub- 
blicano i  ruoli  suppletivi  delle  imposte' dirette,  e  restano  depositati  pei*  otta  giorni  negli 
uffici  comunali.  —  Da  oggi  a  tiitto  marzo  è  vietata  la  pesca  dei  gamberi  d'acqua  dolce.  — 
Oggi  a  Firen/.e  si  cambiano  gli  alloggi;  e  nelle  Romagne  scadono  gli  affitti  rustici. 

. ■      "^- — : , — 

3  Venerdì  j  commemorazione  di  tutti  i  Fedeli  Defuiti.  Fin  dal  IV  secolo  erano 
306-^60  stabilite  orar.ioui  Bpeciali  pei  morti,  ma  il  primo  a  fissare  la  comme- 

--— morazione  generale  dei  morti  fu  S.  Oddone  di  Cluny,  che  volle  fos^^a 

itel  giorno  che  segue  la  festa  dei  Santi.  Oggi,  por  la  Costitudoiìe  apo-^tolica  10  agosto  1915, 
i  sacerdoti  possono  celebrare  tre  mosse,  come  nel  g  orno  di  Natale.  —  S.  lìiustu,  mart,, 
l'a.  287,  patrono  di  Trieste. 

Memorandum.  —  Oggi  sono  chiuse  le  .scuo'.e  e  le  biblioieclie  governative.  ~  A  Peiiigin. 
fiera  dei  Morti.  Dura  8  giorni.  —  Fiera  dotta  dei  Morti,  a  Gorigliauo  Calabro.  Dur.i  o  gipr.n. 
—  Festa  di  precetto  nella  citKi  e  territorio  di  Tr.este,  per  la  ricorrenzi  di  San  Giusto,  pa- 
trono principale  della  città;  la  commemorazione  dei  Fedeli  Defunti  è  trasportata  al  3. 


3    Sabato  S.  Uberto,  vescovo.  Suc--esse  a  S.  Lamberto  nel  vescovato  di  :\Iae- 

307 -SJ9  stricht.  È  invocato  come  patrono  de" cacciatori.  Mori  l'a.  727.  —  S.  Sil- 

_J  yjj^    madre  di  S.  Gregorio  Magno   (sec.  Vii,  —   Ss.  Valentino,  prete, 

e  Ilario,  diacono,  dee  ip  tati   nella  pe -secu^ione  di  .Massimiano.  —  S.  Veneàida,  vergine  e 
marbire  in  Inghilterra. 

Mem3randum.  —  Anniversario  del  e Jaibaitiuiento  di  IMei.tana  {l3.i7). 


I 


NOVEMBRE  1917 -  lir, '    (45»^  Settimana) 

4  Domenica  I       vV  S.  Cario  Borromeo.  Iiif»Hca1jne  arci<^e^o.  di  Milnno.  Nacque  nelln 
308-58  I  rócca  xU  Àrona  il  2  ottobre  del  1538.  Fnpa  Pio  TV  (Medici)  ohe  eni  suo 

—    '  zio.  lo  creò  cardinale,  gli  conferì  l'arcivescovado  di  Milano  e  la  oaricrt 

di  ••'■""de  penitenziere.  Fu  di  una  carità  sluffolare:  e  quando  infleri  iti  peste,  mise  più  di  una 
volta  a  cimento  la  sua  vita  stessa  per  soccorso  dei  miseri  appestati.  Promosse  il  concilio  di 
Trento,  e  fu  severo  restauratore'  della  disciplina  ecclesiastica.  .Mori  a  46  anni,  nel  1.>H4.  — 
S.  Fin  rii'o,  coiife-sore,  rt;,'lio  di  S.  Sle'aiio  re  d'Ungheria,  morto  ad  Alha  Rea'.c. 

Memorandum.  —  Festa  nàziona'c  della  Svezia.  —  Oggi  fluiscono  In  tutta  Italia  le  ferie  an- 
luiaìi  (Ifl  Fòro  ^indiziario.  —  Fiéia  di  Sa'i  Carlo  «  Casalmag^crj  (Cremona). 

. .{- -Ì-L--Ì 

r>    Lunedì       '       S.  Magno,  vescovo  di  Milano  dai  0I8  ai  530.  Fu  sepolto  in  S.  F.nstor- 
309-57  "'o  ^   Milano,   sotto   la  mensa  dell' altare  ma;f.:lore.  —  S.  Zaccaria, 

— ;:' profeta,  padre  di  San  Giovanni  Battista.  —  S.  Ft-lice,  prete,  ed  EuseMo, 

monaco,  martiri,  ricoidati  a  Terraolna  (sec.  I-I£). 

Memorandum.    -  Cumincia  Tanno  giudiziario.  La  solenne  inaugurazione  dell'anno  presso 

le  (tira  di  Ca-sazione  e  le  Corti  d.Appello  ha  luo>jo  nella  prima  udienza  successiva  a  ogj^i. 

ritimo  termine  per  il    principio  delle  lezioni  universitarie.  Scade  pure  il  termine  per 

presentazione  delle  domande  d'immatiico'azlone  alle  università  e  di  Iscrizione  agli  anni. 

corso.  Solo  per  ginstitinati  motivi,  da  r:couc>c>»rsi  dal  rettoi'e,   può   l' Immuti  ico!aziotie 

l'ist-rizione  conceder*!  tino  al  30  novembre. 


(>    Martedì  S.  Leonardo  da  Porto  Maurizio,  francescano,  celebrato  per  la  devo- 

310-56  zione  della  Via  n-m'''-t  (lt>76-17Cl).  —  Ss.  Felice  cm  eo,  monaco,  e  .\ndiea, 

■ '  vescovo,  onorati  a  Fondi  (Gaeta).  —  S.  Emiliano,  vescovo,  patrono  di 

Faenza.  —  S.  Felice,  martire  a  Tiinassa  in  Africa,  morto  in  carcere  in  attesa  del  supplizio. 

Memorandum.  —  ^.  U.  Q.  a  ore  \%fi«>.  —  Pagamento  delle  pensioni  governative  di  i^-ima 
categoria  (non  oltre  le  600  lire  annue). 


/    Mercoledì  '       Ss.  vitale  ed  Agrìcola,  martiri.  Morti  per  la  fole  nella  persecuzione 
311-55  !  di   Diocleziano  e   Massimiano.  I  loro  corpi  furono  rimessi   in  onore 

■- con  pompe  solenni  da  S.  Ambrogio  l'auiio  884.  —  S.  Prosdoclmo,  vesc. 

di  Padova  (seo.  I-ID.  —  S.  Ercolauo  I,  vesc.  di  Perugia  sec.  III-IV),  decapitato  per  ordine  di 
Tolila  nella  presa  della  città  da  p:irte  degli  Ostrogoti. 


8    Giovedì      I       S.  Adeodato,  papa.  Tenne  la  cattedra  di  S,  Pietro  dal  615  al  fil'*. 
312-54  \  —  S.  Gotìredo,  ves^c    d'Amiens  dal  1104  al  1115.  -  1  Quattro  SS.  Mar- 

— tiri  coronati,  Severino.  Severiano,  Carpoforo  e  Vittorino,  fratelli,  l  cnl 

Corpi  ripesano   n-U*  chiesa  eretta  al'a  loro   memoria  sul  monte  Celio  a   Roma. 

Memorandum.    -  Oggi  in  Grecia  S.  Demetrio,  festa  solenne. 


9    Venerdì  S.  Aurelio,  vescovo,  occupò  la  sede  di  Ariats^le,  in  Cappadocia.  Moiì 

313-53  l'anno  38.3.  K  ricordato  anche  nella  diocesi  milanese,  per  avere,  ade- 

rendo  alle  preghiere  dell'aro. vescovo  S.  Ambrogio,  restituito  il  corpo 

del   Tesuuvo  8.  Dionigi,  morto   per  la  fede  appunto   nel'a  Cappadocia.    —   S.   Agrippino, 
vescovo  di  Napoli  (prima  del  secolo  III-IV),  patrono  di  Brindisi,  onorato  anche  a  Venezia. 


1 0    Sabato  S.  Andrea  Avellino,   dell'  ordine   de:  Teatini,  fu  dottore  a^sai  eru- 

314-52  ,  dito.  Onlinito  sacerdote,  trattò  per  molto  tempo   e  <?|n  rara  fsondia 

—      -       oau«ft  nei  fòro  ecclesiastico.  Mori  di  un  copo  apoplettico,  a  87  anni, 

I  utre  dava  principio  alla   messa,   l'anno  MOH.    —   Ss.  Trifo..e  e  c)mp.>gai,   mart  ri,  ri- 
id.tt  a  Konia  (sec.  Ili  . 

MemDrandum.        l'i-.i  ;i  Nola:  dura  sei  gornl. 


NOVEMBRE  1917 -   liG  - (46^  Settimana) 

1  1  Doilienical       >h  S.  Martino,  vescovo  di  Tours.  Era  nato  a  Saba/.fa,  ed  entrato  a 
315-51  15  anni  nella  milizia,  vi   mantenne   tale   condotta  da  essere  modello 
a'  suoi  commilitoni.  Eletto  vescovo  di  Tours,  vi  mori  nel  400.  A  Bel- 
luno, Novar.i  e  Treviglio  feste  patronali.  —  Ss.  Valentino  e  compa^^ni,  martiri. 

Memorandum.  —  Natalizio  di  S.  M.  il  Re  Vittorio  Emanuele  III,  il  quale  compie  48  anni. 
Oggi  sono  chiuse  le  scuole,  le  biblioteche  governative,  i  musei  e  le  gallerie.  —  Festa  del- 
l'esercito (ad  eccezione  dei  corpi  d'artiglieria  e  genio  che  festeggiano  Santa  Barbara).  — 
Festa  degli  AU)eri,  rinnovellata  per  cura  della  Federaz.  Italiana  "  Pro  Montibus  „.  —  Fiera 
a  Casale  Monferrato  per  la  festa  del  patrono  Saiit' Evasio.  —  Processione  dell'Incoronata 
a  Mantova,  in  memoria  della  città  votata  alla  Vergine  nel  1640.  —  Fiera  a  Barletta;  dui-a  12 
giorni.  —  Oggi  scadono  gli  af&tti  dei  terreni  in  Piemonte.  --  Per  tutto  il  Friuli  oggi  è  la 
scadenza  delle  pigioni  e  delle  affittanze  coloniche.  —  In  Toscana,  "  A  San  Martino,  o;^ni  mo- 
sto è  vino  „;  e  poiché  in  questi  giorni  si  ha  quasi  sempre  un  sensibile  rialzo  di  temperatura, 
si  dice  pure:  "L'estate  di  San  Martino  duri  3  giorni  e  un  pocolino  „. 


12    Lunedi  S.  Martino  I,  papa.  Successore  di  papa  Teodoro.  Nacque  aToli  e 

316-50  dopo  assidui  stiTdì  a  Koma,  fondò  a  Saintes  un  monastero  di  cui  fu 

___ _ eletto  abate.  Mori  martire  l'anno  G55.  —  S.  Donato,  confessore,  solen- 
nizzato a  Lentini  (sec.  Xt).  —  S.  Arsnzio  Casati,  vescovo  di  Milano  (665j,  sepolto  nella  ba- 
silic  i  collegiata  di  S.  Stefano  Maggiore. 

Memorandum.  —  Fiera  a  Belluno,  per  tre  giorni. 

^ 

13    Martedì    1       S.  Stanislao  Kostka.  Eccitato  a  godere  dei  vantaggi  che  offriva  il 
317»_4.9  I  suo  stato,  diceva:  "  Io  non  sono  nato  per  le  cose  temporali,  ma  per 

le  eterne  ,.  Entrato  nella  Compagnia  di  Gesù,  divenne  in  poco  tempo 

maestro  a  tutti  in  santità,  e  morì  a  18  anni  nel  1568.  —  S.  Omobono,  sarto,  onorato  a  Cre- 
mona, morto  l'anno  1097. 

Memorandum.  —  Festa  solenne  ad  Asti,  e  funzione  religiosa  nella  chiesa  di  S.  Secondo, 
patrono  della  città,  in  memoria  della  vittoria  sul  Maramaldo.  —  Pagamento  delle  pensioni 
governative  di  3»  categoria  (superiori  a  L.  2000  annue). 


14  Mercoledì!       S.  Giocondo,  vescovo  di  Bologna,  verso  gli  anni  485-490.  -  S.  Lo- 
318-48  'ronzo,  vescovo  di  Dublino.  Mor'i  nella  povertà,  la.  1180.  —  S.  Andro- 

^  nico,  vescovo  di  Verona  (secolo  VII  ?).  —  S.  Verano,  vesc,  patrono 

di  Albenga  (Genova);  visse  nel  sec.  VI.  —  Ad  Acireale,  festa  di  S.  Venera. 

Memorandum.  —  |^  L.  N.  a  ore  19,28"'.  —  Grande  pioggia  di  stelle  cadenti  (sciame  delle 
Leoneidii. 


lo    Giovedì  S.  Gertrude,  vergine,  abbadessa  benedettina,  patrona  del  Brabante. 

319-4'?  A.  trent'anni  fu  eletta  abbadessa  nel  monastero  di  PJinsleben  e  morì 

^^  l'anno  1334.  —  S.  Loterio,  vescovo  di  Verona  verso  gli  anni  700-780.  — 


S.  Leopoldo  d'Absburgo,  morto  l'a.  1136. 

Memorandum.  —  Anniversario  della  proclamazione  della  repubblica  negli  Stati  Uniti  del 
Brasile  (1889). 


16    Venerdì  S.  Diego,  monaco.  Francescano,  morto  l'anno  1136.  —  S.Edmondo, 
320-46             vescovo   di   Canterbury,  morto   l'a.  1242.  Era  nato   ad   Oxford   e   vi 
insegnò  teologia,  meritando  grandi  elogi:  fu  creato  vescovo  da  Gre- 
gorio IX.  —  S.  Fidenzio,  vescovo  di  Padova  (sec.  ilV;. 

Memorandum.  —  Oggi  novilunio  secondo  l'uso  eccle-iastico. 


17    Sabato  S.  Gregorio  Taumaturgo.   Scolaro  di  Origene,  divenuto  vescovo  di 

321^_4.5  Neoce-aroa  nel  Ponto,  con  la  parola  e  coi  miracoli  \ì  converti  molti 

'  idolatri  alla  fede.  Morì  l'anno  270.  —  S.  Eugenio,  d  acono,  confessore, 

morto  l'anno  422,  onorato  a  Firenze.  —  S,  Dionigi,  patriarca  di  Alessandria. 


NOVEMBRE  1917  _  H7  _  (47»  Settimana) 

18  Domenica]       i^  Prima  di  Avvento  nel  rito  ambrosiano.  —  S.  Oddone,  abate.  Resse 
323-4-4  [l'abbazia  di  Cliiny,  fondata  dn  S.  Bernone.  Mori  l'anno  91*2.  —  S.  Fn-- 

"  diano,  vescovo  di  Lucca  dal  óGO  al  fiss,  patrono   della  stessa  olita  e 

diocesi.  —  8.  Alfeo  e  compagni,  martiri  nella  persecuzione  di  Diocleziano.  —  S.  Jlda  o  Hilda, 
ba lessa  injjlese  in  un  monastero  del  Nurthnmbjriand,  ni.  nel  680  o  683. 

Memorandum.  —  Nel  rito  ambrosiano  (diocesi  di  :Mil;ino)  oggi  prima  domonioa  doll'Avvonto. 

,1- 

19    Lunedi  S.  Elisabetta,  regina.  Consumò  la  breve  sua  vita  in  continne  e  gran- 

323-43  I  diose  opere  di  beneficenza.  Morì  di  24  anni  nel  1231.  Era  figlia  del  re 

d'Ungheria  Andre»  II  e  avea  sposato  Lodovico  IV,  langravio  di  Turii 


già.  —  Ss.  Ponzlano,  pp.  dal  230  al  235,  e  Ippolito,  prete,  suo  compagno  d'esilio  in  Sardegna. 


20   Martedì  S.  Felice  di  Valols.  Compagno  di  i«.  Giovanni  da  Matha,  fondò  con 
324-42            lui  l'ordine   de'  Trinitari.  Mori  a  85  anni,  nel  1212.  —  S.  Simplicio, 
vescovo,  festeggiato  a  Terranova.  —  Ss.  Ampelo,  e  Caio,  martiri,   ri- 
cordati a  Messina  (sce.  III-IV).  —  Ss.  Ottavio  e  compagni,  martiri  a  Torino,  verso  l'a.  287. 

—  8.  Edmondo,  re  d'Inghilterra,  morto  prigioniero  dei  danesi  neir870. 

Memorandum.  —  Natalizio  di  S  M.  la  Regina  Madre,  Margherita  la  quale  compie  66  anni. 

—  Oggi  sono  chiuse  le  ^c^lole,  le  biblioteche  governative,  le  gallerie  e  i  musei.  —  F.era 
del  Cassero  a  Terni,  una  delle  più  importanti  dell'Umbria. 

ij^ '. 

21  Mercoledì I       La  Presentazione  di  Maria  al  Tempio  di  Gerusalemme.  -  S.  C.lom- 
325-41  ibano,  autore  di  una  nuova  regola  monastica  e  fondatore  della  cele- 

bre  abbazia  di  Bobbio.  Mori  a  72  anni,  nel  615.  —  S.  Gelasio  I,  papa 

dal  492  al  496.  —  8.  Mauro,  martire,  verso  l'anno  283,  patrono  di  Parenzo  (Istria;. 

Memorandum.  —  J)  P.  Q.  a  ore  23,20>ii.  _  Genetliaco  di  S.  S.  Benedetto  XV  (Giacomo 
Della  Chiesai,  il  quale  compie  i  63  anni.  —  Festa  votiva  tradizionale  della  Salute  a  Vene- 
zia. —  Festa  dei  SS.  Arcangeli  Michele  e  Gabriele,  nel  calendario  ortodosso  o  greco-russo. 

—  Pagamento  delle  pensioni  governative  di  seconda  categoria  (superiori  a  L.  500,  ma  non 
a  L.  2000  annue). 

>r 

22  Giovedì    I       S.  cecilia,  verg.  e  m.,  illustro  romana  del  secolo  HI.  È  la  protet- 
326-40  jtrice  delle  arti  musicali.  Pareci-hle  rinomate  accademie  in  Italia  por- 

tano  il  nome  di  questa  santa.  Subì  il  martirio  per  la  fede,  sotto  Ales- 
sandro Severo,  l'a.  230.  —  SS.  Demetrio   e   Giuliano,  martiii,  ricordati  a  Parenzo  (Istria). 

Memorandum.  —  Entra  il  Sole  in  Sagittario.  —  Fiera  importantissima  di  Santa  Caterina 
a  Udine.  Dnra  5  giorni. 

23  Venerdì    I       S.  Clemente  I,  papa.  Convertito  da  S.  Pietro,  fu  uno  dei  primi  <-ol- 
32*7-39  I  laboratori  degli  .\postoll,  ed  è  clti\to  da  S.  Paolo  nella  lettera  ai  Fi- 

lippesi.  Morì  martire  nel  Chersoneso,  sotto  l'impero  di  Traiano  l'a.  97, 

e  il  suo  oorpo  fu  poi  trasportato  a  Roma.  -  S.  Gregorio,  vescovo  di  Girgenti  (a.  560).  — 
S.  Lucrezia,  vergine,  martire  in  Spagna. 

Memorandum.  —  Grande  piogg  a  di  stelle  cadenti. 

H^ 

24  Sabato  S.  Giovanni  della  Croce.  Nato  nel  1524  nella  Vecchia  Castìgha,  a  21 
328-38             )i"ii>  entro  nell'ordine  del  (Jarmclitani,  in  cui  si  distinse  per  scienza  e 

austerità  di  vita.  Insieme  con  S.  Teresa  si  accinse  alla  riforma  del- 
l'Ordine stesso,  fondando  i  Carmelitani  Sca'zi,  approvati  nel  1590,  e  di  cui  fu  eletto  primo 
deflnitore.  Scrisse  molti  libri  di  teologa  ascetica  e  mistica,  e  morto  nel  I.SOI,  fu  canonizzato 
da  Benedetto  XIII  nel  1726.  —  S.  Firtnina,  verg.,  mart.,  la.  303,  festeggiata  ad  Amelia. 

Memorandum.  —  S'^conda  festa  patronale  a  Giulianova  (prov.  di  Teramoi  per  la  comiue* 
murazioue  della  traslazione  del  corpo  di  S.  Flaviano,  con  fiera  (v.  18  febbraio). 


NQV.-DICEMB.  1917  -  118  -  (48^^  Settimana) 

25  r)oilieriÌca|       i^  Seconda  di  Avvento  nei  rito  ambrosiano.  —  S.  Caterina,  vergine 
3S9-37            |e  martire,  onorata  come  piotet'rice  (lo;,'li  studi.  Sofferse  ad  Alessai- 
— " dria  d'Ej,'itto  il  crudele  inartir  o  d'essere  lacerata  da  ruoto  con  un- 
cini, laTino  3  17.  —  S.  Mosè,  prete,  martire  a  Ironia,  verso  Tanno  251. 

IMemorandum.  —  Fiera  di  Santa  Caterina  a  Novi.  Dura  3  giorni.  —  Fiera  a  Gorgonzola. 
—  Festa  patronale  del  comune  di  Scandiano  fprov.  di  Reggio  Emilia).  —  Gran  ti  n'a  di  Santa 
Caterina  a  Foggia:  dura  3  giorni.  —  Festa  nazionale  al  l'araguai  (giorno  della  Costi luziono). 


-ì^ 


2b    Lunedi     j        S.  Alìpio,  stinta,  riovì  sullo  s-orcio  dei  sec.  VI  al  Adrianopoii  di 
330-36  Patìagonia,  e  per  cinquant'an.ii  dimorò  su  di  una  colonna,  dando  esem- 
^_ pj^j  della  vita  più  austera.  ~  S.  Bellino,  vesc,  di  l'adosa,  della  fami- 
glia Bertaldo,  patrono  di  Adria  (Kovigo),  ucciso  l'anno  15-19  (Fei'rara;. 


27    Martedì  S.  Valeriano,  vose,  di  Aquileia,  verso  g'i  anni  36a388.     -  B.  Mar- 

331-35  glierita  duchessa  di  Savoia,  dettala  iucidre  (hi  ptpo'i,  n\orl&VsL   Ioli. 

_  S.Giacomo,  nob  le  persiano  al  tempo  di  Teodosio  il  Giovane,  che 

avendo  apostatato  dal'a  fedj  si  pe^tì  del  suo  fa'lo,  e  si  meritò  la  palma  del  ma:tirio. 

Memorandum.  —  O^gi  pagamento  degli  stipendi  agli  impiegati  governativi. 

.|; _-— . — 

28  JVierCOledìI        S.  AcacìO,  martire  a  sebaste,  in  Armenia,  co:i  molti  compagni,  l'a. 
333-34  303.  —  S.  Giacomo  della  Ma' ci,  francescano,  nativo  di  Montsprandone 
—fu  compa','no   di   S.  Bernardino   da   Siena   e  di  S.  Giovanni  da  Capi- 
strano  in  alcune  missioni  di  Germania.  IJaviera  ed  iUngheria.Visse  dal  138J  al  1479. 

Memorandum.  —  @  L.  P.  a  ore  19,41'". 


29    Giovedì    \       S.  Filomeno,  martire  di  Ancira,  condannato,  durante   la  persecu- 
333-33  j  zione  di  Aureliano,  al  supplizio  del  fuoco,   l'anno   274.  —   Ss.  Satur- 

nino  e  compagni,  ap.  delle  Gallie,  vi  subirono  il  martirio  per  la  fede 

con  altri  comp.  a  Tolosa,  sotto  l'impei'atore  Decio.  —  Ss.  Biagio  e  Demetrio  martiri,  venerati 
a  Veioli.  —  S.  Illuminata  da  Todi,  vergine. 

Memorandum.  —  Oggi  plenilunio  seondo  l'uso  ccciesiasUL-o. 


30    Venerdì  I        S.  Andrea,    apostolo.    Nacque   da  un  pis^-atore  di   Betsaida.  Dopo 
334-33  I  l'ascensione  di  Cris^o  al  cielo  e  la  discesa  dello  Spirito  Santo  sopra 

-gli  Apostoli,  Andrea  predicò  nella  Scizia,  nell'Etiopia  e  nell'Albania. 

Da  ultimo  fu  l'apostolo  dell'Acaia.  Subì  il  martrio  della  croce  sopi-a  due  legni  incrociati 
ad  X.  Si  assegna  alla' sua  morte  l'a.  62.  Feste  patronali  ad  Amalfi,  dove  si  conferva  il 
(.o.po,  ed  a  Sarzana.  —  S.  Maura,  vergine  e  martire  a  Costa  itinopoli. 

Memorandum.  -  In  Lentini  (Siracusa)  festa  popolare  di  S.  Andrea  nel  lUoiei-e  di  Lentini 
(l'antico  Lucits  lferculeus\  il  più  grande  liigò  della  Sicilia,  ricchissimo  di  pescagione.  -  Al- 
l'albo njunic.  si  afiBgge  per  10  giorni  la  lista  dei  giurati,  appr.  dalla  Giunta  distrettuale.  — 
Thanksff  ciiìff  dtnj,  giorno  di  preghiera  ne^'li  Stati- Uniti,  stabilito  per  tutta  la  Confedera 
zione  da  un  proclama  del  prendente  IJousevelt  nel  1905. 

. . ^fl 

1    Sabato       I        S.  Leonzio,  vescovo.  Nacque  a  Nìmes  e  divenne  vescovo  di  Fréju>, 
335-31  I  Mori   verso    l'anno    43'i.    —   S.   Ansano,    patrono    di    Siena,    martire 

-^— ^ ^^l'annoSO'J.     ■  ' 

Memorandum.  —  Principio  della  stagione  d'Inverno,  secondo  l'uso  nieteorjlo,^ico.  -  Dì. 
oggi  lino  a  tutto  aprile  è  vietata  la  pesca  con  reti  ed  altri  apparecchi  a  strascico,  .sino  .-i 
tre  chilometri  da  qualsiasi  punto  della  costa  del  mare.  -  Fiera  a  Caselle  Torinese.—.  li 
Sindaco  invita  con  pubblico  avviso  tutti  coloro  ohe  non  esseùlo  iscritti  nelle  liste  elettorali 
politiche  e  "an)njinistrative  poisono  aver  diritto  alla  iscrizione,  a  domandarla  entro  il  1'> 
del  mese.  ;  ;  ..-.   ^  .• 


DICEMBRE  1917  _  119  —  (40»  Settimana) 

2  Domenica  i       vp  Prima  d'Avvento  secondo  il  rito  romano,  terza  di  rito  ambrosiano. 

336-30  |  —  5:=.  Bibbiaiid.  vert;.,  mart.,  Appiopriaiio,  j:oveinatorc  di  Roma,  fo'di 
tutto  per  indurla  all' idolatrix,  ma  nulla  valse  ^  rimuovere  la  giovi- 
netta: allora  que$!li  ordinò  che  t'osse  Iettata   ad  nna  colonna   e  ))attuta  con  fruste  aruiatc 
«l!  pionil  o,  tino  a  morte  «363).  —  S.  Cromazio,  vcsl'ovo  di   A<inilel;t,  verso  gli  anni  388-407. 

Memorandum.  —  Ogiji,  1»  domenica  dell'Avvento,  comincia  l'anno  ecclesiastico.  -  Da  oRf;i 
'.«  proibii»'  le  solennità  nuziali  sino  al  giorno  se^^uente  all'Epifania  doll'anno  prossimo. 
In  molte  parti  d'Italia,  p.  es.  a  Koma,  credono  che  se  piove  og;;i,  giorno  di  Santn  Bib- 
bia, piove  quaranta  «.'iorni  e  una  settimana. 


3    Lunedi  S.  Francesco  Saverio.  Uno  do' primi  compagni  di  S.  I|s;na/.io  da  Lo- 

337-29  jola.  Giovanni  III  vo  di  Portogallo  lo  mandò  nelle  Indie  a  predicarvi 

1  jj  Vangelo.  Dopo  molti  anni,  estenuato  dalle  fatiche,  mori  nel  dlcem- 

'    t    del  1552  nell'isola  di  Sancìano.  —  S.  Mirocle,  vescovo  di  Milano  dal  304  al  315.. 

4^ ^ — 1 

'4-    Martedì  S.  Barbara,  vergine,   martire.   Nacque  in  Nicomedia,  e  suo   padre 

338-28  Dioscoro  era  mollo  devoto  degli  idoli.  Essa  trovò  modo  di  farsi  iatrairn 

nella  religione  di  Cristo  e  battezzare.  Il  padre,  quindo  seppe  questo, 

iiriato  le  tagliò  la  tosta,  sotto  l'impero  di  Massimi  no  I,  Va.  235.  —  S.  Clemente  d'Ales- 
Iria.  dottore  della  Chiesa,  morto  verso  l'anno  210. 

Memorandum.  —  Cg^i  festa  militare  per  i  corpi  di  artiglieria,  del  genio  e  per  la  marina. 
f  •>ta  anche  per  i  minatori,  per  i  pompieri,  ec.  —  Festa  e  fiera  di  Santa  Barbai-a  a 
Iraiicavilla  (Sicilia).  —  Festa  a  Paterno  per  Santa  Barbara  patrona  della  città. 


-rH- 


5  Mercoledì   ;        S.  Pietro  Crisologo,   fu   vescovo   di  Ravenna  (^all'anno  438  all'aii- 

33G-27  I  "o  ■*"*®-  "•  S-  Basso,  vescovo  di  Nizza  Marittima,  martire,  circa  l'a,  253. 

— —  SS.  Aureliano  e  Sempronio,  martiri,  ricordati  a   Brindisi  (sec.  IVj. 

Memorandum.  —  Anniversario  della  oiicciata  dogli  Austriaci  da  GcnoT»  (1716). 


h    Giovedì  S.  Nicolò,  vesc.  m.  di  Mira,  la.  313.  Vis-o  nel  IH  e  IV  sec.  e  pare 

340-26  i^he  sin  morto  sotto   Diocloziunc).  Prima  però   aveva  sofferto   l' esilio. 

-    —     .\I<'uni  mercanti  di  Bari,  visitando  a  Mira  nel  109.7  le  ossa  di  questo 

.'(>,  lo  tro\arono  coVi  mal  custodite,  che  pensarono  di  nietterle  in  sicUro,  portandole  nel 

■  paese,  dove  gli  fu  dedicato   un   tempio   ed  è  tuttora  festeggiato.   .Altre   foste  In  kuo 
re  hanno  pure  luogo  a  Lecce  ed  a  Sassari.    -  S.  .Apollinare,  suddiacono,  martire  a  Trieste 

■  11',  o  lorato  a  Verona, 

Me;norandum.  —  C  ^'  ^i-  «  '^^^  15.14".  —  Grande  festa  a  Lari  flolle  Paglie.  -  P.iga- 
iiio  delle  pensioni  governativo  di  prima  ca'egoria  (non  oltre  le  500  lire  annue). 


I. 


7    Venerdì  S.  Ambrogio,  vescovo,  patrono  di  Milano,  n.  in  Treviri  l'a.  .140,  morto 

341_25  a  Milano  l'anno  337.  La  data  che  si  festeggia  oggi  è  quella  della  sua 

elezione,  la  quale  è  tradizione  avvenisse  miracolo.samente,  essendo  egli 

etto  civile  dell'alta  Ita'la.  La  sna  ba^sillca,  una  delle  più  rinomite,  ne  serba  in  preziosa 
i  i  la  -alma.    -  S.  Gerardo,  vesc.  di  Velletri,  dal  1067  al  1077,  e  patrono  d-M'.a  stes  a  <itt.i. 

^. 

8    Sabato  immacolata   Concezione  «li  Maria  Vergine,   foNta   che   risala   al   a*" 

3'42-2'4  •■"'•^  ^-  l'io  1^  dotini  solennemente,  l'anno  18.^L  il  dogma  della  Imma- 

.    colata  Concezione  di  Maria  Vergine,  sempre  credutesi  nella  Chiesa  An 

A  sua  origlre.    -  S.  Eutichiann  papa,  di  Lunl.  Heppelli  di  sua  mano  ben  '.iU  martiri,  e 
f'pH  vtPsso  per  la  fede  nel  283,  dopo  8  anni  di  ponti&uato. 


Memorandum.  -  Non  è  più  festa  civiSo  \vjskìc.  -  Fiera  della  Coticealon«^  a  Yeimfro  (MO' 

Ibej:  dura  una  s-^Uimana.  '•><.. 


DICEMBRE  1917  _  120  —  (50*  Settimana) 

9   Domenica  1       1^  seconda  d'Avvento  secondo  il  rito  romano,  quarta  di  rito  ambro- 

343-23  siano.  —  S.  Siro,  vescovo.  Patrono  della  città  di  Pavia,  mori  in  tarda 

età  verso  l'a.  96.  —  S.  Eracliano,  vcdc.  di  Pesaro  (sec.  IV?),  patrono 

della  stessa  città.  —  Ss.  Martinìauo  e  compa;^ni,  ricordati  a  Torino,  martiri  della  Legione 

t-bea,  verso  l'anno  287.  —  S.Valeria,  vergine  e  martire  a  Limoges. 


10    Lunedi  S.  IMelchiade,  papa.  Successo  a  S.  Eusebio.  Fu  il  primo  papa  che 
344-33            potesse  uscire  liberamente  dalle  catacombe  all'esercizio  pubblico  del 
culto  cattolico,  in  forza  del  decreto  imperiale  del  314.  —  Ss.  Carpo- 
foro,  prete,  e  Abbondio,  diaconi,  martiri,  ricordati  a  Spoleto  (sec.  III-IV). 

Memorandum.  —  Festa  della  Madonna  di  Loreto,  celebrata  in  tutte  le  Marche,  special- 
mente nella  notte  dal  9  al  10,  anniversario  della  Traslazione  della  Santa  Casa.  —  Hnutu-à 
o  Commemorazione  della  purificazione  del  tempio,  per  gli  israeliti.  —  Scade  l'ultima  rat:* 
bimestrale  delle  imposte  dirette  erariali  e  sovrimposte  comunali  e  provinciali.  Non  pagando 
entro  gli  otto  giorni  successivi  alla  scalenza,  il  contribuente  incorre  alla  multa  del  4%. 


11    Martedì  S.  Damaso  i,  papa.  Nacque  in  Guimavaens  nel  Portogallo,  o  come 

345-31  altri  vogliono,  in  Roma  nel  304.  Accompagnò  l'esule  pontefice  S.  Li- 

— — ——— berlo  a  Milano,  dove  fu  ordinato  prete   e  fatto  cardinale  sotto  papa 

Felice  IL  Eletto  alla  sua  volta  pontefice  nell'età  di  72  anni,  sedò  lo  scisma  mosso  dall'an- 
tipapa Orsicino,  e  diedesi  con  zelo  apostolico  al  governo  papale.  Morì  l'a.  384.  —  Ss.  Tra- 
sóne,  Ponziano  e  Pretestato,  martire  a  Roma  'sec.  II MV].  —  S.  Vincenzio,  vesc.  di  Bieda 
{Blera:  Viterbo)  avanti  l'anno  287. 


12  Mercoledì         S.  Amalia,  reoina.  —  S.  Valerio,  abate,  discepolo  di  S.  Colombano  e 
346-20  I istitutore  egli  stesso  di  comunità  religiose.  Morì  l'a.  622.  —  Ss.  Geron- 

zio   e  compagni,  ricordati  a  Genova.  —  S.  Sinesio,  martire  a  Roma, 


verso  gli  anni  270-275.  —  Ss.  Epimaco  ed  Alessandro,  martiri  ad  Alessandria  sotto  Decio.  — 
Ss.  Massenzio,  Costanzo,  Crescenzio,  Giustino  e  compagni,  mart.  a  Treviri. 


13   Oiovedl  S.  Lucia,  vergine,  martire.  Accusata  come  cristiana,  protestò  davanti 

347-19  ai  giudici  con   inaudita  fermezza,   che  nessuno   avrebbe  potuto  co- 

-  stringerla  a  lasciare  la  nuova  feie  da  essa  abbracciata.  Subì  il  mar- 


stringerla 
tirio  l'anno  304.  È  invocata  contro  le  malattie  degli  occhi.  —  A  Siracusa,  festa  di   pre- 
cetto con  fiera.  —  S.  Antioco,  martire,  l'anno  125,  veneiafo  in  Sardegna. 

Memorandum.  —  Fiera  a  Forlì.  —  Fiera  a  Taggia  (provincia  di  Porto  Maurizio).  Dura  tre 
giorni.  —  Pagamento  delle  pensioni  governative  di  3»  categoria  (superiori  a  L.  20J0  annue). 


14?   Venerdì  S.  Giocondo,  martire.  Ucciso  col  suo   vescovo  S.  Pascasi©,  durante 

348_18  una  invasione  di  barbari,  l'anno  453.  —  S.  Pompeo,  o  Pompeio,  vcóo. 

— di  Pavia,  verso  jjli  a.  96  e  100  (Gams). 

Memorandum.  —  (g)  L.  N.  a  ore  lO.n™.  —  riera  a  Siracusa:  dura  tre  giorni. 


15    Sabato  S.  Massimino,  abate  di  un  chiostro  di  Verdun,  ove  successe  nel 
349_1'7            [governo  dei  monaci  al  santo  suo  zio  Ospizio,  fondatore  del  chiostro 
1 stesso.   Morì   nell'anno   520.  —   S.  Santolo,   o   Sanotulo,  prete,  ricor- 
dato a   Norcia.   —   S.  Valeria;)©,  vescovo  in   Africa,  martire  contro  l'eresia  aiiana. 

Memorandum.  —  Oggi  novilunio  secondo  l'uso  ecclesiastico.  —  Term  ne  entro  il  quale 
gli  elettori  politici  e  amministrativi  possono  fare  domanda  per  essere  trasferiti  in  altre 
sezioni;  e  i  cittadini  che  non  essen4o  iscritti  d'uffico  ritengono  di  aver  diritto  ad  eserci- 
tare il  mandato  elettorale,  poòsouo  fare  domanda  per  la  loro  iscrizio  ;e. 


DICEMBRE  1917 -  121  - (61^  Settimana) 

16  Domenica I       i^i  Terza  d'Avvento  secondo  il  rHo  romano,  quinta  di  rito  ambrosiano. 

350-16  —  S-  Kusebio,  vescovo  di  Voroelli.  Al  tonipo  di  papa  Liborio,  velino 

~ — 'esiliafo  dall'imperatoi-e  Costanzo  a  Scitopoll  nella  Tebatde,  ove  mori 

tra  orribili  stenti  verso  l'a.  370.  —  S.  Adelaide,  imperatrice,  figlia  di  Rodolfo  II,  re  di  Bor- 
gogna, moglie  di  Lotario,  re  d'Italia. 

Memorandum.  —  Anche  oggi  in  Napoli,  ricorrendo  la  festa  del  Patrocinio  di  San  fìcn- 
iiaro.  si  rinnova  il  iniiaco'o  della  liquefazione  del  sangue  di  quel  Santo.  —  In  Monopoli 
(prov.  di  Bari),  festa  della  venuta  dell' imin.igine   di   Maria  SS.  della  Badia  (a.  1117). 


17    Lunedi  S.  Olimp'a,  vedova.  Ebbe  T officio  di  diaconessa  presso  la  Chiesa 
351-15             di  Costantinopoli.  Mori  l'a.  610.  —  S.  Lorenzo,  monaco  di  Subiage  (,Vi- 
gne:  Sollago).  —  S.  Lazzaro  di  Betania,  fratello  di  Marta  e  Maria,  ri- 
suscitato dal  Redentore  dopo  quattro  giorni  dalla  morte. 


18    Martedì    '       S.  Desiderato,  monaco  dell'abbazia  di  Fontenelle,  ove  si  santirtcò 
35*3-14  nella  j)ratica  delle  più  austere  virtù.  Morì  verso  la  fine  del  seo.  VII. 

_  g    Eusebio,  vescovo  di  Sutri  (anno  465).  —  S.  Graziano,   vesc.  di 

Tours,  verso  la  metà  del  III  secolo. 

■ ,1, . 

19  Mercoledì!       S.  Fausta,  matrona  romana,  madre  di  S.  Atanasia  fseoolo  IIMV). 
353-13  Fu  celebie  la  Basilica  Fausta,   unita  presentemente  alla  basilica  di 

S.  Ambrogio  a  Milano.  —  S.  Eberardo,  o  Berardo  Paleara,  benedett., 

vescovo  di  Teramo,  dal  1115  al  1122.  —  S.  Maria  degli  Angeli,  vergine,  fu  lustro  dell'ordine 
carmelit.  Mori  l'a.  1717.  —  B.  Urbano  V,  eletto  papa  ad  Avignone  nel  13G2.  Si  trasfein  a 
Roma  nel  1367,  ma  nel  1370  tornò  ad  Avignone,  ove  mori  lo  stesso  anno.  —  Primo  giorno 
lìe'le  ieinp  irti  ti'  imerno. 

Memorandum.  —  Oggi,  secondo  il  calendario  giuliano  o  greco-russo,  festa  di  S.  Nicola  di 
Bari,  protettore  della  Russia. 


20    Giovedì   !       S.  Giovanni  Marinone,  prestò  preziosi  ed  eroici   servizi  durante  la 
354-13  peste  del  l.)28.  Mori  a  72  anni,  nel  166-2.  Fu  benemerito  della  città  di 

^^  Napoli,  avendovi  fondato  un  monte  di  pietà.  —  S.  Eilogonio,  vescovo 

d'Antiochia,  morto  nel  353  (Migne).  —  S.  Domenico,  vescovo  di  Brescia,  circa  gii  anni  613-017. 

Memorandum.  —  Anniversario  del  supplizio  di  Guglielmo  Oberdan,  eroico  assertore  della 
italianità  di  Trieste,  impiccato  nel  1882.  —  Nascita  della  Principessa  Maria  Laetitia,  Du- 
chessa d'Aosta   (1866). 


21    Venerdì  S.  Pietro  Canisio,  gesuita,  fu  mandato  il  Germania  per  combatterò 
355-11             l'eresia  di  Lutero,  e  mori  a  76  asini  nel  1597.  —  S.  Tommaso,  apostolo 
■ (secolo  I).  —  S.Temistocle,  martU-e.  —  Seco/uìo  y torno  delle  letnpora. 

Memorandum.  —  3  P-  Q-  *  o^^  7,7».  —  Anniversario  della  vittoria  di  Agordat  sul  Der- 
visci (18931,  festeggiato  nella  Colonia  Eritrea.  —  Pagmneuto  delle  pensioni  governative  di 
siconda  categoria  ^superiori  a  L,  500,  ma  non  a  L.  'iO'M  a:inuc). 

♦' 

22    Sabato      i       S.  Flavlano.  martire,  (iià  prefetto  imper.,  morto  in  esilio  sotto  Giu- 
356-10  1  liano  l'Apostata,  patrono  di  Montetìa-scone.  —  8.  Ischirione,  mart.  in 

Egitto  durante  la  persecuzione  di  De;.'io.  —  S.  Gherardo  dei  cavalieri 

di  Malta,  florent.  Fu  zelatore  della  rrdcnzione  dei  Cristiani,  e  spese  la  sua  vita  nellacuia  degli 
infermi.  Mori  uonagenario  nel  125S.  —  8.  Zenone,  soldato  di  Diucleziauo,  decapitato  a  Nl- 
cnmedia.  —    Terzo  giorno  dille  temi  ora. 

Memorandum.  —  Entra  il  Sole  in  c;ai)ricorno.  e  uamlucia  l'Inverno  aUrouomico.  —  Sulsli-> 
zio  d'inverno.  —  È  11  giorno  più  breve  dell'anno. 


DIGEMBBE  1917 —  122  —  (52*  Settimana) 

23  Domenical       >ìì  Quarta  d'Avvento  secondo  ii  rito  romano,  sesta  di  rito  ambrosiano. 
357-9  I  —  S.  Servolo.  Rattratto  di  corpo,  fu  obbligato  a  vivere  di  inendicitii, 

"~  '.'~         e  tali  furono  le  suo  virtù  e  in  fjrado  cosi  elevato,  che  fu  poi  onorato 

c(ual  saìito,  alla  stia  morte,  avvenuta  l'a.  690.  —  S.  Vittoria,  vergine,  jiiartire,  ricordata  a 
JHiacenza  (.sec.  IV-Vj.  Va  una  vittima  della  persecuzione  di  Decio. 

Memorandum.  -Oggi  «i  o'.iiudono  gl'istituti  tecnici  e  i  licei.  Per  i  i)rimi  è  vacanza  tino 
al  2  gennaio  inclusive.  —  In  molte  città  stanotte  si  ha  il  curioso  spettacolo  del  mercato 
del  pesco  per  la  vigilia  di  domani,  ciò  che  a  llouja  è  chiamato  il  CotCto. 


24    Lunedi     j       S.  Tarsilìa,  vergine.  -  l  BB.  m;n;iri  della  Cocincina  (183.)-184(1)  ri- 
358-8  cordati  anche  a  jMilano.  —  S.  Gregorio,  prete,  mart,  ricordato  a  Spo- 

^  _  jg|.Q  fj,gp  m.iv)^  _  g^  Irma  o  Irniina,  vergine,  tìglia  di  Dagoberto  li, 

venerata  a  Treviri. 

Memorandum.  —  Vigilia  di  Natale.  —  Oggi  sono  chiuse  le  biblioteche  governative  e  tutte 
le  incuoia.  --  Oggi  a  Bologna  si  pagano  gli  affitti  e  per  consuetudine  si  saldano  tutti  1  conti 
dell'anno. 


25  Martedì    |       >h  Natale  di  Gesù  Cristo.  È  la  festa  più  .-ara  e  solenne  del  cristiaup- 
359-7  :  Simo,  perchè  ricorda  la   venuta   del  Salvatore  del  mondo.  Secondo  i 

cronologi,   il  gran   fatto  sarebbe  avvenuto  l'a.  747  di  Roma,  3S  d-l- 

r  impero  di  Augusto,  7  dell'era  volgare.  —   S.  Anastasia,  romana,  mar.,  V  a. '.i'ii). 

Memorandum.  —  Festa  civile  legale.  —  Oggi  in  molte  località  del  Piemonte  si  pagano  gli 
affitti  dei  lenoni.  —  Oggi  in  Grecia  è  S.  Spiridione,  festa  solenne. 


26  Mercoledì  S.  Stefano  protomartire.  Fu  tra  i  i-r  mi  sette  diaconi  eletti  dagli 
360-6  I  Apostoli,  ed  elbe  tanto  zelo,  che  accese  di  furore  i  nemici  del  nume 
cristiano,  i  quali  lo  condannarono  alla  lapidazione.  Fu  il  primo  mar- 
tire I Protomartire)  del  cristianesimo,  l'a.  ;J0.  Fx*a  nato  a  Gerusalemme,  e  colla  sua  predic*- 
ziouf  operò  numerosi  miracoli,  cosi'chè  si  suscitò  contro  di  lui  l'odio  de' primari  giud-i 
che  lo  accusarono  di  bestemmiatore.  —  Feste"  patronali  a  Biella,  Capua  e  Prato.  —  S.  Dio- 
nigi, papa  dal  2.50  al  268.  —  S.  Zosimo,  papa  dal  417  al  418. 

Memorandum.  —  Comincia  il  Carnevale.  —   Oggi  si  aprono,  per  la  stagi'Uie  di  Carnevalo, 
Tin  gran  uumeio  di  teatri,  e  ira  essi  quasi  tutti  i  teatri  massimi  d'Italia. 


H-- 


27  Giovedì  S.  Giovanni,  apostolo,  ed  evangelista.  Nativo  di  Galilea,  fu  chiamato 

361-5  Ida  Gesù  Cristo  a  seguirlo.  Dopo  lar  morte  del  Divin  Maestro,  lasciatii 

la  Giudea,  predicò  nell'Asia  Minore,  venu'o  a  Roma  fu  gettato  in  una 
caldaia  d'olio  bollente,  da  cui  usci  illeso.  Mori  in  tirdissima  età,  l'a.  101. 

Memorandum.    -  Oggi  pagamento  rie/li  stipendi  agli  impiegati  governativi. 


28    Venerdì    !        I  Sanli   innocenti.  R  corda  la  stra,'e  orribile  ordinata  da  re  Erodfl 
36S-4  d'  fletti  i   bambini   del   suo   regno   al  disotto  dei  due  anni,  affine    di 

—         -— conprendervi  il  neonato  Messia    il  quale,   invece,   scampò  in  Egitto 

TMatt.  II,  11-181.    -  S.  Abele,  H  giusto,  tìglio  dM  progenitoii  Adamo  ed  Eva. 

Memorandum.    -  '^  L.  P.  a  ore  10.r)2'>i.  —  Oggi  plenilunio  secondo  1"  uso  ecclesiastico.  — 
Doloroso  anniver-ario  del  disastro  che  distrusse  nel  1908  Messina  e  Reggio  Calabria. 


■  29    Sabato     i        S.  Tomaso  Becl<et.    Vescovo  di   Cantjrbury,   avendo   disgustati  a!- 
363-3  cMwì  grandi  del  regno,  perdette  la  grazia  sovrana  e  in  trucidato  d.-* 

—    _    __„  quattro  ufficiali  mentre  (rovavasi  in  chie>a.  l'a.  llìO.—  S.  Davide.  r>i 

e  profeta  dell'antico  Testamento,  a  itore  di  molti  doi  Salmi  adottati  dalla  Cliiesa  nella  sa- 
cra ufficiatura. 


DICEMBRE  1917 


—  123  - 


(53*  Settimana) 


30  Domenica        ix*  S.  Eugenio,  vesc,  onorato  a  Milano  quale  difensore  del  rito  am- 
364-3  bros'ano,  quando  al  tempo  dell' Imperatorp  Tarlo  Magno  si  tentò  di 

-         ^ abolirlo  (seo.  Vili).  —  S.  Gerardo,  confessore,  minorila,  morto  la.  1315, 

onorato  a  Valenza  (presso  Alessandria».  —  I  Ss.  Sabino,  vescovo,  Esuperanzlo  e  Marcello,  dia- 
foni;  Venustiano  preside  con  la  mojjlie  ed  i  figli,  m.irtiri  a  Spoleto  sotto  Massimiano.  — 
S.  Liberio,  vescovo  di  Ravenna  dal  185  al  '206.  -  S.  Rainerio,  vescovo  di  Aquila  ne^'li 
Aliru/./.i.  —  Festa  patronale  della  diocesi  a  Barletta. 


3  1    Lunedi  S.  Silvestro  I,  papa  dal  314  al  387.  —  S.  Colomba,  vergine,  uiarlhe, 

365-1  verso  gli  anni  270-275,  patrona  di  Rimiiil.  —  Ss.  Stefa:io  e  compa-^nl, 

ricordati  a  Catania  isecolo  llI-lVi.  Cai»,  prof.  O.  Pantalixi. 


Memorandum.  —  chiusura  dell'anno  finanziario  delle  aziende  comunali,  degli  istituti  ban- 
cari, delle  case  commerciali,  ec.  —  Scade  la  seconda  rata  semestrale  della  tassa  di  mano- 
morta. Il  i)a;;anier.to  dove  es^er  fatto  entro  i  primi  20  giorni  del  mese  di  «enniio  en- 
trante. 


Tabella  dei  digiuni  e  delle  astinenze. 

(Dkckkto  dklla  suprema  S.  C.  dkl  S.  U.,  17  skttkmbkk  190  >). 


1   Disfiuno  di  stretto  magro,  ossìa  d'OLIO. 

1.  Venenlì  ihlle  Tentpora  di  Qtiaresima. 

2.  Venerdì  franto. 

3.  Vigilia  dell'Asxinita. 
i.  Viyi  ia  del  Salale. 

V.  vietata   la  «-arne   •)  tutto   ciò  che  ira- 
..:lne   dalla   carne,  cior:   latte,  burro,  for- 
i.^yigio,  uova,  e  condimento  ili  grasso  di  qua- 
1  mquu  animale. 


li   Digiuno  e  astinenza  dalle  carni. 

1.   I'.  imo  giorno  del  d'giuiio  qniiresiniule. 

•_'.    Vfn'.rdX  e    Saha'i   di  Quaresima   e  di 
Accento. 

Morcoled),  Ven^rd"/  e  Sabati  delle  Tati- 
pora. 


ì'igilie  di  Pente  o-te,  dei  Ss.  Apt^stoli 
Pietro  e  Paolu  e  di  Oinigaanti. 


l 

^^B  uova  e  i  latticinii;  e  per  coiidimeuto  uin- 
^^Bie  nella  piccola  retezionci  è  pe  messo  lu-o 
^^K  qualunque   grasso,   del  b'trro,  del'a  mar- 

r ■ 


III^  Digiuno  coir  uso  delle  carni. 

Tutti   i  giorni   di   Qu>reisiina    {escluse.  I« 
Domeniche),    che   non  s  mo   compresi 
sotto  i  numeri  I"  e  II". 
Le  carni  sono  permesse  nella  sola  refe- 
zione principale,  per  gli  obbligati  al  digiuno; 
nella  pi<?cola  reiezione  sono  permessi  i  con- 
dimen'i  di  qualunque  j;ras>o,  burro,  ce. 

IV"  Astinenza  dalle  carni  senza  digiuno. 

l'u'ti  i  Venerd)  n.n  segnati  ai  numeri  l" 
e  IJo,  eccetiu'ito  il  giirno  di  Natale, 
e  ogì^i  altro  in  cui  cada  uni  fent'i 
conservata  di  precetto,  tioè:  la  Cir- 
concisione, VEpifatiin,  i  Ss.  Piftro  e 
Ptin'it,  l'Assunta  r  V  l»tmacoìaUi, 

Sono  permessi  i  condimenti  di  qualunque 
grasso  e  l'nso  delle  uova  e  dei  latticinii. 

V°  Avvertenze. 

1*  La  p.oniiviiità  «li  carne  e  pesce,  nel'a 
medesima  refezione,  è  vietata  in  tutta  la  Qua- 
resijna.  comprese  le  Domeniche,  e.  nel  corso 
dell'anno,  in  tutti  i  giorni  di  digiuno. 

ii*  Quando  è  vietata  la  carne  s'intende  vie- 
tato anche  il  brodo  di  carne. 

b''  Per  benigna  disposizione  del  Sommo 
l'outetìce  l'Ordinario  potrà  conredere  spe- 
ciale indulto,  sotto  determinate  o<»ndizioni, 
per  i  giorni  di  di;,'iuno  e  di  astinenz.i  fuori 
di  Quaresima  e  di  Avvento. 


124  - 


Compendioso  indice  dei  Santi 

più  comuni  ricorrenti  nell'anno.^*) 


Abbondio,  2  aprile  ;  31  agosto. 

Ab-lia,  14  giugno. 

Abdon,  30  luglio. 

Abele,  28  dicembre. 

Abramo,  9,  27  ottobre. 

Achille,  15  maggio;  7  nov. 

Adalberto,  23  aprile;  20  glug. 

Adalgisa,  20  aprile. 

Adalgiso,  6  ottobre. 

Adamo,  16  maggio. 

Adelaide,  16  dicembre. 

Adele,  24  dicembre. 

Adelfo,  29  agosto. 

Adelina,  20  ottobre. 

Adeliiida,  28  agosto. 

Adelino,  27  giugno. 

Adeodata,  14  dicembre. 

Adolfo,  17  giugno;  27  sett. 

Adone,  16  dicembre. 

Adriano,  4  marzo;  8  luglio. 

Agnello,  14  dicembre. 

Agnese,  21  gennaio;  20  aprile. 

Agostino,  28  agosto. 

Agostino  d'Inghilt.,  28  magg. 

Agrippina,  23  giugno. 

Agrippino,  17  giugno;  9  nov. 

Aida,  2  febbraio. 

Aimone,  15  maggio. 

Alba,  17  gennaio. 

Albano,  22  giugno. 

Alberico  (&),  26  gennaio. 

Albertino,  3  settembre. 

Alberto,  8  aprile;  7  agosto; 
1  settembre;  21  novembre. 

Alberto  B.,  3  settembre. 

Albina,  16  dicembre. 

Alda,  18  novembre. 

Aldegonda,  30  gennaio. 

Aldemaro,  24  marzo. 

Aldo,  10  gennaio. 

Alessandra,  18  marzo. 

Alessandrina,  20  marzo. 

Alessandro,  11  gennaio;  26  feb- 
braio; 3  ma,'gio;  4,  6  giu- 
gno; 10  lug'io;  26  agosto; 
9  settembre. 

Alessandro  S.,  23  aprile. 

Alessio,  17  luglio. 

Alfonso  L.,  2  agosto. 

Alfredo,  12 gennaio;  14  agosto. 

Alice,  5  febbraio. 

Alvaro,  19  febbraio. 

Amabile,  19  ottobre. 

Amadeo  (b),  10  agosto. 

Amalia,  10  luglio;  12  dicemb. 

Amato,  8  maggio,  13,  30  sett. 

Ambrogio,  20  marzo;  IC.  ago- 
sto; 16  ottobre;  7  dicembre. 

Ambrogio  {Morte  di),  4  aprile. 

Amedeo  (b),  30  mar.;  5  mag;^. 

Amelia,  2  giugno. 


Amos,  31  marzo. 

Anacleto,  13  luglio. 

Anastasia,  15  aprile;  28  ott. 

Anastasio,  27  aprile;  28  magg. 

Anatolia,  9  luglio. 

Anatolio,  20  marzo. 

Andrea,  26  febbraio;  22  ago- 
sto; 6  novembre. 

Andrea  A.,  10  novembre. 

Andrea  (ap.),  30  novembre. 

Andrea  {b),  9  genn.;  1  febb. 

Andrea  C,  14  gennaio. 

Andrea  G.,  19  marzo. 

Angela  da  Foligno,  4  gennaio. 

Angela  M.,  30  maggio. 

Angeli  custodi,  2  ottobre. 

Angelina,  22  dicembre. 

Angelo,  5  maggio. 

Angelo  (6),  25  gennaio. 

Angelo  (b)  d'Acri,  2.)  ottobre 

Angelo  C,  12  aprile. 

Angelo  P.  (&),  24  ottobre. 

Anna,  26  luglio. 

Annunziazione,  25  marzo. 

Ansano,  1  dicembre. 

Anselmo,  3, 18  marzo;  21  apr. 

Antelmo,  26  giugno. 

Antimo,  21  febbraio. 

Antonia  (6.»),  28  febbraio. 

Antonietta,  28  febbr.;  27  ott. 

Antonina,  12  giugno. 

Antonino,  14  febbraio;  2  mag- 
gio; 4  luglio;  22  ag.;  31  ott. 

Antonio  abate,  17  gennaio. 

Antonio  da  Padova,  13  giugio. 

Ant.  Maria  Zaccaria,  5  lurrl  o. 

Apollinare,  23  luglio;  6  die. 

Apollonia,  9  febbraio. 

Apollonio,  16  febbraio;  18apr.; 
7,  8  luglio. 

Aquilino,  29  gennaio;  4  febbr. 

Arcangela,  17  ottobre. 

Arcangelo  (b),  17  aprile. 

Arduino,  9  giugno;  15  agosto. 

Arianna,  17  settembre. 

Ariberto,  5  maggio. 

Aristide,  31  agosto. 

Armando,  6  febbraio. 

Arnaldo,  10  febbraio. 

Arnolfo,  18  lugio;  15  agosto. 

Arrigo  (A),  13  marzo. 

Artemisia,  6  novembre. 

Arturo,  8  agosto. 

Assalonne,  2  marzo. 

Assunz.  di  Maria  SS.,  15  a^. 

Atala.  3  dicembre. 

Atanasia,  14  agosto. 

Atanasio,  26  gennaio;  2  mag- 
gio; 15  luglio. 

Attilio,  22  maggio. 

Augusta,  27  marzo. 


Augusto,  7 moggio;  7  o4obre. 
Aurei ia,  25  settembre. 
Aureliano,  22  maggio;   ó  die. 
.\urelio,  27  luglio,  9  novemb. 
Avellina,  28  febbraio. 
Azaria,  16  dicembre. 

Babila,  24  gennaio. 

Balbina,  31  marzo. 

Baldassarre,  6  gennaio. 

Baldovino,  8  gennaio. 

Balduino,  21  agosto. 

Bambina  M.,  8  settembre. 

Barbara,  4  dicembre. 

Barnaba,  11  giugno. 

Bartolomeo  (&),  28  gennaio; 
18  marzo. 

Bartolomeo,  24  agosto. 

Basilio,  1  genn.;  2, 6,  22  marzo; 
14  giugno. 

Basso,  5  dicembre. 

Battista  (Dscoll.di  S.  G.),  29  ag. 

Battista  G.  Bossi,  23  ma-'gio. 

Battista  (Nat.  di  S.  G.),  24  gmg. 

Beata,  8  marzo. 

Beato,  9  maggio. 

Beatrice  (i»),  19  gennaio;  29  lug. 

Benedetto,  17  feb.;  11,  21  mar. 

Benedetto  G.  L.,  16  apr. 

Benedetto  R.,  12  febbr. 

Benigno,  26  luglio;  1  nov. 

Benvenuta  (ft),  29  ott. 

Benvenuto  S.,  22  marzo. 

Berardo,  16  gennaio. 

Berardo  P.,  19  dicembre. 

Bernardina,  21  settembre. 

Bernardino  da  Feltre,  28  set- 
tembre. 

Bernardino  da  Siena,  20  mag. 

Bernardo,  15  giugno;  20,  "22  ag. 

Bernardo  U.,  4  dicembre. 

Berla,  24  marzo. 

Berto,  24  marzo. 

Bertoldo,  21  ottobre. 

Biagio,  3  febbraio;  22  giugno. 

Bianca,  5  agosto. 

Bibiana,  2  dicembre. 

Boezio,  23  ottobre. 

Bona,  24  aprile. 

Bonagiunta,  11  febbraio. 

Bonaventura  T.,  19  marzo. 

Bonaventura,  14  luglio. 

Bonflglio,  11  febbraio. 

Bonifacio,  5  giug.;  14  maggio. 

Brigida,  7  ottobre;  1  febbraio. 

Brunone,  6  ottobre. 

Callisto,  14   ottobre;    28   die. 

Callista,  2  settembre. 

Camilla,  3  marzo;  6  settemb. 

Camillo,  15  luglio. 


(^)  11  Diario  completo  è  conii>iir^o  ueW Abnanacco  del  1915  e  anche  negli  anni  precedenti.  — 
r  rettifiche  od  aggiunte,  scrivere  al  cau,  prof.  Oreste  l'autaliui,  Milano,  via  Cerva,  ÌH. 


Candida.  4,  20  settembre. 

Candido,  11  inurzo,  3  ottobre. 

Carlo,  4  novèmbre. 

Carlotta,  ^  febbraio. 

Carmela,  Carmelo,  IG  luglio. 

Casimiro,  4  mai-zo. 

Cassiano,  '20  marzo;  12,  13  ag. 

Caterina,  9,  24  marzo;  30  apri- 
le; 4,  15  settemb:e;  '25  no- 
vembre. 

Caterina  R.,  13  febbraio. 

Cattedra  di  S.  Pietro,  18  gen- 
naio; 22  febbraio. 

Cecilia,  22  novembre. 

Cecilio,  3  giugno. 

Celeste,  14  ottobre. 

Celestina,  19  hovembre. 

Celestino,  pp.,  6  aprile. 

Celestino  P.,  19  maggio. 

Cesare,  15  marzo. 

Cesaria,  25  marzo. 

Cesariana,  12  gennaio. 

Cesarina,  21  luglio. 

Cesario,  25  febbraio. 

Cherubino,  30  ottobre. 

Chiara,  26  luslio;   12.  17  a?. 

Cipriano,  21  aprile;  Il  luglio; 
•     16  settembre. 

Circon-isione  di  G.  C,  1  gemi. 

Ciriaco,  16  marzo;  4  maggio; 
8,  23  ag. 

Cirillo,  28  gennaio;  28  marzo; 
5  luglio;  28  ottobre. 

Clara,  17  aprile. 

Claudia,  9  settembre. 

Claudiano,  6  marzo. 

Claudio,  7  giugno;  7  settemb. 

Clelia,  3  settembre. 

Clemente,  5  marzo;  5  giugno; 
17  ottobre;  23  novembre; 
4  dicemlire. 

Cleofe  M.,  9  aprile. 

Cleto,  26  aprile. 

Clodoveo,  10  novembre. 

Clotilde,  3  giugno. 

Colomba,  17  settemb.;  31  di- 
cembre. 

Colombano,  20  novembre. 

Concetta,  8  dicembre. 

Concordia,  13  agosto. 

Concordio,  1  gennaio. 

Consiglio,  26  aprile. 

Conversione  S. Paolo,  23  gena. 

Cornelia,  31  marzo. 

Cornelio,  2  febbraio;  16  sett. 

Corrado,  19  febbraio. 

Cosma,  27  settembre. 

Costantino,  29  marzo:  21  magg. 

Costanza,  18  febbraio. 

Costanzo,  14  maggio;  1,  18, 
settembre  ;  30  novembre. 

Crescentino,  1  giugno, 
loscenzio,  7  luglio;  14  sett. 
rispino.  7  genn.;  25  ottobre. 

Cristiano,  28  settembre. 

Cristina,  13  marzo;  10  mag- 
gio; 24  luglio. 

Cristoforo,  25  luglio. 

Croce  (E«(iltaz.  della),  14  sett. 

Croce  {/iitrut:  della),  3  magg. 
'unegonda,  3  marzo. 
iiilbeito,  12  novembre. 


-  125  - 

Pabnazio,  5  dicembre. 

Damaso,  11  dicembre. 

Damiano,  12   aprile;    27   sett. 

Daniele,  3  gennaio. 

Daria,  20  giugno;  25  ottobre. 

Dario,  12  aprile. 

Davide  re,  29  dicembre. 

Dazio,  14  gennaio. 

Defunti  (Commemorazione  di 
ttttti  i  fedeli),  2  novembre. 

Delfina,  27  settembre. 

Delfino.  24  dicembr-. 

Demetrio,  9 aprile;  22  novemb. 

Deodato,  27  giugno. 

Desiderato,  18  dicembre. 

Desiderio,  27  marzo;  23  mag- 
gio; 19  settembre. 

Diana,  10  giugno. 

Didimo,  28  aprile. 

Diego,  16  novembre. 

Diodoro,  17  gennaio. 

Diomede,  11  settembre. 

Dionigi,  8  aprile;  2.")  maggio; 
9  ottobre;  26  dicembre. 

Dionisia,  6  dicembre. 

Domenica,  6  luglio. 

Domenico,  4  agosto;  20  die. 

Dominatore,  5  novembre. 

Donata,  31  dicembre. 

Donato,  4  febbraio;  7,  19  ago- 
sto; 1  settembre;  12  nov. 

Donnina,  15  aprile;  30  sett. 

Donnino,  15  maggio;  7  ago- 
sto; 9  ottobre. 

Doro,  20  novembre. 

Dorotea,  6  febbraio. 

Doroteo,  28  marzo;  5  giugno. 

Eberardo  P.,  19  dicembre. 
Kdgardo,  8  luglio. 
Edmondo,  16,20, 24  novembre. 
Edoardo,  13  ottobre. 
Edvige,  17  ottobre. 
Eftsio,  15  gennaio:  15  febbraio. 
Egidio,  1  settembre. 
Elena,  18  agosto. 
Eleonora,  21  febbraio. 
Elia,  20  luglio:  11  settembre. 
Eligio,  1  dicembre. 
Elio,  18  luglio. 
Eliodoro,  3  luglio. 
Elisa,  26  giugr.o. 
Elisabetta,  8  luglio;  19  nov. 
Elisabetta  P.,  19  febbraio. 
Eliseo,  14  giugno. 
Jllpidio,  24  maggio;  2  settemb. 
Elvira,  27  gennaio. 
Emanuele,  26  marzo. 
Emelia,  3(^  maggio. 
Emerenziana,  23  gennaio. 
Emerico,  4  novembre. 
Emidio,  5  agosto. 
Emilia,  5  aprile. 
Emiliana,  5  gennaio. 
Emiliano,   27  genr.aio;   6  no- 
vembre; 6  dicembre. 
Emilio,  22,  28  maggio;  6  ott. 
Emma,  28  giugno. 
Enea,  9  febbraio. 
Enrico,  13  marzo;  15  luglio. 
Epifan'a,  6  gennaio. 
Epifanio,  21  gennaio;  12  magg. 


Eraellde,  28  giugno. 

Erardo,  8  gennaio. 

Erasmo,  2  giugno. 

Erberto,  16  marzo. 

Ercole,  5  settembre. 

Èrlberto,  16  marzo. 

Ermanno,  7  aprile. 

Ermelinda,  29  ottobre. 

Ermenegilda,  24  marzo. 

Ermenegildo,  13  aprile. 

Ermete,  4  gennaio  ;  28  agosta 

Erminia,  26  agosto. 

Erminio,  25  aprile. 

Ermolao,  27  luglio. 

Ernest»,  22  novembre. 

Ernesto,  12  gennaio;  7  nov. 

Ersilia,  11  agosto. 

Esdra,  13  luglio. 

Espedito,  19  aprile. 

Ester,  24  maggio,  1  luglio. 

Ettore,  20  giugno. 

Eufemia,  16  settembre. 

Eufrasia,  13  marzo. 

Eufrasio,  14  genn  lio. 

Eufrosina,  1  gennaio. 

Eugenia,  11  settembre;  25  die. 

Eugenio, 24  gennaio;  2  giugno; 
17  novembre;  30  dicembre. 

Eulalia,  27  agosto. 

Eulalio,  16  febbraio. 

Eurosia,  26  giugno. 

Eusebia,  29  ottobre. 

Eusebio,  5  marzo;  18  aprile; 
21  giug.;  14  ag.;  16,  18  die. 

Eustachio,  20  sett.;  12  ott. 

Eustorgio,  6  giugno;  18  sett. 

Eutichio,  15  aprile;  23  mag- 
gio; 5  giugno. 

Eutimie,  20  gennaio. 

Eva,  8  settembre. 

Evaldo,  3  ottobre. 

Evaristo,  26  ottobre. 

Everaldo,  23  marzo. 

Ezechiele,  10  aprile. 

Ezelinda,  7  giugno. 

Ezio,  14  agosto. 

Fabiano,  20  gennaio. 

Fabio,  17  maggio. 

Fabiola,  27  dicembre. 

Faustina,  18  gennaio. 

Faustinlano,  26  febbraio. 

Faustino  15,  26  febb.;  29  lug. 

Fausto,  15  febbr.;  24  giugno. 

Fede.  1  agosto. 

Fedele,  24  aprile;  28  ottobre. 

Federico,  18  Insrlio. 

Felice,  13, 14,  16,  30  genn.;  25 
febb.;  18,  21  maggio;  23  giu- 
gno; 13  luglio;  25  agosto; 
21  ottobre;  6,  20  novemb. 

Feliciana,  20  giugno. 

Feliciano,  24  genn.;  9  giugno. 

Felicissima,  5  giugno. 

Felicissimo,  15  luglio. 

Felicita,  26  mar.;  10  luglio. 

Ferdinando,  27  giugno. 

Ferdinando  re,  30  maggio. 

Fermo,  9  agosto. 

Ferruccio,  28  ottobre. 

Filiberto.  23  agosto. 

Filippo,  1  maggio;  32  ottobre 


Filippo  B.,  23  a-o^lo. 

Filippo  N.,  26  maggio. 

Filomena,  ri  lug.  ;  29  nov. 

Fllonieno,  14  novemhrt-. 

Filoteo,  11  gennaio. 

Fiore,  27  ottobre. 

Fiorentina,  20  giugno. 

Fiorentino,  27  settembre. 

Fiorenza,  20  giugno. 

Fiorenziano,  28  novembre. 

Fiorenzo,  14  febbr.;  2:i  magg. 

Firenze,  30  dicembre. 

Firmina,  24  novembre. 

Firmino,  11  ottobre. 

Flaminia,  2  maggio. 

Flavia,  7  maggio. 

Flaviano,  27  gennaio;  14,  28 
febbraio;  22  dicembre, 

Flavio  L.,  24  maiv.o. 

Flora,  11  giugno. 

Floriana,  9  luglio. 

Floriano,  4  maggio. 

Florida,  18  gennaio. 

Floro,  27  ottobre. 

Folco,  11  ottobre. 

Formoso,  15  febbraio. 

Fortunata,  14  ottobre. 

Fortunato,  9  gennaio;  27  feb- 
braio; 8,  13  giugno;  23,  28 
agosto;  14,  13  ottobre. 

Fosca,  13  febbrr.io. 

Fozlo,  4  marzo. 

Francesca,  9  marzo. 

Francesco,  Il  maggio,  24  lu- 
glio; 4,  10,  27  ottobre. 

Francesco  C,  4,  16  giugno. 

Francesco  di  P.,  2  april(\ 

Francesco  di  S.,  29  gennaio: 
3  dicembre 

Frediano,  18  marzo;  18  nov. 

Fruttuosa,  23  agosto. 

Fruttuoso,  21  gennaio:  IC  ap. 

Fulgenzio,  22  maggio. 

Gabriele,  18  marzo. 

Gaetano,  7  agosto. 

Gallo,  4  luglio;  16  ottobre. 

Garlbaldo.  8  gennaio. 

Gaspare,  6  gennaio. 

Gastone,  24  aprile. 

(ìaudenzio,  22  gennaio;  12feb- 
braio;  19  giugno;  25  otto- 
bre; 26  novembre. 

Gedeone,  1  settembre. 

Gelasio,  21  novembre. 

Geltrude,  17  marzo. 

Gemma,  12  maggio. 

Generosa,  17  luglio. 

Generoso,  17  luglio. 

Genesio,  2.t  agosto;  22  die. 

Gennaro,  19  settembre;  24  ott. 

Genoveffa,  3  gennaio. 

Gei-ardo,  6  giugno;  24  set- 
tembre; 3,  30  ott.;  7,  30  die. 

Geremia,  1  maggio. 

Gerolamo,  20,  22  luglio;  28,  30 
settembre. 

Gertrude,  17  marzo;   15  nov. 

Gervasio,  19  giugno. 

<ìhei ardo,  24  settembre;  7 die. 

Giacinta  M.  {b),  30  geni. 

Giaeli'to,  16  agosto;  29  ott. 


-    ]2(y   - 

Giacomo,  21  mar.:  4  nia„'g. 

(iiacomo(i»l,  l  giugno;  11  Ingl. 

Giacomo,  23  lug.;  28  nov. 

(illberto,  4  febbraio. 

Gildo,  29  (.'ennalo. 

Gioachino,  16  apr.;  20  marzo. 

Giobbe,  10  maggio:  23  sett. 

Gioconda,  25  novembre. 

Giocondo,  14  novembre. 

Giordano,  13  febbraio. 

Giorgio,  23,  24  aprile. 

Giosafatte,  27  novembre. 

Giovanna  F.  F.,  21  agosto. 

Giovanna  S.  (h),  9  luglio. 

Giovanni,  30,  31  gennaio;  2, 
8,  14  marzo;  9  aprile;  13 
maggio;  23,  20  giugno;  7, 
16  settembre. 

Giovanni  ap.  ev.,  27  dicemb. 

Giov.  Batt.  De  Rossi,  23  magg. 

Giovanni  Buono,  22  ottobre. 

Giovanni  C,  15,  27  gennaio. 

Giovanni  Capistr.,  23  ottobre. 

Giovanni  Colomb.,  31  luglio. 

Giovanni  eremita,  27   marzo. 

Giovanni  G.,  12  luglio. 

Giovanni  M.,  8  febbr.  ;  20  die. 

Giovanni  N.,  16  maggio. 

Giovanni  III  (&),  18  marzo. 

Gioviniano,  5  maggio. 

Giovlta,  15  febbrsvio. 

Giuditta,  10  dicembre. 

Giulia,  22  maggio. 

Giuliana,  16  gennaio;  7  aprile. 

Giuliana  F.,  19  giugno. 

Giuliano,  13  febbraio;  22  giu- 
gno; 27  luglio;  7,  31  agosto. 

Giulio,  31  gennaio. 

Giuseppe,  4  febbr.  ;  19  marzo; 
18  sett. 

Giuseppe  C,  27  agosto. 

Giustina,  ;10  getniaio;  13  lu- 
glio; 7  ottobre. 

Giustiniano,  23  agosto. 

Giustino,  13  aprile  ;  1  giugno. 

Giusto,  5  giugno;  26  agosto; 
2  novembre. 

Goffredo,  8  novembre. 

Gottardo,  5  maggio. 

Grato,  20  marzo  ;  7  settembre. 

Grazia,  21  agosto. 

Graziano,  1  giugno,  18  dicemb. 

Gregoria,  23  gennaio. 

Gregorio,  17,  23,  28  novembre; 
24  dicembre. 

Gx-egorio  di  Langres,  4  genn. 

Gregorio  Magno,  12  marzo. 

Gregorio  Nazian.,  9  maggio. 

Gualberto,  12  luglio. 

Gualtiero,  28  febbraio. 

Guglielmo,  10  genn.;  10  feb.; 
4,  26  api*.;  7  magg.;  25  giug. 

Guido,  12  settembre. 

Gustavo,  2  agosto. 

Ida,  15  gennaio;  13  aprile. 

Idelfonso,  23  gennaio, 

Igino,  11  gennaio. 

Ignazio,  1  febbraio:  31  luglio, 

Ilaria,  3  dicembre. 

Ilario,  14  gennaio;   16  marzo. 

llarione,  22  ottobre. 


Ildebrando,  22  agosto. 
ILletunso,  23  g<Minaio, 
Ildegarda,  17  settembre, 
Ildegarde,  11  sette.nbre. 
lldegonda,  20  aprile. 
Illuminata,  29  novembre. 
Illuminato,  11  mag,'io:  s  In,']. 
Immacolata  M.,  8  dicembre. 
Innocenli,  28  dicembre. 
Innocenza,  16  settembre. 
Innocenzo,  14  marzo;  17  apr.; 

7  maggio;  23  luglio. 
Ippolito,  30  genn.;  11  Jebi.r.; 

13,  22  agosto. 
Ippolito  Gal.  (b),  '20  marzo. 
Irene,  22  gennaio. 
Ireneo,  28  giugno. 
Irma  o  Irmina,  24  dicembre. 
Isabella,  22  fe])braio. 
Isacco,  25  marzo. 
Isaia,  6  luglio. 
Isidoro,  2  gennaio:    4  aprile; 

15  maggio. 
Ismaele,  17  giugno. 
Italo,  19  agosto. 
Ivetta,  13  gennaio. 
Ivone,  28  maggio:  27  ottobre. 
Jole  (b),  9  giugno. 

Ladislao,  27  giugno. 
Lamberto,  14  aprile. 
Landò,  5  maggio. 
Lanfranco,  23  giugno. 
Laura,  19  ottobi-e. 
Lazaro,  11  febbr.;  17  die. 
Lea,  22  marzo. 
Leandra,  8  luglio. 
Leandro,  27  febbraio. 
Lena,  5  novembre. 
Leonardo  (&),  10  febbraio. 
Leonardo,  6  novembre. 
Leone,  papa,  11,  19  aprile. 
Leone,  vesc,  20  febbraio. 
Leonzia,  15  febbraio. 
Leonzio,  13  genn.;  10  marzo; 

20  agosto;  1  dicembre. 
Leopoldo,  15  novembre. 
Letizia,  9  luglio. 
Libera,  15  aprile. 
Liberale,  28  aprile. 
Liberata,  18  genn.  ;   29  apr.; 

27  maggio. 
Liberato,  20  dicembre. 
Liberio,  23  settembre. 
Liborio,  23  luglio. 
Licinia,  15  febbraio. 
Licinio,  13  febbraio. 
Lidia,  27  novembre. 
Liduina,  14  aprile. 
Limbania,'  8  aprile. 
Lino,  23  settembre. 
Livia,  6  novembre. 
Livino,  12  novembre. 
Lodovica,  31  gennaio; 
Lodovico,  19  agosto;  9  ott. 
Longino,  15  marzo. 
Lorenza,  8  ottobre. 
Lorenzo,  3  febbi-aio;  6  lugljo; 

10  agosto;  14  nov.;  17  die. 
Lorenzo  Giustiniani,  8  geiui. 
Luca,  18  ottobre. 
Luca  B.  {h),  17  febbraio. 


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nciano,  7  jjfiiTiaiK. 
.uolUrt.  y9  luglio. 
L,((cio,    3    marzo;    C  tfiugno; 

]-i  luj?lio. 
Liu-rezia,  15  mai-zo;    'i3   iiov. 
Ludovico.  24  lu},'lio;  19  a<,'Osto. 
Luigi,  19.  25  aurusto. 
Luigi  O.,  21  }?iu;;no. 
Luii,'it«,  ai  geniiiiio. 

Maddalonn  M.,  25  ma^.;  22  lugf. 

ifag^iorino,  27  giugno. 

Magno,  4  febbraio;  li»  aprilo; 
19  agosto;  fi  ottobro;  :»  u<>v. 

>hilachia,  li  novpinbrc. 

-Manfredo  S.,  27  gen  uiio. 

Manlio,  23  ottol>ro. 

Mansueto,  19  febb.:  a,  fi,  seti. 

Marcella,  31  gennaio. 

Mari-ellina,  18  lu;rlio. 

Marcellino,  9  gennaio;  20,  \H', 
aprile. 

Marcello,  16  gennaio;  20  mar- 
zo; i'.O  ottobre. 

:\Iarciai.o,  27  mar.;  2,  17  giug. 

Marco,  24  mar.;  25,  2S  aprile; 
14.  IH  giugno:  2.'>  oJt»>bre. 

Margherita,    22    febbraio;    10 
1,'iugno;  20  luglio. 

Margiierita  M.  A.,  17  ottobre. 

.Mar-;l)erita  ih),  27  novembre. 

Maria  Bambina,  «  settembre. 

Maria  C,  9  aprile. 

Maria  degli  Angeli,  19diconib. 

Maria  del  Carmine,  10  lu>jlio. 

Maria  della  Neve,  5  agosto. 

Maria  Eg.,  27  aprile. 

Maria  M.  de' Pazzi,  25  maggio. 

Maria  Maddalena,  22  loglio. 

Maria  ss.  (Nome  iti),  9  sett. 

Ilaria  ss.  del  Rosario,  7  ott. 

Marianna.  17  febbraio. 

:Marlano,  1  dic*eml>re. 

Mario,  27  gennaio. 

Marta,  29  luglio. 

Martino,  11,  12  novembre. 

Marziale,  4,  30  giugno. 

Alarzio,  4  ottobre. 

.Massima,  26  marzo. 

Alassimiano,  9  giugno. 

Massimiliano,  21  feb.;  12  mar. 

Massimino,  14  aprile;  29  mag- 
gio; 1.»  dicembre. 

Massimo.  14  aprile:    29  nia-- 
^•io:  2  agosto;  10,  19  ottobre. 

Alatilde,  14  marzo. 

-Matteo,  21  settembre. 

Mattia,  24  febbraio. 

Maurilio,  13  settenibie. 

Maurizio,  15  geimaio;  24  apr.; 
•-'2  settembre. 

>Mauro,    15    gennaio;    18   set» 
tembrr;  21  novembre. 

Medardo,  8  giugno. 

Mt'lania,  8  gennaio;  29  dio. 

Mtlchiade,  10  dicembre. 

>Ifichiori-c,  G  gennaio. 

.Morcedc,  24  settembre. 

.Mercuriale,  1  giugno. 

-Motilde,  25  fel)braio. 
'■  (odio,  9  marzo;  17  giujno 


-  127  - 

Michele,  R  maggio:  -^n  se.i. 
Michelina,  19  gln-^no. 
Miniato,  25  ottobre. 
.Modesta,  J3  mar7(»;  4  nov. 
Modestino,  14  febbraio. 
Modesto,   12  genn.:  12  febb.: 

15  giugno;  2  ottobre. 
Moisè,  25  novembre. 
Monaldo.  15  marzo. 
Monica,  4  maggio. 
Mosè,  4  settembi-e;  25  nov. 
Muzio,  22  aprile. 

Naborre,  12  giugno:  13  luglio. 
Napoleone,  15  agosto. 
Narciso.  29  ottobre:    2  g.>nn. 
Natale,  13  maggio:  21  agosto. 
Natale  di  Q.(\,  25  dicembre. 
Natalia,  1  dicembre. 
Natalina,  4  aprile. 
Natalino,  vesc.,  8  gennaio. 
Nazario,  19  giugno. 
Nazaro,  28  luglio. 
Nereo,  12  maggio. 
Nerea,  25  dicembre. 
Niccolò,  9  maggio. 
Ntceforo,  9  febbraio. 
Nicodemo,  27  marzo. 
Nicola,  10  settembre. 
Nicolao  {b\  11,  23  febbraio. 
Nicolò,  6  dicembre. 
Nicolò  A.,  10  maggio. 
Nicomede,  15  setteml»re. 
Nilo,  26  settembre. 
Nina,  2  giugno. 
Nino,  17  ottobre. 
Noè,  10  novembre. 
Norberto,  6  giugno. 
Nunzio,  10  ottobre. 

Oildone,  18  novembre. 
Odoardo,  5  gennaio. 
0  lorico,  14  geimaio. 
Ognissanti,  1  novembre. 
Olga,  11  luglio 
Olimpia,  17  dicembre. 
Oliva,  10  giugno. 
Oliviero,  27  maggio. 
Omero,  9  settembre. 
Omobono,  13  novembre. 
Onofrio,  12  giugno. 
Onorata,  12  gennaio. 
Onorato,  8  febbraio:  28  ufi. 
Onorina,  27  febbraio. 
Onorio,  5,  24  aprile. 
Opilio,  12  ottobre. 
Oreste,   »   novembre;   12  die. 
Orlando  (6),  13  settembre. 
O ronzio,  22  gennaio. 
Orsola,  11,  21  ottobre. 
Orsolina,  27  ottobre. 
Ortensia,  11  gennaio. 
Ortensio,  11  gennaio. 
Osia,  8  novembre. 
Osvaldo,  29  febbraio;  5  ag. 
Ottaviano,  2  settembre. 
Ottavio,  20  novembre 
Ottone,  20  marzo;  2  lii;,'lio. 

Pacifico,  5  giugno. 
Pancrazio,  3  aprile;  12  ma^'g. 
Panfilo,  28  aprilo. 


Punluleo  o  Panlaleone,  27  lujf. 

Paola.  C,  26  gennaio. 

Fuollna,  2  dicembre. 

Paolino,  1 1, 28  genn.:  4  rnar/o. 
22  giugno;  laiuolio;  31  ago- 
sto: 10  ottobre. 

Paolo,  10  genn.;  .<<  febbraio; 
22  m.irzo;  8  acrile;  8  luglio. 

Pasquale,  14,  17  maggio. 

Pastore,  29  marzo. 

Patrizia,  25  agosto. 

Patrizio,  17  marzo. 

Patroclo,  21  gennaio. 

Pelagla,  23  marzo.  8  ottobre. 

Pelagio,  25  marzo. 

Pellegrino,  27  aprile;  1  agosto. 

Perfetto,  18  aprile. 

Perpetua,  4  agosto. 

Petronilla,  31  maggio. 

Petronio,  4  ottobre. 

Pia,  19  gennaio. 

Pier  Dam.,  23  febbraio. 

Pietro  16),  19  febbraio.^ 

Pietro,  29  giugno;  10,  19  la- 
glio;  1,  7  ago-sto:  19,  2.^  ott. 

Pietro  (3.,  10  sett.;  5.  21  die. 

Pietro  I.,  3,  Sgeun.;  11  marzo. 

Pietro  M.,  29  aprile. 

Pietro  Urs.,  10  geimaio. 

Pio,  5  maggio;  11  luglio. 

Placidia,  11  ottobre. 

Plocidio,  5  ottobre. 

Placido,  5  ottobre. 

Platone,  4  aprile. 

Plauto,  29  settembre. 

Plutarco,  28  giugno. 

Polis.sena,  23  .settembre. 

Pompeo,  10  aprile;  14  die. 

Pompilio,  27  ottobre. 

Pomponio,  14  maggio. 

Ponzio,  14  maggio. 

Porfirio,  26  febbraio;  2tì  a^'. 

Prassede,  21  luglio. 

Priamo.  28  maggio. 

Primitiva^  24  febbraio  ;  23  lu?. 

Primitivo,  18  luglio. 

Primo,  11  maggio;  9  giugno. 

Prisca,  18  gennaio. 

Priscilla,  16  gennaio. 

PrisciUiano,  4  gennaio. 

Prisco,  15  apr.;  9  magg.:  Isett. 

Probo,  12  gennaio;  10  nov. 

Procolo,  14  aprile. 

Proeopio,  23  marzo. 

Prosdocimo,  7  novembre. 

Prospero,  23  giugno. 

Protasi(»,  17  giugno. 

Proto,  14  giugno  ;  25  ottobre. 

Prudenzio,  «  aprile. 

Publia.  9  ottobre. 

Publio,  21  gennaio. 

Pudenziana,  19  maggio. 

Pulcherla,  12  ottobre. 

l'ur.fìcnioxe  di  M.,  2  febb. 

Quattro  colonati,  8  nov. 
Quintiliano,  13  aprile. 
Quintiìio,  7  marzo. 
Quiutino.  81  ottobre. 
Quinto,  19  marzo;  IO  mag;{iu. 
Quirico,  16  giugno:  23  agoslo. 
Quirino,  25,  30  marso;  4  giui{. 


Radegonda,  13  agosto. 

Raffaele,  24  ottobre. 

JKaiinondo,  22  K^'in.;  28  lag. 

Raimondo  N.,  31  a^josto. 

Ranieri,  17  giugno. 

Regina,  1  luglio;  7  settembre. 

Remedio,  3  settembre;   1  ott. 

Remigio,  1  ottobre. 

Remo,  13  ottobre. 

Renato,  6  otto))re. 

Reparata,  8  ottobre. 

Restituta,  17  maggio. 

Restituto,  29  maggio. 

Riccardo,  7  febbraio;  3  aprile; 
9  giugno. 

Rinaldo,  9  febbraio. 

Rita,  22  maggio. 

Roberto,  21,  27  marzo;  7  giug. 

Robustiano,  24  maggio. 

Rocco,  16  agosto. 

Roderico,  13  marzo. 

Rodolfo,  26  giugno;  17  ott. 

Rodrigo,  15  magi^io. 

Roggero,  1  giugno. 

Rolando,  16  gennaio. 

Romana,  23  febbraio. 

Romano,  28  febbraio;  9  ago- 
sto; 18  novembre. 

Romeo  (b),  25  febbraio. 

Romolo,  6  luglio;  13  ottobre. 

Romualdo,  7  febbraio. 

Rosa,  30  agosto;  4  settembre. 

Rosalia,  4  settembre. 

Rosalinda,  12  dicembre. 

Ruggero,  5  marzo;   15  ottob. 

Rustico,  9  agosto. 

Rustico  (fe),  12  marzo. 

Rutilio,  2  agosto. 

Saba,  24  aprile. 

Sabina,  29  agosto;  27  ottobre. 

Sabino,  17  gennaio;  7,  11  lu- 
glio; 7  dicembre. 

Sallustio,  2  febbraio. 

Salomone,  28  settembre. 

Salvatore,  18  marzo. 

Santi  {Tutti  t),  1  novembre. 

Santo,  2  giugno. 

Saturnina,  4  giugno. 

Saturnino»  7  aprile;-  29  nov. 

Savina,  30  gennaio. 

Savino,  11  luglio. 

Scolastica,  10  febbraio. 

Sebastiano,  2,  17,  20  gennaio. 

Sempronio,  5  dicembre. 

Senatore,  7  gennaio. 

Seraftna,  3  settembre. 

Serafino,  12  ottobre. 

Sergio,  9,  25  settembre. 

Servilio,  24  maggio. 

Servolo,  26  febbraio;  23  die. 

Sesto,  31  dicembre. 

Sette  (I)  fondatori,  servi  di  M,, 
11  febbraio. 

Settimia,  10  dicembre. 

Settimio,  6  settembre. 

Settimo,  17  agosto. 

Severa,  20  luglio. 

Severino,  8  gennaio:  8  giugno. 


—  128  — 

Severo,  1,  13  febbraio;  6  lu- 
glio; 23  ottoltre. 

Sigismondo,  1  maggio. 

Silvano,  10  febbraio. 

Silverio,  20  giugno. 

Silvestro,  31  dicembre. 

Silvia,  3  novembre. 

Silvio,  21  aprile. 

Simeone,  5  genn.  ;  18  febbr.; 
26  luglio. 

Simmaco,  15  luglio. 

Simone,  24  marzo;  28  ottob. 

Simpliciano,  13  agosto. 

Siro,  9  dicembre. 

Sisto,  6  aprile;  6  agosto. 

Sofia,  30  aprile;  23  settembre. 

Speranza,  1  agosto. 

Spiridione,  14  dicembre. 

Sposalizio  di  M.   V.,  23  genn. 

Stanislao,  7  maggio. 

Stanislao  K.,  13  novembre. 

Stefania,  18  settembre. 

Stefano,  2  sett.;    26,  31  die. 

Sulpizio,  20  aprile. 

Susanna,  l8  gennaio. 

Taddeo,  28  ottobre. 

Tancredi,  25  dicembre. 

Tarsilla,  24  dicembre. 

Taziano,  16  marzo. 

Tecla,  10  gennaio;  23  settemb. 

Telemaco,  1  gennaio. 

Telcsforo,  5  gennaio. 

Temistocle,  21  dicembre. 

Teobaldo,  1  luglio. 

Teodato,  18  maggio. 

Teodora,  1,  28  aprile. 

Teodorico,  2  febbraio. 

Teodoro,  24  gennaio;  7  feb- 
braio; 26  marzo;  19  sette m- 
bi*e;  2.'»  ottob.;  9  novembre. 

Teodosia,  2  aprile;  11  sett. 

Teodosio,  11  gennaio;  1  ag. 

Terenziano,  1  settembre. 

Terenzio,  15  luglio  ;    24   sett. 

Teresa,  15  ottobre. 

Tertullia,  29  aprile.: 

Tertulliano,  27  aprile. 

Tiberio,  24  aprile. 

Tiburzio,  11  agosto. 

Timoleone,  19  dicembre. 

Timoteo,  22  agosto. 

Tito,  4  gennaio. 

Tiziano,  16  gennaio;  3  marzo; 
4  maggio. 

Tobia,  2  novembre. 

Tolomeo,  24  agosto. 

Tomaso  d'Aquino,  7  imirzo. 

Tomaso,  25  marzo;  25  settèm- 
bre; 21  dicembre. 

Tomaso  B.,  29  dicembre. 

Torello  (7»),  16  marzo. 

Torquato,  15  maggio. 

Tosca,  10  luglio. 

Tranquillo,  15  marzo. 

Trasfigurazione  di  G.  C,  6  ag. 

Trinità,  7  giugno. 

Tullia,  5  ottobre. 

Tullio,  19  febbraio. 


Ubaldo,  16  maggio, 
Uberto,  3  novembre. 
Ugo,  1  aprile. 
Ugolina,  8  agosto. 
Ugolino,  13  ottobre. 
Ugone,  29  aprile. 
Uguccione  R.,  11  febbraio;  8 

settembre. 
Ulderico,  4  luglio. 
Ulpiano,  3  aprile. 
Ulrico,  4  luglio. 
Umberto,  4  marzo;  6  sett. 
Umiltà,  22  maggio. 
Urbano,  25  maggio. 

Valente,  26  luglio. 

Valentina,  25  luglio. 

Valentiniano,  3  giugno. 

Valentino,  7,  14  feb.;  16  mar- 
zo; 11  settembr.;  13  novem- 
bre; 16  dicembre. 

Valeria,  28  aprile. 

Valeriano,  15  marzo:  14  aprile 
4  maggio;  6  agosto;  27  nov. 

Valerio,  16,  29  gennaio;  15 
marzo;  12  dicembre. 

Valfredo,  15  febbraio. 

Venanzio,  18  maggio. 

Venceslao,  28  settembre. 

Veneranda,  14  novembre. 

Venerando,  25  maggio.. 

Vera,  17  settembre. 

Verdiana,  1  febbraio. 

Vero,  23  ottobre. 

Veronica  (6),  13  gennaio;  4  feb- 
bi-aio. 

Vezio,  2  giugno. 

Vigilia,  19  aprile. 

Vigilio,  26  giugno;  27  novem. 

Villana  B.,  29  gennaio. 

Vincenzo,  22  gennaio;  5  apri- 
le; 19  luglio. 

Viola,  3  maggio. 

Virgilio,  27  novembre. 

Virginia,  5  agosto. 

Virginio,  22  aprile. 

Visitazione  di  M.  V.,  2  luglio. 

Vitale,    9   marzo;    28  aprile; 

7  novembre. 

Vitaliano,  27  gennaio;  16  lug, 
Vito,  15  giugno. 
Vittore,  21,  28  luglio;  17  ott. 
Vittoria,  23  dicembre. 
Vittoriano,  26  agosto. 
Vittorio,  25  agosto;  1  sett. 
Viviano,  20  maggio. 
Vladimiro,  15  luglio. 
Volfango,  31  ottobre. 

Zaccaria,  15  marzo;  5  nov. 
Zanobio,  25  maggio. 
Zetìrino,  26  agosto. 
Zenaide,  5  giugno. 
Zenobia,  30  ottobre. 
Zenobio,  25  maggio. 
Zenone,  12  aprile;  23  giugno, 

8  dicembre. 
Zita,  27  aprile. 

Zosimo,  30  marzo;  23  die. 


La    CHiesa    Cattolica, 

SOMMO    PONTEFICE 

CCLX 

dopo    San    Pietro 

BENEDETTO    XV 


> 


{Fot.  Alinari). 

GIACOMO    DELLA    CHIESA 

II.  in  Genova  addì  21  novembre  I8.')4 

eletto  Arcivescovo  di  Bologna  il  18  dicembre  19)7  —  creato  e  pubblicato  Cardinale 

il  25  maggio  1914. 

Seguirono  in  Roma  nel  1914:  la  sua  Esaltazione  al  Pontificato  il  d\  3  settembre, 
la  sua  Coronazione  il  6  settembre. 


-TERESAH.-  Essi  e  noi=^i 

Commemorando  Edith  Cawell)  —  Elegante  volumetto  Lire  UNA 

a  henofirio  della  CROCE  ROSSA 
R.  B  KM  FORAI)  &  FIGLIO  —  Editori  —  FIRENZE 


GLI  £.<"<  e  R.»i  SIGN.  CARDINALI 

COMPONENTI  IL  6ACR0  COLLEGIO 

CON  IL  LXJ090  E  LA  DATA  DELLA  LORO  NASCITA 
ED   ELEVAZIONE  ALLA   POllPOllA 

Ordine  dei  Vescovi. 

(1)  Vincenzo  Vannutelli  (Genazzano  1336),  Ve- 
scovo di  Ost  a  e  di  Palestrina  (1889),  De- 
cano del  Sacro  Collegio,  eommendatavio  di 
San  Silvestro  in  Capite,  Prefetto  della  S.  (J. 
CerTOoniale. 

Francesco  di  Paola  Cassetta  (Roma  1844),  Ve- 
scovo di  Frascati  (1899),  commendatario 
dei  S  S.Vito,  Modesto  e  Crescenzio,  Prefetto 
della  S.  C.  del  Concilio. 

*  Gaetano  De  Lai  (Malo-Vicenza  1853),  Ve- 
scovo di  Sabina  (1907),  Segretario  della  S.C. 
Concistoriale. 

*  Diomede  Falconio  O.  F.  M.  (Pesco-Costanzo, 
Badia  di  Montecassino  1842),  Vesc.  di  Velle- 
tri  (1911),  Prefetto  della  S.  C.  dei  Religiosi. 

*  Antonio  Vico  (Agugliano  -  Ancóna  1847), 
Vescovo  di  Porto  e  S.  Rufina  (1911),  Pro- 
Prefetto  della  S.  C.  dei  Riti. 

*  Genimro  Granito  Pignatelli  di  Belmonte 
(Napoli  1851),  Vescovo  di  Albano  (1911). 

Ordine  dei  Preti. 

(1)  Giuseppe  Sebastiano  Netto  O.  F.  M.  (Legis 
1841),  Primo  Prete,  del  tit.  dei  SS.  XII 
Apostoli  (1884). 

Giacomo  Gibbons  (Baltimora  1834),  del  titolo 
di  S.  Maria  in  Trastevere,  Arcivescovo  di 
Baltimora  (1886). 

Michele  Logue  (Raphoe  1840),  del  tit.  di 
S.  Maria  della  Pace,  Arcivesc.  di  Armagh 
(1893). 

Andrea  Ferrari  (Pratopianro  1850),  del  tit.  di 
S.  Anastasia,  Arcivescovo  di  Milano  (1894). 

Giuseppe  Prisco  (Boscotrecase  1833),  del  tit. 
di  S.  Sisto,  Arcivescovo  di  Napoli  (1897). 

Giuseppe  Maria  Martin  de  Herrera  y  de  la 
Iglesia  (Aldeadàvila  1835),  del  tit.  di  S.  Ma- 
ria Traspontina,  Arcivescovo  di  Compo- 
stella  (1897). 

Giuseppe  Frarcica  Nava  di  Bontifè  (Catania 
1846),  del  tit.  dei  Ss.  Giovanni  e  Paolo,  Ar- 
civescovo di  Catania  (1899). 

Agostino  Riclielmy  (Torino  1850),  del  tit.  di 
S.  Maria  in  Via,  Arcivescovo  di  Torino  (18'J9). 

Sebastiano  Martinelli  O.  E.  S.  A.  (S.Anna  18481, 
del  tit.  di  S.  Agostino  (1901),  Prefetto  della 
S.  C.  dei  Riti. 

Leone  Shrbensky  (Hausdorf  1863),  del  tit. 
di  S.  Stefano  al  monte  Celio,  Arcivescovo 
di  Olmutz  (1901). 

Giulio  Boschi  (Perugia  1839),  *el  tit.  di  S.  Lo- 
renzo in  Panisperna,  Arcivescovo  diFerrara 
(1901). 

Bartolomeo  Bacillari  (Breonio  1842),  del  tit. 
di  S.  Bartolomeo  all' Isola,  Vescovo  di  Ve- 
rona (1901). 

*  RafTaele  Merry  del  Val  [spagnuolo]  (Londra 
1866),  del  tit.  di  S.  Prassede  (1903),  Segre- 
1>ario  della  S.  C.  del  S.  Offizio,  Prefetto  della 
i.  C.  della  R.  Fabb  ica  di  S.  Pietro. 


130  - 

*  Gioacchino  Arcoverde  de  Albuquorque  Ca- 
valcanti (Pernainbuco  1850),  del  titolo  dei 
SS.  Bonifacio  ed  Alessio,  Arcivescovo  di  Rio 
de  Janeiro  (1905J. 

*0  ttavio  Cagiano  de  Azevedo  (Frosinone  1845), 
del  tit.  di  S.  Lorenzo  in  Damaso  (1905),  Can- 
celliere di  S.  R.  Chiesa. 

*  Aristide  Rinaldlni  (Montefalco  1844),  del  tit. 
di  San  Pancrazio  (1907). 

*  Pietro  Maffi  (Corteolona  1858),  del  tit.  di 
S.  Grisogoiio,  Arcivescovo  di  Pisa  (1907). 

*  Alessandro  Lualdi  (Milano  1858),  del  tit.  dei 
Ss.  Andrea  e  Gregorio  al  Monte  Celio,  Ar- 
civescovo di  Palermo  (1907). 

*  Desiderato  Mercier  (Braine  l'Alleud  1851), 
del  tit.  di  S.  Pietro  in  Vincoli,  Arcivescovo 
di  Malines  (1907). 

*  Pietro  Gasparri  (Ussita  -  Norcia,  1852),  del 
tit.  di  S.  Lorenzo  in  Lucina,  Segietaiio  di 
Staio  di  S.  S.,  Prefetto  dei  SS.  PP.  AA. 

*  Ludovico  Enrico  Lu^on  (Maulévrier  -  An- 
gers  1842),  del  tit.  di  S.  Maria  nuova  e 
S.  Francesca  al  Foro  romano.  Arcivescovo 
di  Reims  (1907). 

*  Paolino  Pietro  Andrieu  (Seysses  -  Tolosa 
1849),  del  tit.  di  S.  Onofrio,  Arcivescovo  di 
Bordeaux  (1907). 

*  Antonio  Mendes  Bello  (Gouvea,  dioc.  di 
Guarda  1842)  del  tit.  dei  SS.  Marcellino  e 
Pietio.  Patriarca  di  Lisbona  (1911). 

*  Giuseppe  Maria  Cos  y  Macho  (Teran  di 
Santiinder  1838),  del  tit.  di  S.  Maria  del  Po- 
polo, Arcivescovo  di  Valladolid  (1911). 

*  Giovanni  Maria  Farley  (Armagh  -  Irlanda 
1842),  del  tit.  di  S.  Maria  sopra  Minerva, 
Arcivescovo  di  New-York  (1911). 

*  Francesco  Bourne  (Chaphan  -  Southwark 
1861),  del  titolo  di  S.  Pudenziana,  Arcive- 
scovo di  Westminster  (1911). 

*  Leone  Adolfo  Amette  (Douville  -  Evreux 
1850)  del  tit.  di  S.  Sabina,  Arcivescovo  di 
Parigi  (1911). 

*  Guglielmo  O'  Connel  (Boston  1860),  del  tit.  di 
S.  Clemente,  Arcivescovo  di  Boston  (1911). 

*  Errico  Almaràz  y  Santos  (La  Fellés  -  Sala- 
manca 1847),  del  tit.  di  S.  Pietro  in  Mon- 
torio.  Arcivescovo  di  Siviglia  (1911). 

*  Francesco  M.  Anatolio  de  Rovérie  de  Ca- 
brieres  (Beaucaire  -  Nimes  1830),  del  tit. 
di  S.  Maria  della  Vittoria,  Vesc.  di  Mont- 
pellier (1911). 

*  Basilio  Pompilii  (Spoleto  1858),  del  tit.  di 
S.  Maria  in  Aracoeli  (1911),  Vicario  gene- 
rale di  S.  S. 

*  Guglielmo  van  Rossum  C.  SS.  R.  (Zwalle  - 
Olanda  1854).  del  tit.  di  S.  Croce  in  Geru- 
salemme (1911),  Penitenziere  maggiore. 

*  Carlo  de  Horning  (Buda-Pest  1840),  del  tit. 
di  S.  Agnese  fuori  le  mura,  Vescovo  di 
Veszprimia  (1912). 

*  Vittoriano  Guisasola  y  Menendez  (Oviedo 
1852),  del  tit.  dei  SS.  Quattro  Coronati,  Ar- 
civ.  di  Toledo  e  Patriarca  delle  Indie  occi- 
dentali (1914). 

*  Ludovico  Nazario  Bégin  (Levis  dioc.  di  Que- 
bec 1840),  del  tit.  dei  ^.  Vitale,  Gervasio 
e  Protasio,  Arciv.  di  Quebec-Canada  (1914). 

*  Domenico  Seratìni  O.  S.  B.  (Roma  1852),  del 


(1)  Creati  dalla  S.  M.  di  Leone  XIII.  —  *  Creati  dalla  S.  M.  di  Pio  X. 


—  i:u  — 

tit.  di  S.  Cecilia  (1914),  Prefetto  della  S.  C.  non  se  ne  conferiscono  che  70.  Il  Collegio  Car- 
di Propaganda  Fide.  dinalizio  perciò  è  oggi  cosi  composto: 

*  Francesco  de  Bettinger  (Landsthul.  diot\  di  n  ^  ,i  a     t            -irrTT 

Spira),  del  tit.  di  S.  Marcello,  Arciv.  di  Mo-  ^"^''^^  J*  J^.^o'lf  ^^^ 1^ 

naco  e  Frisiuga  (1914).  "        ^"^  J'"  ^   *•  *  'J « 

*  Giovanni  Csernoch  (Szakolcza.  are.  di  Stri-  „  "      ,  °*  benedetto  XV 6 

gonia  1S52),   del   tit.  di  S.  Eusebio,  Ardv.  Cappelli  vacanti J13 

di  Strigoniii  (1914).  Pieno  del  Sacro  Colle;jio  70 

*  Felice  de  Hartmann  CSIiinster  ISól).  del  tit.  == 
di  S.  Qiovaimi  a  Porta  latina,  Arciv.  di  Co- 

* Slvo^FedericO  Piffl  CC.  RR.  LL.  (Lanl-  PARTE  DELLA  FAMIGLIA  E  CAPPELLA 

skron  dioc.  di  Kónnignìtz  1864)  del  tit.  di  PONTIFICIA. 

S.  Marco,  Arciv.  di  Vienna  (1914), 

**  Giulio  Tonti  (Roma  184  i  ',  del  tit.  dei  SS.  Sii-  Card'nalì  PalatlnL 

vestro  e  Martino  ai  Monti. 

**  Alfonso   Maria  Mistrangelo  S.  P.  (Savona  Em.»    Vincenzo  card.  Vannutelli,  Datario. 

1852),  del  tit.  di  S.  M-.irin  dogli  Angeli  alle  «       Pietro  card.  Gasparri,5ef/rt;<(rWo  (7/ 5/a/o, 

Terme  (191M,  Arcivescovo  di  Firenze.  Prefetto  dei  Sacri  Palazzi  ap',gfoUri  e 

**  Giovanni  C.igliero  D.  C.  Sales.  del  V.  D.  Bo-  Presidente  della  Commissione  Cardina- 

soo  (Castel nuovo   d'Asti  1838),   del   tit.  di  ''»>'«  Amministralric»  dei  Beni  della 

S.  Bernardo  alle  Terme  (1915).  Santa  Sede. 
'■*  Andrea  Frùhwirth  O.  P.  (Secovia  1845),  del 

tit.  di Prelati  Palatini. 

**  Raffaele  Scapinelli  di  Lèguigno  (Modena 

1858),  del  tit.  di Mons.  Vittorio  Amedeo  Ranuzzi  dei  Bianchi. 

**  Giorgio    Qusiuini    (Ga/zaniga  -  Bergamo  Arciv.  tit.  di  Tiro.  i»/rt5r5r»orc7omod<.9.Sr. 

1855),  del  tit.  di   S.  Susanna,   Arcivescovo  «       Riccardo  Sauz  de  Samper,  Maestro  di 

di  Bologna  (1915).  Camera. 

fl       Luigi  Misciattelli,  Viceprefetto  dei  Sacri 
Palazzi  Apostolici. 

Ordine  dei  Diaconi.  „       Niccolò  Marini,   Uditore  di  S.  S. 

,n  -e»                   o  1     •      j  lì     tr  ,        ,T,  P.  M.  Alberto  Lepidi  O.  P..  Maestro  del   Sa- 

^  \fZ.f  p''°     n          ^f\\^^^^    Ravemia  ,,.^  j^^^J^^  Apostolico. 

1844),  Primo  Di;ico:io  di  S.  Maria  in  Aquiro  ^ 

(1899),  Camerlengo  di  S.  R.  Chiesa,  Prefetto  ^          .     .  ^ 

della  s.  c.  dell'  Indice.  Camerieri  Segreti  Partecipanti. 

*  «^eta.ìo  Bi^sleti  (Veroli   1856)    Diacono  di  Mons.  Augusto  Sili.  Arcivescovo  tit.  di  C.sa- 
S.  Aga  a  dei  Goti   191   ),  Prefetto  della  S.C.  ^ea  del  Ponto,  E/emosiniere  sectreto. 
dei  Seminari  e  d.^^^le  Università  degli  Stud..  jjons.  Aurelio  Galli.  Segretario  dei  m-evi  ai 

*  Ludovico  Billot  S.  J.   (Gierk  -  Metz  1840),  Principi 

Diacono  di  S  Maria  in  via  Lata  (1911)  Federico  Tedeschini.  Sostituto  della  Se- 

*lihppoGiustmi(Cineto-Romano  18.2).  Dia-  .,,„.,•„   ^i  Sfato   e   Segretario   della 

cono  di  S.  Angelo  m  Pescheria  (1914),  Pre-  Cifrz 

fet:o  della  S.  C   dei  S  ><;i-amentl  Franceico  Spolverini.  Sottodalario. 

i'Ti    h•"^  ?r.'^P     f^  1800),  Diacono  di  "       p^^jA^^  Massella,  Segretario  delle  Lei. 

S.  Eustachio  (1914),  Prefe:to  del  Supremo  ^g,.^  in! ine 

Tribunale  della  Segnatura.  Camillo  Caccia  Dominioni,  Coppiere. 

fidano  Gasquet  O.  S.  B.   Londra  184G),  Dia-  "      ^i^erto  Arborio  Mella  di  S.  Ella,  Seyre- 

cono  di  S.  Mana  m  Portico  (1914).  ^„^,.^  d'Ambasciata.                          ^ 

y,      Rodolfo  Gerlach,  Guardaroba. 

Titoli  e  Diaconie  vacanti.  ,      Giuseppe  Migone. 

Titoli.  —  S.  Balbina.  -  Ss.  Quirico  e  Giù-  

litta.  —  SS.  Nereo  ed  Achilleo.  —  S.  Pris  -a.  —  Mons.  Agostino  Zampini  O.  E.  S.  A.,  Vescovo 

S.  Maria  in  Cosmedin.  —  S.  Mara  della  Scala.  tit.  di  Porflreoue.  Parroco  dei  Saeri 

-  S.  Callisto.  —  S.  Girolamo  degli  Schiavoni.  Palazzi  Apostolici. 

—  SS.  Trinità  al  Monte  Pincio.  ,      Nicola  Caiiali,  Segretario  delle  S.  C.  Ce- 
Diaconie.    —    S.  Maria    ad    Marlyrea   —  rimoniale. 

'^.  Adriano  —  S.  Giorgio  in  Velabro  —  S.  Maria  ,      Carlo  Respighi,  Sottosegretario, 
lomnica.  —  SS.  Cosma  e  Damiano.  —  8.  Ce- 

r^a  in  Palalo.  ^     ,.    ,    .     .   ^.  ^.  ^        ,  Grandi  cariche  ereditarie  di  Corte. 
La  Gerarchia  Cardinalizia  è  distinta  nei 

ordini:  Kp'ScnpaJe,  Presbiterale  e  Diacoit  ile.  S.  E.  Don  Marcantonio  Colon-  ^       y,.     .  . 

'  appartenenti  al  primo  occupano  le  Sedi  na  principe  di  P.illiano.        I       ^\***<^P} 

scovili  snburbicarie,  cioè  limitrofe  a  Itonia,  8.  A.  S.  Don  Filippo  principe  (    ^'^^y 

•  sono  6:  gli  appartenenti  al  secondo  e  al  Orsini  duca  di  Gravina.        )         'ioglto. 

<o  prendono  il  titolo  da  diverse  delle  più  8.  E.  Don  Ludovico  principe  Chigi-Albani,  3/a- 

•  che  chiese  di   Roma.  53   per  l' uno  e  10  resciallo  perpetuo  di  S.  li.  C.  «  Custode  del 
1    l'altro.  In  tutto   75  titoli,  ma  di  questi  Conclave. 


•»  Creati  da  S.  S.  Iteuedotto  XV 


I 


—  132  — 

Camerieri  segre'l  tuni.  infine  è  attribuito  a  questa  Con^roga- 

di  Spada  e  Cappa  partecipanti.  zione  il  giudizio  di  competenza  su  conflitti  di 

dritto   che   possono  sorgere    tra  le   diverse 

Principe   D.  Alessandro  Ruspoli,   Gi-an  Mae-  Congregazioni. 

stro  del  Sacro  Ospizio.  I,a  Santità  di  Nostro  Signore,  Pt-ffetto. 

March.  Clemente  Sacchetti,  Foriere  Miggiore  E.">o  Gaetano  card,  de  Lai,  Segretario. 

dei  Sacri  Palazzi  Apostolici.  „    „  .  ■  *..     .    . 

March.  Francesco  Serlupi  Crescenzi,  Cavai-  ^    ^o  Congregazione   sopra   la  disciplina  dei 

lerizzo  Maggiore  di  S.  S.  Sacramenti.   -   Le   a[.particne   l'intiera  legi- 

Principe  D.  Camillo  Massimo,- S.  G.  P.  slazione  circa  la  disciplina  dei  sette  sacra- 
menti, salvo  CIÒ  che  per  dritto  spetta  al  Santo 

,,„  ...  .     ,  Offizio  e  ai  Riti, 

.  .?^'Ì     l"."^"®!.         ...  .  I^«  dispense  matrimoniali  e  tutto  ciò  che 

del  Corpo  delie  Guardie  nobili- pontificie.  ha    attinenza   alla   disciplina    matrimoniale, 

a-ciT»/-^-                   ••       .iji        j-Ait  separazione,  legittimazione  ec.   Come  nure 
S.  E.  D.  Giuseppe  principe  Aldobrandini,  Te-  ^„„i  a:^^'^  Jt^  i^      ^-   „  •     .^^""^  .^   ', 
.    ^           1      A     ■.                     T     ,  ogni  dispensa  per  le  ordinazioni   ecclesiasti- 
nene  Generale,  Captano  comandane.  ^^      ^^^^^  ec,  nonché  sulla  validità  dei  ma- 
Marchese  Patrizio  Naro  Patrizi  Montoi-o,  Te-  ^..^^^^^j.  ^  ^^^^^  ordinazioni. 

«ente  Generale,   Vesstlhfero  di  S.  R.  C.  p  „.,  ^^y^^^^  ^^^.^  Giustini,  Prefetto. 

---^---v.-— -  Mons.  Luigi  Capoposti,  Segretario. 

Mons 40  Congregazione  del   Concilio.  —  Tratta 

Vicecarnerlengo  di  S.  B.  V.  tutti  gli  alTari  che  riguardano  il  Clero  seco- 

M'ons.  Antonio  Sabatucei,  Arcivescovo  tit.  di  lare  e  tutto  il  popolo  cristiano;  come  l'os- 

Antinoe,   Uditore  Generale  della  Rev.  Cam.  servanza  del  digiuni,  astinenze,  decime,  giorni 

Apostolica.  festivi;   attribuzioni    dei   parroci,   dei   soda- 

,  Tesoriere  Generale  delia  R.  C.  A.  Hzii  laicali,  pii  legati,  elemosine  di  messe  ec, 

P.  Luca  da  Padova,  M.  Cap.,  Predicatore  Apa-  e  ciò  che  riguarda  l'immunità  ecclesiastica. 
stolico.  Le  appartiene  tutto   quanto  riguarda  la 

celebrazione  dei  concilii  e  conferenze,  e  giu- 

La.  Curia  Romana  dica,   come   tribunale  competente,   in   ogni 

*  materia  disciplinare.  La  Congregazione  Lau- 

Con    la    Costituzione    apostolica   Sapienti  l'etana  resta  fusa  in  questa. 

Consilio,  in   data  29  giugno   190S,  il  Sommo  ^•'°"   Francesco    di  Paola  card.  Cassetta, 

Pontefice    Pio    X    interamente    riformò    le  Prefetto. 

Congregazioni,   i   Tribunali   e   gli  Ufficii  che  ^«"S.  Oreste  Giorgi,  Segretario. 

compongono    la    Curia  romana,    separando  5»  Congregazione  per  gli  affari  dei  sodalizi 

completamente    gli    affari    disciplinari    dagli  religiosi.  —  Si  occupa  delle  regole  di  tutti  gli 

affari  contenziosi  e   dando   a   tutto   ordiua-  ordini  ed  istituti  religiosi  sia  maschili  che 

mento  razionale  ed  organico.  femminili,  ne  approva  gli  statuti  per  le  nuove 

fondazioni   e  modifica  quelli   esistenti   qua- 

SACRE  CONGREGAZIONI.  ^^'^"^  occorresse  il  bis  )gno  ;  giudica  in  linea 

disciplinare  le  cause  tra  religiosi,  loro  supe- 
l».  Congregazione  del  Santo  Uffizio.  —  Tu-  riori  e  Vescovi;  concede  le  dispense  dal  diritto 
tela   la   dottrina  della   fede  e  dei  costumi;  comune  agli  appartenenti  agli  ordini  e  con- 
giudica sull'eresia  e  sui  crimini  sospetti  di  gregazioni  religiose. 

eresia;    è   devoluta   alla   stessa    l'universale  E.»»»  Diom  de  card.  Falconio,  Prefetto. 

materia  delle    indulgenze    come    dottrina  e  Mons.  Adolfo  Turchi,  Sejretario. 

come  uso;  tratta  delle  dispense  matrimoniali         60  Congregazione  di  Propaganda  Fide.   - 
solamente  per  disparità  di  culto  e  religione  Si  occupa  di  quanto  riguarda  le  missioni  di 

mista  e  della  dottrina  dei  sacramenti.  ogni  paese  e  da  essa  dipendono  tutte  le  de- 

La  Santità  di  Nostro  Signore,  Prefe'to.  legazioni,  vicariati  e  prefetture   apostoliche 

E.""»  Raffaele  card.  Merry  del  Val,  Segret.  nelle  parti  del  mondo  ove  non  vi  è  costituita 

2o.  Congregazione  Concistoriale.  —  Prepara  gerarchia  ecclesiastica.  La  Congregazione  per 

tutti  gli  affari  che  debbono  trattarsi  nei  Cun-  ^''i  a^ari  di  Rito  Orientale  resta  unita  a  questa 

cistori,   noiichè    la   fondazione    delle    nuove  e  con  essa  restano  fuse  quella  della  economia, 

diocesi  e  dei  capitoli   sia  cattedrali  die  col-  1'^  Camera  degli  spogli  e  la  commissione  per 

legiali;  sdoppia  le  diocesi  già  costituite;  elegge  *«  unione  delle  Chiese  dissidenti. 
i  vescovi,  amministratori. apostolici,  coadiu-  E.™»  Domenico  card.  Serafini,  Prefetto. 

tori  ed  ausiliari  dei  vescovi;  formula  i  prò-  Mons.  Camillo  Laurenti,  Segretario. 

cessi  canonici  sopra  gli  eligendi,  spedisce  gli  Mons.  Girolamo  Rolleri,  Segretario  per  gli 

atti  per  le  nomine,  esamina  la  dottrina.  Se  «/T»'»  orie>.taH. 

coloro  da  eleggere  non  siano  italiani,  e  se  le  7»  Congregazione  dev'Indice.  -  Esaminai 
dioce-.i  fossero  fuori  d'Italia,  tutta  la  pratica  libri  che  vengono  pubblicati,  e  dove  ne  è  il 
vien  fatta  dalla  Segreteria  di  Stato  e  sotto-  caso,  ne  proibisce  la  lettura;  accorda  la  li- 
messa  alla  Congregazione  Concistoriale.  cenza  di  leggere  i  libri  proibiti;  inquisisce  sui 
Spettano  ancora  alia  stessa,  la  vigilanza  libri  che  si  pubblicano  tradotti  avvertendone 
sugli  oneri  che  incombono  agli  Ordinarii;  la  gli  Ordinarli  nel  caso  dovessero  censurarsi, 
cognizione  delle  relazioni  sullo  stato  delle  E.™»  Francesco  Salesio  card.  Della  Volpe 
diocesi;  l'apertura  delle  visite  apostoliche  e  Prefetto. 

l'esame    di   quelle   compite;    la  relazione  di  P.  M.  Tommaso  Esser  O.  P.,  S  gfre^an'o. 

queste  al  Sommo  Pontefice  con  i  voti  oppor-  P.  M.  Alberto  Lepidi  0.  P.,  Assislenie. 


Io 
O 

8»  Congregazione  del  Sacri  Riti.  -  Reeola 
tutte  le  quistiuui  liturgiche  e  coiiiuoniali  dolla 
Chiesa  latina;  concessione  di  privilegi  ed  iu- 
se),'ne  ecclesiasti(he;  proibizione  delle  me- 
desime per  abuso;  spetta  alla  stessa  tutto 
quanto  concerne  la  Beatificazione  e  Canoniz- 
zazione dei  SanW  e  le  Sacre  Hellque. 

E.»"»  Sebastiano  card.  Martinelli,  P.  efetto. 

E."»  Antonio  card.  Vico,  J'ropiefetfo. 

Mons.  Ales.sandro  Verde,  Segretario. 

90  Congregazione  cerimoniale.  —  Cura 
l'integra  osservanza  del  cerimoniale  nelle 
Cappelle  ed  Aule  Pontificie,  nonché  quelle 
spettanti  ai  Cardinali  fuori  l'aula  Papale; 
tratta  sulle  questioni  di  precedenza  dei  Car- 
dinali, Legati,  ec. 

E.mo  Vincenzo   card.  Vannutelli,  Prefetto. 

Mons.  Nicola  Canali,  Segretario, 

10°  Congregazione  per  gii  affari  ecclesiastici 
Straordinaril.  —  Esamina  gli  afifari  politico- 
religiosi  nei  rapporti  tra  la  Santa  Sede  ed  i 
governi  di  tutto  il  mondo,  specialmente  per 
quanto  concerne  i  concordati. 

Mons.  Eugenio  Pacelli,  Segretario. 

Ilo  Congregazione  dei  Seminarli  e  delle  Uni- 
versità degli  Studii.  —  Sopraintende  agli  stu- 
dii  generali  degli  atenei  maggiori  dipendenti 
dalla  Santa  Sede,  alla  direzione  e  vigilanza 
di  tutti  1  Seminari  dell'Orbe;  concede  lei-e- 
zione  di  nuove  Università,  e  di  facoltà  atte 
a  dare  i  gradi  accademici;  conferisce  le  lau- 
ree a  qualche  sommo  individuo  che  emerga 
per  singolarità  di  dottrina. 

E. «no  Gaetano  card.  Bisleti,  Prefetto. 

Mons.  Giacomo  Sinibaldi,  Segretario. 

12<>  Congregazione  delia  R.  Fabbrica  di  San 
Pietro.  —  Amministra  i  beni  della  Basilica 
Vaticana  ed  ha  cura  della  esecuzione  di  tutti 
i  lavori  per  la  conservazione  e  compimento 
della  stessa. 

E.»»  Raffaele  card.  Merry  del  Val,  Prefetto. 

Mons.  Giuseppe  De  Bisogno,  Segretario. 

TRIBUNALI 

1«  Sacra  Penitenziera.  —  La  sua  giurisdi- 
zione si  esercita  su  quanto  concerne  il  foro 
interno  anche  non  sacramentale;  elargisce 
grazie,  assoluzioni,  dispense,  commutazioni, 
sanazioni,  condoni:  escute  ogni  questione  di 
coscienze  e  le  dirime. 

E.mo  Guglielmo  card,  van  Rossum,  Peni- 
tenziere maggiore  di  S  tnta  Chiesa. 

Mons.  Carlo  Perosi,  lieggen'e. 

20  Supremo  Tribunale  della  Segnatura  Apo- 
stolica. —  È  una  vera  Corte  di  cassazione  re- 
golata da  recenti  leggi  composta  di  sei  Car- 
dinali giudicanti. 

P:.™o  Michele  card.  Lega,  Prefc'to. 

Vincenzo  card.  Vannutelli,  Francesco  car- 
dln.  Cassetta,  Pietro  card.  Gasparri,  Basilio 
card.Porapllii.  Filippo  card.  Giustlni,  Giudici. 

Mons.  Niccolò  Marini.  Seg.etar'o. 

30  Sacra  Romana  Rota.  —  Giudica  in  prima, 
seconda  e  terza  istanza,  giusta  II  suo  speciale 
e  nuovo  regolamento,  tutte  le  cause  conten- 
ziose sia  civili,  sia  criminali,  sìa  spirituali. 

Mons.  Guglielmo  Sebastianelll,  Decano. 

Mons."  Serafino  Many,  Francesco  Helner, 
Giovanni  l'rior.  Luiti  biucero.  Giuseppe  Mori, 


Federico  CaManl,  Ant.  Perathoner,  fliusoppe 
Alberti,  Pietro  Rossetti,  Raffaello  Chmenti, 
Mas.<-imo  Massimi,  Uditori. 

OFFICII 

Cancelleria  Apostolica.  —  S'incarica  della 
minuta,  spedizione  0  registrazione  delle  Bolle 
pontificie  per  i  benefizi!  maggiori,  nuove 
diocesi,  capitoli  e  per  i  maggiori  affari  della 
Chiesa. 

E.™o  Ottavio  card.  Cagiano  de  Azevedo, 
Cancelliere. 

Mons.  Cesare  Spezza,  Reggente. 

Datarla  Apostolica.  —  S'incarica  unica- 
mente della  idoneità  di  coloro  che  optano  a 
beneflcii  non  concistoriali  ma  di  pertinenza 
della  Santa  Sede.  Trascrive  e  spedisce  le 
lettere  apostoliche  per  la  collazione  di  tali 
benefizii;  dispensa  da  alcune  condizioni  re- 
quisite e  cura  le  pensioni  e  gli  oneri  imposti 
nella  collazione  di  tali  benefizii. 

E.mo  Vincenzo  card.  Vannutelli,  Datario. 

Mons.  Francesco  Spolverini,  So.todatario. 

Camera  Apostolica.  —  Ha  cura  dell'am- 
ministrazione dei  beni  e  dei  diritti  temporali 
della  Santa  Sede;  dato  i  tempi  presenti  detto 
ufficio  è  prò  forma,  solo  in  sede  vacante  11 
Camerlengo  assume  le  funzioni  attribuitegli 
dalla  Cost.  Ap.   Vacane  Sede. 

E.mo  Francesco  galesio  card.  Della  Volpe, 
Camerlengo  di  S.  R.  C. 

Mons 

Vice  Camerlengo. 

Mons.  Antonio  Sabatucci  Arciv.  tit.  di  An- 
tinoe.   Uditore  Generale. 

Segreteria  di  Stato.  —  Si  divide  In  tre 
sezioni.  La  prima  tratta  degli  affari  straor- 
dinari che  sottomette  all'esame  della  speciale 
Congregazione;  la  seconda  si  occupa  degli 
atìari  ordinarli  e  tratta  di  tutte  le  onorifi- 
cenze da  conferirsi,  sia  ad  ecclesiastici  che 
a  laici,  eccettuate  quelle  di  competenza  del 
Maggiordomo  di  S.S.;  la  terza  sopraintende 
alla  spedizione  dei  Brevi  Apostolici  che  le  si 
commettono  dalle  varie  Congregazioni. 

E.mo  Pietro  card.  Gasparri,  Segretario  di 
S  ao. 

Mons.  Eugenio  Pacelli,  Segretario  per  gli 
affari  straordinarii. 

Mons.  Federico  Tedeschinl,  Soatitu'opergli 
affari  ordinari  e  S  gretario  della  Cifra. 

Mons.  Nicola  Sebastiani,  Cancelliere  dei 
Brevi  Apostolici. 

Mons.  Umberto  Benigni,  Sottosegretario  per 
gli  affari  straordinari. 

Segreterie  del  Brevi  ai  Principi 
e  delle  lettere  latine. 
Mons.  Aurelio  Galli,   Segretario. 
Mons.  Pacifico  Massella,  Segretario 

Bollettino  ufficiale  della  Santa  Sede. 

R.mo  P.  Pietro  Benedetti,  del  Missionarii 
del  Saero  Cuore,  Dire  tore. 

Biblioteca  Apostolica  Vaticana. 
E.mo  Frane,  di  Paola  card.  Cassetta,  Biblloto- 

oario  di  S.  R.  C,  Protettore. 
Moni.  Achille  Ratti,  Prefetto. 


134 


Archfvii  della  Santa  Sede. 

r.mo ,  Prefetto. 

Mons.  Mariano  Ugolini,  Sotto-archivista. 


Ecc.""»  Corpo  Diplomatico 
presso  la  S.  Sede. 


Corpo  Diplomatico. 


Nunzi!  Apostolici 

Internunzii  ed  Inviati  straordìnarii 

della  S.  Sede. 

Argentina.  —  Mons.  Alberto  Vassallo  di  Tor- 
regrossa,  Arciv.  Ut.  di  Tessalonica,  Inter- 
nunzio  Apostolico. 

Austìia  Uityhevia.  —  Mons.  Teodoro  Valfrè 
di  Bonzo,  Arciv.  di  Trebisonda.  Nunzio 
Apostolico. 

Ballerà.  — 

Nunzio  Apostolico  ed  Inviato  straordi- 
nario. 

Belgio.  —  Mons.  Achille  Locatelli,  Arciv.  tit. 
di  Tessalonica,  Nunzio  Apostolico. 

Brasile.  —  Mons.  Giuseppe  Aversa,  Aiciv.  tit. 
di  Sardi,  Nunzio  Apostolico. 

Chili.  —  Mon5 ,  Internunzio  Apo- 
stolico ed  Inviato  straordinario. 

Colombia.  —  Mons.  Errico  Gasparri,  Arciv.  tit. 
di  Sebaste,  Delegato  Apostolico  ed  In- 
viato straordinario. 

Costarica,  Nicaragua   e   Honduras.    —   Mons. 

Delegato  Apostolico  ed  Inviato 

straordinario. 

Ecjuatore.  — 

Francia.  — 

Haiti.  —  Mons.  Francesco  Cherubini,  Arciv. 
tit.  di  Nioosia,  Delegato  Apostolico  ed 
Inviato  straordinario. 

Olanda.  —  Mons,  Achille  Locatelli,  Arciv.  tit. 
di  Tessalonica,  Internunzio  Apostolico. 
Lussemburgo.  — 

Perù  e  Bolivia.  —  Mons.  Angelo  Soapardini 
O.  P.  Arciv.  tit.  di  Da. nasco,  Delegato 
Apostolico  e  Inviato  straordinario. 

Portogallo.  —  Mons 

Sin  Domingo,    — 

San  Salvador.  — 

Spagna.  —  Mons.  Francesco  Ragonesi,  Arciv. 
tit.  di  Mira,  Nunzio  Apostolico. 

Svizzera.  — 

Uruguay  e  Paraguay.  — , 

Venezuela.  —  Mons.  Car^o  Pietropaoli,  Arciv. 
tit.  di  Calcido,  Delegato  Apostolico  e  In- 
viato straordinario, 


Argentina.  —  S.  E.  Don  Daniele  Garcia  Man- 
silla,  Inviato  strardin;irio  e  Ministro  plo- 
nipotenziirio. 

Austria  Ungheria.  —  S.  A.  Serenissima  il 
princ.  Giovanni  Sch")nburg-Uartenstein, 
Ambasciatore  straordinario  e  plenipo- 
tenziario. 

Baderà.  —  S.  E.  11  barone  Ottone  de  Ritter 
de  Gruenstein,  Inviato  straordinario  e 
Ministro  plenipotenziario. 

Be'gio.  —  S.  E.  il  signor  Giulio  van  den  Heu- 
wel.  Inviato  straordinario  e  Ministro  ple- 
nipotenziario. 

Buliria.  —  S.  E.  il  signor  Gioacchino  Caso, 
Inviato  straordinario  e  Ministro  pleni- 
potenziario. 

Brasile.  —  S.  E.  il  signor  Carlo  Magalhaes  de 
Azeredo,  Inviato  straordinario  e  Ministro 
plenipotenziario. 

Chili.  —  S.  E.  il  signor  Raffaele  Errazuriz 
Urmeneta,  Inviato  straordinario  e  Mii.i- 
stro  plenipotenziario. 

Colombia.  —  S.  E.  il  signor  Giuseppe  Ema- 
nuele Goenega,  Inviato  straordinario  e 
Ministro  plenipotenziario. 

Costa  Bica.  —  S.  E.  il  dott.  Emanuele  M.»  de 
Peralta,  Inviato  straordinario  e  Ministro 
plenipotenziario. 

Domenicana  {Repubblica).  — 

Equatore.  — 

Francia.  — 

Gran  Bretagna.  —  S.  E.  il  sig.  Conte  di  Salis, 
Inviato  straordinario  e  Ministro  plenipo- 
tenziario {missione  speciale). 

Haiti.  — 

Honduras.  — 

Monaco  {Principato}.  —  S.  E.  il  Conte  Maggio- 
rino Capello. 

Nicaragua.  — 

Olanda.  —  S.  E.  il  signor  Jonkheer  O.  van 
Nispentot  Sevenaei-,  Inviato  straordina- 
rio e  Ministro  plenipotenziario  (mis.none 
speciale). 

Perii.  —  S.  E.  Don  Giovanni  de  Goyeneche  y 
Gamio  conte  di  Guaquì,  Inviato  straor- 
dinario e  Ministro  plenipotenziario. 

Portogallo.  — 

Prussia.  —  S.  E.  il  signor  dott.  Ottone  von 
Muehlberg,  Inviato  straordinario  e  Mini- 
stro plenipotenziario. 

Russia.  —  S.  E.  il  signor  Nelidow,  Inviato 
straordinario  e  Ministro  plenipotenziario. 

Spagna.  —  S.  E.  il  signor  Don  Firmino  Calbe- 
ton  y  Blanch ón,  Ambasciatore  straordi- 
nario e  plenipotenziario. 

Uruguay.  — , 

{Stampalo  il  ii5  settembre  1916). 


lo5 


{Negativa  del  Covim.' Mario  Svnet-Vais 


Rk  d'Italia. 


13G 


Famiglia   Reale    d'Italia. 


Principe    TOMMASO 

DUCA   DI    GENOVA 

Luogotenente  "Generale  di  S.  M. 


Re. 


S.  M.  Vittorio  Emanuele  lll-Feidinando- 
Maria-Gennaro,  per  grazia  di  Dio  e  per 
volontà  della  Nazione  Re  d'Italia,  nato  a 
Napoli  ril  novembre  1869,  figlio  del  Re 
Umberto  I  (nato  a  Torino  il  ]  4  marzo  1844, 
t  il  29  luglio  1900)  e  della  regina  Marghs- 
rita  nata  principessa  di  Savoia  {ved.  ap- 
presso), ammogliato  a  Roma  il  21  ottobre 
1896  con 

S.  M.  Elena,  regina  d'Italia,  nata  Petrovic- 
Njégos,  principessa  del  Montenegro,  nata 


a  Cettigne  1*8  gennaio  187S,  figlia  di  Ni- 
cola I  Petrovic-Njégos,  Re  del  Montenegro 
e  di  Milena  Petrovna  Vucotic. 


Figli. 

1)  Principessa  Jolanda-Maic/herita-yi.ileaA-'Eìl- 

sabetta-Romana-Maria,    nata    a   Roma   il 
1°  giugno  1901. 

2)  Principessa  iUTv/'aWa-Maria-Elisabetta-Anna 

-Romana,  nata  a  Roma  il  19  nov.  del  1902. 


Chiedete  il  Catalogo  della  collesione 

Volumi  popo- 
lari d'  attuali- 
tà illustrati    

R.   BBMPORAD   &  FIGLIO   -    Editori   -    FIRENZE 


"I  libri  d'oggi,, 


C"'95 


ognuno 


VÓI  — 


<    \'     •  s    KKOINA  ELENA  S.  M.  la  REGINA    >fAI)KK 

S.  A.  B.  IL  PRINCIPE  DI  PIEMONTE 


—  138  — 


3)  Principe  r/irw'^^Wo-NlcoU-Tomaso- Giovan- 

ni-Marin,  principe  di  Piemonte,  pi-incipe 
ereditario  del  regno,  n.  a  Racconigi  il 
15  settembre  1901. 

4)  Principessa  G/.'^w.'mMa-Elisabetta  -Antonia  - 

Romana -Maria,  nata  a  Roma  il  13  no- 
vembre 1«  )7. 

5)  Principessa   ^ranV^-Franeesca-Anna-Roma- 
na,  nata  a  Roma  il  2(i  dicembre  1914. 


Madre  del  Re. 

S.M.  3f«>-(/7jeri<a-Maria-Teresa-Giovanna,  re- 
gina madre,  nata  principessa  di  Savoia, 
nata  a  Torino  il  20  novembre  1851,  figlia 
del  principe  Ferdinando,  duca  di  Genova 
e  della  principessa  Elisabetta  di  Sassonia, 
maritata  a  Torino  il  22  aprile  1868  col 
principe  Umberto  di  Savoia  (poi  re  Um- 
berto I),  vedova  il  29  luglio  1900. 


Zii  del  Re. 

A)  [t  Principessa  Maria-Clotilde-Teresa-Luisa, 
nata  a  Torino  il  2  marzo  1843,  t  a  Mon- 
calieri  24  giugno  1911,  maritata  a  Torino 
il  30  gennaio  1859  col  Principe  Girolamo 
Napoleone,  vedova  11  17  marzo  1891].  — 
Figli:  1)  Principe  Napoleone-F««or/o-Giro- 
lamo  Federigo,  n.  il  18  luglio  1862;  2)  Prin- 
cipe Napoleone-/^M?5'i-Giuseppe-Girolamo, 
nato  il  16  luglio  1864;  3)  Principessa  Maria- 
Laetitia  {ved.  appresso). 

B)  [t  Principe  Amedeo,  duca  d'Aosta,  nato  a 
Torino  il  30  maggio  1845,  re  di  Spagna  dal 
4  die.  1870  all' 11  febbraio  1873,  t  a  Torino 
il  18  gennaio  1890;  ammogliato:  1»  a  Torino 
il  30  maggio  1867  con  la  Principessa  Maria 
Vittoria  Dal  Pozzo  Della  Cisterna  (nata  il 
9  agosto  1847,  t  l'8  novembre  1876);  2o  a 
Torino  l'il  settembre  1888  con  la  nipote] 

Maria  -  Laetitia  -  Napoleone  -  Eugenia  -  Cate- 
rina -  Adelaide,  nata  a  Parigi  il  20  dicem- 
bre 1866. 

Figli:  a)  del  \°  letto:  —  1)  Principe  Ewa- 
n!<e?e-i<'j7jòer<o-Vittorio- Eugenio -Alberto- 
Genova -Giuseppe -Maria,  già  duca  delle 
Puglie,  ora  duca  d'Aosta,  nato  a  Genova 
il  13  gennaio  1869,  tenente  generale,  desi- 
gnato per  il  comando  di  un'armata  in 
guerra  (Napoli),  ammogliato  il  25  giu- 
gno 1895  a  Kingston-on-Thames  con: 

f7ena- Luisa -Enrichetta  di  Orléans,  nata  a 
Twickenham  il  13  giugno  1871,  figlia  del 
princ.  Luigi-Filippo,  conte  di  Parigi.  Loro 
figli:  Pi-incipe  ^/wet/eo-Umberto-Isabella- 
Luigi- Filippo -Maria-Giuseppe-Giovanni, 


duca  delle  Puglie,  n.ato  il  21  ottobre  l^'OS 
a  Torino,  tenente  d' artiglieiia:  Principe 
A /ms/te-Roberto-Margherita-Giuseppe  Ma- 
ria-Torino, duca  di  Spoleto,  n.  il  9  mar- 
zo 1900  a  Torino. 

2)  Principe  F'»(<or/o- /'J/wrxwwe/g- Torino- Gio- 
vanni-Maria, conte  di  Torino,  nato  a  To- 
rino il  24  novemb.  1870,  tenente  generale 
ispettore  generalo  di  Cavalleria  (Milano). 

3)  Principe  Z-w/^fi- Anaedeo- Giuseppe -Maria- 
Ferdinando-Francesco,  duca  degli  Abruzzi, 
nato  a  Madrid  il  29  g«nnaio-1873,  viceam- 
miraglio nella  marina  italiana. 

h)del  secondo  letto:  —  4)  Principe  Umberto- 
Maria- Vittorio- Amedeo-Giuseppe,  conte  di 
Salemi,  nato  a  Torino  il  22  giugno  1889. 

C)  [t  Maria  Pia,  regina  di  Portogallo,  nata  a 
Torino  il  16  ottobre  1847,  t  a  Stupini^'i 
il  5  luglio  1911,  maritata  per  procura  a 
Torino  il  27  settembre  e  in  persona  a 
Lisbona  il  6  ottobre  1862  con  Luigi  re  di 
Portogallo;  vedova  il  19  ottobre  1889]  — 
Figlio:  Princ.  -4Z/b«so-Henriques- Maria- 
Luigi-Pietro  d'Alcantara -Carlo-Umberto- 
Amedeo-Fernando-Antonio-Michele-Raf- 
faele  -  Gabriele-Gonzaga-Saverio-France- 
sco d'Assisi -Joao-Augusto-Giulio-Volfan.ro 
-Ignazio,  duca  di  Oporto,  nato  il  31  luglio 
1865. 

Avo  materno  del  Re. 

[t  Principe  Ferdinando,  duca  di  Genova,  figlio 
del  re  Carlo  Alberto  di  Sardegna,  nato 
a  Firenze,  il  16  novembre  1822,  t  il  10 
febbraio  1855,  ammogliato  a  Dresda  il 
22  aprile '1850  con  la  Principessa  Maria 
Elisabetta,  figlia  del  re  Giovanni  di  Sasso- 
nia, nata  a  Dresda  il  4  febbraio  1830,  ri- 
maritata morganaticamente  a  Stresa  nel- 
l'oftobre  1856  col  march.  Niccolò  Rapallo, 
nuovamente  vedova  il  27  novembre  1882, 
t  il  14  agosto  1912]. 

Iiigli:  1)  Regina  Madre  Murisi- Margherita-Te- 
resa-Giovanna,  vedova  di  Umberto  I  {ved, 
avanti). 

2)  Principe  Towmaso-Alberto-Vittorio,  duca  di 
Genova,  nato  a  Torino  il  6  febbraio  1854, 
Luogotenente  generale  del  Re  per  la  du- 
rata della  guerra  (dal  25  maggio  1915), 
ammiraglio  della  marina  italiana  (Roma); 
ammogliato  a  Nymphenburg  il  14  aprile 
1883  con  la 

Principessa  Maria-isa&eWa-Luisa- Amelia-Elvi- 
ra-Bianca-Eleonora, principessa  di  Bavie- 
ra, nata  a  Nymphenburg  il  31  agosto  1863, 
figlia  del  fu  principe  Adalberto  di  Baviera. 

FigJi:  Principe  Ferdinando-'Umhevto-YiUp-po- 
Adalberto-Maria,    principe   di   Udine,  te- 


IL   TACCO   DI 
VERA  OÒMMA 


—  iiiii  — 


Le  LL.  AA.KH.  LK  PRINCIPESSE  JOLANDA  (a  «jnt»<ra),  MAFALDA  {a  destra) 
GIOVANNA  (tu  basso)  e  3IAUIA  (in  allo). 


140  — 


nente  di  vascello,  nato  a  Torino  il  21  apr. 
1884;  —  Princ.  i'^;7»7>eWo-Lodovico-Massimi- 
liano-Emanuele-Maria,  duca  di  Pistoia,  n.  a 
Torino  il  10  marzo  1895,  tenente  di  caval- 
leria; —  Pi-inc.  Maria  Bona-Marffherita-AÌ- 
bertina- Vittoria,  n.  ad  Agliè  il  1»  ag.  1896; 
—  Princ.  ylda/&er<o-Luitpoldo-Elena-Giu- 
seppe-Maria,  duca  di  Bergamo,  nato  ad 
Agliè  il  19  marzo  1898,  sottotenente  di  ca- 
valleria; —  Princ.  Maria  Adelaide-Yìito- 
ria-Amalla-Elisabetta-Maria,  nata  a  Torino 
il  25  aprile  190i;  —  Princ.  Eugenio-Arfonso- 
Giuseppe-Maria,  duca  d'Ancona,  nato  a 
Torino  il  13  marzo  1906. 

Sono  legati  di  sangue  alla  Famiglia  Reale 
di  Savoja,  ma  non  godono  di  nessun  privile- 
gio né  titolo  principesco:  a)  i  Conti  di  Mira- 
fiori  e  Fontanafiedda,  nati  dal  matrimonio 
morganatico  del  defunto  re  Vittorio  Ema- 
nuele II,  nonno  del  re  attuale,  con  Rosa  Ver- 
cellone,  nata  il  3  giugno  1833,  creata  con- 
tessa di  Mirafiori  e  Fontanafredda  l'il  aprile 
1859,  maritata  il  7  novembre  1869,  t  il  27  di- 
cembre 1885;  b)  ì  conti  di  Villafranca-Soissons, 
che  traggono  origine  dal  matrimonio  morga- 
natico del  defunto  principe  Eugenio  di  Savoia 
Carignano  (nato  il  li  aprile  1816,  f  i^  15  di- 
cembre 1888)  cugino  in  6°  grado  del  re  at- 
tuale, con  Felicita  Crosio,  nata  a  Torino  il 
4  maggio  1844,  maritata  il  25  novembre  1863, 
creata  contessa  di  Villafranca-Soissons  il 
14  settembre  1888. 

Casa  di  S.  M.  il  Re. 

CASA  MILITARE  DI  S.  M. 

Primo  Aiutante   di   Campo  generale.    —    Ugo 

Brasati. 
Aiutanti  di   Campo  generali.  —  Giulio  Merli 

Miglietti  —  Guglielmo  Capomazza  di  Cam- 

polattaro. 

Aiutanti  di  Campo.  —  Edgardo  Guerrieri  — 
Amedeo  Asinari  di  S.  Marzano  —  Italo 
Moreno  —  Francesco  Dogliotti. 

Goitmatove  di  S.  A.  R.  il  Principe  ereditario  — 
Attilio  Bonaldi. 

Comandante  lo  Squadrone  Guardie  del  Re.  — 
Giovanni  Lang, 


CASA  CIVILE  DI  S.  M.  IL  RE 

Ministro  della  R.  Casa.    —    Nob.  Alessandro 
Mattioli-Pasqualini. 

Prefetto  di  Palazzo  Gran  Mastro   delle  Ceri- 
monie. —  Duca  G.  B.  Borea  d'Olmo. 

Primo  Mastro  d'Ile  Cerimonie.  —  Conte  Fran- 
cesco Giuseppe  Tozzoni. 


Mas/ri  del'e  Cerimonie  dì  Corte.  —  Miif^simo 
MoiitaUo  Duca  di  Fi-agnito  —  Conte  Fran.-. 
Avos?adio  degli  Azzoni  —  Duca  Ferdinando 
Cito  dei  march,  di  Torrecuso.  —  Lodovico 
dei  Duchi  Lante  della  Rovere  -  Arborio 
Mella  di  Sant'Elia  co;ite  Luigi,  adivposi- 
zione  -  Angelo  Marchese  Gavotti-Verospi. 

Grande  Scudiere.  —  March.  Carlo  Calabrini. 

Gran  Cacciatore.  —  Marchese  Giulio  Carmi- 
nati di  Brambilla. 

Cappellano  Maggiore.  —  Giuseppe  Beccaria. 

In-gegnere  Architetto  a  disposizione  di  S.  M.  — 
March.  Achille  Majnoni  d'Intignano. 

Medico  di  S.  M.  —  Giovanni  Quirico. 


MINISTERO  DELLA  R.  CASA 

Ministro  della   R.  Cast.   —  Nob.  Alessandro 
Mattioli-Pasqualini. 

Direttore  Generale.  —  Raffaele  Lambarini. 

Direttore  capo  divisione  a  disposizione.  — 
Ferdinando  Comotto. 

Divisione  1». 

Direttole  Capo  di  Divisione.  —  Luigi  Bcsi. 

Divisione  2*. 

Direttore  Capo  di  Divisione.  —  Pietro  Gen- 
tilini. 

Divisione  3». 

Direttore   Capo   di   Divisione.    —    Vittorio 
De  Sanetis. 

Divisione  4*. 

Direttore  Capo  di  Divisione.  —  Ettore  La 
Monaca. 

Divisione  5». 

Direttore   Capo   di   Divisione.    —    Gaetano 
Stern, 

Ufficio  d'obdink  ed  Economato, 

Direttore  Capo  d'  Ufficio.  —  Goffredo  Giorgi. 


CORTE  DI  S.  M.  LA  REGINA 

Dame  di  Corte.  —  Contessa  Francesca  Guic- 
ciardini ~  Alberta  Marnili  duch.  d'Ascoli, 
princ.  di  Sant'Angelo  dei  Lombardi  — 
Contessa  Maria  Costa  Carrù  di  Trinità  — 
Contessa  Maria  Bruschi  Falgari  —  Con- 
tessa Guglielmina  Campello  Della  Spii;a. 

Gentiluomini  di  Corte.  —  Conte  Lodovico  Guic- 
ciardini —  Sebastiano  Marnili  duca  d'Ascoli, 
princ.  di  Saiit'Angelo  —  Conte  Paolo  Costa 
Carrù  di  Trinità  —  Conte  Luca  Bruschi 
Falgari  —  Conte  Pompeo  Campello  Della 
Spina. 


RO  YAL  '"Od- 5 


la  macchina  per  scri- 
vere più  indicata  per 
uffici  ^    '^    ^    ^    ^ 
Agenzia  Generale  per  l'  Italia  e  Colonie 
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CORTE  DI  S.  M.  LA  REGINA  MADRE 

Duma  d'  Onore. 


N.  N. 
-  Mari 


i  1        - 

GenPuomini  di  Corte.  —  March.  Carlo  Torri- 
giani  —  Conte  Lui«i  Kicoa  di  Oasteh occhio 
—  Bar.  Fernando  Perrone  di  Han  Martino. 


h.  Ferdinando  Guic- 


Cavalìere  d' Onore. 
cioli. 

Ikime  di  Corte.  —  DucliPssaVitforia  Sforza  Ce- 

sarini    —    Principessa  Adelaide  Pignatelli 

~*  roncoli  —  Principessa  Maria  di  Sant'Elia 

Duchessa  Teresa  Massimo  —  Marchesa 

i  iammetta  Uitjnon,  dei  Conti  Irene  d'Oria. 


Casa  di  S.  A.  R.  il  Principe  Vittorio  Emanuele 
Conte  di  Torino. 

Aiutante  di  Campo.  —  Federico  Bollati. 
Ufficiale  d' Ordinami.  —  Aless.  Da  Porto. 


Corte  di  S.  A.  R.  la  Principessa  IMaria  Lactitia 
vedova  di  S.  A.  R.  il  Principe  Amedeo  Duca 
d'Aosta. 

Dama  d'Onore.  —  N.  N. 

Dime  di  Palazzo.  —  Contessa  Maria  Balbis 
Bertone  di  Sambuy. 

Cavaliere  d'Onore.  —  March.  Carlo  Del  Car- 
retto di  Moncrivello  e  Gorzegno. 

Gentiluomini  di  Corte.  —  (^onte  Giuseppe  Fos- 
sati Reyneri  —  Cesare  Bonvicino. 

Casa  di  S.A.  R.  il  Principe  Emanuele  Filiberto 
Duca  d'Aosta. 

Frimo  Aiutante  di  Campo.  —  N.  N. 

Aiuifinte  di  Campo.  —  Emilio  Montasinl. 

Ufficiali  di  Ordinanza.  —  Antonio  Grimaldi 
di  Serravalle  —  Mario  Tonini. 


Core  di  S.  A. R.  Elena  Duchessa  d'Aosta. 

"  di  Palazzo.  -.  March.  Anna  Torrigiani- 
;  ry  —  Contessa  Luisa  Ricca  di  Castelvec- 
!iio  —  Bar.  Maria  Perrone  di  San  Martino. 


Casa  di  S.  A.  R.  il  Principe  Luigi  Amedeo 
Duca  degli  Abruzzi. 

Ufpciijle  d'  Onjinuiiza.  —  Luigi  Radicati  Ta 
lice  di  Passerauo. 


Casa  di  S.  A.  R.  il  Principe  Tommaso  di  Savoia 
Duca  di  Genova. 

Primo  Aiutante  di  Campo.  —  Nob.  Enrico  Ma- 
renco  di  Moriondo. 


Aiutante  di  Campo. 
Collobiano. 


Filiberto  Avogadro  di 


Ufficiali  d' Ordinanza.  —  Andrea  Provana  del 
Sabbione  —  Conte  Alberto  Buiaggi. 


Corte  di  S.  A.  R.  la  Principessa  IMaria  Isabella 
di  Baviera  Duchessa  di  Genova. 

Dame  di  Palazzo.  —  March.  Silvia  Pilo  di  Boyl 
e  di  Putiligari  —  Cont.  Giulia  Radicati  di 
Brozolo  —  Contessa  Giannina  Faà  di  Bruno. 

Gentiluomini  di  Corte.  —  Conte  Alessandro 
Ricardi  di  Netro  —  Leonzio  nob.  Balbo 
di  Vinadio.  —  Nobile  Luigi  Terni  Do 
Gregori. 


(Stampalo  il  20  ott  óre  1DL6). 


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Soc.  An.  ERNESTO  REINACH  •  MILANO. 


142  — 


PARLAMENTO  NAZIONALE 


Senato  del  Regno. 

XXIV   LKGISLATURA   -   1»   SESSIONE 


UFFICIO  DI  PRESIDENZA 


Presidente:  Manfredi. 

Vicepresidenti:  Blaserna,  Paterno  di  Scssa, 
Cefaly,  Bonasi. 


Segretari:  Di  Prampero,  Fabrizi,  Melolìa, 
Biscaretti,  D'Ayala  Valva,  Torrigiani. 
Questori:  Colonna,  Reynaudi. 


Commissione  per  II  Regolamento  interno 

Presidente:  Manfredi. 
S^'gretario:  Scialoja. 

Commissari:  Torrigiani  Filippo,  Colonna 
Fabrizio,  Bensa,  Malvezzi  de' Medici. 

Commissione  di  Finanza 

Presidente:  Pedotti. 

Vicepresidenti  :  Blaserna,  Scialoia, 

Segretario:  Bettoni.  Tami. 

Commissari:  Mariotti,  Inghilleri,  Dini,  Co- 
lombo, Mazzlotti,  Gualterio,  Veronese,  Mar- 
tuscelU,  Dallolio,  Sacchetti,  Carafa  D'Andria, 
Gorio,  Di  Camporeale,  Chimini.  Marti nez, 
Spingardi,  Balenzano,  Frascara,  Del  Carretto. 

Commissione  per  la  verifica  dei  titoli 
dei  nuovi  senatori 

Pì-es' dente:  Bonasi. 

Vicepresidente:  Colonna  Fabrizio. 

Segretario:  Di  Prampero. 

C  immissari:  Bava-Becoaris,  Pa<_'ano  Guar- 
naschelli,  Colombo,  Frola,  Melodia,  Malvezzi 
De'  Medici. 

Commissione  per  le  petizioni 

Presidente:  N.  N. 
Vice  presidiente:  N.  N. 

Commissari:  Mele,  Bertetti,  Arnaboldi  Gaz- 
zaniga,  Fili  Astolfone. 

Commissione  di  contabilità  interna 

Presidente:  Levi. 
Segretario:  Tami. 
Commissari:  Frascara,  Barraoco. 

Commissi«ne  pei  trattati  internazionali 

Prefiidente:  Mal  vano. 

Segretario:  Polacco. 

Commiitsari:  Bodio,  Faina,  Di  CoUobiano 
Arborlo  Avoeadro,  Carafa  d'Andria,  Malaspi- 
na,  Gallina,  Pansa. 

Comnii»8ione 
pei  Decreti  registrati  con  riserva 

Pre^id*nte:  Sa^-chetti. 

Segretario:  Polacco. 

Commissari:  Guala,  Potrella,  De  Cupls. 


Commissione  per  la  Bijiioteca 

Presidente:  Villari. 

Commiss  iri:  Tommasini,  Bodio. 

Commissari  di  sorveglianza  al  Debito  pubblico 
Cencelli,  Astengo,  Martuscolli. 

Commiss,  di  vigilanza  al  fonda  per  l'emigraz. 

Bettoni,  Reynaudi,  Santini. 

Commissari  per  la  vigilanza  sulla  circolazione 
e  sugli  Istituti  di  emissione 

Faina,  Franchetti,  De  Cupis,  Veronese. 


Commissari  di  vigilanza  sul  servizio  i 

Toi'lonia,  Ciamician. 


Chinino 


Commissari  al  Consigl'o  superiore  de!  lavoro 

Torrigiani  Laigi,  Pirelli,  Concjlli. 

Commissari  al  Consìglio  superiore 
di  Assistenza  e  Beneficenza  pubblica 

Dallolio,  Astengo,  Gui. 

Commissari  per  la  diffusione  delia  istruzione 
elementare  nel  mezzogiorno  e  nelle  isole 

Falconi,  Del  Giudice. 

Commissario 
per  il  Comitato  talassografico  Italiano. 

Ciam'cian. 

Membri  del  Consiglio  Superiore 
delie  acque  e  foreste. 

Gorio,  Veronese,  Cadolini. 

Membri  del  Consigi  o  Centrale 
per  le  Scuole  Italiane  all'Estero. 

Malvezzi  De  Medici,    Maurigi  di    Castel 
Maurigi. 

Commissari  di  vigilanza 
sull'Amministrazione  delle  Ferrovie  dello  Stato. 

Cadolini,  D'Ayala  Valva,   RiJolfi,  SaLnoi- 
raghi,  Mangili,  Tasca. 

Membri  del  Consiglio  Superiore 
dì  Pubblica  Istruzione. 

Dini,   Dalla  Vedova,    Fadda,    Guidi,    Mal- 
vezzi De  Medici,  Torrigiani  F.,  Mariotti. 


-  143  — 
LA  PRESIDENZA   DEL  SENATO 


lÌLASERXA 

vicepresidente. 


Patkrnò  di  Sessa 
vicepresidente. 


Cekaly 

▼lc«pre8ideut«. 


Nuli  ablfiunio  itutiito  prociimrck  11  ritratto 
doU'ou.  BONA8I. 


144 


Consiglieri  d'Ammlnislrazione  del  fondo  specla'e 
per  usi  di  Beneficenza  e  di  Religione  nella 
città  di  Roma. 

Di  Carpegna  ralconieri,  Turlonia. 

Commissari  alla  Qassa  dei  depositi  e  prestiti. 

Levi,  MartnsccUi,  Gorio. 

Commissari  di  vigilanza 
all'Amministrazione  dei  fondo  per  il  Cuta. 

D'Andrea,  Santini. 


Commissione  permanente  d'istruzione 
dell'Alta  Corte  di  Giustizia 

Presidente:  l'atcrnò  di  Séssa. 
Membri  ordinui:   Astengo,   Falconi,   Filì- 
Astolfone,  (ini,  Inghilleri,  Petrella. 

Commissione  permanente  d'Accusa 
dell'Alta  Corte  di  Giustìzia 

rresì'iente:  Blaserria. 

Membri  oniùinri:  Gabba,  Martuscelli,  Pa- 
erano-Guarnascbolli. 


s. 

R 

s. 

R 

s. 

R 

s. 

R 

s. 

R 

s. 

R 

ELENCO  DEI  SENATORI 

il  Principe  Tommaso  di  Savoia,  Duca  di  Genova. 

il  Principe  Emanuele  Filiberto  di  Savoia,  Duca  d'Aosta. 

il  Principe  Vittorio  Emanuele  di  Savoia-Aosta,  Conte  di  Torino. 

il  Principe  Luigi  Amedeo  di  Savoia-Aosta,  Duca  degli  Abruzzi. 

il  Principe  Ferdinando  di  Savoia-Genova,  Principe  di  Udine. 

il  Principe  Umberto  di  Savoia-Aosta,  Conte  dì  Saiemi. 


COGNOME  E  NOME 

RESIDENZA 

COGNOME  E  NOME 

RESIDENZA 

ABITUALE 

ABITUALK 

A 

Beltrami  ai-ch.  Luca 

Milano 

Beneventano  Giuseppe  Luigi. 

L'-nfini 

Adamoli  hìg.  Giulio 

Aless.  d'Fgi'to- 

(Siracusa) 

Pesoz^o  (Cumo) 

Bensa j^ro/'.  Paolo  Emilio, Pro/". 

Agnettj  doti.  Alberto 

Firenze 

nella  R.  Uni>\  di  Genova  .  . 

Genova 

Albertini  ave.  Luigi 

Milano. 

Bergamasco  Eugenio 

Milaio 

Albertoni  dvU.  Pietro,  Profesa. 

Bertetti  avv.  Michele 

Torino 

nella  li.  Univ.  di  Boi  gna.  . 

Po'ogna 

Bettoni  conte  dott.  Federico.  . 

Brescia 

Amero  d'A.ste  Stella  S.E.  war- 

Biscaretti  di  Ruffia  conte  Ro- 

chese Marcello,  Viceummira- 

Roma 

berto  

Re  co  (Genova) 

qlio 

Blaserna  dott.  Pietro,  Profes- 
sore nella  R.  Univ.  di  Roma. 

Annaratone  avv.  Angelo,  Pre- 

Roma 

fetto  di  Provincia  a  riposo  . 

Roma 

Bodio  prof.  Luigi,  Presidente 

Ardigò  Roberto,  Profess.  i,eL(t 

onorario  di  Sezione  del  Con- 

R. Università  di  Padova  .  . 

Padova 

siglio  di  Stato 

Roma 

Arnaboldi     Gazzaniga    to>Ue 

taluno 

Boito  prof.  Arrigo  ....... 

Bernardo 

Bollati  Riccardo,  Ambasciato 
re  di  S.  M. 

Astengo  avv.  Carlo,  7'>-e.s.  ono- 

Koftara 

rario  del  Consiglio  di  Stato. 

Roma 

Bombrini  Giovanni 

Genova 

Aula  ing.  Nunzio 

T,  apani 

Bonasi  conte  Adeodato,   Pres. 

Avarna  Nicolò  duca  di  Gual- 

del Cons.  di  Stato  a  riposo,  . 

Roma 

tieri  

Napoli 

Bonin  Longare  S.  E.  conte  Le- 
lio,   Inviato  straord.   e   Mi- 

B 

nistro  plenipottmiario,   con 

cr(de"zìa'i  di  ambasciato  e. 

Madrid 

Badini   Confalonieri   avv.  Al- 

Borghese Felicp,  principe  di 

fonso  

Torino 

Rossano 

Abha  ia  di  F<!S- 

Baldissera  S.  E.  Antonio,  Te- 

sa«om (Roma) 

nente  Generale  di  riserva.  . 

Firenze 

Botterini  De  Pelosi  avv.  Giu- 

Balenzano  avv.  Nicola 

Barbieri  Lodoviro,  Te /;e«/e  Cj?e- 

Bari 

sennf     ....  

Si.ndrio 

ocpp^ .....  

Bozzolo    doV.    Camillo,   Prof. 

nerale  m  posiz.  ausli  iria.  . 

Boforjna 

nella  R.  Univ.  di  Torino.  .  . 

Torino 

Barinetti  avv.  Alt'(>::SO 

MHano 

BrandoMn  c.ne  Girolamo   .  . 

Ven  zia 

Barracco  barone  Roberto.  .  . 

N.ipoli-R.mi 

Brnsati  S.  E.  Roberto,  Tenente 

Barzellotti  Giacomo  Prof,  nel- 

generate a  riposo 

Milano 

la  R.  Univ.  dì  Roma   .  .  .  . 

Roma 

Brusati  S.  E.  Ugo,  Ten.  Gener. 

Roma 

Bassini  dott.  Edoardo.  Profess. 

Buonamici  Francesco,  Profes- 

nella R.  Univers.  di  Pad  >va. 

Padova 

sore  nella  R.  Univ.  di  Pisa. 

Pisa 

Bastogi  etnie  Gioacchino  .  .  . 

Vireize 

Bava-Beccaris  nobile  Fiorenzo, 

C 

Tenente  Generale  a  riposo.  . 

Ro-»a,Mo>tforte 

d'All'a  (Cuneo) 

Cadolini  ing.  Giovanni,  Colon- 
nello a  riposo 

Beccaria  Licisa  no"^.  Eman.  . 

B.tixelles 

Soma 

-  145  — 


COGNOME  E  NOME 

RESIDENZA 

COGNOME  E  NOME 

RESIDENZA. 

ABITUALE 

ABITCALR 

Cadorna  S,  E.  conte  Luigi,  Te- 

Cocuzza Federico 

M.ntèrosso  Al- 

nente genefule 

Roma 

mo  (Siracusa) 
Palermo 

Caetani  Onorato  dura  di  Ser- 

Coflfari  bar.  Girolamo 

moneta 

Ruma 

Colleoni  conte  Guardino  .  .  . 

Roma-  Thient 

Calabria   (Jiacoino,  Fruatra'. 

(Vicenza) 

gener.  di  Corte  di Caasiizion' 

Colombo  prof.  Giuseppe,  Di- 

a  yiposo  .  .  •  , 

NapoH 
Faenza 

retlore  del  R.  Istituto  Tecnico 
Supriore  di  .Milano 

Caldesi  avv.  Clemente 

Milano 

(Ravenna) 

Colonna  Fabrizio  principe  di 

Camerano  prof.  Lorenzo  .  .  . 

Torino 

Avella,     Teoente    colonnello 

Camerini  conte  Giovanni.  .  .  . 

Ferrara 

velLt  riserva 

Roma 

Candiiini   Camillo,    Viceammi- 

Colonna Prospero  principe  di 

raglio  nella  riserva  navale. 

alivola  (Aless.) 

Sennino 

Roma 

Caneva   S.  E.  dirlo,  Cenera'e 

Compagna  barone  Francesco. 

Napoli 

d' Esercito 

Milano 

Comparetti  prof.  Domenico.  . 
Consiglio  Davide 

Firenze 

Canevaro    Felice   Napoleone, 

Napoli 

Viceamm.  ntVa  rise):  nacale. 

Venezia 

Conti  Emilio 

Milano 

Canzi  Luigi 

Mi  latto 

Cordopatri  Pasquale 

MontelfO:ie     di 

Capaldo    Pietro,    Procuratore 

Ca'abrla 

gen.  di  C'issazione 

Napoli 

(Catanzaro) 

Capellini  Giovanni,  Prof,  della 

Cornalba  avv.  Giuseppe.  .  .  . 

Lodi  (Milano) 

R.    Univ.  di  Boi  igna 

Bologna 

Corsi  Camillo,    Viceamiuirag., 

Capotoiti    ave.  Giov.  Pietro, 

Minis'ro  d'Ila  Marina   .  .  . 

Roma 

Presid.  di  Sez.  di  Cassazione 

Roma 

Corsini  Tommaso  principe  di 

Carafa  Riccardo,   duca  d'An- 

Sismano 

Firenze 

dria 

Napoli 

Cosenza  S.  E.  avo.  Vincenzo, 

Cardarelli  dott.  Antonio,  Prof. 

Primo  Pres.  di  Cassazione.  . 

Pozzuoli 

nella  Ji.  Univ.  di  Napoli  .  . 

Napoli 

(Napoli) 

Carissimo  uvv.  Gennaro.  .  .  . 

Oria  (Lecce) 

Croce  prof.  Benedetto 

Napoli 

Carle  prof.  Antonio,  Proftas. 

Cruciani  Alibrandi  comm.  En- 

nella B.  Univers.  di  Torino. 

Tonno 

rico  

Roma 

Carle  prof.  Giuseppe,  l'rofess. 

Cuzzi  avv.  Giuseppe 

Paliamo 

nella  R.  Univers.  di  Torino. 

Torino 

(Novara) 

Caruso  art;.  Raffaele 

Comi  so 

D 

(Siracusa) 

Casalini  i>ig.  Alessandro,  .  .  . 

Roma 

D'Alife  (Caetani)  conte  Nicola. 

Natoli 

Cassis  dott.  march.  Giovanni, 

Dalla  Vedova  prof.  Giuseppe. 

Roma 

Consigliere  di  Stato 

Ro'va 

Dallolio  dot/.  Alberto 

h'ologna 

CastiglionI  m  'rch.  Baldass.  .  . 

Brescia 

D'Andrea  are.  (iiuseppe   .  . 

Nap  ili 

Cataldi   comm.  Caiio,  Prefetto 

D'Arco  conte  Antonio 

Mantova 

a  riposo 

Nicasiro 

D'Aj-ala  Valya  cunle  Pietro.  . 

Taranto 

(Catanzaro)  " 

(Lecce) 

ravalli  dott.  Luigi 

Vicenz  1 

De  Amicis  dott.  Tommaso,  Pro- 

ivasola  S.  E.  avv.  Giannetto, 

fess.  nella  R.  Univ.  di  Napo'i. 

Napo'i 

Prefetto  di  Provine,  a  ripos  . 

Roma 

De  Biasio  Alfonso,  PrimoPres. 

Cefalo    Enrico,    Primo  Presi- 
dente  onorario   di    Corte   di 

di   (JdSSdZiOHB  • 

Torino 

De  Cesare  dott.  Raffaello  .  .  . 

Roma 

Cassazione.  .  .  ./. 

Roma 

De  Cupis  avv.  Adriano,  Avv. 

«efaly  Antonio 

Roma 

Gen.  Erariale  a  riposo  .  .  . 

Roma 

Celoria  prof.  Giovanni,  Dire-- 

De  Giovanni  dott.  Achille,  Prof. 

tore  dell' Ossenatorio  as.'ro- 

nella  R.  Univ.  di  Padova.  . 

Pidova 

nomiio  di  Hrera 

Milano 

De-Larderel  conte  Florestano. 

Livorno 

Cencelli  e-.nte  Alberto 

Roma 

Del  Carretto  waccA. Ferdinan- 

Chiappelli prof.  Alessandro  . 

Firenze 

do.  Tenente  Colonnello  del  Ge- 

Chiesa Michele 

Torino 
Roma 

nio  nel'a  riserva  nivale.  .  . 
Del  Giudice    dott.   Pasquale, 

Napoli 

Chim  ni  avv.  Bruno 

ChironiGianpietro,  Prof,  nefli 

Prof,  nulla  R.  Univ.  di  Pavia. 

Pavia 

Regia  Università  di  Tonno. 

Torino 

Della  Noce  8.   E.   Giuseppe, 

Ciamician  dott.  Giacomo,  ['rof. 

Tenente  Generale 

Firenze 

nell'I  R.  Univ.  di  Hdlo^na  .  . 

Bologna 

Della  Torre  dott.  Luigi  .... 

Milano 

ibrario  nob.  uvv.  Giacinto  .  .   Torino 

Del  Lungo  Mw»M.p»-o/".  Isidoro. 

Firenze 

'  1  pelli  aiv.  Vittorio Piacenza 

De  Lorenzo  prof.  Giuseppe  . 

Napoli 

(.'ittadella   Vigodarzere   conte 

De  Martino  nob.  Giacomo  .  . 

Mogadiscio 

Gino 

Padova 

De  Novellis  doti.  Fedele,  In- 

(Somalia  Itul). 

CivelU  c„mm.  Antonio 

Firenze 

lomento  dott.  Pasquale  .  .  . 

Rima 

vu  V  straordinario  e  Mini- 

jóchitC prof.  Enrico 

Napoli 

stro  jtlenip.  a  riposo 

Roma 

14G 


COGNOME  E  NOME 


RESIDENZA 

ABITUALE 


De   Petra  dott.   Giulio,    Prof. 

nella  B.  Univ.  di  Knpoli  ,  . 

Napoli 

De  Renzi  dotf.  Errico,  Profes- 

sore nella  B.  Univ.  di  Napoli. 

Napoli 

De  Riseis  bar.  (ìiaseppe  .  .  . 

Roma 

De  Seta  avv.  Enrico 

Catanzaro 

De    Sonnaz     (Gerbaix)    conte 

Carlo  Alb.,   Inviato   straor- 

dinario  e   Ministro  plenipo- 

tenziario a  rip.ìso -  .  . 

Torino-Rorni 

Di  Brazzà  (Savorgnan)   conte 

Filippo 

Rninn 

Di  Brocohetli  barone  Alfonso, 

Vice  (mmirag.   stella   riserva 

navale 

Di  Broglio  dott.  Ernesto,  Pre- 

sidente della  Corte  dei  Conti. 

Roma 

Di  Gdim^ore?de principe  Paolo. 

Roma-Palermo 

Di  Carpegna  Falconieri)  conte 

Guido  Orazio 

Roma 

Di  Casalotto  (Bonaccorsi) mar- 

chese Domenico 

Catania 

Di  Collobiano  Arborio  Avo^'a 

dio  {dei  conti)  Luigi,  Amba- 

sciatore a  riposa  

Torino-Roma 

Diena  avv.  Adriano 

Venezia 

Di  Frasso  (Dentice)  principe 

Luigi  .  .         .... 

T/ntiin 

Dini    dott.  Ulisse,    Professore 

nella  E.  Università  di  Pisa. 

Pisa 

Di  Prampero  conte  Antonino, 

colonnello  a  riposo 

Udine 

Di    Roccagioviue   (del   Gallo) 

marchese  Luciano 

Roma 

Di  Rovasenda  avr.  Alessand 

Torino 

DiScalea(Lanza-Spinelli)2jWM- 

cipe  Francesco 

Palermo 

Di  Sirignano  (Caravita)  prin- 

cipe Francesco  

Napoli 

Di  Terranova  (Pignatelli)  duca 

Giuseppe.  . 

o 

Di    Trabia    (Lanzii)    principe 

Pietro   

Di  Vico  dott.  Pietro,  Avvocato 

Generale  Mli  are 

Roma 

D'Oncieu    de    la  Batic  con'e 

Paolo,  Tenente  Gen.  a  riposo. 

Torino 

Doria  d'Eboli  duca  Francesco. 

Napoli 

Dorigo  ave.  Luigi 

Verona 

D'Ovidio  Enrico,    Prof,  nella 

R.  Università  di  Torino    .  . 

Torino 

D'Ovidio   Francesco.   Profes- 

sore ne'la  R.  Univ.  di  Napoli. 

Napoli 

Driquet  wo&.  Edoardo,  Tenente 

Genei-ale  a  riposo 

Firenze 

Duraiid    De   La  Penne    S.  E. 

march.  Luigi,  Tenente  Gene- 

rale di  riservi 

Bologna 

Durante  doti.  Francesco,  Prof. 

nella  R.  Univ.  di  Roma.  .  . 

Roma 

E 
Ellero  prof.  Pietro,  Presidente 

onorario  di  Sezione  del  Con- 

Esterle  ing.  Carlo 

Milano 

COGNOME  E  NOME 


Fabri  avv.  Carlo  . 
Fabrizi  dutt.  Paolo 


Facheris  avv.  Giovanni  .  .  .  . 

Fadda  piof.  Carlo 

Faina  conte  dott.  Eugenio,  Di- 
rettore del  R. Istituì 0  agrario 
speiimentale  ili  Perugia.  .  . 

Faina  conte  Zeflfìrino.  .  .  .  .  . 

Falconi  Nicola,  Primo  Presid. 
onor.  di  Corte   di   Cassaz,  . 

Faldella  avv.  Giovanni 


Fano  dott.  Giulio,  Prof,  nel 
R.  Istituto  di  Studi  Super,  di 
Firenze  

Fecia  di  Cossato  S.  E.  nobile 
Luigi,  Tenente  Generale  di 
riserva 

Ferraris  prof.  Carlo  ...... 

Ferraris  dott.  Maggiorino.  .  . 

Ferrerò  di  Cambiano  avv.  Ce- 
sare   

Figoli  des  Geneys  conte  Eu- 
genio   


Fili-Astolfone  avr.  Ignazio  .  . 

Filomusi  Guelfi  Francesco, 
Professore  nella  R.  Univer- 
sità di  Roma 

Foà  dott.  Pio,  Profe^>.ore  nella 
R.   Università  di  Torino.  .  . 

Forlanini  prof.  Carlo 

Fortunato  dott.  Giustino  .  .  . 

Fracassi  di  Torre  Rossano 
march,  dutt.  Domenico.  .  .  . 

Franchetti  dott.  Leopoldo.  .  . 


Francica  Nava  Giovanni  . 
Frascara  avv.  Giuseppe  .  . 
Frassati  avv.  Alfredo  .  .  . 
Frizzi  avv.  Lazzaro  .... 
Frola  avv.  Secondo 


Gabba  Carlo  Francesco,  Prof, 
nella  R.   Univ.  di  Pisa  .  .  . 

Gallina  conte  Giovanni,  Com- 
miss. Gen.  dell'  Emigrazione. 

Garavetti  avv.  Filippo 

Garofalo  bar.  Raffaele,  Presi- 
dènte di  Sezione  di  Corte  di 
Cassazione 

Garroni  march,  avv.  Camillo, 
Ambasciatore  a  riposo  .  .  . 

Gatti  dott.  Girolamo,  Prof.  ìvel 
R.  Istituto  di  Studi  Super,  di 
Firenze    

Gatti  Casazza  Stefano 

Gattini  conte  Giuseppe  .  .  .  . 

Gavazzi  comm.  Ludovico  .  .  . 


RESIDENZA 

ABITUALE 


Piacenza 
Pontedera 
(Pisa) 
J/j^o^o  (Milano) 
Napoli 


Perugia-Roma 
Perugia 

Roma 
Sa  'uggia 
(Novara) 


Roma 
l adova 
Roms 


Ar  emano 
(Genova) 

Roma-Naro 
(GirgentiJ 


Roma 

Torino 

Paria 

NapJi 

Torino 

Roma -Cita  di 
Castello  (Pe- 
rugia) 

Siracusa 

Roma 

Torino 

Milano 

Torino 


Roma 
S.tssari 


Vaneggia 
(Genova) 


Firenze 
Ferrara 
blatera 

(Potenza) 
MilaHo 


-  147 


COGNOME  E  NOME 

RESIDENZA 

COGNOME  E  NOME 

RESIDENZA 

ABITUALE 

ABtTUALB 

Glierardiiii   march.  Qlanfran- 

Luciani  doti.  Luigi,  Professore 

QgSCO    

Reggio  Emilia 
Napo'i 

nella  R.  Università  di  Roma. 
Lustig  dot:.  Alessandro,  Prof. 

Roma 

Ginistrelli  Edoardo 

Gioppl  ronte  aiv.  Cesare  .  .  . 

Mantova 

nel  R.  Istituto  di  Studi  Super. 

Giordani  avv.  Domenico,  Pii- 

Napoli 

di  Firenze 

Firenze 

mo  Vresid.  di  Corte   d'A/>p. 

Giordano-Apostoli  bop;  Gius. 

Roma 

M 

Giunti  Leopoldo 

lioma 

Glasso  cn-e  Girolamo   .  .  .  . 

Rjma 

Majnonl  d'Intignano  S.E.  conte 

Giusti   del    Giardino   con'e 

Luigi,  Tenente  Generale  in 

Vettor 

Padova 

posizii/ne  ausiliaria 

Malaspina  S.  E.  march.  Oblzzo, 

Milano. 

Golgi  Camillo, Pro/«S4(o»-«  nella 

Ji.  Univii-aUà  di  Paria  .  .  . 

Pavia 

Amhasciatore,  a  ripoòO  .  .  . 

Roma  -  VoJpedo 

Gorio  avv.  Cai  Io 

Borgo  San  Gin- 

(Alessandria) 

corno  (Bresci&) 

Malvano  S.  E.  avv.  Giacomo, 

Grandi  S.  E.  Domenico,  Ten. 

Pres.  del  Consiglio  di  Stato  . 

Roma 

f/eìierale  •  • 

Napoli 

Malvezzi  de' Medici  co/it*  dolt. 
Nevio 

i^issi  G.  Battista,  Irofessue 

Bologna 

x.iUa  R.  Università  di  Roma. 

Roma 

Manassei  conte  Paolauo.  .  .  . 

Roma-  Teliti 

!  -ppi  Mo{».«t>r.  Emanuele  .  . 

Milano 

(Perugia) 

Greppi  S.  E.  co>Ue  Giuseppe, 

Manfredi  S.  E.  avv.  Giuseppe, 

Ambasciatore  a  riposo.  .  .  . 

Milano 

Procuratore  Generale  di  Corte 

Guula   avv.  Curio,   Presidente 

di  Cassazione  a  riposo.  .  .  . 

Firenze-Roma 

onorario  di  S  zinne  del  Con- 

Mangiagalli prof.  Luigi  .... 

Milano 

siglio  di  Stito 

Roma 

Mangili  Cesare 

Milano 

(Tiialterio  march.  Luigi  Enri- 

Manno  bar.  Antonio 

Torino 

.0,  Vi  eammiraglio  ne'la  ri- 

Maragliano  d  -«.  Edoardo,  JP^-o- 

•^erva  navale 

Roma 
Roma 

fessore  nella   R.   Università 
di  Genova  

li   avv.  Antonio,  Presid.   di 

Genova 

"sezione  di  Corte  di  Cjss  iz. 

Marchiafava  prof.  Ettore.  .  . 

Roma 

liccioli  march.  Alessandro, 

Marconi  Guglielmo 

Roma-Londra 

Amlasriatore 

Tokio 

Marinuzzi  avo.  Antonio  .... 

Palermo 

lidi  Ignazio, Professore  nella 

Mariotti  avv.  Giovanni 

Parma 

li.  Università  di  Roma  .  .  . 

Roma 

Martinelli  prof.  Giovanni.  .  . 
Martlnez  Ernesto,  Tenente  Ge- 
nerale del  Genionella  riserva 

Ferrara 

navale 

Roma 

Imperiali  S.  E.  m/7rc/j.  Gugliel- 

Martuscelli avv.  Enrico,  Pre- 

mo,  dei  princ.   di  Franca- 

sidente  di  Sezione  della  Corte 

villa,   Ainhnsciritoie 

Londra 

dei  conti  a  rip  >ao 

Roma 

Inghilleri  Calcedonio,  Pre.^i- 

Masci  dott.  Filippo,  Professore 

dente  onor.  del  Cons.  di  Stato. 

Roma 

nella  R.  Univers.  di  Napoli. 

Napoli 

Massarucci  conte  Alceo  .... 

Roma 

L 

Mattioli   Pasqualini   noh.dott. 

Aless.,    Min.  della  R.  Casa. 

Roma 

Lagasi  avv.  Primo 

Bedonia 

Maurigi  di  Castel  Maurlgi 

(Parma) 

march.  Ruggiero,  colonnello 

Lamberti  (nobile  di  Colle)  Ma- 
rio,   Tenente  generale  nella 

a  riposo 

Bagni  di  Lucca- 

Roma 

riserra 

Firenze 
Roma 

Mazza  S.E.  Francesco,  Te  ente 
generale  in  pos.  aus 

Lanciani  p'-of.  Rodolfo  .... 

Roma 

uiza  a.  E.   cimte   Carlo,   Te- 

Mazzella   Paolo,    Primo  Pre- 

'lente   Generale    di    riserva, 

sidente  di    Cassazione  .  .  .  . 

Firenae 

Ambasciatore  a  riposo.  .  .  . 

Torino 

Mazzlottl  avv.  Matteo 

Roma 

onardl  Cattolica   S.  E.  Pa- 

Mazzoni Guido,  Professore  ntl 

squale,  Viceummi raglio  .  .  . 

Napoli 

R.  Istituto  di  Studi  superiori 

ns  Adolfo,  Presidente  di  Se- 

in  Firenze  

Firent» 

ione  della  Corte  dei  Conti. 

R  ma 

Mele  firr.  Fiances>co 

Cosenza 

vi  nob.  Ulderico  . 

Roma- Reggio 

Melodia  bar.  Nicoolò 

Roma 

Emilia 

Michetti  prof.  Frane  Paolo  . 

FrancawUa  al 

vi-Civita  avt».  Giacomo.  .  . 

Padova 

Mare  (Chleti) 

lodice  avv.  Vincenzo  Ed.  . 

Napoli 

Millo  S.  B.  Enrico,  Contrammi- 

iacea  ing.  Pietro 

Vercelli 
(Novara) 

raalio 

Roma 

Mlnervini    Gennaro,   J'refetto 

T.u.'chinl   prof.  Luigi,   Pres'- 

di  Provincia  a  riposa  .  .  .  . 

Napoli 

■  lente  di  Sezione  di  Corte  di 

Molmentl  prof.  dott.  Pompeo. 

MonigadéKar. 

'  asaatione  

BunM 

da  (Brescia) 

148 


COGNOME  E  NOME 


Monteverde  prof.  Giulio  .  .  . 

Morandi  prof.  Luigi 

Morra  di  Lavriano  e  della 
Monta  S.  E.  cone  Roberto, 
Tenente  Genei-ale,  Amhasc. 
onorario,  a  riposo 


Morrone  Paolo,  Ten.  Generale, 
Minislro  della  Guerra   .  .  . 

Moitara  S.  E.  prof.  Ludovico, 
Procurai.  Generale  di  Corte 
di  Cassazione 

Muratori  avv.  prof.  Angelo  . 


Niccolini  Eugenio,  marchese 
di  Camugliano 

Niccolini  march.  Ippolito.  . 

Novaio  Giacomo  Filippo,  Pro 
fessure  nella  li.  Università 
di  Genova  


RESIDENZA 

ABITUALE 


Pomi 
Poma 


Viareggio 
(Lucca) 


COGNOME  E  NOME 


Oliveri  Eugenio 

Orengo  march.  Paolo,  Viceam- 
miraglio a  ìiposo 


Orsini-Baroni  Francesco 


Pagano-Guarnasehelli  S.  E. 
Giambattista,  Primo  Pres. 
di  Cassazione    a  riposo  .  .  . 

Pagliano  avv.  Salvatore.  .  .  . 

Paladino  Giovanni,  Pn;/'  ss /re 
nella  P.  Unirei  s.  di  Napoli. 

Palberti  avo.  Romualdo.  .  .  . 

Palummo  avv.  Natale,  Primo 
Presidente  di  Corte  d'Ap 
pello .  . 

Panizzardi  doti.  Carlo,  Prefetto 

■     di  Protìincia 

Pausa  S.E.  Alberto,  Ambascia- 
tore a  riposo 

Papadopoli-Aldobraiid  ni  con- 
te Nicolò 

Pasolini  conte  Pier  Desiderio. 

Passerini  Angelo 

Passerini  con'e  Napoleone.  .  . 

Paterno  di  Sessa  Emanuele, 
Professore  nella  R.  Univer- 
sità di  Roma 

Pedotti  S.  E.  Ettore,  Tenerne 
Gen.  in  posizione  ausiliaria. 

Pellerano  arv.  Silvio 

PellouxS  E. Luigi,  TenenleGe- 
nerale  di  riserva 


Perla  prof.  avo.  Raffaele,  Pre- 
sidente di  Sezione  del  Consi- 
glio di  Stato 

Perrone  avv.  Emilio 


Roma 


Roma 

Firenzi 


Firenze 

Firenze 


Palermo 

Rima  e  Venti- 
miglia  (Porto 
Maurizio) 

Fornacette 
(Pisa) 


Roma 
Napoli 

Napoli 
Tuìino 


Milano-Roma 

Milano 

Reggio  Emilia 

Venezia 

Roma-Ravenna 
Brescia 
Firenze 

Roma 

Genok-a 
F'irenze 

Bordighìra 
(Porto    Mauri- 
[zio) 

Rma 


Perrucchetti  Giuseppe,  2'e- 
nente  Generale  nella  riserva. 

Pe  carolo  dott.  MeWom,  Prof . 
nella  R.  Univers.  di  Torino. 

Petrella  Guglielmo  Ugo,  Pri- 
mo Presidente  onorario  di 
Corte  di  Cassazione 

Piaggio  Erasmo 

Pigorini  prof.  Luigi 

Pincheile  avv.  Gabriele,  Pies. 
di  Sezione  del  Cons.  di  Stai  >. 

Pinelli  S.E.  cow^e  Tullio,  Pri- 
mo Presid.  di  Corte  di  Cas- 
sazione a  riposa 

Pini  avv.  Enrico 

Pirelli  ing.  Giovanni  Battista. 

Placido  avv.  Pasquale 

Fiutino  conte  Fabrizio 

Podestà  n.jb.  Luigi 

Polacco  Vittorio,  Profess.  nella 
R.  Università  di  Padova   .  . 

Ponti  march.  Ettore 

Ponza  di  San  Martino  conte 
Coriolano,  Tenente  generale, 
nella  riserva 

Porro  Carlo,  Ten.  Generale, 
So  to'apo  di  Stato  Maggiore 
dell'  Esercito 

Pozzo  art>.  Marco 

Pullè  Frane.  Lorenzo,  Prof. 
neUa  R.  Univers.  di  Po'ogua. 

Pullè  ente  Leopoldo 


Quarta  S.  E.  avv.  Oronzo,  Pri- 
mo Presidente  di  Corte  di 
Cassazione  a  riposo 


Racagni  Felice,  Tenente  Ge- 
nerale a  riposo 

Raccuini  avv.  Domenico  . 

Rebaudengo   conte   doti.  Eug. 

Resta  Pallavicino  mtrch.  Fer 
dinando 

Reynaudi  Carlo  Leone,  Vice- 
amm.  nella  riseria  navale 

Ricotti  Magnani  S.  E.  Cesare 
Tenen'e  Generale  a  riposo 

Ridola  dy^.Domenico .  ... 

Ridolfì  march.  Carlo 

Righi  Augusto,  Profess.  nMa 
R.  Università  di  Bologna . 

RioloVincenzo, con'edei  Piano 


Rizzetti  Carlo 

Rolandi  Rirci  avv.  Vittorio 

Ronco  ing. prof .  Nino.  .  .  . 

Rossi  barone  Giovanni    .  .  . 

Rossi  avv.  Teofilo 

Rossi-Martini  conte  Gerolamo. 

Rota  avv.  Attilio 

Ruffini  Francesco,  Professore 
nella  R.  Univers.  di  Torino, 
Ministro  dell' Istruz.  Pubbl. 


RESIDENZA 

ABITUALE 


Milano 
Torino 


Roma 

Genova-Roma 

Roma 


Torino 

B  logna 

Milano 

Napoli 

ReggioCalabria 

Roma 

Padova 
Milano 


Roma 


Roma 
Torino 


Bologna 
Milano 


Roma 


Tirino 

Rieti  (Perugia) 

Torino 

[no) 
T,  ecella  (Mila- 

Castigliole'  Sa- 
luzzo  (Cuneo) 

Novara 
Ma  ter  a 
Firenze 

Bologna 
Roma- Naro 

(Girgenti) 
Torino 
Genova 
Genova 

Shio  (Vicenza) 
l'orino 
Genova 
Bergamo 


Torino 


-  149 


COGNOME  E  NOME 

RESIDENZA 

ABITUALE 

COGNOME  E  NOME 

RESIDENZA 
ABITUALR 

Buflfo    Fabrizio,    principe    di 

Tamassia    Arrigo,    Profenore 

Motta  Bagnara 

Roma 

nella  R.  Univ.  di  Padova  .  . 
Tarai  Antonio,    Presidente  di 

Padova 

S 

Sezione  della  Corte  dei  Conti. 

Roma 

":'s-^a.ri  march.  Giuseppe  .  .  . 

Bologna 

Sacchetti  ing.  Gualtiero.  ,  ,  . 

Bologna 

Tasca   (Mastroglovanni)  conte 

Saladini  conte  Saladino,  Pre- 

Cesena (Forlì) 

Giuseppe    

Palermo 

fetto  di  Provincia  a  riposo  . 

Tecc'hio  avv.  Sebastiano.  .  .  . 

Venezia 

Sa'iuoiraghi  ing.  Angelo   .  .  . 

Milano 

Tittoni  comm.  Romolo 

Roma 

Salvaiez/a  Elvidio.  Prefetto  . 

Genova 

Tittoni   S.  E.  avv.  Tommaso, 

Sandrelli    avv.    Carlo,    Preni- 

Ambasciatore 

Roma-Parigi 
Roma 

dente   di   t^ezione   del  Consi- 

Tivaronl avv.  Enrico 

glio  di  Stato 

Roma 

Todaro  doti.  Francesco,  Prof, 
nella  R.  Univ.  di  Roma  .  .  . 

San  Martino  di  Valperga  Ma- 

Roma 

glione  cottte  Guido 

Torino 

Tommasini  Oreste 

li  orna 

San  Severino  conioi.  Carlo  .  . 

Marcellinara 

Torloiiia  dura  dott.  Leopoldo  . 

Roma 

(Catanzaro) 

Torri?iaiii  march.  Filippo.  .  . 

Firenze 

Santamaria-Nicolini  S.  E.  avv. 

Toriigiani  avv.  Luigi 

Pai-ma 

Francesco,  Primo  Presidente 

Torrigiani  marchese  Pietro  .  . 

Firenze 

di  Cor  e  di  Cassaz.,  a  r  poso. 

Napoli 

Trevea  De  Bontìli  barone  Al. 

Venezia 

Santini  dott.  Felice 

Homi 

Triani  prof.  (Jiuseppe 

Modena 

Scalini  dott.  Enrico 

Milano 

Trincherà  prof.  Francesco  .  . 

Ostimi  (Lecce) 

Soaramella  Manetti  Augusto. 

Roma 

^chinina  Giuseppe  march,  di 

Sant'Elia 

Ragusa 

V 

(Siracusa) 

Schupfer  Francesco,  Profeas. 

» 

Valli  avv.  Eugenio 

Roma 

nella  R.  Università  di  Roma. 

Roma 

Venosta  nob.  Luigi 

Roma 

Scialoia  ftvv.  Vittorio,  Profess. 

Veronese  dott.  Giuseppe,  Prof. 

nella  R.  Università  di  Rnna, 

nella  R.  Univer.  di  Padova . 

Padova 

Ministro  sema  portafoglio. 

Roma 

Viale  S.E.Leone,    Vice  amm. 

Roma 

Scillamà     Benedetto,     l'rmo 

Vidarl  avv.  Ercole,  Professore 

Pres.  di  Corte  di  Cassazione. 

Palermo 

nella  R.  Univertiità  di  Pavia. 

Pavia 

Senise   Carmine,   Prefetto    di 

Vigano  S.  E.   Ettore,  Tenente 

Provincia  a  riposo 

Corleto-Pertica- 

Generale  a  riposo 

Firenze 

ra  (Potenza) 

Vigoni  nobile  ing.  Giulio   .  .  . 

Milano 

Sonise   Tommaso,   Professore 

Villa  avv.  Giovanni,  R.  Avvo- 

nella R.  Univer.  di  Napoli  . 

Napoli-Roma 

cato  Generale  Erariale  .  .  . 

Roma 

-^   rristori  conte  dott,  Umberto. 

Firenze 

VillariS.  E.  Pro/".  Pasquale  .  . 

Firenze 

-^iii  Cesare 

Roma 

Spoleto 

Firenze-Roma 

Visconti     di     Modrone    duca 
Uberto 

~^  nibaldi  avv.  Tito 

Milano 

-  )nnino  barone  Giorgio.  .  .  . 

Vittorelli  nob.  Iacopo,  Prefetto 

-  umani  conte  Pietro 

Milano 
Roma 

di  Provincia 

Firenze 

^  )ulier  rfo«,  Enrico 

Volterra  Vito,  Professore  nella 

-pingardi  S.  E,  Paolo,  Tenen- 

R. Università  di  Roma  .  .  . 

Rotna 

te  Geneia'e  in  posiz.  ausil. 

Roma 

^l)ii;ito  avv.  Beniamino  ,  .  .  . 

Napoli-Roma 

W 

T 

Wollemborg  dott.  Leone  .  .  . 

Roma 

Tabacchi  ing.  Giovanni  .... 

Mirandola 
(Modena) 

Tacconi  dott.  Gaetano 

Pologna 

Z 

Taglietti  avv.  Giuseppe,  Proc. 

Zappi  march,  dott.  Luigi.  .  .  . 

Fir0m0 

Generale  di  Corte  di  Cassa- 

Zuccarl S.  E.  Luigi,    Tenente 

zione  a  riposo 

Taiani  avv.  Diego 

Torino 

Generale 

Firenze 

Roma- Portici 

Zupelli  S.  E.  Vittorio,  Tenente 

(Napoli) 

Generale. 

Roma 

(Stampato  il  20  settembre  191G). 


—  150  — 

Camera  dei  Deputati. 

IXIV   LEGISLATURA    -     1»   SESSIONE 


UFFICIO  DI  PRESIDENZA 

Presidente:  Marcora.  —    Vicepresidenti:  Cappelli,  Alessio,  Eava. 

Segretari:  Loero,  Bignami,  Guglielmi,   Libertini   Gesualdo,   Del  Balzo,  Valenzani,  De 
Amicis,  Miari. 

Questori:  Negrotto-Cambiaso,  Capece-Minutolo. 


GIUNTE  PERMANENTI  E  COMMISSIONI 


Giunta  permanente  per  le  elezioni. 

Presidente:  Ronchetti. 

Vicepresidenti:  Romanin-Jacur,  De  Nava. 

Segretari:  Montemartini,  Scalori. 

Baccelli  A.,  Bertarelli,  Berti,  Bonicelli,  Ca- 
lisse,  Ciccarone,  Codacci  Pisanelli,  Di  San- 
t'Onofrio, Ferri  E.,  Ferri  G.,  Lucifero,  Ma- 
gliano,  Molina,  Morelli  E.,  Nofri,  Nuvoloni, 
Pacetti,  Pala,  Prampolini,  Sanarelli,  Scano, 
Stoppato,  Zaccagnino. 

Giunta  permanente  per  le  petizioni.  ' 

Presidente:  Solidati-Tiburzi. 

Vicepresidenti:  Nunziante,  Bianchini. 

Segretari:  Bianchi  V.,  Indri. 

Fraccacreta,  Abbruzzese,  Gerini,  Paparo, 
"Veroni,  Romeo,  Gazelli,  Sighiei'i,  Roberti, 
Rossi  Eugenio,  Rota,  Di  Robillant,  Tovini. 

Giunta  permanente 
per  il  Regolamento  interno  della  Camera. 

Presidente:  Marcora. 

Baizilai,  Bonomi  I.,  Campi,  Cermenati,  Cir- 
meni,  Codacci-Pisanelli,  Compans,  Lucifero, 
Rossi  L., 


Commissione  generale  del  Bilancio 
e  dei  rendiconti  consuntivi. 

Presidente:  Aguglia, 

Vicepresidenti:  Morelli-Gualtierotti 

Segretari:  Camera,  Mango,  Gallenga. 

Aguglia,  Morelli-Gualtierotti,  Schanzer, 
De-Marinis,  Giovanelli  E.,  Mango,  Maraini, 
Suardi,  Cao  Pinna,  Camera,  Girardini,  Alessio, 
Manna,  Casciani,  Pantano,  Nava  O.,  Falletti, 
Cotugno,  Arlotta,  Torre,  Gallenga,  Facta, 
Tedesco,  Ancona,  Pais  Serra,  Luciani,  Da- 
nieli, Corniani,  Libertini  P.,  Paratore,  Nava  C, 
Dentice,  Callaini,  Bonomi  I. 


Sotto-  Commissioni. 


Aguglia,  presldentp.; 
Alessio, 


Finanze  e  Tesoro, 
Dentice,  segretario. 

Morelli  -  Gualtlerotti,     Maraini 
Facta,  Tedesco,  Danieli,  Bonomi  I. 

Lavori  puhhlici,  Agricotfnra,  Indus'iia 
Commercio,  Poste  e  Ttiegrif,.  —  Casciani.  pr 
sidenle;  Cotugno,  segreiario. 

Camera,  Arlotta,  Nava  C,  Ancona,  Co 
nlani.  Libertini  P.,  Callaini. 


Interno,  Grazia  e  Giustizia  e  Istruzione  Puh- 
hlica.  —  Cao-Pinna,  presidente;  Mango,  se- 
gretario. 

Girardini,  Mann^,  Pantano,  Nava  O.,  Gal- 
lenga, Luciani,  Paratore. 

Esteri,  Guerra  e  Marina.  —  Giovanelli  E., 
presidente;  N.  N.  segretario. 

Schanzer,  De  Marinis,  Suardi,  Falletti, 
Torre,  Paiis  Serra. 

Pei  conti  consuntivi:  Aguglia,  peaidentf  ; 
N.  N.  segretariit. 

Cao-Pinna,  Giovanelli  E.  Casciani,  Morelli- 
Gualtierotti. 


Commissione  di  vigilanza 
sulla  Biblioteca  della  Camera. 

Luzzatti  L.,  presidente    —    N.   N.,   segret. 
Cirmeni,  Sanarelli  e  i  due  questori. 

Giunta  permanente  per  l'esame  dei  Decreti 
e  mandati  registrati  con  riserva  dalla  Corte 
dei  Conti. 

Cassuto,  presidente.  Leonardi,  segretario. 
Mendaia,  Pipitene,  Leone,  Rastelli,  Miari, 
Valvassori-Peroni,  Molina. 


Giunta  per  l'esame  del  trattati  di  Commercio 
e  delle  tariffe  doganali. 

De  Marinis,  presidente    Arton,  segretario. 
Morpurgo,   Luciani,  Flambé  iti,  Montanti, 
Lucifero,  Materi,  Fera,  Goglio,  Rossi  C. 

Commissari  di  vigilanza 
sull'amministrazione  del  Debito  pubblico. 

Patrizi,  Curreno,  Arrivabene. 

Commiss,  di  vigilanza  sugli  Istituti  di  emissione 
e  sulla  circolazione  di  Stato  e  bancaria. 

Fumarola,  Bellotti,  Nunziante. 

Commissari  di  vigilanza 
sull'amministrazione  del  fondo  per  il  culto. 

N.  N.,  -  N.  N.,  -  N.  N. 

Commissari  di  vigilanza  sull'amministrazione 
della  Cassa  dei  Depositi  e  prestili. 

N.  N.,  -  N.  N.,  -  N.  N. 

Membri  del  Consiglio  di  Amministrazione 
del  fondo  speciale  di  relig  one  e  di  beneficenza 
nella  Cttà  di  Roma. 

Ciniorclli,  N.  N. 


-  151  — 
LA  PRESIDENZA  DELLA  CAMERA   DEI   DEPUTATI 


t 


S.  E.  Marcora 

presidente. 


Rava 

Ticeprettideate. 


L'on.  Arlotta 

nominato  Miuttitro  del  Trasporti 

uon  è  stato  ancora  sostituito. 


152  — 


Commissari  di  vigilanza 
sul  fondo  per  l'emigrazione. 

Pantano,  Morando,  Cimorelli.  ' 

Commissari  di  vig  lanza 
sul  servizio  del  Chinino  di  Stato. 

Bianchi  L.,  Casciani. 

Commissari  de!  Consiglio  superiore 
del  Lavoro, 

Girardini,  Turati,  Longlnotti. 

Commissari  del  Consiglio  di  Assistenza 
e  Beneficenza. 

Vaccaro,  Caporali. 

Membri  de'ia  Commissione  centrale  per  la  dif* 
fusione  dell'istruzione  elementare  nel  mez- 
zogiorno e  nelle  isole. 

Pietra  valle,  Vcnzi. 

Commissari   di  vigilanza  sull'amministrazione 
delle  ferrovie  dello  Stato. 


Pozzi,  Cappelli,  Bertarelli, 
sio.  N.  N. 


De  Nava,  Ales- 


Commissari  del  Consiglio  superiore 
della  Pubblica  Istruzione. 

Ciuflfelll,    Pietravalle,    Cirmeiii,    Capaldo, 
Finocchiaro  Aprile,  Mosca,  Stoppato. 


Membri  del  Consiglio  superiore  delle  acque 
e  foreste. 

Cermenati,  Cocco-Ortu,  Beltrami. 


Membro  del  Comitato  Talassografico  Italiano. 

Agnesi. 

Membri  del  Consiglio  Centrale 
delle   scuole  italiane   all'estero. 

Fradeletto,  N.  N. 

Commissione  per  l'esame  dell'ordinamento 
e  funzionamento  delie  ferrovie  dello  Stato. 

De  Vito,  De  Nava,  Raineri,  Ancona,  Pan- 
tano. 


Elenco   alfabetico   dei  Deputati 


Abbruzzese  Antonio 
Abisso  arv.  Angelo 
Abozzi  avii.  Michele 
Adinolfi  avv.  Roberto 
Agnelli  nvv.  Arnaldo 
Agnesi  i>ig.  Giacomo 
Agnini  Gregorio 
Aguglia  avv.  Francesco 
Albanese  uvv.  Giuseppe 
Albertelli  ing.  Guido 
Alessio  prof.  Giulio 
Altobelli  (wv.  Carlo 
Amato  avv.  Stanislao 
Araicarelli  Matteo 
Amici  avv.  Giovanni 
Amici  ing.  Vences'ao 
Ancona  hig.  prof.  Ugo 
Angiolini  dott.  Antonio 
Appiani  (omm.  Gra/.iano 
Arca  prof.  Francesco 

Arlotta  Enrico 

Arrigoni   degli  Oddi  conte 
Carlo  Ettore 

Arrivabene-Valenti  -Gonza- 
ga co>ite  Gilberto 

Artom  dott.  Ernesto 

Astengo  avv.  Giuseppe 
Auleri-Berretta  avv.  Giov. 


Baccelli  avv.  '''ott.  Alfredo 
Badaloni  dott.  Nicola 
Balsano  avi\  Hocco 


Barbera  Renzo 

Palermo  III 

Barnabei  dott.  Felice 

Atri 

M  dtigno 

Barzilai  avv.  Salvatore 

Rema  V 

Sciacca 

Basaglia  avv.  Confucio 

Carpi 

Sassari 

Basile  avv.  Luigi 

Jienevento 

Napoli  XII 

Baslini  avv.  Antonio 

B.ivio 

Milano  II 

Battaglieri  avv.  Augusto 

Casal  Monferrato 

Oneg'ia 

Battelli  prof  Angelo 

Urbino 

Mirandola 

Beghi  dott.  Galileo 

Bovigo 

Termini  Ime -e se 

Bollati  do<^  Bartolomeo  An 

Ger«ce  Mirina 

tonio 

Feltre 

Parma  II 

Belotti  avv.  Bortolo 

Z>gno 

l'adova 

Beltrami  avv.  Francesco 

Pallanza 

Napoli   V 

Benaglio  avv.  Giacinto 

Martinengo 

Verb'caro 

Bentini  avv.  Genuzio 

Castelmaggiore 

Manfredonia 

Berenini  avv.  Agostino 

B >rgo  S.  Donnino 

Poggio  Mirt'to 

Berlingieri  march.  Annib. 

Spezzano  Grande 

Città  Ducale 

Bernardini  avv.  Ferruccio 

Montalcino 

Oemona 

Bertarelli  avv.  Pietro 

Tortona 

Prato  in  Toscana 

Bertesi  Alfredo 

Pescarolo 

Treviso 

Berti  avv.  Silvio 

Bocca  S.  Casciano 

Citta  nova 

Bertini  avv.  Giovanni 

Senigag'ia 

(Reggio  Calabr.) 

Bertolini  avv.  Pietro 

Montebelluna 

Napoli  III 

Bottoni  conte  Vincenzo 

Salò 

Bevione  avv.  Giuseppe 

Torino  IV 

Este  (Padova) 

Bianchi  prof.  Leonardo 

Montesarchio 

Bianchi  dott.  Vincenzo 

San  Bartolomeo  in 

Cologna  Veneta 

Caldo 

Custelnuovo    di 

Bianchini  conte  avv.  Vittorio 

Macerata 

Garfagnana 

Bignami  ing.  Paolo 

Codogno 

Savona 

Bissolati-Bergamaschi  avv. 

Catania  I 

Leonida 

Ro'ua  II 

Bocconi  avv.  Alessandro 

Jesi-  ., 

Bonacossa  conte  Cesare 

Maro.'ilica 

Bonardi  prof.  Edoardo 

A'f.-sandria 

Bonieelli  a-v.  Giacomo 

B  escia 

Tivoli 

Bonino  uvv.  Lorenzo 

Bra 

Badia  Polesine 

Boiiomi  prof.  Ivanoe 

Os  ìgHa 

Monreale 

Bonomi  avv.  Paolo 

Ciusont 

—  153 


Borromeo  d'Adda  ron'e  Febo 
Borsarelli  di  Rifreddo  mar-h. 

Luigi 
Boselli  avv.  Paolo 
Boavier  avv.  Alfredo 
BoTetti  avr.  Vincenzo 
Brezzi  arv  Domenico 
Brizzolesi  Enrico 
Brunelli  d>tt.  Umberto 
Bruno  di  Belmonte  avv.  Ce- 
sare 
Baccelli  Vittorio 
Buonini  gf^n.  Icilio 
Buonvinodo».  Michelangelo 
Bussi  doli.  Armando 


Cabri  ni  Angelo 

Caocialanza  avv.  Emilio 
Cagnoni  Egisto 
Calisse  prof.  Carlo 
Callaiiii  avv.  Luigi 
Camagna  avv.  Biagio 
Camera  avr.  Giovanni 
Camerini  Vincenzo 
Cameroni  avr.  prof.  Agost. 
Campi  avv.  Emilio 
Canepa  avv.  Giuseppe 
Canevari  arv.  Alfredo 
Cannavina  avv.  Vittorio 
Cao-Pinna  nob.  ing.  Antonio 
Capaldo  avv.  Luigi 
Capece-Minutolo  march.  Al- 
fredo 
Capitani©  dott.  Luigi 
Caporali  prof.  Raffaello 
Cappa  avv.  Innocenzo 
Cappelli  march.  Raffaele 

Caputi  Ercole 
Carboni  avv.  Vincenzo 
Carcano  avv.  Paolo 
Caron  avv.  Carlo 
Caroti  Arturo 
Cartia  b^ir.  Giovanni 
Casalegno  avv.  Edoardo 
Casaliiii  dott.  (iiulio 
Casciani  dott.  Paolo 
Caso  avv.  Pasquale 
Casolini  bar.  Antonio 
Cassin  avv.  Marco 

Cassuto  avv.  Dario 
Castellino  prof.  Pietro 
Cavagnari  avv.  Carlo 
Cavallari  avv.  Mario 
Cavallera  do''.  Giuseppe 
Cavaz/.a  Francesco 
Cavina  ing.  Luigi 
Ceci  avv.  Riccardo 
Celesia  di  Vegliasco  avv.  Gio- 
vanni 
Celli  avv.  Guido 
Centurione  avv.  Carlo 
Cermenati  prof.  Mario 
Chiaradia  avv.  Attilio 
Chiaraviglio  iw/.  Mario 
Chidii-himo  nvr.  Paolo 
Chiesa  rag.  Eugeuio 


Vimerrat» 


niladeati 

Avig'iana 

Sit^a 

Cevfi 

Vu  lenza 

Capriata    d'Orba 

BAognci  II 

Noto 

Nizza  Monforra'o 

Lucca 

Conversano 

Cento 


San    Nazaro    dei 

Burgondi 
Lodi 
Mortara 
Civitavecchia 
Colle  di  Val  d'Elsa 
Rfggio  Calabria 
Saia  Consilina 
Popoli 
TrevigHo 
Cuggiono 
Genova  I 
Viterbo 
Campoha'iso 
Serramnnna 
Lacedonia 

A  versa 

Monopoli 

Lanciano 

Corteolona 

San  Demetrio  nei 
Vesti  ni 

Ariano  di  Puglia 

Frjslnone 

Como 

Varallo 

Firenze  I 

Ragusa  Superiore 

Ciri> 

Torino  III 

Pistoia  I 

Altamura 

Catanz  DO 

Borgo  Sun  Dui- 
mazzo 

Livorno  I 

Foggia 

Rapallo 

l'ortomaggiore 

Igìesias 

Bdogna  IH 

Faenza 

Andria 

Albenga 

Teramo 

Cairo  Montenotte 

Lecco 

Pordett  mi 

Città  S.  Angelo 

Cassano  at  Jon'O 

Massa  Carrara 


Cljiesa  avv.  Pietro 
Chimienti  avv.  prof.  Pietro 
Clacci  dott.  Gaspero 
Ciancio  gen,  Giuseppe 
CiappI  ing.  Anselmo 
CicarelU  avv.  Carlo  Vittorio 
Ciccarone  dott.  Francesco 
decotti  prof.  Ettore 
Cicogna  prof.  Giovanni 
Cimati  Camillo 
Cimorelli  Edoardo 
Cioffrese  avv.  Domenico 
Ciprlani  Amilcare 
Ciriani  avv.  Marco 
Cirmenl  dott.  Benedetto 

Ciuffelli  Augusto 
Cocco-Ortu  avv.  Francesco 
Codacci-Pisanelli  prof.  ave. 

Alfredo 
Colajanni  dott.  Napoleone 
Colonna  di  Cosai-ò  duca  Gio- 
vanni Antonio 
Colosimo  avv.  Gaspare 
Comandini  avv.  Ubaldo 
Compans  manh.  Carlo 
Congiu  avv.  Luigi 
Corniani  co'ite  Giuliano 
Corsi  avv.  Carlo 
Cottafavi  avv.  Vittorio 
Cotugno  avv.  Raffaele 
Credaro  prof.  Luigi 
Crespi  dott.  Silvio 

Cucca  Carlo 
Cugnolio  avv.  Modesto 
Curreno  avv.  Giacomo 


Da  Como  nw.  Ugo 
Daneo  avv.  Edoardo 
Danieli  avv.  Gualtiero 
Dari  avv.  Lui^i 


De  Ambri  Alceste 

De  Amicis  Mansueto 

De  Bellis  Vito 

De  Capitani  d'Arzago  avv. 

Giuseppe 
De  Felice  Giuffrida  Gius. 
De  Giovanni  Alessandro 
Degli  Occhi  avv.  Adamo 
Del  Balzo  bar.  Girolamo 
Dell'Acqua  Carlo 
Della  Pietra  arv.  Gioacchino 
Delle  Piane  avv.  Francesco 
Dello  Sbarba  avr.  Arnaldo 
De  Marinis  prof.  Enrico 
De  Nava  avv.  Giuseppe 
De  Nicola  avv.  Enrico 
Dentice  d'Accadia  avv.  F. 
De  Rug„'ieri  nvv.  Nicola 
De  Vargas  di  Migliano  MaC- 

ciucca  prìn-  pe  Michele 
De  Viti  de  Marco  prof.  Ant. 
De  Vito  Roberto 
Di  Bagno  (Guidi)  marchese 

Giuseppe 
Di  Campolat  taro  Capomazza 

marchese  Emilio 


5a«  Pttr  d'Arena 
Brindisi 
Scansano 
Piazza  Armerina 
S.  Severino  Ma>^ 
Al  ripa  da  [che 
Vasto 

Napoli  VII! 
S.hiagiodiCallal- 
Pontremoli        \ta 
I setnia 
Bitonto 
Milano   VI 
SpiUmhergo 
Militello  in  Val  di 

Catania 
Todi 
Isili 

Tricase 

Castrogiovanni 
)  [cilia 

Francavi/la  di  Si- 
Serrastretta 
Cesena 
Caluso 
Macomer 
Iseo 

Firenze  IV 
Correggio 
Minervino  Murge 
Tirano 

Caprino   Berga- 
masco 
Nipoti  II 
Vercelli 
Cherasco 


Lonato 

Torino  I 

Tregnago 

San  Benedetto  del 

Tron'o 
Parma  I 
Sol  mina 
Gioia  del  Colle 


Milano  I 

Catania  II 

Vigevano 

Affori 

Bujano 

Busto  Arsizio 

Nola 

Novi  Ligure 

Lari 

Salerno 

Bagnara  Calabro 

A  fragola 

Nocera  Inferiore 

Matera 

Campagna 

Gallipoli 

Giul-anova 

Sint' Arcangelo  di 
(  Romagna 
Napoli  IX 


154  — 


Di  CapOilaoco  eonla  Gino 

Di  Francia  march.  Lui<?l 
Di  Frasso-Deiitice  e.  Carlo 
Di  Giorgio  Antonino 
Di  Miralìori  Guai-nevi  conte 

Gastone 
Di  Robilant   (f7«t  conti  Ni- 

colis)  Stanislao 
Di  Saluzzo  march.  Marco 
DiSanfOnofrio(delOastillo) 

march.  Ugo 
Di  Scalea  (Lanza)  principe 

Pietro 
Di  Stefano-Napolitani  Gius. 
Dorè  dott.  Francesco 
Drago  ing.  Aurelio 
Dugoni  Enrico 


Sin    Pamele   ttjl 

Friuli. 
S'erra  San  Bruno 
Ostuni 

MistrJtta 

Alba 

Chivasso 
S  (luzzo 

Castrorea^e 

Serradifaìco 
Falenno  I 
Nuoro 
Cefalù 
Bozzolo 


Facchinetti  avv.  Gaetano 

Bimini 

Facta  avv.  Luigi 

Finero^o 

Faelli  Emilio 

Borgataro 

Falcioni  avi'.  Alfredo 

Domodosso'a 

Falconi  conte  Gaetano 

Montegiurgio 

Falletti  di  Villafalletto  con- 

te Paolo 

Possano 

Faranda  dott.  Giuseppe 

Naso 

Faustini  Francesco 

Terni 

Fazzi  doU.  Vito 

Lecce 

Federzoni  Lui;,'i 

Bontà  I 

Fera  avv.  Luigi 

Fogliano 

Ferri  avv.  Enrico 

Gonzaga 

Ferri  avv.  Giacomo 

San  Giov  nni 

Persie  ■ito 

Fiamberti  avv.  Massimo 

Levante 

Finocchiai-o-Aprile  prof. 

Andrea 

Corleone 

Fornari  Gustavo 

Camerino 

Foscari  N.  U.  ro'de  Piero 

Mirano 

Fraccacreta  prof.  Ratlaello 

San  Severo 

Fradeletto  prof.  Antonio 

Venezia  HI 

Frisoni  Luigi 

Montevarchi 

Frugoni  avv.  Pietro 

Leno 

Fumarola  avv.  Carlo 

Castel  'ane'a 

Gallenga  Stuart  (7o7.  Romeo 

Perugia  I 

Galli  at^p.  Roberto 

Chi  oggi  a 

Gallini  avv.  Carlo 

Pavuilo   nel   Fri- 

gnano 

Gambarotta  avv.  Guglielmo 

Novara 

Gargiulo  avv.  Roberto 

Napoli  VII 

Gasparotto  acv.  Luigi 

Milano  IV 

Gaudenzi  Giuseppe 

Forlì 

Gazelli  di  Rossana  {de'  conti) 

Augusto 

Villanova  d'Asti 

Gerini  march.  Gerino 

Borgo  S.  Lorenzo 

Giacobone  avv.  Ambrogio 

Bobbio 

Giampietro  avv.  Emilio 

Montecorvino  Ro- 

vena 

Giaracà  aui»,  Enrico 

S'racus  i 

Ginori-Coiiti  principe   dott. 

Piero 

Volterra 

Giolitti  avv.  Giovanni 

Dronero 

Giordano  avv.  Luigi 

Torino  V 

Giovanelli  prin  ip  '  Alberto 

L'.nigo 

Giovanelli  avv.  Edoardo 

Asti 

Girardi  avv.  Salvator© 

Ntp^li  ÌV 

Girardlnl  avv.  Giu«!eppe 
Giretti  avo.  Edoardo 
Giuliani  Gaetano 
Goglio  ing.  Giuseppe 
Gortani  pr  >f.  Michele 
Gi-abau  cap.  Marcello 
Grassi  avv.  Giuseppe 
Giaziadei  prof.  Antonio 
Gregoraci  Nicola 

Grippo  avv.  Pasquale 
Grosso-Campana  acv.  Gaet, 
Guglielmi  march.  Giorgio 


H 


Hierschel  de  Mlneibi  conte 


Ud'.né 

Bricheraslo 

Capa -ciò 

Cu  .rgnè 

Tol  mezzo 

Clip  i7in'>ri 

Maiduria 

Imola 

Chiaravalle    Cen- 

trale 
P /lenza 
Vig.me 
Monteflascone 


Lionello 


Pahnanova 


I   J 


Indri  avv.  Giovanni  Castelfranco    Ve- 

Innamorati  avv. prof.  Fran-  [mto 

Cesco  Peugia  II 

Joele  Francesco  Bossano 


Labriola  prof.  Arturo 
LaLumia-Aldisio  6a/-.Ignaz. 
Landucci  avv.  Landò 
La  Pegna  arv.  Alberto 
Lai-izza  avv.  Bruno 
Larussa  avv.  Ignazio 
La  Via  avv.  Mariano 
Lembo  avv.  Paolo 
Leonardi  di   Villacortes© 

march.  Niccolò 
Leone  avv.  Giuseppe 
Libertini  dott.  Gesualdo 
Libertini  di  San  Marco  Pa- 
squale 
Loero  avv.  Attilio 
Lombai-di  avv.  Nicola 
Longinotti  dott.  G.  iVIaria 
Lo  Piano  avv.  Agostino 
Lo  Presti  avv.  Antonio 
Lucchini  Angelo 
Lucci  avv. prof.  Arnaldo 
Lucernari  conte  Annibale 
Luciani  avv.  Vito 

Lucifero  march.  Alfonso 
Luzzatti  prof.  Luigi 


Napoli  VI 

Licata 

Arezzo 

C il  tona 

Mei  ito  Porto  SjIvo 

Trop-a 

Nicos'a 

Bari  delle  Puglie 

Borgomanero 

Palata 

Caltagirone 

Augusta 

Piice  di  Cadon 
Monfeleone  Calab. 
Verolanu  >va 
Cn  'tanissetta 
C  data  fimi 
Gavirate 
Nap>H  X 
Po  dee  irvo 
Acqiiaviva  del.'e 

Fonti 
C(jtrone 
Oderzo 


Macchi  avv.  Luigi 
Maffl  dott.  Fabrizio 
Maffioli  Osvaldo 
Magliano  avv.  Mario 
Malcangi  avv.  Cataldo 
Malliani  dott.  Gius.  Luigi 
Mancini  prof.  Augusto 
Manfredi  nrch.  Manfredo 
Mango  avv.  Camillo 
Manna  Gennaro 
Manzoni  macch.  G.  B. 
Maraini  Emilio 
Marangoni  Guido 
Maiazzi  con' e  Fortunato 
Marcello  conte  Girolamo 
Marchi  sano  avo.  Giuseppe 


Paterno  (Catania) 

Cresc^ntino 

Milano  in 

Barino  (Molise) 

Corata 

Bergamo 

Birgo  a  trozza  no 

Fiorenzuola  d'Ar- 

Lagonegro        da] 

Aquila 

Vìgonza 

L'ignag  > 

C  'macchio 

Cr  'ma 

Ve  lezii  II 

a>nicutti 


—  155  - 


Mirclano  avv.  (Gennaro 
Maroora  avi:  Giusejipe 
Mariotti  avv.  Rng;.'ero 
Mirtini  prof.  Ferdinando 
Marzotto  Vittorio 
Mascìantonio  avv.  Pasquale 
Maslni  prof.  Giulio 
Materi  avv.  Pasquale 
Mauro  Tommaso 
Maury  Eugenio 
Mazzarella  dott.  Basilio 
Mazzolani  nvv.  Ulderico 
Mazzoni  Nino 

Meda  avv.  Filippo 
Medici  del  Vascello  Luigi 
Mendaia  avv.  Vincenzo 
Merloni  Giovanni 
Miari  de  Cuniani  ronte  Giac. 
Miccichè  Giovanni 
Micheli  ddtt.  Giuseppe 
Mlglioli  avv.  Guido 
Milano  our.  Federico 
Miliani  Giambattista 
Mirabelli  ffen.  Ernesto 
Modigliani  mv.  Gius.  Enian. 
Molina  Rodolfo 
Mondello  Giacomo 
Montauti  Giovanni 
Montemartini  dolt.  Luigi 
Monti  Guarnieri  Stanislao 
Montrcsor  doft.  Luigi 
Morando    conte    dolt.  Gian 

Giacomo 
Morelli  (ivv.  Eurico 

Morelli-Gualtierotti  ari».  Gi- 

sraondo 
Morgari  Oddino 
Morisani  prof.  Teodoro 
Morpurgo  rat/.  Elio 
Mosca  avv.  Gaetano 
Mosca  (ivv.  Tommaso 
Murialdi  avv.  Luij<i 
Musatti  avv.  Elia 


Nasi  avv.  Nnnzio 

Nava  ing.  Cesare 

Nava  avv:  Ottorino 

NegrottoCambiaso  march. 
Pierino 

Nitti  avv.  Francesco 

Nofrl  Quirino 

Nunziante  di  San  Ferdinan- 
do march.  Ferdinando 

Nuvoloni  avv.  Domenico 


Acerra 
S^tnJrio 
Fan) 
l'escia 
y\i  'dagno 
Oessopalena 
Empoli 
Tricarico 
Alcamo 
Cengnola 
Sessa  Aurnnca 
liavenna  li 
Casti    San    Gio- 
vanni 
Bho 

Roma  IV 
Chinromante 
Grosseto 
Abano  Bagni 
Giri/enti 
Langhirano 
Soresina 
Sivigliano 
Fabriano 
Teano 
Budrio 
Biandrale 
Messina  II 
Pìetr'S  nta 
S-radella 
Pesaro 
Bardolino 

Chiari 

S.   Maria   Cupua 
Veten 

Pistoia  II 
Torino  II        [/"". 
Piedimon'e  d' Ali- 
ci vidalf  nel  Friuli 
Catramo 
Agnone 
Acqui 
Venezia  I 


Trapani 

Monza 

Modena 

Voghera 
Muro  Xucano 
Siena 

Palmi 

Porto  Maurizio 


Ollandini  »n.»«  avv.  Odoardo  Spezia 
Orlando  ing.  S.ilvatore  Livorno  II 

Orlando  avv.  Vittorio  Ema- 
nuele Partinico 
Ottavi  dutt.  tedoardo  Conegliano 


Pa  ftii  (ivv.  i^omenico 
PaltUii  c,„tf  <iiu  io 
Pttis-Serra  Frunceioo 


Anconi 

Canta 

Ozieri 


Pala  aw.  Giacomo 
Pallastrelli  conte  Giovanni 
Pansinl  avv.  Pietro 
Pantano  doti.  Edoardo 
Paparo  dolt.  Raffaello 
Paratore  ave  Giuseppe 
Parlapiano-Vella  Antonino 
Parodi  avv.  Emilio 
Pasqualino-Vassallo  «VP.  Ro- 
sario 

Pastore  dutt,  Alceo 

Patrizi  march.  Ugo 
Pavia  avv.  Angelo 
Peano  avv.  Camillo 
Pellegrino  Pietro 
Pennisi  di  San: a  Margherita 

dotf.  Giuseppe 
Perrone  p7'of.  Francesco 
Pescetti  avv.  Giuseppe 
Petrillo  dott.    Alfredo 
Pezzullo  dott.  Angelo 
Plccinato  aiv.  Mario 
Piccirilli  avv.  Giulio 
Pietravalle  prof.  Michele 
Pietriboni  avv.  Ernesto 
Pipitene  prof.  Vincenzo 
Pirolini  Giov.  Battista 
Pistoia  ien.  gen.  Fraiicesco 
Pizzini  dott.  Gustavo 
Porcella  avv.  Felice 
Porzio  avv.  Giovanni 
Pi*ampolini  doH.  Camillo 
Pucci  prof.  Carlo 


Tempio  Pauaania 

Bettola 

Molf'tta 

Giarre 

Caulonia 

Milazzo 

Bivona 

Pon'.edecimo 

Te  ra nova  di  Si- 
cilia 

Castiglione  delle 
Stiviere 

Città  di  Castello 

Varese 

Barge 

Amalfi 

Acireale 

Brienza 

Firenze  III 

Mirabella  Sciano 

Casoria 

Isola  della  Sca'a 

Cercano 

Bojano 

Belluno 

Marsala 

Ravenna  I 

Casalm  iggiore 

Paola 

Oristano 

Napoli  I 

Reggio  Emilia 

Campi  Bisanzio 


Quaglino  Felice  Biella 

Quar  a  avv.  Gabriele  Campi  Salentina 

Queirolo  prof.  Giov.  Batt.     Pisa 


Raimondo  avo.  Orazio 
Raineri  dott.  Giovanni 
Rampoldl  prof.  Roberto 
Rastelli  avv.  Giovanni 
Rattone  prof.  Giorgio 
Rava  avv.  prof.  Luigi 
Reggio  mai  eh.  Giacomo 
Rellini  avv.  Annibale 
Renda,  avv.  Salvatore 
Restivo  prof.  Empedo  le 
Ricci  march.  Paolo 
Riccio  avv.  Vincenzo 
Rindone  prof.  Santi 
Rispoli  avv.  Rodolfo 

RlssetH  avv.  Giuseppe 
Rizza  Evangelista 
Rizzoue-Tedeschi  Corrado 
Roberti  conte  (ìiuscppe 
Rodmò  avv.  Giulio 
Roi  mirch.  Giuse[)pe 
Romanln- Jacur    dott.    ing 

Leone 
Romeo  delle  Torrazzo  bar. 

Giovanni 
Ronchetti  avv.  Scipione 
Boudaui  avv.  Dino 


San  Remo 

Piacenza 

Pavia 

Limo  Torinese 

Aosta 

Vergato 

Genova  II 

Pontassiere 

Nicastro 

Palermo  II 

Recanati 

Atessa 

Regalbuto 

Castellammtre  di 

di  Stahia 
Genova  III 
Comiso 
Modica 
Bass  ino 
Napoli  XI 
7  hiené 

Piove  di  Siteco 

Pronte 

Ciillarate 

Cossuto 


15G  — 


Rosadi  avv.  Giovanni 

Rossi  iny.  Celare 

Rossi  doU.  Euf,'enio 

Rossi  coinm.  Gaetano 

Rossi  prof.  Luigi 

Rota  conte  doti.  Francesco 

Roth  prof.  Angelo 
Rubilli  avv.  Alfonso 
Rubini  ing.  Giulio 
Ruini  avv.  Bartolomeo 


Ruspoli  Camillo 


Sacchi  avv.  Ettore 
Salandra  prof.  Antonio 
Salomone  avv.  Nicola 
Salterio  avv.  Ferdinando 
Salvagnini  aov.  Gino 
Sanarelli  prof.  Giuseppe 
Sandrini  avv  Amedeo 
SanduUi  ave.  prof.  Alfredo 
Sanjust   di    Teulada  nobile 

ing.  Edmondo 
Santamaria  avv.  Agostino 
Santollquido  dott.  Rocco 
Saraceni  avv.  Luigi 
Sarrocchi  avv.  Gino 
Saudino  avv.  Giacomo 
Savio  avv.  Umberto 
Scalori  pr.if.  Ugo 
Scano  avv.  Antonio 
Schanzer  dott.  Carlo 
Schiavon  prof.  Seba&tiano 
Sciacca  Giardina  avv.  S. 
Scialoia  prof.  Antonio 
Sdorati  arv.  Cleto 
Serra  avv.  Nico'a 
Sichel  avv.  Adelmo 
Sighieri  ing.  Ettore 
Simoncelli  avv.  Vincenzo 
Sioh-Legnami  ing.  Steno 
Sipari  ing.  Erminio 
Sitta  prof.  Pietro 
Sederini  conte  Edoardo 
Soglia  prof.  Giuseppe 
Soleri  avv.  Marcello 
Sondati  Tiburzi  avv.  Anton. 
Somaini  Francesco 
Sennino  bar.  dott.  Sidney 
Speranza  Alceo 
Spetrino  avv.  Eagenio 


Ta- 


Firenze  II 
Carm  ignota 
Petrulia  Sotta, 
Schio 

Verona  II 
San   Vito  al 

gli  amento 
Alghero 
Avellino 
Me  n  aggio 
Castelnovo    nei 

Monti    (Reggio 

Emilia) 
Sant'  Angelo    dei 

Lombardi 


Cremona 

Lucerà 

forteto  Perlicara 

Ahbiategrasso 

Adria 

Bibbiena 

Pi/vtogruaro 

Torre  Annunziata 

Cagliari 

Caserta 

Acereiiza 

Cas'rovillari 

Montepulciano 

Ivrea 

Stnthià 

Mtntova 

Lanusei 

Spoleto 

Cittadella 

Fa'ti 

Pozzuoli 

0  viglio 

Cosenza 

Guastalla 

Vicopisano 

Sora 

Gorgonzola 

Peso  ina 

Ferrara 

Osimo 

Lendinara 

Cunio 

Rieti 

Appiano 

San  Casciano 

Fermo 

Riccia 


Stoppato  avv.  Alessandro      Monfagnana 
Storoni  avv.  Emilio  Cagli  [rm 

Suardi  conte  dott.  Gianforte   Trescore  Balneu- 


Talamo  avv.  Roberto 

Tamborino  Vincenzo 
Tasca  Alessandro 
Tassara  Giovanni 
Taverna  coide  Lodovico 
Tedesco  avv.  Francesco 
Teodori  Eurico 
Teso  avv.  Antonio 
Theodoli  march    Alberto 
Tinozzi  dott.  Domenico 
Todeschini  avv.  Mario 
Torlonia  princ.  Giovanni 
Torre  dott.  Andrea 
Tortorici  avv.  Niccolò 
Toscanelli  Nello 
Toscano  Giuseppe 
Tosti    di    Valminuta    con 

Fulco 
Tovini  avv.  Livio 
Tieves  Claudio 
Turati  avv.  Filipj)o 


Vallo    della    2 

cania 
Mai^lie 
Palermo  IV 
Voltri 
Desio 

Oriana  a  Ma) 
Asco'i  Piceno 
Vice  ti  za 
Foligno 
Venne 
Verona  1 
Avezzano 
Torchiara 
Castelvetrano 
Pontedera 
Messina  I 

Gaeta 
Breno 
Bìlogna  I 
Milano  V 


Vaccaro  avv.  Michelangelo    Aragona 
Valenzani  avv.  Domenico       Albano  Laziali 
Valignani  avv.  Gian  Gabriele  Chieti 
Valvassori-Peroni  avv.  An- 
gelo Melegnano 
Varzi  Ercole  Oleggio 
Venditti  avv.  Antonio             Cerreto  Sannita 
Venino  conte  Pier  Gaetano  Erba 


Venzi  avv.  Giulio 
Veroni  avv.  Dante 
Vicini  avv.  Antonio 
Vigna  avv.  Annibale 
Vignolo  dott.  Attilio 
Vinaj  avo.  Vittorio 
Visoochi  avv.  Achille 


Zaccagnino  avv.  Domenico 

Zegretti  ng.  Raffaello 
Zibordi  prof.  Giovanni 


Snbiao 
Veìletri 
Sassuolo 
Vignale 
Chiavari 
3Iondovì 
Cassino 


S.  Nicandro  Gay-' 

g  ani  co 
Anagni 

Montecchio   del- 
l'Emilia 


*0m0t00t^k^ 


Sié^ro    Todafn  Landolfo 

wlvTJrU      XUU.C&I.VJ  lm^'*Iodobrom„ 


(Nuova  forinola  DE  BENZI)   

li  miglior  depurativo  dell'organismo  e  del  sangue. 

NAPOLI  -  Ditta  G.  SERBALE  -  Largo  S.  Domenico  Magg.,  17  -  NAPOLI  (leggere  Vita  pratica). 


157 


INDICE  DBI  COLLEGI  ELETTORALI  DEL  REGNO   D»  ITALIA 

col  nome  dei  Deputati  che  li  rappresentano  alla  XXIV  legislatura. 


i 

COLLEGIO 

t 

COLLEGIO 

m 

ELETTOBALE 

PROVINCIA 

DEPUTATO 

ì 

ELETTORALE 

PROVINCIA 

DEPUTATO 

1 

Abano  Bagni 

Padova 

Miavi 

65 

Bobbio 

Pavia    [so 

Oiacobone 

2 

Abbiategrasso 

Milano 

Salterio 

56 

Boiano 

Campobas- 

Pietra  valle 

3 

Acerenza 

Potenza 

Fant.Uquùìo 

57 

Bologna  I 

Bologna 

Treves 

4 

Acerra 

Caserta 

Mar^vino 

58 

Bologna  II 

Bologna 

B,  untili 

5 

Acireale 

Catania 

Pennisi 

59 

Bologna  III 

Bologna 

Gavazza 

6 

Acquaviva  del- 

60lBorghetto Lo- 

le  Fonti 

Bari 

Luciani 

digiano 

Milano 



7 

Acqui 

Alessan- 

61 

Borgo  a  Moz- 

dria 

Murialdi 

zano 

Lucca 

Ma»ci"i 

8 

Adria 

Rovigo 

Snlfignini 

62|Borgomanero 

Novara 

Leonardi 

9 

Aflfori 

Milano 

Debili  Oc  hi 

63 

Borgo   S.   Dal- 

10 

Afragola 

Napoli 

De  Xico'a 

mazzo 

Cuneo 

Cassin 

11 

Agnone 

Campobas- 

64 

Borgo  S.  Don- 

so 

Moca  T. 

nino 

Panna 

Berenini 

12 

Alba 

Cuneo 

Di  Mirafio  t 

65 

Borgo    S.    Lo- 

13 

Albano  Laziale 

Roma 

Va' emani 

renzo 

Firenze 

Gsrini 

11 

Albenga 

Genova 

Celesia  di    Ve- 

66[Borgotaro 

Parma 

Fae'li 

gliasco 

67  Bozzolo 

Mantova 

Ih.gr,ui 

15 

Alcamo 

Trapani 

M,uro 

68Bra 

Cuneo 

Bo  ino 

16 

Alessandria 

Alessan- 

69 Breno 

Brescia 

Toc  ini 

dria 

B'in  xrdi 

70  Brescia 

Brescia 

BonicelH 

17 

Alghero 

Sassari 

lìoh 

71jBricherasio 

Torino 

Girelli 

18 

Altamma 

Bari 

Caso 

7'2iBrienza 

Potenza 

Terrone 

19 

Amalfi 

Salerno 

l'ellegrino 

73  Brindisi 

Lecce 

Oh  irnienti 

20 

Anagni 

Roma 

Zegretti 

74  Brivio 

Como 

Btslini 

21 

Ancona 

Ancona 

l'àcetti 

75  Brente 

Catania 

Romeo 

22 

Andria 

Bari 

Ceci 

76  Budrio 

Bologna 

Modigliani 

23 

Aosta 

Torino 

Rottone 

77  Busto  Arsizio 

Milano 

Dell'Acqua 

24 

Appiano 

Como 

S /maini 

78 

Caccamo 

Palermo 

M.jsca  G. 

25 

Aquila 

Aquila 

Manna 

79 

Cagli 

Pesaro  e 

26 

Aragona 

Girgenti 

Va  caro 

Urbino 

S  oroni 

27 

Arezzo 

Arezzo 

Landucci 

80 

Cagliari 

Cagliari 

Stnji.st 

28 

Ariano  Puglia 

Avellino 

Caputi 

81 

Cairo     Monte- 

29 

Ascoli 

Ascoli 

Teodori 

notte 

Genova 

Centurione 

30 

Asti 

Alessan- 

82 

Calataflmi 

Trapani 

Lo  Presti 

dria 

Giovnnelli  E. 

83  Caltagirone 

Catania 

Libertini  G. 

31 

A tessa 

Chieti 

li'iccio 

84  Caltanissetta 

Caltanis- 

32 

Atri 

Teramo 

B.trnabei 

setta 

Lo  Piano 

33 

Atripalda 

Avellino 

Cic <reUi 

85  Caluso 

Torino 

Ciiinpnns 

34 

Augusta 

Siracusa 

Libertini  Pasq. 

861  Camerino 

Macerata 

Fom-'iri 

35 

Avellino 

Avellino 

Rubini 

87 

Campagna 

Salerno 

De  Varg  la  di 

36 

Aversa 

Caserta 

Capece  Min.  A. 

Migliano 

37 

Avezzaiio 

Aquila 

Torlonia  G. 

88 

Campi    Bisen- 

38 

Avigliana 

Torino 

Rosili 

zio 

Firenze 

Pucci 

39 

Badia  Polesine 

Rovigo 

Biduloni 

89 

Campi    Salen- 

40 

Bagnara    Ca- 

tina 

Lecce    [so 

Qujr'a 

labra 

Reggio  C. 

D'.  N'iva 

90 

Campobasso 

Campobas- 

Crinnavintt 

41 

Baiano 

Avellino 

Dd  BiUo 

91 

Canicattì 

Girgenti 

Miinhes  nio 

42 

Bardolino 

Verona 

Montreòor 

92JCantù 

Como 

P'duUi 

43 

Barge 

Cuneo 

Peano 

93jCapacc;o 

Salerno 

Giuliani 

44 

Bari  delle  Pu- 

94 Capannori 

Lucca 

Grabau 

glie 

Bari 

Lembo 

95!capr;ata  d'Or- 

Alessan- 

45 

Bassano 

Vicenza 

Roberti 

1     ba 

dria 

Brizzolesi 

46 

Belluno 

Belluno 

Pietrihoni 

96  Caprino  Berga- 

Bergamo 

47 

Benefento 

Benevento 

Da  site 

masco 

Ofexpi  S. 

48 

Bergamo 

Mallioni 

97  Capua 

Caserta 

49 

Bettola 

Piacenza 

palasi  relli 
Molina       , 

98  Carmagnola 

Torino  -.• 

Rossi  C. 

50 

Biandrate 

Novara 

99  Carpi 

Modena 

Basaglia 

51 

Bibbiena 

Arezzo 

Santi  relli 

100  Casal    Monfer- 

Alessan- 

62 

Biella 

Novara 

Quaglino 

rato 

dria 

Battaglieri 

63 

Bitonto 

Bari 

Ciò/frese 

101  Casalmaggiore 

Cremona 

Pistoia 

54 

Bivona 

Girgenti 

Parìaplano  A. 

102 

Caserta 

Caserta 

Santamaria 

-  158  - 

- 

t 

^ 

e 

COLLEGIO 

_« 

COLLEGIO 

E 

ELETTORALE 

PROVINCIA 

DEPUTATO 

i 

ELETTORALE 

PROVINCIA 

DEPUTATO 

103 

Casoria 

Napoli 

Pezzullo 

156 

Corleto   Perti- 

104 

Cassano  al  Jo- 

Cosenza 

Chidichino 

cara 

Potenza 

Salomone 

105 

Cassino       [nio 

Caserta 

Visocchi 

157 

Correggio 

Reggio    di 

106 

Castelfranco 

Emilia 

Cottafavi 

j     Veneto 

Treviso 

Indyi 

158 

Corteolona 

Pavia 

Cappa 

107 

Castellamare 

159 

Cortona 

Arezzo 

La  Pegno 

1     di  Stabla 

Napoli 

Rispoli 

160 

Cosenza 

Cosenza 

Serra 

108 

Castellaneta 

Lecce 

Full,  ai  ola 

161 

Cessato 

Novara 

liondani 

109 

Castelmagg." 

Bologna 

Dentini 

162 

Cotrone 

Catanzaro 

Lucifero 

110 

Castelnovo  nei 

Reggio    di 

163 

Crema 

Cremona 

Murazzi 

Monti 

Emilia 

Ru  ini 

164 

Cremona 

Cremona 

Sacchi 

111 

Castelnovo    di 

Massa    e 

165 

Crescenti  no 

Novara 

Muffi  F. 

Garfagnana 

Carrara 

Artom 

166 

Cuggiono 

Milano 

Campi 

112 

Castel  San  Gio- 

167 

Cuneo 

Cuneo 

Solevi 

vanni 

Piacenza 

Mazzoni  N. 

168 

Cuorgnè 

Torino 

Goglio 

113 

Castelvetrano 

Trapani 

Tortorici 

169 

Desio 

Milano 

Taverna 

114 

Castiglione  del- 

170 

Domodossola 

Novara 

Falcioni 

le  Stiviere 

Mantova 

Pastore 

171 

Dronero 

Cuneo 

Gioliiti 

115 

Castrogiovanni 

Caltanis- 

172 

Empoli 

Firenze 

Masini 

setta 

Cola  Janni 

173 

Erba 

Como 

Venino 

116 

Castroreale 

Messina 

DiSanJ  Onofrio 

174 

Este 

Padova 

Ar rigoni  Dejh 

117 

Castrovillari 

Cosenza 

Saraceni 

175 

Fabriano 

Ancona 

Miliani     \_Oddt 

118 

Catania  I 

Catania 

Aut-^ri-Beretta 

176 

Faenza 

Ravenna 

Gavina 

119 

Catania  II 

Catania 

De  Felice  Giuf- 
frida 

177 

Fano 

Pesaro  e 
Urbino 

Mari,  tti  R. 

120 

Catanzaro 

Catanzaro 

Casulini 

178 

Feltro 

Belluno 

Sellati 

121 

Caulonia 

Reggio  C. 

Puparo 

179 

Fermo 

Ascoli    Pi- 

122 

Ceccano 

Roma 

Piccirilli 

ceno 

Speranza 

123 

Cefalù 

Palermo 

Drago 

180 

Ferrara 

Ferrara 

Sitta 

124 

Cento  , 

Ferrara 

Bussi 

181 

Fiorenzuola 

125 

Ce.ignola 

Foggia 

Maury 

d'Arda 

Piacenza 

Manfredi  M. 

126 

Cerreto  San- 

182 

Firenze  I 

Firenze 

Caroti 

nita 

Benevento 

Venduti 

183 

Firenze  II 

Firenze 

Rosadi 

127 

Cesena 

Forlì 

Comandi  ni 

184 

Firenze  III 

Firenze 

Pascetti 

128 

Ceva 

Cuneo 

Potetti 

185 

Firenze  IV 

Firenze 

Corsi 

129 

Cherasco 

Cuneo 

Curreno 

186 

Foggia 

Foggia 

Castellino 

130 

C  h  i  a  r  a  V  a  1 1  e 

187 

Foligno 

Perugia 

Theodoli 

Centrale 

Catanzaro 

Grego>  ari 

188 

Forlì 

Forlì 

Gundenzi 

131 

Chiari 

Brescia 

Morando 

189 

Fossano 

Cuneo 

Falletti 

132 

Chiaromonte 

Potenza 

Menda  ia 

190 

Francavilla    di 

133 

Chiavari 

Genova 

Vignolo 

Sicilia 

Messina 

Col  ,nna-Di  Ce- 

134 

Chieti 

Chieti 

Valiqnani 

sarò 

135 

Chioggia 

Venezia 

Galli 

191 

Fresinone 

Roma 

Carboni  V. 

136 

Chivasso 

Torino 

Di  Rolilant 

192 

Gaeta 

Caserta 

Tosti  di  Vaimi- 

137 

Ciriè 

Tonno 

Ctoalegno 

193 

Gallarate 

Milano 

Ronrhetti  [nuta 

138 

Cittadella 

Padova 

Shiaron 

194 

Gallipoli 

Lecce 

De  Vii 

139 

CittàdiCastello 

Perugia 

Patrizi 

195 

Gavirate 

Como 

Lucchini  A, 

140 

Cittaducale 

Aquila 

Ami<i  V. 

196 

Gemona 

Udine 

■Utcona 

141 

Cittanova 

Reggio  C. 

Arca  / 

197 

Genova  I 

Genova 

Canepa 

142 

Città  S.  Angelo 

Teramo 

Lhiaraviglio 

198 

Genova  II 

Genova 

Reggio 

143 

Cividale    del 

199 

Genova  III 

Genova 

Rissetti 

Friuli 

Udine 

Morpurgo 

200 

Gerace  Marina 

Reggio  C. 

Albanese 

144 

Civitavecchia 

Roma 

Calasse 

201 

Gessopalena 

Chieti 

Masciantonio 

145 

elusone 

Bergamo 

Bonomi  P. 

202 

Giarre 

Catania 

Pantano 

146 

Codogno 

Milano 

Bignami 

203 

Gioia  del  Colle 

Bari 

De  Bellis 

147 

Colle    di    Val 

204 

Girgenti 

Girgenti 

Mirci'hè 

d'Elsa 

Siena 

Callaini 

205 

Giuiianova 

Teramo 

De  Vito 

148 

ColognaVeneta 

Verona 

Ariicahene 

206 

Gonzaga 

Mantova 

Ferri  E. 

149 

Comacchió 

Ferrara 

Marangoni 

207 

Gorgonzola 

Milano 

Sioli-Legnani 

150 

Coinlso 

Siracusa 

Pizza 

208 

Grosseto 

Grosseto 

Merloni 

151 

Como 

Como 

Carcano 

209 

Guastalla 

Reggio    di 

152 

Conegliano 

Treviso 

Odavi 

Emilia 

Sichel 

153 

Conversano 

Bari 

Buoni  ino 

210 

[glesias 

Cagliari 

Cavallera 

154 

Corato 

Bari 

Malcavgi 

211 

[mola 

Bologna 

Graziadei 

155 

Corleone 

Palermo 

Finocchiaro- 

212 

[seo 

Brescia 

Corniani 

Aprile  A. 

213 

Isernia 

Campobas. 

CimorelU 

—    159   - 

- 

^ 

COLLEGIO 

^ 

COLLEGIO 

ì 

ELETTO RAfcB 

PROVINCIA 

DEPUTATO 

■ 

ELETTORALE 

PROVINCTA 

DEPUTATO 

9U 

Islli 

Cagliari 

Cocco-Orfu 

275  Molfetta 

Bari 

rnn»ini 

316 

IsoladellaScala 

Verona 

Piccina 'o 

276  Mondovi 

Cuneo 

Vinai 

816 

Ivrea 

Torino 

Saudi"0 

277jMonopoli 

Bari 

Capitanio 

217  Jesi 

Ancona 

Bocconi 

278|Monreale 

Palermo 

Bulsano 

S!8 

Lacednnla 

Avellino 

Capa 'do 

279  Montagnana 

Padova 

Stoppato 

319 

Lagone^'ro 

Potenza 

Mango 

280;Montalcino 

Siena 

Bernardini 

330 

Lanciano 

Chieti 

Cu  l'Orali 

28l!Montebelluna 

Treviso 

Bertolini 

331 

Langhirano 

Parma 

Mirheli 

232  Montecchio 

Reggio    di 

222 

Lanusei 

Cagliari 

Scano 

nell'Emilia 

Emilia 

Zibordi 

323,LanzoToriaese 

Torino 

Rasielli 

233 

Montecorvino 

324 

Lari 

Pisa 

Dello  Sbarba 

Rovella 

Salerno 

Giampietro 

325 

Lari  no 

Campobas. 

Magliano 

284 

Montefiascone 

Roma 

Guglielmi 

226 

Lecce 

Lecce 

Fazzi 

285 

Montegiorgio 

Ascoli    Pi- 

?27 Lecco 

Como 

Cer  menali 

ceno 

Falconi 

■s  Legnago 

Verona 

Maraiui 

286,MonteleoneCa- 

.:.}  Lendiuaia 

Rovigo 

^glia 

1     labro 

Catanzaro 

Lombardi  N. 

•2M  Leno    . 

Brescia 

Fruconi 

287 1  Montepulciano 

Siena 

Strr  orchi 

231  Levante 

Genova 

Fiamhevti 

238  Montesarchio 

Benevento  Bianchi  L. 

332  Licata 

Girgenti 

La  Lumia 

2S9  Montevarchi 

Arezzo 

Frisoni 

333  Livorno  I 

Livorno 

Cdssuto 

290  Monza 

Milano 

Nava  C. 

834  Livorno  II 

Livorno 

Orlan  lo  S. 

291|Moitara 

Pavia 

C'ignoni 

235  Lodi 

Milano 

Carciahima 

2ii2  Muio  Lucano 

Potenza 

Nitti 

236  Lonato 

Brescia 

Da  Como 

293  j  Napoli  I 

Napoli 

Porzio 

237  Lonigo 

Vicenza 

Giovanelli  A. 

294 

Napoli  II 

Napoli 

Cucca 

238!  Lucca 

Lucca 

Fu  mini 

295 

Napoli  III 

Napoli 

Arìotta 

239:  Lucerà 

Foggia 

Salandra 

296 

Napoli  IV 

Napoli 

Girardi 

240  Lugo 

Ravenna 

297 

Napoli  V 

Napoli 

Allobel/i 

24l|Mace:ata 

Macerata 

Bianchini 

298 

Napoli  VI 

Napoli 

Labriola 

342 

Macomer 

Cagliari 

Congiu 

299 

Napoli  VII 

Napoli 

Gnrg'uo 

243 

Maglie 

Lecce 

Tamhorino 

300 

Napoli  Vili 

Napoli 

Ciro  >t  ti 

IH 

Manduria 

Lecce 

Grassi 

301 

Napoli  IX 

Napoli 

Di  Campolatt  x- 

}  5  Manfredonia 

Foggia 

Am'ccirelli 

roCapom  zza 

;  l'i  Mantova 

Mantova 

Scalori 

302 

Napoli  X 

Napoli 

Lucci 

tT  Marostica 

Vicenza 

honncnssa 

303 

Napoli  XI 

Napoli 

Rodino 

is  Marsala 

Trapani 

Pi j)  itone 

304 

Napoli  XH 

Napoli 

Aiinolfl 

r.t  Martinengo 

Bergamo 

Biiiagìio 

305;  Naso 

Messina 

Farand i 

o' Massa 

Massa  Car- 

306 Nicastro 

Catanzaro 

heyfda 

rara 

Chiesa  E. 

307 

Nicosia 

Catania 

La  Via 

251 'Mate -a 

Potenza 

De  Ruggieri 

303 

Nizza  Monferr. 

Alessand. 

Buccelli 

252  Melegnano 

Milano 

Valvassori 

309 

Nocera    Infe- 

253Ì Melfi 

Potenza 



riore 

Salerno 

Dmtiee 

954 

Melito  Porto 

Reggio  Ca- 

310 

Nola 

Caserta 

Dilla  Pietra 

Salvo 

labria 

Larizza 

31f 

Noto 

Siracusa 

Bruno 

-.5 

Menaggio 

Como 

Rubini 

312 

Novara 

Novara 

Gambaro'ta 

>tj  Mercato  Sanse- 

313 

Novi  Ligure 

Alessan- 

verino 

Salerno 



,  • 

,    dria 

Delle  Pian» 

„  .7  Messina  I 

Messina 

Tottauo 

314  Nuoro     , 

Sassari 

Dorè 

258  Messina  II 

Messina 

Monde  l» 

3 151  Oderzo 

Treviso 

Lnzzafi 

259'Milano  I 

Milano 

Dì  Capitemi 

3:6.01eggio 

Novara 

Varzi 

260  Milano  II 

Milano 

Aune'li 

317  Oncglia 

PortoMau- 

261  Milano  III 

Milano 

Maffi  li 

rizio 

Arnesi 

262  Milano  IV 

Milano 

(iasparotto 

318  Oristano 

Cagliari 

Porcina 

263  Milano  V 

Milano 

Turati 

319jOrtona 

Chieti 

Tedesco 

■■1  Milano  VI 

Milano 

Cipriani 

320  Orvieto 

Perugia 



.  .  Milazzo 

Messina 

Paratore 

321  Osimo 

Ancona 

Soderini 

0  Militello  in  Val 

322|Ostiglia 

Mantova 

fionoini  L 

1     di  Catania 

Catania 

Cirmeni 

323  Ostuni 

Lecce 

Di  F.  asso- Den- 

".7 Minervino 

tice 

!     Murge 

Bari 

Co'ugno 

324 

Oviglio 

Alessand. 

Sdorati 

268  MirabeilaEcla- 

Avellino 

Petrillo 

325 

Ozleri 

Sassari 

Pais-Serra 

369  Mirandola  [no 

Modena 

Agnini 

326  Padova 

Padova 

Alessio  G. 

270  Mirano 

Venezia 

Fos  ari 

327 

Palata 

Campobas. 

Leone 

271  Mlstretta 

Messina 

Di  Giogio 

328 

Palermo  I 

Palermo 

Di  Stffano-Na- 

272  Modena 

Modena 

Ni  iva  O. 

polifani 

::T.{  Modica 

Siracusa 

R  zzone 

329 

Palermo  II 

Palermo 

Re  stivo 

't 

Modugno 

Bari 

Abbruzzese 

330 

Palermo  III 

Palermo 

Barbera 

IGO 


-2 

^' 

:: 

COLLEGIO 

« 

COLLEGIO 

i 

ELETTOBALE 

PBOVINCIA 

DEPUTATO 

• 

B 

ELETTORALE 

PROVINCIA 

DEPUTATO 

331 

Palermo  IV 

Palermo 

Tasca 

383 

ReggioCalabr.» 

Reggio  C. 

Camagna 

332'Pallanza 

Novara 

Beltrami 

384' 

Reggio  Emilia 

Reggio  E. 

Pra»i^  o'ini 

333 

Palmanova 

Udine 

Hers^hel 

385; 

Rho 

Milano  [so 

Meda 

334 

Palmi 

Reggio  Ca- 

386 

Riccia 

Campobas- 

Spetrlno 

labria 

Nunziante 

387 

Rieti 

Perugia 

Sondati  Tibiirzi 

335 

Paola 

Cosenza 

Pizzinì 

388 

Rimini 

Forlì 

Facchinetti 

336 

Parma  I 

Parma 

De  Amóri 

389  Rocca  San  Ca- 

337 

Parma  lE 

Parma 

AlherteVi 

sciano 

Firenze 

Beri 

338 

Partiiiico 

Palei-mo 

Orlando  r.  E. 

390 

Rogliano 

Cosenza 

Fera 

339 

Paterno 

Catania 

Macchi 

391 

Roma  I 

Roma 

Feilerzoni 

340 

Patti 

Messina 

Sciacca  Giardl- 

392 

Roma  II 

Roma 

B  ssolati 

341 

Pavia 

Pavia 

Rampoldi     \fia 

393 

Roma  III 

Roma 



342 

PavullonelFri- 

394 

Roma  IV 

Roma 

'M-d'ici  L. 

gnano 

Modena 

Gali  ini 

395 

Éoma  V 

Roma 

Birzilai 

343 

Penne 

Teramo 

Tinozzi 

396 

Rossano 

Cosenza 

JoeU 

344 

Perugia  I 

Perugia 

GallengaSlitart 

397 

Rovigo 

Rovigo 

Beghi 

345 

Perugia  II 

Perugia 

Innamorati 

398 

SalaCousilina 

Salerno 

Cam  ra 

346 

Pesaro 

Pesaro  e 

399 

Salerno 

Salerno 

De  Marinis 

Urbino 

MontiGuarneri 

400 

Salò 

Brescia 

Betumi 

347 

Pescarolo      e 

401 

Saluzzo 

Cuneo 

Di  Saluìzo  M. 

Uniti 

Cremona 

Berlesi 

402 

S.  Bartolomeo 

348 

Pescia 

Lucca 

Martini 

in  Galdo 

Benevento 

Bianchi  V. 

349 

Pescina 

Aquila 

Sipari  E. 

403 

San  Benedetto 

350 

Petralia    Sot- 

del Tronto 

Ascoli    Pi- 

tana 

Palermo 

Bossi  E. 

ceno 

Duri 

351 

Piacenza 

Piacenza 

Raineri 

404 

San  Biagio   in 

352 

Piazza    Arme- 

Callalta 

Treviso 

Cicogna 

rina 

Caltaniss. 

Ciancio 

405 

SanCascianoin 

353 

Piedimonte 

Val  di  Pesa 

Firenze 

Sonnino 

d'Alife 

Caserta 

Mtrisani 

406 

SanDanieledel 

354 

Pietrasanta 

Lucca 

Montauii 

Friuli 

Udine 

Di  Caporiac-o 

355 

Pieve    di    Ca- 

407 

San    Demetrio 

dore 

Belluno 

Loero 

ne'Vestini 

Aquila 

Cappelli 

356 

Pinerolo 

Torino 

Facta 

408 

SanGiovanniin 

357 

Piove  di  Sacco 

Padova 

Romanin  Jucur 

Persiceto 

Bologna 

Ferri  G. 

358 

Pisa 

Pisa 

Queiroln 

409 

San  Miniato 

Firenze 



359 

Pistoia  I 

Firenze 

Casciani 

410 

San  Nazzaro 

360 

Pistoia  H 

Firenze 

Morelli  -  Guai- 
tierotti 

411 

de'Burgondi 
San    Nicandro 

Pavia 

Cabrini 

361 

Poggio  Mirteto 

Perugia 

Amici  G. 

Garganico 

Foggia 

Zaccagniiio 

362 

Pontassieve 

Firenze 

Relini 

412 

S.Pier  d'Alena 

Genova 

363 

Pontecorvo 

Caserta 

Lucernari 

413 

San  Remo 

PortoMau- 

364 

Pontedecimo 

Genova 

Harodi 

rizio 

Rui  mondo 

365 

Pontedera    - 

Pisa 

Toscanelli 

414 

San     Severino 

366 

Pontremoli 

Massa    e 

Marche 

Macerata 

Ciappi 

Carrara 

Cimati 

415 

San  Severo 

Foggia 

Fraccacreta 

367 

Popoli 

Aquila 

Camerini 

416 

SantaMariaCa- 

368 

Pordenone 

Udine 

Chiaradia 

pua  Vetere 

Caserta 

Morelli  E. 

369 

Portogruaro 

Venezia 

Sindrini  A, 

417 

Sant'  Angelo 

370 

Portomaggiore 

Ferrara 

Cavallai  i 

de'Lombardi 

Avellino 

Ruspoli  C. 

371 

Porto  Maurizio 

PortoMau- 

418 

Sant'Arcangelo 

rizio 

Nuvoloni 

di  Romagna 

Forlì 

Di  Bagno 

372 

Potenza 

Potenza 

Grippo 

419 

Saiithià 

Novara 

Savio 

373 

Pozzuoli 

Napoli 

Scialoia  A. 

420 

San  Vito  al  Ta- 

374 

Prato    in    To- 

gliamento 

Udine 

Rota  F. 

scana 

Firenze 

Angiolini 

421 

Sassari 

Sassari 

Abozzi 

375 

Prizzi 

Palermo 

422 

Sassuolo 

Modena 

Vicini 



423 

Savigliano 

Cuneo 

Milano  F. 

376 

Ragusa    Supe- 

424 

Savona 

Genova 

Astengo 

riore 

Siracusa 

Cartia 

425 

Scansano 

Grosseto 

dacci 

377 

Rapallo 

Genova 

Cavagnari 

426 

Schio 

Vicenza 

Rossi  G. 

378 

Ravenna  I 

Ravenna 

Pirolini 

427 

Sciacea 

Girgenti 

Abisso  A. 

379 

Ravenna  II 

Ravenna 

Maz  zolani 

428 

Senigallia 

Ancona 

Berlini 

380 

Recanati 

Macerata 

Ricci 

429 

Serradifalco 

Caltanis- 

381 

Recco 

Genova 

setta 

Di  Scalea 

382 

Regalbuto 

Catania 

Rindone 

430 

Serramauna 

Cagliari 

Cao-Pinnof 

IGl  — 


- 1 

■E 

I» 

COLLKOIO 

• 

COLLEGIO 

1 

ELETTORALI 

PROVINCIA 

DEl'UTATO 

H 

A,ETTORALK 

PROVINCIA 

DEPUTATO 

431 

Serra  S.  Bruno 

Catanzaro 

Di  Fran'-ia  L. 

471 

Treviso 

Treviso 

Appiani 

43-2 

Serrastretta 

Catanzaro 

Co'osimo 

472 

Tri  cari  CO 

Potenza 

Maturi 

433 

Sessa  Aurunca 

Caserta 

Mazzarella 

473 

Tricase 

Lecce 

Codacci-Pi  sa- 

434 

Siena 

Siena 

NufH 

nelli 

435 

Siracusa 

Siracusa 

G  (ir  'cà 

474 

Tropea 

Catanzaro 

La  russa 

436 

Solmona 

Aquila 

De  Amicis 

475 

Udine 

Udine 

Girard  ini 

437 

Sondrio 

Sondrio 

Marconi 

470 

Urbino 

Pesaro  e 

438 

Sora 

Caserta    . 

Simonculli 

Urbino 

Barelli 

439 

Soresina 

Cremona 

MijUoli 

477 

Val  d  agno 

Vicenza 

.Varsotto 

440 

Spezia 

Genova 

Ollandi  li  0. 

478 

Valenza 

Alessandr. 

brt  zzi 

441 

Spezzano  Gr.'"' 

Cosenza 

lierlintjieri 

479 

Vallo  della  Lu- 

442 

Spilimbergo 

Udine 

Ciriani 

cania 

Salerno 

Talamo 

443 

Spoleto 

Perù  ^'i  a 

Sch'inzer 

480 

Varano 

Novara 

Ctron 

444 

Stradella 

Pavia 

Montemai  tini 

481 

Varese 

Como 

Paola  A. 

445 

Subiaco 

Roma 

Ven  i 

48-2 

Vasto 

Chieti 

Ciccarone 

446 

Susa 

Torino 

Louvier 

483 

Velletri 

Roma 

Vtironi 

447|Taranto 

Lecce 



484 

Venezia  I 

Venezia 

Musatti 

448iTeano 

Caserta 

MiraheUi  E. 

435 

Venezia  II 

Venezia 

Marcello 

449 

Tempio  Pausa- 

486 

Venezia  III 

Venezia 

Fradelelto 

Dia 

Sassari 

Pula 

487 

Verbicaro 

Cosenza 

Amato 

450 

Teramo 

Teramo    • 

(  el  i  <?. 

488 

Vercelli 

Novara 

Cuijiiolio 

451 

Termini    Ime- 

489 

Vergato 

Bologna 

Bava 

rese 

Palermo 

AgujUi 

490 

Verolanuova 

Brescia 

Longinofti 

452 

Terni 

Perugia 

Faus  ini 

491 

Verona  I 

Verona 

To  iesrhini 

453 

Terranova     di 

Caltanis- 

Pasqualino- 

492 

Verona  II 

Verona 

Bossi  L. 

Sicilia 

setta 

1  ansallo 

493 

Verrès 

Torino 

454 

Thiene 

Vicenza 

Eoi 

494 

Vicenza 

Vicenza 

Te^ò 

455 

Tirano 

Sondrio 

Credaro 

495 

Vicopisano 

Pisa 

Sii/h  eri 

456 

Tivoli 

Roma 

Baccelli  A. 

496 

Vigevano 

Pavia 

De  Giovanni 

457 

Todi 

Perugia 

Ciuffelli 

497 

Vignale 

Alessan- 

458JTolme7,zo 

Udine 

Ooì-tani 

dria 

Viyna 

459 

Torchiara 

Salerno 

Torve 

498 

Vigono 

Torino 

G''"Sso-''ampf- 

460 

Torino  | 

Torino 

D  ctieo 

499 

Vigenza 

Padova 

Manzoni       [na 

461 

Torino  H 

Torino 

Mory^iri 

500 

Villadeati 

Alessan- 

462 

Torino  III 

Torino 

Casa  ini 

dria 

Borsarelli 

463ÌTorino  IV 

Torino 

beiione 

501 

ViUan.  d'Asti 

Alessan- 

464 Torino  V 

Torino 

Giordano 

dria 

Gazdli 

465  Torre    Annun- 

502 

Vimercate 

Milano 

Borromen 

ziata 

Napoli 

Sandulli 

503 

Viterbo 

Roma 

Canevari 

4G6  Tortona 

Alessandr. 

Bertarelli 

604 

Vittorio 

Treviso 



467 

Trapani 

Trapani 

Nasi 

605 

Voghera 

Pavia 

Negrotto-Cain- 

468 

Tregna;,'0 

Verona 

Danieli 

biiiso 

469 

Trescore    Bal- 

506 

Volterra 

Pisa 

Ginori-Conti 

nearlo 

Bergamo 

Suardi 

507 

Voltri 

GenovA 

Tassar  a 

470'TrevigUo 

Bergamo 

Cameroni 

508 

Zogno 

Bergamo 

Bellotti 

(Stampalo  il  20  aeHembre  1916), 


AsGoléine  Rmer 


comprèsse 


Piccole  dosi  -  Grandi  effetti 

Convalescenza 
linfatismo 

adeniti 
anemia 


1G2 


Parlamento  Italiano 

Indicazione  delle  Legislature,  delle  Sessioni  e  del  numero  delle  Sedute  pubbliche 

dal  1848  al  1916. 


SESSIONI 

DURATA  D' OGNI  SESSIONE 

NUMERO  DELLE  SEDUTE 

lECISLÀTURK 

del  SeoaU 

dellsC&nierB 

del  Repo 

dei  Depatftti 

I 
1848 

II 
1849 

III 
1849 

IV 
1849-53 

Unica 

1848 

Dall' 8  maggio  al  30  dicembre  1848. 

39 

122 

Unica 

1849 

Dal  1»  febbraio  al  30  marzo  1849. 

21 

61 

Unica 

1849 

Dal  30  luglio  al  20  novembre  1819. 

36 

87 

Prima 

1849-50 

Dal  20  dicemb.  1849  al  19  novemb.  1850. 

72 

178 

— 

Seconda 

1850-52 

Dal  23  novemb.  1850  al  27  febbraio  1852. 

135 

244 

V 
1854-57 

Terza 

1852-53 

Dal  4  marzo  1852  al  21  novembre  1853. 

96 

259 

Prima 

1853-54 

Dal  19  dicemb.  1853  al  20  maggio  1855. 

97 

207 

_ 

Seconda 

1855-56 

Dal  12  novemb.  1855  al  16  giugno  1856. 

45 

125 

VI 
1857-59 

Terza 

1857 

Dal  7  gennaio  al  16  luglio  1857. 

2 

145 

Pfima 

1857-58 

Dal  14  dicembre  1857  al  14  luglio  1858. 

38 

127 

VII 

1860 

Seconda 

1859 

Dal  10  gennaio  al  30  aprile  1859. 

24 

50 

Unica 

1860 

Dal  2  aprile  al  28  dicembre  1860. 

3. 

73 

VIII 

1861-65 

Prima 

1861-62 

Dal  18  febbraio  1861  al  21  maggio  1863. 

229 

407 

IX 

1865-67 

Seconda 

1863-65 

Dal  25  maggio  1863  al  16  maggio  1865. 

223 

262 

Prima 

1865-66 

Dal  18  novemb.  1865  al  30  ottobre  1866. 

47 

132 

X 

1867-70 

Seconda 

1866-67 

Dal  15  dicemb.  1856  al  13  febbraio  1867. 

6 

27 

Prima 

1867-69 

Dal  22  marzo  1857  al  14  agosto  1869. 

172 

463 

XI 

1870-74 

Seconda 

1869-70 

Dal  18  novemb.  1869  al  2  novemb.  1870. 

79 

154 

Prima 

1870-71 

Dal  5  dicembre  1870  al  5  novemb.  1871. 

73 

131 

_ 

Seconda 

1871-73 

Dal  27  novemb.  1871  al  19  ottobre  18^3. 

146 

290 

XII 
1874-76 

Terza 

1873-74 

Dal  15  novemb.  1873  al  20  settemb.  1874. 

51 

142 

Prima 

1874-75 

Dal  23  novemb.  1874  al  21  febbraio  1876. 

97 

170 

Seconda 

1876 

Dal  6  marzo  al  3  ottobre  1876. 

36 

73 

XIII 

1876-80 

Prima 

1876-77 

Dal  20  novemb.  1876  al  23  gennaio  1878. 

96 

168 

_ 

Seconda 

1878-80 

Dal  7  marzo  1878  al  1»  febbraio  ISSO. 

146 

302 

■'  _ 

Terza 

1880 

Dal  17  febbraio  al  2  maggio  1880. 

23 

56 

XIV 

1880-82 

XV 
1882-86 

Unica 

1880-82 

Dal  26  maggio  1880  al  25  settembre  1882. 

149 

395,, 

Unica 

1882-86 

Dal  12  novembre  1882  al  27  aprile  1886. 

211 

586 

XVI 

1886-90 

Prima 

1886-87 

Dal  10  giugno  1886  al  4  settembre  1887. 

80 

145 

_ 

Seconda 

1887-89 

Dal  16  novembre  1887  al  4  gennaio  1889. 

124 

216 

_ 

Terza 

1889 

Dal  28  gennaio  al  20  luglio  1889. 

45 

112 

_ 

Quarta 

1889-90 

Dal  25  novembre  1889  al  3  agosto  1890. 

63 

158 

XVII 

1890-92 

Unica 

1890-92 

Dal  23  novembre  1890  al  27  settem.  1892. 

110 

245 

XVIII 

1892-94 

Prima 

1892-94 

Dal  23  novembre  1892  al  23  luglio  1894. 

142 

307 

_ 

Seconda 

1894-95 

Dal  3  dicembre  1894  al  13  gennaio  1895. 

5 

11 

XIX 

1895-97 
XX 

1897-1900 

Unica 

.1^-^. 

^Dàl^]  élà^»o  1895  al  3  marzo  1897. 

124 

232 

Prima 

1897-98 

Dal  5  .aprile  1897  al  12  luglio  1898. 

114 

187 

Seconda 

1898-99 

Dal  16  novembre  1898  al  30  giugno  1899. 

6?„ 

i,  113 

_ 

Terza 

1899-900 

Dal  14  novembre  1899  al  17  maggio  1900. 

64 

. 'y9 

XXI 

1900-li)01 

Prima 

1900-902 

Dal  IG  giugno  1900  al  22  dicembre  1301. 

13S 

194 

Seconda 

1902-904 

Dal  20  febbraio  19U2  ul  18  ottobre  1904. 

194 

398 

-  ir,3  - 


LEGISLA- 
TURE 

DURATA  D'OGNI  SESSIONE 

NUM,  DELLE  SiOOÌi 

SE3SI0NI 

del  SriBif 

ddliCueri 

del  Betni 

dei  fiepntill 

XXII 

1904-1909 

Unica 

1904-909 

Dal  30  novembre  1904  all' 8  febbraio  1909 

287 

673 

XXIII 

1909-1918 

Unica 

1909-913 

Dal  24  marzo  1909  al  29  settembre  1913 

337 

687 

XXIV 

1913- 

Prima 

1913-. . . 

Dal  27  novembre  1913  al 

_ 

Ministeri  dal  1848  al  1916. 


Balbo,  presilente  del  Consiglio  dei  Miniatri 
fdal  16  marzo  al  27  luglio  1848)  ;  Ricci  Y,  in- 
terno-; Pareto,  esteri;  Di  Revel  O.,  finanze; 
Des  Ambrois,  lavori  pubblici  ;  Sclopis,  «/'-a^ia 
e  giustizia;  Boncompagnl,  istruzione  pubblica; 
Franzini,  guerra  e  marina. 

Casati,  presidente  del  Consiglio  dei  Minis'ri 
(dal  27  luglio  al  15  agosto  1848);  Gioberti, 
Ministro  sema  portafogli  ;  Moffa  di  Lisio,  Mi- 
nistro I  esiliente  presso  S.  M.  al  campo;  Piazza, 
inter'io;  Pareto,  esteri;  Ricci  V.,  finirne;  Pa- 
leocapa, lavori  pubb'ici;  Gioia,  grazia  e  giu- 
stizia; Rattazzi,  GioherU.  istruzione  pubb'ìca; 
CoUegno,  guerra  e  marina;  Durinl,  Rattazzi, 
agrioltura. 

Alfieri,  presidente  del  Consiglio  dei  M  nistri 
(dal  15  agosto  all' 11  ottobre  1848,  surrogato 
da  Perrone  sino  al  16  dicembre  1848);  Colla, 
Mi'iis'ro  s-'nza  p>rtafi)gli;  Regis,  Ministro  re- 
sidtnte  pi  esso  S.  M.  al  campì;  Pinelli,  interno; 
Perrone,  esteri;  Di  Revel  O.,  finanze;  Santa 
Rosa,  lavori  pubblici;  Merlo,  gr'(zia  e  giusti- 
zia; Merlo,  BoncoTnjia.gnì,  istru.ione  pubblica  ; 
Franzini,  Dabormida,  La  Marmerà,  g'ierra  e 
marina;  Alfieri  int.,  Santa  Rosa  in!.,  Torelli, 
agrico/fura. 

Gioberti,  presidente  del  Consiglio  dei  Mini- 
stri (dal  10  dicembre  1848  al  21  febbraio  1849, 
surrogato  da  Chiodo  sino  al  27  marzo  1849) 
Sineo,  Rattazzi,  interno;  Gioberti,  Colli,  De- 
ferrari,  esteri;  Ricci  V.,  finanze;  Tecchio  se- 
niore, lavori  pubblici;  Rattazzi,  Sineo,  grazia 
«  giustizia;  Cadorna  C,  istruzione  pubblica; 
De  Sonnaz,  La  Marmora,  Chiodo,  guerra; 
BufTa,  iigrirollura. 

Delaunay,  presidente  del  Consiglio  dei  Mi- 
nis'ri (dal  27  marzo  al  7  maggio  1849,  sun-o- 
gato  da  D'Azeglio  sino  al  21  maggio  1852); 
Gioberti,  Ministro  sen.a  ptrlafugli ;  Pinel,li, 
Galvagno,  Pernati,  l'i^  rno;  Delaunay,  D'Aze- 
glio, esteti;  Nigra,  Cavour,  finanze;  Galvagno, 
Santa  Rosa  int..  Paleocapa,  larari  pubblici; 
Cristiani,  De  Margherita,  Siccardi,  Galvagno 
int..  Deforesta,  Galvagno,  grazia  e  giustizia; 
Gioberti  int.,  Mameli,  Gioia,  Farini  L.  C,  is'iu- 
tione  pu'iblica;  Dabormida,  Della  Rocca,  Bava, 
La  Marmora,  guerra  e  ma  rimi  (\);  GaIvan;no, 
Mathieu,  Santa  Rosa,  Cavour,  ugricoUuià. 


D'Azeglio,  presidente  del  Consiglio  dei  Mi' 
nistri  (dal  21  maggio  al  4  novembre  1852); 
Pernati,  interno;  D'Azeglio,  esteri;  Cibrario, 
finanze;  Paleocapa,  lavori  pubblici;  Boncom- 
pagnl, grazia  e  giustizia;  Boncompagnl  regr^r,, 
isttuzione  pubblica;  La  Marmora,  guerra  e 
marii.a.(\) 

Cavour,  p  esidente  del  Consiglio  dei  Ministri 
(dal  4  novembre  1852  al  1°  maggio  1855); 
Ponza  di  San  Martino,  Rattazzi  regg,,  interno; 
Dabormida,  Cavour,  es  eri;  Cavour,  finanze; 
Paleocapa,  lavori  pubblici  ;  Boncompagui,  Rat- 
tazzi, gì  ozia  e  giustizia;  Cibrario,  istruzione 
pubblica;  La  Marmora,  Durando,  guerra  e 
marina. 

Cavour,  p  esidente  del  Consiglio  dei  Ministri 
(dal  4  maggio  1855  al  19  luglio  1859);  Paleo- 
capa, ministro  senza  portafogli;  Rattazzi,  Ca- 
vour, m/fr/io;  Cibrario,  Cavour,  esteri;  Cavour, 
Lanza,  finanze;  Paleocapa,  Bona,  lavori  pub- 
blici; De(orestSL,  grazia  e  giustizia  ;  Lanza,  Ca- 
dorna, istruzione  pubblica  ;  Durando,  La  Mar- 
mora,  guerra  e  m trina. 

La  Marmora,  presidente  del  Cons'glio  dei 
Ministri  (dal  19  luglio  1859  al  21  gennaio  1860); 
Rattazzi,  »»t<«>r«f>;  Dabormida,  e.v/e/»/  Oytana, 
finanze;  Monticelli,  lavi  ri  puiii>lici;  Miglietti, 
grazia  e  giustizia;  Casati,  istruzione  pubblica; 
La  Marmora,  guerra  e  marina. 

Cavour,  presidente  del  ConS'glio  dei  Mini- 
stri (dal  21  gennaio  1800  al  6  giugno  1861); 
Corsi,  Niutta,  Ministri  s  nzn  portafogli;  Ca- 
vour regg.,  Farini  L.  C,  Minghetti,  interno; 
Cavour,  es'eri-  Vegezzi,  Bastogi,  finanze;  3a.- 
Cini,  Terazzì,  lavori  pubblici;  Cassinis,  g^/aaia 
e  gius'izia;  Mamiani,  De  Sanctis,  is  ruzione 
pubblica;  Fanti,  guerra;  Cavour,  marina; 
Corsi,  Natoli,  agricoHura. 

Ricasoll,  presidente  del  Consiglio  dei  Mini- 
stri (dal  12  giugno  1861  al  3  marzo  1862); 
Minghetti,  Ricasoli,  interno;  Ricasoli,  esteri; 
Ba.'itog'ì,  finanze;  Pcrtizzi,  lavori  pu'ibliri ;  Mi- 
glietti, grazia  e  giustizia;  De  Sanctis,  istru- 
zione pubblica;  Ricasoli  regg.,  Della  Rovere, 
guerra;  Monabrea.  mari/  a,  Cordova,  agrico't. 

Rattazzi,  presidente  del  C<msiglio  éei  Mi- 
nistri (dui  3  marzo  aU'8  dicemb.  1862);  Poggi, 
Min'stro  senza  portafoj'io;  R:\t,t;izzi,  interno; 
Rattazzi.  Durando,  esteri;  Sella, /lrta/<*«;  Do- 


(1)  Il  MiulMtcro  della  marina  rimase  unito 
con  (|UeIlu  dflla  gnt-rrik  fino  al  1116»,  trann»»  il 
temilo  dall' Il  otlolirc  U).'))  al  21>  \\m,iiiu*  W-i, 
durante  il  quale  fu  iinuesHo  al  Mini.sten)  lUd- 
l'agri<-<>Uura,  luduatria  e  commercio,  e  pul  delle 
Uuauze. 


(1)  Il  Mlulatt'ro  d'agricoltura,  industria  e 
commercio,  crcnto  il  II  ngoslt»  liHT,  fu  sopiuesuo 
il  Iti  iVl.hniio  VXsì,  licostiluito  il  12  luglio  llMW 
t"  uuovaMenL»'»iii>n'88o,  beuih<-  pt-r  pm  hi  mesi, 
a  lò  dicembre  lii77. 


^  164 


pretls,  lavori  pubblici;  Cordova.,  ConforU,  gra- 
zia e  gius'izia;  Mancini,  Matteucci,  istruzione 
pubblica;  Vetìtiì.,  guerra  ;  Di  Persane,  marina; 
Pepoli,  agiicoltura. 

FtLTÌnì,  presidente  del  Consiglio  dei  Ministri 
(dall'8  dicembre  1862  al  24  marzo  1863);  Pe- 
ruzzl,  interno;  Pasolini,  esteri;  Minghetti,  fi- 
nanze; Menabrea,  lavori  pubbliri;  Pisanelli, 
Amari,  istruzione  pubblica;  Della  Rovere,  g^wer- 
ra;  Ricci  G.,  Di  Negro,  Menabrea  int.,  ma- 
rina; Manna,  agricoltura. 

Minghetti,  presidente  del  Consiglio  dei  Mi- 
nistri (dal  24  marzo  1863  al  28  settemb.  1864); 
Peruzzi,  interno  ;  Visconti- Venosta,  esteri  ; 
Minghetti,  finanze;  Menabrea,  lavori  pubblici  ; 
Pisanelli,  grazia  e  giustizia;  Amari,  istruzione 
pubblica;  Della  Rovere,  guerra;  Menabrea  int., 
Cugia,  marina;  Manna,  agricoltura. 

La  IVIarmora,  presidente  del  Consiglio  dei 
Ministri  (dal  28  settembre  1864  al  31  dicem- 
bre 1865);  Lanza,  Natoli  int.,  Chiaves,  inter- 
no; La  Marmerà,  esieri;  Sella,  finanze;  Jacini, 
lavori  pubblici;  Vacca,  Cortese,  grazia  e  giu- 
stizia; Natoli,  istruzione  pubblica  ;  Petiiti,  guer- 
ra; La  Marmora  regg.,  Angioletti,  marina; 
Torelli,  agriro'tura. 

La  Marmora,  presidente  del  Consiglio  dei  Mi- 
nistri (dal  31  dicembre  1865  al  20  giugno  1866); 
Chiaves,  Ministro  senza  p  'ri  a  fogli/;  La  Mar- 
mora,  interno;  Scialoia,  esteri;  Jacini,  lavori 
pubblici;  De  Falco,  grazia  e  giustizia;  Bqrti, 
istruzione  pubblica;  Di  Pettinengo,  guerra; 
Angioletti,  marina;  Berti  regg.,  agricoltura. 

RicaSOli,  presidente  d'I  Consiglio  dei  Mi- 
nistri (dal  20  giugno  1866  al  10  aprile  1867); 
La  Marmora,  Min  stro  senza  portafcgli;  Ri- 
casoli,  interno;  Ricasoli  int.,  Visconti- Veno- 
sta, esteri;  Scialoia,  Depretis,  finanze;  Jacini, 
De  Vincenzi,  lavori  pubblici;  Borgatti,  Rica- 
soli  int.,  Cordova  regg.,  grazia  e  giustizili; 
Berti,  Coi-renti,  istruzione  pubblica;  DI  Pet- 
tinengo, Cugia,  guerra;  Depretis,  Biancheri, 
marina;  Cordova,  agricoltura. 

Rattazzi,  presidente  del  Consiglio  dei  Mini- 
stri (dal  10  aprile  al  27  ottobre  1867):  Rat- 
tazzi, interno;  Di  Campello,  esteri;  Ferrara, 
Rattazzi  regg.,  finanze;  Gìo\&\\o\&,  lavori  pub- 
blici; Tecchio  sen.,  grazia  e  gius'izia;  Cep- 
pino, istruzione  pubblica;  Di  Revel  I.,  guerra; 
Pescetto,  marina;  De  Blasiis,  agricoltura. 

Menabrea,  presidente  del  Consiglio  dei  Mi- 
nistri (dal  27  ottobre  1867  al  5  gennaio  1868); 
Gualterio,  interno;  Menabrea,  esteri;  Cam- 
bray-Digny,  finanze;  Cantelli,  lavori  pubblici; 
Mari,  grazia  e  giustizia;  Broglio,  istruzione 
pubblica;  Bertolè-Viale,  guen  a;  Menabrea  reg- 
gente; Provana,  mariMa;  Cambray-Digny  tM<., 
Broglio  regg.,  agricoltura. 

Menabrea,  presidente  del  Consiglio  dei  Mi- 
nistri (dal  5  gennaio  1868  al  13  maggio,  1869); 
Cadorna,  Cantelli,  interno;  Menabrea,  esteri; 
Cambray-Digny,  finanze;  Cantelli,  Pasini,  la- 
vori pubblici;  De  Filippo,  grazia  e  ginstizia; 
Broglio,  istruzione  pubblica  ;  Bertolè-Viale, 
guerra;  Riboty,  maiina;  Broglio  regg.,  Cic- 
cone,  agricoHura. 

Menabrea,  presidente  del  Consiglio  dei  Mi- 
nistri (dal  13  maggio  al  fi  dicembre  1869); 
Ferraris.  Di  Radiiii,  interno;  Menabrea,  esteri; 
Cambray-Digny.  finanze;  Mordini,  lavori  pub- 
ll'ci ;  De  Filippo,  Pironti,  Vigliani,  grazia  e 
giustizia;  Bargoni,   istruzione  pubblica;   Ber- 


tolè-Viale, guèrra;  Riboty,  tnarina;  Minghetti, 
agricoltura. 

Lanza.  presidente  del  Consiglio  dei  Ministri 
(dal  14  dicembre  1869  al  9  luglio  1873);  Lanza, 
interno;  Yisconti-Yenosta,,  esteri;  Sella,  finan- 
ze; Gadda,  De  Vincenzi,  lavori  pubblici  ;  Raeli, 
De  Falco,  grazia  e  giustizia;  Correnti,  Sella 
regg.,  Scialoia,  istruzione  pubblica;  Govone,  Ri- 
cotti, guerra;  Castagnola  re^r^.,  Acton  G.,  Ri- 
boty, marina;  Castagnola,  agricoltura. 

Minglietti,  presidente  del  Consiglio  dei  Mi- 
nistri (dal  10  luglio  1873  al  18  marzo  1876); 
Cantelli,  interno;  Visconti-Venosta,  esteri;  Min- 
ghetti, /ìnan^e;  Spaventa,  lavori  pubblici  ;  Yi- 
gliani,  grazia  e  giustizia;  Scialoia,  Cantelli  reg- 
gente. Bonghi,  istruzione  pubblica;  Ricotti, firu«r- 
ra;  Di  Saint-Bon,  marina;  Finali,  agricoltura. 

Depretis,  presidente  del  Consiglio  dei  Mini- 
stri (dal  25  marzo  1876  al  25  dicembre  ;1877)  ; 
Nicotera,  interno;  Melegarl,  esteri;  Depretis, 
finanze;  Zanardelli,  Depretis  int.,  lavori  pub- 
blici; Mancini,  grazia  e  giustizia;  Ceppino, 
istruzione  pubblica;  Mezzacapo,  .^r^erro;  Brin, 
marina;  Majorana-Calatabiano,  agricoltura. 

Depretis,  presiden'e  del  Consiglio  dei  Mini- 
stri (dal  26  dicembre  1877  al  23  marzo  1878); 
Crispi,  Depretis  int.,  interno;  Depretis,  esteri; 
Magliani,  finanze;  Bargoni,  tesoroil);  Perez, 
lavori  pubblici;  Mancini,  grazia  e  giustizia; 
Ceppino,  istruzione  pubblica  ;  Mezzacapo,  ^«er- 
ro ;  Brin,  marina. 

Cn'ìTOÌÌ,  presidente  del  Consiglio  dei  Ministri 
(dal  24  marzo  al  19  dicembre  1878);  Zanar- 
delli, interno;  Corti,  Caireli,  esteri;  Seismit- 
Doda,  finanze(1);  Seismit-Dpda  regg.,  tesoro; 
Baccarini,  lavori  pubblici;  Conforti,  grazia  e 
giustizia;  De  Sanctis,  istruz.  pubblica;  Bruzzo, 
Bonelli,  guerra;  Di  Brocchetti,  Brin,  marina; 
Gairoìi  regg. ,  Pessina,  agricolturaC^). 

Depretis,  piesidente  del  Consiglio  dei  Mi- 
nistri (dal  19  dicembre  1878  al  14  luglio  1879); 
Depretis,  interno;  Depretis  int.,  esteri;  Ma- 
gliani, finanze;  Magliani  regg.,  tesoro;  Mezza- 
notte, lavori  pubblici;  T&ja,m,  grazia  e  giusti- 
zia; Ceppino,  istruzione  pubblica;  Mazè  de  la 
Roche,  guerra;  Ferracciù,  marina;  Majorana- 
Calat.abiano,  agricoltura. 

Cairoti,  presidente  del  Consialio  dei  Ministri 
(dal  14  luglio  al  25  novembre  1879);  Villa, 
interno;  Caii-eli,  esteri;  Grimaldi,  finanze;  Gri- 
maldi regg.,  tesoro;  BAcca,rmi,larori pubblici; 
Vare,  grazia  t  giustizia;  Perez,  istruzione  pub- 
blica; BoneWi,  guerra  ;  Bonelli  re^^r.,  marina; 
Caireli  regg.,  agricoltura. 

Cairoli,  presidente  del  Consiglio  d^i  Ministri 
(dal  25  novembre  1879  al  29  maggio  1881); 
Depretis,  intano;  Cairoli,  cs^é-rt;  Magliani, /ì- 
nanze;  Magliani  regg.,  tesoro;  Baccarini,  lavori 
pubblici;  Villa,  grazia  e  giustizi  i  ;  De  Sanctis, 
Baccelli,  istruzione  pubblica;  Bonelli,  Milon, 
Ferrerò,  guerra;  Acton  F.,  marina;  Miceli, 
agricoltura. 


(1)  Con  decreto  26  dicembre  1877  veniva  isti- 
tuito il  Ministero  del  tesoro  e  soppresso  quello 
di  agricoltura,  industria  e  couimercio. 

(2)  Dal  21  marzo  1878  al  29  <n<iènibrè  1888  i 
Ministri  delle  finanze  furouo  incaricati  della 
reggenza  del  Ministero  del  tesoro. 

(3)  Con  legge  30  giugno  1878  fu  ricostituito 
il  Ministero  di  agricoltura,  industria  e  com- 
mercio. 


-  165  - 


Depretfs,  preaìdenté  d$l  Cnnsi'ilio  dei  Mini' 
(dal  JiJ  maggio  18MI  al  -lì  maggio  1883);  De- 
pretis,  intet-'io;  Mancini,  f$  eri;  Magliani,  fl- 
name  ;  Magliani,  regg,,  tesoro;  Baccarini,  la- 
vori pul'b  tei;  ZanardellI,  grazia  e  giustizia; 
Baccelli,  istruzione  pubbli<  a  ;  Ferrerò,  guerra; 
Acton  F.,  marina;  Berti,  agiiroìtura. 

DepretiS,  presidente  del  Consiglio  dei  Mini- 
atri (dal  20  maggio  1883  al  30  marzo  1884); 
DepretiS.  interno;  Mancini,  esteri;  Magliani, 
finanze;  Magliani  regg.,  tesoro;  Genala,  lavori 
pubblici;  Giannuzzi-Savelli,^ra^ia  e  gijts  izia; 
Baccelli,  istruzione  pi^bl ira;  Ferrerò,  guerra  ; 
Acton  F.,  Del  Santo,  marina;  Berti,  agricolt. 

DepretiS,  presidente  del  Consiglio  dei  Mini- 
siri (dal  30  marzo  1884  al  29  pugno  1885); 
DepretiS,  interno;  Mancini,  esteri;  Magliani, 
finanze;  Magliani  regg.,  tesiro;  Genala,  ^ai-'oH 
pubblici;  Ferraccia,  Pessina,  grazia  e  giusti- 
zia; Coppino,  istruzione  pubblica;  Ferrerò, 
Ricotti, ^wer/o;  Brin,  marina;  Grimaldi,  Agri- 
eiltura. 

DepretiS.  presidente  del  Consiglio  dei  M'ni- 
siri  (dal  29  giugno  1885  al  4  aprile  1887);  De- 
pretiS, interno;  DepretiS,  int..  Di  Robilant,  este- 
ri; Magliani,  finanze;  Magliani  regg.,  tesoro; 
Genala,  lavori  pubblici;  Tajani,  gniziit  e  giu- 
stizia; Coppino,  istruzione  pubblica;  Ricotti, 
guerra;  Brii),  marina;  Grimaldi,  agricoltura, 

DepretiS,  presidente  del  Consiglio  dei  Mini- 
stri (dal  4  aprile  al  29  luglio  1887):  Crispi, 
interno;  DepretiS,  Crispi  int.,  esteri;  Magliani, 
finanze;  Magliani  regg.,  tesoro;  Saracco,  larari 
pubblici;  Zanardelli,  grazia  e  giustizia;  Cop- 
pino, istruz.  pubblica;  Bertele- Viale,  guerra; 
Brin,  marina;  Grimaldi,  ag>icoìtu  a. 

Crispi,  presidente  del  Cons  gito  dei  Ministri 
(dal  7  agosto  1887  al  9  marzo  1889);  Crispi, 
Crispi  ini.,  esteri;  Magliani,  Grimaldi, /?/ia/»2«/ 
Magliani  int.  Perazzi,  tesoro;  Saracco,  latori 
pubblici;  Zanardelli,  grazia  e  giustizia;  Cop- 
pino, Boselli,  istruzione  pubblica;  Bertolè- 
Viale,  guerra;  Brin,  marina;  Grimaldi,  Mi- 
celi, iigricoltura. 

Crispi,  presidente  del  Consiglio  dei  Ministri 
(dal  9  marzo  1889  al  6  febbraio  1891):  Crispi, 
i'it.,  interno;  Crispi  int.,  esteri;  Seismit  Doda, 
Giolitti  rcjgr^r.,  Grimaldi,  finame ;' {ìiolitti,  Gri- 
maldi int,;  tesoro;  Finali,  lavori  pubblici;  La- 
cava,  poste  e  telegrifi;W  Zanardelli,  grazia  e 
giui'zia  ;  Boselli,  istruzione  pubblica  ;  Bertolè- 
Viale.  Brin,  marina;  Miceli,  agricolltira. 

Di  Budini,  presidente  del  Consiglio  dei  Mi- 
nistri (dal  6  febbraio  1891  al  15  maggio  1892); 
Nicotera,  i"terno;  Di  Rudini,  esteri;  Colom- 
bo, Luzzatti  int.,  finanze;  Luzzatti,  tesoro; 
Branca,  latori  pubblici;  Branca  int.,  poste  e 
telegrafi:  Ferraris  L.,  Chimirri,  grazia  e  giu- 
stizia; Vlllari,  istruzione  puhbl'ct;  Pclloux, 
guerra;  Di  Budini  int..  De  Saint-Bon,  marina; 
Chimirri,  DI  Budini  int.,  agricoltura. 

Giolitti,  presidente  del  Consiglio  dei  Mini- 
stri, (dal  15  maggio  1892  al  28  novembre  1893); 
Giolitti,  interno;  Brin,  esteri;  Ellena,  Grimal- 
di int.,  Gagliardo,  finanze;  Giolitti  int.,  Gri- 
maldi, tesoro;  Genala,  lavori  pubb'ici;  Finoo- 
chiaro-Aprilp,  poste  e  telegrafi  ;  Bonacci,  Eula, 
Siintamaria-Nicolinl,  Armò,  grazia  e  giustizia; 
Martini  F.,  ÌHtruzione  pubblica  ;  VeWoMX,  guer- 


(1)  Con  decreto  del  10  marzo  18B9  fu  istituito 
il  uiuistero  delle  poste  e  telcgraQ. 


ra;  De  Salnt-Bon,  Brin  int.,  Racchla,  marina; 
Lacava,  agricoltura. 

Crispi,  presidente  del  Consiglio  dei  ministri 
(dal  15  dicembre  1893  al  4  marzo  1896);  Crispi, 
interno;  Blanc,  esteti;  Sonnino,  Boselli,  finan- 
ze; Sennino  int.,  Sonnino,  tesoro;  Saracco,  la- 
vori publlici;  Ferraris  M.,  p'^ste  e  telegrafi; 
Calenda  dei  Tavani,  grazia  e  giustizia;  Bac- 
celli, istruzione  pubblica;  Mocenni,  guerra; 
Morin.  marina;  Boselli,  Barazzuoli,  agricolt. 

Di  Rudini,  presidente  del  Consiglio  dfi  Mini- 
s'ri  (dal  10  marzo  1896  al  14  luglio  1896)  ;Co- 
dronchi-Argeli  (ministro  senza  portafogli); 
Di  Rudini,  interno;  Caetani  di  Sermoneta, 
esteri;  Branca,  finanze;  Colombo,  tesoro;  Pe- 
razzi, lavori  pubblici;  Carmine,  poste  e  tele- 
grifi;  Costa  G.  C,  grazia  e  giustizia;  Gian- 
turco,  istruzione  pubblica;  Ricotti,  guerra; 
Brin,  marina;  Guicciardini,  agricoltura. 

Di  Budini,  presidente  del  Consiglio  dei  Mi- 
(dal  14  luglio  1896  al  14  novembre  1897);  Co- 
dronclii-Argeli  (ministro  senza  portafogli); 
Di  Rudlm,  interno;  Di  Rudim  int.,  Visconti- 
Venosta,  esteri;  Branca,  finanze;  Luzzatti,  te- 
soro; Prinetti,  lavori  pubblici;  Sineo,  poste  e 
t-legrnfi;  Costa  G,  C,  Di  Budini  int.,  Gian- 
turco,  gra:ia  e  giustizia;  Gianturco,  Codron- 
chi-Argeli,  istruzione  pubblica;  Pelloux,  guerra; 
Brin,  marina;  Guicciardini,  agricoltura. 

Di  Budini,  presidente  del  Consiglio  dei  Mi- 
nistri (dal  14  novemb.  1897  al  1»  giugno  1898); 
Di  Rudini.  interno;  Visconti-Venosta,  esferi; 
Branca,  finanze;  Luzzatti,  tesoro;  Pavoncelli, 
lavori  pubblici  ;  Sineo,  Luzzatti  int.,  poste  e 
telegrafi;  Zanardelli.  ^/•a^»rt  e  giustizia;  Gallo, 
istruzione  pubblica;  San  Marzano,  guerra; 
Brin,  marina;  Cocco-Oitù,  agricoltura. 

Di  Budini,  presidente  del  Cons'g'io  dei  Mi- 
nistri (dal  1»  giugno  1898  al  26  giugno  1898): 
Di  Budini,  interno;  Cappelli,  esteri;  Branca, 
Luzzatti,  tesoro;  Afan  de  Rivera,  lavori  pub- 
blici ;  Frola,  poste  e  telegrafi;  Bonacci,  grazia 
e  giustizia;  Cremona,  istruzione  pttbblica ;  San 
Marzano,  guerra;  Canevaro,  marina;  Luz- 
zatti 4nt.,  agricoltura. 

PeliOUX,  presidente  del  Consiglio  dei  Mini- 
."tri  (dal  29  giugno  189S  al  3  maggio  1899); 
PellouK,  interno;  Canevaro,  esteri;  Carcano, 
finanze;  Vacchelli,  tesoro;  Lacava,  lavori  pub- 
b'ici ;  Nasi,  poste  e  telegrafi  ;  Finocchiaro- 
Aprile,  grazia  e  giustizia;  Baccelli,  istruzione 
pubblica  ;  San  Marzano,  guerra;  Palumbo,  ma- 
rina; Fortis,  agricoltura. 

PeilOUX,  prcsid,  del  Consiglio  dèi  Ministri 
(dal  14  maggio  1899  al  24  giugno  1900);  Pel- 
loux, interno;  Visconti- Venosta,  es'eri;  Car- 
mine, finanze;  Boselli,  tesno;  Lacava,  lavori 
pubblici;  Di  San  Giuliano,  p>ste  e  telegrafi; 
Bonasi,  grazia  e  giustizia  ;  Baccelli,  ish-tizione 
pubblii'a;  Mirri,  PeHoux  int..  San  Martino, 
guerra;  Bettole,  marina;  Salandra,  agricolt. 

Saracco,  presidente  del  Consiglio  dei  Mini- 
sri  (dal  24  giugno  1900  al  6  febbraio  1901); 
Saracco.  iMrer»»;  Visconti-Venosta,  «a/c»-i;  Chi- 
mirri, finanze;  Rubini,  Chimirri  int..  Finali, 
Branca,,  lavori  pubblii;  Pascolato,  pose  e  te- 
letrafi;  Gianturco,  gazia  e  giustizia;  Gallo, 
istruzione  pubblica;  San  Martino,  (;«*rra;  Mo- 
rin. marina;  Càrcano,  agriddtura. 

Zanardelli,  presidente  del  Consiglio  dei  Mi- 
nistri (da  principio  .senza  port.)  dal  15  feb- 
braio lUOO  al  21    otttibro  1903;   Giolitti,  Zft 


—  IGG  — 


nardelll,  intruo;  Prinetti,  Morin  hit.,  esteri; 
"Wollemborg,  Càvcano,  fituutze;  Di  Bro;,'lio, 
Giusso,  Balenzano,  lavori  pubblici;  Galim- 
berti, poste  e  telegrafi;  Cocco-Ortù,  grazie^  e 
piuslizia;  Nasi,  istruzione  pubblica;  San  Mar- 
tino, Ottolenghi,.(/werra;  Morin,  Bettolo,  Mo- 
rin int.,  marini  ;  Picardi,  Zanardelli  int.,  Bao- 
celii,  agricoltura. 

Giolitti,  presidente  del  Consiglio  dei  Mini- 
s'ri  (dal  23  novembre  1903  al  16  marzo  l'.)05); 
Tittoni  interim  (dal  16  al  28  marzo  1905);  Gio- 
litti, Tittoni  int.,  interno;  Tittoni,  esteri  ;  Ro- 
sane, Luzzatti  int.,  finanze;  Luzzatti,  tesoro; 
Tedesco,  lavori  pubblici;  Stelluti-Scala,  poste 
e  telegrafi;  Ronchetti,  grazia  e  giustizia;  Or- 
lando, istruzione  pubblica;  Pedotti,  guerra; 
Mirabello,  marina;  Rava,  agricoltura, 

Fortis,  presidente  del  Consiglio  dei  Ministri 
(dal  28  rftarzo  1905  al  24  dicembre  1905);  For- 
tis, interno;  Tittoni,  esteri;  Maiorana,  finanze; 
Carcano,  tesuro;  Ferraris,  lavori  pub/ilici;  Mo- 
relli-Guai tierotti,  poste  e  telegrafi;  Finocchia- 
io-Apri!e,  grazia  e  giustizia;  Bianchi  Ij.,  istru- 
zione pubblica;  Pedotti,  guerra;  Mirabello, 
mai-ina;  Rava,  agricoltura. 

Fortis,  presidente  del  Consiglio  dei  Mini- 
s'r»  (dal  24  dicembre  1905  all' 8  febbraio  190G); 
Fortis,  interno;  San  Giuliano,  esteri;  Vac- 
chini, finanze;  Carcano,  tesiro;  Tedesco,  la- 
viiri  pubblici;  Marsengo-Bastia,  poste  e  telegr.; 
Finocchiaro- Aprile,  grazia  e  giustizia  ;  De  Ma- 
rinis,  istruzione  pubblica;  Mainoni  d' Intigna- 
no, guerra;  Mirabello,  marina;  Fortis  int.. 
Malvezzi,  agricoltura. 

Sennino,  presidente  del  Consiglio  dei  Mini- 
stri (dair8  febbraio  1906  al  28  maggio  1906); 
Sonnino,  twierMo;  Guicciardini,  esteri:  Salan- 
dra,  finanze;  Luzzatti,  tesoro;  Carmine,  lavori 
pubblici;  Baccelli  A.,  poste  e  telegrafi;  Sacchi, 
grazia  e  giustizia;  Boselli,  istruzione pnl>blica; 
Mainoni  d' Intignano,  .^w^rra;  Mirabello,  wm- 
rina;  Pantano,  agricoltura. 

Giolitti^  presidente  del  Consiglio  dei  Mini- 
stri (dal  29  maggio  1906  al  10  dicembre  1909); 
Giolitti,  interno;  Tittoni,  esteri;  Massimini, 
Majorana,  int.,  Lacava,  fidanze;  Majorana,  Car- 
fano, tesoro;  Gianturco,  Bertolini,  lavori  pub 
hìici;  Schanzer,  poste  e  telegrafi;  Gallo,  Or- 
lando, grazia  e  giustizia;  Fusinato,  Rava,  istru- 
zione pubblica  ;  Vigano,  Casana,  Spingardi, 
guerra;  Mirabello,  marina;  Cocco  Or  tu,  agri- 
coltura. 

Sonnino,  presidente  del  Cons'glio  dei  Mini- 
stri (dal  10  dicembre  1909  al  31  marzo  1910); 
Sonnino,  interno;  Guicciardini.  i^6<«//;  Ar'ofta, 
finanze;  Salaudra,  tesoro;  B,\ibìni,  lavori  pub- 


blici; Di  Sant'Onofrio,  poste  e  telegrafi;  Scia- 
loja,  grazia  e  gin-tizia;  DAiieo,  istruzion"  pub- 
blica ;  Spingardi,  gwrra ;  Bettole,  marina; 
Luzzatti,  agricoltura. 

Luzzatti,  presidente  del  Consiglio  dei  Mini- 
stri (dal  31  marzo  1910  al  31  marzo  1911); 
LiUZ/catti,  interno;  Di  San  Giuliano,  esteri; 
Faceta,  finanze;  Tedesco,  tesoro;  Sacchi,  lavori 
pubblici  ;  Ciufifelli,  poste  e  lelejrafi;  Y&n'\,  gra- 
zia e  giustizia;  Gvedavo,  istruzione  pni/blica; 
SpiagAvdi,  guerra  ;  Leonardi-Cattolica,  mari- 
na; Raineri,  agricoltura. 

GiioWiW,  presidente  del  Consiglio  dei  Ministri 
(dal  31  marzo  1911  al  21  marzo  1914);  Giolitti, 
interno;  Di  San  Giuliano,  esteri;  Bettolini, 
co'onie{X)  ;  Faota,  finanze;  Tedesco,  tesoro; 
Sacchi,  lavori  pubblici;  Calissano,  Tedesco,  int., 
poste  e  telegrafi;  Finocchiaro  Api  ile, . graffa  « 
giustizia;  Credaro,  istruzione  pubblira;  Spin- 
gax-di,  ign*'*r/a;  Leonardi- Cattolica,  Millo,  ma- 
rina; "Siiti,  agricoltura. 

Salandra,  presidente  del  Consiglio  dei  Mi- 
nistri (dal  21  marzo  1914  al  5  novembre  1914); 
Salandra,  tn^erMo;  Di  San  Giuliano,  Salandra 
int.,  esteri;  Martini  F.,  colonie;  Rava,  finanze; 
Rnhini,  tesoro  ;  Ciuffelli.  lavori  pubblici;  Ric- 
cio, poste  e  telegrafi;  Dari,  grazia  e  giustizia; 
Daneo,  istruzione;  Grandi,  Zupelli,  guerra; 
Millo,  Viale,  marina;  Cavasela,  agricoltura. 

Salandra,  presidente  di  Consiglio  dei  Mini- 
stri (dal  5  novembre  1914  al  19  giugno  1916  ; 
Salandi-a,  in'emo;  Sonnino,  eteri;  Martini  F., 
co' onte;  Daneo,  /ì  lanze;  Carcano,  tesoro;  Ciuf- 
felli, lavori  pubblici;  B,ÌGCio,  poste  e  telegrafi; 
Orlando,  grazia  e  giustizia;  Grippo,  istruzio- 
ne; Zu.pe\lì,  guerra;  Viale,  marma.  Cavasela, 
agi-icoltura;  poi,  Barzilai,  ministro  senza  por- 
tafoglio 

Boselli,  presidente  del  Consiglio  dei  Mini- 

Sri  (dal  19  giugno  1916  al  .  .  ! ); 

Orlando,  interno;  Sonnino,  esteri;  Colosime, 
colonie;  Meda,  finanze;  Carcano,  tesoro;  Bo- 
nomi,  lavori  pubblici;  Fera,  poste  e  telegrafi; 
Sacchi,  graz  a  e  giustizia;  lluffini,  istruzione; 
Morrone,  .^werra;  Corsi,  rnirina;  Raineri,  agri- 
i ottura;  De  Nava,  industria,  commercio  e  la- 
var ;  Arietta,  trasporti  marittimi  e  ferroviari; 
Bissolati  Bergamaschi,  Bianchi.  Comandini, 
Scialoja,  ministri  senza  portafoglio  ('i). 


(1)  Il  Ministero  delle  Colouie  fu  creato  con 
legge  6  Inglio  Jt912,  n.  749. 

(2)  I  Ministri  dell'Industria,  Commercio  e 
Lavoro  e  quello  per  i  Trasi)orti  Marittimi,  e 
Ferroviari  furono  creati  per  la  durata  della 
guerra  con  Decreto  19  giuguo  19i6. 


usate  il  Siero  iodato 
Gandolfo,  marca  lodo- 
hrom.  Guarisce  artriti- 
srnq,  reumatismo,  arteriosclerosi,  ec.  Gratis  opuscolo.  —  Ditta  G.  SKRSAI^K 
—  Largo  San  Domenico  Maggiore,  17  —  NAPOLI    (leggere  Vita  pratica). 


Non  più  ioduri  ! 


-  1G7 


Grandi  Ufficiali  dello  Stato. 


Cavalieri  dell'Ordine  Supremo  della  SS.  An- 
nunziata —  Presidenti  del  Parlamento  Nazio- 
nale —  Ministri  Se;;retarì  di  Stato  —  Ministri 
di  Stato  -  Sottese j;retan  di  Stato  -  Generali 
d'Esercito  —  Ammiragli  —  Il  Presidente  del 
Consiglio  di  Stato  —  Primi  Presidenti  delle 
Corti  di  Cassazione  —  Procuratori.Generali 
delle  Corti  di  Cassazione  —  Il  Presidente  della 
Corte  dei  Conti  —  I  Tenenti  Generali  desi- 
gnati pel  comando  di  un'armata  in  guerra  — 
Il  Capo  di  stato  Mag>jiore  dell'esercito  —  Il 
Ministro  della  lloal  Casa  -  Il  Prefetto  del 
Real  Palazzo  —  Il  primo  Aiutante  di  Campo 
del  Re  —  II  primo  Segretario  del  Gran  Ma- 
gistero dell'Ordine  Mauriziano  —  I  Tenenti 
Geiieralicomandanti  titolari  di  corpo  d'armata 

—  11  Capo  di  Stato   Maj^gime  della  Marina 

—  I  Viceamtnira^'li  comandanti  in  capo  tito- 
lari di  dipartimento  marittimo  —  Il  Presi- 
deiite  d(.l  Consiglio  superiore   di  Marina   - 


I  Comandanti  in  capo  titolari  delle  squadre 
navali  —  Il  Tenente  (Generale  comandante  in 
capo  dell'arma  dei  carabinieri  reali,  se  assi- 
milato di  rango  ai  comandanti  di  corpo  d'ar- 
mata —  Gli  Ispettori  Generali  di  artiglieria  e 
del  genio,  se  assimilati  di  rango  ai  comandanti 
di  corpo  d'armata  —  Il  Presidente  del  Tribu- 
nale supremo  di  Guerra  e  Marina  —  L'Av- 
vocato (ìenerale  Militare  presso  11  Tribunale 
supremo  di  Guena  e  Marina  —  I  Governa- 
tovi delle  Colonie. 


I  Grandi  Ufficiali  dello  Stato  godono  del 
trattamento  di  Ec-eJUnza.  Uguale  distinzione 
è  concessa  alle  consorti  dei  Cavalieri  dell'Or- 
dine supremo  della  SS.  Annunziata,  dei  Mi- 
nistri di  Stato,  dei  Generali  d'esercito  e  de- 
gli Ammiragli, 


Ministri  di  Stato. 

Luigi  Luzzatti,  deputato.    —    Pietro  Bertolini,  depu'ato. 


PRESIDENZA   DEL   CONSIGLIO    DEI    MINISTRI 

{HOMA^  piazza  del  Quirintile,  palazzo  della  Consulta). 


PAOLO  BOSELLI,  presid. 


(Consiglio  dei  Ministri  — 
Relazioni  del  Gabinetto  col 
Ministero  della  Casa  Reale 
e  col  primo  Aiuj  ante  di  cam- 
po di  8.  M.  —  Aflfari  riser- 
vati politici  ed  amministra- 
tivi. —  Studio  ed  esame  di 
disegni  di  leggi  e  di  decreti. 
—  Ordine  supremo  della 
SS.  Annunziata.  —  Relazio- 
ni del  Gabinetto  col  Gran 
Magistero  dell'Ordine  dei 
SS.  Maurizio  e  Lazzaro  — 
Commissioni  Reali). 


Antenore  Cancellieri,  se- 
gretar'.o  capo. 

N.  N.,  sejretario 

Ufficio  stampa.  —  Ettore 
Zoccoli,  direttore. 

Dalla  Presidenza  del  Con- 
siglio dipende  la  Commis- 
sione Reale  per  il  Monu- 
mento nazionale  in  Roma  a 
Giuseppe  Mazzini. 

Pasquale  Villarl,  presi- 
dente. 


i'Aur.o  BosK 


Consiglio  dei  Ministri. 

Presidenza Boselli.  Interni Orlando. 

AlTari  Esteri Sonnino.  Istruzione  Pubblica  ....  Ruffini. 

Agricoltura Raineri.  Lavori  Pubblici Bonomi. 

Colonie .    •    Colosimo.  M|rina ^  .   .    .   .  Corsi. 

Finanze Meda.        rr  r -^d»*»  frS|elfgratì»  .|^.   .   .   .  Fera. 

Grazia,  Giustizia  e  Culti.    .   Sacchi.  Tesoro    .    .' Carcano. 

Guerra  . Morrone.  Trasporti  inariuiuii   e  ler- 

Indàu4rria,^Cvmm.  e  Lavoi  o.    De  Nava.  roviari Allotta. 

)  ^  Ministri  senza  portafoglio  : 

Bianchi,  Bissolati-Bergamaschi,  Comandini,  Scialoja. 


—  1G8 


MINISTERO   DEGLI   APPARI    ESTERI 

{ROMA, piazza  del  Quirinale,  palazzo  della  Consulta). 

Sydney  SONNINO,  Ministro. 

Luigi  BORSARELLI  DI  RIFREDDO,  Sottosey^elario  di  Staio. 

Giacomo  De  Martino,  segretario  ffeneru  e 

Luifil  Aldrovaiidi  ^iarescotti,  capo  di  yo.'in"ttr>  di  S.  E.  il  Ministro. 

Paolo  Bianche  li  Chiappoli,  Francesco  B;u-b:i  o    Casimii-o  De  Lieto,  segretari, 

Frank  de  Morsier,  segretario  particolari  di  S.  E.  il  Ministro. 

Ubaldo  Rochina,  sg retarlo. 


Uffici  alla  diretta  dipendenza 
del  Segretariato  generale. 

Cifra.  —  Gino  Macchioro  Vi- 
valba,  capo  d'u/flcio. 

Stampa  k  traduzioni. 
N.  N.,  capo  d'ufficio. 

Corrispondenza.  —  Gustavo 
Zanotti-Bianco,  capo  d'uf- 
ficio. 

Divistone  I».  —  Ragioneria 
ed  Economato. 

Lodovico  Calvari,  capo  di 
divisione. 

Direzione  degli  affari  generali. 

Salvatore  Contarini,  diìellore 
generale  incaricalo. 

Divisione  II*.  —  Personale  e 
Cerimoniale. 

Vittorio  Landi  Vittorj,  capo  di  divisione, 
Archivio  Storico.  —  Guido  Meli 

Lupi  di  Soragna,  direttore. 

Biblioteca.  —  Loreto  Pasqua- 
lucci,  bibliotecario. 


Direzione  generale 
degli  affari   politici. 

Gaefano  dei  conti  Manzoni, 
direttore  generale  incaricato. 

Divisione  III». 

Luca  Orsini  Baroni,  capo  di 
divisione. 

Divisione  IV». 

Sabino  Rinella,  capo  di  di- 
visione. 


Sydney   Sonxino. 


Luigi  Borsarelli 

DI    RiOFUBDDO. 


Ufficio  dei  contenzioso 
e  delia  legislazione. 

Arturo  Ricci-Busatti,  ca^JO 
d' ufficio. 

Legalizzazione  e  passaporti. 

Claudio    Valentini,    capo 
d'ufficio. 

Direzione  generale 
delle  Regie  Scuole  all'Estero. 

(Via  Aureliana,  12). 
Angelo  Soalabrini,  diret- 
tore ynerale. 

S.  E.  il  Ministro  riceve  il 
Corpo  diplomatico  tutti  i  mer- 
coledì dalle  ore  3  alle  6  pom. 
Sua  Eccellenza  non  ha  ore 
fisse  per  ricevere  gli  Onore- 
voli Membri  del  Parlamento, 
i  regi  ufficiali  diplomatici  e 
consolari  e  tutte  le  altre  persone. 

Commissariato  dell'  Emigrazione 

(Via  Boucompagni,  30). 

Giovanni  Gallina,  incaricato 
delle  ff.  di  commissario  gener. 
Divisione  I». 

Giuseppe  De  Michelis,  capo 
di  divisione. 
Divisione  II». 

Egisto  Rossi,  capo  di  divis. 
Divisione  III». 

Giovanni     Cesare    Majoni, 
capo  di  divisione. 
Ragioneria. 

Alfredo  Marconi,  Ragioniere 
capo. 


Direzione  generale  degli  affari  commerciali. 

Primo  Levi,  direttore  generale  incaricato. 

Divisione  V». 

Carlo  Pelucchi,  capo  di  divisione. 

Divisione  VI». 

Francesco  De  Velutis,  capo  di  divisione. 

Direzione  generale  degli  affari  privati. 

Giulio  Vaccai,  direttóre  generale  •inoaric. 

DlTISIONE  VII». 

Carlo  Serra,  capo  di  divisione. 
Divisione  Vili». 

Cairlo  Nagar,  e 'pj  di  divisole. 


Consiglio  del  Contenzioso  diplomatico. 

Istituito  con  R.  Decreto  29  novembre  1857 
e  ricostituito  con  R.  Decreto  17  febbraio  1885 
n.  1236,  presieduto  da  S.  E.  il  Ministro. 

Il  Consiglio  è  chiamato  ad  emettere  il  suo 
parere  sovra  le  questioni  di  diritto  interna- 
zionale, di  nazionalità,  di  leva  militare,  di  emi- 
grazione, di  estradizione,  sovra  l'interpreta- 
zione dei  trattati,  ec. 

Il  Ministro,  presidente. 
'S.'N.  vicepresidente. 

Consiglio  dell'emigrazione.     ^ 

Luigi  Bodio,  presidente. 
Luigi  Rodisi,  vic  presidente. 


—  169  — 


MINISTERO   PBR  L'AGRICOLTURA 

MINISTERO  PER  L'INDUSTRIA,  IL  COMMERCIO 

E  IL  LAVORO 

{ROMA,  via  XX  Settembre). 


Giovanni  RAINERI,  Miuis'ro  per  V Agricoltura. 

(TÌuseppe  DE  NAVA,  Mitiislro  per  l  [ndustria,  Commercio  e  Lavoro. 

Giuseppe  CANEPA,  So'tosegretario  di  Stato  per  l'Agricoltiira. 

Elio  MORPURGO,  Sotlosegretariì  di  Stato  per  l'Industria,  Commercio  e  Lavoro, 


Gabinetto  di  S.  E.  il  Ministro  di  Agricoltura 
Alessandro  Biizzi,  capo  di  gabinetto  —  Italo  Bonardi,  segretario  particolare 

Gabinetto  di  S.  E.  il  Ministro  dell'Industria,  Commercio  e  Lavoro 
Vincenzo  Camanni,  rapo  di  gabinetto  —  Ea,'enlo  Mercurio,  segretario  particolare. 

Gabinktto  di  S.  e.  il  Sottosegretario  di  Stato  per  l'Agricoltura 

Giuseppe  Beneduce,  cupo  di  gabinetto   —  Girolamo  Massabò,  segretario  particolare. 

Gabinetto  di  S.  E.  il  Sottosegretario  di  Stato  per  l'Industria,  ' 

Commercio  e  Lavoro. 

Vittorio  Stringher,  capo  di  gabinetto   —  Luigi  Buttaino,  segretario  particolare. 


Divisione  I».  —  Pers  naie,  af- 
fari generali. 

Ulisse  Zanotti,  capo  di  di' 
visione. 

Economato  e  Cassa. 

Luigi  Gizzi,  economo. 
Natale  Saporiti,  cassiere. 

Biblioteca. 

Guido  Pardo,  biblioteca- 


Ragioneria. 

Cesare  Panfili,  capo  ra- 
gioniere pel  Ministero  agri- 
coltura. 

Ugo  Casaglia,  reggente 
capo  ragioniere  pel  Mini- 
stero industria,  commercio 
e  lavoro. 


Divisione  VI».  —  Servizi  zoo- 
tecnici. 

Nello   Fottiochia,   Ispet- 
.  tore  incaricato. 

Ufficio  speciale  statisti- 
ca agraria. 

Giuseppe  Zattioni,  ispet- 
to-e. 

Ufficio    speciale    per    la 
Sardegna. 

Enrifo    Camerana,    ing. 
capo  delle  miniere. 

Direzione  Generale 
delle  Foreste. 


Antonio  Sansone, 
tore  generale. 


diret- 


GiovANNi  Raineri. 


Direzione 
Generale  dell'Agricoltura. 

B.iitolomeo  Moreschi,  direttore  generale. 

L<<pettiire  ijeneraìe  de'le  industrie  agrarie,  N,  N. 

Ispe'tore  superi  ire  della  viticoltura  e  malattie 

delle  piante,  Michele  Carlucci, 

Ispet'ori  lìell'iigricaUura  e  dell'in- 
S'gnamento  agrario,  Giovanni 
l'iitanè,  Alessandro  Brizi,  Vin- 
cenzo Flores. 

ii-ttori  del  bonificamento  aora- 
rio e  dell'I  colonizzazione.  Luigi 
Monaldi.  Agostino  Lunardoni, 
Pompeo  Spinetti. 

Divisione  III».  —  Industrie  agra- 
rie e  pa'o'ona  vegetate. 

Michele  Carlucci,  cap)  di  di- 
visione, incaricato. 

Divisione  IV».  —   Insegnamento         Siusrppk 
agrario. 

Vittorio  Stringher,  capo  di  divisione. 

Divisione  V».  —  Serviti  speciali  dell'Agricol- 
tura. 

Eurico  Clerici,  capo  di  divisione. 


Ispettore  superiore  delle  ac- 
que, foreste,  bonifiche,  Lo- 
renzo Ratto. 

Ispettore    superiore    forestale,    Pasquale    La 
Fauci. 

Ispettore  dei  Demani  comunali,   ed  usi  civici, 
Giovanni  Curls. 
Divisione  VII».    —  Affari  gene- 
rali e  personale  forestale. 

Adelmo  Barsanti,  capo  didi- 
visione incaricato. 
Divisione  Vili».  —  Foreste  dema- 
niali. 

Gregorio  Sforzi,  capo  di  di- 
visione inearica'o. 
Divis.  IX».  —  Rimboschim'nti. 
Vittorio  Perona,  e  ipo  di  di- 
visione incaricato. 
Divisione  X».  —  Demani  comit- 
n  li  ed  usi  civici. 
Canrpa.  Giuseppe  Beneduce,  ispjtt. 

<apo  di  divisione  reggente. 

Direzione  generale  dei  credito 

e  della  previdenza.  ' 

Vincenzo  Giuffrida,  direttore  generale. 


—  1' 

Ispttorato  deijli  Istituti  di  Creata  e  di  l'r  vi- 
d'nza. 

Francesco  Palumbo-Cn niella,  ispeti.  rapo. 

Edoardo  Squatriti  e  Ascanio  Rubino, 
ispettori  superiori. 

Alfredo  Salvatore,  Oreste  Tatoni.  Alfredo 
Maraldi,  Angelo  di  Nola,  Ettore  Bianchi, 
Aristide  Zeiigarini,  Giovanni  Nicotra,  Felice 
Barl)arisi,  Romolo  Jacarti,  Michele  Tucoi, 
Alfredo  Vita,  ispettori. 

Divisione  XI».  —  Credito  e 
Cooperciziunf. 

Gaspare    Rodolico,    capo 
di  divisione. 

Divisione   XII»,  —  Previdett' 
za.  Assicura: ioni  sociali. 
N.  N.  capo  di  divisione. 

Direzione  generale 
delia  Statistica  e  del  Lavoro. 

Giuseppe  Faloiani,  diret- 
tore generale. 

Ufficio  centrale  di  stati- 
stica: 

Alessandro  Aschieri,  ispet- 
tore generale. 

Divisione  XIII».  —  Statistica 
demografica,  sanitaria  e  fi- 
nanziaria. 

N.  N.,  capo  di  divisione. 
Divisione  XIV».  —  Statistich/',  industriali  ed 
economiche. 

Vittorio  Nazari,  e  pò  di  divisione. 

Divisione  XV*.  —    Ufficio  del  lavoro. 

Vincenzo  Camanni,  capo  di  divisione. 

Ufficio  del  censimento. 

Tullio  Bagni,  ca^o  dell'ufficio. 

Ispettoraio  delle  miniere. 

Luigi  Baldacci,   ispettore  supcriore   capo. 

Lodovico  Mazzetti,  ispettore  supcriore. 

Eugenio  Perrone,  ispet.ore  capo  del  servi- 
zio idraulico. 

Umberto  Oberici,  ispetore. 
Divisione  XVI».  —  Servizio  e  le- 
gislazione delle  miniere. 

N.  N.,  caj)0  di  divisione. 


Ispettorato  generale 
del  commercio. 

Oarlo  Dragoni,  ispettore  ge- 
nerale. 

Giovanni  Belli,  ispettore. 

Italo  Bonardi,  Michele  Ar- 
naldi, ispett.  dell'  insegnamento. 
Divisione  XVII».  —  Commercio 
interno. 

Oarlo  Faloci,  capo  di  divi- 
sione. 


Divisione  XVIII».  —  Commercio  este  o. 
Giovanni  Paccanoni,  capo  di  div^s  one. 

Ispettorato  generale  dell'industria. 

Luigi  Belloc,  ispettore  generale  reagente. 
GombertG  Veroi,  j\chil!e  Tondi,  Pasquale 
Contaldi,  ispettori  dell'  insegnamento. 


Giuseppe  Dis  Nava. 


Elio  Morpurgo 


0  — 

Divistone  XTX».  —  I.idus'ria. 

Giiist'ppe  Marmiioli,  rapo  di  divisone. 
Divisione  XX».  —  /V  prietà  intéll  ttuale. 

Emilio  Venezian,  cipj  di  divis.  incaricalo. 
Divisione  XXI».  —  Pesi,   misure   e  saggio  di 
ìnetalli  preziosi. 

Giacomo  Battistella,  cap>  di  divisione  reg- 
gente. 
Divisione  XXII».  —    Istì-uzione  industriale  e 
jìrof fissionale, 

Melchiorre  Zagarese,  ra- 
po di  div'sione. 

Economato  generale. 

Guglielmo  Mangili,  isp't- 
tare  generale  del  Ministro 
de'   Tesoro,  in-arirato. 

Cesure  Pa  opoli,  capo  di 
divisione. 

Istituto  Nazionale 
delle  Assicurazioni. 

(Via  della  Stamperia). 

Oarlo  Tocci,  direttore  ge- 
nerale. 

Enrico  Scodnik,  v  cediret- 
tore  generale. 

OONSIGLIO  DI  amministrazio- 
ne. —  Bonaldo  Stringher, 
presidente. 

Consigli  e  commissioni  permanenti. 

Commissicne   cen'rale   di  revisione  dei  reclami 

sulle  privative  industriali.  —  Antonio  Gui,- 

presidente, 
Commissione   superiore    metrica   e    del    saggio 

delle  monete  e  dei  metalli  preziósi.  —  Ulisse 

Dini,  presidente. 

Commissione  consultiva  per  il  credito  agrario, 

—  N  N.,  presiden'e. 
Consiglio  superiore  del  commercio.  —  Il  Mini- 
stro, presidente. 
C(jn<ì(jlio   dell'  ordine   equestre    "al  merito  del 
lavoro,,.  —  Il  Sottosegretario 
di  Stato,  presidente. 
Cons'glio  superiore   delle  acque  e 
foreste.  —  Il  Ministro,  presid. 
Comitato  tecnico  del  ConsiqUo  su- 
periore delle  acque  e  foreste.  — 
Il  Direttore  generale  delle  fo- 
reste, presiden'e. 
Consiglio  della  pi-evidenza  e  delle 
assicurazioni  sociali.   —   0.   F. 
Ferraris,  presidente. 

Comitato  te  nico  per  l'agricoltura. 

—  E.  Faina,  presidente. 

Consiglio  per  l' istruzione  agraria. 

—  Il  Ministro,  presidente. 

Consiglio  per  l'istruzione  industriale  e  commer- 
ciale.  —  Il  Ministro,  presidente. 


li  interessi  serici.  —  Oar^p  Gprio, 


Consiglio  per 
presidente. 


Consiglio  ippico.  —  Il  Direttore  generale  del- 
l'Agricoltura, presidente. 


—  171  — 


Commissione  consultiva  per  la  difesa  contro  l« 
maìitttie  d'Ile  piante.  —  N.  ìf,,  presidente. 

Commissione  consultiva  per  la  pesca.  —  Il  Ml- 
uistro,  presidente. 

Co>i8Ì(/lio  d' amministrazione  dell' azien  in  del 
Dem  m'o  forestale  di  Stato.  —  Il  Direttore 
generale  delle  fores'e,  pres:d<fn/e. 

Commissione  per  il  bonificamento  dell'Agro  rO' 
mano.  —  Il  Direttore  generale  dell'Agricol- 
tura, presidente. 

Consijlio  superiore  del  lavoro  e  comitato  per- 
manente dr'l  lavoro.  —  11  ìilinìsiTO,  presidente. 
N.  N.,  presidente  del  comitato  permanente. 


Consiglio  zoo'emico  e  per  le  epi^nozi".  —  Parlo 
(ìorio,  pres  den  e. 


Consiglio  delle  miniere, 
dente. 


Il   Ministro,  pr^si- 


Comitato  per  il  personale  del  R.  Corpo  delle 
foreUe.  —  Il  Ministro,  presidente. 

Comitato  geologico.  —  Arturo  Issel,  presidente. 

Consiglio  superiore  di  statistica.  —  Luigi  Bodlo, 
presidente. 

Commi  ss  lon'  centrile  per  ali  a  ^provc>giona- 
menti.  —  Il  Miiiistro  per  l'Ayricoltura,  pre- 
sidente. 


MINISTERO   DELLE   COLONIE 

(ROMA,  Corso   U'i.berlo  T,  262  e  267). 


Gaspare  COLOSIMO,  Miuia'ro. 
Pietro  FGSCARI,  Sottosegretario  di  Stato. 


Edoardo  Bncc  ui,  <-a>  o  di 
gabinetto  di  S.  E.  il  IUini.stro. 

Umberto  Giglio,  segreta' 
rio  pai  tiiolare  di  S.  E.  il  Mi- 
nit>tro. 

Carlo  Rossetti,  capo  dì  ga- 
binetto di  S.  E.  il  So'Aosgreta- 
rio  di  Slato. 

Giovanni  Rosso,  segreta- 
ito  particolare  di  S.  E.  il  Sut- 
tosegretario  di  Stato. 

Direzione  Generale  degli  affari 
politici  e  del  servizi  relativi 
alle  truppe  colon  ali. 

Alberto  Corsi,  Direttore 
generale. 

Massimiliano  Licastro,  ri- 
cedirettore  ginerale.  Gaspark 

Ufficio  I.  —   Tripolitania  e  Cirenaica. 
Ufficio  II.  —  Eritrea  e  Somalia  italiana. 
Ufficio  militabe. 
Ufficio  CAjBTqaBAFico. 
Ufficio  tbaduzioni. 


Direzione  Generale 

degli  affari  economici 

e  del  personale. 

Pompeo  Bodrero,  direttore 
gen-rale. 

N.  N.,  vicedire  tore  generale. 

Carlo  Rossetti,  vicedirettore 
generale,  capo  del  personale. 

Ufficio  I.  —  Personale. 

Ufficio  II.  —  Dazi,  monopoli,  im- 
poste. 

1  ncio    ni.    —    Espio  azioni    e 
missioni  geografiche  e  scienifiche. 

Ufficio  IV.  —  Marina. 


Direzione  Generale 

degli  affari  civili 

e  delle  opere  pubbliche. 

Carlo  Riveri,  direttore  ge- 
nerale. 

Camillo  De  Camillls,  vice- 
di  lettore  generale. 

Ufficio  I.  —  Amministrazioni 

l  icali. 

Ufficio  II.  —  Legislazione. 

Ufficio  III.  —  Opere  pubbli- 
che. 


Ufficio  IV.  - 

Ufficio  V.  - 
ed  elettrici. 


Ferrovie. 
Servizi  postali 


Pietro  Foscari 


.ui^usimu.  Ragioneria.  —  Romolo  Mas- 

similinno  Giandolini,  direttore  capo  di  Ra- 
gioneria. 

Ispettori  centrali  di  Ragioneria,  Giacomo  Mas- 
setti, Enrico  Galli. 

CONSIGLIO  COLONIALE 

Gaetano  Mosca,  presidente. 

COLONIA  ERITREA 

Senat.  Giacomo  De   Martino, 
gonernatore. 

SOMALIA  ITALIANA 

Giovanni  Cerrina-Ferroni,  <70- 
vcrnatore. 

TRIPOLITANIA 

Giova!. ni     A'ueg  io,    governa- 
tore. . 

Colonn.     Giuseppe    Vaccaro, 
cupo  dell'ufficio  militare  politico. 

Ugo   Niccoli,  segretari j  generale  pei'  gli 
affari  civiii. 


-  172  - 


CIRENAICA 

Giovanni    Ameglio,    governatore 
cato. 


Augusto  Villa,  capo  dell' affi  io  militare 
politico. 

Alessandro  Salvadori,  segretario  generale 
per  gli  affari  civili. 


MINISTERO  DELLE  FINANZE 

{ROMA,  vìa  XX  Settembre  e  via  Cernala  —  Palazzo  del  Ministero  delle  Finanze). 

Filippo  MEDA,  Ministro.  —  Gualtiero  DANIELI,  Sottosegretario  di  Stato. 

Guglielmo  Fiastri,  capo  di  gabinetto  di  S.  E.  il  Ministro. 
Cesare  Sigismondi,  segretario  particolare  di  S.  E.  il  Ministro. 
Pasquale  Troise,  capo  di  gabinetto  di  S.  E.  il  Sottosegretario  di  Stato. 
Enrico  Coutelli,  segretario  particolare  di  S.  E.  il  Sottosegretario  di  Stato. 

Segretariato  generale.  Servizi  amministrativi. 


Alessandro  Lupinaoci, 
ispettore  generale. 

Divisione  I»,  —  Personale. 
Pasquale  Troise,  capo  di 
divisione. 

Divisione  II».  —  Affari  gene- 
rali. 

Lodovico  Faucher,  capo 
di  divisione. 

Ragioneria. 

Michele  Lombardo,  diret- 
tore capo  della  ragioneria. 

Ufficio  speciale.   —  Servizi 
generali. 

~  '      capo 


Ettore     Tavernari, 
sezione. 


Filippo  Meda, 
Divisione  I».  —  Servizi  del  Se- 
gretariato c,enerale  e  della  Direzione  generale 
del  Catasto. 

Giuseppe  Casapietra,  rapo  di  divisione. 

Divisione  II».  —  Servizi  della  Direzione  gene- 
rale del  Demanio. 

Vittorio  Bolla,  capo  di  divisione. 

Divisione  IH».  —  Servizi  della  Direzione  ge- 
nerale delle  tasse. 

Umberto  Vegezzi,  capo  di  divisione. 

Divisione  IV».  —  Se  -ì  izi  della  Di- 
rez.  gen.  delle  Imposte  dirette. 

Goffredo    Tolomei,    capo   di 
divisione. 

Divisione  V».  —  Servizi  della  Di- 
rezione generale  delle  Gabelle, 
dell'  Ufficio  trattati  e  del  Coman- 
do generale  della  Guardia  di 
finanza. 

Demetrio  Zanoni,  capo  di  di- 
visione. 

Divisione  VI*.  —  Servizi  della  Di- 
rezione generale  delle  Privative. 
Giuseppe  Colapietro,  capo  di 
divisione. 


Divisione  I».  —  Affari  gene- 
r  (li  e  dazio  cmsumo. 

Francesco  Bossi,  capo  di 
dirisione. 

Divisione  II».  Riparto  A.  — 
Dogane. 

Saturno   Corradini,   capo 
di  divisione. 

Divisione  II».  Riparto  B.    — 

/  abbricati  doganali  e  perso- 
nale. 

Raffaele  Pulieri,   capo  di 
divisione. 

Divisione  III».  —  Tasse  di  fab- 
bricazione e  di  vendita. 
Silvio  Mathis,  capo  di  dio. 

Servizi  tecnici. 


Ufficio  trattati  e  lejisluz'one  doganale.  —  Carlo 
Pugliesi,   capo  di  divisione  e  direttore  del- 
l' ufficio. 
Ufficio  tecnico  delle  dogane.  —  Giovanni  Mar- 
letta,  direttore. 
Laboratorio  chimico  centrale. 

Vittorio  Villavecchia,  direttore. 
Ufficio  centrale  di  revisione. 
Edoardo  Tavassi,  direttore. 

Comando  generale 

del  Corpo  delia  R.  Guardia 

di  Finanza. 

Achille  Borghi,  tenente  gener 

Divisione  amministrativa. 

Giuseppe  Perugini,  capo  di 
divisione. 

Direz.  generale  delle  privative. 

Vittorio  Emanuele  Aliprandi, 
direttore  generale. 

Enrico  Bonaga,  vicedirettore 
generale. 


Gualtiero  Dajsibli. 


Servizi  tecnici. 


Direzione  generale  delle  gabelle.^ 

Lodovico  Luciolli,  diret'ore  gensrale. 
Antonio  Dell' Abbadessa  e  Olindo  D'Arien- 
zo,  vicedirettori  generali. 


Ufficio  I.  —  Coltivazwne  tabacchi. 
Leonardo  Angeloni,  direttore. 

Ufficio  IL  —  Manifa'ture  t  (bacchi. 
Ubaldo  Raveggi,  direttjre. 


I 


173  - 


Ufficio  ITI.  —  S<ili,  chinino  di  Stato. 
Giovanni  Fabaro,  direttore. 

SkBVIZI    ASCVaNlSTKATIVI. 

Divisione  I.»  —  Affari  generaci  e  cnnemioso. 

Francesco  Quiiita,  capo  di  diviaiu/te. 
Divisione  II.»  —  Maya:zini  di  deposito  e  tifflH 
di  V'udita. 

Josto  Satta,  capo  di  divisione. 
Divisione  III».  —  Si  rendite. 

Francesco  De  Paola,  capo  di  divisione. 
Divisione  IV».  —  Lotto. 

Carmine  Bruno,  capo  di  divisione. 

Direzione  generale  del  demanio  pubblico 
e  patrimoniale. 

Luigi  Barile,  direttore  generale. 
Francesco   Giammarino,  vicediret.  gener. 
Divisione  I».  —  (.\fifari  generali,  demanio  pub- 
blico e  patrimoniale). 
Dante  Ser  Giacomi,  capo  di  divisione. 
Divisione    II».    —    (Demanio    patrimoni  ile, 
compreso  l'asse  ecclesiastico). 

Arturo  Salvatori  capo  di  divisione. 
Divisione  III».   —   (Leggi  eversive  dell'asse 
ecclesiastico). 

Pausini  Glovan  Angelo,  ff.  capo  di  divis. 
Divisione  IV».  —  Vendite,  permute  e  acqui- 
sti di  beni  immobili. 

Laurora  Sante,  regg.  capo  di  divisione. 

Direzione  generale  delle  tasse  sugli  affari. 

Giuseppe  Silvio  Benettini,  dire!t.gen''rale. 

Valerio  Marangoni,  vicedreUore  generale. 
Divisione  I».  R-^parlo  À.  —  (Personale). 

Ernesto  Bolognini,  capo  di  divisioi.e. 
Divisione  I».  Reparto  lì.  —  ^Personale). 

Francesco  Scardaccione,  e  ipo  ili  divisione. 
Divisione  II».  —  (Tasse  di  registro). 

Aniceto  (ìiardini,  cajto  di  divisione. 
Divisione  III».  —  (Tasse  sulle  successioni). 

Roberto  De  Carolis,  capo  di  divisione. 
Divisione  IV».  Reparto  A.  —  (Tasse  di  bollo 
e  spese  di  giustizia  . 

Ernesto  Beri:ardoiii  De  Rìcci,  capo  di  di- 
visione. ,. 
Divisione  IV».  —  Reparto  B. 

Torquato  Dussonl,  //".  capo  di  divisione. 
Divisione  V».  —  (Servizi  promiscui). 

Gesualdo  D'Elia,  ff.  capo  di  divisione. 

Direzione  generale  delle  imposte  dirette. 

Enrico  Abbate,  direttore  generale. 
Libero  Renato  Villa,  vicedirettore gemr  de. 
Divisione  I».  —  (Affari  genorali  e  personale). 

Felicissimo  Giauna,  cap}  di  divisione. 
Divisione  II».  —  (Imposte  fondiarie). 

Umberto  Fiorasi,  capo  di  divisione. 
Divisione  III».  —  (Imposta   sulla  ricchezza 
mobile). 

Ausonio  Stefanoni,  capo  di  divisione. 
Divisione  IV».    —    (Riscossione   —   Imposte 
sul  beni  rustici  e  sui  lai>bricati  —  Sovrim- 
poste provinciali  e  comunali). 
N.  N.,  capo  di  divisione. 


Direzione  generalo  dei  catasto 
•  dei  servizi  tecnici. 


Luigi  Galata,  direttore  geremie. 

Luigi  Princivalle.  vicedirettore  generale. 
Divisione  I».  —  (Afifari  generali  e  personale). 

Gennaro  Jannarone,  ff.  capo  di  divisione. 
Divisione   II».   —  (Formazione    e    conserva- 
zione del  catasto). 

Legnago  Gorlni,  capo  di  divisione. 
Divistone  III».  —  (Uffici  tecnici). 

Giovanni  Grosso,  capo  di  divisione. 


S.  E.  il  Ministro  riceve  tutti  1  giorni  i  Se- 
natori e  1  Deputati. 

S. E.il  Sottosegretario  di  Stato  ricevei  Se- 
natori e  i  Deputati  nei  giorni  di  lunedì,  mer- 
coledì e  venerdì  dalle  11  alle  12. 

I.e  altro  persone  devono  chiedere  udienza. 

I  Direttori  Generali  e  i  Capi  di  Divisione 
ricevono  tutti  i  giorni  nelle  ore  libere  d'ufficio. 


Consiglio  del  catasto. 

Antonino  Di  Prampero,  presidente. 
Commissione  Censunria  cen  rale. 

Il  Ministro,  presidente. 
Commissione  centrile  per  la  risolminne  dei  ri' 
corsi  contro  hi  tassa  sul  consumo  del  gaz-luce 
e  dell'energia  elettrica. 
Italo  Brunelli,  presidente. 
Commissione  centrale  per  l' attua  :  ione  d^i  prov- 
vedimenti relativi  al  dazio  consumo. 
Carlo  Sandrelli,  pi-esidenie. 
Commissione  permanerne  pei  laro  i  retativi  ai 
trattali  di  lommerc'o  ed  alle  tariffe  d  gannii. 
Il  Segretario  generale  del  Ministero  de- 
gli Esteri,  presidente. 
Com  niss'one  permanente  per  l'esa-ne  della  si- 
tuazione dei  capitali  del  l-ilancio. 

Il  Sottosegretario  di  Stato,  presidente. 
Commissione  reale  dei  fratturi. 

Il  Direttore  Gen.  del  Demanio,  presid. 

Commissione  centrale  di  sindurato  per  l' ammi- 
nistrazione e  per  la  vendita  dei  beni  prove- 
nienti dall'asse  ecclesiastico. 
Il  Ministro,  presidente. 
Commissione  centrale  pei  reclami,  riguardanti 
le  imposte  dirette. 
Calcedonio  Inghilleri,  presidente. 
Collegio  consultivo  dei  periti  doganali. 

Carlo  Schanzer,  presidente. 
Consiglio    d' amministrazione    pel    fondo    della 
massa  del  Carpo  delle  Guardie  di   Finanza. 
Achille  Borghi,  presidente. 
Commissione  centrale  pel  conferimento  dei  ban- 
chi   di    lotto    e    per    V  amministrazione    del 
Monte  vedovile  dei  ricevitori  del  lotto. 
Raffaele  Perla,  presidente. 
Consiglio  tecnico  per  l'amministr.  dei  tabacchi. 

Giusoppe  Colombo,  presid 'ne. 
Consiglio  le -nuo  per  Va  uminis'nizio  /«  dei  s  ili. 

Pietro  Bertaielli,  presidente. 
Commissione   centrale,  di  perìzia  per  la  cam- 
pagna di  coltivazione  dei  tabacchi. 

il  Direttore  gener.  dell'Agricoltura,  prea. 


174 


Commissione  dì  vigiJama  sul  sé-vìzio  del  chi- 
nilo di  Sialo. 
Francesco  Todaro,  presidente. 

Commissione  centrale  per  risolvere  in  vìa  am- 
ministrativa ed  in  appello  sui  reclami  con' ro 


le  df>rìsioni  dei  funzionari  di  cui  nlVart.  91 
del  Regolamento  sul  Lotto. 
Giuseppe  Franceschi,  presidente. 

Commi -^sione  centrale  dei  valori  per  le  dogane. 
Il  Direttore  gener.  delle  Gabelle,  pr«sid. 


MINISTERO  DI  GRAZIA  B  GIUSTIZIA  B  DEI  CULTI 

{ROMA,  piazza  Firenze). 


Ettore  SACCHI,  Ministro.  —  Rosario  PASQUALINO- VASSALLO,  Sottosegretario  di  Stato. 


Gabiketto  del  Ministbo.  — 
(Affari  dei  quali  il  Ministro 
si  riserva  la  trattazione  — 
Relazioni  col  Parlamento, 
con  le  Commissioni,  ec). 

Aristide  Bonelli,  capo  di 
gabinetto. 

Giovanni  Manfredonia, 
segretario  del  Guardasigilli. 

Ufficio  di  traduzione. 
(Via  dei  Prefetti,  46). 

Giuseppe  Magrini,  dirett. 

Gabinetto  del  Sottosegre- 
tario DI  Stato.  —  (Ufficio 
dell'Ispettorato,  Economa- 
to e  Cassa,  Biblioteca,  ed 
Archivio  Generale. 

Carmelo    Belfiore,    capo  Ettore  Sacchi. 

di  gahinet'o. 
Paolo  Franco,    segretario  particolare  del    Divisione  VII». 


Divisione  IV».  —  (Affari  ci- 
vili). (0 

Giuseppe  Innocenti,  ca- 
po di  divisione. 

Divisione  V».  —  (Notariato). 
Francesco  Frascani,  ca- 
po di  divisione. 

Divisione  VI*.  —  (Spese  di 
giustizia  e  locali  giudiziari). 
Giuseppe  Morisani,  capo 
di  divisione. 

Direzione  generale  degli  affari 
penali,  del  casellario  e  del- 
la statistica.  (Comprende 
leDiv.VII,VIII,IX,X). 

Filippo  Manfredi,  diret- 
tore generale. 

Guido  Nozzoli,  vicediret- 
tore generale. 

—  (Affari  penali). 
Marzio  De  Notaristefani,  capo  di  divistone. 


Sottosegretario  di  Stato). 

Ispettorato  generale. 

Adolfo  Antonini,  ispettore  generale. 

Alfredo  Farace,  Emilio  Niccoli,  Giovanni 
Bartoli  Avveduti,  Gius.  Santacroce,  Luigi 
Frezzini,    Angelo   Ippoliti,   Luigi   Alessan- 
droni,  Agide  Sindici,  Giorgio  Levi,  Ernesto    Divisione  X».  —  (Statistica). 
Tholesano  di  Valgrisanche,  ispdt.  superiori.  Girolamo  Macchiarelli,  capo  di  divisione. 


Divisione  Vili».  —  (Grazie). 

Enrico  Tonini,  capo  di  divisone. 

Divisione  IX»,  —  (Casellario  giudiz.  centrale). 
Giovanni  Battista  Pecorella,  capo  di  divis. 


Segretariato  generale. 

{Comprende  le  Divisioni  I, 

II,  III). 
Giocondo  Pa«quinangeli,  vi- 
cedirettore generale. 
Divisione  I».  —  (UfiBcio  di  studi 
legislativi  e  pubblicazione  del 
le  leggi). 

Giuseppe  Satta,  capo   di  di- 
visione. 
Divisione  II».  —  (Personale  del 
ministero  e  della  magistratura). 
Luigi  Cannavina,  capo  di  di- 
visione. 
Divisione  III».  —  (Personale  del- 
le cancellerie  e  segreterie  giu- 
diziarie). 
Gennaro  De  Mpnacoi  capo  di  divisione 

Direzione  generale  degli  affari  civili 
e  del  notariato. 

{Comprende  le  Divisioni  IT-V-VI). 
Giuseppa?  .Az^olini;  lìirettore  generale. 
Publio  Spinetti,  vicedirettore  generale. 


Rosario  Pasqualino 
Vassallo. 


Direzione  generale  dei  Culti. 

{Comprende  le  Divisioni  XI,  XII 
e  le  (lue  Divisioni  di  Ragioneria). 

Alfonso  'dnsca.,  direttore  gene- 
rale. 

N.N.,  vicedirettore  generale. 

Divisione  XI».  —  (Giurisdizione 
e  polizia  ecclesiastica). 

Gaetano    Palmera,    capo    di 
divisione. 

Divisione  XII».  —    (Patrimonio 
ecclesiastico). 

Gaetano  Trigona  dei  Marche- 
si della  Floresta,  capo  di  divi- 
sione. 


Eagionrria  centrale  dei  culti. 
Ernesto  Vozzi,  capo  ragioniere. 

Ragioneria  centr.  del  Ministero,  —  Gior- 
gio Bigazzi,  direttore,  capo  ragioniere. 


(1)  Le  Divi3.  IV  e  IX  sono  in  Via  del  Gesù, 62. 


175  ^ 


Consiglio  aup»  iorr  per  1»  nomine,  promozioni  « 
trasferimento  dei  magistrati. 
N.  N.,  presidente. 

Commissi>ne  della  statistica  giudiziaria  e  nO' 
tarile, 

Oronzo  Quarta,  presidente. 

Direzione  generale  del  Fondo  per  II  Culto. 

(Roma,  salita  del  Grillo). 

Carlo  Monti,  direttore  generale. 
Tulio  Qisci,  vicedirettore  generale. 

Gabinetto  dki.  Dikettork  Genebale.  — 
(Personale  —  Servizio  d'ispezione  —  Con- 
siglio di  amministrazione  —  Protocollo  e 
Archivio). 

Luigi  Ho  mano,  capo   di  gabinetto,  inca- 
ricato. 

Ufficio  speciale  del  Fondo  di  Beneficenza 
e  Religione  della  città  di  Roma  alla 
immediata  dipendenza  del  Dirkttore 
Generale.  —  (Erogazione  del  fondo  di  be- 
neficenza e  religione  della  città  di  Roma  — 
Consiglio  d'amministrazione). 
Ugo  Crescentiui,  capo  dell'ufficio. 

Divisione  I».  —  (Applicazione  delle  leggi  di 
soppressione). 
Luigi  Cioffi,  direttore  capo  di  divisione. 

Divisione  II».  —  (Soppressione  dei  canoni- 
cati e  dei  beneficii  minori  —  Svincoli  — 
Devoluzione  delle  rendite  delle  chiese  ex 
ricettizie  ai  comuni). 

Aldo  Frizzati,  direttore  capo  di  divisione. 

Divisione  III»,  —  (Gestione  mobiliare.-  Quar- 
to di  rendita  delle  soppresse  corporazioni 
ai  Comuni  —  Debiti  di  gestione  dei  con- 
tabili). 

Luigi  Romano,  direttore  rapo  di  divisione. 


Divtpiovb  IV».  —  (Gestione  Immobiliare). 
Angelo  Tnretta,  dirett.  capo  'ti  divisione. 

Divisione  V.  —  (Congrue  e   supplementi  di 
congrua  —  Assegni  per  spese  di  culto  — 
Assegni  agli  eoonoml  spirituali  e  alle  mense 
vescovili). 
Eugenio  Pettenatl,  capo  divisione. 

Baoionebia.  —  Giuseppe  Fiori,  dirtttort  capo 
di  divisione. 

Commissione  di  vigilavza  sull'  amministrazione 
del  Fon'lo  per  V  nt'to. 

Raffaele  De  Cesare,  presidente. 

Consiglio  di  amministrazione  del  Fondo  per  il 
Culto. 
Nicola  Falconi,  presidente. 

Consìglio  d'iimministrazione  del  Fondo  di  be- 
nefir-'tiza  e  reìiginne  della  città  di  Boma. 
Guido  Di  Ciirpegna  Falconieri,  presid. 

S.  E.  il  Ministro  riceve  i  Senatori  e  i  De- 
putati tutti  i  giorni  tranne  il  giovedì  e  la  do- 
menica dalle  11  alle  12,  i  Magistrati  ed  Av- 
vocati il  martedì  e  venerdì  dalle  10  alle  11, 
le  altre  persone,  quando  ne  facciano  moti- 
vata domanda,  nei  giorni  che  di  volta  in  volta 
verranno  stabiliti  dal  Ministro. 

S.  E.  il  Sottosegretario  di  Stato  riceve  i 
Senatori  e  i  Deputati,  tutti  i  giorni,  meno  la 
domenica  ed  il  lunedì  dalle  11  alle  12,  Ma- 
gistrati ed  Avvocati  martedì  e  venerdì  dalle 
10  alle  Ile  tutte  le  altre  persone  che  ne  fac- 
ciano domanda  motivata,  nei  giorni  e  nelle 
ore  che  verranno  loro  notificati.    ' 

I  Direttori  generali  ricevono  dalle  10  alle 
12  tutti  i  giorni  i  senatori,  deputati,  magi- 
strati e  vescovi,  martedì  e  giovedì  le  altre 
persone. 


MINISTERO  DELLA  GUERRA 

{ROMA,  via  XX  Settembre). 


Paolo  MORRONE,  tenente  generale,  Miniatro. 

Vittorio  ALFIEllI,  maggior  generale,  Sottosegreario  di  Stato. 

Alfredo  DALLOLIO,  tenente  generale,  Sottosegr.  di  S.ato  per  le  armi  e  munizioni. 


Gabinetto  del  Ministro. 

Enrico  Corsi,  vicedirettore  generale. 

Segreteria  particolare  del   Sottosegre- 
tario di  Stato. 
Emilio  Cetta. 

Segreteria  particolare  del  Sottosegre- 
tario DI  Stato  per  le  armi  e  munizioni. 
N.  N.,  direttore  della  segreteria. 

Segretariato  generale. 

Augusto  Freddi,  vicedirettore  generale. 

Divisioni:  St  vto  Maggiore. 

Montanari  Unil.erto,  incariato. 

Divisione  Personale  del  Ministero. 
Giùcuuio  l'aiiclll,  capo  di  dvialom. 


Divisione  I».  —  Jiagioneria. 

Eugenio  Petruccl,  capo  di  divisione. 
Divisione  II».  —  Ragioneria. 

N.  N.,  capo  di  divisione. 
Ufficio  di  ispfzione. 

Vittorio  Bruschelli,  ispettore  superiore. 
Divisione  Tiro  a  segno. 

Annibale  Ceresa,  capo  di  div's'on». 
Ufficio  Ispezione  vetkrinaria. 

Antonio  Cattaui,  cipo  ufficio. 

Direzione  generale  personale  ufficiali. 

Pas  piale  Meomartini,  dìreit  ire  g'nera^e. 

Carlo  Sourdi,   Vii  edirtl lori  generale. 
Divisione  I»  (Ufficialli.  —  TorquAto  Poggi. 
Divisione  II»  (Ufflcluli).  -  Alfredo  SaochL 


—  176  — 

Divisione  Disciplina.  —  Francesco  Losini.     Ufficio  ispezioni. 

Ufficio  MOBiLiTAZioNE.-Girolamo  Zambelll.  Alfredo  Fiory,  ispettore  superiore. 


Direzione  generale  personali  civili 
e  affari  generali. 

Guido  Rousseau,  direttore  generale. 
Divisione  peksonali  civili  dipendenti. 
Pietro  Casciani,  capo  di  divisione. 


Direzione  generale  leve  e  truppa. 

Luigi  Bombelli,  direttore  general». 
Federico  Lippi,  vicedirettore  f/rnerale. 

Divisione  I».  —  (Leve). 

Cesare  Cipelletti,  capo  di  divisione. 


Paolo  Morrone. 

Divisione  pensioni,  economato  e  cassa. 
Edoardo  Balbis,  rapo  di  divisione. 

Direzione  generale  d'artiglieria. 

Giuseppe  De  Luca,  direttore  generale. 
Divisione  artiglieria. 

N.  N.,  capo  di  d'viiione. 
Divisione  amminist.  d'artiglieria. 

Vincenzo  Bonamico,  capo  di  divisione. 

Direzione  generale  del  genio. 

Camillo  Angelozzi,  direttore  generale. 
Divisione  genio. 

Augusto  Baio,  capo  di  divis. 
Divisione  demanio  militare. 
Filippo    Fenoaltea,    capo   di 
divisione. 
Ufficio   d'ispezione   del    ser- 
vizio aeronautico. 

Maurizio  Moris,  ispettore. 

Direzione  generale  dei  servizi  lo- 
gistici ed  amministrativi. 

Pier  Luigi  Sagramoso,  diret- 
tore generale. 

Carlo  "B&vdAe,  vicedirettore  ge- 
nerale. 


Alfkbdo  Dalloli». 

Divisione  II».  —  fLeve). 

Aristide  Moriiii,  capo  di  divisione. 

Divisione  truppa. 

Nicola  Galardi,  capo  di  divisione. 

Divisione  matricole. 

Paride  SabAtini,  capo  di  divisione. 

Ufficio  Ispezioni. 

Andrea  Zendrini,  ispettore  superiore. 

Direzione  generale  revisione  dei  conti. 

Adolfo  Nardi,  direttore  generale. 
Divisione  I». 

Carlo  Barbi,  capo  di  divis. 

Divisione  lì». 

Luigi  Galletti,  capo  di  divis. 

Ispettore  generale  dell'eser- 
cito. 
Fiorenzo  Aliprindi. 

Ispettorato  ippico. 
Gennaro  Salinas. 

Comando  del  Corpo 
di  Stato  Maggiore. 


Divisione  assegni. 

Ugo  Monteverde,  crpo  di  divisio  e. 
Divisione  sussistenze. 

Augusto  Aniiibiili,  capo  di  divisione. 
Divisione  vestiario. 

N.  N.,  capj  di  divisione. 
Divisione  casermaggio  e  trasporti, 

Ernesto  Piazzoni,  capo  di  divisione. 


Vittorio  Alfieri.  L*uigi  Cadorna,  capo  di  Stato 

Maggiore. 
Carlo   Porro   dei   conti    di   Santa  Maria 
e.  della  Bicocca,  sotto  capo  di  Stato  Maggiore. 


Consiglio  d' amministrazione  e  di  disciplina  per 
i  funzionari  civili  dell'  amministrazione  della 
guerra. 

Il  Ministro,  presidente. 


177 


Consiglio  dell'  O  dine  militare  di  Savoia. 

Ottavio  Rag-li.  precidente. 
Commissione  per  l'esame  delie  proposte  di  ri- 
cotnpense  al  valor  militare, 
Pietro  Marini,  presidente. 
Commissione  consultiva  per  la  navigaz.  aerea. 

N.  N.,  presidente. 
Contmissione  permanente  per  V  esecuzione  delle 
leggi  p-i  v  terani  1848-49  sulla  reintegrazione 
dei  gradi  perduti. 

Ettore  Pedottl,  presidente. 
Commissione  per  l'esame  dei  ricorsi  contro   le 
decisioni  dei  Consigli  di  Leva. 
Fortunato  D'Ottone,  presidente. 


Comm'sslone  p-r  il  r!eo>w»c'm  >'to  della   Cam- 
pagna dell'Agro  Romann  nel  1867. 
Ettore  Pedotti,  presidente. 


Udienze  dei  Membri  del  Parlamento: 

di  S.  E.  II  Ministro:  tutti  i  giorni  eccetto 

il  Giovedì  e  la  Domenica  dalle  11  alle  1  >.  GII 

Ufficiali  Generali  e   Superiori  per  visite  di 

dovere  tutti  i  giorni  dalle  10  alle  11  eccetto 

11  Giovedì  e  la  Domenica. 

di  S.  E.  il  Sottosegretario  di  Stato:  tutti 

i  giorni  dalle  11  alle  12. 

dei   Direttori    {generali:    tutti  1   giorni, 

dalle  10  e  mezzo  alle  11  e  mezzo. 


MINISTERO  DELL'INTERNO 

{SO. VA,  piazze  Navona,  di  Pasquino  e  di  San  Pantaleo  —  Palazzo  Braschl). 


Vitt.  Emanuele  ORLANDO,  Ministro.  —  Giacomo  BONICELLI,  Sottosegretario  di  Stato. 


Gabinetto,  —  (Afifari  politici 
e  riservati  —  Corrispon- 
denza particolai-e  —  Corri- 
spondenza telegrafica  — 
Relazioni  del  Ministro  col 
Parlamento  —  Nomina  dei 
senatori  —  Elezioni  politi- 
che —  Circoscrizioni  eletto- 
rali —  Studi  e  preparazione 
di  disegni  di  legge  e  refro- 
lamenti  —  Onorificenze  ca- 
valleresche—Funzioni  pub- 
bliche —  Cerimoniale,  ec). 

Vfpci  dipendenti  dal  Gabinet- 
to: Lettura  e  riassunto  som- 
mario dei  giornali  nazionali 
ed  esteri  —  Consulta  Aral- 
dica, medaglie  commemo- 
rative, e  attari  relativi  agli 
atti  di  valore  civile  —  Se- 
greteria del  R.  Ordine  Ci- 
vile di  Savoia  —  Direzione  della  GazzeUa 
Ufficiale. 

Camillo  Corradi  ni,  capo  del  gubinefo. 

Modestino  Petrozziello,  segretario  purti- 
co'are  di  S.  E.  il  Ministro. 
Gabinetto  del  Sottosegketa- 
Rio  DI  Stato. 

Giuseppe  Ajrol.ll,    capo  di 
Gabinetto. 

Marziale    Ducas,   segretario 
partiiolare. 
Ufficio  stampa. 

Enrico  Flores,  capo  dell'  uf' 
fici... 

Ispettori   generali  amministrativi 
e  del. a  pubblica  beneficenza. 

Alfredo  Goffredo,  Vittorio 
Bardesono  di  Rigras,  Domenico 
Caruso,  Secondo  Dezza,  Agosti- 
no d'Adamo. 


V.  Eman.  Orlando. 


Edoardo  Cavallo,  Giulio  Ce- 
sale Ferrari,  Vincenzo  Vitale, 
Beniamino  Wenzel,  Emidio 
Ercole  D'Alessandro. 

Ispettori  generali  delle  carceri 
e  dei  riformatori. 

Paolo  Cauobblo,  Roboa- 
mo  Codebò,  Epaminonda 
Querci  Seriacopi,  Vincenzo 
Maldacea. 

Ispettori  di  rag'oneria. 

Raffaele  Ferri,  Paolo  Do- 
nati, Antonio  Zanon,  Luigi 
Balsamo. 

Divistone  IvPerwnaZe.— (Per- 
sonale del  Consiglio  di  Sta- 
to e  delle  amministrazioni 
centrale  e  provinciale  — 
Matricola  e  contabilità  —  Questioni  di  na- 
zionalità e  cittadinanza  —  Danneggiati  po- 
litici —  Vedove  ed  orfani  di  benemeriti 
della  patria  —  Mille  di  Marsala  e  super- 
stiti di  Talamone  —  Affari  diversi  non  at- 
tribuiti alle  altre  divisioni  — 
Biblioteca  del  Ministero  —  Eco- 
nomato —  Archivio  e  proto- 
collo generale,  ec). 

Giovannr Bobbio,  vicedirettore 
generale. 

Biblioteca. 

Brando  Bra.n^\,caposez.incar, 

Economato  k  Cassa. 

Emilio  Rondini,  econo:Mo. 
Cesare  Rcmlzi,  cassiere. 


Direzione  generale 
deir amministrazione  civile. 


Ispettori  generali  di  pubblica  sicurezza. 

Giuseppe  Alongi,  Adolfo  Lutrario,  Edoar- 
do De  Domenico,    Simone  Dante  Cbiapello, 


Giacomo  Bonicki.m. 

[Comprende  le  Divisioni  II-HI), 


Alberto  Pironti,  direttore  generale. 
Mauro  Michele  Bertone,  vicedirettore  gf 
nerale. 

1? 


-  178 


DivistowE  II*.  Amministrazioni  dei  Comuni  e 
delie  l'roi>:nfie.  —  (Tratta  .anche  gli  affari 
relativi  ai  conlini  dello  Stato,  alle  circoscri- 
zioni comunali  e  provinciali,  alla  liquida- 
zione dei  danni  di  guerra,  agli  Archivi  di 
Stato). 

Sante  Franzè,  capo  di  divisione. 

Divisione  III».  Benefii-eyiza  pubblica. 
PietFO  Carpani,  capo  di  divisione. 

Ufficio  per  il  CBEorro  comunale  e  pro- 
vinciale E  PER  LA  municipalizzazione 
DEI  PUBBLICI   SERVIZI. 

Graziani  Bonaventura,  capo  di  divisione. 

Direzione  generale  di  pubblica  sicurezza. 

{Comprende  le  Divisioni  IV-  V). 

Giacomo  Vigliani,  ff.  di  direttore  generale. 

Achille  De  Giorgio,  vicedirettore  generale. 
Ufficio  riservato  di  pubblica  sicurezza. 

Giuseppe  Siragusa,  cajp)  sezionai. 
Divisione  IV».  Polizia  giudiziaria  ed  ammitii- 
strativa. 

Samuele  Cantore,  capo  di  divisione. 
Divisione  V».  Personale  di  polizia. 

Vittorio  Colli,  capo  di  divisione. 

Scuola  di  polizia. 
(Vicolo  delle  Mantellate,  7). 
Salvatore  Ottolenghi,  direttore 

Direzione  generale  della  sanità. 
(Comprende  le  Divisioni  VI- VII- Vili). 

(Corso  Vittorio  Emanuele,  209). 
Alberto  Lutrario,  direttore  generale. 
Alessandro  Messea,  vicedirettore  generale. 
Iginio  Coffari,  capo  dell' Uf/ìcio  affari  gè- 
fi  rati. 

Serafino   Ravieini,  Francesco  Inghillerl, 
ispettori  generali  medici. 

Manzo  Jatta,  ispettore  gener.  batteriologo. 
Pietro  Biginelli,  ispeftoìe  gener.  chimico. 
Calogero  Fradella,    ispettore  del  servizio 
celtìC'K 

Carlo  Bisanti,  Telemaco  Guerrieri,  Giu- 
seppe Cosce,  ispettori  veterinari. 
Divisione  VI».  Tecnica. 

Gaetano  Basile,  capo  di  divisione. 
Divisione  VII».  Amministrativa. 

Mariano  Franchetti,  capo  di  divisione. 
Divisione  Vili».  Servizio  zooiatrico. 

Leonardo  Coiucci,  cupo  di  divisione. 

Laboratorio  di  Micrografia 

E  Batteriologia. 
(Piazza  Vittorio  Einanuele,  13). 
Bartolomeo  Gosio,  direttore. 

Laboratorio  Chimico. 
Emanuele  Paterno  di  Sessa,  direttore  in- 
caricato. 

Direzione  generale  delle  Carceri 
e  dei  Riformatori. 

{Comprende  le  Dicisioni  IX-X). 
(Via  Laira). 
Gerardo  Girardi,  direttore  generale. 
Antonio  Martaiii,  victdire.tore  generale. 


Divisione  IX».  Fabbricati,  lavorazioni,  man- 
tenimento. 

Giuseppe  Boccalone,  capo  di  divisione. 
Divisione  X».   Personale  d'amministrazione  e 
di  custodia  e  movimen'o  dei  detenuti  e  dei  gio- 
vani corrigendi. 

Sebastiano  Pignatelli,  capo  di  divisione. 
Divisione  XI».  Ragioneria. 

Alfredo  Giovannetti,  capo  di  divisione. 

S.  E.  il  Ministro  non  ha  giorni  né  ore  fisse 
per  ricevimenti. 

S.  E.  il  Sottosegretario  di  Stato  riceve  1 
Senatori,  i  Deputati  e  1  Prefetti  tutti  1  giorni 
meno  i  festivi  dalle  10  alle  11  Vg;  le  altre 
persone  nel  giorno  e  nell'ora  Indicati  nelle 
risposte  alle  domande  di  udienza. 

I  Direttori  irenerali  e  1  Direttori  capi  di 
divisione  ricevono  in  ufficio  nelle  ore  dispo- 
nibili. 

Reale  Ordine  civile  di  Savola. 
Consiglio  dell'Ordine. 
Attende  all'esame   dei  titoli   per  il  conferi- 
mento dell'onorificenza  dell' Ordine,  ed  al- 
■    r amministrazione  del  patrimonio  partico- 
lare dell'Ordine  medesimo. 
Il  Ministro,  presidente. 

Consulta  Araldica. 

Dà  parere  al  Governo  In  materia  di  titoli 
gentilizi,  stemmi  ed  altre  pubbliche  ono- 
i-ificenze  e  pel  riconoscimento  del  diritto 
di  portare  titoli  gentilizi  per  successione  od 
in  forza  di  concessioni  od  Investiture. 
Il  Ministro,  presidente. 

Commissione  per  esaminare  le  proposte  di  ri- 
compense al  valor  civile. 

Il  Comandante  la  Divisione  Militare  di 
Roma,  presidente. 

Il  Prefetto  della  Provincia  di  Roma,  vice- 
presidente. 
Commissiotie  per  l'applicazione  della  legge  8  lu- 
glio 1883,  relativa  ai  provvedimenti  per  i  dan- 
neggiati politici  delle  Provincie  nupolttane. 
Antonio  Cefaly,  presidente. 
Commissione  per  l'applicazione  della  legpe  8  lu- 
glio 1883,  relativa  ai  provvedimenti  per  i  dan- 
neggiati politici  delle  provincie  siciliane. 
Ugo  Di  Sant'  Onofrio,  presidente. 
Commissione  consultiva  pel   risanamento  della 
città  di  Napoli. 
N.  N.,  presidente. 
Commissione   centrale  pel  credito  comunale  e 
provinciale. 

Pietro  Scamuzzi,  presidente. 

Consiglio  superiore  di  assistenza 
e  beneficenza  pubblica. 

Carlo  Astengo,  presidente. 

Consiglio  per  gli  archivi. 

Attende  alla  compilazione  ed  interpretazione 
delie  leggi  e  dei  regolamenti,  ordinamento 
generale  degli  archivi  e  del  corrisponderite 
servizio;  metodo  dei  lavori  di  ordinazione 
e  pubblicazione  degli  atei;  programmi  de- 
gli esami  d'ammissione  e  promozione  de- 


179 


gli  uffì/iali;  promozione  degli  uQìziali  per 
merito. 

Pasquale  VilIai-1,  presidente. 

Consiglio  superiore  di  sanità. 

Porta   la   sua   attenzione   sul    fatti    risgnar- 
danti  l'igiene  e  la  sanità  pubblica  del  Re- 


gno, dei  quali  sia  informato  dal  Ministero 
dell' Intorno;  pi-opnne  i  provvedimenti,  le 
inchieste  e  le  ricerche  scientiliche  che  giu- 
dichi convenienti  ai  fini  dell'amministrazio- 
ne sanità;  ia:  dà  parere  sulle  questioni  che 
gli  sono  deferite  dal  Minisio  dell' Interno. 

N.  N.,  presìden'e. 


MINISTERO  DELLA  ISTRUZIONE  PUBBLICA 

{liOMA,  piazza  della  Minerva). 

Francesco  RUFFINI,  Ministro.  —  Angelo  ROTH,  Sottosegretario  di  Slato. 

Manfredo  Tovaiera,  capa  di  gabinetto  di  S.  E.  il  Minis'ro. 
Omero  Ranelletti,  segretario  particolare  di  S.  E.  il  Min'slro. 
Vincenzo  De  Nobili,  capo  di  gabinetto  di  S.  E.  il  Sottosegretario. 
Amedeo  Zi;>oli,  segretario  di  S.  E.  il  Sot/osegreturio. 


Ispettorato  amministrativo. 

Francesco  Coppola,  is^et- 
toì-e  generale. 

Mario  Martini,  Alberto 
Salvagnini,  Alberto  Pari- 
sotti,  Ameri;.'o  Namias,  Er- 
mete Rossi,  Aronne  Torre, 
Giovanni  Luccio,  ispettori. 

SKCnETARlATO    GENERALE. 

France^co  Coppola,  ispet- 
tore geìierale,  direttore. 
Divisione  I».  —  Personale  del 
Miiuslero. 

Pietro    Pagnanl-Fu^conl, 
capo  sezione. 
Divisione  II».  —  Amminis'r. 
Enrico  Vallerini,  caio  se- 
zione. 


Direzione  generale 
per  la  istruzione  superiore. 

Vincenzo  Masi,  direttore  yenenile. 
Divisione  I*.  —  Università  e  istitidi  d' istru 
zione  auperiote  —  Personale. 

Giovan  Battista  Cao,  capo  di  divìsone. 
Divisione  II».  —  Miteriaìe  —  Studenti. 

Giuseppe  Biraghi,  U^yettore  superiore. 
Divisione  111».  —  l'Ahlioteche,  Isti- 
tuti «   Corpi  scientifici  e  lette- 
rari. 

N.  N.,  cupo  di  divisione. 

Direzione  generale 
per  la  istruzione  media  e  normale. 

Vittorio  Fiorini,  direttore  ge- 
nerale. 

Averardo  Casaglia,  ispettore 
generale. 

Ispettori    centrali     delle     Scito'e 
inedie. 

Giovan    Vincenzo     Belsani, 
Vittore    Alemanni,    Francesco 
Piola,      Guglielmo      Pa  lovan, 
(iaetano  Co(,'o,  Riccardo   Truffi   Ciro  Tia- 
bal/.a,    Alfredo    Perna,    Salomone    Piazza, 
Curio  Vincenti,  Ettore  Patini. 


FRANCKSCO   RUFKINI. 


Divisione  I».  —  Scuole  medie 
e  nor.iiali. 

Ettore    Marani,    capo    di 

divisione. 

Divisione  II».  —  Affari  gene- 

raii  e  contenzioso  scolastico. 

Manfredo  Tovaiera,  capo 

di  dicisioiie.  [ 

Divisione  III».  —  Scuole  clas- 
siche e  Convitti  Nazionali. 

Raflfaele  Grazioli,  capo  di 
diviàione. 

Divisione  IV.  —  Personale  de- 
gli Istitu'i  tecnici  e  nautici  e 
delle  Scuole  tecnche. 

Roberto  Cao  Pinna,  capo 
di  divisione. 

Divisione  V».  —  Istruzione  ma- 
gistrale. —  Edwazione  fisica. 
—  Isiiuti  di  edwazione  fem- 
tn  ni' e. 
Lorenzo  Rocea,  capo  di  d  visione. 


Angiolo  Uoth. 


Direzione  generale 
per  l'istruzione  primaria  e  popolare. 

(Lungo  Tevere  Sanzio,  N.  15). 
Antenore  Cancellieri,   direttore  generale. 
I.-pettori  centrali  per  l' istruzio^ 
primaria  popolale. 

Giovanni  Di  Giusto,  Gabrie- 
le De  Robl)io,  Luigi  Friso,  Pie- 
tro Faudella,  Ettore  Grazianl, 
Enrico  Muzi,  Alessandro  liot- 
taro,  Alfredo  Saraz,  Giovanni 
Di  Tommaso. 
Ufficio  ©eoli  affari  generali. 

N.  N.,  capi  dell'ufficio. 
Divisione  I»..  —  Personale. 

Giovanni  Filippi,  rapo  di  di- 
visione. 
Divisione  II».   —   Istrmione  ele- 
mentare e  popolare. 
Alberto  Avena,  cipo  di  divis. 
HI»,    —    Asili    d' infanzia,    affari 


Divisione 

vani. 
Pietro  Cavazzuti 


capo  di  divisione. 


—  180  — 


DivisiONK  IV»,  —  Fon'iaììoni  sc-lastiche. 

Giovanni  Rossi,  cupo  di  divisione. 
Divisione  V».  —   Contabilità. 

Francesco  Testoni,  capo  di  divisione. 

Direzione  generale 
delle  antichità  e  belle  arti. 

(Piazza  Venezia). 
{Palazzo  delle  Assicu*:  genpìa^i). 

Corrado  Ricci,  direttore  generale. 

Riparto  I.  —  Silvio  Raule,  capo  di  divisione. 

Riparto  II.  —  Colombo  Crivellari,  capo  di  di- 
visione. 

Riparto  III.  —  David  Levi,  capo  di  ditisione. 

Consiglio  superiore  della  pubblica  istruzione. 

Il  Ministro,  presidente, 
Ulisse  Dini,  vicepresidente. 

Commissione  permanente  per  le  aiti  musicale 
e  drammatica. 

Il  Ministro,  presidente. 

Sezione  per  V  arte  musicale. 

Arrigo  Boito,  presidente  della  sezione. 

Sezione  per  l'arte  drammatica. 

Enrico  di  San  Martino  Valperga,  presi- 
dente della  sezione. 

Comitato  Nazionale  per   la  Storia  del  Risor- 
gimento. 

Paolo  Boselli,  presidente. 

Commissione  centrale  j^er  la  diffusione  dell'istru- 


Divisione  I*,  —  Monumenti,  musei,  srarì,  eco. 

Riccardo  Artom,  capo  di  divisione. 
Divisione  Iì.».  —  Personale  delle  aallerie,  delle 
belle  arti,  delle  arra/lem  e  ed  i-^titnti. 
Ottavio  Marini,  capo  di  divisione. 

Ragioneria  Centrale. 

Vitt.  Castellani,  dirett.  capo  di  ragioittia. 
Ufficio  degli  affari  geneeali. 
N.  N.,  capo  dell' uffljio. 
zione    elementare    nel    mezzogiorno    e    nelle 
isole. 

Leonardo  Bianchi,  presidente. 
Giunta  consultiva  per  le  biblioteche,  presieduta 
dal  Direttore  Generale  dell'Istruzione  su- 
periore. 

S.  E.  il  Ministro  riceve  i  Senatori  e  i  De- 
putati tutti  1  giorni  dalle  11  alle  12  eccetto 
il  Giovedì  e  la  Domenica.  Coloro  che  hanno 
chiesto  e  ottenuto  udienza,  nel  giorno  e  nel- 
l'ora  indicati  nella  lettera  d'invito.  Riceve  i 
Professori  di  Università  ed  i  Capi  d'Istituti 
dipendenti  dal  Ministero  il  Lunedi,  Mercoledì 
e  Sabato  dalle  10  alle  11. 

S.  E.  il  Sottosegretario  di  Stato  riceve  l 
Senatori  e  i  Deputati  tutti  i  giorni  nelle  ore 
d' ufficio,  i  Professori  d' Università  ed  i  Capi 
d'Istituti  dalle  11  alle  12. 

I  Capi  servizio  ricevono  i  Senatori  e  i 
Deputati  tutti  i  giorni  durante  l'oi-ario  d'uf- 
ficio. 


MINISTERO  DEI  LAVORI  PUBBLICI 

(ROMA,  via  della  Mercede). 


Ivanoe  BONOMI,  Ministro.   —  Roberto  DE  VITO,  Sottosegretario  di  Stato. 


Guido  Petrocchi,  capo  di  gabinetto  del  Ministro. 
N.  N.,  capo  di  gabinetto  del  Sottoseg.  di  Utato, 

Segretariato  generale. 

Carlo  Marzolle,  direttore 
generale. 

Divisione  I».  —  (Aflfarl  gene- 
rali —  Personale  del  Mini- 
stero, dei  Circoli  ferroviari 
di  ispezione  e  del  Genio  Ci- 
vile). 

Filippo    AUemand,    capo 
di  divisione. 

Divisione  II».  —  (Questioni  di 
massima  e  studi  di  legisla- 
zione —  Edilità  -  Opere  di 
Roma,  Napoli  e  Torino.  — 
Contratti  —  Servizi  di  eco- 
nomato e  cassa  —  Biblio- 
teca). 
Ezio    Affini,   C'po   di    di- 


,  segret.  part  del  Ministro, 

Benedetto  Mauro,  segret.  particolare. 


Giuseppe  Oreste  Leoni, 
N.  N.,  ispettori  centrali  di 
ragioneria. 


IVANOB  BONOM 


Ragioneria  centrale. 

Giacomo  Barberi,  direttore  capo  di  ragio- 
neria. 


Direzione  generale  di  ponti 
e  strade. 

N.  N.,  direttore  generale. 

Carlo  Isacco,  vicedirettore 
generale. 

Divisione  III».  —  (Costruzio- 
ne delle  strade  nazionali  e 
provinciali  —  Classificazio- 
ne, miglioramento  e  polizia 
delle  strade  nazionali  — 
Trazzere  demaniali  —  Clas- 
sitìtazione  consorzi  e  poli- 
zia delle  strade  provin- 
ciali). 

Romualdo   Vetrari,   capo 
di  divisione. 

Divisione  IV».  —  Manutenzione  delle  strade 

nazionali  —  Cantonieri  —  Cassa  di  M.  S. 

Francesco  Potenza,  capo  di  divisione. 


—  181  — 

Divisione  V».  —  fStrade  ed  opere  comutiali:  Divisione  XII*.  —  (^TanutenzIone,  mlgliora- 

eseouzione   e    polizia  —  Sussidi  —  Strade  mento,    esoavazione   dei   porti    —    Costru- 

vicinali).  zione  dei  fari  e  fanali  —  Polizia). 

Carlo  Cheir;isco,  capo  di  divisione.  N.  N.,  capo  di  divisione. 


Direzione  generale  delle  opere  idrauliche. 

Alfredo  Mazza,  direttore  generale. 
Francesco  Ettore  De  Gregorio,  vicediret' 
tore  gfnerale. 

Divisione  VI».  —  (Opere  idrauli- 
che di  I»  e  II»  categoria  —  Te- 
vere). 

Luigi  Ricci,  capo  di  divisione. 

Divisione  VII».  —  (Navigazione 
interna.  —  Personale  idraulico 
subalterno  —  Polizia  idraulica 

—  Concessioni  —  Classificazio- 
ni —  Contributi  —  Consorzi  e 
perimetri  —  Sussidi  —  Idro- 
grafìa fluviale). 

N.  N.,  capo  di  divisione. 
Divisione  Vili».  —  Derivazioni 

—  Acquedotto  Pugliese  —  Ope- 
re idrauliche  di  III»,  e  IV»  ca- 
tegoria —  Consorzi  —  Bacini 
montani. 

N.  N.,  capo  di  divisione. 

Direzione  generale  delle  bonifiche. 

Adolfo  Ramasso,  direttore  generale. 

Divisione  IX».  —  Questioni  di  massima  — 
Classifiche  -  Consorzi  —  Concessioni  — 
Opere  di  Sardegna,  del  Vesuvio  e  dell'Agro 
Romano. 

Giuseppe  Fusinato,  c«j  o  di  divisione. 

Divisione  X».  —  (Bonifiche  delle  tabelle  1»  e 
2»  della  legge  2*2  marzo  1900  n.»  195  —  Per- 
sonale —  Polizia). 

Pier  Luigi  Serra,  capo  di  divisione. 

Direzione  generale  delle  opere  marittime. 

Angelo  Paulucci,  direttore  generale. 
Francesco  Joele,  vicedirettore  generai*. 
Divisione  XI».  —  (Affari  generali  —  Costru- 
zione e  sistemazione  dei  porti  —  Classitì- 
ficazioni  —  Consorzi  —  Concorsi  e  sussìdi 

—  Liquidazioni  di  contributi  —  Difesa  di 
spiagge). 

N.  N.,  capo  di  divisione. 


Roberto  Db  Vito 


Direzione  generale  dei  servizi  speciali. 

Alessandro  Guglielmine^ti,ff;■»•«/^(7cnera?«. 

Divisione  XIII». —  (Strade  nazionali,  provin- 
ciali e  comunali,  costruzione  di  condutture 
di  acqua  potabile  in  Basilicata 
e  Calabria). 

Nicola  De  Gregorio,  capo  di 
divisione. 

Divisione  XIV».  —  (Opere  idrau- 
liche, di  bonifica  e  marittime 
in  Basilicata  e  Calabria,  spo- 
stamenti, risanamenti  e  conso- 
lidamenti di  abitati  —  Conso- 
lidamenti di  frane  in  Basilicata 
e  Calabria  —  Bonifica  della  zo- 
na bassa  di  Pozzuoli). 

Vir£?lnio  Camponeschl,  capo 
di  divisione. 

Divisioni-;  XV».  —  (Provvedimen- 
ti a  favore  delle  regioni  colpite 
da  terremoti  o  nubifragi). 
Ernesto  Capellina,  capo  di  divisione. 


Consiglio  superiore  dei  Lavori  Pubblici. 

Nicola  Coletta,  presidente. 
Sezione  I».  —  (Viabilità  ordinaria  e  fabbri- 
cati). 
Alberto  Rocco,  presidente. 
Sezione  II».  —  (Opere  idrauliche  terrestri  e 
marittime). 
Ignazio  Inglese,  presidente. 
Sezione  III».  —  (Strade  ferrate  e  tramvie). 
Rafi'aele  De  Come,  presidente. 


S.  E.  il  Ministro  riceve  i  Senatori  e  i  De- 
putati tutti  i  giorni,  tranne  il  giovedì  e  la  do- 
menica, dalle  11  alle  12,  Tutte  le  altre  per- 
sone saranno  ricevute  nei  giorni  di  martedì 
e  venerdì  dalle  10  alle  10 '/o. 

S.  E.  il  Sottosegretario  di  Stato  riceve  i  Se- 
natori e  i  Deputati  tutti  i  giorni  esclusi  l 
festivi  dalle  11  alle  12.  Tutte  le  altre  persone 
saranno  ricevute  nei  giorni  di  lunedì  e  gio- 
vedì dalle  10  alle  11. 


MINISTERO  PER  I  TRASPORTI  MARITTIMI  B  FERROVIARI 

{SOMA,  via  dell'Umiltà,  43). 


Enrico  ARLOTTA,  Mini.-itro.    —    Ugo  ANCONA,  Sottosegretario  di  Stato. 


Antonio  Schiavon,  rapo  di  gabinetto  di  S.  E.  il  SMosegi 
Luigi  Galletti,  segretario  particolare. 


di  Staio. 


Amministrazione  delle  Strade  Ferrate. 

Collegio  arbitrale.  —  Giambattista  Pagano 
Guarnasctielli,  presidente;  Adeodato  Bona- 
8i,  vieepreaidente. 


Ufficio  speciale  delle  ferrovie  e  tramvie 
e  degli  automobili. 

An.1r'  a  Vieti  i,  direttore  general». 
Domeuioo  Abbati,  vicedirettore  generale. 


—  182  — 


Ispezioni  tecniche,  Incarichi  speciali. 

Emanui  le  Bracco  —  G.  B.  Quaglia  — 
Augusto  De  Fretto  —  Giulio  Siroui  —  Bal- 
dassarre Omboni,  is-pettori  su/ieriori. 

Omero  Gerardi,  ispettore  capo. 
Divisione  I».  —  (Affari  generali). 

Vittorio  De  Benedetti,  ispettore  capo. 
Divisione  II*.  —  (Concessio- 
ne di  pubblici  servizi  auto- 
mobilistici,   tranviari  e   di 
navigazione  interna). 

Armando  Suarez,  capo  di 
divisione. 

Divisione  ITI».  —  (Concessio- 
ni di  ferrovie). 

Frane.  Saverio  De  Rossi, 
capo  di  divisione. 

Divisione  IV».  —  (Costruzio- 
ni di  ferrovie  a  cura  diretta 
dello  Stato). 

Filippo   Cesano,  is^ye'tore 
cctpj. 
Divisione   V».    —    (Vigilanza 
tecnica  sull'esercizio). 

Ferruccio  Celeri,  ispettore 
capo. 
Divisione   VTa.   —    (Liquida- 
zione di  sovvenzioni  e  sus- 
sidi   —   Contributi   nelle    spese 
glianza  governativa). 
N.  N.,  capj  di  divisione. 


Servizi  >  P  rsnnale  (vinlc  dM  roliclinlco). 

Carlo  Cavalli,  capo  sei  vizio. 
Servizio  Sanitario  (via  Venti  Settembre,  40). 

Teobaldo  Ricchi,  capo  servizio. 
Servizio  Legale  (via  Porta  Salaria,  6G). 

Adriano  Mengoni,  capo  servizio. 
Servizio   Commerciale  (viale   del    Policlinico). 
Francesco    De    Roberto, 
capo  servizio. 
S'rt  izio     Approvvigionamenti 
(Corso  d'Italia,  88). 

Francesco  Simone,   capo 
servizio. 
Servizio  Ragioneria  (via  Ligu- 
ria, 26). 

Nicola  Amoroso,  capo  ser- 
vizio. 
Servizio     Costruzioni     (Corso 
d'Italia,  83). 

Emilio  Ovazza,  capo  ser- 
vile io. 

Ufficio  stralcio. 

Severino  Redini,  ispettore 
superiore,  direttore. 


Enrico  Aklotta 
di   sorve- 


Direzione  generale  delle  Ferrovie  dello  Stato. 

(Viale  del  Policliuico). 
Consiglio  d'amministrazione. 
Raffaele  De  Cornò,  presidente. 
Luigi  Cagnetta  —  Camillo  Corno  —  Fa- 
brizio Laviano  —  Gaetano  Riccio  —  Corra- 
dino  Sella  —  Giuseppe  Tanari,  consiglieri. 

Direzione  Generale. 
Raffaele  De  Cornè,  direttore  generale. 
Rinaldo  Rinaldi,  Mosè  Berrini,  vicediret- 
tori generali. 

Ispettori  Superiori. 
Guido  Nuti,  Severino  Rodini, 
Ferdinando  Samuelli. 


Direzione  generale 
della  marina  mercantile. 

(Via  dell'  Umiltà,  43). 
Carlo  Bruno,  direttore  generale. 

Divisione  gente  di  mare,  proprietà  navale  e  PO' 
tizia  della  navigazione. 

Francesco  Chianea,  capo  di  divisione. 

Divisione  amministrazione  dei  porti  del  dema- 
nio marittimo  e  servizi   relativi  alla  pesca, 
Emanuele  Piperno,  capo  di  divisione. 

Divisione  pro'ezione  della  Marina  mercantile  e 
trattati  internazionali. 

Ercole  Lenzi,  capo  di  divisione. 

I-pettorato  delle  capitanerie  di  porto. 

Francesco  Mazzinghi,  capo  dell'  ispettorato. 

Reparto  tecnico. 
Pirro  Santini 


Servizi  d'Esercizio. 

Servizio  Movimento  (viale  del  Po- 
liclinico;. 

Giuseppe    Accomanzl,    capo 
servizio. 
Servizio  Trazione  (Firenze,  viale 
Principe  Amedeo,  21). 

Alfredo  Pogliaghi,  capo  ser- 
vizio. 
Servizio    Veicoli  (Firenze,   Porta 
al  Prato). 

Ampelio  Calderini,  capo  servizio. 
Servizio  Lavori  (viale  del  Policlinico). 
Edoardo  Gariieri,  capo  servizio. 

Servizi  Centrali. 
Servizio  Segretariato  (viale  del  Policlinico) 
Andrea  Alessandri,  capj  serviiio. 


^^m      ^ 


apo  del  reparto. 
Reparto  amministrativo, 

Giulio    Fusignani,   capo   del 
reparto. 

Ispettorato  dei  servizi  marittimi. 
Eugenio  Pinzanti,  capo  del- 
l' ispettorato. 

Reparto  amministrativo, 

Giovanni  Bernardi,  capo  del 
reparto. 

Reparte  commerciale. 

N.  N.  ca2}0  del  reparto. 

Ragioneria  centrale, 

Adolfo   Ramadoro,  direttore 
ragioneria  centrale  (rejg-nte). 

Divisione  ragioneria. 

Adolfo  Ramadoro,  predetto,  capo  di  divis. 
Divisione  revisione  dei  conti, 

Pietro  Acquaroni,   incaricato  capo  di  di- 


Ugo  Ancona. 
della 


-  183  — 

U/JÌ.  >o  speciale  per  in  liquidciiione  dei  conti  d'i  ConsìffUo  sup'riore  della  yfnrlna  mérenntìfe. 
piroscafi   requisiti  e    iiolt-ggiai   in  o.-casiom  ìi.  ^..  pre-zidentc 

della  guerra  italo-turca.  Commissione  centrale  di  tnfflco  marittimo. 
Armando  Romanelli,  capo  dell'ufficio.  Il  Sottosegretario  di  Stato,  presidente. 


MINISTERO  DELIBA  MARINA 

{ROMA,  piazzetta  di  Sant' Antonino  de'Portogheai), 

Camillo  CORSI,  Ministro.  —  Augusto  BATTAGLIERI,  Sottosegr.  di  Stato. 
Enrico  Nicashro,  Segretario  generale. 
Lenniero    Galleani,    capo  Divisione  reclutamento,  mutri- 

di  guhinetto  del  Ministro.  tìSSS^&^^&^SS^Xli  '^'*^'^'  ^^^^'J"*  ^    servizi   vari. 

Mario    Comandù,    Segret.       WTJBBKèA^         d»4^on«.  ^*''*'°''*'''' '"'^'' *** 
Vittorio    Cionnl,    capo   di       jD^M^^HP'*      ^^^^  KH  ni.A,t/>n*  «ar.mI. 

Giuseppe  Regard,  Segre-       g       ^^m^^  -"«sJIH^  Agostino   Carpi,  direttore 

torio  particolare  del  Sottese'       ff        I^^L«ite'-''',^^Hly  generale, 

gretario.  9     •  ^^^CK^^^^^^HS       Divisione  manutenzion»  del  na- 

Ufficio  %       ^K^-  AMcI  Enrico  Martinez,  capo  di 

delle  Uggì  e  dei  Decreti.         f^,      ^^  ^  -  ^^ÈBM^        divisione. 

Mario    Comandu,    capo       j^       jt^ÉÈÈ^^^BwL       Divisione  nuove  costruzione. 
d'ufficio.  *M f^^l^^^l^m^^^^'ìkWr  Gioacchino    Russo,    capo 


Uffici 


di  divisione. 


.   ,,     „     .       „.,..  un^Enaa^SMRSBCM^flh       Ufficio  amminiatraiivo. 

della  Marma  Militare.  «WSSSiè^iS^^Jt^^^P  pj^pp^  Martinengo,  capo 

Serviz'o   dei  personali  civili  »  Camillo  Corsi,  d'ufficio, 

degli  affari  generali. 

Rio.  ardo  Marcelli,  direttore  capo  di  divi-  Direzione  generale  di  artiglieria  e  armamenti. 

sione  incaricato.  ^.^^^^  Bertolini,  direttore  generale. 

Divisione  pert^onali  civi'i.  Pino  Pini,  vice  direttore  generale. 

Riccardo  Marcelli,  predett».  j;-^^,-^  j,^,,^,- 

Divisione  affari  generali.  Guido  Segrè,  capo  d'ufficio, 

Antonio   Edoardo  Pranza,  direttore  capo  Divisione  artiglieria  e  armimenti. 

di  divisione.  Salvatore  Nicastro,  capo  di  divisiona. 

Uffi  io  di  economato  e  cassa.  Divisione  Torpedini,  Elettricità,  Aereon antica. 

Agostino  Meneghini,  capo  d'ufficio.  Bernardo  Nicohiurdl,  f.  f.  di  capo  di  divi». 

Oirerione  generale  degli  ufficiali  e  del  servizio     ^'^tmTe'zt Siti,' capo  d'ufficio. 

militare  e  scientifico.  ^ 

Silvio  BeMeni,  diretore  tjene-  Direzione  generale 

raie.  — rrzr-.,.  del  Servizi  amministrativi. 

Divisione  ufficiali  e  servizio  mili-  ,  "               *  -^^^  Francesco     Pages,    direttore 

tare.  /      ^(jÈS^^'    -fl^^Kv  generale. 

lt&\o  JXiccU  capo  di  divisione.  ^^h|||||||^h\  j)ji,isione  liquidazioni  epagamenti. 

Divisione  naviglio  4  servizio  scien-  m^^^^^^^KÙi  Umberto  Yigolo,  capo  di  di- 

Battista  Tanca,   capo  di   di-              ^^^^^^^Hl  Divisione  contratti, 

visione.                                              ^          .  g^^^^^^^ml  Pasquale  Orlandini,  capo  di 

Ufficio  amministrativo.                         V^KIH'iV^I^^B/  divisione. 

N.  N.,  capo  d'ufficio.                       V^^Hl^^^^^B/  Ispettorato   per    l'esercizio    delle 

Direzione  generale  ^^HBlfl^^  Raffaello  Goffi,  capo  d«;r/«p(;N 

del  Corpo  RR.  Equipaggi.  UASM^  ^  tarato. 

(Via  <l.-lla  s.  rota,  ST).  Auoi sro  Dati.ujlibiu.  N.  N.,  sotto  capo  dell' ispetto- 

Paolo  Martini,   dirett.  gener.  rato. 

Divisione  mohiltazione,  avanzamento,   raffer-     !•  Reparto.  —  A.  Marcorini,  capo  del  reparto, 
me  0  disciplina.  H»  Repabto.  —  Luigi  GaVnbardella,  capo  di 

Carlo  Do  Luca,  capo  di  divisione.  reparto. 

Divisione  mov  menti  e  scuole.  Ufficio  amministrativo. 

Giuseppe  Bertettl,  capo  di  divisione.  Alfredo  Curdo,  eajao  .dell' ufficio. 


184 


Ispettorato  di  sanità. 

Beniamino  Calcagno,  capo  dell'  ispettorato. 

Io  Reparto.  —  Salvatore  Melardi,  capo  del  re- 
parto. 

Il»  Repaeto.  —  Saverio  Buonamici,  f.f.  di 
capo  reparto. 

Ufficio  amministrativo. 

Achille  Barberls,  capo  d'ufficio. 

Ispettorato  di  commissariato  militare  marittimo. 
Giulio  Galante,  capo  dell'ispettorato. 

Reparto  sussistenze. 

Carlo  Gerbino,  capo  del  reparto. 

Reparto  vestiario. 

Arturo  Silvagnl,  capo  del  reparto. 

Reparto  amministrativo. 

Arturo  Consiglio,  capo  del  reparto. 

Ispettorato  del  genio  militare. 

Giovanni  Moneta,  capo  d'ufficio. 

Reparto  tecnico. 

Oreste  Leoncini, /■./".  di  capo  del  reparto. 

Reparto  amministrativo. 

Giovanni  Mossini,  capo  del  repaìto. 


Ufficio  di  Stato  {Maggiore. 

Paolo  Thaon  Di  Revel,  capo  di  Sta'o  Mag- 


Pino  Pini,  sottofccipo  di  Sta'o  Maggiore. 
Consiglio  d'amministrazione  e  di  disciplina  per 
i  funziona  i  civili  dell' amministr.  mirittima. 

Il  Ministro,  presidente. 
Comitato  degH  Ammiragli. 

S.  A.  R.  Tommaso  di  Savoia,  presidente. 
Consiglio  supei-iore  di  Marina^ 

Marcello  Amero  d'Aste  Stella,  presidente. 
Comitato  per  l'esame  dei  progetti  di  navi. 

Edgardo  Ferrati,  presidente. 
Commissione  per manen' e  per  l'illuminazione  e 
il  segnalamento  delle  coste. 

Gaetano  Chierchia,  presidente. 
R.  Comitato  Talassografico  italiano. 

Il  Ministro,  presidente. 
Istituto  radiotelegrafico  militare. 

Giulio  Bertolini,  presidente. 
Commissione  dei  ricorsi  per  la  leva   di  mare. 

Marcello  Amero  d'Aste  Stella,  presidente. 


I 


S.  E.  il  Ministro  riceve  i  Senatori  e  i  De- 
putati tutti  i  giorni  eccetto   il  Giovedì  e  la 
Ispettorato  dei  fari  e  del  segnalamento  mariti.    Domenica  dalle  11  alle  12. 

Arturo  Costantino,  capo  dell'  ispettorato.  g.  e.  il  Sottosegretario   di  Stato  riceve  1 

Reparto  tecnico.  Senatori  e  i  Deputati  tutti  i  giorni  dalle  11 

Gino  Fanelli,  capo  del  reparto. 


Reparto  amministrativo. 

Alfonso  Pesce,  capo  del  reparto. 


alle  12. 

I  Direttori  Generali  ricevono  i  Senatori 
e  i  Deputati  tutti  i  giorni  dalle  10  e  mezzo 
alle  11  e  mezzo. 


MINISTERO  DELLE  POSTE  E  DEI  TELEGRAFI 

{ROMA,  via  del  Seminario). 
Luigi  FERA.,  Ministro.  —  Cesare  ROSSI,  Sottosegretario  di  S:ato. 


Gabinetto.  —  Lui<,'i  Saler- 
no, capo  di  gabinetto  di  S.  E. 
il  Ministro. 

Carlo  Colombo,  capo  di 
gabinetto  dì  S.  E.  il  Sottose- 
gretario di  Stato. 

Amerigo  Bartolini.  se^ce- 
tario particolare  di  S.  E.  il 
Miniatro. 

Ottavio  Gabetti,  segre' a- 
rio  particolare  di  S.  E.  il 
Sottosegretario. 

Biblioteca  del  Ministero. 
Emilio    Diena,    bibUote- 
cario. 

CONOMATO    DEL    MINISTERO. 

Amato  Sepe,  economa. 

Direzione  generale 
del  Segretariato.  "'"'"'' 

Giuseppe  Greborio,  direttore  generale. 

Segreteria  e  Consiglio  d'amministrazione. 
Emanuele  Correa  d'  Oliveira. 

Divisione  1».  —  (Carriera  e  disciplina). 
Luigi  Venezia,  capo  di  divisione. 


Divisione  II».  —  (Movimen- 
to ed  applicazione). 

Socrate  Berardi,  capo  di 
divisione. 
Divisione  III».  —  (Personale 
subalterno). 

Giovanni  Tavoluccini,  ca- 
po di  divisione. 
Divisione  IV».  —  (Ricevitori 
ed  agenti  rurali). 

Francesco  Sessini,   capo 
di  diiisione. 
Divisione  V»,  —   (Locali  — 
Mobili   —   Spese  d'ulficio 
—  Economato). 

Antonio    Liverani,   capo 
di  divisione. 
Divisione  VI».  —   (Servizio 
d'ispezione). 
Emanuele  Franco. 


Direzione  generale  delle  Poste. 

Ernesto  Scotti,  direttore  generale. 

Divisione  I».  —  (Corrispondenze  e  commis- 
sioni). 

Giovanni  Blengini,  capo  di  divisione. 


185 


Divi«inNE  IT».  —  ^Pacchi). 

Ettore    Fontana   oiiii,  f.  f.  di  capo   di  di- 
visionf. 
Divisione  III*.  —  f  Movi  mento  postale). 

N.  N.,   capo  di  divi'iione. 
Divisione  IV».  —  (Trasporti  postali  sulle  fer- 
rovie, sulle  acque  e  sulle  vie   ordinarie^. 
Giovanni   Pascoli,  caiJO  di  divisione. 

Direzione  generale  del  Telegrafi. 

(Piazza  San  Bernardo,  lo  ). 

Gaspare  Duran,  direttore  generale. 
Divisione  I».  —  (Servizio  dei  te- 
legrammi ed  esercizio   ammi- 
nistrativo degli  Ufficili. 

Guglielmo    De    Cursu,  capo 
di  divisione. 
Divisione   II».  —   (Impianto   ed 
esen-izio  tecnico  degli  Uffici  — 
Radioteletrrafla). 

Mario  Enrico  Mirabelli,  capo 
di  divisione. 
Divisione   III».    —    (Costruzioni 
telegrafiche  e  telefoniche). 

Oreste  Zuccolinl,  capu  di  di- 
visione. 

Direzione  generale 
dei  Vaglia  e  Risparmi. 

(Piazza  Dante). 

Luigi  Salerno,  direttore  generale. 

Ufficio  speciale  d'ispezione. 

Pietro  Stettiner,  capo  di  divisione. 

Divisione  I».  —  (Servizio  amministrativo  dei 
vaglia  interni  —  Titoli  di  credito  —  Riscos- 
sioni). 

Torquato  Giannini,  capo  di  diiisione. 

Divisione  II».  —  (Contabilità  dei  vaglia  in- 
terni). 
"  Nicola  Calò,  capo  di  divisione. 

Divisione  III».  —  'Servizio  dei  vaglia  inter- 
nazionali). 

Cesate  Conti,  capo  di  divisone. 


Divisione  IV».  —  (Ca<?<!e  di  risparmio.  —  Ser« 
vizio  amministrativo  —  Economato). 
Alessandro  Delle  Pere,  cupo  di  dioixione. 
Divisioni  V».  —  (Casse  di  risparmio  —  Ser- 
vizio contabile). 

Gaetano  Bonolls,  capo  di  divlsions. 

Ragioneria  centrale. 
Romeo  Pavesi,  capo  ragioniere. 
Istituto  superiore 

POSTALE   telegrafico   E   TELEFONICO. 
(Viale  del  Re,  131). 

Giovanni  Di  Pirro,  direttore. 

Direzione  generale  del  Telefoni. 

Gaspare  Duran,  direttore  ge- 
nerale reggente. 

Giuseppe  Angelini,  ispettore 
generale 

Giacomo    Magagninl,    ispet- 
to-e  centrale. 
Divisione  I».  —  (Personale  di  1», 
2»  e  3»  categoria). 
Pietro  Cipollaro,  capo  di  div. 
Divisione  II».  —    (Servizio   tec- 
nico). 
Cesare  Rossi.  Gaetano   Marchesi,   capo  di 

division». 
Divisione  III».  —  (Servizio  amministrativo). 

Antonio  Frajese,  capo  di  divisione. 
Ragioneria. 

Ottavio  Bolzoni,  capo  ragioniere. 

S.  E.  11  Ministro  riceve  i  Senatori  e  i  De- 
putati, tutti  i  giorni,  meno  il  giovedì  e  la 
domenica,  dalle  ore  11  alle  VI,  ì  privati  che 
hanno  chiesto  e  ottenuto  udienza,  nel  giorno 
e  nell'ora  indicati  nella  lettera  d'invito. 

S.  E.  il  Sottosegretario  di  Stato  riceve 
1  Senatori  e  i  Deputati  tutti  i  giorni  meno 
la  domenica  dalle  11  alle  12. 

I  signori  Ispettori  generali  e  Centrali  ed 
1  signori  Capi  di  divisione  ricevono  tutti  i 
giorni  nelle  ore  dulficio. 


DISPEPTICI  -  OBESI 

0  2  grani  prima  dei  pranzo 
Regola  le  funzioni  digettlie 

Scatola  105  «rani  L.  3.— 


f: 


1/2  Scatola  L.  1.50 


186 


MINISTERO  DEL  TESORO 

(ROMA,  via  XX  Settembre  «  via  Cemaia,  palazzo  del  Ministero  delle  Finanze). 


Paolo  GARGANO,  Ministro.  —  Ugo  DA  COMO,  Sottosegretario  di  Stato. 


Gabinetto  del  Ministro 
e  del  Sottosegretario  di  Stato. 

Giovanni  Cigliana,  capo 
gabinetto  di  S.  E.  il  Ministro. 

Giovanni  Borga,  S''gieta- 
rio  partictlare. 

Amanto  Di  Fausto,  capo 
della  segreteria  del  Sottose- 
gretario di  Stato. 

Amedeo  Paoletti,  segre- 
tario particolare  del  Sotto- 
segretario. 

Segretariato  generale. 

(Personale   —  Economato  — 
Biblioteca). 

Vittorio  Benedetti,  capo 
di  divisione. 


Paot.o  Carcano 


Direzione  generale 
per  la  vigilanza  sugli  Istituti  di  emissione. 

Achille  Padoa,  direz.gen. 

Galileo  Grivellari,  ispettore  generale. 

Ragioneria  generale  dello  Stato. 

Paolo  Bernardi,  ragioniere  generale. 
Ennio  Grasselli,  Federico  Zapelloni,  ispet- 
tore generale. 

Divisione  I».  —  (Affari  generali  e  personale). 
Cesare  Maiorca,  direttore  capo  di   ragio- 
neria. 

Divisione  II*.  —  (Bilanci). 

Vito  De  Bellis,  f.  f.  direttore  capo  di  ra- 
gioneria. 

Divisione:  III».  —  (Vigilanza  sulle  contabilità 
delle  amministrazioni  centrali). 
Giuseppe  Failla,  direttore  ca- 
po di  ragioneria. 

Direzione  generale  del  tesoro. 

Federico  Broflferio,  direttore 
generale. 

Giov.  Cigliana,  Felice  Cre- 
spo, ispettore  generale. 

Divisione  I».  —  (Portafoglio). 
Munari  Antonio  Virginio,  ff. 
di  direttore  capo  di  divisione. 

Divisione  II».  —  (Preparatone 
dei  bilanci  e  conti  consuntivi 
dello  Stato  in  linea  ammini- 
strativa). 

Bartolomeo  Enrici,  direttore  capo  di  di- 
visione. 

Divisione  III.»  —  (Entrate  speciali  del  Te- 
soro). 

Buggero  Eossi,  direttore  capo  di  divisione. 


Ugo  Da  Como, 


Divisione  IV».  —  (Ammissio- 
ne a  pagamento  dei  man- 
dati e  degli  altri  titoli  di 
spesa  a  carico  dello  Stato). 
Luigi  Mainardi,  direttore 
capo  di  divisione. 

Divisione  V».  —  (Affari  gene- 
rali e  riservati). 

Roberto  Bocchi,  direttore 
capo  di  divisione. 

Divisione  VI».  —  (Applicazio- 
ne di  leggi  speciali,  dota- 
zione della  Corona,  ecc.). 

Angelo  De  Francesco,  f.f. 
di  direttore  capo  di  divisione. 

Divisione  VII».  —  (Credito 
agli  impiegati). 

G.  B.  Dall'  Oppio,  direttore 
capo  di  divisione. 

Divisione   VIII».    —    (Ufficio   centrale   delle 
pensioni). 

Olimpio  Zincone,  direttore  capo  di  divis. 

Divisione  ragioneria. 

Luigi  Pirovano,  capo  di  divisione. 

Tesoreria  centrale  del  Regno. 

Innocente  Carnevale,  tesoriere  cen'rale, 
Giovanni  Rossi,  controllore  capo. 

Commissione  permanente  per  la  vigilanza  sulla 
circolazione  e  sugli  istituti  di  emissione. 
Il  Ministro,  presidente. 

Direzione  generale  del  Debito  Pubblico. 

Giuseppe  Garbazzi,  direttore  generale. 
Valerico  Caputo,  ispettore  generale. 

(Ufficio  affari  generali  e  ufficio  di 
ricevimento    delie    d*om;uide). 
Ettore  Gambi,  c-ipo  ufficio. 

Divisione  I».  —  (Operazioni  sulle 
rendite  al  portatore). 

Giovanni  Ambroso,  direttore 
capo  di  divisione. 

Divisione  II».  —  (Iscrizioni  ed 
altre  operazioni  su  rendite  no- 
minative). 

Marco  Baronj  direttore  capo 
di  divisione. 

Divisione  III».  —  (Iscrizioni  ed 
altre  operazioni  su  rendite  no- 
minative). 
Daniele  Scaini,  direttore  capo  di  divisione. 
Divisione  IV».  —  (Traslazioni  e  tramutamenti 
di  rendite  nominative). 

Luigi  Tonino,  capo  di  divisione. 
Divisione  V».  —  (Conversione  della  rendita). 
Scipione  Cassina,  dirett.  capo  di  divisione. 


187  - 


Divisione  VI*.  —  (Conservazione  del  Gran 
Libro   dei  consolidati  e  debiti  redimibili), 
(iiovanni  Enrici,  //".  capo  di  divi.^ione. 

Divisione  VII».  —  (Ragioneria  e  Contabilità 
cetitrali). 

òiiiseppe  De  Flaminii,  direttore  e-ipo  di 
divisione. 

Divisione  Vili».  —  (Ragioneria  —  Pagamento 
rendite). 

Francesco  Carta  Gavino,  direttore  capo. 

Ufficio  dell'Agente  contabile  dei   titoli  del  De- 
bito l^ibblico. 
£lmireno  Prevogna,  agente  contabile. 

Ufficio  di  controllo. 

Luigi  Baldini,  controllore  capo. 

Commissione  di  vigilanza  sul  Debito  Pubblico. 
Carlo  Astengo,  presidente. 


Direzione  generale 
degli  istituti  di  previdenza. 


Filippo  Rninaldi,  direttore  generale. 
Riccardo  Orsi,  ispettore  generale. 

Divisione  VII».  —  (Ufficio  tecnico^ 

Giuseppe  Gianturco,  direttore  capo  di  di- 
visione. 

Divisione  Vili».  —  (Monte  pensioni  per  gli 
insegnanti). 

Ugo  Raimondi,   direttore  capo  di  ditta. 

Divisione  IX».  —  (Casse  pensioni  pei  sanitari). 
Luigi  Masslnl,  capo  di  divisione. 

Divisione  X».  —  (Cassa  pensioni  pei  segre- 
tari comunali  e  impiegati  opere  pie). 

Tullio  Zoppellarl,  direttore  cupo  di  divi- 
sione. 


Cassa  Depositi  e  Prestiti  e  Istituti  di  previdenza.    D^^/s^one  XI».  -  (Cassa  pensioni  per  gli  uffl- 
K  o     ^       ^  ,_    ,,   „>         *^  Qiah  giudiziari  e  per  gli  impiegati  del  ca- 

tasto e  degli  archivi  notarili). 


(Via  Goito,  N.  2). 
Luigi  Venosta,  amministr  .tore  generale. 

Divisione  I»,  —  (Afifari  generali). 

Gaspare  Russo,  capo  di  divisione. 

Direzione  generale  della  Cassa  Depositi 
e  Prestiti. 

Lino  Galli,  direttore  generale. 
Ernesto  Melis,  ispettore  generale. 

Divisione  II».  —  (Depositi). 

Achille  Bruno,  direttore  capo  di  divisione. 

Divisione  III».  —    (Prestiti  ordinari  In  con- 
tanti). 

Ettore    Da   Valle,  direttore  capo  di  divi- 
sione. 


Ambrogio   Rizzi,   direttore  capo  di  divi- 
sione. 

Divisione  XII».  —  (Conti  individuali). 
N.  N.,  direttore  capo  di  divisione. 

Divisione  XIII».  —   (Ragioneria  della  Cassa 
depositi  e  prestiti). 

Tito  Puccioni,  direttore  capo. 


S.  E.  il  Ministro  riceve  tutti  i  giorni  nelle 
ore  d'ufficio,  cosi  pure  S.  E.  il  Sottosegreta- 
rio di  Stato. 


DF^'isiONE  IV».  —  (Sezione  autonoma  di  cre- 
dito comunale  e  provinciale). 

Ettore    Mossolin,   direttore  capo   di  divi- 
sione. 

Divisione  V».  —  (Ragioneria). 

1.  Felice   Garbazzi,  direttore  capo  di  ra- 
gioneria. 

2.  Cantù  Umberto,  direttore  capo  di  ra- 
gioneria. 

DnisiONE  VI».  -  (Ragioneria  della  Sezione  Commissionepermanente per  l'esame  dei  bilanci 

autonoma  di  credito  comunale   e  piovin-  '«'^»'"  «  '«  proposte  legislative  risguardanti 

gjj^jgi  gli  is'.ituti  di  previdenza  amministrati  dalla 

Giuseppe   Piancastelli,  direttore  capo  di  <^«*««  depositi  e  prestiti, 

ragioneria.  Vito  Volterra,  senatore,  presidente, 


Commissione  parlamentare   di  vigilanta  sulla 

cassa  depositi. 
Enrico  MartusccUi,  senatore,  presidente. 

Consiglio  permanente  di  amministrazirme  della 
cassa  depositi  e  prestiti  e  degli  istituti  di  pre- 
videnza. 
Luigi  Venosta,  presidente. 


(S^ 


—  -  .-  "I  bimbi  d' Italia  si  chiaman  Balilla  „  (/  ragaz- 

yf  8lIT\Jl3£l   ^*  M^^Z/rt  Storia  del  Risorr/ittìento).  Voi.  con  100  incisioni 

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.J^ 


Q/»r- 


■vi> 


—  188  - 
MINISTRI  SENZA  PORTAFOGLIO 


Lkonakdo  Bianchi. 


Ubaldo  Comandini. 


Leo>'ida  Bissolati 


VjTTOKIO    SCIALOJA. 


Leonardo  BIANCHI,  Ministro.  —  Arturo  Lepore,  capo  di  gabinetto, 

(Via  Arenula,  53). 

Leonida  BISSOLATI-BERGAMASCHI,  Ministro.  —  Eusebio  Alamandola,  segret.  partic. 
{Via  Nazionale,  200). 

Ubaldo  COMANDINI,  Ministro.  —  Giuseppe  Botti,  capo  di  gabinetto. 

{Via  Nazionale,  200). 

Vittorio  SCIALOJA,    Ministì-o.    —    Andrea   Galante,    capo  di  gabinetto. 

Gaetano  Azzariti,   segretario  particolare. 

{presso  il  Ministero  della  I.  P.). 


-  189 


CONSIGLIO  DI  STATO 

(SOMA,  piazza  Capodiferro,  palazzo  Spadai. 


Giacomo  MALVANO,  presidente.  —  Pietro  CAGNI,  segretario  genera^». 


Sezionk  I».   —  (Affari  dei  ministeri  dell'In- 
terno, dell'Istruzione,  delle  Poste  e  dei  Te- 
legrali . 
Gabriele  Pincherìe,  presiden'e. 

BxzioKE  II*.  —  (Affari  dei  ministeri  di  Grazia 
^    e  Giustizia,  dei  Lavori  Pubblici,   degli  Af- 
fati Esteri  e  delle  Colonie). 
Pietro  Bertarelli,  presidente, 

8KZ10NK  III».  —  (Affari  dei  ministeri  delle  Fi- 


nanze   del   Tesoro,  dell'Agricoltura,   della 
Gueria  e  della  Marina). 
Carlo  Schanzer,  presiden'e. 
Sezione  IV».  G  iirisdiiionnl'^. 
Rarfaele  Perla,  presidente. 
Sezione  V».  Giurisdizi nia'e. 

Carlo  Saiidrelli,  presi. lene. 
Adunanza  Plkxauia. 

Raffaele  Perla,  presidente. 


CORTE  DEI  CONTI 

{ROMA,  via  Pastrengo,  palazzo  del  Ministero  dello  Finanze). 


Antonio  TAMI,  presidente  —  Angelo  BUGGERI,  procuratore  generale. 
Carlo  VICARIO,  vice  procuratore  generale  —  Carlo  MELOGRANI,  segretario  gener  de. 


Sezione  I».  —  (Riscontro  degli  atti  risguar- 
danti  1  ministeri  del  Tesoro,  delle  Finanze, 
dell'Interno,  degli  Esteri,  delle  Colonie,  di 
Grazia  e  Giustizia  (e  Fondo  per  il  Culto  ed 
EconoraaH  dei  benefici  vacanti),  dei  Lavori 
Pubblici,  Trasporti  marittimi  e  ferroviari. 
Rilancio  attivo;  Vigilanza  sulle  entrate:  De- 
bito Pubblico;  CHsse  Depositi;  istituti  di 
Previdenza;  Contabilità  di  portafoglio;  Fon- 
do per  l'emigrazione;  Buoni  del  tesoro;  Offi- 
cina larte  valori  ;  Cassa  speciale  pei  biglietti 
a  debito  dello  Stato;  Spese  tisse  e  debito 
vitalizio  —  Ferrovie  di  Stuto,  Servizi  in- 
terni ed  Economato I. 

Antonio  Tami,  presidente. 

Carlo  Melograni,  segretario. 

Sezione  II».  —  (Riscontro  degli  atti  ris^uar- 
daiiti  1  ministeri  della  Guerra,  della  Ma- 
rina, della  Istruzione  pubblica,  dell'Agri- 
coltura, dell'Industria,  commercio  e  lavoro 
e  delle  Poste  —  Magazzini  di  Stato). 

Fortunato  Rostagno,  presi  len'e. 

Arturo  Coppi,  segretario. 

Sezione  III».  —  (Revisione  definitiva  e  giudi- 
zio dei  conti  dei  contabili  dello  Stato  — 
Giudizi  speciali  e  di  responsabilità  dei  pub- 
blici funzionari  —  Ricorsi  in  appello  dalle 
de<'isioni  dei  consigli  di  prefettura  in  ma- 
teria di  conti  comunali  e   di  conti  delle 


Opere  Pie  —  Esame  e  visto  di  decreti  re- 
lativi all'accettazione  e  svincolo  delle  cau- 
zioni dei  contabili  dello  Stato). 

Domenico  Le  Pera,  presidente. 

Savino  Maghelli,  segretario. 

Sezione  IV».  —  (Esame  e  visto  di  tutti  i  de- 
creti reali  e  ministeriali  di  collocamento 
a  riposo,  dispensa  dal  servizio  e  destitu- 
zione dall' impiegp  —  Liquidazione  delle 
pensioni  e  delle  indennità  per  una  volta 
tanto  —  Pensioni  privilej,'iate  di  guerra  — 
Giudizio  in  prima  istanza  sui  conti  dei  te- 
sorieri provinciali  e  degli  istituti  dipendenti 
e  sulle  responsabilità  degli  amministratori 
delie  Provincie.  —  Conti  consuntivi  del 
R.  Politecnico  di  Torino). 

Adolfo  Leris,  presidente. 

Gustavo  Verneau,  segretario. 

Gabinetto  di  S.  E.  il  Presidente. 

Fabio  Pedoja,  capo  di  divisione,  capo  del 
gahinetlo. 

Uffici  della  Corie  dei  Conti. 

Segretariato  generale.  —  (Personale  della  Cor- 
te dei  Conti  —  Affari  riservati  e  d'ordine  ge- 
nerale —  Corrispondenza  ufficiale  —  Cor- 
rispondenza telegrafica  —  Apertura  della 


—  Per  divertire  i  soldati 

(liftontiete  il  volume  di  A.  VALORI 

Le  Mirabili  Avventure  di  Ferrantino^ 


FIRENZE 


con  illustrazioni  di  NAf^OI  —  Lire  '/2,75. 
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FIRENZE 


190 


corrispondenza  —  Protocollo  generale  — 
Copisteria  —  Segreteria  della  1»  Sezione 
della  Corte  —  Funzioni  di  cancelleria  giu- 
diziaria davanti  le  Sezioni  riunite  dellìa 
Corte  —  Archivio  Generale  —  Biblioteca  — 
Doppio  del  G.  Libro  Economa  oì. 
Carlo  Melograni,  segret.  generale. 

Divisione  I».  —  (Conti  dello  Stato,  dei  Co- 
muni e  delle  Opere  Pie  —  Funzioni  di  can- 
celleria in  aflari  contenziosi  contabili  presso 
la  III»  Sezione  della  Corte}. 

Savino  Maghelli,  capo  di  divisione. 

Divisione  II».  —  (Pensioni  civili  e  conti  pro- 
vinciali -  Segreteria  della  IV»  Sezione). 
Fiancesco  Drago,  capo  di  divisione. 

Divisione  III».  —  (Pensioni  militari  e  per- 
sonale assimilato), 

Eugenio  Torracca,  capo  di  divisione. 

Ufficio  speciale  per  le  pensioni  privi' egiale  di 
guerra. 

Rodolfo  De  Paolis,  referendario. 

Divisione  IV».  —  (Riscontro   degli  atti    dei 
Ministeri  degli  Esteri,  delle  Colonie  e  del 
Commissariato  d' emigrazione). 
Aristide  Lesen,  capo  di  divisione. 

Divisione  V».  —  (Riscontro  degli  atti  del  Mi- 
nistero dell'Interno). 

Gaetano   Tagliamonte,   capo  di  dioisione. 

Divisione  VI».  —  (Riscontro   degli  atti  del 
Ministero  di  Grazia  e  Giustizia) 
Gustavo  Balsamo,  capo  di  divisione. 

Divisione  VII».  —  (Riscontro  degli  atti  del 
Fondo  culto  e  degli  Economati  dei  benefici 
vacanti). 

Gustavo  Balsamo,  capo  di  divisione  (reg- 
gente). 

Divisione  Vili».  —  (Riscontro  degli  atti  del 
Ministero  delle  Finanze). 

Giulio  Franceschi,  capo  di  divisione. 

Divisione  IX».  —  (Riscontro  degli  atti  del 
Ministero  del  Tesoro). 

Arturo  Pelosi,  capo  di  divi.^ione. 

Divisione  X».  —  (Riscontro  degli  atti  del  Mi- 
nistero della  Guerra). 

Ernesto  Tavassi,  capo  di  divisione. 


Divisione  XI».  —  (Riscontro  degli  atti  del 
Ministero  della  Marina  e  Trasporti  marit- 
timi). 

Francesco  CapuU,  capo  di  division».. 

Divisione  XII».  —  (Riscontro  degli  atti  del 
Ministero  dell'Istruzione  Pubblica). 
Vittorio  Targioiii,  capo  di  divisione. 

Divisione  XIII».  —  (Riscontro  degli  atti  del 
Ministero  dei  Lavori  Pubblici  e  Trasporti 
ferroviari), 

Arturo  Gisci,  capo  di  divisione. 

Divisione  XI V».  —  (Iliscontro  degli  atti  dei 
Ministeri  per  l'Agricoltura,  pel  Commercio, 
industria  e  lavoro). 
Arturo  Coppi,  capo  di  divisione. 

Divisione  XV».  —  (Riscontro  degli  atti  del 
Ministero  delle  Poste,  dei  Telegrafi  e  dei 
Telefoni). 

Enrico  Invernizzi,  capo  di  divisone. 

DiivisioNE  XVI».  —  (Riscontro  e  contabilità 
delle  Spese  fisse  e  del  Debito  vitalizio). 
Luigi  Antolini,  capo  di  divisione. 

Divisione  XVII».  —  (Riscontro  degli  atti  re- 
lativi alle  Entrate  —  Vigilanza  sulle  riscos- 
sioni —  Buoni  e  Vaglia  del  Tesoro  —  Of- 
ficina carte  valori  —  Cassa  speciale  per  i 
biglietti  di  Stato). 

Vincenzo  Cajani,  capo  di  divisione. 

Ufficio  di  riscontro  p)-esso  la  Direzione  Generale 
del  Debito  PubMico. 

Giovanni  Vaglieco,  referend  irto,  direttore 
capo  d'ufficio. 

Ufficio  di  riscontro  presso  la  Cassa  Depositi  e 
Prestiti. 

Severino  Pizzi,  referen  iario,  dire'.tore  cupo 
d'ufficio. 

U/ficio  di  riscontro  pressi  !a  Direzione  gene- 
rale degli  Isfituti  di  Pr-^v  denza. 

Luigi  Tacchi-Venturi,  direttore  superiore. 

Ufficio  di  riscontro  pi-esso  l'i  Direzione  g-'ne- 
ra'.e  dMe  ferrovie  di  Stato. 

Gennaro  Perrino,  direttore  superiore. 

Ufficio  di  delegazione  presso  la  cassa  speciale 
del  Tesoro  in  Roma. 

Pompeo  Righetti,  delegato. 

{Stampato  il  1"  ottolyre  1916). 


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purifica  il  sangue 

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purg^ativi                         depurativi 

—  191  — 


GerarcHia  cattolica. 

Arcivescovi   e   Vescovi   delle   Sedi   Residenziali   italiane. (*) 


PIEMONTE  E  LIGURIA 

Inim.  Sogg.   —   Vesc.  Luni-Sarz:\na  (Unito 
con  Brugnato). 
Genova.  -  Me  r.  -  Ludovico  GavotH. 
Sifffr.  Albenga  -  Ang'^lo  Cambiaso. 
Bobbio  -  Pietro  Calchi  Novati. 
Brugnato  —  Giovanni  Carli. 
Chiavari  —  Giovanni  Gamb.  ronl. 
Savona  e  Novi  -  Giuseppe  Sc.vttl. 
Tortona  —  Simon  Pietro  Grassi. 
Ventimiglia  —  Ambrogio  Daffra. 
Torino.  -  3/tfr.  —  Agostino  Richelmy,  card. 
Suffr.  Acqui  —  Disma  Marchese. 
Alba  —  Giuseppe  Francesco  Re. 
Aosta  —  Giov.  Vincenzo  Tasso  C.  M. 
Asti  —  Luigi  Spandre. 
Cuneo  —  Gabriele  Natale  Moriondo  0.  P. 
.   Tossano  —  Giosuè  Signori. 
Ivrea  —  Matteo  Filipello. 
Mondov'i  —  Giovanni  Battista  Resòia. 
Pinerolo  -  G.  B.  Rossi. 
Saluzzo  —  Giovanni  Oberti,  S.  P. 
Susa  —  Giuseppe  Castelli. 
Vercelli.  -  Mev.  -  Teodoro  Valfrè  di  Bonzo. 
Suffr.  Alessandria  della  Paglia  —  Giuseppe 
Capecci,  O.  E.  S.  A. 
Biella  —  Natale  Serafino. 
Casale  —  Albino  Palla. 
Novara  —  Giuseppe  Gambn.. 
Vigevano  —  Pietro  Berruti. 

LOMBARDIA  E  VENETO 

Imm.  Soijg.  -  Arciv.  Udine  —  Antonio  Ana- 
stasio Rossi. 
Milano.  -  Me:r.  —  Andrea  Ferrari,  card. 
Suffr.  Bergamo  —  Luigi  Marcili. 
Brescia  —  Giacinto  Gaggia. 
Como  —  Alfonso  Archi. 
Crema  —  Dalmazio  Minorettl. 
Cremona  —  Giovanni  Cazzani. 
Lodi  —  Pietro  Zanoliiii. 
Mantova  -  Paolo  Origo. 
Pavia  —  Francesco  Ciceri. 
Venezia  iratriar^a!o).  •  Metr.  —    Pietro   La- 
fontaine. 
Suffy.  Adria  —  Anselmo  Rizzi. 
Belluno  e  Feltra  —  Giosuè  Cattarossl. 
Ceueda  —  Rodolfo  Caroli. 


Chioggia  —  Antonio  Bas-iani. 
Concordia  —  Francesco  Isola. 
Padova  —  Luigi  Pelizzo. 
Treviso    —   Andrea    Giacnt>    Longhin, 

M.  Cap. 
Verona  —  Bartolomeo  B.iciliori,  card. 
Vicenza  —  Feràiuando  Rodolfi. 

ANTICHI  STATI  DELLA  CHIESA 

Imm.  Sogg.  -  Ancrv.  Ancona  ed  Umana   — 
Giovan  Batt.  Ricoi. 
Camerino  —  Pietro  Paolo  Camillo  More- 
schini  C.  P. 
Ferrara  e   Comacchio  —  Giulio  Boschi, 

card. 
Perugia  —  D.  Beda  G.  Cardinale  0.  S.  B. 

Spoleto  —  Pietro  Pacifici,  CC.  UR.S. 
Vesc.  Acquapendente  —  Gisleno  VenerL 

Alatri  —  Michele  Izzi. 

Amelia  —  Francesco  M.  Berti  M.  C. 

Anagni  —  Silvio  Gasperini. 

Ascoli  Piceno  —  Apollonio  Maggi». 

Assisi  —  Ambrogio  Luddi  O.  P. 

Bagnorea  —  Emilio  Poletti. 

Città  di  Castello  —  Carlo  Liviero. 

Città  della  Pieve  —  Giuseppe  Angelucol. 

Civita  Castellana,  Orto  e  Gallese  —  Gia- 
como Ghezzi,  O.  F.  M. 

Corneto  e  Civitavecchia  —  Pacifico  Fio- 
rani. 

Fabriano  e  Matelica  —  Andrea  Cassulo. 

Fano  —  Giustino  Sanchinl. 

Ferentino  —  Pomenico  Bianconi. 

Foligno  —  Carlo  Sica. 

Gubbio  —  Giov.  Bat.  Nasali!  Rocca. 

Jesi  —  Giuseppe  Gandolfi. 

Montefiascone  —  Giovanni  Rosi. 

Narni  e  Terni  —  Francesco  Moretti. 

Nocera  —  Nicola  Cola. 

Norcia  —  Vincenzo  Migliarelli. 

Orviéto  —  Salvatore  Frattocchl. 

Osimo  e  Cingoli  —  G.  B.  Scotti. 

Poggio  Mirteto  -  Bartolomeo  Mirra. 

Recauati  e  Loreto  —  Alfonso  Andreoll. 

Rieti  —  Francesco  Sidoli. 

Segni  —  Angelo  Filippo  Siniba^di. 

Sutri  e  Nepi  —  Luigi  Olivares  d.  S.  d.  V. 
D.  B. 

Terracina,  Sezze  e  Piperno  —  D«meuico 
Ambrosi. 


(♦)  Imm.  Sogg.  Sedi  Immediatamente  so-gette  alla  Santa  Sede.  -  Metr.  Sede  arcivesco- 
vile metropolitana.  -  Suffr.  Sedi  vescovili  surfrajanee  alla  metropolitana  immediatamente 
precedente.  —  Arciv.  Arcivescovato.  —  Veac.  Vescovato. 


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* 


192  — 


Tivoli  —  Luigi  ZafTaranl. 

Todi  - 

Treja  —  (Sotto  l'anim.  perp.  di  Cimerino). 
Veroli  —  Luigi  Fantozzi  C.  P.  S. 
Viterbo  e  Toscanella  —  Emidio  Trenta. 

Bologna.  -  Metr.  —  Giorgio  Gusmiiii,  card. 
Suffr.  faenza  —  Vincenzo  Bacchi. 

Imola  —  Paolino  Giov.  Tribioli,  M.  Gap. 

Fermo.  -  Metr.  —  Carlo  Castelli. 
Suffr.  Macerata  e  Tolentino  —  Romolo  Mo- 
lavo ni. 
Montalto  —  Luigi  Ferro. 
Ripatransone  —  Luigi  Boschi. 
San  Severino  —  Adamo  Bor^'hinl. 

Ravenna  e  Cervia.  -  Meir.  —  Pasquale  Mor- 
ganti. 
Suffr.  Bertinoro  —  Federico  Polloni. 
Cesena  —  Fabio  Bordini. 
Forlì  —  Raimondo  Jaffei. 
Rimini  —  Vincenzo  Scozzoli. 
Sarsina  —  Ambrogio  Riccardi. 

Urbino.  -  Mefr.  —  Giacomo  Ghlo. 
Suffr.  S.  Angelo  in  Vado  e  Urbania.  —  Luijl 
Giacomo  Baccini,  M.  Gap. 
Cagli  e  Pergola  —  Ettore  Fronzi. 
Fossombrone  —  Pasquale  Righetti. 
Montefeltro  —  Raffaele  Santi. 

Pesaro  —  

Senigallia  —  Tito  Maria  Cucchi. 

TOSCANA  ED  EMILIA 

Jmni.  Sogg.  -  Arciv.  Lucca  —  Arturo  Marchi. 
Vesc.  Arezzo  —  Giovanni  Volpi. 

Borgo  S.  Donnino  —  Giuseppe  Fabbrucci. 

Cortona  —  Michele  Balde tti. 

•Montalcino  —  Alfredo  del  Tomba. 

Montepulciano  —  Giuseppe  Batignani. 

Parma  —  Guido  M.»  Conforti. 

Piacenza  —  Giovanni  M.»  Pellizzari. 

Firenze.  -  Merr.    —    Alfonso  M.  Mistrangelo, 
S.  P.,  card. 
Suffr.  Borgo  S.  Sepolcro.  —  Pompeo  Ghezzi. 
Colle  di  Vai  d'Elsa  —  Massimiliano  No- 
velli. 
Fiesole  —  Gioacchino  Fossa. 
S.  Miniato  —  Carlo  Falcini. 
Modigliana  —  Ruggero  BoveUi. 
Pistoia  e  Prato  —  Gabi-iele  Vettori. 

Modena.  -  Metr.  —  Natale  Bruni. 
Suffr.  Carpi  —  Andrea  Righetti. 
Guastalla  —  Agostino  Cattaneo. 
Massa  di  Carrara  —  Giov.  Marengo  d.  S. 
Reggio  —  Eduardo  Brettoni. 

Pisa.  -  Metr.  —  Pietro  Maffl,  card. 
Suffr.  Livorno  —  Sabatino  Giani. 
Pescia  —  Angelo  Simone  Iti. 
Pontremoli  —  Angolo  Fiorini,  M.  Cap. 
Volterra  —  Emanuele  Mignone. 

Siena.  -  Metr.  —  Prospero  Scaccia. 
Suffr.  Chiusi  e  Pienza  —  Giacomo  Bellucci. 
Grosseto  —  Ulisse  Bascherini. 
Massa-Marittima  —  G.  B.  Boracchia. 
Sovana-Pitigliano  —  Riccardo  Cariati. 


PROVINCIE  NAPOLETANE 


Imm.  Sogg.  -  Anciv.  Amalfi  —  Ercolano  Ma- 
rini. 

Aquila  —  Pellegrino  Stagni,  0.  SS.  M. 

Cosenza  —  Tommaso  Tiusaoni. 

Gaeta  —  Francesco  Niola. 

Rossano  —  Orazio  Mazzella. 
Vesc.  Aquino  —  Antonio  Jannotta. 

Pontecorvo  e  Sora  (Antichi  domini  della 
S.  Sede)   —  Antonio  Jannotta. 

Aversa  —  Settimio  Caracciolo  di  Torchia- 
rolo. 

Cava  e  Sarno  —  Luigi  Lavitrano. 

Foggia  —  Salvatore  Bella. 

Gravina  e  Montepeloso  —  Nicola  Zima- 
rino. 

S.  Marco  e  Bisignano  —  Salvatore  Scanu. 

Marsi  (Sede  in  Pescina)  —  Marcello  Pio 
Bagnoli  O.  C.  D. 

Melfi  e  Rapolla  —  Alberto  Costa. 

Mileto  —  Giuseppe  Morabito. 

Molfetta,    Terlizzi   e    Giovinazzo    —  Pa- 
squale Picene. 

Monopoli  —  Nicola  Monterisi. 

Naidò  —  Nicola  Giannattasio. 

Penne  e  Atri  —  Carlo  Penza. 

Teramo  —  Alessandro  Beniamino  Zaneo- 
chìa  Ginnetti,  O.  C.  D. 

Trivento  —  Antonio  Lesa. 

Troia  —  Domenico  Lancellotti. 

Valva  e  Sulmona  —  Nicola  Jezzoni. 

Acerenza  e  Matera.  -  Metr.  —  Anselmo  Pecci 
O.  S.  B. 
Suffi:  Anglona  Tursi  —  Giovanni  Pul virenti. 
Potenza   e   Marsico   Nuovo.  —  Roberto 

Achille  Razzoli,  O.F.M. 
Tricarico  —  Giovanni  Fiorentino. 
Venosa  —  Angelo  Petrelli. 

Bari.  -  Metr.  —  Giulio  Vaccaro. 
Suffr.  Conversano  —  Antonio  Lamberti. 
Ruvo  e  Bitonto  —  Pasquale  Berardi* 

Benevento  (Antichi  Stati  della  Chiesa)  -  Metr. 
Alessio  Ascalesi. 
Suffr.  Sant'Agata  dei  Goti  —  Giuseppe  de 
Nardis. 

Alife  —  Felice  del  Sordo. 

Ariano  —  Cosimo  Agostino. 

Ascoli  Satriauo  e  Cerignola  —  Giovanni 
Sodo.  ' 

Avellino  —  Giuseppe  Padula. 

Bojano  — 

Bovino  —  Uberto  M»  Fiodo. 

Larino  —  Antonio  Lippolis. 

Lucerà  —  Lorenzo  Chieppa. 

S.  Severo   —  Gaetano  Pizzi. 

Telese  e   Cerreto   Sannita  —  Angelo  Mi- 
chele Jannacchino. 

Termoli  —  Rocco  Caliandro. 

Brindisi  ed  Ostuni.  -  Metr.  —  Tommaso  Va- 
leri, O.  F.  M. 

Capua.  -  Me'r.  —  Gennaro  Cosenza. 
Suffr.  Caiazzo  —  Luigi  Ermini. 
Calvi  e  Teano  —  Calogero  Licata. 
Caserta  —  Miirio  Palladino. 
Isernia  e  Venafro  —  Nicola  Rotoli,  O.F.M. 
Sessa  Aurunca  —  Fortunato  De  Santa. 


193  — 


ChIetI  e  Vasto.  -  Metr.  —  Gennaro  Costagllola, 
C.  M. 

Coma  e  Campagna.  -  Metr.  —  Nicola  Piccirilli. 
Suffr.  S;iiifAnt,'elo  dei  Lombardi  e  Bisaccia 
—  Giulio  Tominasi. 
Laccdonia  —  Francesco  Maffei. 
Muro  —  Vincenzo  Scarlata. 


Angelo  della 


Lanciano  e  Ortona.  -  Meti 
Cioppa. 

Manfredonia  e  Viesti.  -  Metr.  —  Pasquale  Ga- 
gliardi. 

Napoli.  -  Me;r.  Giuseppe  Prisco,  card. 
Suffr.  Acerra  —  Francesco  de  Pietro. 
Ischia  —  Pasquale  Ragosta. 
Nola  —  Agnello  Renzullo. 
Pozzuoli  —  Michele  Zezza. 

Otranto.  -  Metr.  - 

Suffr.  Gallipoli  —  Gaetano  Mulier. 
Lecce  —  Gennai-o  Trama. 
Ugento  —  Luigi  Pugliese. 

Reggio  Calabria.  -  Metr.  —  Rinaldo  Camillo 
Rousset,  0.  C.  D. 
Suffr.  Bova  —  Paolo  Albera. 
Cassano  all'Ionio  —  Giuseppe  Rovetta. 
Catanzaro  —  Pietro  di  Maria. 
Cotrone   —  Saturnino  Pari. 
Gerace  —  Giorgio  Delrio. 
Nicastro  —  Eugenio  Giambro. 
Oppido  —  Domenico  Scopelliti. 
Nicotera  e  Tiopea  —  Giuseppe  Leo. 
Squillace  —  Eugenio  Tosi. 

Salerno  e  Acerno.  -  Metr.  —  D.  Cailo  Gregorio 
Grasso,  O.  S.  B. 
Capaccio- Vallo  —  Paolo  lacuzio. 
Diano  e  Tegijlano  —  Oronzo  Caldarola. 
Nocera  dei  Pagani  —  Giuseppe  Romeo. 
Nusco  —  Luigi  Paulini. 
Policastro  —  Giovanni  Vescia. 

Severina  (Santa).  -  Metr.  Carmelo  Pujia. 
Suffr.  Canati  —  Giova  ini  Scotti. 

Sorrento.  -  Metr.  —  Giuseppe  Giustiniani. 
Suffr.  Castellammare  di  Stabia  —  Michele 
de  Jorio. 

Taranto.  -  Metr.  —   Giuseppe  Cecchini  0.  P. 
Suffr.  Castellaneta  —  Agostino  Laera. 
Oria  —  Antonio  di  Tommaso. 


Trani  e  Barletta.  -  Metr.  —  Giovanni  Regine. 

Suffr.  Andria  —  Giuseppe  Staiti  di  Branca- 
leone. 
Bisceglle   —    Amministratore    perpetuo, 
l'aicivoscovo  di  Trani. 

SICILIA 

Imin.  Sogg.  •  Auciv.   Catania.  —  Giuseppe 

Franolca  Nava  di  Bontiiè,  card. 
Vesc.  Acireale  —  G.  B.  Arista  Vi^o,  C.  O. 

Messina.  -  Metr.  —  Littorio  d'Arrigo  Ramon- 
dini. 
Suffr.  Lipari  —  Angelo  Palna. 
Nlcosia  — Agostino  Felice  Addjo,  O.E.3.A. 

Patti  —  Ferdinando  Fiandaoi. 

Monreale.  -  Metr.  —  Dom.  Gasp.  Lancia  di 
Brolo,  O.  S.  B. 
Antonio  Augusto  Intreccialagli,  O.  0.  D. 
coadiu'ore  con  successione. 

Suffr.  Caltanissetta  — 

Girgentl  —  Bartolomeo  Laguinlna. 

Palermo.  -  Metr.  —  Alessandro  Lualdi,  card. 
Suffr.  Cefalìi  —  Anselmo  Evangelista  San- 
sone, O.  F.  M. 
Mazzara  —  Nicola  Andino. 
Trapani  —  Francesco  M.»  Raiti,  O.  0.  0. 

Siracusa.  -  Metr.  —  Luigi  Bigiiami. 
Suffr.  Caltagirone  —  Damaso  Pio  De  Bono. 
Noto  —  Giuseppe  Vizzini. 
Piazza  Armerina  —  Mario  Stux'zo. 

SARDEGNA 

Cagliari.  -  Metr.  —  Francesco  Rossi. 
Suffr.  Galtelli-Nuoro  —   Luca  Canepa. 
Igleslas  —  Giuseppe  Dalleplane. 
Ogliastra  —  Emanuele  Virgilio. 

Oristano.  -  Metr.  —  Ernesto  Piovella. 
Suffr.  Ales  e   Terralba   —   Frano.   Emma- 
nU-'Ui. 

Sassari.  -  Me'r.  —  Emilio  Parodi,  0.  M. 
Suffr.  Alghero  —  Francesco  d'Errico. 
Ampurias  e  Tempio  —  Giovanni  M.»  Sau- 
na, O.  M.  C. 
Bosa  —  Giambattista  Vinati. 
Ozieri  —  Carmine  Cesarano,  C.  SS.  R. 
(Slam^>a{u  il  25  settembre  1915). 


ÀsGoléine  Rivier 


compresse 


Piccole  dosi  -  Grandi  offettl 

1  cucchiaio  da  caffè  o  5 

compresse  equivalgono  a 

1/2  litro  di  olio  di  fegato 

di  merluzzo 


194 


1 


Amministrazione  locale. 

Prefetti    delle    Provincie    e    Sindaci    delle    Città 
capoluoghi    di    Provincia. 


PROVINCIA 

NOME  E   COGNOME 
DEL   PREFETTO 

NOME   E   COGNOMB 
DEL  SINDACO  DEL  CAPOLUOGO 

Alessandria ....... 

Cesare  Poggi 
Paolino  Taddei 
Giustino  Pera 
Costantino  Taranto 
Luigi  Zazo 
Filoteo  Lozzi 
Angelo  Pesce 
Pietro  Cioia 
Nicola  De  Bernardi  nis 
Luigi  Molinari 
Vincenzo  Quaranta 
Giuseppe  Sci  ce 
Gennaro  Bladier 
Felice  Cassone 
Nicola  Bellini 
Diodato  Sansone 
Riccardo  Lualdi 
Alfredo  Ferrara 
Tito  Bacchetti 
Carlo  Olivieri 
Giuseppe  Masi 
Cesare  Galletti 
Rinaldo  De  Pieri 
G.  G.  Chiericati  Salvioni 
Iacopo  Vittorelli 
Camillo  Da  Fabritiis 
Provvido  Montani 
Mario  Rebucci 
Francesco  Gay- 
Giuseppe  Palumbo  Cardella 
Domenico  Caruso 
Giovanni  Gasperini 
Celidonio  Errante 
Ettore  Bertagnoni 
Girolamo  Baiardi 
Giulio  Rosai 
Angelo  Buganza 
Filiberto  Olgiati 
Benedetto  Scelsi 
Vittorio  Menzinger 
Giovanni  Muflone 
Luigi  Marcialis 
Vincenzo  Pericoli 
Adolfo  Cotta 
Almerindo  Rinaldi 
Zosimo  Seri 
Enrico  Gerboni 
Caio  Dalmazzi 
Claudio  Musi 
Gaspare  Focaccetti 
Giovanni  Urbani  de  Gheltof 
Gaetano  Crivellari 

Ernesto  Pistoia 

Aquila 

Vincenzo  Speranza 
Camillo  Lelli 

Arezzo  .... 

Ascoli  Piceno 

Avellino 

Bari 

Giuseppe  De  Marzi 
Aster  Vetroni 
Giuseppe  Bottalico 

Belluno.    .           .       .    .   . 

Benevento    

Bergamo 

Bologna 

Brescia 

Achille  Isernia 
Sebastiano  Filioli 
Francesco  Zanardl 
Dominatore  Mainetti 

Cagliari 

Caltanissetta 

Campobasso 

Caserta 

0.  Bacaredda 
Giuseppe  Scarlata 
Domenico  Pistilli 
Vincenzo  Cappiello 
Gaetano  Maiorana 
Francesco  Spe  '.zini 

Catania 

Catanzaro     

Chieti 

Cosenza     

Cremona 

Ambrosio  Arabia 
Attilio  Botti 
Luigi  Fresia 
Ettore  Magni 

Ferrara 

Raflfaele  Vat-carella 

Forlì 

Giuseppe  Bellini 

Girgenti 

Grosseto 

Emanuele  Costa 
Egidio  Bruchi 
Sebastiano  Apostolico 
Rosolino  Orlando 

Livorno    

Macerata 

Mantova 

Massa 

Diomede  Amodei 
Arnaldo  Cerato 
Mai-«ello  Betti 

Milano 

Emilio  Caldf\ra 
Gius.  Gambigliani  Zoccoli 
Pasquale  Del  Pezzo 
Luigi  Giuliett! 
Leopoldo  Ferri 
Salvatore  Tagliavia 
Erminio  Olivieri 

Modena 

Napoli 

Novara 

Padova 

Palermo 

Parma 

Pavia 

Pisa 

Vittorio  Frascani 

Porto  Maurizio 

Potenza 

Ravenna  

Filippo  Airenti 
Domenic' Antonio  Padula 
Fortunato  Buzzi 

Biogenina 


^  Ditta  G.  SERBALE  ^ 
NAPOLI    -    Largo    San    Domenico 


ricostituente  rapido  e  sicuro.  Con- 
tiene fosforo,  ferro  e  arsenico  in  for- 
ma organica;  è  priva  di  stricnina. 
Gocce  da  20  a  50  al  giorno  ;  per  via 
ipodermica:  una  fiala  prò  die.  i 

Maggiore,    17     —    NAPOLI 


^^*M*^tfWn^MflM 


195 


PBOVTNCIA 


I  Reggio  Calabria. 

il  Regalo  Emilia 

!  Roma , 

IJ  Rovigo  .... 


Salerno . 
Sassari  . 
Siena.  . 
Siracusa 
Sondrio. 
Teramo, 
Torino  . 
Trapani 
Treviso  • 
Udine  . 
Venezia. 
Verona  . 
Vicenza. 


NOME  K  OOONOMK 
DEL  PREFETTO 


Orazio  Giuflfrida 
Saverio  Bonomo 
Faustino  Aphel 
Michele  Darbesio 
Michele  Spirito 
Felice  Oreglia  di  S.  Stefano 
Ildebrando  .Mei lo 
Eugenio  lte-gia:ii 
Oreste  Scamoiii 
Idelfonso  Lazazzera 
Edoardo  Verdinois 
Giulio  Moscarella 
Nunzio  Vitelli 
Carlo  Vittorio  Luzzatto 
Casimiro  Rovasenda 
Riccardo  Zoccoletti 
Giuseppe  Griguolo 


NOMK   E   COONOMK 
DEL   SINDACO   DEL  OAPOI.ror.O 


Pasquale  Andiloro 
Luigi  Roversl 
Prospero  Colonna 
Ugo  Manco 

Francesco  Quagliarello 
Antonio  Pitzo'a 
Livio  Socini 
Alessandro  Specchi 
Antonio  Longoni 
Luigi  Paris 
Teotìlo  Rossi 
Eugenio  Scio 
Zac'.'aria  Bricito 
Domenico  Pec*ile 
Filippo  Grlmani 
Tullio  Zanella 
Licino  Muzani 


{Stampato  il  1"  ottobre  191C). 


Camere  di  Commercio. 

Camere  di  Commercio  ed  Arti  delle  Città  capoluoghi  di  Provincia. 


CAMERA 

PRESIDENTE 

CAMERA 

PRESIDENTE 

DI   COMMERCIO 

Alessandria  .    .   . 

Carlo  Michel 

Lucca 

Giovanni  Silvestrlni 

Ancona 

Rafifaele  Jona 

Macerata  .... 

Vittorio  Bianchini 

Aquila 

Virginio  De  Martinis 

Mantova   .    .    .    . 

Alberto  Guidetti 

Arezzo  

Francesco  Nenci 

Messina 

Francesco  Sacc.^ 

Ascoli  Piceno  .   . 

Francesco  Luigi  Merli 

Milano 

Angelo  Salmoiraghl 

Avellino    .... 

Modestino  Romagnoli 

Modena 

Fermo  Corni 

Bari 

Antonio  De  Tullio 

Napoli 

Giovanni  Mauro 

Belluno 

Giuseppe  De  Lago 

Novara 

Giuse{)pe  Rossi 

Bergamo  .... 

Alessandro  Tacchi 

Padova  

Romeo  Mion 

Bologna    .... 

Giuseppe  Franchi 

Palermo    .    .    .   . 

Emanuele  Graziano 

Brescia 

Dominatore  Mainetti 

Parma 

Giuseppe  Mantovani 

Cagliari 

Benvenuto  Pernis 

Pavia 

Angelo  Lanzonl 

Caltanissetta    .    . 

Angelo  Amato 

Pesaro  

Teodoro  Spongia 

Campobasso    .   . 

Antonio  Grimaldi 

Piacenza  .    .    . 

Leonardo  Rizai 

Carrara 

Alessandro  Giorgini 

Pisa 

Vittorio  Supino 

Caserta 

Ernesto  Bern  isconi 

Porto  Maurizio  . 

Vincenzo  Maglione 

Catania 

Concetto  Fichera 

Potenza 

Giovanni  Janora 

Catanzaro     .    .    . 

Luigi  Bianchi 

Ravenna    .    .    .    . 

Roberto  Guhnanelli 

Chiavenna    .   .    . 

Carlo  De  (ìiacomi 

Reggio  Calabria. 

Antonio  Vilardl 

Chieti 

Biase  Mezzanotte 

Reggio  Emilia.   . 

Giacomo  Namias 

Civitavecchia  .    . 

Gualtiero  Marsanich 

Rimini 

N.  N. 

Como 

Enea  Brambilla 

Roma 

Romolo  Tittonl 

Cosenza    .... 

Adolfo  Berardelli 

Rovigo 

Achille  Bombardi-Lavezzo 

Cremona  .... 

Remo  Lanfranchi 

Salerno 

Domenico  Scaramella 

Cuneo    

Marco  Cassi n 

Sassari. 

Gervasio  Costa 

Fermo 

Luigi  Ruggieri 

Savona  

Giovanni  Migliardi 

Ferrara 

Cesare  Pirani 

Siena 

Enrico  Righi 

Firenze 

Giorgio  Niccollnl 

Siracusa    .    .    .   . 

Francesco  Boccadlfuoco 

Foggia 

Emilio  Perrone 

Spezia 

Carlo  Vaccarl 

Foligno 

Forlì 

Pietro  Mancini 

Teramo 

Giuseppe  d'Alessio 

Leonida  Bonavita 

Torino 

Ferdinando  Bocca 

Genova 

Zacciria  Obeiti 

Trapani 

Antonio  D'AU 

Girgenti    .    .    .    . 

Ignazio  Cararaazza  Gangi- 

Treviso 

Isidoro  Alberto  Coletti 

Grosseto   .    .    .    , 

Talete  Ooslrnini           [lano 

Udine 

Elio  Morpurgo 

Lecce 

Eugenio  Calili! 

Varese 

Pietro  Mazzoli 

Lecco     

Giuseppe  Badoni 

Venezia 

Vittorio  Ment'ghelli 

Livorno 

Luigi  Orlando 

Verona 

Achille  Cuzzeri 

Lodi 

G.  B.  Rossi 

Vicenza 

Giuseppe  Marchetti 

--  196  — 


CAMERE  DI  COMMERCIO  ITALIANE 
ALL'ESTERO 

(sussidiate  dal  Ministero  di  A.  1.  e  C] 


Buenos  Aires  (Calle  Sulpacha, 


Argentina. 

768). 

Argentina.  —  Rosario  di  Santa  Fé  (Cordoba, 
9il). 

Belgio.  —  Bruxelles. 

Brasile.  —  San  Paolo  (Travessada  Sé,  11). 

Cina.  —  Shanghai  (Dubling  Well  Read,  li:). 

Egitto.  —  Alessandria  (Stamboul,  3), 

Francia.  —  Parigi  (Rue  Matlgnon,  28). 

Francia.  —  Marsiglia  (Rue  de  Belloi,  8). 

Germania.  —  Berlino  (Kaiser  Willelmstias- 
se,  1). 

Gran  Bretagna.  —  Londra  (Queen  Street  Pa- 
lace,  4). 

Messico.  —  Messico  (6»  Calle  Bolivar,  58). 

Russ'a.  —  PiETROGRADo  (Via  Gorokpcvaia,  4). 

Stati  Uniti  d'America.  —  Chicago  (State  Street, 
159). 

Stati  Unili  d'America.  —  New  York  (Bioad- 
way,  203). 

Slati  Uniti  d'America.  —  San  Francisco  di  Ca- 
lifornia (Montgomery  Street,  601). 

Svizzera.  —  Ginevra  (Grande  Rue,  3). 

Tunisia.  —  Tunisi  (Rue  de  Portugal,  30). 

Turchia.    —    Costantinopoli    (Pologne  Sok- 
ak,  25). 

Turchia.    —  Smirne  (presso  il  R.  Consolato 
generale  d' Italici). 

Uruguay.  —  Montevideo  (Via  Colon,  1395). 


Serbia.  —   Comitato   Italo-Serbo.  Belgrado 
(casella  postale  186). 


RR.  ENOTECNICI  ITALIANI  ALL'ESTERO 

Argentina.  — 

Brasile.  —  Rio  Janeiro,  Cav.  Tommaso  Chia- 
romonte  (Rua  Pirapitings,  19). 

Stati  Uniti  (Nord- America).  —  New  York,  cav. 
Guido  Rosgati  (Lafayette  Street,  236). 


Svizzera.  —  Zurigo,  Cav.  Alessandro  Flotti 
(Bodmerstrasse,  6). 

ADDETTI  E  DELEGATI  COMMERCIALI 

PRESSO   LE  RR.  RAPPRESENTANZE  D'ITALIA 

ALL'ESTERO 

Spagna.  —  Mahrid,  Cav.  Salvatore  Glannò, 
R.  Ambasciata  d'Italia. 

Egitto.  —  Alessandria,  dott.  Virgilio  Panel- 
la,  R.  Consolato  generale  d'Italia. 

Francia.  —  Parigi,  conte  Candido  Sabini, 
R.  Ambasciata  d'Italia. 

Germania.  —  Berlino,  Comra.  Alberto  La- 
briola, R.  Ambasciata  d'Italia. 

Giappone.  —  Tokio,  dott.  Costantino  de  Ca- 
vazzani,  R.  Ambasciata  d'Italia. 

Grecia.  —  Atene,  dott.  Giuseppe  De  Martino 
R.  Legazione  d'Italia. 

Rumania.  —  Bucarest,  dott.  Donato  Sibilla, 
R.  Legazione  d'Italia. 

Stati  Uniti  (Nord  America).  —  Washington 
(D.  C),  Dott.  Giovan  Battista  Ceccato,  R,  Am- 
basciata d'Italia. 

Turchia.  —  Costantinopoli,  Cav,  Prof.  Car- 
melo Melia. 


CAMERE  DI  COMMERCIO  ESTERE  IN  ITALIA 

FRANCESI 
Milano.  —  Francesco  Gondrand,  presidente. 
Roma.  —  Raoul  Sauvage,  presidente. 
Napoli.  —  N.  N.,  presidente. 

INGLESI 

Genova.  —  Evan  Mackenzie,  presidente. 
Milano  (Sezione  di).  —  W.  P.  Churchward, 
presidente. 

DEGLI  STATI  UNITI  D'AMEBICA 

Napoli.  —  N.  N.,  presidente. 

ITALO-RUSSA 

Roma.  —  Emilio  Maraini,  presidente. 

CINESE 

Napoli.  —  Carnei  a  di  Commercio  italo-cine- 
se. —  Federigo  Pavoncelli,  presidente. 


(Stampato  il  1<>  ottobre  1916). 


Siero  lodato 

ArtritÌ8ino,  reumatltinio,  eotta,   arte- 
riosclerosi,  ecc.  —  Gratis  opuscolo.  — 


=  GANDOLFO  = 

Marca  '*  lodobrom  „ 

(N\*ova  formala  DE  JtEN»I)  

Ditta  G.  SEKSALE,  Larpo  S.  Domenico  Magg.  17. 
-. NAPOLI 

(leggere  Vita  pratica). 


-  197  - 


Ordine  giudiziario 

Primi  Presidenti  e   Procuratori  Generali 

delle  Corti    di  Cassazione    e    di   Appello. 


Ancona 

Aquila 

Bologna 

Brescia 

Cagliari 

Casale  Monferrato 

Catania 

Catanzaro 

Firenze 

• 
Genova 
Lucca 
Messina 
Milano 
Napoli 

Palermo 

1» 
Parma 
Roma 


Corte  d'Appello 


Torino 


Tranl 
Venezia 


Corte  di  Cassazione 
Corte  d'Appello 


Corte  d'Appello 

Corte  di  Cassazione 
Corte  d'Appello 
Corte  di  Cassazione 
Corte  d'Appello 

Corte  di  Cassazione 
Corte  d'Appello 
Corte  di  Cassazione 
Corte  d'Appello 


Primo  J'residen'e 
Fi-ocuratore  Generale 
Primo  Presidente 
Procura' ore  Generale 
Primo  Presidente 
Procuratore  Generale 
Primo  Presidente 
Procuratore  Generale 
Primo  Presidente 
Procuratore  Generale 
Primo  Presidente 
Procuratore  Generale 
Primo  Presidente 
Procui-atore  Generale 
Primo  Presidente 
Procuratore  Generale 
Primo  Presidente 
Procuratore  Generale 
Primo  Presidente 
Procuratore  Getterale 
Primo  Presidente 
Procuratore  Generale 
Primo  Presidente 
Procuratore  Generale 
Primo  Presidente 
Procuratore  Generale 
Primo  Presidente 
Procuratore  Generale 
Primo  Presidente 
Procuratore  Generale 
Primo  Presidente 
Procuratore  Generale 
Primo  Presidente 
Procuratore  Generale 
Primo  Presidente 
Procuratore  generale 
Primo  Presidente 
Procuratore  Generale 
Primo  Presidente 
Procuratore  Generale 
Primo  Presidente 
Procuì-atore  Generale 
Primo  Presiden'e 
Procuratore  Generale 
Primo  Presidente 
l'rocurato!  e  Generale 
Primo  Presidente 
Procuratore  Generale 
Primo  Presidente 
Procuratore  Generale 


Antonio  Coppola 
Carlo  Stuart 
Eugenio  Cufinelli 
Rodrigo  PiUitiileono 
Pietro  Ranieri 
Pier  Eugenio  Frola 
N.  N. 

Vittorio  Muttoni 
Luigi  Scotti 
Carlo  Avenati  B  issi 
Luigi  Berla  d'Argentina 
Saverio  Bolognini 
Luigi  Compagnone 
Cesare  De  Seta 
Giuseppe  Conti 
Giacomo  Jona 
Paolo  Mazzella 
N.  N. 

Ottorino  Pianigiani 
Pasquale  Scafalti 
Pietro  Milano 
Augusto  Setti 
Edoardo  Cimorelli 
Enrico  Mazzola 
Michele  Landolfi 
Alberto  Chapron 
Natale  Pa!ummo 
Girolamo  Nicora 
Vincenzo  Cosenza 
Pietro  Capaldo 
Domenico  Gioi-dani 
Salvatore  Pagliano 
Benedetto  Scillamà 
Capotoiti  Giovanni  Pietro 
Filippo  Ricoobono 
Mondio  Giuseppe 
Eustachio  GoMolla 
Cosare  Colombo 
Lodovico  Mortara 
Alfonso  De  BImsìo 
Giovanni  Andreucoi 
Cataldo  Schiralli 
N.  N. 

Raffaele  Garofalo 
Cesare  Martinelli 
Giuseppe  Liperi  Pais 
Giuseppe  Tom  masi 
Francesco  Saverio  Bjrrelll 
Vincenzo  Mendaia 
Dionisio  Vitelli 


198  - 


Amministrazione  provinciale  scolastica. 


Province 

Pbovveditori  agli  studi 

Province 

Provveditori  agli  studi 

Alessandria 

Alberto  Manaira 
N.  N. 

Francesco  Guardabassi 
Pasquale  Papa 
Pietro  Vigoni 
Vincenzo  Spaziante 
Calogero  Lietta 
Ernesto   BariUi 
Francesco  MeroUi 
Umberto  Renda 
Rocco  Murari 
Carlo  Corsi 
Giuseppe  di  Fede 
Vincenzo  Scaglione 
N.  N. 

G.  Berengario  Amorosa 
Giuseppe  Menotti  De  Fran- 
cesco 
N.  N. 

Gaetano  Gasperoni 
Antonio  Moretto 
M.  Ferrari  d'Epaminonda 
Antonio  Pizzini  /f. 
Gregorio  Nardi 
Luigi  Comeiicini 
Federigo  Casa 
Paolo  Roseti 
A\erardo  Matteucci 
Augusto  Porchiesi 
N.  N. 

Gaspare  Antonietti  /f. 
Antonio  Messeri 
Giovanni  Marradi 
Ugo  Brilli 
Gaetano  Baglio 

Mantova 

Massa  Carrara. . 
Messina 

Giorgio  Rossi 
Giuseppe  Brizzolara 
Calogero  Lietta 
Pasquale  Aldinio 
Umberto  Ror  ca 

Ascoli  Piceno  . , . 

1  Modena. ... 

Avellino 

1  Napoli 

Bruno  Cotronei 

Bari 

Novara 

Padova 

Palermo 

Parma . . . 

Eugenio  Can>  strini 

Benevento 

Bergamo 

Giovanni  Melodia 
Giuseppe  Fuà 

Pavia 

Bresii  i 

Perù  'ili  . 

Alfredo  Saviotti 

Cagliari 

Pesaro 

Paolo  Am  ad  ucci 

Caltanissetta 

Campobasso 

Caserta  

Piacenza 

Pisa 

Demetrio  Valeri 

Porto  Maurizio. 

Potenza 

Ravenna 

Reggio  Calabria. 
Reggio  Emilia. . 

Agostino  Eman.  Peverelli 
Giuseppe  Aliani 
Francesco  Bravi 
Lorenzo  Gatta 
Giovanni  Crocioni 

Catania 

Catanzaro 

Chleti 

Cremona 

Cuneo 

Salerno 

Sassari 

Siena 

Vittorio  Graziadei 
Lorenzo  Sferra-Carini 

Ferrara 

Annibale  Campani 
Enrico  De  Donato 

Firenze 

Siracusa  

Sondrio 

Teramo 

Torino. 

Fo^'gìa 

Francesco  Pirotta 

Forlì 

Nazzareno  Dati 

Genova         .    .   . 

Augusto  Lizier 

Girgenti 

Grosseto 

Trapani 

Treviso 

Udine 

Antonio  Marette 
Augusto  Serena 

Venezia 

Verona 

Vicenza 

Lucca 

Guglielmo  Toniazzo 
Giuseppe  Bruzzo 

Macerata 

Agenti  diplomatici  di  S.  M.  il  Re  d'Italia 

presso  i  Governi  esteri. 


Albania  (Durazzo).  —  Carlo  Allotti,  inviato 
sti-aordinario   e   ministro  plenipotenziario. 

Argentina  [Buenos-Ayres).  —Vittore  Cobianchi, 
inviato  straordinario  e  ministro  plenipoten- 
ziario. 

Austria  Ungheria  [Vienna).  — 

Baviera  {Monaco).  — 

Belgio  [Bruxelìes).  —  Francesco  Cnrignani  dei 
duchi  di  Novoli),  inviato  straordinario  e 
ministro  plenipotenziario. 

Bolivia.  —   R,uffillo  Agnoli,   inviato  straordi- 
'  nario  e  ministro  plenipotenziario  (residen- 
te a  Lima). 

Brasile  (^>o  Janeiro).  —  Luigi  Mercateflfrin- " 
viato  straordinario  e  ministro   plenipoten- 


Bulgaria  (Sofia).  — 

Ciiilì  [Santiago).  —  Marchese  Paolo  di  Monta- 
gliari,  inviato  straordinario  e  ministro  ple- 
nipotenziario. 

Cina  [Pechino).  —  Carlo  Sforza,  inviato  straor- 
dinario e  ministro  plenipotenziai-io. 

Colombia  [Bogotà).  —  Enrico  Durand  de  la 
Penne,  ministro  residente. 

Costarica.  —  Giosuè  Notari,  ministro  residen- 
te (residente  a  Guatemala). 

Cuba  [Avanci).  —  Conte  Annibale  Raybaudi 
Massiglia,  inviato  straordinario  e  ministro 
plenipotenziario. 

Daninfarca  {Cojaeno^hen).  —  Vittorio  Sacerdoti 
conte  di  Carrobio,  inviato  straordinario  e 
jninistro  plenipotenziario. 


199 


Equatore.  —  Rufailo  Agnoli,  inviato  straor- 
dinario e  ministro  plenipotenziario  (resi- 
dente a  Lima). 

Etiopia  (-4. /rfi«  Abeba).  —  Conte  Giuseppe  Colli 
di  Felizzano,  inviato  straordinario  e  mini- 
stro plenipotenziario. 

Francia  (Parigi).  —  Tommaso  Tittoni,  sena- 
tore del  Regno,  ambasciatore. 


Paraguay  (Assunzione).  —  Adolfo  Rossi,  mlnl- 
htro  residente. 

Persia  (Teheran).  —  Conte  Carlo  Arrivabene- 
Valenti-Gonzaga,  inviato  straoitlinario  e 
ministro  plenipotenziaiio. 


Fausto  Cucchi  Boasso, 


Perù  (Lima).  —  Ruffino  A-noli,  inviato  stra- 
ordinario    e  ministro  plenipotenziario. 

Portogallo  (Lisbona).  —  Attilio  Serra,  inviato 
straordinax-io  e  ministro  plenipotenziario. 

Rumania  (Bu  arest).  —  Barone  Carlo  Fasciotti. 
inviato  straordinario  e  ministro  plenipoten- 
ziario. 

principi  di  Franoavilla,  se-     Russia  (Pietroburgo).  -  Andrea  Carlottl  mar- 
chese di  Riparbella,  ambasciatore- 
Salvador.    —    Giosuè   Notali,  ministro  resi- 
dente (residente  a  Guatemala). 

San  Domingo.  —  Conte  Ann. baie  Raybandl 
Massigli.v,  inviato  sti-aordinario  e  ministra 
plenipotenziario  (residente  all'Avana). 

Serbia  (Belgrado).  —  Bar.  Nicola  Squitti,  in- 
viato straordinai-io  e  ministro  plenlpoten- 


Germania  {Berlino) 

Giappone  [Tokio). 
ambiisciatore. 

Gran  Bretagna  (Londra).  —  March.  Guglielmo 
Imperiali,    d 
natore  del  Regno,  ambasciatore, 

Grecia  (Atene).  —  Conte  Alessandro  De  Bo- 
sdari,  inviato  straordinario  e  ministro  ple- 
nipotenziario. ' 

Guatemala.  —  Giosuè  Notarl,  ministro  resid. 

Haiti.  —  Conte  Annibale  Raybaudi  Massif^lia, 
inviato  straordinarie?  e  ministro  plenipo- 
tenziario (residente  all'Avana). 

Honduras.  —  Giosuè  Notari,  ministro  resi- 
dente (residente  a  Guatemala). 

Lussemburgo.  —  Conte  Giulio  della  Torre  di 
Lavagna,  inviato  straordinario   e   ministro     Spagna  (Madrid).  —  Conte  Lelio  Bonin  Lo» 
^i«.,i,r,^*«.,..io-i^  (..^^iA^r^^^  »ii'A,„\  gare,  ambasciatore. 


Siam  (Biingkok).  —  N.  N.,  inviato  sti*aordina- 
rio  e  ministro  plenipotenziario. 


plenipotenziario  (residente  all'Aja), 

Messico  (Messico).  —  Silvio  Cambiagio,  Inviato 
straordinario  e  ministro  plenipotenziario. 

Monaco.  —  Ferdinando  Mazzini,  console  ge- 
nerale. 

Montenegro  (Cettigne).  —  Lazzaro  Nei,rotto 
Cambiaso,  inviato  straordinario  e  ministro 
plenipotenziario. 

Nicaragua.  —  Giosuè  Notarl,  ministro  resi- 
dente (residente  a  Guatemala). 

Norvegia.  —  Giulio  Cesare  Montagna,  inviato 
straordinario  e  ministro  plenipotenziario. 

Paesi  Bassi  (Aja).  —  Nob.  Giuseppe  Sallier 
de  la  Tour,  duca  di  Calvello,  inviato  stra- 
ordinario e  ministro  plenipotenziario. 

Pànama.  —  Caiio  Ranuzzi,  incaricato  d'affari. 


Stati  Uniti  d'America  (Washington).  —  Nob.  Vin- 
cenzo Macchi,  dei  conti  di  Céllere,  amba- 
sciatore. 

Svezia  (Stoccolma).  —  Francesco  Tommasinl, 
inviato  straordinario  e  ministro  plenipo- 
tenziario. 

Svizzera  (Berna).  —  Raniero  Paolucoi  de'  Col- 
boli,  inviato  straordinario  e  ministro  pie nl- 
potenzi:irio. 

Turchia  (Costantinopoli).  — 

Uruguay  (Montevideo).  —  March.  Francesco 
Maestri  Molinari,  inviato  straordinario  e 
ministro  plenipote.iziario. 


Venezuela  (Caracas). 
nistro  residente. 


Carlo  Filii)po  SeiTa,  nii- 


(Siampato  il  1"  ottobre  1016). 


liirMfìiiniiir  il 

STITICHEZZA  ABITUALE 

1  0  2  grani  prima  del  pranzo 
Effetto  sicuro 

Seat.  105  grani  L.  3.— 
1,2  Scatola  L.  1.60 

purgativi              ^'         depurativi 

—  200  — 

Ambasciate  e  L^egazioni  estere 

presso  S.  M. 


Argentina  (Repubblica).  —  Ayarra  Garay,  in- 
viato straordinario  e  ministro  plenipotenz. 

Austria-Ungheria.  — 

Baviera.  — 

Belgio.  —  W.  Van  den  Steen  de  .Tehay,  Inviato 
straordinario  e  ministro  plenipotenziario. 

Bolivia.  —  L.  Salinas  Vega,  inviato  straordi- 
nario e  ministro  plenipotenziario. 

Brasile.  —  D.  Fedro  de  Toledo,  inviato  straor- 
dinario e  ministro  plenipotenziario. 

Bulgaria.  — 

Chili.  —  Santiago  Aldunate  Bascunan,  inviato 
straordinario  e  ministro  plenipotenziario. 

Cina.  —  Keng-Kia-Ky,    inviato  straordinario 
e  ministro  plenipotenziario. 

Colombia.  —  Giuseppe  Marceli n  Hurtado,  in- 
viato straordinario  e  ministro  plenipotenz. 

Costarica  —  Raffaele  Montealegre,  ministro 
residente. 

Cuba.    —    Antonio   Martin    Rivera,    inviato 
straordinario  e  ministro  plenipotenziario. 

Danimarca.    — ,  inviato 

straordinario   e  ministro  plenipotenziario. 

Equatore.  —  Agostino  Norero,  incaricato  d'af- 
fari (residente  a  Parigi). 

Francia.  —  Camillo  Barrère,  ambasciatore. 

Germania.  — 

Giappone.  —  Jutu  Hiko-kichi,  ambasciatore. 

Gran  Bretagna.  —  James  Rennell  Rodd,  am- 
basciatore. 

Grecia.    —    Lambros    Coromilas,    incaricato 
d'affari. 

Guatemala.  —  Giuseppe  Maria  Lardizabal,  in- 
caricato d'affari  (residente  a  Parigi). 

Messico.  —  Gonzalo  A.  Esteva,  inviato  straor- 
dinario e  ministro  plenipotenziario. 


Monaco.  —  Conte  Enrico  de  Maleville,  inviato 
straordinario  e  ministro  plenipotenziario. 

Norvegia.  —  Joergen  Brunchoist,  inviato 
straordinario  e  ministro  plenipotenziario 
(residente  a  Berlino). 

Paesi  Bassi.  —  Bar.  Van  Welderan  Rengers, 
inviato  straordinario  e  ministro  plenipoten- 
ziario. 

Persia.  —  Mlrza  Chafl  Khan  Moghtaderel- 
Molk,  inviato  straordinario  e  ministro  pleni- 
potenziario. 

Perù.  —  N.  N.,  inviato  straordinario  e  mini- 
stro plenipotenziario. 

Portogallo.  —  Eusebio  Leao,  inviato  straor- 
dinario e  ministro  plenipotenziario. 

Rumania.  —  Demetrio  Ghika,  inviato  straor- 
dinario e  ministro  plenipotenziario, 

Russia.  —  Michele  de  Giers,  ambasciatore. 

Salvador.  —  Gustavo  Guerrero,  inviato  straor- 
dinario e  ministro  plenipotenziario. 

Serbia.  —  Michele  Ristic,  inviato  straordina- 
rio e  ministro  plenipotenziario. 

Siam.  ~  Kesha  Phya  Bibadh,  inviato  straordi- 
nario e  ministro  plenipotenziario  (residente 
a  Parigi). 

Spagna.  —  Ramon  Pina  y  Millet,  ambascia- 
tore. 

Stati  Uniti  (America  del  Nord).  —  Thomas  Nel- 
son Page,  ambasciatore. 

Svezia.  —  Bar.  Carlo  Nils  Daniele  de  Bildt,  in- 
viato straordinario  e  ministro  plenipotenz. 

Svizzera.  —  Alfredo  do  Pianta,  inviato  straor- 
dinario e  ministro  plenipotenziario. 


Turchia.   — 

Uruguay.    —    Rufino   T.   Dominguez,  inviato 
straordinario  e  ministro  plenipotenziario. 


[Stampato  il  1°  ottobre  1916). 


OLIO     PER     AUTOMOBILI 


Soc.  An.  EiìNESTO  REINACH  •  MILANO. 


—  201  — 

Consolati  italiani 

delle  principali  località  8traiiiere.(i) 


Argentina. 

Buenos  Aires  —  David  de  Gaetani,  e.  g. 
Cordoba  —  Lodovico  march.  Gavotti,  e. 
La  Piata  —  Massimiliano  Tornielli,  e. 

Mendoza  — ,  r. 

Rosario  —  Ettore  Gazzaniga,  e.  g. 

Austria-Ungheria. 

Durante  la  guerra  la  tutela  degl'Italiani 
è  affidata  agli  Stati  Uniti. 

Belgio. 

Bruxelles  —  Leone  Cassel,  e.  g. 
Anversa  —  Alberto  H.  de  Bary,  e.  g. 
Liegi  —  Carlo  Thouet,  e. 

Congo. 

Boma  —  Iginio  Badolo,  e, 
Matadi  —  Ettore  Villa,  e. 


Colombia. 

Bogofà  —   Enrico  Dnrand  de  la  Penne, 

ministro  plenipotenziario. 
BarranquiUa  —  Antonio  Pacini,  e. 
StJosè  di  Cuouta  —  Lui;»!  Faccini,  e. 


Corea. 

Seul 


Costarica. 

San  José 


Cuba. 

Avana    — 
glia,  e.  g 

Danimarca. 

Copenaghen 


Henry  Bonar,  végg.  il  consolalo 
Felice  Scagliettl,  e. 
Annibale    Raybandi    Massar 


Valdemar  Qlùckstadt,c.^. 


Possedimenti  danesi  in  America. 

Saint-Thomas  —  Aurelio  Leviti,  e. 


Boiivia. 
La  Paz 


Giovanni  Torti,  e. 


Brasile. 

Rio  Janeiro  —  Giulio  Ricciardi,  e. 

Bahia  —  Battista  Scaldaferri,  e. 

Bello  Horizonte  —  ,  e, 

Campinas  —  Ugo  Tommasi,  r.  r. 

Curitiba  —  Carlo  Umiltà,  e. 

Floiianopolis  (già  Desterro)  —  Ferraccio 
Franzoit^  e. 

Juiz  de  Fora  —  Massimo  Goffredo,  v.  e. 

Manaos  —  N.  N.,  e. 

Para  (o  Belem)  —  Lodovico  Manzini,  e. 

Pernambuco  (o  Recife)  —  Pietro  Spanò,  e. 

Porto  Alegre  —  Giov.  Batt.  Beverini,  e. 

Ribeirào  Prete  —  Mario  Zanetti  Bian- 
co, r.  e. 

San  Paolo  —  Pietro  Baroli,  e.  g. 

Santos  —  Domenico  Levrero,  regg. 

Vittoria  - ,c. 

Bulgaria. 

Durante  la  guerra  la  tutela  degli  italiani 
è  affidata  all'Olanda. 


Equatore. 

Guayaquil 

Francia. 

Parigi 


Alfonso  Roggiero,  <J. 


Chili. 


Santiago  —  Domenico  Schiaffino,  v.  e. 
Valparaiso  —  Riccardo  Monzani,  v.  e. 


Cina. 


Canton  —  Eu;,'enlo  Zanoni-Volpicelli.c.  jjr. 
Hankow  —  Girolamo  De  Rossi,  e. 
Shanghai  —  Girolamo  De  Rossi,  e. 
Ticntsin  —  Vincenzo  Fileti,  e. 


Conte    Ferdinando   Lucchesi 

Palli,  c.g. 
Besan9on  —  N.  N.,  e. 
Bordeaux  —  Ernesto  Ugo  Grimm  Pro- 

vence,  e. 
Cannes  —  Massimo  Goffredo,  v.c. 
Cette  —  Raffaele  Pompei,  e. 
Chambéry  —  Bar.  Ugo  Carutti  di  Canto- 

gno,  e.  g. 
Havre  —  Lodovico  Centurione,  e. 
Lione  —  Leonardo  Mordini,  c.g. 
Marsiglia  —  Cesare  Biancheri,  c.g. 
Nancy  —  Enrico  Ciapelli,  e.  g. 
Nizza  —  Enrico  Acton,  e.  g. 
Reims  —  Emilio  Giuseppe  Mazzucchl.c. 
Tolone  —  Paolo  Apollinare  Burdese,  v.c. 

Corsica. 

Bastia  —  Ignazio  Randaccio,  e,  g. 

Fosaedim.  francesi  in  Africa,  Asia  ed  America. 
Algeri  —  Lorenzo  Anielli,  e.  g. 

Bona  — ,  e.  g. 

Cajenna  —  Ippolito  Edoardo  Antler,  e. 

Dakar  —  Andrea  Clavières,  v.  e. 

Diego   Suarez  —  Claudio  Mario  Babri- 

quand,  e. 
Fort  de  France  —  Leone  Duplan,  e. 
Point-à-Pitre   (Guadalupa)    —    Leopoldo 

Petrelluzzi,  e. 
Ruflsque  (Senegambia)  —  Ernesto  Hor- 

tala,  e. 


(l)  C  g.,  Console,  generale  —  e,  coasole,  —  v.  e.,  vlceconaole. 


—  202  — 


'  Saigon  —  Luciano  Ogliastro,  regg.  il  cotta. 
Baint-Denis  (Riunione)  —  Giuseppe  Pan- 
cera,  e. 

Tunisia. 

Biserta  —  Arturo  Maffel,  ».  e. 
Susa  —  Publio  Landucci  v.  e. 
Tunisi  —  Carlo  Caccia  Dominioui  di  Sil- 
lavengo,  e.  g. 

Marocco. 

Tangei-i  —  Mario  Lago,  e.  g. 
Casablanca  —  Ugo  Sabetta,  e. 

Germania. 

Durante  la  guerra  la  tutela  degl'Italiani 
è  stata  affidata  alla  Svizzera. 

Gran  Bretagna. 

Londra  —  Alessandro  Faà  di  Bruno,  e.  g. 
Cardifif  —  Vittore  Agostino  Tattara,  e. 
Dublino  —  Lorenzo  Salazar,  e. 
Glasgow  —  Eugenio  Lagorara,  e.  g. 
Liverpool  —  Angiolo  Dall'Aste  Brando- 
lini,  e.  g. 

Possedimenti  inglesi  nel  Mediterraneo. 

Gibilterra  —  Salvatore  Luciano  Eocca,  e. 
Malta  —  Stefano  Carrara,  c.g. 

Possedimenti  inglesi  in  Africa. 

Johannesburg    —  Francesco    Medici    di 

Mari  guano,  e.  g. 
Freetown  —  Giuseppe  Tommaso  Zolla,  e. 
Mah  è  —  Enrico  Alfredo  Pare,  regg.  il  e. 
Mombasa  —  Luigi  Frigerio,  regg.  il  cons. 
Port  Louis  —  Federico  Giacomo  Elyard,  e. 

Egitto. 

Alessandria  —  Felice  Maissa  e.  g. 
Cairo  —  Aroldo  Manacorda,  c.g. 
Porto  Said  —  Guglielmo  Vivaldi,  e. 

Possedimenti  inglesi  in  Asia. 
Aden  —  Gino  Cecchi,  c.g. 
Bombay  —  Giovanni  Gorio,  e. 
Calcutta  —  Giuseppe  Saint-Martin,  e.  g. 
Colombo  —  N.  N.,  e. 
Hong-Kong  —  Eug.  Zanoni-Volpicelli,  c.g. 
Rangoon  —  Giacomo  Meikle,  e. 
Singapore  —  Carlo  Ambrosoli,  regg.  il  cons. 

Pos&edhnenti  inglesi  in  America. 

Brid  .-etown  —  Vittorio  Parravicino,  e. 
Georgetown  —  Carlo  Wieting,  e. 
Kingston  —  Federigo  Cohen  Henriques,c. 
Montreal  —  Gualtiero  Chilesotti,  e. 
Porto  Stanley  —  Guglielmo  A.  Harding,  e. 
Trinità  —  De  Montbrun,  regg. 

Possedimenti  inglesi  in  Australia. 
Melbourne  —  Emilio  Eles,  e. 
Sydney  —  Vincenzo  Marano,  a.  e. 

Grecia. 

Canea  —  Antonino  D'Alia,  e.  » 

Corfù  —  Silvio  Milkzzo,      g. 
Gianina  —  Domenico  Nuvolaii,  regg. 
Patrasso  —  Felice  Beauregatrt,c. 
Pireo  —  Carlo  Mancinelli  Scotti-  c.g. 
Salonicco  —  G.  B.  Dolfini,  e. 


Guatemala. 

Guatemala  —  Giosuè  Notar!,  e.  g. 

Haiti. 

Porto  Principe  —  Alfredo  de  Matteis,  e. 

Honduras. 

Amapala  —  Teodoro  Kòhncke,  e. 

Lussemburgo. 

Lussemburgo   —    Giulio  Della  Torre  di 
Lavagna,  e.  g. 

Messico. 

Messico  —  Ezio  Cu^i    e. 
Monterey  —  Michele  Ferrara,  e. 
Veracruz  —  Emilio  Gonzales  de  Castillo,';. 

IMonaco. 

Monaco  —  Ferdinando  Mazzini,  e. 

{Montenegro. 

Antivari  —  Corrado  Niocolini,  regg.  il  vicec. 

Nicaragua. 

Managua  —  Davide  Campari,  c.g. 

Norvegia. 

Cristiania  —  Emilio  Hallager,  e.  g. 

Paesi  Bassi. 

Amsterdam —Antonio  Bernardo  Henny,c. 
Rotterdam  —  Giovanni  Hudlg,  e. 

Possedimenti  olandesi  in  Asia. 

Batavia  —  Guglielmo  van  Hensden,  e. 

Possedimenti  olandesi  in  America. 

Cura^ao  —  Gomez  Haim  Da  Costa,  e. 
Paramaribo  —  Enrico  Benjamins,  e. 

Panama. 

Panama  —  Carlo  Raguzzi,  e. 

Colon  —  Lodovico  Delpiano,  regg.  il  e. 

Paraguay. 

Assunzione  —  Adolfo  Rossi,  e.  g. 

Persia. 

Teheran  —  N,  N.,  e.  g. 

Bender  Bouchire  —  Carlo   Maro'obio,  e. 

Perù. 

Lima  —  Ruffino  Agnoli,  c.g. 
Arequipa  —  Tito  Costa,  og.  cons. 
Callao  —  Camillo  Francia,  ag,  cons. 

Portogallo. 

Lisbona  — Rodrigo  De  SouzaMonteiro.c.flr. 
Funchal  —  Carlo  De  Bianchi,  e. 
Oporto  —  Ruy  De  Brito  e  Cunha,  e. 

Possedimenti  portoghesi  in  Africa. 

Lourengo  Marques  —  Abraham  Cagi,  e. 

Possedimenti  portoghesi  in  Asia. 

Macao  —  Eugenio  Zanoni-Volpicelli,  e 

Rumenia. 

Braila  —  Giuseppe  Serpi,  e. 

Ga'atz  —  Alessandro  Leoni,  regg.  cons. 

Russ'a. 

Pietrogrado  —  N.  N.,  e.  g. 
Abo  —  Adolfo  Doepel,  e. 
Helsingfors  —    Martinez   Sanchez,   regg. 

cons. 
Kiew  —  Carlo  Fischmann,  e. 
Mosca  —  Adelchi  Gazzurelli,  e. 
Odessa  —  Giuliano  De  Vìsart   c.g. 
Riga  —  N.  N.  e. 
Tiflis  —  Lorenzo  Vulerj. 


203  — 


Varsavia  —  Andrea  Rothwand,  r. 
Vladivostok  —  Alfredo  Albers,  e. 


Bartolomeo  Daglio,  e. 


Angelo  Porcella,  r.  g. 


Salvador. 

San  Salvador 

San  Domingo. 

San  Domingo 

San  Marino. 

San  Marino  —  Giuseppe  Gori,  e. 

Serbia. 

Monastir  —  Romano  Lodi  Fé,  tegg.  rons. 
Prizzend  —  Bruno  Zuooliu,  e. 
Uskub  —  Vincenzo  Galanti,  e. 

Siam. 

Bangkok  —  N.  N.,  e.  g. 

Spagna. 

Madrid  —  Leone  Medina  Said,  e.  g. 
Barcellona  —  Ricciirdo  Motta,  e.  g. 
Cadice  —  Riccardo  Santasilia,  e. 
San   Sebastiano   —   Emanuele   Martinez 

Anibarro,  e. 
Santandcr   —   March.  Giusto  Sarabia  y 

Pardo,  e. 

fttasedimenti  spagnuoU  in  Africa. 

Santa  Croce  di  Teneriflfa  —  Jacob  Ahlers, 
reggente. 

Stati  Uniti  d'America. 

Washington  —  Emanuele  Fronanl,  e. 
Boston  —  Gustavo  Di  Rosa.  e. 
Chicago  —  Giulio  Bolognesi,  c.g. 
Denver  —  Oreste  Da  Velia,  e.  g. 
Filadelfia  —  Gaetano  Poccardi,  e. 


Honolulu  (Hawal)   —  Federigo   Augusto 

Schaefer,  e. 
Manilla  (Filippine)  —  N.  N.,  e. 
Nuova  Orléans  —  Giuseppe  Gentile,  e. 
Nuova  York  —  Giacomo  Fara  Forni,  e. 
Pittsburg  —  Giuseppe  Natali,  v.  e. 
San  Francisco  —    Ferdinando  Daneo,  e. 
San  Giovanni  (Portorico)    —  Alessandro 

Bozzo,  e. 
Seattle  —  N.  N.,  e. 


Svezia. 

Stoccolma  — 
Gothenburg 


Carlo  Gustavo  Thulln, 
—  Giacomo  Keiller,  e. 


cg. 


Svizzera. 

Basilea  —  Vittore  Siciliani,  e.  g. 
Briga  —  Attilio  Carnelutti,  v.  e. 
Coirà  —  Publio  Landucoi,  v.  e, 
Ginevra  —  Conte  Luigi  Gaetiini  di  Lau- 

renzana,  e.  g. 
Lugano  —  Conte   Gerolamo  Marazzi,  e. 
San  Gallo  —  Antonio  Tamburini,  v.  e. 
Zurigo  —  Filippo  Rogeri  di  Villano  va,  e.  ^. 

Turchia. 

Durante  la  guerra  la  tutela  degli  Italiani 
è  stata  affidata  agli  Stati  Uniti. 

Uruguay. 

Montevideo 


N.  N.,  V.  e. 


Venezuela. 

Caracas  —  Lionello  Scielsi,  e.  g. 
Maracaibo  —  Luigi  Fossi  Ferrini,  e. 
Puerto  Gabello  —  Giuseppe  Umberto  Lu- 
pii  re(,g. 

(Stampato  il  1»  ottobre  1916). 


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—  204  — 

Elenco  Alfabetico 

dei  Cavalieri  del  Lavoro 

nominati  dall'istituzione  dell'Ordine  fino  al  g  gennaio  1916. 

Un  Decreto  Reale  del  9  maggio  1901,  su  proposta  del  Presidente  del  Consi- 
glio dei  3Iinistri  on.  Zanardelli,  ministro  ad  interim  ^cr  l'Agricoltura,  V Industria 
e  il  Commercio,  istituiva  un  Ordine  cavalleresco  al  inerito  agrario,  industriale  e 
commerciale,  destinato  a  premiare  coloro  che  abbiano  acquistato  titoli  di  singolare 
benemerenza  nelV agricoltura,  nell'industria  e  nel  commercio.  La  decorazione  di 
quest' ordiìie  conferisce  il  titolo  di  Cavaliere  e  consiste  in  una  croce  d'oro  piena, 
smaltata  in  verde,  caricata  di  uno  scudo  di  forma  tonda,  il  quale  da  un  lato 
presenta  la  cifra  del  Sovrano  fondatore  e  dall'altro  la  scritta:  Al  merito  del 
Lavoro  1901.  La  croce  si  appende  sul  lato  sinistro  del  petto  con  un  nastro  listato 
di  una  banda  di  color  rosso  fra  due  bande  verdi:  il  nastro  può  essere  portato 
senza  la  decorazione.  Per  mantenere  alto  il  j^restigio  dell'  ordine  fu  stabilito  che 
il  numero  delle  nomine  da  farsi  annualmente  non  dovesse  superare  gli  ottanta. 

Il  presente  elenco  comprende  i  nomi  di  tutti  i  Cavalieri  dell'  Ordine,  creati 
dalla  prima  nomina  (che  fu  il  6  marzo  1902,  di  sei  soltanto:  Vincenzo  Boero, 
Emidio  Ilele,  Pietro  Milesi,  Anselmo  Oldrini,  Giuseppe  Savettiere,  Antonio  Tosi) 
fino  al  9  gennaio  1916.  Esso  è  redatto  su  documenti  tijfficiali,  completati  quando 
ci  è  stato  possibile  con  altre  fonti:  ove  altre  informazioni  mancavano,  la  indicazione 
della  professione  e  della  residenza  è  tratta  dal  decreto  di  nomina  e  quindi,  grazie 
alla  nostra  burocrazia,  non  è  sempre  precisa  ne  completa. 

L'Elenco  naturalmente  comprende  anche  i  Cavalieri  morti  dopo  la  nomina. 


COGNOME  E  NOME 

Abbagnano  Giovanni 
Acerboni  Gervasio 
Aducco  Adriano 
Aggazzotti  dott.  Stefano 

Agnelli  Giovanni 


Agostinelli  Federico 

Aimone  Marsan  Marco 
Ainis  Gaetano 

Alberti  Vincenzo 
Aletti  Francesco 
Allodi  Carlo 
Almerici  Lodovico 
Alterocca  prof.  Virgilio 

Amato  Francesco 
Andrioli  Giovanni 

Angeleri  Carlo 

Antico  Ercole 
Antoniazzi  Enrico  Luigi 
Antonini  cav.  Andrea 

Antonini  Giovanni 
Antoniotti  sac.  Paolo 


Professione 
Conciatore  di  pelli 
Industriale  agronomo. 
Industriale. 
Agricoltore. 

Amm.  della  labbr.  di  auto- 
mobili Fiat. 

Agricoltore. 

Industriale. 

Stampatore  di  stoffe  di  co- 
tone. 

Fabbricante  di  liquori. 

Fabbr.te  di  mobili  in  metallo. 

Armatoi'e. 

Agricoltoi-e  e  industriale. 

Proprietario  di  stabilimento 
litografico. 

Dolciere. 

Agricoltore. 

Enoioso. 


Residenza 
Salerno 

Corte  (Bergamo) 
Milano 
Casalgrande 

(Reggio  Emilia) 

Torino 

Bonefro 

(Campobasso) 
Torino 

Messina 
Benevento 
Milano 
Livorno 
Cesena  (Forlì) 

Terni 

Catania 

San  Pietro  Incartano 

(Verona) 
Valenza 

(Alessandria) 
Cagliari 
Torino 


Imprenditore  di  lavori. 
Industr.  metallurgico. 
Comproprietario   e  direttoi*e 

Canapificio  Veneto.  Crocetta  Trevigiana 

Commerciante  in  carboni.         Vocca  (Novara) 
Agronomo   e  presidente  del 

Comizio  agrario  di  Biella.    Sostegno 


—  205 


princ.  Sebastiano 

Agricoltore. 

Lecce 

Appiani  Graziano 

Fabbr.  di  ceramiche. 

Treviso 

Aprile  Pasquale 

Già  presidente  della  Società 
meridionale    dei    Mag.   ge- 

nerali e  Punto  Franco. 

Napoli 

Arduini  Carlo 

Agricoltore  ed  enologo. 

Roncoferrato  (Mant.) 

Arizzi  Orazio 

Industriale. 

Messina 

Armanino  Adolfo 

Proprietario  di  stabilimento 

tipo-litografico. 

Genova 

Ascarelli  Pacifico 

Negoziante  di  tessuti. 

Napoli 

Asproni  ing.  Giorgio 

Coltivatore  di  miniere. 

Iglesias 

Audisio  Zaverio 

Fondatore  dello  Stabilimento 
per    la    saldatura  elettrica 

dei  tubi  di  acciaio. 

Cogoleto  (Genova) 

Aula  Domenico 

Industriale. 

Trapani 

Avogli  Trotti  conte  Ales- 

Direttore   della    Casa   Sapo- 

Pontelagoscuro 

sandro 

niera  Chiozza  e  Turchi. 

(Ferrara) 

Babinl  Emilio 

Allevatore  ed  esportatore  di 

pollame. 

Russi  (Ravenna) 

Balacco  Vito 

Esportatore  di    vini  ed  olii. 

Molfetta 

Banfi  Edoardo 

Industriale. 

Milano 

Banfi  Febo 

Già  proprietario  di  stabilim.'o 

di  tessitura  e  filatura. 

Legnano 

Barbe  Pietro  A. 

Comproprietario   di   zucche- 

rificio. 

Massa  Lombarda 

Barbon  Luciano 

Fabbricante  di  conterie. 

Murano 

Barenghi  Francesco 

Capo   tecnico   principale  del 
cantiere    navale    di    Mug- 

giano. 

Spezia 

Barnabò  Angelo 

Agricoltore  e  albergatore 

iS.  Stefano  Cxidore 
\  Misiirina 

Barracano  Luigi 

Industriale. 

Salerno 

Bassani  Menotti 

Tipografo. 

Milano 

Bassi  Maurelio 

Esportatore  di  vini. 

Padova 

Bastanzetti  cav.  Donato 

Proprietar.  fonderia  di  cam- 

pane e  bronzi  artistici. 

Arezzo 

Battaglia  Francesco 

Agricoltore  enologo. 

Cingoli 

Battaglia  Giuseppe 

Proprietario    di    fonderia    e 

officine  meccaniche. 

Luino  (Como) 

Battaglia  Giuseppe 

Industriale. 

Messina 

Battista  Pasquale 

Proprietario  di  molino  elet- 

trico. 

Lai-ino 

Battistoni  Rodolfo 

Industriale. 

Venezia 

Bauchiero  Fortunato 

Consigliere  deleg.  della  Soc. 

industriale  Bauchiero. 

Torino 

Bauer  Carlo 

Comproprietario   di  stab.  di 

tessitura  di  cotone. 

Nocera  Inferiore 

Bazzano  Enrico    . 

Proprietario  stab.  di  tessito- 

ria meccanica. 

Ronco  Scrivia 

(Genova) 

Bazzichelli  cav.  Arnaldo 

Agricoltore. 

Viterbo  (Roma) 

Bebi  Nazzareno 

Agricoltore. 

Gubbio  (Perugia) 

Beccaria  Attilio 

Industriale  metallurgico. 

Torino 

Beccaro  Giovanni 

Enologo. 

Acqui 

Bellavita  Daniele 

Fabbricante  maglierie. 

Milano 

Belila  Celestino 

Proprietario  di  stabilimento 

per  maglierie  di  cotone. 

Vercelli 

Beltrame  Antenore 

Industriale. 

Canada  de  Gomez 
(Rep.  Argentina) 

Beltrame  Zampiero   dott. 

Bonificatore  di  terreni. 

5'.    Michele   al  Taglia 

Erminio 

mento 

—  20G  — 


Beluffi  Luigi 

Benelli  Ignazio 

Ceretta  Francesco 
Bernocchi  Antonio 

Bertarelli  Giulio 
Bertolaso  ing.  cav.  Bortolo 
Bertoldo  Giambattista 

Berzia  Pietro 
Besana  cav.  uff,  Riccardo 
BianchelH  Federico 
Bianclii  Edoardo 

Bianchi  cav.  rag.  G.  Battista 
Bianchini  Enrico 

Bicocchi  Emilio 

Bigliani  Romolo 

Bilancioni  Luigi 

Binetti  Edgardo 
Biondo  Salvatore 
Bisinotto  Carlo 

Bocci  Sisto 
Bocconi  Ferdinando 
Boero  Vincenzo 
Boggio  Antonio 
Boldetti  Paolo 

Bolge  Carlo 

Bombrini  Giovanni,  sena- 
tore del  Regno. 

Bona  Basilio 
Bona  Eugenio 
Bonaca  Serafino 
Bonacossa  Pietro 
Bonavita  Leonida 

Bonavoglia  Pasquale 
Bondi  Camillo 

Bonelli  ing.  Michelangelo 

Bonfichi  Paolo 

Bonsignori  sac.  Giovanni 

Bonucci  Lucio 

Bonvicini  Adolfo 

Borghi  Francesco 

Borrelli  Luigi 
Borsaiino  Teresio 


Industriale. 

Canneto  sull'Oblio 

(Mantova) 

Proprietario  agricoltore  e  bo- 

nificatore di  terreni. 

Bologna 

Fabbr.  di  giocattoli. 

Milano 

Compropriet.   stab.  di  tessi- 

tura, filatura  e  tintoria. 

Legnano 

Industriale  meccanico. 

Milano 

Industriale  meccanico. 

Zimella  (Verona) 

Proprietario  stabilim.  metal- 

lurgico. 

Fot-no  Rivara  (Torino) 

Fabbr.  di  pompe  per  incendi. 

Torino 

Fabbricante  di  mobili. 

Meda  (Milano) 

Enologo. 

Sirolo  (Ancona) 

Fabbricante  di  cicli  e  auto- 

mobili. 

Milano 

Industriale. 

Padova 

Operaio    capo    lùparto    della 

Manifattura  di  Doccia. 

Doccia  (Firenze) 

Proprietario  e  bonificatore  di 

terreni. 

Follonica  (Grosseto) 

Enologo. 

Montegrosso  di  Asti 

(Alessandria) 

Agricoltore    e    allevatore  di 

bestiame. 

Forlì 

Industriale. 

Palermo 

Editore. 

Palermo 

Direttore   tecnico  delle  pro- 

prietà Papadopoli. 

Loreo 

Proprietario  di  lanificio. 

Soci  (Arezzo) 

Industriale  e  commerciante. 

Milano 

Fabbric.  di  biancheria. 

Torino 

Impresario  di  lavori. 

Roma 

Agricoltore   e    allevatore   di 

bestiame. 

Cagliari 

Brillatore  di  riso. 

Milano 

Comproprietario  del  Cantie- 

re   navale   e   stabilimento 

meccanico. 

Sampierdarena 

Fabbric.  di  tessuti. 

Caselle  Torinese 

Fabbric.   di  tessuti  di  lana. 

Carignano 

Proprietario  di  molino. 

Trevi  (Perugia) 

Agricoltore  e  industriale. 

Vigevano 

Gerente  Ditta  Gr.  Bonavita  e 

figli,  fabbr.  di  feltro. 

Forlì 

Proprietario  di  molini. 

Grumo  Appula  (Bari) 

Comproprietario  della  mani- 

fattura di  Signa. 

Signa  (Firenze) 

Agricoltore. 

San  Valentino  e  Monte 

Bonificatore  di  terreni  nel- 
l'Agro romano. 

Fondatore  di  una  Colonia 
agricola. 

Fabbricante  di  panni. 

Frutticultore. 

Agricoltore. 

Commerciante  di- coralli. 
Fabbricante  di  cappelli. 


Castello  (Perugia) 

Roma 

Remedello  (Brescia) 
Ponte  Felcino 

(Perugia) 
Massalomharda 

.(Ravenna) 

Praduro  e  Sasso 

(Bologna) 

Torre  del  Greco 

Alessandria 


—  207  — 


Borsetti  Giuseppe 

Bosca  Luigi 
Bosctii  Modesto 
Boscoio  Lisetto  Angelo 

Bosso  Giacomo 
Bottazzi  Ettore 
Breda  ing.  Ernesto 
Buccico  Rocco 

Bucco  Beniamino 
Bttffoli  comm.  Luigi 

Buitoni    Giovanni  Battista 
Busclietti  conte  Carlo 
Cacace  Carlo 


Caimmi  Lamberto 
Calamai  Brunetto 
Calderai  Michele 
Calissano  Luigi 
Callegari  Aurelio 

Calore  Domenico 
Calzone  Ettore 

Calzoni  ing.  Annibale 

Cambiaghi  Giuseppe 
Camerini  dott.  Paolo 
Camona  Bartolomeo 

Campiteli!  Bocci  G.  B. 
Candiani  comm.  Giuseppe 
Canti  Antonio 
Cappelleri  Giuseppe 

Cappelli  march.  Raffaele 

Cappellini  Ambrogio 

Carabba  Rocco 
Caravita  Agostino 
Carcano  Giuseppe 
Cargnel  Ulisse 


Carissimo  Gennaro 
Caroli  Antonio 

Carrera  Lui^i 

Caragati  Egildo,  deputato 

al  Parlamento. 
Caruso  Raffaele 
Casadio  Ol'impio 
Casali  Angelo 

Casalini  Giovanni  Battista 

Carnati  Carlo 


Fabbr.  di  catene  preziose. 

Cer Varese  Santa  Croce 

(Padova) 

Enologo. 

Canelli   (Alessandria) 

Proprietario  di  yetreria. 

Milano 

Negoziante    di    derrate    ali- 

mentari. 

Chioggia 

Proprietario  di  cartiera. 

Barella  (Torino) 

Industriale. 

Napoli 

Fabbr.  di  locomotive. 

Milano 

Direttore  tecnico  della  tenuta 

Monticchio. 

Potenza 

Industriale. 

Pescara 

Fondatore   dell'  Unione  coo- 

perativa. 

Milano 

Fabbr.  di  paste  alimentari. 

S.  Sepolcro 

Industriale. 

Firenze 

Commei'ciante     e    fondatore 

dei    Magazzini  generali  di 

Taranto. 

Taranto 

Agricoltore. 

Boina 

Tessitore. 

Prato  (Firenze) 

Impresario  costruttore. 

Poma 

Enologo. 

Alba     ' 

Fabbricante  di  materiali  fer- 

roviari. 

Parma 

Fabbricante  di  carrozze. 

Padova 

Proprietario  di  stabilimento 

arti  grafiche. 

Poma 

Proprietario  di  officina  e  fon- 

deria meccanica. 

Bologna 

Fabbricante  di  cappelli. 

Monza 

Agricoltore  industriale. 

Padova 

Industriale. 

Sesto  S.  Giovanni 

(Milano) 

Tipografo. 

Foligno 

Fabbr.  di  prodotti  chimici. 

Milano 

Proprietario  di  molini. 

Saranno  (Milano) 

Industriale. 

Roccella  Jonica 

(R.  Calabria) 

Presidente   Società  degli  A- 

gricoltori  italiani. 

Roma 

Industriale  di  tessuti  di  juta 

e  cordami. 

Bruzzano  (Milano) 

Editore  tipografo. 

Lanciano  (Chieti) 

Fabbricante  di  carrozze. 

Bagnacavallo 

Industriale. 

Como 

Direttore   di  fabbrica  di  oc- 

chiali. 

Pieve  di  Cadore 

(Belluno) 

Proprietario  agricoltore.  , 

Oria  (Lecco) 

Produttore  di  olì  e  vini. 

S.  Pietro  in  Lama 

(Lecce) 

Fabbr.  di  motwi  a  gas. 

Torino 

Industriale  di  cotoni. 

^ 

Villa  d'Alme  (Borg) 

Agricoltore  e  industriale. 

Comiso  (Siracusa) 

Agricoltore  e  industriale. 

Ravenna 

Propriet.  di  stabil.  meccani- 

co con  fonderia. 

Suzzara 

Bonificatore    di    terreni   nel 

Polesine. 

Rovigo 

Industriale  in  sete. 

Como 

—  208  — 


Cassanello  Tommaso 
Castagna  Cesare 
Castellani  Augusto 
Castellani  Giovanni 


Castellano  Pasquale 
Castelli  Egisto 
Castelli  Ettore 

Catella  Oreste 
Cattaneo  Giuseppe 
Cavaciocchi  Ciro 
Cavadini  Noemi 

Cavalli  Aristide 
Cavessago  Federico 
Caviglia  Bonaventura 
Ceccacci  Francesco 
Ceccacci  Rodolfo 
Cecchi  Gustavo 

Cecchini  Giuseppe 
Cederna  Antonio 
Centenari  Adriano 
Centurini  Alessandro 
Ceretti  Ignazio 
Ceribelli  ing.  Francesco 

Cerrano  Giuseppe 
Cerquetti  Giovanni 
Certani  ing.  Annibale 
Chayes  cav.  Adolfo 
Chiesa  cav.  Edoardo 
Chiesa   Michele,   senatore 

del  Regno. 
Cìaburri  Antonio 
Ciccolo  Giuseppe 

Ci  nel  li  Oreste 
Cipriani  Ernesto 
Citterio  Giuseppe 
Clemente  Pasquale 
Clemente  Pasquale 
Cocuzza  Salvatore 
Coduri  Fermo 

Coen  Giulio 

Colombo  Carlo 
Comi  Antonio 
Conedera  Raimondo 

Conigliaro  Giuseppe 
Conti  ing.  Romolo 
Conti  Ugo 
Contini  Diego 
Contratto  Alberto 
Coppedè  Mariano 

Coppola  Catello 


Fabbr.  di  farine  e  paste 

Genova 

Industriale  in  sete 

Como 

Orafo. 

Roma 

Rappresentante  e  dirett.  gen. 

della  Compagnia  Venezia- 

Murano. 

Venezia 

Commerciante. 

Napoli 

Industriale. 

Roma 

Fabbr.  ed  esportatore  di  for- 

maggi. 

Roma 

Industriale  in  marmi. 

Torino 

Industriale  in  sete. 

Como 

Fabbricante  di  tessuti. 

Prato  (Firenze) 

Industriale  in  seterie  e  filan- 

diere. 

Milano 

Liutaio. 

Cremona 

Tipografo. 

Belluno 

Industriale  e  agricoltore. 

Montevideo 

Fabbr.  di  carta. 

Guarcino  (Roma) 

Industriale. 

Ancona 

Proprietario   di   legatoria  di 

libri. 

Firenze 

Tipografo. 

Roma 

Industriale. 

Milano      ' 

Fabbricante   tessuti  elastici. 

Milano 

Proprietario  di  jutificio. 

Terni 

Proprietario  di  ferriera. 

Villadossola 

Bonificatore    di    terreni  nel- 

l'Agro romano. 

Roma 

Industr.  in  calce  e  cementi. 

Casale  Monferrato 

Agricoltore. 

Gubbio  (Perugia) 

Agricoltore. 

Bologna 

Industriale  in  coralli. 

Livorno 

Fabbricante  di  birra. 

Varese 

Industriale  in  cotoni. 

Rivarolo  Canavese 

(Torino) 

Fabbric.  di  prodotti  chimici. 

Cerreto  Sannita 

Proprietario  agricoltore. 

Villaggio  Casino 

(Messina) 

Fabbr.  di  cappelli  di  paglia. 

Signa  (Firenze) 

Esportatore  di  frutta. 

Verona 

Industriale. 

Rho   (Milano) 

Fabbr.  di  mobili  artistici. 

Sassari 

Bacologo. 

Notaresco  (Teramo) 

Proprietario  agricoltore. 

Marineo  (Siracusa) 

Propriet.  stabil.  per  la  lavo- 

Gardone   Val  Trompia 

raz.  dei  cascami  di  seta. 

(Brescia) 

Procuratore    generale    della 

Banca  Treves 

Venezia 

Tipografo. 

Roma 

Industriale  meccanico. 

Milano 

Dirett.  delle  miniere  e  stabi- 

Fenice Massetana 

limenti  metallurgici. 

(Massa  Marittima) 

Industriale. 

Palermo 

Agricoltore. 

Ravenna 

Fabbricante  di  saponi. 

Livorno 

Industriale. 

Cagliari 

Enologo 

Canelli  (Alessandria) 

Fabbr.  ed  esportatore  di  mo- 

bili artistici. 

Firenze 

Industriale  meccanico. 

Castellammare  di  ^Sta- 

hia  (Napoli) 

Corni  cav.  Fermo 
(.orsi  Adolfo 
Corti  Giuseppe 
j        Costa  Gervasìo 

I        Costa  Raffaele 

I        Costantino  Giovanni 

Graverò  Enrico 

Crespi  Cristoforo  Benigno 

Crespi  Rodolfo 

Criste  Francesco 
Croce  Andrea  F. 
Dainelli  ìa^.  Guido 

D'Alessandro  Rocco 

r  D'Aiife    (Gaetani)    Nicola, 

r  Uopiitato   al    Parlam. 

Danesi  Cesare 
D'Anna  Giuseppe 
Day  Salvatore 

De  Andreis  Menotti 


De  Angeli  Ernesto,  s<':i;i- 
toft!  del  Regno 

De  Asarta  Vittorio,  depu- 
tato ni   l^u-lani-nto 

De  Bellis  Saverio 

De  Bernardi  tav.  Luigi 

De  Biasio  Francesco 

De  Caria  Gabriele 

De  Cecco  Filippo 

De  Gaetano  Filomeno 
De  Larderei  conte  Flore- 
stano, sen.  del  Re-.-iio 
De  Leonardis  Donato 

Del  Gaizo  Luigi 

Dell'Acqua  Enrico 

Dell'Acqua  Gaetano 

Dell'Armi  cav.  Tommaso 


Della  Torre  Ernesto 
De  Luca  Salvatore 
De  Luigi  Gius.  Enrico 

Del  Vitto  Emesto 
De  Magistris  Emilio 

De  Marco  Vincenzo 

De  Martino  Carlo 
Deretti  ing.  cav.  Cesare 


—  209  — 

Industriale. 
Industriale  in  marini. 
Industrialo  in  set»'. 
Comproprietario  di  una  con- 
ceria di  pelli. 
Industriale. 
Industriale  in  cotoni. 
Costruttore  navale. 
Industriale  in  cotoni. 
Propriet.    stabil.  per  lilatura 

e  tessitura  delcoiojie. 
Industriale  meccanico. 
Propr.  di  filatura  di  cotone 
Direttore  tecnico  dello  stai» 

metallurg.  di  Piombino. 
Proprietario  di  mulino  e  pa 

stificio. 
Produttore    di   olii    e    liqui 

rizia. 
Industriale   in  arti  grafiche 
Proprietario  agricoltore. 
Conciatore  di  pelli  e  viticul 

tore. 
Proprietario     dello     stabili 

mento    per    la    cromolito 

grafia  su  latta. 
Proprietario  di  stamperia  d 

cotoni. 

x\.gronomo. 
Fabbr.  di  tessuti. 
Fabbricante  di  saponi. 
Industriale  meccanico. 
Proprietario  di  cartiera. 
Proprietario  di  pastifìcio. 

Industriale. 

Proprietario  degli  Stabili- 
menti del  borace. 

Dirott.  propriet.  stabil.  per  la 
fabbric.  candele  steariche. 

Direttore  di  fabbrica  di  con- 
serve alimentari. 

Rappresentante  Società  di 
esportazione. 

Industriale. 

Proctiratore  gen.  dell'  azien- 
da agraria  del  Conte  di 
Collalto. 

Tipografi». 

Fabbr.  di  ferramenta. 

Capo  operaio  nello  stal»il. 
"  La  Filotecnica  „. 

Albergatore. 

Industriale  in  carta. 

Agricoltore. 

Industriale. 
Fabbricante  di  latcri/.i. 


Modena 
Carrara 
Milano 

Sassari 

Agordo  (Belluno) 

Bari 

Genova 

Capriate  d'Adda 

S.  Paolo  (Brasile) 
Genova 
Piaggione  (Lucca) 

Piombino 

Ortonn  a  Mare 
(Chieti) 
Cosenza 
Roma 
Sperone  (Avellino) 

Sassari 


Sampierdarena 

Milano 

Udine 

Castellana  (Bari) 

Torino 

Bari 

Camello  (Caserta) 

Fara  S.  Martino 

(Chieti) 
Giovino  zzo  (Termoli) 

Livorno 

Bari 

S.  Giovanni  a  Teduccio 
(Napoli) 

Milano 

Cerro  Maggiore 
(Milano) 


Treviso 
Portici 
Napoli 

Milano 

Roma 

Bagnolo  Cremnsco 

(Cremona) 
S.  Pietro    Verno.'ico 

(Lecce) 
Monopoli  (Bari) 
Torbole  Casaglia 
(Brescia) 

14 


De  Risi  Nicola 
De  Roberto  comm.  Fran- 
cesco 
De  Salvo  cav.  Placido 
De  Vecchis  Ineo 
De  Villa  Gomez  Francesco 

De  Vincenzi  Giuseppe,  se- 
natore del  Kegno 
Devoto  Antonio 

Dì  Bagno  dei  conti  Guidi 
march,  comm.  Ales- 
sandro 

Di  Bella  Pasquale 

Di  Frasso  Dentice  principe 

Luigi 
Di  Giacomo  Gennaro 
Di  Mauro  Rosario 

Di  Rovasenda  dei  conti 
Giuseppe 

Di  Scalea  (Lanza  Spinelli) 
princ.  Francesco,  se- 
natore del  Regno 

Dolara  Arturo 

Donati  Alessandro 

Donati  Salvatore 
Donvito  Davide 
Dorigo  Francesco 

Dossi  Giuseppe 
Ducrot  Vittorio 
Durazzo  Pallavicini  march. 

Giacomo  Filippo 
Duretti  Pasquale 

Escoffier   cav.  Alessandro 

Fabbricotti  Carlo 
Faccanoni  Pietro 

Fagioli  Sisinio 

Faina  conte  Eugenio,  se- 


—  210  — 

Industriale. 
Agricoltore. 

Enologo. 
Industrialo. 

Esportatore    di    derrate    ali- 
mentari. 

Enologo. 

Industriale  e  proprietario  di 

terreni. 
Presidente   del    Consiglio  di 

bonifica  del  Polesine. 


Industriale. 
Proprietario 


rricoltore. 


Bari 

Montalto  Uffugro 
(Cosenza) 
Riposto  (Catania) 
Roma 

Bisceglie  (Bai'i) 

Teramo 

Buenos  Aires 

Ferrara 

Castelvetrano 

(Trapani» 
S.    Vito  de'  Nor marini 

(Lecce) 
Napoli 


Industriale  meccanico. 

Agricoltore  e  fabbr.  di  ci- 
trato di  calce. 

^Vmpelografo  e  presid.  della 
Commissione  centrale  di 
viticoltura  e  di  enologia. 

Coltivatore    di    latifondi    in 

provincia  di  Caltanissetta.     Caltanii<setia 


Giarre  (Catania  ) 


Verzuolo 


Fabbri  e.  di  damaschi. 
Direttore    della    cartiera    di 

Serravalle  Sesia. 
Industriale  in  cuoio  e  pellami. 
Eabbr.  di  carta  da  parati. 
Scultore  in   marmo  e  intra- 

prend.  di  opere  artistiche. 
Industriale. 
Fabbr.  di  mobili  artistici. 

Proprietario  agricoltore. 
Conmierciante  in  artifioli  di 

moda. 
Produttore  di  oli. 

Industriale  in  marmi. 
Imprenditore  di  opere   pub- 
bliche. 
Fabbr.  di  lateri/à. 


Como 

SerravalU  Sesia 

Modena 

Napoli 

Venezia 

Viserba  (Forlì) 
Palermo 

Genova 

Napoli 
S.  Remo 

(Porto  Maurizio) 
Carrara 

Sarnico  (Bergamo) 
Osimo  (Ancona) 


natore  del  Eegno 

Benemerito  dell'  agricoltura. 

Perugia 

Falck  Giorgio  Enrico 

Proprietario  di  laminatoi. 

Malavedo  (Lecco) 

Falerni  Giovanni 

Fabbr.  di  calce  e  cementi. 

Incisa   Valdarnu 

Federici  Gualtiero 

Tipogi'afo. 

Pesaro 

Feo  Vincenzo 

Industriale    in    filati    di    co- 

tone. 

Catania 

Ferrara  Vincenzo 

Meccanico. 

Avellino 

Ferrari  Carlo 

Tipografo  editore. 

Venezia 

Festi  Fiovanni 

Comproprietai'io  delhx  mani- 

fattura Festi  e  Kasini. 

Milano 

Fichera  Antonio 

Fabbricante  di  con-serve  ali- 

mentari. 

Catania 

Fichera  Concetto 

Industriale. 

Catania 

Figliodoni  Francesco 

Tessitore. 

Barzano  (Cuneo) 

Fiorazzo  Antonio 

Proprietario  di  segherie. 

Vìgodarzere   (Padova) 

Fiorazzo  comm.  Vittorio 

Fioroni  Federico 
Fioruzzi  Emilio 

Fogli  Jacopo 
Folonari  Francesco 
Folonari  Italo 
Forlani  Fortunato 
Forti  Alfredo 
Fossati  comm.  Rodolfo 
Franchetti  bar.  Raimondo 
Franchi  Attilio 
Franchini  Albano 

Franci  Pasquale 

Franzi  Felice 

Frua  comm.  Giuseppe 

Furgiuele  Carlo 
Gabola  Isaia 

Gagliardi  Paolo 
Galimberti  Angelo 
Galimberti  Antonio 
Galimberti  Luigi 
Galliano  Andrea 
Gandolfi  Remigio 
Gangitano  on.  Cesare 
Garolla  Giuseppe 

Gasparettl  ing.  Italo 

Gatta  Ferdinando 

Gatti  dott.  Francesco 

Gavazzi  comm.  ing.  Pio 
Gerii  Carlo 
Ghezzi  Giuseppe 
Ghilardi  ing.  Sigismondo 
Ghizolfi  Pietro 

Giacobini  Francesco 
Giani  Giovanni 
Giannini  Giuseppe 
Giannotta  Niccolò 
Giavazzi  Giovanni 
Gibelli  Antonio 

Gioia  Giacomo 

Giorgi  Erasmo 

Giorgi  Giorgio 

Giorgioni  Pietro 

Qioseffi  cav.  dott.  France- 
sco Saverio 

Giuliani  Giovanni 

Giulmi  Pietro 

Giunti  Leopoldo,  senntoro 
del   Kegno 

Giara  Vincenzo 

Gola  Francesco 


—  211  — 

Proprietario   stabil.    lav«.i.i/. 

del  legno. 
Albergatore. 
Propriet.'irio  agricoltore. 

Fabbr.  di  paste  alimentali. 

Produttore  di  vini. 

Produttore  di  vini. 

Agricoltore. 

Fabbr.  tessuti  di  lana. 

Fabbricante  di  mobili. 

Proprietario  agricoltore. 

Industriale. 

Proprietario  di  stabilinniito 
tipo-litogralìco. 

Fabbro-ferraio. 

Fabbr.  articoli  per  viaggio. 

Proprietario  di  stamperia  di 
cotoni.     . 

Industriale. 

Proprietario  di  mulini  e  pa- 
stifici. 

Enologo. 

Capo-mastro. 

Impresario  lavori  pubblici. 

Tessitore  di  lino. 

Fabbr.  di  liquori. 

Agricoltore  e  industriale. 

Industriale. 

Fabbricante  di  macchine 
agrarie. 

Bonificatore  di  terreni  palu- 
dosi. 

Direttole  gener.  delle  Ferrie- 
re piemontesi. 

Agricoltore. 

Industriale. 
Industriale  in  sete. 
Mercante  di  campagna. 
Costrutt.  di  opere  in  ceraori'^o. 
Proprietario    di    fabbrica  di 

laterizi. 
Enologo. 
Industriale. 
Tipografo. 
Editore  tipografo. 
Bachicultore. 
Bonificatore   di    terreni   tmì- 

l'Agro  romano. 
Fabbr.  di  scatole  di  latta. 
Agricoltore. 

Fabbr.  di  scatole  di  latta. 
Agricoltore. 

Enologo. 

Proprietario  o  agricoltore. 

Fabbricante  di  calzatura. 

Bonificatore  di  terreni. 

Gioielliere. 

Fabbr.  di  pizzi  e  ricami. 


l'adofd 
Genova 
S.  Antonio  Treìiìi,  / 

(Piacenza) 
Pontedera 
Brescia 
Brescia 
Perugia 

Pr«<o,(  Firenze) 
IjUtsone  (Milano) 
ìlegfiio  Emilia 
Brescia 

Verona 
.Siena 
Milano 

Milano 

Amanteu  (Cosenza | 

Noeera  Inferiore 

Lugo  (Ravenna) 

Milano 

Scarno  (Bergamo) 

Osnago  (Como) 

Ottaiano  (Napoli) 

Asinara 

Canicatti  (Girgenti/ 

Lìmena  (Padova) 

Mantvi^a 

Torino 

Castelnuovo  nei  Xf^uH 

(Roggio  Emilia) 
Milano 
Milano 
Roma 
Bergamo 

Sarzana  (Genova) 

Altonionte  (Cosenza) 

Roma 

Napoli 

Catanitt 

Verdello  (Bergamo) 

RottKi 
Firenze 

Viterbo  (Roma) 
Lucca 
Ravenna 

Barile  (Potenza) 
Ravenna 
Vigevano  (Pavia) 

Strangoli  K  '.'■  '  -^  "  "♦  »  •  • 

Napoli 

Milano 


Gorio  avv.  Carlo,  senatore 

del  Regno 
Grasso  Giacomo 
Grazi  Francesco 
Grazioli  Antonio 
GHgolon  Giovanni 
Grimaldi  dott.  Clemente 
Grio  Vincenzo 

Guacci  Luigi 

Gualerzi  dott.  Francesco 

Guazzone  cav.  Giuseppe 
Gt^fi  Gaetano 
Gaglielmina  Giuseppe 
Gui4i  Giuseppe 
Guiso  Gailisai  Francesco 
Gj^lì  Matteo 
Gttltsano  Salvatore 
Gùssoni  Gaspare 

Hirsch  Carlo 
Hiigony  avv.  Augusto 
Jannuzzi  cav.  Antonio 
Imberti  Gio.  Batta 
Imparato  Vincenzo 
Ingegnoli  Francesco 
Invernizzi  cav.  Ernesto 

Isola  comm.  G.  Battista 
Jammy  Edoardo 

Jesurum  Michelangelo 
Kpristka  Francesco 
Kossler  Ermanno 
Lacapria  Raffaele 
bacava  Egidio 
Lacchin  Giuseppe 
Lampertico  Domenico 

Lanari  Ubaldo 

Laudi  cav.  Salvatore 
Lanza  Domenico 
Laterza  Giovanni 
Lauro  Agostino 
Lavagetto  Luigi 

Lavarello  Elia 

Laverda  Pietro 
Laviano  comm.  Fabrizio 
Lazzara  Giovanni 
Lazzaroni  Luigi 


—  212  — 


Agi'icoltore. 

Industriale. 

Fabbr.  di  vetrerie. 

Industriale. 

Esportat.  di  uova  e  pollarli i. 

Benemerito  dell'  agricoltura. 

Produttore  di  olii. 

Scultore  in  cartapesta. 

Agricoltore  e  promotore  di 
opere  pubbliche. 

Propriet.  di  aziende  agraìùe. 

Fabbr.  di  biscotti. 

Fondatore  di  albei*ghi  alpini. 

Industriale. 

Industriale. 

Confetturiere. 

Conciatore. 

Amministratore  del  Cotoìii- 
ficio  bergamasco. 

Industriale  in  maglierie. 

Industriale. 

Costruttore. 

Bacologo  agricoltore. 

Agricoltore. 

Orticoltore. 

Fabbr.  di  strumenti  chirur- 
gici. 

Industriale. 

Agricoltore  e  Presidente  del 
Comizio  agrario. 

Fabbr.  di  merletti. 

Fabbr.  di  strumenti  ottici. 

Industriale  in  lane. 

Industriale. 

Agricoltore. 

Industriale. 

Agricoltore. 

Direttore  della  Società  La- 
nari e  C. 

Tipografo. 

Agricoltore. 

Editore  tipografo. 

Tappezziere  in  stoffe. 

Commerciante  di  derrate  a- 
limentari. 

Fondatore  dell'Impresa  ar- 
gentina di  navigazione. 

Fabbr.  di  macchine  agricolo. 

Agricoltore. 

Industriale  in  coralli. 

Fabbr.  di  biscotti  e  amaretti. 


Brescia 

Riposto  (Catania) 

Torrita  (Siena) 

Milano 

Padova 

Modica  (Siracusa) 

Polistena 

(Reggio  Calabria! 
Lecce 

Reggio  Emilia 

Repubblica  Argentina 

Navacchio  (Pisìi) 

Alagna  (Novara) 

Pistoia 

Nuoro  (Sassari) 

PalerìHo 

Acireale  (Catania) 

Ponte  di  Nossa 

(Bergamo) 
Ferrara 
Palermo 
Rio  Janeiro 
Racconigi 
Nusco  (Avellino) 
Milano 

Roma 

Lima  (Perù) 
Castellammare  di  Sta- 

bia 
Venezia 
Milano 
Prato 
Foggia 

Bernalda  (Potenza) 
Sacile  (Udine) 
Montegaldella 

(Veneto) 

Monticchio  (Potenza) 

Firenze 

Roma 

Bari 

Torino 

Alessandria 

Buenos  Aires 

Br aganze  (Vicenza) 

Pescopagano  (Potenza ì 

Livorno 

Saronno 


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Lepri  Filippo 
Lippi  Pietro 

Lissone  Sebastiano 
Lombardi  Felice 
Lucchini  Angelo,  deputato 

al   Parlaiiionto. 
Luciani  Giovanni 
Luisi  Antonio 

Luzzatti  eav.  in^.  Giuseppe 
Maccaferri  Ermete 
Macchi  Cesare 
Madella  Giacomo 
Maggi  Enrico 
Magiiola  Emilio 
.Magnacavallo  cav.  y.v^.  Al- 
berto 
Magni  Giuseppe 

Magni  ing.  Magno 
Magnino  Bernardo 

Magrini  ing.  Luigi 
Maino  Alessandro 
Malignani  Arturo 
Manfredi  Nicola 
Mannozzi  Ubaldo 
Mantovani  cav.  Giuseppe 
Maraini  Emilio,  deputato 

al  Parlamento 
Marchiori  cav.  Dante 

Marchisio  Felice 
Marconi  coinm.  Guglielmo 

Marelli  Ercole 

Mari  Erasmo 
Mariani  Livio 

Marinai  Evelio 
Marra  Luigi 

Martelli  Giulio 

Martina  Giovanni 

Martinelli  Luigi 

Martini  Alessandro 

Marzoli  Francesco 

Marzoli  Pietro 

Marzotto  Gaetano 

Masi  cav.  Antonio 

Massara  Giuseppe 

Matarazzo  comm.  Fran- 
cesco 

Materi  Francesco  Paolo, 
deputato    al    Parlam. 

Maucci  Emanuele 

Mazza  Bartolomeo  fu  Cre- 
scenzo 

Mazzonis  Ettore 


—  213  — 

Industriale. 

Proprietario   di  fonderia  ar- 
tistica. 
Agronomo. 
Brillatore  di  riso. 

Industriale  in  vetri. 
Fabbr.  di  bin-a. 
Industriale. 

Esercente  miniere  di  zolfo. 

Industriale. 

Industriale. 

Agi-icoltore. 

Industriale. 

Fabbr.  di  automobili. 

Industriale  elettrotecnico. 

Direttore  di  una  manifattuia 
di  lana. 

Fabbr.  di  prodotti  chimici. 

Proprietario  stabilimenti  me- 
tallurgici. 

Elettrotecnico. 

Cotoniere. 

Elettrotecnico. 

Enologo. 

Industriale  in  paglia. 

Industriale. 

Industriale  in  zuccheri. 
Presidente  dell'Associazione 

agraria. 
Orefice. 
Inventore  del  telegrafo  senza 

fili. 
Elettrotecnico. 

Bacologo. 

Agricoltore  e  bonificatore  di 

terreni  in  Rosarno. 
Fabbr.  biscotti. 
Propriet.  di  filande  di  seta. 

Proprietario   fonderie  e  offi- 
cine meccaniche. 
Industriale  meccanico. 
Fabbr.  coperte. 
Fabb.  di  vermouth  e  liquori. 
Industriale  meccanico. 
Propiùetario  di  molini. 
Industriale  in  lane. 
Proprietario  di  segherie. 
Industriale. 


CoUeVald'Elsa  (Siena) 

Pistoia 

Govone  (Cuneo) 

Vercelli 

Porto  Valtramglia 
Pedavena  (Belluno) 
Torre  del  Greco 
(Napoli) 
Caltanissetta 
Bologna 

Gallarate  (Milano) 
Mantova 

S.  Paolo  (Brasile) 
Biella  (Novara) 

Brescia 


Borgosesia  (Novara) 
Vicenza 

Cuorgnè  (Torino) 

Bergamo 

Gallarate  (Milano) 

Udine 

Napoli 

Hrenze 

Parma 

Rieti 

Lendinara  (Rovigo) 
Torino 

Londra-Roma 
Sesto  S.   Giovanni 

(Milano) 
Ascoli  Piceno 
Rosarno 

(Reggio  Calabria) 
Firenze 

Villa  S.  Giovanni 
(R.  Calabria) 

Lecco  (Como) 

Torino 

Leffe  (Bergamo) 

Torino 

Palazzolo  (Brescia) 

Varese  (Como) 

Valdagno  (Vicenza) 

Spresiano  (Treviso) 

Palermo 


Industriale  e  commerciante.    S.  Paolo  (Brasile) 


Agricoltore. 
Industriale. 

Industriale  in  coralli. 
Fabb.  di  tessuti  di  cotono. 


Iricarico  (Potenza) 
Barcellona  (Spagna) 

Torre  del  Greco 
Torino 


Mazzuchelli  Pompeo 
Mazzucotelli  cav,  prof.  A- 

lessandro 
Meda  Paolo 
Melan  Giuseppe 
Melchiorre  Vincenzo 
Mele  Emidio 
Menada  Giuseppe 

Mencarelli  cav.  Pietro 
Mendola  barone  Antonio 
Micheli  Giovanni 
Michelucci  Giuseppe 

Migliori  Ernesto 
Milella  Saverio 
Milesi  Pietro 
Miliani  G.  Battista 
Miliani  Pietro 
Mirto   Sergio   Pietro,   de- 
putato al  Parlamento. 
Mollo  Sebastiano 

Monneret  de  Villard  inge- 
gnere Ugo 
Monti  Angelo  Vittorio 

Monti  Enrico 
Monticelli  Vincenzo 
Moreno  Ottavio 

Moretti  Giuseppe 
Moretti  cav.  Venceslao 
Moriondo  Ettore 
Mortellaro  Francesco 
Murari  cav.  Guglielmo 
Musa  Pompeo 
Mussi  cav.  ing.  Luigi 
Muzii  Giulio 
Nannucci  Oreste 
Nannucci  Pilade 
Nardi  Giuseppe 
Naretto  Giovanni 
Narice  Giovanni 
Nasturzio  Silvestro 
Necchi  Ambrogio 
Niccolini  march.  Giorgio 
Nodari  ing.  Corrado 

Noè  Alessandro 
Norsa  Giuseppe 
Novi  Giuseppe 

Oderò  Attilio 

Oldrini  Anselmo 

Orlando  Giuseppe 

Orsini  Domenico 
Ottavi  dott.  Edoardo 


—  214  — 

Fabbricante  di  pettini. 

Industriale  in  ferro.  . 

Industriale. 

Fabbr.  di  cappelli  di  paglia. 

Orefice. 

Commerciante. 

Pi-esid.  delle  Officine  mecca- 
niche reggiane. 

Agricoltore  e  bacologo. 

Viticoltore. 

Commerciante  in  latticini. 

Proprietario  stab.  per  lavori 
di  ferro  battuto. 

Fabb.  di  oreficerie. 

Pres.  Società  di  navig.  Puglia. 

Armatore. 

Fabb.  di  carta. 

Fabb.  di  carta. 


Enologo. 
Enologo. 

Comproprietario  di  fabbrica 
di  turbine. 

Gerente  della  Società  ani 
grafiche  Bertarelli. 

Industriale. 

Tessitore  di  seta. 

Direttore  delle  Officine  nazio- 
nali di  Savigliano. 

Industriale  in  ferramenta. 

Industriale. 

Fabbr.  di  cioccolato. 

Fabbr.  di  citrato  di  calcio. 

Fabbr.  di  carte  da  gioco. 

Industriale  in  sete. 

Industriale. 

Industriale  e  agricoltore. 

Industriale. 

Tintore. 

Agricoltore  ed  allevatore. 

Fabbr.  di  maglie. 

Industriale. 

Fabbr.  di  letti. 

Fonditore. 

Fabb.  di  tele  incerate. 

Direttore  delle  cartiere  Von- 
vviller. 

Esportatore  di  riso. 

Industriale  in  cuoi  artistici. 

Industriale  e  commerciante 
in  mai-mi. 

Proprietario  di  cantiere  na- 
vale. 

Capo  modellista  dell'  officina 

-    Tosi. 

Comproprietario  del  Cantie- 
re navale. 

Fabb.  di  paste. 

Commerciante  di  macchine  e 
di  attrezzi  per  enologia. 


Castiglione  Olona 

Milano 

Monza  (Milano) 

Milano 

Valenza  (Alessandria) 

Napoli 

Reggio  Emilia 
Chianciano  (Siena) 
Favara  (Girgenti) 
Codogno  (Milano) 

Pistoia 

Giulianova  (Teramo) 

Bari 

Genova 

Fabriano  (Ancona) 

Pioraco 

Palermo 

Sommariva  Perno 
(Cuneo) 

Milano 

Milano 
Milano 
Portici  (Napoli) 

Savigliano 

Caronno  Milanese 

Perugia 

Torino 

Siracusa 

Bari 

Como 

Milano 

Castellammare  Adriat. 

Capetown  (Sud  Africa  1 

Firenze 

Roma 

Torino 

Canelli  (Alessandria) 

Genova 

Pavia 

Firenze 

Romagnano  Sesia 

Pavia 

Venezia 

Genova 

Genova 

Legnano 

Livorno 

Torre  Annunziai (( 

Casale  Monferrato 


Ottolenghi  Bel  Ioni 

Ozzota  Giovanni 
Pacchetti  Carlo 
Radula  Francesco 
l^aieari  <av.  Ambrogio 
Palli  Giovanni 
Panzera  Enrico 
Panzera  Francesco 
Paolino  Raffaele 

Pappone  Francesco 
Parisi  Giuseppe 
Parodi  Angelo 
Parvis  Giuseppe 
Pasquale  Antonio 

Pasqualin  Adriano 

Pastore  Baldassarre 

Patanè  Carmelo 

Patriarca  Marco 

Pavoncelli  Giuseppe,  de- 
putato al  Parla m. 

Pecile  Gabriele  Luigi,  se- 
natore del  Kegiìo 

Pedersoli  Alessandro 

Pellizzoni  d<>tt.  Giovanni 

Peluso  Giuseppe 

Penotti  Giovanni 

Pepe  Michelangelo 
Peretti  Giuseppe 
Perfetti  Pietro 
Peroni  Giovanni 
Perugia  Arturo 
Perussia  Leon  Augusto 

Pesenti  Carlo 
Petrobelli  Eugenio 
Petrucciani  Lorenzo 

Peyron  cav.  Angelo 
Piacenza  Felice 
Piana  Giuseppe 

Piatti  rag.  Annibale 

Picchiotti  ing.  cav.  Giulio 
Piccinelli  doti.  Giuseppe 

Piccinelli  dott.  Pietro 
IMccinini  Girolamo 
Pichetto  Giuseppe 


Commerciante     di     stoffe    e 

drapperie. 
Commerciante  di  formaggi. 
Industriale  in  crine  animale. 
Agricoltore. 
Fahh.  di   cappelli. 
Falli),  di  laterizi. 
Industriale. 

Propriet.  di  stab.  meccanico. 
Diret.  Soc.  "  Appula  „  per  l'e- 

straz.  e  fabbric.  di  acidi. 
Fabb.  di  fiori  artiticiali. 
Proprietario  di  cereria. 
Industriale. 

Fabb.  di  mobili  artistici. 
Agricoltore  ed  esportatore  d  1 

vini  ed  olii. 
Industriale  in  legno. 
Viticultoro  ed  enologo. 
Industriale  in  'ferro. 
Industriale  in  cementi. 


Acqui  (Alessandri;!) 

Panna 

Afilano 

Moìiterno  (l'oton/a) 

Monza 

Voghera 

Catania 

Palermo 

Barletta  (Bari) 
Napoli 
Roma 
Genova 
Cairo  (Egitto) 

Biscpglie  (Bari) 

Venezia 

Alcano  (Trapani) 

Catania 

Catania 


Benemerito  dell'agricoltura.    Cerignola  (Foggia 


Benemerito  dell'agricoltura. 

Fabb.  di  letti. 

Agricoltore. 

Mosaicista. 

Propriet.  di  una  officina  por 

iuipianti  idroterapici. 
Fabbr.  di  pasto  alimentari. 
Commerciante. 
Prop.  di  salnitriere. 
Fabb.  di  ghiaccio  e  birra. 
Fabb.  di  orologi. 
Direttore   della   Cooperativa 

agricola  italiana. 
Fabb.* di  cementi. 
Benemerito  dell' agricQltura. 
Fabb.  di  lavori  in   cemento. 

Industriale. 

Industriale  in  lane. 

Fabb.  di  macchine  ed  attrez- 
zi agrari. 

Comproprietario  e  gerente  di 
cal/aturiticio. 

Prop.  di  un  cantiere  navale. 

Dirett.  della  Soc.  ital.  per  la 
fabb.  di  cementi. 

Fabb.  di  grès  ceramico. 

Filandiere  in  seta. 

Proprietario  stab.  costnizioni 
in  ferro. 


Udine 

Napoli 

Roma 

Tricase  (Lecco) 

Torino 

Casagiove  (Caserta) 

Milano 

Chili 

Roma 

Firenze 

Milano 

Alzano  (Bergamo) 

Lendinara  (Rovig<») 

Ripnìimosani 

(Campobasso) 
Roma- Firenze 
Pollone  (Novara) 
Badia  Polesine 
(Rovigo) 

Milano 

Limite  (Firenze) 

Bergamo 
Bergamo 
Reramifi  (Macerata) 

Taritio 


"  PETROLIKA  L0H6EGA  T?;:™" t 

..^_^_^^^^^^_^...i.,i_ii..._i._  la  caduta  dei  capelU. 
Chiederla  a  tutti  i  profumieri,  parrucchieri,  fannacisti,  droghieri 
alla  Ditta  ANTONIO  I^ONGEGA  —  Venezia. 


216 


Pierro  Luigi 
Pieruccettì  Ernesto 

Pietra  Vittorio 
Pino  Giuseppe 

Pìntacuda  ing.  prof.  Carlo 

Pintus  Maurizio 
Pirelli  ing.  G.  Battista 
Pisani  Daniele 

Pisani  Eustachio 

Pitigliani  Giuseppe 
Pizziran!  Carlo 
Pizzoli  Riccardo 
Poesio  Giuseppe 
Poggio  cav.  uff.  Candido 

Polenghi  comm.  Paolo 
Polenghi  Pietro 
POrnini  Luigi 
Pompili   Guido,   deputato 

al  Parlamento 
Pontecorbolì  Àbramo 
Pontecorvo  Pellegrino 
Ponti  Ettore,  senatore  del 

Regno 
Pontiggia  Uberto 
Porazzi  G.  Battista 

Porcheddu  ing,  Giovanni  A. 
Pozzi  Giuseppe 

Prina  Ferruccio 
Proto  Pasqualantonio 

Protti  Gustavo 
Pruneri  Antonio 
Pucci  Boncambi  conte  Ro- 
dolfo 
Puglìsi  Michelangelo 
Puglisi  Carbone  Leonardo 
Puletti  Orazio 
Pulifici  Emilio 

Quartara  Giuseppe 
Quarti  Eugenio 
Querena  Francesco 
Raffaeli  Domenico 

Ragonesi  Luciano 
Raineri  prof.  Giovanni 

Rasini  Cesare 

Ravegnani  Riccardo 
Ravera  Antonio 

Reda  Gregorio 


Editore. 

Napoli 

Industriale. 

Gallicano 

(Massa  Carrara) 

Enologo. 

Milano 

Inventore    e    costruttore    di 

apparecchi  sottomarini. 

Genova 

Prop.  di  miniere  solfifóre. 

Castelterntini 

(Girgenti) 

Agricoltore. 

Sassari 

Industriale  in  guttaperca. 

Milano 

Dirett.  tecnico  delle  Cartiei-e 

Isola  del  Liri 

meridionali. 

(Caserta) 

Industriale. 

Isola  del  Liri 

(Caserta) 

Fabbricante  di  buste. 

Roma 

Industriale  in  vetri. 

Bologna 

Fabb.  di  fiammiferi. 

Bologna 

Fabb.  di  casse  forti. 

Torino 

Agricoltore. 

Livorno  Vercellese 

(Novara) 

Commerciante. 

Londra 

Comhierciante. 

Codogno  (Milano) 

Prop.   di   officina  maccanica. 

Castellanza  (Milano) 

Benemerito  della  bonifica  del 

Lago  Trasimeno. 

Perugia 

Industriale. 

Napoli 

Fabb.  di  tessuti. 

Pisa 

Pi'esidente  del  lanificio  e  ca- 

napificio nazionale. 

Milano 

Fabb.  di  pompe. 

Cremona 

Benemerito  dell'enologia  na- 

zionale. 

Novara 

Costruttore. 

Torino 

Prop.  di  una  fabbrica  di  viti 

e  bolloni. 

Milano 

Industriale. 

Genova 

Commerciante     derrate     ali- 

mentari e  filati. 

Catanzaro 

Industriale  in  cartonaggi. 

Longarone   (Belluno) 

Fonditore  di  campane.* 

Sondrio 

Bacologo. 

Perugia 

Fabb.  di  sti'umenti  musicali. 

Catania 

Industriale  elettrotecnico. 

Biposto  (Catania) 

Fabb.  di  seta. 

Arezzo 

Fabb.  macchine  agricole. 

Magliano  Sabino 

(Perugia) 

Fabb.  di  mobili  artistici. 

Torino 

Fabb.  di  mobili  artistici. 

Milano 

Commerciante  in  legnami. 

Torino 

Capo-mastro,     imprenditore 

di  lavori  edilizi. 

Catanzaro 

Industriale. 

Cosenza 

Dirett.  della  Federazione  ita- 

liana dei  Comizi  agrari. 

Piacenza 

Industriale  in  colori. 

Villa  d'Ogna 

(Bergamo) 

Industriale. 

Bimini 

Industriale. 

S.  Biase 

(Comune  di  Ceraso) 

Proprietario  di  lanificio. 

Valle  Inferiore  Mosso 

(Novara) 

Reina  Achille 

Industriale. 

Milano 

Ricci  Carlo 

Fabb.  di  cappelli. 

Monza 

Ricci  Domenico 

Bonificatore  di  terreni. 

Ravenna 

Rinaldi  cav.  Francesco 

Prop.    di  officina  meccanica. 

Battaglia  (Padova) 

Rinella  Giuseppe 

Industrialo   in   vini,  olii,  al- 

cool. 

Canosa  di  Puglia 

Ripandelli  Menotti 

Agricoltore. 

Candela  (Foggia) 

Riva  comm.  Alberto 

Prop.    di  officina  meccanica. 

Milano 

Rivetti  Giovanni 

Industrialo  in  lane. 

Biella  (Novara) 

Rizia  Evangelista,  deput. 

al  Parlanionto 

Agricoltore. 

Fegotto  (Siracusa) 

Rizzani  Leonardo 

Impresario  di  lavori. 

Udine 

Rizzetti  Carlo 

Commerciante    in    panni    e 

sete. 

Milano 

Rizzi  Ettore 

Industriale  fonditore. 

Modena 

Robbiani  Giuseppe 

Proprietario  agricoltore. 

Soresina  (Cremona) 

Roberto  Santi 

Commerciante  industriale. 

Messina 

Rocco  Antonio 

Industriale. 

Napoli 

Rocco  Emanuele 

Ingegnere. 

Napoli 

Rodio  Francesco 

Agricoltore    e    allevatore  di 

bestiame. 

Ostimi  (Lecce) 

Rognone  Carlo 

Fabbricante  di  preparati  an- 

tisettici. 

Torino 

Romanin  Jacur  Eman. 

Agricoltore. 

Verona 

Romei  Giovanni 

Industriale  meccanico. 

Siena 

Ronzani  Alessandro 

Fabbricante  di  birra. 

Casalecchio  di  Reno 
(Bologna) 

Rossi  Giovanni,    senatore 

del  Regno 

Industriale. 

-S'erto 

Rossi  G.  Battista 

Brillatore  di  risi. 

Novara 

Rossi  avv.  Teofilo,   sona- 

tore del  Regno 

Fabb.  di  vermouth  e  liquori. 

Torino 

Rosso  Carlo 

Dirett.  di  una  fabb.  di  mobili. 

Torino 

Rostain  Alfredo 

Dirett.  delle  officine  elettri- 

che. 

Torino 

Rotondi  eav.  Giovanni 

Industriale  in  cotoni. 

Novara 

Rovere  Cirillo 

Industriale  in  pellami. 

Abbiategrasso  (Milano) 

Rubino  Emesto 

Industriale. 

Netro  (Novara) 

Ruggeri  Cesare 

Industriale  in  carta. 

Fraduro  e  Sasso 
(Bologna) 
Catania 

Russo  Venerando 

Agricoltore  e  industriale. 

Sacerdoti  cav.  Carlo 

Bonificatore  di  terreni. 

Modena 

Salmoiraghi  ìng.  Angelo 

Fabb.  di  strumenti  di  preci- 

sione. 

Milano 

Salvador!  conte  Luigi 

Proprietario  agricoltore. 

Porto  S.   Gioryio 
(Ascoli  Piceno) 

Sangiorgi  Mario 

Fabb.  di  letti  in  ferro. 

Catania 

Sanguineti  G.  Battista 

Commerciante   in   carboni  e 

Terranova  Pausania 

sugheri. 

(Sassari) 

Santagostino  Paolo 

Proprietario  di  calzificio. 

Niguarda  (Milano) 

Santini  Silvio 

Fabb.  di   lampade  e  chinca- 

glierie. 

Ferrara 

Santini  cav.  Tullio 

Industriale   fabbricante  cap- 

Lastra a  Signa 

pelli  fli  paglia. 

(Firenze) 

Toilette     K^pTfTTi TT^lM  I  Ti  111  y  I     Profumo 

dei         l^ff     ■  É  I  i  k  Mài  I  li  1 1  I  k  ■ 
bambini     i^J^l  M.*!  I  aTJ  I  U  l.^J  I  ■     delizioso 

Puro  ed  untuoso,  rende  la  pelle  fine  e  vellutata.  


Saraceno  cav.  Giuseppe 
Sarauw  Carlo 
Sarica  Giuseppe 

Sartori  cav.  Giovanni 
Savettiere  Giuseppe 
Sbertoli  Augusto 

Sbuelz  Giovanni 
Scannapicco  Miciieie 
Scannapicco  Vincenzo 
Scaramella  Domenico 

Schiapparelli  Emilio 
Seghetti    Carfratelli    Giu- 
seppe 
Selve  Federico 
Serantoni  Costantino 

Serono  Cesare 
Serra  Raffaele 
Sgaravatti  Benedetto 
Siani  Leopoldo 

Sicher  Andrea 
Signorini  Pietro 

Silvestrini  Giovanni 

Simonis  Giuseppe 

Sindici  Stanislao 
Sinibaldì  Augusto 
Solari  Stanislao 
Soleri  Emanuele 
Somaini  cav.  Francesco 
Soprani  Paolo 
Sosso  Giovanni 
Spada  Nicola,  deputato  al 

Parlamento. 
Spadaccini  Luigi 

Spadaro  Giorgio 
Spinelli  Giorgio 
Spinelli  Oreste 

Stabilini  ing.  Carlo 
Staderini  Aristide 

Stanga  march.  Idelfonso 

Starace  Michele 

Strada  Ercole 

Strafurini  Giuseppe 
Strucchi  cav.  Arnaldo 
Stucchi  Edoardo 
Stucchi  Enrico 

Susanna  Antonio 
Tamburi  Alessandro 


—  218  — 

Agricoltore  e  bonificatore. 

Commerciante. 

Commerciante  in  agrumi  e 
,  filandiere. 

Proprietario  di  lanificio. 

Fabbricante  di  fanali. 

Dii'ett.  della  Soc.  Fabbriche 
unite  di  biacche  e  colori. 

Agricoltore. 

Industriale. 

Industriale. 

Proprietario  di  stab.  di  sfari- 
nato e  pastificio. 

Fabb.  di  prodotti  chimici. 

Orticoltore  e  allevatore  di 
bestiame. 

Prop.  di  stab.   metallurgico. 

Fabb.  di  impianti  di  illumi- 
nazione e  riscaldamento. 

Fabb.  prodotti  farmaceutici. 

Esercente  miniere  di  zolfo. 

Orticoltore. 

Proprietario  di  tessitoria. 

Bonificatore  di  terreni. 

Amministratore  della  Soc.  di 
conserve  alim.  Cirio  e  C. 

Esportatore  di  olio  e  for- 
maggio. 

Comproprietario  di  fabb.  di 
bottoni. 

Agricoltore. 

Agricoltore. 

Agricoltore. 

Agricoltore. 

Fabb.  di  filati  di  cotone. 

Fabb.  di  armonici. 

Fabb.  di  calce  e  cementi. 

Agricoltore  e  direttore  della 
Banca  popolare. 

Fabb.  corde  metalliche. 

Fabbricante  di  mobili. 
Dolciere  e  commerciante. 
Comproprietario  di  oleificio. 

Agricoltore. 

Legatore   di  libri  e  fabb.  di 

cartonaggi. 
Agricoltore. 

Commerciante. 

Bonificatore    di   terreni  e  a- 

gricoltore. 
Fabb.  di  macchine  agrarie. 
Enologo. 

Fabb.  di  tessuti  in  seta. 
Industriale. 

Agricoltore. 
Industriale. 


Spinazzola  (l'ari) 
Messina 

Reggio  Calabria 
Stia  (Arezzo) 
Palermo 

Cogoleto  (Genova) 
Savorgnano  (Udine) 
Viesti  (Foggia) 
Catania 

Salerno 
Torino 

Ascoli  Piceno 
Donnaz  (Torino) 

Bologna 
Roma 

Valguarnera  Caropepe 
Saonara  (Padova) 
Cava  de'  Tirreni 
(Salerno) 
Musile  (Venezia) 

Napoli 

Lucca 

Candiolo  (Torino) 
Ceccano  (Roma) 
Osimo  (Ancona) 
Mar  or  e  di  Parma 
Cuneo 

Lomazzo  (Como) 
Castelfidardo  (Ancona) 
Casale  Monferrato 

Cosenza 

Sesto  S.  Giovanni 

(Milano) 
Reggio  Calabria 
Reggio  Calabria 
Belvedere  Mariti i tuo 

(Cosenza) 
Melegnano  (Milano) 

Roma 

Grotta  d'Adda 

(Cremona) 
Castellammare  di  Sta- 
bia  (Napoli) 

Pralboino  (Brescia) 
Castelleone  (Cremona) 
Canelli  d'Asti 
Como 

Lurate   Caccivio 
(Como) 
Catanzaro 
Bologna 


—  -21^  — 


anzi  Enrico 

Distillatore. 

f'iiinia 

i  edeschi  Vittorio 

Fabh,  di  cavi  elettrici. 

l'orino 

Tempini  Giovanni 

Proprietnrio   di   stab.  metal- 

lurgico. 

Brescia 

Tempioni  Giovanni 

Aicliitetto  costruttore. 

Ravenna 

Tensi  Federico 

Fabb.  carte  patinate. 

Milano 

Thaulero  Giovanni 

Enologo  e  bonificatore  di  tei- 

reni. 

Roshiivgo  (Teramo) 

Tobler  «lott.  Oscar 

Agricoltore. 

Pisa 

Togni  cav.  Giulio 

Fabb.  tubi  in  ferro. 

Brescia            . 

Tomba  Domenico 

Agricoltore  ed  enologo. 

Beìgrano  di  Mendozn 
(Argentina) 

Tonelli  ciìv.  Giuseppe 

Industriale  in  cartonaggi. 

Torino 

Toni  Carlo 

Enologo. 

Montefalco  (Perugia) 

Torchi  Pompeo 

Agricoltore. 

Conselice  (Ravenna) 

Torrlgiani  march.  Luigi 

Fabbricante  conserve  alimen- 

tari. 

Firenze 

Tosi  Antonio 

Meccanico    nel    cantiere  Or- 

lando. 

Livorno 

Tosi  Leopoldo 

Agricoltore. 

S.  Mauro  di  Romagna 
(Forlì) 

Tosi  Roberto 

Filandiere. 

Busto  Arsizio 

Tortora  Giuseppe 

Industriale. 

Pagani  (Salerno) 

Tranquilli  Giovanni 

Bacologo. 

Ascoli  Piceno 

Tricarico  Domenico 

Commerciante  in  olii. 

Palo  del  Colle  (Bari) 

Trlfonl  Serafino 

Agricoltore. 

Giulianova  (Teramo) 

Trimarchi  Carmelo 

Coltivatore  di  agrumi. 

-S".   Teresa  in  Riva 
(Messina) 

Tripodi  cóiiini.  Francesco 

Industriale. 

Gioia  l'auro 

(Reggio  Calabria) 

Trossi  Carlo 

Industriale  in  lane. 

Biella  (Novara) 

Turri  Cristoforo 

Industriale. 

Pioppe  di  Salvaro 
(Bologna) 

Ugliengo  Fortunato 

Industriale. 

Santhià  (Novara; 

Vaccari  Carlo 

Industriale  in  ceramica. 

Ponzano  (Genova) 

Vacchelli  Pietro,  sen.itore 

Presidente  del  Consorzio  Ca- 

<lt'l Regno 

nale  Marzano. 

Cremona 

Vaili  Candido 

Agricoltore,  enologo. 

Xarni  (Perugia) 

Valli  Federico 

Enologo. 

Lago  (Ravenna) 

Vanzetti  Cesare 

Proprietario  di  distilleria. 

Padova 

Varzi  Ercole 

Industriale  in  cotoni. 

Roìnentino  (Novara  > 

Vasena  Pietro 

Proprietario  di  officine  nioo- 

caniche. 

Buenos  Aires 

Vaudetto  Giuseppe 

Costruttore  e  propr.  molini. 

Asmara 

Velia  Enrico 

Industriale. 

Cottagi rone    (Catania) 

Venchi  Silviano 

Fabb.  di  confetti. 

Torino 

Vendittelli  Giovanni 

Industriale. 

Castel  di  Sangro 
(Aquila) 

Venegoni  Ercole 

Fabbr.  di  passamanerie. 

Milano 

Ventura  Vittorio 

Industriale  in  pellami. 

Varese  (Como) 

Ventura  Gregorini  Andrea 

Industriale  metallurgico. 

Lorere  (Bergamo) 

Venzaghi  Achille 

Industriale. 

Busto  Arsizio 
(Milano) 

Vergani  Vittorio 

IikIiinIi'ÌmIi'. 

Canta  (Como) 

ARTRITE 


MNOHI   DI 


GUARITA   RADICALMENTE 

CON    I  CELEBRI 


VEDI     ANNUNCtO     Di    FRONTE 
-r>       •;;>     AUL-   INDICE    GENERALE 


Verni  Angelo 
Vianini  Guido 
Viglienzoni  Angelo 
Villoresi  ing.  Luigi 

Violante  Gennaro 

Visetti  Carlo 

Visocchi  Francescantonio 
Vitale  Cesare 
Vlvarelli  dott.  Guido 
Vivarelli  Jader 
Volpe  G.  Battista 

Voltan  cav.  Giovanni  Luigi 
Vozzi  Andrea 

Winspeare   Antonio   duca 

di  Salve 
Zabban  cav.  Alessandro 
Zabban  Vittorio 

Zagarese  Tommaso 

Zago  Angelo 

Zambelll  Andrea  Cesare 

Zancani  Giovanni 

Zanetti  Antonio 
Zanichelli  comm.  Cesare 
Zavanella  cav.  uff.  ing.  A- 

chille 
Zavattari  Pietro  G. 


Zavoianni  Nicola  D. 
Zerioli  Ernesto 

Zehender  ing.  Rodolfo 
Zotti  Lorenzo 

Zuccoli  Giuseppe  Antonio 


—  220  — 

Bonificatore  di  terreni. 
Industriale. 

Industriale  e  armatore. 
Dirett.  delle  opere  della  boni- 
fica mantovana-reggiana. 
Commerciante  e  armatore. 

Costruttore. 

Industriale  agricoltore. 
Fabbr.  di  calzature. 
Agricoltore. 

Proprietario  agricoltore. 
Fabb.  di  mobili  di  legno  cur- 
vato a  vapore. 
Industriale. 
Albergatore. 


Cattolica  (Forlì) 

Roma 

Savona  (Genova) 

Mantova 
Torre  del  Greco 
(Napoli) 
Torino 

Atina  (Caserta) 
Alessandria 
JTalamone  (Grosseto) 
Talamone 

Udine 

Stra  (Venezia) 
Cava  de'  Tirreni 
(Salerno) 


Enologo. 

Industriale. 

Commerciante  di  biancherie 
e  stoffe. 

Produttore  di  olio  di  sanse 
di  olivo. 

Fabb.  di  mobili  artistici. 

Fabb.  d'apparecchi  per  illu- 
minazione e  riscaldamento. 

Capo  tecnico  nello  stabili- 
mento Ansaldo. 

Fabb.  di  mobili  artistici. 

Editore. 

Industriale. 

Presidente  dell'Associazione 
dei  facchini  nella  Stazio- 
ne centrale. 

Negoziante  e  commissionario 

Esportatore  di  uve  da  tavola. 

Industriale  elettrotecnico. 
Esportatore  di  frutta  e  fabb. 

di  conserve  alimentari. 
Industriale. 


Salve  (Lecce) 
Bologna 

Palermo 

Rende  (Cosenza) 
Verona 

Torino 

Sampierda  ren  a 
Vicenza 
Bologna 

Mantova 


Milano 

Bari 

Castel  S.  Giovanni 

(Piacenza/ 
Reggio  Calabria 
Bari 

Milano 


OLIO     I>ER    AUTOMOBILI 


Soc.  AlL  ERNESTO  REINACH  ■  MILANO. 


-  221  — 

GLI   STATI   DELL'INTESA 

Notizie  politicHe.  statisticHe,  amministrative,  ecc. 


Sovrani  del  Belgio  con  1  loro  figli  : 
Lbopoldo-Carlo-Maria. 


BBI^GIO 


Monarchia  costituzionale. 

Vn,ninlia  reananle:  Caaa  di  Sassonia-Coburgo  e  Gotha  (cattolii'u). 

nrinrin.  ™Sas8oiSa-Cobuigo  e  Gotha,  n.  Bruxelles  8  aprile  187o,  figlio  àrìpru- 
òr  Filiimo  coX  di  Fiand^  succ.  il  23  dicembre  1909  a  suo  zio  re  Leopoldo  II. 
«^n  i  KtoUrflBio  c-on  -  Elisabetta,  nata  duchessa  di  Baviera,  n.  Possenho- 
;;r25  lugiri876.  _  Figli:  Leopoldo,  duca  di  Bramante,  principe  ereditarlo, 
n.  Bruxelles  :J  novembre  1901  ;  Carlo  ;  xMana-Josò. 


—  222  — 

Ministero:  Barone  de  Broqueville,  presidenza  e  guerra  \  Berrvev,  interno; 
Van  de  Vy  vere,  finanze  ;  Carton  de  Wiart,  giustizia  ;  Barone  Beyens,  affari  esteri  ; 
Helleputte,  lavori  pubblici  e  agricoltura  ;  Segors,  ferrovie,  marina,  poste  e  tele- 
grafi; Renkin,  colonie;  Poullet,  scienze  ed  arti;  Hubert,  industria  e  lavoro: 
Emilio  Vandervelde,  conte  Goblet  d'Alviela,  Paolo  Hymans,  ministri  senzff,  por- 
tafogli. (La  sedo  del  governo  h  provvisoriamente  a  Le  Hàvre). 

Popolazione:  7,571,387  (1912),  pari  a  257  ab.  per  km.q.,  la  media  più  ele- 
vata che  in  qualunque  stato  europeo. 

Superficie:  km.q.  29,451. 

Colonia:  Congo  belga  (ab.  15,000,000,  di  cui  nel  1912  soli  54G5  bianchi: 
km.q.  2,382,800). 

Bandiera  nazionale  (di  guerra  e  di  commercio)  :  tre  .stri.scie  verticali,  nera, 
gialla  e  rossa. 


2.  —  FRANCIA 

J{(',pubhlica. 


Capo  dello  Stato:  Raimondo  Poincaré,  Presidente  (n.  Bar-le- Due  20  ago- 
sto 1860,  uce.  18  feì.braio  1913.  —  Scade  il  18  febbraio  1920). 

Ministero:  Briand,  presidenza  e  affari  esteri;  Jules  Cambon,  ambasciatore. 
segretario  generale  degli  affari  esteri  ;  Viviani,  giustizia  ;  generale  Roques,  guerra  : 
Albert  Thomas,  sottosegret.  di  stato  alle  munizioni;  Thierry,  sottosegret.  aW in- 
tendenza :  Godart,  sottosegret.  alla  sanità  ;  amm.  Lacazc,  m,arina  ;  Nail,  sotto- 
segret. alla  marina  mercantile  ;  liibot,  finanze  ;  Clémentel.  commercio  ;  Metili, 
lavoro;  Meline,  agricoltura;  Doumergue,  colonie;  Heuihat,  lavori  pubblici  ;  V-aìu- 
levé,    istruzione  pubblica,  ^-'— ~—~>w^  .se.  Africa  equatoriale  IVan- 

belle  arti  e  invenzioni  clic  y'^^^^^^^^'^^  cese,    Riunione,    Madaga- 

interessano  la  difesa  nazio-  /^^/J^^i^.  ■   ^  8car,  Mayotte  e  Comorie, 

naie  ;  Daliniier,  sottoscgr.  f^m^^^  »-  N^^  Costa  francese  dei  Somali  ; 
alle  belle  arti  ;  De  Freyci -       /        /  ,        Stabilimenti  francesi  dei- 

net,  Denys  Cochin,  Boui  -      /         L^  \       l'India;    Indocina;    St. 

geois,  Jules  Guesde,  E;mil(i     1  ^^   ^*  \      Pierre  e   Miquelou,    Giia- 

Combes,    ministri  senz<:     \  ^S^  ì     dalupa,   Martinica,    Guijt- 

portafogli.  iìl^^^B^Pik        ^^^Éì     '^f^' ?  ^ii^^a  Caledonia,  Sta- 

Po^o/..- 39,500,000  (ca:-  l^^^^^^R^'  ''  JSjSK/  bilimenti  francesi  dell' ()- 
colata    al    31    dicembre     ^jmB^KKm^  [JB^^mi       ceania  (ab.  53,376, 00  (>: 

Sup.  :  km.q.  536,461.  y^^Iì  jÉ^^^^ly  .Bandiera  nazionale  {<ìi 

Colonie   e  protettorati  :  ^^B^^^^^^B^^  guerra   e  di  commercio)  : 

Algeria,  Tunisia,  Marocco,  ^^<S///B^^  ^^'^  striscio  verticali,  tui  - 

Africa  occidentale  france-  china,  bianca  e.  rossa. 

'  II  Presirtente  Poixcahì:. 


3.  -   Gì  APPONE 

Monarchia  costituzionale. 

Ta  miglia  reale:  Yo- 
shihito,  imperatore  (teli- 
no) del  Giappone,  n.  Tokio 
31  agosto  1879,  figlio  e  succ 
dell'  imperatore  Mutsuhito, 
m.  il  30  luglio  1912;  anan. 
il  10  maggio  1900  con  — 
Sadako,  n.  Tokio  25  giugno 
1884.  —  Figli:  Hirokito, 
principe  ereditario,  n.  Tokio 
2f*  aprile  1901  ;  Yasuhito  ; 
Nobuhito. 

Ministero:  maresciallo 
Teraoutsi,  presidenza  e  in- 
terni ;    bar.   Motono,  esteri  ; 


Sapako 
imperatrice  <lol  Giappone. 


OlOROIO    V. 


.seffvita  il  Giappone): 

luir.  Goto,  esteri  \  gcn. 
Oka,  guerra ',  viceauim. 
Tomosaburo  Kato,  ma- 
rina :  Okada,  istrtizione  ; 
Matsuinuro,  giustizia; 
bar.  Def).  comunicazioni  ; 
Nakasciuli,    agricoltura. 

Popolas.:  53,696,884 
a9U). 

Sup.:  kin.q.  382,416, 

Colonie:  Formoisa, 


Il  PriiH'ipft  (li  Gai 


Titt  B^Q»  Vittoria. 

(srguita  il  Giapitone): 

isola  Sakhaline  (i)arte 
nieriflion.),  Kuang-tiing, 
isole  Volcauo,  Corea  (ab. 
19,687,666  nel  1914;  km. 
q.  291,266). 

Bandiera  di  guerra: 
bianca,  caricata  nel  me^.- 
/o  di  un  disco  rosso  da 
(!ui  partono  a  ragjjiera 
16  striscie  rosse  sino  agli 
orli  ;  la  bandiera  di  com- 
mercio non  ha  i*aggi. 


4. 


GRAN  BRETAGNA 

Monarchia  costituzionale. 


Famiglia  regnante:  Casa  di  Sassonia-Coburgo  e  Gotha  (anglicana). 
Giorgio  V-Federico-Ernesto-Alberto,  re  del  Itegno  Unito  della  Gran  Bretagna 
e  di  Irlanda,  e  dei  domini  britannici  d'oltre  mare,  difensore  della  Fede,  imperatore 
delb'  Indie,  n.  a  Marlborongh  House  3  giugn(»  186.5,  tìglio  e  successore  del  re  Edoar- 
«lo  VII,  morto  il  6  maggio  1910;  amm.  it  6  luglio  1893  con  —  Vittoria-Mahia, 
nata  princip.  di  Teck,  n.  al  Kcnsiugton  Palace  26  maggio  1867.  —  Figli:  Edoardo* 
Alberto,  principe  di  Galles  e  conte  di  Chester,  n.  a  White  Lodge  23  giugno  18!il  ; 
Alberto;  Vittoria;  Enrico;  Giorgio;  Giovanni.  —  Madre  del  re:  AlE8Hani>ra, 
regina  madre-,  nata  princip.  di  Danimarca,  n.  Copenaghen  1°  dicembre  1844. 

Ministero:  Herbert  Asquitb,  primo  ministro:  Lord  Buckmaster,  Lord  Alto 
f'a)irtlliere;  march,  di  Lausdownc,  minititro  senza  portafoglio;  mare,  di  Crewe, 
l-or^l  presidente  del  Consiglio  ;  Earl  Cur/.on  ol"  Kc<lleston.  ministro  del  Sigillo 
firirttto:  Herbert  Asquitb.  primo  Lord  ilella  Tesoreria;  Arthur  lìalfour,  primo 
Lord  dell'Ammiragliato;  John  Simon,  interni;  visconte  Grey,  esteri;  Bonar  Law, 
nìonie;  Lloyd  (ieorge,  guerra;  Austen  Chamberlain,  ministro  per  l'India;  R«- 
I  Me  Kenna,  cancelliere  dello  Scacchiere:  Kdwin  Montagn,  ministro  delle  mu- 
i  ;  Walter  Rnnciman.  presidente  dell' uffici'»  del  Commercio;  Walter  lyonj:. 
'jjLiiii  del  governo  locale  ;  Arthur  Ucnderson,  ufficio  dell'educazioni  ;  Earl  <»f  Sd- 
bourn,  ufficio  dell'agricoltura  ;  Frederick  Smith,  procuratort  generale. 


224  — 


I  figli  dei  Sovrani  a'  Inghilterri) 


Popolazione:  46,407,037  (1°  luglio  1914).  —  Superficie-:  km.q,  314,504. 
Possedimenti  coloniali  :  Gibilterra,  Malta,  Cipro  ;  Aden  e  Perini  con  Socotra 
e  le  isole  Kuria  Mui-ia,  isole  Bahrein,  Borneo  sett.,  Ceylan,  Hong-Kong,  India 
e  dipendenze,  Labuan,  Straits  Settlements,  Federazione  degli  Stati  Malesi,  Uei- 
hai-uei,  Egitto,  Federazione  Sud  Africana,  Protettorato  del  Niassa  (già  dell'Af- 
frica centrale  inglese),  JBritish  East  Africa,  costa  dei  Somali,  Uganda,  Zanzibar. 
Gambia,  Lagos,  ISfigeria,  Sierra  Leone,  Costa  d' Oro,  Sant'  Elena,  Ascensione, 
ìsole  Tristan  d'Acunha,  isole  Maurizio,  isole  Seychelles,  isole  Bermude,  Canada, 
isole  Falkland,  Guiana  inglese,  Honduras  inglese,  Indie  occidentali,  Terranova 
e  Labrador,  Australia,  isole  Figi,  Nuova  Zelanda,  Papua  (già  Nuova  Guinea  in- 
glese), isole  Salomone,  isole  Tonga,  isole  Gilbert,  ecc.  comi^lessivamente 

in  Europa  (compreso  Cipro       ab.         517,451;  km.q.  9,590 

in  Asia  (comprese  le  Indie) >    324,369^000         »        5.250,000 

in  Affrica  (compreso  V  Egitto  e  la  Fe- 
derazione sud-aftricana >      50,967,684         »        9,219,600 

in  America  (compreso  il  Canada)  ,  .  .    »■        9,545,000         *      10,499,600 
in  Oceania  (compresa  l'Australia)  ...»        6,547,000         *        8,270,000 

ah.  391,946,135    km.q.  33,248,790 

Bandiera  di  guerra  :  bianca  alla  croce  rossa,  accantonata  all'  angolo  superiore 
della  triplice  croce  dell'  Union  Jack,  doppia  croce  rossa  orlata  di  bianco  su  fondo 
turchino  (è  la  combinazione  deUa  croce  di  S.  Giorgio  dell'  Inghilterra  con  la  croce 
di  S.  Andrea  della  Scozia  e  quella  di  S.  Patrizio  dell'Irlanda)  ;  la  bandiera  di 
commercio  è  rossa  con  lo  stesso   Union  Jack. 


_ 5.  -  ITAI^IA  

Monarchia  coslitiaionale. 

Famiglia  regnante.  Ved.  a  pag.  135-141. 

Ministero.  Ved.  a  pag.  167. 

Popolazione  (presente)  :  35,597,784  (al  31  dicembre  1913),  piil  5,557,743  resi- 
denti all' estoro  (1911). 

Superficie:  km.q.  286,682.2  ±  0,96  secondo  le  rilevazioni  fatte  dall'Istituto 
Geografico  Militare  negli  anni  1884-1891;  km.q.  286,610.37  secondo  le  valuta- 
zioni dell'Ufficio  di  Statistica  Agraria  (1913). 

Possed  ini  enti  coloniali  e  territori  occupali:  A)  Libia  (posta  sotto  la  sovranità 
piena  od  intera  del  Re  d'Italia  col  R.  Decreto  5  novembre  1911,  convalidato  con 
logge  25  febbraio  1912(.  —  Popolazione:  ab.  e.  1,000,000:  nella  Tripolitania  pro- 
priamente detta,  secondo  il  censimento  turco  del  3  luglio  1911,  ab.  523,176  piìl 
circa  5000  stranieri,  nel  Fezzan  e  nelle  oasi  della  Sirtica,  80,000  ;  nella  Cirenaica 
e  nelle  oasi  del  Deserto  libico  350,000.  —  Supeificie:  km.q.  1,484,218,  secondo 
recenti  calcoli  planimetrici,  dei  quali  circa  km.q.  250,000  coltivabili.  Divisa  in 
due  governi,  Tripolitania  e  Cirenaica.  —  B)  Colonia  Eritrea  (ab.  e.  300,000  dei 
(luali  2800  Europei,  s^lp.  km.q.  118,609).  —  C)  Somalia  italiana  [ab.  e.  300,000, 
sup.  km.q.  357,000;  è  divisa  in  Somalia  meridionale  o  Benadir,  colonia  di  di- 
retto dominio,  sup.  km.q.  189,000;  e  in  Somalia  settentrionale,  ossia  protetto- 
rato sul  sultanato  di  Obbia,  sul  territorio  del  Nogal  (riservato  al  Mullah)  e  sul 
sultanato  dei  Migiurtini  :  sup.  km.q.  168,000).  — D)  Concessione  di  Tientsin  in 
Cina  (occupata  dallo  tnipi>e  italiane  il  21  gennaio  1901;  ab.  10,017  (1914),  cioè  ci- 
nesi 9887,  italiani  51,  altri  ounqx'i  79;  sup.  km.q.  0,46).  —  £)  Isole  dell'Egeo 
occupate  temporaneamente  nel  1912,  Rodi  e  quelle  che  impropriamente  sono  dette 
il  Dodecancso,  cioè  Stampalia,  Scarpanto,  Casso,  Piscopia,  Nissari,  Calamo,  Lero, 
Palmosa  o  Patmo,  Lip.'^o.  Lango  o  Cos,  Le  Simie  e  Carchi  con  Limonia  {ab.  e. 
89,000;  sup.  e.  km.q.  2750).  —  F)  Buia  di  Valona  e  isola  di  Sàseno,  occupate 
il  30  ottobre  1914  quest'ultima  e  il  25  dicembre  la  prima,  non  tenendo  conto  del- 
l' entroterra  albanese  occupato  posteriormente  in  più  riprese  per  ragioni  militari. 

lìandicra  nazionale:  di  guerra,  tre  strisele  verticali,  verde,  bianca  e  rossa  ; 
quella  di  mezzo  caricata  delle  armi  di  Savoia  cioè  uno  s»iido  di  rosso  alla  croce 
bianca,  orlato  di  turchino  e  coronato  d'  oro  ;  la  bandiera  di  commercio  non  ha 
la  corona  sullo  scudo. 


6.  —  MONTENEGRO    

Monarch ia  costituzionale. 

Fnmifilia  regnante:  Potrovich  Niogosc  (ortodossa). 

Nicola  I,  io  del  Montenegro,  n.  Niogosc  25  settembre  1841,  figlio  di  Mirko 
P<trovic,  succ.  il  13  agosto  1860  a  suo  zio  principe  Danilo  I,  ]>roclanuito  re  il 
15  agosto  1910,  amm.  il  27  ottobre  1860  con  —  Milkxa  Vucotic,  n.  a  Cevo  il 
22  aprile  1847.  —  Figli:  Militza  ;  Stana  (Anastasia);  Danilo,  n.  Cettigno  17  giu- 


Pi  lucilie  Ua.mi-o 


He;;ilia   MlI.R.NA 


rrlucli>e  Mirko 


—  2'2G  — 

gno  1871,  amm.  il  15  Inolio  1$09  fon  Militza,  nata  (Inrliessa  <li  lMo(loniLnrj;o  ; 
Elena  (regina  «l'Italia);  Anna;  Mirko;  Xenia  ;  Vera;  Pietro. 

Presidenic  del  Coììs'kjHo:  Kadovic.  (La  sede  del  governo  h  provvisoriamente 
a  Lione). 

ropolazionc  :  470,000. 

Siqìerficie  :  km .  q .  15,087. 

Bandiera  nazionale  :  tre  strisele  orizzontali,  liianca,  turcliiua,  rossa. 


7.  —  PORTOGAI^IvO 

liepnhhliea  (dal  5  ottobre  1010). 


Capo  delio  Slato:  Ber- 
nardino Machado  («. 

eh    7  ao-o- 

sto  1915.   —  Scade   il  21 
agosto  1919). 

Mi nistcro  :  Antonio 
José  d'Almeida,  presi- 
denza e  eolonic  ;  eolonn. 
Monsinho  d'Albnquer- 
que,  interno  ;  Mesqnita 
Carvalho,  giustizia  ;  Al- 
fonso Costa,^n«)i2;e;  Nor- 
ton de Matos,^»crra;  Aze- 
vedo Coutinlu),  marina; 
Augusto  Soares,  affari 
esteri;  Fernandes  Costa, 
lavori  jmbblici  ;  Antonio 
Maria  da  Silva,  lavoro  ; 
Fedro  Martins,  istrusionc 
pubblica. 

Popolas.:  5,960,05») 
(comprese  le  Azzorre  e 
]\[adera  ;  censimento  del 
1°  dicembre  1911)  ;  calco- 


lata al  31  dicembre  1915. 
6,100,000. 

Super/.:  km.  q.  91,918 
(comprese  le  A«zorre  e 
ÌMadera). 

Colonie:  Isole  del  Ca- 
])0  Verde,  Guinea,  Isole 
ti,  Thomé  e  del  Princijìc, 
A  n  g  o  1  a .  Monzambicco  ; 
Inclie  Portogbe.si,  Ma- 
cao, Timor  e  Kambing 
(ab.  9,800,000;  km.  <{. 
2,096,070). 

Bandiera  nazionale  : 
])artita  verde  e  rossa,  ca- 
ricata sulla  partizione  di 
uno  scudo  con  le  armi  di 
l*ortogallo  (d'  argento  a 
5  scudetti  turchini  posdati 
in  croce,  con  bordura  di 
guentes  caricata  di  7  ca- 
stelli a  tre  toi-ri  d' oro) 
sopra  una  sfera  armillaie 
d'  oro. 


Eeunardino  Machado. 


8.    —    ROMANIA 

3[onarchia  costituzionale. 


Famiglia  regnante:  IlobenzoUern   (ortodossa). 

Ferdinando  -Vittorio  -Alberto  -  Meiurad,  re  di  Romania,  principe  di  Hohen- 
zollern,  n.  Sigmaringen  24  agosto  1805,  figlio  del  princ.  Leopoldo  di  Holienzol- 
lern,  succ.  a  suo  zio  re  Carlo  I  il  28  settembre  1914,  amm.  il  10  gennaio  1893 
con  —  Maria,  nata  principessa  reale  di  Gran  Bretagna  e  d'Irlanda,  n.  29  ot- 
tobre 1875.  —  Figli:  Carlo,  n.  Pelescb  3  ottobre  1893,  principe  ereditario  ;  Eli- 
sabetta ;  Maria  ;  Nicola  ;  Elena. 

Ministero:  Giov.  I.  C.  Bratiano,  presidenza;  Porumbaro,  affari  esteri;  Costi- 
nesco,  finanze;  V.  G.  Mortzun,  interno;   Al.  Constantinesco,  agricoltura  e  dcma- 


_    ')  >7    _ 


I  SoTKANi  DI  Romania. 


Ilio:  Al.  Radt)vifi,  indttsfria  e  rommereio\  dott.  C.  Angolefroo,  lavori  pnbblid  ', 
Vittorio  Antono.'iro,  f/insfizi(i  ;  I.  (}.  Dium,  ridli  e  isfntzione  ])t<hhlir(i  ;  Vintila  1. 
C   Hi'iitiiino,  f/iiemi. 

l*<>poIfi=i<»ie  :  7,231,919  (coiis.  <1(>1   1"  gomiiiio  1913). 

^Superficie:  kiu.<i.   1.'{.S,9;}5. 

Bandiera  na-ionalc  :  tre  striscio  vortit'iili,  turcliiiia,  gialla  e  ressa. 


11  Ruuiauiu. 


Il  Fri  nei  ne  Ca  ki.o 
e  la  Principessa  u!aku  di  Koiuauin. 


128 


I  figli  dello  Zar: 
Taziana  -  Maria  -  Anastasia  -  Olga  -  Lo  Zarevic. 


0.  -  RUSSIA 

Monarchia  costituzionale  con  un  zar  autocrate. 


La  Zarina. 


Famiglia  regnante:  Ro- 
manoff  -  Holstein  -  Gottkorp 
(ortodossa). 

Nicola  li  Alessandro- 
vie,  imperatore  di  tutte  le 
IJussie,  zar  di  Mosca,  Kief, 
Vladimir,  Kazau,  Astracan, 
Polonia,  Siberia,  ecc.,  n.  Pie- 
trogvado  6  maggio  1868, 
figlio  e  successore  dell'  im- 
l)eratore  Alessandro  III, 
morto  il  20  ottobre  1894; 
a  min.  il  14  novemb.  1894 
con  —  Alessandra  Feodo- 
rovna,  nata  principessa  Ali- 
ce di  Assia  e  del  Reno,  n. 


Darmstadt  6  giugno  1872.  —  Figli:  Olga;  Taziana;  Maria;  Anastasia;  Alessio, 
etmanno  di  tutti  i  cosacchi,  granduca  ereditario,  n.  Peterhof  30  luglio  1904.  — 
Fratello  e  sorelle  dell'imperatore:  Xenia  ;  Michele  Alessandrovic,  n.  22  novem- 
bre 1878;  Olga.  —  Madre  dell'imperatore:  Maeia  Feodorovna,  imperatrice  ma- 
dre, nata  principessa  Dagmar  di  Danimarca,  n.  14  novembre  1847. 

Ministero  :  De  Sturmer,  presidenza  e  affari  esteri  ;  conte  Frédériksz,  mini- 
stro della  Corte  ;  generale  Chouvaiew,  guerra  ;  amm.  Grigorovitch,  marina  ; 
Protopopoflt",  interno  ;  Makaroff,  giustizia  p  de  Bark,  finanze  ;  conte  Ignatieft', 
istruzione  ptibblica  ;  Trcpoff,  strade  e  coìnunic azioni  ;  princ.  Clinkliovskoy,  com- 
mercio e  industria  ;  conte  Bobrinsky,  agricoltura  ;  Ilaìeff,  procuratore  generale 
del  S.  Sinodo  ;  Pokrovsky,  controllore  generale  ;  Koulomzine,  presidente  del  Con- 
siglio deir  Impero;  Rodzionko,  presidente  della  Duma  dell'  Impero. 

Popolazione:  174,099,600  (al  1°  gennaio  1913,  comprese  la  Polonia  e  la  Fin- 


—   22i»   — 

liiutlia.  i  noverai  del  Caucaso,  della  Siberia,  doUW  v  ,    ri:vnscnRpi;mi  ; 

176,39!>,000.  t'ompi-esi  anche  i  Caiiiiti  «lì  llucara  e  (  iu\;ii  —  li  ronsim.  del  1915, 
seeoudo  notizie  dei  <jioruiiH  jyolitici,  li;i  dato  uu;i  {topolazioue  di  182,101,088  per 
tutto  r  Impero,  eselusii  i  Cauati  di  Bueara  e  Cliiva. 

Superficie:  kui.q.  22,285,660  (compresi  i  paesi   suddetti  e  le  acquo  intcrDe  : 
22,556,520   con  Bueara  e  Chiva). 

Bandiera  nazionale,  di  commercio  :    tre   striscio    orizzontali,    nera,    gialla    e 
bianca  ;  bandiera  di  guerra,  bianca  alla  croce  di  S.  Andrea  turchina. 


IO.  —  SERBIA 

Monarchia   costihizionale. 


Faìniylia  regnante:  Kara-Georgevic  (ortodossa). 

Pietro  I,  re  di  Serbia  ecc.,  n.  a  Belgrado  29  giugno  1841,  figlio  del  prin- 
cine  Alessandro  I,  proci,  re  di  Serbia  il  2  giugno  1903,  amm.  il  30  luglio  1883 


Re  Pietro  I. 


Princ.  Alessandro  di  Serbia. 


con  —  Zorka  Lioiibitza  Petrovic  Niegosc  prineipossa  del  Montenegro,  ved.  il 
4  marzo  1890.  —  Figli  :  Elena;  Giorgio  (ha  rinunziato  ai  diritti  di  principe  ere- 
ditario) ;  Alessandro,  n.  Cettigne  4  dicembre  1888,  principe  ereditario. 

Presidente  del  Consiglio:  Pasic.  (La  sede  del  governo  è  provvisoriamente  a 
Corfìi). 

Popolazione:  4,000,000, 

Sìiperficie:  km.  q.  86,664. 

Bandiera  nazionale:  tre  strisele,  rossa,  turchina  e  bianccì. 


TALMANE 


Ak    bATTE 


A)  —  Principali  disposizioni,  su  argomenti  vari,  emanate  con 
l'aggi,  Decreti,  Regolamenti,  Circolari,  ecc.,  dal  i"  luglio  1915 
al  30  giugno  1916. 


Agricoltura:  28  giugno  1016,  D.  L.  n.°  795.  — 
Provvedimenti  per  la  lotta  contro  le  ar- 
vicole. 

Amnistia:  '27  aprile  1916,  L.  n.»  ó2f;.  —  Pro- 
roga ed  estensione  del  D.  E.  15  ottobre 
1914, 11.0  1127,  concernente  amnistia  e  con- 
dono sopratasse  e  pene  pecuniarie. 

Arvicole  (ved.  Agrioliiira). 

Assicurazioni:  \d  lu<riio  1915,  D.  L.  n.»  11G7. 

—  Imprese  di  assicurazioni  estere. 
Avvocati  (ved.  Professioni  legali). 
Avvocatura  erariale:  1"  luglio  1915,  D.  L.  n.» 

1044.  —  l'uolo  organico  del  personale  su- 
balterno della  R.  Avvocatura  erariale. 

13  febbraio  191C.,  D.  L.  n.»  223.  —  Approva- 
zione del  Regolamento  per  il  personale 
subalterno  deila  R.  Avvocatura  f  rariale. 
Biglietti  di  Stato:  17  ottobre  1915,  D.  L.  n.» 
1524.  —  Il  limite  massimo  dell'ammo;:- 
tare  dei  biglietti  di  Stato  viene  aumen- 
tato di  somma  non  eccedente  cento  mi- 
lioni di  lire. 

30  gennaio  1916.  I).  L.  n.»  232.  —  Approva- 
zione dei  segni  distintivi  e  cavai teristici 
del  nuovo  biglietto  di  Stato  da  L.  10. 
Buoni  del  Tesoro:  19  settembre  1915,  d.  L. 
n.o  1394.  —  Buoni  speciali  del  Tesoro  e 
buoni  ordinali. 

19  settembre  1915,  D.  L.  n.o  143Ò.  —  Emis- 
sione di  buoni  del  Tesoro  quinquennali 
per  provvedere  a  spese  relative  alle  Fer- 
rovie dello  Stato. 

7  novembre  1915,  D.  L.  n.o  1598.  —  Emis- 
sione di  cento  milioni  di  lire  in  Buoni 
del  Tesoro  quinquennali,  consentiti  col 
D.  L,  19  settembre  1915,  n.»  1436. 

30  giugno  1916,  D.  L.  n.»  786.  -  Limite  mas- 
simo del  valore  totale  dei  Buoni  del  Te- 
soro. 
Capitoiazionì:    10  marzo  1916,   D.  L.  n.»  480. 

—  Abo'izione  del  regime  capitolai-e  nella 
zona  di  protettorato  francese  al  Marocco. 

Cirenaica  (ved.  Libia). 

Condono  (ved.  Amnistia). 

Dazii:  23  dicembre  J915,  Legge  n.^  1795.  — 
Modilìcazioici  ed  aggiunte  al  repertorio 
per  l'applicazione  della  tariffa  generale 
dei  dazi  doganali,  (D.  R.  8  magg'o  1913, 
n.o  421;. 


Dogane  (ved.  Dazii). 

Eritrea:  22  giugno  1916,  D.L.  n.o  759.  --  Prov- 
vedimenti per  la  sistemazione  economico- 
finanziaria  dell'Eritrea. 

Fattorini  (ved.  Foste,   Telegrafi,   Telefoni). 

Ferrovie  dello  Stato  (ved.  Impiegati  governa- 
tivi). 

Fornai:  14  ottobre  1915,  D.  L.  n.o  1586.  —  Ap- 
pi-ovazione dello  Statuto  orgànico  del  So- 
dalizio dei  fornai  italiani,  in  Roma. 

Igiene:  l»  agosto  1915,  D.  L.  n."  1188.  —  Prov- 
vedimenti per  sollecitare  l'esecuzione 
delle  opere  igieniche. 

Impiegati  governativi  :  i»  agosto  1915,  D.  L. 
11."  11:96.  —  Trattamento  di  pensione  agli 
impiegati  di  ruolo  dell'Amministrazione 
dello  Stato  che  passano  al  servizio  dello 
Ferrovie  delio  Stato. 

Impiegati  locali  :  il  giugno  1916,  Legge  n.o  720, 

—  Provvedimenti  per  il  trattamento  di 
pensiot^e  a  favore  dei  salariati  dipendenti 
dai  Comuni,  dalle  Provincie,  dalle  istitu- 
zioni pubbliche  di  beneficenza  e  dalle . 
aziende  speciali  di  servizi  municipaliz- 
zati.    , 

.imposta  fondiaria:  31  dicembre  1915,  D.  L. 
n.o  1991.  —  Modificazione  del  Regola- 
mento i)cr  la  esecuzione  delle  leggi  sul 
riordinamento  dell'imposta  fondiaria,  ap- 
provato con  D.  R.  26  gennaio  1905. 

Ispettori  scolastici:  3  febbraio  1916,  D.  L. 
n.o  330.  —  Modificazioni  al  Regolamento 
approvato  con  D.  R.  1°  febbraio  1912, 
riguardanti  le  attribuzioiii,  la  nomina  e 
la  carriera  degli  ispettori  scoJastici. 

Istruzione  elementare:  13  febbraio  I9i6,  D.L. 
n.o  200.  —  Norme  per  la  scelta  dei  libri 
di  testo  nelle  scuole  elementari  per  l'anno 
scolastico  1916-1917. 

Istruzione  media:  15  luglio  1915,  D.  L.  n.o  1230 

—  Norme  di  Regolamento  per  la  Giunta 
Provinciale  per  le  scuole  medie. 

15  luglio  1915,  D.  L.  n.o  1725.  -  Regola- 
mento per  i  macchinisti  dei  RR.  Licei, 
per  i  bidelli  e  gli  aiuti-bidelli  delle  scuole 
medie. 

17  luglio  1915,  D.  L.  n.o  1195.  —  Modifica- 
zione all'  art.  20  del  Regolamento  sui 
■     provvedimenti   per  l'istruzione  classica, 


231  — 


tocn'ra,  nautica  e  no:  malo  (D.  U.  3  sct- 
tenil.il}  l'.Mò,  n.o  117«i. 

25  luglio  1915.  D.  L.  n."  1327.  —  Sospen- 
sione o  proroga  dell"  applioazione  di  al- 
cune lilsposJzii  ni  delle  legjil  sullo  stato 
giuridico  ed  ev-ononiico  degli  inse;,'nanti 
medi  (L.  8  aprile  19:)fi.  n.i  1*1  e  142.  - 
L.  16  Int-lio  11)1  J,  H  »  (579'. 

12  dicmbre  iyi:>.  D.  L.  n.»  1985,  -  Modi- 
licazione  d  1  D.  R.  26  maggio  1901,  n."  21fi, 
recante  norme  per  il  coulVrimento  del- 
l'abilitazione airinsPtinainento  del  dise- 
gno nelle  scuole  tecniche  e  normali. 

30  gennaio  l'-HH,  D.  L.  n."  7.52.  —  Rojjola- 
mcnto  per  il  personale  di  segreteria  del 
licei-ginnasi,  delle  scuole  normali  e  dogli 
istituti  di  magistero  per  l'educazione 
fisica. 

13  febbraio  1916,  D.  L.  n.»  321.  —  Regola- 
mento in  esecuzione  di  alcuni  articoli 
della  Legare  concernente  piovvedimenti 
per  l'istru/ione  miedia,  nauti -a  e  normale. 
(Legge  10  luglio  1914.  n.»  679). 

Istruzione  nautica  (ved.  I^trmione  media). 
Istruzione  normale  (ved.  IstntJone  mediai 
Istruzione  pubblica  :    22   agosto   1915,   D.  L. 
n."   19'J3.    —    Approvazor.e   del  Regola- 
mento per  le  .«-cuole  itaiiane  all'estex-o. 

31  dicembre  1915,  D.  L  n.»  1957.  —  Modi- 
ficazioni al  Regolamento  del  Consiglio 
superiore  dell'istruzione  pubblica  (D.  K. 
4  maggio  1911,  n.o  422'. 

—     —  Ved.  anche:   [spettini  srohisticì. 

Istruzione  superiore:  si  dicembre  1915,  D.  L. 
n."  l'.tóS.  —  Modificazioni  al  T.  IJ.  delle 
Legìji  sull'istruzione  superiore  (D.  R.  2 
agosto  1910,  n.o  795). 
31  dicembre  1915,  D.  L.  n.o  1959.  —  Modi- 
ficazioni al  Regolamento  generale  uni- 
ver.-itario  (D.  R.  9  agosto  1910,  n.»  796). 

Libia:  17  ottobre  1915,  D.  L.  n.o  1809.  —  Ap- 
provazione del  Regolamento  scolastico 
per  la  Tripolitania  e  Cirenaica. 

Libri  di  testo  (ved.  iKiruz'one  elementare). 

Marocco  (ved.  Capitolazioni). 

Ministeri:  22  giugno  1916.  D.  R.  n.»  756.  - 
Istituzione  del  Ministero  dei  trasporti 
marittimi  e  ferroviari. 
22  giugno  1916,  D.  R.  n.o  755.  —  Istituzione 
del  Ministero  dell'industria,  del  commer- 
cio e  del  lavoro. 

26  giugno  1916,  D.  L.  n.»  830.  —  Riparti- 
zione dei  servizi  tra  il  Ministero  dei  tra- 
sporti marittimi  e  ferroviari  ed  il  Miui- 
stero  della  Marina. 

Misuratore  automatico:  15  luprlio  1915,  D.  L. 

n.o  1147.  —  Ammissione  alla  veiificazione 

ed  alla  legalizzazione  di    un  misuratore 

automatico  di  liquidi. 
Navigazione:  27  gennaio  191«,  D.  L.  n.o  202.  — 

Regolamento  contenente  le  norme  per  la 

stazzatura  delle  navi. 
Navigazione  aerea  :  16  aprile  1910,  D.  L.  n.»  429. 
Conversione  in  legge  del  D.  R.  3  set- 

tenilne  1914,  n."  100f<,  c'.ie  vieta  la  navi- 


ga7.io:!e  arrca  in  qualunque  punto  d»! 
territorio  dello  Stat.»,  nel!»  Colonie  e  ual 
maie  territoriab». 
Notai  (ved.  Professioni  legi.li). 
Pensioni  (ved.  impiegati  goveriinfin\ 
Periti  ragionieri  (ved'.  Pròfen^ioui  legali) 
Pos'.e  Telegrafi  Telefoni:  25  luglio  1915.  D,  L. 
n."  1403.  —  Regolamento  speo'ale  deil'Am- 
ministrazlone  delle  po8^e  e  del  teleg  art 
e  quello  del  persona  e  ilei  telefoni. 
18  novembre  1915,  D.  li.  n.o  1653.  —  Abo- 
lizione del  Cou-iglio  super,  dei  telefoni. 
27  febbr.ilo  1916,  D.  L.   n.o  290.  —  Vari.i- 
zloni    nel    ruolo   organico   doli' Ammini- 
strazione delle  poste  e  telegrafi. 
'     11  maggio  1916.  D.  L.  n.o  610.  —  Elevazione 
dei  limiti  mas.stiui  di  età  per  la  nomina 
ad  allievi  fattorini  telegrafici  ed  a  fa'to- 
rini  telefonici. 
11  maggio  1916,  D.  L.  n.o  647,  —  Viene  ele- 
vato il  limite  massimo  di  età  per  la  no- 
mina a  telefonista  avventizia. 
Procuratori  (ved.  Frofessioni  legali). 
Professioni  legali  :  9  aprile  1916,  D.  L.  n.o  440. 

—  Esercizio  delle  professioni  legali  degli 
italiani  non  rcg.iicoli. 

Ricompense:  8  agosto  1915,  D.  L.  n.»  1339.  - 
Istituzione  di  una  medaglia  per  i  bene- 
meriti per  ope.a  di  soccorso  in  occasione 
del  terremoto  del  13  gennaio  1915. 
■30  ottobre  1915,  D.  L.  n.o  1649.  —  Modifica- 
zione allo  noni;e  di  cui  sopra. 
25  novembre  1915,  D.  L.  n.»  1711,  —  Confe- 
rimento delle  ricompense  ai  benemeriti 
d  la  salute  pubblica. 

Sahlte  pubblica  (ved.  Igiene;  Ricompense). 

Scuole  all'estero:  (ved.  Js'rmione  pubblica). 

Tasse  di  bollo  :  23  dicembre  1915,  D.  L.  n.o  1883. 

—  Bollo  sulle  quietanze  di  stipendio  dc- 
gìi  Insegnanti  elementari  e  dei  direttori 
didattici. 

Tasse  di  registro  :  21  maggio  1916,  D.L.  n.o62i. 

—  Proroga  di  un  anno  a  termini  di  pre- 
scrizione stabiliti  dagli  articoli  126  e  127 
della,  ieg^'e  sulle  Ta.sse  di  registro. 

Tasse  sugti  affari  :  15  luglio  1915,  D.  L.  n.»  i  I5:j. 

—  Dilazioni  di  pagamento  in  "materia  di 
tasse  sugli  affari. 

Telefoniste  (ved.  Poste,  Telegrafi,  Telefoni). 

Terremoto  (ved.  Ricompense^. 

Trasporti  ferroviari:  12  settembre  1915,  D.  L. 
n.o  18S8.  —  Approvazione  delle  norme  rl- 
guardaiili  le  tarllTe  e  condizioni  di  tra- 
sporto o  dei  servizi  cumulativi  delle  Fer- 
rovie dello  Stato. 
20  febbraio  1916.  D.  L.  n.o  222.  —  Modifica- 
zioni e  semplificazioni  delle  tar  iVe  ferro- 
viarie. 
18  maggio  1916,  D.  L.  n."  689.  -  Modifica- 
zioni alle  tariffo  del  trasporti  ferroviari. 

Tripolltan'a  (ved.  Libia). 

Veicoli:  22  agosto  1915,  D.  L.  n.o  1453  -  Ap- 
provazione delle  norme  per  discipUnara 
la  larghezza  dei  cerchioni  dei  veicoli  nelld 
Sirade  pubbliche. 


wsMo  il  Siero  iodato 
Qandolfo,  marca  lodo- 
hroin.  (4uftriscp  artrìti- 
smo,  rcìimittismo,  arteriosclerosi,  oc.  Gratis  opitsrolo.  —  Ditta  G.  S£RSALB 
—  Largo  Suu  Domouico  Maggiore,  17  —  NAPOLI   (leggi re  Vita  pratica). 


Non  più  ioduri  ! 


232  — 

B)  —  Principali  disposizioni  emanate  con  Leggi,  Decreti,  Rego- 
lamenti, Circolari,  ecc.,  in  dipendenza  dello  stato  di  guerra, 
dal  1°  luglio  1915  al  30  giugno  1916. 


Adriatico  (ved.  Navigazione;  Pesca). 

Agricoltura:  30  maggio  1916,  D.  L.  n.»  645.  — 
Provvedimenti  straordinari  per  il  lavoro 
agricolo. 

Agrumi:  26  agosto  1915,  D.  L.  n.»  1388.  —  Di- 
sposizioni a  favore  del  commercio  degli 
agrumi  e  loro  derivati. 

Amministrazioni  dello  Stato:  18  novemb.  1915. 
D.-Leg^'e  L.  n.°  1625.  —  Economie  nelle 
spese  delle  varie  amministrazioni  dello 
Stato. 

—  —  Ved.  anche  :  ^onrorsi. 
Assicurazioni  (ved.  Marina  mercantile). 
Assistenza  civile:  25  luglio  1915,  D,  L.  n.olU2. 

—  Riconoscimento  ai  Comitati  ed  Asso- 
ciazioni per  l'assistenza  civile  durante  la 
guerra  della  capacità  di  compiere  tutti  i 
negozi  giuridici  necessari  per  il  raggiun- 
gimento del  loro  line  e  stare  in  giudizio 
per  le  azioni  che  ne  e  )nseguono. 

Austria  (ved.  Importazio  i  e  Proprietà  inìu- 
slriide). 

Avventizi:  9  aprile  1916,  D.  L.  n.»  400.  —  Am- 
missione di  avventizi  in  luogo  di  funzio- 
nari ed  agenti  chiamati  alle  armi. 

Avvisi  al  pubblico  (ved.  Tsse  di  bullo). 

Bidalli  (ved.  Istruzione  media). 

Buoni  del  Tesoro:  18  ottobre  1915,  D.  L.  n.» 
1498.  —  Emissione  dei  Buoni  del  Tesoro 
in  pagamento  di  somme  dovute  per 
acquisti  o  provviste  occo.renti  al'e  Am- 
ministrazioni della  Guerra  e  della  Ma- 
rina. 
5  maggio  1916,  D.  L.  n.»  505.  —  Emissione 
di  Buoni  del  Tesoro  triennali  e  quinquen- 
nali. 

Calmiere:  27  aprile  1916,  D.  L.  n.o  472.  — 
Prezzi  massimi  di  vendita  al  pubblico 
per  le  merci  di  comune  e  ^argo  con- 
sumo. 

Cambiali:    12  giugno  1916,    D.  L,    n.o  736  - 
^    L'  esercizio  delle  azioni  cambiarie  contro 
i  debitori  domiciliati  nei  Comuni  sgom- 
brati per  ordine  dell'autorità  militare,  è 
sospeso  fino  a  nuova  disposizione. 

Casse  postali:  21  ottobre  1915,  D.  L.  n.o  1507. 

—  Provvedimenti  a  favore  delle  famiglie 
dei  correntisti  delle  Casse  di  risparmio 
postali  morti  in  guerra. 

Centesimo  dì  guerra:  17  febbraio  1916,  D.  L. 
n.o  242.  —  Applicazione  del  contributo  del 
centesimo  di  guerra  di  cui  al  D.  R.  21  no- 
vembre 1915,  n.o  1643. 

—  —  Ved.  anche  Proviedimenti  finanziari. 
Cereali  (ved.  Gra^o,  ecc.^. 
Cinematografi  (ved.  Proviedimenti  finanziari). 
Cittadinanza:  25  luglio  1915,  D.  L.  n.o  1144. — 

Ammissione  dell'acquisto  della  cittadi- 
nanza italiana  durante  la  guerra. 

Cloroformio:  8  a-iosto  1915,  D.  L.  n.o  1269.  — 
Fino  al  termine  della  guerra,  all'indu- 
stria della  fabbricazione  del  cloroformio 
vengono  concesse  le  agevolezze  consen- 
tite all'alcool  adulterato. 

Colombi  viaggiatori:  io  luglio  1915,  D.  L.  n.o 
1051.  —  Divieto  dei  viaggi  e  sospensioue 


degli  addestramenti  dei  colombi  di  tutte 
le  colombaie  civili  del  Regno  o  apparte- 
nenti a  privati,  fino  al  termine  dello 
stato  di  guerra. 
Commissione  delle  prede:  lo  agosto  1915,  D. L. 
n.o  1234.  —  Nuove  competenze  della  Com- 
missione delle  prede. 
Concorsi:  23  febbraio  191,6,  D.  L.  n.o  182.  — 
Le  amministrazioni  dello  Stato  dovrann  >, 
dopo  trascorsi  non  meno  di  quattro  mesi 
dalla  cessazione  dello'stato  di  guerra,  bau- 
dire  gli  esami  di  idoneità  e  gli  esami  di 
concorso  per  merito  distinto  per  promo- 
zioni ai  gradi  di  primo  segretario  e  di 
primo  ragioniere  e  ai  gradi  corrispon- 
denti. 
Contrabbando:  15  luglio  1915,  D.  L.  n.o  usi. 
—  MoJiflca/.ione  del  D.  L.  3  giugno  1915, 
n.o  839,  che  stabilisce  gli  oggetti  che  ven- 
gono considerati  contrabbando  di  guerra. 

2  settembre  1915,  D.  L.  n.o  1334.  —  Sono 
considerati  contrabbando  assoluto  il  co- 
tone greggio,  le  filacele,  i  cascami  di  co- 
tone ed  i  filati  di  cotone. 

27  febbraio  1916,  D.  L.  n.»  266.  —  Stabilisce 
gli  elenchi  degli  oggetti  e  dei  materiali 
che  sono  considerati  contrabbando  asso- 
luto e  condizionale. 
Contratti:  8  agosto  1915,  D.  L.  n.o  1280.  — 
Proroga  di  un  anno  dei  contratti  agrari 
con  scadenza  dal  1»  agosto  al  31  dicem- 
bre 1915. 

2  settembre  1915,  Comando  Supremo  del 
R.  Esercito.  —  Viene  dichiarato  privo  di 
qualsiasi  efficacia  giuridica  oj;ni  genere 
di  contratti  esistenti  nei  territori  occu- 
pati dal  R.  E.sercito. 

30  settembre  1915,  D.  L.  n.»  1444.  —  Prov- 
vedimenti  per  la  proroga  dei  contratti 
agrari. 

11  novembre  1915,  D.  L.  n.»  1593.  —  Ter- 
mini per  la  proroga  e  rescissione  dei  con- 
tratti agrari. 

23  marzo  1916,  D.  L.  n.o  354  —  Per  la  du- 
rata della  guerra  sono  proibite  le  con- 
trattazioni concernenti  rottami  o  torni- 
ture di  ferro,  acciaio,  ghisa,  piombo,  ec. 

24  febbraio  1916,  D.  L.  n.»  270.  —  Proroga 
dei  contratti  agrari. 

—  —  Ved.  anche:  Operazioni  a  termine. 

—  —  Vedi  anche:    Turchia. 
Correntisti  (ved.  Cas-se  postali). 
Cotone  greggio  (ved    Contrabbando). 
Credito  agrario:   26  settembre  1915,   D.  L. 

n.o  1433.  —  Provvedimenti  per  il  cred  to 
agrario. 
Danni  di  guerra:  14  novembre  1915,  D.  L. 
n.o  1642.  —  Indennizzo  ed  accertamento 
dei  danni  sofferti  da  cittadini  italiani  in 
seguito  a  bombardamenti  del  nemico. 
10  febbraio  1916,  D.  L.  n.»  163.  -  Modifi- 
cazioni .Tlle  disposizioni  per  l'accerta- 
mento dei  danni  soflferti  da  italiani  in 
conseguenza  di  bombardamenti  del  ne- 
mico. 

—  —  {Procedura   sulle   domande  di   risarei' 


—  233 

rtìrn'o.  Ypier-"  11  Jf"/)  Imnento  i»t^rnn  'ìeìf<$ 
VoniìnUsio-e  dtlie  pi'td'i  in  data  1"  tipi  ile 
1916). 
28  gennaio  1910.  D.  M.  —  Risaicimflnto  del 
danni  prodotti  dai  sinistri  su  cose  inte- 
rissanti   la   difesa  dello  Stato.   (D.  \,.  28 
novembre  l'Jló,  n.»  1720). 
10  febbraio  1916,  D.  L.  n  o  163.  —  Modifi- 
cazione del  D.  L.  14  nov.  1016,  n.»  1(542, 
relativo  all'  accertamento  dei  danni  sof- 
ferti da  italiani  in  conseguenza  dei  bom- 
bardamenti del  nemico. 
Oazii  :  31  ottobre  lyió,  D.  L.  n.»  1549.  —  Prov- 

Évedimenti   in  materia  di  dazi  interni  di 
consumo  e  delle  tasse  locali  di  esercizio 
e  rivendita  e  sui  domestici. 
—  Vedi  anche:   Grano. 
fesa  nazionale:  i»  maggio  1916,  D.L. n.o498. 
—  Divieto  d'affissione  e  distribuzione,  di 
fotografie,  schizzi,  disegni  e  modelli  di 
anni,  munizioni  e  posizioni  Inilitari. 
ritti  catastali  (ve>l.  rrovrecììinenti  finanziari). 
ettrlcità:  21  maggio  1916,  B.  L,  n.»  670.  - 
Proroga  fino  al  31  dicembre  1916  dello 
agevolezze  tributarie  per  dllTondere  l'im- 
piego della  energia  elettrica  a  scopo  di 
riscaldamento  (D.  L.  14  novembre  1915, 
n.o  1626). 
Emigrazione:  23  di.  emlire  1911,  D.-Leggo  L. 

—  l'roroga  sino  alla  fine  della  guerra,  del 
termine  di  validità  circa  l'espatrio  per 
ragioni  di  lavoro  (D.  R.  2  maggio  1915, 
n.o  635). 

Esenzioni:  23  dicembre  1915,  D.  L.  n.»  1894. 

—  Approvazione  del  Regolamento  per 
l'applicazione  della  imposta  sulla  esen- 
zione del  serzizlo  militare. 

—  —  Vedi  anche:  l'rootedi menti  finanziari. 
Esercito    (Allan'a):    2«  febbraio  1916.    D.  R. 

n  o  189.  —  Attribuzioni  del  Comandante 
del  Corpo  speciale  italiano  in  .Mbania. 

—  —  (Amnistia):  15  agosto  1915,  D.  R.  n.» 
1259.  —  Amnistia  a  militari  disertori  an- 
teriormente al  24  maggio  1915. 

—  —  (Armi),  (ved.  Eserc,  Munizionamento). 

—  —  {Aspiranti):  11  luglio  1915,  D.  L.  n.» 
1084.  —  Riduzione  della  permanenza  nel 
grado  di  sottotenente  ed  istituzione  di 
una  categoria  speciale  di  Aspiranti  uflfi- 
ciali  di  complemento  per  la  durata  della 
guerra. 

—  -  25  luglio  1915,  D.  L.  n.<>  1183.  -  Ele- 
vazione dei  limiti  d'età  per  gli  aspiranti 
sotto  tenenti  commissari  di  complemento 
della  R.  Marina. 

—  —  (At'i  dello  Stalo  Civile):  Z0%Q\\n&\o\9\6. 
D.  L.  n.o  109.  —  Istruzione  intorno  agli 
atti  di  morte,  di  nascita  ed  ai  testamenti 
in  gueria. 

—  —  (Avamamenii):  11  luglio  1915,  D.  L. 
n.o  1062.  —  Disposizioni  per  l'avanza- 
mento degli  ufficiali  in  congedo  richia- 
mati in  servizio  per  ragioni  di  guerra. 


8  ago  to  191.-.,  P.  L.  n.o  1104.  -  Modiflc.v 
zioni  suir  avanzamento  del  R.  esercito 
durante  il  tempo  di  guernu 

12  settembre  1915,  D.  L.  n.o  1382.  -  Avan- 
zamento dei  m  litari  delle  Comp.-ign  e  di 
Sanità  provenienti  dayli  studenti  di  me- 
dicina. 

12  settembre  1915,  D.  L.  n.o  1396.  -  Avan- 
zamento degli  ufficiali  in  servizio  attivo 
permanente  o  di  complemento. 

14  novembre  1915,  D.  L.  n.»  1C46.  —  Prov- 
vedimenti concernenti  l'avanzament»  de- 
gli ufficiali  del  R.  Esercito. 

18  novembre  1916,  D.  L.  n.o  1762.  —  Avan- 
zamento nel  corpo  della  R.  Guardia  di 
Finanza. 

27  aprile  191«,  D.  L.  n.o  499.  —  Avanza- 
mento di  soti ufficiali  appartenenti  al- 
l'esercito operante. 

18  maggio  1916,  D,  L.  n.o  666.  -  Avanza- 
mento degli  ufficiali  in  servizio  attivo 
permanente  ed  in  congedo. 

-  —  Mr»a/or/j:  11  giugno  1916,  D.L.  n.o  777. 

—  Trattamento  economico  dei  volontari 
aviatori  e  motoristi. 

-  —  (Bombai  di  eri)  (ved.  Esen-ilo,  Ufficiali). 

-  —  (Cirenaica)  (ved.  Esercito,  Libia). 

-  —  (Croce  Azzurra):  Il  luglio  1915,  D.  L. 
n.o  1092.  —  Esenzione  dalle  tasse  postali 
al  car;egglo  dell'Associazione  nazionale 
della  Croce  Azzurra. 

-  -  (Croce  Rossa):  25  luglio  1915,  D.  L. 
n.o  1162.  —  Gli  iscritti  al  personale  del- 
l'Associazione italiana  della  Croce  Rossa 
vengono  provvisoriamente  assimilati  ai 
gradi  del  R.  Esercito. 

31  ottobre  1915,  D.  L.  n.»  1659.  —  Autoriz- 
zazione dell'emissione  di  francobolli  spe- 
ciali con  sopraprezzo  a  beneficio  della 
Croce  Rossa. 

-  —  (Disertori),  (ved.  Esercito,  Amnistia). 

-  —  (Dispersi),  (ved.  Esercito,  Militari). 
-  (Esonerazioni),    (ved.  Esercito,    Frodi; 

GiusUzià  militare). 

-  —  (Ipriti),  (ved.  Esercito,  Pensioni;  Uffi- 
ciali). 

-  —  (Fi  ancobolli),  (ved.  E  errilo.  Croce 
Rossa). 

-  —  (Frodi):  12  marzo  1916,  D.L.  n.o  307. 

—  Provvedimenti  per  evitare  frodi  nella 
prestazione  del  servizio  efl'ettivo  sotto  le 
armi. 

-  —  {Giustizia  militare):  2  luglio  1915,  Or- 
dinanza del  Comando  Supremo.  —  Dispo- 
sizioni per  l'amministrazione  della  giu- 
stizia nei  territori  austriaci  occupati. 

21  ottobre  1915,  D.  L.  n.o  1513.  —  Norme 
di  procedura  per  1  giudizi  dinanzi  ai  Tri- 
bunali Militari. 

14  novembre  1915,  D.  L.  n.«  1622  —  Pro- 
cedimento per  citazione  diretta  nei  Tri- 
bunali miliari. 

14  novembre  1915,  D.  L.  n.».1683.  -  Viene 


NEVRAL  *  CachetS  e  compresse  a  base  di  Nevralteina. 

Rimedio  di  elezione  nelle  Emicranie  •  Nevralgie  •  Coliche  periodiche 
Reumatismi  -  Influenza. 


LEPETIT  FARMACEUTICI  -  MUDANO 


^^0>0*^^mft 


234  — 


deferila  ai  Tiibunali  Tuilitari  Iv  cogni- 
zione dei  reati  rigu.iv  tanti  esontriiz  oni 
teuiporanee  dal  servizio  dei  militari  ri- 
ch  amati  sotto  le  armi. 

'J  dicembre  l'J15,  D.  L.  n  <>  1729.  —  Ricorsi 
per  nullità  contro  le  sentenze  pronun- 
ziiite  dai  Tribunali  militari  del  R.  Eser- 
cito e  della  R.  Marina. 

2/  aprile  l'Jie,  D.  L.  n.o  idi.  —  Militariz- 
zazione del  pessonale  della  giustizia  mi- 
litare per  la  durata  della  guerra. 

-  —  {Giuifdie  di  Fina  za,:  H  luglio  1915, 
D.  L.  11.0  10(51.  _  Provvedimenti  per  la 
R.  Guardia  di  Finanza  riflettenti  il  ri- 
chiamo di  ufficiali;  riammissione  di  sot- 
tuflBciali,  appuntati  e  guardie  :  dui-ata  dei 
corsi  d'istruzione;  aumenti  nel  ruolo  or- 
ganico di  ufficiali. 

19  mai/O  19U),  D.  L.  n.o  419.  —  Provvedi- 
menti per  la  R.  Guardia  di  Finanza. 

-  —  Vedi  anche:  E-^erdto,  Avanzamejiti. 
—  (IiiceUa),  (ved.  Esordio,  Requisizioni). 

-  —  (Info  tutu  ntd  lavoro;:  9  .--ettemb.  191ó, 
D.  L.  n.o  139(5.  —  Indennità  in  caso  d'in- 
fortunio sul  lavoro  agli  ope  ai  in  servi- 
zio \^ev  conto  dell' Araministrazione  mi- 
litare nel'a  zona  di  gu  ira. 

27  ap  i  e  1916,  D.  L.  n.^  594.  —  Assicura- 
zione dei  militari  addetti  come  operai 
negli  stabilimenti  privati  contro  gl'infor- 
tuni sul  lavoro. 

-  —  {Indennità):  11  luglio  1915,  D.  L.  n.» 
1091.  —  Indenutà  per  servizio  speciale 
e  di  cai-ic.i  degli  ufficiali  r'chiamati  in 
congedo 

22  agosto  1915,  D.  L.  n.o  1274.  —  Indennità 
di  guerra  ed  altri  provvedimenti  a  favore 
dei  militari  in  campagna. 

22  agosto  1915,  D.  L.  n."  1316.  —  Modifica- 
zioni al  D.  R.  19  aprile  1907,  n.o  201,  che 
stabilisce  le  indennità  eventuali  per  il 
R.  Esercito. 

2  settembre  1915,  D.  L.  n.o  1399.  —  Inden- 
nità d'alloggio  e  spese  d'uffioLo  agli  uf- 
liciali  dei  Rl{.  Carabinieri. 

12  settembre  1915,  D.  L.  n.»  1393,  -  Inden- 
nità giornaliere  da  assegnarsi  agli  uffi- 
ciali richiamati  dal  congedo  il  lo  agogto 
1914. 

12  settembre  1915,  D.  L.  n.o  1429.  -  Inden- 
nità di  missione  all'estero  agli  ufficiali 
del  R.  Esercito. 

26  settembre  1915,  D.  L.  n.o  1438.  —  Inlen- 
nità  spettanti  al  personale  civile  asse- 
gnato a  servizi  presso  le  forze  operanti 
del  R.  Esercito  e  della  R.  Marina 

30  settembre  1915,  D«  L.  n.o  1458.  —  Inden- 
nità di  guerra  ai  personali  del  R.  Eser- 
cito e  della  R.  Marna. 

14  novembre  1915,  D.  L.  n.o  1613.  —  Inden- 
nità ad  uffici  di  di  complemento,  di  mi- 
lizia territoriale  e  della  riserva  richia- 
mati in  servizio  all'atto  del  loro  rinvio 
in  congedo. 

27  gennaio  1916,  D.  L.  n.o  80.  —  Indennità 
giornaliera  spettante  ai  sottufficiali  ri- 
chiamati dal  congedo. 

—  Ved.  anche:  Esercito,  Infortuni  sul  la- 
voro., 

-  —  (Istituti  militari),  {yed.  Esercito,  Oi  {ani 
militari). 

-  -  (Libia):  30  gennaio  1916,  D.  L.  n.o  17S. 


—  Indennità  spe  ia'i  por  le  truppe  me- 
tropolitane in  Libia. 

—  —  (Miilr.'moni  di  i  niilitari),  (ved.  Esercito, 
Militari.) 

^     —  (Me  Lei):  21  aprile  1916,  D.  L.  n.o  4(Ì9. 

—  Estensione,  durante  la  guerra,  ai  cit- 
tadini nati  negli  anni  dal  1875  al  l,s7i) 
inclusivi,  laureati  in  medicina  e  cliiiur- 
g  a,  dell'obbligo  del  servizio  militare. 

—  —  [M-rUo  di  ffuerra);  17  febbraio  19T(), 
D.  L.  n.o  172.  —  Proposte  di  promozione 
per  merito  eccezion  ile  durante  la  guerra. 

—  —  (Mlit'iri):  22  ag.)sto  1915,  D.  L.  n.» 
1273.  —  Provvedimenti  a  favore  delle  fa- 
miglie dei  militari  prigioni  ri  o  dispersi. 

Il  ottobre  1915,  D.  L.  n.o  1496.  —  Nuove 
disposizioni  relative  ai  matrimoni  dei  mi- 
litari sotto  le  armi. 

29  dicembre  1915,  D.  L.  n.ol866.  —  Resti- 
tuzione mediante  la  Croce  Ro.ssa  delle 
reliquie  dei  militari  morti  sul  e  mipo  o 
piigionieri  e  legalizzazione  delle  firme 
negli  atti  dei  militari  prigionieri. 

2  gennaio  1916,  D.  L.  n.o  2.  —  Tes  amento 
dei  militai  i  in  licenza  di  e  )nva!escjiiza. 
_  _  Ved.  anche:  E^ei  e  io,  Indennità;  Ob- 
bligazioni; Successoni. 

—  —  (Milizie  roìonti.ie):  1°  l'iglio  1915,  D. 
L.  n.o  1036.  —  Riconoscime.  to  ufficiale 
dei  rep:irti  di  milizie  volontarie  costi- 
tuitici con  le  denominazioni  di  volontari 
alpini,  volontari  guide  a  cavallo  e  volon- 
tari costieri. 

lo  luglio  1915,  D.  L.  n.o  1038.  —  Trattamento 
da  farsi  in  guerra  e  liquidazione  delle 
pensioni  privile:jiate  al  personale  appar- 
tenente alle  milizie  volon  arie. 

23  dicembre  1915,  U.  L.  n.o  lfc87.  —  Asse- 
gni agli  arruolati  nelle  milizie  volon- 
tarie. 

7  maggio  1916,  D.  L.  no  571.  —  Assimila- 
zione a  grado  militare  del  personale  del 
Corpo  nazionale  volontari  mutonaatici. 

18  maggio  1916,  D.  L.  n.o  630.  —  Il  limite 
massimo  di  età  per  l' arruolamento  vo- 
lontario nel  R.  Esercito,  per  la  durata 
dela  guerra,   è  lidotto  da  18  a  17  aimi. 

—  —  Ved.  anche:  E-ercilo,  Aviatori. 

—  —  (Munizionamenti):  9  luglio  1915,  D.  R. 
n  o  1065.  —  Provvedimenti  per  i  riforni- 
menti di  armi  e  munizioni. 

31  ottobre  1915,  D.  L.  n."  1677.  -  Provve- 
dimenti atti  ad  assicurare  la  produzione 
degli  esplosivi. 

—  —  (Obbligazioni):  25  noyerahveVMò.D.Ij. 
11.0  1908.  —  Kseroizo  di  diritti  e  adem- 
pimen'o  di  obbligazioni  da  parte  dei  ri- 
ch  amati  alle  armi. 

—  —  (Onorificenze):  21  maggio  1916.  n.o  640. 
—  Istituzione  di  uno  speciale  distintivo 
d'onore  per  i  militari  nell'attuale  guerra. 

21  maggio  1916,  D.  R.  n.o  641.  —  Istituzione 
di  un  distinti\o  .speciale  per  i  militari  ed 
assimilati  che  sonporlano  le  fatiche  del- 
l'attuale guerra. 

—  —  (Oidine  di  Malia):  23  dicembre  1915, 
D.  L.  n.o  1950  —  Il  persona  e  dell'" Asso- 
ciazione dei  cavalieri  italiani  del  sovrano 
militare  Ordine  di  Malta  pel  servizio  sa- 
nitario in  guerra  „  chiamato  in  servizio, 
viene  considerato  militare. 

—  —  (0  fani  mdiiarij  :  29  ottobre  1915.  D.L. 


n.o  lóùó.  —  rrocidonza  n  su'.iitn  ai  Agli 
dei  iiiiliiuri  tuo  ti  in  ^lU'rni,  iii'Ilc  am- 
iiiis.-ioni  alle  scuole  ed  ai  collotji  n  iiitari. 
.  _  (/«  rf,i  mUiKiri):  lo  luglio  1915.  D.L. 
n.o  Uó».  —  Istituzione  di  un  tipo  spoi  ialo 
di  paci'o  postale  diretto  ai  militari  di 
terra  e  di  mare  cMmibattentl. 

9  dicembre  l'JlS,  D.  L  n."  17at>.  —  Spedi- 
zione dei  pacchi  po.^itiili  contenenti  ge- 
neri alimentari  diretti  a  militari. 

-  —  {rens'oni):  22  ago  to  1915,  D.  L.  n.» 
1324.  —  ModiQcazioni  al  D.  L.  27  giugno 
1915,  n.o  1103  per  la  coiicessiono  dogli  ac- 
conti sulle  pensioni  privilegiato  di  guerra. 

10  febbraio  lOlfi,  D.  L.  n.o  161.  —  Conces- 
sione di  a'«coiiti  sulle  pensioni  privile- 
giate di  guerra  spettanti  ai  militari  fe- 
riti od  inabilitati  a  causa  di  servizio. 

lo  maj:gio  1910,  D.  L.  n.o  497.  —  Semplifi- 
cazione alla  procedura  per  la  liquida- 
zione delle  pensioni  privilegiate  di  guerra. 

-  —  (l'ersunaìe  cirile):  26  S;.tteinbre  1915, 
n.o  I4r>ò.  —  Militarizzazione  del  perso- 
nale operaio   degli  stabilimenti  militari. 

-  —  (ved.  F.^erciio,  Inlortuni  sul  lavoro; 
Indennità!. 

-  —  [Pi-evidemu):  28  febbraio  1916,  D.  L. 
n.o  261.  —  Iscrizione  alia  Cassa  nazio- 
nale di  previdenza  degli  operai  chiamati 
alle  armi. 

-  —  (l'romo:ioni),  (ved.  Esercito,  Uificiali). 

-  —  (l'riff'onieri),  (ved.  Ksei\it<>,  Militari). 

-  —  {Requisizioni):  Il  lu-clio  1915,  D.  L. 
n"  1053.  —  Organiz/azione  per  l'incetta 
metodica  di  animali  bovini  nel  territo- 
rio nazionale  durante  la  guoira. 

8  ago.sto  1915.  D.  L.  n.o  1228.  —  Prezzi  d'ob- 
bligo dei  bovini  por  i  rifornimenti  delie 
Amministi-az.  militari  durante  la  guerr.i.- 

29  agosto  1915,  D.  L.  n.o  1352.  -  Obbliga- 
torietà del  prezzo  dogli  acquisti  del  fieno, 
dell'avena  e  della  legna  da  ardere  per 
le  Amministrazioni  militari  dur.inte  la 
guerra. 

30  ottobre  1915,  D.  L.  n.o  1570.  —  Norme 
per  le  requisizioni  ordinate  dalle  Auto- 
rità militari  e  civili. 

21  novembre  1915,  D.  L.  n,o  1662.  —  Pro- 
cedura per  1  ricorsi  od  azioni  in  mate- 
ria di  re  luisizioni  di  quadrupedi  e  di 
veicoli  per  il  R.  Esercito. 

23  giugno  1916,  1).  M.  —  Prezzo  massimo 
del  grano  di  produzione  nazionale  nelle 
requisizioni  disposte  dall'Autorità  mili- 
tare. 

-  -  iRinhilitazione):  11  luglio  1915.  D.  L. 
n.o  1074.  —  Norme  relative  alla  riabili- 
tazione per  merito  di  guerra. 

23  diCL'inbre  1915,  D.  L.  n.o  1853.  -  Ria- 
bilitazioue  per  merito  di  guerra  anche 
fuori  dei  casi  o  <lei  termini  preveduti  dal 
Codice  pejialo  e  di  procedura  panale. 


ARTRITE 


F/^NOHI   DI 


■  -  (i:i.oiup''iia'):  lo  luglio  191.V  D.  L. 
n.o  107J.  —  Concessioni  di  ricompenso 
al  valore  milit.ire. 

12  seitt-mbre  1915,  D.  L.  n."  1374.  -  Co- 
stituzione di  una  Commissione  incaricata 
di  esprimere  il  proprio  parere  sulle  pro- 
poste di  r:coini»ense  a  militari  dellE-sor- 
uito  e  della  Marina. 

—  {SoUu,'firi(iii,,  Ved.  anche  :  t^ercito, 
Avanzamenti;  Indennità. 

■  —  (Studenti  in  melicina),  (ved.  Esercito, 
Avanzamenti). 

-  —  {Siucetiaii  ni):  17  febbraio  1916,  D.  L. 
n.o  IHO.  —  Successione  dei  militati  morti 
o  dispersi  in  guerra. 

-  —  (Tfipolitania),  (ved.  Esercito,  Libia). 

-  —  (  Ufficiali):  11  luglio  1915,  D.  L.  n.o  1083. 

—  Riassunzione  in  servizio  degli  ufficiali 
dimissionari,  degli  eliminati  dai  ruoli  e 
dei  revo<'ati. 

11  luglio  1915,  D.  L.  n.o  1085.  -  Termino 
per  le  promozioni  degli  ulUciali  in  tempo 
di  guerra. 

8  agosto  1915,  D.  L.  n.o  1217.  —  Facoltà  al 
Comando  supremo  dell'esercito  di  fare 
promozioni  provvisorie  in  tut^i  i  gradi 
di  ufficialo. 

22  agosto  1915,  D.  L.  n.o  1293.  —  Aumenti 
alla  tabella  XV  del  T.  U.  delle  Leggi  sul- 
l'ordinamento dell' esercito  o  disposizioni 
per  le  promozioni  degli  uaicialt  di  com- 
l)leraento. 

19  seltembro  1915,  D.  L.  n.»  1156.  —  Ti- 
tolo di  studio  per  la  nomina  a  sottote- 
nente della  milizia  territoriale  nelle  armi 
di  artiglieria  e  genio. 

3  febbraio  1916,  D.  L.  n.«  216.  -  Equipa- 
razione a  grado  militare,  limitatamente 
al  periodo  della  guerra,  dei  farmacisti 
militari. 

17  febbraio  1916,  D.  L.  n.o  218.  —  Conferi- 
mento del  grado  di  ufficiale  a  rimossi  o 
dimessi  che  se  ne  rendono  meritevoli  in 
guerra. 

2  aprile  1916,  D.  L.  n  o  486.  —  So^ttuzione 
della  dichiarazione  di  congodo  assoluto 
al  Decreto  di  collocamento  a  riposo  per 
gli  ufficiali  di  complemento  e  di  milizia 
territoriale,  per  i  militari  di  truppa  di 
terra  e  di  mare  e  del'a  R.  Guardia  di 
Finanza,  resi  permanentemente  inabili  al 
servizio. 

18  maggio  1916,  D.  L.  n.»  649.  —  Media  nu- 
merica per  l'anno  1916  delle  promozioni 
in  ciascun  grado  e  ruolo  degli  ufficiali 
del  R.  Esercito. 

25  maggio  1916,  D.  L.  n."  690.  —  Norme 
per  la  piomozione  dogli  ufficiali  fcr.ti  in 
guerra,  limitatamente  al  giado  immedia- 
tamente superiore. 

1"  giugno  1916,  D.  L.  n  o  719.  —  Autoriz- 
zazione a  dosti.iare,  per  la  durata  del!» 


GUARITA   RADICALMENTE 

CON   I  CEUEB  R I 


VEDI     ANNUNCIO     DI    F  R  O  ^4  T  E 
-:::-      -Hr     ALL    INDICE    GENERALE 


—  23G 


gueir.'i,  capitani  di  cavalleria  allo  batle- 
lie  bombai-dieri  ed  a  trasferire  nel  ruolo 
dell'amia  d'artiglieria  tenenti  efl'ettivi  e 
di  complemento  di  cavaileiia. 

—  —  Vedi  anche:  Esercì  o,  Avanzamenti; 
Indennità. 

—  —  (Università  co sti-ense):  9  gennaio  1916, 
D.  L.  n.o  38.  —  Istituzione  in  S.  Giorgio 
di  Nogaro  di  corsi  di  medicina  e  chirur- 
gia per  gli  studenti  di  5»  e  6»  anno  i 
quali  si  trovino  sotto  le  armi. 

—  —  (Voìontari),  (ved.  Esercito,  Milizie  vo- 
lontarie). 

Esoneraz'oni  (ved.  Marina  mercanti'e). 

Esportazioni:  2  gennaio  1916,  D.  L.  u.»  15.  — 
Elenco  delle  merci  di  vietata  esporta- 
zione. 

Ferrovie  dello  Stato  (ved.  Buoni  del  Tesoro). 

Fiammiferi  (ved.  Frovveìimenii  finunziari). 

Filati  (ved.  Conlrabbando). 

Fitti:  22  agosto  1915,  D.  L.  n.o  1254.  -  Ag- 
giunte alle  norme  stabilite  dal  D.  L.  3 
giugno  1915,  n.o  788,  per  agevolare  il  pa- 
gamento dei  fitti. 

29  dicembre  1915,  D.  L.  n.o  1852.  —  Pro- 
roga sino  a  tutto  il  31  dicembre  1916  delle 
norme  di  cui  sopra. 

Fotografìe  (ved.  Difesa  frazionale). 

Germania  (ved.  Importazioni  e  Pro^Ji  ielà  indu- 
striale). 

Giustizia  militare  (ved.  Esercito,  Giustizia  mi- 
litare). 

Giustizia  penale:  il  luglio  1915,  D.  L.  n>  1117. 

—  Estensione  alle  colonie  del  D.  L.  10 
giugno  1915,  n.o  814,  per  l'esercizio  della 
giustizia  penale  durante  la  guerra. 

31  ottobre  1915,  D.  L.  n.o  1599.  —  Sospen- 
sione durante  lo  stato  di  guerra  di  pro- 
cedimenti penali  e  di  esecuzioni  di  con- 
danne per  alcuni  reati  commessi  da  mi- 
litari del  E.  Esercito  e  della  E.  Guardia 
di  Finanza. 
Grano  e  altri  cereali:  21  novembre  1915,  D.  L. 
n.'^  1664.  —  Proroga  dell'abolizione  tem- 
poranea del  dazio  sul  grano,  sugli  altri 
cereali  e  sul  semolino  (D.  It.  31  genna- 
io 1915,  n.o  50). 

eo  febbraio  1916,  D.  L.  n.»  145.  -  Obbligo 
di  denunzia  da  parte  dei  detentori  di 
avena  ed  orzo. 

11  marzo  1916,  D.  L.  n.o  247.  —  Provvedi- 
menti per  i  prezzi  del  grano  e  granturco. 

30  maggio  1916,  D.  L.  n.o  654.  -  Censi- 
mento del  grano. 

lo  giugno  1916.  D.  L.  n.o  684.  —  Proroga 
della  sospensione  del  dazio  sul  grano, 
altri  cereali  e  loro  farine  a  tutto  il  31  di- 
cembre 1916. 

—  —  Ved.  anche:  Es'i-cito,  Requisizioni. 

—  —  Ved.  anche:   2'r  i sporti  ferrouuiri. 
Idraulica:    25  gennaio  1916,  D.  L.   n.o  57.  — 

Provvedimenti  eccezionali  per  agevolare 
la  produzione  e  la  distribuzione  delle 
forze  idrauliche. 

impiegati  governativi:  11  luglio  1915.  D.  L. 
n.o  1064.  —  Provvedimenti  per  i  funzio- 
nari o  impiegati  dello  Stato  richiamati 
alle  armi. 

Impiegati  locali:  31  agosto  1915,  D.  L.  n.o  1420. 

—  Provvedimenti  per  il  personale  delle 
Amministrazioni  degli  Enti  locali  iu  caso 
di  richiamo  alle  armi. 


28  l'.ovcmbre  1915,  D.  L.  ii.»  17 ìq.  -  So- 
snensiune,  per  la  durata  dello  stato  di 
guerr.i,  degli  esami  per  il  conscgìiinieiito 
della  patente  di  Se^'retario  comunale  e 
delle  rinnovazioni  dei  Consigli  di  disci- 
plina. 
21  maggio  1916,  D.  L.  n.»  682.  —  Norme 
per  la  concessione  di  patenti  provviso- 
rie par  l'abilitazione  alle  funzioni  di  Se- 
gretario comunale  finche  duri  lo  stato 
di  guerra. 

Imp'egati  privati:  lo  maggio  1916,  D.  L.  n.o 
490.  —  Provvedimenti  a  favore  degli  im- 
piegati delle  aziende  private  richiamati 
in  .servizio. 

Importazioni:  4  febbraio  1916,  D.  L.  n.o  93.  — 
Divieto  d'importazione  dall'Austria  e 
dalla  Germania. 
30  aprile  1916,  D.  L.  n.»  477.  —  Proibizione 
dell'importazione  nel  Regno  e  nelle  Co- 
lonie dei  titoli  commei-ciali  e  di  ogni  atto 
o  lettera  attinenti  ai  trattici  vietati  ia 
forza  dei  D.  L.  24  maggio  1915,  n.o  697 
e  4  febbraio  1916,  n.»  93. 
21  maggio  1916,  D.  L.  n.o  655.  —  Divieto 
d'introduzione  nel  Regno  di  merci  in- 
gombranti o  destinate  ad  usi  di  lusso  o 
voluttuari. 

Imposte  (ved.  Esenzion'). 

—     —  (ved.  Profi  ti  di  guerra). 

Indennità  (ved.  Danni  di  guerra). 

Industria:  17  febbraio  1916,  D.  L.  n.o  197.  — 
Provvedimenti  a  favore  dell'industria  na- 
ziona  e. 
30  marzo  1916,  D.  L.  n.o  396.  —  Norme  per 
r  applicazione  dei  provvedimenti  a  favoi  e 
dell'industria  nazionale. 

Insegnanti:  2  marzo  1916,  D.  L.  n.o  313.  -- 
Esenzione  dalle  tasse  postilli,  per  la  du- 
rata della  guerra,  al  carteggio  dell'Unione 
generale  degli  insegnanti  italiani. 

Ipoteche:  9  aprile  1916,  D.  L.  n.o  441.  —  Au- 
torizzazione della  proroga  dei  mutui  ipo- 
tecari durante  la  gu  a-ra  a  favore  di  al- 
cune categoi-ie  di  creditori. 

Istruzione  elementare:  io  giugno  1916,  D,  L. 
n.o  731.  —  Modificazioni  ed  aggiunte  al 
D.  L.  20  giugno  1915,  n."  1006  concer- 
nente la  sospensione  dei  concorsi  ai  po- 
sti di  magistero  nelle  scuole  elementari 
maschili. 

Istruzione  media:  14  ottobre  1915,  D.-Legge  L. 
n.o  1655.  —  Provvedimenti  per  il  prose- 
guimento negli  studi  delle  scuole  secon- 
darie del  Regno  dei  giovani  italiani  pio- 
venienti  dalle  .scuole  dell'Austria-Unghe- 
ria  o  immigrati  dai  paesi  stranieri,  a  causa 
della  guerra, 
lo  giugno  1916,  D.  L.  n.o  750.  —  Rinvio  fino 
a  nuova  disposizione  delle  elezioni  per 
la  nomina  dei  rappiesentauti  dei  capi 
di  istituto  e  degli  insegnanti  delle  scuole 
pareggiate  nella  sezione  per  l'istruzione 
media  della  Giunta  del  Consiglio  supe- 
riore della  Istru/.ione  pubblica, 
lo  giugno  1916.  D.  L.  n.o  828.  —  Modifica- 
zione durante  lo  stato  di  guerra  del- 
l'ar.  7  del  Regolamento  approva  0  con 
D.  R.  16  febbraio  1913,  n.o  202,  riguar- 
dante i  pareggiamenti  di  scuole  medio 
e  normali. 


237  - 


Istruzione  superiore:  'jìó  settembre  1015,  D.  L. 
n.o  14!>y.  —  Iscrizioni  d'ulicio  de^H  stu- 
denti presentemente  sotto  le  armi  per 
l'anno  aocadein  co  1913-16. 
SI  ottobre  1915,  D.  L,  n.o  1592.  —  Provve- 
dimenti per  gli  studenti  chiamati  allo 
armi  degli  Istituti  superiori  d'insegna- 
mento agrario  e  commerciale. 

Macchinisti  (ved.  Istiuzione  media). 

Maestri  (ved.  Impìfifu  i  lo'-aìi). 

Magistero  (ved.  l^truzion-  eìemenlare'^. 

Marina  da  Guerra  :  14  ma^'^Mo  191G,  D.  L. 
n.»  :">(;i.  —  Vienu  mod'tìcata  la  costitu- 
zione delle  forre  navali  dello  Stato. 

—  —  {AMpiraKti):  28  novembre  1915,  D.  L. 
n.o  1709.  —  Estensione  ay;li  allievi  della 
R.  Scuola  superiore  politicnica  di  Napoli 
della  facoltà  di  poter  esser  nominati 
•  Aspiranti  del  genio  navale  „. 

—  —  (Assegni  d'  bordo),  (ved.  Marina  da 
guerra,  Indennità). 

—  —  (Atan:am  nti):  23  dicembre  1915,  D.L. 
n.o  1848.  —  Proroga  per  la  durata  della 
guerra,  delle  disposizioni  contenute  nel- 
Part.  1  del  D.  R.  26  novembre  1914. 
n.o  1309  relative  all'avanzamento  deg'i 
ufficiali  subalterni  della  II.  Marina. 

23  dicembre  1915,  D.  L.  n.o  1858.  -  Modi- 
ficazione all'art.  134  dal  Regolamento  di 
cui  sopra. 

8  marzo  1916,  D.  L.  n.»  241.  -  Modifica- 
zioni all'avanzamento  degli  ufficiali  della 
R.  Marina. 

14  marzo  1916,  D.  L.  n.o  284.  —  Modifica- 
zioni al  Regolamento  di  avanzamento  per 
i  corpi  militari  della  R.  Marina. 

23  marzo  1916,  D.  L.  n.o  379.  —  Afigiunte 
alla  Legge  6  marzo  1898,  n."  59  sull'avan- 
zamento dei  corpi  militari  della  R.  Ma- 
rina. 

23  marzo  1916,  D.  Lj.  n.»  380.  —  Aggiunte 
al  Regolaraanto  di  avanzamento  dei  corpi 
militari  della  K.  Marina  (D.  R.  4  settem- 
bio  1898,  n.o  4441. 

18  maggio  1916,  D.  L.  n.o  617.  —  Modifica- 
zione del  Regolamento  per  l'avanzamento 
dei  corpi  militari  della  R.  Marina. 

—  —  { Far inaciHti  militari),  (ycA.  M ,rina,\5i' 
ficìali). 

—  —  (Genio  natale),  (veri.  Marina  da  guerra, 
Aspiranti). 

—  -  (InUnnità):  15  luglio  1915,  D.  L.  n." 
1134.  —  Indennità  da  corri.spondersi  a;:li 
ufficiali  ed  ai  militari  del  Corpo  R.  Equi- 
paggi, l  quiili  abbiano  perduto  il  coriedo 
in  tempo  di  guerra  per  naufragio  o  per 
altro  infortunio. 

18  luglio  1915,  D.  L.  n.o  1192.  —  A-giunte 
al  Regolamento  sugli  assegni  speciali  di 
bordo. 

18  lutili.)»  191Ó,  D.  L.  n.o  1235.  —  Aggiunta 
al  Regol.  sugli  assegni  speciali  di  bordo. 


8  agosto  1915.  D.L.  n.»  1381.  -  Estensione 
dell'indennità  vestiario  ed  Ind  nnltà  glor- 
n:ili<M-a  agli  nniciali  de'la  R.  Marina  che 
non  appartengono  al  ruoli  di  riserva  na- 
vale od  a  quello  di  complemento. 

n  ottobre  1915,  D.  L.  n.o  1497.  —  Soppres- 
sione dell'indennità  agli  ufficiali  in  con- 
gedo della  R.  Marina  richiamati  In  ser- 
vizio d' autori. à. 

31  ottobre  1915,  D.  L.  n.o  1582.  —  Inden- 
nità agli  ufficiali  della  R.  Marina  Imbar- 
cati su  na\l  requisite  adibite  al  trasporto 
del  carbone. 

31  ottobre  1915,  D.  L.  n.»  1583.  -  Indennità 
spettante  al  militari  del  Corpo  R.  Equl- 
pag:,'l  Imbarcati  su  navi" requisite  adibite 
al  trasporto  del  carbone. 

2  gennaio  1916,  D.  L.  n.o  23.  —  Indenflità 
da  corrispondersi  agli  ufficiali  del  Corpo 
R.  Equipaggi  radiotelegrafisti  destinati 
presso  stazioni  radiotelegrafiche  In  qua- 
lità di  capo-posto. 

8  giugno  1916,  D.  L.  n.o  753.  —  Variante 
al  Regolamento  sugli  assegni  speciali  di 
bordo. 

—  —  (Miìitari):  12  settembre  1915,  D.  L. 
n.o  1400.  —  Disposizioni  sul'e. promozioni 
straordinarie  per  merito  di  guerra  del 
militari  del  Corpo  R,  Equipaggi. 

—  —  (Parsona'e  civile):  12  .-ettembre  1915, 
D  L.  n."  1401.  —  Militarizzazione  del  per- 
sonale civile  della  R.  Marina. 

—  —  {Sdtuffìciali):  15  luglio  1915,  D.  L.  n.o 
1132.  —  Richiamo  d'autorità  del  sottuf- 
ficiali del  Corpo  R.  Equipaggi  collocati 
a  riposo. 

—  —  (Stato  Maggiore):  8  febbraio  1916,  D.R. 
n.o  99.  —  Attribuzioni  del  Capo  di  Stato 
Majjgiore  della  R.  Marina. 

—  -  (Ufficiali):  15  luglio  1915,  D.  L  no  1133. 
—  Provvedimenti  concernenti  la  posi- 
zione degli  ufficiali  de'.la  R.  Marina  du- 
rante il  tempo  di  guerra. 

13  agosto  1915,  D.  L.  n.o  1305.  —  Regola- 
mento per  il  personale  dei  farmacisti  mi- 
litari della  R.  Marina. 

9  dicembre  1916,  D.  L.  n.o  1764.  -  Noi-roe 
per  la  nomim»,  durante  lo  stato  di  guerra, 
al  grado  di  tenente  medico  nel  Corpo  sa- 
nitario militare  marittimo. 

23  dicembre  1915,  D.  L.  n.o  1^57.  —  Il  Mi- 
nistro della  Marina  è  autorizzato  ad  eser- 
citare fino  al  termine  della  guerra,  le  fa- 
coltà concessegli  di  nominare  sottote- 
nenti medici  di  omplemento  e  sottote- 
nenti commissaii  di  complemento  (D.  L. 
13  giupi  o  1915,  n.o  900  e  23  luglio  1915, 
n.o  1183). 

30  aprile  1916,  D.  L.  n."  578.  -  Provvedi- 
menti per  gli  ufficiali ,  ammiragli  e  capi- 
tani di  vascello. 
^     —  Ved.  anche:  Marina,  Indennità, 


i00m 


90^t0m 


ALMATEINA   •   Astringente  e  disinfettante  intestinale. 

SPECIFICO  IN  OGNI  FORMA  DI  DIARREA 
LEPETIT    FARMACEUTICI    -    MUDANO 


2B8  — 


Marina  mercantile:  10 'Iil'IIo  101 0.  P. T,.ti."114'>. 

—  Assii'uiMzioiio  del  pcrsona'e  ileVe  navi 
nierciviit  11  reriuisite  dallo  Sia  o. 

n  ottobre  191Ó,  D.  L.  n.»  1515.  —  Assicu- 
razione deyll  Eiuipat,'LCÌ  della  Marina 
meroatitlle  contro  yli  inlortuni  sul  la- 
vo i-o. 

18  novembre  19!5,  D.  L,  n.»  1811.  —  Ap- 
provazione del  llogolamento  per  l'eie- 
euzione  della  Legge  sulla  Cassa  invalidi 
della  Marina  mercantile. 

y  dicembre  1915,  D.  L.  n."  1756.  —  Esone- 
razioni  dal  servizio  militare  dei  richia- 
mati dal  congedo  appartenenti  alla  Ma- 
rina raercanHle  ed  al  pilotaggio. 

23  gennaio  IBlti,  D.  L.  n.^'  70.  -  Vi^ne  vie- 
tato Il  passaggio  a  baidiera  straniera  di 

'  navi  di  bandiera  italiana. 

10  febbraio  iyi6,  D.  L.  v.o  165.  -  E  jevcizio 
della  navigazione  delle  navi  mercantili 
nazionali. 

17  febbraio  1916,  D.  L.  n.°  204.  -  Condi- 
zione giuridica  degli  equipapgi  delle  navi 
requisire  per  servizi  di  Stato. 

2  aprile  1916,  D.  L.  n.»  396.  —  È  vietata  la 
vendita  di  navi  mercanMli  italiane  e  stra- 
nie) e,  e  disciplinata  l'esercizione  della 
navigazione  mercantile  nazionale. 
Metalli:  30  marzo  1916,  D.  L.  n  «  370.  -  Ven- 
gono stabilite,  per  la  durata  della  guerra, 
speciali  limitazioni  alla  produzione  e  ven- 
dita dell'acciaio,  del  ferro,  della  ghisa  e 
di  altri  metalli. 
Mobilitazione  industriale:  22  agosto  1915,  d.L. 
n."  1277.  —  Regolamento  per  la  mobili- 
tazione industria'e. 
Navigazione:  4  luglio  1915,  D.  D.  n."  1000.  — 
Restrizione  della  navigazione  nel  ma  e 
Adri  dico  per  le  navi  di  qualsiasi  ban- 
diera. 

—  —  Ved.  anche:  Marina  mercantile. 
Notai:  2  marzo  1916,  D.  L.  n."  267,  —  Sospen- 

si-^ne  del  termine  in  favore  dei  notai  ri- 
chiamati in  servizio  militare  per  la  presa 
di  possesso  della  sode  di  nomina  o  tras- 
ferimento. 
Olii  minerali:  0  oKo"  re  1915,  D.  L.  n.»  1459. 

—  Tassa  di  vendita  sugli  olii  minerali. 
Operazioni  a  termine:  28  ottobre  1915,  D.  ì,. 

n.o  1523.  —  l'roroga  delle  obbligazioni 
derivanti  da  operazioni  a  termine.  (D.  U. 
28  marzo  1915,  n.»  316;  D.  L.  26  giugi;o 
1915,  n.o930). 
30  gennaio  1916,  D.  L,  n."  62.  —  Proroga 
delle  disposizioni  ciria  le  obbligazioni 
derivanti  da  operazioni  a  termine  su  va- 
lori mobiliari,  da  riporti  e  proroghe  gior- 
naliere. 

Ora  legale:  25  mnggio  1916,  D.  L.  n.»  631.  — 
Adozione  per  l'Italia  dell'ora  estiva. 

Oro:  28  febbrao  1916,  D.  L.  no  224.  -  Dis- 
posizioni relative  ai  pagamenti  da  far  i 
in  oro. 

Pacchi  postali:  12  settembre  1915,  D.  L.  n." 
1439.  —  "S'evazione  del  peso  dei  pacchi 
postali. 

—  -   Ved.  itnc'ie:   rrnvedìme'iti  fman^i'ir'i. 
Panificazione:    23  agosto  1915,  D.  M.   -   Pro- 
duzione di  un  tipo  unic  >  di  [)ane. 

13  otubre  1915.  D.  M.  —  Noruie  sulla  pa- 
niàcazione. 
Passaporto:  2  geiinaio  1910,  D.  L.  n.«  40.  — 


Concessione  del  pa-s^.p.irto  a:?li  italiani 
non  legnicoli. 

Pesca:  25  lu-lio  1915,  D.  L,  n»  ili.).  -  Di- 
vieto dulia  {)esca  neirAdriatico. 

Poste  Telegrafi  Telefoni:  23  dicetnbre  i.M., 
D.  L.  n."  1S18.  -  Fa-oltà  al  Ministra 
delle  Poste  e  Telegrafi  p-;r  la  dm  ala 
de'la  guerra,  di  limitare  e  sospendere  il 
servizio  telefonico  sia  nelle  reti  e  linee 
dello  Stiito,  sa  in  quelle  affiliate  all'in- 
dustria privata. 

~     —  Ved.  anche:  P<tcJii  pos'ali. 

—  \ed.  anche:  Procedi  me  idi  fìnan^'d  1. 
Prestito  nazionale:   22  dicembre  1915.  d.  it. 

n."  1800.  —  Emi  slone  di  un  Prestito  na- 
zionale a  novautas-tttì  e  e  n  lU.inta  al 
cinque  ",/)• 
23  gennaio  1916,  D.  L.  n."  41.  -  Prorogi 
del  termine  fissato  per  la  sottosci-izione 
al  Presti :o  n  izionale  nel  Keguo. 
17  gennaio  1916,  D.  L.  n."  58.  —  Segni  ca- 
ratteristici dei  ceriitìcati  nominativi  del 
nuo.o  Prestito  n  izionale. 

Produzioni  alimentari:  22  agosto  1915,  D.  L. 
n.o  1288.  —  Penali  à  comminate  per  i 
contravventori  alle  disposiz.oni  che  re 
golano  la  produzione  el  il  commercio 
dei  generi  alimentari, 

Profiiti  di  guerra:  23  dicembro  1->15,  D.  L. 
n.o  1893.  —  Disposizioni  r.  latice  all'ap- 
plicazione del  D.  11.  21  novembre  1915, 
n.o  1643,  riguardante  l'imposta  sui  pro- 
fitti dipendenti  dalla  guerra. 
15  gennaio  1916,  D.  M,  —  Disposizioni  per 
l'applicazione  della  imposta  sui  profitti 
dii>endenti  daHa  guerra. 
17  febbraio  1916,  D.  L,  n,»  243,  -  Impo- 
sta sui  prolìtli  dipendenti  dalla  guer.a 
di  cui  al  D.  R,  21  novembre  1915,  n,"  1643, 

—     —  Ved,  anche:  Provvedi  ni  enti  finanziari. 

Proprietà  industriale:  5  febbraio  1916,  D,  M. 

—  Reciprocità  di  trattamento  ai  cittiidini 
austriaci  in  materia  di  proprietà  indu- 
striale. ' 

19  febbraio  1916,  D.  M.  -  Reriproeità  di 
trattamento  ai  cittadini  germanici  in  ma- 
teria di  proprietà  industriale. 
Provvedimenti  finanziar?:  15  settembre  1915, 
R.  D.-Legge  n."  1373.  —  Provvedimenti 
linanziari  riguardanti:  lo  Ja  tassa  per  le 
concessioni  di  esportazione  ;  2»  g'i  au- 
menti sulle  tarifle  di  vendita  dei  tabac- 
chi; 30  la  tassa  di  vendita  sugi  olii  mi- 
nerali escluso  il  petrolio;  4"  la  riforma 
alla  legislazione  sugli  spiriti,  e  speciali 
provvedimenti  per  la  Sardegna;  5^  la 
modificazione  al  regime  fiscale  della  bir- 
ra; 60  la  sopratassa  di  fabbricazione  sugli 
zuccheri. 

12  ottobre  1915,  D.  R.  n."  1510.  —  Provve- 
dimenti finanziari  rifiettenti":  1»  l'impo- 
sta sulle  esenzioni  dal  servizio  militare; 
2"  imposta  sui  p'oventi  deg'i  ammini- 
stratori dc>lle  Soeietà  anonime  e  di  quelle 
in  accomandita  per  azioni;  30  modilìca- 
zioni  alle  leggi  per  le  ta>se  sugli  affari; 

.  4"  modificazioni  alla  tariffa  dei  diritti 
catastili;  5»  tasse  postali,  telegrafiche  e 
telefoniche. 

21  novembre  1915,  D.  R.  n.»  li-43.  —  Prov- 
vedimeiifi  finan/.iari  riguardanti  :  1"  con- 
tributo   del    "  centesimo    di    guerra  „ . 


2o  Imrosfa  sni  profitti  dJponilenll  tl.iU.i 
guerra:  .i"  riMflirt.-az'onf  alla  Leinre  sulle 
tasse  (li  o'I  >  ;  !■  mo  li.h  a'  o  ti  alla  l.e^;,'e 
per  le  ta-se  sui  velocipedi;  5»  abn)^i- 
zioue  di  pr  vile^i  in  materia  di  tassH  di 
reyistio;  D"  itioditieas'.iuiii  ala  Leg^'e  sulla 
tassa  di  fa'ibricarioiie  dei  tìatumiferi  ; 
7"  niodirt  a/.i  -Ili  alla  tar  ffa  del  prezzi  di 
vendita  dai  sali;  S"  moflittraz=o;il  alla  ta- 
ritTa  postale  sulle  corrispondenze  ordi- 
narle. 
31  majrg  o  1916,  D,  R.  n.»  C95.  —  Provve- 
dimenti finanziari  riflettenti;  1^  Aumento 
del  contributo  del  "centesimo  di  guerra,; 
2»  provvi/dimeati  in  materi;i  di  tasse  su- 
gli atTari;  U"  aumento  d  Ile*  la?so  dei  pac- 
chi postali. 

Sali  i\ed.  rrovveilìmenti  fi>iu>izi.n  i). 

Soar;catari:  2  gennaio  1910,  D.  L.  n.»  8.  — 
Facoltà  al  (ìoverno  di  sottoporre  alla 
giurisdiz'one  militav  gii  addc:ti  ai  la- 
vori ed  aMo  imprese  di  ca.ico  o  s.arioo 
nei  porli  del  llegno. 

Schizzi  (vod.   Difesa  umionale). 

Segretari  comunali  (ved.-  Impiegati  locali). 

Società  anonime  (ved.  l'i-ovcedimenti  finan- 
ziai i\. 

Società  commerciali:  7  febbraio  I9ir,,  n.»  123. 

—  Distribuzione  dei  dividendi  delle  So- 
cietà commerciali. 

Stampa:  23  dicembre  1915.  D.  L.  n.»  1801.  - 
Proro^'ii  per  tutt;i  la  durala  della  guerr;i 
delle  disposizioiìi  violanti  la  pubbliea- 
ziono  di  notizie  sulla  guerra  (D.  11.  28 
marzo  1915,  n,"  313). 
16  gennaio  IHIG,  ì).  L.  n.»  82.  —  Estensione 
della  proroga  dei  divieti  di  pubblicazione 
di  noizie  militari  alle  Colonie. 

Stranieri:    23  d  cembro  1915,    D.  L.  n.»  1824. 

—  Il  termine  di  validità  relativo  al  sog- 
giorno degli  stranieri  nel  Kegno  è  pro- 
rogito  tino  alla  tìne  della  guerra  (D.  li. 
2  maggio  1915,  n."  634l. 

Studenti  (ved.  Istruzione  siip^n'or  ). 
Tariffe  postali  {woA.  l'rovied  imnli  fniauzav'i). 
Tasse  (ved.  Amnistia). 
-     —   Vedi  anclie:  Dizii. 
Tasse  di  bollo:    23  dicembre  1915,  D.  L.  n.» 
Hr2.  —  Abbuoni   per   i  manifesti  alBssi 
al  i)nbblico. 

—  Ved.  anc'ie;  Provred-nienti  fliiaiuiarì). 
Tasse  di  registro    (ved.    rroivedimenti  finan- 

TaJS9  postali  (ved.   Inscgnan'i). 

Tasse  scolasticiie:  2  marzo  1»1«,  D.  L.  n.^aió. 


—  F.sonoro  dall^  tasse  scoVistl.lie  af  flg'l 
di  rieli'ani  iti  o  di  sul. Imi  morii,  dispersi, 
inabilitati  e  pr<gì<>n'ori. 

11  giugno  rJiC.  1>.  li.  n."  820.  —  Esono-o 
dal  pa-amenlo  delle  tasse  scolastiche  agii 
altimii  (le  li   Istituti  di  arte  e  di  musica. 

Tasse  8.i(ih  aXari:  2?  aprile  i9ir,,  i,.  n.-  4!s3. 

—  Dilazioni  di  iKigtmento  in  materia  di 
tasse  su,!7li  a'fari. 

—  —   Ved.  anche:  l'rorvediint-nti  finnnziarì. 
Territori  occupati:  25  "ingno  1915.  Ordinanza 

d.*l  Comai'do  Supremo.  -  Norme  oryanl- 
che  sulla  gcsiioiie  provvisoria  dei  servizi 
civili  tei  teiritori  de  la  Monarcbiaaustro- 
nn^arii  a  ocelli  ati  dalle  nostre  truppe. 

31  agosro  1915,  Ordinanza  del  Comando  Su- 
premo. —  Inalienabilità  delle  cose  mobili 

.  ed  immobili  nei  le  reni  occupati. 

—  —  Ve.l.iinche:  Kg,'i\i.i^  Giustizia  mili- 
tale. 

Trasporti  ferroviari:  23  dicembre  1915,  D,  L. 
n."  1885.  —  Kstensior.e  di  provvedimenti 
di  tarila  ferroviaria  per  trasporti  di  mer- 
ci, adottati  a  favore  delliv.  regione  adriii- 
tiea. 

29  ^-iugno  191C),  D,  L.  n.»  858.  —  Proroga 
a'ia  validiià  del  provvedimento  relativo 
ali  i  riduzione  di  taiift'e  per  i  trasporti  di 
frumento,  granturco  e  farina  (D.  L.  24 
giugno  1915). 

Trasporti  marittimi  (ved,  Proi  redimenti  fitan- 

ziaiìK 
Turchia:    25  novembre  1915,    D.  L.   n.°  1755. 

—  Estensione  nel  Regno  ai  sudditi  del- 
l' Impero  ottomano  delle  disposizioni  de- 
gli art.  1  e  2  del  D.  L.  24  giugno  1915, 
n.<'902,  col  quale  vengono  dich  arate  nef- 
ticaci  le  vendite  i,umol)iliari,  ed  è  vietato 
l'esercizio  delle  azioni  giudiziarie  ed  al- 
tre operazioni  ai  sudditi  dell'Impero  ot- 
tomano. 

30  gennaio  1916.  D.  L.  n.«  103.  —  Sequestro 
di  beni  mobili  contro  i  sudditi  ottomani 
dtirante  lo  stato  di  guerra. 

12  marzo  191<i,  D.  L.  n."  320.  —  Disposl- 
z  Olii  relativo  ai  sudditi  ed  agli  enti  del- 
l'Impero  ottomano,  di  na/.ion:klilù  non 
turca,  durante  le  guerra. 

Velocipedi  (ved.   Tasse  di  hol/o). 

Zuccheri:  lU  febbraio  191G,  D.  L.  n.»  121.  — 

Provvedimenti  sugli  zuceheri. 
12  mnrzo  191G,  D.  L.  n."  272.  —  Prezzo  e"' 

vendita   per  consumo   ed   estrazioni   di 

zucchero  dalle  fabbriche. 

AVV.    PlKTKO    ROUI.KTO    MEI.I.IN    . 


OLIO     PER    AUTOMOBILI 


Soc.  An.  ERNESTO  REINACH  •  MILANO. 


Xv' agricoltura  durante  e  dopo 
la  guerra. 


1 

1 

H 

s 

I.  -  Condizioni  generali. 


A  guerra  lia  dimostrato 
come  il  produrre  in 
I)aese  quanto  occorra 
ai  bisogni  dei  consu- 
mi costituisca  una  su- 
prema necessità,  un 
vero  munizionamento 
d' importanza  non  in- 
feriore a  quello  dei 
mezzi  bellici.  Vera- 
mente non  è  una  di- 
mostrazione nuova  di  trinca  :  la  guerra^ 
r  ha  messa  nella  maggior  evidenza.  È 
per  questo  clie,  prima  e  durante  la  guer- 
ra, si  considerò  l' agricoltura  nostra  po- 
ter essere  la  salvezza  della  Patria,  e  le 
si  cliiese  di  fare  ogni  sforzo  per  assicu- 
rare tale  salvezza.  E,  bisogna  ricono- 
scerlo, la  nostra  agricoltura  fece  del  suo 
meglio  per  assolvere  il  compito  clie  le 
veniva  chiesto.  Ma  non  si  trovò  certo 
su  un  letto  di  rose  !  Attraverso  a  quante 
difficoltà  ha  dovuto  procedere  !  Di  fronte 
a  quanti  problemi  nuovi  si  è  trovata  di 
dover  risolvere,  e  quante  difficoltà  nuove 
ha  trovato  da  dover  superare  ! 

I  critici  faciloni,  dagli  alti  prezzi  di 
vendita  dei  prodotti  del  suolo,  credet- 
tero poter  giudicare  della  floridezza  di 
cui  r  agi'icoltura  nostra  poteva  godere 
grazie  alla  guerra  !  Ma  non  riflettevano 
alle  condizioni  che  pure  per  l' irldustria 
agraria  si  fecero  più  aspre  ed  alle  dif- 
flcoltà  che  in  particolare  le  furono  create 
dalla  guerra,  sia  limitando,  e  perfino 
sopprimendo  alcuni  inezzi  della  ì>rodu- 


zione,  sia  aumentandone  grandemente 
i  prezzi  :  lo  che,  mentre  veniva  a  creare 
nuove  difficoltà  per  l' esercizio  dell'  in- 
dustria agraria,  rialzava  anche  sensibil- 
mente i  prezzi  di  costo  dei  prodotti. 
In  j)rova  vediamo  qualche  cifra  :  il 
perfosfato  minerale  da  37-38  centesimi 
r  unità  prima  della  guerra,  salì  a  70,  il 
nitrato  di  soda  da  L.  28  rialzò  a  L.  60 
il  quintale,  il  solfato  di  rame  da  L.  50 
a  L.  160  ;  una  falciatrice  da  L.  350 
rialzò  a  550  ;  una  mietitrice  da  L.  1000 
a  1600;  un  aratro  da  L.  100  a  200  e 
300  ;  il  carbone  da  L.  48  la  tonnellata 
a  L.  240  ;  la  mano  d' opera,  oltreché 
rara,  rialzò  non  meno  del  25  per  cento  ; 
il  bestiame  da  lavoro,  scarso,  raddoppiò 
di  prezzo,  ecc.  Questi  forti  rialzi  furono 
in  parte  la  conseguenza  delle  condizioni 
create  dalla  guerra,  ed  in  i)arte  dalla 
diminuita  disponibilità  dei  mezzi  di  pro- 
duzione ed  anche  della  diminuita  o  sop- 
j)ressa  importazione.  Orbene,  in  questi 
rialzi  troviamo  una  delle  ragioni  del 
maggior  i)rezzo  dei  prodotti  del  suolo 
ed  una  dimostrazione  delle  difficolta  tra 
le  quali  si  è  dovuto  i)rocedere  per  ot- 
tenerli. 

Ed  anche  col  terminare  della  guerra 
non  finiranno  certo  tutte  le  difficoltà 
sorte  da  essa  !  Per  anni  ed  anni  ci  tro- 
veremo ancora  alle  prese  con  difficoltà 
dirette  ed  indirette  derivate  da  essa,  e 
con  altre  niiove  non  peranco  intravi- 
ste !  Anche  senza  pensare  al  domani, 
prossimo  o  lontano,  pur  pensando  per 
ora  soltanto  all'  oggi,  a  grandi  impe- 
riosi bisogni  immediati  abbiamo  tut- 
toiM  da  provvedere:  e  quindi  non  solo 


DIAMALTINA   ■   Estratto  secco  d'orzo  tallito. 

Ricostituente  sovrano  sostituisce  l'olio  di  fegato  di  merluzzo 
e  derivati. 

I^EPETIT    FARMACEUTICI     -     MIIvANO 


'2!1   — 


Unii  »■  i<>.^.ii.i  il  |»«'ri»tilo  tifila  ni,i,>.->ima 
nostra  attivit;"!,  ma  ò  ancora  <li  tiilta 
nf^cessitil  perfezionarla,  intensilìcarla, 
8j>ingerla  al  massimo  dell'umana  possi- 
bilità, per  superare  Io  difficolti\  cbe 
ancora  incombono  e  per  i)rc|)ararci  a 
superare  rapidamente  e  vittoriosamente 
quelle  cbe  dalla  guerra  proseguiranno 
e  ancora  scaturiranno.  E  nessuno  vorrà 
certo  venirvi  meno,  sia  per  l' interesse 
proprio  sia  p(;r  un  i)rotbndo  sentito  do- 
vere verso  la  Patria,  la  quale  anebe 
ora,  pili  ebo  mai,  attende  cbe  ciascuno 
faccia  il  proprio  dovere.  E  1*  agricoltore 
è  in  ])rima  linea! 


II.  •  Coltivazioni 

e  produzioni  agrario 

dopo  la  guerra. 

A  guerra  finita,  si  render?t  necessa- 
rio fare  la  revisione  delle  nostro  colture 
per  vedere  quali  si  potrebbero  intro- 
durre e  quali  intensificare.  È  un'inda- 
gine fatta  dall' onor.  prof.  Poggi,  se- 
gretario generale  della  Società  degli 
agricoltori  italiani.  Egli  premette  però,  e 
ben  a  r«agione,  cbe  l' agricoltura  non  può 
svolgersi  indipendentemente  dalle  con- 
dizioni in  cui  versa  il  paese,  e,  in  altri 
termini,  dall'  ambiente  economico  cbe 
la  circonda,  subordinato  a  questioni 
politicbe  finanziarie,  commerciali,  indu- 
striali, demograficbe,  ecc.  Tale  am- 
biente va  profondamente  modificandosi, 
Tììi  ò  oggi  facile  prevedere  quale  sarà 
il  suo  assetto  futuro,  dopo  la  guerra. 
Occorre  tuttavia  evitare,  quanto  è  pos- 
sibile, delu8Ì«mi  all'  agricoltura,  pensa  il 
Poggi.  Egli  distingue  due  periodi.  L'at- 
tuale immediato  cbe  reclama  il  massimo 
sviluppo  delle  coltivazioni  alimentari  : 
cereali  tutti,  patate,  civaie;  l'altro  a 
pace  fatta,  cbe  considera  un  problema 
vastissimo,  alla  cui  soluzione  converrà 
anzitutto  concorrere  col  mettere  in  evi- 
<lenza  quali  siano  le  veccbie  colture  da 
intensificare  e  quali  lo  nuove  da  intro- 
durre. 

Il  concetto  da  cui  bisogna  partire 
—  non  possiamo  a  meno  di  convenirne 
tutti  —  ò  (lucilo  di  produrre  in  casa  no- 
stra il  più  cbe  si  possa.  Il  frumento 
anzitutto,  r  orzo  da  malteria  di  cui  era- 
vamo tributarii  all'Austria,  le  civaie  in 
genere:  le  piante  tubcrifere  tra  cui  le 
patiite  da  fecoleria,  il  cbe  potrebbe  dare 
inìjiulso  alla  industria  della  fecola:  le 
piante  industriali  e  specialmente  le  olei- 
fere :  le  piante  tessili,  le  piante  zucche- 
rine, quelle  tintorie,  quelle  aromatiche, 


il  tabaicn.  il  uiaLii;i(»io:  iiitif  if  piante^ 
da  j>rolumeria,  medicimili,  otìicinali,  suc- 
cedanee da  ctift'b,  ecc.  Sono  cpieste  le 
coltivazioni  dello  quali  il  prof.  Poggi 
metto  in  evidenza  la  convenienza  di  un» 
più  larga  e  intensa  coltivazione  a  guerra 
finita.  Però  ritiene  debbasi  ])ure  chie- 
dere ed  ottenere  condizioni  doganali,  di 
trasporto  e  fiscali  onde  sopravvivano  e 
sorgano  lo  vero  industrie  rurali,  quali 
zuccherifici,  fecolerie,  distillerie  di  pro- 
fumi, cicoria  da  caJft'ò,  conserva  di  po- 
modoro, fabbrica  di  pasta  di  legno,  ecc. 
Bisogna  industrializzare  bene  le  no- 
stro produzioni,  couchiudo  l'on.  Poggi, 
organizzare  il  commercio,  fissare  i  tipi, 
o  dan;  la  garanzia  di  genuinità.  Un'  Ita- 
lia i)iù  grande  e  povera,  sarebbe  un 
controsenso  :  sia  grande  e  ricca  mercè 
una  savia,  razionale,  intensa  agricol- 
tura ! 


III.  •  ly' industria 
zootecnica. 

La  guerra  richiede  un  enorme  con- 
sumo di  equini  :  la  nostra  disponibilità, 
già  insufficente  in  tempo  di  pace,  non 
poteva  certamente  bastare  ai  bisogni 
della  guerra.  Del  resto,  anche  l' Inghil- 
terra e  la  Francia,  che  pure  hanno  una 
])roduziono  ippica  assai  fiorente,  hanno 
dovuto  ricorrere,  oltre  alla  requisizione 
all'  interno,  a  forti  acquisti  all'  estero. 
E  così  si  ò  fatto  anche  da  noi. 

Da  principio  la  requisizione  dei  ca- 
valli provocò  grandi  lagnanze,  special- 
mente dove  i  cavalli  avevano  larga 
parte  nei  lavori  agrarii  ;  ma  jìoi,  per 
gli  accordi  intervenuti  tra  il  Afinistro 
dell'Agricoltura  e  quello  della  Guerra, 
la  requisizione  dei  cavalli  e  muli  si  fece 
coi\  più  opportune  direttive  intese  a 
salvaguardare  la  iiroduzione  dell'avve- 
nire: e  per  i  bisogni  della  guerra  si 
fecero  grandi  acquisti  all'  estero.  Ora, 
necessita  intensificare  gli  allevamenti 
per  colmare  i  vuoti,  che,  nonostante  la 
anzidetta  mitigazione  della  requisizione, 
sono  certamente  grandi. 

Si  sta  meglio  quanto  ai  bovini.  A 
questo  riguardo  abbiamo  una  accurata 
indagine  fatta  dal  ministro  dell'  agricol- 
tura on.  Raineri. 

Egli,  risalendo  al  censimento  del  be- 
stiame del  1908,  aggiungendovi  le  cifro 
che  si  riteneva  potessero  rappresentare 
l' aumento  del  bestiame  dall'  anno  in 
cui  la  statistica  venne  eseguita  al  lu- 
glio 1915,  suppone  la  esistenza  di  un 
numero  di  capi  bovini  in  Italia,  allo 
in 


-  242 


fecopijio  della  guerra,  di  sette  milioni. 
Vi  fu  clii  ritenne  il  numero  elevato,  e 
nei  calcoli  della  Commissione  centrale 
per  r  approviglonamento  delle  carni 
air  esercito,  si  dice,  abbia  prevalso,  e 
fu  bene  esagerare  di  prudenza,  l'idea 
di  un  milione  di  meno. 

Gli  ordini  venuti  dalla  Amministra- 
zione della  guerra  furono  che  le  Com- 
missioni locali  provvedessero  alla  pre- 
cettazione del  dieci  per  cento  del  bestiame 
esistente  nelle  stalle;  il  die  ammette- 
vasi  dovesse  bastare,  con  sufficiente 
larghezza,  ai  bisogni  dell'  esercito  per 
circa  sei  mesi. 

All'  atto  pratico  si  trovò  che  le  di- 
sponibilità erano  cospicue.  Invero  la  pre- 
cettazione del  dieci  per  cento  mise  a 
disposizione  dell'Amministrazione  della 
guerra,  teoricamente,  700  mila  capi:  effet- 
tivamente meno,  per  il  bisogno  di  rispet- 
tare la  integrità  delle  piccole  aziende, 
dove  non  vi  erano  che  pochi  animali 
bovini  e  perchè  alcune  regioni  non  fu- 
rono messe  a  contributo.  L' on.  Rai- 
neri riduce  quindi  la  cifra  a  500  mila 
capi:  è  il  conto  quale,  non  vi  ha  dub- 
bio, è  stato  impostato  dalla  Ammini- 
strazione militare,  che  aveva  il  dovere 
di  sottrarsi  al  pericolo  di  sorprese  do- 
lorose. Fatto  è  che  la  anzidetta  pre- 
cettazione del  dieci  per  cento  bastò  ai 
bisogni  militari  per  quasi  un  anno.  Fu 
soltanto  nel  giugno  1916  che  si  ordinò 
una  seconda  requisizione.  Bisogna  però 
tener  calcolo  che  si  limitò  la  macella- 
zione dei  bovini  supplendo  in  parte  al 
fabbisogno  colle  carni  congelate,  spe- 
cialmente durante  1'  inverno  ;  e  con  al- 
tre materie  alimentari  pratiche  fra  cui 
notevole  il  foi-maggio. 

Diminuì  anche  il  consumo  da  parte 
della  popolazione  civile  per  gli  alti 
prezzi  e  per  il  richiamo  alle  armi  di 
tanti  consumatori  di  carne. 

Tutto  ciò  contribviì  alla  conserva- 
zione del  patrimonio  zootecnico  che  si 
impoverì  meno  di  quanto  si  temeva. 
Oltreché  la  buona  annata  foraggera 
1915-1916  favorì  l' allevamento,  spronato 
dagli  alti  prezzi  dei  mercati.  Si  prov- 
vide così  alla  ricostituzione  del  patri- 
monio zootecnico. 

Riassumendo  la  situazione,  l'onore- 
vole Raineri  afferma  che  il  patrimonio 
zootecnico  nazionale  al  primo  preleva- 
mento, al  quale  fu  soggetto  per  i  bi- 
sogni deU'  esercito,  ha  corrisposto  vit- 
toriosamente alle  speranze,  che  nella 
sua  entità  e  forza  di  ricostituzione  erano 
state  poste.  L'industria  zootecnica,  dice, 
è  dunque  buona  e  saldamente  poggiata 


su  basi  che  1'  hanno  fortemente  rinvi- 
gorita con  i)rogressione,  negli  ultimi 
tempi,  che  le  congetture,  fatte  sul  cen- 
simento del  1908,  per  determinare  il 
numero  del  bestiame,  esistente  allo  scop- 
])iar  della  guerra,  hanno  dimostrato  su- 
periore a  quella  supi)osta. 

Compiacciamoci  di  queste  afferma- 
zioni. Molti  jjrevedevano,  causa  la  guer- 
ra, un  avvenire  fosco  e  preoccupante 
per  r  industria  zootecnica  :  come  vedete, 
fortunatamente  non  si  presenta  tale. 


IV.  -  I^a  mano  d'opera 
e  le  maccHine  agrarie. 

Questo  è  stato  uno  dei  maggiori 
problemi  che  abbiano  affaticato  durante 
la  guerra,  e  che  continuerà  a  dar  da 
jiensare  molto  anche  a  guerra  finita, 
ma,  a  dire  il  vero  —  considerando  la 
nostra  situazione  generale  —  in  misura 
meno  preoccupante  che  per  gli  altri 
paesi  europei.  Per  taluni  lavori  jjerò  è, 
e  sarà  pur  giocoforza  chiedere  anche 
noi  largo  contributo  alle  macchine  agra- 
rie. L' ing.  Morandi  in  una  sua  rela- 
zione assai  pregevole  presentata  nella 
Settimana  agraria  della  primavera  scorsa 
a  Roma,  ha  fatto,  a  tale  riguardo,  que- 
sti interessanti  raffronti.  La  popolazione 
agricola  italiana  è  del  56  per  cento  ri- 
spetto alla  totale  con  sessantanove  abi- 
tanti e  mezzo  per  chilometro  quadrato, 
mentre  l'Austria  ha  il  52  per  cento  con 
poco  pili  di  quarantasette  abitanti  per 
chilometro  quadrato;  e  la  Francia  ha 
rispettivamente  il  42  per  cento  con  poco 
più  di  trenta  abitanti  e  mezzo  e  la 
Germania  ha  soltanto  il  28  per  cento 
con  trentadue  abitanti  per  chilometro 
quadrato. 

Specificando  poi  quali,  nelle  nostre 
condizioni,  sarebbero  i  lavori  per  i  quali 
possa  essere  maggiore  1'  influenza  della 
macchina  agraria,  l' ingegnere  Morandi 
considerò  principalmente  questi  :  fal- 
ciatura, mietitura,  aratura.  E  sulla  base 
di  dati  statistici  cercò  di  stabilire  il 
fabbisogno  di  lavoro  uomo  e  la  parte 
che  può  essere  sostituita  dal  lavoro 
meccanico. 

Per  la  parte  del  lavoro  uomo  venne 
a  queste  cifre  riassimtive: 

nella  campagna  del  1915  occorsero 
per  la  falciatura  695.000  uomini  e  per 
la  mietitura  2.054.000; 

nel  1916  si  calcolava  potessero  oc- 
correre 671,000  uomini  per  la  falciatura, 
2,043,000  per  la  mietitura.  Intensifi- 
candosi   l' introduzione  delle  falciatrici 


243  - 


e  deUe  mietitrici,  e  ritenuto  possibile, 
data  la  giacitura  e  situazioue  dei  iit)- 
stri  terreni  coltivati  a  prati  ed  a  ce- 
rcali, dati  i  sistemi  di  conduzione  delle 
nostre  aziende,  si  sarebbe  potuto  arri- 
vare a  ridurre  la  niano  d' opera  a 
49;"), 000  uomini  per  la  falciatura  e  a 
1,543,000  per  la  mietitura. 

Per  quanto  riguarda  le  maccbine, 
r  ingegnere  Morandi  valutò  in  45,000 
falciatrici  ed  in  12,500  mietitrici  l'esi- 
stenza in  paese,  con  cui  nel  1915  si 
poterono  falciare  a  macchina  1,620,000 
ettari  sui  4,220,000  coltivati  a  prato;  e 
mietere  500,000  ettari  sui  5,635,000  col- 
tivati a  cereali,  esclusi  il  granturco  e 
il  riso.  Con  l' importazione  che  si  at- 
tendeva nel  1916  non  senza  difficoltà 
di  inìbarchi  e  di  aiTivi,  fatto  luogo  alla 
sostituzione  delle  macchine  da  passarsi 
in  disuso,  si  calcolava  di  poter  esten- 
dere il  lavoro  delle  macchine  ad  altri 
110,000  ettari  di  prati  e  32,000  ettari 
di  cereali.  Piccola  economia  di  lavoro 
umano,  perchè  ancora  occorrevano  i)er 
la  falciatura  670,000  opere  e  per  la  mie- 
titura 1,965,000  opere. 

L' ingegnere  Morandi  esaminò  la  po- 
tenzialità di  assorbimento  di  dette  mac- 
chine nelle  nostre  campagne,  in  ragione 
della  giacitura  e  sistemazione  dei  ter- 
reni, e  dei  siatemi  di  conduzione  delle 
aziende,  calcolando  che  per  arrivare  ad 
una  apprezzabile  economia  di  mano 
d' opera,  si  dovrebbe  portare  la  dota- 
zione delle  falciatrici  a  70,000  e  quella 
delle  mietitrici  a  45,000;  il  che  potrebbe 
ottenersi  in  cinque  anni,  se  V  importa- 
zione annua  delle  prime  si  elevasse  da 
6000  a  9000  e  delle  seconde  da  1900  ad 
8000,  raggiungendosi  così  un'  economia 
totale  di  850,000  opere. 

Fatto  un  parallelo  tra  la  qualità 
della  mano  d' opera  impiegata  nella 
falciatura  e  di  quella  impiegata  nella 
mietitura,  e  considerati  i  prevedibili 
effetti  dell'emigrazione,  l' ing.  Morandi 
conelude  consigliando  la  i)recedenza 
nella  utilizzazione  delle  macchine  da 
mietere. 

L' ingegnere  Morandi  trattò  ])ure 
dell'aratura  meccanica,  ma  consideran- 
dola non  solo  ne'  suoi  riflessi  sulla 
mano  d' opera,  bensì  anche  nei  rapporti 
importanti  dell'  ellevamento  del  bestia- 
me, non  perchè  ci  sovravsti  il  pericolo 
dtlla  deficenza  della  forza  animale  pei 
bisogni  della  nostra  agricoltura,  ma 
perchè  gli  attuali  e  i)ros8Ìmi  futuri 
prezzi  della  carne  inducono  a  spostare 
la  destinazione  del  bestiame  per  il  suo 
pili  razionale  sfruttamento. 


L' aratura  meccanica  fe  da  noi  an- 
cora al  suo  inizio.  L' ing.  Morandi  cal- 
cola come  esistenti: 

200  apparecchi  di  aratura  a  tra- 
zione diretta; 

20  apparecchi  di  aratura  a  due 
locomotive  (sistema  Fowler)  ; 

500  apparecchi  di  aratura  diversi, 
nella  quasi  totalità  costituiti  dai  tipi 
funicolari  ad  una  sola  macchina. 

Con  questi  720  apparecchi  si  lavo- 
rano annualmente  circa  91,000  ettari, 
attribuendosi  agli  apparecchi  a  trazione 
diretta,  ed  a  quelli  funiculari  semplici 
una  produttività  di  120  ettari  per  sta- 
gione e  a  quelli  tipo  Fowler  di  350.  Si 
ara  quindi  meccanicamente  in  Italia 
meno  del  3  per  cento  dei  terreni  desti- 
nati annualmente  a  colture  di  rinuovo, 
che  si  calcolano  in  3,500,000  ettari,  po- 
tendosi ritenere  che  altrettanti  siano 
quelli  richiedenti  annuali  colture  leg- 
gere o  secondarie. 

Se  si  volesse  considerare  fino  a  quale 
massimo  punto  si  potrebbe  spingere  in 
Italia  r  aratura  meccanica,  l' ing.  Mo- 
randi crede  che  si  possa  ammettere 
grossolanamente  che  tutti  i  terreni  ara- 
tori possono,  ora  o  poi,  trovare  l'  ap- 
propriato mezzo  di  aratura  meccanica, 
ed  allora,  anche  limitando  il  calcolo  ai 
soli  tre  milioni  e  mezzo  di  ettari  a  col- 
tura di  rinnovo,  e  largheggiando  nello 
attribuire  mediamente  ad  ogni  appa- 
recchio, grosso,  medio,  piccolo,  un  la- 
voro, praticamente  impossibile,  di  cento 
ettari,  noi  dovremmo  vedere  in  funzione 
35,000  apparecchi. 

È  questo  un  problema  che  deve  in- 
teressare maggiormente  i  nostri  agri- 
coltori ;  ed  in  verità  è  quanto,  per  for- 
tuna, va  verificandosi. 

Tenuto  calcolo  delle  nostre  condi- 
zioni, circa  il  tipo  di  aratui-a  meccanica 
più  convenienti  per  l'  Italia,  l' ing.  Mo- 
randi ritiene,  dove  prevale  per  impor- 
tanza il  lavoro  dell'aratura,  ivi  debba 
adottarsi  la  motoaratrice;  mentre  il 
trattore  potrà  ancora  convenire  dove 
r  economia  del  lavoro  dell'  aratura  ab- 
bia un  valore  secondario  rispetto  alla 
necessità  degli  altri  lavori.  Questo  per 
la  piccola  azienda.  La  grande  azienda 
ha  la  soluzione  più  semplice,  perchè 
troverà  la  sua  convenienza  nell' adot- 
tare in  pari  tempo  la  moto-aratrice  ed 
il  trattore. 

Si  astiene  però  dal  fare  delle  pre- 
visioni tassative  su  quello  che  sarà  il 
tipo  prevalente  di  macchina  per  moto- 
coltura in  Italia.  All'  ing.  Morandi  sem- 
bra che  il  più  rapido  hp'z/.o  «li  jirepnrarei 


244  — 


alla  soluzione  definitiva  del  complesso 
problema  sia  quello  di  iiromuovere  una 
jjronta  e  vasta  esperienza  nelle  nostre 
campagne,  tanto  più  che  sino  ad  ora 
poco  abbiamo  fatto  nel  campo  dell'  aj)- 
plicazione  pratica,  poco  nel  campo  stesso 
degli  studi,  benché  non  siano  mancati  e 
non  manchino  arditi  e  benemeriti  indu- 
striali che  si  sono  cimentati  alla  ricerca 
di  soluzioni  del  difficile  ijroblema. 

V.  -  I^e  difficoltà 
per  1*  alimentazione 
del  bestiame. 

Le  ripercussioni  della  guerra  si  fe- 
cero sentire  assai  fortemente  anche  nella 
tecnica  dell'  allevamento  del  bestiame. 
Se  da  una  parte  gli  agricoltori  i)oterono 
realizzare  alti  prezzi  nella  vendita  dei 
loro  prodotti,  dall'altra  si  trovarono 
create  condizioni  ben  difficili,  partico- 
larmente riguardo  ai  foraggi,  sia  per 
eftetto  della  requisizione,  sia  per  il  mag- 
gior carico  loro  imposto  per  il  manteni- 
mento dei  bovini  precettati  e  ritirati  con 
ritardo,  e  anche  per  l' api^licazione  piii 
rigorosa  del  provvedimento  che  inibiva 
la  macellazione  dei  vitelli  di  peso  infe- 
riore ai  200  chilogrammi  :  fatto  è,  che 
1'  alimentazione  del  bestiame,  o  per  una 
ragione  o  per  l'altra,  presentò  delle 
difficoltà  quasi  ovunque  ;  e  quindi  dap- 
pertutto è  stata  viva  insistente  la  rac- 
comandazione di  tener  ben  da  conto  i 
mangimi  disponibili,  di  farne  il  miglior 
uso  possibile,  e  di  sostituire  i  foraggi 
superiori,  diciamo  così,  fieno  e  avena, 
con  altri  onde  lasciare  quelli,  nella  mas- 
sima quantità,  disponibili  per  i  bisogni 
dell'esercito.  Questo  si  fece  in  Fran'-ia, 
e  altrettanto  si  fece  pure  da  noi.  È  a 
confidare  che  il  frutto  di  una  tale  pro- 
paganda non  abbia  ad  andare  perduto 
e  si  abbia  invece  a  trarne  jjrofitto  an- 
che in  avvenire,  in  condizioni  normali 
considerati  i  buoni  risultati  conseguiti. 

Vediamone  qualcosa. 

Il  Ministero  di  agricoltura  francese 
aveva  proposto  come  alimento  di  sosti- 
tuzione del  fieno,  la  crusca,  le  barba- 
bietole, panelli,  la  melassa,  ecc.  Ma  è 
ovvio  che  questi  mangimi  non  possono 
servire  nello  stesso  modo.  A  tale  pro- 
posito il  dottor  La  Marca  faceva  oi)por- 
tunamente  osservare  che  se  la  compo- 
sizione di  alcuni  di  essi  rende  la 
sostituzione  possibile  dal  punto  di  vista 
nutritivo,  è  necessario  esaminare  la 
questione  anche  dal  punto  di  vista  del 
volume   dell'  alimento.    Infatti,   per   gli 


erbivori,  i  quali  hanno  il  tubo  gastro- 
intestinale assai  sviluppato,  occorrono 
razioni  alquanto  voluminose.  La  rumi- 
nazione non  avviene  con  una  razione 
di  volume  ridotto.  Il  cavallo  non  dige- 
risce gli  alimenti  concentrati  che  riem- 
piono incompletamente  l' intestino  gras- 
so. I  pratici  sanno  bene  che  un  bue 
nutrito  con  patate  cotte  non  ha,  con 
esse,  una  razione  di  volume  tale  che 
1'  animale  possa  ruminare  normalmente. 
È  allora  necessario  di  comi)letare  que- 
sta alimentazione  concentrata  con  ma- 
teriale grossolano  e  voluminoso.  Come 
norma  generale  5  chilogrammi  di  iieno 
possono  essere  nella  razione  rimpiazzati 
da  5  chilogrammi  di  paglia,  i  quali 
forniscono  per  così  dire  la  stessa  za- 
vorra; ma  converrà  allora  elevare  il 
tenore  della  razione  in  principii  nutri- 
tivi, per  cui  l' aggiunta  di  alimenti 
concentrati  (grani  e  panelli)  diverrà 
necessaria  come  complemento  nutritivo. 
Dato  ciò,  secondo  il  dottor  La  Marca, 
5  chilogrammi  di  fieno  possono  essere, 
teoricamente,  sostituiti  da  5  chilogrammi 
di  paglia,  e,  per  es.,  800  grammi  di  fave 
oppure   di  inanelli  di  lino  o  di  sesamo. 

Seguendo  le  istruzioni  di  Sarazin  in 
Francia  si  consigliarono  queste  razioni. 

Equini:  per  ogni  5  chilogrammi  di 
fieno,  dare  4  kg.  di  paglia  con  kg.  1 
di  panello  ;  oppure  kg.  5  di  paglia  con 
kg.  0,800  di  semi  di  fave  (od  altro  seme 
di  leguminose).  Inoltre  i  cavalli  possono 
alimentarsi  con  barbabietole  aftettate 
in  ragione  di  6  kg.  al  giorno  ;  tale 
quantità  di  barbabietole  equivarrebbe 
a  kg.  2  di  fieno  circa. 

Bovini:  in  genere  più  facilmente  si 
possono  privare  di  fieno,  e  preparare 
loro  convenienti  razioni  a  base  di  rape 
o  di  barbabietole  con  paglia  e  panelli. 
Una  miscela  ottima  per  bovini  può  es- 
sere costituita  da  paglia  trinciata,  con 
barbabietole  affettate  dopo  aver  fatto 
loro  subire  in  mucchio  una  fermenta- 
zione di  circa  36  ore. 

Nelle  plaghe  oleifere  gli  allevatori 
possono  disporre  di  un  eccellente  man- 
gime, ancora  non  apprezzato  quanto 
merita,  le  sanse  d'oliva:  Chilog.  2  a 
2  e  mezzo  di  sansa  disossata  possono 
sostituire  mezzo  chilogrammo  di  pa- 
nello di  sesamo,  e  con  un  forte  rispar- 
mio di  spesa.  La  quantità  di  sansa  da 
adoperarsi  è  di  kg.  2  a  4  per  i  buoi 
e  le  vacche;  1  a  2  per  i  vitelli;  0,800 
a  1,500  peri  maiali  all'ingrasso;  0,200 
a  0,300  per  pecore  e  capre. 

Il  dottor  Todaro  della  Cattedra  am- 
bulante  di   Novara   raccomandò    l' uti- 


245  — 


lizzaziono  della  farinetta  di  riso,  da  non 
confondere  colla  ciuaca  di  riso  e  col 
palone.  La  farinetta  di  riso  risulta  co- 
stituita dagli  involucri  sottostanti  alle 
glume,  cioè  dello  straterello  esterno  te- 
gumentale delle  cariossidi  di  riso,  dagli 
embrioni  ecc.  mescolati  insieme  con 
grani  frantumati.  Costituisce  un  forag- 
gio eccellente  che  sta  quasi  a  pari  colla 
crusca  di  frumento.  Come  media  di 
principi  nutritivi  digeribili  si  può  rite- 
nere che  la  farinetta  di  riso  contenga: 
albiuninoidi  9,53;  grassi  9,53;  idrati  di 
carbonio,  31,05.  Lo  ceneri  rivelano  un 
alto  contenuto  in  elementi  fosfatici.  Nel 
Novarese  si  adopera  la  farinetta  di  riso 
per  le  vacche  da  latte  e  per  i  buoi  da 
lavoro  in  unione  con  altri  foraggi  con- 
centrati, come  i  panelli,  per  correggere 
e  completare  foraggi  di  minor  valore 
nutritivo.  Di  solito  se  ne  dà  chili  uno 
o  due  per  capo  grosso  ;  e  per  i  buoi  si 
arriva  anche  a  3  kg.  per  capo. 

Il  modo  migliore  di  somministrare 
la  farinetta  di  riso  al  bestiame  è  in 
pastoni  lievissimamente  inumiditi;  se 
asciutta,  provoca  la  tosse  degli  animali; 
se  soverchiamente  bagnata  è  poco  di- 
gerita e  poco  utilizzata. 

Dati  gli  alti  prezzi  a  cui  sali  il  fieno 
(il  maggengo  toccò  le  L.  18  e  20),  il 
professore  Cecchetti,  della  Cattedra  am- 
bulante di  Padova,  pose  agli  allevatori 
il  quesito  molto  opportuno,  se  fosse  più 
conveniente  acquistare  foraggio  o,  in- 
vece, provvedere  con  mescolanze  di 
mangimi  concentrati  e  poveri  affinchè 
il  costo  dell'  unità  nutritiva  fosse  più 
basso.  Egli  naturalmente  riteneva  clic 
questa  dovesse  essere  la  via  da  segui- 
re. Infatti  raffrontando  l'elevato  valore 
commerciale  dei  fieni  con  quello  dei 
mangimi  concentrati  (panelli,  giani,  cru- 
sche) si  trovava  una  sproporzione  a  van- 
taggio dei  primi,  siuoporziono  ancora 
più  manifesta  a  chi  calcoli  il  valore 
delle  rispettive  unità  nutritive.  Quindi 
ne  deduceva  che  più  che  mai  conve- 
niva valersi  di  mescolanze  di  foraggi 
poco  concentrati,  (paglia  di  frumento, 
strame,  canne,  tutoli  di  granone  fran- 
tumato ecc.)  con  altri  concentrati  (pa- 
nelli, semi  ecc.)  e  colle  quali  —  pur  som- 
ministrando al  bestiame  un  alimento  per 
potere  nutritivo  equivalente  al  fieno  — 
si  conseguiva  una  sensibile  economia. 

Inoltre,  dati  i  piezzi  assai  elevati 
del  bestiame  bovino,  conveniva,  sotto 
tutti  i  rapporti,  fare  qualche  sacrificio, 
ma  utilizzare  tutti  i  residui  alimentari, 
completati  con  foraggi  concentrati,  onde 
ricavare  dalla  stalla  i  massimi  benefici. 


Ben  8'  intende  che  nel  fare  le  me- 
scolanze si  deve  cercare  di  fornire  un 
margine  completo  ed  adatto  ai  vari 
animali,  ricco  cioè  di  quella  determinata 
quantità  dei  vari  alimenti  nutritivi  che 
stanno  poi  fra  loro  nella  dovuta  pro- 
porzione, variabile  naturalmente  secondo 
le  diverse  età  ed  attitudini  (da  latte, 
da  lavoro,  da  ingrasso). 

Per  tali  intenti  il  prof.  Cecchetti 
consigliava  -queste  mescolanze  : 


I 

li 

III 

IV 

V 

VI 

VII 

Vili 

I 

II 

III 

IV 

V 

VI 

VII 

vili 


JVr  vacche: 

Paglia  di  frumento    .  .  .  . 

PaiioUo  di  lino 

Paglia  di  frumento  .  .  .  , 
Panello  zuccherino  .  .  .  . 
Paglia  di  frumento  .  .  .  . 
Polpe  secche  di  bietola  . 
Paglia  di  frumento    .  .  .  . 

Crusca    

Canne  di  granoturco  trine. 

Panello  di  lino 

Canne  di  mais  trinciato.  . 
Panello  zuccherino  .  .  .  . 
Carfne  di  granoturco  trine. 
Polpe  secche  di  bietola.  . 
Canne  di  granoturco  trine. 
Crusca   

Per  buoi: 

Paglia  di  frumento    .  .  ,  , 

Panello  di  lino 

Paglia  di  frumento  .  .  .  . 
Panello  zuccherino  .  .  .  . 
Paglia  di  frumento  .  .  .  . 
Polpe  secche  di  bietola  . 
Paglia  di  frumento   .  .  ,  . 

Crusca    

Canne  di  granoturco  trine. 
Polpe  secche  di  bietola.  . 
Canne  di  mais  trinciato  . 
Panello  zuccherino  .  :  .  . 
Canne  di  granoturco  trino. 
Polpo  .secche  di  bietola.  . 
Canne  di  granoturco  trino. 
Crusca   


Kg. 


Cuato 


liiro 
12,66 
12,25 
13,50 
14,50 
11,40 
9,75 
12,10 
15r- 

11,50 
11,50 
12,20 
13,- 
10,- 
».- 
10,80 
11,50 


Il  professore  Cecchetti  raccoman- 
dava pure  vivamente  che,  trattandosi 
di  materiali  disugualmente  appetiti,  se 
ne  facesse  una  mescolanza  ben  intima, 
uniforme,  completa,  onde  impedire  al 
bestiame  la  scelta  dei  più  graditi.  Inol- 
tre, a  questo  scopo,  raccomandava  pure 
come  utilissima,  anzi  quasi  indispensa- 
bile, la  trinciatura  della  paglia  e  delle 
Ciicine  e  la  trasformazione  della  mesco- 
lanza in  zuppe  condite  con  un  pò  di 
sale  pastorizio,  rendendosi  con  ciò  an- 
che più  digeribili  gli  clementi  :  zuppo 
da  prepararsi  nelle  stalle  la  sera  per  la 
mattina  onde  anche  acquistino  la  tem- 


—  246  — 

peratiira  dell' ambiente  :  se  fossero  fred-  La   quantità   di  zuppa  da  sommin'- 

de,  i  bovini  lo  digerirebbero  con  difft-    strar.sì  col  pasto  del  mattino  è  di  1.'  a 
colta.  20  kg.  por  capo. 


La  questione  viticola-vinicola. 


Per  V  Italia  vi  è  anche  una  questione 
viticola-vinicola.  Non  avrà  tutta  l' im- 
portanza della  questione  granaria,  quale 
abbiamo  esaminata  neW  Almanacco  ita- 
liano dell'  anno  scorso,  ma  certamente 
ne  ha  moltissima,  sia  per  sé  stessa,  sia 
per  i  suoi  rapporti  coli'  economia  gene- 
rale del  paese,  per  le  ripercussioni  che 
questa  ne  può  risentire  dall'  instabilità 
delle  condizi  )ni  in  cui  si  svolgono  la 
viticoltura  e  l' industi-ia  enologica,  con- 
dizioni che  possono  essere  diversissime 
da  un'  annata  all'  altra,  ed  anche  nel- 
r  annata  stessa.  Esempio  eloquente  l'an- 
nata 1915-916. 

L' importanza  delle  prodiizione  del- 
l' uva  possiamo  desumerla  da  queste  ci- 
fre relative  al  sessennio  1909-914  : 


COMPAKTl- 

SUPKRKICIB 
COLTIVATA 

Pro- 

DUZIONB 

MENTI 

Coltura 

pro- 
miscua 

Coltura 
specia- 
lizzata 

in 

quintali 

d'  uva 

Piemonte  .  .  . 
Liguria  .... 
Lombardia     . 

Veneto 

Emilia 

Toscana .... 
Marche  .... 
Umbria  .... 

Lazio 

Abruzzi  e  Mo- 
lise     

Campania .  .  . 

Puglie 

Basilicata  .  .  . 
Calabria  .... 
Sicilia  .      .  .  , 
Sardegna  .  .  . 

Ettari 
210.100 

46.300 
203.400 
617.700 
838.700 
585.700 
377.300 
219.300 

83.890 

69.700 

228.300 

20.300 

11.400 

200 

1.200 

Ettari 

77.600 

6.300 

42,900 

31.900 

21.300 

16.700 

5.700 

3.700 

38.200 

58.100 
48.100 

245.600 
19.200 
40.400 

171.200 
46.100 

9.218.000 
1.0S7.000 
3.369.000 
4.801.000 
8.585.000 
6.136.000 
3.447.000 
1.865.000 
3.557.000 

2.784.000 
7.577.000 
7.722.0D0 
707.000 
1.363.000 
7.110.000 
1.144.000 

Regno  . 

3.543.400 

873.000 

70.472.000 

Se  la  produzione  media  annuale  da 
questa  statistica  —  degna  di  fede  por- 
cile è   dell'  Ufficio   di  statistica  agraria 


del  nostro  Ministero  di  agricoltura  — 
risulta  in  quintali  d'  uva  70,472,000,  da 
un  anno  all'  altro  presenta  delle  grandi 
variazioni,  come  possiamo  rilevare  da 
queste  cifre  (mi  limito  a  riferire  le  pro- 
duzioni a  cominciare  dal  1909,  perchè 
è  soltanto  da  queir  anno  che  cominciò 
a  funzionare  il  nuovo  servizio  di  stati- 
stica agraria  e  quindi  è  soltanto  dal 
1909  che  si  hanno  dati  più  attendibili)  : 


Procliizioue 

in  quintali  d'uva 

1909 

96.138.000 

1910 

46.736.000 

1911 

65.140.000 

1912 

66.836.000 

1913 

79.992.000 

1914 

68.084.000 

1915 

30.122.000 

Vedete  quale  enorme  differenza  di 
produzione  si  dia  da  un  anno  all'  altro, 
da  quint.  96,128,000  nel  1909  si  preci- 
pitò a  46,736,000  nel  successivo  1910: 
poi  per  quattro  anni  consecutivi  la 
produzione  si  mantiene  ad  una  buona 
quota:  quindi  da  un  buon  prodotto  di 
68,084,000  quintali  nel  1914  si  precipita 
a  30,122,000  nel  1915,  che  è  la  più 
bassa  produzione  non  solo  del  settennio, 
ma  di  oltre  un  buon  ventennio.  Natu- 
ralmente i  prezzi  di  vendita  seguono 
siffatte  oscillazioni. 

E  se  poi  le  indagini  dalla  media 
generale  del  Paese  si  estendessero  ai 
singoli  compartimenti,  si  troverebbero 
delle  oscillazioni  anche  maggiori:  e  se 
dai  compartimenti,  si  passasse  alle  zone 
particolari,  ed  ai  poderi  singoli,  risul- 
terebbero  oscillazioni  ancora  più  forti. 

Ce  ne  dà  un  ÌdcI  saggio  il  profes- 
sor Voglino  nella  sua  interessante  re- 
lazione fatta  r  anno  scorso  al  Congrosso 
della  Società  degli  agricoltori  italiani. 
Vi  ha  riferite  1q  oscillazioni  presentate 
durante  una  lunga  serie  di  anni  della 


IL   TACCO   DI 
VERA  GOMMA 


mmmo 


-  '21' 

produzione  di  lina  azienda  vitata  con 
430,000  piante  del  Senatore  Frascara  in 
Piemonte.  Sono  queste: 


Annate 

Per  ogni 
100  viti 

Vino 
prodotto 

Prezzo 
ettolitro 

Imp"kto 

Qiiiut. 

Ettol. 

Lire 

Lire 

1893. . . 

10,94 

7,70 

14,- 

107,80 

1894. . . 

7,07 

5,40 

22,50 

121,50 

1895. . . 

8,77 

5,90 

21,75 

120,32 

189Ò. . . 

3,77 

2,40 

2,30 

55,20 

1897. . . 

8,46 

6,04 

13.— 

78.44 

1898. . . 

8,40 

6,01 

26,75 

160,»0 

1899. . . 

8,43 

6.01 

21,- 

126,21 

1900... 

12,40 

8,50 

15,50 

131,75 

1901. . . 

10,53 

7,60 

1-^- 

91,60 

190-2. . . 

15,22 

10,80 

15,- 

162,- 

1903. . . 

4,09 

2,90 

35,- 

101,50 

1904. . . 

8,83 

6,30 

23,75 

149,4.) 

1905. . . 

6.53 

4,60 

2^,— 

128,.s0 

190*-.. . . 

7,71 

5,40 

27,- 

143,80 

1907. . . 

17,71 

11,70 

10,- 

117,- 

1908. . . 

16,50 

11,10 

11,50 

127.65 

1900. . . 

11,04 

8,20 

15,50 

127,10 

1910. . . 

5,64 

4.20 

34,- 

142,80 

1911... 

8,38 

6,06 

40,- 

242,- 

1912... 

7,92 

5,81 

38,- 

220,78 

1913... 

12,41 

9,69 

18,- 

174,42 

1914... 

11,98 

9,23 

16,- 

147,68 

Nel  lungo  periodo  considerato  la 
produzione  ragguagliata  a  1000  ceppi  è 
passata  da  un  minimo  di  quintali  3,77 
ad  un  massimo  di  quintali  17,71,  e  cioè 
da  un  numero  indice  di  100  a  quello 
di  516;  ed  il  valore  del  prodotto  lordo 
da  un  minimo  di  L.  55,2  ad  un  mas- 
simo di  L.  242  coi  numeri  indici  di  100 
e  434. 

Sono  oscillazioni  che  si  rendono  ine- 
vitabili nella  grande  instabilità  di  condi- 
zioni della  viticoltura,  instabilità  che  non 
può  a  meno  di  far  risentire  una  forte 
ripercussione  sulla  economia  generale 
del  paese,  sia  per  la  vastità  della  su- 
perfìcie di  terreno  coltivato  a  vite  che 
è  circa  un  quarto  del  terreno  coltiva- 
bile, sia  per  essere  la  coltivazione  sud- 
divisa (juasi  in  tutto  il  paese  e  frazio- 
nata in  più  compartimenti,  esercitata 
da  molti  piccoli  proprietarii.  Tanto  che 
bene  a  ragione  fu  detto  che  hi  viticol- 
tura ha  un  grande  potere  colonizzatore. 

Lo  surrilevato  oscillazioni,  o  varia- 
zioni nelle  produzioni  hanno  per  con- 
seguenza r  instabilità  nelle  condizioni 
economiche  della  viticoltura,  l' irrego- 
larità del  reddito,  quali  forse  non  tro- 
viamo in  altre  coltivazioni.  Da  ciò 
nascono  le  crisi,  e  che  per  la  viticol- 
tura sono  crisi  dell'  abbondanza,  poiché 
alle  annate  dello  grandi  vendemmio 
corrispondono  i  prezzi  piti  bassi  e  le 
maggiori   difficoltà  di   smaltire   il  pro- 


dotto. E  le  regioni  che  hanno  nell'ur» 
la  pili  importante  produzion«,  sono 
quelle  che  più  risentono  le  conseguenze 
di  siffatto  continuo  variare  del  reddito. 
È  per  questo  che  le  cosidette  crisi  del 
vino  sono  ormai  frequenti  in  Italia,  e 
ricorrono  a  brevi  intervalli. 

È  possibile  mutare  questo  stato  di 
cose? 

È  il  problema  che  è  stato  discusso 
nel  Congresso  agrario  dell'anno  scorso 
a  Roma  promosso  dalla  Società  degH 
agricoltori  italiani,  su  relazione  del 
prof.   Voglino. 

Le  cause  dello  stato  di  cose  che  ho 
qui  lumeggiate  sono  parecchie,  ma  il 
professor  Voglino  pone  come  principali 
queste  due,  1.  il  clima,  2.  le  malattie 
crittogamiche  e  specialmente  la  pero- 
nospora.  Sul  clima,  dice  il  Voglino,  non 
è  possibile  agire,  bisogna  subirlo. 

L'agricoltura  è  stata  chiamata  una 
industria,  ed  è  verissimo,  ma  occorreva 
aggiungerci  una  industria  senza  tetto. - 
Per  quanto  riguarda  la  lotta  contro  le 
malattie  della  vite,  sono  possibili  dei 
miglioramenti,  ed  ogni  perfezionamento 
nella  lotta  contro  le  malattie  tende  a  ren- 
dere più  regolare  il  reddito  delle  vigne. 
In  complesso  però  l'uomo  ha  scarsa 
influenza  nel  modificare  uno  stato  di 
cose  che  dipende  da  fattori  su  ciù  non 
può  esercitare  che  limitata  azione.  Se 
però,  nota  il  Voglino,  1'  uomo  non  può 
agire  siU  clima,  sarebbe  teoricamente 
possibile  rendere  meno  oscillanti  i  prezzi 
del  vino,  qualora  si  riescisse  a  sottrarre 
al  consumo  una  parte  del  vino  nelle 
annate  buone  per  aggiungerlo  a  quello 
prodotto  nelle  annate  di  scarso  raccolto. 
A  questo  riguardo  l'on.  Camillo  Man- 
cini propugnò  r  istituzione  dei  cosidetti 
■€  Monti  vinarii  *.  Certo  è  un'  iniziativa 
che  se  fosse  coltivata  dappertutto,  po- 
trebbe eflettivamente  moderare  le  oscil- 
lazioni dei  prezzi,  ma  ha  pienamente 
ragione  il  Voglino  di  osservare  che  è 
un'idea  di  assai  difficile  attuazione.  In- 
vero, basta  pensare  alle  difficoltà  che 
vi  sono  per  far  sorgere  le  cangine  so- 
ciali, per  comi>rendere  quelle  che  si 
presentano  per  l' istituzione  dei  mofiti 
vinarii. 

Kiteuuto  che,  come  fu  considerato 
fin  <iui,  la  causa  fondanien-tale  della 
cosidetta  crisi  vinicola  stia  nelle  enormi 
oscillazioni  della  produzione,  queste 
perturbazioni  sono  specialmente  risen- 
tite nei  paesi  dove  la  vite  costituisco 
r  unica  coltivazione,  dove  vi  è  la  mo- 
nocoltura della  vite,  o  vi  è  predomi- 
nante.   Un   primo  miglioramento  della 


—  248  — 


situazione,  o  diciamo  piti  propriamente 
un  primo  rimedio  della  crisi  che  tanto 
preoccupa,  sarebbe  quello  di  moderare 
la  monocoltura  introducendo  altre  col- 
tivazioni. È  manifesto,  osserva  a  questo 
proposito  il  Voglino,  che  se  si  potesse 
diminuire  in  Italia  la  produzione  del 
vino,  il  prezzo  ne  aumenterebbe:  è  la 
conseguenza  della  nota  legge  economica, 
che  trova  la  sua  dimostrazione  speri- 
mentale nelle  annate  di  scarse  vendem- 
mie. Vediamo  infatti  allora  crescere  il 
prezzo  del  vino.  Ma  il  produttore  può 
badare  fino  ad  un  certo  punto  all'  au- 
mento del  prezzo  del  vino  :  egli  deve 
badare  invece  al  reddito,  rileva  acuta- 
mente il  Voglino.  Se  al  prezzo  elevato 
corrisponde  la  scarsa  prodiizione,  è  evi- 
dente che  il  reddito  lordo  è  assai  poco 
modificato.  Il  produttore  godrà  di  un 
prezzo  elevato,  ma  la  vendemmia  sarà 
scarsa  e  quindi  si  troverà  presso  a  jjoco 
nelle  condizioni  di  prima. 

Questa  della  crisi  vinicola  è  in  so- 
stanza una  questione  complessa  che  non 
può  trovare  una  soluzione  sola,  o  una 
seduzione  d' indole  unilaterale  :  occor- 
rono soluzioni  parecchie  e  di  diverso 
genere.  E  qui  il  Voglino  passò  in  ras- 
segna quelle  che  si  presentano  più  effi- 
caci e  più  consigliabili.  Si  oltrepas- 
serebbero troppo  i  limiti  di  questa 
rubrica  esaminarle  tutte  singolarmente 
qui.  D'  altra  parte  per  il  nostro  scopo 
mi  pare  sufflcente  accennare  ai  criterii 
ai  quali  dovrebbe  indirizzarsi  la  risolu- 
zione della  questione  vinicola  ed  ai  prov- 
vedimenti, che  il  prof.  Voglino  ritiene 
consigUabili  e  che,  in  massima,  vennero 
approvati  dal  Congresso.  Sono: 

1°  NeUe  grandi  oscillazioni  che 
avvengono  nella  i)roduzione  delle  vigne, 
si  trova  la  causa  principale  delle  pe- 
riodiche crisi  vinicole. 

2°  Per  moderare  gli  inconvenienti 
causati  dall'  irregolarità  della  produ- 
zione delle  vigne  è  consigliabile  di  ab- 
bandonare la  monocoltura  della  vite, 
impiantando  alberi  fruttiferi,  olivi,  ec, 
introducendo  ovunque  è  possibile,  col- 
tivazioni erbacee  negli  interfilari,  e  di- 
stanziando convenientemente  i  filari  dei 
nucvi  impianti. 

3°  La   diffico  t\   in   cui  trovaci  la 


LIQUORE 

TONICO  DICESTIVO 

DITTA  ALBERTI 
BENEVENTO 


viticoltiira  sono  inasprite  dagli  ostacoli 
che  sono  posti  al  consumo,  special- 
mente nelle  grandi  città,  dove  gli  ec- 
cessivi dazii  rialzando  i  prezzi,  restrin- 
gono il  consuino.  Possono  i)erò  essere 
inasprite  dalle  sofisticazioni,  e  i)erciò  ò 
necessario  venga  creato  un  servizio 
contro  le  frodi,  dotato  di  mezzi  ade- 
guati, e  collegato  colle  associazioni  vi- 
ticole. 

4°  L'  esportazione  dell'  uva  e  del 
vino  sia  agevolata  in  occasione  della 
rinnovazione  dei  trattati  di  commercio. 

5°  La  Società  degli  Agricoltori 
Italiani  perseveri  nella  campagna  intra- 
presa a  favore  del  consumo  dell'  uva 
fresca  e  conservata. 

6°  Le  industrie  che  si  propongono 
di  utilizzare  1'  uva  per  farne  prodotti 
destinati  all'  alimentazione  umana,  siano 
incoraggiate. 

7°  Constatata  la  grande  diffusione 
che  regna  ancora  nelle  campagne,  di 
pregiudizi  e  di  cattive  pratiche  empi- 
riche relative  aUa  preparazione  e  con- 
servazione del  vino,  occorre  che  le 
Cattedre  ambulanti  di  agricoltura  delle 
zone  viticole  abbiano  i  mezzi  necessarii 
per  assumere  almeno  un  enotecnico 
che  funzioni  come  *  ispettore  delle 
cantine  ». 

8"  Venga  aumentato  il  numero 
delle  razioni  di  vino  che  sono  concesse 
attualmente  ai  soldati  ed  ai  marinai. 

9''  Lo  Stato  accordi  le  maggiori 
preferenze  e  facilitazioni  alle  opere  di 
irrigazione  da  eseguirsi  nelle  pianure 
vitate,  al  fine  di  ridurre  economica- 
mente la  coltivazione  della  vite. 

10°  Riconosciuto  che  uno  dei  prin- 
cipali ostacoli  al  diftondersi  dell'  uso 
dei  preparati  non  fermentati  di  uva  e  di 
frutta,  è  la  concorrenza  che  loro  fanno 
gli  sciroppi  cosidetti  sintetici  e  a  base 
di  glucosio  aromatizzato  con  preparati 
in  gran  parte  derivati  dal  catrame, 
vengano  tali  prodotti  vietati  in  Italia 
e  sopratutto  sia  proibito  di  venderli 
come  sciroppi  genuini  di  uva  o  frutta. 
Certo  la  questione  è  grossa  e  si  im- 
pone i)cr  una  soluzione  a  non  lontana 
scadenza.  Si  pub  andare  perfettamente 
d'  accordo  col  prof.  Voglino  che  il  fe- 
nomeno   conosciuto    sotto    il    nome    di 


i 


—  249  — 
crisi  viticola,  contrariamente  a  quanto  zo,  ed  altri  di  «carBO  prodotto  e  di 
vanno  dicendo  studiosi  di  questioni  di  prezzo  elevato.  I  provvedimenti  pro- 
conomia  rurale,  non  è  affatto  eccezio-  posti  ed  approvati  dal  Congresso  po- 
nile, ma  costituisce  un  fenomeno  perio-  tranno  dare  la  soluzione  della  questione"? 
lieo  che  trova  la  sua  origine  nelle  gravi  Sarebbe  forse  troppo  crederlo!  Ma  so 
scillazioiii  che  avvengono  nella  produ-  non  daranno  la  soluzione  complets»,  po- 
ione  delle  vigne,  e  nell'essere  il  mer-  tranno  sicuramente  attenuare  gli  effetti 
.ito  del  vino  un  mercato  chiuso.  FincliìS-  della  critica  situazione.  Certo  è  che  que- 
lon  si  troverà  il  modo  di  eliminare  sta  va  affrontata  risolutamente  e  occorre 
[ueste  oscillazioni  e  di  modificare  il  senza  indugio  cominciare  a  mettere  in 
11  creato,  le  cosidette  crisi  sussisteranno  azione  quanto  può  migliorarla  ed  avviar- 
•  inprc.  Vi  saranno  cioè  dei  periodi  di  la  alla  risoluzione  piìl  pratica  ed  effìcaco 
ibbondante  produzione  e  di  basso  prez-  possibile.          Giovanni  M.mkmiksk. 


Presso  la  Casa  editrice  R.  BEMPORAD  &  F. 

Via  del  Proconsolo,  7  -  FIRENZE 


Crolas  D.  -  Vermorel  V.  —  Guida  del  vignaiuoio  per 
r  applicazione  del  solfuro  di  carbonio  nei  vigneti  fllosse- 
rati.  —  Manuale  pratico.  —  Traci.  F.  Paulsen.  Con  molte 
figure  nel  testo L.       1.  50 

De  Stefani  Perez  T.  —  Gli  animali  dannosi  alla  vite, 

con  brevi  note  sul  modo  di  preservarla  dai  loro  danni.     .       1. 00 

—  U  insetto  dei  frutti  del  pistacchio  e  modo  di  limitarne  i 

danni 1.50 

Fazio  Pavaloro.  —  La  contabilità  applicata  aW agricol- 
tura siciliana 4. 00 

Gtittulo  Fasulo  G.  —  La  ricostituzione  dei  vigneti  fèlos- 

serati,  con  2G  illustrazioni  intercalate  nel  testo  .  *  .     .     .       3.00 

Lra  Mensa  G.  —  Trattato  sui  fabbricati  rurali  e  relatioi 
alle  industrie  agricole  che  concorrono  a  formare  una  com- 
pleta fattoria.  —  Premiato  per  concorso  dal  Congresso 
agrario  di  Palermo  nel  1875.  —  2»  edizione  accresciuta  e 
riveduta  dall'autore,  con  12  tav 10.00 

Mannino  A-laimo  H.  —  Compendio  di  agronomia  e 
scienze  affini.  —  Corredato  di  massime  desunte  dalla  legge 
sulle  servitìi  prediali,  di  altre  riguardanti  i  diritti  e  i  do- 
veri del  cittadino  ed  alcune  modalità 6.00 

Zannoni  R.  —  Manuale  completo  per  le  malattie  della  vite,      2.25 


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Ji.  ItEMPOIlAD  &  imiLlO-  Uditori  -  FIRENZE 

Qytf ■ ■"'■ ~~ ~~~ ^ 


Corriere* 


FeM  MIMILE 


Questo  Corriere  femmiuile  che  da  sette  anni  usciva  sotto  la  direzione  di  Cor- 
delia, reca  quest' anno  per  l'ultima  volta  il  caro  nome  della  simpatica  scrillrice. 
Virginia  Treves -Tedeschi  che  tanta  popolarità  si  era  acquistata  sotto  il  dolce 
pseudonimo  di  Cordelia,  è  morta  la  mattina  del  7  luglio  1916,  circondata  e 
seguita  dal  rimpianto  di  quanti  la  conobbero,  anche  solo  attraverso  le  sue  opere, 
e  tra  i  ])rimi  in  questo  unanime  senso  di  cordoglio  sono  l'editore  e  il  direttore 
dcZr Almanacco  Italiano,  addolorati  per  la  perduta  cooperatrice  preziosa.  Il 
primo  capitolo  di  questo  Corriere  è  ancora  da  lei  firmato:  le  poche  cartelle  che 
ne  contenevano  l' originale,  furono  dettate  da  lei  pochi  giorni  prima  che  la  ma- 
lattia le  togliesse  la  parola;  ed  è  con  profonda  melanconia  che  noi  licenziamo 
queste  pagine,  forse  le  ultime  da  lei  pensate  e  eh'  Ella  non  vide  stampale. 


Un  anno  di  moda. 


TTRAVEBSO  le  emozioni 
gli  entusiasmi,  i  dolori, 
le  ansie,  le  preoccupa- 
zioni di  quest'  annata 
solenne,  memoranda,  la 
nostra  moda  anziché  ar- 
restarsi timorosa  e  im- 
j)aurita,  seppe  colla  sua  bella  indipen- 
denza acquistata  negli  ultimi  tempi, 
procedere  trionfante,  ed  imporsi  tra  le 
più  restie  delle  nostre  signore  colle  nuove 
Ibggie  recenti  che  pur  possedendo  l' im- 
pronta originale  della  novità,  sanno  però 
essere  pratiche  e  intonarsi  alle  ore  tristi 
e  liete  che  stiamo  attraversando. 

Innegabilmente  1'  eleganza  italiana 
trionfa  ora  al  pari  di  quella  della  sua 
grande  sorella  latina,  e  neppure  i  ne- 
mici nostri  piti  accaniti,  possono  ne- 
garne r  evidenza.  Gale,  trine,  gonne 
drappeggiate,  gonne  sbuffanti,  tutto  ciò 
continua  a  trionfare  al  di  qua  e  al  di 
là  delle  Alpi,  ove  talora  per  eccesso 
d' imitazione  si  giunge  persino  all'  esa- 
gerazione ;  mentre  la  suprema  eleganza 
consiste  nella  saggia  misura.  Quanta 
via  ci  divide  omai  dal  succinto  gonnel- 
lino dell'  anno  passato  !  Che  direbbero 
i  nostri  bravi  guerrieri  tornando    dalle 


trincee  della  metamorfosi  subita  dalle 
loro  donnine?  Essi  che  dettero  il  bacio 
del  congedo  a  delle  esili  figurine  dal 
vestito  attilato  che  suggestivo  lasciava 
vedere,  anziché  intra  v  vedere,  tutta 
1'  armonia  delle  linee  sinuose,  come  ri- 
marranno intimiditi  impacciati  nell'ab- 
bracciare  questa  nuova  figura  conica 
che  ad  essi  prepara  l' alloro  del  ritorno  ! 
L' anno  in  corso  ha  completamente  tra- 
sformato la  figura  muliebre  di  prima 
della  guerra  in  una  figura  muliebre  tutr 
t'  afl'atto  diversa. 

Fra  le  stoffe,  il  civettuolo  taffetà 
rumoroso,  eh'  era  stato  gli  altri  anni 
messo  alquanto  in  disparte,  quest'  anno 
parve  invece  voler  cantare  le  glorie 
italiane;  tutte  le  tinte  ci  furono  con- 
sentite; il  crema,  il  grigio,  D  turchino 
e  il  rosato. 

Le  gonne  corte  del  1915,  divennero 
ancor  piìi  corte  nel  1916,  e  ancor  più 
ampie,  e,  anziché  un  abisso,  come  si 
diceva  per  1'  addietro,  un  breve  i)asso 
ci  divide  dall'  odiata  crinolina  delle  no- 
stre nonne,  e  chissà  quindi  che  il  1917 
non  ci  prepari  su  questo  punto  qualche 
poco  grata  sorpresa. 

Per   sostenere  1'  ampiezza  di  queste 


Ascoléine  Rivier 


MADRI  Di  FAMIGLIA 

Non  più  ragazzi  delicati 

100  volte  più  potente 

deirolio  di  fegato  di  naierluzzo 


—  250 


Ascoleine  Rivier 


Soluzione  di  lecitide  epatico  (Diamidotrifosfatide) -Principio  attivo  dell' 
Olio  di  Fegato  di  Merluzzo  (comunic.  all'Accademia  di  Medicina  dì  Parigi) 

100  Volte  più  potente  dell'Olio  di  Fegato  di  Mepluzzo 

5  COMPRESSE  OPPURE  1  CUCCHIAIO  DA 
CAFFÈ  EQUIVALGONO  A 1/2  LITRO  DI  OLIO 
^^  DI  FEGATO  DI  MERLUZZO  ^^ 


Sostituisce  rantaggiosameiite  ed  assolatamente  l'olio  di  fegato  di  merlazso  tanto  disgnstoso 

L'Olio  è  senza  gusto  sgradevole.  Le  compresse  sono  dei 
veri  bomboni.  Sì  può  prendere  in  tutte  le  stagioni. 

Flacone  Olio  o  Compresse  contro  vaglia  di  L.  6.50  a: 
del  SAZ  &  FILIPPLNI   -   Viale  Bianca  Maria,  23  -   MILANO 


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F.I.R.S.T. 

:  :  Fabbrica  Italiana  :  : 
Rulli  Sonori  Traforati 


Rulli  per  tutti  gli  Autopiani 
da  65  e  da  88  note 


Sede  della  Società: 

Milano 


Via  Leopardi,  5. 


La  F.I.R.S.T.,  nata  sotto  gli  auspici  delle  due  grandi  Case 
musicali  italiane  G.  Ricordi  &  C.  ed  E.  Sonzogno,  dalle  quali 
ebbe  il  diritto  di  riproduzione  per  la  musica  di  loro  edizione, 
è  stata  la  prima  fabbrica  di  rulli  per  autopiani  in  Italia. 

La  sua  produzione  ebbe  costantemente,  sin  dall'inizio,  due 
direttive  essenziali  :  il  rispetto  massimo  al  pensiero  musicale 
degli  autori  e  la  cura  di  oiFrire  un  repertorio  completo  per  le 
composizioni  dei  Maestri  italiani  —  cosi  poco  e  male  rappresen- 
tati nei  cataloghi  delle  fabbriche  estere. 

E  tale  produzione  è  divenuta,  in  breve  tanto  importante 
—  sia  per  merito  artistico,  sia  per  accurata  confezione  —  da 
rispondere  in  tutto  alle  richieste  degli  autopianisti  italiani  ; 
non  solo,  ma  si  è  posta  in  grado  di  gareggiare  con  le  fabbri- 
che più  importanti  dell'  estero,  e  viene  esportata  particolarmente 
nell'America  latina,  dove  i  nostri  fratelli  possono  trovare  nelle 
riproduzioni  della  musica  d' Italia  1'  eco  della  patria  lontana. 

Allo  scopo  di  far  conoscere  anche  ai  lettori  deìV  Almanacco 
Italiano  i  rulli  della  F.I.R.S.T.  offriamo  —  a  titolo  di  saggio  — 
alcuni  numeri  del  suo  repertorio,  accuratamente  scelti  e  tutti 
di  autori  italiani. 

{Vedi  apposito  annuncio  nel  fascicolo  BUONI). 


Abiti  da  passeggio. 


—  252 


brevissime  gonne,  ci  limitiamo  per  ora 
ad  una  speciale  armatura  ;  né  crinolina, 
né  <  tournure  »,  né  cuscinetto,  né  molle  ; 
il  modesto  apparecchio  che  dj\  alle  no- 
stre gonne  1'  aspetto  oggidì  voluto  dalla 
moda,  é  ben  più  discreto  e  leggiero. 
Si  fa  cioè  la  sottogonna  di  seta;  sul- 
l' alto  si  applica  una  gala  in  forma, 
alta  circa  trenta  centimetri,  che  ai  lati 
ha  una  8i)ecie  d' imbuto  molto  pronun- 
ciato, e  per  darle  la 
dovuta  rigidità,  la  si 
fa  contornare  da 
quattro  giri  di  gal- 
lone sostenuto,  quale 
usiamo  i)ure  nel  fon- 
do dei  pantaloni,  e  la 
rigidità  per  tal  modo 
ottenuta  non  riesce 
punto  dura  all'  oc- 
chio, ma  abbastanza 
morbida  e  piacevole 
a  vedersi.  La  nota 
più  fantastica  e  più 
esistente  della  moda 
dell'  anno,  ci  venne 
data  dal  capriccio  dei 
•«  panieri  »  e  delle  tu- 
niche che  guernisco- 
no  buon  numero  dei 
nostri  vestiti.  Adat- 
teremo noi  definiti- 
vamente tali  compli- 
cati drappeggi,  op- 
pure rimarremo 
fedeli  ad  una  linea 
più  diritta,  e  meno 
tormentata  ?  Ecco 
una  questione  che  il 
capriccio  femminile 
soltanto  risolverà,  e 
di  cui  per  ora  non 
possiamo  prevedere 
la  soluzione. 

E  tale  comi)licazione  di  panieri  ci 
riporta  alla  moda  del  più  puro  secolo 
XVIII,  come  pure  le  piccole  pellegrine 
di  seta,  i  mantelli  drappeggiati,  le  lun- 
ghe giacche  di  seta  guernite  di  ruche, 
che  le  ore  meno  calde  rimisero  in  voga. 
E  tale  pratico  indumento  si  adopera  e 
si  adoperò  con  ogni  genere  di  vestiti, 
e  si  adattarono  al  leggiero  abbiglia- 
mento di  velo  e  a  quelli  di  lana  o  di 
velluto. 

Qualunque  sia  la  stoffa  usata,  si 
portano  molto  gli  abiti  composti  di  due 
stofie  diverse,  come  il  broccato,  lo  spi- 
gato, lo  scozzese  e  la  stoffa  di  colore 
misto. 

In  quanto  ai  eappellini,  non  si  pub 
dire  certo   che  la  moda  abbia  peccato 


in  quest'  anno  di  troppo  esclusivismo. 
Le  forme  in  voga  sono  innumerevoli  e 
lasciano  campo  alle  signore  di  sbizzar- 
rire il  loro  gusto  e  le  loro  inclinazioni. 
Il  tocco  alto  e  stretto  vide  però  dimi- 
nuire la  sua  sovranità  che  pareva  as- 
soluta; ora  si  ritornò  ad  una  •«  toque  *■ 
più  bassa,  forma  Impero,  colla  penna 
lunga  e  morbida;  questo  magnifico  or- 
namento ancora  in  voga  dà  grazia  e  ri- 
salto al  nostro  volto 
e  noi  non  ci  lagne- 
remo certo  della  sua 
ricomi)ar8a  mentre  i 
pennacchi  duri  e  su- 
perbi vennero  ricac- 
ciati nel  fondo.  Si 
usano  e  si  usarono 
sempre  le  ampie  ca- 
nottiere guernite  di 
ali  :  e  non  esitiamo 
a  mescolare  alla  pa- 
glia, e  ai  velluti  l' a- 
moerro  eia  seta.  I fio- 
ri si  puntano  a  maz- 
zolini  doppi  ai  due 
lati  opposti  dei  nostri 
ca})pelli,  e  colle  am- 
pie velette  ricamate 
ne  formano  il  com- 
Xdemento  più  simpa- 
tico ed  attraente. 

Si  portarono  tut- 
to l' anno,  e  si)ecial- 
mente  durante  l' in- 
verno, gli  stivaletti 
alti,  di  stofla  chiara 
e  scura,  circondati 
di  vernice  lucida,  o 
colla  sola  punta  di 
cuoio,  allacciati  o  ab- 
bottonati ad  un  lato 
o  dinanzi.  L'estate 
poi  consentì  di  far 
uso  delle  scarpe  basse  e  specialmente  di 
quelle  mordorè  ritornate  in  gran  favore, 
di  forma  Carlo  IX,  colla  fibbia  sormon- 
tata da  un  grosso  nodo  di  seta  che  rag- 
giunge la  caviglia  e  fa  apparire  il  piede 
eminentemente  vezzoso  e  minuscolo,  giac- 
ché é  inevitabile  il  doversi  preoccupare 
della  grazia  e  dell'  eleganza  del  piedino, 
dappoiché  la  brevità  delle  nostre  gonne 
ne  lascia  audacemente  e  indiscretamente 
vedere  tutta  la  forma. 

Molto  in  voga  i  guanti  di  pelle  la- 
vabili bianchi  o  gialli;  per  serate  ele- 
ganti invece  i  soliti  guanti  lunghi  bian- 
chi e  lucidi;  molte  signore  però  prefe- 
riscono lasciar  ammirare  la  bella  mano 
bianca  e  affusolata,  adorna  di  splendide 
gemme.  Poco  di  nuovo  per  quanto  cou- 


Abbigliamento  da  passeggio. 


-  253  - 


%^<^ 


'l   1^   f   !'    ^    5 


rapiiellini  nioderni. 


cerne  i  paiasoli  se  non  la  forma  a  cu- 
pola molto  pronunciati  ;  se  ne  videro 
molti  di  seta  a  righe  di  colori  diversi, 
col  bordo  di  seta  di  colore  unito  ;  col 
manico  di  una  forma  rustica;  trattasi 
cioè  di  un  legno  rozzamente  tagliato, 
ad  uso  dei  bastoni  campestri  che  si 
preparano  all'  improvviso  durante  le 
passeggiate  per  servire  d'  appoggio  ;  at- 
taccati al  braccio  da  un  braccialetto  di 
cuoio  anch'esso  del  tutto  primitivo, 
elegante  appunto  per  la  sua  eccentri- 
cità. 

Certo  si  è  che  in  qualsiasi  genere 
d' indumenti  e  d' accessori,  il  nostro 
capriccio  muta  colla  moda,  ed  è  inte- 
ressante constatare  quanto  poco  noi 
teniamo  ai  nostri  gusti  speciali,  giacché 
dall'oggi  al  domani  il  nostro  apprezza- 
mento varia  secondo  la  fantasia  del 
momento. 

Parlando  degli  accessori  della  moda 
che    aggiungono    non    poca    eleganza  e 


seduzione  alla  persona,  non  dobbiamo 
dimenticare  il  posto  importante  tenuto 
dalla  posa  della  veletta.  Certe  si  ai)pli- 
cano  quasi  a  foggia  di  una  gala;  sono 
in  tal  caso  tagliate  in  forma,  lunghe 
davanti,  corte  di  dietro  ;  il  piede  diritto 
h  increspato  e  il  velo  ricade  poi  attorno 
al  capo  a  forma  di  abat-jour,  che  si 
rialza,  riversando  sul  cappellino.  Si  por- 
tano pure  le  velette  brevissime  che  non 
oltrepassino  la  punta  del  naso  e  lascino 
libera  la  parte  inferiore  del  volto.  È  que- 
sta una  riesumazione  dall'  antico,  e  in- 
fatti ce  ne  convinceremo  sfogliando  dei 
numeri  di  moda  di  tempi  addietro.  In 
quanto  alle  acconciature  del  capo,  non 
troppe  modificazioni  v'  ha  portato  la 
volubile  dea;  si  dice  che  si  ritorni  ora 
alla  pettinatura  greca  e  alle  sue  linee 
classiche  e  regolari,  e  infatti  tale  tra- 
sformazione era  a  prevedersi,  confron- 
tando la  durata  abituale  della  moda  di 
una  pettinatura  sj)eciale,  e  la  cosidetta 


Ditta  G. 


esplica  l'azione  bromica  senza  })resentare  gli 
iiicon venienti  dei  bromuri;  è  i)riva  di  azione 
tossica.  Indicatissima  contro  tutti  gli  eccita- 
menti del  sistema  nervoso. 

/>rt  due  a  tre  currhiaini  al  {/torno 

SERSALE  —  Largo  San  Domenico  Maggiore,  17  —  NAPOLI 


Ghelenina 


-  254 


Biancheria  elegante  moderna. 


«  acconciatura  di  guerra  *  è  resistita 
abbastanza  perchè  non  si  dovesse  pen- 
B!ire  da  un  po'  di  tempo  a  niodificiula. 
Anche  nella  biancheria  non  vi  sono 
a  constatare  importanti  moditicazioni  ; 
un  giornale  di  mode  americano  annun- 
ciava alle  sue  let- 
trici, mesi  or  sono 
la  voga  della  bian- 
cheria nera;  cami- 
cie di  cres])0  della 
China  nere,  busto 
di  raso  nero  ;  pan 
taloni  neri.  Ora  noi 
italiani,  non  adot 
temo  certo  tali  in 

.unenti  macabri,  e 
non  ci  sogneremo 
neppure  lontana- 
mente di  cambiare 
le  nostre  vaporosi 
e  candide  batiste 
con  simili  lugubri 
rivestimenti  !  Sr 
non  fileremo  e  tes- 
seremo la  tela  coni» 
le  nostre  antenate. 
sappiamo  però  cu- 
cire le  batiste  lej,'- 
giere,  sappiamo  ri- 
camare il  finissimo 
lino,  sappiamo  in- 
somma conservale 
le  sane  tradizioni 
della  biancheria 
bianca  e  bella,  sen- 
za averne  gran  me- 
rito giacché  tratta- 
si d' una  voga  ben 
più  seducente,  ben 
più  pratica  e  meno 
costosa  della  bian  - 
cheria   originale   e 

fantastica  annunciatasi  da  oltreTOceano. 
Per  i  nostri  cari  piccini  la  moda  non 
mutò  gran  che;  ad  accompagnare  le 
vestine  leggiere  di  velo  e  di  linon,  e, 
meglio  ancora,  le  graziosissime  vestine 
di  tulle  che  sono  destinate  alla  massima 
eleganza,  si  fanno  dei  cappelloni  di  ta- 
gale  greggio,  o  bianco  argentato,  sem- 
plicemente ornati  d'  un  nastro  di  velluto 
colorato  i  cui  capi  s' allacciano  da  un 
lato    e    raggiungano    morbidamente    la 


i 

Caiuicette  novità. 


tesa  ami)ia;  nella  loro  assoluta  sempli- 
citfl  raggiungono  così  la  massima  ele- 
ganza. 

I  soliti  colli  di  batista,  di  trina,  di 
tulle  ricamato,  di  mussolina  di  velo 
continuano  a  rallegrare  al<iuanto  la  mo- 
notonia uniforme 
dei  nostri  costumi 
seri  dell'  epoca  at- 
tuale. 

Abbiamo  annun- 
ciato tra  gli  altri 
certe  bianche  e  leg- 
giere corolle  for- 
manti delle  grazio- 
sissime rnches  at- 
torno al  collo.  I 
])etali  di  tulle  pie- 
ghettato sono  mon- 
tati su  due  giri 
alternati  attorno 
ad  un  collaretto 
pure  di  tulle,  soste- 
nuto da  leggiere 
balenine. 

Disgraziatamen- 
te però  gli  infiniti 
lutti  che  si  molti- 
plicano hanno  ob- 
bligato ed  obbliga- 
no la  nostra  moda 
ad  occuparsi  piuc- 
chè  mai  degli  abbi- 
gliamenti da  lutto, 
cercando  di  variar- 
ne l'uniformità;  vi 
hanno  però  dei  lut- 
ti profondi  di  cui 
non  si  riuscirebbe 
giammai  ad  atte- 
nuare la  severità, 
nuv  ve  n'  ha  pure 
altri  che  i)ur  obbli- 
gandoci al  nero,  tuttavia  non  annientano 
completamente  il  nostro  desiderio  d'  apj 
parire  eleganti.  E  in  tali  costumi  di  lut- 
to, la  mussolina  di  seta  rappresenta  una 
parte  importante,  mitigando  dolcemente 
la  severità  del  crespo. 

Noi  vediamo  adunque  volentieri,  su 
dei  costumi  detti  di  grave  lutto,  appa- 
rire della  mussolina  di  seta  o  del  tulle, 
per  r  addietro  proscritti  da  ogni  mo- 
dello, durante  il  prijuo  periodo  di  lutto. 


ROYAL  mod.5 

Agknzia  Generale  per  l'  Italia  e  Colonie 
==  MUDANO  —  Via  Dante,  4  —  A.  MEI^E  «i  C. 


la  macchina  per  scri- 
vere più  indicata  per 
uffici  ^    ^    ^    ^    '^ 


256 


V  ha  in  generale  maggior  iauLasia,  mag- 
gior tolleranza. 

Niun  innovazione  importante  pcgli 
abbigliamenti  delle  cerimonie  nuziali; 
come  sempre,  anche  ora,  sul  verginale 
vestito  bianco,  si  stacca  il  niveo  velo, 
appuntato  coi  cerei  8Ìu:bolici  fiori  che 
sbocciati  sotto  il  bacio -ardente  del  sole, 
sono  destinati  a  morire  sull'ara  d'un'al- 
tra  divinità  possente  come  i  raggi  d'oro 
che  ad  essi  diedero  la  vita.  Le  pr;>fu- 
mate  zagare  che  nel  loro  poetico  lin- 
guaggio portano  l' augurio  della  felicità 
ci  vennero  dal  lontano  Oriente,  ma  ora, 
per  desiderio  di  novità,^  e  per  seguire 
r  uso  invalso  in  America  e  in  Inghil- 
terra, molte  sposine  sostituiscono  i  tra- 
dizionali fiori  d' arancio  con  rose,  car- 
denie ed  orchidee  bianche,  mentre  la 
poesia   simbolica   di   quelli,    niun  altro 


fiore  la  possiederìi  mai.  Abbiano  rose 
tra  le  mani  le  amiche  della  sposa,  olezzi 
il  dolce  loro  profumo  nella  chiesa  se- 
vera, mettendo  nell'  aria  un  alito  di  spe- 
ranza, e  un  fremito  d' illusioni,  ma  non 
ornino  la  pura  fronte  della  sposa  le  bian- 
che rose  tanto  fredde;  non  feriscano  e 
non  lacerino  il  leggiero  velo  le  pungenti 
spine  del  gambo  verde.  Sul  capo  della 
sposa,  tra  la  ricchezza  dei  capelli,  non 
si  posino  le  cardenie,  le  strane  orchidee 
simili  ad  anime  i)assionali  e  bizzarre, 
fiori  orgogliosi  e  superbi  che  il  lusso 
sfrenato  di  miliardari  ha  jjotuto  sce- 
gliere e  preferire,  ma  che  non  hanno 
jjoesia  di  i^assato  e  non  sanno  ridire 
alla  giovanetta,  che  si  turba  al  raggiun- 
gimento dell'  ideale  vagheggiato,  l' ineb- 
b riante  parola  d'amore. 

Cordelia. 


■^    PEriTERT     PE      REirS&      - 

'"""  ClOCCOLATO'ni  6r5COTTO 

--MTALMOnE 


Ricamo  su  rete. 


L/avori  femminili* 


ARDKNTK  Softìo  <li 

guerra  che  da  «lue 
anni  persiste  a 
sconvolgere  il 
mondo,  intìiiì  ))ro- 
londanicnte  a<l  ar- 
restare lo  slancio 
nei  vasti  campi 
dell'  industria,  ad 
inaridire  le  fecon- 
de ispirazioni  in 
quelli  dell'  arte.  1 
vaghi  lavori  mu- 
liebri risentirono 
anch'  essi  il  coljto 
brutale  ed  in  quc- 


Cnlzp  <11  lana  per  conihattcìiti. 

sto  periodo  di  do<lici  mesi  si  nota  una 
vera  penuria  di  novità  artistiche  nel  cam- 
po gentile  del  ricam<j.  e  in  genere  in 
tutti  i  i»a/.i<Miti   lavori  d'ago. 

Coir  animo  iiifcrvoratt)  iicll  i  fede  di 
una  prossima  vittoria,  nessuna  di  noi 
ha  mai  potuto  ancora  ahItan<lonare  ru- 
mile lavoro  di'lla  calza  <•  degli  indumenti 
militari  di  lana,  indispensaldli  ai  nostri 
prodi   'li'-   \':\i<i!ii  1  i-vi;  .li.v,.  l;i  loi men- 


ta si  alterna  colla  fredda  nebbia  anclie 
nella  stagione  che  nelle  nostre  città  l' afa 
ci  oj>prime. 

Si  continuò  ingegnosamente  a  ]»erfe- 
/ionare  molti  oggetti  per  renderli  semj)re 
l)iù  pratici  e  rispondenti  allo  scopo.  Al  )»as- 
samontagna  abihnente  lavorato  all'unci- 
netto in  varie  forme,  s'aggiunse  ciucilo 
confezionato  in  morbido  panno  grigio- 
nero,  raccolto  attorno  al  collo  da  uua  fa- 
scia che  s' incrocia  davanti  fermata  con 
bottoni  di  frutto.  Utilissimo  e  festeggiato 
fu  il  sottocorjjctto  in  tessuto  di  lana  f«'l- 
pata  munito  di  pettorina  interna,  imbot- 
tita di  diversi  strati  di  carta  che  fornuin- 
do  tante  camere  d'aria  calda,  proteggono 
dal  freddo  e  dall' uraid<>  gli  organi  della 
respirazione.  A  (juesta  si  unisce  una  fa- 
scia comi)osta  di  lana  a  nuiglia  }»esante 
per  la  parte  anteriore  aderente  all'adib»- 
me,  e  di  tela  invece  lo  i)arti  lateiali 
che  circondano  il  corj>o,  passano  per  una 
spaccatura  sul  fianco  e  si  alla<'ciano  per 
nu'zzo  di  una  fettuccia  sul  davanti, 

L('  piecide  mani  gemmate,  le  jxivere 
mani  dell'umile  ])opohina  e  della  sem- 
jdice  contadina  abituate  ai  j)iù  rozzi  la- 
vori domestici  e  campestri  unite  in  uu 
solo  i>al])ito,  affratellate  nel  dolore,  ma. 
lideiili  nel  trionfo  della  giustizia  unuma, 
hanno  i)ro<lotto  scmza tregua,  rinnovan<lo 
sing(di  esempi  di  meravigliosa  attività 
e  <li  eroisnu»  collettivo. 

L'oilierna  foggia  degli  abiti  am|>i  ha 
portato  una  radicale  trasf«»rmazione  an- 
ehe    negli   ttggetti   della    liianeberia    )Mr- 


25B  — 


m^mf^'w^-^'-tj. 


Pauciotto  e  passamontagne  per  soldati. 


rtonnlfi.  Cousiderando  elio  l' eleganza  «li- 
stinta  non  consisto  nel  lusso  di  trino 
f  ricami,  con  lodevole  raziocinio  si  slVon- 
ilò  «lei  sni)crllni  fronzoli  dando  la  ])r<'fc- 
rcnza  alla  hiancbcriai  seni- 
jilico  eseguita  con  accura- 
tezza e  buon  gusto. 

Le  candide  e  vaporose 
sottovesti,  le  brevi  mutan- 
de, le  camicie  da  giorno  e 
tiuelle  da  notte,  dalle  am- 
pie manicbe  alla  religiosa, 
si  fauno  oggi  «li  un  tessuto 
di  cotone  line,  «'ascante  «• 
juir  soliilo.  guernite  con 
molta  sobrietri.  Qualsiasi 
ritaglio  di  merletto  abil- 
mente applicato  con  gusto, 
costituisce  un  prcgevtde 
ornamento  utilizzato  per 
biancheria  personale  o  da 
tav«da.  Ai  fragili  pizzi  Va- 
lencennies,  ai  nu»ravigliosi 
merletti  «li  Bruges,  di  Ma- 
lines  e  «li  Bruxelles  costosi 
e  delicati,  in  omaggio  al- 
l'econ«)mia  e«l  alla  sempli- 
cità, vengono  sostituiti  «la 
bellissimi  e  più  s<di«li  tra- 
mezzi e  ]>izzi  su  rete  o  a 
punto  Irlanda  alternati  da 
mazzetti  «li  finissime  pie- 
goline  e  completati  da  me- 
raA'igliose  rivieres  punto  a 
giorno,  ricavan«lo  nell'  in- 
sieme un  effetto  ricco,  «li- 
stinto  e  i)oco  costoso.  Oggi 
i  corredi  sono  ri<l«)tti  al 
puro  necessario  evitan«lo 
ragionevolmente  le  solite 
esagerazioni  tradizionali 
per  «quantità  e  per  lusso, 
così  vennero  chiamati  cor- 
redi «li  guerra. 

Quale  miglior  distra- 
zione per  lo  spirito  agitato 
dalle  giovani  spose  che 
hanno  l'adorato  compagno 
alla  fronte,  «li  pensare  ad 
abbellire  il  ni«lo  che  acco- 
glierà fra  ](oe«»  l'eroe  vin- 
citore che  t«)rna  c«d  forte 
p«'tto  fr»-giato.  E  con  un 
fremito  «li  piacer»;  esse  ri- 
])ren«lono  1'  ago  i)er  qxivì 
genere  di  lav«>ro  che  con- 
«•«•«le  alle  operose  manine 
s«iuisite  c«>mpiac«!nze,  int<'ssendt)  com- 
posizioni g«;niali  ch«!  aumentano  1'  iu- 
«auto  neir«)asi  serena  delle  pareti  do- 
mestiche. 

Pei*  stretta  ailìuità,  V  arte  decora- 


;i»   — 

tiva  ormai  s'impono  anche  nel  canipO 
artistico  del  ricanu»  meditando  l'intr»»»- 
eio  capriccioso  di  un  «lisegno,  l'unione 
soav<^  ed  armonica  di  motivi  o  di  tinte 


«lisposte  con  arte  come  il  pittore  fa  «lei 
suoi  c«dori. 

L' abile  e  sapiente  lavoratrice  ora 
uou  più  si  appaga  dei  comuni  disegni 
pei   suoi  ricami,  ma  istiutivumente  va 


—    2Ì5(.> 


attingendo  le  pfopHe Ispirazioni  alla  vera 
scuola  dell'  arte,  ricercando  con  gioia  in- 
tima fra  le  vestigia  degli  ornati  floreali 
dai  tempi  anticlii  ai  nostri  giorni  le  in- 
cantevoli decora- 
zioni coi)iate  dalla 
fiora  esotica  d'ogni 
paese. 

Originali  e  pioni 
di  genialità  si  ani- 
niirano  mosaici  la- 
boriosi e  ])azieuti  (li 
ricami  per  cuscini, 
per  Stores,  per  to- 
vagliette  e  per  tul  1  i 
qiiei  piccoli  acces- 
sori inerenti  al'.ii 
tavola  elegante.  In 
tutto  (pianto  è  i)os- 
sibile,  rispettauilo 
semi)re  la  delica- 
tezza e  il  buon  gu- 
sto dell'oggetto  ri- 
camato, predomina 
la  nota  i)atriottiea. 
V  e  n  n  e    ammirata 

una  tovaglietta  da  tliè  contornata  da  un 
alto  bordo  contesto  a  gru])pi  di  ciliege 
clie  col  vivace  colore  del  irutto  e  delle 
foglie  simboleggia- 
va i  colori  naziona- 
li. Grande  successo 
ebbero  i  cestini  di 
forme  strane  e  di- 
verse   rivestiti    di 


Incrostazioui  lliehelieu  e  reticella. 


i^^^^smi 


Ani  ricami  o  formati  di  motivi  a  iiìet 
stesi  su  scheletri  di  filo  di  feiTO,  adorni 
di  ciudi  di  nastro  tricolore  adatti  per 
offrire  dolci,  o  ad  usi  delicati. 

Il  ricamo  su  re- 
te venne  largamen- 
te adottato  per  i 
paralumi,  j)ei  co]u-i 
piatti  sotto  i  quali 
le  frutta  tentano  la 
gola  arida  dal  eal- 
do estivo  con  le  lo- 
ro fresche  e  rosee 
tinte. 

Con  molto  en- 
tusiasmo fu  accolto 
fra  le  operose'rica- 
matrici  il  ricamo 
Baldur  'di  Lind- 
borst  a  punto  reti- 
cella XVII  secolo, 
di  grande  etìctto  e 
di  non  difficile  ese- 
cuzione benché  a 
|)rima  vista  non 
sembri  così. 
Ed  ora  lavorate,  compagne,  lavorate 
con  lena  instancabile,  lavorate  aiu-he 
per  chi  lotta  contro  l' impotente  sforzo 
di  barbari,  alto  va- 
ticinando alla  ful- 
gida grandezza 
d' Italia  <'t>mijleta- 
mente  redenta. 


I 


Lia  Tedeschi. 


.••:::::::f;it{t::::Bti::::r:.  j-  S, 


^  iiilililii 


5:5i«" 


:&:.<n=* 


IfHUimEHTl  ìnrERHmiCB 

acHo  STfìBiLimento  e.  bppirhi  -  treuiso 

HflnnO  FFimB  mOHQIRLE 

esiBERe  SUI  PAOoorn  tn  mn^rn  oi  rns^Ricn  •   rnrniQGMi  n  Rirr^iESTA 


Uu'  <  ala  materna  >,  asilo  per  I  figli  dei  richiamati. 


Un  anno  di  femminismo. 


1/  Italia  ha  dato  alla  guerra 
un  forte  e  generoso  contributo 
di  energie  femminili. 

K  la  donna,  in  (iuesto  in- 
ilinientic-Hlnle  perioclo  iu 
cui  si  realizzano  le  \nh 
ulto  aspirazioni  della  Pa- 
tria, potesse  con  occhio 
sereno  misurare  il  passo 
che  la  sua  causa  compie, 
un  po'  ]M  T  voler  suo,  un  i>o'  per  la  forza 
stessa  degli  eventi  clie  fatalmente  la  80- 
sjiingono,  al  comi)iacimento  disinteres- 
sato di  giovare  al  ])aese  nel  momento 
(Iella  necessità  estrema,  i)otrebbe  ag- 
giungere il  giusto  ed  indicibile  orgoglio 
di  chi  non  si  h  sentito  mai  tanto  vicino 
alle  mJ'ta. 

La  donna  oltre  che  intensificare  fino 
al  ]»rodigio  la  sua  attività  nelle  sfere  di 
carità  e  di  assistenza  tradizionali  al  suo 
>'-sso,  oflrì  pure  il  suo  contributo  ad 
nitri  uthei  o  si  avventurò  con  mirabile 
'  oraggio  in  molti  campi  a  lei  finora  ge- 
losamente ]»reclusi  ;  e  questo  massimo 
.-forzo  di  tutte  le  sue  energie,  la  donna 
dovette  compierlo  in  un'ora  di  ango- 
scia, quando  il  j)adre,  il  marito,  il  figlio, 
il  fratello  abbau<lonavano  il  foc(»lare  do- 
nie.siieo  per  coi-rere  alla  frontiera  mi- 
nacciata,   quando   all'augia  tcrribilo  di 


sapere  i  suoi  cari  esposti  al  continuo 
]tericolo,  si  univa  lo  sbigottimento  di 
una,  situazione  economica  incerta.  Di  ciò 
bisognerà  pur  tener  conto  uu  giorno,  al- 
lorché al  nembo  che  oscura  ora  gli  oriz- 
zonti d' Europa  succederà  la  calma  e, 
riconosciuti  i  diritti  accpiihtiiti  col  san- 
gue, col  coraggio  e  col  lavoro  dalle  na- 
zioni come  dagli  individui,  si  ricompen- 
serà ognuno  come  si  merita:  la  donna 
italiana,  non  meno  della  donna  degli  altri 
jiitesi  belligeranti,  y)otrà  presentarsi  al 
solenne  tribunale  della  Pace  coli' animo 
sereno,  certa  di  molto  poter  raccogliere 
perchè  molto,  moltissimo  avrà  seminato 
nei  campi  del  dolore  e  della  fatica:  in 
altre  i)arole  le  conquisto  della  donna  a 
guerra  finita  sembreranno  così  logiche, 
così  naturali,  così  definitivamente  sue 
che  nessuno  vorrà  contestargliele.  Le 
circostanze  eccezionali  in  cui  viviamo 
da  uu  anno  e  nu*zzo,  la  bella  febbre  di 
lavoro  che  risveglia  m^lle  città  e  nello 
campagne  le  sopite  energie,  ha  dato  an- 
che alla  donna  italiana  la  rivelazione 
della  sua  ca])acità  e  della  sua  forza.  A 
jiacc  ristabilita  essa  non  vorrà  piìi  ri- 
trarsi nell'ombra  delle  i)areti  domesti- 
che; una  savia  su<ldivisione  dello  ore, 
la  rinuncia  a  futili  passatempi,  l'orrore 
dell'ozio,  le  avranno  insegnato  fra  lo 
altro  una  cosa  preziosa  :  che  8i  i>uò  ar- 


262  - 


figli  dei  richiamati  all'  Ospizio  di  S.  Michele  a  Roma. 

{Fot.  Porri/  Paste 


livare  a  tutto,  dirigere  la  propria  casa 
e  rendersi  utili  alla  società,  dedicarsi 
alla  l^iuiglia  propina  e  alla  granile  fa- 
miglia umana,  lavorare  al  ménage  ed 
iippartenere  ad  un'  utile  organizzazione 
pubblica  o  far  parte  dell'  ingranaggio  di 
una  grande  azienda  commerciale  o  in- 
dustriale. Dopo  la  guerra  la  donna,  non 
più  timida,  saprà  lottare,  se  occorre,  jjcr 
conservare  i  nobili  privilegi  acquistati 
e  quando  l'esercito  maschile  deporrà 
iinalmente  le  ai'mi,  chiederà  di  dedicarsi 
con  vero  e  profondo  amore  a  restaurare 
nella  nuova  Europa  tutte  le  forme  più 
alte  e  inù.  perfette  della  civiltà  e  del 
XU'ogresso. 

Chiederà  il  voto  la  donna 
dopo  la  guerra? 

Chiederanno  il  voto  le  donne  dopo 
la  guerra?  È  difficile  qualunque  previ- 
sione in  proposito.  Il  pericolo  di  portare 
nelle  lotte  i)olitiche  l'eccessività,  V  im- 
])ulsività  che  le  si  rimproveravano  in 
l)assato,  dovrebbe  consigliar  loro  la  mas- 
sima prudenza.   Sarà  tanto  grandioso  e 


gravoso  il  lavoro  che  le  attende  a  i)ace 
ristabilita,  da  non  lasciar  tempo  jjer  una 
combattiva  campagua  in  favore  del  suf- 
fragio; lo  studio  delle  riforme  sociali, 
la  creazione  di  nuove  istituzioni  di  be- 
neficenza, di  opere  atte  a  proteggere  i 
deboli  ed  a  rimediare  alle  ingiustizie,  re- 
clameranno intera  l'attività  femminile. 

Il  voto,  caso  mai,  vei'rà  da  sé,  per 
evoluzione,  per  riconosciuto  diritto,  sen- 
za lotte  e  dimostrazioni  volgari;  il  la- 
voro silenzioso,  la  diguità,  lo  spirito  di 
sacrificio  daranno  col  tempo  anche  que- 
sto risultato,  mettendo  la  donna  in  grado 
di  ijortare  a  compimento  la  grande  opera 
ora  iniziata  di  rigenerazione  sociale. 

È  molto  difficile  fare  un  esame  scru- 
])oloso  e  dettagliato  di  ciò  che  la  donna 
italiana  produce  nel  camj)o  pratico  e  nel 
campo  delle  idealità;  parecchi  raccol- 
gono documenti  e  statistiche  x»er  riu- 
nire in  un'  opera  completa  gli  aspetti 
molteplici  della  sua  attività,  dall'assi- 
stenza ai  feriti,  agli  orfani  ed  ai  pro- 
fughi, alla  produzione  dei  proiettili  ;  ma 
i  voluint  sulla  donna  quale  la  foggiò  la 


IGIENE   DEI  CAPELLI 

PROFUMERIA  SATININE 
lJ5ELUN:EC?-MILflriO 

=  Z^A  5 ROGGI  23  - 


—  2(i3  — 
unerra  vorranno  ]>oi,  colla  storia  retro- 
spettiva (li'lle  aspre  l)att  ig'ie  sulle  Al[)i 
1  oeeiuse.  Per  ora  doltbiann»  limitarci  a 
<()<f|iere  ([Uaielie  si)raz/.o  di  (jucsta  nie- 
vavigliosa  atì'erujazion»^  del  lavoro  mu- 
liebre clic,  «la  un  capo  all'altro  della 
penisola,  8epj)e  seonijiurare  il  ])erieolo 
«li  un  i)arziale  arresto  della  sua  vita  eco- 
nomica,  a'^rieola  ed  iulu.striale. 


ft   gran    conforto 
ltli;-,o  si  condusse 


Un  miracolo  di  energia. 

Sembra  ancor  oggi  un  miracolo  !  lina 
nuova  valvola  <li  forza  e  di  energia  si 
aggiunse  al  <lelieato  congegno  dell'orga- 
nismo nazionale,  paralizzato  dalla  bru- 
sca sottrazione  di  centinaia  di  migliaia  di 
giovani  lavorattu'i,  e  la 
grandiosa  macchina  si 
rimise  in  moto  i)ortando 
iivuuiiue  la  sicurezza  del 
doniani,  il  conforto  del 
la  voro  continuato,  la  S](e- 
ranza  e  la  fede  nei  de- 
stini della  Patria:  le 
donne  italiane  compiro- 
no il  i)rodigio  di  non  la- 
sciare nemmeno  i)er  un 
attimo  arrestarsi  il  cuore 
}»ulsante  dell'Italia,  nel 
momento  in  cui  tutto  il 
suo  miglior  sangue  af- 
tluiva  lassfi  coi  frementi 
e  baldi  soldati,  incontro 
al  secolare  invasore. 

Di  questa  complessa 
e  vastissima  opera  com- 
]»resa  sotto  il  nome  di 
«Assistenza  civile»'  i)arla 
con  sicura  cognizione  di 
causa  un  altro  collabo- 
ratore dell'  Almanacco. 
Ci  limiteremo  quindi  a 
cogliere  <iualche  ])unto 
saliente,  di  fissare  fra  gli  aspetti  i)iù  sin- 
golari «pielli  che  mutarono  radicalmente 
la  fisionomia  della  nostra  vita  sociale, 
imi>rimendovi,  come  le  fiammelle  azzur- 
rognole delle  lamjtade  e  dei  fanali  nel 
l)UÌo  notturno,  il  temj)oraneo  ma  carat- 
t«*ristico  suggello  di  guerra.  Rileveremo 
inoltre  nel  granile  fervore  di  lumtà  e  di 
aiuto  reciproco  che  solleva  tutta  la  fem- 
iiiinilitìl  italiana,  alcune  iniziative  ohe, 
non  pretendendo  schierarsi  fra  le  princi- 
pali, esercitano  tuttavia  nel  raggio  della 
loro  attività  un  benefico  influsso  nello 
-convcdgimento  dell'  ora  presente. 

Donne  tramviere. 

l'uà  (b'Ilc  ])iiì  originuli  appaiizioui 
che  ci  abbi.a  dato  la  gu<'rra  <>  certo  la 
donna  tramvicra;  nui,  diciamolo  subito, 


Milano.  —  Le  donne  comincl.ano 
a  prestare  servizio  sui  tranis 
cittadiui  il  22  maggio  1916. 


dei   moralisti,  il  i)ub. 

lai  primo  giorno  verso 
«li  essa  con  impeccabile  correttezza  ;  «li 
numero  sul  i)rincii)io  assai  limitato,  le 
ti-amviere  tanto  a  Roma  (punito  a  Milano 
andarono  raiiidamente  auuientand«>  ed 
oramai  si  può  attermare  che  il  bigliet- 
tario  mascliio  <>  quasi  una  rarità.  Sia 
dal  lato  della  resistenza  che  della  dili- 
genza, le  donne  diedero  in  questo  campo 
ottima  prova  e  non  pochi  fra  gli  as-si- 
dui  frequentatori  dei  trams  dichiarano 
di  preferirle  per  garbatezza  di  modi  e 
riservato  contegno,  ai  loro  pretleceasori. 
Una  vittoria  dunque  non  grandiosa,  uou 
claiuorosa,  ma  assai  significativa. 

La  donna 
nelle  munizioni. 

Un  altro  fenomeno 
«Iella  nuovji  vita  sociale 
italiana  è  la  partecipa- 
zione «Iella  mano  d'opera 
femminile  nella  i)rodu- 
zione  delle  munizioni. 
Non  siamo  ancora  arri- 
vati al  grande  movi- 
mento intlustrialc  «Ielle 
donne  francesi  e  inglesi, 
ma  possiamo  dirci  sulla 
buona  strada.  Le  nostre 
operaie,  nelle  enormi  fu- 
cine ove  si  preparano 
armi  e  proiettili,  sono 
esperte  nel  maneggiare 
trai)ani  e  torni  e  «lisim- 
pcgnauo  mansioni  deli- 
catissime di  precisione; 
nella  sola  Torino,  nello 
industrio  metallurgiche 
e  meccaniche  pel  rifor- 
nimento «Iella  guerra, 
sono  occujiate  migliaia 
di  «lonne  ;  Milano  le  sta  quasi  alla  pari 
e  benché  queste  cifre  non  illustrino  che 
un  fatto  temporaneo  destinato  a  sce- 
mare d'importanza  coli' avvento  della 
pace,  non«limeno  la  valida  cooperazione 
femmiìiile  all'industria  «Ielle  munizioni 
starà  a  testinmniare,  con  tutte  le  altre 
manifestazioni  muli<',bri  di  forza  e  di 
costanza,  a  «juanta  gratitudine  avrà  di- 
ritto la  donna  italiana  nel  giorno  della 
vittoria  finale. 

La  gran«le  jiartecipazione  della  donna 
all'  in«lustria  bellica  ha  8uggerit«>  alla 
nota  rivista  J)onn(t,  l'idea'  «li  un  refe- 
rendum fra  le  maggiori  jicrsonalità.  ma- 
schili e  fcniminili,  i)er  «'ouoscj'rv  il  loro 
schiett«)  ])ensicro  siili' imp«u"tjuiza  e  sul- 
l'utilità di  tale  fenomeno..!  jiarefi  i"u- 
rono  «liscordi.  Rossana,  uno  competenz:»  : 


2G4  — 


in  lutto  «li  statistiche  sul  lavoro  uiii- 
liehre,  risjjoso  che  a  paragone  «Iella  l'ran- 
cese  e  «Iella  tedesca,  la  donna  italiana 
ha  dato  alla  {guerra  una  minima  parte 
«Iella  sua  attività.  Gina  Lombroso  Fer- 
rerò dichiara  invece  ottinu)  e  suflì«'iente 
il  nostro  contributo  femminile  alla  i)ro- 
iluzione  d(!i  rilornimenti.  Il  senat.  Gabba 
non  trova  che  esso  raggiunga  la  stessa 
efficacia  nelle  diverse  regioni  d'Italia. 
11  deputato  Bevione  esprime  la  cei'tezza 
che  senza  l'aiuto  della  donna  la  guerra 
avrebbe  s^iezzato  la  nostra  vita  civile. 
Tutti,  pur  facendo  qualche  appunto,  <iual- 
che  naturale  riserva,  riconobbero  la  stra- 
ordinaria utilità,  l'aiuto  provvidenziale 
l>ortato  in  questa  erisi  dalla  nosti-a  donna 
nei  diversi  rami  dell'  industria  e  «lei  com- 
mercio. 

La  donna  nell'agricoltura. 

Altre  benemerite  della  nazione  sono 
le  lavoratrici  dei  campi,  che  con  nobile 
spirito  di  sacritìcio,  con  operosità  ine- 
stimabile sostituirono  nelle  cam])agne 
gli  agricoltori  assenti.  Fra  tutti  i  pro- 
digi, questo,  delie  nostre  contadine  che 
luanteunero  feconde  e  rigogliose  le  no- 
stre zolle,  che  ne  raccolsero  il  prodotto 
prezioso,  è  torse  il  ])iù  commovente. 
Scrittrici  autorevoli  come  la  Serao  e  la 
compianta  Cordelia  ne  sentirono  la  pro- 
fonda bellezza  e  ce  la  comunicarono  in 
pagine  toccanti.  Dice  la  Serao  in  un  ca- 
pitolo del  suo  recente  libro  di  guerra, 
Parla  una  donna  : 

*  I  contadini  d' Italia  sono  partiti  per 
la  guerra,  dai  ventenni  ai  trentano venni  ; 
folle,  folle  di  contadini  hanno  lasciato  le 
loro  case,  i  loro  campi,  le  loro  fattorie, 
le  loro  masserie,  i  loro  fondi,  le  aie  del 
grano  ed  i  mulini  «Ielle  ulive;  tutti,  man 
mano  sono  stati  chiamati,  hanno  dovuto 
andare,  sono  andati  e  si  sono  battuti, 
i  contadini  italiani,  con  un  impeto  e  con 
una  tenacia  così  mirabile,  che  ì  loro  co- 
mandanti ne  fanno,  ancora  e  sempre, 
gran  lode.  E  allora  le  c«)nta«ìine  italiane, 
in  estate  e  in  autimno,  hanno  raddop- 
piato, triplicato  il  loro  lavoro  quotidiano; 
le  i)iù  pesanti,  le  più  dure,  le  più  este- 
nuanti fatiche  degli  uomini,  esse  le  hanno 
assunte,  con  tanto  coraggio,  con  muta 


fermezza,  chiudendo  nel  loro  grande  cuo- 
re —  sì,  gran«le  e  semplice  cuore  !  —  la 
tristezza  e  lo  sgomento,  per  l'assoitc, 
jK'r  il  lontano.  Sono  mancati  gli  uomini, 
alla  falciatura,  alla  trebbiatura,  ai  bo- 
schi, alle  ulive,  ai  mast<'lli  dell' uva  :'lc 
«loiine  han  falciato  e  trebbiato,  le  «lonne 
hau  fatto  Tedio  e  han  fatto  il  vino.  In 
nessuna  regione  italiana,  la  più  difficile, 
ove  il  lavoro  fosse  il  più  complesso,  il 
]»iù  vasto,  in  nessun  i>aese  agricolo,  vi 
faticassero  gli  uomini  o  le  macchine,  è 
rimasto  iiu  palmo  di  terreno,  ove  non 
si  fosse  fatto  il  raccolto,  ove  non  si 
fosse  seminato  ;  lo  contadine  han  fatto 
tutto  questo,  dalle  bimbe  di  otto  anni 
alle  vecchie  di  settanta  ». 

E  Cor«lelia  nel  suo  libro  così  fia- 
tcrno,  così  sereno.  Le  donne  che  lavo- 
rano, Gonìpone  nell'ultimo  «capitolo  so- 
])ra  lo  stesso  soggetto  una  scenetta  di 
soavità  virgiliana. 

«  Vedo  già  disegnarsi  un  bel  quadro. 
In  un  giorno  «li  pace,  e  pieno  di  sole, 
ecco  ritorna  il  marito  un  po'  zoppicante 
col  petto  fregiato  da  una  metlaglia  ;  si 
guarda  intorno  e  ve«le  i  campi  coltivati 
e  ricchi  di  messi,  gli  alberi  carichi  di 
IVutti,  come  quando  li  aveva  lavorati 
colle  sue  braccia,  e  commosso  dalla  sor- 
])resa  pel  nuovo  miracolo,  si  volge  alla 
«lonna  con  un'  occhiata  interrogativa  e 
vedendone  il  volto  sparuto,  la  persona 
stanca  e  il  sorriso  buono.  conij)rende  e 
dice  prendendola  per  mano  : 

«  —  Tu  hai  fatto  questo?  Io  che 
jvensavo  di  trovare  un  deserto,  mi  hai 
fatto  trovare  l' abbondanza  !  Sei  stata 
l)iù  brava  di  me,  a  te  devo  cedere  la 
medaglia  ». 

E  ben  fece  il  Ministero  di  Agricol- 
tura di  riconoscere  il  valore  delle  con- 
tadine italiane  distribuendo  premi  in 
oggetti  e  in  danaro  alle  più  bisognoso 
e  medaglie  d'oro  e  d'argento  alle  capi 
azienda,  proprietarie  di  fattorie  ecc. 

Laboratori  femminili. 

Senza  peccare  di  esagerazione  si  può 
dire  che  tutta  l' Italia  ò  diventata  <lu- 
rante  la  guerra  un  alacre  laboratorio, 
ove  incessantemente  ari'ivano  e  partono 
indumenti  i)er  soldati  e  per  feriti,  capi 


IL   TACCO   DI 
VERA  GOMMA 


^  r 


fh'^f-  ^m*^. 


Come  Bl  lavora  la  lana  per  i  nostri  soldati  in  una  scuola  in  Prati,  a  Roma. 

{Fot.  Porry  Pastorel). 


di  vestiario  per  bimbi  di  ricbiamati  e 
j»or  profughi  ;  l'organizzazione  di  «luesto 
iuiiuenso  s»'rvi/,io  di  rifornimento,  ove 
Jiiigliaia  di  disoccupate  trovarono  la- 
voro, sotto  la  direzione  di  instancabili 
volontarie,  avrj\  nelle  future  opere  di 
statistica  uno  dei  j)osti  d'onore.  Qui  ri- 
corderemo di  sfuggita  il  benemerito  Co- 
mitato della  «  Pro  P^sercito  »  che  nel 
giugno  scorso  aveva  già  mandato  alle 
tiupi)e  combattenti  ben  215.000  capi  di 
lana  ;  i  Laboratori  delle  Bende  composte, 
promossi  da  una  attiva  signora  inglese 
di  Bordighera  e  da  un  eletto  grupi)o  di 
dame  milanesi  ;  la  i>reparazioue  tlegli 
indumenti  antii)ara88itari  assunta  dal- 
l'Unione Femminile  Milanese  e  le  eccel- 
lenti iniziative  per  combattere  il  freddo 
I)atrocinate  dall'Assistenza  pubblica  mi- 
lanese. Milano  e  Bologna,  le  due  città 
che  tradussero  per  le  jn-ime  in  azione  i 
loro  nobili  sentimenti  di  patria  e  di  ca- 
nta, furono  seguite  in  breve  da  tutti  i 
principali  centri  d'Italia,  dalle  province, 
«lai  lontani  capoluoghi  di  campagna,  «lai 
liifi    spenluti    villaggi    per  i  monti,  ove 


donne  di  tutte  le  età  ripresero  1  patriar- 
cali ferri  della  calza  fra  le  mani  ab- 
bronzate. 

II  contributo 

delle  donne  meridionali. 

Ma  l'opera  di  assistenza  icmniinilo 
jier  la  guerra  si  atìermc)  in  modo  vera- 
mente insperato  nel  mezzogiorno,  ove  si 
crede  la  donna  schiava  di  falsi  e  ipocriti 
l)reconcetti  antiquati.  Bari,  Lecce,  Tra- 
ni.  Foggia,  Catania,  Siracusa,  istituirono 
i'orsi  d'infermiere  e  comitati  di  soccorso 
che  tutti  funzionarono  con  regolarità  per- 
letta.  La  guerra  distrusse  quel  torpore 
un  po'  scettico  nel  quale  si  era  cullata 
lin  (jui  la  donna  meridionale  e  ne  rivelò 
le  straordinarie  attitudini  di  ordine  e  di 
energia.  La  Duchessa  d'Aosta,  quando 
fu  a  Bari,  rimase  addirittura  stupita  che 
in  <iuella  città  si  fosse  fatto  tanto  per 
i  richiamati  e  i)er  le  loro  famiglie;  l'alto 
sentimento  di  jiatriottismo  di  quelle  don- 
ne non  ha  bisogno  di  venire  esaltato,  ma 
degno  di  ammirazione  ò  l'episodio  di 
<iuella   madre    l)arese  che  con  scnii»Iice 


RI^GlOVaCI  I  Rp  VOU&TEo?? 

usfnrt  Lfi 

LOILMONE 

COHTR.O  LA   CANIZIE    «"X^ 

JH  VENDITA    DA   TUTTI   I    PROFUMIERI   DITALIA 


£X€£LS/OR= 


"ÒlÓiriGCR   JUMIOR. 

5)E.POSlT.U5ELUNIl.C?^tlUANO-VlABro( 


pesto,  per  intimo  conviucimcuto,  con- 
dusse il  figlio  esente  dal  servizio  n»ili- 
tare  a  l'arsi  iscrivere  come  volontario 
nell'esercito  :  inchiniamoci  a  quella  ma- 
dre eroica  e  vediamo  in  essa  il  simbolo 


-  266  - 

lanese  disimpegnarono  presso  a  poco  lo 
stesso  lodevole  lavoro,  dedicandosi  alla 
sovraintendenza  dei  sette  laboratori  fem- 
minili per  le  forniture  militari,  ove  in- 
numerevoli operaie  equamente  retribuite 


del  coraggio  e  dell'  abnegazione  di  tutte    sfuggono  alla  triste  speculazione  di  gros- 
le  donne  italiane.  sisti  poco  scrupolosi,  j) restando  il  i)ro- 


Nella  Campagna  Romana.  —  Donne  che  hanno  i  mariti  al  fronte 
e  che  lavorano  per  i  soldati. 

(Fot.  Forry  Pastorel). 


M  lavoro 

dei  Lyceum  femminili. 

Floridissimo  è  l'annuale  bilancio  di 
lavoro  dei  Lyceum  femminili  di  Firenze, 
Milano,  Koma.  Modestamente,  quasi  con 
umiltà,  quello  fiorentino  si  adoperò  a  mi- 
tigare le  sofferenze  dei  nostri  valorosi 
soldati;  macelline  da  cucire  invasero  le 
sale  e  muccbi  di  biauclieria,  di  oggetti 
di  lana,  di  mascbere  contro  i  gas  asfis- 
sianti si  accatastarono  ovunque;  agli 
ospedali  fiorentini  vennero  mandati  mol- 
ti libri,  bastoni  per  convalescenti  e  una 
si)eciale  sezione  si  occupò  dei  x)i"igionieri 
di  guerra. 

Le  200  e  piìx   socie   del  circolo   Mi- 


prio  concorso  nei  posti  di  ristoi'o,  all'  uf- 
ficio notizie  ed  ai  profughi.  Un  gruppo 
di  volenterose,  sull'  esempio  delle  donne 
francesi,  diede  vita  alla  simpatica  isti- 
tuzione delle  Madrine  dei  prigionieri  di 
guerra,  per  cui  una  signora  prende  sotto 
il  suo  patrocinio  un  prigioniero  di  po- 
vera famiglia  e  lo  sovvenziona  di  quanto 
gli  è  necessario,  sopratutto  del  pane.  Le 
Madrine  verranno  iscritte  in  un  albo 
d'onore,  che  il  Lyceum  conserverà  quale 
ricordo  di  una  patriottica  offerta  e  come 
omaggio  alle  socie,  che  presero  a  cuore 
le  sorti  dei  soldati  caduti  feriti  o  esau- 
sti nello  mani  del  nemico  rivelatosi 
sempre  barbaro  e  inumano  verso  gli 
inermi.    Il   Lj^ceum  milanese  promosse 


.     -  2G 

infine  In  vi'ndita  di  duo  cinhlemi  di 
'guerra:    T  ìiim'IId  «per   l:i   patria»   e  il 

traccialo  di  lorro,  dostiuandoiie  il  ri- 
<  avt»  alla  Croce  Rossa  e  ad  altri  enti 
(li  lioneticoiiza. 

Suo  non  ultimo  titolo  di  benemerenza 
ò  di  aver  lanciato  il  ])rinjo  ai)])ollo  ])or 
la  prcparazioiui  Icniniinilo  iVa  la  citta- 
dinanza, (piando  ancora  l'intervento  ita- 
liano era  <la  molti  discusso  e  da  iiarec- 
(  Id  ritenuto  in)i)roì>al»ilo.  In  una  seduta 
del  novonjliro  1!I14  furono)  convocate  al 

Lvi-oum  lutto  le  Presidenti  delle  Asso- 
t  ia/.inni  lomininili  con  un  l)ij;lietto  d'in- 
\  ito  clic  rimarrii  memorabile;  eccolo: 

«  Illustre  Signora, 

«  L'ora  che  volge  deve  ispirare  a 
tutte  lo  donne  d' Italia  vivifssimo  il  de- 
.«-idorio  di  unirsi  e  convergere  ogni  loro 
energia  verso  un'  unica  e  santa  idea  : 
«  La  Patria  nostra!  »•. 

*  Per  affidamenti  ricevuti  abbiamo 
ragione  di  credere  die  il  Governo  sa- 
rebbe ben  lieto  e  grato  del  nostro  con- 
tributo nella  triste  eventualità  in  cui  il 
nostro  Paese  fosse  travolto  nella  eon- 
llagrazione  europea. 

•«  E  noi  fervidamente  pregbiamo  la 
S.  V.  di  trovarsi  sabato  7  novembre 
alle  ore  15.30,  nella  sala  del  Lyceum, 
in  via  Borgonuovo,  20,  por  una  comune 
inte.^a  sull'azione  che  intendiamo  svol- 
gere, assai  confidando  nel  Suo  autore- 
vole con.siglio  ». 

Il  convegno  riuscì  dei  più  solenni  per 
(jualità  e  numero  di  intervenute,  e  vi 
si  gettarono  le  basi  di  <iuel  programnui 
di  lavoro  che  doveva  comprendere  una 
grandiosa  e  sintetica  linea  d' azione  e 
l'organizzazione  sistematica  di  tutte  le 
ibrze  fenuuinili  in  caso  di  mobilitazione 
e  di  guerra. 

Anche  il  Lyceum  romano  rivolse  gran 
parte  delle  proprie  iniziative  ai  prigio- 
nieri sparsi  nei  campi  di  coucentramento 
e  negli  osi)odali  austriaci;  ad  essi,  col- 
r  autorizzazione  ministeriale,  inviò  in- 
cessantemente pacchi,  ricordi,  doni  :  così 
«lalla  capitale  pervenne  di  continuo  ai 
l»overi  esuli  un  po'  di  bontà,  di  amore 
<•  di  pietà  fraterna.  I  soldati  non  furono 
dimenticati  <'  alcune  salo,  d(dla  sede  del 
più   olott(t    foniniinismo  romano  si   tra- 


sformarono in  laboratori  i)er  la  confe- 
zione di  indumenti  e  di  scaldaranci. 

Il  Lj'ceum  di  Roma  riprese  il  suo 
aspetto  di  solennità  e  di  signorilità  in- 
tellettuale, in  occasione  della  cerimonia 
in  onore  di  Miss  Cavell,  l'infermiera 
martire  inglese;  la  sui)jdiziata  sorse  dal- 
l'ajtpassionata  parola  delle  sue  comme- 
iiioratrici  nella  rossa  aure(da  del  mar- 
tirio, come  un  segnacolo,  una  meta  del- 
l'opera di  giustizia  ver.so  cui  ci  condurrà 
r  auspicata  vittoria  delle  bandiere  al- 
leate. 

La  Lega  Economica 
Nazionale. 

Le  signore  italiane  intrapresero  poi 
una  cami)agna  economica  che  si  acquistò 
subito  le  generali  simpatie  ;  esse  ai)i)ro- 
tìttarono  delle  circostanze  favorevoli  por 
l)roteggere  meglio  la  nostra  produzione^ 
industriale  e  boicottare  con  energia  l'in- 
vadente mercato  tedesco.  L'allarme  fu 
gettato  da  Laura  Orvieto  sul  Marzocco 
in  un  chiaro  e  forte  articolo  intitidato: 
*  Ciuifetti  tedeschi  in  una  i)asticceria 
italiana  »,  ove  la  scrittrice  narrava  di 
aver  veduto  in  piena  guerra  in  una  jìa- 
sticceria  fiorentina  dei  dolci  recanti  l'eti- 
chetta «  Heller- Wien  »,  Chiestone  spie- 
gazione alla  proprietaria  del  negozio,  si 
intese  ri.spondere  che  molta  merce  au- 
striaca passava  ancora  e  trovava  sempre 
compratori.  Alti'i  articoletti  significativi 
comparvero  in  seguito  sul  battagliero 
giornale  di  Firenze,  che  denunziavano 
ora  (questa  ora  quell'  importazione  di 
merce  nemica  ;  si  scoprì  che  financo 
molte  piante  del  celebre  mercato  dei 
fiori  venivano  prima  della  guerra  dalla 
Germania.  Il  momento  era  duncpie  i)ro- 
l)izio  per  formare  un  comidotto,  una 
salutare  congiura  contro  questa  specu- 
lazione senza  freno,  non  arginata  nem- 
meno dall'inimicizia  politica,  ed  ecco  le 
donne  milanesi,  sotto  gli  auspici  della 
Dante,  formare  la  Lega  economica  na- 
zionale che  si  propone  di  fare  un'attiva 
difesa  del  commercio  interno,  troppo 
s])es80  sacrificato  a  quello  estero,  con 
evidente  danno  della  prosperità  italiana. 
Nella  Galleria  Vittorio  Emanuele  venne 
aperto  un  ufficio  di  recapito  per  la  Lega, 


FOtlDM  SIMON 


Purezza    |ajMXI  I  !{ ÌB^V  Zì!éI  iffV    '^'^°'^^ 

assoluta    %BMBHLMBULiHÙBiUUMlHr  aderente 

Incomparabile  per  la  frescKezza  del  colorito. 


21  ks 


iiu'iitre  conferenze  od  oimscoli  ilifluso- 
ii)  la  lodevole  iniziativii  iu  tutta  la  ])e- 
nisola. 

Propaganda  femminile 
di  guerra. 

\Jn  altro  grnpjìo  di  donne  intelli- 
.m^nti  dell'  Unione  Insegnanti  volle  dif- 
tondere  fra  le  classi  femminili  meno 
colte  le  ragioni  che  fanno  sacra  ed  ine- 
luttabile la  nostra  guerra.  Allo  sco])o 
composero  e  fecero  pubblicare  una  serie 
di  lùtidi  e  brevi  volumetti,  nei  quali  in 
forma  piana  ma  pura  ed  elevata,  viene 
spiegata  al  popolo  la  necessità  della  no- 
stra partecipazione  all'immane  conflitto 
europeo  e  ridestato  l'amor  patrio  e  l'amor 
civile  nei  cuori  più  egoisti.  La  stessa  pro- 
])aganda  ricorse  anche  alle  proiezioni  ci- 
nematogratiche,  alle  letture,  alle  carto- 
ilne.  ottenendo  ovun<iue  lusingliieri  ri- 
sultati. 

Il  problema  delle  orfane 
di  guerra. 

Il  ])roblema  delle  orfane  di  guerra 
angustia  molte  generose  anime  femmi- 
nili. 

La  Direttrice  del  grande  Orfanotrofio 
milanese,  nel  convegno  nazionale  delle 
Opere  di  educazione  tenutosi  quest'  anno 
iu  Roma,  propose  di  istituire  presso  ogni 
Orfanotrofio  femminile  una  casa-pensio- 
ne ove  le  orfane  potrebbero  rimanere 
qualche  tempo,  iiu  anno  per  esempio, 
dopo  aver  terminato  gli  studi  dell' Isti- 
tuto. Tale  casa  dovrebbe  essere  diretta 
e  amministrata  dalle  orfane  stesse  che 
vi  imparerebbero  la  scienza  diificile  della 
vita.  Altre  generose  benefattrici  vorreb- 
bero fondare  delle  colonie  agricole  per 
raccogliervi  le  povere  ed  innocenti  vit- 
time della  guerra.  Una  nobile  signora, 
Stefania  Tiirr,  figlia  del  prode  garibal- 
dino, fondò  un'  apposita  rivista  :  Le  Ma- 
dri italiane,  approvata  e  incoraggiata 
dalla  nostra  Regina  e  da  personalità 
illustri,  ove  è  sostenuto  il  nuovo  prin- 
cipio che  1'  orfano  non  deve  venir  tolto 
al  suo  paese  nativo  e  nemmeno  alla  fa- 
nuglia,  per  quanto  ridotta  essa  possa 
essere.  La  signora  Tiirr  in  altre  parole 
vorrebbe  che  il  problema  degli  orfani 
venisse  risolto  dalle  donne  unicamente, 
e  allo  scopo  diftnse  uno  stiituto  in  ogni 
città  e  in  ogni  comune,  per  l'Associa- 
zione delle  madri  italiane,  ad  uso  di 
(1  nelle  signore  caritatevoli  che  intendes- 
sero sostenere  le  idee  e  i  i)ropositi  espressi 
])ella  sua  Rivista.  Le  adesioni  furono  nu- 
merose e  il  generoso  progetto  della  fon- 
datrice potrà  forse  mutarsi  iu  realtà. 


L'attività  delie  donne 
di  Ala. 

Le  donne  irredente,  che  la  no^tia 
guerra  ha  liberate,  hanno  voluto  pron- 
tamente portare  il  loro  contributo  alla 
grande  azione  rivolta  conti'o  il  nemico 
secolare;  prime  fra  tutte  le  donne  di 
Ala  chiesero  ed  ottennero  di  venir  ac- 
cettate come  dame  della  Croce  Rossa 
nei  locali  ospedaletti  da  campo  e  rac- 
colsero fondi  per  preparare  indumenti 
di  lana  ai  prodi  soldati,  loro  liberatori. 

Atti  di  coraggio  femminili. 

Gli  atti  di  coraggio  e  di  eroismo  fem- 
minile nelle  regioni  mai'tirizzate  ove  ]»iù 
infuriò  crudele  la  battaglia,  non  si  con- 
tano; molte  donne  ancora  oppresse  dal 
giogo  austriaco  non  si  trattennero  dal  lan- 
ciare fiori  alle  nostre  truppe  di  avanguar- 
dia e  dal  fornire  loro  informazioni  tal- 
volta preziose.  Due  signorine  goriziane, 
Giulia  Bianchini  e  Maria  Arcani,  scor- 
gendo ai  limiti  della  città  alcune  nostre 
pattuglie  volanti,  issarono  entusiaste  sul 
tetto  della  casa  un  bel  drappo  tricolore, 
I)reparato  in  segreto  pel  gioi-no  dell'ago- 
gnata riscossa.  I  soldati  italiani  lo  vi- 
dero e  lo  salutarono  con  un  colpo  di 
cannone;  ma  subito  dalle  trincee  nemi- 
che partì  una  granata  che  colpì  e  sven- 
trò la  casa  amica,  e  la  sera  stessa  le 
coraggiose  signoi-ine  vennero  tratte  in 
arresto.  Un'altra  eroica  imprudente,  Ma- 
ria Vallini,  trentina,  per  aver  scritto  ad 
un  suo  cugino,  militare  nel  nostro  eser- 
cito, una  lettera  ove  esi)rimeva  l' augu- 
rio che  la  bandiera  italiana  sventolasse 
al  i)iìi  presto  dal  Castello,  venne  arre- 
stata e,  invitata  a  chieder  perdono  del 
suo  colpevole  desiderio  ■«  Non  chiedo 
perdono  a  nessuno  —  rispose  —  ma  mi 
pento  di  non  aver  detto  di  piti,  perchè 
nelle  mie  vene  scorre  sangue  italiano  » . 
Condannata  a  morte,  venne  graziata, 
essendo  minorenne. 

Le  telefoniste  e  le  telegrafiste  delle 
città  pili  prossime  al  confine,  non  la- 
sciarono il  loro  posto  di  responsabilità 
e  di  lavoro,  nemineno  quando  intesero 
il  minaccioso  rombo  del  cannone  ;  il  Bol- 
lettino del  Ministero  delle  Poste  pubblicò 
un  alto  encomio  alla  telefonista  avven- 
tizia dell'ufficio  di  Verona,  signorina 
Bice  Pangoni,  per  il  perfetto  contegno 
tenuto  durante  l'incursione  degli  aero- 
plani nemici  del  27  Marzo  scorso.  Mal- 
grado l' impressionante  spettacolo  della 
caduta  delle  bombe,  essa  non  abban- 
donò un  solo  istante  il  suo  tavolo  di 
lavoro,  pur  trovandosi  sola  in  servizio 


—   -A^ìi  — 


DoetitT'è  Ub  Contatto  ùOh  una  linea  ad 
alta  tensione  producev»  una  fonnidubile 
scarica  ed  un  priucipio  d'incendio. 

Eroine  delia  pietà. 

Auche  il  generoso  e  silenzioso  esercito 
delle  infenniere  volontarie  conta  giìiqual- 
chc  vittinin.  hi  cui  memoria  è  circon- 
fusa di  un'  aureola  di  ful<jida  gloria. 
Tutte  queste  dolci  consolatrici  dalla 
pietà  .sempre  uguale,  dall' infinita  abne- 
gazione esercitata  da  nu\si  e  mesi  nella 
rinunzia  completa  della  loro  per.sonalitù, 
brillano  come  stelle  nel  cielo  tragico 
della  guerra.  Fiiu)ra  nessuna  i)ubblica- 
zi(»ne  rese  noto  il  nome  di  tante  oscure 
eroine,  nui  ad  essa  si  i>rovvederi\  indub- 
biamente col  teuìpo.  Una  giovinetta  di 
20  anni  nel  oirare  i  tifosi  contrasse  la 
stessa  malattia,  fu  sul  punto  di  morire, 
uni,  guarita,  volle  ri])rendere  servizio 
nel  medesimo  ospedale.  Una  signorina 
giovanissima  offrì,  spontaneamente,  di 
farsi  o])erare  ])er  degli  innesti  neces- 
sari ad  un  soldato  gravemente  ferito;  il 
Presidente  di'lla  Croce  Rossa  la  decorò 
della  medaglia  <1' argento.  Alcune  infer- 
nnere  dell'  osi)edale  territoriale  di  Par- 
nui  .si  .sottojìosero  anche  esse  alla  d(»lo- 
rosa  operazione. 

La  principessa  Luisa  Corsini  di  Fi- 
renze, nel  curare  i  suoi  feriti  con  atfetto 
materno,  contrasse:  una  grave  infezione 
che,  fra  il  compianto  di  tutta  la  città,  la 
condusse  alla  tomba.  Due  giovani  infer- 
miere V(dontarie,  Eugenia  Gui  e  Bianca 
di  Prampero  imnu)larono  le  promettenti 
vite  per  malattia  contratta  curando  i  sol- 
dati feriti.  A  (lueste  tre  nobili  vittime  del 
dovere,  il  Ministro  dell'Interno  conferì  la 
medaglia  d'  argento  <lei  benemeriti  della 
salute  pubblica. 

Generose  elargizioni 
femminili. 

Nel  libro  d'oro  dell.-i  *  pietà  femmi- 
nile »  verranno  inscritti  ])ure  i  nomi  <li 
non  poclu!  generose  che  profusero  il  loro 
denaro  ]>cr  lenire  i  terribili  mali,  le  mi- 
serie crudeli  portate  dalla  guerra.  Il 
primo  istituto  italiano  di  rieducazione 
dei  mutilati  ^  dovuto  ad  una  illuminata 
benefattrice,  a  Donna  Fanny  Finzi  Ot- 
tolenghi;  il  suo  Jiifwjio  sorge  a  Goi'la 


pre&so  Alilano  6  in  MflO  i  Aoldati  muti* 
lati  ritrovano  la  dignità  e  la  gioia  di 
una  vita  produttiva  ed  operosa;  ft)rnito 
di  tutti  gli  ultin)i  trovati  della  chirur- 
gia e  di  una  scuola  professionale  vera  e 
])ropria,  l' Istituto  ])uò  accoglierò  200  al- 
lievi. Il  Ministro  della  Pubblica  Istru- 
zione conferì  ad  un'altra  eletta  dona- 
trice, signorina  Adelma  De  Marchi  di 
Milano,  la  grande  medaglia  d'  oro  dei 
benemeriti  della  salute  pubblica  ;  ella 
offrì  alla  città  una  clinica  pediatrica 
improntata  ai  piìi  moderni  dettami  della 
scienza  e  dotata  di  (piel  senso  artistico 
che  già  caratterizza  un  suo  precedente 
e  muniiico  dono  :  l'Ospedale  Victor  De 
Marchi  con  l'annessa  scuola  delle  infer- 
miere. Una  signora  di  Torino  ricand)i?) 
una  scatcdetta  di  cerini  Pro-Mutilati  con 
UTu>  chò(iue  di  .')0,000  lii-e.  Gli  esempi 
della  nobile  filantro]>ia  delle  donne  ab- 
bienti italiane,  che  fanno  il  bene  quasi 
alla  chetichella,  con  uno  squisito  senso 
di  pudore  e  di  modestia,  potrebbero 
riempire  molte  colonne. 

Conquiste  del  femminismo. 

Il  femndnismo  intellettuale  segnò,  a 
malgrado  dei  tempi  eccezionali  che  at- 
traversiamo, quah'he  notevole  conqui- 
sta. L'  Università  di  Bologna  conferì 
per  la  i)rima  volta  in  Italia  la  libera 
docenza  in  pedagogia  ad  una  donna,  la 
Signora  Gilda  Chiari  Allegretti;  essa 
tenne  una  lezione  i)ubblica  sul  tema  : 
/  priìtripaìi  problemi  dell' iiiseynamcnlo 
(/eo(/rafiro.  La  Commissione  approvò  la 
candidata  con  voto  unanime. 

Una  signorina  genovese,  Bice  Da- 
uco, conseguì  la  laurea  in  giurispru- 
denza all'Università,  con  un'elaborata 
e  dotta  tesi  sulla  difesa  dell'onore.  K 
non  meno  ammirevole  delle  precedetiti 
ò  la  cieca  signorina  Maria  Simoniui  che 
ottenne  con  licenza  d'onore  il  dii>loma 
nuigistrale,  nella  scuola  normale  di  Reg- 
gio Emilia. 

La  pace  auspicata 
dalle  donne  d'Italia. 

Vogliono  la  i)ace  le  donne  d' Italia  ? 
Certo  il  loro  cuore  anela  ni  giorno  be- 
nedetto in  cui  i  tigli,  i  mariti  e  i  frati-Ili 
faranno  ritorno  alle  mute  case  ove  da 


FTA  ■  L'ideale  dei  la.ssativi  per  adulti  e  bambini. -ff^ 
Non  irrita,  non  provoca  coliche. 

In  tutte  le  farttiaric  in  scatole  da  HJÌ  discoidi, 

I^EPETIT  FARMACEUTICI   -  MILANO 


^^»00^0i>it0^0m 


270  — 


tanto  tonii>o  attendono  ansiose.  Ma  mai 
e.sse  accoglierebbero  con  animo  lieto  una 
pace  che  non  realizzasse  tutte  le  nostre 
aspirazioni  nazionali,  che  non  compen- 
sasse il  sangue  sparso  e  le  lagrime  sof- 
focate di  tante  povere  madri  in  lutto. 
Al  Comitato  interventista  di  Roma,  la 
Professoressa  Bice  Sacchi  a  nome  delle 
numerose  aderenti  disse  che  le  donne 
italiano  contrarie  per  sentimento  e  per 
istinto   alla   violenza,   considererebbero 


come  1.1  pih  grande  iattura  una  pace  la 
quale,  lasciauilo^  impunita  la  delinquenza 
e  invendicate  le  sotterenze  cru<leli  inflitte 
a  coloro  {;he  di  questa  delinquenza  fu- 
rono travolti,  ad  altro  non  servisse  che 
ad  incoraggiare  la  feroce  violenza  au- 
stro-tedesca ed  a  rinnovarne  le  orribili 
gesta. 

Le  donne  d' Italia  invocano  dunque 
la  i)ace,  ma  ima  pace  alata  che  ha  nome 
•«  Vittoria  ». 


Femminismo  di  guerra  in  Francia. 


Il  benessere  della  Francia 
prima  della  guerra. 

La  guerra  sorprese  la  Francia  in  un 
floridissimo  periodo  economico  che  per- 
metteva a  tutte  le  classi  sociali  di  go- 
dere largamente  la  vita  ;  le  donne  della 
borghesia  si  procuravano  l' illusione  del 
lusso  spendendo  spensieratamente  i  guii- 
dagni  dei  mariti  ;  1'  oi)eraia  dava  fondo 
al  ricavo  della  settimana  senza  pensare 
al  domani  e  la  dama,  come  la  giunàr 
attrice,  si  abbandonavano  ai  ca[)ricci 
più  eccentrici  e  costosi.  Sono  della  vi- 
gilia della  guerra  questi  frammenti  di 
cronaca  mondana  che  sembrano  ripor- 
tarci ai  fasti  della  decadenza  romana: 
*  La  Signora  X,  portava  una  veste  di 
broccato  d' argento  con  parrucca  azzur- 
ra »•  ;  ■«  La  Signora  Y,  comparve  nella 
sala  coi  piedi  nudi  calzati  di  sandali  di 
lacca  ». 

Mutamento  di  scena. 

Erano  i  temjji  corrotti  dell'  impaccio, 
delle  gonne  spaccate  fino  al  ginocchio, 
del  tango,  della  matchiche.  E  ad  un 
tratto  la  fatale  diana  di  guerra  sveglia 
dal  loro  sogno  sibarita  queste  incoscienti, 
le  richiama  alla  realtà  dell'  esistenza, 
alla  necessità  del  dovere  e  del  sacrifì- 
cio. Come  in  una  grandiosa  produzione 
teatrale,  la  tela  cala  sui  resLaurants  il- 
luminati, sui  cabarels  notturni,  ove  si- 
gnore di  tutte  le  età  ballano  danze  eso- 
tiche e  si  rialza  sopra  un  quadro  tragico 
sul  cui  fondo  dell'  invasione  nemica,  le 
stesse  donne  oi'ganizzano  soccorsi,  rin- 
cuorano bimbi,  improvvisano  per  mi- 
gliaia di  disoccupati  nuovi  mezzi  di  sus- 
sistenza. 

Pareva  che  in  uno  slancio  così  gran- 
dioso e  subitaneo  di  tutte  le  loro  forze, 
in  ima  così  terribile  tensione  dei  loro 
nervi,  le  donne  francesi  dovessero  pre- 
sto esaurirsi  ;  invece  dopo  due  ;uiui  e 
mezzo  di  guerra,  esse  si  trovano  ancora 


tutte  al  loro  posto  di  lavoro,  allenate 
meglio  alla  fatica  e  decise  di  resistere 
come  i  loro  eroici  poilus  fino  al  giorno 
della  vittoria. 

Provvide  istituzioni 
di  guerra. 

Sono  francesi  molte  provvide  istitu- 
zioni divenute  in  seguito  popolari  anche 
da  noi  ;  lo  scaldaranció  che  tanto  con- 
forto diede  e  dà  tuttavia  ai  soldati  è 
stato  patrocinato  da  un  Comitato  di 
signore  parigine  ;  l' iniziativa  delle  Ma- 
drine dei  prigionieri  di  guerra  fu  ideata 
dalla  direttiùce  della  rivista  *  Les  An- 
nales  >  signora  Brisson.  La  Madrina 
del  soldato  ò  anch'  essa  un'  iniziativa 
prettamente  francese,  che  fa  scoiTcre 
di  continuo  verso  i  combattenti  le  onde 
incoraggianti  della  sìnix^atia  e  della  ri- 
conoscenza femminile.  Non  ogni  soldato 
ha  una  madre,  una  sposa,  una  sorella 
che  gli  rendano  meno  dura  la  vita  di 
trincea  con  lettere  aftettuose  e  qualche 
piccolo  dono;  a  questi  orfani,  a  questi 
dimenticati,  la  gentile  e  briosa  donnina 
d'oltr'Alpe  scrive  parole  di  conforto,  in- 
via spesso  regalucci  e  offre  l' ospitalità 
della  sua  casa  durante  i  brevi  congedi. 

Sulle  originali  e  talvolta  idilliche  si- 
tuazioni che  nascono  dalla  personale 
conoscenza  delle  madrine  coi  loro  rispet- 
tivi figliocci,  hanno  già  ricamato  con 
garbo  alcuni  scrittori  ed  autori  dram- 
matici di  grido.  La  Visitatrice  s'  inca- 
rica allo  stesso  modo  dei  soldati  feriti 
non  allietati  da  nessuna  api^arizione 
amica  nelle  grigie  corsie  dell'  ospedale  ; 
fa  la  lettura  dei  giornali,  sbriga  la  loro 
corrispondenza,  i)orta  sigarette,  dolci  e 
quando  i  malati  entrano  in  convale- 
scenza li  conduce  a  spasso,  accoglien- 
doli magari  in  casa  sua,  se  la  famìglia 
non  li  reclama. 

Per  agevolare  i  rapporti  fra  le  si- 
gnore volonterose  ed  i  combattenti,  la 
direttrice   della  rivista  settimanale  Lei 


^^o^^e  t\nuVò  la  MutualUé  féminine,  che 
lacfolso  hir'jlnssiint'  adosionì.  Il  con- 
corso dato  dalla  donna  francese  di  ofitii 
.  ti\  e  di  o^ni  ceto  alla  Croce  Kossa  «"^ 
-tato  veramente  nuijjuitìco.  •«  Da  nu  capo 
all'altro  della  nazione  si  ripete,  come 
immagine  rillcssa  da  specclii  innumere- 
voli, lo  stesso  quadro  commovente  :  una 
sala  d'ospedale,  dei  letti  allineati,  dei 
teriti  coricati,  altri  che  camminano  ])e- 
nosamente,  appoggiati  su  stampelle  e 
bastoni,  e  delle  signoro  vestite  di  bianco 
col  velo  sulla  fronte  segnato  d'  una  cro- 
ce rossa  ».  Sono  parole  dell.a  signora 
«r  Ulmès,  che  sulla  Kevnc  Ilebdomadaire 
tracciò  un  efficace  schizzo  dell' operositi^ 
femminile  in  Francia.  La  scrittrice  so- 
stiene che  (luesto  quadro  non  è  del  tutto 
triste,  giacch^  la  carità  e  la  grazia  mu- 
liebre vi  difl»>ndono  tiori,  libri,  ninnoli 
e  giuochi.  Ella  si  chiede  con  lodevole 
sincerità  se  nell'  abbracciare  con  tanto 
fervore  la  professione  di  infermiera, 
molte  signore  non  seguano  una  moda  ; 
ma  tutti  rispondei-ebbero  con  la  natu- 
rale conclusione  che  una  moda  austera, 
fatta  di  abnegazione  ;ion  s' impone  senza 
ini  motivo  sui)eriore. 

Parallelo  fra  l'intervento 
femminile  del  70 
e  l'odierna  guerra. 

Certo  la  «lonna  francese  moderna 
dalla  sua  stessa  vita  attiva  di  sijorts  e 
di  nu>lteplici  occupazioni  mondane,  era 
ben  agguerrita  per  le  nuove  fatiche,  pro- 
fondamente diversa  in  ciò  dalla  donna 
del  70,  romantica  e  soguatrice.  La  si- 
gnora Siegfried,  una  delle  più  elette  rap- 
presentanti del  femminismo  francese,  fa 
un  giusto  i)arallelo  fra  l'intervento  della 
donna  nelle  due  guerre  con  la  Germa- 
nia. Nel  70  esse  non  chiesero  di  lavo- 
rare, sapendo  a  prioi*i  che  nessuno  avreb- 
be preso  sul  serio  la  loro  collaborazione, 
allora  iin  numero  relativo  di  uomini 
partì  per  il  campo,  di  modo  che  molto 
famiglie  restarono  intatte.  Nel  l'Jlt  tutta 
la  nazione  partecipò  al  conflitto  e  le 
donne  dovettero  sostituire  gli  uomini 
lu'i  servizi  civili  e  allestire  quelle  mol- 
teplici forme  di  assist^^nza  e  di  cariti^ 
che  le  circostanze  imperiosamente  ri- 
chiedevano. 


Non  meno  delle  infermiere  volonta- 
rie, le  suore  compiono  prodigi  di  al- 
truismo, e  il  Presidente  della  Repub- 
blica volle  egli  stesso  decorare  Suor 
Lui.sa,  l'angolo  tutelare  di  Nancy,  della 
croce  di  guerra. 

Le  seminatrici  del  coraggio. 

Una  fanciulla  lorenese  ebbe  l' idea 
di  fondare  tra  lo  suo  giovani  coetanee 
la  Lega  delle  seminatrici  del  coraggio 
l)er  combattere  il  pessimismo  e  la  sH- 
«lucia  sotto  qualunque  forma;  il  motto 
della  lega  ò  quello  di  S.  Caterina  «  Non 
bisogna  piangere,  ma  agire  ». 

Ottime  iniziative 
femminili  francesi. 

Ora  r  industria  della  moda  si  è  qiiasi 
normalmente  ristabilita  a  Parigi,  ma  sul 
princiino,  quando  il  nemico  s'avvici- 
nava minaccioso  alla  capitale,  era  del 
tutto  paralizzata;  circa  100,000  operaie 
si  trovarono  disoccupate  e  ])rovviden- 
ziali  furono  allora  i  diversi  laboratori 
che  fornirono  a  queste  infelici  i^u  digni- 
toso guadagno.  Una  ben  m)ta  amica 
delle  midincUes  parigine,  la  signorina 
Quentin,  ebbe  l' idea  di  aggruppare  i 
diversi  laboratori  in  una  associazione 
unica  che  prese  il  iu)me  di  Fédération 
d'organisme  de  Iravail  col  doppio  scopo 
di  sopprimere  gli  intermediari  e  di  al- 
leggerire le  spese  troppo  pesanti  della 
carità,  mettendo  le  lavoratrici  in  grado 
di  sostenerlo  »lii  sole. 

Altre  signore  intelligenti  pVocurarono 
lavoro  alle  abili  lavoratrici  dell'  ago  col 
promuovere  esposizioni  di  bambole  sto- 
riche e  regionali,  e  siccome  dal  bene 
nasce  bene,  così  si  formò  di  lì  a  poco 
la  Lega  del  giuocattolo  francese  e  (jnella 
,I)iù  importante  ancora  delle  Compratricl 
francesi,  lo  cui  socie  s' impegnaiu)  di 
acciuistare  unicamente  i  prodotti  na- 
zionali. 

Fu  a  torto  rimproverato  alla  donna 
francese  di  potersi  occupare  ancora  di 
cose  frivole,  di  non  aver  rinunciato  del 
tutto  alla  «  toilette  ».  Ma  l' industrin  «lei 
lusso  ò  uno  dei  maggiori  cespiti  delle, 
entrate  francesi  ed  è  un  <lovere  patriot- 
tico di  non  lasciarla  languire.  L' essere 
eleganti,  il  mutare  alcune  vesti  durante 


™'^."^     Mil  ?/l1  }  MM  l  Ti  f  lì  y  I     Profumo 

dei         1^  f     1  É  I  i  k  IWl  ikiilik  ■ 
bambini     ^|^^J^^^|l^^^^H^^^^^^^^^^^^H     delizioso 

Puro  ed  untuoso,  rende  la  pelle  fine  e  vellutata. 


272 


la  «tajulone,  non  iTiipedisoè  alle  parigiue 
(li  l'oudare  V  Uìiion  fralernelle  cìxe  hov- 
venzioua  gli  oi-tani  la>«ciandoU  nella  loro 
città  e  in  Beno  alla  famiglia,  e  V Assi- 
st ance  mutuelìe  dts  Vetives  de  la  guerre, 
che  si  i)ro])Oiio  di  procurare  alle  vedove 
incapaci  di  assumere  un  lavoro  fuori  di 
casa  ])er  educazione  e  per  abitudini  so- 
ciali contratte  iu  ])assato,  un  mezzo  siui- 
pati<'o  di  aumentare  le  loro  risorse  eco- 
nomiche ;  esse  vengono  istruite  nell'  arte 
di  fare  scatole,  j)aralunii,  gingilli  gra- 
ziosi, articoli  di  toeletta  infantile,  men- 
tre sale  di  vendita  organizzate  dalle 
socie  dell'assistenza,  mettono  questi  og- 
getti alla  portata  del  pubblico. 

Servizi  femminili  ausiliari. 

La  Francia,  maestra  d' eroismo  sui 
campi  di  battaglia,  ha  dato  pure  V  esem- 
pio delle  ])iù  geniali  api)licazioni  del  hi- 
voro  femuìinile  nei  servizi  militari  au- 
siliari. Il  Tenente  Colonnello  Giuffrav 
fu  il  primo  a  sostituire  con  donne  tutti 
i  soldati  occupati  nelle  retrovie.  La  sua 
iniziativa  ebbe  ])ieno  successo;  mogli, 
madri  e  sorelle  di  soldati  uccisi  vi  tro- 
varono un  ini])iego  rimunerativo. 

Il  fenomeno  della  mano  .d'opera 
femminile  assume  in  Francia 
vaste  proporzioni. 

Per  dare  un"  idea  della  vastità  che 
assume  in  Fiuncia  il  fenomeno  della 
mano  d'  opera  femminile  chiamata  a  di- 
simj)egnai'e  il  lavoro  di -ben  4,300,000  uo- 
mini attualmente  sotto  le  armi,  daremo 
alcune  cifre  già  di  per  sé  molto  eloquenti. 
Nelle  sole  ferrovie  francesi  sono  occu- 
pate 40,000  donne  e  negli  uffici  relativi 
lavorano  100,000  impiegate.  Parigi  conta 
27,400  fattoriue  commerciali  e  TOOtram- 
viere. 

Nell'Amministrazione  delle  poste  vi 
sono  2000  doime  di  cui  una  metà  fa  il 
lavoro  notturno;  altrettante  se  ne  tro- 
vano nei  Telefoni.  Nelle  Banche  si  cal- 
colano pili  di  5000  le  donne  entrate  dopo 
la  guerra.  Nei  diversi  Ministeri  ve  n'  è 
presso  a,  poco  un  migliaio  e  future  sta- 
tistiche stabiliranno  quante  donne  sono 
sparse  nelle  aziende  i)rivate,  nelle  fab- 
briche, negli  uffici  e  nelle  manifatture 
dello  Stato. 


La  donna  nelle  industrie 
della  guerra. 

Ma  ore  la  partecipazione  femminile 
al  lavoro  collettivo  si  afternia  maggior- 
mente in  Francia  è  nelle  industrie  della 
guerra.  La  nostra  alleata,  assalita  di 
sorpresa  dal  brutale  nemico  germanico, 
dovette  compiei-e  uno  sforzo  immane  p<'r 
allestire  i  suoi  mezzi  di  difesa,  chia- 
mando nelle  officine  già  esistenti  e  iu 
quelle  improvvisate,  uAn  solo  tutti  gli 
uomini  non  validi  alle  armi,  ma  un  osci-- 
cito  di  donne,  che  corrisj)ondono  a  circa 
un  terzo  della  totale  mano  d'  opera  im- 
piegata. Duecentomila  donne  nelle  as- 
sordanti e  fumose  fabbriche  del  tjreu- 
sot,  di  Parigi  e  di  llartieur  rinunziano 
a  tutti  i  privilegi  del  loro  sesso  i)er  ren- 
dere pili  sicura  e  piìi  grande  la  vittoria 
della  patria.  Molte  sono  incaricate  della 
verifica  e  del  controllo  dei  pezzi,  special- 
mente degli  obici;  una  buona  operaia  ne 
esamina  2000  al  giorno  e  ogntino  x>esa  7 
chili  ;  le  differenti  parti  della  spoletta  ri- 
chiedono un  occhio  esj)erimentato  come 
quello  di  un  fabbricante  di  cronometri. 
Altre  compiono  sempre  lo  stesso  movi- 
mento ammirevolmente  calcolato  presso 
macchine  turbinose  e  possenti:  un  mil- 
limetro di  spostamento  sarebbe  suffi- 
ciente per  perdere  la  mano.  Altre  an- 
cora fondono  le  jìsille  per  i  shrapnell 
a  contatto  del  metallo  incandescente  o 
conducono  torni  siu'uzzanti  senza  posa 
il  loro  liquido  oleoso.  In  questi  rejjarti 
la  donna  sacrifica  quanto  possiede  di 
I)iìi  prezioso,  la  sua  femminilità;  ep- 
pure quanti  poterono  avvicinarla,  la  tio- 
vai'ono  sempre  lieta  e  sorridente,  soste- 
nuta dall'  intimo  conforto  di  aiutare  c(d 
suo  lavoro  il  marito  e  i  fratelli  in  trin- 
cea. Le  forniture  militari  sono  quasi  in- 
teramente affidate  alle  donne,  che  so- 
vraintendono  alla  fabbricazione  delle 
maschere  'conti-o  i  gas  asfissianti,  dei 
sacchi  per  la  terra  e  degli  elmetti  pro- 
tettori. Le  donne  francesi  risposero  in 
modo  davvei'o  meraviglioso  all'  ai)pello 
della  patria  in  guerra,  dimostrando  ili 
possedere  doti  singolari  d' intelligenza 
e  di  attività  in  tutti  i  rami  dell'  indu- 
stria e  del  commercio;  ma  chiuso  il 
periodo    delle    ostilità    e   ripristinate  lo 


IGIENE   DEI  CAPELLI 

PROFUMERIA  SATININE 
USELLm:EC?-MILflrtO 

=  Z^A  5 ROGGI  23  = 


—  278 


iiiiliziiiui  ili  vita  uonnalr.  che  avverrà 
;  tutte  queste  lavoratnei  allcniite  or- 
i.ù  alla  fatica,  abituate  a  gustare  le 
boddistazioiii  del  lavoro  e  d<'ir  indipen- 
denza ?  Vorranno  nuovamente  sottomet- 
tersi alla  tutela  del  matrimonio  e  pie- 
garsi air  inferiorità  del  codice? 

li  problema  femminile 
dopo  la  guerra. 

(Tnivc    problema    che    agita    ora    in 
lancia   parecchi  pensatori  eminenti,  i 
;i;ili  vedono  j)rofìlar8Ì  nel  futuro  la  mi- 
naccia di  una  esacerbata  lotta  <lei  sessi. 
Maurizio    Donna j,    dopo    tanta   distru- 
ione,    tanta  rovina,  spera  che  vi  sarji 
.voro    per    tutti.   L'equilibrio  si  ri.sta- 
iiìin\  da  s^,  senza  scosse:  la  donna  si 
persuaderà  di  cedere  all'  uomo  più  forte 
incarichi  poco  piacevoli  e  questi  non  le 

•  )iiten<lerà  piìi  impieghi  essenzialmente 
■luminili,  come  il  vendere  nastri  e  piume 
1  un  negozio  di  modo.  Marcel  Prévost 
>!ina  l'augurio  che  la  vita  di  famiglia, 
i  cura  dei  figli  sembrino  in  seguito  alla 
•)uua   francese  un  destino  invidiabile. 

^••condo  Brieux  il  femminismo  avrà  fatto 
•  iopo  la  guerra  passi  da  gigante  ;  1'  uomo 
non  sarà  più  un  essere  privilegiato  di 
fronte  alla  donna  ;  tutti  i  grandi  e  giu- 
<ì  movimenti  che  si  erano  disegnati  in 

•  issato  s'accentueranno  dopo  la  vitto- 
ria. Alle  donne  che  domanderanno  più 
giustizia  e  più  eguaglianza,  gli  uomini 
ìion  potranno  più  rispondere  che  la  forza 

superiore  al  diritto,  perchè  avranno 
imbattuto  appunto  per  aftermare  il  di- 
i tto  sopra  la  forza. 

I   ccnbattenti   nel    deporre  le  armi 


dovranno  riconoscerti  nella  loro  conij)a- 
gna  diritti  e  doveri  eguali  e  dividere 
con  lei,  che  se  ne  sarà  mostrata  degna, 
le  gioie  e  le  pene  della  vita. 

Nobile  risposta 
delle  madri  francesi 
al  Comitato  della  pace. 

Il  ('omitato  internazionale  della  pa*o 
avendo  fatto  circolare  i)er  la  Francia  n 
speciahnente.  fra  le  donne  i  suoi  mani- 
festi sos])ctti,  V  Unioìi  sarrcc  (ics  mère x 
inviò  dal  giornale  La  Fran<^ui8e  un  i 
fiera  risposta  ai  sostenitori  di  quel  mi)- 
vimento  a  base  di  intrighi  germanici. 
<  Le  madri  francesi  —  dice  (j nella  let- 
tera —  non  hanno  alcuna  ragione  <'i 
interporsi  fra  i  belligeranti  fnio  a  clu», 
vi  saranno  territori  nazionali  invasi  da- 
gli aggressori.  Tutti  gli  orrori  di  questo 
terribile  conflitto  sono  sopportati  dalle 
francesi  con  una  forza  d'animo  che  è 
uguagliata  soltanto  dal  valore  eroico  dei 
loro  figli.  Nulla  potrà  rompere  r  unione 
sacra  della  Francia  per  la  difesa  del 
suolo  nazionale  :  in  questo  stato  d' animo 
incoercibile  nessun  movimento  pacifista 
sarà  compreso  né  sostenuto  dalle  donne 
di  questo  paese  che  pure  allevano  i  loro 
figlioli  per  la  pace,  la  luce  e  il  hivoro, 
senza  odio,  come  senza  paura  verso  lo 
straniero  >. 

Nobili  parole  che  rispecchiano  il  c«>- 
raggio  e  il  i^atriottismo  delle  donne  fran- 
cesi, pronte  a  sacrificare  quanto  hanno 
di  più  caro  e  prezioso,  la  vita  d<!Ì  loro 
figli,  per  la  grandezza  e  il  i)re8tigio  della 
nazione. 


Lre  donne  inglesi  e  la  guerra. 


Le    donne  inglesi  nell' organizzare  i 
'  >ro  servizi  di  guerra  si  valsero  di  quel- 
ordine,   di  quella  disciplina  che  carat- 
•enzzano    tutte    le    iniziative  femminili 
ù' oltre   Manica.    Squadre  militarizzate 
•  li    nurses,    degne   discendenti  per  zelo 
'I    abnegazione    della  grande  Nightin- 
.ile,  la  prima  iufenuiera  fondatrice  deUa 
ì^ed    Cross    inglese,    si    suddivisero  pei 
diversi  teatri  della  guerra  europea  por- 
tan«lo  ovunque  la  loro  instancabile  atti- 
'•  \\h,  V  intelligenza  delle  loro  cure  esperto 
la  dolcezza  soave,  la  distinta  educa- 
zione dei  loro  modi. 

Zelo  e  abnegazione 
delle  nurses  inglesi. 

Fino  sulle  aspre  montagne  d«>l!a  Ser- 
bia, nelle  stermiiiate  pianure  della  Po- 


lonia, ueir  infelicissimo  lìelgio  juesso  a 
ferro  e  a  fuoco  dalla  barbarla  l  ed  esca, 
esse  impiantarono  minuscoli  ma  per  etti 
ospedaletti  da  campo,  ove  con  sollecite 
medicazioni  migliaia  di  giovani  vennero 
strappati  alla  morte.  Ai  soldati  esposti 
per  giornate  intere  alla  micidiale  luitn:- 
glia,  storditi,  annientati  dal  fragore  del 
cannone  e  minacciati  dalle  insidie  mor- 
tali dei  gas  asfissianti,  le  bianche  cuf- 
fiette  delle  nurses  inglesi  sembrano  1' u 
iiica  ancora  di  salvezza,  un  piccolo  pro- 
digio di  bontà  e  di  amore  nell'  odio 
spietato  della  guerra  ;  essi  le  venerano 
come  sante. 

Il  martirio  di  Edith  Cavell. 

K  sante  qualche  volta  lo  sono  dav- 
vero, come  quella  sublime   Miss   Edith 


274  — 


Corpo  di  pompiere  volontar'e  che  spegne  nii  piccolo  incendio 
in  un  ospizio  di  vecchie  di  una  cittadina  inglese. 


Ca\"ell,  uccisa  a  revolverate  nel  Belgio 
(la  un  ufficiale  tedesco  per  aver  favorito 
la  fuga  di  alcuni  prigionieri  inglesi.  Ella 
ora  r  angelo  tutelare  non  solo  dei  feriti 
inglesi  e  belgi,  ma  anche  dei  soldati 
«icrmanici  che  curava  con  eguale  fer- 
vore ;  alcuni  connazionali,  ufficiali  insof- 
ferenti del  giogo  della  prigionia  teuto- 
nica, la  supplicarono  di  aiutarli  nella 
tuga  attraverso  1'  Olanda  ;  ella  aderì  e 
[ìagò  colla  vita  l'eroico  atto  fraterno. 
I  particolari  della  condanna  e  dell'  ese- 
cuzione sono  noti  ;  Miss  Cavell  non  cercò 
di  negare,  anzi  confessò  uniilmente  ma 
senza  tracotanza  il  suo  delitto  e  ne  ac- 
cettò le  conseguenze  senza  vacillare.  La 
luemoria  di  questa  infermiera-martire 
non  impallidirà  col  tempo  ed  il  suo  nome 
»^  degno  di  figurare  accanto  a  quello 
(U'ile  più  ijure  eroine  della  carità. 

L'intervento  della  donna  inglese 
nel  lavoro. 

Una  grandissima  importanza  ebbe 
anche  in  Inghilterra  l' intervento  della 
donna  in  tutte  le  manifestazioni  del  la- 
voro, intervento  facilitato  e  incorag- 
giato dallo  stesso  Governo.  Questo  aiutò 
sopratutto  la  partecipazione  femminile 
ni  lavori  agricoli,  concedend»  premi  e 
certificati  di  benemerenza  alle  più  co- 
stanti. Le  donne  che  si  dedicano  alla 
I  •  a  mpagna  per  tutta  la  durata  della  guerra 
.^  ono  autorizzate  a  portare  un  bracciale 


verde  con  ricamata  in  rosso  la  corona 
reale,  simile  al  bracciale  kaki  degli  uo- 
mini arruolati  nell'  esercito. 

Nel  Norfolk,  la  regione  tipicamente 
agricola  dell'  Inghilterra,  ove  molte  vo- 
lontarie si  assumono  un'  infinità  di  pic- 
cole fatiche,  400,000  donne  lavorano  a 
turno  la  campagna,  assicurando  il  corso 
regolare  di  tutte  le  operazioni  dei  campi. 

Il  Ministro  delle  munizioni  Lloyd 
George  ha  dal  canto  suo  apprezzato  in 
tutto  il  suo  valore  il  contributo  della 
donna  nell'industria  delle  munizioni; 
sono  almeno  mille  le  fabbriche  del  Re- 
gno Unito  che  preparano  armi  e  i^roiet- 
tili  e  ciascuna  impiega  da  2000  a  4000 
operaie,  con  una  mercede  che  va  tal- 
volta a  tre  sterline  per  settimana. 

Professioni  e  mestieri  femminili 
inglesi. 

Le  donne  inglesi  presero  sin  dal  prin- 
cipio della  guerra  ima  parte  tanto  più 
larga  nella  vita  attiva  della  nazione,  in 
quanto  che  esercitavano  già  in  i)assato 
professioni  e  mestieri  maschili.  Londra 
possiede  da  anni  agenti  femminili  di  po- 
lizia, postine,  automobiliste,  fattorino, 
donne  controllore  nei  trams  e  negli  om- 
nibus. 

La  diminuzione  della  mano  d'ojK'ra 
maschile  ha  notevolmente  ampliato  (]ue- 
sto  già  esteso  campo  d'azione:  le  donne 
ora  invadono  anche  le  ferrovie,  ove  si 


—  275  — 


occupano  della  pulizia  dei  treni  e  dello 
stazioni,  attendono  alla  vendita  dei  l»i- 
>;lietti,  trasportano  le  valigie  e  lavorano 
negli  uffici  telegratìci.  Alcune  lurono 
persino  ammesse  nelle  cabine  di  segna- 
lazione. I  risultati  dell'assunzione  su 
larga  scala  del  personale  femminile  nello 
ferrovie  inglesi,  diede  risultati  così  sod- 
disfacenti, che  parecchie  compii guie  fon- 
darono scuole  speciali  nelle  quali  ra- 
gazze dai  17  ai  20  anni  vengono  istruito 
gratuitamente  nelle  mansioni  piìi  tardi 
loro  affidate.  Il  direttore  di  una  impor- 
tante società  ferroviaria  dichiarò  in  una 
intervista  che  bastano  tre  mesi  per  pre- 
parare una  ragazza  di  mediocre  intelli- 
genza, mentre  ce  ne  vogliono  almeno 
sei  i)er  portare  allo  stesso  grado  di  abi- 
lità  un  giovane  di  età  corrispondente. 

Anche  il  lavoro  eseguito  dalle  squa- 
dre di  polizia  femminile  ò  dei  i)iù  lode- 
voli. L' Unione  delle  Madri  riceve  di 
continuo  preziose  testimonianze  sidl'ope- 
ra  utilissima  di  1000  e  più  poliziotti  in 
gonnella.  Nei  sobborghi  a  loro  affidati 
r ubbriachezza  è  diminuita  e  l'ordine 
nelle  strade  regna  perfetto. 

Negli  uffici  di  arruolamento  sono  re- 
golarmente iscritte  6000  donne  ;  esse  di- 
simpegnano tutti  i  servizi  ausiliari,  ag- 
guerrite alle  fatiche  del  campo  da  eser- 
citazioni militari  e  da  lunghe  marcie. 

Le  fabbriche  di  indumenti  militari 
utilizzano  11,000  operaie  e  varie  ditte 
di  costruzioni  edilizie  si  servirono  di 
«lonne  per  terminare  i  lavori  in  corso».^ 
Questa  necessaria  invasione  femminile 
nel  dominio  del  lavoro  maschile,  ha,  fra 
le  altre  conseguenze,  prodotto  non  lievi 
cambiamenti  estetici  nel  vestito  e  nel- 
l'acconciatura. La  gonnella  è  ridotta  ai 
minimi  termini  o  soppressa  addirittura; 
una  lunga  giacca  scende  sino  ai  ginoc- 
chi, nascondendo  i  pantaloni  stretti  nei 
gambali.  I  capelli  vengono  cojierti  da 
un  berretto  di  tipo  militare,  e  la  donna 
così  abbigliata  perde  quasi  comi)leta- 
mente  il  suo  aspetto  femminile,  senza 
cadere  per  questo  nell'  eccentricità  di 
un  travestimento  da  operetta. 

Le  banche  londinesi  rimaste  a  corto 
d'impiegati,  accettarono  un  forte  con- 


tingente  di  donno  nei  loro  uffici  ;  esso 
ammonta  ormai  a  150,000  donne. 

Alcuno  banche  con  lo<levole  discer- 
nimento diedero  nell'assegno  dei  posti 
la  i)referenza  alle  mogli  e  alle  sorelle 
dei  giovani  partiti  in  guerra. 

La  metamorfosi 
delle  suffragette. 

Uno  dei  fenomeni  sociali  più  rinuir- 
chevoli  dell'  attuale  vita  inglese  e  la 
metanu)rfosi  della  suffragetta,  anzi  della 
suffragista  militante  che,  appena  scop- 
]»iata  la  guerra,  smise  di  sforbiciare 
»iuadri,  incendiare  ville,  assalire  in  di- 
mostrazioni feroci  ministri  e  policcmeii, 
per  organizzare  servizi  di  assistenza  nei 
«piali  ritrovò  tutta  la  <lolcezza,  tutta  la 
grazia  immolate  suU'  altare  della  riven- 
dicazione politica.  A  Londra  le  ex-suf- 
fragiste fondarono  un  ospedale  capace 
di  500  letti,  dove  tutto  il  personale  dalle 
cucine  alle  sale  operatorie  e  radiografi- 
che è  esclusivamente  femminile  ;  i  feriti 
sono  curati  da  dottoresse,  chirurghe, 
dentiste,  oculiste,  farmaciste  e  masseu- 
ses,  le  quali  formano  un  corpo  sanitario 
di  primo  ordine.  Bastei-à  dire  che  le 
dottoresse  adibite  al  gabinetto  batterio- 
logico riuscirono  a  scoprire  un  microbo 
nuovo  proveniente  dai  Dardanelli. 

Si  racconta  che  fra  gli  ospiti  del- 
l' Ospedale  delle  Suffragiste  capitò  un 
giorno  un  ex-poliziotto,  che,  operato  e 
riavuto  dall'  anestesia,  riconobbe  nella 
sua  infermiera  una  suffragista  militante, 
da  lui  arrestata  poco  prima  della  guerra 
in  circostanze  emozionanti.  Il  povero 
diavolo  si  trovava  quindi  alla  mercè  del- 
l' antica  nemica,  ma  essa  rispose  all'  im- 
barazzo del  suo  ferito  con  una  bonaria 
risata  rassicurante.  Fra  le  molto  fecondo 
iniziative  femminili  inglesi,  sorte  dall'im- 
mane contlitto,  questa  dell'Ospedale  dello 
suffragiste  è  una  delle  piìi  insigni  e  nes- 
suno vorrà  negare  alle  politicanti  infe- 
rocite trasformate  in  angeli  di  pietà,  il 
perdono  delle  loro  tristi  gesta  d'  un 
tempo.  Probabilmente  esse  non  torne- 
ranno mai  più  ai  metodi  di  lotta  vio- 
lenta, consapevoli  come  anche  la  causa 
del  suffragio  abbia  fatto  progressi  molto 


A1Hk^l% 


—  27C>  — 


piti  rapidi  ora  ohe  non  in  passato,  quando 
un  manipolo  di  esaltate  si  abbandonava 
ad  ogni  genere  di  pazzie. 

Geniali  forme 
di  filantropia. 

Lo  HÌgnorc  inglesi  dotnte  di  un  sin- 
golare senso  pratico,  organizzarono  clubs 
d'  ogni  specie  per  soldati  e  marinai,  cir- 
roli  di  riunioni  per  mogli  dei  militari, 
ove  piacevoli  passatempi  addolciscono 
la  solitudine  di  tante  donne  scoraggiate 
o  stanche  della  guerra.  Ai  le  principali 
stazioni  funzionano  buffets  provvisti  di 
quanto  può  confortare  i  soldati  di  pas- 
saggio e  il  servizio  viene  fatto  con  al- 
legria e  squisita  amabilità  dalle  pili  ari- 
fitocraticlie  signorine  di  Londra.  Una 
grande  benefattrice,  Lady  Arthur  Pagct 
è  alla  testa  di  una  nobilissima  impresa, 
che  intende  offrire  ad  ogni  soldato  ac- 
ciecato  in  guerra  una  sua  propria  ca- 
setta con  giardino.  Ella  calcola  che  oc- 
corrano 20  milioni  per  tradurre  in  realtà 
il  suo  bel  sogno,  ma  essendo  ricchis- 
sima e  godendo  l' amicizia  personale 
della  Regina  Alessandra  e  di  molte  dame 
largamente  generose,  spera  di  riuscirvi. 

La  Lega  femminile 
contro  il  lusso. 

La  guerra  fece  nascere  in  Inghil- 
terra uno  sport  nuovo  :  lo  sport  del- 
l'economia.  L'economia  per  patfiotti- 
fimo  tende  a  divenire  laggiù  una  specie 
di  culto.  I  primi  passi  furono  difficili, 
giacché  la  donna  inglese  è  molto  attac- 
cata alle  sue  abitudini  di  agiatezza,  ma 
ora  la  via  è  trovata  e  di  mortificazione 
iu  mortificazione  la  donna  britannica 
corre  davvero  incontro  alla  santità. 

Lady  Julia  Dxift"  per  es.,  una  delle 
donne  piìi  ricche  dell'alta  società  inglese, 


dichiarò  ad  un  giornalista  di  aver  ridotto 
il  suo  ]>ranzo  a  pane  e  formaggio  ;  un'  al- 
tra signora  di  coraggio  fondò  la  I/egu 
economica  delle  donne  per  la  guerra,  i 
cui  membri  s'  imi)egnano  a  non  fare  ve- 
stiti nuovi,  a  non  prendere  automobili 
per  le  jjasseggiate,  a  non  invitare  nes- 
suno a  casa  propria  nò  al  restaurant, 
a  non  comperare  oggetti  di  lusso  ed  a 
licenziare  tutti  i  domestici,  ad  eccezione 
di  una  sola  persona  di  servizio.  Questa 
lega  si  è  acquistata  subito  una  popola- 
rità straordinaria. 

Un  corteo  di  collaboratrici 
della  guerra. 

Nemmeno  la  i)arte  migliore  delle 
donne  inglesi  desidera  la  pace  a  qua- 
lunque costo,  senza  il  castigo  esemplarci 
del  maggior  responsabile  di  questa  guerra 
e  dei  suoi  mali.  In  occasione  di  una  fe- 
sta nazionale  un  corteo  di  10,000  donne 
percorse  le  strade  di  Londra  allo  scopo 
di  celebrare  la  più  intensa  prosecuzione 
della  guerra  e  la  collaborazione  femmi- 
nile alla  lotta.  Il  successo  ]ni\  vivo  toccò 
alla  sfilata  delle  donne  che  disimi)egnano 
il  lavoro  degli  uomini  chiamati  a  com- 
battere. Il  pubblico  aj)plaudì  le  raiipre- 
sentanti  delle  donne  postine,  condut- 
trici di  omnibus,  chauffeuses,  lattaie, 
giardiniere,  infermiere,  fattorine  e  con 
maggior  ardore  le  donne  addette  alla 
fabbrica  delle  munizioni  che  cooperano 
alla  difficile  ed  aspra  vittoria  sui  campi 
di  Francia.  Sembrava  che  il  pubblico 
di  Londra  volesse,  col  suo  applauso, 
sanzionare  la  nuova  femminilità  corag- 
giosa e  diligente  sorta  dalla  guerra,  ac- 
corsa di  slancio  ai  posti  di  avanguardia, 
ed  anticipare  un  poco  della  gratitudine 
che  largamente  le  saprà  dimostrare  nel 
giorno  della  vittoria. 


Donne  guerriere. 


La  donna  moderna  pareva  esclusa 
dalla  partecipazione  attiva  alla  guerra  ; 
le  amazzoni,  le  guerriere  ci  riconducono 
col  pensiero  alle  remote  eijoche  selvag- 
gie, alle  leggende  mitologiche,  quando 
schiere  -femminili  scendevano  in  campo 
aperto  su  frementi  corsieri,  munite  di 
elmo,  di  scudo  e  di  laneiè.  Invece  il 
fenomeno  delle  donne  che  combattono 
6i  ò  rinnovato  su  abbastanza  larga  scala 
anche  in  questa  guerra,  da  parte  spe- 
cialmente delle  serbe  e  delle  russe,  me- 
glio addestrate  delle  donne  occidentali 
all'  uso  delle  armi.  Le  serbe  animate  da 
un   grande   fervore  patriottico,  posseg- 


gono veramente  l' istinto  della  guerra  ; 
esse  non  esitarono  a  sostituire  fra  le 
file  decimate  dei  loro  soldati,  i  mariti 
ed  i  fratelli  caduti.  La  vedova  del  Te- 
nente Schlats,  un  eroe  dell'infelice  ar- 
mata serba,  costituì  un  battaglione  di 
400  donno,  armate  di  rivoltella  e  di  baio- 
netta, decise  a  morire  j>ur  di  cacciare 
dalla  frontiera  l' odiato  invasore  ;  esso 
si  chiamò  appunto  il  Battaglione  della 
morte.  Fra  i  militari  serbi  rifugiati  iu 
Italia,  vi  fu  anche  una  donna  soldato, 
la  signora  Groich,  che  partecijiò  alla  ter- 
ribile odissea  della  ritirata  su  Durazzo. 
Anche   nella   Russia,   pur  così  ricc-a 


—  'J  <  (  — 


Uu  ftccaiuparaento  di  ragazze  esploiatricl. 


di  uomini,  molte  donne  si  lasciarono  at- 
trarre dall'  avventurosa  vita  del  campo. 
I  giornali  più  seri  riferirono  che  nel  se- 
sto reggimento  dei  cosacchi  dell'  Ural, 
un  quarto  degli  eftettivi  era  formato  «la 
donne.  Il  Times,  le  ciu  corrispondenze 
sono  sempre  attendibili,  narrò  le  gesta 
veramente  epiche  di  una  sedicenne  gio- 
vinetta russa,  che  con  undici  compagne 
riuscì  a  penetrare  sino  alle  file  più  avan- 
zate delle  linee  russe,  in  l'accia  al  ne- 
mico ;  essa  si  chiama  Zoya  Smirnow  e 
partecipò  a  battaglie  tremende.  Una  delle 
fanciulle  trovò  la  morte  sui  Carpazi  ; 
ferita  anche  la  Smirnow,  venne  ricove- 
rata in  uno  ospedale  di  guerra,  ove  ri- 
cevette la  croce  militare.  Ora  tutte  le 
eroiche  giovinette  hanno  deposto  Uuni- 
forme  militare  per  la  bianca  veste  del- 
l' infermiera. 

Nella  Bucovina,  un  caporale  russo, 
riconosciuto  poi  ])cr  una  giovanissima 
donna,  tagliò  in  una  pericolosa  missione 
i  reticolati  nemici  e  tornò  carponi,  ferita 
ad  una  gamba,  alle  proprie  linee.  Venne 
]>romoHsa  ufficiale. 


Lo  Czar  decorò  della  Croce  di  San 
Giorgio  una  giovinetta  allieva  del  gin- 
nasio che,  travestita  da  uomo,  combattè 
valorosamente  e  rimase  ferita  tre  volte. 
Una  contadina  russa,  per  sostituire  il 
marito  che  aveva  indegnamente  eluso 
l'appello,  ne  indossò  lo  vesti  e  trovò  la 
morte,  combattendo,  aGumbinnen.  Una 
signorina  di  20  anni,  figlia  di  un  colon- 
nello russo,  arruolata  nell'esercito  <lel 
padre,  rese  preziosi  servizi  come  esplo- 
ratrice  e  telegrafista;  in  quest'ultima 
qualità  riuscì  ad  intercettare  un  tele- 
granmia  dello  Stato  Maggiore  tedesco 
in  cui  si  ordinava  una  manovra  per  sfon- 
dare il  centro  russo. 

In  Austria  e«l  in  Germania  si  sono 
pure  avuti  casi  isolati  di  donne  che  com- 
battono ;  qualche  inmutginoso  corrispon- 
dente tedesco  ha  previsto  non  lontano 
il  giorno  in  cui  tutte  le  valide  donno 
germaniche  parteciperanno  alla  lottai.  I 
giornali  inglesi  aiMrolsero  la  predizione 
<jon  molti*,  calma,  annuncian<lo  come  lo 
donne  britanniche  non  intendessero  in 
<iuel  caso  rimanere  inoperose.  Esse,  che 


IL   TACCO   DI 
VERA GOMMA 


—  278  — 
nelle  battaglie   per  il   suffragio   lianuo    delle  loro  competitrici,   agguerrite  alle 
dimostrato  di  possedere  qualità  belliche    fatiche  e  alle  astuzie  di  una  guerra  a<l 
e   strategiche   non  disprezzabili   e  una    oltranza, 
buona  dose  di  energia,  sono  forse  meglio 


A.steriscKi  del  femminismo. 


Feniminismo  giapponese. 

Fra  le  sorprese  delle  ultime  elezioni 
politiche  nel  Giappone,  va  compresa  la 
])artecipazione  fonnnìuile  alla  campagna 
elettorale  ;  a  Tokio  le  donne  organizza- 
rono pubbliche  riunioni  i)er  i)re8entare 
i  proin-i  candidati.  Gli  europei,  gli  ame- 
ricani residenti  colà  videro  con  sorpresa 
le  giapponesi  abbandonare  la  casa  e 
scuotere  la  loro  indolenza  leggendaria 
por  diventare  donne  moderne,  attive  ed 
evolute.  Le  maestre  hanno  molto  con- 
tribuito a  questo  movimento  femmini- 
sta, a  questo  risveglio  della  coscienza 
e  della  personalità  della  donna  giappo- 
nese. 

Il  Giappone  è  entrato  tardi  noli'  or- 
bita delle  innovazioni  sociali,  ma  ora 
saprà  ricupei-are  il  tempo  perduto.  I^c 
sue  donne  hanno  voluto  lavorare  anche 
]»er  la  nostra  guerra  ed  un  forte  con- 
tingente di  infermiere  della  Croce  Rossa 
giapponese  è  venuto  in  Russia  a  pre- 
stare servizio  ;  le  ambulanze  e  gli  ospe- 
daletti  da  campo  affidati  alle  loro  cure 
funzionano  con  tanto  ordine,  che  lo  Czar 
stesso  concedette  uno  speciale  elogio  al- 
l'opera  delle  suddite  del  Mikado,  suo 
alleato. 

Non  sono  poche  le  giovani  che  la- 
sciano la  i)atria  per  comjjletare  la  loro 
istruzione  nei  collegi  americani.  Le  pri- 
vilegiate sono  guardate  con  rispetto  ed 
ammirazione  dalle  compagne  al  loro  ri- 
torno ed  esercitano  una  grande  influenza 
sulle  altre  donne. 

Negli  Stati  Uniti  si  contano  ogni  anno 
non  meno  di  100  studentesse  giappo- 
nesi, molte  delle  quali  abbracciano  poi  al 
loro  i)aese  la  j)rofessione  di  insegnjinte  ; 
alcune  laureate  in  medicina  sono  alla 
testa  di  primari  ospedali. 


Anche  le  donne  russe 
organizzano  una  campagna 
contro  il  lusso. 

In  Russia  l' iniziativa  della  lotta  con- 
tro il  lusso,  non  fu  presa  come  in  In- 
ghilterra dalle  dame  dell'aristocrazia, 
ma  dalle  artiste,  considerate  a  torto 
come  l'elemento  frivolo  per  eccellenza. 
Le  attrici  migliori,  pensando  con  ragione 
che  le  donne,  sempre  pronte  ad  imitarle 
nelle  peggiori  eccentricità,  vorranno  se- 
guirle egualmente  anche  sulla  via  della 
modestia,  decisero  di  diffondere  una  spe- 
cie di  uniforme  femminile  di  taglio  sem- 
])lice,  che  non  esige  troj^pa  stoffa,  il  cui 
prezzo  non  eccede  mai  i  cento  rubli.  In 
<iuest'  abito  le  aderenti  alla  lega  devono 
comi)arire  dappertutto,  anche  al  teatro 
ed  ai  concerti.  Per  elaborare  il  tipo  della 
nuova  uniforme  femminile,  gli  artisti  di 
Mosca  fecero  appello  alla  coUaborazione 
dei  pittori  piìi  rei)utati  del  paese. 

Le  donne  al  Governo 
in  Norvegia. 

Lo  Storthing  di  Kristiania  approvò 
con  novantun  voti  contro  soli  quattor- 
dici un  emendamento  alla  Costituzione 
per  cui  le  donne  potranno  far  parte  del 
Governo.  Ecco  una  notizia  che  pur  giun- 
gendo in  tempo  di  guerra,  quando  altri 
ideali  assorbono  in  un  gi^ande  sforzo 
comune  uomini  e  donne,  farà  certo  pia- 
cere a  tutte  le  apostole  del  suffragio 
femminile. 

La  supremazia  delle  donne 
in  Danimarca. 

Le  donne  vanno  acquistando  in  Da- 
nimarca, anche  negli  uffici  pubblici  un 
incontestabile  sopravvento.  Si  prevedono 
colà  po^'sibili   donne-deputati  e  donne- 


UN  BUON  CONSIGLIO 

Se  conoscete  un  asmatico,  g^li  renderete  servigio  indicandog^li 
il  Rimedio  d'Abissinia  Exibard,  senza  oppio  né  morfina,  in 
Polvere  e  Sigarette,  rimedio  che  e  prescritto  da  tutti  i  medici, 
reca  sollievo  istantaneamente  a  migliaia  di  ammalati  ogni  anno. 
6,  Rue  Dombasle,  Paris.  —  In  tutte  le  Fat^macie. 


270  — 


uuuistd.  Il  motivo  di  (iiic3ta  suiiroina- 
y.'m  va  ricercato  nel  «iraiide  amore  allo 
studio  e  nella  varia  attiviti!  dellu  douua 
danese,  capace  nei  mestieri  ])iìi  ardui 
come  nelle  piofessioni  più  noliili  di  im- 
porre il  proprio  valore.  Gli  uomini  nou 
j»f*nsano  più  di  farle  la  guerra,  anzi  sono 
(  osi  compresi  del  ]U'incipio  dell'  iigua- 
jilianza  dei  sessi,  clic  si  meravij;liano 
come  al  mondo  i)oss:ino  esistere  indivi- 
dui e  popoli  convinti  del  contrario.  In 
Danimarca  e'  è  nel  febbraio  di  ogni  anno 
bisestile  una  curiosa  nsanza,  la  quale 
confernui  le  tradizioni  evolute  di  quel 
]iaese  in  fatto  di  femminismo.  Le  donne 
imnno  in  cpieir  ejioca  diritto  di  doman- 
dare senza  ambagi  la  mano  dell'  uomo 
che  amano.  Per  ora  tale  liberti!  si  li- 
mita ad  un  breve  periodo  d'eccezione, 
ma  poct)  a  i)oco  entrerìi  nelle  abitudini 
dt'lla  gioventù  danese^  invertendo  le 
parti  dei  jjcrsonaggi  nell'  eterna  com- 
media dell'  amore  e  del  matrimonio. 

Docente  di  filosofia. 

Una  giovane  donna  portata  fin  dal- 
l' adolescenza  ai  più  nobili  ed  alti  studi, 
la  siguorina  Zaute,  conseguì  il  titolo  di 


docente  di  filosofìa  alla  Sorbona,  il  mag- 
giore e  più  comjdeto  istituto  classico  e 
scientitìco  che  conti  Parigi. 

La  tesi  svcdta  dalla  signorina  Zau^e 
davanti  ad  un'  imponente  pubblico  di 
ascoltatori  e  al  cospetto  di  es;iminatori 
severissimi,  fu  la  seguente:  //  rinasci- 
mento della  filosofia  storica. 

Le  scrittrici  americane. 

Gli  americani  sono  lettori  appassio- 
nati di  romanzi.  Se  un  libro  incontra 
favore,  se  ne  spacciano  rapidamente  pa- 
recchie diecine  di  migliaia  di  co])ie.  K 
talvolta  si  arriva  alle  100,000  edizioni. 

Nell'ultimo  triennio  non  meno  di  1^ 
romanzieri  anglo-.sassoni  ebbero  la  sod- 
distazione  di  sapere  che  (jualche  loro 
0[)era  era  entrata  nella  lista  dei  *  ro- 
manzi a  100,000  esemplari  ».  Nell'elenco 
figurano  sei  scrittrici.  Il  romanzo  ame- 
ricano \nh  fortunato  del  triennio  è  <  11 
rosario  »  della  Signora  Florence  L.  Bar- 
clay, di  cui  si  sono  vendute  non  meno 
di  500,000  copie.  Questo  straordinarii» 
successo  fu  una  sorpresa  per  gli  stessi 
editori  del  libro. 


I  Ititti  del  feiTimii\i8ino. 


La  morte 

di  Carmen  Sylva. 

Il  2  marzo  si 
si)ense  a  BudajM-st 
la  Regina  Elisa- 
betta di  Rumania. 
nota  nel  mondo 
letterario  sotto  lo 
jtsfudonimo  di  Car- 
men Sylva.  Fu  una 
notissima  figura  di 
sovrana  e  di  scrit- 
ti-ice.  Appartenen- 
te Iter  nascita  ad 
una  delle  maggiori 
famiglie  aristocra- 
ticlfe  della  Germa- 
nia, ai  Princijti  di 
WitMl.amò  con  tra- 
sporto la  sua  se- 
conda ]iatria  e  no 
accompagnò  trepi- 
dante lo  alterno 
fortune.  Ma  la  ri- 
gida e  comi>assata 
vita  di  Corte  non 
appagò  la  sua  ar- 
dente anima  di  so- 


lila niacohtua  da  scrivere. 


gnatrice,  ed  ella  di- 
vi'utò  artista,  con- 
fidando alla  musi- 
ca ed  alla  penna  le 
melanconie  di  un 
(  iiore  mistico,  nu- 
trito di  roniautici- 
snio.  I  suoi  libri  di 
novelle,  di  rifies- 
>ioni,  le  sue  liriche 
(Ubero  un  grande 
successo,  e  jiiù  di 
un  critico  eminen- 
I  e  dichiarò  la  uuo- 
\  a  autrice  una  per 
sonalità  letteraria 
di  primo  ordine. 
Tradotta  in  tutte 
le  lingue,  divenne 
]»resto  popolare 
ovulKjue  ;  i  Pen- 
sieri (li  nna  liegi- 
vu,  tradotti  in  it  i- 
liano  da  un'intima 
amica  della  Sovra- 
na, da  Elena  Va- 
caresco,  sono  fra  le 
sue  innumerevoli 
opere,  foi'se  la  i>Ì5i 


—  280 


•lifiCiisa:  nelle  massime  che  la  compongo- 
no emerge  l'infinita  bontà,  il  i)rotbndo 
intelletto  e  quella  pietosa  indulgenza  per 
gli  errori  e  le  ingiustizie  del  mondo  che 
caratterizzano  tutta  la  sua  eletta  produ- 
zione. 

Carmen  Sylva  volle  degnamente  ono- 
r:irc  la  sua  patria  d'adozione,  raccoglieu- 
•ìo  le  leggende  della  Runiania  in  alcuni 
voluu)!  pregevolissimi;  dedicò  qualche 
d'^lizioso  libro  di  fiabe  ai  bimbi.  Ella, 
<  ilo  ebbe  la  terribile  sventura  di  perdere 
in  tenera  età  l'adorata  figliuola,  scrisse 
li(-r  i  poveri,  ])cr  gli  umili  pagine  squi- 
-ite;  in  tutte  h;  nianil'estaziojii   del   suo 


Europa  fu  quel  suo  straordinario  os})i- 
zio  dei  ciechi  da  essa  chiamato  *  Città 
della  luce  >,  ove  fanciulli  e  fanciulle 
prive  del  bene  della  vista  sono  tuttora 
da  una  lunga  e  paziente  assistenza  por- 
tati ad  un  alto  grado  d' istruzione,  lag- 
giunto  il  quale  una  nuova  luce,  «luclla 
dell'arte,  viene  a  confortarli.  Al  suo 
istituto  prediletto  Carmen  Sylva  h-gò 
morendo  tutta  la  sostanza  privata. 

La  morte  di  Cordelia. 

Colei  che  ha  firmato  ancora  una  par- 
te importante  di  questo  quaderno  feni- 


COKDKLIA. 
(VlKfilNIA    TrKVKS   TkDKSCIII). 


Spirito  pose  la  stessa  innata  nobiltà  di 
pensiero,  giacché  se  Carmen  Sylv.i  depo- 
neva scrivendo  il  suo  scettro  di  Regina, 
non  si  dipartì  jìcrò  mai  dalla  dignità  e 
dalla  illibatezza  troppo  spesso  sacrificate 
dalle  scrittrici  moderne. 

Dedicò    gran  parte  della  sua  vita  a 
opere  di  beneficenza  e  celebre  in  tutta 


minile,  Cordelia,  la  feconda  scrittrice, 
l'educatrice  gentile  dei  bimbi,  non  è 
più.  Un  morbo  crudele  la  sijense  il  7  lu- 
glio fra  il  compianto  di  quanti  la  conob- 
bero e  la  stimarono  per  le  sue  alte  virtìi 
di  donna  e  di  autrice.  Andata  sposa  gio- 
vinetta dalla  nativa  Verona  a  Giusepx)e 
Treves,    uno    dei    fondatori   della    Casa 


Igiene      I  Éi  'c  9  i  i  1 1&^  I  k  i  !  I  i  k^  I       ^'^^ 
Bellezza  VaUlHUMl^^C^^H^Hl^H^    Glicerina 
Unica  per  la  toilette  e  la  bianchezza  della  pelle. 


—  281  — 

FIditrice,  sentì  subito  nell'  intellettuale  di  lavoro  e  in  questo  senso  scrisse  pu- 
jiniliiente  milanese,  prepotente  il  desi-  chi  mesi  prima  di  morire  il  suo  ultimo 
dj'rio  di  dedicarsi  alla  letteratura.  De-  libro  Le  donne  che  lavorano,  ove  si  af- 
huttò  con  un  libro  «li  sentit^i  poesia  fa-  fermano  ancora  una  volta  le  schietto 
miliare.  Il  re(/no  dvUtt  donna,  a  cui  seguì  qualitìl  del  suo  pensiero  e  del  suo  stile, 
lina  limila  collana  di  romanzi  e  di  no-  Tutte  le  i)rofessioni  della  donna  moderna 
velie.  Ma  j»ur  raccojilicndo  anche  «con  vi  stmo  equamente  ])as8ate  in  rassegna, 
nuesti  ]trimi  lavori,  lusinghiei'e  lodi  ed  con  gran  copia  di  consigli  e  di  avvcr- 
ini'oraggiamenti  dai  critici  più  eminenti,  timenti  per  le  neofiti.  Il  libro  termina 
Cordelia  non  aveva  ancor  trovato  la  sua  con  un  bellissimo  capitolo  sul  Lavoro 
vera  via:  essa  le  fu  d'un  tratto  rivelata  della  donna  durante  la  guerra. 
collaborando  <-<)l  fratello  Achille  Tede-  Cordelia,  gentile  pseudonimo  che  na- 
pelli a  <iuel  giornale  dei  fanciulli  che  scondeva  il  nome  di  Virginia  Treves  Te- 
t'ormò  la  delizia  di  varie  generazioni  di  deschi,  fu  anche  una  dama  squisitamente 
liimbi.  Esordì  con  alcune  fiabe,  raccolte  ospitale;  nella  sua  casa  di  Milano  e  nella 
l»oi  sotto  il  XìXo\o  ài  Racconti  delle  fate,  villa  di  Pallanza  accoglieva  col  marito, 
che  possono  stare  alla  pari  coi  cai)ola-  fine  animo  di  artista  anch'egli,  le  più 
vori  stranieri  del  genere  e  da  (juel  j)rimo  alte  personalità  nel  mondo  delle  lettere, 
successo  non  abbandonò  più  il  suo  pie-  della  musica,  della  pittura  e  della  scien- 
colo  j)ubblico  ])laudente,  al  quale  donò  II  za.  Rimasta  vedova  da  12  anni,  non  si 
Castello  di  Barbanera,  I nipoti  di  Barba-  circondava  più  che  di  i>ochi  intimi,  tutta 
bianca  e  altri  )>cllissimi  racconti  ricchi  dedita  alla  memoria  del  diletto  consorto 
<li  fantasia  e  i)uri  <li  forma.  Impose  una  ed  ai  jireferiti  lavori  letterati;  ora  an- 
sosta  alla  fervida  innnaginazi(me  per  seri-  che  la  sua  penna  è  muta,  e  tutti  i  bimbi, 
vere  i  Piccoli  eroi,  libro  educativo  eccel-  tutte  le  sue  innumerevoli  ammiratrici, 
lente  che  alimenta  nei  cuori  dei  ragazzi  sentiranno  certamente  la  grande  tristez- 
le   pure  fiamme  del  coraggio  e  dell'ai-  za  di  questo  imi)rovviso  silenzio. 

truismo;    esso   è   giunto  ormai  alla  69*  „ 

,.  .       '  ^  Giulietta. 

edizione. 

Ultimamente   Cordelia,   così  giovine . . ____,_^_ 

semi)re  di  sjiirito,  si  convertì  al  femmi- 
nismo, ma  non  si  lasciò  trasportare  agli 
iccessi  del  ])artito  ])iù  avanzato;  sognò 
per   la  donna  un  avvenire  di  rlignità  e 


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282 


Le  origini  del  Tricolore  Italiano* 


Il  maggior  poeta  latino,  Virgilio,  nel    riiii,  fu  aggiunto  il  verde  della  sua  mi- 
libro  XI  dell'Eneide,  quando  dice  che  a    lizia  urbana. 

Fallante  venne  improvvisata  una  barella  Anche   nell'uniforme   della  Legioni* 

d'arbuto  (ossia  corbezzolo)  la  qual  pianta  il  tricolore  ebbe  la  sua  parte  :  verde  in- 
hu  bianchi  1  fiori,  rosse  le  bacche  e  sem-  fatti  era  la  giubba  con  risvolti  rossi  : 
pre  verdi  le  foglie,  e  mille  scelti  fra  le  bianchi  i  pantaloni  con  alte  uose  nere  ; 
schiere  —  numero  fatidico  !  —  seguirono    il   cai)pello   tondo,    coli'  ala  rijiiegata  a. 

sinistra,  era  sormontato  da  un  pennac- 
chio tricolore.  I  bottoni  avevano  la  leg- 
genda :   •«Legione    Lombarda,    Libertà, 
Uguaglianza  »  e  sid  cappello  una  jìiastra 
di  ottone  lecava  inciso  il  motto  :   •«  Li- 
bertà italiana  ».  Tale  abbigliamento  fu 
dato   alla   Legione  il   19   agosto   l'/iX".  ; 
essa  era  forte  di  circa  4500  uomini  ed 
ebbe  la  sorte  di  portare  per  la  i)rinia  in 
cami)0   il  tricolore  italiano.  La  coman- 
dava il  giovane  e  prode  mantovano  ge- 
nerale La  Hoz,  i»recursore  dell' Indipen- 
denza d' Italia  dallo  straniero,  ferito  poi, 
nell'ottobre   179  9 
sotto   le    mura  -di 
Ancona,    e    morto 
poco  dopo  a  Vara- 
no i>roferendo  pa- 
role di  alta  italia- 
nità.   È   8ei)pellito 
nel     Santuario    di 
Loreto. 

Fra  gli  ufficiali 
della  Legione  era 
anche  Pino,  dive- 
nuto celebre  gene- 
rale. 

Il  6  ottobre 
1796,  nella  inazza 
del  Duomo  di  Mi- 
lano, e  con  grande 
solennità,  il  gene- 
rale francese  Bara- 
guay  consegnò  la 
I)rima  b  a  n  d  i  e  r  a 
italiana  alla  prima 


la  tricolorata  bara,  divinò  il  tricolore 
italiano.  E  ne  fu  i)rofeta  Dante,  nel  ven- 
tinovesimo canto  del  Purgatorio  : 

Tre  donue  in  giro  dalla  destra  rota 
Venlau  danzando,  l'uua  tanto  rossa 
Ch'apjìeua  fora  dentro  al  fnoco  nota; 

L'altr'era  come  se  le  carni  e  l'ossa 
Fossero  state  di  smeraldo  fatte; 
La  terza  parea  neve  testé  mossa  ». 

E  nel  trentesimo  : 

Sovra  candido  vel  cinta  d'oliva 
Donna  m'apparve  sotto  vei'dc  manto, 
Vestita  di  color  di  fiamma  viva.... 

Dalla  profezia 
all'  api)arizione  del 
tricolore  corsero 
molti  secoli,  fino 
cioè  al  1796.  Fino 
a  poco  fa  si  credeva 
che  la  bandiera  ita- 
liana fosse  nata  in 
Bologna  nel  1794, 
durante  la  congiu- 
ra Zamboni,  dalto- 
landis.  Ma  è  erro- 
le,  nel  quale  cadde 
il  D'Aglebert.  «  I 
colori  della  congiu- 
ra —  scrisse  il  Bar- 
rili —  furono  quel- 
li  di  Bologna  : 
bianco  e  rosso  »•. 

Nuovi  docu- 
menti hanno  stabi- 
lito che  il  tricolore 
italiano  fu  adotta- 


(tiuseppe  dk  La  IIoz 
generale  della  Legione  Italiana  che  ebbe  pri- 
ma il  Tricolore.  —  Morto  a  ^■arano  nel  1799. 
{r>a  uno  schizzo  del  tempo  a  viatita  nella  col- 
lezione del  Doti.  A.  emiliani). 


to  nel  1796  dalla  Legione  Lombarda  e  coorte  della  Legione  Lombarda. 
Bonaparte  ne  dette  annunzio  al  Diret-  Scrisse  Cesare  Cantìi  nella  sua  Cro- 
torio  così  :  Les  coiiletirs  nationales  que  nistoria  (voi.  I,  pag.  98)  che  il  bianco. 
les  patriotes  ont  adoptées  soni  le  veri,  le  il  rosso  e  il  verde  erano,  ancora  prima 
hlanc  et  le  rouge.  Erano  i  colori  di  Mi-  del  1789,  i  colori  di  alcune  segrete  so- 
lano, ai  quali,  come  scrisse  Vittorio  Go-  cietà  massoniche   e  specialmente  degli 

IL   TACCO   DI 
VERA  GOMMA 


283 


«  Ilhuuinati  »  <h'l    rito    ('jòziiH'o    <^i  f'»- 
;iliostro. 

Può  darsi  quindi  cbo,  nel  1796,  i  mas- 
soni, trionfanti  in  Italia  ]ìor  la  prima 
volta,  adottassero  i  colori  della  loro 
setta  come  segnacolo  del  nuovo  ordina- 
mento sociale.  E  tale  supposizione  ò  av- 
valorata  dal  fatto  che  non  mancarono 


cese  e  vi  sostituirono  il  giallo,  che  è  il 
colore  municipale  ».(•)  Allo  stesso  modo 
i  Carbonari,  sostituendo  al  bianco  fran- 
cese il  nero  della  loro  setta,  crearono 
la  bandiera,  che  sventolò  nel  1820-21 
nel  Napolitano  e,  nel  1)S21  in  Piemonte. 
E  qui  debbo  osservare  che  i  piil  er- 
rano ritenendo  che  nelle  rivoluzioni  del 


lU'jiu  >  /./.MM,.  —  .;ula  del  Congresso  Cispadauo  tlove  nel  1796 
ii  Tricolore  lit  proclamato  bandiera  iiaziouale.  Oggi  è  ^edo 
del  Cousiglio  Conuinale. 


in  allora  bandiere  tricolorate  italiane 
con  su  ricaniati  emblemi  di  massoneria, 
come  il  tiianjiob»  coli' occhio  di  Jehova. 
che  vedevasi  nella  bandiera  del  batta- 
glione Viadana,  Dipartimento  del  Po. 
Ma  non  ])uò  nemmeno  escludersi  che 
I)er  creare  il  tricolore  italiano  i  patriotti 
milanesi  abbiano  semplicemente  levato  il 
bleu  dalla  l»andiera  francese  sostituen- 
dolo col  verde  delle  milizie  urbane  di  Mi- 
lano. Lo  stesso  fecero  gli  anconitani  quan- 
do dovettero  inalberare  l' in.segna  «iella 
loro  repu1>blica  nel  novembre  17l>7:  «Tol- 
sero il  color  bianco  dalla  ban<liera  fran- 


1820-21  siasi  inalberato  il  tricolore  ita- 
liano. Anche  il  senatore  Cadolini,  scri- 
vendo due  anni  or  sono  nella  Xnora 
Antologia,  cadde  nello  stesso  eciuivoc»». 

Erano  rivoluzioni  carbonare  ed  inal- 
berarono il  nero,  il  rosso  e  1*  azzurro 
della  Carboneria.  ' 

Nel  1831  il  tricolore  italiano  risorse 
perchè  la  Riv(duzione  scojjpiò  *  nelle 
citt»i  che  appartenevano  all'  ex-Kegno 
italico  »  il  «juale  aveva  avuto  il  bianco, 
rosso  e  verde  come  bandiera. 


(1)  Cronaca  dell'abate  A.  Le. 


284 


11  16  ottobre  1796  si  apriva  in  Mo- 
dena il  congresso  dei  deputati  dejfJi 
stati  di  Ferrara.  Bolof^na,  Modena  o 
Reggio.  Due  giorni  dopo  il  Congresso 
stabiliva  di  adottare  per  le  milizie  le 
stesse  uniformi  e  bandiera  ■«  dei  con- 
fratelli lombardi  »  ossia  i  nostri  tre  co- 
lori. Il  disegno  del  modello  della  ban- 
diera venne  concretato  dal  pittore  bo- 
lognese Maure  Gandolfi.  I  colori  ersmo 
disposti  orizzontalmente  con  il  verde  in 
basso. 

Era  il  primo  passo  all'  Unità.  Così 
l' Italia  Centrale  rispondeva  ai  lombardi 
i  quali,  due  mesi  innanzi,  dopo  una  vit- 
toria dei  reggiani  contro  gli  austiiaci 
usciti  da  Mantova,  avevano  diffuso  <ìue- 
sta  canzone,  di  grande  importanza  sto- 
rica percbè  vi  si  accenna  all'  unità  : 

Vieui  in  seuo  ai  tuoi  fratelli 
Bravo  popolo  reggiano; 
Una  madre,  un  suolo  istesso 
Ci  die  vita  e  ci  sostiene. 
È  nemico  al  comun  bene 
Chi  è  nemico  all'  unità. 

Il  7  gennaio  1797,  in  Reggio,  il  Con- 
gresso decretava:  •«  Cbe  sia  universale 
lo  stendardo  e  bandiera  cispadana  di  ti  e 
colori,  verde,  bianco  e  rosso  col  tur- 
casso. Che  li  predetti  tre  colori  s'usino 
nella  coccarda  cispadana  da  portarsi  da 
tutti  *. 


Caduta  la  fortuna  dei  francesi,  cadde 
anche  il  tricolore  italiano.  Ma  tredici 
mesi  dopo  riappariva,  e  il  comandante 
militare  della  Lombardia,  VignoUe,  pub- 
blicava da  Milano  1'  8  giugno  1800  : 

* Cittadini  di  Bologna,  di  Reg- 
gio, di  Modena....  il  primo  Console  vi 
ordina  di  prender  1'  armi,  d'  inalberare 
nelle  vostre  torri  il  tricolore  italiano  ». 

Pili  tardi  il  Regno  d'  Italia,  dalla 
Lombardia  alle  Marche,  ha  il  nostro 
tvicolorato  vessillo,  ed  esso  sventola  a 
Gorizia,  a  Raab,  a  Wagram  nella  guerra 
del  1809;  sventola  nelle  guerre  di  Spa- 
gna, alle  due  battaglie  di  Lissa  (1810-11) 
in  Russia  a  Malojaroslavetz,  splendida 
vittoria  italiana.  Sventola,  dal  1809  al 


1813,  a  Trento,  lo  si  vede  nell'  Istria 
e  in  Dalmazia.  (^) 

Ma  ecco  nuovamente  gli  austriaci  in 
Lombardia  e  allora  Crovi  di  Modena  fa 
ardere  il  tricolore  e  le  ceneri  vengono 
trangugiate,  nel  vino,  dai  soldati.  Poi- 
ché, come  la  fenice,  da  quelle  ceneri  i 
bei  colori  debbono  risorgere.  E  risor- 
geranno nel  18.S1  a  Modena,  a  Reggio, 
(»ve  li  alza  Giuditta  Sidoli,  l'amata  <ì:t 
Mazzini,  a  Bologna,  sulla  torre  degli  Asi- 
nelli,  e  giù,  giù,  fino  ad  Ancona,  dove 
ne.  trapunta  una  bandiera,  alla  vigilia, 
Clementina  Pulini,  di  patriottica  fami- 
glia e,  tra  le  cannonate,  la  pianta  primo, 
a  Porta  Pia,  un  maresciallo  dei  gendai- 
mi.  Martelli,  anconitano,  che  pochi  giorni 
appresso  salverà  la  vita  al  futuro  Naj)o- 
leone  111.(2) 

Jesi  riadotta  il  bianco,  rosso  e  nero 
della  repubblica  Romana  del  1798,  ma 
i  romagnoli  sopraggiunti  li  avvertono 
che  la  bandiera  della  Rivoluzione  è 
bianca,  rossa  e  verde. 

Berchet  canta  i  tre  colori. 

Sorge  la  *  Giovane  Italia  »  e  Maz- 
zini Jo  assegna  il  tricolore,  che  appare 
nella  spedizione  di  Savoja,  nella  spedi- 
zione dei  fratelli  Bandiera,  ove  le  di- 
vise hanno  anch'  esse  i  colori  italiani. 
Mameli,  nel  decembre  1846,  pianta  in 
Genova  il  tricolore  al  cospetto  di  una 
immensa  folla  delirante;  a  Roma,  il 
1°  gennaio  1848,  in  una  dimostrazione 
capitanata  da  Ciceruacchio,  sventola 
pure  il  tricolore.  Il  12  gennaio  dello 
stesso  anno  brilla  a  Palermo  e  quindi  su 
tutta  la  Sicilia  :  Giuseppe  Bensaia  muore 
a  Messina  mentre  lo  sventola  nel  sole. 

Il  27  gennaio  1848  i  napoletani  ac- 
corrono alla  reggia  con  coccarde  trico- 
lori ;  il  giorno  in  cui  si  inaugurò  a  Fi- 
renze la  concessione  dello  Statuto,  il 
Gonfaloniere  e  i  Priori  intervengono  de- 
corati con  fascie  tricolori. 

Luigi  Mercantini,  il  2  marzo  1848, 
in  un  pranzo  cittadino  al  Teatro  Con- 


(1)  Murat,  nel  1815,  stabilì  che  i  colori  del- 
l'Indipendenza  fossero  il  verde  e  l'amaranto. 

(2)  Garibaldi  e  Napoleone  ITI,  fattori  del- 
l'Unità italiana,  ebbero  salva  la  vita  da  due 
anconitani.  Martelli  ed  Augusto  Elia. 


L'  UNICA 


tintura  istantanea  in  castano  e  nero  per 
capelli  e  barba.  —  2  sole  applicazioni  al 
mese.  Invio  franco  ovunque  anticipando 

Lire  3,75  alla  Ditta  ANTONIO  LONGEGA  —  Venezia. 

■  Chiederla  a  tutti  i  profumieri,  parrucchieri  e  farmacisti.  == 


(•ur<!i;i    tii    .Tosi,    così    iiinogjjfii»  al  tiifo- 

*  Ma  r insogna  che  l'arrovellato  Au- 
>tnaco  vedm  eternamente  sorgersi  in- 
routro  nella  destra  degl'  Italiani  sarà  la 
liandiera  Trieolore. 

*  Questa  Bandiera  ^  santificata  nel 
-angue  di  tutti  gli  eroi,  che  sono  morti 
i^loriosamente  per  la  gran  causa  d'  Ita- 
lia! Sì,  o  signori,  quel  sangue,  che  i 
codardi  e  paurosi  tiranni  hanno  fatto 
spargere  ai  generosi  Italiani  sopra  i  pa- 
;  iboU  quasi  ad  infamia,  quel  sangue  rae- 
r.)lto  dalle  mani  degli  Angoli,  folgora 
ora  dal  sanguigno  colore  di  questa  Ban- 
diera, ed  io  vi  leggo:   «Vendetta». 

«Questa  Bandiera  è  santa  pei -Sici- 
liani che  sotto  essa  hanno  combattuto 
da  eroi  per  la  Libertà!  Questa  Bandiera 
sia  in  mezzo  al  cuore  degli  sventurati 
Lombardi,  che  aspettano  l' ora  di  strin- 
i^erla  in  pugno  per  sbalestrarla  in  faccia 
;il  sanguinario  straniero!  Questa  Ban- 
tliera  è  suprema  delizia  agli  occhi  ed  al 
<uore  di  quanti  qui  siamo  perchè  al- 
l'ombra sjià  noi  ci  stringiamo  fraterna- 
mente la  destra  e  gridiamo  l' evviva  a 
quella  Libertà,  e  a  quella  Uguaglianza, 
che  un  giorno,  in  nome  del  Cristo,  era 
anatemizzata  sulle  labbra  di  chi  la  pro- 
nunziava e  punita  coi  ceppi  e  con  le 
mannaie:  oggi,  in  nome  del  Ciisto,  gri- 
data dal  suo  stesso-  Vicario,  dal  glo- 
rioso inizia toi-e  del  risorgimento  d'Italia, 
scende  nel  cuore,  infino  a  qui  combat- 
tuto, di  tre  milioni  di  uomini,  come  ap- 
punto la  parola  di  Dio  Creatore  dentro 
gli  abissi  del  Caos,  per  farne  uscire  le 
bellezze  meravigliose  dei  mondi  !  »  (i) 

Pochi  mesi  dopo  i  volontari  cante- 
ranno il  suo  inno: 

Tricolore,  trieolore 
li'  Italian  cantando  va. 

Il  18  marzo  1848  il  ministro  dell'  In- 
terno C.  Recchi  emanava  da  Roma  l'or- 
dinanza per  la  quale  la  bandiera  pon- 
tifìcia bianco-gialla  veniva  fregiata  di 
cravatte  di  colori  italiani. 


(1)  Riuveuui  quetito  discorso  util Archivio 
ef- Delegatizio  di  Ancona. 


Due  giorni  dopo,  sulla  sommità  del 
Duomo  di  Milano,  per  opera  di  Luigi 
Torelli,  garriva  il  tricolore,  Vin  hoc  si- 
gno  rivres  della  libertà  ;  la  notte  del  23 
marzo,  a  Torino.  Carlo  Alberto,  tra  i 
due  figli,  appare  al  balcone  della  Gal- 
leria d'anni  agitando,  sovra  l'immenso 
l)opolo  acclamante,  una  fascia  tricolore. 
Kd  entrando  in  Lombardia,  sostituiva 
al  secolare  bianco-turchino,  la  bandiera 
italiana. 

L'  11  aprile  anche  la  marina  sarda 
elevava  il  tricolore. 

Gabriele  Uosa,  che  per  aver  svento- 
lato i  colori  italiani  ad  Isi'o  aveva  do- 
vuto riparare  a  Torino,  alle  notizie  di 
Milaìio  .si)iega  il  tricolore  e  tra  gli  ap- 
plausi della  folla  parte  per  la  capital-: 
lombarda. 

Mameli  canta: 

O  l»eUa,  da  .secoli 
Attesa  band!(^^»  ... 
Segnai  di  vittoria,  . 
Aniiuu'/ia  alle  genti 
Da  spenta  tirannide; 
Dei  prodi  redenti 
Annunzia  la  gloria. 

I  soldati  del  Papa,  avviati  a  com- 
lìattere  contro  l'Austria,  recavano  nel 
petto,  ad  iniziativa  del  D'Azeglio,  una 
croce  tricolore;  Garibaldi,  apprendendo 
a  Palo,  presso  Alicante,  gli  avvenimenti 
italiani,  fa  calare  la  bandiera  di  Mon- 
tevideo  e  ne  improvvisa  una  sarda  con 
mezzo  lenzuolo,  una  camicia  rossa  e  il 
resto  delle  mostreggiature  verdi  delle 
tiniformi  di  bordo. 

Mazzini  è  portabandiera  del  trico- 
lore in  Lombardia. 

Ovunque,  su  tutti,  sventola  come 
un  iride  di  bellezza  e  d'  augurio,  il  tri- 
colore. 

Nel  1849  splende  sulle  glorie  di  Ve- 
nezia e  della  Repubblica  romana  e  il 
friulano  Antonio  Zamboni,  i)ortaba!i- 
diera  dei  lancieri  Marina,  muore  eroi- 
camente al  Casino  dei  Quattro  Venti 
agitandolo  contro  i  francesi. 

A  Fusiua  pre.S80  Venezia  il  ragazjio 
Pietro  Zorzi,  vedendo  da  una  cannonata 
gettato  in  mare  il  tricolore,  si  lancia  tra 
le  onde,  l' atterra  e  arrampicatosi  sul- 
r  albero  della  *  Penìchc  »  gri<la  agitan- 


Àscoléine  Rivier 


comprèsse 


MADRI  DI  FAMIGLIA 

Non  più  ragazzi  delicati 

KX)  volte  più  potente 

dell'olio  di  legato  di  merluzzo 


—  286 


dolo  :  Viva  l'Italia/  Attorno  a  lui  fischia- 
vano le  cannonate  austriache. 

Ma  i  tempi  volgono  infausti  :  la  giu- 
stizia è  opin-essa  dalla  tirannide  :  il  tri- 
colore cade,  si  nasconde,  diviene  nuo- 
vamente delitto.  Guai  chi  sarà  trovato 
con  quei  colori  !  I  fucilati  non  si  con- 
tano :  una  coccarda  manda  alla  morte. 
I  sacri  colori  s' inzuppano  di  sangue  e  di 
lacrime.  Tentano  di  risorgere  con  Ben- 
tì-.egna,  con  Pisacane,  ma  ricadono  e 
Pisacane  muore  avvolgendoseli  nel  cuore. 
V.ii  giunge  il  1859,  giunge  il  '60  e  tutta 
Italia  s'illumina  dei  tricolorati  vessilli  ; 
r  Italia  è  fatta,  il  tricolore  ha  vinto. 
I  suoi  vessilliferi  si  chiamano  Schiaffino, 
Nullo  ! 

Nessuna  bandiera  ebbe  mai  tanto 
sangue  di  martirio  e  tanta  luce  di  glo- 
ria nei  suoi  colori. 

*  Sii  benedetta  »  diceva  Carducci, 
*  benedetta  nella  immacolata  origine, 
benedetta  nella  via  di  prove  e  di  sven- 
ture per  cui  immacolata  ancora  proce- 
desti, benedetta  nella  battaglia  e  nella 
vittoria  ora  e  sempre  nei  secoli.  Non 
rampare  di  aquile  e  leoni,  non  sormon- 
tare di  belve  rapaci  nel  santo  vessillo  ; 
ma  i  colori  della  nostra  primavera  e  del 
nostro  paese,  dal  Cenisio  all'Etna;  le 
nevi  delle  alpi,  1'  aprile  delle  valli,  le 
fiamme  dei  vulcani.  E  subito  quei  co- 
lori parlarono  alle  anime  generose  e 
gentili,  con  le  ispirazioni  e  gli  effetti 
delle  virtù,  onde  la  patria  sta  e  si  au- 
gusta: il  bianco,  la  fede  serena  alle 
idee,  che  fanno  divina  l'anima  nella 
costanza  dei  savi  ;  il  verde,  la  perpetua 
rifioritura  della  speranza  a  frutto  di 
bene  nella  gioventù  dei  poeti  ;  il  rosso, 


la  passione  ed  il  sangue  dei  martiri  e 
degli  eroi.  E  subito  il  jmpolo  cantò  alla 
sua  bandiera  che  Ella  era  la  più  bella 
di  tutte  e  che  sempre  voleva  Lei  e  con 
Lei  la  libertà;  onde  è  che  Ella,  corno 
là  {nella  lapide  posta  ìieW  aula  del  Con- 
gresso di  He  (/(/io)  dice  la  scritta,  ^?cwa  di 
fati  mosse  alla  gloria  del  Campidoglio  ». 

Scrisse  uno  storico  del  Risorgimento 
italiano  :  «  I  giovani  che  non  possono 
ricordare  di  aver  veduto  nei  tempi  deUa 
dominazione  straniera  un  cencio  trico- 
lore conservato  fra  le  memorie  più  care 
e  segrete,  mostrato  fra  un  sospiro  di 
rimpianto  e  una  sjjeranza,  e  non  videro 
più  tardi  quei  medesimi  colori  splen- 
dere liberi  nella  gloria  del  sole  e"  sor- 
gere quasi  per  incanto  dietro  ai  passi 
dei  fuggenti  austriaci,  e  rivestire  le 
città  d'un  iride  festosa,  non  possono 
comprendere  il  fremito  segreto  che  pro- 
vano quolli  che  hanno  i  capelli  grigi 
all'apparire  della  nostra  bandiera». 

_^  vero  ;  noi  non  proveremo  mai  quei 
fremiti  che  provano  oggi  i  vecchi  su- 
perstiti, che  non  soffrimmo  la  domina- 
zione austriaca  o  papale. 

Ma  anche  nei  petti  degl'  italiani 
d'  oggi  s'  accendono  gioia  e  orgoglio  per 
il  tricolore,  che  spiega  al  vento  le  ali, 
e  ricorda  il  martirio  e  la  gloria  dei 
padri. 

Anch'  essi,  tramutati  i  cuori  in  ali 
e  le  fronti  in  raggi  di  sole,  sulle  Alpi 
contese,  davanti  e  oltre  Gorizia  saera, 
sanno  morire  avvolti  nel  tricolore  come 
nell'  amplesso  di  una  sposa. 

Ancona,  12  Agosto  1916 

Palermo  Giaxgiacomi. 


I  PRUimEHTl  in  TERRmirR 

dtllo    STHBILUnEnTO    B.    RPPIHHI    -    IREUISO 

Hflnno  FamR  moHDiRLE 


—  •J.^i 


Tra  le  quinte  della  Storia, 


O  NON  credo  che  in 
ulcuna  oi)Oca  della 
storia  del  iiioudo  la 
diplomazia  sia  stata 
mai  come  ora  ogget- 
to di  intensa  atten- 
zione e  di  critiche 
vivaci.  Certo  poche 
volte  alla  diplomazia 
può  essere  toccato 
un  compito  così  ar- 
duo come  nella  pre- 
sente guerra.  Bnsti  pensare  che  nelle 
guerre  precedenti,  per  lo  piìi  di  rapida 
soluzione,  si  può  «lire  che  il  lavoro  della 
diplomazia  si  arrestasse  con  la  dichia- 
razione per  ricominciare  quasi  automa- 
ticamente con  r  armistizio. 

Questa  volta  invece,  sopratutto  per 
il  carattere  di  sorpresa  che  la  guerra  ha 
avuto,  si  può  dire  che  il  compito  della 
diplomazia  sia  cominciato  con  la  stessa 
guerra.  L' Intesa,  colta  alla  sprovvista 
nella  sua  imjìreparazione,  doveva  nei 
primi  tempi  rii)arare  alle  detìcienze  mi- 
litari con  un  intenso  lavorio  diploma- 
tico. Si  trattava  innanzi  tutto  di  pen- 
sare ai  neutrali,  di  coinvolgerli  nel 
conflitto  o  invece  di  tenerneli  lontani 
ad  ogni  costo  ;  ma  si  ti*attava  anche  di 
dare  alla  coalizione  —  che  aveva  un 
carattere  puramente  negativo  di  difesa 
contro  r  aggressione  tedesca  —  un  con- 
tenuto positivo  fondato  sulla  concilia- 
zione degl'  interessi  dei  vari  stati  coa- 
lizzati, di  giungere  insomma  alla  pratica 
altuazione  del  fronte  unico,  militare  ed 
economico,  che  si  è  ormai  rivelato  il 
più  forte  coefficiente  di  successo.  È 
stata  questa  una  vittoria  che  non  bi- 
sogna negare  alla  diplomazia  dopo  averle 
fatto  carico  di  tanti  errori,  foi'se  in 
gran  jtarte  inevital)ili. 

Oggi  insomma  tutti  sentono  che  le 
sorti  della  gxierra  non  sono  affidate  sol- 
tanto al  senno  dei  condottieri  che  com- 
•Itattono  in  cospetto  della  libera  natura 
a  volte  favor(^vole,  spesso  nemica,  ma 
anche  all'abilitìi  di  coloro  che  lottano 
nell'ombra  con  armi  incruente  n)a  non 
meno  micidiali  a  volte  di  (incile  altre. 
Ma  tutto  (juesto  mondo  della  diploma- 
zia l'imane  come  un  sacrario  misterioso 
e  inaccessibile  alla  curiosith.  del  gran 
]>"bblico.  e  il  mistero  accresce  da  una 
parte  il  rispetto,  dall'  altra  la  diffidenza. 

('Ili    .s<TÌ\i'    !•     ti:i     i     iiim     tnolti     ]iinf':mi 


che,  dovendo  seguire  da  vicino  per 
comi>ito  professionale  le  vicende  della 
politica  estera,  ha  occasione  spesso  di 
violare  1(5  soglie  del  sacrario.  Lo  farà 
<»ra  per  accompagnarvi  i  lettori  in  unti 
visif;i    ni]ii(l:i  e  discrctu. 


Il  centro  di  tutto  il  lavorio  diplo- 
matico della  capitale  è  naturalmente  il 
ministero  degli  Esteri.  Per  il  x>ubblico 
nostro  esso  ò  la  Consulta,  così  come  a 
Parigi  il  Quai  d'Orsay,  a  Vieima  la  Ball- 
platz,  a  Costantinopoli  il  Divano. 

Per  quanto  gli  si  adatti  veramente 
bene,  il  nome  esso  1'  ha  ereditato  dal- 
l' inquilino  i)recedente  del  palazzo,  cioè 
il  Tribunale  della  Consulta  e  SegrelcHa 
dei  Brevi,  per  il  quale  Clemente  XII 
lo  fece  costruire  dal  Fuga  nel  1759. 
Un'origine  recente  dun(iue;  pure  il  pa- 
lazzo per  la  ricchezza  delle  sale,  e  so- 
pratutto per  la  posizione  che  domina  la 
città,  è  tra  i  più  imponenti  della  capi- 
tale. Non  e'  è  da  meravigliarsi  quindi  se 
dopo  la  presa  di  Roma  esso  sia  stata 
vivamente  conteso.  Il  Senato  lo  recla- 
mava per  la  x)ropria  sede,  data  la  vici- 
nanza al  Quirinale  che  si  veniva  tra- 
sformando in  reggia  ;  ma  il  Visconti 
Venosta,  che  era  allora  ministro  degli 
Esteri,  si  ostinò  a  reclamarlo  per  il  suo 
dicastero,  rifiutando  il  Palazzo  Valen- 
tin! che  gli  era  stato  offerto  e  che  ora 
ospita  la  Prefettura.  Il  Visconti  Veno- 
sta la  spuntò,  e  il  palazzo  fu  arredato 
con  un  certo  gusto  fastoso  che  non  è 
senza  effetto  nelle  grandi  serate  di  ri- 
cevimento. 

Il  piano  nobile  ospita  a  destra  il 
ministro  e  i  saloni  dei  ricevimenti,  a 
sinistra,  verso  il  Quirinale,  il  sottose- 
gretario <U  Stato  e  il  segretario  gene- 
rale, e  dal  giugno  1916  ancjie  il  ga- 
binetto dell' on.  Boselli,  presidente  del 
Consiglio  senza  portafogli.  Il  visitatore 
entrando  nelle  anticamere  ha  subito 
un'  impressiono  diversa  dagli  altri  mi- 
nisteri, i)er  il  silenzio  rcligi(»so  che  vi 
regna,  per  1'  aria  di  distinzi<nie  dei  fun- 
zionari anche  minori,  per  l'aspetto  stilè 
degli  stessi  uscieri,  fra  cui  popolaris- 
simo tra  diplomatici  e  giornalisti  Gia- 
como Grosso,  un  interessante  tipo  di 
piemontese  (the  ha  un  po'  del  militare 
ini    po'  del   diplomatico. 


288 


L' organizzazioue  stessa  differisce  da 
quella  degli  altri  ministeri.  Intanto  qui 
e'  è  un  alto  funzionario  che  negli  altri 
uiancii,  il  Segretario  generale,  che  h 
r  alter  ego  del  ministro  e  ne  fa  le  veci 
di  fronte  ai  rappresentanti  esteri,  rima- 
nendo al  Sottosegretario  delle  funzioni 
di  ordine  interno,  politico-parlamentaro. 
Il  Segretario  generale  —  che  in  fondo  è 
un  vice-ministro  tecnico,  come  il  Ciun- 
bon  in  Francia  col  ministero  Briaud  — 
ha  un  certo  carattere  di  continuità  e 
perciò  spesso  ha  inh  influenza  dello 
stesso  ministro.  È  un  posto  che  mena 
a  una  grande  ambasciata,  come  fu  per 
il  sen.  Bollati,  o  al  Consiglio  di  Stato, 
come  per  il  suo  predecessore  sen.  Mal- 
vano.  L' attuale  Segretario  generale  è 
il  comm.  Giacomo  De  Martino,  di  una 
nota  famiglia  di  diplomatici  napoletani 
(l'omonimo  governatore  dell'Eritrea  ò 
suo  zio),  un  profondo  conoscitore  dei 
problemi  dell'Oriente  specialmente  mu- 
sulmano. Egli  reggeva  nel  1911  F  am- 
basciata di  Costantinopoli  e  in  tale  sua 
qualità  fu  latore  dell'  ultimatum  del  Go- 
verno italiano  alla  Porta. 

Quanto  all'ordinamento  degli  uffici, 
essi  si  dividono  in  divisioni  e  sezioni, 
a  guisa  d' ogni  altro  dicastei'o,  e  sono 
sottoposti  a  cinque  direzioni  generali  : 
affari  generali,  affaì'i  politici,  affari 
commerciali,  affari  privati,  scuole  ita- 
liane all'estero. 

Gli  affari  generali  comprendono  tutti 
i  rapporti  col  personale  diplomatico  e 
consolare.  Il  direttore  generale  —  che 
ò  attualmente  uno  dei  migliori  nostri 
diplomatici,  il  comm.  Salvatore  Conta- 
^  rini  —  si  occupa  delle  ammissioni  del 
personale,  dei  concorsi,  delle  nomine, 
della  consegna  di  credenziali  e  pieni 
poteri,  delle  immunità  degli  agenti  ita- 
liani all'  estero  ed  esteri  in  Italia. 

A  questa  direzione  sono  annessi  l'Ar- 
chivio storico  e  la  Biblioteca.  L'Archi- 
vio, sottratto  in  grandissima  parte  alle 
ricerche  del  pubblico,  contiene  del  ma- 
teriale preziosissimo,  e  specialmente  gli 
originali  degli  atti  conclusi  dal  regno 
d'Italia  o  dagli  Stati  soppressi.  È  di- 
retto dal  comm.  Giacomo  Gorrini.  La 
Biblioteca,  dovuta  quasi  tutta  all'  at- 
tuale suo  direttore,  comm.  Loreto  Pa- 


squalucci,  una  vera  competenza  in  fatto 
di  biblioteconomia,  h  una  raccolta  di  ol- 
tre 60,000  volumi  attinenti  al  diritto  e 
alla  politica  internazionale,  ed  è  corre- 
data di  uno  schedario  tra  i  più  perfetti. 

Gli  affari  2>olitici  sono,  per  lo  iiieno 
oggi,  il  reparto  più  importante.  Essi 
sono  divisi  in  sezioni,  diremo,  territo- 
riali (Eurojìa,  Levante  e  Africa,  Estremo 
Oriente  e  America,  Colonie)  e  compren- 
dono lo  studio  e  l'interpretazione  d»  i 
trattati  politici,  la  raccolta  delle  notizie 
in  base  al  carteggio  e  allo  spoglio  dei 
giornali,  e  durante  la  guerra  anche 
tutte  le  questioni  in  materia  di  preth; 
e  di  contrabhando,  d'  accordo  e  a  volte 
magari  in  disaccordo  coU' Amministra- 
zione della  Marina.  Il  Direttore  gene- 
rale, conte  Gaetano  Manzoni,  gode  fama 
di  uno  dei  più  colti  e  geniali  diploma- 
tici italiani. 

Gli  affari  commerciali  riguardano  lo 
studio  e  l'interpretazione  dei  trattati 
di  commercio,  le  questioni  doganali,  i 
servizi  postali  e  marittimi,  le  ferrovie 
d'interesse  internazionale,  la  sanità  pub- 
lica.  I  lettori  apprenderanno  con  vera 
curiosità  il  nome  del  Direttore  generale 
degli  affari  commerciali  ;  è  il  commen- 
datore Primo  Levi,  noto  tino  a  pochi 
anni  fa  sotto  lo  pseudonimo  L'Italico 
come  uno  dei  più  brillanti  giornalii^ti 
italiani. 

Gli  affari  privati  riguardano  que- 
stioni di  nazionalità,  protezione  conso- 
lare, stato  civile  e  trattati  relativi,  e  i 
passaporti  speciali.  Sono  diretti  dal 
comm.  Giulio  Vaccaj.  Una  curiosità  (è 
ridotto  a  questo  ormai)  di  questo  re- 
parto è  dato  dal  Contenzioso  diploma- 
tico, che  è  dh'ctto  appunto  da  uno  dei 
migliori  studiosi  di  diritto  internazionale 
privato,  il  comm.  Arturo  Ricci-Busatti. 

Delle  scuole  italiane  all'estero  non 
occorre  parlare,  tanto  più  che  durante 
la  guerra  esse  sono  state  ridotte  enor- 
memente di  numero.  Il  Direttore  gene- 
rale ò  il  comm.  Angelo  Scalabrini,  il 
quale  è  coadiuvato  da  un  pedagogista 
insigne,  il  prof.  Aurelio  Stoppoloni,  e 
da  altri  tre  ispettori  centrali. 

Dipendono  direttamente  dal  Segreta- 
rio generale  la  ragioneria,  l'economato 
e  altri  tre  uffici  da  cui  si  può  dire  che 


Purezza    i^  1  f  I Z  1 1  !{  ^L^  {  k^i  2  I  Z^^l    '^^^'"'^^ 

assoluta    UkJkJli^UUSiaJJuULdtV  aderente 
Incomparabile  per  la  frescKezza  del  colorito. 


—  281) 


1.  La  Consulta.  -  2.  Il  CJonimiHsarlato  dell'Emigrazione.  —  X  Palazzo  Farnese,  sede  del- 
Aniliasilata  di  Francia:  la  facciata  anteriore.  —  4.  Palazzo  Famt-se:  la  parte   posteriore.  — 


Palazzo  Venezia,  jjlà  sede  dell'Ambasciata  Ai 
eellerla  dell'AnibaHciata  i)re88o  il  Re  d'  Itaii;t. 


*tro-rii}rii 


p.M.f^fio.v  f  lìfWix  Cali- 


-  200  - 

irradi  tutto  il  lavoro  del  ministero  :  cor- 
rispondenza e  spedizione,  cifra,  stampa 
e  traduzioni.  L'  ufficio  Corrispondenza, 
diretto  dal  comm.  Carlo  FiU])po  Serra, 
fa  lo  spoglio  della  corrispondeuza  in  ar- 
rivo e  la  dirama  ai  vari  uffici,  accentra 
quella  in  partenza  e  provvede  ai  cosid- 
detti •«  coiTieri  di  gabinetto  >  di  cui  par- 
leremo in  seguito.  L'  ufficio  Cifra  prov- 
vede a  sciogliere  i  telegrammi  cifrati, 
che  giungono  a  fasci  da  ogni  parte  del 
mondo,  tranne  quelli  che  siano  diretti 
personalmente  al  ministro  e  che  vanno 
invece  al  Gabinetto.  Il  capo-ufficio  Ci- 
fra è  il  conte  Girolamo  Naselli,  un  gen- 
tiluomo d'antico  stampo,  d'una  corte- 
sia perfetta. 

L' Ufficio  stampa  compie  con  scarsi 
mezzi  un  lavoro  enorme,  che  natural- 
mente ha  assunto  un'  importanza  ecce- 
zionale con  la  guerra.  Si  tratta  dello 
spoglio  dei  maggiori  giornali  del  mondo 
e  del  riassunto  quotidiano  o  traduzione 
degli  articoli  o  notizie  che  presentino 
un  particolare  interesse.  Non  sono  tra- 
scurati i  giornali  dei  paesi  nemici,  ai 
quali  volge  particolari  e  personali  cure 
lo  stesso  capo-ufficio  comm.  Luca  Or- 
sini Baroni,  un  colto  diplomatico  che 
rese  già  a  Vienna  e  BudaT)est  notevoli 
servigi  al  nostro  paese. 

Alle  dipendenze  del  ministero  degli 
Esteri,  ma  autonomo  e  in  sede  propria 
(in  via  Buoncompagni,  70)  è  una  delle 
più  utili  e  geniali  creazioni  degli  ultimi 
anni,  il  Commissariato  dell'  Emigrazione. 
Una  particolare  importanza  è  venuta 
dalla  guerra  al  Servizio  I,  al  quale 
spetta  il  rilascio  dei  passaporti  comuni, 
subordinati  ora  naturalmente  alle  esi- 
genze dell'Amministrazione  militare.  Il 
Direttore  del  Servizio  I  ò  il  comm.  Giu- 
seppe De  Michelis,  una  mente  forte, 
uno  spirito  equilibrato. 

Con  un  ministro  accentratore  come 
l' on.  Sennino,  il  Gabinetto  ha  assunto 
naturalmente  una  funzione  più  larga 
che  sotto  i  precedenti  ministri.  Il  capo 
è  il  conte  Luigi  Aldrovandi  Marescotti, 
che  ha  potuto  mettere  a  disposizione 
del  ministro  la  sua  jìratica  di  cose  au- 
striache acquistata  al  posto  di  consi- 
gliere dell'Ambasciata  di  Vienna,  che 
egli  tenne  sino  alla  vigilia  della  guerra, 
così  come  V es.- attaché  militare  col.  Al- 
bricci,  ora  generale,  potè  rendere  pre- 
ziosi servigi  al  Comando  Supremo. 

Tra  i  segretari  del  Gabinetto  è  il 
cav.  Paolo  Augusto  Biancheri  Chiap- 
pori  al  quale  il  23  maggio  1915  toccò 
r  alto  onore  di  recare  al  barone  Mac- 
chio, ambasciatore  austriaco,  la  comu- 


nicazione della  nostra  dichiarazione  di 
guerra. 

Il  ministro  Sonnino  ha  poi  un  suo 
segretario  particolare,  che  è  un  fido 
amico  suo,  il  comm.  Franz  de  Morsier, 
ben  noto  nelle  lotte  agrarie  emiliane. 


Da  quanto  abbiamo  esposto  parrebbe 
che  in  fondo  la  Consulta  fosse  un  mi- 
nistero organizzato  come  tutti  gli  altri, 
salvo  particolari  esigenze.  Ma  ciò  che 
lo  distingue,  che  ne  fa  il  meno  buro- 
cratico fra  tutti  i  ministeri,  è  la  mobi- 
lità del  suo  personale.  Pochi  anni  ad- 
dietro infatti  si  venne  alla  fusione  del 
personale  interno  ed  estero  della  Con- 
sulta, fra  la  carriera  centrale  e  quella 
dijjlomatica  e  consolare,  e  si  stabilì  il 
servizio  alternato  come  indispensabile 
ad  ogni  i)romozione.  Così  oggi  ogni  fun- 
zionano del  ministero  ha  viaggiato  e 
viaggerà,  e  ogni  console  o  ministro  ple- 
nipotenziario deve  prestare  di  tanto  in 
tanto  servizio  al  ministero.  Il  vantag- 
gio che  dal  nuovo  sistema  si  ricava  ò 
enorme.  I  consoli  e  ministri  non  cor- 
rono pericolo  di  fossilizzarsi  nelle  loro 
sedi  e  di  perdere  la  visione  degl'  inte- 
ressi generali,  e  d'  altra  parte  i  funzio- 
nari dell'Amministrazione  centrale  sono 
in  grado  di  tener  conto  di  lontani  in- 
teressi locali,  di  giudicare  e  decidere 
con  un  criterio  di  sana  obbiettività  e 
relatività. 

Il  risultato  è  che,  tranne  che  nella 
ragioneria,  nelle  scuole  all'  estero  e  nel 
commissariato  dell'  emigrazione,  i  più 
alti  funzionari  sono  ministri  o  consoli 
generali,  il  personale  cosiddetto  di  con- 
cetto è  costituito  da  consiglieri  o  segre- 
tari d'  ambasciata,  da  consoli,  da  ad- 
detti. Sono  ministi'i  plenipotenziari  ap- 
punto il  De  Martino,  il  Contarini,  il 
Manzoni,  l'Orsini  Baroni,  il  Ricci  Bu- 
satti;  sono  consoli  generali  il  Gorrini, 
il  Naselli,  il  Serra,  il  Levi,  il  Vaccaj. 

Certo  la  preparazione  di  tutto  co- 
desto personale  lascia  ancora  molto  a 
desiderare.  Gli  scarsi  mezzi  che  lo  Stato 
italiano  offre  ai  suoi  funzionari  all'estero, 
allontanano  dalla  carriera  i  migliori  in- 
gegni quando  non  siano  largamente 
provvisti  di  proprio.  Quindi  la  cernita 
avviene  in  una  classe  molto  ristretta  e 
la  selezione  ne  è  naturalmente  danneg- 
giata. Tuttavia  anche  in  questa  stessa 
classe  ristretta  la  preparazione  è  mi- 
gliorata di  molto  negli  ultimi  anni, 
prima  di  tutto  per  la  maggiore  serietà 


—  6.  Palazzo  ChlRl,  già  8ed«  dell'Ambasciata  d'AiiBtrla.  —  7.  Palazzo  Caffarelll,  ««de  dell' Am- 
Msciata  OermaDica.  —  8.  Villa  Malta,  proprl*»tà  del  Principe  BiUow.  —  9.  Inerewo  alla  Legi». 
•ione  portoghese.  —  IO.  Palazzo  Barberiul  (Ambasciata  di  Spagna  e  Legazione  di  Oreola). 


-  292  - 


ohe  la  sapiente  direzione  del  prof.  Rio- 
cardo  Dalla  Volta  ha  saputo  dare  a 
queir  Istituto  di  Scienze  Sociali  di  Pi- 
renze  che  nell'  intenzione  del  fondatore 
Cesare  Alfieri  di  Sostegno  doveva  es- 
sere la  fucina  dei  diplomatici,  e  poi  per 
gli  esami  veramente  rigorosi  d'  ammis- 
sione al  ministero.  Così  negli  iiltimi 
anni  è  venuta  fuori  tutta  una  schiera 
di  giovani  che  in  circostanze  anche 
difficili  ha  saputo  tener  alto  il  nome 
del  proprio  paese.  Ricorderemo,  fra  gli 
altri,  Carlo  Galli,  Renato  Piacentini, 
Domenico  De  Faccendis,  Giovanni  Vi- 
sconti Venosta,  Cesare  Lori,  Lodovico 
Manzini,  Luigi  Gabbrielli,  Marcello  Rod- 
dolo,  Mario  Zanetti  Bianco,  Natale 
Labia,  Paolo  Indolii. 

Della  Consulta  si  è  detto  molto  male, 
specialmente  durante  la  guerra  europea. 
Certo  a  volte  si  è  avuto  l'impressione 
che  la  diritta  volontà  di  Sidney  Sennino 
incontrasse  molteplici  ostacoli  nel  mec- 
canismo del  suo  ministero.  Ma  non  si  può 
dimenticare  che  il  meccanismo  aveva  da 
trent'  anni  una  sua  forza  d' inerzia,  che 
era  avvezzo  a  lasciarsi  rimorchiare  dalla 
politica  germanica  e  a  un  tratto  ha  do- 
vuto trarre  da  sé  stesso  il  movimento, 
ha  dovuto  disfare  la  vecchia  tradizione 
e  rifarne  una  nuova.  Si  comiirende  come 
chi  non  fosse  assistito  da  un  sufficiente 
senso  di  dignità  nazionale  si  sentisse  al- 
quanto a  disagio.  Si  tratta  per  fortuna 
di  eccezioni. 


I  rapporti  della  Consulta  con  l'estero 
si  svolgono  sopratutto  mediante  le  rap- 
presentanze diplomatiche  dei  vari  Go- 
verni. Roma  sotto  tale  aspetto  è  consi- 
derata oramai  una  sede  di  prim'  ordine, 
ciò  che  attesta  dell'  importanza  del  po- 
sto che  la  nuova  Italia  ha  saputo  pren- 
dere nel  mondo.  Basti  pensare  che  da 
Roma  sono  passati  uomini  che  hanno 
avuto  una  parte  notevole  nella  storia 
dei  rispettivi  paesi  e  che  spesso  hanno 
lasciato  l'ambasciata  o  la  legazione  di 
Roma  per  salire  al  governo. 

Ricordiamo  così  degli  ultimi  anni  il 
Biilo-w,  il  Jagow,  il  Flotow,  il  Rizoff, 
lo  Stancioff  e  Hakki  pascià  che  ap- 
pena lasciata  Roma  per  il  granvisirato 
ebbe  la  dolorosa  sorpresa  di  ricevere 
la  nostra  dichiarazione  di  guerra.  An- 
che fra  i  diplomatici  residenti  attual- 
mente a  Roma  ce  ne  sono  parecchi  no- 
tissimi :  Camillo  Barrère,  il  decano  del 
corpo   diplomatico   (egli  è  a   Roma  da 


diciotto  anni)  e  il  principale  fattore  del 
ravvicinamento  italo-francese  ;  air  Ren- 
nell  Rodd,  simpatica  figura  di  genti- 
luomo inglese,  che  oltre  ad  essere  un 
abilissimo  diplomatico  è  uno  studioso 
di  storia  e  uno  scrittore  tra  i  più  ap- 
prezzati; e  poi  gli  altri  rappresentanti 
dei  nostri  alleati,  il  barone  Michele  de 
Giers,  ambasciatore  russo,  il  barone  Ha- 
yashi,  ambasciatore  giapponese,  il  conte 
van  den  Steen,  ministro  del  Belgio,  il 
principe  Ghika,  ministro  rumeno,  il  si- 
gnor Eusebio  Leào,  ministro  del  Por- 
togallo, il  signor  Michele  Ristic,  mini- 
stro di  Serbia. 

Anche  fra  i  neutri  ci  sono  dei  di- 
plomatici di  gran  nome:  il  ministro  di 
Grecia  sopratutto,  Lambros  Coromilas, 
che  da  ministro  degli  Esteri  fu  prezioso 
collaboratore  di  Venizelos  durante  le 
guerre  balcaniche  ;  e  poi  1'  ambasciatore 
degli  Stati  Uniti,  Thomas  Nelson  Page, 
un  benemerito  amico  dell'  Italia,  1'  am- 
basciatore di  Spagna,  Ramon  Pina  y 
Millet,  il  ministro  svizzero,  Alfredo  de 
Pianta. 

Spesso  anche  fra  i  collaboratori  de- 
gli ambasciatori  o  ministri  ci  sono  delle 
personalità  notevoli;  come  Roberto  de 
Billy,  consigliere  dell'Ambasciata  fran- 
cese, il  colonnello  Enckell,  addetto  mi- 
litare russo,  il  comm.  Capei  Cirre,  ad- 
detto commerciale  inglese.  Quest'ultimo 
è  ben  noto  in  ItaUa  per  la  sua  opera 
indefessa  spiegata  in  nostro  favore  a 
tempo  della  guerra  libica,  che  gli  valse 
i  ringraziamenti  personali  del  nostro 
Re,  e  per  la  sua  attività  letteraria.  In- 
fatti il  Capei  Cure,  che  conosce  l' Ita- 
lia e  la  lingua  italiana  come  pochi 
stranieri,  è  anche  un  elegante  scrittore 
di  romanzi  italiani,  sotto  il  nome  di 
Gian  della  Quercia. 

In  tutto  in  Italia  le  ambasciate  sono 
nove:  Austria- Ungheria,  Francia,  Ger- 
mania, Giappone,  Gran  Bretagna,  Spa- 
gna, Stati  Uniti,  Russia  e  Turchia. 
Naturalmente  la  guerra  ne  ha  sospese 
tre:  Austria,  Germania  e  Turchia.  Le 
legazioni  (rette  da  ministri  o  incaricati 
d' aft'ari)  sono  ventuna,  compresa  quella 
di  Bulgaria  soppressa  dallo  stato  di 
guerra.  Ma  il  numero  può  variare  da 
un  momento  all'  altro.  Ci  sono  le  pic- 
cole repubbliche  americane,  per  esempio, 
che  vanno  e  vengono.  Nel  luglio  scorso 
anzi,  mentre  andavamo  attorno  per  far 
eseguire  le  fotografie  qui  riprodotte,  ci 
scomparve  da  un  giorno  all'  altro  sotto 
gli  occhi  la  legazione  dell'  Uruguay,  che 
risiedeva  in  un  villino  di  via  dei  Grac- 
chi, 305.  Il  ministi'o  partì  quasi  all'  im- 


203 


—  11.  Palazzo  Caprauica  (Legazione  di  Svezia).  —  12.  Palazzo  Torlonia  (Legazione  (If.li  Paesi 
Bassi).  —  13.  Palazzo  Altieri  (Atiibam;iata  del  Giappone).  —  14.  Palazzo  Santacroce,  lato  meri- 
dionale {lA>K&7Aone  rumena).  —  15.  Palazzo  Santacroce,  lato  orientale  (Antica  lef^zione  di  Ba- 
Tiera).  —  16.  Ambasciata  degli  Stati  Uniti. 


—  294  — 


IT.  AmVjasciata  britaiin 
20.  Ambasciata  russa. 


•a.—  18.  Legazioue  della  Cina.  —  19.  Antica  ambasciata  di  Turchia. 
-  21,  Legazione  serba,  —  22.  Consolato  generale  del  Montenegro. 


295 


—  23.  Lfijfazione  bulgari.  -  :,.  l..^,.i,,  u.l  Siam.  — 'io.  Lt-ira/.inuf  dwl  CUt^.  —  26.  Legaz.  di  Mouaco 
il.  Lega^iuue  di  Cuba,  —  23.  Legasiout)  di  iMiiiiiiurca. 


—  2y6  — 


j)rovviso  coi  suoi  impiega  ti  e  hi  sna  roba 
il  15  luglio,  e  il  i)adroiie  del  villiuo  si 
affrettò  ad  affiggere  uno  di  quei  carat- 
teristici cartelli  rouiaui  :   Est  locanda. 


Le  sedi  dei  rappresentanti  esteri  a 
Roma  hanno  gli  aspetti  pivi  strani.  Al- 
cuni stati  hanno  acquistato  o  costruito 
ai)i)Osta  palazzi  o  villini,  altri  hanno 
preso  in  affitto  per  i  propri  rappresen- 
tanti dei  palazzi  o  semplici  quartierini, 
magari  in  albergo;  alcuni  ministri  ri- 
siedono in  grandi  palazzi  storici,  altri  in 
modesti  appartamenti  nascosti. 

La  lìiù  bella  residenza  estera  ò  senza 
dubbio  quella  di  Francia,  Palazzo  Far- 
nese. Fu  iniziato  per  commissione  di 
Paolo  III  da  Antonio  da  Sangallo  il 
(Giovane,  il  quale  costruì  la  tacciatii 
sino  al  cornicione  e  il  cortile  sino  al 
secondo  ordine  ;  fu  compiuto  da  Miche- 
langelo. In  seguito  subì  alterazioni  per 
opera  di  Giacomo  della  Porta,  che  ag- 
giunse il  terrazzino  nella  facciata  jmn- 
cipale  e  costruì  la  facciata  posteriore 
che  guarda  il  Gianicolo.  L'interno  — 
sebbene  privo  di  tutti  gli  ornamenti 
archeologici  che  i  Farnese  avevano 
s])arsi  con  grande  profusione  e  i  Bor- 
l)oni,  che  a  quelli  succedettero,  porta- 
rono al  Museo  di  Napoli  —  è  veramente 
piincipesco,  per  gli  affreschi  dello  Zuc- 
cari,  del  Domenichino,  del  Salviati,  del 
Vasari,  del  Caracci  e  suoi  scolari.  Il 
])alazzo  fu  dato  in  affitto  da  France- 
sco II  di  Borbone  al  Goyerno  francese, 
e  poi  dai  suoi  eredi  addirittura  venduto  ; 
ciò  che  dette  luogo  a  una  lunga  contesa 
col  demanio  italiano. 

Subito  dopo  per  importanza  storico- 
artistica  viene,  o  meglio  veniva,  il  Pa- 
lazzo di  Venezia,  che  fu  fatto  costruire 
nella  metà  del  Quattrocento  dal  cardi- 
nale Barbò  (poi  Paolo  II  papa)  e  fu 
lungamente  dimora  di  pontefici  finché 
Pio  IV  non  lo  donò  alla  repubblica  ve- 
neta. Da  questa  passò  col  trattato  di 
Campoformio  all'  Austria  che  io  serbò 
abusivamente  anche  dopo  il  1866.  Il  Pa- 
lazzo Venezia,  addossato  alla  chiesa  di 
San  Marco  e  privo  del  Palazzetto,  che 
fu  demolito  per  dare  aria  al  Monumento 
a  Vittorio  Emanuele  II,  avanti  d'  essere 
rivendicato  all'  Italia  nell'  agosto  1916, 
era  la  sede  dell'  ambasciata  austriaca 
presso  il  Vaticano.  L'ambasciata  presso 
il  Quirinale  vi  teneva  solo  la  Cancelle- 
ria, perchè  l'ambasciatore  occupava  il 
primo  piano  del  sontuoso  palazzo  CUigi, 


iniziato,  nella  prima  metà  del  Cinque- 
cento da  Giacomo  della  Porta,  finito  da 
Carlo  Maderna  e  \)o\  da  Felice  della 
Greca,  per  incarico  degli  Aldobrandini. 
1  Chigi  1'  acquistarono  nel  1659.  L'  ubi- 
cazione del  palazzo  —  angolo  tra  Piazza 
Coloniui  e  il  Corso  —  è  stata  causa  con- 
tinua di  dimostrazioni  anti-austriache 
per  trent'  anni,  tanto  che  l' ambasciatore 
non  aveva  mai  potuto  tenere  esposto  lo 
stemma  abborrito. 

La  Germania  scelse  per  il  proprio 
ambasciatore,  e  non  senza  intenzione, 
un  i)alazzo  sul  Campidoglio,  anzi  tra  il 
Campidoglio  propriamente  detto  e  la 
Rupe  Tarpeia. 

Un  tempo  nessuna  famiglia  poteva 
abitare  sul  Campidoglio,  ma  Carlo  V 
ne  dio  speciale  concessione  al  suo  pag- 
gio Ascanio  Caffarelli.  Passato  in  pos- 
sesso del  governo  tedesco,  Guglielmo  II 
ne  fece  decorare  le  sale  dal  pittore  Er- 
mando  Prell  di  Dresda  e  vi  fece  instal- 
lare \\\\  trono,  simbolo  dell'  invadenza 
tedesca  in  Italia.  È  noto  che  nei  tìiesi 
che  precedettero  immediatamente  la 
guerra  la  sede  vera  dell'  ambasciata  era 
divenuta  la  meravigliosa  Villa  Malta, 
detta  anche  delle  rose  dalla  profusione 
di  rose  d'  ogni  varietà  nel  suo  stupendo 
giardino.  Villa  Malta,  che  il  principe  di 
Biilow  acquistò  dal  Bobrinski,  nel  1789 
assistette  alle  misteriose  adunanze  del 
Cagliostro;  non  era  nuova  dunque  ai 
conciliaboli  quando  nel  1915  il  Biilow  vi 
congiurò  con  pochi  sciagurati  italiani  ai 
danni  dell'  Italia.  Nel  secolo  scorso  la 
Villa  ospitò  anche  Lodovico  I  di  Ba- 
viera e  Guglielmo  Humboldt. 

Una  sede  storica  è  anche  quella  della 
legazione  portoghese,  nei  locali  di  un  an- 
tico ospizio  pei  pellegrini  e  infermi  por- 
toghesi, annessi  alla  chiesa  di  Sant'An- 
tonio dei  Portoghesi,  nella  via  omonima. 
La  facciata  della  legazione  è  ridotta  a 
una  modesta  porticina  quasi  schiacciata 
daUa  chiesa  che  nel  Seicento  i  re  di  Por- 
togallo fecero  costruire  su  disegno  di 
Martino  Longhi  e  i  loro  successori  fe- 
cero restaurare  nel  1868. 

Alle  Quattro  Fontane  un  celebre  pa- 
lazzo romano,  quello  che  Carlo  Maderno 
iniziò  per  incarico  di  Urbano  VIII  Bar- 
berini e  Gian  Lorenzo  Bernini  terminò 
costruendo  il  grande  scalone,  ospita  al 
primo  piano  l' ambasciata  di  Spagna,  al 
secondo  la  legazione  di  Grecia. 

La  Svezia  occupa  in  piazza  Sant'An- 
drea della  Valle  (n.  16)  il  palazzo  Ca- 
pranica,  attribuito  al  Sangallo,  poi  re- 
staurato nel  1879  ;  da  non  confondere 
col  pili  noto  palazzo  Capranica,  l' edifi- 


—  207 


—  29.  Legazione  del  Belgio.  —  30.  legazione  della  Rejiiibblica  Argentina.  —  31.  Lesazione  del 
Brasile.  —  32.  Legazione  della  Svizzera.  —  33.  Palace  Hotel,  sede  della  Legazione  di  Persia.  — 
34.  Urand  Hotel,  sede  della  Legazione  di  Norvegia. 


—  298  — 


ciò  di  stile  romantico  con  la  sua  carat- 
teristica torre  onoi-aria  fli  piazza  delle 
Orfanello.  I  Paesi  Bassi  occui)ano  le 
splendide  sale  del  primo  piano  del  pa- 
lazzo barocco  dei  Torlonia  in  via  Bocca 
di  Leone  78.  decorato  di  recente  da  Pro- 
spero Piatti.  Il  Giappone  ha  sede  al  pa- 
lazzo Altieri,  in  piazza  del  Gesti  49,  che 
Clemente  X  fece  costruire  da  Giovanni 
Antonio  de  Rossi  e  decorare  da  Carlo 
Maratta.  Fino  a  pochi  anni  fa  vi  risie- 
deva la  Corte  di  Cassazione.  Un  altro 
palazzo  barocco,  quello  dei  Santacroce 
in  piazza  Benedetto  Cairoli,  nell'ala  sud, 
meglio  conservata  (numeri  3  e  4),  con- 
tiene la  legazione  rumena,  nell'  ala  est, 
rifatta  di  recente  (n.  6),  accoglieva  la 
legazione  di  Baviera,  la  quale  —  come 
si  sa  —  ha  tenuto  ad  essere  distinta 
dalla  Germania.  Gli  Stati  Uniti  —  che 
un  tempo  erano  al  secondo  piano  del 
palazzo  Barberini  —  occupano  un  mo- 
desto pianterreno  al  palazzo  Amici  in 
piazza  S.  Bernardo  alle  Terme,  lo  stesso 
che  al  primo  piano  ospita  il  Gran  Magi- 
stero dell'  ordine  Mauriziano. 

Molti  stati  hanno  via  via  fatto  co- 
struire degli  edifìci  moderni  nei  migliori 
quartieri  di  Roma,  come  l' Inghilterra 
con  la  sua  suntuosa  sede  a  Porta  Pia 
(via  Venti  Settembre,  n.  80  e  81).  Porta 
Pia  si  può  dire  il  quartiere  delle  am- 
basciate. A  pochi  x)assi  da  quella  Tjri- 
tannica,  in  via  Palesti'o  32,  è  la  lega- 
zione della  Cina  ;  più  in  là,  al  n.  36,  sulla 
cantonata  di  via  Gaeta,  V  ambasciata 
ottomana  ;  in  via  Gaeta  3  è  l' amba- 
sciata russa,  nel  villino  che  fu  dell'ono- 
revole Di  Rùdinì.  Più  in  là,  verso  la 
stazione,  in  juazza  Indipendenza  6,  è 
la  legazione  di  Serbia  ;  in  via  Volturno  7 
il  consolato  del  Montenegro,  che  ha  fun- 
zioni diplomatiche.  Fuori  Porta  Pia,  in 
via  Nomentana  10,  è  la  legazione  bul- 
gara; e  in  fondo,  al  n.  70,  quasi  a 
Sant'Agnese,  il  civettuolo  villino  Thei, 
cioè  la  legazione  del  Siam,  che  per  un 
curioso  contrasto  è  assicurato  a  una 
società  cattolica. 

Parecchie  legazioni  sono  nei  vicini 
quartieri  Ludovisi:  il  Cile  in  un  ele- 
gante e  ricco  villino  moderno  in  via 
Collina  21,  il  principato  di  Monaco  in 
un  modesto  terzo  piano  al  n.  39  della 
vicina  via  Aureliana.  Cuba  in  un  pa- 
diglione interno  di  una  villa  di  via 
Piemonte  127,    la  Danimarca  in  via  di 


Porta  Pinciaua  36,  quasi  in  cospetto  di 
Villa  Borghese,  il  Belgio  nel  vicolo  San 
Nicolò  da  Tolentino  27,  a  ridosso  della 
chiesa  fatta  innalzare  nei  primi  del  Sei- 
cento dai  Pam})hily. 

La  Repubblica  Argentina  si  è  co- 
struita un  palazzo  in  jiiazza  dell'  Esqui- 
lino  n.  2,  il  Brasile  ha  il  palazzo  Ban- 
dini  sul  corso  Vittorio  Emanuele  n.  116, 
la  Svizzera  sta  nel  i)alazzo  del  Credito 
fondiario  in  via  Piacenza  6,  all'ombra 
della  Consulta.  Il  rappresentante  della 
Persia  risiede  al  Palace  Hotel  in  via 
Veneto  e  il  nuovo  ministro  di  Norvegia 
al  Grand  Hotel  alle  Terme  ;  un  albergo 
ormai  storico  quest'ultimo,  perchè  ha 
ospitato  tutti  i .  ministri  dett'  Intesa  ve- 
nuti a  Roma  durante  la  guerra,  da  Pa- 
sich  a  Briand.  Finalmente  il  ministro 
di  Columbia  risiede....  a  Bologna,  in  via 
Giuseppe  Petroni  15.  Ciò  non  deve  stu- 
])ire,  visto  che  altri  risiedono  addirit- 
tura all'Estero!  Fino  a  poco  tempo  fa 
infatti  il  ministro  di  Norvegia  risiedcYa 
a  Berlino  perchè  era  accreditato  anche 
presso  quel  governo  ;  e  tuttora  i  rappre- 
sentantj  di  varie  repubbliche  americane 
risiedono  a  Parigi  di  dove  devono  tu- 
telare i  loro  interessi  nazionali  presso 
tre  o  quattro  stati  europei.  Prima  della 
guerra  anzi  essi  avevano  l' abitudine  di 
lare  spesso  un  giro  per  le  varie  capi- 
tali, veri  commessi  viaggiatori  della  di- 
plomazia. 


Un'  altro  mezzo  d' azione  per  la 
Consulta  è  costituito  dalle  ambasciate 
italiane  all'  Estero,  e  specialmente  oggi 
da  quelle  di  Parigi,  Londra  e  Pietro- 
grado.  Esse  sono  unite  non  solo  dal 
telegrafo  ma  sopratutto  dai  cosiddetti 
corrieri  di  gabinetto.  Sono  degli  ex-sot- 
tufficiali dell'  esercito,  di  provata  fidu- 
cia, che  tre  volte  al  mese  partono  da 
Roma  recando  a  Parigi,  a  Londra  e  a 
Pietrogrado  la  valigia  diplomatica,  che 
a  volte  è  costituita  da  numerosi  pacchi 
a  volte  ridotta  davv^ero  a  una  borsetta 
da  viaggio,  tutto  sugellato  alla  partenza 
all'  ufficio  di  spedizione. 

Così  per  mille  fili  da  alti  personaggi 
e  da  umili  impiegati,  si  tesse  l' orditura, 
invisibile  al  i)opolo,  della  storia  d' Italia. 
Giuseppe  A.  Andkiulli. 


Nelle  pagine  che  seguono  abbiamo  inteso  di  dare  una  breve  storia  cronologica 
documentata  della  nostra  guerra,  quale  può  farsi  col  materiale  conosciuto  finora. 
Vi  sono  alcune  pubblicazioni  che  danno  la  storia  documentala  di  questa  grande 
epoca  (basti  citare  i  due  bei  libri  del  nostro  egregio  collaboratore  Andriulli  in- 
titolati I  doc'umeuti  della  grande  guerra  e  I  documenti  della  guerra  italiana,  dei 
quali  ci  siamo  valsi).  Tuttavia  il  lettore  troverà  qualcosa  di  nuovo  anche  in  que- 
sta piccola  raccolta  redatta  con  altri  criteri  che  speriamo  saranno  apprezzati. 
La  raccolta  nostra  e  disposta  in  modo  che  la  composizione  in  carattere  grande  co- 
stituisce una  continuata  cronistoria  degli  avvenimenti.  In  carattere  piccolo  è  dato 
il  testo  dei  documenti  nella  loro  forma  integrale  salvo  per  alcuni  che  abbiamo 
dovuto  riassumere  per  necessità  di  spazio.  Sempre  per  la  necessità  di  spazio  ab- 
biam  dovuto  sopprimere  i  comunicati  Hassuntivi  emanali  a  quando  a  quando  dal 
Comando  Supremo  per  render  conto  delle  operazioni  di  gxierra:  ma  ne  abbiamo 
lasciata  l'indicazione  e  la  data,  per  facilitarne  la  ricerca  nelle  raccolte  dei  bollet- 
tini della  guerra  che  molti  possiederanno.  Del  resto  i  nostri  fedeli  lettori  sanno 
già  dall'anno  scorso  che  rAlnianaeco  contiene  ancora  la  Cronaca  della  nostra 
liuerra,  compilata  con  molta  diligenza  dal  nostro  cortese  collaboratore  militare,  alla 
</uale  ricorreranno  per  le  notizie  militari,  mentre  in  questi  Archivi  troveranno  altre 
notizie  di  indole  diplomatica,  politica  e  legislativa. 


Bologna,  25  ottobre  1916. 


ROMEO  MONARI. 


I.  •  I/a  Triplice  Alleanza. 

(Il  patto  della  Triplice  Alleanza  fu  fir- 
mato il  20  ma-rg  io  1882,  all'indomani  di  Tu- 
nisi, essendo  Presidente  del  Consiglio  Ago- 
stino Depretis  e  Ministro  degli  Esteri  P.  8. 
Mancini.  Fu  rinnovato  nel  ló87  dal  Depretis 
e  dal  Robilant,  che  ottennero  d' introdurvi 
moditicazioni  e  aggiunte,  le  quali,  fu  detto, 
miglioravano  notevolmente  l'alleanza  per  noi  ; 
poi  nel  1891  e  nel  1902,  sempre  prima  della 
^cadenza,  e  pare,  senza  cambiamenti;  proro- 
_Mto  tacitamente  nel  l'JOT,  e  rinnovato  un'ul- 
tima volta  il  18  dicembre  1912,  pure  anticipa- 
tamente, auspici  Giovanni  Giolitti  e  il  Mar- 
chese Di  San  Giuliano,  dopo  i  malaugurati 
incidenti  del  Carthuge  e  del  Manouba.  Fu, 
dopo  trentatrò  anni  di  vita,  il  3  maggio  1915 
dichiarato  irrito  e  nullo,  almeno  nei  rapporti 
doli'Anstria-Ungheria,  dall'on.  Sonnino,  come 
sarà  detto  al  numero  60. 

Fu  affermato  che  la  Triplice  Alleanza  non 
f')Sse  in  realtà  un  solo  trattato,  ma  constasse 
fli  due  trattati  distinti:  uno  fra  Austria  e 
(iermanla,  concluso  fin  dal  1879,  l'altro  fra 
1  Italia  e  1  due  imperi.  Certo  è  che  il  primo 
fu  pubblicato  in  Germania  nel  1888  e  che 
il  secondo  non  fu  mal  conosciuto,  finché  In 
occuione  delle  presenti  difficoltà  diploma- 


tiche, non  vennero  in  luce  alcuni  articoli  del 
quali  diamo  il  testo  qui  appi-esso)  : 

Art.  1.  Le  Potenze  conti  aeriti  si  promet- 
tono scambievolmente  pace  ed  amicizia  e  non 
contrarranno  alcun  rapporto  di  alleanza  o 
p  itto  diretto  contro  uno  dei  loro  Stati.  Esse 
si  obbligano  allo  scambio  reciproco  dei  loro 
punti  di  vista  sulle  quistioni  po.irlche  ed  eco- 
nomiche di  carattere  generale  che  potessero 
sorgere;  oltre  a  ciò  si  promettono  appoggio 
reciproco  nel  limite  dei  loro  interessi  parti- 
colari. 

Art.  3.  Qualora  una  o  due  delle  Potenze 
contraenti,  senza  diretta  provocazione  per 
parte  loro,  fossero  attaccate  e  si  trovassero 
in  guerra  con  duo  o  più  grandi  potenze  non 
tirmatarie  del  presente  trattato,  il  casus  foé- 
de'-is  sorge  immediatamente  per  tutte  le  po- 
tenze contraenti. 

Art.  4.  Qualora  una  grande  Potenza  non 
firmataria  del  presente  trattato  minacciasse 
la  sicurezza  nazionale  di  una  delle  Potenze 
contraenti,  e  che  la  nazione  minacciata  fosse 
per  tal  modo  costretta  a  dichiarare  la  guerra, 
le  altre  due  si  obbligano  a  mantenere  verso 
la  loro  alleata  una  neutralità  amichevole. 
Ognuna  si  riserva  il  diritto  di  partecipare 
alla  guerra  ove  ritenga  oonveuiente  di  fare 
causa  comune  con  l'alleata. 


—  300  — 


Art.  7.  L'Austria- Ungheria  e  l'Italia  nel- 
l'intento di  mantenere  per  quanto  è  possi- 
bile lo  sfa'u  quo  in  Oriente,  si  obbligano  a 
adoperarsi  con  tutta  la  loro  influenza  pej."  evi- 
tare qualsiasi  mutamento  territoriale  dannoso 
all'una  o  all'altra  delle  Potenze  contraenti. 
Esse  si  scambieranno  tutte  le  informazioni 
atte  a  chiarire  le  intenzioni  reciproche  come 
pure  quelle  delle  altre  Potenze.  Se  però  si 
desse  il  caso  che  nel  corso  degli  avvenimenti, 
il  mantenimento  dello  statu  quo  nel  territo- 
rio de' Balcani,  delle  coste  e  delle  isole  otto- 
mane dell'Adriatico  e  dell'Egeo  divenisse  im- 
possibile, e  che,  o  in  conseguenza  dell'azione 
di  una  terza  Potenza  o  per  qualsiasi  altra 
causa,  l'Austria  e  l'Italia  fossero  costrette  a 
mutare  lo  s'ahi  quo  con  un'occupazione  tem- 
poranea o  permanente  per  parte  loro,  que- 
sta occupazione  potrà  avvenire  soltanto  dopo 
precedenti  accordi  fra  le  due  Potenze  basati 
sul  principio  del  reciproco  compenso  per  tutti 
i  vantaggi  territoriali  o  d'altra  specie  che  l'una 
o  l'altra  venisse  a  conseguire  oltre  al  presente 
statu  quo  e  in  modo  da  soddisfare  gl'interessi 
e  le  pretese  giustificate  di  ambe  le  parti, 

2.  -  Il  delitto  di  Serajevo. 

28  giugno  1914.  —  In  Serajevo,  capi- 
tale della  Bosnia  sono  uccisi  l'Arci- 
duca Francesco  Ferdinando  d'Austria 
Este  e  sua  moglie  Duchessa  Sofia  di 
Hohenberg  per  opera  di  congiurati 
panserbi. 

3.  -  L'ultimatum  alla  Serbia. 

23  luglio  1914.  ^-  L'Ambasciatore  Au- 
stro-Ungarico trasmette  al  Governo 
Serbo  una  Nota-ultimatum  nella  quale 
ricbiede  dichiarazioni  umilianti,  scio- 
glimenti di  società  politiche,  arresti, 
processi  e  tutta  una  serie  di  misure 
tendenti  ad  ottenere  la  completa  sot- 
tomissione della  Serbia  all'  Austi'ia 
Ungheria. 

Il  31  marzo  1909  il  R.Ministro  Serbo  presso 
la  Corte  di  Vienna,  faceva  per  ordine  del  suo 
Governo,  la  seguente  dichiarazione  al  Gover- 
no imperiale  e  reale:  La  Serbia  riconosce  che 
non  è  stata  colpita  nei  suoi  diritti  dal  fatto 
compiuto  in  Bosnia  ed  Erzegovina  e  che  per 
conseguenza  si  conformerà  a  quelle  decisioni 
che  le  Potenze  prenderanno  In  base  all'arti- 
colo 25  del  Trattato  di  Berlino.  Rimettendosi 
ai  consigli  delle  Grandi  Potenze,  la  Serbia  si 
impegna  ad  abbandonare  l'atteggiamento  di 
protesta  e  di  resistenza  che  essa  aveva  adot- 
tato di  fronte  all'annessione  fin  dall'autunno 


scorso  e  si  impegna  anche  a  modificare  le  di- 
rettive della  sua  politica  attuale  verso  l'Au- 
siria-Ungheria  per  vivere  onnai  con  questa 
su  di  un  piede  di  buon  vicinato. 

La  storia  di  questi  ultimi  anni  e  special- 
mente i  dolorosi  avvenimenti  del  28  giugno, 
hanno  dimostrato  l'esistenza  in  Serbia  di  un 
movimento  sovversivo,  scopo  del  quale  è  il 
distacco  dalla  Monarchia  austriaca  di  certe 
parti  del  suo  territorio.  Questo  movimento, 
sorto  sotto  gli  occhi  del  Governo  Serbo,  è 
giunto  a  manifestarsi  oltre  il  territorio  del 
regno  con  atti  di  terrorismo,  con  una  serie 
di  attentati  e  assassinio 

11  R.  Governo  Serbo,  lungi  dall' adempiere 
i  formali  impegni  assunti  con  la  dichiarazione 
31  marzo  190»,  nulla  ha  fatto  per  reprimere 
questo  movimento.  Ha  tollerato  l'attività  cri- 
minosa delle  varie  associazioni  e  sètte  ostili 
alla  Monarchia  Austro-Ungarica,  il  linguaggio 
sfrenato  della  stampa,  la  glorificazione  degli 
autori  degli  attentati,  la  partecipazione  di 
ufficiali  e  funzionari  agli  intrighi  sovversivi, 
una  propaganda  malsana  nell'  istruzione  pub- 
blica: ha  infine  permesso  tutte  le  manifesta- 
zioni che  potevano  eccitare  la  popolazione 
serba  all'odio  contro  la  Monarchia  ed  al  di- 
sprezzo contro  le  sue  istituzioni. 

La  tolleranza  colpevole  del  Governo  Reale 
Serbo  non  era  cessata  nel  momento  in  cui  gli 
avvenirnenti  del  28  giugno  ne  hanno  dimostra- 
to al  mondo  le  funeste  conseguenze. 

Dalle  deposizioni  e  dalle  confessioni  dei 
criminali  autori  dell'attentato  del  28  giugno 
è  risultato  che  gli  uccisori  hanno  ricevute  le 
armi  e  le  bombe  di  cui  erano  forniti,  da  uffi- 
ciali e  da  funzionari  serbi  appartenenti  alla 
Nat-adita  OdLruna  e  infine  che  il  passaggio  in 
Bosnia  di  questi  malfattori  e  delle  loro  armi 
è  stato  organizzato  ed  effettuato  dai  capi  del 
servizio  di  frontiera  serbo. 

I  risultati  ottenuti  dall'istruttoria  non  per- 
mettono al  Governo  i.  e  r.  di  mantenere  più 
a  lungo  l'atteggiamento  di  longanimità  e  di 
attesa  che  ha  tenuto  per  anni  di  fronte  agli 
intrighi  che  hanno  a  Belgrado  il  loro  centro 
e  di  là  si  dittbndono  nei  territori  della  Mo- 
narchia. Questi  risultati  impongono  anzi  il 
dovere  di  mettere  fine  a  questi  intrighi  che 
rappresentano  una  minaccia  perpetua  per  la 
tranquillità  della  Monarchia.  Per  raggiungere 
questo  scopo  il  Governo  i.  e  r.  si  vede  co- 
srretto  ad  esigere  dal  Governo  Serbo  una  di- 
chiarazione ufficiale  di  condanna  della  pro- 
paganda diretta  contro  la  Manarchia  Austi-o- 
Ungarica  cioè  di  tutti  gli  sforzi  tendenti  a 
stacc;ìre  dalla  Monarchia  i  territori  che  le  ap- 
partengono e  che  esso  si  impegni  a  reprime- 
re con  tutti  i  mezzi  questa  propaganda  ci-i- 
minosa  e  terroristica. 

Allo  scopo  di  dare  un  carattere  solenne 
a  questi  impegni  il  Governo  R.  Serbo  pubbli- 


imballaggio. 


Infallibile  contro  la  forfora, 
calvizie  e  la  caduta  dei  ca- 
pelli. Prezzo  L.  2,50  la  boccia, 
spedisce  1  boccia  L.  2,75  -  6 
boccia  L.  15  -  franco  di  porto  ed 
Rivolgersi  Farmacia  del  Cervo  —  AREZZO  


Tricogeno  Sardini  i 


301  — 


oherà  nella  prima  pagina  del  suo  Oiornal» 
ufficiai*  del  26  luglio  1914  la  seguente  dlohia- 
razlone  :  Il  R.  Governo  Serbo  condanna  la  pro- 
paganda diretta  contro  l'Austria-  Ungheria  cioi 
tutte  quelle  tenderne  che  hanno  per  iacopo  di 
staccare  dalla  Monarchia  austro-uncjarica  ter- 
rito'i  che  ne  fanno  parte  e  deplora  nel  modo 
il  più  sincero  le  conseguenze  funeste  di  quelle 
gesta  criminose.  Il  Ji.  Governo  Serbo  deplora 
eh*  ufficiali  e  funzionari  serbi  abbiano  parie- 
•ipato  a  questa  propaganda  e  compromesso  in 
d  modo  le  relazioni  di  buon  vicinato  alle  quali 
ti  K.  Governo  si  è  solennemente  impegnato  colli 
sua  dichiarazione  31  marzo  1909.  Il  Governo 
Iteale  disapprova  ogni  idea  ed  ogni  tentativo 
di  ingerénza  sulla  sorte  degli  abitanti  di  qital- 
siisi  parte  dell'  Austria-  Ungheria,  considera  suo 
proprio  dovere  di  far  noto  agli  ufficiali,  ai  fun- 
zionari e  a  tutta  la  popolazione  del  Kegno  che 
esso  agirà  con  estremo  rigore  contro  coloro  che 
ai  rendessero  colpevoli  di  simili  mene,  e  che  farà 
tutù  gli  sforzi  per  prevenir  e  e  reprimerle. 

Tale  dichiarazione  sarà  contemporanoa- 
mente  portata  a  conosctMiza  dell'esercito  reale 
con  un  ordine  del  giorno  di  S.  M.  11  Re  e  pub- 
blicato nel  Bollettino  nCQciale  dell'esercito. 

Il  Governo  Reale  si  obbliga  inoltre:  1«  a 
sopprimere  ogni  pubblicazione  che  tenda  a 
eccitare  odio  e  disprezzo  contro  la  Monar- 
chia 0  la  cui  tendenza  generale  sia*  diretta 
contro  la  integrità  territoriale  della  medesi- 
ma; 2»  a  sciogliere  immediatamente  la  Società 
Xarodna  Olhrana,  a  confiscarne  tutti  i  mezzi 
di  propaganda,  e  a  procedere  nello  stesso  modo 
contro  tutte  le  altre  società  e  sètte  in  Serbia 
che  hanno  scopo  di  propaganda  contro  la 
Monarchia  Austro  Ungarica.  11  Governo  Reale 
prenderà  le  misure  necessarie  per  impedire 
che  le  società  di^ciolte  continuino  la  loro  atti- 
vità sotto  un  altro  nome  o  sotto  un'altra  for- 
ma; 3°  ad  eliminare  senza  ritardo  dall'Istru- 
zione pubblica  in  Serbia,  tanto  nel  corpo  in- 
segnante, quanto  nei  mezzi  d'insegnamento, 
tutto  ciò  che  può  servire  a  fomentare  la  pro- 
paganda contro  TAustria  Ungheria:  é»  ad  al- 
lontanare dal  servizio  militare  e  dall'ammini- 
strazione in  generale  tutti  gli  ufficiali  e  fun- 
zionari che  sono  colpevoli  di  propaganda  con- 
tro la  Monarchia  Austro  Ungarica,  per  ognuno 
dei  quali  11  Governo  Austro  Ungarico  si  ri- 
serva di  comunicarne  i  nomi  e  l'accusa  al  Go- 
verno Reale;  5»  ad  accettare  la  collaborazione 
in  Serbia  di  organi  del  Governo  Austro  Un- 
garico per  la  repressione  del  movimento  sov- 
versivo diretto  contro  l'integrità  territoriale 
della  Monarchia  Austro  Ungarica;  6^  ad  aprire 
un'inchiesta  giudiziaria  contro  tutti  <iuelli 
che  ebbero  parte  nei  complotto  del  28  giugno 
che  sono  in  territorio  Serbo.  Alle  ricerche 
parteciperanno  gli  organi  delegati  dal  Go- 
verno Austro-Ungarico;  7° a  ordinare  con  ogni 
possibile  sollecitudine  l'arresto  del  maggiore 
Voia  Tankoslo  e  del  nominato  Milan  Ciga- 
novich,  funzionario  serbo,  compromessi  dal 
risultati  dell'istruttoria;  8»  a  impedire  con 
misure  efficaci  il  concorso  delle  autorità  serbe 
noi  contrabbando  di  armi  ed  esplosivi  di  là 
della  frontiera;  a  Ucenzliire  e  a  )>unire  se- 
vframente  1  funzionari  che  essendo  in  ser- 
:i!la  frunti.-ra  di  So'ahatz  e  a  Loznica, 
lavorilo  il  j)as.sagg:o  agli  autori  del  de- 
1.:  j  '-A  Sorajevo;  9»  a  fornire  all'L  R.  Qoverno 


Austro  Ungarico  spiegazioni  sulle  espressioni 
Ingiustificabili  di  alti  funzionari  serbi  In  Ser- 
bia e  all'estero,  ohe  non  ostante  la  loro  pò* 
sizione  ufficiale  non  hanno  esitato  a  espri- 
mersi In  interviste  in  termini  ostili  alla  Mo- 
narchia dopo  l'attentato  del  28  giugno;  IO»  Ad 
informare  senza  ritardi  il  Governo  Austro- 
ungarico dell'esecuzione  delle  misure  richie- 
ste coi  paragrafi  precedenti. 

Il  Governo  Austro-Ungarico  attende  ri- 
sposta dal  Governo  Reale  Serbo  non  più 
tardi  di  sabato  25  corrente  alle  6  pomeri- 
diane. 

(Segue  una  memoria  sul  risultati  dell'in- 
chiesta di  Serajevo  latta  dalle  autorità  au- 
striache, dalla  quale  risulla  che  il  complotto 
sarebbe  stato  organizzato  a  Belgrado,  che  le 
bombe  e  le  pistole  sarebbero  state  conse- 
gnate al  oongiuiatl  da  funzionari  e  militari 
serbi,  e  che  il  passaggio  degli  autori  dell'at- 
tentato sarebbe  avvenuto  con  la  complicità 
delle  autorità  di  frontiera  serbe). 


25  luglio  1914.  —  La  Serbia  risponde 
accettando  quasi  tutte  le  richieste 
dell'  Austria  -  Ungheria  facendo  sol- 
tanto qualche  riserva  per  le  piìl  umi- 
lianti e  dichiarando  di  essere  pronta 
a  rimettere  la  questione  al  Tribunale 
internazionale  dell' Aj a  o  alle  grandi 
Potenze  firmatarie  della  dichiarazione 
sei'ba  31  marzo  1909  riguardante  l' an- 
nessione della  Bosnia  e  dell'  Erzego- 
vina all'  Impero  Austriaco. 


27  luglio  1914.  —  Un  comunicato  del 
Governo  Austro-ungarico  dichiara  in- 
sufficienti e  prive  di  sinceritìt  le  rispo- 
ste della  Serbia,  le  quali  contengono 
tali  riserve  e  limitazioni  che  anche 
le  concessioni  realmente  fatte  perdono 
ogni  importanza. 

6.  •  La  dichiarazione  di  g^uerra 
alla  Serbia. 

28  luglio  1914.  —  L'Austria  dichiara 
la  guerra  alla  Serbia. 

Il  Governo  reale  di  Serbia  non  avendo  ri- 
sposto in  modo  soddisfacente  alla  nota  che 
gli  era  stata  rimessa  dal  Ministro  di  Austria- 
Ungheria  a  Belgrado  alla  data  del  23  luglio 
1914,  il  Governo  Imperiale  e  Reale  si  trova 
nella  necessità  di  provvedere  esso  stesso  alla 
tutela  del  suoi  diritti  ed  Interessi  e  di  ricor- 
rere a  tale  scopo  alla  forza  delle  armi.  L'Au- 
stria-Ungheria si  considera  adunque  da  que- 
sto momento  in  Istato  di  guerra  con  la  Serbia. 
—  Il  ministro  degli  Esferi:  conte  Bkuchtold. 

7.  -  Le  riserve  dell'  Italia. 

29  luglio  1914.  —  Il  governo  italiano 
dichiara  all'  Ambasciatore  d'  Austri;i 
che  uua  delle  basi  della  Triplico  Al- 


—  302  — 


leanza  è  per  1'  Italia  1'  art.  7  che  ri- 
guarda la  penisola  balcanica  e  che  un 
questo  articolo  è  urgente  un  accordo. 

8.  -  La  Germania  dichiara  guerra 

alla  Russia. 

i  agosto  1914.  —  Il  Governo  Imperiale 
Tedesco  dichiara  alla  Russia  che 
avendo  questa  ordinata  la  mobilita- 
zione generalo  1'  Impero  tedesco  si 
trovò  di  fronte  a  un  pericolo  grave 
e  imminente;  perciò  fu  costretto  di 
chiedere  al  Governo  russo  la  cessa- 
zione della  mobilitazione.  Avendo  la 
Russia  rifiutato  di  accogliere  tale  do- 
manda e  avendo  manifestato  con  tale 
rifiuto  che  la  sua  azione  era  diretta 
contro  la  Germania,  questa  raccoglie 
la  sfida  e  si  dichiara  in  istato  di 
guerra  con  la  Russia. 

9.  -  Un  telegramma  di  France- 
sco Giuseppe  al  Re  d'Italia. 

1  agosto  1914.  —  L' Imperatore  d'Au- 
stria telegrafa  al  Re  d'  Italia  cIh; 
conta  sul  suo  ai)poggio. 

La  Russia,  che  si  arroj;a  il  diritto  d'im- 
rnij-chiarsi  nei  nostro  conflitto  con  la  Serbia, 
ha  mobilitato  il  suo  esercito  e  la  sua  flotta 
e  minaccia  la  pace  d'Europa.  D'accordo  con 
la  Germaii  a,  sono  deciso  a  difendere  i  diritti 
della  Tiiplit-e  Alleanza  ed  ho  avdinato  la  mo- 
bilitazione delle  mie  forze  militari  di  terra 
e  di  mare.  Noi  dobbiamo  trent'  anni  di  pace 
e  di  benessere  al  trattato  che  ci  unisce  e  la 
cui  identica  interpretazione  da  parte  dei  no- 
stri governi  è  da  me  accolta  con  soddisfa- 
zione. Sono  felice  in  questo  momento  solenne 
di  poter  contare  sull'appoggio  dei  m.iei  al- 
leati e  dei  loro  potenti  eserciti  ed  esprimo  i 
voti  più  calorosi  per  il  successo  delle  nostre 
armi  e  per  il  glorioso  avvenire  dei  nostri 
paesi.  —  Fr4ncesco  Giuskppe. 

IO. 

S  agosto  1914.  —  Il  Re  d'Italia  ri- 
spondo all'  Imperatore  d'Austria  pro- 
mettendo un  atteggiamento  cordiale 
ed  auiichevole  rispondente  al  trattato 
della  Triplice  e  ai  sentimenti  e  inte- 
ressi italiani. 

Ho  ricevuto  il  telegramma  di  V.  M  Non 
ho  bisogno  di  assicurare  la  M.  V.  che  l' Ita- 


lia la  quale  ha  fatto  tutto  ciò  che  si  poteva 
per  mantenere  la  pace  e  farà  tutto  quel  che 
è  in  suo  potere  per  ristabilire  al  più  presto 
possibile  la  pace,  osserverà  verso  i  suoi  al- 
leati un  attitudine  cordialmente  amichevole, 
rispondente  al  trattato  della  Triplice  Allean- 
za, ai  suol  sinceri  sentimenti  ed  al  grandi  in- 
teressi che  deve  tutelare.  — •  Vittorio  Ema- 
nuele. 

II.  -  La  neutralità  dell'  Italia. 

2  agosto  1914.  —  Dichiarazione  di  nexi- 
tralità  pubblicata  nella  Gazzetta  Uf- 
ficiale. 

Trovandosi  alcune  potenze  di  Europa 
in  istato  di  guerra,  ed  essendo  l' Italia  in 
istato  di  pace  con  tutte  le  parti  belligeysnti, 
il  Governo  del  Re  ed  i  cittadini  e  sudditi 
del  Regno  hanno  l'obbligo  di  osservare  i  do- 
veri della  neutralità  secondo  le  leg«4Ì  vigenti 
e  secondo  i  principi  del  diritto  Internazio- 
nale. Chiunque  violi  questi  doveri  subirà  le 
conseguenze  del  proprio  operato  ed  incor- 
rerà, quando  sia  il  caso,  nelle  pene  dalla 
legge  sancite. 


2  agosto  1914.  —  Il  Presidente  del 
Consiglio  on.  Salandra  invia  ai  Pre- 
fetti del  Regno  una  circolare  conte- 
nente istruzioni  a  complemento  della 
dichiarazione  di  neutralità. 

La  neutralità  verso  gli  stati  belligeranti 
decisa  dal  Governo  in  sicura  conformità  dei 
sentimenti  del  Paese,  impone  al  Governo 
stesso  ed  ai  cittadini  obblighi  che  devono 
essere  rigorosamente  osservati.  Il  Consiglio 
dei  Ministri  ha  quindi  deliberato  che  siano 
vietati  arruolamenti  e  pubbliche  manifesta- 
zioni favorevoli  od  ostili  a  qualsiasi  Stato 
belligerante.  I  contravventori  a  tale  divieto, 
al  quale  Ella  sotto  la  sua  responsabilità  darà 
piena  esecuzione,  saranno  denunziati  per 
l'applicazione  dell'art.  113  del  C.  P.  Nelle 
gravi  circostanze  presenti  la  tutela  dei  legit- 
timi interessi  del  Paese  dev'esser  lasciata 
esclusi'^amente  al  Governo  il  quale  posse- 
dendo r  elemento  per  determinare  in  ogni 
eventualità  la  sua  condotta  politica  con  la 
consapevolezza  della  sua  piena  responsabi- 
lità non  può  permettere  che  l'azione  sia  co- 
munque turbata.Il  Governo  confidanel  seimo 
e  nel  patriottismo  degli  ifaliani  di  ogni  par- 
tito, alfinchè  le  disposizioni  preventive  e  pe- 
nali non  abbiano  ad  essere  applicate  e  l'Italia 
sia  pari  alle  altre  nazioni  nel  dare  prova  di 
calma  e  concorde  fermezza  nella  devozione 
al  bene  della  Patria.  Voglia  dare  alla  pre- 


Anno 
IV 

(LA  GUERRA  E  LO  SPORT) 
500  pagine  —  500  vignette  —  Copertina  a  colori  —  I^ire  1,60 


Almanacco  dello  Sport  imi 


n.  BEMTOMAn  &  FIGLIO  -  Editori 


FIRENZE 


—  303  — 

ente  cirL'o!ar0  la  massima  pubblicità  e  te- 
Morla  come  precisa  e  sicura  norma  alla  su»  ,     jni  i 

•indotta.  —  Il  Presidente  del  Consiglio  ^ei  «^  agosto  lUl-i 
-Minisfrl  e  Ministro  dell'Interno:  Salandra.         invadono  il  Belgio. 


17. 


Gli  eserciti  tcJcsclii 


13.  -  Nuove  insistenze 
del  nostro  Ministro  degli  esteri. 

2  agosto  1914,  —  Il  nostro  Ministro 
de^li  Esteri  ripeto  all'  Ambasciatore 
d'Austria  che  condizione  essenziale 
della  Triplice  è  che  la  politica  balca- 
nica delle  due  nazioni  sia  identica  e 
che  è  necessario  chiarire  subito  la 
portata  dell'  art.  7. 


14. 


•  Appello  alla  pace 
di  Papa  Pio  X. 


2  agosto  191  i.  —  II  Sommo  Pontefice 
Pio  X  pubblica  un  appello  alla  pa|||» 

Mentre  1'  Europa  quasi  tutta  è  trascinata 
Tiei  vortici  di  una  funestissima  guerra  ai  cui 
pjTico'i,  alle  cui  stragi  e  alle  cui  conseguenze 
nessuno  può  pensare  senza  sentirsi  oppri- 
mere dal  dolore  e  dallo  spavento,  non  pos- 
siamo non  preoccuparci  anehenoi  e  non  sen- 
tirci straziare  l'animo  dui  più  acerbo  dolore 
per  la  salute  e  per  la  vita  di  tanti  cittadini 
0  di  tanti  popoli  che  ci  stanno  sommamente 
a  cuore.  In  cosi  gravi  angustie  sentiamo  e 
comprendiamo  bene  che  questo  da  noi  ri- 
chiede la  carità  di  paire  e  la  l.-ontà  dell' apo- 
'^toMco  ministero,  di  iar  cioè  innalzavo  gli 
animi  a  Colui  da  cui  solo  può  venirci  aiuto, 
a  Cristo  principe  della  pace  e  mediatore  po- 
tentissimo degli  uomini  appresso  Dio.  Esor- 
tiamo pertanto  i  cattolici  di  tutto  il  mondo 
a  ricorrere  fiduciosi  al  suo  Trono  di  grazia 
e  di  misericordia,  ed  agli  altri  vada  innanzi 
con  il  suo  esempio  il  clero,  indicendo  nelle 
rispettive  parrocchie  dietro  l'ordine  dei  Ve- 
scovi pubbliche  preci  per  ottenere  che  Iddio, 
mosso  a  pietà  allontani  quanto  prima  le  fu- 
neste faci  di  gneria  ed  ispiri  al  supremi 
reggitori  delle  nazioni  pensieri  di  pace  e  non 
di  afflizione.  —  Pio  PP.  X. 

15.  •  "V  invasione  del  Belgio. 

2  agosto  1914.  —  Il  Ministro  di  Ger- 
mania consegna  al  Governo  belga  una 
Nota-ultiniatum  nella  quale  afferma 
constargli  che  forze  francesi  marce- 
ranno contro  la  Germania  attraverso 
il  Belgio  e  quindi  h  dovere  di  conser- 
vazione per  la  Germania  di  prevenire 
questo  attacco  del  nemico. 

16. 

3  agosto  1914.  —  Il  Governo  Be'ga  ri- 
spiMide  all'  ultimatum  che  essA  è  fer- 
manu-nte  deciso  a  respingere  con  ogni 
mezzo  qualsiasi  attentato  ai  suoi  di- 
ritti di  Stato  neutro. 


18-20.  •  Dichiarazioni  di  guerra. 

,5  agosto  1914.  —  La  Germania  di- 
chiara alla  Francia  che  in  seguito  ad 
atti  di  ostilità,  commessi  da  aviatori 
militari  francesi  su  territorio  tedesco, 
essa  si  considera  in  istato  di  guerra 
con  la  Francia. 

4  agosto  1914.  —  L'  Inghilterra  di- 
chiara la  guerra  alla  Germania  che  ha 
violato  la  neutralitù,  del  Belgio. 

6  agosto  1914.  —  L'Ambasciatore  d' Au- 
stria-Ungheria notifica  al  Ministro  de- 
gli Affari  Esteri  di  Russia  che  essa  si 
considera  in  istato  di  guerra  con  la 
medesima  a  causa  dell'  attitudine  mi- 
nacciosa <lella  Russia  nel  confiitto  fra 
la  monarchia  Austro-ungarica  e  la 
Serbia  e  a  causa  del  fatto  che  in  se- 
guito a  tale  conflitto,  la  Russia,  se- 
condo un  comunicato  del  gabinetto 
di  Berlino,  credette  di  dover  aprire 
le  ostilità  contro  la  Germania. 

ai.  -  La  questione  dell'  art.  7". 

23  agosto  1914.  —  L'Austria  dichiara 
all'Ambasciatore  Tedesco  a  Roma  cho 
essa  accetta  l' interpretazione  italiana 
dell'  articolo  7°  del  trattato  e  che 
quindi  essa  è  pronta,  in  caso  di  oc- 
cupazioni definitive  o  temporanee  nei 
Balcani,  ad  entrare  in  trattative  con 
r  Italia  sulla  questione  dei  compensi. 

22.  -  V  appello  della  Massoneria 
Italiana. 

6  settembre  1914.  —  La  Massoneria 
italiana  che  fin  dai  primi  giorni  del 
conflitto  (31  luglio  1914)  aveva  after- 
mate  lo  sue  direttive,  riafterma  che 
l'Italia  male  provvederebbe  a  so  stessa 
se  rimanesse  assento  dal  tragico  ci- 
mento poichJi  il  comidetamento  del- 
l' unità  nazionale  sarebbe  compro- 
messo forse  per  sempre. 

Italiani!  Egregi  e  cari  Fratelli  Venorabill! 
Carissimi  Fratelli! 

Nell'ora  in  cui  già  si  addensavano  minac- 
ciose le  nubi  sul  cielo  d'Europa,  ma  (luando 
non  era  perduta  ogni  speran/.a  che  potesse 
evitarsi  una  guerra  sciagurata  ed  immane, 
io  mi  rivolsi  a  Voi  promettendovi  ohe  se  11 
grande  evento  si  fo.■^se  niatuiato.  non  vi  's  i- 
rebbero  mancate  nuove  parole  di  <'onslgl:o 
e  di  esortazione.  Gli  eventi  precipitarono  e 
l'Europa  è  ormai  ?traz  aa  dal  gi.antesco 
contlltto  che  divide,  suiirema  lotta  impegnata 
fra  un  imperialismo  di  razza  cupida  di  uou* 


804 


qiilsta  e  di  egemonia  e  la  difesa  dell'Indi- 
pendenza del  popoli,  del  prlnoipio  della  na- 
zionalità e  delle  supreme  ragioni  del  diritto. 
In  questo  conflitto  l' Italia  è  ancora  spetta- 
trice, ma  tale  atteggiamento  non  può  signifi- 
care che  essa  voglia  apparire  od  essere  neutra 
timida  o  dimeirlca  dei  suoi  ini  eressi,  delle 
sue  aspirazioni,  delle  sue  tradizioni,  dei  prin- 
cipii  essenziali  della  sua  vita  civile  e  politica, 
in  nome  dei  quali  si  ricompose  a  nazione  ed 
intese  per  mezzo  secolo  ad  opera  pacifica  di 
consolidamento  e  di  progresso. 

Una  alleanza,  più  consigliata  dal  freddo 
esame  delle  ragioni  diplomatiche  che  rispon- 
dente al  sentimento  ed  all'impulso  dell'anima 
popolare,  consentì  all'  Italia  di  vivere  per 
trent'  anni  in  pace  e  di  essei*e  in  Europa 
elemento  di  pace. 

Lealmente  fedele  al  trattato  concluso  dal 
suo  Governo,  tale  sarebbe  ancora  rimasta 
l'Italia  anche  se  ciò  doveva  continuare  a  co- 
starle la  compressione  delle  sue  legittime 
aspirazioni  per  la  rivendicazione  dei  suoi  con- 
fini naturali,  che  le  consigliarono  una  pru- 
dente misura  nell'affermazione  delle  sue  ra- 
gioni di  vita,  di  espansione,  di  difesa  nel  mai-e 
che  conobbe  in  tutte  le  sue  coste  la  gloriosa 
dominazione  di  San  Marco. 

Ma  gli  imperi  alleati  solleciti  soltanto  della 
loro  particolare  finalità  intesa  soltanto  al 
soddisfacimento  delle  proprie  cupidige  e  dei 
propri  interessi,  dimenticarono  ogni  altra 
considerazione,  ogni  altro  impegno  e  si  as- 
sunsero la  terribile  responsabilità  di  gettare 
l'Europa  nella  più  tremenda  e  sciagurata 
lotta  che  sia  stata  vis'-a  nei  secoli. 

Noi,  nella  tragica  ora,  non  rinunciamo 
alle  idealità  che  sono  fondamento  della  Isti- 
tuzione nostra  e  conserviamo  intatta  la  no- 
stra fede  nel  divenire  dell'umanità  e  nel- 
r  imporsi,  agli  odii  cruenti  ed  alle  ambizioni 
sfrenate,  di  una  fraterna  armonia  di  coesi- 
stenza civile  delle  nazioni  libere,  redente  e 
pacificate.  E  non  appena  le  armi  fratricide 
siano  state  deposte,  riprenderemo,  artefici 
pazienti  e  tenaci,  a  riallacciare  ed  a  ritessere 
la  tela  faticosa  che  la  malvagità  e  la  cecità 
umana  sta  così  miserevolmente  dilaniando. 
Ma  in  quest'ora,  italiani  sovratutto  e  forti 
nell'antica  fede,  ereditata  dai  padri,  che  per 
essere  buoni  cittadini  nella  città  universale 
occorre  prima  essere  figli  ardentemente  amo- 
rosi della  propria  terra  nativa,  ci  domina 
sopra  ogni  altro  il  pensiero  e  1'  afi"etto  della 
patria. 

E  poiché  certe  ore  non  si  rinnovano  ne'la 
storia,  ed  è  follia  e  sciagura  lasciarle  tra- 
scorrere senza  intenderne  e  senza  afferrarne 
la  opportunità  che  esse  offrono,  noi  crediamo 
che  l'Italia  male  provvf  derebbe  a  sé  stessa 
se  rimanesse  assente  dal  tragico  cimento  nel 
quale  si  decidono  per  più  e  più  generazioni 
le  sorti  di  Europa. 


LIQUORE 

TONICO  DICESTIVO 

DITTA  ALBERTI 
BENEVENTO 


Vitali  interessi  della  patria  sono  grande- 
mente minacciati:  il  completamento  dell'uni- 
tà nazionale,  così  a  lungo  sospirata,  se  ora 
non  si  conseguisse  sarebbe  dlflerita  chissà  a 
quando,  compromessa  forse  per  sempre;  la 
difesa  del  diritto  contro  la  forza  richiede  da 
noi,  per  omaggio"  alle  nostre  più  fulgide  tra- 
dizioni, cooperazione  né  pavida,  né  tarda. 

Ragioni  pratiche  e  ragioni  Ideali  concor- 
rono dunque,  agli  occhi  nostri,  perchè  l'Ita- 
lia aftronti  con  decisione  consapevole  rischi 
e  sacrifici  per  essere  degna,  in  questa  ora, 
della  sua  riimovata  esistenza  di  nazione  e 
della  sua  missione  storica  fra  le  genti.     • 

Ma  —  e  queste  sono  le  nostre  aspirazioni 
ed  i  nostri  pensieri  —  intendiamo  bene  che 
non  mai,  come  in  questo  momento,  la  disci- 
plina è  la  prima  fra  le  virtù  di  un  popolo. 
Riconosciamo  dunque  che  al  governò  del 
paese  soltanto  spetta  di  raccogliere  le  voci 
diverse  che  dal  paese  si  levano,  di  valutare 
tutte  le  difficoltà,  di  pesare  tutti  i  diversi 
aitoienti  del  formidabile  problema,  di  cono- 
scere, nella  sua  piena  e  libera  responsabilità, 
l'opportunità  più  propizia  per  decidere  con- 
formemente ai  più  alti  interessi  della  patria. 

Frattanto  la  Massoneria  Italiana  prosegua 
ed  intensifichi  secondo  le  sue  tradizioni  l'ope- 
ra educatrice  della  coscienza  nazionale.  Nelle 
Loggie  e  fuori  ciascun  Fratello  comprenda  e 
diffonda  la  persuasione  che  è  suonata  per 
l'Italia  un'ora  di  gravissime  responsabilità 
e  di  aspri  sacrifici  e  che  nell' affrontare  quella 
e  nel  sostenere  questi  deve  impegnarsi  fra 
tutti  i  cittadini,  nell'ambito  eccelso  od  umile 
delle  proprie  mansioni,  la  più  nobile  delle 
gare. 

Sarebbe  stoltezza  pnei-ile  il  credere  che 
l'Italia  possa  adempiere  in  quest'ora  ciò  che 
noi  reputiamo  suo  interesse  e  suo  dovere  di 
nazione  senza  essere  pronta  a  compiere  con 
abnegazione,  con  perseveranza,  con  ardi- 
mento, sacrifici  di  ogni  genere.  Il  governo 
del  paese  può  intendere,  come  certamente 
vi  intende,  alla  preparazione  militare  ed  a 
quella  diplomatica;  ma  non  meno  necessaria 
è  la  preparazione  morale  alla  quale  ogni  cit- 
tadino può  e  deve  contribuire  temprando  sé 
stesso  e  tutti  coloro  sui  quali  può  esercitare 
influenza  di  consiglio  e  di  esempio. 

La  Massoneria,  che  è  orgogliosa  delle  sue 
nobili  tradizioni  di  istituzione  patriottica  ed 
educativa,  e  che  ricorda  con  gratitudine  quelli 
fra  i  suoi  che  dettero  fulgido  esemplo  di 
eroismo,  di  saggezza,  di  sacrificio,  operando 
per  la  resurrezione  della  patria,  deve  mo- 
strarsi in  questa  ora  degna  del  suo  passato, 
pienamente  meritevole  della  fiducia  e  della 
simpatia  della  parte  migliore  della  nazione. 

Abbiate  dunque,  o  Fratelli,  chiara  la  vi- 
sione dei  vostri  doveri;  ricordatevi  l'impe- 
gno preso  entrando  nell'Ordine,  di  sacrare 
ogni  vostra  migliore  energia  al  bene  ed  alla 


—  ;ju5  — 


fortuna  della  patria:  siate  i  primi,  quando 
l'ora  sia  giunta,  al  sacrificio  ed  all'opera.  E 
nell'attesa,  con  prudenza,  con  generosità,  con 
tolleranza  adoperatevi  infaticabilmente  a  di- 
1  mere  dissensi,  a  fare  dimenticare  contra- 
ri, a  creare  insomma  quel  flusso  di  intenti 
di  volontà  che  permette  ad  un  paese,  nei 
cimenti  supremi,  di  difendere  validamente  la 
propria  fortuna.  E  vi  conforti  e  vi  infiammi 
la  coscienza  che  i  più  vitali  interes>i  d*  Ita- 
ha  coincidono  con  la  causa  della  civiltà  e  del 
li  ritto. 

Tale  è  il  pensiero,  tale  11  dovere  mio  e  del 
(ioverno  dell'Ordine.  —  Il  Gran  Maestro 
Ettore  Ferbabi. 

23.  -  La  morte  del  Ministro  deg^li 
Esteri  d'Italia  e  l'interim  del- 
l'on.  Salandra. 

16  ottobre  1914.  —  Muore  il  Miuistro 
degli  Esteri  d'  Italia,  Antonino  Pa- 
terno-Castello,  marchese  di  San  Giu- 
liano. 

24. 

18  ottobre  1914.  —  Il  Presidente  del 
Consiglio  dei  Ministri,  on.  Salandra, 
assumendo  l' interim  degli  Affari  E- 
steri  pronunzia  un  discorso  ai  fun- 
zionari della  Consulta,  nel  quale  è  la 
frase  rimasta  famosa  del  *  sacro  egoi- 
smo per  1'  Italia  ». 

Assumo  quest'alto  ufficio  con  l'animo 
compreso  di  profonda  mestizia  e  soltanto  per 
sentimento  di  dovere.  L'  uomo,  la  cui  salma 
e  uscita  stamane  da  questa  casa,  era  per  ogni 
rispetto  pari  al  suo  compito.  Lo  riconoscono 
italiani  e  stranieri.  Ed  egli  il  suo  compito  as- 
-  viveva  con  insuperabile  competenza,  con  un 
ardore  che  aveva  sopravvissuto,  fino  agli  ul- 
timi giorni,  alle  sue  energie  fisiche. 

All'ufficio  egli  posponeva  la  vita;  poiché 
vivere  egli  voleva,  intensamente  voleva,  sol- 
tanto per  il  suo  ufficio.  Della  tragica  lotta 
fra  la  morte  invadente  e  la  volontà  di  vivere 
per  operare,  che  le  resisteva,  io  sono  stato 
testimone  quasi  quotidiano;  e  ne  serberò  in- 
delebile la  memoria.  Al  suo  paese  egli  ha 
dato,  fino  all'estremo,  tutto  quello  che  poteva, 
e  molto  egli  poteva.  Pertanto  la  sua  perdita 
e  stata  pel  paese  una  vera  grave  sventura. 
Ma  noi  passiamo.  La  patria,  lo  Stato  devono 
vivere  perenni.  Ed  io  sono  qui,  per  un  tempo 
ohe  spero  assai  breve,  poiché  non  é  lecito 
presumer  troppo  delle  proprie  forze,  a  con- 
titmare  da  solo  nella  via  che  abbiamo  in 
questi  memorabili  ultimi  mesi  percorsa  in- 
sieme in  perfetta  comunanza  d'intendimenti 
e  di  metodi.  La  mia  presenza  qui  é  sopra- 
tutto motivata  dall'affermazione  di  tale^onti- 
nuità.  Le  direttive  supreme  della  nostra  po- 
litica internazionale  saraiuio  domani  quelle 
i-he  erano  ieri.  A  proseguire  In  esse  occorre 
incrollabile  fennezza  di  animo,  serena  visione 
<iel  reali  interessi  del  paese,  maturità  di  ri- 
fiessione  che  non  escluda,  al  bisogno,  pron- 
tezza di  azione,  occorre  ardimento  non  di 
parole  ma  di   oneri',  occorre  animo  scevro 


da  ogni  preconcetto,  da  ogni  pregiudizio,  da 
ogni  sentimento  che  non  sia  quello  dell'esclu- 
siva e  illimitata  devozione  alla  Patria  nostra, 
del  sacro  egoismo  per  l'Italia.  Queste  qua- 
lità ebbe  il  mio  predecessore.  Queste  qua- 
lità Iddio  conceda,  per  il  bene  d' Italia,  a  me 
e  a  ohi  mi  succederà.  Esse  saranno  avvalo- 
rate dalla  nostra  collaborazione,  che  io  con- 
fido ottenere  fervida,  concorde,  disciplinata, 
disciela,  quale  si  richiede  in  ogni  pubblk-a 
amministrazione,  ma  specialmente  in  questa 
e  nei  momenti  ohe  attraversiamo. 

25.  -  La  Russia  offre  all'  Italia  i 
prig^ionieri  delle  provinole  ita- 
liane irredente. 

S3  ottobre  1914.  —  L'Ambasciatore  di 
Russia  offre  al  nostro  Governo,  a 
nome  dello  Zar,  di  liberare  tutti  i 
prigionieri  austriaci  di  nazionalità  ita- 
liana, purché  il  Governo  stesso  s' im- 
pegni a  custodirli  per  tutto  il  tempo 
della  guerra.  Il  Presidente  del  Con- 
siglio risponde  che  ai)prezza  altamente 
le  simpatiche  intenzioni  dello  Zar,  e 
fa  presente  all'Ambasciatore  che  se- 
condo il  nostro  diritto  pubblico  in- 
terno qualunque  italiano  o  straniero 
tocchi  il  nostro  suolo  e  non  abbia  com- 
messo reati,  è  libero.  Il  Presidente 
del  Consiglio  si  riserva  di  approfon- 
dire 1'  esame  delle  questioni  di  diritto 
che  potrebbero  eventualmente  sor- 
gere. 

26.  -  Una  missione  sanitaria 
italiana  a  Valona. 

:26  ottobre  1914.  —  Sotto  la  protezione 
di  navi  italiane  sbarca  a  Valona  una 
missione  sanitaria-  e  di  8occ(\i*8o  in- 
viata dal  Governo  per  alleviare  le 
misere  condizioni  dei  profughi  del- 
l' Epiro.  Altre  navi  italiane  in  servi- 
zio di  crociera  compiono  attiva  vigi- 
lanza per  impedire  il  contrabbando 
di  armi  e  munizioni  e  lo  sbarco  di 
uomini  armati. 

27.  •  La  discussione  alla  Camera. 

3   dicembre    1914.    —    Alla    riapertura 
della   Camera  il  Presidente  del  Con- 
siglio on.  Salandra  annuncia  le  dimis- 
sioni del  precedente  gabinetto  da  lui 
presieduto  e  comunica  la  costituzione 
del  nuovo.    Legge  po.scia  le  comuni- 
cazioni del  Governo,  dove  si  dichiara 
che  r  Italia    *  ha    vitali   interessi    da 
tutelare,   giuste  aspirazioni  da  affer- 
mare e  sostenere  ». 
Onorevoli  Deputati!   Al  Ministero  ohe  si 
presenta  oggi  al  vostro  giudizio  11  programma 
dell'immediato  lavoro  è    imposto  dalla  ne- 
cessità delle  cose:  poiché  gli  spetta  reggere 


—  80G 


il  paese  e  guidarne  le  sorti  in  questo  critico 
momento  della  sua  storia.  Mentre,  confor- 
tato dalle  ripetute  attestazioni  della  nostra 
fiducia,  il  Governo  si  accingeva  a  preparare 
utili  riforme  amministrative,  tributarie  e  so- 
ciali, scoppiò  senza  alcuna  nostra  partecipa- 
zione od  intesa,  improvviso  e  rapidissimo  il 
conflitto  che  invano  per  la  tutela  della  pace 
e  della  civiltà  ci  adoperammo  a  scongiurare. 
Dovè  il  Governo  considerare  se  le  clausole 
dei  trattati  e'  imponessero  di  parteciparvi  ; 
ma  lo  studio  più  scrupoloso  della  lettera  e 
dello  spirito  degli  accordi  esistenti,  la  no- 
zione delle  origini  e  le  manifeste  finalità  del 
conflitto,  ci  indussero  nel  sicuro  e  leale  con- 
vincimento che  non  avevamo  obbligo  di  pren- 
dervi parte.  Sciolti  così  da  ogni  altra  consi- 
derazione il  libero  e  sereno  giudizio  di  ciò 
che  esigesse  la  custodia  degli  interessi  ita- 
liani ci  consigliò  a  dichiarare  senza  indugio 
la  nostra  neutralità.  Tale  risoluzione  fu,  come 
era  da  attendersi,  argomento  di  passionati 
dibattiti  e  obbietto  di  giudizi  disparati.  Ma 
più  tardi,  a  grado  a  grado,  in  Italia  e  fuori, 
prevalse  la  salda  e  generale  persuasione  che 
noi  esercitammo  il  nostro  diritto  e  rettamen- 
te giudicammo  di  quanto  meglio  convenisse 
agli  interessi  della  nazione.  Tuttavia  la  neu- 
tralità liberamente  proclamata  e  lealmente 
osservata  non  basta  a  guarentirci  dalle  con- 
seguenze dello  immane  sconvolgimento  che 
si  fa  più  ampio  ogni  giorno  e  il  cui  termine 
non  è  dato  ad  alcuno  di  prevedere.  Nelle 
terre  e  nei  mari  dell'  antico  continente,  la 
cui  configurazione  politica  si  va  forse  tra- 
sformando, l'Italia  ha  vitali  interessi  da  tu- 
telare, giuste  aspirazioni  da  alfermare  e  so- 
stenere, una  situazione  di  grande  potenza  da 
mantenere  intatta,  non  solo,  ma  che  da  pos- 
sibili ingrandimenti  di  altri  stati  non  sia  re- 
lativamente diminuita.  Non  dunque  inerte  e 
neghittosa,  ma  operosa  e  guardinga,  non  dun- 
que impotente  ma  poderosamente  armata  e 
pronta  ad  ogni  evento  doveva  e  dovrà  essere 
la  neutralità  nostra.  Pertanto  suprema  cura 
del  Governo  fu  ed  è  tuttora  la  compiuta 
preparazione  dell'esercito  e  dell'armata.  A 
conseguirla,  non  esitammo  ad  assumerci  gravi 
responsabilità  di  spese  e  di  alcune  modifica- 
zioni agli  ordinamenti  railitari.  L'esperienza 
che  ci  viene  dalla  storia  e  più  dai  casi  pre- 
senti, deve  ammonirci  che  ove  cessi  l'im- 
pero del  diritto,  alla  salute  di  un  popolo  ri- 
mane unica  garanzia  la  forza,  la  forza  umana 
organizzata  e  munita  di  tutti  i  perfezionati 
e  costosi  strumenti  tecnici  della  difesa.  L'Ita- 
lia che  non  ha  propositi  di  sopraffazione  deve 
tuttavia  organizzarsi  e  munirsi  quanto  più 
le  sia  consentito  e  col  massimo  vigore  pos- 
sibile, per  non  rimanere  essa  stessa  prima  o 
poi  sopraffatta.  A  questo  che  reputiamo  no- 
stro primo  dovere,  si  aggiunge  la  cura  non 
lieve  di  attenuare  gli  effetti  della  crisi  che, 
nella  complessa  unità  del  mercato  internazio- 


naie  e  della  economia  universale,  ha  paraliz- 
zate le  industrie,  sconvolti  i  traffici,  restituiti 
aila  patria  prima  dell'epoca  consueta,  mi- 
gliaia di  validi  lavoratori  e  rincarati  sensi- 
bilmente gl'indispensabili  prodotti  alimen- 
tari. A  tal  fine  occorrono  pure  provvedi- 
menti eccezionali,  temporanee  deroghe  al 
diritto  comune,  acceleramento  di  pubblici 
lavori,  larghe  disponibilità  di  mezzi  finan- 
ziari. Di  tutti  questi  provvedimenti  vi  chie- 
diamo la  immediata  approvazione.  Possiamo 
intanto  con  soddisfazione  constatare  che  le 
generali  condizioni  economiche  del  nostro 
paese  sono  venute  via  via  migliorando,  che 
il  lavoro  e  il  credito  vanno  riprendendo  il 
loro  normale  funzionamento,  che  rinasce  la 
fiducia  pubblica.  Ma  sarebbe  pericolosa  illu- 
sione il  credere  che  altri  straordinarii  prov- 
vedimenti non  occorreranno.  Il  Governo  sa 
bene  che  ogni  sforzo  deve  essere  fatto  per 
assicurare  al  paese  una  sufficiente  disponibi- 
lità dei  generi  di  prima  necessità.  Dove  e 
quando  non  basti  1'  attività  privata  non  man- 
cherà il  suo  intervento  integratore.  Così  la 
pace  interna  dovrà  essere  a  qualunque  costo 
assicurata.  Lungi  del  i-esto  da  ogni  dubbiezza 
che  possa  turbare  il  popolo  nostro,  il  quale 
sente  che  oggi  la  Patria,  per  la  propria  sa- 
lute e  grandezza,  impone  concordia  di  animi 
pronti  ad  ogni  sacrifizio.  Ad  altri  tempi  le 
competizioni  politiche  ed  economiche;  ad  al- 
tri tempi  le  gare  fra  i  partiti,  i  gruppi,  le 
classi.  Oggi  è  necessario  che  si  affermi  so- 
lennemente con  le  parole  e  con  gli  atti  la 
solidarietà  di  tutti  gli  italiani.  Il  primo  e  più 
alto  esempio  di  solidarietà  nazionale  sarà 
dato  di  certo,  nelle  discussioni  che  segui- 
ranno, dalle  supreme  assemblee  rappresen- 
tative. Il  Governo  al  quale  ogni  criterio  e 
intendimento  di  partito  parrebbe  oggi  un 
sacrilegio,  fa  appello  alla  patriottica  coope- 
razione di  tutto  intiero  il  Parlamento,  Dal 
Parlamento  soltanto  potrà  attingere  la  vigo- 
ria necessaria  ad  assolvere  l'arduo  suo  com- 
pito. L'  ora  che  scorre  domanda  un  governo 
forte  e  sicuro.  Se  forza  e  sicurezza  avremo 
dal  vostro  voto  potremo  sostenere  il  grave 
peso  delle  nostre  responsabilità;  potremo  pro- 
seguire nel  lavoro  intenso  e  continuo  cui 
diamo  tutte  le  energie  dell'  anima  nostra, 
nella  efficace  difesa  degli  interessi  presenti 
della  Patria  e  nella  vigile  cura  delle  sorti 
avvenire  dell'Italia  nel  mondo. 

28.  -  Un   precedente   storico 
rivelato  dall' on.  Giolitti. 

4-5  dicembre  1914.  —  Parlarono  appog- 
giando le  dicliiarazioni  del  Governo  o 
incitando  all'  azione  a  fianco  dell'  In- 
tesa, i  deputati  Labriola,  Bissolati, 
Cavagnari,  Eugenio  Chiesa,  Vaccaro, 
Alft-edo  Baccelli,  Colajanni,  Tedesco, 

. J^^ 


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<^-' 


ì»x9 


ìMU 


De  Felice,  Bettole,  Ciccotti,  Alto- 
belli,  Barzilai,  E.  Ferri,  Sacchi,  Ar- 
ietta, Calissc,  Finocohiaro  Aprile, 
Torre  e  Giolitti  il  quale  affermò  che 
1'  interpretazione  data  dall'  on.  Salau- 
dra  al  trattato  della  Triplice  è  la  vera 
e  ammessa  come  vera  in  nn  caso  iden- 
tico quando  l' Austria  voleva  attac- 
care la  Serbia  nel  1913  (seduta  del 
5  dicembre  1911). 

Giolitti:  Il  Presidente  del  Consiglio,  par- 
lando della  dichiarazione  di  neutralità,  fatta 
dall'Italia  quando  scoppiò  la  guerra,  ricordò 
che  tale  risoluzione  fu  argomento  di  passio- 
nati dibattiti,  di  giudizi  disparati,  ma  che 
più  tardi  a  grado  a  grado  in  Italia  e  fuori 
prevalse  la  persuasione  che  noi  esercitavamo 
un  nostro  diritto.  Poiché  ritengo  necessario 
che  la  lealtà  dell'Italia  nell'osservanza  dei 
patti  internazionali  sia  tenuta  al  di  sopra  e! i 
qualsiasi  discussione  cosi  sento  il  dovere  di 
ricordare  un  precedente,  il  quale  dimostra 
come  r  interpretazione  data  dal  Governo  al 
trattato  della  triplice  alleanza  sia  l'interpre- 
tazione vera,  e  sia  stata  ammessa  come  vera 
in  un  caso  identico  anche  dalle  Potenze  al- 
leate. 

Durante  la  guerra  balcanica,  il  9  agosto 
1913,  circa  un  anno  prima  che  scoppiasse  la 
guerra  attuale,  essendo  io  assente  da  Roma, 
ricevetti  dal  collega  onorevole  Di  San  Giu- 
liano il  seguente  telegramma:  **  L'Austria  ha 
comunicato  a  noi  e  alla  Germania  la  sua  in- 
tenzione di  agire  contro  la  Serbia,  e  definisce 
tale  azione  come  difensiva,  sperando  appli- 
care casus  foederis  della  triplice  alleanza,  che 
al  contrario  io  credo  inapplicabile.  Io  cerco 
concertare  con  Germania  sforzi  per  impedirò 
tale  azione  austriaca,  ma  potrà  essere  neces- 
sarìo  dire  chiaramente  che  noi  non  consi- 
deriamo tale  eventuale  azione  come  difen- 
siva e  perciò  non  crediamo  esista  casus  foederis. 
Prego  telegrafarmi  Roma  so  approvi ,.  Risposi 
"  Se  Austria  interviene  contro  la  Serbia  è 
evidente  che  non  si  verifica  il  castm  foederis  ; 
è  un'azione  che  essa  compie  percento  pro- 
prio, perchè  non  si  tratta  di  difesa,  nessuno 
pensando  ad  attaccarla.  È  necessario  che  ciò 
sia  dichiarato  all'Austria  nel  modo  il  più 
formale  ed  è  da  augurarsi  azione  della  Ger- 
mania per  dissuadere  Austria  dalla  perico- 
losissima avventura,,. 

Cosi  fu  fatto,  e  l'interpretazione  da  noi 
sostenuta  è  stata  riconosciuta  cosi  giusta, 
che  la  nostra  azione  non  ha  turbato  in  alcun 
modo  i  rapporti  con  le  due  potenze  alleate. 
La  dichiarazione  di  neutralità  fatta  dal  Go- 
verno attuale  è  dunque  conforme  pienamente 
ai  precedenti  della  politica  italiana,  ed  è  con- 
forme ad  una  interpretazione  del  trattato  di 
alleanza  già  accettata  daf^U  alleati.  Questo 
ho  voluto  ricordare  perché  ritengo  utile  che 
agli  occhi  di  tutta  1'  Europa  appaia  che  l'Ita- 
lia è  stata  completamento  leale  nell'osser- 
vanza dei  suoi  impegni.  Vengo  ora  ad  una 
brevissima  dichiarazione  del  mio  voto.  Io 
approvo  il  programma  del  Governo  di  una 
neutralità  armata  e  vigile  per  la  tutela  dei 
vitali  interessi  dell'  Italia.  Disse  a  ragione 
l'on.   Presidente  del  Consiglio  ohe  l'umano 


sconvolgimento  si  fa  più  ampio  ogni  giorno 
e  non  è  dato  ad  alcuno  di  prevederne  il  ter- 
mine: Tenormità  dello  forze  militari  e  finan- 
ziarie delle  quali  dispongono  le  Potenze  com- 
battenti esclude  la  possibilità  di  una  non 
lontana  fine  del  confiitto.  Finche  non  sorga 
la  necessità  di  scendere  in  campo  per  la  tu- 
tela dei  nostri  vitali  interessi  noi  dobbiamo 
tutti  osservare  lealmente  la  neutralità,  per- 
chè soltanto  questa  leale  osservanza  ci  lascia 
in  tutta  quella  grande  forza,  cho  è  la  libertà 
d'azione. 

In  questo  conflitto,  che  non  ha  precedenti 
nella  storia,  può  essere  messa  in  giuoco  la 
vita  politica  dell'Italia;  opperò  s'impone  a 
tutti  la  massima  prudenza;  e  s'impone  so- 
pratutto, non  solo  al  Governo  e  al  Parla- 
mento, ma  anche  a  quella  grande  forza,  che 
è  la  stampa,  il  dovere  di  avere  di  mira  uni- 
camente i  grandi  interessi  dell'  Italia  o  di 
ricordarsi  unicamente  di  essere  italiani.  Ter- 
mino augurando  dal  più  profondo  del  cuore 
agli  uomini,  che  hanno  in  questo  momento 
la  responsabità  del  Governo,  di  poter  meri- 
tare tutta  la  riconoscenza  del  Paese. 

29.  -  La  votazione. 

5  dicenibre  1914.  —  Votazione  sulle  co- 
municazioni del  Governo  avvenute  su 
un  ordine  del  giorno  di  fiducia  del- 
l'on.  Bettole:  Votanti  462,  favorevoli 
413,  contrari  49. 

30.  -  L*  invasione  della  Serbia. 

Dicembre  1914.  —  Dopo  alcuni  me»! 
di  guerra  durante  i  quali  la  Serbia 
aveva  conseguito  i-ilevanti  vantaggi 
sugli  austriaci,  questi  cominciano  una 
vigorosa  controffensiva  e  avanzano 
nei  Balcani. 

31.  •  Le  riserve  dell'  Italia. 

9  dicembre  1914.  —  11  Ministro  degli 
Esteri  d'  Italia  on.  Sennino  manda 
all'  ambasciatore  italiano  a  Vienna 
una  nota  nella  quale  in  base  all'ar- 
ticolo 7"  del  trattato  della  Triplice, 
si  afferma  il  diritto  dell'  Italia  a  com- 
pensi per  l'avanzata  militare  austriaca 
in  Serbia. 

Prego  V.  E.  di  fare  al  Conte  Berohtold  la 
seguente  comunicazione  verbale  : 

L'attuale 'avanzata  militare  dell'Austria- 
Ungheriu  in  Serbia  costituisce  un  fatto  che 
non  può  a  meno  di  formare  oggetto  di  esame 
da  parte  dei  Governi  italiano  ed  austro-un- 
garico sulla  base  delle  stipulazioni  contenute 
nell'articolo  VII  della  Triplico  Alleanza.  Dal- 
l'articolo stesso  deriva  al  Governo  austro- 
ungarico, anche  per  occupazioni  temporanee, 
l'obbligo  del  previo  accordo  con  l'Italia  e 
l'obbligo  dei  compensi.  Il  Governo  Imperiale 
e  Reale  avrebbe  pertanto  dovuto  interpellarci 
e  mettersi  con  noi  d'  accordo  prima  di  far 
passare  la  frontiera  serba  al  suo  es  rcito. 
Nell'occasione,  e  per  far  meglio  risaltare  la 


—  BOB  — 


nostra  attitudine,  dobbiamo  rammentare  al 
Governo  Imperiale  e  Reale  che  esso,  fondan- 
dosi appunto  sul  disposto  dell'articolo  VII 
ci  impedì,  durante  la  gueri-a  nostra  contro 
la  Turchia,  di  compiere  diverse  operazioni 
militari  che  avrebbero  certo  abbreviato  la 
durata  della  guerra  stessa.  Le  operazioni  na- 
vali ai  Dardanelli  dettero  pure  luogo  a  for- 
mali riserve  del  Governo  Imperiale  e  Reale. 
L'Italia  ha  un  interesse  di  prim'ordine  alla 
conservazione  della  piena  integrità  e  dell'in- 
dipendenza politica  ed  economica  della  Ser- 
bia. Il  Governo  austro-ungarico  ha  bensì  a 
varie  ripi-ese  dichiarato  di  non  avere  inten- 
zione di  fare  acquisti  territoriali  a  danno 
della  Serbia,  ma  una  dichiarazione  così  for- 
mulata non  costituisce  un  impegno  stabile, 
e  le  stesse  assicurazioni  generiche  fatteci 
dal  Governo  Imperiale  e  Reale  in  occasione 
della  entrata  in  guerra  della  Turchia  lasciano 
prevedere  come  possibili  eventuali  modifica- 
zioni politiche  nella  penisola  Balcanica.  D'al- 
tra parte  la  sola  invasione  della  Serbia,  an- 
corché dovesse  poi  risultare  soltanto  tem- 
poranea, è  già  bastata  a  turbare  seriamente 
l'equilibrio  della  penisola  Balcanica  e  a  darci 
diritto  a  compensi.  Deve  pure  essere  notato 
che  la  stipulazione  del  predetto  articolo  VII 
dà  all'Italia  il  diritto  a  compensi  anche  per 
vantaggi  di  carattere  non  territoriale  che  il 
Governo  austro-ungarico  avesse  a  conseguire 
nella  regione  dei  Balcani.  Il  Governo  italiano 
ritiene  che  sia  necessario  di  procedere  senza 
alcun  ritardo  ad  uno  scambio  d'idee  e  quindi 
ad  un  concreto  negoziato  col  Governo  Impe- 
riale e  Reale  circa  una  situazione  complessa 
che  tocca  da  vicino  vitalissimi  interessi  po- 
litici ed  economici  dell'Italia.  Segni  non  dub- 
bi di  inquietudine  si  notano  nel  Parlamento 
e  nella  pubblica  opinione  italiana  la  quale 
manifesta  chiaramente  la  tendenza  delle  aspi- 
razioni nazionali  italiane.  Di  questa  inquie- 
tudine e  di  queste  aspirazioni  il  Regio  Go- 
verno è  costretto  a  tener  serio  conto.  L'in- 
tesa da  me  invocata,  su  questa  base,  ti-a  i 
due  Governi  avrebbe  per  risultato  di  elimi- 
naie  per  l'avvenire  ogni  occasione  di  incre- 
sciosi incidenti,  attriti  e  difiBdenze,  che  oggi 
sono  cosi  dolorosamente  fx-equenti,  e  rende- 
rebbe invece  possibili  e  naturali  fra  i  due 
popoli  quelle  relazioni  di  cordiale  e  costante 
amicizia  che  sono  nei  comuni  desideri  e  sen- 
za le  quali  ogni  accordo  ufficiale  resta  for- 
zatamente monco  e  sterile.  Nel  far  rilevare 
pertanto  al  conte  Berchtold  lo  spirito  ami- 
chevole che  ha  ispirato  questo  passo,  voglia 
Vostra  Eccellenza  pregarlo  di  farci  conoscere, 
colla  sollecitudine  richiesta  dal  caso,  il  modo 
di  vedere  del  Governo  Imperiale  e  Reale.  — 

SONNINO. 

32.  - 1/* Austria  si  schermisce. 

13  dicembre  1914.  —  L'  ambasciatore 
italiano  a  Vienna  comunica  al  nostro 
ministro  degli  Esteri  clie  l'Austria  si 

<5^ 


schermisce  aiTermando  che  l' occupa- 
zione della  Serbia  ha  carattere  mo- 
mentaneo. 

L'argomento  principale  che  il  Conte  Berch- 
told addusse  per  schex-mirsi  dall' abboccarsi 
col  Regio  Governo  circa  l'applicazione  delle 
stipulazioni  dell'  articolo  settimo  del  trat- 
tato di  alleanza  in  relazione  alle  occupazioni 
di  parte  del  territorio  della  Serbia  per  opera 
delle  truppe  austro-ungariche,  fu  che  l' oc-- 
cupazione  stessa  non  aveva  carattere  né  tem- 
poraneo, né  peiTnanente,  bensì  momentaneo, 
giacché  non  era  che  la  conseguenza  inevita- 
bile ed  immediata  delle  operazioni  militari  e 
poteva  pertanto  cessare  da  un  momento  al- 
l' altro,  in  seguito  ai  mutamenti  che  avve- 
nissero nella  situazione  militare  della  Serbia. 

Credo,  pertanto,  utile,  a  sostegno  della 
nostra  tesi,  di  informare  Vostra  Eccellenza 
che  il  foglio  rt'  ordine  dell'esercito  austro- 
ungax-ico,  pubblica  nella  dispensa  342,  la  no- 
mina del  maggior  generale  Oscar  a  Coman- 
dante della  città  di  Belgrado.  —  Avakna. 

33.  -  TJ*  on.  Sennino  replica. 

16  dicembre  1914.  —  L'  on.  Sonnino 
rei)lica,  che  il  solo  fatto  dell'  avanzata 
austriaca  in  Serbia  costituisce  per 
l'Austria  un  obbligo  di  accordarsi  pre- 
ventivamente con  r  Italia  sulla  base 
dei  compensi,  e  che  il  governo  ita- 
liano non  ha  avuto  risposte  soddisfa- 
centi sull'  integrità  e  sull'  indipenden- 
za della  Serbia. 

La  tesi  sostenuta  dal  Conte  Berchtold  mi 
reca  sorpresa.  Approvo  le  risposte  dategli  da 
Vostra  Eccellenza.  Non  possiamo  accettare  la 
distinzione  del  Conte  Berchtold  fra  occupa- 
zioni temporanee  e  occupazioni  momentanee 
risultanti  da  operazioni  di  guerra. 

Questa  distinzione  è  contraria  allo  spirito 
e  alla  lettera  dell'articolo  7». 

Pel  fatto  dell'avanzata  delle  truppe  au- 
stro-ungariche in  Serbia  e  della  occupazione 
di  quel  territorio  essendosi  nominato  perfino 
un  Governatore  militare  di  Belgrado,  deriva 
a  codesto  Governo  l'obbligo  dell'accordo  col- 
r  Italia  sulla  base  dei  compensi. 

Neppure  possiamo  accettare  l'argomenta- 
zione del  Conte  Berchtold  riguardo  il  pre- 
cedente della  guerra  libica.  Allora  l'Austria- 
Ungheria,  sulla  base  dell'articolo  7°,  ci  im- 
pedi non  solo  occupazioni  temporanee  e  mo- 
mentanee, ma  anche  semplici  operazioni  di 
guerra,  come  bombardamenti,  senza  occupa- 
zione. Questa  attitudine  dell' Austria-Unghe- 
ria ci  recò  gravissimo  danno  sia  dal  punto 
di  vista  militare,  sia  da  quello  politico,  poiché 
incoraggiò  alla  resistenza  la  Turchia  che  si 
sentiva  indirettamente  appoggiata  e  protetta. 
Non  vale  l'argomento  che  durante  la  guerra 
libica  lo  statu  quo  era  minacciato  da  noi.  L'ar- 


—  —  -^  "I  bimbi  d*  Italia  si  chiaman  Balilla  „  (J  ragaz- 
zi SlTTÌl  hSl  ^^  nella  Storia  del  Bisorgimento).  Voi.  con  100  incisioni 
—i-^-i—  L.  2,50.  -  R.  BEMPORAD  &  FIGLIO,  Editori  -  FIRENZE 

(i^— — — — — — . ^^ 


—  sm  — 


ticolo  7»  parla  espressamente  dello  «tatù  quo 
in  Oriente  e  nella  regione  dei  Balcani  e  non 
<;ià  dell'Impero  Ottomano  come  tale.  E  la 
spedizione  militare  dell'Austria  in  Serbia  ha 
precisamente  turbato  lo  statu  quo  e  l'equili- 
brio previsti  dall'articolo  7".  Ripeto  che  noi 
non  abbiamo  dato  all'articolo  7»  l'applica- 
zione proibitiva  sostenuta  da  codesto  Go- 
verno durante  la  guerra  libica,  ma  non  ab- 
biamo inteso,  né  intendiamo  con  ciò  rinun- 
fiare  ai  diritti  che  dall'articolo  stesso  ci  sono 
assicurati. 

È  bene,  in  proposito,  ricordare  i  termini 
stessi  usati  da  codesto  Governo  nelle  sue  co- 
municazioni durante  la  guerra  libica. 

Col  telegramma  del  6  novembre  1911  Vo- 
stra Eccellenza  informava  averle  il  Conte 
Aehrental  dichlanito  che  "  una  nostra  azione 
sulle  coste  ottomane  della  Turchia  Europea 
come  sulle  isole  del  mar  Egeo  non  avrebbe 
potuto  essere  ammessa  nò  dall'Austria  nò 
dalla  Germania  perchè  contraria  al  trattato 
di  Alleanza  ^.  Tale  dichiarazione  fu  fatta  a 
Vostra  Eccellenza  in  seguito  alla  voce  corsa 
che  navi  da  guerra  italiane  avrebbero  fatto 
proiezioni  elettriche  nelle  vicinanze  di  Salo- 
nicco. Col  telegramma  del  7  novembre  1911, 
Vostra  Eccellenza  informava  che  *  11  Conte 
Aehrental  considera  bombardamenti  dei  porti 
della  Turchia  Europea  quali  Salonicco,  Ca- 
valla, ecc.,  come  contrari  all'articolo  1°  ,.  Nel- 
l'aprile 1912  (teleg.  di  V.E.,  in  data  21  aprile) 
il  Conte  Berchtold  mosse  vive  lagnanze  per- 
chè la  squadra  italiana  davanti  ai  Dardanelli, 
rispondendo  ai  colpi  di  cannone  di  quei  forti, 
11  danneggiava;  in  quella  occasione  il  Conte 
Berchtold  Le  dichiarò  che  "  se  R.  Governo 
desiderava  riprendere  la  sua  libertà  d'azione 
Governo  Imperiale  e  Reale  avrebbe  potuto 
fare  altrettanto.  Però  egli  non  avrebbe  potuto 
ammettere  che  noi  avessimo  fatto  in  avve- 
nire operazioni  simili  e  qualsiasi  azione  in 
opposizione  al  punto  di  vista  manifestato  nei 
colloqui  precedenti.  Se  una  operazione  slmile 
fosse  stata  da  noi  eseguita,  avrebbe  potuto 
avere  conseguenze  gravi  ,. 

Alla  osservazione  di  Vostra  Eccellenza  che 
il  R.  Governo  aveva  ripetutamente  dichiarato 
di  non  poter  ammettere  fosse  intaccata  l'in- 
tegrità e  l'indipendenza  politica  ed  econo- 
mica della  Serbia,  giacché  ciò  era  contrario 
al  nostri  Interessi  e  al  disposto  del  Trattato, 
il  Conte  Berchtold  replicò  che  il  Governo  Im- 
periale e  Reale  non  aveva  affatto  l'intenzione 
di  "  annientare  ^  la  Serbia.  Non  posso  consi- 
derare questa  risposta  come  soddisfacente. 
Tra  il  mantenimento  dell'integrità  e  dell'in- 
dipendenza politica  ed  economica  da  un  lato, 
e  l'annientamento  dall'altro,  vi  è  un  grande 
margine  che  appunto  deve  formare  oggetto 
e  base  di  negoziato  e  d'accordo  fra  noi  e  l'Au- 
stria conforme  le  disposizioni  del  Trattato, 
(occupazioni  territoriali  anche  parziali  per- 
manenti o  temporanee,  oppure  qualsiasi  van- 
taggio di  carattere  non  territoriale,  e  anche 
di  sola  influenza  politica  o  di  privilegi  eco- 
nomici debbono  formare  argomento  di  previi 
accordi.  Quindi  non  basta  che  il  Conte  Ber- 
chtold Le  abbia  dichiarato  esser  disposto  ve- 
nire ad  accordi  in  caso  di  vere  occupazioni 
anche  temporanee. 

£  mi  rfncresce  che  il  Conte  Berchtold  non 


creda  che  sia  il  caso  di  venire  per  oia  ad  uno 
scambio  di  idee  con  noi.  Prego  Vostra  Eccel- 
lenza insistere  con  lui  sostenendo  il  nostro 
punto  di  vista.  L'accordo,  a  mente  dell'arti- 
colo 7°,  devo  essere  preventivo,  e  non  con- 
temporaneo o  consecutivo  al  fatto  o  ai  fatti 
che  danno  luogo  al  negoziato  o  all'accordo 
medesimo. 

Voglia  l'Eccellenza  Vostra  tener  presente 
ohe  consideriamo  come  gravemente  dannosa 
ai  nostri  interessi  l'eventualità  di  prolungate 
conversazioni  con  Vienna  circa  la  interpre- 
tazione di  massima  dell'articolo  7°,  mentre 
maturano  gli  avvenimenti  che  ci  facciano  tro- 
vare di  fronte  a  fatti  compiuti. 

Nel  colloquio  che  Ella  avrà  col  Conte  Ber- 
chtold voglia  confermargli  quanto  le  comu- 
nicavo col  mio  telegramma  del  9  corrente 
circa  le  tendenze  che  si  constatano  nel  Par- 
lamento e  nella  opinione  pubblica,  e  circa  la 
somma  opportunità,  nel  comune  interesse,  di 
stabilire  le  relazioni  fra  i  nostri  due  paesi 
sopra  una  solida  e  permanente  base  di  fidu- 
cia e  di  costante  amicizia.  —  Sonnino. 

34.  -  Il  primo  prestito  nazionale. 

19  dicembre  1914.  —  Il  Re  fiinia  un 
decreto  per  1"  emissione  di  un  prestito 
nazionale  di  un  miliardo  al  4,50''/()  netto 
con  rimborso  entro  venticinque  anni. 
La  sottoscrizione  al  prestito  si  chiuse 
il  giorno  11  gennaio  con  circa  .380  mi- 
lioni in  pili  del  miliardo  richiesto. 

35.  -  B&low  in  Italia. 

20  dicembre  1914.  —  L'on.  Sonnino 
informa  il  nostro  ambasciatore  a  Vien- 
na della  prima  conversazione  avuti» 
col  Principe  di  Biilow,  e  di  un'  altra 
avuta  con  l' ambasciatore  d'Austria 
barone  Macchio  il  quale  insista  su  la 
distinzione  tra  occupazione  t<?nipora- 
nea  e  momentanea. 

Ho  ricevuto  ieri  per  la  prima  volta  il  Prin- 
cipe di  Bulow.  Egli  mi  ha  detto  che  era  ve- 
nuto in  Italia  col  proposito  di  ineglio  faro 
intendere  a  Berlino  la  mentalità  ed  il  punto 
di  vista  nostro  nell'attuale  periodo,  e  di  me- 
glio spiegare  qui  i  punti  di  vista  della  Ger- 
mania. Si  proponeva  di  lavorare  a  migliorare 
le  buone  relazioni  e  le  intese  fra  i  due  Paesi. 

Prima  di  lasciare  Berlino  aveva  avuto  no- 
tizia del  passo  da  noi  fatto  a  Vienna,  invo- 
cante una  discussione  a  proposito  dell'ar- 
ticolo 7»  del  Trattato  dell»  Triplice.  Egli 
aveva  detto  a  Berlino  che  eravamo  nel  vero 
e  avevamo  tutte  le  ragioni  di  volere  quella 
discussione  intorno  ai  compensi  che  sareb- 
bero consentiti  quando  l'Austria  avesse  con- 
seguito alcuni  dati  risultati.  E  riteneva  che 
questo  suo  apprezzamento  avesse  avnto  il 
suo  effetto  anche  a  Vienna. 

Osservai  al  Principe  di  Bùlow  la  situa- 
zione in  Italia  potersi  riassumere  In  pochis- 
sime parole.  La  maggioranza  del  Paese  es- 
sere favorevole  alla  conservazione  della  neu- 
tralità ed  a  sostenere  per  questo  il  Governo, 
ma  col  presupposto  che  con  la  neutralità  si 


BIO 


potesse  conseguire  la  soddisfazione  di  alcune 
aspirazioni  nazionali.  Questo  compito,  di  cui 
riconoscevo  tutte  le  diflicoltà  pratiche,  es- 
sere quello  che  il  Governo  si  era  proposto. 

La  sua  soluzione  poteva  implicare  riper- 
cussioni dannose  oltrepassanti  la  sola  sorte 
di  un  Ministero,  che  sarebbe  cosa  ben  tra- 
scurabile. La  Monarchia  Sabauda  prende  la 
maggior  sua  forza  dalla  rappresentanza  del 
sentimento  nazionale.  E  il  Principe  di  Bù- 
low  che  conosceva  il  nostro  Paese  si  sarebbe 
potuto  ben  presto  render  conto  della  verità 
di  queste  nostre  asserzioni. 

Egli  aveva  detto  un  giorno  al  Reichstag 
che  la  Triplice  Alleanza  fosse  il  miglior  mezzo 
di  impedire  una  guerra  tra  l'Austria-Unghe- 
ria  e  l'Italia. 

A  questo  il  Principe  di  Biilow  osservò  che 
egli  aveva  citato  un  detto  del  Conte  Nigra, 
che  l'Austria-Ungheria  e  l'Italia  non  pote- 
vano essere  che  alleate  o  nemiche.  Risposi  che 
in  ciò  vi  sarà  un  po'  di  esagerazione,  ma 
che  c'è  molto  di  vero.  L'alleanza  però  non 
poteva  essere  utile  e  feconda  se  mancava  la 
perfetta  cordialità  tra  le  parti  e  se  bisognava 
ad  ogni  pie  sospinto  andare  a  verificare  la 
lettera  dei  patti  firmati.  Bisognava  preve- 
dere e  provvedere  per  l'avvenire,  anche  al 
di  là  della  presente  guerra  e  dovevamo  met- 
tere le  cose  sopra  una  base  più  sicura  e 
costante.  Per  lo  che  occorreva  togliere  di 
mezzo  tutto  un  fomite  di  malintesi  e  di  at- 
triti, di  modo  che  le  relazioni  future  con 
l'Austria,  la  cui  esistenza  era  pure  necessa- 
ria nell'interesse  dell'Italia,  potessero  diven- 
tare cordiali  e  naturali  al  pari  di  quelle  che 
esistevano  tra  noi  e  la  Germania. 

Il  Principe  di  Bùlow  mi  ringraziò  della 
mia  franchezza  e  riconobbe  la  necessità  di 
lavorare  in  questo  senso.  Egli  desiderava  che 
i  rapporti  tra  Germania  ed  Italia  divenissero 
sempre  più  cordiali. 

Oggi  poi  ho  veduto  il  Barone  Macchio. 

Egli  mi  ha  detto  ohe,  avendo  dovuto  la- 
sciare Vienna  improvvisamente  nell'agosto 
per  venire  a  Roma  a  sostituire  il  signor  di 
Merey,  egli  profitta  di  questi  giorni  di  festa 
per  fai-e  una  breve  gita  a  casa  sua.  Risposi 
che  mi  faceva  piacere  il  pensare  che  avrebbe 
potuto  maglio  informare  il  Conte  Berchtold 
intorno  alla  situazione  in  Italia  ed  ai  nostri 
punti  di  vista  ed  accennai  ai  passi  da  noi 
fatti  a  Vienna  relativamente  all'applicazione 
dell'articolo  T»  del  Trattato  della  Triplice 
Alleanza. 

Il  Barone  Macchio  disse  di  sapere  del  passo 
da  noi  fatto,  e  risultai-gli  che  ora  il  suo  go- 
verno si  rende  conto  della  opportunità  di 
entrare  in  una  discussione  sul  tema,  salvo 
poter  meglio  precisare  e  fissare  le  cose,  via 
vìa,  secondo  l'andamento  della  guerra.  Tornò 
ad  accennare  che  nei  movimenti  austriaci  in 
Serbia  non  si  riscontravano  gli  elementi  di 


una  "  occupazione  temporanea  „  agli  effetti 
dell'articolo  7°. 

Replicai  che  ciò  non  mi  pareva  giusto.  Si 
era  perfino  già  nominato  un  Governatore  alla 
città  di  Belgrado.  E  se  si  paragonava  l'in- 
vasione della  Serbia  a  quanto  era  avvenuto 
durante  la  guerra  libica,  quando  l'Austria 
ci  metteva  il  veto  al  cannoneggiamento  di 
Salonicco  e  dei  Dardanelli,  non  vi  poteva 
essere  dubbio  sulle  nostre  ragioni  attuali  di 
invocare  l'applicazione  dell'articolo  7°.  Mio 
desiderio  essere  di  creare  una  situazione  che 
ponesse  le  relazioni  tra  l'Italia  e  l'Austria 
sopra  una  base  di  maggiore  cordialità,  in 
modo  che  si  avessero  ad  evitare  i  quotidiani 
incidenti  che  ora  tendono  ad  inasprirle,  in- 
cidenti che  ingrossano  per  effetto  dello  stesso 
stato  di  diflidenza  reciproca.  —  Sonnino. 

36.  -  I/*  occupazione  di  Valona. 

35  dicembre  1914.  —  A  Valona  sbar- 
cano dalla  nave  Sardegna  marinai  ita- 
liani che  occupano  senza  contrasto  la 
città.  Il  29  dicembre  i  marinai  sono 
sostituiti  dal  10°  reggimento  bersa- 
glieri accompagnato  da  piccoli  reparti 
di  artiglieria,  genio  e  carabinieri  a 
cavallo. 

37.  -  Per  la  difesa  dei  monnmenti 
della  civiltà. 

11  gennaio  1915.  —  La  Società  <  Leo- 
•  nardo  da  Vinci  >  di  Firenze  vota,  in 
plenaria  assemblea,  un  ordine  del 
giorno  col  quale  chiede  che  i  monu- 
menti artistici  e  stoi'ici,  le  gallerie  e 
i  musei,  le  biblioteche  e  gli  archivi, 
siano  con  ogni  sforzo  risparmiati  da- 
gli eserciti  belligeranti.  A  quest'  or- 
dine del  giorno  si  associano  in  Italia 
quasi  tutte  le  accademie,  le  univer- 
sità, le  gallerie,  le  biblioteche  e  i  mu- 
sei, tanto  dello  Stato,  quanto  dello 
Provincie  e  dei  comuni,  e  i  resultati 
di  questo  consenso  plebiscitario  sono 
comunicati  all'  assemblea  della  -«  Leo- 
nardo »  nella  seduta  del  29  marzo. 

Per  iniziativa  della  "  Società  Leonardo  da 
Vinci  fl  le  Accademie,  le  Università,  le  Bi- 
blioteche, le  Società,  gli  Istituti  d'Arte  e  di 
cultura  d' Italia  afferm.ando  che  la  nostra  ge- 
nerazione ha  il  dovere  di  custodire  il  patri- 
monio d'arte  e  di  cultura  che  le  è  stato  tra- 
mandato e  afi&dato,  e  che  di  questo  deposito 
sajro  essa  è  responsabile  di  fronte  alle  età 
future,  ricordando  le  disposizioni  dell' arti- 
colo  27  del  Regolamento  dell' Aja,  riveduto 


UfHJHIIjf'l] 

ÙiSPEPTICI  -  OBESI 

1  0  2  grani  prima  del  pranzo 
Regola  le  funzioni  digestive 

Scatola  105  grani  L.  3.— 
1/a  Scatola  L.  1.50 

purg:ativi                          depurativi 

—  Hiì   - 

nel  1907  e  accettato  da  quarantaquattro  Stati,  l'articolo  VII  del  Trattato  della  Triplice  Al- 

obiedono  che  i  monumenti  artistici  e  storici,  leanza. 

le  gallerie  e  i  musei,  le  biblioteche  e  gli  ar-  Prego  V.  E  intrattenere  il  Barone  Bnrian 

ohivi,  tutte  insomma  le  sedi  e  le  raccolte  di  su   quanto    precede   appena  egli    ritorni    a 

documenti   d'arte  e   di  cultura,  siano  dagli  Vienna  e  telegrafarmi.  —  Sonnino. 


39.  -  La  lettera  al  <  Caro  Peano  ►. 

:t^4  gennaio  1915.  —  L'on.  Giovanni 
(Tiolitti,  ex-presidente  del  Consiglio, 
scrive  da  Cavour  all'  onor.  Camillo 
Peano  già  suo  capo  di  gabinetto,  una 
lettera  nella  quale  chiarisce  i  suoi 
rapporti  col  pi'incipe  di  Billow  0  af- 
ferma che  forse  •«  parecchio  >  si  po- 
trebbe ottenere  senza  la  guerra. 

Caro  Amico.  È  stranissima  la  facilità  con 
la  quale  parte  in  buona,  e  parte  in  mala  fede, 
si  formano  leggende.  Ora  due  tendono  a  for- 
marsi :  una  di  pretesi  miei  rapporti  col  Prin- 
cipe di  Bùlow,  l'altra  l'opinione  che  mi  si 
attribuisce  che  si  debba  mantenere  in  modo 
assoluto  la  neutralità  in  qualunque  caso.... 


La  mia  adesione  al  partito  della  neutra- 
lità assoluta:  altra  leggenda.  Certo  io  censi- 


eserciti  belligeranti  risparmiate,  con  ogni 
sforzo,  durante  e  dopo  l'azione  guerresca, 
come  quelli  che  sono,  per  l'avvenire,  testi- 
moni gloriosi  del  passato,  e  che  non  soltanto 
all'una  o  all'altra  nazione,  ma  appartengono 
a  tutto  il  mondo  civile. 

38.  -  Il  Ministro  italiano 
degli  Esteri  insiste. 

33  gennaio  1915.  —  Nuove  insistenze 
del  nostro  ministro  degli  Esteri  presso 
il  Governo  austro-ungarico  per  otte- 
nere la  cessione  di  territori  posseduti 
dall'Austria  e  non  di  quelli  posseduti 
dai  suoi  avversari.  Nuove  insistenze 
in  favore  dell'  indipendenza  della  Ser- 
bia che  r  on.  Sonniuo  dichiara  \in  in- 
teresse di  primo  ordine  per  1'  Italia. 

Quanto   alla  richiesta  fatta  a  Vostra  Ec- 
cellenza dal  Barone  Burian  nel  colloquio  del 

18  corrente,  per  maggiori  schiarimenti  ri-  clero  la  guerra  non  come  una  fortuna,  ma 
guardo  a  quella  mia  esclusione  di  territori  come  una  disgrazia,  la  quale  si  deve  aflfron- 
po.sseduti  da  un  terzo  belligerante  e  all'os-  tare  solo  quando  sia  necessario  per  l'onore 
servazione  del  Barone  Burian  che  anche  Au-  o  per  grandi  interessi  del  paese.  Non  credo 
stria-Ungheria  è  uno  Stato  belligerante,  parmi  sia  lecito  portare  il  paese  alla  guerra  per 
quasi  superfluo  spiegare  che  all'Austria-Un-  un  sentimentalismo  verso  altri  popoli.  Per 
gheria  chiediamo  la  cessione  di  territori  da  sentimento  ognuno  può  gettare  la  propria 
lei  già  posseduti  in  proprio,  mentre  codesto  vita,  non  quella  del  proprio  paese.Ma  quando 
(ioverno  vorrebbe  discutere  della  cessione  necessario  non  esiterei  ad  affrontare  la  guei- 
di  territori  oggi  posseduti  da  un  suo  avver-  ra,  e  l'ho  provato.  Potrebbe  essere,  e  non 
sario,  e  che  in  ciò  sta  tutta  la  differenza.        apparirebbe  improbabile,  che  nelle  attuali 

Belligerante  o  no,  qualunque  Stato  può  condizioni  dell'Europa,  parecchio  possa  ot- 
dure  una  cosa  propria  art  un  neutrale  oscam-  tenersi  senza  una  guerra:  ma  su  di  ciò  chi 
biaila  con  lui,  senza  che  l'accettazione  per  ,]on  è  al  governo  non  ha  elementi  per  un 
parte  di  questi  possa  costituire  una  menoma  giudizio  completo.  Quanto  alle  voci  di  co- 
violazione  della  neutralità;  ammenoché  (e  spirazioni  e  di  crisi  non  le  credo  possibili, 
non  sarebbe  oggi  il  caso)  la  cosa  trasferita  Ho  appog^'iato  ed  appoggio  il  Governo,  nulla 
fosse  l'oggetto  preciso  della  contesa  tra  il  importandomi  delle  insolenze  di  chi  gli  si 
donatore  o  i  terzi;  ma  non  si  può  dire  lo  professa  amico  ed  invece  è  forse  il  suo  peg- 
stesso  quando  si  tratti  di  dare  un  territorio  gior  nemico.  Gradisca  i  più  cordiali  saluti.  — 
che  lo  Stato  concedente  non  possiede  in  prò-  Aff.mo  Giovanni  Giolitti. 
prlo  e  che  appartiene  invece  ad  un  suo  av- 
versario belligerante:  in  questo  caso  l'accet- 
tare tale  offerta  di  territorio  per  parte  dello 
Stato  neutrale,  come  corrispettivo  ad  una 
qualunque  azione  o  prestazione  sua,  appa- 
risce evidentemente  come  un  atto  non  ami- 
chevole e  di  parteggiamento  di  fronte  al  pro- 
prietario attuale  del  terrirorio  stesso. 

Da  ogni  parte  si  annuncia  og<,'i  una  nuova 
spedizione  militare  austro-ungarica  contro 
la  S.^rltia.  Siffatta  spedizione  tende  a  turbare 
la  condizione  politica  dei  Balcani,  avvantag- 
giandovi da  un  lato  l'influenza  e  gl'interessi 
dell'Impero  austro-ungarico  e  mettendo  in 
pencolo  dall'altro  le  condizioni  «Iella  Serbia, 
la  conservazione  della  cui  piena  indipendenza 
politica  ed  economica  rappresenta  un  Inte* 
resse  di  prim'ordine  per  l'Italia. 

In  queste  condizioni  giova  oggi  richia- 
mare l'attenzione  di  codesto  Governo  sulla 
singolare  importanza  ed  urgenza  che  assume 
la  discussione  prelimina<e  intorno  ai  com- 
pensi  da  stipularsi  per  l'Italia  ai  sensi  del- 


40.  -  Controproposte  deir Au- 
stria-Ungheria  sulla  questione 
dei  compensi. 

12  febbraio  1915.  —  L'Austria  rileva 
che  r  azione  italiana  in  Albania  si  è 
pia^j  piano  modificata  e  intensifioatai 
al  punto  di  sbarcare  truppe  di  vari»-, 
armi  con  molto  materiale  da  guerrti 
e  di  impadronirsi  dell'  amministra- 
zione civile  politica  e  finanziaria  di 
Valona.  L'Austria  aftVrma  che  le  con- 
versazioni tra  essa  e  V  Italia  sul  tema 
dei  compensi  per  l'avanzata  austriaca 
in  Serbia  pro8eguirebl)ero  più  util- 
mente se  esse  riguardassero  anche  i 
compensi  da  darsi  all'Atistria  per  le 
occupazioni  italiane  uell'  Kgeo  e  in 
Albania. 


—  312 


41.  -  L' Italia  dichiara  di  ritirare 
ogni  sua  proposta  di  discus- 
sione. 

12  febbraio  1915.  —  Il  ministro  Son- 
niiio  insiste  ribattendo  gli  argomenti 
opposti  dall'  Austria  e  dichiara  che 
avrndo  questa  mostrato  di  tirare  in 
lungo  le  cose  senza  venire  a  risposte 
decisive,  il  Governo  italiano  ritira 
ogni  proposta  ed  iniziativa  di  discus- 
sione trincerandosi  nel  semplice  di- 
sposto dell'  art.  7  e  considera  d'  ora 
innanzi  contraria  all'articolo  stesso 
«lualunque  azione  militare  dell'Austria 
nei  Balcani. 

Quanto  alle  occupazioni  temporanee  del 
Dodecanneso  e  di  Valona,  le  quali,  secondo 
il  Barone  Burian,  imponevano  all'Italia  l'ob- 
bligo di  un  accordo  preventivo  con  l' Austria- 
Ungheria  basato  sul  principio  del  compenso, 
debbo  rilevare  quanto  segue: 

1."  L-iole  del  Dodecanneso.  —  Col  telegram- 
ma 20  maggio  1912  si  informava  V.  E.  che  le 
isole  già  occupate  dalle  truppe  italiane  erano 
le  seguenti:  Stampalia,  Rodi,  Caso,  Scarpanto 
e  Calchi,  e  che  sarebbero  subito  occupate  Si- 
mi,  Piscopi,  Nisero,  Calimno,  Lero,  Lipso  e 
Patmos. 

Col  telegramma  gabinetto  del  21  maggio 
1912  si  informava  V.  E.  che  si  procedeva  su- 
bito alla  occupazione  di  Cos. 

Coi  telegramma  gabinetto  23  maggio  V.  E. 
informava  di  aver  fatto  a  Berchtold  la  rela- 
tiva comunicazione.  Il  Conte  Berchtold  ri- 
spose "  che  tale  decisione  era  in  opposizione 
non  solo  alle  dichiarazioni  fatteci  in  prece- 
denza, ma  anche  agli  impegni  che  avevamo 
assunto  coli' articolo  7»  del  Trattato  di  Al- 
leanza „,  e  che  "  egli  avrebbe  avuto  il  diritto 
di  domandare  in  base  dell'articolo  suddetto 
dei  compensi  per  quelle  occupazioni.  In  vi- 
sta pei-ò  delle  considerazioni  espostegli  e  per 
dimostrare  il  suo  buon  volere,  come  il  suo 
desidei-io  sincero  di  non  mettere  per  il  mo- 
mento' e  nella  misura  del  possibile  ostacoli 
alla  nostra  libertà  d'azione,  il  Conte  Berch- 
told non  avrebbe  sollevato  opposizione  con- 
ti o  le  occupazioni  suddette  e  "  non  si  sarebbe 
jìrevalso  in  questa  occasione  il  diritto  a  com- 
pensi che  gli  spettavano  „.  Egli  doveva  però 
dichiarare  in  modo  formale  che  se  noi  pro- 
•  cdessimo  all'occupazione  ulteriore  di  isole 
dell'Egeo  non  sarebbe  stato  in  grado  di  con- 
sentirvi, a  cagione  delle  gravi  conseguenze 
che  potevano  risultare,  e  nel  lasciarci  la  piena 
responsabilità  di  queste  eventuali  occupa- 
zioni, si  sarebbe  riservato  il  diritiio  di  com- 
pensi di  cui  potrebbe  all'occorrenza  pi-eva- 
lersi. 


Da  quanto  procede  risulta  che  il  Conte 
Berchtold  dichiarò  a  Vostra  Eccellenza  la  sua 
rinunzia  a  prevalersi  della  clausola  dei  com- 
pensi per  quanto  riguarda  Rodi  ed  il  Dode- 
canneso. Con  ciò  resta  assorbita  la  questione 
di  accertare  se  e  quante  isole  occupate  dal- 
l'Italia facciano  parte  del  Mare  Mediterraneo 
e  del  Mare  Egeo,  in  relazione  al  tenore  del- 
l' art.  70  che  contempla  solo   il   Mare  Egeo. 

Ma  d'altra  parte,  in  seguito  appunto  alla 
opposizione  dell'Anstria  e  in  seguito  alla  pre- 
detta dichiarazione  che  "ulteriori  occupazioni,, 
avrebbero  fatto  entrare  in  azione  la  clausola 
dei  compensi,  il  Regio  Governo  prese  la  grave 
decisione  di  astenersi  dalla  occupazione  di 
Chio  e  Mitilene,  mentre  dalle  notizie  avute 
e  dagli  accertamenti  fatti  risultava  che  pre- 
cisamente la  occupazione  di  Chio  e  Mitiiene 
avrebbe  recato  al  nostro  nemico  il  colpo 
necessario  a  fiaccarne  la  resistenza  e  atto  a 
costringerlo  ai  negoziati  di  pace  per  porre 
un  termine  alla  guerra. 

L'Italia  ha  dunque  rispettato  gli  obblighi 
sanciti  nell'articolo  70  e  da  ciò  derivo  il  grave 
danno  del  prolungamento  della  guerra. 

L'occupazione  di  Rodi  e  del  Dodecanneso 
fu  prolungata  per  due  ordini  di  ragioni: 

1.0  Lo  sgombero  delle  Isole  è  suboi'di- 
nato  allo  adempimento  da  parte  della  Tur- 
chia delle  clausole  del  Trattato  di  Losanna, 
mentre  a  questo  obbligo  la  Turchia  non  ha 
tuttora  ottemperato.  Né  ha  ancora  oggi  ot- 
temperato all'obbligo,  da  essa  Turchia  rico- 
nosciuto, di  compensare  l'Italia,  mediante 
concessioni  in  Asia  Minore,  per  le  spese  so- 
stenute in  seguito  al  prolungamento  della 
occupazione  militare  italiana  delle  isole. 

2.0  Con  l'occupazione  delle  isole  l'Italia 
ha  reso  un  servizio  segnalato  alla  Turchia, 
in  quanto  le  isole  stesse  sarebbero  inevita- 
bilmente state  conquistate  dalla  Grecia,  al 
pari  di  Chio,  Mitilene  e  altre  isole  ora  in  pos- 
sesso della  Grecia.  E  ci  risulta  che  la  Tur- 
chia era  assai  ansiosa  di  vedere  continuata 
l'occupazione  italiana,  né  ci  ha  mai  fatto  sol- 
lecito di  sgomberare,  ben  rendendosi  conto 
ohe  nella  attuale  incerta  situazione  politica, 
e  di  fronte  alla  precarietà  dei  rapporti  greco- 
turchi,  grave  sarebbe  il  pericolo  ohe  corre- 
rebbero le  isole  qualora  restituite  alla  Tur- 
chia, militarmente  incapace  di  difenderle. 
L'occupazione  delle  isole,  durante  le  guerre 
balcaniche  e  durante  il  presente  conflitto  eu- 
ropeo, cui  partecipa  la  Tui-chia,  ha  costituito  e 
costituisce  pertanto  un  servizio  reso  dall'  Ita- 
lia all'alleata  dell'Austria-Ungheria. 

3.°  Occupazione  di  Valona.  —  L'occupa- 
zione italiana  di  Valona  trae  la  sua  origine 
e  la  sua  base  dalla  situazione  di  fatto  nella 
quale,  per  effetto  del  conflitto  europeo,  si 
sono  trovate  le  Potenze  firmatarie  della  con- 
ferenza di  Londra.  In  quella  conferenza  fu 
creata  l'Albania  e  ne  furono  determinate  le 


DIAMALTINA   ■   Estratto  secco  d'orzo  tallito. 

Ricostituente  sovrano  sostituisce  l'olio  di  fegato  di  merluzzo 
e  derivati. 


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MUDANO 


l<WI|^IW^»l<l^l 


\M.\  — 


frontiere  nei  riguardi  degli  Stati  Balcanici 
continanti. 

Il  Governo  Italiano,  sin  daU'odjjine  della 
presente  guerra,  ha  sostenuto  che  le  delibe- 
razioni di  Londra  per  l'Albania  oontinuassero 
a  rimanere  valide  e  obbligatorie. 

Solo  l'Italia,  come  Potenza  neutrale,  era 
in  grado  di  provvedere  alla  tutela  delle  de- 
liberazioni di  Londra  e  ciò  spiega  e  giustitioa 
trome  da  nessuna  parte  ci  vennero  mosse  ob- 
biezioni allorché  occupammo  Sasseno  e  Va- 
lona  in  via  provvisoria  allo  scopo  di  preser- 
vare quelle  importanti  località  albanesi  da 
avvenimenti  che  avrebbero^  avuto  grave  ri- 
jiercussione  internazionale.  È  noto  intatti  che 
Valona  si  trovava  sotto  la  imminente  minac- 
cia di  disordini  per  effetto  delle  ambizioni 
contrastanti  dei  gheghi  e  degli  epiroti.  Gli 
epiroti  erano  sconfessati  dal  Governo  d'Atene, 
ma  nessuno  può  illudersi  sulle  conseguenze 
i-he  sarebbero  derivate  da  una  occupazione 
epirota  di  Valona. 

Se  per  Valona  fu  indispensabile  procedere 
ad  una  provvisoria  occupazione  militare,  per 
il  resto  dell'Albania  bastò  l'azione  diploma- 
tica a  tener  In  rispetto  le  ambizioni  degli 
stati  Balcanici  confinanti.  Le  vive  insistenze 
-■seguite  presso  i  Governi  di  Belgrado,  di 
Atene  e  di  Cettigne.  hanno  ottenuto  il  felice 
risultato  di  trattenere,  lino  ad  ora  quei  Go- 
verni da  incursioni  e  da  operazioni  militari. 
È  dunque  grazie  al  fermo  atteggiamento  del 
(ioverno  Italiano  che  l'Albania,  quale  fu  vo- 
luta dalla  Conferenza  di  Londra,  non  ebbe 
a  soffrire  radicali  menomazioni  nella  sua  esi- 
stenza e  nella  sua  compagine. 

Dopo  aver  risposto  cos'i  alle  "  contropro- 
poste ,  formulate  dal  Barone  Burian,  le  quali, 
come  ho  dimostrato,  non  hanno  ragione  di  es- 
sere nel  presente  negoziato,  osservo  quanto 
segue: 

Son  trascorsi  due  mesi  e  più  dacché  po- 
nemmo dinanzi  al  Governo  Austro-Ungarico 
la  questione  dell'articolo  7°  del  Trattato 
della  Triplice  Alleanza,  invitandolo  ad  una 
amichevole  discussione  intorno  ai  compensi 
da  darsi  all'Italia  pel  turbamento  da  lui  pro- 
vocato nell'equilibrio  Balcanico. 

Per  quanto  non  ci  si  sia  mai  opposto  un 
reciso  rilìuto  a  trattare,  passano  le  settimane 
e  i  mesi,  e  non  si  è  riusciti  mai  ad  avere  una 
risposta  nemmeno  sul  primo  quesito  di  mas- 
sima, se  cioè  codesto  Governo  Imperiale  e 
Reale  f<isse  disposto  ad  accettare  la  discus- 
sione sul  terreno  della  cessione  dei  territori 
già  oggi  posseduti  dall'  Austria-Ungheria. 

Invece,  mentre  da  un  lato  si  propongono 
nuove  questioni  e  argomenti  di  dibattito,  che 
hanno  il  manifesto  scopo  di  eludere  ogni  di- 
scussione sul  tema  da  noi  proposto  e  di  con- 
durre le  cose  in  lungo,  dall'  altro  si  vanno  In- 
tanto allestendo  nuove  spedizioni  militari  nei 
Balcani. 

Di  fronte  a  questo  contegno  persistente- 
mente dilatorio  a  nostro  riguardo  non  è  pos- 
sibile ormai  nutrire  più  alcuna  illusione  al- 
l'esito pratico  delle  trattative.  Onde  il  Regio 
Governo  si  trova  costretto,  a  salvaguardia 
della  propria  dignità,  a  ritirare  ogni  sua  pro- 
posta o  iniziativa  di  discussione  e  a  trince- 
rarsi nel  semplice  disposto  dell' articolo  7°, 
dichiarando  che  considera  coree  apertamente 


contraria  all'articolo  stesso  qualunque  azione 
militare  che  volesse  muoverò  da  oggi  in  poi 
l'Austria-Ungheria  nei  Balcani,  sia  contro  la 
Serbia  sia  contro  11  Montenegro  o  altri,  senza 
che  sia  avvenuto  il  preliminare  accordo  ri- 
chiesto dall'articolo  1". 

Non  ho  bisogno  di  rilevare  che  se  di  que- 
sta dichiarazione  e  del  disposto  dell'articolo 
7"  il  Governo  Austro -Ungarico  mostrasse  ool 
fatto  di  non  voler  tenere  il  dovuto  conto,  ciò 
potrebbe  portare  a  gravi  conseguenze,  delle 
quali  questo  Regio  Governo  declina  fin  da 
ora  ogni  responsabilità. 

AI  quale  proposito  giova  ricordare  le  in- 
timazioni fatte  in  varie  occasioni  dal  Governo 
Austro-Ungarico  all'Italia  durante  la  guerra 
Libica. 

Il  Conte  Aehrenthal  dichiarava  il  5  no- 
vembre l'.»ll  a  Vostra  Eccellenza  che  "  una 
nostra  azione  sulle  coste  ottomane  della  Tur- 
chia euro[iea  come  sulle  isole  del  mare  Egeo 
non  avrebbe  potuto  essere  ammessa  né  dal- 
l'Austria-Ungheria  né  dalla  Germania,  perche 
contraria  al  Trattato  di  Alleanza  „  (telegram- 
ma di  Vostra  Eccellenza  6  novembre  1911). 

E  il  7  novembre  dello  stesso  anno  Vostra 
Eccellenza  telegrafava:  "Aehrenthal  considera 
i  bombardamenti  dei  porti  della  Turchia  di 
Europa  quali  Salonicco,  Cavala,  ecc.,  come 
contrari  all'articolo  7»  „. 

Nel  1912  trovandosi  la  nostra  squadra  al- 
l'imboccatura dei  Dardanelli  ed  essendo  stata 
bombardata  dai  forti  di  Kum  Kalessi,  essa  ri- 
spondeva danneggiando  1  forti  stessi.  Il  Conte 
Berchtold  si  lamentò  dell'accaduto  ed  ag- 
giunse che  "  se  il  Governo  desiderava  ripren- 
dere la  sua  libertà  d'azione,  il  Governo  Im- 
periale e  Reale  direbbe  potuto  fare  altrettanto  „. 
berciò  egli  non  avrebbe  potuto  ammettere 
che  noi  avessimo  fatto  in  avvenire  operazioni 
simili  a  quelle  ora  compiute  o  un'azione 
(lualsiasi  in  opposizione  al  punto  di  vista 
manifestato  nei  colloqui  precedenti.  Se  una 
operazione  simile  fosse  stata  da  noi  eseguita 
es8a  avrebbe  potuto  avere  roufteguenze  gravi  ,. 

V.  E.  vorrà  comunicare  quanto  sopra  a 
codesto  Governo.  —  Sonnino. 

42.  -  Il  veto  dell*  Italia. 

17  febbraio  1915.  —  Il  Governo  ita- 
liano <lopo  ripetuta  diffide  circa  qual- 
siasi azione  militare  austriaca  nei 
Balcani  senza  preventivo  accordo,  di- 
chiara che  la  diffida  ha  il  preciso  si- 
gnificato «li  un  veto  opposto  da  noi 
tino  a  che  non  si  sia  ]»rima  verificato 
r  acconto  sui  compensi  voluto  dal- 
l'art.   7°  del  Tratt^ito. 

Dalla  risposta  data  dal  Barone  Burian  alla 
comunicazione  fattagli  dall'Eccellenza  Vostra 
riguardo  alla  diffida  di  qualunque  azione  mi- 
litare austro-ungarica  nei  Balcani  senza  pre- 
ventivo accordo  col  Regio  Governo,  traspare 
evidente  l'intenzione  di  far  preco<lere  even- 
tualmente siffatta  aziono  militare  alla  discus- 
sione dei  compensi  di  cui  all'art.  7.  Approvo 
la  risposta  datagli  da  Vostra  Eccellenza.  K  rao- 
comandole  valersi  della  primissima  occasione 
per  ripetere  chiaramente   al   Barone  Burian 


B14  — 


ohe,  a  scanso  di  incresciosi  e  pericolosi  equi* 
voci,  l'interpretazione  palese  dell'articolo  7 
impone  che  l'accordo  sia  precedente  all'azio- 
ne, salvo  il  consenso  dell'altra  parte  ad  un 
procedimento  diverso.  Nelle  presenti  circo- 
stanze il  Regio  Governo  non  può  prestare 
tale  consenso;  onde  la  comunicazione  da  noi 
fatta  al  Governo  Intiperiale  e  Eeale  ha  il  si- 
gnitìcato  preciso  di  un  veto  opposto  da  noi 
ad  ogni  azione  militare  dell' Austria-Ungheria 
nei  Balcani  fino  a  tanto  che  non  si  sia  verifi- 
cato in  antecedenza  l'accordo  sui  compensi 
voluto  dall'articolo  7.  Occorre  mettere  bene 
in  chiaro  che  ogni  diverso  procedere  di  co- 
desto Governo  non  potrebbe  da  noi  interpre- 
tarsi ormai  senonchè  come  una  aperta  vio- 
lazione di  patti  del  trattato,  e  come  segno 
manifesto  della  intenzione  da  parte  sua  di 
riprendere  la  sua  libertà  d'azione:  nel  qual 
caso  dovremmo  ritenerci  pienamente  giusti- 
ficati a  riprendere  anche  noi  la  nostra  piena 
hberta  d'azione  per  la  salvaguardia  dei  no- 
stri interessi.  —  Sonnino. 

43.  -  L* Austria  vuol  continuare 
a  discutere. 

9  marzo  1915.  —  Il  ministro  degli 
Esteri  Austro-ungarico  dichiara  clie  il 
suo  Governo  consente  a  discutere  la 
questione  dei  compensi  sulla  base 
stessa  proposta  dal  Governo  Italiano, 
e  mostra  il  desiderio  di  comunicare 
al  pubblico  che  i  due  Governi  sono 
già  in  ■«  j)ourparlers  »•  circa  la  que- 
stione dei  compensi. 

44*  -  I^e  condizioni  dell*  Italia 
per  arrivare  a  una  conclusione. 

10  marzo  1915.  —  Il  Governo  italiano 
che  aveva  già  ritirato  ogni  sua  pro- 
posta di  discussione  acconsente  an- 
cora a  discutere  ma  non  intende  fare 
nessuna  comunicazione  intorno  all'av- 
viamento dei  negoziati.  Questi  deb- 
bono farsi  direttamente  tra  i  due  Go- 
verni senza  intervento  di  terzi  con  le 
seguenti  condizioni:  1°  Assoluto  segre- 
to ;  2"  Esecuzione  immediata  ;  3"  L'ac- 
cordo deve  investire  tutta  la  durata 
della  guerra. 

Il  Regio  Governo  aveva  ritirato  ogni  sua 
proposta  di  discussione  sui  compensi  di  cui 
all'articolo  7°,  ma  la  situazione  generale  è 
troppo  seria  e  la  materia  troppo  importante 
per  fare  oggi  questioni  di  pura  forma  e  ac- 
cettiamo la  discussione  sulla  base  oramai  am- 
messa dal  Governo  Imperiale  e  Reale.  Non 
intendiamo   fare   nessuna   comunicazione   al 


Parlamento  e  al  pubblico  intorno  all'avvia- 
mento dei  negoziati. 

Tolta  di  mezzo  la  divergenza  di  massima 
sulla  base  da  darsi  ai  negoziati,  spero  che 
si  voglia  addivenire  sollecitamente  alle  trat- 
tative 0  condurle  innanzi  rapidamente  per 
pervenire  all'accordo,  la  cui  conclusione  deve 
assolutamente  precedere,  secondo  mie  x-ipe- 
tute  dichiarazioni,  a  qualsiasi  azione  mili- 
tare austro-ungarica  nei  Balcani. 

Tali  trattative  debbono  farsi  direttamente 
tra  i  due  Governi,  senza  intervento  di  terzi. 

I  punti  di  partenza  da  mettersi  preven- 
tivamente in  chiaro  sono: 

lo  assoluto  segreto  dei  negoziati.  Ogni 
indiscrezione  riguardo  esistenza  e  andamento 
loro  forzerebbe  Regio  Governo  a  ritirare  le 
sue  proposte  e  a  rompere  le  trattative; 

2o  quando  l'accordo  sia  concluso  esso 
dovrà  portarsi  immediatamente  ad  effetto. 
Altrimenti  il  Regio  Governo  mancherebbe 
della  forza  politica  necessaria  per  ottenex-e 
dal  paese  quella  ratifica  morale  che  sarebbe 
indispensabile  per  l'attuazione  dell'accordo 
concluso  ; 

3°  per  eliminare  nuove  questioni  ed  at- 
triti ed  il  ripetersi  di  incidenti  incresciosi, 
e  per  lasciare  insieme  la  necessaria  liberta 
di  movimenti  a  codesto  Governo  nella  con- 
dotta della  guerra,  occorre  che  l'accordo- in- 
vesta la  intera  durata  della  guerra  stessa  in 
quanto  riguardi  la  possibile  invocazione  del- 
l'articolo 70,  , 

Quando  codesto  Governo  accetti  queste 
basi,  ci  dichiariamo  pronti  a  specificare  le 
nostre  domande  restringendoci  a  quel  mi- 
•  nimo  di  compensi  che  riteniamo  indispensa- 
bile per  raggiungere  gli  scopi  stessi  dell'ac- 
cordo invocato,  cioè  di  eliminare  durevol- 
mente tra  i  due  Stati  le  occasioni  di  attriti 
creando  tra  essi  una  situazione  normale  di 
cordialità  e  di  possibile  cooperazione  verso 
comuni  intenti  di  politica  generale. 

E  pel  grande  e  comune  interesse  di  ad- 
divenire rapidamente  ad  un  accordo,  elimi- 
nando fin  da  principio  ogni  sospetto  di  vo- 
lute dilazioni  e  lungaggini,  proporrei  che  si 
stabilisse  un  termine  di  un  paio  di  settimane 
per  la  durata  delle  trattative,  trascorso  il 
quale  senza  che  si  sia  arrivati  ad  una  con- 
clusione, ogni  proposta  fatta  ad  una  delle 
parti  s'intenderebbe  ritirata  e  come  non  av- 
venuta e  si  tornerebbe  allo  stata  quo  ante  di 
reciproca  libertà.  —  Sonnino. 

45-46.  -  Preoccupazioni 
e  garanzie  della  Germania. 

17-20  marzo  1915.  —  L'on.  Sonnino 
comunica  ai  nostri  ambasciatori  a 
Berlino  e  a  Vienna  le  preoccupazioni 
del  principe  Biilow  che  le  trattative 
austro-italiane  abortiscano.  Garanzie 


Piccole  dosi  -  Grandi  effetti 

Convalescenza 
linfatismo 

adenìti 
anemia 


—  :U5  — 


del  Governo  germanico  e  dell'  impe- 
ratore Guglielmo  per  resecuzione  del- 
l' accordo  dopo  la  guerra. 

17  marzo  1915. 
Il  Principe  di  Bùlow  venuto  oggi  a  ve- 
dermi ha  cominciato  col  rilevare  il  grave 
pericolo  che  le  trattative  tra  rAnstrla-Un- 
i^heria  e  l'Italia  abortiscano  per  effetto  della 
condizione  da  noi  apposta  della  immediata 
esecuzione.  Ha  detto  poi  che  l'Impeiatore 
di  Germania  potrebbe  anche  garantire  l'ese- 
cuzione dell'accordo  per  dopo  la  guerra. 

Risposi  svolgendo  le  varie  ragioni  per  cui 
dobbiamo  insistere  nella  nostra  domanda: 
ragioni  che  tengono  conto  dello  condizioni 
generali  dell'opinione  in  Italia,  così  come  di 
quelle  austriache.  Gli  ho  fatto  osservare  come 
sia  difficile  fissare  un  terreno  fermo  sul  quale 
negoziare  col  Governo  austriaco  ;  rilevan- 
dogli le  parole  dette  il  15  corrente  dal  Ba- 
rone Burian  al  Duca  Avarna  con  cui  egli 
sembra  voler  far  sempre  dipendere  la  ces- 
sione di  territori  austriaci  all'Italia  dall' ef- 
fettivo conseguimento  di  vantaggi  per  parte 
dell'Austria  alla  fine  d'una  guerra  vittoriosa. 
Il  Principe  di  Bùlow  ha  appuntato  quanto 
segue: 

•  Il  Barone  Sennino  mi  fa  osservare  che 
il  vantaggio  che  realizzerebbe  l'Austria-Un- 
gheria  fin  da  ora  mediante  l'accordo  consiste 
nella  garanzia  che  otterrebbe  dalla  neutra- 
lità dell'Italia  durante  tutta  la  guerra.  Il  Ba- 
rone "Burian  invece  sembra  subordinare  ogni 
cessione  effettiva  di  territorio  all'Italia  alla 
condizione  che  l'Austria  realizzi  effettivamen- 
te degli  acquisti  territoriali  e  altri  vantaggi 
alla  fine  della  guerra. 

"  Il  modo  di  vedere  del  Barone  Burian 
rende  impossibile  un  accordo  quale  verrebbe 
inteso  dal  Barone  Sennino,  cioè  un  accordo 
avente  la  natura  di  un  forfait:  cessione  di 
territorio  attualmente  austriaco  da  un  lato, 
contro  garanzìa  di  neutralità  per  la  durata 
della  guerra  dall'altro,  quale  che  sia  per  es- 
sere l'esito  della  guerra  stessa  „. 

Dissi  al  Principe  di  Bùlow  che  io  non  in- 
tendevo precipitare  nulla,  ma  che  non  pren- 
lorei  più  alcuna  iniziativa  né  fftrei  proposte; 
1  he  se  il  Governo  austro-ungarico  desiderava 
che  si  venisse  a  qualche  conclusione  facesse 
lui  delle  proposte  nette  e  chiare,  le  più  larghe 
l>09sibili  perchè  ci  fosse  una  probabilità  di 
riuscita. 

Il  Principe  di  Bùlow  disse  che  avrebbe 
riferito  quanto  sopra  a  Berlino.  —  Sonnino. 

20  marzo  1915. 

Il  Principe  di  Bùlow  mi  annunzia,  dietro 
l-truzioni  del  Cancelliere  Bethmann  HoUweg, 
lopo  udienza  avuta  dall'Imperatore  Qugliel- 
iiio,  "  di  essere  stato  incaricato  di  dichiarare 
che  il  Governo  Imperiale  Germanico  assume 
di  fronte  al  Governo  Reale  d'Italia  la  piena 
ed  intiera  garanzia  che  la  convenzione  da 
coiiclu<1ersi  tra  l'Italia  e  l'Austria-Ungheria 
sarà  messa  in  esecuzione  fedelmente  e  leal- 
mente appena  che  la  pace  sarà  conclusa  „. 

Inoltre  il  signor  von  Ja;,'ow  gli  comunica: 
essere  corsa  voce  che  l'Austria-Ungheria  au- 
-  Cora  oj:gi  -lon  vorrebbe  l'accordo  con  1"  Ita- 
lia e  desideri   tirare  in  lungo  i  relativi  ne- 


goziati. Il  signor  von  Jagow  è  convinto  non 
essere  in  questa  voce  nulla  di  vero.  L'Im- 
peratore Francesco  Giuseppe  dopo  aver  presa 
la  grave  risoluzione  la  manterrà  lealmente. 
L'Ambasciatore  signor  di  Tchirsky  telegra- 
favagli  da  Vienna  che  il  Barone  Burian  ha 
la  seria  intenzione  d'arrivare  il  più  presto 
possibile,  sulla  base  di  una  cessione  di  terri- 
torio, a  un  accomodamento  con  l'Italia,  come 
base  di  rapporti  da  ora  in  poi  fiduciosi  e 
amichevoli  tra  i  due  paesi. 

Quanto  alle  garanzie  da  dare  all'Italia  per 
una  fedele  esecuzione  del  Trattato  egli  è  pron- 
to a  discutere  ancora  col  Duca  Avarna.  Il  si- 
gnor von  Jagow  ritiene  *  essere  incontestabile 
che  il  Barone  Burian  è  disposto  alle  cessioni 
di  territorio,  e  come  corrispettivo  (Gegen- 
leistung)  non  domanda  che  la  rinunzia  del- 
l'Italia alle  domande  basate  sull'art.  VII  „• 
Jagow  aggiunge  che  con  ciò  gli  sembra  che 
si  sia  trovata  la  base  ai  negoziati,  restando 
chiarito  *  che  l'Austria-Ungheria  consente  a 
far  cessione  di  territorio  austro-ungarico,  e 
che  essa  non  chiede  all'Italia  altra  cosa  che 
il  mantenimento  della  neutralità  assoluta  du 
rante  la  guerra  „. 

Egli  ha  l'impressione  che  le  parole  del 
Barone  Burian  relative  al  Dodecanneso  e  le 
altre  sue  frasi  di  tenore  incerto  erano  intese 
piuttosto  a  spiegare  i  suoi  punti  di  vista  ri- 
guardo al  passato,  e  che  non  hanno  un  va- 
lore pratico.  Il  Principe  Bùlow  ci  esortava 
a  far  riprendere  le  conversazioni  tra  il  Ba- 
rone Burian  ed  il  Duca  Avarna  a  Vienna. 

Risposi  riaccennando  ad  alcune  tra  le  prin- 
cipali ragioni,  già  espostegli  nella  nostra  ul- 
tima conversazione  che  rendono  indispensa- 
bile la  immediata  attuazione  dell'accordo  ohe 
venisse  concluso.  —  Sonnino. 

47.  -  Preparazione  militare. 

:?1  marzo  1915.  —  Il  Re  promulga  uua 
legge  che  contiene  provvedimenti  per 
la  difesa  economica  e  militare  dello 
Stato  e  divieti  di  esportazione,  di 
riproduzione  di  carte,  disegni,  foto- 
grafie ecc.  concernenti  la  preparazione 
militare. 

48. 

28  marzo  1915.  —  Il  lie  promulga  uua 
legge  con  la  quale  vieta  la  pubblica- 
zione di  notizie  concernenti  la  forza, 
la  preparazione  e  la  di  lesa  militare 
delU)  Stato. 

49.  -  Concessioni  politiche  e  ter- 
ritoriali richieste  dall'  Italia 
per  il  mantenimento  della  neu- 
tralità. 

8  aprile  1915.  —  Il  ministro  degli  Esteri 
espone  il  minimo  delle  concessioni  po- 
litiche e  territoriali  ricbieste  duU'  Ita- 
lia, cioè  il  Trentino,  una  striscia  al  di 
\ìi  del  confine  orientale,  lo  Curzolari, 
l'elagosji  ecc.  dovranno  essere  cedute 
all'  Italia.    Trieste  e  il  suo  territorio 


BIG 


l'ormeranno  uno  stato  autonomo.  L'Au- 
stria Ungheria  dovrà  riconoscere  la 
sovranità  italiana  sa  Valona  e  disin- 
teressarsi deir Albania,  ecc. 

Per  soddisfare  al  desiderio  espressole  dal 
Barone  Burian  formulo  qui  di  seguito  le  con- 
dizioni che  II  R.  Governo  ritiene  indispensa- 
bili per  poter  creare  tra  i  due  Stati  una  si- 
tuazione normale  e  stabile  di  reciproca  cor- 
dialità e  di  possibile  cooperazione  futura  verso 
intenti  comuni  di  politica  generale. 

Vostra  Eccellenza  spiegherà  più  distesa- 
mente al  Ministro  Burian  le  ragioni  che  suf- 
fragano le  singole  proposte,  nel  formulare  le 
(luali  ho  tenuto  nel  massimo  conto  le  varie 
osservazioni  espostemi  in  passato  riguardo 
alle   necessità   dell'Impero    austro-ungarico. 

Spero  che  il  Governo  imperiale  vorrà  farci 
avere  con  la  maggiore  sollecitudine  possibile 
una  risposta  che  auguro  sia  di  accettazione. 

L' articolo  I  si  ispira  ad  un  importante 
precedente  storico  oltreché  ad  evidenti  ra- 
gioni di  ordine  militare  pel  tracciamento  del 
nuovo  confine. 

Anche  l'articolo  II  si  giustifica  militar- 
mente oltreché  per  ragioni  etnografiche. 

L'articolo  IH  rappresenta  l'unico  com- 
promesso possibile  tra  le  proclamate  esigenze 
dell'Impero  austro  ungarico  e  quelle  del  prin- 
cipio nazionale. 

L'  articolo  IV  mira  ad  attenuare  in  piccola 
parte  le  condizioni  dolorose  di  inferiorità  in 
cui  si  trova  l'Italia  nel  mare  Adriatico. 

L'art.  V  rappresenta  la  condizione  sine 
qua  non  perchè  un  qualunque  accordo  possa 
oggi  concludersi,  non  potendo  altrimenti  nes- 
sun Governo  in  Italia  prendere  seriamente 
per  tutta  la  durata  della  guerra  gli  impegni 
di  cui  è  parola  negli  ultimi  due  articoli  X 
e  XI. 

Gli  articoli  VI  e  VII  tolgono  di  mezzo 
pel  futuro  un  argomento  di  attriti  e  di  dis- 
sidio tra  i  due  Stati,  dando  una  legittima  tu- 
tela agl'interessi  italiani  nell'Adi-iatico  senza 
ledere  quelli  austro-ungarici. 

Gli   articoli  Vili  e  IX  si  spiegano  da  se. 

Segue  il  testo  degli  articoli. 

Art.  I.  L'Austria-Ungheria  cede  all'Italia 
il  Trentino  coi  confini  che  ebbe  il  Regno  ita- 
lico nel  ]811,  cioè  dopo  il  Trattato  di  Parigi 
del  28  febbraio  1810. 

Nota  all'  articolo  I. 

Il  nuovo  confine  si  stacca  da  quello  attuale 
a  monte  Cevedale;  segue  per  un  tratto  il  con- 
traftorte  tra  Val  Venosta  e  Val  Del  Noce;  poi 
scende  all'Adige  a  Gargazone  tra  Merano  e  Bol- 
zano, risale  sull'altipiano  di  riva  sinistra,  ta- 
glia la  Val  Sarentina  a  metà,  quella  dell'  Isarco 
alla  Chiusa  e  per  il  territorio  dolomitico  della 
destra  dell' Avisio,  escludendo  le  valli  Gardena 
e  Badia,  e  includendo  l'Ampezzano,  raggiunge 
poi  l'attuale  confine. 


Art.  II.  Si  procede  ad  una  correzione  a 
favore  dell'Italia  del  suo  confine  orientale, 
restando  comprese  nel  territorio  ceduto  le 
città  di  Gradisca  e  di  Gorizia.  Da  Troghofel 
il  confine  nuovo  si  stacca  oall' attuale  vol- 
gendo ad  oriente  fino  all'Ostering  e  di  là 
scende  dalle  Gamiche  fino  a  Saifniz.  Indi  pel 
contrafforte  tra  Seisera  e  Schliza  sale  a  Wir- 
sehberg  e  poi  torna  a  seguire  il  confine  at- 
tuale fino  alla  sella  di  Nevea,  per  scendere 
dalle  falde  del  Rombone  fino  all'Isonzo  pas- 
sando ad  oriente  di  Plezzo.  Segue  poi  la  li- 
nea dell'Isonzo  fino  a  Tolmino,  dove  abban- 
dona l'Isonzo  per  seguire  una  linea  più  orien- 
tale la  quale  passando  ad  est  dell'altipiano 
Fregona-Planina  e  seguendo  il  solco  del  Chiap- 
povano,  scende  ad  oriente  di  Gorizia  ed  at- 
traverso il  Carso  di  Comen  termina  nel  mare 
tra  Monfalcone  e  Trieste  nella  prossimità  di 
Nabresina. 

Art.  III.  La  città  di  Trieste  col  suo  ter- 
ritorio, che  verrà  esteso  al  nord  fino  a  com- 
prendere Nabresina,  in  modo  da  confinare 
con  la  nuova  frontiera  italiana  (articolo  II) 
e  al  sud  tanto  da  comprendere  gli  attuali 
distretti  giudiziari  di  Capo  d'Istria  e  Pirano, 
saranno  costituiti  in  uno  Stato  autonomo  e 
indipendente  nei  riguardi  politici  ititernazio- 
nali,  militari,  legislativi,  finanziari  e  ammi- 
nistrativi, rinunziando  l' Austria-Ungheria  ad 
ogni  sovranità  su  di  esso.  Dovrà  restare  porto 
franco.  Non  vi  potranno  entrare  milizie  né 
austro-ungariche  né  italiane.  Esso  si  assu- 
merà una  quota  parte  dell'attuale  Debito 
pubblico  austriaco  in  ragione  della  sua  po- 
polazione. 

Art.  IV.  L'Austria-Ungheria  cede  all'Ita- 
lia il  gruppo  delle  Isole  Curzolari,  compren- 
dente Llssa  (con  gli  isolotti  vicini  di  Sant'An- 
drea e  Busi),  Lesina  (con  le  Spalmadori  e 
Torcola),  Curzola,  Lagosta  (con  gli  isolotti  e 
scogli  vicini).  Cazza  e  Meleda,  oltra  Pelagosa. 

Art.  V.  L' Italia  occuperà  subito  i  territori 
cedutile  (articoli  I,  II,  IV)  e  Trieste  e  suo 
territorio  (art.  Ili)  saranno  sgombrati  dalle 
autorità  e  dalle  milizie  austro-ungariche,  con 
congedamento  immediato  dei  militari  di  terra 
e  di  mare  che  provengono  da  quelli  e  da 
questa. 

Art.  VI.  L'Austria-Ungheria  riconosce  la 
piena  sovranità  italiana  su  Valona  e  sua  baia 
compreso  Sassone,  con  quanto  territorio  nel- 
Vhinterland  si  richieda  per  la  loro  difesa. 

Art.  VII.  L'Austria-Ungheria  si  disinte- 
ressa completamente  dell'Albania  compresa 
entro  i  confini  tracciatile  dalla  Conferenza 
di  Londra. 

Art.  VIII.  L'Austria-Ungheria  concederà 
completa  amnistia  e  l'immediato  rilascio  di 
tutti  i  condannati  e  processati  per  ragioni 
militari  e  politiche  provenienti  dai  territori 
ceduti  (art.  I,  II  e  IV)  e  sgombrati  (art.  IIII. 

Art.  IX.   Per   la  liberazione   dei  territori 


Biogenina 


^m  Ditta  G.  SERSALE  ^- 

NAPOLI    —    Largo    San    Domenico 


ricostituente  rapido  e  sicui'O.  Con- 
tiene fosforo,  ferro  e  arsenico  in  for- 
ma organica;  è  priva  di  stricnina. 
Gocce  da  20  a  50  al  giorno;  per  via 
ipodermica:  una  fiala  prò  die. 

Maggiore,    17     —    NAPOLI 


—  ;U7   - 


ceduti  (articoli  I,  II  e  IV)  dalla  loro  quota 
parte  di  obbligazione  nel  Debito  pubblico 
austriaco  o  austro-ungarii-o,  nonché  nel  De- 
bito per  pensioni  ai  cessati  funzionari  impe- 
riali e  reali,  e  contro  l'integrale  ed  imme- 
diato passaggio  al  Regno  d'Italia  di  ogni  pro- 
prietà demaniale  immobile  o  mobile,  meno 
le  armi,  trovantisi  nei  territoi'i  stessi  e  a 
compenso  di  ogni  diritto  dello  Stato  riguar- 
dante detti  territori  in  quanto  vi  si  riferi- 
scano sia  pel  presente  sia  per  l'avvenire,  sen/.a 
eccezione  alcuna,  l'Italia  pagherà  all'Austria- 
Ungheria  la  somma  capitale  in  oro  di  200 
milioni  di  lire  italiane. 

Art.  X.  L'Italia  s'impegna  a  mantenere 
una  perfetta  neutralità  durante  tutta  la  pre- 
sente guerra  nei  riguardi  dell'Austria-Unghe- 
ria  e  della  Germania. 

Art.  XI.  Per  tutta  la  durata  della  presente 
guerra  l'Italia  rinunzia  ad  ogni  facoltà  di 
invocare  ulteriormente  a  proprio  favore  le 
disposizioni  dell'art.  VII  del  Trattato  della 
Triplice  Alleanza:  e  la  stessa  rinunzia  fal'Au- 
stria-Ungheria  per  quanto  riguardi  l'avvenuta 
occupazione  italiana  delle  Isole  del  Dode- 
:  nneso.  —  Sonnino. 

50.  -  La  denunzia  del  trattato 
della  Triplice. 

J  maggio  1915.  —  L'on.  Sonnino  de- 
nunzia il  trattato  della  Triplice  e 
proclama  che  l' Italia  riprende  la  sua 
libertà  d' azione. 

Prego  Vostra  Eccellenza  fare  a  codesto 
ministro  degli  affari  esteri  la  seguente  co- 
municazione della  quale  ella  gli  rilascerà  co- 
pia per  iscritto: 

"  L'allìance  entre  l'Italie  et  l'Autrlche- 
Hongrie  s'alfirma,  dès  son  origine,  comme 
un  élément  et  une  garantie  de  paix  et  visa, 
d'abord,  au  but  principal  de  la  défense  com- 
mune.En  présence  des  événements  ultérieurs 
et  de  la  situation  nouvelle  qui  en  résultait,  les 
Gouvernements  des  deux  Pays  durent  se  pro- 
poser  un  autre  but  non  moins  essentiel,  et 
au  cours  des  renouvellements  successifs  du 
traité,  s'appliquèrent  à  sauvegarder  la  con- 
tinuité  de  leur  alllanop,  en  stipulant  le  prin- 
cipe des  accords  préalables  relativement  aux 
Balkans,  en  vue  de  concilier  les  intéréts  et  les 
tendaiices  divergentes  des  deux  Puissances. 

„  Il  est  de  tonte  evidence  que  ces  stipu- 

lations   loyalement  observées,  auraient  suffi 

a  fournir  une   base  solide  pour  une  action 

immune  et  feconde.  Par  contre  l'Autriche- 

)  ongrie,  au  cours  de  l'été  1914,  sans  prendre 

leun  accord  avec  l'Italie,  sans  mrme  lui  faire 

a-venir  le  moindre  avertissement,  et  ne  fai- 

uit  aucun  cas  des  consells  de  modération 

4ui  lui  étaient  adressés  par  le  Gouvernement 

Koyal.notitlaàla  Serbie  l'ultimatum  du  23  juil- 

let  qui  fut  la  cause  et  le  point  de  départ  de 

la  présente  conflagration  européenne. 

,  L'.Autriche-Hongrie,  en  négUgeant  les 
ohiigations  découlant  du  traité,  troablait  pro- 
fnndénient  le  ala^u  quo  balcanique  et  créait 
une  situation  dont  elle  seule  étaìt  appellce  à 
proflter,  au  détriment  des  intéréts,  de  la  plus 
grande  importance,  que  sou  alliée  avait  tant 
de  foia  aflìrmés  et  proclamés. 


„  Une  vfolation  aussi  flagrante  de  la  let- 
tre et  de  l'esprit  du  traité  non  seulement  ju- 
stifla  le  refus  de  l'Italie  de  se  ranger  du  coté 
des  alliés  dans  une  guerre  provoquée  sans 
son  avis,  mais  enleva  du  mème  coup  à  l'al- 
linnoe  son  contenu  essentiel  et  sa  raison 
d'étre. 

r,  Le  pacte  mpme  de  la  neutralité  bien- 
veillante  prévue  par  le  traité  se  trouvait  com- 
promis  par  cette  violation.  La  raison  et  le 
sentiment  s'accordent  en  eflfet  à  exclure  que 
la  neutralité  bienveillante  puisse  ótre  main- 
tenue  lorsq'un  des  alliés  prend  les  armes 
pour  la  réalisation  d'un  programme  diamé- 
tralement  oppose  aux  intéréts  vitaux  de  l'au- 
tre  allié,  intéréts  dont  la  sauvegarde  oonsti- 
tuait  la  raison  principale  de  l'alliiince  méme. 

„  Ce  nonobstant,  l'Italie  s'est  etforcée,  pen- 
dant plusieurs  mois,  de  créer  uno  situation 
favorable  au  rétablissement  entre  les  deux 
états  de  ces  rapports  amicaux  qui  constituent 
le  fondement  essentiel  de  toute  coopération 
dans  le  domaine  de  la  politique  génf^rale. 

„  Dans  ce  but  et  dans  cet  espoir  le  Gou- 
vernement Royal  se  déclara  dispose  à  se  pré- 
ter  à  un  arrangement  ayant  pour  base  la  sa- 
tisfaction,  dans  une  misure  équitable,  des 
légitimes  aspìration  nationales  de  l'Italie  et 
qui  aurait  servi  en  méme  temps  à  reduire 
la  disparite  existante  dans  la  situation  réci- 
proque  des  deux  États  dans  l'Adriatique. 

y,  Ces  négociations  n'aboutirent  toutefois 
à  aucun  resultai  appréciable. 

fl  Tous  les  efforts  du  Gouvernement  Royal 
se  heurtèrent  à  la  resistance  du  Gouverne- 
ment I.  et  R.,  lequel  après  plusieurs  mois, 
s'est  seulement  décide  à  adniettre  des  inté- 
réts spéciaux  de  l'Italie  à  Valona  et  k  pro- 
mettre  une  concession  non  suffisante  de  ter- 
ritoires  dans  le  Trentin;  concession  qui  ne 
comporte  aucuuement  le  réglement  normal 
de  la  situation,  ni  au  point  de  vue  politique 
ou  inilitaire. 

,  Cette  concession,  en  outre,  ne  devait 
avoir  son  exécution  qu'à  une  epoque  indé- 
terminée,  c'est  à  dire  seulement  à  la  fin  de 
la  guerre. 

„  En  cet  état  de  choses  le  Gouvernement 
italien  doit  renoncer  à  l'espoir  de  parvenir 
à  un  accord  et  se  voit  contraint  de  retirer 
toutes  ses  propositions  d'arrangement. 

„  Il  est  égaleraent  inutile  de  maintenir  à 
l'alliance  une  apparence  formelle,  qui  ne  se- 
rait  destinée  qu'à  dissimuler  la  réallté  d'une 
méfìance  continuelle  et  de  contrastes  quoti- 
diens. 

,  C'est  pourquoi  l'Italie,  contìant  dans  son 
bon  droit,  affirme  et  predarne  qu'elle  re- 
prend  dès  ce  moment  son  entiére  liberté 
d'action,  et  déclare  annullé  et  désormais  sans 
etfets  son  traité  d'alliance  aveo  l'Autrlche- 
Hungrie  ,.  —  Sonnino. 


51.  -  Il  telegramma  del  Re 
per  la  festa  di  Quarto. 

5  maggio  1915.  —  Il  Re,  impedito  dallo 
cure  di  stato  a  partecipare  all'  inau- 
gurazione del  monumento  ai  Mille  sul- 
lo  scoglio  di   Quarto,  invia  un   tele- 


—  318  — 


gramma  in  cui  riafferma  la  ^ua  fede 
nell'avvenire  della  Patria. 

Se  cure  di  stato,  mutando  il  desiderio  in 
rammarico,  mi  tolgono  di  partecipare  alla  ce- 
rimonia che  si  compie  costà,  non  si  allontana 
però  oggi  dallo  Scoglio  di  Quarto  il  mio  pen- 
siero. A.  cotesta  fatale  sponda  del  mare  Li- 
gure, che  vide  nascere  Chi  primo  vaticinò 
l'unità  della  Patria  e  il  duce  dei  Mille  sal- 
pare con  immortale  ardimento  verso  le  im- 
mortali fortune,  mando  il  mio  commosso  sa- 
luto. E,  con  lo  stesso  animoso  fervore  di 
affetti  che  guidò  il  mio  grande  Avo,  dalla  con- 
corde consacrazione  delle  memorie  traggo  la 
fede  nel  glorioso  avvenire  d'Italia.  —  Vit- 
TOBio  Emanuele. 

52.  -  Le  dimissioni  del  Ministero. 

13  maggio  1915.  —  Il  Consiglio  dei 
Ministri,  considerando  che  intorno  alle 
direttive  del  Governo  nella  politica  in- 
ternazionale, manca  il  concorde  con- 
senso dei  partiti  costituzionali  che 
sarebbe  richiesto  dalla  gravità  della 
situazione,  delibera  di  presentare  a 
S.  M.  il  Re  le  proprie  dimissioni.  S.  M. 
il  Re  si  riserva  di  deliberare. 

S3-54.  -  I*'  intrigo. 

10  maggio  1915.  —  L'ambasciatore  au- 
striaco barone  Macchio  che  aveva  ri- 
cevuto dal  suo  Ministro  le  estreme 
e  pur  sempre  irrisorie  concessioni  del- 
l'Austria all'  Italia,  concorda  col  prin- 
cipe di  Biilow  e  con  alcuni  parlamen- 
tari tedeschi  a  Roma  un  nuovo  schema 
di  concessioni,  le  quali  sono  comuni- 
cate ad  alcuni  giornali  e  a  uomini 
politici  italiani  in  forma  di  gran  lunga 
pili  ampia  della  realtà,  allo  scopo  evi- 
dente di  far  apparire  incontentabOe 
il  gabinetto  Salandra  e  di  farlo  cadere. 

1.0  Tutto  il  Tirolo  che  è  di  nazionalità 
italiana. 

1."  Tutta  la  riva  occidentale  dell'  Isonzo 
che  è  di  nazionalità  italiana  con  Gradisca. 

3.0  Piena  autonomia  municipale,  univer- 
sità italiana  e  porto  franco  per  Trieste  che 
sarà  una  città  libera. 

4.»  Valona. 

5.0  Disinteressamento  completo  dell'Au- 
stria in  Albania. 

6.0  Salvaguardia  per  gli  interessi  nazio- 
nali dei  sudditi  italiani  in  Austria. 

7.0  Esame  benevolo  dei  voti  che  l' Italia 
emettesse    ancora   su  tutto  l'insieme   delle 


questioni   che   formano  l'oggetto  dei  nego- 
ziati. 

8.0  L' impero  di  Germania  assume  ogni 
garanzia  per  l'esecuzione  fedele  e  leale  del- 
l'accordo che  verrà  concluso  tra  l'Italia  e 
r  Austria. 

15  maggio  1915.  —  Sempre  d'accordo 
col  principe  di  Biilow  il  barone  Mac- 
chio compila  un  nuovo  progetto  mo- 
dificato e  rettificato  poi  dal  ministro 
Burian, 

(Il  documento  è  riassunto.  Le  rettifiche 
e  le  modificazioni  del  Burian  sono  fra  paren- 
tesi in  corsivo). 

1.0  L'Austria-Ungheria,  accedendo  al  de- 
siderio espresso  dall'Italia  di  entrare  in  pos- 
sesso delle  parti  del  Tirolo  i  cui  abitajiti 
sono  di  nazionalità  italiana,  accetta  una  nuoxa 
frontiera  che  si  staccherà  dalla  frontiera  at- 
tuale presso  Zufallspitze....  passerà  all'ovest 
di  Proveis,  raggiungerà  il  torrente  Pescara.... 
Seguirà  h  ialweg  del  Noce....  salirà  sul  corno 
di  Ti-es....  raggiungerà  l'Adige  a  sud  di  Sa- 
lurn....  Salirà  sul  Geiersbeg,  seguirà  la  line.i 
dello  spartiacque  tra  le  vallate  dell'Aviijia 
e  dell'Adige....  girerà  quindi  a  sud  e  risalirn 
sino  al  colle  di  S.  Lugano  ecc.  (....  in  guonto 
la  popolazione  è  puramente  di  nazionalità  ita- 
liana), 

2.0  L'Austria-Ungheria  consente  inoltre 
a  cedere  all'Italia  i  territori  posti  sulla  riva 
occidentale  dell'Isonzo  in  quanto  essi  abbiano 
abitanti  di  nazionalità  italiana.... 

3.0  II  titolo  "  Città  libera  imperiale  „ 
sarà  conferito  alla  città  di  Trieste.  Sarà  prov- 
veduta di  università  e  avrà  un  nuovo  sta- 
tuto municipale.... 

4.0  L'Austria-Ungheria  riconosce  la  piena 
sovranità  italiana  su  Valona  e  la  sua  baia 
nonché  sulla  sfera  d' interessi  che  vi  facesse 
capo  {L'Austria-  Ungheria  è  disposta,  per  quel 
che  la  riguarda,  a  riconoscere....). 

5.0  L'Austria-Ungheria  si  disinteressa 
completamente  della  sorte  futura  dell'Alba- 
nia.... {L'Austria-  Ungheria  dichiara  il  suo  di' 
sinteressamento  politico    riguardante    l'Ambii- 

MIO....). 

6.»  Il  Governo  I.  R.  provvederà  in  modo 
tutto  particolare  alla  tutela  degli  interes-i 
nazionali  dei  suddidi  di  nazionalità  italiana, 
i  quali  in  seguito  a  questo  accordo  vengooa 
a  trovarsi   in  una  sensibilissima  minoranza. 

7.0  L'Austria-Ungheria  concederà  amni- 
stia completa  e  immediata  messa  in  liberta 
a  tutte  le  persone  originarie  dei  territori  oe- 
duti  all'  Italia  e  condannate  o  processate  per 
motivi  militari  o  politici. 

8.0  L'Italia  assume  l'impegno  di  man- 
tenere la  neutralità  durante  tutta  la  guerra 


"  PETROLINA  LONGEGA  "  ef:;:,r" 

Chiederla  a  tutti  i  profumieri,  parrucchieri,  farmacisti,  droghieri  ( 
alla  Ditta  ANTONIO  I^ONGEGA  —  Venezia.  = 


;u;> 


presente  nei  riguardi  della  Germania.  del- 
l'Austria e  della  Turchia. 

9.0  L'Italia  rinunzia  per  tutta  questa 
guerra  alla  facoltà  di  invocare  stipulazioni 
ohe  regolavano  lu  politica  Balcanica  ad  ec- 
cezione dell'Albania. 

10.0  L' Austiia-Dngheria  rinunzia  a  tali 
invocazioni  per  quanto  riguarda  l'occupa- 
zione italiana  del  Dodecanneso. 

ll.o  L' Italia  si  dichiara  pronta  a  pagare 
una  somma  globale  come  indennità  d'ogni 
genere  derivante  dalla  cessione.... 

12.0  Saranno  istituite  sopra  luogo  delle 
commissioni  miste  autorizzate  a  prendere 
decisioni  ohe  saranno  eseguite  da  esecuzione 
ile  decisioni  saranno  sottoposte  a  ratifica  dei 
Governi). 

13.»  I  militari  originari  dei  territori  ce- 
dati non  prestei  anno  più  servizio  sul  fronte  (!) 
dell'  esercito  austro-unj,'arico. 

14.0  L'impero  germanico  assume  ogni 
garanzia  per  l'esecuzione  fedele  e  leale  del- 
l'accordo. 

15.0  Manifestazione  solenne  del  Governo 
Austro-Ungarico  subito  dopo  la  conclusione 
dell'  accordo. 

55.  •  Le  dimostrazioni  in  tutta 
Italia.  L'accusa  pubblica  pro- 
nunziata da  Gabriele  D'An- 
nunzio. 

12-16  maggio  1915.  —  Manifestazioni, 
dimostrazioni  e  tumulti  in  tutta  Ita- 
lia provocati  dall'  atteggiamento  neu- 
tralista di  Giolitti  e  de' suoi  amici. 
A  Roma,  Gabriele  D'Annunzio  parla 
pili  volte  ai  cittadini.  Nel  suo  ispirato 
discorso  del  14  maggio,  che  è  un  vero 
atto  d'  accusa  contro  Giolitti  e  i  suoi 
complici,  egli  proclama  la  patria  in 
pericolo  e  invita  il  popolo  ad  armarsi 
j»er  salvarla  dalla  vergogna. 

Udite,  udite.  Gravissime  cose  io  vi  dirò, 
Ja  voi  non  conosciute.  State  in  silenzio.  Ascol- 
tatemi. Poi  balzerete  in  piedi,  tutti. 

Noi  siamo  qui  adunati  per  giudicare  un 
delitto  di  alto  tradimento  e  per  denunziare 
al  disprezzo  e  alla  vendetta  dei  buoni  citta- 
dini il  colpevole,  i  colpevoli. 

Queste  ohe  proferisco  non  sono  enfiate 
parole,  ma  sono  la  netta  determinazione  di 
un  fatto  avvenuto. 

Il  governo  d'Italia,  quello  che  iersera  ras- 
segnò il  suo  ufficio  nelle  mani  del  Re,  aveva 
abolito  il  4  di  maggio,  alla  vigilia  della  Sagra 
di  Quarto,  il  trattato  della  Triplico  Alleanza. 
Lo  aveva  dichiarato,  nei  riguardi  dell'Austria 
decaduto  e  nullo.  Della  formula  stessa  io 
posso  affermare  l'esattezza.  Ripeto:  decaduto 
e  nullo. 

Il  governo  d'Italia,  quello  che  iersera  raf<- 
segnò  il  suo  ufficio  nello  mani  del  Re,  aveva 
In  conseguenza  preso  accordi  precisi  con  un 
altro  gruppo  di  nazioni,  impegni  gravi,  de- 
finiti, rafforzati  da  uno  scambio  di  piani  stra- 
tegici, da  un  disegno  di  azione  militare  com- 
binata. 

Questo  è  vero,  questo  è  Inoppagabile.  Di 


questo  io  ebbi  comunicazione  certa,  prima  di 
lasciare  la  Francia,  dove  ufficiali  del  nostro 
Stato  maggiore  e  della  nostra  marina  erano 
giunti  e  operavano.  Dunque,  da  una  parte 
trattato  abolito,  dall'altra  accordo  definito. 
Rivendicato  l'onore  del  paese  da  una  parte, 
vincolato  l' onore  del  paese  dall'  altra.  La 
"  fusione  magnanima  „  la  quale  fu  augurata 
a  Quarto,  era  per  compiersi.  I  dissidii  si  pa- 
cificavano. La  necessità  ideale  aveva  ragione 
d'ogni  naiscria  politica.  L'esercito  era  volon- 
teroso e  fidente.  Esempi  di  virtù  civica  co- 
minciavano già  a  splendere  sul  tumulto  se- 
dato. Il  buon  fermento  faceva  già  levare  la 
massa  inerte. 

Ed  ecco  lo  sforzo  doloroso  di  mesi  e  mesi 
interrotto  da  un'aggressione  improvvisa  e 
ignobile.  Voi  tutti  conoscete  le  cause  e  i  pro- 
cedimenti. Questa  aggressione  è  inspirata,  in- 
stigata,  aiutata  dallo  straniero.  È  fatta  da  un 
uomo  di  governo  italiano,  da  membri  del  Par- 
lamento italiano,  in  commercio  con  lo  stra- 
niero, in  servizio  dello  straniero,  per  avvilire, 
per  asservire,  per  disonorare  l'Italia  a  van- 
taggio dello  straniero. 

Questo  è  palese,  questo  è  inoppugnabile. 

Udite.  Il  capo  dei  malfattori,  la  cui  anima 
non  è  se  non  una  gelida  menzogna  articolata 
di  pieghevoli  astuzie  in  quella  guisa  che  il 
tristo  sacco  del  polpo  è  munito  d'abili  ten- 
tacoli, il  conduttore  della  bassa  impresa  co- 
nosceva l'abolizione  del  primo  trattato,  co- 
nosceva la  definizione  del  nuovo,  l'una  e 
l'altra  compiute  col  consenso  del  Re. 

Egli  dunque  tradisce  il  Re,  tradisce  la  Pa- 
tria; contro  il  Re,  contro  la  Patria  serve  lo 
straniero.  Egli  è  colpevole  di  tradimento,  non 
per  un  modo  di  dire  ingiurioso,  non  per  ec- 
cesso di  frase  polemica,  ma  in  realtà,  ma  in 
verità,  secondo  la  figura  nota  di  esso  delitto. 

Questo  noi  dobbiamo  dimostrare  al  paese, 
questo  dobbiamo  stampare  nella  coscienia 
della  nazione. 

Udite,  udite.  La  Patria  è  in  pericolo,  la 
Patria  è  in  punto  di  perdimento.  Per  sal- 
varla da  una  mina  e  da  una  ignominia  Ir- 
reparabili, ciascuno  di  noi  ha  il  dovere  di 
dare  tutto  sé  stesso  e  d' armarsi  di  tutte  le 
armi. 

Un  ministero  formato  dal  signor  Bùlow 
sembra  non  avere  l'approvazione  del  Re 
d'Italia.  Ma  i  grassi  e  magri  domestici  del 
signor  Bùlow  non  si  rassegneranno.  Finché 
non  Siene  murati  nelle  lor  basse  cucine  e 
cantine,  essi  cercheranno  di  intossicare  la 
vita  italiana,  di  contaminare  fra  noi  ogni 
cosa  bella  e  potente. 

Per  ciò,  ripeto,  ogni  buon  cittadino  è  sol- 
dato contro  il  nemico  interno,  senza  tregua, 
senza  quartiere.  Se  anche  il  sangue  corra,  tal 
sangue  sia  benedetto  conie  quello  versato 
nella  trincea. 

Sarà  il  Parlamento  d'Italia  riaperto  il  20  di 
maggio? 

Il  20  di  maggio  è  l'anniversario  della  por- 
tentosa marcia  garibaldina  sul  Parco. 

Celebriamolo  precludendo  l'ingresso  agli 
sguatteri  di  Villa  Malta  e  ricaociandoli  verso 
il  lor  dolciastro  padrone. 

Nel  Parlamento  italiano  gli  uomini  liberi, 
senza  laide  mescolante,  proclameranno  la  H- 
bertà  e  l'integrazione  della  Patria. 


I32(J 


56.  -  Il  Ministero  riconfermato. 

16  maggio  1915.  —  11  Ke.  dopo  aver 
invitato  successivamente  gli  onorevoli 
Giolitti,  Marcora  e  Boselli  a  costitui- 
re un  uuovo  gabinetto  decide  di  non 
accettare  le  dimissioni  del  ministeio 
Salandra. 

57.  -  Il  conferimento  dei  poteri 
straordinari  al  governo  del  Re. 

22  maggio  1915.  —  Legge  clie  confe- 
risce al  governo  del  Re  i  poteri  straor- 
dinari in  caso  di  guerra. 

Il  Governo  del  Re  ha  facoltà,  in  caso  di 
guerra  e  durante  la  guei-ra  medesima,  di  ema- 
nare disposizioni  aventi  valore  di  legge  per 
quanto  sia  richiesto  dalla  difesa  dello  Stato, 
dalla  tutela  dell'ordine  pubblico  e  da  urgenti 
o  straordinari  bisogni  dell' ecotiumia  nazio- 
nale. Restano  ferme  le  disposizioni  di  cui 
agli  articoli  243  a  251  del  Codice  Penale  per 
r  esercito. 

Il  Governo  del  Re  ha  facoltà  di  ordinare 
le  spese  necessarie  e  di  provvedere  con  mezzi 
straordinari  ai  bisogni  del  tesoro. 

Il  Governo  del  Re  è  autorizzato  a  eser- 
citare provvisoriamente,  in  quanto  non  siano 
approvati  per  legge  e  non  oltre  il  31  dicem- 
bre 1915,  i  bilanci  per  le  amministrazioni 
dello  Stato  nell'esercizio  1915-16.  secondo  gli 
stati  di  previsione  dell'  entrata  e  della  spesa 
e  i  relativi  disegni  di  legge  con  le  susseguite 
modificazioni  già  proposte  alla  Camera  dei 
Deputati,  nonché  a  provvedere  i  mezzi  straor- 
dinari per  fronteggiare  le  eventuali  deficenze 
del  bilancio  derivanti  da  aumenti  di  spese  o 
da  diminuzioni  di  entrale. 

La  presente  legge  andrà  in  vigore  il  giorno 
stesso  della  sua  pubblicazione. 

58.  -  Le  zone  di  guerra. 

22  maggio  1915.  —  Il  Re  con  un  de- 
creto dichiara  in  istato  di  guerra  i 
territori  di  alcune  provincie  del  Regno. 

A  decorrere  dal  23  corr.,  è  considerato  in 
istato  di  guerra  il  territorio  delle  provincie  di 
Sondrio,  Brescia,  Verona,  Vicenza,  Belluno, 
Udine,  Venezia,  Treviso,  Padova,  Mantova, 
Ferrara,  e  quelle  delle  isole  e  dei  comuni  co- 
stieri dell'Adriatico,  nonché  di  tutte  le  fortezze 
che  siano  dichiarate  in  istato  di  resistenza  per 
ordine  dei  ministri  della  guerra  e  della  ma- 
rina. 

59.  -  La  dichiarazione  di  gfuerra. 

23  maggio  1915.  —  L'  Italia  dichiara 
guerra  all'Austria-Ungheria. 

Secondo  le  istruzioni  ricevute  da  S.  M.  il 
Re,  suo  augusto  Sovrano,  il  sottoscritto  ha 
l'onore  di  partecipare  a  S.  E.  il  Ministro  de- 
gli Esteri  dell'Austria-Ungheria  la  seguente 
dichiarazione:  Già  il  4  del  mese  di  maggio 
vennero  comunicati  al  Governo  I.  e  R.  i  mo- 
tivi per  i  quali  l'Italia,  fiduciosa  del  suo  buon 
diritto,   ha   considerato   decaduto  il  trattato 


d'alleanza  con  l'Austria-Ungherla,  che  fu  vio- 
lato dal  Governo  Imperiale  e  Reale,  lo  ha  di- 
chiarato per  l'avvenire  nullo  e  senza  effetto 
ed  ha  ripreso  la  sua  libertà  d'azione.  11  Go- 
verno del  Re,  fermamente  deciso  di  assicu- 
rare con  tutti  i  mezzi  a  sua  dispo>izione  la 
difesa  dei  diritti  e  degli  interessi  italiani,  non 
trascurerà  il  suo  dovere  di  prendere  contro 
qualunque  minaccia  presente  e  futura  quelle 
misure  che  vengano  imposte  dagli  avveni- 
menti per  realizzare  le  aspirazioni  nazionali. 
S.  M.  il  Re  dichiara  che  l'Italia  si  consideri 
in  istato  di  guerra  con  l'Austria-Ungheria  da 
domani.  Il  sottoscritto  ha  1'  onore  di  comu- 
nicare nello  stesso  tempo  a  S.  E.  il  Ministro 
degli  Esteri  Austro-Ungarico  ohe  i  passaporti 
vengono  oggi  consegnati  all'  ambasciatore  I. 
e  R.  a  Roma.  Sarò  grato  se  vorrà  provvedere  u 
fargli  consegnare  i  suoi.  —  Duca  d'Avarna. 

60.  -  Le  ragioni  della  nostra  guer- 
ra notificate  a  tutte  le  Potenze. 

23  maggio  1915.  —  Il  ministro  degli 
Affari  Esteri  invia  a  tutti  i  nostri  rap- 
presentanti air  Estero  una  nota  con 
la  quale  il  Governo  italiano  spiega  i 
motivi  che  giustificano  lo  stato  s^  di 
guerra  esistente  fra  V  Italia  e  1'  Au- 
stria-Ungheria, e  notifica  tale  stato  di 
guerra  a  tutte  le  potenze. 

Il  carattere  eminentemente  conservativo 
e  difensivo  della  Triplice  Alleanza  risulta  evi- 
dente dalla  lettera  e  dallo  spirito  del  Trat- 
tato e  dalle  intenzioni  chiaramente  manife- 
state e  consacrate  in  atti  utficiali  dei  mini- 
stri che  fondarono  l'Alleanza  e  ne  curarono 
i  miglioramenti.  * 

Agli  intenti  di  pace  si  è  costantemente 
ispirata  la  politica  italiana.  Provocando  la 
guerra  europea,  respingendo  la  risposta  re- 
missiva della  Serbia  che  dava  all'AustriaUn- 
gheria  tutte  le  soddisfazioni  che  essa  poteva 
legittimamente  chiedere,  rifiutando  di  dare 
ascolto  alle  proposte  conciliative  che  l' Italia 
aveva  presentato  insieme  ad  altre  Potenze 
nell'intento  di  preservare  l'Europa  da  un  im- 
mane conflitto  che  avrebbe  sparso  sangue  ed 
accumulato  rovine  in  proporzioni  mai  veduto 
e  neppure  immaginate,  l'Austria-Ungheria  la- 
cerò colle  sue  stesse- mani  il  patto  di  alleanza 
con  l'Italia,  il  quale,  sino  a  che  era  stato  leal- 
mente interpretato  non  come  strumento  d'ag- 
gressione, ma  solo  come  difesa  contro  possibili 
aggressioni  altrui,  aveva  validamente  contri- 
buito ad  eliminare  le  occasioni  o  a  comporre 
le  ragioni  di  conflitto,  e  ad  assicurare  ai  po- 
l)oli  per  molti  anni  i  benefici  inestimabili  della 
pace. 

L'articolo  1  del  Trattato  consacrava  una 
norma  logica  e  generale  di  qualsiasi  patto  di 
alleanza:  cioè  l'impegno  di  procedere  ad  uno 
scambio  di  idee  sulle  questioni  politiche  ed 
economiche  di  natura  generale  che  potessero 
presentarsi.  Ne  derivava  che  nessuno  dei  con- 
traenti era  libero  di  intrapr'^ndere,  senza 
previo  comune  concerto,  un'azione  le  cui 
conseguenze  potessero  produrre  agli  altri 
alcun  obbligo  contemplato  dall'alleanza  o 
comunque  toccare  i  loro  più  impoi-tanti  in- 


\S2i 


t eressi.  À  questo  dovere  cóntravvesme  l'Au- 
-tria-Ungheria  con  l'invio  alla  Serbia  delia 
uà  nota  in  data '2;i  inolio  l'.tU,  senza  previo 
■  incerto  con  l'itulia.  L'Aushia-Ungheria  violò 
•OSI  inilisciitibilinente  in  una  delle  sue  claii- 
-o!e  fondamejitali  il  Trattato. 

Tanto  niajfj-'iore  eia  l'obbliyo  dell'Austria- 
1  ngheria di  previamente ooncertiirsi  con  l'Ita- 
lia, in  qnaiito  dal!a  sua  azione  intrunsljjen'e 
(  intro  la  Serbia  derivava  una  situazione  di- 
rt-ttamente  tendente  a  provocare  una  jruerra 
eu  opea:  e  sino  dal  piincipio  del  ln>;lio  lltl4 
li  R.  Cìoverno,  preoccupato  dalle  tendenze 
prevalenti  a  Vienna,  aveva  fatto  giungere  al 
«ìoverno  Imperiale  e  Reale  ripetuti  consigli 
di  moderazione  ed  avvertimenti  sugli  incom- 
benti pericoli  di  carattere  europeo. 

I/a/.ioTie  intrapresa  dall'Austia-Ungheria 
contro  la  Serbia  era  inoltre  direttamente  le- 
siva degli  interessi  generali  italiani,  politici 
ed  economici,  nella   Penisola  Balcanica. 

Non  era  lecito  all'Austria  p^Misare  che 
l'Italia  potesse  restare  inditì'ei-ente  alla  me- 
nomazione dell'indipendenza  della  Serbia. 
Non  e' ano  mancati  a  questo  pr.iposito  i  no- 
stii  mon  ti.  Da  molto  tempo  l'Italia  aveva 
più  volte,  in  termini  amichevoli  ma  chiari, 
avvertito  1' Austria-Ungh'»ria  che  l'indipen- 
d'^nza  del'a  Seibia  era  considei'ala  dall'Ita- 
lia come  elemento  essenziale  dell'equilibrio 
i  alcanico.  che  l'Italia  stessa  non  avrebbe 
mai  potuto  ammettere  fosse  turba' o  a  suo 
daimo.  Né  ciò  avevano  detto  soltanto  nei  pri- 
vati colloqui  i  suoi  diplomatici;  ma  dalla  tri- 
lìuna  parlamentare  lo  avevano  aMam^n'e  e 
pubblicamente  pi-oclamato  i  suoi  uomini  di 
Stato. 

L'Austria  adunque,  aggredendo  la  Serbia 
con  un  •  ultimatum  „  non  preceduto,  con  di- 
sdegno di  ogni  consuetudine,  daqualsiasi  mos- 
sa diplojnatica  verso  di  noi  e  preparato  nel- 
l'ombra con  si  gelosa  cura  da  tenerlo  celato 
»ir  Italia,  che  ne  ebbe  notizia  insieme  al  pub- 
blico dalle  Agenzie  te'egratiche  prima  che  per 
via  diplomatica,  si  pose  non  solo  fuori  dell'Al- 
leanza coir  Italia,  ma  si  eresse  a  nemica  degli 
intere>si  italiani.  Risultava  intatti  al  R.  Go- 
verno, per  sicure  notizie,  che  tutto  il  com- 
plesso piogramma  di  azione  dell'Austria  Un- 
;,'heria  nei  Balcani  portava  nd  una  gravissima 
'iiminuzione  politica  ed  economica  dell'Italia, 
])■  rchè  a  ciò  conducevano,  direttamente  od 
indirettamente,  l'asservimento  della  Serbia, 
i  isolamento  politico  e  territoriale  del  Mon- 
tenegro, l'isolamento  e  la  decadenza  politica 
della  Romania.  Questa  diminuzione  dell'Ita- 
lia nei  Balcani  si  sarebbe  verificata  anche  am- 
mettendo che  l'Austria-Ungheria  non  avesse 
avuto  proposito  di  compiere  nuovi  acquisti 
torritoriali. 

Giova  osservare  che  il  Governo  Austro- 
Ungarico  aveva  esplicito  obbligo  di  previa- 
mente coticprtarxi  con  l'Ttal  a  in  forza  d'uno 


speciale  articolo  7  dei  Trattato  delta  Triplica 
Alleanza,  che  stabiliva  il  vincolo  dell'uccordo 
preventivo  ed  il  diritto  a  compensi  fra  gli 
alleati  in  caso  di  or-cupazionl  tempoianee  o 
permanenti  nella  regione  dei  Balcani.  In  pro- 
posito il  R.  fJoverno  iniziò  conversazioni  col 
Governo  Imperlale  e  Reale  sino  dall'apertura 
delle  ostilità  austro-ungariche  contro  la  Ser- 
bia, ritrae. ulo  dopo  qualche  riluttanza  un'ade- 
sione di  massima. 

Queste  conversazioni  erano  state  iniziate 
subito  dopo  il  23  luglio,  all.5  scopo  di  rendere 
al  trattato  violato,  e  quindi  annullato  per 
opera  dell'Austria-Ungheria,  un  nuovo  ele- 
mento di  vita,  quale  poteva  derivargli  sol- 
tanto da  nuovi  accordi.  Le  conversazioni  fu- 
rono riprese  con  più  precisi  intenti  nel  mese 
di  dicembre  1914. 

Il  R.  Ambasciatore  a  Vienna  ebbe  allora 
istruzioni  di  far  conoscere  al  conte  Be.chtold 
ohe  11  Governo  italiano  riteneva  necessario 
procedere,  senza  alcun  ritardo,  ad  uno  si-am- 
bio  di  idee,  quindi  ad  un  concreto  negoziato 
col  Governo  I.  e  R.,  circa  la  situa/ione  com- 
plessi derivante  dal  conflitto  provocato  dal- 
l'Auslria-Ungheria.  Il  Conte  Berchtold  risposo 
da  prima  con  ripulse,  concludendo  che  non 
riteneva  il  caso  di  venire  per  questo  ad  al- 
cun negoziato.  Ma  in  seguito  alle  nostre  re- 
pliche, alle  quali  si  associò  il  Governo  germa- 
nico, il  conte  Berchtold  fece  poi  conosf-ere  di 
essere  disposto  ad  entrare  nello  scambio  di 
idee  da  noi  propos'e. 

Esprimemmo  allora  subito  un  dato  fon- 
damentale del  nostro  punto  di  vista:  e  cioè 
gli  dichiarammo  che  i  compensi  contemplati, 
sui  quali  doveva  intervenire  l'accordo,  do- 
vevano riflettere  territori  trovantisi  sotto  11 
dominio  attuale  tiell'Austr  a-Ungheria. 

Le  discussioni  proseguirono  per  mesi,  dai 
primi  di  dicembre  al  marzo.  E  solamente  alla 
fine  di  marzo  dal  Barone  Burian  ci  venne 
oflerta  una  zona  di  territorio  compresa  in  li- 
miti lievemente  a  nord  della  città  di  Trento. 
Per  questa  cessione  il  Governo  Austro-Unga- 
rico ci  richiedeva  a  sua  volta  numerosi  im- 
pegni a  suo  favore,  fra  cui  i)iena  ed  Intera 
libertà  d'azione  nei  Balcani. 

È  da  notarsi  che  la  cessione  del  territo- 
rio nel  Trentino  non  doveva,  nel  pensiero  del 
Governo  austro-ungarico,  effettuarsi  imme- 
diatamente .«ei'ondo  noi  chiedevamo,  ma  so- 
lamente alla  fine  dell'attuale  conflitto. 

Rispondemn:o  che  l'offeita  non  poteva 
soddisfarci;  e  formulammo  il  minimo  delle 
cessioni  che  potevano  corrispondere  in  parte 
alle  nostre  aspirazioni  nazionali,  migliorando 
equament?  la  nostra  situazione  strategica  nel- 
l'Adria-ico. 

Tali  richieste  comprendevano:  un  confine 
più  ampio  nel  Trentino;  un  nuovo  confine 
sull'Isonzo;  una  situazione  speciale  per  Trie- 
ste:  la   ooss'oii'»  di  talune  tsido  dell'Arcipe- 


Siero  lodato 


ArtrttlMmo, 
rioMc-leroiil, 


rt-umatUmo,  cotta,   arto- 
eco.  —  (Jralix  opìiHcolo.  — 


GANDOLFO  = 

Marca  *'  lodobrotn  „ 

(Nuova  formala  DE  liENZI)  

Ditta  G.  8EK8ALE,  Lorgo  8.  Domenico  &I»gg.  17. 

(leggere  Vita  pratica). 


n22  — 


Ingo  Cnrzolare;  il  disinteresse  dell'Austria 
nell'Albania:  il  ricoiiosoimento  dei  nostri 
possessi  di  Valona  e  del  Dodefann.so. 

Alle  nostre  richieste  furono  oj. posti  da 
prima  dinieghi  categorici.  Solo  dopo  un  al- 
tro mese  di  conversazioni,  l'Austria-Ungheria 
sjndusso  ad  aumentare  la  zona  di  territorio 
da  cedere  nel  Trentino,  limitandola  a  Mezo- 
lombardo,  ma  escludendone  territori  italiani, 
come  un  lato  intero  della  vallata  del  Noce, 
la  Val  di  Fassa  e  la  Val  d'Ampezzo;  o  la- 
sciandoci una  linea  non  rispondente  nem- 
meno a  scopi  strategici.  Restava  poi  sempre 
ff  rmo  il  Governo  Austro-Ungarico  nel  negare 
qualsiasi  etfettuaxione  di  cessione  prima  del 
termine  della  guerra. 

I  ripetuti  dinieghi  dell'Austria-Ungheria 
risultarono  esplicitamente  confermati  in  un 
colloquio  che  il  Barone  Burian  tenne  col  R. 
Ambasciatore  a  Vienna  il  2i)  aprile  u.  s.,  nel 
quale  risulto  che  il  Governo  austro-ungarico, 
pur  ammettendo  la  possibilità  di  riconosci- 
mento di  qualche  nostro  prevalente  interesse 
a  Valona  e  l'anzidetta  cessione  territoriale 
nel  Trentino,  persisteva  a  pronunziarsi  in 
modo  negativo  circa  tutte  le  altre  nostre  ri- 
chieste, e  precisamente  quelle  che  riguarda- 
vano la  linea  dell'Isonzo,  Trieste  e  le  isole. 

Dall'atteggiamento  seguito  dall' Austria- 
Ungheria  dai  primi  di  dicembre  alla  fine  di 
aprile  risultava  chiaro  il  suo  sforzo  di  tem- 
poreggiare. In  queste  condizioni  l'Italia  si 
trovava  di  fronte  al  pericolo  che  ogni  sua 
aspirazione  avente  base  nella  tradizione  e 
nella  nazionalità  e  nel  suo  desiderio  di  si- 
curezza nell'Adriatico  si  perdesse  per  sem- 
pre ;  mentre  altre  contingenze  del  conflitto' 
europeo  minacciavano  i  suoi  maggiori  inte- 
ressi in  altri  mari.  Da  ciò  derivavano  all'  Ita- 
lia la  necessità  e  il  dovere  di  riprendere  la 
sua  libertà  d'azione,  cui  aveva  diritto  e  di 
ricercare  la  tutela  dei  suoi  interessi  all' in- 
fuori dei  negoziati  condotti  inutilmente  per 
cinque  mesi,  ed  all' infuori  di  quel  patto  di 
alleanza  che  per  opera  dell'Austria-Ungberia 
era  virtualmente  cessato  sino  dal  luglio  1914, 

Non  sarà  fuori  luogo  osservare  che  ces- 
sata l'Alleanza,  è  cessata  la  ragione  dell'ac- 
quiescenza determinata  per  tanti  anni  nel 
popolo  italiano  dal  desideiio  sincero  della 
pace,  mentre  rivivono  le  ragioni  della  do- 
glianza per  tanto  tempo  volontariamente  re- 
pressa per  il  trattamento  al  quale  le  popo- 
lazioni italianie  in  Austria  furono  assoggettate. 
Patti  formai  a  tutela  della  nostra  lingua, 
della  tradizione  e  della  civiltà  italiana  nelle 
regioni  abitate  dai  nostri  connazionali,  sud- 
diti della  Monarchia,  non  esistevano  nel  Ti-at- 
tato.  Ma  quando  all'Alleanza  si  fosse  voluto 
dare  un  contenuto  di  pace  e  di  armonia  sin- 
cera appariva  incontestabile  l'obbligo  mo- 
rale dell'alleato  di  tenere  in  debito  conto, 
anzi  di  rispettare  con  ogni  scrupolo,  il  nostro 
vitale  interesse  costituito  dall'equilibrio  et- 
nico nell'Adriatico.  Invece  la  costante  poli- 
tica del  Governo  austro-ungawci  mirò  per 
lunghi  anni  alla  distruzione  della  nazionalità 
e  della  civiltà  italiana  lungo  le  coste  del- 
TAdriatico.  Basterà  qualche  sommaria  cita- 
zione di  fatti  e  di  tendenze,  ad  ognuno  già 
troppo  noti:  sostituzione  progressiva  dei  fun- 
zionari di  razza  italiana  con  funzionari  di  al- 


tra na7lona1it:\;  Immigrazione  artlflciosa  di 
centinaia  di  famiglie  di  na/,ionalità  diverse; 
assunzione  a  Trieste  di  Cooperative  di  brac- 
cianti estranei;  decreti  Ilohenlohe  diretti  ad 
e-^ludere  da!  Comune  di  Trieste  e  dalle  in- 
dustrie del  Comune  impiegati  regnicoli;  sna- 
zionalizzazione dei  principali  servizi  del  Co- 
mune di  Trieste  e  diminuzione  delle  attri- 
buzioni municipali;  ostacoli  di  ogni  sorta 
all'istituzione  di  nuove  scuole  na'.ionali; 
regolamento  elettorale  con  tendenza  anti-ita- 
liana:  snazionalizzazione  nell'Amministrazio- 
ne giudiziaria;  la  questione  del!'  Università 
che  formò  pure  oggetto  di  tra:t;itive  diplo- 
matiche; snazionalizzazione  delle  compagnie 
di  navigazione;  azione  di  polizia  e  processi 
politaci  tendenti  a  favorire  le  altre  naziona- 
lità a  danno  di  quella  italiana;  espulsioni 
metodiche  ingiustificate  e  sempre  più  nume- 
rose di  regnicoli. 

La  costante  politica  del  Governo  Impe- 
riale e  Reale  riguaiJo  alle  popolazioni  ila- 
liane  soggette  non  fu  unicamente  dovuta  a 
ragioni  interne,  oi  attinenti  al  giuoco  delle 
varie  nazionalità  contrastanti  nella  Monar- 
chia :  essa  invece  apparve  inspirata  in  grau 
parte  da  un  intimo  sentimento  di  ostilità  e 
di  avversione  riguardo  all'  Italia,  dominante 
in  alcuni  circoli  più  vicini  al  Governo  Au- 
stroungarico  ed  avente  una  determinante 
influenza  sulle  decisioni  di  questo. 

Fra  i  tanti  indizi  che  si  possono  citare, 
basterà  ricordare  che  nel  1911,  mentre  l'Ita- 
lia era  impegnata  nella  gue;ra  contro  la  Tur- 
chia, lo  Stato  Maggiore  a  Vienna  si  apparec- 
chiava intensivamente  ad  un'aggressione  con- 
tro di  noi  ;  ed  il  partito  militare  proseguiva 
attivissimo  il  lavoro  politico  inteso  a  trasci- 
nare gli  altri  fattori  responsabili  della  Mo- 
narchia. Contemporaneamente  gli  armamenti 
alla  nostra  frontiera  assumevano  carattere 
prettamente  offensivo. 

La  crisi  fu  allora  risolta  in  senso  pacifico 
per  l'influenza,  a  quanto  si  può  supporre, 
di  fattori  estranei;  ma  da  quel  tempo  siamo 
rinaasti  sotto  l' impressione  di  una  possibile 
inattesa  minaccia  armata,  quando,  per  cause 
accidentali,  prendesse  sopravvento  a  Vienna 
il  partito  a  noi  ostile. 

Tutto  questo  era  noto  all'  Italia  ;  ma  come 
si  disse  più  sopra,  il  sincero  desiderio  della 
pace  prevalse  nel  popolo  ita!iano. 

Nelle  nuove  circostanze  l'Italia  cercò  di 
vedere  se  e  quanto,  anche  per  tale  riguardo, 
fosse  possibile  dare  al  suo  patto  con  l'Au- 
stria Ungheria  una  base  più  solida  ed  una 
garanzia  più  duratura.  Ma  i  suoi  sforzi,  con- 
dotti per  tanti  mesi  in  costante  accordo  con 
la  Germania,  che  venne  con  ciò  a  riconoscere 
la  legittimità  dei  negoziati,  riuscirono  vani. 
Onde  l'Italia  si  è  trovata  costretta  dal  corso 
degli  eventi  a  cercare  altre  soluzioni.  E  poi- 
ché il  patto  dell'Alleanza  coH'Austria-Unghe- 
ria  aveva  già  cessato  virtualmente  di  esistere 
e  non  serviva  ormai  più  che  a  dis^^imulare 
la  rva'tà  di  sospetti  continui  e  di  quotidiani 
contrasti,  il  R.  Ambasciatore  a  Vienna  fu  in- 
caricato di  dichiai-are  al  Governo  austro-un- 
garico che  il  Governo  italiano  era  sciolto  da 
ogni  suo  vincolo  decorrente  dal  Trattato 
della  Triplice  Alleanza  nei  riguardi  dell'Au- 
stria-Ungheria. 


—  823  — 


Tale  comunicazione  venne  fatta  a  Vienna 
il  4  ma'^gio  cnrienle. 

Sui'cessivaiiieiite  a  tale  nostra  di.hiara- 
zione,  e  dopo  che  noi  avevamo  già  dovuto 
provvedere  alla  legittima  tutela  dei  nostri 
Interessi,  il  Governo  Imperiale  e  Ueale  pre- 
sentò nuove  ofierte  di  concessioni,  insuttì- 
cieoti  in  sé,  e  nemmeno  corrispondenti  al 
minimo  delle  nostre  antiche  proposte;  of- 
ferte che  ad  ogni  modo  non  potevano  più 
essere  da  noi  accolte. 

11  R.  Governo,  tenuto  conto  di  quanto  è 
sopra  esposto,  confortato  dai  voti  del  Parla- 
mento e  dalle  solenni  manifestazioni  del  Pae- 
se, ha  deliberato  di  rompere  gli  induci;  ed 
ha  dichiar.ito  Oi,'gi  stesso  in  nome  del  Ile  al- 
l'ambasciatore  austio-un^:arico  a  Roma  di 
considerarsi  da  domani  24  maggio  in  ìstato 
di  guerra  coU'Austria-Ungheria. 

Ordini  analoghi  sono  stali  telegrafati  ieri 
al  R.  Ambasciatore  a  Vienna,  l'rogo  V.  E.  d'i 
render  noto  quanto  precedo  a  codesto  Go- 
verno. 

6i.  -  Il  proclama 
di  Francesco  Giuseppe. 

23vHigyio  1915.  —  1/  imperatore  Frau- 
cesoo  Giuseppe  indirizza  ai  suoi  popoli 
un  proclama  uel  (juale  accusa  l' Italia 
di  tradimento  e  dichiara  di  non  avere 
mai  minacciato  l' Italia  e  di  non  averla 
toccata  né  nel  suo  onore  nh  nei  suoi 
interessi.  Evoca  i  ricordi  delle  passate 
guerre  dal  1849  al  1866  e  dichiara  di 
confidare  nel  .suo  esercito  e  nel  suo 
popolo. 

Ai  miei  popoli!  Il  Re  d'Italia  mi  dichiarò 
la  guerra!  Un  tradimento  di  cui  la  stor'a  non 
conosce  l'esempio  fu  consumato  dal  re<,Mio 
d'Italia  contro  I  due  alleati,  dopo  un'alleanza 
di  più  di  trent'anni,  durante  la  quale  l'Ita- 
lia potè  aumentare  i  suoi  possessi  territoriali 
e  svilnpi  arsi  ad  impensata  floridezza.  L'Ita- 
lia ci  aldiandonò  nell'ora  del  peri<  olo  e  passa 
colle  lìat.diere  sjiie^ate  nel  campo  dei  nostri 
nemici.  Noi  non  minacciammo  l'Italia;  non 
minacciammo  la  sua  autori:à;  non  toccam- 
mo il  suo  onore  e  i  suoi  In  tei  essi.  Noi  ab- 
biamo sempre  fedelmente  corrisposto  ai  no- 
stri doveri  di  alleanza;  e  la  abbiamo  assicurata 
della  nostra  protezione  quando  essa  è  scesa 
in  campo.  Abbiamo  fatto  di  più:  quando  l'Ita- 
lia diresse  i  suoi  sguardi  bramosi  verso  le 
nostre  frontiere,  eravamo  decisi,  per  conser- 
vare le  nostre  relazioni  di  alleanza  e  di  pace, 
a  grandi  e  doloi-osi  sacrifici  che  toccavano  in 
modo  particolare  il  nostro  paterno  onore.  Ma 
la  cupidigia  dell'Italia,  che  ha  creduto  di 
poter  sfruttare  il  momento,  non  era  tale  da 


poter  essere  calmata.  La  sorte  devo  cosi  cam- 
biarsi. Durante  dicci  n;esi  di  lotte  gigante- 
sche nel  più  fedele  affratellamento  d'armi 
del  miei  eserciti  con  quello  del  miei  augusti 
alleati,  abbiamo  vittor  osamente  tenuto  fermo 
contro  il  potente  nemico  del  nord.  Il  nuovo 
perfido  nemico  del  sud  non  è  un  avversario 
sconosciuto;  i  grandi  ricordi  di  Novara,  Mor- 
tara,  Custoza,  Lis^a,  che  formano  la  gloria 
della  mia  gioventù,  lo  spinto  di  Radetzky, 
dell'arciduca  Alberto,  di  Tegethof,  che  con 
le  forze  di  terra  e  di  mare  vivono  eterna- 
mente, ci  sono  garanzia  che  noi  difenderemo 
vittoriosamente  le  frontiere  della  monarchia 
anche  veiso  il  Sud.  Io  saluto  le  mia  truppe 
vittoriose  e  agguerrite  e  conlido  in  esse  e  nei 
loro  condottieri.  E  confido  nel  mio  popolo  il 
cui  spirito  di  sacrifizio  senza  esempio  merita 
la  mia  più  profonda  gratitudine.  Prego  l'On- 
nipotente che  benedica  le  nostre  bandiere 
e  prenda  la  nostra  giusta  causa  sotto  la  sua 
benigna  protezione.  —  Francksco  Giuseppe. 

62.  —  Il  manifesto 
della  "  Dante  Alighieri  ,,. 

S5  maggio  1915.  —  La  Società  «  Dante 
Alighieri  »  sorta  nel  1889  per  difen- 
dere la  lingua  e  il  sentimento  della 
nazionalità  italiana  puhblica  un  no- 
bilissimo manifesto  ai  suoi  60,000  ade- 
renti esortandoli  a  cooperare  in  que- 
st'  ora  solenne  in  cui  si  maturano  i 
fati  di  una  piìl  grande  Italia. 

La  Dante  Alighieri  nei  giorni  del  dolore 
e  delle  speranze  tenne  alta  la  fede  nei  de- 
stini d'Italia  e  i  nostri  frntelll  italianissimi 
d'-l  Trentino,  della  Regione  Giulia,  della  Dal- 
mazia, credettero  nella  nostra  missione  pre- 
corritrice e  invocatrice  della  sospirata  libe- 
razione. 

Oggi  l'azione  nostra  diuturna,  costante, 
ardente  ed  ardita  deve  rispondere  alla  gran- 
dezza dell' intento,  ai  doveri  dell'ora:  ora  di 
calde  ispirazioni,  di  opere  forti  e  generose. 

Fratelli  della  Dante,  nel  nome  d'Italia  e 
con  cuore  di  Italiani,  stringete,  stringete  il 
popolo  nostro  fatto  concorde  e  sempre  va- 
loroso intorno  al  \\e  che  sente  altamente 
tutte  le  glorie  e  tutti  i  voti  della  Patria. 

Unite  l'opera  di  tutti  intorno  all'Eserciio 
e  all'Armata.  Essi  non  falliranno  alla  ma- 
gnanima prova,  e  poco  monta  per  il  loro 
coraggio  se  surà  ardua  e  pericolosa.  Ma  sarà 
coronata  dalla  vittoria! 

Diffondete,  quando  occorra  e  dovunque 
occorra,  l'esempio  del  sacrificio  per  la  Pa- 
tria,*ohè  il  sacrificio  è  virtù  supremamente 
italiana. 

Qualunque    po.ssa   essere    la   fortuna    di 


tintura  istantanea  in  castano  e  nero  per 
capelli  e  barba.  —  2  sole  applicazioni  al 
mese.  Invio  franco  ovunque  anticijìando 

Lire  3,75  alla  Ditta  ANTONIO   LONGEOA  —  Venezia. 

==  Chiederla  a  tutti  i  profumieri,  parrucchieri  e  farmaciati.  ■ 


L'  UNICA 


1324 


eventi  passe^gieri,  fate  ohe  si  serbi  sereno 
e  t,'agliar<lo  l'animo  del  Popolo  nostro  e  di- 
tegli, ditegli  sempre  che  1  grandi  spiriti,  come 
fu  Dante,  sono  profeti:  ed  e^li  segnò  con 
immortale  dticreto  le  soni  de'la  Patria. 

Dite  ogni  giorno  nelle  nostre  città  e  per 
le  nost'p  c.impiiijrne  la  paro'a  clie,  innalzando 
i  onori,  li  rassicura 

Li  gnerra  di  oggi  previene,  in  nome  del 
diritto  nazionale,  una  guerra  che  ci  avrebbe 
costretti  domani  a  difetidere  i  focolari  del 
nostro  lavoro  e  della  nostr.i  civiltà,  le  terre 
fecondate  dal  sudore  dei  nostri  agricoltori, 
E  il  nostro  animoso  inteivento  vairà  ad  ab- 
breviare la  durata  del  cìntlìtto  immane. 

Sorelle  della  Dtn'e  dite  alle  madri,  alle 
spose,  alle  sorelle,  che  se  è  crudele  cosa  la 
guerra,  peu'giore  danno  è  la  servitù  d' un 
popolo  ad  un  popolo  straniero,  e  che  il  do- 
minio straniero  sigiifìca  oppressione  delle 
anime,  dispersione  delle  energie  nazionali, 
rovina  del  lavoro  lazionale.  Aiutate  le  fa- 
miglie, consolatele  in  ogni  ansia,  contortatele 
in  ogni  evento. 

I  lavoratori  della  campagna  pensino  ai 
fratelli  che  lavorano  in  terre  lontane.  Una 
Patria  forte  è  il  loro  sospiro,  una  Patria  vit- 
toriosa è  la  loro  difesa,   la   loro   elevazione. 

Giovani  della  Dan'e  ascoltate  il  vostro 
cuore  e  operate.  A  voi  si  appartiene  essere 
sempre  i  primi  nei  giorni  della  pi-eparazione, 
i  primi  nei  giorni  delle  vitturirf.  —  ir  Pre- 
sidente: Paolo  Boselli. 

63.  -  Altre  zone  di  guerra. 

25  maggio  1915.  —  Un  altro  decreto 
del  Re  dichiara  in  istato  di  guerra  il 
territorio  delle  provincie  di  Bologna, 
Ravenna  e  Forlì. 

64.  -  Il  proclama  del  Re  d'Italia 
pel  compimento  dell'unità  na- 
zionale. 

26  maggio  1915.  —  Il  Re  d' Italia  as- 
.suniendo  il  comando  supremo  delle 
forze  di  terra  e  di  mare  rivolge  ai 
soldati  un  i)roclama  nel  quale  è  detto 
che  l'ora  delle  rivendicazioni  nazio- 
nali è  suonata. 

Soldati  di  terra  e  di  mare  ! 
L'ora  solenne  delle  rivendicazioni  nazio- 
nali è  suonata.  Se^mendo  l'esempio  del  mio 
Grande  Avo  assumo  oggi  il  comando  supremo 
delle  forze  di  terra  e  di  mare,  con  sicura 
fede  nella  vittoria,  che  il  vostro  valore,  la 
vostra  abnegazione,  la  vostra  disciplina  sa- 
pranno conseguir  '.  Il  nemJco  che  vi  accingete 
a  combattex-e  è  agguerrito  e  degno  di  voi. 
Favorito  dal  terreno  e  dai  sapienti  appresta- 


menti dell'arte,  egli  vi  opporrà  tenace  resi- 
stenza, ma  il  vostro  indomito  slancio  s-aprà, 
di  certo,  superarla.  So'dati,  a  voi  la  gloria 
di  piantare  il  tricoloie  d'Italia  sui  termini 
sacri  che  natura  pose  a  confine  della  Patria 
nostra,  a  voi  la  gloria  di  compiere,  lina'men'^^  >, 
l'opera  con  tanto  eroismo  iniziata  dai  nostri 
padri. 

Gran  Quartiere  Generale,  26  maggio  1915, 
Vittorio  Emanuele. 

65.  -  Dichiarazione  di  blocco. 

26  maggio  1915.  —  L'Italia  dichiara 
il  blocco  effettivo  del  litorale  austro- 
ungarico estendentesi  a  nord  dal  con- 
iinc  italiano  sino  al  confine  montene- 
grino a  sud,  e  del  litorale  all>àncse 
estendentesi  dal  confine  montenegrino 
a  nord  sino  a  capo  Kiephali  compreso 
a  sud.  ^ 

Il  R.  Governo  Italiano:  Visto  lo  stato  di 
guerra  esistente  fra  l'Italia  e  l'Austria-Un- 
gheria:  Considerato  che  alcuni  porti  della 
costa  albanese  servono  alle  autorità  navali 
austro-ungariche  per  il  rifornimento  clande- 
stino (iel  loro  naviglio  sottile  da  guerra,  di- 
chiara: A  datare  dal  giorno  26  maggio  1915 
sono  tenuti  in  istato  di  blocco  effettivo  da 
parte  delle  forze  navali  italiane:  1°  il  lito- 
rale austro-ungarico  estendentesi  a  nord  dal 
confine  italiano  sino  al  contine  montenegrino 
a  sud,  con  tutte  le  sue  isole,  porti,  seni,  rade 
e  baie;  2°  il  litorale  dell'Albania,  estenden- 
tesi dal  confine  montenegrino  a  nord  fino  a 
Capo  Kiephali  compreso  a  sud.  I  limiti  geo- 
grafici dei  territori  bloccati  sono:  Per  il  li- 
torale austro-ungarico:  limite  nord  45o  42'  50" 
di  latitudine  N.  e  13°  15'  10"  di  longitudine 
E.  Greenwioh:  limUe  sud  42»  06'  25"  di  lati- 
tudine N.  e  19»  05'  30"  di  longitudine  E.  Gree- 
nwioh. Per  il  litorale  albanese  :  limite  nord 
410  0-2'  di  latitudine  N.  e  19°  22'  40"  di  lon- 
gitudine E.  Greenwich:  limite  sud  39»  54'  15" 
di  latitudine  N.  e  19»  35'  50"  di  longitudine 
E.  Greenwich.  Le  navi  di  potenze  amiche  e 
neulrali  avranno  un  termine  ciie  sarà  stabi- 
lito dal  comandante  in  capo  delle  forze  na- 
vali italiane,  a  cominciare  dal  giorno  della 
dichiarazione  di  blocco,  per  uscire  libera- 
mente dalla  zon^ì  bloccata.  Contro  le  navi 
che  in  violazione  del  blocco  tentassero  di 
attraversare  o  avessero  attraversato  la  linea 
di  sbarramento,  costituita  dalla  congiungente 
Capo  d'Otranto-Capo  Kiephali,  saràprocelnto 
in  conformità  delle  regole  del  diritto  inter- 
nazionale e  dei  trattati  in  vigore. 

Con  dichiarazione  30  maggio  1915  il 
blocco  del  litorale  albanese  fu  limitato 
dai    confini   del    Jlontenegro    sino  ad 


Igiene 


CRÈME  SIMON 


Alla 


Bellezza  ^j^^^jL^^^^^^^^^^^^^M^^    Glicerina 
Unica  per  la  toilette  e  la  bianchezza  della  pelle. 


325  — 


Aspii  Riijjji  (Stijuli'  Biainhc)  :  e  con 
decreto  legge  del  4  litylio  1915,  u.  1000 
fu  esteso  a  tutte  le  z<»ue  del  mare 
Adriatico  a  nord  della  linea  ()tranl(»- 
At*i>ri-Kuga  (Strade  liianclie).  con  di- 
vieto di  navigazione  nell'Adriatico  i>er 
le  navi  mercantili  <li  qualsiasi  ban- 
diera. 

66.  -  Un  documento  pontificio. 

C?J  ìiìdfjtjio  1913.  —  Il  Papa  scrive  al 
Decano  del  Sacro  ("ollcgio  dei)lorando 
gli  orrori  della  guerra  e  dolendosi  che 
il  terriliile  incendio  si  sia  esteso  alla 
•«  diletta  Italia  ». 

67.  -  Discorso  dell'  on.  Salandra 
in  Campidogflio. 

2  fjiìKjiìo  1915.  —  L'on.  Salandra,  alla 
seduta  del  Comitato  romano  ]>er  la 
preparazione  civile- i)ronuucia  un  fiero, 
elevato  discorso  in  risi)osta  alle  in- 
giuriose ciance  di  Bethniann-Hollweg. 

Noi  siamo  entrati,  a  tutela  delle  più  an- 
tiche e  più  alie  aspi; azioni,  dei  più  -vitali 
interessi  della  Fatila  iiostra,  in  una  guerra 
più  grande  di  qua'unque  altra  la  storia  ri- 
cordi, in  una  guerra  la  quale  investe  e  tra- 
sporta nel  suo  turl)iiie  non  soltiin;o  i  com- 
battenti, ma  tutti  coloro  che  re->tano.  Nes-uno 
so  ne  può  sottrorre;  chi  alla  Patria  roa  dà 
il  br.toe-io,  deve  dare  la  mento,  i  beni,  il 
cuore,  le  rinunzi(\  i  sacrifizi.  E  tutta  una 
elevazioue,  tutta  una  sublimazione  di  un  po- 
polo che   deve  essere   volutii  e  compiuta.. . 

Parlerò  con  la  serena  compostezza  della 
quale  ha  dato  nobilissimo  e.-empio  il  Re 
d"  Italia  chiamando  alle  armi  i  suoi  soldati 
di  terra  e  di  mare.  Parlerò  come  debbo,  os- 
servando il  rispetto  dovuto  al  mio  grado  0 
al  luogo  onde  parlo.  Potrò  non  curare  Io 
ingiurie  scritte  nei  proclami  imperiali,  reali 
e  arciducali.  Poiché  parlo  dal  Campidoglio  e 
i-appresento,  in  quest'ora  solenne,  il  Popolo 
e  11  Governo  d' Italia,  io,  modesto  borghese 
mi  sento  di  gran  lunga  più  nobile  del  capo 
degli  Absburgo-Lorena. 

I  mediocri  uomini  di  St.ito,  i  quali,  con 
temeraria  leggerezza,  errando  in  tutte  le  loro 
previsioni,  appiccarono  nel  luglio  scorso  il 
fuoco  all'Europa  intera  ed  alle  stesse  loro 
case,  accorgendosi  ora  del  nuovo  colossale 
errore,  rei  Parlamenti  di  Budapest  e  di  Ber- 
lino si  sono  sfogati  con  brutali  parole  con- 
tro l'Italia  e  contro  il  suo  Governo  col  fine 
evidente  di  farsi  perdonare  dai  loro  concit- 
tadini, ubriacandoli  di  trm-i  visioni  di  odio 
e  di  sangue.... 

Sarebbe  facile  domandare  se  abbia  il  di- 
ritto di  pari. re  di  alleanza  e  di  rispetto  ai 
trattati  chi,  rapprehentando  con  tanto  mi- 
nore genialità  di  mente  ma  con  uguale  iii- 
difTerenza  morale  la  tradizione  di  Federiro 
ili  Glande  e  di  Ottone  di  Bismarck,  ha  pro- 
c  amato  che  **  necessità  non  ha  legge  „  ed 
ha  consentito  che  il  suo  Paese  calpestasse. 


bru  iasse,  seppellisse  in  fondo  all'Oceano  tutti 
i  documenti  e  tutte  le  civili  consuetudini  del 
diritfo  pubblico  internazionale'.... 

(L'on.  Salandra  poi  si  dilTynde  a  dimo- 
stiare  crii  i  documenti  pubblicati  nel  Libro 
Verde  ital.a.io.  i;el  I^ibro  Rosso  austriaoo  ecc. 
che  le  nostre  aspirazioni  erano  note  da  ;iran 
tempo  e  ci  e  fin  dal  principio  del  conflitto 
il  G.iverno  Italiano  giudicò  severamente  lag- 
gre  sione  dell'.\ustria  alia  Serbia  e  ne  pre- 
vide le  terribili  conseguenze.  Accennato  al- 
l'azione sulidola  dei  nostri  alleati  durante  la 
guerra  di  Libia,  Tou.  Sa'andra  parla  dello 
trattative  con  l'Austria,  dei  pretesti  da  que- 
sta posti  avanti  per  mandare  le  coso  in  lungo, 
e  dell'azione  del  Principe  di  Bùlow  che  su- 
scitò l'indignazione  di  tutta  Italia,  e  termina 
inneggiando  all'unità  mora'e  del  popolo  ita- 
liano). 

Entrati  nella  gi-ande  cri-i,  noi  non  dol)- 
biamo  essere  da  meno  degli  aitri  popoli  al- 
leati e  nemici:  dal  Re  che,  interprete,  come 
sempre  i  Savoia,  del  sentimento  popolare  e 
delle  aspirazioni  nazionf.li  è  là,  al  campo, 
affidando  alla  c'islodia  del  iio;  olo  di  Roma 
l'Augusta  Sovrana  e  i  teneri  tì>;li,  fino  ai  più 
umili  lavoratori  delle  città  e  delle, campagne, 
alle  donne,  ai  giovanetti,  tutti  per  ciascuno, 
tutti  fidanti  che  col  nostio  sforzo  supremo 
consegneremo  alla  generazione  ventura  una 
Itilia  !  iù  completa,  più  forte,  più  onorata, 
un'italia  che  si  assida  nel  consesso  delle  Po- 
tenze non  vassalla  o  protetta,  ma  sicura  nei 
suoi  termini  naturali  e  che  ritorni  alle  feconde 
gare  della  pace,  propugnatrice  quale  è  sem- 
pre stata,  di  libertà  e  giustizia  nel  mondo.... 


68. 


Il  secondo  prestito 
nazionale. 


lo  yiuf/no  1915.  —  11  Re  firma  uu  de- 
creto che  stabilisce  le  modalità  per 
un  nuovo  prestito  nazionale  al  4,50% 
netto  di  ogni  imposta  presente  e  fu- 
tura e  rimborsabile  entro  venticinque 
anni.  11  prezzo  di  emissione  delle  ob- 
bligazioni h  di  L.  95  per  cento  e  di 
L.  93  per  i  sottoscrittori  del  prestito 
precedente. 

69.  -  La  mobilitazione  industriale. 

^6"  giugno  1915.  —  Un  regio  Decreto 
dispone  provvedimenti  per  assicurare 
gli  approvvigionamenti  re.si  necessari 
dalla  guerra  e  per  organizzare  la  nu)- 
bilitazione  industriale  per  V  intensiva 
produzione  dei  materiali  necessari  al- 
l' esercito  e  all'  armata. 

70.  -  Altre  zone  di  guerra. 

15  luglio  1915.  —  Un  decreto  reale  di- 
chiara in  istato  di  guerra  il  territorio 
delle  Provincie  di  Cremona  e  di  Pia- 
cenza e  la  parte  della  provincia  di 
Rovigo  non  ancora  posta  in  istato  di 
guerra  col  precedente  decreto  del  2'2 
maggio. 


32G  — 


71.  "  Dichiarazione  di  guerra 

alla  Turchia. 

21  agosto  1915.  —  Il  Governo  italiano 
dirige  alle  Regio  rappresentanze  al- 
l'estero una  circolare  nella  quale  elenca 
i  soprusi  della  Turchia  e  le  ripetute 
violazioni  del  trattato  di  Losanna,  in 
conseguenza  delle  quali  il  R.  Governo 
ha  spedito  ordino  al  R.  Ambasciatore 
a  Costantinopoli  di  presentare  dichia- 
razione di  guerra  alla  Turchia. 

(Dalla  circolare  si  rileva  che  il  nostro  Go* 
verno  aveva  richiesto: 

1°  che  gli  italiani  potessero  liberamente 
partire  da  Beirut; 

2»  che  gli  italiani  di  Smirne,  essendo 
impraticabile  il  porto  di  Vurla,  fossero  la- 
sciati partire  per  la  via  di  Sigagig  ; 

3°  che  il  Governo  ottomano  lasciasse 
imbarcare  liberamente  gli  italiani  da  Mar- 
sina, Alessandi-etta,  Caiffa  e  Giaffa; 

4"  che  le  autorità  locali  dell'interno  de- 
sistessero dall'opposizione  alla  partenza  dei 
BK.  sudditi  che  si  dirigono  al  litorale  e  pro- 
curassero invece  di  facilitare  loro  il  viaggio. 
Il  5  agosto,  innanzi  ohe  scadesse  il  ter- 
mine di  48  ore  posto  dal  nostro  ultimatum, 
il  Governo  ottomano,  con  nota  a  firma  del 
Gran  Visir,  accoglieva  punto  per  punto  le 
nostre  domande.  In  seguito  a  tale  solenne 
dichiarazione,  il  nostro  Governo  provvide  a 
spedire  due  navi  per  andare  a  imbarcare  i 
cittadini  italiani  che  da  tempo  erano  rima.^ti 
in  attesa  di  rimpatrio  nei  predetti  porti  del- 
l'Asia Minore.  Invece  dalle  autorità  consolari 
americane  cui  era  stata  affidata  la  tutela  dei 
nostri  interessi,  pervenne  la  notizia  che  a 
Beirut  e  a  Mersina  l'autorità  militare  revocò 
il  permesso  di  partenza.  Venne  dichiarato  an- 
cora che  le  autorità  militari  avrebbero  fatto 
impedimento  all' imbarco  degli  altri  nostri 
connazionali  nella  Siria). 

72.  -  Dichiarazione  di  guerra 

alla  Bulgaria. 

19  ottobre  1915.  —  Avendo  la  Bulgaria 
iniziato  le  ostilità  contro  la  Serbia, 
alleandosi  coi  nemici  d' Italia  e  com- 
battendone gli  alleati,  il  Governo  Ita- 
liano, d' ordine  di  S.  M.  il  Re,  ha  di- 
chiarato esistere  stato  di  guerra  tra 
r  Italia  e  la  Bulgaria. 

73.  ■  Il  patto  di  Londra 
firmato  dalP  Italia. 

30  novembre  1915.  —  Le  potenze  al- 
leate con  r  adesione  dell'  Italia,  rin- 
novano il  Patto  di  Londra  col  quale 
si  impegnano  a  non  concludere  la  pace 
separatamente. 

Il  Governo  ita'iano,  avendo  deciso  di  ade- 
rire alla  dichiarazione  fatta  a  Londra  il  5  set- 
tembre 1914  dai  Governi  francese,  britannico 
e  russo,  dichiarazione  alla  quale  ha  ugual- 
mente aierito  il  Governo  giapponese  in  data 


19  ottobre  1915,  i  sottoscritti,  debitamente 
autorizzati  dai  loro  rispettivi  Governi,  fanno 
la  dichiarazione  seguente  : 

/  Governi  francese,  britannico,  ita'iano, 
giapponese  e  rus.w  si  impegnano  a  non  concludere 
pace  separata  nel  corso  della  presene  guerra. 
I  cinque  Governi  (ouvengono  che  quando  sarà 
il  caso  di  discutere  i  termini  della  pace  nes- 
suna delle  Potenze  alleate  potrà  porre  dt-Ue 
condizioni  di  p  ire  senza  il  prev  ntivo  accordo 
con  ciascuno  degli  altri  alleati. 

In  fede  di  che  i  sottoscritti  hanno  firmato 
la  presente  dichiarazione  e  vi  hanno  apposti 
i  loro  sigilli. 

Dato  in  Londra  in  quintuplo  oi-iginale, 
30  novembre  1915.  —  Imperiat^t,  Inuye, 
Benckendoiiff,  Paul  Cambon,  Grey. 

74.  -  Una  protesta  del  Papa. 

6  dicembre  1915.  —  Il  Papa  Benedet- 
to XV  nel  Concistoro  segreto  iironun- 
cia  una  allocuzione  nella  quale  accenna 
a  condizioni  della  S.  Sede  lesive  della 
sua  libertà  pel  fatto  del  trovarsi  l'Ita- 
lia in  guerra. 

75.  -  La  pronta  smentita 
del  Governo  italiano. 

6  dicembre  1915.  —  Un  comunicato  uf- 
ficioso smentisce  le  ailermazioni  con- 
tenute nell'  allocuzione  pontificia. 

Le  parole  del  Pontefice  relative  agli  am- 
basciatori e  ministri  accreditati  presso  la 
Santa  Sede,  i  quali  sarebbero  stati  costretti 
a  partire  per  tutelare  la  loro  dignità  perso- 
nale, debbono  derivare  da  inesatte  int'orma- 
zioni  da'e  a  Sna  Santità.  Sta  invece  dì  fatto 
che  i  rappresentanti  degli  imperi  centrali, 
malgrado  le  più  esplicite  e  prec  se  assicura- 
-zioni  del  governo  per  la  tutela  della  loro  si- 
curezza personale  e  dei  diritti  e  privilegi  loro 
spettanti  giusta  le  leggi,  vollero,  di  loro  spon- 
tanea volontà,  allontanarsi  da  Roma. 

76.  -  Il  siluramento 
dell'  "Ancona,,. 

7  dicembre  1915.  —  Il  Governo  degli 
Stati  Uniti  dirige  all'Austria-Unghe- 
ria una  vivacissima  nota  chiedendo 
di  sconfessare  la  distruzione  del  va- 
pore italiano  Ancona  che  qualifica 
come  ■♦  un  brutale  assassinio  *.  ' 

Informazioni  degne  di  fede,  ottenute  da 
americani  e  da  altri  superstiti  ohe  si  trova- 
vano fra  i  passeggeri  àeWAucona,  provano 
che  il  7  novembre  un  sommergibile,  battente 
bandiera  austriaca,  tirò  un  colpo  a  granata 
contro  Y Ancona,  il  quale  cercò  allora  di  fug- 
gire; che,  dopo  un  breve  intervallo  di  tempo 
e  prima  che  l'equipaggio  ed  i  passeggeri 
avessero  potuto  rifugiarsi  nei  canotti,  il  som- 
mergibile tirò  parecchie  granate  contro  la 
nave,  che  poi  torpedinò  e  afl'ondò,  mentre 
numerose  persone  erano  ancora  a  bordo;  che 
un  grande  numTo  di  persone,  fra  le  quali 
cittadini  americani,  perdettero  la  vita  o  ri- 


-  327 


masero  ferite  gravemente  In  seguito  al  can- 
noneggiamento ed  alla  distruzione. 

11  comunicato  pubblicato  dall'Ammira- 
gliato austro-ungarico  conferma  nella  so- 
stanza la  principale  dichiarazione  dei  super- 
stiti, poiché  esso  ammette  ohe  r^n<'0'io,  dopo 
essere  stato  cannoneggiato,  fu  silurato  ed 
affondato  mentre  aveva  ancora  persone  a 
bordo. 

Il  Governo  austro-ungarico  fn  messo  al 
corrente  della  corrispondenza  scambiata  fra 
gli  Stati  Uniti  e  la  Germania,  dell' aHeggia- 
mento  del  Governo  americano  circa  l'uso  dei 
sommergibili  p^-r  altacc;ire  le  navi  mercan- 
tili e  del  rie  noscimento  da  parte  della  Ger- 
mania di  tale  atteggiiiinento.  Nondimeno, 
malgrado  la  cognizione  ben  netfa,  da  parie 
del  Governo  austro-ungarico,  delle  vedute 
del  Governo  amei  jcano,  espresse  in  termini 
non  equivoci  all'alleata  dell'Anstria-TInghe- 
ri»,  il  <omaiidanfe  del  sommergibile  che  at- 
taccò VAncont  trascurò  di  .porre  al  sicuro 
l'equipaggio  ed  i  passeggeri  della  nave  che 
aveva  l'intenzione  di  distruggere,  perchè  era 
verosimilmente  nella  impossibilità  di  con- 
darla come  preda  di  gu<  rra. 

11  Governo  americano  considera  die  il 
comandante  vidò  i  principi  delle  leg^i  in- 
ternazionali doli"  umanità  cannoneggiando  e 
silurando  l'Ancona  prima  che  le  persone  che 
aveva  a  bordo  si  fossero  rifugiate  in  luot,'0 
sicuro  e  senza  che  fosse  dato  loro  il  tempo 
sufficiente  per  lasciare  la  nave. 

La  condotta  del  comandante  può  sol- 
tanto essere  qualificata  come  un  brutale  as- 
sassinio di  non  combattenti  senza  difesa, 
poiché  nel  momento  in  cui  la  nave  fu  can- 
nonéj-'giata  e  silurata,  non  semì)ra  che  resi- 
stesse o  tentasse  di  fuggire  e  nessun' altra 
ragione  costituisce  una  scusa  sufficiente  per 
un  tale  attacco  e  nemmeno  la  possibilità  che 
si  avvici  lasserò  soccorsi. 

Il  Governo  americano  è  perciò  costretto 
a  concludere  che:  o  il  comandante  del  som- 
mergibile ha  agito  violando  le  proprie  istru- 
zioni o  il  Governo  imperiale  e  reale  ha  tr.i- 
scurato  di  dare  ai  comandanti  dei  suoi  som- 
iner;;ibili  istruzioni  conformi  alle  leggi  in- 
ternazionali ed  ai  principi  dell'umanità.  Il 
Governo  americano  si  rifiuta  di  ammettere 
l'ultima  ipotesi  e  di  porre  a  carico  del  Go- 
Terno  austro-ungarico  l'intenzione  di  per- 
mettere ai  suoi  sommergibili  di  uccidere  uo- 
mini, donne  e  fanciulli  senza  difesa.  Esso 
preferisce  che  il  comandante  del  sommergi- 
bile abbia  commesso  questo  delitto  senza 
ordini,  contrariamente  alle  istruzioni  gene- 
rali 0  speciali  ricevute. 

Siccome  le  buone  re'azioni  dei  due  paesi 
debbono  basarsi  sopra  il  mutuo  rispetto  delle 
leggi  e  dell' umanità,  il  Governo  americano 
si  vede  restretto  a  chiedere  che  il  Governo 
imperiale   e   reale   qualifichi    la    distruzione 


deir.-l^'r  na  come  un  atto  illegale  Ingiustifl- 
oabile.  ohe  l'  ufficiale  che  perpetrò  il  delitto 
sìa  punito  e  ohe  una  riparazione  pecuniaria 
venL,'a  accordata  ai  cittadini  americani  uccisi 
e  feriti. 

Il  Governo  americano  spera  che  11  Go- 
verno austro  ungarico,  riconoscendo  la  gra- 
vità del  caso,  accoglierà  queste  domande  ra- 
pidamente e  b&sa  questa  sua  attesa  sulla 
fiducia  che  11  Governo  austro-ungarico  non 
sanzionerà  o  non  scuserà  un  atto,  condannato 
dal  monpo  intero  come  inumano,  barbaro  ed 
aborrito  da  tutte  le  nazioni  civili  e  ohe  causò 
la  morte  di  cittadini  americani  innocenti. 

(Già  fin  dal  14  novembre  il  nostro  Mini- 
stro degli  Esteri  aveva  inviato  ai  Governi  neu- 
trali a  mezzo  delle  proprio  rappreseitanze 
diplomatiche  una  comunicazione  di  energica 
protesta  per  questo  aftondamento  nel  qualo 
perdettero  la  vita  più  di  200  persone  fra  cui 
donne  e  bambini.  La  comunicazione  del  Go- 
verno ita'iano  terminava  esprimendo  la  pro- 
pria sicurezza  che  i  sentimenti  di  giustizia 
e  di  umanità  degli  Stati  neutrali  "  giudiche- 
ranno senza  dubbio  come  merita  la  condot  a 
di  un  nemico  che  agisce  cosi  patentemente 
in  modo  contrario  ai  principii  del  diritto  delle 
genti  e  ad  ogni  sentimento  di  civlità). 

77.  -  Il  terzo  prestito  nazionale. 

:22  dicembre  1915.  —  Il  Re  firma  un 
decreto  jjer  V  emissione  di  un  nuovo 
prestito  nazionale  al  5  %  netto  da  ogni 
imposta  e  tassa  presento  e  futura.  Il 
prezzo  di  emissione  è  fissato  in  lire 
97,50  "/o  pagabile  anche  a  rate. 

78.  -  Denunzia  italiana  contro  i 
metodi  barbarici  e  sleali  deg^li 
Austriaci. 

25  dicembre  1915.  —  Alla  denuncia 
presentata  al  Comitato  della  Croce 
Rossa  di  Ginevra  dall'Associazione 
Austriaca  della  Croce  Rossa,  accu- 
sante il  nostro  esercito  di  aver  tirato 
sopra  un  ospedale  di  Gorizia  contras- 
segnato dalla  bandiera  di  Ginevra,  il 
Comando  Supremo  italiano  risponde 
con  un  memorandum  contro  le  calun- 
nie dell'Austria  e  denunciandone  i 
barbarici  metodi  di  guerra. 

Proiettili  su  Gorizia. 

Con  s'cura  coscienza  il  Comando  Supremo 
dell'esercito  italiano  contesta  anzitutto  al 
Comando  Supremo  dell'esercito  austro  un- 
garico ogni  diritto  di  appellarsi  alla  Conven- 
zione di  Ginevra,  da  esso  sistematicamente 
violata  in  onta  alle  leggi  elementari  dell'urna- 


PLASMON 


Pastine  glutinate  -  Cacao 

-    Cioccolato    -    Biscotti  al 

alimenti  dieci  volte  più  nutrienti    dei    con-ispondenti   prodotti    co- 
muni e  più  digeribili.  —  Per  ammalati  •  convalescenti  -  organismi  deboli. 


328 


nità,  nonché  della  lealtà  e  della  cavalleria. 
Certe  proteste,  per  la  fonte  da  cui  proven- 
gono, non  meriterebbero  neppure  una  rispo- 
sta. Ma  per  la  dovuta  defei-enz  i  alla  bene- 
merita Croce  Rossa  e  per  impedire  che  uno 
sdegnoso  silenzio  possa  essere  non  rettamente 
interpretafo,  il  Comando  Supremo  dell'eser- 
cito Hliliano  fa  noto  che  il  reclamo  rivolto 
dal  presidente  federale  dell' assooiazione  au- 
striaca al  Comitato  internazionale  della  Croce 
Rossa  è  fondato  su  asserzioni  artificiose  e 
mendaci. 

Apposita  rigorosa  inchiesta  ordinata  da 
questo  Comando  ha  provato  In  modo  asso- 
lutamente indiscutibile  che  giammai  nostre 
artiglierie  aprirono  il  fuoco  sull'ospedale  di 
Gorizia,  come  su  qualsiasi  altro  stabilimento 
sanitario  nemico  lungo  tutta  la  fronte. 

Poiché,  nelle  operazioni  in  corso,  le  arti- 
glierie italiane  stanno  bombardando  le  alture 
del  Sabotino  e  del  Podgora,  antistanti  a  Go- 
rizia, potrà  forse  essere  avvenuto  che  qual- 
che proiettile,  sorpassando  il  ciglio  di  dette 
alture,  sia  fortuitamente  caduto  sullb  città 
di  Gorizia  e  fors'  anco  suU'  ospedale,  che  sono 
dalle  alture  stesse  sottratti  completamente 
alla  vista  degli  osservatori  delle  batterie. 

Analogamente,  dalle  artiglierie  austriache, 
che  tii-ano  continuamente  sulle  nostre  posi- 
zioni lungo  l'Isonzo,  act^ade  spesso  che  vengo- 
no colpiti  nostri  stabilimenti  sanitari  con  per- 
dite fia  i  ricoverati  e  nel  personale  di  cura. 

In  simili  casi  fortuiti,  nonostante  i  fre- 
quenti atti  sleali  in  cui  incorre  il  nemico,  il 
Comando  italiano  non  accusa  il  Comando 
austro-ungarico  di  violazione  della  Conven- 
zione di  Ginevra. 

Il  metodo  italiano 
e  quello  nemico. 

Datarie  degli  italiani,  furono  fino  ad  oggi 
rigidamente  e  scrupolosamente  osservate  le 
leggi  e  gli  usi  di  guerra;  ed  a  p:ova  di  ciò 
basti  ricordare  che  ai  ripetuti  bombarda- 
menti di  città  indifese,  effettuati  fino  ad  oggi 
con  malvagia  pervicacia  da  aereoplani  ne- 
mici si  è  risposto  da  noi  col  bombardamento 
di  campi  di  aviazione  e  di  accampamenti 
militari,  astenendoci  fino  ad  ora  dallo  spai- 
gere  —  come  facilmente  si  potrebbe  —  la 
morte  e  il  terrore  nelle  popolose  città  au- 
striache a  portata  dei  nostri  velivoli. 

Questo  Comando  Supremo  coglie  l'occa- 
sione di  tale  gratuita  accusa  incautamente 
i-ivoita  all'esercito  italiano,  per  richiamare 
l'attenzione  delComitato  Internazionale  della 
Croce  Rossa  in  Ginevra  su  fatti  assai  gravi 
commessi  sistematicamente  dall'esercito  au- 
stiO-ungarico  non  soltanto  contro  la  Conven- 
zione di  Ginevra,  ma  anche  contro  qualsiasi 
elementare  norma  di  umanità. 

Molte  volte  nei  nostri  bollettini  ufficiali 
o  nelle  nostre  comunicazioni  alla  stampa  de- 
nunciammo tali  atti,  che  non  poterono  es- 
sere smentiti. 

Ricorderemo  i  principali  episodii  di  tale 
metodica  e  persistente  azione  sleale  e  feroce 
dei  nostri  nemici,  richiamando  sugli  episodi 
stessi  l'attenzione  del  Comitato  Internazio- 
nale della  Croce  Rossa,  a  disposizione  del 
quale  teniamo  i  documenti  comprovanti  la 
rigorosa  verità  del  nostro  asserto. 


Ci  astenemmo  fin  qui  dal  d?nunciare  al 
Comitato  suddetto  le  violazioni  della  Con- 
venzione di  Ginevra  e  delle  le;-'gi  di  uma- 
nità di  lealtà  e  di  civalleria  commesse  dal- 
l'esercito austro  ungarico,  .sembrandoci  suffi- 
ciente sanzione  il  denunciai-li  alla  i^ubljlica 
opinione  del  mondo  civile.  Ma  poiché  il  Co- 
ma ido  dell'esercito  nemico  ha  tentato  di 
trarre  in  inganno,  con  false  asserzioni,  quella 
benemerita  istituzione,  obliando  l'intìnita  se- 
rie delle  proprie  colpe,  ci  permettiamo  di 
rifare  brevemente  la  storia  delle  m  ilei'aite 
austro-ungariche. 

Chi  rilegga  i  nostri  bollettini  di  gnerca, 
troverà  molte  vo'.te  accennato  il  fatto  chrs 
dall'  esercito  austro-ungarico  si  fa  uso  di 
granate  dalla  cui  esplosione  emanano  gas 
asllssianti  o  ìa^'rimogeni.  È  stato  pure  pub- 
blicamente denunciato  l'uso  di  proiettili  da 
fucile  esplodenti,  i  quali  producono  impres- 
sionanti lacei aàoni  di  tessuti  e  che  sono  as- 
solutamente condannati  da  tutte  le  conven- 
zioni internazionali.  Tali  pallottole  conten- 
gono del  fulminato  di  mercurio  e  scoppiano 
all'a'to  che  colpiscono. 

Non  poche  volte  richiamammo  ^at^enzione 
del  mondo  civile,  per  mezzo  dei  nostri  co- 
municati sullo  slealissimo  contegno  di  truppe 
austro-ungariche  le  quali,  nel  momento  in 
cui  ferve  il  combattimento,  alzano  le  mani  si- 
mulando la  resa  onde  far  avvicinare  i  nostri 
i-iparti  e  poterli  agevolmente  massacrare. 

Frequenti  sono  stati  e  sono  tuttora  i  bom- 
bardamenti che  il  nemico  inflicrge  dall'alto, 
o  mediante  artiglierie,  a  località  indifese,  con 
stragi  specialmente  di  donne  e  bambini,  e 
ciò  senza  alcun  obbiettivo  militare. 

E  ciò  senza  parlare  dei  bombardamen!:i 
di  città  aperte  sull'Adriatico,  con  numerosa 
vittime  fra  gli  abitanti,  allo  stolto  scopo  di 
impressionare  o  terrorizzare  popolazioni  le 
quali  si  sono  dimostrate  invece  inxx  che  mai 
fiere  e  patriottiche. 

Il  beigantaggio 

DEGLI   AUSTIUACI. 

Non  va  neanche  dimenticato  che  l'Austria 
lasciò,  in  taluni  fi-a  i  territori  occupati  dalle 
nostre  truppe,  suoi  emissari  col  mandato  di 
esercitare  il  brigantaggio  onde  molestare  le 
nostre  operazioni  e  provocare  dolorosi  atti 
di  repressione  a  danno  delle  popolazioni. 

Tali  banditi  sparano  alle  spalle  delle  no- 
stre truppe,  contro  isolati,  contro  ufficiali, 
contro  saimerie.  Seguendo  felinamente  le 
colonne  di  attacco  sopratutto  nelle  zone  bo- 
scose che  prcitansi  agli  agguati,  quei  sicari 
furono  capaci  di  tirare  sul  melici  mentre 
curavano  feriti  e  persino  sui  feriii  stessi  e 
sui  portaferiti. 

Non  le  popolazioni,  ma  gli  agenti  del  Go- 
verno austriaco  debbono  ritenersi  responsa- 
bili degli  atti  di  ostilità  e  di  brigantaggio 
compiuti  a  nostro  danno. 

Tutto  ciò  col  ripugnante  intento  di  in- 
durci ad  esercitare  dolorose  rappresaglie. 

In  questo  modo  il  paterno  governo  au- 
striaco giucca  con  fredda  ferocia  la  vita  e  i 
beni  delle  popolazioni  già  ad  esso  s  ggette, 
che  d'altra  parte  l'esercito  imperiale  conti- 
nua aseviziare  bombardandone  spietatamente 
le  abitazioni. 


320 


Atroce  fu  il  caso  avvenuto  a  Mestar.  Sem- 
bra che  ^'li  austriaci  nel  ritirarsi  al  di  là 
dell'Isonzo  avessero  in<;iuiìto  alle  popolazioni 
della  riva  destra,  e  specialmente  a  tiuelle  che 
tro\ansi  nelle  vicinanze  del  tìunio,  di  non 
allontanur^ì  dai  loro  paesi.  Una  contadina  di 
Mostar,  malgrado  il  divieto,  cercò  ra<Tj,Mun- 
gere  le  truppa  italiane,  onde  ottenere  del 
pane  e  della  farina  necessari  all'  alimento  dei 
suoi  quattro  bambini,  ma  fu  presa  a  fucilate 
che  gravemente  la  ferirono.  Un  nostro  uffi- 
ciale medico  ed  infermieri  tentarono  rag- 
giungere il  paese  per  curare  la  donna  ferita, 
iHa  non  vi  riusciruno  causa  un  violento  fuoco 
di  fucileria  e  di  artiglieria,  cui  vennero  fatti 
segno. 

La  povera  feri'a,  priva  di  cure,  dopo  cin- 
que giorni  mori. 

Gli  abitanti  di  Mostar,  che  cercarono  di 
trasportare  le  spog'ie  della  morta  al  cimi- 
tero comune  di  Ronzina,  furono  pure  i)resi 
a  fucilate  dalle  sentinelle  austriache.  Perciò 
la  povera  morta  fu  seppellita  dai  terroriz- 
zati compaesani  in  un  campo  adiaconte  la 
sua  casa. 

Il  tibo  sci  feriti. 

Per  quanto  particolarmenle  riguarda  le 
violazioni  della  Convenzione  di  tìinevra,  ri- 
cordiamo i  seguenti  fatti,  resi  noti  al  pub- 
blico da  nostri  comunicati  ufficiali. 

Nella  notte  tra  il  17  e  il  18  giugno  tre 
dei  nostri  ufficiali  medici  uscirono  dalle  trin- 
cee nella  regione  di  Piava  con  quattro  por- 
taferiti, perchè  oliiamati  dai  lamenti  di  alcuni 
feriti;  ma  si  trovarono  in  breve  accerchiati 
da  pattuglie  nemiche,  composte  i)crò  in  gran 
pare  di  personale  di  sanità. 

I  nostri  e  gli  austriaci  si  accordarono  di 
attendere  alla  cura  dei  rispettivi  feriti  senza 
reciproche  molestie,  ma  due  nostri  portafe- 
riti rientrarono  nelle  trincee  per  dare  avviso 
di  quanto  era  avvenuto. 

Non  essendo  poi  tornati  nò  1  tre  ufficiali 
medici  nò  gli  altri  due  portaferiti,  venne  in- 
viato al  nemico  un  parlamentare  onde  otte- 
nere la  restituzione  del  personale  sanitario 
arbitrariamente  trattenuto. 

Nò  gli  ufficiali  medici,  nò  i  due  portafe- 
riti, nò  il  parlamentario  ritornarono  più. 

In  quello  stesso  torno  di  tempo  l'arti- 
glieria nemica  tirò  presso  Piava  su  un  re- 
parto di  sanità  visibilmente  munito  di  ban- 
diera neutrale,  sicché  vi  furono  due  infer- 
mieri uccisi  ed  uno  ferito. 

Personale  sanitario 
catturato. 

I  nostri  nemici  commisero  il  3  luglio  un 
atto  gravissimo  che  dimostrò  il  massimo  di- 
spregio della  Convenzione  di  Ginevra.  Nei 
pressi  di  Mo;ifalcono  U'i  capitano  medico, 
niei'tre  inccoL'lie\  a  i   n»^mici   i)re-.so  i  retico- 


ARTRITE 


F/1/SOHI   DI 


lati  nemici  sotto  la  protezione  della  bandiera 
internazionale,  venne  catturato  a  tradimento 
con  13  portaferiti.  Uno  degli  ultimi  giorni 
di  luglio,  mentre  verso  la  fine  della  azioua 
in  una  delle  giornate  di  battaglia  sull'alto- 
piano del  Carso,  una  colonna  di  nostri  feriti 
discendeva  la  collina  per  prendere  posto  nei 
e  nnioiiM  della  sanità,  un  aeroplano  nemico  si 
abba.ssò  a  circa  300  metri  sopì  ai  feriti  aprendo 
contro  di  essi  un  vivo  fuoco  di  mitragliatrice. 
Gli  aviatori  austriaci  si  indugiarono  a  lungo 
nella  cava'leresca  bisogna  volteggiando  sui 
nostri  feriti  e  continuando  a  sparare. 

Dai  feriti  e  dai  sanitari  si  levò  un  coro 
di  proteste  contro  l'atto  sleale  ed  inumano. 
E  da  escludere  che  gli  aviatori  austriaci  non 
avessero  visto  trattarsi  di  feriti,  perchò  da 
300  metri  di  altezza  erano  indubbiamente 
visibili  le  barelle,  le  fasciature  e  i  segnali 
della  Croce  Rossa. 

Tipico  addirittura  è  il  caso  dell'ospedale 
di  Pieve  di  Liviiiallongo,  bombardato  e  di- 
strutto dagli  austro-ungarici. 

L'occupazione  di  Pieve  di  Llvinallongo 
e  là  sistemazione  della  nostra  linea  avanzata 
a  nord  ovest  di  tale  località  avvenne  nella 
notte  dal  '26  al  27  luglio.  Il  paese  fu  trovato 
intatto  ma  abbandonato  dalla  popolazione; 
solo  nell'ospedale  furono  trovati  e  furono 
mantenuti:  1  prete,  3  suore,  67  donne  rico- 
verate, in  gran  parte  vecchie,  10  nomini  quasi 
tutti  vecchi,  50  bambine. 

L'ospedale  è  un  gran  fabbricato  che  tro- 
vasi a  S.  E.  dell'abitato,  distarne  da  questo 
cir«a  400  metri  ben  visibile  e  nettamente 
separato  e  distinto;  ad  esso  fu  lasciata  la 
grande  bandiera  di  neutralità  che  le  truppe 
vi  avevano  trovato. 

Dal  giorno  dell'occupazione  il  Comando 
si  astenne  delibei-a»amente  dal  colpirò  coi 
tiri  dell'artiglieria  gli  abitati  della  valle  del 
Cordevole  allo  scopo  preciso  di  evitare  che 
il  nemico,  per  rappresaglia,  dirigesse  i  pro- 
pri colpi  su  Pieve,  s  fbbene  fosse  a  cono- 
scenza che  neg'i  abitati  di  Varda  e  di  .^.rabl.a 
si  notavano  movimenti  di  truppa  e  concen- 
tiamenti  di  materiali. 

Un  ospedale  bombardato. 

Ciò  nonostante  nel  pomeriggio  del  giorno 
18  agosto.  Pieve,  con  alcuni  precisi  colpi  di 
granate  incendiarie,  venne  completamente 
devastala  e  bruciata,  ad  eccezione  dell'ospe- 
dale. 

L'indomani  fu  dal  nemico  aperto  e  con- 
centrato ti  fuoco  anche  sull'ospedale  ed  esclu- 
sivamente su  di  esso.  Una  donna  ed  una 
bambina  furono  uccise,  due  suore  ed  una 
donna  furono  ferite,  di  cui  ur.a  suora  grave- 
mente. 

È  da  notare  che  l'ospedale  non  era  stato 
assolutamente  adibito  a  scopi  militari;  solo 
in  esso  si  era  ricoverato  il  Commissario  ci- 

GUARITA  RADICALMENTE 

CON   I  CELEBRI 


VEDI     ANNUNCIO    Oi    FRONTE 
^-      ■?!>    ALI--  INDICE    GENERALE 


330 


vile,  doiìO  l'incendio  di  Pieve,  più  por  fave 
opera  di  assistenza  ai  ricoverati  che  per  ra- 
gioni di  altra  indole. 

Il  bombardamento  dell'ospedale  di  Pieve 
fu  adunque  un  atto  di  pura  e  semplice  bar- 
barie, scientemente  compiuta  senza  motiva- 
zione e  giustiticazione  di  sorta,  a  danno  de<,'li 
steissi  abitanti  di  origine  austriaca  e  che  noi 
avevamo  accolti  e  benevolmente  protetti. 

Assii  frequenti  sono  i  casi  in  cui  l'in- 
transigenza del  nemico  vieta  di  addivenire 
a  quei  momentanei  accordi  che  vairebbero 
a  soccorrere  feriti  d'ambo  le  parti  o  a  dare 
pietosa  sepoltura  ai  caduti  o  ad  attuare  pra- 
tiche i^'ieniche.  Ogni  qualvolta  i  nostri  me- 
dici ed  infermieri  hanno  issato  sul  campo  di 
battaglia  il  sacro  vessillo  delia  Croce  Rossa 
per  adempiere  alla  loro  missione  sanitaria 
sono  stati  ripagati  dal  nemico  o  colla  morte 
o  colla  prigionia. 

Questa  è  l'esatta  verità  fàcilmente  con- 
trollabile da  ogni  persona  di  buona  fede. 

Ciò  posto,  il  Comando  Supremo  italiano, 
non  soltanto  respinge  sdegnosamente  la  falsa 
accusa  rivoltagli  dal  Comando  austro-unga- 
rico, ma  eleva  contro  questo  le  più  vive  pro- 
teste per  i  metodi  barbarici,  disumani  e  sleali 
in  uso  dell'esercito  imperiale,  affida  tali  pro- 
teste al  Comitato  Internazionale  della  Croce 
Rossa  in  Ginevra  ed  invoca  sui  fatti  denun- 
ciati nel  presente  memorandum  il  giudizio  del 
mondo  civile. 

79.  -  I  risultati  della  guerra 
sino  alla  fine  del  1915. 

29  dicembre  1915.  —  Uu  comunicato 
ufficiale  riassume  le  vicende  deUa  no- 
stra guerra  fino  alla  fine  del  1915. 

80.  -  Divieto  d»  importazione 
dall'Austria   e   dalla  Germania. 

4  febbraio  1916.  —  Un  decreto  luono- 
tenenziale  estende  al  commercio  fra 
l' Italia  e  la  Germania  le  disposizioni 
del  R.  D.  24  maggio  1915  riguardanti 
l'introduzione  nel  Regno  e  colonie 
delle  merci  di  produzione  o  d' origine 
dell'Austria-Ungheria,  da  qualunque 
paese  provengano. 

81.  -  Organizzazione 
della  campagna  invernale. 

2 8  febbraio  1916.  —  Un  comunicato  fa 
noto  quanto  fu  fatto  dal  Comando 
per  dare  alle  molte  centinaia  di  mi- 
gliaia di  uomini  che  compongono  il 
nostro  esercito  il  mezzo  di  svernare 
in  condizioni  di  jiiena  efficienza   bel- 


lica e  di  perfetta  salute,  anche  in  zone 
montuose  che  spesso  sorpassano  i  2000 
metri  e  talvolta  raggiungono  i  3000 
metri  di  altitudine. 

82.  -  Rappresaglie 
contro  gli  Stati  belligeranti. 

13  aprile  1916.  —  Un  decreto  luogo- 
tenenziale dà  facoltà  al  Governo  del 
Re  di  adottare  in  determinate  circo- 
stanze alcuni  x>rovvedimenti  a  titolo 
di  ritorsione  o  di  rappresaglia  a  ca- 
rico dei  sudditi  di  Stati  nemici,  e  di 
persone  o  di  enti  che  risiedono  in  ter- 
ritorio di  paesi  nemici. 

83.  -  L'offensiva  italiana  dai  pri- 
mi di  marzo  alla  fine  d'aprile. 

il  maggio  1916.  —  Un  comunicato  uf- 
ficiale riassume  le  operazioni  compiute 
dal  nostro  esercito  in  marzo  e  aprile. 

84.  -  Il  Ministero  Nazionale. 

19  giugno  1916.  —  Il  Re  firma  un  de- 
creto che  dichiara  costituito  il  Mini- 
stero sotto  la  presidenza  dell'  onorev. 
Paolo  Boselli.  Q^^esto  Ministero  sorto 
in  seguito  alla  caduta  del  gabinetto 
Salandra  (avvenuta  il  10  giugno  per 
voto  della  Camera  su  le  dichiarazioni 
del  Presidente  del  Consiglio  sulla  si- 
tuazione generale)  è  stato  chiamato 
il  Ministero  Nazionale  perchè  compo- 
sto di  uomini  politici  di  parte  diversa 
sotto  la  presidenza  dell'  autorevole  e 
venerando  parlamentare  on.  P.  Boselli. 

85.  -  Come  falli  la  "  spedizione 
punitiva,,  attraverso  il  Tren- 
tino. 

17  luglio  1916.  —  Un  comunicato  del 
Comando  Sui>remo  riassume  il  risul- 
tato delle  operazioni  dal  1°  maggio 
al  15  giugno. 

86.  -  Rappresaglie  verso  i  nemici 

e  alleati  dei  medesimi. 

20  luglio  1916.  —  Un  decreto  luogo- 
tenenziale estende  per  tutta  la  durata 
della  guerra  le  disposizioni  dell'arti- 
colo 1°  del  decreto  luogot.  24  giu- 
gno 1915  ai  sudditi  ed  enti  degli  Stati 
nemici  e  degli  Stati   alleati   di  paesi 


Sali  purgativi  di  Saint  Vincent 

(la  Karlsbad  italiana) 

Sovrani  nella  cura  delle  malattie  di  stomaco,  intestino,  fegato 
del  ricambio  specialmente  della  diatesi  urica.  


-  331  - 


nemici;  e  dà  facoltà  al  Governo  di 
applicare  ai  detti  Stati  l'art.  2"  del 
Decreto  stesso  nonché  altri  provve- 
dimenti a  titolo  di  ritorsione  o  di 
rappresarjlia. 

87.  -  Perchè  l'Italia  ha  rotto 
gli  accordi  colla  Germania. 

27  luglio  1916.  —  Un  comunicato  uf- 
ficioso dell'agenzia  Wollì"  accusa  l'Ita- 
lia di  avere,  sotto  la  pressione  delle 
Potenze  alleate,  violato  il  trattato  di 
commercio  e  1'  accordo  concluso  il  21 
maggio  1915  fra  i  due  Governi  per  la 
protezione  dei  sudditi  dei  due  paesi 
e  delle  loro  proprietà  in  caso  di  guerra. 
Il  Governo  italiano  risponde  ristabi- 
lendo la  verità. 

Il  comunicato  "  Wolflf  „  il  quale  insinua 
ohe  la  stampa  italiana  possa  mali^'uamente  e 
grossolanamente  fuorviare  l'opinione  pubbli- 
ca d'Italia,  fa  per  suo  conto  evidenti  insinua- 
zioni tendenziose,  attribueudo  provvedimenti 
legislativi  italiani  a  supposte  pressioni  stra- 
niere che  vorrebbero  far  apparire  provate  da 
coincidenze  di  date. 

Non  seguiremo  l'agenzia  germanica  in  que- 
sti metodi,  ma  ci  limiteremo  a  distruggere  le 
sue  asserzioni  circa  supposti  fatti  positivi,  di- 
mostrando che  esse  mani-ano  di  qualsiasi  b:ise 
di  verità.  U Agenzia  Wolff  muove  fia  l'altio 
colpa  al  Regio  Governo  di  avere  negato  il  pa- 
gamento per  i  piroscafi  requisiti  e  per  il  ca- 
rico a  bordo  dei  medesimi,  lasciando  ai  pro- 
prietari dei  carichi  non  requisiti  la  scelta  tra 
la  vendita  forzosa  all'asta  e  la  vendita  a 
prezzi  irrisori.  A  questo  proposito  giova  os- 
servare che  la  requisizione  dei  piroscafi  fu 
fatta,  come  già  fu  pubblicato,  in  bnse  all'ac- 
ooi-do  italo-germanico  del  '21  maggio  1915  ed 
alla  6.»  convenzione  dell' Aja.  Questa  non  con- 
tiene, sia  per  le  navi,  sia  per  il  carico,  alcun 
obbligo  di  pagamento  immediato  dell'inden- 
nità di  requisizione,  la  quale  può  dunque 
essere  corrisposta  quando  le  navi  saranno 
restituite.  Tale  contegno  adottato  dal  Regio 
Governo  è  del  resto  conforme  ad  opinioni 
manifestate,  in  materia,  dalla  stessa  delega- 
zione tedesca,  alla  conferenza  dell' Aja  del 
1907,  durante  i  lavori  preparatori  della  se- 
sta convenzione. 

Per  quanto  concerne  l'accusa  mossa  al 
R.  Governo  nella  seconda  parte  del  comuni- 
cato sulla  scelta  imposta  ai  proprietari  delle 
merci  non  requisite,  fra  una  vendita  forzosa 
all'  incanto  e  una  vendita  a  prezzi  irrisori, 
basii  at-cennaro  al  fatto  che  le  requisizioni 
delle  navi  germaniche  e  dfi  loro  carichi  co- 
minciarono nell'ottobre  1915,  mentre  il  ter- 
mine utile  stabilito  per  il  rilascio  delle  men-i 
non  requisite,  rimaste  a  bordo  o  sbarcate 
da  quei  piroscafi,  venne  a  stadere  il  7  gen- 
naio 1916.  I  proprietari  ebbero  peroiò,  nor- 
malmente, poco  meno  di  sette  mesi  per  pro- 
ci dere  al  ritiro  delle  loro  merci,  ma  questo 
termine,  nonostante  l'inconveniente  del  pro- 
lungalo ingombro  dello  calate  e  del  magaz- 
zini, nei  porti  nei  quali  aveva  luogo  Io  scarico, 


Ingombro  che  ostacolava  non  liev»mci  te  le 
ordinarie  opei anioni  di  commercio,  tu  in  vari 
casi  prolungato,  perfino  di  tre  mesi,  lasciando 
così  ai  pi'oprietari  ancora  più  ampio  margine 
per  provvedere  nel  modo  più  conveniente  al 
loro  interessi. 

Da  sitTatfe  facilitazioni  furono  esc'uso  sol- 
tanto alcune  merci  le  quali,  o  perche  depe- 
ribili, o  perchè  di  natura  povera,  quindi  gra- 
vate di  spose  non  facilmente  rimborsabili, 
vennero,  a  cura  delle  Regie  Autorità,  poste 
in  vendita  all'afta  pubblica. 

Giova  altresì  notare  come  il  Regio  Go- 
verno, premuroso  di  coiioiliaro  il  sno  inte- 
resse legittimo  di  procedere  allo  j-cirioo  dei 
piros  -atì  e  allo  sgombro  delle  calate  con  gli  in- 
teressi particola;  i  altrui,  non  mancò  lo  scorso 
giugno,  accogliendo  un  desiderio  espresso 
dalla  rappresentanza  estera,  prolettrice  de- 
gli interessi  germanici  in  Italia,  di  autoriz- 
zare sotto  determinate  condizioni  t  proprie- 
tari delle  merci  non  ritirate  entro  i  termini 
prescritti  ad  immettere  le  medesime  in  ma- 
gazzini privati,  ed  infine  non  è  molto  il  R.  Go- 
verno aderendo  ad  una  nuova  proposta  fat- 
tagli a  nome  del  Governo  germanico  dalla 
stessa  rappresentanza  diplomat.ca  ha  con- 
sentito ohe  l'alienazione  delle  merci  sbarcate 
dai  piroscafi  requisiti  non  richieste  entro  i 
termini  prefissi  e  non  immesse  in  depositi 
privati  avvenisse  a  mezzo  di  un  curatore  de- 
signato dall'autorità  giudiziaria.  Questi  fatti 
che  non  ammettono  smentite  provano  la  ine- 
s  stenza  dell'accusa  contenuta  nelle  asser- 
zioni dell'  Agenzia   Wolf. 

In  risposta  a  un  altro  passo  di  quel  co- 
municato occorre  ricordare  quanto  segue  : 
Il  contegno  assunti)  dalle  autorità  germani- 
che nella  questione  del  rimpatrio  degli  Ita- 
liani costituì  fin  da  l'inizio  una  aperta  e  con- 
tinuata violazione  dell'accordo  del  21  mag- 
gio 1915.  Da  prima  si  ricorse  ad  ogni  sorta 
di  impedimenti  ostruzionistici  frapposti  al- 
l'accoglimento delle  domande  di  rimpatrio. 
Si  arrivò  in  seguito  al  sistematico  rifiuto  del 
permesso  di  rimpatrio  così  da  indurre  molti 
nostri  connazionali  o  a  ritirare  la  domanda 
già  presentata  o  ad  asteneisi  dal  presentarla. 
Fu  anche  affacciata  dal  Governo  imperiale  la 
pretesa  inaudita  di  subordinare  l'ingresso 
degli  italiani  in  tei-ritorio  tedesco  alla  condi- 
zione di  non  uscirne  ner  tutta  la  durata  della 
guerra;  questa  condizione  contraddiceva  in 
modo  assoluto  a  quella  libertà  di  cui  si  era 
voluto  con  l'accordo  del  21  maggio  garantire 
il  mantenimento. 

La  pretesa  tedesca  era  contraria  alla  let- 
tera stessa  dell'accordo  che  contemplava 
espressameiite  il  caso  del  rimpatrio,  dichia- 
rando che  i  sudditi  delle  due  parti  sarebbero 
stati;  "  JÀbres  de  quitter  le  p'iys  <ìans  lea  de- 
lais  et  par  !es  endroita  que  ìea  autor it^a  com- 
petenles  trouveront  utile  de  fixer  a  cet  égard  „. 

Quello  che  doveva  essere  una  semplice 
limitazione  temporanea  di  movimenti  deter- 
minata da  chiare  esigenze  militari  si  trasfor- 
mava così  In  un  divieto  assoluto  di  rimpatrio, 
cioè  in  una  vera  e  propria  dete-izione  larvata. 
A  tale  pretesa  11  Governo  del  Re  non  poteva 
non  opporsi.  Ciò  nonostante  prima  di  denun- 
ziare un  patto  di  cui  appariva  l'inefficacia 
pratica  rispett*   agli   interessi  Italiani    che 


—  332  — 


avirbho  dovuto  tu!elir-e,  si  vo1lo  fornire  al 
(Toverno  tedesco  opportunità  di  provare  con 
fatti  e  con  formali  dichiarazioni  il  suo  leale 
proposito  di  rispettare  quella  libertà  di  rim- 
patrio che  era  parte  intejirante  dell'accordo 
del  21  maggio.  A  tale  fine  fu  prefisso  un  breve 
termip.e  entro  il  quale  le  autorità  germaniche 
avrebbero  dovuto  dar  segni  di  ravvedimento. 
Ma  le  i-ispo-te  del  Governo  germanico  a'.le  ri- 
mostra-ize  italiane  e  l'attei^'giamento  diqneUe 
autorità  dimostravano  palesemente  il  propo- 
sito di  non  recedere  dalla  propria  linea  di 
condotta:  le  protese  giustitìcazio  li  del  di- 
vieto, nei  singoli  casi,  risultavano  categoii- 
oamente  smentite  da  circostanze  inoppugna- 
bili giunte  da  sicure  fonti  a  notizia  del  Go-  - 
verno  italiano,  consapevole  delle  sofferenze 
a  cui  la  vana  attesa  degli  invocati  permessi 
di  rimpatrio  esponeva  i  uostii  operai  e  le 
loro  famiglie;  l'asserito  ossequio  ai  contratti 
impegni  assumeva  l'aspetto  di  una  mistifica- 
zione che  aggravava  la  violazione  del  patto. 

Un  elementare  sentimento  di  dignità  in- 
dusse pertanto  il  Governo  italiano  a  dichia- 
rare senz'altro  che  non  poteva  ritenersi  più 
oltre  vincolato  da  un  accordo  che  il  Governo 
germanico  rinnegava  sistematicamente  coi 
fatti. 

Quanto  al  decreto  4  febbraio  191G,  cin-a 
il  divieto  di  tiafQci  con  la  Germania  si  os- 
serva che  l'Italia  non  poteva  ne  doveva  per- 
mettere che  i  propri  mercati  fossero  invasi 
dalla  saperpx'oduzione  germanica,  ciò  che  ve- 
niva a  fa\  orire  gli  interessi  anche  dell' Austria- 
Ungheria  alleata  della  Germania.  Non  era 
concepibile  che  l'Italia  alimentasse  indiret- 
tamerte  i  traffici  di  uno  stato  nemico. 

Le  disposizioni  contenute  nell'art.  1  del 
decreto  30  aprile  1916  non  costituiscono  che 
una  legittima  conseguenza  di  quelle  conte- 
nute nel  deci-eto  del  4  febbraio.  Vietati  i  traf- 
fici, era  logico  che  si  dovessero  proibire  le 
corrispondenze  e  tutte  le  operazioni  inerenti 
ai  medesimi,  senza  di  che  i  provvedimenti 
adottati  col  primo  decreto  avrebbero  potuto 
essere  in  gran  parte  facilmente  elusi. 

Il  comunicato  Wolff  parla  di  avvertimenti 
fatti  pervenire  dal  Governo  italiano  alle  grandi 
banche.  C  rea  questo  punto  possiamo  dichia- 
rare in  modo  esplicito  non  esservi  banca  ita- 
liana che  abbia  mai  avuto  dal  regio  Governo 
il  suggerimento  di  non  pagare.  Il  regio  Go- 
verno si  a^enne  sempre  dal  prendere  inge- 
renza in  aflfari  privati  riguardanti  cittadini 
italiani  nei  loro  rapporti  con  sudditi  tedeschi. 
Per  valutare  invece  il  contegno  subdolo  del 
Governo  imperiale  in  questa  materia,  basta 
leggere  la  circolare  diramata  dall'Associazione 
delle  banche  e  dei  banchieri  di  Berlino  a 
tutte  le  banche  della  Germania.  Ne  diamo  la 
traduzione  letterale  : 

"  Per  espresso  desiderio  del  dipartimento 
imperiale  degli  Affari  Esteri,  vi  proponiamo 


di  trattare  in  avvenire  i  sudditi  ilaMani  rome 
stranieri  jiemici.  Un  divieto  legale  di  paga- 
menti non  sarà  tuttavia  preso  in  considera- 
zione, fino  a  che  l'Italia  non  abbia  emanato 
un  provvedimento  siniilu.  Noi  dunque  ci  pro- 
poniamo di  sopprimere,  a  pagina  12,  delle 
deliberazioni  a  stampa  dell'associazione  delle 
banche  e  dei  banchieri  berlinesi  circa  il  traf- 
fico coir  estero  e  cogli  stranieri  durante  la 
guerra  (adottate  il  25  febbraio  1916)  le  de- 
cisioni 26  maggio  1915,  22-25  febbraio  1916, 
concernenti  l'Italia,  e  di  sostituirle  con  la 
decisione  seguente:  "  A  senso  delle  decisi(  ni 
trascritte  alle  lettere  a)  b)  e),  i  sudditi  ita- 
liani sono  da  trattarsi  come  .'tranieri  nemici 
e  precisamente  come  i  sudditi  serbi  ,.  Men- 
tre vi  pi-eghiamo  di  farci  sapeie  se  accettate 
la  nostra  proposta,  ci  permettiamo  di  sog- 
giungere che  il  dipartimento  imperiale  degli 
Aftari  Esteri  ha  manifestato  il  desiderio  che 
non  abbiano  luogo  in  pubblico  discnssioni 
sopra  questa  materia  „. 

88.  -  La  presa  di  Gorizia. 

9  agosto  1916.  —  Gorizia  è  redenta 
dalle  armi  italiane. 

89.  -  Nuovo  proclama  del  Re. 

10  agosto  1916.  —  Il  Ke  riA'olge  un 
proclama  di  caldo  elogio  ai  soldati  che 
dopo  avere  tanto  valorosamente  arre- 
stata la  minacciosa  avanzata  nemica 
del  Trentino,  hanno  con  rinnovato  ai- 
dimento  e  con  più  salda  fede  conse- 
gniti brillanti  successi  e  conquistata 
Gorizia  alla  madre  Patria. 

So' dati  d'Italia! 

Breve  tempo  è  trascorso  da  quando  con 
valore  e  tenacia,  più  che  ammirevoli,  sape- 
sre  opporre  insuperata  barriera  alle  poderose 
forze  che  dal  Ti-entino  tentavano  di  sboc- 
care nelle  ubertose  pianure  d'Italia.  Oggi, 
con  rinnovato  ardimento  e  con  più  salda  fede, 
avete  brillantemente  conquistato  possenti  ba- 
luardi dal  nemico  tanto  a  lungo  contesi.  Mei  ce 
Vostra,  la  patria  festante  accoglie  al  suo  seno 
Gorizia;  mercè  Vostra  un  nuovo  e  grande 
passo  è  stato  fatto  sull'arduo  e  glorioso  cam- 
mino che  ci  conduri-à  al  compimento  delle 
nostre  sante  aspirazioni. 

Soldati  d'Italia!  La  vittoria  già  si  mostra 
all'orizzonte  e  Voi  saprete  certamente  rag- 
giungerla. Vi  sia  incitamento  la  memoi-ia  dei 
fratelli  tanto  gloriosamente  caduti,  vi  siano 
costante  esempio  gli  eroi  del  risorgimento 
nazionale  che,  con  ardore  e  con  entusiasmo 
pari  al  vostro,  lottarono  in  passato,  contro 
lo  stesso  secolare  nemico.  Fiero  di  essere  il 
Vostro  Capo,  Vi  ringrazio  in  nome  della  Pa- 


■w-^  'm         n_  •  solubile   Desanti   e   Zm 

ll^I110filOJ3in£l  "a"^   (^^^'^^  organico  na- 

>-a»»—»a-»a»  ^^^i«^^^^^BBi>a^.^^^  turale).     Specifico    razio- 
nale  di   sicura  efficacia,  di  rapido  effetto  nella  cura  delle  anemie. 


«i^^W^«MM« 


m0^i^0iwm^m 


—  ;i;i;; 


trfa  che  vi  guarda  con  ammirazione,  con  amo- 
re, con  rtconoscen  a. 

Dal   Comando  Supremo,  10    agosto  1016. 
ViTTonio  Emanuklk. 

90.  -  Dalla  controffensiva  italiana 
nel  Trentino  all'offensiva  sul- 
l' Isonzo. 

Pi  agosto  19i6.  —  l'n  comunicato  del 
Comando  Supremo  riassume  le  ope- 
razioni svoltesi  dalla  uu^tà  di  «giugno 
ai  ])rinji  di  agosto. 

91.  -  Le  dichiarazioni  di  Tisza 
sulle  trattative  con  l'Italia. 

23  agosto  1916.  —  Il  Presidente  del 
Consiglio  ungherese  confessa  al  Par- 
lamento che  le  trattative  eoli'  Italia 
furono  fatte  al  solo  scopo  »li  gua<la- 
gnar  tem])o. 

Senza  scendere  in  particolari  potrei  in 
proposito  ricliiamare  l'attenzione  della  Ca- 
mera sul  fatto  che  se  nell'ultima  fase  delle 
trattative  noi  non  avessimo,  lo  confesso,  espo- 
sto alla  più  dura  prova  il  nostro  sentimento 
di  dignità  e  se  non  avessimo  osservare,  di- 
ciamo pure  una  forma  umiliante,  la  dichia- 
razione di  guerra  dell'Italia  sarebbe  venuta 
o  prima  delia  vittoria  di  Gorlice  o  nei  giorni 
seguenti. 

Ripensando  adesso  alle  conseguenze  che 
da  ciò  sarebbero  potute  venire,  per  non  par- 
laro  di  altro,  desidero  solo  accennare  al  fatto 
che  per  trattenere  l'attacco  italiano  il  con- 
tine serbo  fu  sguernito.  E  se  io  penso  quali 
avrebbero  potuto  essere  le  conseguenze  dello 
sguarnimento  della  fronte  serba  nel  caso  in 
cui  ratt:;cco  fosse  avvenuto  prima  o  subito 
dopo  di  Gorlice,  credo  di  jiotere  assumere  a 
testa  alta  la  responsabilità  di  esserci  spinti 
in  quelle  ultime  penose  settimane  fino  al- 
l'estremo r.e!  rinnegare  la  nostra  dignità  per 
potere  guadagnare  settimane,  i;iorni  e  ore 
e  rimandare  cosi  la  dichiarazione  di  guerra 
dell'Italia  fino  a  quando  non  avessimo  po- 
tuto disporre  delle  forze  necessarie  per  trat- 
teii'ie  l'attacco. 

Tn  deputato:  Tre  settimane! 

Tiszn:  Il  sig.  deputato  ha  gridato  tre  set- 
timane? Non  so  se  egli  intenda  dire  che  que- 
sto .sia  stato  un  termine  lungo  o  breve,  giac- 
ché a  mio  parere  tre  settimane  sono  state 
un  tempo  abbastanza  corto:  se  fosse  stato 
possibile  avremmo  guadagnato  ancora  una 
quatta  e  una  quinta  settimana,  perchè  era 
nostro  dovere  guadagnare  tempo  quanto  più 
avessimo  potuto. 


92. 


Dichiarazione  di  guerra 
alla  Germania. 


27  agosto  1916.  —  Il  Ministro  degli 
Esteri  ha  fatto  rimettere  al  Governo 
federale  svizzero  a  mezzo  del  Mini- 
stro d' Italia  a  Hei-na.  una  eonninica- 
zione    dichiarante    che    in    seguito    a 


frequenti  atti  di  ostilità  del  Governo 
germanico  verso  l' Italia  questa  si  eo!i- 
sidera  in  i.stato  di  guena  dal  28  agosto. 

Gli  atti  di  ostilità  da  parte  del  Governo 
germanico  verso  l'Italia  si  succedono  sempre 
più  frequenti.  Basti  accennare  alle  nume.ose 
persistenti  premiazioni  di  armi  e  distrumenri 
bellici  di  terra  e  di  mai  e  fatte  dalla  Germa- 
nia .iirAustria-Unght-ria:  alla  partecipazione 
costante  di  ufficiali  e  di  soldati  e  marinai 
germanici  nelle  varie  operazioni  di  guerra 
contro  l'Italia.  Solamente  grazie  all' a.ssisten- 
za  prodigata  dalla  Germania  sotto  le  forme 
più  diverse,  l'Austria-Ungheiia  potè  recen- 
temente concentrare  il  suo  massimo  sforzo 
contro  l'Italia. 

Si  aggiungano  la  riconsegna  fatta  dal  Go- 
verno germanico  al  nostro  nemico  dei  pri- 
gionieri italiani  evasi  dai  campi  di  concen- 
trazione austro-ungarici  e  rifugiatisi  in  ter- 
ritorio tedesco;  l'invito  diramato  agli  istituti 
di  credito  ed  ai  banchieri  tedeschi,  per  inizia- 
tiva del  dipartimento  imperiale  degli  affari 
esteri,  di  considerare  ogni  e  ttadino  ita'iano 
come  uno  straniero  nemico  sospendendo  ogni 
pagamento  dovutogli;  la  sospensione  del  pa- 
gamento agli  opei-ai  italiani  delle  pensioni 
dovute  loro  in  seguito  a  formali  disposizioni 
della  legge  germanica.  Sono  questi  altrettanti 
elementi  rivelatori  delle  reali  disposizioni  si- 
stematicamente ostili  che  animano  il  governo 
imperiale  verso  l'Italia. 

Non  è  ulteriormente  tollerabile  per  parte 
del  R.  Governo  un  tale  stato  di  cose  che  ag- 
grava a  tutto  danno  dell'Italia  quel  profondo 
contrasto  fra  la  situazione  di  latto  e  la  si- 
tuazione di  diritto  già  risultante  dall'idleanza 
dell'Italia  e  della  Germania  con  due  gruppi 
di  Stati  in  gueira  tra  loro. 

Per  le  ragioni  qui  sopra  annunziato  il  go- 
verno italiano  dichiara  in  nome  di  S.  M.  il 
Re,  che  l'Italia  si  considera,  a  partire  dal  28 
agosto  corrente,  in  istato  di  guerra  con  la 
Gei-mania  e  prega  il  Governo  federale  sviz- 
zero di  voler  portare  quanto  precede  a  co- 
noscenza del  Governo  imperiale  germanico. 

93.  -  Come  venne  espugnata 
Gorizia. 

14  settembre  1916.  —  Un  comunicato 
ufficiale  riassume  le  operazioni  mili- 
tari compiute  dal  nostro  esercito  dai 
primi  di  agosto  ai  primi  di  settembre. 

94.  -  La  giustificazione  della  no- 
stra dichiarazione  di  guerra 
alla  Germania. 

SS  settembre  1916.  —  Alla  riapertura 
del  Keichstag  il  Cancelliere  dell'  im- 
j)ero  Bethniann-IIollweg  espone  le  cir- 
costanze di  fatto  che  durante  la  guerra 
italo-austriaca  portarono  alla  dichia- 
razione di  guerra  dell'Italia  alla  Ger- 
mania. 

....  Quando,  dopo  che  l'Italia  dichiarò  la 
guerra  all'Austria-Ungheria,  il  nostro  amba- 
sciatore  lasciò  Roma,    noi  comunicammo  al 


334  - 


Governo  Italiano  che  l'Italia  si  urterebbe  nella 
lotta  contro  le  truppe  austro-ungaviolie  an- 
che contro  truppe  tedesche.  Quindi  i  soldati 
tedeschi  coinbacierono  uniti  con  i  soldati  au- 
stro-ungarici alla  fronte  italiana.  Cosi  si  pro- 
duceva di  latto  lo  stato  di  guerra.  Tuttavia 
non  ne  segui  la  formale  dichiarazione  di  guer- 
ra. Ceito  a  Roma,  si  sarebbe  voluto  volen- 
tieri addossare  a  noi  l'iniziativa  della  dichia- 
razione, ma  noi  non  avevamo  motivo  alcuno 
per  fare  il  gioco  dell'Italia. 

Che  la  nostra  tattica  fosse  giusta  lo  dimo- 
strarono gli  ininterrotti  sforzi  dell'Intesa  per 
oonvinceie  l'Italia  a  dichiarare  la  guerra. 

Per  oltre  un  anno  il  Governo  italiano  re- 
sistette. Al'a  fine  diventò  troppo  forte  la  pres- 
sione della  morsa  che  l'Inghilterra  Impone, 
ci.n  pari  mancanza  di  riguardo,  così  ai  neu- 
trali come  agli  alleati.  L'Italia  dipende  nella 
condotta  della  sua  guerra  dal  cr.rbone  inglese 
e  dal  denaro  inglese.  La  coercizione  inglese 
diede  certamente  il  colpo  detìnitivo,  ancor- 
ché le  aspirazioni  balcaniche  dell'Italia  vi 
possano  aver  cooperato. 

Come  è  noto,  l'Italia  desidera  estendersi 
nei  Balcani,  pur  su  regioni  comprese  nella 
sfera  naturale  degli  interessi  della  Grecia. 
Per  non  essete  lasciata  completamente  in  di- 
sparte, parve  all'Italia  desiderabile  parteci- 
pare alla  spedizione  di  Salonicco.  Ciò  con- 
dusse ad  un  nuovo  scontro  delle  truppe 
italiane  e  tedesche  in  Macedonia.  Cosi  venne 
la  dichiarazione  di  gueria. ... 

95.  -  Un  altro  precedente  storico 
rivelato  dalPon.  Luzzatti. 

19  ottobre  1916.  —  L' on.  Luigi  Liiz- 
zatti  commemorando  a  Venezia  il  cin- 
quantenario della  liberazione  del  Ve- 
neto ricorda  un  precedente  storico 
(avvenuto  durante  il  suo  governo)  che 
è  una  nuova  dimostrazione  delle  ag- 
gressive intenzioni  dell'Austria  e  del 
subdolo  contegno  della  Germania. 


L'Austria  spiava  il  momento  opportuno 
per  assalirci,  e  intanto  c'inquieta\a  in  ogni 
modo.  Non  è  qui  il  luogo  né  il  momento  di 
dimostrarlo,  ne  è  nel'a  mia  indole  politica  gio- 
varnii  degli  uffizi  soste:iuti  per  inopportune 
rivelazioni.  Ma  questo  credo  conveniente  e 
utile  dire  per  rispondere  a  quei  diarii  tede- 
schi e  ungheresi!  1  quali  anche  di  questi  giorni 
asserivano  che  la  Gei  mania,  ohe  l'Ungheria 
bastavano  a  difenderci  dalle  mene  nuz  ona- 
Hate  dell'Austria;  e  questo  ripetono  a  sazietà 
per  rendere  più  evidente  il  nostro  traìimento, 
come  essi  qua'ificano  l'attitudine  dell'Italia, 
la  quale  ritìnto  la  sua  complicità  alle  a^'gres- 
sioni  militari  più  brutali,  più  selvagge,  più 
contrarie  al  piùncipio  delle  libere  nazioni  ohe 
la  storia  registri.  Io  volli  ragionare  a  chi  rap- 
presentava la  Germania  quando  poteva  e  do- 
veva farlo,  delle  minacce  dell'Austria,  non 
più  segrete  ma  palesi,  petulanti,  e  che  cul- 
minarono poi  nei  tentativi  iniziati  da  essa 
per  orrotondaysi  i  suoi  cjnfini,  quasi  che  non 
si  fossero  tutti  segnati  a  nostro  danno  nel 
trattato  di  pace  del  1867;  feci  appello  alla 
Germania  perchè  parlasse  chiaro  all'Austria- 
Ungheria. 

il  rappresentante  della  Germania  mi  ri- 
spose (e  gli  ho  sempre  saputo  grado  della  sua 
franchezza)  che  la  Germania  avrebbe  fatto  il 
possibile  per  dissipare  gli  equivoci  fra  Ita- 
lia e  Austria  ;  ma  se  non  riuscisse  in  questo 
intento,  e  l'Austria  volesse  dichiarar  guerra 
all'Italia,  la  Germania  non  avrebbe  potuto 
impedirlo,  perchè  tutta  cinta  in  Europa  da 
Potenze  militari  nemche,  non  aveva  che  l'Au- 
stria-Ungheria  decisamente  favorevole;  per- 
ciò doveva  esser  solidale  con  essa.  Lascio  ai 
miei  uditori  il  commento  su  questa  risposta 
rudemente  sincera,  e  sulla  quale  qualunque 
smentita  sarebbe  vana  poiché  io  appartengo 
a  quella  schiera  sempre  più  sottile  di  uomini 
politici  in  Europa  che  non  credono  lecite  le 
bua-ie  neppur  quando  si  dicano  nell'interesse 
dello  Stato;  un  termine  molto  comodo  per  giu- 
stificare anche  quelle  che  nuocciono  allo  Stato. 


OLIO     PER    AUTDOMOBILI 


ìoq,  Ail.  EK.NESTO  REINACH  •  MILANO. 


335 


UN   DOCUMENTO  STORICO 


Fsiesiniil*^  di  i)ai'te  (IpH'  autogralb  «lei  Manifesto  ai  Soci  ilcUa  Società  Dctule 
Alif/liieri  (lomlata  nel  1889)  iml»l»li«at(>  all'indomani  dalla  dichiarazione  di  gnerra 
dal  Presidente  della  Società,  S.  E.  Paolo  lioselli,  decano  del  Parlaiuento  ita- 
liano e  oggi  Presidente  del  Ministero  Nazionale. 


RA  tutte  lo  guerre  olio 
lianno  iusauguiuato  il 
globo  priuia  del  1914 
nessuna  ha  avuto  mai 
la  somma  di  effettivi  in 
campo  come  quella  che 
da  olti-e  due  anni  si  com- 
batte in  Eurox)a. 

Nelle  conflagrazioni  precedenti  di  due 
o  piìjL  paesi  era  sempre  una  piccola 
porzione  dei  maschi  validi  che  prendeva 
le  armi  o  volontariamente  per  la  difesa 
del  territorio,  o  per  mestiere  e  per  mer- 
cede,   o,   più  tardi,  per  coscrizione  ob- 


lughilterra,  Italia,  Bulgaria  e  Romania, 
il  fiore  della  gioventù  e  della  virilità  fu 
chiamato  intto  sotto  le  armi,  toglien- 
dolo alle  industri  e  feconde  opere  della 
pace,  sottraendo  immensi  forze  fisiche 
e  intellettuali  all'  attività  quotidiana  di 
quasi  tutta  1'  Europa. 

Si  presentava  quindi  formidabile  il 
problema  :  come  non  arrestare  il  mec- 
canismo economico  e  sociale  dei  poj)oli 
europei  ;  come  sostituire  le  energie  chia- 
mate alle  armi  con  quelle  meno  valide 
o  disusate  al  lavoro  ;  come  provvedere, 
mancando  i  redditi  del  lavoro  presente 


Milano.  —  I  profughi  e  l  disoccupati  vaium  n  ritirare  i  «  Buoni  >  aTimentari 
e  i  sussidi  ad  uua  delegazione  maudamentale. 


bligatoria,  per  modo  che,  anche  quando 
la  durata  della  guerra  fosse  eccezional- , 
mente  lunga  e  le  campagne  durassero 
mesi  ed  anni,  se  ne  togli  il  territorio 
contrastato  o  invaso  ed  occupato  dal 
nemico,  nel  resto  del  paese  il  danno 
diretto  e  il  contraccolpo  dell'urto  cruento 
fra  le  milizie  era  relativamente  lieve. 

Invece,  in  quest'  epoca  nostra,  dal- 
l'agosto 1914,  in  sei  paesi,  Germania,  Au- 
stria-Ungheria, Serbia,  Russia,  Francia 
e  Belgio,  ai  quali  si  univano  più  tardi 


degli  assenti,  ai  mezzi  necessari  ad  ali- 
mentare la  guerra  ;  come  assistere  la 
popolazione  rimasta  a  casa  in  modo  da 
non  compromettere  la  saldezza  e  la 
resistenza  della  generazione  futura? 

Interrotti  di  colpo  i  rapporti  com- 
merciali fra  importanti  paesi,  chiuse  ad 
alcuni  di  essi  le  vie  del  mare  e  rese 
esse,  jier  tutti,  malsicure;  riservate  le 
materie  prime  fondamentali  dell'  indu- 
stria, come  il  carbone  ed  il  ferro  ed  i 
mezzi  di  trasporto  ai  bisogni  della  guer- 


-  337  - 

i:i.  SÌ  prcsentavauo  imminenti,  ingenti  iu  formf>  moltopliei  che  qui  cerelioremo 

«■  giravi  i  iK'rii'oli  della  disoccupazione,  eompeniliosamente  di  illustrare, 
della    carestia    dei    generi    alimentari,  Intanto,   un  primo  effetto  della  tre- 

(|nin<li  della  sotto-alimentazione,  del  de-  menda    orisi    fu    questo  :    riconosciuta 

]»iUiperamento   tisico   della    ixtjiolazioue  l' impossibilità  e  1' assurdità  di  lasciarla 

civile  e  della  più  intensa  mortalità  in-  fronteggiare   «lalla   libera  iniziativa  in- 


Uu  laboratorio  a  Milano  dove  le  donue  dei  Boldatl  richiamati 
cucioao  indumenti  per  i  miUtari. 

finitile.  Si  minacciava,  cioè,  un  grave  dividuale,  le  collettività  di  cittadini  co- 
pericolo  presente  che,  nei  suoi  effetti,  in-  stituite  volontariamente  o  coattivamen- 
taccava  la  consistenza  qualitativa  e  te,  cioè  Società  coo])erative,  Comuni  e 
«juantitativa  dei  figli  nati  e  nascituri  Stati  si  assunsero  immediatamente  fuu- 
«iella  generazione  che  ora  combatte.  zioni  di  Tina  arditezza  e  di  una  ampiezza 


Vapore  frigorifero  Resurrezione 
per  il  trasporto  delle  carni  congelate  del  comune  di  Milano. 


Ad  affrontare  <iuesti  danni  e  questi 
pericoli,  energie  nu(»ve,  individuali  e 
collettive,  scaturirono  in  ogni  paese  e 
con  sforzi  più  o  meno  adeguati  e  con 
accorgimenti  più  o  meno  savi  operarono 


che  s(do  qualche  giorno  prima  dello 
scoppio  della  guerra  erano  considerate 
d»)ttrinariameute  eresie,  praticamente 
follie. 

Ordinamenti  sociali  da  decenni  pro- 
ai 


338  - 


pugnati  (la  minoranze  pervicaci  e  sem- 
pre resitinti  dalle  maggioranze  o  adot- 
tati a  spizzico  in  via  d' esperimento, 
fiiron  trovati  d'  un  tratto  congrui  e 
adeguati  a  rinsaldare  i  ])rol)l('nii  gravis- 


Innanzi  tutto,  adunque,  si  trattò  di 
parare  ai  danni  della  di-s()Cciii»nzione. 
Chiamati    alle    armi   colla    dichiara- 


r.lmg,.  —  L'Asilo  di  Santa  Saba  accoglie  figli  dei  richiamati 

e  bambini  poveri  del  quartiere.        (Fjt.  Porry  Pastorel). 

simi   dell'  alimentazione,    della  disoccu-  zione   di    guerra   milioni  di  uomini  dai 

pazione,  dell'  assistenza  materna.  20   ai   35  anni,  i  traffici,  le  industrie  i 

E  sarà  questa  una  delle  conseguenze  lavori  d'  ogni  genere  furono  d'  un  tratto 

meno   desolanti    della   guerra  :    di  aver  arrestati,    paralizzati,    e,   quelli    neces- 


Figlì  del  richiamati  che  partono  per  le  Colonie  marine. 

(Fot.  Porry  Pastorel). 


fatto  entrare  nella  pratica  realtà,  dando  sari,    volti  immediatamente   alle   opere 

loro  la  sanzione   del   buon   risultameli-  della  guerra. 

to  ottenuto,  riforme  che  avrebbero  at-  Così,  ai  milioni  di  non  piti  occupati 

teso   decenni    jìcr   maturare   nella   ere-  forzatamente  nelle  opere  della  pace,  se 

denza  pubblica   e  nella  azione   dei  go-  ne   aggiungevano  per  necessità   logica 

Ycrnanti.  altri    milioni    ])er   il    turbamento    e   la 


—  339  - 

disorganizzazione   clic  in  ogni   azienda    nilaria  di  Milano)  a  integrare  gli  sforzi 
apiiortava  la  mobilizzazione. 

Mancando  del  lavoro,  come  avreb- 
licro  trovato  alimento  questi  milioni  di 
jKTSone  rimaste  a  casal  E  alla  ripresa 
della   vita   civile,   qnali  e  quante  ener- 


delle  organizzazioni  operaie,  essere  adot- 
tai te  da  qualche  Comune  (Milano),  poscia 
dallo  Stato  ;  ecco  i  Buoni  di  sussidio  ])er 
alimenti,  ecco  le  cucine  econoniiclie  per 
i  più  poveri;  ed  ecco  pure  gli  L'iìici  di 


Una  colazione  dei  figli  dei  richiamati  (Fot.  Porry  Pantorel). 

nell'Asilo  Per  la  più  grande  Italia  in  Trastevere  a  Roma. 

gie  fisiclie  sarebbero  state  in  grado  di  collocamento  prima  sporadici  e  operanti 
ric()minciare1  ciascmio  per  sé,  moltii)licarsi,  collegarsi 
Si    trattava    dunque  di    impedire  il  fra  loro   ed  essere  riconosciuti  e  sussi- 
depauperamento  tisico  di  questi  milioni  diati  dallo  Stato,  per  dare  alla  merce- 


:     ^fiighi  ospitati  a  Milano 

dall' Aaeociazioue  >a/.iuualc  per  la  diitsa  della  fanciullezza  abbandonata. 


di   esseii,    e  T  esaurimento  del  capitale  lavoro,    la  mobilità   di   cui   manca  per 

Lavoro.  insipienza   e   per   mezzi,  e  favorirne  lo 

Ed    ecco    le    Casse  di  sussidio    alla  spostamento  secondo  le  epoche  dai  luo- 

disoccupazione   esperimentate  in  Italia  ghi  di  disoccupazione  a  quelli  nei  quai; 

da  qualche  istituzione  privata  (1'  Unta-  o'  è  riceroa  di  mano  d'  opera. 


840 


Ma  il  fenoinono,  pure  ieri  pauroso, 
«Iella  disoccupazione  ebl)e  carattere  tran- 
sitorio e  decrescente.  A  mano  a  mano 


fabbricazione  di  merci  di  trasporto,  di 
armi,  di  proiettili,  nei  laboratorii,  per 
la   preparazione   di   indumenti,    di   ali- 


cbe   gli   ordigni   e   gli   strumenti    della    menti  per  i  soldati  e  nei  campi  era  oc- 
pace   si   foggiavano    e    si  mettevano  in    cupata   tutta  la  popolazione  attiva  del 


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Asili  istituiti  a  jjoioj;ua  uai  i  (jinitato  di  Azione  Civile 
per  i  figli  dei  richiamati.  —  Scuola  di  cauto  uell' asilo  di  via  Barberia. 


movimento  per  la  guerra,  1'  attività  ge- 
nerale riprese,  si  fece  anzi,  in  alcuni 
campi,  più  febbrile,  ingigantì  e  assorbì 
non  solo  la  mano  d' opera  maschile  di- 
sponibile, ma  ancbe  quella  femminile  e 


paese  come  non  lo  era  stata  mai  prima 
d'  ora. 

Di  conseguenza  anche  i  traffici  por 
i  consumi  usuali,  non  esclusi  quelli 
superflui,  ripresero  con  una  certa  viva- 


Asill  istituiti  a  Bologna  per  i  fijrli  del  richiamati 
Esercizi  di  ginnastica  nell'asilo  di  via  SafH. 


poscia  i  vecchi,  e  poi  ancora,  purtroppo, 
i  fanciulli. 

Cosicché   dopo  alcuni  mesi  dall'  en- 
trata in   guerra,    nelle   officine,    jier  la 


cita   essendo   ritornato   a  circolare,  at- 
traverso i  salari  pagati,  il  denaro. 

Ma  intanto  il  periodo  più  acuto  della 
crisi  era  stato  superato,  la  inopia  e  la 


—  ìill  — 

filino  orano  stMto  ovviato  lnor(•^  i  prov-     tori  dei  nioxzi  di  trasporto  profittarono 


vt'dimoiiti    snciali    innncdiataniouto    at- 
tuati. 


Altr«)  p<'rìo(do  jnìx  gravo  era  quello 
doUa  carestia  d(à  viveri.  Nessun  paese, 
si  sa,  basta  a  se  stesso;  nessuno  ])ro- 
diico  da  solo  tutte  lo  derrate  alimen- 
tari    delle     quali     abbisogna,     data     la 


dell' oceasione  per  i)ai-are  ai  rischi  even- 
tuali o  trattenendo  le  derrate  in  ma- 
gazzino per  far  elevare  i  prezzi  o  i-in- 
crudendo i  noli. 

Tutte  qtieste  causo  concomitanti, 
concorsero  a  far  salire  dojx)  nn  mese 
appena  dalla  guerra,  i  prezzi  di  tutti  i 
generi  alimentari  e  «l'uso  e  a  rincarar*', 
come  non  mai  il  costo  dell'  esistenza 
materiale. 


lioma.  —  Studenti  In  piro  di  qnestna  per 
una  lotteria  a  beneficio  del  figli  dei  ri- 
chiamati. 


\,Fot,  l'ori- tf  l'astorel). 


molteplicità  doi  bisogni,  e  «lei  gusti  da 
sod<lisfare  :  ogni  i)aese  (juindi  è,  ])er 
alcuni  i>rodotti,  tributario  dell'  altro  e 
lo  scamlda  con  esso  grazie  alla  enorme 
imp(»rtanza  assunta  dai  mezzi  «li  tra- 
sporto «li  ogni  genere. 

Arrestati  «luesti  scambi,  un  princi- 
pio di  ansia  invas»*,  i  consumatori  che 
si  ])recii>itarono  nei  negozi  a  far  i)rov- 
viste  straor«linarie  ])rocnran«lo  un  jtrimo 
iirime«liato  rialz«>  dei  i)rezzi,  ]>oscia  i 
profluttori,    gli  interme«liari,  e  i  «leten- 


A  fr<'nare  il  rincaro.  1'  ingordigia 
«logli  si)«'culatori,  il  )>ànico  «lei  consu- 
n)at«>ri,  le  c«)llettività  sentirono  1'  imi)e- 
riosa  necessità  «li  intervenire  c«)n  la 
pot«'nte  biro  azione. 

L«)  Stato  se  i)ure  tanli  e  frammen- 
tariamente fece  gran«li  ac«juisti  «li  grano 
in  America,  da  riven«lere  ai  consorzi 
dei  Comuni  e  infi  tanli  impose  il  cal- 
miere dei  pr«'zzi  all'  ingr«)sso  e  al  mi- 
nuto «li  diverse  derrate:  grano,  farina 
e  pane;  zucclu'ro  ecc. 


alimento  specifico  per  malati  anche  al- 
tamente febbricitanti  -  ipernutritivo  ri- 
costituente insuperabile  per  convalescen- 
ti, flf'boli,  bauìbini,  ecc.  Aumenta  sor- 
prendentemente   la   secrezione   Ifattea. 


I0*0*i00m^^tm0tm>*^^m»^ 


—  0-12  — 


T  comuni  più  forti  come  Milano,  To- 
rino, Bologna,  Genova,  Roma  compra- 
rono direttamente  carbone,  grano,  carni 
congelate,  ec,  acquistarono  o  affittarono 
])iroscafi  per  trasportali  e  rivenderli  a 
l)rezzo  di  costo  ai  cittadini  consuma- 
tori ;  le  cooperative,  da  sole  o  alleate 
ai  comuni,  come  a  Milano,  fecero  larghi 
acquisti  di  ogni  genere  di  derrate,  ven- 
dendo a  piccole  quantità,  per  impedire 
l'incetta  e  il  rialzo  artificiale  dei  prezzi, 
e  dando  ad  essi  una  relativa  stabilità, 
e  tranquillizzando  le  ansie  penose  dei 
clienti. 


divenne  difficile  per  molta  parte  della 
popolazione,  specialmente  quella  più 
debole  per  sesso  o  per  età.  L' occupa- 
zione industriale  di  donne  fin  qui  casa- 
linghe le  costrinse  a  disagi  più  gravi  e 
ad  abbandonare  i  figliuoli  che  alleva- 
vano per  parecchie  ore  della  giornata  ; 
i  salari,  anche  se  migliorati,  non  corri- 
sposero mai  al  rincarimento  dei  prezzi 
dei  generi  di  consumo  e  di  uso,  d'onde 
la  necessità  di  integrare  con  servigi 
congrui  le  deficenze  che  la  crisi  portava 
nelle  famiglie,  sopratutto  in  vista,  ripe- 
tiamo,  della  crescente  generazione.    Sì 


L'opera  dell'Ufficio  Doni  dell'Intendenza  Generale  della  II  Armata,  uno  dei 
quattro  uffici  (Geuova-Bologna-Milano-Roma)  istituiti  dall'Autorità  mi- 
litare per  raccogliere  e  distribuire  i  doni  che  la  cittadinanza  offre  ai 
soldati  al  fronte.  —  I  magazzini  in  zona  di  guerra. 


In  tal  modo  fu,  se  non  impedito,  ma 
certamente  attenuato  il  rincaro  che  sa- 
rebbe arrivato  a  cifre  iperboliche  e  in- 
tollerabili ove  fosse  stato  lasciato  campo 
aperto  alla  sfrenata  concorrenza  indi- 
viduale. 

Ciò  varrà  a  dimostrare  come  l'ocu- 
lato e  previdente  intervento  di  potenti 
organismi  finanziari  come  il  Comune  e 
lo  Stato  nel  fornimento  di  alcuni  ge- 
neri alimentari  di  jìnma  assoluta  ne- 
cessità, sia  più  che  utile,  necessario 
anche  in  condizioni  normali  della  vita 
sociale. 


Ma   nonostante  1'  attenuazione  della 
disoccupazione    e    del   rincaro,   la  vita 


sa,  infatti,  che  ogni  guerra  provoca  un 
turbamento  profondo  nei  fenomeni  de- 
mografici non  solo  per  le  innumeri  gio- 
vani valide  vite  che  miete  o  che  mutila 
e  quindi  riduce  nella  loro  efficienza 
produttiva,  ma  pev  la  diminuzione  dei 
matrimoni  e  delle  nascite  e  per  1'  au- 
mento della  mortalità  generale,  anche 
fra  i  non  combattenti,  e  in  particolare 
della  mortalità  infantile.  Sommate  que- 
sti diversi  coefficienti,  unitevi  l' influsso 
morale  dello  shoc  nervoso  nei  combat- 
tenti superstiti,  nelle  famiglie  orbate 
dei  loro  cari,  nelle  vedove  in  periodo 
di  gestazione  e  vedrete  come  le  jjro- 
spcttive  per  la  generazione  prossima 
siano  tutt'  altro  che  liete.  Senza  contare 
il  gravissimo  fardello  dei  pesi  tributari 
che,  per  un  numero  di  anni  non  cal- 
colabile   oggi,    essa    dovrà    sopportare 


313 


:><T  far  fronte  air  onornic  «Icbito  iw'oit't- 
;.ito  nel  futuro  dallt?  fonuidabili  ucces- 
\th  di  questo  periodo. 

Di  qui  sgorga  la  neeessitA  di  tutto 
un  {(uuph'sso  di  j)i)ere  di  assistenza  di- 
l'ette  e  indirette  all(>  laniiglie  dei  ri- 
cliianuiti  alle  «luali  attesero  Enti  nnli- 
l)liei  e  eittadini,  eou  eoutrihutì  di  fondi, 
con  otìVrte  di  deìiaro,  cou  consigli,  con 
lirestazioni  personali. 


I  jdcciui  furcuio  raccolti  in  aj)positi 
■«  Nidi  »  o  in  *  Ali  materne  »  dove  ri- 
trovavano niainnie  volontarie  non  meno 
amorevoli  e  alimenti,  o  vesticciuole  o 
«iiuoeattoli. 

I  più  grandicelli  ebbero  la  refezione 
V.  V  assistenza  sccdastica  anche  nella 
stagione  delle  vacanze,  e  i  più  cagio- 
nevoli furono  inviati  alle  cure  marino 
e   climatiche,   e  tutti,  o  (piasi  tutti  fu- 


Innanzi    tutto    occorse    integrare    il  rono   portati   a   godere   almeno  per  un 

l'ilancio   economico   delle    famiglie   alle  giorno   la   gioia   di   un  prato  verde,  di 

(inali    veniva   a  mancare  uno  dei  prin-  una  collina  o  di  un  bosco, 
cipali  sostegni,  spesso  r  unico.  Stabilito  Anche    qui    l'azione  di    collettivitii 

il   fabbisogno   indispensabile  per  1'  ali-  piccole  o  grandi,  opportunamente  coor- 


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(Iella  luCtsudtt  i/.u  ueu'eii 
lu  montaj^aa. 


mentazione  e  jier  metfi  della  spesa  d' af- 
fitto (l'altra  nu'tà  dovni  essere  pagata 
a  rate  al  ritorno  del  richiamato)  i  Co- 
muni e  i  Comitati  locali  j)rovvidero  a 
formarlo  sia  aggiungendo  un  idteriore 
sussidio  a  (pu'Uo  dello  Stato,  sia  i)rov- 
'  ('«lendo  lavoro  alle  donne  in  casa  o  in 
i]tpositi  laboratori  i)cr' la  fabbricazione 
(li  indumenti  militari. 

Alle,  ma<lri  gestanti  si  pi'ovvidero 
ospitalità  e  cure  negli  aiq)«>siti  ricoveri 
e  ai    neonati  latte  e  alinu-nti  adegnati. 


ARTRITE 


/yf /VCr#//    Dt 


dinata  dagli  Enti  pubblici,  precipua- 
mente dal  Comune,  potè  etlondersi  be- 
neficanu'nte  là  dove  l'azione  indivi«lual(^ 
sarebbe  riuscita  monca,  i)arziab'  e  ina- 
deguata. 


Ma  oltrechò  in  (pieste  forme  dirette, 
j  nc'ie  indirettamente  alla  i)op(daziono 
c.v.le  si  volse  l'assistenza  sociale.  Si 
sa    che   chi    ha  un  figlio,   il  marito,   un 

GUARITA  RADICALMENTE 

CON   I  CELEBRI 


VEDI     ANNUNCIO     DI    FRONT, E 
-:rr      -:;>    ALL'  INDICE    GENERALE 


I 


B44 


fratello  che  corre  ogni  moiiicnto  peri- 
colo di  morte  e  dura  una  vita  di  aspri 
disagi,  si  trova  in  uno  stato  continuo 
di  ansia  o  di  trepidazione,  e  si  sa  an- 
che come  ogni  conforto  usato,  al  suo 
caro  sia  un  conforto  recato  a  lui  stesso. . 
Ecco  quindi  come  sorsero  moltei)lici 
le  opere  per  attenuare  i  disagi  della 
vita  di  trincea  ai  soldati,  e  si  costitui- 
rono Comitati  per  fornir  loi*o  abiti  di 
pelliccia,  indumenti  di  lana,  piccole 
torcie  i)er  scaldare  il  rancio,  miscele  di 
polvere  per  uccidere  i  parassiti  che  li  in- 
festano e  poi  ancora  mezzi  di  ristorarsi 
quando,   malati   o   feriti   convalescenti, 


interamente  perdute,  parassitarie  ed 
anzi  riuscirebbero  fastidiosi  a  se  stessi, 
perchè  inoperosi. 

Ecco  «luindi  la  necessità  di  reinte- 
grare gli  arti  mutilati  con  appositi  or- 
digni meccanici  sapientemente  studiati, 
ed  ecco  sorgere  appositi  istituti  e  la- 
boratori dove  monchi  e  storpi  trovano 
—  per  (pici  tanto  che  l' artifìcio  può  s(t- 
stituire  la  natura  —  le  mani,  le  bi-accia 
e  le  gambe,  e  si  addestrano  ad  adojie- 
rarle  utilmente,  o  dove  nelle  tenebre 
che  li  avvolgono  i  ciechi  riprendono  col 
tatto  il  senso  delle  cose  e  tornano  a  im- 
parare r  uso  degli  strumenti  del  lavoro. 


La  preparazion«  delle  pelliccie  per  i  soldati 
nel  laboratorio  del  Comitato  di  Assistenza  di  Milano. 


sono  di  passaggio  per  le  stazioni,  e  li- 
bri e  periodici  da  leggere  negli  ospe- 
dali e  al  fronte. 

Ed  altri  attesero  a  far  sì  che  le  fa- 
miglie non  mancassero  di  notizie  dei 
loro  combattenti,  organizzando  un  aj)- 
posito  servizio  di  informazioni  presso  i 
comandi  d' armata  e  presso  gli  ospedali  ; 
ed  altri  ancora  raccolsero  mezzi  per 
inviare  ai  soldati  prigionieri  il  i)aue  che 
scarseggia,  colà,  anche  x)er  la  popola- 
zione civile. 


Mutilati  e  ciechi  sono  così  messi  in 
grado  di  riacquistare  parte  della  loro 
efficienza  produttiva. 

Infine  a  ricevere,  ospitare,  nutrire 
e  riconfortare  le  migliaia  di  connazio- 
nali i)rofughi  dalle  terre  dove  si  com- 
batte, furono  predisposti  e  nelle  stazioni 
di  arrivo  e  di  smistamento  e  nelle  città 
luoglii  di  ricovero,  e  modi  e  mezzi  di 
sostentamento. 


Ma  non  basta  ancora. 

Tra  i  combattenti  che  ritornano, 
moltissimi,  quanti  non  se  ne  videro  mai 
in  guerre  precedenti,  perchè  nessuna 
agguaglia  la  presente,  sono  o  accecati 
o  mutilati  degli  arti,  cioè  degli  organi 
indispensabili  a  lavorare,  a  produrre. 
Sono  per  la  più  parte  giovani  incapaci 
di  riprendere  la  loro  antica  occupazione, 
o  che,  per  riprenderla,  debbono  lare 
daccaj)©  il  loro  tirocinio,  altrimenti  le 
loro  energie  anche  parziali,  sarebbero 


Questa,  nelle  sue  linee  essenziali  è 
r  azione  di  Croce  Rossa  civile  e  sociale 
che  il  flagello  della  guerra  ha  suscitato 
I>erchè  anche  la  vita  dietro  il  fronte  non 
avesse  a  spengersi,  perchè  le  energie 
vitali  per  la  ripresa  dell'  attività  nor- 
mali non  avessero  a  isterilirsi,  azione 
che  abbiaino  segnato  nelle  sue  forme 
pili  caratteristiche  avendo  sott'  occhio 
come  essa  si  è  svolta  in  un  grande 
centro  quale  è  Milano. 

Siflatta  opera  fu  svolta  —  e  si  svol- 
ge —  analogamente  in  tutti  gli  altri 
centri  italiani,   e  a  dare  un'idea  della 


Ilio   — 


ampiezzii  «li  tuie  opora,  non  bastuiulo 
r  analisi  qualitativa,  occorre  aggiungere 
qualche  cifra  spigolan<lo  dalle  relazioni 
l)ubblicate  per  Milano,  Torino  e  Genova. 


A  Milano  dal  28  maggio  al  31  dicem- 
bre l!>ir)  erano  state  raccolte  ])er  pub- 
blica sottoscrizione  L.  6.271,(503  che,  ac- 
cresciute con  gli  interessi  a  L.  H,317.0!M), 
vennert)  assegnate  come  segue:  il  20%, 
L.  1.2«J3.nS  alla  Pro  L'srrcilo  ;  ì\  10%, 
L.    631,709   alla   Croce    Rossa;  il  10%, 


di  pellicce  per  i  soldati  al  fronte  L.  40,883  ; 
])er  la  tutela  morale  ai  convalescenti 
L.  8868,  per  altri  sussidi  a  persone  escluso 
dalle   altre  forme  di  soccorso  L.  6693. 

Inoltre,  dai  laboratori  erano  stati  ta- 
gliati e  cuciti  N.  1,733,405  ca|»i  di  in- 
<lumenti  militari  per  un  imj)orto,  in  sa- 
lari di  L.  745,831  delle  quali  598,803  a 
donne  che  lavoravano  in  casa. 

Ora,  alla  fine  del  mese  di  luglio  1916, 
cioè  dopo  14  mesi,  la  sottoscrizione  pub- 
blica era  salita  a  L.  11,018,831  alle  quali 
va  aggiunta  la  somma  di  un  milione 
stanziata  dal  Comune  nel  bilancio  1916 


Il  riparto  Pellicrie  per  i  soldati  del  Comitato  di  Assistenza  di  Mil  ino. 


cioè  altrettante,  al  Comitato  di  raccolta 
dei  fondi,  i'  al  Comitato  centrale  per  la 
erogazione  L.  3,794,916,  Queste  ultime 
somme  vennero  spese  agli  scopi  seguenti: 
Per  l'assistenza  alle  famiglie  dei  mili- 
tari L.  2,124,877;  per  l'assistenza  alla 
fanciullezza  L.  118,935;  per  l'assistenza 
ai  disoccupati  in  contanti  o  in  buoni 
alimentali  L.  182,764,  o  in  razioni  di 
minestra,  i)ane  o  latte  L.  165,000  e  ai 
profughi  L.  121,112;  per  la  preparazione 


e  le  erogazioni,  precipuamente  per  l'as- 
sistenza alle  famiglie  dei  richiamati  si 
aggiravano  intorno  alle  150,000  lire  alla 
settimana. 

Si  può,  da  (piesta  cifra,  arguire  l'am- 
l)iezza  delle  forme  di  assistenza  fornita 
a  Milano  senza  contare  le  altre  centi- 
naia di  migliaia  di  lire  raccolte  ed  ero- 
gate per  la  rieducazione  dei  soldati  mu- 
tilati neir  Istituto  dei  rachitici,  e  degli 
accecati  nelF  Istituto  dei  ciechi. 


Per  divertire  i  soldati 

ditlondete  il  volume  di  A.  VALORI 

:^Le  Mirabili  Avventure  di  Ferrantino^ 

con  illustrazioni  di  NARDI  —  Lire  5J.75. 
FIRENZE   -   R.  BEMPORAD  &  FIGLIO  -  Editori   -   FIRENZE 


;40 


A  L.  8,8(56,044  ascesero  le  somme 
raccolte  a  Torino  dal  Comune  e'  dai 
molteplici  comitati,  nel  i>rimo  anno  di 
guerra. 

Il  Comune  sottoscrisse  una  in-ima 
somma  di  L.  1,900,000  e  raccolse  nella 
prima  sottoscrizione  altre  L.  1,91:(),704; 
ne  aperse  una  seconda  nel  marzo  1916, 
vi  concorse  con  altre  L,  100,000,  e  rac- 
colse 2,064,601  lire,  clie  fanno  con  le 
prime,  quattro  milioni  di  lire. 

Fu  così  possibile  sussidiare  le  fami- 


12,000  operaie  in  laboralorio  e  ad  altre 
7000  a  domicilio.  Altre  imprese  di  for- 
niture militari  assunte  dal  Comitato  fem- 
minile d' assistenza  avevano  a  tutto  giu- 
gno 1916  raggiunto  una  cifra  d'affari, 
per  oltre  500,000  lire. 

A  molteplici  altre  forme  di  assistenza 
provvidero  raccogliendo  fondi  come  si 
ò  detto  ed  erogandoli,  numerosi  altri 
comitati  privati  e  i)er  1'  Ufficio  notizie 
(Lire  11,404),  per  le  minestre  gratuite 
(L.  184,656),  per  le  cucine  economiche 
(L.  6637),  per  i  pranzi  di  guerra  (L.  6885), 
per  lo  scaldarancio  (L.  15,365),  per  gli 


L'  Ufficio  Notizie  alle  Famiglie  dei  Militari. 

di  Bologna.  —  ¥na  delle  sale  di  corrispondenza. 


glie  dei  richiamati  salite  a  circa  12,000 
con  una  spesa  di  oltre  200,000  lire  al 
mese. 

Inoltre,  vennero  raccolte  N.  270,389 
capi  di  vestiario  vecchio  e  nuovo,  j)e- 
ritati  i)er  un  valore  complessivo  di 
L.  323,851;  e  oltre  251,000  volumi;  fu- 
rono eseguiti  lavori  militari  che  impor- 
tarono una  massa  di  compenso  di  oltre 
L.  900,000  e  dettero  occupazione  a  circa 


ospedali  di  riserva,  dei  convalescenti, 
per  le  biblioteche  (L.  62,030),  per  l'assi- 
stenza ai  profughi  (L.  43,000),  ec.  ec. 


A  Genova  tìn  dal  17  maggio  1915 
la  Giunta  comunale  si  costituiva  in  Co- 
mitato Esecutivo  di  organizzazione  ed 
assistenza    civile    che    due   mesi    dopo 


IL   TACCO   DI 
VERA  GOMMA 

\wmmQ\ 


347  - 


l.itboratorio  di  calzolerift 
(lei  soldiiti  mutilati  nell'Istituto  dei  Rachitici  a  Milano. 

voniva  eretto  in  ente  morale  e  che  creatori,  1200  figli  dei  soldati  di  cth  in- 
ai 31  marzo  1916,  epoca  nella  quale  fei-iore  ai  sei  anni  si  spesero  74,128  lire; 
dava  c<mto  dell'  o]>era  sua,  aveva  rac-  altro  40,407  furono  spese  i»or  accogliere 
colto  L.  1.939,138,27  e  ne  aveva  erogato  negli  asili  da  880  a  1200  bambini  al 
L.  1,379,708,55  nei  modi  seguenti.  giorno,   fra  i   tre   ed  i   sei  anni;  altro 


dei  soldati 


11  laboratorio  fla  falegname 
lutilati  uell'  iBtituto  dei  Rachitici  di  Milano. 


La  più  parte  come  è  facile  intuire, 
vennero  assegnati  come  sussidi  conti- 
nuativi, o  tcmiioranei  a  8159  famiglie  di 
soldati,  per  un  ammontare  di  L.  1 ,014,598. 

Poscia,  per  ospitare  od  assisterò  du- 
rante la  chiusura  delle  scuole,  in  17  Ri- 


L.  30,716  occorsero  per  assistere  648 
bambini  sotto  i  tre  anni,  7577  per  48 
figli  di  soldati  abbandonati,  e  altro  5500 
lire  i>er  colonie  alpine,  cura  eliotera])ica 
o  indumenti.  Alle  famiglio  dei  richia- 
mati  fiirou   dati  du  eseguirò  forniture 


-  348 


I  soldati  ciechi  iiuparaiio  a  fubbrioare  sp.i/.zole 
ueir  Istituto  dei  Cicchi  a  Milano. 


iiiilitai'i   per  r  importo  di  circa  100,000  stribuiti  ai  soldati   feriti,  prigionieri  o 

lire  in   salari,  mentre  furono  provvisti  combattenti. 

indumenti  da  mandare  in  dono  ai  sol-  Né   mancarono   altre   iniziative    i)er 

dati   al   fronte  per  un  importo  che  su-  raccolta   di  fondi  a  favore  della  Croco 

pera  le  L.  215,000.  Rossa  (L.  800,000),  per  le  famiglie  dei  ri- 


irrivo  dei  i)rofuj;lii  alia  Casa  defili  Kiiii.^^rauti 
della  Società  Uiuauitaria  di  Milano. 


Agli  ospedali  furono  donati  suppel- 
lettili del  valore  di  oltre  25,000  lire;  per 
il  i)Osto  di  ristoro  ai  soldati  malati  o 
feriti  convalescenti  di  passaggio  si  spe- 
sero ])ure  25,000  lire;  i)er  l'ufficio  noti- 
zie militari  lire  1845  ;  mentre  a  7740 
ascese  il  numero  dei  libi'i  raccolti  e  di- 


■cliiaraati,  lavoratori  del  porto  (L.  800,000) 
per  i  mutilati,  storpi  e  ciechi  (L.  200,000) 
per  materassi  e  guanciali  per  i  combat- 
tenti (L.  40,000),  per  l'invio  di  indu- 
menti e  doni  al  fronte  (L.  100,000)  e  al- 
tre somme  offerte  e  messe  a  disposizione 
del  Ministero  iu'lloma  L.  500,000  circa, 


|»or   modo   elio  nei  primi  «liori  mesi  <li 
"iueiTu  Genova  ha  dato  oltre  L.  },")()()  00  '. 


E,  in  pi'oporzione,  altrettanto  feeero 


R40  — 

rizzavo  le  iniziative  loeali,  partieolar- 
mente  (jnelle  elie  avranno  un  compito 
l)ermanente  anehe  «lopo  la  guerra  cioè 
la  viedueazione  e  la  tutela  dei  soldati 
mutilati  ed  accecati,  e  l'educazione  e 
r  assistenza  desili  orfani  dei  militari,  ma- 


]>ifi  o  meno,  le  altre  eittìl  maggiori  e  teria  questa  delicatissima  che  vuol  es- 
sere sottratta  alle  troppe  e  troppo  i)e- 
ricolose  iniziative  private  per  quanto 
mosse  da  uno  slancio  di  buon  cuore  e 
di  fraterna  simpatia. 

Certo  ci  vorranno  gli  sforzi  e  le  amo- 
d  in  misura  adeguata  ai  bisogni,  il  Go-  .  rose  intelligenti  cure  di  due  generazioni 


minori.  Ma  le  spese  continuando  e  cre- 
«emlo,  specialmente  ])cr  l'assistenza 
'ile  famiglie  dei  richiamati.  <lubbio  es- 
M'ìido  se  il  contributo  volontario  locale 
ntttessc  continuare  con  la  stessa  costanza 


verno  ha  consentito  ai  Comuni  di  ap])li- 
care  una  speciale  imposta  limitata  nel 
Tem{>o,  i)er  questa  specitii^a  necessità 
dell'assistenza  civile. 

Frattanto  gli  orgaiù  centrali  hanno 
cominciato  a  intervenire  con  istituti  na- 
zionali adeguati  per  coordinare  e  iudi- 


rimarginar  le  ferite  e  a  riparare  le 
conseguenze  della  presente  guerra,  ma 
che  ciò  sarà  fatto  compiutamente  per 
questa  nostra  umanità  dolorante  dà  aflì- 
(lamento  l'opera  tìn  (pii  svolta  mentre 
ancora  dura  la  carnelicina. 

Alessandiio  Schiavi. 


St  noia  (li  iiiiissaKglo  per  i  soldati  ciechi 
nell'Istituto  dei  Ciechi  di  Milano. 


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'l^f^. 


Medaj^lia  dei  benemeriti 
della  Croce  Rossa. 


Come  l'Italia  assiste  i  suoi  feriti. 


È 

la  prima  volta,  dal 
giorno  in  cui  venne  co- 
stituita in  unità,  che 
r  Italia  si  trova  impe- 
gnata in  una  guerra 
veramente  grandiosa, 
ed  è  la  prima  volta, 
quindi,  eli'  essa  poi'ta 
al  massimo  di  efficien- 
za la  sua  organizza- 
zione sanitaria.  Lo 
sforzo  enorme  clie  lia  saputo  compiere, 
in  pochi  mesi,  per  mettere  sul  piede 
dell'  arme  un  esercito  numeroso,  giova- 
ne, ben  discijilinato,  bene  istruito  e  bene 
equipaggiato,  l' ha  compiuto,  altresì,  per 
assisterlo,  confortarlo  e  curarlo,  a  mano 
a  mano  che  il  jnombo  nemico  lo  mette 
fuori  di  combattimento.  Accanto  alla 
milizia  che  combatte  con  la  spada,  se 
n'  è  andata  formando  un'  altra,  non 
meno  vasta,  non  meno  eroica,  non  meno 
votata  ad  ogni  sacrificio,  che  combatte 
col  suo  inesaurabile  spirito  di  abnega- 
zione e  carità  per  la  salute  dei  fratelli 
reduci  dal  fronte  malati  o  feriti.  E  tutto 
il  paese  ha  dato,  in  ciò,  prova  tangibile 
del  suo  ardente  patriottismo,  della  no- 
biltà del  suo  cuore. 

La  Croce  Rossa  ha  visto  stringersi 
improvvisamente  intorno  alla  sua  santa 
bandiera  ogni  classe  sociale,  ed  è  riu- 
scita a  diventare  un  organismo  pode- 
roso, ricco  di  personale  e  di  materiale, 
un  elemento  integrante  della  Sanità 
Militare,  L' Ordine  di  Malta,  che  si 
regge  con  mezzi  proprii,  ha  avuto  of- 
ferte cospicue  dai  suoi  numerosi  Cava- 
lieri, ed  ha  potuto,  sebbene  in  pivi  mo- 
desta misura,  istituire  un  servizio  di 
assistenza  che  non  lascia  nulla  a  desi- 
derare sotto  ogni  punto  di  vista. 

Ed  i  cittadini  piìì  facoltosi  hanno 
voluto  dare  somme  ingenti  perche  nuovi 


ospedali  sorgessero  nella  penisola,  al- 
cuni ofl'rendo  le  loro  stesse  ville  com- 
pletamente arredate.  Queste  ville,  di- 
venute luoghi  di  cura,  vennero  tutte, 
o  quasi  tutte,  affidate  alla  Croce  Rossa 
o  alla  Sanità  Militare  che  ne  curano  hi 
gestione,  e  per  ciò  il  loro  funzionamento 
rientra  nell'attività  spiegata  da  esse  e 
di  cui  discorreremo  piii  oltre. 


Sanità  militare. 

La  Sanità  militare  è  nata  con  gli 
eserciti.  Gli  antichi  romani  non  ebbero, 
sul  principio,  alcun  riguardo  pei  feriti, 
che  mancavano  di  medici  e  di  chirurgi, 
sicché,  dopo  la  battaglia  di  Sutri  (309), 
per  mancanza  di  cure,  essi  morirono  a 
migliaia.  Ma,  quando  1' esercito  romano 
divenne  permanente,  fu  dotato  dei  suoi 
medici,  assunti  col  grado  di  legionari. 
In  quest'  epoca,  dunque,  già  troviamo 
piccole  compagnie  di  sanità,  comi)oste 
di  soldati  speciali  scelti  nelle  coorti  e 
messi  sotto  la  direzione  del  prefetto  del 
campo.  Nella  eventualità  d'  una  rapida 
ritirata,  si  affidavano  i  feriti  agli  abi- 
tanti delle  città  attraversate,  che  do- 
vevano l'isponderne,  pena  la  vita,  ma 
che  venivano,  poi,  indennizzati  per  il 
loro  disturbo. 

Ai  tempi  di  Cicerone,  sorsero,  siil 
campo,  tende  speciali  pei  feriti,  con  in- 
fermieri e  con  un  «  medicus  castrensis  ». 
Sotto  r  Impero,  Tiberio  metteva  a  di- 
sposizione dei  soldati  degenti  le  sue 
lettighe,  i  suoi  medici,  la  sua  Casina, 
e  perfino  il  suo  bagno  portatile  ;  Ger- 
manico li  visitava  e  confortava  ;  Traiano 
una  volta  giunse  a  spogliarsi  delle  pro- 
prie vesti  per  approntare  bende.  Nel  VI 
secolo,  Maurizio  imjieratore  d' Oriente 
organizza  un  corpo  di  cavalieri  •«  depu- 


351  -- 


Un  ospedale  di  guerra  attendato  della  Croce  Rossa,  da  50  letti. 


tati  »  per  la  ricerca  dei  feriti.  E  così  sor- 
gono le  prime  ambulanze  volamti. 

Con  r  invasione  dei  barbari,  scom- 
pare ogni  traccia  di  servizio  sanitario. 
Ma  nel  l'ylMi  esso  risorge,  ed  alfine,  coi 
temiti  napoleonici,  assume  aspetto  quasi 
moderno. 

Tuttavia  non  si  può  dire  die  le  con- 
dizioni dei  feriti  fossero  allora  molto  con- 
fortanti. Non  esistendo  ancora  l'asepsi 
e  non  essendo  convenuta  la  loro  neu- 
tralitù,  le  cure  riuscivano  dittìcili  ed  il 
nemico  era  ben  lungi  dal  rispettare  le 
ambulni!Z<>.  Nrlla  guerra  di  (rimeii.  su 


ma  anche  alla  penuria  dei  medici  e  dei 
locali.  Basti  dire  che  in  Crimea,  nel 
maggio  1855,  soi)ra  un  esercito  di  108,000 
uomini  si  contavano  api>ena  78  medici 
di  ambulanza,  cioè  0,72  per  ogni  1000 
soldati.  In  Italia,  nel  1859,  sopra  100,000 
uomini, 'non  c'erano  che  132  medici  di 
j)rima  linea,  vale  a  dire  0,82  per  ogni 
1000  uomini  di  truppa.  A  Magenta  cia- 
scun medico  di  ambulanza  era  costretto 
a  curare,  in  media,  170  feriti  o  infermi, 
e  a  Solferino  500! 

Dopo  la  convenzione  di  Ginevra,  di 
cui  discoiieiT'uio  ])iù  ap])resso.  la  nostra 


Servizi  della  Croce  Rossa  in  prima  linea. 


500,000  uomini,  la  Francia  ne  perdette 
95,  fi  ir»,  di  cui  ben  75,000  per  infezioni 
di  carboiu-hio,  di  scorbuto  e  di  tifo. 
Su  100  ami)utati  di  coscia,  in  Crimea 
ne  morirono  91,  in  Italia  7H.  Negli  am- 
l)utati  di  braccia,  i  decessi  raggiungono 
la  cifra  del  55  per  cento.  Tale  morta- 
lità si  deve  non  solo  alla  mancanza  di 
raT)idi   e   sicuri    mezzi   di  disinfczione, 


Sanità  militare  —  come  <iuella  di  tutti 
gli  altri  i)ae8Ì  —  cominciò  ad  assuuuu-e 
un  organismo  veramente  vasto  e  com- 
patto. I  sempre  crescenti  progressi  «Idia 
scienza,  che  permettevano  di  combat- 
tere lo  epidemie  e  di  sterilizzare  le  fe- 
rite, che  mettevano  mezzi  meccanici 
eccellenti  a  disposizione  dei  medici,  e 
la  sicurezza  della  neutralità  dei  feriti, 


—  352  — 

1.  Tenda  tipo  Croce  Eossa,  per  accpttazione  infermi  e  «lepocito  loro  corredo.  —  2.  3.  Tende 
tipo -Bai'wiarin  per  infermerie  con  21  letti.  —  4.  Tenda  tipo  Croce  lìossa  per  alloggio  personale 
direttivo.  —  5.  Tenda  i)er  la  farmacia  e  il  personsile.  —  6  Tenda  per  il  magazzino.  —  7.  8.  Tende 
jier  alloggio  personale  d'assistenza.  —  9.  Tenda  tipo  Indiano  per  alloggio  direttore,  —  10.  Tenda 
per  la  Direzione  e  l'Amminiatrazione.  —  11.  Tenda  ]jer  infermeria  con  due  ufficiali.  —  12.  Te-ula 
di  isolamento  per  due  infermi. 4.  Tenda  tijìo  Gnida  i)er  operazioni  chirurgiche.  —  B.  Cucina. 


Ospedale  di  guerra  attendato  da  50  letti.         ^  Scala  1:250. 


aòiì  - 


Treno  ospedal»  e  dame  della  Croce  Rossa. 


diedero  il  uecessario  sviluppo  a  queste 
pietose  legioni  che  seguono  gli  eserciti 
combattenti. 

Oggi  la  nostra  Sanità  militare  è  così 
costituita  : 

1.  Treni  attrezzati,  cioè  treni  com- 
posti di  comuni  vetture  di  terza  classe. 
ai  cui  lati  si  trovano  tre  ordini  di  ba- 
relle. In  questi  treni,  che  al  ])rinci])i() 
della  guerra  presente  non  erano  inter- 
comunicanti ed  ora  lo  sono,  si  raccol- 
gono i  feriti  dalle  prime  linee  ])er  tra- 
sportarli nel  territorio  e  distribuirli  nei 
varii  ()S])edali. 

2.  Posti  di  medicazione,  con  me- 
dici reggimentali. 

3.  Sezioni  di  sanità,  che  seguono 
la  divisione. 

4.  Osjìedaletti  di  ;'0  letti. 
.').  Ospedali  di  200  letti. 

6.  Ospedali  da  campo,  con  100, 
150  o  200  letti,  air  occorrenza  someg- 
uiabili. 

7.  Ospedali  territoriali  di  riserva. 
Tale  la  ììsonomia  della  nostra  Sanità 

niilitare.  che  ha  medici,  infermieri,  por- 


taferiti ed  inservienti  proi)rii.  Ma  sic- 
come le  sue  funzioni  si  esplicano  al 
modo  stesso  di  quelle  della  Croce  Rossa, 
dicendo  di  (luesf  ultima  —  che  ha  una 
storia  anche  interessante  ed  uno  svi- 
hip])o  di  poco  inferiore  —  verremo,  im- 
l)licitamentc,  a  dire  di  essa  juire. 

La  Croce  Rossa  italiana. 

La  Croce  Rossa  integi'a  i  servizii 
della  Sanità  militare  e  jìrcsta  l' opera 
sua,  altresì,  in  pubbliche  calamità.  È, 
anzi,  «luesto  suo  secondo  scopo  che  la 
differenzia  e  la  caratterizza. 

Nel  1901  accorse  a  Napoli  per  com- 
battere r  epidemia  di  tifo  e  ])este  bub- 
bonica ;  nel  1905  inviò  molti  ufficiali, 
120  militi,  108  grandi  tende  da  osjjodale 
e  varie  auibulanze  da  montagna  in  Ca- 
labria per  assistere  i  coIj)iti  dal  terre- 
moto ;  nel  1907  si  portò  in  aiuto  delle 
vittime  dell'  eruzione  d<d  Vesuvio  ;  nel 
1908  ju'estò  opera  validissima  alle  vit- 
time del  terribile  terremoto  calabro- 
siculo,  inviando  sul  posto  252  ufficiali, 


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781  militi,  260  dame  iiifo.rmiore  con  10 
08pe(lali  da  guerra,  10  ambulanze  da 
montagna,  30  infermerie  attendate,  due 
treni  ospedali,  una  nave  ospedale,  tende, 
baraecke    e    10    tonnellate    di    cotone, 


luterno  di  un  treiio-ospeilale 
della  Croce  Rossa. 

54,000  metri  di  garza,  60,000  bende, 
1000  letti,  12,760  vestiti  completi,  38,000 
effetti  di  vestiario,  10  vagoni  di  legname; 
nel  1910-11  mobilitò  105  medici  e  518 
inlermieri  per  accorrere,  specie  nel  Mez- 
zogiorno, a  combattere  T  exndemia  co- 
lerica, imj)iantando  lazzaretti,  tre  grandi 
ospedali  da  guerra,  300  tende,  ambu- 
lanze, barelle,  ecc.  ;  nel  1915  assisto  i 
reduci  del  terremoto  della  Marsica  con 
90  medici  e  290  infermieri,  e  costruì, 
poi,  a  sue  spese,  molte  baraccbe  per  i 
superstiti.  Ma  in  tempo  di  pace  la  Croco 
Rossa  ha  anche  servizii  regolari:  essa 
ha  fatto,  dal  1900  in.  poi,  tutta  una 
campagna  antimalarica  nell'  Agro  Ro- 
mano, nelle  Paludi  Pontine  ed  in  Sici- 
lia, inij)iantando  12  stazioni,  con  un 
medico,  un  infermiere  e  un  conducente 
per  l'Agro  e  le  Paludi;  impiantandone 
87,  con  62  medici  e  105  militi,  per  la 
Sicilia  ;  ha,  poi,  istituito,  ancora  in  Si- 
cilia, un  vero  servizio  di  assistenza  per 
gli  infortunii  degli  operai  che  lavorano 
nelle  zolfatare. 

Il  vero  precursore  della  Croce  Rossa 
fu  il  grande  chirurgo  napoletano  Fer- 
dinando Palasciano-  (1815-1891),  nel 
senso  che  si  deve  a  lui  se  potè  essere 
convenuta  fra  gli  stati  d'Europa  quella 
neutralità  dei  feriti  senza  la  quale  una 
istituzione  come  questa  non  avrebbe 
mai  potuto  sorgere  su  basi  così  larghe 
e  così  solide.  Nel  1846  egli  pubblicava 
una  Guida  medica  del  soldato,  e  nel  1848, 
all'  assedio  di  Messina,  prodigava  le 
stesse,  amorevoli  cure,  tanto  ai  soldati 
borbonici,  quanto  ai  rivoluzionari,  ri- 
spondendo, con  nobile  coraggio,  al  ge- 


neralo Filangieri,  che  lo  minacciava  di 
fucilazione  :  •«  Non  è  nemico  un  ferito  >. 
Durante  la  campagna  del  1859,  colpito 
dall'  eccessivo  numero  dei  morti  in  rap- 
porto a  quello  dei  feriti,  ne  cercò  e 
scoprì  la  causa  nella  deficienza  di  per- 
sonale e  materiale  sanitario.  Nel  1860 
si  ebbe  la  medaglia  d' oro  jjer  1'  opera 
sua  di  chirurgo  i)restata  sul  cami)0  di 
battaglia,  e,  l' anno  seguente,  il  15 
aprile  1861,  in  una  memoria  all'  Acca- 
demia Ponta^iana,  mentre  bandiva  un 
concorso  a  premio  per  la  comi>ilazione 
di  un  Manuale  di  cMrurrjia  militare, 
scriveva  :  -«  È  necessario  che  le  Potenze 
belligeranti  riconoscano,  reciprocamente, 
il  princ-ipio  della  neutralità  dei  combat- 
tenti, feriti  o  malati,  i>er  tutto  il  tempo 
delle  cure  ;  ed  è  necessario  aumentare 
illimitatamente  il  personale  sanitario 
durante  tutto  il  tempo  della  guerra  *. 
La  memoria  del  Palasciano,  pubbli- 
cata in  1000  esemplari  —  tiratura  fa- 
volosa per  quei  tempi  —  venne  diffusa 
noli'  esercito,  nel  corpo  dei  volontarii 
e  trasmessa  al  Governo  italiano  e  a 
quelli  stranieri.  E  *  questa  nobile  ini- 
ziativa —  osserva,  in  una  sua  recente 
conferenza,  il  prof.  Postempski  —  si 
fece   strada   dopo  la  gloriosa  battaglia 


La  cucina  di  uu  treno-otsptsdale 
delia  Croce  Rossa. 

di  Solferino.  Fu  allora  che  il  francese 
Arnault  e  lo  svizzero  Dunant,  invoca- 
rono la  costituzione  di  grandi  associa- 


355  - 


«ioni  volontarie,  lo  quali  supplissero 
alla  deficionzH  numerica  del  servizio 
sanitario  di  {guerra  ». 

Ma  la  neutialitiV  caldeggiata  dal  Pa- 
lasciano  non  venne  pro]K)8ta  alle  Po- 
tenze europee  ])rinia  del  1864,  a^no, 
a|)punto,  in  cui  a  Ginevra  fu  <liscuasa 
ed  appr«)vata  la  nota  convenzione.  Da 
allora  data  la  nascita  della  Croce  Rossa. 
La  sua  bandiera  —  inversione  di  quella 
elvetica  —  simboleggia  tregua,  jiace, 
cariti\  cristiana. 

L'  Italia  6  tra  le  primissime  nazioni 
che  la  istituirono.  Nello  stesso  anno 
1804  sorse  a  Milano  il  Comitato  Cen- 
trale. Era  ]>iccola  cosa,  ma  gij\  orga- 
nizzata abbastanza  se  potò  agire  tin 
dal  ISOr.  a  Monterotondo,  nel  1867  a 
Mentiina  e  nel  1870  a  Roma.  Tuttavia 
essa  cominciò  ad  assumere  una  forte 
base  nel  1882.  (juando  venne  eretta  in 
ente  morale  (leggo  del  30  Maggio).  In 
quest'  epoca  il  Prestito  Nazionale  a 
premii,  e  molte  elargizioni  cospicue  di 
italiani  residenti  all'  estero,  le  dettero 
quei  mezzi  economici  che,  a  poco  a  poco, 
dovevano  ]>ermetterle  di  svolgere,  in 
maniera  vasta  e  seria,  il  nobile  suo 
apostol;jto. 


Vellllia  lii   MiiiKiiiiin   ni-,if.  iraui  vie  iiilllliiip;ili 

di  Roma,  traafurmata  1d  vetture  purtaieriti. 

Come  funziona 
la  Croce  Rossa. 

La  Croce  Rossa  italiana  vive  del  con- 
tributo di  socii  ordinarli,  perpetui  e  be- 


Aiiibulauze  fluviali  della  Croce  Rossa. 
Sul  Sile. 

ncm eriti.  I  primi  si  impegnano  a  versare 
la  tenue  somma  di  L.  5  all'anno,  per  un 
triennio  ;  i  secondi  versano  L.  100  una 
volta  sola,  e  i  terzi  L.  500,  ancbe  una 
sola  volta. 

La  Croce  Rossa  è  retta  da  un  Co- 
mitato Centrale,  che  risiede  a  Roma 
ed  lia  un  Presidente  nominato  i)er  de- 
creto reale.  A  questi  spetta  la  8ui)rema 
direzione  e  la  rappresentanza  giuridica 
dell'  ente. 

Posta  sotto  il  patronato  delle  LL. 
MM.  il  Re,  la  Regina,  e  la  Regina  Ma- 
die, la  Croce  Rossa  ha  diviso  il  terri- 
torio nazionale  in  circoscrizioni  e  di- 
])artimenti  marittimi,  sedi  dei  Comitati 
Regionali,  da  cui  dipendono  i  Comitati 
di  Sezione,  di  Distretto  e  gli  altri  uf- 
tici  minori  (Comitati  e  Delegazioni  Co- 
muiuili  con  Sezioni  femminili).  Ogni 
Comitato  Regionale  ba  in  dote  da  3 
a  4  ospedali  da  guerra  e  da  3  a  5  am- 
bulanze, treni,  ecc.  I  Comitati  di  Di- 
stretto dispongono  di  ambulanze. 

La  Croce  Rossa  ba  personale  «liret- 
tivo  (medico,  farmaceutico,  amministra- 
tivo, religioso)  e  personale  d'  assistenza 
(infermieri,  portaferiti,  automobilisti, 
inservienti).  Nel  1906,  come  gih  in  Russia 
e  in  Francia,  cominciò  a  costituirsi 
quella  schiera  di  infermiere  volontarie 
che  —  presieduta  dalla  I^tichessa  d'Aosta 
—  doveva,  in  breve  temi)o,  estendersi 
miracolosamente,  raccogliendo  tutte  lo 
classi  sociali,  dalle  ])iù  elevate  alle  ])iù 
umili,  e  i>ortar  tanto  sollievo  nuiteriale 
e  morale  ai  reduci  delle  più  sanguinose 
battaglie,    a    coloro    per    cui,    dopo  gli 


stenti    ft    le    sofferenze    sopportate,    il  1 .  Gli   ospedali   da  guerra  someg- 

dolce  vqlto  della  donna  e  la  bonti\  del    giahili,  che   sono  63,   e  clic  contengono 

da  50  a  150,  e  pei-lino  a  200  letti.  Essi 


suo  cuore  rappresentano,  i)er  sé  stessi, 
il  maggiore  fattore  della  guarigione. 
Alle  dame  volontarie  si  aggiungono  i 
soldati  infermieri,  scelti  fra  coloro  che 
non    abbiano   impegni    militari  o  li  ab 


servono  ad  a<'cogliere  feriti  e  malati 
provenienti  dalle  zone  piìi  avanzate  del 
servizio  sanitario. 

2.  Le  aitto-amhulanzc,  che  sono  91, 


biano  già  compiuti  o  appartengano  alla  leggerissime  e  mobilissime,  per  il  rico- 
terza  categoria.  Questi  ultimi,  se  già  vero  temporaneo  dei  feriti  in  prossimità 
iscritti  alla  Croce  Rossa,  sono  dispen-  alla  prima  linea.  Esse  si  arricchiscono 
sati  dal  rispondere  ad  eventuali  chia-  di  due  tende  e  —  queste  escluse  —  pos- 
sono, all'  occorren- 


mate  alle  armi,  sia 
]nire  i)cr  semplice 
istruzione. 

La  Croce  Rossa 
fino  al  1915  posse- 
deva un  materiale 
valutabile  in  3  mi- 
lioni e  mezzo  di 
lire,  ed  aveva  un 
l)ersonale  di  2975 
ufficiali  (medici, 
farmacisti,  conta- 
bili), di  4000  militi 
e  molte  infermiere 
volontarie.  Oggi,  a 
\\u  anno  di  distanza 
dalla  nostra  entra- 
ta in  guerra,  que- 
ste cifre  sono  piìì 
e  h  e  raddopj)iate. 
Essa  si  è  arricchita 
di  un  mateinale  di 
I)rimo  ordine,  sjje- 
cialmente  per  ciò 
che  si  riferisce  agli 
strumenti  chirur- 
gici, agli  apparec- 
chi radiografici,  ai 
mezzi  atti  a  qua- 
lunque ricerca  chi- 
mica e  batteriolo- 
gica,   ed  accoglie 

intorno  a  sé  eccellenti  chirurgi,  in  gran 
parte  provenienti  dagli  ospedali  civili. 

Lo  stesso  dicasi  dei  socii.  L'  anno 
scorso  ve  ne  erano  30,000  :  pochi,  in 
verità,  i)er  un  paese  che  conta  30  mi- 
lioni e  mezzo  di  abitanti.  Oggi  si  è 
fatto,  anche  da  questo  lato,  un  salto 
innanzi  ])rodigioso,  portando  il  loro  nu- 
mero a  190,000. 

La  Croce  Rossa  possiede  attual- 
mente : 


Ospedale  terzi toiiale  della  Croce  Rossa 
a  Vijrevano. 


za,  trasportarsi 
anche  a  8i)alla 
d'  uomo. 

3.  Le  sezioni 
sanitarie  automo- 
bili, che  sono  25  e 
non  vanno  confuse 
con  le  precedenti. 
Esse  constano  di 
un  auto-carro  (pel 
trasporto  del  per- 
sonale e  del  mate- 
riale) e  di  auto- 
ambulanze per  il 
trasporto  dei  ma- 
lati o  feriti.  Fun- 
zionano come  se- 
zioni di  sanità  mi- 
litare. 

4.  Le  ambu- 
lanze fluviali  e  la- 
ytmari,  ohe  sono  2, 
e  servono  quando 
si  rende  più  ojjpor- 
tuno  il  trasporto 
per  via  acquea. 
Constano  di  5  bar- 
coni e  3  piccole 
barche,  tutte  re- 
quisite, che  navi- 
gano   a   vapore,    a 

vela  o  a  remi.  Ogni  barcone  può  conte- 
nere da  40  a  46  malati,  su  letti-barelle. 

5.  Le  navi-ospedale,  che  sono  2,  e 
vengono  requisite  fra  quelle  mercantili 
addette,  in  tempi  normali,  al  trasporto 
degli  emigranti,  i)erchè  più  capienti.  Il 
loro  interno  ò  trasformato  in  modo  da 
contenere  gi-an  numero  di  letti-barelle, 
una  sala  operatoria  e  quant'  altro  oc- 
corra alle  assistenze  dei  ricoverati. 

6.  I  treni-ospedali,  ciie  sono  21,  e 


Sali  purgativi  di  Saint  Vincent 

(la  Karlsbad  italiana) 

Sovrani  nella  cura  delle  malattie  di  stomaco,  intestino,  fegato 
del  ricambio  specialmente  della  diatesi  urica. 


-  357  - 

servono  a  trasportare  i  feriti  dalle  unità  7.  I  potti  di  soccorso,  che  sono  66, 

di    seconda    linea    nel   territorio  nazio-  e    si  trovano    lungo   le  linee   di   tappa 

naie.    Si   compongono   di  vetture  di  3'  della  seconda  zona,  nelle  principali  sta- 

classe  di  un  modello  combinato  per  la  zioni  ferroviarie  della  terza  zona  —  ove 

rapida    trasformazione.    Ogni   treno  —  il  transito  dei  treni  militari  ò  continuo 

fornito   dalle   ferrovie  —  consta   di    14  —  e  agli  scali  marittimi.   Sono  di  1»  0 


Ospedale  della  Croce  Rossa  a  Siena. 

vetture  e  un  bagagliaio.  Tredici  di  que-  di  2»  classe,  secondo  la  maggiore  o  mi- 
ste vetture  sono  intercomunicanti  ed  nore  loro  dotazione,  e  servono  per  rico- 
hauno  infermerie  per  ufficiali  e  soldati,  verare  malati  o  feriti  di  passaggio,  che 
camera    operatoria,    farmacia,    cucina,  appaiano   bisognosi  di  cure  urgenti.  A 


U.ii>«dale  territoriale  della  Croce  Rossa  a  Siracusa.  —  Una  iafermeria. 


dormitorio  per  il  personale^  ufficio  am- 
ministrativo. Ciascun  treno  può  portare 
206  malati  tutti  coricati,  e  352  qualora 
309  di  questi  possano  star  seduti  e  sol- 
tanto 43  restino  u  letto. 


tale  scopo  hanno  sempre  un  certo  nu- 
mero di  letti-barelle.  Colui  che  non  può 
proseguire  il  viaggio,  viene,  quindi, 
sceso  al  posto  di  soccorso,  con  tutta  la 
sua   barella-letto,    e,    nel  treno,  il  suo 


posto  viene  occupato  dalla  barella  vuota 
tolta  alla  stazione  stessa  di  soccorso. 
Vi  sono,  poi  :  148  tende  da  ospedali 
1  lancia  a  benzina;  8  stazioni  di  rifor- 
ninionto  ])er  ambulanze  fluviali  ;  8  ma- 
j:;azziiii  di  rifornimento  (Torino,  Cuneo, 
Milano.  Verona,  Bologna,  Firenze,  Ro- 
ma,  Palermo). 


-  358  - 

Lra  Croce  di  Malta. 


Alla  Croce  Rossa,  si  accoppia,  come 
abbiamo  detto,  sebbene  in  proporzioni 
assai  piti  esigue,  nell'  assistenza  ai  fe- 
riti, la  Croce  di  Malta,  nome  sotto  cui 
la  maggioranza  designa  l'Associazione 
dei   Cavalieri   Italiani  del  Sovrano  Mi- 


X- 


Scuola  per  i  militi  della  Croce  di  Malta. 
Il  Priucipe  Lelio  Orsini  dirige  uua  lezione. 


Un  comj)]esso,  dunque,  di  245  unità 
osiìcdaliere  mobili,  senza  contare  i  nu- 
merosi ospedali  territoriali  sorti  in  tutte 
le  città  nostre. 

La  Croce  Rossa  italiana  apparve 
per  la  i)rinia  volta,  ufficialmente  orga- 
nizzata, nella  campagna  d'Africa  del 
1895.  Dopo  la  battaglia  di  Adua,  essa 
inviò   una   spedizione  in  Abissinia  per 


litare  Ordine  di  Malta,  forse  perchè  1 
militi,  da  essi  istruiti  al  pietoso  scopo, 
portano,  per  distintivo,  le  stellette  con 
la  croce  ad  otto  punte,  proi)ria  di  quel- 
r  Ordine. 

Come  la  Croce  Rossa,  così  questa, 
equiparata  all'  esercito  fino  alla  sec(mda 
metà  dell'  anno  scorso,  venne  militariz- 
zata con  decreto  in  data  23  Decenibre 


Scala  1  :  225  circa. 

Tipo  di  carrozza  ridotta  ad  infermeria  di  nn  treno  ospedale 

dell'Associazione  dei  Cav.  It.  del  S.  M.  Ordine  di  Malta  pel  servizio  sanitario  in  guerra. 


andare  a  riprendere  i  nostri  soldati 
prigionieri  del  Negus,  e,  a  scaglioni,  li 
ricondusse  in  Patria,  Nella  inn  vicina 
guerra  italo-turca,  svolse  una  alacre, 
fervida  attività.  Si  rese  pure  utile  in 
Cina,  partecii)ò  alle  ultime  guerre  bal- 
caniche, assistendo,  con  fraternità,  la 
Serbia,  la  Bulgaria,  la  Grecia  e  il  Mon- 
tenegro. 


1915.  I  militi  di  entrambe,  quindi,  hanno 
smesso  le  divise  sj)eciali,  proprie  ai  loro 
enti,  e  hanno  indossate  quelle  grigio- 
verdi, che  ne  migliorano  1'  estetica  ma 
ne  aumentano  le  responsabilità. 

L'  Ordine  di  S.  Giovanni  di  Gerusa- 
lemme, detto  anche  di  Rodi,  e,  più  tardi, 
di  Malta,  ebbe,  fin  dalle  sue  origini,  ca- 
rattere ospedaliero,  religioso,  militare, 


-  ^51) 


ariatocrati(M)  o  nionarcbico.  Ospedaliero, 
}»o^c•h^  fonduto  i»er  ricevere  nell'  Ospe- 
dale di  Geriisalemine  i  pelle^irini  clic  ivi 
si  recavano  e  gli  infernii  di  t>;ini  nazio- 
nalità ;  relijiioso,  perdio  i  suoi  compo- 
nenti fanno  voti  di  castità,  povertà  ed 
obbedienza;  militare  i)ercbò  tutti  coloro 
cbe  vi  appartensiono,  secondo  lo  si)irito 
d'origine,  debbono  combattere  gli  infe- 
deli per  proteggere  i  cristiani;  monar- 
chico, perchè  è  retto  da  un  capo  inamo- 
vibile, con  potere  sovrano;  aristocratico, 


dall'  immaginare  che  dalla  loro  mode- 
sta iniziativa  dovesse  sorgere  un  giorno 
l'Ordine  cavalleresco  più  potente  e  più 
glorioso  d'  Europa  ;  o  che,  malgrado  le 
contrarie  vicende,  dopo  circa  nove  se- 
coli, esso,  fedele  alla  tradizione,  avrebbe 
continuato  l'opera  dei  i)ii  promotori  ed 
ampliata  la  sua  sfera  d'azione. 

Sull'esempio  dei  Cavalieri  di  ISIalta 
sorsero  istituzioni  ospedaliere  del  ge- 
nere non  solo  in  Italia,  ma  anche  in  In- 
ghilterra, in  Boemia,  nella  Slesia,  nella 


Nel  IV  treno-ospedale  della  Croce  di  Malta. 


infine,  perchè,  negli  aflF;iri  più  importanti, 
il  Gran  Maesjtro  ed  il  Consiglio  eserci- 
tano un'  assoluta  autoritit. 

Il  Sovrano  Militare  Ordine  di  Malta 
è  il  più  antico  ordine  cavalleresco  d' Ita- 
lia, risalendo  le  sue  origini  alla  prima 
metà  dell'  XI°  secolo.  Fu  precisamente 
nel  1048,  che  alcuni  mercanti  amalfitani, 
i  quali  trafficavano  in  Oriente,  fonda- 
rono in  Gerusalemme  la  piccola  associa- 
zione e  1'  osi)edale  sopra  ricordato.  Que- 
gli uomini  caritatevoli  erano  ben  lungi 


Westfalia  ed  altrove,  dando  ovunque  i 
più  splendidi  risultati. 

Mediante  l'opera  ed  il  denaro  dei 
Cavalieri  di  S.  Giovanni  di  Gerusa- 
lemme sono  state  alleviate  molte  soffe- 
renze dei  malati  e  dei  feriti  durante  lo 
guerre  combattute  nel  secolo  XIX  :  od 
allorquando,  dopo  la  famosa  conven- 
zione lirmata  a  Ginevra  il  22  agosto  1861:, 
nel  18C9  si  tenne  a  Berlino  la  confe- 
renza per  meglio  definire  ed  organizzare 
il  servizio  sanitario  jìcr  i  malati  e  feriti 


Per  gli  OMNIBUS  dei  Servizi  Pubblici  Automobilistici 


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-  360 


in  guerra,  l' Ordine  di  Malta,  rappre- 
sentato da  uno  dei  suoi  membri,  si  di- 
chiarò pronto  a  cooperare  con  le  asso- 
ciazioni di  soccorso  nell'opera  di  carità 
a  beneficio  dei  feriti. 

E  fu  appunto  in  seguito  a  tale  ade- 
sione che,  a  somiglianza  di  quanto  venne 
operato  in  Austria  dai  Cavalieri  della 
Lingua  di  Alemagna  ed  in  Prussia  dai 
Cavalieri  delle  Associazioni  di  Slesia  e 
Westfalia,  si  costituì  anche  in  Italia, 
dietro  iniziativa  del  Gran  Magistero, 
V Associazione  del  Sovrano  M'dllare  Or- 
dine di  Ifalta  per  il  soccorso  dei  malati 
e  dei  feriti  in  guerra,  associazione  di  cui 
è,  ora,  capo  supremo  il  Bali  conte  Ber- 
nardo Lambertenglii,  gran  Cancelliere 
del  Magistero  e  Luogotenente  del  Gran 
Maestro  dell'  Ordine. 

Questa  Associazione,  retta  da  appo- 
sito Statuto,  ai)provato  dal  suo  Comi- 
tato direttivo  nella  seduta  del  9  gen- 
naio 1877,  in  seguito  alla  convenzione 
•  concliiusa  col  Ministero  della  Guerra  il 
20  febbraio  1884,  estese  notevolmente 
la  sua  sfera  d'  azione  oltre  i  limiti  fìs- 
sati dallo  Statuto  stesso  ;  ed  ora,  fedele 
alla  sua  missione  di  carità,  concorre 
con  tutti  i  suoi  mezzi  a  lenire  le  soffe- 
renze di  quanti  combattono  per  la  gran- 
dezza della  patria. 

Come  la  Croce  Rossa,  così  anclie 
questa  ha  personale  direttivo  e  di  as- 
sistenza. Soltanto  la  sua  direzione  (Pre- 
sidente, Rappresentante  Generale,  Di- 
rettore Cai)o  del  Personale,  Delegati 
Regionali,  Direttori  e  Vicedirettori  di 
unità  ospedaliere)  è  riserbata  ai  Cava- 
lieri dell'  Ordine,  che  nei  tempi  passati 
sfoggiavano  il  loro  inttoi-esco  costume 
iu  velluto,  con  galloni,  spada  crociata, 
croce  dell'  Ordine  al  lato  sinistro  del 
petto,  e  capi)ello  a  piume  bianche,  men- 
tre oggi  vestono  in  borghese  o  con  la 
divisa  di  ufficiali  superiori  dell'  esercito 
italiano. 

Gli  arruolamenti  del  personale  si 
compiono  con  le  stesse  norme  e  moda- 
lità da  noi  già  viste  nell'  esaminar  la 
Croce  Rossa.  Essi  —  che,  per  i  giovani 
appartenenti  alle  terze  categorie,  danno 
del  pari  diritto  alla  esenzione  dal  ser- 
vizio militare  —  sono  obbligatori  per 
due  anni,  e,  in  tempo  di  guerra,  per 
tutta  la  durata  della  guerra  stessa.  La 
istruzione  delle  reclute  si  compie  a  Roma, 
nella  villa  dei  Cavalieri,  a  Santa  Sabina, 
e  con  esemplare  rigore.  Il  delegato  re- 
gionale di  Roma,  Principe  Don  Lelio 
Orsini,  è  il  primo  a  dare  esempio  di 
j)untualità  e  disciplina.  Egli  vuole  che 
si  apprenda  a  perfezione  ogni  cosa,  dal 


pili  semplice  passo  militare  alla  più 
elementare  manovi-a  di  cai'ico  di  l)a- 
rella.  Poiché  i  corsi  di  istruzione  sono 
due  :  il  primo,  di  carattere  tecnico,  con- 
siste in  1  Oiihe  esercitazioni  militari  e 
nella  conoscenza  ju-ecisa,  esatta  di  tutto 
il  materiale,  diremo  così,  rotabile  ;  il  se- 
condo, di  carattere  scientifico,  consiste 
in  una  serie  di  lezioni  sulle  fasciature 
pili  comuni,  sui  disinfettanti  ecc.  Ter- 
minati i  due  corsi,  gli  infermieri  aspet- 
tano di  essere  —  a  mano  a  mano  se  ne 
presenti  il  bisogno  —  chiamati  in  ser- 
vizio attivo. 

La  Croce  di  Malta  che  si  regge  — 
come  abbiamo  già  detto  —  con  mezzi 
])roprii  e  con  le  offerte  dei  Cavalieri 
dell'  Ordine  —  non  i)otendo,  per  con- 
venzione col  Governo,  accettare  altri 
aiuti  —  ha  attualmente  un  effettivo  di 
500  infermieri  e  di  molti  ufficiali.  Il 
numero  non  parrà  esiguo  quando  si 
sarà  d-etto  che  il  suo  servizio  è  quasi 
limitato  ai  treni-ospedali.  Essa,  infatti, 
possiede  ; 

1.  Quattro  ambulanzette  da  cam- 
po —  che  oggi  non  funzionano  perchè, 
trattandosi  di  un  tipo  abolito  dall'  orga- 
nizzazione sanitaria,  il  Ministero  della 
Guerra  —  da  cui  1'  Ordine  dipende  in 
tempo  di  guerra  —  non  le  ha  richiest©. 

2.  Un  ospedale  da  campo  accan- 
tonato, con  100  letti  (in  zona  di  guerra). 

3.  Un  solo  ospedale  territoriale  : 
quello  di  Santa  Marta,  a  Roma,  messo 
a  sua  disposizione  da  Benedetto  XV  e 
contenente  300  letti  che  sono  in  con- 
tinuo aumento.  Questo  ospedale,  vero 
modello  di  organizzazione,  è  diretto  dal 
nob.  Pio  Franchi  dei  Cavalieri,  com- 
mendatore dell'  Ordine. 

4.  Quattro  treni-ospedali,  ciascuno 
composto  di  14  vetture,  compreso  il 
bagagliaio.  Ogni  vettura  contiene  24 
letti-barelle,  disposti  in  due  ordini  ;  la 
lunghezza  totale  del  treno  —  macchina 
esclusa  —  è  di  300  metri  ed  il  suo  peso, 
quando  è  carico  dei  feriti,  raggiunge  le 
400  tonnellate. 

5.  Otto  posti  di  soccorso  in  zona 
di  guerra.  Per  il  momento  ne  funzio- 
nano due. 

La  Croce  di  Malta,  dal  giorno  in  cui 
venne  fondata  (1877),  è  entrata  in  azione 
militare  per  la  prima  volta  nella  guerra 
italo-turca,  disi»onendo,  in  quella  circo- 
stanza, anche  di  una  nave-ospedale.  In 
tempi  di  i)ace,  essa  esplica  la  stessa 
opera  caritatevole  della  Croce  Rossa, 
e,  dopo  il  terremoto  del  1908,  accorse 
in  Sicilia  ove  costruì  una  magnifica  ba- 
racca-ospedale,   che    donò,   poi,   al  Co- 


-  361  - 

mune   di   Messina.    Dol   pari  fii  pronta  Iniziative   privato. 

a  prestarsi  l' anno  scorso,  nell'  assistere  j  nostri  Sovrani. 

e  curare    i  superstiti    del  grave   movi- 

ujonto  tellurico  della  Marsica.  La   Croce   Rossa,  a  differenza  della 

La    sua  bella   caratteristica  è  nella  sua  sorella  minore,  ha  un  grandissimo 

esemplare    disciplina   che   mantiene  in  numero   di   ospedali  territoriali.  Ma  se 


e  del  Quirinale.  —  Nel  giardino. 


tutto    il    personale    e   nella    istruzione  questi,   nella  massima  loro  parte,  sono 

inappuntabile  che  gli  impartisce.  A  ciò  sorti   in   pubblici  locali  forniti  dal  Go- 

provvedono,    don    Lelio    Orsini    e    don  verno,  dalle  prefetture  e  da  comimi  del 

Aspreno  Brancaccio  che,  cooperati  dal-  Regno  (scuole,  collegi,  accademie  ecc.), 


Ospedale  l'iiliizzu  Margherita.  —  Soldati  feriti  uel  giardino 


r  alacre  segretario,  avvocato  Nataletti, 
dal  Palazzo  dell'Ordine  in  via  Condotti, 
muovono  sapientemente  i  fili  della  pic- 
cola ma  perfetta  or{;auizzazioue. 


in  parte  anche  vennero  impiantati  in 
ville  e  i)alazzi  che  il  cuore  di  ricchi 
cittadini  cedette  all'ente  benemerito. 
Ed   ecco   come  le  non  poche  iniziative 


-  362 


private  rientrano  nell'ambito  dell'atti- 
vità della  Croce  Rossa  italiana.  Quante 
t<ono?  E  chi  potrebbe  tutte  numerarle? 
Ricorderemo  e  illustreremo  le  ma j;^ ori. 
I  nostri  Sovrani,  primi  in  ogui  slancio 
di    carità,    apersero    subito  le    loro  di- 


Rey;!iaute  vollero  portare  il  loro  valido 
tributo  nell'assistenza  che  1' Italia  fa 
ai  feriti. 

Il  Palazzo  del  Quirinale,  per  lo  zelo 
infinito  della  stessa  Regina  Elena,  e 
del  Duca  d'Oporto,  è  stato  trasformato 


Ospedale  Palazzo  Margherita.  —  Sala  per  la 


cura  elettri 


J 

m 

* 

W^' 

Ospedale  Palazzo  Margherita.  —  La  mensa  degli  ufficiali. 


more  regali  al  riposo  e  alle  cure  dei 
soldati  reduci  dal  fronte:  dalla  Regina 
Elena  alla  Regina  Margherita,  dalla 
Duchessa  d'Aosta  alla  Principessa  Le- 
tizia,   tutti    i    componenti    della   Casa 


in  modo  da  diventare  uno  dei  più  or- 
ganici ospedali  moderni.  Nella  •«  Sala 
del  Trono  »,  in  quella  degli  ■«  Amba- 
sciatori »  e  in  quella  da  ballo,  si  sono 
stabilite  le  condutture  d' acqua  e  l' im- 


-  803  - 

])ianto    dei    bajiTii,    mediante    un    itige-  RIin*jtl»erita,  e,  per  esaere  precisi,  nella 

mioso  rialzo  dt-l  livello  del  ])aviniento  ;  palazzina    così   detta    dei    Principini  e 

le  stesse  ^aile   sono  state  divise  in  ani-  nell'  ap]>artamento    nn    tempo    abitato 

bienti   ragionevoli,    mediante  tramezzi  ;  dalla    marchesa    di    Villumarlnii.    Esso 

nelle    stanze    attijiue    si    sono   istituite  comprende  120  letti  e  una  (luantiiri  di 

sale  di  medicazione,  operatorie  e  di  ra-  poltrone  a  rotelle  ])er  il  facile  trasporto 


diogratìa,    guardarobe,    reiettorii,    far- 


Ospe.'lnle  Palazzo  Marj^herita.  —  L'u  mutilalo 
the  si  prova  ali'  arti  omttro  dell' Amar. 

macia  e  cucina.  L'ospedale,  destinato 
ad  accogliere  soltanto  soldati  semplici, 
conijìrende  l'intero  a])p!irtamento  del 
prijHO  ])iano  e  consta  di  undici  cor- 
sie, con  206  letti.  I  guardaroba  o;  cu- 
pano  quattro  stanze,  senza  coi. tare 
«jUello  centrale  (i)er  la  bianclier  .i  da 
letto)  che  si  trova  allogato  noli'  :i;;tica 
Cappella  Paolina.  Un  lato  dell'  :»i'par- 
tamento  ospita  le  24  damo  infermiere 
che,  dirette  dalla  Principessa  di  Paterno 
e  coadiuvato  da  5  Figlie  di  S.  Vincenzo, 
portano  agli  ospiti  il  continuo  conforto 
della  loro  delicata  assistenza.  La  far- 
macia si  è  installata  nella  sala  d'  armi 
ed  il  gabinetto  radiologico  nel  salottino 
del  Don  Chisciotte.  Cappellano  è  mon- 
signorr  Beccaria.  I  ricoverati  hanno  ot- 
timi j)asti,  sono  allietati  dal  suono  di 
inni  patriottici,  che  un  grammofono, 
offerto  dai  Principini,  intona  di  conti- 
nuo, e,  oltre  a  ricevere  in  lettura  i 
giornali  quotidiani  e  le  riviste,  posseg- 
gono anche  una  piccola  biblioteca,  messa 
insieme  j»er  loro  dalla  stessa  Regina. 
Naturalmente,  ai  convalescenti  sono 
aperti  i  viali  dei  giardini  por  qualohe 
passeggiata  ristoratrice. 

Non  meno  delizioso  è  1'  opj)edale  isti- 
tuito  dalla   Regina  Madre  nel  Palazzo 


dei  convalescenti  attraverso  i  viali  della 
villa.  Tutto  è  ìiitido  ed  elegante  qua 
dentro,  ed  ogni  cofnodità  h  offerta  agli 
ospiti  :  sale  di  lettura  e  di  scrittìira, 
giornali  e  riviste,  perfino  ac<iue  mino- 
rali. In  ogni  camera  spiccano,  sullo 
l)areti,  massime  dettate  dalla  stessa 
Regina  :  e  sono  massime  che  stimolano 
fortemente  lo  virtù  civili  e  militari  dei 
ricoverati.  L'Augusta  Signora  —  come 
la  Regina  Elena  —  ogni  giorno,  accom- 
pagnata dal  medico  capo,  prof.  Marga- 
rucci,  fa  il  giro  delle  sale,  fermandosi 
letto  per  letto  e  lasciando  in  tutti  il 
ricordo  della  sua  infinita  bontà. 

Alla  Regina  Elena  —  che  ha  offerti 
pure  i  palazzi  Reali  di  Genova,  Caserta 
e  Firenze  —  e  alla  Regina  Margherita, 
si  sono  unite  la  Duchessa  d'Aosta,  col 
mettere  a  disposizione  della  Croce  Rossa 
il  palazzo  della  Cisterna  di  Torino,  e  la 
Principessa  Letizia,  con  1'  offrire  il  ca- 
stello di  Moncalieri. 


Lr' Assistenza 
ai  mutilati. 

Nel  castello  di  Moncalieri  sono  stati 
raccolti  1  mutilati,  o,  per  meglio  dire, 
un  certo  uuniero  di  essi,  giacch^  —  come 
ora  vedremo  —  molti  sono  gli  ospedali 
sorti    (tutti   per  iniziativa  privata)  allo 


-VHW^ 


n  Castello  di  Moncalieri. 

scopo  nobilissimo  di  rieducare  coloro 
che  tornarono  dal  fronte  con  qualche 
arto  di  meno. 

La  rossa  e  massiccia  costruzione 
settecentesca,  che  tante  memorie  custo- 
disce della  Casa  Sabauda,  ò,  oggi,  di- 
venuta la  pietosa  dimora  di  120  ir»  i 
pili  eroici  soldati  d' Italia,  perchè  fra  i 


364 


più  provati.  Con  una  serie  di  adatta- 
menti, il  vetusto  castello  che  oggi  al- 
levia le  sofferenze  fisiclie  e  morali  di 
tanti  infelici,  si  è  trasformato  e  adattato 
ad  ogni  esigenza  dell'  igiene  moderna. 
La  Principessa  sorveglia  di  persona  la 


non  8Ì  rieducano  i  mutilati,  (l)  Questo 
comi)ito,  importantissimo  e  delicatissi- 
mo, spetta  ad  altri  ospedali.  Comin- 
ceremo a  dire  dell'  Istituto  Ortopedico 
Rizzoli,  di  Bologna,  che,  già  esistente 
prima  della  guei-ra,  si  trova,  come  quello 


^ISKi™ 


Ospedale  di  Moncalleri.  —  iSala  di  lettura. 


convalescenza  di  ciascuno,  fino  al  giorno 
in  cui,  debitamente  munito  del  suo  arto 
posticcio,  possa  uscire  dal  castello  e 
tornare  in  seno  alla  famiglia.  Un  egre- 
gio professore  si  incarica  di  insegnare 
a  leggere  e  a  scrivere  agli  analfabeti, 
e,  due  volte  la  settimana,  in  brevi  con- 


dì JMilano,  in  condizioni  specialmente  fa- 
vorevoli a  svolgere,  con  larghezza  e  ric- 
chezza di  mezzi  scientifici,  la  sua  sfera 
d' azione.  L' Istituto  Rizzoli,  almeno  pel 
momento,  è  senza  rivali  in  Italia,  e  com- 
pete con  onore  con  i  migliori  dell'estero. 
Sito  in  San  Michele  in  Bosco,  prcvssc» 


San  Michele  in  Bosco,  Bologna.  —  Istituto  Ortopedico  Rizzoli. 


ferenze,  si  spiegano  ai  soldati  gli  ultimi 
eventi  della  guerra.  Poche  suore  e  dame 
volontarie  coadiuvano  l'Augusta  Signora 
nella  sua  non  semplice  nò  lieve  opera 
di  carità. 

Nel  Castello  di  Moncalieri,  tuttavia. 


Bologna,  fino  dal  giugno  1915,  sotto  la 
direzione  del  maggioro  medico  prof.  Vit- 


(1)  Mentre  correggo  le  bozze  del  presente 
articolo,  apprendo  che  si  è  provveduto,  nel  Ca- 
stello di  Moncalieri,  anche  a  questo.  (N.D.A.). 


-  n05  -^ 


torio  Pnttì,  cominciò  ad  agire  con  que- 
sto nubilissimo  scopo.  Esso  contiene  250 
letti,  di  cui  150  sono  ])er  i  mutilati  o 
100  per  gli  8tor])i  ;  altri  IGO  lotti  ha, 
jioi.  in  uno  8i)ecialc  padiglione  annesso. 
Possiede   salo  di  ginnastica  kiuesitera- 


kinesiterapici  ed  elettroterapici,  riceìii 
di  aippareccliì  modernissimi,  costruiti 
tutti  in  Bologna,  sono  i  pili  completi 
e  ])eiretti  che  esistano  in  Italia.  Quan- 
do i  mutilati  hanno  avuto,  ed  hanno 
appreso   ad   usare,    il   loro  ai)parucchi«» 


Istituto  Ortopedico  Rizzoli.  —  Infermeria  nell'  antico  Retettorio. 


pica,  scuola  di  rieducazione  fisica  e 
scuola  di  cultura  generale.  Inoltre,  ha 
due  siucnrsali  :  una  —  i)er  gli  ufficiali 
—  a  Villa  Favorita,  a  mezza  costa  dal 


ortopedico,  vengono  mandati  a  casa  in 
licenza  di  quattro  settimane.  A  licenza 
finita,  possono,  se  lo  desiderano,  t<»r- 
nare  nella  Casa  di  rieducazione  di  IJo- 


Istituto  Ortopedico  Rizzoli.  —  Infermeria  nella  Sala  del  Museo. 


colle  di  S.  Michele  in  Bosco  ;  l' altra 
—  j)or  i  soldati  —  nelle  scuole  Pascoli, 
in  città.  Nella  sua  officina,  70  esperti 
operai  lavorano  costantemente  a  pro- 
durre   arti    artificiali.    I    suoi   impianti 


logna,  che  contiene  dai  (50  ai  70  letti. 
Qui  trovan(»  scuole  elementari,  superiori, 
commerciali,  agrarie  ecc.  e  scuole  di 
mestieri  (calzolai,  sarti,  falegnami,  ce- 
stai, intagliatori,  legatori  e  disogiiatori) 


-  366  - 

ove    sono    messi    in    prrado   di   tornare  dodici    soltanto.    Questo  numero,  è  in 

utilmeute   nella  vita  civile.  Opii  muti-  breve  molto  aumentato,  e  non  pare  loii- 

lato,  oltre  al  soldo  clie  gli  spetta  come  tano  il  giorno  in  cui,  compiuti  i  lavori  di 

ferito,  riceve  una  lira  al  giorno:  L.  0,30  ampliamento,  già  assai  innanzi,  l'ospe- 

alla   mano    e  L,  0,70  sopra  un  libretto  dale  sarà  capace  di  600  posti. 


Istituto  Ortopedico  Rizzoli.  —  Sala  della  kinesiterapia. 


della  Cassa  di  Risparmio  clie  gli  viene 
consegnato  quando  esce  dall'  Istituto. 


Il  rifugio  Ottolenghi  ha  un  giardino 
di  circa  11,000  m.  q.,  a  cui  conduce  un 


Anche  Milano  ha  il  suo  ospedale  per    viale  alberato,  lungo  150  m.  e  largo  20. 


i  mutilati    a    Gorla  Primo,   nel  Rifugio 
Fanny    Finzi     Ottoleiisilii.     L' osncdah 


L'  edificio  consta  di  un  vestibolo  terreno 

l'elio  soivo  miche  ronir-  s;il.i  da  L-inoco)  d.i 


Istituto  Ortopedico  Rizzoli.  —  Ofìicina  delle  protesi. 

in   cui   presta  assistenza  la  Sanità  Mi-  un  refettorio,  di  varii  dormitori,  di  una 

litare.    è    diretto  dal  maggiore  medico  sala   operatoria,    di   due  laboratorii,   di 

prof.  Galeazzi,  contiene  circa  200  letti,  una   cappella  per  le  funzioni  religiose, 

e  iniziò   la   sua   attività  bellica   racco-  di  cucine  ed  impianti  pel  riscaldamento 

gliendo  un  esiguo  numero  di  mutilati  :  e  il  sollevamento  dell'  acqua.  Numerosf 


—  807  — 

scuole  di  educazioBe  morale  e  tìsica  lo    <  stanza  di  orientamento  »  ove  i  model- 
equipiiniTio  al  procedente.  Esso  possiede    nisainii  aj)par('('clii  dell'Amar  (cielo  ergo- 


pure  i  modcrnissinù  apparecchi  per  mi- 
surare la  capacità  funzionale  dei  muti- 
lati, apparecclii  di  cui  discorreremo  più 
oltre. 

Roma  non  ha  voluto  rimanere  estra- 
nea a  questa  nobile  gara  di  carità.  E 
a  Villa  Miratìori,  siiUa  via  Nomentana, 
generosamente  otìerta  dal  Governo  degli 
Stati  l^^niti,  essendo,  come  tutti  sanno,  la 
sede  del  Pensionato  artistico  nord-ame- 
ricano, ha  essa  j)ure  ai>erto  il  suo  Isti- 
tuto ortopedico.  Diretto  dal  Prof.  Della 
Vedova,  accoglie  80  storpi  e  mutilati  in 


grafo,  cardiografo,  purìunografo,  chiro- 
grafo, artrometro,  luarlcllo  scrivente  o 
pialla  dinamografìca)  gli  misurano  la 
forza  costituzionale,  l' energia  delle  sin- 
gole membra  sane  o  monche.  Mentre 
il  mutilato  si  ])rova  nei  diversi  mestieri 
(alla  pialla,  alla  lima  ecc.),  una  lanc<'tta 
segna  sopra  un  cilindro  di  carta  allumi- 
cata.  i  diagrammi  che  mostrano  ([uale 
sforzo  gli  costi  quel  lavoi'),  (juale  sia  la 
sua  energia  residuale  e  a  [uale  mestiere, 
per  la  nniggiore  o  minoi  e  regolarità  dei 
suoi  movimenti,  sia  \à\\  atto.  Questi  ap- 


Neir  Ospedale  di  Pescia  pei  mutilati.  —  La  Scuola  elementare. 


un  ambiente  che  non  manca  di  nessuna 
comodità,  che  ha  ottimi  ietti,  ampie 
stanze  per  il  bagno  e  i)er  la  doccia,  sala 
di  lettura,  ecc.  La  maggior  parte  dei 
letti  sono  dono  della  Croce  Rossa;  la 
camera  operatoria  ò  im  regalo  dell'  In- 
vernizzi,  e  due  ettaiù  di  terreno  annessi 
alla  villa  sono  dono  del  comm.  E.  Ma- 
raini.  Appena  un  mutilato  giunge  dal 
Policlinico  a  Villa  Mirafiori,  entra  nella 


parecchi  dell'Amar  —  che  il  dott.  Gnaldi, 
sostituto  dell'  illustre  Della  Vi'dova  nella 
«lirezione,  ha  voluto  studiare  per  un  mese 
intero  a  Parigi,  ove,  a  conto  di  S.  M.  la 
Regina  Elena,  ha  acquistati  anche  i  mo- 
dernissimi bracci  Canet,  modello  Amar, 
a  mani  movibili  —  sono  di  una  evidente 
utilità,  e  credo  non  siano  in  uso  in  altri 
os])edali  ortopedici  italiani.  Per  virtù  di 
essi,  si  può  avviare  il  mutilato  nel  me- 


Per  gli  OMNIBUS  dei  Servizi  Pubblici  Automobilistici 

PRKFEKITK    LE 

Gomme  Piene 


WALTER  MARTin„ 


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B(Ì8 


stiere  TPrainntite  adatto  ad  essere  bene 
ayjpreso  da  lui.  Naturalmente  Villa  ]Mi- 
raiiori  —  che  si  è  ai)erta  appena  nel  mag- 
gio lyiG  —  contiene  numerose  scuole  di 
cultura  e  di  rieducazione  fisica.  Ricor- 
deremo quella  elementare  i)er  gli  anal- 
fabeti, diretta  dal  maestro  Adolfo  Paris, 
quelle  commerciali,  ed  i  laboratorii  di 
calzoleria,  con  20  iscritti  ;  di  legatoria, 
con  6  allievi  ;  di  ebanisteria,  con  10  ap- 
prendisti ;  di  saitoria  con  un  alunno  ;  di 
ortopedia  con  11  iscritti  ;  oltre  alle  se- 
zioni di  giardinaggio  (in  cui  i  mutilati 
coltivano  pomodori,  pntate,  cavoli,  ecc.) 
e  di  apicultura,  con  5  alveari,  ai  quali 


teatrino  ali*  aperto,  ove  il  «  Circolo  del 
Soldato  »  —  che  ne  è  donatore  —  tiene 
spesso  qualche  divertente  recita.  Si 
tratta  di  soldati  filodrammatici  che  con- 
corrono ad  alleviare  la  sventura  dei  loro 
camerati. 

Alle  spese  di  Villa  Mirafiori  prov- 
vede il  *  Comitato  Pro  Mutilati  >  (che 
ha  forniti  gli  apparecchi  Amar)  con 
l'aiuto  di  alte  personalità  ed  Enti.  La 
Regina  Elena,  infatti,  ha  offerti  i  co- 
stosissimi bracci  Canet  e  la  Provincia 
ha,  nel  luglio,  votate  20,000  lire.  I  sol- 
dati ricevono  dal  Governo  una  diaria 
giornaliera,  corrispondente  a  quanto  si 


Nell'Ospedale  di  Pescia 


mutilati.  —  Il  Laboratorio  ortopedico. 


ha  provveduto  il  prof.  Costantini,  diret- 
tore dell'Osservatorio  ai)istico  di  Roma. 

In  questo  Istituto,  che  in  poco  tempo 
ha  assunto  uno  sviluppo  notevolissimo, 
sono  in  uso  i  sistemi  più  moderni  di  or- 
tu])edia  e  le  macchine  pifi  delicate  e  ])in 
perfette.  11  prof.  Della  Vedova  vuole 
che  gli  osjìiti  di  Villa  Mirafiori,  possano, 
alla  loro  uscita  definitiva,  trovare  quel- 
r  onesto  e  ben  retribxiito  lavoro  cui 
hanno  diritto.  E  per  questo  non  li  li- 
eenzia  se  non  d()])o  averli  bene  collocati 
in  ofl^icine  o  in  laboratorii.  Finora  due 
di  essi  sono  già  a  posto. 

I  mutilati  di  Roma  —  in  gran  parte 
vittime  del  congelamento  degli  arti  in- 
feriori —  vengono  assistiti,  con  amore 
e  zelo,  dalle  Samaritane  gi-igie,  dirette 
dalla  signora  Tosi,  ed  hanno  perfino  un 


dà  a  tutti  i  feriti  di  guerra.  Al  resto 
pensa  il  Comitato  suddetto. 

Un  altro  istituto  ortopedico  degno 
di  ogni  elogio  è  quello  sorto  a  Pescia 
nella  villa  offerta  —  con  completo  arre- 
damento —  da  Gino  Calderai.  Aperto, 
suir  inizio,  per  la  cura  di  40  ufficiali 
mutilati,  o  feriti  negli  arti  e  nelle  ar- 
ticolazioni, e  bisognosi,  quindi,  di  cure 
fisiche,  ortopediche  e  di  protesi,  venne, 
in  seguito,  adibito  all'assistenza  dei  mi- 
litari tutti,  mutilati  o  storpi. 

Questo  ospedale,  eh'  è  un  vero  mo- 
dello del  genere,  ha,  per  le  cure  chi- 
rurgiche, una  sala  operatoria  fornita  di 
tutti  i  corredi  necessarii  alle  piiì  co- 
muni operazioni  (plastiche,  resezioni, 
amputazioni,  suture  tendinee  e  di  ner- 
vi, eco.)    occorrenti  agli  storpi  e  muti- 


-  3G9  - 


lati  ;  li.a  un  gabinetto  fisioterapico,  cor- 
redato (li  ajiparecchi  elettrici  completi, 
di  ]»iesidi  di  inass;i<i<;io,  di  ginnastica 
medica  e  di  kinesiterapia,  per  provve- 
dere alla  rieducazione  funzionale  degli 
arti  lesi  ;  ha,  infine,  un  completo  labo- 
ratorio per  la  produzione  degli  appa- 
recchi di  ortopedia  e  di  protesi.  Il  labo- 
ratorio, composto  di  4  vasti  ambienti, 
e  fornito  di  tutto  il  macchinario  e  gli 
utensili  occorrenti  alla  lavorazione  del 
ferro,  del  legno  e  del  cuoio,  è  diretto 
dal  tenente  medico  dott.  Alessandri, 
specialista  in  ortopedia,  U  quale  ha  ai 
suoi   ordini   un   capo  ofiìcina,   un  nicc- 


tenente  dott.  Sansoni,  ai  occtipa  anche 
della  rieducazione  monde  e  i)rofe88Ìo- 
nale  dei  mutilati,  anzi  dh  largo  svilu^tpo 
a  questa  parto  della  sua  attività,  ch'ò, 
poi,  la  più  interessante  e  la  piìl  impor- 
tante. Per  la  rieducazione  morale,  ha 
istituita  una  scuola  obbligatoria  che  si 
propone  tre  scopi  :  istruire  gli  analfabeti; 
addestrare  gli  alfabeti,  mutilati  di  brac- 
cio destro,  a  scrivere  col  sinistro  ;  com- 
pletare r  istruzione  dei  più  intelligenti, 
per  addestrarli,  poi,  alla  scritturazione 
a  macchina  e  metterli,  così,  in  grado 
di  poter  conseguire  un  posto  di  scrit- 
turale.   Quanto  alla   rieducazione    jtro- 


Neir  Ospedale  di  Peecia  pei  mutilati.  —  Officina  di  valigeria. 


canico,  un  aggiustatore,  un  falegname, 
un  fabbro  e  im  montatore.  Nel  jabora- 
torio  si  costruiscono  tutti  i  pezzi  oc- 
correnti alla  fabbricazione  degli  appa- 
recchi di  jirotesi  e  degli  arti  artificiali, 
studiando  sempre  nuovi  modelli  perfe- 
zionati. L' attuale  produzione  media  del 
laboratorio  ò  di  15  apparecchi  al  mese 
(18,  se  si  tiene  conto  dei  modelli  di 
prova). 

L'ospedale  di  Pescia,  diretto  con 
molto  amore  e  grande  comi)etenza  dal 
dottorcapitaiio  Gusmitta,  coadiuvato  dal 


fessionale,  i  mutilati,  dopo  che  si  sono 
capito  le  loro  diverse  attitudini,  ven- 
gono addetti  ciascuno  al  lavoro  ad  esso 
più  coufacente.  All'  uopo  esistono  spe- 
ciali sezioni  di  giardinaggio,  orticultura, 
pollicultura  e  coniglicultura,  lavorazione 
in  paglia  e  vimini,  lavorazione  in  zoc- 
coli, calzoleria  e  sartoria.  I  più  intelli- 
genti, poi,  vengono  istruiti  alla  datti- 
lografia —  su  tre  tipi  diversi  di  macchine 
—  alla  telegrafia  ed  alla  lavorazione 
degli  apparecchi  ortopedici.  L' Istituto 
di  Pescia,  cbe  si  ò  aperto  il  14  agosto 


IL   TACCO   DI 
VERA.GOMMA 

mmmo 


-  370 


1915  ed  lia  accolto,  fino  al  giujjno  1916, 
cento  infermi,  di  cui  80  mntiliiti  e  20 
storpi,  oltre  ad  incoraggiare  moralmente 
ài  lavoro  i  suoi  ospiti,  mostrando  loro 
1  vantaggi  che  otterranno  nella  vita 
imparando  qualche  mestiere,  assegna 
pure  un  premio  mensile  di  L.  50  da 
dividersi  fra  i  tre  mutilati  che  mostrino 
maggiore  volontà  di  apprendere  e  di 
produrre. 

In    tal    modo,     esso    è    riuscito    ad 
avere  finora  un  attivo  di  57  apparecchi 
completi  e  di  molti  provvisorii  (grucce, 
strumenti   da   lavoro   ecc.), 
tutti    interamente    costruiti 
nelle  sue  officine. 

In  ultimo  —  ed  è  la  parte 
destinata  a  coronare  i  suoi 
nobilissimi  sforzi  —  esso  si 
occupa  pure  di  collocare  i 
mutilati  allorché  lasciano  la 
sua   sede  :    ed   a  tale  scopo 


Neil'  Ospedale 
di  Pescia. 

Mutilato 

del  braccio 

con  arto 
artificiale 

da  lavoro. 


interessa  direttamente  i  sindaci  dei  loro 
rispettivi  Comuni  ed  i  privati. 

Ma  neir  assistenza  ai  mutilati  non 
v'  è  grande  città  nostra  che  voglia  ri- 
manere dietro  alle  altre.  A  Palermo, 
nella  magnifica  villa  alla  Noce,  ofl^erta 
generosamente  dal  Principe  di  Belmonte, 
si  accolgono  100  degenti,  .che  vengono 
curati  e  rieducati.  E,  siccome  il  loro 
numero  va  aumentando,  anche  la  Prin- 
cipessa di  Baucina  ha  ceduta  la  sua 
casa  di  Piazza  Olivazza  allo  scopo  pie- 
toso. Ma,  non  bastando  ancora,  il  ge- 
nerale Piacentini  ha  requisito  un  gran- 
dioso stabile,  in  via  S.  Lorenzo,  capace 
di  contenere  400  persone,  destinandolo 
alla  sede  centrale  dell'  istituto  palermi- 
tano, che  contiene  i  laboratorii  e  le 
scuole-officine.  Villa  Belmonte,  diviene, 
dunque,  sede  provvisoria  dei  nuovi  ri- 
coverati, i  quali  vi  passeranno  il  primo 
periodo,  necessario  a  stabilire  le  loro 
attitudini  :  quindi,  saranno  trasferiti  a 
S.  Lorenzo  per  addestrarsi  nel  lavoro. 

Un  altro  istituto  ortopedico  italiano 


degno  di  essere  ricordato  h  quello  di  Fi- 
renze, posto  a  Villa  Bondì,  con  150  letti 
e  con  le  sue  brave  scuole  di  rieduca- 
zione professionale.  Infine  si  sta  lavo- 
rando a  Napoli,  a  Modena,  a  Venezia, 
a  Padova,  a  Verona  e  in  tutte  le  mag- 
giori città  nostre,  perchè  nuove  case  di 
cura  sorgano  per  gli  storpii  e  i  mutilati 
della  guei-ra. 

Ma  se  i  mutilati  meritano  questa  ca- 
tena di  sforzi,  cui  non  è  nessuno  che  ri- 
fiuti di  partecipare,  anche  altre  catego- 
rie di  combattenti  debbono  interessarci 
alla  medesima   maniera.    I 
ciechi,  i  sordi,  i  muti,  i  tu- 
bercolotici, non  sono,  forse, 
del  pari  bisognosi  di   cure 
permanenti,  non  rappresen- 
tano forse,  essi  pure,  tante 
classi  di  autentici  invalidi? 
Ed  ecco   il  ■«  Comitato  Na- 
zionale per  gli  invalidi  della 
guerra  »  sorto  in  Roma  nel 
luglio  di  quest'  an- 
no. Grazie  all'  ope- 
ra sua  si  è  inaugu- 
rato   1'  Istituto   di 
assistenza  per   gli 
invalidi  dell'udito, 
che  cura  i  militari 
affetti    da   trauma 
acustico  ;  si  è  aper- 
to, nella  splendida 
villa  offerta  al  Gia- 
nicolo    dall'  amei-i- 
cano  comm.Wurtz, 
r  Istituto  per  i  ne- 
vropatici,  capace  di  oltre  60  letti  ;  sono 
per  aprirsi,  infine,  l' ospedale  pei  muti 
e  quello  pei  tubercolotici.  Ai  nevropatici 
è  preposto  il  prof.  Tamburini  ;  ai  tuber- 
colotici, il  prof.  sen.  Marchiafava  ed  ai 
sordomuti,  il  prof.  Mancioli,  tre  scien- 
ziati, cioè,  di  fuma  mondiale. 

A.ltre  iniziative 
private. 

Fra  le  altre  iniziative  private  occorre 
dire,  innanzi  tutto,  dell'  offerta  fatta 
dal  Principe  Aldobrandini  di  un'  ala 
della  sua  splendida  villa  romana  di  via 
Magnanapoli.  La  Croce  Rossa  vi  ha  rico- 
verati i  soldati  ciechi,  sotto  la  direzione 
del  maggiore  medico,  prof.  Alfonso 
Neuschiiler,  l'insigne  oculista. (i)  Triste 
gruppo    di    abitatori,     che  non    hanno 


(1)  Mentre  correggo  le  bozze  del  presente 
articolo  si  annunciano  le  dimissioni  del  prof. 
Neuschiiler  a  cui  succede  il  prof.  Augusto  Ro- 
magnoli, 11  celebre  cieco  nato,  che  vive  e  pro- 
duce come  veggente.  (N.D.A.). 


-  371  - 


noppiire  il  conforto  di  poter  godere  la 
visione  dei  mngnifiei  giardini  di  questo 
delizit)so  soggiorno;  ma  assistiti  e  con- 
fortati, e,  sojmitiitto,  educati  dai  me- 
dici e  dalle  danu'  volontarie,  con  tanto 
amore,  con  sì  atìettuosa  i)remura,  che 
ad  essi  stessi  paro  meno  cruda  la  gra- 
vità della  loro  disgrazia.  La  Villa  è 
capace  di  ospitare  30  persone  ;  ma  per 
ora  non  ne  accoglie  piìl  di  20.  Nello 
infermerie  —  di  cui  una  pei  feriti  gravi 
che  hanno  poca  speranza  di  salvezza  — 
tutto  è  lindo  ed  ordinato.  Né  mancano 
sale  in  cui  pietosi  assistenti  leggono  i 
giornali  ai  ricove- 
rati o  fanno  loro 
ascoltare  della  mu- 
gica. Ma  ciò  eh'  è 
davvero  importan- 
te è  la  rieducazione 
dei  ciechi,  forse  piìl 
dithcile  che  non  sia 
quella  degli  stessi 
mutilati.  Un  esper- 
to maestro  insegua 
loro  a  scrivere,  ol- 
ti*e  che  col  metodo 
Braille,  anche  a 
macchina.  Qualcu- 
no, in  meno  di  un 
mese,  ha  potuto  ad- 
destrarsi in  modo 
da  scrivere  corren- 
temente. Appositi 
laboratori!  servono 
a  fare  apprendere 
ai  ciechi  anche  un 
mestiere  :  e  già,  nel 
Padiglione  della 
villa,  e'  è  chi  lega 
libri,  chi  impaglia 
sedie,  chi  intesse 
ceste  di  vimini.  Vi 
è  fra  gli  ospiti  an- 
che un  nemico  :  un 
soldato  austriaco 
fatto  prigioniero 
quando  aveva  già 
perduta    la    vista. 

Raccolto  e  curato,  ora  egli  lavora  insie- 
«me  agli  altri.  Sul  principio  i  compagni 
lo  schernivano  :  poi,  ai)prcsosi  che  era 
un  dalmata  e  che  la  sua  famiglia  era 
stata  tutta  distrutta  dall'Austria,  fini- 
rono per  volergli  bene. 

A  Roma  i  Fratelli  delle  Scuole  Cri- 
stiane hanno  offerto  al  Governo  il  loro 
Istituto  De  Merode,  che  accoglie  gli 
ufiiciali  feriti,  jìcr  le  cure  di  convale- 
Bcenza.  Esso  ^  caj»nce  di  150  posti.  Sito 
in  luogo  ceutralissimo,  a  via  Alibert, 
presso   piazza   di   Spagna,    è  provvisto 


Roma. 


di  tutto  quanto  si  possa  desiderare  in 
fatto  di  comodità  e  di  igiene.  A  Torino, 
l'Ordine^  ^Slaiuiziano,  ha  istituito,  inesso 
il  suo  ospedale  civile  —  eh'  (>  rimasto 
intatto  —  un  ospedale  militare  di  ri- 
serva con  300  letti  per  soldati  e  50  per 
ufficiali.  L'Ordine  ha  provveduto,  a  sue 
spese,  al  completo  impianto  ed  all'al- 
lestimento dei  letti  e  so  ne  ne  è  riser- 
vata anche  la  direzione.  Non  solo:  ma 
l'Ordine  ha  offerto  all' autorità  militare 
pure  gli  altri  suoi  quattro  ospedali  di 
Aosta,  Valenza,  Luserna  e  Lanzo  per 
quella  maggiore  disponibilità  di  letti  che 
si  potesse,  d'accor- 
do, concertare.  A- 
Genova  1'  educan- 
dato delle  Suore 
Ravasco,  ha  messo 
una  parte  del  suo 
maguilico  edilìcio 
che  sorge  sul  colle 
di  Carignano,  a  di- 
sposizione del  Co- 
mando militare. 
Nelle  numerose  sa- 
le hanno  potuto  es- 
sere disposti  ben 
1000  letti,  presso 
cui  50  suore  adem- 
piono amorevol- 
mente il  compito 
di  infermiere.  Di- 
retto dal  maggiore 
medico  G.  B.  Ra- 
moino,  l'educan- 
dato ospita,  per 
ora,  300  feriti.  An- 
che il  Seminario  Ar- 
civescovile di  Ge- 
nova ha  offerti  am- 
pli locali  dove  già 
si  accolgono  molti 
infermi. 

A  Milano  l' in- 
dustriale Felice  Bi- 
sleri  ha  istituito,  iu 
una  sua  villa,  com- 
pletamente arre4a- 
ta,  un  ospedale  che  oggi  accoglie  i  feriti 
e  un  giorno  accoglierà  gli  orfani  dei  ca- 
duti. Nelle  sue  due  sale  maggiori,  che 
misurano  metri  32  X  16,  sono  disposti 
150  letti  ;  ma,  come  si  vede,  e'  è  tutto 
lo  spazio  per  aumentarli,  all'occorren- 
za. Le  due  figlie  del  donatore  sono  le 
più  zelanti  infermiere  di  questo  arioso  e 
comodo  ospedale. 

Ma  non  è  jiossibile  dire  di  tutte  le 
iniziative,  di  tutte  le  offerte  della  carità 
jirivata.  Ne  ricorderemo  solo  qualche 
altra,    senza   la  pretesa  di  essere  com- 


Villa  Al(ii)t>ranaii)i.  -  La  grande 
fontana  dell'  ingresso. 


-  372 


pleti.  Presso  Bologna,  per  esempio,  il 
marcliese  Pizzardi  mantiene  a  sue  spese 
nel!'  antico  castello  di  Bentivoglio  un 
ospedale  completo  ;  a  Milano  il  senatore 
Mangili,  a  nome  della  •«  Società  Nord  Mi- 
lano», ha  offerto  le  ville  della  Bicocca 
e  di  Mirabello  ;  sempre  a  Milano,  il  Pio 
Istituto  Bassini  lia  messo  a  disposizione 
della  Croce  Rossa  50  letti  per  malati  e 
feriti.  A  Roma,  il  Principe  Torlonia  lia 
aperto  un  ospedale  da  40  letti  nel  Con- 
servatorio che  si  intitola  al  suo  nome, 
pel  ricovero  di  feriti  non  gravi  o  conva- 
lescenti. A  Pavia,  la  ditta  Vacchetti  ha 
istituito,  nei  locali  del  proprio  stabili- 
mento, un  ospedale  di  100  letti  con  tutti 
gli  impianti  neces- 
sarii;  nella  stessa 
città  il  comm.  Qui- 
rico  Quirici  ha  fon- 
dato un  altro  ospe- 
dale con  150  letti. 
A  Torino  1'  Opera 
Pia  Barolo  ha  stan- 
ziate 50,000  lire, 
mettendo  a  dispo- 
sizione del  Gover- 
no 100  letti  nella 
propria  casa  di 
Moncalieri,  e  la 
Contessa  Caterina 
Caterano  d'Osasco 
ha  offerto  il  suo 
magnifico  castello 
con  relativo  parco. 
A  Milano  la  società 
Carlo  Clerici  ha 
organizzato  un 
ospedale  di  150  letti 
neir  opificio  di  Al- 
pigiano. A  Chivas- 
so  la  ditta  Emilio 
Gallo  ha  donato  un 
ospedaletto  di  90 
letti,  mentre  un  al- 
tro di  60  veniva  of- 
ferto dalla  Pia  So- 
cietà femminile 
ismaelitica  di  To- 
rino. 

E,  ancora:  l'Asilo  Evangelico  e  la 
Lega  femminile  della  Chiesa  Valdese  di 
Milano  hanno  dati  150  letti  ;  il  sig.  Bo- 
nomi  di  Milano  ha  offerto  uno  ospedale 
di  200  letti,  le  cui  spese  di  funziona- 
mento sono  state  assunte  tutte  dalla 
Banca  Commerciale  Italiana  ;  la  con- 
tessa Peon  de  Regis  Serristori  ha  offerta 
la  sua  villa  di  Gonfienti  (Prato)  ;  la  si- 
gnora Anna  Maria  Babington  ha  aperta, 
del  pari,  la  sua  viUa  di  Conegliano. 
Altre  ville  e  palazzi  hanno  messi  a  di- 


Villa  Aidobrandini.- 
riceve  una  lezione 
della  Croce  Rossa. 


sposizione  dei  foriti,  il  cnv.  Giovanni 
Agnelli  di  Torino  (due  ville),  il  cav.  Re- 
nato Piovanelli  di  Roma  (una  villa  sul 
lago  di  Garda),  il  sig.  Piaggi  di  Imola 
(i  locali  vastissimi  del  suo  zuccherificio), 
il  maestro  Giacomo  Puccini  (villa  di 
Chiatri),  il  sig.  Enrico  Alpi  di  Faenza 
(il  suo  palazzo,  assumendo  le  spese  di 
arredamento).  E  anche  gli  alleati  ed 
amici  hanno  voluto  concorrere  all'  assi- 
stenza dei  nostri  feriti  con  la  fonda- 
zione e  1'  esercizio  di  magnifici  ospedali 
nelle  varie  città  d'Italia.  La  Croce 
Rossa  americana  con  un  ospedale  com- 
pleto ;  la  signora  Ines  Pullinini  di  Bue- 
nos-Aires mettendo  telegraficamente  a 
disposizione  del 
Comitato  di  Arona 
il  suo  magnifico 
I)alazzo  in  riva  al 
lago;  l'industriale 
fi'ancese  Michelin 
aprendo  a  Torino 
un  ospedale  per 
cure  chirurgiche, 
capace  di  50  a  60 
letti,  assumendone 
intere  le  spese  di 
esercizio  che  som- 
mano ad  8000  lire 
al  mese,  oltre  quel- 
la di  impianto  che 
si  aggira  sulle 
50,000  lire;  le  Suo- 
re di  Nancy,  dan- 
do, all'  inizio  della 
guerra,  la  loro  casa 
di  Roma  ove,  sotto 
la  protezione  del 
Governo  di  Fran- 
cia, sono  raccolti 
buon  numero  di 
nostri  soldati  feri- 
ti ;  la  colonia  fran- 
c  e  8  e ,  regalando, 
del  pari,  alla  città 
di  Milano  —  che 
gode  pure  di  un 
ospedale  inglese  e 
di  un  altro  russo  — 
una  casa  di  cure  per  feriti,  che  dispone 
di  250  letti. 

Altre  offerte  private  si  riferiscono 
ad  ambulanze  automobili  (due  date 
dalla  colonia  italiana  di  Parigi,  una 
donata  dall'Automobile  Club  di  Torino, 
una  quarta  ofierta  dalla  Fiat,  una  quinta 
dall'  ing.  Carones  di  Milano).  Infine 
moltissimi  hanno  devolute  ingenti  som- 
me alla  Croce  Rossa:  il  comm.  Bruz- 
zone,  delle  Raflìnerie  di  Genova,  si  è 
fatto   promotore   di  una  iniziativa  per- 


-  Il  capitano  Folliero 
tattile  da  una  dama 


373 


che  ogni  società  anouima  del  Regno 
rilasci,  questo  anno,  una  percentunle 
sul  proprio  dividendo,  il  che  dovrebbe 
assicurare  all'  ente  benemerito  circa  4 
milioni   di  lire;    la  Cassa  di  Risparmio 


A  villa  Aldobrandlni.  —  Un  prigiouiero 
austriaco  cieco. 

di  Milauo  ha  elargite  400,000  lire;  il 
comm.  Alberto  Marone,  di  Torino, 
100,000  lire;  il  comm.  Matarazzo  di 
San  Paolo,  auch'egli  100,000;  il  comm. 
Carlo    Sarauw    di    Catania,    10,000;    il 


comm.  Segr?^  di  Trieste,  la  ditta  Mar- 
tini e  Rossi  di  Torino,  ciascuno,  altret- 
tanto; la  Fiat,  20,000  lire;  la  Banca 
Commerciale  Italiana  30,000;  la  fami- 
glia Figari,  di  Genova,  40,000;  il  signor 
(Jamba  di  San  Paolo,  30,000.  E  le  of- 
ferte di  simile  entità  non  si  ^rmano 
qui  :  esse  sono  \nh  numerose  di  quello 
che  si  possa  pensare  ed  a  me  duole  non 
aver  lo  spazio  per  dare  di  ciascuna  di 
esse  il- ricordo. 

Tutti,  dunque,  illustri  ed  oscuri, 
ricchi  e  i)ovcri,  connazionali  ed  alleati 
si  uniscono  in  un  solo,  grande  slancio 
di  carità,  accanto  a  quelli  che  combat- 
tono, per  l' onore  dell'  Italia,  per  la 
salvezza  della  civiltà  d'  Europa.  Che  i 
loro  magnifici  sforzi  siano  coronati  dal 
successo  completo  delle  armi  latine  e, 
a  guerra  finita,  affratellino  gli  animi 
sempre  più  saldamente. 

Roma,  agosto  1916. 

Arturo  Lancellotti. 


Accampamento  inglese  per  feriti  e  convalescenti  dell'  impresa  di  Gallipoli, 
cominciato  alla  Real  Favorita  ai  Palermo  a  metà  di  febbraio  1916,  spiantato  a  mezzo  marzo. 

(Fot,  del  sig.  Halvatore  Dagnino,  Palermo). 


2000! 


La  Villa  Napoleonica  di  San  Martino  presso  Portoferraio  dove  furono  alloggiati 
prigionieri  austriaci. 


I  prigionieri  della  grande  guerra. 


Inter  arma  charitas. 

A  storia  della  terri- 
bile guerra  europea 
non  registrerà  sol- 
tanto inaudite  bar- 
barie e  crudeltà 
spaventose.  Essa 
tram  an  d  er à  anche 
alle  generazioni  fu- 
ture non  poclie  pa- 
gine davvero  sublimi 
di  fratellanza  e  di 
solidarietà  di  gran  lunga  migliori  di 
quelle  che  si  ebbero  durante  le  piìi  tre- 
mende calamità  che  funestarono  il  ge- 
nere umano  nei  precedenti  conflitti  ar- 
mati e  quando  la  j)ace  regnava  sovrana 
nel  mondo. 

La  guerra  moderna  non  ci  ha  portato 
soltanto  i  mortai  da  420  che  distruggono 
i  migliori  capolavori  dell'  arte  ;  gli  -«  zep- 
pelin »•  e  gli  -«  aviatik  *■  che  bombardano 
le  città  inermi  ed  uccidono  donne,  vec- 
chi e  bambini;  i  sottomarini  e  le  mine 
che  affondano  le  pacifiche  città  galleg- 
gianti;   i    liquidi    infiammabni;    i   gas 


asfissianti  e  lacrimogeni  e  tante  altre 
cose  piiì  o  meno  orrende:  essa  ha  an- 
che perfezionato  e  fatto  sorgere  non 
poche  istituzioni  umanitarie  che  riusci- 
rono a  mitigare,  in  un  modo  davvero 
considerevole,  le  conseguenze  più  dolo- 
rose delle  stragi  più  orribili. 

Il  patriottismo  strappò  a  molte  fa- 
miglie i  padri,  i  figli,  gli  sposi,  i  fratelli, 
ma  l' affetto  più  sacro  continuò  a  strin- 
gere, con  vincoli  sempre  più  indissolu- 
bih,  i  parenti  e  gli  amici  partiti  per 
la  frontiera  con  quelli  rimasti  a  casa 
per  meglio  collaborare  al  conseguimento 
della  vittoria.  Le  madri,  i  bambini,  le 
spose  e  le  sorelle,  grazie  alle  suaccen- 
nate istituzioni,  poterono  sempre  comu- 
nicare, con  tutta  la  possibile  rapidità, 
coi  loro  cari  soldati,  tanto  quando  pu- 
gnavano eroicamente  nelle  trincee,  come 
quando  giacevano  feriti  in  un  ospedale 
da  campo,  o  si  trovavano  prigionieri  in 
terra  nemica. 

L'  accanimento  della  lotta  ed  i  mezzi 
di  distruzione  aumentarono  in  ragione 
diretta  coli'  affetto  e  1'  ausilio  della  pa- 
tria e  della  famigUa  per  i  militari  vicini 


—  375  — 


Le  alture  di  Genova  corouate  di  forti,  ove  furouo  ricoverati  molti  prigiouìeri  austriaci. 


è  lontani  ;  prigionieri,  invalidi,  mutilati 
o  feriti.  I  soldati  cercarono  sempre  di 
nascondere  i  proi)ri  disagi  e  le  proprie 
sofferenze  ai  parenti  e  agli  amici,  e  que- 
sti fecero  sempre  a  gara  per  inviare  in- 
dumenti di  lana,  scaldaranci  ed  altro  ai 
con>])attenti  ;  per  affrettare  la  gviarigione 
dei  feriti  e  degli  ammalati  ;  j)er  facili- 
tare la  rieducazione  dei  mutilati;  per 
assicurare  il  necessario  alle  Ciniglie  dei 
caduti:  per  far  pervenire  notizie  con- 
fortatrici,  pane,  denai'o  e  eoccorsi  ai 
prigionieri  lontani. 

Tutti  fecero  qualche  cosa 
per  i  prigionieri  di  guerra. 

È  superrtuo  dimostrare  che  tutta 
quest'  opera,  oltremodo  patriottica  ed 
umanitaria,  dovrebbe  essere,  lin  d'  ora, 
ampiamente  illustrata.  Il  bene,  sotto 
quahuKiue  forma  si  manifesti,  dovrebbe 
sempre  essere  posto  nella  maggiore  evi- 
denza, mentre  il  male,  qualuniiue  siano 
le  sue  cause  e  le  sue  conseguenze,  do- 
vrebbe essere  fatto  conoscere  il  meno 
possibile  alla  grande  maggioranza  del 
pubblico.... 

L'umanità  risente  ormai  il  bisogno 
della  concordia,  della  fratellanza,  della 
cooperazione  nella  lotta  contro  i  mali 
inevitabili,  ma  i)er  affrettare,  per  quanto 
è  possibile,  il  conseguimento  di  que- 
ste aspirazioni,  converrebbe  soprattutto 
obliare  il  male  e  richiamare  maggior- 
mente r  attenzione  sul  bene.  Chi  potesse 
metterò   in   piena  luce  tutti  gli  episodi 


LIQUORE 

TONICO  DICESTIVO 

DITTA  ALBERTI 
BENEVENTO 


sfavillanti  di  bontìl  e  fratellanza  che  si 
ebbero  durante  lo  svolgimento  del  più 
tremendo  conflitto  che  registri  la  storia 
farebbe  indubbiamente  un'  opera  santa. 

Fra  le  pagine  \nìi  belle  di  questo 
lavoro  occuperebbero,  senza  dubbio,' 
uno  dei  posti  migliori  quelle  dedicate 
ai  prigionieri  di  guerra,  anche  perchè 
essendo  il  numero  di  costoro,  data  l' im- 
mensitìl  del  conflitto,  di  gran  lunga 
superiore  a  (piello  dei  catturati  nelle 
guerre  dei  tempi  che  furono,  la  bontà 
umana  potò  maggiormente  esplicare  in 
loro  favore  tutte  le  sue  molteplici  e 
svariate  manifestazioni. 

In  tutte  le  nazioni  belligeranti  sor- 
sero infatti  numerose  iniziative  e  si  co- 
stituirono non  pochi  comitati  per  assi- 
curare e  facilitare  le  comunicazioni  coi 
valorosi  che,  dopo  aver  pugnato  come 
leoni,  dovettero  arrendersi;  per  atte- 
nuare le  loro  sofferenze;  per  procurar 
loro  un  equo  trattamento  da  i)arte  del 
nemico'  durante  il  divampare  dell'  odio 
provocato  dall' acuirsi  e  dal  i)rolungar8Ì 
dell'  immane  conflitto. 

In  tutti  i  paesi  sorsero  vasti  campi 
di  concentrazione  ove  i  medici  curarono 
generosamente  i  nemici  di  ieri  ed  i  sol- 
dati diedero  magnifiche  prove  di  came- 
ratismo verso  coloro  che  forse  avranno 
ucciso  un  loro  amico,  un  loro  compagno, 
un  loro  parente 

Anche  i  governi  neutrali  fecero  tutto 
il  possibile  per  facilitare  gli  accordi  e 
per  chiarire  i  malintesi  fra  le  Commis- 
sioni  per  i   prigionieri   di  guerra  dello 


i 


—  376  — 

nazioni  nemiche;  per  affrettare  lo  scam-  armi.  La  proposta  venne,  com'è  noto, 
bio  dei  ritenuti  incapaci  di  riprendere  accettata  dall'  Inghilterra,  dalla  Ger- 
le armi;  per  prodigare  le  migliori  cure  mania,  dall'Austria-Ungheria,  dalla  Ser- 
a  quelli  caduti  ammalati.  Anche  nei  tri-  bia,  dal  Belgio,  dalla  Russia,  dalla 
sti  tempi  in  cui,  i)urtroppo,  comanda  il  Turchia  e  dal  Giappone.  Il  primo  scam- 
cannone,  1'  amore  appare  adunque  più  bio  si  effettuò  il  25  gennaio  1915  :  quat- 
ibrte  dell'odio  e  la  potenza  del  bene  trocento  prigionieri  francesi  furono  scam- 
supera  la  potenza  del  male.  biati  con  altrettanti  tedeschi  attraverso 

la   Svizzera,    e   90   jjrigionieri   tedeschi 
L'onera  del  Vaticano.  con  altrettanti  inglesi  attraverso  l'Olan- 

da. Altri  scambi  si  succedettero,  a  breve 

Le  istituzioni  che  si  occuparono,  in    distanza  l' uno  dall'  altro,  colla  più  per- 
un  modo  o  nell'  altro,  dei  prigionieri  di    fetta  regolarità. 

guerra   delle   varie  nazioni  sono,  come  Questi   felici  risultati  contribuirono 

già  si  disse,  assai  numerose,  ma  quelle  a  far  accrescere  enormemente  il  numero 
che  poterono  maggiormente  esplicare  delle  lettere  dirette  al  Papa  dalle  fa- 
r  opera  loro,  anche  perchè,  per  la  loro  niiglie  degli  scomparsi  e  dei  supposti 
natura,  riuscirono  a  mantenersi  al  diso-  prigionieri  per  pregare  il  capo  spiri- 
pra  della  spaven- 
tosa tragedia,  fu- 
rono, evidente- 
mente, il  Vatica- 
no e  la  Croce 
Rossa. 

L'  opera  del 
Vaticano  merita 
senza  dubbio  i 
più  vivi  elogi  e 
la  più  viva  rico- 
noscenza di  tutti 
i  parenti  e  gli 
amici  dei  prigio- 
nieri, compresi, 
ben  s'intende, 
quelli  che  non 
appartengono  al- 
la religione  cat- 
tolica.   Sin    dal- 


li Museo  Rath  a  Giuevra,  sede  del  Comitato 
laternazionale  della  Groce  Rossa  che  fun- 
ziona da  Agenzia  per  i  prigionieri  di  guerra. 
Fuori  dell'edificio  i   1200  impiegati  volou- 


tuale  di  tutti  i  po- 
poli in  armi  ad 
interessarsi  della 
sorte  dei  loro  ca- 
ri. Benedetto  XV 
I)re8e  sempre  tut- 
te queste  lettere 
nella  migliore 
considerazione. 
La  Segreteria  di 
Stato  fu  incari- 
cata di  fare  tutte 
le  indagini  neces- 
sarie e  di  riferir- 
ne i  risultati  alle 
famiglie  al  più 
presto  possibile. 
Ma  il  lavoro  au- 
m  e  n  t  a  V  a  enor- 
memente di  gior- 

r  inizio  della  spaventosa  conflagrazione  no  in  giorno.  Un  eminente  cattolico 
furono  infatti  esortati  i  vescovi  ed  i  sa-  americano,  il  signor  Bellamy-Storer,  ex 
cerdoti  a  prodigare  a  tutti  i  prigionieri  ambasciatore  degli  Stati  Uniti,  offerse 
i  conforti  della  carità  cristiana,  senza  la  sua  cooperazione  in  quest'  opera  urna- 
distinzione  di  religione  e  di  nazionalità,  nitaria  e  la  sua  offerta  venne  immedia- 
Soltanto  i  feriti  e  gli  infermi  dovevano  tamente  accolta  dalla  Santa  Sede.  Il 
essere  oggetto  di  maggior  cura.  E  la  benemerito  diplomatico  si  incaricò  dei- 
parola  del  capo  della  religione  cattolica  l' esame  della  corrispondenza  —  che  di- 
venne subito  presa  nella  migliore  censi-  veniva  sempre  più  numerosa  —  e  della 
derazione,  tanto  è  vero  che  fino  dal  richiesta  di  tutte  le  informazioni  del  caso 
18  ottobre  1914  Benedetto  XV  non  esi-  ai  rappresentanti  della  diplomazia  pon- 
tava  a  lodare  l' arcivescovo  di  Colonia  tificia  nei  diversi  paesi,  a  nome  della 
per  1'  opera  svolta.  La  stessa  lode  venne  Segreteria  di  Stato  del  Vaticano, 
da  lui  tributata,  il  giorno  otto  del  sue-  Il  lavoro  procedette  di  questo  passo 

cessivo  novembre,  all' arcivescovo  di  An-    sino    al   marzo    del   1915,    cioè    sino    a 
tivari.  quando    Bellamy-Storer    dovette  ritor- 

NeUa  seconda  quindicina  di  dicem-  nare  in  America.  La  Segreteria  di  Stato 
bre  si  prendeva  1'  iniziativa  —  annun-  affidò  allora  l' incarico  al  padre  Dome- 
ciata  dallo  stesso  Pontefice  al  Sacro  nico  Ruyter,  capo  dei  penitenziari  di 
Collegio  dei  Cardinali,  nel  solenne  ri-  San  Pietro.  L' idea  non  avrebbe  potuto 
cevimento  della  vigilia  di  Natale  —  di  essere  migliore  poiché  questi  frati,  ap- 
proporre  ai  belligeranti  lo  scambio  de-'  partenendo  a  diverse  nazioni,  potevano 
gli  internati  civili  e  dei  prigionieri  mi-  evadere,  colla  massima  facilità,  la  cor- 
Utari  ritenuti  incapaci  di  riprendere  le    rispondenza  che  giungeva  alla  Segrete- 


-  877  - 
N»  18.  20  mal  1916. 

COMI.TÉ  INTERNATIONAL  DE  LA  CROIX-ROUGE 

qenéve: 


'       NOUVELLES 

DE  L'AGEIMCE  IIMTERNATIONALE 
DES  PRISOIMNIERS   DE  GUERRE 

Le  N«  10  cent  Abonnement  :  5  fr.  par  an. 

Allemands. 

En  Angleterre.  —  L'Agence  intèrnalionale  a  reca  le  12  rhal  la  86™« 
liste  de  prisonniers  en  Angleterre.  Nous  y  relevon.s  des  noms  de  militai- 

II  Bollettino  Settimanale  dell'Agenzia  dei  Prigionieri  di  Guerra. 

ria  di  Stato  nelle  diverse  lingue.  Venne  carico  per  la  ricerca  dei  dispersi  fra  i 
così  istituito  un  vero  e  proprio  *  Uffi-  prigionieri  germanicr in  Francia.  L'uffi- 
cio di  informazioni  per  i  prigionieri  di  ciò  di  Padei-bona  e  la  missione  catto- 
guerra  presso  la  Segretei-ia  di  Stato  del  lica  di  Friburgo  non  tardarono  a  rice- 
Vaticano  »,  del  quale  fu  nominato  se-  vere  importanti  notizie  che  permisero 
gretario  padi-e  Huisman,  olandese.  di  stabilire  le  note  corrispondenti  alle 
Per  meglio  facilitare  il  lavoro  Be-  indagini  fatte  e  di  inviarne  un  dupli- 
nedetto  XV  propose  al  vescovo  di  Pa-  cato  all'ufficio  del  Vaticano, 
derbona,  monsignor  Schultze,  di  fon-  Dopo  l' intervento  dell'  Italia  nel 
dare  nella  sua  città  un  ufficio  destinato  conflitto  europeo  Benedetto  XV  si  af- 
a  raccogliere  le  notizie  dei  francesi,  frettò  a  proporre  alla  Nunziatura  di 
degli  inglesi,  dei  belgi  e  dei  russi  pri-  Vienna  di  fare  indagini  analoghe  a 
gionieri  in  Germania  ;  come  pure  di  quelle  dell'  ufficio  di  Paderbona  per  la 
stampare  gli  elenchi  degli  scomparsi,  ricerca  degli  italiani  dispersi  nei  campi 
compilati  in  base  alle  richieste  perve-  di  concentrazione  austriaci.  In  qiiesti 
nute  all'  ufficio  di  Roma  e  di  inviarli  in  campi,  come  in  quelli  esistenti  in  Italia, 
tutti  i  campi  di  concentrazione  tedeschi  non  tardarono  infatti  ad  essere  affissi 
affinchè  le  autorità  ed  i  capi)ellani  mi-  i  nomi  di  tutti  i  dis})er8Ì.  È  superfluo 
litari  dei  campi  stessi  potessero  fave  dire  che  l' ufficio  del  Vaticano  continuò 
le  opportune  ricerche.  La  missione  cat-  ad  occuparsi,  col  più  vivo  interesse,  di 
tolica  di  Friburgt)  ebbe  un  analogo  iu-  tutti    gli    altri    prigionieri    di    guerra  e 


ALfflA TEINA   ■   Astringente  e  disinfettante  intestinale. 

SPECIFICO  IN  OGNI  FORMA  DI  DIARREA 
I^EPETIT    FARMACEUTICI    -    MUDANO 


—  378  — 
che  ottenne,  quasi  sempre,  dei  risultati  tali  da  poter  funzionare.  Anchel'Agen- 
oltremodo  soddisfacenti,  fra  i  quali  me-  zia  luternazionale  lasciava  molto  a  de- 
ntano uno  dei  primi  i)Osti  quelli  rela-  siderare,  ma  il  buon  volere  di  tutti  i 
tivi  alle  ricerclie  degli  anglo-francesi  membri  della  Croce  Eossa  non  tardò  ad 
catturati  dai  turchi  durante  le  opera- 
zioni dei  Dardanelli  e  dei  serbi  cattu- 
rati dall'Austria.  Chi  volesse  enumerare 
tutti  i  casi  più  curiosi  che  si  verifica- 
rono durante  queste  ricerche  dovrebbe 
scrivere  xm  grosso  volume  il  quale  non 
potrebbe  a  meno  di  essere  letto  colla  più 
viva  soddisfazione  anche  dalle  famiglio 
dei  prigionieri  delle  guerre  future,  poi- 
ché alimenterebbe  sempre  nelle  stesse 
la  dolce  speranza  di  rintracciare  un 
loro  ca*"o,  anche  dopo  di  esserne  rima- 
sti per  mesi  e  mesi  senza  notizie. 

L'Agenzia  Internazionale 
dei  Prigionieri  di  Guerra. 

L' opera  della  Croce  Rossa  non  è 
meno  lodevole  di  quella  del  Vaticano. 
La  benemerita  istituzione  che  mise  in 
piena  luce  tutte  le  sue  molteplici  bene- 
merenze mentre  si  definivano  i  trattati 
semplici  *  pezzi  di  carta  >,  si  occupò  se- 
riamente della  sorte  dei  prigionieri  di 
guerra  sino  dal  1907.  Nello  stesso  anno 
la  Convenzione  dell' Aj a  previde  la  crea- 
zione di  uffici  d' informazione  incaricati 
di  trasmettere  le  liste  dei  catturati  a 
ciascuna  delle  nazioni  belligeranti  per 
via  diplomatica  e  la  Conferenza  di  Lon- 
dra decise  di  interporsi  presso  i  vari  go- 
verni onde  ottenere  notevoU  lenimenti 
per  i  prigionieri  di  guerra. 

Nel  Congresso  tenuto  a  Washington 
nel  1912,  su  proposta  della  Croce  Rossa 
francese,  venne  deliberata  *  V  organizza- 
zione, sin  dal  tempo  di  pace,  di  Com- 
missioni speciali  incaricate  di  racco- 
gliere, in  tempo  di  guerra,  i  soccorsi 
destinati  ai  militari  in  cattività  e  di 
affidarli  alle  cure  del  Comitato  inter- 
nazionale della  Croce  Rossa,  fondato 
a  Ginevra  nel  1863,  il  quale  li  avrebbe 
fatti  giungere  a  destinazione  pel  tramite 
dei  delegati  neutri  accreditati  presso  i 
Governi  interessati  ».  Il  Comitato  In- 
ternazionale della  Croce  Rossa  doveva 
a  sua  volta  fondare,  pure  a  Ginevra, 
r  «  Agenzia  Internazionale  dìi  Prigio- 
nieri di  Guerra  *■. 

Lo  scoppio  della  guerra  balcanica  e 
non  poche  altre  cause,  che  forse  non  è 
il  caso  di  enumerare,  impedirono  di 
completare  l'organizzazione  ideata  a 
Washington  prima  dello  scoppio  della 
conflagrazione  europea.  Allorquando  si 
scatenò  l' uragano,  le  varie  commissioni 
speciali  non  erano  ancora  in  condizioni 


eliminare  trvtte  le  piccole  deficienze  ed 
a  provvedere  a  quanto  mai  ca  .'a. 

L'Agenzia  incominciò  a  funzionare 
il  21  agosto  1914  in  un  modesto  localo 
di  via  dell'Ateneo.  Il  lavoro,  per  quanto 


abilmente  diretto,  preso  in  breve  delle 
proporzioni  così  impressionanti  che  gli 
uffici  non  tardarono  a  divenire  insuffi- 
cienti. Ciò  implicava,  senza  dubbio, 
non  pocbi  inconvenienti  che  satebbero 
di  sicuro  divenuti  assai  gravi  se  il  mu- 
nicipio di  Ginevra,  conscio  dell'impor- 
tanza dell'Agenzia,  non  avesse  posto 
gratuitamente  a  sua  completa  disposi- 
zione gli  splendidi  locali  del  Museo 
Rath. 

L'Agenzia,  fedele  al  programma  sta- 
bilito, tentò  di  fare  da  intermediaria 
per  le  domande  di  informazioni  prove- 
nienti  da  tutti  gli  Stati  belligeranti,  e 


ternazionale  della  Croce  Rossa  di  Gine- 
vra, attraverso  la  Rumenia;  che  il  Co- 
mitato di  Copenaghen  istituisse  un'agen- 
zia secondaria  nella  capitale  danese,  la 
quale  doveva  occuparsi  esclusivamente 
dei  russi  prigionieri  in  Germania  e  dei 
tedeschi  i)rigionieri  in  Russia. 

La  maggior  parte  dell'  attività  del- 
l'Agenzia Internazionale  dei  prigionieri 
di  Guerra  venne  così  dedicata  ai  pri- 
gionieri francesi  e  belgi  catturati  dai 
tedeschi  ed  ai  prigionieri  tedeschi  cat- 
turati dai  francesi.  Il  lavoro  continxiò 
ad  ogni  modo  ad  essere  enorme,  anche 
perchè  tutte  le  varie  Commissioni  con- 


Sanatorio  di  Leysìu  nella  Svizzera,  dove  furono  curati  i  prigionieri  francesi 
malati  di  tubercolosi. 


vi  sarebbe  pienamente  riuscita  se  si 
fosse  trattato  di  una  guerra  fra  due 
nazioni  e  non  già  di  un  cataclisma  che 
involse  nella  lotta  (juasi  tutte  le  potenze 
d'  Europa  e'  le  loro  importanti  colonie 
sparse  in  tutte  le  parti  del  mondo.  Una 
divisione  del  lavoro  apparve  quindi  ne- 
cessaria, anche  per  evitare  i  ritardi  de- 
terminati dalle  eccessive  distanze.  Venne 
quindi  stabilito  che  la  Croce  Rossa  in- 
glese e  quella  tedesca  corrispondessero 
per  via  diplomatica;  che  le  Commis- 
sioni per  i  prigionieri  dell'  Austria,  della 
Serbia  e  della  Russia  si  scambiassero 
le  notizie,    d'accordo   col  Comitato  In- 

(^ . 


tinuarono  a  dipendere,  più  o  meno  di- 
rettamente, dall'  Agenzia. 

Per  averne  un'  idea  chiara  e  precisa 
basterà  ricordare  che  al  j^rimo  gen- 
naio 1916  r  Agenzia  aveva  già  consu- 
mato 5,530,000  circolari  ed  altri  stam- 
pati del  costo  di  39,000  lire  ;  aveva 
spedito  ai  prigionieri  15,850,000  colli  e 
tanti  vaglia  i)er  1,534,000  lire.  Il  nu- 
mero delle  famiglie  che  si  erano  rivolte 
direttamente  all'Agenzia  per  avere  no- 
tizie dei  loro  cari  e  che  avevano  rice- 
vuto dalla  medesima  una  risposta  con- 
creta era  di  348,469.  Le  persone  elio 
si  erano   recato  a  Ginevra  sperando  di 

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QW' 


■vi^ 


380  — 


conoscere  con  maggiore  rapidità  la  sorte 
dei  loro  parenti,  prigionieri  o  disperei, 
ascesero  a  65,344.  I  telegrammi  spediti 
erano  20,500  ed  avevano  implicato  una 
spesa  di  59,536  lire.  Le  lettere  ricevute 
oscillavano  fra  le  1500  e  le  2000  al  giorno 
e  queUe  spedite  fra  le  3000  e  le  4000. 
Tutto  questo  enorme  lavoro,  oltremodo 
fecondo  di  ottimi  risultati,  venne  com- 
piuto con  una  sjjesa  di  sole  432,000  lire 
e  con  soli  160  impiegati  stipendiati. 
Tutti  gli  altri  offrirono  l' opera  loro 
gratuitamente. 

L'Agenzia  riuscì  a  classificare  tutte 
le  richieste  di  informazioni  e  tutti  i 
risultati  delle  indagini  fatte  in  modo 
da  poter  fornire  qualsiasi  schiarimento 
al  più  presto  possibile.  Le  difiìcoltà 
incontrate  in  questo  lavoro  non  furono 
poche,  sopratutto  per  le  alterazioni  dei 
nomi  di  difficile  ortografia  e  per  l'iden- 
tificazione dei  numerosi  prigionieri  che 
portano  lo  stesso  nome  e  cognome. 

Basta  pensai'e  quanto  siano  diffusi 
gli  Smith  ed  i  Brown  in  Inghilterra  ; 
i  Martin,  i  Durand  ed  i  Lefebvre  in 
Francia;  gli  Schultz  ed  i  Muller  in 
Germania  —  dei  cognomi  italiani  non 
è  neppure  il  caso  di  parlare  —  per  com- 
prendere quanto  sia  difl&cile  evitare  gli 
equivoci  che  possono  derivare  dall'  omo- 
nimia. 

Un  ufficio  speciale  venne  dedicato 
ai  cittadini  borghesi  internati  nei  paesi 
nemici  o  trattenuti  nei  paesi  invasi. 
La  *  sezione  sanitaria  »  dedicò  la  mag- 
gior parte  delle  sue  cure  allo  scambio 
dei  prigionieri  permanentemente  inva- 
lidi al  servizio  militare  ed  aU'  interna- 
mento dei  tubercolosi  nella  Svizzera. 
Furono  pure  eseguite  non  poche  in- 
chieste speciali  circa  la  morte  e  le  ma- 
lattie dei  prigionieri  dei  quali  si  ave- 
vano notizie  meno  frequenti,  e  furono 
mandati  appositi  incaricati  nei  campi 
di  concentrazione  dei  vari  paesi  allo 
scopo  di  stabilire  la  verità  sidle  voci 
allarmanti  che  correvano  spesso,  anche 
sui  più  autorevoli  quotidiani,  circa  il 
trattamento  dei  prigionieri.  I  risultati 
di  tali  visite,  nelle  quali  le  autorità 
militari  di  tutti  i  belligeranti,  lascia- 
rono la  più  ampia  libertà  ai  delegati 
dell'Agenzia,  furono  pubblicati  in  fran- 
cese e  nella  Lingua  più  conosciuta  daUe 
famiglie  dei  prigionieri.  Fra  queste  pub- 
blicazioni, che  dovrebbero  essere  mag- 
giormente conosciute  ed  apprezzate, 
meritano  di  essere  in  particolar  modo 
ricordate  quelle  dei  signori  Naville, 
Van  Berchem,  Marval  ed  Eugster  sulla 
visita    ai    campi  di  concentrazione  del- 


l' Inghilterra,  della  Francia  e  della  Ger- 
mania; dei  signori  Ador,  Ferrière  e 
Schulthess-Schindler  sulla  visita  ai 
camjn  dell' Austria-Ungheria;  del  pro- 
fessor D'Espine  a  quelli  dell'Italia;  di 
Blanchod  e  Speiser  a  quelli  del  Ma- 
rocco ;  di  Vernet  e  Richard  de  Muralt 
a  quelli  della  Tunisia;  di  Schatzmann 
e  Cramer  de  Muralt  a  quelli  dell'Alge- 
ria e  di  Thormeyer  e  Ferrière  a  quelli 
della  Russia  e  della  Siberia. 

L'Agenzia  iniziò  anche,  nel  gennaio 
del  1916,  la  pubblicazione  di  un  bollet- 
tino settimanale  in  francese  —  «  Les 
Nouvelles  de  l' Agence  Internationale 
des  prisonniers  de  guerre  »  —  nel  quale 
sono  accuratamente  raccolte  e  raggrup- 
pate per  nazionalità,  le  notizie  più  in- 
teressanti per  le  famiglie  dei  prigionieri. 
Per  assecondare  al  vivo  desiderio  espres- 
so da  molte  autorevoli  personalità  l'Agen- 
zia fece  eseguire  numerose  fotografie  di 
quasi  tutti  i  campi  di  concentrazione  ; 
le  fece  riprodurre  in  cartoline  illustrate 
e  le  mise  in  vendita  a  soli  dieci  cente- 
simi, affinchè  tutti  i  parenti  e  gli  amici 
dei  prigionieri  potessero  vedere  ove  co- 
storo alloggiavano  e  rintracciassero  nei 
vari  gruppi  le  immagini  dei  loro  cari. 

L'opera  della  Commissione 
della  Croce  Rossa  Italiana. 

Allorquando  fu  deciso  il  nostro  in- 
tervento nel  conflitto  europeo,  l'Agenzia 
Internazionale  dei  prigionieri  di  guerra, 
era  già  sopracarica  di  lavoro.  Il  Comi- 
tato Internazionale  della  Croce  Rossa 
ritenne  quindi  opportuno  di  consigliare 
la  Commissione  dei  Prigionieri  di  Guerra 
della  Croce  Rossa  Italiana  e  le  Com- 
missioni della  Croce  Rossa  di  Vienna  e 
di  Budapest  di  comunicare  direttamente. 
Questo  consiglio  non  poteva  a  meno  di 
essere  accolto  con  piena  soddisfazione 
da  ambo  le  parti.  Le  Commissioni  au- 
striache infatti  funzionavano  da  quasi 
un  anno  regolarmente  :  quella  italiana 
si  era  già  costituita  in  modo  definitivo 
da  qualche  tempo,  dietro  invito  dei  mi- 
nisteri degli  Affari  Esteri  e  della  Guerra, 
e  dello  stesso  Comitato  Internazionale 
della  Croce  Rossa  di  Giaevra,  tenendo 
il  massimo  conto  delle  prescrizioni  con- 
tenute negli  articoli  14  e  15  della  IV  Con- 
venzione dell' Aj  a  e  dell'articolo  VI  della 
Conferenza  di  Washington. 

I  nomi  dei  suoi  membri  non  pote- 
vano a  meno  di  ispirare  la  più  completa 
fiducia.  Essa  era  infatti  così  composta  : 
Presidenti:  on.  senatore  Giuseppe  Fra- 
scara,    on.   comm.  Emilio  Maraini,   de- 


381 


pittato  al  Parlamento;  Membri:  on.  don 
Leone  Caetani  principe  di  Teano,  dott. 
comm.  Decio  Samuele  Cantore  diret- 
tore della  Polizia  Giudiziaria  al  mini- 
Stero  dell'Interno,  on.  avv.  Giovanni  Ci- 
raolo,  marchese  Giuseppe  Della  Gandara, 
comm.  Ferdinando  Passati  dei  Marchesi 
di  Balzola  ministro  plenipotenziario  a 
riposo,  conte  Pietro  Macchi  di  Cellere, 
conte  comm,  Gaetano  Manzoni  mini- 
stro plenipotenziario  e  direttore  gene- 
rale degli  Affari  Politici  al  Ministero  degli 
Esteri,  principe  Ferdinando  Monroy  di 
Belmonte,  comm.  Giorgio  Blount  Page, 
on.  gen.  comm.  Francesco  Pistoia,  de- 
putato al  Parlamento,  principe  Antonio 
Ruffo  della  Scalot- 
ta; Segretario  Ge- 
nerale: ten.  Ugo 
Baracchi;  Diretto- 
re dell'  Ufficio  :  ten. 
Ugo  Baracchi;  Vi- 
cesegretario  :  ten. 
avv.  Lamberto 
Marchetti. 

I  primi  rapporti 
diretti  fra  le  com- 
missioni dei  due 
Stati  nemici  si  ini- 
ziarono nell'agosto 
del  1915  e  continua- 
rono sempre  in  mo- 
do corretto.  Le  tre 
istituzioni  si  scambiarono  infatti  le  liste 
dei  prigionieri  e  degli  internati  civili  ; 
si  fornirono  reciprocamente  informazioni 
e  spiegazioni;  provvidero  alla  spedi- 
zione dei  soccorsi,  dei  denari,  delle  re- 
lique  dei  prigionieri  defunti,  ecc.  Le 
Commissioni  austriaca  ed  ungherese  in- 
viarono a  tutto  il  30  giugno  1916  ben 
35  liste  di  prigionieri,  delle  quali  fu  im- 
mediatamente trasmessa  copia  al  Mini- 
stero della  Guerra  ed  al  Comando  Su- 
premo. 

La  Commissione  Italiana  si  affrettò 
a  comunicare  le  notizie  che  giungevano 
dall'Austria  alle  famiglie  dei  prigionieri 
ed  ai  sinda<i  dei  loro  comuni.  Per  tutti 
i  prigionieri  od  internati  vennero  for- 
mate le  debite  schede:  quello  relative 
alle  domande  rivolte  dalle  famiglie  erano 
di  color  bianco  e  quelle  contenenti  le 
informazioni  giunte  dall'Austria  di  co- 


Prigionieri  francesi 
guariti  dalla  tubercolosi  a  Leysin. 


lor  rosso.  Le  schede  furono,  lìaan  mano, 
disposte  con  ordine  nello  schedario,  il 
quale  ]ìiiò  considerarsi  come  la  base  di 
tutto  il  lavoro  della  Commissione  e 
rapi)resonta  la  storia  completa  dell'opera 
compiuta  dalla  stessa  per  ciascuno  in- 
dÌYÌduo. 

L'opera  vasta  e  multiforme  della  Com- 
missione —  che  stabili  la  propria  sedo 
a  Roma  in  piazza  Montecitorio  n.  116, 
negli  splendidi  locali  offerti  in  parte  dal 
presidente  on.  Maraini  ed  in  parte  dal 
Conte  Macchi  di  Cellere,  nostro  am- 
basciatore agli  Stati  Uniti  —  assorbì 
quotidianamente  il  lavoro  assiduo  ed 
accui'ato  di  cinque  ufficiali,  di  una  set- 
tantina di  sottuffi- 
ciali e  militi  e  di 
oltre  un  centinaio 
di  signorine,  delle 
quali  settanta  vo- 
lontarie. 

La  corrispon- 
denza, che  divenne 
di  giorno  in  giorno 
sempre  più  nume- 
rosa, si  aggirava, 
ai  primi  dello  scor- 
so luglio,  suUe  3000 
lettere  e  90  tele- 
grammi al  giorno. 
Le  lettere,  prove- 
nienti dai  ministe- 
ri, dagli  uffici  governativi,  dai  Comitati 
di  Soccorso  sparsi  per  tutta  l' Italia  ; 
dagli  enti  pubblici,  dai  privati,  dalle 
Commissioni  di  Vienna  e  di  Budapest, 
venivano  distribuite  dalla  Segreteria  Ge- 
nerale ai  vari  uffici  della  Commissione 
affinchè  si  i)otes8ero  sbrigare  colla  mas- 
sima rapidità  i  molteplici  affari  ai  quali 
lo  stesse  si  riferivano. 

Gli  uffici  più  importanti  della  Com- 
missione per  i  prigionieri  di  gxierra  fu- 
rono precisamente  quello  che  si  occupa 

della   TRASMISSIONE  DELLE  LETTERE  dei 

prigionieri  italiani  ed  austriaci  alle  loro 
famiglie;  1'  Ufficio  della  Tesoreria  e 
quello  dei  Soccorsi.  Dal  primo  di  que- 
sti uffici  transitarono  giornalmente  circa 
60,000  corrispondenze  semplici  ed  oltre 
200  fra  raccomandate  ed  assicurate.  Dal 
principio  della  guerra  italo-austriaca  a 
tutto   il   30  maggio  1916  le  lettere  rao- 


ROYAL  mod.  IO 

Agenzia  Generale  per  l'  Italia  e 
==  MILANO  —  Via  Dante,  4  —  A. 


la  migliore 

maccKina 
per     scrivere. 

E  Colonie 

MELE  &  C.  == 


382  — 


comandate  ascesero  a  16,000  e  le  cor- 
lisiiondeuze  ordiuai-ie  a  sei  milioni  e 
centomila!  Questo  importante  servizio 
venne  affidato  ad  impiegati  competenti, 
scelti  fra  il  personale  della  Croce  Rossa 
Italiana,  i  quali  lo  disimpegnarono  sem- 
pre colla  massima  sollecitudine  e  rego- 
larità e  meritarono  quindi  i  più  vivi 
elogi  dal  Ministero.  Le  lettere,  prima  di 
essere  consegnate  all'  ufficio  della  Com- 
missione, venivano  esaminate  dalla  Cen- 
sura, appositamente  istituita  presso  il 
ministero  delle  Poste,  alla  quale  erano 
addetti  circa  ottanta  ufficiali  dell'  eser- 
cito. 

L' ufficio  in  parola  fece  tutte  le  pra- 
tiche necessarie  per  affrettare,  in  tutti 
i  modi  possibili,  l' arrivo  della  corrispon- 
denza dei  nostri  prigionieri  dall'Austria. 
Le  difficoltà  da  superarsi. non  furono  po- 
che, ma,  col  buon  volere,  si  vinsero 
quasi  tutte.  Si  riuscì  infatti  ad  ottenere 
che  le  lettere  giungessero  anche  in  meno 
di  15  giorni,  termine  tutt'altro  che  lungo, 
se  si  considera  che  tali  lettere  dovevano 
essere  censurate  nei  campi  di  concen- 
trazione, a  Vienna  ed  a  Roma,  e  non 
potevano  giungere  in  Italia  che  attra- 
verso la  Svizzera. 

L'  Ufficio  di  Tesoreria  si  occu- 
pava anzitutto  della  trasmissione  del 
denaro  inviato  ai  prigionieri  dalle  loro 
famiglie.  Questa  trasmissione  si  faceva 
dapprima  mediante  vaglia  postali  inter- 
nazionali, ma  poscia,  per  eliminare  gli  in- 
convenienti derivanti  dal  dover  lasciare 
all'  estero  l' applicazione  del  cambio,  per 
il  tramutamento  della  valuta,  e  per  ri- 
sparmiare una  perdita  di  tempo  consi- 
derevole, si  decise  di  ricorrere  all'opera 
delle  banche  italiane,  svizzere  ed  au- 
striache. 

La  Banca  Commerciale  Italiana,  a 
mezzo  del  suo  direttore  in  Roma  comm. 
Page,  membro  della  Commissione,  si  of- 
ferse di  provvedere  a  quest'  importante 
servizio  i)er  il  tramite  della  Banca  della 
Svizzera  Italiana  di  Lxigano,  la  quale 
fissò  9,nche  il  prezzo  per  il  cambio  della 
moneta  italiana  in  moneta  austriaca  e 
viceversa.  Nei. primi  giorni  dello  scorso 
luglio  cento  lire  italiane  erano  equiva- 
lenti a  corone  121,70. 

Le  famiglie  italiane  si  preoccuparono 
dell'  invio  di  denaro  ai  prigionieri  itìag- 
giormente  di  quelle  austriache.  Alla  fine 
dello  scorso  giugno  gli  italiani  avevano 
già  fatto  ai  loro  prigionieri  in  Austria 
ben  42,000  rimesse  di  denaro  per  l'im- 
porto complessivo  di  un  milione  di  lire  ; 
mentre  gh  austriaci  non  avevano  fatto 
ai   loro    prigionieri    in    Italia   che  5000 


rimesse  per  il  salo  importo  di  200,000 
lire.  Questa  considerevole  differenza  fu 
da  molti  spiegata  col  miglior  tratta- 
mento IVitto  dall'  Italia  ai  prigionieri 
austriaci  e  colle  condizioni  economiche 
dell'  Austria,  molto  più  gravi  di  quelle 
dell'  Italia.  L'  una  e  l' altra  ragione  sono 
abbastanza  attendibili:  forse  contribuì 
anche  ad  accentuare  la  differenza  la 
maggior  aftezione  delle  famiglie  italiane 
per  i  loro  cari.  Basta  considerare  che, 
sebbene  la  media  delle  rimesse  per  i 
nostri  prigionieri  eia  stata  di  lire  25, 
ve  ne  furono  moltissime  inferiori  ad 
una  diecina  di  lire,  per  avere  un'idea 
chiara  e  precisa  dei  sacrifici  che  furono 
fatti  dai  nostri  connazionali  per  inviare 
anche  una  piccolissima  somma  ai  pa- 
renti ed  agli  amici  caduti  in  mano  al 
nemico. 

L'  Ufficio  di  Tesoreria  si  occultò  an- 
che della  consegna  delle  reliquie  dei 
pi'igionieri  italiani  ed  austriaci  alle  ri- 
spettive famiglie.  Il  nostro  governo  e 
(quello  austro  -  ungarico  consegnavano 
queste  reliquie  alla  Croce  Rossa  di  Roma 
e  di  Vienna,  le  quali  se  le  scambiavano 
immediatamente.  La  spedizione  veniva 
fatta  colla  massima  cura  ed  era  semiire 
accompagnata  da  opportune  note,  nelle 
quali  erano  minutamente  descritti  tutti 
gli  oggetti.  Non  appena  le  reliquie  dei 
prigionieri  italiani  giungevano  a  Roma, 
venivano  depositate  prèsso  il  cassiere 
della  Commissione  e  si  iniziavano  le 
relative  pratiche  per  effettuarne  la  con- 
segna ai  parenti,  secondo  le  norme  sta- 
bilite dal  decreto  luogotenenziale  del 
due  gennaio  1916.  All'  inizio  dello  scorso 
luglio  la  Commissione  di  Roma  aveva 
già  consegnato  circa  400  reUquie.  Tutti 
i  verbali  di  consegna  furono  firmati  dal 
Segretario  Generale,  dal  Tesoriere  e  da 
un  ufficiale.  Le  lettere  scritte  dalle  fa- 
miglie per  esprimere  il  desiderio  di  avere 
al  più  presto  qualche  ricordo  dei  loro 
cari  morti  in  terra  nemica  furono,  senza 
dubbio,  le  più  commoventi. 

L'  Ufficio  di  Tesoreria  può  adunque 
essere  considerato  come  uno  dei  più 
importanti,  e  le  persone  che  ne  fecero 
parte  meritano  la  più  viva  lode  di  tutti 
per  r  esattezza  e  la  quantità  del  lavoro 
compiuto  ed  avranno  sempre  diritto  alla 
più  viva  riconoscenza  da  parte  delle  fa- 
miglie dei.  prigionieri. 

L'Ufficio  Soccorsi  si  occupò  so- 
pratutto dell'  invio  del  pane  e  dei  generi 
alimentari  ai  nostri  prigionieri  ed  in- 
ternati in  Austria.  Il  bisogno  del  pane 
fu  senza  dubbio  quello  che  maggior- 
mente si  fece  sentire  nei  campi  di  con- 


nas  - 


CPTiTi;i7.ioiir  por  i^ii  ii,iii;im  lu-H' Austria- 
Unglicria.  I  nostri  j)rij^ioiiieri  trovarono 
mille  mozzi,  1'  uno  più  curioso  doli'  al- 
tro, per  far  capire  ai  loro  parenti,  mal- 
•jrado  la  vigilanza  della  censura,  che 
desideravano  un  poQo  di  pane.  Non  ap- 
pena si  fu  a  conoscenza  del  loro  desi- 
derio si  fece  tutto  il  possibile  per  sod- 
tUsfarlo.  Dapprima  1'  invio  del  pane  non 
si  poteva  eftVttuare  che  attraverso  la 
Svizzera,  per  mez- 
zo di  un  uflìcio  spe- 
ciale istituito  a 
Berna,  prima  in  via 
dea  Cygnes  n"  8,  e 
poi  in  via  Laupen 
n»  5.  Un  abbona- 
mento per  quattro 
pacchi  al  mese,  dd 
peso  di  due  chilo- 
grammi ciascuno, 
costava  L.  8,50.  La 
Commissione,  allo 
scopo  di  facilitare 
e  miglioriKre  il  ser- 
vizio, studiò  il  mo- 
do di  effettuarlo, 
se  non  del  tutto, 
almeno  in  massima 
])arte,  dall'  Italia. 
E,  nonostante  le 
difficoltà  incontra- 
te, riuscì  nel  suo 
intanto  e  ridusse 
i  n  1  ni  ed  i  a  ta  m  ente  il 
prezzo  degli  abbo- 
namenti mensili  di 
una  lira  e  mezza. 
1/  importante  ser- 
vizio prese  in  breve 
vaste  proporzioni  e 
fu  quindi  necessa- 
rio istituire  .appo- 
siti uffici  anche  a  Torino,  a  Milano,  a 
Firenze  ed  a  Bologna.  Ai  primi  dello 
scorso  luglio  gli  abbonamenti  fatti  in  Ita- 
lia dalle  famiglie  superavano  i  16,000. 
Non  bisogna  però  dimenticare  che  non 
pochi  Comitati  Regionali,  sorti  presso  le 
varie  sezioni  della  Croce  Rossa  Italiana, 
contribuirono  ad  accrescere  considere- 
volmente la  quantità  di  pane  destinata 
agli  italiani  catturati  od  internati  dal- 
l' Austria. 


L'  UnTicio  Soccorsi  della  (  onniiisHiono 
di  Roma  non  si  occupò  soltanto  del- 
l' invio  del  i>ane,  ma  spedì  anche  (b'Ila 
pasta,  del  riso,  dell'  olio,  del  buiTo,  del 
formaggio  e  della  conserva  di  pomodoro. 
La  maggior  parte  delle  spedizioni  si  fe- 
cero mediante  pacchi  ])ostali,  trasmessi 
in  franchigia  od  a  tariffa  ridotta  del 
50  per  cento.  Dai  primi  dell'  ottobre  1915 
ai  primi  del  giugno  1916  risultarono 
giunti  ai  nostri  pri- 
gionieri del  solo 
campo  di  Mauthau- 
sen  ben  105,000 
jiacchi  postali.  Sol- 
tanto nel  maggio 
del  1916  se  ne  in- 
viarono 32,000.  Fu- 
rono pure  spediti  in 
Austria  numerosi 
vagoni  completi  di 
commestibili  del 
valore  approssima- 
tivo di  5000  lire 
ciascuno.  Nei  primi 
giorni  dello  scorso 
luglio  partirono  da 
Roma  ben  cinque 
vagoni  diretti  ai 
vari  campi  di  con- 
centrazione austro- 
ungarici. Molti  uf- 
ciali  ottennero  di 
farsi  mandare  dei 
commestibili  per  la 
loro  mensa,  pagan- 
doli, naturalmente, 
con  denari  propri. 
L'  Ufficio  pose 
sempre  la  miglior 
cura  nel  far  sì  che 
la  distribuzione  dei 
soccorsi  agli  inter- 
nati ed  ai  prigionieri  venisse  fatta  con 
la  massima  ecpiità  e  riuscì  ad  ottenere 
che  ciascuno  avesse  la  propria  parte. 

La  Commissione  si  occupò  anche  di 
migliorare,  per  quanto  le  fu  possibile, 
le  condizioni  morali  dei  i)rigionieri  ;  ot- 
tenne che  i  soldati  potessero  scrivere 
quattro  volte  al  mese  alle  loro  famiglie 
e  che  agli  ufficiali  fosse  permesso  di 
corrispondere  colle  medesimo  senza  li- 
mitazione  alcuna,    e   conseguì  risultati 


Pattuglia  di  nostri  carabinieri  che  scorta 
alcuni  prigionieri  austriaci  presi  du- 
rante una  ricognizione. 


Ghelenina 


Ditta  G. 


esplica  l' azione  bromica  senza  presentare  gli 
inconvenienti  dei  bromuri;  è  i)riva  di  azione 
tossica.  Indicatissima  tontro  tutti  gli  eccita- 
menti del  sistema  nervoso. 

J>n  due  a  tre  cncchiaini  al  (/iorno 

SERBALE  —  Largo  San  Domenico  Maggiore,  17  —  NAPOLI 


—  384  — 


oltremodo  favorevoli  nella  quistìone 
degli  stii^endi  e  degli  assegni  ai  nostri 
militari  catturati.  Le  Commissioni  di 
lioma  e  di  Vienna  si  occuparono  anche 
della  redazione  delle  procure  di  matri- 
monio per  i  prigionieri.  Ai  primi  dello 
scorso  luglio  65  prigionieri  austriaci  e 
15  prigionieri  italiani  avevano  già  sen- 
tito il  bisogno  (o,  meglio  ancora,  il  do- 
vere) di  contrarre  matrimonio,  ed  ave- 
veno  ottenuto  la  relativa  procura. 

La  Commissione  di  Roma  non  avrebbe 
adunque  potuto  fare  di  piìl.  Tutti  i  suoi 
componenti  possono  rievocare  con  no- 
bile e  legittimo  orgoglio  l'opera  loro, 
oltremodo  feconda  di  ottimi  risultati 
per  il  nostro  paese,  il  quale  saprà  cer- 
tamente serbare  la  piìi  illimitata  grati- 


afifermarono  nel  loro  tanto  accreditato 
rapporto  che  una  delle  principali  caratte- 
ristiche di  quelle  città  improvvisate  era 
precisamente  1'  uniformità  della  costru- 
zione, del  funzionamento  e  del  tratta- 
mento materiale  e  morale  fatto  ai  pri- 
gionieri. Questa  constatazione  dispensa 
dal  fare  una  descrizione  particolareg- 
giata dei  vari  campi.  Basterà  infatti 
limitarsi  a  parlare  di  quelli  che  ospi- 
tarono la  maggioranza  dei  nostri  con- 
nazionali. 

Il  campo  di  Mauthausen  fu  visitato 
l'otto  settembre  1915  dai  delegati  del 
Comitato  Internazionale  di  Ginevra  ed 
il  18  gennaio  1916  dal  Cardinale  Scapi- 
nelli  di  Legnigno,  allora  Pro-Nunzio  a 
Vienna,  in  seguito  al  desiderio  espres- 


Colonna  di  prigionieri  austriaci  in  un  paese  del  Friuli  orientale. 


tudine  a  tutti  colorò  che  mitigarono 
tante  amarezze  ed  attenuarono  tanti 
dolori. 

I  prigionieri  italiani 
in  Austria. 

La  maggior  parte  dei  prigionieri 
italiani  catturati  dagli  austriaci  fu  al- 
loggiata nel  campo  di  Mauthausen,  sito 
nelle  vicinanze  di  Enns,  e  la  maggior 
parte  degli  internati  civili  in  quello  di 
Katzenau,  nei  dintorni  di  Linz.  Se  ne 
invaiarono  però  anche  nei  campi  di 
Sigmundsherberg,  di  Osfti  -  Asszonyfa 
presso  Vas  ;  di  Duna-Szerdahely  presso 
Presburgo  ;  di  Sormoja  nell'  Ungheria 
e  di  Ober-Gerspitg,  presso  Brunn,  in 
Moravia. 

Il  presidente  del  Comitato  Interna- 
zionale della  Croce  Rossa  di  Ginevra, 
Gustavo  Ador  ed  i  Dottori  Ferrière  e 
Sohultess-Schindler  che,  nel  settembre 
del  1915,  visitarono  la  maggior  parte 
dei    campi  di  concentrazione  austriaci, 


sogli  da  Benedetto  XV.  Il  Cardinale  Sca- 
pinelli  scrisse  nel  suo  rapporto  al  Car- 
dinale Segretario  di  Stato  —  rapporto 
apparso  alla  grande  maggioranza  degli 
italiani  un  po'  troppo  ottimista  —  che  il 
campo  di  Mauthausen,  sito  a  tre  ore  di 
ferrovia  e  mezz'ora  di  vettura  da  Vienna, 
costituiva  una  grande  città  di  baracche 
occupante  una  superficie  di  circa  24  Km^. 
Le  baracche  erano  solidamente  costruite, 
ben  ordinate,  separate  le  une  dalle  al- 
tre da  larghi  viali  e  vaste  piazze  per 
passeggio  e  giuochi  sportivi.  Erano  ri- 
scaldate e  illuminate  a  luce  elettrica. 
Le  regole  igieniche  erano  strettamente 
osservate.  Vi  erano  baracche  per  disinfe- 
zioui  e  bagni,  e  baracche  di  quarantena, 
dove  dovevano  passare  qualche  setti- 
mana quelli  che  arrivavano  dal  campo 
di  battaglia.  Per  gli  ufficiali  le  abita- 
zioni prendevano  l'aspetto  di  eleganti 
villini,  aventi  ciascuna  una  veranda  o 
portico,  ove,  nei  glorili  di  cattivo  tempo, 
essi  potevano  intrattenersi  e  respirare 
r  aria  libera. 


m: 


I  CAMPI  DEI  PRIGIONIERI  IN  AUSTRIA-UNGHERIA 


SARAJEVO 


Dulia  carta  pubblicata  dallf   Xouxelles  de  l'Ayence  Internalionale 
de.s  Prinonniera  de   (riierre,  uel  «ettembre  1916). 


-  386  - 
Il  rapporto  dei  delegati  del  Comitato,  della  Guerra,  uno  speciale  trattamento 
di  Ginevra  aggiungeva  a  questo  propo-  e  1'  autorizzazione  di  celebrare  la  Messa. 
sito  altri  particolari.  Esso  faceva  sa-  Più  tardi  li  munì  delle  facoltà  neces- 
jiere  che  le  baracche  erano  ricoj)erte  di  sarie  per  esercitare  il  S.  Ministero  in 
(cartone  bitumato,  con  doppie  finestre  favore  dei  nostri  compatriotti.  11  Cai-- 
ed  una  porta  ad  ogni  estremità.  Ogni  dinaie  chiese  (e  ciò  gli  fu  subito  con- 
prigioniero ])()teva  disporre  di  uno  spa-  cesso)  che  potessero  vestire  1'  abito  di 
'zio  libero  variante  da  due  a  due  e  mezzo  cai)pellano  invece  della  divisa  militare, 
metri  (juadrati  e  di  un  volume  d'  ai'ia  p]ssi  furono  inoltre  autorizzati  a  cir(M)- 
nou  inferiore  ai  cinque  metri  cubi.  Il  lare  liberamente  nei  diversi  reparti  del 
pavimento  era  separato  dal  suolo  da  uno  campo,  a  visitare  i  i>rigionieri  '  e  spe- 
spazio  vuoto,  onde  evitare  1'  umidità,  cialmente  i  malati.  Un  altro  sacerdote 
Quando  si  effettuò  la  loro  visita  (otto  era  destinato  all'  ospedale  speciale  per  le 
settembre  1915)  il  campo  di  Mauthau-  malattie  infettive.  Vi  erano  anche  tra  i 
sen,  organizzato  per  ricevere  ben  30,000  prigionieri  una  diecina  di  chierici,  che  fu- 
prigionieri,   non  ospitava  che  3000  sol-  rono  caldamente  raccomandati  dal  Car- 


Prigìonierl  austriaci  fatti  dai  Russi  presso  Cz^ernovitz  e  arrivati 
al  campo  di  conceutramento  dietro  il  fronte. 


dati  e  98  ufficiali  italiani  e  circa  3006 
serbi.  La  maggior  parte  dei  i)rigionieri 
era  occupata  nei  lavori  agricoli.  Ogni 
prigioniero  aveva  il  suo  pagliericcio,  un 
guanciale  e  due  coperte. 

All'epoca  della  visita  di  Monsignor 
Scapinelli  era  in  costruzione  una  gran- 
diosa baracca  destinata  a  servire  da 
chiesa,  sebbene  vi  fossero  già  diverse 
baracche  nelle  quali  si  celebrava  la 
messa.  Il  servizio  l'eligioso  nulla  lasciava 
a  desiderare.  Il  curato  del  campo  era 
un  tirolese,  che  conosce  bene  la  lingua 
italiana,  serio  e  zelante.  Era  coadiuvato 
da  due  sacerdoti  italiani  i^rìgionieri  di 
guerra  (uno  di  essi  era  cappuccino).  Il 
Vicario  Castrense  se  ne  prese  subito 
cui'a  ottenendo  per  essi,  dal  ministero 


dinaie  alle  cure  del  parroco  e  dei  due 
sacerdoti  italiaiù. 

Il  Cardinale  Scapinelli  visitò  anche 
il  cimitero  nel  quale  erano  già  stati  se- 
polti 53  italiani,  ed  i  diversi  ospedali 
ove  potò  constatare  che  il  ■«  trattamento 
dei  malati  nulla  lascia  a  desiderare  » . 
Il  Colonnello  comandante  si  interessavii. 
•«  visibilmente  con  amore  dei  poveri 
malati  e  feriti  ».  I  medici  austriaci  erano 
coadiuvati  dai  medici  italiani  prigionieri, 
che  godevano  di  ampia  libertà  in  tutto 
il  campo.  Gli  ambienti  erano  luminosi, 
ben  arieggiati  e  riscaldati.  Il  vitto  per 
i  malati  si  preparava  in  cucine  spe- 
ciali. 

Il  Pro-Nunzio  parlò  con  tutti  i  ma- 
lati   e    feriti    ad   uno   ad  uuo   e  chiese 


B87  — 


loro  se  fossero  1)on  trattati  e  se  niillii 
desiderassero.  Tutti  risposero  di  essere 
soddisfutti,  lodandosi  spocialnieiite  del 
capo  medico  che  si  occupava  —  sono 
parole  di  Mniisijrnor  Scai>inelli  —  «  coii- 
tinuauieute  «li  lon)  come  mi  padre  ». 

Visit?»  quindi  molte  baracche  di  S(d- 
dati  e  si  intrattenne  con  parecchi  libe- 
ramente e  senza  testimoni.  Qualcuno 
si  lagnò  della  insufficienza  del  cibo.  Il 
prelato  fu  jirescntt^  alla  distribuzione 
del  rancio,  lo  gustò,  e  ne  trovò  la  qua- 
lità buona.  La  quantità  era  normale 
per  soldati.  Esaminò  la  distinta  della 
settimana,  e  constatò  che  al  mezzo- 
giorno avevano  la  carne  tutti  i  giorni, 
meno  il  martedì  e  il  venerdì,  nei  qnali 
era  proibita  in  tutto  l'Impero  la  vendita 


ritJl  ».  ma  spiegò  la  medesima  col....  buon 
appetito  determinato  dall'  «  età  dei  pri- 
gionieri *  e  -coir  «  ariii  fine  e  pura  che 
scend<^  sul  cam])o,  dalle,  montagne  cir- 
costanti coperte  di  neve».  I  soblati  ri- 
cevevano tutte  le  settimane  anche  nn 
pacchetto  di  tabacco  e  della  carta  per 
farsi  le  sigarette.  In  ogni  reparto  del 
campo  vi  erano  dei  botteghini  ove,  a 
tariffe  stabilite  dal  comando,  si  vende- 
vano commestibili,  vini  e  altre  cose  oc- 
correnti. Qualcuno,  specialmente  tra  i 
meridionali,  disse  di  soffrire  il  freddo 
nella  notte,  e  desiderò  altre  coperte. 

Il  Cardinale  Scapinelli  visitò  anche 
il  reparto  destinato  ai  nostri  ufficiali  e 
l»arlò  a  lungo,  anche  *  a  quattro  occhi  *■ 
con  alcuni  raccomandati  dal  Cardinale 


Lazzaretto  ycv  i  i  us>i  [n  i^^ionierl  nel  campo  di  Guben. 
I  soldati  erano  sotto  la  vigilanza  di  medici  russi  e  di  sottufficiali  sanitari. 


della  carne.   Allora  invece  della  carne 
ricevevano  pesce. 

La  carne,  nella  misura  di  150  grammi 
netti,  aveva  come  contorno  .SóO  grammi 
di  legumi,  patate,  i)olenta,  riso,  ecc.  ;  e 
ciò  oltre  la  minestra.  Alla  mattina  ave- 
vano del  the  o  del  brodo  ;  alla  sera  la 
ziipi)a  e  una  porzione  di  legumi,  patate, 
polenta,  fagioli,  ecc.  Anche  il  pane  era 
sufficiente  e  della  stessa  qualità  adope- 
rata per  tutti  in  Austria.  Nono.stante 
tutto  questo  il  Pro-Nunzio  dovette  am- 
mettere che  la  lagnanza  dell'  insufficien- 
za di  cibo  rispondeva  <  un  poco  alla  ve- 


Gasparri,  fra  i  quali  nominò  nel  rap- 
porto il  Tarquini,  il  Della  Porta,  il 
Lombardi,  il  Sanfelice  ed  il  Ronca.  Si 
trattenne  in  particolar  modo  col  colon- 
nello Riveri,  il  quale,  pur  mostrandosi 
*  naturalmente  un  po'  avvilito  per  lo 
stato  di  cattività  »  affermò  che  gli  uffi- 
ciali, in  molte  cose,  nidla  avevano  «  da 
domandare  o  desiderare  ».  Le  loro  abi- 
tazioni —  sempre  secondo  il  Pro-Nun- 
zio —  erano  «  ottime,  ben  riscaldate, 
ben  pulite  ed  arredate  per  fino  con  certa 
eleganza  ».  Da  capitano  in  su,  ciascuno 
aveva  una  stanza;  gli  ufficiali  inferiori 


SALUSANI 


supposte  a  base  di  Almateina,  per  il  trat- 
tamento specifico  delle 

EMORROIDI  e  loro  conseguenze  ===== 


LEPETIT  FARMACEUTICI   -  MUDANO 


»i^*»ii^iii»»^i 


ì^^m0^0^^>0*t0'^ 


mm0^^nam0^0i0tm 


388 


erano  in  duo.  per  ramerà;  avevano  meiiiia 
propria,  diretta  e  ordinata  da  loro.  Tlice- 
revauo  lo  stipeudo  dovuto  al  loro  grado. 
Il  minimo  era  di  4  corone  al  giorno.  Po- 
tevano uscire  a  passeggio  nel  paese,  fuori 
del  campo,  una  o  due  volte  la  settimana. 

Il  colonnello  Riveri  si  lamentò  dei 
modi  usategli  nei  primi  gioi-ni  della  sua 
prigionia,  avanti  di  venire  a  Mauthau- 
sen,  ma  fece  sinceri  elogi  del  Colonnello 
e  degli  altri  ufficiali  austriaci  del  campo, 
pei  modi  cavalleresclii  con  cui  trattano 
gli  ullìciali  italiani.  Si  lagnò  della  in- 
sufficienza del  latte  per  i  malati. 

Il  Pro-Nunzio  fece  osservare,  chela 
mancanza  del  latte  non  era  da,  impu- 
tarsi che  alla  deficienza  del  bestiame, 
in  gran  parte  macellato  per  1'  esercito, 
e  alle  difficoltà  dei  mezzi  di  trasporto, 
i  quali   erano  adibiti  ad  usi  di  guerra. 

Il  Riveri  reclamò  ancora  per  essersi 
verificati  alcuni  casi  di  maltrattamenti 
l>ersonali  di  prigionieri,  da  parte  dei 
soldati  austriaci  che  custodivano  il 
Campo.  Il  Colonnello  Dini,  che  ei-a  pre- 
sente, rispose  che  se  era  avvenuto  qual- 
che abuso,  egli  aveva  punito  severa- 
mente i  colpevoli  ed  era  sempre  pronto 
ad  accogliere  favorevolmente  tutti  i 
giusti  reclami  che  gli  venissero  fatti  in 
proposito.  Il  Pro-Nunzio  concluse  affer- 
mando che,  in  tutto  1'  assieme,  il  trat- 
tamento dei  prigionieri  era  buono,  e  che 
il  Governo,  da  parte  sua,  faceva  tutto 
il  possibile  per  non  dar  motivo  a  la- 
gnanze. Quanto  alle  manchevolezze  no- 
tate, bisognava  tener  conto  che  l'Austria 
aveva  a  suo  carico,  in  diverse  parti,  un 
immenso  numero  di  prigionieri,  e  che 
anche  sul  regime  di  questi  si  rifletteva 
necessariamente  quello  stato  di  disagio 
che  era  conseguenza  dolorosa  della  ter- 
ribile guerra  che  travaglia  l' Europa. 
Egli  non  mancò  di  esporre  al  Coman- 
dante quei  reclami  e  desideri  che  aveva 
rilevato  dalle  osservazioni  fatte  nella 
visita  e  dai  colloqui  avuti  con  ufficiali 
e  soldati,  e  gli  fu  assicurato  che  se  ne 
sarebbe  tenuto  conto  nella  misura  del 
possibile. 

Queste  conclusioni  non  discordano 
in  fondo  da  quelle  della  Delegazione 
del  Comitato  Internazionale  della  Croce 
Rossa,  la  quale  visitò  anche  due  campi 
di  internati  civili:  quello  di  Katzenau 
e  quello  di  Tapio-Siily.  In  questi  campi 
i  delegati  notarono  però  *  una  grande 
tristezza  »  sebbene  *  le  condizioni  ma- 
teriali fossero  sufficienti  e  la  direzione 
nettamente  umanitaria  ».  La  maggior 
Ijarte  degli  internati  di  Katzenau  —  che 
all'  ex)oca    della    visita    ascendevano    a 


40UU  —  era  come  già  si  diise,  costituita 
da  italiani  delle  provincie  irredente.  Essi 
erano  incaricati  della  direzione  del  cam- 
po. Una  comitiva  sufficiente  doveva  an- 
che recarsi  quasi  tutti  i  giorni  a  Linz  per 
i'iire  gli  acquisti  necessari.  La  spesa  au- 
torizzata dal  governo  austriaco  era  di 
due  corone  al  giorno  per  ogni  internato. 
La  cucina  era  fatta  dagli  stessi  internati 
e  non  dava  luogo  ad  alcuna  lagnanza. 
Le  baracche  erano  divise  in  vari  scom- 
partimenti con  delle  tende  ed  ammini- 
strate da  un  capo  scelto  fra  gli  uomini 
più  anziani.  Alcune  erano  riservate  sol- 
tanto alle  donne.  Nel  campo  si  trovava 
pure  un  bazar  nel  quale  si  potevano 
fare  dei  piccoli  acquisti  ad  un  prezzo 
prestabilito,  un  restaurant,  una  piccola 
infermeria  ed  una  baracca  destinata  alle 
funzioni  religiose. 

Come  si  vede,  all'  epoca  della  visita 
di  Mons.  Scapinelli  e  della  Delegazione 
del  Comitato  intemazionale  della  Croce 
Rossa  —  i  cui  rapporti  ho  qui  riassunti 
colla  massima  fedeltà  —  sembra  che  i 
nostri  prigionieri  in  Austria  fossero,  re- 
lativamente, trat'lati  bene.  La  stessa  con- 
clusione si  i>otrebbe  anche  dedurre  dalle 
notizie  inviate  dalla  Commissicme  dei 
prigionieri  di  guerra  della  Croce  Rossa 
di  Vienna,  notizie  che  —  secondo  quanto 
fece  osservare  la  Commissione  di  Roma 
nella  sua  Relazione  del  30  giugno  1915  — 
*  per  la  loro  natura  e  per  i  molti  det- 
tagli devono  ritenersi  attendibili  » .  Ma, 
in  seguito  all'  accentuarsi  dell'  inaspri- 
mento del  conflitto  italo-austi'iaco  e  di 
tutta  la  guerra  europea,  ed  all'  aggra- 
varsi, in  modo  davvero  impressionante, 
della  situazione  interna  dell'Austria,  le 
condizioni  ed  il  trattamento  dei  nostri 
prigionieri  andarono  assai  peggiorando. 
Si  verificarono  persino  non  pochi  inci- 
denti assai  dolorosi  dei  quali  ci  giunse 
più  volte  r  eco,  nonostante  la  severità 
della  censura,  attraverso  la  stampa. 

L'Austria  commise  anzi  dei  veri  e 
propri  delitti  verso  alcuni  nostri  prigio- 
nieri di  guerra.  Basterà  ricordare  a  que- 
sto proposito  r  impiccagione  del  grande 
patriota  trentino.  Cesare  Battisti,  avve- 
mita,  coni'  è  noto,  il  12  luglio  1916,  nel 
Castello  di  Trento.  Tutti  i  più  valenti 
cultori  del  diritto  internazionale  furono 
concordi  nel  definire  1'  operato  austriaco 
un  vero  e  proprio'  assassinio.  Il  Batti- 
sti non  poteva  essere  trattato  come  un 
ribelle  e  giudicato  secondo  11  diritto  in- 
terno dell'  Austria.  Egli  faceva  parte, 
come  ufficiale,  di  un  esercito  regolare 
e,  per  conseguenza,  .una  volta  caduto 
in  mano  al  nemico,  non  era  che  un  pri- 


380 


1  CAMPI  DEI  PRIGIONIERI  AUSTRIACI 
IN  ITALIA 


Riduzione  della  carta  pubblicata  dall'Agenzia  Internazionale 
dei  Prigionieri  di  Guerra  a  Ginevra. 


—  BOO  - 


gioniero  di  guerra  come  tutti  gli  altri, 
e,  come  tale,  doveva  essere  trattato  se- 
condo gli  accordi  internazionali. 

Bisogna  infine  considerare  che,  no- 
nostante il  buon  volere  di  tutti,  sia  per 
il  modo  con  cui  si  compiono  anche  le 
inchieste  più  diligenti,  sia  per  1'  oppor- 
tunità di  attenuare  o  rafforzare  le  tinte 
a  seconda  dei  casi,  in  certi  rapporti,  la 
verità  conii)leta  sul  trattamento  ordina- 
rio dei  prigionieri  di  guerra  non  si  potrà 
conoscere  se  non  doi>o  la  pace,  quando 
glj  stessi  ritorneranno  in  grembo  alle 
loro   famiglie   e   potranno  *  dir  tutto  » 


Corpo  d'Armata  di  Alessandria: 
Casale  Monferrato,  Vinadio,  Gavì,  Vi- 
gevano, Fossano,  Castel  Rocchero,  Staz- 
zano, Frinco  d'Asti,  Voltaggio. 

Corpo  d'Armata  di  Genova:  Ge- 
nova, Finalmarina,  Cremona,  Casalmag- 
giore,  Pizzighettone,  Savona,  Taggia, 
Borgo  S.  Donnino,   Scandiano. 

Corpo  d'Armata  di  Verona:  Bor- 
goforte. 

Corpo  d'Armata  di  Bologna:  Forlì, 
Carpi,  Cento,  Cesena. 

Corpo  d'Armata  di  Ancona:  Aqui- 
la, Sulmona,  Cittaducale. 


Serbi  prigionieri  dell'Austria. 


ai  parenti  ed  agli  amici  che  fecero  tanto 
per  loro  e  che  li  attesero  invano  per 
tanto  tempo.... 

I  prigionieri  austriaci 
in  Italia. 

I  cami)i  di  concentrazione  istituiti 
in  Italia  per  alloggiarvi  i  pri^^ionieri 
austro-ungarici  furono  assai  numerosi. 
Alla  fine  dello  scorso  maggio  erano  così 
ripartiti  fra  i  diversi  corpi  d'armata: 
Corpo  d'Armata  di  Torino:  Pine- 
rolo,  Luserna  S.  Giovanni,  Bardonec- 
chia,  Monceuisio,  Venaria  Reale. 


Corpo  d'Armata  di  Firenze:  Por- 
toferraio,  Volterra,  Porto  Ercole,  Ca- 
praia, Bibbiena,  C^istel  di  Trebbio,  Fi- 
renze,  S.   Gimignano. 

Corpo  d'Armata  di  Jioma:  Xarui, 
Orvieto,  Viterbo,  Amelia,  Asinara,  Mon- 
tenarba. 

Corpo  d'Armata  di  Napoli:  Mad- 
daloni,  Casagiove,  Caserta,  Baronissi, 
Napoli,  Nola,  Campagna,  Radula,  S.  Ma- 
ria Capua  V etere. 

Cor2m  d'Armata  di  Bari:  Potenza, 
Melfi,  Venosa,  Ostuni,  Bitetto,  Castel- 
lana, Barile,  Matera,  Conversano,  Muro 
Lucano.  » 


FTA  '  L'ideale  dei  lassativi  per  adulti  e  bambini. -p^^^ 
Non  irrita,  non  provoca  coliclie. 

In  tutte  le  farmacie  in  scatole  da  25  discoidi. 

I^EPETIT  FARMACEUTICI   -  MUDANO 


iKi^l»*iW»*iii»i^^*ii^[^il»iiW 


Ìtt0>^m0ttm^i»00i 


Corpo  d'Armata  di  Palermo:  Ca- 
rini, ^rdnreale,  Torrasini,  Cefalìi,  Mar- 
sh1;i,  Noto,  Milazzo,  Adornò,  Catania, 
Tra]>ani. 

Quasi  tutti  questi  camin  furono  vi- 
sitati «lai  prof.  D'E.spine,  doloojiito  del 
Comitato  Iiitcrnazionilo  d<'lla  Croce 
Kossa  neirotto1)ro  del  V.ìI'ì;  dai  vescovi 
«Ielle  varie  re^jioui  nella  primavera  del 
191G  e  dall'  Amlvasciatore  di  Spajjiia 
])resso  il  Quirinale,  incaricato  della  pro- 
tezione degli  austriaci  in  Italia  duranti^ 
la  guerra.  Tutti  i  visitatori  ebbero  pa- 
role oltreniodo  lusingliiere  per  il  trat- 
tamento usato  dall'  Italia  ai  prigionieri 
di  guerra. 

Il  prof.  \y  Espine  iniziò  le  sue  visite 
ad  Alessandria  il  4  ottobre,  assieme 
air  on.  Maraini,  al  cap.  Tonini  ed  al 
tenente  Baracchi.  Dopo  aver  fatto  i 
convenevoli  al  Generale  Massone  —  che 
allo  scop})io  della  guerra  lasciò  la  ca- 
rica di  sindaco  di  Genova  e  divenne 
comandante  del  Corpo  d'Armata  d'Ales- 
sandria —  il  D'Espine  visitò  il  «  Campo 
Contumaciale  *  sito  snlla  riva  del  Ta- 
naro;  la  cittadella  e  l'ospedale  Ardigò 
ove  gli  italiani  e  gli  austriaci  erano  cu- 
rati dal  dott.  Castelli  e  dal  prof.  Bosso. 
Il  benemerito  visitatore  afferma  nel  suo 
rapporto  *  <li  non  aver  raccolto  ad  Ales- 
sandria alcuna  lagnanza,  nò  dagli  uffi- 
ciali, nò  dai  soldati:  tutti  si  dichiara- 
rono soddisfatti  del  modo  con  cui  erano 
trattati  ».  Il  D'Espine  visitò  quindi  la 
caserma  di  cavalleria  Vittorio  Emanuele 
di  Voghera,  che  ospitava  503  prigionieri 
e  la  trovò  in  *  buone  condizioni  igie- 
niche *  ;  passò  alle  caserme  Colli  e  Vit- 
torio Emanuele  di  Asti,  e  si  convinse 
che,  contrariamente  a  (pianto  si  affermò 
in  Austria,  l'acqua  del  Tanaro,  specie 
nelle  vicinanze  d'Asti,  non  è  affatto 
malsana,  e  riportò  dalla  visita  un'ottima 
impressione. 

L'egregio  delegato  si  trasferì  (juindi 
a  Genova  e  visitò  i  1321  prigionieri  del 
forte  di  Begato  ed  i  562  del  forte  dei 
Ratti.  In  (jucir  epoca  non  vi  erano  an- 
cora prigionieri  austriaci  nel  forte  dello 
Sperone,  posto  sotto  il  comando  del  va- 
loroso capitano  Valerio  Chiossone,  dojjo 
che  (piel  jìrode  ufficiale,  già  segretario 
del  Consorzio  Autonomo  del  Porto  di 
Genova,  dovette  lasciare  il  servizio  at- 
tivo essendo  rimasto  gravemente  ferito 
al  braccio  sinistro,  il  12  settembre  1915 
sulle  trincee  di  S.  Lticia. 

Il  D'Espine  si  recò  poscia  all'ospe- 
dale del  Seminario  —  ove  dal  20  luglio 
al  6  ottobre  1915  guarirono  ben  264  pri- 
gionieri austriaci  —  ;  alla  fortezza  «li  Ca- 


—   301   — 

stelfrauco  a  Fiualmarina  —  che  giudicb 
*  sotto  tutti  i  rapporti,  un  de]»osito  mo- 
dello »,  nel  quale  si  dava  anche  ai  pri- 
gionieri «  caffo  e  latte  tutte  le  mattine  »  ; 
e<l  alla  caserma  dei  bersaglieri  Lamar- 
mora  di  Taggia  ove  i  prigionieri  •«  non 
formularono  alcun  reclamo». 

Il  D'  Espine  visitò  pure  i  ricoverati 
nelle  caserme  d'Aldifredo  e  di  Casa- 
giove  a  Caserta  ;  nella  caserma  Annun- 
ziata, di  Maddaloni  e  di  Baronissi,  presso 
Salerno,  ove  i  prigionieri,  comandati  dal 
cai)itano  Carlo  Zingaropoli,  ricevevano 
«  caffè  nero  tutte  le  mattine  e  vino  due 
volte  alla  settimana».  Passò  infine  in 
Sicilia  e  si  recò  al  dejìosito  di  Carini, 
comandato  dal  capitano  Gaetano  Noja  ; 
a  <iuello  di  Terrasini  diretto  dal  capi- 
tano Crisafulli;  a  quello  di  Monreale, 
ove  trovò  un'  ottima  cucina  fatta  dagli 
austriaci  secondo  i  loro  gusti,  sale  da 
bagni  per  gli  ufficiali  e  doccie  i)er  lo 
truppe  ;  ed  all'  ospedale  Rosolino  Pilw 
di  Palermo,  ove  erano  giù,  stati  guariti 
57  prigionieri  austriaci. 

La  Segreteria  di  Stato  del  Vaticano 
non  pubblicò  i  rapporti  delle  visite  com- 
\nnte  dai  vescovi  nei  vari  depositi  di 
prigionieri  austro-ungarici.  Essi  vennero 
però  riassunti  in  un  articolo  evidente- 
mente isj)irato  dalla  Segreteria  stessa, 
api)arso  hiiW  Osservatore  Romano  del  26 
dello  scorso  giugno.  In  esso,  dopo  di 
aver  dimostrato  che  «  l' identità  dello 
scopo  caritatevole  di  queste  visite,  e  la 
somiglianza  degli  ambienti  nei  quali  si 
svolsero,  rendcrcbbei'O  monotona  la  pub- 
blicazione di  tutti  i  rapporti  »,  si  aff'enua 
che  i  Vescovi  sono  stati  accolti  ovun- 
que colle  *  dovute  manifestazioni  di  os- 
sequio e  di  riverenza  dalle  autorità  mi- 
litari ;  hanno  avuto  agio  di  visitare 
minutamente  i  luoghi  delle  varie  resi- 
denze d(à  ])rigionicri  ;  d'  intrattenersi  li- 
beramente con  essi,  interrogandoli  sulle 
loro  condizioni,  sui  loro  desideri  ;  ado- 
perandosi ad  ottenerne  il  giusto  sod«li- 
sfacimeuto,  tanto  per  l' esigenze  della 
vita  fisica,  se  in  qualche  cosa  lasciavano 
a  desiderare,  quanto,  e  più  specialmente, 
per  quelli  della  loro  vita  spirituale». 

«  Dove  r  assistenza  religiosa  non  la- 
sciava nulla  a  desiderare,  i  vescovi 
hanno  potuto  api)rendere  dalla  stessa 
bocca  della  maggior  parte  dei  prigio- 
nieri la  loro  piena  soddisfazione  e  com- 
piacersi con  essi  della  loro  pietà  ;  dove 
questa  assistenza  presentava  ([ualche 
involontaria  lacuna,  il  provvido  inter- 
vento del  vescovo,  subito  volonterosa- 
mente assecondato  dalle  autorità  mili- 
tari, ha  provveduto  a  colmarla,  assicu- 


392  - 


rando  così,  auclie  per  questa  parte,  il 
maggiore  i  en^-sscre  dei  prigionieri,  per 
quanto  ])o.es-*e  consentirlo  l'anorma- 
lità stessa  e  la  durezza  della  loro  cou- 
dizione ». 

Tutti  i  vescovi  furono  poi  piena- 
mente d*  accordo  nell'  affermare  che  le 
notizie  e  le  impressioni  che  in  tali  vi- 
site poterono  attingere  *  tornano  ad 
onore  dei  sentimenti  di  civiltà  ed  uma- 
nità i)er  i  (piali  il  popolo  italiano  giu- 
stamente si  vanta  di  non  essere  ad  al- 
cun altro  secondo  » . 

Le  dichiarazioni  più  lusinghiere  fu- 
rono però  quelle  dell'  ambasciatore  di 
Spagna  presso  il  Quirinale,  Ramon  Pina 


Che  co^a  si  potrebbe  desiderare  di 
più?  L'Italia  ha  dunque  tutti  i  diritti 
di  occupare  uno  dei  posti  migliori  —  o 
forse  il  ])rimo  —  fra  le  nazioni  che  usa- 
rono il  migliore  trattamento  ai  prigio- 
nieri di  guerra.  E  di  ciò  non  può  a 
meno  di  andare  giustamente  orgogliosa. 
Il  popolo  italiano,  per  affermarsi  degno 
del  suo  glorioso  passato  e  capace  di  rea- 
lizzare le  sue  sacrosante  aspirazioni,  non 
<loveva  dimostrarsi  soltanto  imi)aziente 
di  volare  sulle  trincee  per  conquistare 
i  suoi  naturali  confini  e  per  difendere 
la  civiltà  minacciata  dai  barbari,  ma 
doveva  essere  oltremodo  generoso  coi 
prigionieri  e  coi  vinti.... 


Austriaci  prigionieri  dei  llussi  a  Tomsk  in  Siberia. 


j  Millet.  L'  egregio  diplomatico  visitò  i 
prigionieri  austriaci  in  Italia  e  riferì  i 
risultati  delle  proprie  indagini  al  go- 
verno viennese,  che  gli  aveva  conferito 
la  tutela  degli  interessi  austriaci  in  Ita- 
lia durante  la  guerra,  ed  al  proprio  So- 
vrano, il  quale  volle  farsi  un  dovere  di 
incaricarlo  di  esprimere  il  suo  •«  vivo 
compiacimento  >  al  Generale  Spingardi, 
presidente  della  Commissione  per  i  pri- 
gionieri dipendente  dal  Ministero  della 
Guerra  *  per  le  condizioni,  ottime  sotto 
ogni  rapporto,  in  cui  si  trovano  i  pri- 
gionieri austriaci,  e  per  il  buon  tratta- 
niento  che,  senza  eccezione,  viene  loro 
usato  dalle  autorità  italiane  ». 


LIQUORE 

TONICO  DIGESTIVO 

DITTA  ALBERTI 
BENEVENTO 


Prigionieri  italiani  irredenti 
in  Siberia. 

Non  tutti  gli  italiani  prigionieri  nella 
guerra  del  1914-16  furono  catturati  dal- 
l'Austria, e  non  tutti  gli  austriaci  che 
attesero  la  conclusione  della  pace  «^ul 
suolo  italico  furono  presi  dagli  italiani. 
La  vastità  e  la  durata  dello  spaventoso 
conflitto  determinarono  anche  questi 
due  fatti  davvero  assai  curiosi.  All'ini- 
zio delle  ostilità  l'Austria  cercò  di  in- 
viare sul  fronte  russo  il  maggior  numero 
possibile  dei  suoi  sudditi  di  nazionalità 
italiana.  È  superfluo  dire  che  i  russi 
catturarono  anche  una  buona  parte  dei 


—  393  - 

nostri  fratelli  irredenti.  Il  governo  dello  sere  jiernino  l)eii  lieti  di  coinlcittere  come 
Zar.  prevedendo  inevitabile  il  nostro  volontari  a  fianco  dei  loro  fratelli  cou- 
intervento  a  fianeo  delle  nazioni  del-  tro  gli  austriaci,  non  si  fossero  infiltrati 
r  Intesa,  si  aflrettò  ad  impartire  tutte  dei  traditori  e  delle  spie.  I  risultati 
le  disposizioni  necessarie  par  assicurare  delle  primo  indagini  aut(ulzzarono  al- 
un  trattamento  s])e(iale  a  tutti  i  i)ri-  cuni  seri  sospetti.  Fu  quindi  necessario 
gionieri  di  nazionaliti\  italiana,  e,  dopo  ])rendere  energiche  dis]»osizioni  che  non 
tjualche  temi)o.  non  esitò  a  farci  sapere  j)oterono  a  meno  di  arrecare  qualche 
ufficialmente,  ]>er  mezzo  del  suo  amba-  dispiacere  anche  ai  patrioti  più  sinceri 
sciatore  a  lìoma,  barone  Krupenski,  che  e  che  finirono  per  impedire  che  la  con- 
erà anche  disposto  a  farcene  regolare  segna  assumesse  il  carattere  di  una  so- 
oonsegna.  Non  poche  diftìcoltA  ci  inipe-  lenne  manifestazione  di  fratellanza  italo- 
dirono  di  accettare  la  generosa  oflerta.  russa,  capace  di  influire  notevolmente 
Soltanto  dopo  l' inizio  della  nostra  sull'  avvenire  delle  relazioni  dei  due 
guerra  coU'Austria  il  ])roblema  p()t^  es-  i)aesi,    le    quali  —  non   sarà  nialii  met- 


Dov'er.ino  alloggiati  1  prigionieri  austriaci  di  nazionalità  Italiana 
a  Onisk  in  Siberia. 


Bere  considerato  da  un  punto  di  vista 
concreto.  I  prigionieri  d'origine  italiana 
che  erano  sparsi  nei  canii)i  di  concen- 
trazione di  Merv  ;  Batiali  (Sinibirsk)  ; 
Kuznek  (8aratof)  ;  Orlow;  Kirsanof; 
Poltava  :  Petropol  ;  Novinikolaie^vsk  ; 
Paulodar;  Irkusk;  Omsk:  Krasnojarsk  : 
Kasolin  e  Tasckeu  furono  radunati  a 
Kii-sanof  ove  si  iniziarono  al  piìi  i»resto 
le  pratiche  necessarie  per  accertare  che 
fi'a  coloro  che  dicevano  di  non  vedere 
il  momento  di  recarsi  in  Italia  e  di  es- 


terlo  iu  evidenza  —  non  tralasceranno 
certamente  di  essere  i)er  questa  eirct)- 
stanza  —  abilmente  provocata  dai  no- 
stri nemici  —  delle  pivi  cordiali. 

Un  monumento  austriaco 
alla  generosità  italiana. 

Quando  l' Italia  contribuì  tanto  ef- 
ficacemente alla  salvezza  ed  alla  rior- 
ganizzazione dell'esercito  serbo,  il  nostro 
govei'no  prese  in  consegua  anche  i  pri- 


<'*  PETROLINA  L0N&E6A 


distrugge  la  forfora 
ed  arresta 

la  caduta  dei  capelli. 
Chiederla  a  tutti  i  profumieri,  parrucchieri,  farmacisti,  droghieri  e 
alla  Ditta  ANTONIO  I^ONGEGA  -  Venezia. — 


—  804 


gioaicri  austriaci  catturati  dai  prodi  e 
valorosi  soldati  di  Re  Pietro.  Questi 
prigionieri  furono  trasportati  all'  Asi- 
nara, piccola  isola  a  nord-ovest  della 
Sardegna.  Il  trattamento  avuto  in  quel- 
l'isola fu  davvero  superiore  ad  ogni 
aspettativa.  Uno  di  essi,  certo  Giorgio 
Nensen,  ne  riinase  così  ammirato  clie 
chiese  ed  ottenne  di  erigere  un  monu- 
mento alla  generosità  italiana.  Su  que- 
sto lavoro  —  del  quale  la  nostra  i^atria 
lia  tutti  i  diritti  di  andare  altera  —  si 
legge  la  seguente  dedica  :  *  I  prigionieri 
di  guerra  austriaci  —  bene  auguranti  — 
alla  ft'atellanza  dei  popoli».  Da  una 
parte  si  notano  due  gruppi  che,  nella 
fantasia  dell'autore,  vogliono  simboleg- 
giare la  fame  e  le  sofferenze  da  lui  pa- 
tite assieme  ai  propi-i  compagni  nell'Al- 
bania, quando  la  Serbia  attraversava 
uno  dei  pivi  tristi  periodi  della  sua  sto- 
ria ;  a  tergo  una  testa  di  Cristo,  sim- 
bolo della  fede  e  della  speranza  che  so- 
stenne quei  disgraziati  nei  giorni  della 
via  crucis;  più  in  alto  un  angelo,  la 
nostra  Italia,  nell'  atto  di  tendere  le 
braccia  ai  miseri  che  lo  circondano, 
chiedendo  di  essere  tratti  in  salvo  ;  in 
cima  una  gigantesca  figuril  —  1'  uma- 
nità —  che  si  eleva  al  disopra  di  tutte 
le  barbarie  e  di  tutte  le  ingiustizie,  ed 
incita  i  popoli,  stanchi  delle  guerre  e 
delle  lotte  fraterne,  a  riprendere  trion- 
falmente il  cammino  verso  le  grandi 
conquiste  della  civiltà  e  del  progresso  ; 
ad  affrettare  l' evento  di  quell'  èra  in 
cui  le  guerre  non  saranno  che  un  ri- 
cordo dei  tempi  che  furono  e  nessuno 
sarà  più  strappato  alla  famiglia  ed  alla 
patria  per  essere  condotto  lontano,  lon- 
tano, prigioniero  in  terra  nemica.... 


Il  da  farsi 
per  r  avvenire. 

La  concezione  del  prigioniero  au- 
striaco che  volle  rendere  un  così  gra- 
dito omaggio  al  nostro  paese  è  anche 
il  sogno  di  tutte  le  persone  di  cuore,  a 
qualunque  partito,  a  qualunque  nazione 
appartengano.  Ma,  disgraziatamente, 
questo  sogno  non  sarà  tanto  j^resto  tra- 


dotto in  un  fatto  compiuto.  Per  secoli 
e  secoli  vi  saranno  ancora  delle  guerre 
j)iù  o  meno  orrende,  con  prigionieri, 
morti  e  feriti  ;  con  tutte  le  più  forti 
manifestazioni  d'  odio  e  d'  amore.  Tutti 
i  volenterosi  devono  adunciae  studiare 
fin  d' ora  qualche  cosa  di  pratico  per 
rendere  meno  dolorosa  la  sorte  di  co- 
loro che  dovranno  jjartecipare,  in  un 
tempo  i>iù  o  meno  lontano,  alle  guerre 
future. 

Per  quanto  si  riferisce  ai  prigionieri 
di  guerra  il  collega  Gastone  Cotelle  ha 
lanciato  sulla  Gazzette  de  Lausanne  del 
1°  maggio  1916  un  progetto  che  merita 
di  essere  convertito  in  una  legge  inter- 
nazionale al  più  presto  possibile.  Pre- 
messo che  ormai  si  ammette  da  tutti 
che  il  i>rigioiuero  non  è  iH"oprietà  del 
vincitore,  ma  un  individuo  trattenuto 
dal  belligerante  al  solo  scopo  di  dimi- 
nuire la  forza  combattente  del  proprio 
nemico,  il  Cotelle  dimostra  colla  mag- 
giore evidenza  che  non  deve  essere  la- 
sciato alla  dipendenza  diretta  del  vin- 
citore, ma  posto  sotto  la  salvaguardia 
delle  potenze  neutrali.  I  cami)i  di  con- 
centrazione dovi-ebbero  sorgere  in  isole 
neutralizzate  od  in  nazioni  estranee  al 
conflitto  ed  essere  amministi'ati  e  sor- 
vegliati dai  neutri.  I  belligeranti  do- 
vrebbero rinviare  ai  campi  coloro  che 
riuscissero  ad  evadere.  Le  spese  non 
dovrebbero  essere  a  carico  del  vincitore, 
ma  della  patria  dei  catturati.  Le  fanii- 
glie  i)otrebbero  essere  ammesse,  colle 
dovute  precauzioni,  a  visitare  i  lt)ro 
cari.  I  prigionieri  dovrebbero  lavorare 
umanamente  ed  il  loro  guadagno  do- 
vrebbe contribuire  alle  spese  di  man- 
tenimento ed  alla  riparazione  dei  danni 
determinati  dalla  guerra.  Commissioni 
sanitarie,  composte  di  medici  neutri  e 
di  medici  del  paese  dei  prigionieri,  do- 
vrebbero curare  l' igiene  del  campo,  le 
malattie  e  hi  ferite  dei  catturati. 

Ciò  facendo  sarebbe  eliminata  la  pos- 
sibilità di  qualsiasi  rappresaglia  a  danno 
dei  prigionieri  ;  le  condizioni  finanziarie 
del  nemico  non  influirebbero  sul  loro 
trattamento  e  la  corrispondenza  colle 
loro  famiglie  non  incontrerebbe  alcuna 
limitazione.    Ma    soi)ratutto    sarebbero 


FIAT 


Carri  per  trasporto  della  portata 
- —  da  500  Kg.  a  7000  Kg.  


Omnibus  per  servizi  pubblici  a 

12,    16,    24    posti. 

Carri  alpini  —  Omnibus   da  Albergo,  ecc. 


!»,') 


o!iini:i;ito  (lucllo  soflVrcnzt'  morali  elio 
si  noturono  aiiclic  nei  nii^iliori  faiiijn  di 
iducpiitraziouc  :  il  piij^ioiiiero  non  sa- 
roltbe  i)iù  a  contatto  col  i>roprio  nc- 
iiiic«»  ;  lavorerebbe,  sia  pure  indiretta- 
mente, per  il  suo  i)aese,  potrebbe  rive- 
dere i  suoi  cari  anche  prima  <lella  pace  ; 
cont)scerebbe  le  notizie  «legli  amici  clie 
continuano  a  lottare  valorosamente  nelle 
trincee  ;  potrebbe  insomma  attendere, 
calmo  e  sereno.  1'  «)ra  dalla  sua  c<»m- 
p'.cta  liberazione. 


Il  projietto  del  CotcUc  non  potrebbe 
adun(iue  essere  migliore.  Non  si  tratta 
di  un  sogno  di  un  idealista,  ma  d' una 
cOv<<a  di  pratica  ed  immediata  attuazione. 
Il  Comitato  Internazionalo  della  Croce 
Kossa  dovrebbe  farlo  suo  ed  adoperarsi 
])er  tarlo  accettare  da  tutti  i  governi, 
percll^  i  benelici  che  se  ne  avrebbero 
nelle  guerre  lutiire  sarebbero  veramente 
«legni  di  nota  sotto  tutti  i  ]>iù  svariati 
punti  <li  vista.   Speriamo  bene.... 

B.  Ma  inerì. 


Furie  (lui  Sangallo  a  Civit»  Castellana 
dove  sono  lOOO  prigiouieri  austriaci. 


^    PEriFERT     PE     REJISEr     - 
"  CiOCCOLATO'ni  Biscotto 


MTALMOME 


wm. 


^^.mmmm^m 


Esercitazioni  dei  Giovani  Esploratori  Italiani.  —  A  MLlauo,  al  Velodromo  del  Seiupioue. 


I  bimbi  e  la  guerra. 


La  guerra",  la  graude  guerra  euro- 
pea, che  ha  sconvolto  tutto  e  tutti  così 
profondamente,  non  poteva  lasciare  im- 
muni delle  sue  conseguenze  or  dolorose 
or  liete,  .sempre  gravi,  neppure  "Il  in- 


dellc  particolari  conseguenze,  le  piìi  tri- 
sti, suir  anima  e  sul  carattere  dei  bam- 
bini, i  quali  dagli  eseni])i  di  ferocia  non 
possono  trarre  quegli  elementi  di  edu- 
cazione   che    dovrebbero    renderli,     col 


noceuti.   I  bambini,  anzi,  per  una  legge    tempo  e  con  lo  sviluppo  della  coscien- 
fatale,   la   quale   dovrebbe  ammonire  i 
grandi   ad   evitare  fin  dove  è  possibile 
il  terribile  i>erturbam^uto,  ne  risentono 
più    (leali  al- 


za, desiderosi  ricercatori  della  giustizia, 
generosi  elargitori  del  proprio  ai  povei-i, 
affettuosi  collaboratori  dell'eguaglianza 
di  tutti,  otti- 
mi cittadini, 
buoni  figli  e 
padri  di  fti- 
miglin.  labo- 
riosi e  infati- 
cati e  onesti 
lavoratori. 

E  su  que- 
s  t  o    p  u  n  t  o 
iimo  intratte- 
nere il  lettore 
più     che     su 
tutti    perchè 
il     problema 
delle     conse- 
guenze  della 
guerra  sul- 
r  anima  e  sul 
carattere  del 
fanciullo  è  as- 
sai più  grave 
del   proble- 
so, desideroso  di  imparare,  tendente  alla    ma,  più  diretto  forse  e  più  grossolana- 
conoscenza  di  tutto  quanto  lo  circonda,    mente  impressionante,  delle  conseguenze 
Ed   è  api)unto  questa  sua  curiosità    che  la  guerra  apporta  a  un  determinato 
bambina,  potentissima  che  rappresenta    numero  di  bambini  per  quanto  riguarda 
il  suo  maggiore  pericolo  di  fronte  alle    la   loro   vita  fisica.   Bimbi  periti  tragi- 


tri  per  le  loro 
facoltà  gio- 
vani, deboli  e 
tenere,  perla 
ricchezza  e  la 
vivacità  della 
vergine  fan- 
tasia, per 
tutto  quel 
complesso  di 
facoltà  sensi- 
tive e  intel- 
lettive, le 
quali  del  bim- 
bo ignaro  del 
mondo  e  dei 
misteri  della 
natura,  fa 
provviden- 
zialmente un 
essere  curio- 
so   air  ecces- 


Un  territoriale 


tu  —  è  quello  col  cap- 


pello di  paglia  —  porta  i  suoi  tre  bambiui  al  reg^lmeuto, 
a  FontaiueDleau,  non  avendo  a  casa  la  moglie,  che  e  morta, 
uè  altra  persona  che  possa  incaricarsi  di  loro. 


impressioni  troppo  vive  della  guerra, 
fenomeno  d'  odio,  di  rivalità,  di  discor- 
die, nel  quale  sempre  un  forte  prepo- 
teiite  tenta  di  schiacciare  un  debole. 
Questo  inno  alla  forza  bruta  dei  mu- 
scoli  e   delle   armi   non  può  non  avere 


caniente  nel  bombardauiento  e  nell'in- 
cendio delle  lor  case;  bimbi  uccisi,  stra- 
ziati, mutilati  dalla  soldatesca  briaca 
di  furore  e  di  stragi;  bimbi  il  cui  s\-i- 
luppo  sarà  arrestato  dalla  visione  ter- 
rificante   di    qualche   scena' spaventosa 


;ill:i  quale  O.sói  o  lo  Inn 
assistere,  non  foriuan» 
in   ijrand»'  iinnn-ro.   rìv 


iiiiidii  (lovcttrro 

,   auelie  se  )»r<'si 

una  i>arte,   unii 


wktfiLS 

■jqgpiiriTfij 

Fiitìut  noldtiti  d' Ttaìia.  —  In  uno  del  paesi  redenti. 


])i('ssi()ui  e  jii-outa  ad  acoo<;lievle,  inoo- 
niincia  con  tiejtida/ionf  u  trmiove,  la  sua 
•irand»'  opera  ciealiva  di  una  t-oscieuza, 
l»ierola  parte  di  iiuellu  quasi  totalitti  del    Ibrniatrice    di    un    uonn».    C^uest"  opera 

viene  invere,  lin  <Iaj;li  inizi, 
ostacolata  e  delVu-nnita  dalle 
impressioni  esterne.  L;i 
jiuerra  eon  tutto  il  .suo  bagu- 
«ilio  fantasioso,  pittoresco, 
terribile,  avventuroso  para- 
lizzerà nella  piccola  menta- 
lità dell'  innocente  ogni  al- 
tra idea  e  finirà  i)er  divenire 
la  curiosità  insaziata  ed  in- 
saziabile di  tutti  i  momenti , 
il  sogno  agitato  ed  irreciuieto 
di  tutte  le  notti,  l'onte  sem- 
])ro  di  sentimenti  men  che 
nobili  e  umanitari,  ravviva- 
trice,  se  \nir  anche  del  co- 
raggio, ma  anche,  e  forse 
più,  lidia  ferocia,  dell'  indir 
vidualismo.  della  concezione 
mondo  infantile  rimasto  colpito  dalla  della  giustizia  personale,  del  valor»;  in- 
_:iierra.  •  discusso  e  risolutivo  della  forza  brutale. 

Percliè  se  il  jierturbamento  fisico  non    della  licenza  di  fare  anche  quanto  nella 
-i  ripercuote  <he  sul  numero  dei  geni-    vita  normale  dei  popoli  e  degli  individui 
lori    e    de' bimbi   \nh  direttamente  tra-    non  ò  lecito  fare, 
volti  iuquesta  immane  tragedia  di  fuoco, 
di    lacrime    e    di    sangue,    l'altro   per- 

lurbanuMito,    (|uello   intellettuale  e  mo-  ^*^ 

rale.  non  ò  chi  noi  veda,  si  ripercuote 
invece  sulla  totalità  del  mondo  infan- 
tile che,  presente  o  lontano,  eolla  vi- 
sione diretta  o  mercè  i  discorsi  dei 
grandi,  per  mezzo  delle  vedute  dei 
giornali  od  altro  assiste  ign.i- 
ro,  nnv  fortemente  coljjito.  al 
(«irso  degli  avvenimenti. 

È  <iuesto  il  j)crturbamento 
più  pericoloso  e  più  grave  non 
soltanto  perchè  più  generale  e 
diffuso;  ma  anche,  e  princi- 
palmente. i>ei'clu>  riesce  a  <le- 
formare  tutt<»  il  fondamento 
educativo  di  (juella  tenera 
pianta  la  «luale,  ceduto  una 
volta  sotto  la  spinta  del  vento 
furiosi»  e  della  ))aurosa  tem- 
pesta, finirà  per  piegarsi  ver- 
so t»'rri»>  Tutti  i  sentimenti 
egoisti<*i  di'lla  conservazimie, 
della  i»ropria  difesa  a  costo 
dell'offesa  altrui,  questo  in- 
neggiare alla  forza  ed  al  nnis- 
saero,  rajìologia  di-lla  malizi» 
e  dell'agguato,  un  non  so  che 
di  fortemente  avventuroso  fi- 
niranno per  colpire  la  fantasia  del  bimbo 
appunto  nel  momento  i>iù  pericoloso  : 
(luello  durante  il  quale  l'educatore,  po- 
sto «li  fronte  ad  un'anima  vergine  «li  im- 


Questo  perturbamento  non  attende 
molto  a  rivelarsi;  ma  subito  si  mani- 
festa con  ,  la  profonda  modi lìcazione 
delle  prime  manifestazioni  della  attività 


1  plil  l>u 


fisica  ed  intellettuale  dei  bimbi;  con  la 
modificazione  dei  giochi. 

Il    progrosso    moderno,    ipiel    senso 
dignitoso   del  lavoro  che  è  forse  la  più 


-  398 
preziosa    conquista    della    sociotà   ino-    1 


deiiia,  accauto  alle  burnitole  e  ai  pul- 
cinella, alle  pecorine  e  agli  orsacchiotti, 
aveva  creato  tutto  un  mondo  di  .tiio- 
cattoli    intesi    alla   istruzione  inlantilo. 


liin  1  i     fermi,     impietriti,    davanti    alle 
granai  vetrine  dei  grandiosi  negozi. 

La  guerra  lia  indirizzato  le  giovani 
menti  verso  altri  canij)!  di  ricerche,  di 
curiosità    e    di    desiderio.    Così  il  com- 


Giuochi  di  (juerra  dei  ragazzi.  —  Fuoco! 

tutti    dirotti   a  soddisfai'e  (piella  curio-  mercio  e  1'  uso  dei  giocattoli  si  ^  orien- 

sità   bambina  che  è  il  primo  aiuto  alla  tato    diversamente.     Navi    corazzate    e 

formazione  della  cultura  del  futuro  uo-  siluri,   trincee  e  cannoni,  soldati  in  atto 

mo.  Così,  dalla  vaporiera  alla  macchina  di  uccidere  e  in  atteggiamenti  d'  uccisi, 

elettrica,    dalla    ratti gurazione    de' vari  fucili    e    baionette,    sciabole    e  cai)x>(dli 


Giuochi  di  guerra  dei  ragazzi,  —  La  fiicilazioue  della  spia. 


mestieri  all'  automobile  perfetta  pur  se  piumati  :  ecco  1'  unico  bagaglio  e  l' unica 
minuscola,  dalle  costruzioni  rudimcn-  chincaglieria  che  il  bimbo  del  1914,  del 
tali  all'  aeroplano  di  seta,  tu^to  un  1915,  del  1916  conserverà  gelosamente 
mondo  meraviglioso  e  promettente  si  nel  segreto  degli  angoli  della  casa  con- 
offeriva davanti    agli  occhi  estatici  dei  cessigli   per    il    suo  divertimento,  rice- 


-  399  - 

vendone  in  coni])OT)so  tutte   lo   iiii]»it\s-  dei  buiìibini,  opoorrcva  coltivare  in  essi 

^^ioni  di  cui  abbiamo  luiigaun'nte  parlato  anche    l'idea    della    distruzione,   lacen- 

jiiù  sojjra.  do.uliela  accogliere  come  una  cosa  inte- 

Quasi    tutto    ciò   non  bastasse  ecco  7'CiA(nj?e.  una  cosa  prodotta  dalla  guerra, 

la  speculazione,   (piesta  i^juobile  meorera  inevitabile,   necessaria,   meritoria. 
slVuttiitiice  a   sc4»po  di  lucro  tanto    dei 
più  alti  che  dei  più  bussi  sentimenti  che 

riescano  ad  albj'rgare  nell'  animo  unia-  ^*^ 

no.    ecco    la    s]»eculazione    imi)adionirsi 

anche   di   (piesto   eam])0  e  contribuire,  Da  tutto  ciò  che  più  sopra  sono  an- 

ratìbrzandola,  all'opera  moralnjeute  d<'-  dato    modestamente    sottoponendo    al- 

Ictcria  che  sid  lanciulh»  i»uò  aver  latta  1"  esame  dei  lettori,  si  capisce  come  la 

la  inu-rra.  guerra    possa    essere    diventata    per    i 


i  (jii)v;iiii  Ks] doratori  di  Frauda  mobilizzati 
i  servizi  siauitari., 


Ed  ecco  (luindi  annunciare  conu'  in 
Gernuinia,  fra  le  costruzioni  otierte  alla 
]>azienza  intelligente  d«'i  costruttori  in 
erba,  vi  siano  anche  degli  interi  villaggi 
bombardati,  con  tanto  di  camiianile 
col])ito  dalle  bombe,  tanto  di  nmnici]>io 
e  di  chiesa  sfondati  dalle  granate,  tanto 
di  case  sventrate  dalle  es])losioui  od  in 
liamme  in  conseguenza  del  bombarda- 
mento.  Non  bastava  eccitare  la  fantasia 


bimbi  ed  i  giovanetti  l'unico  jjonsiero. 
Di  (jui  il  risveglio  del  sentimento  av- 
venturoso, il  quale  si  manifesta  a  tutta 
jtrima  colla  imitazioìie  della  vita  mili- 
tare in  tutte  le  sue  più  curiose  nnini- 
festazioni.  Il  bimbo  vede  il  soblato 
all'osteria,  lo  osserva  in  piazza  d'armi, 
lo  ammira  quando  sfila,  fiero  e  gagliar- 
do. i)er  le  vie  «Iella  eittiì.  Quan<lo  l' imi- 
tazione non  serve  più,  supplisce  la  fan- 


IL   TACCO   DI 
VERA  GOMMA 


—  4()()  — 


tasia  già  fortemente  eccitata.  Ed  ecco 
la  rappresentazione  del  combattimento, 
tal  quale  esso  la  figura  non  per  sua 
conoscenza  diretta,  ma  per  qufd  poco 
clie  ha  potuto  comprender»;  dai  discorsi 
dei  grandi  e  dalle  illu.strazioiù  degli 
ebdomadari.  C!osì  dal  fuoco  degli  in- 
nocui scbioi^petti  di  legno  si  può  arri- 
vare alla  trincea,  al  cannoncino,  all'  as- 
salto, alla  conquista  della  bandiera,  alla 
fucilazione  dei  traditori.  Come  lato  edu- 
i-ativo   quest'  ultimo   episodio  è  discre- 


altro  manifestazioni  altro  _non  sono  elio 
la  dimostrazione  delle  impressioni  clie 
le  fantasie  infantili  possono  ricevere 
dalla  guerra  e  da  tutto  quautu  |)repara, 
conduce,   fa  la  guerra. 


Qualcuno  dirà  che,  in  rapporto  al 
])roblema  della  educazione  giovanile, 
nel    considerare  l' influsso  della  guerra 


Mssmm 


[.!i  Sociftù  niovanile  Unione  Militare  di  Francia  organizza  nna  festa  alle 
Tnileries  per  il  21"  anniversario  della  sua  fondazione.  La  sfilata  davanti  al  Pre- 
sidente della  Repubblica. 


tnmente  rivelatore.  Il  i)iccin()  che  si 
adatta  a  far  la  parto  del  traditore, 
<luello  che  si  accontenta  della  parte  di 
giustiziere  ricevono  indubbiamente  una 
tal  scossa  morale  che'  non  potrà  non 
intìuii'e  sinistramente  sul  corso  ulteriore 
della  loro  esistenza. 

Da  questo  primo  passo,  secondo  1'  età 
e  le  forze,  si  può  in  seguito  giungere 
alla  fuga.  La  smania  dell'  avventuroso 
spinge  il  giovanetto  verso  la  gloria  e 
verso  il  combattimento.  Non  son  r;iri, 
anche  perchè  riferiti  dai  giornali,  i 
quali  a  x>arer  mio,  colla  ditìusione  di 
siftatte  notizie  non  riescono  ad  altro 
che  ad  influire  sinistramente  su  altre 
giovani  fantasie  prontissime  a  ricevere 
i'  idea  cattiva,  non  son  rari  i  casi  di 
giovinetti  fuggiti  di  casa  per  recarsi  a 
combattere.  I  cosidetti  fi{/ìi  dei  regf/l- 
mcnii,  i  giovanissimi  colonlurl,  e  tante 


sono  stato  eccessivamente  severo  ed 
esclusivista  ed  obbietterà  come  la  guerra, 
se  fa  tanto  male  —  come  tutte  le  cose 
umane  —  produce  anche  talune  volte 
un  poco  di  bene,  anche  in  questo  campo 
infantile,  nel  (juale,  a  ben  considerare, 
parrebbe  così  difficile,  per  non  dire  im- 
l)ossibile,  ottenere  in  così  difficili  circo- 
stanze, qualcosa  di  diverso. 

Si,  ò  vero,  che  la  guerra,  suscitando 
r  attenzione  e  l' interessamento  dei  gio- 
vani, sviluppa  in  loro  la  curiosità  per 
le  regioni  maggiormente  colpite  dal  fla- 
gello. Nozioni  storiche  e,  massimamente, 
nozioni  geografiche  condite  dall'  insolito 
sapore,  riescono  a  penetrare  y)rolbnda- 
mente  nella  memoria  bambina  dalla 
quale,  qualunque  cosa  avvezza,  non  si 
distaccheranno  mai  più.  Inoltre  il  gio- 
vinetto a])prende  una  quantità  di  co- 
guizioni  scientifiche,  che,  senza  il  sus- 


401 


sidio  dell'  avrenturoso,  non  avrebbe 
appreso  che  più  tardi  e  con  grandis- 
sima fatica. 

L' imitazione  degli  esercizi  militari 
sviluppa  il  fisico  dei  bambini  con  una 
giuuastica   che,  appunto  perchè  libera, 


Scouts,  giovinette  che  vigilano  nei  JVidi 
i  bimbi  dei  richiamati  o  prestano  la  loro 
opera  negli  ospedali,  tutta  una  magni- 
fica fioritura  di  verde  primavera  si  agita 
e  vive  in  mezzo  al  caos  terribile  della 
guerra. 


Giovani  Esploratori  tedeschi  che  trasportano  ferit 


è  forse  pili  razionale  e  piii  utile  allo 
sviluppo  del  bimbo  di  tutti  i  metodi 
ragionati  e  bislacchi  dei  nostri  moder- 
nissimi pedagoghi. 

Infine,  la  guerra  sviluppa  il  coraggio 
e,  in  molti,  il  sentimento  del  dovere  e 
della  carità.  In  tutte 
le  nazioni  i  giovani 
volontari  hanno  ap- 
prestato opere  di  col- 
laborazione civile 
alla  guerra,  opere 
che  vanno  dal  soc- 
corso ai  feriti,  alla 
sostituzione  di  colo- 
ro che,  partiti  per  la 
fronte,  non  attendo- 
no più,  in  patria,  ai 
lavori  professionali. 
Esploratori    e    Boy 


Ma  tutto  questo,  che  è  pur  bello, 
che  è  pur  utile,  che  è  meraviglioso,  ba- 
sta forse,  in  coscienza,  a  pareggiare  la 
partita? 

Di  fronte  agli  effetti  deleteri  che  la 
guerra  apporta  a  tutti  i  bimbi  del  mondo, 
questo  bene,  innega- 
bilmente esistente,  è 
tale  da  compensarci 
dell'  enormità  del 
male? 

Francamente,  no 
e  poi  no. 

Chi  ha  scatenato 
questo  uragano  fu- 
rioso, fra  le  tante  re- 
sponsabilità tragi- 
che, ha  pur  questa. 
Non  ultima  e  gra- 
vissima. 

Stefano  Conio. 


Una  If/.ione  ulle  Klovuiiette  inferiniure 


-  402  - 

L'Unione  generale  degli  Insegnanti 

per  la  guerra  nazionale. 


Allo  scoppio  della  guerra  un  gruppo  di 
professori  dell'Università  di  Palermo  si  ri- 
volgeva al  prof.  Vittorio  Scialoja,  insegnante 
•  di  diritto  romano  all'Università  di  Roma  e 
gli  esponeva  l'idea  di  raccogliere  tutti  gli 
insegnanti  d'Italia,  di  ogni  ordine  e  grado, 
in  un'associazione  unica  per  il  conforto  e 
r  assistenza  morale  al  popolo  e  per  dare  aiuto 
a  mezzo  della  scuola  a  tutte  le  opere  di  as- 
sistenza civile,  necessaria  non  meno  della 
preparazione  bellica  all'Italia  per  vincere  la 
grande  prova.  Cosi,  sotto  la  presidenza  di 
Vittorio  Scialoja  sorgeva  il  grande  fascio  de- 
gli Insegnanti  italiani,  dall'  università  alle 
scuole  elementari,  coli' adesione  di  rappre- 
sentanti di  tutte  le  tendenze  politiche  che 
trovò  subito  un  larghissimo  consenso  e  che 
dimostrò  l' importanza  della  Scuola  come 
elemento  morale  efficacissimo  della  nazione. 

Dovunque  sorsero  Sezioni  dell'  Unione  ge- 
nerale degli  Insegnanti,  con  piena  autono- 
mia e  con  una  svariata  e  multiforme  atti- 
vità, diversa  a  seconda  dei  luoghi  e  dei  bi- 
sogni. 

Con  spirito  di  vera  abnegazione,  oon  sa- 
crifici personali,  colla  parola,  colle  opere,  col 
consiglio,  gli  insegnanti  di  ogni  parte  d' Ita- 
lia concorsero  volonterosamente  a  tener  alto 
lo  spirito  del  popolo,  a  confortarlo  nei  suoi 
dolori,  ad  aiutarlo  in  mille  modi  nelle  nuove 
contingenze  create  dalla  guerra. 

Così  gli  insegnanti  crearono  in  molti  luo- 
ghi i  Segretariati  del  popolo  per  la  corri- 
spondenza coi  soldati  e  il  disbrigo  delle  pra- 
tiche legali,  tennero  conferenze  illustranti  le 
ragioni  morali  e  storiche  della  guerra,  e  or- 
ganizzarono 1  contributi  delle  scuole  alla 
Croce  Eossa,  la  lavorazione  della  lana  e  de- 
gli oggetti  di  conforto  ai  soldati,  l'assistenza 
ai  figli  dei  richiamati  eco.  In  molte  città  fu- 
rono tenute  conferenze  ricreative  ai  soldati 
convalescenti  specialmente,  illustrate  con 
proiezioni.  In  oltre  gli  insegnanti  si  occupa- 
rono delle  '^  Case  del  Soldato  „  e  dapper- 
tutto, col  fervore  delle  opere,  col  consiglio 
colla  parola,  vennero  in  soccorso  al  popolo, 
compiendo  un'opera  che  resterà  memorabile 
negli  annali  della  Scuola  Italiana. 

Con  numerose  pubblicazioni  di  opuscoli 
e  di  foglietti  furono  spiegate  in  forma  pre- 
cisa e  popolare  le  ragioni  morali  della  guer- 
ra, i  suoi  precedenti  storici,  le  necessità  che 
con  essa  vanno  congiunte  e  così  furono  il- 


lustrate le  questioni  igieniche,  sociali  ed  eco- 
nomiche congiunte  colla  guerra  stessa. 

In  molti  luoghi  ancora  gli  Insegnanti  spie- 
garono ed  illustrarono  nelle  scuole  i  comu- 
nicati del  Comando  supremo,  illustrandoli  e 
commentandoli,  compiendo  così  opera  effi- 
cacissima per  illuminare  il  popolo  sulla  guerra 
e  sul  modo  con  cui  procede. 

E  ancora  oon  conferenze,  cerimonie  sco- 
lastiche ecc.  gli  insegnanti  ebbero  modo  di 
rivolgersi  alle  famiglie  degli  alunni  e  di  por- 
tar loro  consiglio  e  conforto,  affermando  o 
sempre  più  il  valore  della  Scuola  come  ele- 
mento morale  della  nazione. 

Fra  le  pubblicazioni  dell'Unione  gen.  de- 
gli Insegnanti  è  particolarmente  notevole  la 
Antologia  storica  del  valore  italiano,  diretta 
dal  prof.  Camillo  Manfroni,  a  cui  collabora- 
rono numerosi  insegnanti  di  ogni  grado,  che 
è  una  documentazione  preziosa  e  al  tempo 
stesso  di  varia  e  interessante  lettura  degli 
atti  più  insigni  di  valore  della  storia  italiana 
dal  1787  al  1913. 

La  Presidenza  generale  dell'  Unione  gene- 
rale degli  Insegnanti  è  così  composta: 

Presidente  generale  :  S.  E.  l' on.  prof.  Vitto- 
rio Scialoja,  Ministro  senza  portafoglio. 

Membri  della  Giunta  esecutiva  :  on.  profes- 
sore Luigi  Credaro,  profess.  Gustavo  Canti, 
on.  prof.  Vincenzo  Simonoelli,  on.  Andrea 
Torre,  Sen.  prof.  Vito  Volterra;  Segretari  ge- 
nerali: prof.  Andrea  Galante,  prof.  Francesco 
Orestoro. 

La  sede  dell'Unione  è  presso  la  R.  Uni- 
versità (Istituto  giuridico),  Roma. 

La  Presidenza  generale  e  le  Sezioni  go- 
dono della  franchigia  postale  colle  autorità 
scolastiche  e  coi  sindaci. 

Le  Sezioni  possono  costituirsi  anche  dove 
sia  un  solo  insegnante  e  ciò  allo  scopo  di 
diffondere  l'opera  dell'Unione  nelle  cam- 
pagne. 

Ora  l' Unione  si  propone  di  far  proiettare 
in  tutta  Italia  una  serie  di  bellissime  proie- 
zioni illustranti  la  guerra  tratte  da  fotografie 
del  Comando  supremo  e  si  accinge  col  nuovo 
anno  ad  un'opera  anche  più  intensa  ed  effi- 
cace, opera  che  è  tanto  più  notevole  in  quanto 
tutte  le  grandi  associazioni  nazionali  fra  gli 
insegnanti,  di  ogni  grado,  non  solo,  ma  delle 
più  diverse  tendenze  politiche  fanno  parte 
dell'Unione  generale  degli  Insegnanti  e  danno 
ad  essa  contributo  di  pensiero  e  di  opere. 


FIAT 


GARAGES  RIUNITI  FIAT 

Sedi  di  vendita  in  Italia  :  ROMA  - 
TORINO  -  NAPOLI  -  FIRENZE  -  GE- 
NOVA -  BOLOGNA  -  MILANO  -  PA- 
DOVA -  SIENA  -  PISA  -  LIVORNO  - 
=  BIELLA  = 


403  — 


I  libri  per  i  soldati 

e  la  pubblica  istruzione. 


Quando  nei  primi  mesi,  anzi  nelle  prime 
settimane  della  nostra  guerra,  sorsero  in  pa- 
recchie città  principali  e  secondarie  del  Re- 
gno, comitati  che  si  proponevano  di  racco- 
gliere libri  per  i  soldati,  non  mancarono  gli 
'  amabili  scettici  che  trovavano  l'impresa  al- 
quanto oziosa. 

—  Libri  per  i  soldati?  —  Mai  soldati  hanno 
altro  da  fare  che  leggere!  — 

Oli  amabili  scettici,  come  ^esso  accade, 
argomentavano  con  estrema  superficialità.  Di- 
menticavano, fra  altro,  che  le  guerre  mo- 
derne hanno  un  loro  singolare  carattere  per 
coi  imponenti  masse  di  uomini  sono,  a  pe- 
riodi, obbligate  ad  un  regime  di  inazione 
snervante  che  può  trovare  nella  lettura  il  più 
efficace  conforto.  Dimenticavano  che  l'eser- 
cito di  una  nazione  in  guerra  oggi  si  con- 
fonde con  la  stessa  nazione,  ne  accoglie  in 
misura  proporzionale  rappresentanti  di  tutte 
le  classi  sociali  e  ne  ha  proporzionalmente 
gli  stessi  bisogni  di  ogni  ordine  più  diverso. 
Dimenticavano  che  la  guerra  porta  con  sé 
fra  le  conseguenze  più  tristi,  una  popola- 
zione ospitaliera,  soggetta  talvolta  a  lunghe 
degenze  negli  stabilimenti  sanitari,  dove  il 
libro  può  essere  l'amico  migliore.  E,  final- 
mente, dimenticavano  che  la  guerra  d'anni 
come  si  fa  ora,  chiede  provvidenze  che  do- 
vevano apparire  superflue  e  perfino  assurde, 
per  le  guerre  di  mesi.  Se  gli  date  i  mezzi 
adeguati,  oggi  il  soldato  analfabeta  hall  tempo 
di  imparare  a  leggere  e  scrivere  prima  ohe 
la  guerra  finisca.  E  non  pochi  sono  quelli 
che  hanno  imparato.  Per  la  gioia  di  poter 
mandare  una  parola  di  saluto  alla  famiglia 
lontana,  per  il  piacere  di  decifrare  la  carto- 
lina che  arriva. 

Ma  gli  scettici  mostravano  soprattutto  di 
ignorare  una  verità  che  gli  spiriti  più  acuti 
fra  le  più  alte  autorità  militari  intuirono  su- 
bito: il  valore  ricreativo,  piuttosto  che  istrut- 
tivo, della  lettura.  La  possibilità  offerta  me- 
diante la  lettura,  di  uscire  da  dure  e  penose 
e  magari  tormentose  condizioni  reali  per  par- 
tecipare delle  illusioni  benefiche  di  un'at- 
mosfera irreale  che  riesce  ad  annullarle  mo- 
mentaneamente: una  specie  di  alibi  morale 
fatto  per  ritemprare  non  soltanto  l'anima 
ma  anche  il  corpo. 

Per  tutte  queste  eccellenti  ragioni,  la  rac- 
colta e  la  distribuzione  dei  libri  ai  soldati 
non  soltanto  fu  continuata,  contro  il  parere 
degli  scettici,  ma  acquistò  una  coordinazione, 
una  disciplina,  una  complessità  di  programmi 
e  di  attuazioni  che  renderebbero  oggi  grot- 
tesca piuttosto  che  vana  la  discussione  teo- 
rica. Com'è  noto  1'"  Opera  del  libri  ai  sol- 
dati „  partecipa  del  caratted  del  servizio  pub- 
blico e  dell'  iniziativa  privata.  La  distribuzione 
del  materiale  librario  non  è  monopolio  né 
dello  Stato  ne  di  qualche  Comitato.  Anohe 
1  Comitati  che  riuniti  costituiscono  l'ideale 
organismo  dell'  "  Opera  ,  (ricordiamo  fra  1 
principali:  il  Comitato  di  Milano  ohe  fa  capo 
alla  Biblioteca  di  Brera  e  al  suo  direttore 
oomm.  Carta,  il  Comitato  veneziano  che  ha 


la  sua  sede  nella  Marciana  sotto  la  guida 
del  bibliotecario  .dott.  Coggiola,  il  Comitato 
bolognese  presieduto  dal  comm.  Fumagalli, 
direttore  della  Biblioteca  Universitaria  di 
quella  città,  il  Comitato  del  Lyceum  di  Fi- 
renze presieduto  dalla  contessa  Ginevra  De 
Nobili,  il  Comitato  genovese  presieduto  dal 
prof.  Nurra  di  quella  Biblioteca  Universita- 
ria, 1  Comitati  per  le  Bibliotechine  agli  Ospe- 
dali da  Campo  —  Milano  —  e  per  i  Ricreatori 
dei  Comitati  al  fronte  —  Firenze  —  1  due  ultimi, 
come  é  detto  dal  nome,  di  un  carattere  parti- 
colare) anche  questi  Comitati,  ripetiamo,  con- 
servano intera  la  loro  autonomia.  Il  Mini- 
stero della  Pubblica  Istruzione,  mediante  un 
suo  Delegato  speciale,  nominato  fino  dall'ago- 
sto del  1915  nella  persona  dell' avv.  Adolfo 
Orvieto,  si  è  riserbato  il  compito  dell'inte- 
grazione e  del  coordinamento.  Il  Ministero 
tratta  e  risolve  le  questioni  di  massima, 
prende  gli  accordi  opportuni  con  le  autorità 
militari,  provvede  alla  nomina  delle  Ispettrici 
per  la  lettura  negli  ospedali,  indica  provve- 
dimenti di  segnalata  urgenza  e  utilità  ai  Co- 
naitati  facendovi  concorrere,  ove  sia  neces- 
sario, le  loro  forze  riunite.  Appunto  all'ufficio 
della  Delega  ministeriale  si  deve  l'istituzione 
dei  depositi  librari  posti  in  zona  di  retrovie 
avanzate,  talvolta  nella  stessa  zona  delle  ope- 
razioni, che  affidati  alle  oure  di  Incaricati  di 
fiducia  scelti  dal  Ministero  hanno  compiuto 
un  imponente  lavoro  di  distribuzione  ed  han- 
no, qua  e  là,  dato  luogo  a  sale  di  lettura,  a 
vere  e  proprie  Case  del  soldato,  a  bibliote- 
che circolanti  senza  formalità,  a  piccoli  corsi 
di  scuola  elementare  per  analfabeti.  Ma  se 
da  una  parte  il  Ministero  dava  ai  Comitati 
prescrizioni  di  rifornimenti,  era  equo  dal- 
l'altra che  li  aiutasse  mettendoli  in  condi- 
zione di  procurarsi,  con  acquisti,  quel  più 
adatto  materiale  librario,  ohe  i  doni  anche 
generosi  degli  editori  e  del  privati  si  erano 
dimostrati  insuflìcenti  a  provvedere.  La  ci- 
fra etfettlvamente  spesa  o  soltanto  ImpegnìEita 
dal  Ministero  a  questo  scopo  e  fino  al  30  giu- 
gno 1917,  non  arriva  nel  suo  complesso  alle 
ventimila  lire.  Eppure,  poiché  si  trattava  di 
persone  praticissime  del  mercato  librario,  e 
poiché  anche  qui  assistè  la  buona  volontà 
degli  editori,  ha  consentito  acquisti  larghis- 
simi, capaci,  per  ora,  di  fronteggiare  le  ri- 
chieste che  tendono  ad  aumentare  piuttosto 
che  a  diminuire. 

L'  "  Opera  dei  libri  ai  soldati  „,  a  cui  an- 
che società  benemerite,  come  la  Dante  Ali- 
ghieri o  istituzioni  nazionali  di  carattere  li- 
brarlo come  la  Federazione  delle  Biblioteche 
popolari,  hanno  dato  considerevoli  aiuti,  si 
é  dimostrata  suscettibile  di  uno  svolgimento 
progressivo  a  cui  1  privati  possono  e  debbono 
concorrere  col  mezzo  più  semplice  ed  effi- 
cace: offrendo  quei  buoni  e  piacevoli  libri, 
magari  soltanto  quelle  buone  e  piacevoli  ri- 
viste illustrate  di  cui,  nonostante  la  raccolta 
fatta  con  qualche  larghezza  in  alcune  città  al 
principio  della  guerra,  le  riserve  disponibili 
devono  essere  tuttavia  assai  ampie  nel  paese. 


404  - 


L/a  guerra  e  T  economia  nazionale. 


Prima  dell'agosto  dell'  anno  clie  la 
Germania  ha  reso  nefasto  nell'eternità, 
non  era  nelle  previsioni  degli  umani  una 
guerra  come  quella  che  oggi  si  combatte, 
così  come  —  scoppiato  il  tremendo  con- 
flitto —  non  si  poteva  supporre  una  re- 
sistenza economica  che  si  prolunga  e  par 
talora  si  rafforzi  nel  tempo. 

Sopra  tutto  l' Italia,  paese  non  equa- 
mente considerato  nel  mondo,  offre  — 
anche  sul  terreno  economico  —  una  pro- 
va magnifica,  disvelando  non  sospettate 
energie  produttrici. 

L/e  incognite 
dell'  economia 
italiana. 

Nella  vigilia  della  sua  neutralità,  chi 
studiava,  con  animo  sereno,  l'eventualità 
della  sua  partecipazione  aUa  guerra,  non 
poteva  dissimularsi  le  gravi  incognite 
che  presentava  1'  economia  italiana. 

Il  nostro  commercio  internazionale, 
quantunque  salito  negli  ultimi  anni  ai 
5  miliardi,  era  tuttavia  ben  poca  cosa 
in  confronto  al  commercio  degli  altri 
paesi;  il  suo  aumento  non  comparabile 
alla  proporzione  con  cui  si  era  accre- 
sciuto nelle  altre  nazioni,  anche  se  si  to- 
glie lo  sviluppo  singolarissimo  del  traf- 
fico tedesco. 

La  cifra  Umitata  denudava  una  debo- 
lezza dell'economia  italiana,  aggravata 
poi  da  alcuni  fatti  sintomatici. 

Noi  abbiamo  sempre  saldata  la  dif- 
ferenza fra  le  nostre  importazioni  supe- 
riori alle  nostre  esportazioni  con  due  ce- 
spiti che  la  guerra  doveva  inevitabil- 
mente falcidiare  :  le  rimesse  degli  emi- 
granti e  il  consumo  del  forestiero  entro 
i  nostri  confini.  Non  avevamo  alcun  pro- 
vento di  capitali  investiti  all'  estero, 
come  la  Francia  e  l' Inghilterra,  e  lo 
squilibrio  si  doveva  ripercuotere  inevi- 
tabilmente sui  cambi. 

Ancora.  Le  importazioni  sarebbero 
accresciute  in  valore,  per  1'  aumento  dei 
prezzi  e  per  le  maggiori  provviste  ca- 
gionate dalla  guerra.  Dovevamo  per  con- 


tro diminviire  le  esportazioni,  non  tanto 
per  maggior  consumo  interno,  quanto 
per  i  divieti  di  esportazione,  per  la  per- 
dita di  alcuni  mercati,  per  le^ difficoltà 
di  conquistarne  dei  nuovi. 

L'  Italia  ha  risentito  ripercuotersi, 
durante  la  guerra,  le  deficienze  della 
sua  economia  lamentate  invano  da  ta- 
luni solitari: 

—  la  produzione  limitata  del  grano, 
nonostante  l' alta  protezione  doganale  ; 

—  la  produzione  hmitatissima  dello 
zucchero,  nonostante  il  sistema  piiì  unico 
che  raro  di  privilegi  goduti  da  questa 
industria  ; 

—  la  mancanza  di  una  potente  in- 
dustria idro-elettrica,  nonostante  la  ric- 
chezza dei  corsi  d' acqua  della  penisola  ; 

—  la  deficenza  della  sua  marina  mer- 
cantile, nonostante  i  premi,  le  sovven- 
zioni, di  cui  godeva; 

sono  alcuni  tra  i  principali  problemi  che 
durante  la  guerra  piìl  sentiamo  pesare. 
Problemi  essenziali  alla  vita  di  un  po- 
polo che  domandano  una  lunga  prepa- 
razione, e  che  —  in  condizioni  anormali 
come  quelle  che  attraversiamo  —  non 
si  possono  certo  risolvere. 

Di  contro  l'esportazione  italiana  fu 
viziata  da  due  cause  :  politiche  ed  eco- 
nomiche. 

Seguì  il  vario  orientarsi  della  nostra 
politica  internazionale  e  fu  assai  primi- 
tiva nella  penetrazione  dei  mercati  stra- 
nieri. Primitiva  per  ragioni  tecniche,  per- 
chè il  prodotto  si  esportava  senza  quella 
preparazione  di  cui  la  Germania  ci  ha 
dato  così  stupefacente  esemplare,  pri- 
mitiva per  insufficienza  di  organi  (per- 
sonale viaggiante,  tariffe  "di  trasporto, 
forme  di  credito,  accordo  fra  importa- 
tori ed  esportatori  di  uno  stesso  mercato) 
indispensabili  ad  una  feconda  esporta- 
zione di  merci. 

Come  1'  emigrazione  dei  nostri  lavo- 
ratori, così  1'  esportazione  delle  nostre 
merci,  sentirono  l' abbandono  in  cui 
paese  e  governo  lasciarono  troppo  a  lun- 
go  questi  problemi,   a   cui  il  disamore 


marca   di 
gafan-z^ia 

Ct-Gce 


405 


delle  classi  così  detto  dirigenti  fu  vera- 
mente esiziale. 

Si  capisco  che  questa  esportazione 
soffra  oggi  il  disagio  della  guerra  e  sia 
pavida  del  suo  domani,  nonostante  il 
favore  delle  alleanze  politiche  che  do- 
vrebbe dischiuderle  i  nuovi  mercati. 

Qui  invero  tutto  è  a  rifare  sulla 
base  degli  insegnamenti  che  il  tenibile 
flagello  della  guerra  deve  aver  cacciato 
nel  cervello  anche  dei  piil  tetragoni. 

L/e  rivelazioni 
deli'  economia 
italiana. 

Per  contro  l' economia  italiana  ha  ri- 
velato forze  inaspettate  e  provviden- 
ziali. 

Prima  tra  queste,  le  disponibilità  del 
risparmio  nazionale. 

Noi  avevamo  seguito  anche  in  que- 
sto recinto  una  politica  errata.  Il  Luz- 
zatti  credeva  di  poter  vantare  come 
un  trionfo  della  economia  nazionale  (ol- 
tre che  come  un  successo  personale)  il 
riscatto  che  si  era  compiuto  della  ren- 
dita italiana  dall'  estero.  Quello  fu  in- 
vece un  grosso  errore  prima  di  tutto 
perchè  assorbì  una  parte  considerevole 
del  risparmio  italiano,  che  molto  più 
utilmente  si  sarebbe  impiegato  nell'agri- 
coltura e  nella  industria  ;  poi  perchè  re- 
cise i  rapporti  fra  l' Italia  e  i  suoi  grandi 
banchieri. 

A  torto  il  Luzzatti  ravvisò  in  questo 
riscatto  una  forma  di  indipendenza  eco- 
nomica nazionale.  Non  vi  è  invece  nes- 
sun rapporto  di  soggezione  tra  il  credi- 
tore e  Ù  debitore  che  fa  onore  ai  suoi 
impegni.  Il  primo  tiene  al  secondo  assai 
più  di  quanto  si  possa  credere,  e  l'Italia 
era  cliente  ambito  nei  mercati  interna- 
zionali, ove  larghe  partite  della  sua  ren- 
dita avrebbero  spinto  quei  ceti  finan- 
ziari ad  essere  anzi  più  solleciti  e  i)iù 
desiderosi  delle  nostre  fortune.  I  proge- 
nitori del  Luzzatti  non  furono  mai  pa- 
droni del  mondo  benché  avessero  di- 
mestichezza col  commercio  del  denaro, 
nonostante  le  innegabili  virtù  della  raz- 
za. Il  3,50%  della  nostra  rendita,  frutto 
alto  pei  titoli  i)ubblici  in  mercati  ricchi 
come  Londra  e  Parigi,  toglieva  invece 
in  Italia  il  risparmio  da  impieghi  più 
produttivi,  i)iù  capaci  di  aumentare 
la  ricchezza  nazionale.  Si  rompevano 
così  relazioni  di  affari  che  non  si  sareb- 
bero poi  potute  riallacciare  nel  momento 
di  un  più  crescente  bisogno.  E  lo  ab- 
biamo avvertito  durante  la  guerra. 

Lo  Stringher  valuta  a  oltre  2  miliardi 


i  debiti  precedentemente  contratti  al- 
l'estero o  da  noi  riscattati  negli  anni 
buoni,  ma  soggiunge  che  ciò  ci  impedì 
di  accumulare  tesori  in  titoli  pubblici 
forestieri. 

Perciò  al  danno  che  abbiamo  accen- 
nato si  è  aggiunto  durante  la  guerra 
questo  :  che  l' Italia,  avendo  bisogno  di 
provvedere  ad  urgenti  acquisti  di  merce 
all'  estero,  mentre  vicevysa  diniinuiva 
la  già  magra  contropartita  della  sua 
esportazione  (oltre  le  rimesse  degli  emi- 
granti e  il  consumo  dei  forestieri  che  si 
possono  ritenere  cessati)  doveva  ricor- 
rere a  prestiti  all'  estero,  ad  emissioni  di 
buoni  del  tesoro  in  sterline  e  in  dollari. 

Naturalmente  per  lo  cagioni  suespo- 
ste, ciò  doveva  avvenire  a  condizioni 
più  gravose  per  noi  ;  non  avevamo  ti- 
toli pubblici  esteri,  come  l'Inghilterra, 
da  riversare  su  quei  mercati.  E  così 
mentre  il  prestito  americano  fatto  al- 
l' Inghilterra  o  alla  Francia  fu  di  ben 
500  milioni  di  dollari  (circa  2  miliardi 
e  600  milioni  di  franchi)  e  fu  concluso 
a  96  col  Sindacato  dei  banchieri  che  fe- 
cero capo  alla  casa  Morgan  e  a  98  jjor 
il  pubblico,  e  all'  interesso  del  5  %,  che 
potrà  essere  convertito  alla  scadenza  in 
titoli  al  4  Vz  %,  il  prestito  italiano  fu 
stipulato  con  le  casse  Lee,  Higginson 
Company  e  Guaranty  Trust  Company 
per  soli  125  milioni  di  lire,  ed  importa 
un  interesse  del  6  %  convertibile  alla 
scadenza  in  un  5  Vz  %• 

E  si  noti  che  il  mercato  americano 
era  interessato  come  esportatore  di  merci 
a  favorire  questi  prestiti  di  somme  che 
sarebbero  state  spese  interamente  nel 
mercato  americano. 

Da  ciò  la  importanza,  relativamente 
maggiore  per  noi,  dei  prestiti  all'interno. 

Il  paese  ha  risposto  all'  appello  dello 
Stato  con  un  crescente  fervore:  sogno 
confortante  per  la  politica  seguita  dal 
governo,  ma  segno  rivelatore  altresì  di 
una  non  sospettata  ricchezza  nazionale 
che  i  calcoli  più  comunemente  citati  non 
avvertirono  mai,  ragione  j)er  cui  è  sem- 
pre bene  conservare  con  la  statistica  una 
amicizia  alquanto  diffidente. 

Fu  chiaro  per  tutti  che  l'Italia  ali- 
mentava coi  suoi  risparmi  anche  quegli 
istituti  di  credito  che  erano  diretti  da 
stranieri  :  onde  ne  consegue  non  l' ostra- 
cismo al  capitale  straniero,  ma  l'ostra- 
cismo a  quella  ignoranza,  incapacità, 
ignavia  nostra  che  ci  fanno  abdicare  a 
funzioni  delicatissime  ed  importanti, 
contro  cui  nessuna  inettitudine  nazio- 
nale può  esistere,  nepi>ure  nel  lugubro 
cranio  degli  autodenigratori  in<ligeni. 


406 


Sononcliè  il  paese  lia  fatto  di  più: 
vale-  a  dire  ha  ])residiato  il  suo  credito 
all'  interno  e  all'  estero,  come  chi  non 
vuole  ini]josizioui  oltre  i  patti  libera- 
mente concordati,  di  proventi  finanziari 
che  non  si  supponeva  neppure  si  potes- 
sero concei)ire. 

L' Italia  (aveva  detto  il  console  di 
una  nazione  straniera  all'  on.  Nitti  che 
ci  narra  il  singolare  giudizio)  un  tempo 
museo  di  tutte  le  arti  belle,  era  dive- 
nuta il  museo  di  tutte  le  imposte. 

E  invero  tutte  le -avevamo  sperimen- 
tate, e  contro  tutte  l' opposizione  demo- 
cratica ed  economica  si  era  levata. 

Ma  questo  sistema  di  molteplici  tri- 
buti, molti  dei  quali  si  sovrapponevano 
e  creavano  sperequazioni  innegabili,  ed 
altri  erano  tali  da  impedire  la  forma- 
zione di  nuova  ricchezza  e  il  sorgere  di 
nuove  industrie,  è  stato  tuttavia  capace 
di  offrire  allo  Stato  cespiti  di  ben  mag- 
giori risorse  per  i  bisogni  straordinari  di 
guerra. 

Noi  abbiamo  diritto  perciò  di  porre 
il  nostro  sistema  finanziario  tra  quelli 
che  meglio  hanno  risposto  alle  esigenze 
dell'  ora. 

I^a  legislazione 
di  guerra. 

Non  si  potrebbe,  brevemente,  esa- 
minare la  legislazione  di  guerra.  Anche 
in  questa  materia,  l' Italia  stessa  —  che 
pure  ha  partecipato  piìl  tardi  al  con- 
flitto —  sente  il  peso  della  sua  impre- 
parazione :  impreparazione  che  fino  ad 
un  certo  limite  si  comprende  e  si  giu- 
stifica, perchè  ormai  è  dimostrato,  con 
esuberante  ricchezza  di  prove,  che  solo 
la  Germania  preparò  e  volle  la  tragedia 
che  insanguina  V  Europa,  contro  la  ten- 
denza pacifista  e  la  impreparazione  degli 
stati  della  Intesa. 

Parte  di  questa  legislazione  di  guerra 
è  nuir  altro  che  un  omaggio  ai  pregiu- 
dizi economici  delle  masse,  e  non  può 
essere  giudicata  in  sé  intrinsecamente, 
per  quello  che  apparentemente  vuole  ot- 
tenere, ma  bensì  come  mezzo  di  p'  3zia 
interna. 

Poiché  è  risaputo  che  per  ottenere 
un  calmiere,   il  popolo  ha  spesso  fatto 


lo  barricate,  si  può  talora  comprendere 
che  un  governo  possa  indulgere  al  seco- 
lare errore  per  evitare  sommosse  interne. 

L' Einaudi  consiglia  —  a  questo  pro- 
posito —  la  lettura  di  alcuni  brani  dei  j 
Promessi  Sposi,  piti  eloquenti  invero  di         j 
molti  trattati  economici  ;  ma  il  romanzo        ' 
manzoniano   non   avrebbe  pili  efficacia 
degli  eloquentissimi  risultati  negativi  e 
contrari   che   sono  tuttora  i  trionfi  del 
calmiere,   tanto  è  inveterato  il  convin- 
cimento che  lo  Stato  possa  correggere 
e  dominare  i  prezzi  del  mercato. 

Risultati  negativi,  poiché  la  quoti- 
diana esperienza  di  ognuno  ci  insegna 
in  quali  e  quanti  modi  si  viola  un  cal- 
miere. Il  consumatore  di  uova,  che  vede 
rarefarsi  il  jjrodotto  fino  a  temerne  l'as- 
soluta carestia,  non  esiterà  un  istante 
a  pagarle  volentieri  il  dopi)io  e  il  triplo 
di  quello  che  stabilisce  la  legge  ;  si  guar- 
derà bene  dal  denunziare  il  fatto  perché 
all'  indomani  sarebbe  immediatamente 
privato  del  i^rodotto;  e  la  solidarietà 
degli  interessi  tra  compratore  e  vendi- 
tore, favorita  dal  segreto  e  dalla  sem- 
plicità della  contrattazione,  relega  una 
volta  di  più  il  calmiere  tra  i  ferri  vec- 
chi del  solaio  economico. 

Risultati  contrari  alla  produzione  da 
un  lato  e  alla  costrizione  dei  consumi 
dall'  altro. 

È  chiaro  difatti  che  la  diminuzione 
artificiale,  coatta  dei  prezzi  ed  anche 
ogni  pericolo  di  turbamento  del  mer- 
cato, diminuisce  l' interesse  del  produt- 
tore, ne  sopisce  lo  stimolo  a  produrre, 
ne  aumenta  i  rischi.  Ne  consegue  una 
diminuzione  di  produzione  proprio  nel 
momento  in  cui  si  dovrebbe  portarla  al 
massimo  sviluppo. 

Non  solo,  ma  il  calmiere  volendo  fa- 
vorire i  consumi,  contrasta  con  le  dispo- 
sizioni di  polizia  e  gli  incitamenti  del 
governo  a  contenere  i  consumi  stessi. 

Il  ministro  Orlando  nella  sua  circo- 
lare con  cui  patrocina  una  maggior  con- 
tinenza del  comi)ratore,  non  si  appoggia 
ai  vieti  errori  dei  pseudo  economisti,  ma 
si  fortifica  delle  ragioni  morali  politiche 
nazionali  che  debbono  indurre  ad  una 
più  parca  vita  mentre  alle  frontiere  si 
combatte  e  si  muore.  Senonché  la  pa- 
rola dell'  eminente  uomo  di  stato  é  li- 


m0tt^0m^>^^f*0m^^mt^^t0>0^0m^00i^0*mii^>m0m 


NEVRALTEINA'  ^^P^^  energico  ed  innocuo 

ANTINEVRALGICO   ed   ANTIREUMATICO 

nell'uso  dei  rimedi  contro  la  febbre  ed  il  dolore 

RISPARMIATE  IL  CUORE! 

IvEPETIT  FARMACEUTICI  -  MUDANO 


-  407 


Magata  dalla  politica  dei  calmieri  e  da 
osini  forma  di  interveuto  governativo  a 

I  •reteso  favore  del  consumatore. 

E  si  potrebbe  scrivere  a  lungo  su 
([uesto  argomento;  ma  l'umanità  ricade 
uri  suoi  vecchi  errori  e  pare  che  a  nulla 
i;i()vi  r  esperienza  dei  secoli,  anche  se 
u  ronda  di  lagrime  e  di  sangue. 

II  domani  economico 
dell'Italia. 

Giova  tuttavia  sperare  che  tra  gli 
rrori  consumati,  l'Italia  abbia  tratto 
da  questa  prova  decisiva,  lumi  e  forze 
per  il  suo  ])rossimo  domani. 

Essa  avrà  constatata  la  necessità  per 
un  popolo  che  voglia  vivere,  di  non  rin- 
chiudersi nel  suo  mercato  interno.  Una 
economia  come  la  nostra,  che  dà  un  così 
forte  contingente  alla  emigrazione,  la 
cui  densità  di  popolazione  è  altissima, 
devo  avere  una  forte  politica  marinara 
ed  esportatrice. 

Non  si  assicura  l'indipendenza  eco- 
nomica del  paese  senza  questo  dominio 
del  mjvre. 

Non  si  può  sperare  accrescimento  di 
ricchezza  senza  una  crescente  esporta- 
zione di  jirodotti. 

Non  si  avrà  influenza  sui  mercati  stra- 
nieri senza  una  falange  di  uomini  esperti 
e  preparati  che  sappiano  far  conoscere 
ed  apprezzare  il  prodotto  italiano,  fog- 
giandolo secondo  il  gusto  e  le  esigenze 
dei  piil  lontani  e  dei  piìi  differenti  con- 
sumatori, a  cui  deve  essere  direttamente 
offerto  e  portato. 


La  guerra  è  stata,  attraverso  i  suoi 
lutti  e  le  sue  perdite  colossali,  un  grande 
lavacro  di  molti  errori  passati. 

Centinaia  e  migliaia  di  aziende  i)e- 
ricolanti  si  sono  sistemate,  depositi  in- 
genti di  merci  hanno  accresciuto  il  loro 
valore,  impianti  industriali  mal  conce- 
piti e  peggio  attuati  hanno  trovato  una 
feconda  utilizzazione. 

Tutta  l'industria  meccanica  e  me- 
tallurgica ne  è  stata  enormemente  av- 
vantaggiata. 

L' Italia  può  prepararsi  perciò  al  dojio 
guerra,  come  chi  ha  convenientemente 
liquidato  i  suoi  errori  passati,  con  ri- 
serve non  indifferenti  per  molte  indu- 
strie, con  una  esperienza  assai  apprez- 
zabile in  ogni  campo,  e  con  un  largo 
consenso  di  simpatie  politiche,  per  aver 
essa  salvata  la  Francia  prima  e  la  Qua- 
druplice poi,  simpatie  che  le  renderanno 
meno  ardua  la  via.  Meno  ardua,  ma  sem- 
pre difficile. 

I  soli  problemi  finanziari  dello  Stato 
saranno  assai  complessi.  Le  questioni 
agricole  gravissime.  Gli  interessi  indu- 
striali aggrovigliati,  onde  bisognerà  se- 
cernere dai  veri  interessi  nazionali  altri 
che  fossero,  per  avventura,  solo  inte- 
ressi particolari. 

Noi  non  dovremo  avere  dalla  guerra 
ipoteche  dannose  al  nostro  domani,  ma 
solo  il  senso  che  ogni  problema  sa^Th 
studiato  guardando  l' interesse  della  Pa- 
tria come  por  ossa  combattono  e  muoio- 
no i  nostri  figli,  i  nostri  fratelli. 

A.    GlOVANNINI. 


ASMATICI 

ScoraggiatijprendeteilRimediod'AbissiniaExibord, 
senza  oppio  né  morfina,  in  polvere,  sig'arette,  ta- 
bacco da  fumare,  e  sarete  sollevati  istantaneamente. 
6,  Rue  Dombasle,  6,  Paris.  —  In  tutte  le  Farmacie. 


-  408  - 


La  Lega  Economica  Nazionale. 


A  Milano,  centi'o  della  vita  commer- 
ciale e  industriale  d' Italia,  si  è  in  que- 
sti ultimi  mesi,  diremmo  quasi  per  ge- 
nerazione spontanea,  costituito  un  nuovo 
organismo  di  notevole  importanza  civile 
e  sociale  nella  Lega  Uconomica  nazio- 
nale, emanazione  della  Dante  Alighieri. 

Sembrerebbe  a  tutta  prima  che  gli 
scopi  ideali  dell'  oramai  antico  sodalizio 
non  dovessero  avere  alcuna  attinenza 
con  un'  associazione  apparentemente  de- 
stinata a  favorire  e  secondare  il  miglio- 
ramento economico,  il  quale  si  fonda 
sopra  un  positivo  bisogno  di  regolare  e 
svolgere  il  benessere  materiale  de'  cit- 
tadini :  ma  nel  caso  della  Lega  si  tratta 
appunto  di  coordinare  gli  sforzi  di  tutti, 
governo  e  privati,  per  dare  impulso  alle 
latenti  energie  della  nativa  ricchezza, 
spingendo  il  paese  a  emanciparsi  in  modo 
durevole  e  permanente  dalla  preminenza 
straniera. 

Le  potenze  centrali,  e  in  specie  la 
Germania,  dal  1890  in  poi  avevano  eser- 
citato sopra  i  nostri  commerci  e  le  no- 
stre industrie  una  sistematica  e  implaca- 
bile pressione,  invadendoci  grado  grado 
i  mercati  con  prodotti  a  buon  prezzo,  che 
noli  di  rado  vincevano  la  concorrenza 
de'  prodotti  interni  e  li  scacciavano  o 
soffocavano,  offrendo  al  cliente  generi 
d'incomparabile  convenienza,  spesso  con 
proprio  danno  momentaneo  (applicazione 
del  dumping),  pur  d'assicurarsi  la  pre- 
ferenza dell'acquirente  per  l'avvenire. 
La  Germania  in  ciò  era  maestra  e  se 
ne  accorsero,  insieme  con  noi,  anche 
tutti  gli  altri  popoli  d'  Europa,  comprese 
r  Inghilterra  e  la  Francia,  che  un  bel 
giorno  si  sentirono  dominati  e  soggio- 
gati dall'  immensa  superiorità  de'  Tede- 
schi anche  nel  campo  delle  produzioni 
una  volta  loro  monopolio  in  modo  as- 
soluto ed  esclusivo. 


Allo  scoppiare  della  conflagrazione 
europea  le  condizioni  del  nostro  mercato 
erano  precisamente  divenute  intollera- 
bili. Non  ce  ne  turbavamo  ancora,  ma 
la  nostra  vita  economica  era  insidiata 
dallo  straniero,  che  penetrava  sempre 
piìl  con  le  sue  banche  e  col  suo  oro, 
co'  suoi  commessi  viaggiatori  e  con  la 
inondazione  de'  suoi  prodotti  in  tutto  il 
globo  terraqueo  e,  per  conseguenza,  an- 
che nella  penisola. 


Se  si  fosse  continuato  ancora  un 
ventennio  di  quel  passo,  l' Italia,  come 
forse  la  stessa  Francia,  la  Gran  Bret- 
tagna e  la  Russia,  oltre  agli  Stati  mi- 
nori dell'  Europa  mediana,  si  sarebbe 
trovata  alla  mercè  del  danaro  e  quindi 
dell'  arbitrio  teutonico  e  un  orribile  vas- 
sallaggio politico  avrebbe  avuto  prin- 
cipio per  noi,  aprendoci  la  via  alle  piìi 
amare  delusioni. 

Per  buona  sorte  la  Germania,  im- 
paziente e  stanca  di  mordere  il  freno  e 
gettando  la  maschera,  provocò  il  con- 
flitto, in  cui  è  tuttora  impegnata  dopo 
più  di  due  anni,  e  le  genti,  che  prima 
essa  considerava  come  inferiori  e  con- 
dannate fatalmente  al  servaggio,  si  sono 
sciolte  dall'iniqua  soggezione  col  pro- 
posito di  non  ricadérvi  mai  piìl. 


Tra  le  molte  associazioni,  suscitate 
dalla  guerra,  è  dunque  anche  la  Lega 
Economica  Nazionale,  che  si  prefigge  di 
studiare  e  possibOmente  di  risolvere  i 
complicati  e  svariati  problemi  del  com- 
mercio e  dell'  industria  in  relazione, 
come  dicemmo,  con  l' indipendenza  spi- 
rituale e  materiale  del  Regno.  E  non  è 
da  nascondere  che  siffatti  problemi  sono 
molto  ardui,  perchè  includono  1'  analisi 
delle  più  dilsattute  dottrine  intorno  alla 
protezione  e  al  libero  scambio.  Uzza  di 
perpetue  contestazioni  e  discussioni,  non 
peranco  vicine  al  loro  termine.  L'  opi- 
nione pubblica,  infatti,  invoca  ad  alta 
voce  una  più  fìtta  e  salda  rete  di  cautele 
e  difese  intorno  a  quanto  si  fabbrica  nel 
paese,  con  altrettante  misure  d'inibi- 
zione per  la  merce  d'  origine  straniera  : 
ma  i  professori  di  diritto,  gli  economi- 
sti di  professione  e  gì'  ideologi  cultori 
delle  scienze  sociali  sono  spesso  d' altro 
avviso  tra  noi  proprio  nell'  ora  che  la 
libéralissima  Inghilterra  si  accosta  con 
risolutezza  (abbandonando  le  vecchie  vie) 
al  principio  de'  forti  dazi  protettori. 

In  mezzo  alle  due  opposte  correnti 
sta  forse  il  meglio,  ove  si  consideri  che 
nessuno  stato  è  in  ugual  modo  produt- 
tore di  tutto  e  di  tutto  imiiortatore,  o, 
viceversa,  produttore  e  importatore  d'un 
bel  niente;  alcuni  producono  o  impor- 
tano di  più,  altri  di  meno,  senza  una 
legge  comune  e  costante  per  luogo  e 
per  tempo,  epperò  è  officio  della  Lega, 
uscita  dal  vivo  seno  della  Nazione,  d' ar- 


w^ 


iMonizzaro  secondo  le  contingenti  e  mu- 
tevoli necessiti^  1  criteri  da  instillarsi 
nel  Governo  (juanto  al  regime  de'  dazi 
lìrotettori.  affinchè  esso  venga  in  be- 
nefico aiuto  alla  floridezza  universale 
della  nazione  stessa. 


Non  san\  dunque,  soltanto,  una  lotta 
contro  la  sopraffazione  della  Germania, 
ma  in  genere  un  tentativo  d' elevazione 
sopra  tutte  le  funeste  tradizioni  italiane 
di  asservimento. 


Ciò  premettiamo  perchè,  effettiva- 
mente, presso  il  Comitato  promotore 
milanese  della  Lega  il  dibattito  è  sta- 
to abbastanza  vivace,  pur  trattandosi 
d'un'azione  in  particolar  modo  determi- 
nata da  mera  idealità  :  e  gli  uomini,  che 
saranno  chiamati  a  dirigere  la  giovine 
istituzione,  avranno  il  cammino  spia- 
nato dalle  precedenti  dispute,  non  già 
d' eruditi  e  scienziati  amanti  delle  astra- 
zioni, ma  di  gente  pratica  e  seria,  al- 
leatasi in  iin  unico  proposito,  quello  di 
ricavare  il  massimo  profitto  dalla  con- 
dizione disastrosa,  in  cui  versa  la  pro- 
duzione germanica,  proprio  in  causa  della 
guerra,  ch'essa  ha  voluto  e  scatenato. 

Ma  intanto  una  cosa  è  certa:  che 
la  Lega  Economica  Nazionale  si  è  su- 
bito affermata,  dopo  un  mese  di  vera 
esistenza,  mettendo  insieme  nella  sola 
INIilano  un  primo  nucleo  di  circa  qua- 
ranramila  lire  per  i  primi  lavori  di  di- 
vulgazione, che  possiamo  chiamar  sen- 
timentale, e  raccogliendo  una  prima 
mostra  d' oggetti  accessori  e  sussidiari 
d' elettricità,  tutti  di  fabbricazione  ita- 
liana :  mostra  che,  improvvisata  su  lo 
scorcio  del  passato  giugno,  fruttò  un 
incasso  netto  di  circa  quattromila  lire 
in  cinque  o  sei  giorni  soltanto. 

Altre  mostre  si  faranno  nella  mede- 
sima Milano  o  altrove  :  saranno  pub- 
blicati annuari  de'  produttori  ne'  diversi 
rami  e  prontuari  di  consultazione  per  i 
consumatori;  saranno  banditi  concorsi  e 
gare  ;  saranno  creati  premi,  incoraggiati 
gli  esportatori  e  fabbricatori  nostrani, 
predisposte  razionalmente  conferenze  e 
fondate  riviste  intese  a  far  conoscere  e 
apprezzare  i  fini  della  Lega:  si  cercherà 
insomma  di  persuader  gli  allievi  delle 
scuole  popolari  e  medie  a  farsi  nelle  loro 
famiglie  apostoli  del  mercato  italiano, 
acciocché  cessi  la  malvagia  prevenzione 
delle  moltitudini  ignare  o  superficiali, 
che  per  snobismo  e  scetticismo,  per  iner- 
zia mentiilc  e  leggerezza  o  stupidità,  per 
capriccio  e  indifierenza,  ne'  propri  acqui- 
sti, di  regola,  antepongono  la  merce  di 
provenienza  transalpina  o  transoceanica. 


Sarà....  non  sarà....  sarà.... 

Tutto  in  tempo  futuro,  evidente- 
mente. E  speriamo,  auguriamo  che  sia 
un  futuro  semplice  e  un  futuro  pros- 
simo, non  già  un  futuro....  anteriore  o 
di  pio  desiderio. 

Intanto  possiamo  aggiungere  che 
hanno  dato  mano  alla  costituzione  della 
Lega  Economica  Nazionale  principal- 
mente la  signora  Luisa  Fontana  Gog- 
gia,  che  fino  dall'  inverno  del  1914  vi 
si  accinse,  chiedendo  1'  appoggio  della 
Dante  Alighieri  di  Milano:  il  comm. 
ing.  Carlo  Tarlarini  con  un  suo  opu- 
scolo nella  primavera  del  1915,  che  con- 
vinse il  grande  uf&c.  Tommaso  Berta- 
reUi  a  farsi  iniziatore  della  propaganda 
col  segretario  della  suddetta  Dante  Ali- 
ghieri dottor  Avancinio  Avancini,  e  in 
seguito  r  ing.  prof.  Giacinto  Motta,  il 
sen.  G.  B.  Pirelli,  il  comm.  avv.  Fi- 
lippo Mazzi,  l' avv.  cav.  uff".  Angelo 
Barzilai,  il  senat.  Carlo  Esterle,  Mario 
Alberti  ecc.  È  bene  poi  aggiungere  che 
contemporaneamente  alla  Lega  si  fon- 
dava a  Milano  nn^ Alleanza  Industriale, 
rivolta  allo  scopo  di  favorire  l'incremento 
delle  fabbriche  e  della  produzione  in- 
terna, e  nasceva,  crediamo  per  impulso 
di  Piero  Giacosa,  un'  istituzione  per  l'ap- 
plicazione delle  scienze  alla  nostra  ind»- 
stria.  Notevole  è  che  S.  E.  Paolo  Boselli 
nella  sua  dimora  a  Milano  (8,  9, 10, 11  ot- 
tobre) abbia  spesso  fatto  allusione  al- 
l'azione della  Lega  Economica  Nazionale, 
elemento  prezioso  di  .riscossa  per  l'Ita- 
lia. Ai  soci  della  Dante  Alighieri,  che  lo 
festeggiavano  affollatissimi  nelle  aristo- 
cratiche sale  del  Cova,  egli  disse  aper- 
tamente che,  se  la  grande  istituzione 
patriottica  prima  deUa  guerra  doveva 
tendere  a  salvare  gì'  interessi  italiani 
fuori  del  confine  politico,  oggi,  durando 
la  guerra,  essa  ha  1'  obbligo  d' intensi- 
ficare le  sue  sante  propagande  all'  in- 
terno :  e  la  propaganda  economica  è  la 
più  vitale,  la  piti  importante,  la  più  utile. 

I  tempi  sono  maturi  e  il  Governo  in- 
coraggia le  oneste  e  generose  intenzioni 
de'  cittadini. 

Avancinio  Avancini. 


—  410 


L*  invasione  ted^esca  in  Italia. 

M\&sicaL  e  musicisti. 


L'  invasione  tedesca  si  riscontra 
purtroppo  anche  nel  campo  editoriale 
musicale.  Chi  non  conosce  infatti,  per 
averle  ripetutamente  viste  sul  piano- 
forte di  casa  o  facenti  bella  mostra 
di  sé  nelle  vetrine  dei  negozianti,  le 
edizioni  didattiche  e  classiche  di  Pe- 
ters,  Litolff,  Breitkopf  &  Haertel,  Bote 
&  Bock  ecc.  ?  Esse  avevano  ormai  invaso 
indistintamente  tutti  i  mercati,  imponen- 
dosi ovunque  per  il  loro  •«  buon  mer- 
cato *,  rendendo  vano,  anzi  impossibile, 
ogni  e  qualsiasi  tentativo  di  concorrenza 
atto  ad  arginare  e  combattere  la  straor- 
dinaria loro  diffusione.  Nessuno  certo 
pu()  negare  che  il  largo  consenso  di  cui 
godettero  le  edizioni  te- 
desche non  fosse  dovuto 
a  pregi  intrinseci  e  reali 
nelle  stesse  :  la  incredi- 
bile modicità  del  prezzo 
s'  accoppiava  alla  niti- 
dezza della  stampa,  ad 
una  certa  eleganza  nella 
veste  che  le  rendeva  su- 
bito bene  accette  al  pub- 
blico. Esse  occupavano 
un  posto  ragguardevole 
in  ogni  casa,  modesta  o 
cospicua,  in  cui  si  stu- 
diasse musica  ;  esse  era- 
no state  adottate  da 
tempo  in  tutti  i  Conser- 
vatorii  di  musica  ed  in 
tutti  gli  Istituti,  ed  il 
loro  uso  era  tanto  inval- 
so presso  i  professori 
e  presso  gli  insegnanti 
che  questi,  per  la  dimestichezzit^iu  oai 
avevano  quei  testi,  li  preferivano  a 
qualsiasi  altro,  accogliendo  non  senza 
diffidenza  ogni  tentativo  fatto  allo  scopo 
di  spingere  una  nuova  edizione  italiana. 
Epperò,  senza  forse  neppure  avveder- 
sene, essi  boicottavano  —  ci  si  conceda 
l'espressione  —  la  produzione  del  loro 
paese,  giacché  erano  lasciate  in  disparte 
ottime  edizioni  nazionali,  degne  di  stare 
a  pari  delle  migliori  estere. 

Ma,  se  è  già  una  teoria  erronea  quella 
di  attribuire  a  dei  musicisti  tedeschi  una 
competenza  speciale,  quasi  privilegiata, 
per  la  interpretazione  e  il  commento  dei 
testi  dei  loro  grandi  autori,  da  Bach  e 
Beethoven  a  Chopin,  a  Sohumann,  a 
Brahms,  è  senza  dubbio  un  vero  as- 
surdo quello  di  accettare,  senza  il  do- 
vuto beneficio  d'  inventario,  o  di  prefe- 


rire addirittura,  delle  edizioni  tedesche 
di  grandi  classici  nostri  del  '600  e  del 
'700  (per  non  citare  che  quelli),  rivedute 
e  corrette  da  tedeschi,  e  nelle  quali, 
spesso  e  volentieri,  l'intimo  e  geniale 
pensiero  dell'  autore  si  trova  trasfor- 
mato, deformato,  nell'  interpretazione 
fattane  dal  revisore  d'oltralpe! 

Non  è  questa  una  inammissibile  ano- 
malia? Di  fronte  alla  stessa,  il  senti- 
mento di  dignità  nazionale  non  può  non 
insorgere  e  non  chiedere  che  si  faccia  di 
tutto  per  affrancarci  dalla  soggezione  in 
cui  —  anche  in  questo  campo  —  ci  aveva 
tenuti  l'alleato  di  ieri,  il  nemico  di  oggi. 
Una  Casa  Editrice  mondiale  e  bene- 
merita, di  cui  non  è  certo 
il  caso  di  tessere  qui 
l'elogio  —  la  Casa  Ri- 
cordi —  si  è  coraggiosa- 
mente prefissa  di  rag- 
giungere lo  scopo,  e  ei 
è  messa  alla  testa  di  una 
nobile  iniziativa  che  me- 
rita tutto  l'interesse  e 
tutto  l'appoggio  del  pub- 
blico. Porte  della  con- 
vinzione che  r  Italia  sa, 
può  e  deve  fare  da  sé, 
sin  da  alcuni  mesi  or 
sono  essa  si  era  già  ac- 
cinta a  un'  altra  impre- 
sa, nella  sfera  di  un'  al- 
tra fra  le  sue  importanti 
attività  artistico  -  indu- 
striali.  Provvistesi  di 
nuovi  e  speciali  impian- 
ti, le  Officine  litografi- 
cito  della  Ditta  Ricordi  —  celebri  quali 
produttrici  di  grandi  avvisi  a  colori  — 
si  eran  messe  subito  in  grado  di  pro- 
durre migliaia  e  migliaia  di  cartoline  illu- 
strate, così  perfette  per  disegno  e  per  ri- 
produzione, da  vincere  immediatamente 
il  confronto  di  tutte  quelle  che  ogni 
giorno  ci  piovevano  dalla  Germania.  Con 
quello  stesso  animo,  con  quella  stessa 
fede,  la  Casa  Ricordi  oggi  ha  intrapreso 
un'opera  ben  pivi  vasta  e  importante  :  la 
revisione,  reintegrazione  e  ristampa  di 
tutta  la  musica  classica  e  didattica,  na- 
zionale ed  estera.  Essa  ha  incominciato 
con  le  opere  per  pianoforte  e  per  istru- 
menti  a  corda,  e  proseguirà  man  mano, 
con  quelle  per  ogni  altro  ramo  della  let- 
teratura musicale.  Il  delicato  lavoro  di 
revisione  è  stato  affidato  a  professori  di 
grido  e  di  larga  esperienza,  insegnanti 


411   - 


nei  varii  R.  Conservatorii  del  Regno  ;  il 
testo  delle  varie  note  esplicative  circa 
r  origine  delle  composizioni,  l' interpre- 
tazione di  alcuni  passi,  ecc.,  sarà  redatto 
in  tre  lingue  :  italiana,  francese,  inglese  ; 
r  edizione  verrà  poi  curata  in  ogni  suo 
particolare   in  modo  da  potere  vantag- 


ramente  disposto  a  favorire  ed  incorag- 
giare ogni  manifestazione  nazionale,  vor- 
rà anche  in  seguito  ricordare  gli  sforzi 
che,  con  nobili  intendimenti  e  non  lievi 
sacrificii,  compie  una  Casa  italiana,  per 
un  alto  ideale  ;  e  che  non  tornerà,  a  pace 
conchiusa,  a  chiedere,  per  forza  d'  abi- 


giosamente  e  completamente  soppian- 
tar© le  edizioni  tedesche  ed  estere  in 
genere.  AH'  opera  Casa  Ricordi  si  è  ac- 
cinta con  l'amore,  con  l'entusiasmo  che 
dà  r  intima  convinzione  di  fare  cosa 
utile  e  buona  e  civile.  È  sperabile  che 
il  pubblico,  che  sembra  oggi  così  eince- 


tudine,  le  edizioni  Peters,  Litolli',  ecc. 
Queste  debbono  essere  messe  al  bando, 
una  volta  per  sempre,  dalle  persone  che 
professano  sentimenti  patriottici,  che 
realmente  hanno  a  cuore  l' avvenire,  la 
grandezza,  il  lustro  della  nobile  nazione 
cui  appartengono. 


-  412  - 


GLI  ITALIANI  ALL'  ESTERO 


Lfe  industrie  riunite  F.  MA.TARAZZO  in  S.  Paulo 
del  Brasile. 


Fra  gli  italiani  che,  onorano  la  pa- 
tria air  estero,  uno  dei  primissimi  posti 
spetta  al  Commendator  Francesco  Ma- 
tarazzo  fondatore  dell'  Industrie  Riunite 
F.    Matarazzo  in  S.  Paulo  del  Brasile. 

Francesco  Matarazzo  appartiene  a 
quella  categoria  di  lavoratori  che  lo 
Smiles  illustrò  col  suo  potente  libro 
Self-lÈelp  ossia  Storia  degli  uomini  che 
dal  nulla  seppero 
innalzarsi  ai  più 
alti  gradi  in  tutti 
i  rami  della  uma- 
na attività. 

Giova  seguire 
r  opera  di  questo 
uomo  nel  suo  gra- 
duale svolgimento. 

In  Patria. 

Le  condizioni 
del  Mezzogiorno 
d'Italia  verso  il 
1881  non  erano  lie- 
te: il  disagio  eco- 
nomico e  lo  scon- 
forto morale,  che 
da  lunga  data  eran 
venuti  aggravan- 
dosi per  tutta  la 
nazione,  vi  si  ri- 
percuotevano più 
profondamente.  La 
gravezza  dei  bal- 
zelli e  le  idee  avan- 
zate, che  principia- 
vano ad  agitare  le 
popolazioni,  rende- 
vano insopportabi- 
le quello  stato  di  cose  alla  media  e  pio- 
cola  borghesia,  la  quale  si  dibatteva  in 
una  vita  stentata,  coperta  dall'  orpello 
di  una  falsa  agiatezza. 

A  tali  condizioni  generali  si  aggiun- 
geva nella  famiglia  Matarazzo,  numero- 
sissima, quella  peculiare  della  immatura 
perdita  del  i)adre.  A  25  anni,  dopo  aver 
studiato  molto  latino,  molta  aritmetica 
e  molto  catechismo  in  Salerno,  dopo 
aver  cacciato  per  tutte  le  selve  di  Ca- 
stellabate,  e  fatta  qualche  scappatella, 
il  primogenito  di  casa  Matarazzo,  stanco 
di  quella  vita  improduttiva,  cercò  scru- 


Comm.  Francesco  Matarazzo. 


tare  le  tenebre  del  futuro  e  la  propria 
coscienza,  e  sentendo  in  sé  la  tenacia 
dell'  uomo  d' azione  abbracciò  la  deso- 
lata madre  e  prese  la  via  del  Brasile, 
allora  poco  nota  e  poco  sicura. 

Sbarcato  a  Santos  con  buona  Salute 
e  tenace  volontà  ma  ricco  di  sole  spe- 
ranze e  senza  nessuna  raccomandazione 
od  appoggio   dovette   subito   affrontare 

il    problema    della 

vita. 

I  primi 
passi. 

Dopo  una  som- 
maria ispezione  a 
San  Paulo,  Fran- 
cesco Matarazzo 
pianta  la  sua  ten- 
da in  un  botteghi- 
no a  Sorocaba. 

Il  suo  acuto 
spirito  ihdagatore 
gli  aveva  fatto 
comprendere  che 
nella  capitale,  cen- 
tro distributore  del 
commercio,  avreb- 
be dovuto  sotto- 
stare ad  un  padro- 
ne, o  soccombere 
ben  presto  nella 
gara  delle  concor- 
renze. 

Al  principio  l'a- 
sprezza del  luogo, 
la  promiscuità  del- 
le razze,  la  man- 
canza dei  comodi, 
la  dimessa  mansione  lo  accorano;  ma 
ben  presto  l' ardore  della  volontà  lo 
prende  e  le  quattro  pareti  della  capanna 
diventano  testimoni  di  un  poema  di 
umili  gesta. 

La  pulizia  più  rigorosa,  la  gentilezza 
dei  modi,  la  bontà  delle  merci,  l'onestà 
nel  contrattare,  gli  attirano  la  fiducia 
dei  clienti;  in  breve  da  tutte  le  parti 
gli  abitanti  del  Sertdo  accorrono  al  suo 
piccolo  emporio,  già  ingrandito  ;  ne  ap- 
I)rofitta  egli  e  diventa  intermediario  del- 
l' intercambio  fra  San  Paulo  e  Sorocaba. 
Intanto   aveva  osservato  che  alcuni 


-  413  - 


luoiìotti    arrivavano    deteriorati  :    per 
-tempio  il  grasso,  ohe  costituiva  il  prin- 
;>ale    condimento    dell'alimentazione, 
stretta   al    consumo   dei   fagiuoli,    del 
liso   e   della   mandioca.    Il  grasso  arri- 
vava il  più  delle  volte  rancido,  nausea- 
bondo,  in   modo   da  dar  luogo  a  delle 
gravi  quistioni,  ed  egli  ne  approfittò  per 
incorajfgiare  i  contadini  all'  allevamento 
del  porco,  che  poi  comprava  e  conver- 
tiva in  grasso  odoroso  e  appetitoso.  Così 


vide  la  radiosa  aurora  di  sua  fortuna... 
E  spiccò  il  volo  per  nuovi  lidi. 

L'anno  1890  lo  ritrovava  in  San  Paulo 
in  una  maggiore  elevazione  di  vita  e  dì 
lavoro. 

Il  re  delle  farine. 

A  San  Paulo  il  commercio  intima- 
mente legato  alla  grande  proprietà  era 
allora  esercitato  da  pochi,  e  si  riduceva 


Mata  RAZZO.  —  La  Sede  Centrale. 


nacque  la  lavorazione  dello  strutto  che 
doveva  poi  estendersi  anche  agli  Stati 
viciui. 

Ma  già  l'abolizione  della  schiavitii 
dava  nuovo  impulso  all'agricoltura  pan- 
lista,  le  coiTcnti  immigratrici  ingrossa- 
vano, nuove  strade  ferrate  seguivano  i 
piantatori,  Sorocaba  perdeva  il  vantag- 
gio di  stazione  terminale,  e  da  lungi  ba- 
lenavano i  crepuscoli  della  Repubblica 
fissando  lo  sguardo  ai  quali  egli  intra- 


ai  generi  alimentari  di  produzione  na- 
zionale. Esso  era  fiduciario  e  i  paga- 
menti venivano  fatti  a  fin  d'  anno,  com- 
pletata la  vendita  del  cafi'è.  Ma  colla 
corrente  immigratrico  (nel  1891  gli  im- 
migrati furono  ben  180,000  !)  andavano 
graduatamente  mutandosi  le  usanze  e  i 
consumi. 

La  farina  di  granturco,  il  riso,  l' ac- 
quavite, che  colle  mandioca  e  i  fagiuoli 
oostàtuivano  il  sistema  alimentare  delle 


-  414  - 


Santos.  —  Gli  uffici  Matarazzo. 


popolazioni  rurali,  non  appagano  lo  sto- 
maco del  colono  italiano  che  invece  ama 
il  pane,  le  paste  con  il  formaggio  loro 
naturai  condimento,  e,  quando  la  borsa 
glie  lo  permette,  il  vino.  Crescono  per- 
ciò le  importazioni  e  con  esse  la  neces- 
sità degli  affari  a  contanti:  il  vendere 
a  credenza  va  trasformandosi  in  quello 
a  danaro.  In  questo  pericoloso  periodo 
di  transazione  Francesco  Matarazzo,  da 
rivendugliolo  in  Sorocaba,  passa  ad  eser- 
citare in  San  Paulo  il  commercio  al- 
l' ingrosso.  Nel  frattempo  aumentava  il 
consumo  della  farina,  prodotto  che  era 
allora  importato  dal  Nord  America  e 
dall'Argentina  e  il  cui  commercio  si  pre- 
sentava difficilissimo  sia  perchè  trattasi 
di  un  prodotto  facilmente  deperibile,  e 
la  navigazione  era  allora  incerta  e  insuf- 
ficente,  sia  perchè  il  suo  valore  era  le- 
gato alle  vicende  dei  raccolti,  all'  insta- 
bilità dei  cambi,  dei  noU,  ecc.  Ma  egli 
vi  si  dedicò  con  tutto  1'  entusiasmo, 
perchè  1'  accoglienza  fatta  al  pane  da- 
gl'  indigeni  gli  faceva  prevedere  l' altez- 
za a  cui  ne  sarebbe  arrivato  lo  smer- 
cio. In  breve  fu  primo  fra  gì'  impor- 
tatori del  genere  e  glie  ne  divenne  tal 
fama,  che  gli  valse  il  titolo  di  ■«  re  della 
farina  ».  Curioso  paese  questo  d'Ame- 
rica che  bandisce  i  re  di  corona  e  crea 
l'ordine  dei  re  del  lavoro! 

Più  tardi  egli  impianta  in  San  Paulo 
il  primo   grande  mulino  che  divenne  il 


nocciolo  al  quale  si  sono  aggruppate  le 
successive  industrie  della  futura  Società 
F.  Matarazzo. 

Difatti  pensando  subito  che  avrebbe 
potuto  battere  i  concorrenti  di.  Rio  Ja- 
neiro, e  d'  altrove,  qualora  gli  fosse  riu- 
scito insaccare  la  sua  farina  in  cotonine 
di  tal  qualità  da  mutarsi  in  capi  di  bian- 
cheria da  casa  e  personali  pel  colono, 
le  cui  esigenze  di  vestiario  sono  ben 
poche  in  questo  mitissimo  clima,  fonda 
in  faccia  al  mulino,  la  sua  fabbrica  di 
tessuti  che  dal  nome  dell'  adorata  mam- 
ma, intitola  Mariangela;  fabbrica  che 
da  modesta  origine  assurge  ad  altissima 
importanza,  e  prosperando  emette  una 
prima  propaggine  dappresso  con  un  ca- 
scamificio  e  una  seconda  più  lungi,  nel 
rione  del  Belemzinho,  per  la  stamperia 
delle  cotonate  ;  opifìcio  questo  che  sorge 
di  botto  nella  piana  efficienza  dei  suoi 
mille  telai.  Il  seme  del  cotone  è  ripreso 
neli'  ingranaggio  dell'  industria  dei  grassi 
alimentari:  alia  produzione  di  quello 
animale,  ohe  seguendo  l' allevamento  del 
porco  è  passato  da  Itajjetininga  al  Pa- 
ranà,  si  aggiunge  ora  quello  degli  olii 
di  cotone.  Così  è  completa  la  lavora- 
zione dei  grassi  alimentari  i  cui  residui 
danno  presto  luogo  all'  altra  dei  grassi 
industriali:  sapone,  steariche,  vaselina, 
lubrificanti,  olio  di  ricino  e  tanti  altri. 
Attorno  a  tutte  queste  costellazioni  d' in- 
dustrie di  prima  grandezza  si   aggrup- 


415 


pano   molte   altre   secondarie,    come  la    procura  l' amicizia  dei  buoni  e  degli  in- 
btillatura   del   riso,  la  macinazione  del    telligenti,   e  alle  volte  non  isdegna  as- 


sale, la  raflBneria  dello  zucchero,  la  tor- 
i«' fazione  del  caffè,  la  segheria,  la  fab- 
brica dell'amido  e  della  fccula. 

In  pieno 
sviluppo. 

Finita   nel   1908  la  crisi  che  il  Bra- 


sociare  all'opera  sua  propria  personale 
quella  degli  altri.  Di  evoluzione  in  evo- 
luzione diventa  industriale,  banchiere, 
armatore,  facendo  pure  una  puntarella 
in  campagna,  dove  coltiva  radici  e  tu- 
beri per  la  lavorazione  dell'  amido  e  della 
fecula.  L' organizzazione  dei  suoi  stabi- 
limenti ò  meravigliosa  per  la  perfezione 
sile  aveva  attraversato  particolai*mente  dei  macchinari,  per  l' abilità  del  perso- 
per  r  invilimento  del  prezzo  del  caffè,  naie  tecnico,  che  ha  associato  con  libe- 
la  Casa  Matarazzo  aumenta  a  dismisura  rali  concessioni  nei  guadagni, 
le  sue  importazioni,  le  produzioni  delle  L'  operaio  è  ben  pagato,   non  lo  si 

sue  industrie,  e  ne  impianta  delle  nuove  :  sforza,  e  può  contare  sull' animo  buono 
così  il  mulino,  che  nell'  inizio  macinava  e  la  gentile  educazione  del  padrone,  che 
mille  sacchi  di  frumento  al  giorno,  ne  assicurano  la  giusta  distribuzione  dei 
macina  6000  nel  1912:  il  cotonificio  da    benefici  fra  capitale  e  lavoro. 


5000  fusi  e  200  telai 
arriva  a  60,000  fusi  e 
1800  telai;  incomincia 
a  funzionare  la  fabbri- 
ca di  tessuti  stampati  : 
i  frantoi  producono 
2000  quintali  di  olio  al 
mese  e  la  produzione 
dei  grassi  industriali 
sale  a  quaranta  ton- 
nellate al  giorno. 

A  tutte  queste  in- 
dustrie necessitano 
220  mila  tonnellate  di 
materia  prima  e  impie- 
gano 5000  operai.  Il 
giro  degli  affari,  che 
era  nel  1907  di  30  mi- 
lioni, monta  nel  1912 
a  140. 

Ad  una  prima  suc- 
cursale a  Rosario  si  ag- 


Cav.  Uff.  Ermkijno  Matarazzo. 


Come  privato  cit- 
tadino, Francesco  Ma- 
tarazzo è  presto  de- 
scritto: tutto  per  la 
famiglia  e  sempre  pri- 
mo nelle  opere  patriot- 
tiche e  di  beneficenza. 
È  membro  di  molte 
Società  e  di  tutte  le 
commissioni  che  ebbe- 
ro per  scopo  promuo- 
vere il  commercio, 
l' istruzione,  la  benefi- 
cenza e  il  credito.  A 
tutte  contribuì  con  la 
borsa,  e  a  molte  anche 
col  lavoro.  L'  Ospeda- 
le Italiano  <  Umber- 
to I  )►  1'  ebbe  presiden- 
te per  parecchio  tempo, 
e  la  sua  amministra- 
zione fu  ritenuta  esem- 


giungono  quelle  di  Buenos  Aii-es,  Rio  piare.  Per  tempo  tutte  le  mattine  era 
de  Janeiro,  Santos,  Cuxitiba  ed  An-  alla  casa  dei  malati,  ispezionava  le  cor- 
eie,  la  farmacia,  la  cucina,  seguiva  l' an- 
damento dei  servizi,  interrogava  le  suo- 
re, i  medici,  gl'infermi,  provvedeva  ai 
bisogni,  e  non  rare  volte,  dopo  aver  vuo- 
tato le  scarselle,  andava  via  per  rico- 
minciare r  indomani. 

Una  di  quelle  improvvise  tempeste, 
solite  a  scatenarsi  nella  Colonia,  per  un 


tonma. 


Lf*  industriale 
e  il  cittadino. 


Nei  commerci  come  nell*  industria, 
nei  grandi  come  nei  piccoli  affari,  Fran- 

eesco  Matarazzo  ha  portato  sempre  un'at-  nonnulla,  l'indignò;  si  dimise  e  fu  un 

tivìtà    senza    pari,    una  organizzazione  danno.  Ma  se  abbandonò  la  carica  non 

perfetta  del  lavoro,  l'impero  della  vo-  sospese   le   elargizioni,  e  l'anno  scorso 

lontà  che  non  si  spossa.  Commerciante,  offrì  la  somma  necessaria  per  edificare 

tiene  molto  all'  onestà  e  allo  scrupoloso  ed  addobbare  il  padiglione  destinato  a 

adempimento   della   parola   e  degli  im-  casa  di  salute;   piìl  che  un  padiglione, 

pegni:  ^calcolatore,    avvezzo   alla    disa-  un  palazzo   addirittura,   la  cui  costru- 

mina  minuta  dei  singoli  clementi,  non  zione  è  in  corso,  e  la  spesa  prevista  in 

si  lascia  sorprendere  dagli  eventi  e  se-  400   mila  lire  sorpasserà  certamente  le 

gue  passo  a  passo  le  circostanze,  quando  600  mila.  Presidente  della  commissione 

derogano  dalla  serie  dei  fenomeni  usuali,  per  la  raccolta  dei  soccorsi  ai  daimeg- 

Nuu   cerca  alleati  e   compagni,    ma  giati   del  terremoto  delle  Calabrie,  per 


416 


Antonina.  —  Il  nuovo  molino  Matarazzo,  inaugurato  il  16  agosto  1916. 


un  intero  mese  vi  dedicò  tutte  le  sue 
ore  di  riposo  dalle  7  alle  12  di  notte: 
fa  parte  del  Comitato  permanente  del- 
l' Istituto  Pasteur,  opera  quasi  interna- 
zionale ;  è  socio  fondatore  deD'  Istituto 
Medio,  e  contribuì  largamente  a  tutte 
le  sottoscrizioni  aperte  per  soccorrere 
alle  necessità  della  Patria. 

Quale  rappresentante  del  Banco  di 
Napoli,  mentre  la  Ditta  sollecitava  ovun- 
que adesioni  ai  due  prestiti  di  guerra, 
raccogliendo  più  di  cinque  milioni,  ri 
concorreva  per  proprio  conto  con  un  mi- 
lione di  lire.  Mecenate  di  artisti,  profes- 
sionisti, artefici,  a  tutti  sovviene  di  con- 
siglio e  di  danaro,  e  molti  compaesani 
e  connazionali  trovano  applicazione  ed 
impieghi  presso  di  lui.  Italiano,  ama  il 
Brasile  e  in  special  modo  San  Paulo,  e 
nessuno  piii  di  lui  e  con  pivi  devoto 
animo  1'  ha  esaltato  all'  estero  nelle  in- 
terviste coi  giornali,  nelle  conversazioni 
con  uomini  di  commercio  e  di  politica. 
Il  Municipio  di  San  Paulo  gli  propose 
la  compera  di  un  esteso  terreno  da  lui 
posseduto  all'Avenida  Paulista  per  adi- 
birlo a  pubblico  ritrovo,  e  gli  offerse  un 
prezzo  inferiore  alla  metà  dell'  effettivo 
valore  ;  accettò  e  perdette  quasi  un  mi- 
lione. 

La  casa  è  la  sua  felicità;  la  sera 
rientrando  depone  sul  limitare  i  pen- 
sieri, le  lotte,  i  disgusti  della  giornata  : 
è  quasi  una  purificazione  ;  è,  mi  sia  per- 


messo il  paragone,  il  credente  in  Allah, 
che  lascia  sulla  soglia  della  moschea  le 
scarpe,  e  fa  le  abluzioni  di  rito.  Sono 
le  sole  ore  della  giornata  in  cui  è  ilare 
e  sorridente  ;  la  sua  attenzione  è  rivolta 
a  tutti,  prima  ai  più  deboli,  la  vecchia 
mamma  e  il  più  giovane  dei  figli,  poi 
su  su  gradatamente  fino  al  più  anziano  ; 
e  la  scala  non  è  piccola,  poiché  conta 
tredici  figliuoli.  Utilizza  il  tempo  del 
pranzo  indagando  i  desideri  d'  ognuno  ; 
siano  vesti  o  cappelli,  automobili  vere 
o....  da  giuocattoli ;  sì  anche  i  giuocat- 
toli  diventano  argomento  di  discussione  ; 
prima  lo  erano  pei  figli,  ora  lo  sono  pei 
nipoti. 

Tale  è  il  ritratto  di  Francesco  Ma- 
tarazzo, Commendatore  della  Corona 
d'Italia,  Cavaliere  del  Lavoro....  Ma 
sarebbe  ingiustizia  non  nominare,  ac- 
canto al  padre,  il  figlio  terzogenito  Car- 
valiere  Uflciale  Ermelino  che  dirige  la 
grande  azienda  ora  che  il  padre,  da  circa 
un  lustro,  si  è  ritirato  in  patria  nella  sua 
bella  villa  di  Resina,  che  domina  il  golfo 
di  Napoli,  e  non  fa  più  che  rare  appari- 
zioni in  San  Paulo. 


Il  figlio. 

Ermelino  Matarazzo  compì  i  suoi 
studi  a  San  Gallo,  a  Zurigo  ed  a  Lon- 
dra. Tornato  in   Brasile   a   19   anni   si 


417 


motte  subito  allo  sbaraglio  della  \iti 
(•((lunicrciiib'  sotto  l'abile  guida  paterna. 

Lavoratore  ordiuato,  mente  lucida, 
parla  e  scrive  diverso  lingue,  è  adden- 
tro nella  legislazione  commerciale,  e  ne- 
gl'ingranaggi delle  banche  dei  più.  grandi 
iiercati  del  mondo.  Avvezzo  ad  esami- 
nare gli  eventi  nelle  cause  e  negli  ef- 
fetti, ogni  sua  decisione  è  presa  con 
«l nella  calma,  colla  quale  i  marinai  della 
uà  Salerno  scrutano  l'orizzonte  prima 
li  avventurarsi  nel  golfo  insidioso.  Buo- 
no e  semplice,  1'  alto  ufficio  non  gli  vela 
la  schiettezza  e  la  semplicità  dei  modi  ; 
ascolta,  se  utile,  il  consiglio  dei  subal- 
terni, i  pili  solerti  dei  quali  conoscono 
che  ninno  gli  è  pari  nel  graduare  il  pre- 
mio al  merito,  mentre  i  piti  negligenti 
1  tossono  sempre  contare  sulla  sua  bontà  ; 
però  a  questa  bontà  d'  animo  si  accoppia 
energia  e  tenacia,  che  sa  far  valere  op- 
portunamente. Costretto  dall'  assenza 
«lei  genitori  ad  esercitare  le  funzioni  di 
capo  di  famiglia,  abbraccia  con  rasse- 
gnazione la  croce,  pesante  per  uno  sca- 
polo giovane  e  occupatissimo,  e  compie 
con  tatto  le  molteplici  convenienze  della 
vita  di  relazione  di  una  famiglia  civile. 

Patriota,  e  di  buona  lega,  è  in  questo 
terribilissimo  momento  Presidente  del 
Pro  Patria,  Comitato  costituito  per  la 
tutela  delle  famiglie  dei  richiamati,  il 
jiiìi  importante  di  quanti  sono  esistiti 
finora  in  Colonia,  che  distribuisce  cento 
mila  lire  mensili  di  sussidio  e  ammini- 
stra un  fondo  di  un  milione,  al  quale 
ha  contribuito  con  sessanta  mila  lire  del 
proprio,  e  cinquantamila  della  Ditta, 
conservando  inoltre  agli  impiegati  sog- 
getti al  servizio  delle  armi  il  loro  posto 
e  corrispondendo  loro  metà  dello  sti- 
pendio. Delegato  generale  della  Croce 
Ro.'Jisa  per  gli  Stati  del  Brasile  del  Sud, 
ha  raccolto  e  spedito  in  patria,  finora, 
duecentomila  ùancM,  e  la  sottoscrizione 


conf  nua  non  solo,  ma  le  si  h  aggiunto 
ora  un'appello  fervoroso  ai  connazionali 
d' inscriversi  soci  perpetui  delhv  pia  isti- 
tuzione, appello  che  ha  suscitato  un'  eco 
simpatica  nei  nostri  cuori,  mentre  le  li- 
ste si  van  coprendo  di  centinaia  e  cen- 
tinaia di  nomi. 

Il  telegrafo  e  la  posta  funzionano 
ininterrottamente  fra  San  Paulo  e  Re- 
sina ;  gì'  incitamenti  e  le  idee  s'  incro- 
ciano, di  qui  parte  la  proposta  e  di  là 
arriva  il  consiglio,  il  progetto  che  si 
amplia  o  si  restringe  secondo  le  circo- 
stanze. Tra  padre  e  figlio  è  un  conti- 
nuo scambio  di  idee. 


Quando  l' Euroita  avrà  cessato  di 
versare  sangue  umano,  e  il  brigantaggio 
dei  mari  sarà  soppresso,  allora  non  solo 
dalle  città  marinare,  che  custodiscono 
r  avito  secolare  retaggio  di  gloria,  ma 
dai  cento  i)orti  del  triplice  mare  salpe- 
ranno le  navi  d' Italia  in  cerca  di  nuovi 
sbocchi  all'  esuberante  ju'oduzione.  E 
quelle  che  drizzeranno  le  prore  al  Bra- 
sile la  prima  cosa  che  avvisteranno  con 
la  terra  di  Santos,  di  Rio,  di  Antonina 
e  di  altre,  forse,  sarà  la  bandiera  ita- 
liana fluttuante  suU'  emporio  di  Casa 
Matarazzo;  e  da  terra  e  da  mare  cor- 
reranno neir  aria  i  saluti,  le  speranze  e 
gli  auguri  che  noi  fin  d' ora  formuliamo 
nel  voto,  che  Casa  Matarazzo  possa  es- 
sere 1'  im])ulso  per  una  piii  intima  unione 
fitl  r  Italia  e  il  Brasile  verso  un  piìl  in- 
tenso intercambio. 

Sia  dato  a  Francesco  Matarazzo  di 
preparare  quest'  opera,  ed  al  figlio  di 
continuarla. 

San  Faulo  [Brasile)  Maffgio  i9i6. 

PlKATINGA. 


27 


Zanzibar  dalla  terrazza  del  Consolato  inglese. 
{Saggio  delle  illustrazioni  del  libro  del  Paladini.  —  Fot.  di  air  John  Kirk). 


Italia   e   Inghilterra. 

(A  proposito  di  una  recente  pubblicazione  sulle  Colonie  inglesi). 


Un  volume  di  recente  pubblicazione,  che 
reca  il  titolo  suggestivo:  Impero  e  Libertà 
nelle  Colonie  inglesi, i'^)  è  uscito  in  un  mo- 
mento particolarmente  opportuno  per  chi 
voglia  studiare  e  capire  le  origini  più  recon- 
dite della  alleanza  politico-militare  esistente 
fra  due  popoli  cosi  diversi  per  temperamento 
e  così  lontani  uno  dall'altro  quanto  sono  l' ita- 
liano e  l'inglese.  Che  una  reciproca  simpatia 
si  sia  verificata  tra  le  due  razze  da  lunghi 
secoli,  è  una  cosa  che  è  diventata  una  specie 
di  tradizione  ;  e  forse,  come  tante  altre,  essa 
alle  volte  ha  corso  il  pericolo  di  vedersi  mi- 
nacciata della  sopp-'issione,  e  della  distru- 
zione per  causa,  di  av  /enimenti  sociali  e  po- 
litici, di  malintesi  o  di  invidie  che  sono  cose 
comuni  nella  storia  di  tutte  le  nazioni  euro- 
pee. Eppure  questa  tradizionale  simpatia  tra 
la  razza  italica,  latinu,  e  quella  britannica, 
anglo-sassone,  ha  perdurato  ed  ha  saputo 
mantenersi  nonostante  tutte  le  prove  cai  è 
stata  sottoposta  dalle  p'eripezie  umane;  men- 
ti-e  oggidì  essa  si  manifesta  non  più  come 
una  gi-aziosa  teoria  di  indole  piuttosto  este- 
tica e  sentimentale,  ma  come  un  fatto  di  su- 
prema importanza  per  la  salvezza  della  civiltà 
latina  da  quelle  perverse  e  corrotte  forme 
di  neo-paganesimo  che  mirano   ad   annien- 


(1)  Di  Carlo  Paladini,  R.  Bemporad  &  F. 
Editori. 


tarla.  La  vecchia  amicizia  platonica,  e,  se  vo- 
gliamo, alquanto  superficiale  per  ciò  che  con- 
cerne gli  interessi  pratici  delle  due  nazioni, 
si  è  trasformata  quasi  all'  improvviso  in  una 
alleanza  per  salvaguardare  l'interesse  più  vi- 
tale che  possono  avere  nazioni  civili;  quello 
cioè,  di  mantenere  intatta  una  comune  e  sa- 
cra civiltà. 

A  prima  vista,  la  tradizionale  amicizia  esi- 
stente da  tanti  secoli  tra  l'Italia  e  l'Inghil- 
terra potrebbe  essere  considerata  come  pu- 
ramente sentimentale,  basata  più  su  ragioni 
estetiche  che  non  su  cause  più  profonde  e 
recondite  :  e  non  credo  di  errare  dicendo  che 
la  maggior  parte  tanto  degli  italiani  quanto 
degli  inglesi  non  abbia  pensato  a  cercare  al- 
tre spiegazioni  delle  loro  reciproche  simpatie 
se  non  nell'ammirazione  dimostrata  da  que- 
sti ultimi  per  l'arte  e  le  bellezze  naturali 
dell'Italia,  ed  in  una  simile  ammirazione  per 
le  tradizioni  liberali  e  la  potenza  nazionale  e 
politica  inglese  manifestata  dai  primi.  Pochi, 
credo,  hanno  pensato  a  studiare  il  perchè  di 
una  tale  simpatia  tra  le  due  razze;  benché 
chiunque  avesse  apportato  nella  questione 
una  considerazione  seria  e  non  superficiale, 
avrebbe  dovuto  persuadersi  che  ci  vorrebbe 
una  spiegazione  assai  più  logica  del  fenomeno 
ohe  non  il  mero  fatto  di  una  ammirazione 
reciproca  intellettuale. 

Dove,   dunque,    dobbiamo  ricorrere  per 


—  419 


trovare  le  vere  oause  di  quella  amicizia  In- 
tellettuale, e  perciò  .sentimentale,  che  è  stata 
COSA  tradizionale  nelle  relazioni  italo-inglesi 
per  oltre  mille  anni?  Una  certa  amicizia  in- 
tellettuale si  è  verificata  da  quasi  un  secolo 
tra  italiani  e  tedeschi,  ed  ognuno  sa  che  i 
tedeschi  si  vantano  non  soltanto  di  avere 
scoperto  l'Italia  artistica  e  storica,  ma  anche 
di  aver  insegnato  a^^li  italiani  a  conoscere  e 
ad  apprezzare  il  loro  proprio  patrimonio. 
Sappiamo  bene  che  gli  intellettuali  italiani  di 
oggidì,  gli  scienziati,  gli  storici,  gli  economi- 
sti, professano  una  grande  ammirazione  per 
i  loro  colleghi  tedeschi,  dai  quali  credono  di 
aver  molto  imparato,  e  sappiamo  purtroppo 
che  la  mostruosa  e  perversa  arte  germanica 
ha  potuto  invadere  l'Italia,  deturpando  non 
solo  il  gusto  artistico  popolare,  ma  anche  le 
bellezze  naturali  del  paese,  con  quella  "  arte 
nuova  „,  COSI  tipica  della  degenerazione  mo- 
rale e  psichica  della  Germania  moderna  e  che 
costituisce  una  cosi  profonda  ofifesa  allo  spi- 
rito della  civiltà  latina. 

Ma  (e  qui,  credo,  possiamo  trovare  la  stra- 
da che  ci  condurrà  a  scoprire  le  vere  cause 
della  secolare  amicizia  italo-inglese)  le  rela- 
zioni intellettuali  italo-tedesche  non  hanno 
mai  portato  seco  quella  simpatia  reciproca 
che  è  sempre  stato  elemento  così  importante 
nei  rapporti  sociali  e  politici  tra  l' Italia  e 
l'Inghilterra;  né  ha  saputo  resistere  alla  pri- 
ma scossa  politica  e  sociale  alla  quale  è  stata 
esposta  come  conseguenza  inevitabile  del- 
l'attuale conflitto  mondiale,  provocato  dalla 
stessa  Germania.  Nessuno  può  ormai  dubi- 
tare ohe  questa  guerra,  voluta  dalla  Germa- 
nia dopo  lunghi  anni  di  premeditazione  e  di 
preparazione,  sia  prima  di  tutto  una  guerra 
a  morte  dichiarata  dalla  perversa  e  degene- 
rata civiltà  teutonica  alla  civiltà  latina;  e  chi 
insiste  nel  vedere  nell'immane  conflitto  sol- 
tanto una  lotta  di  interessi  commerciali  ed 
economici,  non  ne  ha  capito  le  vere  origini 
né  1  reconditi  scopi.  L'istinto  italiano,  che 
sarebbe  anche  l'istinto  della  civiltà  latina, 
indovinava  subito  il  pericolo,  come  ugual- 
mente l'aveva  subito  indovinato  l'istinto  bri- 
tannico. Abbiamo  qui,  dunque,  una  prova 
innegabile  di  una  comunità  di  ideali  civili  e 
morali  esistente  nelle  due  razze  in  questione; 
e  abbiamo  visto  che,  appena  rivelatasi  per  la 
civiltà  latina  la  minaccia  di  una  supremazia 
definitiva  e  finale  della  cosidetta  civiltà  ger- 
manica, queste  due  razze  si  sono  riunite  a 
difenderla  dal  nemioo  che  ambedue  hanno  ri- 
conosciuto come  nemico  comune,  il  cui  trion- 
fo avrebbe  significato  e  apportato  la  rovina 
della  libertà  europea  e  la  distruzione  com- 
pleta degli  ideali  della  grande  civiltà  ro- 
mana. Ora,  io  non  so  perchè  si  dovrebbe 
stentare  di  ammettere  come  logica  e  natu- 
rale questa  azione  comune  intrapresa  dalle 
no.stre  due  razze  contro  una  nazione  per  la 
quale  anche  gli  inglesi  hanno  avuto  una 
certa  ammirazione  intellettuale,  pur  non  am- 
mettendo nessuna  supremazia  scientifica,  e 
certamente  nessuna  supremazia  artistica  — 
salvo  nel  campo  musicale  —  della  Germania. 
Klemento  massimo  della  civiltà  latina  era  la 


giustizia  e  la  libertà.  Ninno  può  ne-are  ohe 
la  civiltà  sia  stata  portata  in  Bretagna  dai 
Romani,  e  ohe  per  quasi  quattrocento  anni 
le  isole  britanniche  abbiano  avuto  e  provato 
il  dominio  diretto  di  Roma;  né  che  anche 
dopo  l'abbandono  della  Bretagna  dai  Romani, 
l'Jus  romanum  abbia  continuato  ad  essere  il 
sistema  giurìdico  adoperato  dai  loro  succes- 
sori, e  che  r  evoluzione  della  teoria  della  li- 
bertà dell'individuo,  ohe  è  stato  il  principio 
capitale  di  tutta  la  politica  interna  od  esterna 
inglese,  abbia  avuta  la  sua  origine  nei  pria- 
oipii  della  civiltà  romana,  ossia  latina.  Ab- 
biamo dunque  sotto  mano  la  prova  suffi- 
ciente per  stabilire  il  fatto  che,  por  quanto 
possa  diff"erire  in  altre  caratteristiche  la  razza 
anglo-sassone  da  (quella  italica,  gli  ideali  bri< 
tannici  della  civiltà  sono  quelli  stessi  della  ci- 
viltà latina;  mentre  non  mi  pare  troppo  ar- 
dito opinare  che  la  occupazione  di  un  paese 
per  quattrocento  anni  da  parte  di  una  razza 
conquistatrice,  non  avrebbe  potuto  non  la- 
sciare nelle  vene  della  razza  dominata  una 
proporzione  considerevole  del  suo  proprio 
sangue.  Infatti,  sappiamo  che  non  pochi  ro- 
mani di  alto  grado  militare  e  sociale  si  uni- 
rono in  matrimonio  con  donne  britanniche, 
ed  è  lecito  supporre  che  il  loro  esempio  sia 
stato  seguito  assai  più  spesso  dai  loro  subor- 
dinati, senza  contare  altre  relazioni....  men 
durature! 

A  mio  avviso,  dunque,  bisognerebbe  cer- 
care le  ragioni  originali  delle  secolari  simpa- 
tie italo-britanniche  non  già  negli  ideali  intel- 
lettuali, e  neppure  nel  sentimentalismo,  ma 
bensì  in  quella  consonanza  di  umane  aspira- 
zioni che  soltanto  una  comune  civiltà  può 
portare.  Una  volta  che  riconosciamo  per  vero 
il  fatto  che  la  civiltà  britannica  non  è  che 
una  evoluzione  della  civiltà  latina  da  cui  ri- 
pete la  sua  origine,  l'amicizia  italo-inglese 
che  ha  durato  da  oltre  dieci  secoli,  e  che 
durerà  fin  tanto  che  duri  la  civiltà  latina, 
diventa  non  più  un  fenomeno  o  una  cosa 
dovuta  al  sentimentalismo,  ma  un  fatto  psi- 
cologico ed  inevitabile.  Ne  vediamo  la  con- 
seguenza logica  nella  alleanza  politico-mili- 
tare attualmente  esistente  tra  le  due  grandi 
nazioni,  campioni  di  quella  civiltà  il  cui  com- 
pito è  sempre  stato,  e  sempre  sarà  il  portare 
la  libertà  e  la  vera  cultura  alle  parti  del  globo 
ancora  barbare  o  semi-barbare,  il  proteggere 
le  nazioni  oppresse  e  il  salvaguardare  i  di- 
ritti dell'umanità.  Può  darsi  che  nell'avve- 
nire, come  nel  passato,  abbiano  a  nascere  tra 
noi  delle  differenze  politiche,  o  dei  malintesi 
passeggieri  di  indole  economica  o  commer- 
ciale; mentre  per  quanto  possa  ridursi  al- 
l' impotenza  il  comune  nemico,  ci  troveremo 
sempre  esposti  ai  tentativi  ch'esso  farà  per 
seminare  fra  noi  disaccordi  ed  ingiustificati 
sospetti.  Ma  chi  può  dubitare  ohe  la  secolare 
amicizia  italo-inglese  saprà  resistere  e  man- 
tenersi intatta  di  fronte  a  tutti  gli  intrighi 
per  distruggerla?  Nessun  dubbio:  perocché 
essa  poggia  su  b.asi  incrollabili  di  una  comu- 
nità di  ideali  civili,  nei  quali  il  sentimenta- 
lismo non  è  che  un  elemento  d'importanza 
assai  secondaria. 

SlOHASD   BàOOT. 


-  420  — 


I  Regi  Stabilimenti  Termali 
di  Salsomaggiore. 

TRA  le  acque  curative  di  cui  il  suolo  nuovo  centro  termale  si  affermò  rapi- 
ti' Italia  è  ricchissimo,  godono  di  damente  e  solidamente  ;  la  fama  delle 
rei)utazione  mondiale  per  le  loro  prodi-  cure  di  Salsomaggiore  si  estese  a  tut- 
giose  proprietà  le  acqìie  salso-bromo-iodi-  V  Italia  e  ne  sorpassò  ben  presto  i  con- 
che  di  Salsomaggio- 
re. Grazie  ad  esse, 
la  elegante  cittadina 
che  sorge  in  amenis- 
sima  posizione  fra  i 
colli  ubertosi  del- 
l' Appennino  par- 
mense, è  oggi  sulla 
via  di  un  grandioso 
sviluppo  che  le  con- 
sente già  d'  essere 
noverata  fra  le  più 
riputate  stazioni  bal- 
neoterapiche euro- 
pee.   Non  più  di  80 

anni  sono  un  modesto  medico  condotto,  fini,  richiamandovi  ogni  anno  contin-' 
il  dottore  Lorenzo  Berzieri,  divinando  genti  sempre  maggiori  di  ammalati, 
le  nascoste  virtù  di  quelle  acque,  che  Nel  1913  una  provvida  Legge  votata 
da  secoli  servivano  semplicemente  al-  dai  due  rami  del  Parlamento  cònsen- 
l' estrazione  del  sale  comune,  iniziava  tiva  allo  Stato  di  riscattare  le  conces- 
le  prime  fortunate  cure  coli'  acqtia  ma-  sioni  in  corso  :  ad  esso  così  ritornava 
dre,  quella  cioè  che  rimane  ancora  nei  ciò  che  è  il  patrimonio  della  Nazione,  e 
recipienti   ove  1'  acqua   salsoiodica   na-    l' industria  statale  si  sostituiva  a  quella 

privata  nello  inten- 
to di  meglio  "sfrut- 
tare, a  vantaggio 
dei  sofferenti,  le 
risorse  curative 
delle  acque  di  Sal- 
somaggiore senza 
la  preoccupazione 
immediata  di  fina- 
lità specvdative. 


Panorama  di  Salsomaggiore. 


Viale  dei  Colli. 

turale  vien  concentrata  per  ottenerne 
la  precipitazione  del  sale;  e  da  allora, 
per  opera  di  persone  benefiche  e  di 
indu^striali  accorti,  si  m.oltiplicarono 
i  pozzi  artesiani  di  grande  profondità 
per  r  estrazione  intensiva  delle  acque, 
e   sorsero .  gli   stabilimenti   di  cura.  Il 


I  prodotti  na- 
turali del  sottosuo- 
lo di  Salsomaggio- 
re vengono  alla 
luce  mediante  poz- 
zi artesiani  assai 
profondi,  rivestiti 
con  tubi  di  ferro, 
da  cui  scaturisco- 
no acqua  salso-bromo-iodica,  gas  illumi- 
nante (metano)  e  petrolio. 

In  certi  pozzi  l' acqua  salso-iodica 
ed  il  petrolio  sono  spinti  alla  superficie 
del  suolo  dalla  forza  espansiva  del  gas, 
dando  origine  alle  così  dette  eruzioni 
dei  pozzi;   in  altri  si  estrae  l'acqua,  e 


—  421  — 


con  essa  il  j^as  e  il  petrolio,  a  mezzo  di 
poinpc  sfiii|iUci  <)  ad  aria  coinprossa; 
colla  soia  differenza  che,  invece  dell'aria, 
si  adopera  il  gas  stesso  dei  pozzi  per 
non  provocare  miscele  tonanti  e  perchè 
altrimenti  1'  acqua  salsa,  mescolata  con 
forti  quantità  di  aria  compressa,  po- 
trebbe alterarsi. 

Alla  bocca  dei  pozzi  il  gas  è  sepa- 
rato dall'  acqua  salsa  e  dal  petrolio  in 
camerette  e  da  queste  condotto  ai  ga- 
sometri;  il  petrolio  viene  separato  dal- 
l' acqua  decantandolo  da  vaschette  in 
muratura  ;  intine  l' acqua  salso-iodica  la 
«piale,  essendo  più  pesante,  si  riduce 
nella  parte  inferiore  delle  vaschette, 
viene  condotta  nei  serbatoi,  d' onde  poi 
viene  estratta  secondo  il  bisogno. 

Il  petrolio  è  utilizzato  per  usi  di- 
versi ed  anche  per  forza  motrice  ;  il  gas 
in  parte  viene  distribuito  agli  abitanti 
di  Salsomaggiore,  ed  in  parte  adope- 
rato per  forza  motrice  per  il  servizio 
nei  H.R.  Stabilimenti  Termali. 

L'  acqua  salso-iodica,  secondo  le  più 
recenti  analisi,  ha  la  composizione  chi- 
mica seguente: 


do  borico  non  è  snporata  se  non  dal- 
l' ac(pia  dei  Lagoni  Boraciferi  della  To- 
scana. 

Altra  sua  particolare  prerogativa  è 
pure  l'assenza  del  potassio,  ma  la  su- 
periorità, ormai  indiscussa,  dell'  acqua 
salso-iodo-bromo-litiosa  di  Salsomag- 
giore, rispetto  alle  congeneri,  non  sta 
solo  nella  ricchezza  degli  elementi  mi- 
neralizzatori,  <xuali  risultano  dai  dati 
già  esposti,  ma  pure  nella  loro  felice 
combinazione  e  nella  presenza  in  essa 
di  (quantità  notevoli  di  idrocarburi,  che 
certo  rappresentano  un  importante  fat- 
tore nella  terapia. 

L'acqua  salsa  naturale  ha  vari  im- 
pieghi: essa  viene  anzitutto  usata  di- 
rettamente per  le  cure  nei  Regi  Stabi- 
limenti, ove  viene  condotta  contempo- 
raneamente alle  acque  dolci,  calda  e 
fredda,  in  tubazioni  metalliche;  perciò 
in  ogni  camerino  da  bagno  vi  sono  sem- 
pre tre  rubinetti  :  uno  per  1'  acqua  salso- 
iodica,  un  altro  per  l'acqua  dolce  fredda 
ed  un  terzo  per  l' acqua  dolce  calda. 

Una  parte  invece  serve  alla  prepa- 
razione  della   così  detta  acqua  madre, 


Sostanze  disciolte  in  un  litro  d'acqua  di  Salsomaggiore 
espresse  in  sali. 


Cloruro  di  Sodio Na  01 

„        di  Litio Li  CI 

,        di  Ammonio  ....  NH,  CI 

,        di  Calcio Ca  Clj 

,        di  Stronzio Sr  Clg 

„        di  Magnesio  ....  Mg  Cl2 

,        Ferroso Fé  Clj 

„        di  Alluminio.   ...  Al  CI3 

„        Maiiganoso     ....  Mn  Clj 

Bromuro  di  Magnesio    .   .    .  Mg  Brj 

Ioduro  di  Magnesio    ....  Mg  Ij 

Borato  di  Ammonio  acido    .  (NH,)2  O.6B2O3 

Bicarbonato  Ferroso  ....  Fé  (HCO^)^ 

Solfato  di  Stronzio Sr  SO4 

Silice Si  O2 

Acido  Borico  libero H3  BO3 

Anidride  Carbonica  libera    .  COj 


RT. 

163,99003 

0,73469 

0,58341 

15,84798 

0,25565 

5,59063 

0,00786 

0,06884 

0,00567 

0,30374 

0,06632 

0,23605 

0,04121 

0,60384 

0,02304 

2,22793 

0,00887 

180,61516 


Il  cloruro  di  sodio  è  il  principale 
mineralizzatore  dell'  acqua  di  Salsomag- 
giore, nella  quale  si  trovano,  ad  esso 
felicemente  associati  in  quantità  cospi- 
cua, iodio,  bromo,  litio,  stronzio,  ed 
acido  borico.  Si  può  quindi  affermare 
che  r  acqua  di  Salsomaggiore  è  una  delle 
più  ricche,  fra  quelle  conosciute,  per 
quanto  riguarda  la  presenza  di  cloruro 
sodico,  di  iodio  e  di  bromo  ed  è  poi 
Benza  dubbio  la  più  litiosa  e  la  più 
Btromianifera  di  tutte,  mentre  per  l'acl- 


neir  apposito  saliflcio  ove  è  prodotto 
anche  il  sale  comune.  Inacqua  madre 
nei  Regi  Stabilimenti  è  adoperata  per  i 
bagni  curativi  o  semplicemente  diluita 
con  acqua  dolce  ovvero  mescolata  ad 
acque  salso-iodica.  Essa  è  pure  usata 
per  i  bagni  a  domicilio,  come  pure  per 
le  inalazioni  e  le  irrigazioni  tanto  negli 
Stabilimenti  ohe  a  domicilio.  Nel  Labo- 
ratorio chimico  degli  Stabilimenti  si  pre- 
para il  sale  per  bagni  curativi:  esso  è 
venduto  in  pani  i  quali,  conveniente- 


422 


mente  diluiti,  danno  un' ac«|ua  per  ba- 
^no  che  contiene  tutti  i  principi  salini 
(leir  acqua  salso-iodica  naturale.  Final- 
mente negli  Stabilimenti  si  fanno  anche 
cure  di  fanghi  salso-iodici  pure  prepa- 
rati nel  laboratorio  chimico. 


Gli  Stabilimenti  riscattati  dallo  Stato 
sono  due  :  lo  Stabilimento  Vecchio  e  lo 
Slabilimento  Nuovo.  Il  primo  —  il  più 
antic(t  —  è  in  via  di  demolizione  e  sta 
sorgendo  al  vsuo  posto  un  grandioso  sta- 
bilimento di  cui  un'  ala  è  stata  inaugu- 
rata nella  stagione  1916,  mentre  una  se- 
conda lo  sarà  in  quella  del  1917:  nel- 
r  anno  successivo  esso  verrà  completato 
con  una  terza  ala  e  con  il  corpo  fron- 
tale. Trovano  posto  in  esso  numerosis-, 
simi  camerini  da  ba- 
gno, eostruiti  secon- 
do i  più  moderni 
concetti  d' igiene  e 
di  comfort  ;  reparti 
por  inalazion"f  a  sec- 
co {inalatorio  Stefa- 
nini-Gradenigo),  per 
inalazioni  ad  umido, 
reparti  per  i  fanghi 
e  un  reparto  per  le 
cure  sussidiarie  di 
terapia  fisica. 

Come  annessi  allo 
Stabilimento,  oltre 
al  grande  fabbricato 
delle  macchine  già 
in  funzione,  trove- 
ranno posto  il  nuovo 
salificio  ed  il  labo- 
ratorio chimico,  un  riparto  di  disinfe- 
zione per  tutta  la  biancheria  degli  Sta- 
bilimenti, e  una  lavanderia. 

Lo  Stabilimento  Nuovo,  cui  fra  breve 
saranno  apportati  opportuni  abbellimenti 
ed  ingrandimenti,  oltre  ai  camerini  da 
bagno  comprende  anche  dei  riparti  di 
inalazione. 


Non  è  qui  possibile  tracciare  un  qua- 
dro completo  delle  varie  affezioni  che 
grandemente  si  giovano  delle  cjire  di 
Salsomaggiore,  onde  riferiamo  solo  al- 
cune indicazioni  sommarie  di  quelle,  in 
cui  V  uso  di  tali  acque  vanta,  per  espe- 
rienza quasi  secolare,  1  suoi  maggiori  e 
sicuri  successi. 

Anemia  dell'accrescimento  ;  (bagni  a 
densità  moderata). 


Diatesi  artritica  dell'  infanzia  in  tntio 
le  sue  manifestazioni  (polverizzazioni  e 
bagni  moderati). 

Forme  croniche  tubercolari  a  carico 
delle  ossa,  delle  articolazioni,  delle  sie- 
rose in  genere:  (bagni,  inalazioni,  ta- 
lora applicazioni  locali). 

Forme  gineologiche  infiammatorie; 
metriti  catarrali  semplici  ed  ulcerose, 
salpingiti,  ovariti,  celluliti  pelviche,  es- 
sudati i^arametritici,  ecc.  ;  (bagni  a  den- 
sità media  o  forte  ed  a  temperatura  co- 
stante, di  regola  piuttosto  alta  ;  spesso 
irrigazioni  fuori  bagno,  talora  inalazioni). 

Forme  reumatismali ;  muscolari,  ar- 
ticolari, tendinee,  nevralgie  da  causa 
reumatica  (bagno,  talora  fanghi). 

Malattie  croniche  degli  intestini;  en- 
terocoliti, enteriti  mucomembranose,  en- 
teriti croniche,  stitichezza  abituale,  ecc. 


.ajfflkft^ 

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j^^""'*  ■           i 

1 

Ala  destra  del  nuovo  Stabilimento. 


(doccie  intestinali,  enteroclismi  con  ac- 
qua deferrizzata,  ipertoniche  quando  lo 
stato  irritativo  della  mucosa  è  piuttosto 
forte,  ipotoniche  quando  il  processo  è 
singolarmente  torpido;  bagno). 

Malattie  dell'apparato  respiratorio: 
laringiti,  tracheiti,  bronchiti  croniche, 
esclusa  la  tubercolosi  polmonare  (ina- 
lazioni, polverizzazioni  con  o  senza 
bagno). 

Malattie  del  faringe:  ipertrofie  ton- 
sillari, faringiti  croniche  (bagni,  polve- 
rizzazioni ;  inalazioni  a  densità  elevata, 
4-7  gradi  Beaumé,  nelle  faringiti  iper- 
trofiche granulose;  a  densità  poco  ele- 
vata, 2-3  gradi,  nelle  forme  esistenti  in 
soggetti  cardiopatici  ed  iperestesici). 

Malattie  del  naso:  rinite  cronica  sem- 
plice, rinite  cronica  ipertrofica,  rinite 
atrofica,  etmoidite  cronica,  sinusite  fron- 
tale (inalazioni,  irrigazioni,  doccie  na- 
sali, nebulizzazioni). 


423 


Malattie  dell'  organo  visivo:  cheratite 
parenchiinatosa,  dopo  supcnito  il  pe- 
riodo dell'acme;  pauno  corneale  uebii- 
I08O,  dopo  la  definitiva  guarigione  delle 
alterazioni  congiuntivali;  opacità  cica- 
tnziali  della  cornea  i)er  progresse  ulceri 
corneali  ;  infiammazioni  dell'  iride  e  del 
tratto  uveale,  dopo  cessato  lo  stadio 
acuto  deir  aftezione  ;  diverse  forme  di 
corioretinite  ecc.  (bagno  a  debole  den- 
sità e  svariate  pratiche  di  vaporizza- 
zione). 

Malattie  dell' orecchio:  otiti  medie, 
otiti  interne,  forme  catarrali  rino-farin- 
ge<'  croniche,  con  diffusione  all'orecchio 
(inalazioni,  irrigazioni  auricolari,  talora, 
in  considerazione  dello  stato  generale, 
bagni  a  bassa  densità). 

3falatt te  del  ricambio:  obesità,  gotta, 
renella,  artritismo,  alcune  forme  di  asma, 
specie  se  da  catarro  piìi  o  meno  diffuso 
dei  bronchi  con  enfisema  piìl  o  meno 
notevole  (bagni,  polverizzazioni). 

Malattie  del  sistema  nervoso:  forme 
neurotiche  e  neurasteniche  in  genere, 
neuriti,  Ì8<-hialgie,  ecc.  (bagno,  fanghi, 
l)olverizzazioni  ;  densità  e  temperatura 
del  bagno  varie  a  seconda  dei  casi; 
spesso  bagno  raffreddato  nelle  forme 
asteniche). 

Rachitismo  associato  o  meno  a  spa- 
smofilia  (bagni  di  brevissima  durata, 
inalazioni). 


Scrofolosi  tanto  ghiandolare  che  m\- 
sale,  oculare,  cutanea,  ecc.  (bagni  mo- 
derati, sia  per  densità  e  temperatura, 
che  per  durata,  inalazioni). 


Per  le  varie  malattie,  e  secondo  le 
intlicazioui  proprie  a  ciascun'^  di  esse, 
nei  Regi  Stabilimenti  di  Sa  aiaggiorc 
si  praticano  dunque  diverse  cure;  Ba- 
gni di  acqua  salso-iodica  e  bagni  di 
OAiqua  madre,  a  densità  (misurata  in 
gradi  Beaumé),  temperatura  e  durata 
differenti;  inalazioni  e  polverizzazioni 
di  acqua  madre,  inalazioni  secche;  irri- 
gazioni varie;  doccie  intestinali;  fanghi. 

L'ammissione  alle  differenti  cure  ò 
fatta  mediante  prescrizione  da  compi- 
larsi da  qualunque  medico  abilitato  in 
Italia  all'  esercizio  della  professione,  su 
appositi  moduli  di  cui  vengono  ogni  anno 
provveduti  tutti  i  medici  italiani. 

Negli  Stabilimenti  si  trovano  i)erma- 
nentemente  dei  medici  incaricati  dal- 
l' Amministrazione  del  controllo  delle 
prescrizioni,  nonch^  della  sorveglianza 
dell'  andamento  delle  cure  e  del  funzio- 
namento igienico-sanitario  dell'Azienda. 

Api)osito  utHcio  h  incaricato  della 
vendita  e  della  spedizione  dei  prodotti 
terapeutici  dei  Regi  Stabilimenti. 


Viale  Uuniagaonl. 


—  42'1  — 

LE  GRANDI  IMPRESE 

ITALIANE 

La  Banca  Italiana  di  Sconto. 

Questo   grande  Istituto,  costituitosi  sione  di  10,000,  nuove  azioni  che  furono 

tra  l' infuriare  del  conflitto  europeo,  ed  tutte  collocate,  malgrado  le  eccezionali 

ingranditosi  per  efl:etto  della  fusione  con  condizioni  del  mercato.  Il  detto  capitale 

la   Società   Bancaria   Italiana  e  la  So-  di   L.  70,000,000   è   ormai   interamente 

cietà  Italiana  di  Credito  Provinciale,  ha  versato. 

svolto  in   eccezionali   condizioni  d' am-  Un'  altra  prova  deUa  simpatia  e  della 

biente  la  sua  opera  veramente  italiana,  fiducia  della  quale  gode  il  nuovo  Istituto, 

La  Banca,  oltre  ad  aver  dato  un  vi-  sta  nel  fatto  che  i  depositi  ed  i  conti  cor- 

goroso  sviluppo  ai  suoi  affari  ordinari,  renti  si  accrebbero  con  graduale  e  rapido 

contribuì  ai  Prestiti  di  Guerra  con  effì-  moto  così  da  raggiungere  nel  settembre 

cace  e  calorosa  opera,  sia  partecipando  1916  la  cospicua  cifra  di  L.  513,285,757, 

I  ai  consorzi  appositamente  costituiti,  sia  mentre  il  31  dicembre   1915   erano   di 

stimolando  alla  sottoscrizione  la  sua  nu-  lire  345,847,201. 

merosa  clientela,   la  quale  rispose  con  La  Banca  dà  un  valido  ed  efficace 

memorabile   slancio   di  patriottismo  al-  appoggio  alle  industrie  nazionali  che  la- 

l' appello  del  Governo.  Mentre  la  Ban-  vorano  per  la.  guerra,  cerca  di  assecon- 

caria  ed  il  Credito  Provinciale,  quando  dare  le  buone  iniziative  nel  campo  com- 

erano  disunite,  avevano  raccolto  soltanto  merciale  e  industriale  ed  ha  contribuito 

52  milioni  del  secondo  Prestito  di  guerra,  e  contribuisce  in  ogni  modo  alla  grande 

la  Banca  Italiana  di  Sconto  ne  ha  rao-  opera  del  rinnovamento  dell'  economia 

colto  208  di  quello  ultimo.  Questo  risul-  nazionale  italiana. 

tato,    quattro  volte  superiore  al  prece-  È  ben  noto  poi  che  del  suo  consiglio 

dente,  sta  lì  a  dimostrare  l' importanza  d'Amministrazione  fanno  parte  uomini  di 

del  nuovo   Istituto   e   giustifica  le  piìl  gran  valore  e  vere  competenze  del  com- 

liete  previsioni  per  l' avvenire.  Il  capi-  mercio   e    dell'  industria   presieduti   da 

tale   della  Banca  da  L.  65,000,000,  fu  quella  illustrazione  mondiale  che  è  il 

portato  a  L.  70,000,000,  mediante  emis-  Senatore  Guglielmo  Marconi. 

OPERAZIONI  DEI^I^A  BANCA 

Sconto  ed  Incasso  di  cambiali,  assegni,  note  di  pegno  (warrants),  titoli 
estratti,  cedole,  ecc. 

Sovvenzioni  su  titoli,  merci  e  warrants. 

Riporti  su  titoli. 

Aperture  di  Credito  libere  e  documentate  per  l' Italia  e  per  1'  Estero. 

Conti  Correnti  di  Corrispondenza, in  lire  italiane  ed  in  valute  estere. 

Depositi  Liberi  in  conto  corrente  e  Depositi  su  Libretti  di  Risparmio  e 
di  Piccolo  Risparmio. 

Depositi  Vincolati  e  Buoni  Fruttiferi  a  scadenza  determinata  (di  un 
mese  ed  oltre). 

Servizio  Gratuito  di  Cassa  ai  Correntisti  (pagamento  di  imposte,  riscos- 
sioni), ecc. 

Assegni  Bancari  e  Versamenti  Telegjrafici  sulle  principali  piazze  d' Italia. 
Tali  assegni  vengono  rilasciati  immediatamente,  senza  alcuna  spesa  per 
bolli,  provvigioni,  ecc.  e  pagati  alla  presentazione  dalle  Filiali  e  dai  Corri- 
spondenti della  Banca. 

Lettere  di  Credito  sull'Estero. 

Assegni  (chèques),  Versam.  Telegprafici  ed  Accreditam.  sul!' Estero. 

Compra-Vendita  di  divise  estere  (consegna  immediata  od  a  termine),  di  bi- 
glietti di  Banca  esteri  e  di  valute  metalliche. 

Compra -Vendita  di  titoli  e  valori. 

Assunzione  di  ordini  di  Borsa  sull'  Italia  e  sull'  Estero. 

Custodia  ed  Amministrazione  di  titoli.  I  titoli  possono  essere  vincolati  a 
favore  di  terzi. 


425  — 


Istituto  Nazionale   delle  Assicurazioni. 

(Legge  4  aprile  1912  -  n.°  305j. 


Jj' Istituto  Nazionale  delle  Assicura- 
zioni ha  personalitii  giuridica  e  gestione 
autonoma  ed  è  posto  sotto  la  vigilanza 
del  Ministero  di  Agricoltura,  Industria 
e  Commercio. 

Le   polizze    dell'  Istituto   Nazionale, 
oltre  la  garanzia  delle  ordinarie  riserve 
matematiche  e   delle   altre  riserve  che 
l'Istituto   è  obbli- 
gato   a    costituire 
a  norma  di  legge, 
hanno  la  garanzia 
dello  Siato. 

Le  somme  assi- 
curate presso  r  Isti- 
tuto Nazionale  so- 
no esenti  da  tassa 
di  successione  e  so- 
no insequestrabili. 

I  tipi  di  con- 
tratto oflFerti  dal- 
l'Istituto Naziona- 
le sono  adattabili 
a  tutti  gli  stati 
sociali  ;  all'  umile 
operaio,  al  ricco  in- 
dustriale, al  gran- 
de professionista, 
al  modesto  impie- 
gato, al  pili  alto 
funzionario. 

L'Istituto  ha 
contratti  e  condi- 
zioni di  favore  spe- 
ciali per  assicura- 
zioni collettive  di 
operai  di  Associa- 
zioni di  Mutuo  Soc- 
corso, di  Associazioni  professionali,  di 
impiegati  presso  Amministrazioni  pub- 
bliche e  private. 

Le  tariffe  adottate  dall'  Istituto  Na- 
zionale sono  le  più  convenienti  per  ogni 
forma  di  assicurazione. 

Fra  le  diverse  forme  assicurative 
sdottate  si  trovano  le  seguenti  : 

Assicurazione  sulla  vita  intera  :  Un 
padre  di  famiglia  può  assicurare  a  fa- 
vore dei  suoi  un  capitale  di  L.  10.000 
(supponendo  che  egli  si  assicuri  all'  etj\ 
di  30  anni)  pagando  un  premio  annuo 
di  L.  198,50.  In  qualsiasi  tempo  egli 
venga  a  morire  dopo  il  perfezionamento 
della  polizza,  la  sua  famiglia  ritirerà  il 
capitale  assicurato  di  L.  10,000. 

Assicurazione  mista  :  (Un  uomo  di  30 
anni  panando  un  premio  annuo  di  L.  288, 


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"iSTlTVTO 

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s^\ 

NAZIONALE 

Da  nna  cromolit.  dello  Stab.  G.  Ricordi  Si  C. 


assicura  a  sé  stesso  un  capitale  di  L.  10,000 
por  r  epoca  in  cvii  avrà  raggiunto  l' età 
di  60  anni.  Qualora  egli  venga  a  morire 
entro  il  periodo  di  differimento  l' Isti- 
tuto corrisponderà  immediatamente  agli 
eredi  il  capitale  assicurato. 

Assicurazione  di  famiglia:  È  una 
forma  speciale  adottata  dall'Istituto  Na- 
zionale con  la  qua- 
le un  padre  di  fa- 
miglia, ad  esempio 
dell'età  di  30  anni, 
assicurandosi  per 
25  anni  durante 
i  quali  paga  un 
premio  annuo  di 
L.  359,50,  garan- 
tisce : 

L.  10,000  im- 
mediatamente alla 
morte,  se  questa 
avviene  durante  i 
25  anni,  ed  al  com- 
piere di  tale  perio- 
do, senza  ulteriore 
pagamento  di  pre- 
mio, il  diritto  di 
scegliere  una  delle 
seguenti  opera- 
zioni : 

a)  rimanere  as- 
sicurato in  caso  di 
morte  per  L.  10,000 
e  percepire  inoltre 
una  rendita  vitali- 
zia di  L.  395,50  ; 

6)  riscattare  il 
contratto  ritirando 
un  capitale  di  L.  11,000  ; 

e)  rimanere  assicurato  in  caso  di 
morte  a  favore  degli  eredi  per  un  capi- 
tale di  L.  17,690. 

Assicurazione  a  termine  fisso  :  com- 
binata con  r  assicurazione  di  un  capi- 
tale e  di  una  rendita  temporanea,  in 
caso  di  morte:  Questa  nuova  forma  di 
assicurazione  è  offerta  dall'  Istituto  Na- 
zionale con  due  tipi  di  contratto. 

Con  il  tipo  A  un  individuo  di  30  anni, 
pagando  al  massimo  per  25  anni  un  pre- 
mio annuo  di  L.  397,50,  assicura  al  ter- 
mine del  contratto,  sia  egli  o  no  in  vita, 
L.  10,000.  Qualora  egli  venisse  a  morire 
prima  di  tale  epoca,  egli  avrebbe  assi- 
curato inoltre  agli  eredi  : 

un  capitale  di  L.  1,000  pagabili  im- 
mediatamente ; 


426 


una  rendita  annua  di  L.  1,000  pa- 
gabile anticipatamente  fino  al  termine 
del  contratto. 

Con  il  tipo  B  invece  lo  stesso  indi- 
viduo, pagando  al  massimo  per  25  anni 
un  premio  annuo  di  L.  419,50,  assicura 
al  termine  del  contratto;  sia  egli  o  no 
in  vita,  L.  10,000. 

Qualora  egli  venisse  a  morire  prima 
di  tale  epoca,  avrebbe  assicurato  inol- 
tre agli  eredi: 

un  capitale  di  L.  1,000  pagabile 
immediatamente  ; 

una  rendita  di  Lire  100  mensili 
pagabili  fino  alla  scadenza  del  con- 
tratto. 

Assicurazione  mista  a  premio  decre- 
scente: Tipo  A.  Il  premio  decresce  an- 
nualmente del  2,50  "Vo  per  cinque  anni  a 
decorrere  dal  4°,  del  3  %  per  altri  5  anni 
a  decorrere  dal  9°  e  poi  del  4  %  sino  alla 
scadenza. 

La  somma  assicurata  è  pagabile  im- 
mediatamente dopo  la  morte  dell'  assi- 
curato se  essa  avviene  entro  il  periodo 
di  anni  convenuto,  oppure  all'assicurato 
stesso  se  in  vita  alla  scadenza  di  questo 
periodo.  In  quest'  ultimo  caso  verranno 
ancora  corrisposti  per  i  tre  anni  conse- 
cutivi alla  scadenza,  tre  abbuoni  pari 
al  5  %  del  capitale  assicurato. 

Per  un  contratto  di  diecimila  lire 
con  una  durata  di  25  anni,  una  persona 
dell'  età  di  35  anni  pagherebbe  un  pre- 
mio medio  annuo  di  L.  271,29. 

Tipo  B.  Il  premio  decresce  del  3  % 
per  5  anni  a  decorrere  dal  6°,  del  4  % 
per  altri  5  anni  a  decorrere  dall'll"  e 
così  via  sino  alla  scadenza  con  decre- 
scenze che  di  5  in  5  anni  aumentano 
del  1  %. 

La  somma  assicurata  è  pagabile,  come 
è  stabilito  pel  tipo  A,  e  se  l' assicurato  h 
in  vita  alla  scadenza  del  contratto,  gli 
vengono  ancora  corrisposti  a  decorrere 
da  tale  scadenza,  cinque  abbuoni  pari 
alle  ulteriori  decrescenze  del  premio  cui 
1'  assicurato  avrebbe  avuto  diritto  se  il 


contratto  fosse  durato  ancora  un  quin- 
quennio. 

Per  un  contratto  di  10,000  lire  con 
dui'ata  di  25  anni,  una  persona  dell'  età 
di  35  anni,  pagherebbe  un  premio  me- 
dio annuo  di  L.  235,12. 

Assicurazione  di  educazione  e  di  ri- 
sparmio :  Un  assicurato  trentenne  pren- 
de impegno  di  pagare  al  massimo  per 
25  anni,  o  fino  alla  morte,  un  premio 
annuo  di  L.  311,50.  Col  pagamento  di  que- 
sto premio  egli  assicura  a  se  stesso,  se  in 
vita  al  termine  del  difl:'erimento,  25  an- 
nualità di  lire  400  ciascuna  (L.  10,000), 
o  agli  eredi  —  premorendo  —  una  ren- 
dita anntia  di  L.  400  pagabile  anticipa- 
tamente a  ciascun  anniversario  della  po- 
lizza a  partire  da  quello  immediatamente 
successivo  alla  morte  dell'  assicurato  e 
fino  alla  scadenza  del  contratto  ;  e,  alla 
scadenza  del  contratto,  una  somma  pari 
a  tante  annualità  di  L.  400  per  quanti 
furono  i  premi  annui  pagati  dall'  assi- 
curato. 

Altre  forme  di  assicurazione  sono 
adottate  dall'  Istituto  Nazionale  : 

per  assicurazioni  vita  intera  e  mi- 
sta a  premio  unico; 

per  assicurazione  ad  eftetti  multi- 
pli, a  capitale  difterite  con  o  senza  con- 
troassicurazione a  premio  annuo  ed  a 
premio  unico  ; 

per  rendite  differite  con  o  senza 
controassicurazione  a  premio  annuo  od 
a  premio  unico; 

per  rendite  vitalizie  immediate  ; 

per  assicurazione  di  doppia  mista  ; 

per  assicurazione  mista  a  capitale 
raddoppiato  ; 

per  assicurazione  decrescente  men- 
sile a  garanzia  di  cessione  del  quinto,  ecc.  ; 

per  assicurazione  temporanea  spe- 
ciale a  garanzia  del  rischio  di  guerra. 
Per  tariffe  e  chiarimenti  rivolgersi 
alle  Agenzie  Generali,  o  alle  Agenzie 
locali,  o  alla  Direzione  Generale  del- 
Vlsiituto  Nazionale  delle  Assicurazioni, 
Via  della  Stamperia  —  Roma. 


427 


Previdenza  e  Assicurazioni. 


La  previdenza,  questa  funzione  che 
on  è  ancora  giunta  in  Italia  a  quel 
lado  di  sviluppo  che  è  lecito  sperare, 
una  specie  di  piccola  benefica  prov- 
idenza  per  il  maggior  numero  delle 
lussi  sociali. 

Nessuna  istituzione  di  risparmio  in- 
itti,  nessuna  costituzione  finanziaria 
'^nsente,  come  l'assicurazione  sulla  vita, 
..1  possessore  di  un  capitale  di  raddop- 
piarlo dall'oggi  al  domani  col  solo  im- 
piego dei  frutti  di  esso. 

Un  capitale  di  10,000  lire  investito  in 
rendita  italiana  procura  oggi  un  reddito 
di  350  lire  nette;  e  con  lire  350  all'anno 
si  assicurano,  vale  a  dii'e  si  rendono  di- 
sponibili  immediatamente  dopo  la  propria 
morte  in  qualunque  tempo  avvenga: 

L.  18,500  circa  all'età  di  25  anni 


„  16,200 

„  14,000 

„  12,000 

„  10,000 

„  8,200 

„  6,700 

„  5,300 


30 
35 
40 
45 
50 
55 
60 


Non  importa  possedere  material- 
mente un  capitale  per  destinarne  i 
frutti  ad  opera  di  risparmio. 

L'uomo  che  lavora  rappresenta  di 
per  se  stesso  un  capitale.  Ma  il  capi- 
tale uomo  non  è  eterno,  né  si  può  tra- 
smettere agli  eredi:  esso  cessa  colla 
vita.  È  l'assicurazione,  che  permette 
di  consolidarlo  e  di  cambiarlo  da  capi' 
tale  in  potenza,  in  ricchezza  patrimoniale. 

Ognuno  vede  di  qui  la  convenienza 
di  premunirsi  per  il  futuro  assicurando 
la  propna  vita  ad  una  Compagnia  di 
Assicurazione  che  offra  serie  garanzie 
morali  e  materiali. 

Non  ostante  la  fondazione  dell'Isti- 
tuto Nazionale  di  Assicurazioni,  alcune 
Compagnie  hanno  continuato  l'eserci- 
zio ael  ramo  vita;  e  fra  queste  anno- 
veriamo la  Compagfnia  df  Assicurazione 
di  Milano,  che  a  ciò  fu  autorizzata  con 
R.  Decreto  del  22  dicembre  1912. 

La  Compagnia  di  Assicurazione  di  Mi- 
lano, fondata  nel  1826,  è  il  più  antico 
istituto  italiano  di  assicurazioni.  Essa 
offre  garanzie  morali  e  materiali  senza 
eccezioni,  e  la  piena  sicurezza  dei  patti  : 


garanzia  morale,  infatti,  perchè  è  un 
istituto  nazionale  che  conta  91  anni 
di  vita  e  un  passato  memorabile  per 
lealtà,  rettitudine  e  correttezza;  garan- 
zie materiali,  perchè  il  capitale  sociale 
(L.  5,200,000)  e  le  forti  riserve  accumu- 
late (L.  57,451, %9)  sono  di  non  comune 
importanza;  la  piena  sicurezza,  perchè 
i  patti,  i  più  liberali  e  vantaggiosi  che 
si  conoscano,  sono  osservati  lealmente 
e  scrupolosamente. 

Tre  sono  i  rami  di  assicurazione  di 
cui  la  Compagnia  di  Milano  si  occupa 
presentemente:  il  ramo  Vita,  il  ramo 
Incendi  e  il  ramo  Vitalizi. 

Nell'anno  1913  la  Compagnia  ha 
iniziato  l'esercizio  del  ramo  Infortuni, 
in  relazione  alle  disgrazie  accidentali, 
alla  responsabilità  civile  e  oW  invalidità . 
E  chi  considera  con  quanta  frequenza 
la  tumultuosa  e  intensa  vita  moderna 
conduce  a  tali  dolorose  eventualità  non 
tarderà  a  riconoscere  quali  benefizi 
pòssa  largamente  diffondere  questa 
forma  di  assicurazioni.  D'  altra  parte 
sembra  che  già  il  pubblico  si  renda 
conto  dell'importanza  di  questo  più 
moderno  aspetto  della  previdenza,  per- 
chè anche  nei  primi  3  anni  di  esercizio 
il  ramo  Infortuni  ha  dato  resultati  ol- 
tremodo soddisfacenti. 

Per  il  ramo  Vita  offre  agli  assicu- 
rati le  condizioni  più  liberali  e  più 
vantaggiose,  la  garanzia  gratuita  è  am- 
messa anche  per  i  rischi  di  guerra,  di 
servizio  in  marina,  di  viaggi,  di  duello. 
In  caso  di  suicidio  sono  restituiti  i 
premi  e  gli  interessi. 

Stipula  inoltre,  ad  eccellenti  condi- 
zioni, contratti  di  vitalizio.  Essa  ne  ha 
in  corso  per  L.  1,632,851  di  rendita, 
con  una  riserva  di  L.  13,261,503. 

I  capitali  in  corso  per  assicurazioni 
Vita  ammontano  a  L.  144,712,000;  e  le 
somme  pagate  per  sinistri  e  rendite 
vitalizie  L.  74,956,209. 

Avendo  agenzie  in  tutte  le  città  del 
regno,  ai  nostri  lettori  riuscirà  facile 
procurarsi  nella  loro  sede  abituale 
tutte  quelle  notizie  e  quei  preventivi 
che  desiderassero:  noi  ci  siamo  limi- 
tati ad  esporre  brevemente  alcuni  dati, 
che  attestano  la  solidità  e  la  floridità 
di  questo  antico  ed  apprezzato  Istituto 
italiano  di  assicurazioni. 


—  428  — 


Salone  da  pranzo 


Classe  di  lusso 


Uno  dei  saloni  della 
classe  di  lusso  del 
Piroscafo  "DUILrlO,,  della 

NAVIGAZIONE 

GENERALE  ITALIANA 


I  nuovi  piroscafi  "  DUILIO  „  e  "  GIULIO  CESARE  „  saranno  i 
più  grandi,  i  più  rapidi  ed  i  più  sontuosi  vapori,  non  solo  della 
Marina  mercantile  italiana,  ma  delle  Marine  estere  esercenti 
linee  pel  SUD  AMERICA.  Le  loro  caratteristiche  sono:  200  me- 
tri di  lunghezza,  38  di  altezza,  24  di  larghezza,  27000  tonnel- 
late di  dislocamento  ed  una  stazza  di  22000;  avranno  motori 
a  turbine  di  23000  H-P,  4  eliche  e  20  nodi  all'ora  di  velocità. 


—  420  — 


C 


OClETAITÀLIANADiSERVlZlMARITIl 

SOCIETÀ  AnOMlMA-DIREZIOME  GEMERALE-ROMA 


Alla  Società  Italiana  di  Servizi  Ma- 
rittimi, Anonima  con  Sede  in  Roma, 
vennero,  con  Leggi  22  dicembre  1912 
n°  1316  e  30  giugno  1912  n'  685  e  686, 
affidate  dal  R.  Governo  le  linee  postali 
marittime  dai  porti  dell'Adriatico  e  del 
Tirreno  per  la  Dalmazia,  il  Levante  e 
r  Egitto. 

La  Società  iniziò  i  suoi  servizi  il 
1°  luglio  1913  adibendo  alle  linee  ce- 
leri per  Alessandria  d'  Egitto  e  Costan- 
tinopoli, piroscafi  di  lusso  muniti  di 
tutto  il  «  confort  »  moderno,  ed  a  quelle 
della  Grecia,  Turchia,  Soria,  Carama- 
Bia.  Anatolia,  Bulgaria,  Libia,  Egeo  e 
Asia  Minore,  piroscafi  di  tipo  misto  con 
coiM'wii  ..,i-,tt;iTnoTiti  per  ))!isseggeri. 


Lo  scoppio  dell'  immane  guerra  eu- 
ropea, impedì  la  messa  in  linea  dei 
nuovi  grandiosi  piroscafi  della  velocità 
di  21  miglia  orarie,  destinati  ai  ser- 
vizi celeri  dell'  Egitto,  uno  dei  quali, 
V Ausonia,  venne  varato  il  15  mag- 
gio 1915. 

Dall'  inizio  della  guerra  per  part« 
dell'  Italia,  la  Società  ha  contribuito 
con  diverse  delle  migliori  unità  della 
sua  flotta,  alle  necessità  logistiche  del- 
l'Armata e  dell'  Esercito,  non  senza  per 
altro  rinunciare  alla  regolare  esecuzione 
dei  servizi  mantenuti  in  vigore,  traspor- 
tando, dopo  la  chiusura  dell'Adriatico, 
le  sue  basi  di  partenza  nei  porti  del 
Tirreno. 


430 


4€ 


f» 


LA  VELOCE 

Navigazione  Italiana  a  Vapohe  —  SEDE  IN  GENOVA 
Capitale  interamente  versato  L.  11,000,000 


Direzione  Generale  in  GENOVA  —  Via  Balbi,  6 
Sede  Succursale:  —  NAPOLI  ^  Piazza  Borsa,  22 


'^4-^ 


Duca  di  Genova. 


Servizi  celeri  e  postali  fra  L*  ITALIA  e  LE  AMERICHE 

Linee  dell'America  del  Nord  e  dell'America  del  Sud 
Linea  dell'America  Centrale. 


Grandi  Transatlantici,  celeri  ed  elegantissimi  muniti  del 
più  moderno  confort.  —  Telegrafo  Marconi  ultrapotente. 


Uffici  propri  a  ROMA,  TORINO,  MILANO,  FIRENZE,  BOLOGNA 
PALERMO  e  MESSINA 


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I 


Società   di   Navigazione   a    Vapore 
Anonima  -  Capitale  Stat.  L.  20,000,000  -  Emesso  e  versato  L.  12,000,000 
SEDE  IN  NAPOLI 
Piazza  Giovanni  Bovio  N".  22,  p".  p°. 


Linea  Celere  del  Nord  America 

partenze  regolari  fra 

Napoli  -  Palermo  -  New- York  -  Filadelfia 
con  grandi  vapori  a  doi»j>ia  macchina  e  doppia  elica. 


Linea  Postale  Mediterraneo  Sud  America 

l»aitenze  regolari  da  Napoli  e  Genova  per 

Rio  Janeiro  -  Santos  -  Montevideo  -  Buenos-Avres 
coi  vapori  a  doppia  macchina  e  doppia  elica  "Brasile,,  e  "Italia.,, 


Linea  diretta  Italia-Rosario  di  Santa  Fé 

'  n/i    |.>.>iiiii  mensili  da  Genova  e  da  Napoli  per 

Santos  -  Buenos-Ayres  -  Rosario  di  Santa  Pfc 
vapdii   '' Ha  renna  ,,  e  "Toscana.  ,, 


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Urtici  t'd   Agenzie  della  Società. 


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SOCIETÀ  DI  NAVIGAZIONE 
Sede  in  Genova  —  Capitale  Lire  20,000,000  intei-amente  versato. 


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Servizio  rapido  di  lusso  Mediterraneo-Buenos  Aires. 
Sud  America  Express. 

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Marconi  ultrapotente. 

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Linea  postale  celerissima  tra  Genova  e  New  York 

coi  grandiosi  piroscafi  a  due  maocLine  e  doppia  elica 
"  Caserta ,,  e  "  Taormina  „ 


Direzione  della  Società:  Genova,  Via  Balbi,  n.°  6  (Palazzo  Raggio). 
Ufficio  Passeggeri:  Genova,  Piazza  Principe  (Palazzo  Doria). 


Per  informazioni  ed  acqxtisto  di  biglietti  rivolgersi  alle  Sedi,  agenzie,  uffici 
della  Società,  noncbè  presso  gli  irffici  dei  Wagons-Uts  in  Euiopu  e  le  agenzie 
della  Ditta  Thos  Cook  &  C. 


Società  di  Navigazione 

**  MARITTIMA  ITALIANA  „ 

(Soiirtà  Anouiiua  rou  calatale  «li  9.000,000  interainoiiic  versato). 
GENOVA  -Via  Sottoiipa,  5. 


Flotta  Sociale  33  Piroscafi. 


Linee  esercite  dalla  Società  : 

OKNOVA -UOMUAY 

(JKNOVA-IJKNADIli-ZANZIlJAIt 

LINKA  CIRCOLARE  DHL  MAR  ROSSO 

GENOVA-COSTA  OCCIDENTALE  SARDA 

GENOVA-COSTA  ORIENTALE  SARDA 

G  ENO  V  A-PORTOT(  )RRES 

GENOVA-MARSIGLIA 

GENOV^A-ADRIATICO  (teniporancanicnte  limitata  a  Galli])oli). 

GENOVA-ALESSANDRIA  D'  EGITTO 

GP:N0VA-C0STANTIN0P0LI-0DESSA  (teiììpoianeameuto  sospesa). 

GENOVA-C  A  LA  lUil  A   (teinporaneameiite  sospesa). 


Uffici  sociali: 

Livorno  -  Piazza  Micheli. 

Napoli  -  Via  Agostino  Depretis,  n."  88. 

Massaua.    

lU>MnA"Y  -  Eli»l«istone  Circle,  AUiance  Bank  of  Sinila  Building. 
Rappresentanza  «li   Roma  -  Corso   Umberto  l    (Galleria  San  Marrollo), 


So«lc  Sociale  GENOVA  —  Via  Sottoi-ipa  5,  —  Telef.  Interooni.'»  49-00  e  53-58. 


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volgersi ai  seguenti  uflici  della  Società,  nel  Regno:  FIRENZE,-  Via  Porta 
Kossa,  n.  —  GENOVA,  alla  Sede  della  Società:  Via  Pall.i,  40.  —  MILANO, 
(xalleiia  littorio  Emanuele,  angolo  Piazza  della  Scala.  —  TORINO,  Piazza 
Paleocaiìa,  angolo  Via  Venti  Settembre.  —  ROMA,  Piazza  Barberini,  11.  — 
NAPOLI,  Via  Guglielmo  Sanfebce,  8.  —  MESSINA,  Via  Vino.  d'Amore,  19. 
—  PALERMO,  Corso   Vittorio   Emanuele,   67  e  Piazza  Marina,  1-5. 


—  435  — 


AGENZIE  NEI^  REGNO: 


Arezzo:    Dragoni    Luigi,    Via   Giiitlo 

Ascoli  Piceno:   Laucellotti  Emidio. 
Asti:    rav»'s»>   Geom.    Cav.  Lodovico. 

(■..!•>..  V.  aki.t;,  un.  Tdef.  2-27. 

Bergamo:   Alaiiui  Carlo,  Via  Ermete 

Novelli, 

Bologna:  Ajrenzia  Petrì,  Via  Iiidi- 
l>eii(leii7.a,  11).  Indirizzo  Tclegrafìeo  : 
••  Pilri.  .. 

Brescia:  L'rjjnani  Giacomo,  Corso 
Vitt.  Enian.  óJS.  Indirizzo  TtdcgiM- 
iì«'o:  "  A(jeuziu   Urgnani.  ,, 

Cesena:  ltasj)oni  Tomaso,  Corso  Maz- 
zini.  !('>. 

Chiavari:  G.  Graniatiea  &  C.°,  Piaz- 
za  XX   Settcmlire.  Telefono  IG. 

Cittadella:  Santi  Alessandro. 

Cremona:  Agenzia  Bediua,  Via  Guar- 

Domodossola:  Agenzia  F.  Brayda 
À:   ('.,   Piazzalo  della  Stazione. 

Firenze  :  Savino  Del  Bene,  Via  Porta 
Rossa,  11.  Telefono  25-22.  Indirizzo 
Telegrafico  "  Delhene.  ,, 

Gallarate:  Pozzi  Oddone,  Piazza  Ga- 
ribaldi,  8.  Telefono  107. 

Ivrea:  Andeborgo  Albino  Luigi,  Corso 
Cavour  (Palazzo  Cassa  Risj)armio). 

Livorno:  Luigi  Pasquini,  Via  Vittorio 
Emanuele,  17.  Telefono  107.  Indi- 
rizzo Telegrafico  "  Pasquini.  ., 

Lecco:   Dell'Oro  Silvio,   Via  Nizza. 

Mondovl:  Agenzia  Bruno. 

Novara:  Cardonetti  Luigi,  Via  Monte 
Ariolo,  5. 

Padova:  Agenzia  Carlo  Mezzacapo. 
Telefono  12-48.  Indirizzo  Telegrafico 
"  Mezzacapo. ,, 


Parma:  Sartorio  Biagio,  Via  Univer- 
sità, n. 

Pesaro:  Betterelli  Solindo. 

Pinerolo:  Ferrerò  Francesco,  Piazza 
Montebello,  2   e   Portici  Nuovi,  (5. 

Pisa:  Agenzia  Pierini,  Piazza  (Jari- 
baldi,  1.  Indirizzo  Telegi.  •'/'<>'/•//»/. ., 

Portomaurizio:  (Jiribaldi  Domenico. 

Rimini:  Lancia  Valerio. 

Rovigo:  Greggio  Alvise,  Via  Um- 
berto I,  2» 

Salilzzo:  Agenzia  Catalano,  Corso 
Alfieri.   Ifi. 

San  Remo:  Alfredo  Crémienx,  Via 
Vittorio  Emanuele. 

Sassari:  Agenzia  Artbemalle. 

Sondrio:  Agenzia  Bona-Bilììgnaudi, 
Via   Piazzi. 

Spezia:  Veronesi  Ugo,  Via  Chiodo,  15. 
Indirizzo   Telegrafico    ''  Vero7iesi.  ,, 

Tortona:  Beltrame  Mario,  Piazza  del 
Duomo. 

Treviso:  Cocco  Sebastiano,  Borgo 
^lazzini,   33. 

Udine:  Nodari  Lodovico,  Via  Aijui- 
lea,  29.  Telef.  1-90.  Casella  post.  1.5. 
Iiidiiizzo  Tclcg.  ''Lodovico  Nodari.., 

Venezia:  Giuse^me  Guetta,  Ascen- 
sion,  1298-99.  Telefono  1100.  Indi- 
rizzo Telegrafico  "  American. ,, 

Vicenza:  Agenzia  Fantinelli,  Corso 
Principe  Umberto,  43. 

Vigevano:  Crova  Luigi,  Corso  Prin- 
cipe Amedeo,  18.  Indirizzo  Tele- 
grafico "  Crova. ,, 

Voghera:  Geom.  Ottone  Luigi.  Via 
Mazzini. 


AGENZIE  AI^L' ESTERO: 


Bahia  Bianca 
Basilea:  A.  G. 
Berna:  A.  G.  Z 
Buenos-Aires 

•J.-i    de    :\Imvo. 

Gibilterra:  .Io 
Ginevra:  A.  (4. 
Las  Palmas: 

de    Liis    Piiluii 

Lugano:  A.  <}. 
Montevideo:  1 

sÌoiie<,     I  1^^. 


:    Dodero    Ilermauos. 
Z\vil(;benbart. 
wilehenbart. 
:    Dodero    Hermanos, 
2(57. 

bn  Carrara  &  Sons. 
Zwilclienbart. 
Com])auia   Carbonera 
is. 

Zwilclienbart. 
)o(lcro  Hermanos,  Mi- 


^  New- York:    Me.   Donnell   &  Truda, 
5,  State  Str. 

Pireo:  Fratelli  Massari. 

Rio  Janeiro:  Carlo  Pareto  &  C. 

Rosario  di  S.  Fé:  Dodero   Herma- 
nos.  S.  Martin.  420. 

S.  Gallo:   A.  G.  Zwilclicnbart. 

Sao  Paulo:  V.  Lucci  Se  C".  lina  Ma- 
reelial    Deodoro,   4.»  S«)br. 

Santos:  V.  Lucci  &.  C",   Kua    li   de 
Junbo,   1. 
<^  Zurigo:  A.  G.  Zwildieubart. 


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Candia 104.5 

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Città  di   Trieste    .     .  4785 

Città  di   Tripoli    .      .  3043 

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Knlclla 22.55 

Klruria 2217 

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toim. 

M((rco  Minyhc 

fti  .      .     2401 

Memfi.     .     . 

28!)5 

Misurata 

2fi!»0 

Paraytiaij 

1.328 

Piemonte 

2305 

Po  .      .      . 

22«;i 

Roma.      . 

1081 

Solunto    . 

3357 

Tebe    .     . 

2925 

Tocra.     . 

2804 

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CiiiAKi   K  So.M.MAKiVA).  —  Sede  GENOVA  -  Piazza  Nunziata,  n."  15. 

Sede  a  NAPOLI  —  Via   Ago.'^tiiio  De  Preti.s.   n."  H2. 

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LONDRA -NEW  YORK -BOSTON 
LONDRA  -  HALIFAX  -  MONTREAL 

QUEBEC  -  PORTLAND  ME 
BRISTOL  -  NEW  YORK  -  CANADA 
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LIVERPOOL  -  LEVANTE  -  MAR  NERO 
LIVERPOOL.... 
MANCHESTER 


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PARIGI  -  37,  Boulevard  des  Capiuiues. 
GENOVA  -  Ufficio  Cunakd-Anchoiì   16, 

\hi  Cairoli, 
NAPOLI  -  Ufficio   Cunard-Anciior  59, 

^■ia  Guglielmo  Sanfelice. 
PALERMO  -  Ufficio  Cunaiid-Anchor  94, 

Piazza  Marina. 
LIVORNO  -  Win.  Meiklereid. 
ALESSANDRIA  -  Rodocanachi  &  C.° 
GIBILTERRA  -  Anchor   Like   (Hender- 

sou  Bros)  Ltd. 


I  NIZZA  -  11,  Promenadc  des  Anglais. 

ROMA  -  Ufficio    Cunard-Anchor,   Via 

Tritone  (Select  Hotel). 

MESSINA  -  Ufficio   Carraras    Travel 
(Carraras  Bros). 

LUCERNA  -  J.  Kock-Lang   &  Compa- 
ny Ltd. 

CATANIA  -  Carlo  Ali. 

PATRASSO  -  Paxos  D.  Panaguli. 

PIREO  -  Halli  &  Panaguli. 


-  439 


Betoniera  da  500  litri  su  carro. 


LE   MACCJilNE 

nella  costruzione  delle  CA.SE  e  nelle  Industrie 
inerenti  all'  Edilizia. 


Forse  in  nessuna  Industria  come 
quella  Edilizia,  il  progresso  è  stato  sol- 
lecitato dalla  persuasione  che  il  rispar- 
mio del  tempo  e  della  mano  d' opera  è 
fonte  di  guadagno. 

Infatti  le  costruzioni  moderne  hanno 
per  caratteristica  la  grande  rajuditù  di 
esecuzione.  Neil'  edilizia  moderna,  col- 
r  ausilio  delle  macchine,  si  sono  fatti 
miracoli  ;  costruzioni  mastodontiche  sono- 
sorte  con  rapidità  vertiginosa  ! 

Inoltre  le  ap])licazi»)ni  del  cemento 
hanno  ])reso  parte  i)rincipalissima  in 
ogni  moderna  costruzione. 

Ed  è  jìcrciò  che  la  Ditta  L.  Vender 
Si,  C.  di  Milano,  via  Domodossola  11, 
specializzatasi  nella  costruzione  di  tutte 
le  macelline  inerenti  lìW Eilillzia,  di  tipo 
e  brevetto  proprio  eonipletamente  ita- 
liano, ha  saputo  imporsi  sul  mercato 
non  solo  d' Italia,  ma  anche  estero,  ])er 
la  fornitura  di  (pialsiasi  macchina  atta 
alla  costruzione  delle  Case  e  per  l' In- 
dustria Edilizia. 

Essa  costruisce  infatti  Blocchiere, 
Mattoniere,  Tegoliere  perfette  per  la  pro- 
duzione dei  materiali  in  cemento;  Jìc- 
Inniere  a  mano  e  meccaniche  di  jirodu- 
ziniK»  giornaliera  fino  a  300  e  più  me. 
Argani  ed  Elevatori  di  qualsiasi  por- 
tata. Presse  e  Pompe  ad  alta  j)ressione 
e«l  Impianti  idraulici  completi  per  la 
fabbricazione  delle  mattonelle  da  pavi- 
mento, mosaico,  granitoidi  di  grande  re- 
sistenza. Frantoi  e  Laminatoi  per  pic- 


ti-isco  e  sabbia,  sia  fissi  che  su  carro, 
nonché  Vagli  e  Lavatrici  per  sabbia  e 
ghiaia.  Insomma  tutte  le  macchine  ne- 
cessarie all'  edilizia. 

Ma  ancora  la  Ditta  L.  Vender  &  C. 
di  Milano,  il  cui  Stabilimento  è  ormai 
uno  dei  primari  d' Italia  e  la  cui  fab- 
bricazione di  macchinario  completamente 
Italiano  ntui  teme  il  confronto  e  la  con- 
correnza di  qualsiasi  altro  macchinario 
estero,  si  è  specializzata  per  tutte  le 
Macchine  stradali  e  per  1' aj)plicazi(uie 
kWW Asfalto  compresso.  Nonchò  per  V Im- 
pianto i\\  fabbriche  complete  di  cemento, 
coir  ap])licazione  dei  suoi  speciali  Mvlini 
ad  anelli  Ciclope  Vender  che  producono 
cadauno  fino  a  2  Tonn.  di  cemento  im- 
palpabile all'orai 

La  Ditta,  glil  favorevolmente  cono- 
sciuta anche  prima  della  guerra,  era  gi:\ 
stata  segnalata  come  fra  le  i)iii  iuii)or- 
tanti  del  ramo  sul  mercato  mondiale, 
ed  infatti  lo  «limostrano  le  importantis- 
sime onorificenze  asseguat-cle  in  ogni 
Esposizione  Internazionale  e  Utficiulo 
alle  quali  concorse:  a  Milano  nel  1906 
con  Gran  Diploma  d'Onore;  a  Bruxel- 
les nel  1910  ]>»rro  col  Gran  Dipltuna 
d'Onore;  a  Torino  nel  1911  col  (»ran 
Premio;  a  Oand  nel  1913  col  Grand 
Prix;  a  Genova  nel  1914  col  Gran  Premio. 
Nonché  con  la  Medaglia  d'oro  del  Mini- 
stero d'Agr.  Ind.  e  Comm.  nel  190S. 

La  Ditta  L.  Vender  &  C.  di  Milano, 
manda  a  richiesta  cataloghi,  prercnliri. 


La  Guerra  senza  sangue 

devesi  combattere  da  tutti  gli  italiani  d'ambo  i  sessi,  dando 
incremento  alle  nostre  vecchie  industrie,  facendo  affluire  i 
risparmi  alle  nuove,  preferendo  sempre  le  merci  di  manifat- 
tura nazionale,  ed  in  ogni  modo  non  acquistando  mai  quelle 
tedesche. 

Le  Statistiche  dimostrano  che  in  Italia  si  ha  una  sovra- 
importazione  annua  di  260  MILIONI  di  prodotti  manu- 
fatti che  vengono  fabbricati  altrettanto  bene,  e  qualche  volta 
meglio,  in  casa  nostra.  Se  questi  260  MILIONII,  di 
cui  il  nostro  paese  viene  impoverito,  circolassero  fra  noi, 
si  potrebbe  dare  lavoro  stabile  a  100-120  mila  opeir.aJi„ 
che  sono  ora  costretti  ad  andare  a  cercarlo  all'estero. 

La  Casa  Editrice  U.  MARUCELLI  &  Co.,  per  faci- 
litare una  intensa  campagna  prò  industrie  italiane,  ha  oppor- 
tunamente pubbliiate  delle  Marche-Francobollo  *' MAR- 
CHE NAZIONALISTE  ,,  le  quali  applicate  sulle 
buste,  sulle  fatture,  sui  pacchi,  ecc  ,  hanno  l'ufficio  di  far  circolare  nel  gran  pubblico 
i  moniti:  *' Italiani!:  Preferite  sempre  le  merci  di  manifattura 
nazionale.  -  Date  incremento  alle  nostre  industrie  -  rifiutate  le 
merci  tedesche.  *' 

Fanno  veramente  opera  patriottica  tutti  coloro 
che  con  qualsiasi  mezzo,  quello  delle  *♦  Mar- 
che Nazionaliste  ,,  compreso  ,  coopere- 
ranno alla  più  sollecita  redenzione  economica 
del  nostro  paese. 

Molti  Industriali  convinti  che  la  colla- 
borazione di  tutti  per  la  nazionalizzazione  degli 
affari  è  necessaria  e  deve  essere  attiva  e  continua, 
appoggiando  l'iniziativa  della  Casa  Editrice  me- 
desima, hanno  messe  in  circolazione  delle  Marche 
{collezione   MarucelU),  colla   veduta  panoramica 

dei  loro  stabilimenti,  colla   riproduzione   delle    loro   marche  di  fabbrica,  o  dei  loro  artistici 
_  cartelloni,  tutte  portanti  uno  dei  moniti  suddetti. 

Le  '*  MARCHE  NAZIONALISTE  MARU- 
CELLI «,  divise  in  30  serie  (Italiani  Illustri  —  Fondatori 
di  grandi  industrie  —  Benemeriti  dell'industria  e  dell'agricol- 
tura —  Città  manifatturiere  —  Grandi  città  d'Italia,  ecc.), 
tutte  varie  per  soggetti  e  colori,  hanno  incontrata  1'  approva- 
zione generale,  sono  largamente  usate,  e  costituiscqno  già 
una  bella  collezione  che  avrà  un  lungo  seguito. 

La  tasa  Editrice  MARUCELLI  &  Co.,  (Milano  -  Via  Aldo 
Manuzio,  8-10),  ha  anche  pubblicata  una  ricchissima  collezione 
di  e  Marche  Patriottiche»  intese  a  mantenere  viva  la 
eco  della  odierna  epopea  nazionale;  un  grande 
Album  per  collezioni  (L.  3. SO),  ed  un  Catalogo  che  spe- 
disce gratis  a  richiesta. 

Verso  rimessa  di  L.  4.-,  la  Ditta  stessa  invia  le  5  colle- 
zioni (400  marche,  128  soggetti),  pubbl.  a  tutto  Ottobre  1916. 
IN  PREPARAZIONE!  Altre  5  Collezioni,  circa  150  «oggetti. 

ItaHani,  date  incremento  alle  industrie  nazionali* 


-  411  - 

L'attività  italiana  oltre  T Oceano. 


Il  Comm.  Alessandro  Siciliano    e   la   "CompanKia 
MecKanica   e  Importadora  di  San  Paulo  (Brasile). 


CoDipanhia  Mcchamca  e  Importadora 
de  San  Paulo  nel  mondo  iu)litic(»  e  nelle 
sfere  finanziarie  ò  ancor  i)iù  noto  e  te- 
nuto in  eonsiderazioue  come  l'autore  «lei 
progetto  sulla  valorizzazione  del  caft'ò. 
L'  emi<jrazi(»no 
italiana  al  Brasile 
in  continuo  au- 
mento dal  1889  al 
1!M)3  e  rivolta  8j>e- 
cialiiiente  alle  fa- 
zendas  dello  Stato, 
alla  coltivazione 
del  caffft,  causò  un 
aumento  tale  di 
(jnesta  deliziosa 
rubi  acca  che  il 
mercato  interna- 
zionale si  trovò  ben 
presto  saturo,  cau- 
sando così  un  forte 
ribasso  di  prezzi  e 
(luiiidi  quella  crisi 
caficil'era  che  tra- 
vagliò specialmen- 
te lo  Stato  di  San 
Paulo,  il  più  gran- 
de produttore  di 
caftò  di  tutto  il 
mondo. 

Dal  1888  al  1895 
si  vendette  il  caffè 
a  prezzi  soddisfa- 
centi e  fu  quello  il 
periodo  veramente 
l)rospero  perl'agri- 
coltura  i>aulistana. 
I  i»rezzi  eraiu»  cor- 
rentemente di  70 
fraudi i  ])er  sacchi 
di  50  chilogr.  (,'ol 
1895,  causa  un  ab- 
bon«lante  raccolto, 

sidla  valorizzazimie  del  caffè  che,  adot-  si  ebbe  un  ribasso  notevole  dei  prezzi 
tato  dal  Governo  dello  Stato  di  San  che  durò  sino  al  1900,  con  lieve  mi- 
Paulo,  salvò  «juesto  Paese  dalla  rovina  glioramento  negli  anni  seguenti,  aumen- 
fcononiica,  il  nostro  connazionale,  il  ])ic-  lamio  però  scmju-e  lo  stock  mondiale 
colo  ealabresc  «li  San  Nicola  d'Arc<'lla.  del  caffè  e  quindi  le  i)reoeciipazi()ni  dei 
Poiché  80  in  generale.  i>er  tutto  il  prodiittori,  lino  u  provocare  un  vero 
Brasile  e  fuori,  il  comm.  Alessandro  Si-  panico  dinanzi  alle  notizie  sulla  fiori- 
ciliano  è  comuncmento  conosciuto  come  tura  del  1905  che  annunziavano  per 
il    fondatore   e  capo  della  potentissima    l' anno  seguente  un  raccolto  abbondau- 


Molti   sono   gli  ilaliani  che  traspor- 
tatisi in  paesi   nuovi   o  ricchi  come  lo 
Stato  di  San  Paulo,  hanno  latto  fortuna 
e  messo  as>icme  un 
ingente  patrimo- 
nio, e   si  sono  di- 
stinti nelle   indu-- 
trie    e    nel    corn- 
er ciò. 

Ma  uomini  che 
giunti  in  un  gran- 
«le  paese,  senza 
mezzi  di  foituna, 
senza  appoggi,  .sen- 
za nulla,  arrivino 
non  solo  a  costi- 
tuirsi un  patrimo- 
nio, od  imi»iautaro 
un'  azienda  colos- 
sale, ma  ancora  ad 
assumere  una  posi- 
zione rilevante  di 
fronte  al  (governo 
stesso  del  Pae.se, 
sì  da  dare  l'indii  iz- 
ze alla  più  impor- 
tante e  \)\n  origi- 
nale impresa  del- 
l' economia  moder- 
na, non  solo  del 
Brasile,  ma  forse 
di  tutto  il  mondo 
intero,  è  cosa  che 
si  può  dire  del 
comm.  Alessandro 
Siciliano,  il  fon- 
datore della  Conì- 
pan/tia  Mechanica 
e  I il) por t adora, 
V  autore  del  grau- 
dioso    progetto 


Comm.  .^r.KssA.NPRO  Sicii.i.i.vo. 


-  442  - 


lug. 


Alkssanuko  SIClLlA^;o 
junior. 


Cav.  Biagio  Altibki 
gerente  della  «  Companhif 
Mechauiea  e  Importadera.  : 


lug.  Paolo  Siciliano. 


te,  quale  mai  erasi  visto  a  ricordo 
d'  uomo. 

Fu  allora  che  le  discussioni  animate, 
le  proposte  che  da  anni  si  andavano 
facendo  nella  stampa,  in  conferenze  e 
congressi,  diventarono  più  vive,  j)iù  in- 
sistenti ed  occuparono  quasi  esclusiva- 
mente l'opinione  pubblica,  tanto  da  in- 
durre nel  1906  il  Governo  dello  Stato 
ad  iniziare  la  grandiosa  operazione  nota 
sotto  il  nome  di  Valorizzazione  o  difesa 
del  caffè. 

Fra  le  innumerevoli  proposte  e  pro- 
getti messi  innanzi  quello  che  tenue 
sempre  il  primo  posto  e  che  fu  poi  se- 
guito dal  Governo  nella  sua  a})plicazione 
fu  quello  del  coraniendator  Alessandro 
Siciliano.  Già  fin  dal  1903,  in  un  suo 
lavoro  pubblicato  in  San  Paulo,  egli 
aveva  dimostrato  che  l'unico  mezzo  per 
salvare  lo  Stato  di  San  Paulo  dalla  ter- 
ribile crisi  che  lo  stava  travagliando  e 
che  minacciava  farsi  più  grave  travol- 
gendo le  finanze  del  Paese,  fosse  quello 
di  ritirare  dal  mercato  mondiale  lo  stock 
risibile  che  si  andava  facendo  sempre 
maggiore  e  proibire  le  nuove  piantagioni 
con  le  quali  il  prodotto  sarebbe  aumen- 
tato ogni  anno. 

Una  prima  soddisfazione  si  ebbe  il 
nostro  connazionale  nel  vedere  accolta 
una  parte  delle  sue  proposte,  poiché 
nello  stesso  anno  1903  fu  dal  Parla- 
mento statale  approvata  la  legge  per 
la  quale  si  proibivano  nuove  piantagioni 
di  cafl'è  in  tutto  lo  Stato  di  San  Paulo. 

Ma  ciò  non  era  sufiiciente  a  sanare 
la  profonda  crisi,  dovuta  all'  immenso 
stock  già  esistente  ed  alle  grandi  pian- 


tagioni fatte  negli  anni  precedenti  de- 
stinate esse  pure  a  fi'uttificare  dopo 
qualche  anno.  Per  cui  il  comm.  Sici- 
liano poco  dopo  pubblicava  nel  Diario 
Officiai  la  sua  projìosta  concreta  intorno 
ai  jnodo  di  difendere  il  caffè  contro  la 
crisi  che  lo  travagliava. 

Il  progetto  era  grandioso  quanto  sem- 
plice nelle  suo  linee  generali.  Il  ribasso 
nei  prezzi  del  caft'è  era  dovuto  alla  ple- 
tora di  questo  prodotto  da  cui  orano 
travagliati  i  mercati,  specialmente  a 
quello  stock  visibile  di  cui  abbiamo  par- 
lato sopra.  Occorreva  quindi  eliminare 
la  causa  ])er  sopprimere  il  male  stesso,- 
fare  scomparire  dal  mercato  lo  stock, 
afiìnchè  il  caft'è  ri])rendesse  i  suoi  ]U'('/,/,i 
regolari.  E  ciò  non  poteva  essere  fatto 
se  non  da  un  sindacato  sussidiato  dal 
Governo  o  dal  Governo  stesso,  che  com- 
prando tutto  il  caft'è  dello  stock  liberasse 
il  mercato  da  questo  ingombro  che  im- 
Ijediva  il  libero  giuoco  della  domanda 
e  dell'  oft'erta  e  quindi  la  normalizzazione 
dei  prezzi. 

Il  Governo  paulistano  adottò  la  se- 
conda soluzione,  cioè,  invece  di  sussi- 
diare un  sindacato,  preferì  eseginro  per 
proprio  conto  1'  operazione,  coiitraendo 
un  prestito  per  fare  fronte  agli  acquisti  ; 
e  questa  fu  l' unica  modificazione  ap- 
jiortata  al  progetto  Siciliano.  Questa  so- 
luzione, del  resto,  era  già  pure  stata 
accennata  dal  comm.  Siciliano  stesso, 
quando  nel  febbraio  1905  in  una  sua 
conferenza  diceva:  ■«  Se  poi  non  si  vo- 
lessero ammettere  capitalisti  stranieri 
per  attuare  un  j)rogetto  in  queste  con- 
dizioni, io  suggerirei  l' idea  di  contrarre 


■■■■k^^^Vp-^^ÌI^^^^H 

lAHV^ 

f^. 

Kepaito  dei  t  )mi. 


Altro  reparto  dello  Stabiliuieiito  Siciliano. 


Ili 


un  piC'tiMto  «Ti  10  milioni  di  stovliue  clie 
potià  o.s.seic  ccnicliiiiso  (lidio  Stato  allo 
scopo  di  ritirare  dal  mercato  tanti  sacchi 
di  caft'è  (juanti  sono  necessari  per  ob- 
bligare i  compratori  a  pagare  \in  i)rezzo 
più  conveniente.  E  se  1  10  niilioni  di 
sterline  non  fossero  suiFicienti  a  rag- 
giungere il  nostro  fine,  si  potrebbe  por- 
tare il  prestito  sino  al  limite  massimo 
di  20  milioni,  somma  più  cbe  sufficiente 
ad  acquistare  tutto  lo  stock  del  caffo 
esistente  ». 

In  tanta  discussione,  fra  un  vero  di- 
luvio di  proteste  o  di  progetti,  j)arec- 
chi  pure  di  brasiliani,  il  Groverno  si  at- 
tenne sti'ettameute  a  quello  Siciliano  e 
su  di  esso  iniziò  la  grandiosa  operazione 
di  difesa  del  caffè,  operazione  colossale 
che  meravigliò  tutto  il  mondo.  Il  che 
non  è  lieve  onore  per  il  suo  autore  e 
per  il  nome  italiano  ! 


II. 


Ma  chi  è  quest'  uomo  piccolo  di  sta- 
tura quanto  modesto  nella  sua  vita  clie. 
dopo  avere  ideata  una  grandiosa  impresa 
decisiva  delle  sorti  di  un  grande  e  ricco 
paese,  e  colla  forza  della  sua  convin- 
zione, trascinato  dietro  dì  sé  un  governo 
ed  un  i)opolo,  ritorna  modestamente  alle 
sue  occupazioni,  colla  solennità  classica 
di  un  antico  romano,  senza  nulla  chie- 
dere, senza  nulla  in-etendere?  È  il  figlio 
delle  proijrie  opere,  V  uomo  che  non 
deve  nulla  a  nessuno  che  non  sia  a  sé 
stesso. 

Giunto  in  America  all'  età  di  9  anni, 
nel  1868,  venendo  a  raggiungere  il  fra- 
tello maggiore  che  l'aveva  preceduto, 
a  21  anni  sposatosi  con  una  distinta  si- 
gnorina di  famiglia  brasiliana,  iniziava 
la  sua  vita  nel  mondo  degli  affari  che 
doveva  segnare  un  continuo  crescendo 
di  trionfi. 

Non  bisogna  però  dimenticare  un 
fatto  importante  nella  vita  di  Alessandro 
Siciliano,  che  dimostra  come  egli  in 
mezzo  agli  affari  sax)esse  esercitare  una 
azione  ])rofondamente  civile  ed  umani- 
taria. Esisteva  in  quel  tempo,  ed  esi- 
stette ancora  per  venti  anni  dopo  l'  ar- 
rivo di  Alessandro  Siciliano  al  Brasile, 
la  schiavitù.  Viva  però  era  la  campagna 
abolizionista  mossa  da  tutti  quei  gene- 
rosi che  non  sapevano  tollerare  che  il 
loro  paese  fosse  coi>erto  di  tale  infamia, 
campagna  che  doveva  chiudersi  al  23 
maggio  18S8,  in  cui  fu  dichiarata  abo- 
lita definitivamente  la  schiavitù  al  Bra- 
mile. 

Per  quanto  stranieri,  i  fratelli  Sici- 


liano presero  parte  attivissima  a  questa 
campagna,  e  la  loro  casa  diventc)  in  breve 
ritrovo,  centro  del  movimento  abolizio- 
nista in  Piracicaba,  città  ove  si  trova- 
vano; ed  essi  con  svantaggio  grande; 
dei  loro  interessi  non  mancarono  mai 
di  accogliere  nella  loro  casa  gli  schiavi 
fuggitivi,  aiutarli  a  porsi  in  salvo  e  fa- 
cilitarne la  fuga.  Pagina  gloriosa  que- 
sta nella  vita  del  comm.  Siciliano,  per 
quanto  modestamente  nascosta,  essendo 
da  esso  considerata  come  il  semplice 
compimento  di  un  dovere. 

Intanto  mil  1888  i  fratelli  Siciliano 
trasjjortavano  la  loro  sede  da  Piracicaba 
a  San  Paido,  e  nell'  agosto  del  181)0  Ales- 
sandro Siciliano  organizzava  il  Banco 
Italo-Brasiliano  con  un  cai)itale  di  5001) 
cantos  di  reis,  pari  a  circa  8,000,000  di 
lire  italiane,  ed  un  mese  dojto,  nel  set- 
tembre dello  stesso  anno  fondava  la 
Companhia  Mcchanica  e  Impórtadora, 
che  doveva  poi  diventare  il  colosso  che 
è  oggigiorno,  tuttora  sotto  la  direzione 
del  suo  fondatore. 


III. 


La  Companlda  Mcchanica  e  Impór- 
tadora h  una  società  anonima  con  un 
capitale  interamente  versato  di  cinque- 
mila cantos  di  reis,  diviso  in  25,000 
azioni  da  200  %  000  (320  lire  circa)  ca- 
dauna, con  un  fondo  di  riserva  che  alla 
fine  di  dicembre  1914  ammontava  a 
4,585  :  529  $  G80. 

Questa  Compagnia  occupa  coUe  sue 
officine  ed  i  suoi  magazzini  un'area  di 
32,200  m.  q.,  dove  passa  un  braccio 
speciale  della  fei-rovia  San  Paulo  Rail- 
way,  la  principale  arteria  che  pone  in 
comunicazione  San  Paulo  col  porto  di 
Santos.  Questo  grandioso  stabilimento 
trovasi  nel  quartiere  del  Pary,  il  più 
industrioso  di  San  Paulo,  ed  è  diviso 
nelle  seguenti  sezioni: 

Fonderia.  —  Questa  sezione  è  instal- 
lata in  uu  ampio  edificio  che  occupa  una 
superficie  di  1800  mq.  Quivi  trovansi  due 
grandi  forni  per  la  fusione  dei  metalli, 
uno  colla  capacità  di  3000  chilogrammi 
all'ora,  l'altro  di  5000.  Ambedue  i  forni 
sono  alimentati  da  im  grande  e  potente 
ventilatore  Root  della  capacità  di  10,000 
chilogrammi  all'  ora. 

Annesso  alla  fonderia  trovasi  un  com- 
pressore d'  aria  che  fornisce  V  aria  com- 
pressa necessaria  agli  apparecchi  pneu- 
matici della  fonderia.  Due  poderose  gru, 
con  una  forza  sospensiva  dai  5000  agli 
8000  kgr.,  estese  linee  di  treni  Decau- 
viUe,  elevatori,  altre  gru,  accessoi'ì  elet- 


m  W              1 

MI,  fi  '' 

P 

Fabbrica  di  chiodi,   viti,  bulloni. 


Kip.irti  della  costru/.ioii»'  di  uiaccUiuaii  per  la  prepaia/.iouc  del  Cafl'è. 


-  44G  - 


trici,  a  mano  e  ad  aria  compressa,  fa- 
cilitano il  tia sporto  ed  il  sollevamento 
delle  enormi  casse,  colonne,  vagonet- 
ti, ecc.  Annessi  pure  alla  fonderia  sono 
vasti  deportiti  di  sabbia,  grandissima 
quantità  di  casse  per  modelli,  di  ferro 
fuso,  forni  per  bronzo,  depositi  di  model- 
li, di  metalli  e  tutte  le  altre  installazioni 
richieste  dall'industria  metallurgica. 

Questa  attualmente  è  la  maggiore 
fonderia  dello  Stato  di  San  Paulo,  con- 
tatapure  quella  delle  ferrovie  dello  Stato, 
e  nelle  condizioni  presenti  può  fondere 
sino  a  350  tonnellate  al  mese,  con  due 
infornate  per  settimana.  Lo  stabilimento 
ha  già  fuso  pezzi  di  peso  superiore  ai 
5000  chilogrammi,  e  fia  gli  innume- 
revoli lavori  sparsi  per  tutto  il  Brasile 
ricorderemo  le  artistiche  colonne  per 
r  illuminazione  dell'Avenida  Rio  Branco 
(li#Rio  de  Janeiro,  i  grandi  candelieri 
che  servono  all'  illuminazione  del  giar- 
dino del  Teatro  Municipale  di  San  Paulo, 
e  quel  fine  lavoro  d' arte  che  sono  le 
cariatidi  del  palazzo  della  Societé  Fi- 
iiancière  et  Comvierciale  Franco- Brési- 
lienne  sito  a  rua  di  San  Bento  di  que- 
sta calatale. 

Officine  agricole.  —  Questa  sezione 
è  destinata  alla  fabbricazione  di  mac- 
chine agricole,  essendole  annessa  una 
sezione  per  grandi  e  piccoli  lavori  in 
legno.  Apj)artengono  a  questa  sezione 
una  segheria  completa  col  macchinario 
jdìi  perfezionato  nel  genere,  potendo  ese- 
guire qualsiasi  lavoro.  Tiovasi  puro  qixivi 
una  fabblica  di  chiodi,  di  viti  e  bulloni, 
come  una  sezione  per  rii)arazioni  di  au- 
tomobili, fornita  d'apparecchi  moder- 
nissimi ad  elettricità  o  ad  aria  com- 
pressa. 

In  questa  sezione  si  fabbricano  le 
macchine  destinate  all'  agricoltura  che 
costituiscono  una  Specialità  della  Com- 
panhia  Mechanica  e  Importadora.  Si  di- 
stinguono fra  le  altre  quelle  per  bonifi- 
care il  caft'ò,  le  pili  ijcrfette  del  genere, 
come  è  dimostrato  dalla  loro  grande 
dift'usione  in  tutto  il  Brasile;  sovratutto, 
]>oi,  le  cosidctte  macchine  combinate, 
pure  per  la  bonifica  del  caffè,  che  sono 
una  delle  più  splendide  conquiste  della 
meccanica  moderna. 

Le  macchine  fabbricate  in  questo  sta- 
bilimento conseguirono  i  maggiori  premi 
in  tutte  le  esposizioni  alle  quali  ])resero 
jiarte,  s[)ecialmente  in  quella  di  San  Luigi 
dcirAniorica  del  Nord,  dove  ottennero 
il  gi'an  piix,  colla  classificazione  di  hors 
conrours. 

Officine  meccaniche.  —  Importantis- 
sima ^  questa  sezione,  fornita  di  mac- 


chine perfette  e  costosissime,  come  tornii 
e  pialle  ])er  ferro,  macchine  da  forare 
metalli,  punzoni,  cesoie,  martelli  a  va- 
pore, installazione  completa  di  api)arec- 
chi  pneumatici,  ecc.  In  (jueste  officine 
si  fabbrica  ogni  specie  di  macchine  i)er 
r  indxistria,  come  seghe,  torchi,  turbine, 
l)ompe,  mulini,  bonificatori  di  riso,  torchi 
I)er  macinare  la  canna  da  zucchero,  la- 
vori i)er  costruzione  e  lavori  in  ferra- 
menta artistica,  come  grate,  portoni, 
elevatori. 

In  questi  ultimi  anni  la  Companhia 
Mechanica  ha  fornito  diverse  sujierstrut- 
ture  metalliche  per  costruzioni,  come 
qvielle  della  Casa  Alemanna,  del  gran- 
dioso padiglione  del  Giardino  d'Infanzia, 
ponti  i)er  le  ferrovie  di  Araraquara  e 
della  Mogyana,  fornitura  e  montaggio 
della  superstnittura  metallica  dei  teatri 
Sant'  Anna,  San  José  e  Municipale  di 
San  Paulo,  nonché  le  macchine  di  molte 
fabbriche  fra  le  principali  di  San  Paulo. 

Tutte  queste  sezioni,  con  linee  Decau- 
ville  e  gru  elettriche  e  ad  aria  compressa, 
occupano  un'  area  di  46000  mq.  Attigni 
alle  officine,  e  costeggiando  la  ferrovia, 
sorgono  i  uuigazzini  dello  stabilimento, 
dove  si  vedono  immense  pile  di  ferro  di 
tutte  le  qualità  e  forme,  tubi  di  ferro 
galvanizzato,  grandi  depositi  di  olio, 
caldaie,  carbone,  cemento  ecc.  Le  ma- 
terie infiainmabili  si  trovano  in  un  solido 
edificio  completamente  isolato  i  cui  edi- 
fici occupano  una  area  di  6000  mq.,  dove 
funziona  pure  un  macchinario  completo 
per  la  brillatura  del  riso. 

Fatto  notevole  ò  che  tutte  questo 
sezioni  sono  tenute  colla  maggiore  cura 
per  quanto  si  riferisce  all'  igiene,  essendo 
dotate  di  tutti  i  più  moderni  requisiti  igie- 
nici. Illuminazione  e  ventilazione  com- 
pleta, installazioni  moderne  di  fognature 
e  api^arecchi  sanitari  si  trovano  in  tutte 
le  dipendenze  dell'  edifìcio. 

Laterizi  e  ceramiclie.  —  Le  fornaci 
della  Companhia  Mechanica  danno  una 
produzione  quotidiana  di  30000  mattoni 
e  tutto  il  materiale  pei  lavori  di  risana- 
mento di  Santos  fu  provvisto  da  questa 
Compagnia,  materiale  superiore  a  qual- 
siasi altro  per  la  qualità  e  resistenza, 
avendo  sopportato  j)ressioni  superiori  a 
quello  famoso  di  Dulton. 

Gli  operai  adibiti  a  questa  sezione 
raggiungono  il  numero  di  850,  compresi 
«incili  addetti  alla  fabbrica  di  prodotti 
di  ceramica  nel  sobborgo  di  Agua  Bran- 
ca, presso  la  ferrovia  Paidista.  In  que- 
sta fabbrica  è  impiantato  un  granile 
forno  HofliDan  della  capacità  di  500000 
mattoni,    oltre  ad  altri   forni  meccanici 


-  41 

per  la  fabbricazione  di  tubi  e  maniglie, 
che  sono  i  più  a]ii)rezzati  del  jiaese  i)el 
macchinario  conipictanieiite  moderno  di 
cui  è  dotata  «ine.sta  fabbrica  e  per  la 
i*upeiior;t;\  dt'i  suoi  prodotti,  essa  è  la 
più  importante  di  San  Paulo  e  del  Bra- 
sile intero. 

Sezioni  costruzioni.  —  È  questa  una 
specialità  della  (.'oiiipajrnia,  poiché  es- 
sendo essa  fornita  di  ofììciue  ben  prov- 
viste   ed    in    condiziono  di   sopperire  a 


armato  di  Ara^fi  e  della  Mooca,  della 
capacità  di  6,000,000  di  litri,  i  granili 
acijnedotti  della  Varzea  do  C'armo  ed 
altri. 

Oltre  a  queste  princi])ali  rami  d'in- 
dustrie la  Companhia  Mcchanica  estendi^ 
la  sua  azione  a  molti  altri  campi,  sp»-- 
cialmente  all'importazione  di  molti  pro- 
dotti, all'  esecuzione  di  lavori  edilizi, 
alcuni  importantissimi,  essendo  stata 
pure  la  Companhia  òlechanica  la  prima 


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Sede  Centrai?  della  Companh'a. 


ijw.iii,..  ,  necessario  ])er  h;  costruzioni, 
la  Compagnia  ha  compiuto  i  più  impor- 
tiinti  lavori  di  San  Paulo,  fra  essi  l'in- 
ranahuneiito  dell'  aecpia  del  Cabuyù,  co- 
struito in  cemento  aimato.  con  un  p(M- 
corso  di  oltre  liO  chilometri  fra  acque- 
dotto e  sifoni. 

Questi  lavori  sono  emblema  di  gloria 
per  la  Compagnia,  data  la  perfezione, 
l'impoitanza  e  la  ia]»idità  con  cui  fu- 
rono eseguiti.  Dello  stcH.so  genere,  poi, 
sono  i  due  grandiosi  serbatoi  in  cemento 


a  intiodurre  in  San  Paulo  le  costruzioni 
in  cemento  armato. 

La  Compagnia  estende  per  tutto  il 
Brasile  il  suo  vasto  circolo  d'azione; 
ess»  h  ra])presentaiite  di  importantissimi^ 
fiihbnche  nazionali  e  straniere,  fra  esso 
la  rinomata  fabbrica  di  automobili  Fiat, 
e  mantiene  relazioni  commerciali  colle 
jùù  forti  case  congeneri  dell'  Europa  e 
dell'America  <lel  N<ird. 

Il  suo  uflìcio  centrale  è  posto  nel  va- 
sto palazzo  «li  \iu  15  Novembre  N.  8G, 


-  448  - 


noi  ciiore  clella  oìHh,  «love  trovasi  pure 
una  Hvaviatissinia  e8[)Osizione  di  uiac- 
cliiue  agricole,  fabbricate  dalla  conipa- 
giiia  od  importate. 

Possiede  inoltre  una  filiale  in  Kio  de 
Janeiro,  affidata  al  dott.  Jay  me  Sniitb 
de  Vascoucellos,  genero  del  connn.  Si- 
ciliano. 

Gerente  della  Compagnia  è  il  cav. 
Biagio  Altieri,  nipote  del  conim.  Sici- 
liano, giovane  ricco  d'attività  e  d' in- 
telligenza, che  ha  dato  all'azienda  tutto 
lo  slancio  della  sua  eneigica  intrapren- 
denza dedicandosi  ora  specialmente  al- 
l' incremento  degli  uffici  centrali  die  si 
l)OSSono  ritenere  modelli  del  genere. 

Fanno  pure  parte  dell'  azienda,  da 
qualche  tem])o,  i  due  figli  del  comm.  Si- 
ciliano, iug.  Paolo  e  Alessandro  Siciliaiio 
Junior,  ritornati  da  poco  dall'  Europa 
dove  haìiuo  compiuto  i  loro  studi  nella 
eelcibre  Università  di  Cambridge  e  nel 
Politecnico  di  Karlsruhe  ;  due  giovani 
colti  e  distintissimi  che  formano  l'orgo- 
glio del  loro  fortunato  genitore. 


IV. 


Il  comm.  Alessandro  Siciliano,  con 
alta  intelligenza,  con  forza  di  volontà 
non  comune  è  così  riuscito  a  realizzare 
i  suoi  desideri  in  tutti  i  campi  della  sua 
attività,  (!reando  una  poderosa  azieiula 
nel  Brasile,  unendo  od  educando  una 
famiglia  modello,  acquistandosi,  in  un 
])acse  che  non  è  suo.  la  ]tiù  alta  stimar 
e  considerazione,  al  punto  ilic  la  sua  ojii- 


nione  h  rieeroata  e  seguita  dagli  uomini 
cui  9on«  affidate  le  redini  della  cosa  inili- 
blica,  e  mantenendo  fra  i  suoi  connazio- 
nali quell'alto  prestigio,  fatto  d' aflV;tto 
e  di  ammirazione,  che  semjìre  lo  ha  se- 
guito in  tutta  la  sua  carriera,  e  che  lo 
ha  portato  da  parecchi  anni  alla  pre- 
sidenza della  Camera  Italiana  di  Com- 
mercio ed  Arti  di  San  Paulo,  la  piii 
alta  manifestazione  dell'  attività  econo- 
mica degli  italiani  in  questo  paese. 

Fa  parte  attualmente  di  vaiie  società 
anonime  industriali,  e  trova  ancora  tem- 
po ed  energia  da  dedicare  a  molte  isti- 
tuzioni sociali,  benefiche  e  i)atriottiche. 

Egli  infatti  h  stato  uno  dei  i)iù  f<;r- 
vidi  piomotori  di  «quella  umanitaria  e 
filantroi)i<a  iniziativa  da  cui  ^  sorto 
r  Ospedale  Umberto  I,  che  sjyande  la  sua 
luce  così  caritatevolmente  pioficua  sulle 
miserie  e  sulle  sventure,  non  solamente 
fisiche,  della  Colonia  italiana  di  San 
Paulo. 

In  meszo  a  tutte  queste  venture,  fra 
gli  agi  economici  e  le  soddisfazioni  mo- 
rali, il  comm.  Alessandro  Siciliano  non 
ha  dimenticato  mai  di  essere  italiano, 
anzi  di  esser  figlio  della  forte  quanto 
calunniata  Calabria,  dandone  ju-ove  in 
ogni  evenienza,  specialmente  con  larghe 
opei'e  di  beneficenza  che  ne  resero  il 
nome  benedetto  quando,  qualche  anno 
addietro,  si  ree?),  doi)o  lunga  assenza, , 
al  paese  natio.  Parlano  anche  per  lui  le 
generose  elargizioni  e  sottoscrizioni 
com])iute  in  faxore  della  Patria  nell'ora 
del   suo  su[)i('nio  cimento. 


449  - 


Venezia  e  la  Guerra. 


Fiamme  di  guerra  nel  cielo  di  Venezia. 


ui.i.A  mia.  aitami,  la  jiiù  bella  e  la 
l»iù  alta  di  tutta  Venezia  —  quella 
ehe  tlomiua  il  mare  e  la  laj;nna 
e  la  cittìl  —  il  i)rim()  e  viglile  orec- 
chio antiaereo  jìroteso  incontro  al  nemico 
arrivante  tra  Adriatico  e  cielo  —  sulla 
mia  altana  <xniìv- 
data  da  marinai, 
un  po'  cliiacchitro- 
ni  e  irrequieti  ma 
buoni  e  devoti,  cIk; 
mi  amano  —  io  spe- 
ro —  e  elio  io  amo 
jier  questi  lun<ilii 
mesi  che  abbiamo 
vissuto  insieme 
ebiusi  in  pocbi  me- 
tri quadrati  di  8i>a- 
zio,  ma  con  tutto  il 
cielo  aperto  sul  no- 
stro capo,  ma  eoa 
tutto  il  mare  sotto 
di  noi,  sulla  mia  al- 
tana che  non  scor- 
der?)  più,  sono  ve- 
nuti or  i)iù  or  meno 
parecchi  ospiti  tra 
italiani  e  stranieri. 
Di  stranieri  —  al- 
leati, se  occorre  dir- 
lo —  non  molti,  ma 
ci  sono  venuti  Bar- 
thou,  riehon  e  Rei- 
nach  di  ritorno  da 
quella  nostra  fron-  „  y^.^i^^,^  uarth" 

te  di  rocce  e  di  nevi  di  \i 


Urbis  tutamen 
/(lutti/ ium  i Imbelle 

della  (juale  nessun  di  loro  e  dei  loro 
aveva  sospettato  la  tra;iica  gravità  do- 
mata e  ]ioi  travolta  —  {>iorinite  del  jriii- 
gno  I  —  «lai  meraviglicsi  soldati  del  Ivc 
d'Italia.  Vennero  qui  e  salirono  tuttc^ 
le  scale  che  fanno  meritare  il  grande 
premio  che  si  ri- 
ceve air  arrivo. 

Quando  sbuca- 
rono su  —  sulla 
piattaforma  di  le- 
gno gettata  ancora 
al  di  so])ra  della  cu- 
j)ola  di  questo  enor- 
me orrendo  fabbri- 
cato che  una  volta 
accoglieva  un  anti- 
patico miscuglio  di 
austriaci,  di  magia- 
ri e  di  tedeschi  e 
oggi    (in    omaggio 

—  ])arrebbe  —  alle 
I)arole  di  Salandra-  : 
*  meno  alberghi  e 
più  officine  »)  espia 
col  più  rigoroso 
vuoto  la  njala  com- 
pagnia di  allora,  i 
tre  illustri  ospiti 
miei  —  guitlati  dal 
Comandante  Rom- 
bo e  da  Ugo  OJetti 

—  non  aijrirono  più 
bocca  e   si   abban- 

u  visita  l'Autiaerea  »lox.arono    alla    vo- 

iin-./À»,.  lutt'i   del   silenzu». 


Per  divertire  i  soldati 

diffondete  il   volume  di  A.  VALORI 

=Le  Mirabili  Avventure  di  Ferrantino^ 

con  illustrazioni  di  NARDI  —  Lire  2,75. 
FIRENZE   -   R.  BEMPORAD  &  PIGLIO  -  Editori   -   FIRENZE 

29      "" 


-  450  - 

dinanzi  alla  grande  vooe  trionfale  che 
Terso  loro  hì  levava  diìì  trono  bianco  e 
azzurro  della  Dominante, 

Non  chiesero  dettlìgli,  non  presero 
appunti  :  guardarono,  jjunrdnrono,  guar- 
darono.... e  vi  era  negli  occhi  di  tutti, 
specie  negli  occhi  di  Barthou  —  mi 
parve  —  una  gioia  giovanile  fresca, 
tutta   umana.    Vedevano    quegli  occhi, 


popolani  artisti,  di  nobili  dal  nome  so- 
nante di  crÌ6tia!ie  battaglie,  di  donne 
ostinate  nella  storia  a  rÌ8j)ondere  fiera- 
mente ad  ogni  nemico,  di  fanciulli  in 
corsa  sotto  Marghera  a  recar  munizioni 
e  pane  agli  eroi  della  sublime  difesa 
(e  uno  ancora  —  venerando,  dalla  bella 
testa  patriarcale  —  legge  nella  saletta 
di    Florian   i    bollettini  di    Cadorna    e 


In  altana,  d'inverno. 


capivano  quei  cuori,  quale  bellezza  e 
quale  grandezza  militavano  con  Venezia 
nelle  file  alleate.  E  se  qualcuno  di  loro 
aveva  dubitato  un  istante  —  nn  tempi 
di  nostra  neutralità  —  che  Italia  non 
si  sarebbe  mossa,  certo  in  quell'ora 
egli  chiedeva  tacitamente  perdono  a 
Venezia  —  per  l' Italia  —  di  aver  du- 
bitato. 

Di  aver  i)ensato  un  istante  che  men- 
tre i  barbari  dalla  scienza  feroce  lassù 
al  Nord  tra  Santa  Gudula  e  le  torri  di 
Reims  distruggevano  con  sistema  e  per 
ordine  tutta  una  regione  di  bellezza,  la 
gemma  adriatica  si  sarebbe  acconciata 
a  tale    distruzione  e   il   suo    i)opolo  di 


neppur  di  soppiatto  si  asciuga  gli  oc- 
chi), di  aver  pensato  che  tutto  questo 
pojjolo  sospeso  nella  storia  tra  l' innata 
elegjinza  e  l' innata  fierezza  avrebbe 
potuto  non  insorgei'e  all'  appello  dispe- 
rato della  gente  latina,  avrebbe  potuto 
non  chiedere  il  suo  posto  di  vedetta  e 
di  eroe  contro  i  barbari  riaftacciati  dalle 
loro  foreste,  dalle  nostre  montagne  a 
guatare  la  bella  preda  di  Italia  e  di 
Francia. 

Volavano  giusto  nel  nostro  cielo  i 
velivoli  francesi  venuti  dalla  fronte  di 
Argonne  e  di  Fiandra  a  suggell.are  nella 
difesa  aerea  di  Venezia  il  patto  latino 
e    gli    osijiti    francesi   sentivano  piena- 


FTA  ■  L'ideale  dei  lassativi  per  adulti  e  bambini. -ff^ 
Non  irrita,  non  provoca  coliche. 

In  tutte  le  farmacie  in  scatole  da  25  discoidi. 

I^EPETIT  FARMACEUTICI   -  MUDANO 

-iji—wujj  ^jrjj  j_frj'j~rir'ii~.ri —  i ii nr^^"""*  ^ ,.,..^^^^,.^.>.^^,^^ 


-  451  - 

mente   che   P  asflenza   italiana  sarebbe  VennPiro    anche    —  tarlssimi   —    (li 

stata  una  dispriione  iticouoepi'^'le.C*)  porno  pieno  ma  la  prova  non  fn  felice 

E    uno    di  loio   uii  disse:    Ih  espe-  e  non  la  ritt^ururMuo  pirt.  Si  è  cb^  Ve- 

raient  d'avoir  fa...?!?  Sentiva  egli,  come  nezia  era  già  pronta  a  riceverli  tiu  dalla 

noi  sentiamo,  clie  allo  stesso  modo  che  prima  alba  di  guerra  e  quando  la  notte 

certe  industrie   sono   innaturali   ad  un  del  22  maggio  il  primo  stonilo  di  bom- 

popolo,  così  ad  un  altro  popolo  è  inna-  bardieri  alati  venne  su  S.  Marco  a  ron- 

turule  il  possesso  di  certo  bellezze  e  di  zare,  il  Leone   aveva  gi:\  chiuso  il  suo 

certe  grandezze  che  esso  non  sa  né  co-  libro  santo   e  impugnata  la  spada  leg- 

Btruire   né  intendere  né  amare.  E  ohe  gendaria.   Avevano  ali  i  nemici  ma  di- 


1'  unico  modo  che 
esso  ha  di  avvi- 
cinarle è  quello 
di  distruggerle. 
Hanno  distrutto 
Saint-Rombaut  e 
le  IlallesdiYpres, 
hanno  sfigurato  la 
cattedrale  di 
Reims,  distrug- 
geranno certo  il 
Beffroi  di  Bru- 
ges, Salute  Gudu- 
le.  tutto  ciò  cbe 
nella  fatale  riti- 
rata sul  Reno  ca- 
piranno di  non 
riavere  piìi  mai  : 
hanno  tentato  eo.sì 
di  distruggere  Ve- 
nezia. 

Non  hanno  avu- 
to l'agio  di  piaz- 
zarle contro  lo 
grosse  artiglierie 
che  decapitarono 
il  corteo  delle  v«r- 
gini  e  dei  santi  di 
Reims,  non  hanno 
potuto  cospargere 
di  petrolio  le  sue 
porte  sante,  i  suoi 
palazzi  superbi  co- 
me baniu>  l'atto  a 
Lo  vani  o  con  la 
triste  menzogna  d 
tadina. 

Hanno  dovuto  limitarsi 
austriaci  del  sire  tedesco  — 


sopra  di  nòtte,  navigando  Ira  nuvola  e 
nuvola  col  favore  del  idenilunio  che 
acceca  i  proiettori  a  difesa  oj)pure  nel- 
r  alba  «piando  la  foschia  invernale  fa- 
scia tutta  la  cittJi  «lai  basso  ma  le  cu- 
spidi dei  campanili  ne  emergono  come 
guida  ai  pirati  dell'  aria. 


menticavano  che 
aljì,to  ò  anche  il 
Leone  di  Venezia. 
Non  se  ne  eraui) 
mai  accorti  e.ssi 
elio  ne  subivano 
ogni  giorno  lo 
sguardo,  fiam- 
meggiante nell'at- 
tesa, dallo  colon- 
ne, dai  portali, 
dalle  chiese,  dai 
municipii  delle 
cento  cittadelh^ 
d'Italia  tenute  — 
suir  altra  riva  — 
in  schiavitù  ? 

E  il  Leone  era 
pronto  alla  difesa 
e  alla  otìesa. 


Difesa   statica 
e  difesa  dinamica. 
Maurizio   Bar- 
ròs    era    arrivato 
un  poco  au.sioso  in 
Piazza  S.  Marco, 
Aveva    temuto 
che,   per  non  dar 
motivo     di     gioia 
sozza    ai    nemici, 
Venezia    avessi^ 
nascosto  qualche  tremenda  ferita,  qual- 
che irreparabile  strazio.  Sapeva  del  erollo 
-i  servitoli    irreparabile  agli  Scalzi  (21  ottobre  1915); 
a  piombarlo    ebbe  paura  di  ai)i>rendere  <li  più.  Si  ras- 


li    cap.    De  Challoii;;.  .     ,  Mi,,:ni.!.       I        ,         i 
aviatori  franc«38l  (a  deatia)  e  il  buù.  K/.i>  M 
Gray  comaudaute  di  uua  utazioue  antiaerea. 


Ha  provocazione  cit- 


(1)  f.a  H(|iia<lrlj:lia  th"^\\  aviatori  fraticos 
coniittiilata  dal  «•«|iiiaiH»  ÌU-  C'lialli>nK«'H  riva 
lej;;;iò  <-oit  le  8qiiadri;;lift  iiostrM  di  audacia  t 
di  aitivit.^  aerea,  !iv(Miin|iai;naiido  8]>e-4H<i  i  no 
siri  liei  fortuiioMi  raidn  miiIIm  ronte  istriani-  t 
triesilne  e  In  uno  di  essi  el>lte  mia  nutrie  -^U} 
riuaa  il  baruue  Ituulier  teueule  di  vaouellu. 


sicuro  subito  :  Venezia  sorrideva  intatta 
air  artista  che  1'  aveva  tanto  amata. 

Certo,  Venezia  ò  tale  città  di  ecce- 
zione che  qualunque  colpo  lo  sia  sfer- 
rato può  diseastonarne  una  gemma,  ii 
se  ti  dicessero  di  scegliere  ciò  che  fosso 
necessario  sacrilìcare  non  sottViresti  mi- 
nore angoscia  che  la  vera  madre  di- 
nanzi a  Salomone.  'Sin  i  monumenti 
maggiori  —  quelli  che  segnano  conio 
pietre  miliari  il  grande  cammino  <li  Ve- 
nezia nei  secoli  —  la  sua  fortuna  ma- 
rinara e  la  sua  saggezza  politica,  hanuQ 


452 


una  veste  di  guerra  che  li  renile  pres- 
soché iu vulnerabili.  Caduta  è  veramente 
ma  non  del  tutto  (9  agosto  1919)  Santa 
Maria  Formosa  (e  i  barbari  nou  vi  tro- 
varono né  la  Santa  Barbara  del  Sanso- 
vino,  né  la  tela  dei  due  Palma)  ;  moz- 
zata  è   la   cupoletta  veneranda  di  San 


.2:elo  che  riluceva,  fu  occultato  io  sfarzo 
dei  mosaici  esterni  alla  Basilica,  furono 
calati  i  cavalli  dell'  Ippodromo,  furono 
sgombrati  delle  tele  più  rare  i  palazzi 
e  le  chiese. 

L'  elenco   non   è  lungo,   le  parole  a 
segnarlo  son  facili,  ma  1'  opera  non  fu 


I  Cavalli  di  San  Marco  verso  la  scuderia. 


Pietro  in  Castello  (10  agosto  1916),  de- 
turpato è  il  Pantheon  in  cui  dormono 
i  grandi  condottieri  veneti  caduti  sul- 
l'Isonzo e  sul  Carso!,  ma  sono  intatti 
San  Marco,  i  Dogi,  il  Colloonc,  i  Fraii, 
la  Loggotta  tutti  blindati  e  difesi  come 
elementi  di  trincea.  Fu  imbiancato  l'An- 


ne breve  né  uguale.  Bisognava  non  esa- 
gerare nella  difesa,  sicché  la  difesa  stessa 
non  costituisse  un  pericolo  sopra  e  in- 
torno a  quelle  vecchiezze  gloriose  che 
r  acqua  lentamente  già  insi<lia  ;  biso- 
gnava risolvere  problemi  di  statica  e  di 
resistenza  ;  bisognava  anche  non  detur- 


—  453  — 

pare  troppo  hi  città  che  ha  uoiuc  Ve-  coinnne  —  prepararono  l'altra  difesa, 
uezia  e  potrebbe  chiamarsi  Bellezza.  quella  civile,  che  a  Venezia  —  inari- 
Lavorarono  febbrilinente  in  paree-  «lite  le  sue  due  fonti  di  ricchezza,  il 
chi.  Ujro  Ojetti  diresse  1'  opera  con  la  i)orto  e,  ahinifc  !  i  forestieri  —  fu  mira- 
misura  e  r  am(»re  e  la  comi)etenzìi  che  colosa.  Kicordiamo  tra  uli  organizzatori 
in  suo  confronto  nessuno  osa  ncij[argli  il  generale  Kmilio  Castelli,  l'on.  Orsi, 
e  se  taluno  imi)rovvidamente  —  come  Maria  Pezzo  Pascolato,  Sono  nomi  che 
il  Molmeuti  —  cercò  di  criticarlo  in  sua  —  senza  far  torto  ad  ogni  altro  —  tutto 


La  protezione  interna  della  Basilica  di  San  Marco. 


assenza,  i  tecnici  e  la  prova  jìratica  die-  il  popolo  conobbe   ed  amò  come  si  co- 

•lero  ragione  all'  Ojetti  e  non  al  critico  noscono    e   si   amano   quelli  del  nostro 

tiirdivo.   Intorno  ail'  Ojetti,  il  Fogolari,  sangue  piìl  vicino. 

il  IJordiga,  1"  Ougaro  ;  i  migliori  artisti  E  pari   alla   loro   amorosa   saggezza 

veneziani    collaborarono    all'opera    ur-  alimentata  dalla  generosità  di  quei  che 

gente.   Intanto  tutti  gli  altri  —  i  j)opo-  potevano,    fu    la   pazienza  severa  silen- 

lani.  i  nobili,  le  donne,  i  rcciritori  del  ziosu  di  chi  attese  di  essere  soccorso  e 


La  protezione  del  Palazzo  Ducale. 


delle  propi'ie  miserie  —  velate  di  di- 
gnità —  fece  omaggio  alle  tradizioni 
antiche   e  all'  ora  solenne  della  Patria. 

Così  sorretti,  i)rotetti,  amati  ed 
amanti,  gli  uomini  e  le  pietre  di  Vene- 
zia attesero  il  nemico.  Furono  pronti 
ad  ogni  sacrifizio,  ma  sapevano  già  clie 
tutto  quello  ohe  si  doveva  preparare 
])er  limitare  i  sacrifizi  stessi  era  j>repa- 
rato  e  pronto. 

Non  è  tempo,  ancora,  di  rivelazioni 
diffuse  su  ciò  che  è  stato  ed  ò,  mentre 
scriviamo,  la  dilesa  antiaerea  di  Vene- 
zia, ma  le  sue  vicende  e  i  suoi  uondni 
(D'Annunzio,  il  ]\Iiraglia,  il  Bologna,  il 
Bresciani,  per  citare  in  confuso  i  ca- 
duti ed  i  superstiti  tra  i  più  audaci....) 
e  i  suoi  risultati  sono  noti  ad  ognuno. 

Diflìcilissima  a  difendersi,  Venezia  è 
uscita  fino  ad  ora  quasi  immune  dalle 


numerose  aggressioni.  Si  h  che  hi  sa- 
pienza tecnica  degli  organizzatori  fu  di- 
ligentissima  e  critici  italiani  e  stranieri 
riconoljbero  che  ad  epigrafe  dell'opera 
antiaerea  si  potrebbe  ben  scrivere  :  quid 
mar/is  potui. 

Può  darsi  che  a  Vienna  si  illudano 
di  averne  deturpato  il  divino  volto 
o  recise  le  più  vitali  difese  ;  ciò  può 
darsi  perchè  jjroprio  nei  giorni  in  cui 
la  spada  italiana  tastava  le  reni  degli 
invasori  oltre  il  Cengio  e  il  Mattassone, 
il  bollettino  austriaco  annunziava  la 
presa  sanguinosa  di  Cittadella  Vigodar- 
zere  che  fino  a  prova  contraria....  è  un 
venerando  e  libero  Senatore  del  Regno. 

A  noi  importano  i  fatti,  non  le  auto- 
consolazioni platoniche  del  nemico  e  Ve- 
nezia, nei  fatti,  è  ancora  la  forte  e  divina 
e  inespugnabile  regina  del  suo  Golfo. 


FIAT 


Dopo  la  presa  di  Gorizia,  centinaia 
di  autocarri  FIAT,  traversando  i 
ponti  sul!'  Isonzo,  si  riversarono 
nella  zona  conquistata  recando  ai 
vincitori  viveri,  munizioni  e  rin- 
forzi.    ==rrr=:rrr=zrrr=zrr=r==z=i=r=r=r=: 


—  455 


N<*  avpva  pr^^parato  1»  difef-a  antiae- 
rea uno  dei  enoi  cùo  oggi  e  al  Governo 
e  che  fu  in  Venezia  tino  dei  piìl  osti- 
nati e  vivaci  e  inventivi  odiatori  di  Au- 
stria quando  ciò  ancora  appariva  pazze- 
sco e  sconveniente  a  quasi  tutti. 

E  intorno   a  lui  erano  accorsi   rico- 
noscendo volentieri  per  sui)eri()re  qucfili 
che  il  giorno  innanzi    era  un  piacevole 
amico,  giovani  e  non  giovanissimi  bal- 
zati   volontariamente    dalle    libere    arti 
nelle  file  dell'eser- 
cito   in    una    im-       "" 
jn-ovvisa  discipli- 
na   di    volontà   e 
di  atti  che  avanti 
guerra    (luasi    a 
(»gnnno  di  loro  sa- 
rebbe apparsa  dif- 
cile  a  concepire  e 
imjiossibile  poi  a 
subire. 

Appartenne 
così  alla  dilesa  an- 
tiaerea—sulla mia 
stessa  altana  — 
Sem  Benelli  e  nei 
vari  mesi  di  suo 
comando  la  sua 
agile  mente  —  tra 
una  pagina  e  l'al- 
tra di  poesia  — 
studiava  e  api>li- 
cava  ingegnosi 
congegni  di  osser- 
vazione ottica  e  di 
difesa.  E  fu  con 
lui  Crispolto  Cri- 
spolti,  lo  studioso 
<li  politica  Vati- 
cana e  condirettore  della  Rasscff^ìia  Con- 
temporanea, il  cui  direttore  Vincenzo  Pi- 
rardi  prestava  servizio  in  una  batteria 
della  stessa  zona,  mentre  alla  direzione 
fb'i  tiri  era  assegnato  il  filosofo  Luigi 
N'alli.  Nella  stazione  eentrale  di  osser- 
vazione aerea  prestavano  servizio  Um- 
berto Fraccbia  il  vigoroso  scrittore  del- 
l'/(/ca  Nazionale  e  il  pittore  fTcnua  di 
Ii«)ma  e  Alberto  Musatti  8ensil)ile  poeta, 
rude  politico  ed  espertissimo  ufficiale  e 
con  loro  Gabrieliino  d'Annunzio  uscito 
fresco  fresco  di  Modena,  as])irante  uffi- 
ciale di  artigli(^na.  In  un'altana  eccen- 
trica si  pot<rva  ravvisare  in  un  sotto- 
tenente d'artiglieria  un  j)o' solenne  ma 
zelante  e  stu<lios<»,  un  noto  scrittore 
«r  arte,  Roberto  Papini,  al  (juale  gli 
amici  di  passaggio  davano  sovente  il  di- 
Kj>iacere  di  chiedergli  se  egli  era  il  Pa- 
llini della  Voce  di  Firenze.  Un  bel  giorno 
8i  annunziò  anche  l'arrivo  di  Umberto 


Bruuelleschi,  l'elegante  e  originale  pit- 
tore residente  a  Parigi,  ma  poi  si  seppo 
che  si  era  enlitté  a  Chioggia  e  lo  si  vide 
8(>b>  di  sfuggita,  tutto  rannuvolato  per 
r  iae&'plicabile  ostracismo  dato  al  suo 
buon  volere  di  trasmutare  il  servizio  un 
po'  patriarcale  di  Chioggia  con  quello 
più  attivo  di  Venezia. 

Così  gli  artisti,  i  letterati,  1  politici, 
i  filosofi —  quelli  che  avevano  adorato 
Venezia  ]»er  la  sua  grazia  molle  e  immu- 
tevole, quelli  che 
"^  l'avevano  studia- 
ta nella  sapienza 
del  suo  inji)eriali- 
smo  marittimo  e 
dei  suoi  reggi- 
menti municipali, 
«luelli  che  l'aveva- 
no cantata  e  quelli 
<'be  l'avevano  ri- 
tratta, quelli  che 
rievocarono  il  suo 
]  lassato  e  <iuelli 
elle  proclamarono 
il  suo  avvenire  si 
erano  radunati  in 
sua  difesa,  dimen- 
tichi di  ogni  altra 
( osa  che  non  il  do- 
vere di  salvarla  ad 
ogni  eosto.  Par- 
ve veramente  così 
che  r  arte  e  il 
pensiero  si  fosse- 
ro simbolicamente 
stretti  in  mani- 
polo, eleggendo  a 
proprio  posto  di 
combattimento 
quello  in  cui  il  pensiero  e  1'  arte  e  la 
divina  bellezza  italica  inìi  direttamente 
erano  minacciati. 


In  realtà  il  compito  della  difesa  an- 
tiaerea non  era  nò  breve  né  facile. 

Ogni  giorno  «lei  mese,  ogni  ora  del 
gi«>rno  ])oteva  segnare  un  attacco.  La 
vastit}\  deserta  del  mare  era  un  j>eri- 
colo  quanto  una  difesa.  Contro  le  navi 
nemiche  si  era  fermanunite  sicuri  ;  con- 
tro gli  aliscalì  neniici  la  certezza  era 
momentanea,  affiliata  ai  capricci  del 
vento,  alla  complicit.'i  della  luna,  al- 
l'audacia dell'  avversario. 

Si  poteva  non  vedere  ed  essere  ve- 
duti, si  poteva  8oi»ratutto  non  udire 
mentre  1'  udire  era  il  segreto  principale 
di  una  i)ronta  difesa.  Molti  furono  gli 
attacchi  di  cui  la  cittadinanza  ebbe  av« 


Seiu  Bcuelli  in  serviziu  antiaereo, 


456 


viso  dal  rauco  urlo  delle  sirene  e  dal 
rombare  del  cannone  d'  allarme,  ma  in- 
numerevoli furono  gli  attacchi  sventati, 
gli  aUarmi  dissipati,  dei  quali  Venezia 
non  aveva  sentore.  Chi  vorrà  consul- 
tare i  libri  di  bordo  delle  altane  di 
guerra,  non  troverà  un  giorno  solo  di 
requie  assoluta,  troverà  ben  i)oehe  ore 
non  contrassegnate  da  appelli  martel- 
lati in  ansie,  da  risposte  dubitose,  da 
])roblenn  aerei  incrociantisi,  elidentisi, 
riposanti  infine  in  unii  tregua  conqui- 
stata attraverso  scrutini  implacabili  di 
altana  in  altana, 
di  isola  in  isola,  di 
laguna  in  Ingiina. 

Collegata  a 
tutto  il  litorale  e 
l)oi  anche  al  suo 
entroterra  da  una 
complicata  rete  di 
comunicazioni  te- 
lefoniche, telegra- 
fiche, e  ottiche  la 
Venezia  costiera 
era  come  un  gran- 
de orecchio  in 
ascolto    continuo. 

INIessaggi  dal 
mare  e  messaggi 
dalla  terra.  Un 
posto  di  vedetta 
sperduto  in  una 
remota  malsana 
liiguna  annimzia- 
va  d'un  tratto  ru- 
mori sospetti  nel 
suo  ciclo  i)iù  pros- 
simo. Uno  scher- 
zo del  vento?  una 
illusione  acustica 
creata  dal  mare?  Venezia  interrogava. 

Interrogava  la  vedetta  del  primo 
allarme,  interrogava  le  altre  finitime, 
avvertiva  le  meno  prossime,  ne  rice- 
veva risposte,  le  vagliava,  intuiva  gli 
errori,  colmava  le  lacune,  ritornava  la 
calma  alla  vedetta  in  orgasmo.  Non  fa- 
cile dunque  nei)pure  il  compito  del  Co- 
mando centrale. 

Bisognava  avere  nervi  solidi,  intui- 
zione acuta,  decisione  rapida  ;  preve- 
dere gli  errori  senza  vederne  la  causa, 
valutare  il  pericolo  di  lontano,  stimarne 
la  rotta,  le  intenzioni,  la  rapidità  di  av- 
vicinamento. 

Il  Comando  era  così  un  poco  nella 
posizione  di  chi  guida  le  sorti  di  un  sot- 
tomarino :  difendersi,  offendere,  aspet- 
tare, decidere  senz'  altro  ausilio  che  la 
propria  volontà,  senz'altri  elementi  fuor- 
die   quelli  imprecisi,  giungenti  di  lon- 


tano, coordinati  da  presso  sul  calcolo 
arrischiato  di  ipotesi  fondate  al  di  fuori 
della  ignota  realtà. 

Il  pubblico  a  Venezia  q  lesto  non 
vedeva  e  non  sapeva  :  ignorava  che  il 
rombo  delle  artiglierie  e  il  crepitio  della 
fucileria  e  delle  mitragliere  non  erano 
se  non  V  ultima  conseguenza  di  tutto 
un  i)redisposto  e  preattuato  lavoro,  e 
che  r  efficacia  della  difesa  dipendeva 
sopra  tutto  dalla  scrupolosità  di  segna- 
lazione delle  vedette  lontane  e  dalla 
acutezza  immediata  del  Comando  nello 
sceverarle    e    nel 


MW 


Gabriele  d' 
di  ritorno  da  una 


comunicarne  le  il- 
liizioni  pili  logi- 
che.... che  talvol- 
ta erano  le  più 
illogiche. 

Il  vento,  la  lu- 
na, la  nebbia,  il 
mare  erano  volta 
a  volta  i  nostri 
ausiliari  o  i  com- 
plici del  nemico. 
Sopratutto  quan- 
do la  luna  era 
nella  sua  pienezza 
la  vigilanza  aerea 
doveva  farsi  piìi 
intensa.  Da  Gra- 
do fino  a  Chiog- 
gia  le  vedette 
erano  in  continuo 
rapporto.  In  Ve- 
nezia gli  uomini 
delle  altane  —  sol- 
dati o  marinai  — 
al  posto  di  com- 
battimento ;  gli 
ufficiali  in  mezzo 
a  loro,  silenziosi,  curvi  sul  parapetto 
dell'  altana  per  discernere  dal  rumore 
del  vento  il  ronzio  del  motore  aereo. 

Passavano  così  i  quarti  e  le  ore  in 
una  immobilità  e  in  un  silenzio,  rotti 
soltanto  dal  tinnire  fre(piente  del  tele- 
fono o  dalle  osservazioni  sommesse  della 
vedetta  :    *  Tenente,  si  sente  rumore  » 

—  •«  Dove  ?»  —  «  Verso  gli  Alberoni  » 

—  <  Zitti  !  no,  era  un  motoscafo  lon- 
tano »  —  «  Una  luce  verso  il  Caval- 
lino »  —  -«  Un  proiettore  da ....  »■  —  «  At- 
tenzione, verso  ....  sparano....  ». 

Le  ore  passavano,  la  tensione  dei 
nervi  si  esasperava.  La  notte  è  piena  di 
rumori,  1'  oscurità  è  x>iena  di  luci. 

Aggiungete,  a  questi  due  elementi 
di  ansia,  l' inganno  teso  dai  sensi.  Ri- 
cordo che  una  bella  notte  stellata  era- 
vamo in  quattro  in  altana  —  Crispolto 
Crispolti,   io   e  due  sottufficiali  di  ma- 


Annuuzlo 
spedizione  aerea, 


—  457 


rin»,  oltre  la  vedetta  —  a  traguardare 
iinu  luce  alta  rossiccia  sul  cielo.  Ave- 
vamo tardato  il  possibile  a  considerarla 
di  natura....  terrestre.  Ci  eravamo  det- 
to :  «È  un'illusione;  non  si  muove, 
'itno  essere  una  stella  ».  Poi  uno  ad 
I)  piegammo  all' ipotesi  rilìutata.  «Si 
love,  si  muove  distint-imente  ;  ?*  uno 
(i.  i  fuochi  di  via  di  un  dirigibile  ».  Prima 
di  segnalare  la  cosa  al  Comando  ripe- 
ta unno  l'indagine.  E  più  si  guardava  e 
]>i!i  si  vedeva  la  luce  —  al  traguardo  — 
muoversi  dall'  alto  in  basso  e  da  po- 
nente ad  oriente.  Ci  decidemmo.  Au- 
dio un'  altra  stazione  aveva  segnalato 
la   stessa  luce.    Dopo  niezz'  ora  ci  per- 


Non  sempre  passavano  invano.  Molte 
volte  gli  assalitori  sfioravano  scdtanto  il 
cielo  di  Ven<^zia.  Se  ne  luliva.  il  ronzio 
metallico  di  lontano,  ci  si  ten<leva  tutti 
neir  attesa,  quasi  desiderosi  che  essi  ve- 
nissero a  noi  e  trovassero  sopra  il  San 
l\Iarco  e  le  isole  il  castigo  immediato. 
Ma  poi  il  rumore  aereo  si  allontanava 
a  tangente,  si  sperdeva  e  la  città  rii)reu- 
deva  il  suo  sonno.  Non  noi,  perchè  sa- 
I)evanio  clic  alla  nostra  quiete  rispon- 
devano l'ansia  e  il  lutto  di  qualche  città 
sorella  :  Verona,  Treviso,  Padova,  Vi- 
cenza   sentivano   sulle   loro  case,  sugli 


Cannone  Deport  antiaereo. 


suademmo  che  il  pianeta  Marte  e  la  ri- 
frazione si  facevano  giuoco  di  noi.  Un'al- 
ira  volta  —  nel  giugno  ora  scorso  — 
tutte  le  stazioni  di  una  data  zona  giu- 
rarono di  un  razzo  misterioso  salito  da 
una  precisa  località,  fiorito  nel  ciclo,  rica- 
duto in  mare.  Xa  cosa  era  grave  perchè 
ni'ssiui  Comando  Militare  aveva  lanciato 
lille  razzo.  \Zi\  segnale  di  conv(uizione, 
dunque,  a  qualche  sommergibile  nemico 
iipjjiattato  a!  largo.  Appunto  (luelhi  vtdta 
venne  poi  un  att!),cco  aereo  che  costò 
qualche  vittima:  la  coincidenza  ribadiva 
r  ij)Ote8Ì  dello  spiomiggio.  Si  trattava  in- 
vece di  un  neutralissimo  bolide  i>iovuto 
«lai  cielo  stellato  con  la  scìa  luminoifa  e 
la  luce  vivissima  centrale  che  ogni  one- 
sto bolide  trascina  con  so. 

E  i  (quarti  e  le  ore  passavano.... 


ospedali,  sulle  chiese  (preziosi  obicttivi 
militari....)  il  tonfo  sordo  delle  bombe 
austriache  e  vedevano  la  vampata  ros- 
signa  di  (jualche  incendio.  E  (juaudo  i 
bombardieri  ripassavano  per  riguada- 
gnare il  bieco  nido  ])rofanante  le  costo 
istriane  aiu-ora  eravamo  là  a  sorvegliare 
il  ronzio  beftardo,  soddisfatto  —  i)areva, 
nello  strido  —  delle  stragi  comi)iute. 

Ma  pili  spesso  facevano  di  Venezia 
la  loro  mèta.  Sul  principio  i  loro  raids 
s(^guivano  certe  regole  di  orario  e  di 
luna.  Al  plenilunio,  nelle  ore  tarde  «Iella 
sera  o  nelle  ore  ultime  della  notte.  Poi 
alibahdonarono  tali  norme,  vennero  a 
notti  bu.je,  vennero  a  vento  forte,  ven- 
nero —  uni  ben  di  rado  e  se  ne  penti- 
rono —  anche  di  giorno. 

Non  bisogna  negare  valore  né  abi- 


-  458 


lità  aficli  aggressori.  Lo  slancio  latino 
dei  nostri  era  compensato  in  loro  dalla 
disciplina  durissima  di  cui  ebbimo  prove. 
Osavano  e  sapevano. 

Arrivavano  a  quote  altissime,  scen- 
devano di  balzo  per  sviare  i  calcoli  delle 
batterie,  tentavano  sulle  opere  militari 
certe  rotte  conccntricbe  simili  a  quella 
della  poiana  sui  pulcini,  certe  rotte  che 
li  riconducevano  quasi  ritmicamente  dal 
mare  alla  laguna  e  dalla  laguna  al  mare 
per  vie  quasi  segnate,  con  itinerari  quasi 
monotoni. 

Ma  se  essi  erano  sparvieri,  quei  di 
sotto  non  erano  pulcini,  che  tremassero 


triiti  ael  campo  di  tiro  della  costa  e  alla 
città  normsilìiieute  oscura  era -tolta  di 
botto  ogni  luce  anche  nelle  case,  dalla 
curva  dolce  che  la  sponda  Adriatica  di- 
spiega da  Grado  a  Cortellazzo  a  Vene- 
zia, alla  foce  del  Brenta,  si  levavano 
nel  cielo  i  primi  scoppi  della  nostra  ar- 
tiglieria antiaerea.  Man  mano  che  lo 
stormo  nemico  si  approssimava,  la  no- 
stra difesa  si  risvegliava  chiamata  dal 
rombo  ormai  noto,  confermata  nell'  al- 
lai-me  dagli  avvisi  telefonici,  guidata 
nelle  linee  generali  della  lotta  dai  razzi 
colorati  che  si  levavano  dalla  città.  Poco 
a  poco  tutto  entrava  in  azione  :  i  forti, 


I  diri;jil)ili  31  2  e  P  4   volano  sulla  Piazzetta. 


o  si  rannicchiassero.  Il  duello  era  ac- 
cettato quasi  prima  che  offerto  ;  spesso 
era  rifiutato....  ma  dagli  aggressori,  se 
api)ena  una  nostra  squadriglia  si  alzava 
a  inseguirli.  In  caso  contrario  il  duello 
si  apriva  tra  la  terra  e  il  cielo.  Ricordo 
d'  aver  assistito  sul  fronte  isonzico  al 
bombardamento  intenso,  dalle  posizioni 
nostre,  del  Cosich  e  di  Doberdò  :  la  fio- 
ritura mostruosa  delle  granate  e  dogli 
shrapnclls.  lo  sbocciare  più  tranquillo 
ininterrotto,  fulgidissimo,  dei  razzi  illu- 
minanti facevano  sulla  pianura  veneta 
uno  scenario  meraviglioso.  Ebbene,  il 
cielo  di  Venezia  in  certe  notti  di  at- 
tacco in  forza,  non  aveva  nulla  da  in- 
vidiare artisticiimente  al  cielo  di  Iledi- 
puglia  o  di  Monfalcone. 

Appena  i  velivoli  neinici   erano  en- 


le  batterie  isolate,    le   navi,    le  altane. 

Certe  isole  lontane  abbaiavano  al- 
l' improvviso  come  mastini  ridesti  dai 
ladri.  Salve  di  fucileria  laceravano  l'aria, 
le  mitragliatrici  chiocciavano  precipi- 
tose, i  cannoni  tuonavano  con  varia 
voce,  nel  cielo  gli  shrapnells  battevano 
certe  zone  con  una  sicurezza  d' inter- 
dizione che  sbarrava  la  via  aerea  anche 
al  più  audace  dei  corsari  nemici. 

Poi  d'un  tratto  ogni  rumore  cessava  : 
pause  necessarie  per  controllare  la  rotta 
dei  velivoli,  individuarne  il  numero,  la 
vicinanza.  E  subito  l' infernale  frastuono 
ricominciava,  i  tiri  si  aggiustavano  piii 
precisi,  il  roteare  nemico  allungava  sfi- 
duciato le  sue  spire,  guadagnava  il  mare, 
s' innalzava  a  quote  più  rassicuranti. 
Nel   baccano    della  battaglia,    il   cader 


—  459 


delle  bombe  tuttavia  si  distingueva  net- 
tamento. Dire  che  nessuno  dei  difen- 
sori pensava  a  sé  ò  dire  cosa  superllua. 
Chi  avrebbe  pensato  a  sé  stesso  (juantlo 
Venezia,  la  preziosissima,  ora  li\  distesa 
mi  chiarore  lunare  o  raccolta  nella  pe- 
nombra d'una  notte  stellata? 

Di  ojrui  bomba  che  solcava  il  cielo 
e  scoppiava  nel  perimetro  della  città  si 
calcolava  con  angoscia  il  punto  di  ca- 
li uta,  si  ragionava  —  ognuno  nel  suo 
(  iiore  —  dei  danni  che  avrebbe  pro- 
tlotto,  si  attendeva  ansiosi  l'incendio 
(  li(!  avrebbe  suscitato.  Dell'  animo  della 
jiopolazione  si  ora  certi:  razza  stupe- 
r.i conte  di  motteggiatori  incorreggibili 
(li  fronte  a  ogni  rischio. 

Una  tentazione  ;-  questa  :  chiedere 
jxr  telefono  subito  a  qualcuno,  l'in- 
dicazione e  la  misura  del  danno,  quanto 


furia  sistematica  della  difesa.  Un  dopo 
l'altro  i  ronzii  metallici  si  allontanavano 
verso  Nord-Est,  si  affievolivano,  si  spe- 
gnevano a  maro  largo.  E  la  difesa  di 
Venezia  smorzava  poco  a  poco  il  suo 
ardore. 

Ancora  dei  colpi  lontani  sulla  costa, 
il  fascio  bianco  di  un  proiettore  sul 
mare,  le  volute  di  fumo  denso  di  qual- 
che nave  leggera.  Poi  nulla  :  il  divino 
tremolio  dell'  alba  alle  porte  di  Trieste, 
il  sonno  tranquillo  di  Venezia  chetata, 
i  difensori  delle  batterie  e  delle  altane 
ritornati  al  riposo.  E  di  altana  in  al- 
tana, noli'  ultima  ora  notturna,  il  grido 
alto  dello  vedette:  Per  l'aria,  buona 
guardia  ! 

'  Soli  restavano  a  vegliare,  con  la  ve- 
detta, i  comandanti  delle  vario  stazioni 
antiaeree.  Suonava  allora  per  essi  l'ora 


le   vittime.    E   non   si  poteva  chiedere    dei  rapporti  dettagliati  al  Comando  Cen- 
iilla,  e  soltanto  alla  difesi»    si  doveva    trale. 


];i'nsare,  a  creare   continue  zone  di  in- 
tiidizione   80i)ra  e  intorno  ai  punti  vi- 
'aii  della   città   silenziosa.    Si  i)rovava, 
:>"lora,  la   costrizi(me  stossa   di  chi  at- 
i;icca  il   nemico   alla  baionetta  e  indo- 
\  ina  che  un  amico, 
un  fratello  è  caduto 
m1  suo  fianco  e  deve 
t  uttavia  sorpassar- 
lo e  continuare  l'as- 
salto, negandosi  al 
1  iconoscimento  e  al 
.-occorso. 

E  i  quarti  e  b; 

ore    passavano 

:ii:i  l'insistenza  del 
nemico,  le  sue  eva- 
sioni sul  n)are,  i 
>noi  ritorni  alla  co- 
>ta  dovevano  poco 
a  i)oco  cedere  alla 


Perchè  tutto,  ahimè  !,  che  è  bello  o 
eroico  o  doloroso,  tutto  finisco  così  :  in 
un  foglio  di  carta  emarginato,  timbi-ato, 
l)r(ytocollato.  E  questa  ò  V  unica  batta- 
glia —  la  battaglia   contro  la  carta  — 
che  nessuna  difesa 
terrestre  od  aerea 
ha  mai  x)otuto  vin- 
cere   nò   vincerà 
mai.  Ma  di  lì,  poi, 
si  ricostruirà  la  sto- 
ria, di  Venezia  fer- 
missima. 


E  i  quarti  e  le 
ore  passavano.... 

Ezio  M.  Grav. 


L'unimlra^rlio  Tliaim  de  Revel,  «comandante 
in  cijK)  delli»  plazzafor*^»  di  Venezia. 


»^^»m^^^m 


QATITQAUT  si-^ppo-'^te  a  base  di  Almatcina,  per  il  trat- 
OAllUDAni  tamento  specilico  delle  ■ 

EMORROIDI  e  loro  conseguenze 


LEPETIT  FARMACEUTICI   -   MUDANO 


La  conca  di  Gorizia  (Salcaiio  e.  Gorizia) 
vista  dai  colli  soprastanti  al  ponte  della  ferrovia  transalpina  ora  distrutto. 


Il  Friuli   e   la   guerra. 


luoglii,  severi  e  pacati: 
dalle  montagne  non  al- 
tissime, né  coi)cite  da 
gliiac't'iai,  ma  aspre, 
impervie,  ignude  nel 
Canal  del  FeiTO,  sem- 
preverdi del  verde  in- 
tenso degli  abeti  nella 
Caiiiia  ;  dalle  colline 
piene  di  pace,  coronate 
di  castelli,  macelliate 
qua  e  coli\  da  residui  di  vecclii  boschi, 
sin  giù  all'  ampia  melanconia  della  pia- 
nura di  Pordenone  e  alla  piana  acqui- 
trinosa che  cinge  di  canali,  d' acque 
morte,  di  canneti  le  solitudini  di  Aqui- 
leia  e  di  Marano.  Gli  abitatori  piutto- 
sto duri  e  angolosi,  ma  forti,  riflessivi, 
decisi  ;  non  tacili,  ma  cordiali  e  costanti  ; 
ì)resi,  sotto  la  maschera  del  viso  un 
po'  duro  e  quasi  freddo,  da  un'  intima 
e  pacata  melanconia,  che  talora  la  ri- 
gata dissimula.  Di  bel  sangue,  sode,  for- 


1 

*. — 
I 

m 

^M^ 

LIQUORE 

TONICO  DiCESTrVO 

DiTTA.  ALBERT! 
BENEVENTO 


mose,  sensuali  le  donne  ;  ma  di  una  loro 
si)eciale  sensualità  franerà,  aperta  ;  senza 
dotte  riserve  o  precauzioni  ;  che  si  nega 
interamente  o  interamente  si  dà.  Ignota 
al  paese  e  agli  abitatori  la  facilità  e 
r  agilità  veneta,  toscana,  marchegiana. 
Tócchi  non  di  rado  gli  uomini  da  quella 
intima  e  non  confessata  inquietudine, 
che  il  nostro  paese  della  Bassa  dà  a 
chiunque  si  avventuri  solo  nella  pia- 
nura ghiaiosa,  che  i  larghi  fiumi- tori*enti 
invadono  cogli  ampi  letti,  o  le  acque,  i 
pioj)X)i,  i  vimini  popolano  di  accorata  soli- 
tudine. Udine  —  la  capitale  —  seria,  com- 
posta, e,  non  ostante  la  laboriosità  de- 
gli abitanti,  «  morta  »:  senza  chiasso  e 
senza  dimostrazioni  ;  solitaria  nelle  sue 
vie  troppo  larghe  per  i  suoi  abitanti  o 
troppo  memori  dei  vici  medievali;  soli- 
taria sin  nel  suo  centro  :  la  serena,  pura, 
pacata  piazza  Coutarena,  che  il  Castello 
in  alto  vigila  colla  sua  enorme  mole 
rettangolare  e  alla  quale  il  cinquecen- 
tesco angelo  del  campanile  castellano 
sembra  accennare  una  serena  plaga  lon- 


461  - 


Paesaggio  del  medio  Friuli. 


tiina.  I  centri  secondari,  Civiilale,  Pal- 
manova,  Liitisana,  S.  Vito,  Maniago, 
Pordenone,  S.  Daniele,  Geniona,  Tol- 
mezzo,  anche  nei  giorni  di  grande  af- 
fluenza, con  un'  aria  di  cittadine  per 
le  quali  la  vita  più  adatta  sia  la  rac- 
colta vita  niuniri- 
jtale  d'  un  teni])o. 
K  <'on  ciò,  in  con- 
fronto di  altre  re- 
gioni d' Italia,  l'as- 
senza, quasi,  di 
vitilitia  munieipa- 
lls  ;  un  badare  di 
ciascuno  ai  fatti 
inopri;  un  atten- 
dere senza  chiasso 
air  economia  della 
inopiia  casa  ed  al 
j.ioprio  lavoro  ; 
senza  fanatismi  per 
i  partiti  ;  senza  so- 
verchi   criticismi  ; 

spettando  gli  al- 

i.  e  l'autorità  ct>- 

ituita;    ma    cer- 

iid»)  ciascuno, 
luMÙni  e  paesi,  di 
bastare  a  sé  e  di 
non  chiedere,  uc))- 
pure  al  governo. 
Una  propria  ])ar- 
lata  ;  una  iiro]irìa 
cultura  ;     un    pio- 


Pae»agKlu  delia 
un» 


prio  commercio  :  il  tutto  modesto,  ma 
proprio.  \Jn  po'  di  isolamento  non  cer- 
cato, ma  tollerato  con  disinvoltura  e 
senza  rimorsi;  ])oichè  l'Italia  e  il  go- 
verno avevano  dimenticato  questo  estre- 
mo lembo  d' Italia,  ed  erano  —  al  con- 
trario del  Ile  nel 
famoso  discorso 
d'  «annunziano  — 
«presenti,  ma  as- 
senti ».  Onde  pas- 
savano anni  senza 
che,  non  dico  un 
uomo  di  valore,  ma 
un  uomo  celebre,  o 
un  ministro,  venis- 
se tra  noi,  o  si  oc- 
cupasse delle  cose 
nostre  ;  ma  no n 
passava  giorno  che 
i  mediocri  sballas- 
sero sul  Friuli  er- 
rori^ curiosissimi, 
che  furono  anche 
recentemente  ri- 
cordati. 

Tale  il  paese, 
che  era  destinato 
a  diventare,  con 
lo  8copi>io  della  no- 
stra guerra,  il  jiun- 
to  di  concen  tra- 
mento  della  vitai, 
del  movimento,  del 


piauuia  iriulaiia; 
ro^gi». 


—  462  — 


tumulto  italiano;  e,  ancora,  il  cervello 
e  il  cuore  della  nazione,  la  mèta  verso 
cui  8'  appuntavano  tuiie  le  ansie  —  e 
tutte  le  speranze. 


II. 

Poiché  dal  21  Maggio,  l' Italia  intera 
s'  è  incamminata  verso  il  Friuli,  coi  suoi 
carriaggi,  collo  sue  artiglierie,  col  suo 


«produttori»,  con  la  sua  plebe.  Regnanti 
di  tutto  il  mondo,  uomini  politici,  cele- 
bri Capitani,  scienziati  e  letterati,  quelli 
che  l'abitudine  del  giornale  ci  rendeva 
ogni  giorno  familiari  e  pur  ci  appaiavano 
lontanissimi,  da  Kitchener,  da  Joffire,  a 
Hervé,  a  Marconi,  a  D'Annunzio,  tutti 
si  son  dati  qui  convegno  d'  ogni  parte, 
almeno  per  qualche  giorno,  almeno  x^er 
visitare  la   fronte.   Il  Friuli  ha  vissuto 


Uu  Castello  friulano. 

ferro,  colle  sue  bi:idc;  con  tutte  le  sue  così  in  pochi  mesi  di  guerra  una  vita 
armi  e  tutti  i  suoi  uomini.  Il  •«  lembo  intensa  quale  non  viveva  da  secoli  ;  una 
dimenticato  »  di  ieri  è  divenuto  l'accaiu-  vita  stranamente  in  contrasto  colla  pic- 
l)amento  della  nazione,  e  sulla  solitaria  colezza  del  paese  e  degli  abitanti,  col- 
pace  è  passato  il  gran  rombo  della  guerra  l'operosità  silenziosa  dei  suoi  uomini, 
moderna,  che  vive  di  strade  ferrate,  d'au-  colla   solitudine  cara   del   suo   passato. 


Chiuse  dell' Isouzo  a  Saj'ra<lu  ove  esce  il  canale  di 
Moufalcoue.  Con  queste  j>li  ausiriaci  allagarono  la  pia- 
nura per  tentare  d'impedire  l'avanzata  italiana^ 


tomobili,  dì  parchi  di  ogni  sorta,  di  in- 
numerevoli uomini,  di  iimumerevoli  vite. 
Qui  veramente  oggi  è  l'anima  del  paese, 
col  suo  Re,  coi  suoi  soldati,  coi  suoi  cit- 
tadini migliori,  coi  suoi  commerci,  coi 
suoi  trasporti,  col  frutto  delle  sue  terre  ; 
e,  ancora,  con  i  suoi  scrittori,  con  i  suoi 


Fino  i  piiì  remoti  paesèlli  hanno  mu- 
tato —  d'  allora  —  la  loro  lìsonomia  ;  e 
chi  torni  dopo  lunga  assenza,  ha  l'im- 
pressione di  trovarsi  in  un'  altra  terra, 
che  dell'  antica  non  conservi  che  la  so- 
miglianza dei  luoghi. 

Epjt     •',  no.  Chi  ben  osservi,   tant«^ 


-  463  - 


Gorizia  e  dintorni. 


Scala  1:38.500  circa. 


-  464  - 


onda  di  uomini  e  di  cose  ha  lasciato 
quasi  intatta  la  vecchia,  riflessiva  pa- 
catezza friulana  :  la  gente  del  paese, 
con  un'  agilità  di  cui  pochi  la  credevano 
capace,  s'  è  adattata,  sì,  rapidamente  al 
nuovo  stato  di  cose,  dando  prova  di  una 
disinvoltura  tutt'  altro  che  provinciale, 
e  di  quel  senso  della  realtà  che  le  è 
proprio  ;  ma  essa  stessa,  in  questo  adat- 
tamento, ha  dettato  le  sue  leggi.  Accet- 
tando il  tumulto  ed  il  flusso  della  guerra, 
il  paese  e  gli  iiomini  pacati,  sin  dai  primi 
giorni,  hanno  istintivamente  impresso, 


chiamò  Udine,  rilevando  questa  sua  tni- 
Bura  serena,  questa  sua  serietà  fattiva 
e  modesta)  armonizza  mirabilmente,  e 
costringe  gli  altri  ad  armouiz^Hrc,  coi 
sobri  bollettini  di  Cadorna,  colle  sem- 
plici e  severe  abitudini  dei  Generalis- 
simi e  del  Re. 

III. 

I\Ia  in  due  circostanze,  anche  negli 
anni  della  pace,  Udine  dimenticava  di 
essere  la  «  città  senza  biiiuliere  »  ;  nei 


Il  castello  e  parte  della  Piazza  Graude  di  Gorizia  il  domani  dell' occu- 
pazione italiana.  (Si  osservi  come  si  sia  cercato  in  "gni  modo  di  rispar- 
miare gli  editici).  {Fot.  del  Comando  Supremo). 


e  continuano  a  mantenere,  a  tutto  questo 
sforzo  tumultuoso,  un  carattere  di  se- 
rietà, di  misura,  di  pacatezza,  che  su- 
bito si  manifesta.  Fatta  eccezione  per 
qualcuno  dei  soliti  commercianti-vam- 
piri, i  friulani  non  hanno  cambiato  per 
nulla  il  loro  buon  regime  di  vita  ;  sono 
rimasti  ai  loro  posti,  se  pericolosi,  senza 
turbamenti  e  senza  iattanze;  se  felici, 
senza  esibizionismi,  senza  ambizioni  per 
le  nuove  fortune  ;  senza  fobie  semijre, 
e  senza  invidie  ;  senza  cercar  di  salire 
—  o  di  nascondersi.  E  *  la  città  senza 
bandiere  »  (come  Massimo  Bontempelli 


grandi  lutti  cittadini  o  nazionali  —  e 
allora  hi  folla  usciva  non  si  sa  di  dove, 
non  si  sa  quanta,  in  lunghe  intermina- 
bili file,  commossa  e  conimovente,  tutta 
un  solo  animo,  tutta  un  solo  dolore  — 
e  nei  giorni  delle  nefandezze  austriache 
contro  i  fratelli  irredenti. 

Le  nota  irredentista  ha  squillato  qui 
ben  j)iù  forte  che  in  ogni  altra  regione 
d'  Italia,  sino  a  provocare,  come  ho 
detto,  vivaci  dimostrazioni  esteriori,  per 
quanto  il  sodo  positivismo  friulano  ben 
sapesse  valutare  tutte  le  improbabilità 
che,    negli    atteggiamenti    politici    del- 


S.    A.    Chocolat    TOBLER 


SVIZZERA 


di  TOBLER  Si  C. 


SVIZZERA  


Agente   Generale  ADOLFO  GALJBPI'I 


MILANO 


via  Vaiteli!   '    '  10  —  Telefono  60-»5r 


iMDiRiizo  Tble(vIi za  *o  ; 
Il  »-'  ;  »  ui  «.• 


TOBIiERI  —  MILANO 


-   40.')  - 

r  KnrDpu  «r  :i!loiji,  !«■  (ervr  non  redeute.  acclaui»)  in  Udine  nel  1903,  (juaiido  rulle 

1(11  uassfio  nostre.  Per  quesito  lu  sezione  venire  a  salutare  la  città  «  marchigiana  », 

udinese  della  •«  Dante  »  divenne  la  i»iù  il  cui  rai>presentante,  non  molti  anni  in- 

tUuida  d'Italia;  jtor  questo  l'irredenti-  nanzi,  era  stato  destituito  da  ministro, 

ilio  meglio  fattivo  ebbe  qui  un  recapito  perchè  aveva  osato  auspicare  al  giorno, 


GorUia.  —  La  Piitzza  Gì  amie,  occui>aJ-a  daHa  cavallai  ia  itaUaua 
dinanzi  1»  ohif-sa  di  Sant'  l};nazio.  A  sinistra  la  caserma  austriaca  di 
l'unteria,  a  destra  «via  Scuole», 


sicuro  ed  immutato  per  deccunt,  e  apo- 
st<di  ardenti  come  Komeo  Battisti  o  Giu- 
sto Muratti.  Per  ([ucsto  la  Maestà  del 
terzo  Vittorie»  mai  «ibbc  un  saluto  ujjuale 
a  quelb»,  con  cui  1'  uno  e  l'alti-o  Friuli  lo 


in  cui   h'  truppe  italiane  sarebbero  en- 
trile vittoriose  a  Gorizia  e  a  Trieste. 

iAIa  i  friulani  avevano  un'  altra,  ])iù 
l)arti('olare  ragione  per  anelare  ai  con- 
tini,  (!   tener   desto  il   fuoco   «lell' Italia- 


N  E  V  R  A  L  '  Cachets  e  compresse  a  base  di  Nevralteina 


Rimedio  di  elezione  nelle  Emicranie  •  Nevralgie  -  Coliche  periodiche 
Reumatismi  -  Influenza. 

LEPETIT  FA.RMACEUTICI  -  MUDANO 


-  im  - 


Gorizia.  —  La  piazzetta  del  Castello. 


iiità  non  redenta  :  il  Friuli  stesso,  non- 
ché la  .tiraiKlc  patria  italiana,  era  eomt; 
spezzato  dai  veeeliì  termini.  Di  l?i  dal 
.Tiidrio  v'erai  nn  altro  Korosiiulio.  più 
])iccolo,  ina  pifi  lìdio  e  l'crare.  pia  liceo. 
])iii.  jiandioso  ;  e.  do\  e  la  lìcUcz/.a-  dei 
luo.nlii  cedeva  all'aria  malsana,  un  tJi- 
nniìtiios 

rieorcii,  tntto  nn 
])assato  di  .gloria 
per  la  latinità  di 
nostra  gente  :  il 
Friuli  orientale.  In 
<ltiel  lenilto  estre- 
mo della  «  Patri.i  » 
colli  nieglit)  c(dti- 
vati,  terra  piti  ric- 
ca di  humus,  pia- 
nure irrigue  e  fera- 
cissime, e  lo  stesso 
carattere  degli  alti- 
tanti  —  fa  vori  t  o 
dalla  dol<-czza  del 
luogo  e  del  clima  — 
])ÌTX  incliiu'  alle  co- 
modità   ed   al  i)Ì!J 


nata  dal  suo  castello  alto  sul  colle,  ci 
sorgi!  isolato,  come  (luello  di  Udine,  u 
cuore  della  città,  e  guarda  la  città  ve 
chia  e  la  nuova  estendentesi  da  og 
1>artc  colle  sue  AÌlle-giardino  ;  la  ma  se 
(hadisca,  col  suo  ca-^ttello  veneziano,  t 
stimone  di  assedi  famosi  nel  cintino 
tormentoso   sormontare   di     nel  seicento,   qtiando  sotto  le  sue  njin 

Veneti  e  Austi  ia 
si    disputava  n( 
])ossesso    della 
gione;    e   Capo  re 
to,  Cormons,  ( 
vignano,     deliz 
])aesotti  del  niojit 
del   colle,  del  j 
no,  centri  seco 
darì  di  urhanc 
modità,     met; 
commercio  dei  vi 
costanti  i)aesi.  ci 
vi  affluivano  i 
dei  doni  della 
e  delle   piccole  i 
dustrie  locali 
fine  nella    sua  p 


II  ponte  di  falcano,  presso  Gorizia,  per  la 
ferrovia  transalpina  (diametro  dell'arco  cen- 
trale, 111.  80),  ora  diatriitto  dagli  anstriiui. 


cere.    A   si»eccìiio  del  bellissimo  Isonzo,  ludosa  Sfditixdine,  popolata  di  fantasi 

Iten   arginato  o  copioso,  luoghi  ricchi  e  la  storica  Aqnileia,  l'antico  cuore  del 

po])olosi;  paesini  lindi  e  sereni:    e  *  la  Patiia.  la  nuulre  comune,  figlia  di  Roni 

Nizza    (ahiniò!)  dell' Aus-tria  »,    Gorizia,  onde  il   Forogiulio  fu  a  iìoma  <|uasi 

in  una  tepida,  rerdissima  conca,  domi-  potè,   e,  ultima,  Grado,  la  eittadiua  m 


LIQUORE 

TONICO  DIGESTIVO 

DITTA  ALBERTI 
BENEVENTO 


i 


467 


La  Rocca  Veneziana  di  Monfalcoue. 

{Fot.  del  Comando  Supremo). 


rinura,    ardente   «li  bellissimi   tramonti,  I   friulaui    tornavano  d'  oltre  il  vee- 

lu  cui  stoiia  nel  Icjsso  medio-evo  si  ei-  cliio  eonfine  con  un' aria  di  mestizia:  la 

menta  colla  storia  «li  Aquileia  e  di  Ve-  parte  migliore  della  casa  paterna  era  iu 

uezia  e  hi  eguaglia;   meta   lino   a   due  mano  del  nemico  ereditario  di  lor  gente. 


II  ponte  sull'Isonzo  tra  liucinico  e  Gorizia  nel  1915. 

anni   ta,  con   Abbazia,   alla  società  gan-  l>i  qua  o  di  \h  «lei  Judrio,  le  stesse 

«lente   «Icir Austria  intcriore  e  <l«'ll'  l'n-  antichissinu'  trailizioni:   A(iuileia,  il  du- 

.irlicria  ;  già  avan/,;ita  sulla  via  «li  litàr.si  cato  lorogiuli«'se,  il  ])atriarcato  ;  la.  stessa 

ili    r'vf\n'//£ii  ciò  che   aveva  perduto  iu  parlata  bulina,  «die  «lift'eren/.ia  i  due  pat'si 

jiotcn/.i.  da    tutti    gli   altri  contermini;  lo  sU\ss«> 


QATTTQAWT  supposte  a  base  di  Almateina,  per  il  trat- 
ualjUuA.ni  tamento  specifico  delle 

EMORROIDI  e  loro  conseguenze — 


I^EPETIT  FARMACEUTICI    -   MILANO 


-  ir;R 


Aquileja  vista  dal  campanile. 


carattere,  per  quanto  più  o  meno  gio- 
condo, a  base  di  riflessione,  di  misura, 
di  lealtà  ;  ma  sopratutto  la  stessa  cul- 
tura italiana,  la  stessa  italiana  forma 
mentis,  ed  ora  e  nei  secoli.  Era  insomma 
la  «  Patria  del  Friuli  »  —  una  nella  sua 
etuogralia  e  nella  sua  storia,  nella  sua 


disinteressate  battaglie  fra  neutralisti  e 
interventisti,  il  Friuli  attendeva  in  un 
angoscioso  silenzio,  certo  delle  neces- 
sità della  guerra,  pieno  di  speranza 
che  si  sarebbe  fatta,  e  più*  riserbato 
ed  apparecchiato  a  quelle  qualsiasi  de- 
cisioni che  fosse  per  prendei'e  il  governo, 


psicologia   0  nella    sua  geografia,    ferita  •«  elio   solo    a\cva  in  mano  gli  elementi 

profondamente    dal   vecchio  conlìne,   —  ])cr  giudicare    se   la  guerra  fosse  utile, 

che  lisurgcva  nel  cm>re  di  tutti,  lo  rlem-  e   il   quando  di  essa  ed  il  come  >  ;  ma 

)>ivii    di    raccolta    tristezza    e    })opolava  quando   si  udì   del   ■«  pareecliio  »   —  un 

i    s;tii<('ti    <lel    -ludiio    di    desideri   e   di  «parecchio»  che  metteva  in  forse  per- 

sperauze.   CNisì,  mentre   in    Italia  si  di-  sino    Gorizia!   —  fu    un    grido    solo    di 

battevano    le   rumorose  e  non   sempre  indignazione  !  Né  forse  animo  d' italiano 


k;'.»  — 


icconipagiiò  c'oji  maggior  ansia,  eou  più 
3onmii)/i()iir  ]«'  truppe  piirtiMiti  airaìbu 
iol  21  maggio  vorso  i  vocclii  confini  o 
rogliò  nelle  tragiche  notli  delle  off«Misive 
3on  eguale  trepidazione.  ])rote.>*o  Taninia 


IV. 


Il  Friuli  orientale,  partp  eospieua  dei- 
agro  aqnileiese  sotto  i  Romani,  fu  tjel- 
ilto  medioevo  pai-te  integrante  del  l)u- 


B  loreeeliio  versoi  rombi  lontiini,  (juaut<»  eato   del   Frinii,   prima,   del    l'atriarcato 

;  Iriulaui  d'ogni   cih,    d'ogni  sesso,  e,  d'Aquileia.  poi;  ma  verso  il  L'OO  coiuin- 

orei  dire,  di  ogni  partito.  Così  <]uaudo  eih  a  far  j»:iite  da  Re  atesso,  per  opera 

nnse  ad  Udine  la  prima  notizia  della  dei   Conti   di   Gorizia,    di  diritto  ancor 


L«  LL.  AA.  RR.  le  Principesse  Jolanda  e  ììavalda  nel  Museo  Romano  di  AquileJ». 
(Fot.  0.  Pozzar). 


presa  dì  Gorizia  —  ancor  tuonando  ad 
oriente  il  cannone  —  un  sus.siilto  sedo, 
grande  for.se  (juanto  quello  degli  Ita- 
liani uniti,  fece  balzar»'  il  cuore  di  tutti, 
e  la  citUi  8Ì  sfrenò  iu  una  di  ({uelle 
grandi  ore  di  gioia,  clie  la  Taciturna  ba 
dopo  le  lunghe  e  silenziose   vigilie. 


soggetti  al  Patriarca,  ma  di  fsitto  indi- 
pendenti, e  sempre  pronti  a  combattere 
il  loro  Signore.  Più  tardi,  ({uando  nel 
1420  il  Friuli  occidentale  combattuto  fi-» 
Venezia  e  1'  Imperatore,  si  diede  ai  Ve- 
neziani, il  lembo  orientale  resth  ai  si- 
gnori tedc-ichi,  i)as.saudo  definitivamente 


GANDOLFO 

«arca  "lodobrOltl  „ 


Siero  lodato 

t  Suova  forinola    />/;  HKNZl) 

il  miglior  depurativo  dell'organismo  e  del  sangue. 

>Ar«»M     IMtta».  «ti.KSALE-  L.igoS.  DomeDlco  Magg.,  17  -  >AI»OLI  (leggere  Vita  pratica). 


470 


'  J  ì  ^ 


La  casa  dove  fu  arrestato  Oberdan. 

{Fot.  liei  Comando  Suorema). 


a  Cai*a  d'Austria  nel  1500;  e  tale  fu  con 
hveri  intervalli  sino  al  24  maggio  1915; 
—  trovandosi  l' uno  e  l' altro  Friuli  riu- 
niti   inaila    scrviti'i   agli   A1)s1»iitoo,   dalla 


Friuli  orientale  al  dominio  straniero, 
come  non  si  debbono  dissimulare  le  in- 
cuneazioni  slave  cìie  nell' alto  medioevo 
s'f'ldKM'o    in   tutto  il   tciTitorio   friulano, 


paee  di  Campoformio.  con  breve  inter- 
mezzo, sino  alla  liberazione  <lel  VcihIo 
nel   186(>. 

Non  convien  celare  né  dimiir.r.!.-  V  im- 
portan/ca   di  questo  lungo  servaggio  del 


l.SDUZO. 

(Fot.  del  Comando  Supremo). 

])erelAè  questa  apimnto  h  la  suprema  lode 
(leMii  friiilanilà  elie  é  latinità  :  aver  re- 
spinto  e  ridotto  lo  slavismo,  disceso  per 
forze  diverse  sin  nel  cuore  della  nostra 
)»ianura.  liei  suoi  i)rimi  confini,  assimi- 


Per  gli  OMNIBUS  dei  Servizi  Pubblici  Automobilistici 

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471 


laiulo,  per  così  «ìtrp,  sino  a<l  fimnillarlo, 
quanto  ne  ivstava  incapsulalo  nella.  Pa- 
tria ;  avfr  conservato  con  padroni  od 
armi  completaniont^  tedesche,  attraver- 
Ho  otto  secoli,  impronta,  mentalità,  lin- 
j»u:i;ijIio  latino,  non  ostante  i  molteplici 
interessi  che  portai  vano  il  paese  a  tede- 
whizzarsi  o  a  sla- 
vizzarsi; aver  ser- 
J  i..to  r {minio  e  la 
ina     italiana, 

!ie     quando    la 

1  contro  di  essi 

diventata    un 

lucipio  di  gover- 

e  per  resistere 

assalto  occorre- 
volontii  ferma, 

rito    di    sa  e  riti - 

,  e  non  soltanto 

ntivo,  ma  vijjilo 

eosciente    attac- 
meuto    alla   pro- 

1  nazionalità. 

Questa  ò  la  pro- 
va più  bella  della 
latinitìi  del  Friuli 
iirientale  contro 
audacie  jugo-slavo 
»■  i»anjcermanisti- 
<he;  latinità  che 
f  ingenuo  j)uutel- 
!;u-e  <on  attenua- 
zioni storiche  e  f'an- 
THSticlu'  «'timologie 
.l'italianissima  Go- 
rizia ha  niuue.  sla- 
ve», ch«-  sijinitica 
ninnticello.  ni*  i>uò 
derivar  da  y'ori- 
Hti  ;  mentre,  a  farlo 
a  jiosta,  lo  slavo 
Sah'ano,  :i  quattri» 
•  •hilometri  da  Gori- 
zia, ha  nome  jìret- 
Tamente  hitino,  -SV- 
Hcanxim),  quando 
vi  son  tante  i>iù  ve- 
re, ]»iù  .aravi  e  j»iii 
Tiobili  ra;rif)ni  per 
«iimostrarla.  Lati- 
nità è  conquista 
della  civiltà  sulla 
barbarie,  del- 
1   «  umanità  »     sui 

lijzzi  uomini  e  sui  rozzi  tempi:  <•  assi- 
iniiarione  e  trasformazione  feconda  per 
forza  di  mente  e  di  c<dtura  stjperiore; 
e  il  ridurne  il  valore  a  una  continuità 
gretta  e  uieschina  di  pochi  uomini  su 
di  uno  stesso  territori*»,  a  dispetto  an- 
obe  della  glottulogiu  e  della  storiu,  è  uu 


non  comprenderne  la  ftirz.'i  es])ansivn,  ^ 
uu  fraintenderla  ed  abbassarla. 

Per  Gorizia,  o  per  il  Friuli  tutt«), 
sarà  invece  suprema  lode  che  Impera- 
tori ecl  Arcitluohi,  scendendo  nella  Con- 
tea respirassero,  nell' arisi,  per  così  dire, 
l'italianità,  no  confessassero  il  fascino 
e  riscrivessero  ajili 
uomini  ilei  Nord  di 
sentirsi  j;ìh  come 
sforzati  a  parlare 
italiano.  K  con 
qnant.'i  sai)ienza. 
con  ([unnto  anime, 
l)iù  tardi,  quando 
il  governo  si  fece 
)»iù  vigile  contro 
l'italianità,  gli  spi- 
riti migliori  veglia- 
rono a  conservare 
il  fuoco  sacro!  Bi- 
sognerebbe richia- 
mare tutta  l'ope- 
ra svolta  da  Cario 
Favetti  ;  bisogne- 
rebbe leggere,  per 
averne  un*  idea, 
una  almeno  dello 
tante  pubblicazio- 
ni po])olari  in  dia- 
letto friulano  che 
Gorizia  stampò 
dopo  il  '48  :  //  me 
pais,  strenna  ])opo- 
lar  pai  1853.  un 
libretto  di  112  pp., 
che  è  i)iù  cln'  uno 
scritto  di  i)ropa- 
uauda,  un'  aninuv 
]tarlante,  con  sem- 
]ilicità  profonda,  le 
l»iù  alte  e  nobili  pa- 
role dell'  umanità 
1^  del  patriottismo. 
Siiu»  gli  austria- 
canti i-i  vendicaro- 
no allora  l'italia- 
nità etnica  e  col- 
turale del  i»aese, 
contro  tedeschi  e 
slavi:  G.  L.  Filli,  in 
uno  «li  questi  alma- 
nacchi, ribellando- 
si anche  a  chi  vole- 
va fare  dei  friulani 
d'idtre.Iudrio  una  «nazituialità  »  a  parte, 
e  a  chi  volevai  considerarli  come  una  mi- 
stura di  Alavi,  di  tedeschi  o  d' italiani, 
invitava  i  lettori  a  farsi  dare  il  rcsp<»n»o 
«lai  morti,  poich^  lutle  le  iscrizioni  del 
cimitero  di  Goriria  parlavauo  una  »<»l.i 
lingua:  l'italiana.  «Quei  tali  poi  (tra 


Pswsarelle  militari 

(Fot.  del  t'umanUu  ^myn-nn 


Ponte  in  legno  suU'  Isonzo  costruito  dalle  not»tre  tr"])pe. 

(Se  ne  Tede  la  iuet?i).  {Fot.  del  Comando  Supremo). 


(luco  dal  fiiulauo)  che  ci  conteudouo 
la  nostra  nazionali  là  o  per  stupidità  o 
per  interesse,  sono  dojfui,  i  primi,  di 
couipatiniento,  i  sik'ondi,  del  nostro  di- 
sju'fzzo,  por  la  ragione  che  sono  essi  i 
Acri  nemici  del  nostro  svilu[»i)o  intel- 
lettuale ».  Così  a  Gorizia,  nel  1819,  un 
austriacante,  tra  gli  evviva  all'  impera- 
tore, identificava  1'  italianità  collo  svi- 
lui)po  intellettuale  del  paese.  Meminissc 
juvahit. 

E  ben  se  ne  ricordarono  i  piìi  nobili 
si>iriti  di  Gorizia,  che  in  ogni  fornui  con- 
tribuirono a  tener  viva  la  fiamma  at-" 
traverso  difficoltà  e  sacrifici,  sino  alla 
grande  vigilia;  ben  lo  sentì  istintiva- 
mente il  ceto  operaio  e  la  parte  più 
istruita  del  contado.  Certo  anche  nel 
Friuli  orientale  ci  fu  qualche  debole  e, 
sopratutto,  molti  illusi,  massime  fr.i.  i 
contadini  piìi  rozzi,  che  il  clero,  ligio 
l)er  mille  blandizie  all'  accorto  governo, 
seppe  aftezionare  alla  persona  del  Vec- 
chio implacabile,  dipingendolo  accasciato 
sotto  il  peso  dei  dolori  domestici,  pio, 
])ietoso.  odiato  dall'orco  governo  ita- 
liano,   che    l'aveva   spogliato    dei    suoi 


l)ossedimenti  più  belli,  e  voleva  la  di- 
struzione di  Casa  d'Austria,  perchè  mi- 
rava ad  annientare  la  Chiesa  del  Dio 
vivente.  Effetto  d' tina  propaganda  in- 
tensa, continua,  sapientemente  organiz- 
zata e  soccorsa,  —  ^ella  (piale  noi  ab- 
biamo veduto  qualche  frutto,  avaiizau<l<> 
in  alcuni  paesi  redenti,  ])iivati  ormai  de- 
gli abitanti  migli(4ii,  internati,  in  oiìinm 
Italiac,  negli  orribili  campi  di  concentra- 
mento. Ma  quanta  fede,  in  qitesti  buoni. 
e  quanta  dolorosa  espiazione!  Né  posso 
ricordare  senza  commozione  i  versi  chi; 
un  poeta  friulano,  scampato  per  mira- 
colo alle  vendette  dell'Austria,  mi  man- 
dava dai  posti  più  avanzati  del  Colilo, 
durante  la  battaglia  di  Gorizia,  quando 
la  città,  ancor  tenuta  dal  nemico,  di- 
vampava sotto  i  suoi  occhi  qua  e  colà 
per  le  granate  italiane  e  la  sua  casa 
stessa,  forse,  era  in  fiamme;  versi  ve- 
ramente eroici,  poiché  nell' offrire  al- 
l' italianità  il  sacrificio  della  sua  Gorizia 
guardava  senza  lamenti  il  fuoco  purifi- 
catore che  la  mondava  da  ogni  scoria 
del  ])assato  : 

La  fiume  'e  jc  de  puvifwuziòn.' 


TALMANE 

Ab    bATTE 


I 


(I.a  mucchi II 


.'.  "Mi  !i:  <>  «^.^.ic  I  ne  chf  nua  pi 
del  Comando  Hvpremo). 


•oli.ssima  parte). 


V. 


Fede  aniiiiirahilf.  poiché  qncsta  so- 
londa  •»  iVilrlo  di  Roma».  «,' i»iù  ancora 
uH  altri  pat'si  del  Friuli  orientalo,  lianno 
])agata  la  loro  redenzione  eoi  sacrifici 
])iìi  duri.  La  {^uerra  —  la  jiuerra  mo- 
derna —  vi  è  pa.ssata  con  tutte  le  sue  ro- 
vine: i  bei  paesini  ridenti  lunj;o  l'Isonzo 
I-  alle  falde  del  Carso,  distrutti:  di  (lual- 
clie  villa<;«ii()  ne  ]>ur  i)ietra  sojjra  ])ietru; 
i  bei  eidli  ridenti  devastati  da  bufere 
d'artiglieria;  i  munti,  sconvolti;  Gra- 
disca rovinata,  e  Gorizia  in  procinto 
di  esserlo  dalle  artiglierie  austriache, 
che  non  cercano,  come  le  nostre,  di  ri- 
"Itarmiarla.  E  con  ciò  1' odissea  di  tutti 
Mei  poveri  abitanti,  o  trascinati  dalle 
1 1  iijìpe  nemiche  fuggenti  il  primo  im- 
peto nostro,  o  accanitamente  attaccati 
;i]le  loro  rovine,  <».  per  necessità  di  cose, 
latti  sgombrare  da  noi.  e  tratti,  in  Ita- 
lia sì,  ma  fuor  d<'lle  loro  case,  e  senza 
-peranza  di  trovarvi  al  ritorno  altro  che 

- ,  I  ssi , 

Ora  il  mai  ti  rio  di  <juei  paesi  è  finito: 

la  guerra,  nella  inagi^ior  pa  ite  del  fronte, 


ha  varcato  il  limite  del  Friuli,  e  s' ft 
arraimpicata  sul  C'arso  triestino.  Ciucilo 
che  era  ])rima  e  seconda  linea,  è  diven- 
tato sicura  n'trovia  ;  ma  ehi  vi  può 
giungere,  di  tanta  tranciuilla  festa  di 
l»ae8Ì  non  ritr()va  che  una  triste  maceria. 
Tale  il  nuirtirio  del  Friuli  redento,  chn 
domani  dovrà  ricostruire  le  sue  città,  i 
suoi  j)aesi,  le  sue  case,  e  lo  fari»  i-on  friu- 
lana tenacia,  ripromettendosi  giorni  mi- 
gliori nella  libertà  e  nell'  unione  coi  fra- 
telli d' Italia. 

Pili  fortunato,  il  Friuli  occidentale 
s'è  trasformato  in  uu  grande  emporio 
di  guerra.  Soldati  in  ogni  luogo,  a  mi- 
gliaia, nei  baraccjimenti  ii\  aperta  cam- 
pagna, nelle  città,  nei  paesi,  dal  monto 
al  mare;  vastissimi  autoparchi,  che  sfer- 
rano lungi»  h»  grandi  vie  ptdveroso  tilo 
leggendarie  di  caniions;  campi  d'avia- 
zione, dove  (.'a]»r<»ni,  Voisin.  Farmau, 
Newport  si  ])reparano  ai  raids  e  alle  di- 
fese, (lualche  volta  lungo  b*  stesse  lineo 
ferrate,  audacemente,  sotto  gli  occhi  del 
viaggiatore  stupiti»;  eampi  provvi.sort  di 
conoentrament<»  j»er  i  prigionieri,  dovo 
nei  giorni  «li  avanzata  flusso  e  lillusso 


ASMA 


Carte  Azotate 
e     Sigarette    BalsamicKe 

=  del  Dott.  S.  ANDREU  di  BARCELLONA  = 
Caimnno  VAtma  •  VA/fanno  p«r  qa«nto  sia 
forte  l'attacco  a  permettono  all'aamatioo  di 
riposare.  =^^-=  In  tutte  le  Farmacie,  «■■i»» 
Farmacia  VALCAMONICA&  INTROZZI  •  MIUNO 


ITI 


è  costante;  pnrclii  enormi  di  buoi  e  di 
cavalli;  euoniii  depositi  di  biade,  di  vet- 
tovaglie, di  legnami,  di  vesti,  di  armi  : 
e  via  via,  prima  nel  Frinii  già  Tent;to, 
ora  anche  nel  Friuli  redento,  poderosi 
ammassamenti   rott;ingolari  di  casse  di 


Deposito  fli  foraggi 

lungo  una  linea  ferroviaria. 
(Fot.  del  Comando  Sv.premo). 


bello  di  per  sé,  aggiunge  una  nota  pos- 
sente il  paesaggio  selvoso  della  monta- 
gna; e,  più  in  alto,  le  teleferiche  tese  fra 
picco  e  picco,  come  mostruosi  lìli  di  ra- 
gno d'epoche  geologiche  scomparse;  e 
più  lontano  ancora  le  prime  trincee,  sca- 
vate nel  tango,  nella  ghiaia,  nella  roccia, 
rafforzate  con  sacchi  di  terra  e  con  alberi, 
con  muri,  terrapieni,  lastre  di  ferro;  *« 


enormi  piramidi  di  iieuo.  .  .  . 

(Fot.  del  Comando  Supremo). 


proiettili,  e  piramidi  aperte  di  shrapnel 
e  di  granate  ;  appostamenti  ben  studiati 
di  cannoni  di  grosso  calibro,  nascosti 
da  velari  di  frasche,  «la  sbarramenti  di 
tronchi  d' albero,  da  muri  improvvisati, 
da  terrapieni  di  sacchi;  bellissimi  spe- 
cialmente nella  Carnia  e  nell'alto  Isonzo, 
dove   allo  spettacolo,    già  terrìbilmente 


presso  e  lontano,  dovunque,  profuse  con 
pietosa  ricchezza  sezioni  di  sanità,  am- 
bulanze, ospedaletti  da  campo,  primi 
ospedali  territoriali,  tutta  l' organizza- 
zione della  Sanità  Militare  e  della  Croce 
Rossa,  pronta  al  soccorso  e  al  conforto. 
E  i>er  animare  tutto  questo  mondo,  ac- 
campatosi  in  pochi   njesi  nella  vecchia 


FIAT 


La  mobilità  tedesca  dinanzi  a  Verdun,  dove  undici  linee 
ferroviarie  congiuravano  contro  due  sole  linee  francesi, 
è  stata  vittoriosamente  neutralizzata  mercè  il  concorso 
di  centinaia  di  autocarri  FIAT,  che  con  rapidità  me- 
ravigliosa eseguirono  brillanti  spostamenti  di  truppe 
portando  rinforzi  nel  punti  più  minacciati.  ■  -/.ir 


-  475 


Campo  di  prii;iouieri  nella  pia:inra  ttiulauH. 

{Fot.  del  Ckunando  òtipmuo). 


Patria 


mulattiere  scavate  nel    rcbbe  gl'Italiani  rimasti  sompre.  dicia- 


isso,  splendiilf  strade  carrozzabili,  niio- 
\r  ferrovie  sorte  rapidamente  per  ibi- 
sogni  della  gueira  :  e  giù  nel  bass«)  Friuli, 
(hi  Monlalcon<;  a  Caorle,  eanali  di  nuovo 
resi  navigabili  o  uovaniente  scavati;  ar- 
;;ini  ;  dighe.  E  un 
fervore  di  vita  spa- 
Muodica,  e  le  solitu- 
dini rotte  da  tutte 
14'^  voci  della  guerra 
e  il  paese  dell'  ope- 
ra tenace  e  pacata 
trasformato  in  un 
•'■rvido,  mostruuro 

intiere  di  gueria. 
Qui,  insomma, 
palese  e  sonante, 
io  sforzo  immane 
della  nazione:  mi- 
rabilmente orga- 
nizzato,     sensibile 

'  He  sue  mille  ar- 
;  I  olazioni,  potente 
ii'-lla  sua  multifoi- 
Hie  uniti»;  rpii  il  i»  r- 
\ elio  della  guerra, 

.icrolto,    sereno. 

'iiza  pompe  e.sfii- 

I  esteriorità  ;  qui 

Ila  mirabile  niol- 

:«l)liriHi    dei     s<  r- 

• /A  e  dei  bisogni, 
i.'lla  folla  degli  uomini  e  d^'lle  cosp,  quel- 
l'ordiiic.  «luell' organizzazione  chr  stnpi- 


mo,  territoriali.  imi)acciati  a  far  pro- 
eedere  a  m<»do  un  modesto  Comitato  di 
Mobilitazione  o  un  Ospeilale  della  Croce 
Ki.ssa. 


VI. 


Mi 


anche,  il  pae- 
se ha  .sajmto  colla- 
borare a  quest'ope- 
ra, il  paese,  —  co- 
me .ni  e  detto  — 
serio,  composto, 
tenace,  pieno  di 
spirito  di  adattu- 
nicuto  alle  neces- 
sità della  guerra; 
che  s»  operare  e 
tacere  ;  che,  non 
amante  d(>l  tumid- 
to  onde  la  lotta 
s'accompagna,  si 
com])iaee  <leir  or- 
«line,  delia  juìten- 
te  organÌ7.zazi(Uie, 
della  severità  e 
della  misura  co- 
sciente onde  i  capi 
l;i  volb'ro  impron- 
tala, e  s'  imiscp 
istintivaniente  ìhI 
e!>8Ì,  coir  intlu-«Ho 
inafferrabile  dell'ambiente  r  con  opere 
certe,    per   iraprimerl»   qu«l    suo  auda- 


«•spf «Diletto  <l  <  runipo 
•lU  val'*^  <1<1  NatiiM>ue. 

{Fot  del  Comando  òupremo) 


11  Fodgora  dopo  il  boui  bardameli to. 

(Fot.  del  Comando  Supremo). 


mento  fattivo   e  conii)osto,    «senza  re- 
torica » . 

Certo  il  Friuli  lia  anche  molto  gua- 
dagnato dalla  guerra:  voglio  dire  hanno 
guadagnato   i   piccoli    commercianti   (di 


molteplice  e  incondizionata  del  compra- 
tore militare  d'occasione,  che,  dopo  aver 
«  rovinato  la  piazza  »,  scemate  le  inden- 
nità di  guerra  e  aboliti  i  doppi  stipendi, 
invano  se  ne  lagna.  Ma  gli  altri  friulani, 


Rovine  a  Gra<lisca. 


grandi   ve  n'  ha  ])oclii.>simi,   o  sono  fo-  i  più,   che  non  vendono  ma  consumano, 

restieri)  e  i  contadini-proprietari  più  he-  hanno    dato    l'esempio    nel    sopportare, 

nestanti;  nò  soltanto  per  la  quantità  della  con   raro  senso  della  realtà  e  con  vero 

merce  venduta,  nui  anche  per  i  pi-ezzi,  spirito  di  sacritìcio,  questo  stato  di  cose, 

fatti  rapidamente  salire  dalla  richiesta,  come  una  conseguenza  inevitabile  della 


NEVRALTEINA  '  ^^  P^^^  energico  ed  innocuo 
antinevralgico  ed  antireumatico 

nbll'  uso  dei  rimedi  contro  la  febbre  ed  il  dolore 

RISPARMIATE  IL  CUORE! 

I^EPETIT  li^ARMACEUTICI  -  MUDANO 


■%i^% 


giiriTii  e  «l«ll:i  spcfiule  pu»I//iune  goo^ijj- 
tico-inilitare.  del  Friuli.  couscj^Ufnza  pre- 
ve«luta  111  aiM'f'ttiita  sin  «la  (|uuudu  Al 
voluta  imI   accettata   la  gucriii. 

Ma,   e  chi  ha  >;ua<lai;natc),  e  chi  più 
dcj;Ii  alni  ha  pcr.luto  econoniicftniente, 


ftuciilictirutio  scii/a  lÌMpnruiio.  Nel  pi  ì 
eh»u,'o  di  ricoìiipciisi-  al  va  Imo,  ri<'(«i 
vai-ic  t'ciitiuaia  tli  nomi,  ui  iViulani  tuci<> 
uu  numero  di  nicduglic  triplo  di  iiuuUo 
toccato  a  tre  fra  le  più  generose  e  popo- 
lose Provincie  d'Italia,  che  tenevano  il 


Roviuc  pressi)  Odlavia. 

(Fot.  del  Comando  Svpremo) 

sono   stati   nj;uali  nel  dare  uu  grande,  secondo  posto;  e.  per  le  medaglie  ai  ca- 

graudissinio  coutrihuto  di  sangue  all'ini-  duti,  un  numero  oscillajate  fra  un  terzo 

presa  :    maggiore    di   tinello   tornito   da  e  la  metà  delle  ricompense  concesse  ui 

qualsiasi  altra  regione  d' Italia;  special-  combattenti  di  tutta  Italia.  E  ancora  il 


(l-of. 


Vnm  •mio  Svprr.Dio). 


monte  con  gli  alpini,  mirabili  difensori 
delle  loro  Alpi,  abituati  a  nulla  ritcnori! 
intentabile,  temprati  alle  fatiche,  alle 
intemi)erie,  alla  fame,  che  nei  primi  mesi 
«li  guerra  quasi  soli  sostonneio  l'urto 
nemico  dal   Cadore  al   Moiitenero,  e  si 


Friuli  è  al  priuìo  posto;  come  e  al  piiinM 
posto,    secondo    miei   assaggi  statisti 
por  contributo  di  morti  gloriosi. 

11  soldato  friulano,  veramente,  non 
^  uno  di  quelli  «-he  richiami  su  di  so 
r  attenzione  dei  più  ;  difhcilmente  sa  tra- 


S.    A. 

MVIZZKKA 


Chocolat    TOBLER 

dì  TOBLER  Se  C 


aVlZZKUA  


MILANO 


Agente   Generale  ADOLFO  GALEPPI 

VI.  Yaltelllns,  10  -  t^Utw  «OMT    

IHDIBIUO  TBLBQRArico:  TOBLBRI  —  HJLANO 


muluitìi  ili  «diavolo»,  trasfigurarsi  ter- 
ribile nell'esnltazione  della  pugua  ;  ri- 
petere, con  siililime  aflerDiazioue  ideale, 
l'atto  eroico  del  Toti.  Mu  serio,  ealiiio, 
con  prudenza  e  iennezza  ad  un  tern})0, 
non  verrà  lìicno  al  siu»  dovere;  non  ee- 
«lerà  d'  un  ])ass(»  (piando  importi  non 
cedere;  andrà,  di  sua  iniziat+va,  ini-on- 
tro  alla  morte,  serenamente,  quando  1>i- 
sogni  andare;  pronto  a  far  brillare  i 
retieolati,  a  salire  i  juechi  a  cordate, 
sotto  il  Inoeo  nemico,  ser-ainente,  senza 
(pierele  ;  a  sopportare  le  l'atielie,  i  disagi, 
le  fami,  senza  mormorare;  e  a  rimpro- 
verare gli  altri  se 
mormorano,  *  poi- 
ché son  cose  neces- 
sarie ». 

Né  miiu»re  è  l'a- 
iuto dato  dal  Fiiull 
alla  guerra  con  il 
conservare  nelle  re- 
trovie un  ainliieatc 
favorevole  alla  guer- 
ra stessa  ;  con  1'  af- 
fermare, che  tutti 
fanno,  la  necchsilà 
dell'  impresa,  appun- 
to 2}erchè  il  iiciniro 
s'è  dimostrato  tanto 
forte;  col  tenere  viva 
la  fiamma  che  diede 
origine  e  is])irazione 
all'impresa;  col  non 
lasciarsi  turbare  da 
pericoli  imminenti  o 
jiresenti,  continuan- 
<lo  serenamente  a  vi- 
vere la  vita  normale, 
come  <pnindo,  incal- 
zando nel  Trentino 
l' oftensiva  austriaca,  se  ne  coni])rese, 
se  riusciva,  la  p(utata  per  le  armi  ita- 
liane combattenti  sull"  Isonzo:  ma  poclii 
ne  parlai-ono,   nessuno  ne  tremò. 

Nò  UdiiMi  e  il  Friuli  hanno  n>ancato 
a  un  altro  compito  buono:  il  soldato 
d' Italia,  ])iù  frequente,  i>iù  vario  qui 
che  nel  resto  della  fronte,  non  ha  tro- 
vato, nelle  ore  della  prei»arazione  e  del 
riposo^  dillìdenza  o  ostilità  ;  lum  è  ri- 
masto isolato;  ma  il  friiiìauo  gli  lia  dato 
com'è  costuuu*  <lel  luogo,  ospitalità  !U)u 
sùbita,    ma    cordiale;    gli    ha  fatto  non 


■    di  rado  sentire  il  caldo 


dei  suol  ampi  <» 


La  piazza  della  Chiesa  a  Mariano. 


Così  tutte  le  opere  di  assistenza  sono 
state  all'altezza  della  sorte  toccata  al 
Friuli  di  essere  il  luìi  importante  hinter- 
land della  guerra.  Un  giornalista  non 
ret(»rico,  Giao  Piva,  lia  già  illustrato  de- 
gnamente i  lati,  diciamo  così,  più  locali 
di  ((uesta  assistonz'a  ;  ma  ancora  di  i)iù 
e  di  meglio  si  ò  fatto  per  le  istituzioni 
cbe  ridondano  a  beneiicio  di  tutti  i  coJ- 
l)iti  (Iella  guerra:  e  va  almeno  ricordata 
l'opera,  vei'amonte  degna  di  lode,  della 
Croce  Kossa  friulana,  del  «Corredo  del 
soldato  »,  dell*  Utii- 
cio  Notizie  di  Udine, 
cui  spetta,  per  gli 
oneri,  il  i»rimo  posto 
fra  gli  uffici  del  ge- 
nere ;  ma,  so]>ra  tat- 
to non  va  taciuto  di 
<iuel  mirabile  uilicio 
per  i  ])rofugbi  e  gli 
irredenti,  che  ha  le- 
nito tanti  dolori, 
confortate  tante  fe- 
di; che  ha,  anche, 
mandato  alla  fronte 
tanti  eroici  volonta- 
ri. Né  manca,  ma 
non  è  all'altezza  del- 
le istituzioni  che  ho 
nominato,  la  Casa  del 
soldato:  il  luogo  dove 
chi  viene  dal  fronte 
o  s' avvia  ad  esso 
l)ossa  trovare  tiual- 
che  stanza  bene  ar- 
redata, in  cui  racco- 
gliersi, scrivere,  fan- 
tasticare; dove  gli 
sorrida  un  A'(dto  amico;  dove  trovi  un 
consiglio,  un'indicazione  non  venale: 
un  ^>c»r/r//<J!  spiritu.ile,  e  anche  pratico, 
meno  burocratico  e  soldatesco,  più  ami- 
chevole e  famigliare,  del  rigido  «  Co- 
mando di  tappa  ».  E  la  necessità  di 
<l uesta  Casa  in  nessun  luogo  ho  sen- 
tito (luauto  a  Udine,  incontrando  a 
ogni  ora  per  le  vie  —  ineleganti,  stinti, 
come  un  po'  spcirsi  e  storditi  —  color<» 
che  domani  morranno,  discesi  per  poche 
ore  dalle  trincee,  colla  visicuic  della  loro 
famiglia,    cui  potranno  iinalmente  scri- 


la  migliore 

xnaccKixia 
per     scrivere. 

Agexzia  Generale  pek  l'  Italia  e  Colonie 
MILANO  —  Via  Dante,  4  —  A.  MELE  &  C.  ==^= 


RO  YAL  mod.  IO 


-  4 
vere  iiiiu  lettera  più  lunga,  pih  sereim, 
più  riposata.  Gir» ut)  molte  volte  in  cnr- 
rttzzu,  come  trasojiuiiti.  giKinlaut)  la  vita 
della  l'itlà.  che  ])ulsa  del  suo  ritmo  imr- 
iiiak*.  alzano  jili  o<'i'hi  ali»*  linestre  dt-lie. 
cast-  tranquiilt'.  e  ripartono  in  t'rt-tta. 
doi>o  aver  mandato  l*  ultima  cartolina  e 
aver  lutto  1'  ultimo  acquisto  per  i  giorni 
severi. 

Così  (piesto  Friuli,  jriìl  terra  di  pas- 
sajiiiio  i>cr  g\i  eserciti  <lel  noni,  e  caini»» 
di  lotte  feroci  fra  i  turbolenti  feudatai  i 
del  Patriarcato,  campo  ancln*,  più  tardi. 
deJle  estreme  invasioni  tnrcliesche  e  delle 
lotte  austro-venete  del  cimjue  e  del  sei- 
cento, tornato,  dopo  tanta  itace  e  tanto 
raccolti»  isolamento,  ad  essere  teatro  di 
nuerra.  ha  portato,  nella  sua  parte  più 
ri»lente  e  feconda,  le  prime  piaghe  della 


lotta,  serenamente,  compreso  della  tie- 
eessitii  di  quanto  atioade,  fiducioso  noi 
l'immancabile    trionfo    della   (rausa  it 
liami.  Così,  senza  recriminazioni  eaeii. 
rimpianti,  annato  tli  forza  tran<iuillu  «• 
di  non  mutabili^  speranza,  attende  ohe 
i  suoi  sacrilici,  e  quelli  dell'Italia,  siun<» 
compiuti   nella   pace   dignitosa  e  viti 
riosa. 

«  Il  cuoie  (concluderò  con  parole 
stanijnite  in  IViulano  a  G(»rizia  nel  1805, 
(juando  l'eco  di  Novara  non  era  ancor 
spenta)  il  cuore  ha  un  desiderio,  la  mente 
un  i)ensiero,  la  jiarola  un  dovere,  l'azione 
una  volontfì,  la  fede  una  meta.  Il  pelle- 
grino non  cammina  invano  —  e  anche 
la  croce  j)uò  essere  una  palma  ». 

BiXDO  CmiKi.o. 


L' inverno  nella  pianura  frlulaua. 


Plasinon 


alimento  specifico  per 
febl 


malati  anche  al- 
tamente febbricitanti  -  ipernutritivo  ri- 
costituente insuperabile  per  convalescen- 
ti, deboli,  bambini,  ecc.  Aumenta  sor- 
prendentemente   la   secrezione   lattea. 


(Ottobre  1915  -  Settembre  1916). 


OTTOBRE  1915 

1.  Londra.  —  Accordo  fra  il  Govèrno  In- 
trlese  e  i  rappresentanti  delle  Trade  Unìons: 
il  primo  soprassiede  al  proposito  di  presen- 
tare un  progetto  di  legge  sul  servi/ io  mili- 
tare obbligatorio,  gli  altri  3'impe;^nano  di 
favorire  il  reclutamento  dei  volontari. 

2.  Runa,  —  Dimissioni  del  Presidente  della 
Società  Geogralìi-a  Italiana,  on.  Cappelli. 

4.  Sofia.  —  11  ministro  russo  a  nome  di 
tntti  l  governi  dell'Intesa  consegna  al  go- 
verno bulgaro  una  nota  che  invita  la  Bulga-. 
ria  a  rompere  apertamente  entro  24  ore  con 
i  nemici  deLa  c;iusa  slava  e  della  Russia  e 
ad  allontanare  gli  uSiciali  tedeschi  ed  au- 
striaci. Tntaiito  i  primi  distaccamenti  di  trup- 
pe inglesi  e  francesi  che  muovono  in  aiuto 
della  Serbia,  sbarcano  a  Salonicco.  La  Gre- 
cia protesta  contro  questa  violazione  de  la 
sua  neutralità. 

4.  Atene.  —  Venizelos  dichiara  alla  Ca- 
mera che  la  Grecia  osserverà  il  trattato  di 
alleanza  con  !a  Serbia,  anche  se  questo  do- 
vesse condurla  a  p  end^re  posizione  coatro 
la  Germani.i.  Queste  dichiarazioni  sono  ap- 
provate con  112  voti  contro  102  no  e  13  aste- 
nuti, fra  i  qna'.i  9  ministri. 

5.  ^ofia,  —  Il  Governo  bulgaro  risponde 
alle  ultime  proposte  dell'Intesa  (anteriori  i\\- 
VuUhu'itum  del  4  e  che  del  resto  erano  già 
state  ritirate  dall'  Intesa  medesima)  che  an- 
che la  Bulgaria  ha  diritto  di  realizzare  i  suoi 
ideali  nazionali  e  chiede  alla  Serbia  la  ces- 
sione incondizionata  della  zona  contestata 
della  Macedonia. 

5.  Sofia,  —  Risposta  recisamente  negativa 
del  Governo  bulgaro  ^ÌVultiiniituni.  russo  cui 
avevano  alerito  i  rappresentanti  delle  altre 
potenze  dell'Intesa,  compresa  rita:ia. 

5.  Alene.  —  Il  Re  Costantino  dichiara  al 
Presidente  del  Consiglio,  Venizelos,  di  non 
poter  approvare  la  sua  politica  lino  alle  ul- 
time couseguetize.  In  se;:uito  a  ciò  Venizelos 
presenta  le  sue  dimissioni. 

5.  Wushhig  on.  —  L'ambasciatore  della 
Germania  dichiara  al  governo  americano  chtj 


il  suo  governo  sconfessa  l'afifonclamento  àeX- 
VArahic  e  si  dichiara  pronto  a  pugare  una 
indennità. 

7.  Roma.  —  11  ministero. degli  Esteri  ri- 
mette  i   passaporti    al  minisi x*o  di  Bulgaria. 

7.  Milano.  —  La  sottoscrizione  inibì nese 
per  i  bisogni  della  guerra  raggiunge  e  su- 
pera i  sei.  milioni. 

7.  Londra.  —  Festa  del  tricolore  italiano. 

7.  Aten".  —  Costituzione  di  un  ministero 
di  coalizione  in  cui  entii\uo  cinque  ex  presi- 
denti del  Consiglio,  escluso  Venizelos.  Lo 
presiede  Zaimis  che  si  riserba  il  portafoglio 
degli  esteri. 

8.  —  Le  truppe  atistro -tedesche  al  co- 
mando del  feldmaresciallo  von  Mackensen 
varcata  la  Sava  e  il  Danubio  occupano  Bel- 
grado. 

8.  Atene.  —  11  governo  gre  o  dichiara  che 
manterrà  un'attitudine  di  neutmlità  bene- 
vola verso  l'Intesa.    ^ 

9.  —  Decreto  che  applica  con  catenaccio 
la  tassa  di  vendita  sugli  oli  minerali,  escluso 
il  petrolio  illuminante. 

9.  TripoJi.  —  Violento  nubifragio  che  reca 
gravi  danni  alla  città:  vari  soldati  sono  fe- 
i-iti  dalla  grandine. 

10.  —  I  Bulgari  aprono  le  ostilità  contro  i 
Serbi,  attaccando  improvvisamente  sul  fronte 
di  Knjazevaz. 

10.  Xew-Yorh.  —  La  conferenza  dei  rap- 
presentanti degli  Stati  Uniti  e  dei  principali 
stati  dell'America  centrale  e  meridioiiiile  de- 
cide di  riconoscere  il  governo  del  ^jenerale 
Carranza  come  governo  di  fatto  del  Messico. 

11.  —  Nuove  disposizioni  che  rego!a-io 
lacces.'-o,  il  transito,  la  circolazione  e  il  sog- 
giorno dei  non  militari  nel  tnriforio  d'ope- 
razioni e  rei  territorio  delle  retrovie. 

11.  Vienna.  —  Il  governo  austriaco  pro- 
testa contro  il  dazio  del  100  ^/g  sull  esporta- 
zione  delle  granaglie  applicato  in  RoinaniH. 

12.  —  Decreto  reale  che  sancisce  nuovi 
provve  limenti  liiai/iari  :  sono  istituite  l'im- 
posi a  militare.  •) nella  sui  proventi  itegli  am- 
ministratori d'Ile  società  anonime  e  sono 
ritoccate  le  lasse  di  bollo,  le  tasse  sui  cine- 


NEVRALTEINA"^lpi^  energico  ed  innocuo 

ANTINEVRALGICO    ed   ANTIREUMATICO 

nell'uso   dei   RIMEDI   CONTRO   LA   FEBBRE  ED   IL   DOLORE 

RISPARMIATE  IL  CUORE! 

I^EPETIT  FARMACEUTICI  -  MUDANO 


-  481  - 


matoprr  fi.  i  diritti  oatìstali  eie  tariffe  telii^rta- 
liflie,  tolefoiiiclie  e  posali  's  .piMttas-a  sulle 
corri>p<ii  '.eiize  ferii  e  in  postai. 

21.  /'<(».(/■.  —  Ditiussiuiii  del  ministro  Dei- 
casse:  il  presidente  Vivinni  iissiime  uflirial- 
mente  Vintfrim  degli  este'i,  che  deteneva  da 
vari  priorni  a  titolo  provvisorio. 

12.  A'ene.  —  11  governo  greco  risponde 
uHIìcialmente  alla  Serbia  che  aveva  richiesto  il 
suo  aiuto  in  base  al  trattato  di  alleanza,  che 
l'atta,  co  bulgaro  non  implica  il  <  asns  fo'id  ris. 

12.  Tiiriìiiit  fisiniirn.  —  SI  aiiiinu/iano 
nuovi  spaventosi  massacri  degti  Armeni. 

14.  h'uni'i.  —  La  Corti?  di  Cassazione  pe- 
nae  a  sezioni  riunite  dicliiara  la  competenza 
'sc'usiva  dei  tribunali  militari  a  conoscere 
III  tempo  di  guerra,  delle  frodi  commesse 
ne  le  forniture  militari. 

14.  t'iirigi.  —  Al  Senato*  Viviani,  annun- 
ziando la  partecipazione  della  Francia,  del- 
1  Inghilterra  e  della  Ru>sia  all'iniiresa  bal- 
ni<a,  ag,'innge  che  anche  l'Italia  non  ri- 
arra e-ìlranra  all'a/Jonc  co^iune. 


si  era  rifiutato  di  ribassare  11  prezzo  delle 
farine. 

19.  Posii in- Erzegovina.  —  Un  decreto  im- 
per'ale  sOjiprime  la  Dieta  provinciale. 

19.  —  Il  g  .verno  del  fìiappone  aderisce 
formalmente  al  patto  di  Londra  del  6  set- 
tembre iyi5. 

20.  l'arigi.  —  Scoppio  In  una  fabbrica  di 
prodotti  chini  ci,  in  via  Tolbiac:  43  morti  e 
57  feriti  gravi. 

23.  Bontà.  -  Con  cerimonia  privatissima,  è 
consegnato  in  Campidoglio  al  Presidente  del 
Ministri  Oli.  Salan<lra  il  diploma  della  citta- 
din.Miza  onoraria  romana  votatagli  per  accla- 
mazione dal  Consiglio  Comunale. 

23.  Jngh'l'erra.  —  Re  Giorgio  rivolge  un 
caloroso  appello  al  popolo  ing  ese  eccitan- 
dolo a  iscriversi  volontariamente  nell'ejer- 
cito  combatten|p. 

24.  —  IjOsservutoyé  Romano  annwncìa,  che 
il  S.  Padre  h;i  oMenuto  da  tutti  i  governi 
delle  nazioni  belligeranti  che  i  prigionieri  di 
guerra  possano  g'odore  del  riposo  domenicale. 


II  Principe  ereditario  presta  gluranieuto  come  Giovane 
Ksploratore  sul  monumento  a  Vittorio  Kiuauuele.  — 
11  Cfimmlssario  generale  Colombo  legge  la  formula  del 
giuramento. 


15.  Stmmntlno  (Sicilia).  —  Nella  zolfara 
alide  Trab:a  si  sviluppa  un  incendio  e  14 

';>';rai  restano  asfissiati. 

16.  Roma.  —  I  probiviri  dell'Associazione 
liella  Stampa  periodica  italiana,  al  quesito 
oi  )sso  loro  dall' on.  Oliva,  direttore  deir/ie  t 

tzionale,  rispondono  deplorando  che  Co- 
nzo  Chauvet,  dirett.  proprietario  del  Po- 
!■->  Romano,  abbia  sporto  querela  per  diiTa- 
Azìone  contro  l'Idea  negando  la  facoltà  di 
■>va. 

17.  —  Il  Governo  francese  dichiara  esi- 
le lo  stato  di  guerra  fra  la  Bnl^raria  e  la 

I  ancia  dalla  mattina  del  IG  ottobre. 

18.  Ahi.  —  Inaugurato  il  Ginnasio  ita- 
iio.  Prununcia  il  discorso  inaugurale  il  pro- 
sor  Manfroni,  della  università  di  Padova. 

19.  —  Anche  l'Italia  si  d. chiara  in  istato 
uucrra  con  la  Bulgaria.  L  la  venticinque- 

:ia  d  c!iia razione  di  guerra,  dacché  è  scop- 
i  o  l'attuale  conHilto. 

19.  Palermo.  —  li  prefetto  ordina  la  re- 
v^u  sizione  del  vasto  molino   Pecoraino  ohe 


24.  F.irV.  —  Solenne  consegna  alla  fami- 
glia delleroico  tenente  Decio  Rag?!,  deil' 11» 
regg.  fanteria  della  medaglia  d'oro  al  valor 
militare  decretata  alla  memoria  di  lui,  la 
prima  collces^a  in  questa  guerra, 

24.  Pie'ro/rado.  —  Un  ukase  imperiale 
autorizza  la  emissione  di  prestiti  all'estero 
per  14.850.000  000. 

27.  Seriii.  —  Pasio  dirige  ai  giornali  in- 
glesi un  disperato  appello  invocando  il  sol- 
lecito aiuto  delle  truppe  inglesi  se  non  si 
vuole  che  la  Serbia  sia  annientata  dagli  au- 
stro tedeschi  e  dai  bulgari. 

28.  —  Re  Giorgio  d'Inghilterra,  passando 
in  ispeziono  le  suo  truppe  al  fronte  frances;?, 
cade  col  cavallo  impaurito  dalle  acclsma/ioiil 
e  rip'-r.:a  gravi  contusioni. 

29.  —  i:>ecreto  L.  T.  ohe  proroga  di  a' tri 
4  mesi  la  chiusura  dello  Borse. 

29.  l'arigi.  —  Dimissioni  del  ministero 
Viviani.  Briaiid  è  inoa.icati  di  formare  11  nuo* 
Vo  gabinetto. 

29.  Vechino,  —  Il  rappresentante  del  Giap- 


—  4S2  - 


pone  cui  si  a  socianc»  qiielli  della  Gran  Ere- 
tti,'! a  e  rtella  ItussiiV  difìidano  il  }:o\  eriio  ci- 
nese a  non  x)rovoc'are  disordini  tintando  la 
restaurazione  do!  rcyime  inonarchieo. 

30.  Pai- f/i.  -  Nuovo  ministero  presieduto 
da  Briand.  Ne  fanno  parte  otto  ex-presidenti 
di  Consiglio,  compreso  il  nona-renano  Frey- 
cinet  die  è  ministro  senza  portafoglio  Vi  rien- 
tra Viviani  come  vice-presidente  del  Consi- 
glio e  ministro  della  (Giustizia:  il  generale 
(iallieni  assume  il  dicastero  della  Guerra. 

30.  Bomn.  —  Fanno  ritorno  alla  capitale, 
vivamente  acclamate,  le  due  Itegine  e  i  Prin- 
cipini. 

Tri'Ste.  —  Il  Commissario  imperiale  clie 
regge  il  Comune,  ordirà  la  chiusura  del  Gin- 


Cadorna.  Una  missione  milit.ire  captanafa 
d.il  generale  G our.iud  'xnu  iuito  ai  Barda- 
li.-Ili)  piirte  il  giorno  stesso  per  recargliene 
le  it'segne. 

3.  Paiigi.  —  Il  presidente  del  Consiglio 
Briand  legge  alla  Camera  il  programma  del 
nuovo  minislero. 

3.  Londra.  —  Al'a  Camera  dei  Comuni 
il  Primo  Ministro  Asquith  fa  le  sue  dichia- 
razioni sulla  politica  del  Governo. 

3.  Lord  Kitchener,  ministro  della  guerra, 
parte  per  il  teatro  orientale  della  guerra: 
il  primo  ministro  Asquith  a-sume  Vinierim 
del  dicastero. 

6.  Neic-York.  —  Una  bomba  è  gettata  di- 
nanzi al  Consolato   italiano.  Nessun  danno. 


Il  popolo  di  Roma  commemora  i  caduti  per  la.  patria  recandosi  in  pio  pel- 
legrinaggio .1  gettare  fiori  sul  Monumento  di  Vittorio  Kmanuele.  —  2  no- 
vembre 191.5. 


nasio  comunale  "  Dante  Alighieri  „  e  di  altre 
scuole  italiane. 

—  Delle  enoi-mi  frane,  dovute  allo  slitta- 
mento dei  terreni  cretacei  delle  Colline  del- 
l'Oro e  delle  Colline  di  Culebra,  ostruiscono 
il  canale  di  Panama  per  lunghissimo  tempo. 
Si  calcola  che  dovranno  es-ere  asportati  al- 
meno 10  milioni  di  m.  e.  di  materiale  prima 
di  poter  riaprire  un  piccolo  passaggio  per 
le  navi  di  piccolo  tonnellaggio. 

NOVEMBRE 

3.  Milano.  —  Arrivo  del  Pre-sidente  del 
Consiglio  on.  Salandra  per  visitare  gli  ospe 
dali  e  le  opera  di  assistenza  civile.  Riparte 
il  6  salutato  da  un'  imponente  dimostrazione 
popolare. 

L'ultimo  giorno,  duran'e  un  ricevimento 
al  Cova,  pronunzia  un  discorso  ass:ii  co'u- 
meatato,  nel  quale  esalta  la  m.issione  di 
partito  liberale. 

3.  Il  governo  francese  conferisce  11  Gran 
Cordone  della  Legiou   d'Onore  al  generale 


7.  Un  sommergibile  che  batte  bandiera  au- 
.striaca,  cmnoiifg^na  e  poi  silura  nel  Mediter- 
raneo fra  Marettiino  (isola  delle  Egadi)  e  il 
capo  Bon  il  piroscafo  Awona  diretto  a  New- 
York:  su  517  persone  a  bordo  .si  salvano  299. 

7.  Att-ne.  —  Nuovo  ministero  presieduto 
da  Sculudis. 

9.  Il  piroscafo  Fii-finze,  diretto  iid  Ales- 
sandria, a  37  mif^lia  da  Siracusa,  è  atì'ondato 
da  un  sommergibile  con  bandiera  austriaca. 
Vittime,  2G  persone  dell'equipaggio  e  6  pas- 
seg,'eri. 

10.  T.ikio.  —  Incoronazione  del  Mikado. 
Il  triplice  /'amai  gridato  per  tre  volte  dal 
pres  dente  del  Consiglio  al'e  ore  1.5.30  è  ripe- 
tuto alla  stessa  ora  da  tutti  i  giappoi.esi  in 
tutio  l'impero. 

l'I.  IT  Re,  U'^l  telegramma  di  risposta  agli 
auguri  inviatigli  dal  Consiglio  Comunale  di 
Roma  per  il  suo  genetliaco,  afferma  che  la 
pace  onorata  e  vantaggiosa  per  il  paese  è  la 
meta  alla  quale  tendono  gli  sfoi'zi  dell'Esci  • 
cito  e  dell'Armata,  assecondati  dalla  volen- 
terosa cooperazioiie  di  tutti  1  cittadini. 


•18:5 


!   -'n-e-ni  fp;in  ■ 
ilano  iin  prostlto  di  4i 


•  li  (li  fran- 
ili alla  (Jrecii. 

12.  Limdrii.  -  Dimissioni  del  ministro 
^\  ins  ou  «Jlinri'hlll, 

13.  —  I/AssoL'  az'one  Nazion;ile  fra  i  pro- 
■s-ori  università:  i  invia  a  tutte  le  università 

laniere  una  protesta  contro  la  vile  ferocia 
uMl'Aiis'r:.»  che  con  raflonilamento  dell'^/*- 

na  h.t  fatti  Inutile  massacro  di  vecchi,  di 
ionno,  di  fanciulli. 

13.  —  11  piroscafo  Pnsniit  è  affondato  da  un 

Tuuicryibile  con  bandiera  austriaca  pres-so 

i-olotto  di  Gando.  al  sud  di  Candia.  Nessuna 
a  ti  ni  a. 

13.  Hall-,  —  K  ratificato  11  trattato  che 
pone  la  repnbhllca  di  Haiti  sotto  II  protetto- 
rito  degli  Stati  IJniti. 

14.  —  Protesta  diploma'lca  del  Governo 
liatio  presso  le  potenze  neutrali  per  il  cru- 

it,'!e  affondamento  deW Ancona. 

14.  IVroHrt.  —  Tre  ae-oplani  austriaci  lan- 
riivno  bombe  sulla  cit;à.  In  piazza  dell' Er' e 
1  -stano  uccise  30  persone  e  ferite  48:  in  tutta 

i  città  35  morti. 

15.  Brescia.  —  Incursione  di  a-i'roplanl  au- 
-triacl  che  lanciano  bombe:  8  morti  e  una 
diecina  di  feriti. 

16.  Fers:(ì.  —  Le  truppe  russe  entrano  a 
Teheran. 

17.  —  Il  Re  che  ha  ricevuto  da  ogni  parte 
ir  Italia  per  il  suo  genetliaco  circa  150,000 
.  utoline  di  augurio,  telegrafa  al  Presidente 

•'I  (Jonsi^lio  perchè  f;»ccia  noti   1  suol  rin- 
;  raz'anifnti. 

27.  linssia.  —  Il  p  verno  a'iloriz/a  ?li 
israeliti  ad  esercltiire  il  coinm*roio  in  tutte 
le  rc;,'ioni  ove  hanno  reccnieìnente  ottenuta 
la  lilierta  di  80>;giorno. 

18.  —  Decreto  L.  T.  che  Introduce  grandi 
'   -oiiomie  nelle  ammìnlstra/.ìoni  dello  Stato  : 

.  ininuzlone  ti  impiegati,  soppressione  di  nuo- 

>'■   nomine  e  di  promozioni,  riduzione  delle 

;iese  d'ufficio  e  delle  spese  per  commissioni. 

20.  Il  contrammiraglio  Camillo  Corsi,  mi- 

stro  della  guerra,  è  nominato  Senatore  del 

i;c^no. 

20.  Palermo.  —  Arrivo  dei  ministri  Salan- 
I  a  e  Orlando,  accolti  con  grande  entusiasmo. 
20.  liomani't.  —  11  governo  rumeno  ri- 
;iondf  a  una  formale  r. chiesta  dei  governi 
istiiaco  e  germanico  rifiutando  alle  navi  da 
•  lerra  dei  due  alleati  il  passaggio  sul  Danubio 
Itre  Rusciuk  nelle  acque  territoriali  rumene. 

20.  Atftte.  ->—  Arrivo  di  Lord  Kitchener 
che  il  giotno  ste.'so   è   ricevuto    dal  he  Co 

tmtlno. 

21.  —  D.  R.  che  stabilisce  nuovi  oneri 
li  lanziari,  cioè  il  contributo  siraordiiuirio 
'1  1  centesimo  di  guerra,  l'Imposta  sul  pro- 
litti  dipendenti  dalla  guerra,  aumento  delle 
tiisse  di  bo;lo  sugli  avvisi    e   altre    forme  di 


pub).!  ci    I  :  i 

t  IH- a  SII)  liuiunifiMi,  ilei  pro/.'.o  dei  sa'e  dfil- 
tariffa.'  pestili  Ifranu.itir  i  dell»  let:ere  ordì 
narie  elevata  a  2Ì)  oont-sinii). 

21.  l'ilfrino.  —  Al  Teatro  Massimo  II  Mini- 
stro Orlando  pronuncia  un  Importante  di- 
scorso nel  quale  analizza  le  origini,  le  fina- 
lità, il  carattere  della  nost  a  guerra:  espoii- 
1  criteri  che  regoleranno  la  condotta  del 
l'Italia  ne„'ll  affari  balcanici:  giustifica  il  con- 
tegno del  Governo  verso  il  Pontettce.  11  di- 
scorso dà  occasione  a  una  m.inifestazlone  Im- 
p  mente  d'itaimita  e  di  plauso  all'oratore  e 
al  Presidente  del  Consiglio. 

21.  Atene.  —  La  Legazione  Britannica  an 
nuiic  a  che  le  potenze  alleate,  in  considi ra- 
zione della  condc>tta  incLrta  del  Governo 
greco,  hanno  proclamato  il  blocc  >  commer- 
ciale della  Grecia. 

22.  < 'litania.  -  Violenta  alluvione.  Gravi 
diniii  nella  cosiddetta  Pia  'a  di  Catania. 

22.  Stocolma.  —  Conferenza  del  rappre- 
sen'antl  delle  Croci  Rosse  austriaca,  tedesca 
e  russa. 

23.  Caltanisoettft.  —  Grandi  alluvioni  eli'' 
recano  gravissimi  danni  alle  strade  e  alu 
miniere  di  zolfo. 

23.  Atene.  —  Passo  collettivo  del  ministri 
delle  quattro  potenze  alleate  presso  il  Go- 
verno greco  sulla  questione  dell'ingresso 
delle  truppe  alleate  in  Macedonia. 

24.  Atene.  —  lì  governo  greco  risponde  in 
tono  amichevole  al  passo  delle  quattro  po- 
tenze dando  .assicurazioni  soddisfacenti.  11 
blocco  economico  è  sospeso. 

25.  J>«ma.  —  Arriva  per  conferire  col 
Sommo  POMielice  il  card.  Hartmann,  arcive- 
scovo di  Colonia. 

21.  Noma.  —  Ai  riva,  di  ritorno  dall'Orien- 
te, lord  Kitchener  ed  ha  lunghi  colloqui  con 
Sal.mdia  e  Sonnino:  la  sera  stessa  parte  por 
il  Grande  Qtiaitier  (ienei ale  Italiano,  per  vi- 
sitare Il  nostro  fronte  e  per  rimetti  re  ai  ge- 
li, r.ili  Cadorna  e  Porro  due  alte  onoritlcenzo 
i  iglesi. 

28.  Atene.  —  Nuovo  passo  collettivo  delle 
quattro  potenze  alleate  presso  II  governo 
greco  per  appoggiare  nuove  richieste  di  ca- 
rattere militare. 

28.  —  Un  comunicato  ufficiale  tcUsc  > 
annuncia  la  hne  delle  '  grandi  operazioni  ., 
contro  l'esercito  serbo  1  cui  resti  sono  in 
fuga  nelle  montagne  albanesi.  Le  comunica- 
zioni dirette  fra  la  Germania,  la  Bulgaria  e 
la  Turchia  sono  raggiante. 

28.  Albania.  —  il  ministero  serbo  ripara 
a  Scutarl. 

29.  Ini/hillerra.  —  Vanno  In  vigore  da 
oggi  severissimo  limitazioni  alla  vendita  delle 
bevande  alcooliche.        '  '' 

29.  Londra.  —  Un  comizio  paHflsta  in- 
detto da'la  Unione  del  controllo  democratici) 


FIAT 


Sojira  un  totale  di  12  mila  km  ciron  di  nviluppo 
«•oinplpssivo  d«"Iln  lineo  antomobiliHtirhp  italiano, 
oltre  7  mila  km  hoiio  dotati  di  niatcriulc  rotabile 

'F  I  A  T  


NUOVI  CARDINALI  ELETTI  NEL  CONCISTOKO  DEL  tì  DICEMBRE  lUlS 
1,  Tonti  —  2.  Gusmini  —  3.  Scapinblli  —  4.  FuiunvuiTu  —  5.  Cagheko  —  6.  Mistrancblo. 


1- 

!■  disperso  dalla  folla  che  organizza  iuipu- 
ueuti  diiuostriizioni  per  hi  guerra, 

30.  —  Un  de  -reto  L.  T.  proro;,'a  al  30  giu- 
gno 191»  la  sospensio.ie  dei  dazi  sul  praiio, 
>ui  tereali  e  sulle  farine,  estendendola  al  se- 
inoliiio. 

30.  Loti  ira.  —  Nuovo  trattato  sottoscritto 
d;ii  jjovenii  francese,  britanico,  italiano,  ylap- 
pmese  e  russo  «-he  s'inipcgnano  a  non  cnn- 
liudere  pare  separata  nel  corso  della  pr..'- 
seiite  guerra. 

30.  HuciveM.  —  L' Inaugurazione  della  C:i- 
lueia  romena  è  turbati  da  violenre  ni;iiiife- 
siazioni  interventiste  e  antitedesche  della  iiù- 
nurauza. 

DICEMBRE 

1.  A'  ma  —  Itiapertura  d.UIa  Cambra  fra 
uTaiidi  dimostrazioni  patriotriclie.  ilministio 
'{  '^W  Esteri  Sonnino  annuncia  clie  l'Italia  hn 
il  derito  al  patto  di  Londra  e  che  farà  quanto 
dipende  da  lei  per  portare  aiuto  all'eroico 
esercito  sorbo. 

2.  Washington.  —  Il  presidente  Wilson 
legi-e  al  Congresso  un  messaggio  che  svi- 
luppa il  piano  ;,'enerale  di  i»rrpa;azione  e 
riordinamento  dell  esercito  e  della  marin:i 
e  coiuieiie  aspre  parole  contro  le  mene  e  i 
complotti  tedeschi  in  America. 

4.  Rima.  —  Alla  Camera  dei  Deputati  chiu- 
sa la  discussione  snlL-  diohiar.izioni  del  Go- 
verno. L'ordine  del  giorno  del  decano  d  1  a 
Camera,  on.  boaelli.  che  plaude  alle  dichia- 
razioni medesime,  è  approvato  con  405  voti 
contro  48  e  un  astenuto. 

4.  Furifjì.  —  Arriva  il  g9nerale  Porro  per 
parte  -ipare  alie  conferen/.e  di  guerra  degli 
alleati 

0.  Vaticano.  —  Concistoro  segreto  nel 
(jnale  il  Papa  pubblica  sei  nuovi  cardinali, 
cioè:  mons.  Giulio  Tonti,  nunzio  apostolico 
in  Portogallo;  mons.  Alfonso  Mistrange  o, 
ari'iv.  di  Firenze;  mons.  Giovanni  Cagliero, 
delegato  apost.  nell'America  Centrale;  An- 
drea Frùhwirth,  nunzio  apostolico  in  Bavie- 
ra: mons.  Kafifaele  HcipinelU  di  Legulnno, 
nunzio  apost  .lieo  in  Austria  Un!.'heria;  mons. 
Giorgio  Gus.iiini,  arciv.  di  Bologna. 

6.  Vaticano.  —  Nell'anzidetto  concistoro 
segreto  il  Papa  pronuncia  un'allocuzione  nella 
quale  esprime  il  suo  dolore  per  i  lutti  di  cui 
la  guerr.i  ha  coperto  l'Europa,  espone  i  suoi 
sforzi,  sinora  non  fortunati,  per  indurre  l 
belligeranti  a  una  pace  giusta,  duiatura,  e 
non  profittevole  a  una  parte  sola  e  rinnova 
l  lamenii  per  la  condizione  materiale  fatta 
alla  Santa  Sede,  osservando  fra  altro  che  ta- 
luni degli  ambasciatori  o  ministri  accredi- 
tati presso  di  lui  furono  costretti  a  partire 
per  la  tutela  della  loro  dignità  personale  e 
delle  prerogative  del  loro  ufficio. 


llll^»*M^I 


Il  giorno  stesso  una  nota  uTl  -Iosa  del- 
r.\.Kenzia  Stefani  corregge  le  atVerniazioni  dot 
Ponietìce,  dichiarando  che  i  rapprosentanfl 
degli  Imperi  centrali  vollero  allontanarsi  «li 
loro  spontanea  volontà  malgrado  le  più  espli- 
cite dichiarazioni  del  Governo. 

6.  Pirigi.  —  Primo  consiglio  di  guerra 
con  la  partecipazione  dei  rappresentanti  di 
tutte  le  potenze  dell'Intesa  e  sotto  la  presi- 
denza di  Jofifre. 

6.  Siiangai  (Cina).  —  Movimento  rivolu- 
zionario per  la  ribellione  dell'equipaggio  di 
una  nave-scuola,  immediatamente   represso. 

7.  —  Il  Comando  Supremo  dell'Esercito 
Italiano  fa  pubblicare  un  elogio  pe:-  le  mi- 
lizie volontarie  di  vario  specialità  (automo- 
bilisti, ciclisti  ecc.)  che  sono  state  tutte  eoi- 
gedate. 

7.  H'a«/i(HSf^oM.  —  Energica  nota  degli  Stati 
Uniti  all'Austria  per  il  siluramento  del  va- 
pore Ancona  che  condanna  come  atto  "  inu- 
mano, barbaro  ed  aborrito  da  tutte  le  na- 
zioni civili  e  che  causò  la  morte  di  cittadi::. 
americani  innocenti  „  e  chiede  la  puiiizioiu 
del  coma  idante  il  sommert^iblle  colpevole 
di  un  brutale  assassinio. 

8.  lioma.  -  Alla  Camera  il  ministro  C'ar- 
cano nella  sua  es|iosizione  finanziaria  rileva 
la  saldezza  del  Tesoro  italiano,  spcciiica  il 
0  )s:o  della  g  terra  (2  hiiliardi  e  mezzo  nei 
primi  ciii(]ue  mesi  dell'esercizio,  luglio-no- 
vembre) e  preannuncia  un  nuovo  prestito. 

8.  li«ma.  —  L'on.  Andrea  Torre  è  elet'o 
presidente  dell'Associazione  della  Stampa  Pe- 
riodica Italiana. 

8.  Gfiioca.  —  Grande  incendio  in  porto, 
alla  calata  Boccardo. 

9.  Malrid.  —  Romanones  costituisce  un 
nuovo  ministero. 

10.  JRoma,  —  In  un'assemblea  in  Camp 
doglio  si  costituisce  l'Opera  nazionale  de  il 
colonie  agricole  per  gli  orfani  dei  contadini 
caduti  in  guerra. 

11.  liouia.  —  Alla  Camera  il  ministro  Ra- 
landra  dà  assicurazione  che  tutti  gì' internai  : 
delia  zona  esterna  e  delle  retrovie  potrai: n 
tornare  liberamente,  e  ohe  saranno  acooi  .• 
con  larghezza  le  domande  di  rimpatrio  an- 
che per  la  zona  delle  operazioni. 

11.  Le  Hiìvre.  —  Violenta  esplosione,  che 
.sembra  dolosa,  nello  stabilimento  pirotecnie 
del  governo  belga.  140  morti,  circa  un  mi 
gii  Ilo  di  feriti. 

11.  Wash'nijton.  —  Si  annuncia  ufficia 
mente  il  richiamo  dell'addetto  militare  V<. 
Papen  e  dell'addetto  navale  Boyd-Ed  di 
l'ambasciata  tedesca  chiesto  dal  governo  d' 
gli  Stati-Uniti  perchè  ispiratori  di  una  can 
pagna  di  corruzione  tentata  fra  gli  opei^ 
delle  fabbriche  americane  di  ihunizioni. 

12.  liumt.  —  La  Camera  in  tre  successi \  • 
votazioni  sul  progotti  di  legge  finanziari  rlu- 


Emoglobina 


ile    di    sicura  elHcacia,  di 


solubile   Desanti   e   Zu- 

lianl  (ferro  organico  na- 
turale).   Specifico   razio- 
rapido  eli'etto  nella  cura  delle,  anemie. 


f^^t»m0m^0»t^*mm 


^mmtm^i^mt^mtmmm^i0m0t^^0i 


—  480 


Roma.  —  Il  Principe  ereditario  a.  Piazza  di  Siena  (Villa  Umberto  I) 
consejfuii  le  medaglie  al  valore  alle  famijtUe  dei  t-adnti.  —  23  dicenilire  1915. 


nova  la  fiducia  all'oii.  Salandra.  Lordine  dol 
g.orno  Bava  accettato  dal  Governo  è  appro- 
vato con  391  voti,  contro  40  e  un  astenuto. 

12.  Fechhio,  -  Il  presidente  Yuan-sbi-kni, 
sollecitato  d;il  Consij^'lio  di  Stato  ad  aece:- 
tare  la  nomina  d'imperatore  della  Cina,  ac- 
cetta, con  riserva  per  altro  di  rin%'iare  il 
mutamento  di  regime  al  momento  opportuno. 

13.  Roma.  —  La  Camera  dopo  aver  de- 
gnamente commemorato  per  iniziativa  del- 
l'on.  Altobelli  la  atroce  esecuzione  di  Miss 
Cavell,  e  aver  convalidato  la  elezione  del- 
l'on.  Cipriani,  si  proroga  al  1"  marzo. 

16.  Berna.  —  Camillo  Decoppet,  avvocato, 
del  cantone  di  Vand,  capo  del  Dipartimento 
della  Guerra,  è  nominato  presidente  delia 
Confederazione  svizzera  per  il  1910. 

16.  —  L'Austria  risponde  evasivamente 
alla  nota  americana  per  l'affondamento  del- 
V  Ancona. 

17.  Roma.  —  Il  Senato,  dopo  recise  di- 
cTiiarazioni  dell'  on.  Salandra,  approva  alla 
unanimità  con  221  voti  un  ordine  del  giorno 
Muratori  di  piena  fiducia  nel  Governo. 

18.  Washington.  —  11  presidiente  Wilson 
si  sposa,  in  forma  assolutamente  privata,  con 
la  signora  Galt. 

19.  Roma.  -^  Il  Senato  prende  le  vacanze 
dopo  aver  auspicato  alla  grandezza  d'Italia. 

19.  Grecia.  —  Eie/ioni  generali  con  la 
vittoria  delle  lista  ministeriale  appoggiata 
da  Gunaris.  Ma  vota  soltanto  un  quarto  de- 
gli elettoi-i,  avendo  il  partito  venizelista  pro- 
clamato r astensione  completa. 

19.  Wash'nqtoH.  —  Nuova  nota  americana 
all'Austria:  insiste  sulle  prime  richieste  di 
soddisfazione  per  l'affondamento  dell' -4 «- 
cona. 


20.  Varsavia.  —  Convenzione  fra  la  Ger- 
mania e  l'Austria  Ungheria  che  ammette  dei 
rappresentanti  del  ^overi.o  au-t'o-uiisrarico 
presso  il  governatore  tedesco  a  Varsavia,  e 
fissa  varie  nonne  per  là  tutela  degli  interessi 
comuni  in  Polonia  e  determina  i  confini  fra 
le  zone  assegnate  alle  due  potenze. 

20.  .Joh-ynnei^bwr/  (Afrir-a  Australe).  -  Il 
generale  Dewet  e  altri  118  boeri  che  erano 
stati  arrestati  per  alto  tradimento,  sono  posti 
in  libertà. 

21.  Berna.  —  Al  Consiglio  Federale  Sviz- 
zero il  Capo  del  Dipartimento  Politico  di- 
chiara di  litenere  inopporSuno  per  il  mo- 
mento ogni  tentativo  d' intervento  per  la 
pace. 

21.  Londra.  —  T>a  Camera  inglese  vota 
l'aumento  di  un  milione  di  uomini  nell  eser- 
cito. Intanto  i  giornali  annunciano  che  la  cam- 
pagna di  lord  Derby  in  favore  del  recluta- 
mento volontario  fruttò  in  nove  settimane 
circa  due  milioni  e  mezzo  di  arruolamenti. 

21.  Londra.  —  Il  generale  William  Ro- 
bertson è  eletto  capo  del  riorganizzato  Stato 
Maggiore  inglese. 

22.  Decreto  Reale  per  la  emi.ssione  di  un 
terzo  prestito  nazionale  5  %  a  L.  97,50. 

24.  Il  Comando  Supremo  dell'  Esercito 
Italiano,  ad  una  stolta  protesta  presentata 
contro  di  lui  al  Comitato  Internazionale  della 
Croce  Rossa  di  Gii-evra  dairAssoeiazione  Au- 
striaca della  Croce  Rossa,  risponde  con  un 
vibrrtto  mem^^a^duin  denunciando  le  co':ti- 
nue  violazioni  alle  leggi  dell'umanità  e  della 
lealtà  e  alle  convenzioni  internazionali  cum- 
mes?"?  dall'esercito  austriaco. 

25.  A'.e<ie.  —  Un  comunicato  del  governo 
ellenico  annuncia  che  essendo  state  chieste 


Roma. 


Comraeiuoruzionp  di  Vittorio  Kniauuele  I(  al  Moiiiinieiito 
(9  «e  II  ti  aio  J916). 


^piepazi  jnl  sn  alcune  operazioni  militari  i'om- 
I  iute  d:u'li  italiani  nella  rogione  di  Valona,  il 
.;  )verno  italiano  de  te  le  migliori  assli-iira- 
/i-»ni. 

28  Bnìoffni.  —  Grave  disastro  ferroviario 
a  S.  Lazzaro  di  Saveiia,  a  7  km.  della  città, 
sulla  linea  di  Ancona.  IS  morti  e  71  feriti. 

28.  Pnrigi.  —  Il  governo  annuncia  che 
l'ultimo  prestito  nazionale  francese  ha  frut- 
tato 14  miliardi  e  274  milioni. 

28.  Bombay.  —  .Congresso  Nazionale  in- 
diano. Vi  si  discute,  col  consenso  del  governo 
ingles;>.  dei  mezzi  per  preparare  T  autonomia 
politica  dell'India. 

29.  Roma.  —  Il  general  Castelnan  viene 
a  conferire  brevemente  col  governo  italiano. 

30.  Il  piroscafo  Persin  della  P.  k  O.  Co., 
in  rotta  per  Bombay,  è  silurato  senza  preav- 
viso nel  Mediterraneo,  a  sud  dell'isola  di 
Creta,  da  un  sottomaiino  di  nazionalità  In- 
certa. Affonda  in  cinque  minuti,  e  su  501 
persone,  fra  passeggicri  ed  equipa-^gio,  ne 
periscono  33.'»,  in  gran  parte  donne  e  bam- 
bini. 


LIQUORE 

TONICO  DICESTIVO 

DITTA  ALBERTI 
BENEVENTO 


30.  —  L'Austria  cede  parr.liUmente  alle 
richieste  americane  per  l'aflòndamento  del- 
VAn-onn:  dichiara  di  aver  punito  il  comnn- 
f'ante  del  .so  umergibile  per  aver  trasgreilito 
allo  isiiuzioni  ricevute  e  di  essere  disposta 
a  indennizzare  le  vittime  americane. 

30.  Salon  rf>.  —  Il  Comando  delle  forze 
alleate  fa  arrestare  i  con.soIi  d<>lle  quattro 
potenze  nemiche  e  le  loro  famiglie.  Il  fa  tra- 
sportare su  navi  francesi  e  perquisisce  1  Con- 
solati. 

31.  —  Il  Re  conferisce  il  Collare  dell'An- 
nunziata all'on.  Paolo  Boselli. 

31.  R-ini.  —  Costanzo  Cliauvet,  direttore 
del  F'ip  Jo  Uomuni),  accusato  dalla  Id'a  Su- 
zintinl:  di  aver  accettato  danari  da  governi 
nemici  dell'Italia,  è  assolto  in  istruttoria. 

GENNAIO  1916 

1.  —  Nella  se  le  del  Comando  Supremo 
in  zona  di  guerra  il  He  riceve  le  rappreaea- 
tauze  del  S«Mi:ito  e  della  ('ameni  che  gli  pie- 
santano  indirizzi  di  omai:gio  e  di  augurio. 


488 


PIOOl 


*•»!.' 


.•  f  r 


1  funerali  dell' on.  Baccelli  a  Roma. 


2.  —  Decreto  L.  T.  che  autorizza  il  Go- 
verno a  militarizzare  il  personale  addetto  al 
carico  e  allo  scarico  delle  iiieici  nei  porti. 

1.  Londrn.  —  11  Con;,'re.sso  delle  Trado 
Unions  delibera  di  opporsi  al  progetto  di 
legrge  per  la  cosoiizione  con  1,715.000  voti  a 
favore  e  934  eoitrari. 

7.  Londra.  —  La  Camera  dei  Comuni  ap- 
prova in  prima  lettura  il  progetto  di  coscri- 
zione dei  celibi  presentato  dal  Governo  con 
403  voti  contro  105.  Il  giorno  stesso  tre  mem- 
bri del  ministero  inglese  appartenenti  al  par- 
tito del  Lavoro,  cioè  Henderson,  ministro 
della  Pubblica  Istruzione,  Brace,  sottosegre- 
tario di  stato  per  l'interno  e  Koberts,  lord 
junior  della  Tesoreria,  presentano  le  dimis- 
sioni. 

7.  Washington.  —  L'ambasciatore  tede- 
sco dichiara  che  il  suo  governo  pagherà  una 
indennità  per  gli  americani  periti  nelT affon- 
damento del  Lusitania  e  che  i  sommergibili 
tedeschi  nel  Mediterraneo  non  attaccheranno 
senza  preavviso  navi  non  combattenti. 

8.  ~  Decreti  luogotenenziali  che  obbli- 
gano chiunque  deten<:a  grano  o  granturco  a 
farne  la  denunzia  per  il  25  gennaio  e  disci- 
plinano le  requisizioni  militari  dei  due  ce- 
reali. 

8.  Mitilene.  —  Anche  qui  distaccamenti 
di  truppe  alleate  arrestano  i  consoli  delle 
potenze  nemiche  e  molte  persone  sospette. 

9.  Milano.  —  Convegno  parlamentare  per 
la  discussione   dei  provvedimcn;i  da  sugge- 


rite al  Governo  per  la  maggiora  utilizzazione 
delle  forze  idrauliche. 

9.  ~  Le  forze  franco-inglesi  sgomberano 
improvvisamente  la  penisola  di  Gallipoli  e 
rinunziano  a  ogni  azione  militare  contro  i 
Dardanelli. 

10.  —  Aprendosi  oggi  la  sottoscrizione  al 
Prestito  Nazionale,  il  Presidente  del  Consi- 
glio si  rivolge  con  circolare  ai  senatori  e  ai 
deputati  invitandoli  a  fare  propaganda  per 
il  prestito  stesso. 

12.  B'ima.  —  Solenni  funerali  dell'on.  Bac- 
celli (morto  il  10). 

13.  Moina.  —  In  Campidoglio,  riunione 
promossa  dal  Comitato  di  Propaganda  per  il 
prestito  nazionale.  Parlano  Carcano  e  Luz- 
zatti. 

13.  Montenegro.  —  Gli  Austriaci  occupano 
Cettigne:  la  famiglia  reale  ripara  a  Scutari, 
quindi  s'imbarca  per  Brindisi. 

13.  Berlino.  —  Liebknecht  è  espulso  dal 
gruppo  par'auK^ntaresocialistaacagione  della 
sua  condotta  al  Keichstag. 

13.  Tol-in.  —  Attentato  contro  il  Primo 
Ministro  Giapponese,  conte  Okuma.  Gli  sono 
lanciate  contro  due  bombo  senza  colpirlo. 

14.  Jìoina  —  Arrivo  del  card.  Mercier  ac- 
colto con  grandi  ovazioni. 

14.  Bol'tgna.  —  Il  ministro  Barzilai,  alla 
sede  del  Comitato  "  Pro  Patria  „,  fa  impor- 
tanti dichiarazioni  sulla  vera  portata  della 
caduta  del  Lovcen,  sulle  ragioni  che  hanno 
impedito  all'Italia  di  prestare  maggiore  aiuto 


al  Montent^firo  e  alla  Se.  bla  o  sulla  co, -.cor- 
di;!   di  v(>di4te  e  di  azione  della  Quadruplice. 
16.  DecMcto  L.  T.  che   chiama   a   >iui)\a 
tH  militare  i  rifurinati  delle  cln>-si  dall' 8B 
■1. 

IG.   DeiTi>to  L   T.   i-he  riduce  alla  metà 
iiniiiiazione  iiubblica  in  tutti  i  conuini. 
16.  Vksita  del  He  a  Taranto.  11  giorno  ap- 
>^o  si  reca  a  Brindisi,  dove  riceve  Pasio 
sidente  dei  ministri  di  Serbia  e  gli  a  tri 
iiibri  del  governo  serbo. 
16.  UritKÌi.si.  —  Arrivo  dei  membri  del  go- 
110  serbo,  inùt-mo  ai  rapprestMitanti  delle 
t'iize  alleate  accreditati  presso  Re  Pietro. 
■  giorni  dopo  pai  tono  per  Corfu. 
16.   Jiolofjna.  —  Convegno  ni/ionale  dei 
numi    e   delle    l'rovincie  co!i  amministra- 
1.0  soc  alis'ii.  Vi  aderiscono  230  comuni  e 
i'iovincic. 


goiij  II  cifre  mai  ra-.'giunte.  O'.'gi  »  Newcastle 
il  carico  per  Genova  -alea  107,50  latoii'iellnla. 

18.  NÌ8C  (Se;biaj.  —  Incontro  dell' impe* 
rator."  Guglielmo  di  Germania  e  del  Ro  l'Or- 
dinando di  Rui^aria. 

19.  Fiffme.  —  Arrivo  dei  ministri  Salan- 
dra  e  Martini  accolti  entusiasticamente.  Nel 
palazzo  dell'Arte  della  Lana,  sede  del  Comi- 
tato di  Preparazione  Civile,  l'on.  Ualandra 
pronuncia  un  breve  discorso. 

19.  Ancona.  —  Visita  del  ministro  Barzllal. 

19.  Il  Re  del  Montcne^rio  e  il  i1-esidente 
del  Consiglio  montenegrino  dichiarano  di  non 
aver  accettato  lo  condizioni  pioposte  dagli 
austriaci  e  di  avere  organizzata  l'ultima  difesa. 

19.  Londra.  —  Altra  seduta'del  Consiglio 
di  Guerra  deli  Alleati,  vi  prende  parte  Briand. 
presidente  del  (^o^isiglio  francese. 

20.  Provenienti   da   Brindisi    e  dirette  a 


*"h-J«»<^;.,,,,^;^ 


Neil"  anniversario  del  terremoto  de..ill  -\bruz/.i  del  Vi  gennaio  1915. 
Le  baracche  u  Corvaro. 


16.  Bei'gen,  la  seconda  città  della  Xorve- 
,.  è  semidistrutta  da  un  incendio, 

17.  Decreto  L.  T.  che  agevola  le  conces- 
li  di  aumenti  di  derivazione  d'acqua  per  lo 

i  uppo  delia  produzione  di  energia  elettrica. 
17.  Gabriele  d'Annunzio  vola  su  Trieste 
tando  sulla  città  molte  copie  di  un  mes- 
:,'io  ai  Triestini. 

17.  Il  Montenegro  depone  le  armi  senza 
dizioni  e  chiede  d'intavolare  negoziati  di 
•i  con  r  Austria,  la  quale  impone  il  disarmo 
lerale  e  il  concentramento  di  tutti  gli  uo- 
i  atti  alle  armi. 
17.  I  noli  dei  carboni  dall'Inghilterra  sal- 


Llone,  passano  da  Roma  per  una  sosta  di  una 
sola  notte,  salutate  dai  Sovrani  d'Italia,  la 
Re^'lna  Milena  del  Montenegro  e  le  figlie  Prin- 
cipesse Vera  e  Xenla. 

20.  Firema.  —  In  Palazzo  Vecchio,  nel 
Salone  dei  Cinquecento,  discorsi  politici  di 
Ferdinando   Martini  e  di  Antonlq,Salandra. 

20  Atene.  —  Parte  per  l'Italia  II  comm.  Fe- 
derico Zapelloni,  ispettore  generale  del  Te- 
soro italiano,  che  dal  lUll  era  In  Grecia  per 
il  riordinamento  della  contabilità  generale  del 
governo  ellenico. 

21.  Scontro  ferroviario  presso  Vigodar- 
zere  a  4  km.  da  Padova,  \  morti  e  10  feritL 


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22.    Mllinio.  —   Arriva  la  rappvesentnnza  1.   Torino.  —  L'on.  Siilandro,   a  un  rlcfi- 

fianccsc,  ciipit:n\ata  da  Baitliou  e  riclioii.  viiiieiito    offertot,'li    dall' rniune    Aiui^a  cìii-a 

22.  Il   governo   iiustr.>-unj,'aiMco   iiifoiina  "  Urnb-rto  I  .,  nella  sede  del  Circolo  deyli  Ar- 

l'ambasciatore  degli  Stati  Uniti  che  il  Pcrs/a  tisti,  pronunzia  un  vivace  discorso,  noi  quale 

non   fu   affondato    da   un   .soinmer„'iljile   au-  afferma   che  "  la  guida  del  paese   in  questo 

striaco.  La  Germania  aveva  già  escluso  che  momento   spet'a   al   partito  liheiale  monar- 

si  trattas  e  di  un  sommergibile  tedesco.  chico:  esso  inizio  l'unità  d'Itilia,  esso  deve 


22.  Pechino.  —  11  g  ivenio  cinese  annun- 
cia ufficialmente  il  rinvio  indefinito  della  re- 
staurazione monarchica,  a  causa  dei  disor- 
dini interni. 

23.  l!a  chiusura  della  sottoscrizione  al 
Prestito  Nazionale  già  fissata  pel  10  febbraio, 
è  prorogata  al  1"  marzo. 

23.  Jìoina    —   Arriva  da  Brindisi  il  re  Ni- 
cola del  Montenegro  col  figlio  Pieiro  e  una 
piccola  scorta  di  sol- 
dati. Dopo  una  sosta 

di  poche  ore  ripaite 
per  Lione,  dove  la 
Corte  e  il  Governo 
Montenegrino  fissa- 
no provvisoiiamen- 
te  la  loro  residenza, 
e  dove  arriva  la  sera 
dopo. 

24.  Londra.-  La 
Camera  dei  Comnni 
aF)prova  definitiva- 
mente la  legge  per 
la  coscrizione  dei  ce- 
libi, con  voti  383  con- 
tro 36. 

24.  ^/ene.— Ria- 
pertura della  Came- 
ra. Vi  sono  ammessi 
a  prestar  giuramen- 
to con  gli  altri  anche 
16  deputati  dell'  Is- 
piro albanese  che 
non  erano  stati  am- 
messi nella  prec>- 
dente  legislatura 
per  r  opposizior.e 
dell'Italia. 

25.  Celiigne.  —  I 
delegati   del  gover- 
no provvisorio  mon- 
tenegrino firmano  la  capitolazione  con  l'Au- 
stria, benché  sconfessati  dal  Re  e  dai  ministri 
che  l'hanno  seguito  in  esilio. 

,  29.  Farigi.  —Incursione  di  uno  Zeppe'in 
tedesco  sulla  cit-.tà,  13  bombe  lanciate  in  2  mi- 
nuti, 9  case  distratte,  27  morti  e  32  feriti 
gravi. 

31.  Torino.  —  Arrivo  del  ministro  Salan- 
dra,  accolto  da  entusiastiche  ovazioni.  Rice- 
vimento in  Municipio  dove  il  ministro  pro- 
nuncia un  breve  discorso. 

31.  Incursione  notturna  di  Zeppelin  te- 
deschi in  Inghilterra. Sono  lanciate  '220  bombo 
esplosive  ed  incendiarie  su  varie  città  e  lo- 
calità d'importanza  militare  e  industriale, 
con  gravi  danni,  .'li  morti  e  67  feriti. 

—  Commovente  lettera  dell'Episcopato 
Belga  ai  vescovi  della  Germana  e  dell'Au- 
stria-Ungheria. 

FEBBRAIO 

1.  Torino.  —  L'on.  Salandra  visita  1' Uni- 
versità o  rivolge  acelaniat;ssime  paiole  di 
plauso  per  la  gioventù  italiana, 


Arrivo  di  Briaud  a  Roma  (10  febbraio  1916) 
Briaud  e  Salmdra  escono  dalla  stazione. 


comp  eria  „.  La  sera  p;irto  per  Genova  salu- 
tato da  Uiia  imponente  dimostrazione. 

1,  CdKtantinopo'i.  ~  .Suicidio,  secondo  i  piii 
non  volontario,  del  pr  ncipe  ereditario  di  Tur- 
chia, Jiissuf  Izzfd'ii. 

2.  Geiiora.  —  Visita  dell' on.  Salandra  sa- 
lutato da  calorose  dimisi  azioni. 

2.  rietrogrado. —  Dimissioni  di  Goremikin, 
presidente   del   Consiglio,   per  motivi  di  sa- 
lute. Gli  è  sostituito 
^turmer. 

3.  Ottawa.  —  Un 
incendio,  che  si  ri- 
tiene doloso,  di- 
strugge il  palazzo 
del  Parlamento  ca- 
nadese. 

7.  Un  decreto  !.. 
T.  stabiii>ce  1  limiti 
massimi  dei  divi- 
dendi che  possono 
essere  distribniii 
dalle  Società  com- 
merciali di  qitalnn- 
que  specie  dui-ante 
la  guerra:  e  tono 
dell' 8%  per  alcune 
società,  del  10  per 
altre. 

7.    Pi'sen     (Boe- 
mia). —   La  famosa 
officina    Skoda    che 
fabbrica    per    l'Au- 
stria le  grosse  art^i- 
glierie  —  e  sprcial- 
mente  i  pezzi  da  305 
e  da  4'20  —  è  parzial- 
mente distrutta   da 
un  incendio,  dolosa- 
mente appiccato  da- 
gli czechi. 
8.  Con  decreto  L.  T.  odierno  è  costituita 
una  Comtn.  centrile  per  il  traffico  marittimo. 
8.  Parigi.  —  Dimissioni  di  Besnard  sotto- 
segretario di  Stato  per  l'aeronautica  in  con- 
seguenza del  malcontento  per  la  insufficiente 
difesa  della  capitale  dalle  incursioni  degli  Zep- 
pelin. Non  gli  è  nominato  nessun  successore 
e  il  suo  ufficio  è  soppresso. 

10.  Sono  vietate  la  introduzione  e  il  tran- 
sito nel  Regno  e  nelle  colonie  delle  merci  di 
produzione  o  di  origine  dell'Austria-Ungheria 
e  della  Germania. 

10.  Ji  iiHd.  —  Arriva  Briand.  pi-esidente 
del  Consiglio  d-'i  Ministri  francese,  entusia- 
sticamente aiolto.  Alla  sera  banchetto  uffi- 
ciale alla  Consulta:  l'on.  Sennino  beve  alla 
"  incrollabile  unione  „  degli  Alleati. 

10.  Il  Governo  tedesco  comunica  agli  stati 
neutrali  il  suo  proposito  di  trattare  quind' in- 
nanzi come  navi  combattenti  le  navi  mercan- 
tili armate  di  cannoni. 

10.  Atene.  —  La  Camera  greca  approva 
con  2iiG  voti  su  272  votanti  11  programma  e 
le  dichiarazioni  del  Governo. 


Sain  11(1  in  e  Briniul  escono  «lalla  Galleria  Borghese 
rUipo  la  colazione  ofl'erta  al  Ministro  francese  (12  febbraio  1316). 


B  10.  Waahìitfit-n.  —  TI  segretario  di  sta*o 
B  il  sottosejjro  ario  per  la  (ì narra  si  dimet- 
Bono  a  causa  delle  opposizioni  della  iua;,'L;io- 
Ban/.a  parlamentare  al  pro<?t-tto  di  aiiiplia- 
B*^>i^<)  dell'esercito  permanente  americ  a  o. 
B^  H.Roinfi.  —  Bancliotro  all'ambasc  aa  di 
Trancia.  Importanti  brindisi  politici  di  Briaiid 
1  Salandra. 

12.  lìomn.  —  Un  comunicato  ufficiale  an- 
inirioia  ohe  nella  riunione  tenuta  stamani  alia 
Consulta  fra  il  Presidente  del  Consiglio  di 
Francia,  Briand,  il  ministro  di  Stato  Bour- 
peols,  l'ambasciatore  Barrère  e  i  ministri  Sa- 
iandra  e  Sennino  si  è  riconoscinta  la  neces- 
sità di  coordinare  più  strettamente  gli  sforzi 
degli  alleati  e  di  riunire  a  tale  scopo  pros- 
simamente a  Parigi  una  conferenza  dei  rap- 
presentanti politici  e  dei  delegati  militari  di 
tutti  gli  Stati  alleati. 

12.  lioma.  —  Colazione  offerta  ai  ministri 
t    Micesi  ntd  grande  salone  della  Galleria  Bor- 
^e  a  Villa  Umberto.  Brindisi  coi-dialissimi 
li  onor.  Salandra  e  Briand. 

12.  Milano.  —  Il  Comitato  Milanese  per 
tccolta  dei  fondi  per  i  bisogni  della  guerra, 
>tatato  che  l  fondi  raccolti,  6,920,000,  soii.» 
i^i  completamente  esauriti  con  le  eroga- 
li fatte  a  tutto  gennaio,  fa  un  nuovo  »p- 

1  ai  cittadini  perchè  rinnovino  le  loro 
•  iscrizioni.  La  prima  lista  non  ufficiale 
M>licata  due  giorni  dopo  dal  Corriere  della 
I  registra  ofierte  per  oltre  un  milione. 

13.  Il  Presidente   Briand   e   la  missione 


gendarmeria  italiana  in  missione  in  Grecia 
che  il  governo  gr.-co  considera  terminata  la 
sua  missione. 

14.  Decreto  L.  T.  che  autorizza  il  seque- 
sti-o  dei  beni  mobili  appartenenti  a  sudditi 
ottoniiini. 

14.  Milano.  —  Due  aeroplani  austriaci  ver- 
so le  9  del  mutino  lanciano  bombe  sulla  città: 
13  morti  e  una  quarantm.i  di  feriti,  di  cui  3 
morirono  più  tardi. 

14.  Snnpierda-enft.  —  L'onor.  Thoma's, 
sottosegretario  francese  per  le  munizioni,  con 
una  speciale  missione  di  ufficiali  superiori 
francesi,  visita  accompa„'nato  dal  generale 
Dallolio  i  principali  sfabilimonti  per  la  p:o- 
duzione  di  materiale  di  guerra.  Ripartono  in 
giornata  per  Torino  per  vi>itare  pure  là  le 
principali  fabbriche  militari  e  la  sera  fanno 
ritorno  a  Parigi. 

14.  Arrivano  in  Itilia  34  auto^mbulanz-* 
in^ilesi  che  vanno  a  prestar  servizio  alla  fronte 
italiana. 

14.  Corfìi.  —  Venti  carabinieri  ital'ani 
sbarcano  nell'isola,  non  ostante  le  proteste 
del  governo  greco.  Alla  Camera  ellenica  due 
giorni  dopo  (16  febbraio)  il  deputato  di  Corfù 
pronuiicia  villane  parole  contro  l'Italia,  senza 
che  i  ministri  protestino.  Il  governo  italiano 
con  una  nota  del  18  esprime  il  suo  vivo  ri- 
sentimento per  l'incidente. 

14.  Le  nane.  —  I  ministri  di  Francia. 
d'Inghilterra   e   di   Russia   presso   il  Re  dei 


Belgi  si  presentano  al  ministro  degli  Esteri 
Mv^se  arrivano  iti  zona  di  guerra  per  una  del  Belgio  per  dichiarare  a  nome  delle  tre 
la  al  fronte  italiano.  Sono  trattenuti  a  co-  potenze  garanti  dellin<1ipendenza  del  Belgio 
une  dal  Re.  ch'esse  non  porranno  rtne  allo  ostilità  senza 

13.   Atene.  —  Il  ministro  greco  degliyln-     che  II  Belgio  sia  ristabilito  nella  sua  indipen- 
11  informa  il  colonnello  Aulislo  capo  della     denza  e  largamente  indennizzato  dei  dani\i 


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—  4i)2  — 


subiti.  L'Italia  e  il  Giappone  approvano  fune- 
sta dichiarazione. 

14.  Jnr/hi'ierva.  —  Un  proclama  del  Re 
chiama  tutti  1  celibi  sotto  le  armi. 

14.  ScMnhrunn.  —  Re  Ferdinando  di  Bul- 
garia è  ospite  dell'Imperatore  d'Austria. 

15.  Il  marchese  Camillo  Garroni,  {jià  ara- 
bast'iatore  italiano  a  Costantinopoli,  è  rein- 
tegrato nel  suo  primiero  giade  di  prefetto  e 
contemporaneamente  collocato  a  disposizione 
del  ministero  dell'Interno  per  essere  fra  po- 
chi giorni  collocato  a  riposo. 

15.  Le  tiamvie  Berganio-Sarnlco  e  Ber- 
gamo-Lovere  sospendono  il  servizio  por  man- 
canza di  carbone. 

15.  Stati-  Uniti.  — 
11  presidente  Wilson 
ai'oetta  di  riproporre 
la  sua  candidatura 
nelle  prossime  elezio- 
ni presidenziali. 

16.  Decreto  L.  T. 
che  concede  riduzio- 
);e  di  dazio  alia  im- 
portazione degli  Zuc- 
cheri, stabilisce  un 
calmiere  e  sottopone 
a  obbligo  di  denuncia 
gli  zuccheri  esistenti 
nel  paese. 

17.  Un  decreto  L. 
T. concede  larghi  eso- 
neri di  dazi  e  tasse 
alle  nuove  industrie. 

17. /t'orna.  — Nella 
causa  di  ditìamazione 
promossa  da  Costun- 
zo  Chauvet  contro 
Videa  Nazional".  chtì 
lo  aveva  accusato  rM 
aver  posto  il  suo  gior- 
nale a  disposizione 
degli  imperi  centrali, 
il  tribunale  assolve 
gl'imputati  per  non 
aver  commesso  il  rea- 
to e  condanna  lo 
Chauvet  alle  spese 
del  giudizio. 

17.11  governatore 
di  Fernando  Po  tra- 
smette al  governo  te- 
desco un  telejramma  dell'ex-governatore  del 
Camerun  che  informa  di  aver  dovuto  sgom- 
berare la  colonia. 

18.  Fai-iyi.  —  Alla  Camera  france.-,e  è  pre- 
sentata una  mozione  per  invitare  il  governo 
a  far  rispettare  il  diritto  del  Parlamento  di 
controllo  su  tutte  le  forze  nazionali.  Il  Mi- 
nistro si  opppoiie  al'a  discussione  e  la  Ca- 
mera aderisce  con  voti  394  contro  169. 

21.  h'onia.  —  il  processo  per  le  malver- 
sazioni nella  costruzio  le  del  Palazzo  di  Giu- 
stizia finisce  ni'seramente  in  nulla,  dichiaran- 
dosi estinta  ogni  azione  penale  per  alcuni 
per  la  prescrizione,  per  altri  per  amnistia. 

22.  Il  GoveiMio  montenegrino  dichiara  che 
non  aprirà  per  nessuna  ragione  trattative  di 
pace  e  che  i  ministri  rimasti  nel  paese  non 
sono  stati  atitorizzati  a  fare  nessun  negoziato. 

22.  Li.ndrri.  —  La  Camera  dei  Comuni  ap- 
pio- a  i  crediti  per  la  guerx'a  di  10  miliardi 


Partenza  del  Card.  Mercier  da  Roma  (23  feb- 
braio). —  Alla  stazione  il  Cardinale  si  acco- 
miata dal  Rettore  del  Collegio  Belga. 


e  mezzo.  Il  totale  delle  spese  votate  dal  Par- 
lamento britanico  a  questo  titolo  è  di  5^  m.i- 
liardi  e  50  milioni,  somma  senza  precedenti. 
23.  —  Decreto  che  rende  obbligatoria  la 
denuncia  dell'avena  e  dell'orzo. 

23.  lioiini.  —  Partenza  del  card.  Metcier 
che  fa  ritorno  alla  sua  diocesi  di  Malines. 

23.  Zogno  (Bergamo)  —  Un  iucetidio  di- 
strugge la  Centrale  elettrica  Conti  che  for- 
nisce da  0  a  8000  cavalli  di  forza  ngli  stabi- 
limenti industriali  di  Monza  e  della  finanza. 
23.  Valona.  —  Il  governo  italiano  concede 
un  prestito  di  L.400,000  al  municipio  per  prov- 
vedere ai  lavori  urgenti  di  risanamento. 

23.  P i et rogi-ad:  ■- 
Inaugurazione  della 
Duma.  Prima  della 
seduta,  lo  Zar  recasi 
a  rivolgere  parole 
d'incoraggiamento  e 
di  fiducia  ai  deputati. 

23.  Lisbona.—  il 
Portogallo  requisisce 
3G  navi  tedesche  in- 
ternate nel  Tago. 

24.  Venezia.  — 
Trasportano  ad  uno 
ospedale  Gabriele 
d'Annunzio  il  qua  e 
ritornato  da  una 
escursione  aerea,  cui 
aveva  partecipato  co- 
me ufficiale  ossei va- 
tore,  per  il  brusco 
atterramento  dell'ap- 
parecchio, riporti) 
una  scossa  violenta 
che  gli  cagionò  il  par- 
ziale distacco  della 
retina  dell'occhio  de- 
stro. La  lesione  peri- 
colosa lo  obbliga  ad 
una  lunga  immobili- 
tà. Il  poeta  infine 
guarisce  ma  l'occhio 
è  quasi  perduto. 

24.  Washington.— 
Il  px-esidente  Wilson 
dichiara  che  non  ac- 
consentirà mai,  come 
vorrebbero  alcuni 
fautori  della  Germa- 
nia, a  vietare  ai  cittadini  americani  di  viag- 
giare su  piroscafi  mercantili  armati. 

25.  Gravi  inondazioni  in  Olanda  per  la 
grande  abbondanza  di  neve  caduta.  Ad  Am- 
sterdam le  acque  salgono  a  137  cm.  al  diso- 
pra del  livello  normale. 

26.  Il  Governo  colloca  a  riposo  d'ufficio 
Luigi  Cosenz,  direttore  generale  del  Banco 
di  Sicilia,  e  scioglie  il  Consiglio  d'Ammini- 
strazione del  Banco. 

26.  lioina.  —  Arriva  Essad  pascià  che  ha 
abbandonato  Durazzo  con  le  nostre  truppe. 

26.  Cortona.  —  Deviamento  di  un  treno 
àitridMa  militare:  21  morti,  e  un' ottantina 
di  feriti,  tutti  solda'l  che  venivano  dal  fronte 
e  andavano  in  "  licenza  invernale  „. 

26.  Milano.  —  La  Cassa  di  Risparmio  delle 
Provincie  Lombarde  fa  un  unovo  stanziamen- 
to di  un  milione  e  mezzo  per  i  bisogni  della 
guerra. 


l!)o 


iSci  (leserii  (U'i  Glossico.  —  Ciivaiiena  ut-gu  Mail   l  ir.ti. 


•6.  Cirenaica.  —  Le  truppe  in^'lesi  scori- 
no pres-o  Balani,  non  lontano  dalla  fron- 
i  tra   l'Et,'itto   e   la   Cirenaica,  le  truppe 
he   comaiirìate   da   Nuri    bey,  fratello  di 
i-   paso  à.    rimasto   dopo  la  partenza   di 
>1  f ornando  de^cli  arabo  turchi,  libelli  di 
Mai<a.  Nuri  bey  è  ucciso. 
2.1 .  Dtiriizso,  s^rombrata  dalle  truppe  Ita- 
iiiuie  die  vi  si  er;ino  recate   per  prote.'pere 
l'imbarco  delle  truppe  serbe  e  in-uitenegi  lii'^, 
oltre  •200,000   uomini,   trasportati  a  Corlù,  è 
occnpata  d.ifrli  austriaci. 

28.  Un  decreto  L.  T.  stabilisce  le  attii- 
bnzioni  del  corpo  speciale  italiano  in  Alban  a 
e  dispone  la  sua  dipendenza  per  le  oper  i- 
r.ioni  militari  dal  Capo  di  Stato  Mag},'iore 
dell"  Esercito. 

20.    Zurif/o.  —  Finisce  11  processo  contro 
1   colonnelli    Kyli   e  Wattenwyll    dello  Stato 
MagLjiore  svizzero,  colpevoli  di  avere  comu- 
nicato   alla    Germania  e    all'Austria   notizie 
mil  tari  che  pervenivano  loro  dalle  potenze 
i' Intesa.    II    Tribunale   assolve  i  due  co- 
cUi  ma  li  rinvia  all'autorità  militare  per 
i  punizione  disciplinare,  la  quale  è  inflitta 
lorno  appresso  e  consiste  in  20  giorni  di 
■^ti   di   rigore.   In  seguito  a  tale  misu-a 
ilonnello  E;,'li   si  dimette.   11  caso   aveva 
rato    granile   impressione   in    Svizzera   e 
-  ilnzione  provoca  violente  dimostrazioni, 
„.._c.almente  nei  cantoni  francesi. 


MARZO 

1.  Jioma.  —  La  Camera,  riprendendo  lo 
ute.  dà  principio  ai  lavori  con  una  im- 
ente  dimostrazione  di  solidarietà  con  la 
rancia  che  lotta  eroicamente  a  Verdun. 
1.  Chiusa  la  sottoscrizione  in  Italia  al 
terzo  Prestito  Nazionale.  Senza  lesottosori- 
Kioni  delle  colonie;  si  sono  raccolti  due  mi- 
liardi e  933  milioni. 

3.  Roma.   —   Alla   Camera   dei   Deputati 


l'Immediata  discussione  del  bilancio  dej-'ll 
Esteri,  chiesta  dai  socialisti,  è  re-spinta  con 
2(>s  voti  contro  40  e  3  astenuti. 

3.  Washìtìfftoiì.  —  Il  Senato  americino  rin- 
via Kìne  die  la  mozione  che  intendeva  vietare 
agli  americani  di  imbarcarsi  sulle  navi  mer- 
Ciint  li  armate.  Anclie  la  Camera  dei  Rappre- 
sentanti, cui  era  stata  presentati  un'analoga 
moziore.  la  respinge  1*8  marzo, 

4.  Il  Papa  in  una  lettera  diretta  al  Car- 
dinal Vicario  Pompili  in  o -casione  dell'im- 
minente Quaresima,  riassume  l'opera  da  lui 
spiegata  per  porre  termine  al  conflitto  eu- 
r  ipeo  o  mitigarne  le  conseguenze  e  racco- 
manda le  preghiere  e  il  digiuno  per  ottone' e 
la  cessazione  degl'immane  tlagello. 

4.  liinna.  —  Alla  Camera  dei  Deputati 
un'altra  proposta  dei  socialisti  sull'ordine 
delle  di-cussioni  è  respinto  con  223  voti, 
contro  38  e  uno  astenuto. 

4.  P.fdaso  (Fermo).  —  Stazione  sulla  linea 
Ancona- Foggia.  Scontro  fra  un  treno  via<_' 
giatori  e  una  tradatta  miMtare,  12  morti  e 
una  trentina  di  feriti,  qu  si  tutti  militari. 

4.  San  Marino.  —  La  lleg:jenza  comuni'-a 
al  Consiglio  della  Repubblica  che  r.\nstra 
rifinta  di  rilasciare  i  Sammarinesi  internati 
in  Austria,  accusandola  Repilhb'ica  di  avere 
gravemente  violato  la  neutralità. 

5.  Bologna.  —  Congresso  dei  gruppi  na- 
zionali-liberali. 

6.  Decreto  L.  T.  che  porta  modificazioni 
e  aumenti  delle  tariffe  ferroviarie. 

6.  Bnma.  —  Alla  Camera  dei  Deputnti, 
perdurando  le  manovre  ostruzionistiche  del 
socialisti  che  l'on.  Cicco'ti  qualitlea  come  un 
sa'iiiltaggio  delia  guerra,  il  Presidente  del  Con- 
siglio pronunzia  severe  parole,  minacciando 
di  sottoporre  alla  Corona  le  risoluzioni  ohe 
dovrebbero  essere  prese.  Intanto  I  socialisti 
chiedono  la  verifica  del  numero  legale  e  la 
Camera  resalta  non  essere  in  numero 

7.  Il  Re  torna  improvvisamente  a  Roma 
e  ne  riparie  la  notte  successiva. 


FIAT 


Anche  a  Salonicco  gli  autocarri  FIAT 
hanno  accompagnato  i  nostri  bravi 
soldati,  e  vanno  confermando  le  bril- 
lanti qualità  dimostrate  su  tutti  gli 
altri  fronti  degli  eserciti  alleati.== 


4\lì 


7.  lìo'vn,  —  A'l;\  Ciun  ra  (lei  Fé  >ntafi  la 
mo/.ioiitì  proposta  d  li  sofinlisii  in  line  delhi 
seduta  proced'Mite,  do[)o  le  spie;,'a!5ioiii  de- 
l'on.  Salaudra,  è  rinviata  a  sei  mesi  come  il 
ministero  chiedeva,  con  voti  281  contro  25  e 
nn  astenuo. 

7.  V >luiì>(.  —  Il  generale  Settimio  Piacen- 
tini, nominato  comandanfe  del  corpo  speciale 
italiano  in  Albania,  assume  il  coniando  d»^lle 
tiuppe. 

8.  Berna.  —  Al  Consiglio  Nazionale  il  Pre- 
sidente della  Confederazione,  De-oppet,  a 
nome  del  Consiglio  federa'e,  dichiara  che 
ritiene   i  due  colonnelli  puniti  giu-<taniente. 

9.  Koma.  —  Riunione  dei  deputati  inter- 
ventisti appartenenti  a  varie  parti  della  Ca- 


ricnt'a  co  i  gravssiine  perdle.  In  seguito  a 
ciò  le  trunpe  deg  i  Sta  i  Uniti  ricevono  l'or- 
dine di  entrare  nel  Messio  per  impossessarsi 
del  Villa. 

11.  Decreto  L.  T.  che  tìssa  nuove  norme 
per  la  macinazione  della  farina  di  cui  fi^sa 
le  resa  alTSó'Vo  e  autorizza  le  m.scele  con 
faina  di  riso  e  altri  surrogati, 

11.  Borni.  —  La  Giunta  Generale  del  Bi- 
lancio approva  la  relazione  Alessio  sul  bi- 
lancio del  Tesoro  1915-16  dalla  quale  resulta 
ctie  la  spesa  effettiva  della  guerra  a  tutto 
gennaio  1916  è  di  5778  milioni. 

11.  Berlino.  —  Tvlritrimonio  del  Principe 
Ginacchino  di  Prussia,  figlio  dell'Imperatore 
con  la  Principessa  Maria  Augusta  di  Anhalt'^ 


Alessandro  principe  ered.  di  Serbia  esce  dalla  stazione  di  Roma 
(IG  marzo  1916). 


mera  per  esaminare  l'opera  del  Governo. 
L'on.  Bissolati  è  incaric.ito  dai  onvenuti 
di  esporre  al  Presidente  del  Consiglio  le  con- 
siderazioni fatte. 

9.  La  Germania  dichiara  la  guerra  al 
Portogallo. 

10.  Boma.  —  Alla  Camera  dei  Deputati 
l'on.  Salandra  dichiara  recisamente  all'on.  Tu- 
rati che  non  ci  saiaimo  crisi  axtrapariamen- 
tari.  L'onorevole  Arietta  è  eletto  vicepresi- 
dente della  Camera. 

10.  Stoccolm'i.  —  Conferenza  dei  ministri 
delle  tre  potenze  scadinave  neutrali.  Dura 
tre  giorni. 

10.  Stati  Unii!.  —  Una  banda  di  ribelli 
messicani  com  indata  d  il  generali  Villa  varca 
la  frontiera  anieiicana  e  assale  la  città  di 
Columbus  ma  è  respinta  dalla  cavalleria  ame- 


13.,  Decreto  L.  T.  che  determinali  pi*ezzo 
massimo  di  vendita  dello  zucchero,  all'in- 
grosso e  al  minuto.  Le  fabbriche  non  po- 
tranno venderlo  più  di  148  lire  al  quintale. 

13.  Boma.  —  Airivo  di  Pasic,  presidenti) 
dei  ministri  di  Serb;a. 

14.  L'Austria  rompe  i  rapporti  diploma- 
tici col  Portogallo. 

14.  Eijitto.  —  Le  truppe  inglesi,  vinta  la 
resistenza  senussita,  rioccupano  Solum. 

14.  Washigton.  —  Accordo  fra  il  governo 
degli  Stati  Uniti  e  Garienza,  pi-esidente  del 
Messico,  per  permettere  reciprocamente  alle 
truppe  me -sicane  e  nordamericane  di  pas- 
sare la  frontiera  per  inseguire  i  banditi. 

15.  Berlino.  —  Dimissioni  di  Von  Tirpitz, 
segretario  di  Stato  per  la  marina. 

15.    Washington.  —  Il  Parlamento  ame- 


4'.»:)  - 


22.  r.r  ttodeldoT.rn 
annnn/ìa  i-h  «  o  n  iwvatnéiite  soppre-iso  ii  re- 
ni.ne    luoiimvhico    e    ripreso    quello    repub» 
b;ic:i-io. 

23.  Roma.  —  L'<>ii.  S;il  udrà,  pre«tldeiite 
iIpI  l'on-diflio,  si  reca  al  fronte  per  conferire 
col  U'  prima  di  re.  arsi  a  Parij,'»  per  parteci- 

II  )  te  ìesco  nel  mare  del  Nor  i,  di  fronte  a     pare  alla  conferenza  degli  Alleati. 

senda.   fio   ehe   dà   origline   a   un  lunsfo  e  23.   lioina.  —   La  Camera   si   a^^giorni  al 

ispro  incidente  diploma  Ico  fra  Oland.v  e  (ier-    «  aprile  a  ca^onj  dell'assenza  dei  ministri 
iiaiiin.  Salandra  e  Sonnlno  ohe  si  recano  a  Farl-^l. 

17.  Ritmi.  —  Alla  Camera  dei  Deputiti  23.  Il  tenen'e  di  eumplemento  di  caval- 

lisoorso  del  ministro  Cavasola  in  difesa  della    l<»ri.i   Gabrie  e  d Wnnnnzio,  ò  dee  irato  della 

opria  opera,  accolto  con  uua  grandiosa  di-    medaglia  d'argento  al  valore  per  il  sangue 


ti  ano  approva  a'ia  unanimità  mono  un  voto 
r.iiimento  dell'cseicito  a  120,001)  uomini. 

16.  linint  —  Arrivo  del  Principe  Ales- 
s  indio  principe  ercd  ta:io  di  Serlìi.i. 

16.  Il  transathuit.co  Tnhnn'iii,  la  n  ivo 
1  ili  uratide  e  più  mo  teina  della  marina  mer- 
'  a  itile   olande-e,   è  silurato  da  un  sottoma- 


niostrazioiie  di  plau- 
so e  di  simpatia. 

17.  Fiirigi.  -  Il 
;  enerale  Roquos  de 
Marselllan  è  noniina- 
lu  ministro  della 
L'uerra  in  sostituzio- 
ni di  (Jal  ieni,  dimis- 
-onarlo  per  motivi 
(li  salute. 

18.  R  Mi/i.  —  Par- 
t  ■  per  una  visita  al 
•'lite    il    principe 

-Sandro  di  Serbia 
iitatoentusiastica- 
nte  dalla  popola- 
ne romana.  La  vi- 
X  occupa  il  giorno 
^'iiente. 

18.  Cini.  —  La 
ovincia  f'.el  Kuan;.;- 

mng  —  che  ha  qu  si 
li  mdioni  di  abitami 
—  si  proclama  iudi- 
peiiilente  dalla  Ee- 
publ>!ica  cinese. 

19.  Accrli  ita^o- 
britannici  le  alivi  al- 
1  r.gitto.  L'iialia  ade- 
risce alla  proroga  dei 
tribunali  misti,  a  con 
«ti/.ioieche  sia  noni 

ito  un    alro  ma;:: 
at%  italiano  press 
I  ilmnali  medesimi, 
t-risco    pure    alla 
••ntuale   soppres- 
iie    delle  capitola- 
ili     purché     siano 
i.amente  tutelati  i 
>tri  interessi. 
19.    Torino.  —    SI 


[jord  Asquith  a  Konia. 
Da  sinistra  a  deatra:  Bonmno  •  Asyrixi 

SALANnKA. 


freddo  e  l'ardimenti 
dimostrati  parteci- 
pando volontaria- 
m-nte  come  uttìciale 
osservatore  a  varie 
inissioni  oonipiute  in 
territorio  nem'co  da 
idrovolanti  della  K. 
Marina. 

24.  Roma.  -  Par- 
tono per  il  Quartler 
Generalo  anche  l'on. 
Snniiino  e  il  sottose- 
gretario di  Stato  pe." 
le  munizioni  gen. 
Dallolio. 

25.  Glion.  Silan- 
dia,  Sonnlno  e  Dal- 
lolio lasciano  la  zona 
di  guena  diletti  a 
Pari;;!,  dove  arrivano 
la  mattina  dopo  ac- 
oolti  con  entusiasti- 
eie  ovazioni. 

25.  Milano.—  As- 
sen.blea  della  Banca 
Commerciale.  Dopo 
vivace  dlscu>sione 
sono  rieletti  a  gran- 
dissima ma','2Ìoran^a 
i  tr  !  consiglieri  «-he 
scadevano  e  che  era- 
no stati  più  aspr.a- 
niente  attaccati,  cioè 
il  Presidente  Cesare 
Mangili  e  i  Vicepresi- 
denti Federico  w  eli 
e  Otto  Joel  i  «luall 
però  avevano  dichia- 
rato e  confermano  il 
giorno  appresso  che 
se  rieletti  non  avreb- 


r«  la  seconda  sottoscrizione  municipale  a  bero  accettato  la  nomina  alle  cariche  prima 

ore  delle  famiglie  dei  soldati  e  11  primo  tenute. 

rico  sale  a   1.104.!Si)0.  La  prima  sottoscri-  26.  Firenze.  —  VI  Congresso  dell'Unione 

ne  aveva  fruttato  1.6%.000.  Nazionale  degli  impiegati  ferroviari. 

19.  Persia.  —  I  russi  entrano  ad  Ispahan.  26.  l'arici.  —  Banchetto  In  onore  del  ml- 

20.  Parigi.  —  Arriva  il  generale  Cadorna  nistri  italiani  e  dei  generali  Cadorna  e  Dal- 
r  pirteclpare  alla  conferenza  militare  de-  lollo.  Brindisi  signlttcatlvl  di  Briand  e  di  Sa- 

Alieati.  landra. 

21.  Parigi.  -  Arriva  il  Principe  Aìessan-  28.  Pariffi.  —  Un  comunicato  ufficiale  sul 
o  di  Serbia.  lavori  dejla  Conf'-renza  degli  Alleati,  afferma 

21.  Atene.  -  Le  potenze  dell' Intesa  fanno  l'Intiera  comunanza   di   vedute  e  la  solida- 
passo  collettivo  pr..sso  il  governo  greco  rietà  degli  Alleati,  tanto  nel  campo  politico 

"ileiulo  spie-a-.H)iii  sulle  operazioni  fatte  e  militare,  quanto  In  lineilo  economie»)  e  con- 
ia Grecia  iieir  Epiro.  ferma  le  misure  prese  per  realizzare  l' un  l.i 

22.  Londra.  —  Arrivo   del   generale   Ca-  d'azione  sull'unico  fr-.nte. 

rna  che  è  ricevuto  in  udienza  da  Ke Giorgio.  28.  Pn-gi.  —  ttolenne  ricevimeuto  al  Mtt* 


—  490 


nlciplo  in  Olio;  e  di  Salandra,  Sonni;  o  e  Ca- 
dorna. 

29.  Rimin.  —  Movimentata  as^^eniblea  del 
Banco  di  Roma:  il  Consiijlio  propone  un» 
nuova  liduz  one  di  75  milioni  al  capitale  che 
<:ià  l'iinno  passato  era  stato  ridotio  da  200  mi- 
lioni a  150. 

29.  l'iivi'ji.  —  Chiusura  della  Conferenza. 
Briand  saluta  i  de  egati  delle  nazioni  alleate 
e  a  nome  di  tutti  i-isponde  l'amliasciatore 
Tittoni.  La  sera  stessa  Salundia  e  Sonnino 
ripartono  per  l'Italia:  Cadorna  si  reca  in 
breve  visita  al  fronte  francese. 

30.  Eoma.  —  Ritoi'no  dei  ministri  Salan- 
dra e  Sonnino. 

30.  lìpma.  —  As"^emblea  generale  ordina- 
ria della  Banca  d' Italia  la  quale  approva  p!an- 
dendo  l'opera  della  Direzione  in  aiuto  della 
pubblica  tìnaiiza. 

31.  Jioma.  —  Arriva  il  Primo  Minif^tro  in- 
glese lord  Asquith  salutato  da  iinponenti  di- 
mostrazioni. Alla  sera  pranzo  ntficiale  alta 
Consulta  con  brindisi  dei  ministri  Sonn  no  e 
Asquith. 


3.  Olanda.  —  Comunicazioni  n(H<ia'i  del 
governi  olandese  e  inglese  calmano  la  po- 
po'azione  turbata  dal  panico  artitìciosamenie 
sollevato,  a'^sifuramio  che  non  vi  sono  com- 
plicazioni diplomatiche  fra  l'Inghilterra  e 
r  Olanda  e  che  gli  Alleati  non  preparano 
nessun' azione  ostile  contro  i  Paesi  Bassi. 

4.  Dimissioni  da  ministro  della  guerra  del 
generale  Zuppelli.  Gli  è  nominato  a  succes- 
sore il  tenente  generale  Paolo  Morrone. 

4.  Deci  eto  L.  T.  che  chiama  a  nuova  vi- 
sita i  riformati  di  alcune  leve. 

4.  Londra.  —  Alla  Camera  dei  Comuni  il 
Cancelliere  dello  Scacchiere  nel'a  esposizione 
tiiianziaria  annuncia  che  il  debito  pubblico 
del  Regno  Unito  è  salito  a  54  miliardi  e  mezzo 
e  fra  un  anno  toccherà  gli  ««  miliardi  ;  che 
il  getto  delle  imposte,  in  grafia  delle  nuove 
tasse,  dovrà  crescere  di  oltre  quattro  miliardi 
air  anno. 

5.  Ruma.  —  Il  Governo  decide  di  antici- 
pare la  discussione  del  bilancio  degli  Atla;  i 
Esteri. 

5.  Loiidia    —   La  Camera  di  Oommer,  io 


Roma.  —  A  Villa  Savoia,  24  aprile  1916.  —  Accampamento 
di  Giovani  Esploratori. 


APRILE 

1.  Roma.  —  Visita  di  lord  Asquith  al  Pon- 
tefice. Più  tardi,  ricevimento  solenne  in  Cam- 
pidoglio in  onore  del  Primo  Minis  ro  inglese 
che  vi  pronuncia  un  eloquente  discorso. 

2.  Roma.  —  Banchetto  offerto  dal  Piesi- 
dente  Salandra  a  lord  Asquith  :  solenni  ed 
alte  parole  dei  due  ministri.  Dopo  il  pranzo 
il  Primo  Ministro  ingles-e  ta  una  rapidissima 
corsa  a  Tivoli  per  vedere  la  calcata  del- 
l'Aniene  e  Villa  Adriana:  quindi  parte  ria 
Roma  salutato  da  una  imponente  manifesta- 
zione. 

3.  Lord  Asquilh  giunge  a  Udine  per  una 
visita  al  fronte  italiano:  è  ricevuto  dal  Re. 

3.  Alta  Vai  Caniunicd.  —  Una  valanga  presso 
al  lago  d'Arno  travolge  una  caserma:  circa 
70  soldati  morti  e  altrettanti  feriti. 


dopo    oreve    discussione,  approva  le    r.u:;ve 
tasse  proposte  dal  Governo. 

6.  Berlino.  —  lì  Consiglio  Federale  del- 
1  Impero  adotta  un  progetto  di  legge  per 
l'anticipazione  legale  dell'oia  durante  Mestate 
del  1916. 

7.  Dimissioni  del  ten.  generale  Elia  da 
da  sottosegretario  per  la  guerra,  al  quale 
posto  è  Invece  chiamato  il  tenente  generale 
Vittorio  Alfleii. 

7.  Con  decreto  L.  T.  gli  stabilimenti  me- 
tallurgici italiani  sono  posti  per  tutta  la  du- 
rata della  guerra  sotto  il  controllo  governa- 
tivo. 

12.  Roma.  —  Alla  Camera,  a  proposito  della 
questione  del  rincaro  del  solfato  di  rame,  un 
ordine  del  giorno  ikhi  aec^^ttato  dal  Governo  ò 
respinto  con  voti  204  contro  41  e  un  astenuto. 

13.  Roma.  —  Alla  Camera,  un  ordine  del 


q;^^^   t^^«^4/^  gandolfo 

\Ji.drKJ     M.KJ%JLa.\\J  tmi."Iodobrom„ 


(Nuova  formola  DE  MENZI)   

Il  miglior  depurativo  dell'organismo  e  del  sangue. 
NAPOLI  -  Ditta  G.  SERBALE  -  Largo  S.  Domenico  Magg.,  1"  -  NAPOLI  (leggere  Vita  pratica).  ' 


piorno  à  pr<»posito  della  tutela  deglMmpfe- 
v.itì  privati  in  temjìo  di  guerra,  non  accettato 
i:  Governo,  è  respinto  con  voti  •^;>4  contro 
>>  4  astenuti. 

16.   lioma.   —   La   Camera,   dopo   tin   di- 
scorso dell' on.  8onnino,  vota  un  ordine  del 
piomo  che  approva  le  dichiarazioni  del  Go- 
^rno  sulla  politica  estera,  con  voti  362  con- 
■  36  e  un  astenuto.  Quindi  si  aggiorna  sino 
t'.  giU}.'no. 

16.  Milrtnn.  —  Un  impiegato  ferrovl.Trio, 
-are  Inple*;i,  fu?ge  dopo  aver  ruba'o  alla 
i/.one  Feiroviuiia  .^44.000  lire.  È  poi.  dopo 
•hi  giorni,  arrestato  in  Svizzera,  ma  lasom- 
!   non  è  ritrovata. 

16.  Sofia.  —  Attentato  fullifo  contro  Ra- 
-lavoft",  presidente  del  Consiglio  bul^'aro. 


chiari  immedintamente  l' abbandono  dei  snol 
metodi  presenti  di  )?«erra  n>»rittlm».  La  nota 
che  contiene  questa  di -hiararione  fu  presen- 
tata il  giorno  precedente. 

21.  Vetìeeia.  -  Dinanzi  al  Tribunale  Mi- 
litare ha  fine  11  processo  per  l'assassinio  a 
soopo  di  furto  dell'impiegato  ferroviario  Ma- 
rio Conte,  commesso  II  29  marzo  alla  stazione 
di  "Venezia.  L'omicida  Eiloard«»P<.llosel  è  con- 
dannato alla  pena  di  morte  medianu-  la  lucl- 
lazione  nella  schiena,  altri  tre  imputati  a  IS 
e  20  anni  di  reclusione.  Il  Pollesel  ottiene  poi 
la  grazia 'Sovrana,  e  la  pena  di  morto  è  com- 
mutala nell'ergastolo. 

21.  Una  nave  ausiliare  tedesca,  masche- 
rata da  nave  norvegese,  tenta  di  sborcare 
armi  e  munizioni  sulla  costa  d'Irlanda.  La 


) 


La  iusurrezioue  di  Dublino.  —  Le  rovine 
del  Palazzo  della  Posta  e  dell'  Uòtel  Métropule. 


17.  Messaggio  di  simpatia  per  le  nazioni 
alleate,  sottoscritto  daoltie  500  fra  1  più  il- 
lustri cittadini  degli  Stati  Uniti. 

18.  Fariyi.  —  La  Camera  Francese  ap- 
prova la  legge  che  autorizza  il  governo  a 
modificare  con  decreto  l'ora  legale:  questo 
allo  scopo  di  anticipare  l'ora  medesima  di 
cu  minuti  durante  l'estate. 

18.  Lishona.  —  Grave  incendio,  forse  do- 
',  nell'Arsenale. 

19.  Roma.  —  In  un'adunanza  promossa 
"on.   Magciorino   Ferraris,    dall' on.  Gal- 

_,'a  o  dell'  on.  Canepa  e  lìresleduta  dal- 
I.  Luzzattì  si  costitnlsce  un  Comitato  aii- 
italiauo  allo  scopo  di  intensilicare  I  rap- 
r|  economici  fra  l'Italia  e  l'Inghilterra. 

19.  New-York.   —    La   polizia    americana 
i    sta    il    luogotenente    WolfT  \on  Igei,  ad- 

to.  all'ambasciata  germanica  e  sequestra 
umenti  che  provano  la  partecipazione  dei 
zionnri  dell'ambasciata  stessa  a  numerosi 
ntati  turroristici  commessi  agli  Stati  Uniti. 

20.  Wufhiugton.  —  lì  Presidente  WlLson 
ì'',:giì  al  Congresso  il  suo  nie3sa;:gio  sulle  re- 
I   /..oni  con   la   Germania  a  proposito  della 

rra  con  1  sotnmerglbill.  Dichiara  che  II 
erno  americano  rompe) à  i  rapporti  di- 
iiiatici  con  la  Germania  be  questa  non  di- 


i.ave  è  afifondata  e  l'equipaggio  fatto  prigio- 
niero; intanto  un  sommergibile  tedescosbarca 
presso  Tralee  alcuni  irlandesi  che  dovreb- 
bero capitanare  la  imminente  rivolta,  ma 
sono  quiisi  tutti  arrestati,  compreso  il  loro 
duce,  Ruggero  Casement,  già  agente  conso- 
lare britannico  in  Africa. 

23.  Bologna.  —  Il  Congr.  Naz.  d(  1  Maestri 
approva  con  v.  7333  contro  3C48  un  ordine 
del  giorno  che  accetta  le  dimissioni  della 
Commissione  Esecutiva,  compreso  11  presi- 
dente on.  Soglia,  ritenendo  eh"  esso  non  ab- 
bia compiuto  nei  riguardi  della  guerra  quello 
che  la  maggioranza  avrebbe  desiderato. 

23.  Lilla.  —  Un  Incendio  distrugge  11  Pa- 
lazzo  di  Città  e  gran  parte  delle  preziose  col- 
lezioni cho  vi  erano  contenute. 

24.  Dullitio.  -  Scoppia  un'insurrezione, 
organizzata  dal  Sinn  Feinet-s  I  quali  s'  impa- 
droniscono di  gran  parte  della  città  e  resi- 
stano vari  giorni  alle  truppe  che  li  hanno  eh* 
rondati.  Altri  tentativi  insurrezionali  scop- 
piano in  vari  luoghi  dell'isola,  speoialmeiite 
nelle  contee  occidentali,  ma  sono  pronta- 
mente repressi. 

27.  Fifigi.  —  Conferenza  Interparlamen- 
tare economica  degli  stati  alleati. 

27.  Il  goviruu  Inglese  pi-uu.ama  la  Irg^;» 
33 


498  — 


marziale  in  tutta  l'IrVindn,  e  a  leprimere 
r  iiisurrezione  vi  manda  con  pieni  poteri  il 
generale  Maxwell. 

28.  Madriil.-  Convenzione  llalo-spagnuola 
con  la  quale  1'  Italia  rinunzia  al  regime  delle 
capitolazioni  nella  zona  d':nllueuza  spagnuola 
nel  Marocco. 

29.  Un  decreto  L.  T.  autorizza  le  rappre- 
saglie a  carico  dei  sudditi  di  stati  nemici. 

29.  Milano.  —  Il  Consiglio  d'Araministra- 
zlone  della  Banca  Commerciale  Italiana  elegge 
presidente  il  sonatore  Luigi  Ganzi  e  vicepre- 
sidente ring.  Cesare  Saldini. 

30.  Largo  movimento  di  prefetti  trasfe- 
riti, collocati  a  disposizione  o  a  riposo. 

30.  Dublino.  —  il  governo  provvisorio  dei 
rivoltosi,  capitanato  da  Pear-e,  presidente 
della  effimera  repubblica  irlandese  e  Con- 
noUy,  comandante  militare  delle  for^e  re- 
pubblicane di  Dublino,  delibera  la  resa  in- 
condizionata. La  libellione  nella  sola  Dublino 
ha  costato  188  vittime,  cioè  66  soldati  e  122 
insorti  0  borghesi. 

MAGGIO 

1.  Un  decreto  L.  T.  concede  garanzie  agli 
impiegati  privati  richiamati  sotto  le  armi. 

1.  La  giornata  odierna  passa  tranquillis- 
sima in  tutta  Italia. 

1.  Berlino.  —  Gravissimi  disordini  con  di- 
mostx-azioni  conti  o  la  guerra,  disperse  dalla 
pulizia.  Numerosi  arresti,  fra  i  quali  quello 
del  deputato  Liebknecht. 

2.  Altro  decreto  L.  T.  che  obbliga  al  ser- 
vizio militare  tutti  i  medici  sino  al  40»  anno 
di  età,  chiamando  a  nuova  visita  a  ohe  quelli 
riformati  nelle  precedenti  leve. 

2.  Bucarest.  —  Il  Sindacato  romeno  dei 
proprietari  di  molini  delibera  di  vendere  al- 
l'Inghiltena  per  15  milioni  tutta  la  farina 
disponibile  per  l'esportazione,  rifiutando  le 
oderte  tedesche. 

3.  Londra.  —  La  Camera  inglese  approva 
in  prima  lettura  il  progetto  di  legge  per  la 
C()scri7:ione,  estesa  a  tutti  i  maschi  dai  18  ai 
41  anni. 

3.  Londra.  —  Alla  Camera  dei  Comuni,  il 
Segretario  di  Stato  per  l'Irlanda  Birreil  ohe 
occupava  quella  carica  da  un  decennio,  an- 
nunzia di  essersi  dimesso,  confessando  con 
dignità  di  avere  errato  non  apprezzando  a 
sufficienza  la  gravità  dell'agitazione  dei  Sinn 
Feiners. 

3.  Dublino.  —  La  Corte  Marziale  condan- 
na a  morte  Pearse,  presidente  della  repub- 
blica irlandese  e  altri  insorti,  i  quali  sono 
fucilati. 

3.  Pietrogrado.  —  Il  generale  Sukomlinoff, 
già  ministro  russo  della  guerra,  accusato  di 
abuso  di  potere,  di  negligenza  e  di  alto  tra- 
dimento, è  arrestato. 

4.  Venezia.  —  Breve  visita  dell'on.  Salan- 


dra  11  qnale  in  mnnciplo  pronuncia  un  di- 
scorso nel  quale  liconos  e  le  angustie  della 
città  e  pieannuneia  provvedimenti.  Arrivato 
in  lancia-automobile,  riparte  la  sera  stessa 
in  dirigibile. 

4.  Cirenaica.  —  Le  nostre  truppe  occupano 
Marsa  Moresa  e  il  giorno  appresso  Porto  Bar- 
dia  (Burgi  Suleiman  ,  due  punti  sulla  costa 
Marmarica  verso  il  confine  egiziano  che  erano 
centri  di  rifornirne  ito  per  i  somn:ergibili  ne- 
mici e  di  conti  abbando  verso  l' interno. 

4.  11  governo  tedesco  lisponde  al  governo 
americano  di  aver  dato  istiu/.i'  ni  alle  forze 
navali  tedesche  che  anche  dentro  la  zona  di 
guerra  marittima  noi  siano  allondate  navi 
mercantili  senza  preavviso  e  salvataggio  delie 
vite  umane,  ma  invita  gli  Stati  Uniti  a  rin- 
novare le  pressioni  sull'  Inghilterra  perchè 
sia  ristabilita  la  libertà  dei  mari,  minaccian>io 
ove  non  riuscissero  di  riprendere  la  sua  li- 
bertà d'azione. 

5.  11  Principe  di  Galles,  reduce  da  un 
viaggio  in  Egitto,  fa  una  visita  al  fronte  ita- 
liano: riparte  il  9  direttamente  per  l'Inghil- 
terra. 

5.  Genova.  —  Discorso  politico  dell'ono- 
revole Bi^rzilai  che  rievoca  le  origini  e  le  fina- 
lità della  guerra  attuale. 

8.  Londra.  —  La  Camera  dei  Comuni  ap- 
prova l'anticipo  dell'ora  legale  per  l'estate 
a  cominciare  dal  21  magjiio.  Questa  stessa 
proposta  era  stata  fatta  otto  anni  fa  da  un 
deputato  nazionalista,  William  Willett,  e  ac- 
colta con  derisione. 

9.  Londra.  —  Alla  Camera  dei  Comuni 
lord  Asquith  dichiarai  non  ritenere  oppor- 
tuno di  applicare  all'Irlanda  la  legge  sulla 
coscrizione. 

9.  Berlino.  —  Dimissioni  di  Delbrùck,  se- 
gretario di  stato  per  l'interno,  che  d  oonsi 
imposte  dall'imperatore  in  seguito  ai  disor- 
dini di  Berlino. 

9.  Il  governo  americano  risponde  al  go- 
verno tedesco  ctie  accetta  l' impegno  preso 
dalla  Germania  di  muditìcare  la  sua  politica 
sottomarina  ma  che  non  può  ammettere  che 
quest'iVope^no  d  penda  comunque  dalle  tiat- 
tative  fra  l'America  e  il  governo  britannico. 

10.  1  ÌKtrogrado.  —  Un  comunicato  uffi- 
cioso annunzia  che  il  Presidente  del  Consi- 
glio serbo  Pasic  nel  suo  recente  viaggio  in 
Italia  è  riuscito  a  raggiungere  un  accordo 
fra  le  x'ivendieazioni  dell'Italia  e  le  aspira- 
zioni della  Serbia. 

11.  Londra.  — »  Alla  Camera  dei  Lordi  è 
approvala  una  mozione  che  esprime  il  pro- 
fondo malcontento  della  Camera  per  gli  af- 
fari dell'Irlanda. 

12.  Dublin  >.  —  Proseguono  le  fucilazioni 
in  Irlanda  dei  rivoltosi.  Oggi  è  giustiziato, 
fra  altri,  James  ConnoUy  che  fu  comandante 
generale  dei  ribelli. 

13.  Roma,  —  Arriva  il  ministro  francese 


Siero  lodato 

Artrltlsmo,  reumatismo,  sotta,   arte- 
riosclerosi, ecc.  —  Gratis  opuscolo.  — 


=  GANDOLFO  = 

Marca  "  lodobrom  „ 

(Nuova  forinola  I>E  HENZI)  

Ditta  G.  SEKSALE,  Largo  S.  Domenico  Magg.  17. 
NAPOLI 

(leggere  Vita  pratica). 


—  499 


<\p]  commerclD  Clémentel  ed  ha  Innubi  col- 
lo ^ui  oon  i  ministri  italiani. 

13.  Aonain.  —  In  seguito  alla  solleva- 
ne de>la  città  di  Kiian^-ngai  facilmente  re- 

e-!sa  dalle  truppe  traneesi,  il  governatore 
libralo  dell' Iuilocin;i  destituisce  il  re  iJay- 
1  e  nomina  in  suo  luo;,'o  il  tìglio  primo^e- 
:  >  Dongkhang  che  sale  al  trono  il  lbm:'g'^io. 

14.  11  generale  Morrone,  ministro  delia 
Olia  e  il  generale  Porro.  s(ittoc:ipo  di  stato 

;,'^ioie,  sono  nominati  Senatori. 

16.  RoiH'i.  —  Paiten/.a  del  ministro  fran- 
-e  del  corame; ciò,  Clémentel. 

17.  K  annunziata  una  n-iova  emissione 
buoni  del  Tesoro  con  scadenza  di  tre  e 
cinque  anni,  all'interesse  del  S'o- 

17.    Fortissimo  scoss»  di  tarremo^o  sulla 
^'^a  adriatica.  Danni  lilevaiiM  a  liimini  ipiii 
UKM)  case  danneggiale),  a  Pesaro,  ad  Au- 
la,  a  Cesena. 
17.  Lomha.  -  La 
miera    dei   Comuni 
prova  in  terza  let- 
la  il    progetto    del 
vizio  militare  ob- 
_'atorio. 

17.  Addia  Aheba 
vbissiniaj.    —    Nella 
Ite  ignoti   BRgies- 
li  attaccano  la  Le- 
gazione italiana  a  fu- 
cilate. Alla  mattina 
Ligg  -lassù  si  reca  in 
persona     accompa- 
gnato dai  suoi  mini- 
stri dal  ministro  d'I- 
talia C  Ili  di  F>li/.za- 
no  a  esprimere  il  suo 
rammarico. 

19.  È  istituita  1  ! 
carica  di  ispettoi< 
straordinario  dell'e- 
sercito, per  la  durata 
della  guerra  e  con 
rango  di  comandante 
d'  armata.   Tale   uffl- 


II  Principe  di  Conuaught  esce  dall' aniba- 
sciata  Britauuica  »  Roma  per  recarsi  al 
Quirinale. 


23.  Affrica  Centrale.  —  Un»  colonna  di 
truppe  britanniche,  sotto  gli  ordini  d»-!  oo- 
lonnello  Kelly,  «configge  11  Sultano  del  Dar-for, 
Ali  Dinar,  ohe  da  qualche  tempo  aveva  as- 
sunto un  contegno  minaccioso  verso  il  governo 
del  Sudan  e  aveva  accuniulato  truppe  sulla 
frontiera  del  Cordoian.  Le  truppe  Inglesi  occu- 
pano la  citta  di  E!-Fasher,  il  sultano  è  ;n  fuk-a. 

24.  Compiendo  l'anno  dalla  nostra  dicliia- 
razione  di  guerra.  11  Ile  dirige  un  ordine  di  l 
giorno  all'esercito  e  nll'armat.!.  In  tatto  le 
città  d'Italia,  dimostrazioni  e  cerimouie  pa- 
triottiche. 

24.  Reggio  Emili».  —  Una  dlmosti  azione 
popolare  al  canto  degli  inni  patriottici,  per 
l'anniversario  della  dichiarazione  di  guerra, 
issa  la  bandiera  tricolore  dal  bilcone  del 
municipio  socialista. 

24.  11  Ke  Nicola  del  Montenegro  con  una 
lettera  al  presidente 
del  Consiglio  Rado- 
vio  sconfessa  il  figlio 
Mirko  che  si  sarebbe 
recato  a  Vienna  per 
curarsi  e  i  ministri  ri- 
masti nel  Montene- 
gro e  che  nou  hanno 
autorità  di  parlare 
per  il  governo. 

24.  Messico.  -  11 
governo  del  gen.  Car- 
ranza  chiede  con  nota 
utficiale  *  per  l'ulti- 
ma volta  .  al  governo 
degli  Stati  Uniti  l'im- 
mediato ritiro  delle 
truppe  americana  dal 
territorio  messicano 
e  manda  contempo- 
raneamente 3  0,0  00 
uomini  alla  frontiera 
americana. 

25.  Decreto  L.  T. 
che  dalla  mezzanotte 
del  3  giugno  fino  a 
nuova  disposizione 


ciò  è  dato   con  decreto  del  21  successivo  al     anticipa  di  60  minuti  l'ora  legale, 
generale  Fiorenzo  Aliprindi.  25.  i?o«m.  —  All'ambasciata  d'Inghilterra 

19.   Una  missione  francese,  composta  del    II  Principe  di  Connanght,  cugino  del  Ke  Glor- 


doputati  Barthou  e  Barrès,  del  sen.  Pichon 
e  di  Giuseppe  Reinach  H'o'uhe).  dopo  aver 
visitato  tutto  il  fronte  italiano  e  la  difesa  an- 
tiaerea di  Venezia,  fa  ritorno  in  Francia. 

19.  Biella.  —  Grandissima  frana  nell'alta 
valle  del  Cervo.  La  strada  ])rovinciale  e  l.i 
t-rrovia  Biella-Balme  sono  distrutte;  sei  co- 
muni sono  completamente  bloccati. , 

20.  Un  decreto  L.  T.  aumenta  le  tariffe 
e  impone  alcune  sovra'tas-e  sui  trasporti  fer- 
roviarie. 

21.  Un  decreto  L.  T.  stabilisco  d  «posi- 
zioni eccezionali  per  gli  scrutini  e  per  gì 
e^ami  delle  due  sessioni  del  1916  nelle  scuole 
medie. 

21.  Bn-lino.  —  La  Germania  nomina  <?iV^/- 
toì-e  per  i  viveri.  Von  Baiocki.  già  presidente 
della  Prus.sia  O.ientale.  Helfferich  da  mini- 
stro del  Ti  «oro  passa  ministro  dell' Interno. 

22.  T-ipnhiatia.  —  Le  truppe  italiane 
rioo<-upano  Znnra  e  fugano  i  ribelli  die  nii- 
nnociavano  qn>lla  nopolaziouo  riinastu  iedele 
»1  dominio  italiano. 


gio.  distribuisce  di  sua  mano  delle  alte  ono- 
rificenze a  molti  ufficiali  della  maiina  italiana 
che  si  distinsero  nel  salvataggio  dell'esercito 
serbo. 

25.  Tnghilterra.  —  Re  Giorgio,  sanzionando 
la  nuova  legge  della  coscrizione  militare,  di- 
rige un  messaggio  al  popolo  inglese  lodan- 
dolo per  il  patriottismo  e  l' abnegazione,  in 
grazia  de' quali  dal  principio  dellt»  guerra 
furono  arruolati  5.041,000  volontari. 

26.  Le  truppe  bulgare,  con  riparti  tede- 
schi, varcano  la  frontiera  greca  ed  entrano 
in  Ma.-edonia,  occupano  il  forte  di  Rupel  e 
Demir-Hissir  e  minacciano  da  una  parto 
Seres,  dall' alti  a  Cavala.  Il  governo  grjco  pro- 
testa ma  non  troppo. 

27.  Si  annunziano  conclusi  gli  accordi 
anglo-francesi  per  fornire  la  Francia  di  uar> 
bone  a  prezzi  ragionevoli. 

29.  I^ieti  o^railo.  —  Il  N'toié  Vrrtnia  pub- 
blica che  il  pre.sidente  del  Consiglio  serbo, 
Paslc,  In  un  collo  (uio  poi  tlco  avrebbe  an- 
uimziato  l'aouurdu  dell' iulla  •  dalla  Serbif 


^  500  - 


nella  questione  adriatica,  poiché  la  Serb'a 
riconosce  l'egemonia  dell' It.illa  nell'Adrlu- 
tico  e  si  contenta  di  av^re  in  questo  mare 
uno  sbocco  per  ragioni  economiche,  uon  un 
porto  militare. 


Il  Principe  ereditario  fregia  della  medaslia 
d'oro  la  bandiera  dei  Giovani  Esploratori 
di  Verona.  -^  Roma,  28  maggio  1916. 

31.  Il  ministro  del  Tesoro  diminuisce  ni 
5%  lo  sconto  legale  e  l'interesse  sulle  anti- 
cipazioni. 

31.  Il  ministro  inglese  del  commercio, 
Knnciman,  si  ammala,  cede  provvisoriamente 
l'ufficio  a  un  collega  e  fa  annunziare  che  do- 
vrà rinviare  la  progettata  visita  in  Italia. 

GIUGNO 

1.  Torino.  —  Arrivo  della  delegazione 
parlamentare  russa,  che  qui  fa  la  prima  tappa 
del  suo  giro  in  Italia. 

2.  Decreto  L.  T.  che  rende  obbligatoria 
la  denuncia  della  produzione  e  delle  vendite 
del  grano. 

2.  Sono  istituiti  un  distintivo  speciale  per 
i  mutilati  della  presetite  guerra  e  altro  di- 
stintivo per  tutti  coloro  che  hanno  soppor- 
tato fatiche  di  guerra  nell'attuale  campagna. 

3.  Alla  mezzanotte  in  tutta  Italia  l'ora 
legale  viene  anticipata  di  60  minuti. 

3.  Un  decreto  L.  T.  stabilisce  che  potrà 
essere  vietata  durante  la  presente  guerra  la 
introduzione  nel  Regno  di  determinate  merci 
ingombranti  o  destinate  a  usi  di  lusso  o  vo- 
luttuarie. 

3.  Salonicco.  —  Gli  Alleati  si  impadroni- 
scono dei  pubblici  servizi  e  proclamano  lo 
stato  d' assedio  nella  parte  della  Macedonia 
da  essi  occupata. 

5.   Rottia.  —  Arrivo  della  missione  russa. 

5.  La  nave  inglese  Hampshire  che  tra- 
sportava ad  Arcaigelo  in  Eussia  lord  K  t- 
chener,  ministro  deila  guerra,  col  suo  Stato 
Maggiore,  è  all'ondata  da  una  mina  ad  ovest 
delle  isole  Orkney  (a  nord  della  Scozia).  Il 
ministro,  e  tutti  i  componenti  il  suo  sfguito 
e  quasi  tutto  l'equipaggio  (meno  12  persone) 
perii^oouo  nelle  ondo. 


5.  Berlino.  —  Al  Reichstag  11  cancelliere 
Bethmann  -  Hollweg  pronunzia  una  appas- 
sionata autodifesa  delle  accuse  mossegli  da 
vari  partiti. 

5.   rechino.  —  Muore  Yuan-shi-kay,  pre- 
sidente della  Repubblica  cinese. 

6.  Grecia.  —  (ìli  Alleati,  per  eser- 
citare una  pressione  sul  governo  elle- 
nico, bloccano  1  porti  della  Grecia  e 
impediscono  tutta  la  navigazione  mer- 
cantilo. 

6.  Pechino.  —  Li-yuan-hung,  vice- 
presidente della  Repubblica  cinese,  è 
eletto  presidente  provvisorio. 
7.    H^ma.  —  Alla   Camera  il  trattamento 
degli  internati  dà  occasione  a  una  tumultuosa 
discussione.  Scenate  provocate  dai  socialisti. 
Una  mozione   dell' on.  Turati  non  ai-c:-ttata 
dal  governo   è  respinta  con  voti  216  conti  o 
45  e  13  astenuti. 

7.  Roma.  —  La  missione  parlamentaie 
russa  è  solennemente  ricevuta  alla  Camera. 

7.  Copenaghen.  —  Sciopero  genera'e  cui 
partecipano  120,000  operai,  poi  altri  80,000. 
Tutte  le  industrio  e  tutti  i  servizi,  meno  le 
ferrovie  sono  colpiti. 

8.  Un  deci  eto  L.  T.  raddoppia  dal  1"  lu- 
glio la  tassa  del  centesimo  di  guerra  ed  au- 
menta alcune  tasse  di  bollo  e  le  tasse  sui 
pacchi  postali. 

8.  Parigi.  —  La  Camera  approva  il  pro- 
getto, già  approvato  dal  Senato,  per  1' anti- 
cipazione dell'ora  h^f^ale  dalla  notte  dal  14 
al  15  giugno  sino  al  1"  ottobre. 


Ll-TUAN-HUNG 

nuovo  presidente  della  Repubblica  Cinese, 

8.  Berlino.  —  Il  Reichstag  approva  i  nuovi 
crediti  di  guerra  per  12  miliardi. 

9.  Poma.  —  Alla  Camera  gì'  intrighi  oc- 
culti parlamenlari  fomentano  la  s  gn^ta  op- 
posizione al  governo,  il  bilancio  dell' interno 


-  501 


approvato  Ieri  per  alzata  e  seduta,  è  votato 
o><f?i  per  Scrutinio  segreto,  ed  è  ancora  up- 
provato  ma  con  120  voti  contrari  e  soli  lyi 
lavorevoli. 

9.    Arabi,,.   —    Il   Grande  Sceriflfo   della 
Mecc^  III-,),  lama  rindipeudenza  d"gli   arabi 


16.  Forte  terremoto  a  Rlmlnl,  Cenena  • 
Forlì. 

17.  Budapest.  —  Alla  Ciimera  ungherese 
11  presidente  del  Oonsi);lio  Tisza  rispon<lendo 
al  conte  Apponyt  conferma  che  dopo  la  guerra 
lit  posi/.loua   dell"  Ungheria  nella  monarchia 

dualistica,  dopo  i  servigi  resi, 
dovrà  esserti  valutato  in  ben 
a;tro  modo. 

18.  L'on.  Il  selli  che  già  dal 
pr.mo  giorno dtjjlacrisi  lavorava 
a  costituire  il  nuovo  (;a^>ii)etto, 
ne  riceve  dal  Ke  T  incarico  ulR- 
ciale. 

19.  È  costituito  il  nuovo  Mi- 
nistero nazionale,  di  cui  tiono 
la  presidenza  l'on.Boselli,  senza 
portafogli.  Sono  costituiti  due 
nuovi  ministeri,  per  la  durata 
della  guerra:  Tiuaporti  maritti- 
mi e  ferroviari,  staccati  dai  La- 
vori Pubblici  e  Industria,  Com- 
mercio e  Lavoro,  staccati  dal- 
l'^Sf/-iVo/<M>  a.  Restano  al  loro 
posto  tre  ministri,  gli  ou.  Son- 
ni no,  Morrone  e  Corsi,  rispet- 
tivamente titolaci  degli  Affari 
Est»,  i,  della  Guerra  e  della  .l/a- 
rina;  ed  anche  l'on.  Orlando 
che    nel   precedente   ministero 

.la  domMiazlone  ottomana.  Le  su"'  truppe     era  alla  Grazia  e  Giustizia  e  in  questo  passa 

cup;ir.o    rapidamente  la  Mecca,  Geddah  e     M'Ltterno.  Vi  son  poi  (luattro  ministri  senza 

aif.  facendone  prigionieri  i  presidi.  portafogli   (oltre  il  Presidente),  cioè  Bianchi 

10.    Mom'i.  —  Alla  Camera  una  coalizione     (Leonardo),  Bissolati,   Comandinl  e  S«-iiiloia. 

non  di  partiti  ma  di  persone,  nella  votazione     In  tutto  sono  19  ministri.  Lssi  prestauo  ijlu- 


La  Missione  Russa  a  Roma, 
membri  della  Missione  (il  primo  a  sinistra  è  il  Vice- 
[>realdente  della  Duma)  depongono  una  corona  di  fiori  alla 
I  del  monumento  di  Garibaldi  sul  Qlanicolu. 


di  un  ordine  del  giorno  di  fiducia  nel  go 
verno,  pone  in  m inora n  a  il  Ministero  con 
l'.KS  voti  contrari,  158  favorevoli  e  2  astenuti. 
Dopo  di  ohe  la  Camera  vota  l'esercizio  prov- 
visorio dei  bilanci  per  un  solo  mese,  anzi  cho 
per  sei  come  chiedeva  il  governo. 

12.  11  He  arriva  a  Roma  chiamato  dalla 
crisi  ministeriale.  Riceve  subito  l'on.  Salandi  a 
che  gli  presenta  le  dimissioni  del  gabinetto. 

12.  lioDt  <.  —  Alla  Camera  l'on.  Salandia 
a  iiiunzia  le  dimissioni  del  Ministero.  La  se- 
duta e  leva  a  dopo  non  degne  scenate  pro- 
vocate dai  socialisti. 

13.  Koimi.  —  Il  Senato  approva  senza 
discnssione  il  progetto  di  ley;,'e  sull'esercizio 
provvisorio  dei  bilanci. 

14.  l'ariyi.  —  È  aperta  la  Conferenza  ec'- 
iiomica  dei  delegati  delle  potenze  alleate. 

14.  Atene.  —  Tumulti  popolari  contro  lu 
potenze  dell'Intesa  e  le  loro  legaziojii,  con 
il  concorso  della  polizia  e  la  complicità  del 
Governo. 

15.  Rornn.  —  Una  riunione  di  senatori 
afferma  il  diritto  del  Senato  a  una  più  attiva 
:ùirtecipazione  ai  lavori  parlamentari. 


rameuto  oggi  stesso. 


19.  S.  M.  il  Re  riparte  per  il  campo. 

19.  L'on.  Boselli  come  suo  primo  atto 
assumendo  la  presidenza  del  Consiglio  manda 
un  tele;;ramma  di  saluto  fidente  al  generala 
Cadorna. 


TALMANE 

Ab  bATre 


—  502 

21.  Parigi.  —  La  Ccnferenza  economica    cordate  per  non  osservare  più  la   dichiara- 


cbiude  i  suoi  lavori  pv(  .sentando  al'ap[)  o- 
vazione  dei  governi  alle. .ti  un  grnpfio  di 
misuro  per  il  tempo  della  guerra  e  di  altre 
sia  transitorie  per  il  periodo  della  ricostitu- 
zione comnieroiale.  iudustiiale,  agricola  e 
marittima  degli  Stati  alleati,  sia  permanenti 
di  aiuto  reciproco  e  di  collaborazione. 

21.  Atene.  —  I  rappresentanti  dele  tre 
potenze  protettrici,  Francia,  Inghilteria  e 
Kussia,  chiedono  al  governo  ellen  co  la  im- 
mediata smot)ilizzazione,  le  dimissioni  del 
gabinetto  Skuludis,  lo  scioglimento  della  Ca- 
mera, la  sostituzione 
di  alcuni  funzionari. 
L'Italia  si  associa  alle  ^- 

]ichieste  dei  suoi  al- 
leati, estendendo  la 
domanda  della  smo- 
bilitazione all'Alba- 
nia in  quella  p.irte 
che  è  stata  occupata 
dai  greci.  Una  squa- 
dra delle  tloite  allea- 
te incrocia  davanti  al 
Pireo  per  appoggiare 
l'azione  diplomatica. 

21.  Atene.  -  Il 
ministero  Skulitdis  si 
dimette.  11  Re  accetta 
le  dimissioni  e  inca- 
rica di  comporre  il 
nuovo  ministero  Zai- 
mis  il  quale  comuni- 
ca ai  rappresentanti 
delle  quattro  potenze 
Alleate  che  la  Grecia 
accede  alle  loro  ri- 
chieste. 

21.  Messico.  — 
Combattimento  fra  la 
cavalleria  americana 
e  le  truppe  americane 
a  Garrizal.  Il  gene- 
rale messicano  Go- 
mez  resta  ucciso. 

22,  Decreto  Reale 
che  istituisce  per  la 
durata  della  guerra 
i  nuovi  ministeri  dei 
Trasporti  ferroviari  e 
marittimi  e  dell' In- 
dustria, Commercio  e 
Lavoro. 

22.  Nomina  dei  nuovi  sottosegretari  di 
stato. 

22.  Atene.  —  Zaimis  costituisce  il  nuovo 
ministro  che  si  presenta  essenzialmente  come 
un  ministero  d' affari. 

24.  A/eìf^.  —  Il  presidente  Zaimis  con- 
ferma al  ministro  d'Italia  che  la  Grecia  met- 
terà il  suo  esercito  sul  piede  di  pace  anche 
nell'Epiro  settentrionale. 

26.  Rmia.  —  In  Consiglio  dèi  Ministri  il 
presidente  Boselli  consegna  con  acconcie  pa- 
role all'on.  Bissolati  la  medaglia  al  valor  mi- 
litare recentemente  conferitagli. 

28.  Hiima.  —  Alla  Carne,  a  dopo  entusia- 
stiche dimostrazioni  all'esercito  l'on.  Boselji 
espone   il   programma  del  nuovo  ministero. 

28.  Il  governo  inglese  dichiara  in  Parla- 
mento che  Francia  e  Inghilterra  si  sono  ac- 


II  nuovo  Presidente  del  Consiglio,  on.  Boselli 
esce  da  casa  sua. 


ziou'?  di  Londra  che  regola  il  diritto  di  preda 
in  mare. 

28.  Berlino.  —  Il  Tribunale  Militare  con- 
danna il  deputato  socialista  Liebknecht  per 
le  dimostrazioni  del  1°  maggio  da  lui  pro- 
vocate e  capitanale  a  2  anni  e  G  mesi  di  re- 
clusione. 

29.  Londra.  —  Il  cospiratore  irlandese  Ca- 
sement  è  condannato  alla  morte  per  imijicca- 
gione.  È  giustiziato  il  3  agosto. 

29.  Atene.  —  Il  Giornale  Ufficiale  pub- 
blica il  decreto  di  smobilitazione  generale. 

LUGLIO 

1.  Itoma.  —  La 
Camera  approva  con 
voti  3'Jl  contro  45  le 
dichiarazioni  del  Go- 
verno, dopo  violenti 
scenate  provocate  da 
nn'ofle.sa  all'esercito 
lanciata  da  un  depu- 
tato socialista. 

2.  Roma.  —  La  Ca- 
mera vota  a  grandis- 
sima maggioranza 
l'esercizio  provviso- 
rio dei  bilanci  sino  al 
31  dicembre,  quindi 
prende  le  vacanze. 

2.  Piefrogrado.  — 
La  Duma  approva  la 
legge  che  accorda  ai 
contadini  della  Rus- 
sia tutti  i  diritti  ci- 
vili. 

3.  Spezia.  —  Pres- 
so il  porto  esplodono, 
si  crede  per  dolo,  tre 
carri  ferroviari  cari- 
chi di  esplosivi.  Al- 
cune centinaia  di  vit- 
time fra  soldati  e 
borghesi. 

3.  Pietrogrado.  — 
Convenz.  russo-giap- 
ponese per  una  co- 
mune azione  politica 
in   Estremo  Oriente. 

4.  Casleltermini 
(Girgenti).  —  Scoppio 
di    grisou   nelle   mi- 
niere Serralunga  e  Cozzodisi.  Circa  un  cen- 
tinaio di  morti. 

5.  Il  conte  Giangiacomo  Della  Somaglia 
è  riconfermato,  con  decreto  L.  T.,  nella  ca- 
rica di  presidente  generale  della  Croce  Rossa 
Italiana. 

5.  lioìiia.  —  Il  Senato  vota  all'unanimità 
un  ordine  del  giorno  di  fiducia  nel  governo, 
dopo  che  l'on.  Carcano  ];a  fatto  dichiarazioni 
rass  curanti  sull'aumento  dell'entrate,  sen/a 
tacere  al  tempo  stesso  che  le  spese  di  guerra 
che  inizialmente  erano  di  450  milioni  al  mese, 
sono  oggi  salite  ad  800  milioni  e  non  è  da 
escludersi  che  presto  superino  il  miliardo. 
Quindi  il  SiMiato  aporova  l'esercizio  provvi- 
sorio fino  al  31  dicembre  e  prende  le  va- 
canze. La  seduta,  durata  5  ore,  è  la  più  lunga 
seduta  del  Senato  che  si  x-icordi. 


503 


e.  Pfflinn.  —  Un'ordlnanr.a  dol  Cancel- 
liere dell'  imiero  documenta  (.-lie  nella  gue'  ra 
italo-turoa  (1911-12),  non  o^taute  ohe  la  tii- 
ice  alleanza  fonse  in  viu'ore,  utiiciuli  tede- 
hi  servivano  ne  resero. tu  e  nella  marina 
turca  e  presMO  parto  alla  guerra. 

9.  Di  e  eto  L.  T.  elie  nomina  una  coiu- 
niissioue  iìicari.ata  di  determinare  1  prezzi 
massimi  ai  quali  deve  ess'T  venduto  il  gaz 
illumiiiante  nelle  vario  id.tà  d'itilia. 

9.  Veneza.  —  In  piazza  S.  .Marco  sono 
solennemente  con*;ey::a'e  le  inediglie  al  va- 
lore a  sette  aviulon  italiani  o  traticesi.  Fra 
i  primi  è  compreso  Gabriele  d'Annunzio. 

9.  Con  decreto  luogotenen/iae  è  confe- 
rita la  m!da}:lia  d'ar<,'eiito  dei  benemerai 
della  salute  pubblica  a  tre  dame  della  Croce 
Kossa  perite  mentre  a! tendevano,  con  am-j- 
rosa  sollecitudine,  all'assisten/a  dei  soldati 
ammalali  e  feriti.  Le  tro  generoso  vittime 
del  dovere  sono  Luisa  dei  prinoipi  Corsini 
Mata  Fenzi,  Bianca  di  Prampero  (figlia  del 
Benatore)  ed  Eugenia  Guy. 

9.  Parigi.  —  Al  Sen;ito,  dopo  lunga  di- 
scussione segreta  durata  sei  giorni  e  una 
breve  seduta  pubSdica,  un  ordine  del  giorno 

'  di  piena  fiducia  nel  Governo  è  approvato  quasi 

•alla  unanimità,  con  voti  251  fav.  e  G  coatro. 
10.  Un  violento  uragano  devjusta  Wiener- 
Neustadt  (pi esso  Vienna);  39  morti  e  più  di 
cento  feriri. 

10.  Il  sommergibile  tedesco  Deu! schland , 
con  un  carico  di  1000  tonn.  di  materie  co- 
loranti e  medicinali,  e  la  valigia  postale,  par- 
tito da  Helgoland  il  23  giugno,  arriva  u  Nor- 
folk sulle  coste  del  Virginia. 

10.  Buevot  Aire-''.  —  Un  anarcbico  tira 
un  colpo  di  rivoltella  contro  il  presidente 
della  RepubMica  che  resta  illeso. 

12.  ì'ene^i'i.  —  Un  incendio  distrugge  com- 
pletamente l  Hotel  (ìes  I  ains,  il  più  grande  e 
il  più  lussuoso  degli  alberghi  del  Lido. 

12.  IWnto.  —  Il  deputato  della  città,  dot- 
tor Cesare  Ballisti,  che  combatteva  come 
tenente  degli  alpini  nell'esercito  italiano  per 
la  liberazione  della  sua  patria,  caduto  pri- 
gioniero de,'li  austriaci  in  Vallars*  il  10,  è 
tradotto  a  Trento,  sottoposto  a  processo  som- 
mario e  condannato  alla  impiccagione.  La 
s<'ntenza  è  eseguita  oggi  nelle  fosse  del  Ca- 
stelltn  La  notizia  non  è  conosciuta  in  Italia 
che  il  18,  suscitando  compianto  e  indigna- 
zione enorme. 

14.  La  (ìermania  proibisce  alle  banche  di 
eiTettuare  pagamenti  a  cittalini  italiani  e  so- 
spende le  pens  oni  op'  raie  dovute  a  italiani. 

14.  J'anyi.  —  La  festa  nazionale  ò  cele- 
brata con  entusiastno  (iignitoso.  A  una  grande 
rivista  militare  partecipano  le  ranpresentanzo 
di  tutti  gli  eserciti  che  combattono  sul  ter- 
ritorio francese. 


14.  At«ne.  —  Un  Incendio  dlstrufr^e  la  re- 
sidenze leale  di  Ta  oi  e  circa  10,000  ettari 
di  bo.soo.  il  re  Costantino  si  salva  a  stento, 
ferito  a  un  piede:  ma  alcuni  ufficiali  del  suo 
seguito  restano  carb mizzati. 

15.  Il  governo  italiano,  in  seguito  alla  so- 
s.^ensione  del  pa,'araenti  delle  pensioni  agli 
opo.  ai  italiani,  annunzia  che  provvedera  esso 
al  i>agamento  delle  somme  dovute  ai  ti  olari. 

15.  l'ietrofjralo.  —  Accordo  russo -svedese 
per  il  collegamento  delle  fenovie  dei  aue 
p.iesi  con  la  costruzione  di  un  pome  sul 
fiume  Tornea.  La  Germania  vi  si  era  oppo- 
sta con  ogni  arte. 

15.  \Vashin,jion.  —  Il  Dipartimento  di  Stato 
dichiara  che  considerali  ."-ottomarino  Urutsch- 
lau'l  come  nave  mercantile. 

15.  WashiinitO't.  —  Il  presidente  accetta  la 
proposta  del  gen.  Carranza  di  deferire  a  una 
commissione  arbitrale  di  tre  americani  e  tre 
messic:ini  tutte  le  questioni  pendenti  fra  gli 
Stati  Uniti  e  il  Messico. 

18.  Una  nota  u  liciale  del  governo  ita- 
liano dimostra  come  la  Germania  abbia  ri- 
corso ad  atti  di  evidente  ostilità  verso  l'It  i- 
lia  e  ribatte  i  sofismi  e  le  false  atTermazioni 
dell' utficiosa  Agenzia  Woltf. 

19.  Decreto  L.  T.  che  estendo  a  tutti  gli 
stati  nemici  o  alleati  di  stati  nemici  (intendi 
alla  Germania)  le  disposizioni  del  decreto  2  4 
giugno  191.')  col  quale  si  autorizza  il  governo 
a  enianaie  provvedimenti  di  rappresaglie. 

23.  Decreto  L.  T.  che  fissa  norme  più 
precise  e  restrittive  per  il  passaggio  della 
frontiera  da  e  per  l'Italia  durante  lo  stato 
di  guerra. 

23.  Pi«trojrado.  —  Lo  Zar  accetta  le  di- 
missioni di  Sazonoff,  ministro  degli  Esteri, 
Sturner  presidente  del  Consiglio  e  ministro 
dell'  Interno  passa  agli  Esteri,  conservando  la 
presidenza. 

27.  Il  senatore  Giacomo  de  Martino,  go- 
vernatore della  Somalia,  e  nominato  governv 
tore  della  Colonia  Eritrea;  e  il  capitano  di  va- 
scello Giovanni  Cerrina-Feroni  ohe  reggeva 
il  governo  dell'Eritrea,  è  nominato  governa- 
tore della  Somalia. 

27.  Nuova  risposta  ufficiosa  del  governo 
italiano,  a  un  altro  comunicato  dell'agenzia 
Wolff  che  contiene  la  i-epl.oa  del  governo 
germanico. 

29.  Il  piroscafo  Le.'imhro,  partito  da  Beu- 
gasi  per  Siracusa,  è  silurato  da  un  sottoma- 
rino austriaco,  il  quale  tira  granate  anche 
contro  le  imbarcazioni  dei  passeggieri  fran- 
tumandone una.  Più  di  100  vittime.  Altri  ap- 
prodano sulla  costa  libica  ma  cadono  prigio- 
nieri degli  arabi  ribelli  di  Misurata, 

29,  l'artifi.  -  Il  governo  francese  dirige 
alle  potenze  centrali  una  nota  per  protestare 
contro  le  crudeltà  commesse  dalle  autorità 


5fttf    PErFERT     PE      REINE- 
''"^  CioccotATO-Ai  Biscotto 


MTALMOHE 


-  504  - 


Il  Couveguo  di  Pallauza  (v.  <)  agosto).  —  I  delegati  in  gita  sul  Lago  Maggiore. 


tedesche  sulle  popolazioni  civili  dei  diparti- 
iiienli  francesi  occupati  dal  neinie-o. 

29.  Sciaiiijai.  —  I  ribolli  cinesi  assediano 
la  città. 

30.  Tripolitanin.  —  Gli  arabi  ribelli  di 
Tarliuiia  acconsentoro  a  rilasciare  i  prigio- 
nieri italiani  caduti  in  loro  mani  il  18  giu- 
gno lyió,  cioè  23  uttìclali  e  700  uomini  di 
truppa,  i  quali  «ono  os,'gi  messi  in  libertà  e 
scambiati  con  arabi  che  era- 
no in  nostre  mani. 

31.  Roma.  —  Concluso 
\u\  accordo  fra  It:ilia  e  In- 
ghilterra per  una  comune 
azione  dei  due  governi  in 
rapporto  ai  Senussi. 

AGOSTO 

1.  Nel  secondo  anni\  ei-- 
sario  dello  scoppio  della 
gnerr-a,  Guglielmo  II  e 
Francesco  Giuseppe  dirigo- 
no due  messaggi  ai  loro  po- 
poli. 

1.  Pechino.  —  Apertura 
del  parlamento  cinese:  il 
nuovo  presidente  della  Ke- 
pubblica  presta  giuramento 
di  fedeltà  alla  costituzione. 

2.  11  Ministero  della 
Guerra  stabilisce  di  utiliz- 
zai e  i  Giovani  Esploratori, 
di  età  superiore  ai  15  anni, 
in  squadre  mobiiitato,  per 
servizi  di  vigiian/.a  costiera. 

2.  Un  decreto  L.  T,  incarica  il  Ministero 
deli'Agricoltuia  di  provvedere  a  facilitare  gli 
approvvigionamenti  dei  generi  alimentari  e 
4eUe  merci  di  oon^un?  e  l&rgo  consumo. 


Ruggero 
giustiziato  il  3  ; 


2.  Taranto.  —  A  bordo  della  nave  Leo- 
nardo da  Vinci  ancoi-ata  nel  Mar  Piccolo  si 
manifesta  un  incendio  appiccato  do'o-amente. 
Si  allau'ano  le  Sante  Bart)are,  ma  essendosi  al 
t^mpo  stesso  per  una  esplosione  aperta  una 
falla,  la  nave  si  rovescia  e  va  a  fondo,  a  poca 
profondità.  Sopra  llò6  uomini  di  equipagi:io 
e  34  utliciali,  periscono  227  uomini  e  21  uffi- 
ciali, compi esi  il  comandante  e  il  vioecoman- 
dante. 

3.  Il  Re  concede  la  me- 
daglia d'oro  al  valore  alle 
bandiere  dei  reggimenti 
delle  brigate  Regina  (tì»  e 
lOo),  Casale  (11»  e  12o),  Sas- 
sari (151  elS.i"»,  e  molte  ban- 
diere d'argento  alle  bandie- 
re di  altri  re.Ljgimenti. 

3.  FrVtiryu  (Svizzera).  — 
Il  Capitolo  «generale  dell'or- 
dine dei  Domenicani  elegge 
a  nuovo  supcriore  generale 
dell'ordine  il  padre  Luigi 
Ttieissling.  oland>^se. 

3.  Ldììdrd.  —  Ruggero 
Casement  è  impiccato. 

4.  Convenzione  danese- 
americana  per  la  vendita 
I)er  25  milioni  di  dollari 
delle  Antiile  Danesi  agli 
Stati  Uniti.  Le  Antiile  Da- 
j-.esi  sono  tre  isolotti,  San 
Tommaso,  San  Giovanni  e 
Santacroce,  della  superficie 
totale  di  appena  350  km.  q. 
ab)  rate  da  ci  rea  30. 000  )iegri. 
Nel    secondo   anniversario 

della  dichiarazione  di  guerra  dell'Inghilterra 
alla  Gel-m,ania,  Re  Giorgio  dirige  un  telegram- 
ma ai  capi  de;jli  slati  alleati,  confermando 


Cashmrnt 
igosto  a  Londra, 


5 .    Lori'h-a. 


-  505   - 


•w^  «^^     'I. 


%••. 


U^A 


Bimini  dopo  il  terremota.  —  Tende  o  1>ar;icche  in  l'ia/z.i  Miil; 
111  luiido  lu  Huci-ii  Malatestiaua.    (t'ut.  (J.  GÌ 


(■sta. 
vaiiardi). 


loro  l'incrollabile  decisione  di  continuare  la 
guerra  finché  la  m-na  desiderata  non  è  rag- 
tliuiifa;  e  al  Re  del  Belgio  telet,'rafa,  as-;ica- 
raiido  che  gli  sforzi  degli  Alleati  renderanno 
al  Bel-^io  la  sua  indipendenza. 

6.  Russia.  —  Uà  Oggi,  per  una  legge  vo- 
tata dalla  Duma,  è  vietato  il  consumo  della 
carne  per  4  giorni  della  settimana,  durante 
la  guerra. 

7.  Londra.  —  Al  Congresso  il  ministi-o  de- 
gli Esteri  annuncia  che  l'Inghilterra  ha  chie- 
sto al  Poitogallo  la  sua  cooperazione  militare 
sui  campi  dell'Europa  e  il  Congresso  accorda 
al  potere  esecutivo  alla  unanimità,  meno  un 
voto  socialista,  la  laroltà  per  corrispondere 
all'invito  inglese. 

8.  Decrero  L.  T.  che  sottopone  a  seque- 
stro e  liquidazione  le  aziende  esercitate  in 
Italia  da  sudditi  di  stati  con  i  quali  l'Italia 
è  in  guerra  o  di  stati  lo;o  alleati.  Altio  de- 
creto stabilisce  il  divieto  assoluto  di  commer- 
cio con  nemici,  ovunque  ri>iedano  e  con  ditte 
ibcritte  in  apposita  lista. 

8.  Roiha.  —  Nel  Consiglio  dei  Ministri  il 
presidente  annuncia  che  in  48  giorni  sono 
stati  collocati  per  un  miliardo  e  600  milioni 
di  buoni  del  Tesoro. 

8.  Rottura  dogai'ale  fra  Italia  e  Germania. 

9.  Le   truppe  italiane,  dopo  quatt  rd.cl 


mesi  di  assedio,  entrano  finalmente  in  Gu- 
rizia.  La  notizia  è  accolta  con  grande  entu- 
siasmo in  tutta  Italia. 

9.  Palln  >za.  —  Convegno   fra  il  ministro 
inglese  del  Commercio  Runciman  e  i  ministii 
italiani  de  Nava  e  Arlotta.  Il  ministro  iitg'eso 
arrivato  ieri  con  l'ambasciatore  e  vari  fun/i 
nari,  è  ospite   del  sig.  Capcl-Cure  alla  vi 
della  Montagnola:    i    ministri   italiani  so: 
ospiti  dtl  march.  Della  Valle  di  Casanova. 

10.  ProcLima  del  He  ai  soldati.  Dice  ti. 
dopo  avere  respinta    la   oflfensiva   austriaca 
nel  Trentino,  espugnata  Gorizia,   la  vittoria 
già  si  mostra  all'  orizzonte. 

11.  Un  corpo  italiano  di  spedizione,  co- 
mandato dal  gen.  Petitti  di  Roreto,  arriva  a 
Salonicco  ed  inizia  lo  sbarco. 

11.  Rema.  —  Il  dipartimento  politico  sviz- 
zero comunica  che  le  trattative  dei  negozia- 
tori a  Parigi   per  regolare  i  rapporti  econo- 
mici della  Svizzera  con  le  potenze  bellij' 
ranti  hanno  avuto  un  completo  insuccesso 

11.  Buenos  Aires.  —  La  delegazione  Argr 
tina  della  Croce  Rossa  Italiana,  per  festeggia 
la  liberazione  di  Gorizia,  invia  in  Italia  !'<' 
ferta  di  lOO.TOt)  lire. 

12.  Un  decreto  L.  T.  stabilisce  disposisi, 
a  favore  degli  orfani  di  guerra. 

12.  Milano.  -  Visita  dei  ministri  Run>  i- 


FIAT 


Automobili  militari  —  Vetture  fotoelettriche  —  Carri 
per  radiotelegrafia  —  Carri  per  parchi  aeronautici  — 
Carri  cisterna  —  Carri  officina  —  Carri  trattori  — 
Carri  ambulanza  —  Carri  per  radioscopia  —  Motori 
Marini  —  Gruppi  elettrogeni  —  Motori  per  dirigibili 
Motori  per  aviazione  —  Aeroplani,  ecc.  == 


-  506  - 

man,  Arietta  e  Pe  Nava.  Al  ricevimento  dato     tinue  scosse  abbandona  per  alcuni  giorni  la 


dalla  Camera  di  Coinmeioio  il  mìi  isfro  n- 
plestì  Ruiiciman  preannniKsia  gli  accoidi  con- 
clusi fra  Italia  e  Inghilterra  In  molte  que- 
stioni economiche  e  specialmente  in  quelle 
dei  carboni  e   dei  noli. 

12.  Vt'H'zia.  —  Nozze,  in  forma  intimis- 
sima,  di  Renata  d'Annunzio,  figlia  del  poeta, 
col  tenente  Silvio  Montanarell;i. 

13.  Vaticiino.  —  Solenne  cerimonia  perla 
lettura  del  decreto  di  beatifii-azione  del  Yen, 
Gius.  Ben.  Cottoleugo  (Bra  1786  -  Ghieri  1842), 
f-n datore  della  Piccola  Casa  della  Divina  Prov- 
videnza in  Torino. 

13.  In  risposta  a  una  impu  lente  comuni- 
cazione del  Comando  Supremo  austriaco  che 
minaccia  la  fucilazione  a  quei  nostri  soldati 
che  fossero  trovati  in 
possesso  di  eartuccie 
esplodenti  o  vestiti  di 
uniformi  austriaclie, 
il  Comando  nostro 
con  suo  ordine  del 
giorno  dispone  siano 
passai  per  le  armi 
tutti  gli  austriaci  sor- 
presi in  atto  di  com- 
mettere qualcuna 
delle  molte  e  gravi 
violazioni  delle  leggi 
e  degli  usi  di  guerra 
che  i  nemici  sogliono 
commettere. 

13.  Da'mazia.  — 
Da  ogLji  tutte  le  città 
d.almate,  per  ordine 
del  Coniando  Supre- 
mo austriaco,  devo- 
no negli  arti  ufficiali 
essere  indicate  col 
ni>rae  oroato:  Zad")-, 
Split,  Duhrovnih-,  Ko- 
tor,  ecc.,  invece  di 
Zara,  Spalato,  Ragu- 
sa, Cattare,  ecc. 

14.  Hanno  termi- 
ne le  conversazioni 
a  Pallanza  nella  vii  a 
Capei  Cure  fra  il  mi- 
nistro inglese  Runci- 

man,  l'ambasciatore  Rennell  Rodd  e  i  mini- 
stri Arietta  e  De  Nava.  Un  comunicato  uffi- 
ciale constata  il  pieno  accordo  raggiunto  su 
tutti  i  punti.  Runciman  parte  il  giorno  dopo 
per  Toi-ino  dove  s'incontra  con  l'on.  Boselli. 

14.  Inaugurandosi  in  tutta  Italia  le  ses- 
sioni ordinarie  dei  Consigli  Provinciali,  si 
hanno  manifestazioni  patriottiche  e  discorsi 
importanti  di  uomini  politici.  Parlano  l'on. 
Boselli  a  Torino,  l'on.  Giolitti  a  Cuneo,  l'ono- 
revole Meda  a  Milano. 

15.  Fortissime  scosse  di  terremoto  in  Ro- 
magna e  nelle  Marche  che  durano  tutto  il 
giorno  appresso.  L'epicentro  è  approssimati- 
vamente nell'Alto  Adriatico  alla  latitudine  di 
Ravenna.  Danni  gravissimi,  specialmente  a 
Rimini,  dove  moltissime  case  e  palazzi  crol- 
lano (fortunatamente  i  monumenti  della  in- 
.'iigne  città  restano  intatti)  e  si  hanno  anche 
4  morti;  pure  a  Cattolica  e  a  Riccione  mol- 
tissime rovine.  Danni  minori  a  Pesaro,  dove 
tuttavia  la  popolazione  terrorizzata  dalle  cou- 


liimini.  —  Chiesa  di  S.  Bernardino. 
I  pompieri  demoliscono  il  soiìitto  pericolante. 
(Fot.  O.  Giovanardi). 


oi'ta.  La  notte  del  1«  arrivano  sui  luo^^hi  più. 
danneggiati  i  sottosegretari  Bonlcelli  e  De 
Nava  e  vi  si  trattengono  alcuni  giorni. 

15.  liologna.  —  Adunata  di  s  luadre  di 
Giovani  Esploratori  convenute  da  ogni  re- 
gione d'  Italii  per  salutare  i  compagni  pre- 
scelti ad  un  esperimento  di  mobilitazione. 
Partono  nei  riorni  appresso  due  squadre,  la 
prima  va  a  Bari,  quindi  a  Grottaglie  (Lecce) 
per  servizi  di  vigilanza  costiera,  la  seconda 
ala  Berretta  per  la  vigilanza  della  linea  fer- 
roviaria. Tornano  il  '21  settembre. 

16.  'Torini.  —  L'on.  Boselli  pronuncia  un 
discorso  politico  al  ricevimento  dato  in  onore 
dell'Associazione  Subalpina  della  stampa. 

16.  L  sauna.  —  Alla  stazione  si  scoprono 
in  una  valigia  deiìo- 
sila'a  da  un  diser  Ole 
italiano  3rt  bombe  di 
provenienza  austria- 
ca e  destinate  a  far 
saltare  le  officine  elet- 
triche dell'Italia  set- 
tentrionale. 

16.  Londra.  — 
Alla  Camera  dei  Co- 
muni lord  Asquith 
dice  che  il  governo 
è  deciso  a  non  ripren- 
dere dopo  la  guerra 
le  relazioni  diploma- 
tiche con  la  Germa- 
nia se  prima  non  darà 
adeguate  riparazioni 
per  le  atrocità  com- 
messe. 

17.  Nubifragio 
che  devasta  il  terri- 
torio tra  Sestocalen- 
de  e  Solbiate  Arno. 
Più  gravi  danni  a  Val- 
darno,  frazione  del 
comune  di  Albizzate 
e  a  Ponte  Albiate, 
frazione  di  Triuggio. 
Dodici  morti. 

20.  lioma.  -  Si 
ricostituisce  l'Unione 
economica  nazionale 
che  già  ebbe  vita  a  Trieste,  con  lo  scopo  di 
studiare  l'assetto  futuro  delle  terre  reden- 
te, in  special  modo  dal  punto  di  vista  eco- 
nomico. 

21.  Decreto  L.  T.  che  sanziona  molte  utili 
provvidenze  a  vantaggio  degli  invalidi  (mili- 
tari mutilati,  storpi,  ciechi,  ecc.)  della  gueri-a. 

23.  Jhi/apest.  —  Rottosi  l'accordo  fra  il 
governo  ungherese  e  i  capi  dell'opposizione 
comincia  alla  Camera  una  serie  di  sedute  tu- 
multuose. L'opposizione  or;.'atiizza  l'ostru- 
zionismo. Discutendosi  sulla  guerra  con  l'Ita- 
lia, il  ministro  Tisza  confessa  che  le  trattative 
con  noi  non  ebbero  altro  scopo  che  di  gua- 
dagnar tempo. 

23.  11  grande  sceriffo  della  Mecca  dirige 
ai  maomettani  di  tnlto  il  mondo  un  mani- 
festo nel  qnale  spiega  le  ragioni  della  sna 
rivolta  e  afferma  che  al  Comitato  "Unione 
e  Progiesso  „  è  dovuta  la  rovina  dell'impero 
ottomano. 

25.  11  governo  italiano  configca  il  palazzo 


-  507  - 

di  Venezia  In  Roma,  sede  dell' ambasci»' a  au-  29.  Ancona.  —  Il  Tribunale  di  Hnerra  oon- 

stiiiica  presso  la  d.  Sede.  danna  alla  fu.ila«lone  certo  Ulusepi.e  Larefle 

27.  Il  governo  italiano  prega  il  governo     di  Egna  (Alto  Adige)  e  all'ergastolo  due  suoi 


iterale  svizzi^ro  di  notifli-ure  al  ROvernog(»r- 
.aiuco  che  a  partire  da  domani  l'Italia  si  con- 
terà in  stiito  di  guerra  con  la  <ìermania, 
27.  Bucarest.  —  (Consiglio  della  Corona, 
ove  si  decide  che  la  Romania  scenda  in 
ler.a  a  fianco  dell'Intesa.  La  sera  stessa  il 
)verno  romeno  dichiara  la  guerra  all'Au- 
i-iii-IiiL'licria.  T^a  (Germania  ri-.ponde  imme- 


complioi  convinti  di  spionag  .-io.  di  aver  pro- 
vocato per  mandato  dello  Stato  Maggiore 
austriaco  un  incendio  nel  porto  di  Genov.i 
e  ano  seO(>pio  nel  dinamitifìcio  di  Cen;:io  <' 
di  aver  tentato  di  distru„'gere  le  Acclalen»» 
di  'lY'rni  e  1  ponti  sulla  Brenta  e  sulla  Piave. 
Il  proces«io  era  cominciato  il  li». 

29.  Milano.  —  Disborso   politico   del  mi- 




_i -v*! 

^^ 

1 

Rimini.  —  I  pompieri,  prima  di  demolire  11  campanile 
di  S.  Beruardino,  pericolante  nel  terremoto,  calano 
a  terra  le  campane.  (Fot.  G,  Giovanardi). 


diatamente   con  la   dichiarazione   di  guerra 
alla  Romania. 

27.  Copenaghen.  —  La  Camera  danese  è 
sciolta  perchè  ritìnta  di  approvare  la  vendita 
delle  Antille  danesi  a:,di  Stati  Uniti. 

28.  ItoiH'i.  —  Il  giornale  La  OmroHia, 
fondato  da  T.  Pal;»meni,'hl  Crispi  con  pro- 
gramma fllo-germanico,  sosmc  ide  le  pubbli- 
cazioni, eh'.!  risult.mo  meno  opportune  dopo 
la  di<hiarazlor.e  di  gii'-rra  alla  Germania. 

28.  liMun-es'.  —  Il  Re  Ferdinando  ordina 
la  luobilitazioi.e  generale. 


nistro  Meda,  in  un  banchetto  al  caffè  Cova 
29.  La  Svizzera,  in  seguito  alla  dicliia 
razione  di  guerra  dell'Italia  alla  Germania 
ed  all'entrata  in  campo  della  Romania,  con- 
ferma la  sua  neutralità. 

29.  Vienili.  —  Il  ministro  degli  Interni 
conte  Uohenlohe  chiede  un  lungo  congedo  per 
salute. 

29.  Oermania.  —  L'Imperatore  esonera 
dalle  funzioni  di  capo  dello  Stato  Maggiore 
il  generale  \on  Falkenhiyn  e  gli  sostltolsce 
U  feldmaresciallo  vou  Ulndouburg. 


508 


A  PaUizzo  Venezia  sventola  il  t ricali 


aliano  (v.  25 


29.  Dichiarazione  di  guerra  de'.la  Turchia 
alla  llomania. 

30.  Stoccolma.  —  I  ministri  delle  quattro 
poten7,e  alleate  Italia,  Francia,  Inghilterra  e 
Hnssia  conseyrnaiio  al  governo  svedese  una 
nota  identica  dolendosi  di  alcuni  provvedi- 
menti presi  dalla  Svezia  in  fatto  di  naviga- 
zione del  mar  Baltico  che  sono  parziali  verso 
la  Germania. 

31.  Decieto  luogotenenzia'e  che  dispone 
nuovi  aggravi  tributari  per  la  durata  della 
guerra:  fra  gli  altri  ci  sono  l'imposizione  di 
un  contributo  straordinario  per  le  spese  del- 
l'assistenza civile  e  il  monopolio  di  vendita 
dei  lianiniiferi. 

31.  Un  decreto  luogotenenziale  dichiara 
nulle  e  prive  di  efficacia  giuridica  le  cessioni 
di  beni  e  di  diritti  pubblici,  le  esportazioni 
di  oggetti  di  pregio  artistico  o  storico,  le  con- 
fische ordinate  dal  nemico  nei  territori  già 
occupati  e  in  quelli  rivendicati  dall'Italia. 

31.  Decreto  luogotenenziale  che  alza  da 
5  lire  a  17  la  soprattassa  di  fabbricazione 
dello  zucchero  e  ne  lissa  il  prezzo  massimo 
di  vendila. 

31.  Il  generalissimo  Cadorna  con  una  vi- 
brata circolare  stigmatizza  1'  uso  delle  de- 
nunzie anonime  e  dispone  che  d'ora  in  avanti 
non  ne  sia  teimto  conto  alcuno. 

31.  Salonicco.  —  Moti  insurrezionali.  Una 
parte  dell'esercito  costituisce  un  Comitato 
di  difesa  nazionale.  Le  truppe  che  si  oppon- 


gono al  movimento,  depongono  le  armi  per 
intervento  del  generale  Sarrail  e  delle  truppe 
francesi. 

SETTEMBRE 

1.  La  Bulgaria  dichiara  la  guerra  alla  Ro- 
mania. 

2.  Il  Governo  decide  di  concedere  per 
miglioramenti  di  stipendi  ai  ferrovieri  ci;ca 
K;  milioni  e  altre  indennità  ai  postelegratici  : 
inoltre  autorizza  il  ministro  dei  trasporti  a 
riammettere  in  servizio  i  ferrovieri  dimessi 
in  seguito  agli  scioperi  del  1907  e  1914. 

2.  Il  Ministero  della  Marina  cambia  nome 
ai  piroscafi  austriaci  requisiti  ribattezzandoli 
con  nomi  di  personaggi  del  Risorgimento  e  di 
vittime  de'.'a  ferocia  austriaca,  cominciando 
dal  Capitano  Sauro. 

2.  ^!<sr/a- t7nu72er»a.  —  Un'ordinanza  im- 
periale aumenta  le  ta-;s3  per  circa  750  mi- 
lioni di  corone. 

2.  Atene.  —  42  navi  dell'Intesa  incrociano 
dinanzi  al  Pireo.  Ne  sbarca  un  distaccamento 
che  sequestra  20'navi  tedesche  ancorate  nel 
porto  e  s'impadronisce  della  stazione  radio- 
tele^rrafica  nell'Arsenale. 

2.  Ateìie.  —  I  rappresentanti  delle  Po- 
tenze protettrici  presentano  un  ultimatum 
nel  quale  chiedono  il  controllo  delle  poste 
e  dei  telegrafi,  la  espulsione  deg'i  agenti  ne- 
mici e  la  punizione  dei  sudditi  ellenici  col- 
pevoli di  spionaggio. 


POUDRESIMON 


Purezza    E  fi  I  f  .1  f  I  f  f  J  ?&^  i  k  %  f  I  f  i'Il    Igienica 

assoluta    '^  i^iii1lfliii<thiiiÌlhMwiWftì#iiffB^^^  aderente 

Incomparabile  per  la  frescHezza  del  colorito. 


—  5()9  - 


3.  Decreto  luogotenenziale  ohe  antoiizKa 
il  sequestro  delle  attività  uel'e  sodetii  cotn- 
inerciHli  che  tentano  danneggiare  l'ErHno 
lue.te.idosl  artifìoiosamente  in  stato  di  liqui- 
dazione. Al  provvedimento  ha  dato  oooaslone 
il  fatto  che  la  Società  di  Navigazione  Alta 
Italia  ha  dclilterato  lo  sciOi-'Umento.  mentre 
in  un  si^Io  esercizio  ha  realizzato  con  6  mi- 
lioni di  capitale  circa  12  milioni  di  utili. 

3.  KMro  decreto  luogotenenziale  che  esi- 
me dall'imposta  l'energia  elettrica  usata  per 
riscaldamento. 

3.  Formidabile  attacco  di  13  Zeppelin  te- 
deschi sull'Inghilterra,  il  ma,i,'glore  tentato 
finora.  Uno  solo  di  essi  giun<^e  su  Londra, 
ma  è  incendiato  da  un  aeroplano  Inglese. 
Danni  re.ativamente  non  gravi. 

3.  Atene.  —  11  aoverno  },'reoo  accetta  In- 
tegralmente le  richieste  della  Intesa. 

4.  Dar-es-Salam,  capitale  della  colonia  te- 
desca dell' Affrica  orientale,  si  arrende  alle 
truppe  biitanniche,  coadiuvale  dai  soldati 
belgi  del  Congo. 

5.  Il  Re  dona  100.000  lire  por  1  danneg^jiaii 
dal  terremoto  delle  proviifcie  di  Forlì  e  di 
Pesaro,  destinandole  specialmente  alle  cucne 
economiche  nelle  campagne. 

6.  Venezia.  —  Ari-iva  il  ministro  Scialo.ja, 
nominato  Oi>mmissario  civile  per  avvisare  i 
provvedimenti  da  prendersi  nelle  presenti 
condizioni  della  citta.  Il  giorno  appresso  e;;li 
si  reca  a  deporre  a  nome  del  Governo  ima 
corona  di  tiori  sul  sarcofago  di  Daniele  Ma- 
nin, in  piazzetti  dei  Iaconi,  come  tributo  di 
ammirazione  dell'Italia  alla  città  che  perla 
causa  nazionale  sopporta  nobilmente  tanti 
saeritici. 

6.  Venezia.  —  Continuano  le  selvaggie  in- 
cursioni di  aerei  austriaci  sulla  città.  Delle 
molte  bombe  lanciate  senza  grave  danno  una 
ca  lo  in  piazza  S.  Marco  a  breve  distanza  dalia 
Basilica. 

7.  Un  decreto  luogotenenziale  assegna 
delle  pensioni  annue  alle  vedove  e  ai  tìgli 
degli  italiani  periti  sul  pa*:ibo'o  austriaco  per 
ragioni  politiche  durante  la  presente  guerra. 

8.  Atene.  —  Il  bar.  Schenk,  ministro  di 
Germania  e  gli  agenti  austro- tedeschi  lasciano 
la  Grecia  espulsi  per  volontà  dell'Intesa. 

9.  ÌVa^hiftfft'm.  —  Il  Senato  ratifica  il  trat- 
talo con  la  Danimarca  per  l'acquisto  delle 
Indie  Occidentali  Danesi,  per  II  prezzo  di 
2.5  milioni  di  dollari  e  la  rinunzia  ad  alcuni 
dii-itti  dell'America  sulla  Groenlandia. 

10.  Il  Governo  comunica  soltanto  oggi  il 
disastro  della  Leonardo  da  Vinci  (v.  2  agosto) 
e  annun/.Ia  che  escluso  ogni  sospetto  di  si- 
luramento nomina  una  commissione  di  sena- 
tori, deputati,  e  altre  autorevoli  persone, 
presieduta  dal  viceammifaglio  Canevaro,  per 
rhìarire  le  circostanze  nelle  quali  si  è  pro- 
dotto il  doloroso  avvenimento. 


10.  Roma.  —  La  poliEla  sorprende  alcuni 
sociattsti  che  preparano  un  manifesto  anti- 
militarista al  paese,  d'accordo  con  l'I'tfloio 
Internazionale  giovanile  socialista  di  Zurigo. 

10.  Corfà.  —  Riprende  i  suoi  lavori  In 
terra  d'esilio  la  Scupclna  serba. 

11.  Atene.  —  Dimissioni  del  mliiLstro 
Zaimìs. 

12.  Va:ieano.  —  Il  Papa  sostituisce  II 
card.  ScapinelU  nunzio  in  AustrlaUagheria 
con  mons.  Teodoro  Valfrè  di  Bonzo,  già  ar- 
civéscovo di  'Vercelli. 

12.  Il  ministro  de;;!!  Affari  Esteri  on.  Son 
nino  respinge  perchè  redatta  in  termini  voi 
gari  e  ingiuilosi  una  protesta  del  govern- 
Austriaco  contro  la  confisca  del  Palazzo  V>.- 
ue/.ia  presentata  per  uiezzo  dall' ambasolat.i 
spaglinola. 

12.  Cvrtla.  —  Il  l'V  corpo  d'armata  o'io 
difendeva  Cavala  e  la  regione  si  arrende  alle 
truppe  bulgaro-tedesche  senza  combattere  ed 
è  internato  in  Germania. 

12.  Berna.  —  Il  Consiglio  Federale  fa  noto 
che  le  trattative  iniziate  con  la  Germania  il 
21  agosto  por  un  accordo  circa  le  itriporta- 
zioni  e  le  esportazioni  delle  merci  neoessai ie 
ai  due  paesi,  si  avviano  a  u:ia  favorevole  so- 
luzione,, mentre  le  analoghe  trattative  con 
l'Intesa  ebbero  esito  negativo. 

13.  Ritma.  —  Fondato  l'Istituto  Nazionale 
di  credito  navale,  con  190  milioni  di  capitali 

14.  Roma.  —  Il  Corriere  d' Italia  sconfes^  t 
a  non>e  delle  organizzazioni  cattoliche  l'ono- 
revole Miglioli  di  cui  si  diceva  essersi  recato 
a  Zurigo  per  partecipare  a  un  convegno  so- 
cialista neutralista  e  smentendo  la  voce  di 
altro  convegno  cattolico  con  le  medesime  ten- 
denze, aft'erma  che  nessuno  potrebbe  avervi 
rappresentato  lo  organizzazioni  cattoliche  ita- 
liane. 

14.  Verdun.  —  Il  Presidente  della  Repub- 
blica si  reca  nella  città  eroica  per  consegnare 
al  sindaco  della  città  le  alte  decorazioni  mi- 
litari che  per  iniziativa  dello  Zar  tutte  le  na- 
zioni alleate  le  hanno  decretato  per  onorarne 
la  strenua  difesa. 

15.  Avendo  il  conte  Tisza.  presidente  del 
Consiglio  d'Ungheria,  affermato  allaCameia 
dei  Deputati  fra  altre  cose  constargli  che  il 
ministro  Sonnino  non  aveva  comunicato  fe- 
delmente al  Re  nò  ai  colleghi  le  orterte  del- 
l'Austria-Ungheria,  un  comunicato  uflicialo 
dell'Agenzia  Stefani  dichiara  che  tale  affer 
mazione  è  non  meno  scioec  »  che  menzognoi  :> 

16.  Due  decreti  del  Ministro  dell' Agricol- 
tura ordinano  la  denunzia  dei  formaggi  e  del 
granturco. 

16.  Stoccolma.  —  Risposta   evasiva  della 
Svezia  alle  proteste   degli  alleati  contro  1 
misure  prese  per  la  navigazione  nelle  acqu' 
territoriali  svedesi. 

17.  San  Marino.  —  Sono  eletti  nuovi  Ca- 


RO  YAL  mod.  IO 


la  migliore 

m&ccKina 
per    scrivere. 


Agenzia  Gknerale  per  l'  Italia  e  Colonie 
MILANO  —  Via  Dante,  4  ~  A.  MELE  &  C. 


510  - 


Dimostrazione  per  Cesare  Battisti  a.  Napoli,  nella  via  che  ora  porta  il  suo 
nome  (30  luglio  1916).  —  L'on.  Altobelli  parla  dal  balcone  d'angolo. 

{Fot.  a.  D.  Buffa,  Napoli). 


pitani  Reggenti  ter  il  semestre  oitobre-aprile 
l'avv.  Gustavo  Babboni  e  il  sig.  Giovanni 
Arzilli. 

17.  Parigi.  —  Arrivo  dei  ministri  italiani 
De  Nava  e  Arietta  per  trattare  col  Governo 
francese  questioni  economiche  e  commerciali. 

17.  Atene.  —  Dopo  inutili  tentativi  di  vari 
uomini  politici  preci,  un  nuovo  ministero  è 
formato  da  Calogeropulo-i. 

18.  Oporto.  —  Giavi  disordini  provocati 
dai  socialisti  per  protestale  contro  gli  acca- 
parratori di  viveri.  Il  Governo  portoghese  li 
reprime  con  pronta  energia,  fa  numerosi  ar- 
resti e  scioglie  le  federazioni  socialiste. 

20.  La  festa  nazionale  odierna  è  celebrata 
in  tutta  Italia  con  cerimonie  patriottiche  e 
di  carità:  consegna  di  medaglie  ai  decoiati, 
trattenimenti  negli  ospedali  per  i  feriti  e  per 
1  mutilati,  cortei,  conferenze,  ecc.  A  Roma  la 
inaugurazione  della  lapide  in  oiioi-e  di  Cesare 
Battisti  collocata  sul  palazzo  Venezia,  a  Mi- 
lano la  festa  del  "  Ventino  „  a  beneficio  della 
Croce  Rossa. 

20.  Parigi.  —  Un  comunicato  ufficiale  con- 
stata l'accordo  avvenuto  fra  i  ministri  itiiliani 
e  francesi  nelle  questioni  discusse  in  una  con- 
ferenza durata  tre  giorni  per  sviluppare  gli 


scambi,  le  comunicazi:)ni  e  i  trasporti  tra  i  due 
paesi,  con  l'Inghilterra,  con  l'Oriente  e  con 
la  Russia  meridionale   e  su  altri  argomenti. 

20.  Parigi,  —  Alla  Camera  francese  Briand 
pronuncia  una  fiera  invettiva  contro  i  socia- 
listi pacifisti.  La  Camera  lo  approva  con  una 
ovazione  indescrivibile  e  delibera  con  421  v. 
contro  26  l'affissione  del  discorso. 

20.  Alen".  —  La  Grecia  con  una  nota  ener- 
gica chiede  alla  Germania  la  liberazione  delle 
truppe  fatte  prigioniere  il  12  a  Cavala. 

20.  Cristiania.  —  Terza  conferenza  dei 
ministri  dei  tre  stati  neutrali  scandinavi. 

24.  Il  Corriere  della  Sera  pubblica  un  ar- 
ticolo del  suo  redattore  Bettazzi  che  rivela 
il  trattamento  esageratamente  fiacco  e  «con- 
veniente u-<ato  ver.<o  i  prigionieri  austriaci 
nei  vari  campi  di  concentramento.  A  dissi- 
pare la  penosa  impressione  destata  nel  paese, 
il  Governo  con  un  comunicato  ufficioso  men- 
tre cerca  di  attenuare  i  fatti,  annunzia  che 
sta  provvedendo  severamente. 

25.  Crefa.  —  1/ insurrezione  venizelista  che 
da  vari  idiomi  dilaga  qui  come  in  tutte  le  isole 
della  Grecia,  ha  il  sopravvento.  Gl'insorti 
s'impadroniscono  senza  incontrar  resistenza 
della  Canea. 


L'  UNICA 


tintura  istantanea  in  castano  e  nero  per 
capelli  e  barba.  —  2  sole  applicazioni  al 
mese.  Invio  franco  ovunque  anticipando 

Lire  3,75  alla  Ditta  ANTONIO   LONGEGA  —  Venezia. 

==  Chiederla  a  tutti  i  profumieri,  parrucchieri  e  farmacisti.  === 


•Il 


27.  Voji^ra.  —  Oràve  (nofn'Ho  x\p\  m^- 
razzi  Ili  del  Consorz  o  del  porto  di  Genova. 
y^\\&<\  due  milioni  di  danni. 

27.  Nftpoli.  —  Fnner:\!i  d  «1  ministro  d« 
ato  prof.  Enrico  Pessina  (morto  il  24)  a 
•ese  dolio  Stato.  V'intervengono  il  Presi- 
ente  del  Consiglio  Boselli  che  all'università, 
ì  >ve  la  salma  era  stuta  portata,  pronunz'.'t 
orazion»  funebre  e  i  ministri  Orlando,  Co- 
simo, Ratfinì,  Scialoia,  Mo:rone,  Succhi  e 
Arlotta. 

27.  KapoJi.  —  Fervido  discorso  dell'ono- 
revole Boselli  al  ricevimento  in  Municipio 
delle  rappresentanze  degli  enti  di  organizza- 
zione civile. 

27.  Addis  Aheha.  —  Il  giovane  impera- 
tore Ligg  -lassù  è  solennoinon  e  deposto  da- 
l'Abun  e  dai  capi  abissini;  ed  è  proclamata 
imperatrice  di  Etiopia,  la  l'oizpvò  Zoaditu, 
figlia  terzogenita  di  Monelik,  e  il  deg-acc  Ta- 
farè.  governatore  dell' Harrar,  figlio  di  ras 
Maconnen,  è  nomi- 
nato erede  al  trono 
e  capo  del  jroverno. 

28.  Grecin.  -  Ve- 
nizelos,  pattilo  fur- 
tivamente da  Atene 
per  mettersi  alla  te- 
sta del  movimento 
rivoluzionario,  e  ac- 
colto a  Creta  con 
grande  entusiasmo, 
pubblica  nel  Giorna- 


le ufTlc'nle  del  Governo  provvisorio  che  esce 
alla  Canea,  un  proclama  al  popolo  trroco. 

28.  Berlino. —  Inaugurandosi  II  Kelchsfa?, 
il  Cancelliere  Bftlimann-Hollweg  pronuncia 
un  discorso  politico,  nel  quale  fra  altre  cose 
ammette  die  anche  i)rima  della  dichiarazione 
di  guerra  dell'Italia  i  soldati  te  <e>cbi  combat- 
tevano accanto  al  soldati  anstriao  ul  fronte 
italiano.  Si  scaglia  contro  l'Inghilterra,  e  dice 
che  un  uomo  di  stato  tedesco  che  esitasse  a 
far  uso  di  qualunque  mezzo  contro  tale  ne- 
mico meriterebbe  di  issere  impiccalo. 

29.  Budapent.  —  Alli  Camera  un;,'herese 
dei  deputati  il  presldeite  Tisza  ammette  che 
la  situazione  alimentare  è  diftìclle,  che  i  ce- 
reali di  cui  rUn;,'ht'ria  può  disporre  sono  in- 
sufficienti, ma  confida  che  non  vi  sarà  care- 
stia essendosi  il  popolo  già  abituato  a  mangiar 
meno  che  in  tempo  di  pace. 

30.  Un  decreto  luogo. enenziale  eleva  im- 
provvisamente, a  datare  da  domani  1"  ot  o- 

bre,  i  prezzi  di  alcnne 
qualità  di  tabacchi, 
comprese  lesigar.  tie 
Macedoiiia. 

30.  Alla  mezza- 
notte di  og^'i,  per 
disposi/ione  ministe- 
riale del  y  corrente, 
gli  orologi  sono  ri- 
portati all'ora  osti-o- 
nomica. 


Takb  JoNBscn 

uomo  politico  rumeno,  capo  del  partito 

luterveatisla  e  luteaofilo. 


Contro  l'ASMA 

Rimedio  d'Ahissinia  Exibard 

SENZA    OPPIO    NÉ    MOIiFINA 
In.   Polvere    ed    In.    Sigarette 

sollievo  immediato. 
6,  Rue  Dombasle,  Paris.  —  Tutto  le  Farmacie. 


oi-J 


L' Imperatore  Francesco  Giuseppe. 


NABRANO  le  cronache  che  Francesco  Giu- 
seppe, quando,  diciottenne,  fu  procla- 
mato imperatore  in  luogo  dell'imbelle  Fer- 
dinando, scoppiò  in  lacrime  pensando  alla 
libertà  giovanile  perduta  ed  al  grave  fardello 
che  si  caricava  sulle  spalle.  Mai  lacrime  usci- 
rono più  giustamente  da  occhi  umani!  11 
lunghissimo  regno  doveva  dare  al  giovane 
principe   una  serie  spaventevole  di  lutti,  di 


ristrettezza  di  vedute  che  fu  carattere  fon- 
damentale della  sua  politica  tutta  racchiusa 
in  due  direttive:  l'idea  ohe  soltanto  la  forza 
potesse  dfctìnii-e  le  grnndi  questioni  interna- 
zionali e  mantener  saldala  potestà  interiore, 
e  la  bramosia  di  conservare  i  caratteri  an- 
cora medievali  della  monarchia  Danubiana. 
Al  culto  per  la  forza  brutale  si  dovette  nel 
1859  queW uKimatum  Austriaco  al  Piemonte 


dolori,  d'angoscio  e  la  sua  condotta  politica  cosi  infausto  all'impero  e  cosi  benefico  a  noi, 
gli  doveva  suscitiir  contro  tanta  ira  di  pò-  per  il  quale  si  scatenò  la  guerra  fra  Austria, 
poli   che   non   si   plnca   neppure   dinanzi  al-     ITrancia  e  Sardegna,  mentre  le  cose  stavan  per 


l'avello.  11  tragico  destino  che  lo  fece  ascen-    essere  aggiustate 
de  re  al  trono  in  mezzo 


al!a  rivoluzione  più  va- 
sta che  abbia  minaccia- 
io,  nei  setoli,  la  domina- 
zione d'Absburgo,  lo  fa 
scomparire  ora  fra  il  di- 
vampare d-lla  maggior 
contlagrazione  che  bisto- 
rta ricordi.  Ed  in  queste 
terribili  vicende  egli  non 
figura  come  una  vittima, 
ma  come  l'attore  prin- 
cipale: l'alba  del  suo  re- 
gno fu  insanguinata  dai 
supplizi  dei  generosi  pa- 
trioti Ungheresi  immo- 
lati in  onta  allo  capito- 
lazioni più  regolari,  al 
tramonto  egli  compie 
con  ferma  mano  l'atto 
decisivo  desinato  a  far 
divampare  la  guerra  Eu- 
ropea. Fu  fatalità?  Le 
tragiche  sventure  che 
si  scatenarono  sulla  sua 
casa,  con  frequenza  cosi 
terribile,  nei  62  anni  di 
regno,  posero  sul  capo 
del  Cesare  canuto  un'au- 
reola di  martirio  che  si  proiettò  a  poco  a  poco 
anche  sugli  atti  del  suo  impero,  ed  egli  ap- 
parve agli  occhi  di  coloro,  almeno,  che  non 
avevano  sentita  la  stretta  naortale  del  suo 
pugno  di  ferro,  come  un  irresponsabile  tratto 
dal  destino  a  subire  ed  a  produrre,  per  ne- 
cessità, le  più  grandi  catastrofi:  tale  la  leg- 
genda formata  intorno  a  lui  in  Francia,  in 
Inghilterra  e  nelle  stesse  popolazioni  tede- 
sche  e   slave   dell'impero.   E   di   certo,  nes- 


e  catene  di  servitù  dei 
Lombardo -Veneti  riba- 
dite dalla  mediazione  in- 
glese. A  quello  stesso  spi- 
rito fu  dovuto  il  diniego 
opposto  a  Napoleone  ili 
nel  '66,  di  cedere  paci- 
ticamente  il  Veneto,  ciò 
che  avrebbe  forse  sal- 
vata l'Austria  dalla  cata- 
strofe di  Sadowa,  e  cosi 
la  dichiarazione  di  guer- 
ra alla  Serbia  nell'ago- 
sto 1914,  quando  questa 
aveva  già  accettata  la 
sostanza  delle  richieste 
Austriache,  e  mentre  il 
mantenimento  della  pa- 
ce avrebbe  consacrato  il 
maggior  trionfo  diplo- 
matico delle  potenze 
centrali.  Queir  ossessio- 
ne di  violenza  eresse  le 
forche  di  Belfiore  ed  in- 
tessè prigionie,  seque- 
stri, perqui.sizioni  così 
da  formare  fra  l'Italia  e 
l'Austria  un  tale  semen- 
zaio d'odi  che  soltanto 
i  secoli  varranno  a  so- 
pire. Egli  tali  odi  non  solo  non  si  curò  d'at- 
tenuare, ma  sfidò  con  manifesto  dispregio 
anche  dopo  il  '66,  in  tempi  d'alleanza,  colle 
persecuzioni  contro  i  municipi  Italiani  a  Ini 
soggetti,  in  tempi  di  guerra,  coli' esecrabile 
esecuzione  degli  irredenti  caduti  prigionieri! 
L'altra  concezione  domina  pure,  a  volta, 
a  volta,  la  politica  interna  e  l'esteriore.  Nega 
in  quest'ultima  la  restitU7ione  della  visiti 
all'alleato  a  Roma  in  omaggio  alla  buse  teo- 


L' Imperatore  Francesco  Giuseppe  I 
nel  1858. 
(Da  un  quadro  di  Schrotzbcry). 


suno  può  disconoscere  le  immense  difficoltà    cratica   della  sua  monai  chia  ben  più  che  al 


fra  le  quali  il  vegliardo  ebbe  a  dibattersi, 
posto  com'era,  col  suo  impero,  fra  il  dila- 
gare della  marea  "Slava  ed  i  flutti  della  Ger- 
manica, segno  dell'odio  di  Napoleone  III 
ansioso  di  vendicare  lo  zio,  e  poi  dei  Prus- 
siani bramosi  di  acquistare  la  supremazia 
sulle  genti  tedesche,  costretto  a  lottare  con- 


papato; nega  l'università  a  Trieste  per  pu- 
nire la  città  delle  poco  oneste  accoglienze 
fatte  alla  sua  augusta  persona,  sempre  ispi- 
rato dal  concetto  di  sovranità  divina  e  quasi 
patrimoniale  che  gli  faceva  conservare  con 
gelosa  cura  ogni  cerimonia  di  corte  ed  ogni 
antiquato    privilegio    della    aristocrazia,   sia 


tro  i  diplomatici  più  geniali  del  secolo  XIX    pure  sotto  la  vernice  del  sufi'ragio  universale. 


Cavour  e  Bismark,  ed  a  guidare  uno  Stato 
scosso  continuamente  da  interni  conflitti.  È 
innegabile,  però,  d'altra  parte,  che  egli  pre- 
cipitò sovente  a  soluzioni  disperate,  pravi  e 
delicate  situazioni,  con  danno  irrimediabile 
dello  Stato  Austriaco  e  dell'  umanità,  per  la 


Certamente,  non  conviene  disconoscere 
al  vegliardo  sconiparso  fra  le  folgori  della 
tempesta,  come  un  re  del  Walhalla,  un'abi- 
lità non  comune  nella  politica  quotidiana,  nel 
sapersi  dirigere  fra  1'  armeggio  tortuoso  ed 
irrequieto   dei   partiti  nazionali  e  delle  ca- 


irlile   ihe  s'flsitavanó  nel  nmltifonne  ini-  gua!e   sarà  In   figura  c-he  si    perpetuerà 

ro.  In  questa  iilchiniia  era  maestro.  K  i.o.i  nella  storia?  Quella  d<l  niuldestro  <lipK.ma- 

nancava  d' una   qi;alobe   supeift<'iale   bona-  tloo   che   per  leite  allAustria  la  supremazia 

»        j:._i..-     11        X            .  nella  confederazione  Oerinanica  ed  in  Italia, 


età  che  non  fece  difetto,  dol  resto,  anche 
;t  Bernabò  Viscont  !  Sovente  ft(?care7.zava  il 
popolino  delia  capitale  e  questo  lo  rimeri- 
tava di  simpatia,  mentro  tutto  il  vasto  or- 
ganismo del  c!ero  che  da  un  capo  all'altro 
dal  vasto  impe  o  ripeteva  dal  favore  Cesareo 
la  saldezza  della 
sua  situa/.ione  pri- 
\lle);iata.  ng  tava  il 
turibolo  delle  lodi 
fra  le  plebi  rurali  e 
fra  i  tanti  giovani 
affidati  alle  sue  cu- 
re. Cosi,  il  sovrano 
canuto,  colpito  i.el- 
la  cerchia  più  inti- 
ma della  famiglia 
da  atroci  sventuro, 
carico  d'anni  come 
na  patriaica  bibli- 
co.era  divenuto  per 
una  parte,  alme- 
no, della  popola'.io 
ne  una  figura  quasi 

■L  simbolica    nella 

^k  quale   potere  reli- 

IP  gioso    e  civile   si 
r-onfondevano  nel- 
t   mistica   aureola 
ielle  tradizioni  so- 
culari. 


che  ni»u  sepp  ?  mal  misurare  le  conseu'U»Mize 
df^gll  orribili  flagelli  che  scu citava  nel  mon- 
do, quella  del  politico  brutale  e  cinico  che, 
senza  esitare,  mandava  alla  forca  legioni  di 
patrioti  crcden  lo  di  rinsaldare  il  suo  trono 
e  faceva  e  dlsfaoe- 
vamlnistrl  con  pari 
disprezzo  per  (inci- 
li che  cadevano  co- 
me per  quelli  che 
li  sostituivano,  che 
i-Infocolava  odi  e 
gelosie  fra  le  razze 
a  lui  so;,'gette  per 
meglio  dominarle, 
prodigo  d'os.soquio 
esteriore  alla  Cliie- 
sa,  ma  pronto  a  so- 
verchiare col  dirit- 
to di  reto  la  libera 
volontà  del  Con- 
clave? Oppure  sarà 
la  rtgiira  fattizia  del 
loioii  pastore  di 
uopoli?  La  risposta 
non  appare  dubbia, 
1  oichè  nella  storia 
1  vero  finisce  sem- 
iM-e  per  aver  ragio- 
ne del  falso. 

P.  8.  Leicht. 


l'KAJrCF.SCO  OlURKPPB   1. 

imperatore  d'Austria,  re  apostolico  d'Ungheria,  re  di 
Uremia,  di  Dalnoi/.ia,  di  .Sciiiavonìa,  di  Galizia,  di  Lo- 
domiria  e  d'illiria,  re  di  fìcrusaleinnie,  ecc.;  nato  a 
Sch«»nl>runn  il  18  agosto  IB.TO;  fìjjllo  dell'arcuine»  Fran- 
c<*.sco  Carlo;  sncceduto  nell' impero  allo  zio  inip«'ratoie 
Ferdinando  1  per  l' abtlicazione  di  costui  il  i  dicem- 
bre 1848  e  la  rinuncia  del  padre  alla  successione  al 
trono;  ammogliato  il  24  aprile  18.'>4  con  Klisahotta  du- 
chessa di  Baviera;  veilovo  11  lo  )>ettembre  1898;  merlo 
»  SchunbruDu  il  21  novembre  1916. 


S.     A.     Chocolat    TOBLER 

di  TOBLER  <&  C 


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33 


CROMACA 

D^LA  GUERRA 


^ 


La  guerra  europea 

nei  due  ultimi  mesi  del  1915. 


N 


Premessa. 

EL  precedente  resoconto,  del  1915,  ab- 
biamo lasciato  la  esposizione  delle 
opeiazioiii  dei  singoli  eserciti  alla 
fine  del  mese  di  ottobre. 

Per  esaurire  l'an- 
naia,  prima  di  passa- 
re .il  1916,  ci  restano 
dunque  da  trattare  i 
mesi  di  tiovenibre  e 
dicembre  del  detto 
1915. 

Pi-ima  però  di  pas- 
sare al  dettaglio,  ci 
sia  lecito  di  anticipa- 
re le  conclusioni  alle 
quali  a  nostro  avviso 
si  può  veniie  relati- 
vamente a  tntre  le 
operazioni  belliche 
svoltesi  nel  1914-15, 
conclusioni  che  do- 
vevano poi  ripercuo- 
tersi nello  ulteriore 
andamento  e  svilup- 
]  o  della  guerra,  come 
diremo  più  innanzi. 

E  concretiamo  il 
nostro  pensiero  come 
segue: 

1°  -  Dal  somma- 
rio esame  delie  ope- 
razioni compiute  a 
tutto  il  1915  sui  due 
teatri  principali,  del- 
l'ovest e  dell'est,  ri- 
salta chiaramente 
che  se  gli  imperi  cen- 
trali sono  riusciti  ad 
ottenere  dei  successi 
contro  le  potenze  del- 
l'Intesa,  si  è  perchè 

queste  inavvedutamente  si  prestarono  alls 
loro  manov  a  per  linee  interne,  cioè  nel  la 
sciarsi  assalire  separatamente. 


SuW  Isonzo.  —  Costruzione  di  trincee 
in  cemento. 


20  -  Questa  manovra  non  ha  mai  portato 
ad  altro  che  a  risultati  parziali  e  si  è  sempre 
svolta  contro  il  nemico  che  pel  momento  si 
faceva  più  minacc:oso. 

3°  -  11  disegno  tedesca»  è  stato  favorito 
non  soltanto  da  un  complesso  di  circostanze 
che  hanno  immobiliz- 
zato ora  la  Russia,  ora 
la  Francia,  ora  l'In- 
ghilterra, occupate 
com'erano  in  un  feb- 
brile lavoro  di  prepa- 
razione e  di  riattiva- 
menti  per  cui  si  do- 
vettero improvvisa  e 
i  mezzi,  ma  anche  dal 
grande  sviluppo  del- 
le ferrovie  tidesclse 
che  ha  permesso  alla 
Germania  di  traspor- 
tare rapidamente  e 
con  facilitai  suoi  eser- 
citi dal  fronte  russo  a 
quello  francese,  e  vi- 
ceversa. 

4»  -  Condizione 
essenziale  di  vittoria 
per  l'Intesa  sarebbe 
stata  la  concordia  nel- 
l'azione che  fu  sem- 
pre il  punto  debole  di 
tutte  le  coalizioni  re- 
gistrate dalla  storia. 

5»  -  Buon  prov- 
vedimento in  propo- 
sito fu  la  creazione 
del  sinedrio  a  cui  fu- 
rono chiamati  rap- 
presentanti di  tutte 
le  potenze  coalizzate 
contro  il  blocco  au- 
stro-tedesco al  fine  di 
coordinare  verso  lo 
scopo  comune  tutti  gli  sforzi. 

6°  -  Se  fino  a  poco  tempo  fa  gli  imperi 
centrali  hanno   riportato  successi,  è  perchè 


FTA  ■  L'ideale  dei  lassativi  per  adulti  e  bambini. -p^P^ 
Non  irrita,  non  provoca  coliche. 

In  tutte  le  farmacie  in  scatole  da  25  discoidi. 

IvEPETIT  FAÌRMACEUTICI   -  MUDANO 


515 


SULL'ISONZO 


—  516 


banuo  trovato  l'Iute  a  poco  compatt.i.  111916 
dovrà  trovare  tutti  preparati  alla  grande  ri- 
.Sl■os'^a  e  l'azione  dDvià  essere  contemporanea 
su  tutti  i  fronti,  russo,  Iraiico-inglpse  e  ita- 
liano. A  questa  sola  condizione 
la  superiorità  dei  Cjalizzati  po- 
trà pie valere. 

Ricordiamo  perciò  che  nella 
prima  settimana  di  dicembre 
1915  un  importante  Consiglio  di 
guerra  fu  tenuto  a  Parigi.  Durò 
tie  o  quattro  giorni.  Vi  assi- 
stettero i  rappresentanti  della 
Francia,  della  Russia  e  dell'In- 
ghilterra: e  cioè,  i  geneiali  Jof- 
fre,  Glinsky,  Porro  e  French, 
con  altri.  Vennero  discussi  i 
principali  problemi  strategici  e 
furono  prese  decisioni  della  più 
alta  importanza,  con  assoluta 
iiuanimità,  riconfermando  il  pat- 
to di  non  concludere  una  pace 
separata. 

Si  può  arguire  che  i  divisa- 
menti  dello  sgombero  dei  Dar- 
danelli e  dell'allestimento  del  campo  trince- 
rato di  Salonicco,  sul  fianco  della  linea  Ber- 
lino-Vienna-Costantinopoli-Bagdad, con  de- 
rivazione al  Mar  Rosso,  scaturirono  da  quel 


lo  -  La  conquista  italiana  di  Col  di  T.ai 
(2-l(;i)  avvenuta  l'8  novemb.,  nonché  di  tjh.ii 
Sief  (2426)  nel  giorno  9  novembre. 

20  -  La  espugnazione  della  terza  e  qun 


l'iuppe  italiaue  che 


lutine. 


Atteud; 


li  del  M. 


Consiglio  di  guerra,  con  vantaggio  delle  ul- 
teriori operazioni  belliche. 

L<e  operazioni  italiane 
(1015). 


Nella  precedente  rassegna 
analizzammo  le  operazioni  ita- 
liane sino  al  1»  novembre  del 
1915. 

I  mesi  di  novembre  e  dicem- 
bre, per  piogge  insistenti  o  per 
nevi  cadute  nelle  montagne, 
non  potevano  consentire  ope- 
razioni di  grande  stile,  e  tutto 
si  ridusse  a  duelli  di  artiglierie 
con  operazioni  di  piccola  guer- 
]a  ed  attacchi  e  contrattacchi 
locali. 

Fra  gli  episodi  più  notevoli 
spiccano  i  seguenti  fatti  : 


ta  cima  del  monte  San  Michele  sul  Carso  (20 
novembre)  mantenute  malgrado  violenti  con- 
trattacchi. 

3°  -  L' avanzata  delle  truppe  italiane 
presso  San  Martino  sul  Carso 
(lo  dicembre)  e  sul  colle  di 
Santa  Maria  innanzi  a  Tolmino 
(3  dicembre). 

4°-  Lo  allestimento  diun 
corpo  di  spedizione  italiana  per 
l'Albania  in  soccorso  dei  sorbo- 
montenegrini  (5  dicembre). 

5°  -  La  conquista  dei  trin- 
ceramenti austriaci  sul  monte 
Calvario  (13  dicembre). 

6°  -  Lo  sbarco  a  Valona 
di  un  corpo  di  spedizione  ita- 
liano di  50,000  uomini,  avvenuto 
sotto  la  protezione  della  flotta 
il  16  dicembre  e  seguito  da  al- 
tro sbarco  il  29  dicembre. 

Ciò  premesso,  affinchè  il  let- 
tore possa  farsi  un'idea,  sia  pur 
•  •  ■  •  sommaria  ma  chiara,  delle  dif- 

ficoltà che  —  a  differenza  del 
passato  —  presentarono  le  operazioni  della 
nostra  guerra,  crediamo  opportuiìo  di  por- 
gere alcune  dilucidazioni  le  quali  non  tro- 
varono posto  nell'antecedente  scritto  sulle 
operazioni  italiane.   Soltanto   dopo   tale   let- 


Ol  (     — 


SULL'ISONZO 


—  518  — 

tur»  esso  potrà  apprezzare  a  se^no  l'Impor-  vano,  riconoscevano  la  presenza  e  le  dispo- 

tanza  degli  atti  di  guerra  compiuti  dal  no-  siziotii  d^l  nemico  ;  ed  i  servizi  logistici  assi- 

stro  esercito.  cuiavano  rifornimenti  por  gli  uomini  e  per 

Laguerra  italo-austriaoaè  unagra  ide  ope-  le  armi.  Tutto  (luesto,  fa.t>  col  più  alto  sen- 

razioue  di  assedio  ad  una  estesa  fortezza  com-  timento  di  otleusività  per  giungere  all'urto 

posta  dal  complesso  di  tanti  gruppi  fortificati,  con   la   baionetta,  che    sanzionali   successo, 


Mortaio  italiano  da  210. 


fra  loro  collegati,  e  intervallati  da  tratti  inac- 
cessibili di  terreno. 

È  un  grande  assedio  nel  quale  l'assalitore 
non  può  totalmente  investire  la  fortezza,  e 
deve  forzatamente  attaccare  fiontalmeute  ri- 
manendo aperte  al  difensore  le  linee  di  ap- 
provvigionaraento  e 
rifornimento. 

Natura     ed     arte      '  '  ~ 

hanno  fatto  a  gara  nel 
rendere  formidabil- 
mente resistente  la 
cintura  di  monti  e  di 
trincee  con  la  quale 
l'Austria  aveva  ser- 
rata l'Italia.  L'azio- 
ne italiana  ha  avuto 
sempre  carattere  de- 
cisamente offensivo  e 
massima  è  stata  la 
cooperazione  fra  le 
varie  armi  concorde- 
mente sfidanti  il  ne- 
mico. Mentre  le  fan- 
terìe penetravano 
nelle  trincee  avanza- 
te, il  genio  costruiva 
ponti  e  strade,  e  l'ar- 
tiglieria portava  i 
suoi  pezzi  fino  sulle 
nevi  per  fianchi  di- 
rupati. 

L'  artiglieria  stes- 
sa apriva  poi  il  passo 
alle  ulteriori  azioni 
di  fanteria  afferman- 
ti il  successo  con  l'oc- 
cupazione, ed  il  genio 
afforzava  le  posizio- 
ni; e  gli  aviatori  os- 
servavano,    segnala- 


Grosso  mortaio  italiano. 


quale  non  può  mat  essere  conseguito  stabil- 
mente dalle  azioni  le  più  violente  di  sola 
artiglieria. 

Prima  di  chiudere  questa  premessa,  dob- 
biamo rilevare  che  ai  sistemi  sleali  e  poco 
valorosi  delle  finte  rese,  dei  gas  lacrimogeni, 
i  nostri  hanno  sem- 
pre  risposto  con    la 
_„,,  _-^        baionetta    ed    espo- 

nendo il  loro  petto 
col  valore  che  infon- 
de il  combattere  per 
la  propria  pairia,  il 
vero  sentimento  ele- 
vato di  civiltà  che 
nobilita  gli  uomini 
con  gli  alti  ideali. 

Il  quadro  genera- 
le delle  nostre  ope- 
razioni è  formato  di 
tanti  quadretti  delle 
azioni  che  si  sono 
svolte  nei  varii  scac- 
chieri dai  quali  è  for- 
mato il  nostro  teatro 
di  guerra. 

Le  azioni  in  essi 
svoltesi,  ohe  a  prima 
vista  possono  sem- 
brare slegate,  hanno 
invece  un  legame  fra 
loro  nel  cooperare 
allo  scopo  finale  de;la 
guerra  e  nell'aver 
preceduto  in  base  ad 
un  piano  organico 
coordinatore. 

Tuie  piano  rende 
omogenee  fra  loro  le 
azioni  sì  da  togliere 
al   nemico   la   possi* 


-    oli»    - 


LA  NOSTRA  ARTIGLIERIA 


520 


bfifà  di  poter  sfondale  in  un  punfo  o  nel- 
r  Mitro  le  nostre  linee  avanzate  di  investi- 
mento. 

Menlre  la  nostra  azione  è  sempre  stata 
ricca  di  otfensività  anche  nel  respingere  i 
contrattacchi  nemici,  l'azione  nemica  si  è  li- 


ne logi-tica  in  ba^e  allo  schÌpramf>nto  fatto 
sopra  un  frunto  di  oltre  GOO  km.  avvenuto  in 
territorio  nemico. 

Così  luns^o  la  Un'  a  di  rifornimento  e  vet- 
tovngliameiito  già  prestabilita,  per  giungere 
al  a  linea  di  combattimento,  quale  si  era  de- 


velata tenacissima,  ma  con  scarsa  reazione 
offensiva;  ed  infaiti  essa  non  è  mai  riuscita 
a  ritoglierci  le  posizioni  da  noi  occultate  e 
solidificate.  Non  è  lirruzione  momentanea  di 
sorpresa  in  una  trincea  appena  occupata  che 
può  costituire  un  saccesso  offensivo,  e  il  ne- 
mico può  appena  refjistrare  di  tali  nomen- 
taiici  sncceshi.  nei  quali  però  noi  abbiamo 
subito  r  p.e.^e  b.;  po- 
sizioni momentanea- 
mente abbandonate.  -— 

Infine  la  tenacia 
della  resistenza  ne- 
mica più  che  dalla 
comoda  difesa  delle 
trincee  da  par;:e  del- 
le fanterie  austriache, 
devesi  ascrivere  alle 
formidabili  difese  ac- 
cessorie predisposte 
avanti  alle  posizi(uii 
e  intensamente  pro- 
tette dalle  numero  e 
artiglierie  nemiche, 
ditlìcili  ad  individuar- 
si per  poterle  contro- 
battere e  che  percon- 
V(n'su  pDssegsiono  la 
]irocisa  indi vid nazio- 
ne dei  bersagli  jio- 
siri,  ;^iù  individuati 
liii  dal  tempo  ;nite- 
riore  alla  ^juerr.i. 

(Jomo  era.  natura- 
le l'esordio  doveva 
necpssariamente  es- 
ser Inngo.  Tuia  ti  du- 
rante il  suo  svolgi- 
mento, pur  co  n  ti- 
iiuando  le  a/ioni  che 
chiameiemo  di  com- 
bnttimento,  si  impo- 
neva di  procedere  a 
tutla  r  organizzazio- 


Grosso  mortaio  italiano  iu  posizione. 


lineata  per  le  occupazioni  fatte  dagli  ita- 
liani, intercedeva  una  zona  montai;a  in  gran 
parte  priva  di  comunicazioni  speciaimente 
con  le  posizioni  di  alta  montagna.  Primo  pro- 
blema dunque  da  eliminare  per  porre  le 
truppe  in  condizioni  di  vincere,  si  fu  quello 
di  risolvere  la  questione  logistica. 

Inoltre,  dopo  le  prime  occupazioni,  le  no- 
stre trupije  si  trova- 
rono dinanzi  alle  po- 

--  -—  .- ~—         sizioni  nemiche  for- 

tiflciite  come  contro 
i  l'orti  di  Ve/zana, 
'  Luserna,  Sexten  eic. 
Perciò  dovettero  es- 
sere incominciati  i  la- 
voii  di  approccio  che 
associavano  alla  zap- 
pa le  azioni  di  fucile 
e  di  artiglieria. 

Infine  occorreva 
saldamente  premu- 
nirsi contro  qualsiasi 
ritorno  offensivo  ne- 
mico facilitato  dalla 
ricca  rete  costruita 
dagli  austriaci  dietro 
le  lo  IO  linee  di  dife- 
sa per  legarle  con  le 
basi  retrostanti  e  col- 
lega, le  fia  loro.  Le 
nostre  operazioni  di 
approccio  e  investi- 
mento furono  perciò 
diverse  nei  vaiii  set- 
tori della  nostra 
gueira,  e  non  fi.cili 
ne  brevi,  in  tutii  i 
mesi. 

Nel  l'irolo-  Tren- 
ti'nu  per  l'asperità  del 
terreno  con  limitate 
linee  d'attacco,  gner- 
nito  solidameoLe  dal 


—  522 


Il  Monte  Nero. 


{Fot.  del  Comando  «-«..-.-__ 


nemico;  sul  fronde  dell'Isonzo  per  la  inelutta- 
bilità di  procedere  per  attacchi  frontali  di- 
nanzi a  numerosissime  fortiticazioni  (che  vi- 
cendevolmente si  completano,  specialmente 
riguardo  all'azione  delle  artiglierie)  volendo 
avanzare,  necessitò  soverchiare  col  nostro 
fuoco  quello  nemico. 


fortificati  nemici,  in  modo  da  toglier  loro  le 
posizioni  avanzate  e  restringere  sempre  mag- 
giormente lo  spazio  attorno  ad  ogni  gruppo 
riducendo  cosi  la  possibilità  di  manovra  delle 
batterie  nemiche  e  delle  sue  truppe  mobili 
di  presidio  ai  singoli  gruppi. 

A  line  dicembre  avevamo  esteso  le  occu- 


Vednta  di  Sagrado  (Basso  Isonzo), 
col  ponte  fatto  saltare  dagli  au- 
striaci. 


Né  sarebbe  stato  possibile  senza  un  tiro 
prevalente  di  aprii  si  il  varco  fra  le  difese 
accessorie,  e  di  afforzarsi  in  modo  che  le  no- 
stre truiipe  potessero  resistere  e  sostare  an- 
che in  tratti  battuti  eflBicaoemente  dalle  ar- 
tiglierie nemiche. 

In  tale  guisa  venne  investita  la  intiera  li- 
nea del  fronte,  e  questo  si  è  fatto  pui  e  sin- 
golarmente per  i  singoli  gruppi  e  capisaldi 


pazioni  sulla  direttiva  del  Tonale  e  dello  Stel- 
vio  chiudendo  tutti  i  passi  di  alta  montagna  e 
occupando  le  alti  valli  che  sboccano  in  ter- 
ritorio nemico.  In  vai  Giudicarla  oltre  le 
nostre  posizioni  sul  versante  destro  di  vai 
Daone,  avevamo  occupato  il  monte  Melino 
e  tutta  la  valle  del  Ledro  e  le  alture  a  nord 
di  essa  compresi  i  due  versanti  di  vai  Con- 
cei.  Avevamo  così  insinuate  le  nostre  occu- 


So 


-  524  - 

pazioni  isolando  11  fjruppo  del  forti  austriaci  sinistra  alle  falde  del  San  Michele  e  la  destra 
di  vai  Giiidicai-ia  da  quelli  di  Kiva.  In  vai  a  Monte  Sei  Busi  completò  l'in  vestimento 
d'Adige  con  le  occupazioni  sulla  siionda  est  della  fronte  suU'  Isonzo  e  ci  permise  libera 
del  Garda  e  con  quelle  sulle  due  sponde  manovra  su'le  due  sponde  del  basso  suo  torso. 
dell'Adige,  spinte  fino  verso  Mo- 
ri, si  eiano  isolati  i  forti  di  I{i\a 
da  quelli  che  formano  la  dife>a 
est  di  Rovereto.  Queste  trova- 
vansi  strette  da  vicino  dalle  no- 
stre occupazioni  di  Ztigna  Torta 
e  dalle  sue  pendici  nord,  nonché 
dal  nostro  possesso  dell'altipia- 
iio  di  Arsiero  che  stiMnge  Doss 
di  Sommo  e  Doss  Alto. 

In  vai  Sugana  le  posizioni 
nostre  di  Armentara-Salubio- 
Valpiai  a  e  quelle  del  torrente 
Maso  che  si  stendono  fino  a  Col 
San  Giovanni  strinsero  1  forti 
clic  formano  il  fronte  est  di 
Trentp  fino  oltre  Borgo.  E  così 
col  guadagno  di  breve  spazio 
ma  di  forti  posizioni  (ognuna 
delle  quali  co.-tò  la  fatica  di  un 
assedio»  la  nostra  linea  di  fronte 
progredì  anche  nella  conca  del- 
la Fiera  di  Primiero,  e  conqui- 
stò tutta  la  conca  Ampezzana  con  le  strade 
delle  Dolomiti  fin  verso  Ai-abba  e  la  via  d'Ale- 


Casa  bombardata  nella  piazza  di  Moufalcone. 


L'occupazione  totale  della  conca  di  Plezzo 
completò  il   possesso   delle  falde  settentrio- 
nali dfel  Monte  Nero   e  l'inve- 
stimento del  gruppo  del  Predil 
da  sud. 

Però  se  già  nel  dicembre  con 
le  operazioni  contro  Tolmino, 
dal  Monte  Nero  versoli  Mrzli  e 
Santa  Lucia,  con  quelle  contro 
Osla\  ia  e  Monte  Calvario,  non- 
ché con  quelle  contro  San  Mar- 
tino al  Carso,  poteva  dirsi  che 
il  periodo  di  approccio  e  di  in- 
vestimento era  terminato  e  po- 
teva sul  fronte  dell'Isonzo  inco- 
miiìciare  la  fase  della  espugna- 
zione; per  il  settore  Trentino, 
invece,  data  la  e  uà  più  aspra 
conformazione  e  le  difese  ne- 
miche sparse  a  gruppi  lungo  le 
principali  sue  arterie,  il  periodo 
di  approccio  e  di  investimento 
trovavasi  assai  arretrato. 

Occorre  inoltre  spiegare  il 
magna  fino  all'altezza  del  monte  Cristallo.  In  fatto  spesso  verificatosi  nella  nostra  guerra 
pari  tempo  la  strada  di  Alemagna  (ohe  seen-  di  posizioni  bensì  occupate  ma  non  tot<il- 
de  da  Toblach)  venne  sbarrata 
dalle  occupazioni  nostre  in  valle 
di  Sexten  e  di  Eienz  fino  contro 
ai  forti  di  Sexten  e  di  Landro. 
Intanto  si  reiteravano  le 
nostre  azioni  sulla  fronte  del- 
l' Isonzo. 

L'occupazione  del  massiccio 
del  Monte  Nero  fatta  nell'esor- 
dio ci  permise  di  passare  l'Ison- 
zo e  di  manovrare  sulle  due 
rive  del  suo  alto  corso. 

Così  interrompemmo  la  li- 
nea di  difesa  austriaca  fra  il 
gruppo  del  PrédiI  e  quello  di 
Tolmino,  nonché  quello  di  Go- 
rizia-Carso. Infine  l'occupazio- 
ne del  margine  del  Carso  fra  *  l'rofughi  che  lasciano 
Gradisca  e  Monfalcone   con  la  Moufalcone  durante  il 

bombard.  austriaco. 


Ricoveri  a  Monfalcone. 

(Fot.  del  Comando  sup^-emo). 


''Ite.  Ciò  proviene  dalle  molteplici  linee  di 
esa  allestite  dal  difensore,  le  quali  insi(>ine 
linee  naturali   obblit,'nno    l'attaccante  a 
:i  lulstare  pezzo  a  pezzo  una  posizione. 
Impedito  l'attaccante   di   investirla  com- 
pletamente,   dovendo    limitarsi    ad    assalirla 
frontalmenie  e  non  potendo  perciò  cosi  in- 
tercettare (nel  periodo  precedente  all'attacco) 


e  sulla  sinistra  dell'  Isonzo,  che  ha  permesso 
a^'ll  austriaci,  con  lavori  precedenti  alla  guer- 
ra, di  disporre  batterie  retro«tat>ti  che  bat- 
tono ogni  piega,  ogni  rientrante,  non  lasciando 
angoli  morti,  ma  ihe  specialmente  concen- 
trano 1  loro  fuochi  sul  sommo  delle  ponlElonl. 
Per  questa  situazione  di  fatto  è  (.vvonato 
ed  avviene,  che  varie  volte,  le  snninittà  e  cui- 


{Fot.  del  Vom.  iiupr.). 


le  retroTle  di  rifornimento  di  munizioni  o 
riserve,  né  giungere  a  spezzare  1  colie^-a- 
menti  che  per  mezzo  di  Ciimmini  coperti  ed 
in  trincea  collegnno  le  vaiie  difese  antistanti 
con  quelle  immediatametit**  seguenti,  la  resi- 
stenza può  contrastare  pas!-o  passo  la  con- 
quista. 

Alla  detta  ragione  si  ag;;iuiiga  la  confi;;u- 
razione  del  terreno,  specialmente  sul  Carso 


mini  siano  sgombrate  dal  nemico  mentre  i;on 
possono  da  noi  essere  occupate  perchè  trop- 
po Intensamente  battute.  Ma  una  volta  sgom- 
brato dal  nemico  e  occupatine  1  fianchi  da  noi, 
permettono  di  sboccare  avanti,  e  le  nostre  ri- 
serve non  sono  più  soggette  al  fuoco  del  ne- 
mico che  operava  in  precedenza  dalle  vette 
che  la  nostra  azione  Io  ha  obbligato  a  sgom- 
brare. 


"  PETROLMA  LOHBEGA  ."Tir": 

..,_^^..i.^_.^^_.....^_.   la  caduta  dei  capelli. 
Chiederla  a  tutti  i  profumieri,  panurcliipri,  farmacisti,  droghieri  e 
alla  Ditta  ANTONIO  I^ONGEGA  -  Venezia. 


-  B26  - 


-  527 


Ciò  detto,  si  potrà  conve- 
iiiiMitt'mente  appre/.zari'  lu  no- 
stra situazione  che  a  tine  <li- 
Ct'ml.re  era  la  se;,'uei)te: 

Padroni   dello  Stelvio  e  del 

naie. 

-  Illa  direttiva  di  vai  Giudi- 

i,    padroni    delle    posizioni 

u    destra    di    vai    Daoiie,   il 

111    lite   Melino,    Palone,   monte 

-s  e  le  alture  a  nord  di  vai 

dro.  Ad  est  del  Garda,  le 

Uci  dell'Altissimo,  quelle  di 

la  Torta  ohe  degradano  su 

ana  ed    il  paese  di   Marco. 

alle  Arsa  e  fra  questa  e  vai 

agnolo  Un-  a  di  ocoupazio- 

;  'T  Colpiano  Malj>a.  Hardo, 

i  Magé,Mo,   Mal;ia   Campari, 

'iie  d'Arsiero.  In  vai  Suga- 

nlla  grande   direttiva   che 

ostro  confine  porta  a  Tren- 

idroni  dell'Ameiitara,  della 

1  del  torrente  Maso.  e  vai  Campelle,  fino 

Ile  San  Giovanni  (passo  di  Cinque  Croci) 

ano  alla  sella  che  divide  Cnmpelle   da 


Ciisetle  costruite  dal  nostri  soldati  sulle  montagne 
ilei  Cadore  per  servire  di  ricovero  agli  utllciall.  . 


sotto  le  punte  del  Mrzli  e  del  Vodll,  e  la  testa 
di  ponte  di  Piava  con  Canale,  Llga  e  Zagcra. 
Infine  di  fronte  a  Gorizia  e  sul  Carso  al  tliiire 
del  1915  possedevamo  la  cortina 
formata  dalle  alture  di  quota 
188  di  Oslavia  e  Peuma  e  Cal- 
vario e  gran  parte  del  monte 
San  Michele  e  monte  Sei  Busi 
con  nna  linea  di  trincee  fra  que- 
sti due  punti  Nel  basso  Isonzo 
erano  già  in  nostro  potere  Gra- 
do e  Monfjilcone  e  tette  e  due 
le  rive  dell'Isonzo  fin  sotto  il 
ciglione  del  Carso  verso  Duino. 


L'  Imouzo  e  il  1  onte  veduti  da  Sagradu, 


|,val  di  Cià.  Dinanzi  a  questa  linea  tenevamo 

monte  Salubio  e  monte   vai  Piana  in  vai  di 

[Calamento.  In  Cadore  col  possesso  di  Col  di 

^Lana    e    monte   Sief  8-9   (novembre)   e   con 

uelle  di  Sasso  di  Stria  e  monte  Piccolo  La- 

usei  possedemmo  tutta  la  valle  di  Livlnal- 

ongo  e  la  strada  delle  Dolomiti  fino  a  Pordoi. 

bell'alta  Kienz  e  in  vai  di  Sexten  stringemmo 

lol  possesso  di  monte  Piana  e  di  Croda  Rossa 

Sei  Koffel  gli  sbarramenti  delle  strade  che 

al  Cadore  vanno  in  vai  Pusterla  a  Toblach. 

In  Carola  la  nostra  linea  corre  sulla  linea 

li   displuvio  che   passa   per  il   Paralba,  Pai 

iwolo,    monte    Croce,   Pai    Grande,   monte 

.vostano  con  il   completamento  della  occu- 

azlone  di   posizioni   avanzate    quali   il  Zel- 

jnkoff  e  il  Lodln.  Lungo  la  fronte  est  teniamo 

e  posizioni  della  valle  Pontebbana,  di  valle 

>ogna  che   stringono  la   strada  di   Tarvis  : 

niemo  tutte  le  posizioni  mo  ntane  ohe  nella 

>nca  di  Plezzo  fronteggiati  oV  Javorcek  e  11 

ombou  e  stringono  i  forti  d  el  Pr«dil.  Rulla 

manente  fronte  dell'alto  Isonzo  occupiamo 

monte  Ne  o  con  le  sue  falde  nord  e  fino 


Operazioni 
rtisse  1915. 


I  russi  nella  loro  gloriosa  e 
manovrata  ritirata,  pur  rintuz- 
zando con  parziali  azioni  le  pre- 
tese di  un  inseguimento  tede- 
sco, non  si  erano  mal  più  la- 
sciati ades<-are  ad  accettare  battaglie  di 
grande  stile. 

Lo  scopo  era  evidente.  I  russi  tenevano 
a  riordinarsi  e  non  Intendevano  sciupare  forze 
inutilmente  in  battaglie  lontane  da  quella 
base  ohe  volevano  assumere. 


/n  Oalizia.  —  Una  tomlia  dov«i  nono  i>f  polti 
5»  auittriacl  «•  Il  ruiwl. 


~  52H 


Soldati  russi  in  trincea  presso  Kolki. 

Dinai'zi  allultina  mitiacc.'a  tedesca  sui 
nodi  di  Mdlocleschiio  e  Baianowitzki,  il  fronte 
russo  si  era  piegato  ancora  lievemente  sotto 
r  immane  sforzo  tedesco,  quindi  aveva  resi- 
stito alle  masse  nemiche,  e  poscia,  a  poco  a 
poco,  i  russi  avevano  costretto  i  nemici  a  ri- 
piegare a  loro  volta,  tinche  il  pericoloso  sa- 
liente offensivo  che  avevano  abbozzato  i  te- 
deschi finì  per  dileguarsi  come  per  incanto 
sul  finire  di  ottobre. 

I  tedeschi  e  con  essi  gli  austriaci  si  arre- 
starono allora  sopra  un  fronte  che,  salvo  effi- 
mere azioni  locali,  nosi  doveva  più,  sino  :il 
maggio  del  1910,  subire  alcun  mutamento. 

Fin  dall'ottobre  —  ci»»è  per  otto  mesi  di 
tempo  —  i  russi  tentarono  qua  e  là  qualche 
rettifica  parziale  del  loro  fronte;  accennarono 
anche  a  qualche  movimento  in  avanti  per  al- 
lej-'gerire  l'offensiva  contro  Verdun;  ma  in 
definitiva  essi  non  dimostrarono  un'  ampia 
etìettiva  attività. 

Perchè? 

Precisamente  perchè  una  gì  andissima  at- 
tività sei;uiva  invece  dielio  la  loro  fronte. 


Invero  I  russi  profittarono  del'a  trc,t,'U.'\ 
per  iniziare  netiii  ultimi  mesi  del  U>15  eeom- 
j)ire  poscia  nei  primi  cin  ine  nitsi  del  l'.tlC), 
la  riorganizzazione  del  loro  materiale  che 
aveva  tanto  sofferto  nel  corso  della  lunga  e 
dura  ritii-ata  dalla  linea  del  Dunajetz  a  quella 
del  Pripet;  per  riforniie  ed  accrescere  i  pro- 
pri reggimenti;  per  chiamare  nuove  leve  ed 
istruirle;  per  reclutare  una  massa  di  nuovi 
ufficiali  col  fine  di  surrogare  quelli  semi- 
parsi  ed  ampliare  altresì  i  quadri;  perdere 
vita  a  numerose  fabbriche  di  armi  e  di  mu- 
nizioni, raccogliendone  pure  ingenti  quantità 
dall'estero;  insomma  per  rendere  11  proprio 
esercito  più  grande,  più  forte,  più  omogeneo, 
più  irresistibile,  più  temibile. 

Intanto  imn  mancarono  armeggi  parziali 
e  terribili,  ad  esporre  i  quali  occorrerebbero 
volumi. 

Fra  i  vari  episodi  ricordiamo  però  le  fa- 
mose scorrerie  dei  cosacchi  del  Don  i  quali 
a  Jakobstadt  ed  altrove  presero  in  questi 
mesi,  ad  irrompere  e  seminare  il  terrore  lar- 
dellando a  colpi  di  lancia  i  nemici  che  riu- 
scivano a  sorprendere,  e  poscia  —  fatto  il 
colpo  —  ritornavano  alle  loro  linee.  Manca- 
rono le  grandi  operazioni  ;  ma  11  fronte  russo 
fu  difeso  tenacemente  ed  assunse  verso  il 
nemico  e  fece  onore  al  noto  motto  latino: 
Usque  huc  venies  et  von  procedes  u  tra. 

Né  mancarono  operazioni  di  piccola  guerra 
nel  Caucaso,  o  sul  Mar  Nero,  od  In  Persia, 
sempre  con  la  pegjio  dei  turco-tedeschi,  o 
del  bulgari  i  cui  porti  furono  reiteratamente 
bc  mbardati  e  molti  loro  veliei-i  carichi  di 
merci  o  carboni,  quando  sorpresi,  sempre 
ine-orabi!mente  affondati  dalle  navi  o  dalle 
torpediniere  russe, 

Pochi  hanno  parlato  della  efficienza  delle 
forze  navali  russe  del  Mar  Nero  e  nessuno 
ha  messo  in  rilievo  il  compito  importantls- 


ciali  (li  un  soldato  ru«.s 
caduto  in  battaglia. 


Toilette     [diti f il  IV^Il^if^ll  ^1     Profumo 

dei        IWi     ■  É  I  i  k  IWl  1  Li  i  I  i  k  ■ 
bambini     ^^ftilULABÉLuKZ^lJy^HZJULP     <lelizioso 
Puro  ed  untuoso,  rende  la  pelle  fine  e  vellutata.  


-Simo  chelp  navi  russe 
l.anu'j  ivi  e-"iv>tato. 
sia  r>nn  operazioni  di 
sbarco, sia  di  «Tociera 
o  vi{?orosa  vigilanza, 
sia  coi  freciuentl  at- 
toridauienti  di  tra- 
.sporri  ottomani  vi\ 
a  II  che  d  i  navi  da 
-iKM'ra  turche  non  aj»- 
l)<-na  Osarono  nsfin 
dal  Bosforo. 

Forte  di  11  lora/ 
zate   di    s(jnadra:    <'.. 
3  incrociatori  protei 
ti:   di    4    canuunieri' 
di  0  cacciatorpedini.; 
re;  di  11  torpedinii 
IP:  di    10  soiTirneri:; 
bili;  e  di  altre  r>  n;i\  i 
peciali  fra  cui  alcune 
osa-mine,  questa 
lotta  coinplessiva- 
ien<e    di   oltre   .">o 
avi.    destinata    ad 
pera  re    esclusiva- 
ente  uri  mare  dove 
chiusa,  e  contro  uji 
nemico   non   in 
I   di    compotere 
essa,  esercitando 

Mar  Nero  un  incontra.stato  dominio,  ha 
ibbi:ìm>/nte  pluvato  alla  causa    della   In- 
ta^jliejjgiando  i  rifovnimonti  d>Ala.  Tur- 
f  della  Bulgaria. 


•  ■iMieralc  (ial 


Dobbiamo  pur  no- 
t:ne  il  fatto  ohe  il  21 
dicembre  la  Duma 
approvava  una  mo- 
zione in  «-ui  si  procla- 
mò altamente  l-i  iie- 
«e.^sità  per  la  Kus^ia 
di  continuare  la  ijutr- 
ra  fino  a  che  In  forza 
militnre  ledmra  tfon 
rf>n;ia  iiìfru  fi'i . 


Operazioni 

francesi 

1915. 

Dopo  ; 
Soissons,  di  Lijart,'t.s, 
dflla  grande  liatta- 
^'lia  di  Arras  e  del  sa- 
liente di  Noyan,de!le 
quali  parlammo  nel- 
la precedente  rasse- 
L'iia,  tutto  il  front" 
francese  dal  mare  a 
Belfort  rimase  impe- 
netrabile ai  tedeschi. 
Sebbene  non  siano 
mancati  n.?l  trime- 
stre ottobre-dicembre  da  parte  di  questi  ul- 
timi rinnovati  tentativi  di  attacco  special- 
mente nei  Vosgi,  nella  Champagne,  sull' Yser 
e  ad  Ypres. 

Dopo  la  ricoi-data  puKua  del  7  ottobre  a 
Loos  —  in  Artols  —  si  ebbero  nella  prima  meta 
di  novembre  1  famosi  combattimenti  al  La- 
birinto (notevoli  quelli  del  14  novembre),  a 
Berry  au  Bac  e  nelle  Aryonne.  nei  quali  i 
francesi  ottennero  alcuni  prof,'ressi. 

Duelli  di  artiglieria  e  di  velivoli  si  alter- 
narono a  piccole  fazioni  di  pura  importanza 
locale,  che  non  ebbero  perù  nessuna  iuHuenzu 
nel  modificare  su  questo  fronte  il  svilito  asiietro 
della  guerra  di  trincea. 


n  lAuclalmmite. 


.1  n.xuii.-.f  ili  lutitiu  linea 
lu'lla  ChaoipÀgue. 

84 


530  — 


Tiratore  trjnicese  che  spara  col 
fucile  a  calcio  periscopico  da 
una  feritoia  di  un  parapetto  di 
sacchi  di  sabbia. 


Nella  Maina,  salendo  alle  trincee. 


Ma  naturalmente  si  iu  benìo  itimi  da  Oj  e- 
razionl  offensive  su  larga  ^c'ala. 
Il  21  dicembre, masse  francesi  attaccarono  Dobbiamo   nscriveie  però  a  merito  della 

i.\  posiziona  dirH:irima'in\veilerkopf(l)  e  vi     Franfia   l'iniziativa   di   u?;s  )ciiir<i    :ill'In:_'hil- 


Balestrieri  francesi. 


fecero   1300  prigionieri  oltre  al  danno  arre- 
cato ai  tedeschi  di  numerosi  tei-iti  e  morti. 


(1)  Questa  montagna  alsaziana  del  cosi  detto 
Vecchio  Aiinando  fu  conquistata  dai  francesi  il 
26  marzo  1915:  poi  ])erdnta  il  25  aprile  e  rii>resa 
il  26:  indi  riattaccata  il  21  dicembre. 


terra  per  ocoupure  saldamente  Salonicco,  tar- 
divo ma  ancora  valido  rimedio  agli  errori 
commessi  dall'Intesa  nella  politica  balcanica. 
Al  31  dicembre  del  1915  le  forze  franco- 
inglesi fino  allora  sbarcate  a  Salonicco  e  af- 
tidate  al  comando  del  generale  Sarrail  con- 
sistevano in  210.000  uomini  dei  quali  'JO.OOO 
inglesi.  Altri  convogli  erano  in  viaggio. 


YM 


Il  fronte  tede.Htd  nell'Ar^-tiune  voilnlo  da  una  trincea  fraucoso 
di  ])rima  lin«-a. 


XfUu  Chainpagnc.  —  Triuce»  iiHiit-f»*'  di  «burrai 


5B-_> 


La  cHtteflrjile  di  Keiiiis. 
Veduta  presa  da  un  aeroplano. 


Trattandosi  di  ni)u  lin.S''  offensiva  di  spie-     partii   quali   siano  le  sue  difese,  parlandone 
CRtissima  importanza  o  di  prunissimo  ordine     in  apposita  rubrica, 
costituita  dalla  Intesa  sul  tini  re  del  191."  per  E   intanto  oi   è  pur- doveroso  di  rilevare 


A  Reims  Ì<' 


S(U(>1<'  si  sono  r: 

jK-r  rii>arare 


e  iiellf  famose  cantine  dello  Champagne 
■iulli  dal  boniliardameuto. 


la  eventualità  di  una  a/ioiie  verso  il  eentro  come  per  ogni  verso  la  Francia  sul  finire  di 

dello  aeacchiere  balcanico,  azione  imperniata  dicembre  del  1915  presentava  l'aspetto  ma- 

altresi   nei   capisaldi   di  Vallona  e  del  basso  gnifioo    di   una   giande   na/.ione   nella  quale 

Diinubio,  riteniamo  opportuno  di  chiarire   a  tutti  i  cittadini  si  erano  riconciliati;  tutti  si 


534 


troviivano  accomunati  nelle  stesse  prove; 
tutti  ascoltavano  con  rispetto  la  maschia  le- 
zione di  coraggio,  di  pazienza,  di  volontà,  di 
calma,   di   firìucia  e  di  serenità  necessaria  a 


**  In  totale,  durante  le  nove  sottimnii 
**  della  campagna  di  lord  Derby,  si  sono  ai 
"  rnolnti  circa  due  milioni  e  mezzo  di  soldati 

Un"  altx-a   pubblicazione  viene  ora  a  co: 


La  f:tttoria  dei  Wa<(iues  nella  Champagne, 
teatro  di  tei'oci  combattimenti. 


risolvere  il  teiribile  prol)li>ma  (Lìirimlipci 
(lenza,  nazionale  o  del  vassnllnggio  con  1 
straniero. 


Operazioni 
inglesi  1915. 

Nella  precedente  rassegna  esponemmo  che 
l'Inghilterra  più  che  rilevanti  foi-ze  terrestri, 
aveva  dato  all'Intesa  eccf>l lente  cooperazione 
di  capitali  per  l'azione,  ed  insieme  molti  con- 
tingenti di  volontari  che  si  diportarono  assai 
valorosamente  in  Francia,  in  Asia,  in  Africa, 
lici  Dardanelli  e  —  ciò  che  più  monta  — 
diede  l'Inghilterra  la  tutelare  azione  marit- 
tima. ^ 

Il  nostro  lavoro  —  pei*  ineluttabili  ne- 
cessità tipografiche  —  era  già  pubblicato, 
(juando  \\  DniU/- Sketch,  in  data  22  dicembre, 
USCI  con  un  articolo  di  O'  Grady  (membro 
liiboufista  della  Camera  dei  Comuni)  il  quale 
avendo  aiutato  lord  Derby  nella  sua  campa- 
gna per  il  reclutamento,  forni  sui  risultati 
oitenuti,  le  seguenti  notizie  : 

"  Le  prime  settimane  diedero  poca  resa; 
"  pili  in  un  giorno  gli  arruolamenti  salirono 
"  da    74.000  a  330.000. 

"  Il  12  dicembre  (191.5)  ultimo  giorno  della 
'•  iscrizione,  si  presentarono  325,000  uomini; 
'"  m  nire  nell'ultima  settimana  si  erano  ar- 
"  molati  1.5.*?9.000  uomini. 


fortare  il  nostro  studio  sulla  entità  della  coo- 
perazione inglese  nella  guerra  in  corso,  ed  è 
un  libro  dovuto  alla  penna  di  René  Puau^ 
col  titolo  :  "  L'armée  -anylaiae  sur  le  conti- 
netìt  ^. 

Sulla  scorta  di  documenti  è  dimostrata 
la  parte  brillante  ed  eroica  che  ebbero  ini- 
zialmente cinque  divisioni  di  fanteria  con  una 
divisione  di  cavalleria  (cioè  le  prime  forze  in- 
glesi sbarcate  in  Francia)  e  poscia  l'esercito 
coloniale  e  l'altro  di  lord  Kitchener  succes- 
sivamente accorse,  nelle  operazioni  di  guerra 
dei  vari  scacchieri. 

Occorre  rilevare  che  si  trattò  di  iniziare 
alla  guerra  battagrlioni  inesperti  e  di  inqua- 
drare nuovi  reggimenti  e  nuove  brigate  nelle 
antiche  divisioni. 

Inoltre,  mentre  si  allenavano  alle  prove 
del  fuoco  i  nuovi  soldati,  fu  necessario  di 
organiz'',are  il  funzionamento  dei  servizi  di 
ogni  specie,  avuto  i-iguardo  alle  tendenze  del 
soldato  inglese  che  non  ri nn noia  a  nulla.  E 
questi  servizi  furono  allestiti  con  tanta  per- 
fezione da  fare  persino  sorgere  dalla  terra 
nuove  città,  stabilendovi  reti  elettriche,  do- 
tandole di  acqua,  e  creandovi  fabbricati  ampi 
e  spaziosi,  con  \in  servizio  sanitario  dei  più 
completi. 

Con  rudi  sforzi  si  costituirono  così  quelle 
salde  fanterie  e  quelle  potenti  artiglierie  che 
fecero  scuola  di  tiro  sulla  fronte  a  spese  dei 
tedeschi,   mostrandosi  tutte  tanto  brave  al- 


ROYAL  mod.  IO 


la  migliore 

xnaccKina 
per     scrivere. 


A<^KNZIA    GfC^EKALH    PKll    L'  ITALIA    K    Coi.OXlE 


MILANO 


Dante,  4  —  A.  MELE  &  C. 


opera,  snidate  da  esperti  umciall  tratti  da 
iella  jjrande  riserva  che  le  j,'iierre  <'(d<)iiiali 
ivevuiio  fortunatamente  consentito  aU'lngliil- 
terra  di  formarsi. 

N'>?i  due  ultimi  mesi  del  1915  si  può  dite 
che  nun  m  tu  giorno  in  <-ui  lo  t  uppe  inglesi 
non  si  misurassero  col  nemi.-o  comportandosi 
con  lo  stesso  valore  spie^iito  già  nelle  pre- 
cedenti operazioni  sulla  ^laina,  sali' Yser,  in 
Mesopotamia,  a  Suez.  ecc. 

Co-ii  il  nostro  diario  ci  mostra  gl'inglesi 
al  1'^  novembre  resistenti  ad  est  di  Ypres; 
il  6,  respiuijenti  i  te- 
deschi alla  Bassée;  il 
10,  solleciti  a  rintuz- 
zare bombardamenti 
aerei;  il  16  ancora  a 
lottare  presso  la  Bas- 
sée; il  ly  di  nuovo  ad 
Ypres;  il  -21.  a  Loos; 
il  ;ìO,  a  (ìomniecoui  t. 
Gì  ve  neh  y,  Neuvo 
Chapelle  ed  Anuen- 
tieres. 

Ed    in    dicembre  : 
il  2,  ancora  a  lottare 
a  Givenchy:   il   12   a 
Miraumont:  il  17.  ad 
Armentières,  dove  m 
impadioni>cono   del- 
le trincee    tedesche  : 
il  18,  respin>;enti  un 
attacco  nemico  a 
nord  di  Loos:    il  1'.'. 
incordi  con  belgi  e 
:  aiicesi  a  tenere  tc- 
•a  ai  tedeschi    nelle 
no    raffiche  di  arti- 
,  iier  a:  il  21,  fieri  nel 
•iierli   a  bada  -   da 
il  -  ad  Ypres, Saint- 
lean:  ed  il  22,  presso 
l.uosed  .Armentières. 
Infine  vediamo  gl'in- 

;.'lesi  il  27  moltiplicarsi  in  una  lotta  a  sud 
iU;lla  Bassée,  all'est  di  Armentières,  a  nord 
della  Somma  e  ad  oriente  di  Albert:  ed  il 
;J1  dicembre  salutare  il  trapasso  del  l'.»15 
bombardando  raerodioino  tedesco  di  Her- 
villy. 

Mentre  ferveva  la  lotta  ringhili  erra  il  14 
dicembre  chiese  al  Parlamento  i  fondi  per 
portare  le  suo  forze  a  quattro  milioni  di  uo- 
mini: e  la  Camera  dei  Comuni  il  giorno  22 
dicembre,  senza  dincusaione,  approvò  il  pro- 
getto. 

Nella  prima  settimana  di  dicembre,  il  Con- 
siglio di  guerra  dell'Intesa,  tenuto  a  Parigi, 
deciso  lo  sgombero  della  penisola  di  Galli- 
poli e  lo  alleni imento  della  p:uzza-base  di 
Salonicco.  Tuttavia  le  truppe  franco-inglesi 
cotitinraronn  a  lott.nre  coi  turco-tedeschi  fino 


Tx)rd  KirrHKjTKR, 


al  20  dicembre,  giorno  in  oul  potè  tradursi 
in  atto  lo  sgombero. 

Circa  la  costituzione  della  b.is  >  di  Salo- 
nicco, rimandiamo  il  lett^^re  a  la  apposita  ru- 
b  ica  alla  seguente  pa;{ina. 

Non  mancarono  acerbe  critiche  sala  po- 
litica militare  degli  anglo-francesi  ai  Darda- 
nelli. 

Ashmead  BartlettJI)  nel  Sumhnj  Timnt  del 
27  dicembre  lMir>,  biasimando  t'Intesa  perire 
errori  commessi:  (l»  aver  lasciato  prevedere 
gli  avvenimenti  al  nemico:  2»  avere  agito  sle- 
gatamente ad  oriente 
ed  occidente  :  -io  ave- 
re   disperse   le    pro- 
prie forze!;  in  quanto 
alla  guerra  nei  Dar- 
dane.li  esce  più  spe- 
cialmente  in   questo 
giudizio  : 

'  La  spedizione  dei 
Dardanelli  è  Costata 
all'  Inghilterra  fra 
uccisi,  feriti,  prigio- 
neil  e  malati,  200.dO<i 
uomini,  mentre  ha 
causato  un  consumo 
enorme  di  armi  e  di 
munizioni,  proprio 
nel  momento  in  cui 
queste  scarseg<^ì ava- 
llo sul  fronte  occi- 
dentale. 

*  Se  r  Inghilterra 
si  fosse  decisa  a  sa- 
criticare  (juesti  due- 
centomila uomini  in 
Fiandra,  con  una  of- 
fensiva contro  i  te- 
deschi quando  questi 
erano  impegnati  nel- 
la loro  grande  offen- 
siva contro  la  Ru.ssi:i, 
il  risultato  avi  ebbe 
potuto  essere  enorme.  Forse  ne  sarebbe  de- 
rivata la  liberazione  di  buona  parte  delia 
Francia  settentrionale  e  del  Belgio  „. 

Sembra  a  noi  che  lo  scrittore  abbia  pie- 
namente ragione.  Ala  siamo  sempre  a  (indio 
che  gli  avvenimenti  umani  non  si  possono 
prevedere:  «-he  errare  hmnunHm  etit  ;  e  che 
del  senno  di  poi  son  piene  le  fosse. 

Le  perdite  inglesi, dall'esordio  della  guerra 
al  9  novembre  1915,  quali  vennero  ufficial- 
mente annunziate  al  Parlamento  inglese  nel 
successivo  dicembre,  ammontano  a  610.230 
uomini,  cos'i  ripartiti  : 

In  Fi  ancia,  morti  69.732:  feriti,  260.037: 
mancanti   66.029.   Nelle  terre   mediterranee. 


(1)   Corrispondente  di  guerra  dell'Agensi» 
Renter. 


LIQUORE 

TONICO  DIGESTIVO 

DITTA  ALBERTI 

BENEVENTO 


580  — 


morti  23.055:  feriti  73,1  MS; 
mancanti  10.5ft7.  Su<,'li  altri 
teatri  della  guerra,  uccidi 
■2  '279;  feriti  5,924  ;  mancanti 
'■}  301  uomini. 

Perdite  navali:  uccisi 
10.517;  feriti,  1.211;  3iia!i- 
eanti,  362. 


Operazioni 
belgHe  1915. 

Non  si  iKuiiio  dati  pre- 
cisi sulla  ricostituzione, 
senza  dubbio  avvenuta,  del- 
lo eroico  quanto  sfortunato 
esercito  belga. 

Tuttavia  ò  da  presumere 
che  le  sue  unità  ricostituite, 
siansi  fuse  con  quelle  an^lo- 
trancesi  che  si  battono  nel- 
l'Artois  e  nella  Champagne. 

Che  1  quadri  e  gli  nitri 
elementi  onde  esso  si  coin- 
pone  aiàiyo  preziosi i\o  prova 
il  tatto  che  le  autorità  tedesche  nel  dicemlire, 
arrestarono  a  Bruxelles  e  poscia  deportarono 
ui  Germania  i  generali  a  riposo  Jausseiia,  \nx^ 


L/a  piazza-base 
di  Salonicco 
costituita  stil 
finire  del  1915. 

La  linea  franco-inglese 
si  stende  dal  golfo  di  Orfano 
alia  foce  del  Vardar.  chiu- 
dendo dentro  le  sue  trince-' 
e  i  suoi  ridotti  tutta  la  pe- 
nisola Caloidica  che  si  spin- 
ge nell'Egeo  con  i  suoi  tr<- 
Iiromontori  a  guisa  di  tri- 
dente. E  si  approva  questui 
inclusione  osservando  che 
la  penisola  Calcidica  può  di- 
ventare una  vera  "  piazz, 
d'armi,,,  una  eccellen: 
ìjase  di  concentramento  p<ji 
f  Intesa.  Si  pensa  che  i  suoi 
due  golii,  quello  di  Cassaii- 
dia  e  quello  di  MonteSan- 
to,  e  segnatamente  il  primo, 
possono  essere  buoni  punri 
di  sbarco  sussidiari  a  quei- 
ntatti  ai  tre  o  quattro  ancu- 
raggi  del  golfo  di  Cassandra  fa  capo  una  rei» 
abbastanza  fìtta  di  strade,  non  eccellenti,  n.t 


Il  generale  Sakkau. 

unauil^nte  le  forze  Alleate 

a  Salonicco. 

lo  di  Salonicco. 


Sprang,  Fauconval  ed  il  colonnello  Brassive, 
senza  neppure  permettere  loro  di  porgere  un 
saluto  alle  proprie  famiglie  I 

Oh  bontà  del  motto:  Tiies  les  pìentitrefi  ' 
degli  antichi  cavalieri  di  Fontenoyl 


suscettibili  di  miglioi-amento.  E  d'altra  parte 
si  sa  che  l'automobile,  opportunamente  co- 
struita e  attrezzata,  può  percorrere  anche 
strade  cattive. 

Ma  la  inclusione  di  tutta  la  penisola  Cai- 


SE 


conoscete  un  asmatico,  gli  renderete  servigio  indi- 
candogli il  Rimedio  d'Abissinia  Exibard,  senza 
oppio  né  morfina,  in  Polvere  e  Sigarette,  rimedio 
che  e  prescritto  da  tutti  i  medici,  reca  sollievo 
istantaneamente  a  migliaia  di  ammalati  ogni 
anno.  6,  Rue  Dombasle,  Paris.  —  In  tutte  le  Farmacie. 


ciilicd  entro  le  linee  franeu-in^'Iesi  era  con- 
sigliata anche  dalla  necessità  ili  appoggiai'^ 
-ulidamente  1"  ala  destrii,  la  ijuale  in  verità 
non  pot'  ebbe  essere  me;,'lio  protetta  che  dalle 
:ie(iue  del  golfo  d'Orfano,  dal  niarc.  Dal  vil- 
laggio costiero  di  Stravos,  luii^io  la  riva  de- 
stra del  Reudiha,  la  linea  degli  Alleati  rag- 
^•inn-je  il  vastissimo  lago  di  Bcsik  o  di  Limnis, 
segue  l'Ili  Deré  e  il  p^sa  Azniak  che  con- 
^'iungoiio  il  lazo  di  Kesik  con  quello  di  Lan- 
;raza,  va  lutilo  la  riva  meridionale  di  questo 
largo  specchio  d'act]ua.  si  dirige  a  nord-ovest 
t  c-an.io  Kivatli  e  Daicia,  piega  di  qui  a  oc- 


groppe  del  Kai-dasli  (»»»J56»,del  San  Ella  {»*•  7hf.), 
del  UorUsc  {ih  lOW»,  per  ridiscendere  a  mi- 
nori altezze  a  mezzogiorno  do!  lago  di  Pes  k  ; 
all'estrema  destra,  sopra  SUvros.  il  bo^c.s., 
Siu'l.jaiii  (m  5:)4i  è  una  ina;:nitic.i  posi/.i..n  • 
militare. 

La  gola  del  (ialiko  tra  le  alture  del  V«r- 
dar  e  1  monti  di  Daut  dei  quali  il  Kardasli  è 
la  ma;.'},'ior  vetta:  la  depressione  iDeilMurli 
dove  passa  la  strada  che  per  Kivatli  comi  i.  •■ 
da  Salonicco  a  Seres,  un  sottile  istmo  tra  :.li 
acquitrini  che  si  stendono  dal  lago  di  L;ui- 
gaza  e  quella  di  Bosik  :  la  striscia  di  t<iireuo 


U' 


La  chiusa  di  Deniir-Kapiir  presso  Saloni 


cidente  fino  a  raggiungere  Topsin  sul  Vardar, 
donde  con  un  *  risvolta)  ,  lunga  la  riva  sini- 
stra del  liume  scende  al  mare.  11  mare,  la 
foce  e  le  paluii  del  Vardar  sono  un  ewel- 
lente  appoggio  per  l'ala  sinistra  de^'M  Alleati, 
he  i>aludi  riducono  considerevolmente  l'am- 
piezza della  zona  più  vulnerabile  della  linea, 
il  varco  di  Topsin,  dove  passano  la  ferrovia 
<•  la  strada  di  Monastir,  e  la  ferrovia  del  Var- 
dar. Dal  nord  di  Topsin  al  golfo  Orfano  lo 
trincee  del  franco  inglesi  corrono  su  alture: 
prima  sulle  lente  ondulazioni  della  vallata 
•tei    Viud;ir,   i)oi  sulle  più  massiccie  ed  erte 


pianeggiante  tra  il  lago  di  Besik  e  il  monte 
Huljani  e  la  angusta  zona  costiera  di  Stavros, 
costituiscono.  Insieme  col  vajrco  di  Tospin,  le 
poche  linee  naturai  di  penetrazione  nella 
barriera  franco-Inglese. 

Questa  barriera  si  estende  tra  i  due  mari 
per  circa  120  A-m,  ma  la  sua  lunghezza  effet- 
tiva e  assai  ridotta,  sotto  l'aspetto  della  di- 
fesa,  dall'esistenza  dei  dtic  grandi  laghi  di 
Beslk  e  di  I.anga/a,  lungo  '24  km  il  primo  « 
10  il  secondo,  e  delie  varie  zone  paludose  sa 
accennate,  bistenti  tra  i  due  laghi  e  alla  foce 
«lei  Vardar. I>i  tratta  complessivamente  di  una 


NEVRAL  ■  C^^^*^^''  ^  compresso  a  baso  di  Novraltcina. 

(Rimedio  di  elezione  nelle  Emicranie  •  Nevralgie  •  Coliche  periodiche 
f^eumatismi  •  Influenza. 

I^EPETIT  FARMACEUTICI  -  MILANO 


—  53o  — 


cinquantina  di  chilometri  impraticabili,  ciò 
che  riduce  la  lunghezza  reale  delhi  fronte  da 
difendere  a  una  settantina  di  chilometri.  E 
la  ■*  zona  pericolosa  ,,  la  zona  pruticiibile  per 
un  attacco  in  forze  è  anche  più  ristretta;  si 
estende  per  una  quarantina  di  chilometi-i  sol- 
tanto d;il  vai'co  di  Topsin  al  lago  di  Langaza. 
A  chiudere  questa  breccia,  a  munire  questa 
zona  di  pericolo,  si  concentra  lo  sforzo  dei 
frunco-inulesi.  E  par  certo  che  essi  abbiano 
forze  adeguate  alla  necessita  della  difesa,  non 
solo  in  uomini,  ma  sopratutto  in  artiglierie. 


Operazioni 
serbe  1Q15. 

Ricordiamo  che  fin  dal  5  ottobre  1915 
grandi  masse  di  truppe  tedesche  eransi  con- 
centrate sulla  riva  sinistra  del  Danubio,  men- 
tre a  levante  e  ponente  di  queste  truppe 
bulgare  ed  austriache  erano  pure  piente  ad 
invadere  la  Serbia. 

Dopo  le  prime  avvisaglie  sul  Dainibio  e 
sulla  Sava  il  9  ottobre  le  truppe  tedescjie, 
previo  bombardamento   di  Belgrado,  passa- 


Àccampameuto  francese  a  Mudros,  nell'isola  di  Lemno. 


Questa  fronte  di  battaglia  è  partita  ugual- 
mente tra  i  francesi  e  gli  inglesi:  quelli  in- 
fatti guardano  il  varco  di  Topsin  e  le  alture 
del  Vardar  fino  alla  gola  del  Galiko;  questi 
sono  schierati  dal  Galiko  fino  al  lago  di  Lan- 
gaza, provvedendo  pure  alla  difesa  della  re- 
gione dei  laghi  e  dellazona  costieradi  Stavros. 

Tre  ferrovie,  tutte  le  linee  che  partono  da 
Salonicco,  due  rotabili  e  una  discreta  rete  di 
strade  minori  servono  la  fronte  franco-inglese: 
le  ferrovie  son  quelle  già  accennate  di  Mona- 
stir  e  del  Vardar  e  la  linea  di  Doiz-an-Seres- 
Dede  Agac:  una  delle  rotabili  è  quella  che 
per  Topsin  si  dirige  a  Jenigé  Vardar,  Vodena 
e  Monastir;  l'altra  è  la  strada  di  Seres. 

L'ulteriore  svolgimento  della  guerra  ci 
dira  tutta  l'importanza  di  questo  formidabile 
baluardo  e  perno  di  manovj-a. 


rono  il  Danubio  a  Semendria,  ed  espugna- 
rono la  cittadella.  Gii  austriaci  tniversaroio 
la  Sava  a  Yaruk,  all'isola  Pozarska,  in  faccia 
a  Mitrovitza,  a  Zabrez,  ed  alla  grande  isola 
Sangalla.  Sul  fronte  della  Drina  gli  austriaci 
bombardarono  Visegrad. 

Dapprima  i  s?rbi  resistettero  vittoriosa- 
mente, malgrado  i  potenti  calibri  spiegati 
contro  di  essi.  Ma  poscia  essendo  penetrati 
nella  valle  del  Titnok  anche  i  bulgari  (12  ot- 
tobre) la  difesa  si  rese  a  mano,  a  m.mo  ditli- 
cile.  Né  potevasi  sperare  aiuto  dai  montene- 
grini, pur  essi  assaliti  su  vari  punti  della  loro 
frontiera. 

Tuttavia  per  un  certo  tempo  ancora  (lino 
al  28  ottobre)  i  serbi  tennero  ei-oicamejite 
testa,  specialmente  attorno  a  Belgrado,  che 
cadde  soltanto  il  16  ottobre. 


Sali  purgativi  di  Saint  Vincent 

(la  Karlsbad  italiana) 

Sovrani  nella  cura  delle  malattie  di  stomaco,   intestino,  fegato 
del  ricambio  specialmente  della  diatesi  urica.  


—  y.v.i 


Premendo  d;i  o'^ui  lato,  ti^rtizie  alla  loro 
-^nte  artiglieria,  le  truppe  di  Mackensen 
1  bulgari,  i  serbi  pur  lottando,  presen>  a 
^<re  terreno,  mentre  austriaci,  tedeschi  e 
^ari  commettevano  nel  territorio  invaso 
'  -.'HI  sorta  di  atiocitù. 

In  breve,  tagliate  le  comunicazioni  da  Sa- 
lonicco, occupata  l'skub  dai  bulgari  la  si- 
tuazione dei  serbi  divenne  critici.s-.lma,  ed 
impresero  sul  finire  di  ottobre  a  ritirarsi  sulla 
linea  Valievo-Moradi-Docolii. 

Intanto  i  franco-inglesi  giungevano  ad  oc- 
cupare Strumitza,  dal  ùanco  sud  dei  bulgari 
(29  ottobre).  Ma  T  aiuto,  valido  per  la  situa- 
zione gener.ilc  degli  alleati,  era  tardivo  per 
la  sorte  doi  serbi. 

Le  cose  precipitarono.  I  bulgari  occupa- 
rono Pirot,  e  marciarono  su  Nissa.  I  tede- 
schi puntando  con  vigore  a  sud  di  Svilae- 
natz,  sospinsero  i  Serbia  Kralievo  it>  novem- 
bre). Gli  austriaci  si  collegarono  a  Ciaciak 
con  i  tedeschi,  e  «luesti,  passai.'*  la  Morava, 
si  impadronirono  di  Kru.sevaz  i.s  i  ovembre» 
e  proseguirono  la  marcia  incendiando  citta, 
villaggi,  sobborghi,  e  niassacrando  abitanti. 
I  bulgari  progrediscono  su  Krivolak  e  Stru- 
mitza. I  serbi  si  riducono  a  meta  novembre 
sulla  riva  sinistra  della  Morava  meridionale, 
e  quindi,  attraverso  alla  regione  dei  monti 
Kapaonik,  prendono  a  ritirarsi  verso  il  Mon- 
tenegro e  l'Albania. 

Ciò   malgrado,  per  lo  addensarsi  dei  ne- 
ici  da  nord  e  da  oriente,  in  grandi  forze. 
'  '  -;itn:»zione    non    cessa  di  divenire  sempre 
grave,  tanto  per  le  reliquie  dell' esercito 
lo  quante  p.^r  le  popolazioni  abbandonate, 
•  gnachè  le  atrocità  commesse  dai  bulgari 
Strbia  sorpassano  di    gran   lunga  quelle 
tedeschi  nel  Belt;io  ed  in  l' rancia.  Scrive 
I.arousse   che  tutti    i   prigionieri  dei  due 
SI  e  di  qualsiasi  età  fai  ono  inesorabilmente 
ssacrati  o  bruciati  vivi, 
(ìli  austro-tcde.schi-biilgari  invasero  il  san- 
S  kr-cato  di  Novi-Ba/ar  i2'2  novembre)  e  spin- 
lo   truppe   sulle  creste  del  Favor,  e  nella 
ione  al  nord  di  Kaska.  Tuttavia  un  corpo 
:  bo  di  retroguardia  con  un  ritorno  otfen- 
>)  riesce  a  battere  i  bulgari  nella  regione 
;  Leskovatz  sulla  Morava  e  ad  aprirsi,  nel- 
I  anzidetto  giorno,  la  via  a  nord  di  Monastir. 
Ma  sono  vani  sebbene  gloriosi  sforzi.  Sul 
.:e   di    novemb.e   gli   austro-tedeschi   en- 
wio   a  Mitrovitza,  a  Pristina  ed   incalzano 
1  >erbl  su  Ypek.  La  ritirata  .serba  è  nel  de- 
stino.   11    governo  s^rbo  si  tra.sporta  a  Scu- 
tari  di  Albania.  Ai  primi  di  dicembre  la  Ser- 
bia  era   interamente  caduta  in  potere  degli 
fiustro-tedeschi-buluari.    meno   la   parte    del 
territorio  sud  orientale  la  quale  era  occupata 
dal  corpo   di  spedizione  franco-inglese,  non 
■incora  molto  oonsistente  e  perciò  in  attesa 
di  rinforzi. 


Ff!' 


L'ultimo  corpo  serbo  ohe  oc»?npav»  M'v 
nastir  lasciò  questa  città  il  2  dicembre  ed  I 
tedeschi  vi  entrarono  il  3,  raggiunti  d  il  bai* 
gari  nel  giorno  successivo. 

Cosi  nella  prima  settimana  di  d  cemb  e 
il  dramma  era  pervenuto  al  suo  epilogo.  Le 
truppe  serbe  in  numero  di  '2()0.(Mj<ì  uonitm, 
conducendo  seco  40,0(K)  pri;iionleri  austriiici, 
nonché  numerosi  profughi  nazionali  avevano 
raggiunto  il  suolo  di  Albania. 

Sopraffatti  da  forze  decuple,  quei  serbi 
non  erano  tuttavia  demoralizzati.  Vinti  ma 
non  domi  essi,  aiutati  dall' Ita'ia.  si  diedero 
subito  a  riorganizzai-p  le  loro  tt'e  per  intra- 
prendere non  più  soli  ma  al  fianco  degli  al- 
leati,  una  nuova  campagna  contro  l'abborrito 
nemico. 

li' Italia  tutta,  col  cuore  e  con  afTetto  com- 
mos.so  si  diede  ad  aiuterà  e  lenire  i  dolori 
del  valoroso  popolo  serbo,  ojìpre^so  d  i  una 
rinnovata  tragedia  di  esodo  biblico  dovuto 
alla  crudeltà  di  una  guerra  di  sopraffazione 
condotta  con  metodi  degni  di  animali  felini 
e  non  di  esseri  umani. 

A  far  comprendere  come  e  quanto  fu  druda 
la  ritirata  di  taluni  corpi  sorbi,  diamo  qui 
appresso  alcune  notizie  tratte  dal  diario  di 
un  ufiBciale  serbo  riparato  in  Italia. 

L'ultima  resistenza  da  pai  te  dell'esercito 
serbo  fu  fatta  a  Prizreud,  dove  più  di  cento 
cannoni,  per  la  maggior  j.arte  del  tipo  fran- 
cese a  7.')  erano  disposti  in  enorme  semicer- 
chio e  puntanti  contro  i  bulgari.  Dopo  avere 
spara'o  l'ultimo  colpo,  i  serbi  tolsero  gli  ot- 
turatori dei  cannoni  e  fuggirono  in  disordine 
lungo  un  sentiero  dove  la  Drina  s'apre  la 
via  fra  le  montagne  albanesi. 

Dei  70,(K)0  e  più  serbi  che  presero  parte 
alla  battaglia  di  Prizreud,  la  metà  circa  fu 
fatta  prigioniera.  Nelle  solitudini  delle  nevose 
montagne  albanesi  rimasero  bande  serbe  com- 
battenti una  gloriosa  eroica  guerriglia  la 
quale,  però,  non  poteva  essere  efficace  con- 
tro la  regolare,  precisa  e  meravigliosamente 
rapida  avanzata  delle  forze  bulgaro-tedesche. 

Una  descrizione  della  fuga  delle  forze 
serbe  spiegherà  perchè  gli  avanzi  di  uno  dei 
più  valorosi  eserciti  del  mondo  non  furono 
in  grado  di  combattere. 

Dopo  la  disfatta  di  Prizrend,  alP esercito 
serbo  rimanevano  aperte  tre  vie  di  ritirat.t 
assolutamente  impraticabili  peri  veicoli,  sem- 
plici sentieri  o  mulattiere  attraverso  preci- 
pizi, su  alte  montagne. 

L'ultimo  ordine  era  di  rifilarsi  Inngo  le 
tre  vie,  ma  gli  austro-bulgaro- tedeschi,  e  spe- 
cialmente i  bulgari,  avanzarono  cosi  r.ipid  •• 
mente  che  1  serbi  furono  incapaci  di  coprire 
la  ritirata.  Infatti,  invadendo  all'impiovvlso 
il  Montenegro,  le  truppe  austriache  conqui- 
starono Gia»-ova,  chiudendo  la  via  di  Ip»  k 
COSI    rapidamente  ohe  appena  tremila  serbi 


Per  gli  OMNIBUS  dei  Servizi  Pubblici  Automobilistici 

PREFERII  X    I  f: 

GomtTìe  Piene  "WALTER  MARTINI,, 


"WALTER  MARTINY.  fìit.  kttamt  ftp  I.  \M6.m  iiirt.  uruU  -  V'a  Verolengo.  379  -  TORINO 


540  — 


furono  in  grado  di  ritirarsi  in  quella  dire- 
zione. L'invasione  di  Dibra  da  parte  di  bande 
bulgare  armate  con  un;i  batteria  da  monta- 
gna chiuse  la  strada  di  Dibra,  cosicché  ri- 
mase una  sola  sl-rada.  quella  di  Lumkulus, 
per  la  ritirata  di  70,000  serbi. 

Per  oirca  40  km.  sulla,  via  del  Drin,  non 
possono  passare  neppure  tre  uomini.  L'eser- 
cito si  ritirò  dunque  in  una  doppia  ftla  sten- 
dendosi i)er  chilometri  e  chilometri.  Jn  que- 
sto corridoio,  cinque  giorni  dopo  la  disfatta 
di  Prizrend,  erano  penetrati  35,000  serbi, 
quando   l'artiglieria  bulgara  aggiustò  il  suo 


quando  il  pane  fu  finito,  dovettero  vivere  di 
quello  che  trovavano  lungo  la  strada.  Quando 
un  cavallo  elideva  esausto,  lo  scnoiavaiio  e 
mangiavano  a  brani  la  carne  cruda. 

Operazioni 
montenegrine  1Q15. 

Mentre  la   terribile   lotta  infuriava  sulla 
Serbia,  il  Montenegro,  che  nel  1914,  al  pari 
della  sua  sorella  slava  aveva  visto  più  volt't 
gli  austriaci  fuggire  dinanzi  ai  suoi  eroici  u  . 
nipoli,  erasi  nel  rniglior  modo  apparecchi 


Un  traino  bulgaro  in  Macedonia. 


tiro  sull'ingresso  a  da  allora  fu  impossibile 
usare  la  via.  Per  cinque  ore  l'artiglieria  fece 
macello  tra  le  file  dei  serbi  che  erano  lungo 
la  strada.  Quindi  i  serbi  gettarono  i  fucili  e 
i  bulgari  ne  fecero  prigionieri  46,000  che  ri- 
condussero a  Prizrend. 

Quelli  che  scamparono,  iniziarono  a  Lum- 
kulus una  lotta  per  la  vita  anche  più  dispe- 
rata. La  ritirata  di  Napoleone  da  Mosca  do- 
vette esseie  simile  a  questa  dei  serbi.  Gran 
parte  dei  contingenti  serbi  che  marciavano 
all'avanguardia  era  composta  di  feriti.  Con 
i  piedi  straziati  e  sanguinanti,  sfidando  la 
fame,  giunsero  a  Scutari  tredici  giorni  dopo 
la  partenza  da  Prizrend,  dopj  aver, soppor- 
tate sofferenze  atroci,  che  nessun  altro  fuor- 
ché questi  magnifici  eroi  avrebbe  potuto  sop- 
portare. Erano  partiti  con  pane  per  tre  giorni  : 


alla  nuova  bufera  che  lo  addensarsi  degli 
austi-o-tedeschi-bulgari  sulla  Sava  e  sul  Jjn- 
nubio  lasciava  nettamente  prevedere. 

Alla  fine  di  ottobre  gli  austriaci  passando 
la  Drina  presso  Visegrad,  riuscirono  ad  im- 
padronirsi delle  posizioni  di  monte  Gora  e 
di  Toglar  con  la  coopcrazione  di  truppe  ger- 
maniche. I  bravi  montenegrini  però  se  ne  ri- 
valsero presso^Angora,  prendendo  ai  tedeschi 
un  centinaio  di  prigionieri  con  quattro  can- 
noni ed  una  mitragliatrice  (2  novembre)  e 
riconquistando  Troglar  (3  novembre). 

Bentosto  si  fu  alle  preso  verso  Grahovo 
e  Novi-Bazar,  nel  tempo  medesimo  che  le 
truppe  serbe  iniziavano  il  loro  ripiegamento 
verso  il  Montenegro  e  l'Albania. 

Al  21  novembre  i  montenegrini  affronta- 
rono un  attacco  austriaco  sulle  rive  del  fiume 


Toilette 

dei 
bambini 


SAVON  SIMON 


Profumo    j 

delizioso    J 

Puro  ed  untuoso,  rende  la  pelle  fine  e  vellutata.  l 


—  r,4i 


Ltrn.  e  vi  si  soitonnero  vaìorosnitiento  tanto 
ciu?  re  Nioula  n»>  prese  ai)iiTio  per  emanare 
iiu  nrnoJatiiu  nnnuiiciaiite  cho  e^li  avrebbe 
l  ti'ii'o  xitnt  filili  morte  (28  novonibre». 

Al  2  diof-mbre  gli  austriaci  dtressero  i 
loro  attacchi  su  Priboi  o  Pleulif,  dove  tiiron>. 
lespiiìti  (4  direinbre».  La  rabbia  austriaca  s<- 
ne  vendico  con  biìmbardamenti  aerei  su  Cet- 
tigno.  lanciando  bombe  eziandio  sui  conso- 
liti di  Francia  e  di  Inghilterra  (7  dicembre». 
K  furono  pure  respinti  a  Mataroje  nella 
seconda  settimana  di  dicembre;  ed  anche  al- 
lora se  ne  vendicarono  con  «li  aeroplani  su 
oculari.  Antivari,  e  Dulciguo. 

Crescendo  la  bufera  per  il  sopraggi unprere 
di  sempre  nuove  forze  austriache,  i  monte- 
negrini »■  videro  obbligati  a  ripiegare  a  nord 
di  Cahove  e  Bielo  (Itì  dicembre)  pur  rintuz- 
zando le  offese  austriache  dalla  parte  del- 
l'Krzegovina,  nonché  sulla  propria  via  di  ri- 
tirata a  Berana  (19  dicembre). 

.Ma    la   vera  tutela  del  Montenegro  stava 
sul  baluardo  del  Lovcen.  dove  alla  vigìlia  di 
"Natale  crasi  iniziara  una  violenta  lotta  di  ar- 
ti <j;!ieria.  Né  il  Natale  pas^^ò  liscio  per  gli  au- 
striaci  che  in    quel  giorno  toccarono  a  Bie- 
li»poli  una  sconfitta  che  costò  loro  numerosi 
morti   e   feriti   si  che  devettero  tosto  retro- 
cedere.  inal;:rado  l'accorrere  dei  bulgari  in 
iiiarcia  su  Sciitari  ed  Elbassan  f'is  dicembre). 
Né  miglior  fortuna  ebbero  gli  atastriaci  a  Le- 
pouutz,  dove  furono   battuti   e   respinti  la- 
sciando 2000  morti  sul  terreno  (29  dicembre). 
L'anno  si  chiudeva  sotto  il  frastuono  dello 
.•.•ssante   duello   di  artiglieria  dal  Lovcen, 
:rgendo  il  i]uale,  la  sorte  della  Czeriuigora 
r  bbe   potuto    ripromettersi   migliore    de- 
mo, specialmente  se  .soccm-sa  dagli  alleati. 
Ma  vedremo  nella  rassegna  del  1910  che 
i»er  trascuratezza  o  per  tr.idlmento  i  giorni 
'    i  Montenegro,  erano  ormai  contati. 

E  vedremo  altresì  che  tutta  1:ì  scampa 
•ir  Intesa  si  meraviglio  ed  espresse  acerbe 
litiche  perchè  non  si  era  prevista  in  tempi> 
.  .ivan/.ata  austriaca  nei  Montenegro,  laminale 
doveva  poi  inbreve  (11  gennaio;  reiiden?  TAu- 
.Nrria  padrona  del  Lovcen  e  per  es^o  riuscire 
alla  invasione  ed  occupazione  di  tutto  il  Mon- 
tenegro, che  diveniva  co.si  con  la  Serbia  un 
secondo  pegno  nelle  mani  degli  Imperi  cen- 
trali. Tre  giorni  dopo  veniva  anche  occupata 
Cetti.'ne  e  l'Austria  ergeva  tosto  una  forca 
sulla  piazza  principale  della  piccola  capitale, 
come  simbolo  nefasto  del  suo  etTeratissimo 
scellerato  dominio  I 

Operazioni 
germanicKe  1915 

In  ottobre  l'otTensiva  tedesca,  dopo  cin- 
que mesi  di  C'imbattiniento,  si  arresto.  Mere»- 
tali  combattimenti  le  linee  russo  dallo  fron- 

l^«i«H^^M«^^K«'%^*M'M^^W^^MMIHII^% 


tiero  della  Prussia  orientale,  della  Bzura. 
della  Kilitza,  del  Dunajetz,  dei  Carpazi,  ven- 
nero di  mano  in  mano  a  retroced'-re  sin  si.fc 
Kiga,  alla  sinistra  della  Dwina,  ii  Dwin^k. 
Smorgon.  Zartorisch.  Tarnopol  e  alla  >Str>  i-a. 

Il  risultato  fu  per  il  nemico  certani'iit>' 
grandioso.  Ma  non  poteva  essere  duraturo! 
Stanchi  del  lungo  sforzo  che  aveva  ncliif  >to 
ai  tedeschi  la  conquista  della  Polonia  ed  agli 
austriaci  il  ricupero  della  perduta  Galizia, 
gli  uni  e  gli  altri  .si  fermarono  e  si  fortitt- 
carono. 

Queste  fortificazioni  improvvi.sate.  sorte  e 
rafi'orzate  .sempre  più,  fra  l'ottobre  e  il  di- 
cembre del  1915,  meritano  di  essere  ricor- 
date .sotto  il  triplice  aspett  >  della  immane 
estensione  geografica;  del  problema  dello 
sverno:  e  delia  tecnica  difensiva. 

L'estensione  geografica  può  fissarsi  con 
una  linea  approssimativa  che  partendosi  dai 
pressi  di  llagu'ezem  sul  golfo  di  Kiga  seguiva. 
a  distanza  di  tiro  di  cannone,  la  riva  sinistra 
(iella  Dwina  fino  all'altezza  di  Dwinsk  e  quindi 
jiressapoco  lungo  il  meridiano  di  Czernowitz, 
sfiorando  Baraiiowiczi,  Pinsk  e  Itowno,  rag- 
giungeva il  contin?  galiziano  ad  Alexinez, 
donde  scendendo  nel  terreno  còm;ireso  fra 
le  valli  della  Strypa  e  del  Sercth  —  non  var- 
cato    -   arrivava  al  Dniester. 

Il  problema  dello  .sverno  in  aporta  cam- 
pagna venne  risoluto  con  l'adozione  di  ri- 
coveri in  metallo  leggero,  smontabili  e  prov- 
visti di  caloriferi;  oppure  con  grandi  tende, 
o  ripari,  a  telaio,  atte  altre-'i  a  coprire  hi 
artiglierie;  od  —  infine  —  con  profonde  trin- 
cee scavate  mediante  mine.  Il  tutto  era  i>ro- 
tetto  da  reticolati  di  grosse  corde  metalliche, 
ed  altre  difes-j  acces.sorie,  ad  imitazione  di 
quanto  praticarono  puro  i  francesi. 

Senonchè  gli  austro-tedeschi  non  solo  imi- 
tarono ma  esagerarono,  ed  a  segno  tale  che 
(come  nel  l'JlO  dovea  pori'e  In  luce  l'offen- 
siva russai  le  loro  trincee  espugnate  in  Vo- 
linla  e  Galizia  vennero  trovate  signorilmente 
airedate  con  pianoforti,  grammofoni,  qu.idr« 
ornamentali,  servizi  di  lusso,  cucine  econo- 
miche, grandi  quantità  di  combustibili,  ecc. 

In  q,uauto  poi  alla  difensiva  tecnica,  è  or- 
mai provato  che  gli  austro-tedeschi  conti- 
nuarono per  tutto  il  novembre  e  dicembre 
a  Trlncerar.si  potentissimamente  lungo  l'an- 
zidetia  fronte  geografica,  cercando  di  sup- 
plire alla  diminuzione  degli  elettivi  sempre 
con  nuove  fortificazioni  e  con  montagne  di 
artiglieria. 

Naudau.  .'.ni-.;. ..niente  del  7o  »r»«a7  dal 
campo   r  ;!!.:e.   COsl  : 

*  Le  1  IMO  assunto 

una  ntnii  '  o.  Tutto  il 

paese  fra  lii  Limiuu  e  l>vviusk  ti  irto  di  trin- 
cee e  di  fortili/.i.  Tutta  la  linea  del  Bug,  il 
grande  aMuente  della  Vistola  è  protetta  da 
tre  file  parallelo  di  trincee,  con  piattaforme 


ALMATEINA   *   Astringente  e  disinfettante  intestinale. 

SPECIFICO  IN  OGNI  FORMA  DI  DIARREA 
LEPETIT    FARMACEUTICI    -    MUDANO 


542 


in  cemento  destinate  a  ricevere  f^rossi  can- 
noni. 

Per  supplire  alla  scarsezza  degli  uomini, 
i  tedeschi  moltiplicano,  },'cneralizzano,  con 
stiaordinai-ia  abbondanza,  luso  delle  mitra- 
gliatrici e  del  fucile  automatico.  Ma  la  qua- 
lità del  soldato  tedesco  ha  subito  un  de- 
terioramento. Nò  gli  austriaci  liescono  ad 
avanzare  in  Galizia  „. 

Ed  il  12  dicembre  aggiungeva: 

"  Sulla  fronte  della  Dwina,  nel  triangolo 
fra  questo  fiume  l'alta  Wilija  e  l'alto  Nie- 
men,  il  gelo  dei  più  stretti  corsi  d'acqua  co- 
mincia a  permettere  qualche  colpo  di  mano 
attraverso  la  Dwiiia.,..  „. 

Ma  la  questione  è  di  sapere  se  a  gelo 
totale  i  tedeschi  tenteranno  una  nuova  otten- 
siva  verso  il  nord.  Chi  consideri  l'indeboli- 
mento dei  loro  eflettivi,  l'insufficienza  delle 
riserve  e  la  mediocrità  dei  combattenti  —  in 
gran  parte  adolescenti  —  sostiene  di  no;  ma 
resta  l'esempio  del  1914  quando  proprio  du- 
rante il  maggior  freddo,  balzarono  dalla  Prus- 
sia orienlale  al  Niemen. 

I  tedeschi  sono  provvisti  di  pellicce  e  di 
cappe  bianche  per  confondersi  con  la  neve. 
D'altra  parte  continua  alacremente  la  co- 
struzione di  ferrovie  allaccianti  la  Dwina  al 
Niemen  e  alla  Prussia  orientale. 

Ma  il  gelo  crebbe  e  le  grandi  operazioni 
languirono,  non  solo  in  novembre  e  dicem- 
bre, ina  anche  oltre. 

Soltanto  nella  regione  di  Riga,  di  laoob- 
stadt  e  Dwinsk,  non  ebbero  mai  tregua  i 
duelli  di  artiglieria;  neppure  nel  giorno  di 
Natale  malgrado  la  visione  del  precetto  cri- 
stiano rievocatore  del  pax  hominibus  bonae 
voluntatis. 

Operazioni 
axistriacKe  1Q15 

Le  operazioni  dell'Austria  si  potrebbero 
riassumere  cosi: 

Bombardamenti  di  località  indifese.  Stragi 
di  donne  e  bambini.  Abusi  di  insegne  della 
Croce  Piossa,  Uccisione  di  feriti.  Uccisione  di 
prigionieri.  Colpi  di  mazze  ferrate  sulla  testa 
di  combattenti  svenuti  per  i  gas  astissianti. 
Confetti  avvelenati.  Fucilate  a  m.edici  e  cap- 
pellani militari  che  si  spingono  verso  i  ca- 
duti. Violazione  di  ospedali,  o  di  convogli  di 
feriti,  o  di  parlamentari.  Diaboliche  vessa- 
zioni contro  cittadini  irredenti.  Rapine  ed  in- 
famie di  ogni  specie.  Ecc..  ecc. 

Attenendoci  peraltro  strettamente  al  titolo 
di  operazioni  militali,  ricorderemo  che  la  più 
misera  azione  austriaca  negli  ultimi  mesi  del 
19l5  fu  coctamente  la  vile  aggressione  con- 
certata in  tre  sulla  eroica  piccola  Serijia  e 
sul  più  piccolo  Montenegro,  facendosi  seguire 
dal  boia  e  dalla  forca  che  veiuie  immancabil- 


mente innalzata  in  tutte  le  città  ed  in  tuiti 
i  villaggi  serbo-montenegrini  non  appena  oc- 
cupati. ' 

Nella  marcia  aggressiva  gli  austriaci  ten- 
nero la  destra;  i  tedeschi,  il  centro;  i  bulgari, 
la  sinistra. 

Fu  loro  facile  pervenire  (a  metà  novem- 
bre) sull'altopiano  di  Savor  contro  i  serbi, 
che  da  soli  a  soli  li  avevano  più  volte  cla- 
morosamente scontitti,  nel  1914  (allo  Jadar 
ed  a  Eoudnik)  e  rivolgersi  poscia  contro  i 
montenesrrini,  il  2  dicembre,  attaccandoli  a 
Priboi  e  Peuliè,  mentre  i  tedeschi  occupavano 
Monastir,  tosto  raggiunti  dai  bulgari. 

Ma  se  vollero  forzare  il  baluardo  monte- 
negrino dove  150.000  serbi  avevano  potuto 
malgrado  la  valanga  nemica  ripiegare  con 
armi  e  munizioni,  dijvettero  attendere  che 
altre  forze  tedesche  si  rovesciassero  sulla  pic- 
cola Czernagora  affiancate  per  giunta  da  co- 
lonne bulgare  precipitantesi  in  Albania  (21  di- 
cembre) alla  quale  epoca  già  da  quattro  giorni 
tutto  il  territorio  serbo  era  ormai  caduto  sotto 
il  pugnale  degli  ignobili  congiurati. 

Dovettero  gli  austriaci  attendere  tale  aiuto, 
perchè  nella  giornata  del  19  dicembre  a  Li- 
povax  e  Berana,  erano  stati  battuti  e  respinti, 
sia  pure  in  secondaria  azione. 

Eziandio  non  erano  riusciti  in  novembre 
e  dicembre  a  guadagnare  terreno  in  Galizia, 
rimanendo  ivi  più  specialmente  scontitti  a 
Trembovla  e  Boutchach. 

Ed  —  infine  —  per  reiterati  scacchi  su  tutti 
i  fronti  della  rosa  dei  venti  (da  lunghi  mesi 
sopportati)  si  sentivano  tanto  depauperati  di 
forze  da  aver  subita  la  necessità  di  chiamare 
alle  armi,  per  il  gennaio  1916,  i  nati  negli 
anni  1865,  1866,  1867  assieme  alla  seconda  ca- 
tegoria del  laridsturm  degli  anni  1870- "Jl. 

Né  vogliamo  tralasciai-e  di  annotare  che 
1  frammenti  dell'esercito  serbo  ripiegati  in 
.\lbauia,  avevano  trascinato  con  se  ben  40.000 
prigionieri  austriaci. 

Ricordiamo  poi  che  a  riprova  delle  forze 
disintegrati-ici  dell'Austria,  minata  dal  dua- 
lismo e  dal  trialismo,  sta  l' apostrofe  pronun- 
ziata nel  dicembre  1915  dal  deputato  Stephan 
Rakovsky  alla  Dieta  di  Budapest  il  quale 
disse:  "  Dichiaro  nettamente  che  si  è  già  ver- 
sato molto  sangue  e  che  bisogna  fare  la  pace; 
non  importa  a  qnal  prezzo  ,. 

Operazioni 
turcHe  1Q15 

Già  dicemmo  nella  precedente  rass«/gna, 
sembrarci  che  la  Turchia  sotto  l'irrefutabilo 
dominio  russo  del  Mar  Nero,  e  sotto  le  di- 
sfatte più  salienti  subite  specialmente  a  Sary- 
kamysch  (7  gennaio  1915),  ad  Ismailia  (4  feb- 
braio), a  Nasirwych  (30  luglio)  e  sul  lago  di 
Van  (17   ottobre)  nel  Kurdistan   —  contro  i 


la  macchina  per  scri- 
vere più  indicata  per 
uffici  ^    -^    ^    ^    ^ 
Agk>zia  Gbnekale  pek  l'  Italia  e  Coloxik 
MUDANO  —  Via  Dante,  4  —  A.  MEI^E  £)  C.  == 


RO  YAL  mod.5 


i>sl  —  dovesse  ormni  considerarsi  sulla  pa- 
iola discenueiite  dello  sfacelo. 
Oggi  per  quanto  si  è  veritlcato  nei  rima- 
nti  due  mesi  del  1915  (e  per  quanto  me- 
o   vodremo   nel    trattare   delle  operazioni 
el  iyi6)  !nì  ratì'enna  in  noi  l'opinione  che  la 
rabola   della  Turchia   vada   avvicinandosi 
mpro  più  al  suo  estremo  punto  di  discesa. 
L'azione  turca  in  Europa  oftVe  ben  poco 
interesse.  Essa  culmina  invece  sul  Can:ilo  di 
Sue/:;  e  i>iù  in  Armonia,  dove  in  un  paese  or- 
ribilmente dirticile,  montagnoso,  senza  st.ade, 
con  un  freddo  intenso  —  fra  montagne  che 
raggiungono  sp^^sso  i  3000  metri  di  quota  — 
contavano   i   turchi  sul  rtniro  del  1915  poco 
metio  di  mezzo  milione  di  uomini  fuori  com- 
battimento (secondo  il  i>«i7y  Miil)  fra  morti, 
feriti  e  prigionieri,  senza  contare  t^li  invalidi 
e  i  malati. 

Oh,  la  Turchia  ha  scontato  e  sta  scon- 
tando a  caro  prezzo  il  brindisi  famoso  di  Da- 
masco, nel  litoti,  quando  il  Kaiser  i)er  at- 
trarla  al  suoi  fini  in  onr.i  ai  massacri  armeni 
si  dichiarò:  "  auùo  per  aeiupte  di  ^'.  M.  il 
SuJ/aHO  e  dei  trecento  mi/iotii  lìi  innuinet-'anì 
che  venerano  in  lui  il  loro  califfo .'  „. 

Ma  se  in  Europa  la  Turchia  rappresenta 
nella  odierna  guerra  uè  più  né  meno  che 
una  testa  di  legno,  a  disposizione  deg'i  im- 
peri centrali,  non  si  può  disconoscere  che 
essa  —  a  parte  le  forze  dirette  a  lottare  sul  Ca- 
nale di  Suez,  di  cui  parleremo  più  innanzi  — 
organizzò  e  mantenne  nel  rettore  armeno  e 
persiano  ben  quattordici  divisioni,  oltre  agli 
irregolari  turchi,  cioè  una  forza  di  quasi  due- 
centomila  uomini,  cui  si  aggiunsero  anche  qua- 
dri e  gregari  tedeschi. 

Fra   le  operazioni  svoltesi  sempre  sfavo- 
revoli  ai  turchi  ricordiamo  principalmente: 
La  marcia  ru.ssa  su  Teheran  il4  novembiel: 
la  disfatta  di  blinde  curde  al  lai^o  di  Trmia 
Ut;   novembre):    lo  afifondamento  di  un  tra 
;v-irto  nel  mar  Nero  per  cui  annegarono  500 
Idati  turchi:  una  nuova  disfatta  dei  fu rc<>- 
urdi  ancora  al  lago  di  Urmia  (29  novembre) 
ou  succe.ssiva  occupazione  da  parte  del  russi 
Ielle  città  di  Enghiman  e  Keredi  (nella  re- 
ione  di  Teheran)  nonché  del  colle  di  Sultan- 
•  mld  a   mezzavia  fra  Teheran  e  Haniadan 
•  duembre)  e  poscia  di  questo  stesso  punto 
1^  dicembre,  con  che  i  russi  .si  impadroni- 
no  di  tutto  il  paese  fra  HuiMudan  e  Teheran. 
N.  1  Caucaso  finoiio  i  turchi  ancora  bat- 
ui  dai  russi  nella  regione  di  Olty  e  del  lago 
;    Vau   (20  dicembre»;  ed  altre  orde  turco 
iirde  Vennero  quattro  giorni  dopo  sloggiate 
dal    \illaggio   di  .\il)arik  (al  nor.l-est  di  Ha- 
iiiadani  dopo   di   che   i   russi  occuparono  il 
.olle   di   Assabaliad   (24  dicembre^  e  Kabat- 
Kerim  {2H  dicembre). 

Cosi  l'annata  bellica  contro  i  turchi  ohiu- 
deva.si  e  >l  pieno  suroei-so  dei  russi. 

In  quanto  alla  impresa  contro  il  Canale  di 


i4;^  - 

Suez  e  l'Egitto  già  ne  parlammo  nella  prece- 
dente  rassegna  —  però  esclusivamente  sotto 
l'aspetto  della  pura  azione  bellica. 

Ora  dobbiamo  aggiungere  che  tra  1  pre- 
]>arativi  per  una  nuova  impresa  cx>ntro  l'an- 
zidetto Canale  e  l'Egitto  (per  la  <|uale  Un  dalhi 
meta  di  dicembre  andavansi  atnmnssando 
truppe  turco-tede'.chei  auspice  la  (»»rmanla, 
si  addivenne  fra  altri  preparativi  alla  costru- 
zione di  uuii  linea  ferroviaria  attraverso  la 
Palestina  fino   quasi  alla  penisola  del  Sinai. 

(ìli  ingegneri  tedeschi  Impiegarono  a  co- 
struirla là  maggior  parte  dell'anno  1915.  Per 
riuscire  al  loro  scopo  e>si  migliorarono  le  fer- 
rovie già  esistenti,  sia  raddoppiandone  i  bi- 
nari, sia  moltiplioandone  i  depositi  od  i  punti 
di  siiiistanieato;  quindi  con  le  luic'nrine  ac- 
cumulate per  la  ferrovia  dello  Hedja/.,  co- 
struss'-ro  una  nuova  linea  attraverso  la  Pa- 
lestina. 

Per  con.seguenza,  ad  eccezione  di  due  la- 
cune comprendenti  insieme  una  cinquantina 
di  kiloinetri  attraverso  i  passi  del  Tauris.  ta 
linea  è  completa  dalla  riva  asiatica  del  Ho- 
sforo  tino  alle  vicinanze  della  penìsola  del 
Sinai. 

Il  secondo  settore,  fino  a  Damasco,  é  for- 
nito dalla  rete  francese,  il  terzo  da  Damasco 
a  Deraa,  è  preso  sui  binari  della  ferrovia 
dello  Hedlaz. 

Da  Deraa  a  Bir-£ssaba,  testa  di  linea  unita 
al  deserto  siriaco  da  un  marciapiede  di  cento 
chilometri,  la  via  che  passa  fra  Giaffa  e  Ge- 
rusalemme è  interamente  nuova,  dopo  aver 
lasciato  la  diramazione  antica  di  Calfa-9an 
Giovanni  d'.Vcre. 

È  evidente  che  simili  lavori  non  sono  stati 
efl'ettuati  in  piena  guerra  senza  uno  scopo 
strategico  più  o  meno  prossimo,  ma  che  non 
va   i>erduto   di    vista  tinche  dura  la  guerra. 

Eli  e  sotto  tale  visione  che  abbiamo  rit*^ 
nuto  opportuno  di  indugiarci  alquanto  nel 
mettere  in  luce  l'esistenza  ed  il  valore  di 
questa  ferrovia  tedesca  di  carattere  strate- 
gico e  quindi  insidiosa  agli  interessi  dell'  In- 
tesa. 

Il  1916  dirà. 


Operazioni 
btilgare  1915 


Rinunciamo  a  descriverle  perchè  esse  n- 
sultano  di  ridesso  da  quelle  esposte  per  la 
Serbia. 

Dobbiamo  però  fare  i  seguenti  commenti: 

lo  -  Che  la  Bulgaria  attaccò  la  Set  bla 

nella  valle  del  Timok  •'  1'^  „;f>hie,  cioè  due 

giorni   prima  della  dichiarazione  di  gueria 

proclamata  il  14. 

'i"  -  Che  i  bulgari  condussero  la  gaeria 
con  una  ferocia  verso  i  fratelli  serbi  di  ginn 
lunga  più  felina  ed  atroce  di  quella  già  abbo- 


Igieoe      I  ÉI 'J  9  i  i  I  9^^  !  k  i  S  Ili   I  •      "^"^ 
Bellezza  ^^JXULiLhEÌ^UiAIa^    Glicerina 
Unica  per  la  toilette  e  la  bianchezza  della  pelle.      — 


544 


minovole  e  scellerata  dei  teieschi  e  degli  au- 
sfriaci. 

:ì"  -  Che  il  dissidio  tra  la  parte  sana  del 
popolo  bulgaro  e  re  Fc^rdinando  non  è  più 
un  segreto  per  nessuno;  foine  non  è  un  se- 
greto il  fatto  che  molti  ufficiali  e  f,'regarì  bul- 
{^ari  sdejrnatl  passarono  alla  Russia. 

4»  Che  la  Bulgaria  non  è  più  libera  di 
se.  Le  sue  finanze  sono  sotto  il  controllo  te- 
desco. E  cosi  le  sue  ferrovie  strategiche. 


5"  -  Che  la  Macedonia  più  che  liberati 
dai  buli,Nari.  fu  da  essi  i}iassa<u-atu.  Invano  i  > 
Ferdinando,  visitando  la  regione  (sul  finire 
di  dicembre!  vestito  da  fontadino  macedon( 
tento  di  galvanizza'-e  in  tnl  guisa  i  superstiti 
Immersi  nel  dolore  essi,  al  suo  passaggio,  i< 
schivarono  come  un  maledetto  da  Dio! 

«io  -  Tutto  port:i  a  credere  ode  al  tiadi- 
tore  della  Slaviasia  riservata  la  sorte,  :»  gitei  i  : 
finita,  di  dovere  leccare  i  vasi  dal  di  fuori. 


Iva    campagna    del    1916. 


sguardo    complessivo   alla    sittiazioTie 
dei  combattenti. 


All'esoi-dio  del  191G,  l'Eui'opu  tra  morti, 
feriti,  invalidi,  mutilati  e  prigionieri  aveva 
già  oltre  dieci  miìiotii  di  tiomini  fuori  dalle 
iiie  dei  combattenti. 

In  lìussia  i  tedeschi  i^on  avevano  potuto 
condui-re  a  compimento  la  meditata  impresa 
di  Riga  e  di  Dwinsk,  per  la  quale  avevano 
sperato  di  giovarsi  di  quartieri  d;i  inverno. 


I  franro-inylesi,  al  comnndo  del  generale 
Sarrail,  ripiegatisi  su  Salonicco,  avevano  ini- 
provvisa'^e  foimidabili  difese  su  questo  puntn. 

Ti'J'ulia  continuava  la  sua  eroica  marcia, 
alla  conquista  dei  propri  contini,  a  pass, 
lenti  sì,  ma  c^stanteinetite  vittoriosi,  fra  i 
micidiali  reticolati  di  un  nemico  cui  manca 
la  coesione  e  la  fiere^Jia  per  eumbattere  in 


Ln  Francia,  i  tedeschi  avevano  adottato 
Io  stesso  sistema  difensivo,  retrostantemente 
alle  posizioni  perdute  lino  dal  25  settembre 
u.  s.  nell'Artois  e  nella  Champagne. 

La  Serbia  era  tutta  invasa  da  la  ingloriosa 
etì'eratezza  austro-tedesco-buigara. 

L'e.sercito  serbo  ripiegato  in  Albania,  sor- 
retto dai  montenegrini  e  dai  rinforzi  e  ri- 
fornimenti italiani  snerava  nella  riscossa. 


LIQUORE 

TONICO  DICESTIVO 

DITTA  ALBERTI 
BENEVENTO 


campo  aperto,  dove  il  soldato  italiano  in- 
vece affronta  e  supera  insidie  a  petto  sco- 
perto. 

Incerto  era  il  contegno  della  Boviania  ; 
equivocissimo  quello  della  Grecia, 

Gli  Stati  Uni'J  pareva  fossero  stanchi  de- 
gli eccessi  di  ogni  specie  commessi  dui  hi 
Germania  e  dall'Austria,  e  sembravano  de- 
cisi ad  assumere  un  atteggiamento  avverso 


I 


5-J5  - 


af^ll   Imperi  e  nt.al;.    ficS   o*ie    poi    no-i    av- 
\.iin  '. 

In  so»;tanz:i  rimioviinii  iito  r.»(i:oa  e  por- 
t.ìto  dilla  R'ierri  :i  ba-e  «li  tri;ic-'e  «oo^rall- 
ihe  non  aveva  ila'o  aiicma  sul  i-anip»,  comi» 
in  pa-tsato,  (topo  qiiMsi  un  amo  f  tne/./o  ttl 
lotti.  ìli-  vincitori  né  vinti.  (ìli  antichi  Vm- 
tng^'i  de  la  mobilità  a|>paionopor<luti:  i;.'iandi 
niovinienti  eh»'  brillavano  per  sap'enz:»,  pre- 
•^tezza  e  precisione,  e  rendevano  la  ^n^rra 
tanfo  pili  e:li  a  -e  e  terminativa,  qui  to  m  <i!- 
V'Oie  crii  il  y.'iiio  dol  couvlottieii,  e  qnau  o 
più  rapidi  i  me/./.i  i  oi  qrali  si  n^iva,  sono 
'  ian;oirali.  Il  r.'  ico'ato  geox:r.»JU'o,  scoma 
iiizi  pur.iliz7a  le  mu  se,  moltip'ica  yll  assedi; 


snna  grande  capllale;  nò  di  trtifto  Pe«-<'in 
j  r.indee^or.  ito  r  emi  o;  uè  e^scdo  per  nulli 
in  ;;ra  lo  di  imporre,  a  cMivhrs  in,  la  pace 
COI  la  spala  ull.i  ^«la! 

Questa  sitnazion  .■  dopo  JaUo  sangue spre 
rato  prova  che  gli  uomini  per  quanto  granili 
(-l;iiio.  o  si  reputino  tali)  non  possono  arre- 
stare il  tempo,  uè  mutale  il  fato,  né  impor  i 
alla  umanità! 

Si  ohi  iniino  pure  Alessandro,  Cesare,  Car- 
lomas-no.  Carlo  V,  Napoleone,  o  (ìu^'lielmo, 
Il  o  rso  (le;?li  umani  o.isi.  da  e.ssi  vlol-niato 
o  scorso,» devierà,  o  si  rip;e;;hera  indietro,  <> 
potrà  a-iche  per  breve  (enii-o  smarrirsi;  ma 
inline  si  ilme:t.rii  sulla  via  della  virm,  del 


La  Mis^ioiit-  Iianceae  al  Irmite  italiauo. 
Da  ginistra  a  drxtra  :  GtMiPrale  EH»;  Dervlllé,  direi  tore  della 
P»rls-byon-Mi-<llterran<''c:  IMchon,  «^x-ministro  degli  Ksleri; 
Bitrthou,  «x-Preaidente  del  Conslfilio  del  Ministri:  Generale 
Ciancio:  Culounello  (Joiidrcconr;  R«'inaoli,  deputato;  Mau- 
rice  Bnrrès. 


iituplioa  le  cfTusioni  di  sangae;  perpetua 
1  lotta  all' infinito,  e  né  allontana  la  solu- 
;()iift  sino  all'esaurimento. 

La  Tribune  di  New  York,  esaminando  «otto 

ijiii   aspet  o   la   situazione,   scriveva  elio  la 

M'rmuiiia   nella  quale   si    impernia  tutta  la 

erra,  era  \i\i\  battuta  e  che  la  sua  disfatta 

iteva  divenire  un  vero  disastro  nazionale, 

ielle    p'^rdemìo    il   ctntroflo   lì^i    mari,  essa 

tea  periliitu  una  hatfnglia  più  s^-ria  di  quella 

'  la    Mima.   Indi,   a^iu'lungeva   ohn  la  Ger- 

i mia  è  nel!e  condizioni  di  un  marinolo  ohe, 

iitrato   in    una  casa,  quandi  ha  raccolto  il 

buttino,  non  può  più  uscirne. 

Ma  noi  ci  sentiamo  in  dovere  di  ri'evare 
che  peggio  a-wora  la  (Je manìa  non  ha  rac- 
colto nessun  bottiiol  Es-a  invero,  si  pre- 
sentò  al    l'Jltj   senza  avere  conquistato  ues- 


LIQUORE 

TONICO  DICESTIVO 

DITTA  ALBERTI 
BENEVENTO 


diritto  e  della  giustizia  divina,  la  quale  non 
può  certamente  cedere  il  passo  ad  una  po- 
litica bellica  fatta  di  tradimenti,  di  menzo- 
g  le,  di  barbarie,  di  alterigie  e  di  passioni 
egoistiche. 

Ecco  perchè  roi  i^enslamo  <-he  la  Germa 
nla  se  non  ha  già  perduto  non  può  vincere. 
E  non  lo  può  non  tanto  per  li  va»fragaliì 
roiiroHn  dei  nutrì,  ma  «inanto  porche  la  lotta 
da  Cxsa  scatenala  in  Europa  è  spoglia  di 
ideali  puri. 

K  tale  è,  per  avere  essa  nel  prepararla  pri- 
ma e  neir Iniziarla  dopo,  disconosciuto  ogni 
criterio  di  vera  sapien/.ae  di  glustl/.la  a  danno 
dei  popoli:  perchè  ima  falsa  interpretazione 
della  civiltà  le  Iniettò  un  proteso  primato 
di  sue  genti  sopra  tulte  le  altre,  per  cui  essa 
poi  sostenne  t  dL-liri  della  conquisa,  r.ejò  il 


_    'y\(\   - 


diritto  nazionale,  romba:  ;è  la  libertà  :  perchù 
iiitine  la  (ìeruumia  credette,  stoltamente,  la 
forza  materiale  prevalenti»  alla  forza  morale, 
e  cioè  prevalonte  a  (niello  s.iirito  occulto 
onde  muovesl  e  dillo. '.desi  l'odierno  pro- 
gresso mondiale,  si  clie  clii  lo  ne^'hi  pade 
iiell'a-tsurdo. 

Cosi  alla  aberrazione  intorettnale  di  rin- 
negare il  comp  to  e  finteli  o  della  sooetà 
tntta  quanta  come  principio  e  tin .'  della  più 
bella  espressione  di-l  creato,  non  potrà  clie 
set^uire  la  dissoluzione  del  fallimento  poli- 
t.co,  economico  e  morale. 

Se  un  trono  [tiù  fulgido  di  tutti  gli  altri 
della  terra  dovesse  essere  il  premio  di  una 


majr-ior  da-ino  degli  altri  eleni  n'i  stor'cl 
dell'Impero. 

Cacciati  dalla  Confederazione  germanica, 
cacciata  <lair  Uiig'icrla.  caccia'a.  come  vu  )lsi, 
da'Ia  Ko.Mnia;  p.-us-<ima  ad  essere  ca  •ciala 
totalmente  dall'Italia;  (juale  capacità  di  vita 
può  rimanere  iill'Austria?. . 

1/ In<,'hi  terra  consapevole  della  propria 
inesaiiribtle  potenza  e  delle  pr.iprie  illimi- 
tate risorse,  è  risoluta  più  die  mai  a  non 
dare  quartiere  alla  (ìerma  lia,  lincile  questi 
non  abbia  risarcito  1  danni  di  cui  fu  capric- 
ciosa autrice. 

Ciò  premesso  passiano  a  trattare  delle 
operazioni  compiute  dai  singoli  eserjiti.C) 


Piazzamento  di  un  nostro  grosso  cannoue. 


guerra  oselnsivamente  materiale,  tale  sarebbe 
stato  appunto  quello  che  Napoleone  avrebbe 
meritato;  e  tuttavia  lo  perdette! 

Anche  oggi  tutti  i  sovrani  di  Europa  sono 
seesi,  personalmente  in  campo.  Senon^hè  i 
frutii  dell'umano  inge^'no  sono  relativi  alle 
ragioni,  all'indole,  ed  alla  natura  delle  varie 
epoche;  ma  procedono  mer.o  dalle  facoltà 
degli  individui  che  dallo  influs-io  delle  con- 
dizioni soeiaM.  K  poiché  i  grandi  fatti  col- 
lettivi suscitano  gli  interessi  di  tutte  le  classi, 
scemano  vieti  ed  ingiusti  privilegi,  spargono 
lumi  di  indirizzo  comune,  chiariscono  i  veri 
bisogni,  affermano  la  coscienza  delle  forze 
nazionali,  acclamano  diritti,  e  delinearo  quella 
mèta  che  prima  appariva  appena  distinta,  od 
era  confusa,  cosi  una  Germania  sospinta  uni- 
camente da  folle  aspirazione  di  capricciosa 
supremazia,  non  può  vincere! 

E  tan  o  meno  può  vincere  un'Austria  che 
vive  in  agonia  da  d'Heine  di  ami,  mal  sor- 
retta dagli  etlìmeri  fattori  de  la  sua  scric- 
chiolante costruzione  governativa  (he  pi"e- 
tende  brutalmente  di  sacrificare  razze,  geo- 
grafia, storia,  diritti  di  natura,  moti  irresi- 
stibili nazionali  e  tendenze  politiche,  ad  in- 
teressi di  uno  sdncito  mantello  in;periale, 
il  quale,  già  rammendato  col  dnal.^mo  un- 
gherese, si  vorrebbe  ora  tentare  di  liparare 
e   conservare  ancora  col  trial ismo  czeco,  a 


Operazioni 
italiane    1916 

Dal  i"  gennaio  alla  fine  febbraio. 

Organizzazione 

della  campagna  invernale. 

Un  problema  imponente,  presentato  i  al- 
l'esercito italiano  tin  dall'inizio  della  guerra 
e  che  venne  in  tempo  e  folic?mente  risolto, 
fu  quello  dell"  organizzazione  per  la  campa- 
gna invernale.  Dare  a  molte  ceuMnaia  di  mi- 
gliaia di  uomini  il  mezzo  di  svernare  in  con- 
dizioni di  piena  effieienza  bellica  e  di  perfet  a 
salute,  anche  in  zone  montuose  che  spesso 
sorpassano   ì   2000  m  di  altitudine  e  fa'volta 


(1)  Se  v  dessimo  sbrig  irci  in  poche  parole 
per  tutta,  |)Otremiiio  dira  che  l'intero  i»erioil(» 
iuveruale,  e  per  la  massirn»  parte  anche  il  pe- 
riodo primaverile,  sino  alla  irruzione  austriaca 
nel  Treuii'U)  ed  allo  iiil'io  «iella  siisseitneiite 
ripresa  oflensiviì.  russa,  nitro  non  fu  die  un 
sempre  piìi  accelerato  ritmo  di  (merra  di  posi- 
zione rivolto  ,t  spreco  di  vite  imiaTie  e  di  ma- 
teriale t>ellico  senza  ta-igitiili  conclusioni. 

Vedremo  poi  nella  lidli  s'agione  la  guerra, 
rinvigorirsi  p-r  r ''utrnta  di  nuovi  eleineiiii  di 
ii/.ionc  e.  riaosuiiiere  il  carattere  di  guerra  di 
ìnoviinento. 


-  'A' 

rnTginngnno  i  ronn.  cpnzn  cV.o  nn  sol.»  pahno 
«lei  tpiiviu»  conqui^t:»  o  tline-'<e  »ss".e  ce- 
«luto  ili  iietiiico.  «•  stala  i»er  ti  r;iio  uii'opeia 
grandiosa  cht.'  il  pat»s«  deve  considerare  con 
le^ittiiun  or-jo-jllo. 

Prima  cu  a  di  comandi  fn  quella  di  ren- 
dere non  SII  lanto  salde  ina  anclie  piotai  te 
dalle  intemperie  !e  liut-e  di  ditesa  lungo  tutta 


ri' orse  <H  ponibili  no-i  or 'no  mrdt\  sia  pCr 
la  scfir  ezza  in  uhit.rl  propria  «Ielle  resrloni 
montuose,  sia  per  la  sistematica  distrn/iuiie 
lattane  dn^li  auNtrlaci  col  l)..n\l»ardare  i  vil- 
la^rgl  a  port  Ila  di  cannone. 'rntlavia.niediHiit.» 
nn  disclplinatt»  lavoro  di  rict>strnz  one  e  di 
risauanienfo,  si  rese  possibile  di  allog>;iartf 
non  poca  parte  delle  trnjjpe  in  easegjfiatl. 


efesissima  fior. te,  in  modo  che  esse  potes- 
o  t'urniie  un  sufficiente  riparo  alle  truppe 
stinate.  per  turno,  ad  oocnparle.  I,e  pareti 
i  tilnceranienil  vennero  a  tale  scopo  lico- 
1  te  di  stuoie,  il  tondo  lastricato  e  piovvi- 
I  di  tavoiaio.  Lungo  le  trincee,  mediantt^ 
•ava/.ioni  iih-roccie  o  con  copertine  e  blin- 
II'  nti  vari,  furono  inoltre  ricavati  speciali 
oveii  per  aìi  uomini  non  imi  egnati  nel 
vizio  di  vigilanza.  .\iicl:e  perle  vedeste  e 


iti  Covi.  Siipyi'iiio), 


Ma  il  mezzo  principale  di  ricovero  fn  co- 
stituito dai  bar.iccaoienti,  che  sorsero  a  "lie- 
cine  di  migliaia,  d'ojjni  tipo,  doj>ni'  dimen- 
sione e  forma,  in  niaftoni,  in  blocchi  di  ce- 
mento, in  legi  o,  a  doppia  rete  nelle  zone  p  lì 
ri^jide.  In  e.-si  le  truppe  hanno  potuto  tro- 
vare sano  e  comodo  alloggio  e  l  etiicace  di- 
fes.i  dal  freddo  e  dall' umidità. 

A  dare  idea  dell  in<>eiite  raovimeiito  di 
n.aterliili  e  della  somma  di  energie  richieste 


\el  Trf,ttiiut.  —  l'iit inulta  ili  alpini  in  csploro/.ione  huI  «hiaccinlo 
deVl'Ortler  a  piit  «H  :«):)»  metri. 

pli  oss-rvatori.  spinti  oltrelelii.ee  di  difesa,  dalla  costruzione  di  baraccamenti,  .si  puo  'l- 
tur. mi»  alleatili  appositi  piccol  rlpa-l  con  s«c-  cordar-*  che  per  un  solo  corpo  d' armata, di^lo. 
chi  a  terra  o  in  le^^name,  prole  ti  da  ostaoo!i     caio  in  70i  a  montuosa,  furono  inviale  ;Jo  ».(K)0 


na'utali 

Nelle  I  o-i-'ioni  arretrate,  per  le  truppe  In 
r. serva  e  a  r  |m>so,  ^l  cere»»  mnan/.i  tutto  di 
trirre  il  mag.ior  protitto  dayli  accantona- 
li enti,  s•|]^a  di>tu  lo  delle  popolazioni.    J.r- 


tavole,  di  CUI  un  buon  ter/o  dovette  en-ere 
tr.ispor^ito  a  soma  e  ne^li  ultimi  natii  a 
spalla  d  nomo,  in  zone  ns;  re  e  fa'vidla  vio- 
it'Mt.  MM'iite  I  attuto  dall'artiglieria  nemicu. 
o  luKiotie  di  ma.-alt  •  tavole  e   .1 


548 


mrttoni  e  Mo^'ihi  di  crripnto  n^ce^^sari,  si 
dc)vettovoiinp::iiitai-o  ap  ositeso-rhorie  idrau- 
liclie,  fornaci  e  t'.ibhi- che  di  iii:i  eri.ili  ce- 
nifiiti'i. 

La  dove  il  t-rr 'iio  udì  c  iismui  il  e  illo- 
PMTiU'iitd  di  harucche  o  (jaesro  non  coìiveiii- 
va:io  per  ragioni  militari,  furono  scavate  gal- 
lerie in  roccia  o  si  tra  sì  par  ito  dille  caverne 
iiatnia'i,  ada  (a-idole  a  ricoveri. 


In    Ho  larpamen'-e   l'ainto   ùet 


Concoi 
paese. 

Parlico'aro  afe  izione  fu  rivolta  alle  cal- 
zature e  il  numero  de'le  conyiel.iziuiii  a-H 
arti,  grandemente  lidotto  dimostra  che  il 
tr.blema  potè  esser  a-isai  bene  riso'uto.  SI 
distribuirono  stivaletti  di  montagna:  zoccoli 
in  legno  di  vario  tipo,  p-r  ser\ ire  (', a  sopra- 
scarpa  o  per  so-titiiire  le  scarpe  stess;e  nei 


imm 


»    tm*iihm»utt 


'<%»'.;/, 


Alpini   slcLa'^oi 


(l-'<it.  del  Com.  Supremo). 


Larghissima,  adeguata  ai  bisogni,  fu  la  di- 
stribuzione degli  indumenti  invernali;  cami- 
c  e  di  flanella,  mutande,  calze,  cravatte  e 
guanti  di  lana,  cappucci,  gambali. 

A  seconda  delle  altitudini,  alle  quali  i  ri- 
parti soggiornano,  furono  distribuiti  cappotti 
invt'iiiali  o  con  iielliccia  o  interamente  fode- 
rati di  pelliccia.,  pettorali  dop])i,  cappucci  con 


momenti  di  riposo;  trle  speciali  impermea- 
bili, da  sovrapporre  alle  calze  di  lana,  per 
impedire  il  pass  iggio  dell'umidità;  grassi  per 
ungere  la  pelle;  scarpe  con  suola  resi  im- 
permeabile mediant"  fo  iera  interna  ricavata 
dalla  vescica  dei  bovini,  ere. 

Cure  speciali  furono  dedicate  all'alimen- 
tazione del  soldato,  a  fine  di  renderla  varia, 


Alpini  che  vanno  ai   lavori  di  àiie.-,a. 


pelliccia,  sacchi  a  pelo.  Furono  aumentate, 
a  seconda  della  necessità,  le  dotazioiii  di  co- 
perte. 

I/abbondanza  delle  distribuzioni  lisi'ta 
evi  lente  quando  si  dica  che  ad  un  solo  co.-po 
d'armata,  dislocato  in  zona  montuosa,  fur  )no 
date  circi  280.000  coperte  ed  un  mimtro  cor- 
lis;  ondente  di  mutande  e  carnee  di  lana  o 
cotone  i'elp.ito,  caze  di  lan  i.  s:i.O-')0  c.pp  i.  ti 
invernali.  tìO.OOL)  pettorali  in  pelliccia,  lU.  iOO 
sacchi  a  pelo. 


abbondante   e  adatta  alle  eccezionali  condi- 
zioni climatiche. 

Un  problema  importantissimo,  stretta- 
mente connesso  all'igiene  dell'alimentazione, 
fu  quello  di  assicurare  l'acqua  potabile  noKa 
ingente  quantità  neces-aria  alle  truppe.  In 
previsione  che  essa  nelle  zone  piii  elevate 
potesse  mancai-e.per  !o  aggliiaceiauento  delle 
xirg  nti,  tu!Ono  inipian'ati  po'abiKz;',atori  e 
di.stribuiti  alle  trui)pe  tìlti-i  tipo  Borki'uld.  Là 
dove  l'a.-qua  mancava  allatto,  come  sul  Carso, 


si  provvide-  con  appositi  impiaiiti  jxl  solleva- 
uiento  niec  aiik'o  od  h1  trasporto  di  ossa  da 
lontane  s  •r^tiiti  sino  al'.e  line'  più  avanzate, 
risparmiando  co-i  il  lento  e  tatlcobo  servizio 
(li  Milmeiie  e  di  porta:ori. 

Mercè  questo  ins  emo  di  piovvedini.nti, 
truppe  paM-anu  l'inviTno.  pur  su  zone 
..i)n(Ui)se  a  rigala  toinporatiira  o  in  pianure 
note  per  l' alil(unda:i  e  uniiditìi.  in  ottiiut: 
condizioni  ijiieniohf,  in  piena  efficienza  hel- 
lic.i  e  con  luo  a'e  elevatis'-inio.  Con  iustan- 
caliile  attività.  e>se  a'ten  lotio  ni!  i  propria 
is  ru/Joiie  tattica,  al  ralVorx.amento  lolla  fron- 
te di  difesa  e  a  I  airi  u'ili  lavori,  matjtonendo 
penipie  alto  !•>  -i)  rita  olìensivo  ed  inalterato 
il  tradizioiia'e  buon  umore. 

Il  periodo  in\eroa"e  non  costituisce  per- 
ciò una  sosta  U'-tla  guerra,  ma  un'alace  pre- 
par.iziuiic   a   maggiori   o;  era?:ioiii    oflonhivc. 


Un  primo  notevole  episodio  si  ebbe  nel- 
r  occupazione  dola  zona  del  Collo  (Valle  Su- 
L'anal  cui  scguiroi^o  qualolie  attacco  nella  zona 
del  Monte  8.  Miclu-ie  (Carso),  l'ainpìiamento 
àell'ociUpazioue  nel  massiccio  della  Marmo- 
lad'J>  (alto  Avisio),  e  una  sensibile  a\anzat.i 
nelfa  zona  di  Plava(medio  Isonzo)  oltre  Globna 
e  Za  gora. 

Ma  sullo  scorcio  del  fel»l>raio  stesso  le 
e  •ndi/.ioni  a'mosferiche  rima^-te  tino  allora 
cicezioimlnieiite  favorevoli  si  invertirono  bru- 
scamente. Nella  zona  montuoBa  caddero  in 
grand. SSima  e  «pia  le  nevi,  dando  origine  a 
Ircqiieiiti  e  grossi  va'aughc  e  talvolta  a  ^lil- 
taiiioiiti  di  estcs.  cinipi  nevosi. 

Le  comunicazioni  di  ogni  sj.e  -ie  subirono 
gravi  iiiterruziv-ni:  numerosi  furono  i  tra- 
volgimenti di  ricoveri,  di  ha  acche  e  di  co- 
lonne di  uòmini  e  dì  sahuerie  in  ma  eia. 


pi- 

k 


.Sulle  riine  '/e'  l'/eft^iiio.  —  Ti  ii 
alpino  di  seutiiiella:  ricovero  kc( 
gresso  si  legge  :  Abbasiio  VAvstric 


>u  fcri)<»ie: 
.  e  :  >n\\'  iii- 


1 .  1,1  ijiiale  si  mantiene  saldo  il  morale 
le  tiuppe.  .se  ne  sviluj'jiano  le  virtù  guer- 
re e  la  ostinata  volo-  tà  di  superare,  a  co- 
I  di  ogni  sacrilicio  e  di  o;.'ni  privazione,  le 
istenze  opposte  dal  nemico. 


La  campagna  invernale. 

I  ondotto   a  termino  il  complesso  lavorio 

la  organiz/a/.ioiie  d<-lla  cainpagna  ìiivcr- 

•.   il  nostro  esercito,  che  pure  nel  cuoie 

inverno  non  aveva  niai  di  si-itito  dai  me- 

1   V,  approivi    nel  passato  febbraio  ripreii- 

\a  con  imi>nls<i  gradatamente  cieseente  le 

•        i". 17.  Olii  otTcn>i.  e. 


1/  iliru->aii.e    li.nollit    M-e    ..-s,u  .lìQicile 

e  in  qualche  caso,  forlunatamenfe  raro,  ad- 
dirittura impossibile  r  opera  di  soioor^o.  Que- 
sta pero,  già  organi/zita  con  saggia  previ- 
denza, potè  nel  mag-'ior  numero  dei  oasi, 
svolgersi  :imi>ia,  .sollecita,  efficace. 

Ma  ciò  ciie  più  ini  poi  ta  rilevare  è  che 
l'opera  avversa,  in  molti  casi  funesta,  degli 
elementi  intralciò  ma  non  impedì  T'altuazioiie 
delle  attività  militari  del  nostro  e.-eroitn. 

Da  marzo  alla  fine  di  aprile. 

Sul  finire  della  prima  decade  di  marzo, 
inciisifieaiidi.si  gli  a  tacchi  dei  tedeschi  con- 
tro   Verdun,   il    Comando  italiiino  \olle,  per 


NEVRALTEINA" 


ed  innocuo 


pili  energico 

ANTINEVI^ALGICO    ed   ANTIREUMATICO 

nell'uso    dei    HIMKIH    (  ONTHl)    L.V    KKHHRH   ED    IL    DOLORE 

RISPARMIATE  IL  CUORE! 

LEPETIT   FARMACEUTICI  -  MILANO 


^^fttm^^m 


—  .)./} 


Sulle  alte  cime  del  Trentino.  —  Ricovero  di  soklati  scavato  JiolU» 
I  fili  t»^U'f;rivfìci  e  t clelouici  .sono  il  solo  legame  col  iiioiulo.  Sull'in; 
un  soldato  con  un  ci  ne  di  iiucrra. 


s  ilidarietà  di  alleato,  es^icitiire  a  sua  volta 
una  torto  pressione  offensiva  u  1  nostro  tea- 
tro di  operazioni,  per  impedire  al  nemico 
eventuali  spostamenti  di  for;;e,  esopiatutio 
di  artiglierie,  contro  la 
fronte  francese.  Così, 
dopo  la  lunga  sosta  in- 
'vernale.  la  nostra  atti- 
vità militare  riprese 
nuovo  vigore,  benché 
gravemente  ostacolala 
da  nu  periodo  di  forti 
i;itemperie. 

I  primi  fortunati  at- 
tacchi si  svolsei'o  il  (■)  di 
marzo  nella  Tofana 
(alto  Boiteì:  il  7,  nel  set- 
tore di  Z;igora  (medio 
Isonzo);  il  !•>,  sul  llom- 
bon  (conca  di  Plezzo)  e 
sull'altura  di  Lucin'co 
(Gorizia).  Nella  stessa 
giornata  del  13  si  com- 
butte con  ac-animeuto 
lungo  tutta  la  fronte 
del  basso  Isonzo  e  del 
Carso,  dalle  falde  del 
Sabotino  alle  posizioni 
ad  est  di  Monfalcono, 
con  risultati  particolar- 
mente felici  nella  zona 
di  San  Martino  del 
Car.-o.  Vi  furono  espu- 
gnate forti  ridotte  e  fa 


SvJle  alti 


ini':  rlrl  Tr 


conquistato     un    capo-         scavala  a  l  r:i\(  rso 
saldo   della   dite  a    ne- 
mica detto  "Dente  del  Groviglio  _. 

Il    14,    nuovi  progressi  suli'altnia  di  Lu- 
ciuico;   il    15,   sulla   To  a  a;    il    17,   sull'alto 


Sabotino,  dove  fu  occupato  il  cos'i  detto  Ijo- 
sco  Quadrato.  I.o  stesso  giorno  1.7,  fu  con- 
quistata dalle  nostre  truppe  alpine  la  for- 
midabile ijosizioue  del  (ielbwand.  a  noi  d  est 
del  Jof  di.  Montasio, 
nell'alto  Dogna.  Il  21, 
fu  inflitto  uno  scacco 
al  nemico  sul  Mrzli  e 
sullo  Siene  (IMonto 
Nero);  il  22,  fu  comple- 
tato nell'alto  CordevoU' 
il  possesso  dell'aspro 
contrafforte  a  nord-est 
del  Sasso  di  Mezzodì 
sino  al  K.  Pesto rt. 

Sorpreso  dalla  ina- 
spetta: a  nostra  offensi- 
va, il  nemico,  mentre 
chiamava  in  fretta  rin- 
forzi dalle  ijltre  fronti, 
tentava  violenti  con- 
trattacchi allo  scopo  di 
rii)renderci  quanto  noi 
gli  avevamo  volta  a 
vol'acoiiquistato.  e  piti 
ancoia,  di  paralizzare 
il  nostro  slancio  attac- 
candoci in  quelle* posi- 
zioni, per  noi  meni 
felici, sulle  quali,aU"iiii 
zio  dell'inverilo,  era- 
dovuta  arrestare  la  no- 
stra offensiva.  Di  qui 
gli  a-caniti  combi :ti- 
menti  a  sud-ovest  di 
San  Martino  del  Carso 
dal  14  al  10  marzo:  sull'altura  di  Satila  Maria 
di  Tolmino,  il  17  e  18  marzo;  in  valle  .""Ugaiia 
contro  la  fronte  di  Ma.  ter-Tesubbo,  il  22  mar- 


•ntiìio.  —  Una  galli-ria 
ma  valanga  di  neve. 


nr,! 


70.  Ovunqno  le  no-;tre  truppe  si  s'enncro  «^al- 
d  imeiife  l'nto  rtt  ll'avviT-ar  o,  pur  icttift- 
c.iiHlo  la  fronte  in  qniiiclie  tratto  niug'-ior- 
mente  esposto  alle  otìese  delle  aitiglioiie 
m-inic'he. 

Siiccessivumeute.  il  Comando  austriaco, 
ri.ovnti  in;;enti  rinforzi  dalle  fronti  balca- 
nica e  Illesa,  [a  sava  a'Ia  risco-isa.  Il  '2ii  mar- 
zo, lon  l'apiioL'g  0"li  iuiensa  a  ione  di  "arti 
:  iena  il  nemico  pionunziava  nu  iniprovxiso 
\  :'>lo.ifo  afta-<o  conto  le  nostre  importante 
l>osi/ioni  dell'alto  but  (('^rn'ii)  costriu;;eii- 
doci  in  un  primo  innme  ito  ad  aljh.mdonire 
il  l'ai  Ticcolo.  Prontamente  fu  dis';osto  pc.-  il 
nostro  ooit  attacco, 
'stcndfi  dolo  il  uiit.i 
la  fronte  da  ^Fonto 
Croce  a  Pa!  (ìrandc. 
Dvipo  un  violento 
comLattimen:o,  du- 
ra o  30  ore,  i  nnst.i 
espu;:narono  le  for- 
m:d  iliili  po^i/  ioni 
della  selle,  ta  Freiko- 
frl  e  del  P...s>o  d.l  Ca- 
vallo e  ricon>|Ul.si;  ro- 
llo completamente  il 
Pai  licci  . 

Nella  stes-a  ginr- 
kiiata  del  -if..  t;li  Au- 
striaci att  iicavai  o 
anche  sulle  a'ture  tra 
l'odio:  a  e  Pcuma,  a 
Il  -id-  ove-t  di  <T..r:- 
la.  Qui  pur.'  il  iiemi- 
1  cl>be  una  littizia 
i  Ver.»  a  ione  iulzia'c, 
che  il  "27  marzo  ve- 
niva t  a-jforiiia:a  in 
uia.'nitica  vittoria 
delle  nostre  armi.  Lo 
scontro  si  protrastic 
per  40  ore,,  durnuf-» 
la  quale  fu  salda  la 
)  esistenza    au-iiriaca 

quanto  f.rtc  e  teiiac  !  ^ 

la    nostra    offesa.    Al 
tramonto  pero,  dopo 

vi^;oro^i  sforzi,  le  nostre  fan^eri"  osp;i;,'na- 
vano  tutu  i  contesi  trincerainenil.  Ka lunati 
nuovi  rinfor/.i,  l'avver.«;ario  il  i^ior.o  2'J  ri- 
tentava la  prova  sulle  aitine  dal  Ppdyora  al 
Sabotino,  a  nordo\e.-t  di  (ìoiiz.ia. 

Più  volte  respinto  dall' iicr.-llabilc  resi- 
stenza dei  nostri,  fu  iutìiie  contrattaccato, 
^baraglia^o.  volto  in  fu;,'a  lasciando  numerosi 
cadaveri  sul  terreno. 

In  questo  primo  periodo  delle  opcrazioiii 
prendemmo  al  nem.co  circa  .«00  prigion  eri, 
dei  «inali  ui;a  trentina  di  utTicialt.  t  mitra;^lla- 
trici.  armi  e  munizioni  in  gr.ni  numero,  ma- 
teriali da  j^uerra  di  ogni  sifcic. 


Pa  quel  giorno,  Il  Cimando  .-Austria  -o  rl- 
nun<la\a  ad  ulteriori  sf)r/.i  offen-.iTi  ed  ini- 
ziava invece,  nella  zo  ia  niMidioiìale  del  'l'ren- 
lino,  un  in-enso  concentrainento  di  truppe  e 
di  artii-lierie. 

Ne  l'aspra  e  Khlaccia^a  zona  dell'.Xdaraello 
(VaV.imoiiIcai.  nelle  giornate  dell'Ile  12  apu- 
le, imperversando  forte  tormenta,  i  nostri 
aliiini  espu^-navano  le  pt>sizioni  neni'che  >u'la 
vetta  di  Lobb  a  Al'a  e  lun;,'o  la  cresta  del 
Doss  m  di  <Je::ova.  emergenti  d.il  ghiacciai 
ad  olire  330)  m.  di  altitudine.  Il  17,  i  meile- 
siini  rii>.Tr  i  occupavano  il  passo  di  Monte 
ruiu)  i:Jl02m.j.  Il  'J'J,  superate  lo  d  Itici  li 
vette  d"  i:a  Lobbia  <■ 
di  Fumo  e  1  aspro 
burro  ne  dell'  alt  . 
Chiese,  dopo  due 
g  o;  ni  di  accanita  lot- 
ta ^ni  ghiacci,  espu- 
gna' ano  le  posizioni 
del  «ir.i/.zon  di  Far- 
gorida  (30S2  mi,  del 
(Jozzon  di  Lares 
(•')354  mi,  dei  passi  di 
I,ares  C.iljò  m)  e  ili 
Cavi  n  o  3)J>ó  m). 

In  valle  di  Daone 
e  nelle  Giudieaiie, 
sempliii  azioni  dimo- 
strative ci  davano,  il 
;,'io: no  5,  il  possessij 
di  una  pi»s  zioiie  ne- 
mica a  iiitrd  ovest  di 
Praeul,  del  pae.so  di 
riaz  e  di  un'altura, 
fortemeute  m  unita 
dal  nemico,  tra  il 
ponte  di  Plubega  e 
Cima  Pa'one. 

In  valle  di  Ledro, 
metodi«he  operazio- 
ni otTensive  miranti 
ad  assicurare  il  pos- 
sesso del  fondo  \alìe 
con  la  conquista  del- 
lo alture  che  ne  for- 
mano il  versante  sot- 
t  nt.ionale,  ini.'.iate  il  .5  aprile,  portavano,  il 
giorno  K.),  alla  eoiniuista  di  ur.a  forte  linea 
di  trinceramenti  nemici  luti;:»»  le  l'aldo  mcii- 
dioiiali  di  .Monte  Puri  e  di  Cima  d'Oro  e  sullo 
ripide  roeoie  di  Monte  Sperone.  Pespinli  nu- 
merosi V  olenti  contrattacchi  nemici,  le  no- 
stre truppe,  superando  ^'ravi  dilTìcoltà  di  ter- 
reno, espugnavano,  nel  j.;ioriii  1«  e  l.H,  nuovi 
trinceramenti  verso  la  vetta  di  Monte  Spo- 
re ne. 

In  va'le  Sugana  lo  prime  avvisaglie  si  eb- 
bero r.eile  gio/nate  del  J,  5.  e  t  di  aprile:  no- 
stri ripa- ti  in  rico^'niziono  assalivain>  e  d  • 
«perdevano  truppe  nemiche  sulla  fronte  del 

-i_r~.i-i~  r  •- i- I —  ^ — .^-^^^^-p^^- 


Un  aecainpaineiii 
in  alta  muutagn 


FIAT 


Su  ogni  fronte  alleato  le  vet- 
ture FIAT  fanno  splendida 
prova  della  loro  resistenza  e 

solidità,   -^^.-r- r:.:-  --    .^:^       _ 


^^■^^^^^■l^N 


m*0i0^0»0m 


552  - 


Xel  Trentino  redento. 


Strada  scavala  in  brevissinio  tonipo  dai  nostri  alpiui 
sulla  costa  di  un  monte. 


torrente  Larganza.  Il  giorno  12,  i  nostii  con- 
(luistavaiio  il  gradino  di  S.  Osv^il  lo  a  mezza 
costa  delia  formidabile  posiziono  nemica  dol 
Panarotta.  L'avversario  preoccupato  di  tali 
nostri  progressi,  il  giorno  10  pronunziava  con 
torti  colonne  di  tanleria  (14  llat^aglioni)  un 
violentissimo  aitacctì.  llt'si)into  con  gravis- 
sime perdite.  concentra\a  su  le  nostre  posi- 
zioni intenso  fuoco  di  artiiiler.a  di  ogni  ca- 
libro. 

Nelle  giornate  del  17,  18  e  21,  nuovi  at- 
tacchi nemici  si  infr:ingevaiio  contro  la  salda 
l'esistenza  delle  nostre  truppe;  ma  l'iulenso 
ed  ininterrotto  bersagliare  delle  artiglier.e 
nemii-he  consigliava  a  noi  di  sgombrare  le  i  o- 
sizioni  più  avanzate,  che  non  si  eia  avn'o 
tempo  di  i-aiforzae  conti  o  il  tiro  delle  arti- 
glierie. 11  ripiegamene  venne  effettuato  a 
brevissimi  sbalzi,  col  massimo  ordine  e  al- 
l'infuori  di  quasiasi  pressione  nemica. 

Nel  massiccio  di  Marniolada  falto  Avisio). 
un  nostro  riparto  di  fanteria,  superando  giavi 
ditìicoltà  di  terreno  ed  accanita  resistenza  ne- 
mica, il  giorno  30  conquistava  la  punta  Se- 
rauia  a  2:M5l  m    di  aliitudine. 

NelfaUoCo  devoie,  la  notte  sul  IS.  fatta 
brillare  una  poderosa  mina  sotto  la  ciesta  del 
Col  di  La  ui,  ripa  ti  di  fanteria  della  brigata 
Calabria  conquis'avano  a  la  baionetta  le  ul- 
time posi/ioni  rimaste  al  remico.  Inaudii^i  fu- 
rono uli  sf.irzi  tentati  dall'avversario  per  ri- 
pi  endere  la  perduta  posizione.  Dal  19  aprile, 


artiglierie  nemiche  di  ogni  calibi-o  concentra- 
rono sui  nostri  trinceramenti  fuoco  violen- 
tissimo, intenolto  so'o  da  bievi  sos'e,  du- 
rante le  qua'i  truppe  s«inp;e  rinnovaiitisi 
sferravano  impetuosi  attacclìi,  costantemente 
infranti  da'la  salda  resistenza  dei  nostri. 

Nel  ma-sic>'io  del  Cristallo  (alfa  llienz)  la 
notte  del  1"  aprile,  nn  nosiro  ardito  riparlo 
di  fanteria,  agg  rate  le  forti  posizioni  nemi- 
che sul  IJauchkotl.  cadeva  a  tergo  di  esse  e 
dopo  aspra  lotta  ^e  w^.  impadroniva.  Riuscito 
vano  ojni  tentativo  di  contratti  co,  l'avver- 
snio  iniziò  intenso  ininteirotio  bombarda- 
mento del  a  posizione,  che  ad  evitare  inutili 
I)erdi.e,  fu  da  noi  ordinata;iiente  sgombrala 
il  7  a;)rile. 

Alla  tostata  del!a  valle  di  Sextcn,  la  notte 
sul  Iti,  nn  nostro  riparto  conquistava  il  passo 
della  Sentinella  a  2717  m.  di  altitudine. 

I  combattimenti  svoltisi  in  questo  periodo 
nella  zona  dell'alto  Isonzo  furono  dovuti  al 
consueto  metodo  nemico  di  attacca;ci  in  talu- 
ne posizioni  più  avanzate  e  più  esposte  nella 
speranza  di  arrestare  cos'i  la  no'^tra  minac- 
ciosa attività  negli  altri  scacchieri. 

1/8  aprile,  l'avversario  assaliva  di  sor- 
pres.i  una  nostra  lune.ia  sul  Vodil  (Alontc 
Ni  ro),  riuscoiiilo  in  i  arte  ad  irrompervi.  Pron- 
t  unente  contraccato,  fa  res[)ii!to  con  gravis- 
sime perdite. 

Miri  tentativi  nemci  contro  le  nostre  po- 
si/.io.ii  di  Kavnilaz  e  sullo  Javorcek  nella  Con- 


S.     A.     Chocolat    TOBLER 

di  TOBLER  Se  C 


SVIZZERA   

Agente   Generale 

MUDANO 


SVIZZEKA  

ADOLFO  GALEI'PI 

Telefono  GO-aST    


—    Via  Valtellina,  10 

Indirizzo  Tet.).'.(tRafico  :  TOBLERI  —  MILANO 


il  l'ii  zzo,  turi  ti  1  i;ii;ii:eiit  I  rii)uit;i:i   iciic 
I  alo  dtl  12  e  13. 

L'ili  violoiit»  tu  razione  svolta  dal  nemico 

Mr/.li  (Monto  Ntio,  il  giorno  13.  L'attacco 

iato  nella  tot  e  si  prutiasso  per  tutto  il 

(on  intenso  vl;;ore  e  oo.i  alterna  v  cetida. 

Si  ra,  ravvorsario  era  intiiie  contrattaccato 

respinto  e  Lisciava  tiuuioiosi  cadaveri  sul 

terreno. 

Nuovi  sforzi  nemici  contro  le  nostre  i>o- 
sizìoni  ^ul  C'tikla  e  sullo  lavo:cek.  la  notte 
sul  27,  e  contro  Kavuilaz.  il  g.orno  2»,  falii- 
vaio  per  l'assidua  vigil.mza  e  la  salda  resi 
fetenza  dei  nostri. 

Uril!antis>inie  fu- 
ror.o    le    operazioni 
offensive  nel  settore 
ad  est  di  J-elz.    Tni- 
ziate    il  27  n- arzo, 
esse    ci   davano  nel 
.giorno  2    il  possesso 
[completo  di  un  pri- 
[nio    e    brn    muu  to 
ItrincerA!!  e  to    ne- 
fmicu,  esteso  150  me- 
ntri. La  notte  sili  pri- 
di    aprile,    con 
movo  sta'zo  o.Veii- 
Ivo,   le  nostre   lau- 
\evie  conqui.-tavauo 
nitro     triineia- 
'luonto,   dio   mante- 
vano    i)oi    contro 
d-essi\i  violenti 
r  .;itrattac<'hi  ne- 

l;i  i-i. 

Le  oi  erazioni  fu- 
rono dai  nostri  so- 
spese sino  al  22.  per 
ralVor/are  le  li  iie<! 
conquisi ate.  1  a  not- 
te sul  22,  con  nuovo 
iiiipeiuoso  attacco, 
veniva  esjiujjnato 
un  ancor  più  mu- 
nito  trliueramento, 

estendendosi  per  .'JóO  metri  a  nord  e  a  sud 
del  vallone  dì  S  Iz.  Anche  qui,  come  al  Col 
di    Lana,   l'avveisaiio    aiìii   con    battere   di 
oyni    cilibro    un    Violento    bombardamonto. 
fintramezzato  da  brevi  soste,  dui  auto  le  quali 
lune  ava  sempre  nuove    fanter  e  al.'atti'.cco. 
le  nostre  trupi  e,  .sgombrato  il  (riorno  22 
Il   breve   tratto   del   trinceramento   a  no  d 
il  vallone  di  Selz,  mantenevano  saHamento 
resto,  infliggendo   og  li  volta  perdite  san- 
linosissime  all'avversario,  che  dovette   iti- 
ne   ia8»egniM>l   a  desistere  «'a  ogni  sforzo. 
Nel  complesso  delie  azioni  «Il  questo  se- 
)ndo    periodo,   pr.  lulemmo  al  nonilco  a  tri 
|300  prigionieri,  dei  quali  una  qnarantii  a  di 
IJBIciali,  2  cannoni,  13  milra;,'llatrici,  qualche 


route  Eilfel  sull'alto  Isonzo 


miglino  ai  iiiciii,  irrmde  «l'-nntità  di  muni- 
zioni e  di  bombe,  abbondante  materiale  di 
guerra  di  ogni  specie. 

In  questo  per  odo  la  guon*  aerei  rag- 
giunse un  notovoc  svilu|ipo. 

Il  pi  imo  attacco  min  co  si  ebb5  il  gior  o 
26  marzo:  4  velivoli  n-mic  furono  abl>atiuti. 
l^A  notte  del  2  aprir,  infur.aii  lo  lotte 
vontb,  un  di  igili:lc  it:il.:ino  si  por  ava  su 
Oliicina,  importante  nodo  feri'oxìario  sulla 
linea  di  Trieste,  e  vi  rovesciava  «00  ch.lo- 
grammi  di  esplosivi,  .«convol-endolo,  provo- 
caiido  anche  l'incendio  di  grandi  depositi  di 
viveri.  Nella  giorn.i- 
ta,  poi,  sei  •  Capro- 
ni „  ra-giungevatio 
la  città  di  Adol- 
sl.erg,  grande  sta- 
ziono ferroviarl.i  e 
sede  di  alti  oonr  n  .1 
austriaci,  e  vi  Lin- 
ci iviqio  40  granate- 
mi! a.  di'v:is'aiido"a. 
Il  ma  tiiiodeli'8, 
mi  idrovolante  au- 
strhuo  era  abbattu- 
to dal  tuo.  o  di  una 
batteria  mar.na, 
presso  la  fo..*e  del 
Ti.g.iamet.to. 

La  no  te  sul  10 
un  nostro  dirigìbile 
navigava  ar  liia- 
mente  sul  gì  uppo 
Ibrtilica'o  di  Itiva  e 
vi  lanciava  40  grana- 
te-torpodini,  bom- 
bardando gli  im- 
pianti e  gli  eJilicl 
militari.  I  ('anni 
prodotti  furono  ri- 
levantissimi. L'aeriv 
nave  rientrò  inco- 
lume. 

Di  rimando,  il  ne- 
mico tentò  duo  In- 
oursioni  notturne  con  idrovolanti:  la  prima 
nella  notte  sull'll.  contro  Grato.  Unita  con 
un  completo  Insuccesso:  la  .seconda,  nella 
rotte  sul  18,  contro  Treviso,  Motta  di  Li- 
vetiza  ed  altre  minori  località  della  pianura 
veneta. 

11  nostro  Comando,  infi  rinato  che  le  ag- 
gressioni eraro  t-tate  perpetrate  d;i  Idrovo- 
latit',  di  cui  il  nemico  avev.t  tlssata  la  sede 
in  Trieste,  nel  poim-ng-lo  d«  i  20  ìnvi.i>a  colà 
tina  nostra  squ.idr.gl  a  di  "Cipro:!!  „  che  n'g- 
glungeva.  nel  porio  di  Trieste,  l'arscuiile  del 
I>loyd  austriaco,  ridotto  a  stazione  di  avia- 
zione, e  lo  bombardava,  disti  uggcn<lolo. 

Nel  complesso  di  <iu  -sto  pej-lodo  di  guerra 
dell'aria,  il  nen:ioo  perdette  13  velivoli  o'.tre 


Per  gli  OMNIBUS  dei  Servizi  Pubblici  Automobilistici 

rKi:iM;iiK   i.i 


Gomme  Piene 


"WALTER  MARTINY.  Ut.  iKiiiint  (ip.  L.  I.oo* 


"WALTER  MARTINI,, 


iBtff.  inMIi  -  Via  Verolengn,  Ji9  ■  TORINO 


551 


Piiren/.o,  pih  volle  bombardata  dalla  uoatra  macina. 


a. li  idrovolanti  (tisliu  ti  ixr  ctre'io  ■ìc!  a  un- 
si ra  incursione  su  Trieste.  Ha  parie  uus.ra 
nessuna  pmdita. 

Dal  I  '  mag^gio  a  metà  giugno. 
L'  offensiva  austriaca 
nel  Trentino. 

'Ragioni  polite'  e  e  morali,  (jltre  che  nii- 
lilari,  sembrano  avere  spinta  l'Aust  i  i  a  ten- 
tare un'azione  decisiva  contro  di  noi:  l'olio 
di  razza,  aggravato  da'  risentimento  per  il 
preteso  nostro  tradimento;  il  disprezzo  per 
j;li  antichi  sudditi  ;  la  lunga  preparazione  ma 
teriale  e  morale  del  tempo -di  pace;  il  no- 
stro vanto  di  tare  guerra  in  territorio  ne- 
mico. La  paventa'a  offeu^^iva  generale  del- 
l'Intesa spingeva  poi  gli  austri- tedesctii  a  len- 
tare  di  logorare  in  ^irecedenza  taluni  degli 
avversari.  J^a  nostra  graduale  avanzata  in 
Trentino,  con  lo  str  ngerne  sempre  più  da 
vicino  i  capisaldi  di  difesa,  provocava  nel 
jiemico  il  desiderio  di  liberarsi  dalia  nosta 
crescente  minacciosa  pressione.  Infine  l'Au- 
stria faceva  grande  as-eg.iamento  sulla  ri- 
percu-sione  morale  che  nell'esercito  e  rei 
paese  nostro  avi  ebbe  prodotto  uni  inaspet- 
tata poderosa  irruzione  nemica  tendente  a 
sbociare  nella  pianura  veneta  e  a  tagliare 
l'esercito  italiano  dalle  sue  retrovie. 

Per  queste  ragioni  fu  scelto  a  teatro  del- 
l'offensiva  il  Trentino,  non  ostante  le  evi- 
denti sfavorevoli  caratteristiche  geogratico- 
iBi^litari  della  regione  e  la  grande  eccentricità 
rispetto  al  rimanente  terxùtorio  della  mo- 
narc-hia. 

Furono  perciò  costituiti  vasti  depositi  per 
vi\eri,  vestiari,  e-iuipaggianienti.  medicinali, 
e  sopiatutto  poi  per  munizioni,  delle  quali  si 
coprirono  intere  e  vaste  aree  prative;  si  ac- 
cumularono materiali  del  genio  d'ogni  spe- 
cie ]ier  il  rapido  i  iipianto  di  dire-.e  accessorii', 
si  adattarono  numerosi  ed  ampi  locali  a  rico- 
ve i  per  malati  e  feri  i,  sgombrandone  la  po- 
polazione; si  organizzò  un  ric>'o  Servizio  di 
trasporti,  a  soma,  con  carri  e  sopratutto  poi 


aii  oni'ibilistico,  miglior  nd  )  e  sv  lunpando 
ab"" uopo  la  refe  str.i.ale,  si  studiarono  in- 
lì'ie  provvedimenti  i)iù  atti  a  rimedi  ire  a'ia 
scarse/.za  o  mancmza  d'acqua  in  taluna  delle 
y.ov.e  montuose  dello  scacchiere  d^lle  opera- 
zioni. 

Nella  seconda  mela  di  marzo,  cominciò  la 
le  ita  radunala  delle  unità  desiinate  airoHen- 
siva.  Esse  v  nnero  tolte  dalla  fronte  russa, 
(la  ([iiella  balcanica  e  dalla  rimaiiente  fi  onte 
italiana  ;  alcune  furono  foi-mate  ex-novo  me- 
diante elementi  vari  (battaglioni  di  l  imhta  m, 
di  volontari,  di  maicia  campa'i  ecc.).  A  ra- 
du-iata  compinta,  a  me'à  di  nia;.'gio.  si  tio- 
vavano  in  Trentino  18  divisioni  di  tru  pe 
scelte  tra  le  più  allenate  alla  guerra  di  mon- 
tagna: una  massa  di  circa  400  mila  uomini 
compresi  i  batta;:lioni  di  complemento  die 
ogni  reggimento  aveva  portato  ài  seguito.  Si 
calco'a  olle  tali  truppe  disponessero  di  non 
meno  di  •200U  bocche  da  fuoco,  di  cui  la  met.'i 
di  medio  calibro,  alle  quali  vanno  aggiunte 
20  batte  ie  da  305,  a  due  pezzi  l'una,  quattro 
pezzi  da  3.S  i,  quattro  da  4'2Q. 

Oltre  che  la  pie])a  azion  ^  materiale,  l'av- 
vei-sario  curò  con  speciale  attenzione  qucl'a 
moi-ale.  Mezzi  prescelti:  l'odio  e  la  lusinga. 
Alla  otì'ensiva  in  Trentino,  si  diede  il  ca  at- 
tere di  spedizione  punitiva  contro  l'Italia  e 
fu  perciò  chiamala  la  "  Strafe.vpedition  „.  Tra 
le  truppe  austroung.r'che,  sta;  che  dalla  lun- 
ga guerra  e  desiderosissime  di  pace,  fu  abil- 
mente dift'usa  in  tufi  i  modi  la  persuasione 
che  il  jirotrarsi  delle  ostilità  in  Europa  si 
dovesse  al  cos'i  detto  tradimento  dell'Italia. 
Questa  battuta,  l'Intesa  si  .sarebbe  rotta  o 
la  guerra  avrebbe  subito  avuto  fine. 

Opu  coli  di  propaganda,  discorsi  dei  co- 
mandanti, parale  con  intervento  di  alti  uffi- 
ciali e  di  arciduclii  e  chiudentisi  sempre  con 
arringhe  alle  truppe,  proclami  del  coman- 
dante in  capo  dell'esercito,  arciduca  Federico, 
con  accMini  all'odiato  nemico,  al  nostro  per- 
fido tradimento,  all'or.i  delia  vendetta  final- 
mente scoccata,  tutto  concorse  a  preparare 
Tanimo  dei  soldati. 

Si  cercò  anche  di  infondere  nelle  truppo 


ROYAL  ««^d.  5 


la  macchina  per  scri- 
vere più  indicata  per 
uffici  '^    ■;!;     ^    '4?    ^ 


Ageazi.^  Gknkk.vi.i;   rii;   i.'  Iimia   f.  ('<)I-o>-ik 
MUDANO  —  A^ia  Dante,    1  —  A.  MELE  &)  C. 


Velo  d'Astii-o.       (/•'<»^  del  Comando  >'itipre,iu>). 


iinrei'iali   ).»  ni.igj»ior  fidiu-ia  nel  bnun  esiti 

dell'impresa    t.ccjaiido  di  vili  e  d.-ippoi-o  le 

^^losire  taii«*»iie,  desi-riveudo  l'eseroito  itiiliii- 

pieda  alla  >tanflie7./a  o  allo  scora;if{;ia- 

»'<>nto.  il  popolo  esaurito  dalla  lun,'a  guerra 

a.itato  dal'a  i  iToluzioiie. 

L'attacco   austriaco   fra   Adijje  e  Brenta, 

•M'cduto   da   azioni    delle   artiglierie    neila 

u-iiata  dei   H   iuagt:io,  si  inamfesto  il  inat- 

lo  del  !.'>  con  intenso  liOMitiardamento  lungo 

'.tta  la  fionte.  Il  fnoco  di  preparazione  durò 

!i  media  dalle  tre  alle  sei  i>ie  e  {;eiiei  alinente 

assalto  delle  fanterie  eblie  inizio  insieme  al- 

illungamento  del  tiro  delle  arti!.'llerie;  tal- 

■  in  più  punti  le  nohtre  truppe  si  trovarono 

;  improvviso  stretto  contatto  con  l'avvei-sa- 

•  >  pi  ima  ancora  die  avessero  potuto  rendersi 

iito  die  il  bombardamento  fosse  fluito:  in 

laiche  lucal'tii  furono  nssaìite  mentre  erano 

iicora  ricoverate  in  caverne. 

(ìli  effetti  furono  diversi  nei  vari  settori 

Ila  nostra  fronte. 

Ma  non  ostante  qualche  inevitabile  rJpie- 

Muento  dovuto   alla   preva'eiiza  delle   arii- 

■lie  avversarie  numerose  e  polenti,  la  no- 

:\  difesa  tenacissima  arresto  il  nemico  in 

1  d'Adige,  suKPos.na.  ai  Setle  Comuni,  in 

(1   Sugana,  e  fece  crollare  la  sua  possente 

T'Usi  va. 

In  complesso  t  risultati  territoriali  con- 
•_'iiiti.  a  nostro  danno  e  In  via  affatto  tem- 
oianea,  dall'offrusiva  austriaca  si  possono 
i'>i  riassumere  : 


nella  zona  di  vai  d'Adige,  ripiegammo 
dalle  posi/ioni  avanzate  di  /ii-na  Torta,  Poz- 
zacchio  e  Col  Santo,  '-estando  pfrò  a  noi  la 
linea  principale  di  difesa,  da  Coni  Zugna  al 
Pasnbio; 

in  vai  dWstifo,  sgombrammo  Tallo  ba- 
cino del  liume.  cioè  il  terrei-.o  a  lUìrd  della 
linea    passo   della   Boi  cola,  torrente  Posiiia; 

sull'allopiano  dei  Sette  Comuni,  abban- 
donammo la  valle  dAssa<  ol  pianoro  di  monte 
Cengio.  la  conca  di  Asiago  e  il  t>M-i  eno  ad  o\  est 
della  valle  di  Campomulo  e  della  Maruesina; 

in  vallo  Sugana,  intìiie,  dalle  posizioni 
av.'tii/ate  di  monte  Armentera-monte  Collo  ci 
rit  ramino  sulla  linea  principale  di  difesa,  ad 
est  del  monte  CnUron  e  sulla  sinistra  del 
torrente  Maso. 

La  zona  da  noi  al)bandonata  era  tutta 
montuosa,  aspra,  boschiva;  i  centri  abitati, 
di  modesta  Importanza,  si  riducevano  u  quat- 
tro: Tonezza,  Arsiero,  Asiago  e  Borgo.  In 
valle  Lagarina  e  in  valle  Sugana  ci  mante- 
nemmo sempre  in  territorio  di  conquista; 
in  valle  d'Astico  e  nel  Sette  Comuni,  sgom- 
brammo anche  una  ristretta  superfieie  del 
terri:orio  entro  la  vecchia  frontiera. 

Per  otteni'ie  questi  limitali  successi  un 
esercito  di  4im)  mila  uomini  di  truppe  scelte, 
provviste  di  "ììKKì  bocche  da  fuoco,  tra  Io 
(lUall  (luasi  tulle  le  arti^Mitrie  di  grosso  ca- 
libro da  e<so  pos-edute,  dovette  sostenere 
trenta  giorni  di  penosi  e  sanguinosi  combat- 
timenti, subì  un  comple«so  di  perdite  certa- 


^>'  FETROLINA  L0N6EGA 


distrugge  la  forfora 

ed  arresta 
la  caduta  dei  capelli. 


( 'hipilf'ihi  a  tutti    i   )iiot'uiiiifMÌ.   pai-niccliicri,  tarnmci.sti,  drogliieri  e 
alla  Ditta  ANTONIO  I^ONGEGA  —  Vonoxia.       - 


550  - 


Uu  proiettile  austriaco  d.i  3()ó  su  Asiago. 
(Fot.  del  Comando  òuprento). 


ment;^  superiori  a  100  mila  uomini  tra  morti 
e  feri'.i,  consumo  er.ormi  qnaiitità  di  muni- 
zioni e  di  materiali  ed  anche  di  armi  e  di 
quadrupedi.  I  risultati  perciò  l'urijiio  assiii 
modesti  ed  in  ogni  modo  assolutamente  spro- 
porzionati alia  eiiiit.i  degli  sforzi  durali  e 
sopratutto  poi  ai  vasti  obiettivi  ed  agli  scopi 
d.^cisivi  che  l'ollensiva  si  proponeva  di  rag- 
giungere. 

Il  nemico  si  ti-ovò  cosi  inchiodato  su  tulta 
la  linea. 

Immediatamente  il  Comando  italiano  de- 
cideva di  riprendere  l'iniziativa  delle  opera- 
zioni per  attacc.ue  il  nemico  e  ricacciarlo, 
destinando  a  tale  scopo  le  t'or/e  di  una  nuova 
armata;  la  quale,  allontariata  definitivame..te 
l'eventualità  di  dovere  affrontare  il  nemico 
nel  piano,  si  rendeva  disponibile  per  la  ma- 
novra conti  o3'ensiva. 

Gli  ordini  per  questa  manovra  contiof- 
fensiva  furano  emanati  il  2  giugno.  Essa  do- 
veva svilupparsi  con  due  vigorosi  attacclii 
contro  le  ali  dello  sciiieramento  avversario, 
sussidiati  d;i  una  energica  pressione  lungo 
tuttala  fronte;  e  doveva  essere  preceduta  da 
una  fase  di  consolidamento  sullo  posizioni 
raggiunte,  durante  la  quale  si  sarebbero  com- 
piuti anche  gli  indispensabili  spostamenti  di 
grosse  art  glierie  e  i  complessi  preparativi 
lo.^istici  per  far  vivere  suU'alio  dei  monti  le 
numerose  truppe  che  vi  sarebbero  alliute. 

Per  dare  una  idea  delle  ditììcoUà,  vit'o- 
riosamente  superate  dalla  Intendenza  Gtne- 


r.Uc,  che  si  dovettero  aiTroiitaro  per  assicu- 
rare il  fiinziouameuto  dei  servizi  sull'alto 
della  Z(Mia  montana,  sprovvista  di  buona  rete 
stradale,  [)riva  di  risorsa,  in  gi-au  patte  maii- 
ca;it^e  tli  acqua,  basterà  a 'cennare  a  lo  sfi^r/.o 
prodigioso  compiuto,  di  fare  arrivare  siiUal- 
tp  ano,  con  trasporti  iu  parte  con  autocarri 
e  iu  parte  a  soma,  non  me. io  di  430  mila  litri 
d'acqua  al  giorno. 

Fu  dnr.iiite  la  -cannato  periodo  di  oonso- 
lidamenio  e  di  preparazione  duiato  sino  al 
15  di  giugno,  che  si  ebbc;ro  qua  e  là  e  special- 
mente sull'altopiano  di  Asi.ngo,  isolate  azioni 
dell' avvOiSario,  condotte  ancora  con  grande 
violenza  e  dirette  ad  impadronirsi  di  det(  i-- 
minati  punti  delle  nostre  linee  di  difesa.  Ma 
la  sporadicità  di  questi  attacchi,  la  diversità 
e  la  lontananza  degli  obiettivi  cui  miiavatio, 
la  s:essa  improvvisa  e  quasi  disperata  vio- 
lenza dello  alcioni,  cui  succedevano  periodi 
di  stasi,  rivelavano  chiaramente  come  a  que- 
ste residue  manifestazioni  dell'attività  offen- 
siva nemica  non  presiedesse  più  un  concetto 
organico  e  complessivo  di  m..ujvra.  L'av- 
versario, informato  oimai  dei  nostri  appre- 
stamenti e  paventando  una  vigoiosa  controf- 
fesa, tentava  di  impedirla  o  almeno  di  ri- 
tardarne il  corso.  Ma  ogni  suo  sforzo  valeva 
solo  ad  aggravarne  il  logor  o  e,  per  converso, 
ad  accrescere  lo  slancio  e  l'ardiménto  delle 
nostre  valorose  trup{)e,  ansiose  di  vendicare 
i  primi  insuccessi  e  di  recuperare  il  terreno 
perduto. 


ALMATEIliA    *   Astringente  e  disinfettante  intestinale. 

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Dalla  metà  di  giugno 
alla  presa  di  Gorizia 
(9  agosto). 

("oinpiuti  Rii  a-'pL'iinati  lavori  di  prepnra- 
zione  e  coti-oliilamento.  nella  ;,'lornata  ^el  It? 
l'offeiisiva  veniva  risoltitanieiite  iniziala  sul- 
l'ala destra  della  iiostia  linea  siiUaliipiano 


sul  25:  nifi  non  sfuggì  alla  vi^-fanzi  delle 
nostre  truppe.  Queste  si  lanciavano  tosto  al- 
l'in-e;,Miiniento  e  nella  stessa  ;.'iorna  a  del  25, 
superata  in  più  punti  la  reislenza  di'retro- 
ts'uaidie  neni  clie,  ra^'giun>?evano  ed  occupa- 
vano  suir  altopiano  di  Asia;.'o  la  linea  segnata 
dalla  valletta  di  Canipon.ulo,  dallo  località 
di  Càa  lio  ed    Asiago   e    dalle 'poi "dici  setten- 


l'a.sscirlla  .li  (Jia.hs,.!  >iiU' Is.iu/.o 
con  veduta  del  3Ionte  San  Mielielo  e  di  S<lranssina. 


di  Asiago.  Fat-enimo  ivi  fiìX)  prigionieri  e  lat- 
iiir.inimo  «  cannoni  e  12  mitragliatrici. 

Ali  iniprovvi>a  miMccia  di  aggiramento 
al  nord,  l'avversario  reagiva  eoi  moltiplicare 
violenti  attae-hi  nelle  giornate  dal  H>  al  2o, 
contro  11  tratti)  centrale  della  nostra  fronte 
lungo  il  margino  raer.di.inale  della  conca  di 
Asiago:  ma  età  ogn:  volta  ributtato  con  p(  r- 
dite  sanguinose. 

Successivamente,  tra  il  22  e  il  24  di  giu- 
gno, si  manifestava  l'azione  otfensiva  anche 
della  nostra  ala  sinistra. 


trionali  dei  M.  Belmonte,  Barco  e  Cengio. 
Sul  fronte  del  'V.  Positia,  si  ìnipadionirono 
del  M.  Pria  Fora  ed  iniziarono  la  discesa 
verso  il  t'oiulo  valle.  Nell'alta  Vallarsa  oc- 
cuj>avauo  Raossi  e  le  pendici  del  M.  Menoile. 
Ovun.itie  furono  trovate  tracce  evidenti  della 
frettolosa  ritirata  nemica;  trincci»  piene  di 
cadaveri,  armi,  munizioni,  viveri  e  materiali 
abhandoiiati  in  grande  copia. 

Nel  successivo  giorno  20,  pur  crescendo 
l.i  resistenza  delle  retrognaidie  nemiche,  an- 
uidate   nei   punti   più   dittic-ili    dell' itjtricaio 


iluviue  di  guerra  a  Gradisca. 


DI  contro  alla  duplice  minaccia  alle  ali  ed 
all.i  Vigo,  ©'•a  crc'CMite  pre-stone  sulla  fronte, 
il  nemloo,  persuaso  ormai  del  completo  fai- 
llm-Mito  del  S'io  plano  otlens  vo.  deci  leva  di 
s.)ttrarsl  al  n>-i'r»  iminine  it»  attacco  ripie* 
gan<to  le  proprie  linee  sullo  nIMpiauo  di 
Asia.;u  e  mila  /o.ia  d  I   t'.>si<ia-Astico, 

Il  m  >vlmeiito  di  ritinta  fu  in  /.i.iL>  cau- 
ta otutc  e  coUuvorL"  dolk-  teu.-bre  uclla  outiO 


terreno  e  provviste  di  numerose  m'tra<;Ua* 
trici,  la  no.stra  incalzante  avaiixatA  potè  con- 
tinuare ra:)Ma  e  felice.  Furono  onstitate 
iu:iumcrevoli  prova  del'A  Imi&ti  liarbarle  ne- 
mica: Arsier.)  devastata  da  in.^endi;  .\siugo 
ed  altre  ri. le  iti  locilit  i  ridotte  a  firn  mti 
rovine,  su'le  pejid.oi  di  M.  .Maui-ah^schl  mi 
centinaio  di  non  ri  c*drt/<rl.  d<»nn'l  iti  vvuio 
it.aU  g..ltu.i  uu.le  i;o^^a  i^'lie.tf. 


Gori::ìa.  —  Via  ^[orellu 


Poscia,  persistendo  con  tenacia  neyli  at- 
titcchi,  i  nosfri  poterono  nel  successivo  pe- 
riodo sino  a  metà  Inglio  compiere  a:.e.>ra 
sensibili  proj^'ressi. 

Ri<aci-iata  i'in\'asione  nemica  bn  i.dd.^ii 
Irò  nella  zona  montuosa  triden-ina  e  vico  i- 
quistati  i  più  importanti  cenfri  di  Aisioro  e 
di  Asiago,  si  veniva  per  n  >i  delineando  la 
necessità  di  un  ri^orno  alla  oftVnsiva  sulla 
fronte  dell'Isonzo  di  cui  gli  avvenimenti  nel 
Trentino  ci  avevano  indotto  a  sospendere  lo 
svolgimento,  non  però  a  rinunciarvi  come 
l'avversario  si  lusingava  invece  di  avere  ot- 
tenuto. Perciò  nella  seconda  quindicina  di 
luglio  le  nostre  operazioni  tia  Adige  e  Bi-enta 
assunsero  gradatamente  il  carattere  di  at- 
tacchi metodici  anche  allo  scopo  di  evitai  e 
soverchio  logorio  di  truppe  e  di  mozzi  nel  a 
conquista  di  posizioni  fortissime  per  natura 
e  potentemente  munite. 

Tali  operazioni  furono  essonzlalraenie  di- 
r.  tte  ad  allargare  la  no-;tra occupazione  nella 
zona  della  liorcol-a,  alla  testata  del  Posiiia;  ad 
assicurarci  il  possesso  di  M.  Cimone,  in  valle 
Astice;  ad  ititaccare  la  forte  linea  di  difesa 
dell'avversario  di  M.  Interrotto  a  M.  Zinga- 
rella,  sullaltopiano  di  Asiago- 
Mentre  si  svolgevano  le  operaz:ioni  testò 
accennate,  più  a  nord  si  iniziava  una  vigo- 
rosa offensiva  nell'aspra  zona  montuosa  com- 
presa tra  le  valli  di  S.  Pellegrino  e  di  Tra- 
vignolo  (Avisio)  e  quella  del  Cismon  (Brental. 
L'utilità  per  noi  del  possesso  di  questa  zona 
deriva  sa  dalla  necessità  di  eliminare  la  mi- 
naccia che  il  nemico  poteva  esercitare  da 
essa,  per  i  passi  di  Valles  e  di  KoUe,  contro 
le   conche    di    Auordo   e  di  Fonzaso:  sia  dal 


fa  to  che  da  tale  zona  piti  o  meno  diretta- 
mente si  irradiano  buo.ie  coniunicazionl,  clie 
conducono  ad  iuìpoi  tanti  cbbiettivi  militari 
nemici:  la  s  rada  ddl'ANisio,  che  scende  a 
]ja\is  in  vai  d'Adi^^e:  quel  a  di  S.  Lugano, 
elio  va  da  Egna,  parimente  in  vul  d'Adige; 
la  strada  del  p:isso  dl^  Costalunga,  che  mena 
a  Bol/.ano:  quella  d>i  passi  di  Pordoi  e  di 
Canipolungo,  che  conduce  nella  valle  della 
liienz.  Per  tale  suo  cospicuo  valore  olfensivo 
e  difensivo  la  zona  era  stata  potentemente 
fortificata  dair.\ustrja. 

Ricevuti  i  rinforzi,  il  nemico  iniziò  1  con- 
sueti violenti  contrattacclii  diretti  a  scac- 
ciarci da!le  posizioni  da  noi  comiuistale;  m.i 
fu  sempre  respinto  con  gravi  perdite. 

Nel  periodo  considerato  ebbero  luogo  an- 
che in  altri  scacchieri  del  nostro  teatro  di 
guerra  imiiortauti  operazioni  di  ca'-attere  di- 
versivo, tentate  per  iniziativa  dell'avversa- 
rio o  nostra. 

Fra  le  prime  merita  particolare  rilievo  il 
violento  attacco  compiuto  dal  r.emico  con 
Tainto  dei  gas  astissianli,  nel  settore  di  San 
Michele  e  di  San  Marti iio  del  Ca:so.  Scopo 
di  tale  operazione  era  quello  di  ricacciare 
le  nostre  truppe  sino  sulla  linea  dell'Isonzo. 
L' attacco  preparato  di  lunga  mano,  con 
grande  cura  e  con  la  maggiore  sé^-etezza, 
fu  pronunciato  la  matlina  del  2'.)  giugno.  Col 
favoie  di  un  lieve  vento  spirante  in  dire- 
zione del  piano,  l'avversario  lanciava  pi  ima 
coi;tro  le  nostre  posizioni  dense  nubi  di  gas, 
che  investivano  tutte  le  nostre  linee  fi  a  il 
M.  R.  Ivlichele  e  S.  Martino.  In  un  primo  mo- 
mento sotto  l'intlnsso  dei  fulminei  efl'etli, 
letali  o  di   annichilimento  dei  gas,  fu  pos<i- 


TALMANE 

Ab    bATTB 


ille  colonne  l'.emlolip,  <ipin(c  '.ubito  dopo 

iia-co,  (lì  piu-'irae  in  alouni  nostii  (ria- 

menti. 

la  ui-corsi  prontrtujente  rineal/.i  sfldando 
11.  tri  dfl  gi-i  con  iinme  liuto  violento 
at;;;cco  s!o'.';.ia\a:io  4>vuni|ue  l'avversa- 

liriMidendogll  più  di  4i)o  pi-i>:ionlei-l.  Al- 


NeiraUo  But,  furono  espugniti  trlnrori- 
menti  e  ridotte  dc'Havvfi-vaiio  nella  zo  ':i 
del  Fi-pikolel  ('27  ;,'iii^'no)  e  o.ni  luistam  l;i 
cima  d«'llo  ZeMerikotcl  (2.»  giuynOK  luroiM 
prosi  ciixM  2(H>  piljjion'eri. 

Sul  Car^o  le  nosire  truppe  si  impadronlron. 
il   28  giugno  di  alcuni  trino 'laiuenti  ne.uin 


Maiiaiio.  uno  dti  ]■ 


,ato  il  1>oiiilt:ird:iniento  ausii 


Pimi  di  ossi  furono  trova'i  in  possesso  di 
mazze  ferrate  e  ntunite  di  numerose  punto, 
liit.rrogat!  coiifes-jarom  di  avere  avuto  l'in- 
oarico  di  tiuiro  a  e  'Ipi  di  mazza  1  no-trl  sol- 
dati t' ovati  tranioj- 
titi.  I/i{,'nobile  attac- 
co tini  col  cotupleto 
Insufc.sso delle  trup- 
pe avversarie. 

Tra  le  operazioni 
offensive  di  nostra 
iniziativa,  ebbero 
111  aggio  re  iiu  portanza 
quello  compiute  nelle 
alte  valli  del  IJoite  e 
dr'l  li  ut  e  alle  ali 
•  streme  delle  nostre 
posizioni  sul  Car^o. 

Neir  alto  «oite, 
mia  serie  di  brillanti 
at:a.ohi,  condotti  dai 
nostii  alpini  nella 
zoia  della  Tofana,  ci 
di'de  il  possesso  del 
vi'louc  tra  la  Tofana 
).i  lina  e  sei-onda  "la 

'  'A:  d.il  forni  ili  a- 
loirione  del  Ca- 
tto al  est  del 
(e  I  <ti  Uojs  e  delia  te- 
stata del  vallone  di 
Tiaveiianz's  (21»  lu- 
Kliio.  Numoiosl,  vio- 
lenti e  Hitrattacclii 
tentati  d  il  iieni  ìco 
fui>>no  cns'antenien- 
to  lespinli  dai  nostri, 
e  IO  presi  r o  alfav- 
Versaiio  più  di  300 
prigionieri,  due  c.nnnoni  e  sei  mitragl  alricl. 


(  I. 


del  settore  di  S.  Michele  e  di  S.  Martino  e 
in  quello  di  Monfalcone.  Nella  successiva 
;:iornata,  nrentro  tra  S.  Miohelo  e  K.  Martino 
i  nostri  rospingevano  l'attacco  nemico  col 
gas  astKsianti.  nella 
zona  di  Monfalcone 
una  brillante  opera- 
zione offensiva  ci  da- 
va  il  possesso  didl'al- 
tnra  di  quota  70,  al 
ovest  di  M.  Cosich,  o 
di  (inota  104.  ad  est 
della  Rocca  di  Mon- 
fal-one.  Pr  nderamo 
al  nemico  un  migliaio 
di  pri^'ionleri.  Nelle 
su'ces-ive  giornate 
dui  1°  al  7  Ing'.io  fu- 
rono re-pIntl  violenti 
contrattacchi  d  -U'av- 
xersario,  che  lasciò 
nelle  nostre  mani  al- 
tre centinaia  di  pri- 
;.'ionlerl. 

In  numerosi  com- 
battimenti abbai  fo- 
rono  8  velivoli  nemi- 
ci. Noi  ne  perdoni - 
tuo  4. 

Ma  ro[>eraziono 
di  tjncr.a  aerea  più 
brll'a'ite  p<  r  il  nu- 
mero dei  ve:iv(di  ih* 
vi  pa.  tccip.iiono.  p  1 
l.i  lungho/za  della 
traversati,  in  gran 
parte  sul  ma' e.  e  per 

,  ; ...,,...  1    formltlibill    effeitl 

ra  'viuiHi   fu  ri  l'w  - 
sior.e  sul  golfo  di  Fiume  e  che  ebbe  per  obiot- 


500  ^ 


tivl  il  sllnriflclo  e  la  fa'obrica  di  torpelini  e 
di  s  )tto:)inrini  Whit»liead,  rimasti  quasi  o  ):u- 
pletarneiite  distrutti. 

I  risultati  delie  nostre  operazioni  da  metà 
giugno  ai  primi  di  agosto  sono  da  ritenersi 
assai  pii  imporfa-iti  di  quel  iha  possa  ap 
parile  da  un  ra[iiilo  cenno  sui  principali 
avvenimenti  militari  in  tale  periodo.  L'otfen- 


Al  bottino  di  guerra  più  sopra  Indicato, 
venner»  per  la  conquista  di  Gorizia  ad  a;»- 
giungersi  i  seguenti  trofei:  Priglo!iie:i  '■i'Xi 
ufììciaU  e  is,:5i>ó  soldati:  t  enta  cannoni  d.i 
c.xmpo;  92  mitragl  ati  ici;  tJ3  lauciabombe; 
12.2'25  tncili;  ciìique  milioni  di  cartucce;  se  - 
sautamila  bombe:  44  casse  di  rajchette  o 
razzi:    12,0J0    strumenti    da    lavoro;    alcuno 


Rovine  di  Palazzo. 


siva  austriaca  in  Tr.'iitino,  che  era  già  stata  decine  di  km.  di  filo  telegrafico  e  telefonico; 
precedentemente  arrestata, fudefinitivamente  nonché  oggetti  di  vestiario,  buffetterie,  Gi- 
rotta e  ricacciata  nelle  alte  valli  onde  era  di-  perte  e  moltissimi  altri  materiali. 

scesa.  

Nel  complesso  d,iileoperazioniconsiderate  p^ua  dei  ])iìi  oscuri   tempi  della  piìi  nefanda 

furono  presi  al  U'^ìnico  r>'M'A  prigionieri,  dei  Ijarbarie.  (ìas  asfissianti,  granate  lacrinio<rene,, 


quali  102  ufficiali,  e 
un  ricco  bottino  di 
guerra  comprenden- 
te 10  cannoni,  una 
cinquantina  di  mitra- 
gliatrici, lanciabom- 
be,  fucili,  munizioni 
e  materiali  da  guerra 
di  ogni  specie. 

Finalmente  espu- 
gi  ati  dal  valore  ita- 
liano il  monte  Sabo- 
tino ed  il  San  Miche- 
le, le  nostre  truppe 
nel  mattino  del  9  ago- 
sto con  un  audacissi- 
mo assalto  prendeva- 
no effettivo  possesso 
di  (lorizia,  conqui- 
s  t  a  n  d  o  uno  degli 
obiettivi  immediati 
delie  nostre  rivenJi- 
cazioni  nazionali  e 
ottenendo  così  una 
delle  vittorie  decisive 
(Iella  guerra.  Tutta  la 
stampa  delle  nazioni 
alleate  esultò  per  la 
vittoria  italiana,  frut- 
to di  paziente  corag- 
gio noncliè  di  gravi  e 
sublimi  saciifici.C) 


(1)  Allo   schietto 
eroismo  italiano,  frut- 
to di    niMfr'aninii   kpusì,   l'Austria   ha  opixisto 
i  più   abbietti   e   vili   diporiauieuti    debili   ap- 


Laneiabambe  austriaci 
n  una  trincea  .sul  Carsi 


iquidi  infiammabili, 
]>allot  ole  espb»deuti 
ilie  dilaniano  i  feriti, 
mazze  ferrate  che  tiui- 
scono  i  tramortiti, 
confetti  a-^velenati, 
uncini  nascosti  nelle 
s'-atole  di  carne  iu 
conserva,  aghi  nii- 
siihiati  nelle  biade,  f  e. 
A  colmare  la  crimino- 
sa misura,  stanno  le  ri- 
velazioni del  proces.'io 
d'Ancona  ^28  settem- 
bre) dal  quale  risultò 
che  a  mezzo  di  prez- 
zolati sicari  lo  Stato 
maggiore  austriaco 
riuscì  a  far  saltare  il 
nostrodinamit'ftcio  di 
Cencio  ligure  (con  no- 
stro daimo  di  due  mi- 
lioni) e  sarehbe  riusci- 
to a  far  saltare  i  ponti 
sul  Brenta  e  sul  Piave 
durante  i  trasporti 
per  la  difesa  trentina, 
nonché  a  rovinare  la, 
fabbrica  d'armi  di 
'remi  e  togliere  la  lu- 
ce elettrica  a  Roma,  se 
l'atrocissimo  piano 
non  fos.se  stato  sven- 
tato, miraeolo.'sanipn- 
t",  dalla  nostra  poli- 
zia.. .'<'a  effrini  infa- 
mia all'.^nstria  ed  .".1 
suoi  vili.ssimi  sicaiì 
Giuseppe  r-arpse  che 
ho  pasntocon  la  yUa 
l'abietto  tradiirento  e 
ai  suoi  due  complici  Dante  Pegazzani  e  Re- 
nato Gatti. 


r)f;i  - 


Dalla  presa  di  Gorizia 
alla  battaglia  di  Vertoiba. 

I.»  offensiva  italiana  venne  ripiega  il  d'i 
16  settembre.  Era  aspettata.  II  noinico  la 
presentiva,  ri  si  preparava,  lavorava  giorno 
e  notte  a  fortificarsi  sempre  pin,  ;i  iucaver- 
narsi,  ad  accumulare  nuovi  ostacoli  per  sper.- 
r»re  l'impeto  dei  nostri  assalti.  L'attacco 
vittorioso  della  te>>t;i  di  ponte  di  Gorizia 
-veva  avuto  il  vantaggio  di  una  sorpresa 
f"  non  poteva  ripetersi.  Gli  austriaci  vede- 
:;  >  nella  logica   della  situa/:ione  il  nostro 

lu'ramma.  (,'erciivano  di  creare  degli  argini 

>porzioi«Hti  alla  mai'ea.  Erano  in  guardia  — 
ino    pronti.  Non  si  videro  mai  delle  posi- 

!ii  apprestate  rapidamente  alla  difesa,  tra- 

rmarsi  cosi,  giorno  por  giorno,  ora  per 
a.  in  formidabili  barriere. 

Quelle  opere  di  consolidamento  e  di  pro- 
'e  -.one  che  erano  costate  un  anno  di  lavoro 
sulle  prime  pendici  del  Carso,  stavano  sor- 
gendo egua'i  sulle  nuove  linee  con  m.agica 
rapidità.  Dopo  un  mese,  la  fronte  creata  dalla 
bait.tglia  di  Gorizia  non  si  riconosceva  p  l'i. 

Il  nemico  aspettava  la  ripresa  dell'otTen- 
•iva  e  nf>gli  ultimi  giorni  tentava  di  preve- 
nirci e  di  paralizzarci  con  degli  attacchi  suoi. 
Mentiva  vicino  il  colpo  che  si  preparava,  e 
diveniva  irrequieto. 

Aveva  ricevuto  ampi  rinforzi,  e  ne  profit- 
tava per  c^'rc1re  quuiclie  punto  debole  della 
noiktra  fro-tt-,  per  obbligarci  ad  una  difesa 
•he  imbarazzasse  i  nostri  piani.  Non  ha  tro- 
vato giuntare  nella  corazza.  O^ni  attacco  era 
res{»i(ito  al  suo  inizio.  Ora  avanti  a  Gorizia, 
or*  Inngo  il  Vertojbirza,  ora  sul  Carso,  di 
notte,  dopo  una  preparazione  di  artiglieria, 
gli  au>triaci  gettavano  all'assalto  i  loro  fanti, 
con  qnella  tattica  che  aveva  avuto  qualche 
mi<-cesso  in  passato  nel  vallone  di  Oslavia. 
l>ue  notti  prima  del  14  sferrarono  un  colpo 
più  forte  nella  zona  di  Oppacchiasella.  L'at- 
taco  >  raggiunse  un  elemento  di  trii-cea  no- 
stra: il  nemico  credette  venuto  il  monieiito 
di  ailargire  l'azione  e  amniJiS'^ù  dell».-  truppe 
per  sviluppare  il  successo  all'alba;  ma  l'alha 
porto  un  cantratiacco  che  sorprese  le  truppe 
ammassate  e  le  annientò. 

Ques*»  battaglia  ohe  per  ti  e  giorni  con- 
tinuo, dopo  una  bieve  sosta  di  preparazione, 
l:i  l<'tta  vittorl-'sa  che  ci  diede  il  possesso  di 
Gorizia  e  del  Carso  oltre  il  Vallone,  non  reco 
al  tinhhlico  il  clamore  di  grandi  nomi.  I  coni- 
ha:  Cimenti  bau  ;o  per  obiettivi  immediati  trin- 
ceramenti traccia»!  in  re„'ioni  deserte  o  nelle 
vicinan.'e  di  poveri  villaggi  che  la  guerra  di- 
strugge nell'atto  di  affidarne  il  nome  alta 
s'oria.  Prima  otie  la  nuova  off.iisiva  si  Ini- 
ziasse, la  nostra  fronte  del  (arso,  pa' tendo 
dai'.e  pendici  occidentali  della  <-ollina  di  San 
tl:ado  di  Merna.  scavalcava  a  oriente  del 
>Iad  Logem  l'aspro  ciglione  settentrionale  dei 


Carso,  fioendeva  diritta,  verso  mezxog'omo 
tagliando  a  qualche  centinaio  di  metri  dm 
Oppacohiasella  la  grande  strada  di  Kust;u»je- 
vlca;  s'incurvava  a  occidente  di  Villano  va 
(Nova  Vas)  e  «Ielle  due  quote  "itife;  raggiun- 
geva di  qui  il  l>ebeli  e  le  alture  l'Jl  e  86 
presso  Monfalcone.  Seguiva  da  vicino  il  trac- 
ciato dei  trinceramenti  austriaci,  era  in  con- 
tatto con  essi  in  molti  punti,  li  inventiva  ag- 
gressivamente con  gli  approcci.  Varie  linee 
(li  questi  trinceramenti  furono  espugnate  e 
circa  4000  prigionieri  caddero  in  nostra  mano. 

Era  sembrata  un  miracolo  la  manovra  per 
linee  interne,  eseguita  in  otto  giorni,  che  sca- 
gliò dal  Trentino  le  nostre  masse  su  Gorizia, 
ma  se  si  conoscessero  i  particolari  della  pie-, 
paraziono  per  la  nostra  nuova  otlensiva  ini- 
ziata, si  trcjvcrebbe  che  es^a  in  non  meno 
mirabile.  Noi  attaccammo  posizioni  ben  m'i- 
nite.  sopra  un  terreno  assai  piìi  aspro  e  piò 
dithcile  di  quello  del  primo  altipiano  carsico 
che  ci  fermò  per  un  anno,  e  ci  difese  da  on 
nemico  prevenuto,  esperto  in  tutte  le  aril 
della  lotta  di  resistenza.  I>a  preparazione,  re- 
golare, intensa  palpitò  su  tutte  le  vie  della 
guerra. 

Il  successo  che  le  nostre  valoros-etrupi.-e 
avt-vano  così  ottenuto  il  14  settembre  con  )a 
risoluta  olVcnsiva  sulla  fronte  Giulia,  fu  111 
ottobre  vigorosamente  intensifl-ato  ed  am- 
pliato. 

.Mio  sbalzo  innanzi  che  ci  ave\a  a.ssica- 
r.ito  il  possesso  di  gran  parte  della  linea  ne- 
micii,  -seguirono  il  complet:»mento  dell' ocen- 
pazione  di  es-^a  e  l'avanzata  nel  terreno  aii- 
tis  ante  tra  la  linea  espugnata  e  la  succes- 
siva che  .«ul  Carso  venne  tracciata  con  anda- 
iiu-nto  lievemen  e  iliver-enfe  ris;  etto  u!la 
prima  e  a  dìstan/a  variabile  da  un  ohib  me- 
tro a  due.  In  ab-uni  punti  le  nostre  <n>p|ia 
impresero  ad  intac<-are  addirittura  i  capisaldi 
della  nuova  linea. 

Sotto  tale  aspetto,  doppiamen  e  impor- 
tante appare  il  progres.so  avvenuto  sulle  pen- 
dici del  Veliki  Hriliach  laltura  34.3}  che  col 
Fecinka  costituiva  il  cardino  settentrionale 
del  secondo  sistema  difensivo  austriaco,  ton- 
tinuaii'e  poi  per  Hudilog  e  Lucatic. 

Anche  a  noni  del  Vippaceo  nella  zona  di 
Gorizia,  si  ampliò  la  nostra  conquistA  ad 
oriente  del'a  Vertojbizza,  dove  vennero  in 
nostro  saldo  potere  .ilcune  alture  a  .siul-ext 
della  staziona'  di  S.  Pietro  dominante  in  qiel 
tratto  il  corso  del  tlume. 

1  progressi  ottenuti  l'il  ottobre  sn  tutta 
l'estensione  d<  Pa  fronte  furono  tanto  più 
notevoM  in  quanto  il  nemico  chiamando  a 
raccolta  tutte  le  riserve  e  concentran-1o  nel 
settore  minac«'iato  il  fnoco  delle  numerosis- 
sime artiglierie,  schierate  da  Duino  ad'orieni* 
di  Gorizia,  tento  con  disperati  sforzi  di^rigu*- 
da.'iiare  il  terreno  perduto  «di  impedire  «)froi 
ulteriore  successo  italiano. 


solubile   Desantfc  n   Zu- 
Hani   (ferro  organico  na- 
turale).   Specifico    razio- 
nale   di    sicura  efficacia,   di  rapidi)  ettKto  nella  ciira  dello  duemie. 


Emoglobina 


5(?2 


tiopo  aver  pei:  circa  24  ore  quasi  inces- 
sanféinente  sostenuti  e  ributtati  violeiiK  con- 
trattacchi le  nostro  instaìUMV>ili  truppe  ri- 
prendevano con  rinnovato  vigore  1'  offea-jiva 
e  vi  persistevano  lino  a  notte  inoltiata  ì.e 
dichiarazioni  dei  prigionieri  eaitura'i  concor- 
dino ne  11"  affermare  che  le  perdite  sotferie 
('.alle  loro  ntiità  sono  stati^  piii  s.nfjninose 
che  in  ogni  ali;ra  precedente  nostra  oftensivii. 

Un  calcolo  anche  modesto  ci  porta  a  rite- 
nere che  se  8000  furono  i  prigionieri  caduti 
nelle  nostre  mani  in  questi  due  giorni  di 
vittoriosa  battaglia  di  Vevtoil)a,  a  24,030  do- 
vettero almeno  ascendere  le  perdite  com- 
plessive dell' avvei'sario  in  morti,  feriti  e  pii- 
gionieri.  Insultato  questo  già  di  per  sé  assai 
cospicuo  rispetto  alle  co  udizioni  di  forza  del 
tiendioo  e  tenuto  conto  che  le  nostre  per- 
dite furono  di  gran  lunfja  minori,  per  la  effi- 
cace preparazione  del  nostro  fuoco  d'arti- 
glieria e  di  bombarde,  nonché  per  la  perizia 
acquistala  dalle  nostre  fanterie  nella  pur 
a-ipra  e  penosa  guerra  di  trincea. 

Riassumendo  gli  sforzi  compiuti  nell'ul- 
tim,>  offensiva  sul  Carso,  lo  inviato  speciale 
del  'Malia  al  fronte  italiano  rileva  che  dal 
Carso  alla  Somma  non  solo  l'unità  del  fronte 
è  divenuta  una  realtà  ma  anche  l' unita  di 
tattici  e  sotto  più  di  un  «ispHto  la  conqui- 
sta di  Novavilla  ricorda  quella  di  Thiepval 
attaccata  ai  primi  di  luglio  e  presa  verso  la 
fine  di  settembre  come  la  formidabile  opera 
difensiva  di  Novavilla  attaccata  in  agosto  e 
presa  dal  9  all' 11  ottobre.  Le  battaglie  dei 
francesi,  degli  inglesi  e  quelle  degli  italia.ìi 
si  rassomigliano  sempre  più.  Gli  italiani  si 
perfezionano  anche  essi  senza  posa  nell'in- 
dustria della  guerra.  I.a  loro  pratica  mi- 
gliora ad  un  tempo  col  loro  materiale.  Essi 
pesano  con  esattezza  sempre  più  severa  ogni 
elem^^nto  della  lotta,  calcolano  il  tempo,  le 
munizioni,  le  provvigioni;  misurano  lo  slan- 
cio del  soldato,  analizzano  insomma  la  loro 
oftensiva  che  ad  ogni  ripresa  aumenta  di  re- 
golarità e  sicurezza. 

Al  nprd  di  Novavilla  l'esercito  italiano  ha 
organizzato  intorno  a  Loquizza  e  verso  Tt-- 
ciuka  le  sue  linee  per  offensive  future  ed  ha 
cominciato  ad  ascendere  quell'immensa  sca- 
linata di  cui  il  primo  gradino  è  costituito 
dal  Veliki  Hriback  e  che  culmina  nello  Stol. 
Ivi  l'azione  non  può  esser  che  lenta  contro 
un  nemico  il  quale  si  ritiia  a  grado  a  grado 
risalendo  il  declivio  e  trova  ad  ogni  indie- 
treggiamento  per  un  pf^rcorso  di  sette  chi- 
lometri in  linea  di  aria,  una  specie  di  p  c- 
colo  altipiano  dove  può  riprendere  fiato,  dei 
fo'ti  boschi,  die  facilitano  il  groviglio  delle 
difese,  e  può  infine  ad  ogni  sconfitta  raggiun- 
gere posizioni  sempre  più  favorevoli. 

L'ultima  offensiva  ha  pei  messo  ai  nostri 
soldati  di  accostarsi  notevolmente  alla  cresta 
del  Veliki  Hribac.  Si  può  esser  certi  che  essi 
proseguiranno  la  dura  ascesa  nietodi<amente 
fino  al  suocesbo.  Cosi  le  battaglie  del  Carso 
riTestono  lo  stesso  carattere  delle  battaglie 
della  Somma.  Il  comando,  la  fanteria  e  T  arti- 
glieria, vi  spiegano  quelle  qualità  che  ad  ogni 
ollensiva  incutono  al  nemico  m.iggiore  tin\ore. 

fn  complesso,  dal  6  agosto  al  5  novern- 
bre  1916  il  numero  dei  prigionieri  austriaci 
catturati  sulla  fronte  OHulia,  sali  a  40.363. 


I^e  operazioni 
rtisse  1916. 

Sul  fronte  russo  la  guerra  di  movimento 
si  poteva  dire  cessata  sin  dall'ottobre  1915 
per  il  f:itto  che  nel  settembre  l'offensiva  tede- 
sca (procedente  dalla  Prussia  orientale,  dalla 
Bzura,  dalla  Pilitza,  dal  Dunajet/.  e  dai  Car- 
pazi) erasi  arrestata  sulla  linea  da  Riga  alla 
Strypa. 

Sul  fronte  europeo  i  russi,  salvo  episodi, 
profittarono  della  lunga  stasi  invernale  e  pri- 
maverile per  riorganizzarsi  poderosamente  e 
rìprendtTe  poscia  (come  diremo  più  innanzi] 
roftVnsiva  in  giugno. 

Nel  Caucaso,  invece,  la  Russia  continuò  ail 
armeggiare,  ripoi'tandovi  successi  ohe  ebbero 
ripercussione  sul  teatro  balcanico  e  perciò 
su  tutta  Ifv  guerra  europea.  Per  tali  successi 
la  Turchia  non  fa  più  un  valore  per  la  (Ger- 
mania sul  campo  di  battaglia  europeo.  \''X 
essi  tramont  irono  le  anche  lontane  e  gà 
molto  problematiche  minacele  contro  l'In- 
ghilterra in  Egiito  e  nelle  Indie,  e  venne  a 
mancare  la  base  di  un  movimento  islamico. 
Pt-r  il  teatro  balcanico  le  conseguenze  fu- 
rono anche  più  gì  avi.  La  Buliiaria  si  vide 
priva  di  ogni  possibililà  di  appoggio  per  purte 
della  Turchia,  mentie  le  vicende  della  lott.i 
in  Francia,  Italia  e  Russia  richiamarono  sem- 
pre più  gli  austro-tedeschi  a  dover  impiegare 
tutte  le  loro  forze  su  tali  sctcchieri.  In  ]iari 
tempo  alle  truppe  alFeate  di  Salonicco  do- 
veva unirsi  il  riordinato  esercito  serbo. 

Saremmo  infiniti  se  volessimo  soffermarci 
su  tutti  i  successi  anzidetti,  p  ri  quali  l'eser- 
cito  turco  fu  messo  fuori  questione  e  ven- 
nero ostruite  alla  Turchia  le  arterie  alimen- 
tari dell'Asia  Minore. 

Ci  limitereaio  perciò  a  ricordare: 

lo  L'espugnazione  di  Erzerum  (18  feb- 
braio). 

2»  L'espugnazione  di  Bitlis  (3  marzo). 

3°  La  conquista  di  Riza  sul  litorale 
(7  marzo). 

40  L'espugnazione  di  Trebisonda  (18 
aprile)  bloccita  tino  dal  29  febbraio. 

5°  La  sconfitta  turca  sulla  via  di  Bagil::d 
(10  maggio). 

6'  La  presa  dì  Gumuschane  in  Armenia 
(21  luglio)  che  completa  pei  russi  il  possesso 
del  setto-re  di  Trebisonda. 

7°  La  presa  di  Erzindiian  (28  luglio)  clie 
completa  la  conquista  dell'Armenia. 

80  E  tutta  quella  lunga  serie  di  successi 
ad  ovest  di  Erzind.jian  che  nei  mesi  Siioces- 
sivi  hanno  attraverso  all' Asia  Minore  avvici- 
nata sempre  più  la  Russia  all'obbiettivo  di 
Costantinopoli. 

Non  possiamo  dispensarci  dal  fare  rile- 
vare in  modo  speciale,  l'importanza  della  con- 
quista di  Eizerum  e  di  Trebisonda. 

Erzerum,  piazzaforte  dell'Armenia  turca, 
al  centro  di  un  altipiano  di  ori^rine  vulcaiie* 
aperto  soltanto  a  nord-est.  è  circondati  da 
altissime  montagne  di  circa  3000  metri,  è  una 
città  abitata  da  circa  qiiarunlamiìa  abitanti; 
e  si  compone  della  città  propriamente  det- 
ta, e  della  cittadella,  <jliiusa  da  doppia  ii;u- 
raglia.  La  città  è  abbastanza  industrializzata 
e  produce  pelli,  tiniure:  ha  distillerie,  fab- 
briche d'armi  e  di  gioielli.  Ess.i  e  uu'impor- 


óm  - 


tante  stazione  di  carovane  tra  il  ;;oiro  Per- 
sico, il  Mar  Olimpio  e  il  Mar  Nero.  L'origine 
di  Erzerum  è  molto  antica:  essa  fu  verso 
ii  413  sotto  il  iii>me  di  *  Thcodosiopolis  ,  cit- 
tadella romana  contro  t  barbari  dell'est.  I 
sultani  iti  Iconio  l.i  presero  verso  il  1241, 
Tanierlano  verino  il  1387,  Maometto  linei  l4fK). 
Nel  1430  cadde  in  mano  ai  persiani  «hi'  la 
cedettero  ai  turchi  nel  1514.  Nel  1S2»  i  russi 
la  presero,  ma  per  il  trattato  di  Adrìanopoli 
dovettero  lasciarla.  La  ripresero  nel  1878,  col 
trattato  di  Santo  Stefano,  ina  col  trattato 
di  Berlino  la  restituirono  un'altra  volta  al 
sultano. 

Erzeium   comanda  a   tutta  la  valle   del- 
l'Euirate  superiore  e  fa  sentire  i  suoi  effetti 


oaiio  If!  derrate  che  la  Porsia  spedisce  in  oo- 
cltlente. 

Infine,  o;,'(,'i,  Trebisonda  rappresenti  pei 
russi  la  padronanza  di  tutta  la  costa  del  Mar 
Nero  e  dell'unico  può  dirsi  centro  di  n'or- 
nimento  dell'Armenia;  mentre,  l'altro  cen- 
tro pili  lontano,  ma  non  meno  ìmportanto 
di  Bagdad  gioverà  a  dare  la  mano  a^il'injf  esi 
e  completare  il  cerchio  che  deve  avvoli,'ere 
la  Tnrchia  Asiatica  Invero  è  chiaro  che  dita 
la  mancanza  di  vie  di  e  miunicazione  attra- 
verso l'Asia  Minore,  verso  l'Armenia  e  il 
(^aucaso,  Trebisonda  costituisce  1' unica  ver» 
linea  che  unisce  dette  province  al  rimane-ite 
dell'impero  per  la  via  del  mare,  che  renda 
le   distanze   molto   più   brevi.   Non   sarebije 


Al  fronte  ruago.  —  I^o  Zar  che  ascolta  le  spiejiazionl  del  Granduca  Nicola. 


i!i  tutto  il  settore  orientale  dall'.Armenia  in 
(;in,  fino  in  Persia  e  Mesopotamia. 

Trebi.sonda  è  l'antica  Tiapezos  dei  greci, 
il  Tirabzon  degli  Osmanli;  è  una  delle  an- 
tiche città  dell'Asia  Minore.  Sono  più  di  ven- 
tisei  secoli  che  una  colonia  di  Sinope  sì  sta- 
bili in  quel  punto.  Essa  fn  la  capitale  del 
Ponto  e  nel  medio-evo  diventò  la  capitale  di 
un  impero.  Ivi  in  principio  del  secolo  deci- 
nioNT/o  Alessio  Comneno  fondò  il  ropno, 
Ktacato  da  Bisim/io  che  contenne  per  oltre 
due  secoli  e  mezzo  la  flotta  dei  maomettani 
vincitori  e  la  cui  «loria  fu  ci^ebrata  nei  poemi 
cavallereschi.  Treblsonda^rappresenta  inoltre 
il  pili  importante  mercato  di  sbocco  alla  Per- 
sia sui  Mar  Nero.  In  o;»ni  tempo,  poi,  è  stata 
il  porto^dove  sbarcano  1  pt-,se!Jt»eri  eie  merci 
desrinaTi    per  l'Iran  e  duve  le  caiovane  re- 


r)uindi  possibile  alcun  fermo  dominio  del- 
l'Armenia  e  di  tutte  le  ie<jioni  circostanli, 
senza  il  sicuro  e  forte  possesso  di  questa 
città  e  del  .suo  sbocco  sul  mare,  che  ne  è  la 
chiave. 

Ai  primi  di  ;,'iu;,'!io.  mende  gli  austriaci 
proseginxano  la  loro  offensiva  nel  Trentli:o 
fattcosaniPUM'  rattenuta  dall'eroismo  italiano, 
la  Russia,  riorgani/./.ata.  irruppe  vljjorosa- 
monte  in  ma.ssa  contro  il  tratto  meridlona'e 
del  fronte  austro-tedesco,  iniziando  in  Voll- 
nia  e  (ìaliz^a  quella  serie  di  successi,  per  cui 
fra  il  Prlpet  e>l  il  Prnth,  sopra  una  distesa 
di  ben  40ì  km.  sfondarono  per  un.»  esten- 
sione di  140  km.  il  fronte  fortificalo  degli  an- 
striaci.  del»el!andone  tre  armate,  le  qu  ili  sol- 
tanto fra  morti  e  feriti  ebf>pro  cfutomitn  uo- 
mini   fnon    combatt  mento    e   lasciarono    l.i 


N  E  V  R  A  L  *  Cachets  e  compresse  a  base  di  Nevralteina. 

Rimedio  di  elezione  nelle  Emicranie  •  Nevralgie  •  Coliche  periodiche 
Reumatismi  -  Influenza. 

LEPETIT  FARMACEUTICI  -  MILANO 


134 


La  prima  pattuglia  di  cosacchi  entrati  In  ( 


mano  russa  cenlo^eunila  prigionieri  con  1C50 
ufficiali  di  ogni  <jr:ido  ed  arma. 

olneciò  gli  austriaci  perdettero  ingente 
quantità  di  rmiteriali  fra  cui  121  cannoni, 
ISO  ii!itr:ipliatrici,  ecc. 

LolJensiva  russa  «guidata  dal  generale  Brii- 
silotì  Tu  così  improvvisa,  quanto  inattesa,  che 
treni  carichj  di  tnij-pe  anstriaehc  con  molte 


2467  ufficiali;  1«3  cannoni;  2(5 '.  mitraglia- 
trici: ecc. 

Teùtavano  i  tedeschi  una  diversione  sulla 
Dwina  ma  non  vi  ri  osci  rn  no. 

Il  18  <,nuiino  i  russi  occuparono  Czeniowitz, 
passarono  il  Pruth  e  si  diressero  ;il  Sereth, 
tagliando  in  due  l'armata  di  Plìanzer. 

Al  7  luglio  le  perditi?  austriache  perTof- 


Un»  delle  automobili  blindate  messe  dai  belgi 
a  disposizione  dei  russi. 


munizioni  caddero  nelle  maui  dei  russi  senza 
colpo  ferire. 

In  progresso  di  tempo  e  di  spazio  essendo 
accorse  in  aiuto  degli  austriaci  anche  truppe 
(ed^sche,  i  russi,  dal  Pripet  ai  sud-i^st  dell.i 
Galiziii,  pro-o;.'U<'ndo  la  loro  ofV.nsiva  vitto- 
riosa a  ni'^ti  giugno  trovavausi  ad  axere  eat- 
tur;iti  lóo'OOO  prigionieri  au.->tro-tédeschi  cou 


fensivà  russa  sono  valutate  ascend  re  a  lutizo 
milione  di  uomini  dei  quali  la  metà  prigio- 
nieri. 

Ai  10  luglio  i  russi  furono  ad  una  maJeia 
da  Kowel.  A  questa  data  il  nomerò  de-i  pri- 
gionieri austriaci  era  salito  a  2t;6.00<i  solda-ti 
con  ó-2S'i  ufficiali  ed  il  materia'e  catturato  a 
312  c.iunoui  ed  tJ6G  ini  ragliatrici. 


;}♦;:) 


Sul  fronte  francese.  —  Fanteria  che  aranza  Botto  il  fuoco  tedesco. 


Il  19  luglio  le  truppe  russe  del  Kenerale 
Lfctehiisky  dalla  conquistata  Bucoviua  avan- 
zano al  di  la  dei  Carpazi. 

Nell'ultima  dt-t-arte  di  lujrlio  ferve  i)iù  che 
mai  la  lot'n,  ;;iii  accesa  in  antecedenza,  at- 
torno a  l'iiraiiowiczi.  In  Volinia  i  nissi  tra 
U  It;  v(i  il  2'i  hi-lio.  fanno  pri-jioiiifri  altri 
17l.M)0  austro-tede-rhi,  e  prn<^Medlsc()iio  tanto 
In  Voliuia  ijuanto  in  Galizia,  dove  sfondando 
le  linee  germaniche,  penetrano  a  nord-est  <1i 
Ij.»<>poli.  ed  avanzano  a  pochi  chilometri  da 
Brody  (25-20  luglio).  A  quest'epoca  già  si  no- 
tavano accanto  alle  schiere  austro-tedesche 
truppe  turche  vnute  in  loro  aiuto. 

D.il  1«  al  25  lusjlio  le  schiere  di  Sakharow 
precedenti  ad  est  di  Brody  in  Galizia  ave- 
vano fatti  a4.0CK)  prigionieri  e  presi  45  can- 
noni .•  71  mitragliatrici.  11  30  Ingllo  Brody 
fu  occupati. 

A  tal  giorno  i  russi  avevano  fatto  .345.000 
prit»ioniori  o  le  perdite  austro-tedesche  in  sei 
settimane  a.sccsero  a  750.0'K>  uomini. 

In  agosto  i  russi  avanzano  ancora  ener- 
gicamente sulla  Zlota  Lipa,  sulla  Bistryza  e 
■Kirliìiuha. 

Da  IMI  computo  esatto  risulta  che  la  cifra 
totale  del  trofei  prosi  dai  russi  dal  4  giugno 
al  14  agosto  durante  le  operazioni  pei  la  con- 
quista ilclln  linea  organizzat^i  austro-tedesca 
(Ani  l'rfpct  alla  frontiera  romena)  è  In  coni- 
pli'v^i  per  i  quattro  eserciti  del  ;.'en>-rali  Ka- 
lodiu,  Letohitsky,  Sakharow,  e  Tcherbasdow, 
comandati  d.t!  lirussilow.  di  7757  nOiciali: 
3.'>J>.H»5  Hold.iti;  4'>.'»  cannoni:  133A  mitragiia- 
tr:c'i:  rMi  lan.laboiul.o;  '.'»'_'  cassoni:  30  ktn. 
dt  ferrovia  a  scartamento  ridotto;  ed  altri 
nam'*n»sl  materiali. 

Proseguendo  l'ofTensiva.  nel  combattl- 
me::to  attorno   a   Vladlmir-Volynski   i  russi 


fecero  prigionieri  altri  2S9  ufficiali;  15.789  uo- 
mini di  truppa  (di  cui  2.'>00  tedeschi)  6  can- 
noni e  55  mitragliatrici. 

Sul  f'on<e  galiziano,  la  caduta  di  Stani- 
slau  a  meta  agosto.  co:-ona  un  seguito  di 
operazioni  e  riveste  una  grande  iniportanzi 
militare,  essendo  Stanisiau  mi  centro  note- 
volissimo delle  terrovie  che  vanno  verso  Lci' 
poli  e  verso  l'Ungheria,  per  cui  perduto  tal 
punto  le  comunicazioni  attraverso  i  C«rpa;'.i 
fra  l'Ungheria  e  la  Bu(*ovìna  e  la  (ìalizia  do- 
vranno eJettuarsi  per  Lcopoli. 

Ad  oriente  di  Halicz  (sul  Dniester)  i  russi 
espugnarono  la  posizione  organizzata  di  Ho- 
lodenka  (3  settembre)  e  nella  regione  del  Car- 
pazi e  quella  superiore  del  Sereth  (Galizia 
catturarono  nei  primi  di  settembre  altri  li 
iittìciall  con  6000  uomini  di  truppa  e  C  c.m- 
nonl  e  40  ȓltra;;llatrici,  ricacciando  gli  au- 
striaci su  Leopoli,  oppressi  da  est  e  da  sud. 

Il   progressivo  aumento   di  prigionieri   f 
di   bottino  fatto  dai  russi  dimostra  lo  stat 
di   disorganizzazione  dell'esercito  austriaco 

Le  altre  operazioni  russe  nelle  regioni  di 
Dwinsk  e  di  Barunowiczi  non  ebbero  né  po- 
tevano «vere  altro  scopo  che  quello  di  im- 
pedire lo  accorrere  di  rinforzi  tedeschi  sul 
tratto  meridionale  del  fronte  di  battaglia. 

Nel  rimanente  del  mese  di  settembre  l'im- 
peto russo  si  è  abiaauto  allentato,  sia  per  i' 
progressivo   allontanarsi  dalla  sua  ba^e  in 
ziale,  e  .xia  per  il  naturale  logorio  della  loti  > 

Ma  allaoontìnuHzione  della  otTeusiva  rns   . 
dovevano  poi   porgere  buona  cooperazion 
da  Ticino,   la   Uoniaiiia   entrata   in  astone  i 
2  settembre,  e  da  lunui  i  franco  ijigle^i  Tit 
toriOHi  sulla  Somma  il  '2.'>  .settemliie. 

Il  1»  ottobre  1  russi  riporta-ono  un  Im 
portante  successo  fra  Leopoli  e  Tarnopol  ta 


—  566 


Gli  ultimi  abitanti  di  Verdun  allontanati  dalla  città 
durante  il  bombardamento. 


cendo  prigionieri  171  ufficiali  e  4300  soldati. 
Per  tutto  il  mese  si  è  combattuto  qua  e  là 
sempre  <  on  violenza.  Senonchè  i  russi  pur 
vittoriosi  a  Halicz  non  sono  ancora  a  Kowel 
e  la  situazione  sul  fronte  orientale  al  mo- 
mento ncn  è  ancora  definita. 


IfG  operazioni 
francesi  1Q16. 

Sin  dal  tVbbraio  la  guerra  in  Francia  prese 
a  concenuai.si  attorno  al  campo  trincerato 
(l;i  A'^ordun. 

Il  Kioiipriiiz  dettò  alle  sue  truppe  la  sen- 
tc!ìza  che  "  la  guerra  del  1870  erasi  decisa 
a  Parigi  e  quella  attuale  si  deve  decidere  a 
Verdun.  ,  I  francesi  dal  canto  loro  dissero 
che  Verdun  se  anche  cadesse  non  farebbe 
deporre  le  armi  alla  Francia:  ma  che  tuttavia 
<  ssi  avrebbero  tenuta  questa  fortezza  fino 
agli  estremi. 

Ed  hanno  tenuto  la  parola.  La  difesa  del 
canipo  trincerato  di  Verdun  costituisce  or- 
mai per  i  francesi  un'opera  hninortale! 


Non  escludiamo  che  in  qua' che  modo 
possa  avere  concorso  a  tanto  risultato  la  coo- 
pcrazione del  fronte  unico,  con  quella  pres- 
sione esierna  che  induceva  di  tratto  in  tratto 
i  tedeschi  a  rallentare  la  loro  azione  contro 
Verdun. 

E  vi  concorse  altresì  il  progressivo  au- 
mento in  terraferma  del'e  forze  inglesi  che 
permise  ai  francasi  di  restringere  il  loro 
fronte. 

Al  px'iticipio  dell'offensiva  su  Verdpn  (fe]>- 
braio)  i  tedeschi  con  la  loro  cieca  alterisi ia 
dicevano:  rer  conquislitre  Verdun  noi  non 
acremo  ''he  da  marciure  al  passo  l'i  parata .'... 
Ed  i  francesi,  col  loro  superbo  valore,  hanno 
risposto  :  S),  se  non  ci  fossimo  noi  a  difen- 
devi a!.  J^) 

Dovremmo  qui  ripetere  tutta  una  serie 
di   episodi   di   guerra   di   posizione   fatta   di 


(X)  Sulla  immortale  difesa  di  Verdun,  ha 
scritto  uno  splendido  commorente  volumetto 
il  tenente  r<ouis  Madelin,  sotto  il  titolo:  L'Aren 
—  Labataillede  Verdun  et  l'opinion  allemande. 
Libreria  Plon  —  Pari.tji. 


tintura  istantanea  in  castano  e  nero  per 
capelli  e  barba.  —  2  sole  applicazioni  al 
mese.  Invio  franco  ovunque  anticipando 

Lire  3,75  alla  Ditta  ANTONIO  LONGEGA  —  Venezia. 

==  Chiederla  a  ttttti  i  jìvofumieri,  parrucrhiefi  e  farmacisti,     . 


L'  UNICA 


~  567 


Truppe  russe  che  sfilano  davanti  al  palazzo  della  l'rolVltiii  a 
u  Mai-Hii^ia,  ii  6  aprile  191G. 

{Fot.  del  $ùj.  E.  Armao,  Maraiglia). 


mine,  di  approijci,  ii  ooutro'approcci,  di  bom- 
hardanaenti,  eoe  Ma  a  che  varreb'.e?  Badi 
il  lettore  ai  risultati. 

La  Germania  nella  sua  ostiiiaziouo  con- 
tro Verdun  ha  inoonlrat)  sempre  più  gravi 
perdite  senza  serie  speranze  di  riuscire  a 
dobel'are  la  Fr.mciu. 


ruztone.  Essi  cont  naann  a  praticare  ìa  stra- 
tegia della  carta  di  Kuiopa  che  panidolai- 
mente  a  Verdun  è  la  slru'^gìa  deìln  rumt't 
deUe  otniià  la  quale  non  ha  che  un  valoio 
superficiale  calcolato  sui  chiloutetri  quadrati.  „ 
I  francesi,  a  tutto  maggio,  abbatte; ono 
dinanzi  a  Verdun  415,000  tedeschi.   L'u/lone 


Il  Gomitato  Americano-Spaguuolo  di  MH-corso  sul  fronte 
ncrideutale  dintribuiiice  viveri  alle  popolazioni  dei  pa«*M 
occupati  dai  Tedeschi. 


a 


11  u'iudl/.io  non  è  nostro  ma  del  coluu 
nello  Feyler  il  quale  tln  dal  2U  giugno  (mo- 
mento in  cui  la  battaglia  dt  Verdun  er»  per- 
venuta al  suo  eent'.treiitenwo  giorno  di  durata) 
scriveva: 

*  I  tedeschi  hanno  inaugurato  da  una  set- 
timana il  quinto  mese  deMa  battaglia  di  Ver> 
don  con  un  nuovo  tentativo  violento  di  ir- 


nulla  Champagne   fu   associata   a   qnoli.i  in- 
glese nell'Artois. 

Ci  resta  a  parlare  dell'azione  francrtir  a 
Saloniooo   la  quale,   assieme  a  qncli. 
altri  alleati,  pervenne  nel  settembre  ;> 
dare  I   bulgari  a  nord  di  tutta  la  lin* ..  . 
da   Fiorini  per  Kaimakcialan,  Geugell.  ]jc.< 
ran,  Monte  Belai  tocca  lo  Struma. 


508 


Caui  della  SauiLà  Militare  iu  Francia.—  Medicazione  di  uu  cane  ferito. 


SI  24  ottobre  i  francesi  mevcù  una  incrol- 
labilo  .vbnegazione  uscirono  vincitori  dal  più 
formidabile  duello  svoltosi  dinanzi  a  Verdun. 
Otto  »/!«>!  di  conquiste  tedesche  furono  (ìistrutie 
in  un  ffiorn-).' 

Quattro  ondate  di  violentissimi  asfalti  te- 
A.'>fhi  si  fransero  invano  sperando  di  ripren- 
dere il  perduto  baluardo  di  Douauniont,  e 
las  lamio  il  suolo  coperto  di  morti  i;  di  fe- 
riti, oltre  alla  perdita  di  6000  prigionieri. 

Il  generale  Nivel- 
le^auoiò  un  proclama 
noi  quale  acclaman- 
do olle  truppe  vitto- 
riose del  generale 
Mingili  disse  loro: 
"  fti.  ipi'iUfo  or'',  con 
u<5  magnifico  assalto, 
avete  tolto  di  un  sol 
coT'po  al  vostro  po- 
tente nemici»,  il  terre- 
no cosparso  di  osta- 
coli e  di  fortezze,  a 
n>;d-est  di  Verdun, 
c-Ne  esso  vi  aveva 
strappato  a  brandelli 
durinte  otto  mesi  a 
p-  '^'7o    di   uceaaiti   sforzi  e   di  rilevant 


A  Paridi.  —  Allt 
parazioiif  inilirai 
dai  cani. 


Mentre  scriviamo  fi»  novembre)  la  lotti 
di  ariig'.i  M-ia  a  distanza  ha  ripreso  voce. 

Ive  operazioni 
ij^glesi  1916. 

Sul  fronte  inglese  dalla  Somma  al  mare, 
I.\  guerra  parve  nei  primi  mesi  di  quest'anno 
limitata  a  quotidiani  bombardamenti  di  po- 
sizioni, sempre  restaurate,  con  inserzioni  di 
quì'jj'hs  episodio  di  lotta  aerea. 


Preme  però  di  ricordare  che  dallo  sooroio 
del  1915  ai  primi  mesi  del  ltU6,  l'aumenta 
l>rogressivo  delle  forze  britanniche  consenti 
ai  francesi  di  restringeie  la  loro  fronte. 

Fino  all'autunno  del  1915  la  front*  in- 
2:lese  non  abhraceiava  che  una  piccola  zona 
del  settore  di  Ypres  a  mezzodì  di  La  Bassée 
dove  però  i  tedeschi 
avevano  ammassato  il 
fiore  delle  loro  t -up- 
pe  anelanti  a  Cala  s. 
Sucoessivamen  te 
gl'inglesi  surrogare 
no  completamente  i 
francesi  nella  zona  di 
Arras,  si  che  la  loro 
fronte  venne  a  costi- 
tuire un  tutto  conti- 
nuo dal  nord  di  Ypres 
a  sud  della  Somuta 
presso  Amiens  per  u:; 
buon  quinto  dal  fron- 
te totale  franco- in- 
glese. 

Risultato  davvero 
degno  di  essere  meri- 
tamente apprezzato 
per  intensità  ed  importanza,  tanto  per  la 
difesa  dire'tn  di  questo  tratto,  quanto  per 
l'appoggio  Indiretto  dato  alla  resistenza  di 
Verdun. 

lUnunziamo  a  citare  date  e  sintetizzando 
i  fasti  di  quella  epica  lotta  noi  vediamo  in 
un  terreno  che  esige  continuo  e  vigile  im- 
piego di  forze  moltiplicarsi  l'attività  inglese 
nelle  esplorazioni,  nei  lavori  di  mina,  nelle 
offese  e  nelle  difese,  rievocando  in  cento  e 
cento  episodi  la  fisonomia  classica  delle  guerre 
di  Luigi  XIV  e  dei  teni[>i  del  Vauban  e  del 
Montalambort. 


Ile  Società  di  pre- 
lia Ilice   trainata 


r)(;i) 


^=«=^^^5i2fj 


Dirigibile  ingl 


Solo  i  flemmatici  soldati  di  Ingliiltena 
con  mezzi,  equipaggiannenti  ed  urtigliene 
adatte  alle  (■.-«igt'n/e,  potevano  per  mesi  e 
mesi  tfiu-ro  teriiiu  contro  i  reiterati  pode- 
rosi attacchi  liemici  a  Suuohez,  al  Labirinto, 
a  Nótie-Daniede  Lorette,  ecc..  e  scrivere  pa- 
gine di  i»';,'.'endaiio  eroismo,  accanto  ai  glo- 
riosi soldati  ili  Francia 


L'Inghilterra  oltre  airanzideito  tributo 
dato  alla  guerra  europea,  nonché  a  (luello, 
potentissimo,  di  insuperabile  di>niinatrìoc  dei 
mari,  portò  anche  le  sue  armi  nella  lotta  in 
Mesopotamia  in  uoncorso  con  le  schiere  russe 
in  marcia  su  Bagdad.  Subì  —  è  vero  —  l'In- 
},'hilterra  un  insucvcssu  a  Kut-el-Aniain,  sul  fi- 
nire d'aprile;  ma  il  fatto  dovuto  alle  dilticoltà 


Non  pa^:;i  di  ciò  r  Inghilterra  dava  il  mas-     degli   approvvigi^^namenii,  oltreché    rappre- 


simo  impulso  ad  ac- 
vrescere  sempre  più 
l  propri  armamenti 
per  passare  dalia  </»- 
fenitvu  »{\'  o/f't:nsiva  ; 
ed  allorché  nel  fjiu- 
gno  infieriva  l'offensi- 
va tedesca  su  Verdun 
e  quella  austria<-a  nel 
Trentino,  l'Inghilter- 
ra, sebbene  avesse 
preferito  dì  attendere 
ancora  i»ercbè  tinis- 
sero  di  allestii  .-.i  i  mi- 
lioni di  fucili  e  le  mi- 
gliaia di  cannoni  che 
lia  in  costruzione,  pu- 
re   ruppe     gì'  indugi 

per  impedire  che  sui  francesi  e  sugli  italiani 
noii  si  riversassero  rinforzi  nemici- 
Cosi  il  1»  luglio  1»16  se<:no  l'inizio  di 
quella  offensiva  an^lo-francesr  i-lie  lutremesi 
oiionue  sulla  Honinia  il  rl8ult:ito  di  ritogliere 
ai  tedeschi  trecento  chilometri  quadrati  di 
terreno  fortilieuiissìmo,  liberare  quarantasei 
paesi,  espugnare  C'orables  e  Thiepval  che 
e  rano  divenute  fortezze  tedesche  avanzate 
sulla  Somma,  e  di  catturare  in. complesso 
(iai  1>  luglio  al  2ó  Kettt'inbre,  ;!Ìorno  delia 
<:..nse;'Ui»a  ■  *  —  ■  'tr 
t'.(itì.sv.hi. 


sentare  un  episodio 
di  guerra  coloniale  di 
fronte  u  forze  cinque 
volte  superiori  (gii 
an^'Io-indiani  al  co- 
mando di  Townshend 
erano  diecimiin.i  tur- 
co-arabi, al  comando 
di  Von  der  Goltz,  cin- 
quantamila) non  im- 
pedì una  successiva 
riscossa  vi;;orosa 
mercè  la  quale  ha 
potuto  mantenere  la 
propria  marcia  asso- 
ciandola alla  attività 
russa  cui  il  sacriflcio 
inglese,  distraendo  le 
forze  del  Von  der  (ioliz,  ro-^e  più  agevoli  le 
vittorie  di  Erzerum,  di  Trebisonda,  ecc. 

L'azione  sulla  Somma  in  prosie;;uo  di  tem- 
po, come  ha  avvicinato  i  francesi  aPéroniie,  ha 
porti\to  Kl'ingle.si  di  .>.ucces«.o  in  succos.so  di- 
nanzi aBapaiimc.  La  coiiquist;t  di  «luesto  pun- 
to, quando  avverrà,  (tra  pendo nt  con  t'cs|(u 
;:nazionedi  Conibles  ed  implicherà  l'abbaiid. 
no  furzatodei  tedeschi  diana  ventina  di  kilom 
di  fronte,  lungo  la  riva  meridionale  dell' Anoie 
Il  T'irne*  del  17  ottobie  ammoniva  di  rad 
50,000  prigionieri  doppiare  sempre  più  i  colpi  sulla  s.  :  .  ■ 
per  aiutare  1  romeni  nnsìri  alleati. 


La  grande  nare^Mpedale  ingleee  Mauretania 

nel  porto  di  Napoli  (27  marso  1916). 

Fot.  a.  D.  Bufa,  Napoli. 


-  570 


Le  operazioni 
belgKe  1910. 

Come  jfiiV  espotiommo  prepodenlemenfe, 
non  si  hanno  notizie  precise  sulla  ricostitn- 
zione,  seii/.a  dubbio  avvenuta,  dell'eroico 
•liiaoto  stortunato  esorciito  b"lt;a. 

Senza  dubbio  quelle  unità  elio  poterono 
ri'ostituirsi,  hanno  coml)attuto  o  stanno  com- 
)  atteu'io  fuse  con  le  schiere  anglo-francesi 
che  pugnarono  o  pugnano  nel  Belgio  special- 
mente all'est  di  Ypres,  Saint-Eloi,  Ramscap- 
fielie.  Beerst,  Dixraude,  Maniuissart,  Stees- 
traete,  Wylschaete,  Pervyse,  Hooge,  Menin, 
Nieuport,  Boesinge,  ecc. 

Ciò  che  si  sa  di  positivo  sono  le  sopraf- 
fazioni tedesche  di  ogni  specie  verso  la  popo- 
lav;ioiie    civile   belga, 

ABiuxelles,  Gaiid, 
Liegi  ecQ.,  estorsioui  ^^'P 

che  vanno  dal  denaro 
a.  le  cattare  umane  di 
intere  contrade,  di 
in r ere  città,  forzate 
ad  esulare  per  lavo- 
rare in  Germania. 
Ter  uti  nonnulla  fìoc- 
c aro  no  e  fioccano, 
mentre  scriviamo, 
condanne  ed  esecu- 
zioni capitali,  contro 
civili  di  ogni  sesso. 
Guai  a  protestare  !  A 
G  a  n  d  e  Termonde 
parecchi  cittadini  fu- 
rono fucilati  (n  gen- 
naio) per  essersi  di- 
fesi contro  gli  attac- 
chi di, soldati  tede- 
schi ubbriachi. 

fi  pietoso  caso  di 
mi-s  Edith  Cawell 
tiene  ancora  com- 
mossi gli  animi  tut- 
toché il  14  gennaio  lo 
spione  belga  Cels  (al 
soldo  della  Germa- 
nia) che  l'aveva  de- 
nunciata, sia  stato 
trovato  ucciso  col 
corpo  attraversato  da 
due  proiettili  di  ri- 
voltella. 

Oltre  alle  operazioni  cai  parteciparono  le 
schiere  belghe,  fuse  con  gli  eserciti  franco- 
ingle.se,  meritano  di  essere  segnalate  quelle 
nell'Africa  orientale,  esposte  nella  rubrica 
della  Guerra  coloniale. 

Funzione  delle  piazze 
di  Salonicco 
e  Valona. 

L'offensiva  iniziata  in  ottobre  dal  gene- 
rale Sarrail  in  Mace:ionia  contro  '  bulgari, 
rii-acciandoli  dinanzi  a  se;  ed  il  fatto  del- 
l'avve  luto  collegamento  in  Albara  nel  mese 
slesso  dell'esercito  anglo-franco  italo-serbo 
con  un  corpo  di  ca\a!leria  italiana,  prove- 
niente da  Valona,  provano  l'importa'iza  tanto 
di  queta  testa  di  ponte  quanto  di  quella  di 


Il  Tenente  Generale  Settimio  Piackntin 
già  comandante  delle  truppe  italiane 
in  Albania. 


Salonicco,  mercè  le  quali  l'Intesa  potè  riu- 
nire, con  front  u-t'<c;  l'E^^eo  all'Adriatico,  e 
precluderne  ^'ii  acce- si  agli  austro-t.^de.schi, 
da  nord  a  sud  e  vici  versa  per  traslazioni  di 
forze,  d  rifornimenti,  ecc. 

In  quanto  a  Salonicco  l'azione  che  si  va 
svolgendo  non  ha  bisogno  di  spiegazioni. 

In  quanto  a  Valona  le  stesse  MI  cTtencr 
Xeueste  Na>hrì.htfin  mettono  in  rilievo  il  fatto 
della  sua  breve  distanza  (100  km.)  dalla  co- 
sta italiana  e  ricordano  la  marcia  iniziata  da 
Kovess  per  impadronirsene,  dappoiché  da 
questo  punto,  con  poche  siluranti  e  pocìii 
sommergibili,  si  può  impedire  l'accesso  nel- 
l'Adriatico non  solo  a  navi  mercantili  ma 
anche  a  navi  da  guerra.  Senonchè  la  marcin 
austro-tedesca  fu  di  breve  durata  peroiiè 
gl'italiani  avevano 
occupata  e  fortificata 
-"  Valona    sì    da    sven- 

tare ogni  insidia. 

L/e  opera- 
zioni  serbe 
1Q16. 

Già  dicemmo  che 
nel  dicemb.  del  1915 
le  reliquie  dell'eser- 
cito serbo  avevano 
laggiunto  il  suolo  di 
Albania,  donde,  aiu- 
tati dall'Italia,  si  die- 
dero a. riorganizzare 
le  loro  li  le  per  intra- 
prendere non  più  soli 
una  campagna  contro 
i  suoi  felini  nemici. 

La  rior^ranizzazio- 
ne  certo  non  at;evole 
fu  tuttavia  rapida 
tanto,  che  già  il  30 
maggio  successivo 
ben  100,000  uomini 
completamente  ar- 
mati ed  equipaggiati 
si  trovavano  a  Salo- 
nicco pronti  ad  en- 
trare in  campo. 

Tra  i  fatti  più  rile- 
vanti ricordiamo  spe- 
cialmente il  brillante 
combattimento  del  24  luglio  sulla  frontiera 
serbo-greca  presso  Vodena,  nel  quale  i  bul- 
gari furano  battuti  e  ricacciati  indietro  fino 
a  tutto  il  26  luglio;  giorno  in  cui  i  serbi  so- 
starono  a  nord  di  Pozar  e  di  Strnpino. 

L'esercito  serbo  distribuito  in  quattro  di- 
visioni tra  Vodena,  Florina,  la  valle  di  Po- 
steiza  ed  il  passo  di  Gola  di  Lupo  (che  ad- 
duce a  Koritza)  ebbe  quindi  per  obiettivo  di 
libe'rare  dai  bulgari  i  villaggi  greci  lungo  il 
confine,  nonché  di  interrompere  le  loro  co- 
municazioni con  gli  austriaci  operanti  in  Al- 
bania^ In  loro  aiuto,  a  metà  agosto,  sbarcava 
a  Salonicco  pure  una  brigata  russa  di  8000  uo- 
mini imbarcatasi  a  Marsiglia. 

Allorché  (22  agosto)  i  bulgari  attaccarono 
invano  con  duplice  movimento  offensivo  alle 
ali  il  fronte  di  Salonicco,  i  s<  rbi  all'ala  sini- 
stra (al  centro   e  alla  destra  erano  inglesi  e 


571  — 


irAnce:^)  non  solo  respinsero  i  btiljjari  ma 
aicontuarono  II  loro  progresso  sulle  i)endlfl 
boscose  di  Eukuruz  (a  nord  di  Strupino)  av- 
vicinandosi cosi  al  pas.*o  che  non  lun^'i  di 
lù  attraversa  la  catena  montagnosa  di  Mo- 
glena.  Il  2Ó  i  serbi  consolidarono  il  successo 
combattendo  dal  mezzodì  alle  cinque  d<M 
giorno  snccc3>ivo  e  respingendo  nella  valle 
di  Moijleni<'a  tutti  i  contrattacchi  bulgari, 
finche  l'avan/.ata  nemica  fu  interamente  ar- 
restata dalla  destra  della  Cerna  alla  sinistra 
dello  Strania. 

11  12  settembre  i  serbi  ad  ovest  di  O.^trovo 
con  azione  prevalente  di  arM.'lierla  provoca- 
rono un  nuovo  arretramento  delle  forze  bui 
gare,  battute  altresì  su  tutto  il  rimanente  d.M 
fronte  tino  ad  orit-ute  dello  Struma. 

Nei  eoinbattimenti  del  13  e  14  corrente 
un  corpo  (divisione)  di  volontari  serbi,  seon- 


presa  la  posizione  di  Bo^ieevitch  (4  gennaio)  ; 
avevano  espugnata  Berana  (9  gennaio)  e  si 
ditendevano  bene  ad  Ipek  ed  al  Lovcen  quan- 
do quest'ultimo  baluardo,  chiave  del  i)i<('olo 
regno,  cadde  —  non  si  sa  ancora  bene  come 
—  nelle  mani  degli  austriaci  (11  g.nnalo). 

Lo  spirito  d'Italia  e  di  tutta  1' Europa  li- 
beralo era  posola  colpito  dolorosamente  dalla 
notizia  che  il  Montenegro  il  13  si  era  arreso 
a  discrezione  al  generale  austriaco  Ko  •wess. 
e  che  il  suo  esercito  stava  per  consegnare 
le  armi. 

Il  lat'o  inilitarnieiite  non  aveva  unagrande 
importanza.  Ma  non  vi  era  nessuno  ohe  non 
rammaricasse  d&l  punto  di  vista  morale  que- 
sta che  sembrava  sia  pure  minima  defezione. 
Quando  poi  ragionata  la  situazione  e  ricor- 
datine i  complicati  precedenti,  l'avvenimento 
era    ormai   scontato    e   registralo   nel  conto 


Concentramento  delle  truppe  serbe  a  Corffi 
]<ur  la  spedizione  a  Salonicco. 


li-se  in  Dobrugior  quattro  regi^imenti  bul- 
gari e  cioè  il   !«.»,  'i5.o,  33.0  e  3«.<>. 

Nella  notte  del  29  settembre  i  serbi  ri- 
buttarono a  <inattro  riprese  gli  assalti  dei 
bulgari  sulle  «•ollnic  di  Kaimakoialan  a  nord 
del  lago  di  Ostrovo,  inttiggendo  loro  gravi 
perdete.  E  cos:  ugualmente  più  a  sud  nella 
regione  di  Brod,  nel  mentre  che  aeroplani 
tiancesi  bombardavano  il  presidio  bulgaro 
di  Monastir. 

Nell'ottobre  l'avanzata  serba  progredì  ol- 
ir.; il  liume  Brod,  ed  i  serbi  penetrarono  per 
più  di  30  km.  lungo  e  oltre  la  frontiera  serba, 
sfondando  nel  biclno  della  Cerna  il  fronte 
li  ilgaro,  e  facendo  un  bottino  enorme. 

L^e  operazioni 
montene^rine  1916. 

Già  accennammo  nella  precedente  rasse- 
„'iia  delle  operazioni  montenegrlne  al  ter- 
ribile fato  che  sovrastava  a  qnesto  eroico 
popolo. 

Nei  primi  giorni  di  gennaio  i  montene- 
t,'iiiii   avevano   occnpata   Vloka;  avavano  ri- 


temporaneo nel  nostro  passivo,  un*  uotlBi» 
ancora  più  inaspettata,  ancora  più  impres- 
sionante, venne  di  nuovo  a  capovolgere  la 
situazione  ed  i  relativi  giudizi.  All'ultimo 
mumento  il  Montenegro  rifiutò  tutte  le  con- 
dizioni dell'Austria  e  la  lotta  rlpr.'se  per  po- 
co in  un'ultima  difesa,  convertita  poscia  in 
guerriglia  ohe  non  ha  impedito  l'occupa- 
zione austriaca  a  base  di  forche  scellerate. 

Diciamolo  francamente:  noi  non  ci  sen- 
tiamo in  grado  di  commentare  in  modo  de- 
finitivo quesf  ultimo  colpo  di  scena  e  di 
trarne  tutte  le  conclusioni  che  vorremmo. 
Vi.  è,  in  questo  secondario  dramma  balca- 
nico che  si  svolge  allo  sfondo  della  ip.aggiore 
tragedia  europea  e  moudiale,  qualche  cosa 
di  complicato,  di  oscuro,  ohe  ci  sfugge ... 

L'aveeniie  dirà. 

Operazioni 
portogKesi  1916. 

Il  10  marzo  del  1916  11  Portogallo  entrò 
in  guerra. 

Il   Portogallo  avrebbe  avuto  ragione  an- 


Rasinoli 


alimento  specifico  per  malati  anche  al- 
tamente febbricitanti  -  iperniitritivo  ri- 
costituente insuperabile  per  co n vai ♦'h<'p ri- 
ti, deboli,  bambini,  ecc.  Aumenta  sor- 
prendentemente    la   secrezione   lattea. 


ti^0tmj^^t0t^t 


N^**«M^^^«M 


-  572 


che  prima  di  partecipare  aììa  <j«erra,  non 
soltanto  in  forza  del  trattato  che  lo  le^a  al- 
l'lughilierra  il  quale  tanto  contribuì  a  lo- 
gorare ijli  eserciti  napoleonici  sull'alba  del 
S'^culo  scorso,  quanto  per  le  mal  celate  aspi- 
razioni dell'imperialismo  germanico  verso  lo 
colonie  porioghesi  dell'Africa. 

Tuttavia  l'iniziativa  dalla  dichiarazione 
di   guerra   fu   presa  dalla  Germania  etpoiir 

Perchè  —  a  parte  le  anzidette  sue  aspi- 
razioni —  vi  fu  altresì  dal  canto  tedesco  la 
spinta  di  fare  balenare  dinanzi  alla  opinione 
pubblica  spagnuola  il  miraggio  di  realizzare 
a  guerra  finita  la  conquista  del  Portogallo  e 
cioè  l'agognata  unità  iberica  qualora  la  Spa- 
glia nella  guerra  si  fosse  legata  alla  Germania. 

Ragione  deterniinanto  della  dichiarazione 
di  guerra  della  Glermania  fu  il  sequestro  (av- 
venuto il  24  febbraio  1916)  di  71  navi  tede- 
sche nel  porto  di  Lisbona  per  ordine  del  go- 
verno portoghese. 

Dichiaiata  la  guerra,  tutti  i  sudditi  tede- 
schi dimoranti  nell'Afi-ica  orientale  porto- 
ghese vennero  internati. 

Non  abbiamo  dati  precisi  circa  le  forze 
ofce  il  Portogallo  mise  a  disposizione  dell'In- 
tesa; ma  secondo  un  comunicato  del  mini- 
stro portoghese  accreditato  presso  il  governo 
svizzero  e  pubblicato  nel  Jierner  Tagblatt  del 
13  marzo  u.  s.  sarebbe  da  ritenere  che  il 
Portogallo  abbia  allestiti  subito  oltre  100.000 
uomini  (sui  seicentomila  che  costituiscono  la 
sua  forza  mobilitabile)  facendoli  espatriare 
nelle  colonie  inglesi  e  francesi  per  combat- 
tere accanto  ai  franco-ing'esi  e  belgi.  Altre 
forze  furono  poi  mandate  a  presidio  delle 
proprie  colonie  le  quali  come  è  noto  com- 
prendono, in  Africa,  la  Guinea,  le  isole  di 
S.  Thomè,  del  Principe  e  del  Capo  Verde, 
l'Angola,  il  Mozambico,  ecc.;  e  nell'Asia, 
Macao,  Goa,  Damao,  Din,  Timor  e  Kambing. 

In  quanto  a  forze  navali  le  ultime  stati- 
stiche assegnerebbero  al  Portogallo  una  flotta 
di  sei  piccoli  incrociatori,  due  cacciatorpedi- 
niere, due  o  tre  sonimergil)ili,  alcuni  posa- 
mine e  lanciasiluri,  ec(^ 

Ignorasi  fino  a  qual  punto  la  detta  flotta 
portoghese  abbia  potuto  risentire  incremento 
dalle  settantuna  navi  catturate  nei  propri 
porti  alla  Germania.  Ma  è  risaputo  che  il 
trasporto  di  truppe  nella  colonia  africana 
orientale  portoghese  (coniinante,  da  sud,  con 
quella  tedesca)  fu  mirabilmente  eflettuato 
con  la  flotta  mercantile  sequestrata  ai  te- 
deschi. 

Ci  corre  debito  di  rilevare  che  il  Porto- 
gallo per  provocare  la  guerra  scelse  il  mo- 
mento in  cui  le  forze  tedesche  coloniali  del- 
l'Africa orientale  erano  impegnate  altrove 
contro  belgi  ed  inglesi  e  non  potevano  quindi 
concentrarsi  contro  la  coniinante  colonia  del- 
l'Africa orientale  portoghese. 


Ci  sembra  opportuno  di  ricorderò  che  al- 
l'esordio della  gut-rrii  1  impero  coloniale  te- 
desco comprendeva  in  Africa  il  Togo;  il  t'a- 
merun  e  le  tre  colonie  dell'Africa  orientale, 
sud  orientale,  sud-occidentale:  poi  la  Nunva 
Guinea:  l'arcipelago  di  Bismark;  le  isole  Ca- 
roline; le  Marianne;  le  Marshall;  le  isole  Sa- 
moa; e  il  territorio  di  Kiao-Ciao. 

Si  trattava  complessivamente  di  un  do- 
minio di  territorio  più  che  quintuplo  di  quello 
della  Germania,  con  una  popolazione  collet- 
tiva di  circa  venti  milioni  di  abitanti  e  con 
un  movimento  commerciale,  che  sebbene  da 
poco  tempo  avviato,  già  aveva  raggiunto  fra 
importazione  ed  esportazione  la  cifra  di  ol- 
tre 150.000.000  di  mai-chi,  con  ogni  promessa 
di  splendido  avvenire. 

Come  è  esposto  nella  rubrica  della  Guerra 
coloniale  i  tedeschi  dopo  di  avere  perduto 
una  dopo  l'altra  tutte  queste  colonie  si  tro- 
vano nell'ora  che  scriviamo  ridotti  a  difen- 
dere l'ultima  colonia  superstite  che  è  quella 
dell'Africa  orientale. 

In  questa  si  trovano  minacciati:  ad  oriente 
dal  mare;  a  nord-est  dall'Africa  orientale  in- 
glese; a  nord  dall'Uganda;  ad  ovest  dal  Congo 
belga;  a  sud-ovest  dalla  Ehodesia;  ed  a  sud 
chiude  il  cerchio  l'Africa  orientale  portoghese 
dove  il  Portogallo  mandò  gran  parte  del  suo 
corpo  di  spedizione,  col  plauso  non  solo  del 
l'Intesa  ma  anche  del  Brasile. 

I  combattimenti  fra  portoghesi  e  tedeschi 
con  la  peggio  di  questi  ultimi,  ebbero  a  tea- 
tro le  località  di  Nhica  sulle  i-ive  del  Rovumu 
(8  e  12  maggio  1916);  il  settore  di  Khon-a 
(maggio)  ecc.,  dopo  che  già  gl'inglesi  ave- 
vano quasi  conquistato  il  Camerun  (gennaioi 
ed  iniziate  le  operazioni  in  marzo  con  trupi  e 
al  comando  del  generale  boero  Smuts.  il  quale 
aveva  prima  battuti  i  tedeschi  il  7  marzo  sul 
fiume  Lumi  (all'est  di  Moschi  e  sud  di  Ki- 
limangiaro)  e  poscia  fng.ti  nei  giorni  dall' 8 
al  12  marzo  ad  ovest  di  Taveta,  oonrinuando 
a  batterli  sempre  nei  mtsi  successivi  con  la 
cooperazione  dei  portoghesi  nonché  dei  belgi 
penetrati  dal  Congo.  Probabilmente  —  tut- 
toché non  se  ne  abl)ia  notizia  precisa  —  i 
portoghesi  concorsero  anche  con  gl'iugle-i 
e  boeri  alla  cacciala  dei  tedeschi  dall'Africa 
sud-occidentale  e  delle  altre  colonie  minori. 

L'ultimo  fatto  d'armi  che  riguarda  i  por- 
toghesi nell'Africa  orientale  tedesca,  si  ve- 
rificò nella  località  di  Nakatala.  Ivi  una  co- 
lonna todesca  fu  sorpresa  il  21  ottobre  e 
costretta  a  ripiegare  fino  a  Nevala,  dove  riat- 
taccata il  22  ed  il  26  ottobre  dai  portoghesi, 
fu  vòlta  in  precipitosa  ritirata  abbandonando 
armi,  cannoni,  granate  a  mano  e  grandi  quan- 
tità di  dinamite. 

Certamente  le  truppe  portoghesi  hanno 
contribuito  non  poco  a  determinare  quel 
crollo  dell'impero  coloniale  tedesco  che,  nel- 
l'ora in  cui  scriviamo,  appare  imminente. 


FIAT 


I^'Axitomobile  militare  cui 
toccò  1*  oi\ore  di  entrare 
per  prima  in  Gorizia  Ita- 
liana fu  una  FIAT  - 


t0^tf0>m0^  >  «jiMBi^^i  i»*^^i»w> 


Cavalleria  rumena  (Ufutari  russi)  con  iiiilra;(liiitrici.  —  L'esercito  rumeno 
ò  il  Bolo  esercito  che  abbia  la  cavalleria  armata  di  mitra;;liatrivi. 


I^e  operazioni 
rximene  1916. 

Il  'i  settimi)!-.'  l:i  Komani»  entrava  nel 
pon'.itfi).  ^a^'(.•iJ^nl•.  ;;razia  ai  leit'tri  delle  ra- 
gioni poMtich»*  che  ve  la  indussero.  In  sintesi 
si  potrebbe  dire  che  come  la  Russia  aspira 
ad  avere  Costantinopoli;  la  Francia  a  riavere 
rAl.^azia-LorenH  ;  ritmila,  Trento  e  Trieste: 
cosi  la  IJomania  aspira  a  far  sna  la  Transil- 
vaiiiii.  e  lorse  la  Bucovina. 

Non  si  tosto  la  H<  mania  entrò  in  cair])0 
con  me/Z(ì  iiiilion»'  di  uomini  pnntando  snlhi 
i'raiisilTania.  i  ImlL'ari-tedeschi  pavcniando 
ui.a  iiru/one  rus.-u- rumena  sull'altipiano 
«itila  ìlesiH  con  <>bn  ttlvo  a  Sofia  si  gittarono 
a  cori»*,  perduto  in  Dolirupia  per  far  ardine 
a  t\\e  ipotetica  invasione,  non  solo,  ma  por 
tentare  anche,  se  possibile,  un  diversivo  su 
li'icar.  st  attraverso  il  Dannbio. 

\  (jnanto  afTertna^i  i  bulgari  impe(;nati  in 
M:i.vdonia  mandarono  in  Dobrugia  132  bat- 
tii;.'ll<.ni  ai  quali  ^e  ne  unirono  4  tedeschi  e 
J  turcli». 

IVr  essere  brevi  diremo  che  il  risultato 
'\v\W  operazioni  rumene  di  settembre  fu 
,l..e«to: 

.V  line  mese  I  romeni  trovavansi  ad  avere 
ooci  pato  elica  un  terzo  della  Trunsiixania  ; 
e  noè  la  loro  linea  di  occupazione  qua.sl 
SUI  listando  il  saliente  di  contine  passava  ad 
ov.  st  di  Toopliza  e  dei  monti  Hargitta  p<  r 
r.i_%;iuiigcin  d:  la  per  Szcckcli.  fi.Kara>,  se- 
tjuire  la  valle  dell'Alute  passare  pie-so  hibiu 
siijire  la  uiesta  dei  monti  fJaiszoru  e  correre 
da  Petioseny  fino  al  passo  del  Vnikan  raK* 
tjirngendo  poscia  il  Danubio  a  monte  di 
l 'rsova. 

In  quanto  alla  marcia  dei  bulgari-tedesclii 
tra  il  Danubio  «d  d  Mar  Nero  essa  fa  cffet» 
tuat»  ron  diverse  vicende. 


Essi  presero  Turtukai  a  caro  prezzo,  e  Si- 
listria  volontariamente  abbandonate  dai  ru- 
meni per  ragioni  di  difesa,  jierchè,  a  vero 
diro,  i  russi-romeni  erano  iniprepaiafi. 

r  bulg»ri-turchi-tedi.schi  al  oonn.ndo  di 
>lackens«  n  potevano  anche  risalire  il  corri- 
doio della  Dobnigia  itVa  Daìiubio  e  mate» 
quasi  tino  alla  ferrovia  da  C"stauza  a  Cer- 
navoda.  Senonchèqui  (giunti  irma  ono  forze 
russo-rumene  in  numero  bastevole  da  iiifti?- 
gci-  loro  uno  scacco  tale  da  indur.i  a  ripie- 
gare in  freita  indietro  ad  oltre  nti.i  ^'lornata 
di  marcia.  La  bat  aglia  della  D  brucia  duro 
dal  16  al  20  settembre.  I  bul;'ar,-furchitede- 
schi  lasciarono  sul  campo  .')00.»  n^orti  e  per- 
dettero otto  cannoni  e  varie  mitragliatrici. 
Nel  ritirarsi  essi  compirono  o^-ni  sorta  di 
atrocità,  tiucidando  prigioui-rl.  incendiand» 
villaggi^  e  gettando  nel  Danubio  vecchi,  donne 
e  fanciulli  romeni  con  mani  •■  piedi  legati.  Il 
governo  rumeno  fece  fotografare  le  vittime 
per  la  compilazione  di  apposito  rapporto  «i 
neutri. 

.\.llu  battaglia  di  Dobrugia  ii:ese  pure  part^ 
<  oi  romeni  un  corpo  di  >olontari  h  rbi  i  quali 
sconfissero  quattro  re;.-g  menti  bulgari,  e  cioè 
il  16»,  il  2.-.»,  il  ar.»  e  3««. 

Fallita  la  punta  su  fernavod»  e.  più,  su 
Co-tau'/u,  rniiHne\ano  tuttavia  per  poco  in 
matio  loro,  Tur.nkal  e  Sili^tria.  Non  è  inop- 
portuno il  riHeitere  «-he  il  teatro  di  opera- 
zioni del  Danubio  può  coiisidera-«.|  sec<'nda- 
rio  e  principale,  quello  della  Transilvania. 

L'occupazione  «lei  Sibtu  (Hermann^r^lt) 
priva  r  Woglierla  di  cospicue  quando  lun  s- 
sarle  miniere  di  carbone  <4ic  rendono  -.'JO/^-O 
vagoni  all'ainio. 

Avevamo  .«ppena  scritte  qtiente  noi»»  quan- 
do uoiitro-tedeschl-bulgari  e  turchi,  coalis- 
zatl,  facendo  mussa,  costriiiM'ru  i  rumeni  a 
ripiegare  sui  passi  delle  alpi  transllvane  da 


-  574  — 


nn  lato,  e  dall'altro  invasero  la  Dobrn2'a, 
respintieudo  i  russo-rumeni  oltre  il  vallo  di 
Traiano  ed  occupando  tutta  la  linea  di  Co- 
stanza a  Cernavoda  dopo  di  essei>i  in  pie- 
fcdeit/a  impadroniti  di  Tertukìii  a  Silistna 
(soconda  quindicin.i  di  ottobre). 

Mercè  accorrere  dei  rinforzi  russi  pur 
troppo  insufficienti  al  bisogno  e  per  il  grande 
valore  spiegato  dal  romeni,  specialmente  al 
passo  di  Fredeal,  la  situazione  dei  romeni 
che  prima  pareva  essersi  di  un  tratto  ab- 
buiata potè  i)er  qualche  tempo  considerarsi 
migliorata  (fine  di  ottobre)  tanto  da  non  per- 
mettere più  ai  nemici  i  vantaL'Gi  di  sorpresa 
su  cui  contavano  ma  per  breve  tempo  dinanzi 
all'irrompere  delle  forze  nemiche.  Mentre 
questi  fogli  vanno  in  macchitia  l'eroica  Ro- 
mania si  trova  ancora  a  mal  partito.  Spe- 
riamo che  le  sue  sorti  volgano  al  meglio. 

I^e  operazioni 
germaniicHe  1916. 

La  podei-osa  marcia  oft'ensiva  iniziata  dalla 
Russia  nel  giugno  menti-e  ferveva  dal  feb- 
braio l'uragano  germanico  attorno  a  Ver- 
dun, pose  lo  stato  maggiore  tedesco  nella 
condizione  di  dovere  provvedere  simultanea- 
mente ad  azioni  decisive  su  due  fionti :  quella 
sulla  Dvvina  e  Prinet;  e  quello  della  Somma 
e  Mosa,  oltre  alle  rimanenti  operazioni  com- 
plementari di  frontiera. 

Al'a  data  del  31  maggio  il  numero  dei  ca- 
duti tedeschi  dinanzi  a  Verdun  (secondo  i 
computi  esposti  dal  colonnello  Feyler  nel 
.Innrnul  ile  Génèce)  ammontava  già  a  415.000 
uomini. 

E  quale  ne  era  il  risultato?  I^Iiente  altro 
che  la  stasi  sui  progressi  dei  primi  otto  giorni  ! 

Invero  a  sud  della  linea  di  battaglia  tede- 
sca si  notavano  avanzate  da  Ornes  a  Donau- 
mont,  da  Manconrt  a  Mongeville  a  Vaux  e 
Damioup,  cioè  qualche  chilometro,  dal  20  al 
28  febbraio;  e  poscia  dal  28  febbraio  ai  primi 
di  giugno  verso  Champ,  Vacherauville,  Dou- 
aumont,  Vaux  e  Damlup,  la  linea  di  occu- 
pazione restò  immutata. 

L'esaurimento  tedesco  in  uomini,  armi  e 
munizioni  incominciava  a  farsi  palese. 

È  stato  fatto  rilevare,  in  ispecie,  come  i 
tedeschi  abbiano  cercato  di  nascondere  le 
loro  immense  perdite,  con  un  sistema  di  per- 
manenza sugli  stessi  punti  del  fronte,  degli 
stessi  elemeuti:  e  delle  stesse  unità,  via  via 
rinnovate  e  rinsanguate  per  mezzo  dei  depo- 
siti, sia  dell'occidente,  sia  anche  dell'oriente, 
oramai  vuotati,  di  combattenti  anziani  e  prov- 
visti solo  di  reclute  perfino  della  classe  1917 
e  di  feriti  mal  guariti,  o  di  mediocri  rifor- 
mati riveduti. 


La  infeconda  ostinatezza  tedesca  coiUro 
Verdun  fu  la  principale  causa  che  favorì  la 
ripresa  oft'ensiva  russa  nel  1916,  cominciata 
contro  gli  austriaci  dalla  Bucovina  e  dalla  Ga- 
lizia, con  r  assennato  concetto  di  cadere  po- 
scia, per  Kowel  e  Brest-Litosvski,  verso  le 
più  profonde  retrovie  germaniche,  ed  avvol- 
gere, cosi  da  sud,  l'ala  meridionale  tedesca. 

E  inutile  il  diario.  Questa  è  la  sintesi  delle 
operazioni  tedesche  seguite  alle  infelici  gior- 
nate della  Marna.  La  Germania  sprecò  no- 
mini, munizioni,  miliardi,  sognando  le  espu- 
gnazioni di  Riga  per  cadere  su  Pietrogrado; 
di  Verdun,  per  conquistare  Parigi:  e  di  Ca.- 
lais  per  dominare  dai  cieli  Londra...  Ed  i;i- 
vece  essa  in  settembre  del  1916  già  sanguina 
da  tutti  i  pori  dopo  di  avere  denunciata  da 
sé  stessa  una  perdita  di  tre  milioni  di  uo- 
mini tra  morti  e  feriti  senza  contare  gl'in- 
validi, i  mutilati,  i  malati  ed  i  prigionieri. 

In  questa  situazione  di  cose  i  miirliori 
critici  militari  tedeschi,  nell'atto  che  il  ge- 
nerale Hindenbui-g  sostituì  Falkenhayn  nella 
carica  di  capo  di  stato  maggiore,  discussero 
l'opportunità  di  raccorciare  il  fronle  ie<ì''sro 
di  uno  0  dup  centimetri  sulla  cayia. 

Senonchè  dinanzi  alla  entrata  in  campo 
della  Romania  (2  settembre)  el  ai  rapidi  pro- 
gressi da  essa  l'atti  in  Transilvania  (tanto  c\\(ì 
ne  aveva  tagliato  lungo  il  meridiano  tutto  il 
saliente  di  confine)  la  Germania  per  e- rrc  e 
in  aiuto  dell'Austria  non  solo  non  raccorcio 
il  fronte  ma  lo  ampliò lìortando  per  ferro- 
via numerose  truppe  alla  nuova  frontiera 
minacciata. 

E  poiché  malgrado  il  noto  leclutamento 
dei  sediceimi  e  dei  vecchi  il  logorio  tedesco 
non  lasciava  altro  margine  per  provvedfre 
alla  costituzione  delle  necessarie  nuove  unità, 
così  da  Hindenburg  venne  tolto  un  reg,'i- 
mento  (sui  quattro)  a  ciascuna  divisione,  e 
queste  forze  con  gli  altri  mezzi  tecnici  ven- 
nero mandati  al  sud. 

In  tal  gai«a  Hindenburg  schierò  06  di- 
visioni tedesche  sulla  fronte  orientale  di  Rus- 
sia e  di  Romania;  e  r,\ustria,  44  divisioni. 
Più,  si  dislocarono  su  tale  fronte  21  divisioni 
di  cavalleria  austro-tedesche.  La  dislocazione 
nei  settori  fu  varia.  Ma  si  può  aftermàrc  che 
])iù  dei  due  tex'zi  di  tali  forze  furono  dislo- 
cate dallo  Stochod  (Pripet)  in  giù. 

Con  quale  esito  definitivo? 

Ce  lo  dirà  l'avvenire. 

Intanto  mei  ita  di  essere  rilevato  il  fatto 
che  al  Reich.si:ag  tutti  i  deputati  socialisti 
nella  seduta  di  fine  ottobre  stimmatizzarono 
a  gran  voce  l'inutilità  della  guerra  conrro 
gl'inermi.  Bernstein  i-icordò  Sofocle  che  nel 
suo  Ajare  scrisse  ohe  si  aveva  da  combattere 
l'avversario  in  modo  ohe  egli  possa  poi  ritor- 
nare ad  essere  amico. 


APPARECCHIO-THERMO-EIvETTRO   FOTO-TE- 

RA.PICO  per  la  cura  dei  Bagni  di  Luce  e  di  aria  ealda  secca  nelle  seguenti 
malattie:  reumatismi,  artriti,  sciatiche,  lombaggini,  catarri  bronchia'i,  influenza,  tutte  le 
maiattie  del  ricamt)io  (gotta,  nefrite),  indisposizione  delle  donne,  cicatrizzazioni  delle  ferite, 
congelamenti.  Il  detto  apparecchio  è  stato  adottato  dai  principali  Ospedali  Civili  e  Militari,  l 
Chiedere  opuscolo  con  prezzi  alla  Ditta  Cav.  G.  ACHILLINi,  Via  Porpora.  22  —  R/IILANO 
(Vedi  articolo  nella  rubrica  Vitn  Pratica). 


Le  operazioni 
austriacKe  1Q16. 

Le  operazioni  austriache  dell'ambo  191C 
i  possono  tinoru  compendiale  nei  s-^gnenti 
;attJ: 

1^  L'ociupa/.i.»ne  del  Montenegro  (14-1}> 
-,:>nuaio). 

2^  L'oB'ensiva  dal  Troi-tino  (15  inaggiu- 
2  giugno). 

3>  La  difesa  della  «ucuvina  e  della  Ga- 
lizia. 

4->  La  dife&a  della  frontiera  carpatica. 

Analizziamo  qne.<«ti    vari  punti. 

J.'occup<ii,i  »!(•  <1*l  Montenegro. 
Il  piccolo  Moiifeuefjro  resisieva  vittorio- 
.  amente  quando  la  flotta  anstriaca  di  Cat- 
UiO,  rinforzata,  si  divisH  in  due  squadre: 
runa  composta  esspnzi.iliuente  di  due  dr€<  d- 
uoughiH  lìonibaido  da  Cattaro  il  sistema  del 
Lovct-n;  lalfra,  di  uu  incrociatore  e  di  navi 
minori  caiiiioneggiù  le  posizioni  montene- 
grine.  Inoltr-i  gli  austriaci  riattivarono  da 
t^rra  (a  Vurneatz)  alcune  batterie  che  erano 
btrtto  distrutte  dai  tiri  iaontene>:riui.  « 

M»  il  Lovcen  resisteva  e  senza  intrigìii 
i;on  sar<'bhe  caduto.  Da  ciò  l'occupazione 
del  Montenegio  di  cui  è  eetiiio  nell'apposita 
nota. 

L'offenniia  nel  Trentino. 

A  vero  dire  l'Austria  vi  si  era  andata  ap- 
parecchiando tino  dal  novembre  1916,  racco- 
gliendo gradualmente  nel  Trt-ntino  oltre  ^waf- 
tri.cen'unuli  uomini  ripartiti  in  3S  divisioni 
con  circit  àOO  battaglioni  e  il.teihila  cannoni 
dei  quali  meta  di  medio  ca  ibro,  venti  bat- 
terie da  305;  quattro  pezzi  da  380;  e  quattro 
da  420. 

11  14  maggio  le  batterie  au'-tiiacbe  apri- 
vano il  fuoco  con  una  violenza  senza  prece- 
denti. Il  lo  niag>;io  le  masse  di  fanteria  ini- 
ziarono gli  assalti  alle  nostre  posizioni.  Il  2 
giugno  il  Comando  supremo  italiano  era  riu- 
-ioito  ad  arrestare  l'impeto  del  nemico,  e 
determinare  l'iuimane  sacriticlo  dell'esercito 
au.striaco  sugli  altipiani  italiHiìi  con  tanta 
leggerezza  aggrediti,  nella  folle  speranza  di 
pervenire  al  ])iano  attraverso  di  es6i. 

Per  ulteriori  dettagli  vedasi  la  rubrica 
delle  opera/icni  italiane. 

La  dife.jta  della  Bucuvina  e  della  Galizia. 

(ili  austro-tedeschi  infierivano  contro  Ver- 
dun e(f  il  Trentino,  persuasi  di  nulla  avere 
a  temere  ('.»  tergo,  quando  ai  primi  di  giu- 
gno, «splws.-  gagliarda  ed  Irresistibile  l'offen- 
siva rus-a  preparata  da  lunga  mano. 

Gli  austriaci  specialmentn  erano  cosi  con- 
vinti che  la  Russia  non  si  sarebbe  mossa  che 
allorquando  il  torrente  delle  schieie  russe 
iiifraiise  le  linee  di  difesa  avanzate  trovarono 
le  trincee  austriache  lussuosamente  arrodiite 
con  pianoforti,  grammofoni,   quadri,  cucine 


economfohe.  rrti  attigni,  eoe.  GII  sfessi  iifli 
ciali  tedeschi  si  diedero  subito  a  bifcslniar.' 
gli  austriaci  chiamandoli  miaerahi'i  nl/eali  e 
rinfacciando  il  danno  da  essi  i  isentito  per  la 
fa'lita  improba  del  Trentino. 

Nella  rubrica  delle  opei  azioni  russe  il  let- 
tore troverà  altre  notizie  che  perciò  non  oc- 
corre qui  ripett  n>. 

La  difmi   della  fnmliern  ctfputicn. 

L'entrata  in  guerra  della  Romania  ha  c<> 
stretto  l'Austria  ad  estendere  il  suo  front*- 
di  ope;  azioni  dalla  Galizia  e  Bucovina  lung  . 
i  Carpazi  Uno  al  Danubio. 

1  romeni,  avanzando  rapidamente,  nel  set 
terabi  e  occuparono  circa  un  terzo  della  Tran 
silvania  con  una  linea  che  partendosi  ad  occi 
dente  di  Taplica  per  Fogaras  ed  Hermannstadi 
raggiunge  Orsova. 

Nella  recentissima  ripresa  dalla  lotta  con- 
tro la  Russia.  1  .•  perdite  subite  dall'Austria, 
oltrepa.s.sano  11  milione  dì  uomini,  o  tre  a  mi 
gliaia  di  cannoni  e  di  mitragliatrici  catturai.- 
dal  giugno  all'ottobre  r.»lf>. 

N  Ha  lotta  contro  l'Italia  le  per.lite  fu- 
rono ;^ravi>sime  ne'.  1915-16.  Addizionate  tutte 
con  quelle  soflerte  precedentemente  (negli 
anni  191415|  contro  i  serbi  e  nicnitonegrini, 
sì  ha  un  totale  che  si  avvicina  ai  quatti  o  mi- 
lioni, o  più.  di  morti.  In  quanto  al  numero 
dei  feriti  e  degli  invalidi,  non  abbiamo  dati 
precisi;  ma  poco  su,  poco  giù,  sì  può  rite- 
nerlo proporzionale  a  quello  esposto  per  l.i 
(ìermania. 

Alla  dilla  che  scriviamo  <1>  novembre)  si 
può  riterere  che  avendo  l'.^ustria  sfrutrat»- 
tutte  le  leve,  di  oyni  specie,  dal  l"»  al  ò5»  anno 
di  etii,  le  sue  risei  ve  nono  eaaurite. 

L'assassinio  del  ministro i>tùrgkh  a  Vienn  i 
(21  ottobre)  tradisce  indabbiam^nte  il  pro- 
fondo srato  di  turbamento  in  cui.  inalgiad^ 
i  rigori  di  una  intlessibìle  polizia,  si  tro\.i 
oggi  la  vita  politica  interna  deirAusirin. 

A  noi  perciò  non  sembra  pos.-ibile  di' 
^Au9tri^^  sia  pure  sorretta  dalla  Germana 
possa  averla  vinta  sulla  Romania  ussisti  a 
dalle  altre  potenze  dell'  Intesa. 

Lre  operazioni 
t\ircKe  1Q16. 

La    gravita    delle  sconfitte  turche  in   Ai 
nienia  e  nell'Asia  Minore  (delle  quali  abbiati 
parlato    trattando    delle    operazioni   russe i 
tale   da   far   tacere   molte  e  molte  I.-^ 
sulla   pretesa  efficienza   e  sul  numei' 
eserciti    del   Sultano  cosi   bene    istni  ■ 
scuola  tedesca. 

La  pedanteria  teutonica.  1" alterigia-di  «hi 
.si  crede  superiore  e  non  lo  na.scoude,  l' esi- 
genza ferrea  •;  minuta  della  disciplina,  non 
erano  mezzi  per  rendete  solidi  e  capaci  a 
resistere    all'urto    degli    evonti,   dei    legami 


S.    A.    Chocolat    TOBLER 


HVIZZEUA 


di  TOBLER  Se  C. 


HVIZZEKA  


Agente   Generale  AltOLRO  GALEPPI 


MUDANO 


VI.  Valtelltiia,  IO  —  Telefoa»  eO-S&r    

iMDtBtuo  Tklkukakico:  TOBLERI  —  MILANO 


-  576  - 


tattici,  sporadici,  ottenuti  senza  fondamento 
profondo  in  tempi  tranquilli.  La  mentalità 
differente  dei  capi  tedeschi  e  del  soldato  tui-co 
non  potevano  capirsi  e  oonipenetraisi,  né  i 
tedeschi  tentavano  di  ragfjjiunsere  tale  scopo. 
Essi  si  linaitavano  ad  impoisi  con  mano  di 
ferro,  non  colla  persuasione  e  il  convinci- 
mento. Tutto  il  castello  eretto  in  anni  ed 
anni  di  lavoro  da  Von  der  Goltz  e  dai  suoi 
coadiutori  tedeschi  è  per  la  seconda  volta 
crollato,  la  prima  nella  guerra  balcanica,  la 
seconda  oggi  nel  Caucaso,  e  l'esercito  turco 
si  è  mostrato  quale  è,  cioè  il  prodotto  di  uno 
stato  sociale  tramontato,  non  evoluto  alle 
nuove  esigenze  e  ai  metodi  moderni  e  per 
di  più  con  capi  che  non  facevano  una  sola 
cosa  coi  loro  gregari,  ma  anzi  esisteva  fra 
soldati  ed  ufficiali  un  latente  stato  di  ani- 
mosità come  fra  padroni  e  sjhiavi. 

Oggi  la  Turchia  non  può  più  rappresen- 
tare un  valore  bellico  nella  guerra  europea 
e  dovrà  volgersi  a  parare  le  minacce  vitali 
alle  quali  è  andata  incontro  colla  sua  sotto- 
missione alla  Germania,  impotente  ormai  ad 
aintarla  efficacemente. 

Se  gli  errori  della  Quadruplice  produs- 
sero la  crisi  balcanica,  sta  di  tatto  che  è  pure 
fallito  il  tentativo  tedesco  di  portare  la  de- 
cisione della  giierra  europea  in  Oriente. 

La  notizia  più  interessante,  ed  anche  ral- 
legrante in  ques' a  opprimente  atmosfera  di 
guerra,  degli  ultimi  giorni,  fu  che  la  Turchia 
accorse  in  soccorso  dell'Austria,  per  la  di- 
fesa della  Galizia. 

Questo  fatto  può  essere  considerato  da 
diversi  punti  di  vista:  militari,  politi<'i  e  Mo- 
rali. Moralmente  fa  senza  dubbio  onore,  e 
grande  onore,  alla  Turchia  la  circostanza  che, 
mentre  i  suoi  eserciti  vengono  definiti va- 
men*^e  travolti  nell'Armenia,  essa,  invece  di 
pensare  ai  soccorsi  proprii,  sia  corsa  così  ge- 
nerosamente al  soccorso  altrui. 

indubbiamente  la  diplomazia  tedesca,  che 
possiede  quella  contadinesca  furberia  che 
Ville  sopratutto  presso  i  b;trbari  avrà  dorata 
a  Costantinopoli  la  pillola,  con  la  solita  pro- 
fusione di  quattrini. 

Ma  la  situazione  militare,  anche  per  la 
Turchia,  non  è  limitata  all'Armenia.  Vi  è  la 
Mesopotamiae  la  ribellione  nell'Arabia  men- 
tre l'esercito  di  Salonicco  e  la  minaccia  della 
Romania  e  della  Russia  nei  Balcani  consi- 
glieebbe  di  non  indebolire  tropio  le  posi- 
zioni da  que'la  parte,  e  di  non  lasciare  tutto 
il  carico  sulle  spalle  dei  Bulgari.  Al  che  si 
aggiunga  che  le  poche  divisioni  che  la  Tur- 
chia preste» à  all'Aus'wa  per  la  difesa  del 
froHte  giliziano  e  dei  Carpazi  non  peseranno 
troppo  nella  bilancia,  anche  se  il  loro  arrivo 
non  sarà  .'•contato  preventivamente  dai  russi 
con  una  ulteriore  cattura  di  troppe  austria- 
che, rapprt  sentante  una  sottrazione  che  equi- 


pari e  compensi  la  nuovissima  add'rxion's 
turca  agli  eserciti  di  Francesco  Giuseppe. 

Ma  questa  chiamata  di  soccorsi  turchi  e 
la  trepidante  soddisfazione  con  cui  il  suo 
annunzio  viene  accolto  nella  stampa  vien- 
nese, ha  ben  altri  e  più  profondi  significati. 
Siamo  a  questo;  che  Vienna  deve  rivolgersi 
per  aiuto  e  sostegno  nientemeno  che  a  Co- 
stantinopoli, e  che  Berlino  lascia  fare  e  deve 
lasciar  fare,  se  pure,  come  è  più  probabile, 
la  idea  e  la  mossa  non  viene  direttamente 
da  Berlino.  E  se  li  Kaiser,  air.\ustria  che 
domanda  aiuto,  ofifre  il  misero  surrogato  co- 
stantinopolitano, bisogna  dire,  che  nei  depo- 
siti militari  tedeschi  non  regni  più  la  so- 
vrabbondanza che  permise  gli  sfoggi  passati, 
e  che  l'epoca  delle  strette  economie  sia  co- 
minciata. 

Infine,  la  (ihiamnta  di  troppe  tnrche  nel 
centro  d'Europa,  alla  difesa  della  più  bigotta 
delle  monai-chie  cattoliche,  è  un  facto  nuovo 
politico  che  l'Austria  non  potrà  a  meno  di 
scontare  in  avvenire. 

Così  dal  giorno  in  cui  per  il  nuovo  irrom- 
pere delle  falangi  russe  i  turchi  si  sono  spar- 
pagliati qua  e  là  per  accorrere  dove  li  chia- 
mavano i  loro  sfruttatori,  non  fu  più  possibile 
di  individuare  le  loro  azioni,  avvegnaché  si 
trovarono  turchi  con  austriaci,  contro  alba- 
nesi; turchi  con  austro-tedeschi  in  Transil- 
vania,  conti-o  rumeni;  turchi  con  austro-te- 
deschi-bulgari in  Dobrngia,  contro  russo-ru- 
meni; ed  infine  turcW  con  bulgari  contro 
l'esercito  internazionale  del  Sarrail. 

I^e  operazioni 
bulgare  1916. 

Costituita  sul  finire  del  1915  la  piazza-base 
di  Salonicco  presidiata  dai  fianco-inglesi,  come 
è  da  arguire,  bulgari  e  tedeschi,  ma  princi- 
palmente i  primi  si  schierarono  contro  di 
esi.t,  e  moiri  mesi  passarono  in  scarauiuc*^'e 
a  cavaliere  del  Vardar  le  quali  non  inette 
conto  di  rilevare,  salvo  eccezione  per  i  se- 
guenti episodi; 

Il  22  apiile  velivoli  francesi  bombarda- 
rono Sofìa. 

11  25  aprile  fu  abbattuto  a  Salonicco  un 
aeroplatio  tedesco,  il  20  gli  aviatori  francesi 
bombardarono  i  campi  bulgari  a  Gengeli  e 
Deiran;  ed  il  2J  maggio  gettano  bombe  an- 
cora su  questi  punti,  e,  più  su  Uslcnb  e 
Veles. 

Il  27  m:iggio  i  bulgari  si  ialina  Irouiscono 
senza  colpo  ferire  del  fort-  Kupel  sullo 
Struma,  ed  avanzano  su  Demir  Hissar  mas- 
sacrando e  torturardo  gli  abitanti,  ed  occu- 
pando tutti  i  villaggi  greci  di  frontiera. 

Il  generale  Sa  rail  dal  canto  suo  decretò 
lo  stato  di  a.ss'idio  (3  giugnol  in  tutta  la  zona 
macedone  occupata  dagli  alleati,  occupando 


DIAMALTINA   ■   Estratto  secco  d'orzo  tallito. 

Ricostituente  sovrano  sostituisce  l'olio  di  fegato  di  merluzzo 
e  derivati. 


I^EPETIT    FARMACEUTICI 


MUDANO 


577 


le  poste,  1  tel<»;rv«ft.  le  dojrai-e,  bcc.  cathi- 
r;tiitl.)  le  nuvi  j^r  c'ie  iit'l  p"it<>  »Jo  yiu;,'!".) 
0(1  impossessandosi  dell' i-juLi  di  Tasso  (12  g;u- 
^  IO)  dìnan/.i  a  Cavula.  < 

W  Italia  (i.-he  doveva  poi  dichiarare  guerra 
l'.la  (ie.  mania  ti  27  a-,  osto)  iiivki  sul  linire 
i  giugno  aiuti  a  Saluiiicoo  ptr  so.ida  ifta 
'i  fianco-inglesi,  e  ciò  rende  —  natural- 
:  unte  —  più  critica  la  sitna/.ior.e  dei  bui- 
tri  che  Ira'^taiito  nve\ain5  occupato  il  forte 
:ì  Nca  Pana. 

A  «l'iesfaito  gli  aviatori  alleati  risposero 
incendiaeido  i  raccolti  bulgari  neidn  toni  di 
Monastir. 

11  22  a^iosto  i  bulgari  attaocaioiio  le  po- 
;  ioni  di  SaloniC'O  con  duplice  movimento 
..iVcnsivo,  ad  ovest  verso  il  lago  di  Ostrovo, 
e  a  l  est  sullo  Strunia.  Tale  attacco  venne 
(oiiiiiletamente  dominato  o  respinto,  al  «en- 
'  !■  )  dalle  forze  britaindche  fra  i  monti  di 
;  elas  (ad  est  del  lago  Doiraii)  e  la  Mo.,';cn  ci 
Ulne  parallelo  al  Vardar);  ad  est  dai  fraii- 
ce-.i  contro  il  villag;,'io  di  Pa  mis  «opra  un 
contraiorre  d-l  Belas;  e  ad  ovest  ilai  serbi 
i  quali  ricacciarono  anclie  il  ujuiico  a  nord 
di  Strnpino. 

A  complemei'to  della  dis'atfa  terrestre, 
i  bulgari  sotto  il  bombardamento  della  t'otta 
alleata  furono  costretti  a  sgombrare  i  forti 
di  Cava' a  ohe  impacciavano  l'estrema  destra 
della  linea  di  difesa  assunta  dal  iSarrail  a 
nord  della  piazza  di  iSalonicco  fra  la  Cerna 
e  la  Mesta.  E  poiché  questo  tiume  sfocia  di- 
nanzi all'isola  di  Tasso,  anche  questa  venne 
occupata. 

Nella  rubrica  dell'azione  bulgara  dob- 
biamo pure  segnalare  il  fatto  che  qua  ido 
agli  italiani  giunti  a  Salonicco  venne  asse- 
gnato uu  tratto  del  fronte  prima  tenuto  dai 
Serbi,  molti  bulgari  vennero  a  costituirsi  nelle 
mani  degli  italiani. 

Il  12  settembre  i  S"rbi  all'ala  sinistra  pro- 
vocarono un  nuovo  arretramento  delle  forze 
bulgare,  mentre  queste  venivano  pure  can- 
iioncggate  fra  il  Ingo  Doiran  ed  il  Vard:ir 
d.ilie  batterie  fiancesi  e  ricacciate  (dinanzi 
a  Seres)  dagli  i"ulesi.  Ad  ovest  del  Vardar 
tutte  le  t.incf'O  bulgaro  furono -pr.  se  .-«opra 
un  fronte  di  3  km.  e  su  una  profondità  di 
hOO  metri.  Ad  o\e-it  del  lago  di  Ostrovo  l'ar- 
ti^dieria  serba  intlis-e  ai  liuL-ari  danni  rile- 
vantissimi. Le  trincee  bulgare  dola  riva 
orientale  delo  Strnma  cidd.ro  {)uri;  tutte 
sotto  r impelo  di  as.sa  ti  franco-inglesi. 

SnI'o  score  o  di  s  tfembie  aviatori  fran- 
cesi volaiKio  da  a.i'onicco  bombardai  onoSotia 
utt  nati  lo  poscia  a  Bucarest. 

Nella  not:e  del  29  settembre  i  bnlg«ri 
assalirono  per  ben  quattro  reiterae  voli»'  le 
trincee  serbe  di  Kaimakcialan  (h  nord  del 
lago  di  Ustrov  •)  ma  sempre  furono  respinti 
CUI!  gravi  perdite.  Nò  migliore  fortuna  ebbe 


nello  stesso  giorno  un  attnceo  tenta'^o  più  ft 
sud  nella  re^rione  di  Brod.  K  provato  ohe  i 
bnlgari  si  sono  battuii  e  i.attono  soto  il  co- 
mando di  numerosi  ntflc  ali  tedeschi. 

Al  momento  in  cui  licenziamo  queste  note 
i  bnl;;ari  in  Macedonia  sono  in  ritirala  su 
tutta  la  linea  dallo  Struma  oltre  il  lago  l>oi- 
ntu  ed  oltre  Biod  snM»  Cerna.  Jfou  però  da 
>ioiias'ir,  do\e  tedeschi  e  luil;,'arl  questi  ul- 
timi ili  previde. izai  si  apiiarei-cliiano  a  con- 
tendere la  città,  ma  dal  a  qua'c  però  si  riti- 
reranno fra  pochi  giorni. 


Lra  guerra 
marittima 


Ecco  i  dai  di  una  statistica  del  più  gr  inde 
interesse:  la  lista  cioè  di  tutti  i  bastimenti 
all'ondati  o  catturati  per  fatti  di  guerra  dal 
principio  delle  o  til  ta,  lino  alla  line  aprdo 
19l!>.  Questa  statistica  considera  due  [ler  odi: 
il  primo  si  esteiule  d-AÌVaf/osto  lUH  algidi- 
cernire  1915;  il  secondo  va  dal  7"  i/oiunin  al 
HO  oprile  1!)1C>.  (irazie  ad  es>a,  ci  si  può  ren- 
dere conto  delle  perdite  imposte  a'Ia  naviga- 
zione commerciale  dalla  guerra  attu.iie,  per- 
dite che  si  elevano  a  più  dtl  6  per  cento  dei 
toiììteUttugio  complessilo  della  iiav'g.icioiie  nton- 
diitle,  se  si  calcola  tutfo  il  ma'eriale  d  Ha  ma- 
rina mercanti. e,  tinto  vap  ri  quanto  velieri, 
alla  cifra  globale  di  .50  milioni  di  tomiellat-'. 

Ecco   le   cifre  totali  date  dalla  sta'istica: 

Irimo  p^'ri.do:  9s0  bastimenti  d«lla  cap:i- 
cità  di  2.560.508  tonnellate,  -  2.8  velieri  della 
capacità  di  15G.388  tonn. 

Secondo  periodo:  224  bastimenti  della  c.a- 
paeità  di  574.222  tomi.  -  43  velieri  della  ca- 
pacità di  33.5t7  tonn. 

A'obiamo  dunque  un  totale  di  1.475  ba- 
stimenti e  3.324.72.">  tonnellate.  Le  perdile 
non  toccarono  solamente  le  marine  mercan- 
tili dei  belligeranti;  i  inutii  hanno  dovuto 
(  onslatarcdei  vuoi  numerosi  nelle  loro  fotte 
commerciali.  Secondo  la  statistica,  essi  hanno 
perdite  180  bastimenti  d  Ila  capacita  di 
2^7.427  tonnellate.  Queste  perdite  sono  con- 
siderevoli perchè  le  flotte  neutre  non  rap- 
presentano che  il  30-35  per  cento  circa  della 
navigazione  mondiale. 

Per  i'\ò  che  riguaida  i  belli;:erinti.  l'cco 
come  si  dividono  le  pei  dite  pe^'  "gni  bandiera: 

htyle.se:  543  piroscali  jicr  1.422."J5:{  ton- 
nellate; 98  velieri  per  2tj.34()  tonn.  —  Fnin- 
rese:  45  piioscali  per  121. «12  tonn.;  18  vi  lieri 
p<  r  26.375  tomi.  —  Nkus  a  :  18  piroscaii  p  r 
at).255  tonn.:  10  velieri  per  9  33S  tomi.  - 
lid'iuna:  18  piroscati  per  50.372  tonn.;  3  ve- 
lieri per  2.725  tonn.  —  li  .'<j(t:  11  pii osoali,per 
22.938  tonn.;  1  veliero  per  2.208  tonn.  —  Giup- 
pontse:  3  jiiroscifl  per  9.428  tonn.  —  I orto- 
yhese:  1  piroscafo  per  623  tona. 


PILLOLE  E  SCIROPPO  BLAHCARD 

(approvazione  dell'Accademia  di  Medicina  di  Parigi) 

Lo  specifico  per  la  Cloro-anemia  e  per  la  Convalescenza 
■  •  --•  Il  più  potente  ricotstitucnte  del  sanane  -t—  '■  '    '  — : 

37 


-  578  - 


Totale:  769  bastimenti  della  capacità  di 
1.730.573  tonnellate, 

lieiicliè  la  iirivitrazione  commerciale  dei 
nemici  sia  quasi  interamente  sospe-ia  (essa 
è  completamente  thiasa  per  l'Austria,  ma 
pvissiste  ancora  in  parte  per  la  Germania  nel 
Baltico  e  per  la  Turchia  nel  Mar  Nero  e  nel 


173.317.  tonn.  -  Turchia:  36  bastimenti  pflr 
46,851  tomi. 

Totale  526  bastimenti  per  1.326  625  torni. 

Da  ciò  si  può  considerare  quanto,  e  spe- 
cialmente per  la  Germania  la  perdita  sia  pe- 
sante, perchè  se  l'Inghiltena  ha  perduto 
1.4Ò0.O00  tonnellate,  questa  perdita  non  rap- 


Mar  di  Marmaia),  ragione  per  cui  non  forma 
che  un  bersaglio  minimo  per  le  nost.enavi 
operanti  nei  suddetti  mari  quasi  impenetra- 
bili, le  perdite  sono  in  proporzione  molto  più 
considerevoli  pe*-  i  nosni  nemici  che  per  noi. 

Ecco  come  esse  si  dividono: 

Germnnia:  441  basiimenti  per  1.104.4,"7 
tonneila.e.    —    Aust>ia:    49    ba  timerìti    ptr 


presenta  per  lei  che  il  7  per  cen/o  del  suo 
tonne  lai:gio  totale, che  sorpa-i-;a  i  21  milioni  di 
tonnellate,  mc-ntre  la  Germania,  con  1.10(5.477 
tonnellate  di  perdita,  ha  visto  diininnire  in 
tutto  di  un  (punto  qu  isi  il  suo  materiale,  poi- 
ché prima  della  guerra  il  tonnellag;,'io  totale 
delhi  sua  marina  mercantile  era  di  circa 
(;  iìiilinti  di  ioumllute.  Ma  tutta  la  differenza 


579  - 


Il  risiede  soltanto  in  ciò,  perchè  se  1  basti- 
...iiti  silurati  dai  sottotunriiii  tedesi-hi  sono 
1  tMsl,  seuz.i  jjua'latjiU)  per  lii^-gressorp,  una 
j;rau  parte  dei  basiiineiiti  perduti  dalia  (>ei- 
niatii»  sono  venuti  ud  aumentare  le  tiutte 
mercantili  d^'^;!!  Alleati. 

Qiwsie  perdite  sono  specialmente  sen  1- 
ì>ili  per  alcune  linee  di  navigazi.ine  tedesche. 
I.ii  "  Hauiburg-Amerika  ,,  per  esempio,  nou 
conta  più  L'he  157  bn- 
sti  nienti  sopì  a  305 che 
jHissedeNa  prima  del- 
li  ;;uerra;  il  "  Nord- 

"itscher  Lloyd.  lia 

-:o  diminuire  il  suo 

"*"i»Ie    di    28   ba- 
e    la    line:v 
ann,  ha  per  - 
1.IH.U  (>jtH}isainente  \a 
metà    di    quelli    cli« 
jiossfdeva»   oioè    '2\ 
su    42.    In  tota' 
1.343  bastimeli 
seduti   dalie   €.■ 
{jiiie    di    NavlyazKiue 
tede<5ohe,  non  ne  in- 
stano  loro   che   i>3ó; 
k1i  altri  sono  stati  di- 
strutti O  sono  pas-ati 
sotto  altre  bandiere. 


Iva  guerra 
nelle 
colonie 
(1Q14-15-16) 

La  guerra  scoj)- 
piata  in  Kuropa.  non 
poteva  non  ripercuo- 
si  nelle  colonie,  sia 
I  che  le  imprese  co- 
liali  tedesche,  alle 
:  :il  i  la  Germania 
isi   di  recenie  de- 


anglo-ltaliano  per  l'Egitto:  ed  un  accordo 
coloniale  italo  franco-inglese. 

Pensif-ro  comune  fu  «li  mantenere  1  bere 
le  vie  del  mare;  di  tutelare  l'ii-tun;.  ibilità 
delle  proprie  colonie,  anche  per  atting  rne 
forze;  e  per  converso  di  abbattere  l'impero 
coloniale  tedesco. 

Questo  —  come  è  noto  —  all'esoido  del  a 


guerra   comprendeva, 


Manovra  a  bordo  di  una  coriizzata  inglese 
per  inalzare  uu  palloue^rago  »hft  servirà 
di  osservatorio  per  1^. «coperta  dt-i  aoiLo- 
mariui. 


n  Àf'-ica  :  il  Togo;  il 
Cameruii;  le  tre  co- 
lonie or  cu  ale,  sud- 
orientale,  e  sud  oc.  i- 
dcntale;  in  O.eitnia: 
la  \uova  G  uinea;  l'ar- 
cipelago di  Bismurk  ; 
le  isole  Caroline:  Ih 
isole  Mari  an  ne;  le 
Marshalk.  le  isole  Sa- 
moa; ed  in  As'a:  il 
territorio  di  Ki  ao- 
Ciao,  ora  caduto  in 
mano  del  Ginppone. 

Complessiv.tmen  • 
te,  un  dominio  più 
che  quintuplo  di 
quello  della  Germa- 
nia, con  circa  venti 
milioni  di  abitami, 
con  un  movimento 
commerciale  di  un 
ceutiuaio  e  mozzo  <li 
milioni  di  marchi 
fra  importazione  ed 
esportazione  cou  se- 
rie speranze  di  più 
ricco  avvenire. 

Orbene  diciamo 
subito  che  non  solo 
nou  riusci  ai  tedeschi 
di  vulnerare  alle  po- 
tenze dell'  intesa  le 
vie  alimentari  del 
mare  o  di  danneg- 
giare le  loro  colonie, 
ma  si  trovarono  essi 
medesimi  a  perdere 
da  un  lato  tutta  la  flotta  del  Pa.  ilùo  e  dal- 
l'altro lato  ad  essere  espulsi  dii  tutte  le  loro 


ita  con  lo   sviluppa   del  suo   commercio 
ai  iitimo,  troppo  avevano  urtato  la  suscet- 
lilità  e   l'interesse  dell'Inghilterra:   e  sia    colonie  salvo  da  quella  dellAfrica  orientale 
'      qualora  la  Germania  con  l'assistenza     che  ancora  resiste. 


.iiismo   fosse   riuscita  a  vulnerare  il 

àf\  mare  all'Intesa  e  specialmente 

.1  iche  tutto  liceve  dal  di  fuori) 

>^  risentito,  di  colpo,  l'inaridi- 

nn  veMe  alimentari,  e  per  riper- 

cu^siui.e  se  ne  sarebbero  risentite  le  potenze 

Ide'.rintesn. 

Anche  l' Italia  e  la  Francia,  sebbene  in  mi- 
Ipor  grado  che  l'Inghilterra,  nou  potevano  non 
preoccui  arsi  della  S'irte  <lelle  loro  colonie. 
Natuiaimcnte  da  questa  situazione  di  coso 
ituriscauo  due  accordi,  e  cioè:  uu  accordo 


Ma  anch'essa  secondo  l'opiniore  del  ge- 
nerale Botha  non  tarderà  a  soccombere  inte- 
ramente, perchè  è  accerchiata  da  ogni  pane. 

Invero  è  minacciata:  ad  oriente,  dal  mare; 
a  nord-est,  .dair.\frica  orientale  ing  ese:  a 
nord, dall' Uganda;  ad  ovest,  dui  Congo  belga; 
a  sud-ovest  falla  Khodesia:  ed  a  sud  dui* 
r.\frica  oriei*alc  porloghese. 

Troppo  ci  vorreiibe  a  <iar  confo  di  tutti 
i  c«mibattimenti  che  ebbei-o  iuo>,'o  sui  tein- 
torl  delle  colonie  tcdesci  e.  od  inglesi  od 
italiane.   Ci   limiteremo    pei  ciò   a  se^'ualaro, 


2  000I 


^«»^f'"«'^??%n>ilMONE 


—  580  — 


ppr  sonimi  capi,  i  fatti  principali  riforentisi 
u  ciascuno  dei  tre  titoli  .sopraccennati. 

X.  Operazioni 

nelle  colonie  tedesche. 

Alfesordiudblla  friierra  i  tedeschi  di  T,in;:fa 
Invasero  il  territorio  .di  contine  injjlcse  e  vi  si 
mantenevano  malgrado  una  disfatta  subita  a 
Ga/.i  il  7  ottobre  1914.  11  ì  gennaio  1915  non 
solo  gl'inglesi  li  ricacciarono,  ma  invasero  a 
loro  volta  la  colonia  doll'Africa  orientale  tede- 
sca occupando  Jassin.  1  tedeschi,  ricevuti  rin- 
forzi, ricuperarono  ma  per  poco  (juesto  punto 
nel  giorno  suc<'essivo  il9  gennaio)  a  quello  in 
cui  gl'inglesi  avevano  orcnpata  l'isola  di  Mafia. 

Successivamente,  una  nave  tedesca  sul 
lago  Vittoria  venne  fatta  arenare  dagli  in- 
glesi, e  nel  giorno  istesso  (19  marzo)  i  tede- 
schi furono  l)at  nti  a  Ulteg  Karunga. 

Feguirono  numerosi  episodi  di  scaramucce 
dei  quali  non  mette  conto  di  iiarlai-e,  per.  he 
sebbene  i  tedeschi  le  riportassero  le  teste 
insanguinate  pure  la  loro  tenace  difesa  lmovò 
a  protrarne  la  caduta  delle  c^'onie.  Com  nel 
gennaio  191t)  il  Camerun  quantunque  foite- 
men'^e  percosso  resisteva  ancora. 

Si  fu  appunto  nel  191G  che  la  lotta  si  i-av- 
vivò  per  ogni  verso. 

Nel  marzo  truppe  ang!o-boerc  al  comando 
del  generale  boero  Smuto,  batterono  il  7,  i  te- 
deschi sul  tìume  Lumi  (ad  est  di  Moschi  e 
sud  di  Kilimangiaio)  e  poscia  fugaronli  in 
j)ngne  successive  ad  ovest  di  Taveta.  diU'S 
al  12  marzo. 

Nei  primi  di  aprile,  molte  forze  tedesche 
vennero  cicond'ate  rial  genera'e  boero  \  un- 
denventer  nella  regione  di  .Aruska  e  custretie 
a  capitolare  con  armi  e  munizioni.  Vi  erano 
fra  esse  404  sold;itI  indigeni  ed  una  ventina 
di  europei. 

Nei  primi  di  ma'Tsrin.  truppe  belghe  a'  co- 
mando del  generale  Timbeur,  provenienti  dal 
Congo,  sbarcarono  sulla  riva  tedesca  del  lago 
Kivu  e  favoriti  dal  tiro  di  cannoniere,  co- 
strinsero i  tedeschi  a  sgombrare  le  posizioni 
sul  fiume  Rusisi  e  di  Dangugu.  Il  10-11  ma.,'- 
gio  truppe  ted  'sche  al  comando  di  von  Let- 
tow  Vorbeck  le  quali  tentarono  un  attacco 
daKiliamantideìji  direzione  di  Kondoa  Frangi 
contro  gli  inglesi  furono  battute  con  gravi 
perdite.  Intanto  le  truppe  bclghe  dal  lìuinda 
jienetravano  fino  a  Kigari  senza  incontrare 
resistenza. 

Nel  22-31  magdo,  i  tedeschi  riportavano 
altra  sconfitta  sui  fiunie  Pangani  e  suo  affluen- 
te Mkomasi. 

Nel  gitigno  gl'inglesi  occuparono  l'isola 
tedesca  di  Ukerewe,  importante  posizione 
strate^^ica  sul  lago  Victoria  Nyansa.  Il  gene- 
rale 'l'imbeur  dopo  di  avere  battuto  i  tede- 
schi (il  (i)  a  Kiwitawo,  li  inseguì  e  sbaragliò 
(il  12)  a  Kiteg,  presso  il  fiume  Agokoma. 


Nel  luglio  fu  completala  la  conquista  del 
Cainei  un  per  opera  dei  generali  Smut.s,'  Vàu- 
denventcr,  Hoskine,  e  Noithey. 

A  metà  me>e  un  contingente  inglese  s'  arcò 
a  Kungaro  (sulla  riva  meridioniile  del  lago 
Vittoria!  ed  i  tedeschi  fuggirono  abbando- 
iVando  armi,  cannoni  da  marina,  ecc.  Il  24 
v- une  p  re  dal  generale  Northey  cicci:ito  da 
M  ilangani  (a  .'}5  miglia  da  Neu-Laigenbur-àr), 
un  forte  corpo  tedesco.  Il  governatole  della 
regione  dottor  Spencer  venne  iatlo  prigio- 
niero. 

11  4  agosto  Bonar  Law  annimziava  alla 
Camera  dei  Comuni  c'^ie  l'Africa  oricntaltì 
tedesca  (cioè  l'ultima  colonia  rima  ta  ai  te- 
deschi) htava  per  essere  detìnitivanieute  con- 
quistata. 

Intanto  Northey  avanzò  fino  a  Madibira 
a  trenta  miglia  dalla  strada  verso  Iringa,  e 
poco  tempo  dopo  Smuts,  sul  tiuTue  Likigara 
disfece  i  tedeschi  a  Mataniondo  e  T.-ichu  igo 
ins  'gnendoli  lungamente.  Il  geu  ra!e  Van 
denventer  dopo  occupata  Inpaqna  avanzò  a 
me'-à  agós'o  ver  o  Kilossa. 

I  risult  Iti  erano  già  tali  che  Botha,  primo 
ministro  del  Sud-Africa,  dopo  un  colloquio 
con  Smuts,  dichiarò  prossima  la  vittoria 
fina'e. 

Intanto  nella  prima  quindicina  di  agosto 
le  truppe  belghe  si  contr  issegnarono  per 
nuovi  progressi,  l.a  brigata  Molitor  occuy^ò 
Saint,  Michael  (a  sud  del  lago  Vittoria)  e  si 
cbn.'iniise  così  con  le-truppe  britan-^iche  del 
generale  Ciewe  provenienti  da  Muansa. 

II  Molitor  eia  partito  alla  fine  di  aprile 
da  Luntobe  (Uganda  ;  e  la  sua  marcia,  in 
terreno  montuoso  ed  aspro,  durante  la  quale 
in  cinque  combattimenti  debellò  sempre  i 
tedeschi  costituì  un  brillante  raid  di  500  km 
in  territorio  tedesco. 

Nel  settembre  la  conquista  di  Dar-es- 
Salam  capitale  de  TAfiica  orienta'e  tedesca, 
segnò  con  una  brillante  ooeraz  one,  la  solu- 
zione radicale  dela  camiag  a  del  generale 
Smuts. 

Duemila  tedeschi,  qu  ittordicimila  indi- 
geni, otfanta  cannoni,  ot  anta  mitragliatrici 
si  trovano  circondati  da  ogni  parte  e  la  loro 
capitolaz  one  non  è  che  questione  di  tempo. 

Nel  a  [)rima  metà  di  ottobre  una  colonna 
belga  ha  ancora  sbaragliato  a  Skomre  fruiipe 
superstili  nemiche  facendo  precipitare  la  loro 
ritirata  verso  Iringa.  Nella  seconda  metà  del 
detto  mese  i  poitoyhesi  hanno  pure  sbara- 
gliato avanzi  di  truppe  tede-che  a  Nakatnla 
e  Nevala,  facendo  grande  bottino  di  armi  e 
munizioni. 

Oi'mai  si  può  ritenere  crollato  l' impero 
coìoniale  tedesco  e  le  operazioni  dirette  dal 
genera'e  Smuts  rimarranno  un  modello  di 
guerra  coloniale,  avvegnaché  eirli  dallo  scorso 
febbraio  fino  ad  oggi  è  pas.'^ato  di  vittoria  in 
vittoria,  superando  inaudite  difficoltà  di  ogni 


Ascoléine  RiviéF 


Piccole  dosi  -  Grandi  effetti 

1  cucchiaio  da  caffè  o  5 

compresse  equivalgono  a 

1/2  litro  di  olio  di  fegato 

di  merluzzo 


—  r)Si  - 


r— —  -  i....y,L.ii^^.«v..wy'iy.;^a;»  iiiMiiM.»i.i..ii  ,u^  ^Ijipwy  ii^.faifi         f-      ^;  '.  i  ■ 


Aiiibiiliiiizn  inglese  moutata  su  cammelli  nella  zona  del  Canale  di  Suez. 
(;ome  si  trasportano  l  feriti. 


si.pcio',  lo}»isHche,  sfrategiche,  tatti;  he,  meteo- 
riche, igieniche,  ecc. 

Fra  altro  e  da  notare  che  og'.ì  dovette  far 
--trarre  strade  e  feirovic;  attraversare  de- 
.;i,  lungo  i  qnali  fece  depone  nnnierose 
diitture  d'ac<]U;i;  ed  infine  dovette  attra- 
r-<ave  ref^ioni  in. e- tale  dalla  terribile  nio- 
i  u>-ts>,  tra  paludi  pAstilenzinli.  le  cui  ema- 
liiizioni  provoc;ino  leblui  mortali. 

2.  Operazioni 
in  Egitto. 

Invano    i   turoo-tedesclii  si  sforz  irono  di 
pervenire    ad    ostruire    il    Canale    di    Sue/. 
Quante  volte  marciarono  contro  di  esso,  al- 
trettante volte  furono  sbaras^liati.  Nel   mar- 
zo mio  vista  la  soddisfacente  sitnazione  mi- 
litare in  E;;itio  dopo  le  tanre  sconfitte   toc- 
tate  dai  turco-tede.schi,si  piottttò  della  tregua 
r   rioriiaiiizzare   l'eser.ifo   egiziano  al  co- 
v'ido  del  generale  Munay,  richiamando  in 
_'hil;eira  il  gentr;tle  Maxwell  che  coman- 
va  l'eseicito  britannic>>. 
(Josi  riorganizzato  lesercito  etjlziano  battè 
'  nra   i    tnreo-tedeschi    in    moltt-pllii   fa(.tl 
irmi   del    11)16.   Merita  speciale  menzione 
.elio   di   El-llnman  (.3  agosto)  presso  Katia 
il    est  di   Porto   Said,  nel   quale  combatti- 
ìiuntu  l  I ureo-tedeschi  con  forze  valutate  a 
1  t,iM»o  uomini  perdettero  2.")()0  prigionieri  ed 
•  'leio  nnmerosi.ssimi  morti  e  feriti.  Iito'.trft 
■  Ite   mitragliatrici    e    quattro   cannoni    di 
■brica   tede.sca   caddero   in    mano  inglese, 
questa   battaglia  della  penisola  del  Sinai 
listinst  ro  specialmente  le  troppe  montate 
-traliane  e  neozelandesi.  Fra  i  prigionieri 
coiiiarono   ben  trtnasei  uflBciali  tedeschi 
loro  gre^-ari. 

Dopo  la  disfatta  di  El-Rnman  i  turco-te- 
schi   non    poterono,   o  non   ebbero  tempo 
ìMO'lo   sinora,  di  passare  alla  rl>icos-a.  Ma 
iighiltena   vigila   sempre!    Perchè   è  age- 
<•  comprendere  non  solo  lo  .'icacco  bellico 
i    anche    quello    econonjlio  che  gl'inglesi 
iitirtbl)eio  qualora  i  tedeschi,  sfruttando 
tiri'hi.  riusciss'ìio  a  distruggere  il  Canale 
i    Suez,   od   almeno   a   renderne   la  traver- 
>;t(a  per  lun;,'0  tempo   impraticabile.    Anche 
av\tiueudo  ia  pace,  «e  I«  via  di  Suez  riiiia- 


1  esse  per  qualche  anno  ostruita,  si  pno  mi- 
surare il  danno  che  ne  avrelbe  l'In^'hilterra 
\  isto  che  il  suo  traffico  piel  cana'e  nel  ]'.tl3 
fu  in  cifra  toi:da  di  d  diri  milioni  di  ton- 
nellate di  meici,  contro  Ire  milioni  soltanto 
della  Germaniii. 

Preme  intine  di  e.'sere  rilevato,  per  Inci- 
denza, che  il  primo  ministro  della  Nuova 
Zelanda  "Sir  Massey)  trovandosi  a  Londra 
il  13  ottobre  ebbe  a  dic!ii;.r;ire  clie /'/  ^uova 
Zelamla  è  itl/rettanto  d  ci-'a  qu<into  l'i  madre 
patria  a  lontinuare  la  guerra  sino  ad  un  es.to 
ussoluianìent»  tiionfaU;  ed  agginr.se: 

"  Dobliiaino  continuare  la  lorta  tino  a  che 
la  potui/.a  della  Germania  e  .«noi  al-  ati,  non 
sia  infianla  e  stritolata;  finché  ,<///  Unni  ri- 
cacciati nel  proprio  pa"se  non  abbiano  ab- 
I  aiidon;ita  ogni  particella  rtoi  territori  oggi 
occup:iti;  ftncl;è  la  rinnovazione  di  questa 
guerra  non  sia  stala  resa  impossibile  per 
generazioni  e  geneiazoni,  per  sempre  „. 

3.  -  Nella  Libia. 

L'estate  del  1014  con  l'occupazione  di 
Ghat,  ci  aveva  fatto  portare  la  nostra  ban- 
diera tino  allo  estremo  limite  sud  della  co- 
lonia libica.  Nel  Fez/an  però  sotto  l'appii- 
rente  calma  covava  la  rivolta,  da  che  il  9»^- 
nusso  di  Tripolitania  si  era  irritato  per  certo 
lettere  dell'autorità  militare  italiana  ed  era^i 
d  sinlere.>»ato  dal  ratlrenaila. 

Infatti  nel  novembre  si  ebbe  la  tragica 
sorpresa  che  n;er<  è  il  tradimento  della  guar- 
dia fezzanese  diede  in  mano  ai  ribelli  il  forte 
di  Sebka  caposaldo  di  difesa  dell'intero  Fi  z- 
zan.  Indi  la  rivolta  si  propagò,  e  lo  sgom- 
bero della  regione  si  impose. 

Fu  8<>ombrata  Socna,  fu  sgombrato  il  ter- 
ritorio di  Bungeim  in  una  ritirata  contrasta- 
tissima  che  ebbe  i  suol  eroi.  La  colonna  che 
nel  suo  percorso  aveva  raccolto  tutti  i  pre- 
sidi raggiungeva  finalmente  lleni  Ulid. /Or- 
fella)  col  XV  battaglione  eritreo  In  testa  al 
ornando  dell'eroico  colonnello  Bllliu  clic  do- 
veva po.«-cia  a  Tarhuna  lasciare  con  la  vita 
il  suo  battaglione  ridotto  a  meno  di  cento 
uomini. 

Cosi  terminò  nel  feb'bralo  de'  loi,^  (]  no- 
stro »j{ombro  del  Fezzao  •  della  biitica. 


582  - 


Passò  la  primavera  in  quieto. 

Intanto  l:i  colonna  Giannini  dopo  quaran- 
tadue giorni  di  marcia  riocc;ipava  Ghadamès, 
Altre  colonne  rioccupavano  pure  le  oasi  di 
frontiera  di  Mezezem  e  di  Sinaum.  Questa 
linea  difensiva  avreiibe  potuto  essere  man- 
tenuta ove  alla  nostra  volontà  non  fossero 
inancaM  i  mezzi  per  affermarsi  e  se  da  aj,'enti 
esterni  non  fosse  sfato  aizzato  contro  di  noi 
il  fanatismo  della  ribellione  seuussita.  Si  ri- 
piegò quindi  J^lla  costa. 

Si  pensò  allora  ad  una  spedizione  puni- 
tiva di  cui  ebbe  il  comando  il  valoroso'co- 
lonnello  IMiaiii.  Ma  i  tempi  erano  mutati  in 
confronto  a  quelli  che  avevano  resa  possi- 
bile la  sua  conquista  del  Fezzan.  Da  Sirte, 
il  Miani  mosse  contro  i  ribelli  conoe.iti-ati  a 
Kasr-Bu-Hadi  con  4000  grep:ari  racco;,'liticci, 
più  due  compa-juie  di  fanter  a,  un  batta- 
Ktione  bersa^ilieii,  due  batt;i!,'iioni  libici,  un 
battaglione  eritreo,  uno  squadrone  di  savari, 
un  plotone  di  cavalle^geii  Lucca,  due  bat- 
terie sompjrgiate  e  relativi  servizi. 

Si  sa  che  co.-a  accadde.  Emissari  del  Se- 
nusso  suggerirono  il  tradimento.  Le  bande 
racco^'liticci:?,  ad  azione  iniziala.  pas'^aroTio 
al  nemico  raddoppiandone  la  forza.  I  nostri 


battaglioni  bianchi  e  di  colore  si  difesero 
eroicamente.  Ma  ogni  valore  fu  inutile  ed  a 
sera  1  resti  della  colonna  Miani,  decimata  e 
sanguinante,  rientravano  a  Sirte. 

L'infausta  giornata  di  Kas-Bu-Hadi  diede 
il  tracollo.  I  ribelli  imbaldanzirono.  Si  dovet- 
tero sgombrare  Misurata,  Slitcn,  Zuara.  ecc. 
Taihuna  e  Peni-Ulid  rimasero  assediati,  e 
sebbene  il  maggiore  Brighenti  si  fosse  vo- 
tato ad  estrema  epica  resistenza,  ebl)e  or- 
dine perentorio,  in  nome  del  Ile,  di  cederj 
le  armi  per  evitare  inutile  spreco  di  sangue. 

I  ribel'i  preparavansi  ad  assalire  an  -he 
Tripoli  quando  il  generale  A  meglio  fu  as- 
s-uiwo  ni  governo  della  Colonia.  Egli  rianimò 
gli  si)auriti.  Fortiticò  Tripoli  per  un  cerchio 
di  quaranta  chilometri.  Zuara  fu  rioct-upata. 
Homs  fu  alle-itita  a  difesa  come  Tripoli.  In 
breve  fu  organizzalo  a  difesa  il  tj-iangolo 
Gargaresch-Ain  Zara-Tagiura.  11  dominio  ter- 
ritoriale della  parte  più  importante  della  Co- 
lonia fu  saldamente  restituito  alla  madre  Pa- 
tria ed  ai  suoi  migliori  destini. 

Onore  a  Giovanni  Ameglio,  indiscusso,  in- 
discutibile, salvatore  della  Colonia  libica, 

A.  Tbagni. 


I^e  autotrattrici  nella  nostra  guerra. 


Le  autotrattrici  impiegate  dal  nostro  eser- 
cito al  fronte  non  devono  confondersi  e  per 
l'impiego  e  per  la  organizzazione  colle  se- 
zioni dei  reparti  automobilistici  in  genera'e. 

Le  autotrattrici  hanno  il  compilo  speciale 
di  preparare  le  grandi  azioni  col  trasportare 
in  posizione  i  grossi  e  medi  calibri  con  grande 
rapidità  e  sono  utili  anche  durante  le  azioni 
stesse  per  cambiare  di  posizione  con  celerità 
sorprendente,  a  secon  ia  dei  concetti  tattici 
dei  comandi,  le  bocche  da  fuoco,  lo  artiglie- 
rie. Esse  costituiscono  l'applicazione  più  mo- 
derna e  più  utile  dell'automobile  o  meglio 
del  motore  nell'azione  guerresca. 

Ad  esse  st  deve  se  in  breve  spazio  di  tem- 
po nuove  azioni  possono  susseguirsi  ad  altre 
azioni,  dato  che  naturale  corollario  di  ogni 
avanzata  sia  la  necessità  di  portare  più  avanti 
le  artiglierie,  orgauiz  anici  della  vittoria.  Alle 
autotrattrici  si  deve  se  in  alta  montagna,  in 
luoghi  impraricabili,  nelle  posizioni  più  sfa- 
vorevoli al  traino  si  è  potuto  portare  il  m.as- 


simo  dei  nostri  obici,  il  305  ed  i  suoi  fratelli 
grandi  e  piccini  come  il  2S0.  il  2(50,  il  149.  ecc. 

Il  nostro  esercito  ha  adottato  tre  ti]>i  di 
trattrici:  le  Fiat,  le  Pavesi-Toletti,  ambedue 
di  brevetto  e  costruzione  italiana,  e  le  Soller 
costruite  pur  es^e  in  Italia  ma  di  brevetto 
straniero. 

Sono  macchine  potentissime  che  hanno 
dispositivi  speciali  adatti  al  traino  e  creati 
unicamente  per  h" impiego  guerresca  con -e- 
pite  per  nuove  difficoltà,  per  imprevedute  ne- 
cessità sorte  tutte  ad  un  trat'o  ed  afl'acciatesi 
allo  studio  dei  nostri  tecnici. 

I  primi  due  t  pi  sono  muniti  di  una  spe- 
cie di  argano  chiamato  comunemente  verri- 
cello che  agisce  per  mezzo  d.A  motore  stesso 
e  che  serve  a  far  superare  alle  b  )cche  da 
fuoco  più  mastodontiche,  le  pendenze  pia 
forti,  le  asperità  magg.ori  e  le  posi/^ioni  più 
impervie. 

Per  dare  poi  maggiore  aderenza  alle  mac- 
chine, aderenza  necessaria  dovendosi  traspu*- 


Traino  di  un  pezzo 


di  marina  con  niacchiue  FIAT. 

(Fot.  eseyuita  dal  G»  reparto  autotrattrici). 


-  58;^ 


Manovra  col  verricello  per  dÌ8Ìiiipp<c'iTe  in  terreno  laiigoso  e  ili  lor.e  peiideuza 
un»  bocca  ili  medio  cnlibio. 

(B'ot.  eseguita  dal  0°  reparto  atttotrattrici). 


tare  siffatti  pesi,  tutti  e  tre  questi  ti])!  hanno 
!.■  ruote  motrici  munite  di  apparecchi  ditTe- 
icuti  l'uno  dall'uUr».  ingegnosi  tutti  e  tre  e 
che  servono  miraiìiimente  ali" importantis- 
simo scopo  sopr;iennnc  a  o. 

Le   Fiat   e  le  Soller  lanno  applicato  alle 
ruDte  motrici  una  sorta  di  cremagliera  svol- 
-•Mitesi  cui  la  ruota  per  cosi  ilire  si  abbriinca. 
f.Miella    delle   prime,   facilmente   ai)piicab:|p. 
iliiamasl   "cinijoìo,,  e  dato  appunto  che  si 
pilo  mettere    e    toglierò   rapidamonte,   per- 
ette lilla  maccliina  di  spostarsi  facilmente, 
s;i  questa  nti  issima  per  la  rapida  disloca- 
j  le  delle  bocche  da  fuoco. 
L'apparecchio    delle  Seller  chiamasi   in- 
1  ••  "  apparcci'hio  a  piastre  ,  ed  ha  qualche 
.1  di  simi'e  al  sistema  di  movimento  delle 
1  chine  blindile  che  ora  gli  inglesi  adope- 
lo  sul   loro   fronte    per  abbattere  la  resi- 
nza  ncm  ca  e  che  essi  chiamano  "  serb  i- 
i  ,  e  "  dread.iwUi,'ht  terrestri  -.  Le  l'avesi- 


Toletti  hanno  invece  un  apparecchio  a  pattini 
che  pur  e  so  risponde  ejregiamente  allo  scopo 
e  che  ò  solidale  alla  ruota  motrice. 

Le  Pavesi-Toletfi  inoltre  sono  fornite  di 
una  gru  che  facilmente  si  può  arma'  e  e  che 
serve  a  sollevare  coli' aiuto  del  cavo  del  ver- 
ricello pesi  grandiosi  come  lo  sono  le  nostre 
bocche  da  fuoco.  Si  comprenderà  di  leggieri 
li  loro  utilità  »pec:almente  nelle  manovre  di 
batteria, 

I  parchi  e  reparti  di  autotrattrici  dipen- 
dono direttamente  e  unicimentc  dai  comandi 
d'arma  a  e  di  corpo  d'armata  d'artiglieria. 

Bisogna  poi  riconoscere  che  accanto  alle 
macchine  si  e  creato  un  per-ona'e  oitimo  e 
sfìecial  Z7ato  che  ha  acquistato  unii  grande 
pratica  e  che  con  spirito  di  vacriticio  mira- 
bile ha  saputo  lavorare  intensamente  quando 
necessità  di  <  ose  lo  richiedevano  e  soppor- 
talo 0;jni  di' agio  con  un  solo  pensiero  supe- 
rbo! e,  la  vittoria  delle  nostre  armi  gloriose! 


limi iiiiiiiiiniiiiiiiiniiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiitittiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii 

Imperiose  necessità  di  spazio  ci  obbligano  a  ri- 
mandare all'anno  prossimo  le  Cronache  dì  Lettera- 
tura, Scienza  ed  Arti  -  del  Teatro  -  delle  Inaugu- 
razioni, Commemorazioni,  Congressi,  ecc. 


584 


L'Automobile  e  la  Guerra. 


S.  M.  il  Re  Vittorio  Emanue'e  III  col  generalissimo  francese  JofFre. 


La  FIAT  e  la  Guerra  mondiale. 

Quando  si  scriverà  la  storia  dt'll'  ini-  importanza  e  lia  sconvolto  così  coni- 
mane  conflitto,  die  lia  mutato  la  carta  lìlctamente,  col  sut)  deciso  intervento, 
del  mondo  sul  pi'ineipio  del  secolo  XX  norme  e  sistemi  di  liattagliii. 
(e  lo  storico  futuro,  per 
poter  serenamente  esal- 
tare tutte  le  cose  buone 
e  grandi  e  utili  che  la 
guerra  avr?»  rivelato  o 
messo  in  rilievo,  dovrà 
non  aver  veduto,  come 
noi,  col  propri  occhi, 
tutti  gli  orrori,  le  car- 
nefìcine  e  le  barbarie  di 
([uesta  terribile  guerra) 
un  capitolo  speciale  do- 
vrà essere  risei'vato  al- 
l' automobilismo,  il  nuo- 
vo e  geniale  mezzo  di  lo- 
como/Aone,  che  se  non 
era  al  suo  debutto  nel 
cruento  cami»()  delle 
guerre,  lia  jierò  in  que- 
sta occasione  spiegato  ujja  trattrice  FIAT  traina  uno  dei  più  pesanti  mortui 
tutta    la,   sua    immensa  dell'artiglieria  italiana. 


5S5  - 
È  oniiai  scienza  acciuisita  ih-i  |tiii  che 
uno  dei  toetììcijMiti  «Umìsìvì  della  vittoria 
della  Mania  —  che  ha  salvato  Parij^i  dal- 
l' orde  liarbariehe  ehe  erano  alle  sue 
porte   —  IKT  il  iiiii'Mcoloso  tras]t()it»)  «li 


l  iia  colon  r  a  di  autocairi  FI  Al'  destinata  al  Governo  tran 
nieatre  sta  per  passare  la  frontiera. 

un  corpo  d'annata,  tatto  in  una  notte 
•  lujjli  untohiiit  di  Parijii,  come  la  nioriosa 
(Onanista  di  Gorizia  da  parte  dell' eser- 
cito italiano  tu  possibile  per  1'  aiuto  jjran- 
dissinn)  «lato  dai  trasporti  antoniobili  clic 
lianno    ])ennesso    il    lul- 

niineo  trasloco  <lal  Tren-       

tino  all'Isonzo  <li  inii>or- 
tanti  masse  il' nomini  e 
di  numerosi  pezzi  d' ar- 
ti jilieria. 

Come  jnire  ^  stato 
il»etnto  da  ojrni  corri- 
spondente di  guerra  — 
clic  ha  visitato  il  nostro 
as])ro  fronte  —  ohe  ai 
miracoli  d'eroismo  del 
soldato  italiano,  corri- 
siHiudono  altri  miracoli 
ni-i  servizi  logistici  e 
di  ai)provviponamento 
pei  quali  r  automobile 
iiil»presenta  la  soluzione 
di  i»r<ddemi  inijutrtantis- 
sind  e  ditticilissimi,  in 
rejjioni  di  alta  monta«;na 
e  in  zone  sprovviste  di 
servizi  ferroviari. 


vizi    di  guerra  —  rai)presenta  «no  dei 
l)iù   alti   coefficienti   di   vittoria  per  un 
esendto  in  cami)agmi,  una  nuova  valu- 
tazione ed  un'  importanza  che  esorbita 
dal   cam]>o  commerciale  e<l  industriale, 
va.    ri<'ono8ciuta    all'  in- 
dustria    automobilistica 
rivelatasi    nei    diversi 
paesi   come   la   migliore 
aUeata  del  suo  governo 
pel   successo  tinaie. 

Secondo  (piesta  nuo- 
va valutazione    dell'au- 
tomobilismo, risulta  che 
tanto     \n\\     efìieace     fu 
l'aiuto  ladflove  ]>ii"i  pro- 
gredita e  forte  era  l'in- 
<lustria  i'  là  «love  il  buon 
volere    e  il   i)atri«)ttismo 
dei    suoi    capi    nidla   ha 
risi>armiat«)     perchè     il 
coneor.'O    fosse    ju'onto, 
largo,  v«d«'nteroso  e  po- 
t«'nte    «pianto    possibile. 
2s'iun    dubbio,   anclie 
a  giudizio  degli  stranie- 
ri,   «'he   in    questa    gara 
«li  aiuti  e  «li  aj)i)oggi  al 
))ro])rio    i>aes<'    «la  ]>ai1(' 
le.ir  industria  autom«>bilistica.  l'Italia  e 
itata  uini  «Ielle  nazioni  tra  le  più  favo- 
•orite  e  fra  tutte  tiene  un  meritato  ])ii- 
uato  di  benenn-renze  e  «li  ammirazioni 
a   FIAT,  la  gran.b>  «■  già  vittoriosa  lab- 


Trattrici  FIAT  ohe  hanno  trascinato  nella  zona  C'amica 
un  pesante  cannone  dell'artiglieria  Italiana. 


S<',  «luiMjue.  r  automobilismo  —  colle 
sue  svariate  appliea/iuui  ai  diverbi  ser- 


bri«'a    t«)rinese  «1 
in  tcni]>o  «lì  pac« 
l»iù    i>«>tcnti    e   p«'rf<'tti 
striali    e   che  ha  sapiit 


lutoniobìli.   «-1 
rap|>r«'sentavii 


an 


uno  «I 
nismi  imi 
Il    una  ra| 


(litÀ  e  un  ceru^jgiu  degni  d'usui  plauou, 


-  5BG  — 
prontamente  e  genialmente  trasfurinarHl  Aa  una  vettura  FIAT  toccò  api)unt.> 

e   completarsi   per  dare  al  governo  del    1' puore  di  entrare  prima  in  Gorizia.  In 
suo  paese  e  anche  a  quelli  degli  Alleati    ogni  fronte  alleato  lo  vetture  e  gli  an- 

—  una  i)roduzionc  miracolosa  per  quan-    tocarri  FIAT  segnano  quotidianamente 
tità  e  (jualità  di  i)rodotti 

—  acquistando  sicuri  ti- 
toli alla  riconoscenza  del- 
l' esercito  e  della  marina 
italiana  e  (quindi  dell'  in- 
tevii   nostra   i)ati'ia. 

Dal]*'  in(>lli]iljcautesi 
oflìcine  di  Corso  Dante 
(che  avranno  ben  presto 
una  degna  filiazione  nei 
grandiosi  nuovi  stahìli- 
nienti  del  Lingotto)  sono 
usciti  ed  escono  giornal- 
mente, dall'  inizio  della 
guerra  euroj)ea,  centinaia 
e  migliaia  di  carri  e  di 
vetture,  di  caini ons  e 
d' ambulanze,  che  costi- 
tuiscono una  forte  per- 
centuale del  nostro  eser- 
cito rotabile,  clic  ?■  il  com- 
pagno fido,  r  aiuto  sicuro 
di  queir  altro  meraviglioso  esercito  no 
stro  che  diuturnamente  compie  (juei  mi 


Una  colonna  sanitaria  FIAT. 

un    trionfo  dell'industria  italiana  e  ac- 
quistano titoli  di  riconoscenza  pel  nome 


Gruppo  di  autocarri  FIAT  in  servizio 


racoli  d'eroismo  che  sono  ]o  scalate  d'Italia;  dietro  ogni  colonna^  in  ìnarcia 
deUe  Dolomiti,  la  conquista  del  Carso,  corrono  centinaia  di  autocarri  FIAT  i)or- 
r assalto  di  Gorizia!  tanti  viveri,  munizioni  e  rinforzi,  tanto 


—  587  — 


t 

ìBBfi^^ 

isni 

m 

■ 

m 

i 

\ 

1 
.1 

1: 

i 

Le  trattiici_FIAT  rendono  preziosi  servizi  all' esercito  francese 
che  combatte  sulla  Mosn. 


tlic   pel   soldato   coiubattcnite   ormili   il  vetture  fotoelettriche,  i  carri  officina,  i 

nome  di  FIAT  etiiiivale  a  ([uello  d'  iiu  curri  cisterua,  ecc. 

amico  e  d'un  aiuto.  E  tutto  (piesto  la  FIAT  lia  fatto  e 

A    Salonicco,   come  a  Verdun,  nelle  continua  a  fare  (senza  contare  tutti  «ili 

Fiandre  come  a  Vallona.  sulle  Alpi  come  altri   rami    della  sua  meravigliosa  atti- 


Torpedo  modello  70  -=  15-18  HP. 


in  Russia  ad  alcuni  dc<;li  c])isodi  più 
gloriosi  della  grande  guerra  europea  h 
legato  indissctliiltilniente  il  nome  vilt(»- 
rioso  «Iella  FIAT,  i  più  p<'saii1i  «•ol«)ssi 
«Iella  nostra  artiglieria  raggiungono  le 
l»iii  alt»'  v«-tte  alpin»'.  spess«'  volte,  gra- 
zie alle  potentissime  trattri«i  FIAT, 
come  FIAT  sono  1  carri  ambulanza,  le 


vita)  —  i>ur  conservan«lo  la  sua  abituale 
ed  a«-curata  i>ro«lu/-ione  jud  i>uld»lico  - 
anzi  stu«liando  un  tipo  unico,  prati«'o  i 
«•«»nveni«Mitissiino  «die  sta  ]mm'  essere  laii 
ciaf»»  in  eomniercio  e  «-Ik-  pr«im«'tte  su 
pei-are  1*  indimeiiticaltile  success»)  th'lla 
sua  vettun'ttji  tipo  Zero. 

Peusandu  a  questo  culuasalo  orgaui- 


588  - 


La  produzione  di  un  giorno  della  FIAT. 


sino,  c-lic  uu  lavoro  tenace  e  una  fede  rol;i  mh'aeolo  ])erde  ogni  suo  astratto 
ancor  ])iìi  tenace  luinuo  sa])uto  creare,  signiticato,  mentre  T  ammirazione  si  con- 
sostenere, accrescere  e  ingrandire  1iiu>  fonde  con  la  soddisfazione  del  nostro 
all'attuale  inijxìrtanza   niondiale.  la  i)a-  orgoglio  d'italiani! 


Un'autoambuliinzii  FIAT  che  ha  reso  preziosi  servizi. 


FIAT 


Su  ogni  fronte  alleato  le  vetture  e 
gli  autocarri  FIAT  segnano  quoti- 
tidianamente  un  trionfo  dell'  Indu- 
stria italiana.  ■■■■■■■ 


t0ta0>0*t^mm0m0m^^0»0ti0^0m0 


58!) 


L/' Acquedotto    Pugliese. 


DI  questa  colos^alo  ope  ;i,  rt-'i^iia  ilo,'li  ar- 
duneiiti  romani,  l'Almanacco  Italiano  ilei  1*J15 
pariò  a  lungo  (pag.  291  e  spgg.l.  In  grazia  di 
cortesi  coniiinicazioni  deirUrtioio  Speciale  del 
(leni»»  Civile  per  l'Acciuedotto  Pugliese  con 
sede  in  Bari,  possiamo  a.'giungere  alt-uni  pre- 
ziosi dati  teeuici  conxplementaii  snllo  stato 
attuale  degli  importanti  lavo:i,  e  al  tempo 
stes-o  ci  è  porla  occasione  di  i  iparare  a  u.'ia 
non  lieve  omissione  del  primo  articolo.  Poi- 


cliè  non  tu  allora  dftlo  c!ie  il  progetto  dofini- 
tivo,  presentato  nell'ottobre  ly02.  dall'  niicio 
HpeciiWe,  per  disposizioni  date  dal  ministro 
Giusso,  progetto  nuovo  e  affatto  diverso  dai 
precedenti,  e  che  servi  di  base  alla  costrn- 
zione  dell'opera,  fu  compilato  dall' Ingegnere 
Capo  coinm.  Michele  M;igliotta,  a'tnale  diret- 
tore dei  lavori  per  conto  dello  Srato. 

Mentre  scriviamo  (settembre  l'JlO)  le  parti 
dell'opera  sinora  costruito  sono  le  seguenti: 


l.fl  Canale  principale   da  Caposole  a  Villa  Castelli,  collau- 
dato nel  marzo  191')  con  l'elici  risultati chi!. 


2.0  Diramazioni  hella  Puovincia  di  Foggia: 

Diramazione  primaria,  costituita  da  canale  praticabile 
in  muratura  per  cliil.  ii2  e  da  sifoni  per  chil.  14.  —  È  co- 
struita la  parte  muraria  per « 

Diramazione  per  Ceriguola,  col  serbatoio  in  muratura 
della  capacità  di  (JOUD  me „ 

In  uno chil. 

3/  Diramazioni  hella  Piiovincta  m  Bari  : 

Otto  diramazioni,  per  le  quali  l'acqna  del  Sele  è  for- 
nita a  32  centri  al)itati,  che  contano  più  di  530  mila  abi- 
tami, Ira  cui  Bari,  Barletta,  Adria,  Corato,  ecc „ 

Sono  in  costruzione  altre  cinque  diramazioni,  dello 
sviluppo  complessivo  di  chil.  44.  —  I  traiti  costruiti  uii- 
suraiic -    . 


In  uno 


chil. 


3r  Serbatoi  in  muratura  nella  provincia  di  Bari,  della 
capacità  utile  complessiva  di  74  mila  metri  cubi  di  acqua 
(Ira  i;ui  quello  di  Bari  della  capacità  di  me.  12000,  quello 
di  Barletta  della  capacità  di  me.  6400,  di  Adria  me.  6000). 

Diramazioni  della  Provincia  di  Lecce: 

Diramazioni  per  Grottaglie  e  Taranto,  che  sono  già  for- 
nite dell'acqua  del  Sele,  e  per  S.  Gi<u-gio  sotto  Taranto.      , 

4  Serbatoi  in  muratura  per  Taranto  (mo.  16000),  per 
Grottaglie  (me.  1930),  S.  Giorgio  (me.  800)  e  .Martina  Fran- 
ca (me.  5300). 

Sono  in  costruzione  LE  brevi  condotte  per  Calitrl,  in 
Provincia  di  Avellino  e  per  Venosa  in  Provine. a  di  Potenza. 

lETi  DI  Tubolature  pe:i  le  di.stribuzioni  urbane: 

Nella  provincia  di  Bari „ 

Per  Grottaglie  e  S.  Giorgio  ncila  provincia  di  Lev  ce.    .    . 

In  uno chil. 


LUNGIIKZ/K 
parì^iali  totali 

244  244 


22 


38 


16.- 


3 


168 


I 

^^B  Restano  da  costruire  circa  120)  chilometri  di  diramazioni  diverse,  di  cui  2->0  nel  Fo 
^^B^'ano  e  710  nel  Leccese,  nonché  (130  <'hiloiuetri  di  tubolature  nel  centri  abitati,  per  poi' 
^^Klistribuire  l'acqua  del  Sele  ad  altri  222  centri,  oltre  i  34,  ai  quali  è  .stata  fornita  dai  in.:: 
^^f^io  1915  sino  ad  ora. 

La  popolazione,  che  lia  finora  il  bcnelieio  dell'acqua  del  Sele,  conta  più  di  600  mila  abi- 
tanti; dovranno  averla  circa  1,400,000  aliitanM. 


LU.N'CiUK/ZA 


chi!. 


305 


800 


Diverse  circostanze,  nonché  le  dlt!ico't:i 
dipendenti  dallo  stato  di  guerra  bau  fitto 
r  llentare  la  e  )striizione,  che  ora  piio  dirsi 
sospesa,  attendendosi  soltanto  al  coiuph'ta- 
monto  ed  alla  sistemazione  delle  parti  co- 
stui ite. 

È  in  corso  una  grave  e  complessa  ver- 
tenza fra  lo  Stato  e   la  Società  concessiona- 


ria per  il  rita:  do  nello  sviluppo  dei  lavor 
e  spec'al  nente  di  quelli  che  interes*<ano  ! 
Provincie  di  Foggia  e  di  Lecce,  poiché,  g  ■'. 
sta  la  convenzione  ui>provata  con  la  Leg;^' 
21  luglio  191 1,  una  parte  rilevante  doveva  es- 
sere compiuta  il  31  dicembre  l'.»14  ed  il  resto 
non  pia  tarili  del  6  ugosio  l'.ilt>. 

JL.'Almanacco  Italiano. 


-  590  - 


I  LAVORI  DELL'ACQUEDOTTO  PUGLIESE 


t  LAVORI  DELL'ACQUEDOTTO  PUGLIESE 


^^'^^ 


poS^^-«1^'---^;:--^^.^..u^^^^^ 


per  la  luaghezza  totale  di  circa  sette  ki 


Ferrovia  .li  servizi,,  p^^r  la  costruzioue  della  galleria 


galleria  delle  Murgie. 


ottobre  1915  -  Settembre  1016. 

(NB.  —  I  caduti  nella  nostra  giiena  sono  riuiiili  nelle  iilti/ne  pigine). 


Abbate  dott.  Onofrio  pascià,  ri,  Palermo 
1820,  paitecipò  alla  livolnzioiie  siciliana 
del  1848  e  alla  spedizione  dei  Mille,  emi- 
grato in  Egitto  fu  medico  di  vari  Kedlve, 
era  presidente  della  Società  Geografica  Khe- 
diviale.  t  Cairo,  ottobi-e. 

Abignente  avv.  Giovanni,  di  Sarna  (Abruzzi', 
di  a.  01,  da  quattro  legisbiture  deputato  del 
col  agio  di  Mercato  Saiì  Severino,  fu  pre- 
sidente della  Giunta  del  Bilancio,  era  li- 
bero docente  di  storia  del  diritto  nell'univ. 
di  Napoli,  t  Roma,  24  febbraio. 

Alexander  Lucia  nata  Southite,  di  a.  105,  mi- 
lionaiia  americana,  che  da  47  anni  viveva 
in  un  albergo  a  Firenze,  t  ivi,  20  maggio. 

Alli  Mao 'urani  march,  avv.  Claudio,  di  a.  86, 
già  deputato  al  Parlamento  e  deputato  pro- 
vinciale di  Firenze,  t  Gambassi  (Firenze), 
3  marzo. 

Allodi  Aldobrandino,  tenente  generale  neTla 
riserva,  fu  a  capo  dell'istituto  Geogralico 
Militare,  t  Pozzuoli,  5  marzo. 

Aloisi  Cesare,  di  a.  90,  venerando  patriota, 
uno  degli  ultimi  superstiti  del  battajrlione 
tiorentino  che  partecipò  alle  campagne  del 
'48  e  '49.  t  Firenze,  12  gennaio. 

Altichieri  dott,  Bartolomeo,  presidente  del- 
l'ordine dei  medici  della  prov.  di  Porto 
Maurizio,  t  Ospedaletti  Ligure,  1 7  .settembre. 

Amoretti  Carlo,  viceammiraglio  a  riposo,  t  San 
Remo,  4  aprile. 

Andrade  (D'j  Alfredo,  di  a.  76,  n.  Lisbona, 
ma  ormai  italiano  per  affetto  e  per  lun^a 
dimora,  pittoie  e  architetto  valoroso,  au- 
tore di  felicissimi  restauri  di  monumenti 
in  Piemonte  e  in  Lianria,  fra  i  quali  i  ca- 
sielli  di  Fenis  e  di  Verrès  che  rega'ò  allo 
Sta'o;  era  dal  1885  soprintendente  dei  mo- 
numenti del  Piemonte  e  della  Liguria,  t  Ge- 
nova, 30  novemiire. 

Anti  ing.  G..  aurore  di  importanti  opeie  pub- 
bliche nel  ]"()!es'ne.  t  Verona,  ottobre. 

Antico  Vico,  d'  a.  40,  libero  docente  e  assi- 
stente pies-o  la  Clinici  patolou'ii  a  di  Pisa, 
piestava  servizio  coiu'  l)atierii)lo':o  negli 
ospedali  militari,  t  Cremona,  2  gennaio. 

Antona  Alfonso,  ingegner  cnpo  del  GcJiio  Ci- 
vile, t  Piacenza,  11  dicembre. 


Antoiiiotti  don  Paolo,  n.  Casa  del  Bosco,  fiaz, 
di  Sostegno  (Biella)  1840,  parrojo  nel  suo 
paese  natale  dove  aveva  fatto  prosperare 
l'apicoltura  e  l'isi-ruzione;  scrisse  di  eco- 
nomia, di  agrar-a,  di  cose  sociali:  fu  fatto 
cavaliere  del  lavo  o,  ed  ebbe  molte  alt  e 
onoiificenze  e  puhbliche  cariche,  frale  quali 
quella  di  presidente  del  Comizio  Agrario 
di  Biella    t  Casa  del  Bosco.  9  marzo. 

Antony  Ubaldo,  prof.-^ord.  di  chimica  gene- 
rale inorganica  al  R.  Politecnico  di  Milano. 
t  Milano,  6  gennaio. 

Aprile  bar.  avv.  Pietro,  fu  deputato  di  Re- 
galbuto  per  6  legislature,  dalla  Itì»  alia  23». 
t  Catania,  giugno. 

Arnolson.  vincitore  del  premio  Nobel  per  la 
pace  nel  l'.)U8.  t  Stoccolmi,  21  febbraio. 

Arrighi  nob.  Giacomo,  generale,  t  Desenzauo, 
7  settembre. 

As  inith  avv.  Raimcnido,  di  a,  37,  fi,'Ho  pri- 
mogenito del  Primo  ministro  ingles.;,  de- 
putato al  Parlamento;  si  era  arruolato  coinè 
semplice  solda'o,  ora  era  tenente  dei  gra- 
natieri della  guardia,  t  in  combattimento 
in  Francia,  settembie. 

Avarna  (D')  Giuseppe,  dei  ducili  di  Gualtieri, 
11.  Palermo  18 j3,  vecchio  diploJiiatico  ita- 
liano, fu  ambasciatore  a  Vienna  dopo  il  ri- 
tiro di  Nigra  e  fino  allo  scoppio  della  no- 
stra guerra;  era  senatore  dal  1909.  t  Roma, 
31  marzo. 

Ayra  Giovanni,  di  St  ambino  C'anav^se  'To- 
rino), direttore  della  sede  di  Genova  del 
Banco  di  Napoli,  f  (Genova,  20  agosto. 

Baccelli  Guido,  n.  Roma  25  novembre  1832. 
clinico  illustre,  meritamente  famoso  per 
i  suoi  stuili  sulla  patolo„'ia  del  cuore  e  del- 
l'aorta, sulla  malaria,  sulla  cura  di  varie 
malattie  con  iniezioni  endovenose  ecc.:  pro- 
fesso! e  all'università  di  Roma  dal  ls.i7  ; 
deputato  di  Homi  dal  1874  per  13  legisla- 
ture, quattro  volte  ministro  dell'  Istruzione, 
e  una  di  Agricoltura,  Imlustria  e  Gomimr- 
cio;  promotore  del  Policlinico,  de'la  Pas- 
seggiata Archeologica,  della  Festa  degli  Al- 
beri, della  bonifica  dell'Agro  Romano,  t  Bo- 
jua,  10  gennaio. 


-  503  - 


Alfredo  d'Andradb 


Paolo  Axtoniotti 


Guido  Baccelli 


Baccon  Carlo,  di  a.  66,  generale  nella  riserva. 
t  Chioiuonte  (Torino),  14  aprile. 

Bagnnsi'O  Coardi  di  Carpeiietto  mai-ch.  Ema- 
nuele, che  fu  rappreseiifaiite  di  Cuor<;iiè 
nelle  XX  e  XXI  le;,'is!.  t  Torino,  4  niagf^io. 

l'-aldanza  dott.  Andrea,  maggiore  generale 
medico  a  riposo    t  Napoli,  '1  maggio. 

l'.allesio  Giauibartista,  n.  Chieri  1813,  dirt^t- 
tore  delia  (ìaz^ftla  Ufpcinle  del  Regno,  di- 
resse per  nioltis-imi  anni  il  Diritto  di  Ro- 
iia.  compose  pregiate  opere  storiche  e  let- 
t(  raiie,  fra  le  quali  la  Fia^eoloytfi  tn'iana. 
1  Roma,  19  a,'osio.  improvvisamente. 

Billestrino  march.  Carlo,  di  a.  75,  console 
_'euerale  del  Guatemala  a  Uenova  e  decano 
lei  corpo  consolare,  t  Genova,  novembre, 
ilzani  conte  Ugo,  n.  Roma  1847.  storico,  ler 
molti  anni  presidente  della  Società  Homana 
di  Storia  Patri.i,  noto  per  i  suoi  studi  sul 
monast-ro   di  Farfa.  t  Roma,  27  febbraio. 

l'anrt  Ftbo,  n.  Legnano  1852,  industriale,  ca- 
valiere del  lavoro,  gerente  delle  Manifat- 
ture di  Legnano,  t  Milano,  31  gennaio, 

]ia  agioa  prof.  Emilio,  condirettore  dell'Isti- 
tiifo  jn  ernaziorale  lìa;  agiola.  t  Riva  San 
Vita*«*(Cauton  Ticinn),  6  ago.sto. 

Barcsani  Carlo, industriale.t  Brescia,  16  luglio. 

Barnabò  Angelo,  di  a.  .59,  cavalie:e  del  lavoro, 
agricoltore,  fonda! ore  del  Grand  Hotel  di 
Misurina  e  di  altri  grandi  alberghi  del  Ca- 
dore, t  AnroMzo.  20  marzo, 
loncini  dott,  Raffaele,  n.  Imola  1S.')0,  va- 
•nte  psichiatra,  direttore  del  Manicomio 
'leir Osservanza,  t  Imola,  17  aprile. 

li.iione  Stefano,  tenente  colonnello  a  riposo, 
presidente  della  Cassa  di  Risparmio  della 
Spezia,  t  ivi,  4  settembre. 

r.artocclni  avv.  Nicola,  t  Roma,  1°  settembre, 

li.i' tolini  mons.  Agostino,  di  a.  79,  canonico 
di  S.  Pietro  in  Vaticano,  letterato  e  poeta, 
custode  generale  d' A  rcadia.  t  Roma,  3  nnir/.o. 

Barucci  Pio,  romano,  npoitma»,  giii  appa.ssio- 
nato  canottiere:  fece  con  nn  com[iagn(i  il 
viaggio  da  Ripetta  a  Paiigi  in  due  *  bat 
tane  „  romanesche,  t  Roma,  dicembre. 

Bassani  Francesco,  n,  Thieno  (Vicen/ai  l.S.">3, 
prof,  di  geologia  nella  nniv,  di  Napoli,  f  Ca- 
pri, aprile. 

Battigelli  Valentino,  di  a.  97,  superstite  del 
300  difensori  della  ero  ca  O.soppo  nel  1848. 
t  03opi)0,  ai>ri!e. 

Battistella  Arrigo,  di  Palmanova,  di  a,  38,  ca- 
pitano degli  alpini,  residente  civile  e  mi- 


litare  a  Buio  Burti,  nella  Somalia,  t  ivi, 
27  marzo. 

Bazzichelli  Arnaldo,  di  Viterbo,  cavaliere  del 
lavoro,  bonificatore  di  Castel  d'Asso  nel  Vi- 
terbese, t  Viterbo,  10  agosto. 

Bollati  Giuseppe,  n.  Chiavenna  1841,  tenente 
generale  a  riposo,  volontario  garibaldino 
nel  1859  e  1860,  fu  comar.dante  generale 
dell'arma   dei  RR.  <3C.  t  Como,  11  luglio. 

Bellini  Ferruccio,  genovese,  di  a.  62,  grande 
artista  del  tf  atro  dialettale  veneziano  che 
aveva  cominciato  a  interpretare  entrando 
nella  compagnia  di  Giacinto  (Tallina,  t  lio- 
nia,  2y  febbraio,  improvvisame:ite. 

Benini  Vittorio,  prof,  di  lìlosotia  al  Liceo 
Dante  di  Firenze,  t  Verona,  8  dicembre. 

Bereita  .\ngelo,  di  a.  5J<,  consigliere  di  corte 
d'appello,  t  Milano,  19  aprile,  improvvisa- 
mente per  una  cadu'a. 

Bernagozzi  Federico,  n.  Portom.aggiore  1860, 
pittore  ritrattista  valorosissimo,  t  Ferrara, 
1°  febbraio. 

Beitanino  Micliele,  di  a.  86,  vecchio  patriota: 
egli  col  padre  condnceva  un'osteria  a  Ge- 
nova dove  tennero  le  loro  si  grete  radunate 
i  Mille  prima  di  partire,  t  Genova,  27  di- 
cembre, 

Berrini   ing.  Angelo,   di  Milano,  di  a.  58,  di- 

■  rettore  generale  della  Società  elettrica  Edi- 
son sin  dalla  fondazii^ne.  t  Roma,  8  dicem- 
b:e.  improvvisamente. 

Bertola:'.zi  Carlo,  notaio,  scrittore  dramma- 
tico applaudito  pel  teatro  italiano,  mila- 
nese e  veneziano,  f  Milano,  2  giugno. 

Bertolini  Gino,  di  :i.  43,  scr.ttore  di  psicologia 
sociale,  t  .\ndorno,  8  giugno,  per  suicidio. 

Bertolotti  Adolfo,  ten.  colonn.  di  cavalleria, 
direttore  del  Deposito  Allev.  Cavalli  del 
Lazio,  t  Montemaggiore  (Roma),  14  marzo. 

Bettoli  Lino.maggior  generale,  t  Parma,  15  no- 
vembre. 

Rettolo  conte  Giovanni,  n.  Genova  2.'!  mag- 
gio 1846,  viceammiraglio  della  riserva,  de- 
putato d alla  XVIl  logisl,,  prima  del  coli,  di 
(ìenova,  poi  di  quello  di  Recco,  tre  volte 
ministro  della  marina,  capo  di  .><tato  mag- 
giore della  marina  lincile  nel  1911  non  dovè 
lasciare  il  servizio  per  l  limiti  d'età,  bene- 
merito del  rinnovamento  deila  flotta  ita- 
liana: ade-<só  era  presidente  generale  della 
Lega  Navale  Italiaini.  t  Roma,  7  aprile. 

Biagio  (P.t,  dei  Fratelli  della  Dottrina  Cri- 
stiana, grande    organizzatore    di    ni^uadre 


—  5f)4 


G.  B.  l>Ai.r.Ksio 


Fkukuccio  Bk.nix 


LO   Bl'.KTOLAZZI 


ginnastiche  cai  turche,  t  Boidighera.  no- 
vembre. 

15)<,'iiami  iiig.  Lui;^M,  di  a.  SO.  padre  doll'oii. 
l'aolò  deputato:  veterano  delle  guerre  del- 
l'indipendenza,  fu  coiisjgliere  provine  ale  e 
presidente  di  diverse  opeie  pie.  t  C'odogno 
(Mdanoj,  aprile. 

Bignami  Kodoìf'o,  diretto' e  della  do<:ana  e 
del  dazio  consumo  della  città  di  lloma. 
t  ivi,  10  settembre. 

Blzzozero  nob.  avv.  Carlo,  che  fu  pt  r  due 
legislature  depu-^ato  di  Varese,  t  Milano, 
dicembre. 

Boari  Videlino,  finaresc,  ultimo  super^-itite 
del  Battaglione  ilei  Ber-iagleri  del  lo  or- 
ganizzato -nel  IS-l.s  dal  march.  Tancredi 
Mosti  Estense,  t  Ferrara,  (5  mi;r/.o. 

Boasi  Stefano,  uno  dei  Mille,  fu  con  Gari- 
baldi anche  nel  Trentino  e  a  Mentana,  t  Ge- 
nova, 12  settembre. 

Bobba  Andrea,  di  a.  23,  n.  Ca  a'e  Monf.  ma 
da  anni  residente  in  Framia.  aviatore  no- 
tissimo, pilota  aviatore  volontario  nel.'t  >er- 
cito  francese,  ucciso  in  un  combattimento 
aereo  presso  Verdun,  nel  maggio. 

Bocci  ing.  Davide,  ispettore  del  Genio  Civile 
a  riposo,  presidente  onorano  del  Consij^lio 
Superiore  dei  Lavori  Pubblici,  t  Boma, 
22  novembre. 

Boggio  Antonio,  n.  Oriomono  (Piemonte)  1848, 
cavaliere  del  lavoro.  cost:uttore  di  grande 
operosità,  eo>trnì  molte  case  a  Torino,  a 
Genova,  a  Na;>oli,  a  Roma,  la  galleria  del 
Borgallo  sulla  Pai  ma-Spezia,  la  ferrovia 
Busca-Dronero,  ecc.  t  Koma.  .'2  mazo. 

Bo  Hot  Giorgio,  di  a.  33,  fanniso  campione 
automobilista,  ora  sottotenente  aviatore, 
decorato  delia  Legion  d'Onore  per  i  suoi 
coraggiosi  succe.ssi.  1  in  un  combattimento 
aereo  sopra  Belfort,  maggio. 

Bonafini  Edoardo,  di  a.  50,  attore  caratteri- 
sta, da  sette  anni  nel'a  compagnia  Bug- 
geri, t  Torino,  0  febbraio. 

Bonanno  Antoiììo,  di  a.  90,  veterano  del  '48-'49, 


caro  a  Garibaldi,  a  Crispi,  a  Rosolino  Pi- 
lo, ecc.  t  Lucca,  4  aprile. 

Bondi  Maria  Domenica,  di  a.  103.  j  Bilibiona 
(Arezzo),  luglio. 

Bonet  i  Adrasto,  mantovano,  di  a.  82,  tenente 
g-ineraie  nt  11 1  riserva;  aveva  fatto  tutte  le 
campagne  dell'Indipenden/a  nell'csercno 
reg  o  e  nel  e  milizie  garibaldin.e.  t  S.  .Alar- 
gherita  Ligure,  24  maggio. 

Uoii'.iovanni  Ambrogio,  n.  Lugo  1848,  en- 
dito.  bibiio^-rafo,  già  per  molti  anni  bildio- 
t( cario  della  Comunale  Trisi  di  Lugo.  t  Bo- 
logna, 1(5  luglio. 

Eomicini  Adolfo,  n.  Ma-salorabarda  1851,  i  a- 
valieie  del  lavoio,  tìglio  del  senatore  Euge- 
nio Bonvicini:  promosse  lo  sviluppo  in- 
dnstr  ale  delle  aziende  agricole  nella  sna 
regione  e  particolarmente  la  Borente  espor- 
tazione delle  pecche,  t  Massalombarda  (llii- 
venua),  8  gennaio. 

Bouker  Washiujjton,  di  a.  56,  mulatto,  nato 
da  una  schiava  negra  in  una  piaìitagione 
della  Virginia,  dedicò  la  vita  alla  lediii- 
zione  e  alla  elevazione  dei  ne^ri.  per  i  qvi;ili 
creo  e  diresse  un  grande  istituto  industriale 
a  Tuskegee  nell'Alabama,  t  ottoU^. 

Borgetti  ing.  Giu-<eppe,  tenente  generale  a 
riposo,  t  Ivrea,  23  marzo. 

Bosio  avv.  Angelo,  di  Alessa'.dria,  di  a.  8rt, 
dires-e  priira  l'ufficio  legale  del  Credito 
Fondiario  della  Banca  Nazionale,  poi  quello 
dell'Islituto  Italiano  di  Credito  Fondiario, 
t  Roma,  14*  marzo. 

Bosio  Pietro  Angelo,  di  a.  65,  noto  scenografo, 
t  Torino,  giugno. 

Bosio  (Ved.)  Rosa  nata  Venturi,  di  a  102; 
lascia  il  suo  palazzo  di  via  Pradovallo  e 
una  villa  all' Aecad-^mia  di  Pittura  e  Seul- 
tura  in  Verona,  t  Chiero  (Veronal,  agosfo. 

Bossola  Giuseppe,  n.  Vercelli  1829,  maestro 
di  musica,  visse  molto  a  Genova  dove  fu 
per  12  anni  direttore  della  banda  munì  i- 
pale.  t  Torre  ((Jubbio),  7  luglio. 

Bossotto  Domenico,  di  a.  IT,  già  famoso  giuo- 


STITICHEZZA  ABITUALE 

1  0  2  grani  prima  dei  pranzo 
Effetto  sicuro 

Seat.  105  grani  L.  3.— 
1/2  Scatola  L.  1.50 


505 


CiIOTAXNI   BkTTOI.O 


GUGLIRLMO    CaLDKKINI 


Luigi  Capuana 


patere  di  pallonp,  celebrato  da  De  Aniicis 
nel  libro  "  I  Rossi  e  i  Neri  „.  t  Torino,  di- 
cembre, nell'Ospizio  dei  Poveri,  dove  er;i 
riooverMto. 

Braniliilla  .Maria,  di  a.  87,  già  celebre  balle- 
rina sotto  lo  i;seudonini<)  di  Sofia  Fuoco, 
t  Carate  Lario  (Como),  gia;;iio. 

Drandts  Vittorio,  sociolo^jo  cartolico,  profes- 
sore alla  università  di  liovanio,  rip;irato 
in  Francia  dopo  la  distruzione  di  quella 
univeisità.  t  Le  Ilàvre,  dicembre. 

Bi-pnnan  Tomma-o.  vescovo  amerlcnno,  da 
circa  20  anni  d  morante  nel' abbazia  di 
(ìrottafeirata.  t  ivi,  marzo. 

Biicoli  avv.  Enrico,  primo  presidente  onora- 
rio di  Corte  d'appello.  I  Milano,  14  gennaio. 

BiiiTheati  Costantino,  mag>,More  di  fanteria, 
t  Boni  Ulid  (Tripolitani.ij,  suicidatosi  il  16 
maggio  perchè  prigioniero  dei  ribelli:  la 
mobilie  Maria  Br.ni  Paruiif^giani  Brighenti 
era  morta  a  Tarhuna  il  18  ^ringno  l'Jla 
combattendo  eroicamoii'.e  contro  i  ribelli 
medesimi. 

Brindejono  de  Moulinais,  uno  dei  più  noti 
aviatori  fruicesi.  t  presso  Verdun,  in  un 
accidente  di  aviazione,  agosto. 

Brockett  Ma.  gher.ta,  di  a.  105.  t  Bordighera, 
genna  o. 

BrugnoH  Annibale,  p.  Perugia  1843,  valente 
pittore  dt  co;  atore  ;  affrescò  il  teatro  lirico 
a  Milano  e  il  Costan/.i  a  Uoma,  il  Duomo 
d'Aquila,  ecc.  t  Perugia,  11  dicembre. 

Bruno  Luigi,  già  ministro  plenipotenziario 
d'Italia  a  Rio  Janeiro  e  a  Stoccolma,  ora 
a  riposo,  f  San  fiior^io  a  Cremano  (Napoli), 
ti  gennaio. 

Bruschi  Onofrio.  n<.to  fabbricante  d'organi. 
t  Loro  Ciuffenna  (Arezzo),  2  agosto. 

Brusomini  ing.  Eugenio,  di  a.  Vi.  di  ettore 
delle  Assicura/ioni  (ìenerali,  i educe  delle 
battaglie  patrie,  filantropo,  lascio  1.2.")0.000 
lire   in   be:iettceuza.  t  Venezia,  1»  maggio. 

Bnck  Edoardo,  delegato  dell'India  all'Istituto 
Internaz.  di  Jig.  icoltnra.  t  Roma,  ó  luglio. 

Buffetti  Berardi  «vv.  Arturo,  da  19  anni  di- 
rettore della  Cassa  di  Risparmio  di  Foligno. 
t  ivi,  2  febbraio. 

BoTì^atti  Rembra  kU,  scultore  milanese,  resi- 
dente a  Parigi:  si  ora  fatto  conoscere  per 
i  suoi  grup;>i  di  aniuiali.  t  Parigi,  b  gen- 
naio, suio  da. 

Burnham  (Lord),   di   a.  82,  proprietario  del 


Daily  Telcgraph,  decano  del  giornalismo 
inglese,  t  Londra,  9  gennaio. 

Buschetti  conte  Alessandro,  di  a.  74,  tenente 
^enerae  nella  ri  erva.  tre  volte  decorato 
al  va'i'r  militare,  i   Firenze,  9  gennaio. 

Bnzzi-tjibcrto  Lni>.i.  scui.ore,  di  Viggiù.  t  Mi- 
lano, 12  dicembre. 

Caetani  duca  Livio,  n.  Roma  1873,  t^rzo- 
;.eiiito  di  D.  Onorato  principe  di  Kernm- 
ncta:  addetto  di  legazione,  si  era  distinto 
a  l'echino  nel  1900  orgauizzanio.  con  un 
pugno  di  mai  inai  italiani  la  difesa  doila 
Legazione  italiana  assediata  dai  boxer»;  ora 
sottotenente  volontario  del  genio,  t  Pudtj- 
va,  11  diceiiibro. 

Cacati  dott.  Lu  gi.  di  a.  52,  medico  dei  Sa- 
cri Palazzi  Apo  tolici.  t  Roma,  in  Vaticano, 
improvvisamente,  mentre  era  di  servizio 
notturno,  14  di  -enibre. 

C.ilabrese  avv.  (J  o.  Batt  sta,  sostituto  avvo- 
ca'o  generale  era  iale.  t  Roma,  febbraio. 

Calderai  Franco,  costruttore  e  iinprendiUirc 
di  lavori,  t  Roma,  4  giugno. 

Calderlni  Gu;j;lieImo,  n.  Perugia  1840,  archi- 
tetto illustre,  autore  del  Palazzo  di  Giu- 
stizia a  Roma,  del  Quadriportico  di  S.  Paolo 
fuori  le  Mura  e  di  altre  opere  monumen- 
tali, t  Roma.  12  febbraio. 

Cali  Edoard><,  di  a.  70,  niagi,ior  generale  nella 
riserva  navale,  t  Napoli.  4  luglio. 

Callegari  ing.  Giovanni,  di  a.  35,  noto  in  lu- 
striale:  aveva  coperto  impoi tanti  cariche. 
t  Pavia,  22  genn  do,  per  suicidio. 

Callegari  avv.  Paolo,  di  a.  7ó.  uno  dei  più 
g  aiidi  avvocati  penalisti  del  Foro  geno- 
vesi?, t  Genova,  '26  settembre. 

Camilli  Nicola  Giuseppe,  di  Monterubblano 
(I  ermo),  arcivescovo  di  Jassy  (Romania) 
t  ivi,  gennaio. 

Camjiani  Annibale,  di  Modena,  di  a.  63,  prov 
veditore  agii  studi  a  Siena,  t  Ivi,  10  wpnic 

Campelo  'Conte  di)  Solone,  fondatore  e  pr.  - 
sideiite  perpetuo  del  Circolo  letterario  ita 
lano  Società  Dante  Alighieri  in  Boston, 
t  Montefalco  (f'mbria).  Il  febliraio. 

C;tndiani  dott.  Cesare,  notaio,  presliiente  del 
Consiglio  Notarile  di  Mila<i(j.  'ivi, 21  agosto, 

Canepa  Giovanni,  industr  ale.  t  Bl  Ila.  gemi. 

Cantù  Giuseppe,  n.  Casorate  Pruno  IStlt. 
scultore  di  merito,  va'ente  nuotatore,  e 
propagandista  di  questo  spott,  fo.datoie 


51)G 


dol  Jìfiri  Xnìi'fn  e  dei  cimenti  invernnli  di 
i.uioto.  !  3  s.•ttom^'e,  aiinogMtd  nel  Ticino, 
a  l'onte  Ticino  presso  N(»v;ir;i. 
Ciiìi/ia  li  Odoardo,  industriale,  t  Caliate  (Gal- 

laraie),  ina<jgio. 
Gabellano  Al)ele,  di  Colle<rno  (Piemonte),  di 
a.  tj2,  già  professore  di  lettore  a  Lunario  e 
Torino,  ora  imni'^<,'ato  al  Minist.  delle  Fi- 
nan/.e,  pubblicista  di  fede  mazziniana,  fondò 
e  dire-se  giornali  e  riviste,  t  Konoa,  28  tet- 
tiMubre. 
Ca;)nana  Luigi,  n.  Mineo  (Catania)  27  mag- 
gio  1839,   illustre   scr  ttore,   uìio   dei  capi 
della  scuola  naturalista,  fecondo  autore  di 
romanzi,    novelle,    drammi,    lino    all'anno 
scorso  prof,  di  lessigiafia  e  stile  italiano  al- 
l'univ.  catanese.  t  Ciiania,  20  novembre. 
Carabelli  avv.  Coi  rado,  milanese,  che  fu  con- 
sij^'liere  comunale  ed  assessore  nella  giunta 
Mussi,  t  Milano,  12  ai>ri!e. 
Cardani  rag.  Paolo,  di  a.  79.  già  val.nte  pro- 
fessionista, t  Milano,  20  novembre. 
Cardella   mons.   Fraiicesoo,   vescovo    di   Ro- 
vana   e   Pitigliano.   t  Pitigliano    (Firenze), 
febbraio. 
Cardone   Gaetano  Ferdinando,  piimo  presi- 
deiite  di  Cassazione  a  riposo,  t  Torino,  23 
febbraio. 
Carotti  (Jiacomo,  n.  Chivasso  (Torino),  di  a.  62, 
noto   commerciante   romano   in    liquori   e 
vini  di  lusso:  coprì  numerose  cariclie  cit- 
tadine  e   fu  prosindaco   e  asses-;()re  del  e 
finanze  nell'amministrazione  Nahan.  t  Ro- 
ma. 1"  settembre,  improvvisamente. 
Carini  Giuseppe  Fedele,  di  a,  74,  colonnello 
a  riposo,  dei  Mille  di  Marsala,  reduce  delle 
campagne  del  '59,  'GO,  '(il,  'OG  e  70.  t  Milano, 
16  aprile. 
Carocci  Guido,  n.  Firenze  1851,   pubblicista, 
sciittore    d'artt',    direttore   del    Museo    di 
S.  Marco  e  dei  Cenacoli  di  Firenze,  autore 
di    moltissimi  volumi  nell'arte  e  la  storia 
fi'.r.ntina,  fondatore  e  direttore  per  35  anni 
del  periodico  A,  le  e  Storia,   t  Firenze,   20 
settembre. 
Carpi   avv.   Tito,   di   a.  SO.  intendente  di  fi- 
nanza  a  riposo,   culoì-e  di  studi  letterari 
e  storici,  t  Roma,  febbraio. 
Casaccia  Vincenzo,  editore  di  libri  popolari. 

t  Milano,  12  gennaio. 
Gasagli   Emilia   vedova   Tommasi,   di  a.  100, 

t  Lucca,  2G  aprile. 
Casanuova   p.   Cristoforo,   parroco   di   S.   M. 
Novella,    valente    predicatore,   t    Firenze, 
2  febbraio. 
Casarteìli  avv.  Guido,  t  Torno  (Como),  18  no- 
vembre. 
Casini    Pietro,    fabbricante   di   cornici,   noto 
per  la  sua  straordinaria  rassomiglianza  con 
Teodoro  Roosevelt,  t  Firenze,  24  ottobre, 
suicida. 
Cassanello  Tonnnaso,  n.  Genova  1842,  uno  dei 
Mille  di  Marsala,  cavalienì  del  lavoro,  indu- 


gi riale,  fu  uno  dei  promotori  dell'industria 
dei  molini  in  It.ilia.  f  Genova,  4  l'eMn-.d  >. 
Cassiani  li, goni  ing.  Luigi,  coloni. elio  del 
(ionio  a  riposo,  t  Casinalbo  (Modena',  17  ot- 
tobre. 
Castagnola  ing.  Luigi,  di  a.  81,  tenente  ge- 
nerale a  riposo:  pioveniva  ('al!' arliglieiia 
e  nel  1870  comandò  le  batterie  che  apri- 
rono la  brcciia  di  Porta  Pia.  f  Santa  Giu- 
litta  (Pavia),  Il  dicembre. 

Cavalieri  Alfonso,  di  Cento,  di  a.  67,  già  re- 
da  tore  della  Gazzetta  di  Turino  e  colla- 
borato! e  per  molti  anni  nell'antico  Fincìiiei'.o 
e  nel 'l'ii squillo  e  m  lo  pseudonimo  di  Fra 
Stregone,  t  Torno,  agosto. 

Cavalli  Pio,  n.  Sa'e  (Aless mdria)  1847,  procu- 
r.itore  t>enerale  presso  la  Corte  d'Appello 
di  Firenze,  t  ivi,  6  no\embre. 

Cav.dlo  Giovanna  vedova  Bronzo,  di  a,  102. 
t  Sussi  (Torino^  27  dicembre. 

Cavell  Editta,  n.  S\varde~ton  (contea  di  Nor- 
folk) 1881,  infermiera  inglese,  dirigeva  una 
scuola  di  infermiere  nel  Belgio,  t  Bruxel- 
les, fucilata  dai  tedeschi,  12  ottobre. 

Ceccherel  i  Andrea,  n.  Firenze  1850,  chirurgo 
valenti>ssimo,  direttore  della  Clinica  chirn  - 
gica  d -Ha  Università  di  Parma,  pre-id.nte 
del  locale  Comit.  della  Croce  Rossa,  t  Par- 
ma, 9  dicembre. 

Cecchini  Cesare,  che  fu  tenente  garibaldino, 
pr  sidente  della  Camera  di  Commercio  e 
della  Congi-egazione  di  Cnrità  ed  ora  con- 
sole di  Russia,  t  Ancona,  29  giugno, 

Centaro  nob.  Roberto,  lu  Roma  1881,  primo 
segretario  di  legazione  a  Londra,  già  a 
Washington,  t  Londra,  14  febbraio,  suicida. 

Centenari  Ambrogio,  di  Milano,  di  a.  71,  in- 
cisore in  le^no.  t  Cusano-Milanino,  5  aprile. 

Centurini  Alessandro,  di  Genova,  di  a  85, 
senatore  del  Regno,  cavaliere  del  lavoro, 
operoso  industriale:  era  s'ato  10  anni  al 
Marocco,  avviandovi  traffici  importanii: 
aveva  fondato  la  Metallurgica  Italiana  di 
Livorno,  la  Società  per  condotte  d'  acqua 
e  il  grande  jutiticio  di  Terni,  t  Roma,  20 
gennaio. 

Cerza  Giuseppe,  primo  presidente  di  Coite 
d'Appello  a  riposo,  t  Roma,  1»  gennaio. 

Cervi  Luigi,  maestro  di  musica,  professerò 
al  Conservatorio  di  Milano  e  maestro  di 
cappella  a  Varese,  t  ivi,  21   giugno. 

Cesarotti  Rosita,  romana,  mezzo  soprano. 
t  nell'affondamento  del  Snst!ex,  silura  o 
nella  Manica,  '24  marzo. 

Cesena  Carlo,  maggior  generale  nella  riser- 
\a.  t  Bari,  lujio. 

Charrey  avv.  Giu'iano,  di  a.  39,  deputato  cat- 
tolico di  Vcrrès  dal  1913,  già  sindaco  di 
Aosta,  t  ivi,  24  gennaio. 

Chierichetti  Carlo,  di  a.  88,  che  fu  per  molti 
ani  proprietario  del  cafle  Cova,  f  Milano, 
maggio. 

Chiesa  Pietro,  n.  Casal  Monferrato  1856,  de- 


CATTTQA'KrT  supposte  a  base  di  Almateina,  per  il  trat- 
uALUuiirli  tamento  specifico  delle 

EMORROIDI  e  loro  conseguenze 


I^EPETIT  FARMACEUTICI   -   MILANO 


A.NnilKA    CE(CHKKELI 


PiKTKO   CHIKSA 


Alberto  Cougnet 


putato  di  San  Pier  d'Arerà  dal  1900,  già 
operaio  verniciatore,  abilissimo  organizza- 
tore delle  masse  operaie,  membro  e  poi 
vicepresidente  del  Consiglio  Superiore  del 
Lavoro  sin  dalla  costituzione,  t  San  Pier 
d'Arena.  14  dicembre,  per  un  attacco  d'in- 
tossificiizione  satuinica  contratta  nell'eser- 
ciz  o  dell'arte  sua. 

Cliile>otti  Oscar,  di  a.  68.  noto  per  i  suoi  studi 
sull'arte  museale    t  Roma,  luglio. 

Chiozzi  Milklire  nob.  Francese  o.  colonnello 
commissario  nella  Riserva  Navale,  t  Vene- 
zia, 10  settembre. 

ina  Stefano,  di  a.  85,  milanese,  patriota, 
jtartecipò  alle  Cin(ine  Giornate,  all'assedio 
di  Roma,  fu  dei  Cr.cciatori  delle  Alpi,  tra- 
via, gennaio. 

t  lutti  Pompeo,  già  uno  dei  più  noti  agita- 
tori del  partito  socialista  italiano,  t  Fireizc, 
11  ottobre. 

I  il  torio  liiuseppe,  cavaliere  del  lavor-i.  t  Mon- 
doiiico  al  Colle  (Stradella),  5  luglio. 
1  litio  dott.  Giuseppe,  aiuto  della  clinica  der- 
nosiflioiiatica  della  università  di  Pavia  e 
capitano  medico,  t  Pavia.  5  marzo, 
(leleoncini  Franiesco,  di  a.  57,  proprieta- 
lio  del  Cantiere  Lodigiano.  t  7  ottobre,  per 
infortunio. 

L  olii  pardo  (Da)  p.  Serafino,  consultore  di  Pro- 
paganda, profondo  conoscitore  dell'Eritrea, 
della  lingua  e  dei  costumi  abissini,  t  Rima, 
maggio. 

Ili  rag.  Giacomo,  industriale  milanese  in 
^eta,  fu  consigliere  comunale  di  parte  de- 
mocratica e  assessore  nella  Giunta  Mus>,i. 
I   Genova,  10  marzo. 

imelli  ing.  Giambattista,  vice-presidente 
Iella  Cassa  di  Risparmio  di  Bologna,  stu- 
llJioso  di  cose  storiche,  t  Bargi  (Bologna), 
-25  agosto. 

Comi  ing.  Antonio,  n.  Varese  1845,  direttore 
generale  delle  Oftic.  Meccaniche  Grondona, 
Comi  k  (;.,  cavaliere  del  lavoro,  t  Milano, 
7  gennaio. 

Conti  Dernetr  o.  n.  Loreto  1837,  uno  dei  Mille, 
già  nostromo  de'  piroscafo  Loniiaido.  t  Aii- 
coi  a,  15  fcbbra.o. 

L'origliano  nvv.  .Alessandro,  vicepresidente 
del  Consiglio  Provinciale  di  Cosenza,  i  re- 
sidente dell'ordino  dei  Procuratori,  t  Co- 
senza, 29  agosto. 

Coronare  Gelilo  Benvenuto,  di  Vicenza,  di 
■a.  i)&,  maestro  di  mugica  e  compositore: 


fra  le  sue  opere  la  più  nota  è  la  Fe.f'a  a 
Marma  che  vinse  il  premio  Son/.ogno.  t  Mi- 
lano, 2(>  luglio. 

Corsini  (De' Principi)  Luisa,  nata  Fenzi,  n. 
Firenze  1848.  t  J'ireiize,  8  gennaio,  di  ura 
infezione  presa  in  un  ospeda'e  della  Croce 
Rossa  mt^d  cando  un  soldato  ferito. 

Cossa  p.  Lorenzo,  già  lettore  del  Collegio 
degli  Orfanelli  di  Roma,  poi  generalo  d<  l- 
r ordine   dei    Somaschi.  t  Roma,  5  a„o  to. 

Costa  Giacomo  di  a.  81,  da  oltre  un  venfen- 
nio  presidente  del  Rowing  Club  Genovese. 
■f  Genova,  <>  aprile. 

Costantino  do't.  Giulio,  rettore  del  Collego 
degli  Artigianelli,  dove  era  entrato  nel  18.'>3 
come   alunno  calzolaio.  \  Torino,  ottobre. 

Congnet  dott.  Alberto,  di  Nizza,  di  a.  65, 
schermitore,  scrittore  e  pnbbMci.sta  spor- 
tivo, pubblicò  nnmerosi  \olrmi  di  scherma, 
di  boxe,  di  lutia,  di  ta-tronomia,  in  cui 
era  una  vera  competenza;  viveva  a  Milano; 
era  stato  collaboratore  a  molti  volumi  del- 
VAhnaìKtcco  Ita/vnio.  t  Morcoto  (Lago  di 
Lugano),  £  settembre. 

Crosti  avv.  Alessandro,  noto  professionista 
milanese,  fu  per  18  anni  consulente  lej. ale 
della  Federazione  degli  Esercenti,  t  Can  ù 
(Como',  17  luglio 

Cuneo  Ciro,  disegratore  italiano  di  giornali 
inglesi  e  americani,  t  Londra,  luglio. 

Dalbono  Edoardo,  n.  Napoli  1814,  il  decano 
e  il  più  lilUNtre  dei  pittori  napoli  ta:  i. 
t  Napoli,  23  agosto. 

D'Ali  Antonio,  già  deputato  d'Alcamo,  figlio 
del  senatore  Giuseppe,  t  Tra])ani,  7  agosto. 

Davignon  Giulio,  già  ministro  degli  esteri  del 
Belgio  :  si  era  ritirato  per  salute  nella  estate 
11)16.  t  Nizza,  12  marzo. 

De  Baldini  nob.  Vittorio,  colonnello  di  fan- 
teria, t  Turro  Milanese,  5  agosto. 

De  Crlstoforls  nob.  dott.  Malachia,  n.  Milano 
1^35  da  famiglia  famosa  nei  fasti  del  pa- 
triottismo, senatore  del  Regno  dal  19(5. 
già  depu'ato  di-Milmo  per  tre  Icgisl  .  ga- 
ribaldino valor<).so  nel  IS.V.»,  1860  è  18t;«, 
ostetrico  valente,  gran  macstio  onora' io 
della  Massoneria  irallana.  i  Milano,  28  di- 
cembre. 

lecuriins  Gaspare,  del  Cantone  Grigioni.pro- 
fe.ssore  all'Università  di  Friburgo,  fi  a  le 
personalità  più  note  del  cattolici^mo  so- 
ciale, t  Roma,  giugno. 


bi)S 


KUOARDO    DaLBO.XO 


Mai.acuia  De  Cuistofouis 


Attilio  De  Marc 


De  Giory^io  avv.  Giovanni,  prefetto  di  Ra- 
venna, t  Pistoia,  18  a<,'osto. 

Dcf,'!' Innocenti  Annido,  di  Firenze,  propu- 
f,'natore  infaticabile  de-rli  sporfs  atletici, 
fonda'ore  e  cooperatore  di  moìtis-<ime  as- 
sociazioni sportive  toscane,  spezialmente 
di  pod  smo  e  gintiistica.  t  Franoaviila  Fon- 
tana (Lecce),  luglio. 

te  (ìiandi  avv.  Kinuldo,  di  Milano,  di  a.  50, 
stimato  professionista,  t  Calolzio  (Bergamo), 
15  agosto. 

L'e.iob  Carlo,  prof,  di  lingua  e  letteratura  ira- 
liana  alla  Sorbona,  fondatore  e  presidente 
della  So:ieté  d'éludes  italiennes.  t  Parigi, 
8  aprile. 

Dellachà  Ambrogio,  industrialo,  fabbricante 
di  fiammifeii.  t  Torino,  6  aprile. 

Dell'Acqua  Lorenzo,  di  a.  «"i,  libraio  anti- 
(in.irio.  successore  nella  proprietà  della 
libieria  Komagnoli,  editrice  delle  pubbli- 
cazioni della  Commissione  dei  Testi  di  Lin- 
gua, t  Bologna    2ti  fiennaio. 

Dcila  Giovainia  Ildebrando,  n.  Piacrenza  1857, 
prof,  di  lettere  italiane  ni  Liceo  E.  Q.  Vi- 
sconti di  Ruma  da  24  anni,  autore  di  pre- 
t:iati  sludi  di  storia  letteraria.  1  Roma, 
21  luglio. 

Della  Porta  dott  Paolo,  chirurgo  primario 
de  l'Ospedale  M;iggiore  di  Milano,  ispetto.  e 
del  Hovrano  Mil  tare  Ordine  di  Malta,  f  Mi- 
lano, 16  novembre. 

Dellepiiuie  Mariano,  industiia'e  e  tìlantr.rp.), 
anche  di  r.ce'ite  aveva  elargito  più  di 
300,000  lire  a  un  ospedale:  era  padre  del- 
l'on.  Franco,  deputato  del  collegio,  t  ^"ovi 
Lifiure,  settembre. 

Dell'Isola  Molo  conte  Luigi,  n.  Voghera  1846, 
gioinalista  di  pane  repubblicana,  combattè 
con  Gaiibaldi  nel  1866,  '67  e  '70,  t  Genova, 
11  febbraio. 

De  Luigi  Enrico,  di  a.  70,  vecchio  patriotta. 


garibaldino,  cavaliere  del  lavoro,  impiegato 
alla  Filotecnica,  t  Milano,  19  gennaio. 

De  Marchi  Attilio,  n.  Milano  1855,  presidi 
dell'Accademia  scientilico  letteraria  dove 
insegnava  antichità  classiche,  presidente 
della  Sezione  Lombarda  della  Soei'Hà  Atene 
e  Roma,  autore  di  prt-giati  studi  nelle  an- 
tiche istituzi.  ni  greche  e  romane,  t  Milano, 
29  dicembre. 

De  Marco  Gustavo,  presidente  dell'ordine 
degli  avvocati,  t  Teramo,  9  febbraio. 

De  Michelis  Pietro,  di  a.  75,  già  professore 
di  storia  e  geografia  al  liceo  e  ail'i.-iti  n  o 
tecnico  di  Ravt  una  di  cui  era  stato  anche 
preside,  anfore  di  appi^^ezzati  lavori  storie;, 
t  Ravenna,  14  febbraio. 

De  Nava  avv.  Pietro,  consigliere  di  stato. 
t  Roma,  8  marzo. 

Dentice  conte  Massimiliano,  princ.  di  Frasso, 
n.  Venezia  1887,  figlio  dei  principi  diFrass»», 
cavaliere  e  dama  d'onore  della  Regima; 
tenente  aviatore  dei  Cavalleggeri  Padova, 
t  al  campo  di  aviazione  di  Coltano,  pesso 
Pisa,  per  un  ine  dente  aviatorio,  :iO  magg  o. 

De  Rosa  Gustavo,  consigliere  della  Corte  dei 
Conti,  d  rettore  della  rivisti  La  Coite  dei 
Conti,  t  Roma,  29  novembre. 

De  Rossi  Filippo,  direttore  generale  dei  ponti 
e  delle  strade  al  Ministero  dei  L.ivori  Pub- 
blici, t  Roma,  mar/.o. 

De  Sanctis  Cesare,  n.  Albano  1830,  musici- 
sta, prof,  di  armonia  al  Liceo  di  S.  Cecilia 
dal  1876  tino  a  pochi  anni  fa,  autore  di 
una  classica  opera  sulla  Polifonia  f  Roma, 
28  gennaio. 

Devoto  conte  Antonio,  di  Lavagna,  di  a.  84, 
di  modesta  famiglia,  anlato  {iiovani-isimo 
in  Argentina  vi  aveva  fatto  un'enorme  for- 
tuna nell'agricoltura,  poi  nelle  specula- 
zioni di  banca,  aveva  fondato  il  Banco  de 
Italia  y  Rio  de  la  Paté:  per  le  sue  ben.'- 


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P)  riixitiiio   Ge.olamo,   n.  Pnlerin-)  ISCO,  se- 
llo e  d  .1   19or>.  sindaco  di  P..lent>o  per 

ni  anni,  t  ralermo,  5  ott  >l>re. 
>[ar7.a   Ciaiilio  nions.  Gionccliino,  di  Pa- 
lino, di  8.  7('.,  bibliofe  ario  d  >llii  Bil.lio- 
ca  Coinuii:>'e  di  Palenno,  del' g-to  rofjio 

.'i'a   C;ippel'ania  M-j^-iìro  del  Ke  in  Sifi- 

I  a.  a.j'^ore  di  nume. oso  piibblicazicni  sto- 

II  i:e  e  letter.i:  io.  t  l'aleinio.  4  aprile. 

l 'alma  Federico,  n.  (ìrottiglie  (r.ecoe)  18G0, 
:a  t.e  legislatni'e  deputato  di  Taranto,  pro- 
letario e  direttore  dc!la  lìivista  ymaJ-^. 
lìoiua,  13  aprile. 

bbingr  mons.  Giuseppe  Ber. .ardo,  n.  Mùn- 
r  1855,  pà  vescovo  di  Nepi  e  Sutri,  ac- 
isato   nel  l'Mi  dal  Mes^^ftgye  o  di  nutrire 
ontimenti    antiitaliani,    dovè    allontanarsi 
.alla  diocesi,  t  Uoma.  14  marzo, 
l'.cieu   de  la  Bàtie  conto  GngiMmo,  te- 
-nte   di  ca\ allena  in  ritiro,   aiutante  di 
impo  del  fu  Princijie  Amedeo  Duca  d'Ao- 
fa.  t  Vignale  (Alessandria»,  18  settenibie. 
.;hi  Angelo,  di  a.  85,  editore-libraio  in  Pa- 
.')va.  t  Èste,  10  novembre, 
.iikev  Car'o.   di  Vei'ona,  di  a.  74,  libraio- 
•  ditore.  t  Pad(>\a    27  nia^/.o. 
l'ufuur-Berle  nata  Bombrini  marcljesaMari.T, 
di  a.  o2.  fiizlia  del  senato,  e  Boinbrini.  Ca- 
duta ('.al  trono  in  corsa  nella  galleria  del'e 
ilrazie    iì^  Zoa^li  e   (Miiavari,    ricoverata 
>!i  giavissinie  fer  te  all'ospedale  di   Ka- 
;  allo,  vi  muore  il  2^  Rt;osto. 
linoni  Gì  ivanni.  di  a.  77.  economo  del  Col- 
legio Beale  delle  ranoiulle,  t^ia  giornalista 
e  antoic  drammatico  in  dialetto  milane.se: 
la  stalo  tamburino  degli  insorti  nello  Cin- 
,ue  Giornate,  t  Milano,  2ò  novembre. 
i'iliem   Pietro,    n.  Parigi  1861,   fisico,   t  Pa- 
rigi, l.s  settembre. 
Diro  rasijnale,  ispettore  super  ore  al  mi- 
ni tero    del    Lavoro,   t   Bagnorca,    10   set- 
tembre. 

Ecbegaray  Jo-è.  n.  Madrid  1835,  ingegnere, 
matematico,  deput.  al  Parlamento  sp.i- 
gnuoìo,  già  ministro  delle  Finanze,  rìratu- 
maturgo  fra  i  primi,  vincilor.j  di  un  premio 
^olel.  t  Mj-drid.  15  settembre. 

Ehret  F-milio,  diretto; e  delUi  Fiatura  Beni- 
gno Crespi,  t  Crespi  sull'Adda.  30  agosto. 

Elisabetta  re;;ina  di  Bomaiia.  nata  princi- 
jessa  di  Wied  a  Neuwied  il  2»  dieembie 
1843,  vedova  del  re  Carlo  che  aveva  .spo- 
sato nel  1S60,  zia  dell' attnale  re  Ferd- 
uando,  scrittrice  e  poetessa  geniale  nota 
K  >tto  lo  psend,  di  Carmen  Si/ha.  \  Buca- 
rest, 2  marzo. 

Ellero  l'io,  rii  a.  68.  tenente  colonnello  a  ri- 
poso, fratello  d  ll'ex  deputato  prof.  Ellero, 
garibald.no  nel  lt66.  f  Treviso,  febbraio. 


EmUin  ^fno,-),  al  secolo  Co'ombrt  T5f  Ferr.Trl, 
genovese,  di  a  '.)>.  aveva  seguito  il  c:iipo 
sardo  ili  s;ìe(l.zione  in  Cr.mea  e  meritata  la 
medaglia  d'ar^'ento  al  valore:  fu  per  olire 
60  amii  suora  di  carità  nell'Ospedale  Civile 
di  Sassari.  1  Tvirino,  giugno. 

I^abbii  Attilio,  di  a.  64,  già  applaudito  at- 
tore diamma^^ico.  t  hlìlano.  gennaio. 

Fabbri  Giovanni,  di  Codigoro  (Ferrara i,  di 
a.  46.  maggioro  di  artiy:i:eria,  capo  de. li 
missiou'i  italiana  di  aviazione  in  Francia, 
cjmpetentissimo  in  quesiioi.i  aeronauli- 
c!ie.  t  Parigi,  8  mar/.o. 

Fabbricotti  nobile  Bernardo,  f  Livorno,  21 
aprile. 

Fabie  Fnrico,  n.  1823  in  un  villaggio  delle 
Ceveime,  famoso  entomologo  francese:  i 
suoi  lavori  sul'a  vita  degli  insetti  gli  val- 
sero un  premio  Nobel  nel  1012.  1  Serignan 
in  Valchius.i,  11  ottobre 

Faccioli  Kadacle,  n.  Bologna  1846,  pittore 
paesista  e  rit  attista,  presidente  dell'Acoa- 
demia  di  B.  A.  t  Bologna,  2  giugno. 

Facheris  Kinaldo,  di  a.  65,  vicepresidetìte 
della  Banca  Lombarda,  fu  uno  degli  orga- 
iiizza'oii  della  Esposizione  Internaziona'e 
del  li)06.  t  Milano,  !<>  maggio. 

l'agnet  Emdio,  n.  La  Koche-sur-Yon  1847, 
membro  dell'Accidemia  Francese,  autore 
di  numer.)si  volumi  di  critica  letteraria, 
prof,  di  letteratura  poetica  alla  So. bona, 
t  Parigi.  giu;-no. 

Faìioon  (Renami  di)  e  di  Santo  Stefano  conte 
Emilio,  contrammiraglio  «ella  R.  M.  t  To- 
rino, 3  giugno. 

Fuure  Teresa,  ved.  Sibille,  di  a.  102.  t  Chio- 
inonte  (Torino),  settembre. 

Federici  Gualtiero,  tipografo,  cav.  al  mcri:o 
del  lavoro,  t  Pesaro,  5  ottobre. 

Fonoglio  conte  Vittorio,  capitano  di  caval- 
leria Piemonte  Leale,  cavallciizzo  abilissi- 
mo, vi  ne  tote  di  un  gran  numero  di  premi, 
i.struttore  a  Tor  di  Quinto,  t  Uoma.  24  di- 
cembre, ucciso  a  revolverate  da  un  D'Alcs- 
sandii  per  g  losia. 

Fera  Clari.ssa,  nata  Anaclerio,  moglie  del  mi- 

-  iiistro  delle  Poste,  di  a.  41.  t  Boma,  9  set- 
tembre. 

Fera  Saverio,  calubrese,  di  a.  65,  pastoie 
e\angelieo,  ex-garibaldino,  capo  della  Mas- 
soneria dissidente  di  rito  scozzese,  Sovrano 
<4ran  Commeiutatore  del  Ulto  simbolico, 
t  Firenze,  29  dicembre,  improvvisamente. 

Forni  Angelo,  noto  concertista  di  violino,  pro- 
fessore da  circa  3u  anni  al  Consi  rvatorio. 
t  Napoli,  dicembre. 

Ferrar!  ing  Filippo,  n.  Reggio  Emilia  1829, 
di  fanjiglia  patriottica  che  el'be  il  sopran- 
nome di  "  Cairoliri'tjyiani  „,  mutilato  a  San 
Martino,  per  molti  anni  .as.>e-sore  r.  consl- 
glicie  comunale,  ebbe  in  patria  molto  t.v 


Anno 
IV 


1917 


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Editori  -  Finley  Zi: 


-  eoo  - 


Gerolamo  Di  Martino 


Fkdkkk o  Di   Palma 


riche,  fu  presidente  del  Comitato  por  la 
commemorazione  del  Tricolore,  t  Kpggio 
Emilia,  7  novembre. 

Fei-ravilla  Edoardi),  n.  Milano  1840.  famoso 
attoi-e  del  teatro  milanese,  t  Milano,  2ó 
ottobre. 

Feirero  don  Giuseppe,  di  Cuneo,  di  a.  64, 
superioie  della  Pia  Casa  della  Divina  Prov- 
videnza, t  Gassino  (Torino),  2  luglio. 

Fignoni  cav.  Gerolamo,  eoiisigliere  provin- 
ciale, t  Àlgheio,  27  ottobre. 

Filangieri  di  Candida  conto  AntOTiio,  di  a.  48. 
studioso  d'arte  nello  univer.sità  di  Napoli, 
t  Massa  Lubrense  (Napoli^,  6  aprile. 

Filippini  Giulio,  di  a.  57,  da  n:i  ventennio 
chirurgo  piimario  degli  Spedali  Civili  e  à.i^i 
Fatebenefratelli  di  Brescia,  t  ivi,  14  set- 
tembre. 

Filon  Agostino,  n,  Parigi  1841,  letiera'o,  eru- 
dito francesp.  t  maggio. 

Filonardi  VincouTio,  già  viceconsole  italiano 
a  Zanzibar,  a  lui  si  deve  il  primo  tentativo 
di  penetrazione  italiana  nel  Benadir.  |  Eoma, 
6  maggio. 

Finoccliiaro-Aprile  avv.  Camillo,  n.  Palermo 
1851,  uomo  politico,  fu  deputato  di  Pa- 
lermo nelle  legislature  15^  16-^  e  17»  e  poi 
del  collegio  di  Frizzi,  comm-ssario  regio  a 
Catania  nel  1887  e  a  Boma  nel  1890,  mini- 
stro delle  poste  e  dei  telegrati,  e  per  ti-e 
volte  ministro  guardasigilli,  t  Roma,  20 
gennaio. 

Finzi  avv.  Achille,  valente  penalista:  parte- 
cipò alla  vita  politica  militando  nella  purte 
radicale,  t  Mantova,  8  marzo. 

Fiorese  Costantino,  da  poco  tempo  nominato 
direttore  generale  dei  poni  e  de'le  strade 
al  ministero  dei  Lavori  Pubblici:  già  capo 
di  gabinetto  del  ministro  Ciuffelli.  t  Capri, 
3  settembre. 

Fioruzzi  Emil  o,  n. Piacenza  1835,  agricoltore, 
cavaliere  del  lavoro,  t  Piacenza,  11  maggio. 

Fisauli  nob.  Difgo,  di  a.  54,  colonello  briga- 
diere, già  ufficiale  di  artiglieria,  t  Randazzo 
(Catania»,  19  settembre. 

Florena  Filippo,  n.  1840,  senatore  dal  1900, 
già  deputato  pel  collegio  di  Mistretta  dal- 
l'Ila alla  18*  legislazione,  con  qualche  in- 
terru7;ione.  t  Santo  Stefano  di  Camastra 
(Mistretta),  28  ottobre. 

Fogazzi  Giovanni,  n.  S.  Stefano  della  Badia 
(Milano)    1838,    emigrato    giovauissimo    in 


America,  dopo  molti  stenti  vi  fece  una 
grande  fortuna  in  California  con  un'agen- 
zìa di  trasporti  marittimi  e  varie  banche 
da  lui  fondate,  t  San  Francisco  Cai., 4  giugno. 

Fontanelli  marchesa  Elisabetta,  vefl.  Majnoi.i 
d'Intignano,  di  a.  90,  figlia  del  modenese 
conte  Achille  Fontanelli,  che  fu  generale 
e  ministro  del  Regno  Italico,  t  Milano,  31 
gennaio. 

Frariceschini  mons.  Vincenzo,  n.  Grottamare 
1844,  vescovo  di  Fano,  f  ivi,  marzo. 

Franchetti  bar.  Eugenio,  fratello  del  sena- 
tore bar.  Leopoldo.  1^  Roma,  3»mar/!o. 

Fr. inchini  Pilade,  di  anni  82,  antico  cospira- 
tore, partecipò  in  gioventù  ai  moti  della 
"  Giovane  Italia  „.  t  Livorno,  marzo. 

Frigerio  Edoardo,  n.  Milano  1830,  tenente 
generale  delia  riserva,  t  Brescia,  30  giugno. 

Fiyatt  Carlo,  capitano  della  marina  mercan- 
tile inglese,  il  24  marzo  1^16  sul  piroscato 
liritxeUes,  assalito  da  un  sottomarino  tede- 
sco che  voleva  silurarlo,  tentò  di  speronarlo 
e  riuscì  a  sfuggirgli:  caduto  più  tardi  nello 
mani  dei  tedeschi,  fu>per  questo  tatto  sot- - 
toposto  a  una  parodia  di  processo  e  vigliac- 
camente assasinato  a  Binges'il  27  luglio. 

Fumo  Donato,  di  a.  70,  antico  giornalista,  fu 
tra  i  fondatori  del  liersciyliere  prima,  del 
Ctiintun  Fraciissa  poi  :  quindi  fondò  con 
Orazio  Contadino  1'"  Agenzia  italiana  d' in- 

•    formazioni  „.  t  Roma,  28  ottobre. 

Fusco  .Mfonso,  ex-deputato,  t  Caste'lammaie 
di  Stabia,  27  maggio. 

Fusetti  Antonio,  di  a.  20,  incisore  calcografo, 
t  Milano,  3  febbr.aio. 

Gabba  Luigi,  di  Milano,  di  a.  75,  profess. 
emerito  di  chimica  tecnologica  all'Isti- 
tuto Tecnico  Superiore,  t  Milano,  2  agosto. 

Gacrgiotti  Augusto,  capo  ufficio  dell'anagrafe 
di  Ancona:  lasciò  il  suo  patrimonio  di  circa 
200,000  lire  all'ospedale  civile  Umber.^o  I. 
t  Ancona,  marzo. 

Gagliardi  Edoardo,  viceammiraglio  in  posi- 
zione ausiliaria:  aveva  comandato  il  dipar- 
timento marittimo  di  Taranto  e  diretto  le 
opere  per  la  fortificazione  di  Brindisi,  t  Li- 
vorno,  17  giugno. 

Galanti  Ferdinando,  di  a.  77,  preside  di  liceo 
a  riposo,  letterato,  poeta,  t  Venezia,  21  feb- 
braio. 

Galitzin  principe  Boris  Borisovic,  noto  sismo- 


GOl  — 


Camillo  Fixo(  tMiiAuo-ApiULK  Domenico  Gianmtk.' 


logo  e  meteorologo,  istituì  ed  ovgan'zzù  la 
stazione  sismolofrira  di  Pulcova.poi  divento 
direttore  dell'Ufficio  Meteorologico  russo, 
t  settembre. 
Galliani  Michele,  di  a.  50.  pubblici.s(a.  diret- 
tore del  llisvsglio  Cittadino  di  Acqui,  da  15 
anni  sindaco  di  Moibfllo.  t  ivi,  13  novembre, 
liiillieni  Giuseppe,   n.  Saint-Beat  (Haute  Ga- 
ronne)   24   api  ile  1849   di    padre  milanese, 
uno    dei   migliori  generali  francesi,  iiveva 
servito  nelle  colonie  rivelando  doti  milit.iri 
e  organizzati i.-i  miiabli,   conquistò  l'alto 
Niger,  pacitìf'ò  il  Toncliino  e  il  Madaga-car 
ove   depo.s<»   la   Regina  IJanavalo,  e  fu  j:o- 
vernatole   generale  dal  IS'.m;  al  1905;   allo 
scoppiare  di  qu-vti  guerra  fu  governatore 
militare  di  Parigi  (juando  la  città  temeva 
imminente  l' investimento  dell'esercito  te- 
desco, e  la  salvò  con  la  vittoria  dell' <.)iircq, 
assunse  poi    il  portafogli  della  guerra  cbe 
lasciò  nel  marzo  per  salute,  t  Versailles,  18 
maggio. 
Gallo  avv.  Giuseppe,  di  Mezolombnrdo,  una 
delle   personalità  più    distinte  del   partito 
nazionale  trent  no.  t  di  paralisi  cardiaca  in 
uno  dei  campi  di  concentrazione  dell'Au- 
srriu  superiore,  iinvemlue. 
GaUotti   Vincenzo,    di    Milano,  direttore  del- 
l' Orlanotrofio   lombardo  per  gli  orfani  del 
terremoto,  t  Messina,  15  gennaio,  suicida. 
Gandolli   KafTaele,   già   parrucchiere,  ora  se- 
^^^irretariò   della  Società  Democratica  Lom- 
^^^Hbarda,   del  (  ìrolo  per  gli  Interessi  Indu- 
^^^Bptriali,  Commerciali  ed  Agricoli  e  di  parec- 
^^^Hchio    altre   istituzioni  di  spirito   radicale. 
^^^■t  Milano.   21  luglio. 

^^HRirau  liUigi,  tenente  generale,  proveniente 
dall'artiglieria,  t  Sassari,  19  gennaio, 
i  iidin  Fontana  avv.  Giuseppe,  da  (juattro 
.inni  prefetto  di  Belluno,  t  Ivi,  2G  gi-nnaio, 
ili  aneurisma  poco  dopo  essere  stato  ope- 
rato della  cataratta. 


Garone  avv.  Paolo,  intendente  di  finanza  a 
Venezia,  t  lionia,  3  g  ugno. 

Gastinelli  nob.  Giovanni,  tenente  generale 
nella  riserva    \  Parma,  luglio. 

Gatti  Carlo,  di  a.  74,  volon'ario  delle  campa- 
gne doli'  indipendenza  dal  1859  al  1870  e 
della  campagna  garibaldina  di  Francia,  an- 
tiio  giornalista  fiorentino,  da  oltre  40  anni 
resisore  della  Xazione    t  Firenze,  (5  marzo. 

Gatti  Della  Gatta  dott.  Francesco,  di  a.  86, 
cavaliere  del  lavoro,  patriota,  t  Gatta  (Reg- 
gio Emilia),  25  settembre. 

Gaudcnzi  avv.  Augusto,  n.  Bologna  18.'>7,  pro- 
fessore di  storia  del  diritto  italiano  alla  uni- 
versità di  Bologna,  eruditissimo  indagatore 
del  medioevo  italico,  t  Modena,  "25  marzo. 

Gavotti  Vpi-ospi  marchese  Angelo,  di  a.  81, 
maestro  di  cerimonia  di  Corte  a  disposi- 
zione, t  Albano  (Roma)  "19  febbraio. 

Gazzola  Piet'o,  barnabita  dottissimo,  già  pre- 
vosto nella  chiesa  di  S.  Alessandro  a  Mi- 
lano, confìiiato  a  Livorno  per  sospetti  di 
modernismo,  t  Livorno,  6  novembre. 

Geha  Cirillo  Vili,  patriarca  d'Antiochia,  di 
Alessandria,  di  (ìerusalemme  e  di  tu'^t» 
l'Oriente  uli  rito  Mdòhita),  u.  a  Aleppo  1840. 
t  Alessandria  d'Egitto,  11  gennaio. 

Gentili  Guido,  prof,  al  Liceo  italiano  del  Cairo, 
t  ivi,  0  at'osto. 

Genliloni  conte  avv.  Vincenzo  Ottorino,  n.  Fi- 
lottrano  18'?5,fu  presidente  dell'Unione  elet- 
torale cattolica  durante  le  elezioni  generali 
del  1913.  t  Roma,  2  agosto. 

Gerard  Eric,  n.  Liegi  1856,  elettrotecni-o  il- 
lustre, dirigeva  d,illafondazione(1823i  l'Isti- 
tuto Elettrotecnico  Montetìo.  e  di  Liegi,  t  Pa- 
rigi, dove  aveva  riparato  dopo  l'occupa- 
zione tedesca  della  sua  patria,  28  marzo. 

Ghigi  Eutimio,  di  Ravenna,  di  a.  68,  già 
deputato  di  S.  Giovanni  in  Persioeto  per  4 
legislature;  uscito  dalla  cla^^se  dei  segretari 
comunali,  promosse  in  Parlamento  le  nuove 


AUTOTHERMOCUCINE 


legna,  a  gas  e  a  vapore, 
tevctti  Capitano  ACHIL- 


LIN^I  —  Loro  particolarità:  cuociono  ogni  genere  di  cibo  funzionaudo  com- 
pletanieute  kr;(^c«  fuoco  e  senza  cura  alcuna,  dal  momento  in  cui  il  contenuto 
delle  caldaie  ?•  portato  all'ebollizione.  Si  costruiscono  tipi  di  ogni  dimen- 
sione e  capacità  ))er  grandi  comiiuitsi.  Kivolgersi  alla  Ditta  Cav.  ACHILLINI, 
Via  Porpora  22,  MILANO  —  (Ved.   articolo  nclbi  rubrica   l'ila  Pnitirn). 


—  GOl 

l^fgi  in  loro  favori^;  avpva  comi  ai'nto  a 
■Miiiiinia.  t  Oriolo  IJoitiiin.j,  6  febbiiiio. 

G.aochi  Alfonso  dei  conti  Giucchi,  tenente  {ge- 
nerale della  riserva.  |  Scpino  (Novara),  10 
ago  to. 

Gjanlelii'O  nions.  Felice,  di  Cittaducale,  ve- 
scovo di  Boi.'U  )  (Campobasso),  t  i\  i,  g  ugno. 

Giannitia.  ani  iiig.  Doruenico,  ii.  Trapuni  l«3t), 
colonnello  a  riposo,  veterano  garibaldino, 
cultore  di  studi  geogratìci  ed  autore  di  dif- 
lusissimi  manuali  scula^tici.  t  Firenze,  IV» 
marzo. 

Giorgi  Pierfrancesclii  nob.  Alfredo,  deputato, 
provinciale  della  prov.  di  Siena,  t  Roma, 
27  die  mbre. 

Giovaniiini  Giuseppe,  che  rappresentò  per 
varie  legislature  alla  Camera  il  collegio  di 
Borgo  a  Mozzano,  fu  presidente  del  Consi- 
glio pr  vinciale  di  Lucca  e  coprì  molte  al- 
tre cariche,  t  Viareggio,  5  aprile. 

Gnacoiirini  Agostino,  di  a.  58,  già  acclamato 
baritono,  t  Bologna,  maggio. 

Gnudi  Giuseppe,  n.  Budrio  1826,  ultimo  su- 
per-lite del  processo  per  la  cospirazioiie 
del  febbraio  IS.^.'l,  condannato  alla  pena  di 
mòrte,  commutata  nella  galera  che  sconto 
per  6  anni,  comb  itt^nte  nel  1848,  nella  di- 
fesa di  Roma,  nella  guerra  del  1860.- 1  Bo- 
logna, 24  apr.le. 

Goltz  (Von  der)  Cohnar,  n.  nell.x  rru.<sia 
Orientale  1843,  feMniaresciatlo  prussiano, 
dal  1883  al  18'J5  riorganizzò  l'esercito  turco, 
nella  presente  gucria  fu  governatore  dil 
Belgio,  poi  torno  in  Turchia  e  prese  il  co- 
mando  dell'armala  mandita  contro  gli  In- 
glesi in  Me.sopotamia.  t  Kut-f^l- Amara,  sul 
Tigri,  21  aprile,  per  tifo,  altri  dicono  ucciso. 

Gonfalonieri  Cesart^  tenente  generale  a  ri- 
poso, t  Boma,  21  maggio. 

Gonzaga  pjiticipe  Ferrante,  di  a.  69,  ultimo 
della  sua  storica  famiglia,  t  Mantova,  2J 
maggio. 

Gcrgcy  Arturo,  di  a.  99,  che  nel  1849  fu  capo 
dell'esercito  rivoluzionario  ungherese,  l'uni- 
co dei  geneiali  unghen'si  che  dopo  la  resa 
di  Villagos  ebbe  salva  la  vita,  t  Budapest, 
maggio. 

Gotti  Gerolamo  Maria,  n.  Genova  1834,  di 
padre  facchino  del  porto,  carmelit.  scalzo, 
cardinale  del  tit.  di  S.  Mar;a  della  Scala  dui 
1895,  prefetto  di  Propaganda  Fide;  era  stato 
internnnzio  al  Bra-ile  e  durapte  il  pontitì- 
cato  di  Leore  XIII  amministrò  con  abililà 
e  fortuna  le  finanze  vaticane;  nel  conclave 
del  1903  fu  competitore  temuto  del  cardi- 
nale Sarto,  t  Roma,  19  m-arzo. 

<3  0Zzano  (Ju  do,  n.  Agliè  (Torino",  di  a.  32, 
jioeta  lirico,  t  Torino,  9  agosto. 

Grandi  Paola,  n.  1829,  aveva  preso  parte  ai 
moti  rivv.lu  ionari  del  1848  e  ]  eiciò  eia 
s'ata  anturizzata  a  fregiarsi  delia  medaglia 
eommemorativa  ed  era  iscritta  al  Comizio 
dei  Veterani  lombardi,  t  M  lano,  23  maggio. 


Grivina  Celare,  l'apo'et.mo,  di  a.  60,  artista 
bullo  di  opi-rettc,  ira  nipote  di  un  prefelto, 
e  fu  delegato  di  P.  S.:  e  .t  ò  in  arte  pi-r 
sposare  un'artista  di  operette,  la  Elodia 
Ma  esca,  t  Montevileo,  felbiaio. 

Grazzini  Giuseppe,  di  a.  51,  i>ubblic.  redatt.- 
capo  per  oltre  20  anni  del  l-'itruiìio.i.fi  di 
Firenze,  poi  rcdittore-capo  o  diretto  e  di 
altri  quotidiani  a  Livorno,  a  Reggio  Emil  a, 
a  Modena,  ora  al  Xuoio  Giornale.  ]  Firenze, 
14  febbraio. 

Greppi  ing.  Filippo,  t  Milano,  30  marzo. 

Grocco  Pietro,  clinico  illustre,  t  Courmaycui- 
(Val  d'Aosta),  12  febbraio  (led.  di  contro  . 

Groiidona  Alfonso,  di  a.  66,  industriale  mila- 
nese, già  proprietario  di  una  fabbrica  di 
carrozzerie,  assorbita  dalle  Officine  Mecca- 
niche,  r  Milano,  15  geitsiaio. 

Guanella  don  Luigi,  di  a.  73,  benefieo  sacer- 
dote valtellinese,  foiidatoi-e  degli  ansili  pc- 
deScenti  sorti  in  tutto  il  mondo  e  condotti 
dalle  suore  di  S.  Maria  delia  Provvidenza. 
t  Como,  24  ottobre. 

Guglielmi  march.  Giulio,  n.  Roma  1845,  ric- 
chissimo patrizio,  zio  del  deputato  mar- 
chese Giorgio:  aveva  fatto  parte  della  de- 
putazione che  nel  1870  reco  il  plebi.si'ito 
di  Roma  al  le  Vittorio  Emanuele  II.  f  Kg- 
ma,  31  lu:;;lio. 

GugLelmino  ing.  Pietro,  prof,  nella  K.  Scn  la 
Navale  Superiore,  ispettore  del  Bureau  Vc- 
ritas.  t  Genova,  1^^  luglio. 

Guiccioli  march.  Alessandi'o,  di  Ravenna^  di 
anni  72,  da  molti  anni  cavaliere  d'onore 
de'la  Regina  Margherita,  t  Bordighera,  16 
settembre. 

Guillaume  Rodolfo,  di  Bresci:i,  di  a  66,  già 
noto  auiinaestratore  e  proprietario  di  un 
circo  equestre,  t  Milano,  dicembre. 

Harpignies  Enrico  Giuseppe,  n.  Va'encien- 
nes  1819,  valente  paesista,  decano  dei 
pittori  francesi,  t  Parigi,  arrosto. 

Helhig  Volfango,  n.  Dresda  l.*^39,  archeologo, 
da  più  di  luezio  secolo  stai.ilito  a  Roma, 
per  molti  anni  segretario  delTlslituto  .Ar- 
cheologico Germanico,  f  l'ioma.  7  ottobre. 

Hervien  Paolo,  di  Parigi,  di  a.  57,  illustre 
drammaturgo,  accademico  frauceiC.  t  Pa- 
rigi, 25  ottobre. 

Hill  James,  di  a.  7.-^.  detto  "  il  re  delle  fer- 
rovie -,  aveva  ac  luistato  una  grande  for- 
tuna da  umilissimi  principii.  t  San  Paolo 
nel  Minnesota,  30  maggio. 

Horne  He;  beri,  inglese,  di  lungo  tempo  sta- 
bilito a  Firenze,  scrittoio  d'arte,  t  Firenze, 
lo  aprile,  lasciando  allo  Stato  Italiano  il  suo 
antico  palazzo  e  le  sue  ricchissime  colle- 
zioni d'  arte. 

Horsley  Vittorio,  di  a  59,  uno  dei  più  emi- 
nenti fisiologi  e  chirurghi  inglesi,  apprez- 
zato specialmente  com.e  neurologo  e  clii- 
rurgo  dei  centri  nervosi,  t  in  Mesopotamia, 


FIAT 


Su  ogni  fronte  alleato  le  vetture  e 
gli  autocarri  FIAT  segnano  quoti- 
tidianamente  un  trionfo  dell'  Indu- 
stria italiana,  b    ■    ■    ■    ■    ■    ■ 


N^mM^il^^A«^«MM> 


^^^Mi^^lWn^ 


t0*0mi00*am0m*m 


—  003  - 


Pietro  Crocco. 


Nei  primi  fine  mesi  riel  1<.)1(>  la  scuola  nie- 

italia  a  ha  sui>ito  due  },'ravi.ssim<?  i)er- 

.1   lu  gennaio  moriva  a  Roma  un  maC- 

dtl   più  alto  valor.\  il  prof.  (tuìiIo  liac- 

i    i:i  ;  e  p  ICO  d  -pò,  cioè  il  12  lebbra  o,  moriva 

;i    Courmayeur   un   altro  grand»;  uiaesMo.  il 

P  Mt.  l'ietro  (irò. -co,  iinn  ancora  sessanleiine, 

i>pento  da  tìeris-ima  ma  attia  che  da  tempo 

minava   la   sua  salu- 

♦  «^   mentre  egli  volc- 

lare   ancora   alla 

a,  alla  Scienza  e 

.1     umanità  sotlercn- 

••     tutta   l'attivià   e 

t  i:  IO  l'amore  che  aiii- 

111  ivano  il  suo  cuore 

buono  e  gentile. 

Il  nome  di  Pietro 
G rocco  era  conosciu- 
to non  solt4»nt<)in  Ita- 
lia ma  anche  all'est»'- 
ro  per  il  suo  grand  > 
valore  e  per  le  suo 
'  '"blicazioui.  I  suoi 
iti  scientilici.  K> 
i  icerclie  origina- 

i  >ua  pron.ezza  di 
rvazione,    la   sua 

-incacia  nelle  dia- 
g  Misi  più  diCBcili  lo 
avevano  messo  alla 
paii  con  i  som  ni  i 
clinici  italiani  e  g'i 
avevano  procaccato 
Una  fama  mondiale 
e  una  fortuna  rile- 
vante. 

Il  prof.  Pietro 
Crocco  era  nato  il  27  giu;:no  I85t)  ad  Albo- 
ncst',  piccolo  e  m  ine  in  quel  di  Moilara  (Pa- 
via), nella  ridente  Lomellina. 

Laureatosi  nA  luglio  isTD  fu,  subito  no- 
minato assistente  del  prof.  Fr^ancesco  Orsi 
direttore  dilla  Clinica  medica  generale  del- 
l'Universit-T  di  Pavia  (n.  182S,  m.  31  die.  ìbW) 
clinico  illU".  re  e  di  molto  valore.  C<dà  inco- 
minciò la  sua  vita  di  insegnante  col  suo  primo 
insegnamento  di  propedeutica  medica:  e  fu 
anche  a  Parigi  dallo  Chan-ot  e  a  Vienna  dal 
llosenthal  e  dal  Nothna^el.  Nel  1884  fu  in- 
caricato dell'insegnamento  dela  pitolo^a 
six  c;ale  medica  e  della  e  inica  nicdica  pro- 
•utica  nell'Ujiiversiià  di  l'eiu„'ta,  poi  nel 
fu  cliiamat»  allTniversnà  di  Pisa  e  ne  1 

-  aHIstituto  di  Studi  superiori  di  Firenze. 
li:  tutti  questi  istituti  svolse  la  suamera\i- 
f:!  osa  attività  riorgani/.z  ind(Uie  le  Cliniclie  o 
Ii'iiioiidole  in  grado  di  valersi  di  tutti  i  pro- 
tr  ssi  della  soicn/.a  me  li'-a.  La  Clinica  di  Ti- 


ren/e  diveinie  un  vero  modello.  Da  qcando 
giunse  in  quella  ciità.  atrcse  con  paitiolar 
passione  a  la  costruzione  dei  nuovi  loiall, 
m'jntre  la  sua  scuola  dava  valentissimi  cul- 
tori delle  scienze  mediche  e  notevole  contri- 
buto di  pubblicazioni  e  di  ricerche  in  ogni 
ramo  del'a  medicina. 

Fin  da  assislente  rivelava  già  quello  qua- 
lità eccezionali  di  stu- 
dioso e  di  scienziato* 
che  dovevano  por- 
tarlo al  sommo  della 
sua  carriera. 

Dotato  di  intelli- 
genza supeiiore,  di 
altissimo  sen-o  ciiti- 
l'O,  di  memoria  pro- 
digio a.  di  profondo 
spir  to  di  osservazio- 
ne, egli  seppe  trar  o 
il  massimo  profitto 
dagli  insegnamenti 
dei  suoi  maestri.  Cli- 
nico valentissimo, 
seppe  tenersi  nel  giu- 
sto mezzo  tra  la  cli- 
nica e  il  laboratorio, 
valendosi  spesso  an- 
che dell'aiuto  che  il 
gabinetto  dello  scien- 
ziato oft'io  al  diagio- 
sticatore. 

Cos'i  seppe  dedi- 
carsi a  studi  e  ricer- 
(;he  di  anatomia  pa- 
tologica, di  patologia 
generale,  di  chimica, 
di  lisica  e  di  altre  di- 
scipline che  egli  liti  dai  suoi  primi  anni  di 
studio  odi  preparatone  scientifica  riteneva 
indispensabili  a  raggiungere  nella  scienza  cll- 
nica l'alta  mèta  che  si  era  prefisso. 

Parecchi  segni  utilissimi  per  la  diagnosi 
di  molte  malattie  port  ino  il  suo  nome.  Basti 
ricordare  il  nome  di  Ffint-irraccii  dato  ad  un 
caiatte.istico  rumore  presistolico  alla  punta 
del  cu  ire,  in  casi  di  insufficienza  d'aorta,  o 
il  iiomj  di  Orsi-Grocco  dato  alla  proiezione 
deM'or^cchiella  sinistra  sulla  terza  cartila- 
gine eostale.  E  e  >si  polipo  ven  'so-capilìare  di 
Grocii  si  chiama  il  sintomo  del  polso  venos.) 
di  reflusso  nell.'  malattie  di  cuorv»  per  insuf- 
ficienza della  tricuspidale,  mentre  Irinnijnlorii 
Gracco  indica  un'area  speciale  del  torace  che 
si  suol  es  iminare  ii:  ispecial  modo  per  la  dia- 
gnosi della  pleurite  essudativa. 

La  sua  produzione  scientifica  abbraccia  'o 
molteplici  discipline  in  cui  si  distingue  !a 
scici)z.i  me<tica.  Oltre  le  riceich'^  s«meiotic!.o 


IHHfflffll 

1  0  2  grani  prima  dei  pranzo 

puriTIca  il   sangue 

evita  emicranie  e  disturbi 

fla^tro-intestlnall 

Scatola  105  grani  L.  3.- 
1/2  Scatola  L.  1.50 

purgativi                        depurativi 

—  (304 


dell' appareccli in  respiratori.)  e  circolatorio, 
rivolse  i  suoi  studi  clinici  sul  morbo  di  Erb- 
Goldllain,  sul  reumatismo  tubercolare,  sulla 
calcolosi  epatica,  snl'.a  isteria,  sulla  febbre 
sitìlitica,  sulla  febbre  maltese,  ecc.  Meritano 
particolare  menzione  anche  gli  studi  che  egli 
fece  principalmente  negli  anni  di  prepaia- 
zione  su  la  peptouuria,  su  la  i  reatinina,  su 
la  pentosuria,  su  l'emogìobinuria  da  chinino 
nei  maialici,  su  l'albumiiiuria  nelle  urine 
degli  itterici  e  su  la  determinazione  del  glu- 
cosio nelle  urine. 


premiando  memorie  .scientifiche  popolari  e 
contribuendo  con  molta  larghezza  ad  opere 
di  beneficenza  e  di  assistenza. 

Nel  suo  paesello  nativo  di  Albonese  eresse 
nel  19%  alla  memoria  del  padre  un  Asilo 
infantilo:  e  nelle  sue  disposizioni  di  ultima 
volontà  non  dimenticò  i  poveri  di  Albonese 
e  di  Collesalvetti.  Istituì  ancora  un  premio 
annuo  per  la  migliore  tesi  di  laurea  in  Cli- 
nica medica  nell'Istituto  di  Firenze. 

Fu  per  molti  anni  direttore  sanitario  delle 
RR.  Terme  di  Montecatini.  Di  questa  celebre 


Si  occupo  molto  e  con  particolare  amore     stazione  termale  volle  radicalmente  trasfor- 


della  patologia  nervosa,  come  attestano  molti 
suoi  lavori  clinici  ed  ana* omo  patologici  pub- 
blicati sin  dal  1880:  noicvolissirae  le  sue  ri- 
cerche sulle  polinevriti  e  nevriti  ascendenti 
pubblicate  nel  1888. 

Del  morbo  di  Basedow  si  occupò  moltis- 
simo riu>^cendo  anche  per  questa  malattia  a 
s'abilire  vari  sintomi  per  cui  ne  è  agevolata 
la  diagnosi  anche  in  istiidio  poco  avanzato. 

Nel  1896  pubblicò  interessanti  osserva- 
zioni cliniche  ed  anatomiche  e  considerazioni 
svilì'  otifj/in a  pectoits. 

Le  sue  Lezioni  di  clinica  medica  delle  quali 
nel  1906  fu  pubblicato  il  jn-imo  volume,  sono 
un  prezioso  saggio  della  sua  lunga  esperienza 
clinica,  ed  è  sommamente  a  deplorarsi  che 
un'opera  cosi  importante  e  durai uia  rimanga 
incompiuta,  troncata  dalla  morte. 

Abbiamo  detto  che  egli  fece  della  sua  Cli- 
nica di  Firenze  un  isMtuto  modello:  vi  or- 
ganizzò infatti  una  sezione  idro  elèttrica,  una 
sezione  radiologiea,  ecc.  Nel  1898  essendo  i 
lavori  della  nuova  clinica  pressoché  compiuti, 
pensò  di  istituii  vi  una  sezione  per  la  cura 
antirabica,  che  allora  non  veniva  esegui! a  in 
alcuna  città  della  Tosca  a.  Un  munifico  si- 
gnore di  Firenze,  Leopoldo  liuJiiii,  costruì 
ed  arredò  a  sue  spese  i  loc;ili.  S.  M.  il  Re 
con  cospicua  elargizione,  il  Comune  e  laPio- 
vincia  di  Firenze,  e  molti  municipi  di  To- 
scana con  opportuni  stanziamenti,  altre  isti- 
tuzioni ospitaliere,  di  beneficenza  e  piùvati 
cittadini  con  generose  oblazioni,  a  sicurarono 
la  vita  alla  nuova  sezione  cl;e  fu  aperta  nel 
1899  dando  subito  ottimi  risultati.  E  la  Fa- 
coltà Medico-Fisica  fiorentina  volle  che  l'Isti- 
tuto Antirabico  fos^:e  intitolato  al  nome  del 
prof.  Crocco,  il  suo  illustre  fondatore. 

Fu  strenuo  propugnatore  di  molte  istitu- 
zioni ed  iniziative  umanitarie,  e  fu  special- 
mente dei  primi  e  più  tenaci  assertori  della 
lotta  contro  la  tubercolosi  ed  altre  malattie 
sociali. 

Fu  uomo  di  cuore  e  molto  diede  del  suo 
alla  beneficenza,  sussidiando  studenti  poveri, 


mato  l'indirizzo  e  1*8  luglio  1911  parlò  in 
Senato  propugnando  le  nuove  convenzioni 
che  ponevan  fine  al  dualismo  fra  terme  de- 
maniali ed  acque  private,  dualismo  che  ap- 
portava una  cerla  sfiducia  nell'efficacia  cu- 
rativa delle  acque  stesse.  E  al  Senato  parò 
ancora  sul  diseguo  di  legge  per  la  protezione 
del  bacino  idrologico  di  Montecatini.  Era  stato 
nominato  senatore  il  3  dicembre  190Ó. 

Nell'agosto  1915  ammalò  gravemente  di 
bronco-polmonite,  per  cui  appena  possibile 
fu  trasportato  alla  sua  villa  di  Nugola  (da  Ini 
acquistata  una  decina  d'anni  or  sono)  presso 
Collesalvetti  (Pisa)  dove  la  sua  salute  trascorse 
in  una  continua  alternativa  di  miglioramenti 
e  di  peggioramenti.  Negli  ultimi  giorni  di  sua 
vita  si  era  recato  a  Courmayeur  a  comi)iervi 
una  cura  speciale  in  cui  egli  riponeva  molta 
fiducia.  Sperava  di  limette:  si  presto  per  ri- 
tornare alla  sua  scuola,  ai  suoi  studi,  alla  sua 
professione.  Non  voleva  più  oltre  negare  il 
sollevo  della,  sua  scienza  alle  numerose  ri- 
chieste che  gli  giungevano  da  ogni  parte.  Il 
cambiamento  di  cima,  troppo  tardivo,  non 
ebbe  alcuna  etficac.a,  ed  il  prof.  Grocco  do\è 
soccombere. 

La  sua  vita  fu  una  vita  di  studio  e  di  at- 
tività meravigliosa.  Visse  por  i  suoi  malati 
e  per  i  suoi  studenti  che  lo  ricambiarono  di 
rispettoso  e  deferente  afl'etto  e  di  fiducia  il- 
limitata. 

L'Accademia  medico-fisica  fiorentina  della 
quale  fu  membro  illustre  e  venera^^o  e  che 
lo  ebbe  anche  Presidente,  consacrò  una  si>e- 
ciale  seduta  in  commemorazione  di  lui.  E 
nell'adunanza  pubblica  del  16  marzo  1916 
presieduta  dal  presidene  prof.  Guido  Banii, 
parlarono  del  Maestro  .^comparso  due  esimii 
cultori  delle  scienze  me  Jiche,  cioè  il  prof. Fer- 
ruccio Schupfer  e,  più  ditl'u  araente,  il  prof. Ce- 
sare Baduel  g^à  suo  allievo  e  poscia  suo  as- 
sistente, che  lo  segui  da  Perugia  a  Pisa  e  a 
Firenze  e  che  trascorse  trenfc'anni  di  de\ota 
ammirazione  e  di  intima  amicizia  col  vene- 
rato Maestro.  Dott.  C.  11.  Foìslasi. 


Toilette 

dei 
bambini 


SftVON  SIMON 


Puro  ed  untuoso,  rende  la  pelle  fine  e 


Profumo 
delizioso 
vellutata. 


005 


Guido  Gozzano 


Giovanni  La  Farina 


GlOTANNI  IjDCCHINI 


al  seguito  dell'esercito  inglese,  per  una  in- 
solazione, IG  ln<rlio. 
I     urlies  Leone,  noto  campione  ciclista  fran- 
se  di    velorità,  ora  pil.'ta  aviatore  mili- 
te t  vittima  di  un  accidente  di  aeroplano 
I  Lisso  Chàlons-sur-Marne,  ottobre, 
lineria  Vit'oriano,  -.'ià  presidente  del  Messico 
Uri  iyi3  e'ì4.  t  El  l'avo  (Messico),  gennaio. 

Ticonls  suor  Eufemia,   di  a.   40,  superiora 
I    itfirOspeda'.e   Italiano   di   Buenos   Aires, 
*■   iondatrice   e   generalessa   della  Congrega- 
zi.  ne   di  Carità  delle  Figlio  dell' Inunaco- 
l.ita.  t  Buenos  Aires,  agosto. 
J.iiiies  Knrico,  di  a.  72,  famoso  romanziere 
anglo-americano. fratello  del  filosofo,  t  Lon- 
dra, 2'J  febbraio. 
Jai  e  Giuseppe,  rabbino  maggiore,  t  Ferrara, 

ly  novembre. 
Ilg   ing.  Alfredo,  di  Turgovia,   di  a.  G2,   per 
niMlti  anni  niinisrro  e  coiitìdeute  del  Negus 
Menelik.  t  Zurigo,  6  genn^iio. 
Imperatori  Camillo  Edoardo,  di  a.  70,  capo- 
divisione del  Ministero  della  Marina  a  ri- 
poso, t  TagHacozzo,  11  ot;obro. 
Juel  Otto,  di  Danzica,  di  a.  60,  uno  dei  fon- 
datori, e  per  lungo  tempo  consigliere  dele- 
gato della  Bai-.ca  Commerciale  Italiana:  era 
tato  prima  direttole  della  sede  di  Genova 
■la  Baiu'à  Generale,  t  Milano,  25  aprile. 
ofT,  generale   bul„'aro,  capo   dello  Stat«> 
iggiore.  t  11  agosto. 

berti   (iirolamo,  di  a.  61,  presidente  del 
Imiiale  di  Bassano  Veneto,  t  Isola  Rizza 
I  Verona),  24  agosto. 
J  uigHeisch  Em  Iìd,   n.  Parigi    1839,  prof,  di 
himica   generale   al    Collegio   di    Francia, 
olaro  e  collaboratore  di  Berthelot,   noto 
,    r  i  suol  lavori  di  chimica  organica,  t  Pa- 
rigi, 23  aprile. 

I^amlnu'a,  ammiraglio  giapponese,  di  a.  66, 
\    uno  degli  eroi  della  famosa  battaglia  di 
/iiscima.  t  Tokio.  H  agosto. 
1  ■   ;py  Guglielmo  F.,  di  a.  51,  console  degli 
rati  Uniti  d'America  a  Roma,  t  ivi,  7  marzo, 
hener  lord  Orazio  Herbert,  n.  Bally  Long- 
i..rd   (Irlanda),  24  giugno  lb50,  il  maggior 
uomo  di  guerra  inglese,  dal  18tH)  sirdar  egi- 
ziano, sconfisse  i  Dervisci  a  Omdu  i  man  1 1 8U8) 
e  occupò  Cbartum,  dal  1900  cap-'  il.  Ilo  stato 
maggiore  di  lord  Boherts  n.l  'l'  ansvaal  e 
nell'anno  stesso  genera  «  in  capo,  vinse  de- 


finitivamente i  Boeri  e  nel  1902  li  obbligò 
a  firmare  la  pace  in  Pretoria;  fu  poi  per 
7  aniii  comandante  supremo  delle  forze 
britanniche  nell'India,  quindi  comandante 
in  capo  e  alto  commissario  nel  Mediterra- 
neo, poi  agente  britannico  in  Egitto  e  final- 
mente allo  s  oppio  della  guerra  ministro 
della  guerra  e  in  tale  qualità  creò  il  nuovo 
poderoso  esercito  inglese,  t  afl'ogato  nel- 
i'aftondamonto  della  nave  Hampshire  col- 
p.ta  da  una  mina  a  ovest  delle  isole  Ork- 
ney,  5  giugno. 

Kowalewski  Massimo,  n.  Kharkow  1851.  noto 
psicologo  ed  economista  russo,  t  Pietro- 
grado,  aprile. 

Kowalski,  famoso  pianista  e  compositore, 
t  Bordeaux,  10  luglio. 

La  Farina  avv.  Giovanni,  n.  Palermo  1843, 
distinto  professionista,  consigliere  co- 
mun.ile  e  provinciale  di  Palermo,  assesso- 
re, prosindaco,  presidente  per  28  anni  della 
Game  a  di  Commercio  e  Industiia,  fonda- 
tore della  Cassa  di  Soccorso  per  i  pesca- 
tori poveri  che  da  lui  prese  il  nome,  t  Pa- 
lenno,  8  novembre. 

Lamola  Antonio,  di  a.  79,  prefetto  a  riposo. 
I  Napoli,  5  febbraio. 

Lanoellotti  principe  Filippo  Massimiliano  Mas- 
simo, da  lloma,  di  a.  72,  noto  come  cle- 
ricale  intransigentissimo.   t   Roma,  30  die. 

Lancerotto  Egisto,  pittore  veneziano,  t  Ve- 
nezia. 31  maggio. 

Largo  Francesco,  industriale,  t  Cagliari,  2  feb- 
braio. 

La/zò  Giuseppe  Pietro,  mantovano,  giornalista 
d'idee  avanzatissime  e  di  vita  avventurosa; 
aveva  fondato  succes-ivamente  un  gran  nu- 
mero di  giornale. ti  perdonali,  fra  i  quali  il 
Mendico,  col  quale  raccoglieva  fondi  per  il 
Ricovero  di  Mendicità  di  Mantova,  istituito 
mcroè  la  sua  propaganda  e  di  cui  fu  il 
primo  direttore,  t  Mantova,  maggio. 

Lemojne  sac.  (ì.  B..  n.  (jenova'183U,  saio- 
alano,  uno  dei  1  rimi  seguaci  di  Don  Bo-co 
di  cui  fu  intimo  e  di  cui  scrl'-se  la  vita  vo- 
himltiosa.  t  Torino,  15  .settembre. 

Leonardi  Michelangelo,  conte  di  Casal  no  e 
di  Pisnengo,  capitano  di  vascello,  t  Vene- 
zia. 3.0  marzo. 

Lerco  Roberto,  che  per  molti  anni  fu  diret- 
tore della  Compagnia  di  AutlvarL  f  To- 
rino, IV  dioembrei 


-  m]  - 


Le  en  avv.  Tito,  stimato  professionista,  mem- 
1)1-0  del  Ooiisiglio  di  discipiiiia  dei  Prut'U- 
ratoii.  t  Rima,  li)  luglio. 

Lesino  Oailo,  di  a.  63,  industi-ia'e,  fu  per 
12  anni  i-onslgliere  camunale.  t  Milano, 
26  dicembre. 

Levi  rag.  Emilio,  di  a.  46,  procuratore  e  ra- 
gioniere-capo della  Società  Alti  Forni  di 
Piombino  e  della  Uva  di  Genova,  t  Vili  i 
Turro  (Milano^  31  dicembre. 

Levi  Eu,'en.a,  prof,  di  tedesco  nell'Istituto 
Superiore  di  Magistero  femminile,  auti-ice 
di  molte  pregiate  opere  di  comijilazione 
erudita,  t  Firenze,  dicembie. 

Llman  Paul,  giorna'ista  tede-^co.  redattore 
delie  Leip:i/er  Neneste  Nui-hrir/it-  n,  awev- 
sario  del  Kaiser,  f  Berlino,  gennaio. 

Lippi  Andrea,  di  Pistoia,  di  a.  28,  s^'Ultore. 
t  Pistoia,  26  geiinaio. 

Lippi  ing.  Giuseppe,  tenente  dei  ^Vlille  di 
Marsala,  t  Oderzo,  28  luglio. 

Lodi  Oiloardo,  già  sindaco  di  S.  Giovanni  in 
Persiceto,  socialista  fervente,  noto  per  la 
sua  devozione  all'ijn.  Giacomo  Ferri,  con- 
vertitasi in  fiera  inimicizia,  t  Imola,  ai  Ma- 
nicomio Provinciale,  22  novembre. 

Longhi  Alessandro,  bolognese,  pittore,  scrit- 
tore d'arte,  t  Bologna,  5  marzo. 

Longoni  sue.  Angelo,  n.  Seregno  1866,  fondò 
e  resse  in  patria  il  Collegio  Ballerini,  da 
molti  anni  assessore  della  istruzione,  t  Se- 
regno,  3  ago  te. 

Lorenzoli  Angelo,  di  a.  80,  pittore  deooratort^, 
da  oltre  50  anni  prof,  di  ornato  all'Acca- 
demia di  Brera,  t  Milano,  22  agosto. 

Lorenzoni  dott.  Pietro,  di  a.  86,  il  più  vec- 
phio  avvocato- del  Trentino:  fino  a  SO  anni 
fu  depatrto  di  Cles-Fondo  alla  Camera  dei 
Deputati  e  alla  Dieta  provinciale;  era  pa- 
dre del  prof.  Giovanni,  della  II.  Unversità 
di  Macerata,  f  Cles  (Trentino),  a^'o^to. 

Lovatelli  Giovanni,  n.  Roma  18.59,  capitano 
di  vascello  in  posizione  ausiliaria:  si  era 
distinto  in  molte  missio  li,  e  in  un  com- 
battimento ontro  i  Som:ili  a  Kisimayo 
nel  1873.  t  Friburgo,  24  luglio. 

Lovisato  Domenico,  n.  Isola  d'Istria,  di  a.  74, 
prof,  di  mineralogia  nell'univ.  di  Cagliari, 
accompagnò  Bove  nella  spedizione  alla  Ter- 
ra del  Fuoco,  aveva  combattuto  nel  1H6(» 
a  Condino  ed  era  sbandito  dall'Austria  pei- 
i  suoi  sentimenti  d'italianitii.  t  Cagliari 
23  febbraio. 

Lucchini  avv.  Giovanni,  n.  Vicenza  1840,  so- 
natore dal  1892:  era  stato  deputato  di  Lo- 
nigo  per  due  legislature  e  per  altre  due 
di  Vicenza,  t  ivi,  15  gennaio. 

Luigi  Salvatore  di  Toscana,  arciduca  d'Au- 
stria, n.  Firenze  4  agosto  1847,  cng'n  >  e 
nipote  dell'imperatore  Francesco  Giusep- 
pe, archeologo,  storico  e  geografo  di  qual- 
p><e  valore,  aveva  pubblicato  parecchi  to- 


Innii  a  illustr.iz'one  di  varie  iso'e  d  1  ■^re- 
diierraneo:  viveva  gra;i  p.u'te  dell'a  ihu  a 
]Maiorv!a  nelle  Bale.ui.t  Brendels-sur-l'F,ibt>, 
12  ottobre. 
Luzzatto  dott.  Moisè,  di  a.  92.  era  consi.le- 
rato  co;iie  il  capo  del  partito  lilìcrale  na- 
zionale a  Trieste  di  cui  per  30  a.  fu  vice- 
potestà,  t  Trieste,  ottobre. 

Mac  Donagh  Tommaso,  prof,  dell' urtiver- 
sità  di  Galway,  fu  uno  dei  firmatari  del 
manifesto  che  proclamava  la  repubblica 
irlandese,  condannato  a  morte  dalla  Corto 
Marz'ale  di  Dublino  e  fucilati  il  3  mai;gio. 

MadoUa  dott.  Giacomo,  n.  Campiteljo  di  Mur- 
cavia  (Mantova)  1850,  cavaliere  al  merito 
del  lavoro,  agionomo,  da  oltre  40  anni  am- 
ministratore dei  vasti  tenimenii  dei  mar- 
chesi di  Bagno  Guidi,  t  Vivaldina  di  Gra- 
zie (Mantova),  14  agosto. 

Magini  Giuseppe,  prof.  ord.  di  istologia  e 
fisiologia  generale  e  incaricato  di  zootecnica 
alla  univ.  di  Roma,  t  Roma,  21  febbi-aio. 

Mainonl  avv.  Giulio,  di  a.  SO,  fu  sergente  nei 
Cacciatori  delle  Alpi  con  Garibaldi  nel  '5't, 
padre  del  dott.  Fabio  segretario  generae 
della  L,  A.  N.  t  Be  lagio,  17  febbraio,  im- 
provvisamente. 

Maldura  Giulio,  uno  dei  più  vecchi  giorna- 
listi romani,  di  parte  cattolica,  t  Roma, 
febbraio. 

Ma'ugani  Paolo,  n.  1831,  veterano  delle  bat- 
taglie dell'Indipendenza,  aveva  combattuto 
syilo  Stelvio  nel  1848.  t  Gortabbio  (Vaisas- 
sìna),  19  dicembre. 

Maluta  Giovanni.  1  Padova,  10  agosto. 

Manca  Stanisbio.  di  nobile  famiglia  sassarese, 
da  23  anni  critico  drammatico  della  'J'i  i- 
l  una-,  autore  di  vari  volumi  sul  teatro,  t  Mi- 
lano, 23  settembre. 

M,nìt':-edi  dott.  Nicola,  n.  Boscomarens-o  18;'6, 
pr.jf.  emerito  di  clinica  oculistica  delle  univ, 
di  Modena  e  di  Pisa,  t  Boscomarengo  (Ales- 
s;ndria),  20  settembre. 

Mangano  Fortui-.ato,  tenente  genarale  di  oa- 
val'eria  a  riposo,  f  8  novembre. 

Marazlo  bar.  avv.  Annibale,  n.  Alba  1830,  se- 
natore del  Regno  dal  1900,  dal  1864  al  l.s97 
deputato  per  vai-i  col'egi  del  Piemonte,  g  à 
pubblicista,  proprietario  del  Diritto  di  Ro- 
ma, t  Torino,  23  gennaio. 

Marchetti  Carlo,  di  a.  72,  industriale,  presi- 
dente della  Società  Elettrica  Alto  Lario. 
t  Cremia  (Lago  di  Como),  28  marzo. 

Marchetti  Giulio,  di  Ancona,  di  a.  ti3,  artista 
di  operette  e  capocomico:  il  suo  vero  co- 
gnome era  Ascoli,  t  FirtMizo,  21  aprile. 

^larchetti  Lucrezia,  ved.  Roscito,  di  a.  101. 
t  Roma,  13  ottobre. 

Mar  oni  Francesco,  romano,  famoso  tenore, 
ora  ritirato  dalle  scene  dopo  30  anni  di 
carriera  gloriosa,  t  Roma,  5  febbraio. 


"^r Almanacco  dello  Sport 

(LA  GUERRA  E  LO  SPORT) 
500  pagine  —  500  vignette  —  Copertina  a  colori  - 


1917 


I^ire  1,60 


Ji.  BEIUPOBAD  &  FIGLIO  -  JEdltoH  -  FIUENZE 


r;()7  _ 


Cinico  Mai;.  ,iM 


Elia  Metchnikoff 


Giusto  Murati 


iraielli  Ferdinando,  di  a.  17,  studente,  fifrlio 
del  noto  industriale  elettrotecnico  di  Se- 
sto San  riiovanni.  1  14  majri'io,  caduro  in 
nn  tiar.itro  d>'i;a  <ave:iia  detta  "  Vecchio 
Alberfjo  „  snl  monte  Tre  Croci,  presso  Va- 
rese, cli'pgli  voleva  esplorare. 

?«  argotti  Stefano,  di  a.  S4,  fratello  e  ooadin- 
rore  del  leolngn  Giacomo  Jlargotli.  Ur.ì- 
liatore  delITz/i  <ì  Cattolica,  t  San  Kenio, 
maggio. 

.Miirkham  Alberto  Hastings,  ammiraglio  a  ri- 

p<)so,   famoso  esploratore  delle  terre  artl- 

he:  comandò  VAIert  nella  spedizione  po- 

ire  del  l,S75-7f..  t  Londra,  ao  gennaio. 

.irkham   (demente,  di  a.  8(i,  nno  dei  mag- 

L'iori  geografi  inglesi,  t  febbraio. 

M;iiro  in;,'.  Marco,  n.  Limone  (Como)  1847, 
già  prof,  di  economia  agraria  e  di  estimo 
rurale  nella  Scuola  d'applicazione  per  gli 
ingegneri  in  liomn.  t  ivi.  30  marzo. 

>::u  tii.eili  avv.  Cesare,  primo  presidente  della 
Corte  d'.Xppelio  di  Torino,  t  Pozzolo  sul 
Mincio  (Mantova I,  20  settembre. 

iliutinez  Ani<>lia  ved.  Tibaldi,  aveva  tenuto 
per  vari  anni  hi  gestione  del  Teatro  Na- 
zionale, t  Lorna,  26  dicembre. 

llàspero  Gastone,  n    Parigi  1H40  da  genitori 
lombardi,  dottissimo  egittologo,   per  oltre 
:!o  arili  fu  in  Egitto  come  direttore  del  mn- 
'  o  di  Bulaq  e  deyli  scavi  archeologici  d^  lìii 
•erra  dei  Faraoni:  era  segretario  perpetuo 
lell'Accademia  delle  Iscriz  oni  e  Leile  Let- 
tre, t  Parigi.  30  giugno,  improvvisamente 
turante  una  seduta  delfAccademia. 
i/zinl  ing.  Carlo,  già  amministratore  dei 
'ina'i  Cavour,   t  Torino,  13  gennaio,  per 
-^nicidio. 

Mazzoli  avv.  Gerardo,  di  Pesaro,  stimato  ci- 
vilista del  foro  bolognese,  diie.-se  la  liiri- 
8  a  Giuridica  e  la  Vrdetla  Giudiziuvia.  t  Bo- 
logna, 2S  settembre. 

Melisnrgo  Michelangelo,  già  direttore  capo 
di  ragioneria  al  Ministero  di  .Agrieoltuia, 
Industria  e  Commercio,  t  Konui,  21)  giugno. 


Melli.ii  avv,  Camillo,  di  a.  43,  segretario  del 
Consiglio  dell'Unione  Cooperativa  e  diret- 
tore del  periodico  L'Idea  Oopeia  iva.  t  Mi- 
Inno.  2  giugno,  improvvisamente. 

Morello  Luigi,  n.  Zoag'.i  iGenoval  1849,  tra- 
steritosi  giovane  in  Sardegna  ai  era  dato 
al  commercio  dei  i-ereali.  deputilo  dalla 
17»  alla  21»  legisl.  prim  i  per  Cagliari  I,  jioi 
l'Or  Lanusei,  ritirato  dalla  vita  politica  nel 
ll»«;.  t  Genova.  10  gennaio. 

Morizzi  mons.  Kniico,  arcivescovo  titolare  di 
ilocesso.  t  Tirano  (Sondrio),  marzo. 

Metchnikotì'  LIìm,  n.  Ivanavka  (presso  Khar- 
kofii  1845.  famoso  biologo,  già  professore 
di  zoologia  a  Odessa,  ora  condavttore  del- 
l'Istituto Pa^teur  a  Par.tji,  no:o  per  la  sco- 
perta della  fagocitosi,  t  Parigi,  15  luglio. 

Mézières  Alfredo,  di  a.  00.  accademico  di 
Trancia,  untore  di' apprezzate  opere  lette- 
ra ie  su  Dante.  Petrarca,  Shakespeare  e 
(ìoethe.  t  ottobre,  ostaggio  dei  tedeschi 
nella  Menrthe-et-Moselle. 

Miari  conte  dott.  Augusto.  1  Belluno,  29  feb- 
braio. 

Micl»el  Carlo,  di  a.  73,  fabbricante  di  birra, 
precidente  della  Camera  di  Commercio  di 
Alessandria,  t  ivi,  8  dicembre. 

Michieli  dott.  Marino,  direttore  dell' 0-pedale 
Civile  di  Bassano.  t  ivi,  27  febbraio. 

Miegge  iiig.  Mario,  di  a.  53,  ditettore  tecn  co 
delle  officine  Servettaz:  fu  assessore  ai  la- 
vori pubblici  di  Savona,  e  copri  altre  pub- 
bliche cariche,  t  Savona,  5  gennaio. 

Milesi  Gaetano,  milanese,  di  a.  82,  uno  del 
Mille,  t  Bergamo,  marzo. 

Mirabella  Giovanni,  artista  e  maestro  di  canto, 
t  Firenze,  21  febbraio. 

Mirabelli  Savino,  capitano  di  vascello  nella 
H.  N.  t  Amantea,  15  giugno. 

Moltnarl  Alfonso,  gen^  rale  a  riposo,  f  Napoli, 
15  luglio. 

Molliiari  Tito,  fondatore  dell' Unione  Milita  e, 
direttore  centra'e  della  Bar;ca  Italiana  di 
Seoiito.  \  Roma,  29  gennaio. 


Ascoléiiìè  Rivier 


compresse 


principio  attivo  dell'olio 
di  fegato  di  merluzzo 
100  VOLTE  PIÙ  POTENTE 

Piccole  dosi  -  Grandi  effetti 


G08 


Molli  Ing.  Stefano,  architetto,  diresse  le  oo- 
strrzioiii  de.l'Es]  osizioue  turiiiese  dei  l'Jll. 
t  Tur. no,  27  aprile. 

Moltke  (Voii)  Helmuth,  n.  Gersdorf  (Meclen- 
burgo)  1848,  {generale  tedesco,  nipote  del 
famoso  feldmaresciallo,  dal  1906  ai  primi 
mesi  di'lla  presi  r.te  guerra  capo  dello  Stato 
Maggiore,  ritiratosi  dopo  la  batraglia  della 
Marna,  t  Beri  no,  18  giugno,  improvvisa- 
mente al  Rei<  hstag. 

Momo  Carlo  Francesco,  tenente  generale. 
t  Firenze,  22  ottobre. 

Mongiardini-ltembadi  Gemma,  scrittrice  di 
romanzi,  novelle  e  libri  di  storia  per  la 
gioventù,  -f  Firenze,  30  maggio. 

Moore  rev.  Edoardo,  di  Oxford,  noto  danti- 
sta inglese,  t  2  settembre. 

Mori  Ernesto,  di  a.  CO,  forte  esportatore  di 
vini  nelle  Americhe,  f  Firenze,  10  ottobre. 

Moroder  ing.  Carlo,  di  a.  7.3,  giù  sindaco  d'An- 
cona, già  presidente  della  Deputazior.e  Pro- 
vinciale, parte  principale  di  ogni  manife- 
stazione della  vita  cittadina.!  Ancona.  2ij  die. 

Morpuigo  Eugenio,  t  Milano,  12  agosto. 

Morra  ing.  Anacleto,  a'^^sesore  municipale 
di  Torino,  capitano  del  Genio,  t  Torino, 
18  agosto. 

Mosso  Carlo  Alessandro,  di  Vercelli,  di  a.  55, 
di!  et  ore  del  periodico  II  'lahacco.  t  Koma, 
1«  ottobre,  improvvisamente. 

Mounet-Sully  Giovanni,  n.  Bergerac  1841,  il- 
lustre attore  tragico,  decano  della  Comédie 
Fratii^aise.  t  Parigi,  l»  marzo. 

MuUer  ing.  Ernesto,  direttore  della  Scuola 
Sommeiller  di  Torino,  t  Grosseto,  28  gennaio. 

Muratti  Giusto,  triestino,  già  volontario  del 
2°  Battaglione  Bersaglieri  di  Garibaldi  e 
dei  Settanta  di  Villa  Glori,  t  Udir  e,  8  marzo. 

Mutti  Eosa,  di  a.  104.  f  Vicofertile,  presso 
Parma,  1°  aprile. 

Nascimbeni  Francesco,  di  a.  65,  giornalista, 
scrittore  drammatico:  tentò  risuscitare 
il  teatro  drammatico  friulano,  t  Udine,  no- 
vembre. 

Necchi  Ambrogio,  cavaliere  del  lavoro,  fon- 
datore e  comproprietario  di  una  fonderia 
che  porta  il  suo  nome,  t  Pavia,  18  aprile. 

Nesci  bar.  Francesco,  consigliere  e  deputato 
provinciale,  t  Palizzi,  14  marzo. 

Nitti  Vincenzo,  di  a.  80,  padr-e  dell' on.  Fran- 
cesco Nitti,  già  ardente  mazziniano,  volon- 
tario garibaldino  al  Volturno,  t  Napoli, 
giugno. 

Noberasco  Vincenzo  Maria,  di  a.  91,  maestro 
di  musica,  già  direttore  del  Civico  Istituto 
Musicale  di  Genova,  t  Cornigliano  Ligure, 
28  novembre. 

Nobili  Vitelleschi  marchesa  Santina,  di  a.  61, 
dama  coltissima  ed  erudita,  vicepresidente 
dell'Associazione  delle  Donne  Cattoliche 
Italiane  e  dell'Associazione  per  la  Cultura 
della  Donna,  t  Roma,  11  agosto. 

Nocle  Andrea,  di  a.  84,  famoso  per  le  sue  ri- 
cerche sugli  esplosivi,  t  dicembre. 

Nodari  Pietro,  di  a.  59,  colonnello  medico,  di- 
rettore dell'Ospedale  Militare  di  Padova. 
t  ivi,  20  marzo. 

Noseda  Aldo,  n.  Milano  1852,  critico  musica- 
le, che  per  molti  anni  fu  redattore  del  Cor- 
riere della  Sera  firmando  "  11  Misovulgo  „. 
t  Stresa,  9  agosto. 


Nevati  Francesco,  n.  Cremona  IO  genn.  1859, 
letterato  insigne,  storico  medievullsta.  pro- 
fessore dal  li58;{  di  storia  delle  letteratnie 
neolatine  a'ia  li.  Accademia  sciaiititico  let- 
teraria di  Milano,  di  cui  per  vail  anni  tu 
anche  preside-rettore;  fondò  nel  1883  con 
Giaf  e  Renif  r  e  ora  era  rimasto  solo  a  di- 
rigere il  Giornale  stanco  dtl  a  Lett^ralura 
Jialiana;  presiedeva  la  Soc'etàStoricaLom- 
barda  e  la  Società  Bibliografica  Italiana. 
t  S.  Bemo,  27  dicembre. 

Novellis  nob.  Carlo  M.,  dei  baroni  diCoarazze, 
contrammiraglio  della  R.  N.  t  Roma,  23 
nìarzo. 

Nurisio  Saverio,  già  diiettore  della  segre- 
to ia  di  S.  M.  il  Re  Umberto  I,  letterato, 
poeta,  t  Bagni  di  Lucca,  18  ago-to. 

Oldofredi  conte  avv.  Ferdinando,  di  a.  63, 
fu  tra  i  campioni  bresciani  di  tiro  a 
segno,  t  Brescia,  novembre. 

Ordine  Luigi,  consigliere  d'appello,  giudice 
istruttore,  capo  al  Tribunale  di  Roma,  stu- 
dioso valoroso  delle  discipline  penali,  t  Ro- 
ma, 15  giugno. 

OrtVi  Orfeo,  n.  Ravenna  1835,  pittore  di  ge- 
nere, valente  restauratole,  f  Bologna,  20 
novembre. 

Orioli  dott.  Emilio,  n.  Pjacchiola  di  Pontre- 
ir.oli  1860.  primo  archivista  nell'Archivio  di 
Stato  di  Bologna,  insegnante  di  paleogra- 
fia, autore  di  importanti  pubblicazioni  eru- 
dite, t  Bologna,  5  settembre. 

Orsi  Bertolini  conte  SLef'ano,  generale  di  ca- 
valleria nella  riserva  t  Viareggio,  21  agosto. 

Oseulati  Emilio,  promosse  e  o  ganizzò  in  Mi- 
lano il  servizio  degli  omnibus  e  poi  quello 
dei  tram  a  cava'P.  t  Milano,  31  dicembre, 

Ostermann  prof.  Manlio,  di  Gemona  (Udinei, 
di  a.  85,  patriota,  uno  dei  condannati  nei 
pro('essi  di  Mantova,  poi  datosi  all'insegna- 
mento, t  Avellino,  agosto. 

Pacchierotti  Ubaldo,  di  Padova,  di  a.  38, 
compositore  di  musici  (L' Albati  o,  EiJel- 
hergamia,  Il  Santo,  t  Milano,  21  aprile. 

Paggi  Giannetto,  fondatore  e  da  40  anni  di- 
rettore della  Siuola  italiana  di  Tripoli,  pre- 
sidente del  Comitato  locale  della  Dante 
Alighieri,  venerando  patriota,  t  Tripoli,  15 
maggio. 

Palazio  Ernesto,  di  a.  83,  capitano  marittimo, 
patriota,  veterano,  t  Genova,  aprile. 

Palazzi  Elmo,  di  anni  44,  di  Città  di  Castello, 
scultore  di  ii  erito,  t  Città  di  Castello,  9 
dicembre. 

Palladino  Pietro,  direttore  della  farmacia  de- 
gli Ospedali  Civili  di  Genova,  t  ivi,  29  ott. 

Palmucui  Fernando,  di  anni  81,  campagnuolo, 
già  dei  Mille,  t  Cartoccio  (Fano),  7  febbraio. 

Pandolflni  Francesco,  di  Palermo,  di  a.  79,- 
già  famoso  baritono,  t  Milano,  15  febbraio. 

Panizzaidi  Luigi  Carlo,  n.  Torino  1857,  pre- 
sidente della  Società  Italiana  e  Francese  del 
VactmiH  OH.  t  Cardina  (Como),  31  maggio. 

Parisini  rag.  Faustino,  professionista  assai  re- 
putato, copri  molti  uffici  politici  e  ammi- 
nistiativi,  insegnò  ragioneria  nell'Istituto 
Tecnico,  fu  presidente  dell'Associazione  ra- 
dicale  bolognese,  f  Bologna,  25  dicembre. 

Parodi-Delfino  Umberto,  di  a.  27,  banchiere 
reggiar.o,   di   origine  genovese,  f  annegato 


-  609  - 


i^.t^* 


Francksco  Notati 


£:fKicu  Pk^sina 


GlUSKPPB    PlTKK 


nel  Crusfolo,  a  Castelnuovo  Sotto,  presso 
lt(  ggiu  Emilia,  21  sittenibro. 

Par^a^lia  nob.  avv.  Saivature.  di  a.  85,  sena- 
tore del  Kef-'no;  lappresento  per  9  legisla- 
ture prima  il  cui  :e«  io  d' Oristano,  poi  quello 
di  Cagliali  II.  t  Oiisraro  (CugUarl',  giugno. 

la  raviclni  r.ob.  llaimondo,  piiuio  segietario 
della  Legazione  della  Repiibblica^Argentiiia 
I)re5SO  la  tSai.ta  Sede.  1   Koina,  Td  niarj.o. 

l'urvoyassu  Guido,  geutrale.  t  Torino,  12 
giugno. 

Pa-.quale  Antonio,  n.  Bisceglio  1843,  cavaliere 
del  lavoro,  esportatore  di  olii  e  vini,  t  8  -  t- 
tobre. 

ratti-Struko.sih  Amalia,  di  a.  84.  pia  cantante, 
sorella  U]ag,'iori-  di-l  a  famosa  Adelina,  t  Pa- 
rigi, dii-embre. 

l'aty  (Dui  de  Ciani,  tenente  colonnello,  com- 
pronie-sso  noU'iitraie  Dreyfus;  dimesso-i 
Iter  prender  p:.r  e  come  semp.ice  soUlaio 
alla  presente  j,Mieria.  si  di  tiii>e  per  la  sua 
intiepidezza,  lu  lerito  due  volte,  e  riebbe 
il  con-ando  di  un  re-ginieuto.  t  3  bettem- 
bre.  di  malattia  contratta  al  fronte. 

l'ennaecliietti  Giovanni,  n.  Arievia  i.\ncona) 
18ii0,  prof.  ord.  di  meccanica  ra/.iuiiale  al- 
l'università ni  (Catania,  au.oro  di  numerosi 
'  ivori  di  fisiea  matemaliea.  t  21  a;,osto. 
;)>li  uiaicli.  Paolina,  n.  Casalecoliio  di  U^no 
liolugiiai  1S31,  ni(iote  di  ciioaccliino  Mu- 
lat.  vedova  eonressa  Zucchiiii  Sulimei.  e 
imcora  vedova  del  venerando  jiatiiota  ui  ir- 
tbese  TaiK-redi  'Irotti  Estette  Mi>s!i  e  ma- 
dre dell'on.  Ereole  Mosti,  morto  nel  r.il5: 
Garibaldi  ebl  e  per  lei  sinocia,  devota  ami- 
tizia,  t  Ferrara.  20  maggii<. 

l'erfumo  (ìiusepjie,  primo  presidente  di  Corte 
d'Appello,  t  Pietramelara(C«.4cru),  7  lutr'.iu. 

P'roda   Uaimoiuio.   di  a.  75,  scultore,  t  Lu- 
ano.  otiobre. 

rotti  (ìaetano.  pubblicista.  1   Piacenza,  im- 
provvisamente nel  novembre. 


LIQUORE 

TONICO  DIGESTIVO 

DITTA  ALBERTI 
BENEVENTO 


Perrone  Emilio,  senatore  del  Regno,  t  Fog- 
gia, 24  agusto. 

Perusiui  dott.  Giacomo,  veterinario,  capitano 
della  Croce  az/.urra.  t  Udine,  16  novembre. 

Pessina  avy.  Enrico,  n.  Nai'oli  7  ottobre  lSi2S, 
senatore  del  lleguo  dai  i>s09,  ministro  di 
stato  dal  iyi5,  uno  dei  i>iu  illustri  maestri 
del  diritto  penale,  in  cui  rappresentava  la 
scuola  classica;  professore  appella  ventenne 
all'università  di  Napoli,  esule  perchè  so- 
spetto al  governo  borbonico,  poi  nel  lS(jO 
prole.ssortì  per  breVe  tempo  all'università 
di  B  log.ia,  poi  ancora  a  quella  di  Napoli, 
deputato  dulia  VII  alla  XIII  legislatura, 
ministro  di  agricoltura  con  Cairolì,  guarda- 
sigilli con  Depretis.  t  Napoli,  24  settembre, 

Petteruti  Gennaro,  dal  1675  piof.  lil  ero  do- 
cente di  patologia  speciale  medica  nell'uni- 
versità di  Napoli,  t  ivi.  marzo, 

Pinotti  llenzo.  di  a  30,  stenografo,  segretario 
della  Federazione  italiana  fra  le  S.-c  età 
stei.ograliche,  direttore  del  perit)dico  "  La 
Stenojjrajia  „.  t  Roma,  dlcemhie. 

Pisani  Silvestio.  maggior  generale,  t  Marina 
di  Campo  (Elba;,  dove  era  venuto  in  breve 
liccn/a  <lal  fronte,  dicembre. 

Pitrè  dott.  Giuse[ipe,  n.  Palermo  23  dicem- 
bre 1843,  senatore  dal  1914,  medico,  mae- 
stro degli  studi  di  demopsicologia,  fond.i- 
tore  dei  Museo  etnogralico  siciliano,  t  1  a- 
lermo,  10  aprile. 

Pittori  Rei  ardo,  n.  Trleslc  29  maggio  1803, 
poeta  e  serittore  di  st  ria,  ardente  e  te- 
naee  (autore  dell' italianità  delle  sue  terre, 
presidente  della  Leg.i  Nazioiiae;  al.o  seop- 
piar  della  guerra  aveva  riparato  in  Ital.a: 
pochi  giorni  innanzi  la  morte  di  lui,  gli 
austr  ad  prima  di  abbandonare  Farra  siil- 
r  isonro  ove  egli  aveva  una  villa  con  una 
ricca  biblici eea  e  collezioni  d'arte,  la  sac- 
cheggiarono besiiaimcnte.  t  Roma,  24  ot- 
tobre. 


1 


(UO  -^ 


Pininftti  (rlovaniii,  di  Toiino,  studioso  dei 
jiiaiio-Oriiti  di  Leonardo  da  Vinci.  ì  Col 
San  Giovanul  (TurinòJ,  7  ottobre. 

Podrerca  avv.  Curio,  n.  Civirìa'e  ìi^'ó'),  siorna- 
lista,  antico  garil  aUiiiio,  i^ad  e  dtll'ex-de- 
initato  Guido,  t  Konia,  il)  gennaio. 

Poerio  baronessa  Rina,  vedova  di  Giovanni 
Nicotera,  n.  a  Malta  dnir  esule  geiiera'e 
Raffaele  Poerio,  di  a.  SC.  t  Fresinone,  24 
dicembre. 

PoggtnpoLl  (De)  Nico'a,  con^^igliere  dellAm- 
basoiata  Russa  a  Ro:i  a,  yO  maggio. 

Poli  Gueriini  Aristide,  colonnello,  t  Padova, 
18  aprile. 

Pomini  Luigi,  n.  Milano  1853,  industriale  mec- 
canico, cavaliere  del  lavoro,  f  Oastellauza 
(Milano),  19  febbraio. 

Portela  Epifanio,  inviato  straordinario  e  mi- 
nistro plenipotenziario  dell'Atrgentina.!  Ro- 
ma, 11  aprile. 

Pdnchain  ing.  Adolfo,  n.  Avellino  1S36,  che  fu 
per  oltre  69  anni  presidente  e  poi  diret- 
lox-e  della  Società  Anglo-Romana  per  il  gas 
e  promotore  del  trasporto  della  energia 
elettrio.i  a  dis^nn^;a.  t  Roma,  7  settembre. 

Pouchain  ing.  Allon.so,  capo  del  servizio  gas 
della  Società  Anglo-Koinana.  t  Roma,  2 
luglio. 

Po/,«l  avv,  Domenico,  n.  Pavia  184B,  dalla 
XIX  legislazione  deputato  di  BorghettoLo- 
d-giano:  era  stato  sottosegretario  ai  Lavori 
Pubblici  negli  anni  1903-5.  t  Milano,  10 
luglio,  improvvisamente. 

fozzoli  Felicita,  già  ins?  gnante  di  scuola  nor- 
male, scrittrice  di  buone  opere  didattiche, 
conferenziera,  fondatrice  e  direttrice  di  pe- 
riodici educativi  per  l'infanzia,  f  Milano, 
27.  gennaio 

Preti  Gu.ylielmo,  n.  Reggio  Emilia  1831,  fa- 
moso burattinaio,  t  Modera,  aprile. 

Professione  Alfonso,  prof,  di  storia  al  liceo 
Minghetti  di  Bologna,  t  ivi,  0  giugno. 

Quarta  Giuseppe,  senatore  del  Regno,  già 
procuratore  generale  della  Corte  di  Cas- 
sazione di  Roma,  t  Castellammare  Adria- 
tico, 21  novembre. 
Quartara  Giuseppa,  n.  Alassio  Ligure  1841, 
cavaliere  del  iiierito  del  hivoro,  fondatore 
e  propr.  in  Torino  di  una  fabbrica  di  mo- 
bili artistici,  t  Torino,  1"  aprile. 

Radicati  Tali«'e  di  Passerano  conte  Enrico, 
tenente  generale  a  riposo,  t  Torino,  2 
magt'io. 
Raffaeli  Domenico,  n.  Catanzaro  1851.  cava- 
liere al  merito  del  lavoro,  costrutt;ore.  t  Ca- 
tanzaro, 19  febbraio. 
Ragonésl  p.  Francesco  di  Paola,  n.  Terranova 
di  Sio:lia'1833.  preposito  generale  dei  Ohif- 
rici  Regolari  Teatini,   rettore  della  chii  sa 


di  S.  Andrea  della  Vallo,  per  sua  lni;^:ativa 
mirabilnirn  e  restunr.ta.  t  Roma,  27  genn. 

Ramssy  Guglielmo,  n.  (alasgow  2  ottobre  1«.",2, 
chinr  ico  illustre,  lanioso  speciaìmente  per 
la  so  )perLa  dell'argon,  dell'elio  e  di  altri 
gasi  riri:  dal  188/  era  professore  di  chi- 
mica iiU'uiiivers.  di  Londra;  vincitore  del 
pren.io  Nobel  nel  1904.  t  High  Wycombe 
23  luglio. 

Rango  Kaimondo,  di  a.  63,  ten.  colonnell' 
fanteria,  t  Monza,  29  settembre. 

Raqueni  Ralìaello,  n.  Firenze  1849,  pubblici- 
sta, da  molti  anni  residente  a  Parigi,  dove 
aveva  assai  lavorato  pel  i  :avvicinamento 
det!a  Francia  e  dell'Italia  e  aveva  fondato 
con  altri  la  Lega  franco  italiana;  aveva 
combt^ttuto  a  Mentana,  f  Parigi,  21  gennaio. 

Rasponi  conte  Giulio,  pronipote  di  Gioachino 
Muiat,  già  deputato  di  Kavennii.  presidente 
della  sezione  raveniiate  della  Croce  Rossa. 
t  Ravenna,  7  gennaio. 

Rassaval  Giuseppe,  di  Sassari,  tenente  gene-' 
rale  a  riposo,  superstite  di  tutte  le  guerre 
dell'indipendenza  Uno  al  1866.  t  Livorno, 
febbraio. 

Ratti  rìott.  Luigi,  di  a.  78,  noto  raccoglitore 
di  memorie  napoleoniche,  f  Milano,  30  no- 
veuibie. 

Ratti  Viroonzo.  già  preside  del  liceo-ginnasio 
e  direttore  della  scuola  normale  femminile 
di  Asti,  t  ivi,  2  ottobre. 

Ravà  Aris'lde.  n.  Reggio  Emilia  1836.  gli 
ispettore  delle  scuoio  municipali  di  Bo- 
lo;.'na,  pubblicista,  scrittore  di  cose  econo- 
nomiche,  promotore  della  Mutualità  sco- 
iHSt^ica.  t  Bologna,  7  marzo. 

RaViilIini  ing.  Felice,  filantropo,  lascia  mezzo 
milione  all'asilo  infantile  di  Borgo  Vercelli, 
già  da  lui  fondato  e  più  di  altre  4lXi.OO') 
lire  in  opere  di  benelicenza.  t  Vercelli,  1  ; 
dicembi-e. 

Ravasco  suor  Maria  Eugenia,  superiora  del- 
l'Istituto di  educazione  che  porta  il  suo 
nome  e  che  fu  fondato  da  una  sua  con- 
giunta, t  Genova,  10  aprile. 

Reclus  Onesimo,  n.  Arthy  nei  Bassi  Pirenei 
1837,  fratello  di  Eliseo  Reclus,  geografo  e 
anaivhiio  come  lui.  f  Parigi,  luglio. 

Regirl  Fritz,  n.  Tenneberg  i Sassonia  Coburgo 
Gotha)  1883,  geog;af<).  t  Wùrzburg.  2  die. 

Rcgout  mons.  L.  H.  W.,  inviato  straordinario 
ili  missione  speciale  dell'Olanda  px-esso  la 
S.  Sede,  t  l'Orna,  27  ottobre. 

Rczzonico  dott.  Giulio,  notissimo  tanto  ne! 
«•ampo  medico  quanto  in  quello  sportivo  : 
era  presidente  del  Keiniel  Club  Italiano, 
t  Milano,  9  novembre. 

Ricca  di  Castelvecchio-Andrels  contessa  Lui- 
sa, dama  di  palazzo  della  duchessa  Elena 
d'Aosta,  t  Torino,  15  novembre. 

Rickenbach  Roberto,   proprietario  di  parec- 


La  pili  interessante  pubblicazione  del  momento! 
H.  G.  WELLS 


(Il  domani  del  Mondo)  1      1   Ofì 

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Ylax-siu-kai 


chle  fi'ande  di  set»,  t  Castelnuovo  Sorivia, 
19  (feiinalo,  per  suiciilio. 

Ricotti  Giovanni,  ooiitrumrairaglio  nella  R.  N. 
t  Milano,  22  aprile. 

Righi  dott.  Alessandro,  prof,  di  storia  nel  li- 
neo di  Mantova,  t  Firenze,  29  aprile. 

RiRhlnl  dott.  Pio  Ettore,  colonnello  medico. 
t  :\Iantova.  10  settembre. 

Klva  Alberto,  di  a.  72,  direttore  dell'Istituto 
di  clinica  medica  generale  della  univer- 
sità di  Parma,  f  ivi,  20  maggio. 

Rizzi  avv.  Ct-sare,  vecchio  patriota,  volonta- 
rio garibaldino  del  1859  e  1860,  bersa-lit-re 
nel  'C6.  marito  della  scrittrice  nota  sotto 
lo  pseudonimo  di  Ladi/  Wuterproof.  f  Mi- 
lano, 31  marzo. 

}ti/.zi  Pietro,  già  presidente  della  Camera  di 
Commercio  di  Cremona,  e  della  Couire- 
i,'a/.ioMe  di  Carità,  poi  sindaco  della  città. 
t  Cremona,  23  aprile. 

Rizzotto  Salvatore,  di  a.  45,  ^rià  slimato  ur- 
lisi a  drammatico,  t  Roma,  3  ajjosto. 

Itoirier  Francesco,  tene  nte  gpner;ile  nella  ri- 
serva, f  Torino,  IG  gennai»». 

Uomagiioli  Fanny,  t-gregla  Insegnante,  scrit- 
tnce  di  molte  opere  educative.  1  Bologna, 
7  gennaio. 

Romairone  Natale,  n.  Sampierdarena  1.H34, 
fu  pt-r  -10  a.  direttore  della  Cassa  Generale, 
ora  vicepresidente,  dalla  fondazione,  del 
Ct<nsorzio  Autonomo  del  Porto,  presidente 
«Iella  Deputaz.  della  Borsa  Valori,  t  Sam- 
pierdarena, 26  aprile. 

Ilninanì  Uouiolo.  di  a.  30,  pittore  e  disegna- 
tore singolarissimo,  t   Bre-cia.  ngosto. 

Itoniunin  Jacnr  Knuimieie,  t'a\aliere  del  lavo- 
ro, vicepresidente  dd  Consiglio  Provincriale 
di  Veron:u  t  Padova,  2  aprile. 

Romeo  Enrico,  apprezzato  maestro  di  music.i. 
dirett.  dei  cori  alla  Scala,  f  Pro.Mda,  sett. 

Rossi  Aldo,  <li  a.  «7,  tenenle  u'encrale  a  ri- 
poso, presidente  del  Circolo  degli  utiiciali  a 


riposo  e  in  congedo  a  Torino,  t  ivi,  18  di- 
cembre, improvvl!*amente  men're  rivol- 
geva  all'assemblei  dei  ^ooi  un  patriottico 
di-<oorso. 

Rossi  avv.  Luigi,  da  15  anni  procuratole  di 
stato  del  Conijo  Belga,  t  Nian^-ara.  fl  marzo. 

Rostain  Alfredo,  n.  Torino  1863,  da  ope  aio 
elettricista  divenne  direttore  delle  più  im- 
portanti aziende  elettriche  d'Itala,  cava» 
liere  del  lavoro,  t  Torino,  15  febbraio. 

Ryser  Fritz,  n.  Hattwili  (Berna)  1872,  noto 
podista,  nel  1908  campione  del  mondo  sul 
100  km.  t  Berlino,  13  marzo. 

Saccenti  Ulisse,  fiorentino,  da  moltissimi 
anali  impresario  del  teatro  Nicoolini  di 
Firenze,  t  Tresplauo  (presso  Firenze),  19 
agosto. 

Sacchi  Emilio,  n.  Slena  1848,  maggior  gene- 
rale lìella  riserva,  f  Siena.  4  ottobre. 

Sacerdoti  avv.  Vittorio,  di  Panna,  di  a.  3', 
prof,  di  diritto  commerciale  alla  univ.  di 
Ferrara,  t  Alodena,  2?  febbraio. 

Saldarini  ing.  Eugenio,  di  a.  83,  veterano 
del  1806,  autore  di  parecchi  edifici  s  -ola- 
stici  di  Milano  e  di  altre  costru/.ioni  pub- 
bliche. 1  Milano,  7  maggio. 

Salomone  Marino  Salvat<»re,  capo  dell'ufficio 

'  sanitario  oomunale  di  Palermo,  lib.  doc.  di 
patologia  speciale  medica,  studioso  di  /WA- 
l'ife,  fondatore,  col  Pitrè,  dell'.fl /•'/».  peri-' 
trudiiioni  popolrtri.  f  Palermo,  marzo. 

SalustrI  Galli  Pietro,  idpote  di  Angelo  (ialli. 
ministro  delle  finanze  sotto  Pio  IX:  fu  per 
circa '.iO  anni  <'onsiglie>e  comunale  di  Roma 
e  anche  assessore,  t  Ruma,  27  aprile. 

Salvarezza  Cesare,  n.  Savona  1819,  senatore 
del  Regno  dal  1908.  consi<,'liere  di  stato, 
fu  regio  commissario  a  Torino  e  poi  a 
Roma,  e  assessore  nell'amministraziomt 
bloccarda  presieduta  dal  Nathai..  f  Noli. 
12  novembre. 


jin-piirazione  .spt'cink'  di  IjUICìI   D' l'iJlII^IO 

Fanimii.sta  di  S.  M.  il  Ke  —  NATOLI 


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-  612  - 


Tommaso  Salvini. 


Con  Tommaso  Salvini,  morto  in  Firenze 
il  31  dicenjlire  1915,  l'Italia  ha  perduto,  dopo 
il  Modena,  il  suo  più  grande  artista  dram- 
inatic'o,  che  riassumeva,  nel  suo  non\e  qua-i 
un  secolo  di  storia  del  nostro  teatro  di  jìrosa, 
il  secolo  che  annovera  una  p'eiide  glor  osa 
di  eletti  interpreti  del  pensiero  umano,  crea- 
tori essi  stessi  di  ligure  e  di  anime. 

E   sono   spaliti   con   ini,   nel  primo  anno 
tristissimo,  ma  pur  glorioso  della  nostra  guer- 
ra, Edoardo  Ferravilla,  Flavio  Andò,  Oreste 
Calabresi,  Gennaro 
Pantalcna,  Alberto 
Giovannini    e    uno 
scrittore  e  comme- 
diogiaf'i)  insigne,  il 
Capuana  e  due  cri- 
tici fi  a  i  più  dotti 
e  brillanti,   il   gio- 
condissimo J  a  r  r  o 
edÈdoardoBoutet. 

L'  Italia  ricor- 
dava il  Salvini  con 
amo^e  e  con  vene- 
lazicne  e  attorno 
alla  sua  lorte  ve  - 
chiezza,  che  sfidava 
da  gigante  gli  anni, 
form  ava  tratto 
tratto  altari  di  lau- 
ri e  di  fiori  rpe rei  è 
fosse  sempre  pre- 
sente a  noi  nelle  ore 
del  gaudio  o  (111 
pianto.  E  si  fesley- 
giò  con  entusiasmo 
nel  l'juv»  l'ottante- 
simo suo  com- 
pleanno e  lo  si  voi  le 
sempre  Vicino  nelle 
eommemorazio  i 
degli  avvenimenti 
patriottici  e  artisti- 
ci, simbolo  del  a  nostra  forza  e  della  nostra 
grandezza.  Volumi,  opuscoli,  migliaia  di  gior- 
nali ci  ricordano  i  primi  suoi  anni,  le  prove 
difficili,  i  trionfi  in  Italia,  nelle  capitali  d'Eu- 
ropa, nelle  Americhe;  rievocazioni  del  sno 
jìatiiottismo,  dell'anima  sua  che  senti  e  ri- 
])rodusse  come  nessun  altro  sulla  scena,  il 
liensiero  dei  grandi  autori. 

Nasceva  in  Milano  il  1»  gennaio  del  1829 
in  una  ca-a  di  via  Porta  Orientale,  oggi 
Corso  Venezia,  da  Ginsep)ie  Salvini  e  da  Gu- 
tilielmina  Zot  chi.  Figlio  di  attori  non  sentì 
da  ragazzo  una  speciale  attrattiva  per  il  tea- 
tro e  ceicuva  tutti  i  mezzi  per  non  assistere 
alle  recite.  Costretto  qualche  volta  a  parte- 
ciparvi in  veste  di  fattorino  o  di  comparsa, 
s<i  sentiva,  dinanzi  al  pubblico,  oome  vinto 
da  una  specie  di  terrore.  Ma  una  volta  a 
Forli,  nella  parte  di  una  maschera  veneziana 
fu  applaud  to  e  ne  prese  baldanza;  sicché 
poi,  entr.ito  nel  1843  insieme  col  padre  nella 
compagnia  di  Gustavo  Modeta,  il  giain'.e  at 
tore  patriota,  si  cimentò  con  foriuiia  nelle 
parti  trai>iche,  favorito    dall'alta   staluia  e 


dal'a  voce  poderosa.  In  quella  cOmpai^ijfa  re- 
citavano Adelia  Arrivabene,  la  Sadowsky,  la 
Botteghini.  Gaetano  Vestri,  il  Lancetii,  il 
Mayer,  Carlo  Romagnoli. 

Si  staccò  dal  Modena  a  cagione  di  una 
parrucc.i,  ricordo  di  suo  padre,  che  vide  sulla 
testa  di  u;i  attoie.  Gliela  strappò  con  una 
ciocca  di  cipelli.  Fu  il  primo  ma  non  l'ul- 
timo sno  tratto  impulsivo.  A  jiroposito  delle 
sue  avventure  jjalauii,  interr.)garo  (luarnlo 
già  veccliio  viveva  di  ricordi,  soleva  dire: 
"  Fino  all'età  di 
venti  anni  ho  ama- 
to poeticamente  ; 
dai  venti  ai  qua- 
ranta praticnmen- 
le;  dai  quaran  a  ai 
sessanta  ponderi- 
tainente;  e  dai  ses- 
santa in  poimlsono 
limitato  ad  amare 
il  bello,  ad  ammi- 
rare il  buono,  a 
compatire  il  me- 
dioore  „. 

Discepolo  di  Gu- 
stavo Modena,  il 
Salvinl  non  poteva 
mostrarsi  tepido 
patriota.  Quando  si 
costituì  in  Roma  il 
governo  di  forma 
repubblicana,  con- 
soli Mazz  i  ni.  Ar- 
mellini, Sattì,  il  S;'l- 
Tiiii  apparteneva 
alla  Guardia  Nazio- 
nale di  Roma,  S" 
battaglione.  Ai  bat- 
taglioni di  volonta- 
ri, nei  quali  era 
entrato  il  Salvini  fu 
commessa  la  difesa 
delle  mura  ai  giardini  Vaticani,  tra  porta 
Cavalleggeri  e  porta  Angelica.  Il  30  aprile, 
quando  i  Irancesi  giunti  da  Civitavecchia  si 
presentarono  in  vista  di  Roma  capitanati  dal 
generale  Oudinot,  il  primo  colpo  di  cannone 
fu  sparalo  sovra  il  punto  ove  si  trovava  il 
Salvini.  Nominato  caporale  sul  campo,  diresse 
due  bari-leale  a  porta  del  Popolo  e  si  ebbe 
la  medaglia  e  il  grado  di  ufficiale. 

Imbarcatosi  a  Civitavecchia  col  Saffi  e  col 
Dall' Ongaro,  fu  arrestato  a  Genova.  Sfrattato 
da  Genova  l'u  ai  restato  a  Livor.  o  e  poi  a 
Firenze  col  Guerrazzi,  Uscito  di  caicere  si 
dedicò  per  un  intero  anno  allo  studio  dei 
classici  d'ogni  paese.  A  venticinque  anni  eia 
già  famoso  in  Italia.  Visse  coi  più  grandi  ar- 
tisti del  suo  tempo  coi  quali  d.vise  onori 
trionfali:  col  Domeniconi,  11  Bellotti-Boa,  il 
Vestri,  il  Dondini,  la  Ristori,  la  Fumagalli,  la 
Cazzola,  la  Pezzana,  il  Pieri.  Ernesto  Rossi,  il 
jVìajeroni.  Fece  parte  di  molte  compagnie  e 
altre  diresse  per  conto  suo.  Nel  188s  sostituì 
la  celebre  Cazzola,  già  consnnta  dal  ma  e  che 
doveva  condurla  ben  presto  alla  ton.ba,  con 


G13 


Virpltila  Marini.  Nel  isr,9  rec-ltò  in  Ispa;jrna; 
nel  '72  e  '73  poroorse  le  du'^  Amerli'h»  :  n  1  '7.') 
fu  a  JiOiidr.i  ove  uonolib  •  u  i  i  uentiU-  iiiìms, 
che  divenne  sii;»  mo;;lie.  e  mori  poco  dopo. 
Ritorno  a  lion  Iim  l'anno  si^gnente  e  nel  77 
andò  in  Austria  e  in  Germaa  a  e  nel  '78  a 
Parigi;  poi  passj  in  Russia  o  altre  tre  volt.; 
in  America. 

Fn  col  Morell  tra  I  primi  a  proranovere 
fra  noi  il  culto  di  Sluiki>.speax-e.  WO'ello  in- 
terpreiato  da  lui  parve  una  rivelazione  e  fu- 
rono trionfi  in  tutte  le  città.  Pa -i:,',  lo  salutò 
con  frenps  a  nGÌVAni/ff  i,  nell'Off/).  I>)no  la 
Morte  civ  !«  Emilio  Zola  scriveva:  "  Non  ho 
mai  veduto  morire  cosi  suUa  scena  „.  V,  Victor 
Hu;,'0  gii  invi.iva  queste  parolef  "  Le  vostre 
inttìipietazioni  dello  Shake-speare  sono  su- 
blimi: la  vostra  ci  eazione  della  Morte  civile 
è  inimitabile  „. 

Bello,  di  una  bellezza  di  sta'ua.  il  Salvini 
giovane  ci  viene  descritto  ('a,'U  scritlori  del 
suo  tempo  come  l'Apollo  della  mitologia:  oc- 
chio vivissimo,  penetrante,  portamento  re- 
gale, imponente;  voce  meravigliosa  che  si 
adattava  a  una  grande  va-ietà  «li  inflessioni. 
La  natura  sM  aveva  donato  tutti  :  suoi  te- 
sori con  un'anima  fremente  all'  luci  del  bello. 
Noi  l'abbiamo  conosciuto  vecchio  ormai;  ma 
la  scena  Io  trasformava  e  lo  rendeva  ancoia 
a  settant  anni  un  mirabile  interprete  del 
Sditi,  dell  O  ?«v.  d.-iroe^/,,,  tlella  Morte  ci,  i  e. 


E  non  soltanto  nella  grande  tragedia,  nel 
dramma  e,'li  aveva  saputo  avvincere  il  pub- 
blico «  la  critii-a,  ma  nel  peri.)  lo  del  suo 
massimo  splendore  fu  ricordalo  appassionato 
"  Armando  ,  della  S  itn<>rn  dille  Oimrlie,  ele- 
gante ■*  Oliviero  di  Jalin  ,  del  Dumi-monde 
e  interprete  delizioso  del  repertorio  del  Gol- 
d  >ni.  dello  Scribe,  del  Torelli  e  dei  briosi 
proverbi  del  Martini  e  del  De  Ren/.is.  Per 
mez:^o  s' colo  la  folla  lo  segni  nella  interpre- 
tazione del  teatro  tragico  italiano  e  furono 
Alfieri,  Monti,  Pellico,  Niccolini,  Re'ere,  Brof- 
ferio  Dall' Oiigaro  che  gli  fornirono  i  lavori 
per  le  sue  interpretazioni.  Poi,  con  Shake- 
spsare,  vennero  Kacine  e  CorneiUe  e  Molière. 
Tutti  i  più  grandi  artisti  del  mon  lo  .<?tudin- 
rono  e  imitarono  il  Salvlni.  Irving  ripeteva 
alcune  sue  trovate;  l'americano  Booth  lo 
co'isiderò  maestro;  i  tragici  francesi  lo  se- 
guirono. Le  sue  interpretazioi  dello  Shake- 
speare non  si  ponevano  nemmeno  a  confronto 
con  quelle  dei  migliori  artisti  inglesi  e  twta 
la  criiica  britannica  lo  innalzò  agli  onori  di 
primo  int»irprete  del  mondo.  A  Londra,  dai 
giorni  della  Ricliel  e  di  Edmondo  Kean,  non 
si  era  avnto  un  entusiasmo  pari  a  quello  cho 
salutò  le  recite  del  Salvini. 

Ques  o  gigan  e  della  scena  vivrà  peren- 
nnnente  nelle  memorie  dei  teatri  di  tutte  li! 
nazioni,  esempio  di  probità  artistica  e  di  vera 
grandezza.  .-Vntoni.)  Ckuvi. 


I 


Salvini  Tommaso,  sommo  attore  tragico,  t  Fi- 
renze, 31  dicembre  {led.  pnj.  di  contro). 

Samaritani  ing.  (iiacinto,  idraulico  e  pisci- 
cultore,  c'ie  ebbe  gran  parte  nella  vita 
pubblica  della  nativa  Coni.icchio  e  della 
p:ovincia  di  Ferrara,  t  Bologna,  settpuibre, 

Sangalefti  Generoso,  conserva'ora  delle  ipo- 
teche a  riposo,  assessore  del  comune  di 
Modena,  t  IMilaiio,  27  luglio. 

•  mgiorgi  Mario,  n.  Catania  1.S('.2,  cavaliere  del 
lavoro,  industriale  opeios.ssimo.  t  Catania, 
IO  gennaio. 

.^.m  Martino  (Di)  di  Strambino  conto  Carlo, 
di  a.  «5.  geneiale  a  riposo,  veterano  delle 
cimpagne  dellindipendenzi  e  della  Crimea, 
t  Strambino  (Torino  ,  17  aprile. 

^in  Martino  (Dii  di  Valperga  Maglione  conte 
(ìuido.  11.  Torino  1834,  senatore  del  Regno 
dal  1886,  già  deputato  di  Cuorgnè,  poi  di 
Torino  per  3  legisl.;  aveva  fatto  la  campa- 
gna di  Crimea  e  quel  e  del  '59  e  '60  gua- 
dagnandosi la  Croce  Militare  di  Savoia  e 
(Ige  medaglie  al  valore,  t  Sestri  Levante, 
13  agosto. 

ntasilia   (Dei    Mar.hesi)    Nicola,    ministro 
plenipotenziario  a  riposo,  t  4  maggio. 

J-' amari  mons.  Raniero,  n.  Macerata  1845,  ve- 
scovo di  Macerata  e  Tolentino,  t  Macerata, 
gennaio. 

Sarrien,  senatore  e  uomo  politico  francese, 
che  fu  presidente  del  Consiglio  dal  marzo 
a:r ottobre  1906.  t  Parigi,  28  novembre. 

Sarti  Andrea,  n.  Rontaiio  (Moissa)  1«4'.>,  ve- 
scovo di  Pistoia  e  Prato  dal  1909.  t  Pistoia, 
7  novemt)re. 

Sarto  Angeli,  di  a.  79.  tltf.lare  di  una  rioe- 
vitoi la  postale,  cou  pr.vativa  e  suliuueria, 


fratello  del  defunto  pontefice  Pij  X.  t  Lo 
Grazie  (Mantova',  9  gennaio. 

Sartori  Luigi,  culunnello  a  vip>so  della  R. 
Guardia  di  Fman-^a.  t  Rom  i,  2»  luglio. 

Savio  Fedele,  gesuita,  di  a.  58,  prof,  di  sto- 
ria ecclesiastica  alla  università  Gregoriana, 
t  Roma,  febbraio. 

Savùldi  ing.  arch.  Angelo,  di  a.  71,  professore 
nell'Istituto  Tecii(0  Superiore  di  Milano, 
t  ivi,  16  gennaio. 

Sayno  ing.  Antonio,  prof,  emerito  di  costru- 
zioni e  geometria  descrittiva  nell'Istituto 
Tecnico  Super,  di  Milano,  fondò  nel  1896 
il  laboratorio  sperimentale  dei  materiali  da 
costruzione:  era  stato  garibaldino  nel  1866; 
fu  anche  sindaco  di  Monza,  t  Milano,  16  febb. 

Scagnolari  avv.  Achille,  consigliere  di  cas- 
.<-azione  a  riposo,  t  Bologna,  11  ottobre. 

Scala  Luigi  Ernesto,  di  Genova,  di  «.  35,  se- 
gietario-cassiere  dell*  Unione  Velocipedl- 
stì<-a  Italiana,  f  Genova,  9  mar/o. 

Scalabrini  Pietro,  da  50  anni  domiciliato  nel- 
l'Argentina, per  30  prof,  di  pedagogia  e  di 
seienze  naturali  alla  «cuoia  normale  di 
P.iranà,  studiò  con  passione  la  paleonto- 
lo;,'ia  argentina;  era  fratello  del  defunto 
vescovo  di  Piacenza  e  del  comm.  Angelo, 
direttore  generale  delle  scuole  ialiane  al- 
l'estero,  t  Buenos  Aires,  24  aprile. 

Sohaumburg-Lippe  (bi)  piincipe  Adolfo,  co- 
gnato dell'Imperatore  di  cui  aveva  spo- 
sato  la  .sorella  Federica  Vittoria,  t  ln;:lio. 

Schiapparelli  Cesare,  n.  1H21,  maggior  gene- 
ralo a  riposo,  il  piti  anziano  per  età  dei 
generali  italiani  a  riposo,  f«tcrano  di  (atte 
Io  uuerre  driH'iii  tipendonza.  \  Ucchicppo 
luferiore  (Biella),  6  febbraio. 


—  GU 


Schuiihoicl»  (Buone  Von),  generale  austriaco 
a  riposo,  (li  ii,- 72;  lu  ministro  della  litesa 
comune  e  creo  i  reggimenti  a'i^ini  auslriaci. 
t  Vienna,  gennaio,  improvv  isamcnt(\ 

Scotoni  dott.  Giovanni,  di  Trento,  ispettore 
amministrativo  del  Minist>u-o  della  Istru- 
zione, t  Rona.  21  luglio. 

Scotton  mons.  Andrea,  n.  Bassano  183ì?,  ar- 
ciprete di  Breganzp,  dirigeva  col  fratello 
Gottardo  il  giornale  cattolico  intransigente 
La  Biscoss  I.  t  Breganze  (Vicenza).  27  no- 
vembre. 

Scotton  snor  Anna,  di  a.  6'.),  sorella  degli 
Scotton  di  Breganze,  fondatrice  del  Col- 
legio degli  Angeli  di  Treviglio.  1  ivi,  feb- 
braio. 

Ségur  (Di)  march.  Maurizio,  di  a.  C.3;  distinto 
storico,  membro  dell'Accademia  di  Fran- 
cia, t  agosto. 

Serret,  di  a.  4S,  generale  francese,  già  ad- 
detto militare  all'ambasciala  di  Berlino, 
t  llemix-emont,  tt  gennaio,  dopo  l'amputa- 
zione di  Tina  gamba  fattagli  in  seguito  alle 
gravi  ferite  riportate  nelle  operazioni  sul- 
r  Hartmannsweilerkopf. 

Sertoli  conte  dott.  P'rancesco,  veterano  della 
campagna  del  18()(j.  1  Milano,  7  marzo. 

Sevin  littore  Iieneo,  n.  Simaidre  1S52,  card. 
del  tit.  della  SS.  Trinità  al  m.  Pinolo  dal 
1011,  arcivescovo  di  Lione,  primate  delle 
(iallie.  t  Lione,  3  maggio. 

Sgargi  ved.  Picrioli  P^nrichetta,  di  a.  85,  già 
e.simia  cantante,  t  Galliera  (Bologna),  luglio. 

Siolier  Kniico,  trentino,  prof,  di  storia  iihìu- 
rale  e  vicepreside  del  liceo  Scipione  Maffei. 
t  ucciso  durante  il  bombardamento  aereo 
di  Verona,  H  novembre. 

Simonetti  Stefano,  di  Ozzano  Monferrato,  te- 
nente generale  nella  riserva,  richiamato  in 
servizio  come  conjanrìanfe  la  divis.  territ. 
di  Catanzaro,  t  ivi,  ottobre. 

Sinico  France  co,  di  a.  110,  nito  in  Val  Pol- 
cevera.  aveva  vi  ;suto  per  moltissimi  anni 
da  eremita  sullo  aUme  boscjse  sopra  Vado 
IJgure.  t  Savona,  nel!" ospizio  del  Santua- 
rio, 21   marzo. 

Sur  Jelli  Ferdinando,  milanese,  di  a.  79,  natu- 
ralista, direttore  della  .sezione  di  zoologia 
e  anatomia  comparala  del  Museo  Civico  di 
Milano,  autore  fra  altri  pregevoli  lavori  di 
una  FI  lira  fossile  insuhrica  (1896).  t  Milano, 
17  gennaio. 

Spagnolo  don  Antonio,  di  a.  54,  bibliotecario 
della  Biblioteca  Capitolare  di  Verona,  su- 
periore degli  Istituti  D.  N.  Mazza,  dotto 
paleografo,  t  Verona,  30  luglio. 

Spairani  sac.  Luigi,  di  a.  4'.),  cultore  degli 
studi  s'orici,  direttore  del  periodico  L'ora 
il  famiglia,  fondatore  di  una  biblioteca  cir- 
colare, t  Voghera,  maf;gio. 

Siiazzi  Attilio,  veronese,  apprezzato  scultore, 
autore,  col  fratello,  di  diverse  opere  d'arte 


fra  le  quali  il  monumento  a  Cavour  nella 
sua  città,  t  vittima  di  una  boiu.ia  lanciata 
dagli  aeroplani  austriaci  nell'incursione  su 
Verona  il  14  novembre. 

Spensley  Jami;s  11.  —  Era  già  stato  annunciato 
nell'/l/m  in  treo  del  19lfi  come  moito  nel  sel- 
tembre,  ai  Dar  lanelli.  corno  er  i  corsa  voce  : 
si  sa  ora  che  ferito  e  faito  prigioniero  nella 
battaglia  de  La  Bassée  il  2(5  settembre,  mori 
in  un  ospedale  di  Magonza  il  10  novembre. 

Stangoìini  ing.  Francesco,  n.  Bolo«ina  1841, 
giovanissimo  prese  parte  alle  campagne 
del  1859  CO-tìl-UG,  e  fu  anche  a  Mejitaua, 
costruì  con  rara  abilità  tecnica  tronchi  fer- 
roviari di  gran  le  importanza;  ricopri  varie 
cariche  amministrative;  fu  negli  ultimi  anni 
dedito  all'agricoltura,  t  Gubbio,  9  luglio. 

Stigler  ing.  Massimo,  di  a.  57.  noto  ingegnere 
lueccanico.  t  Milano.  29  novembre. 

Stocchino  dott.  Virgilio,  consigliere  provin- 
ciale, medico  valente,  t  Cagliari,  11  agosto, 
ucciso  per  privati  rancori  dal  prof.  Antonio 
De  Cortes,  della  univ.  di  Cagliari  e  dirett. 
dell'Ospedale  territ.  della  Croce  Ros.'^a. 

Story  T.  Waldo,  scultore  americano,  nato  in 
Roma  a  palazzo  Barberini,  dove  suo  padre, 
\Yilliam  Westmore  Story,  poeta  e  scultore, 
abitò  da'  1847  sino  al  1895,  annodi  sua  mor- 
te ;  Waldo  S!:ory  lasciò  l'Italia  nel  lWi>. 
t  New  York,  ottobre. 

Strada  Domenico,  di  a.  83,  emerito  bibliote- 
cario e  conservatore  dell'Accademia  d-i 
Concordi,  alla  quale  lasciò  un  legato  di 
10,000  lire,  t  Rovigo,  18  dicembre. 

Tacchetti  Gaetano,  colonnello  medico  nella 
R. Marina,  direttore  di  sanità  militare  del 
dipartimento  marittimo  di  Taranto,  t  ivi, 
14  dicembre. 

Tac  -Olii  dott.  Gaetano,  n.  Bologna  1829,  se- 
natore del  Regno  dal  1910,  aveva  com- 
battuto per  la  patria  già  nel  1848,  parte- 
cipando poi  alla  difesa  di  Venezia,  fu  de- 
putato da!  1874  per  varie  legislature  per 
Bologna  e  per  Castelmagg'oie.  sindaco  di 
Bologna  per  olti-e  un  ventennio,  t  Bologna, 
5  settembre. 

Taddeucci  Pietro,  prefetto  a  riposo,  t  Via- 
reggio, 24  aprile. 

Talamo  ing.  Edoardo,  n.  Cava  dei  Tirreni 
18G9,  senatore  dal  1913,  da  parecchio  tempo 
diret.  dell'Istituto  dei  Beni  Stabili.  fRoma, 
3  febbraio. 

Tarquini  (ìiuseppe,  già  cronista  della  Caiii- 
talee  ora  reporterfotografo.tRoma. giugni>. 

Tauscky  Sigismondo,  di  a.  74,  ungherese,  da 
circa  40  anni  donaiciliato  a  Napoli,  pittore 
miniaturista,  t  Napoli,  4  marzo. 

Tavallini  avvocato  Vincenzo,  presidente  della 
stagione  speriment.  di  risicoltura,  t  Vercelli, 
24  febbraio. 

Taverna  Baudolino,  di  a.  82,  maggiore  a  ri- 


Anno 
IV 


Almanacco  dello  Sport ìqii 

(LA  GUERRA  E  LO  SPORT) 
500  pagine  —  500  vignette  —  Copertina  a  colori  —  I^ire  1,60 

n.  lìE3IPORAI>  &  FIGLIO  -  Editavi  -  IIliBNZE 


C15  — 


Emilio  Treves. 


Il  grande  e  litore  milanese,  spentosi  »  Mi- 
hino  n.jUa  n  )tte  del  30  ^'eunaio  19lfi.  era  n  vt  > 
a  Trieste,  di  famigl  a  oriunda  di  Vei-oel!i,  il 
31  dicemhre  1834. 

Di  preco'-e  e  vivacissimo  ingegno,  con 
sHi'Oate   inoliuazioni   letterarie,  esordì  a  se- 

;  anni  con  un  dramma,  R'ufhezra  e  Mise- 

,  al  q  lalt;  fere  sul)ito  seguire  un  secondo 
111  carat  ere  storico:  //  Duca  D' h'  y\ien,  che 
fu  proiltito  dalla  cen- 
sura austriaca. 

In  qufl  tempo  il 
Lloyd  Triistino  ave- 
va fondato  nn'arion- 
da  tipograflco-edito- 
rialf  dirotta  da  un 
lPtt«^r.ito  di  vran  va- 
lore, Antonio  Il:ici\eli. 
Si  era  intrapresa  la 
«elpbro  colle/ione  dei 
Classici  (circa  600  vo- 
lumi di  autori  italiani, 
latini,  e  greci,  ricor- 
dati ancora  diiy:li  stu- 
liiosi)  e  al  giovane 
'"  oves  ne  fu  afiBdata 

ovisione.  Ciò  tem- 
il  suo  ingej,'no  ed 
rgò  la  sua  cultura. 
'n<-hè  Tirrequie- 
Kiiiilio  (c)ii  I'  hv. 
isciuto  vecchio 

I    facilmente    im- 

-;inare  quel    che 

!■  t.^va  essere  da  gio- 

\    ne  !)   non   s'accon- 

M^ava   di  spulciale 

'i  di  classici:  scrl- 

.  a  anche  in  giorna- 
le, ti  umonsti'-i,  con 
tendenze  tali  che  un 
'el  giorno  gli  fu  fatto 

•ndere  i-he   l'aria 

i  rieste  non  gli  con- 
va  più.  Fu  il  suo 

ìlio  urto  con  la  dn- 

\  ita,  e  fu  il  {irinci- 

'iella  sua  fortuna. 

lijro  a  Parigi,  dove  visse  alla  meglio  inse- 

iido  l'italiano,  e  allargò  gli  orizzonti  del 
spirito.  Concesso^'li.  dopo  qualche  tempo, 

.entrare  negli  I.  e  It.  Stati,  andò  a  J'iumo, 

■  e  diresse  una  tinogratti.  l'ol  fu  a  Udine, 

qualità  di  precettore,  e  quindi  a  Milano. 

Teneva  allora  il  campo  nel  giornalismo 
iiiilanese  Giuseppe  liovanl,  che  lo  chiamò 
alla  Gazzetta  di  Mi'uno.  In  breve  il  giovane 
triestino  si  fece  notare  come  uno  d  1  più 
brillanti  e  vivaci  giornalisti,  sia  noi  quoti* 
diano  politico,  come  nel  settimanale  umori- 
stico L' Co'i'o  di  pigra  Er.vtio  gli  antd  che 
preparavano  il  '59.  Per  una  polemica  intorno 
a  una  Gmietta  d'Iia'ia.  il  cui  primo  numero, 
già  pronto,  non  venne  alla  luce  per  divieto 
di  Vienna,  il  Treves  si  battè  in  duello  con 
un  altro  grande  giornalista,  il  sjo  a-nico  ed 
«mulo  Leone  l''orti:j  ;  col  quale  subito  si  ri- 


{Da  un  qiui'b-o  'li    l'.  Corroa). 


conciliò  e   tenne  poi  amicizia,  non  spezzata 
che  dalla  morte. 

Noi  l.sr;9  si  arruolò  tra  i  *  Cacciatori  de- 
gli Appennini  ..  Liberata  Milano,  riprese  il 
suo  lavoro  giornalistico,  ma  per  poco,  poiché 
n?l  1861  riesoiva  Analmente  a  realizzare  il 
suo  antico  sogno  farsi  elitore.  Abbattute  le 
barriere  interne,  cost.tuitosi  il  nuovo  liegno 
d' Italia,  il  memento  non  poteva  essere  più. 
propizio:  e  può  dirsi 
veramente  che  Emi- 
lio Treves  fu  il  nuo- 
vo editore  che  alla 
nuova  Italia  occorre- 
va. I  principi  tnroJO 
assai  modesti:  un  pic- 
colo ufficio  In  viaDu- 
rini,  una  rivista  di.sa- 
doma,  //  Museo  di  fa- 
nti,! m. 

A  vederne  oggi  la 
collezione,  quella 
vecchia  rivista  appa- 
re assai  romantica  e 
iircaica;  ma  allora  era 
mia  novità,  e  le  illu- 
strazioni rappresen- 
tavano uno  sfarzo  no- 
tevole. Fu  quello  il 
])riino  nucleo  della 
grande  Casa  editrice; 
il  t  tiro  sciittori  g  à 
j.oti,  ne  rivelò  di  sco- 
nosciuti. Accanto  al 
Jnaeo  .sorsero  altre 
pubtilicazioni  :  (  B  i- 
f/lio/e-fi  Utile,  Annua' 
rio  Scienlifico,  Illii- 
>tt'  a  rione  J'opolare);  e 
subito  da  quei  primi 
anni  la  produzione  li- 
braria si  sviluppò,  si 
al>belli,con  tendenze 
prevalentimiente  let- 
terarie e  di  divulga- 
zione scientifica,  ar- 
ricchendosi di  opere 
del  De  Amioi.s,  del 
Barrili,  del  Lessona,  del  Lioy,  del  Besso  eco. 
Fra  tanto  lavoro  editoriale  Kmilio  Treves 
trovò  modo  di  fondare  e  diriger»  un  giornale 
quotidiano:  e  dal  '6J  al  '74  vi  profuse  giorno 
per  giorno  Ingegno  scintillante,  acuto  spirito 
politico  operosit^i  multiforme.  Nel  1873,  dopo 
vari  tentativi  suoi  e  di  altri,  il  Treves  ebbe 
l'ardimento  di  fondare  un  settimanale  illu- 
strato sul  tipo  dei  grandi  giornali  inglesi  e 
fiaic'si;  e  ben  presto  con  molta  attività  e 
geniale  organizzazione  della  parte  illustra- 
tiva, riii-scì  a  metterlo  a  pari  con  quelli.  Al- 
lora le  illustrazioni  s'incidevano  In  legno 
(Ceilenari.  Cinta;.'alli,  Mancastroppa  furono 
veri  artisti  del  genere):  e  i  mag;ilori  pittori 
del  tempo,  da  F.  P.  Miche!  ti,  a  Tranquillo 
Cremoia,  a  Edoar  lo  Dalbono  offrivano  lo 
opere  loro  p-»r  la  riproduzione  nell' f '/iw'rrt- 
iiotie  linl.a  iu.  Cosi  1  nm^'i;lori  selettori  maU' 


GIG 


davano  i  1.  ro  scritti.  Eiuilo  Tieves  d.ie.->se 
quosto  g  ornale  che  —  fra  t:inte  oceiipa/.ioni 
diverse,  fu  la  sua  più  e  u  a  sollei-iludliie  d'ogni 
giorno,  dog  li  ora  —  lino  alla  morte.  Per 
molti  anni,  lino  ni  1903,  e^li  stesso  scrisse 
ogni  settima  -a  (talvolta  in  collabornzione  con 
iiltri)  il  ciiìi-^Uco  Covvif>ie,  firmato  collo  pseu- 
donimo sbarazzino  di  "  Cicco  e  Cola  ,:  erano 
vivaci  note  di  commenti  ai  fatM  del  giorno, 
spigliate,  scinMllaiiti  di  brio.  Il  collaborare 
al  proprio  giornale  era  per  lui  come  \\n  ri- 
poso da  cure  più  gravi. 


Dire  di  Ila  fortuna  della  casa  editrice  f nella 
quale  egli  -ebbe  a  e  jndirettor?  p  r  34  anni  il 
fratello  (^inseppo,  morto  nel  1004)  e  delle  soe 
benemere  ize  verso  le  buone  lettere  e  la  cul- 
tura nazional'%  ci  sembra  inutile,  c-sendo  cose 
ben  note.  VA  basta  aver  accennato  sommaria- 
mente, alla  lunga  e  fccotida  vita  di  questo 
grande  lavorafoie  cIk»  sostenne  sino  ala  più 
fa '(la  età  il  più  intenso  lavoro,  con  spirito 
leggeio,  la  barzelletta  e  la  risata  pronte,  il 
cervello  sempre  in  attività,  e  il  virginia  ia 
bocca. 


poso,  veterano  delle  battaglie  dell'indi- 
pendenza e  della  Crimea,  t  Lobbi,  iiresso 
Alessandria,  31  agosto. 

Tedeschi  Oreste,  romano,  ultimo  superstite 
del  glorioso  episodio  di  casa  Tavani-Ar- 
quati:  ebbe  salva  la  vita  per  miracolo  e 
fu  condannato  alla  galera  donde  fu  libe- 
rato nel  1870:  aveva  taito  l.i  campairna  ga- 
ribaldina del  1;SG6.  t  Koma,  mvenibre. 

Tedeschi  liinublo,  di  a.  28,  no^o  co;nmer- 
ciante,  fspoi  tatoro  in  tessuti,  dire  t.  della 
Società  Commissionaria  Orientale.  I  Milano, 
14  marzo,  per  suicidio. 

Tei  mons.  Paolo  Marco,  dei  Min.  Cappncc, 
n.  Bagni  di  Lucca  l.S4(),  dal  1904  vescovo 
di  Pesaro,  t  ivi,  29  aprile. 

Tesi  Clemente,  di  a.  74,  industriai?-,  per  ol- 
tre 25  auTii  dette  l'operii  sua  alia  vita  pub- 
blica cittadina:  era  padre  del  sindaco  av- 
vocato Arrigo,  t  Pisto  a,  Ifi  giugno. 

Testa  (t.  B.,  di  a.  76,  uno  dei  Mille,  t  Torri- 
glia  ,'Genova),  10  lug.io. 

Theotokis  Giorgio,  n.  Corfù  1843,  deput.nti 
della  sua  isola,  ministro  delle  comunica- 
zioni: era  stato  anche  president'3  del  Con- 
siglio prima  di  Veuizelos.  1  Atene,  25  gen- 
naio. 

Theotokis  Michele,  presidente  della  Camera 
greca,  t  Coriù,  20  agosto. 

Tocci  avv.  Guglielmo,  di  a.  89,  già  deputato 
al  Parlamento,  t  Cosenza,  7  genna  o. 

Tofani  Osvaldo,  di  Firenze,  di  a.  66,  decano 
degli  artisti  italiani  a  Parigi  dove  risiedeva 
da  35  anni,  pittore  e  illustratore,  t  Parigi, 
4  dicembre. 

TocoUa  dott.  Francesco,  bolognese,  di  a.  56, 
depurato  provinciale  e  consigliere  comu- 
nale di  Bologna,  di  parte  soi-ialista:  gior- 
nalista, fu  tra  i  fondatovi  del  Resto  del 
Carlino,  e  poi  della  Seva  di  Milano;  mo'to 
competente  come  critico  musicale,  f  Bolo- 
gna. 21  gennaio. 

Torelli  Tito,  consigliere  provinciale,  presi- 
dente della  Cassa  di  Risparmio  di  Livorno, 
console  d'Olanda,  t  Livorno,  12  maggio. 

Torri  dott.  Giuseppe  Silvio,  medico  primario 
dfir Ospedale  Maggiore,  t  Milano,  25  aprile. 

T'-;-.M>on+ini  Lucia,  di  a.  100.  f  Pogallo  (Udine), 
12  luglio. 

Trcves  iilnnlio,  grande  editore,  letterato,  t  Mi- 
lano, 30  gennaio  (ved.  pag.  precedente). 

Treves  Tedeschi  Virginia  (Coi-delia),  scrit- 
trice,  t   Milano,    7  luglio   (ced.  a  pag.  2S0). 

Tringali-Mangano  Emanuele,  astronomo  del 
Collegio  Romano,  versato  nella  conoscenza 
dei  feoomeni  solari,  t  Roma,  i  lu^'Iip, 


Truzzi  Carlo,  di  a.  42.  giorna'ista,  direttore 
da  15  anni  del  giornale  All'erta,  organo 
dell'Associazione  monarchica,  t  Voghera, 
maggio. 

Turner  Guglielmo,  n.  rei  Lancaster  1S32, 
anatomista  illustre,  rettore  della  univer- 
si! à  di  Edimburgo,  t  15  febbraio. 

Uboldi  ing.  Luigi,  socio  dello  stab.  Larin' 
Nathan  di  costruzioni  nieocaniche  e  fer- 
roviarie, t  Milano,  ftbbraio. 
Ughi    Odoordo,   i)r'>f.   ord.  di  patologia  spe- 
ciale medica  e  chimica  propedéutica  nella 
univ.  di  larma.  f  ivi,  5  novembre. 

Vacca  Guglielmo,  n.  Eboli  1819,  senatore 
dal  1911,  procuiatore  generale  presso  la 
Corte  di  Cassazioun  di  Palermo;  ebbe  gran 
p.irte  n^i  lavori  delìiuovo  codice  di  pro- 
cedura penale,  t   Homa,  1»  febbraio. 

Vaiilant  Edoardo,  di  a.  76,  di'cano  d'I  par- 
tito socialista  francese,  a  più  ripiese  can- 
didiio  del  partirò  alle  presidenze  della 
Camera  e  deila  Repubblica,  t  18  dicembi-c 

Valente  Candido,  gener.ile  a  riposo,  di  a.  88. 
t  Genova,  14  novembre. 

Vallardi  Giuseppe,  editore,  comproprietario 
della  dieta  Antonio  Vallardi.  t  Milano,  24 
maggio. 

Viilletta  Nicola,  n.  Lecce  1829.  antico  cospi- 
latore,  ultimo  superstite  della  spedizion* 
di  Sapri:  aveva  preso  parte  a  tutti  i  moti 
rivoluzionari  dal  1848  in  avanti,  finche  fu 
condannato  a  morte  fon  Nicorera  e  com- 
mutatagli la  pena  rinchiuso  con  lui  nell'er- 
gastolo di  S.  Stefano;  liberato  nel  1860, 
com  atte  al  Volturno,  t  Gallipoli,  10  no- 
vembre. 

Val vas-iori  Peroni  Baldino,  agricoltore  intel- 
ligente, fratello  del  deputato  dlMelegnano, 
t  Carpiauo  (Milano),  luglio. 

Vanotti  ing.  Alessandro,  n.  Milano  1852,  pit- 
tore ritrattista,  t  Bollate  (Milano),  11  aprile. 

Vela  Melchiorre,  musicista,  t  Firenze,  19  a- 
prile. 

Venanzio  Venzo,  n.  Vicenza  1838,  antico  ga- 
ribaldino, già  di  Cacciarori  dede  Alpi,  poi 
dei  Mille,  t  Roma,  1»  mai'zo. 

Ventura  G.  B.  di  Uov;go,  di  a.  81,  uno  dei 
Mille,  ferito  e  decorato  a  Calatafimi.  t  Cre- 
ma, 31  gennaio. 

Verna  Francesco,  maggior  generale  nella  ri- 
serva, t  Cimaripa  di  Mariano  al  Brembo 
(Bergamo),  8  novembre. 

Verro  Bernardino,  di  a.  43,  noto  agitatore 
sajialista,  processato  e  gundauftato  dopj  i 


GIT   — 


moti  siciliiini  del  l.SiU,  ora  s  nd.'.co  di  i.u>v- 
lei>n;>  e  co;  sig  i»rfi  prcviiu-iale.  t  C«>iI<Hiiie. 
'■i  novcinb:H,  uciiso  p^r  voridetta  privata. 

Ve:ze^'ii:issi  EngMiio,  n.  T  feste  iNfi'j.  tenente 
■ooloiinelìo  macchiiiisla  della  lì.  Marina, 
t  Venezia,  aprile,  improvvisanieiite. 

Vetroni  Achille,  di  a.  65.  già  depurato  per  5 
le^'islatnre  di  Avellino,  t  ivi,  aprile. 

Viui-hl  Leone,  di  Fnsignano  (Ravenna),  già 
provveditore  agli  studi,  autore  di  piege- 
voli  studi  sul  Mon'i.  t  Firenze,  'il  ottobre, 

ViPa  dott.  Ettore,  console  itall.mo  a  Matadi, 
nel  Congo  Belga,  dove  da  oltre  25  anni 
l'seioitava  la  professione  medica,  t  Matadi, 
16  maggio. 

Vincenti  dott.  Camillo,  n.  Alfonsino  (Ravenna), 
di  a.  .72,  medico  molto  noto,  fondatore  o, 
direttore  del  giornale  L'Avr-nire  Saiiitnrio, 
.speciale  per  argomenti  d'i^;iene  pubblica 
e  legislazione  .sanitaria,  t  Milano,  21  ot- 
tobre. 

Vi.sca  suor  Rosa,  di  a  8.i,  superiora  delle 
suore  della  (Carità  nell'ospedale  di  marina 
di  S.  Anna,  monaca  da  fi4  anni:  .^i  era  di- 
.stinta  in  Crimea,  nelle  campagne  del  1859- 
r>0-6G,  nelle  epidemie  coleriche  del  188J- 
SG-!S7;  aveva  la  medaglia  d'oro  dei  bene- 
meriti della  salute  pnbblica.  t  Venezia, 
12  aprile. 

Vi  ^conti  di  Modrone  duchessa  Ida,  nata  Rensi, 
vedova  del  duca  Guido,  di  a.  65,  veronese, 
dama  benefica  e  instancabile  nelle  opere 
di  civi'.e  assistenza,  t  Milano,  28  dicembre, 
improvvisamente. 

Vitale  Speranza,  di  a.  100  t  Torino,  17  aprile. 

Vitali  (iiulo,  romano,  di  a,  40,  caposezione 
al  ministero  de'l' istruzione,  buono  scrit- 
tore e  cultore  della  pedagogia,  t  Roma, 
23  marzo,  suicida. 

Vitali  Vittore,  valoroso  garibaldino,  già  dei 
MìIIp.  prof.  ord.  di  procedura  civile  nel- 
r  universi:  à  di  Genova,  autore  di  opere  re- 
putate di  diritto,  t  Genova,  marzo. 

Vlacovich  ine  Cirio,  di  Padova,  di  a.  50,  in- 
gegner capo  del  Genio  Civile  a  l'adova, 
fi^ilio  dell'anatomico  Vlacovich  che  fu  an- 
che rettore  dell'università  patavica.t  presso 
Mira  (Padova).  11  febbraio,  suicida. 


Voglino  Enrico,  di  a.  37,  direttore  della  Cat- 
t<'dra  Ainhnlaiite  di  Agricoltnra  di  .\lc->- 
sandria.  t  17  ajio.sto,  vittima  di  mi  dovia- 
monio  femviario  del  treno  di  Torino  nei 
pre.'-si  della  staz.  di  .\lejs  mdria. 

Yuan-shi-kai.  di  a.  57,  presidente  del!a  Re- 
pubblica Cinese,  preconizzato  nnpera- 
tore.  era  nato  nello  Honan  da  umili  r>i. 
r.'nt.i,f.'co  rapida  carriera  politica,  viceré  del 
Ci-li  nel  lOOl,  ministro  degli  esteri  nel  11)06, 
presidente  della  Rppnblilica  da.  15  febbraio 
1!U2.  t  Pechino,  ó  giugno 
Ynssuf  Izzeddin  elfendi,  n.  Coslantinop.  18.")7, 
figlio  primogenito  del  defunto  sultano  Ab- 
dal-Aziz,  principe  ereditario  di  Turchia. 
t  Costantinopoli,  1»  febbraio,  per  suicidio, 
secondo  lo  notizie  ufficiali:  trutidato  dai 
Giovani  Turchi,  secondo  altri. 

ZaflFrani  Francesco,  intraprenditore  di  la- 
vori, in  Egitto  aveva  eseguito  importanti 
opere  per  gli  argini  del  Nilo,  le  dighe  di 
Assuan  ecc.  t  Casalzuigno  (Varese),  20  ot- 
tf>bre. 

Ziinimatto  dott.  Alessandro,  rabbino  mag- 
giore, t  Padova,  15  aprile. 

Za''c!ii  conte  Ltiigi,  maggior  genei'ale  coman- 
dante dellabrigata  .Alessandria,  n.Berg.imo 
1.S58,  aveva  comandato  a  lungo  la  S.uol  i 
(li  Applicazione  a  Parma;  era  il  primo  ge- 
nerale decorato  con  medaglia  d' argenti) 
in  questa  guerra,  t  Pai  ma,  23  marzo,  per 
improvviso  malore  mentre  era  ia  breve 
licenza  dal  fronte. 

/'umbini  Bonaventura,  n.  Pietrafttta  di  Co- 
senza 1836,  senatore  del  RegTio  dal  1905, 
letterato,  critico,  già  prof,  di  letteriit.  ital. 
alla  univ.  di  Napoli,  t  Bellavista,  presso 
Portici,  21  marzo. 


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I  morti  della  nostra  guerra. 


(1) 


(Settembre  1915  -  Ottobre  1916). 


A  ceti  iiigr.  Lodovico,  di  a.  36,  valente  pro- 
•"•  fessionista,  c.ipUaiio  degli  alpini,  t  com- 
battendo sul  Car80,  14  novembre. 

"Daj  dott.  Piero,  di   Milano,    direttore  prò- 

■*-'  prietario  del  Pensiero  Medico,  ora  teninte 
medico  di  un  o'<pedaletto  da  campo,  t  Bre- 
scia, air  ospediile  militare,  28  novembre. 

Bailo  Luigi,  n.  Rapallo  1882,  capitano  avia- 
tore, si  era  molto  distinto  in  Libia,  dove  fu 
il  primo  dei  nostri  aviatori  aprendeie  fo- 
tografie dall'aeroplano,  f  18  febbraio,  in  una 
incursione  di  velivoli  italiani  su  Lubiana, 
ferito  a  morte  dalle  mitragliatrici  austriache. 

Barbieri  Alfredo,  di  Roma,  di  a.  4(5,  tenente 
colonnello  d'artiglieria,  comandante  il  bat- 
taglione squa  Iriglie  a\iaturi.  t  18  febbi'aio, 
in  una  incursione  di  \elivoli  italiani  su  Lu- 
biana, ferito  dalla  mitragliatrice  di  un  ve- 
livolo austriaco. 

Bati isti  Cesare,  n.  a  Trento  4  fe'.braio  1875, 
addottoratosi  a  Firenze  in  geografia,  illu- 
sirò  la  propria  legio  e  con  volumi,  opu- 
scoli, aiticoii  che  ebbero  meritamente  il 
plauso  degli  stuliosi,  fondò  e  diresse  a 
Trento  la  rivista  di  studi  loc.ili  Trldentnin, 
a  Firenze  La  CuUnra  Gengra/ìca  che  ebbe 
breve  vita;  entrato  nella  vita  politica  e 
ascrittosi  al  pariito  socialisia,  diresse  a 
Trento  d.il  1900  il  quotidiano  socialista  // 
J'opolo,  nel  1911  fu  eletto  deputato  al  Par- 
lamento di  Vienna  e  nel  1914  anche  alla 
Ditta  di  Innsbrac-k;  riparò  nel  Regno  ap- 
pena scoppiata  la  guerra  per  fare  attivis- 
sima propaganda  con  la  parola  e  con  gli 
scritti  per  le  ]ivendicazioni  nazionali  del 
Trentino;  arruolatosi  come  so'dato  negli 
Alp  ni,  poi  promosso  tenente,  si  distinse 
in  molti  combattimenM:  gravemente  ferito, 
a  qnanto  si  crede,  sulle  pendici  di  Monte 
C'orno  in  Vallarsa  e  cadendo  prigioniero 
degli  Austriaci  il  10  luglio,  fu  portato  a 
Trento  e  vilmente  impiccato  il  12, 

Bazzi  Carlo,  n.  Milano  ISSi,  capitano  di  com- 
plemento di  fanteria,  t  San  Martino  del 
Carso,  13  marzo.  Il  Re  gli  concedeva  di 
motuproprio  la  medaglia  d'oro. 


Berardi  Francesco,  n.  a  Dusino  (Alessandria; 
1856.  maggior  generale  comandante  di  bri- 
gata, t  conducendo  i  suoi  soldati  all'assalto 
sul  Munte  Zebio,  6  luglio.  Il  Re  gli  con- 
cedila di  motuproprio  la  medaglia  d'ori>. 

B-  lardi  Gabriele,  n.  Sant'Angelo  dei  Lom- 
bardi 1861,  maggior  generale  comandante 
dell'  eroica  brigata  Sassari,  t  in  un  ospe- 
da'e  da  tatupo  presso  Villesse,  per  le  fe- 
rite riportate  sul  Carso  il  1.5  dicembre. 

Beruotti  Pietro,  di  Gasalmonferrato,  capitano 
di  fanteria,  t  Sella  San  Martino,  22  ottobre, 
difendendo  strenuam?nte  una  posiziono; 
il  Uè  gli  concesse  di  "motuproprio  la  me- 
daglia d'oro. 

B^rozzi  Adelino,  di  Crespellano  fBologna).  di 
a.  29,  poeta,  scrittore  di  novelle,  prof,  di 
lettere  italiane  albi  Scuola  tecnica  di  Loaro 
((ìenovai,  sottotenente  di  artiglieria,  t  ot- 
tobre. 

Berta  dott.  Luigi,  medico  torinese,  dire«.so 
Il  Grido  del  Popolo,  periodico  socialista  e 
L' Educazione  sessual",  rivista  da  lui  fon- 
data: ora  fra  tenente  medico,  t  al  fronte, 
settembre. 

Bocchialini  Fabio,  di  Roma,  di  a.  32,  diret- 
tore della  Sez.  della  Cattedra  Ambulante  di 
Agricoltura  di  Langhirano,  sottotenente 
volontario  di  fanteria,  t  combattendo  sul- 
r  Isonzo,  novembre. 

Boccioni  Um',er;:o,  di  Cattolica,  di  a.  34,  p  t- 
tore  e  scultore  della  scuola  futurista,  ora 
soldato  d'artiglieria,  t  Verona,  17  agosto, 
vittima  di  una  caduta  da  cavallo. 

Bonistabile  Giuseppe,  di  a.  44,  tenente  co- 
lonnello degli  Alpini,  t  sull'altipiano  di 
Asiago,  giugno. 

Bononii  Giovanni,  da  Brissago  (Como),  capo- 
ral  maggiore  di  fanteria,  t  Oslavia,  6  ogo- 
sto,  in  un  attacco,  dopo  avere  con  pochi 
animosi  catturato  130  austriaci.  Decorato  di 
medaglia  doro  di  moto  proprio  del  Ite. 

Bordonari  Luigi,  di  Siracusa,  tenente  colon- 
nello, i   nel  Trentino,  luglio. 

Borro  Giulio,  n.  a  Pietra  Ligure  CAlbenga) 
1867.  tenente  colonnello  di  fanteria  :  aveva 
fatto  la  guex-i-a  dell'  Eritrea,  ferito,  prigio- 


(1)  AbV»iaino  compreso  in  qne.sto  glorio.so  elenco  tutti  coloro  alla  cui  memoria  fu  assegnata 
la  uieda^ilia  d'oro  o  d' argento  al  valore  uiilitare. 


-  019  — 


Grsark  Battisti 


Antonio  Chinotto 


NAZAnio  Sauro 


IO   (per   14   me-iii  e  decorato  ad  Adua, 
-u!  Carso.  3  novemiire. 
!  Giosuè,  II.  Livorno  18»M,  scrittore,  notis- 
Mio  nel  {jiornalismo  tostano,  sottotenente 
.il   fanteria,   figlio  di  Averardo  Borsi.  t  in 
iiM  assalto  alla  baionetta  a  me^.7.\  costa  del 
monte  Cucco,  grosso  Zaj?ora   10  novembre. 
Buz/.ano  Ettore,   n.  Genova  1.'!<C.8,   colonnello 
dc-li   Alpini,   t   Genova.  all'Ospedale  Mili- 
tare Ravasco,  per  ftrite  riportate  in  com- 
battimento alla  fronle  del  Trentino. 
Brandolini  dWdda  conte  Brandolino,  di  a.  38, 
tiglio  del  senatore  conte  Annibale  e  della 
iMiitessa  Leopoldina  d'Adda,  dnmi  di  pa- 
lazzo della  Regina  Madre:  deputato  al  Pai- 
lamonto  pel  col :e;;ij  di  ^  it'nrio,  consigliere 
provinciale  di  Treviso,  o.  a  sottoten'>nte  vo- 
ìt^ntario.  Ferito  sul  ponte  di  Ar.-icro  il  20 
giugno,  morto  il   28.  È  il  primo  deputato 
italiano  morto  sul  campo. 
Brignone    dott.    Ferdinando,   tenente  colon- 
nello   medico,   t   H    febbraio,   in   zona  di 
gnerr»,  per  improvvido  niao;e. 
Brunialti  avv.  Giovanni,  n.  Tliiene  ISSI,  figlio 
dell'un.  Attilio,  già  i  ampione  it.tliano  di  ca- 
nottngg  o   per   vari   anni,  vincitore  di  nu- 
merose gare  in  skiff,  g  a   tre  vote  feriio 
in  questa  guerra,  promosso  capitano  degli 
alpini    per   merito   di   guerra.  1  sugli  alti- 
p  ani  vicentini  nell'ass-ilto  del  m.  Magari, 
17  giugno. 
BrHunnr   Guido,  n.  Trieste  1897,  di  famiglia 
friulana,  sottotenente  di  cavalleria  nell'e^ci- 
cito   italiano;   era  stato  arruolato  iti  prin- 
cipio della  guerra  come  ufficiale   automo- 
bilisti   neir  esercito   austiiaco   e   inauilato 
nei  Carpazi,  dove  riuscì  e  )n  grande  slento 
•  pass  ire  il  confine  e  raggiungere  l'Italia, 
un'altipiano  di  Asiago,  giugno. 
Limici  Luigi  Alfonso,   n.  a  Fireuze  186"}, 
onncllo  di  fanteria,  t  combattendo  alla 
ta  del  suo  reggimento,  28  ottobre. 
os-Iiianchis   di   Pomarè   conte   Camillo, 
ir-nte  colonnello  di   artiglieria:   er.i  gè- 
;o  del  senatore  conte  Biscarotti  di  Ruf- 
i.    t   ucciso  in  un  osservatorio  al  fronte, 
vembrc. 

/'"iinisa  Alfredo,  tenente  colonnello,  coman- 
^  dante   un   reggimento  di  fanteria,  t  nel 

Trentino,  lugl  o. 
Cimo  /UH  t'ari  >.  di  V.  rona,  maggiore  di  fan 
Sun  .Michele  ad  Carso,  '26  ottobre, 


in  un  attacco.  Decorato  di  medaglia  d'oro 
por  molti  atti  di  distinto  valore. 

Cùulari  dott.  Enrico  Francesco,  di  Torino, 
di  a.  3G,  presidente  dell'Associa?:.  Italiana 
Arbitri  (di  football,  e  ipitano  di  fanteria, 
t  sul  Carso,  novembre. 

Cantù  Arnaldo,  pubblicista,  critico  d'arte,  col- 
lab  >rato:  e  artistico  del  Giornale  d'Italia, 
impit>gato  alla  Direzione  Gen.  di  Bolle  Arti: 
era  stato  vivace  neutralista,  f  sul  Carso, 
ottobre. 

Capasse  Paolo,  da  Agerola  (Napoli),  tenente 
di  complemento,  t  vittima  dei  gas  asfis- 
.'•ianti  a  Gr.jvig!io  sul  Carso,  28  giugno.  Il 
Re  gli  concedeva  di  motuproprio  la  meda- 
glia d'  oro. 

Capelli  rag.  Enrico,  di  a.  38,  ginnasta  e  ca- 
nottiere, già  campione  italiano  della  "  Ca- 
noiieri  Milano  „,  ora  capitino,  t  in  un  as- 
sa  to  presso  Moiil'aloone,  7  agosto. 

Ca;jelli  dott.  Pietro,  direttore  dell'Ospedale 
italiano  di  Lugano,  ora  capitano  medico. 
1  Milano,  all'ospelale  militare,  per  ferita 
riportala  prestatilo  l'opera  sua  in  primis- 
sima linea  nel  Trentino,  13  luglio. 

Capri  Giovanni,  n.  Bologna  1SG9,  capitano  dei 
b^rs.iglieri,  era  stato  residente  italiano  a 
Mogadiscio;  era  illustratore  e  cartografo 
valente  e  anche  ì'Almanacco  Italiano  si 
valse  più  vQlfce  dell'opera  di  lui.  t  sul 
Carso,  pres'^o  Oppacchiasella,  21  settembre. 

Caroncini  A.b  rto,  n.  a  Roma  18S.?,  prof,  di 
economia  pol.t  ca  nella  Hciio'a  di  Commer- 
cio di  Torino,  duettore  amministrativo  del 
Hf.aio  dfrl  Carlino,  .•crittore  apprezzato  di 
materie  ccok  miche,  f  combattendo  sul 
Calvario,  3  no\embie. 

Carcclla  Tancredi,  n.  Messina  1861,  maggior 
generale  comandante  della  brigata  Pescara, 
già  ferito  a  S.  liUcia  sul  <!arso;  coma  te- 
nente colonnello  si  era  molto  distinto  in 
Lit)ia  e  spoclalmente  alla  battaglia  di  Ain 
Zara,  t  in  un  assaito  sul  monte  8.  Gabriele, 
12  a^'osto. 

Catteri  Plinio,  di  a.  21,  campione  italiano  cicli- 
sta pei  dilettanti  su  pista,  bersa,'here  cicli- 
sta, t  scomparso  in  una  esplorazione  presso 
Oslavia,  la  notte  fra  il  24  e  il  2ò  gennaio. 

Cassoli  Al  turo,  da  Ferrara,  colonnello  di  fan- 
teria, t  sul  Carso,  negli  attacchi  alle  posi- 
zioni di  Bo>co  Cappuccio,  ottobre.  Deco- 
rato di  medaglia  d'oro. 

Cavallo  Felice,  u.  Vercelli  18D1,  leueute  co- 


—  G20 


lonnello,  comaii'lante  di  un  ret,'gimento  di 
faiit.eiia,  buon  <,'t^o<,'i-afo.  t  sull';iltipia  io  di 
Asiago.  28  giugno. 

Chiarie  Felice,  da  l'ino  Toiine-;e,  maggioie 
d'artigl.  t  Trambilleno,  18  maggio,  in  nn 
assiilto  alla  baionetta.  Insignito  di  meda- 
glia d'oro  di  moto  proprio  del  Ile. 

Chiesa  Damiano,  di  Ko\  ereto,  di  a.  23.  volon- 
tario nell'esercito  italiano;  caduto  prigio- 
niero  degli  Austriaci  il  18  ma;.'gio  presso 
Castel   Dante   fu   condannato  a  morte  per 

■  impiccagione  e  in  via  di  grazia  l'ucihito  a 
Trento  il  19  maggio. 

Chinotto  Antonio,  n.  Arona  1858,  tenente  ge- 
nerale, da  pochi  giorni  promosso  coman- 
dante di  corpo  d' armata  per  merito  di 
guerra  per  le  operazioni  sotto  Mon:a  cone 
da  lui  dirette;  già  fei-ito  gravemente  quat- 
tro volte,  sempre  rientrato  in  servizio, 
t  Udine,  25  agosto,  in  un  ospedale,  di  ma- 
lattia aggravata  dagli  strapazzi  della  guerra. 

Condulmer  nob.  dott.  Pietro,  di  a.  40,  ispet- 
tore medico  municipale  scolastico  di  Bo- 
logna, ora  capitano  medico,  direttore  del- 
l'(3sped.  milit.  contum.  di  iordenone.  t  ivi, 
16  febb..  per  infezione  contratta  in  setvizio. 

Corcos  Massimiliano  i:g  io  t^iovanissim  )  d  1 
noto  pittore  Vittorio  Coroos,  pittore  egli 
pure  e  architetto,  t  nel  marzo  in  un  ospe- 
dale da  campo  sul  Monte  Nero. 

Corridoni  Filippo,  marchig  ano,  di  a.  27.  sin- 
dacalista inttammato,  o  ganizzatore  di  scio- 
peri specialmente  a  Milano,  poi  convinto 
interventista,  t  combattendo  al  fronte,  dove 
era  andito  voloniario,  ottobre. 

Cotronei  Vittorio,  redattore  del  Matlino  di 
Napoli,  sottot.  volontà  io.  t  njvenibre. 

Curti  Fausto,  n.  Pieve  di  Ca  ro  186  i,  colon- 
nello comandante  di  un  reggimento  di  lan- 
cieri, t  Costa  Alta  nel  Trentino,  19  giugno. 

I^a  Rios  Pietro,  n.  Conegliano  Veneto  1866, 

■^  tenente  colonnello  di  fanteria,  promosso 
tale  per  merito  di  guerra,  comandante  di  un 
reggim'nito  di  fanteria,  era  stato  molti  anni 
all'istituto  Geogr.  Milit.,  dove  aveva  com- 
piuto importanti  lavori  topografici,  t  presso 
Gorizia,  10  agosto. 

De  Bacci  Venuti  conte  avv.  Tomaso,  di  Sas- 
suolo, di  a.  28,  autore  di  pregiate  opere  di 
diritto,  di  storia,  d'arte,  promotore  del- 
l'Assucia/Jone  nazionale  "Pro  Dalmazia  ita- 
liana „,  ora  sottotenente  volontario  al  fronte, 
t  in  un  ospedali-tto  da  campo  nell'alto  Asti- 
co,  per  ferite,  9  luglio. 

De  Camillis  Domenico,  n.  Napoli  18<)2,  colon- 
nello del  Genio,  t  colpito  da  proiettile  ne- 
mico mentre  sorvegliava  sotto  il  fuoco  la 
posa   di  un  pò  ite  sull'Isonzo,  29  ottobre. 

De  Gaetani  avv.  Enrico,  n.  Sivejie  (Dalmazia) 
1880,  membro  del  consiglio  direttivo  del 
Gruppo   Nazionali  ita  llomano,   stenografo 


al  Senato,  capitino  di  compi,  di  fanteria. 
t    in  un  ospedaletto  a  Sagrado,  15  niarzo. 

De  Gasperi  G.  B.,  dott.  in  scienze  economi- 
che, appassionato  degli  studi  geolog  ci,  aveva 
studiato  per  incarico  della  Società  Geogra- 
fica i  ghiacciai  delle  Alpi  Lombarde  e  quelli 
della  Terra  del  Fuoco,  ora  tenente  di  fan- 
teria, t  nel  Trentino,  maggio. 

De  Luigi  (Gregorio,  n.  Ma'^^sa  Superiore  1862, 
colonnello  di  fanteria,  j  Torino,  all'ospe- 
da'e  militare,  12  giugno,  per  ferite  ripor- 
tate in  guerra. 

De  Prosperi  Luigi,  n.  Padova  1882,  fervente 
nazionalista;  già  socialista,  si  era  conver- 
tito al  nazionalismo  in  Libia  dove  aveva 
combattuto  sotto  Ameglio  prima  alle  Due 
Palme,  poi  a  Psithos,  guadagnandovi  la  me 
daglia  ili  va'ore,  ora  capitano  di  fanteria. 
t  presso  iMo.italcone,  maggio. 

Diana-Grispi  Secondo,  capitano  dei  Cavalleg- 
geri  Guide:  si  era  distinto  nella  guerra  li- 
bica, formando  a  Bengasi  nel  1912  una 
banda  indigena  che  prese  il  suo  nome  e 
ch'egli  condusse  più  volte  al  fuoco,  t  sul 
Carso,  luj,'lio. 

Di  Maria  Eugenio,  nob.  dei  bsr.  di  Alleri,  di 
Pale  ino  di  a.  51,  già  colonnello  dei  beraa- 
glieii,  ora  colonnello  brigadieie,  coman- 
dante della  eroica  brij^ata  Sassari,  succe- 
duto al  generale  Berardi  pur  e-so  caduto 
valorosamente,  t  a  Casera  Zebio  nel  Tren- 
tino, 27  giugno,  mentre  guidava  i  suoi  sol- 
d  iti  all'assalto.  Insignito  di  medaglia  d'oro 
di  moto  proprio  del  Re. 

Diigliotti  avv.  Ac  lille;  noto  professionista  to- 
rinese, primeggiava  nel  partito  radicale  e 
fu  ardente  interventista,  t  febbraio. 

"C*mbabi  Ismail,  egiziano,  naturalizzato  ita- 
■^  liane,   maggiore  di  fanteria,   aveva  fatto 
con  onore    e  campagne  di  Eritrea  e  di  Li- 
bia, t  sul  Cai-»o,  21  ottobre. 

"C^acta  Giovanni,  di  Pinerolo,  volontaiio  aria- 

•'■  tore,  figlio  dell' on.  Luigi  Facta,  ex-mini- 
stro, t  ferito  a  morte  mentre  volava  con 
un  Caproni  sull'altipiano  dei  Sette  Comuni, 
30  giugno. 

Fadda  Francesco,  da  Tempio  Pausania  (Sas- 
sari), sottoten.  di  compi,  di  fanteria,  t  ui-- 
ciso,  dopo  luminosi  atti  di  valore,  all'attacco 
del  Dente  del  Sief,  21  maggio.  11  Ile  gli 
concesse  di  moto  proprio  la  medaglia  d'oro. 

Fasoli  di  Ca'  di  David  Giuseppe,  veronese, 
col mnello  di  fanteria,  t  in  un  ospedale  iu 
zuna  di  guerra,  17  marzo. 

Ferrari  Marcello,  di  a.  25,  capitano  dei  grana- 
tieri, promosso  tale  per  avere  per  il  primo 
inalzato  il  tricolore  nella  conquistata  Mont 
falcone,  t  suU'I-sonzo,  novembre. 

Ferrerò,  capitano  di  fregata,  comandante  in 
seconda  (ìeWa,  Ltonardo  d<t.  T'/hc/'.  t  Taranto, 
3  agosto,  vittima  dell'incendio  delia  nave. 


Anno 
IV 


/Vlmanacco  dello  Sport mz 

(LA  GUERRA  E  LO  SPORT) 
500  pagine  —  500  vignette  — -  Copertina  a  colori  —  Lrire  1,60 

R.  BEMPOHAI)  &  FIGLIO  -  ISditori  -  FIRENZE 


621  - 


Fi.'llolia  Pelice,  di  Fo^pla,  di  a.  30.  memb  » 
'tM    Comitato  centrale  del  Patito  Mazzi- 
imo  Italiano,  sergente,  t  sul  Col  di  Lana, 
oveinhre. 
lii/.i    avv.   Fabio,   di  Rovereto,  sottotenente 
volontirio  degli  alpini,  t  impici'ato  nel  ca- 
stello di  Trento  insieme  con  Cesare  Batti- 
tisti.  12  luglio. 
Fiorini  Mario,  n.  Mas^a  Mnrlitim\,  di  a. '2S, 
giornalista,  re'iattore  del  M'u-'tiniero  di  Ro- 
ma, già  del  Ntioco  Ciovnnle  di  Firenze,  fer- 
vido  interventista:    era   anche  apprezzato 
''iricaturista   e   collaboratore    as.siiluo    del 
'   mero  di  Torino    1  sul  Calvario,  7  a,'o-:to. 
ati  Vir;,'ilio,  n.  Milano  1SS9,  va'eiite  toot- 
oallista,  più  volte  capitano   dell.i  squad-a 
nazionale  e  dell'Internazionale  F.  C,   ora 
tenente  di  fant.  t  sulla  cresta  del  Pod;,'Ora, 
In  u:i  assalto  ai  reticolati  nemici,  23  giugno. 

G araci  Vincenzo,  di  Messina,  sottotenente 
di  fant.  t  alle  Cave  di  Selz,  21  ottobre  in 
un  assalto  a'  reticolati  nemici.  Decorato  di 
medaglia  d'oio. 

Gilettl  Edoardo,  n.  Masserano  (Novara)  ISfi."^, 
colonnello  di  lantena,  decorato  di  meda- 
glia d'argento  al  valore  nella  guorr.i  Italo- 
turca,  t  ZaRora,  23  ottobre. 

Giordana  Carlo,  di  Monoalìeri,  di  a.  4'>,  mag- 
gior generale  comandante  di  brigata,  si  era 
distinto  come  colonnello  del  4»  alpini  sul» 
l'Adamello,  portando  pezzi  di  grosso  cali- 
bro a  grandissime  altpzze.  t  in  una  rico- 
gnizione sull'altipiano  di  Asiago.  23  giugno. 

Olili  iati  Mario  di  Milano,  suttoten.  di  compi. 
il  fanteria,  t  Santa  Caterina.  11  agosto.  De- 
li ato  di  medaglia  d'oro  per  la  sua  eroica 
indotta. 

(iuretti  dott.  Guid'>,  caliere  d^gli  studi  pa- 
t  ilogici,  assistente  della  università  di  Bo- 
logna, sottotenente  medico,  t  Firenze,  di 
malattia  contratta  al  fronte. 

Gozzi  conte  Carlo,  veneziano,  di  a.  27,  mu- 
sicisia  valente,  sotloteiìente  d^i  Cavalleg- 
geri  Huide.  t  sul  Carso,  luglio. 

Gregoretti  Pier  Antonio,  da  Latisana  (Udine), 
cap.  di  fanteria,  t  Monlalcone.  22  ottobre. 
Decorato  di  medaglia  d'oro  per  la  sua  eroxa 
cr)ndotta. 

Grion  Giovanni,  di  Pola.  fervido  interventi- 
sta, processato  e  condaniiiitu  altre  volle  in 
Austria,  poi  emi;;rato  e  arruolatosi  volon- 
tario nell'arma  dei  bersaglieri,  ora  sottote- 
nente, t  sull'altipiano  di  Asiago,  luglio. 

Gna'a  Krnesto,  u.  Brà  (Cuneo)  IbOl,  colon- 
•llo  di  fanteria,  f  al  Monte  S.  Michele,  alla 
■sta  del  suo  reggimento,  che  guidava  ai- 
assalto,  3  novembre:  per  la  sua  eroica 
'iidotta  fu  premiato  di  moto  proprio  del 
iie  con  la  meda^'lia  d'oro  al  valore. 

iiiiastoni  Carlo,  colonnello  comumlante  di  un 
reggimento  (Granatieri,  t  condiicendo  il  suo 
reggimento  all'assalto,  giugno. 


Gnat'a  Ettore.  brp«!clano,  .•pnrtma'i  e  pub- 
blicista, volon.ario  ndl' esercito  belga  par- 
tecipò alla  difesa  di  Liegi,  passato  nell'eser- 
cito nostro  come  sottotenente  del  Genio, 
t  sulle  alture  di  Monfalcone.  uccis  )  da  una 
granata  nemica,  4  luglio. 

Laoe  Ettore,  tenente  colonn.  comandante  di 
un  regirim  Mito  di  fanteria.  \  in  un  assalto 
pre.sso  Gorizia,  airosto. 

Lubatti  Ernesto,  maggiore  di  fanteria,  insi- 
gnii o  della  medaglia  doro  in  occasione  del 
terremoto  del  lOOó.t  combattendo  al  fronte, 
ottobre.  ,^ 

Lucchesi  Vezio,  nato  al  Cairo,  di  a.  32,  cria 
pubblicista,  fu  direttore  dell'esercizio  delle- 
traiuvie  del  Cairo,  poi  di  quelle  di  Napoli, 
sottotenente  aviatore  volontario,  t  13  set- 
tembre. 

Luccio  Alfredo,  colonnello  d'artiglieria,  t  Bari, 
all'ospedale  militare,  13  luglio,  per  ferite 
riportate  in  Albania. 

Manfrln  Aristide,  tenente  colonnello  di  fan- 
teria, t  combattendo,  alla  testa  di  un  reg- 
gimento di  cui  aveva  il  coniando  novembre. 

Manzini  Guido,  n.  S.  Vittoria  presso  Gua- 
stalla, capitano  de^li  alpini,  promosso  per 
merito  di  guerra  e  decoi-ato  in  Libia,  era 
uno  dei  più  ferventi  e  capaci  ufficiali  skia- 
tori  e  diresse  per  vario  tempo  la  scuola  di 
Limone  Piemonte;  era  fratello  dell'avia- 
tore Piero,  perito  in  mare  pres.so  Tripoli, 
t  in  combattimento  suU'Adamello,  ma-gio. 

Mariani  rag.  Teodoro,  di  Como,  poco  pin  che 
trentenne,  canott  ero,  campione  europeo  di 
nkiff  (Parigi  15)09),  sottotenente,  t  nel  Tren- 
tino, 2  agosto,  vi;timadi  una  bomba  amano. 

Marocco  Pietro,  da  Milano,  aspirante  ufficiale 
di  complemento,  t  Durer,  22  ottobre.  De- 
corato di  medaglia  d'oro  per  l'andac.a  con 
la  quale  aveva  incontrato  la  m<^rte  distrug- 
gendo i  reticolati  nemici. 

Matti  r  Edmondo,  da  Mestre  (Venezia),  capi- 
ta:iu  di  complemento  di  fant.  t  comb.it- 
teido  eroicamente  alla  presa  di  Oppacchia- 
sella,  16  settembre.  Decorato  di  medaglia 
d'oro. 

Muz/.aresi  Carlo,  da  Roma,  sottotenente  di 
compi,  di  fanteria,  t  al  Monte  Rosso,  21  ot- 
tobre. Decorato  di  medaglia  d'oro  per  la 
sua  eroica  condotta. 

Mazzuoli  Edmondo,  di  Firenze,  soldato  vo- 
lontario di  fanteria,  t  Monfalcone,  21  ot- 
tobre. Decorato  di  medaglia  d'oro  per  la 
sua  eroica  coihlotta. 

Melloni  Mario,  di  Firenze,  valente  sportinan, 
notissimo  anche  come  or;:anizzatoie.  t  Za- 
gora,  ottobre. 

Milano  Felice  H,  di  Vercelli,  popolare  cam- 
pione di  football;  sergente  nella  brig,\ta 
Ravenna,  ucciso  nel  novembre  digli  au- 
striaci, mentre  fatto  prigioniero  in  un  as- 


DIAMALTINA 


Estratto  secco  d'orzo  tallito. 

Ricostituente  sovrano  sostituisce  l'olio  di  fegato  di  merluzzo 
e  derivati. 

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(V2-2 


salto  sul  moi'te  Knk  corcava  di  fug^'ire 
verso  lo  linee  ituiuine. 

Mina  Luigi,  di  a.  40.  primo  capitano  del  ge- 
nio, uno  dei  pion  eri  dell' aoronaufica  mi- 
litare in  Italia  fu  per  parecchio  tempo  s(^- 
gretario  dell'Aeroclub  d'itulia,  conquistò 
nel  1907  il  record  nazionale  d'altezza  in 
sferico  (m.  9240),  collaborò  con  Usuelli  nella 
costruzione  del  suo  dirigibile,  t  per  l'esplo- 
sione di  una  mina,  ottobre. 

Miraglia  Giuseppe,  di  Napoli,  di  a.  33,  te- 
nente di  vascello,  uno  dei  più  provetti  uf- 
ficiali aviatori,  aveva  ripetutamente  volato 
con  Gabyele  dAnnunz.o:  eia  tiglio  del  di- 
rettore del  Banco  di  Napoli,  f  Venezia.  23  di- 
cembre, vittima  di  un  accidente  aviatorio. 

Montanari  Carlo,  n.  Moncalvo  Monf.  1863, 
maggior  generale  comandante  della  bri<;at.i 
Folli,  finora  addetto  come  colonnello  di 
S.  M.  al  Comando  Supremo,  Ufficiale  di 
grandissimo  valore,  t  9  novembre,  in  un 
ospedale  di  guerra  per  una  ferita  riportata 
sul  campo  nella  regione  di  Piava  il  6.  S.  M. 
il  Re  gli  oonces-e  di  moto  proprio  la  me- 
daglia d'oro. 

Morandi  Giovanni  Battista,  di  a.  42,  profes- 
sore di  belle  lettere  e  direttore  dei  Museo 
Civico  di  N()^ara,  capitano  degli  alpini, 
t  combattendo  sul  Carso,  novembre. 

Morelli  Camillo,  sottotenente  volontario  de- 
gli alpini,  valente  latinista:  avpva  per  t  e 
volto  riportato  la  may^a  lau^  al  c>)i\i  or^o 
Hoeufftiano  di  Amsterdam,  f  2i  settembre, 
in  un  ospedale  della  Croce  Rossa  austriaca 
dove  era  stato  portato  ferito  in  un  com- 
battimento nel  Trentino. 

Morii!  Carlo,  maggior  generale  comandante 
l'artiglieria  di  un  corpo  d'armata,  t  in  zona 
di  guerra,  i)er  malattia,  febbraio. 

/^llearo  Ulderico,  di  S.  Salvatore  Monferrato 

^^  (Alessandria  ,  eapitano  di  fanteria,  t  nella 

conquista  di  una  trincea  austriacasul  Monte 

S.  Michele,  21  ottobi-e:  il  Re  gli  concesse  di 

motu  proprio  la  medaglia  d'oro. 

"Dalagano  avv.  P^rberto,  membro  del  Consi- 

*•  glio  direttivo  del  Gruppo  nazionalista  ro- 
mano, capitano  di  complemento,  t  in  un 
ospedaletto  da  campo  per  ferita  riportata 
sul  Carso,  marzo. 

Pannilunghi  Arturo,  di  Siena,  capitano  aiu- 
tante maggiore  di  un  re^'gimento  di  fan- 
teria: in  un  attacco  nemico  con  gas  vele- 
nosi a  S.  Martino  del  Carso  il  19  giugno, 
riasci  a  trarre  in  salvo  il  colonnello  astìs- 
siato  e  la  bandiera  del  reggimento,  ne  volle 
esser  curato  fincliè  non  vide  riprese  le  po- 
sizioni perdute,  ma  ne  mori  quattro  giorni 
dopo.  11  Re  gli  concesse  di  moto  proprio 
la  medaglia  d'oro. 

Pastine  Giovanni,  di  Spezia,  di  a.  42,  raag- 
gioie  dirigibilista;  era  pilota  di  sferici  siu 
dal  1907  e  con  sferici  italiani  aveva  parte- 
cipato a  molti  concorsi;  diresse  la  scuola 
di  Vigna  di  Valle,  t  vittima  della  caduta 
del  dirigibile  da  lui  comandato,  col  quale 
aveva  bombardato  il  campo  nemico  di  Go- 
rizia, n  a  gio. 

Pelili  e  oli  .\le^sandro,  tenente  colouiieUo,  co- 
mandante di  un  re^'ifim.  di  fanteria,  t  Kste, 


all'ospedale  militare,  per  forlfe  riporiate 
neir assalto  del  m.  Sabotino,  agosto. 

Pericoli  Luigi,  di  a.  18,  guardiamarina,  tìglio 
del  ooinm.  Vinciiizo,  prefet  o  di  Paeruio 
e  nipote  dell' ex-ministro  Cavasola.  t  Ta- 
ranto, nel  disastro  della  Leonardo  da  yi^ci, 
2  agosto. 

Perussini  Gaetano,  n.  Udine  1870,  medico  nel 
manicomio  di  Momt)ello,  Ubero  docente  di 
clinica  delle  mala  tie  nervose  e  meniali, 
psichiatra  valente,  t  Co  nions.  8  dii  emiire, 
in  seguito  alle  ferite  riportate  mentre  pre- 
stava servizio  come  capitano  medico  in  un 
ospedale  bombardato  dagli  Austriaci. 

Petrelli  Francesco,  di  Gallipoli  (Lecce),  sot- 
totenente di  fanteria,  t  in  un  a-salto  sul 
Monte  Sei  Busi,  21  ottobre:  la  sua  eroi  -a 
condotta  gli  val>e  la  medaglia  d'oro  di 
motuproprio  dal  Re. 

Piano  Ernesto,  di  Castagnole  Lanzo  (Asti), 
di  a,  40,  colonnello,  t  neirafloiidamento 
del  Principe  U'nberto,  silurato  nel  basso 
Adriatico  18  giugno,  mentre  egli  dall'Al- 
bania faceva  ritorno  in  Italia. 

Fichi  nob.  Mario,  di  Conegliano  Veneto,  di 
a.  25,  autore  di  buone  novelle  e  di  lavori 
drammatici,  t  sul  Carso,  17  dicembre'. 

Pigliene  Luigi,  da  Corsione  (Alessandra^  te- 
nente colonnello  degli  alpini,  t  in  un  as- 
salto al  monte  Kukla,  10  maggio.  Il  Re  gli 
concesse  di  motuproprio  per  la  sua  eroica 
condotta  la  medaglia  d'oro. 

Pizzorni  Ettore,  tenente  colonn.  di  fanteria. 
t  alla  tosta  del  suo  battaglione,  19  marzo. 

Pozzi  Anselmo,  colonnello  di  fanteria,  t  7  gen- 
naio, in  un  ospedale  da  campo  per  ferita 
riportata  in  combattimento. 

Prampero  (Di)  Bianca,  di  Udine,  vicepresi- 
dente della  Crooe  Rossa,  figlia  del  Senatore 
Antonino,  t  8  ottobre,  vittima  di  un'infe- 
zione contratta  nel  curare  i  feriti. 

Prampero  (Di)  Bruno,  n.  Tavagnacco  (Udine) 
1892,  sottotenente  d  artiglieria,  altro  ligi  o 
del  Senatore  Antonino,  uppa.ssionato  alpi- 
nista, aveva  esplorato  tutto  le  cime  car- 
niehe  e  tridentine,  t  presso  Podgora,  15  di- 
cembre. 

Prestinari  Marcello,  di  Casalino  (Vercelli), 
di  a.  70,  maggior  generale,  nel  1906  con 
una  compagnia  di  bersaglieri  in  Eritrea 
aveva  eroicamente  difeso  il  forte  di  Adi- 
grat,  consigliere  comunale  di  Torino  t  ca- 
ricando il  nemico  alla  testa  della  sna  bri- 
gata nella  regione  Portecche,  10  giugno:  il 
Re  gli  concesse  la  medaglia  d'oro  al  va- 
lore; lasciò  erede  di  tutta  la  sua  sostanza 
i  poveri  di  Casalino. 

Pi  nnas  iùirico,  di  Sassari,  di  a.  29,  capitano 
del  genio  navale,  aviatore,  t  per  un  inci- 
dente aviatorio  nella  Laguna  di  Venezia, 
febbraio. 

"Da-zini  Pilade,  n.  Pavia  18C3,  tenente  co- 
■'^  lonnello  dei  bersaglieri  ciclisti:  aveva 
due  medaglie  al  valore  e  una  pi-omozione 
per  merito  di  guerra,  t  in  un  ospedaletto 
da  campo  sul  Carso,  di  fer.te  riportate  nel- 
l'assalto della  quota  144  oltre  Monfalcone, 
16  settemb  e.  Fu  proposto  per  la  meda- 
glia d  oro. 
Riccoinaniii  nob.  Elena,  infermiera  volonta- 
ria della  t^rocd   iìossa.  t  Udine,  5  setten»- 


—  r,28  — 


Scu'io  Slatapkr 


ri;KKUCcio  Tkombi 


Giacomo  Vexrzian 


bre,   di   mal;ittia    contratta    nell'esercìzio 
della  sua  (generosa  inis^ione. 

Bipari  Arnaldo,  Loloiinello  di  fanteria,  t  con- 
daeendo  11  suo  reggimento  nll'aspa'to,  ot 
tobre. 

Bisniondo  Frnnoesco,  di  Spalalo,  fuggito  a 
Venezi  V  nell'agosto  1912,  arruolatosi  vo- 
lontario n  H'estTOito  italiano,  fra  1  be;s»- 
glleri;  ferito  e  fatto  prigioniero  nell'otto- 
bre ani  Carlo,  impiccato  nel  castello  di 
Gorizia  nel  noTenibie:  secon  io  altri  arso 
vivo  dalla  ferocia  austriaca.  È  il  primo  mar- 
tire irredento  in  questa  guerra. 

Roaslo  Cristoforo,  colonnello  comandante  del 
10"  artlgl.  d'a-jsed  o  a  Piacenza,  t  Genova, 
2(3  aprile,  all'Ospedale  Militare,  di  malattia 
contratta  al  fronte. 

domano  Guido,  uno  del  più  noti  jLrinnastl 
italiani,  premiato  nelle  Uiìnipladi  di  Lon- 
dra e  di  Stocvolma.  t  piugno. 

H'iichi  Francesco,  di  a.  52,  culonnello  di  fan- 
teria, t  3  luj.'lio,  in  un  osppt1a!etto  da  eampo, 
(l<ive  era  stato  trasportato  per  grave  intos- 
kraz  one  di  <,'az  velenu.-i  ass  rbiti  il  2^  gin- 
^Miu,  a\endo  riUutato  ogni  .soccorso  ft'chè 
il  ueuticu  non  era  volto  in  fn^:i.  Il  lU  ap>i:e 
era  morto  al  fronte  anche  il  tìglio  ca  ;it»uo 
Mario. 

lluffini  avv.  Ferdinando,  di  Modena,  di  a.  35, 
sottopref.  di  Pavullo  nei  Frignano,  t  com- 
battendo sull'Isonzo,  (5  novembre. 

Sauro  Nazailo,  n.  Capodistria,  20  sett.  1880 
già  capi' ano  mercantile  della  Società  di 
navig.  Istna-Tricste,  entiato  alio  scoppiar 
della  t^uerra  nella  marina  italiana,  rese  se- 
gnalati servizi  con  la  sua  <  onos<-cnza  del 
litorale  e  partecipo  a  tutte  le  auddci  scor- 
rerie sulle  coste  istriane:  era  .stalo  pro- 
mosso alfiere  di  vascello  ina  cadd*;  prigio- 
niero con  un  sommergibile  catturato  dagli 
Au-itriaol  11  -1  a;josto.  t  impiccato  a  Polu, 
In  seLMiito  a  (.'indìzio  statario,  il  18 agosto, 
genetliaco  d<  11' Imperatore. 
Scarano  «ìiuseppe,   colonnello  di  arMglieria, 


comandante  di  un  reggimento  di  bomb  ir- 
dieri.  t  nell'assalto  alla  testa  di  ponto  di 
Gorizia,  agosto. 

Scotti  Luigi,  colonnello  di  fanteria,  f  nel  Tren- 
tino, giugno. 

Sdrin  conte  Giorgio,  n.  Prevesa  (Epiro)  188S, 
ultimo  discendente  del  ramo  primogeniti) 
di  una  nobile  famiiflla  veneziana  residente 
in  Grecia  da  secoli:  era  presidente  della 
Dante  Alighieri  di  Corfù.  t  all'assalto  di 
Oslavia,  23  rovemhre. 

Serrani  Gae;auo,  di  Arosio,  di  a.  35,  pubbli- 
cista, già  dell'.4t>aw  1,  poi  del  Fopo'o  d'Ita' 
Ha,  sottotenente  volontario,  t  in  un  ospe- 
dale da  campo,  17  marzo,  di  ferite  ripor- 
tate due  giorni  prima. 

Sinigaglia  Giuseppe,  n.  Como  1884,  uno  del 
più  forti  canottieri  dei  mondo,  cam[iiond 
mondiale  di  ski/f  alle  re;ja'^e  di  Uenley  nel 
luglio  iyi2.  sottotenente  dei  granatieri, 
t  agosto,  in  nn  ospedale  da  campo,  delle 
ferite  ripor  ate  nell'assalto  del  Monte  di 
S.  Michele. 

Sa'aper  Scipio,  n.  Trieste  1888,  profugo  ulI 
llegno,  giornalista,  scrittore,  poeta,  sotto- 
tenente  voiontaiio  dei  jfranatleri.  già  fe- 
rito nei  primi  giorni  della  guerra,  f  sul 
Podgora,  3  dii-embie. 

Sommi  Picenardi  march.  Galeazzo,  di  Cie- 
mona,  capitano  di  vascello,  comandante  in 
prima  della  Leonardo  da  Vinci,  t  Taranto, 
3  a;fosto.  vittima  dell'incendio  della  nave. 
. Spozio  Arturo,  di  Varese,  redattore  sin  d:il 
1906  dei  giornale  italiano  La  l'oe  de'  yv 
pi)lo  di  San  Francisco  di  Cai.,  capitano  di 
fanteria,  t  ma^igio. 

Slennio  Achille,  colonnello  di  fanteria.  I  sul 
Carso,  aH'ass.ilto  di  una  trincea  a  Deve- 
taki.  17  settembre;  S.  M.  il  Ile  gli  conferì 
di  moto  proprio  la  medaglia  d'oro. 

Suarez  nob.  Eduardo,  di  Napoli,  colonnello 
di  fHnl<  ria.  1  alla  difesa  del  l'usubio,  nel 
vallor.e  di  Fa\i,  29  giugno,  ti.  M.  il  Ke  per 
la  su»  troica  condotta  gli  concesse  la  me- 
daglia d'oro. 


AsGOléiJìe  Rivier 


comprèsse 


MADRI  Di  FAMIGLIA 

Non  più  ragazzi  delicati 

1(K)  volle  più  potente 

dell'olio  di  fegato  di  merluzzo 


—  624 


'T'amanti  In?,  Giovanni,  n.  MontalcJno  1S81, 

■*•  costruttore  ferroviario,  sottoteuen  e  del 
Genio,  t  nell'alto  Cadore,  di  ferita  ripor- 
tata durante  una  Ispezione  ai  lavori  in 
prima  linea,  febbao. 

Tosi  Bellucci  avv.  Luca  Antonio,  n.  Modena 
l»b3,  libero  docente  di  diritto  intein.  prima 
all'università  di  Torino  poi  a  quella  di  Bo- 
logna, assessore  per  le  tìnair/e  ne  la  giunta 
sofialistu  di  Bologna,  f  luglio,  in  zona  di 
guerra,  per  io  scoppio  di  un  proiettile  au- 
striaco da  305. 

Toti  Eiiiit-o,  )  ornano,  mutilato  di  una  gamba 
per  un  accidente  fen-oviario,  ma  nondi- 
meno forte  ciclista  e  nuotatore  (aveva  ti  a- 
veisato  l'Europti  in  bicicìf^tta):  volontario 
in  questa  guerra,  si  eri  dij^tinto  in  nume- 
rose occasioni,  t  combattendo  coragfjiosa- 
mente  nella  pi  esa  di  una  trincea  oltre  Mon- 
falcone,  6  agosto;  decorato  di  medaglia 
d'oro  di  motuproprio  del  Re. 

Trombi  conto  Fei-'uocio.  n.  Modena  lf58, 
maggior  geiier  le  delia  riserva,  richiamato 
in  servi7lo  per  questa  gneri-:i:  si  era  di- 
stinto al  Benidir  poi  nel. a  campagna  di 
Libia,  dove  comandò  pi  r  vario  tempo  li 
piazza  di  Tohruk,  quindi  prese  parte  alla 
presa  di  Eodi  e  alla  battaglia  di  Psithos; 
anche  in  questa  puer.'ii  era  già  stato  fe- 
rito alrra  volti,  j  O-^lavia,  28  novembre: 
per  la  sua  eroica  condotta  «.'li  fu  assegnata 
la  medaglia  d'oro  di  motuproprio  del  Re. 


U 


merini  Umberto,  di  Livorno,  di  a.  25  già, 
edattore  del  Sole,  sottoten.  dei  Volontari 
Esploratovi,  reduce  dalle  campagne  di  Al- 
bania, della  Libia  e  delle  Ar;;oiine.  f  San- 
t'Osvaldo in  Val  Sugana,  5  aprile. 


"freccili  nob.  A<:amennone,  di  Cr;.'mona,  ca- 

"     pifano  di  fanteria,  t  in  un  attacco  preso 

Gorizia,  dopo  aver  espugnato  te  oidini  di 

trinceramenti,  G  a'^osto  :  il  Re  gli  co  .cesse 

diinotuproprio  la  medaglia  d'oro. 

Velici  Siiiibaldo.  da  Asco'i  Piceno,  maresciallo 
di  fant.  t  al  Monte  Sei  Busi,  21  ottobre. 
Decorato  di  medaglia  d'oro  per  la. sua  eroica 
con  dot  a. 

Veneziun  avv.  Giacomo,  u.  Trieste  7  dicem- 


bre ISCl.  va1oro.so  civilista,  prof,  di  dfr?f to 
olv.  alla  unlv.  di  Bologna:  più  volte  proces- 
sato dall  Austria  per  ragioni  politiche,  e  co- 
stretto ad  emigrare,  fu  ira  i  fondato  i  della 
Dante  Alighieri,  presidente  della  Sezione 
nazionalista  di  Bologna,  fervente  intervetr^ 
tista,  ora  volontario  maggiore  di  fanteria, 
t  in  combat  timento  sul  Carso,  20  novem- 
bre; il  Re  gli  assegnò  la  medaglia  doro 
al  valore. 

Verdinois  Alberto,  da  Trapani,  sottoten.  di 
fant.  t  Settsass,  28  ottobre.  In  un  attacco 
alle  trincee  nemiche,  ferdo  tre  volte,  doj  o 
una  lunt;a  serie  di  atti  di  ei'olco  valore. 
Decorato  ai  medaglia  d'oro. 

Vezzani  Faliero,  da  l'irc-nze  maggiore  di  fan- 
teria, t  Monfalcone,  21  ot.obre,  in  un  as- 
salto ai  trinceramenti  nemici  alla  testa  del 
s-^o  battaglione.  Decorato  della  medaglia 
d'oro, 

Vicinan  a  Glacnt-».  da  Salerno,  capitano  di 
fant,  t  San  Mar  i' o  del  Carso,  'li  giugn  >. 
Decorato  di  medaglia  d'oro  per  la  sua 
eroica  condot  a. 

Viola  G.  B.  Adolfo,  di  Flnalmarina,  di  a.  50, 
coloni;el!o  di  lanter  a.  t  in  combattimento, 
22  novenilne. 

Vitali  Miche, e,  da  Parma,  sottoten.  di  coni- 
plemenro  dei  bersaglieri,  t  sul  Monte  Pai 
Piccolo,  27  marzo.  Decorato  di  medaglia 
d'oro  per  la  sua  eroica  condot'a. 

Vizzotto  Carlo,  di  Buloyna,  pubblicista,  cri- 
tico teatrale  appr.  z/atissimo,  autore  di  nu- 
n.erosi  libretti  opei'ettistici,  tenente  volon- 
tario, t  nel  Trentino,  i»  seltemlire. 

'V'ydias  avv.  Tipaldo  Spiro,  n.  Trieste  18S7, 
"^^  di  orijjine  greca,  uno  fia  i  più  fuitivf  o 
stimati  del  partito  nazionale  tr. estino,  pio- 
fugo  nel  Regno  allo  scopi)  ar  del  a  gue  ra, 
ora  sottotenente  volontario.  I  sul  Carso, 
agosto. 

^uflai  di  di  tt.  Pietro,  di  a  31,  libero  doente 
^-*  alla  nniv.  di  Torino  ed  assistente  pie^so 
l'i-tituto  di  geologia.  ca[>i  ano  giù  feri; o  a 
(;ima  Paloi  e.  t  Verona,  airosjiedale  mili- 
tare. 28  luglio,  per  !e  .te  riportale  in  com- 
battimento alla  Zuiiua  Torta. 


Contro  l'ASMA 

Rimedio  d'Abissinia  Exibard 

SENZA    OPPIO    NÉ    MORFINA 

Polvex>e    ed    In    Sigarette 

sollievo  immediato. 
Dombasle,  Paris.  —  Tutte  le  Farmacie. 


62Ó 


Spiegazione  dei  Giuochi 

pubblicati  nell'ALMANACCO  ITALIANO  1916  da  pag.  589  a  592. 


1.  l  loppo,  oppio.  -  2.  ConsuiUo,  consulto. 
-  3  Bisonte,  bestln,,.  -  4.  Conventicola  (<.o.i 
vout.  c-ola).  -  ;>.  Giulio  Cesare.  -  C.  Fauno, 
luuna.  -  7^  E  sì  zia  le.  -  «.  NA  samo  NI  J 
9.    I  A  VKU  NA.  -   10.  CAN  xo  NA  ta 


11.    3^^  SOL 

PltO    LE 

CA     PA     CI 

CA    STI    (ìa    ta 

PRO   PA    (J  V  MKX  TO 

SOL    LF     CI     TA     TO     BK 


12.  Bara  onda. 

13.  -m^  VKit 

KI     SA 

soD  ni  xr 

RI    1>I    co     LI 
VEB   SA    TI    LI    TÀ 

n.  .Moda  natura.  -  15,  Veneradone(Vtìi.a.  ne  a 
r.i/.ione).  -  in.  can  cella  TA.  -  17  L-àniore 
della  lede,  la  fede  dell' amor.'.  -  is.  Malizia 
milizia.  -  VX  MONUMENTI.  -  20.  Lama  non 
fra,  la  mano  nera.  -  21.  Il  p.into.  -  22.  Cor 
..'...  "  ^■'"  •'^'^'^'^'o-  stocco,  stecco,  stucco.  - 
2i.  1- ranco  Sacchetti.  -  25.  SA  l  .\I  eguI  O. - 
26.  SUO 

O  N  T  A  N 

8  a  O  L  \ 

PER 

I 


?he'e'Mn.^f«!f"""°"^  "^"^  principali  rubri- 
(ne  e  ^riornall  eniuim  stici 

.'en^.|-.hri..r'*"''*  «''""  '''t<^   pervenne   il  13 
gennaio  l'JK,  per  espresso. 

Al  Sijj.  (i.  Ba-tria  spett  i  quindi  il  promesso 
premi.)  di  50  lire  di  libri 

e^Kne\'Zl.^'T\'''   ^"^'^'•••">    «p:e,'u.ioni 
Piero  PiS'  "  ■^"'''"'°  ^'^  avvocato 


Elenco  Spiegatori  (1»  Seri 


e). 


(Sospirano  un  gelai»). 

Appunti  alle  Soluzioni. 

In  primo  luogo  mi  j.iace  notare  la  sfraor- 
dmana  alHuenza  di  spiegatori,  in  gran  parte 
nuov.  alle  edipic-he  gare,  .he  volle  onorare 
«iuesta  nosfra  palestra.  Ciò  dimostra  che  l'arte 
enmin.istica  può  conseguire  s^mip:  e  dei  pro- 
seliti e  attirare  dei  nuovi  cultori  quando  ven- 
gano  offerti  al  loro  acnme  dei  giuochi  esatti 
accompagnati  da  norme  opportune  di  nomen- 
c-la  ura.  e  quali  possano  servire  di  guida  nel- 
1  intricato  lab  riiito. 

E  mi  compiaccio  altresì  di  non  aver  tro- 
va  o   nei  moduli  delle  soluzioni,   che  qual- 

nasi  (N.o  17i,  un  gmoio  che  per  sua  natura 
da  sempre  luogo  a  diverse  interpretazio;.i 
quando  la  fnu,e  non  sia  basata  su  bisensi   io 

chi  tentativi  rivelanti  più  che  altro  la  fretta 
Ho  tenuta  valida  la  spiegazione  fercm'. 

mlT.     ?"  "  ■■■  "'''"'1'»»''  fl«>  Sii?.  Catalano 
ma  non  ho  ammesso: 

/>ew  „^,V„„,  ,,e,.  n  u,  la  quale  variante 

■  len;!"'!?"  "  «'"^r  difettoso  Ver  l'equipol! 
len/a  del  pruno  col  lutto. 

liei  letto  poi  per  lo  stesso  giuoco  è  una 
spiegazione....  t-he  non  si  spiega,  come  Ve- 
rfe-tta  per  il  19  e  X.o  per  il  21.  o  passero, 
passeri  per  il  «.  ' 

GARA   DI   VEI.OCITÀ 

Il   Sig.   CiiiMippe  Bagfiin  di  l-os.^ano   fu   jj  Inviarono  soluzioni  nel  niim*.r>  i»  »•.,„* 

t'u  Im  .M.r.':'"M  If   -^^''«r'^'-"  «^«tte  di  entro  11  30  giugno,  I     gnor  '  '"'""'"• 

tutti  i  giuochi  p.ibbllcatf,  ch-e:..|I  assevera  di  io    i„     ♦.   .  .i   . 


^inV  .  ,   •'""   '^  «Pi'^^ai^ioni   esatte  dei 

giuochi  pubblu-ati,  nel  prescritto  termine 
pr.ma  cioè  del  31  marzo  l»!,}  i  signori; 

1.  Accinelli  dott.  Francesco.  '^ 

ii.  Accordi  dott.  Uljs-e. 

a.  Ailara  F.  To:nniaso. 

4.  Antonibon  dott.  (iiulio. 

ó.  Argentana  Fi  ippo. 

6.  Arnold  Martini  Amalia 

7.  Bartelli  Emilia. 

8.  Boiigi  prof.  Vieri, 
a.  Borsetti  Achille. 

10.  Bossi  Pierina. 

11.  Calastri  Nello. 
i'2.  Camaiori  prof.  Ora'.io. 

13.  Cambiaggio  <an<»n.  Giuseppe. 

14.  Camerino  Foitniiato. 

15.  Campolmi  Gino. 

16.  Cataliotti  Delgrano  Giusepp;n.i. 

17.  Devalle  Angelo. 

18.  Di  Bona  Emanuele. 

19.  Domini-Ciani  (Ij-Grup-ìo 

20.  Ferro  dott.  Giovanni.' 
121.  Fiorini  Ezio. 

22.  Fraschetti  Romano. 

23.  Giannelli  Assunto. 

21.  Guasconi  Maia. 
23.  Luciit  prof.  Onorino. 

26.  Mariani  Tulio. 

27.  iMarfini  Federico. 

28.  Masi  ni  prof.  Antonio. 
23.  Michellui  Clorinda. 

30.  Ollino  Saittina. 

31.  rapanti  in^».  Lorenzo. 

32.  Pedrola  avv.  Mario. 

33.  Provenzal  Din»). 

34.  Pucci  avv.  Pietro. 

35.  Reviglio  Paolo. 

36.  Riccardi  Riccardo. 

37.  Rindi  Rina. 

38.  Romei  nob.  Dom.  Antonio.' 
39    Rubntto  Antonio. 

40.  Trenti  Armando. 

41.  Zuliani  Archimede. 

2*  Serie  Solutori. 


—  G2G  — 


Ai-màni  in;'.  t)avide.  2È. 
Aspani  Imca  dei  liessoii,  18, 
Biii'oaìii  (ìiovai'cliiìio.  23. 
BiidiJio  rag.  (illido,  10. 
Baibala^o  Lui^'i,  10. 
Basso  Elvira,   13. 
Bafctaylini  Alfea,  12. 
Bol9lei-i  Emilio,  25. 
Hent'i  Camillo,  18. 
Birardi  niai-cli.  E.  l'aolo,  22. 
Bozza  Gino,  12. 
Brignoiie  avv.  Gins'ppo,  25. 
Bassi  Armando,  16. 
Caltìf  fiiorgio,  13. 
Caunstriiii  Arpali-e,  16. 
Caaiyli.i  sm-tìlli',  13. 
Carbone  Vincenzo,  12. 
Catalano  Giuseppe,  17. 
Celeste  Maria,  25. 
Ceratogli  doit.  Gino,  25. 
Ceva  march.  Alessandro,  18. 
Gevasco  prof.  Giuseppe.  23. 
Ciani  dott.  Corrado,  19. 
Cremonini  Giuseppe,  24. 
Cricelll  Nicola,  21. 
Goccoui  I.,  19. 
Conti  An^'elina,  12. 
Catrona  liosario,  13. 
De  Bella  l'aride,  11. 
De  Franciscis  Maria.  24. 
Delfino  Ematuiele.  23. 
De  Sanctis;  G.  B.,  16. 
Doneddu  cav.  Lorenzo,  11. 
Donnini  prof.  dott.  Paolo,  23. 
Faccio  Emilio,  25. 
Fa<:n!ini  prof.  Francesco,  25. 
Farinetti-Nava  Enrichefta,  19. 
Farneschi  dott.  lliccardo,  16. 
Fava  Onorato,  25. 
Federici  avv.  G.  B.,  25. 
Ferrara  prof.  Giovanni,  24. 
Ferrucci  prof.  Gennaro,  12. 
Festa  Corrado  di  Eug.,  11. 
Filocanevo  A..  10. 
Filicori  \nf^.  Ugo,  24. 
Fonl-ana  Enrichetta,  24, 
Franzino  Giovanni,  21. 
Gaeta  Guido,  20. 
Gennaro  Aldo,  15. 
Ghirlanda  An^'usto,  20, 
Girardi  Annlna,  12. 
Grablovitz  Paolina,  23. 


97. 

98. 

99. 
lOO. 
101. 
102. 
103. 
104. 
10.-5. 
106. 
107. 
108. 
10.1. 
110 
111. 
112. 
113. 
114. 
115. 
116. 

in. 

118. 
119. 
120. 
121. 
122. 
123. 
124. 
125. 
12(5. 
127. 
128. 
129. 
130. 
131. 
132. 
133. 
134. 
135. 
136. 
137. 
138. 
139. 
140. 
141. 
142. 
143. 
144. 
145. 
146. 
147. 
148. 


Grilli  Gioacchino,  19. 
Grilli  Giuseppe,  19. 
Grizzuti  avv.  Giuseppe.  24. 
■Taci  prof.  Giuseppe,  19. 
Jannarelli  Miclielangdo,  15. 
Jannuzzi  Alessio.  25. 
Limentani  Luciano,  25. 
Lomi)ardi  Bice,  25- 
Lombardi  Foscolo,  11. 
Maccio  sorelle,  25. 
Malagoli  cap.  Giovanni,  12. 
Manici  araci  na  c.jI.  Seba^t.,  22. 
Marinelli  Matilde,  12. 
Marogna  dott.  (Taetauo,  25. 
Marrocco  .\nt:e!o,  21. 
Mazò  Tancredi,  23. 
Ma/.zanti  Pietro,  25. 
Meani  Saturnino,  12 
Mezzetta  dott.  (ìiuseppe,  19. 
Miraglia  cav.  dott.  Lorenzo,  23. 
Mo'inari  Tjarina,  21. 
Monetti  Roberto,  22. 
Moroni  rag.  Primo,  17. 
Nespoli  Gabriele,  11. 
Novarese  geom.  Guido,  15. 
Orlandi  dott.  Durante,  19. 
Paganini  Gius.  Lorenzo,  12. 
Parolin  prof.  Giovanni,  24. 
Peccbioli  Carlo,  10. 
Petroni  less,  12. 
Pisarri  rag.  Frane,  17. 
liaimondi  dott.  Raimondo,  25. 
Riccardi  Goffredo,  16. 
lligonelli  Giuseppina.  17. 
Rossetti  D.,  15. 
Sanguineti  Tina  e  Maria,  22. 
Sanvenero  Lino,  10. 
Scalas  dott.  Tommaso,  20. 
Schieppati  Vittoria,  25. 
Serratore  dott.  Michele,  24, 
Setta  Zaccaria,  23, 
Severino  Gandolfo,  13, 
Spadoni  cap.  Fiorino,  25, 
Succi  Antonio,  14. 
Tagliacozzo  Leo,  23. 
Tomasuolo  Maria.  16. 
Tortarolo  B.  Gino,  25. 
Ubertis  dott.  Carlo.  18, 
Varini  Ermanno,  22, 
Volpi  Ines,  10. 
Zappia  Fortunato,  25. 
Zucchini  Giovanni,  21. 


ESTRAZIONE  DEI  PREMI 


Il  22  ottobre  1916  in  Torino  (Pilonetto) 
si  è  proceduto  all'estrazione  dei  premi  pre- 
senti i  sottoscritti:  Luciani  cav.  Giulio,  Cec- 
Ghetti  prof.  Arrigo,  Gai  Aigentina,  Rubatto 
Antonio,  Sambrotto  Giuseppe  Maria. 

Imbussolati  i  41  numeri  assegnati  ai  con- 
coi'renti  della  1'^  Serie,  disposti  nell'ordine 
alfabetico,  il  bambino  Enrico  del  prof.  Ar- 
rigo Cecchelti,  estrasse  il  numero  15  appar- 
tenente al  sig.  Gino  Campolmi. 

Imbussolati  nuovamente  questi  numeri 
(meno  il  iì.°  15)  ed  aggiuntivi  quelli  della 
2a  Serie  il  bambino  medesimo  ne  estrasse  i 
seguenti: 

73.  Cut  (IONA  Rosario 
6.  Arnold  Martini  Amai.ia 


115.  Mezzetta  dott.  Giuseppe 
82,  Farinetti-Nava  Enrichetta 

143,  Tortarolo  B,  Gino 

139,  Spadoni  cap.  Fiorino 
70.  Cricelli  Nicola. 

133.  Sanvenero  Lino 

100.  Jaoi  prof.  Giuseppe 
51.  Basso  Elvira 

Torino,  22  ottobre  1916. 

F.ti  Cav.  Giulio  Luciani  (lu'ins). 

Prof.  Arrigo  Cecchetti  {C.  NautUiis) 
G.ai  Argentina  {Liìli/ì. 
Antonio  Rubatto  {(^a-nharino). 
G.  M.  Sambrotto  (Italinis). 


— *« ^^'3^:^- 


La   Vita   Pratica 

Chiacchiere  utili  intorno  alle  cose  di  tutti  i  giorni. 


< 


Sommario. 


lìaiira  Coniiiioreifilc  Italiana  .  Pag.       i 

Industrie  Nazionali. 

Le  (^aiticif  Meridionali il 

('avtiei'a    \'alvass«)n-Fvanco  .    .    .     in 
Caiticia    IJiiKla iv 

La  pagina  della  Moda v 

La  penna  stilografica  Parker ....    vi 

La  Salute  e  l'Igiene 

Una.  scoperta  sensazionale  .   .   .  vili 

Dell'  iodio IX 

Il  Siero  iojkito  Gandolfo   ....     ivi 
Applicazioni  tcrapeuticlie  ....    ivi 

Dobbiamo  essere   economi x 

Pel  dopo  guerru xi 

Ne  bo  piena  la   testa xiv 

Bellezza  della  donna ivi 

Gli  ocelli XV 

"  Unico! ,, XVI 


Le  vene  varicoso.   .   .  .  Pag.  xvi 

Aiitotbermocncine ivi 

Mutamento  d' aria....  non  c'ò 

altro xvil 

Acijua  d' Olmitello ivi 

Ai>parecebio-Tliermo-El<'ttro- 

Foto-Tcrapico ivi 

Il    primo    sanatorio    italiano 

per  ammalati  di  petto.   .   .  xviii 

È  impossibile! xxii 

I  Nervi!  !  !  !  ! xxiii 

Per  la  salute! xxvi 

Ventriere  igienicbc  Sigurini.  ivi 
Laboratorio  Chimico  Orosi.  di 

^Milano xxvii 

Emoglobina    —    Plasmon    — 

Sali  purgativi XXVIII 

Repertorio  delle  Specialità  ...  xxix 


Banca  Commerciale  Italiana 

Società  Anonima 

Capitale  Lire  156,000,000  versato 

Fondo  di  Riserva  Oki>ixaui<>  L.  31,200,000  —  SntAOKDiXAUio  L.  27,000,000 


Direzione  centrale:  MILANO.  —  Filiali:  Alessandria  -  Acireale  -  An- 
«•ona  -  IJari  -  lìerj^amo  -  liiclla  -  Bologna  -  Brescia  -  Busto  Arsizio  - 
Cagliari  -  Caltaiiissetta  -  Carrara  -  Catania  -  Como  -  Cremona  -  Ferrara  - 
Firenze  -  Genova  -  Ivrea  -  Lecce  -  Lecco  -  Livorno  -  Lucca-  Milano  -  Mes- 
sina -  Na|)oli  -  Novara  -  Oneglia  -  Padova  -  Palermo  -  Parma  -  Perugia  - 
Pescara  -  Piacenza  -  Pi.«;a  -  l'rato  (To.scana)  -  Reggio  Emilia  -  Ivonni  -  Saluzzo 
-  Sassari  -  Savona  -  Sab-rno  -  Sami)ierdar«!na  -  Sclii<»  -  Scstri  Ponente  -  Sira- 
cusa -  Termini  Imerese  -  Torino  -  Trapani-  Udine -Venezia -Verona  -Vicenza. 

Filiale  a  LONDRA  E.  C.  1  Old  Broad  Street. 


La  Banca,  per  incarico  ufficiale  avuto  dalla  CS'Oct  Itossa,  riceve  sommo 
«la  trasmettere  rapidamente  ai  prigi<miori  italiani  in  Austria,  rilasciando  appo- 
site ricevuto  su  moduli  della   Croce   /fossa  stessa,  esj'nti  «la  b«)llo. 


IJ 


LA   VITA    PRATICA. 


INDUSTRIE  NAZIONALI 


Veduta  delle  Cartiere  ISIeridionili. 


Le  Cartiere  Meridionali. 


La  Società  delle  Cartiere  Moridio- 
nfili  costituita  da  circa  mezzo  secolo 
è  lina  delle  più  importanti  d'Italia  in 
qiiesto  ramo  d' industria.  Possiede  quat- 
tro Stabilimenti  fra  i  piti  moderni  e 
perfezionati  del  genere  con  una  pi'o- 
duzione  complessiva  di  circa  quattro 
vagoni  al  giorno  di  carte  le  più  sva- 
riate. Una  sua  specialità  sono  le  carte 
per  sigarette  finissime  (anclie  di  posi 
minimi  come  9  grammi  per  mq.)  e  le 
carte  per  edizioni  conosciuto  sotto  il 
nome  di  India  paper  o  carta  bibbia, 
coi  quali  tipi  la  Società  Cartiere  Me- 
ridionali tiene  alto  all'estero  il  nome 
dell' industria  Italiana.  Apprezzatissimi 
sono  infatti  tali  articoli  di  sua  produ- 
zione su  molti  mercati  dell'Europa  e 
dell'America.  Oltre  questi  generi  so- 
praffini essa  produce  su  vasta  scala  ogni 


altro  articolo  cartario:  per  giornali,  per 
cataloghi,  per  edizioni  e  simili,  articoli 
scolastici,  per  cancelleria,  buste,  sca- 
tole di  lusso  di  carta  da  lettere,  lavori 
industriali,  ecc. 

Oltre  mille  operai  trovano  lavoro 
nei  suoi  stabilimenti  che  hanno  me- 
ritato le  massime  onorificeuije  per  le 
disposizioni  prese  per  prevenire  gli 
infortuni  e  che  dedicano  costantemente 
ogni  sforzo  per  il  benessere  della  classe 
opel'aia  con  istituzioni  di  previdenza, 
di  assistenza  in  caso  di  malattie,  case 
operaie,  e  simili. 

Ben  5000  HP  idraulici  sono  utiliz- 
zati dagli  stabilimenti  suddetti,  esem- 
pio notevole  del  modo  con  cui  il  no- 
stro paese  deve  valersi  delle  proprie 
risorse  naturali  per  rendersi  indipen- 
dente dall'estero. 


LA   VITA   PRATICA, 


III 


\  e  tuta  della  Cartiera  V.  Vai.vassori  liianco. 


V.  Valvassori  Franco. 

Cartiera  di  Germagnano  -  Sede:  Via  Arsenale,  19  -  TOTMNO 

LAVORAZIONE  carte  a  ^laccliiua  -    CARTONCINI  bianclii  o  i-oloiali  por 
l'.iiiii.lic  <•  Colorate  da   iscrivere.   <la  tutti    .ì;Iì    usi;    assorbenti;    per    Co- 

btauipa,  (la  Registri,  per  Musica,  line,  portine;  Bristol  sopra!ìiui. 


Allacciamoiito  cn  la  ferrovia. 

inez/e  fine  e<ì  onlinarie,  da  Impacco,  CARTOTECNICA:  earte  da    lettere 
da  (fiornali  ;  di  puro  .straccio  per  atti  in  genere  ;  cu  le  e  «puiderni  da  seiiola. 
da  conserva  ve,  docuinenti,  ec.  ;  Fili- 
granate fìjiissinie  ;  p<'r  la  (roino;  per  SPECIALITÀ:    tipi    lini   da  sliinipa; 
Car.-ini- in-;  .\<s<>rl>e!iti;  per('M])ertitie.  earte  per  la  (lomct. 

PABBRICA  propria  di  PASTA  MECCANICA  a  GERMAGNANO  (Torino). 


DEPOSITI  -  'r<»r:ix<>:  alla  Sode.  —  Fiur.xzK:  Signor  Kinaldo  Benaglia,  Via 
(iiiiori.  li. —  Mudano:  Sig.  l'Muardu  S<»niinarugu,  Piazz  i  StJi/.iouc  t'cnirale.  11. 
-     Ko.ma:  Sig.  Kinaldo  Bcuuglia,  Via  dcirArcbetto,  18-iy. 


IV 


LA    VITA    PRATICA. 


Cartiera  di  Conca  Fallata. 


L/a  Cartiera  Binda. 


Parlando  delle  cartiere  italiane,  dob- 
biamo necessariamente  ricordare  la  car- 
tiera Ambrogio  Binda  &  C,  la  quale,  fon- 
data nel  1855,  deve  considerarsi  fra  le 
più  importanti  d'Italia  per  l'eccellenza 
dei  suoi  prodotti  e  per  la  forte  espor- 
tazione nell'Estremo  Oriente  e  nelle 
Americhe. 

La  Ditta  Binda  possiedo  due  Car- 
tiere, una  alla  Conca  Fallata  presso 
Milano,  che  occupa  oltre  mille  operai, 
l'altra  a  Vaprio  d'Adda,  che  occupa 
circa  600  operai. 

La  Ditta  Ambrogio  Binda  &  C,  pro- 
duce annualmente  7  milioni  di  kg.  di 
carte  finissime  e  fine  da  lettere,  da  stam- 
pa, da  registri,  da  disegno,  da  ciano- 
grafia, da  scuola. 

Speciali  riparti  sono  destinati  alla 
confezione  delle  carte  in  scatole,  dalle 
più  eleganti  alle  più  economiche,  ai 
biglietti  da  visita,  quaderni,  ec. 

Nella   fabbricazione   delle  buste  la 


ditta  di  cui  parliamo  tiene  uno  dei 
primi  posti,  producendo  circa  un  mi- 
lione al  giorno. 

Il  merito  principale  del  signar  Am- 
brogio Binda  e  dei  suoi  successori  con- 
siste, non  solo  nella  importanza  della 
loro  prodn  '.ione,  ma  anche  nel  fatto  di 
aver  introdotto  molti  rami  di  lavoro,  il 
cui  fine  è  la  trasformazione  della  carta, 
e  che  ognuno  di  essi  costituisce  una 
vera  industi-ia  che,  o  non  esisteva  in 
Italia,  oppure  vi  si  trovava  allo  stato 
rudimentaN' 

Trattasi  v  'inque  di  una  delle  più 
importanti  ca  °>  nazionali,  non  solo 
per  la  quantità,  ma  anche  per  la  qua- 
lità e  la  speciahi  '  dei  suoi  prodotti, 
che  sono  altamente  apprezzati  sui  prin- 
cipali mercati  del  m  -ndo,  e  come  tale 
abbiamo  voluto  farne  n  onzione  in  que- 
sta rubrica,  nella  quale  seguiamo  con 
interesse  i  continui  progi -^ssi  dell'in- 
dustria nazionale. 


LA   VITA   PKATICA. 


(0 

0 

X 


T3D 


I 

^5 


n 


LA  VITA    PRATICA. 


■i^ì 


La  Penna  Stilografica 

=^^=  PARKER  ====: 


La  ])('iuui  Parker  costrui- 
ta dalla-  The  Parker  Pen 
Co.  di  Janesville  (Stati 
Uniti)  e  stata  iutrotlotta 
da  ])oco  in  Italia.  Essa  è 
c()iisid«n-ata  oggi  la  lacuna 
pili  perfetta  essendo  costrui- 
ta cou  princii)i  rigidaineiitc 
scieiititici.  La  tlui<lità  del- 
l' iuchiostro,  così  rara  a  tro- 


FiG.  2. 

-bì"  rimuove  il  piccolo  cappuccio,  l'remcndo 
una  valla  il  bottone  la  perni  i  si  riempie. 

varsi  nelle  altre  penne,  h  stata  resa 
perfetta  apjdieando  il  i)riucipio  del- 
l' assorbimento  per  capillarità  per 
mezzo  di  un  alimentatore  a  curva 
clic  ò  in  contatto  colla  parete  in- 
terna  del   serbatoio.  Le  gocce  d' in- 


FiG.  4. 
Indi  si  lascia  il  bottone  e  la 
penna  si  riempie  all'  istante. 


Per  riempirla  s'immerge  la  penna 
nell'inchiostro  e  si  preme  il  bottone. 

cbiostro  dovute  alla  pressione 
dell'aria  nel  serbatoio  sono  evi- 
tate con  una  geniale  disi>osi- 
zione  di  incapa  e  denti  nelP  ali- 
mentatore aventi  lo  scopo  di 
trattenere  1'  eccesso  di  inchio- 
stro. Questi  due  dispositivi 
sono   stati  brevettati  in   tutto 

il  mondo.  La  fortuna  rancidissima  ottenuta  dalla  i>enna  Parker  è 
tale  clie  la  fabbrica  non  può  sopperire  a  tutte  le  ricliieste  pur  la- 
vorando 23  ore  al  giorno.  La  Fig.  1  indica  il  tipo  J.  K.  {Safcly  o 
di  sictirezza)  a  riempimenlo  comune,  le  Fif/.  2,  .9,  4  rapi)resentano 
invece  il  funzionamento  del  tipo  J.  K.  S.  F.  (ò'afefij  Self  Filici-  a 
riempimento  automatico.  La  Fig.  5  rap[»resenta  il  tipo  Safety  la- 
vorato. La  difteronza  nel  ])rezzo  a  seconda  dei  numeri  è  dovuta  alla 
grossezza  del  i)enniuo  e  dei  serbatoi. 

I  i)eunini   d'oro  garantiti  a  14  carati  sono  forniti  a  scella  cou 
punta  line,  media  o  grossa  e  in  ogni  grado  di  llessibilità. 


Fig.  1. 


LA   VITA    PRATICA. 


VII 


La  Parker  Safety  Self  Filler  ò  l'unica  pcìina  a 
ricìììpiììieìito  autoììiatico  al  mondo  che  non  avendo 
fori  o  fessure  nel  serbatoio  si  può  ridtirre  a  rieinpi- 
luento  coniuìie  in  caso  di  i^uasto. 


I  prezzi  di  vendita  delle 

PARKER  FOUNTAIN   PENS 


Modello  Safety  di 
sicurezza  a  neiu- 
}ii  mento  comune 
o  automatico  :i 
scelta 


sono  i  seguenti: 


N.  20      N.  23      N.  21      N.  20      N.  26 


1^.16  I^.20  1^.25    1^.31   1^.40 


Lo     stesso    Modello 

con  anello  d'oro.    I^.  20  1^.23    ly.  29   1^.35        — 

Lo    stesso    Modello 

con  2  anelli  d'oro.     Lr.  23   I^.  25    L.  31    I^.  39        — 

Trasparente    (Bake- 
lite) 1^.23  1^.25   1^.31    1^.37        — 

Tutte  le  penne  sono  fornite  lisce  o  lavorate 
e  di  lunghezza  normale  o  corte  a  scelta,  que- 
ste ultime  specialmente  adatte  per  i  militari. 

Inchiostro  Parker  finissimo:  Flaconi  da  L.  0,45; 

L.  0,70;  L.  2.  —  (astuccio   da  viaggio   con   contagocce). 


CATALOGO  A  RICHIESTA  = 


In   VENDITA   PKESSO   TUTTE    LE    PRINCIPALI   CakTOLE- 

KiE  E  Negozi  di  Ottica  del  Regno,  e  presso   i 

Concessionarii  Generali 

per  r  Italia  e  Colonie  : 

Ing.  E.  WTEBBER  &:  C. 

(Casa  inglese). 
-Via  Petrarca,  24-  MILANO 


vili 


LA   VITA   PRATICA. 


LA  SALUTE  E  L' IGIENE 


Una  scoperta  sensazionale. 


/'Q-IO\  Rimedio  contro  le 
luiU/  malattie  tubercolari. 

Avevamo  sentito  accennare  vaga- 
mente a  voci  relative  agli  studi  ed  alla 
conseguente  scoperta  di  un  rimedio  spe- 
cifico contro  la  terribile  malattia  del  se- 
colo, che  tante  vite  miete  nel  fiore  degli 
anni  e  tanti  lutti  apre  nelle  famiglie. 

Desiderosi  di  poter  favorire  i  nostri 
assidui  lettori  con  una  primizia  vera- 
mente eccezionale,  ci  siamo  fatti  pre- 
mura di  portarci  in  persona  a  fai-e  una 
visita  al  fortunato  inventore.  E  vera- 
monte  siamo  stati  ben  previdenti,  avan- 
ti tutti,  perchè  proprio  possiamo  chia- 
marci i  primi  ad  aver  potuto  appren- 
dere qualche  cosa  circa  tale  scoperta. 

Abbiamo  trovato  l' inventore  in 
mezzo  ad  una  quantità  di  fiale,  storte, 
in  un  ambiente  lontano  da  ogni  i-u- 
moro,  intento  al  suo  lavoro. 

L'accoglienza  fredda  ma  cortese  che 
abbiamo  subito  inconti'ato,  ci  ha  al- 
quanto imbarazzati:  pressato  dalle  no- 
stre preghiere  di  parteciparci  qualche 
notizia  in  merito  alle  voci  raccolte,  no- 
tizie che  i  nostri  assidui  lettori  certa- 
mente avrebbero  gradito  meglio  di  qual- 
siasi altra  comunicazione,  egli  dapprima 
si  è  schermito  dicendo  di  non  potersi 
ancora  pronunciare....  Ma  alloi-a,  abbia- 
mo soggiunto  noi,  è  proprio  vero  che 
la  notizia  avuta  ha  una  base  di  verità 
e  se  non  fosse  nitro,  proseguimmo,  ci 
sarebbe  dimostrato  dal  lavoro  che  fervo 
qui  dentro. 

Ottenuta  la  prima  parola  —  rotto 
come  dicesi  il  ghiaccio  —  e  senza  quasi 
accorgersene  il  preparatore  si  è  lasciato 
andare  a  qualche  fuggevole  confidenza 
die  qui  brevemente  trascriviamo! 

'•  La  morte  di  tante  e  tante  migliaia 
di  persone  nell'età  più  giovane  e  me- 
dia, prodotta  dal  male  che  non  per- 
dona "  etisia  0  tubercolosi  „  mi  aveva 
da  molti  anni  spronato  a  tentare  di 
poter  ottenere  vin  rimedio  veramente 
efficace  a  tante  sofferenze.  Avendo  avuto 


occasione  di  avere  alle  mie  dipendenze 
un  garzone  di  circa  20  anni,  cheatcnijio 
perso  mi  faceva  pure  da  giardinici .-, 
questi  purtroppo  era  affetto  da  etisia 
con  frequenti  spurghi  di  sangue.  Oi- 
))ene,  di  quando  in  quando  si  avvei-ava 
questo  fatto  molto  strano:  nelle  epoche 
cioè  in  cui  maneggiava  grandi  quantità 
di  bulbi  (specialmente  di  tulipani  e  gia- 
cinti) dei  quali  ero  appassionato  cul- 
tore, egli  non  aveva  quasi  o  nessuno 
spurgo  di  sangue:  e  non  solo,  ma  anzi 
rifioriva  in  salute  come  una  pianta  da 
lungo  tempo  assetata  e  quasi  morente 
riprende  vita  novella  per  una  buona 
annaHintura. 

"  Questo  fatto,  allora  senza  plausi- 
bile spiegazione,  mi  fece  intuire  della 
misteriosa  potenza  che  dovevano  eser- 
citare sopra  il  suo  debole  corpo  le  ema- 
nazioni prodotte  dai  principii  attivi  dei 
bulbi  che  egli  tagliava,  puliva,  acco- 
modava ecc.;  da  questo  primo  passo 
—  sono  circa  9  anni  ora  —  mi  misi  ri- 
solutamente sulla  via  ed  Ella  mi  trova 
ora  qui,  fiducioso  e  pronto  per  allenire 
tanti  dolori  „, 

Altro  non  volle  dirci  e  noi  rispet- 
tammo il  suo  riserbo:  però  tentammo 
di  cogliere  la  palla  al  balzo  e  non  senza 
fatica  e  abbiamo  potuto  ottenere  un 
favore  insperato  per  i  nostri  lettori. 

Il  preparatore  in  dicembre  metterà 
in  vendita  il  proprio  pi'odotto  e  ha  ri- 
serbato a  noi  i  primi  lOW  flaconi  ai 
primi  1000  che  ne  faranno  a  lui  ri- 
chiesta ed  a  prezzo  eccezionale. 

Grati  di  questa  preferenza  lo  la- 
sciammo col  cuore  pieno  di  speranze 
e  grati  pure  coloro  che  vedranno  ri- 
fiorire la  loro  vita  alle  gioie,  alla  pa- 
tria e  all'amore. 

PlRANTO. 


Per  ottenere  il  2»'odotto  inviare  carto- 
lina vaglia  di  L.  10,70  al  laboratorio  chi- 
mico .Sigismondo  Allegretti  —  GUA- 
STALLA (Emilia). 


LA    VITA    PRATICA 


IX 


Dell'  Iodio 

proprietà  terapexiticKe  —  inconvenienti 
dei  ioduri  alcalini. 


Fra  i  rimodi,  che  col  progredire  della 
medicina  acquistano  importanza  mag- 
giore, trovasi  in  prima  linea  il  Iodio. 
Mix  la  somministrazione  di  un  me- 
dicamento così  utile  non  può  in  alcun 
modo  praticarsi  col  metalloide  in  na- 
tura ed  f>  necessario  ricorrere  a  com- 
binazioni pili  o  meno  complesse;  la 
piìi  generalmente  adottata  è  rappre- 
sentata dagl'ioduri  alcalini;  ioduro  di 
potassio,  di  sodio,  d'ammonio. 

Ma  purtroppo  si  dovè  rilevare  ben 
presto  che  la  loro  notevole  azione  aveva 
conio  contrapposto  un  molesto  inconve- 
niente che  consiste  noi  fenomeni  d'in- 
tolloranza  che  seguono  all'uso  degl'io- 
duri, e  specialmente  in  quel  complesso 
di  fenomeni  tossici  gravi,  che  son  noti 
sotto  il  nome  d'iodismo. 

I  fenomeni  d'iodismo  sono  cosi  fre- 
<iuenti  e  talora  così  gravi  (die  impedi- 
scono alla  terapeutic^a  iodica  d'essere 
applicata  in  un  gran  numero  di  casi. 
In  altri  ammalati,  per  evitare  queste 
serie  complicanze,  si  è  costretti    a    li- 


mitarsi a  dosi  di  prodotto  iodico  infe- 
riori a  quelle  che  sarebbero  in  realtà 
necessarie,  od  a  ridurre  la  lunghezza 
della  cura,  o  per  lo  meno,  ad  imporre 
delle  interruzioni  sempre  frequenti. 

Per  ovviare  agli  inconvenienti  di 
questo  genere,  ò  indispensabile  di- 
sporre di  un  metodo  di  somministra- 
zione dell'iodio  che  elimini  completa- 
mente l'uso  degl'ioduri  e  che  non 
possa  dare  origine  ad  una  intossica- 
zione simile  a  quella  che  ossi  deter- 
minano. 

"  Orbene  —  scrive  il  chiarissimo 
clinico  prof,  senatore  Enrico  De  Renzi 
—  /(i  formala  indìcaUi  da  me  dìoUì  anni 
addietro  col  nome  di  Siero  iodato  cor- 
risjìondeva  abbastanza  a  ta/i  intenti. 

"  Sembrami  perì)  elidente  c/te  il  mio 
Siero  iodico  siasi  perfezionato  e  di  molto, 
mediante  V  ar/f/iunta  del  bromo,  fatta  dal 
doti.  Gandolfo.  Si  è  assicurata  ed  esal- 
tata per  tal  modo  V  azione  efficacissima 
del  metalloide,  spogliandola  di  fenomeìii 
irritanti  ed  effetti  nocivi  „. 


Il  Siero  iodato  Gandolfo  (marca  lodohrom). 

11  Siero  iodato  Gandolfo  è  una  riscontrano  in  tutti  gli  altri  preparati. 

- 'luzione  iodo-iodurata,  già  dal  Bamp  Può    chiamarsi    la    preparazione    far- 

>!isigliata  per  attenuare  l'azione  irri-  maceutica piii  completa,  perchè  da  una 

Mute  dell' iodo.  parte  non  riesce  tossico  ed  è  perfetta- 

II  De  Renzi  ne  ha  formulata  la  com-  mente  tollerato,  anche  dagli  stomachi 

posizione  e  largamente    ne    ha    speri-  più  deboli,  dall'  altra  perchè  viene  ad 

montato  l'efficacia.  offrire  la  maggiore   quantità  di   iodio 

Contiene  una  quantità  di  iodo  e  di  attivo  di  tutti  gli  altri  preparati  cnn- 

ioduro  superiore  alle   quantità  che  si  simili. 


Applicazioni  terapexiticlie. 


il  De  Renzi  ha  ottenuto  i  migliori 
risultati  nella  cura  della  tubercolosi  con 
il  Siero  iodato  (rivista  clinica  e  tera- 
peutica 1802)  e  lo  raccomanda  calda- 
mente in  tutte  le  manifestazioni  tuber- 
colari. 

Riesce  assai  efficace  nelle  alterazioni 
del  ricambio  materiale  (gotta,  diabete, 
ossaluria.  uricemia)  perchè  attiva  for- 
temente lo  scambio  nutritivo  generale, 
eccita  tutti  gli  organi  della  elimina- 
zione, rinnova  i  tessuti  invecchiati,  pro- 
muovendo lo  sviluppo  di  elementi  gio- 
vani. 


Nella  scrofola,  nelle  atfezioni  ter- 
ziarie della  sifilide,  nell'arterio  scle- 
rosi, nella  nefrite  cronica,  nell'asma 
bronchiale,  nell'angina  di  petto,  negli 
aneurismi,  nei  catarri  bronchiali  cro- 
nici, nelle  affezioni  reumatiche,  nello 
vegetazioni  adenoidee,  manifesta  la  sua 
efficace  azione,  specialmente  so  la  cura 
è  prblungatft. 

Riesco  effictice  finalmente  in  tutte  le 
affezioni  morbose  dei  bambini  (linfa- 
tismo, tubercolosi,  poliomielite  ecc.) 
che  richieggoiiu  una  cura  iodica  i>ro« 
lungata  od  intonsa. 


LA   VITA    PRATICA. 


Ili  coiiclussioiie  il  Siei-o  ùxlnlo  (Jan- 
(loìf'o,  .sonzìi  timore  di  smoatito,  può 
dirsi  lu  preparazione  migliore  di  quelle 
iodii-lie. 

Il  prof,  scn.  De  Renzi  dice  che  il 
Preparato  C4andofo  presenta: 

l"*  Tolleranza  completa  del  far- 
maco. 

2"  Azione  curativa  senza  i  comuni 
fenomeni  irritativi  dell' lodo. 

8"  Purezza  dei  singoli  componenti. 

-i"  Efficacia  del  rimedio  nei  così 
dotti  morbi  artitrici  (adiposi,  gotta, 
reumatismo  articolai'e  cronico,  ecc.). 

5"  È  il  rimedio  delle  sofTei-enzc 
nervose  ed  organiche  dipendenti  da 
imperfetta  funzione  della  glandola  ti- 
roide :  del)olezza  generale,  depressione 
psichica,  diminuzione  della  termoge- 
nesi, squilibri  nervosi,  altera/ioni  tro- 
fiche della  cute,  del  sistema  capelluto. 

Alcuni  (/indizi  sul   "  Siero  iodato  Gau- 
dolf(t  ,,  marca  *.  lodohrom.  > 

Ou.  Prof.  Cacciapuoti  (Napoli).  —  .... 
riid  eftperiine>'t<Uo  nella  mia  propria  famiglia 
e  posso  afi'eimaie  di  averlo  trovato  efficacia- 

siliiO. 

])ott.   A.  ClPRiANi   f^I;Uid;is).   — non 

mancherò   di  prendere  nella  considerazione 


e  nella  stima  die  inerita  l'otHin»  suo  pio- 
parato   larmaceutico:   Siero   lodalo  G un  :<,l fa. 

Dott.  ENnico  Mele  (Biiri).  —  ....  l'Ho 
esperimentato  di  sicura  efficacia  terapeutica 
da  fur'o  preferire  i  (ìuhbiai)iente  "  moltinnimi 
altri  preparali  iodici,  ancora  per  la  sua  pei- 
fetta  tolleranza. 

Dott.  Vincenzo  Pancabo  (Acri).  —  .... 
Non  lo  niaiiclierò  mai  di  prescrivere,  sempro 
quando  debba  ricorrere  a  delle  cui  e  iodiche, 
perchè  di  facile  tolleranza  o  di  pronta  e  si- 
cura azione  terapeutica,  specie  nelle  mnni- 
l'estazioni  artritiche,  nelle  quali  è  stato  rì:i 
me  sperimentato  con  splendido  risultato.  I,a 
prego  inviarmene  un  flacone  per  mio  «<vo. 

Prof.  Giordano  Alfonso  (Palermo).  — 
. . . .  È  nn  eccellente  preparato,  dà  risultati 
lapidi  ed  insperati  di  guarigione  e  non  dà 
iodismo  ed  altri  comuni  disturbi. 

Prof.  Egidio  Guehuikki  (Brasile).  — . . . . 
acouselhei  aos  meos  doentos,  sempre  C(jm 
admiravel  vantagem  o  precioso  Soro  .lodalo 
G-'cndolfo,  à  nova  formula  do  nosso  illustre 
arthrilistno,  e/^crofula,  rlieiimatisrno  ijoloso  e 
mormente  come  depurativo  o  mais  provei- 
toso  na  siiphilis  ein  suas  muftiformfS  e  lardins 
manifesta^ùes,  todas  as  veres  que  os  mesmos 
ioduretos  nào  fossem  t)em  tolerados  per  us 
no  activar  o  mefcubolismo  organico. 

Gratis  opuscolo  —  Ditta  G.  SERSALE 
—  Largo  S.  Domenico  Maggiore,  17  — 
NAPOLI. 


Dobbiamo  essere  economi, 


In  questi  due  lunghi  anni  di  guerra 
che  il  nostro  popolo  sopporta  con  tanta 
fortezza  e  con  risultati  cosi  belli  e 
grandi  in  cui  si  devono  sopportare, 
specie  nel  menarle  famigliare,  degli  sbalzi 
di  prezzi  in  tutto  e  per  tutto,  dalla  no- 
stra guardaroba....  alla  cucina,  l'usare 
economia  entra  nelle  virtù  domesti- 
che. Parliamo  in  genere  della  classe 
borghese  che  è  la  maggiore:  quella 
che  lavora  e  lavorando  conosce  il  va- 
iolo delle  economie. 

Anche  quest'anno  ci  sarà  la  cam- 
pagna, ci  sarà  il  mare,  i  monti,  preco- 
nizzati come  curativi  in  tanti  malanni! 

I  nostri  bimbi  sono  gracili,  linfa- 
tici, pallidi;  la  Signora  è  un  po' ane- 
mica: la  zia  nevrastenica  ci  ojiprime 
colla  sua  melanconia....  Hanno  bisogno 
di  ricostituirsi. 


La  campagna,  il  mare,  i  monti  fa- 
ranno un  gi-an  bene,  nui  come  si  po- 
trebbero risparmiare  so  si  cominciasse 
a  somministrar  loro  un  buon  rimedio, 
vero  ricostituente  dei  tessuti,  del  san- 
gue, delle  ossa,  del  cervello!  Vedremmo 
rifiorire  ottimamente  le  nostre  donne, 
i  nostri  bimbi  senza  spostarci  di  casa, 
crearci  delle  noje. 

Se  la  cura  che  noi  indichiamo  gra- 
tuitamente nel  nostro  libretto:  Perla 
Salale!  la  si  volesse  unire  al  mut;i- 
mento  d'ambiente,  fate  robis^  ma  ìv^h 
è  strettamente  necessario.... 

Vogliamo  farvi  realizzare  delle  eco- 
nomie. 


ChicMlete  il  libretto  alla  Ditta:  In- 
selvini  A:  (J.  di  Milano,  Via  VanvitelIioS, 
Ve  lo  spedirà  gratis. 


LA    VITA    PRATICA. 


XI 


Pel   dopo   guerra. 


—  E  ìuHì  ti  sembra  piemaluro  e«j- 
minciare  già  a  pensarci  ila  ora? 

—  Koii  a  ino  soltanto,  ma  a  chi  ha 
I  responsabilità  della  cosa  pubblica,  è 
■inbrato  opportuno  gettare  fin  d'ora 

IO.  basi  delTorganizzazione  commerciale 
per  quan<lo  saremo  tornati  in  pace.  La 
guerra  ha  rivelato  tante  coso  ignorate, 
ha  scoperto  tante  manovre  subdole,  ha 
messo  in  luce  tante  ingenue  deficienzo, 
«he  sarebbe  colpa  non  prevedere  eprov- 
N  edere  pel  futuro. 

—  Già!  specialmente  nelle  industrio 
noi  siamo  tanto  indietro!  11  nostro  av- 
^  enire    è    proprio    nel    risveglio  indu- 

'  riale  nazionale. 

—  Non  esageriamo!  è  vero  che  nel 
campo  industriale  la  nostra  patria  pre- 
senta delle  deficienze,  ma  non  è  tutta 
colpii  nostra,  né  bisogna  credere  che  la 
nostra  salvezza  stia  nell" industrializza- 
zione ad  oltranza  del  nostro  Paese. 

—  ^la  se  tutto  ci  veniva  dalla  Ger- 
mania!   dalle    ispille    alle  macchine 

l»erfino  le  statuine  dei  santi! 

—  Tu  accetti  troppo  facilnieiite corno 
dogma  indiscutibile  le  asserzioni  cor- 
renti, non  sottoposto  al  controllo  di 
una  .inche  superficiale  critica,  fondata 
sulla  quotidiana  es{)erienza.  Se  i  nostri 
commercianti  si  rivolgevano  in  gran 
l)arte  all'industria  tedesca,  ciò  avve- 
niva non  perchè  la  merce  acquistata 
si  producesse  unicannuite  in  Germania, 
ma  perchè  l'organzziazione  industriale 
e  commercialo  tedesca,  che  aveva  lo 
S(;opo  preciso  di  conquistare  comple- 
tamente il  moi'cato  italiano,  aveva  sa- 
puto accaparrarsi  con  tutti  i  mezzi  i 
clienti  del  nostro  Paese.  Cataloghi  mi- 
nuziosi, ben  pj'osentati  e  largamente 
distribuiti;  prezzi  bassi,  spesso  artifi- 
cialmente conseguiti;  larghezza  nelle 
condizioni  di  pagamento,  specie  ai  clien- 
ti che  si  valevano  di  determinato  ban- 
che per  le  loro  operazioni  finanziarie; 
captazione  a  mezzodì  manovre  di  borsa 
o  distruzione  a  colpi  <li  irresistibile 
concorrenza  di  stabilimenti  industriali 
o  di  aziende  commerciali  nostro  o  di 
altri  paesi  produttori,  sol  che  incep- 
j)assero  o  minacciassero  lo  sviluppo 
delle  case  concorrenti  tedesche,  e  cosi 
via.  Ora,  con  questi  metodi,  la  supre- 
mazia è  presto  stabilit;i  e  facilmente 
conservata;  ma  fra  questa  supremazia 
e  la  reale  superiorità  c'è  ima  differenza 
sostanzialo  ed  enorme. 


—  Intanto  per»),  se  di  qualcuno  do- 
gli  articoli  che  prima  venivano  dalla 
Germania,  si  è  cercato  di  fart*  la  sosti- 
tuzione da  noi,  so  ne  vede  subito  l'in- 
feriorità:  spille  di  sicurezza  che  si  ])ie- 
gano,  bottoncini  a  pressione  che  non 
stanno  chiusi....  e  vedi  che  ini  limito 
ad  oggetti  di  uso  comune. 

—  Verissimo!  Ma  perchè?  perchè 
si  tratta  di  sostituzione  aff'rettata,  di 
produzione  lanciata  più  con  lo  scopo 
di  speculare  sulla  mancanza  momen- 
tanea dell*. articolo,  anziché  con  la  no- 
bile idea  di  atìVaneare  l'industria  da 
monopolii  esotici  ;  cosa  che  non  può 
ottenersi  se  non  si  mira  anzitutto  al 
conseguimento  di  una  condizione  indi- 
spensabile: l'eccellenza  della  qualità. 
Allora  si  hn  dirittto  di  ])roclamarsi 
superiori,  od  almeno  eguali  ad  altri, 
quando  si  vuole  e  si  sa  produrre  qua- 
lità superiori  od  almeno  eguali  di  una 
data  merce,  a  condizioni  di  prezzi  pro- 
porzionali. 

—  Con  ciò,  vieni  a  dar  ragione  a 
quello  che  dicevo  pocanzi:  che  cioè  è 
necessario  sviluppare  le  nostro  attitu- 
dini e  fi^re  della  nostra  Italia  una  gran- 
de potenza  industriale. 

—  Piano!  Sviluppare  le  nostre  in- 
dustrio sarà  cosa  ottima,  specialmente 
se  si  avrà  il  buon  senso  di  fare  una 
cernita  di  quelle  più  indispensabili  ai 
nostri  bisogni  e  più  adatte*  ai  nostri 
mezzi  tecnici  o  finanziaiii.  Ma  non  ve- 
dere la  salvezza  del  nostro  Paese  se 
non  nella  industrializzazione  sistema- 
tica e  progressiva  è  un  eccesso  che, 
come  tutti  gli  eccessi,  è  vizio,  e  con- 
tro il  quale  dovrebbe  insorgere  chiun- 
que ha  vista  acuta  e  voce  da  farsi 
udire. 

Se  noi  abbiamo  sopportato  con  re- 
lativa facilità  e  tranquillità  i  disagi,  i 
sacrifizii  di  umi  guerra  come  l'attuale, 
lo  dobbi.imo  al  fatto  di  essere  im  po- 
polo più  agricolo  che  industriale.  La 
situazione  del  nostro  P»iose,  la  natura 
della  sua  terra  e  del  suo  clima,  l'ab- 
bondanza delle  acque,  la  secolare  pe- 
rizia e  la  innata  frugalità  dei  nostri 
contadini  ci  mettono  in  prima  linea 
fra  i  produttori  agricoli.  (Conserviamo 
gelosamente  questo  inestimabile  toso- 
io!  Non  è  solo  questione  di  ricchezza 
nazionale,  ma  soprattutto  di  salute  della 
nostra  bella  razza! 

—  Come  si  vede  che  sei  sopra  ogni 
altra  cosa,  modico! 


XII 


LA   VITA    PRATICA. 


—  E  me  ne  vanto  !  Modico  non  vuol 
dii-o  artefice  di  complicate  ricette.  V'ò 
un  compito  più  alto  elio  non  la  seni- 
)>lico  terapia  occasionale  dell'indivi- 
duo: v'è  la  cura  profilattica  della  fa- 
miglia, della  nazione,  della  razza. 

—  Ma  tra  questo  e  l'industrializza- 
zione corre  una  distanza  immensa. 

—  Non  quanto  credi!  L'aria  libera, 
il  sole,  il  moto,  gli  scarsi  raggruppa- 
menti ^di  persone,  la  frugalità  della 
vita,  l'assenza  quasi  totale  dei  bisogni 
artificiali  creati  dalla  vita  cittadina, 
come  il  vino,  il  tabacco,  il  giuoco,  sono 
tutti  elementi  di  maggior  vig(U'e  e  di 
miglior  salute  nei  contadini,  in  con- 
fronto agli  operai.  Invece  l'officina  rac- 
coglie e  tiene  a  contatto  immediato  e 
continuo  numerose  persone  in  ambienti 
chiusi,  non  sempre  proporzionati  alla 
densità  della  loro  popolazione  quoti- 
diana, non  sempre  aerati  ed  illuminati 
a  sufficienza:  e  così  le  malattie  si  tra- 
smettono con  maggiore  facilità,  e  gra- 
vità maggiore.  I  rumori  continui,  le 
esalazioni,  le  polveri  speciali,  il  fumo 
dei  camini,  la  luce  artificiale,  sono  tante 
cause  che  minano  l'integrità  di  funzioni 
sensorie  importantissime,  quali  la  vista, 
l'udito,  l'olfatto  ed  influiscono  sul  gene- 
rale dell'organismo,  anche  senza  ai'ri- 
vare  alle  intossicazioni  dirette  provo- 
cate da  alcune  lavorazioni  (piombo,  fo- 
sforo, mercurio,  ecc.)  Poi  il  lungo  tempo 
trascorso  al  lavoro  delle  officine  crea 
il  bisogno  dello  svago,  ed  ecco  la  bet- 
tola, ecco  i  liquori,  ecco  la  dissolutez- 
za; mentre  il  lavoro  dei  campi  chiede 
il  compenso  della  casa,  del  focolare, 
del  letto.  Aggiungi  le  pessime  condi- 
zioni igieniche  della  massima  parte 
delle  abitazioni  operaie  in  città,  sempre 
inferiori  per  ai'ia  e  per  sole  a  quelle  di 
ogni  povero  contadino,  e  vedrai  se  non 
ho  ragione  io,  se  non  hanno  ragione 
coloro  che  si  preoccupano  dell'ecces- 
siva tendenza  alla  industrializzazione^ 
del  nostro   bel  paese  aprico  e  solatìo* 

—  Georgica,  Bucolica,  Arcadia  com- 
pleta.... 

—  Tu  fai  dello  spirito  per  tutta  ri- 
sposta. 

—  Scherzavo  ;  ma  pensavo  pure  che 
così  non  ci  emanciperemo  mai  dal  do- 
minio straniero. 

—  Anche  questa  è  una  frase  fatta! 
I  paesi  che  per  la  loro  ubicazione  non 
possono  produrre  derrate  indispensa- 
bili debbono  necessariamente  sottosta- 
re al  dominio  di  quelli  ove  tali  der- 
rate abbondano  ;  ma  per  tutto  ciò  che 
è  prodotto    di    manifattura   nel   senso 


più  vasto  della  parola,  si  ha  una  lati-  j 
tudine  di  scelta  assai  maggiore.  E  quan- 
do la  Germania  vinta  sarà  messa  in  con- 
dizione, dalle  misure  protettive  di  noi 
alleati,  di  non  i)oter  fare  più  la  con- 
correnza sleale  che  foceva  prima  della 
guerra;  quando  le  energie  di  ogni  ge- 
nere, di  cui  sono  ricchi  e  paesi  e  uo- 
mini della  nostra  razza,  saranno  gui- 
date e  regolate  così  che  nulla  se  ne 
disperda;  quando  sagaci  accordi  per- 
metteranno a  ciascuno  di  noi  di  prov- 
vedersi in  casa  dell'amico  di  ciò  che 
ci  occorre,  dandogli  in  cambio  ciò  che 
a  lui  manca,  l'equilibrio  tornerà,  ci  sa- 
ranno produttori  ed  acquirenti,  non  più 
sfruttatori  e  sfruttati  e  la  leggenda 
della  Germania  maestra  e  donna,  in- 
fallibile ed  indispensabile,  sarà  defini- 
tivamente seppellita. 

—  E  la  Germania  lascerà  fare? 

—  Che  ingenuità!  farà  di  tutto  per 
reagire,  per  sfuggire  alla  minacciosa 
muraglia  della  Cina  che  le  verremo 
costruendo  intorno.  Ma  gli  anni  tra- 
scorsi dall'agosto  1914  ci  hanno  inse- 
gnato a  conoscerla  meglio  di  prima, 
ed  a  sventare  le  sue  mene.  Non  ba- 
sterà tener  d'occhio  lei:  ci  sono  tutti 
i  neutri  d'oggi  che  sono  quanto  lei 
pericolosi  ed  assai  più  che  non  i  suoi 
pedissequi  alleati  d'occasione. 

—  Non  pretenderesti  di  sottoporli 
al  medesimo  l'egime?! 

—  Non  dico  questo;  ma  bisogna 
pure  aspettarsi  di  veder  sorgere  in 
questi  paesi  una  fioritura  di  case  coni- 
merciali  che  sotto  l'egida  dei  nomi  e 
delle  marche  indigene  nasconderanno 
industrie  ed  aziende  amministrate  o 
finanziate  da  Tedeschi.  E  quindi  non 
staremo  mai  abbastanza  ad  occhi  aperti 
contro  le  ditte  apparentemente  anche 
le  più  ortodosse,  munite  di  aggettivi 
come  Italiana,  AnglO'Stviss,  ecc.,  o  na- 
scoste sotto  acrostici  fantasiosi  :  C.  I..., 
A.  G...,  A.  E....,  piuttosto  astrusi,  ma 
non  indecifrabili.... 

—  E  come  si  fa  a  sapere  se  vera- 
mente nascondono  un'origine  tedesca? 

—  Questo  è  compito  delle  organiz- 
zazioni ufficiali:  Ministeri,  Consoli,  Ca- 
mere di  Commercio,  ecc.,  ed  è  anche 
dovere  di  ogni  buon  cittadino,  intelli- 
gente e  diligente,  appena  possa  avere 
qualche  fondato  sospetto. 

—  Poi  c'è  anche  un  altro  mezzo  a 
parer  mio. 

—  Cioè? 

—  Quello  di  attingere,  per  quanto 
è  possibile,  alle  vecchie  fonti  note  e 
provate,... 


LA   VITA   PRATICA. 


XI  I 


Purch»i  non  sinno  tedcscho. 

Umie  intnsol...  Ma,  a  i)ro|M)s:(o, 
la  lita  Casa  non  ha  mica  nulla  di  teu- 
tonico? 

—  La  min  Casa?  Chi,  Robin?  Mau- 
rizio Robin  ù  del  più  i»uro  sangue  la- 
tino, poiché  ha  vista  la  luco  nell'an- 
tica Avaricnni.  che  fu,  sotto  Augusto, 
la  metropoli  dell'Aquitania.  Gli  abbon- 
danti ruderi  delle  sue  mura  romane 
attestano  ancor  oggi  la  sua  nobile  ori- 
gine. C'è  di  più:  5laurizio  Robin  ò  una 
persona,  e  non  una  ditta;  ha  nella  sua 
famiglia  un  generale  che  tutti  cono- 
scono, il  quale,  giovane  si  è  battuto 
nel  70  da  eroe,  lasciando  sul  campo 
brandelli  della  sua  carne,  ed  ora  è  uno 
dei  più  fidi  e  saldi  aiuti  di  Joffre.  E 
in  Italia  sono  italiani  che  lavorano 
l>or  la  sua  Casa,  che  davvero  può  van- 
tarsi di  essere  una  Casa  liatina. 

—  Anch'essa  avrà  sofferto  per  la 
guerra  ? 

—  E  chi  non  ne  ha  sofferto  ?  Ma 
se  ne  ha  materialmente  risentito  gravi 
«Ianni,  moralmente  ha  guadagnato  as- 
^^.•u.  Incitato,  an/ichè  depresso  dalle  vi- 
cissitudini del  momento,  Maurizio  Ro- 
bin; attraverso  difficoltà  di  ogni  genero, 
non  solo  non  ha  interrotta  la  produ- 
zione ordinaria,  non  solo  non  ha  au- 
mentati i  prezzi  dei  suoi  medicinali, 
appunto  perei»»'  rimanessero  accessibili 
ai  clienti  come  prima,  ma  ha  impiati- 
tata  ab  iitiis  una  nuova  produzione  im- 
portantissima di  tutti  i  medicamenti 
ipodermici,  immediatamente  inipegnata 
dagli  ospedali  militari  e  civili,  cui  la 
marca  Robin  è  bastata  come  garanzia 
assoluta  ed  ha  proseguito  lo  studio  e 
la  preparazione  di  nuovi  jìrodotti,  sem- 
pre secondo  le  direttive  fondamentali 
della  sua  Casa. 

—  Ammirevob;  davvero!  E  questi 
nuovi  prodotti,  >>o  è  argomento  com- 
j)rensibile  da  un  prof;\no,  quali  sono? 

—  Sono  due:  uno,  lo  Strychnarsitol, 
in  fialette  per  iniezioni,  è  un  derivato 
del  Nucléatol,  che  è  già  tanto  favore- 
volmente noto.  Dal  Nucléatol  (nucleo- 
fosfato  di  soda  di  provenienza  vegetale) 
-i  è  fatto  il  Nucléarsitol,  aggiungendo 

rsenico  in  forma  organica;  ma  siccome 
i>esso  nelle  affezioni  nervose  con  de- 
lessione  intensa  è  necessario  l'ausilio 
'ii  un  eleuìcnto  pili  energico,  si  ò  asso- 
«lata  ai  principii  del  Nucléarsitol  un'op- 
portuna dose  di  stricnina,  in  forma  as- 
similabile ed  innocua,  o  si  è  avuto  lo 
Strychnarsitol,  che,  come  i  suoi  prede- 
'  «'ssori,  non  provoca  n»"'  <lolori  né  rea- 
ioni. 


L'altro  preparato  nuovo  è  lo  lodar- 
shytone,  j)ept<)Mnto  triplo  jodo-arseno- 
idrargirico:  (piindi  è  un  nuovo  discen- 
dente della  orniai  beneinerita  lamigli.a 
dei  peptonati,  a  cui  è  indissolubilmiMito 
legato  il  nome  di  Mauri/io  Robin. 

Le  indicazioni  di  questo  medicamen- 
to sono  fornite  dalla  sua  composizione, 
chiarissima  pel  medico.  Senza  scendere 
a  particolari  più  minuti,  ti  dirò  che  lo 
lodarshytone  riunisce  in  sé,  sotto  foima 
attiva  e  benissimo  tollerata,  i  tre  ele- 
menti più  efficaci  per  combattere  una 
malattia  diffusissima,  per  quanto  gelo- 
samente celata  da  chi  ne  è  affetto.  Duo 
di  questi  elementi  son  noti  ed  usati  da 
tempo  immemorabile:  lo  jodo  e  l'idrar- 
girio; il  terzo,  l'arsenico,  è  di  uso  rela- 
tivamente recente,  e  purtroppo  non  in- 
nocuo nelle  forme  sotto  cui  è  stato  spe- 
rimentato. Ma  siccome  la  sua  efficacia 
contro  l'agente  causale  della  malattia 
è  ormai  uaiversalmente  riconosciuta, 
lo  studio  dell'autore  è  stato  di  ridurlo 
innocuo.  Tanto  la  ferina  da  prendersi 
per  bocca  (globuli  gliitinizzati)  quanto 
quella  da  iniettarsi  (fialette  sterilizzate 
alla  Tyndall)  sono  immuni  da  qualsiasi 
inconveniente. 

—  Allora  il  problema  è  completa- 
mente risoluto. 

—  Risoluto  con  semplicità  e  genia- 
lità tutta  latina,,  senza  la  grancassa  co- 
/ossale  che  ha  accompagnato  il  famoso 
('()6  tedesco,  il  quale  ha  fatto  molto  ru- 
more, ma  i)oco  bene,  ed  è  tramontato 
oramai  come  la  leggenda  della  perfe- 
fezione  universale  d(>l  suo  paese  di  ori- 
gine. 

-—  Certo,  una  fitta  benda  ci  è  caduta 
dagli  occhi! 

-  È  stato,  in  mezzo  a  tante  rovine, 
a  tante  stragi,  uno  dei  benefizi  della 
guerra.  Ora  che  le  cause  di  artificiosi 
malintesi  sono  scomparse,  ora  che  ab- 
biamo libera  la  vista  e  serena  la  mente, 
possiamo  procedere  uniti  sulla  via  mae- 
stra che  le  nostre  comuni  origini,  le  no- 
stre identiche  tradizioni, il  genio  fulgido 
della  razza  ci  designano  lunga,  dritta, 
radiosa! 

Dott.  C.  Lamo.v.vca. 


I  predotti  Robin  sono  ben  noti  a 
tutti  i  Modici  che  no  fimno  continuo 
esperimento,  e  si  trovano  in  tutte  lo 
buone  Farmacie.  La  Filiale  Italiana 
della  Casa  Maurice  ROBIN:  Milano  (via 
Monto  Napoleone,  16)  è  a  disposizione 
di  chiunque  lo  richieda  schiarimenti, 
catahighi,  ecc. 


XIV 


LA   VITA   PRATICA. 


Ne  Ho  piena  la  testa. 


E  lo  stoninc'o,  si  potrol)l)o  nggiun- 
gero.  Tutti  vogliono  dire  la  loro.  Per 
.  hi  sua  dispepsia  prenda  questo,  prenda 
quest'altro.  Por  i  miei  bruciori  di  sto- 
uiaco,  inappetenza,  mi  hanno  indicato 
questo,  quando  già  aveva  pi-eso  tanto 
e  tant' altro.  Lo  prenda  anche  Lei.  si 
sentirà  rinato!  Non  digerisco  più  !  escla- 
ma quel  signore  allami)anato  dal  viso 
scarno,  dagli  occhi  infossati....  Peccato! 
E  come  si  è  ridotto!  Provi  a  prendere 
quel  i-imedio,  lo  decantano  tanto! 

E  cosi  di  seguito  nella  sequela  dei 
malanni  gastrici  che  sono  quelli  clie 
pili  toruìenlano   l' umanità.  Consigli  a 


destra,  consigli  a  sinistra,  prove  e  ri- 
prove. 

Dobbiamo  vivere:  quindi  mangiare 
e  purtroppo  delibiamo  anche  digei-ire 
bone  se  vogliamo  che  il  cibo  si  assi- 
mili e  ci  renda  in  cambio  forza,  vigore 
e....  salute  completa. 

Questa  salute  del  vostro  ventricolo 
la  volete? 

Nell'opuscoletto:  Per  la  Salute,  edito 
dalla  Ditta  Inselvini  &  C.  di  Milano. 
Via  Vanvitelli.  58,  troverete  preziosi 
consigli  al  riguardo.  Con  un  semplice 
biglietto  chiedete  l'opuscolo  che  vi  sarà 
mandato  gratuitamente. 


Bellezza  della  donna, 


Mammilarium. 

Che  conta  per  la  donna  avere  le  for- 
me pili  i>erfette  se  (piaste  non  posseggono 
quel  brillante  che  è  la  perfezione  d'una 
bella  forma? 

Nes.suno  troverà  meraviglioso  un  bi-ac- 
cio  modellato  divinamente,  se  non  sarà 
accompagnato  da  una  pelle  vellutata. 
Attraverso  alla  storia  sono  giunte  a  noi 
le  descrizioni  delle  IMatrone  della  Gre- 
cia antica  e  di  lionia,  ammirabili  per  lo 
splendore  e  la  trasparenza  della  loro 
pelle,  ed  esse  clic  certamente  volevano 
(e  volevano  fortemente)  primeggiare 
nella  bellezza,  mai  trascuravano  i  mezzi 
per  renderla  tale  e  vi  riuscivano  per 
r  uso  di  bagni  e  frizioni  stimolanti. 

Se  questo  era  possibile  20  secoli  or 
sono,  non  lo  sarà  oggi  colle  scoperte  im- 
portanti della  chimica  ? 

La  dama  moderna  giunta  ad  una* 
certa  età,  vede  e  osserva  con  crescente 
rammarico  che  al  sodo  tessuto  delle 
forme,  subentra  una  impressionante  ri- 
lassatezza: la  pelle  sua,  bella  un  tempo, 


assume  un  carattere  di  rigidezza  palli- 
da :  cerca  rimedio  nelle  quinte  \»agine  dei 
grandi  giornali,  ma  nulla  giova  a  nulla. 

Che  fare?  Non  sijlisperi  no,  v'  è  chi 
ha  pensato  a  lei. 

Il  colore  naturale,  la  lucentezza  gio- 
vanile della  pelle  riapparirà  in  breve 
volger  di  tempo,  solo  che  si  faccia  uso 
del  Mammilarium  (principio  attivo  con- 
centrato, estratto  dal  latte)  e  si  adottino 
i   consigli  uniti  alle  istruzioni  annesse. 

Il  prodotto,  innocuo  per  se  stesso,  ò 
garantito  tale  assolutamente  e  di  efl'etto 
sorprendente  e  se  noi,  in  questa  rubrica 
di  Vita  Pratica,  lo  raccomandiamo  alle 
nostre  lettrici  specialmente,  h  perchè  lo 
possiamo  fare.  Vi  ricorrano  pure  con 
tutta  fiducia  e  1'  esito  sarà  insuperabile. 

Mauchesa  M. 

Per  avere  il  prodotto  bene  suggellalo 
e  colla  massima  segretezza  basta  inviare 
cartoliìia  vaglia  di  L.  10,30  a^^  Lahora- 
torit»  chimico  S.  Allegkbtti  —  GUA- 
STALLA (Emilia), 


LA   VITA  PRATICA. 


XV 


GLI  OCCHI 


L'Ohìen  (Iella  ilitta  V.  Lagula  ili  Na- 
ixili  è  il  miglion-  doi  rimedi  moderni 
conosciuti  sino  ad  oggi:  il  rimedio  in- 
tallil>i4o  p«»r  lo  infermità  deUavista  ed 
in  |>arti«-olar  modo  per  conìhattere  la 
Miopid,  la  Presbiopia,  la  fatica  e  la  de- 
bolo/za  degli  organi  visivi. 

È  il  rimedio  per  eccellenza,  il  più 
sicuro,  il  più  semplice,  il  più  econo- 
mico ed  inoffensivo.  Inastano  pochi 
giorni  di  questo  trattamento,  perchè 
si  eviti  la  necessità  di  portare  le  lenti 
anche  alle  persone  di  settant'anni.  Pos- 
siamo affermai  lo.  Ce  lo  dice  la  scien- 
/;i.  e  ce  lo  dimostra  una  pratica  costan- 
temente vittoriosa  di  questo  prodotto 
eccezionale  che  sta  facendo  una  vera  ri- 
voluzione trionfatrice,  lasciando  piena- 
mente soddisfatti  di  ammirazione  tutti 
quanti  ebbero   occasione  di  provarlo. 

La  virtù  provata  deU'Oideit  non  si 
basa  su  di  supj)osizioni  sperimentali, 
né  su  misteri  di  ciarlatani  o  piccoli 
venditori.  Il  procedimento  della  sua 
azione  è  molto  seuiplice,  chiaro  sotto 
il  punto  di  vista  scientitico  e  clinica- 
mente razionale.  L'Oideu  è  il  risultato 
di  tenti  anni  di  studio  odi  esperienza; 
la  sua  efficacia  per  ogni  età  e  per  ogni 
caso  d' infermità  della  vista  è  indiscu- 
tibile. L'Oideu,  sperimentato  nei  più 
celebri  gabinetti  ottici,  dimostra  pos- 
sedere ed  esercitare  un'azione  speciale 
sopra  il  sistema  nervoso  otti(;o;  aziono 
attivissin)a  che  rinforza  il  potoi*e  vi- 
sivo e  dà  una  vista  iìicidiaìÀlr.  Perciò 
V  Oideu  si  acquistò  rapidamente  ini 
Posto  d'Onore  nella  moderna  terapia. 
L'Oideu,  in  tutto  il  Mondo,  lia  otte- 
nuto tin' esito  straordinario,  è  stato 
adottato  negli  Ospedali  e  venne  sot- 
tomesso, in  alcuni  casi  particolari,  a 
delle  prove.  Ebbe  però  un  sucresso  sem- 
pre crescente  e  si  acquistò  la  iidiu:ia 
nella  sfora  medica  di  ogni  nazione. 
I  ccrtitìcati  numerosi  di  guai-igioni,  ne 
costituiscono  la  provala  più  eUxnuMite. 
Ma  le,  .prove  che  desideriamo  por  la 
tranquillità  della  nostra  coscienza  sono 
<luello  che  ci  possono  attcstare  che  i 
clienti  delì'Oiden.  siano  veramente  sod- 
disfatti del  iime«lio. 

Arriv.ni".  lettere  e  dichiarazioni  in 


quantità  con  cui  unanimamente  e  spon- 
taneamente conformano  la  efficacia  del 
preparato. 

Ed  a  che  cosa  servirebbero  altre 
parole?  L'Oideu  si  raccomanda  da  se 
stesso  purché  i  pazienti  lo  vogliono 
onorare  per  pochi  giorni  della  loro 
fiducia. 

La  Miopu.  -^  80  nella  lotta  della 
vita  tutti  gli  organi  del  corpo  umano 
sono  adoperati,  quello  della  vista  lo  ù 
a  preferenza.  Oggi  l'umanità  inclina 
alla  Miopia,  che  bisogna  prevenire  e 
curaro.  La  vista  del  miope  si  crede  co- 
munenjente  forte,  e  preferibile  ad  ogni 
altra.  In  verità,  se  la  miopia  si  mante- 
nesse sempre  ad  un  grado  mite,  avreb- 
be il  vantaggio  su  gli  altri  difotti  della 
vista;  ma  se  essa  si  eleva  per  se  stes- 
sa, rappresenta  una  malattia  che  può 
diventar  seria  e  minacciar  totalmente 
la  facoltà  visiva.  Consigliamo  a  tutte 
le  persone  miope  di  usare  V Oideu. 

Ipermetropia.  —  L'occhio  Imperme- 
tropo  ha  maggiormente  bisogno  del- 
l'Oideu,  dovendosi  necessariamente  cu- 
rale con  più  celerità  che  non  occorre 
al  Miope  ed  al  Presbite.  Poiché,  quando 
l'impermetropia  é  di  grado  njolto  avan- 
zato il  soggetto  deve  fare  anche  lui 
uso  di  una  doppia  lente,  la  quah?,  an- 
che se  ben  adottata,  può  di  rado  far 
migliorare  la  vista.  In  tal  caso  neuì- 
meno  un  valente  ottico  può  tale  con- 
forto  arrecargli,  scegliendo  un  occhiale 
anche  perfetto  e  linamente  lavorato. 
1/ ipermctropia  si  manifesta  nella  pri- 
ma giovinezza.  Molti,  appmito  in  gra- 
zia di  questa  giovinezza,  e  per  voler 
tollerare  l'uso  degli  occhiali,  arrecano 
il  peggior  danno  alla  loro  vista;  e  col 
c(»ntinno  sforzarsi  a  guardare  acqui- 
stano il  difetto  dello  strahismo.  E  dire 
che  questi  mali  vengono  per  non  adot- 
tare o  per  non  ricorrere  presto  all'uso 
dvW'Oideu.  C^iutnti  fanciulli.  i)rovveduti 
in  tempo.  eviterebl)ero  il  brutto  e  tre- 
mendo difetto  d(dlo  strulùsnio!... 

Un  interessantissimo  opuscolo  sul* 
ì'Oideu,  che  riassume  tutte  le  malattie 
di  vista,  è  spedito  Gratis  a  richi«'sta.  e 
domandatelo  subito  alla  Ditta  V.  Lavala, 
Via  Xuovn  Monteolit'eto,  Q9,  Napoli. 


XVI 


LA   VITA   PRATICA. 


"  Unico  ! 


Si  proprio  unico  e  possiamo  dire 
inipjiregyijibilo. 

Dalla'  Ditta  inglese  William  Clark 
e  (;.  di  Birmingham  no  abbiamo  as- 
sunta ia  concessione  esclusiva  di  ven- 
dita per  l'Italia  appunto  per  gli  ottimi 
elfetti,  più  che  curativi,  distruttivi. 

Unico  è  il  nem'co  giurato  dei  calli, 
duroni,  occhio  di  pernice,  ecc.  anche 
di  vecchia  data,  recalcitranti  ad  altri 
rimedi.  Un'applicazione  di  Unico  vuol 
dire   la  scomparsa,   a  breve  scadenza, 


di  quei  piccoli  triboli  sopra  nominati, 
eppuie  così  giandi,  insopitortabili  i»*3r 
la  sofferente  umanità. 

Unico  calma  il  dolore  al  momento 
ed  intanto....  lavora  lavora  ad  espelliir 
il  nemico. 

Tutte  le  buone  farmacie  ne  soik. 
provviste,  richiedetelo  ad  esse  op[)ure 
al  nostro  deposito. 

Inselcini  e  C.  Milano,  Via  Vanvi- 
telli,  58. 


L/e  Vene  Varicose 

loro  unica  cura  scientifica. 


Se  in  alti'i  tempi  il  nostro  Almanacco 
ha  voluto  seguire  e  render  noto  al  pub- 
blico quanto  di  buono  nel  campo  scien- 
tifico e  pratico  si  fa  in  Italia,  tanto  più 
ne  sente  oggi  l'imprescindibile  dovere. 

Nel  caso  speciale  a  questo  dovere 
adempie  con  vivo  compiacimento,  poi- 
ché si  tratta  di  segnalare  una  vittoria 
alla  quale  esso  ha  in  certo  qual  modo 
collaborato,  richiamando  spesso  l'at- 
tenzione del  pubblico  intelligente  e 
progressista  su  un  prodotto  italiano  di 
eccezionale  importanza  e  valore;  in- 
tendiamo parlare  àeW Esixìa  del  Dot- 
tor Stefano  Bolognese,  di  Napoli,  per 
la  cura  delle  vene  varicose  nelle  loro 
svariate  forme,  specie  varici  alle  gambe, 
varicocele,  emorroidi  e  complicanze. 

Oramai  l'Esixìa  in  Italia  e  fuori  ha 
già  conquistato  una  ben  meritata  no- 
torietà e  diffusione,  fondata  unicamente 
sulla   sua  reale  meravigliosa  efficacia. 

Oggi  si  può  assiomaticamente  affer- 
mare   che    chiunque  soffra  di  vene  va- 


ricose è  sol  vittima  di  sé  stesso  e  della 
sua  negligenza,  poiché  la  cura  senì- 
plice,  innocua,  ideale  è  alla  portata  di 
tutti  e  non  esige  aleun  sacrifizio  dei 
propri  gusti,  delle  proprie  abitudini, 
delle  proprie  occupazioni. 

Alti'O  gran  merito  —  last  nost  least 
—  del  Dottor  Bolagnése  è  quello  di 
aver  voluto  mantenere  invariato  il 
prezzo  iniziale,  da  20  auni,  dell' Esixìa, 
malgrado  tutti  i  rincari  e  le  vessazioni 
dell'ora  presente;  e  di  tal  merito  gli  va 
data  lode  specialissima  in  un  periodo 
in  cuitutti  sanno  qual  ributtante  com- 
mercialismo  bottegaio  predomini  nel 
nostro  paese  e  fuori. 

Gl'interessati  si  rivolgano  quindi 
pure  con  piena  fiducia  al  Dottor  Bo- 
lognese —  fondatore  e  Direttore  del- 
l'Istituto Varicologico  Internazionale 
(unico  Istituto  del  g-enere  al  mondo), 
Mezzocannone  31,  Napoli  —  per  con- 
sultazioni ed  opuscoli  illustrativi  e  la 
loro  attesa  non  rimarrà  delusa. 


AUTOTHERMOCUCINE  a  le- 
gna e  a  gas:  Brevetti  Gap.  AciiiLLiNr. 
Loì'o  particolarità:  cuociono  ogni  ge- 
nere di  cibo  funzionando  completamente 
senza  fuoco  e  senza  cura  alcuna,  dal 
momento  in  cui  il  contenuto  delle  cal- 
daie è  portato  all'  ebollizione.  —  Si  co- 
struiscono  tipi, ,  di    ogni ,  dimensione  e  capacità  per  grandi  Comunità. 

Rivolgersi  alla  Ditta 
=,:,_^.:s=  Cav.  G.  ACHILLINI  ~  Via  Porpora,  22  -  MILANO  =^-= 


LA    VITA    PRATICA. 


XVII 


Mutamento  d'aria....  non  e*  è  altro.... 


K  la  tosso  canina  è  vinta  in  bi'ove 
u-nìjK):  consi}j;Iia  quolla  mamma  all'al- 
tra, forte  della  sua  esperk^nza,  cho  la 
campagna  (dopo  averne  provate  tante I) 
col  suo  mutamento  d'aria  abbia  sanato 
il  figliuolo. 

Ohe  questo  sia  nn  ottimo  fattore  di 
guarigione,  non  vi  ha  dubbio;  ma  non 
basta. 

Il  mandare  poi  un  piccino  alla  cam- 
pagna sconvolge,  se,  in  periodo  anor- 
male, le  nostre  regolari  abitudini.  La 
mamma  deve  seguirlo  o  la  /.ia  o  altri 


(dio  abbiano  con  lui  domestidiozza. 
Allidarlo  solo,  a  mani  mercenarie,  non 
parliamone! 

E  se  invece  vi  si  consigliasse  un 
rimedio  che  fa  miracoli  e  che,  in  cnsa 
vostra,  tra  i  vostri  comodi,  vi  dess«j 
modo  di  curare  seriamente  il  vostro 
piccino,  non  sarebbe  meglio? 

E  il  rimedio  c'è,  e  buono  per  di  i)iii. 
lungamente esperimerjtato. Lo  troverete 
nella  Guida:  Per  la  Sa/ntc,  che  gratis, 
a  richiesta,  vi  spedirà  la  Ditta  Insel- 
vini  oc  C.  di  Milano,  Via  Van vitelli,  óS. 


AcQiia  d*  Olmitello. 


Chi  dei  nostri  lettori  non  ha  visitato, 

0  almeno  non  ricorda  per  averla  tro- 
vata spessissimo  menzionata  nei  nostri 
classici  latini  e  itali.'ini,  risola  d' Ischia 
]»resso  Napoli,  cosi  da  tutti  decantata 
per  lo  splendore  del  suo  mare  che  la 
circonda,  per  la  purezza  del  cielo,  per 
lo  sue  innumerevoli  bellezze?  Ma  essa, 
oltre  luogo  delizioso  e  incantevole  è 
pur  dotata  «laila  natura  di  ricchezze 
utili  ed  indispensabili  per  il  genere 
umano  sotteronte.  In  fondo  ad  una  re- 
mota valle,  circondata  da  secolari  aboti 
dal  lianco  del  monte  ha  origino  una 
Sorgente  di  acipia  minerale  denominata 
Olnutello.  ve: amente  miracolosa,  poi- 
ché pcjssiede  la  ilote  jjrodigiosa  di  dis- 
solvere l'acido  urico  così  dannoso  al- 
l'organismo umano, 

lialTacqua  Olmitello  mediante  pro- 
cessi chimici  i  più  perfetti  si  estraggono 

1  Sali  Olmitello  che  lianno  la  virtù  di 


curare  e  guarire  radicalmente  la  Gotta, 
la  lleneììa,  la  SlUiclKzza,  VOhe.sitù,  le 
Eniorrokìl  e  tutte  lo  n»imerose  manife- 
stazioni dell'alterato  ricambio.  Questi 
Sali  Olinitello  sono  usati  e  i)rescritti 
dui.più  illustri  clinici  dei  nostri  atenei, 
i  quali  hanno  potuto  coH'impiego  dei 
detti  Sali  ottenere  guarigioni  così  por- 
tentose, da  aver  essi  clinici  confei-ito 
all'acqua  Olmitello  il  i)redicato  di  mi- 
racolosa. E  della  soddisfazione  dei  cli- 
nici più  insigni  nostri  ne  fanno  fede  lo 
numerose  lettere  e  gli  innumerevoli 
attestati  che  esaltano  le  doti  curative 
e  benefiche  dei  Sali  Olmitello, 

Questi  si  ti'ovano  in  tutte  le  buono 
farmacie  e  presso  il  concessionai'io  ge- 
nerale L.  Co::ce,  Napoli,  Via  S.  Arcan- 
gelo a  Baiano  28,  al  prezzo  di  L,  2  al 
flacone. 

Pacco  di  0  flaconi  Umlici  lire  franco 
a  domicilio. 


inculi 
Civili 


APPARECCHIO-THERMO-ELETTRO- 
FOTO-TERAPICO  pi  la  (  uni  dei  Ba- 
gni di  luce  e  di  aria  calda  secca  nelle 
seguiinti  malattie;  reumatismi,  artriti^ 
sciatiche,  Ifrmhaygini,  catarri  bronchiali, 
influenza,  tutte  le  malattie  del  ricambio 
(gotta,  nefrite),  inclisposizioue  delle  don- 
ne, cicatrizzazioìii  delle  ferite,  conifola- 

'  Il  detto  apparecchio  è  stato  adottato  dai  priiicipali  (ospedali 

Militari,   —  Chiedere  opuscolo  con  prezzi  alia 


Ditta  Cav.  G.  ACHILLINl  —  Via  Porpori 


MILANO 


'\ 

^^sMà- 

Pauorama. 


Il  Primo  Sanatorio  Italiano 

per  ammalati  di  petto 

nella  Pineta  di  Sortenna  saprà  Sondalo  (Alta  Valtellina). 


Viaggiavo  sulla  li- 
nea Veuo/ia-Milano, 
diretto  a  quest'  ulti- 
ma città,  assorto  nei 
miei  tristi  pensieri, 
indifferente  ai  bel- 
lissimi panorami  che 
mi  offrivano  le  uber- 
tose vallate  e  i  ri- 
denti |>aesi  attraver- 
sati dalla  ferrovia, 
all'incantevole  e  me- 
ravigliosa veduta  del 
Lago  nostro  di  Garda 
e  delle  non  lontane 
Alpi  Trentine,  senza 
dai-e  ascolto  ai  di- 
scorsi che  fra  loro 
scambiavano  i  miei 
compagni  di  viaggio. 


Illa  strada  del  ^auatorio. 


Alla  stazione  di 
Brescia  il  mio  cupo 
assopimento  venne 
ad  un  tratto  risve- 
gliato da  ima  voce  a 
me  nota  ed  amica 
che  frettolosamente 
andava  domandando 
un  «posto  neir affol- 
latissimo convoglio 
per  partire.  Era 
l'iimico  mio  Luigi.... 
valentissimo  medi- 
co -  condotto  di  un 
grosso  comune  del 
Bresciano,  che  non 
aveva  veduto  da 
qualche  tempo. 

Egli  prese  posto 
vicino    a   me,    ed   il 


LA   VITA   TRATICA, 


XIX 


Mvcriara  pniivipme. 


SUO  incontro  fu  i)er 
me  una  vera  fortii- 
nn.  poiché  mi  ri- 
donò la  serenità  o 
la  paco  come  sen- 
tirete in  seguito. 

Dopo  i  convene- 
voli di  rito  e  le  di- 
mostrazioni di  nmi- 
eizin.  Luigi,  notando 
in  me  lo  stato  di 
preoccupazione  e  di 
ansietà  nel  quale 
mi  trovavo,  si  foco 
cautamente  e  corte- 
semente a  doman- 
darmene il  motivo. 
Singhiozzando  gli 
risposi  che  mi  tro- 
vavo in  viaggio  di- 
retto a  Milano  per 
consultare  un  fa- 
moso specialista 
dello  malattie  degli 
organi  respiratori 
cirra  un  ottimo  saiialorio  dove  rieove- 
i*aro  una  mia  figlia  sedicenne,  cì"»o  eM 
stata  affetta  da  lunga  e  grave  pleurite, 


l'-Maziiiiiv  nuova 


e  che  dava  segni  di 
predisposizione  alla, 
tubercolosi. 

Luigi,  allegra- 
mente e  battendo- 
mi su  una  spalla, 
esclamò  : 

—  Ma  io  stesso, 
carissimo  amico,  ti 
posso  indicare  co- 
se ien  zi  osa  mento 
quello  che  fa  al  caso 
tuo,  ciò  che  può  ri- 
donare alla  tun  ado- 
rata figlia  la  co«n- 
pietà  e  perfetta  sa- 
lute, e  a  te  la  paco 
e  la  serenità. 

A  pocìie  ore  <l;i 
Milano,  circondato 
da  una  splendida  o 
balsamica  pineta, 
sorgo  un  Sanatorio, 
del  «luale  in  segui»" 
ti  dirò  il  noujo,  di- 
retto da  Uff  Uomo  henefuo,  ehe  ha  li- 
donato  A  tanti  o  tanti  infelici  il  luti" 
più  prezioso,  la  saluto. 


XX 


LA    VITA    PRATICA. 


Si  parte  da  Milano  per  la  linea  di 
Sondrio,  che  costeggia  le  incantevoli 
rive  del  Lago  di  Conio,  reso  famoso 
dall' immortalo  scrrittoro   dei   Promessi 


Veranda  di  cura. 

Sposi.  A  Sondrio  fiiìisce  il  servizio  delle 
Ferrovie  di  Stato:  «i  prende  il  treno  del- 
l'Alta Valtellina,  e,  dopo  nn'oi-a  circa 
di  viaggio,  si  arriva  a  Tirano,  dove  trovi 
pronto  l'automobile  del  Sanatorio  che, 
preavvisato,  ti  aspetta  e  comodamente, 
per  una  magnifica  strada,  ti  trasporta 
al  Sanatorio  di  Sondalo  (AltaValtellina). 
Sorge  in  mezzo  alla  folta  e  balsamica 
Pineta  di  Sortenna,  sul  versante  meri- 
dionale delle  Alpi  Retiche,  in  una  splen- 
dida posizione,  dalla  quale  l'occhio  spa- 
zia su  quasi  tutta  l'Alta  Valtellina.  Fu 
inaugurato  nell'ottobre  1903,  e  acqui- 
stò in  breve  tale  rinomanza,  che  il 
numero  sempre  maggiore  dei  clienti 
attratti  dagli  splendidi  resultati 
conseguiti  rese  necessario  il  suo 
ingrandimento,  avvenuto  nel  1910. 
I  grandiosi  fabbricati,  costruiti 
secondo  i  dettami  dell'ingegneria 
sanitaria  moderna,  contengono 
tutto  il  comfort  possibile  ed  im- 
maginabile, ed  entro  lo  stabili- 
mento ha  pur  sede  un  ufficio  go- 
vernativo postale  e  telegrafico:  il 
telefono  di  Stato  unisce  lo  Stabi- 
limento a  Milano. 

Mentre  l'amico  Luigi  ripren- 
deva fiato  ed  i  miei  pensieiù  inco- 
minciavano a  rischiararsi  e  a  ren- 
dermi più  tranquillo,  mercè  la 
sua  interessante  narrazione,  gli  do- 
mandai il  nome  dell'uomo  prepo- 
sto alla  direzione  di  sì  importante 
e  benefico  Stabilimento,  attendendone 
con  ansia  la  risposta. 

—  Lo  Stabilimento  ò  diretto  —  pro- 
sci^uì  il  mio  cortese  amico  —  dal  dot- 


tor Ausonio  Zubiani,  nome  benedetto 
da  centinaia  e  centinaia  di  persone, 
che  a  lui  debbono  la  ricuperata  salute, 
fonte  di  ogni  bene;  egli  è  un  uomo  di 
sodo  sapere,  di  pi-odigiosa 
attività,  di  coraggio,  d'in- 
telligenza e  di  patriotti- 
smo. Dico  anche  patriotti- 
smo perchè  mercè  l'opera 
sua  l'Italia  è  dotata  di  un 
Sanatorio,  che  difficilmen- 
te uguale  può  trovarsi  al- 
l'estero, ed  i  nostii  malnti 
italiani  non  hanno  bisogno 
di  recarsi  fuori  della  pa- 
tria per  la  cura  che  loro 
abbisogna;  qui  in  casa  loro, 
in  questa  terra  benedetta 
da  L)io,  ricca  di  monti,  di 
foresto  balsamiche  e  di  in- 
canti naturali,  essi  trovano 
ristoi  o  alla  loi'o  malandata 
salute,  circondati  dalle  cure 
affettuose  e  sapienti  di  medici  valen- 
tissimi che  parlano  la  loro  lingua  ; 
sono  nutriti  con  cibi  che  conoscono  ed 
ai  quali  sono  abituati  ;  infine  si  sen- 
tono come  in  casa  propria,  nelle  loro 
famiglie,  nella  grande  famìglia,  che 
forma  la  nostra  cara  Italia. 

—  Ma,  osservai  io,  il  Sanatorio  che  tu 
mi  proponi  e  così  ben  mi  descrivi  po- 
trà sanare  completamente  mia  figlia?  Tu 
sai  che  la  tubercolosi  non  perdona.... 
—  Codesto  è  un  vero  e  proprio  pi-e- 
giudizio  popolai'e  —  m'interruppe  Lui- 
gi; —  la  tubercolosi  si  può  guarire  be- 
nissimo seguendo  una  cui-a  razionale 
e  metodica.   Tua  figlia  intanto  non  è 


Sfilo  da  conversazione. 


nelle  condizioni  cattive  che  tu  credi; 
essa,  dopo  la  pleurite  sofferta,  sarol)be 
solo  predisposta  alla  tisi  e  quindi  non 
ha  bisogno  che  di  una  buona  cura  di 


I.A    VJTA    PRATICA. 


XXI 


il  <->.Mi:^iiiiiiiil...  lulalli  il  intslro  .S'(//<//. 
torio  di  Souiidlo,  dirotto  dal  tlott.  Zii- 
l)iani,  accoglie  due  v;uii>t;i.  diciamo 
così,  di  aniiunlati;  quelli  affetti  da 
tubercoloìii,  e  quelli  elio  lianno 
bisogno  d'  iiTobustiuieuto,  peichè 
predisposti,  come  nel  caso  tuo, 
alla  tisi. 

E  il  Sanatorio  Zubiani  è  spe- 
rialniente  indicato  per  i  predi.spot:ti 
alla  tubercolosi  e  per  i  malati  «/- 
r inizio,  senza  escludere  cbo  gran- 
de giovamento  e  vantaggi  consi- 
«lerevoli  possano  conseguire  an- 
cbe  coloro  che  abbiano  lesioni 
pili  avanzate  ed  estese. 

—  E  quanto,  —  replicai,  — 
può  durare  la  cura,  che  renda 
mia   figlia   perfettamente  guarita? 

—  La  risposta  non  è  facile,  — 
proseguì  liuigi.  —  perchè  essa  va- 
ria secondo  gli  individui,  secondo  il 
grado  della  malattia  stessa,  e  va  da  un 
minimum  di  3-4  mesi  (come  credo  sarìi 
nel  caso  di  tua  figlia)  a  1-2  anni,  se- 
guendo il  metodo  di  cura  che  viene 
tassativamente  proscritto  ad  ogni  am- 
malato dal  doti.  Zubiani,  il  quale  nella 
sua  sapiente,  attiva  ed  intelligente 
missione,  è  coadiuvato  da  tre  distinti 
medici;  tra  essi  una  valente  dotto- 
ressa si  occupa  specialmente  delle  si- 
gnore e  delle  signorine. 

Il  clima  del  Sanatorio,  che  lia  si 
grande  influenza  in  tali  malattie,  è 
asciuttissimo,  tonico,  fresco  in  estate, 
assai  mito  noli'  inverno,  balsamico  sem- 
pre, perchè  il  Sanatorio  è  circondato 
da  ogni  lato  da  una  folta  e  vastissima 
pineta.  - 

—  E  la  spesa?   —  domandai  io. 


la  pensiono,  tutte  le  visite  mediche,  i 
bagni,  le  frizioni,  le  inalazioni,  ecc.,  ecc. 
Il  prezzo  delle  cam«Mo  varia  da  lire  1,50 
a  lire  ('»,   per   quelle  ad  un   lotto  e  da 


Sal.-i  «la  nuinirn. 

—  Modica  e  accessibile  anche  .ilio 
medio  borse,  mi  rispose  l'amico:  la 
diaria  è  di  lire  11  e  comprendo,  oltre 


Sala  (litr  ptiui/.u. 

lire   5   a    lire   8,50   per    quelle   a   due 
letti. 

Si  pagano  a  parte  le  bevande  alcoo- 
lidie  e  tutto  le  bevande  e  gli  alimenti 
che  non  siano  elencati  nelle  distinto 
giornaliei-e  dei  pasti,  il  servizio  dei 
pasti  in  camera  invece  che  alla  tavola 
comune,  i  medicamenti,  la  lavatura,  la 
stiratura,  il  riscaldamento  invernale. 
Ogni  ammalato  paga  una  tassa  di  lire  '20 
por  l'entrata  nel  Sanatorio  e  di  lire  10 
all'  uscita  per  la  disinfezione  della  ca- 
mera; si  obbliga  a  rimanere  almeno 
15  giorni,  e  fa  alla  Cassa  un  deposito 
di  l'ire  800. 

Come  vedi  questo  moderno  Sana- 
torio risponde  a  tutti  i  dettami  della 
scienza  medica,  è  accessibile  anche 
alle  persone  non  molto  agiate,  che 
con  spesa  relativamente  lieve  e  cer- 
tamente inferiore  a  quella  che  si 
richiedo  in  consimili  stabilimenti 
dell'  estoro,  possono  prevenire  o 
curare  una  malattia,  la  quale,  pur 
troppo,  abbandonata  a  sé,  miete 
ogni  anno  migliaia  e  migliaia  di 
vite  umane. 

Le  benemerenze  di  questo  Sa- 
natorio   son    dovute    all'  energica 
ferrea    volontà    e    pertinacia    del 
dott.  Zubiani,  il  quale  seppe  vin- 
cere mille  e  mille  dil!icoltà,  e  vollo 
e  fortemente  volle  che  l'Italia  no- 
stra   potesse   offrirò   ai    numerosi 
suoi  tìgli  ammalati  di  tubercolosi 
o    predisposti    a   tale    ilagello  mi 
Sanatorio  modem')  nel  vero  senso 
«Iella    parola,   che   corrisi)on<lesse 
ad    <^>gni    osigonz.i    della    ni'Mlicina    e 
dell' igiene  e  potcsso  eguagliare  e  su- 
perare quelli  esistenti  all'estero. 


XXII 


LA    VITA    PRATICA. 


E  le  cure  e  fatiche  diutui'ne  e  ze- 
lanti del  dott.  Zubi.iiii  furono  coronate 
di  felice  successo,  jioichò  i  malati  ac- 
corrono attratti  dalla  sua  fama  e  dai 
risultati  ottenii'ii  in  sì  gran  numero 
che  per  poter  trovar  posto  nel  Sana- 
torio occorre  prenotarsi  qualche  giorno 
o  t-ilora  qiiah-he  settimana  prima.  Nu- 
merose onorificenze  furono  concesse 
al  Sanatorio  Italiano  deila  Pineta  di 
Sortenna  alle  Esposizioni  di  Milano 
(1906),  di  Spa  (1907),  di  Buenos  Ayres, 
di  Torino,  di  Roma.  S.  M.  il  Re  su 
proposta  del  Ministro  della  Pubblica 
Istruzione,  insigniva  della  Croce  di  Ca- 
valiere di  S.  Maurizio  e  Lazzaro  il  be- 
nemerito Direttore  dott.  A.  Zubiani. 


Intanto  il  trono  si  fermava  sotto 
la  tettoia  della  Stazione  Centralo  di 
Milano;  io  salutai  ed  abbracciai  l'ot- 
timo amico,  ringraziandolo  delle  pre- 
ziose indicazioni  datemi,  le  quali  mi 
avevano  fatto  riaprire  l'animo  alla  spe- 
ranza circa  la  sorte  dell'adorata  juia 
figlia.  Presi  il  treno  per  Sondrio,  volai 
al  Sanatorio  della  Pineta  di  Sortenna, 

l*ochi  mesi  dopo  il  mio  viaggio, 
mia  figlia  usciva  completamente  gua- 
rita e  fiorente  di  salute  dal  Sanatorio 
Zubiani. 


Dicembre,  1915. 


A.  Culli. 


£  impossibile!. 


Sì,  è  impossibile  che,  anche  una 
sola  volta  in  vita  nostra,  non  abbiamo 
sofferto  di  emicrania,  di  un  semplice 
doloretto  di  testa!  Un  cibo  indigesto, 
uno  strapazzo  sia  corporale  che  men- 
tale, un  dispiacere,  un  dolore,  un  pen- 
siero fisso,  la  rabbia  che  ci  ha  scon- 
volti un  poco,  affievoliti,  il' caldo,  odori 
troppo  forti  e  mille  altre  cosuccio.... 
vanno  a  finire  in  un  malessere,  nel  mal 
di  capo.  Roba  passeggera  che  in  poco, 
come  è  venuta,  se  ne  va  e  buona  notte! 
In  quei  momenti  in  cui  ci  ha  tormen- 
tato, ci  è  sembrata  grande,  fastidiosa, 
tanto  fastidiosa! 

Che  si  dovi-ebbe  pensare  di  quegli 


infelici  che  dell'emicrania  sono  tribu- 
tari perioditjamente:  alti-i  che  la  1  anno, 
si  può  dire,  di  continuo  e  per  un  nu- 
mero infinito  di  cause  e  di  nuilanni. 
Mentre  cercano  di  curare  la  catisa,  il 
malanno,  cercano  sempre  afìannosa- 
mente  qualche  cosa  che  li  sollevi  tem- 
poraneamente, subito  da  quel  do  ore 
e  malessere  insopportabili. 

11  buon  rimedio   c'è,  e  i)ro:ito,  si- 
curissimo. 


Nella  guida.  Per  la  Salii  e,  che  la 
Ditta  Inselvini  &  C.  di  Milano,  Via  Van- 
vitelli  58,  vi  spedirà,  a  richies  a,  gra- 
tis, lo  troverete  indicuLo. 


Sten  O S^G n  0 1  '  Ricostituente  ideale  perfetto.  —  Fra  i  preparati  modonii  code  la  mi- 
•mmmmmmmm^t,.,mmm^m^mmm  glior  fiducia.  Prescritto  dalle  primarie  autorità  mediche.  —  Indica- 
zioni :  Aneini'i,  Ci'iro,si,  Neorasleiùa,  Debolezze,  Esaurimenti  da  ubuni  sessuali  e  inlellettiiaìi. 
Molto  utile  dopo  le  convalescenze  in  special  modo  per  i  militari  convalescenti  reduci  dalle 
latiche  di  guerra.  —  Si  può  fare  la  cura  in  qualsiasi  stajjione  dell'anno.  —  Risultati  seni- 
pre  meravigliosi.  Per  avere  la  cura  compir ta  franca  in  casa  veda^d  inserzione  a  pagina 
ultima  copertina,   —  Indirizzo  telegratico: 

Stenoffenol  DB-MAIiCHl  -  SALXTZZO  -  (Piemonte). 


I.A  VITA   PRATICA. 


XXIJI 


I  Nervi!!!!! 

Scenetta  famip^liare  in  due  atti  di  Gippi  Negrellt. 
inseparabili  personaggi:  Lid  e  Lei.... 

Atto  Primo 


I  due  soliti  in- 


Li:i.  Nfn  c*^  sicuro  ni  mondo  e  forse 
non  c'è  mai  stato  chi  r>iìi  di  me  sofFrji 
(li  quello  che  i  mortali  cliiamano  "  il 
nervoso  ...  Per  mio  corto  nlKa  teoria 
che  vuol  attribuire  ttitto  il  diavolerio 
che  mi  tornar iita  a  quei  miseri  bianchi 
filetti  di  cui  il  mio  corpo  è  irretito,  non 
credo  per  nul- 
la, ma  sta  di 
fatto  che  la  vita 
di  un  "  nervo- 
so „  è  tale  che 
sono  ben  com- 
prensibili quei 
disgraziati  coe- 
tanei i  quali  si 
decidono  a  svel- 
lersi con  il  mez- 
zo j>iii  sollecito 
l'anima  dal  cor- 
po.... E  se  non 
sono  arrivato  a 
questo  estremo 
rimedio  non  è 
già  per  man- 
canza di  corag- 
gio, ma  perchè 
ho....  una  paura 
maledetta.  In- 
tanto cosi  non 
si  va  avanti  !  TI 
menomo  fasti- 
dio che  ad  al- 
tri passerebbe 
inosservato,  mi 
esaspera  al 
jtunto  da  farmi 
])erdere*  com- 
pletamente la 
tramontana.  È 
l'esagerazione 
della  sensibili- 
tà normale  il  malanno  mio  e  di  lutti 
miei  compagni  di  sventura! 

Sentite  questa I  lori  mattimi  perchè 
il  laccio  di  una  scarpa  non  si  decideva 
ad  infilare  l'occhiello,  ho  frullato  lo 
stivale  fuori  della  finestra.  Js'on  l'avessi 
nuli  fatto!  Cadde  in  istrada;  si  adunò 
gente  «ho  forse  sperava  di  veder  se- 
guire il  resto:  la  S'>rva  andò  a  racco- 
glierò l'arnese;  un  aj^ente  municipale 
i\ì\  intimò  la  contravvenzione. 


È  orribile  non  sapersi  dominare!  K 
pensato  che  ho  famiglia  e  che  quan<l<» 
rientro  in  casa  i  mici  piccoli,  che  puro 
adoro,  scappano  con»e  tanti  leprotti  spa- 
ventati, mentre  mia  moglie  contrae  i  li- 
neamenti del  viso  dallo  spasimo  di  ve- 
dermi così  e  di  non  saper  più  che  faro 
por  sollevarmi! 
C'è  da  impazzi- 
re [lunga  pau- 
sa.... shi(ffanie). 
I  medici? 
Bella  razza  di 
gente  !  Tra  vi- 
site e  consulti 
m'hanno  man- 
giato un  patri- 
monio,e....  sem- 
pre con  lo  stes- 
so risultato: 
Andare  in  cam- 
jiagua,  lasciare 
le  proprie  occu- 
pazioni; ripo- 
sare nel  modo 
j)iù  assoluto; 
mangiar  bene; 
l)ore  meglio; 
far  delle  lunghe 
gite  in  carroz- 
za.... Una  vera 
cuccagna,  ma  i 
quattrini  chi 
me  li  fornisco  ? 
Nessuno.  E  al- 
lora? Allora.... 
si  prendono  Io 
j)olveri  miraco- 
lose di  S.  Pro- 
copio; i  cachete 
del  dott.  Tizio, 
l'elixir  del  pro- 
ft;ss<>r  Caio,  e  tutte  le  porcherie  possi- 
fnli  ed  immaginabili;  ci  si  guasta  lo 
stomaco,  si  perde  quel  poco  d'appetito 
che  si  aveva  o  si  finisce  per  numdaro 
un  accidente  con  tutti  i  fiocchi  ai  me- 
dici, alle  medicine  ed  a  quella  porche- 
ria che  si  chiama  "sisteuìa  nervoso!...  „ 
In  vei'ità  c'è  da  impazzire!!!  (ìhi(trri.si 
fii  tirriH  lo  rofffir  e.  coinùtfid  a  tjridttre  e 
gesticolare  a  più  nonjìosso,  mentre  lemme, 
lemme  cala  la  tela). 


XXIV 


LA    VITA    PRATICA. 


Atto  Secondo 


Due  mesi  dopo  Iaù  e  Lei  siedono  a   tavola    sorridendo    alla  zuppiera 
fumante  che  li  attende.  (I  bimbi  sono....  fuori  a  pranzo). 


Lui.  Sono  le  8  passate;  È  mai  pos- 
sibile pranzare  in  orario  ?  Due  mesi  fa 
alla  mezza  in  punto,  immancabilmente 
la  zuppa  era  in  tavola!  Un  ritardo,  un 
solo  minuto  di  ritardo  sarebbe  bastato 
a  farmi  diventare  una  bestia! 

Lei.  Sì,  caro!  Hai  tutte  le  ragioni! 
Solo  che  allora  non  avevi  nessunissimo 
bisogno  di  diventarlo  poiché  lo  eri  in 
permanenza! 

Lui.  (pensoso).  Già.  È  proprio  vero 
ed  è  così  meravigliosa  la  sparizione  dei 
miei    malanni 
che  sarei  in  do- 
vere, per  il  be-       ,  .-■'   • 
ne    dell'uma-       ' 
nità    sofferente 
di  pubblicare  il 

metodo  che  mi  ;    .  "^' 

ha  completa- 
mente ristabi- 
lito! 

Lei.  Non  ci 
mancherebbe 
altro!  Ne  ande- 
rebbe  di  mezzo 
la  tua  ripiita- 
zione  e  faresti 
un  solennissi- 
mo  fiasco.... 

Lui  (estere' 
fatto).  Un  solen- 
nissimo  fiasco? 
Ma  dici  sul  se- 
rio? Tu  che  con 

i  tuoi  stessi  occhi  hai  seguito  passo, 
passo  il  mio  miracoloso  miglioramen- 
to, tu  che,  sapendo  quanto  aboi-rissi  da 
ogni  medicina,  hai  voluto  prepararmi 
ogni  sera  con  pazienza  santa  l'acqua 
calda  per  il  pediluvio?  Vorrai  scher- 
zare non  è  vero  ? 

Lei.  Matutt'altro  caro  !  Me  ne  guai-do 
bene!  Quello  che  ho  detto  lo  sostengo 
e  con  tutta  l'anima!...  Del  resto  ormai 
queste  sono  discussioni  inutili  e  non 
parliamone  più  ! 

Lui.  Ah!  no,  tesoro  mio!  Parliamone 
pure  e  subito!  Qui  gatta  ci  cova!  Non 
vorrai  mica  farmi  credere  che  la  mia 
guarigione  la  devo  alle  tue  preghiere 
o  alle....  benedizioni  di  quella  buona 
donna  di  tua  madre. 

Lei.  Quanto  a  mia  madre,  ossa  non 
e'  entra  por  nulla  e  ti  prego  di  lasciarla 


stare  {concitata).  Sai  bene  che  su  que- 
sto argomento  non  tollero  osservazioni. 

Lui.  e  così  sia!  Ti  faccio  osservare 
però  che  ora  sei  tu  che  hai  bisogno  dei 
pediluvi,  edouna  cura  collettiva  con  la 
mia  amabile  suocera  non  potrebbe  farvi 
che  un  gran  bene. 

Lei.  Povero  sciocco!  Eiu  credi  che 
i  tuoi  bagni  innocenti  di  acqua  calda 
ti  avrebbero  fatto  passare  i  nervi  ? 
Quanto  sei  ingenuo!  E  se  io  ti  dicessi 
che  a  mia  madre,  proprio  a  lei  tu  devi 
la  salvezza?  Se 

nti  dessi  le  pro- 
ve che  tua  suo- 
cera, colei  coji- 
tro  la  quale  sca- 
gli ogni  giorno 
con  furore  le 
tue  frecce  spun- 
tate m'ha  pri- 
ma consigliata 
e  poi  obbligata 
a  curarti,  a  tua 
insaputa  e  con 
un  preparato 
meraviglioso, 
nuovo  che  po- 
chi a^icora  co- 
noscono? 

Lui.  Eh!  No, 
mia  cara!  Que- 
sta non  la  bevo 
proprio  !  Non 
pretenderai 
delle  volte  di  avermi  somministrato 
mentre  dormivo,  il  tuo  stupefacente 
rimedio!  No!  Tu  stessa  ammetti  che 
ciò  è  impossibile.  Scimunito  ancora 
non  lo  sono.  " 

Lei.  Eccoti  in  poche  parole:  Tutti  i 
giorni,  mattino  e  sera  nella  tua  zuppa 
ho  fatto  sciogliere  prima  di  portartehi, 
un  dado  di  Bkodonervolo  F.  L.  (1).  ; 
l'unico  alimento  cui-ativo  pei  nervosi, 


(1)  La  "  Sezione  Medica  „  della  Fabbrica 
Lombarda  dì  Prodotti  Chimici  (Società  Anoni- 
ma per  Azioni!  Capitale  L.  3,000,000  —  Via 

Tortona,  31  —  iVIILANO,  invia  ;i  chiunque  ne 
l'accia  richiesta  e  completamente  </iafi,s,  un 
elej,'ante  opuscolo  illustiato  contenente  in 
uno  schematico  riassunto  la  descrizione  di 
tutte  le  vecchie  e  nuove  specialità  F.  L.,  ed 
una  serie  di  eccellenti  consi^'li  i^j'ienici  e  sa- 
lutaci. 


LA    VITA    PRATICA. 


XXV 


rimedio  dovoluto  nitMìleineiio  elio  al 
Prof.  A.  Tanil)uriju  dell'Università  di 
Roma.  0  che  il  nostro  medico  lia  fatto 
venire  appositamente  dalla  Farmacia 
della  Fabbrica  Lombarda  di  Prodotti 
Chimici. 

Si  tratta  di  una  importantissima  so- 
cietà anonima,  che,  appena  scoppiata 
la  guerra  s'è  messa  coraggiosamente 
alla  testa  del  movimento  di  liberazione 
industriale,  giungendo  in  pochi  mesi  a 
risultati  promettentissimi  ed  insperati 
0  dotando  in  breve  l'Italia  di  quasi 
tutti  i  prodotti  che  Austria  e  Germa- 
nia ci  avevano 
finora  fornito 
in  quantità 
enoruìe. 

I  dadi  di  Bro- 
donervolo  si 
possono  para- 
gonare in  certo 
qual    modo    al 


brodo  concentrato  Maggi;  essi  aggiungo- 
no a'-oma  e  gusto  alla  zuppa,  ma  nello 
stesso  tempo  contengono  nella  quan- 
tità dovuta  il  sovrano  tra  i  calmanti. 

Questo  è  quanto.  Altro  che  pedi- 
luvi, e,  come  ti  ripeto,  di  tutto  devi 
ringraziare  tua  suocera!  Capirai  che, 
anche  per  lei,  la  cosa  aveva  la  sua  im- 
portanza ed  il  riduiti  in  una  settimana 
un  agnellino  l'ha  riempita  d'immensa 
gioia  e.  diciamolo,  pure  d' orgoglio I... 

Lui  {die  non  sa  credere  ancora  a  quanto 
ha  appena  adito,  in  un  impeto  di  grati- 
tudine esclama:)  Che  Dio  la  benedica! 
Dille  che  d'ora 
in  poi,  la  vo- 
glio, capisci?  la 
voglio,  a  cena 
con  noi....  una 
volta   al   mese. 

{Tutta  giuHva 
cala  la  tela). 


si 

^^1 

w 

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Morini  &j  Bossi  —  via  Manzom,  31  - 

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XXV 


LA   VITA    PRATICA. 


Per  la  salute!... 


Un  vero  successo  —  non  librario  per 
carità!  —  Un  successo  di  innumerevoli 
richieste  avute  l'anno  scorso  e  che  ci 
hanno  spinto  a  ristampare  il  libriccino. 
Nome  fatidico:  Per  la  Salute!...  E  chi, 
anche  fiorententissimo  non  teme  di  do- 
ver mancare  da  un  momento  all'altro 
da  questo  mondo  birbone  (che  ci  s piace 
pur  sempre  abbandonare)  e  di  dover 
soffrire  tanto  alla  prima  parvenza  di 
male?!  Non  parliamo  poi  dei  vei*a- 
mente  ammalati,  degli  acciaccosi,  dei 
vecchi  ecc.  Tutti  possono  trovare  quello 
che  fa  per  loi'o  e,  se  non  per  loro  pro- 
priament'j,  pei-  altri.  Non  spendete  nul- 


la!... Il  libriccino  si  ah  gralìs  et  aìuorc 
Dei.  —  Approfittatene. 

S'inizia  con  alcuni  consigli  sullo 
malattie  cardiache  e  vi  si  indica  una 
cura  certa,  sicura  che  lia  giovato  a  mi. 
gliaia  e  migliaia  di  persone:  una  cura 
che  ha  fatto  il  giro  del  mondo,  non  in 
ottanta  giorni,  ma  nel  periodo  di  mol- 
tissimi anni  e  sempre  con  cresconte 
successo. 


La  Ditta  Inselvini  «fe  C.  di  Milano, 
Via  Vanvitelli,  58,  si  farà  un  dovere 
•di  spedirvene  una  copia  appena  la  ri- 
chiederete. 


Ventriere   Igieniclie  Sigurini, 


Tutti  conoscono  il  significato  della 
parola  "  Venti-iera„:  pochi  sanno  però 
quali  requisiti  debba  possedere  una 
ventriera  per  corrispondere  perfetta- 
mente agli  scopi  curativi  e  igienici, 
per  non  essere  cioè  inutile  o  danno- 
sa: anche  qui  vale  il  precetto  fon- 
damentale della  Medicina  "  Primo  non 
nocere  „ . 

Quando  si  parla  di  "  Ventriera  „ 
s'intende  tuttora  un  oggetto  costruito 
in  parte  o  in  totalità  con  tessuto  ela- 
stico di  caucciù  e  in  parte  o  in  tota- 
lità armato  di  stecche  e  di  allacciatiire 
metalliche:  l'idea  che  di  elastico  ci  sia 
soltanto  il  caucciù  e  che  la  ventriera 
debba  possedere  delle  stecche  per  non 
raggrinzirsi  è  diffusa  anche  nella  mag- 
gioranza della  stessa  Classe  Medica, 
presso  la  quale  hanno  potere  sugge- 
stivo le  costruzioni  stereotipe  di  tipi 
dozzinali  stranieri  ai  quali  l'Industria 
Italiana  del  genere  è  completamente 
asservita,  sia  per  l'importazione  di- 
retta, sia  per  l'imitazione  eseguita  più 
o  meno  bene  da  Noi. 


Le  Ventriere  Igieniche  Sigurini  (In- 
ventore e  Costruttore  Dott.  GiuMeppeSi- 
gm-ini,  Medico-Chii-urgo,  Via  Plinio  10, 
Milano)  hanno  lo  scopo  preciso  di  se- 
gnare ima  emancipazione  completa  da 
tutto  ciò  che  in  questo  campo  si  ebbe 
finora  di  irrazionalo,  di  non  corrispon- 
dente agli  scopi  curativi  e  igienici. 

Le  Ventriere  Igieniche  Sigurini  sono 
costruite  in  tela  e  maglia,  senza  stec- 
che, senza  elastici  di  caucciù,  senza 
allacciature  metalliche:  si  lavano,  si 
stirano,  si  sterilizzano:  sostengono  per- 
fettamente qualunque  ventre,  sia  obeso, 
sia  deformato  da  sventramenti,  ernie 
ventrali,  postumi  di  operazioni,  ecc. 
Uniche  esistenti  per  dare  alla  donna  un 
mezzo  curativo  efficace  con  un  abbi- 
gliamento veramente  igienico  nella  ge- 
stazione e  nel  puerperio. 

Chi  desidei'a  maggiori  schiarimenti 
su  questo  nuovo  Metodo  di  origine  au- 
tenticamente italiana^  chieda  l'Opuscolo 
Illustrativo  al  Dott.  Giuseppe  Sigurini, 
Medico -Chiiurgo,  Via  Plinio  10,  Mi- 
lano.  {Invio  gratis). 


Anno 
IV 


1917 


Almanacco  dello  Sport 

(LA  GUERRA  E  LO  SPORT) 
500  pagine  —  500  vignette  —  Copertina  a  colori  —-  Lrire  1,60 


R.  r.BMrORAI)  &  JH>IG1jIO  -  Bdltot 


VTMBNZE 


LA   VITA    PRATICA. 


XXVll 


Iviqtiori,    Rosolii,    Creme 
Sciroppi,  ecc. 


Siiu»  a  poclii   anni   fa, 
die  dei  J^iquori  e  degli 


fubbrica- 
■  oppi  ri- 


la 
/ione  uei  J^iquon  e  aegii  .Sf 
ihiedeva  tale  \\u  coinplesso  di  cogni- 
zioni, uuile  a  lunga  pratica,  che  diffi- 
<il mente  si  sarebbero  imparate  con  la 
sola  lettnia  di  un  manuale.  —  Oggidì, 
invece,  grazio  agli  Estratti  concentrati 
a  vapore  (assolutamente  a  basi  vegetali, 
sia  per  la  parta  aromatica  che  colorante, 
e  quindi  garantiti  innocui),  tale  fabbri- 
cazione è  possibile  a  chiunque,  anche 
digiuno  delle  più  elementari  nozioni 
tecniche,  giacche  gli  Estratti  han  sop- 
presso ad  un  tratto  le  tante  manipo- 
lazioni d*un  tempo.  Basti  il  dire  che 
tutta  r abilità  del  fabbricante  di  liquori 
deve  consistere  in  questo:  sciogliere  da 
una  parte  fa  nectòsaria  quantità  di  zuc- 
fihero  nella  nereitsaria  quantità  di  acqua, 
fredda,  dall'altra  versare  l'Estratto  nella 


A-cque    da   toeletta, 

I^ozìoni  ed  aceti» 

Estratti  tripli  d'odore. 

La  profumeria,  è  constatato  dai  più 
eminenti  igienisti,  tendo  alla  pulizia 
del  corpo  ed  alla  freschezza,  alla  morbi- 
de/za ed  alla  conservazioiTe  della  pelle. 
Ma  provvedersi  di  buoni  e  vei*ament«^ 
igienici  jirodotti   è  cosa  assai  difficile. 

E  stato  per  ciò,  che  il  Premiato 
Laboratorio  Chimico  Orasi,  di  Milano, 
dopo  lunghi  e  profondi  studi,  è  potuto 
riuscire  a  mettere  in  vendita  dei  pro- 
dotti veramente  ottimi,  coi  quali  chiun- 
que, da  sé,  può  facilmente  fabl>ricare 
qualunque  profumo,  sicuro  di  avere 
un  genere  di  tutta  soddisfazione  che 
gli  venga  a  costare  circa  80  per  cento 
di  meno  dei  prezzi  dei  profmnieri. 

Tale  è  la  baso  del  nuovo  prodotto 
Profumerìa  Istantanea,  che  il  Laboratorio 
Chimico  Orasi  di  Milano,  14  Via  Felice 


necessaria    quantità    di  spirito    (alcool)  Casati,  mette  in  vendita,  il  solo  ed  uni- 

agitando  ^;érr  bene,   ed  indi  unire  le  due  co  in  Italia,  fabbricante  di  ottimi  pro- 

Uiiscele,  versando  la  seconda  nella  2>}'i ma.  dotti  concentrati,  che  furono  premiati 

11  liquore  è  fatto,  e  a  seconda  dell'E-  nelle  più  importanti  Esposizioni, 

stratto  usato,  si  avrà  un  Alkermes,  una  La  Profumeria  Istantanea  più  che  ai 

Benedectine,  una  Chartense,  un  Fernet,  privati  (i  quali  hanno  un  gran  torna- 

un  Fet^-o-China,  ecc.  —  se  non  migliore  conto  ad  usarla)  si  dirige  a  tutti  i  pro- 

—  per  colore,  per  sapore,  per  abboccato,  fumieri,  parrucchieri,  chincaglieri,  far- 


e  per  graduazione  alcoolica  e  zucche- 
rina, alle  più  accreditato  marche  in 
commercio,  col  vantaggio  di  costare 
dal  50  air  80  per  cento  di  meno. 

Come  vedesi,  qualunque  modesto 
Caffettiere  o  Droghiere,  qualunque  ma- 
dre di  famiglia,  qualunque  persona, 
può  diventare  un  eccellente  fabbricante 
ili  ottimi  Liquori.  Kosolii,  Sciroppi,  ecc. 

Come  ciò  possa  essere,  riesce  facih; 
spiegarselo,  quando  sappiasi  che  gli 
Estratti  pei"  Liquori  quelli  almeno 
fabbricati  <lal  Treni  iato  Laboratorio 
Chimico  Orosi  di  Milano,  14  Via  Felice 
Casati,  altro  non  sono  che  Liquori  (sen- 
za alcool  e  /Aicchero)  concentrati  nel 
vuoto,  contenenti  tutti  la  necessaria 
quantità  di  colore. 

Gli  Estratti  del  Laboratorio  Chimico 
Orosi  di  Milano,  sono  conosciuti  ormai 


macisti,  ecc. 

Prendendo  per  base  il  costo  di  un 
nostro  flacone  di  Profumeria  Istantanea 
per  esempio:  Estratto  triplo  d'odore  di 
violetta,  il  prezzo  del  flacone  è  di  L.  9, 
più  costo  dello  spirito  L.  15,  forma  un 
totale  di  L.  24,  per  2  litri  di  vero  estratto 
d'odore  triplo. 

Con  2  litri  d'Estratto  triplo  d'odore, 
si  possono  riempire  circa  ben  SO  fla- 
coni eleganti  piuttosto  grandi;  un  fla- 
cone di  Estratto  d'Odore,  confezionato 
e  pronto  alla  vendita,  viene  a  costare 
circa  L.  1,  mentre  il  prezzo  <li  vendita 
in  commercio  è  dalle  8  alle  4  lire. 

Quello  che  dicesi  per  gli  Estratti 
di  Odore,  può  ripetersi  per  l'Acqua  di 
iliinina,  Acqua  di  Colonia,  Acqua  di 
Felsina,  Acqua  Dentifricia,  Lozioni,  ecc. 
con  la  assoluta  garanzia  di  un  buono 


in  tutto  il  mondo,  e  questo  slabilimonto    ed  ottimo  prodotto,  una  pronta  ed  im- 


in  vista  dei  numerosi  ordini  dell'Estero, 
è  stato  obbligato  a  impiantare,  per  l'E- 
sportazione, una  succuisale  a  Mendrisio 
(Svizzera)  alla  quale  possono  rivolgersi 
i  fommittenti  dell'Estero  e  riceveranno 
i  cataloghi  nella  lingua  desiderata. 

Recentemente  anche  Premiato  all'Esposizione  di  Bruxelles  1910 


mediata  fabbricazione  facile,   che 
richiede  né  lambicchi  né  storte. 

Questo  prodotto  si  raccomanda  an- 
che per  l'Esportazione  nelle  Americhe, 
riducendo  enormemente  i  gravttsi  dazi 
doganali. 


XXVJIl  LA  VITA  PRATICA. 


EMOGLOBINA 


solubile 
DESANTI  e  ZULIANI 


Specificò  razionale  di  sicura  efficacia,  di  rapido 
effetto,  nella  cura  delle  anemie  e  della  clorosi, 

LIQUIDA  -  IN  PILLOLE  -  AL  VINO  CON  PEPTONE  DI  CARNE 


L'Emoglobina  solubile  Desanti  e  Zuliani  in  tutte  le  sue  prepa- 
razioni, ha  sapore  assai  gradito  ed  è  perfettamente  tollerata  anche 
dai  sofferenti  di  stomaco,  nei  quali  anzi  migliora  la  digestione. 


=^PLASMON^^^ 

volume  ffliniino  -  valore  nutritivo  massiino  -  digeribilità  perfetta. 

Specifico  per  la  nutrizione  degli  ammalati  anclie  altamente  febbricitanti 

r  ipernutrizione  e  ricostituzione  dei  convalescenti,  dei  bambini 
dei  vecchi  e  dei  deboli  in  genere. 


L'unica  sostanza  che  aumenta  la  secrezione  lat- 
tea, con  sicurezza,  con  rapidità,  e  in  proporzioni 
sorprendenti,  rendendo  in  pari  tempo  floride  le 
condizioni  delle  nutrici  e  quelle  dei  lattanti  •  •  • 

-  .  .1      .         Hiji  J 

SALI  PURGATIVI 

di  SAINT  VINCENT  (fons  salutis) 

-  la  Karlsbad  italiana  - 


CURANO  LE  MALATTIE 


dello  stomaco (atonia 

(catarro    -    atonia    -    stitichezza    -    emor- 
roidi, ecc.). 


dell*  intestino 
del  fegato .  .  . 
del  ricambio. 


(catarro  delle  vie   biliari  -  itterizia  -  cal- 
colosi -  epatiti,  ecc.). 

(obesità  -  uricemia  -  arbitrismo  -  calcolosi 
**«-x  AA^a.«»uAv renale^). . 

(  ,c — ■ ■ . . _ . — ^^ . — ~'>3i) 


La  rubrica  della  Salute. 


Repertorio  delle  Specialità 

MEDICHE  ed  IGIENICHE 

(per  ordine  alfabetico). 

Da  ogni  parte  d'Italia  ci  pervenivano  dai  nostri  innumerevoli  let- 
tori, lagnanze  perchè  l'Almanacco  non  registrava,  in  una  rubrica 
a  se,  tutte  quelle  specialità  farmaceutiche  ed  igieniche  che  sembras- 
sero degne  di  essere  segnalate,  per  la  loro  ottima  riputazione,  univer- 
salmente ammessa.  Oggi  poi  che  i  prodotti  tedeschi  debbono  essere 
sostituiti  da  surrogati  italiani  o  provenienti  dalle  nazioni  alleate,  tale 
rubrica  era  anche  più  necessaria.  Ci  siamo  quindi  dati  premura  di 
colmare  questa  lacuna  e  così  il  nostro  A.linaiiacco  sarà  un  fido 
e  ascoltato  consigliere  anche  per  quanto  riguarda  la  salute.  Arricchi- 
remo e  completeremo  nei  venturi  anni  quest'  importante  rubrica,  si- 
curi che  i  nostri  lettori  ce  ne  saranno  riconoscenti. 


yVC£mthl.6Sl      ViriliS  liquida   composita.  Sotto  il   nome  di  Acauthm 

^^^t^tm^^m^mmmmma^mmm^^mt^m^mm^   l-iri/is,   si    è   lliesSO   (1:1    pili    Ulìlli     ili    L'OIlimeiCiO    UH 

composto  coricante  d'ini'Oiitesl abile  ed  iiuinediata  etlicaciii.  L'Aoanthea  è  orifjiiiari.-i  dulia 
Ainerii-a,  ove  è  dett;i  !a  jtinnta  ile/i' ainoi-e.  Vi  è  inoltre  unita  la  Damiana  o  Tiiiuera  afro- 
disiaca, il  lohinibelie,  d;i  t-ui  si  estrae  la  joimbina,  ed  altre  sostanze  simili,  come  la  vanilla, 
lo  zenzero,  la  ca-<carilla.  Costa  L  10  il  Hacone,  spedito  raccomandato  in  tutto  il  mondo.  — 
J.  ^'aranti;a  iniiucu  i,  ed  pili  ace.      -    Necessaria  per  gli  sposi. 

Ditta  LOMBARDI  e  CONTARDI  -  Via  lioma,  liió  -  NAPOLI 


'!- 


Acqua  Antisterica  di  S.M.  Novella  L'SenT- 

bile  in  ogni  famiglia,  contro:  1  distur  /i  Is  erici,  cattive  digestioni,  coliche,  svenimenti,  ec.  — 
Produttore  ii.  VgO  Mtefaili  -  Offlc.  profitino-farmic-ut'ua  di  S.M. Nocella  -  FIllEXZR. 


-H- 


Acqua  di  Nocera-Umbra  (Sorgente Angelica)  t^  i:?^:^^ 

lez/.a  fenomenale,  squisita  al  palato,  pura,  diuretica,  acidulo-alcalina  è  stata  nel  progresso 
tei  tem|>i  celebrata  coi  varii  nomi  di  Aoi  m  Santa,  Acuita  vert/ine,  Acqua  bianca,  Acqua  An- 
i-lica.  —  k  il  prototipo  «l.-Iie  vere  aciiue  da  tavola  ciie  può  bersi  in  gran  «luantltà 

•  nza  mo'.e^tìa  alcuna.     -   K>er<'ita  un  vero  lavaggio  dcH'organismo    attraverso    ai    reni   e 

u'ilita  la    digestione. 

Proprietari  della  Sorjen'f:    V.   Bislei'l  dt   C  -  ]IIIIi.4NO. 

^^CQ[\ia       x*  lllvia  (Dott.  KocK  Collihium).  — Preparazione  spooiale  per  dare 

^mm^^^m^a^im^mm^i^ammmmmimmm^  agli    OUUhi    Salute    6    bclIeZZa.  GuarlSCe    i  bruc'iori  O  Itì  gOU- 

liezze  delle  palpebre;  fa  scompiriru  i  dlamenti  sanguigni,  prevunen.lo  oftalmie,  blefariti,  ec. 
Balsamo  impareggiabile  per  calmare  la  penosa  sensazione  di  siauchczza  agli  ocelli  atl'aticati 
dopo  le  lunghe  veglie.  K  un  prodotto  assolutamente  innocuo  non  contcn»Mido  cocaina, 
atropina  o  qualsiasi  altro  alt-aloide.  L'occhio  diventa  più  linipiMo.  (a  pupilla  più  luminosa 
©  lo  sguai\to  acquista  ma.'gtor  grazia  e  H'duziono.  T.a  scatola   1*1  re  5. 

r.  <>  RAGAZZONI  —  C  limici  Faraiucisti  -  CALOLZIO  (Prov.  Bergamo). 


XXX  ==-  -  La  rubrica  della  Salute. 


AcCgXie    ]NfÌHeFa.lÌ«  "^'^  sorgenti  con  temperature  da '20o  a 
(Tenne  Alenlino.^ AfNH.i)  75°  5:  solfurse  Calile  e  fredde,  alcaline 

carboniclie,  t'errugginose  calde.  —  Fanghi  termo-minerali  solfurei  a  To'* 
naturali.  —  Stufe  di  San  Germano  con  ambienti  da  30°  a  05°,  feuda- 
tario naturale  con  aria  calda,  secca,  respirabile.  —  Apollo  acqua  al- 
calina carbonica,  bicarbonato  sodica,  diuretica,  digestiva. 

Indicazioni:  Reumatismi  articolari  e  muscolari.  —  Periostiti  ed 
osteoperiostiti.  —  Sinoviti.  —  Artrite  deformante.  —  Nevralgie.  — 
Gotta,  —  Polisarcia.  —  Neuroartritismo.  —  Postumi  di  lesioni  trau- 
matiche e  di  operazioni  chirurgiche.  —  Malattie  della  sfera  genitale 
della  donna.  (Ved.  pag.  16). 

AiClt*GnofCf     Scl3.VO.  N"<^^'*>  comiìosto  scientifico  di  estratto  di  capsule 

lini  mimili  ■!  libili  suvi-eu.ili,    l'crio,    niangauose,    contro   le   anemie 

primitive  e  socoiidaiie.  Si  dà  por  bocca  da  20  a  50  "occe  al  giorno,  prima  dei 
pasti.  —  Istituto  Sieroterapico  e  Vaccinogeno  Toscano,  diretto  diil  Prof.  A.  SCLAVO 
ELIA  COLI,  concessiuniuio  per  la  vendita  dei  prodotti   —  SIENA. 


Agli  indeboliti Agli  sfiniti che  a  corpo  sia  indebo- 

I  I  1— — .      I     I    111^^———  lito  hi  seguilo  a  malat- 

tia o  manchi  di  t'orza,  di  resistenza  per  tutL' altra  eausa,  la  via  da  seguirsi  è  sempre  la 
stessa  il  sangue  è  esaurito,  i  nervi  sono  come  spezzati.  Un  rigeneratore  del  sangue,  tonico 
dei  nervi,  è  necessario.  Pi  eudendo  le  Pito-e  Lagala,  economizzerete  tempo  e  danaro.  Esse 
guariscono  i  casi  di  iineini<t,  di  ne  frante  ni  a.  Ai  debolazìci  generale,  e  j)iù  le  indisposizioni  pas- 
segyiere  che  tengon  dietro  ad  una  malattia  acuta.  Sono  in  vendita  al  Deposito  V.  LAGALA  — 
Via  Nuova  Monteoliveto,  2i)  —  NAPOLI  —  li.  3  la  scatola  -  Li.  1©  le  sei  scatole  franco. 


AlcHebiogeno  (Ditta  Cravero  k  C."  -  Modena)  " /^i^vZi?  ^ 

base  dei  glicerofosfati  di  ferro,  calcio,  sodio,  chinino,  potass'o  manganese.  —  Si  prepara 
con  Stricnina  -  senza  Siricnina  -  ed  una  qualità  speciale  per  diabetici.  —  Non  contiene 
alcool  -  altissima  percentuale  di  zucchero.  —  trliarisce:  T  anemia,  la  nevrastenia,  il 
linfatismo,  la  debolezza  di  stomaco  —  è  preziosissimo  dnpo  le  convalescenze  mediche  e 
chirurgiche  e  negli  esaurimenti  da  abusi  sessuali  e  intellettuali.  —  (Cura  completa  di  4 
tìaconi  L.  IJÌ,  franchi  di  porlo  a  domicilio). 


Amaro    d^  Udine    De    Candido.  Speclalit-i  di  antica  rinomanza,  pre- 

— M^— — — —  — ^— ^M— 1^»  miata  alle  più  autorevoli  E.sposizioni 

Nazionali  ed  Estere.  Tonico,  digestivo  di  eccezionale  etficacia  e  come  tale  consigliato 
in  tutte  le  forme  di  anoi-essitt,  inappetenze,  disturbi  gas'rici.  —  Per  la  sua  alcolicità  inferiore  ai 
21  gradi  non  è  soggetto  a  restrizioni  alla  libera  vendita  nei  pubblici  esercizi  agli  effetti 
della  legge  contro  l'alcolismo.  —  Raccomandato  e  diffuso  come  febbrifugo  nelle  zone 
malariche,  preferito  agli  altri  amari  per  le  sue  proprietà  legijcrmente  Ins-taiire  e  lermifitghe. 
Preparatori:  Ditta  Dott.  A.  TREBBI  e  A.  COLUTTA  ■  Succ*  a  D.  DE  CANDIDO  -  UDINE 

i%  __  A_  _^_,j^  •Ricltfkt»!        È  un  rimedio  contro  la  Ootta  e  contro  tutte  le 

*»■"■*"■&***  "AJlolCn»  conseguenze  morbose  dell' Mr/cte»/*/^,  e  cioè:  i  «nella, 
calcolosi  renale  eà  epatica,  dermatosi  teczema,  orticaria,  eritema),  nevralgie  (emicrania,  scia- 
tici), arteriosclerosi.  —  Una  cara  ordinaria  dura  100  giorni  e  si  fa  con  i  due  flaconi  N."  I  e 
N."  II.  —  .  Col  1°  si  fa  una  cui-a  intensiva  eliminatrice  della  matena  peccuns  (acido  urico) 
e  si  vince  la  violenza  e  il  doloie  dell'accesso  gottoso;  col  2°  si  moditìra  il  ricambio  e  si 
impedisce  il  ripristinarsi  dell'acido  urico  In  eccesso. 

Casa  produttrice:  F.   Billeri  &.  C   -  MIIìAXO. 
i!{ 

A.nLtÌS©I>tolO  (Analettico  perfezionato).  Questo  prodotto  è  quanto  di  meglio 
-^- .-^««~.^.^"<«i«»-  ,«.an:.««.;s»»«K.-  possa  desidcrarsi  per  la  cura  delle  malattie  dello  stomaco  e 
dell'intestino,  comprese  le  febbri  di  autointossicazione.  Cura  la  stitichezza  abitualo  ed  osti- 
nata, arresta  la  diarrea  e  la  dissenteria,  guarisce  l'acidità,  le  lenti  digestioni,  l'innupetenza, 
la  pirosi.  Costa  L.  6  il  flacone,  per  pasta  L,  7  anticipate.  La  cura  completa  ])er  la  forma 
atonica  (con  stitic!iez'/.al  costa  L.36;  per  la  forma  putiida  (con  duvrrea)  costa  L.  24;  per 
la  forma  acida  (lente  diLrostioni,  nirosii  costa  L.  18  anticipate  a 

LOMBARDI  e  CONTAROI  -  Via  Roma,  Uló  -  NAPOLI 


fja  rubrica  della  Salute.  xxxi 

^Vn.tiS'Vprì.illS»  Rimedio  eroico,  «icMn»  «-^  i>»/"a«»6i7«  nelIa  cura  dell»  lue  cel- 
— ^^—  M^^^—ii^  tira  sia  recente  che  tardiva,  anche  in  casi  gravissimi  e  ri- 

belli a  qualsiasi  altro  trattamento. 

*  Sono  veramente  sorpreso  degli  Effetti  Miracolosi  ottenuti  dal  suo  AntÌ8yphilÌH  in 
casi  anche  gravissimi  di  manifestazioni  ossee,  ribelli  per  molto  tempo  a  qualsiasi  altro 
trattamento  sia  iodico  che  mercuriale,  non  escluso  le  tanto  decantate  iniezioni  di  calome- 
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XXXIV  -  La  rubrica  della  Salute.  -■--- 


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morte  e  la  sventura  mietendo  vittime  in  tutto  il  mondo  ha  trovato 
finalmente  il  suo  nemico  implacabile  nel  nuovo  siero  anorganico  de- 
nominato Jo<lotio.colarsiniaai  che  un  Istituto  Italiano  ha  il  merito 
di  avere  creato  e  lanciato  in  tutto  il  mondo  prima  alla  osservazione 
dei  clinici  e  poi  alla  cura  degli  infermi.  I  risultati  pratici  ottenuti  sono 
positivi  e  migliaia  di  tubercolotici  sono  stati  restituiti  alla  vita  dal 
mirabile  medicamento.  Il  farmaco  ha  condotto  alla  guarigione  quando 
V  inizio  della  cura  è  stato  precoce,  prima  cioè,  che  da  una  parte  le  de- 
vastazioni del  polmone  e  dall'altra  l'avvelenamento  di  tutto  l'orga- 
nismo rendevano  illusoria  qualunque  speranza  di  successo,  ma  anche 
in  questi  stadii  avanzati  ha  giovato  diminuendo  la  febbre,  sollevando 
le  forze  organiche,  migliorando  la  nutrizione.  Quanto  diciamo  è  atte- 
stato da  spontanee  relazioni  di  ammalati  e  di  medici  italiani  ed  esteri 
e  la  documentazione  si  offre  allo  esame  degli  increduli  dall'Istituto, 
ove  mai  venga  richiesta.  La  cura  giova  nella  tubercolosi  polmonare  in 
ispecie,  in  ogni  stadio  del  morbo,  ma  è  ugualmente  indicata  con  sicu- 
rezza di  successo  positivo  in  qualunque  localizzazione  del  bacillo  di 
Koch:  pleura,  peritoneo,  articolazioni,  ossa,  ecc.  E  giova  tanto  più 
quanto  maggiormente  vengono  curate  le  regole  della  igiene  generale  e 
della  razionale  alimentazione.  L' amministrazione  del  farmaco  è  per  la 
via  sottocutanea  ed  è  fatta  in  tre  periodi.  L' Istituto  è  a  disposizione 
dei  medici  e  dei  malati  per  qualunque   chiarimento   e   delucidazione. 

Scrivere  o  telegrafare  —  ISTITUTO  MAGVER  —  Vomero  (NAPOLI) 


T^a  rubrica  d^lla  Salute. 


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costtuisce  rapidamente  il  sangue,  le  ossa  ed  il  sistema  nervoso.  Previene  e  guarisce 
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colute  (lerivii  dalhi  s:ipifii:e  e  r.i/ion;ile  as.sociazione  dei  principi  attivi  contenuti  nella  G'a- 
effit  l'fficuiaìis,  col  lattofosfato  <ii  calcio,  metilarsifuito  sodico  e  polvere  di  arielum  fofnicuhim. 
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lavoriscono  la  lormazione  di  tessuti  nuovi,  la  rinnovazione  delle  cellule,  svolgendo  una 
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(iaetano  Lombardi  per  curare  le  tos-i  ostinate,  stizzose,  convulsive,  nervose,  per  catarri, 
bronchiti,  influenza  e  simili  malattie  bronco-polmonari.  Molti  farmacisti  e  droghieri,  vista 
la  facilità  di  vendita  dell'eccellente  prodotto,  l'hanno  falsificata,  o  stupidamente  imitata, 
llaccomandiamo  a  chi  1,' acquista  di  pretendere  la  vra.  8i  prepara  semplice,  alla  codeina 
ed  al  <-atramo.  Costa  L  2,40  in  tnttc  le  farnjacie  del  mondo.  Si  spedisce  raccomandata 
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**-'*•*****  tserve per  un  litro  d'acqua).  Si  usa  mirabilmente  come  de- 
|)nrativo  dei  reni  o  delle  vie  urinarie.  Ij.  1,20  la  scatola  di  10  polveri.  Per 
j)OHta  Vaglia  anticipato  di  li.  1,50  —  Per  2  scatole  detto  di  li.  SS.7S  —  Per 
IO  scatole  detto  di  li.  18.  [La  lira  t  per  VimhaUo).  Opuscolo  .(^/yì/ùv  ai  richiedenti. 
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cia degli  Anglo-American-Stores  MILANO  (Italia)  Cur-.o  P.'*  Nuova,  17.  L.  6  franco  nel  Regno 


XL  La  rubrica  della  Salute ■ — 

Mammilarium.  Portentoso  ritrovato  per  la  bellezza  della 
mmmmm^^^,mm^mm^^m^^m^^  pelle,  di  elìetto  Hieraviglioso  )  da  non  con- 
fondersi con  altri  prodotti  similari.  Ricetta  scoperta  in  un  manoscritto 
antichissimo  conservato  da  una  preziosa  Biblioteca,  che  si  ha  tutta  ra- 
gione di  ritenere  fosse  quella  dello  specifico  usato  dalle  Antiche  Matrone 
Romane.  (  Yed.  anche  articolo  in  questa  stessa  rubrica  "  Vita  pratica  ,,ì. 
;ji . 

^^Sltllè      dellB.      F^lorida.*  Rimedio    naturalp.,   fisiologico,   contro    hi 

mmmam^^^^mmmm^^^mmmammmmmimm^^mmmm^^^^^  StiticlieSEZa.  E  COmpOStO  di  SOli  vege- 
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data,  recalcitranti  ad  altri  rimedi.  Un'  applicazione  di  Unìco  vuol  dire  la  scom- 
parsa, a  breve  distanza,  di  quei  piccoli  triboli  sopra  nominati,  eppure  così  grandi, 
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INDICE  DEI  PRINCIPALI  COLLABORATORI 


Andriulli  Giuseppe  A.,  redattore  del  "  Se- 
colo „,  Roma  —  (Tra  le  quinte  della  Storia). 

Arancini  cav.  prof.  Arancinio,  Milano  — 
(La  Lega  Economica  Nazionale). 

Bagot  lUceardo,  Londra  —  (Italia  e  In- 
{jhilterra). 

C'erri  Antonio,  redattore  del  "  Resto  del 
Carlino  „  Bologna  —  (Tommaso  Salvini). 

Chiurf4)  prof.  Jiindo,  del  E.  Istlt.  Tecnico 
di  Udine  —  (Il  Friuli  e  la  gueiTa). 

Conio  cav.  Stefano,  redatt.  dell'  "  Italia  „, 
Milano  —  (I  bimbi  e  la  guerra). 

t  Cordelia  (Virginia  Tkeves-Tkdkschi,  con 
la  collaborazione  di  Lia  Tedeschi  e  di 
Giulietta),  Milano  —  (Corriere  femminile,. 

Giangiaeomi  Palermo,  vicedirettore  della 
Biblioteca  Comanale  di  Ancona  —  (Le  ori- 
gini del  Tricolore  italiano). 

Oiorannini  prof.  cav.  Alberto,  direttore 
del  R.  Istituto  Commerciale  di  Bologna  — 
(La  guerra  e  l'economia  nazionale). 

Gray  Ezio  Maria,  Firenze  —  (Venezia  e 
la  guerra). 

Jjnncellotti  avv.  Arturo,  Roma  —  (Come 
l'Italia  assiste  i  suol  feriti). 

Leieht  prof.  Pier  Silverio,  della  R.  Univ. 
di  Modena  —  (L'imperatore  Francesco  Giu- 
seppe). 


Malnerl  prof.  B.,  redattore  del  "  Caffaro^, 
Genova  —  (I  prigionieri  di  guerra). 

Marchese  prof.  cav.  G-iovanni,  direttore 
del  "  Corriere  del  Villaggio  „,  Milano  — 
(Agricoltura). 

Mellini  avv.  Pietro  Roberto,  Bologna  — 

(Indice  delle  leggi). 

Monarl  Hotneo,  Bologna  —  (Gli  Archivi 
della  nostra  guerra). 

Pantalini  cav.  prof.  Oreste,  Milano  — 
(Diario  sacro). 

Jiajna  prof.  dott.  Michele,  direttore  del 
11.  Osservatorio  Astronomico  di  Bologna  — 
(Parte  astronomica). 

Schiari  dott.  Alessandro,  Milano  —  (Le 
opere  di  assistenza  civile). 

Tragni  oolonn.  A.,  Marcelliae  (prov.  di  Ve- 
rona). —  (Cronaca  della  guerra). 


Si  omettono  1  nomi  di  altri  collaboratori 
che  in  misure  diverse  hanno  prestato  l'ope- 
ra loro  e  taluni  dei  quali  non  desiderano  di 
essere  nominati.  Fra  questi  va  specialmente 
ricordato  il  nostro  antico,  valente  e  cortese 
c<>llaboratoi-e,  funzionarlo  della  Corto  Pon- 
tificia. 


lAt  proprietà  artistica  e  letteraria  di  questo  volume,  per  tutti  i  paesi,  è  ri- 
servata esclusivamente  agli  editori  R.  Bemporad  &  Figlio,  ed  è  vietata  a  ter- 
mini di  legge  la  riproduzione  anche  parziale  degli  articoli  in  esso  contenuti. 


Caratteri  della  Casa  AUGUSTA  di  TORINO 

Inchiostri   della  Casa  C.  II.  LORILLEUT  A  C.  -  MILANO 

Carta   delle    Cartiere   di    SARTE  ANO  »   VALVASSORI  -  FRANCO 


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I  PaUimEHTl  in  CERflmirR 

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INDICE  DEGLI  ANNUNZI 


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tlierraoclettro-fototerapico,  574  e  pas. 

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Alberti  (Ditta),  Benevento.  Liquore  Stre- 
ga, 248  e  passim. 

Aintiario  Toscai  o,  Firenze,  45. 

Appiani  G.,  Stabilimento  in  Treviso.  Ta- 
vinienti  in  ceramica,  3  e  pasiim. 

Ariani  (Ditta  Eniieo),  Tipografia  editrice, 
Firenze,  45. 

Ascoléine  Eivier  compresse,  161  e  passim. 

Banca  Italiana  di  Sconto,  Eonia,  i'2i  ab. 

Baratti  Benvenuto,  Laboratorio  di  Fale- 
gname, Firenze  42. 

Baussano  L.  (Ditta*,  Vestrini  e  Ugolini 
Successori,  Fabbrica  registri,  i^iren- 
ze,  35. 

Bemporad  E.  &  Figlio,  Librai  editori, 
Firenze,  5,  47-48,  127  e  passim. 

Bercigli  Angiolo,  Fabbrica  di  apparecchi 
in  vetro  soffiato,  26. 

Eertocchini  F.,  Premiata  fabbrica  di  ver- 
mouth, 13. 

Berteli  G.,  Varallo.  Miele  del  Monte 
Kosa,  8. 

Blancard.  Pillole,  577. 

Bouicelli  G.  &.  C,  Salumi,  Alessandria, 
34. 

Brogi  Giacomo,  Fotografie  artistiche,  Fi- 
renze, 40. 

Bnftct  Zamboni,  Firenze,  10. 

Cabatuiificio  Lombardo,  Boni  &  Vitale, 
Milano,  23. 

Caselli  &  Dindo,  Milano,  Articoli  tecnici, 
17,  7  e  passim. 

Castagnoli  Giuseppe  (Ditta),  Telerie,  to- 
vaglierie,  filati,  Firenze,  38. 

Cijuiani  A.,  Casa  di  mode  e  confezioni 
per  signora,  Firenze,  43. 

Conte  Giulia,  Napoli,  Cura  per  far  cre- 
scere barba,  capelli,  baffi,  21. 

CoMìere  diNapoli,  Giornale  della  Sera,  33. 

('raveio  Eni.,  Modena.   Alchebiogeno,  2. 

Dauesi,  Arti  Fotomeccaniche,  Eoma,  35. 

De  Lucchi  Cav.  Uff'.  Italo,  Premiata  Fat- 
toria vini  Chianti)  Panzane  ^€Jftlanti) 
e  F  i-enze,  8; 


Desauti  e  Zuliani,  Emoglobina,  332  e  pas- 
sim . 

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Ebanisteria  Casalini,  Società  An.  Coope- 
rativa, Faenza-i  olognaFerrara,  9. 

Exibard,  Il  rimedio  d'Abissinìa  :  per  gli 
asmatici,  27?,  e  passim. 

Fabbrica  Italiana  rulli  sonori.  Milano,* 
250  6. 

Farmacia  del  Cervo,  Arezzo,  Tr  cogeno 
Sardini,  300. 

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Fiat,  Torino,  Carri  per  trasporto,  394  e 
passim,. 

Finetli  E.  &  C,  Indirizzi,  M  lano,  31. 

Irank  (Dott.),  Grani  dì  sanità  purgativi, 
depurativi,  185  e  passim. 

Giani  G.,  Figlio  e  C",  Stabilimento  auto- 
tipico, zincograflto  e  fotografico,  Fi- 
renze, 42. 

Giornale  Utile,  Milano,  44. 

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Napoli,  21. 

Illustrazione  (L')  Italiana  diretta  da  E. 
e  G.  Treves,  Milano,  7. 

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cia di  Firenze,  45. 

Industria  Nazionale  dei  Giocattoli,  Fi- 
renze, 36. 

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Lepetit  Farmaceutici,  Milano,  Nevral,  Al- 
vmateina,  Diamaltina,  233  e  passim. 

Libreria  Claudiana,  Firenze,  39. 

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troìina  Lougega,  215  e  passim. 


Lorilleux  C.  H.  e  C,  Milano.  Fabbrica 
di  neri,  colori,  ecc.,  272-0. 

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d'assenzio,  Venezia,  29. 

Marinoni.  Premiato  Stabilimento  Farma- 
centico.  Savona,  448  6. 

Matteucci  L.*  &.  F.  Francesco,  Faenza, 
Lavori  artistici  in  ferro  battuto,  19. 

Mattino  (II',  Giornale  di  Napoli,  33. 

Maury  Arturo,  Paris,  B'rancobolli  per  col- 
lezioni, 4. 

Mele  A.  <fc  C,  Milano,  macchine  da  scri- 
vere, 140  e  passim,  27  e  30. 

Menarini  A.  Napoli,  5. 

Milani  e  C,  Verona.  Eustomaticus,  Pol- 
veri gras.'-e,  272  b. 

Monti  (Ditta  A.)  &  C.«,  Prodotti  di  gom- 
ma elastica,  Firenze,  24. 

Mori  ni  &  Ho8.si,  Mi 'ano,  Maccbine  e  uten- 
sili 8-prel.  XXV. 

Navigazione  Generale  Italiana,  Koma, 
428a 

Niccolini  Giorgio  &  C.°,  Premiata  fabbrica 
incerati,  Firenze,  25. 

Piccbianti  Gnido,  Officina  di  stereotipia, 
Firenze,  43. 

Pagliano  Prof.  Girolamo,  Sciroppo  Pa- 
gliano, Firenze,  19. 

Pagniui,  (.'artoloria  e  libreria,  Pistoia,  32. 

Pastine  glutinatu,  cacao,  cioccolato,  bi- 
scotti al  Plasmon,  327. 

Pillole  e  sciroppo  Blancard,  Parig-,  20. 

Phusmon,  alimento  specifico  per  malati, 
341  e  passini. 

«  Kegin»  >>,  rivista  ideale  delle  Signore  e 
delle  Signorine,  Napoli,  33. 

Relnach  Ern.,  Milano,  Oleoblitz,  olio  per 
automobili,  141  e  pauftim. 

Ricliard,  Vérascope,  av.  font. 

Kicqlès,  Alcool  di  Menta,  2.'>6-a. 

Kobin  M.,  Milano,  Sulfoidol,  l-o. 

Sali  purgativi  di  Saint- Vincent,  330  e 
passim. 

Sanntoriuiii  (Grande)  To.scano  per  malat- 
tie nervose,  del  ricambio  e  mentali. 
Firenze  «Ville  Casamiova),  Collegi- 
gliato  (Villo  Sbertoli),  17. 

Sersale  G.  (Ditta),  Napoli,  Siero  iodato 
Gandolfo,  Biogtnina,  Chelenina,  l.')6 
e  passim, 

Simon.  Savon,  itoudre,  crème,  217  e  pas- 
sim. 


Società  Anonima  Foitiacl  alTrTSTccl,  464 -a. 

Società  Anonima  «  Fno»  »,  Fabbricazione 
paste  alimentari.  Firenze,  11. 

Società  cementizia  Val  di  Marina  V.  Te- 
descbini  e  C,  Calenzano,  Firenze,  29. 

Società  S.  A.  F.  T.,  Torino,  Crime  de  la 
Czarina,  frontespizio. 

Società  Italiana  di  Servizi,  Marittimi, 
Koma,  428  6. 

Società  Tipografica  Fiorentina,  Firenze, 
44. 

Société  de  la  Gaitè  Fran^aise,  Catalogli 
curiosi,  22. 

^'onzogno  (Casa  Editrice),  Giornali  e  rivi- 
.  sto,  Milano,  37. 

Stabilimenti  grafici  Martino  Martini,  Pra- 
to, 39. 

Stabilimenti  (Premiati^  Tipografici  Cap- 
pelli, Poggibonsi- Firenze,  41. 

Stabilimento  (Premiato)  Indu.striale  Fio- 
rentino per  la  lavo»  azione  del  legno, 
Firenze,  6. 

Stabilimento  Tipografico  «  Aldino  »,  Fi- 
renze, 39. 

Stabilimento  Ti  pò  litografico  A.  Gambi, 
Firenze,  40. 

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Figli,  Firenze,  39. 

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Pellas,  Firenze,  41. 

Talmone,  Torino,  Cioccolata,  cioccolato  al 
biscotto,  cioccolato  fondante,  229  e 
passim . 

Telese  (Benevento)  Bagni  Sulfurei  carbo- 
nici. Grand  Hotel  Telese,  272-b  carta 
colorala. 

Terme  x\  guano,  Nnpoli,  12. 

Tipografia  Editrice  if.  Kicci,  Firenze,  43. 

Tobler  «fc  C,  Berna-Milano,  CliocolatTo- 
bler,  404  e  passim. 

Usellini  e  C.»*,  Milano,  Loiione  Fxcelsior, 
Scbampooing,  212  e  passim. 

Valcamonica  &  Introzzi,  Farmacia,  Mi- 
lano, Carte  azotato  e  sigarette  balsa- 
micbo  contro  l'asma,  473. 

Vencbi,  Torino,  Caramelle,  231  e  passim. 

Vicby,  Vere  acque  purgative,  448-a, 
carta  coh  irata 

Walter- Marti ny,  Soc.  Anonima,  Torino, 
Gomme  piene  per  automobili,  353  e 
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guarnizioni  per  divise  da  Ufficiali  per  grande 
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Per  i  Segretari  Comunali 
Per  gli  Assessori 
Per  i  Consiglieri  Comunali 

Per  tutti  gli  tlffici  COìminali^  amministra- 
tivi, contabili  e  tecnici 

Agenda  Municipale 

liiliiililillillllilllliliiiiiiiiiilllllllllllll  Ì9Ì7  liiiiiiilliiiillllllllllllllllllllllllllllllllli 
e  Prontoario  per  gli  Uffici 
Comunali    "' 


A    CUBA    dell'avvocato 

SILVIO  MOLINARI 

Questa  utilissima  pubblicazione,  veramente  originale,  e 
giunta  al  suo  terzo  anno  di  vita,  accolta  trionfalmente  in  tutti 
i  Comuni.  -  Quest'anno  abbiamo  voluto  renderla  ancor  più 
preziosa  e  indispensabile,  raddoppiandone  la  mole  che  rag- 
giunge ora  le  650  pagine  -  Contiene  oltre  l'Agenda  per 
gli  uffici  comunali,  le  indicazioni  dei  lavori  d'ufficio  giorno 
per  giorno,  le  tabelle  relative  a  tutti  i  servizi,  prontuari  cal- 
coli e  riassunto  di  tutte  le  disposizioni  legislative.  Moltissimi 
(^omuni  hanno  giti  prenotato  copie  di  questa  indispensabile 
Agenda  per  distribuirle  in  tutti  gli  uffici  e  a  tutti  i  membri 
deir  Amministrazione  Comunale. 

Possiamo  affermare  che  l' AGENDA-PRONTUARIO 
per  il  1917  è  una  guida  completa,  ordinata  e  prati- 
cissima per  tutti  gli  uffici  comunali,  ammiuivstrativi,  conta- 
bili e  tecnici. 


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avere  l'Agenda  alle  seguenti  condizioni: 

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Biportiamo  il  sommario  delle  Indicazioni  utili  e  del  Prontuario   per 
gli  Uffici  comunali  che  fanno  parte  (Ze/?' AGENDA  I9I7: 

Indicazioni  utili  '' 

Indicaz.  relative  al  Comune  -  Sindaco  ed  assessori  com.  -  Consiglieri  coni.  -  Personale 
dipend.  dal  Comune  -  Ripaitiz.  degli  Uffici  com.  -  Giudice  conciliat.  ed  Esattoie-tesoiiere 

-  Revisori  del  conto  cons.  1916  -  Autorirà  govern.  -Commiss,  mandament.  per  le  imposte 
dirette  -  Commiss,  elettorale  com.  -  Commissioni  per  le  tasse  com.  -  Altre  conìmi.s.«.  di 
nomina  com.  -  Patron,  scolastico  -  Congregaz.  di  carità  -  Consorzi  diversi  -  Assembleo 
consorziali  -  Rappresentanti  del  Comune  nelle  varie  Amministraz.  -Forniiori  del  Comune 

-  Comnnicaz.  telef.  più  in  uso  -  Indirizzi  da  conservarsi  -  Kegolam.  com.  vigenti. 


Sedute  del  Con»,  coni.  -  Sedate  della  Ginnta  com.  -  Adunante  della  Commiss.  elett.  com. 
-  Adunanze  delle  Commiss,  per  l'accertam.  e  l'appIioaK.  delle  tasse  com.  -  Adnnanxe  delle 
varie  altre  Commiss.  di  nomina  com.  -  Adunanze  del  Cons.  di  amministraE.  del  Patron, 
scolastico  -  Adnn.  delle  ass.  consorz.  -  Udienze  del  Conciliat.  -  Operaz.  di  leva -Tabella 
indio,  il  torno  festivo  di  riposo  degli  impiegati  mun.  -  Tabelle  mena,  per  le  licenze  e  tra- 
sferte -  Tabelle  raen».  per  le  tpese  di  posta  -  Kiass.  aun.  delle  spese  di  posta  -  Tabelle 
mens.  pet  i  diritti  di  Secret.,  stato  civ.,  conciliaz.,  catast.,  ecc.  -  Tabella  riass.  dei  detti 
diritti  -  Tabella  riass.  della  ripartiz.  dei  diritti  -  Carte  estratte  dall'  arch.  coni.  -  Memo- 
randum per  la  compilaz.  del  bìl.  prev.  dell'anno  1918  -  Elenco  dei  registri  da  tenersi  al 
corr.  e  delle  pratiche  da  sbrigarsi  giornalm.  -  Eco.  ecc. 


Prontuario  degli  Cffici  comunali 

L'archivio  -  Categorie  e  classi  dell' arch.  coro.  -  Ripartiz.  degli  Uffici  com.  -  Ripartiz. 
degli  Ullìc!  di  Prefett.  e  di  Sotto-prefett.  -  Minist.  e  loro  siiddiv.  -  Corte  dei  conti  e  Cons. 
di  Stato:  loio  competenza  -  Precedenze  a  Corte  e  nelle  pubbliche  innzioni  -  Ordini  ca- 
vali, e  medaglie  -  Inserz.  nella  Gazz.  JJffic.  e  nel  Foglio  degli  annunzi  giudiz.  -  AiiTWmz. 
del  Cons.  com.  -  Attribuz.  della  Giunta  com.  -  Attribiiz.  del  Sindaco  -  Deliberaz.  da  pren- 
dersi con  una  speciale  maggioranza  di  consielieri  -  Deliberaz.  da  prendersi  in  doppia  let- 
tura -  Deliberaz.  che  devono  approvarsi  dalla  Ginnta  prov.  amm.  -  Competenza  in  sede 
giorisdiz.  della  Giunta  provine,  amm.  -  Contenuto  dell'atto  notarile  -  Clausole  soc.  negli 
appalti  dei  Com.  -  Iut«rpretaz.  dei  contratti  -«Trasmissione  agli  Arch.  notar,  delle  con- 
venz.  stipulate  dai  Segretari  com.  -  Dispensa  dai  pubbl.  incauti  -  Trascrizione-  Proscri- 
zioni -  Valntaz.  dei  titoli  nei  concorpi  a  Segr.  com.  -  Classificaz.  dei  beni  com.  -  Gestione 
flnanz.  e  p.atrtmon.  -  La  gestione  del  bil.incio  ed  i  diversi  casi  che  si  possono  presentare 

-  Eserc.  provv.  del  bilancio  -  Avanzo  e  disav.  di  amminìstraz.  e  cojiteggio  per  determi- 
narli -  Formule  relat.  alla  sovrimposta  com.  sui  terreni  e  sui  fabbricati  -  Formule  per 
calo,  le  alìquote  com.  e  prov.  con  o  senza  aggio  -  Prospetto  delle  entrate  com.  -  Classi- 
ficaz. del  bilancio  passivo  -  Mandato  di  pagani,  sistema  Acciiini  -  Jlesiilt.  finale  del  con- 
sunt.  -  Formule  relat.  agli  interessi  -  Tabella  dei  montanti  di  una  lira  impieg.  all'  inte- 
resse composto  -  Interesse  comp.  di  un  capitalo  di  lOJ  III  e  per  un  periodo  frazion.  d'anno 

-  Form,  relat.  alle  annualit.\  anticip.  -  Calcolo  del  valore  doli'  usufrutto  -  Forni,  relat.  agli 
ammoitam.  -  Tavola  dei  co^ftìc.  per  le  rate  di  ammortam.  -  Annualìt.4  posticip.  e  rate  di 
delegaz.  per  il  prestito  di  lire  100  -  Pront.  del  dividendi  (issi  per  il  calcolo  delle  rate  delle 
delegaz.  -  Dociimentaz.  delle  rìi»maude  per  concessione  di  mutui  a  Com.  e  Prov.  -  Diritti 
ili  Segret.  -  Dir.  di  st.  civ.  -  Dir.  cat.  -  Dir.  del  cancoll.  del  Conciliat.  -  Dir.  dell'usciere 
del  Conciliat.  -  Dir.  nelle  cause  avanti  i  Conciliat.  -  Tasse  di  bollo  -  Tassodi  bollo  sullo 
cambiali  -  Tasse  di  reg.  -  Tasse  ipoteo.  -  Er.iolum.  dovuti  al  Conserv.  delle  ipot.  -  Con- 
cess.  gov.  -  Tasse  di  concess.  e  d' ispf  z.  per  l'apertura  ed  eserc.  di  una  farmacia  -  Tasse 
relat.  alla  caccia  -  Tasse  araldiche  -  Compensi  dovuti  agli  Esatt.  per  gli  atti  e.<!ec.  a  ca- 
rico dei  contrib.  morosi  -  Imposta  di  riodi.  u.ob.  -  Coiilrib.  del  centesimo  di  guerra  - 
Tassa  sulle  eseiiz.  dal  serv.  niil.  -  Dir.  da  pagarsi  per  la  prima  verifica  delle  mis.,  pe»i, 
contatoli  e  manometri  -  Tasse  da  pagarsi  per  la  verifica  period.  dei  pefi  e  mis.  -  Porto 
d'arnii  -  Tarilfa  mass,  dei  dazi  di  cons.  -  E<enz.  dal  darlo  cons.  com. -Tassa  di  e.»  ere.  e 
riveii'i.  -  T.asse  di  lic.  p«  r  alberghi,  osterie,  caft'è,  ecc.  -  Tassa  sulle  vetture  priv.  -  Tassa 
sui  domestici  -  Ta.ssa  sul  valore  locativo  -  Ti».s3a  sulle  fotogr.  -  Impedimenti  al  matrimonio 

-  Gradi  di  parentela  firo  al  10"  grado  -  Riparti  del  tiro  a  segno  -  Liste  di  leva  -  Leva 
mil.  -  Docnmentnr..  delle  domand»  per  l'assegnaz.  alla  2*  od  alla  3*  cat.  -  Leva  maritt. 

-  Tabella  <legli  a  loggi  che  competono  agli  n(lij.  dell'esercito  -  Tabella  delle  indenn.  di 
ullognio  spettami  ai  Com.  dopo  i  primi  tre  giorni  -  Con  ispettivi  da  pagt^rM  \ht  i  mezzi 
di  tra.sp.  forniti  dai  priv.  o  dai  Com.  alle  truppe  -  Soccorso  giornal.  ai  congiunti  dei  mil. 
trattenuti  o  richiam.  alle  armi  -  Prestaz.  peison.  -  Docum.  per  ottenere  la  dichiaraz.  di 
pubbl.  utilit.'i  -  Classificiz.  delle  strade  -  Polizia  stradale  -  Larghezza  dei  cerchimi  dei 
veicoli  nelle  straile  pubbl.  -  Classifitaz.  delle  opere  intorno  alle  acque  pubbl.  -  Polizia  delle 
acque  pubbl.  -  Classificaz.  del  poi  ti  -  Spese  jer  i  porti  -  Bonifiche  -  Ricusazione  dei  giu- 
dici -  Casell.  gindiz.  -  Liste  dogli  eleggibili  a  Conciliat.  -  Conipet.  del  Conciliat.  -  Termini 
per  comparire  «lavanti  i  Giud.  conc.  -  Orario  per  la  notifica  delle  cifaz.  e  degli  alti  di  ese- 
cuz  -  Notifica  della  citnz.  -  Pignorab.  Tei  mobili  -  Redditi  non  pignorabiH  -  Registi  i  da 
tenersi  dal  canrell.  del  Giud.  conc.  -  Registri  da  tenersi  dal  cancell.  del  C«dl.  del  probi- 
viri -  Tnd.  insalubri  -  Dist.  dei  depositi  di  esplosivi  dagli  abitati  -  Lavoro  delle  donneo 
dei  fanc.  -  Fanc.  abband.  -  Riposo  settiin.  -  Infoit.  ani  lav.  -  Denunzia  delle  iropre^e - 
Misura  delle  indenn.  dovute  agli  operai  in  caso  d'infort.  snl  lav.  -  Rilascio  di  passaporti 

-  Douiio.  di  aocc.  -  Elett.  polit.  -  Elelt.  amm.  -  Elett.  comm.  -  Termini  per  1»  revis.  delle 
liste  alelt.  -  Inelegg.  a  consigl.  com.  -  Tnelegg.  a  merabio  della  Congreg.  di  carità  -  Eh  z. 
dei  probiviri  -  Indein.  giornal.  di  trasferta  agli  impieg.  com.  -  Seroplificaa.  di  «le.  servili 
dur.  il  tempo  della  guerra  -  THriff«  |>ofct.  e  t«l.  -  Tar.  del  pacchi  ferr.  -  Aotomobili  - 
.\pppndlco  (Xnovi  provved.  tributali  9  novembre  1916)  -  Ecc.  eco. 


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della  goerra.  Scritto  con  una  straordinaria  verve  da  uno  dei  nostri  più  valorosi  ufficiali, 
ferito  mentre  conduceva  all'assalto  i  suoi  soldati,  costituisce  la  vera  fotografia  della  vita 
vissuta  nelle  trincee,  in  faccia  al  nemico,  mista  di  scene  terrorizzanti  e  di  aneddoti  umo- 
ristici. —  È  insomma  un  libro  divertente  e  di  alta  educazione  morale. 

«  È  un'opera  scritta  palpitando  e  soffrendo  in  trincea  o  dopo  un  combattimento  sullo 
contese  balze  di  là  dall'Isonzo;  e  descrive  le  impressioni  di  vita  vissuta,  reale,  di  un  sol- 
dato della  territoriale  alla  guerra,  attraverso  le  quali  si  apprendono  descrizioni  della  lotta 
asprissima  che  il  nostro  glorioso  esercito  sta  sostenendo  per  restituire  alla  Patria  i  suoi 
naturali  confini  ».  «  Nuova  Antologia  »,  16  Agosto. 

«  A  parer  mio  quel  suo  stile  semplice,  quella  sua  forma  narrativa  senza  pretese,  è  più 
piacevole  ed  efficace  che  se  fosse  piena  di  paroloni  e  di  grandi  frasi  a  grandi  effetti.  Egli 
ha  tale  uno  spirito  di  osservazione,  una  facilità  e  naturalezza  di  narrativa,  che  ben  ci 
fanno  sperare  di  lui  come  scrittore  ».     21  Settembre  «  Nazione  »,  Prov.  Avv.  Carlo  Lessona. 

«  È  un  libro  d'ideale,  di  fervore,  di  passione,  d'ardore  guerriero  e  di  gentilezza  umana. 
Altri  libri  destano  in  noi  maggioro  ammirazione,  ma  pochi  una  commozione  paragouabile 
a  quella  suscitata  da  ogni  pagina  di  qviesto  libro  del  Boggèro  ». 

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DtC  15  1930